Bollettino_Salesiano_200111

Bollettino_Salesiano_200111

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.
. . . . . ,
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.~
- . ''.,,. ................
. . ... '

1.2 Page 2

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IL CALENDARIO 2002
di Juan E. Vecchi
UNA SPIRITUALITÀ
PER IL 3° MILLENNIO
QUESTI NOSTRI
COMPAGNI DI VIAGGIO
Il calendario 2002 che integra questo numero del BS
ci offre un'originale carrellata sulla santità presente nei vari rami
della Famiglia Salesiana, o vicina ad essa. Il numero dei quadri
di questa galleria ci permette praticamente di averne
uno per settimana. La loro distribuzione lungo i dodici mesi
è legata a una data (nascita, morte, memoria liturgica).
La famiglia salesiana,
di Mario Bogani.
S ono tutti
volti no-
ti per-
ché apparten-
gono all 'al-
bum di fami-
glia. Hanno
perciò il sa-
pore di ca-
sa nostra e
ci rimandano alla nostra
storia. Parlano , è vero , lingue diver-
se , appartengono a razze diverse ,
fanno riferimento a epoche storiche
diverse come diversi sono il loro
ruolo , la loro età, il sesso, la cultu-
ra. Ma c'è un dato che tutti li acco-
muna : essi sono il riflesso dell'uni-
ca spiritualità salesiana, sono i
colori di un 'unica tavolozza, sono la
risposta più qualificata al grande
anelito di Don Bosco : "Da mihi ani-
mas". Siano perciò i benvenuti sulle
pareti di ogni casa dove si respiri
clima salesiano.
O Giovani o educatori/trici di
giovani , essi sono degni di calami-
tare tutta la nostra attenzione. Nel
ruolo di educatori alla fede noi non
possiamo prescindere da questi
modelli. Essi ci interpellano e nello

1.3 Page 3

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stesso tempo ci guidano . Sotto il
loro sguardo il cammino si farà fi-
ducioso , l'ottimismo colorerà le no-
stre fatiche, la speranza sorreggerà
la nostra missione, al di là del va-
riare delle stagioni ossia dei conte-
sti culturali in cui operiamo o del-
l'età anagrafica della nostra vita.
O Nello scorrere del tempo e nel-
1'avvicendarsi delle scadenze , nel
susseguirsi dei nostri pro-memoria
che tanto ci affannano , questi volti
saranno a ricordarci l'impegno più
importante che consiste, secondo
l'invito rivolteci dal Santo Padre, nel
"programmare la santità" (NMl ,31)
e per conseguenza nel diventare
esperti nella "pedagogia della san-
tità" (ivi) . Guardare a loro significa
trovare il coraggio per proporre ai
nostri giovani i valori ardui, "propor-
re con convinzione la misura alta
della vita cristiana" (ivi) nella feria-
lità di quel quotidiano che tanto ca-
ratterizza la nostra spiritualità gio-
vanile .
O Nostri compagni di viaggio
dunque. Ad essi vogliamo affiancar-
ci anche quando potranno risultare
scomodi per il ritmo dei passi , con-
vinti che proprio in questo "di più "
risiede il segreto di ogni santità.
Il 2002 sarà l'anno dei due Capi-
toli General i, quello dei salesiani e
quello delle Figlie di Maria Ausilia-
trice, e sarà anche l'anno del mag-
gior numero di beatificazioni di ca-
sa nostra (due SDB: il salesiano
laico Artemide Zatti e don Luigi Va-
riara ; e due FMA: suor Maria Ro-
sario Meneses e suor Eusebia Palo-
mino) . Un anno, dunque , particolar-
mente luminoso , un 'occasione da
valorizzare al meglio . Nulla di più
opportuno e indovinato che veder
passare in rassegna lungo ciascun
mese di questo anno speciale per
la Famiglia Salesiana, coloro che
sono i testimoni della fecondità del
nostro carisma e che, forti della lo-
ro statura, ci spronano a non arren-
derci mai alla mediocrità. Li indi-
chiamo ai salesiani , ai giovani , ma
anche a tutti i cristiani e, ci sia con-
sentito, a tutti gli uomini di buona
volontà, come modell i di una vita
vissuta in pienezza e spinta ai ver-
tici della vera umanità.
O
Novembre 2001
An no CXXXV
Numero 1O
In copertina:
1O anni fa i sa lesiani
ini ziava no, co l coraggio
dei pionieri, l'esperimento
degli oratori d i front iera a
Ciudad Juarez. U na realtà
che oggi prospera,
benedetta dall a gente
e da lle autorità.
(Foto: Gianca rlo M anieri)
,,
r !.Du!!,rttiJw
~ !lf.!::3Jf!tl!J
~ 1lJ;f.fffÌIJ'ff)
Jgf[fflDJW
Mensile di in formazione
e cul tura religiosa edi to
dall a Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
D i r ett ore :
G IANCA RLO M AN IERI
- CENTRALE
12 Dieci anni dopo. Reportage fotografico di Giancarlo Ma nieri
- CHIESA
14 Dialogo con l'Islam
di Silva no Stracca
- ANNIVERSARI
16 L'uomo dalle grandi imprese
- M,ss10N1 FMA
18 Missione sul Rio Negro
- SoctETÀ
20 Migranti
di Mo rand W irth
di Grazie lla Curti
di Gianca rlo Manieri
- RUBRICHE
2 // Rettor Maggiore - 4 ti punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 /n Italia & nel mondo -
11 Osservatorio - 22 // Mese - 23 Laetare et benefacere...
Redazione : Maria Anto nia Chinello
Nadia Ciambrig noni • Giancarlo De Nicolò Franco Lever
Natale Mattioli · Francesco Motto Vito Orlando
Collaboratori : Ernesto Calloni . Giuseppina Cudemo
Graziella Curti - Carlo Di Cieco - Bruno Ferrere
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Moran te - Vito Orlando
Marianna Pacucci . Roberto Saccarello Fabio Sandroni
Arn aldo Scaglioni . Serdu Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco · Cipriano De Marie
Guerri no Pera Pietro Scatabrino · Gianpaolo Tro nca
Progetto grafico e impaginazione :
Pier Bertene
Direttore Responsabile : Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori : Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Regi strazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2. 1949
Diffusione e Amministrazione : Giuseppe Corò (Roma)
Fotocomposizione: EDIBIT · Torino
Stampa : MEDIAGRAF s.p.a. · Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leg gere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet: www.sdb.org
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.556
e-mail: <biesse@sdb.org>
e <gmanieri@sdb.org>
Fondazione DON BOSCO NEL MONDO
Ccb 3263/1 - INTESA Rete Cariplo,
Filiale Roma 12 - ABI 6070 - CAB 03212
Ccp 36885028 - CF 97210180580
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo in 53
edizioni e 24 lingue diverse. Raggiunge 128 Nazioni in cui
operano i salesiani.
Associato alla
Unione Sta mpa
Period ica Italia na
BS NOVEMBRE 2001

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di Carlo Di Cieco
SENTINELLE DEL MATTINO
Sentinelle del mattino. Un'immagine biblica, richiamata
dal Papa per indicare i giovani del terzo millennio.
Come le sentinelle a cui toccava fare il turno nelle prime ore
dell'alba, le ultime della notte. E dai colori dell'aurora sono
in grado di prevedere come si mette il giorno. Danno la certezza
che la notte passerà, comunque essa sia andata.
Erano gonfi di sentimenti forti
e contrastanti e di ira, i cuori,
dopo le violenze che avevano,
la scorsa estate, segnato
profondamente i lavori del G8
a Genova. C'era scappato il morto:
un giovane di 23 anni. Sul suo
cadavere ancora caldo era passata
una camionetta , la stessa da dove
era partito il colpo fatale. Potrà non
piacere , ma anche i giovani con
il passamontagna calato , nel gesto
di violenza, fanno parte delle
sentinelle del mattino. Sono spie
di un disagio presente pure nei
santuari del consumismo e che
torna duro riconoscere , perché
ci parlano di aree che sfuggono
all 'ordine costituito .
D Giovanni Paolo Il invece lo ha
riconosciuto questo disagio , grande
come il mondo finora edificato. E,
deplorando nettamente la violenza,
ha nello stesso tempo fortemente
incoraggiato a continuare
nell'impegno di fare un mondo più
giusto e solidale . Segno chiarissimo
che questo mondo che siamo
invitati a edificare, ancora non c'è.
Nonostante gli svariati summit degli
uomini più potenti del mondo . Forse
perché i G8 rappresentano di più
le preoccupazioni dei 350 miliardari
che guidano le classifiche
del potere economico, anziché
le angosce e le speranze
dei 2 miliardi di persone che vivono
con meno di 2 dollari al giorno .
D Sono state le parole del padre
di Carlo Giuliani , il ragazzo ucciso
negli scontri di piazza, che hanno
sollevato tristezza e aperto
domande , a saldare un circolo
che finora era sempre apparso
per lo più interrotto . Il sindacalista,
non ancora tanto vecchio , ma in
pensione, dedicato al volontariato ,
di fronte alla morte del figlio ha
chiesto pace e rifiuto della violenza .
E ha ricordato le tante discussioni
NOVEMBRE 2001 BS
con il figlio con il quale si
confrontava anche duramente.
Esisteva il dialogo , difficile , spinoso.
Come in tante famiglie . Il padre ha
confidato una cosa molto bella:
di aver appreso dal figlio a dire
queste cose generose. "Mi accorgo
di avere imparato qualcosa
nel nostro rapporto".
D Questo padre, come ogni
persona adulta nella fase
della maturità e della vecchiaia, è
una sentinella. Non più del mattino
storico , che bussa con i suoi
costanti e a volte capricciosi
cambiamenti . Ma del nuovo giorno
senza tramonto , verso il quale
i nostri passi sono diretti .
Sono i padri e le madri ,
specialmente avanti con gli anni ,
chiamati a scrutare un orizzonte
misterioso e sconfinato, rispeJto
all 'orizzonte puramente storico .
La Scrittura dice "dove ogni lacrima
sarà asciugata". Essi sono le
avanguardie che poi danno la voce
a chi li segue. Gli avvistatori dei cieli
e delle terre nuove . Le sentinelle del
mattino che fanno il turno
in un orario strano, quando , anziché
la speranza del giorno che viene,
si insinua la paura della notte
che incombe .
D E c'è da passare il testimonio
alle sentinelle che vedranno
il nuovo giorno della storia. Dicendo
loro che vale la pena. Anche se
la vita può apparire, per tanti ,
un'avventura dura e amara
da masticare, come fare un viaggio
sballottati dalle cascate anziché su
una morbida canoa . Ma il fiume
della vita continua ad andare nella
stessa direzione per tutti. C'è da
chiedersi seriamente che cosa si
riesce a consegnare alle giovani
sentinelle del mattino, e se esse si
fidano dei nostri occhi che scrutano
l'inizio dell'impareggiabile giorno
oltre la porta della morte .

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~
TIERE~-----
r.:, l,,,'::.J
UAL
Caro
È LA LEGGE?
dire tto re, Sono
gna f are i comi con mille co-
se e molte di più. Girano nel
un ' insegnante di sc uo la ma-
mondo salesiano, per necessi-
te rn a. Quest ' anno siamo state
in vitate dall a di rettri ce di dat-
contingenti , parole p esan-
ti: ristrutturazione, ricolloca-
ti ca, nel corso di un co llegio
de i docenti , ad astene rc i dal-
l'a llestire co n i bambini un
zione o ridispiegamento, ri-
progettazione, ridimensiona-
mento , ecc. Il quadro sociale,
prese pe ali ' ing resso della
sc uo la in occasione de l Nata-
politico , economico e religio-
so di ogg i spinge a risoluzioni
le, come si era fatto negli ann i
precedenti , poiché è stato così
di sposto a li vello legislati vo.
Vo rre i sapere a quale legge si
ri fe ri sce [. .. ]
Ni ves, Torino
Gentile signora ,
A nessuna legge si riferisce -
proprio a nessuna - l'invito/or-
dine della sua diretlrice didat-
tica, di "astenersi dal!'allesti-
re il presepe.. .", semplicemen-
te perché non esiste alcuna di-
sposizione legislativa del ge-
nere. La cosa dunque si confi-
gura come "abuso di potere",
più né meno, e l' afferma -
zione sulla disposizione legi-
slativa come una menzogna ,
/anro più grave in quanto scio-
rinala in modo ufficiale di
.fi"onte a un collegio dei docenti
da un dirigente della pub/Jlica
amm inistra zione .
Libertà vuole che non possa
una nuova religione, "l' agno-
sticismo" , che consiste nel
credere di non credere. C' è
chi dice che l' agnostico sia un
uomo libero, proprio perché si
è liberalo da tu.Ile le f edi.. . e
perciò è il più ada!to a pro-
muovere liberlà e par condi-
cio per turti. Ma è strano che
poi in nome della libertà(!) , si
impongano determinati com-
portamenti, cioè in pratica si
neghi la libertà a chi non la
pensa da agnostico. La mia
naturale inclinazione mi sti-
molerebbe ad andarci giù pe-
sante nei conji-onti di questi
paladini della globalizzazione
dell'indifferenza religiosa che
apre le porte al nichilismo
Cara Mabel,
Chiudere un'opera dispiace, e
molto te l'assicuro, anche a
coloro che sono costre!ti a
chiuderla. Detto questo, ti pro-
pongo qualche mia riflessione
a parlire dalle tue. Mi dici di
non avere più p unti di riferi-
mento. . . Forse è vero , ma
solo a metà: i punti di riferi-
mento sono "dentro": se l' o-
ratorio ti ha trasmesso "qual-
cosa", quel "qualcosa" non
muore, è certo . Il problema di
f ondo - ma questo lo sai - non
è l' avere nella tua città un
oratorio, ma continuare a fa r
vivere l' ora torio nella tua vi-
ta , nel tuo modo di pensare e
di agire, nelle relazioni socia-
e adempimenti a volte doloro-
sissimi, che tut/avia non pos-
sono essere elusi, pena la de -
cadenza della qualità educa-
tiva , e.formati va , e il pericolo
reale dell'impossibilità di
manrenere le opere. Vivac-
chiare in campo pastorale è
come morire. Ciò che ti
posso assicurare è che la
chiusura di una casa non è
mai conseguente a una ban-
carotta economica. Non si
chiude perché non ci si gua-
dagna più: p ensare così mi
sembra una sciocchezza... Ci
sono molte opere "in rosso" ,
ma nessuno pensa nemmeno
alla lontana di chiuderle per
quesra ragione. Al contrario
esistono opere in attivo eco-
nomico che vengono irrime-
diabilmente chiuse. Vog lio dirti
insomma che alcune opere si
chiudono perché si è in diffi-
coltà pasrorali , o di persona-
essere negato da alcuna auto- etico, allo stordimento consu- li : essere come l' oratorio ti
rità il diritlo a so!tolineare mistico, al degrado valoriale. ha insegnalo. Se nel vissulo
con un segno, un geslo o Me ne astengo, con fari ca , per di ogni giornata è possibile
quanr' altro la più bella e sen- non cadere a mia volta nel ri- scorgere qualcosa la cui ori- APPELLI
rita f esta religiosa del cristia- schio del!' intolleranza.
~~!-~~t~t:!,~~;!~?- nesimo (piaccia o no alla sua
direflri ce clic/artica , siamo in
un' area geog rafica le cui
coordinare sociali e cul1urali
risalgono a questa religione).
Anzi, dovrebbe essere conces-
sa a tw te le .fedi la possibilità
di ricordare qualche grande
ricorrenza che abbia u.n ac-
cenruato spessore per la pro-
pria identità sociale, religio-
sa e cuitu.raie.
Forse l' illustre dire!trice avreb-
be bisogno di qualche ripeti-
zione sulle sue prerogali ve, e
anche sulla deontologia pro-
f essionale. La conclamala lai-
cità della scuola non consiste
nel negare le espressioni di
una.fede, semmai al con!rario,
consiste nel/'ammeflerle tutte1
Il fa llo è, cara signora, che
sima lettera che provo a scri -
ve re... infuocata di rabbia a
causa dell a chiusura de l mio
oratorio, mi o punto di riferi-
mento. Sono cresciuta cercan-
do di seguirne gli insegnamen-
ti . ho imparato ad essere me
stessa, ad essere apprezzata pe r
que l che sono; ho scoperto la
vera amicizia, ho conosc iuto
persone speciali.. . Dicono che
hanno chiuso pe r mancanza di
soldi e di atti vità lucrati ve !
Non si è fatto alc un cenno sul
BS, eppure ques ta è stata un a
casa apprezzata, vo luta da Do n
Bosco, e che ha dato santi ... A
noi chi ci pensa?
gine risale agli insegnamenli
appresi ali' oratorio, vuol dire
che l' oratorio non è morto.
Mi sovviene un dislico appre-
so alla scuola media , apparte-
nente a un poe/a quasi dim en-
ticalo, il Giusti, che dice : "Un
gran proverbio caro al potere
I dice che l' essere sra nel!'a-
vere" . Mi fa gioco per dirti
che avere nella tua cirtà un
orarorio non significa che
twti i giovani che lo _fi-equen-
!ano saranno di conseguenza
dei modelli. . .
Ciò non w glie il rincresci-
111en10 per aver perdu10 un' o-
pera gloriosa , voluta da Don
Bosco siesso, che ha fatto un
po' la storia del luogo, ha da-
to vocazioni, ha f ormalo sli-
mati professionisri, e plasma-
to dei santi. Ci sarà un per-
Cerco amici pe r corri spon-
dere e per confo rto spiri -
tuale. Rea li Gesualdo, Via
Nuova, 49 - 58020 Cal-
daia (GR).
Cerco, a pagame nto, i vec-
chi romanzi mi ssionari di
Rusticus (Gaetano Be ma.r-
di) pubblicati dal PIME/
SEI / ANCORA, ecc. Anna
Rita Sorbo, Via Ruta P.co
Rossi - 81100 Caserta.
Collez iono punti benzina,
punti alimentari , tag liandi
di contro ll o, pro ve d ' ac-
qui sto, immag inette sacre,
schede te lefo nic he. Scam-
bio con carto line e fra nco-
boll i. Roberta Fincato,
Via A1-gine Destro, 19 -
35020 Correzzola (PD).
oggi sta cercando di imporsi
Mabel, Faenza ché? Penso di sì. Ogg i biso-
NOVEMBRE 200 1 BS

1.7 Page 7

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le, di p rogetto, di carisma , di rati tanto quanto i primi, e pio di linguaggio modern o,
identità. . .
tanto quanto i primi rivolti condito da stranierismi.. .
Per tutto il resto hai ragione: contro p ersone innocemi, don- Fa cci beare (puoi tranquiffa-
un p ezzo di te se n' è andato ne , bambini, e pe1j1no religiosi mente leggere belare! ) i tuoi
con l' oratorio' A proposito considerati di sinistra. Un amici, visto che è molto trendy.
non c' è stato alcun articolo altro moti vo è che non si vole- Dicono certi sociologi che
su BS attorn o alla chiusura va suscitare phì polemiche di l' attuale background cultura-
del tuo oratorio perché - dato quelle gicì in atto (ta fi diatribe le non ci perm ett e di capire fa
il vasto ridimensionamento in servono solo a radicalizzare wired generati011 , e questo fa
atto in congrega zione - do- lo scontro e dividere ancor più da vvero spleen ne ffa high so-
vrei dedicare il BS solo alfe gli animi, ponendo gli uni ciety, in cui dominano il gos-
case che si vanno chiudendo contro g li altri pe,.fino amici e sip , e il mobbing, in libero
nel mondo, e, p er contrap- .familiari). Oltretutto lo scon- brain-storming ; in cui s' in-
punto, a que ffe che in altri tro elettorale si sta va avvici- nalzano cahier de doléance
contesti si vann o aprendo. nando a grandi passi e non per le innumerevoli candid ca-
Voglio comunque assicurarti era il caso di gettare zo(fo sul mera che ci prendono d' as-
che prima di "cassare" un' o- .fi1oco acceso. I termini di co- salto e p rocurano shock ta fi
pera si procede ad analisi muni smo, fasc ismo, nazional- che dopo hai bisogno di cold
lunghe e impietose, non solo socia li smo, naz ismo, falangi- cream per tornare a essere
de ff ' op era "sub iudice", ma smo et simi li a, abbiamo pref e- non dico una cover giri o un
anche in rapporto alfe altre rito evitarli non per amore di sussiegoso gentleman, ma al-
de ff ' isp ettoria, e il risultato menzogna, ma perché si può meno una normale miss o un
finisce sempre sul tavolo dei dire fa verità senza qualificare pacioso mister. Last but not
superiori maggiori . La proce- l' uno o l'altro dei contendenti, least, mala tempora currun.t:
dura non è p er niente sbriga- soprattutto quando questa certi maftre a penser, i,ifalli ,
ti va o supe,jfria fe, te I' assi- precisazione si co11f1gura in rigorosamenle in make up che
curo. Perm ettim i, prima di fi- realtà non come racconto , ma li fa assomigliare piLì a man-
nire, di ricordarti quanto tu come giudizio per di phì par- nequin esperti in merchan-
stessa hai voluto ricordare a ziale, mancando quello sugli dising propagandano sfa c-
me : l'oratorio è dappertutto, a vversari. .. Ahhiamo pref eri- ciatamente ogni sorra di pla-
perché viaggia in te e con te. to , insomma, che il giudizio cebo che in realtà si ri velano
restasse a chi legge , conside- dei rwcebo . Si va incontro a
rato che una testa ce l'hanno tanti di quei misundersta,ul
1-:JHI SONO GLI AS- tutti, e si spera che il cerve ffo che si arriva a bagg ianate off
1.:'JsASSINI? Egregio di-
rettore, m i sc us i se torno in-
d ie tro di parecchio [... ] Mi è
capitata tra le m ani la sua ri -
vi sta dove ho le tto de i vostri
martiri spagnoli [... ] Non ho
trovato il nome deg li assassi-
ni. Perc poi? Ave te forse
pa ura di sc riv erlo ?
Anronio, C ivitanova Marche
(e altri)
.funzioni. I.fatti devono imporsi
da sé! Non è sempre necessa-
rio imboccare il lettore come
se f osse un minus habens, un
incapace di giudizio, un eter-
no bambino . Du lcis in fondo ,
provi a f are una ricerca nei
BS es' accorgerà di non tro va-
re mai in nessun titolo voca-
boli come comunisti o fasc isti
o democristi ani , o sociali sti . .
limits. Ma non c'è da meravi-
gliarsi: siamo ormai , noi ita-
liani, in pole position per plot
deleteri , veri pudding di pa-
role che m eriterebbero I' esi-
lio a vita ne ffa puszta , senza
possibilità di perdono . Ecco ,
cara Ketty - pure il tu.o nome
è uno "stranierismo" , l'hai
notato? - gente che scri ve
così meriterebbe. .. uno scree-
ning p er vedere se è aff'eua
Le lettere sul caso dei martiri
spagnoli sono state più di una ,
do una risposta "co ffettiva" .
Lo stesso storico, autore del-
/' articolo, ha afferma to che
per i mar1iri spagnoli la verità
da l punto di vista de lla fede -
che poi è {' unico punto di vista
che conta in una causa di bea-
tificazione - è che sono stati
uccisi in odiumfidei, quindi ci
sono gli estremi del martirio.
, .A LITURGIA E L'l-
f.: TAL/ANO. Esimio Di-
re ttore, mi è capitata una ac-
cesa d iscuss ione in cui pe r
poco non sono venuto a ll e
mani con a lc uni ami c i quando
ho affe rmato c he prefe rivo il
ling uagg io li tu rg ico ri spetto a
que llo medi ati co " im basta rd i-
to" da strani e ri smi c he copre
g iorn a li e rivi ste e offende la
da surmenage inteffettuctfe! È
fa maggioranza, mi dirai!
A men ; a ffora vuol dire che
"la peggioranza vin.ce' " . Di-
memicavo: se non hai capito
quel che ho seri/lo, poco
male, anzi è meg lio , così non
fai trip! Prohabifmente ho
fatt o ri voltare Man zoni ne ffa
tomba, e se lo legge {' ex mini-
stro De Mauro, rischio fa de-
nuncia per... lesa lingua!
Per quanto riguarda fa verità ling ua di nostri g randi [... ]
dal punto d i vista storico/poli-
tico gli "orrori" commessi dai
comunisti sono stati bilanciati,
ahimè, da altrettanti orrori
commessi dai .falangisti, effe-
Ketty, Padova
Certo sei coraggiosa! Mi f a
piacere tro vare ogni tanto dei
temerari. Ti fa ccio un esem-
Non ci è stato possibile p~b-
b/icare 11t.1te le lettere pe1ve-
nut e in reda zione. Ce ne
scusiamo. Provvederemo_ a
suo tempo a.Ila puhbhcauo-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra co rrispon-
denza :
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS NOVEMBRE 2001

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IN ITALIA
NEL MONDO
CITTÀ DEI RAGAZZI,
ROMA
LUTTO PER IL
FONDATORE
È morto lunedì 9 lugli o 200 1
monsignor Carrol-Abbing,
fondato re - 50 ann i fa - della
celebre Città dei Ragazzi, che
si trova a poco più di un chi-
lometro dalla Casa Generali-
zia dei sa les iani . Fu un ' idea
genial e quella del prete irlan-
dese, in ltali a per gli studi teo-
logici, di fondare una "città"
dove sindaco, assessori , vigi-
li , giudici , ecc. sono ragazzi
eletti da altri ragazzi. Nacque
dall a tragica visione dell 'ab-
bandono di tanta gioventù
nell ' immediato dopo guerra,
nello stesso peri odo in cui ai
sa les iani venne l' idea del
Borgo Ragazzi Don Bosco,
per gli "sciuscià". Terminata
l'emergenza guerra, la "c ittà"
non è morta, è anzi cresciuta,
radicandos i in altre otto realtà
italiane, perché altre emer-
genze si sono succedute. Oggi
queste originali città sono abi-
tate soprattutto da ragazzi im -
mi grati , cui offrono al logg io,
scuola, lavoro, sport, attività
format ive, consu ltori, ecc. Alla
Città dei Ragazzi di Roma si
recavano spesso i sales iani
per svo lgere il ministero sa-
ce rdotal e.
Cfr. www.citrag.it/index.htm
BUENOS AIRES,
ARGENTINA
MARIA
AUSILIATRICE
DEI BOMBEIROS
Le squadre dei pompieri vo-
lontari dell ' area metropoli -
tana di Buenos Aires hanno
preso come patrona Maria
Ausi li atrice. La delibera uffi -
ciale è stata letta il 24 magg io
200 I nell a parrocchi a sales ia-
na cli San Carlos, accompa-
gnata dall a promessa di af-
fi ggere in tutte le sedi de l
"corpo" l' immagine della Ma-
donna di Don Bosco. Nella
foto l' imm agine dell ' Ausilia-
trice che Don Bosco stesso
rega ai primi mi ss ionari che
partirono per l' America il 14
novembre 1877. Tale dipinto
su tela si trova ora nel no-
viziato FMA cli villa Colon
Montev ideo (Uruguay).
HONG KONG, CINA
Estera per il coragg ioso arti-
co lo che il vescovo ha scritto
PREMIO
in occasione dell a canoni zza-
zione dei martiri cines i, ri -
A MONSIGNOR ZEN spondendo alle contestazioni
cli Pechino. li titolo di quel
Monsignor Joseph Zen , sale- pezzo, ripreso dall a stampa di
siano, vescovo coadiutore di tutto il mondo, la dice lunga
Hong Kong, è stato in signito sul clim a che si era creato tra
del premio "Reporter's Cou- Santa Sede e governo cinese:
rage Pri ze", sponsori zzato da " Pensavamo che queste cam-
Amnesty lnternational. Glielo pagne appartenessero al pas-
ha conferito il club Stampa sato!".
NOVEMBRE 2001 ns

1.9 Page 9

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a cura del direttore
is
"'
ROMA, PISANA
TERZO INCONTRO
IUS
Dal 13 al 17 Iuglio i responsa-
bi li delle isti tuzioni uni versita-
rie salesiane sparse nel mondo
si sono radunati presso la Casa
Generalizia per il loro terzo in-
contro mondiale. Le IUS sono
numerose - più di quaranta -
dislocate in diciotto nazioni di
America, As ia, Europa: una
fo rza di notevole impatto cul -
turale che il Rettor Maggiore
don Juan Vecchi ha voluto ri-
lanciare all a grande per ren-
derle, in questo III millenn io,
protagoniste cl i cul tura teologi-
ca, pedagogica e pastora le, e
quali fi care ai mass im i li vell i
l' azione carismatico/educativa
dei sales iani nel mondo. L' in-
tero consiglio generale ha par-
tec ipato al! ' incontro. I quasi
70 mila studenti delle uni ve r-
sità salesiane testimoniano la
bontà ciel metodo e la qualità
ciel servizio; le 43 ri viste
scientifiche e gli oltre due mi-
li oni di volum i ospi tati nelle
loro bibli oteche dicono il loro
impegno nei settori più quali-
fi cati dello scibile.
IN MEMORIA
DI DON LOSS
Le vall i cl i Primiero e Vanoi
hanno dato i nata li a numerosi
sa les iani ; ancora ogg i il cap-
pell ano festi vo de lle se i par-
rocchi e del Vanoi è un sa le-
siano. li coro cl i montag na di
questa bell a vall e alpin a ha
realizzato un CD in omagg io
al musico sa les iano don Lu igi
Loss, nativo ciel luogo. Insie-
me ai canti ti pici (La tradotta ,
Monte Cauriol, Monte Can i-
no, Su l ponte di Pera ti, ecc.)
il CD porta incisa la Messa
Melodica che don Loss ha
composto nel 1944 in onore
cl i Maria Domenica Mazzarel-
lo. Don Luigi fu un grande mu-
sico che ebbe maes tri come
do n Cimatti, Dog li ani, Scar-
zanell a, Pagell a, e finì per
insegnare al Conservatorio cl i
Lucca. Era stimalo anche fuo-
ri dell 'ambiente sa les iano sia
come critico musica le (scrive-
va tra gli altri per La Na:ione
e Il Corriere de lla Sera ) sia
come compos itore (produsse
messe, mottetti, madrigali ,
laudi e oratori cli otti ma fat-
tu ra).
r
l'
PAROLA
DI PORCOSPINO
È un libro di tecniche di
interazione e dinami-
che di gruppo, utilissi -
mo per campi scuola e
riunioni di gruppo , ma
I
anche per la cateche-
si. Di peculiare pre-
senta per ogni sessio-
ne una serie di citazio-
l · I coen 1n!r"ert;1rm,me1n1h!1c■Ue11, 1l'r»uruon11l1ddui:Ddiingruppo
-----_ -----__J c 11IC'.:iteehi~morlcl(;lovnni
ni e riferimenti alla
l 'r~ r nt:11.imw di clnn l)umi•nicu Signli ui
Bibbia e ai catechismi
dei giovani. Un volu-
me, perciò, che può
tornare utile in una pluralità di occasioni e circostanze
né dovrebbe mancare tra i sussidi negli oratori, nelle
parrocchie, nelle bibliotechine degli animatori e dei
catechisti. La presentazione di Domenico Segalini ga-
rantisce l'interesse del Servizio di Pastorale Giovanile
della Cei per questo nuovo e originale sussidio .
UNA RIVISTA
ATTESA
Per chi si interessa di
economia solidale , fi-
nanza etica, Banche
etiche, Ambiente, Glo-
balizzazione, non pro-
fit, commercio equo e
solidale, ecc. è uscita
una nuova rivista "VA-
LORI " della Coopera-
tiva Editoriale Etica,
Piazza dei Signori , 1
- 35039 Padova, tel.
049. 8763.784,
e-mail : amministrazione@rivistavalori.it , il cui nu-
mero zero data giugno 2001 .
',----,
CALENDARIO
2002
"AMICIZIA"
Disponibile presso
Suore Apostoline
Via Mole, 3
00040 Castelgandolfo (RM)
Tel. 06/932 .03.56
8 S NOVEMBRE 200 1

1.10 Page 10

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l00annifa
Il numero di novembre del BS di cento anni
fa riporta l'annuncio de ''La prima
esposizione delle nostre scuole professionali",
organizzata a Valsalice, e divisa in tre sezioni:
arti e mestieri, colonie agricole e scuole
professionali. "Scopo di questa esposizione -
scrive l'articolo - è di presentare ai salesiani
e ai loro cooperatori un quadro di quello
che si va facendo nei molteplici istituti
dell'uno e dell'altro continente a beneficio
•della gioventù ...".
IN ITALIA
NEL MONDO
KATMANDU, NEPAL
FMA PRESENTI
La prese nza salesiana ne l
mond o è in continua es pansio-
ne, non ostante la contrazio ne
delle vocazio ni . Dal mese di
magg io 2001 , le FMA hann o
aperto un a nuova presenza ne l
Nepal a Katmandu con un di-
spensario e un centro di pro-
mozione e alfa beti zzazione per
le donne e i bam bini. Anche i
sales iani sono sbarcati in Nepal
e con le FMA continuano a
fa r frutt ificare il cari sma di
Don Bosco. Ne ll a foto : il
Prefetto apostolico monsig nor
Sharm a con le suore ne l g ior-
no della be nedi zione della
nu o va opera.
Veduta del primo salone
dell'esposizione salesiana.
. .. Ecco come l'ottima Italia Rea/e-Corriere Nazio -
nale annunziava ai suoi lettori la prossima mostra
salesiana. " ... Noi ricordiamo ancora, con vivi sensi
di compiacenza, la genera le ammirazione suscitata
nel 1884 dal fatto di vedere una grandiosa galleria
dell'esposizione nazionale a Torino consacrata dal
nome di D. Bosco. Da quell'anno non vi fu, si può
dire, esposizione a cui i salesiani non abbiano preso
parte, specialmente nell'arte libraria, riportandone
sempre le più alte onorificenze; come a Roma,
Londra, Milano, Bruxelles, Torino, ecc. Ma ora,
non contenti di partecipare semplicemente ad una
esposizione, si fanno essi stessi iniziatori di una
grande esposizione propria e con intenti altamente
ed ucativi".
Ad uso della esposizione che si sta preparando a Val-
salice vennero adibiti il gran salone del Museo delle
Missioni Salesiane, il teatro del Seminario e i gran-
diosi po1tici fiancheggianti la tomba di D. Bosco, ri-
dotti ad eleganti gallerie.
NOVEMBRE 2001 IJS
PORT MORESBY,
PAPUA N.G.
NUOVO VESCOVO
SALESIANO
Il 25 giugno scorso il Papa ha
nominato vescovo di Alotau il
sales iano don Francesco Pan-
fi lo . I sales iani , giunti 2 1 anni
fa, hann o ora un confrate llo
che ass um erà la g uida pasto ra-
le di un te rritorio non sempli-
ce. Del resto nulla è semplice
in un a nazione in cui si parl a-
no circa 800 ling ue e le vari e
tribù sono ancora fo rtemente
cara tteri zzate, e dove il siste-
ma "wan tok" (l' o bbligo di aiu-
tare, soccorre re, ass istere, di-
fe nde re quelli de lla stessa lin-
gua) contribui sce a mante nerl e
legate alle proprie usanze se-
co lari , oppone nd os i a vo lte
crue nte mente ad ogni cambi a-
me nto c he possa mette re in
peri colo le loro trad izioni . De-
licati compiti pastorali atte n-
dono il nuovo vescovo.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Chrys Saldanha
ai conto di essere a
CRISTO AL Manila e di voler visi-
Ftare "La Gloriette"
SUPERMERCATO all'Ayala Commerciai Cen-
Pastorale del commer-
cio? Chiamatela come vo-
lete. A Manila c'è. Anzi , in
30 supermercati della na-
ter, grandi magazzini , pa-
zione si fa la stessa cosa!
ragonabili ai "Lafayette" di
Parigi. L'enorme e famoso
centro commerciale , inca-
stonato nel quartiere dei
grattacieli , Makati, coi suoi
quattro piani e quattro
chilometri di perimetro , è
Manila, un sabato qualsiasi dell'anno,
ore 6 pomeridiane; ma anche mercoledì
alla stessa ora, o domenica alle 1O... o,
se vuoi, il primo venerdì del mese!
E la cura pastorale del
Mal! di Manila è affidata ai
salesiani. Quel sabato a
celebrare era padre Roel
Soto, incaricato ispettoriale
della Pastorale Giovanile e
vocazionale!
O
un 'autentica città fornita di
tutti i servizi : sale gioco ,
sale cinematografiche , di-
scoteca, bar, ristoranti (so-
no più 200 di tutti i tipi : c'è
il ristorante cinese , l'india-
no , il messicano , l'italia-
no ... ), grandi hall , scale
mobili , immensi saloni di
vendita ...
Se dunque ti sei deciso a
farci un salto e infili l'en-
trata fino alla grande hall
del piano terra resterai di
sasso. Invece di trovare la
solita confusione di tutti i
supermercati , con gente
che va , viene , si urta,
s'ignora , chiacchiera , bi -
sticcia, passa frettolosa coi
carrelli della spesa o sosta
a intralciare il traffico, in-
cantata a guardare invece
che a comprare , ti ritrovi in
un grande spazio, sì pieno di gente, ma composta,
in piedi , attenta , devota. Nella grande città del
business in quell'ora, incredibile ma vero, si
celebra la messa.
Fai l'indifferente, come sappiamo fare così bene
in Occidente , e fendi la folla per raggiungere una
delle scale mobili e salire , o scendere, per raggiun-
gere i saloni di vendita. Anche le balconate supe-
riori ed inferiori sono gremite di gente che segue
messa e predica - c'è anche quella, tradotta in
simultanea nel linguaggio dei sordomuti! - e, ovvia-
mente, la meraviglia aumenta. Poi t'infili in un
reparto/vendita. C'è folla , come puoi immaginare,
ma l'impianto audio della hall non arriva nei reparti ,
e la compravendita può continuare indisturbata:
gente che riemp ie i carrelli , osserva la merce ,
controlla la qualità, paga alle casse; bambini che
scorrazzano qua e là e chiedono per sé le cose più
impossibili , qualche ladruncolo .. . Eppure ti sembra
che ci sia nell'aria qualcosa di diverso dal solito ,
che tutto sia più raccolto , più sommesso .. .
lii
BS NOVEMBRE 2001

2.2 Page 12

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A-
Mon\\en
d\\ G\\aocot\\O
JUAREZ
I Ciudad Juarez possiede un'immensa baraccopoli.
Persone d 'ogni ceto e razza vi si riversano con ritmi
quotidiani, in cerca di fortuna. I più attendendo l'occasione,
ambita al di sopra di ogni altra cosa, di espatriare verso
gli Stati Uniti. Foto: la baraccopoli dall 'oratorio Don Bosco.
Giusto dieci anni fa si cominciò con i container,
le cappelle Pinardi degli oratori di frontiera . Oggi si
conservano gelosamente per ricordare i "tempi eroici" .
11ragazzi sono uguali ovunque: basta che giri lo sguardo,
e i loro giochi diventano sfide di forza, abilità, destrezza .. .
Tutti siamo passati per quelle fasi della crescita in cui è
fondamentale affermare il proprio "esserci " .. . a suon
di pugni!
I I più piccoli sono bene organizzati. La foto mostra
una classe elementare con le proprie maestre. L'oratorio
è riconosciuto dallo stato come organizzazione
scolastica e dunque da esso aiutato finanziariamente,
in base a progetti socio/culturali approvati.
I Non hanno grandi pretese. Hanno in compenso tanta
voglia di imparare, di aiutarsi a vicenda, di crescere
assieme. Nella foto : un gruppo del doposcuola.
NOVEMBRE 2001 HS
I Davanti a un obiettivo si è disposti a smettere giochi,
impegni, conversazione e quant'altro per mettersi
in posa , soprattutto quando il fotografo è straniero.

2.3 Page 13

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I L'oratorio ospita dai più piccoli
ai giovani di ambo i sessi che
accorrono a frotte in uno spazio
tutto per loro. Gli oratori di Ciudad
Juarez sono " oratori di servizi".
L'oratorio è uno spazio tutto
a disposizione dei ragazzi
e dei giovani , li aiuta a crescere
a livello umano, di fede, di mente,
e a inserirsi nella società
con un proprio ruolo.
L'oratorio è indispensabile.
I ragazzi dei barrio sono pressoché
abbandonati a se stessi,
e rischiano di rimanere in balia
della strada. Appena ci ha visti
la ragazza della foto è corsa
a nascondersi. L'espressione
del viso descrive lo stato d'animo.
I Alcune classi sono perfettamente attrezzate. La scuola
dell'oratorio è ricercata e contesa per la serietà
dell'impostazione didattica e dei programmi ,
per il metodo rigoroso ma accattivante,
e per le attrezzature moderne e ben tenute.
I Gli oratori a Ciudad Juarez sono "polifunzionali". Alcuni
possiedono l'ambulatorio medico e quello dentistico
con personale specializzato che a tempo opportuno
visita chi ne ha bisogno, e dopo assiste e anima
in cortile... Un " specie" nuova di animatori!
Una lezione all'oratorio " Lupita" . Gli oratori di C.J., sono
non per il tempo libero ma per il tempo impegnato ...
Ogni oratorio possiede anche la propria biblioteca,
con libri di svago, ma soprattutto libri scolastici ,
di religione e di animazione.
I A Ciudad Juarez, città cosmopolita, dove popoli diversi
s'incontrano e s'incrociano, proliferano le sette, alcune
con organizzazioni efficienti e mezzi di propaganda
imponenti.
BS NOVEMBRE 2001

2.4 Page 14

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
IL DIALOGO CHIESA
I VIAGGI DEL PAPA
SONO SEMPRE
CON PIÙ RIVOLTI
A RIANNODARE
IL DIALOGO
di Silvano Stracca
L'ISLAM TRA LE GRANDI
RELIGIONI
U n gesto storico senza prece-
denti, consegnato onnai al-
i'immaginario collettivo co-
me la prima volta di un Papa nella
sinagoga per pregare assieme ai
"fratelli maggiori". Era il 13 aprile
1986. Papa Wojtyla ha continuato
a stupire il mondo: "Non avremmo
mai immaginato di accoglierla un
giorno in questa nostra moschea",
sussurra il Gran Muftì di Siria à
Giovanni Paolo II che, a piedi scal-
zi, entra nella splendida moschea
degli Omayyaddi, una delle pi~
importanti del mondo islamico. "E
un fatto che va oltre la storia a cui
siamo abituati e che porterà frutti
di pace" , soggi unge l'anziano lea-
der religioso accompagnando il
Papa col bastone verso il memoria-
le di Giovanni il Battista, il " pre-
cursore" di Cristo venerato anche
dai musulmani . Per il cortile della
moschea si diffonde il canto del
brano del Corano che parla dei
"nomi di Dio", mentre il veneran-
do capo musulmano ricorda la
"tolleranza" con cui l'Islam ha
trattato nella storia, almeno nel vi-
cino Oriente, i "fratelli cristiani".
Ma subito il Muftì aggiunge con
forti accenti autocritici: "Non pos-
siamo però passare sotto silenzio
neppure gli errori compiuti nel
passato da persone che pure si ri-
chiamavano agli insegnamenti del-
la religione".
UN PERDONO
DA CERCARE
La risposta di Giovanni Paolo II
va oltre le mura e le colonne della
grande moschea di Damasco.
Idealmente si rivolge in spirito di
umiltà e fraternità all'intera comu-
nità islamica nel mondo. "Per tutte
NOVEMBRE 2001 BS
Viaggio in Siria, 4-9 maggio 2001:
il Papa con il Gran Muftì
musulmano di Siria. Primo Papa
nella storia, ha visitato domenica
6 maggio 2001 la grande moschea
degli Omayyaddi, a Damasco.
le volte, dice commosso, che i mu-
sulmani ed i cristiani si sono offesi
reciprocamente, dobbiamo cercare
il perdono dell ' Onnipotente e offri-
re il perdono gli uni agii altri. Gesù
c'insegna che dobbiamo perdonare
le offese altrui se vogliamo che
Dio perdoni i nostri peccati ". Paro-
le che segnano il momento più alto
del suggestivo incontro interreli-
gioso in quell'indimenticabile pri-
ma domenica di maggio del 2001.
Parole che ripropongono e rilancia-
no i gesti maggiori del giubileo e
del pontificato: la richiesta di per-
dono come via del dialogo con gli
uomini religiosi di ogni fede.
Non può dunque non levarsi con
forza dal cuore del Papa pellegrino
in terra musulmana l'auspicio vi-
vissimo che i commoventi momen-
ti vissuti in quel luogo sacro, che
era stato una chiesa prima di di-
ventare una moschea, siano "segno
della determinazione a portare
avanti il dialogo interreligioso tra
la Chiesa cattolica e l'Islam.
Dialogo che risale al Concilio
Vaticano II, che dichiarò la "stima"
con cui la Chiesa guarda ai musul-
mani per la loro fede in un Dio tra-
scendente. Dialogo che ha acquisi-
to maggior slancio nei decenni
successivi, con atti dei vertici della
Chiesa apprezzati dal mondo isla-
mico come l'annuale messaggio
per la fine del Ramadan. "Noi cre-
diamo nello stesso Dio, l'unico
Dio, il Dio vivente, il Dio che crea
i mondi e porta le sue creature alla
loro perfezione", sottolineava nel-
l'agosto del 1985 lo stesso Giovan-
ni Paolo II, parlando a ottantami la
giovani musulmani entusiasti nello
stad io di Casablanca.

2.5 Page 15

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Giovanni Paolo Il a colloquio
con il giovane presidente siriano
Bashar al-Assad nel palazzo
presidenziale.
Viaggio in Grecia. Il Papa ha definito i suoi viaggi
"Un pellegrinaggio al santuario vivente del popolo
di Dio", incominciando dai "pastori" di questo popolo.
Qui è a mensa con i capi dell 'ortodossia greca, venerdì
4 maggio 2001.
DIALOGARE
PER COMPRENDERSI
A Damasco Giovanni Paolo II ri-
prende il tema - gli sta particolar-
mente a cuore - e lo approfondi-
sce: "Una migliore comprensione
reciproca certamente porterà a un
modo nuovo di presentare le nostre
due religioni , non in opposizione,
come è avvenuto fin troppo nel
passato, ma in collaborazione per il
bene della famiglia umana".
Un discorso che tocca soprattutto
le nuove generazioni e la loro edu-
caziqne al dialogo e non al conflit-
to. "E essenziale , sostiene ancora il
Papa, che ai giovani vengano inse-
gnate le vie del rispetto e della
comprensione, affinché non siano
portati ad abusare della religione
per promuovere o giustificare odio
e violenza".
Parole e gesti di Giovanni Paolo
II a Damasco rappresentano, senza
ombra di dubbio, una vera sfida
per le comunità cristiane dell 'Eu-
ropa che accolgono masse sempre
più consistenti di immigrati islami-
ci per compensare il progressivo
111 7 maggio 2001 il Papa è
a Quneitra, sulle alture del Golan,
una cittadina distrutta
dagli israeliani 27 anni fa, prima
di ritirarsi e rimasta tale. Per
Quneitra certamente passò
san Paolo.
rapido invecchiamento della popo-
lazione del Vecchio Continente, e
soddisfare le neces sità del suo dif-
fu so benessere.
Milioni di immigrati che portano
dovunque con sé il bagaglio cultu-
rale e affettivo loro trasmesso sia
attraverso l' insegnamento del Co-
rano, sia attraverso l'educazione ri-
cevuta nelle famiglie e nelle scuo-
le, sia attraverso l'ambiente in cui
hanno vissuto, spesso intriso di pre-
giudizi e ostilità verso il cristiane-
simo identificato tout court con
l'Occidente politico.
Una sfida, quella del Papa, a pas-
sare dalla paura degli "altri" ali 'ac-
cettazione della diversità culturale
e religiosa come una realtà ineludi-
bile già oggi, e ancor più in pro-
spettiva. Una sfida, in definitiva, a
raddrizzare idee distorte sull'homo
islamicus e ad adeguare le nozioni
storiche e soc iali su quegli "altri"
destinati a divenire sempre più
parte di noi , cioè della nostra so-
cietà, della nostra cultura. L' adora-
zione verso l' unico Dio, creatore di
tutti , dovrebbe incoraggiare i cri-
stiani a intensificare in futuro la
reciproca conoscenza con i vicini
musulmani , a confrontarsi con lo-
ro , a superare stereotipi e ostilità
radicati in secoli di conflitti, odi,
violenze. E l' immagine di Giovan-
ni Paolo II e del Gran Muftì che si
sorridono e si tengono per mano
nella moschea degli Omayyaddi
potrebbe divenire l'icona del dialo-
go con l'Islam .
O
BS NOVEMBRE 2001

2.6 Page 16

▲back to top
Ricorre il 50° anniversario della morte di don Pietro Ricaldone,
L'UOMO
di Morand Wirth
DALLE GRANDI
REALIZZAZIONI
F atto ispettore (a 32 anni! ), in-
cre mentò il numero de i sale-
siani dell ' ispettoria da 86 a
184. Il Rettor Magg iore, don A lbe-
ra, lo chi a al capitolo supe riore
come consig lie re de ll e scuole pro-
fess ionali , cari ca c he ricoprì dal
19 11 al 1922, durante i quali adattò
i programm i de lle sc uole profess io-
nali alle nu ove es igenze, sc ri sse al-
cuni manu ali teori c i e pratici , pe rfe-
zionò le di spos izioni pe r le arti del
legno, de l libro e de ll 'abbig li amen-
Un curioso ritratto di don Pietro.
to, e le estese al ramo della mecca-
ni ca e dell 'e lettromeccanica, orga-
ni zzò le sc uo le agrarie. Per promuo-
Don Pietro Ricaldone
(1870-1951) cominciò
presto a sorprendere
per la sua straordinaria
capacità organizzativa
vere e fa r co noscere le nostre scuo le
stimolò i sa les ian i ad all estire ogni
anno mostre didattico-profess ionali ,
a partecipare a mostre naz iona li e
inte rn azionali . A quella di Lipsia
(19 14), erano rappresentate 53 sc uo-
le sales iane di tipografia e 42 li bre-
e le doti di grande
realizzatore. Ancora
chierico, a Siviglia,
rie, senza contare i laboratori di le-
gatura, di fusione dei caratteri e di
litografia. Le loro reali zzazioni furo -
no coronate da un diploma d ' onore.
lanciò l'oratorio festivo Dopo la guerra, nel l 920 fu inaugu-
nel più difficile sobborgo
della città. Ivi direttore
a 24 anni diffuse
i "Talleres Don Bosco",
fondò la tipografia,
la libreria, la schola
I cantorum, la banda...
Don Ricaldone con la regina Maria
José in visita a Valdocco. In primo
piano il conte Solaro del Borgo,
a fianco del Rettor Maggiore
il prefetto generale don Giraudi.
NOVEMBRE 2001 BS
rata un a grande mostra profess ionale
a ll ' Oratorio. La visitarono anche
Gramsci e Togliatti, ai quali don Ri-
caldone spiegò che per rea lizzare il
vero comunismo ci volevano tre cose:
povertà, castità e obbedienza( !)...
Prefetto generale nel 1922, di-
ventò il braccio destro de l nuovo
superiore don Rinaldi . È ne l campo
de ll e mi ss ioni che don Ricaldone
poté meg li o espli ca re i propri talen-
ti : è ope ra s ua la mostra mi ss iona-
ri a di Yaldocco ne l 1926. Visitatore
straordinario in Estremo Orie nte,
ragg iun se i sales iani di Indi a, G iap-
pone, Thailandia, B irm ani a e C in a,
e, di ritorno, lanc iò un a «croc iata
mi ss ionari di vaste proporzioni ,
per raccogliere borse per la fo rm a-
zione de i futuri mi ss ionari . Per dare
un successore a don Rin aldi , il Ca-
pitolo Generale de l 1932 sce lse con
votazione pleb isc itari a don Ricaldo-
ne, me ttendo così al governo de ll a
Congregazione un uomo prati co e
in possesso di un a approfondita co-
noscenza delle princ ipali reg ioni de l
mondo in c ui essa era presente .

2.7 Page 17

▲back to top
quarto successore di Don Bosco.
Agosto 1932: merenda al latte
sul Grand Puj (2200 m).
Don Ricaldone (con la barba) tra i giovani dell 'oratorio
festivo di Nakatsu in Giappone.
RETTOR MAGGIORE
(1932-1951)
L'alba di questo rettorato fu illu-
minata dalla canoni zzazione di Don
Bosco. Pi o XI aveva voluto confe-
rirgli un carattere grandi oso. La fe-
ce co inc idere con la festa di Pasqua
de l 1934. Una fo ll a immensa, ne lla
qu ale i giovani si mostrarono i più
entusiasti, accorse da tu tto il mon-
do. Onori insoli ti fu rono res i al san-
to dei giovani dal Papa, dal Gover-
no e dal popolo. Torino lo acclamò
con una processione spettacolare.
Feste si svolsero a Londra, dove si
cercò invano un a chiesa suffic iente-
mente grande per accogli ere i parte-
cipanti , a Gerusalemme, in 40 par-
rocchie di Vienna e in 64 parrocchie
di Mil ano. Furono ed ite numerose
biografie de l santo e le statistiche
fa nno rilevare un afflu sso di voca-
zioni. La parte di don Rica ldone
nella preparazione e nell'organizza-
zione di q uesto straordinari o evento
fu fo ndamentale. Il suo rettorato
vide anche la beatificazione di Do-
menico Savi o e la canonizzazione di
Maria Mazzarello.
Nel 1939, creò l'Ufficio Catechi-
stico Centrale Sales iano e incre-
mentò la realizzazione di suss id i di-
dattici, testi e fi lmine, "giornate del
catechismo", convegni , confe renze,
mostre, gare catechistiche, non so lo
nell e case deJ!e due congregazioni,
ma anche in numerose diocesi d 'Ita-
lia. La riv ista «Catechesi» di ventò
l 'organo di questo rifiorire. L'8 di-
cembre 1941 , durante la guerra, don
Ri caldone con i superi ori del capito-
lo nell a cameretta di Don Bosco
fece la promessa di fo ndare sul Col-
le dei Becchi la «Libreria dell a Dot-
trina Cristiana» (L.D .C.). L'editrice
si lanciò subito nell a prod uzione di
testi , sussidi di fo rmazione per gli
insegnanti di reli gione, e materiali
audiovisiv i. Basti pensare agli ot-
tanta volumetti dell a collana «Lu x»,
stampati con una tiratura globale,
pare, da se i a sette mili oni di copie,
e ai cinque milioni di foglietti
«Lux» seminati nelle strade e ne lle
case.
LA FORMAZIONE
Ne l campo dell a fo rmazione la
sua opera fu tenace e talvolta impe-
r iosa. Per don Ri caldone, i proble-
mi di metodo e di organi zzaz ione
ass umevano una grande importan-
za. Si videro parti re da Torino volu-
minose circolari, zeppe di di rettive
e norme per tu tte le tappe dell a for-
maz ione: le vocazioni ( 1936), il no-
vi ziato (1939), gli studentati di filo-
sofia e di teolog ia (1945 ), il com-
pl emento dell a fo rm az ione sacerdo-
tale (1946) . Graz ie a lui , gli istitu ti
di C umi ana, Rebauclengo e Co lle
Don Bosco di ventarono scuole su-
peri ori per coadiuto ri . Diede ini zio
all a rivista «Sales ianum », organo di
quest'A teneo. E bbe inoltre l' idea cl i
iniziare una nuova edizione dei
Padri della Chiesa, che si ch iamò
Corona Patrum Salesiana. «Si legò
per così di re al suo tavolo cli lavo-
ro», disse il suo successore. La co l-
lana «Formazione salesiana» com-
prende ben tredici volumetti di don
Ricaldone. Poco prim a della morte,
dava l'ultima mano al suo «Don
Bosco educatore».
Intanto si moltip li ca il numero
degli studenti salesiani nelle Uni ver-
sità romane. Nel 1934 erano circa
centocinquanta. Tale situazione, in-
sieme al des ideri o di unire la prepa-
razione accademi ca con la specifica
fo rmazione salesiana, suscitò il pro-
getto cli realizzare al più presto una
Facoltà di teologia gestita dalla Con-
gregazione. Il 3 maggio 1940, la
Sacra Congregazione emanò il de-
creto con il quale si eri geva a Torino
Crocetta l'Ateneo Pontificio Salesia-
no. Presso la Facoltà cli Filosofia,
don Ricaldone aveva voluto un Isti-
tuto di pedagogia che diventerà più
tardi la Facoltà di Scienze cieli 'Edu-
cazione. Ne l 1950, i Salesiani si av-
vicinavano già ai 15 mil a e il nume-
ro delle case aveva superato il mi-
gliaio . Quando don Ricaldone morì
nel 195 1, dopo di ciannove anni di
governo, fu rono molti a pensare che
la Congregazione avesse perso con
lui un grande superiore, verso il
quale aveva contratto un forte debito
di riconoscenza.
È stato scri tto: «Don Rua, la Re-
go la; don Albera, la pietà; don Ri-
nalcli , la paternità; don Ricaldone, il
lavoro». Egli possedeva effettiva-
mente l' energia, l'intelligenza, il
senso dell 'organizzazione che carat-
terizzano g li uomini d'azione. Go-
vernò, diceva un testimone, «con
mano fe rma e mente serena». O
8S NOVEMBRE 2001

2.8 Page 18

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Amazzonia brasiliana: le Figlie di Maria Ausiliatrice tra e per
MISSIONE
di Graziella Curti
SUL RIO NEGRO Da circa 80 anni le FMA
vivono sulle sponde
del grande fiume, inserite
in comunità indigene
dove esprimono, insieme
con i salesiani, un 'azione
pastorale rispettosa
e promotrice dei vari
gruppi etnici.
I Suor Aurelia Rossi, visitatrice,
con gli alunni di lçana
(Manaus, Brasile) il 9/4/2001.
L' urlo sordo del motore ac-
compagna il viagg io di chi
si avventura nell ' intrico dei
canali amazzonici. Di tanto in tanto
uno stormo di uccelli si alza spa-
ventato verso il retroterra. Ne lle
acque, si rispecchi a l'abbondante e
coloratissima vegetazione tropi cale.
Sono ventidue le nazioni indigene
che abitano lungo il Ri o Negro, nel
nord de l Brasil e, e quattro i gruppi
linguisti ci: Aruak, Maku, Tukano e
Yanomami . Questi dati fanno intuire
la ricchezza umana che si trova nei
piccoli villaggi che s 'affacciano sul
fi ume, o si mimeti zzano nella fore-
sta incombente. Ch i ha l' oppo1t u-
nità di fe rmarsi q ualche giorno nelle
stazioni missionarie sales iane, può
annotare sul di ari o di bordo elemen-
ti interessanti che rivelano il tesoro
delle differe nze, ma pure la proble-
maticità di un impatto violento dell a
c iviltà del consumo con gente che
vi ve secondo uno stile primitivo, di-
pendente dall a te1Ta e dall a tradi zio-
ne. Suor Aureli a Ross i ha navi gato
giornate intere su barca a motore
per raggiungere le nove comuni tà
FMA. Lc_1 mappa che le è apparsa è
quella di una società indigena mul-
tietnica con un 'organizzazione fa-
mili are patriarcale e trad izioni pro-
prie che hanno consentito una certa
continuità sociale, bi ologica e cultu-
rale fi no ad oggi. Attualmente, però,
arrivano anche qui i segnali dell a so-
cietà consumistica, veicolati dagli
stessi programmi televisivi che ven-
gono captati dalle grandi paraboliche
presenti nel cuore dell ' Amazzonia.
Il sorgere di organizzazioni indi-
gene, a partire dagli anni '80, ha
provocato alcune trasformazioni po-
sitive nella leadership dei vill aggi,
donando autorevolezza e capacità di
negoziazione anche a fasce più de-
boli , come le donne. Nonostante
questo, gli indigeni, pur essendo in
numero preminente, non hanno ac-
Il bus della foresta!
NOVEMBRE 2001 BS
Il Rio Negro.

2.9 Page 19

▲back to top
le popolazioni indigene.
La comunità FMA di lçana con la visitatrice
suor Aurelia Rossi (sulle sponde del Rio Negro).
Tra i bambini hups nel villaggio
di Nova Fondaçao il 20/5/2001.
cesso ai poteri pubblici e vivono si-
tuazioni di esclusione, specie quan-
do si trasferiscono in città, dove
vengono sfruttati e indotti a perdere
la propria identità cultural e. Nei vi l-
iaggi, l'attività agricola è di suss i-
stenza. Lo stesso esito ha I'estrazio-
ne manuale di minerali preziosi a
beneficio di istituzioni straniere. Ci
si dedica anche alla pesca e all'arti-
gianato con guadagni ridottissimi.
Una situazione di limite, dunque,
nonostante la genuinità delle culture
che ancora conservano i valori della
collaborazione e del ri spetto degli
e lementi naturali.
A SCUOLA IN CANOA
li villaggio si è sveg li ato da un
po ' quando su ll ' acqua, dirette verso
la breve spiaggia di approdo, scivo-
lano alcune piccole canoe. Sono i
bambini che vengono per la scuo la
da nuclei di capanne delle vic inan-
ze. È una strada che missionari e
missionarie hanno insegnato fin da-
g li ini zi. L'educazione resta l' unico
modo che dia la possibilità di non
perdere le proprie radici pur apren-
dosi al nuovo. Per questo I'Amaz-
zonia sales iana è costell ata di picco-
le scuole, centri professionali dove
la maggior parte dei docenti sono
gli stess i indigeni che seguono i
programmi della riforma didattica
del Brasile, insistendo però su un
apprendimento pratico, basato sul -
1'esempio , su ll a sperimentazione,
sull 'osservazione degli adulti. È
un 'educazione in cui viene valori z-
zato il lavoro come mezzo per l' in-
serimento nel gruppo etnico.
Le tradizioni , la mitologia , la co-
noscenza della med icin a alternativa
e dei rituali tipici fanno parte del-
l'insegnamento e vengono trasmessi
dai Pajes (stregoni ) e dagli anz iani.
Mentre nelle famiglie si continuano
a parlare le lingue indigene, nella
scuo la c'è l'impegno di sistematiz-
zare la scrittura di queste lingue che
vengono apprese insieme con il bra-
sili ano. Suor Aurelia nel suo diario
di viaggio osserva: "A seguito di ri-
flessioni e di incontri con professori
indigeni , le Figlie di Maria Ausi li a-
trice hanno dato l'impulso necessa-
rio per ottenere il riconoscimento
uffic iale delle scuole situate nel-
!' Alto Rio Negro, come quelle di
Ed ucazione differenziata Indigena,
nelle quali si promuove I'alfabetiz-
zazione nella lingua paterna; e ven-
gono valorizzate le espressioni cul -
tura li come la danza, le musiche,
l'artigianato, la culin aria. Si stanno,
inoltre, portando avanti rifl ess ion i
sui principi della scuo la salesiana
tentando una rilettura del Sistema
Preventivo adeguata alla realtà po-
polare e indi gena del contesto
Am azzo ni c o".
Di fronte a questa diversità, le
suore sono chiamate a partecipare ai
cors i di lingua locale e ai seminari
di antropo logia, dove s' impara a va-
lorizzare le risorse di queste culn,re
e ad apprezzarne le tradizioni.
CITTADINANZA
INDIGENA
C'è un 'usanza tra le etnie del Rio
Negro che la di ce lunga sull a soli-
darietà. È il rito Ajuri. Significa che
la comunità si organizza per svolge-
re i lavori con la collaborazione di
tutti . Al mattino, quando i piccoli
sono già a scuola, uomini e donne si
radunano attorno al capo villaggio
che indica, ad esempio , il luogo
dove ci si deve recare con la propria
canoa per lavorare il pezzo di terra,
strappato al la foresta, appartenente
a una fa mi g lia del clan. Quel giorno
la com unità condivide la fatica,
pranza con i frutti del campo che sta
coltivando, e rafforza il senso di ap-
partenenza. Certamente l' usanza è
pure indotta dalle difficoltà di sussi-
stenza in luoghi dove è difficile tro-
vare cibo, ma rim ane un segnale di
potenziamento rec iproco anche per
le mi ssionarie che stanno cercando
di ed ucarsi ed ed ucare a una cittadi-
nanza responsabile.
Questa dimensione, presente già
da mo lti anni in Brasile, ha generato
un settore vivacissimo: quello della
Pastorale sociale, che si rivolge so-
prattutto ai minori, all a donna indi-
gena, ai problemi de lla salute . Esi-
stono dunque attività programmate
come la partecipazione ai consig li
com unali e agli incontri dell 'Assi-
stenza sociale; una fo rte presenza
delle suore nell a pastorale dei bam-
bini e delle g iovani mamme; l'atten-
zione effettiva, attraverso case di
accogli enza, agli ado lescenti a ri-
schio . Ultima creazione è quella di
un a Banca di Solidarietà attraverso
la quale si mettono a disposizione
ri sorse umane ed economiche per
ai utare i più poveri. Il cammino è
ancora lungo, ma la via imboccata
sembra quella buona.
D
BS NOVEMBRE 2001

2.10 Page 20

▲back to top
Un viaggio in Germania, terra di molti migranti italiani.
L'ITALIA
FUORI DELL'ITALIA
di Giancarlo Manieri
Sono più di 600 mila
gli emigrati italiani
in Germania. A Mainz,
Mannheim, Pforzheim,
Aalen, Dortmund,
Gevelsberg, Essen,
Koblenz e dintorni sono
i salesiani a occuparsi
spiritualmente di loro,
ma hanno in cura anche
polacchi, croati,
spagnoli. L'integrazione
è un "punctum dolens ".
I Chiesa di Sant'Emmeran, missione
italiana di Mainz: l'originale chiave
di volta nel giogo del coro.
NOVEMBRE 2001 8S
N el paese dell 'ordine, della
puntualità, della fl emma
nordica, deve fare un certo
effetto il folklore ciarli ero, scanzo-
nato e un po ' anarcoide degli itali a-
ni che, "popolo di santi, poeti e na-
vigatori", hanno nel DNA il sapore
della libertà, della fantasia, della
spontaneità fuori regola. Il che co-
stitui sce una sconcertante sorpresa
nell a nazione dell 'organizzazione
quasi maniacale. Mi hanno raccon-
tato una barzelletta a Ma inz, la Ma-
gonza dei miei libri di storia; dice
che in Germania i semafori sono
obbli gatori, in Spagna faco ltativi, in
Italia "decorativi". L'ho risentita in
Spagna, e, unico cambio, al posto
dei tedeschi c'erano i francesi , ma iI
significato non cambia: gli italiani
mal s'adattano alle regole.
SALESIANI
TRA GLI IMMIGRATI
Una trentina di salesiani (italiani ,
po lacchi, spagno li , croati ) s' interes-
sano degli emigrati e mantengono
vivo il sapore dell a terra natia. Gli
italiani "curati " dai fig li di Don
Bosco superano gli ottomila, sparsi
in ben 92 località, ma le "missioni"
italiane in Germani a sono una no-
vantina. Mainz mi ha accolto ,
manco a dirlo , con una giornata ug-
giosa, sottolineata da una pioggia
fredda e insistente. Una bell a città
con tutte le cose al posto giusto,
comprese le macchine in parcheg-
gio: non una che invadesse il mar-
ciapiede, parcheggiata in secon-
da fila , o messa a sghi mbescio ri -
spetto alle altre, come da noi è con-
sumata consuetudine. "Ah, siamo
proprio in Germania!", mi meravi-
gli avo, viaggiando in auto verso
Sant'Emmeran, la mi ssione cattoli-
DWON=4eioMs~cio#s9
I Sant'Emmeran 31 gennaio 2001:
pronta per l'accademia
a Don Bosco.
ca ten uta dai salesiani. Vi ho trovato
una comunità in diaspora per la
maggior parte della giornata, presa
dalla cura d ' anime; si ritrovava a
sera pey la cena, la preghiera e il ri-
poso. E una real tà un po ' speciale
quella di Sant'Emmeran . La grande
chiesa, l' unica dedicata a questo
quasi sconosciuto martire del
VI/VII seco lo, subì vari insulti nel
tempo della sua lunga storia che ri-
sale con ogni probabilità ali 'epoca
franca, verso la fine del secolo VIII.
Devastata ancora una volta dall ' ulti-
ma grande guerra, è stata da poco
"riadattata" secondo le esigenze di
oggi. Lasciata intatta la prima metà,
destinata al culto, con una serie di
accorgimenti la seconda metà è adi-
bita ai servizi: sala parrocchiale, cu-
cina, parlatorio, bar (al piano supe-
riore) , luogo di raduno e conversa-
zione, sale di catechesi ... In pochi
minuti, grazie a pareti mobili au-

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Anche i salesiani se ne occupano.
Si esibiscono le più piccole.
to incastrantesi, la chi esa si trasfor-
ma in salone per rappresentaziont,
sala audizione , auditorium , ecc. E
insomma polifunzionale.
CREATIVITÀ ...
LINGUISTICA
Sant 'Emmeran è la chiesa e ne ll o
stesso tempo il foro degli itali ani di
Mainz. Freq uentata e amata, anche
se lo sconosc iuto Emmeran dice
poco alla sensibilità religiosa dei
nostri connazionali. Ci pensa don
Bosco a ricuperare la devozione de-
g li immi grati itali ani che ta li resta-
no ne l modo di fare, di pensare, e
perfino di parl are! Ogni nuovo im-
migrato, ad esempio, viene acco lto
e aiutato a capire i meccanismi dell a
società tedesca. Non è affatto im-
probabile una conversazione come
quella seguente, in un itali ano ger-
manizzato che costituisce una comi-
ca nota di folklore latino in terra
alemanna. I sales iani di Mainz me
l' hanno trasmesso, tra gustose risa-
te, durante la simpatica conversa-
zione di un dopo cena, cui mancava
so lo il caminetto co l fuoco acceso:
Bene arrivato tra no i... Ti sei già
anuneldato al comune (da sich
anmelden, registrarsi).
Lo farò al più presto ...
Io, invece, qualche giorno fa mi
sono smeldato (da sich abmel-
den, cancellarsi dal registro),
perché torno in patria, sono ormai
in pensione.
Bene. Allora beviamoci su! Cosa
bestelliamo? (da bestellen , ordi-
nare).
Vino ovviamente, un buon barbe-
ra: lasciamo la birra ai crauti!
Scusate! Io non bevo , non sto
bene; ho già preso il termìno dal
I Museo di Mainz: la macchina
stampatrice inventata da Gutenberg.
Con questo torchio venne stampato
il primo libro - la Bibbia - nel 1450.
dottore (da der Termin, appunta-
mento). Sono anche andato alla
grancassa (da die Kranken' kas-
se, cassa malattie) per le pratiche.
Posso fa rvi una domanda, se non
sono indi screto?
Perché no?
Dove lavo rate voi due?
Mio marito in una fabbrica di
birra. lo invece puzw l'ospedale!
(da ich putze, io pulisco).
Pagano bene?
Non c i lamentiamo. Ci pagano
anche l' ula op (da Urlaub, ferie).
Comunque ormai anche noi viag-
giamo verso la pensione: abbiamo
già ino ltrato la lettera alla.fidanza-
ta (da das Finanz'amt, ufficio fi-
nanze) e al socialato (da das So-
zial'amt, assistenza sociale) per
le pratiche relative ...
Così le giornate passano in mezzo
a un gran lavoro: la cateches i, lo
sport, il teatro, i gruppi famiglia, le
carceri .. . (anche quelle !) e perfino
il giornalino (a Mainz c'è "La
Ruota" scelta come simbolo perché
i suoi raggi convergono al "Centro":
chiaro il significato! ). Il cocktail sa-
lesiano insomma. E per i confratelli
dispersi dal lavoro è una grazia oltre
che un a festa ritrovarsi ogni tanto
assieme, come una famiglia, scam-
biarsi notizie, raccontarsi fatti e
aneddoti in italo/alemanno , passare
una giornata in serena fraternità. D
(Servizio fotografico de/l 'autore)
Sant'Emmeran, festa di Don Bosco: il ballo delle famiglie.
Per saperne di più:
http: //www.mcimainz.de/
BS NOVEMBRE 2001

3.2 Page 22

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JL JYJE0E
Savina Jemina
OVEMBRE
NOVEMBER
NOVEMBRO
NOVIEMBRE
EFFEMERIDI
1: Ognissanti .
1: Luna piena.
2: Commemorazione dei defunti .
15: Luna nuova.
16: inizia il Ramadan , mese isla-
mico di digiuno e preghiera.
22: ini zio del mese di Frimaio
(calendario repubblicano fran -
cese) .
28: inizio del mese ebraico di
Kislev .
30: Luna piena.
LUNARIO
Il giorno 1 il Sole sorge alle 6.40
e tramonta alle 17. Il 15, rispetti-
vamente alle 6.57 e alle 16.45 . Il
21 esce dal segno dello Scor-
pione ed entra in quello del Sagit-
ta ri o. Nel giardino , togliere le
piante che non sopportano il fred -
do e ritirare le bulbacee in luogo
asciutto. Nell 'orto, trap iantare le
cipolle e rincalzare i cardi. Nei
campi , ammucchiare il mais e
completare la semina del grano .
Nell 'oliveto , iniziare la raccolta
delle drupe , da portare subito al
frantoio . Nel vigneto , arare e
concimare il terreno . In cantina ,
eseguire la svinatura, cioè trava-
sare il vino nuovo alle botti di
conservazione . Dopo la trasfor-
mazione del mosto in vino , le botti
devono essere sempre piene per
evitare il contatto con l'aria.
I FIORETTI DEL PAPA
1 novembre 1940: è assunto
come operaio nella cava di pietra
a Zakrz6wek, vicino a Cracovia.
1 novembre 1946: è ordinato
sacerdote dall 'arcivescovo Adam
Sapieha.
30 novembre 1980: enciclica
Dives in Misericordia.
11 novembre 1993: scivolando ,
riporta la lussazione della spalla
destra.
1O novembre 1994: lettera apo-
stolica Tertio millennio adveniente.
15 novembre 1996: prese nta-
zione del libro Dono e Mistero,
nel 50° del mio sacerdozio.
19 ottobre 1997: proclama dot-
tore della Chiesa santa Teresa di
Gesù Bambino.
IERI ACCADDE
1 novembre 1993: entra in vi -
gore il Trattato di Maastricht.
4 novembre 1966: alluvioni a
Venezia, Firenze e Pisa.
4 novembre 1997: muore l'ame-
ricano Ulyher Simjin , inventore del
bancomat.
7 novembre 1910: muore lo
scrittore russo Lev Tolstoj .
14 novembre 1951 : alluvione nel
Polesine.
17 novembre 8 a.e. : a Tivoli ,
muore il poeta latino Orazio.
17 novembre 1918: truppe ita-
liane entrano a Fiume.
26 novembre 1871: nasce don
Luigi Sturzo .
28 novembre 1954: muore il fi-
sico Enrico Fermi.
LA SCOPERTA
Il 3 novembre 1957, il satellite
russo Sputnik 2 porta in orbita
attorno alla Terra il primo essere
vivente, la cagnetta Laika.
LE MOSTRE
A Milano, sino al 27 gennaio
2002 , Palazzo Real e ospita Pi-
casso-200 capolavori dal 1898 al
1972: per la prima volta, esposti
"pezzi" anche sconosciuti. A Man-
tova , a Palazzo Te, sino al 9 di-
cembre , Un Paese incantato. Ita-
lia dipinta da Thomas Jones a
Corot, sulla pittura di paesaggio a
cavallo tra Settecento e Otto -
cento. A Venezia è riaperto il
Museo del Settecento veneziano
di Ca' Rezzonico con tele di mae-
stri come Tiepolo, Guardi , Longhi ,
Canaletto e Piazzetta.
COLLEZIONANDO
L'Austria dedica un francobollo
alle tradizioni popolari : è quasi
una miniatura, con l'Annuncia-
zione . Il Liechtenstein propone
una serie con ex-voto del XVIII
secolo. Per gli amanti della na-
tura : lo splendido foglietto della
Finlandia dedicato ai picchi e i 16
francobolli delle isole Bahamas,
che raffigurano gli uccelli locali e
le loro uova. Le poste dell'Onu ri-
cordano il loro segretario Dag
Hammarskjbld , morto 40 anni fa
in un incidente aereo , durante
una missione di pace in Congo .
Stanno arrivando le prime serie
dedicate al Natale 2001; quella di
Jersey è stata emessa a metà
ottobre.
DAI PADRI DEL DESERTO
Un anziano era sovente malato ,
ma un anno non ebbe nulla e si
mise a piangere, dicendo : «Dio mi
ha abbandonato: non mi ha fatto
visita ».
NOVEMBRE 2001 BS

3.3 Page 23

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3.4 Page 24

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
F I RENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
SOCIETÀ
di Michele Novelli
Come raccontare il G8?
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VIAGGI
di Giancarlo Manieri
Un giorno a Guadalupe
SISTEMA PREVENTIVO
di Vicente Santi/li
Mi racolo di etro le sbarre
INSERTO CULTURA
......
di Natale Mattia/i
Museo intern azionale del presepio - Betl emme