Bollettino_Salesiano_200210

Bollettino_Salesiano_200210

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Mensile • Anno CXXVI • nr. 9
Soediz. in a.p, alt, 2 c:amma 20/C legge 662/96
FIiiaie cli Fininze
Specliziane nr. 9/2002
Aularizz. Dinlz. Pnw. P,T. • 50100 Finnze • c.M.P.

1.2 Page 2

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- TERZO MILLENNIO
di Pascual Ch6vez Villanueva
TEMI DI FORMAZIONE
... FINO Al CONFINI
DEL MONDO
Ottobre è mese tradizionalmente missionario... La Chiesa l'ha
scelto perché è aperto dalla memoria di santa Teresina di Lisieux
(martedì 1 ottobre), la patrona delle missioni; per tal motivo vi ha
posto la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale
(domenica 20).
Una del-
le pagi-
ne d'o-
ro della Chie-
sa è stata
scritta, sen-
za dubbio,
dai missio-
nari. Baste-
rebbe leg-
gere le cronache degli
inizi dell'evangelizzazione in Ameri-
ca, Asia, Africa e Oceania, ma
anche nella stessa Europa, per
restare affascinati dalle meraviglie
della grazia che ha reso uomini tut-
to sommato normali, senza doti
eccezionali, ma con una fede
profonda, veri eroi, creatori di cultu-
ra , costruttori di paesi, cultori di
scienza, promotori di servizi sociali
(scuole , ospedali, lebbrosari, orfa-
notrofi , case per anziani, ospizi per
pellegrini, oratori .. .), difensori dei
diritti delle persone; tutto nel nome
di Gesù e del Vangelo, che è inse-
parabile dalla promozione umana e
dalla cultura.
Possiamo affermare, fuori da
ogni metafora, che l'evangelizza-
zione e, quindi, la missione sono la
ragion d'essere della Chiesa, che
nacque appunto per evangelizzare,
per portare avanti, lungo la storia e
ovunque, l'opera rivelatrice di Ge-
sù, che è venuto perché tutti abbia-
no vita, e l'abbiano in pienezza. Nel
racconto dell'Ascensione, Egli pri-
ma di partire da questo mondo ver-
so il Padre affida ai suoi discepoli
la missione di essere suoi testimoni
fino ai confini del mondo. Si tratta
di un'opera senza soluzione di spa-
zio e di tempo ... che oggi viene
OTTOBRE 2002 BS
capita e realizzata con mentalità e
metodi nuovi.
L'urgenza della missione, specie in
quelle zone del mondo dove anco-
ra il Vangelo non è stato annuncia-
to , continua ad essere valida. Que-
sto spiega il numero così grande di
preti, religiosi e religiose, laici con-
sacrati e volontari operanti in terre
così dette' di prima evangelizzazio-
ne .
O Anzi, oggi si parla persino di
ri/evangelizzare paesi di antica
tradizione cristiana che stanno
diventando sempre più secolarizzati
e privi della ricchezza che i valori
evangelici apportano alla cultura.
Questo è appunto il richiamo di
Giovanni Paolo 11, quando chiede di
ridare all'Europa e all 'Occidente la
sua anima cristiana.
Certo, la valorizzazione delle cultu-
re e delle religioni hanno contribuito
a scoprire il ruolo che esse giocano
nella vita delle persone, cosicché
alcuni missionari sono tentati di
rinunciare a ogni tipo di presenza
missionaria, considerandola una
specie di aggressione alla cultura
altrui. Per costoro l'evangelizzazio-
ne sarebbe una specie di trascultu-
razione, per cui la cultura occiden-
tale finisce per imporsi. Altri invece
vogliono ridurre la missione a un
dialogo interreligioso, senza nessu-
na pretesa superiorità del cristiane-
simo sulle altre religioni , e quindi
senza programma di evangelizza-
zione. Ci sono infine quelli che
sono convinti che l'evangelizzazio-
ne sia una missione da compiere
che va realizzata, però, attraverso
uno sforzo sincero e profondo d'in-
culturazione del Vangelo, della
Chiesa, della Liturgia cercando che
queste realtà vengano vissute e si
esprimano secondo il proprio lin-
guaggio culturale.
È certo che il Vangelo si con-
segna sempre in una veste cultu-
rale , quella dell'evangelizzatore,
ma è anche vero che esso è chia-
mato a impiantarsi nelle diverse ter-
re e purificare e lievitare tutte le
culture .
Il magistero della Chiesa è chiaro
quando riafferma, da una parte, il
pregio di ogni cultura e religione, e
quindi il rispetto delle culture e il
valore del dialogo religioso, e dal-
l'altra parte, la validità del coman-
damento di Gesù, e quindi la ne-
cessità di annunciare a tutti gli
uomini del mondo il disegno amo-
revole di Dio "che vuole che tutti gli
uomini si salvino".
I Santa Teresina di Lisieux
(1873-1897), patrona delle
missioni, a 15 anni, poco prima
di entrare nel Carmelo.

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San Bonifacio (680-754), il grande
evangelizzatore del nord Europa.
I B. Daniele Comboni, che dedicò
la sua vita al continente nero:
"Salvare l'Africa con l'Africa",
era il suo motto.
I Giovanni Cagliero (1838-1926),
fu messo da Don Bosco a capo
della prima spedizione missionaria
salesiana.
Padre Matteo Ricci (1552-1610),
evangelizzatore della Cina.
Ottobre 2002
Anno CXXVI
Numero 9
In copertina:
Qua l è la rea ltà
dei giovani d'oggi?
Èuna domanda
co mplessa la c ui risposta
è ancor più comp lessa.
I sa lesiani da sempre
sono dalla parte
dei g iovani.
(Foto: Chiara Fantini)
Mensile di informazione
e cu ltura religiosa ed ito
dalla Congregaz ione Salesiana
di San G iovanni Bosco
Direttore:
G IANCARLO MANIERI
- ATTUALITÀ
12 Pedagogia e pedofilia
di Silvano Stracca
- D1vERTIMENTO
14 Don Bosco a Mirabilandia
di Serena Manoni
- Soc1ETÀ
18 Adolescenza, l'età del senso
di Giuseppina Cudemo
- INSERTO CULTURA
23 Il museo Don Bosco di Arequipa
di Santilli/Maffioli
- FMA
28 Libero accesso
di Maria Antonia Chine/lo
- DIBATTITI
Il
40 C. Berto exallievo/scrittore
di Severino Cagnin
- R BRICHE
2 li Rettor Maggiore - 4 li punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia e nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 20 Prima Pagina 1 - 21 Prima Pagina 2
- 22 Lettera ai giovani - 27 Doctor f. - 30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco -
36 Famiglia Salesiana - 37 Laetare et benefacere - 38 Sistema Preventivo - 40 Dibattiti
- 42 I nostri morti - 43 J/ mese - 44 Viaggi - 46 I nostri santi - 47 In primo
piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli • Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori : Ernesto Cationi - Giuseppina Cudemo
Graziella Curti - Carlo Di Cieco - Bruno Ferrero
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs • Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Roberto Saccarello - Fabio Sandroni
Arnaldo Scaglioni • Serdu Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano De Marie
Chiara Fantini - Vincenzo 0dorizzi - Guerino Pera
Pietro Scalabrino Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2. 1949
Diffusione e Amministrazione: Giuseppe Corò (Roma)
Fotocomposizione: Puntografica s.r.l. - Torino
Stampa: MEDIAGRAF s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
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Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS OTTOBRE 2002

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di Carlo Di Cieco
L'UOMO NUOVO
Scienza ed educazione sono i due interlocutori che si contendono
il futuro dell'uomo ... Il grande problema è riuscire a trovare parole
e segni di comunicazione efficace con i giovani.
U n tempo la veglia pasquale
sembrava avere più presa sui
fedeli: i partecipanti
tornavano a casa con una spinta
speciale per tentare di adeguarsi
all'uomo "nuovo" che quella notte
nasceva nell'acqua e nello Spirito.
L'uomo nuovo descritto da san
Paolo, morto alle proprie cattive
inclinazioni e risorto con Cristo.
Ora nel mondo del benessere si
aggira un modello altro di uomo
nuovo che sta relegando nel museo
l'uomo nuovo disegnato
dall'apostolo che scardinò l'impero
romano .
Un modello descritto nei particolari
in un editoriale della più prestigiosa
rivista dei gesuiti italiani , presentato
quale interlocutore che sfida la
Chiesa anche nel contesto italiano,
dove non c'è più spazio per una
fede cristiana solo anagrafica.
Si tratta di un uomo nuovo con
caratteristiche agli antipodi non solo
della tradizione cristiana, ma
perfino della concezione
dell'umanesimo laico dei paesi
occidentali.
Il soggettivismo radicale ,
individualista e libertario, è il primo
carattere di questo uomo nuovo che
ha reciso le sue radici con il passato:
vale il presente e la sua mutabilità. Il
secondo carattere è il secolarismo
che assume la forma dell'ignoranza
di Dio e della sua assenza dalla
propria vita. C'è poi il nomadismo,
sia fisico con la forte mobilità, sia
spirituale che spinge a ricercare
sempre nuove emozioni anche in
campo religioso e spirituale. Il quarto
carattere è il naturalismo
materialista che ignora le leggi della
natura e la differenza qualitativa
dell'uomo rispetto al resto della
natura. Infine la dipendenza dai
media per cui si comporta secondo
i modelli che gli offrono i media.
Sono caratteri che forgiano un
uomo profondamente diverso dal
passato. Questo esige - secondo la
rivista - un ripensamento dei
metodi e delle forme di
evangelizzazione praticati sin qui.
OTTOBRE 2002 BS
La voce della Chiesa, infatti,
risuona nel deserto. Ma anche la
voce tradizionale degli educatori.
E non paga intestardirsi nella pura
denuncia della situazione, perché si
rischia di chiudere la porta dietro di
sé e restare isolati entro i bastioni
delle proprie certezze dove i
giovani faticano a entrare.
Per il futuro del mondo, la sfida
educativa è, così, la più grande
avventura che resta da vivere non
solo per gli anziani, ma anche per
le età produttive, quelle fasce
mature e di mezzo che confinano
con la giovinezza. Scienza ed
educazione sono i due
interlocutori che si contendono il
futuro dell'uomo e i modelli umani
da plasmare, entro il grande circo
mediatico. La scienza ha alle spalle
ingenti capitali pubblici, ma
specialmente privati, che vogliono
rifondare le fortune del capitale
investendo sull'uomo biotecnico.
L'educazione, di capitali finanziari
ne dispone in quantità esigue. Anzi
scarseggiano del tutto
specialmente per quei progetti che
scommettono sul personalismo
cristiano o comunque
sull'umanesimo critico.
Gli adulti educatori si trovano a
un bivio drammatico: riuscire a
trovare parole e segni di
comunicazione efficace con i
giovani che, più di altri, sono
prototipi del nuovo modello di
uomo. E tutti misuriamo ogni
giorno quanto silenzio esista tra
giovani e adulti. Un silenzio
assordante. Si fatica perfino a
comunicarsi l'amore in famiglia,
non tanto perché manchino i
sentimenti, quanto piuttosto per la
diversità dei linguaggi e degli
orizzonti di riferimento. I codici per
capirsi sono altri. E se i grandi non
tornano discepoli, nello stesso
tempo che esercitano l'arte di
educare, senza rinunciarvi , il
declino dell'umanità sarà più
rapido di quello annunciato dal
degrado ambientale.

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ta a memoria anche se non famiglie e abbiamo deciso di legge allora la stangata si
mastico di tedesco: "Wo Es non acquistare prodotti che sente. Com'è avvenuto in al-
war, soll /eh werden" , dove vengono reclamizzati con c·uni luoghi per le villette abu-
e' era "Es" deve diventare degli spot che offendono le sive: si è scatenato il putiferio
"Io", il che vuol dire che il nostre convinzioni (sottoli- quando il legislatore ha man-
mio "io" inconscio e ancora neatura d.r.) [...] I cattolici dato le ruspe a demolire i fab -
un po' selvaggio deve varca- sono una larga fetta del mer- bricati fuori legge... A questo
re la soglia della coscienza e cato e se ci fosse collabora- si riferiva il mio "siamo disar-
maturare... fino a riconoscer- zione dei nostri mass-media, mati" , nel senso che assomi-
si "Figlio di Dio" ! Beh, nes- sono convinto che qualcosa si gliamo alle famose gocce ri-
suno farebbe una traduzione potrebbe ottenere...
belli. E comunque le do atto
a'UOMO
QUESTO
del genere, o meglio nessuno
darebbe questa interpretazio-
ne, tanto meno Freud. A me
tuttavia pare che questa evo-
luzione necessaria dall' es al-
Marco, Trento
Anch'io ne sono convinto, ca-
ro Marco. E spero che la sua
lettera stimoli altre famiglie
che la protesta dei consumato-
ri "cattolici" se fosse globale
sarebbe altrettanto dirompen-
te, ma questo, ce lo insegna la
storia recente e meno recente,
SELVAGGIO! Caro di- i' io non può fermarsi: se l'io cattoliche a "consociarsi" per è un sogno. Continuare a spe-
rettore, lei si rende conto, resta chiuso in se stesso, in fare opposizione "concreta" a rare che diventi realtà, sì,
spero, di che fine stiamo fi- mezzo a tanti altri io altret- certe provocazioni "com- questo è cristiano. Perché è
nendo. L'uomo è sempre più tanto chiusi in se stessi, il ri- merciali". Ma lei sa bene che anche vero che il cristiano
selvaggio. Scrivono che è sultato sarebbe quello che lei il dio denaro si presenta alla non si deve mai arrendere.
progredito perché "prima" vi- pronostica nella sua lunga nostra società come un idolo Grazie, per il suo esempio e la
veva nelle caverne mentre lettera: la guerra, l'odio, il quasi onnipotente, e che "la sua determinazione.
adesso dimora nei grattacieli, trionfo del'ego, l'egoismo al- collaborazione dei nostri
r f domani consumerà la vita lo stato puro, insomma. L'evo- mass-media" è di là da veni-
nelle astronavi e dopodomani luzione del'Es deve continua- re! Allora ho indicato nella ri-
MORE, COS'È? caro
si stabilirà in avveniristici re: raggiunto l'io, si procede sposta al parroco prima di Cit/ctirettore, ho 24 anni e
complessi su altri pianeti [...] verso Dio, dopo essere passa- tutto la sproporzione immane forse ho sbagliato a sposarmi
Ma l' uomo è e sarà sempre lo to attraverso il "noi". Se non tra la potenza del venditore così presto [.. .] Non passa
stesso, incapace di vero pro- si prende coscienza di essere (leggi mass-media) e quella giorno che non ci sia contra-
gresso. L'unico rimedio per figli di Qualcuno, e perciò del consumatore (tutti noi) per sto con mia moglie che è pos-
farlo vivere senza far danni è membri di una famiglia e fra- poi, subito dopo, prospettare sessiva tanto che quasi vor-
quello di tornare a vivere telli tra noi, se non ci si con- un "improperio biblico" , non rebbe che scomparissi in lei.
come gli antichi stiliti... ma- vince che l'io è in ultima ana- perché non creda in ciò che si Io voglio restare io [...] Non
gari stiliti dello spazio: uno su lisi un noi, le cose andranno può fare e che molti fanno , ma si può rinunciare a se stessi.
ogni pianeta, visto che sono di male in peggio. Non si au- per far leggere ai molti che Secondo me volersi bene non
migliaia di miliardi sparsi qua guri di fare il passero solitario non fanno nulla (mentre vuol dire diventare schiavo
e là per l' universo! Così, lon- del'universo... il suo canto di- avrebbero il dovere e gli stru- dell'altra, dimenticarsi di se
tano dalle tentazioni non fa- sperato non recherebbe armo- menti per fare qualcosa) che stessi. Uno deve fare la sua
rebbe più del male a nessuno, nia negli spazi siderei... sareb- e' è anche una esplicita con- vita. Va bene mettersi d 'ac-
e avrebbe da comandare solo be solo un urlo blasfemo con- danna divina , per chi non fa cordo, discutere le scelte, ma
a se stesso [...] Capisco l' as- tro "Chi" gli ha dato occhi, rispettare le leggi. Loro vole- insomma bisogna anche rima-
surdità di quel che dico. Lei voce, cuore per mettersi in re- vo in qualche modo colpire, nere liberi [...].
capisca la mia esasperazione!
Giovanni, Verona
lazione , ma non servono a
niente perché si è soli e di-
spersi... uno per pianeta! Una
ben sapendo che singoli indi-
vidui e, anche intere famiglie
come mi precisa lei, hanno già
Caro Robert@,
Robert@.. .
ti racconto
Caro Giovanni, lei è esaspe- condizione infernale.
per proprio conto deciso di una storiella che ho letto
rato, e si vede! Non so quale
boicottare certi prodotti pub- molto tempo fa. Me l'ha fatta
sia il suo problema, la sua
blicizzati in modo offensivo tornare a mente la tua e-
1:,/ lettera non lo dice. Ma non r.JIAMO PROPRIO della dignità della persona... mail... Leggimi, poi... vedi tu!
importa. Tento di dire qual-
DISARMATI? Caro lo sono convinto che un inter- Dunque: quando ancora la
cosa ugualmente, e le cito direttore, ho letto casualmen- vento del legislatore sarebbe terra non era completata, l' i-
Freud, anche se non mi piace te la lettera di un parroco di ben più dirompente di proteste drogeno si aggirava sconso-
così tanto, perché ha scritto campagna agli industriali e la singole, che restano nel chiuso lato attraverso quel caos in
cose che non riesco a trangu- sua risposta (BS aprile 2002) della propria area di influen- cerca di qualcosa. Che cosa
giare... Però ha anche scritto [.. .] Non dobbiamo accettare za. Faccio un esempio: serve cerchi? Gli domandò il Si-
cose indubbiamente utili e sempre, con rassegnazione a poco che io non compri più gnore. Rispose: Signore, ho
fatto scoperte che hanno per- ogni evento che non condivi- un certo prodotto... la perdita
messo all'uomo di progredire diamo, quasi non si potesse di uno, cento o mille clienti
nella conoscenza di sé e del far nulla ... Non è la prima passa inosservata per chi di
prossimo. Una sua afferma-
zione, dunque, mi ha costretto
più di una volta a riflettere,
tant'è che me la sono impara-
OTTOBRE 2 002 BS
volta che certi spettacoli tele-
visivi vengono abbandonati
perché non ottengono l'au-
dience voluta. Noi siamo sette
clienti ne ha milioni... come
qualche migliaio di gocce che
abbandonassero per protesta
l'oceano! Ma se interviene la
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nute in redazione. Ce ne
scusiamo. Provveder~mo_ a
suo tempo alla pubblicazzo-
ne o alla risposta personale .

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una gran sete, ma non trovo scorrere del tempo, il mutare dura l'uomo e oltre la sua du-
una sola goccia d'acqua in delle condizioni e delle situa- rata. Non si evolve la Parola,
questo deserto del mondo! zioni e lo stesso progresso ma si evolve la sua compren-
Puoi trovarla, ma a un patto, delle scienze ne permettono sione da parte dell'uomo;
che tu scompaia completa- una comprensione via via più perché la Parola è divina ,
mente in ciò che troverai; piena e compiuta. Dunque, la cioè non ha limiti, quindi non
continua la ricerca... Di a Parola di Dio si sta facendo, è mai terminata la sua sco-
poco il Signore s'imbatté nel- è "in fieri" : cioè segue l' uo- perta. Essa proclama la Ve-
l'ossigeno, altrettanto vaga- mo lungo il cammino della rità, essa è la Verità. Perciò
bondo e sconsolato. Anche tu storia, accompagna il suo possiede le stesse inarrivabili
cerchi qualcosa? Signore, ho progresso, stimola la sua sen- dimensioni dell'Autore/Dio:
una sete boia e non c'è trac- sibilità, allarga i suoi oriz- le sue profondità abissali of
cia d'una sola goccia... La zonti: più si compie più la si frono in ogni tempo nuove
troverai, la troverai, ma solo comprende. Durerà finché suggestioni, nuove possibi-
se sei disposto a scomparire
lità , nuovi orizzonti interpre-
in essa. La predizione del Si-
tativi. La Scrittura proclama-
gnore s'avverò, come poteva
non avverarsi? L' idrogeno
trovò l'ossigeno , i due si
piacquero e si unirono anzi si
fusero fino a scomparire. La
loro morte creò la goccia che
divenne l'inizio della vita ...
Caro Robert@, l'amore è di-
menticarsi, scomparire, in-
corporarsi nell' altro fino a
diventare altro... li prezzo è
alto ma il risultato infinito.
APPELLI
Siamo bambini delle ele-
mentari di Mineo. Vorrem-
mo allestire una mostra ma-
riana e una mostra sui mira-
coli eucaristici. Chi può in-
viarci santini e immaginet-
te? Alunni dell'ISC, classi
V A/B, Plesso "L. Capua-
na" - 95044 Mineo (CT).
Sarò felice di donare la
va la Verità ai popoli del de-
serto, proclama la stessa Ve-
rità ai popoli dell'era infor-
matica, proclamerà l'identica
Verità ai popoli dell'era spa-
ziale, quando l'uomo vivrà
più sulle astronavi che sulla
terra ...
Aggiornare la Scrittura non
vuol dire cambiargli il senso,
vuol dire renderla comprensi-
bile; non vuol dire cambiare
~UÒ CAMBIARE LA
,.. SACRA SCRITTU·
mia amicizia, e un sorriso,
tramite corrispondenza, a
coloro che soffrono, si
sentono soli, hanno biso-
la verità, ma scoprire altri
aspetti di essa. Aggiornare i
vocaboli non significa stra-
volgere la Parola, ma render-
RA? Caro direttore, il mio gno di essere ascoltati... la alla portata di tutti: dire
vicino di banco è un musul- Selenia D'Alpino, Viale "perciò" invece di "laonde
mano. Sta in classe anche Italia, 165 - 57100 Livor- per cui" non cambia il senso,
quando c'è l'ora di religione no; e anche Valentino, ca- attualizza il linguaggio. Per-
cattolica. E per di più è sem- sella Postale 74 - 89900 ché leggere una cosa che non
pre attento, ben più di alcuni Vibo Valentia.
capisci è come non leggerla,
di noi cattolici che liberamen-
te abbiamo scelto l'ora di reli-
gione. Lui però dice che noi
sbagliamo tutto perché osia-
mo cambiare la Parola di Dio
che è intoccabile... Come se
Dio avesse sbagliato a dirla
[...] Dice che la traduciamo,
la aggiorniamo, insomma la
Sono un ragazzo di 31
anni. Mi piacerebbe corri-
spondere con ragazze che
credono nel valore dell ' a-
micizia. Bonanni Valerio,
Via Ciro Bertini Kitto,
66 - 55048 Torre del La-
go Puccini (LU).
è come se non esistesse. Esse-
re costretto a "immaginare"
quel che leggi - dal momento
che non lo capisci perché è
scritto in linguaggio diverso
dal tuo - rischia di far dire
alla Parola quello che pensi
tu che dica, e permettere a un
altro di pensare anche l' esat-
modifichiamo, e questo è un Sono un collezionista di to opposto di quello che pensi
delitto. Beh, le confesso che sant1m, mi piacerebbe tu...
non so rispondere. D'altro scambiarli con altri, anche Insomma, caro Luca, Dio/Pa-
canto lui non vuole che lo
dica al prof. che, tra parente-
si, nella nostra classe è un
per allargare il giro di ami-
cizie e scambiare opinio-
ni... Salvatore De Vivo,
rola è vivo, non è permesso a
nessuno di mummificarlo, con
la scusa di evitare che si
laico e non un prete [.. .]
Luca,Roma
Caro Luca, la Sacra Scrittura
è una cosa viva, non un re-
perto archeologico. La Paro-
la è detta (scritta) una volta
per tutte, detta, dunque , per
ieri, per oggi e per domani;
detta, in definitiva per illumi-
nare il tempo dell'uomo. Lo
Via Degli Appennini, 8 -
84093 Faiano (SA).
Sono un lettore di 38 anni.
Mi piacerebbe corrispon-
dere con quanti, come me,
credono nell'amicizia e
nella fraternità. San Filip-
po Stefano, Via Grande,
8 - 27100 55048 Torre
del Lago Puccini (LU).
scomponga... li vero pericolo
non è l'aggiornamento della
Parola, ma il contrario, la
sua mummificazione. Oggi
dire "In principio erat Ver-
bum", o "Ev CtQXTJ riv i:6
A6yoç" è come dire nulla
per il 98% della gente. L' in-
comprensibile non cambia la
vita di nessuno e nemmeno la
storia .
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le r:nissioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS OTTOBRE 2002

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VNITALIA . _N_E_L_M_O_N_D_O_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _I
LANUVIO, ROMA
LABORATORIO
DI GIOCOLERIA
I salesiani a Lanuvio sui colli
romani non ci sono più. Ma
l'oratorio è sopravvissuto alla
loro dipartita e Don Bosco
continua ad attirare i ragazzi
ROMA, CENTRO
DEHONIANO
COORDINAMENTO
STORICI RELIGIOSI
È sorta a Roma l'associazio-
ne culturale internazionale
CSR (Coordinamento Storici
Religiosi) che ha lo scopo di
promuovere la ricerca scien-
tifica nel campo della ·storia
degli Istituti di vita consacra-
ta, la cultura storica ali' inter-
no e all'esterno delle stesse
del piccolo centro, grazie a un
gruppo di cooperatori. Un la-
boratorio di "Giocoleria" ha
suscitato un grande interesse
in un gruppo di volenterosi
che in poco tempo hanno ap-
preso le tecniche di base, riu-
scendo con successo a mani-
polare palle, piatti cinesi,
mazze, ecc. e imparando rego-
le di equilib1ismo e preziose
nozioni di clownerie. Così le
prime timide esibizioni hanno
riempito di gioia e stupore ge-
nitori, pubblico e salesiani
presenti. Il laboratorio, nato
per scommessa, è diventato
stabile. Gli "allievi" giocolieri
animano le feste e le ricorren-
ze ed hanno assaporato anche
la gioia di partecipare ali' u-
dienza papale, ed esibirsi in
Piazza San Pietro. Ora, visto il
successo, l'ispettoria salesiana
impartisce nozioni di giocole-
ria anche ai suoi animatori.
istituzioni e l'elaborazione di
prospettive storiografiche con-
sone all'esperienza della vi-
ta religiosa. Possono essere
soci del CSR anche singole
persone incaricate di attività
attinenti alla dimensione sto-
rica del proprio Istituto , e an-
che studiosi e studiose lai-
che che svolgano o intenda-
no svolgere attività di ricerca
sulla storia della vita consa-
crata.
Per saperne di più:
06.663 .79.84;
e-mail: coorstorrel@tiscali.it
BOBRUJSK,
BIELORUSSIA
PER 1000 CATTOLICI
Bobrujsk è una città di 250
mila abitanti con solo mille
cattolici che fanno capo a
un ' unica parrocchia. lavora-
no le FMA suor Irina, suor
Anna e suor Alla. Sono riusci-
te, in poco tempo, a fonnare
una decina di giovani animatori
che le aiutano per la catechesi,
l'oratorio, l'estate ragazzi. La
casa è piccola, ma si trasforma
secondo le esigenze per acco-
gliere bambini, giovani, incon-
tri di preghiera, prove...
OTTOBRE 2002 BS
S. MARIA
MAGGIORE, ROMA
VEGLIA MGS COL
RETTOR MAGGIORE
Il MGS Lazio ha chiuso il
mese di maggio nella Basi-
lica della Madonna della ne-
ve con la tradizionale veglia
cui ha partecipato il Rettor
Maggiore. Il messaggio la-
sciato da don Chavez è per
tutti: "Giovani e salesiani de-
vono camminare insieme nel
più importante dei viaggi,
quello della vita. È necessa-
rio essere attenti ai segni di
bontà e di novità che sono
nascosti nella società, e la-
vorare per farli emergere. È
sempre più urgente fare della
vita un laboratorio della fe-
de : non dovete accontentarvi
di essere spettatori, siate pro-
tagonisti nella nuova Euro-
pa; siate alternativi in una
società che sembra aver
emarginato la trascendenza
e, anzi, siate i testimoni della
trascendenza! Eleggete Maria
a compagna d 'avventura nel-
la vita".

1.9 Page 9

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a cura del direttore
AHrONJO UGENTJ
L'FSPERIENZA DI DIO OGGI
( J H , r / J ( / r , 1 ,t1H/)
UN LIBRO
PER I GIOVANI
L'ESPERIENZA
DI DIO OGGI
Sempre più si sente la neces-
sità di "dire Dio ai giovani", e
sempre più difficile si presen-
ta il compito in una società
dai molti idoli che oscurano il
Dio vero. Questo minuscolo
volume è il tentativo di dire
Dio ai giovani anche attraver-
so i giovani stessi. Le poche
pagine, una sessantina in
tutto, sono sufficienti per af-
frontare i temi più attuali e
più dibattuti , e affrontare le
loro domande più frequenti
nel tentativo, riuscito ci pare,
di dare una risposta non solo
attraverso i grandi della storia
(Seneca, Erasmo da Rotter-
dam, Pascal, Papini...) ma
anche attraverso la personale
riflessione degli stessi desti-
natari. L'autore non si sottrae
agli argomenti più scabrosi: il
mistero del!' uomo, lo scanda-
lo del male, la prova della
sofferenza, il senso della
vita... Davvero 60 pagine pre-
ziose, da raccomandare ai
giovani, agli educatori e ani-
matori dei giovani, da segna-
lare ai professori di religione
perché vengono da un loro
collega che in classe invece di
essere snobbato, come talvol-
ta capita, era atteso. Il libro,
di Antonio Ugenti, è edito da
Cantagalli .
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
SOVRANO MII.ITARE 01\\DINE DI MALTA
CARTOLINA POSTALE
CAJlTEf'OSTAU:
I"'~'"".l,"'' of PADCREANPOIONIDZAZAPZIEIOTNREELCINA ~:;;•.,:;:,.'::~!:
16 GIUGNO 2002
ff
J
~ 0115
_ (_
)
aic:t.o~
FRANCOBOLLI E CARTOLINE
PER SAN PADRE PIO
HONG KONG, CINA
DON BOSCO IN CINA
A poche ore da Hong Kong
sorgono due presenze animate
da FMA e SDB . Le suore vi-
vono in una casa di accoglien-
za per figli sani di lebbrosi,
con sei assistenti laiche e per-
sonale per la cucina, impegna-
te nell'educazione di un'ottan-
tina fra giovani dai 7 ai 19 anni
che frequentano le scuole pub-
bliche, ma trovano nel
pensionato la loro vera fami-
glia. possono integrare lo
studio con il gioco, il lavoro, le
relazioni, il teatro. A dieci mi-
nuti di distanza, sorge la gran-
de scuola professionale dei sa-
lesiani con 400 posti per ester-
ni, e un internato per circa
cento giovani. Man mano che
la gente conosce Don Bosco,
simpatizza anche per questi
uomini e donne che dedicano
la loro vita all'educazione
della Cina giovane, e non pre-
tendono nulla se non di forma-
re buoni cittadini e cittadine.
Le Poste che già nel 1998 avevano dedicato a
Padre Pio un francobollo da 800 Lire in occasione
del 30° anniversario della sua morte, hanno cele-
brato la sua canonizzazione con un valore da
Euro 0,41 realizzato da Rovai. La vignetta mostra
in primo piano il santo cappuccino di Pietrelcina
con sullo sfondo la stilizzazione della chiesa in
costruzione a San Giovanni Rotondo e la facciata
dell'ospedale "Casa sollievo della sofferenza".
11 grande tempio in costruzione, unitamente alla
Cappella del convento della cittadina del Gargano,
era già apparso sul foglietto emesso nel 1998 dal-
la Città del Vaticano per la beatificazione; la serie
comprendeva anche un francobollo con il ritratto
del frate disegnato da Fantini. Per la canonizzazio-
ne, invece, è stato attivato Oltretevere uno specia-
le annullo figurato.
Anche le poste del Sovrano Militare Ordine di
Malta hanno onorato il nuovo santo francescano
con un'artistica cartolina postale da 41 O Grani
stampata da Caradossi, su cui appare un intenso
ritratto di Padre Pio, opera del Maestro Marcello
Baldini.
Per saperne di più: 'fi" 0761/307.124
BS OTTOBRE 2002

1.10 Page 10

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l00annifa
Troviamo nel BS dell'ottobre 1902 la poesia
dell'avvocato Carlo Bianchetti, composta in
occasione del Congresso degli Oratori festivi.
È dedicata ai ragazz,i e alla loro capacità di
scatenarsi a ricreazione e applicarsi nello studio:
miracoli della pedagogia di Don Bosco. Del
curioso verseggiare riportiamo alcune strofette
che ci sembrano più abbordabili(!) di altre.
Che irrefrenabili!
A rompicollo,
Sprizzan l'elettrico
Fin dal midollo.
È tutto un correre,
Un tramestio,
Un chiasso, un ilare
Diavolìo
Oh, ma se il fluido
Lor bolle in seno,
Chi può, corbezzoli,
Tenerli a freno?
Sia dunque venia
Ai giovinotti
Se fiamma insolita
Li fa dirotti,
Se in essi il palpito
Baldo, giulivo,
Appar sinonimo
D'argento vivo.
Bella piacevole
La baraonda
Di questi quaccheri
Tanto gioconda.
Essi ad un semplice
Cenno del dito,
(Locché significa
Gioco finito)
Presto rincasano
Entro alle celle,
In queta immagine
di pecorelle.
"Servite Domino
Sempre in letizia!
Poi scapricciatevi
Pure a dovizia!"
Oh, felicissima
Cotesta gente,
Che tira a vivere
cristianamente!
OTTOBRE 2002 BS
ROMA
della missione salesiana. Il
congresso conclude un lungo
cammino di riflessione inizia-
CONGRESSO
to fin dal 1992, con tappe in
EUROPEO DEI
DIRIGENTI
diverse nazioni , un processo
di preparazione fatto di dialo-
go, concertazioni e approfon-
Circa 200 dirigenti di scuole e dimenti per continuare ad es-
CFP salesiani e delle FMA, sere significativi come inse-
provenienti da 14 nazioni eu- gnanti, come educatori e
ropee si sono riuniti in con- come salesiani. I frutti di que-
gresso lo scorso anno per sto lungo percorso stanno ve-
mettere a punto le strategie nendo alla luce in varie scuo-
della scuola salesiana del III le della congregazione, dove
millennio che deve tenere originali iniziative suscitano
presenti, oltre alla preparazio- grande interesse e consensi
ne culturale da impartire agli nelle autorità e nelle altre
alunni propria della scuola, scuole sia pubbliche sia p1i-
anche quella cristiana propria vate.
ROMA CINECITTÀ
I 100 ANNI DELLA
ROMANA
L'ispettoria salesiana romana
ha commemorato i 100 anni
dalla sua istituzione, alla pre-
senza di autorità religiose e
civili e del Rettor Maggiore
don Pascual Chavez. I relato-
ri don Francesco Motto del-
1'Istituto Storico Salesiano e
don Giorgio Rossi della III
università di Roma hanno il-
lustrato la storia della pre-
senza salesiana fin dai tempi
di Don Bosco con la scelta
delle periferie popolari e
l'opzione per gli emarginati,
a cominciare dai figli dei po-
polani senza istruzione ai
tempi di Don Bosco fino agli
sciuscià del dopoguerra e
agli immigrati e ai giovani
giudizialmente toccati dei
nostri giorni.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Nicola Bruni
' ' v orreidomansdaòpereFla--
via della lii B -
È tornata la scuola, e qua e là
s'affacciano le solite polemiche ...
religione. Ma forse offen-
de solo la sensibilità
degli intolleranti. Non può
perché in aula c'è il Cro-
cifisso : la nostra scuola è
frequentata anche da non
cristiani. .. ". L'insegnante
rispose congratulandosi
CROCIFISSO SÌ
CROCIFISSO NO
offendere gli ebrei per-
ché Gesù era ebreo, cir-
conciso e osservante; la
sua ebraicità costituisce
la migliore smentita del
con la ragazza per esser-
pregiudizio razzista antie-
si accorta che sulla pare-
te di fronte a lei c'era, in
j braico. Non offende i mu-
·f sulmani per i quali Gesù
croce , l'immagine di quel
6 è un profeta, annoverato
Maestro di vita che per
fra i santi, un.o dei più
primo , nella storia , rico-
vicini a Dio, figlio della
nobbe la pari dignità di
Vergine Maria , concepito
tutti gli esseri umani,
per opera dello spirito di
comprese le donne , i
Dio, inviato da Dio per
bambini, gli schiavi, i men-
proporre una legge nuo-
dicanti , gli stranieri , i mal-
va, parola venuta da Dio.
fattori , le prostitute, i leb-
Quanto alle altre religio-
brosi , gli handicappati ...
ni , il Mahatma Gandhi ,
perfino i nemici. "Ci siamo
indù, aveva una sconfi-
talmente abituati a veder-
nata ammirazione per
la - osservò - che pur-
Gesù che considerava il
troppo non ci badiamo
modello supremo dell'a-
più . E se nessuno ci
more per il prossimo e
bada, è come se non ci
della resistenza non vio-
fosse. Dovremmo badar-
lenta contro l'ingiustizia".
ci , e riflettere di tanto in
"Ci sono pure i non cre-
tanto sui valori che quel
denti', gli ricordò Jacopo.
simbolo ha incarnato. Per
"Per questa categoria di
il filosofo laico Cacciari
persone, ribatté il prof, vi
significa amore senza
leggo quanto ha scritto il
ricompensa, perdono sen-
laico Camon su , l'Unità
za rappresaglia ..."
del 5 dicembre scorso
nell'articolo "Ma il Croci-
Poi, il prof lesse la
motivazione con cui il
Consiglio di Stato , nel
Forse non è capitata, o forse sì,
la storia che stiamo per raccontarvi
fisso non è di parte" : Il
crocifisso cosa rappre-
senta? Rappresenta chi
1988, aveva dichiarato
all'inizio di quest'anno scolastico...
è crocifisso come lui.
"tuttora legittimamente
Oggi sono crocifissi co-
operanti' le norme di due regi decreti del 1924 e me lui i senza-lavoro, i senza-casa, i senza-
del 1928 sull'esposizione del Crocifisso nelle aule patria, le vittime della pulizia etnica, i malati di
scolastiche : // Crocifisso o, più comunemente, la malattie incurabili... Non fa nessuna meraviglia
Croce, a parte il significato per i credenti, rappre- che, mentre intellettuali italiani, figli di una cultura
senta il simbolo della civiltà e della cultura cristia- cattolica e borghese, sostengono che bisogna
na, nella sua radice storica, come valore universa- togliere il crocifisso da tutti i luoghi in cui può
le, indipendente da specifica confessione religiosa. disturbare, i nuovi arrivati islamici rispondano che
"Qualcuno obietterà - aggiunse - che lui non si per loro può restare dov'è, a loro non dà fastidio.
riconosce in quel simbolo, perché la sua cultura è Tra i due schieramenti, quello di chi arriva per
diversa. Ebbene, chiunque è libero di non ricono- mare, in traversate avventurose, su navi sgan-
scersi nel Crocifisso, ma non può pretendere che gherate, piene di malati, alcuni dei quali morenti,
la maggioranza rinunci ai simboli dell'identità e quello di chi li aspetta per rimandarli indietro,
nazionale per omologarsi alla sua diversitii'.
perché ha come principale legge la propria salva-
guardia, i primi possono a buon diritto sentirsi
"Qualcun altro obietterà che l'immagine può rappresentati dal crocifisso, e i secondi sentirlo
offendere la sensibilità di chi professa un'altra come disturbante".
JJ/i u I IV/:IRE ~uu~

2.2 Page 12

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Intervista al nuovo Rettor Maggiore dei salesiani su un tema
PEDAGOGIA
E PEDOFILIA
di Silvano Stracca
Parole durissime
del Papa sullo
scandalo/pedofilia che
ha scosso la Chiesa
cattolica USA: "La gente
deve sapere che nel
sacerdozio e nella vita
religiosa non c'è posto
per chi potrebbe far del
male ai giovani", ha
affermato papa Woytjla,
chiedendo a vescovi e
superiori di affrontare il
problema "con chiarezza
e determinazione". Ne
abbiamo parlato con il
Rettor Maggiore dei
salesiani.
I giovani hanno grandi risorse interiori...
Padre, la pedofilia è il terremoto
che ha investito la Chiesa in questi
inizi del III millennio. So che a voi
salesiani non piace intervenire
dopo... o sbaglio? Qual è la vostra
linea al riguardo?
Don Bosco trovò nel Sistema Pre-
ventivo il fulcro della sua pedagogia
che, a ragione, può essere chiamata:
"pedagogia della preventività": è
sempre meglio prevenire che ricu-
perare. Si pensi al problema della
tossicodipendenza, dell'AIDS, delle
bande giovanili: la situazione sareb-
be diversa se a livello sociale e poli-
tico fosse emergente una "cultura
della preventività", invece che azio-
ni/tampone che danno scarsissimi
risultati. Il Sistema Preventivo si
fonda su una visione antropologica
positiva, perché riconosce che ogni
ragazzo ha risorse interiori che, se
ben curate, sprigionano energie ca-
paci non solo di fargli evitare espe-
orroaRE 2002 ns
rienze negative, ma anche di lanciar-
lo verso mete incredibilmente alte. A
questo riguardo Don Bosco dava
grandissima importanza alla castità,
"virtù regina", custode delle altre, e
vi insisteva con evidente preoccupa-
zione e atteggiamenti protettivi.
Pensate davvero che il Sistema
Preventivo sia la soluzione ideale?
Su quali presupposti? Come vi
suggerisce di agire difronte a simi-
li problematiche?
Il fatto di porre il giovane al cen-
tro dell'educazione fa sì che egli di-
venti protagonista della propria cre-
scita umana, spirituale, professiona-
le. A questo aggiunga che il nostro
sistema ha una visione educativa in-
tegrale, dove tutte le dimensioni
sono portate a maturità. In concreto,
di fronte a problematiche di tal ge-
nere, il Sistema Preventivo insegna
ad essere attenti al clima sociale e a
L'educazione all'amore ha una
forte valenza preventiva.
creare controproposte vincenti; ad
essere rispettosi del giovane e della
sua dignità, a inserirlo in un gruppo
che gli sia di supporto per maturare
le sue scelte, aiutandolo a evitare si-
tuazioni di pericolo a tutti i livelli,
fisico, morale, spirituale. Riferendo-

2.3 Page 13

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di scottante attualità.
si a questo aspetto, il Capitolo Ge-
nerale 23 che aveva come tema
"L'educazione dei giovani alla
fede" scelse l'educazione ali' amore
come uno dei tre nodi dell'educa-
zione alla fede, insieme alla forma-
zione della coscienza e alla dimen-
sione sociale della carità. Una tale
educazione ha una forte valenza
preventiva, nel senso più positivo di
aiutare il ragazzo a maturare la co-
scienza, facendogli scoprire e gusta-
re il bene.
Oggi l'impatto dei media è per certi
versi devastante. Voi salesiani che
siete "in faccia al mondo", come
pensate di neutralizwre l'effetto
dirompente dei media su un tema
così delicato?
Le notizie vanno e vengono,
hanno "tempi forti", poi si svuotano
per lasciare spazio ad altre nuove o
più commerciali. Una notizia diven-
ta tragica quando banalizza una si-
tuazione sconvolgente, senza unari-
flessione critica sui fatti, sui conte-
sti, sulle cause e perfino sulla consi-
stenza del fenomeno, che nel caso
in questione non raggiunge lo 0,6%.
Comunque oggi come ieri "il male
si vince con il bene". Bisognerà al-
lora far conoscere il gran bene che
si fa. Il Bollettino Salesiano ha, tra
gli altri scopi, proprio quello di
diffondere il bene che compie la
congregazione applicando il Siste-
ma Preventivo. Basterebbe accenna-
re a tutte le opere di educazione
(scuole, centri di f01mazione profes-
sionale, università, oratori e centri
giovanili), o a quelle in favore dei
ragazzi più bisognosi o in situazio-
ne di rischio psico-sociale, o a quel-
le per i ragazzi della strada, per i
minori sfruttati nel lavoro, e oggi
purtroppo anche nel cosiddetto "tu-
rismo sessuale". A livello di succes-
si si può pensare ai giovani santi,
frutto del Sistema Preventivo: Do-
menico Savio, Laura Vicufia, i cin-
que oratoriani martiri polacchi, ecc.
Ecco i modelli da diffondere!
A che cosa attribuisce questa, chia-
miamola, débacle morale che ha
colpito, sia pur in minima parte, la
Chiesa, o meglio alcuni suoi mini-
stri?
È sempre meglio prevenire che
ricuperare.
Prima di tutto alla fragilità umana
che per svariate cause può, in deter-
minate circostanze, avere il soprav-
vento sulla volontà, e questo spiega
il perché la pedofilia non colpisca
solo uomini di Chiesa, tutt'altro! In
secondo luogo, si deve sottolinear~
l'influsso che ha il clima sociale. E
indubbio che il pansessualismo, l'e-
rotismo, la carta di cittadinanza
concessa ad ogni esperienza sessua-
le hanno portato al relativismo mo-
rale e a vere deviazioni, coinvolgen-
do anche alcuni preti e religiosi. Ri-
guardo a costoro non si può negare
che a volte sia mancato, durante il
percorso formativo, un discerni-
mento capace di valutare in profon-
dità sintomi che avrebbero potuto
rivelare delle controindicazioni alla
vocazione. In qualche caso, si è trat-
tato, forse, di un tragico peccato d'i-
gnoranza della natura del problema!
Perché, a suo giudizio, qualsiasi
sbaglio fatto da un ecclesiastico o
da un religioso assume dimensioni
planetarie, anche se riguarda po-
chissime persone?
Da un punto di vista professiona-
le, perché non ti aspetti di trovare
un lupo al posto di un "buon pasto-
re". Dal punto di vista religioso,
perché siamo chiamati a imprimere
nel cuore dei ragazzi l'immagine di
Dio e del suo amore, non a segnarli
con la traccia del nostro egoismo.
Ciò provoca nelle vittime ferite dif-
ficili da rimarginare e nelle altre
persone indignazione e rifiuto. Nes-
suna sorpresa, quindi, che questi
fatti siano stati ripresi e amplificati,
Oggi, come ieri, il male si vince
col bene.
anche a distanza di 30/40 anni, un
po' perché una notizia del genere fa
grande scoop, un po' , forse, per ero-
dere l'indubbia autorità morale
della Chiesa che a molti fa ombra,
dimenticando l'immensa mole di
bene compiuto dalla stragrande
maggioranza di preti e religiosi. Da
questo punto di vista, bisogna dire
che non è giusto ''fare d'ogni erba
un fascio ".
I salesiani che, essendo educatori,
sono particolarmente esposti, come
preparano i confratelli in forma-
zwne.?
La Ratio, il documento che detta
le linee per la formazione dei gio-
vani salesiani, ha preso in esame
questo nodo. Nei criteri di discer-
nimento per verificare l'idoneità di
un candidato si esige uno studio
serio sulla sua maturità affettivo-
sessuale con l'aiuto delle scienze
umane, prendendo in considerazio-
ne la struttura globale della perso-
nalità e l'intera esperienza di vita,
messe a confronto con il progetto
salesiano, e col contesto in cui si
compie la sua missione. Eventuali
tendenze disordinate in questo
campo vengono considerate come
controindicazioni assolute. Già
Don Bosco, molto selettivo nell 'e-
lezione dei candidati alla vita sale-
siana, avvertiva: "Chi non ha fon-
data speranza di poter conservare,
col divino aiuto, la virtù della ca-
stità nelle parole, nelle opere e nei
pensieri, non professi in questa
Società, perché sovente si trove-
rebbe in pericolo"
BS OTTOBRE 2002

2.4 Page 14

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Il parco giochi ha chiuso da poco... Quest'anno ha vissuto
di Serena Manoni
DON BOSCO
A MIRABILANDIA
La città del divertimento
nei pressi di Ravenna ha
un patrono, Don Bosco.
Sui suoi 700 mila metri
quadrati passano quasi
due milioni di ragazzi
con genitori, nonni, zii,
per un sano e sereno
divertimento. Così
hanno voluto i
proprietari. Proprio
come piaceva a
Don Bosco.
E ccolo là, Marchetto. Si aggira
incan tato col naso ali 'insù
senza nemmeno badare a dove
mette i piedi: ammira man mano il
gigantesco ottovolante, I'Urricane,
l'immensa Eurowheel, l'autosplash,
le misteriose torri dei pirati.. . È in-
cantato il piccolo, e va a sbattere ogni
tanto contro qualche altro "incanta-
to". Lo incontro per caso:
Ciao, Marchetto! Ci sei anche tu?
"Sì!"
E i nonni dove sono?
"Lì!" Indica una direzione, senza
guardare, mentre continua affasci-
nato a seguire i goffi movimenti di
un mastodontico(!) dinosauro...
Ci vieni spesso a Mirabilandia?
"Sì!" Non è loquace il loquacis-
simo Marchetto; si vede che è in
tutt'altre faccende affaccendato, e
non ha tempo voglia di darmi
retta. Non demordo:
Ti piace più Mirabilandia o il
computer? Un attimo di smarrimen-
to. Domanda difficile per un piccolo
OTTOBRE 2002 BS
- Il giorno dell'inaugurazione della chiesetta.
genio del computer di otto anni. Poi
arriva la risposta. Salomonica.
''Tutti e due!" Insisto:
Ma, più Mirabilandia o più il
computer? Cocciutamente:
"Tutte e due!" Conversazione
chiusa. Interviene la nonna:
"A casa Marchetto è un bravissimo
internauta: naviga alla ricerca di
città fantastiche , di luoghi da sogno,
di dischi volanti, di avventure pirate-
sche ... Qui, credo, gli sembra di visi-
tare nella realtà le città che al com-
puter visita solo in modo virtuale".
Nonna intelligente, non per nuUa fa la
maestra elementare. Conosce i bam-
bini, lei. Dopo una pausa, continua:
"Ieri l'ho sentito confabulare con
l'amichetto del cuore, Luca . Tra le
altre cose gli ha detto: sai, Luca,
adesso a Mirabilandia c'è anche la
chiesetta. Tutta in legno e ha un
buon odore di resina. E ha detto
messa un pretone alto e magro coi
capelli bianchi, che parla romagno-
lo . È simpatico. Si chiama don
Ivano . Dopo la messa con la nonna,
sono andato nella città dei pirati.. ."
Signora, come mai un supertifoso
del computer, la domenica lo accan-
tona senza rimpianti per buttarsi
nel mondo di Mirabilandia... Mi
guarda, poi con una punta di arguzia:

2.5 Page 15

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· anche nel segno di Don Bosco.
La chiesa di Mirabilandia dedicata a Don Bosco.
"Come ti ho detto prima, forse
mio nipote prende Mirabilandia co-
me una gita ali' interno del suo
computer".
MIRABILANDIA SERVIZI
Per sette mesi, da marzo a settem-
bre, la città del divertimento offre
alle famiglie le sue meraviglie. Non
esitiamo a dire che è uno spazio -
così l'hanno voluto i proprietari -
per un sano divertimento, dove l'ac-
cento va posto su sano, perché "sa-
no è bello".
Mirabilandia è una autentica me-
raviglia! Tutto ben curato, a comin-
ciare dai cespugli e dalle piante che
l'arte topiaria ha trasformato in fi-
gure fantastiche, senza rovinarle. La
rendono attraente come un viaggio
nel paese delle meraviglie oltre 50
mila piante di fiori, che fanno da
La grande ruota.
contorno a laghetti, cascate, fonta-
nelle, castelli, astronavi, monta-
gne... Su oltre 700 mila metri qua-
drati di superficie, ben 240 mila
sono riservati ad aree verdi.
Ed ha ragione Marchetto: da que-
st'anno Mirabilandia offre tra i tan-
tissimi servizi anche quello liturgi-
co. Perché la città del divertimento
ha voluto dotarsi di una chiesetta...
con relativo prete! Così è nata un ' a-
rea di preghiera nel cuore di un di-
vertimentificio. Non è poco, coi
tempi che corrono, che un parco
giochi offra ai suoi clienti anche la
possibilità di esercitarsi in qualche
acrobazia spirituale! Dobbiamo am-
mettere che ce n davvero bisogno
e l'aver accolto l'idea fa onore a
Giancarlo Casoli, uno dei due tito-
lari della diverticittà. Del resto Cri-
sto sta bene non solo nelle fabbriche
con quelli che lavorano, negli ospe-
L'imponente Hurricane.
dati con quelli che soffrono, ma
anche a Mirabilandia con quelli che
si divertono.
INTITOLATA
A DON BOSCO
Una chiesetta sobria, un po ' isola-
ta perché non sia troppo disturbata
dal fragore dei giochi. Contiene un
centinaio di persone, ma con un al-
tare mobile che può essere faci l-
mente trasportato ali 'aperto quando
i fedeli sono troppi. E capita spesso.
Intitolata a Don Bosco; né poteva
essere diversamente: è il prete che
è riuscito a trasportare Cristo in
cortile, per farlo diventare il com-
pagno di giochi dei suoi ragazzi.
La prima liturgia nella nuova
chiesetta l'ha officiata l'arcivescovo
di Ravenna il lunedì dell 'angelo. Un
pienone al parco, ma anche a messa.
Ora è affidata al grintoso parroco
salesiano della parrocchia dei santi
Simone e Giuda, don Ivano. Lui ne
è entusiasta, perché, dice, ora i
gruppi parrocchiali che riempiono
ogni week-end la città del diverti-
mento hanno la possibilità di una
mezz 'ora per lo spirito, nell'arco di
una giornata dedicata al corpo.
Graziosa, in legno chiaro, le ve-
tratine alle finestre raccontano la
storia di Don Bosco che è anche il
patrono del grande parco. L'iniziati-
va che ha portato alla realizzazione
di questo servizio è dovuta, onore al
merito a un animatore dell ' oratorio
salesia~o di Ravenna, Davide, che
lavora all'interno del parco.
BS OTTOBRE 2002

2.6 Page 16

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redazionale
BOVA MARINA, ITALIA
TRE GRANDI QUADRI
DI DON BOSCO
Il tempio di Don Bosco di
Bova M arina si è arricchito di
tre magnifici quadri del santo
dei giovani : uno rappresenta
il sogno dei 9 anni ed è posto
sulla parete di fo ndo sopra il
tamburato del portone princi-
pale, e gli altri due quadri - il
sogno delle due colonne e la
santità salesiana - sono posti
ai lati del presbiterio. La col-
locazione fa pensare che l' ini-
zio di questa meravigliosa co-
struzione costituita dalle con-
gregazioni dei salesiani e
delle Figlie di Maria Ausilia-
trice ha il suo culmine nella
santità di molti suoi fig li at-
traverso l'Eucarestia e l'aiuto
dell 'Ausiliatrice. Ne è autore
l' artista maltese Paul Camil-
leri Cauchi che ha realizzato
tre grandi tele di cinque met1i
per tre fo rtemente volute da
don Mario Cipriani per 9 anni
parroco nella parrocchia sale-
siana di Bova.
VIARIGI (ASTI), ITALIA
NUOVA PRESENZA
Il 24 aprile le "Figlie dei Sa-
cri Cuori di Gesù e Maria",
le suore fondate dal beato
Luigi Variara ad Agua de
Dios (Colombia) nel 1905 ,
hanno inaugurato una presen-
za nel paese natio del loro
fo ndatore, con la partecipa-
zione di autorità religiose e
civili, di numerosi salesiani e
Figlie di Maria Ausiliatrice e
rappresentanti di altre congre-
gazioni femminili operanti
nella diocesi. Alla suggestiva
cerimonia ha preso parte an-
che la superiora generale del-
la congregazione, madre Rosa
Inés Baldi6n, accompagnata
dalla superiora dell a Delega-
zione Centrale e dalle respon-
sabili delle case di Roma e
Torino. Tre le suore destinate
alla nuova fon dazione, suor
Laura Teresa Jimenez, suor
Sonia Manique, suor Eunice
Chavez (vedi foto) , che svol-
geranno il loro apostolato nel-
le parrocchie di Viarigi e Ac-
com eri.
III
GIAPPONE/COREA:
CALCIO MONDIALE
L'ALTRO CAMPIONATO
Il 30 giugno è terminato il
mondiale di calcio delle pole-
miche, con la 5° vittoria del
Bras ile di Ronaldo. Di detto
campionato si è raccontato di
tutto e di più, eccetto... Da
Tokyo abbiamo ricev uto in
redazione una e-mail , "L' al-
tra fa ccia del campionato
mondiale di calcio" . Un sale-
OTTOBRE 2002 BS
siano ci dà notizia delle molte
richieste fatte da varie squa-
dre nazionali per avere la
messa domenicale e la possi-
bilità delle confess ioni. E
così, con un certo stupore,
egli ha assistito alla parteci-
pazione convinta alla celebra-
zione eucaristica di giocatori
famosi che cantavano e pre-
gavano con esemplare racco-
glimento e devozione. Non
tutto ciò che si racco nta è
vero e non tu tto ciò che è
vero si racconta...
BREVISSIME DAL MONDO
BERLINO. Forte il richia-
mo del Comitato Centrale
dei Cattolici Tedeschi agl i
elettori, constata la diserzio-
ne alle urne che si sta verifi-
cando un po ' dov unque in
Europa e pare sia una moda
del nostro tempo, a recarsi
ad esprimere il proprio vo-
to. È un dovere fondamen-
tale... perché la comunità
europea "non è solo una or-
ganizzazione economica, ma
è anche e soprattutto una
comunità di valori".
ROMA. L'associazione "Nes-
suno tocchi Caino" , che si
batte contro la pena di
morte in tutti gli stati del
mondo, ha com unicato che
sono dimi nuiti i paesi che
applicano ancora la pe-
na capitale, nel contempo,
però, è aumentato il nume-
ro delle esec uzioni. Ancora
69 paesi contempl ano la
pena di morte, ma solo 34
quelli che la ap plicano; e
in questi paesi nel 2001 si
sono verificate 4700 ese-
cuzioni, molte di più che le
1890 de l 2000. Un vero
paradosso.
PASSAU. Il fondatore della
"Chiesa Cattolica Apostolica
Carismatica di Gesù Re", il
sacerdote dissidente argenti-
no Romolo Braschi di 61
anni, da tempo scomunicato,
ha ordinato sacerdoti sette
donne di nazionalità austria-
ca, tedesca e statunitense.
Ovviamente la conferenza
episcopale austriaca e la
Santa Sede hanno dichiarato
non valide le ordinazioni.
ATE E. Il Santo Sinodo
della Chiesa Ortodossa Ore-
ca ha deciso di creare una
Commissione speciale inca-
ricata di esaminare le acc u-
se sopra il comportamento
sessuale dei membri del
clero, esortando a rivolgersi
direttamente a questo orga-
nismo, composto di tre ve-
scovi e due laici, che ha
competenza per esami nare i
casi, portarl i al giudizio del
Sinodo e deferirli ai tribu-
nali ecclesiastici.

2.7 Page 17

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SALESIANI, MILANO
Grande evento al "Don
Bosco" e al "S. Am-
brogio" di Milano, dove
giovedì 6 giugno è giunto
in visita il sindaco della
città doti. Gabriele Al-
bertini . Il primo cittadino
si è soffermato compia-
ciuto nei- vari laboratori ,
si è intrattenuto con in-
segnanti e studenti, ha
poi pranzato con i sale-
siani delle due comunità
mostrando il suo apprez-
zamento per il lavoro dei
figli di Don Bosco nella
sua città.
GOMA, REP. DEM.
DEL CONGO
Il coadiutore salesiano
Alonzo Honorato e don
Orlando Delle Pezze con i
"figli" della disastrosa eru-
zione del vulcano Nyi-
ragongo, accampati alla
meglio nello spazio alle-
stilo presso l'Istituto Te-
cnico Industriale dei sale-
siani di Goma, su quello
che era il campo di calcio.
Sono ragazzi che hanno
perso tutto, eccetto la vita,
e ora vivono degli aiuti for-
niti da associazioni umani-
tarie ecclesiali e civili.
CATANIA, ITALIA
In molte scuole salesiane
del mondo l'anno scolasti-
co si è chiuso (o riaperto)
con manifestazioni sporti-
ve e/o culturali di vario
genere ... Come a Ca-
tania, dove l'istituto San
Filippo Neri ha concluso il
ciclo annuale con la XX
Miniolimpiade che per
una settimana ha impe-
gnato in una grande ker-
messe sportiva alunni e
genitori , con la presenza
di autorità civili e militari
della città.
BAKU, AZERBAIJAN
Durante il suo viaggio in
Azerbaijan, nel maggio
scorso , il Papa ha fatto
visita alla casa salesiana
di Baku che rappresenta
per ora l'unica presenza
cattolica del paese , la
cui popolazione di 7 ,5
milioni di abitanti è per
88% di religione musul-
mana e per il 12% di reli-
gione ortodossa. I catto-
lici sono talmente pochi
che ancora non incidono
sulle percentuali.
PADOVA, ITALIA
L'AGESC (Associazione
Genitori Scuole Catto-
liche) di Padova ha pre-
miato i vincitori del con-
corso "La più bella cartoli-
na diventa fotografia". La
somma raccolta con la
prima cartolina è stata
solennemente consegna-
ta dal presidente Antonio
Chiefari, exallievo dei
salesiani di Soverato, a
don Giovanni Fedrigotli
per la ricostruzione di una
scuola salesiana a Timor
Est.
ISTITUTO PIO Xl, ROMA
Il premio "Antonio Sa-
vino" istituito al Pio Xl
in memoria de.I coadiuto-
re salesiano da poco
scomparso, e consisten-
te in 260 euro erogati
dalla Locale Unione ex-
allievi al ragazzo/a che
durante l'anno si è
distinto per bontà, appli-
cazione, profitto, socie-
volezza, disponibilità
verso gli altri , quest'an-
no è andato ai fratel-
li Gabriella e Michele
Risio.
BS OTTOBRE 2002

2.8 Page 18

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soc\\EiÀ
Psicologi e sociologi continuano ad interessarsi del futuro
ADOLESçENZA: di Giuseppina Cudemo
L'ETA DEL SENSO
Hanno 15, 16, 18 anni.
Sono sicuri di sé,
sfrontati, ribelli. A volte
in vece apatici, pieni di
incertezze, indifferenti
a tutto. L'aggettivazione,
per lo più negativa,
appare in molte riviste
che si occupano di
adolescenti e in
altrettante inchieste sul
loro comportamento e
sul loro modo di pensare.
Ma ...
E' proprio questa la realtà dei ra-
gazzi di oggi o è solo appa-
renza? Se proviamo a scavare
nella loro interiorità avremo delle
sorprese. Perché veramente l'adole-
scenza è un 'età difficile, contraddit-
toria, problematica come nessun'al-
tra, è una nuova nascita, faticosa e
traumatica come la prima. Infatti, i
fenomeni che la caratterizzano sono
sconvolgenti: il ragazzo non si rico-
nosce più, fisicamente è cambiato,
va soggetto a repentini sbalzi d'umo-
re, è pieno di contraddizioni, spinto
da una violenta contrapposizione
verso gli adulti, attraversato da mille
bisogni, ma spesso attestato sul rifiu-
to. Per lui gli amici occupano il
primo posto e il gruppo è la più im-
portante realtà relazionale. Intono a
lui c'è un mondo per certi aspetti in-
quietante, tutto teso al successo, in
cui la felicità si identifica con il de-
naro, la notorietà, il successo e il po-
tere. Per raggiungerli alcuni sono
pronti a compromessi di ogni genere.
OTTOBRE 2002 BS
Tocca ai genitori proporre un certo stile di vita, concretizzare, innanzi
tutto in se stessi l'adesione a dei valori.
INCERTEZZE
E INTERROGATIVI
I ragazzi, da parte loro, vivono
una sofferta confusione di senti-
menti e di valori. Per loro il futuro
appare fumoso , il passato della fa-
miglia non gli interessa. Domande
su valori e sentimenti affollano il
loro mondo interiore, senza trovare
risposte convincenti. L'amore, per
esempio è dono o appropriazione?
Esiste l'amore per tutta la vita?
Guardandosi intorno, vedono realtà
di rapporti superficiali e passeggeri,
specie nel mondo dello spettacolo e
dello sport, a cui guardano con inte-
resse e coinvolgimento emotivo.
Diciamo quindi che i loro punti di
riferimento sono spesso sbagliati e
fuorvianti. Perché studiare, fare
tanta fatica sui libri, se diversamen-
te si può ugualmente ottenere una
buona posizione economica? Perché
perseguire la giustizia, quando non
la si vede praticata?
Il discorso sui valori e sull'etica
diventa allora urgente, anzi necessa-
rio. Una risposta alle domande dei
giovani sul senso della vita, del do-
lore, in definitiva di Dio è quindi ir-
rinunciabile, perché i loro interroga-
tivi sono pressanti. Può essere tutto
frutto di casualità: il mondo, l' arte,
l'amore, tutto ciò che di bello e di
buono l 'uomo fa e vive? E la vita fi-
I Prima o poi, lo sappiamo, il
ragazzo si scontra con il problema
della fede.

2.9 Page 19

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della società: i giovani.
nisce per tutti nello stesso modo,
per tutti c'è la medes_ima sorte o c'è
un Dio che salva? E lo stesso di-
struggere la vita e costruirla in noi e
negli altri?
QUALI RISPOSTE?
Dipendono dalla risposta che il
ragazzo riceve le sue scelte concrete
e responsabili. E la ricerca di senso
ci porta, inevitabilmente, al divino.
Così che l'adolescente non può pre-
scindere da Dio, non solo nel pro-
gettare il suo futuro, ma anche nella
realtà quotidiana, nei gesti di ogni
giorno. Le sue stesse potenzialità
spirituali e umane, la sua fantasia e
creatività concorrono certamente
alla costruzione della sua individua-
lità, ma certo non bastano a portarlo
oltre il contingente e a entrare in un
piano più alto, nato da un Amore
superiore ed esigente. Le proposte
di Dio, infatti, sono proposte d'a-
more, consapevoli del nostro vivere
umano, delle nostre defezioni e
paure, della nostra voglia di arren-
derci. Eppure solo rispondendo po-
sitivamente ad esse è possibile en-
trare nella nostra piena dimensione
umana, affrancarci dei nostri limiti
psicologici e spirituali, vivere l' ar-
monia. In questo ambito i calcoli
della prudenza, le meschinità e la
pigrizia non hanno spazio. Così
come non c'è posto per atteggia-
I L'adolescente va soggetto a
repenti ni sbalzi d'umore, è pieno
di contraddizioni, spinto da una
violenta contrapposizione verso
gli adulti.
L'adolescenza, un'età come
nessun'altra.
menti educativi logori e scontati: es-
sere "amici" dei figli invece che
punti di riferimento, ricoprire con
confusione i ruoli, non esprimere
dissenso, pur tenendo conto della li-
bertà degli altri. Tocca ai genitori
proporre un certo stile di vita, con-
cretizzare, innanzi tutto in se stessi
(quanto conta l'esempio!), l'adesio-
ne a dei valori che non siano quelli
proposti dalla pubblicità, dalle
mode, dal consumismo, e che fac-
ciano riferimento a qualcosa di più
alto e di più vero, la fede appunto.
Che risponde pienamente alla realtà
ontologica dell 'uomo, ai suoi biso-
gni più profondi, alle sue aspettative
interiori.
COME CRISTIANI
Per i cristiani il progetto più com-
piuto di uomo è Gesù, l'uomo
nuovo, il Risorto che ha fatto anche
dei suoi discepoli, uomini risorti. Se
i giovani, tutti i giovani, lo cono-
scessero fino in fondo, non dovreb-
be loro dispiacere, tutt'altro: egli è,
come loro, il più controcorrente
degli uomini, mille miglia lontano
dalle logiche di morte del mondo di
oggi, affascinante per le incredibili
idee che espone, le sfide che lancia,
le parole che dice... L'unico capace
di offrire una identità forte e defini-
ta: proprio ciò che gli adolescenti
cercano. Prima o poi, lo sappiamo,
il ragazzo si scontra con il problema
della fede. Nell'infanzia l'ha vissuta
pacificamente e piuttosto passiva-
mente, come pratica seguita senza
porsi domande. Nell'adolescenza
viceversa nascono mille dubbi e
mille perché e, a seconda dell 'evo-
luzione spirituale, la fede viene ri-
scoperta e alimentata o rifiutata o
concretizzata nella costruzione di
un Dio sui generis, che poco ha a
che fare con il Dio delle Scritture.
Oppure diventa dubbio, tormento
continuo dell ' anima, perché la
realtà è fuorviante e non rispecchia
ciò che fin da bambino al ragazzo è
stato insegnato. La sua scelta non è
facilitata dai discorsi che pongono
Dio al di sopra della realtà e degli
uomini, quasi fosse indifferente al
mondo che Lui stesso ha creato; o
dalla pratica degli adulti, spesso su-
perficiale e legata al perbenismo e a
un conformismo di facciata, tale da
impedirgli un coinvolgimento vero
in esperienze di comunità che gli
facciano vivere la comunione; o
dalla riduzione della fede a un do-
vere, a un insieme di norme e prati-
che che nulla hanno a che fare con
lo spirito di novità e la sostanza li-
berante del Vangelo.
REMORE AL DIALOGO
Alle volte però i ragazzi non pale-
sano i loro dubbi e bisogni, non
hanno abbastanza confidenza con i
genitori, non li ascoltano volentieri.
Capita purtroppo, e non dobbiamo
per questo scoraggiarci. Ci possono
essere delle altre figure di riferi-
mento, a cui affidare il compito di
rispondere ai loro segreti perché e
alle loro interiori inquietudini. Sarà
l'insegnante di religione, o un sa-
cerdote che ha ascendente su di
loro, o un responsabile del gruppo
parrocchiale di cui fanno parte.
L'importante è che non siano lasciati
soli ad affrontare le problematiche
di fede, nella ricerca di quel senso
ultimo della vita che li aiuterà a di-
ventare grandi. Il ragazzo è chiama-
to a vivere in pienezza - afferma lo
psicologo Luciano Cian - a matura-
re se stesso mediante l'ascolto delle
esigenze più vere e profonde che ri-
posano nel nucleo del suo essere, a
esercitare con le doti che possiede
la sua attività libera e creativa nel
mondo, per conoscerlo e contem-
plarlo, trasformarlo e umanizzarlo
sempre di più. Come riuscirvi? At-
traverso la promozione in sé e nel
contesto in cui vive, di quei valori
che danno spazio alle esigenze cen-
trali e ineludibili che hanno come
norme: libertà, amore, pace, giusti-
zia, verità, gioia... Senza di queste
la vita non può maturare e trovare
senso.
BS OTTOBRE 2002

2.10 Page 20

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PRIMA PAGINA 1
Francesco Motto
La vicenda dei sa-
les iani di Genova/
Genova/Sampierdarena ha festeggiato
i 130 anni di presenza salesiana.
parola fo rbita, accattivan -
te, classica, mista a un lin-
Sampierdarena è
guaggio più popolare, co l-
LA SECONDA vissuta a servizio di mi-
gli aia di giova ni nell e
aule sco lasti che, nei la-
loq ui ale, fam ili are. A do-
minare però non è tanto la
letteratura o l'estro del-
boratori, nei cort ili , nel-
le ca merate, nei refetto-
ri, nel teatr in o, nell a
VALDOCCO
l'autore, ma il tempo che
passa impl acab il e, l'a rid a
cronaca degli anni sco la-
cappe ll a, in parrocchia,
stici in qualche modo tutti
all 'o rato ri o. Fonti sc rit- Due ponderosi volumi di Antonio Miscio uguali , tutti sca nditi da ll e
te, bib liografia, docu- raccontano gesta/educative di grande spessore stesse ci rcosta nze: arr iv i,
menti va ri , archivi e
ri cerc he offrono un im-
menso materiale alla nar-
razione che si snoda
carismatico: dai Cooperatori Salesiani, ai Figli
di Maria per le vocazioni adulte, alla sosta e
partenza dei missionari, alla stampa del
pa rtenze, ape rture e chiu-
sure, esam i, feste, v isite
illu stri , gite, vaca nze ...
Ovviamente il tutto inseri-
per 39 cap ito li. Davanti
Bollettino Salesiano ...
to in fo rm a rap ida in un
al letto re passa un 'am-
co ntesto politico e socia le,
p l iss im a panoramica di
cultura le e scolastico, edi-
f igure ed eve nti loca li
lizio e demografico, della
che però lasc iano intra-
nobiltà catto li ca o de ll a
vedere l' intera co ngre-
borg hes ia illuminata, del
gaz io ne sa les iana all 'o-
mondo de l lavoro e del
pera, non so lo a Geno-
tempo li bero, dell'associa-
va, ma in ltal ia, in Eu-
zio nismo e dell 'emigrazio-
ropa, nel mondo. Storia
ne, dei tempi di guerra e
che è anche e sop rattut-
de i temp i di pace.
to Memoria, tanta è la
simpati a che l'auto re
manifesta per la casa e
le decine di sa lesia ni
che presenta. La pag ine
si impregnano di co m-
mozione, di pa rtec ipa-
z io ne emotiva, di co n-
divisione di gioi e e
dolori, di success i e di
rimpi anti . Ogni narra-
zio ne, si sa, è un 'a uto-
rappresentazione del nar-
rato re, un 'espressio ne
della sua soggettività,
della sua memori a, del
modo in cui desidera
proporre l' istituzione di
cui magari fa parte e le
persone cu i ha voluto
bene .
Non mancano ampie di-
gressioni sul metodo edu-
cativo salesiano, sug li ele-
menti fo nd amenta Ii del la
sua spiritualità, sul ritmo
massacrante della vita quo-
tid iana dell ' educato re sa-
lesia no, sull a lo ro forma -
z ione culturale, su i suc-
cess i e i fallimenti d1 una
comunità numerosa e com-
posita, co n decine di ed u-
catori e ce ntin aia d i giova-
ni sotto lo stesso tetto per
i lun ghi mesi dell'anno
sco lastico e magar i delle
vaca nze. Chi è ama nte
della sto ri a sa lesiana e
desidera conoscer la, al
prezzo del la pazienza per
leggersi ben 1000 pagine,
Una Storia e una Me-
moria raccontate in pa-
troverà raccontato iI modo
in cui il co mpl esso e arti-
gi ne dove si direbbe
co lato progetto ed ucat ivo
che p rosa e poesia ga-
del Don Bosco d i Torino-
reggino nell'offrirci squar-
Valdocco si è realizzato
c i di grand e spesso re
nell a "Va ld occo" di Ge-
cu lturale, graz ie a una
nova.
O
OTTOBRE 2000 BS

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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PRIMA PAGINA 2
Redazionale
DON BOSCO LA COMPOSIZIONE
Stupisce la forza, e con-
temporaneamente la te-
D'ACCIAIO! nerezza che emana dal-
la composizione. È un
Don Bosco "possente" ...
come l' acciaio su cui è
sbalzato, e nello stesso
tempo tenero "come
una madre verso i suoi
nati". Dà l' idea di indi-
Donato dall'artista Francesco Pianigiani è
arrivato alla Casa Generalizia un quadro
insolito: il "disegno" che rappresenta Don
struttibilità, ma non si Bosco con due ragazzi, pesa 1Ovolte più della
tratta tanto della indi- cornice! Già, perché la cornice è in legno inciso
struttibilità propria del a fuoco e il disegno in acciaio inox sbalzato!
materiale, quanto di
quella dell ' affetto che
Il rovescio
della scultura
emana dai soggetti rap-
presentati: quello del
risultano mor-
santo per i suoi mar-
bide quasi fos-
mocchi, dai quali si
sero pittura, e
lascia circondare, strin-
la pesante la-
gere, abbracciare; e
stra lavorata
quella dei ragazzetti ver-
una sfoglia di
so di lui, che sembra lo
pasta. Piani-
stringano d' assedio, lo
giani è un ar-
afferrino con tenacia
tigiano diven;
tale che nessuno possa
più separarli dalla sua
tato artista. E
Iui stesso ad
paternità, e con quella
affermare con
audacia che può venire
soltanto da un amore te-
nero e forte, delicato e
grande intuito
che "non esi-
ste, fortunata-
intenso, timoroso che
qualcuno possa rubargli
la cosa più cara che
abbiano trovato nel la
vita, un padre, un mae-
stro, un amico.
mente, una
scuola comu-
ne che formi
l'artista tipo,
le cui qualità
tecniche siano
standardizza-
LA TECNICA
te''. Le acca-
Il materiale forgiato re-
demie non
gala alla composizione
creano I' arti-
un'atmosfera di vigorosa
sta, tutt' al
sacralità, un ' incisività
più ne affi-
armonica che affratella
nano la tec-
acciaio e... sentimento!
nica, gli fan-
L'opera non presenta
no conosce-
sbavature. Tratteggiata prima a matita, è stata re le possibilità, insegnano il giusto assemblag-
poi sbalzata a freddo e convertita con saldatura gio e la resa dei colori , ecc. ma il tocco magico
a Tig, quindi brunita con fiamma ossidrica, ri- è "dentro", è un "furore" innato che preme per
portata in piano e spazzolata per creare i chia- uscire, finché esplode all'esterno e trasforma
roscuri.
l'artigiano di un'officina meccanica di precisio-
ne in artista dell'acciaio.
L'AUTORE
Moltissime le mostre e i premi ottenuti a partire
È Francesco Pianigiani, che manipola l' acciaio dal 1980 in poi. Ora iI suo palmarès si arricchi-
come fosse creta, tanto che le sue composizioni sce di quest' altro capolavoro.
BS OTTOBRE 2000

3.2 Page 22

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) . /-\\-- - - - - - - -
\\
111 sorriso è sempre
tera peutico, apre
alla speranza
an che la notte del dolore.
Carissima Chiara,
ho negli occhi il tuo sorri-
so, ricordo la tua voce
saltel lante di gioia.
I tuoi malati ti sono rico-
noscenti.
Per loro tu appartieni
al l'arcobaleno che soprag-
giunge dopo notti di
insonnia e di dolore.
Sei la risata che li aiuta a
vivere
sei la serenità che impedi-
sce di lamentarsi
sei la gioia che lenisce la
sofferenza.
Il sorriso è il dono più
bello che un'infermiera
possa fare al suo pazien-
te.
Il sorriso guarisce l'anima
prima, e poi il corpo.
Un proverbio cinese recita:
"L'uomo che non sa sorri-
dere non dovrebbe nem-
meno aprire un negozio".
Il sorriso è sempre tera-
peutico: toglie l'insonnia,
addolcisce lo sguardo,
tiene lontano dalla fronte
ogni ruga di vecchiaia;
scaccia dalla mente il
peso del giorno e la notte
della sofferenza.
LE TERA Al GIOVANI
OTTOBRE 2002
Casa salesiana di Civitanova Alta. Un gruppo
di salesiani malati e anziani ha salutato
un'infermiera in partenza, un angelo che
si è prodigato per loro, sempre col sorriso
sulle labbra. Voglio scrivere a voi giovani
di quest a meravigliosa suor Sorriso!
SUOR SORRISO
IL 50RRl50
\\
E SEMPRE
TERAPEUTICO
Il sorriso non si aspetta
niente in cambio.
Per questo è voluto da
tutti.
È il contrario della gelosia,
dell'invidia,
è il nemico del la furbizia o
dell'astuzia.
-
Il sorriso di suor Ch iara.
OTTOBRE 2002 BS
Si dona e basta.
In tante situazioni della
vita è difficile trovare la
parola giusta, l'atteggia-
mento appropriato.
Il sorriso aggiusta le
situazioni più incresciose.
Crea legami profondi,
costruisce passerelle,
rende familiari.
Dura un istante, ma per-
mane una vita.
Se mi togliessero il sorri-
so , mi toglierebbero la
vita.
L'espressione è di
Dostoiewskij:
"Se volete conoscere a
fondo un uomo,
giudicatelo non dai suoi
silenzi,
dalle parole e dalle lacri-
me,
né secondo le sue idee,
ma dal modo di ridere o
sorridere".
Continua a sorridere,
Chiara: te lo chiedono i
tuoi malati, i tuoi anziani .
La storia della santità è
ricca di santi allegri, giu l-
lari di Dio come Francesco
d'Assisi, Filippo Neri, Don
Bosco.
Sorridi oggi, se vuoi impa-
rare a sorridere sempre.
Carlo Terraneo
Il sorriso guarisce l'a nima
prima, poi il corpo.

3.3 Page 23

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:
IL MUDSIEAOREDQOUNIPBAOSCO ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
••••••••••••••••••••••
~===:::'.:;;=:::'.:;;===
Nella nostra navigazione tra i musei salesiani del mondo ••====.:;;;;;;;:;;;;;;;;;;;::~:;:;;;::::::::,
siamo sbarcati in Perù che da più di cento anni
ospita i figli di Don Bosco e conta attualmente
24 presenze stabili SDB e 20 FMA, alcune in impegnative
località di missione. Anche in questa nazione i salesiani
sono stati e sono sensibili alla cultura, come testimonia il
museo che andiamo ad illustrare..
MUSEI SALESIANI
'
~>~·..,
di Santilli/Maffioli
Una città immersa nel bianco delle sue costruzioni.
La leggenda delle sue origini. I salesiani e la cultura andina.
L'inaugurazione del museo salesiano durante l'anno giubilare.
Nel suo piccolo, ospita pezzi di pregio non indifferente.
La collezione di ceramiche del "Formativo Sihuas".
La facciata del collegio di Arequipa
dove è situato il Museo.
:
••••••••••••••••
••••••••••••••••••••
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: L======~~=;;:;;:;==================~::,;;;;:::;;;;;;====
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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
r
I A destra: ceramiche della cultura wari (700-1000 d.C.).
Si sviluppò sulle montagne a Sud del Perù. A sinistra,
ceramiche della cultura nazca (200 a.C.-700 d.C.) che
si sviluppò a sud del dipartimento di Lima.
I 24 dipartimenti politici del Perù.
A requipa è una bella città più grandi del mondo, fondato li conquistarono Arequipa il 15
peruviana situata sulla nel XVI secolo.
agosto 1540; questo avvenimen-
Cordigliera delle An~e, ad Ci sono due teorie circa l'ori- to è ancor oggi ricordato con
un' altezza di 2325 metri . E inte- gine del nome Arequipa. La più una festa. La città fu più volte
ramente costruita utilizzando il interessante è legata ad una leg- distrutta dai terremoti (rovino-
sillar, un genere di pietra vulcani- genda che narra come Mayta si furono quelli del 1668 e del
ca bianca; ecco perché è deno- Capac, il quarto Inca, accompa- 1687) e da un ' eruzione vulca-
minata la Città Bianca. Arequipa gnato da una colonna di militari nica.
è la seconda città, per numero di e di dignitari, abbia visto questo I salesiani giunsero in Perù nel
abitanti, del Perù. Possiede mo- luogo e, stupito dalla sua bel- 1891 e, grazie al lascito del ve-
numenti incantevoli come la lezza e intuendone l'importan- scovo di Huanuco monsignor
Plaza de Armas, la Cattedra/e, la za strategica, abbia esclamato: Teodoro Del Valle, aprirono una
chiesa della Compagnia, fatta co- "Ari, quipay!" che si traduce casa nel cuore della capitale Li-
struire dai gesuiti nella seconda con "qui si sta bene!" e vi fondò ma. Sei anni dopo, nel 1897 fon-
metà del 1600, il Convento di una città che, ben presto, diven- darono la casa di Arequipa dove
Santa Caterina, un complesso ne uno dei più importanti centri iniziarono un centro di formazio-
conventuale gigantesco, uno dei dell'impero incaico. Gli spagno- ne professionale .
Ceramica della cultura sican
(750-1350 d.C.). Si sviluppò sulla costa Nord del Perù.
Ceramica del "Formativo Sihuas", una cultura ancora
poco studiata.
• • OTTOBRE 2002 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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1Ceramiche della cultura choncay (1100-1450 d.C.)
della costa centrale del Perù a Nord di Lima.
I A sinistra: ceramiche della cultura moche (200 a.C.-700
d.C.) e chimu (1000-1400 d.C.), facilmente riconoscibili
per il loro colore nero lucido e Il brillio metallico; a
destra ceramiche choncay ed, esposte nei cassetti,
alcune tele dei Nazca (200 a.C.-700 d.C.).
CENt'ANNI
chia aspirazione: quella di " paga- ne degli oggetti. Una studiosa, la
DI CULTURA ANDINA
!
re" un debito nei confronti della dottoressa Elisabeth Nieva si è in-
comunità scientifica del Perù.
teressata per far includere il Museo
Nella casa salesiana, negli oltre L'iniziativa della sistemazione Don Bosco sotto il patrocinio del-
cento ·anni di attività e per i moti- della ricchezza culturale conser- l'Istituto Nazionale della Cultura,
vi più ;diversi, si sono accumulati vata nella casa salesiana è nata l'organismo nazionale che gestisce
oggetti legati alla cultura andina nel 1996, al tempo della celebra- il patrimonio culturale peruviano,
e con il passare del tempo, quella
che poteva sembrare una raccolta
disorganica, è divenuta una consi-
stente collezione, tanto importante
da meritare d'essere esposta in un
museo appositamente creato.
Il Museo Don Bosco, inaugura-
to nel dicembre del 2000, ha
tutte le carte in regola per dare
un notevole contributo a una
maggior comprensione della cul-
tura presente sul territorio prima
dell'arrivo degli spagnoli e così la
casa salesiana di Arequipa ha
dato piena attuazione a una vec-
••••••••••••• •••••• ••• •• ••
zione del primo centenario della
presenza salesiana ad Arequipa.
Allora si cominciò con il mettere
al sicuro dall'umidità la bibliote-
ca, contenente libri che, per la
loro antichità, erano a rischio di
sopravvivenza; e si riposero in
casse protette le ceramiche che,
in una zona sismicamente insta-
bile come quella di Arequipa,
avrebbero potuto patire danni .
Nel 1998, dai contatti con ar-
cheologi e storici della cultura in-
caica, è nata l'esigenza di creare
un ambiente idoneo all 'esposizio-
•• •• •• •••• •• • ••••• • ••• •••• •
e ha curato la stesura di un piano
per il nuovo Museo.
I 434 pezzi ospitati dal Museo
sono delle forme e dei materiali
più diversi: ceramiche, tessili, zuc-
che con disegni a bassorilievo,
pietre e metalli delle culture " pre-
colombiane"; la datazione di que-
sti pezzi varia dal primo secolo
a.C. al 1500 d.C. Sono rappresen-
tate tutte le più significative cultu-
re peruvian~: Cusisnique, Salinar,
Sican, Recuay, Moche, Nazca,
Tiahuanaco, Huari, Lambayeque,
Wari, Chimu, Chancay, Sihuas,
• • • • • • • • • • • • • • • • BS OTTOBRE 2002
••••••••••••••••••

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••••••••••••••••••••
Vasi nazca. I Nazca sono gli autori delle famose linee
o segni tracciati sul terreno in un'area di quasi 350 km2.
Questi giganteschi disegni, tracciati sul terreno
attraverso solchi di circa 30 cm di profondità che si
possono vedere solo dall'alto, non sono stati ancora
completamente decifrati. Forse si tratta di un calendario
astronomico. La ceramica nazca è del tutto caratteristica,
formata da 11 colori di base e circa 190 sfumature.
Choncay, Chuquibamba, Chiri- ra ri ss im a: si tratta di una ca nna Arequipa è la straordin ari a e
baya, Churajon e In ca.
d'argento lunga 25 centimetri uni ca coll ez ione di cerami che
co n figure di guerri eri fo rm ati con de ll a cultu ra loca le del " Forma-
••••••
ALCUNE RARITÀ
Sebbene non tutti i pezz i parii-
no di un passato sp lendi do e no-
incrostaz ioni di mad reperl a e la-
pislazzuli ; purtro ppo ogg i non la
si pu ò ammi ra re in tutto il suo
sp lendore perché deturpata dal-
tivo Sihuas", un a cultura poco
studi ata. L'a rcheo logo nord ame-
rica no Joerg Haeberli si è inte-
ressato a questa racco lta e ha
nosta nte la loro manifattura non I'oss ido e dall e in crostaz ioni pro- predi sposto un a pubbli caz ione;
sia straordin ari a, alcuni di qu esti dotte da 1600 anni di seppelli- la parte più importante del suo
sono sorprendenti sia per la ri c- mento sotto te rra. La direz ione stu d io è data dai ri sultati dell 'e-
chezza de ll a decoraz ione che per sta pianificando una campagna di same al rad ioca rboni o che ha
rarità. La cos iddetta "quena ceri- restauri per tu tti gli oggetti di me- pe rm esso d i data re i repe rti tra il
m onia/" (i l fl auto di ca nna ce ri - ta llo (a rgento e rame) conservati 235 e il 349 d.C.
moni ale), de ll a cultura M oche, è nel Mu seo.
All a stessa cultura moche appar- LA BIBLIOTECA
ti ene un felino di pietra nera con il
corpo decorato di incrostaz ioni di An che la ri cca bibli oteca è
••
pietra bianca e con le zanne di la- stata restaurata e resa accessibil e
pisl azzuli : il fe lino, in atteggia- al pubbli co. Tra le altre diverse
mento minacc ioso e con la bocca opere a stampa, conserva 134 vo-
spalancata, è pronto a ba lzare lumi dei secoli XVII , XVII e XIX
sull a preda. Questi animali furono tra i qu ali libri importanti come la
adorati come divinità, signori Recopilaci6n de /as Leyes de In-
dell a notte e dell 'oscurità; lo scia- dias edito a M adrid nel 1681 ;
mano, in stato di trance prodotto un a Bibbia Sacra del 1778; un a
••••
dagli allucinogeni che aveva inge-
rito, si sentiva posseduto dall'agi-
lità e dall a sagacia di questi ani-
mali e trasportato nel regno degli
antenati, i quali gli comuni cavano
qu anto stava per succedere all a
Grammatica Italiana compil ata
dall 'abate Pietro Tornasi ed edita
nel 1789; un trattato di Anatomia
Completa del Hombre del 1745 ,
scritto da Don Pedro Martfnez
medico di camera di Su a M aestà;
comunità o alle persone che lo in- un Carta Espirituales de San Fran-
te rpell avano. Ancor oggi, in alcuni
vill aggi, la gente si ri vo lge a questi
sciamani per conoscere il proprio
futu ro o per guari re dalle malattie.
cisco del 174 1; El gran dicciona-
rio Hist6rico edito a Parigi nel
1753 ed un Viajero Uni versal del
1862.
Il magg ior co ntributo de l M u-
Vicente Santilli
Libri di epoca coloniale (sec. XVII). seo Don Bosco all a co muni tà d i
Natale Maffioli
•• OTTOBRE2002BS •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

3.7 Page 27

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Ml CONCENTRO
SULLA MUSICA
di Jean-François Meurs
e aro Doctor J., mio figlio
((
Marce/I?, cji 14 anni,
non puo vivere senza
la sua musica. Si trascina dietro
ovunque il suo walkman, ascolta
fino alla nausea il CD preferito,
generalmente quello che va di
moda. Nel momento in cui torna a
casa da scuola, finisce la quiete e
inizia il baccano. E non c'è verso di
fargli capire che si può vivere
anche senza musica, circondati di
silenzio. L'altro giorno, mi ha guar-
dato pieno di stupore e, mi è parso,
anche con una certa commiserazio-
ne, poi è sbottato: «Beh, stai tutta
sola senza nemmeno un po ' di
musica? Aspetta, che ti faccio
ascoltare io qualcosa ». Ho cercato
di fargli capire che non era una
dimenticanza la mia, ma una scel-
ta: quello che più desideravo in
quel momento era la pace, la tran-
quillità, non il frastuono. Non si è
convinto nemmeno un po': «Riesci
a fare a meno della musica? È
impossibile!». E non ha afferrato il
senso della domanda che a mia
volta gli ho dato come risposta: «E
tu riesci a studiare con tutto questo
baccano? È impossibile! ». Insom-
ma Marcello pretende che il rumore
non gli impedisca di concentrarsi!
Se almeno ascoltasse Mozart! La
musica classica è certamente più
rilassante. .. Macché! So che ci
sono molti altri genitori che vivono
la stessa situazione. Francamente,
desidererei comprendere...
Vittoria, Lanzo
Cara Vittoria,
Quando i ragazzi rientrano da scuo-
la, ancora pien i di emozioni, e
magari di rabbia non ancora assor-
bita, o forse anche di frustrazioni, in
preda alla solitudine, perçhé hanno
dovuto lasciare compagne e com-
pagni di scuola, e si ritrovano da
soli ad affrontare le difficoltà dello
studio, la musica può fare molto per
loro. Essa, infatti, crea una sorta di
"cornice affettiva" nella quale le
emozioni possono esprimersi, trova-
re il loro posto e in qualche modo
sublimarsi; senza tale cornice resta-
no caotiche, e i ragazzi trovano
grandi difficoltà a dominarle . In ogni
caso, si constata che sovente la
musica aiuta ad allentare le tensioni
e a scaricare la pressione provoca-
ta dalle emozioni.
La musica è come uno scudo
protettivo, una "bolla" dentro la
quale essi per certi versi ritrovano il
mondo che gli è famil iar~. Il rumore
li rassicura, li protegge. E il silenzio
che li stressa! Per lavorare meglio,
i giovani hanno bisogno di sentire
che essi non hanno rotto il contatto
con il gruppo al quale sentono di
appartenere, e con le cose che
amano. Perciò, lontano dal distrarli ,
la musica li aiuta a concentrarsi, e
li rassicura facendogli percepire di
essere sempre in relazio ne con
amici e coetanei, cosa che conta
molto durante l'adolescenza. Più si
sentono soli , più hanno bisogno di
eliminare il loro isolamento, affo-
gandolo nel baccano della musica.
I limiti possono venire dai vicini
infastiditi che , ovviamente, cerche-
ranno di ostacolare queste rumoro-
se ostentazioni. .. Loro, invece, ci
vivono bene e riescono anche a
studiare.
Quando sono ancora piccoli, è
ai propri genitori che confidano
certe grandi emozioni, e proprio da
loro attendono la soluzione, quella
"cornice affettiva" capace di mette-
re ordine nei loro sentimenti.
Durante l'adolescenza ,invece, è sul
gruppo di appartenenza che conta-
no per gestire e acquietare l'infinita
gamma di emozioni e commozioni
che li agitano. E se i compagni non
sono all'altezza del compito, essi
hanno ancora una scappatoia, un
rifugio sicuro, sanno di poter anco-
ra sentirsi sostenuti da questa
«comunione» fortemente espressa
dalla musica: essa rappresenta i
loro valori.
Del resto, anche se guardo a
me stesso, adulto, posso consta-
tare che anch'io ho le mie fisime ,
anch'io sono coinvolto in gesti e
atteggiamenti che formano un po' il
mio mondo, la mia "bolla". Constato
che nel mettermi al lavoro metto in
opera quasi senza accorgermi
determinati "riti ": sistemo il mio
tavolo in un modo preciso, faccio
scomparire tutto quello che potreb-
be distrarmi, i fogli sparsi , i lavori
non finiti , e tutto ciò che secondo il
mio schema ab itudinario è fuori
posto, e mi irrita non poco. lo sono
fatto così, però so bene che per
altri , e soprattutto per i giovani, un
ordine eccessivo rappresenta l'as-
senza di vita, di dinamismo, un
piattume che angoscia.
D'altronde, anch'io mi sono
attorniato di oggetti che simboliz-
zano i miei amori , i miei valori: una
foto di fam iglia, un acquarello che
amo. Dispongo di una illuminazione
adeguata, allo stesso tempo intimi-
sta e gioiosa, di soprammobili che
indicano la presenza di ciò che
amo e di chi me li ha donati. Ho
scelto io il colore delle pareti: di
fronte, un giallo stimolante con una
punta di rosso perché, si dice, col-
ma affettivamente; ai lati e dietro,
un blu che affonda nel sogno. E se
sono incappato in forti emozioni,
devo dare loro il tempo di placarsi,
e trovare il modo di riprendere il
controllo. Per questo, ascolto
anch'io la mia musica preferita, che
non smetto mai di ascoltare. È pos-
sibile anche che mi versi una buo-
na birra ambrata che mi dà una
sensazione rilassante di benessere.
Noi, insomma, funzioniamo tutti
molto meglio quando ci sentiamo
in comunione con tutto ciò che
ci sembra simbolizzi e rappre-
senti i nostri più alti valori perso-
nali .
O
BS OTTOBRE 2002

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Le Figlie di Maria Ausiliatrice e l'impresa privata
LIBERO ACCESSO
di Maria Antonia Chinello
richieste del territorio e del mondo
del lavoro, sono stati aperti corsi di
patologia clinica, tecnico in infor-
matica e l'abilitazione in magistero.
Nel 1995, le celebrazioni del 40° an-
niversario si sono distinte non solo
per la costruzione di un intero com-
plesso da destinare alla scuola ma-
terna, ma per l'impegno di docenti e
allievi nell'approfondire i cardini
dell'educazione in stile salesiano. Il
risultato è una comunità scolastica
in continuo dialogo con il territorio
e che si propone, attraverso l'assimi-
lazione critica del sapere, di svilup-
pare un senso di giustizia e di soli-
darietà, di rispondere agli interroga-
tivi profondi dei giovani nella ricer-
ca delle risposte profonde e nella co-
struzione del proprio futuro.
Giorno conclusivo del "Projeto Fraternidade e Povos /ndfgenas".
La giornata è calda a
Sao Paulo (Brasile).
È sabato mattina ed è
insolito per i ragazzi e
le ragazze dell'Istituto
Madre Mazzarello
sedersi sui banchi di
scuola. Ma l'evento è
importante e non si può
mancare. Tre sezioni del
Rotary Club cittadino,
insieme con la direzione
dell'Istituto, hanno
infatti organizzato una
mattinata di confronto
con alcuni professionisti
per orientare la scelta
della professione dei
circa 600 allievi/e del
corso finale.
OTTOBRE 2002 BS
L' obiettivo del confronto e
del dibattito è quello di for-
nire agli studenti basi solide
per una scelta cosciente del corso
post-diploma. Erano circa 40 i pro-
fessionisti presenti, rappresentanti
di diverse aree: arte scenica, cine-
ma, tv e teatro, design grafico e di-
gitale, musica, ingegneria meccani-
ca, elettronica, gastronomia e turi-
smo, gestione e organizzazione di
eventi, estetica e cosmetologica,
moda, carriera militare e diplomati-
ca, pedagogia e psicologia, ammini-
strazione di imprese, commercio ed
economia, diritto e ingegneria civi-
le, lettere, giornalismo, veterinaria,
pubblicità e marketing, medicina e
odontologia, scienze agrarie e bio-
chimiche, educazione fisica, arti
plastiche, disegno industriale.
Fondata nel 1955, nel quartiere
Santa Terezinha , al nord di Sa.o
Paulo, la scuola si è posta in conti-
nuo ascolto della realtà, offrendo
alla popolazione la scuola materna,
elementare, media inferiore e supe-
riore. Da alcuni anni, date le mutate
UMANIZZARE IL LAVORO
L'iniziativa del seminario di
orientamento professionale Projeto
Rumo 2002 si inserisce in questo
solco di accompagnare i giovani
nella scelta di una professione. Gli
interventi in aula, prima, e nei di-
versi laboratori, in seguito, in dialo-
go con i professionisti hanno evi-
denziato alcuni tratti comuni: l'im-
portanza sociale di qualsiasi profes-
sione, cioè servire la comunità, fa-
vorire la pace, assicurare un futuro
migliore al paese. «La professione è
un elemento di fondamentale im-
portanza - ha affermato Paulo Ar-
naldo de Almeida del Rotary Club
International - nella realizzazione
del destino personale. Abbiamo il
dovere di spiegare le condizioni ne-
cessarie a ogni attività, l'obbligo di
orientare gli alunni su come si svi-
luppa ogni professione, senza ma-
schere, senza enfatizzare una scelta
a scapito di un'altra. Il nostro com-
pito è indicare prospettive di cam-
mino... l'umanità è oggi e sempre la
nostra missione».
Un messaggio recepito dai ragazzi
e dalle ragazze che, non solo hanno

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per l'orientamento al lavoro.
Day Camp della 1° serie: "Incontro
con la nazione xavante".
Una seguitissima lezione del
"Projeto Rumo 2002''.
affollato l'aula magna, ma hanno
partecipato attivamente ai laboratori,
sommergendo di domande i docenti
che, per un giorno, in cattedra, hanno
spiegato le opportunità, le risorse, le
attitudini richieste da ogni professio-
ne. Suor Ivone, direttrice dell'Istituto
Madre Mazzarello, ha enfatizzato nel
suo intervento l'incontro tra le gene-
razioni, lo scambio tra il mondo del-
l'educazione e quello dell'occupa-
zione che permettono cli camminare
insieme e di scegliere il bene per i
giovani e per la società.
I L'indio Tereno Satiro Candido
incontra i ragazzi/e della scuola
media nell'ambito del "Projeto
Fraternidade e Povos lndfgenas".
GIORNO DOPO GIORNO
Sfogliando "JnforMazza", il gior-
nale delle ragazze e dei ragazzi del-
l 'Istituto Madre Mazzarello, si ha
un'idea della vita che scorre, giorno
dopo giorno, nelle aule e nei cortili,
dei rapporti che intercorrono tra le
persone che compongono la comu-
nità educativa della scuola. sono
espresse, attraverso una ricca docu-
mentazione fotografica, le attività,
le iniziative, i progetti della scuola.
Una cronaca simpatica, che permet-
te di entrare nel microcosmo scola-
stico rivelandone l'apertura al terri-
torio, al mondo sociopolitico e reli-
gioso. Spigoliamo qua e là.
Ormai la filosofia non è più "roba
da grandi". Infatti, il Progetto No-
vos Pensadores ha fatto accostare i
ragazzi e le ragazze della scuola
elementare al pensiero di alcuni stu-
diosi contemporanei. Uno tra i più
letti è stato Edgar Morin, filosofo
francese teorico della complessità
planetaria e di un'ecologia del pen-
siero e dell'azione. A partire da al-
cune sue frasi sul rispetto del Piane-
ta Terra, gli alunni hanno creato car-
telloni murali, scritte, illustrazioni,
prodotto testi di approfondimento a
seguito di accese discussioni riguar-
do alla coscienza ecologica e di per-
cezione del mondo che si possiede.
Le docenti hanno avuto la brillan-
te idea di scrivere e di inviare al fi-
losofo i risultati finali del lavoro e...
sorpresa, ecco la risposta di Edgar
Morin: «Avete fatto un lavoro "su-
perbo" con i bambini, che sono più
adatti degli adulti a comprendere e
ad assumere la complessità attuale
del mondo. Non credevo che le mie
idee potessero far "pensare" anche i
più piccoli».
PER UNA TERRA
SENZA MALI
È stato il tema della campagna di ·
fraternità, lanciata dalla Conferenza
Episcopale del Brasile per la quare-
sima di quest'anno. Ecco allora, il
Projeto Fraternidade e Povos Ind{-
genas. Un anno intero per riflettere,
attraverso lo studio interdisciplinare
e altre attività, sui valori che stanno
alla base dell'accoglienza e della
convivenza dei popoli, per riandare
alle radici della storia del proprio
paese e scoprire dove affonda la
cultura di cui si è parte.
Un momento culminante dello
sviluppo di questo progetto è stato
l'incontro che l'intera scolaresca
della media ha avuto con l'indio Te-
reno Satiro Candido, il quale ha par-
lato dei costumi e tradizioni del suo
popolo, suscjtando un grandissimo
interesse. «E importante ciò che
stiamo facendo - ha spiegato - per-
ché una cosa è studiare i popoli in-
digeni attraverso i libri, altro è
ascoltare direttamente un indio par-
lare della propria storia». C'è anche
chi, ed è stata la sorte dei più picco-
li, ha potuto sperimentare un Day
Camp in una riserva xavante con
tanto di arrampicata nella foresta e
di dimostrazioni di tiro con l'arco.
Una scuola attiva sul fronte della
cittadinanza, anche nella rete. Chi
volesse saperne di più può navigare
nel sito:
http: //www.mazzarello.com.br O
BS OTTOBRE 2002

3.10 Page 30

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~,...__....i,.. IL
MESE
IN
LIBRERIA . ppe t,.Aoronte
o curo di G1use
ANTICO
TESTAMENTO
ATTIVITÀ BIBLICHE
Le più belle storie
della Bibbia
NUOVO
TESTAMENTO
ATTIVITÀ BIBLICHE
Le più belle storie
raccontate da Gesù
Disegni di Bob Bond,
ELLEDICI, Leumann (To),
2002
pp. 64+64
Si tratta di due albi attivi
per far conoscere la Bib-
bia ai bambini, in manie-
ra piacevole e diverten-
te. Nel primo si presen-
tano eventi biblici relati-
vi all'Antico Testamento
(storie di Noè, Giusep-
pe, Mosè, Davide e Go-
lia, Daniele e Giona).
Del Nuovo Testamento
vengono presentate le
più belle parabole rac-
contate da Gesù e che
sintetizzano il messag-
gio della sua predicazio-
ne. I testi sono scritti in
maniera interattiva, con
illustrazioni nascoste, con
quiz e rompicapi, con ri-
cerca di parole; offrono
informazioni interessan-
ti ; fanno realizzare gio-
chi creativi, avviando coi
ragazzi ricerche di parti-
colari significativi. Si
tratta di un modo diver-
tente per imparare e ri-
cordare le storie raccon-
tate nella bibbia e nel
vangelo .
OTTOBRE 2002 BS
~~~
SAPIENAZNAA
LITURGI
FESTA c:zZA
.
CRISTI
E SALVi-
DAL TESORO DELLO
SCRIBA
Cose antiche sempre
nuove
di Luigi lannone,
Libreria Editrice Vaticana,
Roma, 2002
pp.278
Il libro si presenta come
una specie di autobiografia
pastorale. L'autore estrae
dalle varie culture moderne
le favole più belle per le-
zioni di sapiente esortazio-
ne, alla luce della parola ri-
velata (1a parte). Diventa
discepolo allorché fa me-
moria della sua vocazione
e della sua missione in una
specie di racconto sapien-
ziale (2a parte) . Da buon
pastore, offre i tesori della
fede e la grazia dei sacra-
menti ai non numerosi par-
rocchiani residenti e alle
molte migliaia di estivi , frui-
tori del ·salutare clima e
della stupenda visione del-
l'arcipelago in cui vive la
sua comunità. Si tratta di
un tesoro sapienziale nar-
rato con chiari richiami spe-
rimentati e verità proposte
con discrezione ma con
grande carità pastorale.
LUIGI !ANNONE
DAL TESORO
DELLO SCRIBA
Cose antiche sempre n1wve
* Ul}Ul(JA l;OITitl<:E \\'ATl<.:A.~
L'EUCARISTIA NEL
VISSUTO DEI GIOVANI
a cura di Paolo Carlotti e
Mario Maritano,
LAS, Roma, 2002
pp.344
L'Eucaristia
nel vissuto
dei giovani
. ...
Il testo offre una seria ri-
flessione ecclesiale, in sin-
tonia con gli ultimi docu-
menti (Giovanni Paolo Il ,
Novo Millennio lneunte;
CEI, Comunicare il Vange-
lo in un mondo che cam-
bia) , riguardante il mistero
dell'Eucaristia con le sue
ricadute nella vita pastora-
le e spirituale nella vita dei
giovani , dentro la pastorale
giovanile di una comunità.
La riflessione delinea il du-
plice compito di un'istruzio-
ne descrittiva (secondo le
interpretazioni delle scien-
ze umane) , e interpretativa
(secondo il canone delle
discipline teologiche) . Nel-
l'ottica del magistero attua-
le si ritiene che evidente
che i percorsi della santità
sono personali , ed esigono
una vera e propria pedago-
gia della santità, che sia
capace di adattarsi ai ritmi
delle singole persone"
(NMI , 31).
LA DOMENICA FESTA
PER RISORGE RE
Riflessioni e proposte
sulla festa nel
suo autentico significato
di gioia liberante
per la salvezza integrale
dell'uomo
di Vincenzo Di Muro,
Coletti, Roma, 2001
pp. 242
Queste riflessioni invitano
alla gioia della festa del
popolo di Dio che celebra
l'Eucaristia domenicale. Si
propone la liberazione dal-
le catene del materialismo.
I metodi e gli esempi offerti
hanno la concretezza dei
racconti evangelici , in cui
ognuno può leggere la
propria storia, per parteci-
pare alla gioia della festa.
Esplorando il suo vastissi-
mo campo, nel suo signifi-
cato di "salvezza integrale
dell'uomo", il credente sa-
rà pienamente condotto al-
le sue radici di fede.
È perciò doverosa una ca-
techesi che evidenzi la
centralità della festa cri-
stiana, come occasione di
comunione ecclesiale ,
contro la dispersione del
materialismo festaiolo mo-
derno. Il messaggio del
libro si inquadra nel pro-
gramma della CEI.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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'~ l'J+biEVOLE
~
"LITURGICA
~
~EALTA
LITURGIA DELLE LODI
Preghiera del mattino
con la Chiesa
di Giovanni Paolo 11 ,
Libreria Editrice Vaticana
Roma, 2002
'
pp. 130
La presentazione è dell'au-
tore: importante riserva-
re una maggiore cura pa-
storale alla promozione del-
la Liturgia delle ore come
preghiera di tutto il popolo
di Dio. Se, infatti, i sacer-
doti e i religiosi hanno un
preciso mandato per cele-
brarla, essa però è propo-
sta anche ai laici . Resta
tuttavia, una preghiera eh~
suppone un'adeguata for-
mazione catechistica e bi-
blica, perché la si possa
gustare fino in fondo . Ci la-
sceremo per questo aiuta-
re dai risultati dell'esegesi ,
ma insieme ci metteremo
alla scuola della Tradizio-
ne, soprattutto ci porremo
in ascolto dei Padri della
Chiesa". È questo il senso
del libro: aiutare anche i
cristiani laici a pregare con
le stesse parole di Gesù e
con quelle del pio israelita
che sono presenti da mil-
lenni nella preghiera di
Israele ed in quella della
Chiesa.
GIO VA NNI PAOl.,O Il
LITURGIA DELLE WDI
Pr,gbiet11 d,l matti110 con la Chiesa
Ptlmt1 St:ttlnrnna
LITURGIA. MEMORIA O
ISTRUZIONI PER L'USO?
di Lorenzo Banchi ,
PIEMME, Casale M. (Al. ),
2002
pp. 202
!.OR~NZO BIANCHI
LITURGIA
MEMORIA
O ISTRUZION I PI;R L'USO?
PIEMME
Ri1iiioii.
Si tratta di riflessioni pasto-
rali sulla trasformazione del-
la lingua dei testi liturgici
nell'attuazione della riforma.
11 vero dramma della Chiesa
è stato il tentativo di correg-
gere lo stupore dell'evento
di Cristo con delle rubriche .
I confronti sui testi eviden-
ziano che le scelte dei rifor-
matori , compiute quanto
meno senza percepire che
cosa fosse realmente que-
sta inimmaginabile scristia-
nizzazione, hanno quasi fa-
vorito l'illusione distruttiva
che bastava cambiare paro-
le e riti per attirare gli uomini
d'oggi al cristianesimo. I ti-
toli dei capitoli sono emble-
matici in questa direzione:
Messali sbiaditi; Via il con-
creto, dentro /'astratto; Cri-
stianesimo fuori della sto-
ria.. . È una "critica" che fa
riflettere!
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDEN ZA. I libri
che vengono segnalati s1pos-
sono acquistare presso le libre~
rie cattoliche o vanno nch1est1
direttam ente all e rispettive
Editrici.
COMPRENDE RE
LA PERSONA AN ZIAN A
di Charlotte Mémin,
ACCOMPAGNARE
I MALATI
di Marie-Geneviève de
Klopstein ,
ELLEDICI , Leumann (To) ,
2002, pp. 128+128
La malattia e l'anzianità
sono due condizioni limite
che i cristiani devono af-
frontare con una più incisi-
va testimon ianza. Il primo
testo parla degli anziani
emarginati da una società
che non si cura di chi non
"non è più produttivo". Nel
secondo della malattia, so-
prattutto di quella che col-
pisce senza speranza di
recupero, e che la cultura
moderna affronta propo-
nendo a volte l'eutanasia.
Si ignora il valore della
vita. Sono riflessioni che
aiutano a comprendere le
insidie da evitare per mi-
gliorare la comunicazione
con l'anziano e il malato (la
stessa vecchiaia è malat-
tia, dicevano gli antichi). I
testi si rivolgono soprattut-
to al personale che si cura
di essi ... , insegnando la
relazione di accompagna-
mento, per assicurare una
presenza a fi anco di chi
soffre.
- -.:J-1:·.}c~<:,,-,~·7•:'"::.:-:.:-.-;:•.;,:.:•~;"c.:.:.=\\
MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO
(MGS)
CINECIRCOLI
GIOVANILI
SOCIOCULTURALI
(CGS)
Tel. 06/44.70.01 .45
email: cgsnaz@iol.it
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SALESIANE (PGS)
Tel. 06/44.62.179
email : italia.pgs@pcn.net
TURISMO
GIOVANILE
SOCIALE (TGS)
Tel. 06/44.60.946
email:
tgs.nazionale@flashnet.it
MISSIONI E
VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
•vis (Salesiani)
Tel. 06/51.62.91
email: vis@volint.it
•v1oes (Figlie di Maria
Ausiliatrice)
Tel. 06/57.50.048
email :
segreteria@vides.org
SERVIZI CIVILI E
SOCIALI (SCS)
Obiezione di coscienza
Emarginazione
e disagio giovanile
Tel. 06/49.40.522
email: scs@cnos.org
GRUPPI SAVIOCLUB
Tel. 06/44.50.257
email :
mspreafico@pcn.net
BS OTTOBRE 2002

4.2 Page 32

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-
IL MAESTRO
di Giancarlo Manieri
Era per tutti "don Al/aria il maestro".
Un uomo straordinario di cui
si sussurrava come di un santo.
Chi aveva la ventura di conoscerlo
non lo dimenticava più. Qualcuno
ne parlava con malcelato
entusiasmo pur senza averlo
mai conosciuto né visto.
e entotré anni di saggezza, di vita integerrima, di
coerenza , di bontà, di servizio. Non è un elogio
funebre , ma una verità sacrosanta, senza un
filo di retorica. Don Allaria - lo chiamavano tutti così ,
perché nel napoletano il don si dà alle persone che
contano, preti o laici che siano - era un "purosangue"
come uomo, come cristiano , come salesiano. Per 70
anni ha riempito di sé la casa e la città di Castellam-
mare di Stabia. Non per nulla gli hanno conferito la cit-
tadinanza onoraria. Era stato insignito anche del cava-
lierato di Vittorio Veneto, ma alle onorificenze lui pro-
prio non badava. Domandi : com 'era Allaria? Ti guarda-
no un po ' smarriti : tutto e nulla. Er~ una pre~en~a
costante, in ogni circostanza della vita comunitaria,
della giornata lavorativa , della vita di pregh iera. Ma
mai invasiva : discreto, silenzioso , riservato , schivo ,
delicato, sobrio ... Ti verrebbe la voglia di continuare le
aggettivazioni, ma ne dovresti scrivere troppe, a
rischio di disturbarne l'umiltà, di farlo emergere, lui che
voleva essere nessuno, per aiutare tutti. Don Allaria
sembrava perdersi nell'aria, tanto la sua presenza riu-
sciva a contare senza pesare. Forse lui in aria ci vive-
va davvero, in aria cioè in cielo. Finito ciò che doveva
fare , spariva , per ricomparire come d'incanto se ne
avevi ancora bisogno. S'è spento com'è vissuto, senza
disturbare nessuno, senza farsi accorgere, in camera
sua: stava meditando su un testo di mistica: "Intimità
divina". Aveva 103 anni.
OTTOBRE 2002 BS
SPENDERSI NEL SERVIRE
Lo chiamavano "il maestro". E lo era davvero. In tutti i
sensi . Ha fatto per anni il maestro di V elementare, e
per tutta la vita il maestro di saggezza e di umanità.
Potevi tranquillamente fare una gara con chi l'ha cono-
sciuto bene: vediamo chi scopre qualche difetto in don
Allaria . Era una gara persa. Difetti non si riusciva a
scoprirne. Eccetto che prendessi le virtù per difet~i;
eccetto che fosse un difetto quel suo indossare vest1t1
passati di moda da 20 anni e scarpe ancor più vecchie
e la cravatta perennemente nera: chissà se ce n'era
più d'una nel suo armadio. Ma era sempre così p~li-
to!. .. non una macchia, una arricciatura, non un filo
fuori posto, un benché minimo strappo. Una perf~zio-
ne esteriore - si diceva - che rivelava quella 1ntenore.
Eccetto che non fosse un difetto quel suo riciclare i
fogli di carta su cui faceva esegui_re i compitini in cl~s-
se. Corretti, li metteva in bell 'ord,ne nel suo armadio.
Poi, a distanza di tre/quattro anni, li ritirava fuori e ~idi-
stribuiva ai nuovi alunni perché usassero la facciata
ancora pulita. Così "'cca 'n coppa a una parte ce steva
u compito di uno c'aveva fatte cinq'anne primma, e 'n
coppa all'atra parte il nuovo compito_!". Lo _fac_eva pe~
favorire i più poveri, per educare al nsparm,o, 1n tempi
in cui ben poco si aveva da spendere ... L'episodio l'ha
raccontato un antico alunno, ultraottantenne , con
un'incrinatura di commozione nella voce.
I
Si ricorda il maestro: da sn/ il prof. Carmine Giammattei,
il dott. Catello Cuomo, don Corrado Bettiga,
don Pasquale Anastasio, don Adolfo L'Arco.

4.3 Page 33

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rJIIOl«77JRI tllLEcf/11;1//
Insignito della cittadinanza onoraria di Castellammare
di Stabia.
Il maestro tra i suoi amati exallievi.
CON I CHIERICI TEOLOGI
Qua~do l'ls!ituto divenne studentato teologico, don
Allana resto al suo posto. Imperturbabile , cambiò
occupazione: da maestro di scuola a maestro di acco-
glienza; si mise a fare il portinaio. E divenne attento
alle ?is~ttenzioni dei chierici. Col suo passo svelto, le
mani chiuse a pugno come chi fa footing, trotterellava,
alla l~ttera, là dove .la sbadataggine di un giovane
salesiano aveva lasciato aperta una finestra dimenti-
cato di ~ccostare una porta, abbandonato f~ori posto
una sedia,. spostato un tavolo... Dopo il suo passaggio
tutto era ricomposto, e qualche oggetto dimenticato
tornava come per incanto al proprietario . S'alzava
anche di notte, più volte, per controllare che tutto fos-
se in ordine o ordinare quello che trovava in disordine.
Quando le circostanze lo costringevano a fare qualche
osservazione, abbassava la voce, per non mettere a
disagio l'interlocutore. Nessuno ricorda di averlo mai
visto alterato, incupito, nervoso. Aveva addosso una
serenità di cielo.
"_Un miracolo di natura e di grazia, esclama don L'Arco
nco:d~,ndolo co_n commossa nostalgia, e un abisso di
um1/ta . Non s1 sforzava di convincere, dimostrare ,
esortare ... non faceva predicozzi, non tirava la morale
della fa~ola.. . "Non dimostrava nulla, ma mostrava tut-
to, continua don L'Arco, era la regola vivente, il distilla-
L'antico istituto salesiano, abbattuto per far posto
allo studentato teologico.
to della coerenza; la carità in lui aveva acquistato la
vibrazione dell'amore materno e dell'amore paterno!'.
~ o~en~va tutto senza forzare nulla: i toni, le parole, i
nch1am1 , le pressioni ... Non diceva mai che cosa si
doveva fare , lo faceva. E tu imparavi.
ANEDDOTI ... VERI!
In chiesa, _lo vedevi sempre in ginocchio al suo posto,
s~nza .~a1 appoggiare mani o gomiti sull'inginocchia-
toio, dintto, raccolto , compreso. Impressionante! "Ci ho
provato qualche volta, così per sfizio, a imitarlo. Mac-
ché! Più di cinque minuti non resistevo. So che l'han-
no fatto anche altri. E ci si domandava, noi chierici,
come facesse il maestro a star così, dritto come un
fuso, per ore". Dice un suo exalunno: "Quando vedevi
uscire i ragazzetti della sua V elementare, avevi l'im-
pressione che uscissero gli allievi della Nunziatella:
ordinati, puliti, in fila .. . tanti piccoli ufficia/etti!" Un altro:
"Ho imparato di più per la vita in un anno col maestro
Al/aria che non in tutti gli anni di università". Venne un
giom? a trovarlo un _exallievo accompagnato da moglie
e f1gl1. Un abbraccio commosso con l'antico alunno
P?i un _saluto c~mposto alla donna che si getta i~
g1nocch10 davanti a lui, mentre i bambini gli afferrano
le mani e le baciano.... Né la signora né i figli l'aveva-
no n:iai. vi~to e conos~iuto! Alle annuali feste degli
exal liev1 lui se ne fuggiva sul Faito. "Don A/là, ma vi
vogliono vedere e voi ve ne scappate in montagna!".
"Ho paura che mi venga un infarto... non resisto all'af-
fetto!".
Quando abbatterono il vecchio istituto non andarono
per il sottile: finì a terra un po' tutto e molte cose
a~darono pe~dute: "Don A/là, ci dobbiamo far corag-
gio... Che vu/1te fa?.. . Cambiano i tempi...". Lui - stava
leggendo - si tolse le lenti, si voltò e rispose calmo:
" Dobbiamo morire noi, non dovrebbero morire /e
cose?" . Un confratello si lamentò con gli altri perché
prendevano in giro il coadiutore Sciaraffia, un tipo un
po' bon~ccione.: . L~i avvicinò il censore: "Hai ragione,
r:7a, .vedi: q_uel ttpo e fatto così che se non lo prendono
m giro ci si amma/a!".Tratti di squisita umanità: sapeva
leggere le persone. Tratti di santità.
BS OTTOBRE 2002

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
AIUTIAMOLI
AD IMPARARE
I genitori possono, con gesti semplici e quotidiani,
decidere il futuro intellettuale e scolastico dei figli.
Se lo vogliono veramente , i
genitori sono in grado di
instillare nei figli quella moti-
vazione ad imparare che è una del-
le forze vincenti dell'esistenza. Solo
loro , in effetti , hanno la possibilità
di rendere l'attività scolastica e cul-
tu rale significativa e attraente per la
vita, e non una specie di condanna
ai lavori forzati. Ecco alcune di
queste attività utili soprattutto con i
bambini che iniziano la scuola.
Rendere simpatici i libri. Con -
dividete l'esperienza della lettura:
fate in modo che i bambini vi veda-
no leggere, comunicate le informa-
zion i ricavate dalle vostre letture ,
leggete i quotidiani insieme alla
famiglia , leggete insieme ad alta
voce , procurate libri e riviste ai
bambini ammalati, offrite materiali
di lettura come ricompensa , fate
l'abbonamento a qualche periodico
per ragazzi , create un album di
famiglia, includete le visite alla
biblioteca nelle consuetudini fami-
liari , cercate libri collegati alla tele-
visione o al cinema, aiutate i bam-
bini che non sanno ancora leggere
a seguire il racconto con l'aiuto del-
le illustrazioni , incoraggiate l'identifi-
cazione coi personaggi , collegate
ogni libro ad altri libri, esortate i
bambini a consultare i libri anziché
interrogare voi , ecc.
Guardare la tv assieme a loro.
Guardare la televisione coi propri
figli è un'esperienza che può esse-
re molto positiva: i piccoli possono
davvero imparare l'alfabeto e le
buone maniere da un personaggio
dei cartoni. In ogni caso, ciò di cui
hanno maggiormente bisogno è il
tempo trascorso con un adulto
affettuoso, impegnato a guardare il
programma assieme a loro e capa-
ce di sottolineare certi passaggi
che permettono di "seguire" la sto-
ria e comprenderla: «Che impres-
sione ti fa questa immagine? »,
«Dov'è ambientata la storia? »,
«Secondo te, nella realtà, può suc-
cedere una cosa del genere? ». In
gene re, i programmi per bambini
sono orribili quanto quelli per gran-
di. Ma guardarli con loro significa
aiutare i bambini a sviluppare una
coscienza critica e magari un gior-
no il loro cervello si rifiuterà di
seguire lo sprovveduto di turno che
dice: «Compro una vocale ».
Non spingerli subito a compe-
tere. Fa parte della natura umana
desiderare che il proprio figlio brilli.
Ma spingerlo continuamente a farlo
significa lanciargli il messaggio che
lui non risponde alle nostre aspet-
tative. Invece deve imparare per il
piacere di imparare . Un po' per
l'ansia e un po' per gli impegni di
lavoro, la maggior parte dei genitori
tende a fissare troppi impegni per i
figli. Tutti vogliono «stare al passo
col vicino », e quindi infliggono ai
figli massacranti ore supplementari
di danza, tennis e lingue straniere.
Farli partecipare alle conversa-
zioni familiari. L'ora dei pasti è
una noia per un bambino di sei
anni se gli adulti lo trattano come
un mobile, o un animaletto di casa
cui rivolgere la parola solo quando
esprime dei bisogni corporali che
richiedono attenzione. Se i genitori
mantengono la conversazione a un
livello che il bambino è in grado di
capire, gli inviano il messaggio che
anche lui è un membro importante
della famiglia. Tutto ciò servirà mol-
to alla sua autostima e anche al
suo vocabolario. Invece di estra-
niarsi o di fare sceneggiate perché
è annoiato , insieme agli spaghetti
assimilerà un sacco d'amore, di
attenzione e di nuove parole.
Quando poi i bambini diventano un
po' più grandi è ancora più facile
focalizzare le chiacchiere del pran-
zo su di loro e sui loro problemi ,
I I genitori sono in grado
di instillare nei figli la motivazione
ad imparare.

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
perché anche il loro mondo si
espande. Possiedono amicizie, inte-
ressi e un magazzino sconfinato di
curiosità. Visto che sono abituati a
parteciparvi , la conversazione può
veramente diventare un'occasione
per porre domande inestimabili tipo:
«Un mio amico dice che anche due
uomini , se vogliono , possono spo-
sarsi . Avranno dei figl i?». E ancora
più importante nelle loro caotiche
giornate è sapere che c'è un mo-
mento quieto e rilassato in cui pos-
sono parlare di tutto quello che pas-
sa loro per la testa.
DAL COSA AL COME
AL PERCHÈ
I ragazzi hanno o no voglia di studiare? Il divario
tra aspettative e difficoltà. Quali motivazioni siamo capaci
di offrire ai nostri figli? Scuola e studio non sono la stessa cosa.
Come organizzare l'apprendimento.
Parlare con correttezza. Inse-
gnare ai bambini il vero nome dei
luoghi e delle cose è un passo ver-
so la demistificazione del mondo .
Possedere il vocabolario adatto per
parlare dei luoghi in cui sono stati e
delle cose che hanno visto e fatto,
li aiuterà a sentirsi a proprio agio. I
bambini beneficiano enormemente
di u,:i vocabolario sempre più adul-
to . E giunto anche il momento di
togliere un po' di «ini » (cagnolini ,
dentini ecc.) .
Sostenere i loro sogni. I bam-
bini considerano il mondo come un
luogo dalle infinite possibilità e si
ritengono in grado di soddisfare tut-
ti i propri sogni. Quando i bambini
fanno delle affermazioni sul loro
lavoro futuro, danno sfogo in gran
parte alla loro grandiosità. L'ultima
cosa di cui un bambino ha bisogno
è un adulto che cerchi di temperare
i suoi sogni per prepararlo alla dura
realtà della vita. Può essere stra-
ziante sentire il proprio bambino,
non particolarmente dotato a livello
motorio, annunciare che da grande
vuole fare il giocatore di basket, di
baseball o di calcio. Ma a che cosa
serve suggerirgli d'incanalare inve-
ce le sue energie verso una carrie-
ra di contabile? Poco per volta , i
bambini capiranno che è possibile
fare tante cose nella vita, anche se
non tutte . Poco per volta, capiranno
che la vita costringe a scelte diffici-
li. Ma molto di quel che ci accade
nella vita dipende dall'atteggiamen-
to che nutriamo verso noi stessi .
Se vogliamo che i figli si avvicinino
alla vita con slancio e affrontino al
meglio le sue sfide, incoraggiamoli
a fantasticare sul proprio futuro. E
spingiamoli a puntare in alto. O
I Non accetto la tesi che i ragazzi
d'oggi non abbiano voglia
di studiare.
N on accetto la tesi di chi
sostiene che i ragazzi di og-
gi non hanno alcuna voglia
di studiare: da che esiste il mondo,
se è vero che ogni impegno che
comporta fatica viene assunto con
difficoltà, è altrettanto certo che la
curiosità sostiene e motiva l'ap-
prendimento in qualsiasi campo.
Non è neppure così determinante il
fatto che nell'esperienza di bambini
e adolescenti ci sono distrazioni di
vario tipo; la tv, i computer e tante
altre cose stimolano a forme diffe-
renti ma non meno valide di con-
fronto con la realtà e possono faci-
litare e migliorare lo studio.
A me sembra, piuttosto, che ci
sia un divario piuttosto netto fra le
aspettative di noi adulti e le dispo-
nibilità dei nostri figli: mentre per-
diamo tempo a sezionare la cultura
in tanti segmenti e a insistere sul-
l'assimilazione di aspetti del sapere
che riteniamo fondamentali (e che
forse sono troppo datati e asettici),
i ragazzi vorrebbero che rispondes-
simo perché vale la pena investire
tempo per imparare e perché dedi-
care attenzione a certe cose e non
ad altre.
Di primo acchito sembrerebbe che
la nuova generazione metta in dub-
bio l'utilità dello studio; ma questo
non significa che i ragazzi vivano il
rapporto con la cultura in modo
strumentale. Al contrario, rigettano
proprio questa nostra identificazio-
ne molto opportunistica - che spin-
ge a vivere la vita scolastica come
un insieme di prestazioni tese ad
un successo in definitiva effimero -,
perché vorrebbero invece che a
scuola fosse proposto loro un qual-
cosa che realmente aiuti a com-
prendere che chi sa di più è in gra-
do di essere di più, oltre che fare
meglio .
Tocca a noi adulti offrire moti-
vazioni fondate all 'apprendimento?
Non so se sia giusto dire che cia-
scuno deve percorrere il suo pezzo
di strada per trovare le ragioni di
questo impegno; la passione verso
lo studio si può anche comunicare
da una generazione all'altra sempli-
cemente testimoniando che anche
nell'età adulta si continua a riflette-
re , ricercare , studiare, confrontar-
si. ..
E poi , come genitore , mi sembra
importante sottolineare che è trop-
ns OTTOBRE 2002

4.6 Page 36

▲back to top
po semplicistico identificare la
scuola con lo studio. Faccio molta
fatica a stabilire se i miei figli han-
no appreso più cose dai loro inse-
gnanti o dagli amici, in parroc-
chia, in viaggio. Ricordo però con
sicurezza che Claudio ha assorbi-
to come una spugna da Alessan-
dra tante nozioni prima ancora di
mettere piede in un asilo. Ed in
prima elementare la sua maestra
mi suggerì di non farlo stare trop-
po vicino alla sorella perché pote-
va avere un ritmo di apprendi-
mento troppo accelerato per la
sua età: rimasi sconvolta dal fatto
che un'insegnante potesse ritene-
re una malattia contagiosa la
voglia di imparare.
A me sembrava invece che
questa fosse la cosa più bella :
garantire in casa una temperatura
culturale piuttosto alta che consen-
tisse di apprendere senza alcuna
fatica. Certamente, non basta re-
spirare un clima positivo: risolto il
problema del perché, resta per i
ragazzi il dubbio su come organiz-
zare il proprio apprendimento.
Metodo, ordine, armonizzazione
dei saperi, sistematicità: sono ele-
menti molto importanti , ma detti
così fanno un po' paura e rischia-
no di negare ai bambini e agli
adolescenti il diritto alla gioia di
scoprire nuovi orizzonti. Anche su
questo piano però proprio la fami-
glia può fare molto, solidarizzan-
do con la scuola nella ricerca di
un ritmo di lavoro che sia sosteni-
bile e finalizzato all'efficacia.
Il nostro ruolo di genitori ,
soprattutto quando seguiamo i
compiti a casa, è aiutare i ragazzi
a coniugare creatività e rigo re,
passione e intelligenza, curiosità
immediata e ripensamento di quel
che si apprende. Forse la strada
giusta è spingere i figli a vivere lo
studio non solo come un'occasio-
ne per guardarsi intorno, ma
anche come un percorso per
guardare dentro se stessi; un
investimento che consente di leg-
gere e interpretare il passato, ma
ancor più di progettare il futuro .
Non conosco ragazzi - e nella
mia vita quotidiana ne passano a
centinaia - che resistono ad
oltranza ad una proposta del
genere .
OTTOBRE 2002 BS
FAMIGLIA
SALESIANA
di Corrado Bettiga
MSMHC
Missionary Sisters of Mary Help of Christians
La Congregazione è nata nel 1942 a Guwahati (India),
fondata dal vescovo salesiano Stefano Ferrando,
riconosciuta di diritto pontificio nel 1977, dal 1986
appartiene alla Famiglia Salesiana.
SUORE MISSIONARIE DI
MARIA AUSILIATRICE
La seconda guerra mondiale
aveva provocato notevoli disagi
nella d iocesi : i mi ss ionari strani eri
erano stati in te rn ati e il lavoro d i
eva nge li zzaz io ne avev a sub ito un
repent ino ra ll enta mento . Ino itre
erano aumentate a li ve llo esponen-
z iale le sofferenze tra la popo laz io-
ne per le co nseguenze dell a guerra .
M onsignor Ferrando pensò di co in-
vo lgere le donne del lu ogo co me
evangelizzatri ci nei vill aggi, e prese
atto di un gruppo di alli eve dell e
Fi gli e d i M ari a A usili atri ce d i
Guwa hati , le quali, dopo aver pre-
stato ass istenza all a gente ed ai so l-
dati feriti, avevano espresso il desi-
deri o di fa rsi su ore per co nti nu are
l' attività ca ri tativa ass istenziale. Fu
così che ebbe ori gine la Congrega-
zi one femminil e indi gena.
L'assistenza spirituale dei sale-
siani e l'a iu to formati vo de ll e
Figli e di M ari a Au sili atri ce (d urato
Missionarie di Maria Ausiliatrice
col defunto Rettor Maggiore.
Il fondatore monsignor Stefano
Ferrando.
trent'an ni) m ise ro la base "sa lesia-
na" del nu ovo Istituto, che attual-
men te co nta o ltre 700 suo re
ap parte nent i a 37 grupp i etni c i .
Svo lgono il loro lavoro in un ce n-
t in aio d i ce ntri , in 28 d ioces i de l-
l' India; in Ita li a sono prese nt i in 5
cent ri , sempre pronte a co ll abora-
re co n i pastori dell a Chi esa loca le
in cui ris iedono .
L' evange li zzaz io ne e l' ist ruzio ne
reli giosa nei v ill agg i avv iene co n
la vis ita de ll e suore in period i d i
tre settim ane consec ut ive: hann o
la faco ltà di portare il Santissimo e
d istribuire l'E uca restia, te ngo no
co rsi p remat rim oni ali , fa nn o la
cateches i e si prod igano in attività
ca ri tati ve. Po i ri ent rano in co mu-
ni tà pe r un a settim ana d i vita
co mun e e d i revisione.
Altre suore attendono ad opere
stabili: scuole, oratori, orfa notrofi ,
as ili , ricove ri per anz iani , d ispe n-
sa ri gratui t i. La loro spiri t ual ità
aposto li ca si nut re all e fo nt i sa le-
siane, l' attività aposto li ca ha co me
isp iratr ice Maria Ausili atrice.
Riferimento in Italia: Pensionato Re-
g ina Elena, Via Pinerolo 6 1, 10060
PANCA LIERI (TO).

4.7 Page 37

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- /tJ tJA I/RAtV_tJE /'AR_ .Ò /L- TE,<f'· - - - -
BS OTTOBRE 2002

4.8 Page 38

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FAME DI
PREVENTIVIT A
OGGI
di Francesco Casella
Dopo Don Bosco
le due prospettive
programmatiche,
educativa e sociale,
si succedono con alterna
fortuna: quella
pedagogica e spirituale si
afferma di più all'interno
della Congregazione
Salesiana, temperata
per altro dal Bollettino
Salesiano e altre
manifestazioni pubbliche
quali i Congressi dei
Cooperatori salesiani
e i Congressi degli
Oratori festivi e delle
Scuole di Religione;
quella più decisamente
sociale in ambienti
esterni 1.
I La profondità e la forza interiore
che risultano dall'educazione
affettiva equilibrata suscitano
nel giovane la gioia di vivere!
O ggi sembra che ci sia un re-
cupero delle originarie va-
lenze assistenziali e sociali
del sistema preventivo unitamente
alle dimensioni educativa, pastorale,
rieducativa, indotto non solo dagli
studi curati dalla Università Pontifi-
cia Salesiana e dall 'Istituto Storico
Salesiano, ma soprattutto dalle pro-
fonde trasformazioni avvenute nella
società contemporanea, che si pre-
senta come "società complessa",
con una più articolata fenomenolo-
gia della "condizione giovanile" e
in particolare di quella che Don
Bosco chiamava: "povera e abban-
donata, pericolante o pericolosa", e
OTTOBRE 2002 BS
fortemente problematica in merito
al concetto di educazione e rieduca-
zione e quindi di prevenzione e re-
pressione2.
I giovani colpiti dall 'emarginazio-
ne, o dalla "povertà" economica, o
sociale e culturale, o affettiva, mo-
rale e spirituale, o, purtroppo, dal-
l'accumulazione di tutte queste varie
forme di povertà, come accade spes-
so nei paesi del Terzo Mondo ma
anche nelle megalopoli dei paesi
sviluppati3, inducono a valutare tut-
te le potenzialità insite nel messag-
gio di Don Bosco, del suo sistema
preventivo per rispondere alle attese
di tutti i destinatari senza esclusioni.
EDUCATORI A TUTTO
CAMPO
Per gli educatori si tratta di essere
vicini ai giovani e di consentire il
loro sviluppo, di camminare insie-
me a loro anche su strade polverose,
di tollerare la sfiducia dei giovani
nei confronti degli adulti, di assu-
mersi la propria responsabilità e di
condividere la responsabilità dei
giovani, di conoscere meglio e criti-
camente la fonte o le fonti del Siste-
ma Preventivo. La convivenza con
ragazzi e giovani è diventata un
campo di lavoro complesso per edu-
catori, pedagoghi e volontari. L'im-

4.9 Page 39

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Educare vuol dire aiutare i singoli a ritrovare se stessi,
accompagnarli in un cammino di recupero di valori e di fiducia in sé...
pegno educativo si estende sempre
di più e i nostri compiti sono sem-
pre più difficili da controllare, spe-
cialmente in una società definita post-
moderna:
«L'educazione impartita da cri-
stiani, individui o istituzioni, ha co-
me vocazione quella di soddisfare i
bisogni affettivi, intellettuali, etici e
spirituali, che nel contesto cambiato
si presentano in forme e in espres-
sioni diverse. La profondità e la
forza interiore che risultano dall 'e-
ducazione affettiva equilibrata su-
scitano nel giovane la gioia di vive-
re, lo preparano all'esercizio della
libertà personale, rinvigoriscono la
sua fiducia e la sua responsabilità
nell'agire e suscitano la sua apertura
per i motivi profondi della speranza.
Nella società postmoderna la mis-
sione dell'educazione cristiana pren-
de un nuovo significato a condizio-
ne che ci siano uomini e donne, isti-
tuzioni e strutture, capaci di ripen-
sare il loro compito e tradurlo nella
prassi»4.
LE INTUIZIONI
DI UN GRANDE
PEDAGOGO
Le intuizioni di don Juan Vecchi
al riguardo sono tutt'ora valide, e
costituiscono un riferimento indi-
spensabile per educatori e genitori,
maestri e professori. Le sue rifles-
sioni colgono aspetti che non posso-
no essere accantonati, anche se la
loro concreta applicazione richiede
spirito di sacrificio e una grande
professionalità a tutti coloro che per
vocazione, per dovere o per mestie-
re sono chiamati al difficile ma
esaltante compito di incanalare ver-
so il futuro le giovani generazioni.
«Le povertà e l'emarginazione
non sono un fenomeno puramente
economico, ma una realtà che tocca
la coscienza delle persone e sfida la
mentalità della società. L'educazio-
ne è dunque un elemento fondamen-
tale per la loro prevenzione e per il
loro superamento ed è pure il con-
tributo più specifico ed originale
che, come salesiani, possiamo dare.
Educare significa accogliere, rida-
re la parola e comprendere. Vuol
dire aiutare i singoli a ritrovare se
stessi; accompagnarli con pazienza
in un cammino di ricupero di valori
e di fiducia in sé. Comporta la rico-
struzione delle ragioni per vivere.
L'insegnamento sistematico è una
via importante per la prevenzione e
il superamento della povertà e del
disagio, ma a condizione che ci con-
duca ad un incontro con l'integralità
della persona; l'anonimato istituzio-
nale o il solo apporto di conoscenze
non realizza i fini dell'educazione.
I L'impegno educativo si estende
sempre di più... comprende tutti
i settori della vita del ragazzo.
AL PRIMO POSTO
IL DIALOGO
Oggi educare ci chiede una rinno-
vata capacità di dialogo, ma anche
di proposta. Bisogna raggiungere le
persone e quello che interroga o
sfida la loro vita; bisogna coinvol-
gere in esperienze che aiutino a co-
gliere il senso dello sforzo quotidia-
no, puntare su una proposta ricca di
interessi e saldamente ancorata a
quello che è fondamentale e che,
mentre offre gli strumenti adatti per
guadagnarsi da vivere, rende capaci
di agire da soggetti responsabili in
ogni circostanza»5. La capacità dia-
logante degli "addetti ai lavori" -
operatori, insegnanti, animatori, assi-
stenti sociali, pedagogisti... spiana la
strada all ' accoglimento delle propo-
ste, e delle regole, necessarie in ogni
umana impresa.
( continua)
1 P. BRAIDO, "Poveri e abbandonati, perico-
lanti e pericolosi" , pp. 203-233.
2 P. BRAmo, "Poveri e abbandonati, perico-
lanti e pericolosi" , pp. 233-236.
3 CAPITOLO G ENERALE SPECIALE XX (1971-
72). Roma 1972, pp. 36-40, 40-43, 71, 130-
131.
4 Jacques S CHEPENS, Cristiani impegnati nel-
!' educazione in una società postcristiana , in
Piera CAVAGLIÀ et al. (a cura di), Donna e
umanizzazione della cultura alle soglie del
terzo millennio, pp. 27 1-272.
5 J. VECCHI , Si commosse per loro (Mc
6,34), in ACG 359 (1997) 29-30.
BS OTTOBRE 2002

4.10 Page 40

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Non sono pochi dibattiti suscitati dall'autore de Il male
GIUSEPPE BERTO di Severino Cagnin
I documenti sui sette
anni di collegio a
Mogliano Veneto del
grande scrittore,
vincitore dei premi
Viareggio e Campiello,
prima di ogni opinione
diffusa o pregiudizio o
salvataggio a ogni costo...
ASCUOLA
DAI SALESIANI
G iuseppe Berto (1914-1978) è
figura complessa come uomo
e come sc1ittore. Ogni sua af-
fermazione va intesa nel quadro più
ampio delle sue problematiche come
anche la sua fo1m azione giovanile
nel collegio salesiano "Astori" di
Mogliano per sette anni (1922-1 929).
Ci soffermiamo su alcune fonti prin-
cipali allo scopo di avere una base
informativa oggettiva, ev itando giu-
dizi e aiutando a superare pregiudizi
che finora si sono diffusi nell 'ambito
laico, e un po' fo rse, anche in quello
ecclesiastico e salesiano.
OTTOBRE 2002 BS
LO STUDENTE BERTO
ALL1ASTORI
Dall 'archivio della scuola appare
che frequentò come convittore dal
1922 la IV e V elementare e le cin-
que classi del ginnasio. I risultati
erano buoni: in I e II ginnasiale su
37 allievi risulta il migliore in Ita-
liano con 7 in componimento e 8 in
orale, assieme ad altri due; in III è
promosso con altri 5 su 22 con
esame pubblico al Liceo "Canova"
di Treviso. Ne Il male oscuro
(1964) ricorda di essere stato un
I Il collegio Astori di Mogliano
Veneto oggi (elementari, medie,
5 istituti superiori, associazioni
professionali e culturali).
anno il primo della classe e ne L' in-
consapevole approccio, un lungo sag-
gio critico/biografico in terza perso-
na, datato da lui "Roma, giugno
1965", scrive che "don Giuseppe Gri-
goletto1, che insegnava italiano nelle

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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oscuro. Qualche puntualizzazione.
classi ginnasiali, 1icorda che Berto si
fece molto onore in un componimen-
to che aveva per tema Al mercato:
forse favorito dalla condizione fami-
liare, egli aveva potuto arricchire lo
scritto di osservazioni dirette e sce-
nette colte dal vivo". La famiglia ge-
stiva sotto i po1tici del centro un ne-
gozio di cappelleria, intitolato alla
madre Norina Peschiutta, diretto dal
padre, già maresciallo dei carabinie1i.
Dai registri scolastici risulta che fu
sempre promosso con ottimi voti e da
testimoni diretti, come le sorelle e
compagni di classe, era stimato stu-
dioso, sensibile e ubbidiente.
DANIELE FUGGE
DAL COLLEGIO
La figura di Daniele, protagonista
del primo grande successo di Berto,
Il cielo è rosso (1947), è costruita su
notevoli riferimenti autobiografici.
Il ragazzo studia nel collegio dei
preti e si trova bene, anche se soffre
per la mancanza dei genitori. Il
7/4/1944 Treviso subisce un gra-
ve bombardamento aereo. Daniele
viene subito accompagnato da un
prete a vedere la sua casa distrutta e
cercare i genitori. Le parole del sa-
lesiano sono segnate da un'esem-
plare prudenza e attenzione, fino a
una esplicita proposta di fede e di
aiuto. "Vorrei che tu capissi che in
questo momento siamo vicini al tuo
dolore, che sentiamo la tua perdita
come la senti tu stesso ... Con il no-
stro affetto noi cercheremo di sosti-
tuire l'affetto dei tuoi genitori ... è
necessario accettare con animo se-
reno tutto quello che viene da
Dio... Figliolo - disse - io ti esorto
a raccoglierti in una speranza ben
più alta ... ". In seguito Daniele non
resiste alla vita di collegio e fugge
per unirsi ad alcuni ragazzi che cer-
cano di sopravvivere nella città af-
famata. Anche se gli altri si danno
alla malavita, lui tiene un comporta-
mento sensibile e onesto. Nella
parte finale della drammatica vicen-
da, rimasto solo, decide di fuggire
in treno, dove matura l'idea del sui-
cidio. Da disperato che era, acquista
calma e serenità. La sua morte è
nainta alla fine del romanzo come
un ' offerta sacrificale per il bene del
I Giuseppe Berto a sinistra riceve
le congratulazioni dell'editore
Rizzoli per il premio Campiello
1964.
mondo. Getta dal treno i vestiti per
donarli a qualcuno. "Ecco che senti-
va un grande freddo, perché si era
fatto nudo per amore degli altri uo-
mini. Come Gesù e anche altri santi,
adesso non ricordava bene chi". Si
manifesta qui, come in ogni opera
di Berto, il problema del male che
non può avere soluzione umana, e
sul quale lui ha sempre cercato una
risposta2.
Ne L' inconsapevole approccio ri-
porta la finale della I edizione Lon-
ganesi e commenta: "L'allegoria è
fin troppo chiara, e tuttavia il perso-
naggio avrebbe dovuto dire anche:
perché mi hai abbandonato? Avreb-
be dovuto dirlo senza timore, per-
ché in fondo anche la fine di Gesù
ha dei terrificanti aspetti volontari".
I SALESIANI,
MAESTRI DELLA
SUA FORMAZIONE
L' inconsapevole approccio e 111-
trodotto da una citazione di Palazze-
schi sulla necessità di uno scrittore
di essere sincero, "anche se si è ri-
creduto e corretto su certi punti".
Circa il collegio salesiano, dice in
terza persona che "vi fu collocato a
otto anni e vi rimase per sette. Era
un collegio rispettabile ed economi-
co, dove si entrava ai primi di otto-
bre e si usciva ai primi di luglio del-
l'anno successivo: gli avvenimenti
memorabili erano la Messa di mez-
zanotte a Natale e gli esercizi spiri-
tuali a Pasqua. Vi si pativa molto
freddo e si studiava con accanimen-
to". Dopo esprime una osservazione
sulle proprie radici letterarie, su cui
ancor oggi si ripete che furono ame-
ricane, per i romanzi letti nel campo
di prigionia nel Texas, oppure di
altra matrice. Qui, dopo aver parlato
dei suoi temi ginnasiali lodati dal
professore: "Pare, insomma, che il
Neorealismo del Nostro, scoppiato
poi vivacemente intorno al 1947,
abbia radici lontanissime, e più pa-
dane che americane. Volendo co-
munque, com'è di rigore dargli fin
da principio delle pai·entele lettera-
rie, è giocoforza pensare a Ferdi-
nando Paolieri3 e a don Ruffillo
Uguccioni, direttore del collegio e
autore di edificanti bozzetti dram-
matici"4.
(continua)
1 Nell'anno scolastico 1927/28 insegna Reli-
gione e Lettere in ID ginnasiale, la classe di
Be1to.
2 Da notare il peso di queste espressioni con-
clusive del romanzo , dove Daniele/Berto si
identifica con Gesù e i santi . Nella edizione
Longanesi del 1947 l'espressione diceva:
"come gli avevano insegna/o , adesso non ri-
cordava bene chi". L 'autore nella edizione
Rizzo li del 1969 ha sentito il bisogno di espli-
citare, mettendo il nome di GesL1, in quegli
anni in cui la sua opera era emarginata dalla
cultura dominante, perché esplicitamente reli-
giosa.
3 " Novelle toscane" di Ferdinando Paolieri è
conservata nella Biblioteca Astori di Moglia-
no, come documento del.la didattica del perio-
do tra le due guene, con 125 titoli di avventu-
ra, storia, agiografia e i classici italiani e stra-
nieri dell a letteratura per giovan i.
4 D. Rufillo Uguccioni (1 89 1-1966), diretto-
re a Mogliano dal 1926 al '29, è noto per nu-
merosi testi teatrali, di operette musicali e
naiTativa, poi editi dalla SEI. Nella cronaca
del collegio sono registrati alc uni di questi
spettacoli , a cui assistette il giovane Berto,
come il 25.3.1923 Crux Fidelis, bozzetto
sulla Pass ione; in data 1.4.1923 L'Agape, su
San Tarcisio; il 22.11.1927 Fanrin di Fior,
ecc. Nella Biblioteca Astori si conservano
677 testi teatrali , segno dell ' importanza che
l'educazione salesiana assegnava al teatro. Lo
stesso Berto è autore di testi teatrali , d ' impe-
gno drammatico e religioso, come L'uomo e
la sua morte (1964), premio della Pro Civitate
Chri stiana sul tema: "La presenza di Cristo
ne lla cultura del '900", Anonimo veneziano
( 197 J); La Passione secondo noi stessi
(1972).
BS OTTOBRE 2002

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lasc io alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l' immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni , con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. li testamento deve essere seri/lo per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Vi a della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678- Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Te!. 011.5224247-8 - Fax 011.5224251
C.C.P. 28904100
OTTOBRE 2002 BS
, , . . J I NOSTRI MORTI
GABBARINI sig. Giulio, exallievo,
t Genzano, il 25/11 /1999, a 80 anni
Era pronto Giulio, e lo diceva spesso , da
quando s'era accorto che la malattia pro-
cedeva inesor~bile verso la sua tragica
conclusione. E rimasto ad attenderla ,
sorella morte, con l'accettazione totale del
progetto divino sulla sua persona, attento a
non porre ostacoli a quel la che era la
volontà di Dio . Una grande fede e una
profonda devozione a Don Bosco l'hanno
sempre accompagnato. Per circa 40 anni è
stato membro del Consiglio dell'Unione
exallievi , ricoprendo incarichi delicati.
Come tesoriere è stato di una onestà cri-
stai Iina e di una diligenza scrupo losa .
Conosceva tutti , di tutti si interessava , a
tutto provvedeva . La sua scomparsa ha
lasciato in tutti un grande vuoto, ma il suo
esempio continua a illuminare le scelte
dell'Associazione exallievi a tre anni dalla
morte.
CHIAVARELLI sac. Giuseppe,
salesiano,
t Taranto, il 30/12/2001 , a 91 anni
Con lui scompare un sacerdote salesiano
luminoso, solare, ricco di umanità, di espe-
rienza e saggezza unite a una intelligenza
lungimirante , attenta a inserire il carisma di
Don Bosco nella modernità. Vario e fecon-
do il suo apostolato salesiano che propagò
con zelo e convinzione sia dalla cattedra di
insegnamento che dal pulpito , ma anche
attraverso una vita integerrima, un impe-
gno pastorale costante e fecondo, un'ob-
bedienza pronta e una grande capacità
d'accoglienza. Fu catechista, direttore, par-
roco da tutti stimato e ricercato per colloqui
e consigli di direzione spirituale. Visse gli
ultimi anni della sua vita nella sofferenza
che accettò serenamente e sopportò con
fortezza cristiana.
to , tanto da essere chiamato a dirigere
bande musicali in varie città d'Italia. Ma la
sua più grande soddisfazione è sempre
stata quella di suonare l'organo nella basi-
lica di Maria Ausiliatrice. Della Madonna di
Don Bosco fu devoto fervente fino alla fine
della sua laboriosa esistenza. Una vita, la
sua, impostata secondo gli insegnamenti
appresi in co llegio, e portata avanti con
coerenza e senza tentennamenti. I suoi
numerosi allievi lo ricordano anche come
un sicuro maestro di vita, retto e onesto,
severo e amante della giustizia, e a sua
volta amato da coloro con i quali entrava
per motivi diversi in contatto, e che ricono-
scevano la sua carica di umanità e i suoi
valori morali e spirituali. Soleva ripetere
che alla scuola salesiana aveva appreso le
cose più belle per la vita. Insegnante nato,
univa alla spiccata professionalità la pas-
sione per l'educazione e la formazione dei
giovani.
BOSSINI sr. Cornelia,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Quito (Ecuador), il 02/01 /2002, a 89 anni.
Con il consiglio del parroco entrò tra le
Figlie di Maria Ausiliatrice anche senza il
consenso del padre. Per realizzare il suo
sogno missionario dovette aspettare la
maggiore età . Finalmente nel 1934 partì
per l' Ecuador. Le diverse comunità di
Cuenca, Riobamba, Guayaquil, Quito,
Guaranda e Manta sono testimoni del suo
entusiasmo nel servizio di animazione che
svolse per trent'anni. Fu anche economa e
catechista in particolare nelle scuole pub-
bliche. Negli ultimi mesi , dopo una caduta,
mantenne un atteggiamento sereno e
intensificò il desiderio di andare in cielo.
SCRIBONI sr. Maria,
Figlia di Maria Ausiliatrice
t Roma, il 04/01 /2002, a 91 anni
DE BONIS sac. Salvatore, salesiano,
t Roma, il 03/01 /2002, a 83 anni
"La salesianità ha segnato la sua vita". La
frase , pronunciata con convinzione dal
celebrante durante la cerimonia funebre ,
riassume l'instancabi le vita apostolica di
don Salvatore, che si è svolta tutta all'inse-
gna di ur:ia serena e convinta fedeltà a Don
Bosco. E stato anche un valente uomo di
governo che ha retto e guidato opere e
ispettorie in Spagna , in Paraguay , in
Brasile, in Italia, in Vaticano. Nel governo
ha espresso il meglio di sé come organiz-
zatore vigoroso e guida spirituale sicura.
Universalmente apprezzato, è stato sem-
pre attorniato dal rispetto sincero di amici e
confratelli. Provato nella salute, ha conti-
nuato il suo apostolato nonostante gli
acciacchi , con umiltà e dedizione al dove-
re. Durante l'ultima malattia in tanti gli si
sono stretti attorno con premurosa atten -
zione testimoniandogli affetto sincero e
stima incondizionata.
Il papà, di cui serbava un ricordo eccezio-
nale, lavorava in ferrovia e la mamma era
casellante ferroviaria. Entrambi la sosten-
nero nella sua scelta e il padre, accompa-
gnandola nell'entrata nell'istituto, le disse:
"Figlia mia , preghiere e sacrifici, tutto è
poco per Colui che ha dato tutto Se stes-
so". Dopo la professione nel 1939, rimase
in noviziato come guardarobiera, ufficio
che svolgerà tutta la vita in varie case
dell'lspettoria, lasciando un ottimo ricordo
in tutte. Dal 1967 al 1991 prestò il suo ser-
vizio presso i Salesiani di S. Callisto e di S.
Tarcisio. Era una donna di grande fede e
di profonda preghiera.
Venuta la ser,a d_i .
uel giorno Gesu disse . •~==,.....,,,,.,_,
q " Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)
CASTELLI Giovanni, exallievo,
t Cologna Veneta (VR), 1'08/01 /2002 ,
a 87 anni
Aveva 11 anni quando andò in collegio dai
salesiani a Torino, dove si perfezionò nel
settore meccanico e soprattutto studiò
musica fino a diventare maestro apprezza-

5.3 Page 43

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=--- - - -- ~ i
~
t!
I
fff!JES!E
però la Giornata delle Nazioni
Unite, il 24 ottobre. Il giorno corri-
sponde a quello del 1945, quando
è entrato in vigore lo Statuto del-
l'Onu , approvato dai rappresen-
tanti di 50 Paesi, riuniti a San
Francisco, in California, dal 25
aprile al 26 giugno '45.
LUNARIO & ALTRO
• Il Sole : il 1° sorge alle 6.06 e
tramonta alle 17.49; il 15, alle
6.21 e alle 17.26. Luna nuova il 6;
piena il 21. Si conclude l'attività
vegetativa di molti fiori ed è bene
riportare in casa le piante messe
all'aperto in primavera.
Verdura del mese: barbabietole,
broccoli , carote , carciofi, cavolfiori ,
cavoli , cipolle , coste, fagioli , finoc-
chi, lattuga, melanzane, pepero-
ni, rape, ravanelli, sedano, spinaci ,
zucche. Con le prime piogge, fun-
ghi e tartufi.
Frutta: ananas, banane, castagne,
limoni, mandorle, melograni, mele,
nespole, nocciole, noci, pere, uva.
IL FIORE
Termina la fioritura del ciclamino
spontaneo nelle specie euro-
paeum, nord Italia, e neapolita-
num nelle Regioni a sud di Liguria
ed Emilia. Tra le bulbose autun-
nali , le begonie e le amaryllis,
erbacee perenni con foglie a
nastro, fiori bianchi o rosei riuniti
in ombrella. La Came/lia japoni-
ca (rosa del Giappone) , a fioritura
primaverile, registra forti differen-
ze nella dimensione dei fiori, nella
forma e colore delle foglie.
LA GIORNATA
Il 7 ottobre è la Giornata inter-
nazionale dell'habitat: nel 1985,
l'assemblea generale dell'ONU ne
ha fissato la data il primo lunedì
di ottobre. Più importante e nota è
IERI ACCADDE
1° ottobre 1936: a Bilbao Franci-
sco Franco proclama il nuovo Stato.
1° ottobre 1949: Mao Tse-Tung
proclama la Repubblica popolare
cinese.
2 ottobre 1929: il regno dei ser-
bi-croati-sloveni assume il nome
di Jugoslavia.
3 ottobre 1839: inaugurata la
prima linea ferroviaria italiana, la
Napoli-Portici.
3 ottobre 1935: l'Italia invade
l' Etiopia .
3 ottobre 1990: riunificazione
delle due "Germanie".
4 ottobre 1957: lanciato il primo
satellite artificiale, il russo Sputnik I.
7 ottobre 1571: battaglia di Le-
panto tra le flotte cristiana e turca.
9 ottobre 1958: muore papa Pio
Xli.
9/1 O ottobre 1963: Disastro del
Vajont: 1400 morti a Longarone.
1O ottobre 1935: in Grecia, un
colpo di Stato restaura la monar-
chia.
14 ottobre 1964: il Comitato
centrale del Pcus destituisce Kru-
sciov .
16 ottobre 1978: eletto Giovanni
Paolo Il primo pontefice non italia-
no dal 1522.
20 ottobre 1945: a Norimberga,
si apre il processo contro i crimi-
nali nazisti.
20 ottobre 1970: annuncio della
nascita delle Brigate Rosse.
24 ottobre 1951: a New York ,
emessi i primi francobolli dell'Onu.
25 ottobre 1929: crolla la Borsa
di New York.
28 ottobre 1922: "marcia su Ro-
ma", Mussolini forma il Governo.
28 ottobre 1958: diventa papa
Giovanni XXIII , Angelo Giuseppe
Roncalli.
LA LENTE
Il Vaticano propone la serie di
monete in euro , millesimo 2002,
nella versione Proof in astuccio,
insieme a una splendida medaglia
d'argento (prezzo: 75 euro) . L'Or-
dine di Malta dedica un allegro
dentellato a "Un dolce sorriso",
service a favore dei bambini lun-
godegenti negli ospedali. Per l'An-
no internazionale delle Montagne,
l'Onu ha emesso 12 francobolli
che raffigurano le maggiori cime
del mondo. Insolita e vivace la
serie della Svezia dedicata a sei
famosi chef del Paese . Per gli
appassionati di birdwatching fila-
telico, ecco le serie sugli uccelli
della Namibia e su uova e pulcini
delle isole Faer 0er.
LE MOSTRE
A Faenza , al Museo internaziona-
le delle Ceramiche, sino al 27,
Carlo Zauli: l'Alchimia delle Terre,
dedicato a uno "tra i pochi cera-
misti italiani che sono compiuta-
mente scultori". A Rimini , a Ca-
stel Sismondo, sino al 29 dicem-
bre , Il Trecento Adriatico. Paolo
Veneziano e la pittura tra Oriente
ed Occidente: in gran parte dipinti
su tavola. A Roma , al Museo del
Corso , sino al 3 novembre, Max
Emst e i suoi amici surrealisti:
centodieci opere per la prima vol-
ta a Roma.
BS OTTOBRE 2002

5.4 Page 44

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IL RE DEVLILfS"'i;,;.o"A"'~;~G.GI"o diGioncot\\ot,Ao!'llen
Reportage su una realtà unica, significativa
. don Silvano
DoP o
la
visui.tasu1i-an.tienrdviicsataz.iaone
·
ci
siamo
Lyng~oh, ssmit \\Ti\\\\age.
recati allo
I Lo Smit Village, a una quindicina di chilometri
da Shillong, è un caso peculiare: la popolazione, tutta
rigorosamente khasi, ha scelto di vivere secondo
le antichissime usanze della tribù, per perpetuarne storia
e cultura. Allo Smit Vil/age vive anche il re dei Khasi.
I Eccolo il Syiem, un uomo simpatico e accogliente che è
anche il " medico condotto" della zona. Veste
all'occidentale, quando va in giro a visitare i malati.
Ci ha accolto con la cortesia di un gentleman offrendoci
il tè e conversando amabilmente con noi.
La popolazione forma una comunità molto unita,
una grande famiglia di tipo patriarcale e discendenza
matrilineare, in cui nessuno si sogna di derogare alle
regole, di invocare e difendere la sua privacy: essere
con e per gli altri è l'unica regola.
Il villaggio è governato a livello politico e amministrativo
da un "chief" che per i Kashi è in realtà un "King",
anzi un Syiem: il re del villaggio. Come tale infatti
è rispettato, trattato e ubbidito. Egli è l'unica autorità
riconosciuta da tutti.
OTTOBRE 2002 BS
I Era un gran giorno quello in cui siamo capitati
nel villaggio: praticamente tutta la popolazione si era
riversata nella piazza erbosa antistante la reggia:
la grande capanna che per i Khasi rappresenta il potere
costituito ma anche la protezione celeste sulla comunità.

5.5 Page 45

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a livello di cultura e di storia ...
I Ogni anno, in data stabilita, si smantella il vecchio tetto
coperto con le lunghe foglie della preziosa " elephant
grass", e la si sostituisce con quella tagliata di fresco:
simbolo di continuità nel rinnovamento, e rinnovamento
nella continuità.
ILa popolazione è tutta , arrampicata un po' dovunque:
mancare a questa cerimonia è come abbandonare
la famiglia. Ad ppera finita si fa festa grande: suoni,
canti, danze... E la festa della rinascita, come in ogni
stagione rinascono i fiori, rinverdiscono gli alberi,
si rinnova la vita...
ITutti gli uomini validi vi si dedicano quasi con devozione.
L'organizzazione è perfetta: ciascun membro
del villaggio ha il suo compito: chi lavora, chi assiste,
chi smista l'erba, chi fa il passamano, chi la pone in loco,
chi controlla che tutto proceda secondo logica
e tradizione...
I Anche i bambini hanno un ruolo. E ci tengono.
Si muovono seri e compresi, con le loro " carriole" -
formate da due stanghe e una stuoia di iuta - che
riempiono di erba o fieno o materiale che serve ai
" genieri" per rinnovare la dimora regale.
9
L'ora del pranzo è una formidabile occasione per
socializzare. Seduti a gruppetti nel prato occupano quasi
per Intero la grande area, e consumano l'unico piatto
di riso, tocchi di carne e intingoli vari per lo più piccanti,
ISono circa 400 i villaggi khasi del Meghalaya, ma solo
allo Smit Village si vive oggi come si viveva un tempo,
per una precisa scelta culturale, come ci ha specificato
il Syfem: per non perdere un patrimonio
di comportamenti che hanno formato il popolo
che servono a dare sapore e gusto al cibo.
dalla notte dei tempi.
BS OTTOBRE 2 002

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
MATTEO, "DONO
DEL SIGNORE"
Sono sposata da quasi sei anni ,
e con mio marito eravamo des,-
de rosi di avere un figlio. Ma
questo non arrivava. Incomin-
ciarono allora le v1s1te speciali-
stiche, gli esami, le medicine ,
senza ottenere nulla. Per ultimo,
uno specialista molto noto, sen-
tenziò che molto difficilmente
saremmo riusciti ad avere un
figlio , perché in me non tutto
funzionava a dovere. A questo
punto, io caddi nello sconforto.
Fu in quel momento che mia
sorella mi regalò l'abitino di san
Domenico Savio e il libretto
con le sue preghiere. Da allora
tutti i giorni mi rivolsi al santo
con la preghiera delle mamme,
supplicandolo di far diventare
mamma anche me. Dopo alcuni
mesi ecco il responso tanto
atteso: aspettavo un figlio. Fu. !I
periodo più bello ma anche p1u
difficile, perché ho dovuto tra-
scorrere sette mesi a letto. Ma
con l'aiuto del Signore e di san
Domenico Savio a giugno nac-
que un meraviglioso bambino,
fonte di tanta gioia nella nostra
famiglia. L'abbiamo chiamato
Matteo proprio perché per noi è
stato "un dono del Signore" . Ora
san Domenico Savio vegli sulla
culla di Matteo che ormai ha più
di un anno. Noi lo ringraziamo
tutti i giorni per questo meravi-
glioso dono.
A. C., Torino
È NATO GIOVANNI
All 'inizio della gravidanza ho
avuto tanta paura. Le mie ansie
per la mia non più giovane età
erano attenuate dalla certezza
che i santi salesiani , in partico-
lare Don Bosco, Domenico
Savio e Mamma Margherita ,
avrebbero protetto il mio bimbo
e l'avrebbero fatto nascere
sano. Sono stata esaudita con
la nascita di un bellissimo bam-
bino che ho chiamato Giovanni ,
come Don Bosco. Adempio la
promessa, pubblicando questa
grazia. Ringrazio i santi e affido
alla loro protezion e gli altri due
figli.
Maria Antonella Barone,
Vibo Valentia (CZ)
TANGIBILE
PROTEZIONE
Intendo ringraziare pubblicamen-
te Maria Ausiliatrice e Don
Bosco per due grazie ricevute.
Mio padre quasi novante~ne con
seri disturbi alle ossa, e uscito
OTTOBRE 2002 BS
illeso da una spaventosa caduta.
Alcuni giorni dopo io ho avuto
una emorragia seguita da fasti-
diosi disturbi che mi hanno fatto
temere il peggio. Le analisi, l'e-
cotomia e le visite hanno però
dato risultati soddisfacenti. In
breve tempo, senza alcuna cura,
ho ricuperato la salute. Sono
state due circostanze rawicinate
anche nel tempo, in cui ho espe-
rimentato tangibilmente la prote-
zione di Maria Ausiliatrice e di
Don Bosco di cui siamo tanto
devoti in famiglia.
L. C., Nizza Monferrato
UNA DOLOROSA
ESPERIENZA
Dopo lunghe e angosciose inda-
gini mi fu diagnosticata una neo-
plasia all'uretere destro, con pro-
babili metastasi. Sembrava quin-
di indispensabile anche l'asporta-
zione completa del rene. Durante
l'operazione si è invece appurato
che la lesione era molto circo-
scritta, e si è quindi proceduto
alla sola resezione dell 'uretere.
Anche il successivo esame isto-
logico ha confermato che la neo-
plasia era limitata alla parte
asportata. Desidero pertanto ren-
de re pubblico il mio ringrazia-
mento a Maria Ausiliatrice e a
Don Bosco per aver accolto le
mie preghiere, assistendomi in
questa dolorosa esperienza.
Franco Marcucci,
Molazzana (LU)
TEMETTI,
LA CECITA
COMPLETA
A causa di un grave glaucoma ho
subito quattro interventi all'occhio
destro; purtroppo a nulla sono
serviti, per cui ho perso l'uso d~l-
l'occhio. Ora era in causa l'occhio
sinistro. Il mio timore era quello di
diventare non vedente. Dopo un
consulto con il primario dell'ospe-
dale di Genova, questi mi consi-
gliò di trovare un donatore com-
patibile per effettuare un tra~1an-
to di cornea. Sarebbe stata I un1-
ca alternativa per evitare la cecità
totale. A questo punto, trovata la
persona donatrice di una cornea
(una giovane di 23 anni deceduta
a causa di un grave incidente
automobilistico) , è scattato il rico-
vero in ospedale per l'operazione
di trapianto. Alcuni giorni dopo
l'intervento, sono inimmag1nab1l1 11
mio stupore e la mia commo-
zione quando, dopo che l'infer-
miera ebbe tolti i bendaggi, inco-
minciai a vedere e a cogliere le
espressioni rassicuranti dei_ dotto-
ri. L'intervento era qu1nd1 riuscito
magnificamente, e alcuni giorni
dopo fui dimessa. _Ricord_o .o_ra
che in quei momenti d1ff1c1h, 1n1n-
terrotte furono le mie preghiere a
san Giovanni Bosco e a Maria
Ausiliatrice, perché non perdes-
si la vista. Appena tornata a casa
ho sentito subito il bisogno di rin-
graziarli pubblicamente.
Milanese Cornelia Gaio,
Mirabella Monferrato (AL)
UN PERICOLOSO
FIBROMA
Ricevetti da mia sorella l'abiti-
no di Domenico Savio all'inizio
della mia gravidanza e ho quoti-
dianamente recitato la preghiera
della mamma in attesa . Nelle
prime settimane il rischio di
aborto fu molto alto a causa di
un fibroma uterino di dimensioni
"pericolose". Ma tale pericolo fu
superato, e per tutta la gravidan-
za si scongiurarono sia la scarsa
crescita del feto, sia il parto pre-
maturo. Il 1O agosto è nato Gio-
vanni , un bellissimo bimbo di
quasi quattro chilogrammi. Gra-
zie a Domenico Savio.
Marina Mora, Parma
MAMMA E
BAMBINO SALVI
Una signora già nonna di due
bambini era preoccupata per la
sua giovane nuora che aspetta-
va il suo primo bambino . Da
un'ecografia risultava che il pic-
cino aveva sul collo un rigonfia-
mento che i medici non riusciva-
no a diagnosticare. La mamma
si sottopose a una serie di esa-
mi , dopo i quali venne deciso di
anticipare la nascita del piccolo,
mediante taglio cesareo . C'era
pericolo di morte sia per il bam-
bino che per la mamma , 1n
quanto avrebbero dovuto opera-
re il piccolo quando ancora era
attaccato al cordone ombelicale .
Saputa questa sconcert_ante
notizia , regalai alla partoriente
l'abitino di Domenico Savio ,
certa che il piccolo santo avreb-
be interceduto per noi . La
mamma lo mise fiduciosa al
collo. Il giorno dell'operazione ,
Ven. Vincenzo Cimatti.
IN COMA PER
CINQUE MESI
Nel dicembre 2000 con la
mia moto ebbi un terribile
incidente , per cui rimasi in
coma per cinque mesi . I
medici non davano molte
speranze e i miei familiari
erano disperati. Trasferito da
un ospedale all'altro, non riu-
scivano a tirarmi fuori dal
coma. La preghiera era l'uni-
ca speranza. Un amico pro-
pose ai miei familiari di invo-
care con fede il venerabile
Vincenzo Cimatti, al quale
egli si era rivolto per un
tumore ora in via di guari-
gione. 'oa quasi due mesi ,
grazie a Dio , mi sono sve-
gliato dal coma e le _m,_e con-
dizioni di salute m1gl1orano
sempre più . Credo che tutto
ciò si debba all'intercessione
di don Cimatti, al quale
esprimo il mio profondo rin-
graziamento.
Umberto Zangrillo, Formia
si sentiva molto più tranquilla,
nonostante si trattasse di un
intervento eseguito per la prima
volta in Italia. L'operazione ebbe
buon esito : mamma e bambino
salvi. A distanza di qualche me-
se il bambino sta crescendo
bene. Sia i genitori che i nonni
intendono recarsi a Torino per
ringraziare san Domenico Savio.
Lucaccioni Lina,
Cinisello Balsamo (Ml)
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firmate e senza recapito. Su
n.eh_i-esta si potrà omettere
l'indicazione del nome .

5.7 Page 47

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FOCUS
IDon CARLOS B0S10
attuale ispettore di Rosario
Argentina, è il salesiano
guarito da un male incurabile
per intercessione del coadiutore
Artemide Zatti.
Padre Bosio, dunque lei è vivo "per miracolo!"?
Tutta la vita è un miracolo. La questione è che non ci pensiamo, non
ci riflettiamo abbastanza, e perciò non ci rendiamo conto che cosa si-
gnifichi essere vivi. Il mio è, tutto sommato, un caso semplice: secondo
i medici dovevo essere morto. E invece sono vivo, come lei ben vede!
Messa così è davvero semplice. Ma com'è successo?
Nel marzo del 1980, a 24 anni, iniziavo la teologia. Durante una gita
a Fortfn Mercedes mi sentii male. Appendicite, sentenziarono. Mi ope-
rarono, ma, ahimé, la ferita andò in cancrena. Rioperato, seguì un'in-
fezione polmonare. Dopo un'altra operazione venne la setticemia. Ero
senza difese immunitarie, il che in sintesi voleva dire condannato a
morire. E se l'aspettavano da un momento all'altro il decesso. Ma la
mattina del 17 aprile di colpo sparì tutto...
La scienza che disse di questo evento?
Che non c'era spiegazione scientifica.
Ma lei era davvero molto grave?
Altro che! Come le ho detto aspettavano la morte da un momento al-
l'altro. La notte del 17 aprile, infatti, entrai in coma... alla mattina non
ci sarei dovuto anivare, invece la mattina era sparito tutto, tant'è che
chiesi da mangiare. Il dottor Zabalza mi chiamò da allora "il morto
che parla"!
E tutto è avi,•enuto per i11tercessio11e di Zatti, secondo lei?
Mi avevano affidato a lui quando s'accorsero che non c'era altro da
fare. A Bahia Bianca, presso la comunità dei teologi, il direttore don
Rebok e l'assistente don Barasich mi affidarono a Zatti. Hanno fatto
tre novene di seguito... Come può constatare la cosa è andata!
•E ora?
Ora eccomi qua, sano e contento!
PARVEENA
È una giovane mamma, Par-
veena. Vive col duro lavoro
delle sue mani per sfamare i
suoi figli. Un giorno la polizia
è arrivata d 'improvviso nella
sua casa e le ha portato via
Javeh, 16 anni appena compiu-
ti. Da allora, cioè da ben 12
anni , lei si è trasformata in de-
tective per scoprire le tracce di
suo figlio . Ospedali, carceri,
tribunali, comandi di polizia,...
una processione interminabile
per una ricerca impossibile. I
missing - gli scomparsi - sono
migliaia nella sua terra, il Ka-
shmir: cinque/sei/settemila?
Nessuno lo sa. E dove sono?
Nessuno lo sa. Perché sono
stati arrestati? Nessuno lo sa.
Perché sono scomparsi? Nes-
suno lo sa... Sono troppi gli in-
terrogativi e Parveena li vuole
sciogliere. Ora la mite donna
di casa è diventata un capo: ha
fondato una associazione di
genitori dei giovani scomparsi,
la APDP, e promette di non
demordere finché non avrà
scoperto la verità. Un esempio
di donna coraggio.
BS OTTOBRE 2002

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M. P.
NEL PROSSIMO NUMERO
DIBATTITI
di Severino Cagnin
Giuseppe Berto e la fede
ANNIVERSARI
di Giancarlo Manieri
I
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"Marietta delle paludi"
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Calendario
2003
Le quest~om
pendenti
I/lustrazioni del pittore
Umberto Gamba
CHIESA
di Silvano Stracca
Dodici blocchi di sale ...