Bollettino_Salesiano_200010

Bollettino_Salesiano_200010

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1.1 Page 1

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Mensile • Anno CXXIV • nr. 9
Siiediz. in a,11. art. 2 comma 20/C legge 662/96
Filiale di ~
Spedizione nr. 9/2000
Aularizz. Direz. Pn,v, P.T. 40100 Bologna · c.M.P.
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NIL 1877
•••
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pQMPf.l

1.2 Page 2

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- IL GRANDE EVENTO
di Juan E. Vecchi
UNA SPIRIT . ALITA
PER IL lii MILLENNI
TEMPERANZA
L'abbondanza di beni caratterizza questo fine millennio: beni
naturali perché se ne sono scoperti ed estratti dalle viscere della
terra e dai fondali del mare come non mai; beni industriali perché
sempre più fabbriche lavorano a un ritmo più vertiginoso; beni di
conoscenza perché la ricerca ha accumulato il maggior numero
di invenzioni della storia e così via. Il problema è la loro
distribuzione.
N ei paesi
ricch i, tra
la gente che
dispone, i be-
ni avanzano
e si spre-
cano. Si ac-
cumula il
superfluo ,
si butta l'an-
cora utile , si spende nel
non necessario. Si mangia molto, si
sperpera per dimagrire e si man-
dano al macero quantità ingenti di
cibi , medicinali , vestiti e apparecchi.
Uno degli aspetti catastrofici della
crescita umana è la devastazione
della natura "senza finalità", sol -
tanto per alimentare l'industria.
D Qualche cosa di simile capita
con le energie umane e col tem-
po . Aumentano disagi da stress ,
insonnie, stati depressivi , altera-
zioni psichiche . Gli ansiolitici sono
all 'ordine del giorno per uomini e
donne. Si vive nella tensione e nel
disordine e la persona ne soffre . La
temperanza è l'atteggiamento e la
virtù cristiana che modera, ordina e
orienta i movimenti interni e l'agire
dell 'uomo secondo, la ragionevo -
lezza e il vangelo. E "cardine" per-
ché attorno ad essa si muovono e
si costruiscono molte abitudini utili
e sagge. Ha meno da vedere con i
fin i da ottenere e molto con la qua-
lità del vivere da persone . Regola
gli istinti , per esempio quello di
possesso o di godimento ; modera
anche i costum i disord inati, per
esempio l'agitazione , la dipenden -
za, l'eccesso . Ci mantiene pure
OTTOBRE 2000 BS
pronti , svegli e resistenti per im-
pegni a breve e a lunga scadenza:
il lavoro intellettuale, fisico , lo sfor-
zo spirituale della preghiera, il sa-
crificio per gli altri.
D Non a caso in una cultura
dell'abbondanza, dello spreco e
dell 'inutile proliferano anche l'inca-
pacità di impegni a lungo termine,
la fragilità psichica, il cedere a sti-
moli fino alla criminalità. La tempe-
ranza è quella vigilanza evangelica
alla quale si riferisce Gesù nella
parabola delle vergini che cedettero
alla leggerezza e in quella del ser-
vo infingardo che mentre aspettava
il padrone si dà a "percuotere i com-
pagni , a bere e a mangiare". San
Paolo la avvicina e paragona al
comportamento degli atleti : "L'atleta,
dice, è temperante in tutto; essi lo
fanno per ottenere una corona cor-
ruttibile , noi invece incorruttibile".
Nei paesi ricchi i beni avanzano
e si sprecano.
La temperanza consente il lavoro e
la preghiera e a sua volta viene da
essi richiesta e mantenuta. Don
Bosco l'ha scelta come terza parola
del suo programma e la applica a
tutte le situazioni.
D In educazione, temperanza vuol
dire dominare l'impazienza, esse-
re "ragionevole" nelle esigenze, pa-
droneggiare i sentimenti per di-
spensare l'affetto a tutti in maniera
sensibile e disinteressata, attende-
re con calma i risultati. Nel lavoro

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vuol dire preparazione, progettazio-
ne attenta e senso dei fini , misura
in modo da non lasciarsi dominare
dall'agitazione, padronanza dell'ansia
e del desiderio di protagonismo,
capacità di collaborazione , dominio
dell'individualismo. Nella vita perso-
nale, temperanza vuol dire ordine e
laboriosità, uso tranquillo del ne-
cessario e utile, distacco dal super-
fluo , impiegare scrupolosamente il
tempo . Persino nella preghiera ci
vuole temperanza, cioè fede per
cui si domina il desiderio immode-
rato di consolazioni , visioni e senti-
menti.
O Sembra un codice scritto per
il nostro tempo in balia del consu -
mismo , dell 'individualismo , delle
emozioni forti , del libertarismo e del
sentimentalismo religioso; tempo
nel quale però appaiono segni di
stanchezza degli eccessi e voglie
di "temperanza", come le famiglie
che si impegnano pubblicamente a
spendere solo il necessario , la ban-
ca alimentare e simili .
Proprio in questo tempo di abbon-
danza, spreco e ripensamento , la
Famiglia salesiana è chiamata a
disporre con ragionevolezza e amo-
re dei beni del corpo e dello spirito.
o
I
In una cultura dell 'abbondanza
prolificano il disimpegno,
la fragilità psichica ...
Ottobre 2000
Anno CXX IV
Numero 9
In copertina:
Vi lla Sara di Frasca ti :
100 anni di cu ltu ra di un
gra nde Li ceo; migli aia d i
giova ni ! Si studi ava
socio, si fam il iari zzava
con i professori, si faceva
sport, si pregava ...
fil
llmJiff/1.im;
gJlJJilW
Mensile di in formazione
e cul tura re ligiosa edito
dalla Congregaz ione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Dirello re:
G IANCAR LO MAN IER I
- cNOS/ FAP
12 Verso il pluralismo
- CASA NOSTRA 1
16 Versiglia e Caravario
- CASA NOSTRA 2
18 Versiglia e Caravario
- INSERTO
23 Il santuario di Pompei
- FMA
28 Excellent sisters
- ONLINE
32 Tra romeni e gitani
di Dario Nico /i
di Ca rlo Soco l
di M iro Sa ntiago
di Nata le Ma ffioli
di M aria A nto nia Chine/lo
di Gianca rlo Manieri
- RUBRICHE
2 Il Rettor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel
mondo - 11 Osservatorio - 14 Box - 15 Zoom - 20 Cultura Salesiana - 22 Lettera ai
giovani - 27 Il doctor ]. - 30 Libri - 34 Come Don Bosco - 36 Spiritualità Salesiana
- 37 Laetare et benefacere... - 38 Giubileo - 40 I nostri morti - 41 // Mese - 42 Prima
pagina - 43 M. D. Mazzarello a fumetti - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Anton ia Chinello •
Nadia Ciambrignoni • Giancarlo De Nicolò Franco Lever
· Natale Maffioli · Francesco Motto Vito Orlando
Collaboratori: Teresia Bosco • Angelo Botta -
Severino Cagnin - Ernesto Gattoni -
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti -
Bruno Ferrero - Sergio Giordani - Bruna Grassini
Jean-Franço is Meurs - Giuseppe Morante -
Marianna Pacucci - Fabio Sandroni -
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Registrazione : Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffus ione: Giuseppe Corò (Roma)
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intestato a Direzione Generale
Direttore Responsabile : Antonio Martinelli
Opere Don Bosco, Roma.
IJS OTTOBRE 2000

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di Carlo Di Cieco
AIUTARE A MORIRE
Non fa più scandalo che in Italia, secondo l'lstat, siano 700 l'anno
i giovani che si ammazzano, senza contare i 1200 che mettono
fine a se stessi per droga (quanto consapevolmente?).
Si preferisce coprire con un pietoso velo le tante vittime
quotidiane di pedofilia, incesto e stupro colpite nell'infanzia
e nell'adolescenza. Sono molto più numerose di quanti si danno
ela morte da sé.
rescono le probabilità di morte
per i giovani maschi tra i 25 e
34 anni , specialmente per
overdose e incidenti stradali . Ma la
vera novità collettiva nella cultura
sociale della morte che ha fatto
irruzione sulle cronache , segnando
un punto di svolta, è stata la scelta
consapevole della "morte dolce" da
parte di un giovane di 27 anni,
laureato in filosofia, leader del suo
gruppo. Prima culturista e poi malato
di cuore , Stefano ha chiesto a uno
dei suoi amici di aiutarlo a morire
con l'insulina.
Una vicenda che ha accelerato il
dibattito sull 'eutanasia. Finora
destinata e pensata per anziani
residui o per donne e uomini in
coma vegetativo , l'eutanasia diventa
ufficialmente una possibile opzione
anche giovanile, accanto al suicidio.
Non è stato casuale che il gesto
(liberatorio o disperato?) di Stefano
sia comparso sulla stampa negli
stessi giorni in cui il ministro della
sanità, autorevole medico per le
terapie anticancro, definiva
l'eutanasia in qualche caso come
gesto di carità. L'immancabile
sondaggio Datamedia si affrettava,
inoltre, a rivelare che 7 italiani su 1O
si dichiarano d'accordo con il padre
di una ragazza in coma da 8 anni
che chiede di staccare la spina e la
Consulta Bioetica di Milano propone
una tessera per lasciarsi morire.
Sale insomma la febbre per la
legalizzazione e la regolamentazione
dell 'eutanasia. Il suo impatto
procede come un fiume carsico nella
pubblica opinione : scompare per
lungo periodo e poi ricompare con
fragore . La sua domanda non si
vede , ma c'è. E porta con sé almeno
qualche domanda che genitori o
educatori di ogni specie si
dovrebbero porre insieme agli stessi
giovani. Sono domande senza età
che ci accomunano e che tutti noi , in
un modo o nell 'altro, spesso o
qualche volta vorremmo risolvere. E
per le quali i giovani attendono dagli
adulti qualche spiraglio nella loro
ricerca di senso. Che cosa possiamo
sperare? A chi ci si può affidare?
Quanto e come vale la pena di
vivere? Da dove prendere le energie
per vivere ancora? Viviamo come
diciamo che bisognerebbe vivere?
Domande che ritrovano forza
speciale in presenza di un dibattito
pubblico sull'eutanasia. Un confronto
di alto profilo, anche in questioni
scabrose, sulle quali non tutti
ragionano o possono ragionare da
cristiani, sfumerebbe l'importanza del ,
ricorso a leggi dello Stato quali
garanzia della coscienza. I-a legge
sarebbe invece considerata solo
come regola minima di convivenza
che non dispensa dalla fatica etica di "'"
cercare risposte a domande
tl'fullli:':J"l.-
esistenziali .
Affacciarsi a questi interrogativi e
metterli in circolo anche nei momenti
formativi significa affacciarsi sulle
porte del mistero della vita, dove
sarebbe ragionevole cercare e
ascoltarsi, senza alterigia alcuna.
Prima di lacerarsi sul fare o non
fare una legge per regolare
l'eutanasia, gli educatori dovrebbe
riflettere sul perché oggi si proti ·
domanda di eutanasia che prima non
c'era o non risuonava pubblicamente
tanto forte, e, soprattutto , non lambiva
i giovani. E sbrigativo, per i cristiani,
liquidare tutto col dire che, nella
società, si è perso il senso di Dio.
Il rischio è quello di banalizzare @io,
trascinandolo in ogni nostra disputa
ideologica. Egli resta un grande
interrogatiyo per tutti : credenti e non
credenti. E libero come lo Spirito
tutti cerchiamo . E la sua Parola n n
è garantita da leggi umane, è
efficace anche quando la si chiude
dietro le sbarre. Coloro che
l'accolgono, decidono di cambiare
vita, senza il ricorso a leggi
coercitive.
OTTOBRE 2000 BS

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1.6 Page 6

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~ ,.'USOignMor OdireOttoIrLe,C"ApiNù Eco?-
solo quello che cerca . L' uo-
mo no , è un'altra storia ben
ne" Rita Levi Monta/cini di -
ce che l'uomo in certe sue
nosco gli uomini e più mi af- più complicata e avvincente... espressioni è rimasto il ca-
fe ziono ai can i". Ho sentito a Chi odia gli uomini e ama i vernicolo che fii! Tu sei uno
scuola questa frase dalla mia cani , meriterebbe di essere di quelli che lotta da una vita
professoressa, molto anjma li - ciò che ama: è affetto da pe- perché il "ca vernicolo" pos-
sta, e l'ho fatta mia. Vogli o ricolose tendenze antisociali. sa .finalmente tirarsi .fi1ori
dire che sono de ll o stesso pa- Purtroppo c'è chi sarebbe di- dal/' antro. lo , come posso, ti
rere. Meglio i cani. Io adoro sposto ad ammazzare un do una mano usando il mezzo
la mia cagnolina Camill a. Il uomo piuttosto che un cane, che mi hanno messo a dispo-
~ Jl!7 I cane è fedele e l'uomo no. Il
cane è paziente e l' uomo no,
il cane è ubbidiente e l'uomo
no[... ]
ma questa è una aberrazione.
Prima che il compito di di-
fendere i cani abbiamo quel-
lo di educare gli uomini. Ma-
dame de Sévigné, che ha
Lucia , prima media scritto la .fi'ase citata da lla
il cane è cane e l'uomo... tua professoressa, deve aver-
no 1 Cara piccola Lucia, chie- lo fatto in un momento in
diti perché il cane è fedel e, cui... aveva le tra veggole! Ciò
sizione.. . Preghiamo, tutti e
due, che alla fine siamo riu-
sciti ad acquistare qualche
merito. Tu certo sl, io ... spero!
HIESE COME COR-
PI? Signo r diJ·ettore,
[: ..] Ho non pochi dubbi: che
Disegno di Francesco
di Giorgio Martini
raffigurante
un'interpretazione
antropomorfica
di chiesa composita.
pensaci su a mente fredda, e non toglie che il cane sia cosa sono per esempio queste
non potrai fare a meno di ri- creatura di Dio e come tale enorm i chiese, queste magni- gittologo Schwalle ha scoper-
spondere che il cane è fedele vada trattato. Ma a ciascuno fice nze romaniche e gotiche, to, studiando il tempio di
per interesse: perché 11011 ha il suo posto: il campo al questo sfarzo infinito se non Luxor, che i suoi punti essen-
l' autonomia sufficiente per fiore, il cane all'uomo, l'uo- un insulto all a povertà dei po- ziali corrispondono allo sche-
capire le grandi "cavolate" mo a Dio!
veri diavoli, sull a pelle de i letro del corpo umano, e ha
che fa il suo padrone e gri-
qua li venivano costruite quel- parlato del tempio come di un
IJ~"~EZ~::!. dargli "imbecille!" (non par-
lo di te che non hai ancora
l' età!) . Per quanto "intelli-
gente" (e bada che le virgo-
~["E~~'.
gnore che ha scritto "i preti
lette sono importanti) il cane, vedono le cose con occhi la-
in un certo senso, sempre sce- crimosi" (BS marzo 2000),
mo è! Certo, per il padrone è che venga a fa re una vis itin a
gratificante avere qualcuno in questo angolo d'Afr ica
che... "non. pensa", e proprio dove vivo mi ssionari o. E s'ac-
per questo non gli viene mai corgerà che i preti costru isea-
in mente di contestar/o. Dun- no latrine per le scuole affo l-
que conviene lasciare le cose lati ssime; insistono che stu-
come madre natura le ha fat- denti e, badi , non/studenti le
te: l'uomo uomo e il cane ca- usino queste latrine; mob ilita-
ne! Però, voglio dirti ancora no i giovani parrocchiani à ri-
qualcosa. Con il cane l'uomo muo vere i mucchi di rifiuti
le mega lomanie? ... Che se ne
fa Dio? Che senso hanno? Non
bastavano cose più modeste,
meno... padronali, meno schiac-
cianti [...].
Una studentessa
di architettura, Roma
Beh , illustre studentessa ro-
mana, mi permetta di esterna-
re un po' di meraviglia sul
fat to che lei non conosca il si-
gn ificato del tempio . Mi s_fio-
ra il dubbio che la sua lettera
sia solo una provocazione.
Comunque provo a dire qual-
"antropocosmo". Il tempio,
scri ve J ean Brun, è una ana-
tomia pietrificata che pennet-
te di afferrare il senso ultimo
della propria condizione di
creatura. E c'è bisogno di ri-
corclarle che Gesù parlava
del tempio del su.o corp o, che
san Paolo affermava che sia-
mo tempio di Dio?
Come si può pretendere che i
sogni di salvezza cieli' uomo, i
suoi desideri piLì grandi di ri-
scatto, la sua fede in un
mondo cli senso compiuto, la
sua speranza di libertà totale,
assapora un po' di delirio di maleodoranti acc umulati ovun- cosa. Il tempio, per chi ha di felicità somma affossino in
onnipotenza. Pensa a quanto que; predicano il ri spetto per fede, è la dimora di Dio. In uno stanzone disadorno e ma-
ti dicevo prima , se un brutto la natura, l'amore per gli an i- tutti i tempi e per tutti gli uo- gari maleodorante e mortifi-
giorno (per l'uomo natural- mali , la cura de ll ' ambiente; mini è sempre stato il luogo cante? Ci sono cose che val-
mente'), il suo adoratissimo proteggono da inquiname nti de l senso, che apre gli oriz- gono ben di più della pan.eia.
barboncino l'attendesse sulla d i ogni tipo l'acq ua dei pochi zonti al/' "A ltro" e al/' "altro- Le consiglio uno studio di
porta di casa e, appena lo pozzi fatti costruire proprio da ve··, il luogo di un nuovo orien- Francesco di Giorgio Martini
vede, gli desse del buffone, gli loro, ecc. ecc. Se questo è tamento... C'è di più. Pensi ai raffigurante /' inte1pretazio -
abbaiasse tutto il suo disprez- guardare la realtà con occhi la- templi greci, a quelli buddisti ne antropologica del tempio
zo per le incoerenze, le i11fe- crimosi, allora ha ragione lui ! o indù, pensi alle pagode , alle (vedi disegno) . E le ripeto
deltà, i raggiri che lui, il pa- Certo i trafficanti di diamanti moschee, alle sinagoghe; che il tempio, con quella sua
drone, mette in opera gior- e di a1m i che hanno stu prato pensi addirittura ai menir pa- imponenza che troneggia le
nalmente.. Vo rrei vedere al- questa disgraziata nazione fiJ10 leolitici. Crede che l'uomo case, ricorda che il destino di
lora se il sentimento verso il all ' inverosimile non si preoc- primitivo s'accontentasse del- questo nostro corpo è diverso.
suo cane sarà ancora di .. . cupano di queste litanie...
la sua grotta? Sbagliato! L' an- Il tempio è la speranza del-
a do razion e!
Il cane, cara Lucia , se èfede-
Don Alberto, Sierra Leone
tenato del tempio è il menir,
quelle enormi pietre aguzze,
/' uomo pietrificata, la sua .fede
resa visibile, che esorta il pic-
/e e si sacrifica per il padro- Caro don Alberto, il vezzo puntate come .fi'ecce verso il colo uomo di tutti i giorni a
ne, lo fa perché ha il suo bel del/' Homo selvatic us ce I' ab- cielo, quasi a volerlo bucare, elevarsi sopra le sue miserie
tornaconto: trova gratis cibo, biamo dentro ab immemora- per svelarne il mistero e arri- per camminare verso la dimo-
tetto e coccole: il che è tuffo bi li cioè da sempre.
vare al Mistero del tutto , a ra defin itiva , il tempio santo
ciò di cui ha bisogno, tutto e Nel/' "Elogio del/' impe1.fe:io- Dio . E c' è a1Jcora di pitì. L' e- di Dio!
OTTOBRE 2000 IJS

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Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
!"---------------1nute in redazione . Ce ne
scusiamo. Provvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
. ,.,.,NA CURIOSITÀ. Vo- no anche salvare la vita oscu- nalità è "umana" e l' uomo
i.!,/glia, caro direttore, to- ra di tutte le mamme che han- non è un dio: pretendere l' on-
gliermi una curiosità che io no speso ogni minuto per i fi- niscienza vuol dire pretende-
credo legittima. Se non lo è
me lo dica lei. Non le sembra
che la fede, nell 'era della ro-
botica informatica, sia propria
delle anime deboli che hanno
bisogno di sostegni alla loro
"leggerezza" (le virgolette so-
no mie n.d.r.) e labilità men-
tale e cercano rifugio in un al
di là.. . di là da venire? ...
gli e la casa o di quei papà che
hanno dato la vita per la fa-
miglia e il lavoro senza altra
ricompensa. Insomma di tutti
gli anonimi che nessun.o sa
che sono esistiti e nessuno ri-
corderà mai, dei miliardi di
persone senza nome che sono
passate scivolando sulla pol-
vere della storia e sono scom-
parse nel nulla senza ritorno.
re di essere Dio! Un po' trop-
po, non le pare? Insomma lei
tenta di razionalizzare l' irra-
zionalizzabile per definizione,
di sondare l'insondabile, di
ridurre il mistero più. grande
del/' universo alle dimensioni
di un problemino di matema-
tica per ragazzini di li ele-
mentare. Lasci il divino alla
f ede e l'umano alla ragione.
Giacomo, Osimo
Sparire nel vuoto è come non
essere. Le anime grandi non
La ragione dice che Gesù. fu.
un grane/' uomo, la f ede dice
No , credo esattamente il con- si rassegnano a questo dram - che fii. molto di più. Lei non è
trario. Credo cioè che crede- ma immane, a questa iattura chiamata a credere in Gesù :
re (m i perdonerà il bisticcio) infinita; e credono in qualco- ormai la storia se n'è impos-
sia proprio delle anime gran- sa, anzi in "Qualcuno" che sessata e non è più oggetto di
di , di quegli uomini cui non
basta la terra intera , tanto il
loro animo è grande, di quelli
che non si rassegnano a esse-
re "niente" e a morire senza
speranze, di quelli che voglio-
no salvare le lacrime, i sorri-
si gratuiti, gli atti di eroismo,
il sangue sparso per cause
nobili, e di quelli che voglio-
raccolga tutto e tutto valoriz-
zi, Qualcuno che assicuri che
non siamo nati per caso e
morti invano , che la vita fa
parte di un progetto che
supera i confini individuali.
Questi, caro Giacomo, non
sono pensieri meschini da
persone mentalmente labili.
Tutt'altro!
f ede: l'evidenza non si crede,
si constata. Lei però è chia-
mata a credere in Cristo, e
questo, ripeto, al di là della
ragione, ovviamente, se no
siamo daccapo.
Se poi alcune verità fossero
"storielle (inventate) per te-
nere insieme i fatti", sarebbe-
ro proprio male inventate: è
stupido costruirsi una dottri-
APPELLI
Cerco disperatamente tes-
sere dell 'Azione Cattolica
degli anni passati... Inoltre
cerco immagini sacre e car-
toline di ogni genere. Enzo
Ancona, 2° trav. Lama di
Pampini, 9 - 70017 PUTI-
GNANO (BA).
Desidero scambiare santi-
ni e cartoline di tutto il
mondo. Faccio la raccolta
da 15 anni.
Col. Sai. Marino Libera-
to, via Molini Idraulici,
10 - 80058 TORRE AN-
NUNZIATA (NA).
Desidero fare nuovi ami-
ci... Poco importa l'età. Se
sc1ivete risponderò. Renzo
Querin, Via Cottolengo,
14 - 10152 TORINO.
na così stramba che, oltretut-
l'!JATTOUCA CON DUB- to, ha portato quasi tutti gli
""'81. Egregio direttore, so- autori al patibolo. Proprio
no cattolica, praticante ma pre- per il fatto che è razionale,
sa da tanti dubbi . Le verità di
fede, se si considerano razio-
nalmente mi sembrano storiel-
le escogitate per tenere insie-
me i fatti. E questo Dio mise-
ricordioso che punisce la di-
sobbedienza dei progenitori
condannando per sempre l' u-
manità a una esistenza penosa
e alla morte [...], che permette
l'uomo, anche quando inven-
ta , sa darsi una regolata . È
da scemi inventare di un Dio
crocifisso con una risurrezio-
ne così poco eclatante. E poi,
signora, una "storiella" del
genere non tiene insieme
nulla, al contrario: essendo
ben poco razionale, dovrebbe
sfasciare tutto .
E anche vero peraltro che il
sciagure immani [...] Tutto ciò desiderio del/' uomo di voler
mi turba, eppure sento anche farsi dio non è storiella ma
un bisogno grande di spiritua- storia sacrosanta di sempre, è
li t à [ ... ]
lo sforzo quotidiano di ogni
M. Contani uomo. Questa sete mai sazia
di soldi, potere, successo cos'è
Meno male che ha dei dubbi, in ultima analisi se non in-
signora! Vuol dire che starà quietudine profonda, e conato
allerta! Il dubbio non distrug- mai domo di fars i dio ? Lei
ge la fede, al contrario può stessa con.elude con una affer-
Nella mia parrocchia ogni
anni viene organizzata una
mostra di santini . Sono col-
lezionista, vorrei scambiar-
ne. Visani Elena, via
Sforza, 11 - 48010 COTI-
GNOLA (RA).
nutrirla: costringe a riflette-
re, cercare, approfondire. Si-
gnora, le verità di fede sono,
appunto, di f ede, cioè non
soggette alla ramazza/spazza-
tutto razionale. La fede non
va contro la ragione, sempli-
cemente la supera . La razio-
mazione stupenda: "... eppure
sento anche un bisogno gran-
de di spiritualità", perché
dentro di noi, signora, è radi-
cata la nostalgia della Sor-
gente: venuti da Dio il nostro
intimo inquieto fin ché non
l'ha trovato".
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656 .12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS OTTOBRE 2000

1.8 Page 8

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NEL MONDO
BARRO DO
GARçAS, MATO
GROSSO
LA MADONNA
DI DON BOSCO
ROMA, COLOSSEO
I MARTIRI
DEL XX SECOLO
Una grande croce in legno in-
cornici ata da un velluto rosso
ha campeggiato in una delle
più suggestive cerimonie del-
!'anno giubil are. All ' interno
del Colosseo Giovann i Paolo
II ha pres ieduto il 7 maggio la
commemorazione dei martiri
del XX seco lo. Non so lo i
martiri cattolici, bensì quelli
di tutte le confessioni religio-
se cristi ane. Toccanti sono sta-
te durante la manifestazione
celebrativa alc une testimo-
nianze, come quelle sui campi
di concentramento, sui gulag,
sugli efferati delitti dettati dal-
!'odio etnico-reli gioso, o quel-
li sulle fabbriche-prigioni che
pretendevano turn i di 18 ore
al giorno.
La grande croce usata per la
straord inaria manifestazione è
quell a che si trova nell a casa
ispettoriale salesiana di Praga,
opera di una giovane pittrice
ortodossa bul gara, Tzvetomi-
ra Tzvetkova, che con i suoi
suggestivi dipi nti , è riuscita a
esprimere la sostanziale uni
che lega la spiritualità occi-
dentale a quella orientale, pre-
fig uraz ione dell ' uni ca Chiesa
di Cri sto.
Più di 7000 fedeli , devoti di
Maria Ausili atrice, hanno as-
sistito commoss i e partecipi
ali ' inaugurazione, da parte
del sindaco Wanderley Fa-
rias, dell a piazza dedi cata alla
Madon na, e all a ce lebrazione
della messa durante la quale il
vescovo diocesano, monsignor
-
Antonio Sarto, ha benedetto
la statua della Vergine. Im po-
nente l' opera in cemento ar-
mato, alta ben sette metri , vi-
vacemente co lorata, che ritrae
la Santa Madre con in braccio
Gesù Bamb ino. Di segnata ed
eseguita da Louracy No leto,
artista e scul to re di Go iana, la
statua è posta al centro della
piazza anti stante la Parroc-
chia omonima, punto di ritro-
vo e di incontro dei parroc-
chi ani che si rivo lgono alla
santa immagine.
L'AQUILA, ITALIA
SORERMINIO
Un fazzo lettone blu con bor-
do rosso è il segno di stintivo
di appartenenza ali 'A.S.C.I.,
il gru ppo fo ndato nel 1945 da
Erminio Iacobacci. E a 55 an-
ni di di stanza i suoi ex scout
inaugurano un parco intitolato
a quel sor Erminio che a loro
ha ded icato l'esistenza. Non
era un professore o un vendi-
tore di teorem i e di principi ,
era so lo il buon educatore,
che sapeva adattarsi al carat-
tere di ognuno e a tutte le età.
Il suo aspetto, la sua maniera
semplice ma inci siva di parla-
re, la sua umiltà di uomo ric-
co di umanità e di sponibilità
contribuivano a sv iluppare un
carisma che attirava tutti co-
loro che lo circondava no.
Nacque in lui la consapevo-
lezza dell a compatibi lità tra il
metodo educativo di Don Bo-
sco e quell o di Baden Powell ,
il fondatore de l mov imento
scout. Allora decise di servir-
si dell a grande forza coinvol-
gente dell o scoutismo per
educare, come voleva Don Bo-
sco, i giovani a essere buoni
cristiani e onesti cittad ini. Ci
è riusc ito se i suoi ex ragazzi
ancora oggi affermano: " la fi -
gura di questo grande sales ia-
no ha segnato la nostra vita
in maniera incisiva e ha con-
qu istato le nostre anime per
fa rci conoscere iI messagg io
divino " .
OTTOBRE 2000 BS
MILLE IMMAGINI PER...
Sussidio grafico per la rea-
lizzazione di stampati reli-
g,os, e didattici.
Ecco un bel sussidio della
ELLEDICI con 1000 imma-
gini in bianco/nero e a colo-
n, per realizzare cartelloni
_manife~ti_, l~candine , fogl1
1nformat1v1, depliant, ecc.
Uno strumento utile all'ora-
torio, in parrocchia, nel col-
legio, a scuola, per catechi-
sti , insegnanti, parroci, ani-
matori .. .
11 cd-rom permette il colle-
ga mento diretto con la
ho_me ~age dell'editrice, la
cu, Uri e www.elledici.org .

1.9 Page 9

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a cura di Serafina Barbati
,,
\\
NUMISMATICA
~
~~ ~ PER IL GIUBILEO
À~
a cura di Roberto Saccarello
~
e~,--!. .;;:-,'
RAVENNA, ITALIA
CD SUL GIUBILEO
No n hanno vinto, il loro iper-
testo non è stato premiato tra
i migliori dieci, ma l' impor-
tante è stato senz'altro parte-
cipare ed essere presce lti tra i
tanti concorrenti . Il li ceo c las-
sico di Ravenna è stato infatti
selez ionato per le fas i fina li
de l concorso nazionale "Stu-
de nti esperti in computer" or-
gani zzato dall a Città de i ra-
gazzi di Rom a. Il Gi ubileo è
stato il tema del loro cd. Un
viaggio che ha permesso di
affro ntare multiformi aspetti,
dal prim o Anno Santo all 'at-
tualità, dal pellegrinaggio ne l
mondo a quello ve rso Roma e
le sue porte sante, dalla storia
all a letteratura, all e indulgen-
ze. Una esperienza molto po-
sitiva, così come positivo è
stato il confronto con altri
gruppi di studenti e il poter
vedere i lavori da loro svo lti,
lavo ri che dimostrano ricer-
che approfondite e permetto-
no un arricchimento positivo
e fruttifero.
SALERNO, ITALIA
LA SOCIETÀ
DELL'ALLEGRIA
Tre circoli interisti hanno ri-
costituito " La società dell 'al-
legria". Può suonare un po'
strano, ma si tratta di tre so-
dalizi neroazzurri campani,
que lli di Salerno, di Ottaviano
e d i Solofra, che hanno " im-
pregnato" la loro vita assoc ia-
tiva a valori qu ali 1'amicizia,
la non vio lenza, la socialità e
la soli darietà. Sono figli spi ri-
tuali di Don Bosco e in questa
ottica intendono partecipare
al Giubileo degli Sportivi che
si terrà domenica 29 ottobre a
Roma, coinvo lgendo i ben 39
Inter club della Campania. Già
durante il 15° raduno, svoltos i
a Pietralcina, luogo natale di
Padre Pio, hanno omaggiato
don Mazzi, della Fondazione
Exod us, con un gagliardetto
con l' effigie di Don Bosco, af-
fe rmando scherzosamente che
Don Bosco è un santo Inter. ..
nazionale!!
I Ecco la divisionale del 2000, XXI anno di pontificato
di papa Wojtyla , otto monete sui temi importanti
del pontificato: pace, diritti umani, famiglia,
ecologia, ecc.
ESALTAZIONE DEI DIRITTI UMANI
Nel 1985, Angelo Canevari creava una delle più
belle coniazioni vaticane, le argentee 500 lire, cele-
brative del bimillenario della Vergine, con la raffigu-
razione del Pontefice inginocchiato davanti alla Ma-
donna sullo sfondo del Calvario e della cupola di
San Pietro . Successivamente la Zecca vaticana affi-
dava allo scultore la realizzazione delle serie ordi-
narie del 1987, "Anno Mariano", del 1989 "Cristia-
nesimo e Nuova Europa" - sulle cui 1000 lire era
raffigurato il Papa nell'atto di superare il muro di
Berlino - e del 1995 "Cristianesimo e solidarietà",
con la shockante rappresentazione, sulle 200 lire,
delle siringhe dei drogati conficcate su un albero.
Ora la divisionale del 2000, composta di 8 mone-
te sui cui rovesci Canevari ha tradotto magistral-
mente i temi più salienti del messaggio papale per
la giornata della pace 1999 "Nel rispetto dei diritti
umani il messaggio della pace vera": la maternità
quale diritto alla vita (f 1O); il lavoro come diritto
alla propria realizzazione (f 20) ; la responsabilità
nei confronti di ambiente, lavoro e sviluppo (f 50);
tutti i bambini del mondo hanno diritto alla pace
(f 100); i diritti dei poveri e degli emarginati , predi-
letti da Cristo (f 200) ; il nostro tempo come tempo
di scelte e speranze (f 500); l'amore, col Cristo cro-
cifisso ai piedi del quale un uomo e una donna ten-
gono un ramoscello d'ulivo, mentre sullo sfondo un
aereo solca il cielo , a indicare la continuità del mes-
saggio cristiano (f 1000 bimetalliche) ; la libertà reli-
giosa, rappresentata come una comunità di creden-
ti , tra cui si nota anche un portatore di handicap,
riunita nella casa del Signore (f 1000 d'argento).
Sui rovesci campeggia il profilo del Pontefice, se-
gnato dall'età, ma deciso a procedere nel compi-
mento della sua missione pastorale .
Per saperne di più: "B' 0761.307124
BS OTTOBRE 2000

1.10 Page 10

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l00annifa
Troviamo nel numero di ottobre 1900
un articolo dal titolo "Le scuole salesiane
e le scuole laiche", che riporta il discorso del
dott. Carlo Fusi di Novara, in occasione
dell'inaugurazione di un monumento a una
benefattrice salesiana di quella città.
Alcune parti ci sembrano davvero una "chicca!".
È illustrato, in seconda pagina, dal disegno
che segue.
IN ITALIA
COLEGIO
DON BOSCO
NEL MONDO
Don Bosco, fine e profondo osservatore dei tempi,
gettò uno sguardo all'educazione che s'impartiva
generalmente alla gioventù e vide scuole in cui si
istruiva, forse, ma non si educava; [.. .]
Vide e ne cercò il rimedio. Dove? Nelle scuole e
negli oratori . E le scuole, gli oratori salesiani sorse-
ro come per incanto; sorsero lottando contro bruTie-
re e ostacoli, che si sarebbero detti insormontabili,
ma che erano prove pur necessarie perché ognuno
nel vederli, potesse esclamare: "Qui v'ha il Dito di
Dio!". E con quali criteri sorsero queste scuole?
Quale l'intonazione? Intonazione popolare con base
sinceramente cristiana, perché la scuola se non è
un tempio è una tana (il bold è nostro n.d.1:). [...]
E quanto all'educazione volle che il cardine, il cri-
te1io direttivo di coloro che vi erano deputati, fosse
la carità cristiana, la quale desidera che si prevenga
possibilmente il male, anziché commesso, doverlo
reprimere, mettendo in opera un 'assistenza vigilan-
te e accorta e quella dolcezza di parole e di modi ,
quella pazienza e costanza di propositi che soli val-
gono ad espugnare ed ammollire i cuori. E per
mezzo di questo sistema preventivo d'educazione,
le cui pietre fondamentali sono la ragione, la reli-
gione e l' amorevolezza, ottenne miracoli. Egli stes-
so diceva al Rattizzi, allora ministro dell'interno,
che questo metodo per novanta su cento produceva
effetti consolanti, per gli altri dieci esercitava tutta-
via un 'influenza sì benefica che li rendeva meno
capru·bi e meno pericolosi...
Tale è l'educazione salesiana: il superiore si consa-
cra tutto a quelli che deve educare, con loro vive,
con loro parla, prende interesse ai loro giochi...
nrrnRRF= ?nnn
BUENOS AIRES,
ARGENTINA
ve. Non manca la possibilità
di partecipare a gruppi quali
quello degli esploratori, com-
posto da oltre 200 soci, perfet-
UN SECOLO DI
tamente organizzati, come
ATTIVITÀ
vuole la tradizione del MES
(Movimento Esploradoril Sa-
Cento candeline per il collegio lesiano), che accoglie pre-
Don Bosco di Buenos Ajres in adolescenti, adolescenti e gio-
via Solìs 252. Uno dei primi vani che desiderano ricevere e
fondati dai missionari salesia- completare la loro formazione
ni recatisi in Argentina, gesti- umana e cristiana secondo lo
to attualmente da laici. Il col- spi1ito di Don Bosco. E non
legio offre tutte le attività pro- manca neanche la rivista inti-
prie di una struttura salesiana: tolata "Notibosco", che tiene
dai corsi tradizionali, alle atti- assolutamente aggiornati su
vità teatrali , musicali, sporti- tutte le iniziative del collegio.
PADOVA, ITALIA
ANTONIO
VA IN SCENA
Accogliendo l' invito del Pon-
tefi ce e della Conferenza
Episcopale Italiana che di re-
cente ha sottolineato l' impor-
tante legame esistente tra il
linguaggio artistico e i temi
della fede, i frati di sant' An-
tonio da Padova hanno com-
missionato un 'opera teatrale
che parli del loro Santo. "An-
tonio: un atto, venti scene" è
il titolo della sacra rappresen-
tazione, realizzata da Paolo
Pivetti che, dopo la messa in
scena padovana nel chiostro
del Beato Luca Belludi an-
nesso alla Basilica del Santo,
verrà proposta nelle piazze e
nei teatri di tutta Italia. Un la-
voro delicato e un forte mes-
saggio quello di far rivivere la
figura e l'opera di Antonio,
personaggio vivacissimo, esu-
berante che ha vissuto con
impazienza e con pienezza la
sua vocazione. Un uomo mo-
derno che ha cercato di realiz-
zare la sua vocazione combat-
tendo la sua battaglia. Figura
di grande attualità per la sta-
tura di comunicatore che, par-
tendo dalla profondissima co-
noscenza della scrittura, sep-
pe portare la buona novella
alla gente e al popolo.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Giancarlo Manieri
T re volumi per un ca-
polavoro, anzi il ca-
polavoro, l'unico ve-
ro , incred ibile capolavoro
della storia dell'universo.
Anche per quest'ultima fa-
tica Messori , il più noto e
il più letto degli scrittori
cristiani , ha dispiegato tut-
ta la passione che lo ani-
ma, la grinta che lo carat-
terizza, l'intelligenza che lo
supporta in questa appas-
sionante ricerca dei motivi
della fede . Nel lontano
1976 Ipotesi su Gesù fu
una scossa elettrica nel
mare torbido dello scetti -
cismo religioso degli "anni
di piombo": 5 edizioni quel-
l'anno, addirittura 12 l'anno
dopo ! Ebbe il merito di
agitare le acque stagnanti
dei credenti , di ridare im -
pulso e fiducia a chi sem-
brava tramortito dagli even-
ti. Riconsegnò ai credenti il
gusto di credere e agli
scettici lanciò la sfida di. ..
provare il contrario !
Nel 1992, alla società del
benessere, appiattita sui
grandi eventi epocali come
la caduta del muro di Ber-
lino, e lo sfaldamento del-
l'Unione Sovietica, la scon-
fitta delle ideologie - l'esat-
to opposto insomma di 16
anni prima - Messori , sem-
pre attento ai messaggi
"mancanti ", ricordò a cre-
denti e no , che ogni riu -
scita, ogni affermazione,
ogni vetta costano fatica,
sudore e sangue .. . e agli
euforici del cambiamento
presentò "Uno" la cui più
grande affermazione ven-
ne dalla più grande soffe-
renza. Patì sotto Ponzio
Pilato gridò agli uomini l'in-
concepibile verità che il
dolore umano non è un
nonsenso.
Vittorio Messori torna con un libro
di grande spessore. Ora ...
VITTORIO MESSORl
Dicono
cbe è risorto
Un'indagine sul sepolcroVUOlO
che vedrà conquiste inim-
maginabili in tutti i campi
del sapere scientifico e
tecnologico , ma che sarà
costretto a risolvere interro-
gativi altrettanto inimmagi-
nabili posti dall 'intelligenza
artificiale, dalla globalizza-
zione, dalla clonazione
umana, dalla conquista dei
pianeti , sempre lui , Messo-
ri , ha il coraggio - "anoma-
lo" come il suo libro - di ri -
cordare al mondo che sen-
za i supporti di alcuna tec-
nologia, di alcuna scienza,
Qualcuno che conta dicono
che sia risorto. Così riporta
al centro "l'assurdo", senza
il quale ogni fede è vuota.
LA TRILOGIA
E' COMPLETA
Ipotesi su Gesù I Patì sotto Ponzio Pilato...
Mancava l'ultimo atto del più grande,
affascinante e misterioso dramma
della storia. Gesù era stato lasciato
nel sepolcro. Ma la grande pietra che
lo bloccava è saltata via... È in libreria
il racconto/verità che completa la storia:
Dicono che è risorto.
Si arriva al vertice del mi-
stero, anzi, alla vertigine
del Mistero: la su a ultima
fatica grida all 'uomo che
Gesù nel sepolc ro non ci
sta. Ora il racconto/verità è
completo e il Maestro con
la sua forza propu lsiva ha
sradicato le porte della mor-
te senza prima aver sco-
perto nulla sulla mappa del
genoma umano. L'illustra-
zione del Bogani in coper-
tina sottol inea in maniera
magistrale la meraviglia
dei due di Emmaus che è
anche e tutt'ora la nostra
stessa meraviglia per l'in-
credibile avvenuto , che è il
fondamento della fede.
VMITETSOSORIROl
Ipot~SU
Gesu
Prefa1.ione di Lucio Lombardo Radice
In questo Anno Santo,
ultimo del XX secolo, in-
troduttivo a un millennio

2.2 Page 12

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VERSOUNSl
FORMATIVO
PLURALISTIC
di Dario Nicoli*
I ragazzi della classe
1985, che già l'anno
scorso hanno per primi
attuato la norma
(L. 9/99) che eleva
l'obbligo di istruzione
di un anno, ovvero
frequentando il primo
anno di una qualsiasi
scuola secondaria
superiore, a partire
da quest'anno rientrano
in un secondo obbligo,
quello di formazione,
che prevede la frequenza
di un percorso che
conduca a un diploma,
oppure a una qualifica
professionale.
OTTOBRE 2000 BS
Si tratta della legge 144/99 che
all'art. 18, recita: "al fine di po-
tenziare la crescita cultural e e
professionale dei giovani , ferme re-
stando le disposizioni vigenti per
quanto riguarda l'adempimento e
l' assolvimento dell'obbligo dell'i-
struzione, è progressivamente isti -
tuito , a decorrere dall 'anno I999-
2000, l'obbligo di frequenza di atti-
vità formative fino al comp imento
del diciottesimo anno di età. Tale
obbligo può essere assolto in per-
corsi anche integrati di istruzione e
formazione: nel sistema di istruzio-
ne scolastica, nel sistema della for-
mazione professionale di competen-
za regionale, nell' esercizio del/' ap-
prendistato".
asso lto col conseguimento del di-
ploma di scuola secondaria superio-
re, esso è contestuale al compimen-
to del percorso di istruzione che,
con la riforma dei cicli appena ap-
provata, conclude col diciottesimo
anno di età; nel sistema di formazio-
ne professionale viene assolto col
conseguimento di una qualifica pro-
fessionale che , nel percorso norma-
le, avviene in un biennio ovvero nel
diciassettesimo anno di età; nel ca-
nale dell 'apprendistato l'assolvi-
mento è legato alla frequenza dei
corsi di formazione di 120 ore an-
nuali.
Occorre ricordare che sono con-
sentiti passaggi da un sistema all'al-
tro, tramite il meccanismo del rico-
PERCORSI DIFFERENZIATI
L' obbligo formativo prevede dun-
que percorsi differenziati : nel siste-
ma scolastico, l' obbligo si intende

2.3 Page 13

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nascimento dei crediti fonnativi, che
a sua volta richiede una progettazio-
ne modulare basata su competenze.
Al di là del! 'espressione "obbli-
go" che andrebbe intesa più coITet-
tamente come "diritto formativo",
siamo di fronte ad un vero e proprio
salto di qualità che porta il sistema
educativo d'istruzione e formazione
italiano in condizione di coerenza
con le migliori esperienze europee.
Due sono le conseguenze di tale im-
postazione: la centralità della per-
sona che viene posta in condizione
di delineare il proprio percorso di
istruzione-formazione secondo un
progetto che prevede diverse alter-
native e che dunque aumenta l'am-
bito dei diritti personali; l' inseri-
mento nell'ordinamento italiano del
principio pluralistico e quindi del-
1'equivalenza e pari dignità del siste-
ma di fonnazione professionale ri-
spetto al sistema scolastico.
CAMBIAMENTI
IMPEGNATIVI
Sono ambedue cambiamenti molto
importanti , anche se si tratta solo di
condizioni potenziali per la cui tra-
duzione operativa occorre un impe-
gno rilevante da parte di tutti. In
particolare è necessario dare vita a
un vero e diffuso sistema di orienta-
mento che consenta a tutti i ragazzi
di diagnosticare la propria realtà,
conoscere le diverse opportunità e
definire un proprio progetto perso-
IL'articolo è illustrato da alcuni
"capolavori " eseguiti dagli allievi
del CFP (centro formazione
professionale) dell 'istituto
salesiano di Udine, e da foto di
lezioni teoriche e pratiche dello
stesso CFP.
nale. Inoltre, vanno create le condi-
zioni di interazione tra scuola, FP
ed apprendistato, per consentire
passaggi e riconoscimenti reciproci
di crediti formativi.
Infine le Regioni e le Province
autonome sono chiamate a fornire ai
cittadini un 'offerta di formazione
profess ional e valida, diffusa su tutto
il territorio , basata sui principi di
certezza e di continuità. Da questo
punto di vi.sta i comportamenti ri-
sultano molto variegati : vi è chi si è
impegnato decisamente, mentre per-
mane l 'atteggiamento attendistico di
chi sta a guardare e non comprende
ancora la portata innovativa della
nuova leg islazione.
IL PROGETTO CNOS/Fap
Si co ll oca qui la responsabilità
degli E nti gesto ri ; da parte sua, il
CNOS-Fap, (Centro nazionale opere
salesiane) ha dato vita ad un proget-
to nazionale di nuova formaz ione
iniziale, sulla base di principi di
progettazione so lidi , fondati, soste-
nibili . Il progetto ha carattere speri -
mentale. E rivolto a giovani che
hanno asso lto l'o bbligo di istruzio-
ne ma pure a chi , pur essendo sog-
getto ali ' obb li go, non frequenta o
abbandona le attività previste; è ca-
ratteri zzato in senso formativo e
non addestrativo, in modo da fa vo-
rire una piena e com pleta formazio-
ne dell a persona dotandola di una
adeguata base culturale; è finalizza-
to alla acqui sizione (tramite un per-
co rso biennale) di una qualifica pro-
fessionale spend ibile nel mercato del
lavoro secondo un approcc io pro-
gettuale per competenze; si sviluppa
tramite una programmazione modu-
lare per cicli con certificazioni e
crediti formativi utili al passaggio
all 'istruzione superiore ed all 'ap-
prendi stato; adotta una metodologia
attiv a volta a valorizzare e sv iluppa-
re esperienze concrete della vita
giovanile e del mondo lavorativo ; si
colloca entro un sistema qualità coe-
rente con la natura peculiare della
fo rmazione professionale.
Questo progetto pone al centro
della propria attività il benessere del-
la persona; per questo si è ritenuto
di offrire loro il meglio della meto-
dologia della formazione professio-
nale, affinché possano essere ade-
guatamente accompagnati nella
strada che intendono percorrere ver-
so la piena realizzazione.
Si tratta di un progetto ambizioso
che richiede un notevole impegno da
parte di tutti per rimuovere gli osta-
co li alla sua realizzazione, e per di-
mostrare concretamente che è realiz-
zare un 'offerta orientativa e formati-
va di qualità.
''D ocente Università Cattolica del S. Cuore
BS OTTOBRE 2000

2.4 Page 14

▲back to top
BREVISSIME DAL MONDO
VATICANO. Un altro dei importanti dati sulla vita
gesti sorprendenti di papa della Chiesa: l'aumento co-
Wojtyla in quest'anno giubi- stante e più rilevante dei
lare è stato il dono al Patriar- diaconi, dei missionari
cato ortodosso della Russia laici , dei catechisti. Viene
di un luogo di culto a Roma. precisata altresì la distribu-
Si tratta della chiesa di San zione dei cattolici nei vari
Basilio (XVII sec.), in pieno continenti e il numero di
centro storico, nei pressi di nazioni con cui la Santa
piazza Barberini, vicino al- Sede ha relazioni diplomati-
i'ambasciata USA. Un gesto che: ben 172.
ecumenico molto apprezzato
dal Patriarca di Mosca.
BETLEMME. Yasser Ara-
fat, Presidente dell'Autorità
VATICANO. Nell'ultimo Palestinese, presiederà il 25
Sinodo per l' Europa uno ottobre il Comitato d'onore
scritto di Romano Proru ha di mille parlamentari di tut-
raggiunto i vescovi . Il presi- to il mondo che comince-
dente della Commissione ranno a Betlemme un pelle-
europea si augurava una grinaggio giubilare sulle
"Europa dei valori ", citando orme di san Paolo, che ter-
la dignità della persona, la minerà a Roma il 4 novem-
qualità della vita, la libertà bre. La presenza di tanti
di pensiero, di parola e di parlamentari in Palestina,
fede, la tutela di individui e secondo Arafat, potrà servi-
gruppi, soprattutto i più de- re a promuovere il processo
boli, il lavoro come bene di pace in Medio Oriente.
sociale, e concludendo che
"l'Europa non è concepibile MADRID (SPAGNA). Ha
se si dimentica la sua radice riscosso molto successo la
cristiana".
"Mostra itinerante" organiz-
zata dalla Procura salesiana
CITIÀ DEL VATICANO. di Mad1id che illustrava le
È in aumento il numero dei missioni salesiane sparse nel
sacerdoti nel mondo. Lo ri- mondo, il lavoro dei missio-
leva una statistica vaticana nari, gli usi e costumi degli
del!' anno 2000, presentata da indigeni e i lavori dell' arti.-
Giovanni Paolo II. Il volume gianato locale, soprattutto
permette di conoscere altri quello dell'America latina.
ROMA, PISANA
UN GIUBILEO UN PO'
PARTICOLARE
Sono giunti alla Casa Genera-
lizia il 7 giugno. Si è trattato
di una comitiva alquanto spe-
ciale composta da 27 ciclisti
appartenenti al Movimento
operaio cattolico (KWB) del
Belgio. Partiti il 28 maggio
da Lovanio, hanno percorso
1891 chilometri in 11 tappe.
Una media di tutto rispetto,
180 chilometri al giorno, con-
siderando soprattutto la non
verdissima età di molti parte-
cipanti. La loro impresa ha
voluto essere un pellegrinag-
gio in occasione del Giubileo.
Per non perdere la sacralità
del viaggio, le loro soste sono
state effettuate solo in con-
venti o monasteri e, giunti a
Roma, hanno attraversato la
porta santa delle quattro ba-
siliche giubilari maggiori. Il
ritorno dell'allegra com-
briccola è stato effettuato in
aereo ... anche per quanto ri-
guarda la bici l'overdose fa
male!
OTTOBRE 2000 BS
PARAGUAY
FILATELIA
Il centemuio dell'arrivo delle
prime suore salesiane in terra
di Paraguay è stato celebrato
dalle Poste nazionali con l'e-
missione di due bei francobol-
li commemorativi. In uno è
stato riprodotto il Collegio di
Maria Ausiliatrice, patrimonio
nazionale in quanto sede di
fonnazione di alunni di tutte le
condizioni sociali. Le Figlie di
Maria Ausiliatrice arrivarono
in Paraguay il 30 aprile del
1900, e si dedicarono eminen-
temente ali' educazione delle
ragazze in varie parti della na-
zione. Attualmente si contano
nel Paese 15 case e 99 sorelle
che si adoperano per fornire ai
giovani un 'educazione che
segua i principi cristiani, ma
offra soprattutto la possibilità
di apprendere i nuovi strumen-
ti tecnologici. E sono proprio
loro, le suore e le loro alunne,
il soggetto del secondo franco-
bollo commemorativo.

2.5 Page 15

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LUBUMBASHI,
REPUBBLICA DEMO-
CRATICA DEL CONGO
"Riempite d'acqua le gia-
re" è il titolo del recital con
cui i giovani della casa di
formazione spirituale e
culturale di Safina hanno
festeggiato la visita del
Rettor Maggiore, don Vec-
chi. Significativo il mes-
saggio presente nell'ope-
ra: la vita non è un cammi-
no facile , ma esiste sem-
pre la possibilità di cam-
biare l'acqua in vino,
soprattutto quando la si
vive sotto lo sguardo e la
benedizione di Dio .
ALCALÀ, SPAGNA
Simpatica "rappresenta-
zione" quella portata
avanti dai ragazzi del
Centro giovanile di Alcalà
che hanno voluto ripropor-
re , attualizzandola , una
foto che ricorda la visita di
Don Bosco a Barcellona.
Da consumati attori hanno
ricostruito con puntigliosa
precisione le posizioni dei
vari personaggi tra cui
spiccano il vescovo della
città, Don Bosco , imper-
sonato per l'occasione dal
superiore regionale del-
l'Europa dell 'ovest don
Filiberto Rodriguez.
KINSHASA, CONGO
Anche Kinshasa ha una
sua Cité des jeunes. E
don Vecchi l'ha visitata
indossando una variopinta
tunica con le effigi di don
Giovanni Bosco tra canti ,
danze e tipiche cerimonie
africane che sono andate
avanti per ore e ore.
L'opera è imponente :
comprende la parrocchia,
il centro giovanile , la
scuola professionale , la
casa di accoglienza de i
ragazzi a rischio e l'orato-
rio . Una grande opera che
fa onore al suo nome.
GIAPPONE
Don Francis Xavier Mi -
zobe Osamu , salesiano ,
ex ispettore del Giap-
pone, è stato nominato da
Giovanni Paolo Il vescovo
di Sendai. Nato in Corea
del Nord, è giunto giova-
ne in Giappone dove ha
seguito la vocazione sale-
siana, completato gli studi
filosofici e fatto i voti per-
petui. In Italia ha studiato
teologia a Torino e ha
seguito i corsi per la licen-
za in storia ecclesiastica
a Roma , presso la Pon-
tifici a Università Gre-
goriana.
LUBUMBASHI, REPUB-
BLICA DEMOCRATICA
DEL CONGO
Una scuola professionale
. agricola , un grande cen-
tro giovanile e 40 ettari di
terreno agricolo, con frut-
teti e peschiere , costitui-
scono la Cité des jeunes
di Lubumbashi . Il centro
cerca di recuperare ragaz-
zi a rischio e giovani sen-
za lavoro e ne accoglie
oggi più di 4000 . La scuo-
la si propone di formare i
giovani alla coltivazione
della frutta, alla pesca e
nello stesso tempo li impe-
gna nella vendita dei pro-
dotti raccolti , per finanzia-
re le attività della scuola.
BRASILE
Auguri al direttore del
Bollettino salesiano , no-
minato vescovo di Corum-
bà! Il Brasile ha così un
altro vescovo salesiano,
il venticinquesimo . Don
Milton Antonio dos Santos
opera efficacemente nel
campo della comunicazio-
ne sociale sin dal 1996,
quando ha assunto la
responsabilità dell'editrice
salesiana Don Bosco e
del Bollettino salesiano
del Brasi le.
Nello stesso periodo è
stato Presidente del pro-
vider di Internet Cidade-
net e, sempre con l'editri-
ce salesiana, ha pubblica-
to ben quattro libri.
BS OTTOBRE 2000

2.6 Page 16

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Due missionari salesiani si aggiungono alla interminabile lista
PUNTI LUCE
di Carlo Socol
DI DUE VITE PARALLELE
Cinque pallottole,
con un colpo di grazia
alla nuca. Il "lavoro"
affidato a due del
mestiere, soldati
sbandati del generale
ribelle - a detta di taluni
bolscevico - Cheung Fat-
kwai. Li legarono come
si usava legare i
criminali. Prima f inirono
il cinquantaseienne
vescovo Luigi Versiglia,
poi il suo giovane
compagno, il sacerdote
Callisto Caravario, 27
anni non ancora
compiuti.
Monsignor Versiglia composto nella bara dopo il ritrovamento.
La morte dei martiri non ha
niente del "glamour" che cir-
conda gli eroi di celluloide.
Tutt 'altro! Ma se il modo con cui i
due protomartiri salesiani incontra-
rono la morte è ignobile, nobilissi-
mi furono il sacrificio e la scelta di
dare la vita per evitare a tre giovani
donne una sorte inumana e umi -
liante: essere vendute al miglior of-
ferente.
OTTOBRE 2000 BS
SACRIFICIO SUPREMO
Le fo nti antiche ci descri vono il
martire come uno che non cerca il
pericolo, anzi finché è possibile lo
ev ita, e non crede di disonorarsi se
usa tutte le ri sorse per evitare la
morte. I nostri cercarono di ragiona-
re, di usare le belle maniere, persino
di offrire qualsiasi somma pu r di
salvare le giovani: "Signore, tu
quanto danaro vuoi? - domandò
don Carav ario a uno dei ladri poco
prima di essere condotto nella bo-
scagli a e ammazzato - No i siamo
della Missione Cattolica e non vo-
gliamo che conduciate via le nostre
alunne. Se volete danaro, io scri-
verò a Shiu-chow e ne avrete quan-
to volete". Ma quando il prezzo ri-
chiesto fu una besti ale scarica di
colpi di bastone e calci di fucile,
La barca dell 'ultimo viaggio,
con la proprietaria.

2.7 Page 17

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dei martiri del XX secolo.
essi non s1 tifarono indietro, con
slancio unanime fecero da scudo
alle ragazze. E quando gli chiesero
la vita, a un cenno si inoltrarono nel
fitto del bosco di bambù, sapendo di
andare a morire.
"lo sono vecchio, ammazzatemi
pure! Ma lui è giovane: risparn}ia-
telo!". Alcuni curiosi dei casolari
vicini udirono il Vescovo rivolgere
ai pirati, inutilmente, quest'ultima
supplica. Dieci minuti dopo i due
esecutori riferirono al capo di averne
prima colpito uno - probabilmente il
Vescovo - che era caduto senza che
l'altro l'avesse neppure guardato;
poi avevano ucciso il secondo.
NON ERANI GIUNTI
IMPREPARATI
A quel sacrificio non erano giunti
impreparati. Dio i suoi testimoni se
li sceglie alla lontana e li prepara un
po' alla volta. Versiglia da giovane
era stato piuttosto riluttante. Non
aveva nessunissima intenzione di
farsi prete. A Valdocco entrò solo
quando qualcuno gli disse che
preti non si diventava. Più volte fu
sul punto di piantare tutto e andar-
sene. Conobbe Don Bosco e fu
dopo la morte di questi che, nel ve-
dere la partenza di don Valentino
Cassini per l'Argentina, sentì nasce-
re forte il desiderio di farsi missio-
nario. Essere missionari vuol dire
lasciarsi prendere per mano. Da
Dio. Cosa non facile. Nel 1903,
quando era già direttore a Genzano,
don Rua gli propose di partire per le
missioni; lui presentò tutte le sue
difficoltà, e non se ne fece niente.
Due anni dopo fu riproposto come
guida del primo gruppo di missio-
nari destinati a Macao, come sosti-
tuto del confratello scelto come
primo candidato. Stavolta accettò. I
primi quattro anni a Macao, diretto-
re di un piccolo 01fanotrofio dipen-
dente dal Vescovo, furono difficili e
sofferti. Un po' di colpa era anche
sua, un tantino focoso e non del
tutto familiare con la legislazione
portoghese. Nel 1910 dovettero ab-
bandonare la colonia per le pressio-
ni dei rivoluzionari repubblicani.
Don Luigi sotto sotto era contento
di abbandonare quel " buco" senza
prospettive di futuro.
Vi ritornò dopo due anni e diverse
peripezie. Sognava per la congrega-
zione una missione tutta sua nel
Guangdong, non però nella parte
nord, montagnosa e mal serv ita
dalle comunicazioni. Gli capitò pro-
prio quella. La gioia fu grande quan-
do, nel 1917, poté annunciare che il
sogno di Don Bosco cominciava ad
avverarsi. Lui però era ben lungi
dall'immaginare che ne sarebbe di-
ventato il primo Vicario Apostolico.
Voleva essere un missionario e
basta. E missionario fu: a piedi, a
cavallo, in barca, in portantina, in
moto... Pianificò, costruì, provvide
ai poveri, affrontò emergenze, for-
mò il personale...
mancarono difficoltà e malin-
tesi: con qualche missionario reduce
dalla grande guerra; con l'ispettore
salesiano con cui spartiva la respon-
sabilità di seguire i confratelli; coi
superiori di Torino che non capiva-
no che la Cina non era la Patagonia.
Tutto questo lo maturò. Capì che bi-
sognava mettersi nelle mani del Si-
gnore. "Qualsiasi possano essere i
desideri dei superiori, do la parola
che mi tro veranno arrendevole in
tutto, purché la missione si sviluppi
e le anime si salvino", scrisse a don
Rinaldi il 25 settembre 1929. Lari-
chiesta del martirio viene improvvi-
sa. La disposizione interiore ad esso
si costruisce gradualmente.
IDEALE SEMPLICE
MA EROICO
Callisto crebbe nel mondo degli
oratori torinesi. Una vocazione li-
neare, semplice, pura, nata dall'am-
biente e dall'aria che respirava. Nel
1922 incontrò monsignor Versiglia
e gli chiese di seguirlo in Cina. Rea-
lizzò il suo sogno due anni dopo.
Lasciare la famiglia gli costò assai,
ma capiva e fece capire alla mamma
di volerlo fare per un valore più
alto. Visse sempre l'ideale salesiano
dell'educare evangelizzando ed evan-
gelizzare educando, prima ali 'ospi-
zio di Shanghai, poi a Timor e infine
a Shiu-chow, innamorato della terra
a cui era destinato e del bene dei ra-
I
Il Sui Pin , affluente del Pak Kong.
Sulla sinistra il bosco dove furono
uccisi i missionari.
I La "punta d'aratro" dove avvenne
l'agguato dei pirati a monsignor
Versiglia e don Caravario.
gazzi e della gente che gli venivano
di volta in volta affidati. "Sono con-
tento di diventare cinese", scrisse
all a mamma nel 1925. Da Shanghai
i superiori lo fecero partire per l'av-
vicinarsi della guerra. Da Timor
partì quando ormai cominciava a
vedere i primi frutti del lavoro. Cal-
li sto restò sereno in ambedue i casi:
"Sia fatta la volontà del Signore!''.
Con queste disposizioni si preparò
al sacerdozio, che gli fu conferito da
monsignor Versiglia a Shiu-chow
nel maggio del 1929. La spiritualità
che maturò nel periodo formativo
gli servì per affrontare il ministero
nei pochi mesi che gli rimanevano
su questa terra: amare la gente, dare
il massimo di se stesso, essere sem-
pre pronto e ottimista anche davanti
a difficoltà e sacrifici .
Due vite così diverse, che il Si-
gnore seguì con amore di Padre e
condusse al supremo sacrificio in-
sieme. Il sangue dei martiri non è
mai versato invano.
O
BS OTTOBRE 2000

2.8 Page 18

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I due missionari salesiani, ammazzati in Cina nel 1930,
MORIRONO SOLIDALI
CON LA SOFFERENZA
DEL POPOLO CHE
AMAVANO
di Miro Santiago
Alunni di una scuola elementare,
a due passi dal luogo della tragedia.
Un vescovo,
Luigi Versiglia,
e un prete, Callisto
Caravario, morirono
testimoni del vangelo. ·
La scintilla chefece
scattare la mano omicida
è stato il tentativo
di proteggere alcune
giovani che viaggiavano
con loro. Di queste erano
gli educatori e i pastori,
e non esitarono a
"buttare la vita "per
loro. Erano convinti
che questo fosse il loro
dovere.
OTTOBRE 2000 BS
Il bosco di bambù a ciuffi dove
i due missionari sono stati trucidati.
Qualsiasi maestro o pastore
avrebbe fatto lo stesso. Die-
originante una grande violenza (I ' o-
dio di classe). In Cina veniva attua-
dero, certo, un bell 'esempio lizzata con riferimenti alla situazio-
di responsabilità professionale e apo- ne politica locale: la semi-coloni z-
stolica, e resta vero che, nel contesto zazione dell a Cina ad opera delle
dell a situazione della Cina di allora e potenze straniere. Due grandi mani-
di oggi, il loro sacrificio splende festi appes i nel 1927 a pochi metri
come una radicale profezia sociale: dalla porta della sc uola salesiana di
Possiamo provare ad accostare i fatti Shiu-chow la dicono lunga su questa
del 25 febbraio 1930 da un dopp io propaganda: Chi entra nella scuola
punto di vista: quello degli aggressori cattolica, seppellisce la sua intelli-
e quello delle due vittime.
genza . Chi frequenta la scuola cat-
tolica è un cane segugio degli stra-
nieri. L'eccidio di Li Tau Tsui si
GLI AGGRESSORI
pone allora come uno dei frutti letali
di questa campagna ideologica. Gli
Gli aggressori erano loro stessi uccisori, per quanto pirati, si senti-
vittime della capill are propaganda vano probabilmente esecutori, nel
bolscevica di odio alla religione e loro piccolo, di una nuova strategia
allo straniero, che negli anni venti di liberazione della Cina. E questo,
avvelenava la Cina del Sud. Propa- ai loro occhi, deve aver assicurato
ganda originata da una grande men- una certa legittimità al loro agire. La
zogna (la negazione dello spirito) e Cina dal 1945 non è più sotto il

2.9 Page 19

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il 1° ottobre sono stati dichiarati santi.
giogo del semi-colonialismo , ma dal
1949 è ancora sotto il giogo dell ' i-
deologia atea e materialista. La sfid a
posta da questa propaganda e dall a
risposta da darle resta intatta.
li , Padre mio, perché non si rendo -
no conto di quello che stanno .facen-
do. Parol e che rivel ano il tragico
malinteso che continua ad attraver-
sare i secoli.
TESTIMONI ESTREMI
Come abbiano reagito i martiri al-
l'attacco ispirato dal bolscevismo
dilagante è presto detto: dando il
loro sangue. Tanto basta, secondo il
vescovo Ambrogio di Mil ano: Dixi
martyrem , praedicavi satis - ho det-
to martire, ho detto tutto! - L' effi-
cacia sociale del loro sacrifi cio con-
siste proprio nel fa tto che di matti-
ri o si b·atta. Il martirio è una realtà
radi cata nel sacrifi cio del più illu-
stre martire della storia umana,
Ges ù di Nazareth . Il vocabolo vuol
dire "testimoni anza": il martire con-
segna la sua vita in nome dell a sua
fede; con il suo sangue testimonia la
sua identità profonda: essere un ' in-
carnazione viva dell'Amore. Nel ca-
so in questione, Versiglia e Carava-
rio hanno rivelato la loro complessa
identità di uomini, cristiani , religio-
si, salesiani, sacerdoti , mi ssionari.
Morendo per aver cercato di dife n-
dere altre vite, hanno testimoniato il
valore assoluto della vita, e la legge
cristiana che vi soggiace: Chi è pron-
to a perdere la propria vita, in realtà
la conserva per sempre. L'hanno
fatto in faccia al deprezzamento del-
la vita individuale operato dall a pro-
paganda atea. Morendo vittime di
una violenza ostil e ai valori religio-
si/cri stiani , hanno pagato per la loro
fede. Il martire mu ore pregand o per
i persecutori, come fece il M aestro
dall ' alto del suo patibolo: Perdo na-
IL SENSO
DEL LORO SACRIFICIO
,Versiglia e Caravario erano dei
consacrati, i loro uccisori degli sban-
dati. Consacrazione vuol dire orien-
tamento sicuro a Dio, mentre il ma-
teriali smo causa sbandamenti di sa-
strosi (la Rivoluzione Culturale ha
fatto più danni che altro! ). Con la
povertà accettata per il vangelo, la
casti vi ssuta e difesa per essere
degni di altri lidi, ]'obbedienza at-
tuata per mettersi a disposizione di
chi ne ha bisogno , i martiri traccia-
no le linee di una radicale riforma
della società che poggia su tre pila-
stri: solidarietà, fedeltà, servi zio.
Versiglia e Caravario, salesiani, de-
di cati all a missione giovanile, col
loro sacrificio additano l'atteggia-
mento verso le nuove generazioni :
rispetto, non manipolazione. Hanno
imitato Don Bosco, donando "fin
l'ultimo respiro" . La vulnerabilità
dei giov ani esige questo dono tota-
le. Don Carlo Braga, mi ss ionario in
Cina ass ieme ai due martiri, ha
scritto: Era costume nella Missione
di accompagnare sempre ragazzi e
ragazze per difenderli da possibili
aggressioni. La propaganda atea ha
svilito la mi ss ione educati va nell a
Cina contemporanea. TI martiri o in-
vece ha rivelato l' incomparabil e
grandezza di questa miss ione, met-
tendone in luce l 'eroicità.
IApiao, il ragazzo che era nella
barca dei missionari assalita dai
pirati. Rilasciato, corse ad avvertire
i salesiani che i briganti avevano
rapito monsignor Versiglia,
don Caravario e le tre giovani.
INCULTURAZIONE
Versiglia e Caravario erano sacer-
doti. Il martire/sacerdote rivela che
cosa significhi essere pastori : offrire
la vita per le pecore. Vale anche per
la comunità civile. Non è la comu-
nità che deve sacrificarsi per il lea-
der, è il leader che deve saper sacri-
ficarsi per la comunità. Infine, i no-
stri erano missionari, stranieri che
amavano la Cina come patria d ' ado-
zione con amore incondizionato.
Versarono il sangue per difendere
giovani cinesi. Per quel mosaico raz-
ziale che è la Cina, questa testimo-
nianza di amore trans-etnico indica
la via da percorrere nel dirimere i
conflitti tra etnie. I due martiri sono
diventati "terra cinese". Solo il lea-
der totalmente identificato con il
suo popolo, e la sua terra, sarà pa-
store che fa riposare la sua gente su
pascoli erbosi, conducendola. ad
acque tranquille. Il martirio dei pro-
tomartiri salesiani è stato solo una
scintill a nella deva.stante confl agra-
zione soffe rta. dal popolo cinese lun-
go questo nostro secolo al tramonto.
Forse in ciò consiste il più profondo
significato socia.le del loro gesto .
Senza il loro martirio e quello di
una dozz ina di altri salesiani cinesi,
la congregazione sales iana. sarebbe
rima.sta estranea. alla via crucis del
popolo cinese. La morte vi olenta. dei
martiri ha inserito i salesiani nel
cuore ste so dell 'immane tra.vaglio
di questo popolo, il più numeroso
sull a facc ia della terra, seminandovi
semi di. speranza..
D
I Shiu-chow 1924: la banda
dell'Istituto Don Bosco,
con monsignor Versiglia e il
maestro don Carlo Braga.
BS OTTOBRE 2000

2.10 Page 20

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Anniversari che lasciano segni indelebili: Parma, Frascati
STORIE
di Francesco Motto
CHE FANNO
Frar,a,ao ruono
«Non abbiamo fatt
che il nostro dove.:,.
:STORIA
:••Che fine fa la maggior
: parte della letteratura
EDUCAnONE
CATTOLICA
E CETI MEDI
~~~~':!;~1.cm
f} 9,f:J..J9J,t) ~ "'O
: salesiana? Di solito
: rimane in casa o si ferma
: agli ammiratori di Don
: Bosco. Difficile che vada
: oltre, anche perché
spesso è scritta a tal fine.
Non dovrebbe essere
questa invece la sorte
di tre recenti volumi,
diversissimi fra loro per
origine, metodo, finalità
e consistenza, ma tutti
"modulati" proprio
per uscire dai semplici
circuiti salesiani.
F ra le svariate iniziative messe
in atto in occasione del cente-
nario dell'istituto Villa Sora
di Frascati (1900-2000) , quella che
certamente non verrà dimenticata,
perché affidata ai luoghi della cultu-
ra, come le biblioteche, è la pubbli-
cazione di una storia dell 'opera stes-
sa. Fatto un primo inventario delle
fonti disponibili in 4 ricchi archivi,
scelto il migliore ambito di studio
(il primo mezzo secolo di vita), la
comunità salesiana ha incaricato
della ricerca Augusto D'Angelo, un
giovane studioso non nuovo all a
storia della Chiesa e del cattolicesi-
mo. Due gli anni di lavoro in colla-
borazione con una collega. Il risul-
tato? Un leggibilissimo volumetto
Educazione Cattolica e Ceti medi.
L'istituto Salesiano "Villa Sara" di
Frascati-Roma (1900-1950).
In tale iniziativa culturale i com-
mittenti e l'autore non si sono pre-
fissi intenti celebrativi: nel volume
non si trovano infatti i soliti messag-
gi augurali, i tradizionali telegrammi
di felic itazione, i classici elenchi di
partecipazione; non si danno liste di
salesiani "famosi" passati fra le mu-
ra della casa; esistono sì allegati fo-
tografici (in bianco e nero), tabelle e
grafici, ma anziché rivestire una
funzione estetica, documentano una
storia.
Una storia che non è tanto il rac-
conto della vita dell'Istituto anno
dopo anno - con l' inevitabile rica-
duta in una cronaca ripetitiva, so-
vente monotona, e spesso priva del
necessario quadro interpretativo -
ma la verifica di una precisa ipotesi
storiografica: è vero che Villa Sora
lungo i suoi primi 50 anni di esi-
stenza ha mantenuto fede al proget-
to dei fondatori (don Conelli e don
Rua), cioè essere una scuola di edu-
cazione cattolica per studenti dei
ceti medi del centro e del mezzo-
giorno d'Italia, nonostante le vicis-
situdini politiche, sociali , economi-
che, militari cu i è stata sottoposta?
Il Il li II Il
D
- L'Istituto Salesiano di Parma.
OTTOBRE 2000 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Villa Sora, e qualcosa ancora...
La risposta è stata positiva e la di-
mostrazione è garantita da sicuri dati
storico-archivistici correttamente ela-
borati e interpretati.
Ovviamente lungo i sette capitoli
cronologicamente ordinati in cui si
articola il volume l'autore non pre-
senta solo il modello culturale ed
educativo che ha lasciato un segno
nella storia della scuola italiana tra
'800 e '900, ma sottolinea anche
quello organizzativo, amministrativo
ed economico, il tutto conveniente-
mente inquadrato e ricostruito nella
cornice delle vicende sociali, politi-
che e religiose della Chiesa di Fra-
scati e dell'Italia in generale. Dun-
que uno studio che non si raggomi-
tola su di sé, ma si apre a orizzonti
più ampi: quelli storico-sociali-edu-
cativi di un paese; uno studio che
farà storia e che si diversifica am-
piamente dal diffusissimo modello
celebrativo valido per una stagione.
9MESI
DI UNA GRANDE STORIA
Completamente diverso per il pe-
riodo di tempo preso in considera-
zione (9 mesi), per le fonti utilizzate
(scritte e orali), per gli obiettivi da
raggiungere (minuzioso accertamen-
Don Baratta.
to di eventi prima che una loro in-
terpretazione), ma che ha già riscos-
so l'attenzione degli studiosi, è il
nostro volume, "Non abbiamo fatto
che il nostro dovere". Salesiani di
Roma e del Lazio durante l'occupa-
zione tedesca (1943-1944), (ISS Stu-
di n. 12).
Il testo raccoglie 4 articoli apparsi
su "Ricerche Storiche Salesiane" a
proposito dell ' azione delle case sa-
lesiane di Roma nel periodo consi-
derato, ed è arricchito da altre inedi-
te documentazioni circa le case sa-
lesiane di Civitavecchia, Latina, Ca-
stelgandolfo, Genzano, Grottaferra-
ta e Lanuvio. Di notevole rilevanza
soprattutto l'accoglienza di 70 ra-
gazzi ebrei nell'Istituto salesiano
I Alunni del Liceo Scientifico
Villa Sora al camposcuola
di Leonessa (agosto '99).
Pio XI - disponibile una video-
cassetta "Giusti fra le nazioni" Te-
stimonianze di ex allievi salesiani
ebrei], la protezione offerta dalla
Procura salesiana ad alcuni espo-
nenti del governo fascista (Rossoni,
Federzoni, Bottai...) e la scoperta
della strage delle Fosse Ardeatine.
Quale l'azione dei salesiani? Ac-
coglienza di ragazzi orfani e sinistra-
ti, assistenza materiale e morale alle
famiglie, sporadica partecipazione al
movimento partigiano di Resistenza,
protezione logistica e sostegno eco-
nomico a ebrei, a soldati sbandati, a
renitenti alla leva, a giovani a rischio
di cattura; tutto senza interrompere
le tradizionali attivit~ scolastiche,
educative e pastorali. La chiave di
lettura del loro operato fu quella reli-
giosa. Anche questa si può configu-
rare come una sorta di Resistenza,
civile: rifiuto della violenza, amore
del prossimo, servizio a chi soffre,
lotta contro la dissoluzione sociale e
contro chi minacci il diritto alla vita.
Il dibattito sulla Resistenza è ancora
aperto, fino a quando si potrà restare
estranei?
altro per il fatto che a dedicare la
propria attenzione alla figura di don
Baratta sono una quindicina di stu- :
diosi laici, né ex allievi, né membri
della Famiglia Salesiana.
:
Quattro le parti del volume: la pri- :
ma composta da un essenziale pro- :
filo biografico e spirituale (1861-
1910) e dalla storia della fondazione :
e primo sviluppo dell 'opera salesia- :
na di Parma (1888-1905). Al conte- :
sto socio-ecclesiale parmense di tale :
epoca è dedicata la seconda parte.
Nella terza i relatori offrono stimo- :
lanti analisi dell'azione polimorfa di :
don Baratta: "sociologo sui gene- :
ris", educatore di giovani attraverso :
la scuola di Religione, promotore e
divulgatore della neofisiocrazia fra :
laici e clero, religioso in ottimi rap- :
porti con le altre famiglie religiose, :
maestro di canto e "riformatore" del-
la musica sacra. L'ultima parte con- :
tiene diversi contributi di studio che,
non presentati in sede di convegno,
hanno tuttavia attinenza all ' ambiente
parmense dell'epoca, alla personalità
e alle relazioni del Baratta, ai "suc-
cessi" della sua azione, non ultima la
"NELLE MANI"
formazione di vari esponenti del fu-
turo movimento cattolico.
DI STUDIOSI LAICI
Formidabile l'azione del Baratta
sacerdote-educatore nel quindicen-
Un terzo volume di storia, Parma nio di lavoro parmense! Un altro
e don Carlo Maria Baratta, salesia- Don Bosco - è stato giustamente
no (Atti del convegno di storia so- . definito - e la sua lezione, mutatis
ciale e religiosa di Parma, aprile mutandis, ci sembra quanto mai at-
1999), (ISS, Studi n.13) è destinato tuale per quanti vogliono ispirarsi al
a uscire dai recinti di casa, non fosse carisma di Don Bosco.
O
• • -• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS OTTOBRE 2000

3.2 Page 22

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LETTERA Al GIOVANI
OTTOBRE 2000
Il calendario giubilare riporta una celebrazione
che fa piacere a un ealeeiano tanto quanto
fa piacere ai giovani:
domenica 29, è in programma il
GIUBILEO VEGLI SPORTIVI.
Aaaettare le regole
del gioao.
Una mamma vuole che il
suo bambino - Davide, di
prima elementare - fre-
quenti la sc uola calcio.
"Fatelo giocare, deve
IVERE IL 200
imparare che nel la vita ci
sono delle regole, non si
può crescere da so li , si
convinca a stare insieme,
ISTRU......:.~·NI
PER
a fare squadra".
Saper perdere.
In un torneo ci sono parti-
te fac ili, altre no. Si può
vinc~re, pareggiare, perde-
re. E mentalità vincente
accettare l'avversario.
Vinca il migliore. Posso gio-
care da gladiatore, ma non
devo perdere la testa se
non ho il risu ltato a favore.
Carissimo/a,
Saper perdere significa
c;he ooe;a peneo dello eport,
bypassare l'ostacolo piut-
dei tifos i perennemente in
tosto che abbatterlo a
bilico t ra Tatti e Del Piero,
tutti i costi, accettare
a metà strada fra l'hooli-
l'awersario con fair-play, e
gan e l'intenditore? Posso
condividere con lui pizza e
dirti che ho fatto sport
birra dopo la partita.
all'Oratorio, nel cortile di
casa, in strada . Mi sono
sempre sentito metà cal-
Calalo di rigore.
Lo sport è una risorsa?
ciato re e metà atleta .
L'interrogativo è legittimo,
Crescevo di una spanna
perché il denaro, il doping,
quando mi dicevano "sa i
l'esasperazione del risulta-
te nere la pos iz io ne, ha i
to sono da cartellino ros-
visione del gioco e tocco
so, azzerano lo sport. Van-
elegante". Mi sembra esa-
no puniti con il massimo
gerato, ma in gergo posso
della pena . Il calcio di rigo-
dire di avere fede calcisti-
re non chiude la partita,
ca . Mi piace Ancellotti
sancisce la regolarità del-
nell'approccio coi mass-
l'incontro. Perdere per un
media, ammiro Mattheus
calcio di rigore non fa male.
per i suoi 37 anni e anco-
Tutto sarebbe da rifare se
ra in attività, ho cono-
lo sport perdesse la sua
sciuto Bersellini, Bucci,
innocenza, diceva Bartali .
M iche lotti di Parma,
Le medicine sono sgrade-
Sacchi ...
voli, hanno un sapore cat-
Mi entusiasmano la "Formula 1", i sorpassi I pit- tivo. Ricordo l'olio di fegato di merluzzo dei ragazzi di
stop, il podio e la doccia di spumante. Rimango ci nquant'anni fa. Era disgustoso, ma nessun ricosti-
fedele a De Coubertin: vivere la cultura sportiva che t uente di oggi ottiene uguali effetti salutari. Togliere
mette al primo posto la persona umana, promuove- il calcio di rigore è la fine della regolarità, non volere
re lo sport come occasione di crescita e socializza- un arbitro in campo è un autogol improponibile.
zione, sottol ineare il valore culturale ed educativo, Viva lo sport! "Mens sana in corpore sano!"
combattere la violenza, il doping.
Ciao. Carlo Terraneo
OTTOBRE 2000 BS

3.3 Page 23

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Niente meglio di Pompei può ospitare in questo
ottobre 2000 la nostra stazione giubilare.
Pompei, con il famoso santuario della Madonna
del Rosario (e proprio al rosario è dedicato questo mese).
Pompei per gli studiosi è centro di cultura, di scavi,
di simposi e ricerche, mentre per i fedeli è centro di
•••••••••••••••••••••••••••••
preghiera, di carità, di conversione... A Pompei ~
dunque s'innalza una famosissima chiesa,
ITINERARIO
VERSO-··
· ••
LA BASILICA
DEL ROSARIO
di Natale Maffioli
Pompei è un nome che subito richiama alla mente edifici antichi sepolti,
preziosi resti di una civiltà scomparsa da secoli; purtroppo la fama,
per decenni, interessò solo l'area degli scavi de/l'antica città,
al resto della valle di Pompei non fu concesso lo stesso splendido futuro.
••••••••
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una isp irazio ne lo rass icurò che
avrebbe ottenuto la saJvezza pro-
paga ndo il rosario: " E promesso
da Ma ria: chi propaga il rosa ri o si
sa lva" .
APOSTOLO
·
·
·
·
Con un a mi ssione pred icata da
tre sacerdoti di Castell ammare di
Stabia, in iz iò la sua opera di pro-
mozione umana e cristiana di
quell a povera &ente. Il 3 novem-
bre 1875 si reco a Napoli per ac-
qui stare un quad ro da mettere
nell a chiesetta del SS. Sa lvatore;
il pad re Alberto Radente, il suo
confessore al tempo de ll a conver-
sione, lo incoraggiò a prendere
un quadro da lui acqui stato alcu-
Bartolo l ong9 e la mogli e M arianna Farnararo D e Fusco.
ni anni prima, e dato in co nsegna
Nell a seconda metà del se-
co lo scorso il beato Bartolo
Longo ha fatto di quell a
plaga dimenticata dagli uomini
un centro di preghi era e di carità;
sull e ceneri feconde del Vesuvio è
sorto il sa ntuari o dell a Madonna
del Rosario di Pompei e le opere
sociali di accoglienza per ragazze
e ragazzi orfani o fi gli di ca rcerati;
un [uogo morto si è riempito di
vita e come una pianta rigogli osa
ha acco lto tra i suoi rami tutti co-
loro che vo levano trovarvi ri paro.
Q uando l'avvocato Barto lo Lon-
go (nato a Latiano .di Brindisi nel
1841 e morto nel 1926) vi giun se
come ammini stratore dei beni
de ll a contessa M ari anna De Fu -
sco, era l'ottob re de l 1872, e la
grande e be ll a va ll e di Pompei
era pressoché disab itata; i pochi
contad ini vi menava no una vita
ben grama, continu amente mi-
nacc iati dall e incurs ioni dei bri -
ga nti. La chiesa pa rrocchi ale, de-
aicata al SS . Sa lvato re, era caden-
te e non vi era neppure la par-
venza de ll a presenza dell 'a utorità
civi le.
Ba rto lo Longo era agli ini zi di
una nuova esperienza reli giosa
ri cca di fervore; aveva lasc iato al-
le spa ll e i momenti bui di smarr i-
mento in pratiche contrarie all a
fede. In quell a nuova situazione
• • • OTTOBRE 2000 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
La cupola, 509 m2 affrescati con 327 figure da Landi di Salò.
• •• ••
..... . . .
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ad una suora che volentieri glielo dispensabile restauro, che egli
avrebbe ceduto. 11 Longo era tut- eseguì nel 1876. Ma non dovette
t'altro che favorevole, e il perché essere un gran rifacimento. Tant'è
è presto detto: quando lo vide per che tre anni dopo si giudicò che
la prima volta ci rimase davvero la tela avesse bisogno di un ulte-
male. In seguito scrisse: "Provai riore ri-accomodamento. L'incari-
una stretta al cuore: chi mai di- co venne affidato al professor Fe-
pinse questo quadro? Misericor- derico Maldarelli dell'Accademia
dia! Deformità e spiacevolezza di Napoli, con l'aiuto di France-
del viso... manto screpolato e ro- sco Chiariello, esperto in tecnica
so dal tempo e bucherellato dalla di restauro. Questa volta l'inter-
tignola ... screpolature... distaccati vento fu più accurato e intelligen-
e caduti qua e là brani di colore... te. Tra l'altro santa Rosa venne
Bruttezza degli altri personaggi: trasformata in santa Caterina da
san Domenico e santa Rosa... Una Siena. In tempi recenti la tela ha
santa Rosa con una faccia grossa, subito un terzo definitivo "risana-
ruvida e volgare...".
mento", operato dalla scuola di
Il dipinto, poco più che una restauro vaticano nel 1965, che ci
"crosta", era stato pagato appena ha consegnato il dipinto attuale,
8 carlini in una botteguccia di cuore del santuario e centro della
Napoli. Consegnato da suor Con-
cetta Delitala a Bartolo Longo,
venne trasportato a Pompei da
un carrettiere che durante il tra-
gitto non trovò di meglio che
devozione al rosario.
LA COSTRUZIONE
L'attività del Longo non si fermò
••••••
adagiarlo su un carico di letame: alla propagazione della più famo-
la Vergine giunse così con un ben sa preghiera mariana. Su invito
misero apparato nella valle al- del vescovo di Nola, pensò al la La torre campanaria di Aristide
l'imbrunire di quello stesso 3 no- costruzione di un santuario dedi-
e Pio Eleonori.
vembre.
cato alla Madonna del Rosario e
Per ovviare alle tante deformità
di quello che l'avvocato Longo
considerava poco più che uno
sgorbio, lo affidò al pittore Gu-
glielmo Galella che era solito ri-
produrre le immagini che veniva-
no recuperate dagli scavi del la
Pompei romana, per un primo in-
la Vergine rivelò il suo gradimen-
to dell'impresa, ottenendo la gua-
rigione di una giovane affetta da
una grave forma di epilessia.
Gli inizi non furono entusia-
smanti: iI terreno su cui doveva
sorgere la fabbrica fu comperato
a caro prezzo; la prima pietra del-
l'edificio fu posta 1'8 maggio
1876, a quel tempo si celebrava
la festa di san Michele Arcangelo,
ma i lavori andarono a ri fento
perché, per necessità di rispar-
mio, non si era provveduto a una
adeguata progettazione. La prov-
videnza intervenne e l'architetto
Antonio Cua si offrì di rifare i di-
segni e dirigerne gratuitamente i
lavori .
Con l'aiuto dei fedeli e un can-
tiere diretto razionalmente i lavo-
ri procedettero, se non spediti, al-
L'organo della basilica.
meno con la certezza di un buon
risultato finale. L'8 maggio 1887,
a undici anni dall'inizio, si con-
sacrò l'altare maggiore. In quel
giorno nacque anche l'orfanotro-
fio femminile, a esclusivo carico
del Longo e del la contessa De
Fusco, divenuta sua moglie il 1°
aprile 1885. Quattro anni dopo,
il 6 maggio 1891, il nuovo san-
tuario fu solennemente consacra-
to. Negli anni a seguire continua-
rono i lavori di arricchimento fino
al 1933-39, quando la basilica fu
ampliata su progetti dell'ingegne-
re monsignor Spirito Chiappetta.
•••••••••••••••••••••••

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
L'INTERNO
L'interno della basilica è rivesti-
to di marmi preziosi; gli affreschi
che decorano le volte raffigurano
il sogno di san Domenico e i fatti
salienti della storia della basili ca.
La cantoria, disegnata dall'archi-
tetto Giovanni Rispoli, ospita un
organo della ditta Pacifico lnzoli
di Crema, inaugurato 1'8 maggio
1890.
Sull'altare maggiore, entro una
cornice di bronzo dorato, è cu-
La Vergine del Rosario.
La cripta con la tomba
di Bartolo Longo.
stodito il quadro miracoloso della
Madonna del Rosario, circondato
dalla raffigurazione dei quindici
IL SANTUARIO
gine è alta 3 metri e 25 centimetri. misteri, dipinti su rame dal pittore
Sotto il portico si aprono quat- Vincenzo Paliotti.
La basilica è a croce lati na con tro grandi ni cchi e che ospita no Un tempo la figura era nascosta
tre navate e il dea mbul ato rio, che altretta nte statue, san Leonardo dai preziosi ex voto offerti dai fe-
corre tutto attorno al presbiterio. Murialdo e santa Francesca Ca- deli; dopo il restauro del 1965 fu-
L'in croc io dei bracci è dominato brini eseguite dal Ponzi nel 1969, rono mantenute uni camente le
dall'imponente cupola alta 57 me- il beato Lui gi Guanella e il vene- coron e della Madonna e del Bam-
tri poggiante su due tiburi.
rabile Ludovico da Casoria di Ar- bino, poste da papa Paolo VI.
La facciata, terminata nel 190 1, naldo Gelli (1970). Essi meritano Bartolo Longo narra che il giorno
è stata disegnata, dall'architetto di essere ri co rdati perché furono 8 dicembre 1881 il dipinto fu tol-
Giovanni Rispoli. E sobria, di stil e ass idui frequentatori del santuario to dalla vecchia parrocchiale e
neoclass ico basilicale in due or- e devoti della Vergine del rosario. posto in una più decente cap pel-
dini sovrapposti, lo ioni co che ab- Uno sguardo di attenzione me- la; in quella occasione "cominciò
bellisce il piano dell'entrata al
santuario, e il corin zio che deco-
ra la loggia papale nel piano su-
periore. I lati del finestrone cen -
trale della loggia sono decorati
da due co lonnine di granito rosso
di Finlandi a, il primo material e di
quel tipo a entrare in Itali a.
Sul fastigio è incastonata una
rita andie il campanile. L'altezza
compl ess iva della torre è di 80
metri raggiunti dopo cinque ordi-
ni che, sovrapposti l'u no all 'a ltro,
vanno lenta mente rastrema ndos i.
Sul quarto ordi ne, nell a ni cchi a
anteriore prospiciente la piazza,
domina una co lossale statua del
Sacro Cuore di 180 quintali.
nella fisionomia della celeste Re-
gina a ravvisarsi una bellezza,
una maestà ed una confidente
dolcezza, che non vi si ravvisaro-
no innanz i... è raggio di bellezza,
di dolcezza e di maestà insieme
che piove da quel ciglio e che fa
piegare il ginocchio e battere il
cuore a quanti con fede si acco-
•••••••••••
grande statua della Madonna del Le otto campane, del peso com- stano a questo Santuario, a quella
Rosario, ricavata da un solo blocco plessivo di 171 quintali, furono fu- vecchia tela. lo sono convinto che
di marmo di Carrara di 180 quintali se utili zza ndo, in parte, il bronzo con un visibile portento la Vergi-
di peso, opera dello scultore Gaeta- dei ca nnoni della prima guerra ne abbia abbellito la sua figura".
no Chiaromonte. La statua della Ver- mondiale.
Per due porte, col locate a de-
stra e a sinistra dell'altare mag-
giore, si accede alla cripta dove
Come le altre regioni d'Italia, anche il Meridione è ricco di centri mariani, tanto
numerosi da rendere qui improponibile anche la semplice loro enumerazio-
ne. Due santuari però meritano una speciale menzione: il santuario della Ma-
donna delle Lacrime di Siracusa e quello di Nostra Signora di Bonaria di
Cagliari .
L'imponente e moderno santuario di Siracusa è sorto per custodire e of-
sono conservate le spoglie mortali
del beato Bartolo Longo. Gli af-
freschi sono opera del pittore Ca-
sari! (1966); le due statue marmo-
ree raffi gurano l'orazione mentale
e vocale.
•••••••••
f •••••••••
frire alla venerazione dei fedeli il piccolo simulacro di gesso del Cuore Imma-
colato di Maria che il 29 agosto 1953, in una modesta abitazione della città,
versò, per tre giorni e mezzo, copiose lacrime che gli scienziati hanno appu-
rato essere lacrime umane .
Il Santuario di Nostra Signora di Bonaria, patrona della Sardegna, con-
serva, invece, una statua della Madonna gettata in mare durante una tempe-
sta per alleggerire la nave e recuperata dai Padri Mercedari il 25 marzo
1370. Accanto al santuario è sorta una grandiosa basilica, una delle chiese
più vaste della Sardegna.
La progettazione dell'insieme,
decorazione compresa, fu affida-
ta ad Aristide e Pio Leonori di Ro-
ma. La prim a ietra fu posta nelle
fondamenta i 12 maggio 1912;
tredici anni dopo, il 24 magg io
1925, l'opera era in augurata.
Natale Maffioli
••- •• nrrnAl=lf= ?nnn n<: • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.7 Page 27

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SENZA SPORT
NON C'È SALVEZZA?
di Jean-François Meurs
<< e aro dottor J. , chi è ne-
ro e arancione? Chi è
alto due metri? Chi sal-
ta come un capretto? Hai indovi-
nato? La mia camera è tappezzata
di Magie Johnson, dei Dream
Team, di Michael Jordan, dei
Chicago Bulls. Ne vado matto, mi
fanno sognare. Mia sorella mi pren-
de in giro: lei è per Bocce/li e Kan-
dinski. Ci sono anche dei compa-
gni, ma non sono sinceri, che scher-
zano e disprezzano i muscoli. lo li
lascio alle loro patatine fritte e alla
coca cola... D'accordo non sono un
asso negli studi, ma perché tutti
dovrebbero essere degli intellet-
tuali, eh? D'altronde non sono un
asino! E mi pare giusto non consu-
mare tutto il tempo per la scuola,
mi piace interessarmi anche ad
altro. Adesso ho il basket in testa ,
e sono convinto che se tutti faces-
sero sport si starebbe meglio in
salute e soprattutto, credo, sarem-
mo più umani.. . lo al basket mi so-
no fatto un sacco di amici. Veri. Al
contrario a scuola dominano la
competizione e il disprezzo gli uni
per gli altri; c'è chi si vede già ricer-
catore negli USA , e tutti fanno gli
sbruffoni. In fondo, costoro sono
dei piccoli arrivisti con poco cer-
vello. Anche tu doctor, credi che lo
sport sia solo un grande business?"
{Alessandro, 15 anni , Terracina)
Caro Alessandro ,
Come tutte le realtà umane , lo
sport è attr~versato da grandi con -
traddizioni. E un po ' l'immagine del-
la società: né spontaneamente buo-
no, né fondamentalmente cattivo e
corrotto . Diciamo che ha bisogno di
essere "visitato", animato dallo spi-
rito cristiano e abitato da uomini di
buona volontà.
PERCHE-
C.ONT! NUO
BOXA/2 ?
Vorrei liquidare subito l'aspet-
to commerciale che purtroppo di-
strugge l'aspetto associativo. Le
somme esorbitanti che girano at-
torno allo sport oltrepassano il
buon senso. Anche l'impatto me-
diatico ne turba i valori , puntando
in modo eccessivo sulla forma degli
atleti, e seppellendo inesorabil-
mente chi non è al top della forma.
La TV inganna, mostrando gli atleti
come un prodotto commerciale.
Questo genera una grande quantità
di lavoro, di tempo, di perseveranza,
di generosità da parte di costoro per
mantenersi ai livelli che gli sponsor
desiderano. Certi divi esibiscono le
loro debolezze senza ritegno, gli
allenatori, per quanto brontoloni ,
vengono considerati semidei, mentre
spesso non sono che semiuomini ,
capricciosi , e caratteriali, che mena-
no tutti per il naso. Ciò è fastidioso e
spiacevole e prova che lo sport no~
è automaticamente un mezzo d1
socializzazione. I responsabili devo-
no essere vigilanti.
E, se mi consenti un paragone
mangereccio, come modelli certi
sportivi assomigliano a dei volgari
hamburger, che provocano solo
l'obesità dell'ego. Nient'altro. Ma io
voglio credere che il famoso Magie
Johnson sia... un alimento ricco di
vitamine capaci di contribuire a una
sana consumazione dello sport e a
far riacquistare il gusto del moto. Il
che non è da sottovalutare in una
nazione dove i giovani sono diven-
tati grassocci e flosci , senza fiato ,
con una pessima condizione fisica.
Il gusto di diventare il migliore
è encomiabile : liberare il proprio
talento è senza dubbio il primo do-
vere di ogni uomo . Ed è anche in-
tensamente evangelico . Il supera-
mento di è valido nell'esperien-
za fisica, nello sforzo intellettuale, e
anche a livello morale e spirituale.
Al di della questione del merito.
Ma l'archetipo del vincitore , veico-
lato dai media e trasportato in
eccesso nella società - dalla scuo-
la all 'impresa, dalla politica alle arti
- non rende il mondo più vivibile.
Bisogna dunque scegliere un'altra
immagine di sport. Può essere, co-
me dici tu , piacere e convivialità ,
fonte di amicizia e non martirio o,
peggio, cannibalismo , quando la
rabbia di vincere spegne ogni esi-
genza di solidarietà. Insomma la
verità dello sport si trova altrove ... 11
suo vero valore non è quello com-
merciale. Ma l'hai già capito.
Contrariamente a quel che si cre-
de, lo sport non è l'areopago dove
si vince ... al contrario, se ci pensi ,
è il luogo dove si perde. Su mille
atleti uno solo arriva ai vertici, gli altri
sono i perdenti. Eppure anch'essi
sono ammirevoli. Se tu non com-
prendi questo , ti lasci trascinare
verso la logica dell'eutanasia: solo i
migliori contano , gli altri devono
sparire! Ma è una logica animale.
La logica umana protegge i deboli!
Nella vita di tutti i giorni c'è
gente che si dedica a esercizi
violenti e si arresta quanto l'ar-
bitro fischia? No. Nella società la
guerra non si arresta per l'effetto di
un ordine! In montagna, se cadi tu ,
ci sono io a rialzarti, se invece so-
no io a scivolare , ci sei tu che mi
trattieni . Ne conosci molti che soc-
corrono il vicino quando è in diffi-
coltà? Nel basket, così come nel
football, un giocatore c·erca di atti-
rare su di gli avversari per libe-
rare i suoi compagni e permetter
loro di fare punti (cesto, meta, gol. ..
ecc). Ne conosci molti nella vita
civile che attirano i fulmini su di
e fanno tutto il lavoro per salvare
un compagno?
Lo sport è scuola di diritto, di frater-
nità, di generosità totale. Questa
concezione dello sport è veramente
non rimpiazzabile , e rende l'uma-
nità più bella.
BS OTTOBRE 2000

3.8 Page 28

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Il presidente Ciampi concede un'alta onorificenza dello stato ,
I
i:
EXCELLENT
di Maria Antonia Chinello
Suor Graziella Boscato
e suor Alma Castagna
sono state dichiarate
da Carlo Azeglio Ciampi
"commendatori della
Repubblica italiana".
Un riconoscimento
pubblico di missionarie
di frontiera per i giovani,
a tutti i costi.
Q uando ha letto la notizia sui
giornali, ha pensato imme-
diatamente ad uno sbaglio,
uno scherzo. Invece, dopo aver
ricevuto il telegramma ufficiale dal
Quirinale, la sorpresa ha preso il
sopravvento e, insieme a questa, le
è sorta la domanda: «Perché pro-
prio a me? ».
Suor Graziella Boscato è nel suo
ufficio di Cinisello Balsamo, alle
porte di Milano, dove ha sede la re-
dazione del quindicinale "Primavera
mondo giovane". Il suo nome è stato
presentato dalla Commissione per le
Parità e le Pari Opportunità tra
Uomo e Donna della Presidenza del
Consiglio dei ministri . L' onorevole
SISTERS
Silvia Costa, Presidente in carica
del! 'organo istituzionale, ha com-
mentato così la nomina a commen-
datori di ben 27 donne che il Presi-
dente della Repubblica Carlo Aze-
glio Ciampi ha firmato, aderendo a
una facoltà concessagli dalla Costi-
tuzione italiana: «Le donne itali ane
vengono riconosciute per la loro au-
torevolezza e professionalità, la loro
dedizione nella solidarietà, l'appor-
to determinante alla crescita del no-
stro Paese. In un momento in cui si
assiste a una deludente contrazione
del numero di donne candidate ed
elette negli organi di governo, il
gesto del Presidente assume un for-
tissimo valore simbolico, in quanto
indica la via maestra da seguire af-
finché la società civile si senta dav-
vero rappresentata e rispecchiata
nelle sue articolazioni da parte delle
istituzioni ».
AMORE A CARATTERI DI
STAMPA
Suor Graziella da 20 anni
alla guida della rivista "Primavera".
parlare ai giovani, i dossier che ci
offrite, la gioia che ci regalate... è
troppo bello per non essere Dio! "».
Così esordisce suor Graziella, pre-
sentando la sua missione di giorna-
lista dei giovani.
Ci sta da vent'anni dietro questa
scrivania, osservatorio privilegiato del
«Ricordo sempre la frase di una
giovane che ci scriveva: "I colori
del giornale, il modo con cui sapete
Tenere in braccio un batuffolo
di felicità.
I tempi della tragedia... Per loro
suor Alma fu anche medico.

3.9 Page 29

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a due Figlie di Maria Ausiliatrice.
Suor Alma tra i suoi bambini e tra le sue ragazze.
pianeta giovanile, a continuo con-
tatto con i personaggi dello spettaco-
lo, con le parole che amano le teen
ager, con i colori con cui esse dipin-
gono la realtà. Ma un orecchio di
suor Graziella è stato abilitato in
particolare ad ascoltare il loro cuore,
le domande che scottano, gli interro-
gativi della fede e la sete di felicità e
di protagonismo.
Ha sempre ritenuto Primavera un
"ambiente educativo", anche se... di
carta, dove si dialoga, si apprende,
ci si conosce, ci si apre al mondo, ci
si innamora della vita e del Signore
della vita.
Ha rilanciato, attraverso parole,
colori, disegni, foto, argomenti, la
sfida che i giovanissimi non sono
una "generazione di svuotati". Ha
sempre creduto, e il team dei colla-
boratori con lei, che ragazzi e ragaz-
ze sono una "generazione di pieni di
vita", capaci di generosità e di im-
pegno impensati, quando vengono
stimolati a uscire dal guscio e a
guardarsi intorno. Questo riconosci-
mento del Capo dello Stato suggella
dunque la donazione di un capo-
squadra che ha cercato di intuire in
anticipo le cose giuste da dire al
momento giusto, perché i giovani
vanno amati in ciò che loro amano.
Don Bosco insegna.
IL MEDICO DEI POVERI
La missione suor Alma Casta-
gna ce l'aveva dentro da sempre.
Quando le è stato proposto di an-
dare a Timor Est, la piccola isola
del mar della Sonda, il cuore ha per-
corso in un soffio le migliaia di chi-
lometri che la separano da Lecco,
suo paese di origine, dai suoi cari ,
dagli amici d'Italia. E ha comincia-
to a battersi per i poveri, segnando
il tempo della difesa degli ultimi ,
dei dimenticati della Terra.
Medico e missionaria, da sei anni
si trova a Venilale, a un 'ora da Diii,
la capitale di Timor, teatro appena
un anno fa di una guerra violenta tra
Timoresi e Indonesiani, che un refe-
rendum dichiarava invasori davanti
agli occhi della comunità interna-
zionale. Suor Alma ha vissuto,
sulle montagne, isolata per mesi , il
fremito di democrazia che ha per-
corso la storia già dolorosa di que-
sto popolo, soggetto a ripetute do-
minazioni, ma che ha saputo scrol-
larsi di dosso la dittatura di Suharto
e pagare anche con la vita la voglia
di libertà e di pace. Con lei , vi erano
le sorelle delle comunità FMA, le
bambine e i bambini accolti nell'in-
ternato, le ragazze della scuola pro-
fessionale e la gente dei villaggi,
sparsi nella foresta.
«Siamo in tempo di ricostruzione
....: racconta - il grande compito che
stiamo cercando di svolgere insieme
con i giovani è una riflessione ap-
profondita della situazione attuale,
che molti definiscono di libertà, in
quanto ormai Timor è stato indipen-
dente, ma che nasconde il rischio di
altre schiavitù ben più sottili».
La frontiera tra la parte Ovest ed
Est dell ' isola è calda: sono anco-
ra presenti le milizie indonesiane.
Le forze dell'ONU sono poche, per
far fronte a necessità enormi e non
solo di ordine economico o ammi-
nistrativo.
Per questo, le abitazioni delle
suore e dei sacerdoti diventano ri-
fugio e case per tutti.
Il policlinico "Maria Ausiliatrice"
di Venilale, due stanze arredate con
ordine e proprietà, accoglie nelle di-
verse ore del giorno mamme e bam-
bini. suor Alma ne è il primario. La
grande veranda è spazio per l'incon-
tro, l'ascolto spicciolo della vita
delle famiglie. la gente è sicura
di trovare, oltre alle medicine, che
vengono fornite solo dagli aiuti in-
ternazionali, anche la parola buona.
Suor Alma e i suoi collaboratori
si recano periodicamente a visitare
i villaggi. Sono forse i tempi più
belli. La strada si sgrana a fatica,
l' auto sobbalza e arranca, fendendo
il verde folto della vegetazione. I
bambini, all ' udire il motore, corro-
no e inseguono in un nugolo di pol-
vere l'entrata del "dottore buono",
e del sacerdote che sempre l'ac-
compagna.
La gioia di suor Alma è stata
grande nel ricevere la notizia del ti-
tolo di " commendatore" che il Pre-
sidente le conferiva. In fondo, questo
riconoscimento aiuta a fare "pub-
blicità" della patria del cuore. E
quando la solidarietà fa notizia, il
cerchio dell'amicizia si allarga. O
BS OTTOBRE 2000

3.10 Page 30

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M IL
ESE IN
LIBRERIA
Moronte
o curo di Giuseppe
IL SENTIERO
DEL PELLEGRINO
Sulle orme della
Via Francigena.
La giovane Montagna,
Verona 2000
pp. 336
A conclusione dell'anno
giubilare, una associa-
zione alpinistica di ispi-
razione cristiana rivive
l'itinerario del classico
pellegrinaggio storica-
mente tracciato e ne fa
una proposta esperien-
ziale che possa radi -
carsi , anche nel dopo
giubileo , in una cultura
del "cammino", da vive-
re come vita veramente
umana e spirituale. È il
"pellegrinare" che porta
a riscoprire le vere stra-
de della vita, il rapporto
cordiale con gli altri , la
ricchezza del dialogo , il
gusto della natura, il
silenzio e la musica dei
grandi spazi dello spi-
rito in un mondo che di-
strae ... L'itinerario fisi-
co, oltre alla dimensio-
ne descrittiva di tipo sto-
rico-geografico , è rego-
lato rispettosamente sul
ritmo della dimensione
della persona, e scan-
dito da tappe che met-
tono a contatto con la
natura e le molteplici
testimonianze della sto-
ria, dell 'arte, della cultu-
ra e della religione.
OTTOBRE 2000 BS
~~~
CRISTIANO
PERCHÉ I CRISTIANI
NON TEMONO
Il MARTIRIO
di Nicola Bu x,
Piemme,
Casale M. (Al) 2000 ,
pp. 150
Nel senso classico del ter-
mine ogni secolo della sto-
ria della Chiesa ha anno-
verato i suoi martiri , a par-
tire dalle persecuzioni del-
la prima comunità cri-
stiana di Gerusalemme .
Ma l'espressione "subire il
martirio" si è pure radicata
nella mentalità dei cristiani
come l'accettazione ordi -
naria della sofferenza nel
quotidiano . Il magistero uf-
ficiale è molto chiaro : non
si è martiri solo perché si
affronta la sofferenza di un
martirio più o meno violen-
to per la fede ; lo si diventa
soprattutto in quanto e nel-
la misura in cui si testi-
monia la fede . Il "testi-
mone " è appunto il "mar-
tire" . Il vero cristianesimo
si fonda sulla testimo-
nianza che è come la con-
segna fedele della fede
alle giovani generazioni .
Per ribadire questa verità
l'autore ripercorre le Sacre
Scritture, attualizzandole
nella vita di fede , e renden-
dole esplicite nella com-
prensione dei credenti.
Perché i cristiani
non temono
il martirio
Prefazione di Franco Cardini
PIEMME
Ro//g/011•
PERCHÉ DEVO
CREDERE
di Matteo Graniero ,
Edizioni Segno,
Udine 2000 ,
pp. 264
La provocazione del titolo
costituisce l'eterno dilem-
ma della vita e si apre a
mille altre domande : Dio è
un 'invenzione umana, o
non è piuttosto un Ente a
sé stante? Dio ha bisogno
dell 'uomo, o l'uomo ha bi-
sogno di Dio? I mali del
mondo sono provocati dal-
l'uomo , o non sono piutto-
sto un castigo di Dio? Se
Dio esiste, come cercarlo?
MalttloGl'Clnlero
~,rché -
dtvo
c-,d r,?
Quale metodo usare, qua-
le strada percorrere per ar-
rivare o tornare a Lui? So-
no domande dell'uomo co-
mune che si pone davanti
a se stesso e costituisco-
no anche la pista della
riflessione dell 'autore . Vale
la pena impegnarsi in es-
sa soprattutto quando ci si
sente in crisi di fede o si
vive tra l'indifferenza e il
non senso ... Dio si lascia
trovare da chi lo cerca ed
offre una gioia che nessun
sapere umano e nessuna
istituzione possono dare ,
al di di ciò che si affer-
ma nel sottotitolo del fron-
tespizio : "prove razionali ,
storiche, scientifiche".
IL GRANDE LIBRO
DELLE DEVOZIONI
POPOLARI
di Machael Walsh ,
Piemme ,
Casale M. (Al) 2000,
pp. 436
Il libro offre una ricca do-
cumentazione di espres-
sioni della religiosità popo-
lare : luoghi ricchissimi di
culti di santi , milioni di ex
voto e medaglie votive , pel-
legrinaggi , preghiere par-
ticolari , reliquie , scapolari ...
In circa 600 voci l'autore
descrive l'origine e il dif-
fondersi delle tante forme
di devozione che hanno
segnato la storia della cri-
stianità e che si sono "ma-
terializzate" in espressioni
vive di fede. Sono le devo-
zioni largamente diffuse
tra il popolo , che hanno la-
sciato la loro impronta nel-
la Chiesa, nei libri di storia
e nel manuale di preghie-
ra . Comprenderne l'origi-
ne, collocarle nel contesto
storico e sociale in cui so-
no nate e si sono afferma-
te , spiegarne la vera fun-
zione all 'interno della vita
della Chiesa possono co-
stituire alcuni aspetti su
cui far riflettere e diventare
occasione di scoperta di
vere esperienze di fede da
parte di chi legge.
Michael Wa lsh
31 gunbt libre b,11,
D~oozioni
Popolari

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~~~
v1VERENJL01'E
CELEBRATA:
LE ooENT~JMANALI VITA SAL
coMU
LA MO
NEI s
EUCARISTIA:
PREPARARE
LETTERE DI DONNE
LUMINOSO
DIALOGO D'AMORE
E CELEBRARE
Al GIORNALI
E ACCOGLIENTE COME
Un corpo per voi,
I FUNERALI
I casi di Famiglia
IL SUO VULTURE
per tutti
In parrocchia
Cristiana e Grazia
Profilo biografico
di Valentino Salvoldi
e in famiglia
di Maria Trigila,
del salesiano
Ancora, Milano 2000
di Pierre Vibert
LAS, Roma 2000
don Alfonso Ruocco
pp. 11 O
Elledici,
Leumann (TO) 2000
pp. 198
di Antonio Martinelli
Ed. Salesiane,
pp. 142
Roma/Pisana 2000
pp. 80
La morte è rimossa dalla
cultura del nostro tempo
Si tratta di una semplice
per cui anche i funerali re-
ma profonda riflessione
ligiosi sono celebrati velo-
che descrive una breve
cemente. In realtà, invece,
biografia di un salesiano
la celebrazione del funerale
morto giovane , caratteriz-
dovrebbe occupare spazio,
zato da una vita intensa e
perché nessun'altra cele-
da un cammino di testimo-
brazione raduna tante per-
nianza salesiana coinvol-
sone di varia estrazione
gente. Si parte da testimo-
spirituale , o ha una simile
nianze e documenti , ma si
qualità di ascolto ; e questo
riscontra soprattutto la re-
vale sia per i credenti che
miniscenza personal e del-
per i non praticanti o non
l'autore che da un afflato
credenti , che costituiscono
di amicizia vissuta si tra -
sempre più spesso la par-
sforma in testimonianza
te più numerosa dell 'as- Questa indagine evidenzia diretta, sottolineando alcu-
Nell'anno del Giubileo, es- semblea. L'autore in que- che la storia veicolata da- ne parole-chiave: il sorriso
sendo ancora vivo il ricordo sto libro offre messaggi di gli strumenti della comuni- abituale , l'innata capacità
della celebrazione del Con- vita e di speranza e aiuta cazione sociale colp isce di amicizia, la preziosa do-
gresso Eucaristico, questo alla comprensione del mi- soprattutto per un dato : la te dell'equilibrio. Chi legge,
libro offre un breve ma stero della vita attraverso distanza dalla realtà del- trova in questo "aristocra-
molto originale commento monizioni, testi , piste di l'immagine che essi danno tico dello spirito" un mo -
delle diverse fasi della omelia, riflessioni per i di- della donna . La propon- dello di qu ella spiritualità
Messa, vista come l'apice versi momenti della cele - gono spesso come donna- salesiana che punta a co-
della divinizzazione umana brazione.
oggetto, mentre da questa niugare insieme natura e
del credente. Il mistero
analisi risulta che essa ri- grazia, da cui nasce "un 'e-
eucaristico è presentato
tiene di primaria impor- sistenza trasfigurata, ca-
come dialogo e sorgente
tanza la propria dignità in pace di sorprendere".
d'amore, perché privilegiato
tutti i suoi aspetti . Perché
segno che fa circolare
una tale contraddizione?
l'amore di Dio nel cuore
L'autrice risponde rifletten-
dell'uomo. Appare come
do su due costanti: quella
una catechesi che aiuta a
che differenzia le esigenze
riscoprire la freschezza e
del mondo della donna
l'intensità dei riti che scan-
nella definizione del pro-
discono la messa, perché,
prio volto ed il tipo di mes-
attraverso la ripresenta-
saggio che il giornale cer-
zione del Corpo e Sangue
ca di coltivare nell'immagi-
di Cristo , si trasfigurano le
nario femminile ; e quella
vite umane angosciate da
che le conferenze interna-
frustrazioni e solitudine . Il
zionali sulla donna portano
credente diventa un tutt'uno
come influsso non solo
col Signore, in uno scambio
sulla crescita positiva della
di amore di cui l'immagine
sua immagine nella stam-
più autentica rivissuta fra
Scrittura, Rito e Vita viene
NON Si FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA. I libri
pa, ma anche se essa ha
recepito le istanze eviden-
espressa attraverso l'ana-
logia dell'amore coniugale.
che vengono segnalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o va nno richiesti
ziate da questi incontri di
riflessione.
d1r_ettamente alle ri spe tti ve
Ed1tnc1.
BS OTTOBRE 2000

4.2 Page 32

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!.It fE I salesiani sono da tre anni
TRA ROMENI
E GITANI di Giancarlo Manieri
Una nazione che lotta per un posto
in Europa, ma deve scrollarsi
di dosso una eredità recente di
contraddizioni ed errori politici,
economici e sociali. In Romania
i salesiani hanno aperto una
presenza nel più importante
porto della nazione, sul Mar Nero,
e presto...
Bambini dell'oratorio di cor:ist~ntza,
,,Hoposto in un quartiere povenss1mo.
in mano un pezzo di pane raffermo ... Lo
regalo al piccolo randagio che ha trovato
rifugio presso di noi , e s'è affezionato ...
scommetto più al mio cibo che a me! È al cancello ,
e, come ormai ha imparato , aspetta con pazienza la
carezza quando esco e anche, ogni tanto , un tozzo di
qualcosa che gli permetta di tirare avanti fino al pros-
simo tozzo! Arrivo, povera bestiai Anche stavolta ho
qualcosa per te! Tieni! Anzi no, aspetta ché voglio
sbocconcellartelo in piccole parti, così ti convinci che è
tanto quel che ti do, e mi sarai più riconoscente!.. .
Toh! Eccoti la prima rata ... Alzo gli occhi , faccio per
gettargliela e mi accorgo che là, dietro le sbarre , un
volto pallido e smunto, proprietario di due occhioni
spalancati dal desiderio , mi fissa .. . O forse fissa il
tozzo di pane! Non una parola dalla bocca. Parlava
eloquentemente lo sguardo. Lascio cadere il tocco
ammuffito , preda immediata del trovatello , faccio un
cenno alla ragazza di attendere , e corro dentro ad
OTTOBRE 2000 BS
La casa salesiana di Constantza.
arraffare qua e là qualcosa che abbia un aspetto
migliore e qualità diversa dal pane ammuffito con-
cesso un momento fa al cane . Volevo farmi perdonare
lo spreco da quegli occhioni tristi che guatavano il
pane del cane con la stessa forza della fame che
avevano in corpo..."
NON SOLO DA ROMA
Un popolo quello romeno formatosi da incontri/scontri
con ceppi diversi . Daci , Sarmati , Cimmeri , Sciti , Goti ,
Gepidi , Slavi, Unni, Avari e perfino Mongoli fecero di
quei territori le loro basi per continuare poi a imperver-
sare ovunque nelle regioni a oriente del Danubio .
Subirono fortemente l'influsso romano , le cui truppe ne
avevano conquistato il territorio proprio allo scopo di
creare un argine alle invasioni barbariche che stavano
diventando un vero flagello per l'impero . La "romanità"
divenne prevalente , tanto da segnare definitivamente
la cultura e gli abitanti , fino a dare il nome a quelle

4.3 Page 33

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in Romania; ora essi si awiano ad aprire una seconda presenza.
Festa in cortile.
Salone dell'oratorio.
regioni , che prima si chiamarono Valacchia, Moldavia,
Carpazia, Dobrugia, Transilvania. Esse divennero ,
infatti , la Romania .
Un territorio di transito dunque, la Romania , verso
regioni più fertili e ricche. I documenti fanno menzione
dei "romeni " solo a partire dal Xlii secolo . Così era
nata una nazione/ponte tra Est e Ovest, tra Slavi ed
Europei .
Impoverita da guerre e alleanze sbagliate , da regimi
dittatoriali , piani di industrializzazione falliti e rivolte
operaie, oggi essa cammina con sforzi e sacrifici
immani , ma sicura verso l'integrazione europea, per
partecipare al grande business capitalista che avrà
ancora una volta costi elevati soprattutto per i più
deboli .
ANNI DI SFORZI
Una nazione depauperata, la Romania. Prima le inva-.
sioni , poi le lotte per l'integrazione , e le guerre di
conquista, infine la collettivizzazione e sovietizzazione
del paese hanno portato in 50 anni la nazione al pro-
gressivo impoverimento , alla concentrazione del po-
tere nelle mani di pochi , al fallimento dei piani indu-
striali di sviluppo e modernizzazione, alle tensioni
interne ed esterne, sfociate nel 1987 nella rivolta degli
operai che in 10.000 hanno marciato sulla capitale,
facendo traballare il regime . Quella non fu che la pri-
ma. Altre ne sono scoppiate più frequenti , nonostante
Il presidente/dittatore Ceausescu durante le
manifestazioni del novembre 1989.
le repressioni , fino a determinare la caduta cruenta del
governo e del regime. Ucciso il dittatore, instaurata la
repubblica, cambiata la politica estera, oggi la Roma-
nia lotta per integrarsi totalmente nell'Europa.
DON BOSCO IN ROMANIA
Da poco più di tre anni la Romania è diventata anche
terra di Don Bosco . Non so se facesse parte dei suoi
sogni profetici la conquista di questa terra gitana. In
piena fase di rinnovamento nel 1997, la nazione li ac-
colse a Constantza, la grande città portuale sul Mar
Nero. Una città che , per certi versi, potrebbe essere
paragonata alla Torino di Don Bosco: fervore di opere,
industrializzazione veloce e spesso selvaggia, e tanta
povertà.. . forse troppa . Quando lo sviluppo è caotico, la
società subisce contraccolpi terribili , si creano scom-
pensi, dissesti finanziari , squilibri sociali, disfunzioni
burocratiche tutto a svantaggio della parte più debole e
indifesa della popolazione : i poveri e i ragazzi.
I salesiani sono sbarcati con le loro proposte clas-
siche : la scuola professionale e l'oratorio. La prima ha
aperto le porte ai giovani per qualificarli per il lavoro:
funzionano bene i corsi di operatore informatico e
operatore professionale . L'oratorio spalanca le porte a
tanti ragazzi "abbandonati ", non di rado abitatori delle
fogne cittadine o di maleodoranti baracche , e orga-
nizza il doposcuola, i gruppi di impegno , i corsi di alfa-
betizzazione per coloro che, cacciati di casa dalla
miseria materiale e morale, hanno abbandonato anche
la scuola. La scommessa è sempre quella : prepararli
alla vita civile e all 'impegno cristiano . Il suo Grest
estivo , Vara lmpreuna , è diventato un appuntamento
importante per centinaia di giovani bisognosi di una
boccata di ossigeno ... spirituale oltre che materiale.
OLTRE IL PROSELITISMO
I salesiani sono in Romania per l'educazione dei ra-
gazzi ; essi operano in un paese che per la grande
maggioranza è ortodosso. E la loro si può configurare
come presenza ecumenica prima che cattolica: il loro
cortile è pieno di ragazzi ortodossi e gitani , la scuola e
la casa sono aperte a tutti , giovani e famiglie le ap-
prezzano, e riconoscono che sono aperte a un futuro
ricco di speranza.
BS OTTOBRE 2000

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco =======- l'educatore
di Bruno Ferrere
CERTE PICCOLE COSE
La vita familiare è come un grande fiume tranquillo
e i figli sono come spugne che assorbono l'acqua
in cui sono immersi. È "tutta" la vita che educa. In famiglia,
attraverso le migliaia di momenti apparentemente insignificanti
della vita quotidiana, i bambini imparano a giudicare,
a comportarsi e che cosa aspettarsi dalla vita. Spesso
raccolgono alcuni dei messaggi più forti sui nostri valori e sui
nostri comportamenti quando meno ce ne accorgiamo.
E eco come una figlia, ormai
adulta, ringrazia la madre
per quelle cose che ha fatto
«quando pensava che non stesse
guardando ». È una testimonianza
di come l'educazione non sia fatta
di gesti calcolati in conformità a teo-
rie complicate o di solenni prediche
sui grandi principi, ma di piccole,
indimenticabili cose e di momenti
intimi e segreti che restano incan-
cellabili nella memoria e diventano
parte importante della struttura
personale.
Quando pensavi che non stessi
guardando, hai appeso il mio primo
disegno al frigorifero e ho avuto
voglia di continuare a stare a casa
nostra per dipingere.
Quando pensavi che non stessi
guardando, hai dato da mangiare
ad un gatto randagio ed è allora
che ho capito che è bene prendersi
cura degli animali.
Quando pensavi che non stessi
guardando, hai cucinato apposta
per me una torta di compleanno e
ho compreso che le piccole cose
possono essere molto speciali.
Quando pensavi che non stessi
guardando, hai recitato una pre-
ghiera e io ho cominciato a credere
ne/l'esistenza di un Dio con cui si
può sempre parlare.
Quando pensavi che non stessi
guardando, mi hai dato il bacio del-
la buonanotte e ho capito che mi
volevi bene.
Quando pensavi che non stessi
guardando, ho visto le lacrime scor-
rere dai tuoi occhi e ho imparato
che, a volte, le cose fanno male
ma che piangere fa bene.
Quando pensavi che non stessi
guardando, hai sorriso e ho avuto
voglia di essere gentile come te.
Quando pensavi che non stessi
guardando, ti sei preoccupata per
me e ho avuto voglia di diventare
me stessa.
Quando pensavi che non stessi
guardando, io guardavo e ho voluto
dirti grazie per tutte quelle cose
che hai fatto, quando pensavi che
non stessi guardando.
La cosa più impbrtante per i bam-
bini è sapere di essere amati e
benvoluti. Tutto quello che vogliono
è essere accettati a pieno titolo dalla
famiglia. Temono di essere un'ap-
pendice o una specie di sopram-
mobile fragile e prezioso da trattare
con cautela e attenzione.
«Alla sera, la mamma mi dice sem-
pre: "Lascia in pace il papà perché
è stanco: ha lavorato tutto il gior-
no". Ma io non sono mica un lavo-
ro!», protesta una bambina. I figli
non hanno bisogno di tante cose fat-
te apposta per loro . Anche perché
la forza educativa delle cose fatte
non apposta è enorme. I genitori
possono addirittura servirsene per
migliorare situazioni di "scoraggia-
mento" e, soprattutto, per guarire i
ragazzi che hanno una scarsa im-
magine di sé o poca autostima.
LA PERCEZIONE OCCULTA
A tutti noi è capitato di restare pia-
cevolmente sorpresi cogliendo per
caso qualche osservazione lusin-
ghiera sul nostro conto. Il fatto che
tale commento non fosse destinato
intenzionalmente alle nostre orec-
chie lo rende tanto più gradevole e
benaccetto . Quando la gente ci
esprime un apprezzamento in fac-
cia, non possiamo esser sicuri che
non si tratti di un tentativo per ma-
novrarci e ottenere qualche favore.
Ma l'ombra del sospetto non può
offuscare il piacere di un'osserva-
zione udita per caso. I terapisti fan-
no un deliberato uso di commenti
apparentemente non intenzionali
nel procedimento noto come «per-
cezione occulta». Tale procedimen-
to ha ottenuto notevoli risultati con
bambini che avevano un'insoddisfa-
cente immagine di sé; ed è stato
sperimentalmente dimostrato che
questo sistema ha maggiori proba-
bilità di successo dell'elogio diretto.
Il bambino che ha una scarsa opi -
nione di sé trova difficile credere
che un adulto possa pensare bene
di lui , e quando questi gli fa un

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
elogio comincia ad insospettirsi e a
cercare dove si trova il trabocchet-
to . Spesso rifiuta addirittura il com-
plimento come un trucco dell'a-
dulto, e sospetta della persona che
gli fa un elogio che sente così poco
adeguato alle sue capacità.
La «percezione occulta » richiede
un previo accordo tra adulti , e va
applicata con prudenza.
Un tipico esempio di questo accor-
gimento potrebbe essere il seguen-
te. La madre lavora in cucina e con-
versa col marito . Entrambi sanno
benissimo che il loro bambino sta
giocando proprio dietro la porta se-
miaperta e può sentire ciò che stan-
no dicendo. La madre coglie questa
situazione per parlare in termini
entusiasti di qualche azione meri-
toria del bambino : «Matteo ha fatto
i compiti appena tornato a casa»
può dire per esempio . «In questo
periodo si comporta molto bene ».
Il padre , a sua volta, risponde fa -
cendo eco all 'elogio e partecipando
alla soddisfazione di sua moglie.
Naturalmente , è indispensabile non
parlare in tono artefatto o con voce
troppo alta, perché il bambino se
ne accorgerebbe subito. Non si de-
ve neppure fare un uso troppo fre-
quente di questa tecnica: è da
utilizzare a piccole dosi e soltanto
in momenti in cui può riuscire con
naturalezza e senza sforzo.
Non sottovalutate l'efficacia di
questo procedimento. Molti psico-
logi dell 'infanzia l'hanno trovato un
ottimo metodo per dare una spinta
incoraggiante a un'immagine di sé
negativa. Ricordate che tutti i bam-
bini desiderano appassionatamente
e sopra ogni altra cosa l'approva-
zione dei loro genitori , anche se
non sempre esternano questo bi-
sogno.
Un bambino che scopre che il pa-
dre tiene in ufficio un suo disegno
appeso con evidente orgoglio, sarà
sommerso da un 'ondata di soddi-
sfazione e gratitudine.
Il tono generale della vita quoti -
diana influisce sul ricordo che i figli
conserveranno della famiglia. I va-
lori fondamentali si trasmettono da
una generazione all 'altra attraverso
il comportamento quotidiano. A con-
ferma della regola aurea: «Si educa
con quello che si è e non con quel-
lo che si dice , perché bambini
ascoltano con gli occhi ».
CON LE ANTENNE
SEMPRE
SINTONIZZATE
La più grande 'fregatura' della crescita è che,
con l'età e l'altezza, spesso aumenta anche l'insicurezza.
La scoperta del mondo con le sue contraddizioni e i suoi limiti,
per una strana legge psicologica, porta i ragazzi a diffidare
anche di se stessi, oltre che di coloro che li circondano.
Da questo punto di vista, la
preadolescenza è proprio un
periodo nero. Come genitori
stiamo vivendç> proprio questa fase
con Claudio . E un ragazzo da ma-
nuale: nato con l'interiore convin-
zione di essere un cavaliere senza
macchia e senza paura, fino a
qualche tempo fa, se ne andava a
zonzo nel suo mondo infantile con
la convinzione di sapere fino a che
punto poteva osare la sua libertà
senza cacciarsi nei guai. Le espe-
rienze di vita però, soprattutto quelle
scolastiche e nel gruppo dei coeta-
nei, lo hanno spinto a riconoscere
che non è poi così facile abitare la
realtà : essa è più complicata di co-
me appariva ai suoi occhi di bam -
bino. Di qui una grande insicurezza
interiore , vissuta talvolta con disa-
gio e con poca disponibilità al con-
fronto verbale.
adulti , finiva col creare un'ulteriore
incertezza. I nostri interventi diretti ,
peraltro, non lo aiutavano granché,
perché rappresentavano ai suoi
occhi un inefficace tentativo di scher-
mare le situazioni problematiche che
lui non riusciva ad affrontare nel mo-
do migliore. Non parliamo poi dei
momenti in cui era inevitabile avan-
zare delle critiche o dei rimproveri:
l'effetto sul senso di autostima era
devastante. Di fronte a queste diffi-
coltà, abbiamo cominciato a consul-
tarci con gli amici che hanno figli
della stessa età: identica situazione
e nessun rimedio . Mal comune mez-
zo gaudio? Stupida consolazione!
Meglio provare a inventare una nuo-
va strategia.
Decisione n. 1: non lasciarci in-
trappolare in un clima di nervosi-
smo generale . Per mantenere la
calma, dimostrandoci pazienti ma
anche dotati di fermezza, ci è sem-
brato importante contestualizzare
l'insicurezza di Claudio. E così ab-
biamo fatto piazza pulita di tutti quei
Non poche volte ci siamo trova-
ti a fare i conti con una sorta di cir-
colo vizioso: quanto più il ragazzo si
sentiva inadeguato, tanto più gli ca-
pitava di non saper essere all 'altez-
za delle situazioni e questo riscon-
tro , soprattutto se sottolineato dagli

4.6 Page 36

▲back to top
SPIRITUALITÀ SALESIANA
di Piero Borelli
discorsi che potessero lontana-
mente alludere a una logica di
· successo a tutti i costi , di competi-
zione, di efficienza. Dove sta scrit-
to che un ragazzo deve essere
per forza vincente nella vita di
ogni giorno? E poi , in una propo-
sta educativa integrale , che posto
ha il confronto con il 'fallimento'
della croce? Mutando lo stile della
comunicazione familiare, abbiamo
fatto una bella scoperta: a parte il
contenuto dei messaggi inviati , ci
siamo accorti che il figlio, così
alieno da discorsi e prediche 'in di-
retta', è invece molto sensibile a
certe considerazioni più discrete e
di ampio respiro . Se è pronto al
conflitto quando si parla con lui , è
invece molto attento e disponibile
quando si parla di lui.
E qui è maturata la decisione
n. 2: se le antenne sono così ben
sintonizzate , si può cercare di of-
frire rinforzi alla stima di sé sottoli-
neando tutte le occasioni in cui il
ragazzo sa comportarsi 'alla gran-
de': chi ha detto che contano solo
i voti a scuola? Ci sono i piccoli
gesti di disponibilità in casa, i mo-
menti di generosità con i compa-
gni , le capacità organizzative nel
gioco , la lealtà sportiva, il protago-
nismo in parrocchia, il tentativo di
essere meno disordinati nella ge-
stione della propria camera, la ca-
pacità di tenere a freno la vivacità,
la simpatia nel raccontare barzel-
lette, ecc.
Tutto questo serve a noi geni-
tori per Imparare a diversificare
le aspettative nei confronti dei figli,
ma soprattutto aiuta i ragazzi a co-
struire un orizzonte più ampio per
la propria esperienza di vita, a rico-
noscere la propria originalità e uni-
cità, a valorizzare certi tratti della
propria personalità, capendo che
ogni difetto può divenire un pregio
e che basta poco perché una qua-
lità diventi un handicap. Non so se
abbiamo centrato la strategia giu-
sta; sta di fatto che, al momento,
stiamo vivendo una dignitosa pace
familiare e che Claudio si sta com-
portando di nuovo come un cava-
liere senza macchia e senza
paura. Riuscirà a mantenere que-
sta grinta mentre abborda i tornanti
e le salite dell'adolescenza?
OTTOBRE 2000 BS
ALLE ORIGINI
Alle origini della Spiritualità Salesiana
s'affaccia un altro prodigio che darà
il tocco femminile alle indicazioni
di percorso per costruire una spiritualità
salesiana: si chiama Maria Domenica Mazzarello.
O Don Bosco ha appena iniziato
la sua mi ss ione pastorale tra i gio-
van i e da Valdocco il suo ra ggio
d' az ion e si va ampli ando . In un a
dell e "passeggiate autunnali " co n i
suoi ragazzi, a Mornese, nell a cam-
pagna alessa ndrin a, inco ntra M ari a
Dom eni ca Mazza rell o che si sta
dedicando, co n il medes imo im pe-
gno, all e ragazze. Entra no subito in
una sintonia dinamica, il cui risul-
tato è la fond az ione dell ' Istituto
dell e Fi gli e di Mari a Ausiliatri ce,
co ngregaz ion e parall ela ai sa le-
sia ni.
O La sintonia è rivelatrice di affi-
nità spirituale, e di un senti re i I
bisogno di offrire una proposta di
vita a raga zz i e ragazze che sono
all o sba ndo . In qu es to in contro
Madre Mazza rei lo "porta" la sua
sensibilità di donna forte e umil e
che va al di di una salute pre-
ca ri a che le rub a la vita a soli
quarantaquattro ann i di età.
O Una spiritualità semplice, deri-
va nte dall a schi ettezza di un cuore
evangelico e dal respiro di una fede
casa linga, pervade la vita di Maria
Domenica che può essere compen-
di ata in un a espress ione che le è
ca ra: "Amare il Signore è vivere la
gioi a". Da qui le direttive per una
testimoni anza innesta ta sull a gioi a
di donare: "Conservate, per quanto
potete, lo spirito di uni one co n
Di o" . E " la preghi era è la chi ave
che apre i tesori del paradi so" .
O La parola "spiritualità" è anco-
ra sconosciuta, ma la sosta nza e
lo stile del vivere la vita co me una
gra nde festa di Di o c'è tutta: sem-
pli cità e gioi a sono le coo rdin ate
di un a vita interi ore linea re, soste-
nuta dall 'a more all 'E ucar istia e
all a Madonna. L' in co ntro con Don
Bo sco, che co ntinu a in un cam -
mino parall elo dell e du e co ngre-
gazioni , rafforza iI grande progetto
dell a santi da donare ai giovani.
In un quotidiano di gioi a.
O

4.7 Page 37

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4.8 Page 38

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Le Sante Strade
LA VIA VALERIA
di Nicola Follieri
Ca o
d'Orl
Sant' Agata
di MiliEello., .
Frazzanò
Durante i secoli centrali
del medioevo, moltitudini
di pellegrini affluivano
regolarmente alla volta
di Roma anche dalla
Sicilia, terra di dominio
normanno. I più
provenivano dal nord
Africa. Fedi e culture
diverse convivevano
pacificamente nell'isola,
in virtù della saggia
esortazione regia:
"Ognuno invochi
il Dio che egli adora".
Gibilmanna
S otto il re normanno Guglielmo
II la presenza di Arabi, Magre-
AI suo interno si possono ammirare
mosaici a fondo oro del XII secolo,
che narrano storie della Bibbia. Co-
bini, Egiziani e Persiani ge- prendo la distanza di una decina di
nerava un felice incrocio di arte e chilometri si raggiunge l'Abbazia di
pensiero. In un tale contesto di va- San Martino delle Scale. È l'unica
riegata sfaccettatura culturale e reli- abbazia benedettina esistente in Si-
giosa, la categoria dei pellegrini ri- cilia, fatta edificare da san Gregorio
cevette dalla illuminata corte nor- Magno nel 590. Dopo le incursioni
manna dell'epoca un'attenzione pri- dei saraceni, il complesso fu rico-
vilegiata. Lo dimostra il fatto che struito nel 1347 dal beato Angelo
lungo la Via Valeria, costeggiante il
versante tirrenico della Sicilia fino a
Messina, sorsero numerosi i centri
di accoglienza. La tradizione inoltre
vuole che ai primordi del cristianesi-
mo il primo pellegrino illustre che
attraversò la Sicilia lungo l'asse della
Via Valeria fosse nientemeno che san
Paolo.
Il duomo normanno di Cefalù.
LA PRESENZA
BENEDETTINA
Dopo aver visitato Palermo , le cui
testimonianze storico-artistiche di
fattura araba, normanna o spagnola
non si contano, si può raggiungere
Monreale. Qui di notevole vi è il
Duomo, fatto costruire da Gugliel-
mo II d'Altavilla intorno al 1180.
OTTOBRE 2000 BS
Palermo, la cattedrale di Monreale.

4.9 Page 39

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Sinisio. Gli ambienti interni ospita-
vano i pellegrini nordafricani. In essa
si possono ammirare un organo del
XVI secolo, alcuni motivi ornamen-
tali sulle navate della chiesa dedicati
al mi stero pasquale e una statua in
marmo di san Benedetto da Norcia
nel chiostro. La Biblioteca contiene
più di 70 mila volumi antichi. I reli-
giosi del monastero producono un
vino locale prelibato, il Bianco
d ' Alcamo.
IL CULTO
DELLA VERGINE
Un'altra cittadina che conserva
memoria del passaggio normanno è
Cefalù. La Cattedrale fu fatta erige-
re da Ruggero II nel 1131, ad attira-
re l' attenzione su di essa sono in
particolare le due toni monumentali
che scolpiscono la facciata. A una
quindicina di chilometri si giunge a
Gibilmanna, dove la Vergine riceve
un culto davvero appassionato. La
Madonna è venerata nei pressi di un
monastero a lei dedicato. Nella chie-
sa vi sono un affresco del XII seco-
lo che rappresenta la Vergine col
Bambino, e la statua di Maria San-
IL PALATO
DEI PELLEGRINI . . _
Sono innumerevoli le spec1al1ta ga-
stronomiche medievali _dagli ingre-
dienti genuini e naturali, che vant~
tutta la nostra penisola, e che_~tuzz1~
cavano l'appetito dei pellegnn1. Nei
primi secoli del medioevo , pre_sso g i_
xenodochi in terra di Lucca, a1 ro7e1
veniva offerta una zuppa d1 ceret1 e
legumi secondo un codice lon_go ar~
do dell'VIII sec~lo . Tra i dolci che ~
pellegrini , giunti in area lucchese, po
tevano assaggiare .v1 era il necc10,
fatto con farina d1 castagne cotta
sulla brace , ma anche le frittelle e_ I~
staffette di zucchero e uova, cos1d
dette dalla tipica form~ d~ll_a tt~f~
del cavaliere. Una spec1ali~a in _ a
Ma ra, di cui andavano gh1?tt1_i pelle-
griiì erano i testaroli, porzioni d1 una
gra~de frittella, preparata ~ul f_uoco
con un impasto di sale e fann~ , in re-
cipienti di coccio
Un'altra leccornia
edirafoI~rmtaortca1rdc1?la~r~eb_~.
fatta con bietole , sp111ac1 , formagg .
oroomveai
Nell'Italia
ospiti dei
n~oordnv-oecnct1i·devnetran·lveanao1
preparate frittate e msalata.
ILVINO
DI MONTEFIASCONE
Riguardo ai vini, l'elenco non finireb-
be mai. Di almeno uno si può fare
cenno. È un vino di Montefiascone, di
cui si tramanda una leggenda diffusa
in tutto il Lazio , e risalente al Xli se-
colo . Un vescovo d'Oltralpe , Johann
de Fugger, ordinò a un suo servo di
precederlo nel suo viaggio a Roma,
in modo che gli indicasse dove pote-
va gustare del buon vino, essendo
l'alto ecclesiastico un buon bevitore.
Il servo aveva l'incarico di segnalare
con la scritta "EST!" il vino buono e
con il segnale "EST EST!" il vino otti-
mo. Ebbene , giunto a Montefiascone,
il servitore fu così entusiasta del vino
assaggiato che scrisse per ben tre
volte "EST! EST! EST!".
tissima Regina del Paradiso, con in-
torno ornamenti in stile barocco.
Presso quelle che erano nel periodo
più antico le stalle, si è strutturato
un museo di significative testimo-
nianze storiche della tradizione reli-
giosa locale. La biblioteca è fornita
di incunaboli e cinquecentine. In
un ' altra area si trovano delle cata-
combe, dove sono conservate reli-
quie di antichi martiri. La Santa
Vergine è venerata anche presso
Capo d'Orlando, nel Santuario di
Maria Santissima, eretto nel 1598,
meta preferita da moltissimi pesca-
tori e marinai. Dopo aver percorso
un centinaio di chilometri ecco Mes-
sina. Nel 1197 vi fu costruito il
Duomo per volontà di Ruggero IL
Di matrice normanna è pure la chie-
sa della Santissima Annunziata dei
Catalani , in cui è architettonicamen-
te visibile l'influenza araba. Davanti
ad essa sorge il monumento dedica-
to a don Giovanni d'Austria, fratel-
lo di Filippo II di Spagna, e coman-
dante della flotta navale che scon-
fisse i Turchi nella battaglia di Le-
panto (7 ottobre 1571).
O
LE TAVERNE,
LUOGHI DI TENTAZIONE
Nel medioevo osti, tavernieri, alber-
gatori e locandieri si misero a fare
concorrenza ai centri ospitalieri lungo
le strade che portavano a Roma. La
Chiesa non lesinò parole roventi con-
tro le taverne , luoghi di socializzazio-
ne, di divertimento e di riposo. Ovve-
ro, secondo la Chiesa, veri e propri
luoghi di tentazione, anche per i
romei che vi capitavano . Un affresco
della cappella di San Giacomo di
Prelles nei dintorni di Cuneo mostra
una locandiera che offre del vino a
dei pellegrini con tanto di mantello e
bordone, altri pellegrini seduti attorno
a un tavolo affettano del pane e
chiacchierano, un altro ancora sem-
bra assumere un atteggiamento forse
equivoco con una ostessa. A testimo-
nianza di una spiccata avversione
che il mondo religioso provava verso
questi luoghi di ritrovo, si può fare ri-
ferimento a statuti ferraresi del basso
medioevo, che lamentavano il distur-
bo recato allo svolgimento delle fun-
zioni religiose dagli schiamazzi pro-
venienti dalle osterie. Bernardino da
Siena, nelle sue prediche , non faceva
che lanciare accuse ai tavernieri e ai
frequentatori delle taverne, perché i
cristiani facevano volentieri una ca-
patina all'osteria, dimenticando i do-
veri religiosi. L'occasione di ubriacar-
si, bestemmiare, essere imbrogliati al
gioco , azzuffarsi, essere derubati,
spassarsela con le meretrici era lì,
dietro l'angolo ...

4.10 Page 40

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di f. ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
m
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
les iano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in .. .
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qu alsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell 'Ente".
(Luogo e data)
(fi rma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di ,nano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via dell a Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Te!. 06.65612678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Aus iliatrice, 32
10152 Torino
Tel. O11.5224247-8 - Fax 011.5224251
C.C.P. 28904100
OTTOBRE 2000 BS
I NOSTRI MORTI
SCOPAZZO sac. Giuseppe ,
t Aidone EN il 19/01 /2000 a 88 anni
Exallievo di Pedara, manifestò l'intenzione
di farsi salesiano e, dopo la teologia a
Roma e Bol le ngo , fu ordinato sacerdote
nella basilica di Maria Ausiliatrice a Torino
con altri 120 compagni. Il suo primo apo-
stolato fu nella scuola come insegnante di
francese . Poi perse improvv isa mente il
padre e poco dopo il frat ello in guerra.
Dovette così uscire dall a congregazione
per esse re di aiuto alla famiglia. Restò
devotissimo a Don Bosco sostenendo per
quanto poteva le opere salesiane, e conti-
nuò a leggere e diffondere il Bollettino
Salesiano. Divenne rettore del san tuario
della Madonna delle Grazie per 57 anni.
Scrisse nel suo testamento spiritu ale:
"M uoio cattolico , sacerdote di Cristo , umile
e fi ero di questa scelta". Don Giuseppe fu
proprio così: fiero di esse re sace rdot e,
amante del suo apostolato , pronto a servi-
re la gente, ad aiutarla a pregare, a confor-
tarla nell e afflizioni , ad accompagnarla
nelle scelte.
TANOA sac. Sebastiano , salesiano,
t Selargius CA il 15/03/2000 a 92 anni
Don Sebastiano , "patriarca" della visitatori a
salesiana sarda, è stato una eminente figu-
ra di sales iano e di sacerdote. Per tan ti
anni inseg nate in varie case salesiane della
Sardegna, passò gli ultimi trenta anni della
sua vita a fare il confessore e il direttore di
spirito, per cinque anni a Civitavecchia e gli
altri 25 a Selargius , dove si guadagnò
stima e simpatia. Sempre sereno , co rd iale
e gioviale , mostrava riconoscenza per le
cure e le attenzioni che confratel li e am ici
avevano per lui , soprattutto quando gli
acciacchi della ormai avanzata vecchiaia lo
hanno costretto a ritirarsi dalla vita quotidia-
na della co munità. Ri vo lg eva attenz ioni,
premure e preghiere soprattutto ai giovani
confratelli .
BARANELLO sac. Giovanni ,
salesiano ,
t Brindisi il 26/04/2000 a 94 anni
Fu un sacerdote umile e pieno di zelo e un
salesiano ottimi sta e alleg ro , come si con-
viene a og ni vero figlio di Don Bosco. Ha
svolto con fedeltà e scrupolo per tutta la
sua lunga vita gli incarichi che l'obbedien-
za mano mano gli andava affid ando : consi -
gliere sco las ti co , catech ista , economo ,
direttore di oratorio , confessore. Gli ultimi
40 an ni li ha dedicati soprattutto al lavoro
pastorale in parrocchia, mettendosi senza
risparmio al servizio della gente, sacerdote
fino in fondo , presso opere grandi e com-
plesse: Napoli "Rione Amicizia ", Taranto
"Don Bosco", Brindisi. Saran no ricordati la
sua serenità e il suo equ ilibrio che l'hanno
imposto all'atte nzione dei parrocchiani e
all 'affetto dei confratelli.
·
scherzò con lui tanto che fu l'ultimo dei
compagni di ordinazione a partire per
l'Altra Patria: il più anziano dei missionari
indiani . Da giovane sacerdote lavorò tra le
popolazioni ad ibasi del l'Assam, quindi a
Calcutta. Per un lustro fu il formatore dei
giovani aspira nti al Sav io Juniorate di
Shillong. Trasferito a Bande! , il san tu ario
dell a Madonna lungo il Gange , trascorse
gli ultimi trent 'ann i della sua lunga vi ta
catechizzando i Santhali, e diffondendo la
devozione al la Madonna. La pazienza, la
bontà, la serenità lo hanno fatto un uomo
di accogl ienza. E così sarà ricordato da
tutti quelli che l'hanno conosciuto.
ALESSANDRINI sac. Alfredo ,
sa les iano ,
t Roma il 27/01 /2000 a 89 anni
Terzo di 11 figli , ha respirato in famiglia
un'atmosfera di semplice e con vinta re li-
giosità che l'ha maturato per la vocazione
sacerdotale. A Portorecanati e Perugia
fece i primi passi da salesiano e lasciò un
buon ricordo di sé, così come ad Ancona
fece le prime esperi enze sacerdotali e ora-
toriane. Ha vissuto una vita re ligiosa "nor-
male" dividendo il suo apostolato tra orato-
rio , musica, catechesi, confessioni , fede le
ai suo i impegni e pronto all 'obbed ienza ,
disponibile. La sua corale ha rallegrato e
nobilitato le fu nzioni rel igiose , semp re
magistralmente diretta dalla sua faccia da
burbero benefico , che dietro una certa
rud ezza esterna nascondeva grande sen-
sibilità per i problemi e le difficoltà dei gio-
vani , della gente e, soprattutto , dei missio-
nari che ha se mpre amato e aiutato con
varie iniziative : raccolta de i francobo ll i,
lavori di traforo, ecc. Un uomo simpatico,
tifoso di calcio, che sapeva difendere a
spada tratta la squadra del cuore , e gode-
va di portare un po' di ilarità in comu nità
proprio per questa sua simpatica "debolez-
za" . Ha impressionato la serentià con cui
ha affrontato gli ultimi giorni della sua esi-
stenza terrena.
Venuta la ser_a d_i .
quel giorno ~esu disse.
"Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)
DAL BROI sac. Giuseppe , salesiano,
t Calcutta il 10/03/2000 a 91 anni
Missionario in India per 74 anni , si è dedi-
cato all 'aposto lato con un a dolcezza di
modi e una freschezza di idee che atti rava-
no tutti. Fragile di salute , la Provvidenza

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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IL MESE
Savina Jemina
DELLA RIPRE----.__
A 15 anni entra nelle Agostiniane
di Avila e poi nelle Carmelitane .
Nel 1562 apre un nuovo Carmelo ,
secondo una regola più austera.
Nonostante le prove, in pochi anni
ne fonda altri con san Giovanni
della Croce. La contesa tra i
Carmelitani Calzati e Scalzi fa
intervenire il re e anche papa
Gregorio Xlii che nel 1580 rico-
nosce la riforma. Muore nel 1582.
e onserva nel nome il ricordo
di quando era l'ottavo me-
se del calendario romano
arcaico. In campagna è tempo di
vendemmia e di semina prima del-
le piogge autunnali. Ed è anche il
Mercoledì 18: Luca , autore del
terzo vangelo , accompagna Paolo
in vari viaggi . Medico di profes -
sione , ha una scrittura elegante e
ricca di particolari. La tradizione
vuol e che dopo la morte di Paolo
abbia predicato il vangelo fuori
dell 'Italia e sia morto martire.
mese della ripresa (a tempo pie- IERI ACCADDE
no) di scuole e attività pastorali . 1° ottobre 1949: Mao proclama
QUESTO MESE A ROMA
la Repubblica popolare cinese.
ottobre 1993: Trattato di Maa-
Martedì 3: giornata per il dialogo stricht (Olanda) , entra in vigore
ebrei-cristiani .
l'Unione europea.
Domenica 8: a S. Pietro, Giubi - 3 ottobre 1990: riunificazione del-
leo dei Vescovi.
la Germania, a 45 anni dalla fine
Domenica 15: Giubileo delle Fa- della seconda guerra mondiale.
miglie.
4 ottobre 1582: è l'ultimo giorno
Domenica 29: allo Stadio Olim - prima della riforma del calendario
pico , Giubileo degli sportivi.
di Gregorio Xlii ; il giorno seguente
SANTI IN POCHE RIGHE
sarà il 15 ottobre.
4 ottobre 1957: i russi lanciano il
Mercoledì 4: Francesco d' As- primo satellite artificiale, lo Sputnik I.
sisi nasce nel 1182. Scopre la 11 ottobre 1962: Giovanni XXIII
vocazione religiosa dopo un lungo apre il Concilio Ecumenico Vati -
travaglio spirituale. Chiama " frati cano Il , il 21 ° della storia.
minor!'' i confratelli (nasceranno 12 ottobre 1492: Cristoforo Co-
anche i conventuali e i cappuccini) . lombo , salpato il 3 agosto , rag -
Con S. Chiara vita alle "claris- giunge il "Nuovo Mondo".
se". Nel 1219 si reca in Oriente ed 16 ottobre 1978: viene eletto pon-
è accolto dal sultano d'Egitto . Nel tefice Karol Wojtyta, Giovanni Paolo
1224, sul monte della Verna , 11 ; è il 266° papa.
riceve le "stimmate". Muore nella 21 ottobre 1833: nasce Alfred
Porziuncola, nel 1226. Per umiltà Nobel , inventore della dinamite e
non diventerà mai prete.
fondatore del premio omonimo.
Venerdì 6: Bruno (abate ) nasce 24 ottobre 1917: inizio della rivo-
a Colonia attorno al 1030 . Inse- luzione russa.
gna filosofia e teologia a Reims. 25 ottobre 1881 : nasce il pittore
Si ritira a Chartreuse , dove co- spagnolo Pablo Picasso.
struisce la Grande Certosa, "ma- 26 ottobre 1922: i fascisti inizia-
dre" dell'ordine dei certosini. Muo- no la marcia su Roma.
re a Serra San Bruno nel 1101. 28 ottobre 1958: viene eletto pa-
Domenica 15: Teresa d'Avila pa Giovanni XXIII ; ha 77 anni .
nasce nel 1515 . Fugge di casa 29 ottobre 1929: crolla la borsa
con un fratello per morire martire di New York : grande crisi econo -
dei Mori , ma è ricondotta a casa. mica mondiale .
GIUBILEO DA COLLEZIONE
Per la XV Giornata mondiale della
Gioventù , il Vaticano ha emesso
una serie di 4 valori e un libretto
con quattro francobolli da 1000
lire: quest'ultimo è il primo auto-
adesivo emesso dalle Poste Vati-
cane . Il Belgio ha dedicato 4
francobolli al tema "Chiese e or-
gani". Da citare lo splendido fo -
glietto dell 'Austria che celebra i
150 anni del primo francobollo
austriaco.
LA FESTA
Ad Aosta si disputa la famosa
Bataille des reines, letteralmente
battaglia delle regine , dove si
confrontano le mucche vincitrici
nei tornei eliminatori delle varie
località della Vallée. Le parteci-
panti al singolare torneo , tutte
gravide, sono raggruppate in base
al peso e si confrontano due a
due. Vince quella che , a colpi di
zoccoli e corna, fa arretrare l'altra.
SAGGEZZA IN PILLOLE
Ottobre : vino e cantina / da sera
a mattina (controllare il mosto che
fermenta).
Per san Francesco / la nespola
nel cesto .
[Con terreno] molle o asciutto /
per san Luca (18 ottobre] si
semina tutto .
Per san Simon (28 ottobre] I u
s' fora la botta de ven bon (si fora
la botte per assaggiare il vino
nuovo) .
BS OTTOBRE 2000

5.2 Page 42

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PRIMA PAGINA
Giuseppe Lenzi
Volo di addestramento.
ca rtello che avvisa dell a
rimo zione per riparaz ione.
Grazie della fidu cia ma
non posso!" .
Ma quel messaggio non gli
giunse mai. .. era guasto e,
di conseguenza, scollega-
to anche il microfono. Il
volo continuò: io credevo
che pilotasse lui, lui cre-
deva che pil otassi io. L'ae-
reo lasci a i 6000 pi édi (e
lentamente scende co n
prua di 10° sotto l'ori z-
zonte. 5000 piedi ... 3000
piedi ... la velocità raggiun-
ge i 200 nodi (e.ca 400
km/ h); 2000 pi ed i... 1000
pi edi e 25 0 nodi . La linea
di costa appare troppo vi-
cina... sì, decisamente trop-
po vicina. Ma perché l'a-
mico non si decide a ri-
chiamare l'aereo, livellare
le ali , ridurre la ve locità?
Sì, quella costa è proprio
troppo vicin a... Che espe-
Indossiamo il paraca-
dute e saliamo a bor-
do, effettui amo i con -
tro lli di rito e ottenuto i'OK
da ll a to rre di co ntro ll o,
Un exallievo del Vomero (Napoli) racconta ...
SENZA
rim ento vorrà fare?
A 600 piedi lo sento in
cuffia un po' concitato:
"S iamo troppo bassi . La-
scia lo, lo prendo io!" Allo-
entria mo in pista e decol-
li amo. Ottima la visibilità,
supe riore ai 100 km. Il
ve nto ca lmo, temperatura
PILOTA
ra ho capito. M i si gela il
sa ngue nell e ve ne. Il co-
mandante era convinto che
fossi io a pilotare... Così
estern a meno 3, flus so ca r-
burante OK. Navigh iamo
ve rso ovest, sul mare, poi
pru a per 180° ve rso Capo
Ma ragià, quindi virata a
Quel giorno non ne andò bene una
nell'aeroporto militare di Alghero,
dall'acqua calda alla macchina del caffè,
al contenitore di nastri di ritenzione della
dalla quota di 6000 piedi
a quell a bassa e pericolosa
di 600, per circa 13 minuti
l'aereo aveva vol ato senza
che nessuno lo pilotasse!
sini stra 50° verso Oz ieri , calotta del paracadute, all'urto di una delle "Qualcuno" lassù doveva
poi 340° su Sassari in fin e
220° per torn are ad A l-
pale dell'elicottero, alla rovinosa caduta di un
aver dec iso che quello non
era il "giorno nostro": il ca-
ghero.
tecnico... Decisi per un volo addestrativo pitano doveva sposarsi un
li collega ai comandi sa
su un vecchio America Texas T6.
mese dopo e io qualche
giorno dopo di lui : a que-
che anch'io ho il brevetto
gli appuntam enti non po-
di pilota. Dovendo egli "ca rteggiare" (per individu a- tevamo manca re. Asso lutamente! Atterrati e ch iarito
re i punti di ri fe rim ento al suolo e compiere la mis- tutto, raggiungemm o in sil enzio gli all oggi per una
sione ricog ni tiva assegnatagli ) mi dice attraverso docc ia. Non ci accorgemm o che l'acq ua era gelida.
l' in t~rfono: "Peppe, ti lasc io per un po' quest'avio- Ah, dimenticavo: nella mia borsa di volo c'è sem-
ne. E tuo! ". Rispondo : " Lo prenderei vo lentieri , ma pre un santino di Don Bosco!
qu i manca la parte termin ale dell a cloche; c'è un
o
OTTOBRE 2000 BS

5.3 Page 43

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SANTA MARIA DOMENICA MAZZARELLO
a fumetti
L.D.C.
G. Lubich, G. Trevisan
€' IL PRIMO SEME:.
LANCIA70 OLTRE
L 'OCEANO.
DA ALLORA LE
PARTENZE SI SONO
SLJSSf;;.CUITE
AL LE PARTENZE E OGGI
LI: C45.f, Dl:LLE'
F I GLIE' D I MARIA
AUSILIATRI CI= SONO
DIFFUSE IN TU7TO
IL MONDO:
816 IN EUROPA 1
~95 IN AME'RI GA. ,
20 IN AFRICA ,
101 IN ASIA ,
5 IN AUSTRA LIA ...
MA TORNIAMO
A L PUNTO.
A NIZZA MONFERRA70
DON BOSCO !-/A FA7TO
RIADATTARE A COLLEGI O
PER L'EDUCAZIONE
DELLE FANCIULLE
L'ANTICO CONVE'NTO
C4PPUCCINO DELLA
MADONNA DELLE GRAZIE .
QUl,CON L 'ARRIVO DIMADRE
MAZZARELLO,
SI TRAPIANTA LA C4SA
GENERALIZIA
DELLE FIGLIE
DI MARIA AUSILIATRI CE.
LO SPIRl70 E ' QUELLO
GENUINO DI MORNESE,
LO STILE D I VI TA
E' FEDl=LE ALLA POVERTA'
E LA REGOLA O/E REGNA
E'GUELLA DELL' AMORE.
'N
IJS OTTOBRE 2000

5.4 Page 44

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lSOGNA CJ..IE TU RIPARI . ·
SERA LE E3
OTTOBRE 2000 BS

5.5 Page 45

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L.D.C.
CON A 7TENZ! ONE LICUALA1ENTE TREPIDA SECLJE
7"LJ 7TE LE FONDAZIONI DEL SUO ISTITUTO SORTE IN / TAL /A ,
VIACC! ANDO DALL' U NA A LL 'ALTR<I ...
IN LINA C45A DELLE su ;; F ICLIE NOTA ..
TROPPA ABBONDANV1 .
SINOUNNO'ACLOT lN<:T4 ACTAIS. A IN VE_ CE_ ; A_ NC_/.-1_/;; I_MA_7l_ =.R_A5_5I,
PER STAN01TE, MADRE ,
LE ALLESTIAMO
UNA STANZETI"A.
E QUALCUNA DI V OI
RINUNCIA AL SUO LETIO?
NO, NO , 10 Ml RIPOSO
BENISSIMO SU UNA
SEDIA.
TI CREDI
OBBLIGATA A SOP -
PORTARE IL MALE
FINO A QUESìO
PUNìQ-?
BS OTTOBRE 2000

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
PER CASO UN
GIORNO ...
Sono una studentessa universi-
taria. Un giorno per caso ho
letto su l Bollettino Salesiano
una grazia attribuita all'interces-
sione di Mamma Margherita
per uno studente universitario.
Anch 'io in questo periodo, aven-
do avuto non poche difficoltà di
vario genere , ho affidato a lei
tutte le mie preoccupazioni. E
tutto , grazie a lei, è andato
bene. Spero con il suo aiuto di
raggiungere al più presto il mio
obiettivo , la laurea in psicologia,
e di diventare brava e compe-
tente nel mio lavoro per essere
di sostegno a quanti chiederan-
no il mio aiuto. Spero davvero
che Mamma Margherita non mi
abbandoni mai.
M. T. , Palermo
rivivere un 'esperienza così
drammatica, quindi tolsi l'abiti-
no. Dopo due anni mia sorella
ven ne in Italia per le vacanze.
Le parlai delle mie paure e lei
mi suggerì di tornare a indos-
~arlo con semplicità e con fede.
E quello che feci. Lo tirai fuori
dal cassetto accanto al letto e lo
indossai. Entro un mese mi si
presentò una nuova maternità.
Ero sbalordita e soprattutto
molto confusa per la mancanza
di fede. Per me era proprio un
miracolo , non una semplice
coincidenza . La gravidanza è
andata avanti senza alcun pro-
blema , eccetto una difficoltà
presentatasi al momento del
parto , risoltasi poi molto bene.
Ora sono una ma mm a felice ,
sento quotidianamente la prote-
zione di Domenico Savio e rin -
grazio il Signore per ave rmi
fatto conoscere questo ragazzo
meraviglioso. Invito tutte le
mamme ad avere fiducia in lui.
Louise Burne/1
Middlesex, Inghilterra
FU SUFFICIENTE
APPLICARE LA
RELIQUIA
MARIA TERESA
DOMENICO SAVIO
Scrivo dall'Inghilterra perché
desidero raccontare un 'espe-
rienza che credo veramente
miracolosa. Poco più di un anno
fa è nata mia figlia , Maria
Teresa Dom enico Savio. Una
bambina bellissima, sanissima,
nata dopo nove anni di matrimo-
nio , grazie al l'intercessione di
san Domenico Savio. Dopo
tanti anni di cure e vis ite in tutta
Itali a, ero ormai disperata. Ci
veniva detto che non era possi-
bile avere figli. Ero stravolta, ma
cercavo di rassegnarmi . In quel
periodo abitavo in Ita li a , a
Regg io Calabria , e lavoravo
presso l' Istituto Maria Ausilia-
trice , come insegnante d'ingle-
se. Furono le suore a darmi l'a-
bitino di san Domenico Savio .
Era l'estate del 1994. Non lo
indossai subito sia perché stavo
spesso in spiaggia e sia, soprat-
tutto , perché non avevo ancora
una fede abbastanza profonda.
Nel gennaio del 1995 finalmente
decisi di indossarlo. Nel giro di
un mese , la felice scoperta di
essere in attesa di un bambino.
Non riuscivo a crederci . Com 'era
mai possibile? Purtroppo quella
gravidanza non oltrepassò le 11
settimane. Fu un momento terri-
bile. Cominciai ad aver paura di
OTTOBRE 2000 BS
Ho rischiato serie conseguenze
a causa di uno sfo rzo che mi
procurò un forte malore , tanto
da farmi stram azzare a terra.
C'erano motivi per giustificare la
mia preoccupazione. Volli per-
ciò applicare la reliquia di santa
Maria Mazzarello là dove
avvertivo maggior dolore . E
intanto chiesi alla santa Fon-
datrice che illuminasse il medico
perché io non ven issi sottoposta
a intervento chirurgico , cosa
che temevo di più. Fui accon-
tentata. Infatti il medico , dopo
avere ben studiato il caso ,
ordinò un trattamento mediante
il quale mi ass icu che tutto
sarebbe tornato normale. Così
avvenne. Mantengo la promes-
sa di pubblicare la grazia.
Suor Maria Aurora Range/
Panyola,
Morelia (Messico)
Attilio Giordani
Matilde Salem
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
f irmate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l'indicazione del nome.
ze, durante i contatti epistolari ,
telefonici e diretti con visite in
Italia e anche in USA, per strap-
pare qualche informazione in
più e un po ' di conoscenza
sugli esiti di situazioni simili a
quella di Marco. Le risposte ,
soprattutto di alcuni esperti
oncologi molto conosciuti a San
Francisco , Boston e Houston,
concordavano sul fatto che le
cond izioni generali di Marco e
gli interventi chirurgici già su-
biti , molto ben riusciti , permet-
tevano di affermare che la
chemioterap ia sce lta dall'on-
co loga italiana potesse essere
ritenuta , al presente , la più ef-
Don Vincenzo Cimatti. ficace. La re lativa facilità di
riuscire a ottenere gli incontri
SULLA SUA TOMBA
PER RINGRAZIARE
con gli onco logi USA mi ha
sempre fatto pensare all 'aiuto
reale di don Cimatti. In definiti-
va l'esito più sicuro dipendeva
Novembre 1997. Mi raggiunge dal l'efficacia della terapia che
in Giappone , ove mi trovavo poteva essere verificata solo
per lavoro , un 'imp rovv isa e dopo 40 giorni dal suo primo
tragica notizia: mio figlio Mar- inizio. Il 17 agosto 1998, la ri -
co, 34 anni, sposato , con una
bambina e un figlio in gesta-
sonanza magnetica decretava
che il farmaco aveva prodotto
zione , sembra affetto da un un ritiro delle parti tumorali ri-
tumore al cervel lo, quasi cer- maste e tale constatazione po-
tamente diagnosticato. Nello teva essere considerata un
stesso giorno mi trovavo , forse reale segno di orientamento
non per caso, in visita presso positivo della malattia. La fe-
lo Studentato sa lesiano di de , come mini mo , aveva con-
Chofu (Tokyo), invitato e gui- tribu ito a rinforzare la speran-
dato dall'amico don Gaetano za. Anche Marco non ha mai
Compri , missionario salesiano smesso di chiedere aiuto a don
in Giappone da oltre 30 anni. Cimatti.
Don Gaetano mi propose di Dicembre 1999: la previsione
visitare la tomba di monsignor positiva, dopo 18 mesi di cura,
Cimatti , il Don Bosco del Giap- si è avverata: il tumore è com-
pone, per ch iedere con fede il pletamente scomparso. Marco,
suo aiuto per Marco . Accetto che nel frattempo ha avuto un
l'invito che, al ritorno , trasmet- meravig lioso bambino , Matteo ,
to a mio figlio e all'intera fami- è tornato ora alla vita normale ,
gli a con l'obiettivo preciso di al suo lavoro , alla sua attività
implorare la guarigione.
spirituale. Don Cimatti sembra
Giugno 1998: i due interventi abbia lasciato segni de l suo
neurochirurgici , subiti da Mar- aiuto nell 'animo di Marco : un
co, la radio e la chem ioterapia amore sempre più intenso per
non sembrano purtroppo suffi - la musica (monsignor Cimatti,
cienti a dare garanzia di sicuro come si sa, fu un brillante mu-
recupero ; offrono solo un certo sicista) e una vita interiore più
spostamento nel tempo di marcata.
conoscere l'evo luzione della Nel mio recente viaggio in
malattia. Ogni anali si lascia Giappone , ne l marzo 2000 ,
es iti incert i e non defin it ivi , sono andato a ringraziare il
dato che la risonanza magne- nostro grande protettore, su lla
tica rivela ancora tracce di cel- sua tomba a Chofu , sempre
lule al ienate nel co rpo calloso accompagnato dall'amico don
del cervel lo, parte impossibile Compri che , guarda caso, è
da trattare con intervento chi- stato incaricato recentemente
rurgico. Sarà stata l'interces-· di occuparsi del la causa d i
sione di don Cimatti a portare beatificazione di don Cimatti .
improvvisamente l'oncologa Questa mia testimonia nza
a ll a decis ione di iniziare a possa servire oltre che come
luglio una chemioterapia nuo- ringraziamento devoto, anche
va , purtroppo ancora dagli come dimostrazione di quanto
esiti non scontati anch e in cas i pos sa incidere la fede in casi
già sperimentati altrove, spe- come questi.
cie in USA.
Inizia così il calvario delle alta-
Giovanni Manfrè,
lene fra incertezze e speran-
Caldiero (VR)

5.7 Page 47

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I Don Mario Cogliandro
Attuale delegato dei cooperatori della Calabria
Già delegato mondiale dal 1973 al 1988, estensore assieme ad altri del primo
"Regolamento di Vita Apostolica".
Don Mario, i cooperatori salesiani lo ricordano nel 50° di sacer-
dozio con particolare affetto. Qual è il motivo?
Perché per 15 anni ho ricoperto l'incarico di delegato mondiale, e
forse anche perché assieme ad altri 6 abbiamo "osato toccare" il rego-
lamento fatto da Don Bosco, per adeguarlo ai tempi. Eravamo tre sale-
siani, una Figlia di Maria Ausiliatrice e tre cooperatori.
Avete avuto qualche timore reverenziale?
Altro che? Non abbiamo potuto dimentica.re quanto ci disse il rettor
maggiore don Ricceri prima che ci accingessimo a iniziare il lavoro:
"State attenti, voi mettete le mani nelle carni vive di Don Bosco!". In
effetti dal 1876 al 1974, cioè per 98 anni filati, ness uno aveva avuto
l'ardire nemmeno di sfiorare quello che era il frutto deI!a intelligenza
e della squisita carità apostolica del nostro santo.
E una volta terminata l'opera?...
Ovviamente si trattava di farla conoscere, diffonderla. E allora sono
scattati, soprattutto per il sottoscritto come delegato mondiale, la bel-
lezza di 15 anni di viaggi nei cinque continenti. Praticamente ho toc-
cato tutte le nazioni d'Europa e quelle dell 'America Latina. Sono stato
nelle Filippine, in Australia, nello Zaire, nel Ruanda.. .
Durante il suo incarico mondiale quali sono state le realizzazioni
più degne di nota?
Prima di tutto l'invio a Trelew in Patagonia dei primi giovani coope-
ratori italiani, a fondare un'opera per i ragazzi più svantaggiati. Un'o-
pera missionaria che è stata ed è il fiore all'occhiello dell 'Associazio-
ne. Il 13 novembre di ogni anno si festeggia ancora "El dia de Tre-
lew", che ricorda questa fortunata prima spedizione.
Ricorda qualche altra iniziativa?
Il primo convegno dei giovani cooperatori dell'America Latina a
Cordoba in Argentina nel 1980. E ancora nel 1982, l'anno magico dei
mondiali di calcio vinti dall 'Italia, il primo convegno dei giovani coo-
peratori d'Europa.
Parliamo per un momento di lei. Quel è stata la sua opera più
impegnativa?
11 S. Chiara di Palermo... Sì proprio quell 'oratorio che fa discutere
anche oggi per la presenza massiccia di extracomunitari e per alcune
disgraziate vicende di pedofilia, denunciate dall ' attuale incaricato sa-
lesiano. Un te1Titorio in cui i salesiani sono in trincea. Tuttavia ricordo
anche volentieri il campo di lavoro a Palma Montechiaro, nei territori
del Gattopardo, dove abbiamo dato il via a un oratorio per i ragazzi,
una maglieria per le ragazze, e accompagnamento familiare per le
mamme.
Perché è venuto a Roma?
A celebrare i miei 50 anni di messa e a chiedere la benedizione del
Papa e, naturalmente, a fare il Giubileo.
O
FOCUS
In questo mese del rosario, vo-
lentieri pubblichiamo la lirica
di una lettrice, la quale ci con-
fida che il nome e l' umiltà di
Maria le ispirano poesie che
scrive quasi di getto.
MARIA
Madre, del tuo Figlio figlia
Vergine pura eterna neve
mai sfiorata, presenza cara
di sorella amata.
Non mi chiedo come
e perché
Tu sia l'eletta
Tu, Madre del tuo Dio,
ch'è pure Figlio,
primizia da millenni
già prescelta.
Tu nell'alba del mondo
eri già stella,
nel tramonto del sole
eri già luna,
Signora degli abissi,
immacolata
e bella.
L'azzurra chiarità
del manto tuo
custodisce degli uomini
i segreti,
gioie e dolori d'oggi,
di sempre
di noi tuoi figli ed anche
tuoi fratelli!
Elvira Manichini Trinchieri
BS OTTOBRE 2000

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
BOLOGNA C.M.P.
I
NEL PROSSIMO NUMERO
Numero monografico
sulle Missioni Salesiane
in occasione della 1308 spedizione
missionaria.
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2001 CALENDARIO
MISSIONARIO
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(Illustrazioni del pittore Umberto Gamba).
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