Bollettino_Salesiano_200112

Bollettino_Salesiano_200112

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1.2 Page 2

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TERZO MILLENNIO
di Juan E. Vecchi
E TION
\\\\ Rettor Mg~~~~o~: red_aiione
\\ìa conse e riMssion1
Q91u.,aesnte6l srnuar20 scorso .
,
ENTI
UNA NUOVA FORMA
D'AMORE
I progressi della medicina moderna. Il trapianto di organi
può configurarsi come una nuova forma di amore,
benché esistano casi di delinquenza globale al riguardo.
Cristo il primo donatore!
Uno dei
traguar-
di più
stupefacenti
della medi-
cina di que -
sto..•·secolo è
quello dei
trapianti.
Oggi mi-
gliaia di persone vivono
con organi ricevuti da altri perché i
loro , malati, non rispondevano più
alle funzioni vitali cui E:Jrano prepo-
sti. E non solo questo ; infatti, men-
tre all 'inizio si dovevano affrontare
viaggi impossibili per raggiungere i
centri in grado di mettere in atto tali
operazioni , oggi si sono moltiplicati
i paesi in cui cliniche e ospedali
hanno l'attrezzatura e l'équipe me-
dica necessarie per portare a termi-
ne felicemente tali interventi , chirur-
gicamente complessi ma ormai
quasi di routine . Se l'Europa del
1996 poteva vantare 3249 trapianti
di cuore , 726 di polmoni , 16.453 di
rene , 4454 di fegato , oggi si calcola
che ci siano diecimila pazienti in at-
tesa di poter disporre di un organo
da trapiantare.
Ma non scrivo per parlare di
medicina. Voglio invece sottolinea-
re con forza la nuova opportun ità
che questa realtà dei trapianti offre
all'amore cristiano. C'è già una
letteratura al riguardo . Si possono
già portare esempi ero ici , come
quello di un giovane che dona uno
dei suoi reni per mantenere in vita
suo fratello i cu i reni erano irri-
mediabilmente perduti. Abbiamo un
esempio diventato celebre: don
Gnocchi che ha lasciato i suoi oc-
chi ai bambin i non vedenti. È an-
che vero che ci sono stati casi di
del inquenza globale: abbiamo letto
DICEMBRE 2001 BS
con orrore del commercio di organi
asportati a bambini del terzo mon-
do, e di prelievi affrettati e omicidi.
C'è in Italia, e in diversi altri
paesi, una coraggiosa proposta di
legge che consiste nel far esprimere
liberamente a ogni cittadino la volon-
tà di donare i propri organi una volta
controllata e accertata la morte .
Sembra farsi strada, insomma, una
cultura della donazione ; così, piutto-
sto che lasciare organi sani ai vermi,
si utilizzano per salvare vite umane.
Purché resti donazione non compra-
vendita.
Tutto risolto? Non proprio . La dona-
zione mentre si è in vita comporta
interrogativi etici legittimi: è neces-
sario considerare non solo la pro -
pria libertà personale di disporre
I La donazione di organi per salvare
vite umane è un atto di carità
sublime .
della propria vita , ma anche i diritti
altrettanto legittimi di moglie , figli ,
destinatari del nostro lavoro, ecc. Il
discorso è dunque aperto e il dibat-
tito non è concluso .
Per quanto riguarda i membri
della Famiglia di Don Bosco, essi
trovano proprio nella denominazio-
ne "salesiana", oltre che nel Van-
gelo , un accenno a questo atto di
carità, di umanesimo e di libertà
mentale capace di dare tutto quello
che può per la vita degli altri: carità
e umanesimo che seguono la legge
del realismo storico piuttosto che
quella delle credenze mitiche non
verificate .
Gesù dà il suo corpo per noi. Nella
vita di san Francesco di Sales si
legge che quando era studente di
diritto a Padova vedeva come gli
studenti di medicina che dovevano
studiare l'anatomia si disputavano i
I
Oggi molti paesi hanno
l'attrezzatura e l'équipe medica
necessarie per fare I trapianti.

1.3 Page 3

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cadaveri. Sovente i parenti insorge-
vano e si negavano. E si dava il
caso di furti di cadaveri.
Colpito da questa situazione, Fran-
cesco, ammalatosi , lasciò nel testa-
mento il suo corpo perché servisse
all 'osservazione e alla preparazione
dei giovani e in ultimo termine per il
progresso della medicina. E un
esempio di carità, di realismo , di
umanesimo.
SA
I
N
T
I San Francesco di Sales, studente
di diritto a Padova, ammalatosi,
lasciò per testamento il suo corpo
per il progresso della medicina.
O La cosa che più mi ha sorpreso
è stato leggere in una lettera di Gio-
vanni Paolo Il del 1995 (Il Vangelo
della vita) queste espressioni : "Al di
là dei fatti clamorosi c'è l'eroismo
quotidiano, fatto di piccoli o grandi
gesti di condivisione che alimentano
una autentica cultura della vita. Tra
questi merita particolare apprezza-
mento la donazione degli organi
compiuta in forme eticamente ac-
cettabili, per offrire una possibilità di
salute e perfino di vita a malati tal-
volta privi di speranza". Risulta chia-
ro che si tr?tta di un atto personale
volontario. E escluso dunque che si
possa includere in un piano di sani-
tà legalmente obbligatorio . D'altra
parte è evidente che non solo non
ha nulla che sia contrario alla co-
scienza cristiana, ma questa la col-
loca tra le manifestazioni di una ma-
tura carità evangelica.
O
Dicembre 2001
Anno CXXV
Numero 11
In copertina:
" Globalizzazione"
un problema per tutti,
anzi il problema
del li i mil lenni o.
Stato e Chiesa dovranno
dare risposte attendibil i.
(Foto: C. Viviani)
Mensil e di informazio ne
e cu ltura rel igiosa edito
da ll a Congregaz ione Salesi ana
di San Gi ovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MAN IERI
- CHIESA
12 La missione Italia
- SISTEMA PREVENTIVO
14 Miracolo dietro le sbarre
- VIAGGI
18 Un nome in pole position
- Soc1ETA
20 Globalizzazione in brache di tela
- 1NSERTO CULTURA
23 Il Museo internazionale di Betlemme
- FMA
28 A scuola di solidarietà
di Na tale Maffioli
di Graziella Curti
RuBRICHE
2 // Rettor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel mondo -
11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 // doctor J. -
30 Libri - 32 On fine - 34 Come Don Bosco - 36 Famiglia Salesiana - 37 Laetare et
benefacere... - 38 Riti di passaggio - 40 Prima pagina 1 - 41 // Mese - 42 I nostri
morti - 43 I nostri santi - 44 Versiglia e Cara vario a fumetti - 46 Prima pagina 2 -
47 In primo piano / Focus
Redazione : Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Levar
Natale Maffi oli - Francesco Motto - Vito Orlando
g~~~~if;~~ ~;' _Eé~~~oDy~ti~c~ : g;~~~~~~~e?audemo
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs · Giuseppe Morante · Vito Orlando
Marianna Pacucci - Roberto Saccarello - Fabio Sandroni
Arnaldo Scaglioni - Serdu · Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco · Cipriano De Marie
Guerrino Pera · Pietro Scalabrino · Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e Impaginazione:
Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma Tal. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione : Giuseppe Cerò (Roma)
Fotocomposizione: EDIBIT - Torino
Stampa : MEDIAGRAF s.p.a. · Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet: www.sdb.org
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.556
e-mail: <biesse@sdb.org>
e <gmanieri@sdb.org>
Fondazione DON BOSCO NEL MONDO
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Filiale Roma 12 • ABI 6070- CAB 03212
Ccp 36885028 - CF 97210180580
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo In 53
edizioni e 24 lingue diverse. Raggiunge 128 Nazioni In cui
operano I salesiani.
~
Associato alla
Unione Stampa
Per iodica Italiana
BS DICEMBRE 2001

1.4 Page 4

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di Carlo Di Cieco
QUELL'UNDICI SETTEMBRE
C'è un fotogramma che fissa, nell'attimo distruttivo, il senso
della svolta epocale segnata dal 2001: è il momento dell'impatto
micidiale di aerei civili sequestrati da terroristi, contro le Torri
gemelle di New York, simbolo del potere finanziario
ed economico dell'Occidente.
L a foto dell'anno appartiene
senza dubbio a quell'11
settembre, spartiacque di un
cambiamento storico e culturale che
neppure l'avvicendarsi del nuovo
millennio era riuscito a determinare
così nettamente . La fine del mito
dell'inviolabilità dell'America,
potenza simbolo del dominio
globalizzato, terra felice e
progredita, immaginata al di là del
bene e del male, sogno delle nuove
generazioni consumiste e libertarie,
ha certamente ingenerato uno
sgomento indicibile anche a livello
di inconscio collettivo . Il Papa ha
bollato quel lutto inquietante come
un "giorno buio nella storia
dell'umanità". E qualche zelante
giornale ha titolato quella crudele
violenza spettacolarizzata come
"attacco all 'America e alla civiltà".
Il bilancio del 2001 , appeso alla
memoria stordita da quella giornata
di sangue e di passioni tragiche ,
suggerisce un ripensamento
educativo. Occorrerà pure
raccontarlo quel giorno ai ragazzi ,
con quanto con esso è finito o
iniziato, ch iedendoci quale umanità
vogliamo che sbocci .
Bisognerà ragionare - senza veli
ideologici di natura alcuna - tra
giovani e adulti della nuova fase
storica. Dire che noi occidentali, per
lo più identificati con l'America e i
suoi valori , ci siamo risvegliati -
seppure nel modo peggiore e più
brusco - a un modo altro di poter
intendere la vita e la storia.
Eravamo assuefatti a considerare
il mondo con le sole lenti
dell'Occidente , quasi fosse il
parametro supremo del bello e del
buono . Respirando un sentimento
inconscio ma ormai connaturato , di
appartenere a una civiltà superiore
e messianica. Tanto che i giornali e
i politici dei nostri paesi , ignorando
la multiculturalità oggettiva, hanno
denunciato un attacco "alla civiltà e
DICEMBRE 2001 BS
all 'umanità", rispondendo con il
proposito di guerra per sconfiggere
il male.
O Il crollo delle Torri gemelle e lo
squarcio nel Pentagono hanno
portato via con sé una quantità di
incrostazioni del nostro orizzonte
educativo , prigioniero entro i
bastioni dell 'Occidente che
delimitano la tavola del ricco
Epulone.
A noi stessi , prima che ai nostri figli
e ai nostri alunni , dovremo pur dare
una spiegazione èonvincente sul
perché, relegandola tra le nuvole,
abbiamo reso così attuale questa
severa parabola del Vangelo. E
perché il nostro modello di vita può
aver suscitato tal')to odio e tanta
sanguinosa competizione .
Genitori e scuole cattoliche , in
specie dopo le parole e i gesti
giubilari del Papa, sono convocati a
considerare quanta cultura della
diseguaglianza e dell 'ingiustizia sia
stata inconsapevolmente trasmessa
e tollerata. Un pessimo servizio sia
alla credibilità del Vangelo di Gesù ,
che dovrebbe restare la loro Regola
ultima di riferimento , sia ai giovani
che si aspettano alti ideali di vita
capaci di dialogo con altre identità
e differenze religiose e culturali.
O Come non mai è urgen
reciproco ascolto tra generazi oni.
I giovani da un lato e dall'altro
maestri e genitori che, nonostante
i cocci dell'intricata storia presente,
hanno operato con buona
coscienza. E pensavano di aver
costruito il migliore dei mondi
possibili. Ma dove le ragioni del
dollaro infine hanno prevalso sul
resto . Per tutti i popoli, ora-a carte
scoperte, non sarà agevole
costruire un mondo nuovo... - -...
L'educazione è sfidata a farlo
libertà critica,.pungol
ed economia.

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r.,APA BORGIA. Caro
I.a direttore, desidero citare
il CORSO DI STORIA di De
Bernardi/Guarracino, Monda-
tori '9 1: "I papi della seconda
metà del '400 saranno a volte
degli uomjni di cultura, di
grande valore, a volte dei po-
litici abili, ma lungo questa
strada compariranno anche
degli autentici criminali, come
Alessandro VI. La Chiesa uni-
versale era veramente finita".
[... ] Ella che ne djce? [... ]
politiche che teologiche, e la
condanna al rogo fu pilotata
dal'ostilità dei suoi confratelli
religiosi e dalla rivalità di altri
ordini. "Non gli si può comun-
que muovere alcun rimprovero
per quanto riguarda le que-
stioni puramente ecclesiastiche
(H . Jedin, Storia della Chie-
sa, Jaca Book): splendide ceri-
monie liturgiche, grandi feste
religiose per il Giubileo del
1500 (a lui si deve la prima
apertura della Porta Santa),
insediamento di una commis-
Dio guerriero o guerresco è
del tutto estranea alla religio-
ne di Gesù che ha sempre pre-
dicato un "Padre" che salva
e propone di perdonare non
sette ma "settanta volte sette".
Terzo che ciò che lei ha vir-
golettato è una infelicissima
traduzione del!' espressione
ebraica che suona ben diver-
samente: "Dio delle schiere
angeliche", il che non vuole
certo dire quello che lei ha
scritto. Da ultimo l'ineffabile
professore citato forse ha di-
Vista", già nel ' 92 digitando
"globalizzazione" riportava
più di tremila risposte, e un
anno dopo di risposte ne for-
niva più di 90 mila! Datti una
regolata su che cosa mi hai
chiesto! Quanto alle distin-
zioni di cui parli: globalizza-
zione è il processo di inter-
connessione che si sta verifi-
cando un po' in tutti i settori
del vivere e dell'operare, ed è
in continua trasformazione;
Elio, prov. Milano sione (udite , udite!) per la ri- menticato che l'illuminato il- "globalità" è lo stato effetti-
Caro signore, stando alle pole-
miche sui libri di storia in cir-
colazione da qualche tempo, in
realtà sta finendo l'era di un
certo modo di far storia, non
la Chiesa universale. Conclu-
sione: allo storico conviene
fare lo storico non il profeta!
Tant'è che "La Chiesa uruver-
sale era veramente firuta" non
forma della Chiesa con cardi-
nali degni ed eruditi e con
esperti teologi, e acquistò lui
stesso tanto prestigio presso i
governi delle altre nazioni che
gli vennero affidati delicatis-
simi arbitrati internazionali
(vedi la diatriba tra Spagna e
Portogallo per i territori d' ol-
tremare). Spesso le feroci criti-
che a papa Borgia si rifanno
luminismo ateo, nei suoi pochi
anni di storia ha prodotto il
"Terrore " della rivoluzione
francese con più di 600 mila
morti senza contare quelli
delle guerre napoleoniche; il
comunismo della rivoluzione
russa che solo in patria ha
provocato quasi cento milioni
di morti, il nazismo della ri-
voluzione "ariana" che ne ha
vo e irreversibile del mondo
interconnesso dalla globaliz-
zazione; globalismo e l'ideo-
logia e la prassi del neoli-
berismo (Breidenbach), cioè
è la dottrina della globaliz-
zazione.
Dici che la tua prof è entu-
siasta della globalizzazione.
Forse perché vedere le cose a
livello globale è più como-
riesco a capire che senso ab-
bia, eccetto quello di una cla-
alle relazioni tramandate dal
Maestro di cerimonie Burcar-
fatti altrettanti. .. Illuminismo
illuminato da che, signor Ro-
do ... sfuggono i particolari,
come capitò ali' astronauta
morosa gaffe! Comunque, che do di Strasburgo che gli storici berto, la mi dica?
che girava attorno alla Terra
Alessandro VI non fosse stato ritengono ispirate dall'odio,
con la navetta spaziale e pas-
l,,,":tl uno stinco di santo è cosa ar-
cinota. Pochi però dicono
quindi da prendere con le mol-
le! Questa tuttavia non è una
l'!JLOBALIZZJlZIO·
sando sul!' Africa comunicò
alla base: "We can see Afri-
quello che egli ha fatto di difesa d' ufficio per amore di
NE.•• COS'E? Signor ca! Beautiful!". Da lassù cer-
buono, attratti, chissà perché, papa Borgia: le bassezze mo- Direttore, la prof ci sgonfia tamente non si vedevano gli
solo dalle sue malefatte mora- rali gli restano e se le tenga un giorno sì e l'altro pure immensi slum colmi di dispe-
li, che hanno fatto il giro del pure.
sulla globalizzazione perché, rati allo stremo per fame,
globo e probabilmente sono
dice, è la chiave moderna ebola, Aids, guerre, ecc. da
l.:3 conosciute anche nelle foreste
del Borneo! Ma se le malefatte
morali fossero crimini da codi-
1'!30ME LA METTIA·
MO? Direttore egregio,
ce civile, sarebbe in galera
quasi tutto il genere umano. I
giudizi storici bollano il famo-
so Papa di mancata osservan-
za del celibato (sei figli prima
di essere eletto al soglio pon-
tificio), nepotismo sfacciato,
conferimento di cariche eccle-
siastiche dietro lauto paga-
mento... Nel contempo, tutta-
via, gli ascrivono grande abi-
lità politica (il metro per giu-
dicare un Papa allora era,
come la mettiamo con la reli-
gione del "Dio degli eserciti"
(cito come ben sa!) che spesso
è andata alla conquista ili na-
zioni povere e disgraziate
(adesso l'Afghanistan?) [...]
Vorrei che non fosse vero
quello che dice il professor
Galimberti e cioè che è meglio
l'illuminato illumirusmo ateo
più del cristianesimo che da
2000 anni continua a cotnpiere
stragi in nome di Dio. [...].
della salvezza. L ' uomo in-
somma con la globalizzazione
avrebbe risolto il suo futuro , e
il globalismo - dice proprio
così - è la teologia della glo-
balità... In poche parole, a
parte che ci si capisce poco
nelle sue distinzioru, si può
sapere che cosa è in realtà
questa globalizzazione di cui
tutti parlano anche alla tv? Mi
sono deciso a chiederlo a lei
perché se vale la pena che ri-
sponda in breve su BS, posso-
no leggerlo anche altri che ne
sanno come me ...
lassù era tutto "biutifulle!!!" .
Globalizzazione... il vocabolo
è altisonante, i pericoli sottesi
sono che "qui da noi in Occi-
dente - siamo il 20% del to-
tale - "consumiamo" cellula-
ri, palmari, e chincaglierie
tanto belle quanto inutili,
mentre ali'80% della popola-
zione mondiale rimangono
solo fantasie di consumo. Ho
letto che ad Haiti la Coca
Cola viene utilizzata in ceri-
monie Wudoo; che in Messico
certi anziani la usano per...
entrare in comunicazione con
piaccia o no, il suo modo di
governare, non i suoi "costu-
Roberto, Roma Tuscolano
Vasco , Vero na Dio... non so quale qualità
della bevanda glielo abbia
mi"), nonostante la feroce ri- La mettiamo in due o tre In breve? Non è semplice ri- suggerito; e in qualche isola
valità tra i Colonna, gli Orsini, modi diversi. Prima di tutto spondere in breve ali' argo- delle Ryu/..r,yu le bottiglie
i Savelli in lotta tra loro e con- che non c'è alcuna religione mento del giorno, anzi del/' e- vuote di Coca-Cola vengono
tro il Papa, che lo costrinsero che va alla conquista di poca . Dagli anni ' 90 si è co- poste sugli altari come sim-
più di una volta a rifugiarsi a "chicchessia". La cosa è già minciato a parlare di glo- bolo di augurio e di fortuna,
Castel S. Angelo. Riconoscono chiara in sé e mi permetto di balizzazione. Pensa che un perché la loro forma ricorda
altresì che il dissidio con Sa- non sprecarci scritto. In se- "motore di ricerca" che cre- una donna gravida... "Bevia-
vonarola risale più a ragioni condo luogo che l'idea di un do tu conosca bene, "Alta mo tutti Coca, diventeremo
DICEMBRE 2001 BS

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tutti uguali" , dice una pubbli-
cità... Bella propaganda!
Chissà se non si debba anche
a questi tipi di slogan (o di
idee?) il fatto che sempre più
minoranze, nel timore di esse-
re risucchiate dalla civiltà
globale, invocano lo "ius
sanguinis", il diritto cioè di
essere e rimanere quello che
si è per sangue, e si rifugiano
nel fondamentalismo: pensa
ai baschi, agli albanesi, ai
kosovari, ai ceceni, ai corsi...
Le minoranze nel mondo sono
migliaia e sempre di più ri-
vendicano una loro autono-
mia o indipendenza in nome
della loro identità, dello "ius
sanguinis", appunto. Comun-
que, non è solo la Coca Cola
sub iudice. Alcuni dicono che
è in atto la Mcdonaldizzazio-
ne del mondo; altri affermano
che la "dollarizzazione" è
ormai cosa fatta . Altri ancora
puntano il dito sulla Fanta,
l'aranciata più diffusa al
mondo , denunciando, tra l' al-
tro, che non. contiene nemme-
no una goccia di succo d' a-
rancia. Sono cose che do-
vrebbero farci riflettere, non.
1 ti pare? La tua prof è tifosa
della globalizzazione? Com-
mento fin.aie: Mah!
~ 1!,UCAHLIEIDEREG?RGAeZntIiEle
Direttore, mi consenta una cri-
tica. La rubrica "I nostri
santi", in lu/ago, ha pubblicato
la lettera di una pia e ingenua
nonnina che incensava una
suora defunta, per aver ottenu-
to al nipote il superamento di
un esame un iversitario del so-
lito barone di turno. Avremo
in futuro la canonizzazione di
salesiani per un 18 in macroe-
conomia? Non avverte il senso
del ridicolo per non dire di su-
perstizione nella missiva?
Nicola, Torino
Caro signore, no, non avverto
il senso del ridicolo. Semmai
avverto il _sapore di una fede
semplice, scevra da raziona-
lizzazioni, libera da dubbi.
Credo sia necessario e urgen-
te, nell'età della tecnica ro-
botica e informatica, riappro-
priarsi del più genuino senso penso che sia lecito rivolgersi
creaturale, riscoprire i mira- al Signore, non per ribaltare
coli comuni, quelli di tutti i la storia o la natura, chieden-
giorni, che hanno fatto la sto- do improbabili stravolgimenti
ria di 2000 anni di cristiane- del corso normale delle cose,
simo. Occorre , a mio modesto ma perché l'impronta di Dio
avviso, rivalorizzare la fede segni le cose di tutti i giorni,
senza o,pelli pseudoscientifi- gli eventi quotidiani. Questa è
ci, quella di chi crede che gli anche stata l'ottica con. la
eventi belli della vita abbiano quale è stata messa la grazia
il dito di Dio, dato che ogni che lei critica. Si tratta del
volta che il dito ce lo mette miracolo della fede umile di
l'uomo, scaturiscono solo una una donna, più che quello di
lunga serie di bestialità co- un 18 strappato da uno stu-
strutte. Il buon. Tommaso dice dente pelandrone! Questo non.
che "quel che si percepisce è lo accetto nemmeno io, quello
percepito a seconda della ca- invece sì. Le vite de i santi
pacità di chi lo percepisce" . son.o florilegi di grazie comu-
E non. è un gioco di parole. lo ni, quasi banali, dove non ri-
fulg e l'entità della grazia
fatta ma la qualità della fede
APPELLI
Desideriamo ricevere e/o
scambiare cartoline illustra-
te vecchie, usate, nuove...
e anche francobolli, schede
telefoniche, ecc. Olimpia e
Rossella Marino, via Mo-
lini Idraulici, 10 - 80058
TORRE ANNUNZIATA
(NA) .
di chi ha interpretato l'evento
con l'occhio di Dio. Provi a
rileggere la "Storia di un' a-
nima" di santa Teresina di
Lisieux... Quando , per esem-
pio, il giorno della sua vesti-
zione, chiede la grazia di un
po' di neve che amava moltis-
simo e le ricordava il candore
della veste che stava per in-
dossare. E fu esaudita nono-
Cerco una immaginetta stante non fosse affatto tempo
della piccola venerabile da neve! O quando, bruciata
PINA CUSENZA, nata e dalla febbre, chiede merual-
morta a Palermo (I 930- mente al Signore un bicchier
1937). Olivia Di San Mar- d'acqua fresca ... e l' infermie-
zano, Via Andrea Aradas, ra che mai l'a veva fatto poco
35 - 00134 ROMA.
dopo compare con l'acqua:
Cerco "Il Giovane Provve-
duto" di san Giovanni
Bosco per far conoscere
attraverso le onde radio il
suo insegnamento. Radio
Speranza, Viale G. D'an-
nunzio, 41 - 65127 PE-
SCA RA.
"M'è venuto in mente che lei
avesse sete...". La Palomino
(la suorina defunta che lei
con.testa e che presto sarà
beata) , ha una biografia che
l'avvicina molto a Teresina di
Lisieux. Sa che faccio? Le
invio l'autobiografia di suor
Eusebia Palomino... Chissà!
Vorrei ricevere una marea
di cartoline (paesaggi,
fiori, tramonti, mare, mon-
tagna ... ). Vanna Dorotea
Ancona, Via Lama di
Pampini, 16 - 70017 PI-
r.JINAL FANTASY. Caro
, . .~irettore, ha visto Final
Fantasy? Che ne dice? Le è pia-
ciuto? Che cosa insegna?[... ]
TIGNANO (BA) .
l'd want to have pen pals in
Italy and in the whole
world. Vorrei corrisponde-
re con amici in Italia e tutto
il mondo. Roberto Sarago,
Av. Emilio Rosas 152 -
8000 BARIA BLANCA,
ARGENTINA.
Marco , Alessandria
Caro Marco , non amo molto
creature tridimensionali ge-
nerate da sequenze numeri-
che e calcoli algoritmici...
Preferiscono attori in carne,
ossa.. . e difetti . Che cosa in-
segna? Speriamo che il mondo
futuro non sia così!
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS DICEMBRE 2001

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ONITALUI.._N_E_L_M_O_N_D_O_ _ _ _ _ _ _ _ _ __
TORTONA, ITALIA
di monsignor Versigli a il IO
marzo 1922 quando, rientra-
SAN LUIGI
VERSI GLIA
to in patria per visitare la
mamm a, si era intrattenuto af-
fabilmente con le suore, par-
Solennissimo pontificale a lando loro della mi ssione in
Tortona, diocesi di nascita di Cina. Una rappresentazione
san Luigi Versiglia, per la sua fatta di canti, danze, coreogra-
prima festa dopo la proclama- fie ha poi raccontato la vita di
zione a santo. Il duomo si è
riempito di clero, autorità ci-
vili e religiose e popolo. Du-
rante la rievocazione storica,
è stata letta una pagina di cro-
naca, conservata dalla comu-
nità FMA di Tortona, in cui
questa magnifica figura di sa-
lesiano che dai campi di Oliva
Gessi è approdato all a scuola
di Don Bosco a Valdocco e da
si è aperto all 'avventura
mi ssionaria in Cina.
si racconta dell ' ultima vis ita
ROMA, PISANA
GENITORI
DEI SALESIANI
Da qualche anno in varie parti
del mondo si sono costituiti
gruppi di genitori di salesiani
per scambiarsi esperienze, e
attuare iniziative diverse col
fine di creare un unico grande
mov imento. Il Consigliere per
la Famiglia Salesiana don An-
tonio Martinelli li ha convocati
nel giugno scorso presso il Sa-
les ianum, la struttura d' acco-
glienza della Casa Generalizia,
per amalgamare i vari gruppi,
rafforzare e dare continuità e
spessore carismatico al movi-
mento, studiare la possibilità
di un coordinamento nazionale
e mondiale e, perché no, di un
futuro inserimento nella Fami-
glia Salesiana. Tra la ventina
di pa11ecipanti provenienti da
tutta Italia, erano presenti
anche rappresentanti dei movi-
menti di Spagna e Portogallo.
CATANIA, ITALIA
LA PLAYA, GREST
PER TUTTA L'ESTATE
Immersa tra eucalipti e pini
marittimi , molti dei quali, stra-
pazzati impietosamente dal
vento, piegano verso terra la
chioma non più folta; abbelli-
ta qua e là da cespugli di ga-
rofani , oleandri , piante grasse
e qualche palma; dotata di
campi , docce, capanni, saloni ,
bungalow, ecco "La Playa",
quattro ettari di spiaggia at-
trezzata sul litorale di Catania
che ospita nei momenti di
punta anche 1800 ragazzi/e,
cucina 800 pasti, e dispone di
140 posti letto. È un fervore
di opere che i salesiani gesti-
scono al meg lio. Vi conflui-
scono per le vacanze, per il
grest, o il weekend , giovani e
famiglie, insegnanti e colla-
boratori , membri della Fami-
glia Salesiana e gruppi diversi
provenienti dagli ambienti sa-
les iani della Sicilia, ma anche
da pa1Tocchie e organizzazio-
ni educative. A "La Playa" tro-
vano accoglienza, servizi effi-
cienti, e assistenza pedagogi-
ca e spirituale.

1.9 Page 9

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a cura del direttore
BRINDISI/
S. GIOVANNI
ROTONDO, ITALIA
43° CONSIGLIO
EXALLIEVI
Nei primi 10 giorni di giugno
2001 si è svolto il 43 ° Consi-
glio Nazionale degli exallievi
nelle due ridenti città puglie-
si , sul tema "Gli exall ievi/e di
Don Bosco nel cantiere del
progetto culturale della Chie-
sa italiana". Il confronto con
i responsabili nazionali di
ACLI, CNAL, CL, MEIC, In-
segnanti Cattolici, Giuristi
Cattolici, indica la volontà
dell ' Unione di inserirsi a
pieno titolo e col proprio cari-
sma nel vasto e variegato
rnando dell 'associazionismo
cattolico per unire le forze e
accettare con coraggio e de-
terminazione le grandi sfide
del III millennio . II fatto che
il governatore della Banca
d 'Italia, Antonio Fazio, sia
intervenuto con una sua ma-
gistrale relazione specifica la
portata di questo Consiglio di
inizio millennio.
NUMISMATICA
a cura di Roberto Saccarello
MILANO, ITALIA
PRETI A SCUOLA
DI VIDEOGAME
È di notevole interesse l'ori-
ginalissima iniziativa della
fondazione Exodus di don
Antonio Mazzi che, assieme
alla Game Network e alla Di-
gitai Eros, ha organizzato a
settembre un corso di video-
game per sacerdoti ed educa-
tori . Don Mazzi è convinto
che i videogiochi, diffusi in
milioni di esemplari, siano
oggi la nuova forma di passa-
tempo non solo per i più pic-
cini. Si può credere che ess i
abbiano preso il posto del
campetto dell 'oratorio. La cosa
dunque merita attenta consi-
derazione e invita ad adegua-
re metodi e strutture alla
nuova realtà, ovviamente con
l' intento di sempre, quello di
"evangelizzare giocando".
LA SERIE NATALIZIA
DEI CAVALIERI DI MALTA
Un nuovo interessante capitolo si apre nella
storia numismatica del Sovrano Militare Ordine di
Malta: a partire dal Natale 2001 , infatti , la Zecca
dello SMOM batterà con regolarità una serie per
solennizzare la ricorrenza della nascita del Re-
dentore.
La prima emissione natalizia dei cavalieri della
Croce ottagona si compone di un pezzo d'argento
da 9 tarì (gr 9) e di uno di bronzo da 1Ograni, fine-
mente incisi dallo scultore Franco Pioli. Sui rovesci
è riportata la scena della Natività tratta da un pre-
sepe napoletano del '700 conservato nel Palazzo
Magistrale, con all'intorno la leggenda "NATIVITAS
DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI"; sui diritti , il ri-
tratto di S. A. Em.ma Fra' Andrei Bertie, Principe e
Gran Maestro dell'Ordine .
Il dittico è presentato in un'elegante confezio-
ne con lo stemma melitense. Ricordiamo che con
il millesimo 2001 l'Ordine ha già emesso due mo-
nete in oro da 5 e 1O scudi , illustrate rispettiva-
mente da san Giovanni Battista che consegna lo
stendardo dell'Ordine al Gran Maestro e da due
mani che si stringono , e due monete d'argento da
1 e 2 scudi con lo stemma del Gran Maestro re-
gnante e l'immagine del Precursore che annuncia
il Verbo divino .
Per saperne di più: -zr 0761 .307124
BS DICEMBRE 2001

1.10 Page 10

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l00annf fa
La relazione di don Giovanni Balzola al Rettor
Maggiore don Rua sulla ''feroce" tribù
dei Cajabis è riportata del Bollettino Salesiano
del dicembre 1901. Nella foto un giovane indio
cajabi di Georg Grunberg.
IN ITALIA
NEL MONDO
TRAPANI, SICILIA
CANZONE NUOVA
MARIANA
Nella parrocchia salesiana
Maria SS. Ausiliatrice di Tra-
pani è già in allestimento il
"Festival della Canzone Nuova
Mariana", terza edizione che si
svolgerà nel maggio 2002. Le
due precedenti edizioni sono
state un successo. Davanti a un
pubblico straripante e attento,
giovani solisti, gruppi e com-
plessi, si sono esibiti per canta-
re Maria, presentando agli
ascoltatori produzioni proprie
sia di musica che di testi . Pun-
tano in alto gli organizzatori
della manifestazione: rinnova-
re il parco/ canzoni mariane ri-
lanciando la creatività giovani-
le, coinvolgendo patTocchie,
oratori e scuole nel suggestivo
gioco dell ' invenzione di nuove
pat·ole e nuove am1onie che ce-
lebrino l'originalità assoluta di
questa "donna speciale" con la
sensibilità di oggi, contestua-
lizzando musiche e messaggi.
I Cajabis , questa selvaggia tribù che incute lo spavento
ed il terrore agli estrattori di gomma elastica, popolano
le foreste del Paranati nga e del Rio Verde ... Fin dal
1860 essi avevano limitato le loro scorrerie e depreda-
zioni fra la pacifica tribù dei Bacajris, obbligandola in
poco tempo a portarsi , parte sulle ri ve del rio Kinzu,
sempre all o stato selvaggio, parte sulle rive del rio Arf-
nos, avv ic in andosi poco alla volta alla vita cristiana e ci-
vilizzata [... ] Per tre anni gli Indi ebbero la costanza di
non lasciarsi vedere dai civilizzati limitandosi a far co-
noscere la loro presenza in quelle foreste dalle loro vesti-
gia e pedate. Ma nel 1896 incominciarono a dar fuoco
alle capanne dei lavoratori , rubando quanto loro si para-
va dinnanzi, ammazzandone uno di questi a frecc iate,
mutilandone il cadavere ed esponendone la te ta, do po
d'aver infi lzato sul proprio arco gli ultimi avanzi di quel-
l'infelice [. . .] Un mese dopo incontrandosi in una fami -
glia composta di due uomini , una donna e una bambina,
senz 'altro la presero di mira colle frecce. Cadde morto
uno degli uomini , ed essendo ferito gravemente l'altro,
la madre sveni va per la paura, mentre la bambina cotTe-
va a domandare aiuto ... Si seppellì quel morto, ma alcuni
giorni dopo si trovò aperta la fossa ed al cadavere era
stata portata via la testa [... ] Il Governo decretò la
somma di lire 20.000 per tentare la catechesi dei feroci
invasori [... ] D. Malan, come superiore della missione
salesiana nel Matto Grosso, offriva l'opera sua, esponen-
do la sua preziosa vita a mille pericoli .
DICEMBRE 2001 BS
IQUITOS, PERÙ
PASTORALE LUNGO
IL FIUME
Le FMA sono arrivate a
"Hoya Amazzonica" l'area
dove nasce il Rio delle Amaz-
zoni, nel 1993, e si sono in-
stallate nella zona pastorale
più impegnativa, lquitos,
primo centro industriale,
commerciale e culturale dello
Stato. si sono subito inte-
ressate del bairro di Belén,
uno dei quartieri più poveri
della città, segnato e spesso
devastato dal le inondazioni
del Grande Fiume per gran
parte dell 'anno. Le suore sa-
lesiane gestiscono anche una
scuola patTocc hiale di circa
900 allievi.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Adriano Gelmini
E' un albero sempre-
verde che può rag-
giungere i 20 metri.
Più spesso è un arbusto ,
con corteccia verde da gio-
Auguri con
L'AGRIFOGLIO
vane, grigia più tardi. Il no-
me scientifico è I/ex aqui-
folium. Le foglie sono sem-
plici, coriacee, brevemente
spicciolate, di forma ovale-
ellittica, ondulata, dentata-
spinosa ai margini nelle fo-
glie dei rami inferiori, acu -
minata all'apice. Il colore è
verde lucido intenso di so-
pra, più pallido e opaco di
sotto. I fiori sono dioici,
cioè maschili e femminili
separati, su piante diverse.
Quattro sepali formano il
calice e quattro petali bian-
chi con sfumature rossicce
la corolla. Gli stami, alterni
ai petali , sono bianchicci. Il
frutto è una drupa globosa,
polposa, ovale, di color
rosso corallo a maturazio-
ne, presente solo nella
pianta femminile. Per i
romani l'agrifoglio era un
talismano, un portafortuna.
Ecco perché Plinio il
Vecchio raccomandava di
piantare l'agrifoglio presso
la porta di casa, e ornare
di rami e di fronde le finestre: tiene lontani gli spiriti
maligni. Per i druidi era una pianta sacra . Nelle
feste religiose e civili , come anniversari e matrimo-
ni, l'agrifoglio era l'ornamento decorativo più usato.
Le rosse bacche maturano nel solstizio d'inver-
no : il momento giusto quando il Sole sembra mo-
rire e rinasçere: portano auguri per un nuovo anno
migliore ... E dunque l'agrifoglio una pianta augura-
le. Scrive il Pascoli :
Sul li'!7itare tra I~ casa e l'orto I dove son brulli gli
a/ben, I te vog/Jo che verdeggi, I dopo ch 'io sia
morto, I sempre agrifoglio.
In Inghilterra questa pianta era diventata simbolo
della Madonna. Ecco come un'antica e diffusa
canzone lo testimonia:
... L'agriflog/io è germogliato, I giglio bianco è il suo
colore, I da Maria Cristo è nato, I
egli è il nostro salvatore. I Una bacca ci ha donato,
I rosso sangue è il suo colore I
da Maria Cristo è nato I per guarire il peccatore. /
Una spina ci ha donato I essa punge ogni mortale
I da Maria Cristo è nato I nel mistero del Natale.
L'agrifoglio è uno dei
simboli del Natale a cui
vengono associate le feste
di fine d'anno. Il suo legno
è usato per lavori di artigia-
nato fini e delicati. È una
pianta protetta. Una
leggenda narra di un bam-
bino che nel bosco inciam-
pò in una piantina con
foglie irte di aghi; si punse
in più parti e, vedendosi
sanguinare invocò il dio del
bosco. Arrivò di a poco
un elfo che lo medicò e lo
riaccompagnò a casa.
Quando il bimbo tornò sul
luogo della caduta quasi
non riconobbe la piantina:
si era riempita di splendide
bacche rosso sangue. Il dio
del bosco apparsogli all'im-
provviso lo rassicurò: "Mi
hai invocato e ti ho manda-
to un elfo. Per aver avuto
fiducia in me ho trasforma-
to le gocce del tuo sangue
in frutti dello stesso color.e.
Usa l'agrifoglio per guarire i
tuoi malanni!". Molti cre-
dono alle sue virtù terapeu-
tiche, tra l'altro un infuso
delle sue foglie , secondo
una tradizione popolare,
combatte le coliche. O
BS DICEMBRE 200 1

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
CHIESA
GLI ORIENTAMENTI
DEI VESCOVI ITALIANI
PER IL PROSSIMO
DECENNIO, SPERANZA
DI FUTURO.
I vescovi italiani prendono co-
raggio e in un lungo documento
dedicato agli "orientamenti pa-
storali", ossia agli impegni priorita-
ri, per il primo decennio del ventu-
nesimo secolo ammettono la grave
crisi della pratica religiosa che ha
raggiunto anche il nostro paese.
"Dobbiamo metterci in ascolto
della cultura del nostro mondo",
sottolineano i presuli. Ma subito
aggiungono: "L'attenzione a ciò
che emerge nella ricerca dell'uomo
non significa rinuncia alla differen-
za cristiana, alla trascendenza del
Vangelo, per acquiescenza alle atte-
se più immediate di un'epoca o di
una cultura". Il panorama dei "ri-
schi" e dei "problemi" esistenti
nella "trasmissione della fede"
viene tratteggiato con realismo, e
appare tale da giustificare l'allarme
di chi ritiene che anche l'Italia sia
ormai terra di missione.
L'ITALIA HA BISOGNO
DI MISSIONARI
"Sono in aumento", riconoscono
i vescovi, "le persone che si dicono
senza religione". E se in alcuni
persiste un certo riferimento a Cri-
sto, non accade lo stesso per la
Chiesa. Ma ciò che preoccupa di
più è "il crescente analfabetismo
religi_oso delle giovani generazio-
ni". E poi indubbio che si registra
una divaricazione tra la Chiesa e le
leggi dello stato su questioni deli-
cate come la famiglia, l'economia,
gli immigrati e, soprattutto, la ses-
sualità, la procreazione, la vita, la
morte, la facoltà d'intervento del-
l'uomo sull'uomo. Tutti temi sui
quali si diffondono nella "men-
talità comune", e di conseguenza
nella "legislazione", "non poche
prese di posizione lontane dal Van-
o,cEMBRE 2001 BS
I vescovi scorgono segni
incoraggianti nella gioventù.
gelo e in netto contrasto con la tra-
dizione cristiana". Scenario di
fronte al quale i cristiani non devo-
no "disinteressarsi", ma esercitare
"un'autentica vigilanza profetica".
Non si può inoltre tacere sul fatto
che, secondo i vescovi, alla fine del
secondo millennio cristiano av-
venuta una vera e propria eclissi
del senso morale". Questo non si-
gnifica che la gente sia "più cattiva
di un tempo". Piuttosto è diventato
più difficile "perfino parlare dell'i-
dea del bene, come di quella del
male, senza suscitare non tanto rea-
zione, quanto una forte incompren-
sione". In altre parole è l'immagine
di una società che, dopo aver assi-
stito alla caduta delle ideologie to-
talizzanti e delle grandi utopie di li-
berazione storica, sperimenta oggi
"smanimento", lasciando spazio a
forme di relativismo, indifferenza,
senso del provvisorio, frammenta-
zione del sapere.
I vescovi denunciano la società
multimediale "che tende a stordire
con il vorticoso susseguirsi di im-
magini e informazioni" e ammoni-
scono che necessario che la co-
municazione sociale non sia consi-
derata solo in termini economici o
di potere, ma resti e si sviluppi nel
quadro dei beni di primaria impor-
tanza per il futuro dell'umanità".

2.3 Page 13

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
I vescovi italiani prendono
coraggio e in un lungo documento...
Le chiese sono visitate più da molti turisti per visite
guidate, che da cristiani per le celebrazioni.
CONTRO
OGNI IDOLATRIA
I pastori lamentano quindi la
scarsa trasmissione della memoria
storica. urgente - affermano -
assumersi la responsabilità di tra-
smettere pazientemente il senso di
ciò che ci ha preceduto, delle tradi-
zioni e delle vicende senza le quali
noi non saremmo ciò che siamo
oggi". Senza il recupero della me-
moria storica "non saremo capaci
di far fronte alle sfide della globa-
lizzazione, che amplia gli orizzonti
spaziali delle nostre vite", ma re-
stringe quelli temporali "appiatten-
doli sul presente".
I vescovi invitano i cristiani so-
prattutto a smascherare i miti e
"ogni forma di idolatria" della so-
cietà contemporanea, prima tra
tutte "la logica del più forte, l'idea
che la presenza di poveri, sfruttati e
umiliati sia frutto dell 'inesauribile
fluire della storia". Gesù ha annun-
ciato che saranno proprio i poveri a
precederci nel regno dei cieli. Su
questo punto "il cristianesimo non
può scendere a compromessi".
Dinnanzi a un quadro così preoc-
cupante, i vescovi puntano a una
ripresa di tutta la comunità eccle-
siale per trovare modi nuovi di an-
nunciare il Vangelo nel mondo mo-
derno. E sostengono con convin-
zione: "Abbiamo bisogno di cristia-
ni con una fede adulta, capaci di
testimoniare con assoluta dedizio-
ne, con piena adesione e con gran-
de umiltà il Vangelo".
UN PROGETTO
PER DIECI ANNI
Già nell 'ormai lontano 1976
Paolo VI sollecitava la Chiesa tutta
a riconoscere comè la rottura tra
Vangelo e cultura fosse senz'altro il
dramma della nostra epoca. Di qui
l'importanza del "progetto cultura-
le" che da alcuni anni impegna la
Chiesa in Italia. Pur in un panorama
allarmante i vescovi scorgono segni
incoraggianti nella gioventù. Ne lo-
dano il desiderio di autenticità, di
socialltà, di solidarietà, di rinnovata
ricerca del senso della vita. Verso i
giovani le comunità cristiane hanno
una grande responsabilità: "Se non
sapremo trasmettere loro un'atten-
zione a tutto campo verso tutto ciò
che è umano, saremo corresponsa-
bili dello smarrirsi del loro entusia-
smo, dell 'isterilirsi della loro ricer-
ca di autenticità, dello svuotarsi del
loro anelito di libertà".
Tutto un capitolo degli "orienta-
menti pastorali" è incentrato sulla
famiglia , in particolare sul ruolo
della donna. "E particolarmente im-
portante - si sottolinea - il contribu-
to che le donne potranno portare af-
finché la Chiesa assuma un volto
nuovo, più sensibile e più umano". I
vescovi si soffermano anche sul-
1'apporto dei laici, segnatamente
delle associazioni e dei movimenti
ecclesiali, per rilevare che "la fede
cristiana non pretende di omologare
e appiattire le varie sensibilità reli-
giose dei credenti: lo Spirito suscita
in ogni epoca carismi idonei ad ar-
ricchire la Chiesa ed a sostenerla
nella sua missione". Naturalmente
ognuna di queste realtà dev'essere
sottoposta al discernimento.
Constatando infine la formazione
in Italia di un 'inedita società mul-
tietnica e multireligiosa, i vescovi
riconoscono che "ci è chiesto in un
certo senso di compiere la missio-
ne ad gentes qui nella nostra terra".
Seppure con molto rispetto per tra-
dizioni e culture diverse, dovremo
essere capaci di testimoniare il
Vangelo e anche di annunciare la
parola di Dio.
Questi, in estrema sintesi, i com-
piti prioritari per la Chiesa italiana
nel decennio appena iniziato. Una
serie di decisioni di fondo rivolte a
qualificare il cammino da seguire
nel senso di una chiara scelta mis-
sionaria. Alle comunità spetterà rea-
lizzarla giorno per giorno affinché
ancora una volta le parole dei vesco-
vi non restino lettera morta.
D
BS DICEMBRE 2001

2.4 Page 14

▲back to top
È successo in un carcere minorile, complice
MIRACOLO
di Vicente Santilli
DIETRO LE SBARRE
Quello che non si è
riusciti a ottenere col
bastone, le torture,
e la cella di rigore in
60 anni, lo consegue
in meno di un anno
il Sistema Preventivo,
nei correzionali
del Perù. Il dottor Luis
Corante ci racconta
il cammino fatto
in Maranga per
reinserire gli adolescenti
considerati criminali.
Il dottor Luis Corante fa da padrino a un battesimo in carcere.
I 1 seme del metodo preventivo il
dottor Luis Corante Pajuelo,
educatore e psicologo, lo aveva
ricevuto da studente, dai suoi inse-
gnanti salesiani. Più avanti, dopo
un'esperienza professionale in Cile
accetta la più grande sfida della sua
vita scommettendo sul riscatto dei
giovani delinquenti dei correzionali
del suo paese.
UN SISTEMA A 5 TAPPE
Si interessa per conoscere il lavo-
ro dei salesiani della Colombia con
i ragazzi e poco a poco formula una
proposta interessante. "Giunsi a
creare un sistema dal punto di vista
organizzativo con 5 tappe: approc-
cio, persuasione, formazione profes-
sionale, formazione familiare e resi-
denza giovanile", dice con soddisfa-
zione. Dopo quasi 25 anni di ricer-
che, prove, verifiche, arrivò l'op-
portunità di porre sul banco di
prova la scommessa per il giovane
in difficoltà.
Nel 1985 accettò la direzione del-
l'Istituto Nazionale del Benessere
Familiare (INABIF). Qui ebbe i
primi contatti con Maranga, il carce-
re minorile. Immediatamente si rese
conto che il problema era più grave
di quel che appariva, anzi quasi in-
solubile. on c'era volontà politica
di cambiamento: "Non ti preoccupa-
re di questi ragazzi, perché non
danno né soldi né voti", gli disse un
ministro in carica. Dovette scegliere
come luogo di prima sperimentazio-
ne una casa di ragazze nella città di
Trujillo. In dieci anni ebbe successi
invidiabili. Così alcuni anni dopo, il
segretario esecutivo della commis-
sione della riforma, il comandante
José Dellepiani, lo convocò nel suo
ufficio: "So che anni fa lei ha mani-
festato l'intenzione di cambiare la
situazione dei correzionali; le chie-
do, dunque, che si faccia carico
della gestione delle operazioni dei
nostri centri di reinserimento". Il
dottor Corante accettò e gli parlò del
Sistema Preventivo. Il comandante,
abituato a trattare con la truppa e
con metodi molto poco dialogici, lo
interruppe: "Sono un militare, e so
che questi mascalzoni hanno ucciso
molti miei colleghi, l'unico sistema
di riabilitazione sarebbe di ammaz-
zarli tutti. Tuttavia le permetto di
tentare l'esperienza".
L'INFERNO DI MARANGA
E così, da un istante all'altro un
educatore con spirito e metodi diver-
sissimi dai soliti si trovò di fronte a
2400 ragazzi e adolescenti dai 12 ai
25 anni, reclusi in 11 centri di riedu-
cazione a livello nazionale. Il lavoro
che lo attendeva era colossale, la
sfida dimostrare che il Sistema Pre-
ventivo funzionava se ben applicato.
Sarà Maranga il centro pilota. Qui
erano rinchiusi 400 piccoli carcerati
tra cui 37 capibanda che, lasciate
casa e scuola, erano diventati piccoli
criminali. Controllavano tutto a pro-
prio capriccio. Ll dentro si doveva
negoziare tutto. Regnavano la vio-
DICEMBRE 2001 BS

2.5 Page 15

▲back to top
il Sistema Preventivo di Don Bosco.
La rieducazione nel correzionale
procede anche attraverso il lavoro.
Un altro dei fattori educativi
del sistema preventivo: lo sport.
lenza, il ricatto, la vendetta. Violen-
tarono senza il minimo scrupolo per-
fino una giornalista che era entrata
per intervistarli. Si alzavano quando
volevano, non avevano né lenzuola,
coperte, perché le avevano fatte a
pezzi e legate insieme per scappare.
Entrare nel loro do1mitorio voleva
dire rischiare la pelle. Le officine
erano abbandonate e le macchine
guaste. I secondini erano come loro,
e peggiori. I tutori non avevano al-
cuna autorità, non erano motivati né
preparati, anzi spesso si servivano
dei reclusi per organizzare furti e ra-
pine, in compenso passavano loro
droga, sigarette, liquori, donne. Era
una c01rnzione totale. Se la strada
I Per la prima volta si organizza
la festa della mamma al centro
di rieducazione.
aveva dato il diploma di criminali a
questi ragazzi, Maranga, ahimé, li
aveva specializzati.
LA GRANDE SFIDA
Luis Corante, davanti a questo
quadro raccapricciante, chiede tre
mesi per preparare un'équipe. Intan-
to comincia a parlare coi ragazzi per
conoscerli, sta con loro tutti i giorni,
si confonde con gli operai. E mentre
cominciano a gustare i primi frutti , la
presenza di una trentina di terroristi
spinge gli interni a una rivolta e al
tentativo di fuga in massa attraverso
un tunnel ,di 24 metri scavato in pre-
cedenza. E la prova che il personale
è debole e incompetente, e che non
c'è da' fidarsi troppo. Il giorno della
rivolta Corante, sfidando i 300 poli-
ziotti che hanno fatto irruzione nel
locale e i ragazzi che dai tetti lancia-
vano pietre e altri oggetti a quelli che
tentavano di avvicinarsi, riesce a in-
dividuare il capo dei giovani in rivol-
ta e a scendere a patti con lui. L'am-
mutinamento che altre volte durava
8/10 giorni, si risolve in 7 ore, frutto
del tratto amichevole che gli si stava
offrendo per la soluzione dei loro
problemi. "Qui sta la chiave di volta
del successo: la ragione e l'amore-
volezza", afferma con convinzione.
Mancava ancora uno dei pilastri,
la religione. Si cominciò a inculca-
re nei ragazzi la coscienza del tra-
scendente, Dio comincia a entrare
tra le sban-e. Piacciono i programmi
che permettono di accedere a una
fase di formazione. Solo 37 di loro,
figli di carcerati e delinquenti, non
accettano la proposta e sono trasfe-
riti in un carcere duro: "Morto il
cane si placò la rabbia!".
È STATA DURA
In tre mesi si riuscì a ristabilire il
principio di autorità. Vennero elimi-
nate le punizioni corporali, miglio-
rati cibo e vestiti, introdotta l'edu-
cazione fisica, riattivate le officine
con corsi di formazione al lavoro.
Come in ogni collegio salesiano
venne organizzato il complesso mu-
sicale, e si iniziarono corsi di orien-
tamento. Non mancarono alcune
preghiere e qualche funzione reli-
giosa. Dopo 7 mesi i ragazzi stessi
chiesero di organizzare la proces-
sione del "Signore dei miracoli". I
cappellani fecero battesimi, confes-
sioni, comunioni. Si accompagnano
40 di essi fino alla spiaggia per una
passeggiata, e tutti ritornano dentro:
si ripeté insomma il miracolo di
Don Bosco coi ragazzi carcerati.
Maranga, il più complicato e diffici-
le di tutti i centri di rieducazione su-
damericani cambiò radicalmente. Il
Sistema Preventivo funziona. O
IJS DICEMBRE 2001

2.6 Page 16

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BREVISSIME DAL MONDO
CITTÀ DEL VATICANO.
La candidatura di san Isido-
ro di Siviglia (560-636) a
patrono di Internet, continua
a mantenere la pale position.
Autore di un ' immensa mole
di libri che trattano un po '
tutto lo scibile umano, la sua
opera "Etimologia" può es-
sere considerata la prima en-
ciclopedia cristiana, basata
su un sistema di organizza-
zione dei dati simile a quello
usato oggi in Internet.
UCRAINA. Musulmani e
israeliti hanno manifestato il
loro gradimento per la visita
del Papa in Ucraina. Ecco la
dichiarazione di Ibrahim Ab-
dulov: "Come essere umano,
come musulmano, come tar-
taro, come giornalista, come
storico non posso che ap-
plaudire a questa iniziativa".
ROMA. All'inizio del lll
miJJennio nel mondo, per in-
credibile che possa apparire,
ci sono 200 milioni di schia-
vi (Commissione Shengen)
soprattutto donne e bambini
che muovono una montagna
di soldi (più di 10 mila mi-
lioni di dollari, ma ogni
anno aumentano). Gli altri
dati de] desolante quadro:
due milioni di bambini sono
vittima di abusi sessuali, 50
mila donne in Italia esercita-
no la prostituzione, 500 mila
in Europa, ogni prostituta
vale da 120 a 150 mila dol-
lari; i video pomo muovono
qualcosa come 280 milioni
di dollari .. .
INTERNET E MESSA.
Anche la messa in Internet
funziona. Decine di mi-
gliaia di persone hanno se-
guito nella pagina web
http: //www.teleradiopa-
drepio.it il rito celebrato in
occasione del secondo anni-
versario della beatificazione
del Padre Pio da Pietralcina.
Un successo del tutto inspe-
rato che fa ben sperare per
il futuro di simili iniziative.
MARCELLI, ITALIA
PIZZA DON BOSCO
Due cooperatori salesiani ori-
ginari di Porto Recanati , ri-
dente cittadina turistica della
Riviera del Conero, e gestori
del ristorante pizzeria "Il Del-
fi no Amico", hanno inventato
la Pizza Don Bosco e la offro-
no nel loro ristorante come
"pizza della casa". Chi l' ha
provata assicura della ecce-
zionale gustosità della vivan-
da. Se i clienti chiedono infor-
mazioni , Mario e Maria Gra-
zia sono pronti a dare spiega-
zioni sul simbolismo degli in-
gredienti usati che hanno rife-
rimenti "salesiani": il paté di
olive nere è la talare di Don
Bosco, il paté di tartufo indica
un prodotto ti pico del Pie-
monte salesiano, le scaglie di
parmigiano ricordano le origi-
ni contadine del piccolo guar-
diano di vacche ... e via di
questo passo (c'è anche la ru-
cola del prato dei Becchi !).
Non resta che provarla questa
pizza salesiana!
PISANA, ROMA
GRAZIEFMA
E RAGAZZE!
Alla fine di luglio 2001 sono
definiti vamente "partite" dopo
tanti anni di servizio attivo,
generoso e sacrificato, le suore
che da sempre hanno svolto
servizio di cucina e lavanderia
nella Casa Generalizia. Con
loro sono tornate ai rispettivi
paesi le ragazze che coadiuva-
vano le suore nel lavoro. At-
tente, servizievoli, garbate, di-
screte, hanno dato il meglio di
perché i salesiani residenti e
i confratelli di passaggio, so-
prattutto missionari, vescovi,
ispettori, si trovassero come a
casa loro. Impeccabile il servi-
zio, commovente la disponibi-
lità, metodici gli interventi a
seconda delle richieste e delle
necessità di tutti. Hanno la-
sciato un 'impressione incan-
cellabile di laboriosità, di
bontà, di delicatezza, di dispo-
nibilità in ogni momento. Le
suore sono state per le ragazze
maestre diligenti ed educatrici
attente e per i superiori e i
confrate lli della Pisana conso-
relle preziose.
DICEMBRE 2001 BS

2.7 Page 17

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GUATEMALA
Monsignor Oscar Vian ,
salesiano , visita periodi-
camente il suo vasto terri-
torio , arrivando fino ai più
sperduti villaggi. Qui è in
mezzo alla foresta gua-
temalteca, nel villaggetto
di "Nacimiento Laguna
Larga", presso la scuola
elementare del Vicariato ,
accompagnato dal diretto-
re delle numerose scuole
promosse dallo stesso Vi -
cariato Apostolico nel ter-
ritorio di Peten .
ROMA
La Giostra , è "il primo
giornalino cristiano per
bambini", pensato, scritto ,
impaginato tenendo pre-
senti le loro esigenze ;
contiene, infatti, tutto ciò
di cui essi "si nutrono ":
fiabe , favole , filastrocche ,
storielle , giochini , indovi-
nelli , disegni , figurine da
ritagliare. E adatto anche
per i più piccini . Una
buona notizia per genitori
ed educatori. Confrontate
il sito www.azionecattoli-
ca.it. Caporedattore è un
exallievo salesiano .
ROMA, PISANA
Luglio 2001 : l'ispettoria
salesiana de l Medio
Oriente , che comprende
Iran, Siria, Egitto, Israele,
Turchia, Libano e ora an-
che Iraq si è radunata in
vista del Capitolo Gene-
rale XXV , per rilanciare
l'azione salesiana in una
zona geografica tra le più
difficili e complesse del
mondo sia a livello socio-
politico - sono ben note
le vicende del Medio
Oriente - che a livello reli -
gioso, operando in nazio-
ni islamiche.
TORINO, ITALIA
Un "fondo rotativo " è
stato costituito dal Vides
"Laurita" di Torino a favo-
re delle giovani che si
diplomano nel centro pro-
fessionale di Fianarantsoa
(Madagascar) . Serve a
fornire le attrezzature ne-
cessarie a gruppi di ra-
gazze per avviare piccole
imprese (giardinaggio, sar-
toria , acconciatura, ecc.) .
Naturalmente il finanzia-
mento verrà restituirlo coi
primi guadagni dell'im-
presa .
PORT MORESBY,
PAPUA N.G.
Accanto ai salesiani , pre-
senti da 20 anni in Papua
Nuova Guinea, da gen-
naio 2001 anche le suore
FMA sono ora a Port Mo-
resby. Si prendono cura
del dispensario, insegna-
no a scuola, aiutano nel-
l'animazione parrocchiale
e oratoriana. Con altre re-
ligiose potranno costituire
un network di donne edu-
catrici per sostenere
un 'autocoscienza femmi -
nile in cerca di dignità e di
diritto di parola.
MAR ANO, ITALIA
Una singolare iniziativa,
un concerto di musica
·classica, è stata lanciata
e real izzata dalla comu -
nità educativa dell'Istituto
FMA Santa Maria delle
Grazie di Marana, in favo-
re della costruzione di
una scuola a Luena in
Angola. Nella foto il coro
"Estri armonici " che ha
eseguito pezzi di Verdi e
Wagner, intervallati da
celebri e applauditissime
canzoni napoletane.
BS DICEMBRE 2001

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Il viaggio in Messico non poteva che concludersi
LUPITA... di Giancarlo Manieri
UN NOME
t '
I L pita si diffuse ve-
la devozione.~\\ a 1571 una ~ua
\\ociss1ma. G1a ne bina del\\'Amm1r<:1-
copia era n;lla. c~urante la battagha
glio Andrea ona . uesta copia s1
. di Lepanto. Propn~e~ parrocchia d!
trova attua\\men~~Aveto in provincia d1
santo Stefano
Genova.
I
IN POLE POSITION
f )' ·
~ ; ~: ..,jr '. .
'~ ' ...
11 grande monumento ai piedi
1della collina dell 'apparizione:
gli indios rendono omaggio
alla Madonna.
Dove il miracolo è
di moda. Una folla ogni
giorno dell'anno.
Una storia incredibile
che ha suscitato
una devozione
altrettanto incredibile.
Il giorno della festa, 12
dicembre, si raccolgono
a Guadalupe fino a tre
milioni di persone.
DICEMBRE 2001 BS
Stai sempre sul "chi va là"
quando ti raccontano storie o
cronache che fanno a cazzotti
con la tua consolidata razionalità.
Dici - tra te e te, per non far rumore
- che, va bene, qualcosa forse sarà
pure successo, che alcune circostan-
ze per inspiegabili possono aver
dato adito a interpretazioni miraco-
listiche e/o fascinose, ma via! In-
somma le orecchie ascoltano, il cer-
vello però fa la sua scrematura,
. mentre gli occhi .. . Ecco, a me ... mi
hanno fregato gli occhi! Sì, e hanns,
messo in crisi la mia razionalità. E
capitato così. Terminato il tour di
lavoro presso le realtà più pastorali
del Messico salesiano, rimaneva un
desiderio nascosto, quello di una vi-
sita alla famosissima "Lupita" della
quale avevo visto effigi in ogni
casa, in ogni oratorio, in ogni chie-
sa: una presenza viva, tra i salesiani,
come quella di Don Bosco e Maria
Ausiliatrice. Così il 20 novembre
2000, un lunedì, eccomi a Mexico
City, in cammino verso la collina di
Tepeyac, dove avvenne l'apparizio-
ne a Juan Diego.
una splendida "Signora" che gli dice
senza troppi preamboli di volere un
tempio in suo onore ai piedi della
collina. Andasse a dirlo a chi di do-
vere. Comincia la trafila di sempre,
fatta di attese, incredulità, minacce,
insulti prese in giro ... La "Signora''.
deve intervenire di persona per con-
vincere i riottosi con a capo, manco a
dirlo, il vescovo. Così, quando il
contadino torna dal prelato che gli
chiedeva un segno, e apre il mantello
(la tilma), per lasciar cadere i fiori
che aveva raccolto nella desolata
pietraia della collina, il vescovo
sgrana gli occhi non tanto per i fiori
sbocciati fuori tempo e fuori terreno,
quanto per l'immagine che si era for-
UN INDIO
PROTAGONISTA
Prima che venisse battezzato, a 50
anni, Diego aveva l 'impossibile
nome azteco di Quauhtlatoatzin. Era
un macehual, un uomo del popolo,
poco più di niente per la società di
allora, ma positivo, poco suggestio-
nabile, tutto preso dalla quotidiana
lotta per la sopravvivenza. Quel sa-
bato 9 dicembre 1531 scorge qualco-
sa sulla sommità del Tepeyac, me11-
tre va al catechismo. S ' avvicina. E
Folklore sulla grande piazza ...

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al santuario di Guadalupe...
Il vecchio santuario ai piedi del Tepeyac.
Il nuovo grande santuario di forma
circolare che può contenere più di 10.000 persone.
mata all'interno del manto del conta-
dino, una dolcissima immagine della
Madonna.
Una "ermita", una cappella, viene
innalzata a tempo di record dove lei
aveva indicato, e la ti/ma dell'indio
dal nome impossibile vi venne espo-
sta alla venerazione del popolo che
accorreva sempre più numeroso.
SOTTO ESAME
Cominciò quasi subito la serie di
esami scientifici sulla tilma del mi-
racolo, un rozzo tessuto di fibre di
agave chiamato "ayate" , usato dai
poveri. L'immagine della Virgen
Morena, la fanciulla bruna, con ve-
stito a fiori e fascia tipica delle ra-
gazze incinte, era ll a testimoniare il
miracolo. Uno strano dipinto, per-
fettamente aderente ai fili del tessu-
to senza nessun fondo che ha resi-
... e anche business!
stito agli insulti del tempo al di là di
ogni aspettativa. Tutte le copie fatte
sullo stesso tipo di tela ed eseguite
con la stessa tecnica e gli stessi co-
lori si sono sempre, dopo un po' ,
irrimediabilmente deteriorate. Nel
1936 l' analisi su alcuni fili rossi e
gialli della tilma, operata dal premio
Nobel per la chimica Richard Kuhn,
non riuscl a scoprire traccia di colo-
ranti né vegetali, né minerali, né
animali! L'immagine, a parte alcuni
ritocchi o aggiunte successive, ap-
parve all'indagine come "acheropi-
ta" , cioè non manufatta.
Poi gli occhi. Nel secolo XIX i r~-
cercatori Purkinje e Sanson scopri-
rono che nell'occhio umano si for-
mano immagini riflesse degli oggetti
o delle persone osservate. Certo non
possono formarsi in un volto dipin-
to, ci mancherebbe! Ma nel 1929 un
fotografo scoprì il riflesso di un
busto umano nell'occhio destro del-
la Vergine. La cosa fu tenuta nasco-
sta fino al 1951, quando un altro
professionista credette di ricono-
scervi la testa di Juan Diego, e co-
munque una figura, confermata poi
da illustri oftalmologi. Nel 1979,
l'elaborazione elettronica al compu-
ter rivelò un'altra sorpresa: riflessa
negli occhi della Lupita c'è l'intera
scena del veggente che apre il suo
mantello davanti al vescovo e altri
testimoni.
Ma la stupefacente storia di Gua-
dalupe non finisce qui. Essa si iden-
tifica in qualche modo con l'intera
nazione messicana. 1810: il sacerdo-
te Miguel Hidalgo y Costilla, capo
della prima rivolta indipendent~sta
messicana, la inalbera come vessillo
di indipendenza. Da allora segnerà
momenti significativi della vita civi-
le e politica messicana.
LA FINE
DELLA CRONACA
Quel giorno dunque, quel lunedì
di un anno fa, facendomi largo tra
due ali di folla che gremiva pelle-
grinante la lunga via che immette
alla grande piazza e al santuario,
salii a Guadalupe, accompagnato dal
direttore del Bollettino Salesiano
del Messico. Nell'immenso spazio
circolare del nuovo santuario si rag-
gruppavano deyote .circa d~ecim~l~
persone. Tra gh altn anche 1 novizi
salesiani del Méssico che erano ve-
nuti, in un giorno di non eccessivo
affollamento (!), a pregare la Virgen
Morena, la loro cara Lupita, perché
proteggesse la loro vocazione. Pen:
sai a che cosa dovesse succedere nei
giorni di affollamento, e rinwaziai
il cielo di essermici trovato m un
giorno "normale". Quando iniziò 1~
celebrazione erano le 13: davanti
alla Lupita le messe continuano
senza interruzione tutto il giorno.
Canti struggenti, invocazioni com-
mosse, preghiere dense di emozioni
e di silenzio .. . la fede era palpabile.
Finita la celebrazione salii fino alla
ermita di Juan Diego, sempre ac-
compagnato, quasi trascinato da una
incredibile folla. Poi ridiscesi verso
il grande monumento che raffigura
l'omaggio degli indio alla loro Ver-
gine. La fotografia di quella giornata
ce l'ho ancora viva nel cuore. O
(Servizio fotografico dell'autore)
BS DICEMBRE 2001

2.10 Page 20

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LA GLOBALIZZAZIONE
IN BRACHE DI TELA
di Michele Novelli
Sì global, ma...
Il GB spiegato ai
"semplici di cuore".
M arta, tutte le volte che
tomo a casa, ha un arretra-
to di "perché" che i ge-
nitori hanno furbescamente evaso:
"Quando viene lo zio, lo chiedi a
lui". Sono capitato a casa il week-
end dopo il G8 di Genova. A cena,
già dalle prime immagini del TG,
Marta mi ha investito: "Perché sulle
magliette e sui cartelli c'è scritto
NO!GLOBAL? Zio, tu che cosa sei.
Un SÌ/GLOBAL? Piccola Marta, riu-
scirò a farti capire l'idea più subli-
me di tutta la teologia: come il dise-
gno di Dio per la storia dell'uomo
viaggi da Babele a Pentecoste? Ti
racconterò di Babele, della città mo-
nolitica, senza rapporti, dove non ci
si capisce, si parlano lingue inaffer-
rabili. Poi farò un salto di millenni,
fino alla mattina del cinquantesimo
giorno dopo la risurrezione di Gesù,
quello di Pentecoste. Gente che non
si conosceva, di provenienze diver-
sissime, magari appartenenti a po-
o,cEMBRE 2001 BS
poli nemici giurati, ascoltano Pietro
e gli apostoli e tutti capiscono per-
fettamente, e quel giorno diventano
fratelli. Un cristiano, piccola, non
può essere ANTI/GLOBAL, la stessa
Chiesa cui appartiene, nata proprio
a Pentecoste, si è chiamata "cattoli-
ca" cioè universale, ovvero globale.
E come si potrebbe tradire il co-
mando di Gesù: "Andate in tutto il
mondo .. ."?
LA FAVOLA DI GENOVA
Marta non si aspetta regali ma
una favola nuova ogni volta che ci
incontriamo. Affondata nel suo let-
tino odoroso pianta nei miei i suoi
occhi lucenti. "C'era una volta un
imperatore vanitoso ...". Ho pensato
che la favola di Andersen I vestiti
nuovi dell' imperatore ben si addi-
cesse alle circostanze. Gliel 'ho rac-
contata a modo mio, ambientandola
in una Genova ripulita in cui l'im-
peratore del luogo aveva dato ap-
puntamento ad altri sette imperatori
per discutere con loro quali nuovi
vestiti indossare per farsi ammirare
da tutta la gente. "Vestiti specialissi-
mi", avevano giurato i sarti piombati
a corte tempo prima; essi infatti
dopo aver presentato le loro creden-
ziali su cui campeggiavano strane
sigle (FMI - WTO), dichiararono di
possedere un brevetto straordinario:
erano capaci di confezionare vestiti
che solo gli intelligenti potevano
vedere (volevo sostituire "intelli-
genti" con "sviluppati", per rendere
meglio l'idea, ma poi ho pensato
che chi si crede sviluppato si sente
necessariamente intelligente). I sarti
lavorarono mesi per confezionare i
vestiti agli imperatori assorbendo
capitali ingentissimi.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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LA RABBIA DEI GIOVANI
La mattina della sfilata, sulle
belle mutande di seta degli impera-
tori i sarti imbroglioni applicarono
capi .. . "virtuali", magnificandone lo
splendore. I vestiti li vedevano solo
loro, perché i grandi della terra non
indossavano altro che le proprie lu-
centi brache. E i cortigiani si guar-
davano bene dall ' affermare che non
vedevano alcun vestito ... Inizia il
corteo, tra la folla plaudente, in una
città ornata di fiori, via i panni stesi
dai balconi, televisioni da tutte le
parti, cordoni di polizia attrezzati di
tutto punto. Gli otto procedono,
smaglianti nei vestiti che credono di
avere indosso. Tutto il popolo
presente, e quelli che seguivano in
TV da tutto il mondo, sospettavano
che fossero nudi, ma non osavano
pronunciarsi . .. Ma a un tratto in
mezzo alla folla , si ode la vocina di
un bambino, in braccio al papà:
"Babbo, perché gli imperatori sono
in mu,tande?" .. . Marta è già partita
per il "regno dei sogni; è una fortuna,
mi risparmia la morale della favola,
e tuttavia non mi esime dal riflettere
su una preghiera che mi dovrebbe
essere familiare: "Ha disperso i su-
perbi nei pensieri del loro cuore .
Ha rovesciato i potenti dai troni , ha
innalzato gli umili. Ha ricolmato di
beni gli affamati, ha rimandato a
mani vuote i ricchi. . ." troppo tra-
dun-e: li ha rimandati in mutande?).
A colazione Marta riprende il di-
scorso: "Perché a Genova un muc-
chio di gente protestava, e un bel
po' si è messa a sfasciare tutto?".
"Perché erano an-abbiati! ", conclu-
do pensando di aver trovato il deno-
minatore comune di atteggiamenti
di diversa ,quando non opposta pro-
venienza. E scontato che ora occon-e
chiarirle contro chi o che cosa erano
an-abbiati. Affondo le mani sulla
crostata alle mele che lei adora, e ne
trasporto più della metà sul mio
piatto. Marta sgrana gli occhi : "Ti
prendi tutto tu , zio? E noi?". "Se ti
dicessi che io sono grande, forte e
prepotente, e tu sei piccola e insi-
gnificante come la prenderesti?".
"Mi a1nbbierei, e strillerei con tutto
il fiato che ho in gola! ". Brava, pic-
cola, hai dentro quell'elementare
senso di giustizia e di ribellione ne-
cessario dinnanzi a un sopruso evi-
dente. È cosa grande combattere per
i propri diritti , ma quei "ragazzi di
Genova" li trovo ancora più grandi
perché ammettono di appartenere
alla parte dei prepotenti , e von-ebbe-
ro che quegli stessi diritti di cui loro
godono fossero veramente "globali".
"Zio, ma Gesù si è mai arrabbia-
to?". Spero che tu non confonda
rabbia con violenza, e allora ti rac-
conterò di quel giorno in cui ha
perso le staffe nel Tempio di Geru-
salemme, rovesciando tutto quello
che si è trovato davanti. E se mi
chiedi che cosa lo possa aver fatto
imbestialire così, ti dirò che non ha
mai potuto soffrire l'accoppiata
"Mercato(fempio". Vedi, Marta, il
mondo intero è la casa che Dio ha
messo a disposizione di tutti i suoi
figli di ogni colore, lingua, nazione
e religione. Penso che abbia ragione
di arrabbiarsi se pochi furbi senza
scrupoli danno a ogni cosa un prez-
zo, stabiliscono che tutto deve esse-
re proprietà di qualcuno (inevitabil-
mente del più forte e del più arma-
to). Quei 250.000 che hanno sfilato
a Genova partecipavano, molti
senza saperlo, a una liturgia cristia-
na, perché rivendicavano il cuore
del messaggio di Cristo. E non mi
scandalizza la loro "rabbia" che ri-
tengo sacrosanta come la sua. Quel
che mi preoccupa è la violenza di
alcuni, perché Lui è il simbolo stes-
so della non-violenza.
SPEZZARE LE CATENE
Prima di lasciarci ho insegnato a
Marta una filastrocca a canone: Gli
stracci fanno la carta, la carta fa i
soldi, i soldi fanno le banche, le
banche fanno i prestiti, i prestiti
fanno i poveri, i poveri fanno gli
stracci. Ti sento canticchiare la fila-
strocca ricominciando sempre da
capo, senza pause. Fermati, piccola,
dinnanzi a questo ciclo impazzito
che abbiamo costruito come un ter-
ribile schiacciasassi. La mia genera-
zione ormai non fa più nemmeno
caso a questo meccanismo infame,
la tua ha il compito di spezzare le
catene e svegliare la speranza. D
BS DICEMBRE 2001

3.2 Page 22

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LETTERA Al GIOVANI
È una mamma in attesa.
Immagina che la sua
bambina possa parlare
qualche giorno prima di
nascere.
Carissimo Carlo,
Sono emozionata, in que-
sti mesi di gravidanza mi
comm uovo faci l mente ,
parlo di più, sento mia
f iglia muove r si, smaniare
dentro di me. Vivo con lei
da mesi. Ho la percezione
di vederla già tra le mie
braccia . È come se la sen-
tissi parlare. Anzi sono
sue queste poche righe. Le
immagino io per lei.
DICEMBRE 2001
Dicembre è certamente più di ogni altro Il meee
delle mamme... perché è Il meee della Grande
Naeclta, quella di Geeù di Nazaret.
A tutte le mamme è dedicata la lettera di
CARLO TERRANE0
STAMMI A SENTIRE
NAAN5_,C_,.__
"Mamma ti voglio bene .
Q Sono tutta awolta da te. , / }-
Ti sento, ti sento. Il tuo
cuore è tranquillo, regolare,
~
i tuo i movimenti uguali e
intensi. Puf.. . puf... Un puf
è il tuo e l'a ltro è il papà.
Il momento più bello è la
no t te. Sto bene perché
stai ferma. Di giorno mi fai
prendere qualche spavento
quando ti muovi brusca -
mente . A volte mi sento
venir meno. No, no, non
vog lio perderti. C'è tanto
amore in te. Il tuo respiro è
una carezza infinita.
Tutti mi dicono che è
bello nascere, ve nire fuori.
Sarà quando sarà, ma
troverò ancora amore'? È
così be llo sentirsi una
cosa so la con te. Mi
accorgo che vicino a te c'è
~empre qualcuno. È papà!
E un burlone. Mi piacciono
le sue coccole; sento la
sua voce da clown, mi fa
ridere un mondo. Dig li che
sono la sua bambina e
voglio vederlo in faccia, se
è buffo come sembra. Non
voglio deludervi.
DICEMBRE 2001 BS
Nascerò a Natale.
Sono so lo una gemma, un bocciolo. Diventerò il
vostro fiore a cond izione che voi siate la mia luce.
Le vostre braccia sono la culla, che mi attende.
La mia prima pa rola non sa rà: mamma, papà, ma: "vi
voglio bene". Ho fretta di vedervi. Mi sento da dio.
Nascere a Natale è nascere due volte. Non sei solo tu
àd aspettarmi ... Questo mi fa sentire importante.
Sentirsi amare è il dono più bello che mi possiate fa re.
Buon Natale.
Adesso tocca a me venirvi a dire "Vi vog lio bene".
Abbracciatemi".
Carlo Terra neo

3.3 Page 23

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••••••••••••••••••••••
Nella terra di Gesù, martoriata da sempre
da lotte e discordie, non poteva mancare un museo
che esprimesse il più grande dei misteri dell'universo,
quello dell'Incarnazione di Dio nel fanciullo Gesù,
figlio di Maria di Nazareth.
Lo hanno realizzato i salesiani a Betlemme,
nel paese dove Gesù è nato.
• ••••••••••••••••••••
MUSEI SALESIANI
••••••••••••••
IL MUSEO
DEL PRESEPE A BETLEMME
di Natale Maffioli
I primi salesiani giunsero in Palestina nel lontano 1891 per farsi carico
di quanto aveva iniziato don Antonio Belloni e la sua piccola congregazione:
l'Opera della Santa Famiglia. Il sacerdote aveva fondato un orfanotrofio
a Betlemme e una scuola agricola a Beit Gema/. La Santa Sede aveva
acconsentito alla fusione della congregazione di don Be/Ioni con i salesiani.
•••••••••••
••
•••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS DICEMBRE 2001 • •

3.4 Page 24

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Massimo Maizzani.
Antonio Pozzobon.
La casa di Betlemme, nata co-
me orfanotrofio, è ora scuola,
oratorio e casa di accoglienza.
A queste prestigiose istituzioni, ul-
timamente se n'è aggiunta una del
tutto particolare, in sintonia con il
luogo: Betlemme è la città dove è
dente del Consiglio dei Ministri ita-
liano Massimo D'Alema, del Presi-
dente della Giunta Regionale Ve-
neta Giancarlo Galan, ael sindaco
di Verona Michela Sironi e di una
numerosa rappresentanza di soste-
nitori del Museo; non mancava
nato Gesù e che cosa c'è di più una folta rappresentanza di auto-
adeguato di un Museo del prese- rità rei igiose.
pio? Il 24 dicembre 1999, in colla-
borazione con l' Unesco, la Regio- UN PERCORSO
ne Veneto, la città di Verona e
tante altre realtà pubbliche e priva-
te è stato inaugurato il Museo In-
ternazionale della Natività alla
DI 12 STANZE
Lo scopo della sua fondazione è
certamente da ricercare nel desi-
Classico Napoletano,
dono di SS. Giovanni Paolo Il.
presenza del Direttore Generale derio di ricordare al mondo intero
dell' UNESCO Koichiro Maatsuura, che il messaggio di Gesù, che ha
del Presidente Yasser Arafat, di sua avuto il suo esordio 2000 anni fa,
moglie Suha, cristiana, del Presi- è valido tutt'oggi; perché è un an-
nuncio di amore, di fratellanza, di
salvezza per tutti i popoli e per
•••••••••
tutte le culture della Terra .
Le dodici stanze che compon-
gono il percorso museale sono
collocate nel seminterrato dell 'e-
dificio inferiore della casa e l' ac-
cesso è direttamente dalla strada
cittadina. Le pareti di alcune sale
sono ricavate nella roccia viva,
quasi in continuità ideale con la
roccia della grotta della natività .
Le rinnovate bianche pareti, le
San Marino .
che, ambasciatrici di culture cri-
nicchie architettoniche che esalta- stiane eterogenee. Ne è sorta una
no la nobiltà dei manufatti, gli al- bella rapsodia d' insieme che fonde
loggiamenti delle vetrine e le stes- in sintesi usi e costumi, liturgie e
se teche di esposizione ospitano ritualità propri di etnie dislocate in
oltre 200 presepi, tra grandi e pic- tutti i continenti .
f coli, e venti diorami, frutto di do- L'Italia è presente a Betlemme
nazioni fatte da rivati e da enti con alcuni interessanti presepi
pubblici di tutto i mondo. Presepi creati da mani esperte di artigia-
tradizionali, tipici in particolare ni, illuminati interpreti della reli-
Mauro Bernardl,
Gianmario Manello.
delle regioni italiane, affiancano giosità e delle tradizioni popolari
altre rappresentazioni caratteristi- proprie dei loro luoghi di origine.
• • DICEMBRE 200 1 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 9

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Sri Lanka.
Gruppo Sacra Famiglia,
Brunella Ratto.
fidate ai curiosissimi graffiti di
mezza costa . La gente camuna ri-
vive la propria spiritualità, prezio-
sa e riservata, nel presepio di
CAPOLAVORI ITALIANI. ..
Erminio Gualandris, come pure
· Di grande suggestione è il pre-
sepio veneto cfi Antonio Pozzo-
nel la pregiatissima opera scu Ito-
rea di Mauro Bernardi.
bon, che si inserisce in un mo-
derno, diffuso criterio e rappre-
sentazioni religiose in cui si cer- Francesco Scarlatella.
cano ricostruzioni ambientali d'e-
poca, privilegiando luoghi carat- nacque Gesù . Tutto è ricostruito
teristici delle singole reg ioni . Una con amore ed uno scoperto senti-
ricerca del tempo perduto come mento di nostalgia.
nel presepio veneto di Ermenegil- La Liguria, terra dei fiori , ma
do Semenzato e di quello, pure anche di montagne forti e nere
veneto, di Giancarlo Ravagnati. che precipitano nel mare, è molto
Di grande effetto è il presepio di ben rappresentata dal presepio di
Francesco Artese, ambientato tra i Giuseppe Ascheri. L'artista ha fat-
Sassi di Matera, in Basilicata. Ar- to nascere Gesù entro disadorne
tese ha creato un mondo di crea- borgate animate solo dai desideri
ture rese ormai fantasmi dall'ab-
bandono, che appartengono ad
un passato storico estraneo alla
cronaca contemporanea: povere
e dalla speranze dei pescatori più
umili. Suggestiva è pure l'ambien-
tazione del presepio ligure realiz-
zato da Mario Cenere.
•••••
case scavate nel vivo del dirupo Le vallate prealpine italiane so-
calcareo, chiese bizantine talune no rappresentate dalle memorie
ancora animate da frammenti di popolari della Val Camonica, il
affreschi medievali; silenzio e de- pittoresco paesaggio dove è fiorita
solazione, come doveva essere la civiltà camuna che ha lasciato
l' interno del misero abituro dove importantissime testimonianze af-
Classico Napoletano,
Marco e Giuseppe Ferrigno.
Sassi di Matera, Francesco Artese.
Elisa Messina.

3.6 Page 26

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
lombiana che per le figure realiz- sensibilità europea. Di assoluto
zate con gusto, risulta il presepio fascino, e di squisita poesia sono
di Marco Meggiorini di Civitavec- i presepi assemblati provenienti
chia. Un accorto gioco di luci e dalle Ande peruviane, dal lago
di scenografi che ricostruzioni di Titicaca, dove la natività è am-
un caratteristico paesaggio cala- bientata in una tipica barca di
brese evidenzia l'artistica creati- canne. E questi non sono che al-
vità di Gennaro Repole.
cun i esempi presi tra le tante ma-
nifestazioni della natività prove-
... ESTRANIERI
nienti da ogni angolo della Terra.
Marcell Auber, Germania.
Il Lazio è pure presente con un
presepio che ambienta la scena
della natività nella ricostruzione
di una rustica borgata ottocente-
sca, il tutto realizzato con sapien-
te maestria da Massimo Maizza-
ni. Di particolare pregio, sia per
l'ambientazione tipicamente co-
Un tradizionale presepio spa-
gnolo è stato realizzato da )oan
Baixas Mestres: la sua natività è
circondata da un tipico paesag-
gio catalano vicino, per certi
aspetti , a quello palestinese. Le
case dei contadini mostrano la
paziente ricerca storica: le fedeli
riproduzioni miniaturizzate di og-
getti e strumenti oltre che dei
frutti del la terra .
Una poesia tutta particolare
promana dai presepi d' oltremare;
figurine intagliate nel legno di
eoano o nel palissandro proven-
gono da quella straordinaria tribù
ai scultori Makonde della Tanza-
nia che non finisce di stupire la
NON SOLO MUSEO
Unita al Museo, vi è una scuola
artistica che ha lo scopo di ripri-
stinare l'antica arte della lavora-
zione del legno d'ulivo, della ma-
dreperla e della ceramica, che
erano professioni tipiche di Be-
tlemme. Con questa istituzione si
vuole preparare del personale ar-
tigianalmente qualificato e salva-
guardare delle tradizioni artistiche
che stanno scomparendo. Una se-
zione del Museo è itinerante ed è
destinata ad essere "esportata"
nelle capitali europee.
Natale Maffioli
•••••••••••••••••••••••••••••••••
••••••••••
Messico.
Presepio dei contadini, Perù .
•••••
Corea.
Cina.
• • • DICEMBRE 2001 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.7 Page 27

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CIÒ CHE NON BISOGNA
DIMENTICARE
di Jean-Françols Meurs
e aro Doctor J. , la mia
((
triste storia certamen-
te assomiglia a quella
di molti altri. Quando si è come
me, si tradisce il proprio mondo, la
famiglia , gli amici; si sta sempre
sul chi vive, si ascoltano insulti,
battute feroci, prese in giro ... Ma
devi far finta di niente e a volte
ridere di te stesso. Alla fine si ha
paura del disprezzo degli altri, e
non ci si accetta più; si cade in
depressione e si è tentati di suici-
dio. Come conseguenza, si conti-
nua a nascondersi, si esce con le
ragazze per fare i normali, e ci si
ritrova davanti allo stesso dilem-
ma : o farla finita , o uscire allo
scoperto e gridare a tutti la propria
diversità ... e subirne le conse-
guenze, perché i tuoi vicini non ti
guarderanno più allo stesso modo,
e alcuni palesemente, altri a/Ile
spalle ti diranno che non sei un
uomo. Perché questa disgrazia è
capitata proprio a me? Mi sento
solo contro tutti. Andare a scuola
è diventata la terribile prova di
tutti i giorni.
(Vincenzo 18 anni)
Caro Vincenzo,
Nel nostro mondo l'omosessualità
disturba, interpella, stravolge cer-
tezze veicolate e trasmesse. Se è
vero che ormai è "politicamente
scorretto" tenere un discorso omo-
fobo, è anche vero che oggigiorno
gli omosessuali sono, ancora trop-
po sovente , oggetto di beffe ,
sguardi di disprezzo, piccole frasi
assassine , ingiurie volgari , anghe-
rie , ecc.
In un'età in cui gli adolescenti bran-
colano nel buio per costruire la loro
personalità, esiste un meccani-
smo che faciliti l'orientamento
sessuale? C'è una strana logica
tra gli uomini: si pensa che la
paura e il disprezzo siano i mezzi
più efficaci per evitare dann i e
dunque i più utili per educare. In
alcune campagne contro la droga,
ad esempio, si usano questi strata-
gemmi: ci si sforza di mostrare il
decadimento fisico e morale e la
morte attraverso il continuo rilancio
d'immagini brutali e morbose. Ma
oggi questo metodo serve a poco;
non si costruisce niente di solido
facendo forza sul negativo: si ottie-
ne di più puntando sulla gioia di
vivere che non sulla paura della
morte e sulle fobie .
E dunque, si ha tutto da
guadagnare sviluppando una
educazione che insegni ai giovani
a costruire la loro personalità e il
loro orientamento sessuale non
contro qualcuno o qualcosa, ma
per una vita più luminosa. Non è la
migliore educazione quella che
educa alla vergogna, a considerare
sudice e colpevoli alcune tendenze
e mette le persone le une contro le
altre . I bisogni fondamentali degli
omosessuali non sono differenti dai
bisogni di tutti: essere ascoltati ed
essere rispettati. Gli educatori
conoscono bene ciò che desidera-
no i giovani : essere accolti per
quello che sono , e per quello che
sperano di diventare. L'essenza
dell 'educazione è rispettare se
stessi , esigere dagli altri di essere
rispettati, e a sua volta rispettare gli
altri per quello che sono . Ed è
proprio questo il modo migliore per
evitare sofferenze e drammi inutili.
Infatti non c'è alcuna ragione di
aggiungere preoccupazioni e ango-
sce dove ci sono già interrogativi
gravi e sconvolgenti: perché proprio
a me? Certe sofferenze cominciano
prestissimo: un ragazzetto di 12
anni mi ha confidato la ferita che gli
causavano le ragazze che lo tratta-
vano da pedofilo. Eppure non
aveva niente di effeminato, e gioca-
va benissimo a foot-ball. Queste
ingiurie lo tormentavano, al punto
che gli facevano venire il dubbio di
essere come loro dicevano. La
cosa era tanto più grave in quanto
ven iva dalle ragazze , in un'età in
cui si è preoccupati dell 'immagine
di sé, e particolarmente attenti nei
riguardi dell'altro sesso. Ce n'era
d'avanzo per demolire qualcuno più
sensibile. Che le ragazze utilizzino
questo vocabolario è un segno che
le relazioni tra i giovani si fanno
aspre, e bisogna correre ai ripari.
}.JOf DUE
S1t1tJtJA-
MOf<AT/ PAZ-
ZI !...'UNO
DELL'ALTRO !
Occorre prendere coscienza
delle difficoltà in cui viene a
trovarsi l'adolescente che scopre
questa inclinazione: è costretto a
far tutto da solo. Non è facile per
nessuno costruire relazioni arric-
chenti con l'altro sesso , figurarsi
per giovani in difficoltà. L'adole-
scenza è un periodo delicato ,
tessuto di incertezze, di esitazioni ,
di fragilità, di slanci verso l'altro e
di ritorni su se stesso . Ma, per i
più , i percorsi sono ben segnalati.
Niente di tutto questo per l'omo-
sessuale , la società non prevede
niente, se non chiusure. Allora la
diversità può essere percepita
come talmente incolmabile tanto
da diventare un problema irrisolvi-
bile. Urge rendersene conto : diver-
si studi americani ed europei
hanno provato che un terzo dei
giovani che si su icidano sono
omosessuali . Tra i giovani attirati
da partner dello stesso sesso circa
il 14% parlano di tendenze suicide.
Un numero da non prendere sotto-
gamba. Ma ho vergogna di utilizza-
re questo argomento : a partire da
quale percentuale questo sarà
trascurabile? Che uno solo si suici-
di perché non sopporta più le
ingiurie, è già troppo!
BS DICEMBRE 2001

3.8 Page 28

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In Brasile l'incontro internazionale
A SCUOLA . di Graziella Curti
DI SOLIDARIETA
L a scelta del Brasile per l'in-
contro era obbligata. Questo
immenso Paese costituisce,
infatti, un crocevia del mondo dove,
in maniera più eclatante, si avverte
la disparità tra nord e sud, il massi-
mo del progresso e l'abisso della
miseria. Qui le cifre paralizzanti che
riguardano la bassa speranza di vita,
l'analfabetismo, la mancanza d'ac-
qua e altri indici del Rapporto Onu
sullo sviluppo umano 2000 sono
una realtà evidente. Appunto in
questo Paese convengono le suore
salesiane, che da tempo s'interroga-
no sulle cause strutturali della po-
vertà. Stanche di agire sugli effetti,
cioè di entrare in azione quando i
giochi di esclusione sono fatti, vo-
gliono trovare una nuova visione
economica che abbia a cuore il bene
comune e sia un patrimonio da tra-
smettere. Le partecipanti al Semina-
rio di Economia solidale, arrivate
da diverse parti del mondo, appar-
tengono a culture differenti e porta-
no con sé le urgenze dei luoghi di
provenienza. L'équipe di program-
mazione è portavoce dei tre ambiti
dell'istituzione salesiana che risen-
tono più da vicino del condiziona-
mento economico e cioè: l'ammini-
strazione, la promozione femminile
e la missione ad gentes .
La partecipazione diretta e con-
giunta delle responsabili di tali set-
tori è giustificata proprio a partire
dalla finalità dell 'assemblea, cioè
Quali sono le cause
strutturali della povertà?
Come individuare
i percorsi comuni
di uno sviluppo umano
per il nord e per il sud
del mondo? Queste
le grandi domande
a cui hanno cercato
di dare risposta
una settantina di Figlie
di Maria Ausiliatrice,
rappresentanti
dei cinque continenti,
durante un seminario
di economia solidale.
avviare un cammino verso l'acqui-
sizione di un concetto di economia
alternativo a quello in corso. Nel
messaggio della superiora generale
risultano chiari gli obiettivi: "si trat-
ta di un incontro di riflessione per
rileggere le iniziative già realizzate
e cercare insieme nuove strade per
giungere a una visione che consideri
il nord e il sud del mondo sul piano
di pari dignità".
LASCIATECI IL LAGO
I fatti accaduti durante il G8 di
Genova sono espressione di violen-
za contro una globalizzazione disu-
mana. Scopo di questo seminario è
quello di stabilire invece un approc-
cio costruttivo nei confronti della
realtà in atto e trovare la via per una
nuova visione economica.
Dalle relazioni del professor Ric-
cardo Petrella, ricercatore ali ' uni-
versità di Lovanio, emerge un ' am-
pia panoramica della globalizzazio-
ne, vista nelle sue cause storico-po-
litiche e soprattutto viene sottoli-
neata l ' urgenza di fare scelte educa-
Itive in grado di affrontare un futuro
Contagem (Belo Horizonte) 1500
ragazzi/e che frequentano la scuola
delle FMA a favore dei più poveri.
Dalla nuova visione economica
nasce la loro speranza.

3.9 Page 29

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per uno sviluppo sostenibile.
Cachoelra do Campo (Brasile). I partecipanti alla tavola
rotonda su "Economia solidale".
Cachoelra do Campo (Brasile). Tempo di riflessione
e scambio tra le partecipanti all'Incontro.
sempre più escludente milioni di es-
seri umani. Un detto sapiente, appli-
cabile al terzo millennio, propone in
modo chiaro il cambio strutturale
necessario per garantire a tutti il di-
ritto alla vita. "All'affamato - rac-
comanda - dà subito un pesce per
sfamarlo, la canna da pesca per pe-
scare domani, ma soprattutto non
rubargli più il suo lago". L'esempio
dell'acqua è davvero eclatante.
L'acqua potabile sana è al momento
un bene vitale che manca a due mi-
liardi di persone. Ora, i dirigenti dei
paesi del mondo sviluppato tendono
a imporre la privatizzazione dei ser-
vizi di acqua come soluzione della
sua mancanza. Ma non è certo tra-
sformando l'acqua in un bene eco-
nomico accessibile solo ai ricchi
che sarà superato l'ostacolo. "L'ac-
qua - si accalora Petrella - deve e
può diventare il primo esempio di
come la società mondiale sia capace
di organizzare il vivere insieme, gra-
zie alla gestione solidale ed efficace
di un bene comune". E lui personal-
mente sta animando una campagna
internazionale a questo scopo.
LA POVERTÀ È DONNA
La giornata dedicata alla presen-
tazione di esperienze di economia
solidale si apre con la presentazione
dello stile di vita delle FMA in mis-
sione: un'esistenza condivisa in
pieno con le sofferenze, speranze,
le lotte della gente, la più aperta alla
solidarietà evangelica. Soggetto
delle sette storie che vengono narra-
te è sempre la donna. C'è la giovane
africana che spesso non va a scuola,
perché deve procurare l'acqua alla
famiglia percorrendo anche molti
chilometri a piedi nelle periferie,
curare i fratellini o i figli, e occu-
parsi dei lavori domestici. C'è la
mujer delle Ande equatoriane o del-
1'0rinoco, tre volte esclusa perché
povera, indigena e donna. Pratica-
mente ignorata, senza diritti, dedi-
cata ai figli, alle attività agricole,
alla pastorizia. Nel mosaico dei
paesi asiatici si consumano i proble-
mi della discriminazione di genere,
dei maltrattamenti, dell 'analfabeti-
smo femminile, dell 'esclusione. A
queste situazioni si cerca di rispon-
dere attraverso cooperative respon-
sabilizzanti, microcrediti che per-
mettono di inserirsi nella rete com-
merciale, percorsi di promozione
che stimolano una autocoscienza
positiva e danno il coraggio alla
donna di alzarsi in piedi. Interessan-
te come le esperienze presentate
siano connotate sempre da metodo-
logie di coordinamento, di rete, di
arricchimento reciproco. Per vince-
re le leggi di un mercato che riduce
la persona a sola risorsa economica
è necessario impegnarsi per la cre-
scita della comunità.
QUALE EDUCAZIONE?
La tendenza attuale è di farci cre-
dere che la sola strategia percorribile
sia quella di adattarsi alle leggi del
mercato. Nella corsa alla globaliz-
zazione di tutto e di tutti anche la
scuola, l'educazione e la cultura su-
biscono forti pressioni. Ma chi
guarda alla vita con occhio evange-
lico sa che se si vogliono educare le
nuove generazioni è importante la
formazione della persona. In questa
direzione vanno le azioni alternative
che le Figlie di Maria Ausiliatrice si
sono proposte e cioè:
investimento in campo informati-
vo per aiutare i poveri a capire le
cause della loro povertà e a for-
mare un'opinione pubblica sem-
pre più sensibile ai princìpi eco-
nomici di una società civile, capa-
ce di collaborazione e denuncia;
potenziamento del cooperativi-
smo attraverso il microcredito;
creazione di un processo educati-
vo adeguato al cambiamento nel
campo dell 'economia solidale e
della partecipazione politica.
Nell'assemblea conclusiva, le par-
tecipanti si impegnano a comunica-
re nelle proprie realtà le conclusioni
del seminario e a cercare strade per
l ' attualizzazione .
Un richiamo finale viene rivolto
alle istituzioni universitarie delle Fi-
glie di Maria Ausiliatrice, perché
non solo si dispongano a sostenere
scientificamente questo cammino
dell'istituto, ma realizzino esse stes-
se l'economia di comunione nella
condivisione e nello scambio dei sa-
peri con tutte le culture del mondo.
Il Seminario dunque costituisce per
le salesiane un punto di avvio verso
un'altra globalizzazione plurale a
cui tendono già centinaia di orga-
nizzazioni nel mondo.
O
BS DICEMBRE 2001

3.10 Page 30

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__,.,,..,..._-. IL
&AESE
ITI
IN
LIBRERIA . peMotonte
o cuto di G1useP .
Giuseppe Moronte
UNA PRESENZA-
ACCANTO
Orientamenti
e indicazioni
per la pastorale
e la catechesi con
persone in situazione
di handicap
in parrocchia
di Giuseppe Morante
ELLEDICI, Torino 2001
pp.216
Rivisitando la proposta
catechistica post-conci-
liare della Chiesa italia-
na, si può constatare
l'affermarsi di una men-
talità pastorale lenta ma
progressiva, che si espri-
me, almeno in linea di
principio, con un nuovo
modo di affrontare l'edu-
cazione alla fede e la
partecipazione alla vita
liturgica e sacramentale
anche dei cristiani disa-
bili. Si scoprono indica-
zioni pastorali che inten-
dono confermare la ca-
pacità di saper promuo-
vere lo stesso soggetto
disabile quale soggetto
attivo e testimone della
sua stessa esperienza di
fede. La cura pastorale
dei disabili, però, non
può essere affidata solo
a persone o istituti spe-
cializzati ; deve essere
opera di tutta la co-
munità. Il testo si offre
come riscoperta di que-
sta istanza.
DICEMBRE 2001 BS
~ oGGI
~ E soCIT E À ~ DI coA PPI N I
NUOVE SPIRITUALITÀ
E NUOVE SAGGEZZE
Le vie odierne
dell'avventura spirituale
di Jean Vernette
Messaggero, Padova 2001
pp. 236
LA QUALITÀ
SPIRITUALE
Esperienza della fede nel
crocevia contemporaneo
di Pier Angelo Sequeri ,
Piemme ,
Casale M. (AL), 2001
pp. 92
Il primo testo analizza le
nuove credenze e ricerche
spirituali dell 'uomo moder-
no. La domanda spirituale
è percepibile oggi, anche
se non assume più la for-
ma classica. L'autore ne ri-
costruisce la logica e cen -
sisce le diverse vie , che
tentano di soddisfarne la ri-
cerca. Ne emerge una
mappa dell 'avventura spiri-
tuale odierna e si esplicita
l'apporto del cristianesimo
in questa molteplicità di
proposte. Il secondo testo
afferma che l'autentica dot-
trina della fede non può
sopportare di rimanere se-
parata dalla qualità spiri -
tuale dell 'esperienza. La
fede è il criterio fondamen-
tale della vita spirituale ed
ecclesiale e suo riferimen-
to imprescindibile è Gesù .
UMANESIMO SOCIALE
Viaggio nella dottrina
sociale della Chiesa
e dintorni
di Mario Toso
LAS , Roma 2001
pp. 454
In tempi di "globalizzazione"
è importante riprendere,
senza pregiudizi, il rapporto
tra religione e promozione
della persona, ispirandosi
alla dottrina sociale della
Chiesa. In pratica l'autore
risponde ai seguenti interro-
gativi: in una società multi-
culturale ha ancora senso
parlare di umanesimo cri-
stiano? La comunità politica
è una società di affari , di
gioco o un'unione morale
per il bene-essere di tutti?
Al centro della città stanno
le imprese o il bene comu-
ne? In assenza dell'unità
politica dei cattolici esiste
una grammatica comune
per l'azione? Lo stato può
giustificare nel suo ordina-
mento il diritto all'aborto e
all 'eutanasia? In un mondo
globalizzato si può conse-
guire l'ideale del lavoro per
tutti e un'opinione pubblica
libera?
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA. I l1bn
che vengono segnalati s1 pos·
sono acquistare presso le h~re'.
rie cattoliche O vanno nch1~st1
direttamente alle nspett1ve
Editrici.
LEI & LUI
Comunicazione
e reciprocità
di Giulia P. Di Nicola
Attilio Danese
EFFATÀ,
Cantalupa (TO) 2001
pp. 224
È possibile stabilire rapporti
di giustizia tra il maschile e
il femminile , evitando i toni
di una conflittualità perma-
nente? Possono l'uomo e
la donna ricostruire quel-
l'armonia originaria descrit-
ta nel versetto biblico: "Ma-
schio e femmina li creò. A
immagine di Dio li creò"
(Gen. 1,27)?
Questa esperienza di rela-
zione ricostruita dovrà
sfuggire a una duplice ten-
tazione: quella di una diffe-
renza incolmabile tra i due
generi e quella di una
uguaglianza che appiatti-
sce. Se è vero che sono le
idee a cambiare il mondo ,
una più approfondita com-
prensione del maschile e
del femminile costituisce
oggi uno snodo indispen-
sabile per affrontare con
discernimento la comples-
sità della cultura attuale
circa il rapporto tra i due
generi.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~ ~ ~HlfNI
poETIC
MARIA
Figlia del suo Figlio
di Marie-Dominique Philippe
PIEMME ,
Casale M. (AL) , 2001
pp. 300
La contemplazione, in Av-
vento, del mistero di Maria
può rispondere all 'attesa
dell'uomo che cerca di
ascoltare e mettere in pra-
tica la chiamata di Cristo.
Dicembre significa per il
credente vivere una dimen-
sione storica della salvez-
za imperniata sulla nascita
di Cristo, la cui Madre è
modello di fede , di speran-
za e di crescita nell'amore.
Vivere la liturgia facendo
memoria dei protagonisti
di questa definitiva storia
della salvezza comporta
che il cristiano si lasci illu-
minare da Colei che Dio
ha voluto "senza peccato".
Solo Lei può proporre un
autentico programma di vita
cristiana scandita dai miste-
ri della vita di Cristo: della
gioia, del dolore e della glo-
ria. Ci si trova di fronte a un
saggio di teologia spirituale
mariana.
MONDO SALESIANO
E POVERTÀ
a cura di Cosimo Semeraro
SCIASCIA Ed .,
Caltanissetta-Roma 2001
pp . 222
Dentro il dramma del pro-
gressivo impoverimento del
mondo , si fa riferimento ai
concetti di povertà asso-
luta, strutturale e persona-
le dei paesi sottosviluppati
e povertà sommersa dei
paesi ricchi ; ma anche
povertà individuale e di
massa, economica, spiri-
tuale e relazionale ; povertà
di donne, di giovani ; po-
vertà vecchie e nuove. Nel
testo, frutto di collaborazio-
ni varie , vengono trattati
questi temi negli aspetti più
significativi dei diversi con-
testi mondiali della presen-
za salesiana. Trattandosi
di un confronto universale ,
ne emergono un grido pro-
vocatorio ed una domanda
di fondo : siamo disponibili
ad ascoltare il grido dei gio-
vani poveri, e a rispondere
con risposte audaci e creati-
ve nella linea del carisma di
Don Bosco?
IL PARADOSSO
DELLA MEMORIA
Meditazioni in versi sulle
lettere di san Giovanni
di Ardea Montebelli
FARA Edizioni ,
Sant'Arcangelo
di Romagna, 2001
pp. 96
Questo piccolo ma prezio-
so volume non lascia indif-
ferenti. I versi , apparente-
mente semplici, afferrano il
lettore , e cominciano a sca-
vargli l'anima, la mente, il
cuore. Pazientemente, ma
inesorabilmente .
L'autrice, non nuova a que-
sto genere di riflessioni ,
sceglie i versicoli più signifi-
cativi del testo giovanneo, e
li penetra e sviscera con la
sua personale meditazione
poetica... e subito, forti
emozioni investono il letto-
re , e lo costringono a sua
volta a fermarsi su quegli
stessi testi, e ad applicarli
alla propria esperienza di
fede e di vita. Alcune foto si-
gnificative della stessa autri-
ce impreziosiscono il libro e
aiutano l'approfondimento.
È sempre benvenuto un
libro che dichiara la pro-
pria fiducia verso i gio-
vani , li considera "ricchi
di potenzialità" a capaci
di camminare strade
"impegnate", per arrivare
alla propria "autenticità".
Senza remore né arcai-
che paure l'autore si ri-
volge direttamente ai
giovani , ma anche agli
adulti , animatori , educa-
tori , e propone loro un
anno di cammino per
"fare esperienze di fede".
Un libro coraggioso , dun-
que, che individua sette
tappe per arrivare alla
definizione di se stessi
come cristiani.
,MnantnF0$ll
Le ore si sfaldano
"La poesia è l'unica arte
dove la mediocrità è im-
perdonabile" (E . Pound) .
Non è mediocre questa
raccolta di poesie che il
titolo già colloca in quel
particolare contesto che
vede l'uomo sfiorire come
figlio del tempo, ma senza
spasimi , animato dalla
speranza chiara di una
rinascita oltre il tempo.
"La luce che scalda" è la
forza che scopre nuovi
cammini e nuovi orizzon-
ti , come li scoprì ai due di
Emmaus : "tutto s'illumi-
na/e una luce nuova/ci fa
vedere".
BS DICEMBRE 2001

4.2 Page 32

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t/;1/E-
MISSIONE DI STRADA
di Davide Banzato
L'associazione Nuovi Orizzonti
e il "Borgo Ragazzi Don Bosco"
in missione nei luoghi più a rischio
della capitale, dove una comunità
di disperati della strada conduce
una vita fuori da ogni regola,
al margine della legge e, spesso,
dell'esistenza.
Uno spettacolo significativo: i protagonisti?
Siringa e canna.
S e qualche volta vi è capitato di passare per
stazioni , piazze o quartieri particolari, di metropo-
li come Roma o Milano, anche se il fenomeno è
ormai dilagato, purtroppo, un po ' dovunque , di sicuro
sarete ri masti colpiti da persone buttate a terra, dalle
mani elemosinanti, dai volti emaciati , spesso barbuti , e
non di rado giovani che vivono nell'inferno della strada.
Al di della paura, dell 'impotenza e dello stupore , vi
siete mai chiesti quante siano le giovani costrette a
vendere se stesse e la propria dignità, quanti i giovani
che inquinano le proprie vene svuotandosi gradualmen-
te della vita , quante le persone in case senza tetto ,
senza servizi , e spesso senza mura, e quali le cause di
queste situazioni di disagio? I dati sono allarmanti .
denti in trattamento , di cui solo 13.208 contattati dalle
varie istituzioni . La sostanza d'abuso primaria è l'eroi-
na (83 ,6%), seguono hashish (11 ,1%), e cocaina
(3,3%). L'età media della prima assunzione della
sostanza di abuso si colloca tra i 19 e i 20 anni , anche
se da tempo tra i giovani vanno di moda il "fumo " e
micidiali pasticche come l'ecstasy e l'acodo. Secondo
l'UNAIDS il ritmo di crescita dell'AIDS si aggira attorno
ai 16.000 casi al giorno . Di fronte a queste cifre è faci-
le farsi prendere dallo sconforto, ma unendo le forze
questi numeri potranno essere ridotti o cancellati .. .
"quello che facciamo è solo una goccia nell'oceano, se
non lo facessimo , l 'oceano avrebbe una goccia in
meno" (Madre Teresa) .
LA SPIRALE PERFIDA
Alcune situazioni di povertà sono più vicine di quanto
possiamo immaginare. Se si facesse un sondaggio in
un condominio qualsiasi , ci si renderebbe conto che
più fam iglie si trovano in una delle situazioni di povertà
attualmente emergenti (perdita del lavoro , indeboli-
mento del reddito , solitudine e disagio di anziani, disa-
gio socio-economico giovanile , affitti troppo alti , sfrat-
ti .. .). Proprio da queste condizioni nascono gl i espe-
dienti per sopravvivere alla spietata legge della società
del benessere , dove più hai e più devi avere per esse-
re qualcuno. Incredibile è sapere che i 2/3 dei barboni
si dichiara disponibile a rientrare nella vita normale (al
contrario del "mito" del barbone che non vuole essere
recuperato) , ma aiutarli è costoso , occorre dunque
prevenire . In Italia ci sono circa 160.000 tossicodipen-
DICEMBRE 2001 BS
Un momento di allegria, fondamentale
nel Sistema Preventivo.

4.3 Page 33

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Contatto alla Stazione Tiburtina.
IN MISSIONE SULLA STRADA
Siamo stati abituati al pessim ismo , a girare con gli
occhiali neri , così come siamo attualmente abituati dai
media a credere che esistano solo tossicodipendenti
capaci di ammazzare i propri genitori per una dose o
di minacciare il prossimo con una siringa in mano . A
Roma nelle due settimane che vanno dal 26 marzo
all'8 aprile 2001 , un gruppo di 25 giovani della Comu-
nità "Nuovi Orizzonti " di Chiara Amirante, in collabo-
razione con il "Borgo Ragazzi Don Bosco", hanno
vissuto una Missione di Strada, cercando di ascoltare
il grido silenzioso e straziante di vite non vissute , di
giovani già vecchi , di persone somiglianti a zombi , che
trascinano per i ghetti di Roma un 'esistenza senza
sbocchi , senza senso . La Missione di Strada "Voglio
Volare " è stata una risposta all'invito del Papa: "Se
sarete quello che dovete essere, metterete il Fuoco in
tutto il Mondo!' Nella prima settimana "/ Giullari
dell'Amore" stabili al "Borgo Ragazzi Don Bosco"
hanno incontrato ogni mattina gli scolari della VI e VII
Circoscrizione , proponendo a ben 1360 giovani il
musical "Nuovi Orizzonti ", spettacolo provocante in cui
tra ironia e serietà, danza e teatro , sono state presen-
tate le storie vere dei ragazzi che in comunità sono
usciti dalla droga, dalla ricerca delle filosofie orientali ,
da adozioni troppo facili o da decisioni affrettate di
aborto ... La stessa équipe nella seconda settimana è
andata a incontrare nelle loro classi gli studenti che
avevano partecipato al musical, per poi lavorare con
loro il pomeriggio in tre work-shop (musica, conoscen-
za di sé , danza-teatro), renderli protagonisti della
propria vita e presentare il frutto del loro lavoro nell 'ul -
timo giorno della Missione.
.
Una parte degli "Apostoli dell'Amore" si è occupata
Un'animatrice tra due "ragazzi di strada".
della sensibilizzazione e della prevenzione nelle scuo-
le che non hanno potuto vedere il musical , recandosi
nelle classi a presentare le proprie storie di sofferenza
e di ritorno dall'inferno della strada alla vita normale.
Sono stati in questo modo contattati circa 2000 giovani
delle superiori .
Per tutte le due settimane l'altra parte dell'équipe si è
occupata dell 'Evangelizzazione di strada, andando a
coppie la mattina nei SerT di Roma (Torre Angela ,
Casilino1 , Tiburtino , Cento Celle , San Giovanni) a
incontrare giovani sfiduciati e distrutti da sostanze
come il metadone (eroina sintetica) distribuito dallo
Stato, per poterli agganciare, cercando di offrire loro la
concreta possibilità di entrare in comunità. Le stesse
persone nei pomeriggi si sono recate col medesimo
intento nelle borgate romane come Tor Bella Monaca,
Stazione Tiburtina, Termini , Cento Celle, Pietralata,
riuscendo a contattare in due settimane più di 150
ragazzi. Quindici di loro si sono poi presentati al
"Centro Arcobaleno" di Nuovi Orizzonti per entrare in
comunità, e molti altri ancora telefonano o si presenta-
no per trovare accoglienza e avere soccorso. L' Evan-
gelizzazione è stata svolta anche per le strade della
zona del Quarticciolo , entrando di notte nel Centro
Sociale del Forte Prenestino durante una festa punk.
Un'ultima équipe , rafforzata da alcuni giovani che
dopo averci conosciuti hanno voluto unirsi a noi , si è
occupata dell 'Animazione di Strada andando nelle
piazze e per le strade a cantare e a ballare , per i
passanti ma soprattutto per barboni , extracomunitari,
tossicodipendenti, regalare loro un momento di alle-
gria, e invitarli a un colloquio ... Insomma abbiamo
voluto seminare un po ' di speranza. Un musical al
Borgo Ragazzi Don Bosco ha concluso la frenetica ma
esaltante attività delle due settimane della Missione.
Per due volte siamo stati in televisione (diretta
RA/TRE del 3/04/2001 e diretta RA/UNO del
13/04/2001) per annunciare la Rivoluzione dell'Amore.
Un modo di annunciare il Vangelo alle generazioni
difficili. L'abbiamo ch iamato "cristoterapia".
O
Ex tossicodipendenti che ora fanno parte della comunità
"Nuovi Orizzonti".
Per saperne di più: te/. 0775502353;
e-mail: nuovi orizzonti@libero.it
http ://utenti.tri pod.it/nuoviorizzonti
BS DICEMBRE 2001

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrere
UN NUOVO PATTO TRA
SCUOLA E FAMIGLIA
Scuola e famiglia un dialogo necessario, per un'educazione
efficace. La scuola non è un parcheggio, ma un luogo educativo,
una realtà che deve risultare amabile, quindi non un tribunale,
Ricordo una maestra di scuola
materna in lacrime perché
ma un ambiente per maturare.
un 'enorme ricchezza e varietà di
stimoli esterni provocati dalle nuove
l'architetto che stava co-
struendo un nuovo salone della
scuola non capiva la necessità che
le finestre fossero a 60 centimetri
da terra. ridicolo!" sbraitava l'ar-
chitetto. "Non stiamo facendo la
casa dei sette nani!". La giovane
maestra replicava : "Ma perché i
bambini devono sempre stare in
punta di piedi o arrampicarsi per
guardare fuori? Possono piegare la
schiena gli adulti ... "
In effetti scuola e famiglia dimenti-
tecnologie , che apparentemente
aboliscono la fatica dell'imparare, e
quindi finiscono per rifiutare lo sfor-
zo e la pazienza dell'apprendimen-
to scolastico, privandosi così anche
di riflessione , analisi , capacità di
giudizio, perseveranza e di una
cultura coerente e med itata. In
questo momento delicatissimo ,
gen itori , insegnanti e studenti
dovrebbero saper collaborare,
senza contrapporsi in un meschino
gioco di ruoli e di potere.
cano talvolta di dover essere
centrate sul "cliente". Gli insegnanti
provano sempre più spesso la
stanchezza di un ruolo professiona-
le sottostimato e sottopagato. Trop-
pi genitori riducono la scuo la al
"voto", alla promozione da ottenere
a tutti i costi. I ragazzi la guardano
con pochissima simpatia e perdono
il desiderio di apprendere perché,
mentre i vari aspetti della società
hanno subito una forte accelerazio-
ne , la scuola risch ia di tenere un
passo lento e di "preparare un indi·
viduo per ieri e non per domani". I
giovani crescono sotto la spinta di
La scuola è prima di tutto un
"ambiente" di creatività educati-
va, una comunità dove picco li e
adolescenti trovano alcune delle
cose più importanti della vita sotto
la guida di "capitan i appassionati",
non un luogo dove i bambini e i
ragazzi vengono "concentrati " per
buona parte della giornata. Lo
psicologo Paolo Crepet scrive:
"Troppe scuole non sono ancora il
luogo della vivibil ità, del benessere
e degli interessi dei ragazzi , non
costitu iscono un loro spazio per
esprimersi , tessere relazioni profon-
de e in esse imparare, per confron-
tare esperienze ed emozioni come
in un laboratorio stabile , protetto e
gu idato dal sapere degli adulti cui
sono affidati".
La scuola è una realtà che
dovrebbe essere "amata" dagl i
studenti 1 dai genitori e dag li inse-
gnanti. E invece ridotta spesso ad
una specie di comodo capro espia-
torio per tutti i mali che riguardano i
giovani, i quali a loro volta sentono
la scuola come una controparte ,
non come un alleato prezioso per
la vita. I genitori stessi vedono trop·
pe volte la scuola come un inciam-
po burocratico, un cammino a osta-
coli da "passare". Gli insegnanti
sentonp di no n avere alle spalle
una preparazione adeguata che
nessuno del resto pensa a dar loro,
se non in una prospettiva formale e
sterile costruita sugli "aggiornamen-
ti" come titol i per i concorsi. Invece
gli studenti dovrebbero affezionarsi
agli insegnanti , perché dovrebbero
trovare in loro quelle "guide" forti e
pazienti , competenti e appassiona-
te che li accompagnano nel labirin-
to delle scelte della vita. I genitori
non subaffittano i figli all'istituzione
scolastica, ma con il loro concreto
ed esplicito interessamento devono
aiutare la scuola a ritrovare la sua
anima pedagogica. La simpatia e la
sintonia tra i genitori e gli insegnan-
ti sono per i ragazzi fonte di conso-
lazione e di sicure zz a. Contribu i-
scono anche ad attenuare gli even-
tuali conflitti tra genitori e figli. Inol-
tre , un rapporto positivo con l'inse-
gnante rappresenta di sicuro per il
ragazzo un passo avanti verso
l'evoluzione sociale .
"La verità, l'amara verità" scrive-
va Marcello Bernardi che l'adole-
scente con tutta la sua ricchezza di
fantasia, di slanci, di entusiasmi , di
immag inario, di pulsion i al rin -
novamento , non può trovare, quasi
mai , nella scuola un'alleanza genui-
na, un sostegno umano, una corri·
spondenza personale di sentimenti
e di simpatie. Trova classi e sezio-
ni , normative e programmi , trova
comparti e livelli , valutazioni e codi·
ficazioni di valutazion i, trova carte
più o meno ufficiali, schede, registri,
il tutto destinato al macero 'passati i
tempi prescritti '. La burocrazia ha
sostituito il pensiero e il rapporto
personale".

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
Nelle aule in cui passano gran
parte della loro giornata gli studenti
non si sentono ascoltati, ma solo
giudicati. Quando tornano a casa
quello che interessa i genitori trop-
po spesso è solo il "giudizio". In
una situazione come questa è logi-
co che si sentano frustrati e umiliati
anche gli insegnanti. Un nuovo
patto significa ridare all'educazione
le qualità e la dignità che merita.
Scuola e famiglia devono prima di
tutto trovare il giusto equilibrio tra
istruzione ed educazione offendo
tempi , luoghi e attività finalizzati a
dare non solo nozioni , ma opportu-
nità di crescita e maturazione. Istru-
zione e informazione non sono
oggetti da possedere e mettere da
parte, ma stimoli destinati ad
alimentare e potenziare le capacità
personali.
La sc~ola è un passaporto per
la vita. E significativo che l'ultimo
esame della scuola superiore sia
chiamato esame di stato: una meta
ambiziosa e stupenda. Ma le carat-
teristiche di una persona matura,
secondo la maggioranza degli
psicologi, sono: una sana com-
prensione della realtà e adatta-
mento alla stessa; l'accettazione di
se stesso e degli altri; la sponta-
neità (assenza di artificiosità e di
convenzionalismo) ; la capacità di
centrarsi sui problemi, senza esse-
re egocentrici; la distensione; il bi-
sogno di intimità; l'autonomia; la
capacità di giudizio e di critica;
l'esperienza della metafisica; il
senso della comunità; saper man-
tenere relazioni interpersonali; l'at-
teggiamento democratico ; la capa-
cità di distinguere e la sicurezza
nel giudizio morale; il senso
dell'humour; la produttività; l'oppo-
sizione all 'inciviltà; la consapevo -
lezza della finitezza umana. Dubito
che sia possibile sottoporre ad
esame queste qualità, quello che
conta è costru irle giorno dopo gior-
no. Il vero "compito a casa" è il
ragazzo stesso. I genitori devono
badare a non essere una specie di
Penelope che disfa la sera quello
che è stato costruito durante il
giorno . Con coerenza e perseve-
ranza devono verificare e continua-
re la costruzione di quel capolavo-
ro che possono essere i loro figli.
NON VOGLIAMO
GIOCARE
A BRACCIO DI FERRO
La scuola, croce e delizia per la vita familiare.
A Ila fine dell 'estate si aspetta
quasi con ansia che si apra-
no i cancelli degli istituti
scolastici , perché non se ne può più
di figl i che se ne vanno a zonzo
tutto il giorno perché non hanno da
fare qualcosa di impegnativo che
riguardi non solo il presente, ma
anche la costruzione sensata del
futuro . A giugno si tira un sospiro di
sollievo, pensando che finalmente è
finito il correre su e giù per la città,
mettersi in coda per un colloquio
con i professori dei figli , soprattutto
il dover tribolare in attesa del risul-
tato degli scrutini estivi.
In questo trambusto generale,
che ormai dura per almeno tre lustri
in rapporto a ogni figlio che abbiamo
messo al mondo, noi genitori abbia-
mo sempre meno fiato per chiederci
qual è il significato vero che voglia-
mo attribuire all'esperienza scolasti-
ca dei nostri ragazzi. Non è che ci
manchino aspettative al riguardo ; il
problema è che scarseggiamo di
capacità critica rispetto ad attese
spesso confuse e contraddittorie,
così come facciamo fatica a
comprendere che ogni bisogno
formativo può essere soddisfatto
soltanto se c'è una corrispondente
disponibilità a mettersi in gioco
perché quel traguardo sia realizzato.
Se questa è la nostra posizione - un
miscuglio di inconsapevolezza, ansia
e furbizia - non ci dobbiamo meravi-
gIiare che i figli siano afflitti da
malattie endemiche come scarsa
motivazione, impegno discontinuo e
selettivo , rapporti stressanti con i
docenti. Abituati a essere coccolati e
forse poco responsabilizzati in casa,
i ragazzi fanno certamente fatica a
inserirsi in una vita scolastica che
inevitabilmente chiede rigore nella
disciplina, continuità nell'applicazio-
ne, accettazione dei fallimenti e
umiltà nei successi. E pian piano
acquisiscono - anche se i genitori
non lo dichiarano apertamente - la
convinzione che la scuola è l'antago-
nista non soltanto degli studenti, ma
della stessa famiglia, posizionata su
ben altri obiettivi, schemi di compor-
tamento, registri comunicativi.
Cosi concepita e vissuta,
l'esperienza scolastica rischia di
essere per noi famiglie un 'altra
delle tante scommesse perdute.
Mancata due volte: perché non si
può dare carta bianca a nessuno
quando è in gioco l'educazione dei
figli ; ma anche perché non ha
senso pretendere che l'aula scola-
stica possa essere vissuta come
una fotocopia del cl ima relazionale
che si attua in famiglia.
Estraniazione, conflitto, sovrapposi-
zioni indebite: nella nostra famiglia
ci siamo ribellati da subito a queste
impostazioni precarie nel rapporto
con la scuola e le abbiamo re-
spinte, considerandole una tenta-

4.6 Page 36

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zione subdola. Abbiamo pensato
che la scuola dovesse necessa-
riamente essere un ambiente
formativo diverso, ma nello stesso
tempo che potesse essere
complem entare agli obiettivi
educativi che quotidianamente ci
prefiggiamo . Questa scelta ci ha
responsabilizzato : per non creare
una frattura o una discontinuità
fra istruz ione ed educazione , è
necessario partecipare attivamen-
te alla vita scolastica dei figli ,
stringendo alleanze con i loro
insegnanti e impegnandoci leal-
mente a livello istituzionale
perché la vita della scuola possa
migliorare .
Questo investimento di lungo
periodo ha dato finora , in verità,
risultati contrastanti : non abbiamo
quasi mai registrato resistenze
insormontabili nelle relazioni inter-
personali , perché la rinuncia a
giocare a braccio di ferro con-
sente nella maggior parte dei casi
una reciproca disponibilità comu -
nicativa e una certa solidarietà
nell'affrontare i problemi comuni ,
superando il disorientamento che
attualmente affligge molti educato-
ri. Più difficile per noi genitori offri-
re un contributo fattivo alla vita
degli organi collegial i: troppe
formalità burocratiche , troppe
forme di diffidenza e di difesa
corporativa del proprio ruolo , poca
progettualità, quasi nullo il gioco di
squadra con le altre famiglie . Di
fronte ad un 'esperienza alquanto
negativa, l'impulso iniziale è quello
di lasciare perdere , chiudendoci
nella nostra riserva per difendere
valori e prassi educative che ci
sembrano più convincenti . Ma
siccome siamo una famigl ia osti-
nata, poco disposta a darsi per
vinta quando si parla dei figli ,
abbiamo fatto un 'altra scelta :
avanzare una proposta di lavoro
provocatoria a scuole, famiglie e a
quanti altri si occupano dell'educa-
zione dei ragazzi , perché si possa
creare una sintonia di intenti più
efficace. Di che cosa si tratta? Ve
lo racconto un'altra volta, perché è
finito lo spazio a disposizione e
perché un po ' di suspense , in
queste cose, serve ad allertare la
curiosità e l'attenzione degli adulti
un po' distratti.
DICEMBRE 2001 BS
FAMIGLIA
SALESIANA
di Julio Olarte
Fondati sei anni fa (1994) i "Volontari con Don Bosco"
sono attualmente 64, dei quali 25 con voti. ·
Essi sono presenti in Argentina, Corea, Costarica,
El Salvador, Spagna, Honduras, Italia, Malta, Panama,
Paraguay, Per,1, Repubblica Ceca, Togo e Venezuela
I VOLONTARI
CoN DoN Bosco
O In varie parti del mondo sale-
siano alcun i tra i giova ni più
impegnati erano in rice rca di uno
stato di vita simil e a quell o de ll e
Volo ntar ie di Don Bosco, accom-
pagnati da alcu ni sa les iani che ne
co ltivava no la vocazio ne. All a fin e
deg li anni ' 80 l' idea di assoc iarsi
andava lenta mente de lin ea ndos i,
seguita co n interesse da l co nsiglie-
re pe r la Fami gli a Sa lesia na e
da ll ' all ora Retto r Magg iore, do n
Egid io Viganò.
O Nel dicembre 1993, Don Viga-
nò radunò a Roma i giova ni e i
sa lesia ni che li segui vano per un
primo co ntatto diretto. L'anno do-
po, nel settembre 1994, si trovaro-
no di nuovo e, all a fin e del rad u-
no, iI Retto r Maggio re ricevette i
voti dei pri mi sette giova ni . Si sta-
b iiI 12 settembre co me data di
fondaz ione. Passarono quas i quat-
tra ann i. Il nuovo superi ore, Don
Ju an Vecc hi , sc ri veva ali ' Arcive-
scovo di Caracas chi edendo che il
Gru ppo ve ni sse riconosciuto come
Associazione Pubblica di Fedeli
Laici, orientata a diventare Istituto
Seco lare. L'Arc ivescovo sa les iano
lgnacio Antoni o Velasco firmava il
dec reto di app rovaz ione, il 24
maggio 1998.
O Che cosa si nasconde dietro
questo progetto di vita? Certamen-
te uno sviluppo nuovo e ori ginale
del seme pia ntato da Don Bosco
co lla sua idea dei sa lesiani estern i.
I Vo lontar i co n Don Bosco si
sento no e so no de i ver i sa lesi ani
che, immersi nel mondo, nelle loro
fa mi gli e, neg li im pegni profess io-
nali e di lavo ro, senza null a di
estern o che possa distinguerli dai
coetanei, si dedica no anima e cor-
po alla missione sa les iana, nel ser-
vizio dei giovani più poveri e biso-
gnosi . Tutto nell a loro co ndi zione
di laici co nsacrati sa lesiani .
O
I Volontari CDB animano gruppi, assemblee ecclesiali, oratori, parrocchie, ecc.

4.7 Page 37

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..--------··------
"Do B., .
i~ILSE47nlPEofijlO ,,
\\.._
{.q
BS DICEMBRE 2001

4.8 Page 38

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I Riti di Passaggio
di Nicola Follieri
FEDE EINIZIAZIONE
CRISTIA
I sacramenti come riti
di passaggio sono
da interpretare
in prospettiva del futuro.
Battesimo e Cresima,
in particolare, collegano
la vita dell'uomo, lo
spazio e il tempo in cui
egli è chiuso e agisce,
a una dimensione
ultraterrena. Il livello
dell'esistenza umana
si eleva oltre i confini
della storia attraverso
dei segni, i sacramenti
appunto, che aprono
all'infinito, e che nulla
hanno a che fare
con pratiche magiche,
misteriche o superstiziose.
IL BATTESIMO
NEI PRIMI TEMPI
Solo gli adulti en~no amf!lessi dalla
Chiesa a ricevere il battes1f!10 , ed e~!
necessario non solo ragg1~ngere
maggiore età, ma anche dm~ostrare
un'esauriente conoscenza dei conte-
nuti della lede cristiana, cOS'.3- che_av-
veniva durante il periodo d'1struz1on<;l
chiamato catecumenat?· La c~murnt~
cristiana aveva inoltre .il compito del!~
cato di garantire che il cr_eden~e am
messo a ricevere il battesimo s1 lasse
davvero convertito _alla lede, non solo
a parole , ma con i latti. Poteva du_n:
que succedere che se la comurnta
cristiana non offriva le sud~ette ga-
ranzie, il battesimo non venisse am-
ministrato.
DICEMBRE 2001 8S
I 1 battesimo pone le basi dell'i-
dentità del cristiano. Come rito
di passaggio, esso prevede la
predisposizione dell'anima a uno
stato di grazia, in cui l'elemento di-
vino dà inizio a un processo di con-
versione, graduale e scandito da
altre tappe successive, che non avrà
mai termine, avendo come suo tra-
guardo la contemplazione diretta di
Dio, l'unione con Lui. Il battesimo
dunque suggella il principio di uno
stile di vita che sarà quello tipico
del cristiano. Alla stregua di un rito
Per la Cresima i giovani di Papua
mettono i loro ornamenti migliori.
Da sempre l'acqua è il simbolo
di purificazione dai peccati.
di passaggio, il sacramento cristiano
del battesimo si esprime attraverso
dei segni: l'acqua che viene versata
sul capo del battezzando. Si procede
a una sorta di lavacro rigenerativo,
che toglie "lo sporco", purifica dal
peccato originale e invita ad acco-
gliere l'opera rigeneratrice di Dio
nella vita del neo-cristiano. L'obiet-
tivo è la salvezza dell 'anima. Il bat"
tesimo è il primo passo in questa di-
rezione. Si entra in comunione con
Dio. Questo sacramento, visto in
un'ottica salvifica, non è da inter-
pretare come un privilegio o una so-

4.9 Page 39

▲back to top
I
La colomba (lo Spirito Sa~to)
è il simbolo sia del Battesimo
sia della Cresima.
IL CRISMA, OLIO SACRO
La cresima è un sacramento , chiama-
to anche con il termine conferma~10-
ne (intendendo I~ conferma deg_h im-
pegni di conversione e test1m~rnanza
assunti già in precedenza con Il_bat!e-
simo) che deriva la su~ denom1naz10_-
ne dal rito antico dell Unzione co~ 11
crisma (olio sacro). Usanza ebraica
con cui si designava un nuovo re ,n
Israele. Gli Ebrei credevano che sulla
persona del loro re scendesse lo spi-
rito di Dio per guidare il popolo alla
salvezza. È stato sul fiume Giordano
che Gesù Cristo (Cristo significa ~p-
punto Unto) ricevett~ _un 'an~loga in-
vestitura da Giovanni 11 Battista, ~?n
la presenza riv~latrice dello Spinto
Santo in forma d1 colomba. Il cristiano
diviene dunque, secondo la trad1z1on~
della Bibbia e della Chiesa, un _unto ~1
Dio per svolgere la sua m1ss1one in
mezzo agli uomini come re , profe_ta e
sacerdote. Il suo compito precipuo
era quello di port~re _ovunq~e segni d1
pace e di riconc1haz1one , d1 _anteporre
lo spirito alla carne, ~, farsi messag-
gero di Dio e suo tramite.
I
In genere è nell'adolescenza
o nella gioventù che si riceve
la cresima.
La luce è un altro dei simboli
battesimali.
vrastruttura, ma è un dono e una
missione che la Chiesa fa e propone
per intraprendere un certo cammino,
nella certezza che Dio accompa-
gnerà chi farà quel cammino. Il
fatto , però, che il battesimo è spesso
visto da una prospettiva che lo in-
quadra esclusivamente come atto
sacro di cancellazione del peccato
originale, ha spinto a considerarlo
come un qualcosa che identifica il
cristiano , ma che discrimina chi non
è battezzato. L' aspetto missionario
assume invece un ruolo determinan-
te nell 'effusione del battesimo. Il
cristiano , divenuto tale grazie al
battesimo, è tenuto infatti a svolgere
la mi ssione di testimoniare la sua
fede, con il suo stile di vita, e dun-
que non a farsi distinguere dagli
altri per escludere gli altri, ma per
accoglierli, relazionare con gli altri
e portarli alla fede, attraverso ap-
IL RITO ANTICO
DEL BATTESIMO
Nei primi secoli del cristianesimo il
battesimo veniva celebrato presso
una piscina o una fontana. I battez-
zandi si trovavano a occidente, men-
tre dall'altra parte si radunava la co-
munità cristiana insieme al vescovo. Il
significato di questa collocazione era
che i battezzandi stavano per abban-
donare le tenebre (occidente) per la-
sciarsi inondare dalla luce di Cristo. Il
rito prevedeva un altro gesto: si ab-
bandonavano ai bordi della piscina le
vesti (che rappresentavano, nel senso
paolino del termine, l'uomo vecchio, il
peccato) . L'immersione nell'acqua era
pressoché totale e aweniva per due o
tre volte di seguito, con l'assistenza di
un sacerdote che poneva una mano
sul capo del battezzando. Il sacerdote
al momento dell 'immersione esclama-
' va la formula e dava il nome al nuovo
figlio della Chiesa. Il battezzato si diri-
geva verso oriente, ossia verso il ve-
scovo , che gli faceva indossare una
veste bianca, simbolo di vita nuova.
La Cresima,
(Pietro Longhi, 1702-1785).
punto il battesimo. Ecco dunque
l'importanza e l 'efficacia di questo
sacramento nella costruzione ed
espansione della comunità cristiana,
della Chiesa.
CRESIMA
Mediante il sacramento della cre-
sima o confermazione, lo stile di
vita del cristiano matura nel senso
di una presa di coscienza maggiore,
di una responsabilità che ci si assu-
me, di un impegno che si prende per
il resto della vita. Esso continua il
cammino di conversione intrapreso
con il battesimo, s'inquadra quindi
nel contesto dell'iniziazione cristia-
na. In genere è nell ' adolescenza o in
gioventù che si riceve la cresima, un
sacramento che richiede coerenza e
piena e convinta consapevolezza di
prendersi un impegno definitivo ,
per tutta la vita: quello di continuare
a testimoniare la fede in Cristo,
anche da adulti. La cresima non è
questione perciò di un momento le-
gato alla celebrazione, ma è ineren-
te a una partecipazione all ' azione
dello Spirito e alla vita della Chiesa,
che s'incarna nel quotidiano e nella
realtà e che vale per sempre. Ma la
realtà stessa tradisce queste aspetta-
tive, perché in molte comunità cri-
stiane il battesimo e la cresima ten-
dono a ridurre ed esaurire il loro va-
lore sacramentale a un rito svuotato
dei suoi nessi più evidenti con il tra-
scendente. Tradizione e conformi-
smo sono una cosa. Un ' altra cosa è
la fede.
D
BS DICEMBRE 2001

4.10 Page 40

▲back to top
17 SECOLI
DI LIBERTA'
Xli messaggeri che seppe-
ro così bene perorare la
loro causa da strappare al
Pontefice il decreto che
ridonava ai sammarinesi
la loro indipendenza.
Fanno 17 secoli che San Marino,
appollaiato sulle rupi del Titano,
si gode dall'alto la sua mai perduta libertà.
Nel periodo risorgi-
mentale la Repubblica
venne chiamata al compi-
I salesiani sono stati presenti dal 1922
to di assicurare asilo ai
Dal 301 al 2001, un
gran bel mucchio
di anni per la Re-
pubblica più antica de l
mondo. Fu fondata da un
tagliatore di pietre cri-
stiano di nome Marino, ri-
fugiatosi sulle inaccessibili
rocche per sfuggire all a
furia persecutrice del I' im-
peratore Diocleziano. Coi
fratelli di fede che lo rag-
giunsero, attirati dalla sua
santità, formò il primo nu-
cleo del futuro stato: un
monastero. Nel 951 di-
al 1964 con un oratorio fiorentissimo.
Vi sono ritornati nel 1991 e sono
tutt'ora presenti con parrocchia e oratorio
alla Murata, e parrocchia
a Fiorentino.
perseguitati e a contribui -
re all a liberazione dell'Ita-
lia. Giuseppe Garibaldi e
i suoi soldati vi trovarono
rifugio nel lu glio del
1849, dopo la caduta
della Repubblica Romana.
Il 25 marzo 1906 l'Aren-
go riacquista il potere che
aveva progressivamente
perduto dopo il XVII seco-
lo: i capi famig li a, riunitisi
in assemblea nella catte-
dra le, stabilirono che i
membri del Consiglio
Grande e Generale venis-
sero eletti dal popolo,
abolendo così il consiglie-
rato a vita.
venterà già una Plebs e
nel 1244 un comune retto
Durante il secondo con-
da due conso li .
flitto mondiale la Repub-
Una libertà minacciata,
blica apre generosamente
quel la degli ab itant i del-
le sue porte a centomi la
l'imprendibi le monte, ma
profughi italiani , pari a
sempre difesa con tenacia
otto vo lte la sua popola-
e maestria. Ci provò pri-
zione di allora. Il prestigio
ma lo stato Pontificio, nel
che il piccolo stato fon-
1291 , quando il canonico
dato da san Marino gode
Teodorico tentò di obb li-
tutt' ora in tutto il mondo,
gare la popo lazione a di-
grazie alle sue trad izioni
chiararsi soggetta all a San-
libertarie, si riflette anche
ta Sede. Ci provarono i
su ll a sua partecipazione e
Malatesta nel 1461, poi
~ co llaborazione con le mas-
Cesare Borgia nel 1503 e
sime organizzazioni inter-
infine il cardinale Giulio
naz iona li : da l 1988 è
Alberoni nel 1739. I sam-
membro del Consiglio
marines i, duri come la lo-
d' Europa e da l 1992 è am-
ro roccia, non si piegaro- San Marino, il Palazzo del Governo.
messo per acclamazione
no mai. E quando non po-
alle Nazioni Unite. Ha
terono con la forza lo fecero con la diplomazia, rapporti diplomatici con l' Italia, la Santa Sede, l'Or-
come avvenne proprio contro I' Alberoni , legato dine di Malta e con la maggior parte dei Paesi del
Pontifico di Romagna, inviando a papa Clemente mondo.
DICEMBRE 2001 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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DICEMBRE
DECEMBRE
DEZEMBER
DECEMBER
DICIEMBRE
EFFEME RIDI
1: Giornata mondiale per la lotta
all 'Aids .
2: Giornata mondiale per l'aboli-
zione della schiavitù.
10: Hanukkah, festa ebraica delle
Luci.
14: Luna nuova.
17: Fine del Ramadan musul-
mano .
22: Inizio di Nevoso (calendario
repubblicano francese)
25: Natale.
LUNARIO
Il giorno 1 il Sole sorge alle 7.16 e
tramonta alle 16.35. Il giorno 15
alle 7.30 e alle 16.34 . Il 21 esce
dal segno del Sagittario ed entra
in quello del Capricorno. Nel giar-
dino, si può vangare e concimare.
Nell'orto, coprire eventuali ortaggi
all'aperto e raccogliere verze e
sedani. In cantina , nelle giornate
belle, fare il primo travaso del vino
e controllare che le botti siano
sempre piene.
I FIORETTI DEL PAPA
30 dicembre 1963: è designato
arcivescovo metropolita di Cra-
covia .
27 dicembre 1983: incontro in
carcere con Alì Agca .
30 dicembre 1987: enciclica
Sollecitudo rei socialis.
30 dicembre 1988: esortazione
apostolica Christifideles laici.
1 dicembre 1989: visita del Presi-
dente del Soviet Supremo, Mikhail
Gorbaciov .
7 dicembre 1990: enciclica Re-
demptoris Missio.
24 dicembre 1999: apertura
della Porta Santa in San Pietro
per il Giubileo del 2000 .
IERI ACCADDE
2 dicembre 1967: Christian Bar-
nard esegue il primo trapianto di
cuore su un uomo .
5 dicembre 1901 : a Chicago,
nasce Walter E. Disney, inventore
di cartoons.
12 dicembre 1915: nasce il can-
tante americano Frank Sinatra.
17 dicembre 1996: il ghanese
Kofi Annan è segretario generale
dell'Onu .
15 dicembre 1770: nasce il
compositore tedesco Ludwig van
Beethoven.
15 dicembre 1979: nasce la
terza rete televisiva Rai .
21 dicembre 1962: l'obbligo sco-
lastico viene portato ai 14 anni.
23 dicembre 1947: tecnici della
Beli Telephone Laboratory annun-
ciano l'invenzione del transistor.
30 dicembre 1865: nasce
Rudyard Kipling autore de Il libro
della Giungla.
LE SCOPERTE
Il 2 dicembre 1942, a Chicago ,
l'italiano Enrico Fermi fa funziona-
re la prima pila atomica . Il 7
dicembre 1888, il veterinario in-
glese John Dunlop copre con una
gomma gonfiata d'aria le ruote
della bicicletta del figlio e brevetta
l'idea . Nel dicembre del 1951 ,
Rita Levi Montalcini scopre l'Ngf,
indispensabile per lo sviluppo
delle cellule umane.
LE MOSTRE
A Treviso , nella Casa dei Carra-
resi , sino al 10/2/2002 : Monet. I
luoghi della pittura, prima organi-
ca mostra dedicata in Italia al
grande impressionista . Nei Co-
muni veronesi di Affi , Bussolengo
e Ca' di David , sino al 6 gennaio,
il Villaggio di Natale Flover, il
mercatino natalizio più grande del
Nord Est, propone ciò che di me-
glio e più nuovo offre il mercato
dell'oggettistica natalizia. A Rimi-
ni , nei Palazzi dell 'Arengo e del
Podestà, sino al 6 gennaio 2002:
Realismi. Arti figurative, letteratu-
ra e cinema in Italia dal 1943 al
1953, sulla Scuola Neorealista.
COLLEZIONANDO
Tra le recenti emissioni : la serie
vaticana per i pellegrinaggi giubi-
lari del Papa, il francobollo belga
sui volontari della Croce Rossa,
l'emissione portoghese con fe-
stosi soggetti augurali , il dentella-
to austriaco per il quadruplica-
mento di 43 km di ferrovia (parte
della linea Vienna-Linz) e la
moneta da 1 euro coniata da San
Marino .
DAI PADRI DEL DESERTO
L'abate Antonio disse : "Ora non
temo più Dio: lo amo . Perché
l'amore scaccia il timore".
BS DICEMBRE 2001

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le M issioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di f. .. . o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
b) di beni immobili
" .. . Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell 'Ente".
(luogo e dora )
(firma per disreso)
NB . li resramenro deve essere scrirro per
inrero di mano propria dal res1arore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Te!. 06.65612678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 - Fax 011.5224251
C.C.P. 28904100
DICEMBRE 2001 BS
..,,,J I NOSTRI MORTI
CERRATO sac. Cesare, salesiano,
t Bra il 25/05/2000, a 79 anni.
Morì nel momento in cu i la banda, "San
Domenico Savio", che era stata anche
sua - vi suonava il basso - stava inizian-
do il concerto in onore di Maria
Ausiliatrice . Un sa le siano un po' fuori
dalle righe, don Cesare, che non amava
le formalità e andava diritto al nocciolo
delle questioni. Un uomo poliedrico , e una
gran bella testa con la sua matematica e
fisica trasmessa agli alunni con rara com-
petenza e senza farla pesare ; una grande
passione per canto e musica che inse-
gnava e suonava con trasporto ; un gran-
de, grand issimo cuore oratoriano: proprio
l'oratorio l'aveva conqu istato alla causa di
Don Bosco ; una grande passione pasto-
rale con la cura meticolosa delle anime a
lui affidate: lo cercavano sempre e gli
volevan o un bene dell 'anima ; un grande
animatore del cortile e del teatro dove ha
avuto spunti felicissimi ; infine, una grande
sensibilità per i suoi ammalati dell'ospe-
dale di Bra. Moltissimi gli sono debitori di
una educazione in vero stile preventivo e
di una fede adamantina che nel corso
degli anni, e nonostante le vicende della
vita , non è mai venu ta meno . Proprio per
questo , confratelli , exallievi e fedeli lo
ricordano con immutato affetto .
MARRO sac. Liberato , salesiano,
t Ancona 1'08/07/2001 , a 90 anni.
Un uomo coi piedi per terra : positivo , pre-
ciso , senza fronzol i; la concretezza l'ha
vissuta e insegnata. Un uomo servizievo-
le : già molto anziano, al nuovo direttore
della casa si presenta dicendo : "Signor
direttore, eccomi: sono vecchio, ma non
ancora rincitrullito. Se c'è qualcosa che
ritiene che io possa fare .. . io conosco
tutti: negozianti, impiegati di banca, com-
mercianti. Se mi fa fare qualcosa mi fa
felice!'. Non si fermava mai nel servizio.
Era un uomo di vecchio stampo , per il
quale la fedeltà ai propri impegni era al di
sopra di tutto . Roccioso nelle idee, senza
incertezze, smarrimenti , scosse emotive
anche nei momenti più difficili ; affidava
alla preghiera le sue giornate con la recita
puntuale del breviario, del rosario intero e
delle pratiche tradizionali salesiane . La
sua casa era il confessionale. Ha lavorato
fino alla fine . La morte gli è arrivata come
un dono: "Ho finito! ", ha esclamato senza
rimpianti quando s'è accorto che le gambe
non lo sostenevano più , quelle gambe che
l'avevano retto egregiamente per 90 anni.
Ed è "partito " in poco più di un mese
senza dare fastidio , contento della sua
lunga fedeltà.
sto ". Profondamente convinto del suo
ruolo di sacerdote, ha sempre svolto con
scrupolo i doveri legati alla sua condizione
di prete e salesiano, nonostante la malfer-
ma salute che lo ha sempre accompagna-
to. Lui stesso annota l'animo con cui andò
a fare gli esami medici che hanno messo
a nudo il male incurabile che l'ha portato
alla tomba : "Circa gli esami medici che
dovrò fare , non devo avere né paura
tristezza ma felicità e gioia".
FANTUZZI suor Maria,
Figlia di Maria Ausiliatrice
t a Bibbiano (R E) il 09/01 /2001 , a 92 anni.
Suor Maria è stata per molti anni missiona-
ria in Svizzera e in Francia. Nel 1971
ritornò in Italia e così commenta il distacco
dalla "terra amata": "Mia volontà è di poter
aiutare dove l'obbedienza mi attende , la
salute non è forte come la volontà vorreb-
be, ma ciò non è affare nostro ; il Signore
l'ho sempre trovato nel mio lungo sentiero,
mi ha preceduta e seguita ovunque sono
andata; ed ora lasciando questa terra fran-
cese che porterò sempre nel cuore , egli
non m'impedisce di fiorire là dove sarò tra-
piantata .. .". Discreta, attenta, gentile , go-
deva con semplicità dei momenti comuni-
tari e diffondeva tra le sorelle il calore della
fraternità .
BOVETTI suor Anna ,
Figlia di Maria Ausiliatrice ,
t Torino , il 17/12/2000, a 68 anni.
Suor Anna apparteneva ad una famiglia
numerosa, ricca dei valori della fede , del-
l'onestà e della laboriosità , che ebbe la
gioia di donare al Signore due figlie , suor
Anna e suor Maddalena. Aveva imparato a
coniugare bene il lavoro con la preghiera.
Per molti anni fu cuoca nelle case dei sale-
siani che la ricordano con vera riconoscen-
za. In quelle cucine, dove il lavoro non ave-
va soste, spese il meglio della sua vita, ed
ebbe modo di perfezionare la sua profes-
sione di abile cuoca. Lavorava con passio-
ne e gusto d'artista. Nella breve , ma dolo-
rosa malattia, ha rivelato una capacità di
sofferenza veramente eroica, senza alcuna
esigenza e senza ricerca di cure particola-
ri , col sorriso della bontà e del "grazie".
Venuta la sera di
quel giorno ~esù disse:
" Passiamo
1 -- - - ~
~
all'altra riva!"
,[
(Mc. 4,35)
-;
DOSSI sac. Luigi , salesiano,
t Varazze il 28/01 /2001 , a 70 anni.
A 25 anni lascia l'azienda di suo padre per
seguire una voce che da sempre lo chia-
mava. Comincerà così una nuova vita, dif-
ficl le all 'Inizio: ricominciare a studiare ,
cambiare abitudini , staccarsi dalla fami-
glia. Oltretutto la guerra l'aveva segnato
per sempre. Supera tutto e nel dicembre
1968 diventa sacerdote, a 37 anni . "Un
ministero pacato , il suo , raccolto e mode-

5.3 Page 43

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
UN'INVOCAZIONE
FIDUCIOSA
Sono una mamma devota della
Madonna che invoco nei mo-
menti più difficili con il bel titolo
di Maria Ausiliatrice, come ci
ha insegnato Don Bosco. A Lei
mi sono rivolta quando mio figlio
Alberto ebbe un brutto incidente
con il motorino, e si procurò una
triplice frattura alla gamba
destra. Fu necessario un inter-
vento e i medici ci preavvertiro-
no che, operandolo, si sarebbe
potuta verificare una situazione
più difficile e complicata di
quanto non fosse emerso dalle
radiografie. La mattina dell'inter-
vento , mentre attendevo fuori ,
ho pregato in continuazione
Maria Ausiliatrice, sicura d'esse-
re esaudita e promettendo di far
conoscere la grazia . Dopo un
tempo che mi sembrò intermina-
bile, uscì un dottore e mi riferì
che non c'erano state brutte
sorprese : tutto procedeva per il
meglio. E così in realtà è stato
anche in seguito, fino alla com-
pleta guarigione.
Nina Canonaco, Messina
UN SOCCORSO
IN DUE MOMENTI
DIFFICILI
la somma tanto attesa. Mentre
ringrazio la Provvidenza che in
diversi modi fa giungere il suo
aiuto, sento il dovere di ringra-
ziare pubblicamente anche
Colei che ho pregato per queste
necessità.
L.A. , Milano
PRECIPITA
NEL VUOTO
Sono a Locri da 17 anni. Ho
sempre vissuto con intensità le
vicende liete e tristi di questa
città e del suo territorio, ma devo
confessare che poche volte mi è
capitato di vedere tanta parteci-
pazione popolare come nella
vicenda del piccolo Francesco. Il
bambino, un "terremoto " di 9
anni, il 12 .06 .2000 era andato
con i genitori all 'ospedale di
Locri per fare visita al fratello
Giuseppe, operato di appendici-
te . Venendo via , la famigliola
attraversa un lungo corridoio
che porta all 'ascensore e
Francesco corre avanti per pre-
mere il pulsante di richiamo .
Incredibilmente trova la porta
aperta senza che ci sia però la
cabina dell'ascensore. Il bambi-
no d'istinto , senza pensarci , s'in-
fila nel vano e precipita nel
vuoto per 14 metri, andando a
sbattere sul fondo di cemento. In
Non è la prima volta che ricevo
grazie dalla cara Mamma
Margherita e, come promesso,
desidero rendere pubblici gli
aiuti di recente ricevuti. Mia
sorella da parecchio tempo era
soggetta a disturbi piuttosto seri
e difficili da diagnosticare .
Ultimamente la situazione è
peggiorata a tal punto che il suo
ricovero in ospedale si è reso
urgente . Sottoposta ad interven-
to chirurgico è stata salvata in
extremis. Bastava che avesse
tardato ancora un po' e il caso
sarebbe diventato disperato.
Ora è fuori pericolo e sta recu-
perando la salute a vista d'oc-
chi o. A questa si aggiunge
un'altra grazia ricevuta sempre
da parte di mia sorella. Avendo
dovuto chiudere il piccolo nego-
zio, si sperava di ricevere qual-
che contributo dalla "rottamazio-
ne" della licenza. E ce n'era pro-
prio bisogno, data la condizione
economica in cui versava la
famiglia . Ma dopo più di un
anno dalla consegna, sembrava
che si fosse tutto arenato .
Invece, durante una Novena a
Mamma Margherita, si è venuti
a sapere che la pratica era stata
accolta ed era giunta ormai al
termine del suo iter. Infatti si è
potuto prelevare recentemente
HANNO SEGNALATO
GRAZIE
Suor Giovanna Giraudo,
Torino
A. R., Ravenna
Vittoria Profili, Siderno (RC)
Cucchiara Giusy, Agrigento
Rosina Pavese, Torino
Miele Gabriella,
Collefiorito (RM)
Marilena Cefalà, Genova
B. e L. P. , Piossasco (TO)
L. P., Torino
Ausilia Signorelli, Melilli (SR)
Simonetta Pienotti, Roma
Zagare/la Maria,
Misterbianco (CT)
Paola Levatino,
Costamasnaga (Lecco)
Mons. Ignazio Stuchly Mons. Ottavio Ortiz
Mamma Margherita
SALVO PER UNA
MANCIATA DI MINUTI
Fa parte del mio ruolo di Po-
stulatore pubblicare mensil-
mente su questa pagina le gra-
zie ricevute per intercessione
dei nostri Santi , da parte delle
più ~variate categorie di perso-
ne. E un compito sempre mol-
to edificante perché mi imbatto
nella fede genuina e semplice
della gente. Questa volta è
toccato a me direttamente fare
tale esperienza. Avevo iniziato
da quindici minuti una confe-
renza su Mamma Margherita
all 'Associazione "Genitori dei
salesiani " radunati alla Pisana,
quando un forte dolore al pet-
to, che in realtà era iniziato in
sordina già da un 'ora, mi co-
strinse ad interrompere la con-
ferenza. L'oppressione al petto
era divenuta ormai insopporta-
bile e fui perciò trasportato
d'urgenza all 'ospedale più vici-
no . ·Non mi ci volle molto per
capire che era in corso un in-
farto . Mi fu spontaneo rivolger-
mi a Mamma Margherita: "Ca-
ra Mamma Margherita, stavo
parlando di te. Spendi ora tu
una parola presso il Signore
perché , se è sua volontà, mi
preservi da questa morte im-
provvisa". La strada si presen-
tò intasata, e si temette il peg-
gio , ma non tardò a liberarsi
proprio per quel tratto che a
noi più interessava per rag-
giungere l'ospedale. Le cure
furono tempestive - ce n'era
bisogno! - e quindi risolutive.
La diagnosi parla di infarto
miocardico anteriore che ha
avuto bisogno di una corono-
grafia e successiva angiopla-
stica coronarica con impianto
di stent su quattro stenosi. Una
manciata di minuti in più e l'in-
farto sarebbbe stato letale. Ma
quei minuti di ritardo mi furono
risparmiati per intercessione di
Mamma Margherita da me in-
vocata e la vita mi è stata rido-
nata. D'ora in poi ad ogni nuo-
va grazia di Mamma Marghe-
rita che passerà sotto i miei
occhi , la mia riconoscenza ripi-
glierà freschezza.
Don Pasquale Liberatore, Roma
condizioni disperate (fratture,
trauma cranico, paralisi) è stato
subito trasferito agli ospedali riu -
niti di Reggio Calabria. Mentre
tanti medici facevano la loro
parte, è cominciata una corale
implorazione a Dio da parte di
tantissima gente. La famiglia
Crisafi è profondamente creden-
te , la mamma è catechista , i
ragazzi frequentano l'oratorio
salesiano. Ovvio che anche da
parte della Famiglia Salesiana di
Locri sia stata innalzata a Dio
un'incessante preghiera per ria-
vere Francesco sano e salvo ,
per intercessione di Maria
Ausiliatrice . Queste righe
vogliono essere la testimonianza
di una grazia che sa di prodigio,
in adempimento di una promes-
sa fatta. Francesco, dopo vari
interventi, è tornato a casa e da
tempo sta facendo la necessaria
riabilitazione , si sta pienamente
riprendendo ogni giorno di più , e
tutti , con gioia grande, lo vedono
tornare il vivacissimo ragazzino
di prima, in famiglia , in parroc-
chia e all'Oratorio.
D. Sergio Chistè, SDB, Locri (RC)
che , se non si fossero risolte , in
breve tempo avrebbero richiesto
un nuovo intervento. Ci affidam-
mo a Maria Ausiliatrice e a san
Giovanni Bosco, promettendo
di segnalare la grazia al Bol-
lettino Salesiano . In pochi giorni
le cose migliorarono , tanto da
poter essere dimesso. Ora sta
bene e ha ripreso il lavoro, an-
ch e se per qualche mese dovrà
ancora sottoporsi a dei cicli di
te rap ia. Fiduciosi , chiediamo
ancora la protezione di san
Giovanni Bosco e di Maria
Ausiliatrice, affinché il male sia
debellato definitivamente. Alla
loro protezione affidiamo anche i
nostri due figli exallievi salesiani .
Mariarosa Ricotti, Novara
UN RECUPERO
VELOCE
Mio marito ha dovuto subire un
intervento ch irurgico all'intestino.
Dopo qualche giorno dall'opera-
zione, insorsero complicazioni
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
fi rmate e senza recapito. Su.
richiesta si potrà omettere
l'indicazione del nome.
BS DICEMBRE 2001

5.4 Page 44

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TRA I MIGGio-
/JARI DI Mo/JGI-
G/JOR \\/ERGIGLIA
C'ERA A/JCHE
DO/J CALLIGTO
CAIGA\\/ARIO.
· ERA /JATO L'B
GIUG/Jo /903
1 A CUORG,JÉ
/JEL CA/JA\\/EGE:
U/J RAGAZZO
. TIG,A,JGUILLO
CHE ADolGA\\/A
LA MAMMA,
E A LEI REGTÒ
GEMPl<E ATTAC-
CATIGGIMO.
1I
N UNC.UA,c.
'MALEOUCA1i
I ANI>ARE A DI
WA PAROUNA
MEH/01
TRASF"I=RITASI LA F"AMIGL..IA A TORINO,
F"RI=GVI=NTÒ L..'ORATORIO SAL..I=SIANO
DI VIA SAL..VZZO, CHI= CONSIDI=RÒ L..A
SVA Si=CONDA CASA. L..Ì DIVi=NNi=
AMICO I= COL..L..ABORATORI= DI DON
BRAGA CHI= F"ACI=VA IL.. Suo TIROCINIO
PROPRIO AL.. SAN GIVSI=PPI=.
I=RA UN RAGAZZINO
IMPAGAl31L..E:, CAPACI=
DI GUAL..SIASI SA-
CRIF"ICto, .PRo/JTO
AD ALZARSI, CON
oG/JI TI=MPO, ALL..I=
QUATTRO DI=L
MATTI/JO PI=R FARI=
IL CHII=RICHI=TTO.
DICEMBRE 2 001 BS

5.5 Page 45

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Joseph Au, Pier Bertone, Michele Ferrero
,JE:1... tete CAl...1...ISTo
DI\\/E:,J,JE:' SAl-E:SIA,Jo.
Dt.Jf<.A,JTE: Il.. Tlf<.OCl,JIO
PRATICO Ft.J COME: t.J,J
FR.ATE:1...1...0 MAGGIOR.E:
PIÙ CHE: t.J,J ASSISTE:,J-
TE:. Alt.JTA\\/A Tt.JTTI.
t.J,J R.AGAzzo,JE:'
GR.A,JDE: E: GR.oSSo
CHE: A\\/E:\\/A ,Jo,J POCHI
PR.0131...E:MI, DOPO A\\/E:R.
PAR.I...ATo Co,J l...t.JI 1...0
\\/IDE:R.O PIA,JGE:f<.E:
DI GIOIA.
MA CAL.L.IGio \\/ot.E\\/A DI\\/Er.J-
iAl<.E MIGGlor.JAl<.10. GCR.IGGE
Ar.JCHE AL. 5/.JO Ar.Ji/Co AG-
515iEr.JiE Dor.J Bf<.AGA CHE
Ef<.A PAR.ilio PER. t.A Clr.JA,
PER. Dlf<.Gt.l CHE \\/ot.E\\/A
r . ~ - ~ Ar.JDAl<.CI Ar.JCHE L./.JI.
DON .BRAGA,
PER FAVORE,PREPA·
Rl UN POSTO PER ME
IN MISSIONE.
IL. St.JO GR.AivDE: DESIDE:f<.IO SI
f<.E:AI...IZZÒ Il.. ? OiTOl3R.E 192'1.
Al...t.A STAZIONE: SAl...t.JTÒ St.JPE-
f<.IOR.11 ,AMICI E FA,Mlt.lAR.I.
L:.'ADDIO PIÙ DOL.OR.050 Ft.J
Gt.JE:1...1...0 AL.L.A MAMMA, CUI 1...0
t.EGA\\/A UN Pf<.oFo,JDo À,MOf<.E:.
BS DICEMBRE 2001

5.6 Page 46

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11 computo degli anni
di Cristo si fonda su
tre elementi che non
si accordano bene, quin-
di qualcuno deve aver
sbagliato: i Vangeli (Luca
1,5; 3,1 e Matteo 2, 1)
dove si dice che Erode
era vivo quando è nato
Gesù ; Giuseppe Flavio
che indirettamente fissa
la morte di Erode il
Grande al 748° di Roma;
Dionigi il Piccolo (V I
sec. ), monaco, esperto
BUON
COMPLEANNO,
GESÙ, MA...
cipato la morte del re
idumeo di almeno 4
anni; oppure effettiva-
mente Gesù compirebbe
quest' anno da 2005 anni
a un massimo di 2007.
Personalmente do più
fiducia a Dionigi , vista la
sua grande competenza
in merito e considerate
invece · le incertezze
cronologiche di Giusep-
pe Flavio nellé Antichità
Giudaiche: Xll ,236; XIV,
4; XIV, 66; XIV, 389.
traduttore, canonista e
computista che ha fissato
la nascita di Cristo al 25
dicembre del 752° di
Roma, chiamando il 753°
di Roma, dal 1° gennaio,
annus Domini, cioè 1°
anno del Signore. La
dicitura dopo Cristo è
lI
successiva; quella di Dio-
nigi (a nno del Signore) è
conservata dagli Inglesi
(A. O. ). In questo modo il
25 dicembre Gesù com-
pirà 2001 anni (probabil-
mente li ha compiuti
qualche mese prima,
forse il 25 marzo secon-
CONCLUDENDO : la
datazione reale è la
seguente, confrontata con
quel la romana: 3 a.C.
(7 49 ° di Roma ); 2 a.e.
o (7 50°); 1 a,C. (7 51 °);
(752°) nascita di Gesù, 1
d.C. (753°); 2 d.C. (754°);
3 d.C. (755°), 33 d.C
(785°) morte di Gesù il
14 di Nisan (3 aprile) .
Dunque si dovrebbe
spostare tutta la datazio-
ne prima di Cristo di un
anno, eccetto che identi-
fichiamo l'anno della
nascita con l'anno zero e
non l'anno uno . In effetti,
do una antichissima
chi ha adattato i numeri
tradizione) .
arabici ai numeri romani
E se Dionigi il Piccolo
si fosse sbagliato e aves-
se ragione Giuseppe
Flavio nel collocare indi- Presepio del "pozzo della Cava" Orvieto:
rettamente (dice solo che
www .pozzodellacava .it
è morto dopo 37 anni di
regno: ma da quale anno
Domanda: Ho letto che Gesù avrebbe
si è dimenticato di inseri-
re lo zero che la numera-
zione arabica comporta,
proprio come gli zero
gradi del termometro o
l'ora zero dell 'orologio
elettronico!
di partenza?) la morte di
compiuto 2007 anni il 25/12/2000.
Erode il Grande al 748 °
di Roma? Dovrà decider-
lo la storia. La datazione
Abbiamo celebrato i 2000 anni del Signore
così in ritardo?
del l'era cristiana rimar-
rebbe comunque inalterata, saremmo cioè ugual -
mente nel 2001. In questo caso, però, o Erode il
Grande era già morto alla nascita di Gesù (il che
non è da escludersi perché ci sono diversi Erodi e i
vangeli non specificano che si trattasse di Erode il
Grande anche se sembra di ); oppure Giuseppe
Flavio che non è molto preciso nelle date ha anti-
DICEMBRE 2001 BS

5.7 Page 47

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FOCUS
José Manuel Gujo
da due anni ispettore del Centro
America. Di origine spagnola,
è da mezzo secolo in Centro
America, dove ha ricoperto ruoli
di responsabilità, e diretto varie
opere in Guatemala, Nicaragua,
Costarica .. .
Quali sono, secondo lei, i grandi problemi della nazione dove è
ispettore?
A livello sociale la povertà e la dissoluzione della famiglia; nel settore
religioso la grande confusione indotta soprattutto dalle sette che fanno
proseliti ovunque. La gente è buona ma ha una religiosità piuttosto su-
perficiale, dovuta a una evangelizzazione di qualità scadente. Un ulte-
riore problema è costituito dal fenomeno dei Maras, gruppi di giovani
sbandati, contestatori, generalmente associati in bande, che esercitano
la loro prepotenza su un determinato territorio; il fenomeno è provocato
dalla mancanza di lavoro, dalla diserzione scolastica e dalla povertà.
Quali i problemi specifici dell'ispettoria dove esercita la missione
di superiore?
Il primo grande problema è la scarsità del personale salesiano, per
cui è necessario ricorrere a esterni che, purtroppo, non sempre sono
pedagogicamente preparati. Vedo perciò necessaria una pastorale più
dinamica, più esplicita, più culturalmente valida, più aderente ai tempi
e alla mentalità dei giovani d'oggi.
Quali sono le opere più significative della sua ispettoria?
Considero le opere dell'ispettoria tutte significative: abbiamo 9 col-
legi a indirizzo classico/umanistico, 5 scuole tecnico/professionali, 2
università che sono il nostro fiore all 'occhiello, 22 oratori festivi e 12
centri giovanili che organizzano anche corsi di avviamento al lavoro;
inoltre 14 parrocchie e anche 3 centri missionari, cui tengo molto.
È ottimista sul futuro dei salesiani nella sua ispettoria?
Certo, perché credono nel metodo, sono esemplarmente disponibili,
e mostrano grande sensibilità verso le opere di frontiera, quelle più
difficili, rivolte ai più bisognosi e abbandonati. Sono certo che col Si-
stema Preventivo si potranno fare miracoli. La grande sfida è puntare
sulla formazione.
O
L'ASINELLO
Che fatica ragliare
alitando su un Bimbo
per cullarlo nel sonno
adagiarlo in quel limbo.
Sono bestia da soma:
reco sacchi, fardelli.
Per colleghi ho somari;
c'è chi sfuma: asinelli.
Ma davanti a quel Bimbo
non mi sento a disagio;
non mi pesa il mio niente
manco penso più al rancio.
Ora apre i suoi occhi;
mi saluta, sorride.
Col suo sguardo di cielo
mi ringrazia felice.
sono rozzo, un po' tardo;
sarò pure animale.
Ma comprendo: è il Signore!
Che sollievo il Natale!
Alessandro M . Ravaglioli
Associazione Amici del Presepio
Via Tor de' Conti, 31 /A
00184 Roma
www .presepio .i t
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BS DICEMBRE 2001

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
CASA NOSTRA
di Antonio Gentile
Un esempio la sua vita
CHIESA
di Renato Bufera
Vescovi sdb da tutto il mondo
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MISSIONI
di Giovanni Eriman
Huascaran, un rifugio per i poveri
INSERTO CULTURA
di Natale Maffioli
Il Museo delle camerette