Bollettino_Salesiano_201012

Bollettino_Salesiano_201012

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Mensile - Anno CXXXIV - nr. 11
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 11/2010
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Dicembre 2010

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2010 S T R E N N A
di Pascual Chávez Villanueva
IL VANGELO
AI GIOVANI
L’inaudito trionfo
S e Cristo non è risorto, vuo-
ta allora è la nostra predi-
cazione, vuota anche la vo-
come viene manifestato nel suo in-
contro con l’incredulo Tommaso: “Met-
ti qui il tuo dito e guarda le mie mani;
stra fede (1Cor 15,14). In- tendi la tua mano e mettila nel mio co-
dubbiamente la resurrezione è il cen- stato; e non essere incredulo, ma cre-
tro della fede cristiana. Eppure, la vita dente!” (Gv 20,27).
dei credenti non sempre rispecchia
questa convinzione. Basti pensare alla >> Nello stesso testo troviamo il
scarsità di immagini di Cristo risorto rapporto tra la testimonianza dei di-
rispetto a quelle che lo rappresenta- scepoli e la fede di chi, come noi,
no in croce. Per comprendere la re- senza aver visto crede in Lui: “Bea-
surrezione è necessario, parados- ti quelli che non hanno visto e han-
salmente, prenderne sul serio la no creduto! ” (Gv 20,29). Mi sembra
morte. Lungo i secoli, correnti di significativo che nessun racconto
pensiero hanno minimizzato la mor- del NT presenti un’apparizione di
te di Gesù, impedendo di capirne ade- Gesù risorto a sua madre: è l’unica
2
Senza te, Cristo,
guatamente la resurrezione. Per il po- persona per cui la morte del Figlio
polo di Israele, la morte in croce del non costituisce una rottura della
nasciamo solo per morire; rabbi di Galilea significava che Dio propria fede e fiducia in Lui e nel Pa-
con te moriamo
solo per rinascere
(Miguel de Unamuno).
non stava dalla sua parte, non ne
avallava la pretesa messianica e
meno ancora la pretesa filiazione
divina. Così, riguardo ai discepoli
dre. Che vuol dire, oggi, credere nel-
la resurrezione di Gesù? Nel testo ci-
tato (1Cor 15), scopriamo che l’A-
postolo non basa la nostra resurre-
che lo videro risorto si parlò di allu- zione su quella del Signore; al con-
cinazione o semplicemente che vi- trario, in due occasioni afferma: “Se
dero quel che speravano di ve- non vi è resurrezione dei morti,
dere. Due elementi ap- neanche Cristo è risorto! ”; “Se i
paiono nei racconti morti non risorgono, neanche Cristo
evangelici: anzitutto, è risorto” (1Cor 15,13-16). Con la re-
che la scoperta del- surrezione, Gesù non ritorna al pas-
la tomba vuota sato, alla sua vita divina “pre-incar-
non conduce a natoria”, fa invece un passo avanti
sospettare che definitivo. In Gesù risorto incontria-
colui che vi era mo sia la pienezza della sua incar-
stato sepolto nazione, sia la pienezza della con-
sia risorto; inol- dizione umana. Egli assume per
tre, spiega la sempre la nostra umanità. È Gesù ri-
grande difficoltà sorto che chiama per la prima volta
dei discepoli ad i suoi discepoli “fratelli” (Mt 28,10; Gv
accettare che colui 20,17). A partire da questo momen-
che vedono vivo sia to gli apostoli consacrano tutta la loro
proprio Gesù. Parliamo vita alla predicazione, ad annuncia-
di una realtà che supera to- re “la verità su Dio e la verità sul-
talmente la nostra esperienza l’uomo”. L’annuncio della resurre-
L’allegria, una delle chiavi
umana. Quel che ci lasciano intrave- zione del crocifisso è la “Nuova No-
della santità giovanile, non è
quella ingenua di chi non conosce
ostacoli e difficoltà...
dere i racconti del NT si può riassu- tizia”, la migliore che un essere
mere così: Gesù risorto è lo stesso umano possa ricevere. Il NT ci dice
che visse con loro e morì sulla cro- qual è la testimonianza autentica del-
ce, ma non è uguale. La sua iden- la resurrezione: “Con grande forza gli
tità personale è totale: egli conserva apostoli davano testimonianza del-
i segni della sua morte in croce, la resurrezione del Signore Gesù…
DICEMBRE 2010 BS

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Noli me tangere, Tiziano Vecellio
(1488-1576): apparizione
del Risorto a Maria Maddalena.
Nessuno infatti fra loro era bisogno-
so, perché quanti possedevano cam-
pi o case li vendevano, portavano il
ricavato… ai piedi degli apostoli; poi
veniva distribuito a ciascuno secon-
do il suo bisogno” (At 4,33-35). Non
vi può essere un contesto migliore per
parlare della testimonianza della re-
surrezione di quello che presenta il
cambio di vita del credente, l’amore
fraterno, la piena condivisione: “Guar-
date come si amano! ”, esclamavano
stupiti i pagani.
>> Don Bosco lo ha compreso
perfettamente. Tutta la sua vita e il
suo lavoro a favore dei giovani ha
come nucleo una “spiritualità pa-
squale”: l’allegria che costituisce
l’essenza del sistema preventivo e la
chiave della santità giovanile non è
l’allegria ingenua o inconsapevole di
chi “ancora” non conosce le difficoltà
della vita, ma quella di chi “porta i se-
gni della croce” ma è convinto, allo
stesso tempo, che nessuno e nulla lo
potrà separare dall’amore di Dio,
manifestato in Cristo Gesù (cfr. Rom
8,39). Così pure la preoccupazione
di Don Bosco per l’ottimizzazione del-
l’ambiente dell’Oratorio, l’“ecologia
educativa” indispensabile al nostro
carisma, cerca di ricreare, nell’am-
biente giovanile e popolare di Val-
docco, l’esperienza della prima co-
munità cristiana e, con ciò, giunge-
re a essere un’autentica testimo-
nianza della vita nuova del Risorto.
Ricordiamo che “nel compiere oggi la
nostra missione, l’esperienza di Val-
docco rimane criterio permanente di
discernimento e rinnovamento di
ogni attività e opera” (Cost. 40). Vo-
glia Dio che, come Famiglia Sale-
siana, possiamo sempre e dovunque
essere autentici testimoni della Re-
surrezione.
ٗ
Dicembre 2010
Anno CXXXIV
Numero 11
Mensile - Anno CXXXIV - nr. 11
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 11/2010
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Dicembre 2010
In copertina:
La civiltà delle crisi
ricorrenti è difficile
che alimenti la gioia.
Ma della gioia l’uomo
ha bisogno come del pane.
Vivere senza gioia
è come morire.
Foto: Fabiana Di Bello
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
CHIESA
12 Sant’Agostino un grande (2a)
di Maurizio Schoepflin
ATTUALITÀ
14 Collezionismo devozionale
di Serena Manoni
VIAGGI
18 La città dei morti
di Giancarlo Manieri
NOVITÀ
20 Due libri
di Vito Orlando / Claudio Belfiore
IL TEATRO DI DON BOSCO
23 Areopago T.E.S.
di Michele Novelli
FMA
28 Le vie della memoria
3
di Maria Antonia Chinello
RUBRICHE
2 Il Rettor Maggiore – 4 Ribalta giovani – 6 Lettere al Direttore – 8 In Italia & nel Mon-
do – 11 Osservatorio – 16 Box – 17 Zoom – 22 Lettera ai giovani – 27 Bagliori – 30 Li-
bri – 32 On Line – 34 Come Don Bosco – 36 Arte Sacra – 37 Laetare et benefacere… –
38 Sfide etiche – 40 Dibattiti – 41 Note sulle note – 42 I nostri morti –
43 Il mese – 44 Prima pagina – 45 Relax – 46 I nostri santi – 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori: Severino Cagnin - R. Desiderati
Graziella Curti - Enrico dal Covolo - Bruno Ferrero
Cesare Lo Monaco - Giuseppe Morante -Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Arnaldo Scaglioni - Silvano Stracca - Maria Antonia Chinello
Fotoreporter: Santo Cicco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Progetto grafico: Laura Tononi
Impaginazione: Puntografica s.r.l. - Torino
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Luciano Alloisio (Roma)
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
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SALESIANO
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Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.643
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web: www.fdbnm.org
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 57 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 131 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS DICEMBRE 2010

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RIBALTA
di Gionata Di Cicco
G IOVANI
LA GIOIA
Trovare la strada della gioia oggi è diventato particolarmente
difficile, la situazione economica, politica, sociale, morale,
religiosa non registra grandi progressi, né alimenta la speranza.
Semmai è il contrario. Ma è Natale…
SSfogliando le pagine del corso degli
eventi, i giorni del calendario si
assottigliano. E siamo di nuovo a
dicembre, tempo del Natale.
Occasione di felicità, di gioia,
interiore, ci risolleva a ogni caduta.
E la gioia deve guidarci oltre la
sconfitta peggiore che è lo
scoraggiamento. È allora che anche
con l’inverno che tutto fa dormire, che
sembrerebbe scontato dirlo. La gioia Gesù arriva come un raggio di sole a
sembrerebbe provenire dal latino
far sciogliere le nevi dai nostri cuori
gaudia plurale di gaudium, e dal verbo appesantiti. La cosa più facile nella vita
gaudere. Ha a che fare con le gemme è commettere uno sbaglio, ma l’errore
preziose che illuminano il nostro più diffuso è rinunciare al sogno di un
cammino. La storia dell’arte e
mondo migliore. La gioia, in una
dell’espressività umana si muovono
società che chiude orizzonti in nome
dalla gioia e dal dolore. Fare una
del potere, che ci dice che solo nella
buona commedia è sempre stato
pornocrazia saremo felici, è saper
difficile, far piangere lo è di meno.
guardare il volo di un gabbiano,
Purtroppo, fa più rumore una vita che
muore che una vita che sorge. Il
5 sorridere “gratis” a chi incontri,
camminare come gli alberi con le
Natale è annuncio di nascita di braccia tese al cielo, portando il verde
speranza, è il giorno in cui si celebra il
nel mondo. Il verde dei nostri cuori:
Bambino Gesù.
l’Amore con la A maiuscola. Questa
Amare con la gratitudine dell’esserci pietra invisibile ma la più preziosa tra
in questa vita, affrontando il tempo
le preziose. Allora ricordarsi come
degli anni e delle stagioni delle foglie
essere utili agli altri oltre che a se
ingiallite d’autunno, è grandioso. stessi ci aiuta a uscire dalle paranoie e
Amare un panorama, le stelle, i mari e
dall’egoismo. La vita in se stessa è
il sole e l’arcobaleno e la rugiada sui fili
gratificazione oltre gli assetti sociali,
d’erba, riempie di gioia. Diceva Paolo
oltre le lacrime di tutti i tempi. È
VI: “ La gioia Cristiana suppone un
posare lo sguardo “oltre”.
uomo capace di gioie naturali”.
Mi ricordo nei miei studi l’immagine
E Benedetto XVI ancora più volte nei
di un uomo che viveva nella foresta
suoi interventi cita la gioia del vivere, nera tedesca, facendo il boscaiolo, nel
e del vivere cristiano. E anche se la 1600 circa. Morì all’età di 30 anni, un
gioia è appesa alle spine, rallegrarsi di uomo fatto di fatica, disperso in spazi
fronte a una società che spesso
di desolata solitudine. Eppure
manifesta tutto il suo materialismo quell’uomo parlava di sé descrivendo,
consumistico è un dovere anzitutto
sui documenti pervenutici, il suo
per noi giovani. La luce dei nostri pellegrinare su questo mondo come:
occhi deve pervadere lo spazio che ci
“un incedere tra luci e ombre, in un
circonda e il sorriso non deve
grande sogno senza fine”. La vita è
tramontare sulle nostre labbra,
meravigliosa. Anche se talvolta la
persino di fronte ai tanti guasti della
caduta su questa terra è pesante.
nostra epoca, il timone del nostro
Rapportarsi al senso profondo
viaggiare deve indicarci la rotta della dell’esistere, partendo da una nascita
felicità. Sono tanti i dispositivi di e non da una morte, soffermandosi sul
controllo che ci circondano, e le
miracolo della vita, aiuta ad andare
nebbie fitte oltre le quali vedere il
avanti. Siamo pulviscolo di stelle
miracolo della vita nella sua essenza. gettate non a caso nella vita, e se c’è
E districarsi tra i fumi dell’esistere
un prima seguito da un oggi, c’è
richiede una responsabilità etica che
soprattutto un dopo che è sempre
mai deve dimenticare di trovare il
stato. Allora cadendo nel mare
tempo per sorridere e ridere. Perché
dobbiamo avere la forza di farlo
solo la luce, soprattutto quella
increspare ancora una volta.
BS DICEMBRE 2010

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LE TT E R E AL D I R E TT O R E
CAMBIO
rebbe un peccato imperdona- – E qual è quella giusta?
Cari lettori, è questo il mio ultimo numero, dopo 13
anni di direzione della rivista. Il prossimo (gennaio
bile. La scelta di democrazia e – Quella che ti attira di più,
libertà fatta dall’Europa e, in quella che ti suscita meno in-
genere, dai paesi occidentali, terrogativi, quella che sogni
2011) sarà a firma di Bruno Ferrero che già conoscete pur essendo forse la miglior più spesso, quella che ti appa-
come collaboratore nella rubrica “Come Don Bosco”, il scelta possibile, ha un tarlo re più utile per te e per gli altri…
quale mi sostituisce come direttore del BS.
roditore che in questi tempi Sì, anche per gli altri non solo
Sono stati anni di fatica ma anche di soddisfazioni.
Ringrazio di vero cuore quanti mi hanno scritto, confi-
dando le loro pene o le loro gioie, avanzando le loro
perplessità e le loro critiche, chiedendo o offrendo con-
sigli, formulando auguri o implorando aiuto. Ho cercato
di rispondere a tutti, eccetto a quelli di cui non sono riu-
scito a interpretare la scrittura o a capire il senso, o non
sembra metterla a rischio: la li-
bertà può scivolare nel liber-
tarismo quando non nel liber-
tinaggio, e la democrazia nel-
la demagogia quando non nel-
l’anarchia. Rischi, tuttavia da
accettare a occhi aperti per
adoperarsi affinché possano
per te, perché il Gran Capo non
ci ha messi al mondo per noi
stessi, capito?… Non avrebbe
senso esserci per se stessi, e na-
scerebbero guai a non finire…
come capitarono a Narciso!
Era un vecchio missionario,
tornato in Italia un po’ sgan-
si sono firmati. Ho dedicato gran parte del mio tempo a essere evitati o combattuti. gherato dalle fatiche apostoliche
questo dialogo franco e diretto, senza sottintesi, consi-
“ad gentes”, ma sempre lucido.
derandolo una missione, la mia missione.
Spesso ho sofferto la sofferenza di chi scriveva, altret-
tanto spesso mi sono trovato “disarmato” di fronte ai
problemi, alle incertezze, alle angosce, senza mezzi per
risolvere i problemi, perché… erano anche miei proble-
mi e problemi di tutti.
Ho capito che non esiste il ricco felice e il povero infe-
VOLONTÀ DI DIO. Ca-
ro direttore, avrei una
domanda da farle, molto
breve ma altresì molto com-
plessa. Come faccio a com-
prendere qual è la volontà di
È morto a Gualdo Tadino. Non
finisco di ringraziarlo! Ah, al-
lora non conoscevo la storia di
Narciso, ma non ho avuto il co-
raggio di chiedergli chi mai
fosse questo tale. Quando dopo
qualche tempo l’ho sentita a
scuola, mi è tornato in mente il
lice… tutti hanno/abbiamo dentro una zona d’ombra e Dio su di me?
vecchio don Michele Purita,
tutti abbiamo una zona di luce; ciascuno ha il suo gru-
mo di preoccupazioni e il suo sacchetto di gioie: vi au-
Francesco
con la sua lunga barba bianca
che mi esortava a imboccare la
6
guro che diminuisca il primo e cresca il secondo.
Me lo sono domandato tante strada preparata per me, e a non
volte anch’io fin dalla prima fare la fine di Narciso…
adolescenza. Finché ho trova-
L A TESI. Caro direttore,
ho sentito dire che “Dio
è un’ipotesi di cui la
scienza può fare tranquilla-
mente a meno”. Provi a scal-
zare questa tesi.
Adam@
Caro signore, “la scienza è
un’ipotesi di cui Dio può fare
tranquillamente a meno”.
Provi a scalzare questa tesi.
EUROPA PAGANIZ-
ZATA. Perché tanto cla-
more a causa della di-
chiarazione del colonnello libi-
co su un’Europa presto isla-
mizzata? Già tutto il Nord Eu-
ropa è paganizzato. […] L’Eu-
ropa della sua libertà ha fatto
libertinaggio, ha svuotato le
chiese… presto si riempiranno
le moschee. […] Auspico che
il confronto con l’Islam possa
risvegliare la fede e le coscien-
ze dei cristiani […]
Credo proprio che lei abbia ra-
gione: un’Europa che affonda
le sue radici nel cristianesimo
e, nonostante questo, si è pa-
ganizzata, allontanandosi sem-
pre più dalle sue origini, può in-
dubbiamente diventare preda di
un’altra fede più “forte” qua-
le appare quella musulmana,
forte a volte fino alla violenza.
Non per nulla il Papa ha crea-
to un organismo per la “rie-
vangelizzazione” dell’Europa.
La deriva pagana del Vecchio
Continente, infatti, è sotto gli
occhi di tutti. Oggi se si am-
mazza un animale, c’è una le-
vata di scudi da parte di asso-
ciazioni animaliste e di semplici
cittadini: slogan, cortei, sit in…
Se si ammazza un cristiano in
qualche parte del mondo, qua-
si nessuno si muove. Per salvare
una musulmana, giustamente si
muovono i vertici politici delle
nazioni cosiddette cristiane,
per i quotidiani assalti a chie-
se cristiane, uccisioni, incendi,
ostracismo di cristiani, tutto
tace… Sarà dura recuperare gli
to un vecchio prete, che sbava-
va un po’, parlava mangiando
le parole, fiottava in continua-
zione lisciandosi la folta barba
candida, ma sprizzava saggez-
za da tutti i pori. Un giorno di
fronte alle mie troppe incertez-
ze sbottò:
– Beh, insomma, che vuoi fare
da grande?
– Boh!
– Boh? Cosa sarebbe boh?
– È che… mi piacciono un
sacco di cose… e anche fare il
prete.
– Scegli quella giusta!
– Quella che?
– La cosa… la strada!
FAVOLE. Caro direttore,
[…] non ritiene che per
questa nostra gioventù
priva di ideali e di scrupoli
[…] l’abolizione del servizio
militare obbligatorio di leva
abbia aperto la strada al (loro)
degrado? In caserma avrebbe-
ro scoperto la solidarietà, il
cameratismo, l’amicizia, la
disciplina, e avrebbero impa-
rato la tolleranza… e dai cap-
pellani l’insegnamento dei
valori cristiani […].
Piero
Caro signore, organizzazioni
laiche e congregazioni religiose
che avevano centinaia di “col-
legi”, dove si studiava, s’impa-
rava un mestiere, si mangiava,
si giocava, si pregava, si per-
nottava – sempre insieme – han-
no “ceduto le armi”, tanto per
usare il gergo militare. Perché?
Non è vero che sia solo per una
questione economica, o di scar-
sità di personale. È anche e so-
prattutto perché quel tipo di
struttura organizzativa non sem-
Salvina, Messina antichi valori, ma arrendersi sa-
bra dare più i risultati di una vol-
DICEMBRE 2010 BS

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‘‘Non ci è stato possibile
pubblicare tutte le lettere
pervenute in redazione. Ce
ne scusiamo. Provvedere-
mo a suo tempo alla pub-
blicazione o alla risposta
personale.
sce all’appetito, obbedisce ai fi-
gli (se ne ha), obbedisce al
principale, agli orari di lavoro,
alle esigenze del sonno, alla bu-
rocrazia statale (patente, carta
d’identità, passaporto…), al
suo medico… devo continuare?
Forse all’unico cui non obbe-
so. Anche se è vero quanto ha
scritto un letterato vissuto a ca-
vallo del XV e XVI secolo, Giam-
battista Basile: “Disse buono
chillo sapio, ca non se po’a co-
mandamento de fiele obbedire de
zuccaro”. Glielo metto in italia-
no moderno: “Disse bene quel
disce è proprio il prete, ma qui saggio: non si può obbedire con
ta. Anche lei saprà di scandali, si scantona sul “foro interno”, dolce remissività a un ordine
di micidiali gavettoni, di fughe, e questa è tutta un’altra storia, dato con rabbioso livore”.
di insofferenze, di punizioni, di anche se è la più importante per
vizi e via elencando. Spesso si
usciva, dopo anni, intristiti e a
volte un po’squinternati. Oggi ai
più sarebbe insopportabile. È or-
mai comune una nuova conce-
zione educativa che fa leva sul-
un credente. Più di uno in que-
sti anni mi ha scritto di essere un
anarchico, senza leggi né go-
verno. Ma è un “modus dicen-
di” non è, né può essere, una
realtà fattuale: la società che
DA CHI DIPENDE? Ca-
ro direttore, […] sono
stanco con tutto il pattu-
me che scorgo ovunque attor-
OGNI MESE
CON l’educando più che sull’educa- abitiamo non lo consente. È no a me e che finisce di im-
tore. Psicologi e pedagogisti vero che don Milani ha scritto: brattare anche me. […] A uno
DON BOSCO sono concordi che un’educa- “L’obbedienza non è più una a un certo punto viene anche
zione non costrittiva ha più virtù”. Detta così fa l’effetto di voglia di farla finita, non cre-
chance di riuscita che non un’e- una bomba, anche perché sono di? […] Che cosa è la vita,
A CASA TUA ducazione in qualche modo co- parole che vengono dalla boc- che cosa è questa vita, da chi
stretta; che un’autodisciplina è ca di un prete. Ma vede, noi ab- dipende?[…]
di gran lunga più valida che non biamo il vezzo di estrapolare
una disciplina imposta, ecc. delle frasi da un contesto, o di
Enzo@... Il Bollettino
Ogni metodo si adatta e ri- non scriverle per intero. Il caro Da chi vuoi che dipenda? Da te!
sponde ai tempi. Nell’era infor- don Milani non ha messo un La vita ti rimanda tutto quello
matica gestire degli internati, punto, dopo la frasetta citata, che dici e che fai, come l’eco in
Salesiano viene
inviato gratuitamente
7
parlo ovviamente dell’Occidente ma una virgola e la frase inte- montagna! La nostra vita non è a chi ne fa richiesta.
e dei Paesi sviluppati, è come ra è: “L’obbedienza non è più che un riflesso delle nostre azio-
cercare la quadratura del cer- una virtù, ma la più subdola del- ni. Per cui è facile tirare le con-
Dal 1877 è un dono
chio. Fatte le debite eccezioni. le tentazioni, quando obbedire clusioni: se vuoi che nel mondo di Don Bosco a chi
RIBELLE PER NA-
TURA. Caro direttore,
mi confesso: non ob-
bedisco. A nessuno. Meno
che meno al prete. Sono un
anarchico; un apolide, un ri-
belle per natura. […] Mi han-
no più volte cacciato da scuo-
la, mal mi sopportano ovun-
que: al lavoro, a casa, in auto-
bus. […] Che ne dice? Non è
una provocazione.
è rinunciare a giudicare, è ali-
bi, è rifiuto di responsabilità!”.
Lei afferma di essere un ribel-
le… le cito un vecchio e abusa-
to proverbio: chi non ha impa-
rato a obbedire, non saprà mai
comandare, nemmeno a se stes-
APPELLI
I Cerco indirizzi degli exal-
lievi salesiani di Loreto e
Fossombrone per aggior-
ci sia più amore, crea più amo-
re intorno a te; se desideri essere
felice, offri felicità a chi lo chie-
de; se desideri un sorriso donalo
a chi te lo invoca … La vita ti re-
stituisce ciò che consegni …
È questo il suo il segreto.
ginette e bollini benzina. Vi
prego aiutateci. Patrizia
349/84.31.745.
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Davide@...
Bah! Intanto la inviterei a ri-
flettere un po’più a fondo e a es-
sere più realista. Scrive di non
obbedire a nessuno. Errore!
Lei obbedisce, eccome! Anche
perché da quel che scrive mi ac-
corgo che è ancora “a piede li-
bero”, e con un lavoro. Tiro per-
ciò qualche conseguenza. Lei
obbedisce, altro che se obbedi-
sce. Obbedisce alla moda, ob-
bedisce all’etichetta, obbedi-
sce al codice stradale, obbedi-
nare lo schedario e per un
possibile incontro dopo tan-
ti anni. g.ventura@salesiani-
laquila.it; 334.1353542; Gae-
tano Ventura, salesiani -
67039 Sulmona (AQ).
I Siamo una famiglia ita-
liana molto bisognosa.
Cerchiamo in regalo: vesti-
ti, scarpe, giocattoli, zaini,
cellulare, PC, punti di qual-
siasi raccolta, cartoline,
francobolli, santini, imma-
I Sono un ex allievo. Vorrei
scambiare pensieri con mis-
sionari ovunque nel mondo,
tramite e-mail.
Pietro Angelo Gallo
pietro.gallo@ymail.com.
I Mi chiamo Angela e mi
piacerebbe corrispondere
con persone interessate al-
l’arte, alla natura e ad
un’amicizia sincera.
E-mail angela-ve@libero.it.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
BS DICEMBRE 2010

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& IN ITALIA
NEL MONDO
MOHERNANDO,
SPAGNA
PREPARARE
GLI ANIMATORI
Anche la formazione, come
l’educazione è ormai diven-
tata un’emergenza: di forma-
zione c’è sempre più biso-
gno. Si moltiplicano le ini-
ziative un po’ dovunque per
preparare animatori e forma-
tori ad affrontare le sfide del-
la modernità che mette in
campo nuove tecnologie del-
la comunicazione il cui im-
patto nella vita dei ragazzi e
CHERASCO, ITALIA
delle ragazze ha consistenti un corso per formatori e ha che attende questi giovani ha
ripercussioni per la loro ma- preso in esame i grossi cam- proporzioni di inusitata va- UNA MAGIA
turazione umana e cristiana. biamenti intervenuti nella co- stità, ma si può concentrare a PER LA VITA
Uno di questi incontri si è municazione e per riflesso una domanda: come attuare
svolto a Mohernando, ma an- nella formazione, dopo l’av- il sistema preventivo nei cor- Prestigiatori, clown, trucca-
che Madrid ha organizzato vento di Internet. La sfida tili virtuali?
bimbi, giocolieri e acrobati
provenienti da tutta Italia si so-
no radunati a Cherasco, convo-
cati dal Mago Sales, il salesia-
8 RONDONÓPOLI,
BRASILE
zi e giovani che in lui trovano
un padre, un amico, un educa-
tore che dedica loro tutto se
no don Silvio Mantelli, per lo
SMILAB SHOW, III Festival
della magia e della So-
stesso, così come faceva Don
lidarietà”. Sì, perché la grande
DA ANNI SALESIANO Bosco. La sua opera è cono-
sciuta in tutta la città. Al suo
kermesse non è solo diverti-
mento. Serve per raccogliere
Padre Danilo Rinaldi, salesia- 50° hanno voluto prendere
fondi a favore dei bambini me-
no, che dedica il suo tempo e parte anche autorità locali e
no fortunati e privi dei diritti
il suo amore alla gioventù di deputati federali oltre al ve-
fondamentali, che nel mondo
Rondonópolis (Brasile) fe- scovo e a moltissimi benefat-
purtroppo sono milioni. La
steggia i 50 anni di vita sale- tori e amici. Ha costruito chie-
siana, 46 dei quali in Brasile se, case, oratori, aule di cate-
come missionario. Il “don” è chismo, ecc. Auguri a que-
conosciuto e cercato da ragaz- st’uomo della Provvidenza.
Onlus del mago Sales si prodi-
ga da anni per organizzare
adozioni a distanza, sostegno a
scuole e ospedali, micropro-
getti per lo sviluppo di comu-
nità locali del terzo mondo, co-
me i senzatetto di Haiti, i bam-
bini poveri di Bogotà, ecc.
SALTILLO, MESSICO
DICEMBRE 2010 BS
Dopo la permanenza a Saltil-
lo (Messico) dell’Urna del
santo dei giovani il 30 ago-
sto u.s., sono state rinomina-
te, in onore di Don Bosco e
del Rettor Maggiore (che
nella città è nato), due stra-
de, quella che passa davanti
all’istituto tecnico “Calle
Don Bosco” e quella sulla
sinistra dello stesso istituto
“Calle Padre Pascual Chávez
Villanueva”.

1.9 Page 9

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redazionale
BOLZANO, ITALIA
GENITORI DIGITALI
Utilissima l’iniziativa messa
in atto dall’Istituto salesiano
Rainerum di Bolzano. “Geni-
tori Digitali”, è un ciclo di
quattro conferenze per genito-
ri. Il volantino recita, come
sottotitolo, “come superare
senza timori il gap tra educa-
zione e new media”. In effetti
l’immensa piazza internettia-
na è – si può dire – senza
controllo, dove i nostri ragaz-
zi si muovono con inusitata
disinvoltura, ma sono quasi
del tutto privi di difese. At-
trezzare i genitori perché pos-
sano adempiere il loro dovere
di educatori dei figli anche
nella piazza virtuale è un’o-
perazione indispensabile oltre
che altamente meritoria.
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
ARESE, ITALIA
buon falegname che un cattivo
avvocato, diceva uno di loro.
Sono i genitori gli exallievi e
IL CENTRO
gli allievi stessi che parlano del
centro e delle sue molteplici
Il primo giorno di scuola, qua- attività che impegnano i ragaz-
si 500 ragazzi e ragazze hanno zi a scuola, nei laboratori della
invaso i cortili del centro sale- professione scelta, in iniziative
9
siano, scegliendo per l’anno culturali e sportive. A far co- COPPI E BARTALI SUL TITANO
2010-2011 i corsi per diventare noscere il Centro, ha anche
meccanici d’auto, grafici, fale- contribuito il network che si è
gnami, elettricisti ed aiuto cuo- creato intorno al sito ufficiale,
chi. Molti provengono da un www.salesianiarese.it, diret-
passato scolastico fallimentare tamente connesso alla pagi-
La mitica coppia del ciclismo italiano, formata
da Fausto Coppi (15 settembre 1919 - 2 gen-
naio 1960) e Gino Bartali (18 luglio 1914 -
e al Centro ritrovano la voglia na istituzionale di Facebbok 5 maggio 2000), rivive in due simpatici franco-
di stare sui banchi e non man- (www.facebook.com/salesiani bolli uniti in forma di dittico, emessi dalla
cano ragazzi che dopo un serio arese) che conta più di mille Repubblica di San Marino su disegno di
orientamento alle scuole medie fans e al canale ufficiale di Mariella Antomelli.
hanno capito che questa poteva YouTube (www.youtube.com/
essere la loro strada: meglio un centrosalesianoarese).
>> L’emissione avvenuta quest’anno ha un
suo perché. A sinistra (1,50 Euro) c’è il dentel-
lo che celebra il 50° anniversario della morte
di Coppi (1960) e a destra (1,40 Euro) quello
per il 10° anniversario della scomparsa di Bar-
tali (2000).
>> Insieme i due francobolli riproducono una
scena famosa: il passaggio della borraccia tra i
due campioni, immortalato in una foto al Tour de
France del 1952: completano le vignette i ritratti
di profilo dei due ciclisti e la loro firma autogra-
fa. Stampa in offset a cura di John Enschedé,
tiratura di 70.000 serie.
Info: Azienda Autonoma di Stato della Repubbli-
ca di San Marino.
Tel. 0549 882350
E-mail: aafn3@omniway.sm.
BS DICEMBRE 2010

1.10 Page 10

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Don Malan, ispettore in Brasile,
spiega a don Albera, da poco successo
a don Rua, ciò che fanno i missionari
tra i Bororos e il loro coraggio
nel contattare i feroci Chavantes.
Ecco un breve stralcio per i lettori,
dal BS del dicembre 1910.
TORINO, ITALIA
141° SPEDIZIONE
MISSIONARIA
Domenica 26 settembre nella
basilica di Maria Ausiliatrice
a Torino ha preso il via la
141a spedizione missionaria
salesiana, dopo la prima ef-
fettuata dallo stesso Don Bo-
sco l’11 novembre 1875. So-
no partiti 42 salesiani e Fi-
glie di Maria Ausiliatrice più
22 volontari/e laici. Tra i sa-
lesiani, 11 andranno in mis-
sione in paesi europei per il
“Progetto Europa” che va
lentamente concretizzandosi.
Ci sembra significativo il fat-
to che 24 dei giovani parten-
ti provengano dalle regioni
asiatiche.
10
Scuola ferrai e maniscalchi tra i Bororos.
A dieci leghe dalle terre dei nostri, vive e sco-
razza sull’opposta sponda del fiume, un’altra
tribù detta dei Cayapós o dei Chavantes: e non
appena sarà giunto il tempo delle secche, cioè il
prossimo giugno, noi pensiamo di compiere fra
essi un’esplorazione. Secondo i calcoli dei nostri
Bororos, quella tribù è composta di non meno di
30.000 indii, più alti, più forti, e più terribili di
loro. Pensi che sono i nostri che lo dicono, e
quindi dev’essere realmente così, se essi tanto
orgogliosi sono costretti a confessare che quella
tribù è superiore in tutto alla loro.
Ci dicono anche che, bellicosi e scaltri di natura,
i Cayapós tendono sempre agguati; compaiono
all’improvviso, come le fiere, perché sogliono
strisciare per terra e visto il nemico spiccano un
salto per assalirlo. Nessuno è mai penetrato fra
loro, o per lo meno nessuno ne ha fatto ritorno.
Neppure i Bororos vi sono riusciti e quindi essi
non hanno nemmeno coraggio di accompagnar-
ci: hanno troppe prove della terribile superiorità
dei loro vicini.
Ma noi tenteremo ugualmente l’impresa.
COLLE DON BOSCO,
ITALIA
HARAMBEÉ 2010
Si è svolta al Colle Don Bo-
sco, sabato 25 settembre, e a
Torino Valdocco domenica
26, la 21a edizione dell’Ha-
rambée che è diventato da an-
ni l’incontro più significativo
e partecipato della Animazio-
ne Missionaria Italiana. An-
che quest’anno vi hanno pre-
so parte circa 400 giovani,
provenienti da ogni parte d’I-
talia. Circa 300 tra loro ave-
vano fatto un’esperienza esti-
va di volontariato presso le
missioni salesiane in varie
parti del mondo. Conoscere
da vicino la povertà e dare un
contributo per risolverla è
un’esperienza esaltante che
molti giovani non hanno
mancato di partecipare agli
altri.
DICEMBRE 2010 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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O SSERVATORIO Anna Rita Delle Donne
ALICE E GLI ALTRI (36)
Divagazioni (mica tanto) su un evento annuale: giorno di compleanno.
“Allora, come sto?”, chiede Alice entrando qui, siediti, racconta”, dice mamma Stefania. “È
in cucina. Mamma Stefania si volta e: stata proprio una bella serata, mamma. E mi hanno
“Sei bellissima!”, sussurra. Alice è sulla fatto un sacco di bei regali. Sono contenta.
porta, splendida nel suo nuovo vestito blu, le scar- Grazie!”. “Ah, meno male! Se qualcosa fosse
pe con i tacchi alti, un’acconciatura che le racco- andato storto mi sarei sentita in colpa”, commenta
glie i riccioli ribelli. “Che fai, mamma, ti commuo- la mamma. “No, è andato tutto a meraviglia. C’e-
vi?”. “Oh, Alice, mi sembra ieri…”. “Non ricomin- rano tutti, le cose da mangiare erano buonissime, i
cerai con il racconto del giorno della mia nascita, miei amici hanno suonato per me, abbiamo balla-
spero”, ride Alice. “Ma che succede alle mie don- to, giocato, chiacchierato…”. “C’è qualcosa di
ne? – chiede papà Giulio entrando anche lui in strano nel tuo sguardo… C’è qualcosa che non mi
cucina – Toh, qui abbiamo una vera principessa! dici?”, chiede mamma Stefania. “Mmm…”, fa Alice
esclama poi guardando Alice – Vieni qui, fatti con l’aria da finta indifferente. “Dai, avevamo det-
abbracciare”. Alice è tutta contenta, è il giorno del to che fino al tuo compleanno saremmo state com-
suo compleanno. Si è guar-
plici. Da domani tornia-
data a lungo allo specchio
mo mamma e figlia e
nel suo vestito nuovo e ha
dovuto ammettere che sì,
riprenderò a tormentarti e
a romperti le scatole.
11
si piaceva, cosa che non
Adesso però racconta”.
succedeva da tanto tempo.
Beh, sai… Lo conosci il
La festa sta per cominciare
fratello di Chiara, no?”,
e lei adesso si gode le coc-
chiede Alice. “Credo di sì,
cole da parte della sua
quello che va all’Univer-
famiglia. “È iniziata la
sità?”. “Sì, Alberto, sta al
festa? Possiamo partecipa-
secondo anno di legge. È
re? – chiede la nonna
venuto lui a prenderci per
entrando anche lei in cuci-
portarci a casa… Però è
na insieme a Beatrice. La
arrivato in anticipo, così
piccola si lancia verso la
si è fermato con noi,
sorella tendendole le brac-
abbiamo chiacchierato un
cia, Alice la prende in
po’…”. “Chissà come mai
braccio. “Bella!”, esclama
ha sbagliato orario!”, dice
anche la bambina giocando con un ricciolo dietro mamma Stefania maliziosa. “Che vorresti dire?
l’orecchio di Alice. “Anche tu sei bellissima”, dice Pensi che potrebbe averlo fatto apposta?”. “Beh, in
Alice schioccandole un bacio sulla guancia paffuta. genere i ragazzi grandi non amano stare con i
Forza, adesso è ora di andare – dice papà Giulio ragazzini, a quell’età la differenza di un paio d’an-
Dobbiamo andare a prendere i dolci e la torta, ni sembra un decennio. A meno che… non ci sia
vedrai che Viola sarà già in strada ad aspettare”. una ragazzina molto carina che ha suscitato l’at-
Mi raccomando, divertiti”, dice mamma Stefania tenzione di un ragazzo”. “Dai, mamma, smettila!”,
mentre Alice vola via per le scale.
si schernisce Alice ridendo. “Beh, tanto lo sapremo
solo con il tempo e visto che sono le due passate
>> È passata l’una del mattino quando Alice apre io direi che adesso ce ne andiamo a dormire
piano la porta di casa. Si toglie le scarpe e va dritta dice mamma Stefania alzandosi e avviandosi. – E
in cucina, e… trova mamma Stefania che sfoglia mi raccomando, non farci l’abitudine a tornare a
una rivista seduta al tavolo da pranzo. “Ti sembra casa così tardi”. “Ecco, lo sapevo, sei tornata la
questa l’ora di rientrare a casa?”, chiede senza mamma di sempre”, dice Alice sbuffando ma non
nemmeno voltarsi a guardare la figlia. “Oh, mam- può vedere che in quel momento mamma Stefania
ma…”, comincia Alice. “Dai, sto scherzando, vieni sta ridacchiando tra sé e sé.
ٗ
BS DICEMBRE 2010

2.2 Page 12

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CHIESA
FILOSOFI
CRISTIANI
AGOSTINO Maurizio Schoepflin
UNGRANDE (2a)
Sant’Agostino Vescovo
(Sandro Botticelli 1445-1510).
UNO DEI MASSIMI
ESPONENTI DELLA
FILOSOFIA CRISTIANA
CHE HA AVUTO UNA VITA
mettendo al centro della sua specu-
lazione la singolarità irripetibile di
ciascuno, che diventa il luogo privi-
legiato dell’incontro con Dio. Si
tratta certo di un universo interiore
AVVENTUROSA:
percorso da ansie e lacerazioni, as-
12
Sant’Agostino nacque a Taga-
ste, nell’odierna Algeria, nel
354. Durante gli studi di re-
torica, visse due esperienze
LA PRIMA PARTE COME
GIOVANE SCAPESTRATO,
LA SECONDA COME
UOMO DI DIO RICCO
sillato da interrogativi inquietanti,
scosso da turbamenti profondi, ma è
lì e soltanto lì che l’uomo può met-
tersi di fronte a se stesso, ed è lì che
Dio lo attende. Il processo che con-
che ebbero grande peso nella sua
maturazione: la nascita di un figlio
DI SAPIENZA.
duce la persona al recupero della di-
mensione interiore si identifica dun-
che chiamò Adeodato e la lettura
dell’Ortensio di Cicerone, non per-
venuta, grazie alla quale sviluppò
un vivo interesse per la filosofia e
la ricerca intellettuale. Dopo alcuni
anni di insegnamento in terra afri-
cana, si trasferì a Roma quindi a
Milano, dove ascoltò le prediche
del vescovo Ambrogio che lo spin-
sero alla conversione. Sulla via del
ritorno in patria, vicino a Ostia
perse l’amatissima madre Monica,
che aveva giocato un ruolo decisi-
vo nella sua esistenza. Nel 391 fu
ordinato prete, poi vescovo di Ip-
pona (oggi Annaba), dove morì nel
in te». Vi sono condensati due con-
cetti fondamentali dell’agostinismo
che si richiamano e si integrano a
vicenda: l’uomo proviene da Dio e
a Dio deve tornare se vuole realiz-
zare appieno la sua più autentica
vocazione. Da queste due verità,
tanto semplici quanto profonde,
derivano importanti conseguenze.
Per Agostino la filiazione divina
lascia in ogni individuo una traccia
indelebile: Dio imprime la sua or-
ma nel cuore dell’uomo e va ad
abitarvi permanentemente.
Basilica di San Pietro in Cielo
d’Oro a Pavia dove è sepolto
il grande filosofo cristiano.
430. Agostino fu uno scrittore
estremamente prolifico. L’opera
L’INTERIORITÀ
più celebre, Confessioni, è un vero Famosissima è rimasta la tesi da
monumento della cultura di ogni lui sostenuta nell’opera La vera re-
tempo. All’inizio del libro primo ligione: «Non uscire fuori di te, ri-
troviamo la celeberrima afferma- torna in te stesso: la verità abita
zione che costituisce una specie di nell’uomo interiore». L’interiorità è
sintesi dell’intera sua parabola spi- il primo e basilare principio del fi-
rituale e intellettuale: «Tu, o Signo- losofare agostiniano; con esso egli
re, ci hai fatti per te, e il nostro inaugura la grande tradizione della
cuore è inquieto finché non riposa filosofia cristiana della persona,
Annaba, 185 mila abitanti, l’antica
Ippona dove fu vescovo Agostino
fino alla morte.
DICEMBRE 2010 BS

2.3 Page 13

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que con il ritorno alla sua origina-
rietà; l’essere umano supera i propri
limiti e intraprende quel dialogo con
la trascendenza che è la fonte della
vera sapienza e del vero amore e lo
coinvolge nella sua integralità. Non
v’è dubbio che Agostino sia giunto
alla scoperta dell’interiorità anche
grazie alla lettura dei testi dei filo-
sofi platonici. In effetti platonismo
e neoplatonismo avevano insistito
con forza sulla decisiva rilevanza
della dimensione interiore e le ri-
La visione di Sant’Agostino (Vittore Carpaccio 1465-1525).
flessioni sul tema dell’anima, svi-
luppate da Platone e Plotino, rap-
presentarono un patrimonio straor- TORNARE A DIO
crede di amare se stesso, in realtà
dinario per il nostro autore. Tuttavia
odia se stesso. Peccando, l’uomo
sarebbe un errore non cogliere le All’uomo è richiesto di ritornare tradisce la sua più autentica voca-
differenze che intercorrono tra le di- a Dio, sorgente di ogni beatitudine: zione, che è quella di amare Dio e
verse dottrine e le novità apportate egli, anche quando non ne è consa- di ritornare a lui; tuttavia anche nel
dal filosofo di Tagaste al concetto di pevole, è sempre alla ricerca di Dio peccato, a giudizio di Agostino, si
interiorità, che con lui perde la de- come approdo definitivo della sua rende manifesto l’inestinguibile bi-
cisa caratterizzazione intellettuali- esistenza; la vera sapienza è pos- sogno che l’uomo ha di Dio. Le va-
stica tipica del pensiero greco, per sesso dell’eterna Verità e costitui- rie scelte e i singoli atti peccamino-
acquistare, sulla scorta della rivela- sce la felicità per ogni creatura si si configurano come tentativi
zione cristiana, le sembianze di uno umana. Così, se l’uomo saprà perversi di imitare Dio e di impos-
specchio in cui si riflette l’immagi- orientare i propri istinti e la propria sessarsi delle sue eccelse qualità:
ne stessa di Dio: l’anima e Dio, og- volontà alla ragione e se la ragione «In queste forme – scrive Agostino
getti privilegiati dell’indagine ago- sarà capace di soddisfare il deside- nelle Confessioni l’anima pecca
13
stiniana, diventano i due poli di un rio di verità, allora questa diverrà allorché si distoglie da Te e cerca
dialogo vitale, i termini di un per- conoscibile e raggiungibile. Ma la fuori di Te la purezza e il candore,
corso che è, nel medesimo tempo, via del ritorno a Dio è ostacolata che non trova, se non tornando a
discensivo e ascensivo.
dalla drammatica presenza del ma- Te. Tutti insomma ti imitano, alla
le; nelle pagine iniziali delle Con- rovescia, quanti si separano da Te e
fessioni, ricordando i suoi primi an- si levano contro di Te. Anche imi-
Alessandro
ni, Agostino li vede intrisi di catti- tandoti, a loro modo, provano che
Preziosi
il sant’Agostino
nella fiction
della Lux Vide sul
vescovo di Ippona.
ve inclinazioni: bugie e furtarelli,
frivolezze e piccole frodi si ripeto-
no già negli anni dell’infanzia. Con
il passare del tempo, questa ten-
tu sei il creatore dell’universo e
quindi non è possibile allontanarsi
in alcun modo da te». Ma come può
essere rimosso il peccato?
denza negativa si rafforza: prendo- Nella ricerca di una risposta a ta-
no campo fermenti oscuri, la ricer- le drammatico interrogativo si fa
ca del piacere si fa travolgente, strada in Agostino la certezza che
le seduzioni incalzano; passati i soltanto la docilità nei confronti del-
trent’anni, quando già la conversio- la grazia di Dio rende l’uomo vera-
ne del suo animo sta per compiersi, mente libero; senza l’aiuto della gra-
il peso del peccato non lo abbando- zia divina la natura umana non potrà
na. Ma che cosa è il peccato? Ago- mai risollevarsi. Al centro della dot-
stino ha risposto in diversi modi: trina agostiniana della grazia sta la
nelle Confessioni, egli ha insistito certezza che l’iniziativa della sal-
sulla nozione che identifica il pec- vezza appartiene a Dio: tale certez-
cato con l’allontanamento da Dio, za derivava dalla stessa esperienza
sommo bene, e l’attaccamento alle personale di Agostino, il quale, ri-
realtà inferiori, ovvero alle creatu- pensando alla sua vita e alle sue vi-
re. Se dunque il peccato consiste cende, non poteva non riconoscere
nell’allontanarsi da Dio, la felicità che soltanto l’intervento divino ave-
che sembra regalare a chi lo com- va comportato una svolta autentica e
pie è soltanto apparente e illusoria, radicale nella sua vita, rendendo
perché solamente in Dio può esser- possibile quell’adesione alla verità
vi perfetta beatitudine. Il peccatore che le sole forze umane mai gli
non è un uomo libero, ma alienato; avrebbero permesso.
ٗ
BS DICEMBRE 2010

2.4 Page 14

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ATTUALITÀ
COLLEZIONISMO
DEVOZIONALE a cura di Serena Manoni
La mania delle raccolte
di ogni tipo è
diffusissima nel mondo;
si fa collezione di tutto.
Anche di santini.
E non sono poche
le pubblicazioni che
raccontano queste
collezioni e soprattutto
la storia di ciò che si
14 colleziona. Alcuni libri
sono documentatissimi
e scritti così bene
che attirano numerosi
lettori, quasi fossero
romanzi.
DICEMBRE 2010 BS
Privilegiamo
le foto inerenti al
periodo natalizio in questo
mese di dicembre
Non è difficile, aprendo qual-
che vecchio libro di pre-
ghiere della nonna o di
qualche anziana parente
imbattersi in deliziose immaginette
sacre che volgarmente chiamiamo
“santini”, che fungevano da segnali-
bro, segnando le pagine più usate
dal possessore per arrivare immedia-
tamente alle preghiere, o alle medi-
tazioni o alle brevissime agiografie
dei santi più simpatici e quindi an-
che più gettonati dalla devozione
popolare. Questo quadretti, i santini
appunto, spesso trattati da troppi con
sufficienza quando non con scherno,
si prendono oggigiorno la loro brava
rivincita, e tornano a far parlare di
sé, anche se non proprio a far prega-
re. Chi li raccoglie e conserva gelo-
samente non sono più le pie persone
ma i collezionisti che sanno leggere
in quelle immagini pezzi di storia
non solo devozionale. Collezionare
non è solo una perdita di tempo:
spesso è un hobby culturale, una cu-
riosità intellettuale, un desiderio di
sapere, uno stimolo a ricercare, ap-
profondire, documentarsi.
UN’ATTIVITÀ
ORMAI SECOLARE
Non da oggi si collezionano ogget-
ti, santini, francobolli, cartoline, me-
daglie, bambole, soldatini di peltro o
piombo, bottiglie, monete, modelli-
smo, soprammobili e una miniera di
altri gadget o di cose le più impensa-
bili. Semmai oggi lo si fa con qualche
nozione in più: il collezionismo privato
si è perfettamente organizzato tanto
che si può dire sia diventato una
scienza. Ovviamente non si parla di bi-
blioteche, musei, pinacoteche, ecc. di
provenienza pubblica. Ci fermiamo al
collezionismo minore, spicciolo, che
tuttavia ormai non è più solo una pia-
cevole curiosità ma una passione col-
tivata con metodo e razionalità che
spesso svuota il portafoglio. Fino a
vent’anni fa, tuttavia, il collezionare
immaginette sacre era piuttosto raro,
qualche giornale lo definiva impen-
sabile. Invece ha preso piede impo-
nendosi. La rubrichetta “Appelli” di
questa nostra rivista ha visto una se-
rie impressionante di istanze riguar-

2.5 Page 15

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danti i santini, una ricerca che a vol- Ci sono quelli tridimensionali, quelli vicende della Rivoluzione, della na-
te ci è sembrata esagerata. Persone che che si aprono a libretto… insomma c’è scita della litografia e del contempo-
cercano accanitamente, disposte a un po’ di tutto.
raneo protrarsi dei prodotti manufat-
scambiare, comprare, vendere. Alcu-
ti, i già detti canivet (dal nome del col-
ni collezionisti parlano di 40, 50 mila UN PO’ DI STORIA
“pezzi” di ogni forma e dimensione,
tellino usato per realizzarle).
I burrascosi rapporti tra Francia e
orgogliosi di sfoggiare santini di qual- Il primo santino che ha avuto l’onore Chiesa nel corso dell’Ottocento, come
che secolo fa. In effetti si comincia- della cronaca rappresenta un san Cri- l’uccisione dell’arcivescovo di Parigi
rono a stampare santini fin dal XV se- stoforo, non un Gesù e una Madonna, nel corso della rivoluzione del 1848,
colo, addirittura prima della stampa a e risale al 1423. Ma noi vogliamo se- il pontificato del papa Pio IX e la fine
caratteri mobili, da quando in Europa gnalare una recente pubblicazione di del potere temporale della Chiesa
cominciò a diffondersi l’uso della
carta. Oggi in Italia sembra che qual-
Flavio Cammarano e Aldo Florian,
Santini e Storia di un Editore parigi-
così come le varie apparizioni del Sa-
cro Cuore e della Vergine sono trattati
15
che collezionista sia arrivato a oltre no, Maison Bouasse-Lebel. Si tratta di con ricchezza di esempi iconografici.
200 mila pezzi su carta, cartoncino, un libro unico nel suo genere con ben Gli autori si concentrano poi sulla ri-
carta riso, pergamena, alcuni realizzati 1053 riproduzioni a colori. Il volume costruzione della storia della Bouas-
a mano, altri sono intagliati con una dedica i primi due capitoli alla storia se-Lebel, una delle più note case edi-
specie di temperino chiamato canivet, dell’immagine devozionale in Francia trici dell’epoca di immaginette sacre,
e con questo nome vengono qualificati. dal 1550 al 1900, accennando all’in- vincitrice di numerose medaglie nel-
Alcuni canivet risalgono alla metà del fluenza fiamminga sull’imagerie fran- le varie Esposizioni Internazionali e
Seicento. Altri santini sono costruiti a cese, spiegando le diverse tecniche di principale esponente dell’imagerie di
collage, altri ancora traforati o mer- realizzazione delle immagini a Parigi Saint-Sulpice. Le vicende di questa di-
lettati, altri eseguiti a litografia, ecc. e nelle province francesi, seguendo le nastia d’editori parigini, la cui im-
mensa produzione si sviluppa tra il
1845 e il 1965, viene ricostruita a par-
tire dalla riscoperta di una serie di pro-
cessi dell’epoca e dallo studio puntuale
delle registrazioni presso il Deposito
Legale di Parigi.
La grande quantità d’immagini
(delle quali 285 sono dedicate al
culto mariano, dall’Annunciazione
alla Presentazione al Tempio, dalla
Natività alla Fuga in Egitto, dalla
Sacra Famiglia ai vari santuari ma-
riani, dal mese di Maria al Sacro
Cuore) può affascinare il credente
così come lo studioso della devozio-
ne popolare, l’appassionato così co-
me il semplice curioso1.
ٗ
1 Il libro è reperibile presso gli autori. Flavio
Cammarano: caravaggio67@gmail.com; al-
doremifa@gmail.com
BS DICEMBRE 2010

2.6 Page 16

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BOX
redazionale
GINEVRA, PALAZZO
DELLE NAZIONI
Promosso dall’IIMA (Istituto
Internazionale Maria Ausilia-
trice) e dal VIDES (Volonta-
riato Internazionale Donna e
Sviluppo) si è svolto nel Pa-
lazzo delle Nazioni Unite di
Ginevra un incontro a latere
(un evento parallelo alle ses-
sioni del Consiglio) sull’im-
pegno concreto per l’educa-
zione dei bambini e delle
bambine indigeni. Sono state
presentate esperienze positive
realizzate in varie parti del
mondo sia dall’IIMA sia dal
VIDES in difesa dei diritti dei
BREVISSIME DAL MONDO
bambini a cominciare dal di-
ritto all’educazione, fonda-
LECCE, ITALIA. L’avv. delega a cardinali o vesco-
mentale per lo sviluppo. La
Massimo Mura, exallievo vi, segno dell’importanza
presenza di molte ONG, di delle Nazioni Unite, e di altri salesiano di Lecce, ha con- dell’evento e del personag-
esperti dell’Alto Commissa- alti funzionari rappresentanti seguito la Licenza in Dirit- gio.
riato per i Diritti Umani e de- delle Missioni permanenti to Canonico, Magna cum
gli ambasciatori dei paesi in- presenti a Ginevra, ha dato il Laude, presso la Pontificia LONDRA, GRAN BRETA-
teressati, della vicepresidenza risalto dovuto all’importante Università san Tommaso GNA. Con coraggio e chia-
del Comitato per l’infanzia incontro.
d’Aquino (Angelicum) di rezza il Papa è tornato sugli
16
Roma. Ha voluto dedicar- abusi del clero, affermando
la ai salesiani don Natale che “hanno causato im-
ROMA, PISANA
zione di sondaggio, ha ricon-
fermato la nomina a presiden-
di Nanni (2004) suo diret- mense sofferenze ma anche
tore spirituale e don Fran- vergogna e umiliazione al-
cesco Sacco, suo parroco l’interno della Chiesa”.
ASSEMBLEA
MONDIALE
te mondiale dell’Unione al
dott. Francesco Muceo, exal-
lievo dell’Istituto Ranchibile
(2008).
SIVIGLIA, SPAGNA. Sa-
BIRMINGHAM, GRAN BRE- bato 18 settembre mons.
Si è svolta dal 29 Settembre al di Palermo. Nel corso dell’as- TAGNA. Lunedì 20 settem- Angelo Amato ha beatifi-
3 ottobre presso il Salesianum semblea sono state, inol- bre, nonostante la pioggia cato, a soli 13 anni dalla
di Roma la IV Assemblea tre, conferite le benemerenze una folla di oltre 70mila morte, la madre Maria Pu-
Mondiale Elettiva degli exal- della Confederazione Mon- persone ha assistito alla rissima de la Cruz, una
lievi/e di Don Bosco cui han- diale al dott. Antonio Prezio- beatificazione del cardina- donna, la più umile che si
no preso parte circa 200 Dele- si, direttore di Radio 1, al dott. le Newman, uno dei mag- possa immaginare nono-
gati in rappresentanza di 30 Michele Guardì, autore tra giori teologi inglesi. Papa stante fosse stata per 22
Federazioni Nazionali. Nel l’altro dei “Promessi Sposi” Benedetto XVI in persona anni Superiora Generale
corso della stessa il Rettor in versione teatrale, e ancora ha voluto presiedere a una delle suore della Compa-
Maggiore don Pascual Chá- al prof. Enzo Lauretta, criti- cerimonia che in genere gnia della Croce.
vez Villanueva, dopo la vota- co letterario, ed altri.
DICEMBRE 2010 BS

2.7 Page 17

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a cura del direttore
CONDINO, ITALIA
Grazie a Maddalena, Eli-
sa, Stefanie, Jessica,
Maddalena R. e Rosa di
Condino: da quattro anni
durante le vacanze estive
organizzano un mercatino
per vendere candele, gio-
cattoli, oggetti da loro co-
struiti, ecc. a favore dei
bimbi della Don Bosco
Missions del Kenia. Han-
no cominciato con il gua-
dagnare 100 euro, ma di
anno in anno il guadagno
è cresciuto. Magnifica atti-
vità da propagare. Brave
ragazze!
CITTÀ DEL VATICANO
Benedetto XVI, con decreto
del 15/09/2010, ha elevato
alla dignità episcopale il sa-
lesiano don Enrico dal Co-
volo, già postulatore della
congregazione salesiana
per le cause dei santi, e at-
tualmente Rettor Magnifico
dell’Università Lateranense.
Lo ha consacrato il Segre-
tario di Stato cardinale Ber-
tone presso l’altare papale
della basilica di San Pietro,
il 9 ottobre ultimo scorso. Il
Papa ha assegnato al nuo-
vo vescovo la sede titolare
di Eraclea.
17
GJILAN, KOSOVO
Per il secondo anno conse-
cutivo, un gruppo dell’AM-
VIS dell’Ispettoria Meri-
dionale, composta da 5 ra-
gazze, 3 ragazzi e un sale-
siano, provenienti da diver-
se case dell’ispettoria, si so-
no recati presso l’opera sa-
lesiana di Gjilan, per un’e-
sperienza estiva autogesti-
ta, con i giovani e i ragazzi
del luogo. Il volontariato
estivo sta diventando il fiore
all’occhiello della pastorale
giovanile salesiana.
ASTI, ITALIA
Anche quest’anno, come
già da dieci anni a questa
parte, l’Unione exallievi di
Asti si è prodigata a favore
di alcune zone poverissi-
me del Ruanda. Sono sta-
te raccolte offerte e medi-
cinali che lo stesso presi-
dente dell’Unione ha reca-
to di persona nel Paese
africano. Nella foto il presi-
dente Boccia insieme a un
giovane cerebroleso ab-
bandonato dalla famiglia,
del centro di Gahanga.
PUCALLPA, PERÙ
Il Rotary Club Merate
Brianza ha donato a mon-
signor Gaetano Galbusera
– salesiano – 73mila dol-
lari per dotare di attrezza-
ture adeguate una scuola
per circa 500 allievi in una
zona poverissima del
Perù. L’intervento ha per-
messo di acquistare arredi
e computer. Il modello
adottato è quello del tem-
po pieno con refezione,
perché diversamente i ra-
gazzi, terminate le ore di
lezione frequenterebbero
la strada.
LÉON, MESSICO
Una grande partecipazione
di autorità religiose, salesia-
ni, benefattori, amici dell’o-
pera per il 50° della “Ciudad
del Niño”: un piccolo villag-
gio salesiano nella periferia
di Léon dove i ragazzi a ri-
schio hanno trovato e trova-
no tuttora alloggio, vitto,
scuola, religione, e dove im-
parano un mestiere. La loro
difficile condizione sociale li
avrebbe relegati sulla stra-
da o portati verso la malavi-
ta. Presso i figli di Don Bo-
sco hanno trovato amore ed
educazione.
BS DICEMBRE 2010

2.8 Page 18

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VIAGGI
LA CITTÀ DEI MORTI
E SAN SAAMAN
di Giancarlo Manieri
La maschera d’oro
di Tutankhamon, il faraone
fanciullo.
Quando nacque il Cairo,
esisteva solo un fortino
romano… Oggi è la più
popolosa città dell’intero
continente e una delle più densa-
È l’unico cimitero abitato
al mondo, fatto di strade
e viuzze sterrate ma
o semplici tombe. Insomma un nu-
mero sorprendente di persone
convivono” con i morti. (Il verbo
è ardito ma non me ne viene a
mente un altro per descrivere l’in-
mente abitate del globo. Attorno al
fortilizio romano andò lentamente
anche di nastri viari
sviluppandosi una cittadina copta, asfaltati. Un’originale
descrivibile mescolanza di tombe,
mausolei, luoghi di preghiera e
perfino una splendida moschea, e
conquistata nel 639 dal pagano Amr
ibn al-As, poi subentrarono i Fati-
coabitazione
poi case, casupole, baracche, rifu-
gi, ecc. C’è di tutto). Il cimitero ve-
midi, quindi gli Abbasidi, gli Ayyu- vivi/defunti.
ro e proprio – la “città sotto terra”
bidi, i Mamelucchi, gli Ottomani,
quindi Napoleone Bonaparte. Infi-
Poi san Saaman.
– ospita ricchi e poveri, pascià e
militari, emiri e delinquenti, lette-
18
ne, ecco Nasser con il quale inizia il
periodo moderno. Siamo negli anni
rati e ignoranti, sportivi e musici-
sti… (tuttora si tumulano salme).
Cinquanta del secolo scorso. Re Fa-
La “città sopra terra”, incastonata al
ruk, l’ultimo monarca del fittizio re- mondo, mi ha informato don Al cimitero come una gemma nel locu-
gno seguito alla conquista napoleo- Prince. Si può affermare, senza ti- lo del suo anello, ospita per lo più
nica, venne tumulato nella “Città more di sbagliare, che si tratta di gente di varia provenienza, una
dei morti”.
una città nella città. Si estende per grande moltitudine di poveri e di
oltre 10 km ai piedi della collina di senzatetto che hanno occupato abu-
VIVERE IN UN CIMITERO
Moqattam e a ridosso di autostrade sivamente i monumenti funerari ab-
a otto corsie. Vi abitano forse bandonati o i piccoli tuguri costruiti
Già. La città dei morti! L’ho vi- 7/800mila persone – morti esclusi sulle tombe per i visitatori e i fami-
sto dall’alto questo incredibile ci- naturalmente – di cui 15/20 mila liari del caro estinto, secondo una
mitero, il più vasto e singolare del occupano antichi mausolei funerari tradizione millenaria che vede
tutt’oggi parenti e pellegrini recarsi
ogni venerdì in visita ai sepolcri e
rimanervi tutta la giornata, e spesso
anche la notte. Lo Stato? Che pote-
va farci? Ha preso atto dello “statu
quo” e ha fornito gli abitanti di ser-
vizi: elettricità, fogne e scuole. Oggi
ci vivono lavoratori precari, impie-
gati, gestori di piccoli commerci,
operai alla giornata e moltissimi po-
veri. Si sussurra di traffici poco le-
gali, di droga, spaccio, furti soprat-
tutto di notte. Non c’è da meravi-
gliarsi, anche perché gli abitanti so-
no in maggioranza abusivi. Davvero
una situazione unica al mondo.
DICEMBRE 2010 BS
La “città dei morti” vista
dalla grande collina di Moqattam.

2.9 Page 19

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SAN SAAMAN
La sua storia, carica di leggenda, è
a dir poco straordinaria. Vissuto ver-
so la fine del X secolo, questo umile
operaio era impiegato in una bottega
della Vecchia Cairo, dove si tingeva-
no le pelli degli animali; ma dopo il
lavoro si dedicava totalmente alla ca-
rità verso i più poveri, per i quali
operava anche miracoli. Era talmente
umile che voleva non trapelasse nulla
della sua faticosa e miracolosa atti-
vità caritativa. Comparve all’improv-
viso sulla scena della storia e altret-
tanto repentinamente scomparve.
Sopra: un posto splendido anche
per il turismo religioso con le sue
pareti scolpite da scene bibliche,
ma ormai anche profano.
Nulla si sa della sua famiglia e della
Sotto: la superba collina
Scene bibliche scolpite
sua nascita, se non che visse sotto pa-
di Moqattam.
sulle pareti vicine a san Saaman.
pa Abram il Siriano all’epoca del ca-
liffo fatamida Al-Mu’izz il-Din-illah. rono… Solo mille anni più tardi,
Si racconta che per una disputa reli- però, e precisamente nel 1974, papa
giosa tra il Papa copto e un notabile Shenouda III fece costruire la prima
LA MONTAGNA DIPINTA
ebreo che si protraeva senza vincitori chiesa dedicata all’umile santo pro-
né vinti il Califfo ordinò al Papa di prio sul monte del miracolo.
Ma Moqattam, oltre alla visione fare il miracolo suggerito da Gesù nel Ma ecco anche la mano di un ex
dall’alto dell’immenso cimitero Vangelo, quello di spostare una mon- salesiano che scolpisce sulle pareti
del Cairo, mi ha offerto un’altra
sorpresa che posso considerare “di
tagna con la forza della fede. A tal
proposito il califfo voleva che fosse
calcaree attorno alla chiesa mirabili
scene bibliche: la fuga in Egitto, la
19
casa nostra”. Dirò il perché. Mo- fatta avanzare la parte orientale del nascita di Gesù, le tavole dei 10 co-
qattam è una collina che pare una monte Moqattam. Il capo della chiesa mandamenti, l’Ascensione… Un’o-
montagna, con le sue pareti roccio- copta, impressionato, ma fiducioso pera bella e originale che ha cambia-
se. “Una montagna maledetta”, nelle virtù taumaturgiche del santo to la fisionomia del luogo arricchen-
pensavo tra me. Infatti ospita ai tintore, trasmise a Simone, la cui fa- dolo di arte e sacralità. L’autore che
suoi piedi sia la “città dei morti” ma era ormai dilagata ovunque, l’or- vive al Cairo è un artista polacco,
sia la “città dei rifiuti”, abitata da dine del califfo. Raccontano che la Mariusz Dybich, nativo di Olkusz,
straccioni, maiali e topi. E tuttavia montagna si spostò e le contese fini- nella diocesi di Katowice (la stessa di
man mano che si sale il monte di-
papa Wojtyła). Presa la decisione di
venta splendido, sia per le grandi
diventare salesiano, fa il noviziato a
pareti che lo inanellano, sia per il
La splendida chiesa
Kopiec ed emette i voti temporanei
magnifico belvedere che abbraccia
di san Saaman.
nel 1988. Nel 1992 è al Cairo presso
la megalopoli egiziana fino alle pi-
la parrocchia salesiana di Zeitum, do-
ramidi e oltre. Ci si arriva uscendo
ve studia arabo per poi lavorare nel-
dalla città degli zabbalin e conti-
l’ispettoria del Medio Oriente. Là
nuando a percorrere la strada che
scopre che la sua vocazione è più per
si inerpica sulla grande collina.
l’arte che per il sacerdozio. Dispensa-
Presto scompaiono le tracce nau-
to dai voti nel 1994, si dedica con
seabonde della spazzatura… anche
passione alla pittura e alla scultura
se lo stomaco continua a barbu-
soprattutto sacra. Proprio a lui viene
gliare per un pezzo. Passata una
commissionata la grandiosa opera sul
strettoia ad arco ci si ritrova ai pie-
Moqattam che ha reso ancor più pit-
di di grandi pareti calcaree che ti
toresco il luogo, dove accorrono folle
accompagnano fino a un luogo che
di pellegrini, tanto che la chiesa del
a confronto di quello appena pas-
Santo Tintore ha dovuto essere am-
sato è un paradiso. Si tratta di un
pliata più volte. Ora, scavata nella
complesso monastico copto, parte
roccia, l’ultima chiesa può contenere
del quale letteralmente scavato
migliaia di persone.
nella roccia. Sotto l’anfratto di una
Al di là del marciume e del feto-
grande grotta si erge una magnifi-
re della loro città, gli zabbalin pos-
ca chiesa copta intitolata a san
sono godere di questo pezzo di pa-
Saaman/san Simone il Tintore.
radiso.
ٗ
BS DICEMBRE 2010

2.10 Page 20

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N OVITÀ
EDUCARE IN FAMIGLIA
UN’IMPRESA ESALTANTE
di Vito Orlando
turazione in nove capitoli e ogni te-
matica è suddivisa in paragrafi che sono
i singoli interventi apparsi nel Bollet-
tino Salesiano. Ispirandosi al sistema
preventivo di Don Bosco, vuole aiutare
i genitori a realizzarlo efficacemente ri-
cordando che “l’educazione è cosa di
cuore” e comporta il voler il bene dei
Un volume importante
figli. Questa ispirazione traspare in ogni
capitolo e nell’intera struttura del vo-
di Marianna Pacucci che lume; si esprime nella presenza vigile,
nell’azione paziente, nella valorizza-
da 13 anni scrive sulla
zione della responsabilità quotidianità
20
nostra rivista. I figli sono
e della gioiosità della festa; nella po-
sitività, fiducia e ottimismo che apro-
il problema dei problemi, no alla speranza.
Anche se si possono riscontra-
re delle incertezze e qualche
dubbio, resta ancora oggi mol-
to condivisa l’opinione che ri-
tiene la famiglia come il luogo della ge-
nerazione e della cura della vita perché
cresca in serenità, gioia, relazione di
amore nell’esperienza familiare e fra-
terna. Oggi, in verità, si parla anche di
crisi, di emergenza dell’educazione fa-
miliare: emergono sempre più diffi-
coltà, incertezze nei ruoli e nei compiti
genitoriali e non si riesce a contrasta-
re con autorevolezza i tanti messaggi
che giungono alle nuove generazioni
e che esse stesse, ormai generazioni di-
gitali, sono in grado di reperire negli
spazi (mondi) virtuali in cui si sento-
no sempre più a proprio agio, come
nuovo spazio della loro vita reale.
educarli ad affrontare la
vita inseriti in una società
sempre più complessa
è un’arte e una fatica;
è la sfida giornaliera
dei genitori.
“Educare in famiglia”, oggi, pertanto
non è un’impresa facile, richiede nuo-
ve capacità e competenze, si devono su-
perare emergenze preoccupanti, ma re-
sta pur sempre un’impresa esaltante.
Questo è il messaggio e la rassicura-
zione che vuole far pervenire ai geni-
tori questo testo della Pacucci. Un te-
sto che è un vero sussidio dell’opera
educativa che è stata costante nel tem-
po, sollecitata dalla realtà vissuta e dal-
la vita interrogata in questi anni a pic-
cole dosi per i lettori del BS.
>> Il libro, in effetti, raccoglie gli in-
terventi di Marianna Pacucci nella
rubrica “come Don Bosco”, “il ge-
nitore” dal 1997 al 2010. Nel mette-
re insieme gli interventi si è fatto un at-
tento lavoro di coordinamento e di strut-
>> Un altro elemento importante
da sottolineare è il fatto che il libro è
anche pensato per la formazione per-
manente alla genitorialità, nella con-
vinzione che è necessario “educarsi per
educare”. Lo stile narrativo, autobio-
grafico, l’attenzione e l’apertura al
cambiamento e alla reciprocità for-
mativa richiamano la necessaria at-
tenzione autoformativa dei genitori in-
sieme ai figli nel laboratorio formati-
vo della famiglia. Alla fine di ogni ca-
pitolo, inoltre, come verifica e valu-
tazione della tematica generale dello
stesso capitolo, è inserita una scheda
intitolata “per giocare e per giocarsi”:
ciascun lettore potrà valorizzare la pro-
posta di alcune attività condivise in ri-
ferimento alla propria esperienza fa-
miliare, come stimolo per coinvolge-
re tutti i componenti della famiglia a
un nuovo protagonismo, per un’e-
sperienza familiare diversa, se neces-
sario. Nulla di manieristico o tecnici-
stico che disturba piuttosto che age-
volare, ma una possibile forma di con-
divisione della vita famigliare: gioca
a riempire le caselle corrispondenti,
anzi… giocate insieme tutti i compo-
nenti della famiglia e vedete un po’ che
cosa ne viene fuori.
ٗ
DICEMBRE 2010 BS

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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SPORT di Claudio Belfiore
UNA PASSIONE
DA VIVERE
IN FAMIGLIA
Era lo slogan della Corsa
tori, e non solo all’atto dell’iscrizio- genitori, facendo emergere positi-
ne o quando fanno i “tassinari!”. Essi vità e limiti, in vista del migliora-
dei Santi. È il titolo
sono convocati per la più bella e av- mento di sé, per il bene dei propri
vincente gara della vita: la sfida edu- figli. Con positiva concretezza pro-
della campagna sociale cativa! Ci sono competizioni di cui si pongono la figura del genitore qua-
per lo sport educativo
e del libro edito da
ELLEDICI, un sussidio
per sostenere l’azione
conservano ricordi e foto. Nella par- si-perfetto (non un’idea!). Egli ac-
tita educativa, invece, il genitore con- compagna i figli nel corso dell’atti-
segna il meglio di sé: il frutto delle sue
attenzioni, dei suoi valori, della sua
vità sportiva: prima, durante e dopo.
È ancora il mondo dello sport, evi-
21
personalità, della sua educazione. dente metafora dell’esistere e pale-
Gli autori si sono messi “a bordo stra di vita, a offrire agli autori
dei genitori nell’educare
campo” e hanno osservato alcuni spunti e suggerimenti educativi. E
così il tennis tavolo diventa “tennis
i propri figli con lo sport.
dialogo”, senza il quale ogni rela-
zione diventa arida e insignificante;
il nuoto sincronizzato diventa “tem-
po sincronizzato”, perché è saggio
Educazione: una parola chiave.
A livello di Chiesa italiana, e ci
auguriamo anche a livello ci-
vile, sarà il tema ispiratore per
che ogni cosa avvenga al tempo
giusto ed è essenziale che ci sia l’ar-
monia dei gesti educativi. E così per
altre 10 metafore sportive.
il prossimo decennio. Ciò che diceva
>> Con questo libro prende avvio la
Don Bosco nel XIX secolo, «i giova-
campagna sociale: essa esprime la vo-
ni sono la porzione più preziosa e più
lontà di agire in modo continuato e
delicata dell’umana società», è quan-
concreto. Non uno spot, ma un per-
to mai attuale. I giovani sono il teso-
ro dei genitori e della società. Dietri-
ch Bonhoeffer, l’acuto pensatore te-
desco, ucciso dalla gestapo nel 1945,
Al libro hanno lavorato:
CNOS SPORT è l’associazione dei
salesiani che promuove l’educazione
attraverso lo sport.
corso educativo. Già nel 1983 l’allo-
ra consigliere mondiale per la pasto-
rale giovanile salesiana, don Vecchi, af-
fermava: «Non ci sarà una pedagogia
scrisse: «Il senso morale di una società
si misura su ciò che fa per i suoi bam-
bini». Con questo libro e la relativa
ANIMAGIOVANE è una
cooperativa sociale: si propone di
incidere sulla cultura con azioni forti
dello sport se gli animatori sportivi non
sono capaci di individuare quali valori
umani sono rafforzati e quali invece
campagna sociale gli autori si sono che riportino al centro della vita la
sono mortificati in una data concezione
messi in gioco e hanno provato a de- relazione e la creatività esistenziale. dello sport». Non basta fare sport per
clinare il compito educativo nello
LABORATORIO CREATIVO
fare attività educativa. La realtà che ci
sport, utilizzando categorie e sugge-
stioni del mondo sportivo.
>> I primi a essere coinvolti nella
pratica sportiva dei figli sono i geni-
è un gruppo di lavoro formato
da professionisti che coniugano
comunicazione, creatività ed
educazione.
Info: www.salesianiperlosport.org
circonda e la cultura in cui siamo im-
mersi è come un torrente che trascina
e travolge. Come diceva Don Bosco la
nostra forza è metterci insieme per fare
una fune.
ٗ
BS DICEMBRE 2010

3.2 Page 22

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LETTERA
G AI IOVANI
C’È UNA STRADA TRACCIATA
PER CIASCUNO
Ci tengo
Caro Gesù,
O Gesù, non dirmi di amare, perché non ne sono
non ti faccio – quest’anno – il solito augurio di buon capace.
Natale.
Non dirmi “non temere” perché sono fatto di paure
Quest’anno non è Natale perché non ho niente da come il mare di onde agitate.
offrirti, sono a mani vuote.
Non dirmi di morire perché voglio solo vivere.
Non è Natale perché non ho una stella cometa che Non dirmi “vieni” perché voglio sia Tu a prendermi e
mi porti a Te.
portarmi guancia a guancia.
Non è Natale perché mi sono fermato alla corte di Non dirmi “buon Natale” solo oggi perché con Te ogni
Erode – Assomiglio più a lui che a Te.
giorno è Natale.
Quest’anno non è Natale perché non mi accorgo di Posso farti una domanda cattiva:
22 essere amato da Te.
“mi ami Tu?”
Non è Natale perché non mi sento vivo, come fossi Posso farti una domanda buona:
non nato.
“perché continui ad amarmi?”
Non è Natale perché non ho il fiato caldo di un bue o Se Tu sei l’amore, io sono amato da Te
un asino che mi sciolgano il gelo che ha invaso la mia Ci tengo ad essere amato da Te
esistenza.
Solo così è Natale.
Quest’anno non è Natale perché non abito più da Non può essere che così.
tanto tempo nella tua casa del pane.
Natale è Natale!
Non è Natale perché si esiste in qualche modo e si A Natale ci tengo che Tu mi ripeta
muore tutti allo stesso modo.
che ci sei.
Non è Natale perché è stato bandito il tuo amore
Tuo don Carlo
dalla faccia della terra abitata dall’uomo fragile e
carloterraneo@libero.it
corruttore.
Quest’anno è Natale a condizione che Tu mi venga a
cercare dovunque mi sia nascosto. Abitassi pure in
una stalla e dormissi in una mangiatoia – sarebbe
per me un bel Natale – se Tu mi venissi a trovare e
portassi amore per il mio cuore,
luce per la mia mente e una sillaba per la mia bocca.
Una sola tua Parola darebbe
sfogo al mio lungo tacere.
Dovessi dirmi: “Ti amo”, Ti risponderei così:
Perché hai aspettato tanto a dirmelo?
Perché non me l’hai detto prima o subito?
Perché mi hai messo alla prova?
In questo momento preferisco dirti: “Ti
voglio bene”.
Per me è più importante e più vero di
quanto a Te possa piacere sentirti dire
Buon Natale.
DICEMBRE 2010 BS

3.3 Page 23

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IDLI TDEAOTNROBOSCO CsduhilipuTodEriAataTmrReoOacoEtenDrUqmuCienAsetToaIVnbOuemnSeeAfriLcoEiodSIedAleNBi SOnut,rmleaenarncoinsaiinsdsdiiomauritnliecptotroloirgiecthtoe ccheel’chearncnhoercehmieosto.
AREOPAGO TES
TEATRO EDUCATIVO SALESIANO
di Michele Novelli
Per tre anni il Bollettino Salesiano ha accompagnato i lettori sui percorsi
del “Teatrino” di Don Bosco, quella meravigliosa intuizione educativa
protratta, nel tempo, da schiere di salesiani che ne hanno ereditata
la tradizione. Abbiamo ora l’intenzione di perpetuare quel dono
carismatico con uno strumento operativo moderno, quello di un sito-web 23
che possa contenere quel patrimonio e offrire agli operatori teatrali
una molteplicità di materiali per lo studio e l’allestimento di prodotti
educativi in ambito teatrale. Il sito è tuttora in allestimento; è un cantiere
aperto che sta gettando le sue fondamenta, ma è giusto illustrarne
il progetto a conclusione del ciclo che ha visto la pubblicazione
di 4 articoli e 26 inserti (anni 2008-2010).
BS DICEMBRE 2010

3.4 Page 24

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A reopago TES è un
progetto della
congregazione
salesiana.
divenire «inagibili», molto
materiale teatrale è andato al
macero, sempre meno sono stati
gli allestimenti teatrali e i
Per moltissimi anni, da Don
salesiani che vi si sono lasciati
Bosco fin quasi ai nostri giorni, i coinvolgere. Dall’inizio di
salesiani d’Italia si sono occupati questo secolo sono visibilissimi
di teatro educativo, fedeli
un risveglio di interesse e un
all’intuito pedagogico del
rifiorire di iniziative e di
fondatore. In tal senso hanno
allestimenti. A questo risveglio
profuso grandi investimenti
ci si augura faccia seguito una
nell’ambito editoriale (l’impegno rinnovata attenzione della
di SEI, LDC, LES, Arese) nonché congregazione. Il risultato che
nell’ambito strutturale
spesso si osserva, nei gruppi che
(innumerevoli sale-teatro sparse fanno teatro, è quello di una
su tutto il territorio nazionale) e genericità, di un seguire le
lo sforzo di schiere di salesiani mode, senza troppa attenzione
coinvolti negli allestimenti, tra alle esigenze educative, di non
cui personalità di grande spicco. godere di specifiche direttive
pubblicato e non più ristampato,
Gli anni Ottanta e Novanta
provenienti dalle istituzioni.
digitarlo e offrirlo gratuitamente
hanno visto uno scollamento da
tale percorso di fedeltà
>> «Areopago TES» vuol
agli operatori teatrali. * Non
meno importante è raccogliere
carismatica. Il declino è partito riscoprire il valore educativo
una bibliografia
dalla chiusura della prestigiosa del teatro salesiano.
particolareggiata delle
rivista multimediale della LDC
Il sito web si propone di
innumerevoli opere del teatro
«Espressione Giovani», un «fiore riallacciarsi alla tradizione
educativo e giovanile per
24 all’occhiello» nel campo della
comunicazione sociale; molte
salesiana e darle continuità.
metterla a disposizione dei
* Un primo obiettivo è rieditare ricercatori e dei cultori della
sale teatrali hanno subito un
quanto di più valido è stato
storia del teatro per giovani,
successivo logoramento fino a
indicandone la reperibilità.
* Gli studi sul teatro educativo
e giovanile sono una delle
componenti qualificanti del sito:
vi confluiranno gli insegnamenti
ricevuti da Don Bosco e gli
approfondimenti successivi.
Questo settore può avvalersi
dei contributi della Facoltà di
Scienze della Comunicazione
Sociale dell’Università Pontificia
Salesiana.
* Le compagnie teatrali di
giovani che oggi operano, non
solo in ambienti salesiani,
potranno attingere dal sito
copioni teatrali, opere musicali,
manuali di allestimento.
Il sito si propone di offrire anche
corsi, stage, laboratori, interventi
di esperti.
* Le produzioni teatrali che
nascono nei più svariati
ambienti rischiano di essere
confinate nel piccolo ambito
dove sono nate. Il sito intende
mettere in circolo quanto di
meglio viene creato dalla
DICEMBRE 2010 BS

3.5 Page 25

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Maiocchi - Ancora… ), spartiti
musicali, studi, operette, libri di
animazione teatrale, corsi
(risalenti fin agli ultimi anni
dell’800). Attraverso un
‘database’ stiamo catalogando
i testi, le musiche, i cd, i dvd,
i vhs di cui disponiamo (non
meno di 5000 titoli). Tale
operazione di conservazione
di un patrimonio sconosciuto
obbedisce a un’esigenza storico-
culturale che rende giustizia a
opere, considerate
impropriamente minori, e offrirle
a ulteriori ricerche, anche
universitarie. In specie, gli studi
sul “Teatrino” di Don Bosco
fantasia di giovani autori,
i musical, le operette,
sono più unici che rari (famosi e
nonché le offerte di
i melodrammi. TEATRO DI
pregevoli quelli di Don Stagnoli,
rappresentazioni oltre i confini ANIMAZIONE, costituito da
Don Bongioanni) e le nostre
locali dove esse sono nate.
“pezzi brevi”,
Biblioteche
L’obiettivo è di mettere in rete clownerie,
(UPS, Pisana)
i numerosi gruppi teatrali che sketch, bans,
non posseggono,
operano negli oratori e nelle
scenette.
se non in
scuole salesiane d’Italia (in un TEATRO DI
minima parte,
secondo tempo, quelle
d’Europa), in modo da creare
ARESE, quello
messo in atto per
la copiosa
25
produzione
un circuito di conoscenze e di giovani “in
che si è venuta
reciproche collaborazioni.
difficoltà”,
accumulando
In quest’ottica, «Areopago TES» terapeutico,
in questo
vorrà essere una palestra
catartico. TEATRO
secolo e
creativa in cui potranno trovare SALESIANO,
mezzo di storia
spazio le produzioni di quanti quello tradizionale
salesiana.
scrivono e compongono per
di Don Bosco,
La maggior
il teatro educativo giovanile.
della memoria.
parte è andata
«Dare voce» ai giovani,
TEATRO DELLO
persa con lo
alimentare il loro protagonismo è SPIRITO, testi di
sempre stato il sogno educativo carattere spirituale,
di Don Bosco.
biografico, biblico,
catechetico. In ogni
>> Una miniera di materiali
sezione verranno inserite opere
teatrali.
teatrali corredate da una scheda
“Areopago TES” si articola in di presentazione, dal copione
alcune grandi sezioni:
(scaricabile gratuitamente) e
a. REPERTORIO TEATRALE.
In sette aree vengono raccolte
altrettante tipologie di teatro
da eventuali sussidi collegati
(manuali, musiche, foto,
suggerimenti…)
educativo giovanile. TEATRO b. ARCHIVIO/BIBLIOTECA DI
MERIDIANO, quello del Sud
LIBRETTI TEATRALI. Nel corso
del Mondo, dei Diritti
del tempo abbiamo raccolto un
dell’Uomo, delle etnie. TEATRO copioso materiale, consistente
NELLA SCUOLA, quello
in collezioni di riviste teatrali a
classico, didattico e le
carattere educativo-giovanile;
esperienze espressive. TEATRO libretti teatrali di alcune Editrici
MUSICALE che comprende le che hanno pubblicato collane
commedie,
per i giovani (LDC - SEI - LES -
BS DICEMBRE 2010

3.6 Page 26

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sgombero di armadi, senza
molta attenzione al valore
storico di una tradizione ricca e
originale. L’intento di “Areopago
TES” è un’operazione di
valorizzazione di tutto quello
che ancora si conserva.
c. AREA DI
APPROFONDIMENTO.
“AREOPAGO TES” avrà una cura
speciale per la FORMAZIONE
degli Operatori del Teatro
Educativo che lo intendono
come occasione di
professionalizzare il proprio
percorso di crescita, attraverso
CORSI di recitazione, di
“espression corporelle”,
di clownerie, di scrittura…
STAGE di allestimento teatrale: vantaggio… “AREOPAGO TES” e. “AREOPAGO TES” si propone
scenografia, luministica,
vuole mettere in rete Gruppi
di raccontare una STORIA, quella
costumistica, fonica…
e Compagnie che producono
delle FILODRAMMATICHE degli
STUDI sul Teatro Educativo,
spettacoli e vogliono
anni del ‘dopoguerra’: oratori,
tesi, articoli, approfondimenti… socializzarli a tutti gli amanti del parrocchie, scuole, centri
Teatro Educativo. L’interscambio giovanili, ex-allievi, appassionati
26
d. CLUB AREOPAGO, aperto
a singoli e gruppi teatrali di
giovani, che desiderano stabilire
relazioni culturali attraverso il
di esperienze, una vetrina per le
realizzazioni, le offerte
promozionali di spettacoli che
cercano platee nuove, hanno
di ogni genere, diedero vita a una
stagione ricchissima di
produzioni teatrali, coinvolgendo,
teatro educativo, interscambiare bisogno di una “piazza”:
su tutto il territorio nazionale,
esperienze e materiali, proporre “Areopago TES” copre questa
migliaia di compagnie
iniziative, godere di qualche
esigenza.
filodrammatiche e generazioni
intere di giovani. Questa “storia”
non è stata mai scritta e rischia di
non lasciare tracce. Un obiettivo
di “Areopago TES” è raccogliere
le testimonianze, la copiosa
documentazione di manifesti,
locandine, dépliant, fotografie di
quelle filodrammatiche presenti
e sparse, cinquanta anni fa,
in tutt’Italia.
Il Sito intende raggiungere
una dimensione europea,
inserendo testi in varie lingue,
avvalendosi della piattaforma
europea salesiana. Infatti
altrettanto ricche sono la
tradizione e la produzione
spagnola, quella polacca,
quella ceka...
I salesiani di queste nazioni
sono pronti a offrire il loro
contributo.
Michele Novelli
DICEMBRE 2010 BS

3.7 Page 27

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B FFFFFFFFF AGLIORI serena.manoni@libero.it
ALDO
MODELLO PER I RAGAZZI
Come molti altri ragazzi,
Aldo Marcozzi
ha meritato di essere
segnalato per la sua
il prossimo e non avrebbe fatto
mai nulla che potesse dispiacere
a qualcuno. Considerava una
vera fortuna e un privilegio al-
tissimo l’essere nato in una
straordinaria bontà.
Di lui è stata introdotta
la causa di
beatificazione.
splendida famiglia e l’essere
stato educato alla fede, faro che
illuminava i suoi giorni e guida-
va i suoi comportamenti. Aldo
badava a che nulla gli impedisse
di compiere i suoi impegni reli-
Aldo Marcozzi
(25/07/1914-24/11/1928).
T utto normale in Aldo: una
buona famiglia, la casa, la
scuola, il gioco, lo sport,
gli amici… Era lui che
giosi. Proprio per questo era ca-
pace di rinunciare a una gita, a
una partita, a una scampagnata
se queste cose, pure innocenti,
“Mamma se vuoi che ti obbedi-
sca lo farò. Ma io mi alzo presto
perché prima di arrivare a scuo-
27
riusciva a rendere straor- non gli permettevano di “andare la voglio passare in chiesa, vo-
dinario tutto quel che faceva at- a Messa” e/o di fare il chieri- glio ricevere Gesù eucaristia”.
traverso la fedeltà ai suoi dove- chetto.
Occorre ricordare che a quei
ri, la preghiera intensa e convin-
tempi bisognava essere digiuni
ta, uno altruismo disinteressato, ᭿ La preghiera era diventata dalla mezzanotte. Così, lui ri-
spinto solo dall’amore verso il per lui come il respiro: non vo- nunciava alla colazione ma non
prossimo. Si può dire di lui che leva mai tralasciarla: si sarebbe all’eucaristia. Un giorno senza
era tutto casa e chiesa”, per- sentito male. Era la preghiera ad la comunione gli sembrava che
ché erano questi i suoi due gran- aiutarlo a rimanere limpido e fosse un giorno senza sole: tri-
di amori, o forse è meglio dire i cristallino come acqua di sor- ste e grigio.
contenitori delle sue virtù e dei gente. Lentamente si era inna-
suoi valori morali. A casa e in morato di Gesù eucaristico, tan- ᭿ Un giorno non ci riuscì: era
chiesa attingeva le forze che gli to che ormai (aveva appena die- già stato colpito da una grave
servivano per vivere la sua gior- ci anni) non riusciva a fare a malattia; se ne dispiacque, come
nata senza traumi, compiendo i meno della messa e della comu- se gli fosse capitata una disgra-
suoi doveri religiosi, familiari e nione quotidiana. E correva a zia. Questo suo comportamento
scolastici.
confessarsi se una minima om- era di esempio e di sprone ai
bra turbava la sua serenità inte- suoi compagni. Il rosario era la
᭿ Era quello che oggi la gente riore. La mamma ha svelato al- sua preghiera prediletta, la Ma-
definirebbe “un gran bel ragaz- cuni deliziosi episodi della vita donna la sua seconda mamma.
zo”, oltretutto dotato di un ca- del figlio, come quando una Morì il 24 novembre 1928, di
rattere splendido, di modi corte- mattina gli disse: “Aldo, non c’è sabato, lo stesso giorno – sabato
si, di approcci sereni. Uno a po- bisogno che ti alzi così presto… – in cui era nato: due giorni de-
sto, insomma, che amava Dio, e ancora tutti dormono”. E lui: dicati a Maria.
ٗ
BS DICEMBRE 2010

3.8 Page 28

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F MA
LE VIE di Maria Antonia Chinello
Nel 2011 l’Italia compie
150 anni.
DELLA MEMORIA I programmi e i progetti
a livello nazionale
prevedono
manifestazioni
co Borromeo, che da 300 anni erano a tutto campo.
attivi nella città.
Anche in casa salesiana,
Arriva a Milano il 28 novembre
1850, dopo 24 ore di diligenza. Per
le idee non mancano
viaggiare aveva avuto bisogno del e i cantieri sono aperti
permesso della Delegazione austria-
ca: doveva, infatti, “passare” dal
per predisporre eventi
Piemonte alla Lombardia, che allora e iniziative.
era sotto il dominio straniero. Ad at-
tenderlo, don Serafino Allievi, ami-
Un anno di memoria per
co di don Biagio Verri, che Don Bo-
sco aveva ospitato più volte a Torino.
guardare al futuro,
L’Oratorio aperto da don Allievi si perché il passato è una
trovava in via santa Cristina, vicino
alla Basilica di san Simpliciano, de-
traccia che ha aperto
28
dicata al santo Vescovo, successore di altre vie. Le nostre.
sant’Ambrogio nella guida pastorale.
A Milano Don Bosco si ferma 18
giorni, predicando al popolo (sotto il
controllo delle autorità austriache), in-
contra e parla ai giovani di don Allievi. I BENEFATTORI
Ottiene immediata simpatia e affascina E IL LAICATO
le masse. Per questo, molti sacerdoti,
L’Oratorio di don Allievi si trovava
vicino alla Basilica
di San Simpliciano.
parroci, rettori invitano il santo nelle Nel 1850, all’Oratorio San Luigi,
loro Chiese: San Carlo, San Luigi, Don Bosco conosce Carlo Pedra-
Sant’Eustorgio e Santa Maria Nuova glio e Giuseppe Guenzati, figli di
(quest’ultima chiesa non esiste più). due tra i più antichi negozianti di
Non si può ancora anticipare
molto dei programmi pre-
visti. Così, siamo andati a
rileggere alcune pagine di
storia. E ci siamo fermati a Milano
per seguire le orme di Don Bosco
nel capoluogo lombardo. Le fonti
che documentano i passaggi nella
città sono ricchissime di fatti e par-
ticolari: vanno dalle Memorie Bio-
grafiche a Don Bosco è venuto a
Milano di Murari.
Don Bosco riceve un invito anche
da parte dei Barnabiti di Monza per
predicare gli esercizi spirituali. Ac-
condiscende volentieri perché, a col-
legare le due città, vi è la ferrovia.
Così, per la prima volta sale su un
treno che, nello stesso giorno, gli per-
mette di parlare qua e là, andando e
venendo “in fretta”.
Oggi, l’Oratorio San Luigi è anco-
ra fiorentissimo, però si è spostato nel-
la parrocchia di San Simpliciano; la via
ha cambiato nome (Laura Mantegaz-
stoffe milanesi. Una volta adulti, i
IL PRIMO VIAGGIO
za Soleri) e nel luogo dove sorgeva l’e-
dificio visitato da Don Bosco si svol-
ge attività commerciale.
A Torino, Don Bosco aveva già
aperto tre oratori, ma desiderava re-
carsi a Milano per predicare al po-
Al Collegio San Carlo, fondato
polo, conoscere e studiare il regola-
mento degli “oratori milanesi”, scrit-
nel 1869 per l’istruzione della
gioventù, si ricorda un miracolo
di Don Bosco e si conserva
to dagli arcivescovi Carlo e Federi-
la sedia su cui il santo si è seduto.
DICEMBRE 2010 BS

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due giovani sono tra i primi e più
grandi amici e benefattori. Sarà so-
prattutto Guenzati che lo acco-
glierà nella sua casa, durante i suoi
ripetuti passaggi in città, organiz-
zando il via vai delle visite e degli
incontri. Don Bosco riceveva lette-
re, richieste di preghiere e otteneva
grazie dalla Madonna. In cambio
piovevano offerte, che servivano
per la costruzione della basilica di
Maria Ausiliatrice.
La ditta Guenzati c’è ancora og-
gi. Aperta nel 1768, conserva negli
archivi le note, gli ordini, le fatture
(regolarmente non pagate!): Don
Bosco qui trovava la stoffa per gli
abiti dei ragazzi, dei Salesiani e
delle prime Figlie di Maria Ausi-
La lapide presso la curia
Il Duomo di Milano, visitato da Don Bosco.
liatrice.
vescovile posta in ricordo
della visita del santo
DON BOSCO È UN SANTO
dei giovani.
tirò in disparte per pregare… poi
tornò e disse con semplicità: Vede,
Al Collegio San Carlo, storico no ed egli soffriva molto nel pro- Don Bosco? Io sono bell’e guari-
istituto milanese fondato nel 1869 per cedere per cui si è dovuto fare ala ta, perché sento tutto!».
l’istruzione della gioventù, in ri- per dargli la possibilità di arrivare
sposta a una precisa richiesta del- all’altare. Dopo la predica di don IL RICORDO DELLA CITTÀ 29
l’Arcivescovo di Milano, si ricorda Lasagna, si dirige sempre con mol-
un miracolo di Don Bosco e si con- ta fatica verso il vicino Collegio, Una lapide inaugurata dal cardina-
serva la sedia su cui il santo si è se- dove sostavano i ragazzi dell’ora- le Ildefonso Schuster nel cortile d’in-
duto.
torio. «Tutte le persone – scrive il gresso della Curia Arcivescovile di
È il 1886. Don Bosco arriva nel- cronista – avrebbero voluto parlare Milano, e lì ricollocata dopo i bom-
la vicina chiesa di Santa Maria con Don Bosco. Salvò la situazio- bardamenti del 1943, è testimone
delle Grazie. La folla, saputo del ne una donna, che si era presentata dell’ultimo passaggio di Don Bosco
suo arrivo, si assiepava sul cammi- con una figlia completamente sor- nella città lombarda: «In questo Pa-
da. Don Bosco benedisse la ragaz- lazzo, dall’11 al 13 settembre 1886
za e le disse di recitare una certa Monsignor Nazari dei Conti di Cala-
All’Oratorio San Luigi, Don Bosco preghiera. La fanciulla udì e si ri- tabiana, Arcivescovo di Milano, ac-
conosce Giuseppe Guenzati
(Foto: la ditta Guenzati oggi).
colse, ospitò onorò San Giovanni Bo-
sco che, sul declinare della vita, veniva
memore e grato a rendere l’estremo
omaggio all’antico insigne benefattore
della sua opera incipiente».
Quel giorno, i sacerdoti della Curia
lo accolsero affettuosamente, facen-
dogli scorta d’onore su fino all’Arci-
vescovo. Salì la “scala d’onore” mol-
to a rilento, sostenuto e quasi portato
da braccia vigorose. Ma tutti com-
mentavano la vivacità dei suoi occhi
e la lucidità dello spirito.
Il 7 dicembre 1894, in una sera ug-
giosa, i salesiani arrivarono a Milano.
Le Figlie di Maria Ausiliatrice vi
giunsero il 15 novembre 1905.
150 anni dell’Unità d’Italia sono
testimoni della dedizione di uomini
e donne per l’educazione di “buoni
cristiani e onesti cittadini”. Ieri,
oggi, domani.
ٗ
BS DICEMBRE 2010

3.10 Page 30

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M L IL
ESE IN
IBRERIA
a cura
di
Vito
Orlando
DON
E LA
BBOIBSBCIAO
PEOCLITITTIACDAINANZA
COPPIA FELICE
LA BIBBIA NEGLI
LA POLITICA
AMORE LIMPIDO
SCRITTI DI DON BOSCO CHE NON C’É
Nuove prospettive
di Fausto Perrenchio
Da cittadini attivi
di felicità per la vita
LAS, Roma, 2010
nella polis
di coppia
pp. 624
di Piero Sapienza
di Giorgio Piccinino
Libreria Editrice Vaticana, Erickson, Trento, 2010
Don Bosco nel 1847 scrisse Città del Vaticano, 2009 pp. 358
una “Storia Sacra” per i suoi pp. 158
ragazzi, che ha avuto mol-
Nella visione e secondo gli
tissime edizioni e traduzioni
intendi dell’autore, si tratta di
in tutto il mondo: il riferi-
un libro di divulgazione psi-
mento biblico era molto pre-
cologica sul tema dell’amo-
sente nell’educazione dell’O-
re di coppia. Un saggio scrit-
ratorio. “Obiettivo del Per-
to con serietà scientifica ma
ATTACCO
renchio è verificare questa
anche semplice, concreto,
A RATZINGER
presenza negli scritti di Don
coinvolgente ed emozio-
Accuse e scandali,
Bosco e disegnare una map-
nante. L’obiettivo è quello di
profezie e complotti
pa, il più possibile completa
aiutare la coppia a ritrovarsi
contro Benedetto XVI e ordinata, delle citazioni re-
e a riflettere sulle priorità
di Paolo Rodari -
peribili nei suoi scritti”. Gli
della vita sia quando le cose
Andrea Tornielli
scritti presi in esame sono
vanno a gonfie vele, sia nei
Edizioni PIEMME
240; il numero delle citazio-
momenti di crisi. La credibi-
Milano 2010, pp. 322
ni bibliche riscontrate è di
lità dei contenuti del volume
6929 (4662 del N.T. e 2267
è anche legata al fatto che gli
30
La Chiesa e il Papa da
qualche tempo stanno
subendo un’inspiega-
bile aggressione sulla
stampa quotidiana. Si
registrano attacchi di
ogni genere e tentativi
di forze avverse con-
giunte per screditarli. A
V.T.). L’opera nella prima par-
te offre uno sguardo sinteti-
co sulle citazioni e la loro di-
stribuzione libro per libro;
nella seconda presenta in
forma analitica la mappa
delle citazioni, nella terza
elabora uno sguardo d’in-
sieme sull’importanza della
Non è difficile condividere
l’idea dell’autore circa la
non esistenza della Politica
investita da crisi profonda.
Essa non sembra animare
disegni tali da far intrave-
dere l’assunzione respon-
autori, psicologi psicotera-
peuti, offrono consigli pre-
ziosi sulla vita di coppia. La
lettura aiuterà a capire me-
glio le diverse fasi evolutive
dell’amore e a prendere con-
sapevolezza di ciò che rap-
presentano le crisi: non van-
no intese sempre come fal-
limento del rapporto, posso-
volte, dicono gli autori, Bibbia per Don Bosco e la sabile del bene comune di no anche essere momento
il Papa è lasciato solo sua azione pedagogica. ogni cittadino. È necessario prezioso di crescita e com-
e la squadra che lo cir-
risvegliare e rilanciare l’im- pletamento della personalità
conda non ha prontez-
pegno sociopolitico dei cat- dei soggetti.
za e capacità di soste-
tolici e degli uomini di buo-
nerlo, di prevenire at-
tacchi e di rispondere
adeguatamente. Non si
vuole sostenere nes-
suna tesi o ipotesi di
complotto ideato da
poteri occulti, e nean-
che accettare l’idea del
na volontà, consegnando
loro fondamenti adeguati e
aiutandoli a fare tesoro del-
la dottrina sociale della
Chiesa. Il volume evidenzia
la necessità della forma-
zione dei laici all’impegno
sociopolitico e ai cristiani
l’impegno a restare opero-
“complotto mediatico”;
si nel ‘posto’ che Dio ha loro
si richiamano le criti-
assegnato, con autonomia
che e le polemiche sol-
e responsabilità. L’autore
levatesi in occasione di
offre alla fine del volume
interventi di Benedetto
delle Conclusioni Aperte
XVI, e si constatano
perché vuole stimolare tut-
forme di alleanze tra
ti i cittadini della polis a
quanti hanno interesse
dare apporti costruttivi per
a contrastare e ridurre
il bene comune di tutti.
al silenzio la voce della
Chiesa.
DICEMBRE 2010 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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CE RLIASVTOIARNOI
GESÙ IN UFFICIO,
di Rita Proni
Edizioni Segno
Tovagnacco (UD), 2010
pp. 271
III E IV ETÀ
TUTTA LA VITA DAVANTI
Dedicato a chi vive
la terza e quarta età
di Henri Bissonnier
Effatà Editrice
Cantalupa (TO), 2010
pp. 144
SL’UEPMEARRAGRINEAZIONE
ANIMARE LA CITTÀ
Percorsi di community
building
di Patrizia Cappelletti
e Monica Martinelli
Erickson, Trento, 2010
pp. 232
Fondazione
DON BOSCO
NEL MONDO
La dedica dell’autore aiuta a
Ente autorizzato a ricevere
comprendere il messaggio
tutte le offerte per le
del libro: Ai miei fratelli e so-
OPERE E MISSIONI
relle… della “grande età”
SALESIANE.
con i quali abbiamo “tutta la
Gestisce:
vita davanti a noi”… un im-
menso avvenire! Anche la
vecchiaia rappresenta una
svolta decisiva nell’esistenza
di una persona: un periodo
ADOZIONI
A DISTANZA
Aiuto ai bambini più pove-
ri senza allontanarli dalla
famiglia né privarli della
critico, ma anche una gran-
loro cultura.
de opportunità, se si riesce
a illuminarla con la fede.
BORSE DI STUDIO
L’autore vuole aiutare a vi-
Permettono di aiutare alcu-
vere in pienezza l’età della
ni ragazzi e giovani sale-
Il titolo è curioso, ma non si vecchiaia, cercando di man-
siani senza mezzi per
completare la loro forma-
tratta di un libro di teologia. I tenere una buona forma fi-
zione o il corso di studi in- 31
cristiani nella realtà sociale at- sica e mentale e dando spa- Il testo raccoglie le riflessio- trapreso.
tuale corrono il rischio di es- zio e tempo alla cura dell’in- ni maturate nell’accompa-
sere indicati come retrogra- teriorità, essendo liberi da gnamento offerto dall’Uni- FONDO VOCAZIONI
di e avvertono un senso di quagli impegni che nelle fasi versità Cattolica al progetto
forte minoranza, soprattutto precedenti l’hanno forse mor- “Aree Metropolitane” della
negli ambienti di lavoro. tificata. Tutto questo sarà Caritas italiana. Si tratta di die-
“Gesù in ufficio” risponde a un ancor più agevole quanto ci progetti di intervento sociale
Destinato all’aiuto di un gio-
vane lungo gli anni della sua
preparazione al sacerdozio
o alla vita religiosa.
diffuso bisogno di interro- più saremo convinti che pos- in quartieri “sensibili” di aree
INTENZIONI
garsi, di riscoprire e ap- siamo vivere la sera della no- urbane per promuovere per-
SS MESSE
profondire i valori fondanti del- stra esistenza come una corsi di empowerment per- Si celebrano messe ordina-
l’esistenza e del vivere in- grande speranza, la spe- sonale e comunitario con rie o gregoriane (30 messe
sieme. Si tratta di un testo di ranza della vita piena.
particolare attualità oggi che
si avverte di non poter af-
l’intento di accrescere legami continue, una al giorno) se-
positivi tra persone e gruppi. condo le intenzioni dell’of-
L’intento: animare la città at- ferente.
frontare e superare le diffi-
traverso la costituzione di
COME?
coltà del mondo attuale sen-
comunità locali; promuovere Le offerte vanno inviate –
za riconsiderare ideali e va-
lori che possano sostenere e
orientare. Il libro è ricco di no-
e attivare un lavoro di rete per indicando sempre la causa-
coinvolge la realtà ecclesia- le – a FONDAZIONE DON
le e gruppi della società civi- BOSCO NEL MONDO
tizie, ricordi, spunti poetici, al-
terna temi e toni di crudo ve-
rismo con altri garbatamen-
te ironici. Uffici, scuole, ospe-
dali, piazze sono terre da
evangelizzare. Sarebbe un
controsenso se la luce della
fede non arricchisse la nuo-
va realtà.
le, istituzioni e soggetti indi-
viduali, e dare l’avvio a una
fase di progettazione socia-
le urbana partecipata. La let-
tura delle esperienze mostra
che è possibile operare per
accrescere la condivisione, ri-
costruire legami sociali e
dare significato a spazi e
ccp n° 36885028
oppure
Bonifico Banca Intesa
fil. 12 Roma n° 32631/99
ABI 03069 - CAB 03200
oppure via Internet:
BancoPostalImpresa
www.poste.it sul conto
n° 36885028 - ABI 07601
luoghi particolari.
CAB 03200
NCvatmoeOcOlenqiNRcnguhRtioseenSItSaoaoIrPlevlseOFaepAnNrrgiensDnspoVaEserlEoNatictNtilZhvieDAeiseli.IibsETIprtAdelioibdirtsirriePrsiicecocEith.natRaeot--
http://in-impresa.it/cor-
porate/imprese/
conto 32631/99
ABI 03069 - CAB 05064
BS DICEMBRE 2010

4.2 Page 32

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ON LINE
Profilo del salesiano don Giovanni Battista Ghinassi (15/04/1892–14/11/1957).
EL TRADUCTOR
DE DIOS di Giorgia Frisina
Don Giambattista è uno
di quei grandi missionari salesiani
che hanno lasciato un’impronta
indelebile nei luoghi dove
hanno svolto il loro apostolato,
affrontando con incredibile
coraggio sacrifici e privazioni,
vincendo lo sconforto
e la solitudine, piegando
32
la resistenza e la superstizione
degli stregoni.
Don Ghinassi con il cacio di Yaupi.
Nacque a Prada di Faenza il 15 aprile 1892 da Giuseppe
e da Maria Emiliani e due giorni dopo fu battezzato.
A sei anni fu cresimato e ricevette un’educazione cri-
stiana così profonda che il Signore si compiacque di chia-
marlo all’apostolato. Studiò nel seminario Diocesano di Faen-
za con una breve interruzione di otto mesi per il servizio mi-
litare. Nello spazio di otto giorni ricevette tutti gli ordini mag-
giori e fu consacrato sacerdote il 21 dicembre 1918.
Esercitò il ministero pastorale per sei anni come cappel-
lano a Villa S. Martino e poi a S. Antonio di Faenza. Ma,
desideroso di maggior perfezione e di apostolato missio-
nario, e innamorato della figura di Don Bosco, entrò in
aspirantato nel collegio salesiano di Parma, poi fece
domanda per il noviziato che trascorse a Castel dei Brit-
ti, e dopo l’anno regolamentare emise la professione
religiosa a Strada Casentino il 5 novembre 1926.
IN MISSIONE
In seguito alla sua domanda fu aggregato a una spedi-
zione di nove missionari diretti in Ecuador. Giunse a
Guayaquil il 23 dicembre 1926 e fu inviato nella mis-
sione di Mendez, dove il 4 dicembre 1929 emise la
professione perpetua nelle mani di don Corado Dardè,
grande apostolo dei kivari. L’obbedienza gli affidò sia
l’assistenza in un collegio che ospitava dei “kivaretti” –
così li chiamò lui stesso – sia escursioni apostoliche in
numerose tribù della regione. Subito decise di dedicar-
si con passione allo studio della lingua kivara, convinto
che fosse indispensabile per “penetrare nell’anima dei
selvaggi”. Impiegò più di dieci anni. E fu un impegno
DICEMBRE 2010 BS
faticosissimo, ma ebbe la soddisfazione di padroneg-
giarla con tanta destrezza che poté comporre un cate-
chismo, un manuale di pietà e perfino delle poesie. Fu
proprio lui a produrre la prima grammatica e il primo
dizionario in lingua kivara, opere che gli valsero la
celebrità dentro e fuori dell’Ecuador. Il lavoro fu pubbli-
cato a spese del governo che ricompensò l’infaticabile
missionario linguista con la Medaglia d’oro. Don Giam-
battista non solo svelò il mistero di quell’impossibile
linguaggio in tutte le sue finezze, ma penetrò a fondo
la vita, la storia, i costumi, il folclore dei kivari. I risultati
delle sue minuziose e puntuali ricerche furono in parte
pubblicati in riviste scientifiche, in parte si conservaro-
no inediti negli archivi del museo Missionario fondato
da monsignor Candido Rada, vescovo di Guranda.
INFATICABILE
Il suo lavoro non fu solo apostolico/sacerdotale e cultu-
rale… Fu anche un inesausto promotore sociale e un
grande costruttore. Facendosi aiutare dai suoi kivari,
organizzò una quarantina di stazioni di irrigazione dis-
seminate nelle foreste e aprì strade in zone impervie
su cui sembrava impossibile qualsiasi opera, date la
conformazione del terreno e le enormi rocce che osta-
colavano i sentieri. Restò famosa la via che riuscì ad
aprire dalla sua missione di Yaupi fino a Mendez che
saliva fino a duemila metri ed era lunga ben 54 km.
Solo per quell’impresa avrebbe meritato un ricordo
imperituro. Ha inoltre costruito e attrezzato officine per
i suoi kivari, ha portato la luce elettrica nella missione,

4.3 Page 33

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Annus Sacerdotalis
ed è perfino riuscito a costruire un campo di aviazione.
Sul finire del 1939 fu trasferito a “Seviglia Don Bosco”,
per sostituire don Angelo Rouby, un confratello anne-
gato nel tentativo di passare il fiume Mangosiza. Nel
1942 fu eletto direttore di Sucua e in occasione dell’e-
sposizione del Cinquantenario delle missioni salesiane
fu incaricato della nuova fondazione di Yaupi, di cui fu
direttore dal 1950 fino alla morte.
Nelle immense foreste ecuadoriane il missionario
doveva saper fare di tutto: disboscare, tracciare sentie-
ri, aprire strade, costruire case, organizzare la difesa
dalle fiere e dalle termiti divoratrici, insegnare ad alle-
vare il bestiame e a coltivare la terra, spostarsi conti-
nuamente da una tribù all’altra anche a prezzo di inau-
diti sacrifici. A chi lo metteva in guardia dai pericoli cui
andava incontro, rispondeva: “I mezzi Dio me li darà,
quando ne ho bisogno… con lui m’intratterrò familiar-
mente in solitudine”. Dalle continue escursioni ritornava
talvolta malconcio, i piedi piagati e la talare a brandelli,
ma non demordeva. Un giorno sul fiume Yaupi un
improvviso temporale minacciò di travolgere l’esile
canoa ormai in preda ai vortici. Con fede il grande mis-
sionario invocò l’Ausiliatrice, e quasi miracolosamente
riuscì ad approdare su un’isoletta che però venne pre-
sto sommersa. Allora si arrampicò su un albero e atte-
se la salvezza… o la morte. Fu salvo perché d’improv-
viso le acque si abbassarono come per incanto. Era il
24 dicembre del 1949, il giorno in cui si usava comme-
33
morare Maria Ausiliatrice e la vigilia di Natale. In quella
stessa sera, arrivato alla missione, trovò due kivari che
chiedevano gli ultimi sacramenti per un’ammalata. Don
Ghinassi li seguì all’istante. Giunto al villaggio un kiva-
retto gli chiese: “Padre, dove tieni Gesù?”. “Qui, sul
petto” .“Posso portarlo anch’io come te?”. E lui che
In alto: nella misisone di Yaupi nel 1955.
Sotto: prega con due piccoli kivari (1946).
conosceva l’innocenza del bimbo, collocò per brevi istanti la teca sul cuore del piccino. Scoprire i tesori
della vita interiore di quest’animo patriarcale è difficile,
Con un serpente velenosissimo,
lungo più di due metri, ucciso
con lo schioppo vicino
alla missione.
perché don Ghinassi era uno che si riteneva nessuno,
umile servo del Signore, nonostante le sue eccezionali
qualità d’apostolo e di linguista.
LA MORTE
Infermo, non voleva abbandonare la sua missione, per
lasciare le sue ossa a Yaupi accanto ai suoi fedeli. Al
fratello scrisse: “Ti prego di pregare per me, non per-
ché io viva molto, ma perché muoia bene, quando arri-
va l’ora”. Trasportato alla casa di Sucua, portò con sé il
danaro per il medico, per le medicine e per il suo fune-
rale, perché non voleva essere di peso a nessuno. Si
spense placidamente come una lampada a cui si
esaurisce la riserva d’olio. Ma il suo testamento spiri-
tuale parla con più eloquenza di qualunque testimo-
nianza: “Celebrino al più presto possibile le S. Messe
di Regola e preghino molto per l’anima mia. Dimenti-
chino tutto quello che ho passato, come anche io con-
fido che Dio mi abbia perdonato. Offro con piacere il
sacrificio della mia vita… per i nostri kivaretti, che rac-
comanderò al Signore e alla Vergine, appena arrivi in
Paradiso... Muoio contento perché ho perseverato nella
mia vocazione sacerdotale, religiosa e missionaria e
perché vedo già avanzata la cristianizzazione dei kiva-
ri. Ringrazio la Vergine Ausiliatrice e Don Bosco per la
loro materna e paterna assistenza”.
ٗ
BS DICEMBRE 2010

4.4 Page 34

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COME DON BOSCO
l ’educatore
di Bruno Ferrero
RITUALI FAMILIARI
La preghiera fa crescere quella
dimensione spirituale, segreto
di ogni vita riuscita.
Un tempo erano inattaccabili, oggi sono decaduti,
Laura
eppure avevano un senso e contribuivano all’unità della famiglia
e rinsaldavano la fraternità… Occorre riscoprirli.
La nonna era sbigottita: «In muni- sone sono tormentate da paure dif-
cipio, solo con due testimoni? Voi fuse, perciò i rituali che voglio-
giovani vivete come animali!». La no esorcizzare la paura hanno
nipote le aveva appena comunicato la una grande importanza. Sono
decisione di non sposarsi in chiesa. come le rotaie che costituisco-
un tempo si senti-
Oggi, non si dà l’addio solo alla mar- no le linee guida della persona
va di appartenere al-
cia nuziale, ma anche al battesimo, alla che cresce. Quando ricorrono rego-
la “propria” famiglia, perché
cresima, all’acqua benedetta e alla pro- larmente, danno sicurezza e forza, sta-
esistevano modi particolari di
cessione verso il cimitero. Non ci bilizzano la personalità, hanno un ef- rivolgersi gli uni agli altri, di vestirsi,
sono più celebrazioni che caricano di fetto duraturo sulle azioni dei bambi- di mangiare, di salutarsi. I rituali aiu-
senso simbolico la nascita, il matri- ni e costituiscono un prerequisito es- tavano ad attraversare la soglia del-
monio o la morte. Per questo alcuni ce- senziale per lo sviluppo cognitivo ed la vita. Ritrovarli, oggi, è impedire
lebri psicologi hanno lanciato un gri- emotivo, permettendo di organizzare che la famiglia si trasformi in una
do d’allarme: «La nostra società vive la data, l’anno, la vita secondo dei co- conchiglia vuota. I riti devono essere
un periodo drammatico di “deritualiz- dici precisi e condivisi. E l’ordine piacevoli e non forzati, quindi sta ai
zazione”. Sono stati soppressi quasi della vita è uno di quei valori di cui si genitori individuare quelli che meglio
tutti i rituali che scandivano la vita del- comincia ad avvertire la mancanza. si adattano alla propria condizione
34
la gente». A quanto pare però non pos-
siamo vivere senza di essi. I calciato-
L’ideologia dell’autonomia esaspera-
ta e dell’individualismo ha provocato
familiare (inutile pretendere di fare
colazione insieme, ad esempio, se
ri, entrando in campo, toccano il ter- molta solitudine. Si è dimenticata tutti devono uscire a orari diversi).
reno e si fanno il segno della croce. Na- una dimensione essenziale: quella Molte mamme e molti papà si figu-
turalmente sanno che la vittoria non di- dell’appartenenza: sentirsi solidali rano il concetto di rituale come una
pende da questo, ma è chiaro che que- con i membri di un gruppo, percepi- serie complessa di azioni messa in
sti rituali li aiutano a scongiurare la pau- re i legami con una determinata fa- atto con grande dispendio di tempo.
ra prima di una gara. Scolari e studenti miglia, avere la sicurezza di non es- Non è così. Per i bambini qualsiasi
hanno sviluppato i loro rituali per con- sere abbandonato, ma di far parte di gesto che diventi abitudine può es-
tenere la paura prima di un esame. Al- un gruppo capace di eliminare i sen- sere considerato rito: un massaggio
cuni dicono una preghiera, altri usano timenti negativi, l’ansia e la depres- al pancino, la lettura di un libro o il
sempre la stessa biro. Oggi, molte per- sione. Nessuno può “autoesistere”; bacio della buonanotte!
᭿ Rituali per iniziare la giornata. Il
momento del risveglio per molti, bam-
bini o adulti, non è un bel momento. Se
teniamo conto dell’indole del bambino
possiamo aiutarlo a svegliarsi senza
troppa fatica. Una buona colazione con
i cibi preferiti, due coccole dai genito-
ri potrebbero diventare l’obiettivo per
un risveglio più morbido. Un biglietti-
no di incoraggiamento o una sorpre-
sina da niente nello zainetto possono
girare in positivo qualunque giornata.
᭿ Rituali per i pasti. I pasti consu-
mati in compagnia a orari regolari
DICEMBRE 2010 BS
Natale sollecita uno dei tanti rituali
familiari che si snodano nel corso
dell’anno, alcuni a livello
giornaliero, come il rituale
del pasto che a Natale assume
caratteristiche particolari.

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
sono utili anche per scandire la gior-
nata e stimolare unità familiare e sen-
so di appartenenza. Certi piatti li sa
fare solo la mamma! E saranno un ri-
cordo indelebile. Come il modo di sta-
re insieme a tavola.
CELEBRARE LA VITA
CELEBRARE LA FAMIGLIA
᭿ Rituali per il tempo
libero: particolarmen-
Abitiamo un’epoca che sembra essere contraria a ogni ritualità,
ma è proprio vero?
te importante è stabili-
re momenti dedicati
ai bambini, in modo
che imparino ad
accettare il tempo
che i genitori dedi-
cano ad altre attività.
Sapere che, imman-
cabilmente, arriverà un momento
tutto per loro li aiuterà ad aspettare.
La nostra epoca esprime antipa-
tia e diffidenza nei confronti
della ritualità, anche se poi,
nello sforzo diffuso di cancellare i riti
religiosi, va continuamente a dilata-
re e amplificare quelli profani: dal
campionato di calcio agli eventi mu-
sicali, dall’incessante costruzione di
quei templi moderni che sono i cen-
᭿ Rituali per il sonno: la sera è bel- tri commerciali alla spettacolarizza-
lo avere abitudini rassicuranti che, ri- zione del dolore e della morte in tv. La
petendosi sempre uguali, indicano verità è che gli esseri umani sono e
che alla fine ogni cosa torna al suo restano caratterizzati da un forte
posto. I rituali della sera servono an- senso della ritualità e non soltanto per
che per esorcizzare la paura di fron- bisogni legati alla socialità (sviluppo
te all’inquietudine e all’ignoto che la del senso di appartenenza, custodia
notte porta con sé. I bambini voglio- delle radici culturali, partecipazione
no riascoltare di continuo la stessa alla vita di un gruppo o di una co-
35
munità). Accanto a queste motiva-
fiaba: hanno il presentimento che un
zioni, c’è nei riti un’esigenza ben più
comportamento sempre identico cac-
profonda: celebrare la vita e, con
ci la paura. Ad altri bambini occorre essa, i legami che la rendono possi-
Di fronte al presepio tutta la
una fiaba o la preghiera della madre bile e degna di essere vissuta. È per
famiglia si raduna e si sente
o del padre per poter prendere son- questo che, da sempre, la famiglia co-
più unita.
no. È bello il rituale di porre la mano stituisce il soggetto maggiormente ca-
sulla testa del bambino pregando. In pace di esprimere e tramandare i riti; totalizzanti, se ogni investimento è ca-
tal modo egli sente fisicamente che la casa, l’ambiente in cui attraverso librato sulla dimensione individuale,
la preghiera apre uno spazio di pro- il linguaggio comune delle esperien- come fare spazio alla possibilità di ri-
tezione, nel quale egli si sente sicu- ze quotidiane si attua la trasforma- trovarsi insieme per fare memoria del-
ro e protetto, e che nel sonno viene zione delle parole in un codice d’a- la propria storia familiare o dei fonda-
difeso dalla mano amorevole di Dio. more, delle cose in simboli, delle re- menti su cui riposa l’identità culturale del
᭿ Rituali per occasioni speciali e fe-
ste. La festa è la sorpresa: nelle gior-
nate festive è bello fare eccezioni
alle abitudini quotidiane e permetter-
si cose che quotidianamente non si
fanno. Il compleanno e l’onomastico
sono necessari per far sentire il fe-
steggiato veramente speciale, ricor-
renze e anniversari possono diventa-
re momenti unici di unione.
lazioni in forme profonde e allo stes-
so tempo concrete di comunione.
᭿ Molte famiglie, purtroppo, stanno
rinunciando a questa fondamentale
scommessa: non tanto perché stanno
venendo meno i valori veicolati dai riti,
quanto – credo – per una diffusa man-
canza di allenamento. È difficile cele-
brare il Natale quando per tutto l’anno
il pranzo della domenica è reso affret-
proprio popolo? Soprattutto come sco-
prire insieme che in ogni rito non c’è sol-
tanto il ricordo del passato, ma soprat-
tutto la memoria del futuro? Ecco, for-
se è proprio questo che stiamo per-
dendo nelle nostre famiglie: quando i riti
religiosi e sociali sono percepiti e vissuti
soltanto come uno stanco e noioso do-
vere, è inevitabile che scarseggi la di-
sponibilità a stare dentro occasioni di in-
contro che non significano più niente.
tato e distratto da smanie di divertimento
᭿ Rituali religiosi. La Messa della do- e corse per gli acquisti; è arduo condi- ᭿ La ritualità acquista interesse, in-
menica, un pellegrinaggio tutti insieme, videre le feste ordinarie (i compleanni, vece, quando esprime una certezza che
i sacramenti e naturalmente il Natale gli onomastici, gli anniversari) quando dà senso a ogni cosa: la speranza e la
e la Pasqua. I rituali religiosi spalan- ciascuno preferisce investire su espe- promessa del domani. Ci si ritrova in-
cano a Dio le porte della famiglia e fan- rienze concorrenziali piuttosto che sul- sieme e si condividono parole e gesti
no crescere quella dimensione spiri- la voglia e la capacità di stare insieme. non perché c’è una scadenza da ri-
tuale che rimane il segreto di ogni vita Se il lavoro, lo studio, gli amici, lo sport spettare, ma perché si tocca con mano
riuscita.
ٗ diventano interessi prioritari o addirittura che è possibile costruire e ricostruire la
BS DICEMBRE 2010

4.6 Page 36

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novità incessante della vita e del-
l’essere famiglia. La festa, soprattut-
to quando assume un carattere sacro,
è il riscatto dei poveri: la quotidianità
ritrova il suo contesto autentico, vie-
ne restituita al suo essere luogo in cui
si genera e si rigenera il bene reci-
proco, diventa la linea di orizzonte su
cui si abbracciano il nostro essere sul-
la terra e contemporaneamente ap-
partenere al cielo. Utopie? Sì, ma poi-
ché viviamo proprio per accorciare
giorno per giorno la distanza che ci
separa da una vita piena, la ritualità
è la marcia che ci consente di vola-
re un po’ più in alto e di essere un po’
più esigenti con i nostri sogni e le no-
stre realizzazioni ordinarie.
᭿ Come dare concretezza a tutto
questo? Ognuno, certamente, ha la
sua strada e le sue strategie. A me
piace creare prima di una festa un
sentimento di attesa condivisa: tro-
vo importante rallentare pian piano
il ritmo delle cose da fare; cerco di
anticipare un po’ gli impegni ne-
36 cessari per rendere simpatica e ri-
lassante la giornata in cui celebre-
remo il Natale o un anniversario fa-
miliare, così da poter gustare fino in
fondo il nostro stare insieme; faccio
attenzione che nessuno senta la par-
tecipazione a un pranzo o a una li-
turgia come un obbligo che interfe-
risce con altre cose, magari cer-
cando un accordo preliminare con
tutta la famiglia sulle cose da fare e
sui tempi da condividere; se è pos-
sibile, invitiamo amici o parenti per-
ché la convivialità possa arricchirci
di gioia e dilatare il nostro senso di
familiarità; mi sforzo di inventare
qualcosa di speciale che dia il sen-
so della novità ma possa allo stes-
so tempo essere accostato a qual-
cos’altro di molto tradizionale, che
evidenzi il valore della continuità.
La festa deve essere per noi una
sorpresa: non perché in quella gior-
nata si faccia chissà che, ma per-
ché quando finisce si possa dire che
siamo stati bene insieme, anzi che
siamo stati meglio del solito. I gior-
ni rossi del calendario non posso-
no risolvere da soli e automatica-
mente la qualità globale della nostra
vita, ma possono aprire uno squar-
cio sulle terre nuove e cieli nuovi
verso cui muoviamo, anche con in-
consapevole speranza, dando la
mano ai nostri cari.
ٗ
DICEMBRE 2010 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
Classe 1985, pittrice,
incisore, poetessa,
scrittrice. Diverse ormai
le personali e collettive.
Va lentamente affermandosi.
www.moniasogni.wordpress.com
MONIA SOGNI
CRISTO IN LINOGRAFIA
Giovanissima, Monia
Sogni è conosciuta
nella sua Piacenza e
nei dintorni sia come
scrittrice di racconti e poesie di
vario argomento, sia come pittri-
ce sia come incisore. Ha parteci-
pato a numerosi concorsi aggiu-
dicandosi vari premi. Tra gli al-
tri ha vinto il primo premio nel
Concorso Nazionale di Narrativa
di Sissa (Parma) con “1995 km da
Santiago”, dei Volatori Rapidi…
È parte attiva in diverse Asso-
ciazioni, come “Gruppo Pittori
CSI”, “Gruppo Giovani Artisti
Piacentini”, Associazioni “Ami-
ci dell’Arte”, ecc.
>> Della Sogni presentiamo
una linografia del Cristo Croci-
fisso. La linografia deriva dalla
xilografia, e si ottiene per inci-
sione a rilievo su linoleum
incollato su legno. La parte in
rilievo viene inchiostrata attra-
verso un rullo, sopra questa par-
te viene appoggiato il foglio di
carta da stampare e pressato con
il torchio. Uno dei nomi noti fu
Kandinskij che realizzò delle
incisioni a colori nel 1907. Ma
il più grande divulgatore del
metodo fu Claude Flight (1881-
1955). Gli artisti in assoluto più
famosi che usarono questa tec-
nica furono Matisse e Picasso.
>> Essenziale il Crocifisso di
Monia Sogni. Il nero dello
sfondo, che richiama il grande
lutto sofferto per giorni dall’in-
tera umanità, esalta il bianco
delle linee che evidenziano un
Cristo estremamente sofferente
incatenato alla sua croce, quasi
prigioniero di essa, che si
abbandona all’abbraccio della
morte. Ma già il braccio oriz-
zontale del patibolo nella sua
parte destra sembra sparire, pre-
ludio di un evento inimmagina-
bile che di lì a poco si compirà:
la risurrezione. La grande infa-
mia che ha ridotto l’uomo/Dio
come l’ultimo dei reietti sta per
trasformarsi nell’evento ultima-
tivo della storia: la sofferenza
diventa gioia, la croce redenzio-
ne, la morte vita!
ٗ

4.7 Page 37

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LAETARE
ET BENEFACERE…
37
AFORISMI di Franco Scillone
1) Quando si sfogliano i ricordi,
le pagine in bianco sono le più ricche.
2) L’uomo, che conosce bene le bugie,
completa il suo repertorio consultando
l’oroscopo.
BS DICEMBRE 2010

4.8 Page 38

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SFIDE ETICHE
per ragazzi, genitori, educatori
«CAFONI» SI NASCE
O SI DIVENTA?
PERCHÉ
LA «CAFONERIA»
È UN VIZIO
di Sabino Frigato s.frigato@ups.crocetta.org
Oggi troppo spesso TV, giornaletti,
fumetti, radio, social network
38 Il mondo moderno
ha aumentato in modo
indulgono con estrema facilità
alla cafoneria.
esponenziale
COME SI RICONOSCE
le conoscenze,
le possibilità,
Il cafone si riconosce facilmente per
essere un maleducato alla grande.
gli strumenti…
ma anche i vizi.
Un malcostume
Grida, schiamazza a tutte le ore, in-
curante del disagio che arreca; sputa
insolenze e trivialità a getto continuo;
imbratta cabine telefoniche, toilettes
che sembra aver preso
dimora stabile un po’
in tutti gli strati sociali
pubbliche, muri “restaurati” di fresco
e bus cittadini di “cose” di cui vergo-
gnarsi. Lui, però, il cafone, non si ver-
gogna proprio perché le regole del
è la cafoneria.
convivere non sono per lui. E la cosa
peggiore è che sempre lui, il cafone
La celebre linguaccia
di Einstein.
doc, volendo passare per furbo, non si
rende conto di essere solo un con-
Quando comportamenti e sti-
li di vita sarebbero vizi?
Quando impoveriscono e
vinti che le regole per convivere insie-
me da persone civili siano un inutile at-
tentato alla propria libertà, spontaneità
centrato di rozzezza, volgarità, arro-
ganza, conformismo, spudoratezza…
Lo si incontra ovunque: allo sportel-
lo di un ufficio, nelle code al semaforo,
inibiscono la nostra libertà, e autenticità. Tradotto in pratica signi- sul tram, in treno, nelle sale d’attesa,
le nostre relazioni, la nostra qualità fica un modo rozzo, arrogante e stupi- nella scuola e persino in chiesa. Per co-
umana. La cafoneria rientra perfetta- damente egoista di rapportarsi al pros- storo gli altri, il prossimo, non esistono
mente in questi parametri: per questo simo. Così la vecchia “buona educa- proprio.
la si può a buon diritto chiamare vizio: zione” ha fatto una brutta fine: è di- I cafoni sono forse dei poveri “pa-
non importa se capitale o meno.
ventata sinonimo di inautenticità, di for- ria” della società? Assolutamente
Chi sono i cafoni nostrani? Dove li malismo quando non di ipocrisia. Pur- no! Spesso è gente che s’è fatta i sol-
troviamo? Quelli che ignorano le più troppo, il prezzo di tanta spontanea au- di, che perciò stesso si sente impor-
elementari regole della cosiddetta «buo- tenticità è assai elevato: si ha spesso la tante. Magari occupa posti di una cer-
na educazione». E sono sparsi dapper- sensazione di vivere tra branchi di ta responsabilità o esercita professioni
tutto. Costoro sono praticamente con- cafoni rozzi, volgari quanto ignoranti. non trascurabili. Che cosa li acco-
DICEMBRE 2010 BS

4.9 Page 39

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muna? Un immenso deficit di uma- conto che senza gli “altri” il proprio
nità. Cafoni maleducati si nasce o mega-io non sta in piedi: in famiglia
si diventa? L’uno e l’altro. La prima come nella società. Un ragionamento
cafoneria si respira in casa. Quando un po’ troppo elevato per chi la testa
dei genitori si esprimono tra loro e la usa per altro.
con i figli con parolacce e intercala- Grazie a Dio il mondo non è fatto
ri qui irripetibili, va da sé che i par- solo di cafoni incivili. Ma ce ne sono
goletti non potranno che esprimersi e non pochi. La loro diffusa maledu-
allo stesso modo: dall’asilo nido su cazione a tutti i livelli e a tutte le età
su fino all’università e oltre.
rivela una preoccupante incapacità nel-
le relazioni familiari, scolastiche, so-
CAFONERIA
E INDIVIDUALISMO
ciali, comunicative, politiche e via
elencando. Infatti il maleducato o
cafone che dir si voglia non sa rela-
La persona attenta al prossimo
sa moderare gesti, parole, sguardi
A ben vedere, però, la cafoneria va
di pari passo con l’individualismo ti-
pico di questa nostra società. Si vive
uno accanto all’altro senza accorger-
sene, porta a porta e non ci si conosce,
concentrati su se stessi, sui propri in-
teressi, sospettosi gli uni degli altri. Si
rivendicano con forza i diritti, ma si
ignorano con la più grande faccia to-
sta i doveri. In una società di indivi-
dui conta solo l’individuo e la propria
libertà. Si vede solo il proprio “io”: gli
altri non esistono. E non ci si rende
zionarsi al suo prossimo, di cui non ha
stima né rispetto. Vivere all’insegna
dello spontaneismo individualista im-
poverisce della possibilità di relazio-
ni vere e profonde: un po’ tutto affo-
ga nella superficialità e nella banalità.
Il cafone, blindato nel suo minuscolo
‘io’, non solo è incapace di amare e di
donarsi, non è neppure in grado di
comprendere che solo con gli altri, in
spirito di solidarietà e fraternità, può
vivere meglio. Purtroppo, degli altri
semplicemente “se ne frega”! Il vizio
si annida proprio in questo deficit di
e quant’altro possa essere anche
minimamente offensivo…
la cortesia sociale. Non si tratta di
crearci delle maschere e immettere nei
rapporti familiari, scolastici, profes-
sionali e sociali l’ipocrisia di una
gentilezza tutta esteriore. Il detto che
il «cliente ha sempre ragione» è un
esempio di una cortesia sociale da
escludere: troppo interessata e odora
di soldi… che sarà pure un buon
odore, ma è anche pericoloso.
La terapia, vale a dire il relazionar-
39
qualità umane.
si agli altri in un certo modo, si ap-
prende, per così dire, con il latte ma-
COME SI SUPERA
terno, sulle ginocchia di mamma e
papà (sempre che questi sappiano da
Esiste una terapia? Certamente: che parte cominciare): salutare cor-
ogni vizio ne ha una. In questo caso dialmente, sedersi a tavola compo-
si deve riscoprire la “virtù” della stamente, saper ascoltare, parlare sen-
buona educazione o, se più piace, del- za volgarità, cedere il posto sul tram,
ecc. La persona attenta al prossimo
Un tempo schiamazzi e gestacci
sembravano terreno riservato
ai maschi… Non è più così.
modera la sua aggressività; è attenta
agli altri, ma non è invadente. E so-
prattutto non sottopone il prossimo alla
tortura della sua rozzezza. Pochi trat-
ti, tra tanti altri, per nulla eroici, ma la
cui mancanza fanno della cortesia
sociale, o della buona educazione, una
vera e propria emergenza educativa.
In definitiva, educare ed educarci al
rispetto degli altri, a essere uomini cor-
retti e attenti al prossimo, ad abbassare
il devastante quoziente della imper-
versante cafoneria significa conside-
rare chi ci sta attorno non «altri», cioè
estranei al nostro mondo personale, ma
«prossimi» e, più ancora, «fratelli», per
i quali Cristo ha dato la vita e che ora
affida a ciascuno di noi per camminare
insieme verso di Lui. Una meta trop-
po elevata per i comuni mortali? Solo
gli ampi orizzonti fanno gli uomini
grandi! La bassa mediocrità genera
solo cafoni.
ٗ
BS DICEMBRE 2010

4.10 Page 40

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D IBATTITI
Giornate Mondiali
VOLONTARIATO
UN MONDO POSSIBILE
di Severino Cagnin
Domenica
sionario Giovani di Torino – a L’A- prossima GMG (Giornata Mon-
quila, che ha visto confluire oltre diale della Gioventù) che si terrà a
5 dicembre si celebra
la Giornata Mondiale
3000 partecipanti. Ernesto Olivero, Madrid nell’estate 2011 ha detto:
padre fondatore dell’organizzazione “È un’esperienza decisiva. Non
che ha trasformato l’Arsenale della lasciatevi scoraggiare, cercate il
del volontariato.
È un’attività del
guerra di Torino in Arsenale della sostegno della Comunità cristia-
Pace, ha puntato sull’impegno con- na. Il mondo ha bisogno della vo-
creto dei giovani, disposti a modifi- stra fede viva, della vostra carità
cosiddetto “terzo
settore”, che non
care il proprio stile di vita per “con- creativa, del dinamismo della vo-
tribuire a cambiare il mondo”.
stra speranza”.
risponde a logiche
>> Noi giovani vogliamo fare la no- >> L’esortazione di Benedetto
stra parte – dice Bianca –. Noi pro- XVI è stata anche quella di Giovan-
40
di profitto ma si basa
unicamente
poniamo una nuova prospettiva: por- ni Paolo II. È un grido che ha trova-
tare sogni, etica, voglia di valori tra i to eco in molti giovani e no. Digitate
coetanei, nella scuola, nella cultura, su Google “Non lasciatevi scorag-
sull’attività libera
nella religione, nella politica, nell’e- giare” ed avrete in 0,14 secondi cir-
e gratuita dei cittadini
conomia e dovunque operiamo”. È ca 19 mila pagine… Dunque, per
questo indubbiamente lo spirito del chi vuole fare qualcosa, non solo
o di organizzazioni
volontariato, sia quello individuale, pensarci o parlarne, per il 5 dicem-
private.
sia quello organizzato. Ed è un pro- bre 2010 il VIS propone di iscriversi
gramma che attira centinaia di mi- oggi, chiedere il loro periodico e
gliaia di giovani in tutto il mondo.
leggerlo, partecipare a un incontro.
VIS, via Appia Antica 126, 00179
>> Benedetto XVI nel messag- Roma, tel. 06.51.629.299; E-mail
Non parole, ma fatti. Potreb-
be essere questo il motto
programmatico del volon-
tariato, di ogni volontariato
gio ai giovani organizzatori della
vis@volint.it
e di ogni volontario/a. Il mondo, in-
fatti, cambia con interventi operati-
vi, concreti, pianificati.
>> Sono usciti gli Atti del Con-
gresso Internazionale Sistema Pre-
ventivo e Diritti Umani, promosso
dal VIS – Volontariato Internaziona-
le per lo Sviluppo – con la parteci-
pazione di salesiani e laici di 89
ispettorie sparse nei 5 continenti.
Sul tema si può visitare anche il
portale www.donboscohumanri-
ghts.it, con una guida per educatori.
>> “Io ci sto, ci metto la faccia”, è
lo slogan del terzo appuntamento
mondiale dei Giovani per la pace, or-
ganizzato dal Sermig – Servizio Mis-
DICEMBRE 2010 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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DONNA D’ONNA
di Lorenzo Angelini
OTE SULLE NOTE
Nei momenti bui, quando anche il cielo sembra
poter crollare, è la donna a mettere in campo
coraggio insospettabile e amore abbondante,
tali da far riaffiorare la speranza.
Le iniziative volte a raccoglie-
re fondi per la ricostruzio-
ne dell’Aquila e di molte altre
sa, della terra è invece deter-
minante e ineludibile per rico-
stituire il tessuto spirituale e ma-
grandi e piccole città dell’Abruz-
teriale di una popolazione scon-
zo si sono moltiplicate. Abbiamo
volta da una avversità.
già dato conto di quella, capeg-
La musica sembra costruita per
giata da Mauro Pagani, in cui uno
mettere in evidenza le qualità del-
stuolo di artisti di varia estrazione
le interpreti. La melodia, infatti, si
ha interpretato il brano Domani.
dipana dapprima pacata con ar-
Ora ci occupiamo del concerto
chi ampi e distesi; poi, quasi im-
tutto al femminile del 21 giugno
2009 allo stadio di San Siro e del
Donna d’Onna. Nelle parole, uti-
provvisamente, svettano podero-
si slanci verso l’acuto dal sapore
41
DVD (messo in circolazione un lizzando un gioco verbale che cita eroico che si appoggiano sulle
anno dopo) che ne ripercorre i uno dei paesi più colpiti dal sisma, parole chiave: Donna, Luce. L’ar-
momenti salienti. Non sembrano si omaggia la Donna che, specie in rangiamento si riduce a un sem-
proprie in questa sede polemiche situazioni tragiche, sopporta il pe- plice tappeto, ricco di suoni caldi
sulla verifica che questi fondi sia- so del ripartire, ridare nuova vita in che, se possibile, rendono più av-
no stati spesi per il meglio; più silenzio, nelle retrovie, spesso sen- volgente la spaziosità della melo-
opportuno è riscontrare come il za considerazione, senza aiuto o, dia e fanno spiccare le voci pulite
mondo della canzone da sempre peggio, subendo mortificazioni. Il e accorate delle cinque interpreti.
sia uno dei “motori” che in questi loro essere mogli, madri, custodi E alla fine tutto suona come un
casi si accendono con maggiore della vita, della famiglia, della ca- sereno inno alla speranza. ٗ
celerità ed efficacia. E, se nei can-
tanti di successo la coscienza di
essere personaggio pubblico in DONNA D’ONNA G. Nannini - I. Santacroce
grado di smuovere emozioni e
“suggerire” idee e pratiche ai pro-
pri fan si risveglia da un assopi-
mento cronico, è cosa da lodare.
Ora dorme e chissà se ci sarà / un letto
così grande / che copre la città d’amore
Sogno che si salverà tra le memorie / sogno
che non finirà / scende la notte nel cuore
Donna / Donna / corri nel cielo che
affonda / Tutto il coraggio è con te /
bellezza sogna
Donna / Donna / fuoco che sale nel-
>> Amiche per l’Abruzzo – questo
è il titolo del concerto e del DVD –
è stato promosso da Gianna Nan-
nini, Laura Pausini, Giogia, Elisa e
Fiorella Mannoia, le quali hanno
Donna che non smetterai / di far nascere
il sole / donna che non mentirai / nel no-
me della madre
Donna / Donna / corri nel cielo che
affonda / Tutto il coraggio è con te / bel-
lezza sogna
l’ombra / nelle tue mani la guerra / è
il figlio che raccoglierai
Cade giù dal cielo come pioggia quel re-
spiro che ha tremato assieme a te
Non aver paura guarda la dolcezza cosa fa
Donna / Donna / corri nel cielo che
raccolto una numerosa schiera di
affonda / Tutto il coraggio è con te /
cantanti donne che, ora in coppia,
ora singolarmente, ora in gruppi
più compositi, hanno interpretato
in nuove versioni brani molto si-
gnificativi del repertorio di ognu-
Donna / Donna / dentro ai tuoi occhi
ritorna / Luce che ferma la terra / e
per la vita resterà
Cade giù dal cielo come pioggia quel re-
spiro che ha tremato assieme a te
Non aver paura guarda la dolcezza cosa fa
bellezza sogna
Donna / Donna / dentro ai tuoi occhi
ritorna / Luce che ferma la terra / e
per la vita resterà
Donna d’Onna / Donna d’Onna / Don-
na. A suggello è stato composto
dalla Nannini su parole della scrit-
trice Isabella Santacroce questo
Apri le tue braccia e poi sei madre men- na d’Onna
tre Dio non guarda più
Non aver paura guarda la dolcezza cosa fa
BS DICEMBRE 2010

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 02-09-1971 n. 959, e la
Fondazione Don Bosco nel
mondo (per il sostegno in parti-
colare delle missioni salesiane),
con sede in Roma, riconosciuta
con D.M. del 06-08-2002, pos-
sono ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
in Roma (o alla Fondazione
Don Bosco nel mondo, con sede
in Roma) a titolo di legato la
somma di …, o titoli, ecc., per
i fini istituzionali dell’Ente”.
b) di beni immobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
42
in Roma (o alla Fondazione Don
Bosco nel mondo, con sede in
Roma) l’immobile sito in… per i
fini istituzionali dell’Ente”.
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l’uno o
l’altro dei due enti sopraindicati
“… Annullo ogni mia preceden-
te disposizione testamentaria.
Nomino mio erede universale la
Direzione Generale Opere Don
Bosco, con sede in Roma (o alla
Fondazione Don Bosco nel
mondo, con sede in Roma) la-
sciando ad essa quanto mi appar-
tiene a qualsiasi titolo, per i fini
istituzionali dell’Ente”.
(Luogo e data)
(firma per disteso
e leggibile)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 – Fax 06.65612679
Fondazione Don Bosco nel mondo
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612658 – Fax 06.65612679
DICEMBRE 2010 BS
I NOSTRI MORTI
RONCARATI sac. Arturo,
salesiano,
† Arese, il 28/06/2008, a 92 anni
È spirato serenamente nell’infermeria di
Arese, alla vigilia del suo 50° anniversario
di ordinazione sacerdotale. La celebrazio-
ne delle esequie, molto partecipata, è sta-
ta una superba manifestazione di fede e di
preghiera. Molta affluenza di gente, raccol-
ta, partecipe, attiva nella partecipazione.
Anche i parenti sono rimasti commossi so-
prattutto per le espressioni di stima, di sim-
patia, di affetto riservate al loro congiunto.
Passò molta della sua vita religiosa nella
comunità salesiana di Codigoro, benvoluto
e ricercato per consiglio, direzione spiritua-
le, confessione. Molti lo ricordano ancora
dopo oltre due anni dalla morte.
PRAVISANO sr. Gioconda,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
† Torino, il 29/04/2010, a 88 anni
Nel 1947, suor Gioconda partì come missio-
naria per il Giappone e vi rimase per venti-
quattro anni. Dalla sua esperienza missiona-
ria riportò tra l’altro la gioia di aver conosciu-
to don Vincenzo Cimatti, il “Don Bosco del
Giappone”. Richiamata in Italia, fu nella co-
munità di Casa Generalizia. Di carattere mi-
te, dolce nel tratto, umile, serena, attenta e
disponibile al servizio, suor Gioconda si è fat-
ta apprezzare per la sua presenza silenziosa
e discreta, che le sorelle facilmente coglieva-
no come invito alla preghiera. Proprio la pre-
ghiera era il suo segreto, così che, come ver-
gine saggia ha preparato la sua lampada e
l’olio della fede vigilante e si è trovata pronta
all’incontro con lo Sposo per entrare con Lui
alla festa di nozze.
SALASCO sig. Giovanni,
benefattore salesiano,
† Torino, l’8/05/2010, a 85 anni
Uomo onesto e probo, stimato da tutti per la
sua disponibilità e il senso del dovere. La-
scia sulla terra tracce delle sue virtù. Cri-
stiano convinto e cattolico fervente ha dato
testimonianza di grande umanità e di pa-
ziente accettazione delle difficoltà della vi-
ta, affrontando con coraggio gli ostacoli e le
prove, fino alla malattia che lo ha portato al-
la tomba. Ha amato Don Bosco e i salesia-
ni della sua Torino che ha sempre conside-
rato come i grandi benefattori della città.
FIORE sac. Carlo, salesiano,
† Rivoli (TO), l’8/08/2010, a 89 anni
Salesiano tutto d’un pezzo, scrittore a tempo
pieno, impegnato a pensare e scrivere per i
giovani con il cuore di Don Bosco. Al di là del-
la grande cultura filosofica e teologica che
aveva assorbito come studente all’Università
Gregoriana e che ha sempre coltivato con la
lettura assidua della letteratura più impegna-
ta, don Carlo aveva il dono di percepire, qua-
si di “annusare” le correnti di pensiero e le no-
vità culturali e sociali, prima ancora che si ma-
nifestassero pienamente. Tra i suoi scritti,
Compagnie in azione, Dimensioni, i volumi di
Etica per i giovani hanno incontrato e forma-
to migliaia di ragazzi e giovani. Scriveva:
«Non vogliamo fare della “buona stampa”,
edificante e innocua. Vogliamo fare della
stampa dichiaratamente cristiana». È stato
un grande evangelizzatore. Ha fatto della pen-
na il suo pulpito ideale, lui che aveva solo un
polmone e un rene. A questo coraggioso ca-
techeta va il ricordo affettuoso e riconoscen-
te di tanti che lo hanno letto o conosciuto.
PARADISO sig. Domenico,
exallievo salesiano,
† Codigoro (FE), il 24/05/2010, a 90 anni
Il signor Domenico è morto santamente il 24
maggio 2010, nella festa della Madonna di
Don Bosco, l’Ausiliatrice, che egli ha sempre
amato e venerato. Exallievo fedele e genero-
so, ha saputo infondere nei suoi tre figli una
convinta fede e un’esemplare educazione se-
condo lo spirito e lo stile salesiano che mai
ha cessato di trasmettere anche fuori della
propria famiglia, tra gli amici, nell’ambito di la-
voro. Assiduo lettore del Bolletitno Salesiano,
ha vissuto gli ultimi 50 anni della sua vita a
Codigoro, assiduo parrocchiano della par-
rocchia del Santo Rosario. Figli, parenti e
amici lo ricordano con affetto.
RIGO sac. Flavio, salesiano,
† Mestre (VE), il 28/08/2010, a 87 anni
Don Flavio è stato un uomo dal vivo sen-
so del dovere personale e professionale.
Ha perseguito con indomita volontà i tra-
guardi della sua vita. Quanto ha realizza-
to nella sua esistenza è sempre stato frut-
to di impegno e dedizione incondizionata
come nella scuola dove per tanti anni ha
insegnato latino e greco con soddisfazio-
ne sua e degli alunni. Esigente e metodi-
co, ha creato una generazione di profes-
sionisti preparati e competenti, ne è testi-
mone il prof. Bertolissi eminente docente
di diritto all’Università di Padova. Non gli è
mancata la fantasia per creare momenti di
serena condivisione e amicizia con le sue
ilari composizioni scherzose.
BAROSCO sac. Luigi Natale,
salesiano,
† Treviso, il 13/09/2010, a 85 anni
Si è spento all’Ospedale di Treviso. Già da
qualche giorno era in stato semi comatoso,
teneva gli occhi sempre chiusi e rispondeva
poco alle sollecitazioni. Aveva 85 anni e 8 mesi
di età. Era all’istituto Mogliano “Astori” dal 1968.
Fu insegnante di musica nella scuola, inse-
gnamento che intervallava con i suoi impegni
a livello nazionale. Aveva un incarico dalla CEI
per il rinnovamento della musica nei seminari,
girava l’Italia per conferenze e congressi. Au-
tore molto prolifico di messe, mottetti, laudi po-
polari, cantate varie. Pubblicò anche un libro
per il canto della Liturgia delle Ore e collaborò
con l’editrice LDC per la musica sacra. È sta-
to un religioso zelante e un brav’uomo, un po’
originale come tutti gli artisti!
ne“ltRogeriacnirasdoainifnoiotdreiirrDreaio”

5.3 Page 43

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MM iill
eessee Savina Jemina
DDICICEEMMBBRREE PRETE E SCIENZIATO I STENONE
Niels Stensen (in italiano Nicola Ste- corte. Nel 1667 si converte al cat-
none) nasce a Copenaghen, nel tolicesimo e otto anni dopo di-
gennaio 1638 in una ricca famiglia venta sacerdote. Nel 1677 è no-
luterana. Studia medicina nella ca- minato vescovo e poi vicario apo-
pitale, sotto la guida del ce-
stolico per la Scandinavia,
lebre fisiologo anatomista
con sede ad Hannover.
Thomas Bartholin; si laurea
Come prima si era appas-
a Leida nel 1664. In que-
sionato agli studi scienti-
gli anni giovanili scopre
fici, così ora si dedica al-
il dotto maggiore della
l’attività pastorale e si fa
parotide (poi chiamato
amare anche dai non
PIANTE DELLA BIBBIA
“dotto di Stenone”), l’a-
cattolici, tanto che oggi
LA VITE
Presente in Medio Oriente oltre tre-
mila anni a.C., era sacra a molte cul-
ture. Nel mondo greco-romano era
legata al culto di Dioniso-Bacco. Nel-
la Bibbia, è una delle piante più ci-
tate, spesso indirettamente: vigna
(136 volte), vigneti (3), vignaiolo
natomia di varie ghian-
dole e dei muscoli schele-
trici. Sarà poi a Parigi, ospite di
M. Thévenoth, attorno al quale si
riunivano le più note personalità
scientifiche dell’epoca; quindi a Fi-
renze, ospite del granduca Ferdi-
nando II, che lo nomina medico di
è considerato un prean-
nuncio ecumenico. Muore
a Schwerin, nel Mecklembur-
go, il 5 dicembre 1686, per una
malattia renale. La salma è se-
polta nella basilica di San Lorenzo
a Firenze. Papa Wojtyła lo beati-
fica nel 1988.
(18), uva (45), grappolo (17), tralcio
43
(21), vino (227). Noé sarebbe stato il
primo a coltivarla (Gn 9,20). È sim-
SANTUARI MARIANI
bolo di prosperità e pace, come nel- GUADALUPE, MESSICO
l’episodio degli esploratori di Mosè: Il 9 dicembre 1431, sulla collina Te-
mandati nel paese di Cànaan, tor- peyac, vicina a Tenochtitlan, capi-
nano con un grappolo d’uva che tale degli aztecchi, oggi Città del
portarono appeso a una stanga Messico, la Madonna appare a
(Num 13,23-24). È anche simbolo del- Juan Diego, un indio diventato cri-
lo stesso Israele (Is 5,7-8; Ger 2,21; Os stiano. Giovane, semplice, umile,
10,1). Nel N.T., la vite è protagonista ella si presenta come la “Sempre
di episodi e parabole: il miracolo a Vergine Maria”, dicendogli di recarsi
Cana (Gv 2,3), i “lavoratori della vi- dal vescovo per chiedergli di co-
gna” (Mt 20,1), il “vino nuovo” (Mc struire un tempio a lei dedicato. Il
2,22), “la vera vite e il vignaiolo” (Gv presule non crede all’indio, e chie- “tilma” compare l’immagine della
15,1). Nell’Ultima Cena, e da allora de un segno che confermi il suo rac- Vergine. È il 12 dicembre, e da allo-
nella Messa, il “frutto della vite” di- conto. Diego lo riferisce alla Signo- ra in questo giorno si festeggia la Ma-
venta il sangue di Gesù (Mt 26,29; Mc ra che, in pieno inverno, lo invita a donna di Guadalupe. Sul luogo del-
14,25; Lc 22,18). Grazie anche al se- raccogliere un mazzo di rose, e lui l’apparizione viene costruita una
colare lavoro dei monaci, la coltu- con quei fiori messi nel mantello si cappella, sostituita nel 1557 da una
ra della vite si è estesa in tutt’Euro- reca dal vescovo. Quando apre il più grande; nel 1622 sorge il primo
pa, poi negli altri continenti.
mantello per mostrare le rose, sulla vero santuario, al quale ne seguono
altri. Nel 1976 è inaugurata l’attua-
AUGURI
le basilica e tre anni dopo vi giunge,
pellegrino, papa Giovanni Paolo II
che nel 2002 proclama santo Juan
ITALIA: Buon Natale e Buon Anno Nuovo
Diego. Studi scientifici anche re-
centi hanno escluso l’origine pittori-
FRANCIA: Joyeux Noël et Bonne Année
ca dell’immagine della Vergine
GERMANIA: Frohliche Weihnachten und ein gutes Neues Jahr
GRAN BRETAGNA: Merry Christmas and Happy New Year
“Morenita”, né si spiega come la “til-
ma” abbia potuto conservarsi intatta
sino a oggi, pur essendo tessuta
SPAGNA: Feliz Navidad y próspero año nuevo
con fibre di ayate, un’agave loca-
le che si disfa dopo pochi anni. ٗ
BS DICEMBRE 2010

5.4 Page 44

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P RIMA PAGINA Francesco Motto - fmotto@sdb.org
tagion
· DON RUA DON BOSCO
La “fortuna” di don Rua è dovuta a Don Bosco e al totale coinvolgimento nelle opere
da lui promosse. Senza Don Bosco non avremmo don Rua; ma anche senza l’ampio e decisivo
apporto di don Rua Don Bosco non sarebbe riuscito a realizzare quello che ha realizzato.
Ci limitiamo ai 22 anni in cui fu scrupoloso “pre-
fetto generale” con il compito di sovraintendere
l’intero movimento economico-amministrativo
una solida coscienza religiosa salesiana,
che privilegiava l’impegno operati-
vo, più che l’enunciazione di
della società salesiana, gestendo i rapporti con auto-
grandi principi. Malgrado abbia
rità civili ed ecclesiastiche, sorvegliando l’andamen-
tolto dalle robuste spalle di Don
to disciplinare dei salesiani e delle opere.
Bosco pesanti fardelli, per ca-
Assimilando e trasmettendo in maniera per-
ricarseli sulla sue più gracili
sonale le consuetudini di Don Bosco, egli
spalle, l’esile figura di don Rua
ha dato un proprio con-
fu oscurata da quella domi-
tributo a creare una pras-
nante di Don Bosco. Ma non
si salesiana, a consoli-
si è lontani dal vero se si af-
darla, ad arricchire le de-
ferma che egli fu felice di ri-
terminazioni costituzio-
manere nella sua ombra, in di-
nali con altre dimensioni
sparte, di integrare ciò che era
44 e caratteristiche. Ma l’o-
già attuato dal Fondatore, di
culato amministratore don
sacrificarsi umilmente per lui
Rua assimilò il fervore reli-
e per la sua opera.
gioso del fondatore, la dedi-
zione alla causa giovanile, i
>> La simbiosi fra il “padre”
tratti spirituali, l’intero pa-
e il “figlio d’arte” fu totale,
trimonio di pietà e religio-
anche se non mancò un rap-
sità, che apprese, visse e poi
porto dialettico allorché eb-
trasmise con un’applicazio-
bero opinioni divergenti sul-
ne più rigorosa ed estesa.
le misure da prendere, sul-
Sentì infatti forte la preoccu-
le scelte da fare, sui proget-
pazione di aiutare Don
Bosco nel dare alla na- Di Bello
ti da realizzare. Ma sarebbe
utopico pensare il contrario,
scente organizzazione
con la diversità di età, storia
salesiana, con persona-
familiare, temperamento,
le piuttosto improvvi-
sensibilità, educazione, modo
sato e impreparato, un
di atteggiarsi con le persone.
tono di serietà, di rego-
Personalità diverse che alla
larità, di responsabilità,
prova dei fatti si rivelarono
con direttive credibili e
complementari nel pensiero e
disposizioni autorevoli
nell’azione. La società salesiana
e qualificate. Se ne fece in-
che Don Bosco nel 1888 lasciò
termediario intelligente e pru-
nelle mani del cinquantunenne
dente tra i salesiani, spesso coeta-
don Rua era il risultato dalla loro azione
nei, di cui era anche Superiore con pieni poteri.
congiunta e l’austero trentennale tirocinio accanto al
fondatore lo aveva preparato a diventare un grande su-
>> Realista e tenace, volle costruire comunità vigorose periore di una società religiosa in portentosa espansione,
nella vita spirituale e disponibili all’azione educativa gio- solida ma ancora da organizzare sotto molti profili. Sarà
vanile, propria del fondatore; intese dare ai giovani sa- questo il compito prioritario. Gli studi storici in atto in
lesiani una solida struttura interiore per il lavoro che li questo centenario della sua morte ce lo stando mettendo
attendeva e creare in essi una competenza culturale e in piena luce.
ٗ
DICEMBRE 2010 BS

5.5 Page 45

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45
BS DICEMBRE 2010

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pierluigi Cameroni postulatore generale
NASCITA
IMPENSABILE
fatti diversi esami ecografici ap-
profonditi. Alla trentaduesima set-
timana di gestazione, è risultato
le. Quel giorno era mercoledì 5
agosto e il giovane Luca Serra
aveva fissato per il sabato se-
Trascorsi nove anni difficili e do-
lorosi, è arrivata in modo natura-
le, impensabile dopo tante cure,
un intervento alle ovaie e vari
tentativi di fecondazione, la noti-
zia della gravidanza, con grande
stupore dei medici e soprattutto
nostra. Fu una gravidanza a ri-
che la dimensione del ventrico-
lo era rientrata nella norma. Il 9
febbraio 2009 è nato Luca. Un
esame ecografico ha confermato
l’esito positivo precedente. Rico-
noscenti di questa grazia, conti-
nuiamo ad affidare la nostra fami-
glia a san Domenico Savio.
guente il suo matrimonio. La de-
genza di Luca in ospedale è bre-
vissima, poiché viene dimesso
incolume lo stesso giorno della
disavventura. Poté così trovarsi
pronto per il suo matrimonio il sa-
bato 8 agosto.
Sac. Gerardo Serra,
schio. Dopo il riposo assoluto du-
Mattioli Stefano e Silvia,
Corigliano d’Otranto (LE)
rante tutta la sua durata, alla ven-
Correggio (RE)
tesima settimana fu necessario
intervenire sull’utero con un cer-
GRAZIE A MAMMA
46
chiaggio. Alla trentunesima setti-
mana la bambina rischiava di na-
scere prematuramente, ma fu
monitorata in ospedale e così fu
completata la trentasettesima
settimana di gestazione. La bam-
bina, Elaide Marilù Agata, è nata
con parto cesareo il 25 agosto
2008, sana e vivace. Tutti erano
a conoscenza del parere dei me-
dici: che mia moglie non poteva
più avere figli, poiché le sue con-
dizioni fisiche rendevano impen-
sabile che potesse portare a ter-
mine felicemente la gravidanza.
Infatti, soffriva di diabete melito,
trombofilia genetica e incontinen-
za cervico-uterina. Grazie all’in-
tercessione di san Domenico
Savio, noi genitori, i nonni, gli zii
e gli amici, con tante altre perso-
ne abbiamo pregato per questo
“miracolo”.
Finocchiaro Vincenzo
e Rosaria, Catania
NON POSSIAMO
SMETTERE
DI PREGARE
Non riuscivo a partorire. Mia co-
gnata mi imprestò un abitino di
san Domenico Savio. Pregai
con costanza la novena per tan-
tissimo tempo. Con gioia infinita,
dopo quattro anni, nel 2004 ri-
masi incinta. La mia bambina,
Marta, è nata il 19 giugno 2005.
Io e mio marito non possiamo
più smettere di pregare questo
piccolo grande santo. Finalmen-
te nell’ottobre 2009, con Marta
al seguito, siamo riusciti a in-
contrare san Domenico Savio
nella sua terra e a visitare il Col-
le Don Bosco. Sono riconoscen-
te a san Domenico Savio anche
per il ristabilimento in salute di
mia mamma, dopo le gravi com-
plicazioni, che per dieci giorni
l’avevano ridotta in gravissima
situazione.
Mamma Margherita.
GIOIOSA ATTESA
ESAUDITA
Mi chiamo Maria, sono del
Nuorese. Vi scrivo per annun-
ciarvi con grande gioia la na-
scita di mio figlio Cristian, av-
venuta il 27 settembre 2008,
alle ore 12.08, per intercessio-
ne della Vergine Ausiliatrice,
di san Domenico Savio, di
san Giovanni Bosco, e della
venerabile mamma Marghe-
rita. Io e mio marito siamo
sposati dal 2001, abbiamo su-
bito desiderato un figlio, che
tardava ad arrivare. Per questo
ho richiesto un abitino di san
Domenico Savio. Dopo averlo
ricevuto, l’ho subito indossato
e ho pregato con fiducia tutti i
giorni. Nel febbraio 2008 ho
scoperto di essere in dolce at-
tesa, con grande gioia mia e
dei miei familiari. La gravidan-
MARGHERITA
Da qualche tempo avvertivo di-
sturbi alla vista che mi rendeva-
no difficoltoso lo svolgimento del
mio lavoro quotidiano. Decisi al-
lora di prenotare una visita da
uno specialista, medico chirurgo
libero docente in clinica oculisti-
ca. Mi venne comunicata la dia-
gnosi: ”Degenerazione macula-
re senile bilaterale”. Era in peri-
colo la capacità visiva e si
rendeva urgente una cura per
arrestare la malattia. L’interven-
to endovitreale prevedeva sei
iniezioni, tre nell’occhio destro e
tre nel sinistro. Mi affidai allora,
oltre che alla professionalità del
chirurgo, all’intercessione di
Mamma Margherita, impe-
gnandomi a pubblicare la grazia,
se avessi riacquistato la capa-
cità visiva soprattutto dell’occhio
destro, che risultava maggior-
mente danneggiato. Completata
la cura, il professore che mi se-
DIAGNOSTICA
AL CERVELLO
Calvia Paola, Sassari
za si è svolta senza alcuna dif-
ficoltà. Il bambino è nato con
qualche settimana di anticipo,
guiva con visite oculistiche fre-
quenti e accurate, mi disse sod-
disfatto: ”Risultato eccezionale:
Non appena ho saputo di essere
incinta, mio marito e io ci siamo
fatti inviare l’abitino di san Do-
menico Savio e abbiamo iniziato
a pregare insieme la novena. La
gravidanza è proceduta serena-
mente fino alla ventesima setti-
mana, quando, a seguito dell’e-
cografia morfologica, la ginecolo-
ga ha diagnosticato al cervello del
nostro piccolo una ventricolome-
PURA
CASUALITÀ?
Correva l’anno 2004, cinquante-
simo di canonizzazione di san
Domenico Savio. Le sorelle Ro-
mano Palmira e Anita di Coriglia-
no d’Otranto affidano a una ditta
edile la costruzione di un’abita-
zione rurale nella loro villetta, po-
co distante dall’abitato. All’inizio
ma in buona salute. Esprimo il
mio ringraziamento per il dono
ricevuto e chiedo ai nostri cari
santi che mio figlio cresca sa-
no e sereno.
Lussoria Maria, Galtelli (NU)
Colle Don Bosco. Mentre veniva
allestita, il giovane operaio venti-
devo dire con sincerità che non
avrei mai pensato che potesse
riacquistare in maniera così ac-
centuata la visibilità di ambo gli
occhi, soprattutto del destro”.
Ringrazio il Signore perché, a
cura terminata, ho potuto ri-
prendere serenamente a svol-
gere il mio lavoro, con normale
efficienza nelle sue svariate
mansioni.
galia bordeline. Da quel momen- dei lavori il costruttore chiede al- cinquenne, Luca Serra, era oc-
Don Ponzo Piero, Torino
to ci siamo rivolti a san Domenico le committenti un’immagine sa- cupato alla sistemazione del boc-
Savio con maggior fervore, se- cra da collocare nel materiale cale di un pozzo nero. In un atti-
guendo con ansia e trepidazione delle fondamenta, come è di con- mo di distrazione, perde
il corso della gravidanza. Nelle suetudine. La signora Anita, l’equilibrio e precipita nel pozzo,
settimane successive sono stati avendo con sé la borsa, l’apre e sotto gli occhi del suo datore di
ne versa il contenuto, per trovar- lavoro, affondando nel liquame.
vi un’immagine. Ne esce un ca- Questi, atterrito, va in cerca di
lendarietto con l’immagine di san una fune e raggiunge l’imbocca-
Domenico Savio. L’imprenditore tura del pozzo, in soccorso del-
la prende e la introduce in una l’infortunato. Si provvede per il
bottiglietta di vetro, che posizio- trasporto in ospedale, ma Luigi
na nelle fondamenta. Ultimata la Negro indugia: vuole a tutti i costi
casa, le sorelle ordinano al pia- completare l’edicola e raccoman-
strellista locale, signor Luigi Ne- dare al santo il suo operaio. Per
M. D. Mazzarello Laura Vicuña
DICEMBRE 2010 BS
gro, di costruire accanto all’in- questo sistema la statuetta nel-
gresso un’edicola dedicata al l’edicola, fissandovela con l’ade-
santo adolescente, la cui statuet- sivo, sosta un attimo in preghiera,
ta s’erano già fatta inviare dal e poi via di corsa verso l’ospeda-
Ptfrlii’eiericrmnnhedlaiaietccesopatneuzaitboossbenidlneipezcdolaaletezrrlieàolnecnotoaetmemprnieeeto.otnnt.eoSrsnuei

5.7 Page 47

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IN PRIMO PIANO
redazionale
Valerio MANIERI
Attuale tesoriere dell’Associazione
Carlo Marchini Onlus.
Per anni segretario della stessa
associazione:
www.carlomarchinionlus.it
Signor Manieri da quanto tempo è con la Marchini Onlus?
Sin dalla sua nascita, nel gennaio 1992, avendola io stesso fondata
con alcuni amici.
Come e perché è nata?
Per ricordare Carlo Marchini che si era recato in Brasile nel Natale
del 1991 per portare a un missionario salesiano, il padre Jacy Cogo
che operava a Barbacena, le offerte che avevamo raccolto tra pochi
amici. I soldi servivano per aiutare i bambini poveri della favela
“Sapè” (divenuta poi Bairro “Dom Bosco”). Recatosi successivamente
a São Gabriel, è disgraziatamente annegato, il 2 gennaio 1992, mentre
faceva il bagno con i bambini indigeni. Per dare un senso a questa tra-
gica morte, abbiamo deciso di fondare l’Associazione con lo scopo di
aiutare il maggior numero possibile di bambini bisognosi seguiti dai
salesiani.
Quante famiglie fanno parte dell’Associazione?
Le famiglie che negli anni hanno dato dei contributi all’Associazione
sono state circa 3600, davvero un bel numero. Costantemente, circa due-
mila famiglie ci sostengono, permettendoci di continuare a fare del bene.
Che cosa avete realizzato che ritenete più importante e significa-
tivo?
Sosteniamo con “l’adozione a distanza” circa tremila tra bambini e
adolescenti, dislocati in 22 oratori e centri di accoglienza di salesiani e
FMA, ma anche di alcune diocesi. Innumerevoli le opere realizzate. Ac-
cenno alle più significative: a Barbacena, gli oratori diurni “Carlo Mar-
chini ed Eleonora Veschetti”; a Belo Horizonte, casa di accoglienza per
ragazzi di strada e pensionato; a Nova Contagem, centro di accoglienza
“Chiara Palazzoli”; ad Aparecida, centro giovanile “padre Giovanni Pi-
ni”; a Juina, collegio, asilo “Vasco Papa” e oratorio; ad Alta Floresta,
centro comunitario; ad Abaetetuba, il centro di Pace “Salvo d’Acquisto”
e scuola professionale “Giuseppe Lombardi”; a Manaus, la “Barca Ospe-
dale Pe Goes” e il centro “N.S. da Luz”; a Maturacà tra gli indios yano-
mami, aule, pozzi e canoe da pesca per giovani coppie; ecc. Abbiamo fi-
nanziato fino a portarli alla laurea 15 giovani, ecc. In occasione dello tsu-
nami abbiamo inviato un contributo al VIS e alle FMA. Attualmente,
stiamo collaborando nella ricostruzione di un centro FMA ad Haiti.
Agite solo in Brasile o anche in altre Nazioni?
Quasi esclusivamente in Brasile. Stiamo tuttavia sostenendo anche
una piccola Scuola in Eritrea, abbiamo contribuito alla realizzazione
di una sala operatoria in Burkina Faso ed effettuato dei piccoli inter-
venti in Italia.
MARTINA
Non era ancora l’alba ma
Martina, 12 anni, era già alla
finestra. Il villaggio dell’isola
di Robinson Crusoe – Más a
Tierra – era immerso nel son-
no. A un tratto la piccola viene
presa da sgomento: il panora-
ma è cambiato di colpo: al lar-
go sul mare un’onda incredi-
bilmente alta, un cavallone ter-
rificante, avanza contro l’isola;
le acque della baia si gonfiano,
le barche ancorate nel portic-
ciolo sbattono le une contro le
altre come fuscelli. Martina,
pur attanagliata dalla paura, ha
un’intuizione: con il cuore in
gola corre in piazza, afferra la
mazza del grande gong e batte
con violenza sul metallo sono- 47
ro. Pochi istanti e gli abitanti si
rendono conto di quanto sta
succedendo: lo tsunami che la
notte prima aveva colpito il Ci-
le era arrivato all’arcipelago
Juan Fernandez. Corrono tutti
sulle alture attorno al villaggio.
Appena in tempo. L’acqua
spazza via tutto con violenza
incredibile ma la tempesta non
arriva dove i quasi 700 abitanti
dell’isola, grazie a Martina, si
erano rifugiati. Eroina, suo
malgrado, a 12 anni. Era il 27
febbraio 2010.
BS DICEMBRE 2010

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TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
Il ccp che arriva con il BS non è una
richiesta di denaro per l’abbonamento
che è sempre stato e resta gratuito.
Vuole solo facilitare il lettore che
volesse fare un’offerta.
NEL PROSSIMO NUMERO
DAL PROSSIMO NUMERO
Un Bollettino vestito di nuovo
con il cuore di sempre
LA STRENNA
di Pascual Chávez Villanueva
La vita è vocazione
IL “NUMERO DUE”
di Bruno Ferrero
Intervista al cardinal Tarcisio Bertone
LA CHIESA DI DON BOSCO
di Natale Maffioli
San Giovanni Evangelista a Torino
GIOVANI
di Armando Matteo
La prima generazione incredula?