Bollettino_Salesiano_200906

Bollettino_Salesiano_200906

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Mensile - Anno CXXXIII - nr. 6
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 6/2009
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Giugno 2009

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cambiarle rappresenti, in fondo, un’in-
fedeltà alla missione. In nessun mo-
mento possiamo rinunciare a un chia-
ro discernimento carismatico, senza
il quale si corre il rischio di perdere l’i-
dentità. Tale discernimento include
due elementi:
– siamo chiamati a rispondere alle
necessità più urgenti e profonde dei
giovani, soprattutto i più sfortunati;
– la risposta che ci è richiesta è quella
di essere “segni e portatori dell’Amore
di Dio” per questi giovani, attraverso
un’azione sia evangelizzatrice sia edu-
catrice. Questi due elementi costitui-
scono il criterio della significatività del-
l’azione salesiana: essere segni della
preoccupazione di Dio per i giovani più
carenti dell’esperienza del suo Amore,
partendo da quelli che, a causa di si-
tuazioni socio-economiche, non trova-
no un percorso di realizzazione perso-
nale nella loro vita e, a volte, neppure
il senso dell’esistenza.
>> L’ignoranza religiosa è quasi as-
soluta. Voglio testimoniare con am-
mirazione e gratitudine che in tutte le
regioni visitate la Famiglia Salesiana
brilla per la sua donazione e creati-
vità a favore dei nostri destinatari, imi-
tando in ciò la straordinaria versatilità
del Fondatore. Il mondo di oggi offre
mezzi e possibilità mai immaginate.
Imitando l’esempio di Don Bosco,
dobbiamo saperle usare per la mis-
sione. Una dimensione molto specia-
le è costituita dal lavoro della Famiglia
Salesiana nei “luoghi di missione”,
soprattutto dove, per circostanze di
ieri o di oggi riesce difficile, o persino
impossibile, un lavoro di evangelizza-
zione e formazione cristiana. Il non
poter neppur parlare di Gesù Cristo
non deve rappresentare un ostacolo
alla vocazione missionaria. Non è ca-
suale che, nella messa di Don Bosco,
si ascolti la Parola di Dio attraverso
san Paolo: “Tutto quello che è vero,
nobile, giusto, puro, amabile, onora-
to, quello che è virtù e merita lode, è
quello che dovete fare” (Fil 4, 8). An-
che in tali casi apportiamo, dalla no-
stra identità carismatica, alla costru-
zione del Regno di Cristo, “regno di
giustizia, di amore e di pace”, valori
che nessun uomo di buona volontà
potrà rifiutare. Fino a quando ci sa-
ranno giovani poveri e abbandonati,
bisognosi di educazione e promozio-
ne integrale, la missione salesiana
sarà vigente e attuale.
ٗ
Giugno 2009
Anno CXXXIII
Numero 6
Mensile - Anno CXXXIII - nr. 6
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 6/2009
In copertina:
I Paesi occidentali,
Italia compresa, ospitano
sempre più immigrati
e rifugiati. Il problema
va affrontato in tutte
le sue sfaccettature,
che non sono né poche
né semplici.
Foto: Giovanni Eriman
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Giugno 2009
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
CHIESA
12 Le Encicliche sociali (6a) - Populorum progressio di S. Stracca
ANNO PAOLINO
14 Affascinato e affascinante
di Luis Gallo
VIAGGI
18 Tres piedras preciosas
di Giancarlo Manieri
ATTUALITÀ
20 Samuele Kappa emigrante
di Daniele Zattini
IL TEATRO DI DON BOSCO
23 Nel nome di Dio
di Michele Novelli
FMA
28 Dal Cenacolo all’ONU
3
di Graziella Curti
RUBRICHE
2 Il Rettor Maggiore – 4 Ribalta giovani – 6 Lettere al Direttore – 8 In Italia & nel Mon-
do – 11 Osservatorio – 16 Box – 17 Zoom – 22 Lettera ai giovani – 27 Bagliori – 30 Li-
bri – 32 On Line – 34 Come Don Bosco – 36 Arte Sacra – 37 Laetare et benefacere… –
38 Sfide etiche – 40 Dibattiti – 41 Note sulle note – 42 I nostri morti –
43 Il mese – 44 Prima pagina – 45 Relax – 46 I nostri santi – 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori: Severino Cagnin - R. Desiderati
Graziella Curti - Enrico dal Covolo - Bruno Ferrero
Cesare Lo Monaco - Giuseppe Morante -Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Arnaldo Scaglioni - Silvano Stracca - Maria Antonia Chinello
Fotoreporter: Santo Cicco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Progetto grafico: Laura Tononi
Impaginazione: Puntografica s.r.l. - Torino
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Luciano Alloisio (Roma)
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
http://biesseonline.sdb.org
SALESIANO
O
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.643
e-mail: <biesse@sdb.org>
Direttore <gmanieri@sdb.org>
Fondazione DON BOSCO
NEL MONDO - ONLUS
Banca Intesa - Fil. Roma 12
IBAN: IT 20 P030 6905 0640 0000 3263199
Ccp 36885028 - CF 97210180580
e-mail: <donbosconelmondo@sdb.org>
web: www.fdbnm.org
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 131 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS GIUGNO 2009

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RIBALTA
di Gionata Di Cicco
G IOVANI
LO SPETTRO
Per troppe ragazze anche piccole lo spettro dell’anoressia
si affaccia sulla loro giovane vita… Una strana civiltà
la nostra: del successo a ogni costo, delle mode
non si sa da chi lanciate, dei miti fasulli, ecc.
AAgnese è scivolata via. Non sorriderà
più al vento, alla luna. Era l’altra metà
del cielo. In Italia è allarme anoressia.
L’anoressia e i disturbi del
comportamento alimentare sono la
prima causa di morte per malattie tra
messaggi di morte come: “Datti un
pugno sullo stomaco quando hai fame”
o: “Mangia nuda davanti ad uno
specchio così non sarai mai tentata di
mangiare troppo”. Per migliaia di
ragazze questo gravissimo disagio
noi giovani. Il Ministero della salute significa una vita di odio per se stesse,
indica che ogni anno 3500 ragazze si di depressione, di tentativi di suicidio,
ammalano a causa di questa malattia.
di false consapevolezze interiori, di
L’anoressia colpisce soprattutto le
solitudine. La magrezza è il dogma
ragazze tra i 18 e i 25 anni, sebbene
della femminilità di questa epoca,
oggi la soglia di età comprenda anche donne angosciate dalla taglia 38, dalla
donne di 30 anni e il fenomeno prova costume prima di ogni stagione
cominci a riguardare anche noi
estiva, in un mondo dove ti fanno
maschi. L’anoressia nervosa colpisce sentire bella e invidiata solo se pesi 50
soprattutto i giovani dei paesi a
capitalismo avanzato. Questa
kg per 170 cm di altezza.
5 A dettare le regole ci sono l’industria
gravissima malattia nella sua della moda, il mercato. Sopra una certa
evoluzione coinvolge funzioni taglia gli abiti più belli neanche li trovi.
psicologiche, neuroendocrine,
Devi esistere come loro ti vogliono.
ormonali e metaboliche. È una
Ilanit Elmalich era una fotomodella
malattia strisciante, subdola, capace israeliana. Muore per arresto cardiaco a
di insinuarsi tra la mia generazione
34 anni, pesava 22 kg distribuiti per
mietendo consensi e vittime. 1,72 cm d’altezza. Una delle tante che
L’attuale modello consumistico di finiscono nel tunnel dell’anoressia. Sul
società sollecita pesantemente le
corpo femminile c’è un clima di
donne, soprattutto in giovane età, ad
depredazione, di oppressione e
aderire incondizionatamente a ideali vivisezione. Spesso in noi maschi c’è un
estetici e di bellezza accompagnati a comportamento culturale che ci porta a
modelli di efficienza e produttivi
vedere le donne solo come oggetti
sempre più inumani. Canoni di bellezza
sessuali. La mancanza di percorsi
imposti da una spregiudicata cultura educativi, propositivi e di modelli umani
del potere maschile, che vuole
incoraggianti incentiva la scarsa
manipolare il corpo e la sessualità delle autostima e il timore del giudizio altrui
donne riducendole a puri oggetti di
sul proprio corpo. La solitudine e la
consumo. La pervasività del modello
mancanza di amore diventano una
culturale edonistico e una sottocultura
miniera d’oro per le multinazionali
del sesso stanno riducendo
della bellezza.
sistematicamente la stima che le donne
Il mercato ascolta solo i profitti, non
hanno di se stesse. Papa Benedetto XVI
certo i segni di disagio esistenziale
ha denunciato: “La trivializzazione della dei giovani rispetto a un mondo che
sessualità nei mezzi di comunicazione esprime prevalentemente i valori della
sociale e nelle industrie del
competizione. La nostra troppo
divertimento porta al degrado
spesso è una società dove l’amore
della donna”.
non è facilmente ricambiato. Manca
Tra le ragazze della mia generazione
una cultura della Vita. Agnese tra
spesso la cosa più importante è
tutte le rose, eri una creatura
diventata perdere peso, vivendo
meravigliosa, ti volevano schiava
ossessionate dalla bilancia. Internet è
minuta e i tuoi turbamenti ti hanno
un luogo per la diffusione di siti pro portata via. Avevi 25 anni. Ricorderò
anoressia. In alcuni siti compaiono per sempre il tuo sorriso e i tuoi occhi
addirittura istruzioni su come essere
azzurri come zaffiri e la vertiginosa
magrissime in nome dell’autocontrollo
felicità di guardarti negli occhi quei
e della forza di volontà. Si leggono
giorni della nostra giovinezza.
BS GIUGNO 2009

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LE TT E R E AL D I R E TT O R E
macroscopico della deriva, te, che ho appena finito di gione da vendere. Mi pare
non tanto del buon gusto leggere: “Ne abbiamo sentite una calibrata risposta
quanto del buon senso e del- tante nel tempo della comuni- al suo: “Ma è possibile?”.
la razionalità.
cazione globale che non sap- Ahimè sì, è possibile. (NB:
Forse ha colto nel segno pa- piamo più bene di chi fidarci. Abbiamo recensito il libro ci-
pa Wojtyła quando nel di- Perfino la politica, diventata tato nel BS di maggio ’09,
cembre 2002, in un’udienza spettacolo, ha deluso. Ci ha pag. 31, 3a colonna)
generale, disse: “Dio sembra portato in guerre scandalose e
LIBERTÀ DI INGIU-
RIA? Leggo a volte il
suo bollettino per sfi-
zio, e non ci trovo niente di
vero […].
Anonimo…
essersi rinchiuso nel suo cie-
lo, quasi disgustato dall’agi-
re dell’umanità”.
NEWS FALSE? Caro
direttore, […] c’è qual-
cosa che non capisco:
oggi si parla di informazione,
notizie che arrivano da tutto il
sanguinose mentendoci nella
maniera più spudorata. Nel
tempo dell’informazione glo-
bale si è vista la fragilità
estrema dell’informazione mai
tanto esposta di fronte al po-
tere che è riuscito a mettere
i germi di una mutazione ge-
netica addirittura nella stes-
sa professione giornalistica.
Questa era nata per informare
PAPA BENEDETTO. Ca-
ro direttore, […] Insom-
ma stavolta come fai a
dire che il Papa aveva ragione
a condannare i preservativi
che salvano dall’AIDS mi-
gliaia di vite in Africa? Hai
visto che si sono ribellati tut-
ti, e anche il giornale più pre-
La sua lettera, signor ics (!) mondo, praticamente in tem- la gente e di conseguenza stigioso, il NYT […].
non è riproducibile, zeppa po reale. Per esempio, uno controllare il potere e garanti-
com’è di ingiurie irripetibili stupro in Italia si sa anche in re la democrazia. Rischia pe-
Mauro, Trapani
indirizzate al Papa, e non so- Papua dopo qualche minuto o ricolosamente di trasformarsi Il NYT (immagino sia il New
lo, con la scusa – pretestuosa addirittura subito: basta che nell’arte di imbonire la gente York Times) non è il Verbum
– che “siamo in democrazia”. un occhio o un orecchio elet- e compiacere il palazzo. Con Dei, anche se si atteggia a ta-
“Che vuol dire libertà”, ha tronico lo veda. […] Tutti la comunicazione globale che le con una supponenza infini-
aggiunto a matita!
sanno tutto, ma in realtà, mi corre veloce come la luce, av- ta. Di castronerie ne ha divul-
Intanto democrazia vuol dire perdoni il bisticcio, non sanno volgendo il globo e rendendo- gate anche la sua sapienza
6
“governo del popolo” e se c’è niente, cioè non sanno se è lo un piccolo villaggio con le cartacea. Comunque ti ri-
un governo (eletto dal popolo) vero o se è falso, perché c’è stesse notizie, le cose non so- spondo con una riflessione
vuol dire che ci sono leggi, e chi te la racconta in un modo no più tanto chiare. Il potere regalatami dal prof. Luciano
se ci sono leggi vuol dire che e chi in un altro, quasi contra- della manipolazione è dive- Verdone che tempestivamente
ci sono limiti… anche alle ver- rio. Ma è possibile? Una cosa nuto ampio come la comu- mi scrive ogni qualvolta un
gognose brutture che si è pre- terribile… Insomma sono nicazione stessa (grassetto problema serio tinge l’oriz-
sa la libertà di scrivere. Pote- sconcertato.
del redattore) tanto che un zonte delle coscienze. “Il no
va farne a meno, non avrebbe
così rivelato il suo fatiscente
Armando, Bressanone
Papa morente ha sentito l’ur-
genza di lasciare quale suo te-
del Papa ai preservativi era un
sì alla responsabilità del com-
profilo interiore.
Caro signore, scrive il vicedi- stamento ai giornalisti l’ap- portamento sessuale, alla pro-
In secondo luogo, sì, il Codice rettore dell’Osservatore Ro- pello a resistere al potere in mozione del matrimonio e
di Diritto Canonico ha un ar- mano, exallievo salesiano e nome della verità e della giu- della famiglia in luoghi dove
ticolo, il 212, che assicura il amico, in un suo libro recen- stizia”. Credo che abbia ra- vige l’anarchia delle relazioni
diritto di opinione nella Chie-
con più partner. Dire che i
sa cattolica, anche se non è in
preservativi non risolvono il
linea con quello della Curia
problema era anche un invito
A P P E L L I Romana o dello stesso Papa.
Ma questo non autorizza nes-
ai governi a farsi carico del-
l’attenzione e della cura effi-
suna libertà d’ingiuria… Ave-
re opinioni diverse è sempre
possibile. Offendere e ingiu-
riare è segno di incultura.
Caro signore, l’odio è cieco
e acceca; la blasfemia ab-
bassa un individuo al di sot-
to degli animali (che non be-
stemmiano, anzi sono gli uni-
ci a fare quel che madre na-
tura ha programmato che
facciano). La protervia, poi,
rende l’uomo ridicolo. I suoi
sono guizzi (fuori posto) so-
no quelli di uno che – dato
tempo al tempo – sarà preda
dei vermi. Come tutti. Mi
I Sono Roberto, ho 30 an-
ni e mi sento solo. Vorrei
corrispondere per amicizia
con ragazzi ai quali come
a me piace scrivere e rice-
vere lettere. Posso scrivere
in italiano, inglese, porto-
ghese, greco e spagnolo.
Roberto Sayago, Casilla de
Correo 138, 8000 Bahia
Blanca, Argentina.
I Amo le cose vere della
vita, credo nei sentimenti
e nella vera amicizia.
Amo il dialogo, il mare, gli
animali e la natura. Sono
contro ogni forma di vio-
lenza. Occhiati Silvio, Via
Corso Vittorio Emanuele III
78, 80058 Torre Annunzia-
ta (NA).
I Sono una collezionista di
santini moderni e antichi, le
mie tematiche sono: san-
ti/e, Maria e Gesù. Sarei fe-
lice di fare scambi con
persone di tutto il mondo.
Maria Eleonora Gulisano,
Via A. Sciuto 34, 95045 Mi-
sterbianco (CT).
cace verso chi soffre. ‘Non
c’è un posto al mondo – affer-
ma Filippo Ciantia, da
trent’anni medico in Uganda
– dove l’AIDS sia diminuito
senza un cambiamento radica-
le dei comportamenti sessua-
li. Ma per fare questo si deve
lavorare a livello educativo.
Non ci si può certo acconten-
tare di distribuire preservativi,
confidando nel loro effetto
taumaturgico e deresponsabi-
lizzando la gente’. Eppure, lo
confesso. Vorrei tanto che
questo Papa s’incontrasse con
la sensibilità di chi lo ascolta.
sembra che lei sia l’esempio
Magari anche a costo, talvol-
GIUGNO 2009 BS

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‘‘ ta, di parlare solo col sorriso.
Ma, allora, egli non rinunce-
rebbe al ruolo di coscienza
critica del mondo?”.
Non ci è stato possibile
pubblicare tutte le lettere
pervenute in redazione. Ce
ne scusiamo. Provvedere-
Aggiungo tre annotazioni: La
prima. Se è vero che il tasso
mo a suo tempo alla pub-
blicazione o alla risposta
di infezione a Washington è personale.
pari a quello dell’Uganda (Il
Chi vive perennemente attor-
no alle discariche delle gran-
di città per cercare di ricava-
re dai rifiuti un po’ di sussi-
stenza. Non sono barzellette,
quelle che ti racconto, e non
lo farei se non l’avessi visto
con i miei occhi. Ebbene tan-
Foglio 19/03/09); se è vero
che il virus dell’AIDS misura
0,1 micron e i crateri e i pori
del condom 5 micron (cioè
sono 50 volte più grandi del
PRIVILEGIATI. Caro di-
rettore, un mio compagno
di scuola e amico da
to per fermarmi alla mia
esperienza di giramondo per
necessità, nei posti più mal-
famati, più sordidi, più mise-
rabili, là dove manca tutto a
virus – Toffali 25/03/09) al- sempre parla dei preti […] e cominciare dallo Stato, ci ho
lora papa Benedetto ha ra- dice che sono dei gran man- trovato sempre, dico sempre,
gione da vendere. Il dott. gioni e bevoni (sic), che hanno qualche prete e/o qualche
OGNI MESE Edward Green, direttore del- grandi privilegi, sono ricchi e suora… meno frequentemente
l’AIDS Prevention Research se la spassano. Ricevono soldi qualche volontario/a. Ti ri-
CON Projet di Harvard, ha detto da tutti e non hanno problemi. sparmio una lista, che sareb-
senza mezzi termini: “Per me Insomma sono quelli che stan- be lunga. Ho conosciuto mis-
DON BOSCO non è facile ammetterlo, ma no meglio di tutti e non cono- sionari che hanno quello che
il Papa ha ragione; le ricer- scono le crisi in cui oggi si di- hanno i loro assistiti, cioè
che dimostrano che in Africa battono tutti […]. Ho visto che niente. E farebbero la loro fi-
A CASA TUA i preservativi non funzionano lei risponde senza tanti peli ne se non trovassero almeno
per ridurre il tasso di infe- sulla lingua […]. Mi permetto un po’ di sostegno economico
zione di HIV”. Le frecciate di chiederle un’opinione sul dai loro confratelli che chie-
che papa Ratzinger si prende mio interrogativo […].
dono l’elemosina per loro e Il Bollettino
in continuazione – ormai è
un tiro al piccione – hanno
Pino, Roma
per chi assistono.
Un’altra annotazione su que-
un motivo: è un uomo grande È una gran balla, caro Pino, sta presunta beatitudine dei
Salesiano viene
inviato gratuitamente
7
e scomodo, che dice quello una panzana ma di quelle. In- preti, e stavolta ti snocciolo
che deve dire anche se non è tanto una constatazione a qualche numero. Solo l’anno
politically correct, che non smentita: fosse vero quel che passato (2008) in Africa sono
segue le mode, che ama “fe- dice il tuo amico Vit (Vitto- stati uccisi tre sacerdoti, un
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
de e ragione” e con questi rio?... Jacovitti?...), non pensi religioso e un volontario lai-
due grimaldelli affronta la che ci sarebbe l’assalto gior- co. In Asia è toccata la stessa
realtà. È un avversario tosto naliero ai “seminari” per di- sorte a un vescovo, sei preti e
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
per chi non ama la Chiesa. ventare preti? Si arrampiche- una volontaria. In America i i giovani e le missioni.
La seconda. Per aver detto rebbero pure sulle grondaie morti ammazzati sono stati
che il preservativo non è la con il rischio di capitomboli cinque e nella civilissima Eu-
soluzione dei problemi del- epocali pur di arrivare in que- ropa due. In rapporto al nu-
l’AIDS il Papa è stato sbef- sto paradiso. Ma, guarda caso mero totale dei preti queste
feggiato e ingiuriato e non c’è anche crisi di vocazioni ol- cifre assommano a una tragi-
dal popolino, ma da politici tre che crisi di banche, di eco- ca percentuale. Ebbene que-
di prim’ordine. Per aver fir- nomia, di stabilità, di politica, ste sono le violenze finite sui
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
mato una legge che in prati- di aria pulita, di ecologia, di media. Le altre si sono con- subito il cambio
ca permette in famiglia il li- buon gusto, di moralità, di pu- sumate nel silenzio senza ar-
bero stupro in Pakistan, an- dore… e mi fermo qui per non rivare agli onori della crona-
di indirizzo.
che tra parenti, non s’è mos- annoiati, ma anche tu puoi, ci ca: intimidazioni, incendi do-
so un dito… La terza. Per scommetto, aggiungere qual- losi alle strutture, pestaggi,
aver parlato, il Papa, in ae- cosa alla litania della crisi. minacce, violenze psicologi-
reo e en passant del preser- Mi piacerebbe invitarti qui che, malversazioni, permessi
vativo (una risposta di circa da me, per farti constatare negati, espulsioni, ecc. Caro
30 secondi) s’è scatenato lo gli sforzi che si fanno per giovane, questi sono eroi, Per la vostra corrispon-
tsunami; quando ha bollato raccogliere i soldi necessari non “mangioni e beoni”! Sui denza:
in discorsi ufficiali le multi- ai missionari che sempre più media fanno notizia solo gli IL BOLLETTINO
nazionali che sfruttano ver- spesso si trovano in econo- scandali, i casi di pedofilia,
gognosamente l’Africa e ne mia di sopravvivenza. Oggi magari risalenti a 40 anni fa:
SALESIANO
ha parlato a lungo e circo- siamo in crisi, ma c’è chi è in “legnate al prete!”. E gli atti Casella post. 18333
stanziando, silenzio di tom- crisi endemica, chi non ha di eroismo, che pure ci sono e 00163 ROMA Bravetta
ba. Ma davvero un pezzet- mai visto il colore di una ben più numerosi degli scan- fax 06/656.12.643
to di lattice è più importante banconota, chi non ha una dali, quelli “nada de nada”. E-mail: biesse@sdb.org
di migliaia di persone che casa, un lavoro, l’acqua po- Tira le somme. Ma soprattut-
muoiono di fame?
tabile, i servizi igienici, ecc. to, informati un po’ di più.
BS GIUGNO 2009

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redazionale
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
CITTÀ DEL VATICANO Sociale dell’Università Pon-
tificia Salesiana, con alcuni
studenti. Il prof. don Franco
LA COMUNICAZIONE Lever ha parlato su “Teolo-
NELLA CHIESA
gia della Comunicazione”, il
prof. don Fabio Pasqualetti
Si è svolto in marzo, pro- su “Parola, Coerenza e Azio-
mosso dal Pontificio Consi- ne”, il prof. don Valentin An-
glio delle Comunicazioni So- tonio Presern su “E la Parola
ciali il 3° seminario su: si fece media”. La grande
“Nuove prospettive per la importanza della Comunica-
Comunicazione Ecclesiale”. zione Sociale è oggi sotto gli
Oltre 70 vescovi e 4 cardinali occhi di tutti, e la Chiesa
vi hanno preso parte, prove- vuole puntare sulla qualità
nienti dai 5 continenti, per più che sui mezzi, anche se
studiare le linee di un nuovo questi sono oggi indispensa-
documento dopo Aetatis No- bili per comunicare. Ha chiu-
vae del 1992. Un gruppo di so il seminario il cardinale
25 esperti ha offerto ai ve- Tarcisio Bertone. Ora si at-
scovi il loro contributo. Tra tende con grande interesse la
essi, tre salesiani docenti al- pubblicazione del nuovo do-
9
la Facoltà di Comunicazione cumento (di C.M. Paul).
CONCLUSIONE
MESSINA, ITALIA
DALL’EVOLUZIONI-
SMO A “DIGNITAS
PERSONAE
A due secoli dalla nascita di
Darwin, la scuola superiore di
Bioetica e Sessuologia del
san Tommaso di Messina ha
organizzato un seminario di
studi per fare il punto sull’e-
voluzionismo a partire dal te-
ma prediletto da Darwin,
quello sessuologico. Il nucleo
del convegno ruotava attorno
alla domanda: che cosa rima-
ne o non rimane di Darwin?
Don Russo, direttore della
scuola e preside del san Tom-
maso, ha sottolineato che
l’occasione del bicentenario è
un momento opportuno per
un bilancio. Lo stesso evolu-
zionismo è ancora una teoria
in evoluzione! Interessanti le
relazioni del filosofo del san
Tommaso, don Paolo Fichera,
e del sessuologo medico Em-
manuele Jannini che ha susci-
tato un forte dibattito.
ANNO PAOLINO
Presentiamo, a chiusura dell’anno Paolino,
indetto dal Papa nel giugno di un anno fa, una
delle molte iniziative a ricordo del grande “Apo-
stolo delle Genti” .
La busta ricordo emessa dalle Poste Vatica-
ne raffigura:
– sul lato sinistro un particolare dell’affresco “S.
Paolo” di Antoniazzo Romano, e ospitato nella
basilica papale di san Paolo fuori le mura, a
Roma;
– sul lato destro dell’immagine è riportata in tre
lingue (italiano, inglese, tedesco) la scritta:
“Anno Paolino 28 giugno 2008 – 29 giugno
2009”.
Il francobollo del valore di 0,60, emesso l’8
settembre 2008, è timbrato con l’annullo specia-
le posto in uso per l’occasione. Nel rovescio del-
la busta, in basso a destra, è indicata la sigla
P.V/65 identificativa della stessa.
Per saperne di più:
Poste Vaticane – Governatorato
00120 Città del Vaticano
Fax 06/69885378.
BS GIUGNO 2009

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I missionari salesiani usavano scrivere
resoconti al Rettor Maggiore che poi
li passava al Bollettino Salesiano perché
venissero pubblicati. Troviamo nel numero
di giugno 1909 la lettera del missionario
don M. Balestra che da Tanjore nell’India
del Sud, antica capitale del regno dei Chola
e prima città indiana a ospitare
un’opera salesiana, descrive usi e costumi
della terra dove l’obbedienza l’ha destinato.
Eccone uno stralcio.
MARTA E MARIA
di Anna Rita Lorusso
Un volume per tutti quelli che
vogliono approfondire il sen-
so del “servizio” cristiano. In-
teressante il modo di procede-
re. L’autrice articola il testo in
diverse sezioni sempre indivi-
duate da un’icona: il libro per
i brani della Scrittura; la chia-
ve sul libro per i brani affidati
agli esperti che la Parola
l’hanno studiata e/o vissuta.
Sole, penna e libro: questa
icona indica un commento
della Parola che è come sole
che illumina la vita. Colla,
forbici, penna: occorre un ta-
glia/incolla per applicare alla
propria vita ciò che la Parola
di Dio suggerisce. Infine il
cuore con i colori dell’arco-
baleno: questa icona segnala
la testimonianza personale
dell’autrice che si mette a nu-
do davanti al Dio dell’allean-
za e ai fratelli. L’autrice di-
chiara di non voler insegnare
metodi nuovi di lectio, sem-
plicemente applica la lectio
attingendo dalla sua esperien-
za vissuta in famiglia, al lavo-
ro, con gli amici del gruppo.
Non insegna, racconta.
VÖCKLABRUCK,
zie alle suore di Maria Ausi-
10
AUSTRIA
liatrice che, con il loro centro
scolastico, hanno dato un im-
portante contributo all’educa-
50 ANNI DELLA
zione. Il governatore ha affer-
SCUOLA DON BOSCO
mato che educazione è qual-
cosa di più rispetto alle cono-
12 febbraio: le Figlie di scenze scolastiche: «Forma-
Maria Ausiliatrice di Vöckla- zione vuol dire trovare la pro-
bruck hanno festeggiato i 50 pria via». Il vescovo Ludwig
anni della loro scuola con nu- Schwarz, sdb, si è rallegrato
merosi ospiti: il vescovo di per lo sviluppo della scuola
Linz monsignor Ludwig Don Bosco e, riferendosi al-
Schwarz sdb, il governatore l’allegria visibile tra le alunne
dell’Austria Superiore Josef e gli alunni, come pure tra i
[….] Ora, considerando il peccato quasi una pol- Pühringer, il presidente del bambini della scuola materna,
luzione materiale, non è sorprendente che essi ri-
tengano le abluzioni quali mezzi efficacissimi per
lavarlo.
Le abluzioni che si fanno in certi fiumi privile-
giati, come il Gange, l’Indo, il Godaveri, il Cave-
consiglio scolastico regionale
di Linz Fritz Enzenhofer e il
sindaco di Vöcklabruck Her-
bert Brunsteiner. La festa è
stata l’occasione per dire gra-
si è complimentato con loro
dicendo che «Don Bosco era
convinto che la gioia fosse
l’undicesimo comandamento
delle case salesiane».
ri, ecc. purificano l’anima e il corpo di ogni mac-
chia e di ogni peccato. Anche da lontano quando
si è nell’impossibilità di recarsi sul luogo, basta
trasportarvisi col pensiero ed immaginare di ba-
gnarvisi: l’effetto è eguale.
La stessa virtù purificatrice è attribuita a molte
sorgenti e laghi rinomati dell’India, ma questi
non posseggono tale efficacia, se non in epo-
che più o meno lontane l’una dall’altra. Il cele-
bre lago situato nei dintorni di Kumbaconam
(Tanjore) non acquista questa proprietà che una
volta all’anno, e più straordinariamente ogni do-
dici anni.
GIUGNO 2009 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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O SSERVATORIO Anna Rita Delle Donne
ALICE E GLI ALTRI (23)
Divagazioni (mica tanto) su un’iniziativa per la verità non molto normale: il volontariato
Alice chiusa in camera studia per l’ultima realtà meno che privilegiate. Come se a Viola non
interrogazione. All’improvviso, le sembra di facesse bene rendersi conto di quanto sia difficile
sentire la madre che parla al telefono altera- la vita, di quanto possa essere importante per una
ta. Alice sa che non sta bene origliare, però… è ragazza donare parte del suo tempo per migliorare
piuttosto raro che mamma Stefania alzi la voce al altre vite. Non si rende conto di quanto una perso-
telefono; è davvero curiosa. Socchiude la porta. na che si occupa di volontariato possa ricevere da
Basta, Clara… ne riparliamo; adesso devo chiude- queste esperienze. No, le sue bambine devono
re”, dice mamma Stefania mettendo giù la cornetta. vivere nella bambagia, avere tutto quello che desi-
Alice attraversa la stanza: “Con chi parlavi, ma’?”. derano senza alzare un dito. Agi, comodità… È
Con Clara”. “La mamma di Viola? ”. “Alice, quan- questo che si augura quella donna per le figlie e i
te Clara conosci? ”, risponde la mamma un po’ sec- risultati sono quelli che sono: Valeria a diciotto
cata. Alice apre il frigo e si versa un bicchiere di anni ha già un bambino di cui non si occupa
latte. Silenzio! Poi: “Mamma, che hai? Mi sembri affatto; Viola rischia di essere espulsa da scuola
alterata!”. “Mi dispiace. Ho alzato la voce con per le troppe assenze… E lei discute con la psico-
Clara… quella donna a volte mi fa proprio impaz- loga perché non vuole che la figlia entri in contat-
zire”. “È successo qualcosa? ”, chiede Alice. “Cla- to con persone meno fortunate di lei ”.
ra e io abbiamo idee molto diverse in fatto di
11
educazione”. “Avete litigato per me e Viola? ”, >> “Mmm… Mamma, la psicologa di Viola è tua
incalza Alice sempre più curiosa. “Macché! Non amica, vero?”, chiede Alice dopo un po’. “Sì,
abbiamo litigato, abbiamo discusso un po’ vivace- certo… Perché me lo chiedi? ”. “Perché mi piace-
mente, ecco. Le solite discussioni di quando par- rebbe avere l’indirizzo di quel centro e maga-
liamo di metodi educativi. Lei è sempre così ri andare a darci un’occhiata”. “Dici sul serio? ”,
assurdamente protettiva con le figlie! A volte mi chiede mamma Stefania stupita. “Certo! chissà,
sembra proprio che se quelle due ragazze si met- una volta visto il posto potrei dare una mano.
tono nei pasticci la responsabilità sia in parte sua. Del resto, sta arrivando l’estate e per un po’ non
È brutto dirlo, ma stavolta mi ha fatto proprio avrò molto da fare”. “Vieni qui, cara, sono vera-
andare il fumo agli occhi”.
mente fiera di te”, dice la madre abbracciando la
figlia. Alice tra le braccia della madre si sen-
>> Di che si tratta, mamma?”. Beh, te lo dico, te come sempre a casa, quella casa che, le viene
così sento cosa ne pensi, ormai sei grande. Dun- da pensare, non tutti i bambini hanno la fortuna
que, come sai, Viola ha ripreso ad andare dalla di avere.
ٗ
psicologa dopo quelle assenze a scuola e tutto il
resto”. “In verità non so molto di Viola,
ormai”, dice Alice sconsolata. “Sì, almeno
saltuariamente. Ora, la dottoressa le ha
proposto di fare del volontariato. Lei
conosce un centro di accoglienza per
ragazzi in difficoltà, lì hanno sempre
bisogno di volontari per aiutarli a
studiare, e per insegnare l’italiano,
visto che la maggior parte di essi è
straniera”. “Mi sembra interessan-
te”. “Anche a me. Ma non a Clara.
Dice che le sembra una perdita di
tempo, che Viola deve studiare e
stupidaggini varie. Ma in realtà
sono pregiudizi. Non vuole che la
sua bambina stia a contatto con
BS GIUGNO 2009

2.2 Page 12

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CHIESA
LE ENCICLICHE
SOCIALI (6a)
POPULORUM
Lo stemma araldico
di papa Montini.
PROGRESSIO
LO SVILUPPO
È IL NUOVO NOME DELLA
PACE”. IL FAMOSO
LEIT-MOTIV DELL’ENCICLICA
di Silvano Stracca
Populorum progressio. E ora come
allora la Chiesa non può non trasali-
re davanti al “grido d’angoscia” de-
gli uomini “che lottano per liberarsi
SOCIALE POPULORUM dal giogo della fame, della miseria,
PROGRESSIO CHE
della malattia, dell’ignoranza”.
12
PAOLO VI INDIRIZZAVA
AI FEDELI E A TUTTI
ACCOGLIENZA
GLI UOMINI DI BUONA
VOLONTÀ IL 26 MARZO
1967, PASQUA DI
RISURREZIONE.
L’accoglienza grande riservata in
ogni parte del pianeta al documen-
to, in fondo, è stata un grande atto
di fede nell’amore della Chiesa per
l’uomo e nella sincerità del contri-
Paolo VI, papa dal 1963 al 1978,
anno della morte avvenuta
a Castel Gandolfo, nella residenza
buto che essa offre al mondo a rea-
estiva dei pontefici romani.
lizzarsi. Nel testo non mancano in-
dicazioni assai concrete, talvolta
Un documento d’importanza
storica, scritto perché – co-
me dice papa Montini – na-
sca finalmente “un mondo
addirittura “tecniche”. Non sta però
in esse il contributo primario speci-
fico che la Chiesa dà allo sviluppo
e alla pace dei popoli. “Esperta in
Paolo VI – l’economico dall’uma-
no”. “Non v’è umanesimo vero –
soggiunge – se non aperto verso
l’Assoluto”. Partendo da questo
in cui ogni uomo, senza esclusioni umanità – scrive Paolo VI – la presupposto, tutta l’enciclica si tra-
di razza, di religione, di naziona- Chiesa, lungi dal pretendere mini- sforma in un richiamo vigoroso ai
lità, possa vivere una vita piena- mamente d’intromettersi nella poli- valori fondamentali della dignità
mente umana; un mondo dove la tica degli Stati […] in comunione dell’uomo, della giustizia sociale
libertà non sia una parola vana e con le migliori aspirazioni degli uo- nell’uso dei beni, della solidarietà
dove il povero Lazzaro possa assi- mini, e soffrendo di vederle insod- e della fraternità universale, per ar-
dersi alla stessa mensa del ricco”. disfatte, desidera aiutarle a raggiun- rivare alla “promozione di un mon-
A quarantadue anni dalla pubbli- gere la loro piena fioritura e, a que- do più umano per tutti, senza che il
cazione dell’enciclica, questo mon- sto fine, offre loro ciò che possiede progresso degli uni costituisca un
do appare ancora lontano. Ancora in proprio: una visione globale ostacolo allo sviluppo degli altri”.
oggi, infatti, “i popoli della fame in- dell’uomo e dell’umanità”.
terpellano in maniera drammatica i Il messaggio morale della Popu- TEMPI DIFFICILI
popoli dell’opulenza”. Proprio il lorum progressio è molto semplice
fatto che i problemi più gravi della e chiaro: “Lo sviluppo non si ridu- Richiamando sinteticamente i dati
giustizia tra i popoli – “la questione ce alla semplice crescita economi- del sottosviluppo, “la cui gravità
sociale oggi ha acquistato dimen- ca. Per essere sviluppo autentico, non può sfuggire a nessuno”, papa
sione mondiale” – siano tuttora in deve essere integrale, vale a dire Montini parla di uno “stato di mara-
gran parte insoluti, contribuisce a volto alla promozione di ogni uo- sma” in cui “si fa più violenta la
sottolineare il significato della de- mo e di tutto l’uomo. Noi non ac- tentazione di lasciarsi pericolosa-
nuncia coraggiosa che ne faceva la cettiamo di separare – afferma mente trascinare verso messianismi
GIUGNO 2009 BS

2.3 Page 13

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talismo”, definito “nefasto sistema”
perché “considerava il profitto co-
me motivo essenziale del progresso
Paolo VI preferì al pastorale
tradizionale con l’estremità
superiore ricurva, il pastorale
a croce.
economico, la concorrenza come
legge suprema dell’economia, la
proprietà privata dei mezzi di pro-
duzione come un diritto assoluto,
senza limiti né obblighi sociali”. Si
tratta, come si vede, di giudizi mo-
rali che la Chiesa, custode della mo-
rale e dei diritti della persona, ha il
Il Papa in uno dei suoi tipici
atteggiamenti.
dovere, e il diritto, di pronunciare
anche su cose che riguardano l’or-
dine politico ed economico.
carichi di promesse, ma fabbricatori
di illusioni. Chi non vede – chiede – TEMI ATTUALI
i pericoli che ne derivano, di reazio-
ni popolari violente, di agitazioni L’enciclica si sofferma poi sulla
insurrezionali e di scivolamenti ver- proprietà privata per asserire con
so le ideologie totalitarie?”. Paolo chiarezza che essa “non costituisce
VI stigmatizza esplicitamente la per alcuno un diritto incondizionato
concezione economica comunista, ed assoluto”. “Nessuno è autorizzato
là dove denuncia il “pericolo di una a riservare a suo uso esclusivo ciò
collettivizzazione integrale o d’una che supera il suo bisogno quando gli
pianificazione arbitraria che, nega- altri mancano del necessario. In una
La semplice tomba di Paolo VI
nelle Grotte Vaticane.
trici di libertà come sono, esclude- parola, il diritto di proprietà non de-
rebbero l’esercizio dei diritti fonda- ve mai esercitarsi a detrimento del- priata informazione e l’adozione di
mentali della persona umana”. E l’utilità comune”. Come applicazio- misure adeguate, purché siano
ancora: “Il cristiano non può am- ni concrete di questo principio si ri- conformi alle esigenze della legge
13
mettere una dottrina che suppone chiamano il dovere di dare il super- morale e rispettose della libertà della
una filosofia materialista o atea”. Il fluo a chi non ha, la legittimità del- coppia”. La seconda affermazione
Papa non esita a pronunciare giudizi l’esproprio in taluni casi, il dovere riguarda i coniugi: “Spetta in ultima
duri sul passato. Elenca con fermez- dei contributi fiscali, l’immoralità istanza ai genitori di decidere, con
za e coraggio le ingiustizie, chia- del trasferimento di capitali all’este- piena cognizione di causa, sul nu-
mandole ciascuna con il proprio ro ad esclusivo vantaggio personale. mero dei figli… seguendo le esigen-
nome: “egoismo”, “capitalismo”, Papa Montini tocca anche il pro- ze della loro coscienza illuminata
“neocolonialismo”, “nazionalismo”, blema demografico. Due le afferma- dalla legge di Dio”.
“razzismo”, ecc. Evoca con preci- zioni di fondo. La prima riguarda lo Eco particolare suscitarono le pa-
sione i “misfatti di un certo colonia- Stato e dice che per risolvere il pro- role dell’enciclica sui temi della
lismo”: “le potenze colonizzatrici blema demografico “è certo che i violenza e della rivoluzione. Le ri-
hanno spesso perseguito soltanto il poteri pubblici, nell’ambito della lo- portiamo per esteso: “Si danno, cer-
loro interesse, la loro potenza”. De- ro competenza, possono intervenire to, situazioni la cui ingiustizia grida
nuncia gli “abusi” di un “certo capi- mediante la diffusione di un’appro- verso il cielo. Quando popolazioni
intere, sprovviste del necessario, vi-
Paolo VI in Uganda. Egli continuò ciò che Giovanni XXIII aveva inaugurato:
vono in uno stato di dipendenza tale
i viaggi papali prima di lui rarissimi, diventati poi norma con Giovanni Paolo II. da impedir loro qualsiasi iniziativa e
responsabilità…, grande è la tenta-
zione di respingere con la violenza
simili ingiurie alla dignità umana. E
tuttavia sappiamo che l’insurrezione
rivoluzionaria – salvo nel caso di
una tirannia evidente e prolungata,
che attentasse gravemente ai diritti
fondamentali della persona e noces-
se in modo pericoloso al bene co-
mune del paese – è fonte di nuove
ingiustizie, introduce nuovi squilibri
e provoca nuove rovine. Non si può
combattere un male reale a prezzo
di un male più grande”.
(Continua )
BS GIUGNO 2009

2.4 Page 14

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ANNO PAOLINO
A chiusura dell’Anno Paolino… tutti si sono mossi
AFFASCINATO
E AFFASCINANTE di Luis Gallo
Indubbiamente
san Paolo è uno degli
uomini che più di altri
ha esercitato un forte
influsso sul cammino
della fede cristiana
nella storia.
14
Se non è vero che, come hanno
preteso alcuni storici, egli è
stato “il fondatore del cristia-
nesimo”, o almeno “il secon-
do fondatore del cristianesimo”, è
tuttavia vero che è stato determinan-
te per la vita del cristianesimo nei
secoli. Paolo/Saulo dopo aver avuto
una straordinaria esperienza perso-
nale, che lo ha segnato profonda-
mente e per sempre, ha a sua volta
segnato di questa sua esperienza le
generazioni future fino ai nostri
giorni. Casi simili al suo, con effetti
duraturi sugli epigoni, sono stati
quelli di sant’Agostino, di san Fran-
cesco d’Assisi e, benché con altre
La conversione di san Paolo del Parmigianino (1503-1540).
Il colonnato della basilica
di san Paolo fuori le mura.
GIUGNO 2009 BS
connotazioni, dello stesso Martin
Lutero. Come tratteggiare la sua fi-
gura? Quali le caratteristiche di un
individuo così eclettico e versatile?
Non sono mancati lungo la storia
reiterati tentativi di rispondere a si-
mili interrogativi. Ne aggiungiamo
uno, con la chiara consapevolezza
dei limiti che esso comporta.
AFFASCINATO DA CRISTO
Nella piccola “autobiografia” che
egli consegna ai cristiani di Filippi,
confida di essere stato “afferrato”
da Cristo. Il termine greco è espres-
sivo: denota la situazione di uno che
è diventato preda di un cacciatore.
Paolo si sente catturato senza via di
scampo. Quel Gesù che egli voleva
far scomparire dalla faccia della ter-
ra l’ha preso nella sua rete e l’ha
fatto suo. È avvenuto in lui ciò che
diceva, quasi lamentandosi, il profe-
ta Geremia: “Mi hai sedotto, Signo-
re… mi hai fatto forza e hai vinto
tu” (Ger 20,7). Chi legge l’avventu-
ra paolina ne ricava l’impressione di
un uomo con grandi energie, forti
emozioni, rilevanti capacità intellet-

2.5 Page 15

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per onorare il più grande diffusore del cristianesimo.
tuali, incrollabile forza di volontà:
una calamita che attira tutto e tutti.
Tutto in lui è polarizzato da questo
centro vitale della sua esistenza che
è il Gesù di cui fu persecutore: “Per
me vivere è Cristo”, dichiara ai Fi-
lippesi, e specifica, con grande
emozione che, a confronto con il suo
Signore, tutto è spazzatura (Fl 3,8).
IL GRANDE DIFFUSORE
Paolo ebbe il coraggio di travasare
la fede in Gesù Cristo in nuovi mondi
culturali. “Ebreo figlio d’ebrei” (Fl
3,5), era stato formato nella più stretta
San Paolo apostolo di Rubens
(1577-1640).
osservanza. Aveva però anche la cit-
tadinanza romana. È probabile che
questa sua condizione lo abbia prepa-
ATTENTO ALLE PERSONE
rato alla grande impresa di aprire la
fede cristiana al vasto mondo del-
l’Impero romano. Ad Antiochia di Si-
La famosa conversione
del Caravaggio (1571-1610).
È poco frequente in persone dedite
a una febbrile attività, occuparsi dei
ria, iniziò la sua avventura. Egli sep-
singoli. Paolo lo fece in maniera am-
pe ripensare e proporre l’intera fede
mirevole. Sono le sue lettere ad atte-
nel Cristo morto e risorto nella nuova DIFENSORE DELLA LIBERTÀ starlo. Sia che si tratti di situazioni fe-
chiave culturale. Non gli fu facile. Atti
lici, come quella della guarigione del
degli Apostoli e Lettere si fanno eco
delle incertezze e delle accese discus-
sioni che provocò. C’era chi credeva
Lui stesso confessa che prima del-
l’incontro sulla via di Damasco, egli
apparteneva alla fazione dei farisei,
suo “compagno di lavoro e di lotta”
Epafrodito (Fl 2, 25-27), o di Tito, la
cui assenza dice di sentire profonda-
15
che l’unico modo di essere cristiano che riponevano la loro speranza di mente (2Cor 2,13); o di situazioni do-
fosse quello originario… chi abbrac- salvezza nella stretta osservanza della lorose o preoccupanti, come il dissi-
ciava la religione di Gesù in pratica
doveva diventare giudeo. Paolo lottò
Legge mosaica, con i suoi dieci co-
mandamenti di base e i 613 precetti
dio provocato da due donne, Evodia e
Sintiche, nella comunità di Filippi
tenacemente per aprire le porte. Ci che li precisavano. Ma l’incontro con (Fil 4,2), o delle tensioni tra diversi
riuscì e divenne lo strumento per ini- Gesù vivo sulla strada di Damasco gruppi nella comunità di Corinto
ziare il travasamento del messaggio
di Gesù a tutte le culture del mondo.
mise tutto sottosopra. Ciò che prima
considerava “un guadagno”, comin-
(1Cor 1,11-12; 11,18). Le persone so-
no al centro della sua attenzione. Ec-
ciò a considerarlo “un danno” (Fl co perché quando partì “tutti scoppia-
3,7). Fu un capovolgimento radicale rono in un gran pianto” (At 20,37),
nella sua scala dei valori: ciò che segno del profondo affetto che aveva
aveva considerato una via di perdi- suscitato in essi. Il caso più lampante
zione – Gesù e il suo Vangelo – di- è quello di Onesimo. Il breve ma suc-
ventò per lui l’unica vera strada di coso biglietto scritto al “caro Filemo-
salvezza. Ed è questo ciò che lo rese ne”, suo padrone, lascia trasparire un
libero, dalla Legge e da tutto il resto. intensissimo affetto verso Onesimo,
Non che disprezzasse la Legge, ciò che considera suo “figlio” (v. 8). Si
che fece fu spogliarla del suo domi- tratta di uno schiavo fuggiasco, di-
nio. Non la considerò più un fine, ma ventato ormai cristiano, verso il quale
solo un mezzo per camminare sulla l’Apostolo usa un’espressione sor-
strada che conduce alla vita. Perciò prendente: “lui, che amo come il mio
diventò persino aggressivamente ze- cuore” (v. 12). Difficilmente si po-
lante nella difesa della libertà acqui- trebbe manifestare in modo più elo-
stata: “Cristo ci ha liberati perché quente l’affetto verso una persona.
fossimo liberi; state dunque saldi e Certamente una lettura attenta degli
non vi lasciate porre di nuovo sotto Atti degli Apostoli e delle lettere pao-
il giogo della schiavitù” (Gal 5,1). line permetterebbe di scoprire ancora
È sempre impressionante percepire altri tratti rilevanti della figura di Pao-
l’ardore con cui lottò per preservare a lo, tratti che fanno di lui un uomo
La predicazione di san Paolo di
ogni costo la “libertà dei figli di Dio” estremamente attuale e illuminante
Joseph Benoît Suvée (1743-1807). nelle sue comunità.
per la fede cristiana di oggi.
ٗ
BS GIUGNO 2009

2.6 Page 16

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BOX
redazionale
ANCONA, ITALIA
ORATORIO
DI FRONTIERA
Gli oratori salesiani italiani
si popolano di extracomu-
nitari. Ad Ancona l’oratorio
salesiano è diventato ormai
“di frontiera”. La grande
maggioranza dei ragazzi/e
che lo frequentano non sono
italiani. In un torneo orga-
nizzato qualche mese fa da-
gli animatori sportivi, su 50
iscritti due soli erano italia-
ni, gli altri appartenevano a
ben 11 diverse nazionalità. Il
problema educativo/formati-
vo è dunque grande. Occorre
ripensare l’educazione e la
formazione, soprattutto reli-
giosa, alla quale una struttu-
ra educativa salesiana non
può rinunciare. Gli animato-
ri anconetani hanno comin-
ciato dal basso, stilando per
i loro giocatori “extra” un
16 decalogo distribuito a cia-
scuno dei partecipanti ai va-
ri tornei. E sono concordi
nell’affermare che è stato
accolto con gioia dai desti-
natari. Lo trascriviamo a
mo’ di esempio:
1. Ogni partita che giocherò, indipendentemente dalla
posta in palio e dalla sua importanza, sarà per me un
momento di festa e di leale confronto con gli altri.
2. Rispetterò le regole del torneo finalizzato ad allar-
gare le conoscenze e favorire nuove amicizie.
3. Rispetterò i miei avversari come me stesso.
4. Accetterò le decisioni di arbitri e giudici, sapendo che, come me, posso-
no sbagliare.
5. Eviterò cattiverie e aggressioni sia in ciò che faccio, sia in ciò che dico.
6. Non commetterò mai scorrettezze, né userò l’inganno per vincere.
7. Mi comporterò correttamente sia nella vittoria, sia nella sconfitta.
8. Cercherò di aiutare gli altri con la mia presenza, la mia esperienza e la mia com-
prensione.
9. Mi adopererò per abbattere le barriere che la provenienza da Paesi con culture, re-
ligioni, tradizioni diverse possono aver creato.
10. Testimonierò con lo spirito di fratellanza e amicizia che l’Oratorio di Don Bosco è
luogo di incontro e non di scontro, luogo dove conoscersi per crescere insieme e
diventare onesti cittadini.
BREVISSIME DAL MONDO
CITTÀ DEL VATICANO.
Dopo la distorsione dei
media riguardo alle parole
del Papa, dette in aereo
durante il viaggio verso
l’Africa, il presidente della
Federazione Mondiale dei
Medici Cattolici dice: “Il
preservativo è una barrie-
ra, ma una barriera con li-
miti che molte volte ven-
gono aggirati. Soprattutto
tra i giovani può essere
controproducente dal pun-
to di vista della trasmissio-
ne del virus… Noi medici
cattolici siamo a favore
della conoscenza scientifi-
ca... Non diciamo le cose
solo per motivi ideologici”.
ROMA, ITALIA. Ancora
una volta è la Caritas ad
accorrere in aiuto di mi-
gliaia di sfollati provocati
da un improvviso attacco
dei ribelli ugandesi contro
la Repubblica Democratica
del Congo scattato all’alba
di domenica 15 marzo ’09
mentre istituzioni nazionali
e internazionali latitano.
ROMA, ITALIA. Due sa-
cerdoti redentoristi sono
stati uccisi in Colombia lu-
nedì 16 marzo: Jesús Ariel
Jiménez Soto di 46 anni e
Gabriel Fernando Montoya
Tamayo di 41. I due missio-
nari svolgevano il loro mi-
nistero a La Pascua, nel Vi-
cariato Apostolico di Puerto
Carreño. Il duplice omici-
dio può essere capitato du-
rante un tentativo di furto.
GIUGNO 2009 BS
MILANO, ITALIA
TESI DI LAUREA
Interessante la tesi di laurea
in scienze giuridiche del-
la signorina Daniela Ri-
va, ottimamente difesa
presso l’Università Cat-
tolica del Sacro Cuore di
Milano, dal titolo: “Le
Costituzioni della So-
cietà di san Francesco
di Sales”. La neolau-
reata, nipote di un sale-
siano e vicina al cari-
sma di Don Bosco e al
suo sistema preventi-
vo, afferma: “Questa
tesi è stata redatta per
ricordare il 150° anni-
versario di fondazione
della Congregazione
Salesiana”, che cade
giusto quest’anno (il
verbale di fondazione
risale in effetti al 18 dicem-
bre 1859). Non possiamo
che ringraziare la signorina
Daniela per il suo prezioso
lavoro.

2.7 Page 17

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a cura del direttore
IL CAIRO, EGITTO
L’Istituto italiano di cultura
della capitale egiziana, in
collaborazione con l’Istituto
salesiano Don Bosco, ha
programmato e realizzato
lo scorso marzo cinque film
di Ermanno Olmi. La serie
del regista cattolico, com-
posta da “E venne un uo-
mo” (1965); “La leggenda
del Santo bevitore” (1988);
Lungo il fiume” (1992); “Il
mestiere delle armi” (2001);
Centochiodi” (2007), pre-
sentata in una città musul-
mana, ha riscosso un me-
ritato successo.
VARAZZE, ITALIA
Il Secolo XXI ha visto la
nascita all’Oratorio sale-
siano di Varazze del coro
“Chicchi di Riso”. I “chicchi”
facevano parte del grande
coro Arcobaleno (50 bam-
bini e 20 chitarristi). Ora
sono un gruppo a sé che
predilige il servizio a realtà
ecclesiali e salesiane, e si
rivolge a giovani e adulti.
Scrivono di essere abbo-
nati al BS. L’anno scorso la
prima trasferta. Ora conti-
nuano ad animare feste, li-
turgie, celebrazioni dovun-
que sono chiamati.
17
KOŠICE, SLOVACCHIA
La congregazione salesia-
na ha una casa in più a
Košice in Slovacchia. Nel-
la città c’erano già due
presenze salesiane: le
FMA con scuola materna,
elementare, media e ora-
torio, i salesiani con una
presenza tra i rom e ora
anche l’oratorio di Terasa,
uno spazio “per il bene dei
giovani della città”. Erano
presenti all’inaugurazione
il sindaco della città, l’i-
spettore salesiano, il Con-
sigliere Regionale e l’arci-
vescovo della diocesi.
REALTÀ SALESIANA
La stampa salesiana è
sempre agguerrita, come
voleva Don Bosco. Sono
molte le realtà ispettoria-
li, scolastiche e/o orato-
riane che editano riviste
periodiche, dense di con-
tenuti a sfondo educati-
vo, e/o ecclesiale, e/o eti-
co, e/o salesiano… Sen-
za contare i siti web sem-
pre più numerosi, bene
impostati e organizzati.
Don Bosco ne andrebbe
fiero, lui che si è tanto
adoperato per la “buona
stampa”.
SIVIGLIA, SPAGNA
Nella casa El Pilar delle
Figlie di Maria Ausiliatrice
si è svolta in febbraio la
prima settimana formativa
per 30 partecipanti al
cammino del Piano di
Formazione per agenti di
Pastorale giovanile. Il cor-
so vuole formare FMA e
laici in vista di un coordi-
namento nelle diverse
opere salesiane e conti-
nuare a consolidare la
professionalità di chi si
dedica alla Pastorale gio-
vanile nel contesto cultu-
rale odierno.
POTENZA, ITALIA
A Potenza la festa di san
Giovanni Bosco è stata
preceduta dalla promes-
sa di nove salesiani coo-
peratori, impegnati, da
tempo ormai, in vari set-
tori dell’opera per l’ani-
mazione e la formazione
dei ragazzi. Al termine
del percorso di prepara-
zione, alla presenza del-
l’ispettore, essi hanno
espresso pubblicamente
il loro sì a Don Bosco per
realizzare nella propria
vita il loro impegno a fa-
vore dei giovani.
BS GIUGNO 2009

2.8 Page 18

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VIAGGI
TRES PIEDRAS
PRECIOSAS di Giancarlo
Manieri
collegio cominciò a star male è leci-
to pensare al rimpianto per ciò che
aveva lasciato ma anche alle pro-
spettive offerte da ciò che aveva tro-
vato. Seppellì il rimpianto ed esaltò
le prospettive. I suoi maestri ed edu-
catori si diedero dattorno come
avrebbe fatto la mamma e questo lo
incoraggiò a continuare. Aveva tro-
vato un’altra famiglia.
18
Urna del corpo di Ceferino
Namuncurá a Fortìn Mercedes.
Con l’anziano Nãncufil
si parlava della
Patagonia, terra
impossibile che pure ha
formato dei santi; non
ebbe esitazioni a dire
di tre pietre preziose
della sua terra: Ceferino
come “el diamante
patagónico”, Artemide
come “el topacio azul”
e Laura come “l’agata
de los Andes”.
Una terra impossibile e tre
perle! Così mi presentò la
Patagonia l’anziano Nãn-
cufil. Ogni terreno ha i
suoi frutti, anche il deserto. Nes-
suno potrà mai metterlo in dub-
bio: è ampiamente documentato
dalla storia dei popoli. La Pata-
gonia: poche grandi città ed
estensioni a perdita d’occhio di
terre quasi disabitate. Da nord a
sud, da est a ovest. Dove non c’è
deserto ci sono montagne. Dove
non ci sono montagne c’è deser-
to. Ma sotto terra, sentenziò
Nãncufil, si possono trovare “se
pueden hallar diamantes, topa-
cios y ágatas”. “E sopra ci so-
no Ceferino, Artemide e Lau-
ra”, lo interruppi. Mi sembrò
felice dell’accostamento spon-
taneo. Compresi che era pro-
prio quello che anche lui vole-
va dire. Tre “perle” le aveva defini-
te. Diverse ma ugualmente preziose.
Quella sera chiuso in camera, prima
delle poche ore di sonno, tentai di
trovare la caratteristica che poteva
accostare l’una all’altra le tre pietre
preziose nominate dal mapuche. Mi
venne immediata quella di Ceferino,
ripetuta da tutti come un ritornello:
Ser util a mi gente”. È stato il desi-
derio più intenso della sua breve vi-
ta, la molla che l’ha fatto rinunciare
alle cavalcate, alla caccia, alla pesca,
alla ruca, alla lingua paterna, all’aria
aperta che profuma di libertà, per
andare a chiudersi in collegio, per-
ché questo sacrifico era richiesto
dalla sua decisione. Tra i cento modi
che poteva scegliere per essere utile,
egli preferì il più difficile ma anche
il più esaltante: essere prete e mis-
sionario. Una rinuncia la sua per en-
trare ancor più profondamente in
mezzo alla sua gente, arrivare all’a-
nima, cambiarla dall’interno. Gli co-
stò molto. Forse la salute. Quando in
ARTEMIDE ZATTI
A Viedma poi, ammalato del suo
stesso male, incontrò Artemide Zat-
ti, un giovanotto che aveva fatto la
sua stessa scelta. Zatti non era un ma-
puche, era un huinca, e non era nem-
meno argentino, ma italiano, proprio
come i suoi amici salesiani Cagliero,
Vacchina, Vespignani, Beraldi, ecc.
Proveniva, insomma, dalla terra del
Papa e di Don Bosco che per Ceferi-
no erano un mito. Stettero insieme
nel collegio/ospedale di San France-
sco di Sales per due anni, dal 1902 al
1904… Si scopersero divorati dalla
stessa fiamma: “Essere utili alla gen-
te”. Per Zatti la gente erano tutti gli
abitanti della Patagonia, sua patria di
elezione, Ceferino invece pensava al-
la sua tribù. Due fiamme e un solo
scopo. Si capirono alla perfezione
Ceferino di 17 anni e Artemide di 22
Monumento ad Artemide Zatti
eretto a Viedma.
GIUGNO 2009 BS

2.9 Page 19

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ze cadde nelle mani di un
poco di buono, che era sta-
to pure in carcere, e ne di-
venne la convivente, per
salvare dalla fame e dall’i-
gnoranza le figlie. La estan-
cia di Manuél Mora, che
s’era invaghito di Mercede
ma la trattava più come una
schiava che come una com-
pagna, distava una ventina di
chilometri da Junin de los
Andes, dove da un anno le
Figlie di Maria Ausiliatri-
Il santuario di Laura a Junin
de los Andes (a sinistra) e
il grande simbolo mapuce
ce erano arrivate e avevano
aperto una scuola per le ragazzine del
circondario. Mamma Mercede andò a
all’interno (a destra).
iscrivervi le due figlie a 15 pesos
mensili ciascuna, povera retta per una
scuola altrettanto povera, in cui c’era
e si legarono in amicizia. Il giovane
mapuche gli scriverà dall’Italia. L’in-
fermiere santo della Patagonia farà
quello che non poté fare l’amico abo-
rigeno, lo farà come coadiutore: non
poteva predicare, dir messa, confessa-
re, ma poteva testimoniare e ci volle
poco a che tutti lo ritenessero un san-
to. Per i suoi ammalati si faceva in
quattro, sempre pronto di giorno e di
notte. La sua vecchia bici lo scarroz-
zava ovunque ci fosse bisogno, ovun-
que si levasse un grido di soccorso.
Alla chiamata non rispondeva mai:
Aspetta un attimo, fra poco arrivo”,
Vengo appena posso”, “Ho da fare,
scusami!”. Chiamato, piantava tutto,
inforcava la bici e partiva di gran car-
LAURA VICUÑA
La terza pietra preziosa della Pam-
pa argentina è una ragazzina di 13 an-
ni, praticamente contemporanea degli
altri due anche se mai s’incontrarono.
Era nata nel 1891 in Cile da una fami-
glia aristocratica. La rivoluzione del-
l’agosto 1891 fu loro fatale: dovettero
fuggire verso il confine, ai piedi delle
Ande, dove il capofamiglia improvvi-
samente morì e mamma Mercede fu
costretta a passare la frontiera per ri-
trovarsi nella pampa argentina con le
due figlie, Laura di 8 anni e Amanda
di 3. Sola, senza appoggi o conoscen-
più santità che pane, per le 33 alunne
di campagna, anche loro del resto abi-
tuate all’essenziale e l’essenziale del
collegio era sempre più abbondante
che quello di casa loro. Lì, Laura si ri-
velò per quel che era, un fiore meravi-
glioso nella desolazione della pampa.
Lì fece la prima comunione e scrisse:
Propongo di fare quanto so e pos-
so… per riparare le offese che ricevi
ogni giorno dagli uomini, special-
mente dalle persone della mia fami-
glia”. Sapeva dunque perfettamente,
la piccola, della brutalità del convi-
vente di sua madre, della situazione
irregolare di lei, delle botte che l’infu-
riato padre/padrone distribuiva con
ferocia nei momenti di collera.
19
riera. Curava i corpi per salvare anche
l’anima. La sua fama di bontà crebbe
negli anni fino a eguagliare quella
dell’indiecito della Pampa. E addirit-
tura prima di lui la Chiesa lo consacrò
ufficialmente beato, il 14 aprile del
2002. Prostrò quella vecchia coriacea
roccia un tumore al pancreas. “Come
va?”, gli domandavano preoccupati e
quasi spaventati. “All’insù!”, rispon-
deva guardando verso l’alto. Morì a
71 anni, il 15 marzo 1951, tra la com-
mozione e il rimpianto generale: ave-
vano perso un maestro, un padre, un
amico, un dottore, l’unico che sapeva
curare sia l’anima sia il corpo; insom-
ma un santo.
Ecco dunque ciò che accosta Laura
a Ceferino e ad Artemide Zatti: lo
stesso ardore di fare del bene: Laura
verso la propria famiglia, Ceferino e
Artemide, come dicemmo, l’uno ver-
so la propria tribù, l’altro verso la Pa-
tagonia, sua patria di elezione. Un
aborigeno e due stranieri che nessuno
mai si sognerebbe di definire tali. È
cosa acclarata: le tre splendide gem-
me che si sono santificate in terra Ar-
gentina sono argentine o, per meglio
dire, sono patagoniche; nessuno la
pensa diversamente.
Oggi si parla sempre più spesso di in-
culturazione, ebbene pochi riuscirono
a inculturarsi come Artemide Zatti. Né
la piccola Laura a Junin de los Andes
Statua e urna di Laura Vicuña
è considerata una “santita extranjera”.
a Bahia Blanca.
(Continua)
BS GIUGNO 2009

2.10 Page 20

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ATTUALITÀ
SAMUELE KAPPA perché anche lui è convinto che non
pochi altri ragazzi come lui si po-
tranno trovare nelle stesse condizioni
e invocheranno aiuto. Samuele crede
EMIGRANTE
ai mayday lanciati da chi sta per
affondare per mille motivi, alcuni
impensabili. Una famiglia numerosa
la sua: erano in nove. Lui, tre altri
fratelli, quattro sorelle e il padre, ve-
di Daniele Zattini
dovo, contadino, disoccupato per via
di continui attacchi d’asma che gli
impedivano qualsiasi sforzo. Samue-
Samuele K. Una storia
mozzafiato. Vera.
Immersi nei problemi
Ho conosciuto un giovane al-
lievo che frequenta il centro
professionale CNOS-FAP
dei salesiani, durante uno
stage per il corso di montatori mec-
le ha frequentato la scuola fino al-
l’ottavo grado che corrisponde più o
meno alla nostra terza media. Di reli-
gione cattolica, era assiduo in par-
rocchia: da loro se si crede si pratica,
personali o di famiglia ci
canici svolto da un’azienda. Il corso, non è come da noi che si crede e non
biennale, è iniziato nell’ottobre si pratica, il che equivale a non cre-
sfuggono con sempre
maggiore frequenza
2007. Si tratta di un eritreo. Ho fatto dere. In chiesa ha imparato a suonare
amicizia, mi ha raccontato la sua sto- l’organo, per cui era diventato l’or-
ria. Che ha dell’incredibile: emigran- ganista della messa domenicale.
quelli degli altri,
soprattutto se sono
20 emigranti e rifugiati.
Scrive un insegnante.
te e rifugiato politico, Samuele K
(ovvie le ragioni per cui mi astengo
dallo scrivere per intero il cognome:
per me d’ora in poi è “Kappa”) classe
1990, è nato nel Sud dell’Eritrea.
Dopo un po’ di fatica mi ha autoriz-
zato a divulgare questa sua vicenda,
UNA STORIA CUPA
Di colpo il primo settembre 2005,
festa del capodanno locale, tutto peg-
giorò, come se non bastassero gli
stenti abituali. Arrivarono inaspettati
i soldati dell’esercito eritreo. Razzia
umana. L’hanno preso insieme ad al-
L’autore dell’articolo
con il protagonista
tri coetanei e l’hanno portato via. S’è
ritrovato in carcere – tre mesi – con
Daniele K.
l’accusa di non essersi arruolato per
combattere contro gli eterni rivali
dell’Etiopia. Gli imposero sei mesi di
addestramento, prima in una scuola
militare poi presso un distaccamento
ai confini con l’Etiopia: marce spos-
santi, esercizi, punizioni che assomi-
gliavano a torture, prove di coraggio,
turni di guardia. Tutta colpa del
contenzioso tra le due nazioni che
non accenna a risolversi, anzi
sembra peggiorare sempre di più.
La guerra combattuta è sfociata
in guerra guerreggiata e la si-
tuazione è sempre più precaria
per le popolazioni, compresi gli
adolescenti: la ferma militare
comincia a 15 anni! Perciò
l’avversione contro un go-
verno dal pugno di ferro che
ha praticamente tolto ogni li-
bertà individuale è alle stelle. Si
vive in emergenza continua. Una
situazione insostenibile che sfocia
in ribellione sorda, tentativi di la-
sciare il Paese, clandestinità, con-
GIUGNO 2009 BS

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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In alcuni luoghi del Paese tutto
è rimasto come migliaia di anni fa.
Don Luciano Odorico con un gruppo di bambini eritrei.
trabbando, dispetti… Le campagne campo di lavoro e prigionia a ridosso
sono in mano ad anziani, donne e bam- del confine del Sudan. Lavoro tanto,
bini: sulle loro spalle poggia la so- cibo una scarsa razione di grano ma-
pravvivenza. Uomini e ragazzi sono cinato al giorno. Difficile resistere. E
sotto le armi in zona di confine. Fino Samuele scappa ancora. Da solo. Na-
a quando? Forse ha difficoltà anche scosto in un furgone (costatogli 1500
Dio a saperlo! Lo spettro che s’aggi- birr, cioè 100 euro) entra clandestino
ra per il Paese è la paura di un altro in Sudan poi, a fine agosto passa in Li-
conflitto, di altre stragi, di altri bom- bia (altri 1000$, pagati dai fratelli per-
bardamenti, di altri campi di concen- ché lui non aveva il becco d’un quat-
Deportati dell’Etiopia alla
Don Bosco Technical School
a Dekemhara.
tramento… con tutto il codazzo tragico trino). Poi per altri 1200$ con altre 34
di sofferenze per la gente, soprusi, stu- persone s’imbarca clandestino per
pri, rubalizi…
l’Italia, sfuggendo a una retata della Ora Samuele continua a studiare e
polizia libica. Si era rifugiato tra le presto avrà un lavoro. Adesso in Ita- 21
LA FUGA
fronde di un gigantesco albero del par- lia c’è anche una sua parente e lui
co di Tripoli restandoci per due gior- ha lasciato l’assistenza della Caritas
Nell’agosto 2006 Samuele Kappa ni interi. Quando è sceso ha fermato per riassaporare almeno una parven-
con alcuni compagni che, come lui, un taxi: “Al porto, per favore”. E quel- za di vita familiare.
non avevano accettato di essere se- lo lo ha portato dritto alla polizia. Al-
questrati, militarizzati a forza, umi- tri sei mesi di carcere duro, fino al giu- Quasi un Post Scriptum
liati, bistrattati, aveva deciso di di- gno 2007 in condizioni da sopravvi- Dedico questo racconto ai miei fi-
sertare, fuggendo. Sono stati sorpre- venza. In tempi di guerra e tra nemi- gli e ai loro amici che certo non
si dalle sentinelle che hanno comin- ci dichiarati la questione dei diritti hanno avuto l’avventura di Kappa
ciato a sparare. Uno dei suoi amici umani è un optional. E ancora una vol- e, per quanto imperfetta, vivono
viene colpito a una gamba e cattura- ta gli arrivano in soccorso i familiari… tuttavia in democrazia. Samuele
to. In due riescono a guadagnare la Quanto avranno sborsato? Chi lo sa? s’è conquistato la vita pezzo per
libertà. Libertà… si fa per dire! Comunque dove la corruzione è so- pezzo, giorno per giorno. Ora par-
Stanno nascosti per tutta la notte in vrana, i soldi aprono anche le porte la e ragiona come un uomo sag-
un canale poi, fradici, passano il della galera.
gio… Mi viene spesso un pensie-
confine entrando in Etiopia. Solo
ro che tento di cacciare come una
successivamente sanno che il loro IN ITALIA
compagno ferito e catturato l’hanno
mosca fastidiosa, ma inutilmente.
E allora lo scrivo: ho spesso l’im-
fucilato senza pietà come disertore. Stavolta il tentativo d’imbarcarsi pressione che a essere regolariz-
Nemmeno lì fila tutto liscio. Anzi riesce e lui arriva in Italia: è accolto zati più che gli immigrati debbano
non fila proprio niente: vengono tut- dalla Caritas e ora ha richiesto l’asilo essere i nostri figli che troppo
ti e due catturati dai soldati etiopi poi- politico. In Eritrea due fratelli e una spesso vivono in casa da stranie-
ché erano vestiti con la divisa dei mi- sorella sono nell’esercito… forse è ri… Più che protagonisti sono
litari nemici. Del resto non avevano al- servito anche il loro aiuto come mili- spettatori – quando non vittime –
tro. Trattati come spie, subiscono uno tari a tirar fuori dai guai il fratello di- di una vita già apparecchiata e
stressante interrogatorio. I due ra- sertore. Altre due sorelle sono sposa- servita. Siamo proprio noi genitori
gazzi spiegano che hanno disertato te. “Hai voglia di tornare nel tuo a darci da fare all’inverosimile an-
perché non erano d’accordo con la po- Paese?”. “Certo! Come dite qui, ad che a forza di spintarelle e busta-
litica del ferreo regime del loro Pae- ogni uccello il suo nido è bello”. relle – scagli la prima pietra chi
se. Li hanno trattenuti una settimana, “Quando ha intenzione di tornare?”. non è colpevole – per trovargli un
nutrendoli con uno scarno pasto al “Solo quando ci sarà un altro gover- posto e servirli a dovere. Poi? Che
giorno, infine li hanno portati in un no e un altro presidente”.
Dio ce la mandi buona (D.Z.).
BS GIUGNO 2009

3.2 Page 22

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LETTERA
G AI IOVANI
Marco Talon
GATTA CI COVA...
Tieniti forte
Come ti sei conciato?
esperienze negative, senza futuro e senza vita.
Hai dato al vento i tuoi capelli?
Quanti pasticci, quante avventure, quante
Che ci sta a fare la stellina al lobo dell’orecchio? solitudini può fermare sul nascere.
Nessuna risposta!
Se lo aiuti i suoi occhi diventano luminosi, le sue
Avrei fatto bene a non mettermi di traverso, avrei mani stringono, e danno calore, le sue labbra
ottenuto qualche monosillabo in più. Questi
fanno sentire il fuoco della vita.
interrogativi inopportuni mi fanno sentire bigotto. Se lo rispetti ti fa entrare nel mistero dell’anima e
Mi rendo conto che avere diciotto anni e più non è ti apre le porte della trascendenza.
uno scherzo, non è un semplice passaggio da
Se lo ami dai ospitalità all’Amore, alla Verità, alla
un’età all’altra. Attraversare il ponte
Vita.
22 dell’adolescenza indenni da brufoli, da piercing,
Dio si è fatto corpo perché il corpo senta la voglia
orecchini, ombelico al vento e tatuaggi in ordine di tornare a casa, e ritrovare il suo Paradiso.
sparso, non è semplice. Tieniti forte! Mi sento di Un saluto
farti alcune confidenze, a tu per tu, senza
Carlo Terraneo
erigermi a giudice e arbitro delle tue scelte.
L’accettazione di sé, la stima di sé passa
attraverso il riconoscimento non sempre pacifico
del proprio corpo: adorato, ignorato, esaltato,
esibito, tenuto nascosto, misterioso.
Il corpo, come la psiche, è messo alla prova a ogni
tornante della sua evoluzione.
Sul corpo si leggono risentimenti, gelosie, rancori,
delusioni, desideri.
Il corpo lancia in tempo reale messaggi su
messaggi: “sono innamorato”, “sono scoppiato”,
“schizzato…”.
Il corpo ha sensori affettivi: i sentimenti vanno e
vengono e lasciano le tracce del loro passaggio.
Il corpo svolge un ruolo seduttivo: invoca, chiama,
invita, supplica, parla, alza la voce, va sopra le righe.
Il corpo va costruito di giorno in giorno (body-
building) non è mai contento di sé (lifting), ama
decorarsi (body-art) quasi fosse una tela.
Arriva il momento in cui lo stesso corpo vuole
scrollarsi di dosso tutte queste ambiguità.
Il corpo è corpo quando supera se stesso: è più
di se stesso. Non è ostile, in conflitto con
l’interiorità. Non si sente duale nel rapporto
con la psiche. Fa da spartitraffico quasi fosse
un semaforo. Conosce i segnali che portano a
GIUGNO 2009 BS

3.3 Page 23

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IDLI TDEAOTNROBOSCO PasruerlispesranontvitaaomcpohiùeinailmqtueaeatostrtoodansiuugmDioeovrnaonBui.onscmouèsisceaml ppernesvaitvoo, seccriotntoti,neusaegaupitroodinurArregnenotviintàa,
NEL NOME DI DIO
di Michele Novelli
L’opera nasce nel 1888 per solennizzare il Centenario
della morte di Don Bosco, nell’ambito
dell’ispettoria salesiana argentina di Bahia Blanca.
I salesiani hanno commissionato il musical a Manuel Gonzales Gil,
un musicista di Buenos Aires, e l’hanno rappresentata
nella loro regione.
23
BS GIUGNO 2009

3.4 Page 24

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L’accoglienza entusiasta ha
indotto le altre ispettorie
argentine ad assumere il
tra le mani in Italia. Altrettanto
salesianamente encomiabile è
la metodologia dell’allestimento.
musical per un tour che ha Con molta spontaneità don
visto numerose tappe nelle
Campoli racconta: “All’inizio
principali città della Repubblica. delle prove, ho insistito molto
Nel 1995, il salesiano Ricardo
con i ragazzi che, più che uno
Campoli ottiene dall’autore
spettacolo, questa impresa
l’autorizzazione di adattare la sua li avrebbe portati a fare
opera, focalizzando la figura di dell’apostolato, e per questo
Don Bosco attraverso una
avremmo dovuto sopportare
revisione storica più appropriata. fatiche, ore di lavoro difficili,
L’obiettivo è stato quello di
dimostrarci disponibili a ricevere
aggiungervi alcuni elementi e
con umiltà le correzioni, accettare
personaggi per rendere più
i propri limiti e quelli degli altri...
comprensibile la figura del
D’altronde nessun apostolato è
protagonista a coloro che lo
tale senza la Croce”. Non tutto
conoscevano solo come un
è andato liscio: durante la
“santo”. Nel 2008, per celebrare preparazione del musical si sono
i 120 anni della morte del Padre, verificati contrattempi di non poco
l’opera è andata in scena in Salta conto: “Ragazzi che garantivano
(Ispettoria di Cordoba), con quelle un impegno e poi si defilavano o
connotazioni che rendono, oggi, si ribellavano; incomprensioni,
la figura di Don Bosco
pregiudizi (di grandi e piccoli);
maggiormente identificabile.
alcuni che pretendevano di essere
È stata ripetuta 9 volte, con un
primedonne, altri che temevano
pubblico di circa 2500 persone. di passare in secondo piano...
24 Il nostro commento e le foto del
servizio si riferiscono a questo
Insomma, ho preso coscienza che
il Signore mi dicesse: ‘Credevi che L’IMPIANTO
adattamento di don Ricardo
Campoli. Il copione si avvale di
fosse un apostolato da parte dei STRUTTURALE
ragazzi... non ti è venuto in mente
un piano luci curato nei minimi che fosse invece un tuo
Otto sono i quadri che
dettagli, un accorgimento tecnico apostolato?’ (‘Que aya sido un
compongono lo spettacolo. Una
insolito nei copioni che abbiamo apostolado para los chicos... ?
tal forma privilegia un racconto
Que te hizo pensar que no seria per temi, piuttosto che uno
un apostolado para vos?’). Oggi sviluppo narrativo agiografico.
mnLoeesllt’faroaltlneoosdtiiemgl ipeonrvetaosnedinpitureonitnaasgreeorcntioitsat.i
posso dire che anche per me fu un Scelta pressoché obbligata
vero apostolato”.
quando il soggetto è Don Bosco
GIUGNO 2009 BS

3.5 Page 25

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che, per la mole di episodi,
sempre avventurosi, di cui è
costellata la sua vita, sfugge
a una selezione organica di fatti
significativi.
Ogni quadro, al suo interno,
si articola in scene, sovente
cadenzate dai canti e dalle
coreografie. Una struttura a
quadri prevede un “fil rouge”,
un tessuto connettivo che possa
amalgamare ciascuno dei quadri.
In questo musical fanno da
lungo, non obbedisce, cioè,
celebre. Si parte dalla sua
“conduttori” alcuni giornalisti-
a quegli stereotipi europei che
originalità, dal suo stile
reporter, che si imbattono in un costringono gli Autori ad
rivoluzionario, considerato
certo Don Bosco, disponibile a avvicinarsi, se non a raggiungere, estremo per i benpensanti
raccontare la sua vita. E così, di le due ore di spettacolo e
dell’800. Nel quadro due, dal
tanto in tanto, i reporter ritornano gonfiarlo con una ventina di
titolo “Gli Aristocratici”, dal
in quella che viene definita
canzoni. Testo e musiche sono gruppo dei nobili emergono,
“scena ponte”, per commentare la pensati per interpreti giovani,
di volta in volta, la Marchesa di
precedente e collegare la scena piuttosto che giovanissimi, abili Barolo, un ricco proprietario, un
successiva. In tutto le canzoni
a danzare, a lasciarsi coinvolgere politico. I toni sono sovraccarichi
risultano essere 11, ma l’intero dalle atmosfere che ogni quadro di sottolineature grottesche, per
spettacolo è pervaso di musica. suggerisce. Le coreografie, infatti, gente intrisa di materialità e che
Molte scene hanno come
riteniamo siano la carta vincente non sa che cosa siano i sogni.
sottofondo un commento
dello spettacolo, sottolineate da I sogni, ecco il tema del terzo
musicale che ne ricrea
un sapiente e generoso intervento quadro! In scena la coreografia è
l’atmosfera. Gli autori
preferiscono che gli otto quadri
di architettura di luci. La figura di affidata a simpatici fantasmi, a
25
Don Bosco è affidata a un
metà strada tra l’evanescenza delle
siano rappresentati di seguito
giovane-adulto, spigliato,
immaginazioni notturne e la realtà
senza spezzettare in due atti il
brillante, gioviale. Tuttavia, gli
vissuta ogni giorno. Tra i tanti,
racconto. Ciò è possibile perché autori non gli hanno disegnato hanno scelto cinque sogni, i più
il musical non è eccessivamente addosso un ruolo di “mattatore”, raccontati e famosi, a cominciare
non si sono lasciati catturare dalla da quello celebre dei nove anni,
tentazione di aderire ai continuando con quello del manto
clichés spettacolari
di Maria e quello delle rose.
che impongono al
Il quarto e quinto quadro toccano
protagonista di essere due capisaldi della spiritualità di
l’eroe, innanzi al quale Don Bosco: la confessione e la
tutti gli altri personaggi
preghiera. Il rimando è, senza
impallidiscono o gli sono
dubbio, a una delle più famose
funzionali. Semmai è il
fotografie che ci sono pervenute,
contrario: Don Bosco c’è, si quella di Don Bosco seduto e a
racconta, interviene, perché capo chino, attorniato da un
ci sono i giovani che sono nugolo di ragazzi, intento ad
la ragione della sua vita. ascoltare quello di turno che, non
a caso, è Paolino Albera, che sarà
LA NARRAZIONE suo terzo successore. È la
dimostrazione di una direzione
In otto quadri, quindi, di coscienza che va ben oltre
si dipana la
la remissione dei peccati.
presentazione di questo I quattro giovani che si
affascinante
succedono al fianco di Don Bosco,
personaggio che è
passeggiandogli accanto,
Don Bosco. Quadri testimoniano il bisogno di sentirsi
che incorniciano le
accolti, ascoltati, perdonati e
opere che
rinnovati profondamente: “Mi
nell’immaginario
mancava questa calma con cui mi
popolare lo hanno reso ascolti, e questa magica sensazione
BS GIUGNO 2009

3.6 Page 26

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fibra di contadino, la scena
seguente ce lo fa trovare
abbandonato su una poltrona al
centro dello spazio. Sembra di
avere sotto gli occhi la fotografia
fatta a Don Bosco, in paramenti
sacerdotali, esposto al saluto dei
suoi figli. Con voce affaticata lascia
ai suoi un saluto-testamento: “Sono
stato semplicemente un prete che
si è preoccupato unicamente di
dimostrare il suo amore. Perché
l’amore rende leggero ogni peso”.
La sua voce si fa sempre più flebile:
di protezione che mi riempie
arrivare; Don Bosco ci sognò...”. “Perché chi ama, vola, corre,
quando ti parlo”. Gli autori
Tra costoro è impossibile non
gioisce, è libero. Sebbene caricato
preferiscono far cantare
immaginare il riferimento a
di lavoro non si stanca,
prevalentemente il coro e, talvolta, Giovanni Cagliero, capo della
perseguitato non si angustia,
alcuni solisti. Don Bosco
prima spedizione.
spaventato non si atterrisce”. Sulla
raramente. Nel quinto quadro,
I racconti ci dicono che Don
poltrona dello studio, Don Bosco
a metà spettacolo, il santo per la Bosco, chiamato al capezzale del reclina dolcemente il capo e si
prima volta fa da solista e risponde giovane, già dichiarato senza
spegne. Il finale, l’ottavo quadro,
a un giovane che gli manifesta
speranza di guarigione, abbia visto è un esaltante ricordo della sua
l’aridità della sua orazione.
intorno al suo letto giovani,
figura. “Se in un saluto o in una
È “l’insegnaci a pregare” degli
stranamente vestiti come una
stretta di mano possiamo ricordarti,
Apostoli rivolto a Gesù. Don Bosco qualche tribù primitiva, che
Don Bosco, significa che ancora
propone la sua preghiera, semplice ripetevano: “Chi verrà a salvarci?”. sei tra noi. Se ti incontriamo nel
26 e spontanea; la destinataria è
Maria: “Madre... se ci sei tu e ci
Don Bosco assicurò i presenti che sorriso dei giovani e nello sguardo
Giovanni non sarebbe morto,
dei bambini, significa che sei
sono anch’io, tutto è
perché il Signore aveva predisposto rimasto con noi, compagno di
semplicemente perfetto / … si estas per lui un apostolato in terre
viaggio. Se vi sono giovani che
tu y estoy yo, todo es tan perfecto”. lontane.
seguono i tuoi passi vuol dire che
ancora vivi tra noi”. Il messaggio si
LE MISSIONI
IL MESSAGGIO
fa musica e danza. Sulle note de
“La Società dell’Allegria” c’è il
Il sesto quadro affronta il tema
Nel nome di Dio” è il titolo del passaggio in scena dei protagonisti
delle missioni, una delle più
quadro settimo. Don Bosco già
dello spettacolo. Don Bosco invita
gigantesche realizzazioni di Don molto avanti negli anni, stenta a
tutti a entrare in questa sua brillante
Bosco. Un musical creato in
camminare, è molto curvo, si
invenzione: “Questa è la mia
Argentina, la prima terra di
appoggia a un bastone. E tuttavia Società dell’Allegria. / Qui Dio si
missione scelta da Don Bosco,
intraprende un viaggio in Francia prende cura dell’oggi. / Qui non
non solo non poteva sorvolare
per raccogliere fondi da destinare esiste odio, né musi lunghi. / Qui
l’argomento, ma l’ha affrontato da alla costruzione della Basilica
ogni mano è quella da stringere. /
un’angolazione del tutto originale. del Sacro Cuore in Roma.
Sono invitati tutti quelli che
In scena i missionari cantano:
A dimostrazione che quell’ultimo sognano! / Questa è la mia Società
Siamo sogni che camminano per viaggio ha fiaccato la sua pur forte dei Salesiani!”.
il mondo senza poter fermarci;
Andiamo a svegliare
Michele Novelli
le montagne, andiamo
camminando sopra il
mare”. Sanno di essere
la realizzazione dei sogni
missionari fatti da Don
Bosco, che con molto
anticipo hanno tracciato
la strada alle missioni
salesiane: “Senza frontiere,
senza misurare le distanze,
fin dove Dio chiede di
GIUGNO 2009 BS

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B FFFFFFFFF AGLIORI serena.manoni@libero.it
CESARE BISOGNIN
Eccezione al Diritto Canonico
Cesare è figlio di una
famiglia dalle forti
tradizioni e convin-
zioni cattoliche, do-
ve ci si voleva be-
faceva da lettore, suonava l’orga-
no… E, come se non bastasse,
quando il seminario si trasferì a
Torino, andava ogni settimana
come volontario al Cottolengo
ne, si lavorava sodo, si pregava prestandosi per i servizi più umi-
tutti i giorni: classico il rosario li. Era il 1970 quando entrò nel
serale con tutta la famiglia radu- seminario maggiore. Sembrava
nata attorno al camino. Toccava che tutto dovesse filare proprio
anche ai piccoli dirigere e lui lo liscio. Sembrava. Una sera – si
faceva già a 9 anni. Non era un era agli inizi di settembre del
santino tutto mistico: non gli 1974 – quasi improvvisamente
mancavano una buona dose di fu preso da un forte dolore al gi-
Cesare Bisognin
(06/06/1956 - 28/04/1976).
27
vivacità, un carattere forse a vol- nocchio sinistro. Massaggi, po-
te un po’ testardo, una forte pro- mate, impacchi, rimedi della
pensione al dialogo. Fu la sua nonna non sortirono effetto. Anzi addirittura il cardinale Michele
fortuna l’aver trovato un prete andava peggio. Non restò che Pellegrino, che chiese a papa
come sostegno spirituale e l’A- un’accurata visita presso l’ospe- Paolo VI il permesso straordina-
zione Cattolica come gruppo dale. E la diagnosi fu atroce: rio, contro il Codice di Diritto
amicale. Terminata la scuola osteosarcoma, in parole povere, Canonico, di poter ordinare prete
media, la mamma l’abbordò con cancro maligno alle ossa. Passò uno che aveva sì e no 19 anni,
una domanda che oggi le mam- da un medico all’altro, da un che aveva iniziato teologia da
me sembra abbiano paura di fa- ospedale all’altro. Niente. Fu il non molto, ma che aveva dentro
re: “Che cosa vuoi fare da gran- primo ad accettare la croce. Due un desiderio fortissimo di diven-
de?”. “Tu lo sai mamma”. Non volte a Lourdes, poi a Roma per tare prete, nonostante tutto. Il Pa-
ne avevano mai parlato, ma ella l’anno santo 1975. Poi la discesa pa acconsentì alla deroga e Cesa-
capì e ne fu felice. Vallo a dire verso la morte.
re Bisognin poté diventare “don”
alle mamme d’oggi! Entrò nel
e celebrare, prima di morire, 17
seminario minore di Bra e si F Ma non rinunciò alla sua vo- messe. I maligni potranno sorri-
iscrisse alle magistrali. Era ini- cazione. Non ci pensò neppure. dere al numero, ma lui ne fu feli-
ziata la via verso il sacerdozio. Venne fuori tutta la sua antica ca- ce come se avesse ricevuto in do-
parbietà. Non aveva l’età, ma no il paradiso in terra. Lo ordinò
F L’intelligenza pronta, il ca- non si diede per vinto. Ormai lo lo stesso cardinale in casa, sul
rattere schietto, una non comu- sapevano tutti che voleva essere suo letto, mentre una folla di fe-
ne capacità dialettica. Sempre ordinato prete prima di morire, deli riempiva la sua camera e
pronto, tuttavia, a ricucire per anche perché c’era la fila per an- quelle adiacenti. A “Stasera G7”
primo qualsiasi strappo con i darlo a trovare. E lui non nascon- venerdì 9 aprile venne trasmessa
compagni. In parrocchia si dava deva nulla. La singolare richiesta un’intervista che radunò davanti
da fare come nessun altro: prepa- di questo ragazzo ormai alla fine ai monitor 20 milioni di persone.
rava i chierichetti a servir messa, scosse la curia torinese. Si mosse Morì il 28 aprile 1976.
ٗ
BS GIUGNO 2009

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F MA
DAL CENACOLO a vent’anni dalla dichiarazione dei
Diritti del Bambino, era ancora più
significativo impegnarsi per rendere
evidenti alcune strade che già si sta-
ALL’ONU di Graziella Curti
vano percorrendo per garantire a tutti
possibilità di vita, formazione, educa-
zione. È cominciato così un faticoso,
ma affascinante cammino in cui si è
riusciti a coinvolgere altre due ONG
con lo stesso obiettivo dell’educazio-
A pochi mesi dal Capitolo
generale, le Figlie
di Maria Ausiliatrice
hanno preso sul serio
l’invito ad aprire la porta
di quel cenacolo dove
che crede fermamente nel binomio
Sistema preventivo/Diritti umani,
ha mandato come suo rappresentan-
te don Fabio Attard, Consigliere ge-
nerale per la Pastorale, una presenza
intelligente e appassionata a favore
dei giovani.
DARE VOCE AI PICCOLI
ne dei bambini. Attraverso telefonate,
incontri virtuali e reali, anche il VI-
DES Internazionale e il BICE (Inter-
national Catholic Child Bureau) in-
sieme con IIMA sono diventati part-
ner di un’avventura, che attraverso
momenti di delusione, pazienza, suc-
cesso, è approdata all’opportunità di
celebrare i due side events svoltisi il
9 e il 10 marzo nella sede delle Na-
avevano sostato
E AI POVERI
zioni Unite di Ginevra.
L’obiettivo è stato quello di pre-
durante l’Assemblea
capitolare: hanno fatto
Un anno fa, è nato a La Salésienne sentare strategie educative per acco-
di Veyrier-Ginevra l’Ufficio dei Di- gliere, accompagnare, riabilitare e
ritti Umani delle FMA, sede di IIMA reintegrare nella società i bambini
risuonare al Consiglio dei
28 Diritti umani, presso
(Istituto Internazionale Maria Ausi- della strada alla luce della Conven-
liatrice con Statuto consultivo presso zione sui Diritti del Bambino. Prota-
l’ONU). Suor Maria Grazia Caputo, gonisti di questo progetto pilota sono
le Nazioni Unite, la voce
dei piccoli e dei poveri.
la responsabile, ha iniziato subito a stati dieci educatori che da anni lavo-
tessere una trama di relazioni con rano e difendono i diritti dei ragazzi
operatori delle Nazioni Unite e con della strada. La finalità è stata quella
rappresentanti delle ONG. Nella sua di condividere le proprie esperienze
quotidiana presenza ai dibattiti e alle e costruire basi di lavoro più solido,
varie sessioni di discussione sui diritti favorire la nascita di una rete opera-
L a sede dell’ONU a Ginevra è
imponente e affascinante. Lì
si raduna il mondo intero. Lì
si confrontano ogni giorno
umani, ha dato corpo a un sogno:
portare la voce dei piccoli all’ONU,
in quei luoghi decisionali dove è dif-
ficile che arrivi il loro grido. Inoltre,
tiva tra i partecipanti, che coinvolga-
no anche i diplomatici, funzionari
delle Nazioni Unite e rappresentanti
di altre ONG. Due giorni di training,
tutti coloro che credono in una sto-
ria diversa, in un futuro di pace e di
benessere per tutti. È impressionan-
te la presenza dei giovani in queste
assemblee mondiali, che per tre ses-
sioni all’anno si radunano per il
Consiglio dei Diritti umani. Vengo-
no dall’Oriente, dalle Americhe,
dall’Africa, dall’Indonesia e dal-
l’Australia, dalla più vicina Europa.
Qui si sono svolti i side events
(eventi paralleli) preparati dalle Fi-
glie di Maria Ausiliatrice con altre
ONG, sul tema dell’educazione dei
bambini della strada in America La-
tina e Asia. Per l’occasione, il Ret-
tor Maggiore, don Pascual Chávez,
I partecipanti al side event
nella sede ONU di Ginevra.
GIUGNO 2009 BS

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Tavola rotonda: il tavolo dei relatori.
precedenti l’evento, hanno permesso cinque tappe differenziate di percor-
ai rappresentanti delle tre ONG di so educativo, si cerca di far crescere
conoscersi, condividere, imparare le le ragazze per poterle reinserire co-
strategie necessarie per intervenire me donne protagoniste nella vita. La
nella difesa dei diritti umani. Relatori rappresentante del VIDES Filippine,
Suor Mary Isabelle Antony
di grande esperienza e umanità han- suor Inocencia Jojo, racconta l’ini-
no dato il meglio di sé per sensibiliz- ziativa della biblioteca ambulante:
e monsignor Silvano Tomasi,
delegato della Santa Sede.
zare un team che fosse in grado di un pullmino che raggiunge, con il
comunicare in modo corretto ed effi-
cace e di operare di conseguenza
nelle proprie realtà locali. Tra gli
speaker, Maria Francisca Ize Char-
rin, già collaboratrice e dirigente nel-
suo carico di libri e di vari sussidi
scolastici, circa mille bambini. Ac-
canto a lei, Roberta Cimino, volonta-
ria VIDES, presenta il suo intervento
di musicoterapia, attraverso il quale
conoscevo il funzionamento, i mec-
canismi dell’ONU. Ora so come è
possibile intervenire presso i gover-
ni. Loro hanno il dovere di far ri-
29
l’Alto Commissariato Onu, ha segui-
to la realizzazione dei side events co-
me moderatrice attenta e intelligente.
ha ricuperato la voglia di vivere di
molti ragazzi durante il suo anno di
volontariato accanto alle FMA.
Tra gli scopi del side event, c’è
spettare i diritti umani. Ho imparato
a preparare un protocollo da pre-
sentare al governo per chiedere di
mettere in pratica tali diritti».
NON SIAMO SOLI
quello di mostrare ai governi i ri-
sultati significativi e le buone prati- DOVE COMINCIANO
Al tavolo della sala XXIII della che delle tre organizzazioni e dei I DIRITTI UMANI?
sede ONU sono pronti i relatori del- suoi membri, in modo che la propo-
le tre ONG interessate al problema sta di ricaduta nel terreno educativo Nel 1958 fu chiesto a Eleanor
dell’educazione dei bambini della sia credibile. Si direbbe che questo Roosevelt, moglie dell’allora presi-
strada in America Latina e in Asia. obiettivo è stato pienamente rag- dente USA, che aveva lavorato tanto
In particolare, per VIDES e IIMA, giunto guardando i volti di un’as- per la Dichiarazione dei Diritti:
relaziona suor Mary Isabelle An- semblea affascinata dalle buone «Dove cominciano i diritti umani
tony, Figlia di Maria Ausiliatrice di pratiche che vengono presentate. La universali?». Rispondendo sottoli-
Madras, che opera nel Centro Ma- buona riuscita dell’incontro è pure neò: «In posti piccoli, vicini a casa:
rialaya (Madonna della strada) e sottolineata dagli interventi degli il quartiere in cui si vive, la scuola
riesce a raggiungere duemila ragaz- ambasciatori del Messico, dell’Uru- che si frequenta, la fabbrica, il cam-
ze nei 40 centri di contatto indivi- guay, della Thailandia, dell’India, po o l’ufficio in cui si lavora. Sono
duati in questi ultimi anni. Le reli- dell’Italia, del rappresentante della questi i posti in cui ogni uomo, ogni
giose impegnate in quest’opera han- Santa Sede, monsignor Silvano To- donna, ogni bambino cerca una giu-
no ideato perfino una scuola per i masi. Di fronte a questa risposta e stizia equa, pari opportunità, uguale
poliziotti con lo scopo di insegnare all’interesse suscitato, i partecipanti dignità senza discriminazioni. Se
strategie adatte all’approccio e al- al side event sono concordi nell’af- questi diritti non significano niente
l’aiuto dei bambini abbandonati, fermare che non si sentono più soli. là, significheranno ben poco ovun-
senza famiglia e senza casa.
«È una meraviglia – afferma suor que». Questa tesi è stata riconferma-
Lo stesso impegno è portato avanti Jojo – ora sappiamo che in tante ta nei side events di Ginevra e ha
da suor Celmira Serna di Medellín parti del mondo c’è gente che lavo- rinforzato in tutti i partecipanti la
(Colombia) che opera nella Casa ra per i bambini che soffrono». E volontà di farsi carico della realizza-
Mamá Margarita dove, attraverso suor Mary Isabelle aggiunge: «Non zione nel quotidiano di tali diritti. ٗ
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M L IL
ESE IN
IBRERIA
a cura
di
Vito
Orlando
EETDICEACONOMIA
EFFICIENZA
E SOLIDARIETÀ
L’etica economica
nel contesto della
globalizzazione
di Giannino Piana
Effatà Editrice, Cantalupa (TO)
2009, pp. 176
CFAOMNIFLLIAITRTII
QUANTO ROMPE
MIO FRATELLO!
Soluzioni positive
per i conflitti tra i figli
di Christine Kaniak-Urban
e Andrea Lex-Kachel,
Erickson, Trento, 2008
pp. 161
OE LMOECMAOURSITAO
IL PASSATO RITORNA
di Nedo Fiano,
Ed. Monti, Saronno (VA)
2009, pp. 190
Anche se oggi il problema
potrebbe porsi raramente a
motivo della tendenza al figlio
unico, risulta tuttavia pro-
blematica la presenza di
conflitti tra i figli e la possibi-
lità di saperli superare. Non
è facile, tuttavia, saper as-
sumere il giusto atteggia-
mento di fronte a figli che li-
L’AMORE FAMILIARE
tigano, anche perché non
SECONDO SAN
sempre si comprende che
PAOLO (1 Cor 13, 4-8)
cosa c’è dietro il litigio. Il te-
di Luigi Guglielmoni
sto appare come un piccolo
e Fausto Negri
manuale che può dare un Non pochi sopravvissuti del
30 ELLEDICI, Leumann (TO)
2009, pp. 127
grande aiuto. In esso si of- più tragico orrore dell’uma-
frono spunti di soluzione, si nità che porta il nome di
propongono consigli piuttosto Auschwitz-Birkenau hanno
10 tappe per aiutare cop- La situazione odierna di cri- pratici per instaurare rap- trovato il coraggio di conse-
pie, gruppi di spiritualità si è la conseguenza di un porti più sereni tra fratelli e gnarci la loro indicibile sof-
familiare e i giovani fi- rapporto trascurato tra etica aiutarli a liberare le risorse ferenza. Nel libro di Nedo
danzati a comprendere ed economia o ritenuto im- potenziali che hanno per vi- Fiano non troviamo la nar-
che senza l’amore tutto è possibile per una supposta vere positivamente le loro re- razione di una testimonian-
niente! Seguendo il noto estraneità dei due campi. lazioni, si suggerisce di va- za, ma il racconto di una sto-
inno della 1a lettera ai
Corinti si vuole aiutare a
capire la “carità” come
modello di “ogni matura
relazione affettiva e spon-
sale”. Occorre imparare
ad armonizzare la “carità
interiore” con la donazio-
ne esteriore per supera-
re ipocrisia, egoismo e
strumentalizzazione del-
l’altro. La carità è la radi-
ce e il fondamento di ogni
amore. Per ogni aspetto
dell’Inno alla Carità, il
percorso offre un com-
mento psicologico-spiri-
tuale, un approfondimen-
to biblico, uno sguardo ai
Oggi, tuttavia, si sentono
spesso affermazioni che sot-
tolineano la mancanza di cri-
teri etici nelle speculazioni
economiche. Se la crescita
economica non è guidata da
istanze etiche e se l’econo-
mia, in quanto attività umana,
prescinde dall’etica nella va-
lutazione dei propri obiettivi,
corre sempre seri rischi di
non tendere alla promozione
umana. Il testo esamina i
rapporti tra etica ed economia
nella modernità e cerca di in-
dividuare un modello di cor-
relazione che non mortifichi
l’efficienza economica e non
trascuri la solidarietà.
lorizzare il contributo che
può venire da gruppi di ge-
nitori che si scambiano opi-
nioni e problemi.
ria che riconsegna la me-
moria del proprio passato a
chi ha ereditato la verità del-
la propria vita in una valigia
depositata presso un notaio.
David, un bimbo affidato dai
genitori a un amico, quando
viene a sapere da un so-
pravvissuto di Auschwitz del-
la morte del suo vero padre
in una camera a gas, sente
il bisogno di conoscere la
sua vera storia. Nella valigia
vi è tutto un passato scono-
sciuto al piccolo. Il racconto
è un po’ ricomporre fram-
menti di vita e di storia di
ebrei italiani e restituire loro
l’identità.
dati della situazione in
Italia oggi, qualche pro-
vocazione per la verifica
del singolo e della coppia
e una preghiera.
GIUGNO 2009 BS
NCcsrdihoOOeireneNRcotvatReaatSItmncoSIqglePuiocnFiOnhstAeoteNaarsDVoelelEEevgpNaNnrreinasDZsnplAasIoeTot.iAttrlsiieIvciePhlpilbiEEieobrRdssert-ii--i
trici.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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RICONCILIAZIONE DAILFLRAOCNRTISEI
ALLA VITA
LE MANI CALDE
PICCOLA GRAMMATICA UN CUORICINO
DEL PADRE
DELLA GRANDE CRISI DI NOME CHIARA
Il sacramento
Perché è nata?
Una storia vera
della Riconciliazione
Come uscirne?
di Valentina Olivi
di Sabino Palumbieri,
di Elvio Fassone,
Paoline, Milano, 2009
Edizioni CVS, Roma, 2008 Effatà Editrice, Cantalupa (TO) pp. 136
pp. 116
2009, pp. 80
5 x1000
È una storia vera, come
Le mani dell’abbraccio del
recita il sottotitolo, un’e-
Padre misericordioso non si
fermano alla superficie del
nostro essere, ma penetrano
il cuore e cambiano la vita.
La certezza dell’amore di
Dio rende l’uomo più capa-
ce di guardare in profondità
la sua vita e renderla meno
sperienza vissuta, il rac-
conto di una mamma che
ha deciso di portare fino alla
nascita la bimba che aveva
in grembo, anche se affetta
da idrope. È vissuta solo 13
giorni la piccola Chiara, ma
è stata accettata e amata: la
è il suo dono
per i ragazzi
più sfortunati,
poveri, abbandonati,
pericolanti...
Sono tanti in tante
parti del mondo
succube di influenze esterne.
vita è cosa troppo grande
Il testo offre stimoli concreti
per la comprensione del sa-
per essere rifiutata, in qual-
siasi modo si presenti…
La Fondazione
cramento della riconciliazio-
ne. Il peccato ha sempre un
“C’era una certezza: Chia-
ra non poteva essere pas-
Don Bosco nel
effetto sociale e non lo si può
vedere solo come qualcosa
sata nella nostra vita senza Mondo ONLUS
una ragione”. È la frase che
che riguarda unicamente chi
illumina il volume e il senso
lo compie. Allo stesso modo,
di un itinerario faticoso di
i gesti di amore incidono Di fronte alla “grande crisi” accettazione che ha visto
Fondazione
DON BOSCO
NEL MONDO
31
nella storia nella misura in cui che stiamo vivendo sorgono momenti difficili e scelte
danno spinta nuova di bene. le domande: “Ma come è po- coraggiose di fede: “Ben- potrà occuparsene
Le riflessioni finali “per una
cultura della tenerezza” aiu-
tano a comprendere la novità
di vita di un uomo che ha fat-
to esperienza della tenerez-
za dell’amore di Dio.
tuto capitare?”, “E adesso
che facciamo?”. L’autore
cerca di far capire che, per
quanto possano essere ca-
riche di incertezza, le ri-
sposte sono intuibili: occor-
venuta Chiara!”, anche se
solo per 13 giorni il suo af-
facciarsi alla vita ha avuto
un senso per tutta la fami-
glia. E può avere un senso
per i lettori.
se firmerà
nel riquadro CUD;
730/1 - bis redditi;
UNICO persone
fisiche indicando
re trovare un modo di ope-
il Codice Fiscale:
rare che sia il contrario di
come si è fatto finora. Se è
prevalsa la sregolatezza bi-
97210180580
sogna trovare giuste regole,
se le conseguenze sono ri-
Non è una scelta alternativa
cadute in chi si è fidato bi-
sogna che chi ne ha appro-
a quella dell’8 x mille
fittato paghi le conseguen-
ze. Ovviamente si richiede
un grande coraggio da par-
te dei governi di applicare gli
strumenti conseguenti e ren-
dere giustizia alla gente co-
mune che più ha sofferto de-
gli squilibri del mercato. La
soluzione resta comunque
in mano alla gente attraver-
so l’esercizio del voto.
BS GIUGNO 2009

4.2 Page 32

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ON LINE
Un breve profilo del salesiano coadiutore Piero dal Pozzolo,
17 ottobre 1915-29 agosto 2003.
PIERO VIN
di Giancarlo Manieri
Il profilo di un salesiano laico che
ha passato la vita attento a non
farsi notare. C’era, ma avrebbe
preferito che nessuno lo vedesse
o lo sentisse, benché era sempre
pronto a servire tutti.
32
Il signor Pietro Dal Pozzolo,
o Piereto, o Piero Vin,
o Piero Legno.
La tessera di AC del signor
Piereto per l’anno 1937.
Non si sa come abbia fatto il signor Pietro Dal Poz-
zolo a darsi tanto da fare per gli altri e a tenersi
nascosto. Un miracolo che riesce a pochi. Ho
chiesto, a più di uno dei confratelli che l’hanno cono-
sciuto, di parlarmi di lui… Scena muta per un bel po’;
imbarazzo palpabile, poi di colpo: “Bah! Era silenziosis-
simo!”. “Difficile parlare di Piereto… sì, c’era, faceva un
sacco di cose per tutti, però… non so… era come se
non ci fosse”. “Piero Vin? C’era e non c’era!”.
In effetti “Piereto” o “Piero Vin” o anche “Piero Legno”
(già dai soprannomi che gli appiopparono si può capire
che era impegnato su vari fronti: faceva il sarto, il guar-
darobiere, il cantiniere, l’aggiustatore; un confratello
GIUGNO 2009 BS
disse che faceva anche il clavigero. “Cioè?”, chiesi
incuriosito. “Aveva le chiavi di parecchie porte… che
contano”. “Che contano?”. “Beh, quelle della cantina
per esempio!”) era un uomo di poche parole, ma di
molte risorse. Erano tanto poche le parole che, quando
suo malgrado era costretto a parlare, gli venivano fuori
a stento, sembrava che le cercasse in chissà quale
segreto ripostiglio del cervello e le buttasse fuori a fati-
ca dopo qualche grugnito. “Timido?” “Forse! Certo era
un uomo che voleva fare, ma non voleva comparire:
sapeva bene che Dio avrebbe giudicato l’uomo e le
sue azioni concrete, non le sue apparenze”. In definiti-
va il signor Pietro era arciconvinto di avere poche doti
di quelle che fanno parlare di sé, ma di avere due
braccia per lavorare e due labbra per pregare e ciò
bastava e avanzava per guadagnarsi la Vita Eterna.
LE ORIGINI
Era figlio della prima Gran-
de Guerra, nato il 17 otto-
bre del 1915 in un paesetto
di montagna dal nome non
proprio beneaugurante –
Malo, anzi, Monte di Malo
eccetto che derivi da
malum/melo invece che
da malum/male!
Comunque a lui portò
bene. Ebbe in sorte una
famiglia profondamente
religiosa, di quelle oggi
rarissime, in cui si prega-
va ogni giorno e si voleva
bene sul serio al prossi-
mo. Le difficoltà e le disgrazie non mancarono. Lui
stesso colpito – era ancora un bambino – da una para-
lisi infantile, ne portò il segno per il resto della vita, con
una deambulazione irregolare e difficoltosa.
Non potendo permettersi altri lavori, proprio a causa
del malanno occorsogli, scelse di diventare sarto, un
mestiere in cui non centravano i piedi, quanto piuttosto
le mani. Era quindi il mestiere più adatto per lui. Nello
stesso tempo si iscrisse all’Azione Cattolica e ne
divenne attivista convinto e assiduo. Fu proprio nell’A-
zione Cattolica, dove i giovani venivano seguiti, coltiva-
ti, formati all’impegno e alla vita di preghiera, che
maturò qualcosa di più in Piero, il quale aveva comin-
ciato a dedicarsi con passione ai ragazzetti della par-
rocchia un’occupazione, diceva, che gli piaceva da

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ALESIANI COADIUTORI
morire! Tanto che decise perfino di frequen-
tare periodicamente il vicino oratorio sale-
siano di Schio, che di ragazzi ne aveva a
frotte. Finì, com’era prevedibile, in braccio a
Don Bosco, che non lo mollò più. Nel 1944
cominciò la sua avventura a Verona come
coadiutore, e a Verona resterà fino alla fine
della sua vita.
SALESIANO A TEMPO PIENO
Ovviamente la sua prima occupazione fu
il sarto. Era quello che sapeva fare
meglio, era il “suo” mestiere. Ci si buttò a
capofitto assieme ad altri due ammirabili
coadiutori, il signor Saccomanno e il
signor Zacaria. Ma non gli poteva basta-
re: uno che lavora sodo e per di più in
silenzio, che non si sbraccia per affer-
mare di esistere, uno “tutto casa, lavoro
e chiesa”, non può essere seppellito sot-
to il carico di un solo incarico. Così ecco piovergli
addosso altre occupazioni. Di fiducia. Fu fatto guar-
darobiere e cantiniere. Così, armato di chiavi – clavi-
Il singor Piereto, il signor Pio Campagnolo
e don Antonio Maino.
gero! – cominciò a correre qua e là nonostante le
sue povere gambe per fare al meglio ciò che l’obbe- superiore. Ma se c’era, ti dava anche la cantina! Ecco
dienza gli chiedeva di fare. E sempre in silenzio. Par- la sua caratteristica di religioso modello: “Seguiva le
lava quando era proprio indispensabile. Non una sola regole come novizio”, afferma uno di quelli che l’ha
volta che dicesse di risparmiargli qualche “trottata”,
perché le sue povere gambe non erano per niente
conosciuto bene. Anche quand’era già anziano. Teneva
un quaderno dei propositi in cui segnava diligentemen-
33
adatte al trotto. Al contrario. Era, in effetti, sempre in te tutto ciò che riguardava la sua vita spirituale: gli
moto, e quando aveva a disposizione un po’ di tempo esami di coscienza giornalieri, i propositi fatti nell’eser-
libero si metteva a riparare corone del rosario o cizio mensile di “Buona morte”, e quelli degli esercizi
addirittura a confezionarle; poi le regalava, purché spirituali, e di varie altre circostanze, e segnava dili-
promettessero di usarle.
gentemente con un + o un – le promesse mantenute e
Come religioso era ineccepibile. Anzi, meglio dire che quelle ancora da mantenere! “Aveva un animo di fan-
era un modello. I suoi confratelli lo chiamavano scher- ciullo”, afferma il solito salesiano bene informato. Ha
zosamente “Piero Vin” per via del suo incarico di canti- lasciato due scatoloni di quaderni dove aveva conser-
niere, dove si mostrava inflessibile: non gli scucivi una vato, come fossero tesori, appunti sulle prediche, rias-
goccia di vino se non c’era il permesso esplicito del sunti delle buone notti, note sulle conferenze dei supe-
riori, ecc.
20 marzo 1976: gita in montanga. Il signor Piereto,
il signor Silvino Gentilin, morto nel 1998,
e il signor Francesco Ferro, morto nel 1981.
LA FINE DI UN SANT’UOMO
Quando il male e la vecchiaia lo prostrarono, venne
ricoverato all’ospedale Negrar di Verona. Confratelli e
amici non lo lasciarono solo, gli volevano troppo bene
per dimenticarsi di lui, e andavano regolarmente a tro-
varlo. Tutti sappiamo quel che si dice quando si va a
trovare un ammalato. Le espressioni sono sempre
quelle stereotipate da secoli: “Beh, come va?”. Ma chi
varcava la soglia della sua camera di degenza e stava
per aprire bocca per far uscire la solita domanda, veni-
va regolarmente preceduto da Piereto: “Oh, ciao. Beh?
Come stai? Come sta la mamma? Come sta il tale?”.
Non c’era verso che si preoccupasse di sé. Qualcuno
rispondeva: “Veramente sono io che voglio informarmi,
io che devo chiederti come stai”. Ma lui continuava
imperterrito a glissare sulla sua salute e a informarsi
su quella degli altri.
Morì il 29 agosto 2003. Pochi giorni prima a un confra-
tello cui erano da poco morti padre e madre disse: “Le
saluterò i suoi genitori!”. Ce ne vorrebbero tanti di sale-
siani così.
ٗ
BS GIUGNO 2009

4.4 Page 34

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COME DON BOSCO
l ’educatore
di Bruno Ferrero
LASCIATECI ALMENO
LA FANTASIA
Tutti i bambini sono creativi. Quello che i genitori devono fare
corrente. Il mondo in cui viviamo è
frastornante, frenetico, perennemente
alla ricerca di ciò che è eccitante ed
eccessivo. Educare l’immaginazione
e la fantasia significa pensare prima
di tutto ad arricchire lo spazio inte-
riore dei figli.
è attivarne creatività e curiosità. Dobbiamo ricordare sempre
che la fantasia è un piacere e un’eccellente strada
per l’apprendimento e la formazione dell’intelligenza.
᭿ Incominciando dal gioco. Il gioco
è un’attività universale che permette
al bambino di agire, dandogli i mezzi
di sperimentare nuove nozioni per av-
venturarsi sempre più lontano, asse-
condando la sua curiosità naturale.
La radice dell’intelligenza è la ca- scenari che gli si offrono. Così si co- Giocare è anche riprodurre “ciò che
pacità di immaginare. L’immagi- stituisce gradualmente la sicurezza fanno i grandi”, e proiettarsi nel futuro.
nazione è la fabbrica e il serba- interiore, indispensabile per stimolare I genitori devono fornire ai figli i ma-
toio dei pensieri. L’immaginario per- il desiderio di azione. Per il bambino, teriali di base per le loro costruzioni
mette di mettere in scena le moltepli- l’approccio al pensiero razionale è fantastiche a proposito del mondo
ci sfaccettature di una realtà possibile progressivo e, per molto tempo, inac- che li circonda. Non c’è bisogno che
e offre all’individuo la possibilità di cessibile. Grazie alla fantasia, il bam- siano costosi. Uno scatolone di carto-
proiettarsi nel tempo e nello spazio. In bino può superare angosce diffuse e ne può diventare una macchina; i
questo senso, l’immaginazione fa intense. La pratica del gioco e dei vecchi vestiti diventano l’occasione
parte normale del crescere. Grazie a suoi derivati, come il disegno, che per per giocare a «papà e mamma». Molti
essa, l’uomo può creare le sue riser- lui equivalgono a veri e propri lin- giocattoli moderni, rifiniti e zeppi di
ve di energia valutando i possibili guaggi, sono il mezzo con cui il bam- elettronica, mettono la museruola alla
bino esprime i suoi sentimenti. capacità creatrice dei bambini. An-
34
Grazie a essa il bambino rie- che lo spazio è importante. Una
sce a risolvere problemi, a co- collina può diventare una montagna,
struire cose, a concepire so- una piccola macchia di alberi una
luzioni, spiegazioni, possibilità giungla, una pozza d’acqua un ocea-
alternative; e può anche identi- no sul quale far navigare vascelli di
ficarsi con i pen- carta (o anche solo delle foglie). Una
sieri, i sentimen- passeggiata con vostro figlio può di-
ti, le difficoltà, gli ventare l’occasione per uno scambio
scopi, le speran- di emozioni indimenticabili. Indicate le
ze e le paure de- cose interessanti: nidi, animali, case,
gli altri. L’imma- fiori, alberi, autobus, macchine, pa-
ginazione è al- sticcerie, arance, treni, piccioni, gatti,
la base della giardini. La vostra curiosità, il vo-
creatività, ed è stro entusiasmo si trasmetteranno a
qualcosa di as- vostro figlio, accendendone l’immagi-
solutamen- nazione e il desiderio di conoscenza.
te prezioso
che i geni- ᭿ Bisognerebbe riservare un tem-
tori devo- po, anche breve ma prezioso, ad atti-
no “edu- vità ludiche che presentino il vantag-
care”. Si gio di essere tranquillizzanti, permet-
tratta di tendo al bambino di sentirsi compre-
andare so senza condizioni nell’ambito fami-
contro- liare. È difficile, oggi, concepire il gio-
co come un vero principio pedagogi-
co, come un mezzo di conoscenza e
d’indagine del mondo.
Il gioco non può mai essere un pre-
mio, una specie di “moneta di scam-
GIUGNO 2009 BS
Per il bambino, l’approccio
al pensiero razionale è
progressivo. Grazie alla fantasia,
il bambino può superare angosce
diffuse e intense.

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
I BISOGNI SONO SOGNI
CHE VALGONO DOPPIO?
Molti giocattoli moderni, rifiniti
e zeppi di elettronica, mettono
la museruola alla capacità
creatrice dei bambini.
La fantasia dei bambini è una straordinaria risorsa anche per
i grandi, per arricchire e rinnovare il modo di pensare e di vivere.
bio” del tipo: «Quando avrai fatto i
N compiti potrai giocare». È meglio divi-
dere il tempo in modo giusto tra atti-
vità a cui si riconosce la stessa im-
oi adulti siamo stati abituati a cità. E questa ci ha permesso di spe-
pensare che la fantasia, come rimentare come la fantasia dei nostri
il gioco, è cosa da bambini, bambini costituisca una straordinaria
portanza.
una finzione che non può valere risorsa, un’occasione preziosa per
I giochi non devono essere mai pe- granché. I nostri genitori, apparte- arricchire e rinnovare il nostro modo
santemente competitivi. I bambini nenti a un’epoca totalitaria e totaliz- di pensare e di vivere. All’inizio è sta-
non devono avere l’ansia di vincere. zante, hanno ampiamente provvedu- ta dura: figli del pensiero razionale e
Anche se tutto intorno a loro insinua to a dimostrarci che essa nasce dalla scientifico, ci siamo sentiti spiazzati
che il successo nella vita è una prio- tentazione di evadere dalla realtà e dalla difficoltà con cui le nuove gene-
rità. La selezione attraverso la sola comporta la rinuncia a tenere i piedi razioni usano il pensiero sequenzia-
competizione favorisce chi è capace per terra. Il rispetto della tradizione ci le; abituati a procedere in modo con-
di schiacciare gli altri. Un vincente è ha subdolamente suggerito che i vergente nell’analisi della realtà o di
un fabbricante di perdenti. La nostra creativi sono persone poco serie un problema, ci è sembrato inusuale
società incoraggia la legge del più nell’affrontare le responsabilità quoti- e poco affidabile l’uso del pensiero
forte che rinvia al concetto di branco, diane. Ci siamo talmente convinti di divergente, che invece abita nella
caratteristico del mondo animale. Co- queste pseudoverità, che non solo mente dei bambini e di molti preado-
sì, dopo cinquemila anni di storia, sia-
mo al punto di partenza.
ce l’abbiamo messa tutta per rendere
grigio e opaco il nostro mondo, ma
lescenti. Ma se ami i tuoi figli fino al
punto di fidarti di loro e della differen-
35
᭿ Lo spazio interiore deve essere
nutrito, tra le altre cose, dai racconti
degli adulti. Il racconto offre a ogni
bambino la possibilità di ritrovare le
proprie fantasie, senza sentirsi colpe-
vole. Niente di strano che non si stan-
chi mai di ascoltarli e che vi trovi una
fonte di piacere inesauribile. Il raccon-
abbiamo anche pensato fosse cosa
buona e giusta insegnare ai nostri fi-
gli a essere realisti, a sapersi adatta-
re al mondo circostante, a preferire
l’omologazione alla massa piuttosto
che il rischio di avventurarsi sulla
strada ripida e accidentata del pen-
sare e sognare con la propria testa.
za che rappresentano rispetto al tuo
mondo, scopri, a poco a poco, che
vale la pena familiarizzare con la fan-
tasia, perché è un atteggiamento
mentale che consente ai bisogni
umani di non essere solo espressio-
to alimenta l’immaginazione del bam-
bino per il quale tutto è in divenire. At-
traverso le storie, l’adulto suggeri-
sce in modo simbolico quale genere
di battaglia il bambino dovrà combat-
tere per realizzarsi, garantendosi una
felice riuscita. Da questo punto di vi-
sta, la fiaba serve da guida al bambi-
no e ne favorisce lo sviluppo della
personalità. Adesso ci sono degli
᭿ Ma poi è arrivato il Sessan-
totto che ha messo in disordine
queste certezze e ha suscitato
una grande inquietudine: “la fan-
tasia al potere”; è stato però sol-
tanto uno slogan, una folata di
vento che ha generato il deside-
rio della libertà, ma non ci ha dato
il coraggio di una vera liberazione
splendidi libri per bambini, ma è interiore. La vera rivoluzione è av-
importante che siate voi stessi a leg- venuta, per molti di noi, con l’espe-
gerli per i vostri figli e che, più avanti, rienza della maternità e della pa-
essi siano incoraggiati a leggerli per ternità: soltanto allora, illuminati
conto proprio. Potreste cominciare a dall’idea che non è sempre be-
fare una capatina in libreria o in bi- ne fare dell’educazione un flus-
blioteca con i bambini mentre fate la so direzionale che va dai grandi
spesa del sabato mattina. Se ne fate ai piccoli, abbiamo accettato di
un’abitudine, e cominciate quando so- lasciarci vincere dalla recipro-
no piccoli, svilupperanno un amore
spontaneo per la lettura. I bambini
La fantasia dei nostri bambini
amano i racconti, li assorbono come
una spugna assorbe l’acqua, perciò
date loro ogni possibilità per entrare
nella terra incantata dei libri.
ٗ
costituisce una straordinaria
risorsa, un’occasione preziosa
per arricchire e rinnovare
il nostro modo di pensare
e di vivere.
BS GIUGNO 2009

4.6 Page 36

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ne di una mera necessità di so-
pravvivenza, ma indicatore del de-
siderio di una vita piena. Per i nostri
ragazzi avere fantasia significa da-
re forma alla curiosità che rende
possibile l’accesso alla realtà del
mondo; è apprendimento continuo
della creatività che rompe la mono-
tonia della quotidianità; è supera-
mento dei limiti e apertura all’infini-
to; è la ricerca dell’intelligibilità in
tutto ciò che rischia di apparire irra-
zionale ed essere rifiutato a priori…
᭿ È vero: la fantasia è la ricchez-
za dei poveri; ma non perché chi
non ha nulla possa drogarsi con le
illusioni. Piuttosto, perché chi non è
nulla non ha la preoccupazione di
gestire l’esistente a tutti i costi. E i
giovani, che sono una delle più nu-
merose categorie dei poveri che
affollano il mondo contemporaneo –
il grande esercito dei poveri in edu-
cazione – hanno tutto da guada-
gnare dall’esercizio della fantasia:
essa consente di trasfigurare la
36 realtà, che è il primo passo per po-
ter trasformare il mondo. La società
non ha grande interesse verso que-
sto valore, anzi ne ha paura, anche
se non può ammetterlo: i continui
tentativi di sfruttare la creatività del-
le nuove generazioni accostandola
alla trasgressione, dimostrano co-
me gli adulti fanno commercio illeci-
to della fantasia infantile e adole-
scenziale, piuttosto che valorizzarla.
Anche la scuola non è sempre fe-
dele a questo compito: quando la
cultura viene intesa soprattutto co-
me trasmissione del passato e non
diventa anche progettazione del fu-
turo, la fantasia viene canalizzata
nelle attività espressive considerate
un valore aggiunto per l’offerta for-
mativa. Tocca dunque alle famiglie il
compito di custodire e incentivare la
fantasia dei piccoli. I nostri figli ci
saranno grati se li aiuteremo a pro-
vare sentimenti di meraviglia; se ac-
compagneremo i loro sogni sulla
soglia di una casa, in cui ogni og-
getto rappresenta misteriosi legami
con la vita; se resteremo in sintonia
con i desideri capaci di trasformarsi
in investimenti di speranza; se li gui-
deremo a saper pensare l’inedito e
a comprendere che la vita non può
essere mai ridotta a un’equazione
matematica che ha una sola possi-
bile soluzione.
ٗ
GIUGNO 2009 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
Lino Dinetto, classe 1927, grande
artista veneto, iniziò a dipingere
en plein air”, studiò i classici veneti,
conobbe Carrà e Sironi. Ha insegnato
a Montevideo, dove ha dipinto l’intera
cattedrale. Premi, riconoscimenti e
numerosissime mostre.
LINO DINETTO
LA POESIA DELLA CROCE
Opere di grande bellezza
sono quelle di Lino Dinetto.
L’artista veneto è davvero
considerato un maestro nel
suo genere e, anche a livello stretta-
mente accademico, ha ricoperto incari-
chi di prestigio come la cattedra di Pit-
tura e Disegno all’Istituto delle Belle
Arti “San Francisco di Montevideo”,
ove rimase fino al suo definitivo ritor-
no in Italia nel 1960. Pur trattando sva-
riate tematiche all’interno della perso-
nale produzione artistica (da raffigura-
zioni a carattere sacro, alle nature mor-
te, dai paesaggi veneti e toscani alle fi-
gure femminili) Dinetto ha saputo im-
primere in ogni suo lavoro quella parti-
colare nota di eleganza e di bellezza ta-
le da renderlo estremamente carico di
poesia e catalizzatore di emozioni.
>> “Tutte le opere di Dinetto, com-
prese le nature morte e i paesaggi, sono
testimonianze documentali della sua
grande vitalità artistica, dove il preva-
lere della bellezza e della grazia, come
inno all’estetica, tra memoria e so-
gno, dimensionano il suo gusto raffina-
to per una vita carica di lusinghe e di
incantamenti”. In più in esse sono con-
centrate in una ricca sintesi artistica le
differenti tracce della storia dell’arte fi-
gurativa, tanto che, come è stato scritto
da Franco Batacchi “da un cocktail tan-
to ricco e variegato potrebbero risultare
sapori allappanti, qualora lo shaker non
fosse governato da mano magistrale.
Poiché la vera, sottile ma determinante
differenza tra il bravo artigiano e l’au-
tentico artista, consiste proprio nella
capacità di quest’ultimo, di utilizzare la
storia dell’arte senza esserne condizio-
nato”, situazione che ben connota il no-
stro.
>> Negli anni ’60, dopo il ritorno dai
trionfi brasiliani, Dinetto compie alcuni
dei suoi principali lavori riprendendo la
pittura murale e su vetro. Risale al
1965 il crocifisso per la chiesa del
collegio Manfredini dei salesiani di
Este, sua città natale, Il Sacro Cuore,
ovvero la sua “versione” del crocifisso.
A conferire una caratura poetica all’o-
pera è anche la leggerezza con cui ha
dipinto la croce, quasi sfumandola: Cri-
sto non pensa al suo dolore, ma a quello
degli altri; in un gesto tenerissimo stac-
ca una mano dal legno e si protende ad
accarezzare un ragazzo: il suo cuore
pulsa d’amore. Grazia e bellezza s’in-
contrano nei pochi centimetri che sepa-
rano il palmo della mano di Gesù e lo
sguardo di Giovanni – cioè di tutti noi
– che invoca sostegno, il braccio alzato
nel gesto della supplica, il volto che si
offre intero alla carezza. Sembra di ve-
dere già realizzata la promessa di un
“Consolatore” che avrebbe continuato
l’opera di Gesù. Sotto s’intravede una
madre che offre il suo bimbo: la Ma-
donna forse? Può essere. Il bimbo può
apparire anacronistico, rapportato alla
crocifissione, ma non lo è se si consi-
derano le parole di Cristo a Giovanni:
Ecco tuo figlio, Ecco tua madre”; quel
bimbo siamo tutti noi: altra perla poeti-
ca di Dinetto.
ٗ

4.7 Page 37

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LAETARE
ET BENEFACERE…
37
AFORISMI di Franco Scillone
1) La vita, quando diventa una frittata,
ci ricorda che è nata dall’uovo.
2) Le cicogne non portano più i bambini perché
pretendono la paga sindacale e non quella
familiare.
BS GIUGNO 2009

4.8 Page 38

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SFIDE ETICHE
per ragazzi, genitori, educatori
PERDONARE…
LA VERA FORZA
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Perdonare sembra
una virtù dimenticata,
eppure è una virtù,
di perdonare i debiti altrui, per-
ché la forza con cui elaboriamo
l’offesa altrui è proporzionale
alla forza con cui elaboriamo la
come dire che è una
nostra coscienza di peccatori.
vittoria e non una
sconfitta… a casa,
sul lavoro, sempre!
PERDONARE
PERCHÉ
Anzitutto per migliorare se
stessi e gli altri. L’esperienza
dell’offesa può essere un mo-
tivo di forte delusione, ma an-
38
Il perdono non è un concetto,
ma un’esperienza della perso-
na, che sceglie di vivere un
rapporto positivo nei confronti
che una grande risorsa. Per-
donare fa bene alla nostra vita
psicologica e a quella degli
altri, se è un’esperienza vis-
di un’altra che l’ha offesa. Prima suta in modo maturo, ossia
che un gesto umanitario di colui che chi perdona e chi è perdona-
cerca di vincere rancori e risenti- to si accostano al problema
menti dentro di sé, il perdono nasce con sentimenti profondi e
da un cuore magnanimo, grande, ca- non superficiali. Infatti, chi
pace di contenere il limite che c’è perdona può anche farlo per
nell’altro, ma anche il limite del convenienza, per utilità, per
proprio sentimento di rivalsa. Il per- tornaconto; d’altra parte, chi riceve il
dono dunque è capace di contenere perdono potrebbe non fare tesoro del-
La celebre tela di De Chirico:
Il figliol prodigo del Vangelo
il limite che c’è in chi ci ha offesi e l’errore commesso e continuare nel
che chiede perdono al Padre.
il limite nostro nel fargli spazio.
suo limite. Perciò a volte si dice giu-
Oltre al debito dell’altro c’è da ve- stamente: “perdonare non è pedago-
dere anche la nostra “capacità di ri- gico sempre”.
IL PERDONO CRISTIANO
spondere” al debito nei confronti del- Ma il perdono profondo si pone in
l’altro. Se ci esercitiamo nel ricono- un altro orizzonte di senso, che è La risposta a perché perdonare e
scere i nostri debiti, saremo in grado quello del “dono”: perdonare è “do- quante volte perdonare, per il cri-
narsi”, è offrire se stessi come ri- stiano è nel Padre nostro. Il credente
scatto, è farsi dono, nonostante sia perdona nella logica del suo Mae-
l’altro che mi deve qualcosa. Che stro e Signore: Cristo. Il Padre per-
cosa donarsi? La volontà fattiva di dona donando suo Figlio, mostran-
essere migliori – per chi ha sbaglia- dosi misericordioso, nonostante la
to – ma anche la capacità di conte- nostra ingratitudine. “Siate miseri-
nere il male altrui in un contesto di cordiosi, come è misericordioso il
amore. E allora, perché perdonare? Padre vostro; … perdonate e vi sarà
Per “donare” vita, per “donare” perdonato” (Lc 6,36-37). Se oggi
amore, ricambiare l’altro non con il facciamo fatica a perdonare, è per-
male che mi ha fatto, ma con il bene ché non brilla in noi la consapevo-
che gli “dono”. Questa esperienza lezza del nostro peccato e, di conse-
esige una grande libertà interiore in guenza, la misericordia di Dio. Se
Cristo perdona l’adultera.
colui che deve perdonare.
noi non siamo peccatori, non abbia-
GIUGNO 2009 BS

4.9 Page 39

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Il castello di Canossa, luogo dell’incontro tra Enrico IV e Gregorio VII.
Papa Wojtyła perdona il suo
attentatore Alì Agca che l’ha ferito
il 13 maggio 1981.
mo bisogno della misericordia di diamo. Nel rifiuto di perdonare ai a poco a poco la ferita si cicatrizza,
Dio, quindi nemmeno della salvez- nostri fratelli e alle nostre sorelle, il il ricordo dell’offesa diventa sempre
za. Se noi non ci sentiamo peccato- nostro cuore si chiude e la sua du- meno presente e ossessivo, e non
ri, Cristo non è morto “per noi”. Ma rezza lo rende impermeabile all’a- provoca più dolore. “Perdono, ma
Dio ci mostra il suo grande amore more misericordioso del Padre; nel- non dimentico” è un pessimo propo-
perché mentre eravamo peccatori, la confessione del nostro peccato, il sito, se sta a indicare che non ci si fi-
Cristo è morto per noi (cfr. Rm 5,8). nostro cuore si apre alla sua grazia” da più di quella persona, che si vuole
Nella logica del Padre nostro, il (n. 2838-2840).
stare sempre in guardia; ma è positi-
perdono ha una dimensione “triadi-
vo se indica che il perdono non 39
ca”: noi, chi ci ha offeso, il Padre, IL RICORDO
che in Cristo perdona pagando di
persona, con il suo sangue. Come
DELL’OFFESA
comporta amnesia dell’offesa (Mon-
bourquette). Ed è sempre “giusto”,
se la giustizia, propriamente intesa,
afferma il Catechismo della Chiesa
Cattolica, “sebbene rivestiti della
veste battesimale, noi non cessiamo
di peccare, di allontanarci da Dio.
Ora, … torniamo a lui, come il fi-
gliol prodigo, e ci riconosciamo
peccatori, davanti a lui, come il
pubblicano. La nostra richiesta ini-
zia con una ‘confessione’, con la
quale confessiamo a un tempo la
nostra miseria e la sua misericordia.
La nostra speranza è sicura, perché,
nel Figlio suo, ‘abbiamo la reden-
zione, la remissione dei peccati’
(Col 1,14). Ora, ed è cosa tremenda,
questo flusso di misericordia non
può giungere al nostro cuore finché
noi non abbiamo perdonato a chi ci
ha offeso. L’amore, come il corpo di
Cristo, è indivisibile: non possiamo
amare Dio che non vediamo, se non
amiamo il fratello, la sorella che ve-
Perdonare significa ricordare il
passato per assimilarlo e farne parte
della propria storia (Studzinski).
Non è facile dimenticare e il ricordo
dell’offesa può alimentare la fiamma
del risentimento. Saper perdonare
porta a un calo nella motivazione di
rivalersi contro chi ha sbagliato nei
nostri confronti. Ma Dio non si ri-
corda dei nostri peccati, “li getta nel
profondo del mare” (Mi 7,19). Il
perdono aiuta la memoria a guarire:
ha per scopo il perdono. Infatti, la
fondamentale struttura della giusti-
zia penetra sempre il campo della
misericordia (Giovanni Paolo II).
Rispetto alla logica antica dell’oc-
chio per occhio, dente per dente
(Es 21,24), Cristo ci dà un coman-
damento nuovo: “Vi dò un coman-
damento nuovo: che vi amiate gli
uni gli altri; come io vi ho amati”
(Gv 13,34). Il Catechismo (n. 2842)
nota che è impossibile osservare il
comandamento del Signore, se si
tratta di imitare il modello divino
dall’esterno. Si tratta invece di una
partecipazione vitale, che scaturisce
“dalla profondità del cuore”, alla
santità, alla misericordia, all’amore
del nostro Dio. Soltanto lo Spirito,
del quale “viviamo” (Gal 5,25), può
fare “nostri” i medesimi sentimenti
che furono in Cristo Gesù. Allora
diventa possibile l’unità del perdo-
L’incontro di Enrico IV imperatore
del Sacro Romano Impero
no, perdonarci “a vicenda come Dio
ha perdonato a voi in Cristo” (Ef
e Matilde di Canossa, dove il
4,32). Un perdono incondizionato,
sovrano si era recato nel gennaio
1077 per ottenere il perdono
di papa Gregorio VII
sempre aperto, pronto a perdonare
fino a 70 volte sette (Mt 18,21-22) e
(Miniatura - Biblioteca Vaticana).
anche il nemico.
BS GIUGNO 2009

4.10 Page 40

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D IBATTITI
Giornate Mondiali
IL DESERTO
FIORIRÀ di Severino Cagnin
17 giugno 2009 15a Giornata mondiale della lotta
contro la desertificazione e la siccità, indetta
dalle Nazioni Unite sotto il titolo “Word Day
vita”, e ormai tutti parlano del-
l’acqua come l’oro blu del futu-
ro; in settembre a Ginevra e New
to Combact Desertification“. “Cento iniziative”
in Italia: le aveva chieste per il 2007 il
York ci si è mossi con un weekend:
Puliamo il mondo”. Le iniziative
non si fermano più ed ecco la
sottosegretario di Stato Bettori. Ma la questione
non è risolta, anzi va sempre peggio.
“Giornata Mondiale degli Anima-
li”, e ancora la “Giornata mondia-
le della Montagna”. La gente co-
mincia a capire il valore della na-
tura e la necessità inderogabile di
40
Èuna giornata su cui tutti sono
d’accordo e... nessuno si
muove! Invece il problema
riguarda non solo l’Africa,
L’ACQUA NON BASTA
Il 2009 è stato dichiarato l’anno
dell’ambiente: a Istambul si è
non sfruttarla oltre misura: di-
struggere la natura è distruggere
l’uomo.
ma anche l’Italia e il mondo intero. svolto il Forum mondiale su “Ac- LEGGERE
La Coldiretti informa che più di un
terzo del territorio nazio-
qua, un elemento essenziale per la
IL PIANETA
nale è esposto al rischio
L’UNESCO, che nel 2008 ave-
della desertificazione per
va lanciato lo slogan “Leggi il tuo
effetto dei cambiamenti
pianeta!”, per il 2009 invita
climatici con sfasamenti
ognuno a fare qualcosa per sal-
stagionali. Avrà ragione
varlo. Anche se si porta l’acqua
Al Gore che denuncia la
nei deserti non basta. È necessa-
scomoda verità, o altri
rio un albero in più nel giardino, è
che continuano a ripetere
urgente ridurre il consumo quoti-
che la questione del ri-
diano, è indilazionabile ridurre, se
scaldamento globale, del-
non eliminare del tutto, lo spreco
l’effetto serra e compa-
delle fontane.
gnia cantando è tutta una
La Terra ha bisogno anche
bufala o quasi?
del tuo aiuto! – dice Amanda Ca-
Intanto c’è da dire che
stello – Prova e vedrai che si può
tutti ne soffrono: produt-
fare!” Tra i piccoli suggerimenti
tori, commercianti e chi
utili alla salute dell’uomo e della
fa la spesa. E questo è
natura: 1) Quando puoi, cammina
un dato di fatto. È già
2) Parlate di questi problemi fra
in atto uno spostamento
di voi 3) Se credi nella preghiera,
della coltivazione del-
prega perché la gente abbia la for-
l’ulivo, dei vigneti e di
za di cambiare. “Quello che fac-
agrumi. Infatti, se cam-
ciamo è solo una goccia di acqua
bia il rapporto terra-ac-
nell’oceano, ma se questa goccia
qua, ne risente la stagio-
non ci fosse, mancherebbe”, dice-
natura dei salumi, dei
va con apparente semplicità ma-
formaggi, dei vini.
dre Teresa di Calcutta.
GIUGNO 2009 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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PENSA COSÌ
di Lorenzo Angelini
OTE SULLE NOTE
Ognuno ha una qualità
propria, unica
e irripetibile.
Nessuno può esimersi
dal metterla a frutto.
Arisa, all’anagrafe Rosalba Pip- plauso del pubblico e della criti-
pa, lucana, 26 anni, giunge ca non è solo frutto del look
alla ribalta attraverso una estroso o del modo di porsi ge-
via impervia e poco ambita: i nuino e cordiale oggi decisamen-
corsi al CET di Mogol (grazie a te controcorrente. Le canzoni del
una borsa di studio della regione disco, scritte in gran parte da
Basilicata) e al Sanremo Lab; il Giuseppe Anastasi, ora suo fidan-
lavoro per mantenersi lontano da zato, sono caratterizzate da me-
casa; proporsi per come si è no- lodie eleganti e arrangiamenti cu-
nostante non si possiedano i ca- rati e lasciano ampio spazio al-
noni che il palcoscenico mediati- l’interpretazione cangiante di Ari-
co contemporaneo sembra im- sa che, grazie a una vasta gamma
41
porre. Le sue doti e una certa espressiva, ne amplia la forza co- gio. Tra delicata poesia e metafo-
ostinazione la premiamo: arriva municativa.
re spiazzanti, non di rado, fanno
al Festival di Sanremo dove, con
capolino valori che certa cultura
il brano Sincerità, vince tra i gio- >> Le parole disegnano un mon- odierna vorrebbe, soprattutto tra i
vani, risultando curiosamente più do, forse utopico ma molto “gio- giovani, sepolti o superati: la fe-
“anziana” (sia pur di poco) del vane”, in cui l’amore è duraturo, deltà, la famiglia, la mitezza, la
vincitore tra i Big. L’album che il dolore è sublimato dalla spe- fraternità. Tra i brani attira la no-
segue (che porta lo stesso titolo ranza, i sogni sono sempre realiz- stra attenzione Pensa così, una
del brano sanremese) dimostra zati e una sconfitta equivale solo sorta di lieta filastrocca che riscri-
che la stoffa non manca e che il a una ripartenza con più corag- ve, in maniera giocosa ma non
per questo meno seria, la classica
PENSA COSÌ di Giuseppe Anastasi - Maurizio Filardo
parabola dei talenti. La melodia
vivace e festosa e l’arrangiamento
La farfalla andò dal bruco e disse: un
giorno avrai anche tu / delle ali verdi,
rosse, gialle e blu
ed il bruco le rispose: / mi accontento
delle mie zampe rugose
Il pavone ostentava le sue piume di cri-
stallo / disse al corvo: guarda quanto so-
no bello
ed il corvo a bassa voce: / sarai bello ma
io sono più veloce
Ognuno ha qualcosa dentro di sé / e
La formica alla cicala: canti sempre e poi
che fai / son sicura questo inverno morirai
la cicala a replicare: / io ho un concerto
oggi e ti vorrei invitare
Ognuno ha qualcosa dentro di sé / e
basta cercarla, veder di trovarla, capi-
re dov’è
ognuno ha qualcosa dentro di sé / e
basta cercarla, veder di trovarla, capi-
re dov’è
zeppo di brillanti disegni ritmici
affidati alle chitarre ispirano sere-
nità e una sorta di “sana” allegria.
Nel finale le armonie diventano
un pizzico più complesse e “co-
stringono” la melodia ad allun-
garsi ritardandone la risoluzione,
quasi ad avvertire che nella vita
la strada giusta non è mai quella
più breve e più agevole. L’invito
basta cercarla, veder di trovarla, capi-
re dov’è
ognuno ha qualcosa dentro di sé / e
basta cercarla, veder di trovarla, capi-
re dov’è
ognuno ha un talento e ce l’hai anche tu /
anche se per ora le tue insicurezze
sfamano e accrescono le tristezze / di
questa vita che non ti vuole
tanto domani c’è sempre il sole / pensa
così
è a non sentirsi menomati se non
si possiedono certe qualità che
solo in apparenza rendono mi-
gliori; ma c’è anche il monito a
non lasciarsi “confezionare” da
Il leone ostacolava il passaggio all’elefan-
te, / disse: e beh! Non t’inchini, sono il re
Il gigante disse al re: / io m’inchino però
vivo più di te
fai solamente quello che credi / non
ascoltare se non ti fidi, nemmeno a me
che non sono certo niente di diverso ri-
spetto anche a te
esterni, non inseguire a tutti i co-
sti modelli che non ci apparten-
gono, nonostante sembrino il no-
stro naturale destino.
ٗ
BS GIUGNO 2009

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l’Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino, avente persona-
lità giuridica per Regio Decreto
13-1-1924 n.22, possono riceve-
re Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
in Roma (o all’Istituto Salesiano
per le Missioni, con sede in Tori-
no) a titolo di legato la somma di
… o titoli, ecc. per i fini isti-
tuzionali dell’Ente”.
b) di beni immobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
in Roma (o all’Istituto Salesiano
42
per le Missioni, con sede in Tori-
no) l’immobile sito in… per i fi-
ni istituzionali dell’Ente”.
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l’uno o
l’altro dei due enti sopraindicati
“… Annullo ogni mia preceden-
te disposizione testamentaria.
Nomino mio erede universale la
Direzione Generale Opere Don
Bosco, con sede in Roma (o l’I-
stituto Salesiano per le Missioni,
con sede in Torino) lasciando ad
esso quanto mi appartiene a
qualsiasi titolo, per i fini istitu-
zionali dell’Ente”.
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 – Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 – Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
GIUGNO 2009 BS
I NOSTRI MORTI
FRIGERIO sac. Pietro, salesiano,
† Ferrara, il 27/04/2007, a 58 anni
Don Pietro se n’è andato troppo presto! Trop-
po presto il suo sorriso, la sua disponibilità, il
suo servizio hanno lasciato i territori del suo
apostolato. “Ci ha lasciati orfani”, ha scritto un
suo parrocchiano che ha insistito, assieme ad
altri, per un profilo sul BS. È stato un padre
che sapeva nascondere i suoi dispiaceri per
consolare quelli degli altri, che dimenticava i
propri malanni perché non aveva tempo di cu-
rarli: era troppo preso dal suo ministero, dai
suoi doveri di direttore, di parroco, di confes-
sore, di catechista… È uno dei salesiani “mor-
ti sulla breccia!”. L’ha tradito il suo cuore: quel
cuore che sapeva amare come pochi sanno
fare, s’era allargato troppo, s’era sforzato trop-
po per accogliere tutti, i giovani e i vecchi, i sa-
ni e gli ammalati, i poveri e i ricchi, i barabit e
i signorini, i gruppi e le famiglie. Ha lasciato un
grande vuoto. A due anni dalla morte non s’è
colmato ancora.
GENOVESE sig. Natalino, exallievo,
† Sidney, il 14/04/2007, a 63 anni
Un uomo buono che aveva una parola di gen-
tilezza e d’accoglienza per tutti. Teneva nel
portafoglio perennemente il santino di Don
Bosco con la preghiera che i salesiani, i coo-
peratori, gli exallievi hanno tante volte recitato
e recitano tutt’ora: “O padre e maestro della
gioventù…”. Fu un marito e un padre come
pochi sanno esserlo, attento sempre alle ne-
cessità della famiglia e alla buona educazione
delle figlie. Ha sopportato con cristiana rasse-
gnazione la malattia che l’ha strappato all’af-
fetto dei suoi cari. Sul suo ricordo funebre han-
no voluto scrivere: l’onestà fu il suo ideale, il
lavoro la sua vita, la famiglia il suo affetto. Con-
scio del suo male alla moglie in lacrime dice-
va: “Porta pazienza, che si va in Paradiso”.
La sua fu una fede essenziale, ma ben radi-
cata, nutrita di preghiera e di Eucaristia. Non
amava i “fronzoli”. Era sempre attento a che
tutto fosse ordinato, ma senza sciatteria. Ha
accettato con serenità la sua malattia, dispo-
nibile alla volontà del Signore. Aveva fatto co-
struire la casa di cura per i confratelli non più
autosufficienti. Chiese di esservi ospitato du-
rante la sua malattia: “così sperimento se fun-
ziona bene!”.
FIZZOTTI sig. Ugo, exallievo
salesiano,
† Caserta, il 29/11/2008, a 93 anni
e
FIZZOTTI sig.ra Matilde,
† Caserta, il 20/02/2009, a 94 anni
Si sono riabbracciati in cielo, dopo 66 anni di
matrimonio, questi due coniugi la cui casa co-
stituiva un costante punto di riferimento per
tanti confratelli salesiani. Scomparsi a distan-
za di poco più di due mesi, hanno lasciato un
segno profondo per la loro fede semplice, la
cordialità dei rapporti, l’amore straordinario
per Don Bosco, Padre Pio e don Variara. Dif-
ficilmente si trova qualcuno che a Caserta non
li abbia incontrati e non abbia colto nel loro
sorriso la gioia di vivere e l’entusiasmo per l’e-
sperienza salesiana. Hanno regalato con gioia
un figlio a Don Bosco e si consideravano for-
tunati per questo. I funerali di entrambi, cele-
brati nel Santuario salesiano del Cuore Im-
macolato di Maria, letteralmente gremito, so-
no stati un vero trionfo: presieduti dal Vescovo
e concelebrati da una sessantina di sacerdo-
ti, tra cui vari diocesani, sono stati l’espres-
sione della stima grande di cui godevano e il
riconoscimento della testimonianza cristiana
che, senza manie di protagonismo, offrivano
quotidianamente.
BRUNO sig. Aldo, salesiano laico,
† Udine, il 27/09/2008, a 73 anni
A sei anni aveva già perso ambedue i genito-
ri. Di lui si presero cura il fratello e la sorella.
Affascinato da Don Bosco, gli regalò la sua vi-
ta. Fu, come tanti, un coadiutore “di origine
controllata”: appassionato del suo mestiere di
falegname, dei suoi alunni cui voleva bene più
di se stesso, della sua vocazione di confratel-
lo laico, di teatro (fece l’attore, il regista, lo sce-
neggiatore, il pittore), di sport (fondò nel 1964
l’Unione sportiva). Severo, autorevole, esi-
gente, ma anche comprensivo e attento alla
crescita di ciascun ragazzo. Ha formato gene-
razioni di giovani. Un lavoratore di cui ci si me-
raviglia: “Come farà a fare tante cose?”. An-
che per questo la sua scomparsa è stata un
vero lutto per tanti confratelli ed exalunni.
GANASSIN sac. Martino, salesiano,
† Venezia Mestre, il 23/10/2008, a 67 anni
La sua vita salesiana fu segnata dall’econo-
mia: fu economo in varie case e dall’85 al
2003 economo ispettoriale. Un uomo e un pre-
te di grande buon senso pratico, di poche pa-
role chiare e concrete. Autentico figlio della
campagna veneta, sotto la dura scorza delle
proprie convinzioni, dimostrava disponibilità
alla conversazione e alla condivisione sui fon-
damentali ed essenziali valori autentici, libe-
rati da rivestimenti che possono occultare in-
dulgenza alle comodità, al consumismo e al-
l’adeguamento facile alla moda del momento.
FORALOSSO sig. Gismo, exallievo,
† Bologna, il 29/12/2008, a 87 anni
Gismo era attento e pronto a ricevere il Si-
gnore che veniva a incontrarlo. Tutta la sua vi-
ta è stata una preparazione. È vissuto per il
Signore, per la sua Liliana, le sue figlie, i ni-
poti, gli amici salesiani, exallievi e cooperato-
ri. La sua vita è stata un dono di sé per le per-
sone care e nello Spirito di Don Bosco. Era
una persona serena che comunicava gioia, si-
curezza e pace. Una devozione particolare
l’ha legato alla Madonna: ogni sera recitava il
rosario con Liliana, e nel mese di maggio al-
l’oratorio con i giovani. Amato, ricercato, ben-
voluto da tutti, non si è risparmiato per nessu-
no: ha dato tutto nel servire i fratelli.
ne“ltRogeriacnirasdoainifnoiotdreiirrDreaio”

5.3 Page 43

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MM iill
eessee Savina Jemina
GGIUIUGGNNOO
MARI E FIUMI BIBLICI
LAGO DI TIBERIADE
Nel Vangelo del 21 giugno (12ª
domenica del Tempo Ordina-
rio, B) si legge: “Verso sera, dis-
se Gesù ai suoi discepoli: Pas-
siamo all’altra riva”. Subito do-
po è ricordato l’episodio della
tempesta sedata (Mc 4,35-41).
Il “mare” è quello di Tiberiade,
o mare di Galilea o lago di
Gennezaret o di Kinneret, dai
nomi di località che si affaccia-
no sulle sue sponde. Alimentato
dal Giordano, è lungo 21 km,
largo circa 12, profondo attor-
no ai 50 m, occupa una superfi-
cie di oltre 165 km2 e si trova a
212 metri sotto il livello del ma-
re. È la più grande riserva d’ac-
qua dolce di Israele, quindi ha
importanza strategica per il
Paese. È molto pescoso e favo-
risce vari insediamenti, anche
turistici. Uno dei nomi deriva
dalla sua forma ad arpa, in
ebraico Kinnor, che è menzio-
nata 36 volte nella Bibbia. Gen-
nezaret o Genèsaret, invece, è
citato nove volte e quello di
“lago di Tiberiade” solo due
(Gv 6,1 e 21,1). Tutt’intorno alle
sponde è un susseguirsi di ri-
chiami evangelici: la chiamata
dei primi apostoli (Mt 4,18), la
pesca miracolosa (Lc 5,1), Ge-
sù che cammina sulle acque
(Mt 14,25 o Gv 6, 16-21) e che
affida a Pietro la Chiesa na-
scente (Gv 21,1).
LUCI DAL MEDIO EVO
>> 10 giugno 1194: un incendio
distrugge la cattedrale romani-
ca di Chartres. Si salva la cri-
pta (230 m di lunghezza, la più
grande di Francia), dove si con-
serva il velo che, secondo la
tradizione, la Vergine avrebbe
indossato alla nascita di Gesù.
Subito inizia la ricostruzione di
quella che anche oggi è il più
bell’esempio di arte gotica, uni-
ca chiesa ad avere ancora ve-
trate e sculture dell’epoca. Le
176 vetrate coprono una super-
ficie di 7000 m2.
>> 13 giugno 1208: i monaci ci-
stercensi fondano l’abbazia di
Porale, in Valle Scrivia, per ospi-
tare viandanti e pellegrini che
percorrono la Via Postumia. Du-
rante tutto il Medio Evo, questa
strada che collega Genova con
la pianura padana, riveste gran-
de importanza commerciale e
militare. L’abbazia è soppressa
nel 1481 da papa Sisto IV, dopo
l’abbandono dei monaci.
>> 18 giugno 1170: è la prima da-
ta certa nella storia del monaste-
ro di Follina (Treviso), quando la
contessa Sofia da Camino dona
gran parte dei suoi terreni all’ab-
bazia, per assicurarne l’autono-
mia economica. Il complesso,
nato per iniziativa di benedettini
veronesi, ha visto susseguirsi i ci-
stercensi (dal 1146 al 1448), e i
camaldolesi di san Romualdo,
dal 1572 al 1771; poi le scorrerie
napoleoniche, la Grande Guerra
e dal 1915, la presenza dei serviti.
>> 24 giugno 1084: San Bruno
(nato a Colonia, attorno al 1030)
e sei suoi compagni nell’imper-
via valle di Chartreuse iniziano a
costruire il complesso che sarà la
casa madre dei certosino. Bruno
poi, fonda un nuovo eremo in
Calabria, presso l’attuale Serra
San Bruno, dove muore nel 1101. 43
Dal 1140, con sant’Antelio, na-
sce ufficialmente l’ordine dei
certosini. In quel periodo, le mo-
nache di Prébayon, in Provenza,
scelgono lo stesso stile di vita e
sono annesse verso il 1145. Oggi
l’ordine ha 19 case con circa
370 monaci e cinque con 75
monache.
PRETI SCIENZIATI GIOVANNI BOCCARDI
Nasce a Castelmauro (Campo-
basso) il 20 giugno 1859. Resta
orfano di madre a tre anni. Stu-
dia a Napoli, dove si iscrive alla
facoltà di Ingegneria.
A 21 anni entra tra i
lazzaristi di san Vin-
cenzo dei Paoli e a
25 anni è sacerdote.
Insegna in Turchia e in
Grecia e inizia a inte-
ressarsi di astronomia.
Nel 1892, torna in Ita-
lia e insegna a Napoli,
Acireale e Roma. Si
reca a Parigi e Berlino per corsi
di perfezionamento in astrono-
mia che dal 1903 insegna al-
l’Università di Torino per 20 anni.
Fonda l’osservatorio astronomi-
co di Pino Torinese e, nel 1906,
la Società Astronomica Italiana
a Torino. L’Académie
des Sciences di Parigi
lo insignisce del pre-
mio Valz per l’astrono-
mia. Nel 1923, avendo
perso la vista all’oc-
chio destro, rinuncia
alla cattedra e alla di-
rezione dell’Osserva-
torio, dedicandosi alla
divulgazione scientifi-
ca e a iniziative religiose. “L’a-
stronomo con la tonaca” muore
il 24 ottobre 1936.
BS GIUGNO 2009

5.4 Page 44

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P P RIMA AGINA Maria Antonia Chinello
COMUNICARE
CHE PASSIONE
È tempo, di abilitarci a comunicare in questo tempo.
Irichiami a volte anche allarmanti all’emergenza missione ecclesiale che orienta in tale senso, nel
educativa, sottolineata sia nel contesto ecclesiale mondo dei media e della comunicazione giovanile.
sia in quello civile, richiedono risposte concrete di La proposta educativa salesiana, che si esprime in
attenzione al mondo giovanile e di qualificazione di particolare nella sua dimensione preventiva, è
educatori/trici. Pena l’acuirsi della distanza genera- profondamente interpellata dalla comunicazione,
zionale tra il mondo degli adulti e quello giovanile come ben ricordava don Vecchi alcuni anni fa.
che non riescono più a sintonizzarsi: parlano lin-
guaggi diversi e si esprimono con forme differenti. La >> La Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione
missione tra i giovani richiede una sempre maggior Auxilium di Roma, che da oltre 50 anni offre percor-
competenza relazionale e comunicativa. Altrimenti, il si che preparano figure professionali capaci di opera-
rischio a cui si va incontro è quello
re, interagire, promuovere, educare
di un progressivo allontanamento
in una cultura che si evolve sempre
dal loro mondo per l’incapacità di
più rapidamente, attiva dall’anno
trovare dei canali comunicativi che
accademico 2009-2010 un Master in
44 mantengano il contatto. Spesso non
li si comprende nel loro “essere”,
Comunicazione e Missione Educati-
va. Il “mettersi a scuola” di comuni-
che si plasma a partire dalla cultura
cazione per imparare a comunicare e
in cui sono immersi e si esprime
a educare porterà a conoscere e com-
attraverso linguaggi sempre più
prendere l’incidenza della comunica-
“modellati” sui nuovi media.
zione nel contesto culturale contem-
poraneo; ricomprendere la propria
>> La persona oggi nasce, cresce
professionalità per svolgere con com-
e vive “in rete”: la sfida è fornire
petenza la missione educativa tra i gio-
le coordinate perché apprenda a
vani; acquisire conoscenze e compe-
navigare nella complessità e
tenze per comunicare la fede e darle
nell’interconnessione, maturi una
rilevanza culturale; conoscere e com-
mentalità critica, capace di sce-
prendere i linguaggi e le forme della
gliere, di denunciare e di difen-
comunicazione e dell’espressione gio-
dere il valore di una cultura al
vanile; potenziare le proprie abilità rela-
servizio della vita, si abiliti nel-
zionali e comunicative per una corretta
l’incontro positivo con gli altri
interazione educativa e approfondire la
(genere, popoli, culture) e con
dimensione comunicativa del Sistema
Dio. L’istanza della comunica-
Preventivo. Sono invitati: Figlie di Maria
zione educativa, infine, si radi-
Ausiliatrice, salesiani e membri della
ca nel carisma salesiano. Don
famiglia salesiana che operano nelle
Bosco e Maria Domenica Maz-
scuole di ogni ordine e grado, negli Ora-
zarello sono stati grandi educatori perché capaci di tori e nei Centri giovanili, nell’ambito della pre-
rendere affascinante e credibile il progetto cristiano venzione del disagio giovanile; animatrici della
per i giovani. Hanno compreso e vissuto la “spiri- pastorale giovanile, della catechesi e dell’educa-
tualità della comunicazione” trasformando l’annun- zione alla fede. Ma anche religiose/i, laiche/i che
cio del Vangelo in una concreta proposta di vita nella Chiesa operano a vari livelli e con diversi
vissuta. Le suore salesiane hanno sempre reinter- ruoli nell’educazione.
pretato il rapporto educazione-comunicazione alla
luce dei cambiamenti socioculturali emergenti dai Info: Tel 06.61.56.42.26 / Fax 06.61.56.46.40
diversi contesti nei quali si è incarnato il carisma e e-mail: aux.segreteria@pcn.net
compiendo scelte coraggiose, sullo sfondo di una sito: http://www.pfse-auxilium.org
GIUGNO 2009 BS

5.5 Page 45

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45
BS GIUGNO 2009

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
CORREVA
PARTIAMO IN 3,
SEMPRE
TORNIAMO IN 4
DAL MEDICO
Una coppia di miei amici aveva
Mia nuora era incinta e aspettava
adottato una bambina originaria di
di partorire due gemelli, ma conti-
un Paese dell’Oriente. Quando la
nuava a ripetermi che si trattava di
piccola iniziò a frequentare la
una gravidanza a rischio, ben sa-
scuola materna si rese conto che
pendo che l’anno precedente ave-
tanti suoi compagni avevano un
va subito un aborto. Proprio per
fratellino. Anche lei desiderava
questa ragione correva in conti- sione educativa tra i ragazzi, scri- averlo. Per questo i suoi genitori
nuazione dal medico subendo vendo piccole biografie di Santi e presentarono un’altra domanda e
Mamma Margherita.
delle perdite di sangue; ciò la ren- Servi di Dio. Ma il 2007 è stato per iniziarono le pratiche per ottenere
deva triste e addolorata. Un giorno me un anno terribile: essendo una seconda adozione. Ma le co-
mi decisi di farle dono di due abi- mancata, quasi improvvisamente, se andavano per le lunghe. Pen-
tini di san Domenico Savio e le mia madre, mi sono ritrovato solo savo: “Se san Domenico Savio è
GUARITA
DA TUMORE
raccomandai di tenerli sempre
con sé e di pregare il piccolo san-
to delle culle con fiducia. Io stessa
recitavo tutti i giorni la novena e
più volte la ricominciai. Dopo tan-
te attenzioni e tanto pregare, al
settimo mese sono nati due pic-
coli bimbi. Sono stati messi in in-
cubatrice per oltre un mese. Ora
sono a casa con i loro genitori per
la gioia di tutta la famiglia.
A.A., Adrano (CT)
con il papà assai anziano e infer-
mo. Provavo un dolore inconsola-
bile; ma con la preghiera, ho po-
tuto superare il senso di solitudi-
ne e di angoscia che si era
impossessato di me, ritrovando la
serenità. Nel lungo periodo del
mio inconsolabile dolore ho invo-
cato i santi salesiani: prima di tut-
to Don Bosco gigante di santità,
poi il piccolo ma sublime san Do-
menico Savio il più splendido frut-
to della sua pedagogia, il beato Fi-
il protettore delle mamme in atte-
sa di un figlio, sarà pure protetto-
re di quelle donne che desidera-
no adottare un bimbo”. Ogni mat-
tina andavo a pregare davanti al
quadro che si trova nella mia par-
rocchia; ero stata anche a prega-
re nella sua casetta natia. Intanto
passavano i mesi e non succede-
va nulla. Passarono tre anni. I ge-
nitori della bambina desideravano
che il nuovo adottato fosse origi-
nario del medesimo Paese della
La sorella di una exalunna
delle Figlie di Maria Ausiliatri-
ce, affetta da tumore all’inte-
stino, è guarita dopo aver in-
vocato l’intercessione di
Mamma Margherita, che ha
risposto al di sopra delle atte-
se. Infatti, dopo l’asportazione
della massa tumorale, non c’è
stato più bisogno di nes-
sun’altra terapia.
Sr. Ardu Maria,
lippo Rinaldi dal cuore di padre, e bambina; per questo c’erano mag-
Monserrato (CA)
POSSIBILE
Mamma Margherita, l’impareggia- giori difficoltà. Al termine dell’an-
bile mamma di Don Bosco. L’aiuto no 2007, una mattina, pregavo
EPATITE
del Signore mi è giunto a piccole Domenico Savio, piuttosto delusa,
46 Dopo alcuni esami, il cui esito ri-
dolci ondate e mi ha definitiva-
mente rasserenato.
quasi dandogli un ultimatum. All’i-
nizio del 2008 arrivò la risposta
alla sua offerta e lo misi sotto il
cuscino, avendo cura che Erika
velava dei valori alquanto alterati,
il medico mi parlò di possibile epa-
tite, e mi consigliò di sottopormi a
esami più accurati e precisi. Sen-
Risso Paolo,
Costigliole d’Asti (AT)
tanto attesa: il piccolo c’è. I geni-
tori con la bambina sono partiti fe-
lici, per andare a prendere questo
neonato tanto desiderato. La bam-
non lo smarrisse. La mia piccola
lo teneva stretto stretto nella sua
manina sotto il cuscino per tutta
la notte. Una mattina mi confidò
za esitare invocai con fede l’inter-
bina diceva a tutti: “Partiamo in tre che aveva pregato di poter tor-
cessione di Mamma Margherita,
DUE GRAZIE
e torneremo in quattro”. Oggi i nare a casa, perché non voleva
di Maria Domenica Mazzarello e
quattro sono tornati dall’Oriente e più restare in ospedale. Le ri-
Laura Vicuña, tre sante donne Coltivavo in cuore un duplice de- io chiedo a san Domenico Savio sposi che finché non avesse ri-
della Famiglia Salesiana delle siderio: avere un secondo bim- di benedire e proteggere questi preso a mangiare, ad assumere
quali ero particolarmente devota, bo e ottenere per la mia bambi- bambini.
le medicine e a dar segni di mi-
e fiduciosa nel loro aiuto. Mi sot- na un buon esito nell’operazione De’ Santis Eloisa, Chieri (TO) glioramento, non poteva tornare
toposi poi agli esami, secondo il alle tonsille. Perché questo si
a casa. Io avevo però notato che
consiglio ricevuto. Con grande potesse realizzare ho richiesto
dalla notte precedente non era
gioia e sollievo potei verificare che un abitino di san Domenico Sa-
l’esito dell’esame era negativo. vio. Ed ecco che, proprio men-
Brugnone Gilda, Portici (NA) tre ricevevo risposta positiva al-
UN PICCOLO
MIRACOLO
andata in bagno, mentre fino a
quel giorno vi andava più di 15
volte. In quello stesso giorno do-
ANNO TERRIBILE
Fin dalla mia prima giovinezza ho
amato con grande passione san
Giovanni Bosco e con lui i santi
salesiani che hanno seguito le or-
me del loro grande padre e mae-
stro. Come professore di Lettere
nella scuola media, ho sempre
vissuto serenamente la mia mis-
la mia richiesta, ho saputo di es-
sere in dolce attesa di una nuova
creatura. Ho subito promesso di
darle per nome Gabriele Dome-
nico. Nel mese di maggio mi ar-
rivò una chiamata che fissava
l’operazione della mia bambina.
Ma due giorni prima della data
stabilita mia figlia è stata colpita
dalla febbre; per questo non poté
subire l’intervento previsto. Il dot-
tore riscontrò poi che la mia
bambina stava bene e che non
aveva bisogno di nessun inter-
vento. Da parte mia, potei porta-
re avanti la mia gravidanza fino
Mi chiamo Stella. Sono una gio-
vane mamma. Ho tre figlie: Car-
melita di 11 anni, Erika di 8 e An-
namaria di 2. Erika a maggio è
stata ammalata di salmonella.
All’inizio, non sapendo io quale
malattia avesse, la curavo in ca-
sa. Ma poiché peggiorava, non
riconosceva le persone e perde-
va la cognizione del tempo, una
sera la portammo al pronto soc-
corso. Fu ricoverata subito. Nei
giorni seguenti non diede segni
di miglioramento, anzi non man-
giava, andava continuamente in
vevo portarla al controllo. Mentre
il medico la visitava, mi chiese
quante volte era stata in bagno.
Al sentire che non vi era andata
affatto, il medico rimase stupito.
Vedendomi convinta del miglio-
ramento di mia figlia, mi disse
che dopo qualche giorno l’a-
vrebbe dimessa dall’ospedale.
Già stava bene quel giorno stes-
so, tanto che prendeva le medi-
cine e cominciava a mangiare. Il
giorno seguente, Erika poté tor-
nare a casa con la gioia di tutta
la mia famiglia.
ai primi di dicembre. A diciasset- bagno e non prendeva medicine.
Aloi Stella, Monsoreto (CZ)
te giorni dal tempo del parto su-
bii il taglio cesareo, in seguito al
Un giorno una vicina di casa mi
chiese notizie di Erika. Avendo-
le risposto che non stava affatto
quale è nato un bellissimo bam- bene, mi chiese se volevo un
M. D. Mazzarello Laura Vicuña
GIUGNO 2009 BS
bino: il mio secondogenito Ga-
briele Domenico.
Schermenti Piera,
Lercara Freddi (PA)
abitino di san Domenico Savio
per la guarigione di mia figlia. Io,
che non avevo mai sentito parla-
re di questo santo, accondiscesi
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IN PRIMO PIANO
redazionale
Don
SALVATORE PUTZU
editoria@worldandlife.org
Sardo di Nuraminis (Cagliari),
salesiano dal 1963. È stato
in Libano, in Iran, in Irlanda.
Dal 1979 si trova nelle Filippine.
Don Salvatore, qualcuno ti conosce come imprenditore. Lo sei?
No! Sono salesiano. Questa è la mia vocazione e il mio vanto.
Come e quando ci sei capitato nelle Filippine?
Nel novembre del 1979, dopo l’esperienza alla Elledici nel settore
audiovisivi, espressi il desiderio di andare in missione. Avrei preferito
la Korea, ma i superiori mi inviarono nelle Filippine, perché quell’i-
spettoria stava per fondare una editrice e la mia esperienza nel campo
sarebbe stata utile..
Qual è stata la tua principale occupazione da quando sei in quella
Nazione?
Ho lavorato nella catechesi e nell’editoria. All’inizio, non avendo
nulla, mi sono dovuto improvvisare scrittore, fotografo, impaginatore,
correttore di bozze, conferenziere... un tuttologo insomma. Fu una cosa
pazzesca che mi stressò. Dopo un soggiorno in Italia per rimettermi un
po’ in salute, accettai di lavorare a tempo pieno per la Commissione
Catechesi della Conferenza Episcopale filippina.
Mi dicono che hai “fondato” una editrice e delle riviste.
Nel 1985 trasformai in una rivista catechistica una pubblicazione
circolare ciclostilata intitolata “Docete”. L’anno dopo cominciai la
pubblicazione di un foglietto catechistico/liturgico settimanale “The
Spring”. Tre anni dopo (1989) cominciai la pubblicazione della rivista
Word & Life” per la scuola media. In seguito fondai una piccola edi-
trice catechistica con il nome “Word and Life Publications” in uno
scantinato con tre volontarie. Ora abbiamo 23 impiegati, diversi vo-
lontari, undici pubblicazioni periodiche, decine di libri, libretti, poster,
dvd per la catechesi e curiamo il sito internet www.wordandlife.org.
Dove hai reperito i soldi per le tue realizzazioni?
Non è stato facile. Le fonti principali provenivano e provengono
dall’Italia. Ma sono apparsi e cresciuti anche benefattori locali. Il no-
stro incremento, devo proprio riconoscerlo, è il frutto dell’intervento
della Divina Provvidenza.
So che ultimamente hai ricevuto un trofeo, come riconoscimento
per il tuo lavoro. Di che si tratta?
È il “Serviam Award”. Era il motto del cardinale Sin che mi onorava
della sua protezione. L’onorificenza venne istituita nel 2004 in onore del
Cardinale da poco deceduto. Viene concessa ogni anno a una persona o
istituzione che si sono distinti per il loro servizio alla Chiesa e/o alla so-
cietà. Ovviamente di quel riconoscimento sono fiero, non tanto per me
quanto per i miei collaboratori. Senza di loro avrei potuto fare ben poco.
MONGO
Camerun 2008. Due volontari
legati a un’organizzazione in-
ternazionale prestano servizio a
Runsiki. In una delle visite a
villaggi rurali per portare qual-
che razione di cibo e prendere
nota delle necessità più urgenti,
vengono avvicinati da un bam-
bino coperto solo da uno strac-
cetto. Senza tanti preamboli in-
vita Laura (una dei due volonta-
ri) a visitare la propria capanna.
Dice che la mamma l’attende
con impazienza. “Che cosa
vuole la mamma?”. “Nulla vuo-
le. Sono io che ti voglio presen-
tare a lei!”. “E perché mai?”.
“Perché ho deciso che sarai mia
moglie”. A questo punto i due
stanno al gioco e Marco, l’altro
volontario interviene: “Ma lei è
già sposata. È mia moglie!”.
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“Ma io sono venuto per com-
prarla!”. “Ah, e che cosa offri
per lei?”. “Ecco qua!”. Apre la
mano e compaiono alcune pie-
truzze, qualche penna di non si
sa quale uccello, un lungo acu-
leo nero appartenente a qualche
specie di roditore. “Beh, non ti
pare un po’ poco?”. “Sì, ma non
ho altro!”. La riflessione di
Laura: a raccontarlo in Italia ci
prenderebbero per matti! Dico-
no che il mondo è ormai un
grande villaggio globale… ma
quando mai!
BS GIUGNO 2009

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TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
MISSIONI
di Ngoc Yen
Speranze...
Il ccp che arriva con il BS non è una
richiesta di denaro per l’abbonamento
che è sempre stato e resta gratuito.
Vuole solo facilitare il lettore che
volesse fare un’offerta.
INSERTO CULTURA
di Michele Novelli
La casa della fortuna
CHIESA
di Silvano Stracca
Populorum progressio II (7)
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
L’ultimo volo