Bollettino_Salesiano_200905

Bollettino_Salesiano_200905

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Mensile - Anno CXXXIII - nr. 5
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 5/2009
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Maggio 2009

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2009 S T R E N N A
di Pascual Chávez Villanueva
UN VASTO
MOVIMENTO PER I GIOVANI
I frutti del buon seme
(santi e fondatori della FS )
Un albero buono non fa frut-
ti cattivi (Lc 6,43). Il passo
di Luca è significativo per la
ni, fondò il movimento delle VDB –
Volontarie Don Bosco, che si consa-
crano senza abbandonare né fami-
storia dello sviluppo del cari- glia né posto di lavoro. Santa Maria
sma salesiano. Don Bosco ha inter- Mazzarello fu cofondatrice delle
pretato in senso evangelico la sua FMA, le suore salesiane, intelligente,
vita mettendola al servizio dei giova- volitiva, dotata di ricca affettività.
ni per la loro santità e onesta cittadi- Dopo una malattia si dedicò all’edu-
nanza. Egli ha rappresentato il buon cazione delle fanciulle di Mornese,
seme che ha dato origine a un buon attraverso un laboratorio di cucito, un
albero, i cui frutti sono stati eccellen- oratorio festivo e una casa-famiglia
ti. È stato il modello che ha fatto cre- per le bambine senza genitori. Deci-
scere dei santi. Il suo primo succes- sivo l’incontro con Don Bosco (1864)
sore, il beato Michele Rua, era con- che le presentò un’apertura più pie-
siderato un nuovo don Bosco; della na al suo desiderio apostolico. Insie-
2 Nacque... e continua ancor fedeltà al fondatore fece il suo pro- me dunque fondarono il 5 agosto
oggi una vera scuola
gramma di vita e di azione e sotto di 1872 una nuova famiglia religiosa
lui i salesiani passarono da 773 a per il bene delle giovani. Da questo
di santità. Da Don Bosco 4000, le case (collegi, istituti, missio- splendido frutto nacque una nuova
fondatore, i successivi
fondatori di nuovi gruppi
ni) da 57 a 345, le ispettorie (provin- grande realtà apostolica che conta
ce religiose) da 6 a 34, in 33 Paesi. oggi circa 15mila suore, con splendi-
Paolo VI lo beatificò nel 1972, dicen- de figure di santità come le beate
attingono ispirazione
e orientamento, spiritualità
e metodologia pastorale
do: “Ha fatto della sorgente un fiu-
me”. Il beato Filippo Rinaldi, terzo
successore, rianimò la vita interiore
dei salesiani mostrando un’assoluta
Maddalena Morano, Maria Rome-
ro, Eusebia Palomino e molte altre
donne di Dio…
(CDC 1). confidenza in Dio e nell’Ausiliatrice; >> Tra i Salesiani Cooperatori la
egli spedì in missione 1800 salesia- beata Alexandrina da Costa ebbe la
vita segnata da un grave incidente
per sottrarsi a un’azione di violenza
che la costrinse immobile per oltre 30
anni, sostenuta spiritualmente, ma
anche fisicamente, dall’Eucarestia (per
13 anni si nutrì esclusivamente dell’o-
stia consacrata). Fece la sua promes-
sa come cooperatrice e offrì le sue
sofferenze per la missione giovanile
salesiana. Vi segnalo anche il servo
di Dio Attilio Giordani, che scelse di
partire con la moglie per il Brasile de-
dicando la sua vita al volontariato as-
sieme ai suoi figli; e ancora il cardina-
le Giuseppe Guarino, che accolse i
primi salesiani in Sicilia, e indirizzò
l’eredità a loro favore il che permise
l’apertura delle case di Alì per le FMA
MAGGIO 2009 BS
Alcuni membri della Famiglia
Salesiana citati nell’articolo.

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e di Messina per gli SDB, e con spirito
salesiano fondò nel 1889 le “Apostole
della Sacra Famiglia”. Il beato Luigi
Variara, salesiano votato al bene de-
gli ultimi, soprattutto dei lebbrosi nel
lazzaretto di Agua de Dios, dove tra-
sformò la vita degli ottocento amma-
lati e degli altri abitanti con un’anima-
zione al tempo stesso piena di al-
legria e intensamente spirituale; poi
coinvolse nella sua passione aposto-
lica un gruppo di giovani lebbrose e
fondò nel 1905 le “Hijas de los Sagra-
dos Corazones de Jesus y Maria”. Si-
gnificativa è pure la vita di monsignor
Giuseppe Cognata, vescovo di Bova
Marina, fondatore delle “Oblate del
Sacro Cuore”. L’indicibile sofferenza,
provocata da calunnie che comporta-
rono la rinuncia del suo incarico di
Vescovo per 22 anni, non lo fiaccò
nella fede. Fu riabilitato e ora si lavora
per avviare la causa di beatificazione.
>> Non bastano le poche righe di
un articolo per parlare della santità
salesiana; la lista è lunga: Il beato Ar-
temide Zatti, Zeffirino Namuncurà,
Laura Vicuña, Simone Srugi, Maria
Troncatti, don Giuseppe Quadrio,
monsignor Stefano Ferrando, don
Carlo dalla Torre, san Luigi Versi-
glia, san Callisto Caravario, don Vin-
cenzo Cimatti, i martiri in Spagna e
in Polonia. Il piccolo seme è davvero
diventato un grande albero “stracari-
co” di frutti buoni! Mi è caro però ter-
minare con la figura del “Volontario
con Don Bosco”, Nino Baglieri, mor-
to due anni fa: una vita ritenuta de-
gna di un futuro processo di beatifica-
zione. Operaio, a 17 anni cadendo da
un’impalcatura fu ridotto alla paralisi
totale. Ha vissuto dapprima un perio-
do di ribellione, poi lo Spirito si è fatto
strada nel suo cuore. Viveva intensa-
mente la sua situazione come offerta
e preghiera, divenendo punto di riferi-
mento spirituale per molte persone.
Aveva imparato a scrivere con la boc-
ca e questo gli ha permesso di la-
sciare preziose testimonianze: “Nes-
suno è escluso dalla santità, dipende
da noi, da come diciamo il nostro ‘Sì’
al Signore. E se qualcuno sente nel
proprio cuore la voce del Signore che
lo chiama a seguirlo più da vicino
nella vita consacrata, non abbiate
paura di dire il vostro ‘Sì’ totale. Un sì
alla vita! ”. Oggi la Famiglia Salesiana
conta otto Santi, centosedici beati, ot-
to venerabili, ventotto servi di Dio…
La santità ci attende.
ٗ
Maggio 2009
Anno CXXXIII
Numero 5
Mensile - Anno CXXXIII - nr. 5
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 5/2009
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Maggio 2009
In copertina:
Il fenomeno del bullismo
è diventato allarmante...
per genitori, educatori,
animatori, e per lo Stato.
Che fare? È possibile
intervenire in qualche
modo?
Dipinto: Cesare Lo Monaco
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
CHIESA
12 Le Encicliche sociali (5) - Pacem in terris di Silvano Stracca
ANNIVERSARI
14 SCV - 80° genetliaco
di Michele Valdo
VIAGGI
18 Scrivere... come amare
di Giancarlo Manieri
ATTUALITÀ
20 Oggi bullo... Domani bravo?
di Zbigniew Formella
IL TEATRO DI DON BOSCO
23 1988: l’anno del boom
di Michele Novelli
FMA
28 Porta Palazzo una missione
3
di Graziella Curti
RUBRICHE
2 Il Rettor Maggiore – 4 Ribalta giovani – 6 Lettere al Direttore – 8 In Italia & nel Mon-
do – 11 Osservatorio – 16 Box – 17 Zoom – 22 Lettera ai giovani – 27 Bagliori – 30 Li-
bri – 32 On Line – 34 Come Don Bosco – 36 Arte Sacra – 37 Laetare et benefacere… –
38 Sfide etiche – 40 Dibattiti – 41 Note sulle note – 42 I nostri morti –
43 Il mese – 44 Prima pagina – 45 Relax – 46 I nostri santi – 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori: Severino Cagnin - R. Desiderati
Graziella Curti - Enrico dal Covolo - Bruno Ferrero
Cesare Lo Monaco - Giuseppe Morante -Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Arnaldo Scaglioni - Silvano Stracca - Maria Antonia Chinello
Fotoreporter: Santo Cicco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Progetto grafico: Laura Tononi
Impaginazione: Puntografica s.r.l. - Torino
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Luciano Alloisio (Roma)
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 131 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
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Unione Stampa
Periodica Italiana
BS MAGGIO 2009

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RIBALTA
G IOVANI
di Alessandra Mastrodonato
IN BILICO
TRA PRESENTE ED ETERNITÀ
Il tempo, “ininterrotto scaturire del nuovo”, è un elemento
essenziale della vita... La grande questione è come impiegarlo.
SSto sfogliando una mia vecchia
antologia di letteratura latina del liceo
e, del tutto casualmente, una massima
di Orazio cattura la mia attenzione:
“È lieto e arbitro di sé chi può dire al
termine del giorno: ho vissuto”.
considerandolo come unico e
irrepetibile, nella consapevolezza che
un autentico benessere nel rapporto
con noi stessi e con la realtà che ci
circonda non può prescindere da un
uso sapiente e oculato del tempo.
Di fronte a una così profonda verità, “Oggi non è che un giorno qualunque
pur vecchia di oltre duemila anni, una di tutti i giorni che verranno, ma ciò che
domanda mi balza subito alla mente:
farai in tutti i giorni che verranno
in che modo noi giovani viviamo oggi
dipende da quello che farai oggi”
il nostro tempo? Riusciamo a dare
(e anche qui le parole di Hemingway
“valore” alle nostre giornate, oppure non potrebbero essere più profetiche!).
lasciamo che il tempo scorra veloce, È, quindi, importante che ci sforziamo
senza essere capaci di apprezzarne e
di essere protagonisti del nostro
viverne appieno ogni singolo istante?
tempo, anziché accontentarci
In effetti, pensando alla mia esistenza
5 di esserne spettatori e di “lasciarci
quotidiana e a quella di tanti miei vivere”. E, soprattutto, è fondamentale
coetanei, mi rendo conto che spesso,
che coltiviamo la capacità di
e magari anche volentieri, corriamo il “sincronizzare” il nostro ritmo interiore
rischio di rimanere invischiati in quella con lo scorrere sociale del tempo, onde
“eccitantissima perversione di vita
evitare pericolose sfasature,
che è la fretta” (l’espressione è di
che rischiano di suscitare in noi
Hemingway), accelerando al massimo
disagio e disorientamento.
i nostri ritmi di vita, nell’intento
Ma, come cristiani, siamo chiamati
di accumulare il maggior numero
a compiere un passo ulteriore.
possibile di esperienze e di emozioni. Siamo chiamati a riscoprire la sacralità
Quasi che la pienezza del nostro vivere
del tempo, restituendo a esso un
dipendesse unicamente dalla
altissimo valore etico.
quantità” di cose che riusciamo a fare Siamo chiamati a far nostra la lezione di
nell’arco della giornata. Bergson, che ci consegna un’idea del
O, al contrario, rischiamo di buttar via tempo come “incessante creazione
il nostro tempo, lasciando che esso
e come “ininterrotto scaturire del
proceda lento e insofferente,
nuovo”. Ancora, siamo chiamati
nell’attesa che accada qualcosa di a rimanere perennemente in equilibrio
straordinario che venga a trasformare
tra il tempo presente, in cui ci
in modo radicale la nostra esistenza, ritroviamo a vivere con tutte le nostre
rompendo finalmente la monotonia e la
contraddizioni e potenzialità di
vacuità della nostra quotidianità.
realizzazione, e l’eternità, che
Insomma, in un caso e nell’altro,
rappresenta il nostro luminoso
il rischio è quello di prestare attenzione
orizzonte, l’autentica pienezza del
esclusivamente alla dimensione tempo cui instancabilmente aneliamo.
quantitativa del tempo e alla velocità
Il tempo, dunque, è prima di tutto un
del suo scorrere, dimenticando
dono”, una ricchezza che spesso
che “come” si impiega il tempo vale
diamo talmente per scontata da
molto di più di “quanto” se ne ha
buttarla via senza rendercene conto.
a disposizione. E in questo abbiamo senz’altro molto
Ciò che conta veramente è, dunque, la
da imparare dalla saggezza africana,
qualità” del tempo; ragion per cui noi che in un antico proverbio ci provoca,
giovani (ma forse non soltanto noi)
sollevando un interrogativo
dovremmo prima di ogni altra cosa
profondamente incisivo, ma di una
imparare a valorizzare ogni singolo
semplicità disarmante: “Hai il tempo
istante della nostra esistenza,
e ti credi povero?”.
BS MAGGIO 2009

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LE TT E R E AL D I R E TT O R E
avete fatto centri di recupero, in modo un po’ curioso: è co- sono in alta uniforme, e via
ecc. mah! Sarà vero? Se non me se affermasse che il car- elencando… Le vesti liturgi-
fosse per Gino Strada! […] E dellino essendo giallo e non che sono diverse dai comuni
perché vi hanno vestito da pa- grigio come il passero, non è indumenti perché indicano
gliacci? […] E siete pieni di un uccello! Ciò che definisce una realtà diversa dalla co-
difetti!
l’uomo non è il colore della mune: la realtà dello spirito,
Augusto@...
pelle ma la razionalità, il
“sapere di sapere”. Però, me
il mondo di Dio. Sono vesti
con un significato ben preci-
GUERRE DI RELI-
GIONE. Caro diretto-
re, il cristianesimo ha
fatto molte guerre di religione
distruggendo e ammazzando.
Mica mi dirà di no! Certo, voi
clericali non ci credete, ma è
così. Basta che ci creda la sto-
ria […]. Quindi non veniteci
a fare i pacifisti, ché non ci
crede nessuno.
Raccolgo l’essenziale della
sua lunga lettera e rispondo
per punti. 1. Noè e l’arca…
Nessuno le ha detto che gli
episodi biblici sono simboli-
ci, che la Bibbia non è un li-
bro di storia né di scienza ma
di fede? Certo che Noè non
ha potuto costruire un’arca
tanto vasta da contenere un
maschio e una femmina di
tutti gli animali. L’episodio
vuole insegnare che Dio non
ha punito il mondo per le
lo consenta, queste cose le
sanno anche i ragazzini delle
elementari. 3. Quanto a Gino
Strada. Probabilmente anche
qui ha le idee un po’ confu-
se… L’illustre dottore ha fon-
dato Emergency nel 1994
(badi bene alla data) per oc-
cuparsi delle vittime della
guerra e delle mine antiuo-
mo. Da allora ha assistito
circa due milioni e mezzo di
pazienti. La Chiesa e i suoi
preti sono sul campo da più
so, che rimandano a un altro
mondo, un’altra vita. 5. Infine
ribadisco quanto già scritto.
Preti e vescovi sono uomini
come tutti e con i difetti di
tutti, così come i dottori, i
magistrati, i governanti, i
professori universitari, i con-
tadini… Ma ciascuno ha un
suo compito specifico per il
quale ha studiato, si è sacrifi-
cato… Il medico non è chia-
mato a fare l’idraulico e il
contadino non è chiamato a
Carlo, Verona malefatte dell’uomo, lo ha di 2000 anni (i primi missio- tenere lezioni di informati-
invece salvato; e lo scrittore nari li ha inviati lo stesso ca… Il compito del prete spa-
Caro signore, le risponderò biblico per raccontare questa Cristo: “Andate in tutto il zia nel campo dello spirito. E
con due citazioni, senza dilun- verità ha usato l’immagine mondo, fate discepole tutte le sapesse quanto ce n’è biso-
garmi: la prima è del gran- dell’arca: un mezzo di salva- genti”). Quindi il suo para- gno. È uno degli spazi meno
de scrittore cattolico milanese taggio che gli uomini ben co- gone non regge. Nemmeno frequentati e meno conosciuti.
6
Luigi Santucci morto, guarda noscevano per dire che Dio una lontana comparazione è Un esempio è anche lei che
caso, giusto dieci anni fa, il 23 non si è vendicato, ma anco- possibile. 4. Preti come pa- dà l’impressione che di spiri-
maggio 1999. “Non esistono ra una volta ha perdonato, gliacci? Bene: eccole due pa- to non se ne intenda molto!
guerre di religione; la guerra è rispettando la libertà del- gliacci. Ha mai visto preti
sempre atea […]. Il crocifisso l’uomo, anche quella di fare vestiti così? Se poi si riferi-
non si può trasformare in mi- str… (Oh! Mi scusi!). 2. Fac- sce alle vesti usate nelle ceri-
tragliatrice”. Se qualcuno l’ha ciamo l’uomo a nostra imma- monie liturgiche, basta che
fatto, vuol dire che a quel cro- gine… ma poi ecco le raz- consideri come vanno vestiti
cifisso ci credeva poco o non ci ze… Ma lei, sa “di che colo- i giudici togati nelle cerimo-
credeva affatto!
re è la pelle di Dio” – come nie d’inaugurazione dell’an-
La seconda è di Gaetano cantava una canzone dei no giudiziario, gli avvocati
Salvemini (la cito per il fat- tempi della mia gioventù? – durante le arringhe, i carabi-
to che lei mi dà del “clerica- Mi pare che stia ragionando nieri e i corazzieri quando
le”, e sono convinto che oc-
corra fare molta attenzione
al senso vero dei termini che
A P P E L L I si usano: “Clericale non è
chi indossa la tonaca, (che
oggi peraltro quasi nessuno
indossa più) ma chi porta la I Sono una nonna di tre ni- I Sono una signora di 53 an- po amicizia. Graditi anche
tonaca attorno al cervello!potini e vorrei tanto ac- ni molto sola. Desidero co- religiosi: sacerdoti e suore,
e in questo caso, mi creda,
sono più i laici che i preti.
contentarli nel donar loro noscere signore sole come per scambio esperienze di
Topolino, Braccio di ferro, me per amicizia e per pre- fede. E-mail: f.monacel-
ecc. Inoltre, raccolgo e gare, della mia stessa città. li1@virgilio.it.
CRITICHE. Caro diretto-
re, ma è credibile che
Noè imbarcò sul suo na-
scambio materiale vario:
cartoline vecchie e nuove,
con o senza francobolli,
immagini sacre, schede te-
lefoniche che spedisco ai
Inoltre mi piacerebbe rice-
vere tanti santini per colle-
zione. Scrivere a: Stefania Di
Francesco, Via G. Vestri 39,
00151 Roma.
I Mi chiamo Carmelo e so-
no un ragazzo di 20 anni.
Desidero corrispondere
con giovani dai 20 ai 30
tante 2 animali di ogni specie missionari per aiutare il
anni con i quali condivide-
vivente? Ma dai! […] E poi prossimo. Ringrazio chi I Vorrei corrispondere con re la mia gioia di essere cri-
dice anche (la Bibbia n.d.r.) vorrà aiutarmi. Zaninello Lu- ragazzi/e di età dai 28 anni stiano. Siate numerosi! Car-
Facciamo l’uomo a nostra cia, Via Casette 15 – Spes- in su, che siano persone se- melo Maria Sgrò, Via Por-
immagine“, ma poi c’è il ne- sa, 37044 Cologna Veneta rie che stanno facendo un toghese 22, 89038 Palizzi
ro/Africa, il giallo/Asia, il pel- (VR).
cammino cristiano, per sco- Marina (RC).
lerossa […]. Avete scritto che
MAGGIO 2009 BS

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D ‘‘ I TUTTO UN PO’.
Egregio direttore, […]
c’è chi sta bene e chi sta
sempre male. Che cavolo di
giustizia è? Ma Dio vede o è
sempre in ferie? Fa morire di
fame bambini innocenti […].
Non ci è stato possibile
pubblicare tutte le lettere
pervenute in redazione. Ce
ne scusiamo. Provvedere-
mo a suo tempo alla pub-
blicazione o alla risposta
personale.
zioni suscitano polemica? Co-
me il discorso di Ratisbona, la
contestata visita all’Università
di Roma e la revoca della sco-
munica ai quattro vescovi le-
fevriani, compreso quel Ri-
chard Williamson che riduce
le vittime dell’Olocausto a
Ma che razza di fogna ha
poche migliaia? A quattro an-
creato il vostro Dio? […] E tler, Stalin, Bokassa, Men- ni dall’inizio del suo pontifi-
poi voi mangiate e bevete e il ghistu, Ceausescu, Pol Pot, cato, molti tentano un bilan-
vostro capo vive nel lusso Mao e compagnia fossero tra- cio. Il critico più severo è
[…] E poi, quando viaggia vestimenti di Dio! Vi convie- Hans Kung: con il Concilio,
che va a fare? […]
ne, signori, dare la colpa a la Chiesa è uscita dal medioe-
Leo, Mario, Luigia, chi ce l’ha.
vo – egli afferma – e l’attuale
(da diverse parti) Noi mangiamo e beviamo, Papa sta cercando di riportar-
OGNI MESE dice lei… beh, sì, ma anche cela! ... Ma Kung ha criticato
Cari signori, da sempre c’è lei dal momento che scrive e aspramente anche Giovanni
CON chi sta bene e chi sta male. dunque è vivo: immaginiamo Paolo II accusandolo di cen-
Ciò che è errato, nella vostra che non campi di Spirito tralismo curiale e di atteggia-
DON BOSCO prima affermazione è l’avver- Santo.
mento inquisitorio... Il Conci-
bio di tempo “sempre”. Nes- Il nostro capo (come lo chia- lio – ebbe a dire papa Bene-
suno mai sta sempre bene e ma lei) non va in giro a fare detto – non va considerato al-
A CASA TUA nessuno mai sta sempre male. le vacanze, ma a portare pa- la stregua di una costituente
Anche i più colpiti dalla sven- role di speranza, a ricordare che elimina una costituzione
tura hanno giornate di sole! che occorre, per vivere bene, vecchia. Il Concilio non può
È sempre (stavolta l’avverbio essere più buoni, combinare essere rottura con il passato, Il Bollettino
ci sta tutto) bene evitare di
essere apodittici nelle proprie
asserzioni. Quanto a Dio,
sappiamo, o meglio crediamo,
che Egli non ha creato una
fogna ma un mondo, nel sen-
so etimologico di “mondo”
cioè pulito, ecologicamente
puro, poi ha “comandato” al-
l’uomo di “custodirlo e con-
servarlo”. E l’uomo, approfit-
tando del dono più grande ri-
cevuto, la libertà, se l’è gio-
cato questo paradiso e l’ha
ridotto a un ammasso di rifiu-
ti. Ma sappiamo ancora che
Dio non ha colpa dei pasticci
meno disastri, riflettere di
più, pregare di più. La vec-
chia storiella del lusso smo-
dato ormai non fa più effetto,
almeno da quando il bilancio
del Vaticano è pubblico, e,
guarda caso, è in deficit
(l’anno passato di 9 milioni
di euro. Per uno Stato tanto
piccolo, con un deficit simile
c’è poco da scialare)…
PAPA BENEDETTO. Ca-
ro direttore, lei è sicuro
che questo Papa sia poi
perché la Chiesa è sempre la
stessa. Nessuno lo nega. I tre
anni del Vaticano II hanno
avuto, sia sulla Chiesa sia sul
mondo, l’effetto di un grande
terremoto. Hanno introdotto
cambiamenti epocali… Ma
hanno anche prodotto diso-
rientamento teologico, anar-
chia disciplinare, emorragia di
preti, svuotamento di chie-
se… Sia Wojtyła sia Ratzin-
ger hanno ricalibrato la bilan-
cia tra vecchio e nuovo. Ma
qualcuno, evidentemente, si
aspettava aperture impossibi-
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
7
che fa l’uomo. Dio si ritira in così moderno come molti di- li”. Insomma, cambiamento,
ci. Comunicate
buon ordine, dal momento cono? […] Non è piuttosto aggiornamento, innovazione
che è stato cacciato e conti- un grande conservatore? non significano rivoluzione,
nua a essere cacciato dalle Vorrei farle molti esempi, il patrimonio, il “deposito”
subito il cambio
di indirizzo.
strade, dalle scuole, dai corti- ma lei immagino che li sap- valoriale della Chiesa non
li, dalle aule parlamentari, pia come me […].
può essere liquidato come se
dagli uffici, dai gabinetti dove
si decide la pace o la guerra,
fosse spazzatura. I “valori
Lia ed altri perenni” non invecchiano,
la vita o la morte… Il motivo Ancora una volta faccio inter- soffrono per l’appunto di…
è facilmente spiegabile: con venire il prof. Luciano Verdo- “perennità!”, e non dipendo- Per la vostra corrispon-
Lui presente non si potrebbe- ne che mi ha scritto quanto no dai Papi. Perché dunque denza:
ro fare cavolate, non si sareb- segue: “Ma chi è papa Bene- meravigliarsi se il successore
be liberi… di fare quel che ci detto? L’uomo dell’equilibrio di Pietro che ha in carico il
pare e piace.
fra novità e tradizione o l’or- vasto gregge di Cristo cerca
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Chi fa morir di fame i bambi- mai dichiarato nostalgico del un equilibrio difficile ma pos- Casella post. 18333
ni non è Dio, chi sfrutta le ri- passato, del latino, dell’altare sibile tra spinte innovative 00163 ROMA Bravetta
sorse degli altri, chi fa le con le spalle ai fedeli…? L’in- che non rifiuta e un deposito fax 06/656.12.643
guerre, chi devasta il pianeta, tellettuale coraggioso che si valoriale che non dipende da E-mail: biesse@sdb.org
chi frega il prossimo, ecc. non pone al di sopra degli schemi lui? È il suo mestiere. Lascia-
è Dio… Mai saputo che Hi- o il personaggio le cui posi- teglielo fare.
BS MAGGIO 2009

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& IN ITALIA
NEL MONDO
ROMA, ITALIA
EDUCAZIONE
ALLA SOLIDARIETÀ
L’associazione LumbeLum-
be/Onlus, fondata dal colon-
nello dei carabinieri Italo Go-
vernatori, promuove e orga-
nizza dal 2008 corsi di “Edu-
cazione alla Solidarietà”,
coinvolgendo enti e comuni.
La prima edizione, l’anno
passato, si è svolta con la col-
laborazione delle comunità
montane “Monti Azzurri” nel-
le Marche e “Valsangro”
nell’Abruzzo, la seconda di
quest’anno ha incassato l’ade-
sione di ben 57 comuni della
provincia di Macerata. I cor-
sisti che ottengono la borsa di
studio, messa a disposizione
dell’Associazione, completa-
no la loro formazione “sul
campo”, con un’esperienza in
zona di missione: in Angola
presso i salesiani, dove il co-
lonnello ha svolto volontaria-
to, e/o in Congo. La Lumbe-
Lumbe sostiene non pochi
progetti in Angola, in Ugan-
da, in Sri Lanka, in Brasile, in
Kosovo, appoggiandosi e col-
laborando soprattutto con i
salesiani e/o le FMA.
8
BOLOGNA, ITALIA
DON BOSCO
E LE COLLETTE
PHNOM PENH,
CAMBOGIA
PER I BAMBINI
L’Associazione “Amici nel
Mondo Onlus” di Bolzano e la
Regione autonoma Trentino-
Alto Adige hanno finanziato
un progetto del salesiano don
Leo Ochoa, mirato a permette-
re a 210 bambini tra gli 8 e i
15 anni di frequentare la scuo-
la, strappandoli dalle fabbriche
di mattoni dove vivevano in
pratica schiavizzati. Le fami-
glie dei ragazzi, come com-
penso di aver perso l’aiuto dei
figli, ricevono ogni mese delle
razioni di riso. Per saperne di
più www.amicinelmondo-on-
lus.org. (R. Cotroneo)
Uno sconosciuto signore fa ar-
rivare in redazione: *un docu-
mento in francese (2/2/1881)
con firma autografata di Don
Bosco e sigillo autentico della
“Salesiana Societas”; *una bu-
stina del 1904 forse scritta da
don Rua; – *un santino con re-
liquia “ex indumentis” di Don
Bosco. Il tutto giace ora nel-
l’Archivio Storico della Con-
gregazione. Il BS ringrazia lo
sconosciuto donatore.
ROMA, ITALIA
DON BOSCO
A SELVA CANDIDA
È del maestro pittore Eugenio
Cannistrà il nuovo quadro di
Don Bosco, assalito dall’affet-
to dei suoi giovani più piccoli,
mentre dietro di lui intenti al
lavoro sono raffigurati i ragaz-
zi più grandi, quelli a cui ha in-
segnato un mestiere, strappan-
doli dalla strada. A destra si ri-
conosce Domenico Savio e do-
po di lui una schiera di perso-
naggi ben conosciuti, dipinti
con il colore del cielo o del ri-
cordo, prima fra gli altri Mam-
ma Margherita, quindi Maria
Mazzarello con altre consorel-
le, infine, dominante, “Colei
che ha fatto tutto” – come di-
ceva Don Bosco – cioè Maria
Ausiliatrice”. Il quadro si trova
nella parrocchia di Selva Can-
dida, dipendente dalla Casa
Generalizia dei salesiani.
MAGGIO 2009 BS

1.9 Page 9

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FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
redazionale
ORIA, ITALIA
giornalista Magdi Cristiano
Allam, ambedue insigniti del
premio nazionale “Donato
IN FESTA
Carbone”, e ancora il trio co-
mico salentino cui è stato as-
Anche gli oratori senza la segnato il premio “arte e terri-
presenza salesiana si sono at- torio”, ospite d’onore il ve-
tivati per festeggiare Don Bo- scovo della diocesi. La festa
sco. Alcuni con manifestazio- ha visto protagonisti i ragazzi
ni di grande impatto. Come che hanno realizzato e proiet-
l’oratorio SING di Oria (BR) tato vari filmati sulla vita e
9
che ha radunato centinaia di l’attività del loro oratorio. È
persone e ospiti illustri tra cui un piacere leggere notizie del
il presidente nazionale del genere che stimolano a fare
movimento per l’infanzia e il altrettanto.
80° ANNIVERSARIO
DELLA CITTÀ DEL VATICANO
L’11 febbraio del 1929, nel Palazzo del Laterano ve-
nivano firmati i cosiddetti “Patti Lateranensi” – consi-
stenti in un Trattato di 27 articoli e un Concordato di
45 articoli – intesi a porre fine alla “Questione roma-
na” e a dare una precisa configurazione ai rapporti
tra la Chiesa e lo Stato in Italia.
In quella data veniva inoltre formalmente fondato lo
Stato della Città del Vaticano, il più piccolo del Mon-
do. Tutti i Papi che nel corso di questi 80 anni si so-
no succeduti sul “Soglio di Pietro” hanno confermato
la natura di questa entità territoriale come mezzo per
assicurare l’indipendenza reale e visibile della Sede
Apostolica.
FOGGIA, ITALIA
st’anno dall’assessorato allo
sport del Comune e della Pro-
vincia e dal Centro Servizi per
MINIMARATONA
il Volontariato di Capitanata. La
STRADONBOSCO ha visto la
Continua a Foggia, presso la partecipazione dei ragazzi del-
parrocchia dei salesiani, la tra- le elementari e delle medie del-
dizione della minimaratona or- la parrocchia, un regalo gioio-
ganizzata in onore di san Gio- so alla gioventù di periferia
vanni Bosco, patrocinata que- che Don Bosco ha tanto amato.
I Patti Lateranensi vennero ratificati nel maggio
1929, dopo un momento di ulteriore tensione fra le
parti, dovuto in particolare alla divergente interpreta-
zione di Benito Mussolini e di Pio XI sull’effettiva por-
tata delle norme concordatarie.
I francobolli dell’80° raffigurano i Pontefici dal 1929
a oggi; il foglietto riproduce la “Civitas Vaticana –
Nuova pianta della città del Vaticano” (disegno P. Iso-
la, incisione ad acquaforte e bulino di P. Di Sciullo e
G. Greco, 2007). La serie si compone di 7 valori da
0,65, stampati in fogli da 10 esemplari e di un fo-
glietto del valore di 2,80.
BS MAGGIO 2009

1.10 Page 10

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Il BS del maggio di cento anni fa dedica 3 fitte
pagine alla beatificazione di Giovanna d’Arco, la
diciassettenne “pulzella d’Orléans”, da parte di
san Pio X, il 13 aprile 1909. Interessanti sono le
circostanze politiche, specialmente in Francia, in
cui la cerimonia viene celebrata e che il BS
puntualmente rileva. Riportiamo in proposito uno
stralcio dell’articolo.
TORINO, ITALIA
AGNELLI - FIAT
Continua la collabora-
zione – di antica data
risalendo agli anni ’30
del secolo scorso – tra
la Fiat Group Automo-
biles di Torino e l’isti-
tuto salesiano Giovan-
ni “Agnelli”, intitola-
to al fondatore della
Fiat. In gennaio è stato firma-
to l’accordo tra i due Enti per
l’avvio del programma Tech-
Pro2 che ha “l’obiettivo di
formare o inserire nel mondo
automotive giovani ad
alta qualificazione tec-
nica”. Era presente alla
cerimonia il Rettor
Maggiore don Pascual
Chávez. Il primo ac-
cordo venne firmato
dal senatore Giovanni
Agnelli e dal Rettor
Maggiore don Pietro
Ricaldone.
10
“L’ora dell’apoteosi di Giovanna d’Arco – scriveva in
antecedenza il più autorevole dei periodici cattolici
d’Italia – è stata sapientemente prescelta dalla Divina
Provvidenza. Leone XIII iniziava gli atti della beatifi-
cazione di lei, quando in Francia nelle logge massoni-
che e nelle alte sfere governative preparavasi l’apo-
stasia ufficiale della nazione cristianissima dalla
Chiesa e da Dio: Pio X sta per celebrare quella beati-
ficazione quando l’apostasia stessa è consumata. La
coincidenza non è certo fortuita da parte dello Spirito
di Verità, che noi crediamo assistere senza posa alla
Cattedra di Pietro. Giovanna nel secolo XV apparve
manifestamente inviata da Dio per salvare, con uno
dei più meravigliosi portenti che la storia registri, così
la francese in procinto di perdersi, come il suo carat-
tere sociale di scolta armata del cattolicismo, che eb-
be impresso fin dalla nascita a Reims, nella consacra-
zione di Clodoveo per le mani di S. Remigio.
CITTÀ DEL VATICANO
NUOVO VESCOVO
Un nuovo vescovo salesiano
è stato nominato da papa Be-
nedetto. Si tratta del presi-
de dello studentato teologico
di Città Del Guatemala, don
Mario Fiandri di Arborea
(Oristano). Don Mario ha
emesso la sua professione
perpetua a Loreto il 13 ago-
sto 1969, poi è partito per il
Guatemala. Viene dalla ga-
vetta: consigliere, vicario, par-
roco, preside, direttore. Mon-
signor Fiandri è stato pro-
posto per la sede vacante di
Los Altos, dopo la rinuncia
di monsignor Oscar Julio
Vian Morales, anche lui sa-
lesiano, per raggiunti limiti
di età. I suoi studenti di teo-
logia, saputo della nomina,
hanno prodotto il manifesto
che pubblichiamo.
MAGGIO 2009 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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O SSERVATORIO Anna Rita Delle Donne
ALICE E GLI ALTRI (22)
Divagazioni (mica tanto!) su una normalità che più normale
non si può: giusto o sbagliato?
I nsomma, anche tu pensi che ho sbaglia- non è stato que-
to?”. “Alice, non ho detto questo…”. “Ma sto a spingermi
nemmeno hai detto che ho fatto bene! a confidarmi con
Che pensi veramente?”. “Sinceramente non lo mamma. È stato
so…”. Alice e Fabio sono seduti su una panchina l’atteggiamen-
del parco, i loro cani scorrazzano gioiosi sul prato. to aggressivo, di
Io ero veramente preoccupata per Viola”, fa Alice rottura con tut-
in un sussurro. “Questo lo so! Non penso assoluta- to quello che
mente che tu l’abbia fatto con cattive intenzioni. Viola è stata fi-
Però, raccontare a tua madre le confidenze che ti no a qualche
ha fatto Viola… Era chiaro che tua madre sarebbe mese fa. Quan-
corsa a spifferare tutto ai suoi genitori”, spiega to la rivorrei per
Fabio un po’ imbarazzato. “Tanto per cominciare, amica!”, sbotta
Viola non si era confidata con me; sono io che Alice sconso-
l’ho vista per caso con quei ragazzi, molto più lata. Fabio l’ab-
grandi che bevono, fumano e chissà cos’altro… braccia teneramente: ”Calmati, Alice!”. “Fabio,
11
Quando mi ha detto che aveva fatto sesso con dimmi la verità, pensi che io sia egoista e abbia
quel ragazzo, non è stata una confidenza, me l’ha fatto tutto perché Viola potesse tornare da me?”.
sbattuto in faccia con arroganza, come a sottoli- Certo che no! Vedi Alice, le persone crescono,
neare la lontananza che c’è adesso tra me e lei. cambiano. Noi vorremmo che crescessero e cam-
Comunque, io questo non l’ho detto a mia madre, biassero assieme a noi, ma non è sempre così. La
non c’era bisogno”, dice Alice con gli occhi lucidi. situazione di Viola è particolare: evidentemente la
Poi continua: “Io e Viola ci siamo conosciute all’a- situazione familiare le sta pesando di più di quan-
silo. È stata la prima bambina che ho scelto come to possiamo immaginare e il suo atteggiamento
amica, senza che fosse una cugina o la figlia di può essere una reazione al malessere che vive a
un’amica di mia madre. Da allora siamo state sem- casa. Riflettendoci assieme a te, mi sono convinto
pre unite. Non avrei mai immaginato che potessi- che hai fatto bene a chiedere l’intervento degli
mo allontanarci tanto…”. “Ascolta, Alice… non è adulti; forse così Viola potrà avere la possibilità di
che per caso ti sei sentita un po’ tradita, messa da riflettere e forse capirà che stava facendo una serie
parte?”. “Oh, no! Anche tu pensi che l’abbia fatto di errori. Diciamo che il tuo intervento le ha forni-
per gelosia? ”, esclama Alice balzando in piedi. to un’opportunità”.
Ma no, Alice!”. “Ma sì, Fabio! Tutti lo pensano,
lo so, tutti i nostri amici e Viola per prima. Però, >> Grazie, Fabio! Sapevo che avresti capito”,
da te mi aspettavo un atteggiamento meno superfi- dice Alice. Poi si rabbuia: “Ma ... quelle che arri-
ciale. Devo essermi sbagliata”.
vano sono Sara e Chiara. Torniamo indietro, ti pre-
go non mi va di incontrarle. Sono giorni che a
>> Alice fa qualche passo verso i cani ma le man- scuola non mi rivolgono la parola e mi guardano
ca la voce per richiamare Drusilla. “Scusa Alice, con odio”. “Non andiamo da nessuna parte”, rim-
l’ho detto senza pensarci. Lo so che non sei una becca Fabio con voce ferma, tenendo salda la sua
persona meschina”, dice Fabio, raggiungendola. mano sulla spalla di Alice. Le due si avvicinano,
Viola è in punizione e non mi vuole più né chiacchierando sommessamente tra di loro. Arrivati
vedere né parlare. La madre l’accompagna a scuo- vicino a Fabio e Alice rallentano: “Ciao Alice, ciao
la e la viene a riprendere… e non la lascia più Fabio!”, dice Sara. “Che fate di bello?”, chiede a
uscire”. “Beh, un po’ se l’è cercata”, dice Fabio. sua volta Chiara. “Che ne dite di una passeggiata
Già!”. “Del resto se non fossi intervenuta tu, l’a- insieme?”, riprende Sara. Alice sorride, le guarda e
vrebbe fatto prima o poi la scuola stessa: stava pensa che forse il peggio è passato e che piano
facendo troppe assenze, rischiando l’anno“. “Ma piano le cose potrebbero riaggiustarsi.
ٗ
BS MAGGIO 2009

2.2 Page 12

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CHIESA
LE ENCICLICHE
SOCIALI (5)
PACEM IN TERRIS
di Silvano Stracca
che adeguate. Nel frattempo, si era- ma nelle leggi che Dio ha scritto nel-
Stemma araldico di papa
no verificati avvenimenti che apri- la natura umana”: ordine “che la co-
Giovanni.
vano prospettive insperate e non scienza rivela e ingiunge perentoria-
sempre pacifiche fra gli uomini e gli mente di seguire”. Cardine di que-
Stati. Era stato eretto il muro di Ber- st’ordine di natura morale è “il prin-
NELL’APRILE 1963,
MENO DI DUE MESI
PRIMA DI MORIRE,
lino che, emblematicamente, san-
civa la divisione del mondo in due
schieramenti ideologici contrapposti.
Erano ripresi gli esperimenti nu-
cleari russi. E i rapporti fra le due su-
cipio che ogni essere umano è persona
e quindi soggetto di diritti e doveri…
universali, inviolabili, inalienabili”.
Di questa comune, fondamentale di-
gnità naturale partecipano tutti gli uo-
12
GIOVANNI XXIII
PUBBLICAVA
perpotenze erano arrivati a un punto mini in perfetta eguaglianza, senza di-
critico con l’installazione dei missi- scriminazioni razziali.
L’ENCICLICA PACEM
IN TERRIS.
li sovietici a Cuba. La pace viene de-
scritta dal Papa come “anelito profon-
do degli esseri umani di tutti i tem-
pi”. Il concetto fondamentale, enun-
DIGNITÀ
DELLA PERSONA
L a Pacem in terris enunciava già
nel titolo i fondamenti – i fa-
mosi “quattro pilastri” – della
pace universale: verità, giusti-
zia, amore, libertà. L’enciclica leg-
geva, con l’eccezionale sensibilità di
quel Papa, “i segni dei tempi” come
la promozione delle classi lavoratri-
ciato sin dalle prime righe, è che la
pace in terra “può venire instaurata e
consolidata solo nel pieno rispetto del-
l’ordine stabilito da Dio” e “scolpi-
to anche nell’essere degli uomini”;
“fondato sulla verità, costruito se-
condo giustizia, vivificato e integra-
to dalla carità, e posto in atto nella li-
bertà”. Si tratta di “un ordine genui-
namente umano, che trova la sua nor-
Sempre la dignità della persona
umana serve come criterio per stabi-
lire la carta dei diritti di ogni uomo:
all’esistenza e a un tenore di vita di-
gnitoso; al rispetto dei valori morali
e culturali; al culto di Dio privato e
pubblico (chiedendo garanzie per
ogni persona e non solo per i cattoli-
ci); alla libertà di scelta del proprio sta-
to; alla libera iniziativa in campo eco-
ci, il dirompente peso della donna nel-
nomico e al lavoro; a una retribuzio-
la vita pubblica, i movimenti antico-
ne giusta e sufficiente; alla proprietà
lonialisti, l’eguale dignità di tutti gli
privata sui beni anche produttivi (ri-
uomini senza distinzioni di razza. E
cordando però che “al diritto di pro-
per la prima volta un’enciclica era in-
prietà privata è intrinsecamente ine-
dirizzata non solo ai vescovi della
rente una funzione sociale”); alla li-
Chiesa cattolica, al clero e ai fedeli di
bertà di movimento, riunione e asso-
tutto il mondo, ma anche “a tutti gli
ciazione; a emigrazione e immigra-
uomini di buona volontà”. Mai un
zione; alla presenza attiva nella vita
documento del magistero, con la sua
pubblica. “La stessa legge morale, che
celebre distinzione fra “errore” ed “er-
regola i rapporti fra gli esseri umani,
rante”, ebbe eco così grande. Erano
regola pure i rapporti tra le rispettive
passati circa due anni dalla precedente
comunità politiche” e deve anche
enciclica del Papa buono, la Mater et
presiedere all’esercizio dell’autorità
magistra che aveva affrontato i pro-
dei poteri pubblici nella comunità
blemi di ordine economico e socia-
le che imponevano soluzioni politi-
Sua santità Giovanni XXIII.
MAGGIO 2009 BS

2.3 Page 13

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2.4 Page 14

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ANNIVERSARI
Lo Stato della Città del Vaticano compie
SCV di Michele Valdo
sa. Quel tanto di territorio senza del
quale questa non potrebbe sussistere,
perché non avrebbe dove poggiare”.
E, non a caso, riconosciuto a livello
80° GENETLIACO internazionale.
IL CONVEGNO
Al convegno di studi “Un piccolo
territorio per una grande missione”,
È lo Stato più piccolo
del mondo, appena
0,44 chilometri quadrati
di superficie.
Ha il più alto tasso
d’immigrazione: le
persone che vi risiedono
sono tutte originarie
dei cinque continenti
e quando scrivono un
14 documento ufficiale
L o Stato della Città del Vaticano
è, dal punto di vista giuridico,
una monarchia assoluta eletti-
va. I suoi soldati formano il
corpo militare più antico e più foto-
grafato del mondo, ma loro, le Guar-
die Svizzere, come arma adottano le
alabarde. Ha una storia più che mil-
lenaria, ma esiste soltanto da ot-
tant’anni. È nato con i Patti Latera-
nensi, cioè il Trattato e il Concorda-
to, sottoscritti l’11 febbraio 1929 nel
palazzo di San Giovanni in Laterano,
tra il Segretario di Stato cardinale
Pietro Gasparri e il Capo del Gover-
no italiano Benito Mussolini. Proprio
lui! Per inciso, 25 anni fa, il 18 feb-
braio 1984, si è avuta la revisione del
svoltosi lo scorso febbraio, il segre-
tario di Stato cardinale Bertone ha ri-
cordato che per arrivare a questo ri-
sultato «ci voleva proprio un Papa
alpinista… immune da vertigini (…)
forse ci voleva pure un Papa biblio-
tecario, abituato ad andare in fondo
alle ricerche storiche e documenta-
rie». E ancora: «Quella che pare a
noi oggi una realtà pacifica, scontata,
non lo era affatto quando Pio XI la
volle: i giuristi di tutto il mondo ri-
mangono stupiti di fronte a questa
singolare creatura, creata ancora una
volta dalla fantasia italiana». Il 14
febbraio, ricevendo i partecipanti al
convegno, papa Ratzinger ha detto:
«La Civitas Vaticana è in verità un
lo fanno in una lingua
“scomparsa”, il latino.
Concordato, firmata dall’allora se- punto quasi invisibile sui mappa-
gretario di Stato cardinale Agostino mondi della geografia mondiale, uno
Casaroli e dal presidente del Consi- Stato minuto e inerme privo di eser-
glio italiano Bettino Craxi. I Patti so- citi temibili, apparentemente irrile-
no la conclusione della vertenza ini- vante nelle grandi strategie geopoliti-
ziata nel 1870 tra il Regno d’Italia e che internazionali. Eppure, questo
lo Stato Pontificio, quando i Bersa- presidio visibile dell’assoluta indi-
glieri entrarono in Roma attraverso pendenza della Santa Sede, è stato ed
la breccia di Porta Pia. L’allora pon- è centro di irradiazione di una co-
tefice Pio IX si considerò “prigionie- stante azione a favore della solida-
ro” in Vaticano. Per 59 anni la “Que- rietà e del bene comune (…) Dal suo
stione Romana” rese difficile non cuore… si leva un incessante mes-
soltanto i rapporti tra le parti – per- saggio di vero progresso sociale, di
ché come ha scritto Lucetta Scaraf- speranza, di riconciliazione e di pa-
fia, il papato «si è trovato
ce. Ora, questo nostro Stato, dopo
ospite, per molti indeside-
aver solennemente ri-
rato, dello stesso Paese
cordato l’80° anniver-
che l’aveva privato di
sario della sua fon-
La storica firma dei Patti
Lateranensi tra il cardinale
Gasparri, Segretario di Stato
Vaticano e Benito Mussolini,
quel territorio che gli
garantiva l’autono-
mia» –, ma anche la
presenza dei cattolici
nello Stato italiano.
Con il Trattato, dun-
que, nasce lo SCV. Una
superficie veramente
piccola, ma che, per
dirla con le parole del
dazione, riprende il
cammino con più for-
te slancio apostolico.
Possa la Città del
Vaticano essere sem-
pre più una vera “città
sul monte”.
Il faldone
Presidente del Consiglio italiano.
(“La Domenica del Corriere”
rappresentò l’evento con un
disegno di Achille Beltrame in una
papa dell’epoca Pio XI,
“quel tanto di territorio
che basti come suppor-
che contiene
le convenzioni
lateranensi
e le trattative
delle sue famose prime pagine).
to della sovranità stes-
svoltesi per arrivarci.
MAGGIO 2009 BS

2.5 Page 15

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80 anni (1929-2009). Lo celebra una mostra.
Pio XI ha fortemente voluto
i Patti Lateranensi.
calli), nel ’63 Paolo VI (Giovanni
Battista Montini), nell’agosto del ’78
Giovanni Paolo I (Albino Luciani),
nell’ottobre dello stesso anno Gio-
vanni Paolo II (Karol Wojtyła) e dal
Foto della Città del Vaticano e la moneta coniata per
il 75° (2004).
19 aprile 2005 Benedetto XVI (Jo-
seph Ratzinger). Tra i “pezzi” incon-
sueti in mostra c’è anche un’automo-
La Città del Vaticano e i sette Papi
succedutisi dopo la sua “nascita”
in tre francobolli commemorativi.
LA MOSTRA
sono esposti al pub- bile: la Citröen Lictoria di Pio XI,
blico documenti rela- caratterizzata dal trono nel sedile po-
tivi alle lunghe tratta- steriore. Inoltre, in concomitanza con
tive e soprattutto l’o- l’apertura della mostra, si sono svolti
riginale del Trattato,
conservato nell’Ar-
il citato Convegno di studi, il “Con-
certo dell’80°” nell’Aula Paolo VI e
15
chivio Segreto Vatica- le speciali emissioni filateliche e nu-
no, con gli allegati sui mismatiche.
luoghi extra-territo- Insomma, come ha detto il cardina-
riali (un pannello pre- le Giovanni Lajolo, presidente del
senta questi spazi “vaticani” nella Governatorato, questo Stato è «uno
città di Roma). E molte fotografie: la scudo territoriale» che assicura «con
firma, la ratifica del 7 giugno, l’u- una garanzia stabile e internazional-
dienza del primo corpo diplomatico, mente inoppugnabile, l’indipendenza
la visita dei reali d’Italia e altro anco- del Papa da qualsiasi potere politico e
ra. La sezione forse più interessante è la sua libertà totale da condiziona-
Proprio per ricordare questi decen- quella dedicata alla “costruzione” menti esterni nella guida della Chiesa
ni, nel vaticano Braccio di Carlo Ma- dello SCV. È lo stesso Pio XI a volere universale». A conferma, mai il con-
gno, è allestita la mostra “1929-2009 una serie di infrastrutture indispensa- fine dello SCV è stato oltrepassato da
– Ottanta anni dello Stato della bili in ogni Stato, che mostrano quan- militari armati, neppure quando Hi-
Città del Vaticano” (fino al 10 mag- to la sua visione fose anticipatrice. tler, nel 1943, ordinò (per fortuna non
gio, tutti i giorni dalle 10 alle 18 – Basta citare il Governatorato, il Tri- ubbidito): «Pio XII nemico del nazi-
mercoledì dalle 13 alle 18 – a ingres- bunale, le Poste, i Musei, l’Accade- smo e troppo amico degli ebrei, va
so libero). All’ingresso della rasse- mia delle Scienze, la Tipografia (do- rapito subito e deportato in Germa-
gna, per un primo impatto visivo del- ve si stampa anche “L’Osservatore nia». Davvero, come ha osservato
la Città e dei suoi edifici, è posto un Romano”, diretta dai salesiani, la Ra- l’arcivescovo Renato Boccardo, se-
grande plastico del Vaticano attuale. dio (progettata da Guglielmo Marco- gretario generale del Governatorato,
La prima delle cinque sezioni fa co- ni) o la linea ferroviaria più corta del il territorio è «materialmente piccolo
noscere le modifiche urbanistiche di mondo: 624 m.
ma insieme è grande, il più grande
Roma negli ultimi secoli, sino, ap-
del mondo». Quando si pensa alla
punto, al 1929. Nella seconda sezio- GARANZIA PER LA CHIESA tomba di san Pietro, al colonnato del
ne, documenti e cimeli ricordano la
Bernini, alla cupola di Michelangelo
vita di Pio XI, Achille Ratti, di Desio L’ultima sezione ripercorre gli anni o ai tesori negli archivi e musei, «non
(Milano), eletto pontefice il 6 feb- dalla morte di Pio XI a oggi, attra- c’è al mondo territorio più grande e
braio 1922 e morto il 10 febbraio verso le immagini dei sei pontefici più prezioso». Tanto che nel 1984 lo
1939, il giorno prima del decimo an- che gli sono succeduti: nel ’39 Pio Stato della Città del Vaticano è sta-
niversario dei Patti. Poi, nella sezione XII (Eugenio Pacelli), nel ’58 Gio- to inserito dall’Unesco nel Patri-
dedicata ai Patti, per la prima volta vanni XXIII (Angelo Giuseppe Ron- monio mondiale dell’umanità. ٗ
BS MAGGIO 2009

2.6 Page 16

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BOX
redazionale
ROMA, ITALIA
LA META
La meta del bicentenario di
Don Bosco è alle prime battute
ma già la congregazione, le
ispettorie, le case si stanno atti-
vando: conferenze, incontri,
manifesti, video, mostre, dise-
gni… A proposito di disegni,
eccone uno, ispirato alla famo-
sa foto della confessione, dove
Don Bosco sta ascoltando i
peccati di Paolino Albera che L’originale cromatismo vuole
sarà il suo secondo successore. esprimere “i colori della fe-
È dell’artista Jolanda Dambra de” voluti da santa Faustina
che ha trasformato Don Bosco Kowalska per i fasci di luce
e i suoi piccoli penitenti ispi- che partono dal cuore del suo
randosi ai colori liturgici e i Cristo misericordioso. Nel di-
“raggi” dell’immagine del Ge- pinto, una lontana sorgente
sù della Divina misericordia. emana onde “amorose” di
perdono che si espando-
no fino a colpire il
gruppo dei penitenti as-
solvendoli ancor prima
di essersi confessati,
perché l’amore di Dio
è “preveniente”. Ne è
16
investito anche Don
Bosco che di quei ra-
gazzi è padre, maestro
e amico. È la teologia
dell’Amore misericor-
dioso, bene applicata
al santo dei ragazzi
che della confessione
ha fatto uno dei pila- parrocchie d’Italia. In genere tensi, avvolgenti sta conqui-
stri della sua peda- ella accompagna le sue opere stando il pubblico e gli esper-
gogia.
con appropriate didascalie in ti. Poco più che trentenne, el-
L’artista è una nota poesia, poiché la Dambra si la è ormai conosciuta in Italia
pittrice di soggetti cimenta anche in questo set- e all’estero con sue personali
religiosi e ha espo- tore dello scibile. Il tratto del in Francia, Austria e America
sto presso numerose suo disegno a colori caldi, in- del Sud.
BREVISSIME DAL MONDO
PARMA, ITALIA. Ha sede
a Parma, dove è nata, l’as-
sociazione “Figli del cielo”
(www.figlincielo.it) che of-
fre un itinerario di fede e
di speranza per aiutare a
superare il dolore per la
perdita di un figlio. Ben
oltre le 10 mila famiglie
sono state contattate dalla
Associazione, ormai attiva
in varie Nazioni. Fondatri-
ce è Andreana Bassanetti,
psicoterapeuta di Parma
che ha vissuto sulla sua
pelle la tragedia del suicidio
della figlia ventenne.
CITTÀ DEL VATICANO.
Tutti i relatori – di chiara fa-
ma – intervenuti al congresso
internazionale organizzato
dalla Pontificia Accademia
pro Vita su “Le nuove fron-
tiere della genetica e il rischio
dell’eugenetica”, tenutosi in
Vaticano lo scorso febbraio,
hanno fortemente denuncia-
to i rischi di una mentalità
eugenetica nell’ambito delle
moderne pratiche mediche e
nella riduzione della dignità
della persona.
CITTÀ DEL VATICANO.
Ancora un intervento di Be-
nedetto XVI sul primato
dell’etica. “La fiducia nella
scienza non può far dimen-
ticare il primato dell’etica
quando in gioco vi è la vita
umana”, ha detto il Papa ai
i partecipanti al Congresso
Scientifico Internazionale
“Le nuove frontiere della
genetica e il rischio del-
l’eugenetica”.
CITTÀ DEL VATICANO.
Domenica 26 aprile il Papa
ha dichiarato 5 nuovi santi
di cui due fondatori di con-
gregazioni religiose, due
fondatrici di istituti di suore
e un religioso carmelitano.
Domenica 11 ottobre ne sa-
ranno canonizzati altri 5: un
fondatore, una fondatrice e
tre religiosi appartenenti a
congregazioni diverse.
MAGGIO 2009 BS

2.7 Page 17

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a cura del direttore
GIZO, ISOLE SOLOMON
La cattedrale di Gizo, isole
Salomon, distrutta dallo
tsunami dell’aprile 2007,
sta lentamente rinascen-
do, semplice ma dignitosa,
grazie al lavoro dei volon-
tari italiani delle Associa-
zioni ORMA e AMIS che
hanno sostenuto e conti-
nuano a sostenere le ope-
re di monsignor Capelli
anzi don Luciano, come
ama farsi chiamare. Tra i
volontari che continuano a
darsi il turno, esempi di
eroica generosità non
mancano.
ASTI, ITALIA
L’unione exallievi di Asti è
da anni impegnata in
Ruanda, il Paese africano
in cui hutu e tutsi hanno
dato vita a una reciproca
carneficina che ha inorridi-
to il mondo. Molte le Asso-
ciazioni di volontari che si
sono prodigate per portare
aiuti. Tra queste proprio
l’Unione di Asti. Nella foto
un exallievo ha portato in
dono una bici molto spe-
ciale a Jean Pierre, “salta-
to” sulle mine antiuomo
che ancora abbondano nel
Paese.
17
ROMA, ITALIA
L’associazione Apis/Onlus,
nata dalla indomita volontà
di due pensionati dopo un
viaggio nelle zone povere
dell’India, continua il suo
programma di aiuti concreti
a favore dei più bisognosi.
Sono in corso: la costruzio-
ne di 10 case in muratura
comprensive di servizi igie-
nici; un centro per bambini
e giovani colpiti da AIDS; un
pozzo e una cisterna; servi-
zi igienici per la Don Bosco
school di Nogar e altro an-
cora. Per saperne di più:
www.apisindia.it.
SANTA CATERINA,
EGITTO
Due volontari, Sara 29 e Ni-
cola 31, hanno incontrato
una famiglia di beduini nel
deserto nei pressi del Mo-
nastero di santa Caterina.
Ospitati nella loro umile ca-
sa, hanno scoperto una vita
semplice, gente senza desi-
deri impossibili. Una casa in
cui si sta seduti per terra, si
ride con i bambini, si serve il
tè… Così i due educatori
socio-pedagogici vengono
a loro volta educati a un al-
tro modo di vivere, meno
sofisticato ma più genuino.
VILNIUS, LITUANIA
Una benefattrice lituana, in
occasione del 150° anni-
versario delle apparizioni
di Lourdes, ha confeziona-
to e ricamato su fine broc-
cato una magnifica casula
con l’immagine di Maria
Ausiliatrice sul retro e il
suo monogramma sul da-
vanti e l’ha poi donata alla
comunità salesiana della
capitale. L’opera ha richie-
sto un anno di lavoro. L’o-
vale anteriore è composto
di 44 700 punti a croce con
37 differenti tonalità di co-
lore.
FOGGIA, ITALIA
Il 31 gennaio i salesiani di
Foggia hanno ricordato il
Padre e… i figli che in città
gestiscono opere di gran-
de impatto religioso e so-
ciale: la Parrocchia, il vil-
laggio Emmaus per emar-
ginati, la Casa del giovane
per prevenzione, il centro
polivalente per i malati di
AIDS, il villaggio per mino-
ri abbandonati. La gioiosa
giornata è stata scandita
da una solenne liturgia, la
processione, il musical e…
tanta gente!
BS MAGGIO 2009

2.8 Page 18

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VIAGGI
SCRIVERE…
COME AMARE di Giancarlo Manieri
È degno di nota
ca di alti sentimenti come si addice a
un principino e di grande spiritualità
l’epistolario di Ceferino;
egli non dimenticò mai
come si addice… a un santino. È lun-
ga la lista di coloro che Ceferino con-
tattò a livello epistolare. Si conosco-
i suoi genitori, né i suoi
no 45 lettere e una ventina di cartoli-
ne, ma furono ben di più, scritte con
“superiori”, né coloro
una grafia impeccabile dal tocco lin-
che l’avevano aiutato
do, sicuro, spontaneo. Si tratta di
missive indirizzate a familiari, supe-
a crescere, a sperare,
riori, compagni… a coloro insomma
o coloro che avevano
dai quali aveva ricevuto un aiuto, una
buona parola o un po’ di affetto. La
cercato di guarirlo.
sua prima lettera, datata 23 aprile
1899, è indirizzata a don Milanesio;
La lettera di Zeffirino
a don Crestanello, in cui gli chiede
il ragazzo ha 13 anni e frequenta la
il favore di cercare, anche presso
i suoi genitori, il suo certificato
18
seconda elementare. Scrive con qual-
di battesimo.
Rispettoso, educato, ricono-
scente… non sono ridondanti
gli aggettivi per qualificare
l’indiecito della pampa che
che errore – sta imparando lo spagno-
lo – ma con quella innocente sempli-
cità e chiarezza che manterrà sempre.
Mai manca nei suoi scritti il riferi-
mie povere preghiere, e specialmente
nella santa comunione”.
mantenne con coloro che lo amarono mento religioso che mostra una fede
e aiutarono una corrispondenza non genuina e indefettibile. “Desidero PARAGONI
di maniera, ricca di suggestioni, tra- scrive al compagno José Bes Quiró –
boccante di gratitudine e affetto; cari- prima di salutarti che prepari bene la La gratitudine per i salesiani arriva-
tua anima per consegnarla alla San- va a forme squisite di ricordo. Scrisse
tissima Vergine e lei poi la porterà in a don Vacchina il 20 agosto 1903, fe-
Paradiso”. Espressioni di ammirata sta di san Bernardo: “Poiché è la fe-
riconoscenza gli uscivano spontanee sta del suo Protettore non è conve-
dal cuore. In un indirizzo a monsi- niente che lasci passare questo gior-
gnor Cagliero prese spunto dalla sto- no senza scriverle… per farle sapere
ria del biblico Ismaele morente nel dell’affetto e della gratitudine che ho
deserto per gli stenti e la sete, quando nel cuore per lei… Non trovo parole
alla tribolata mamma, impotente a adatte per dimostrarle il mio ringra-
salvarlo, apparve l’Angelo del Signo- ziamento per quello che lei ha fatto
re per rassicurarla che il figlio non sa- per me…”. Leggendo alcune delle
rebbe morto, indicandogli una polla sue deliziose letterine prima di addor-
d’acqua sorgiva… Anche i figli della mentami la sera a Bariloche, dopo
pampa, concluse Ceferino, erano co- una giornata di giri, incontri, conver-
me il figlio di Agar, anche presso di sazioni, non riuscivo a evitare il para-
loro arrivò “un ángel consolador, el gone con le moderne missive dei no-
Ill.mo y Rvd.mo Mons. Cagliero, en- stri giovani… sbrigative, a volte
viado por Dios a salvar a esos hijos”. strampalate, scritte in una neolingua
Monsignore è per lui l’Angelo che ha (che al Manzoni si sarebbe imposta
ridato speranza alla sua terra. Nelle sullo stomaco come un mattone) con
lettere Ceferino rivela tutto il candore espressioni del tipo… “ti dedico una
del suo cuore riconoscente. A suo pa- dedica che dedica non è, ma dedica
dre Manuel scrive: “Non passerà diventa se dedicata a te!”, che dice
Una formella a Chimpay ricorda
giorno senza che mi ricordi della S.V. niente credendo di dire tutto. Oppure:
la visita di Ceferino al Papa.
Le prometto che vi ricorderò nelle Quando sono con te mi sembra di
MAGGIO 2009 BS

2.9 Page 19

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stare in paradiso e invece sono al-
l’inferno” che occorre un’intelligenza
superiore per capirla! E ancora: “Le
cose senza senso, amore, le devi dire
con senso”, una bella gatta da pelare
per qualsiasi interprete! “Penso che
pensarti sia un pensiero troppo pen-
sieroso!”, sublime filosofia! “Prendi
la M, prendi la E, mettile insieme e
pensa a ME!”, esempio formidabile
di altruismo; “Prima di amare impa-
ra a camminare sulla neve senza la-
Il Cimitero monumentale
sciare traccia”, il distillato dell’otti-
di Genova che ha impressionato
mismo. “Scava, scava, scava, scava,
Ceferino.
scava… come dedica non è un gran-
ché ma è molto profonda”… suffi-
ciente a nascondere la persona ma IN ITALIA
non l’insipienza.
Continuo con Ceferino che, con- Il destino, come sappiamo, lo portò
vinto di essere bisognoso di aiuto so- in Italia, affrontando un lungo viaggio,
prattutto in campo spirituale, si rivol- fatto con una spina nel cuore che una let-
ge a don Vespignani: “Ringrazio Dio tera a don August Crestanello testimo-
perché lei mi ha donato la sua Parola nia. Sapeva che senza il certificato di
nella confessione; voglio avere lei battesimo non avrebbe potuto seguire
come padre spirituale!”. Non c’è la sua vocazione. La ricerca del docu-
quasi più traccia, oggi, di padri spiri- mento era diventata un’ossessione:
tuali. Meno ancora di gratitudine, al Avrei bisogno che lei consultasse i miei
contrario di quanto il figlio della cari genitori sul fatto tanto importan-
19
pampa scrisse a don Pagliere da te come è quello di trovare la mia fede ha commosso entrambi fino alle lacri-
Viedma il 29 dicembre 1903: “Per di battesimo. Parecchie volte l’abbia- me. Scrive estasiato che il Papa l’ha ac-
dovere di gratitudine verso di lei, non mo cercata… non l’abbiamo trovata!... carezzato e gli ha regalato una medaglia
potevo tralasciare questa giornata Mi farà un grandissimo favore, mio sti- d’argento. In Italia, Ceferino risveglia
tanto felice senza che il mio povero mato padre, se riesce a trovare l’atto di i sogni, rafforza la volontà di “ser util
cuore ricordasse che nella santa casa battesimo”. L’atto esisteva, ma testi- a su gente”, rinnova le speranze di gua-
di Bernal ho un padre buono, affet- moniava anche la sua illegittimità, rire… Ma il male avanza devastante.
tuoso e amabile il quale per cinque dopo lo sposalizio in chiesa di suo pa- Tenta di tranquillizzare i suoi: “Sono sta-
anni e con molto sacrificio, mi ha dre Manuel con un’altra donna invece to visitato dal famoso dottore Lapponi,
aiutato sia nello spirito che nel che con Rosario Burgos sua madre. il medico del Papa”. Ma poi a don Pa-
corpo”, o gran virtù dei cavalieri an- Partì alla volta dell’Italia e la corri- gliere: “Basta que pueda salvar mi
tichi! Del resto di virtù ne aveva da spondenza s’infittì. Scrisse dalle Ca- alma… per il resto sia fatta la volontà
vendere, Ceferino, se è vero com’è narie, poi da Genova, da Torino, da Mi- del Signore”. E la volontà del Signore
vero, che don Vacchina, presentando- lano, da Roma, da Frascati… A Geno- era di riprenderselo con sé. Le sue due
lo ai compagni a Viedma, disse: “È il va rimase incantato dal cimitero: “Muy ultime lettere le scrive dall’ospedale del-
figlio del grande cacicco Namun- admirado al ver los monumentos del l’Isola Tiberina di Roma dove venne ri-
curá. È Ceferino! Un san Luigi!”.
campo santo, todos de mármol…”. coverato mentre era nel collegio sale-
Abituato alle poverissime sepolture siano Villa Sora di Frascati per conti-
mapuche, il cimitero monumentale lo nuare gli studi e recuperare la salute. Lui
Il cimitero mapuche del lago
Rosario.
lascia senza fiato e lo confida in una let- sperava di avere Salud, Santidad, Sa-
tera al suo ex compagno Faustino Fir- biduria (le 3 “S” di Don Bosco) inve-
po. In Italia il principino passa da una ce ne ebbe in sorte solo due: la Santità
meraviglia all’altra e non manca di far- e la Saggezza. Gli mancò la prima, la
ne partecipi amici, parenti ed educato- Salute. Scrisse a suo padre, mettendo-
ri salesiani. Descrive con puntiglio lo al corrente delle cure e chiedendogli
giornalistico le sue visite; in una mat- “su paternal benedición”. L’ultima let-
tinata aveva contato più di 200 chiese: tera del 25 aprile vergata con una scrit-
Oh, se la Patagonia avesse tante tura quasi inintelligibile la indirizzò a
chiese!”. Racconta con dovizia di par- don Vespignani. “Estoy muy débil. Lo
ticolari la visita a Torino, l’incontro con può notare dalla calligrafia!”. Dopo due
don Rua, la sosta presso la tomba di Don settimane, l’11 maggio del 1905, ren-
Bosco e soprattutto l’incontro con il deva la sua splendida anima a Dio.
papa Pio X, il 27 dicembre 1904, che
(Continua)
BS MAGGIO 2009

2.10 Page 20

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ATTUALITÀ
OGGI BULLO…
DOMANI BRAVO? Zbigniew Formella
A 150 anni dalla morte
del “bullo” di Carma-
gnola, Michele Magone
TRE PUNTI NODALI
La psicologia dello sviluppo e
quella dell’educazione identificano
(1845-1859), ammansito
da Don Bosco, parliamo
tre punti nodali che possono influire
sui processi di crescita, favorendo
percorsi adattivi o disadattivi del gio-
dei bulli di oggi e… di
domani.
vane nei confronti della società. Il
primo di questi nodi riguarda le pre-
disposizioni biologiche dell’indivi-
duo, la sua maggiore o minore reatti-
Michele Magone, il vivacissimo
ragazzetto con cui dovette fare
i conti Don Bosco a suo tempo.
vità agli stimoli stressanti, la sua im-
pulsività, le sue difficoltà attentive,
ecc. Il secondo gruppo di fattori si ri-
Morì quindicenne il 21 gennaio
20
1959 a Valdocco. Era nato
il 19 settembre 1845.
ferisce al contesto socioculturale in
cui il bambino vive, al mondo etico,
valoriale e religioso che gli viene tra-
smesso, dove le condotte pro e anti
Isegnali di disagio tra i ragazzi a
scuola e fuori sono in aumento,
ne sono esempi eclatanti i casi li-
mite di aggressività e violenza ri-
portati dalla cronaca quotidiana. Nel-
l’età evolutiva, il disagio socio-rela-
zionale sta assumendo una rilevanza
qualitativamente e quantitativamente
allarmante. Tra i problemi dell’atteg-
giamento uno dei più rilevanti, su cui
si è progressivamente accentrata l’at-
tenzione di studiosi e operatori di
settore, è proprio
quello del disagio
che si traduce in
comportamenti
di prevari-
cazione tra coetanei, il cosiddetto
“bullismo”, presente sia nella scuola
sia negli altri luoghi frequentati dai
ragazzi. Gli operatori coinvolti nel
lavoro con i giovani stanno rivalu-
tando gli aspetti educativi e formati-
vi, tesi alla realizzazione di un’edu-
cazione più completa e integrata, es-
sendosi riscontrata la necessità di do-
tare ogni giovane non solo degli stru-
menti culturali, ma anche di un baga-
glio di competenze relazionali per
potersi ben inserire nella società e
adattarsi a situazioni sempre nuove.
È oggi indispensabile che i ragazzi
imparino a relazionarsi in modo po-
sitivo con le persone, soprattutto i
coetanei. Ci si interroga perciò sulle
cause e sulle possibili spiegazioni
del fenomeno dei “ragazzi diffici-
li” che il linguaggio comune
oggi chiama “bulli”.
sociali sono approvate o disapprova-
te. Il terzo gruppo di fattori riguarda
le esperienze di vita che la persona
fin da piccola compie e, soprattutto,
la rete di rapporti che si va costruen-
do con i familiari, i coetanei, le agen-
zie educative formali e informali. Tra
queste ultime assume una speciale ri-
levanza il sistema preventivo che as-
sicura l’efficacia del rapporto educa-
tivo giovane/adulto. L’importanza
della figura dell’educatore che può
trasformare “il cattivo” in “buono” è
stata ricordata e attualizzata da don
Chávez che nella parrocchia di Car-
magnola, durante la celebrazione del
150° anniversario della morte di Mi-
chele Magone (21 gennaio 1859), ha
richiamato l’incontro tra quel ragazzo
che potremmo definire un piccolo
bullo di allora e Don Bosco: “Oggi
come ieri i giovani cercano adulti
che li accettino incondizionatamente,
capaci di mettersi alla pari, di esser-
Il bullismo
costituisce una
gli vicini; adulti che li facciano senti-
re importanti, che come Gesù li pon-
grande sfida per gano in mezzo; è quello che Don Bo-
l’educazione
e l’educatore,
forse una delle
più difficili.
sco ha fatto ed è quello che chiedeva
ai salesiani: non solo amare, ma far
sentire ai ragazzi che sono amati”.
MAGGIO 2009 BS

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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rio a raccontare l’accaduto. Il
viceparroco capì di chi si tratta-
va e gli parlò di quel prete che
aveva una grande casa a Valdoc-
co con centinaia di ragazzi, poi
gli chiese se a lui sarebbe piaciu-
to andarci. Al suo sì, il
prete, ottenuto il per-
messo della madre
che lavorava tutto il
giorno per mandare
avanti la baracca e
non poteva seguire
il figlio, scrisse a
Don Bosco ha superato
Don Bosco descriven-
do il ragazzo superattivo
brillantemente la prova
del bullismo, con Michele Magone.
ma tutto sommato “buono
È solo uno scherzo! Ma troppi
ragazzi, e perfino ragazze,
purtroppo oggi fanno sul serio, per
noia o per mancanza di valori, o…
UN BULLETTO
TARGATO 1800
Michele Magone, di Carmagnola
(TO), viveva come un “birbante” –
così si definiva lui stesso – in mezzo
alla strada: orfano di padre, cacciato
di cuore”, e soprattutto bi-
sognoso di una guida. Così
una mattina Michele saltò sul
treno per Torino e si presentò a
Valdocco. Al suo arrivo gli fu
dato come di regola, un “angelo
custode”, un ragazzo più grande,
che gli avrebbe dato suggerimenti
e l’avrebbe corretto con bontà del-
le intemperanze, dei discorsi volgari,
delle parolacce. Michele lo accettò.
La pedagogia sperimentale direbbe
oggi che è stato usato il metodo
peer-education, educazione tra pari,
ottima per legarsi all’ambiente, all’a-
nimatore e ai compagni. A scuola ci
andava, certo non di corsa, ma ci an-
dava. In breve fu eletto capitano della
squadra di “barrarotta” che, sotto il
suo comando, diventò invincibile.
Insomma, vivere nell’Oratorio era
diventato entusiasmante per l’ex ra-
gazzaccio.
che ridonò a Michele la serenità. Da
quel giorno divenne più docile, tornò
a essere “il generale” alla guida della
sua squadra, a intervenire con deci-
sione nelle situazioni scabrose che
qualche compagno provocava; se lo
riteneva necessario, lo faceva anche
a suon di pugni, come quella volta
che, trovandosi con Don Bosco a
Piazza Castello, si azzuffò con vee-
menza con un giovinastro che be-
stemmiava; solo l’intervento del sa-
cerdote riuscì a separarli. Morì, dopo
breve malattia, a soli quindici anni,
ma era trasformato. Ed era felice!
Ognuno di noi da giovane ha col-
tivato un “mito”. Poteva trattarsi di
un cantante, o un calciatore, o un di-
vo della Tv, o un amico, un maestro,
un capo scout e magari anche il fra-
tello maggiore. Poteva riferirsi a
persone concrete o anche virtuali.
Per qualcuno il personaggio “mitiz-
21
dalla scuola, difficile a domarsi, po-
zato” si è rivelato fondamentale,
vero, abbandonato a se stesso, incre- IL MITO DI CIASCUNO
tanto da cambiargli la vita.
dibilmente vivace, capobanda di un
Rimane sempre attuale il paragone
gruppo di monelli che passavano il Ma anche lui un giorno cominciò a tra l’educatore e il ponte. Per uno
tempo a organizzare qualche mascal- intristire. Il suo “angelo custode” se che sta “viaggiando” dalla giovinez-
zonata. Alla vista di Don Bosco la ne occorse e gli chiese che cosa lo za all’età adulta, l’educatore è il pon-
banda scappò, ma lui no e come un tormentasse. Non si trattava di no- te che facilita il passaggio. È perciò
“generale” affrontò l’inaspettato per- stalgia del suo antico ambiente o del- indispensabile che il ponte sia ben
sonaggio. Poche frasi scambiate con la sua banda al paese, ma di qualcosa costruito, solido, con barriere di pro-
quel tredicenne scapigliato bastarono di più interiore: Michele non si senti- tezione adeguate, tali da agevolare il
al Don per scorgere in lui un’anima va degno dei compagni dell’Orato- cammino, da permettere relazioni
che rischiava la deriva se non si fos- rio, sopraffatto dai rimorsi e dal rim- umane autentiche, emozioni control-
se fatto leva su quel 5% di buono che pianto di non essere come loro. Era il late, abilità e competenze sperimen-
si trova in ogni ragazzo. Dovendo “richiamo di coscienza” di una per- tate… Solo così il “bullo” di oggi
salire sul treno già in partenza, gli al- sona che, ormai matura, si pone la potrà diventare il “buon ragazzo”
lungò una medaglia: “Va da don domanda esistenziale: chi sono io? di domani. Occorre crederci e af-
Ariccio, il viceparroco e digli di spe- Don Bosco intervenne con il suo fare frontare coraggiosamente la sfida.
dirmi tue notizie”. Il bulletto, incu- paterno/materno e riuscì a convincer- Michele e tanti altri possono testimo-
riosito, da don Ariccio ci andò sul se- lo a fare una confessione generale, niare questo miracolo.
ٗ
BS MAGGIO 2009

3.2 Page 22

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LETTERA
G AI IOVANI
Marco Talon
GATTA CI COVA...
Che mal c’è a dire bugie?
Carissimo,
Una via d’uscita c’è, ti rispondo.
Scompaiono le parole?
Il tuo prestigio non è in gioco se impari a dire
Quando fa comodo vengono soppresse o
pane al pane.
accantonate.
La sincerità è una zolla di terra dove trova radice
Un esempio? La bugia.
la nostra umanità.
Riguarda i bambini – si dice in coro –.
Da lì nasce il nostro futuro, la libertà di sognare
Come sostantivo sembra evanescente, di poco
in grande, la nostra vitalità.
conto, banale.
La sincerità non ha prezzo perché non può essere
Attorno alla bugia c’è un balletto di complicità
messa in vendita.
tale che la giustifica e la fa ritenere innocua: c’è la È un viaggio misterioso tra le nostre emozioni.
22 bugia benevola, amorosa, pietosa, giocosa,
Non ci sono mezze verità, o mezze bugie. Il sì è sì
infantile, spontanea, dovuta, professionale,
e il no è no.
necessaria.
Non è un rullo compressore a differenza della
C’è la bugia buona, a scopo di bene, c’è la
menzogna, che porta alla depressione e spegne
bugia vera, che va detta a onor del vero.
ogni slancio. Mentire è tradire la mente.
È talmente diffusa che ha cambiato
La verità ti rende libero.
nome: furbizia, astuzia,
Muoiono le parole?
compromesso, trucco, raggiro.
Preferisco non rispondere.
Tutti dicono bugie: piccoli e grandi;
So per esperienza quanto sia
figli e genitori, infermieri, malati,
vitale sapere che la
medici, ambulanti, preti e suore,
sincerità, il pudore, il timore,
fidanzati e coniugi, politici e
il tremore abitano nello
giornalisti…
stesso palazzo, crescono nello stesso
Sembra sotto anestesia,
domicilio, vivono sotto lo stesso
perché, a differenza della
tetto: il cuore dell’uomo.
verità, non fa male.
Sii sincero e ti sentirai
Ha il naso lungo, le gambe
restituito a te stesso, capace
corte, gli occhi da gatto, le
di relazioni, pronto a donare te
mani attaccaticce come da zucchero
stesso.
filato, un profilo ingobbito, ripiegato
Posso farti una confidenza?
su di sé.
La sincerità esiste: ho
È una farfalla, non è un fiore ma sta
conosciuto te.
volentieri tra i fiori.
La sincerità ti fa splendere così come sei alla luce
Ruba la fluorescenza dei colori un po’ qua un po’ del sole.
là perché ama travestirsi, apparire, dire quello
Ti avvicina agli altri e ti fa trovare te stesso.
che non si ha o non si è.
Ci vuole una vita per imparare a essere genuini.
Assomiglia alle nuvole che si accumulano:
Basta un attimo perché una sola bugia ti
ti tolgono il sole, lo splendore.
allontani da questo traguardo.
Perché si dicono le bugie, tu mi chiedi con
tuo
sofferenza?
Carlo Terraneo
MAGGIO 2009 BS

3.3 Page 23

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D B IDLI TEAOTNRO OSCO Presentiamo ancora tre lavori prodotti nel 1988.
N––eLCalN’ipoBIlepncSSlcloaCahdrmtUdiiieeeiaSldnlpBoaIerAesiEdlracMetiRlaolq2O’lrRaiu0earA0elCtldi9osTcOetAovalNllaaorCus.IpOboLrrsiREmitciRTtaauTIivfGtoOaoEtRoccaoIdnnicpCeaallgtaa.tl3oa3,nnoottno.
1988
L’ANNO DEL BOOM
di Michele Novelli
Il centenario della morte di Don Bosco
ha dato il ‘la’ a una serie di spettacoli
che raccontano e cantano Don Bosco.
Ci occupiamo, questo mese, di tre
produzioni, tra le tante che quell’anno
fortunato ha suscitato. Una di Catania, 23
una di Napoli, una di Udine.
BS MAGGIO 2009

3.4 Page 24

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GLCieaolavfcmotfdaaaotniuntomTtnsiearduiia”caenep,allalrladl’’eloi“neenaArilsld,aintzeptieoczrEratahertroits’rioeicososesnoidm,areeiqilllfiellueltecs’ereohiriaalsreiltaaoncprtmooolodincori ihooe.
la propria vita ritrova un nome,
un orizzonte verso cui
ri/orientarsi. Con lui anche tutti gli
altri che danno una mano a Don
Bosco ripetono: «Anch’io mi
chiamo Giovanni». Il messaggio è
chiaro: un invito a seguire le orme
del santo dei giovani; chiamarsi
Giovanni vuol dire fare come
Don Bosco. Lo spettacolo si
dipana tra episodi arcinoti
(Bartolomeo Garelli, la tettoia
Pinardi ecc.) fino a convergere in
una canzone che rappresenta una
caratteristica fondamentale della
storia personale di Don Bosco: il
coraggio di inseguire i sogni.
Una vita senza sogni è una notte
senza stelle... Tu sognerai; non
spezzerai il volo del gabbiano
che c’è in te, nel tuo donarti...».
Gli autori hanno dichiarato:
«Abbiamo insistito nel riferimento
ai sogni perché nel “sogno” che
ha accompagnato la vocazione
e la missione di Don Bosco
“A 24
nch’io mi chiamo
Giovanni è del
gruppo CGS Life di
che affronta il problema della
droga e del dialogo in famiglia. Il
loro terzo lavoro “ANCH’IO MI
abbiamo individuato le ragioni
del suo impegno a costruire, per
i giovani, una vita di libertà...
Biancavilla CT, che CHIAMO GIOVANNI” (1988),
già da oltre 10 anni si cimentava che inserisce nella storia di Don
con il teatro educativo e con la Bosco un ‘fil rouge’, è attinente
musica per animare i giovani,
alle scelte del Santo: la devianza
animatori Pina e Armando
giovanile e le sue proposte
Bellocchi che hanno inseguito un educative. Non a caso l’incipit
sogno e continuano a realizzarlo. dello spettacolo è a sipario
Il nome del gruppo nasce in
chiuso; urla in sala: «Il
concomitanza al loro primo
portafoglio!», «Al ladro!», «È
impegno teatrale “LIFE” (1978) lui!», “Fermatelo!”. La fuga del
giovinastro finisce sul proscenio
tra le grinfie di due guardie che lo
strattonano e lo portano via. Poi il
sipario si apre sulla gabbia del
carcere minorile di Torino. Don
Bosco è lì, al seguito del “prete
della forca”, don Cafasso.
Naturalmente la sua attenzione è
calamitata dai più giovani di quei
detenuti. Si avvicina: «Come ti
chiami?». «Giovanni», risponde il
giovane, segnato dalla
disperazione. «Anch’io!...
Anch’io da ragazzo ero una
birba!... Vedrai, diventeremo
amici!». Quel giovane lo
ritroveremo più avanti, come uno
degli animatori che aiuteranno
Don Bosco. Chi aveva chiuso con
MAGGIO 2009 BS

3.5 Page 25

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Per questa ragione abbiamo
voluto insistere… con richiami
continui alla libertà dei sogni
attraverso immagini di cielo, di
gabbiani, di ali. Anche la chiesa
costruita dai giovani ha la forma
del gabbiano, anche la croce…
anche la musica… Questo ci
sembra importante: far
scoprire che la vita si
realizza solo nell’amore, nella
capacità generosa e disinteressata
di farsi carico dei sogni degli altri
per incarnarli nelle situazioni
quotidiane, sfidando
incomprensioni, difficoltà,
31 gennaio del 1888 Don Bosco
chiusure». Tecnicamente lo
moriva, don Francesia invitava
spettacolo è ineccepibile. Le
i ragazzi a non disperare e a
canzoni di Armando Bellocchi mettersi in ascolto della sua voce
sono supportate da una colonna di Padre”. Non abbiamo notizie
sonora cui hanno contribuito noti circa l’allestimento di questo
musicisti siciliani quali Carmelo “quasi recital”. Forse perché non
Fede, Salvo Di Stefano, Marcello è nato come vero spettacolo né
Mammoliti. Testi e musiche di
ha avuto larga conoscenza.
questo spettacolo come degli altri Ma resta un materiale prezioso.
allestiti dagli amici di Biancavilla. “Ogni canzone può essere
estrapolata dalla raccolta.
>> “Sentite, parla ancora” viene Alcune sono utilizzabili per la
25
da Napoli. Il CD, sottotitolo
celebrazione eucaristica e la
“quasi un recital”, lo presenta
preghiera giovanile, altre si
don Donato Lacedonio,
presentano come canzoni
Michele Rua (E faremo a metà) e
coordinatore del progetto:
tematiche, altre come inni per
Domenico Savio (Un abito per il
“Avevamo in mente una semplice incontri di festa ed estate ragazzi, Signore); la tragica malattia del
raccolta di nuove canzoni su Don ecc.”. La canzone d’incipit
’46 (La sua vita continui); un
Bosco. Man mano abbiamo
Camminando insieme
momento di forte intimità con
notato che le nostre canzoni
introduce l’ascoltatore in un
Mamma Margherita non registrato
tracciavano quasi un itinerario, itinerario di quattro tappe che lo dalle cronache (Buona notte,
un recital. Ogni canzone ha una porteranno a ripercorrere alcuni figlio mio); lo slancio dei primi
storia diversa. Abbiamo
momenti della vita di Don Bosco giovani (Oltre il limite del
incontrato Don Bosco sulla corda e a proseguire il cammino
mondo). La quarta tappa conduce
di saltimbanco, l’abbiamo seguito tracciato dalla spiritualità
per le strade del meridione e di
quando si formava e confrontava giovanile salesiana. Lungo
tutto il mondo giovanile salesiano
con le scelte importanti della vita. l’itinerario si incontra Giovannino (Anche solo con un sorriso, ecc.).
Lo abbiamo visto nei prati e nei che, guidato dal sogno
La varietà sonora e poetica di
cortili di Valdocco. E quando il programmatico della sua vita
Sentite parla ancora ha dato vita a
(Un sogno da bambino), cattura una rilettura musicale attuale e
l’attenzione, la simpatia e la stima multicolore della vita di Don
dei suoi coetanei con giochi da Bosco, la cui unitarietà consiste
saltimbanco (E magia sarà). Il
proprio nel voler “riascoltare”
cammino passa per Chieri, dove parole, sentimenti e avvenimenti
Giovanni si confronta con le
del santo torinese in una nuova
scelte importanti della propria
rielaborazione artistica. L’album
vita. Don Cafasso lo aiuterà a
presenta diversi stili, dal pop al
definire il proprio progetto (Tu
rock e al funky, con qualche
che sei di Dio...) e ad assumerlo ballata e qualche puntata sul
come impegno personale (Finché classico come sul jazz&fusion. Il
avrò vita). Si segue Don Bosco a tutto è stato saggiamente
Torino per le strade, i prati e i
amalgamato con un sound che si
cortili: l’incontro con il piccolo fa “sentire”, perché si è voluto
BS MAGGIO 2009

3.6 Page 26

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>> “Se siete giovani vi amerò”.
Anche per gli adolescenti è
possibile recitare e cantare Don
Bosco. Hanno provveduto i
salesiani del Veneto con questa
Commedia Musicale che nel titolo
riporta una delle frasi più famose
del Santo. La prima dello spettacolo
è frutto della collaborazione di più
realtà: i canti eseguiti dagli allievi di
Trento, le danze allestite delle
ragazze di Battaglia Terme, la
recitazione affidata ai ragazzi del
«Don Bosco» di Verona. Già questa
sottolineatura ci suggerisce la
poliedricità di uno spettacolo che
può essere allestito da componenti
diverse che alla fine convergono
suonare “realmente”, con
verso un prodotto unitario. L’autore
musicisti e strumenti evitando di del testo è il prof. Sandro Borchia,
ricorrere alle sole tastiere o ai
exallievo di Verona e Rovereto. Le
prodigi dell’elettronica ed effetti, musiche sono di don Mario Gonzo discorso si dipana dal racconto
e quasi ricreando un’atmosfera da che ha speso una vita
dell’infanzia e giovinezza di
sala prova o cantinola dove si fa nell’insegnare canto e musica nelle Giovannino (Ho avuto un sogno –
musica per un gruppo di amici. scuole salesiane. Di lui si ricordano Giochi di prestigio) alla prima
Il risultato è un disco suonato,
altri brillanti successi largamente esperienza apostolica da prete
piacevole, che sembra dire:
rappresentati per la piacevolezza (Dammi le anime, Signore –
26 “Sentite? Canta ancora …”.
e l’immediatezza delle musiche: I ragazzi che voglio). Centrale è
A Donato Lacedonio abbiamo
Marcellino Pane e Vino, II Vangelo la figura della Madonna che da
chiesto quale messaggio si
secondo noi bambini, Un mondo quel sogno ha sempre
nasconde tra le pieghe di ogni
di favole, II trenino dei dodici
accompagnato Don Bosco
canzone: “ Il messaggio
fratelli. Il Maestro si premura di
(Allarga le tue braccia, o Maria
principale credo che sia legato sottolineare: “L’intero spettacolo Ogni mamma si chiama Maria),
a una canzone, il cui titolo è
è stato pensato in vista
con sullo sfondo un’altra mamma
Faremo a metà: un impegno
dell’allestimento, con ‘mezzi
in carne e ossa (Lettera a Mamma
che Don Bosco ha preso
poveri’, in parrocchie, oratori,
Margherita). Nella parte finale ci
concretamente con un ragazzino, scuole...”. Per l’accompagnamento si pone di fronte agli adolescenti
Michelino Rua. E quell’impegno musicale, l’Editrice Elledici offre, del nostro tempo per additare in
poi si è trasformato in un progetto accanto ai testi, due ‘basi’ musicali: Don Bosco un Padre e un Maestro
di vita. Quel ragazzino è poi
una di sola musica, l’altra di musica (Alleluia a Don Bosco Se siete
diventato il suo primo successore. e voci. “Ci siamo preoccupati di giovani vi amerò Viva Don
A noi piace considerare questo dare alla narrazione una linea
Bosco amico). La freschezza
come un impegno che Don Bosco chiara, in modo da poter
dell’opera, particolarmente nelle
continua a prender con tutti i
annunciare i valori di cui la storia musiche orecchiabili e adatte a
giovani oggi”.
di Don Bosco è piena”. Il filo del un pubblico di adolescenti,
risiede soprattutto nell’impostazione
della parte iniziale: giovani che
raccontano un altro giovane.
L’intento educativo
risulta evidente nel
proporre la giovinezza
di Giovanni Bosco a
modello di crescita
umana e spirituale.
Non per nulla il
musical è stato ripetuto
una sessantina di volte.
Michele Novelli
MAGGIO 2009 BS

3.7 Page 27

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B FFFFFFFFF AGLIORI serena.manoni@libero.it
MARIA GIOIA
IL SACRIFICIO
Il “sacrificio”, accettato con
fede e cristiano coraggio, è
stato il compagno assiduo du-
rante il breve arco dell’inten-
diario alcuni pensieri anche su
questo periodo: “Oggi finalmente
abbiamo avuto la pagella… sono
riuscita una delle migliori della
sa vita di Maria Gioia. Ella classe e spero di potermici man-
nasce il 23 settembre 1904 a Ca- tenere”. Si trasferì poi nell’edu-
sette d’Ete, un paesino della Val candato di Ripatransone, ma a
di Chienti a quei tempi povero e settembre di quello stesso anno
malsano, a pochi km dall’Adriati- (siamo nel ’22), non poté ripren-
Maria Gioia
(23/09/1904-07/03/1931).
co, appartenente al comune di dere gli studi poiché fu vittima di
Sant’Elpidio a Mare (AP). Cresce una malattia che la costrinse a bene l’immensa capacità d’amore
in una famiglia in cui i profondi letto per tre lunghi mesi con punte del suo animo, le prospettò la
valori cristiani vengono concreta- di febbre oltre i 40°. “Non com- consacrazione con il voto di ver- 27
mente incarnati nel vissuto quoti- prendo nulla, non vedo nulla, non ginità restando però in famiglia,
diano. È la più grande dei tre figli odo nulla”, scrive. A questa seguì poiché la sua salute dava sempre
di papà Raffaele e mamma Laura un’altra disgrazia non meno dolo- più frequenti allarmi di instabi-
Bracalente. La prima ombra di tri- rosa che determinò l’allontana- lità. Una tosse acuta accompa-
stezza incrocia la sua vita quando mento dagli studi: la malattia del gnata da febbre alta si era impos-
non aveva ancora sei anni, la babbo, seguita dalla morte. Pochi sessata del suo povero corpo, av-
morte improvvisa della mamma, anni dopo anche la sorella Amalia viandola verso l’ultimo calvario
un dolore che l’accompagnerà per e il fratello Vincenzo morirono. della sua così sofferta vita. Il 25
sempre e che ha riassunto nelle Di tifo. Nella sua breve vita, Ma- settembre 1926 Maria pronunciò
sue memorie come “un perenne rietta conobbe anche l’amore; si il suo “patto d’amore” che ricor-
partirsi e dirsi addio […] Tutto è fidanzò, infatti, per qualche tem- da con queste parole: “Gesù mio
silenzio… nel momento più rigo- po, ma capì subito che non era la sposo, ingigantisci il mio amore,
glioso della vita senza la mam- sua strada. Annotò nel diario: incatena il mio cuore affinché
ma”. Il papà dovette risposarsi per “Non eravamo riusciti ad avvici- non palpiti che per te”. Un per-
dare una nuova guida ai suoi nare minimamente le nostre ani- corso di fede vissuta con punti-
bambini e dalla nuova unione eb- me; mi irritava la sua freddezza, glio da santa, in famiglia, a scuo-
be due altri figli.
la sua noncuranza per tutto ciò la, in collegio, con il fidanzato
che è bello e santo. Non era amo- nei 10 mesi in cui provò a stare
F Marietta a scuola si distinse re il nostro”. Maria aveva aspira- con lui, nel gruppo della Gio-
sempre per la sua mitezza e la zioni e slanci verso un altro Amo- ventù femminile di Azione Catto-
grande generosità. Era sempre re. Lo dimostravano la sua vita, il lica… Una vita spesa nell’amore
pronta e disposta ad aiutare chi suo impegno, i suoi desideri.
per gli altri, stroncata a soli 27
ne aveva bisogno e incline al per-
anni dalla tubercolosi. Era il 7
dono. Terminate le elementari, il F Nel 1926 Maria rese nota la marzo 1931. Il suo “Diario spiri-
padre la fece entrare come edu- propria intenzione di consacrar- tuale”, pubblicato nel 1973, è un
canda dalle benedettine di S. El- si al Signore in un ordine religio- gioiello prezioso che svela la na-
pidio a Mare, luogo di studio e so e ne parlò con il suo direttore tura di un’anima candida e forte.
preghiera. Marietta annota nel spirituale. Questi, che conosceva Dal 1998 è venerabile.
ٗ
BS MAGGIO 2009

3.8 Page 28

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F MA
PORTA PALAZZO Centocinquant’anni fa
Don Bosco si aggirava
UNA MISSIONE
tra le bancarelle del
mercato di Torino/Porta
Palazzo a cercare i suoi
di Graziella Curti
ragazzi, quelli che
venivano dalle borgate,
i più poveri. Oggi, qui,
c’è ancora il mercato,
ma è cambiato il
panorama umano: c’è
gente di tutte le razze,
che cerca di integrarsi
in un Paese a volte
insofferente verso i nuovi
venuti. Ma c’è pure
28
chi accoglie, aiuta,
accompagna.
Il Gazebo del Progetto Aperta-
Mente Cittadine al Mercato
di Porta Palazzo.
Visitatori allo stand del Mercato.
Incontriamo Julieta, Paola, Yasmi-
na, Figlie di Maria Ausiliatrice,
provenienti da tre continenti: Afri-
ca, Europa, America Latina e po-
ste qui come espressione dell’amore
preveniente per i più poveri. A loro
rivolgiamo alcune domande sul senso
del loro vivere qui, in un piccolo ap-
partamento, con vista sulla piazza del
mercato più grande d’Europa.
Com’è iniziata la vostra pre-
senza?
Siamo “comunità” dal 2006. Anno
in cui, dopo alcuni mesi di formazio-
MAGGIO 2009 BS
ne condivisi a Roma, dove abbiamo
frequentato un corso di aggiornamen-
to per missionari, presso l’Università
Pontificia Salesiana, siamo finalmen-
te approdate a Torino. L’idea della
piccola comunità interculturale, col-
locata in un luogo strategico, attenta
alle nuove povertà delle nostre peri-
ferie, come può essere la mobilità
umana presente nelle nostre città, ci
rimanda al Capitolo generale XXI,
celebrato nel 2002, occasione in cui il
nostro Istituto si è fermato a riflettere
e a discernere sull’ipotesi e sulle pos-
sibilità di concretizzare “UNA CASA
COMUNE” per la famiglia umana.
Di qui una serie di conseguenze e di
realizzazioni, fra cui la comunità in-
terculturale di Porta Palazzo a Torino,
nata nella memoria dei 125 anni di
presenza missionaria delle FMA nel
mondo (1877), proprio in ricordo del-
le prime nostre missionarie partite
per l’America Latina, a servizio degli
immigrati italiani. Il “perché” di tutti
questi passi sta forse nel desiderio di
costruire progetti che, nei limiti del
possibile, possano veramente rispon-
dere ai bisogni reali delle persone…
e come conoscere i bisogni senza pri-
ma “starci dentro”? Per arrivare infi-
ne al “progetto” che ancora stiamo
sviluppando.
Di che progetto si tratta?
“Aperta-mente Cittadine” questo
è il nome del Progetto, frutto del
primo anno “di strada”, con l’im-
pressione di non fare niente. Dopo
un tempo di riflessione/discerni-
mento sul vissuto, una prima scelta
di campo: la donna. In seguito, at-
traverso un questionario di sondag-
gio sulla possibilità di avere luo-
ghi/tempi di incontro e di laborato-
rio in cui ritrovarsi, ecco che cosa
stiamo realizzando, insieme a un
gruppo di volontarie: una presenza
in piazza con un gazebo, durante il
mercato del sabato; quattro labora-
tori rivolti a giovani/donne italiane

3.9 Page 29

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e straniere (alfabetizzazione, taglio palazzo di Piazza della Repubblica
e cucito, ricamo e attività manuali in cui stiamo cercando di costruire
varie di maglia e uncinetto, periodi- “una casa per tutti”.
camente anche laboratorio artistico) Qualche fatto significativo…
con la finalità di “stare” in mezzo Indubbiamente gli incontri, gli
alla gente, come sportello d’ascolto “eventi” cittadini a cui abbiamo par-
informale e presenza alternativa tecipato come Comunità intercultu-
d’opinione (gazebo del sabato) e di rale a servizio del Progetto “Aperta-
offrire alle donne dei luoghi di in- mente Cittadine”, quindi con il volto
contro, riconoscimento e protagoni- giuridico di Associazione “2PR Pre-
smo sereno, spazi di integrazione venzione Promozione” sono stati
per l’interazione, in vista di una giu- “fatto significativo”. A partire dalla
sta e dignitosa cittadinanza.
partecipazione alla “Turin Maraton”
Qual è la vostra relazione con la dell’aprile scorso: forse il primo
gente?
grande evento cittadino in cui la no-
La vita quotidiana assunta nella stra presenza sul territorio ha acqui-
semplicità ci ha regalato da subito stato una visibilità particolare, ma lo
Sopra: i volontari non mancano…
Sotto: attività di alfabetizzazione
e promozione per le donne.
“affetto e confidenza” che, come di-
ceva Don Bosco, portano alla fami-
liarità. Gli aneddoti di condominio
sono tanti e commoventi: da Ales-
sandra, la figlia dei nostri vicini ru-
meni del piano di sopra che ci chie-
dono di accompagnare il primo gior-
no di scuola, impossibilitati per lavo-
ro, fino alla proposta accolta della
preghiera condominiale del Rosario,
nei sabati di maggio, insieme alla
“Festa del Vicino”, che il 30 maggio
scorso ha radunato una ventina di
condomini nell’atrio a ballare, suo-
nare cantare e condividere la bellez-
za della diversità: nord e sud, Uru-
guay, Colombia e Mozambico, Ma-
rocco, Romania, Costa d’Avorio, Ni-
geria, Giappone e Cina e una mino-
ranza di torinesi d.o.c… questi sono
gli ingredienti della nostra casa, del
stesso gazebo settimanale, fra le ban-
carelle del mercato di Porta Palazzo
ci sembra segno significativo in
mezzo alla gente, per la possibilità
che ci regala di confrontarci con
azioni, reazioni, silenzi e grida, do-
mande espresse e inespresse, volti,
abiti, sguardi a volte assai più elo-
quenti di tante parole. Altro elemento
significativo è il cammino di pasto-
rale parrocchiale, non facile, nella
nostra Chiesa di San Gioacchino, nel
cuore del quartiere: collocata fra la
Moschea della Pace, la comunità Ci-
nese di via La Salle, i “randagi” tos-
sicodipendenti di Borgo Dora, gli al-
colisti rumeni… e il “piccolo resto”
di italiani, che mal sopportano i nuo-
vi arrivati. Si è tentato anche un ini-
zio di cammino interfedi, vista la
complessità della zona, mettendo at-
torno a un tavolo di confronto alcuni
rappresentanti del Comitato Interfe-
di, nato a Torino in occasione delle
Olimpiadi Invernali del 2006.
Che tipo di rete avete costruito?
Lavoriamo con tutti quelli che han-
no voglia di lavorare con noi, che
cercano, come noi, strade alternative
alla repressione e alla sicurezza per
costruire possibilità ed equilibri d’in-
terazione, mediazione, rispetto, giu-
stizia… con tutti quelli che sanno ri-
conoscere l’uomo, prima del migran-
te e dell’extracomunitario, e sanno
accoglierlo come tale.
Quali desideri per domani?...
Sicuramente quello di poterci avvi-
cinare sempre più efficacemente alla
domanda reale della gente e di trovare
i percorsi più adeguati per arrivare.
Un altro desiderio, soprattutto “oggi”
29
a contatto quotidiano con alcune
realtà culturali come quella maroc-
china, è quello di poter costruire in-
sieme a queste donne, oltre che luo-
ghi di aggregazione e di acquisizione
di competenze (laboratori vari) cam-
mini di formazione per l’emancipa-
zione: troppe di loro vivono in condi-
zioni di sudditanza e di “violenza
culturale” insostenibile… Per questo,
forse, la comunità di Porta Palazzo
dovrebbe essere arricchita di qualche
presenza in più: America Latina,
Africa, Italia sono ingredienti impor-
tanti, ma la realtà dell’Est, dell’O-
riente, la cultura araba richiedono
mediazioni particolari: chissà che un
giorno, in un piccolo alloggio del
quartiere, si possano ritrovare le…
La Comunità FMA: (da sinistra) suor Paola Pignatelli, suor Julieta João,
quattro o le cinque FMA di Porta Pa-
suor Yasmina Rodríguez.
lazzo!?
ٗ
BS MAGGIO 2009

3.10 Page 30

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M L IL
ESE IN
IBRERIA
a cura
di
Vito
Orlando
SANTITÀ
IN CAMMINO
CON GERARDO
MAIELLA
il santo giovane
dei giovani
di Giustino D’Addezio
ELLEDICI, Leumann (To)
2008, pp. 174
PGRIOEVGAHNIEERA
EADSUCCUAORLEA
I VOLTI GIOVANI
OGGI IN CLASSE
DELLA PREGHIERA
DIALOGO EDUCATIVO
Esperienze
esperienze
di Vittorio Chiari
di un insegnante
Centro Ambrosiano, Milano di Giovanni Battauz
2008, pp. 254
Voce Isontina Editrice,
Gorizia, 2008
pp. 240
Sono passati 232 anni dalla
Normalmente si contano i
sua morte, ma il tempo non
giorni che mancano per po-
cancella il fascino di una san-
ter uscire dalla scuola aven-
tità capace di aiutare a sco-
do raggiunto l’età della pen-
prire il gusto di una vita do-
sione. Giovanni Battauz
nata. Dall’umile terra di Basi-
esprime invece il desiderio di
licata la santità di Gerardo
entrare ancora una volta in
Maiella travalica gli oceani
classe per poter “stare an-
EMERGENZA
per farsi compagno di viaggio
cora con i giovani di ieri, …
EDUCATIVA
dei giovani in occasione del-
quelli di oggi e, perché no, di
in un mondo
la XXIII giornata mondiale
domani”. Tornare in classe, li-
che cambia
della gioventù a Sydney nel lu-
beri dalle preoccupazioni dei
di Luciano Verdone,
glio 2008. In verità tutta la bio-
programmi, per un dialogo
Paoline, Milano, 2009
grafia è stata pensata e scrit-
educativo intorno al tema
pp. 192
ta per accompagnare un iti-
cruciale dell’esistenza uma-
30
nerario spirituale per giovani.
Sono troppi, oggi, i pro- Il santo giovane diventa così
na. Si tratta, in verità di un ri-
torno virtuale che tuttavia
blemi e le situazioni edu- un riferimento significativo per La realtà religiosa dei gio- consente di ricostruire nella
cative che rendono gli una vita che trova in Dio la fon- vani suscita non poche do- memoria dialoghi avvenuti tra
adulti incerti sul da farsi e te della gioia per aver saputo mande, anche sulla pre- professore e alunni su temi
a volte si ha l’impressio- dire un sì incondizionato alla ghiera: pregano i giovani? fondamentali della vita. Si
ne che abbiano gettato la “bella volontà di Dio”. I giova- Quando? Per che cosa e tratta di temi che, oggi, non
spugna circa l’assunzione ni possono riconoscere in per chi? Con quali linguag- sempre trovano adulti pron-
delle responsabilità edu- Gerardo il testimone di una gi, modalità, contenuti? L’au- ti e capaci di entrare in dia-
cative. Avviene in fami- vita spesa per i fratelli, con tore ha raccolto espressio- logo con i giovani per soddi-
glia, ove non si riesce a modalità eccezionali, ma nel- ni della preghiera giovane sfare la loro sete di verità e
trovare una via efficace di l’attenzione quotidiana ai bi- frutto della ricca esperienza di senso.
dialogo e a offrire moti- sogni di chi sta accanto.
della sua vita spesa accan-
vazioni che stimolino alla
to ai giovani. Si tratta di un
responsabilità; a scuola
piccolo patrimonio di testi e
ove si rischia di sentirsi
suggestioni, di preghiere
demotivati e di non riu-
narrate e/o cantate. “Pre-
scire neanche a inse-
ghiere giovani per giovani
gnare perché spesso
credenti, che hanno varca-
manca la motivazione ad
to la soglia del Mistero; per
apprendere. L’autore, in-
altri, più tiepidi e incerti,
segnante, nelle due par-
forse abitudinari; per altri
ti del libro, vuole abilitare
ancora non credenti, che
gli educatori a fare atten-
per la prima volta si incon-
ta diagnosi della com-
trano in ricerca di un Padre
plessa problematica edu-
e di un Fratello che non co-
cativa e a trovare gli
noscevano”. Il volume con-
orientamenti adeguati per
tiene anche una raccolta di
riappropriarsi di fonda-
preghiere sulla “passione
menti valoriali ed essere
del Signore” e due veglie
capaci di riattivare spazi
e percorsi di formazione
emotiva, relazionale e va-
loriale.
MAGGIO 2009 BS
con “Maria di Nazareth”.
NCcsrdihoOOeireneNRcotvatReaatSItmncoSIqglePuiocnFiOnhstAeoteNaarsDVoelelEEevgpNaNnrreinasDZsnplAasIoeTot.iAttrlsiieIvciePhlpilbiEEieobrRdssert-ii--i
trici.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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SPIRSETVEEMNATIVO
EFODURCMAAZZIIOONNEE/
DIO OGGI
L’ARTE DI EDUCARE
IL COUNSELING
TI CREDEVO UN ALTRO
NELLO STILE
AGLI ADOLESCENTI
di Carlo Di Cicco
DEL SISTEMA
Strategie e abilità
Edizioni Cantagalli, Siena
PREVENTIVO
di Kathryn Geldard
2008, pp. 152
Approfondimenti
e prospettive
Piera Ruffinato e Martha
e David Geldard
Erickson, Trento, 2009
pp. 308
LINK SALESIANI
UTILI
Séïde (a cura di)
LAS, Roma, 2008
pp. 480
L’età che oggi crea maggiori
preoccupazioni è quella
www.sdb.org è il portale uf-
ficiale della Casa Generalizia
adolescenziale. Nella loro
Salesiana.
crescita, gli adolescenti av-
vertono maggiormente il bi-
www.infoans.org è l’Agen-
zia ufficiale di notizie dei sa-
sogno di sostegno e di rife-
lesiani.
rimenti che spesso latitano.
http://biesseonline.sdb.org
D’altra parte, non è facile
il Bollettino Salesiano online.
saper cogliere lo specifico
della vita concreta degli
www.donbosco-torino.it è
il sito della Casa Madre di To-
adolescenti e confrontarsi in
rino-Valdocco.
modo proficuo con le loro
scelte ed esperienze. Per
questo il counseling con gli
www.donbosconews.it
per reperire notizie sul mon-
do salesiano.
adolescenti richiede abilità
e competenze non comuni, È un libro coraggioso. L’in-
www.unisal.it è il sito dell’U-
niversità Pontificia Salesiana
ispirate alla massima fles- tento è quello di “togliere il di Roma.
31
sibilità. Nella prima parte il gesso” al Dio di Abramo e di
testo presenta le caratteri- Gesù e ricuperare il Dio del-
stiche specifiche di questa l’amore che sa guardare con
www.mgsitalia.it è il porta-
le del Movimento Giovanile
Salesiano, MGS.
Diviso in tre parti strettamen- d’età, nella seconda si pre- occhio di benevolenza anche
te concatenate, il volume rac- cisano gli approcci che de- alle rivoluzioni… E a una ri-
coglie riflessioni sul Sistema vono caratterizzare il trat- voluzione si rifà l’autore, a
Preventivo di Don Bosco ela- tamento. Le strategie mag- quella inaspettata dei giova-
www.volint.it è il portale per
l’Animazione Missionaria e
del Volontariato per lo Svilup-
po in Italia e all’estero.
borate dalle Figlie di Maria Au- giormente efficaci sono of- ni del ’68, quando ebbe il co-
siliatrice. La prima parte rac- ferte nella terza parte, men- raggio controcorrente di
coglie contributi specifici del- tre la quarta raccoglie gli prendere in mano la Bibbia
www.elledici.org è il sito uf-
ficiale della Casa Editrice sa-
lesiana che si occupa di edu-
le FMA che esprimono la fe- studi per capire come ap- e una matita rossa e blu, cazione, catechesi, liturgia e
deltà allo spirito di Don Bosco. plicare il counseling.
Nella seconda si pone al cen-
quasi per correggere la Pa- audiovisivi per l’evangelizza-
rola… Invece dalla Parola zione.
tro la figura di Maria Mazza-
viene corretto. Non si può im- www.missionidonbosco.org
rello di cui presenta la sinto-
nia con il Sistema Preventivo
e il suo specifico apporto per
putare a Dio la stupidità
umana. Con la Bibbia in
mano l’autore si accorge di
è il portale della Procura Mis-
sionaria Italiana che opera in
Torino-Valdocco.
la mediazione al femminile del
avere una marcia in più, www.seieditrice.com è l’e-
sistema. La terza offre alcuni
sviluppi dell’interpretazione
del Sistema Preventivo a par-
tire dai capitoli generali dell’I-
stituto e si offrono riflessioni
sulla sua attualizzazione fa-
cendo riferimento a modelli
antropologici particolari. Il te-
sto offre l’approccio specifico
delle FMA al sistema di Don
Bosco per formare “buoni cri-
stiani e onesti cittadini”.
scopre che l’amore è il cuo-
re di quel Libro e del mondo
e può essere l’appianamen-
to dei troppi disastri umani. È
un libro esaltante, che de-
nuncia, ma indica anche so-
luzioni, riflette e scopre che
alla fin fine lo strumento che
serve – e che tutti possie-
dono – è l’amore, dono di
quel Dio il cui amore era pri-
ma del Big Bang.
ditrice che si occupa di libri
scolastici e testi per l’inse-
gnamento della Religione
Cattolica.
www.cnos-fap.it per una
conoscenza dell’impegno dei
salesiani nel campo della For-
mazione Professionale in Ita-
lia.
www.colledonbosco.it si
occupa dei luoghi che hanno
visto nascere e crescere Gio-
vannino Bosco, e del grande
movimento degli amici di Don
Bosco e dei pellegrini in visita
al Tempio di Don Bosco.
BS MAGGIO 2009

4.2 Page 32

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ON LINE
Un breve profilo di Ivone Zaramella, salesiano coadiutore, morto a 25 anni
a La Thuille.
MORIRE di Giancarlo Manieri
PER SALVARE
La dolorosa vicenda del giovane
salesiano coadiutore signor Ivone
Zaramella consumatasi a La Thuille,
in Val d’Aosta il giorno 2 agosto
1957. Una vita breve ma esemplare.
Il ricordo di chi gli ha voluto bene.
32
DA CONTADINO A SALESIANO
Il perché di questo incipit è presto detto: vogliamo nar-
rare la vicenda del 25enne maestro meccanico Zara-
mella. Era nato a San Michele di Borgoricco, nono di
12 figli, in una famiglia patriarcale di solidi principi cri-
stiani che regalò tre dei suoi componenti alla Chiesa:
Ivone e Vittorino coadiutori salesiani e Maria, suora
“Figlia di san Giuseppe”. Il piccolo Ivone cresceva con
Il coadiutore signor Ivone Zaramella
un carattere volitivo e solare. Aveva 10 anni scarsi
27/10/1932-02/08/1957.
quando il parroco lo invitò a fare il chierichetto. Lui
accettò senza esitare e da quel giorno iniziò ad alzarsi
tutte le mattine alle 5 per recarsi a piedi nella chiesa
Chi ha detto che fatta la pace la guerra è finita? Il parrocchiale a “servir messa” alle 6. A 14 anni il chieri-
salesiano coadiutore Ivone Zaramella e il ragazzi- chetto entrò nell’istituto salesiano Rebaudengo di Tori-
no quattordicenne Ermanno Dalle Nogare furono no come aspirante. Erano tempi di vacche grasse: i
vittime di una guerra finita già da più di 10 anni. Effetti ragazzi che “aspiravano” alla vita religiosa come laici
collaterali li chiamano, cioè disastri di una follia che con- erano la bellezza di 199! Ivone seguì il corso di mec-
tinua a fare danni per decenni, dopo che tutto sembrava canica e nel 1954, a 22 anni, era già insegnante. Gio-
finito. A La Thuille, piccolo comune della Valle d’Aosta al
confine con la Francia, trasformatosi nel corso dei secoli
da avamposto militare strategico ad avamposto turisti-
co, i salesiani di Torino avevano ottenuto per un certo
periodo di usufruire di una vecchia caserma in disuso.
Lì per qualche anno gli aspiranti coadiutori del Rebau-
dengo andarono a trascorrere assieme ai loro inse-
gnanti salesiani un periodo di vacanza. Lì era passata
anche la guerra e aveva lasciato il segno: una bomba
era caduta ed esplosa in un laghetto morenico nei pa-
raggi, colmo d’estate a causa dello scioglimento delle
nevi. Lo scoppio aveva creato vicino alla sponda un va-
sto cratere a imbuto molto profondo e invisibile, una mi-
cidiale trappola.
Con il direttore don Dino Cavallini durante una gita
in montagna.
MAGGIO 2009 BS

4.3 Page 33

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ALESIANI COADIUTORI
Con don Luigi Ondrega. Ivone è il primo della fila
a destra con il cappellino a sghimbescio.
bisticcio, i cattivi giudizi… Per praticare la carità bisogna
fare la carità!”. Dopo ciò che gli capitò quel giorno biso-
gna dire che ha messo in pratica alla lettera il proposito
scritto di suo pugno. “Che cosa è capitato, insomma?”,
chiesi a chi mi parlava di lui dopo una sollecitazione
telefonica. “Aspetti, le leggo ciò che è scritto su una roc-
cia lassù a La Thuille e capirà tutto”.
QUI,
IL 2 AGOSTO 1957,
IL COADIUTORE SALESIANO
IVONE ZARAMELLA DI 25 ANNI
SACRIFICAVA GENEROSAMENTE LA SUA VITA
NELL’EROICO – VANO TENTATIVO –
DI STRAPPARE ALLA MORTE IL SUO ALUNNO
ERMANNO DALLE NOGARE DI 14 ANNI
Il giovane insegnante giocava, come sempre, con loro,
quel pomeriggio. Ermanno si divertiva con alcuni com-
pagni su una larga tavola di legno, forse una vecchia
porta, che faceva da zattera. Proprio – destino infame
IV corso di avviamento professionale. Ivone è dietro
al direttore don Dino Cavallini.
– sopra l’invisibile cratere scavato dallo scoppio della
bomba l’improprio natante si capovolge. Ermanno
scompare subito tra le acque gelide dell’imbuto. Lo 33
sconcerto è generale; molti vorrebbero buttarsi, ma
vane, vivace, allegro, impegnato, ma anche esigente e, l’assistente chierico Giovanni Toso li frena (poteva
a volte, inflessibile. I ragazzi lo temevano e tuttavia lo essere una carneficina), ma non blocca la generosità
amavano perché era sempre con loro in cortile, in di Ivone che si fa un segno di croce e si tuffa tra le
chiesa, in camerata, in classe, nel gruppo. Con loro gelide acque che avevano rapito il suo alunno. Riesce
dialogava, discuteva, programmava. Era tra le altre ad afferrarlo, riaffiorano tutti e due per un attimo. Solo
cose il regolatore della “compagnia dell’Immacolata”. un attimo. Poi la calma piatta del laghetto grida la tra-
Le compagnie erano i gruppi di impegno di allora, e i gedia consumata.
salesiani chiamavano ogni gruppo con il nome di un
santo. Era curioso sentire Zaramella che annunciava:
“Oggi c’è partita; l’Immacolata contro San Luigi, e
Domenico Savio contro il Santissimo Sacramento!”.
Più che fare l’arbitro, però, Ivone preferiva giocare
mescolato ai suoi ragazzi. Ed essi sentivano che il loro
giovane assistente e maestro era tutto per loro. “Ci
voleva un gran bene; uno dei dispiaceri più grossi che
provava era quando gli bocciavano qualcuno; glielo si
leggeva in faccia!”. È la testimonianza di uno stimato
professionista allora alunno del signor Ivone, confer-
mata da suo fratello Vittorino.
UNA VITA DONATA
L’ASSISTENTE SALESIANO
È stata la giornata più buia, il venerdì santo dei salesia-
ni e degli aspiranti coadiutori di quell’anno, soprattutto
di quelli della “compagnia dell’Immacolata” che avevano
improvvisamente perduto uno dei componenti del grup-
po e lo stesso loro amato animatore. I due corpi furono
recuperati dopo circa un’ora tra la commozione e il
pianto dei presenti. La sciagura finì su tutti i giornali,
che parlarono di tragica fatalità, ma anche di sacrificio
eroico di un salesiano laico “assistente”. Furono proprio
questi scritti a strappare di bocca all’ispettore salesiano
che celebrava il funerale un’affermazione che “dovreb-
be essere scritta sul cuore di tutti i veri salesiani”. “E
E ai ragazzi Ivone ha consegnato la sua vita. Non è un cioè? ”, chiesi con una certa curiosità. Me la recitò
modo di dire, ma un fatto tragicamente reale. Ecco tor- come se l’avesse imparata a memoria; mi parve anche
nare in ballo il laghetto di La Thuille nei pressi della vec- di cogliere una punta di orgoglio nella voce: “Una con-
chia caserma e la buca a imbuto scavata dalla deflagra- gregazione che ha dei membri che sanno sacrifi-
zione dell’ordigno bellico. Era l’estate del 1957, i primi di carsi così per i giovani loro affidati, porta in sé i
agosto. I ragazzi passavano serenamente le giornate di segni della grandezza! ”. La domanda, l’ultima, l’ho
vacanza tra giochi, passeggiate, escursioni e… preghie- rivolta a un confratello anziano che l’aveva conosciuto:
re. Il maestro era l’anima di ogni attività, compresa la “Che cosa ha imparato da Zaramella?”. “Questo princi-
preghiera. Del resto, in uno dei suoi propositi, trovato nel palmente: non è vero che a essere esigenti ci si aliena
quaderno degli appunti aveva scritto: “Avrò una carità il cuore dei ragazzi. È vero il contrario. E questo, caro
positiva, nel fare il bene, nell’apostolato, nel saper com- direttore, lo vorrei dire a tanti genitori che fanno gli ami-
prendere… Non basta più evitare la mormorazione, il ci dei figli e permettono tutto! ”.
ٗ
BS MAGGIO 2009

4.4 Page 34

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COME DON BOSCO
l ’educatore
di Bruno Ferrero
BENEDETTI NONNI
I nonni, scoperta recente; i nonni, rete protettiva; i nonni hanno
imparato a essere sempre migliori.
I nonni sono come i telefonini e accumulato dentro di sé un teso-
You Tube, cioè una scoperta re- ro. Quel tesoro chiamato dagli
cente. Fino a mezzo secolo fa specialisti, e non solo da loro, spi-
erano pochi, insignificanti e durava- rito di famiglia. Che è un insieme vrà continuare a esistere, per sem-
no poco. Oggi, le schiere dei nonni di memorie, di illusioni forse, di se- pre. Ricava la percezione della con-
(e dei bisnonni) si vanno ingrossan- greti, di stile di vita, di consuetudini, tinuità degli affetti. Importante, cre-
do e la loro influenza sulla vita fami- di aspirazioni, di speranze. I nonni, do, per i ragazzini del nostro tempo,
liare si fa sempre più incisiva. Asso- fra l’altro, possono trasmettere ai ni- assaliti come sono da una società
migliano sempre meno a elementi di poti quel complesso di storie e di ri- frenetica e traballante. Il bambino
contorno, significativi, poetici talvol- cordi, detto “romanzo familiare”, che teme, più di ogni altra cosa, la dis-
ta, ma non essenziali. Anche dal per i bambini ha un fascino straordi- soluzione del suo mondo affettivo.
punto di vista economico, i nonni nario. Lo possono trasmettere me- E la presenza dei nonni, duratura e
sono diventati una rete di prote- glio di chiunque altro, meglio dei ge- solida attraverso tempi che al nipo-
zione per figli e nipoti. I nonni sono nitori, perché i nonni l’hanno vissuto. tino sembrano sconfinati, è certa-
utili, come baby-sitter, come contri-
mente fonte di sicurezza e di con-
buenti al bilancio familiare, come as- ᭿ Così il nonno può arrivare a forto. I nonni non devono essere né
sistenti tuttofare, come proprietari e rappresentare per il nipotino anche troppo lontani né troppo vicini, in
gestori della vecchia casa al paesel- la stabilità degli affetti familiari. fondo diventare nonni rappresen-
34 lo, divenuta seconda casa per i figli Può parlare, da testimone, dei tem- ta “la seconda volta”: la possibilità
cittadini. È venuto il momento di pi lontanissimi in cui la mamma era di un esame di riparazione, di recu-
considerare attentamente i nonni una bambinetta e il papà uno sco- perare il tempo perduto, di compen-
anche dal punto di vista educativo. laro. Da queste cose il bambino sare antiche carenze, di rimediare
Una nonna lo esprime così: «Mio fi- ricava la sensazione che la sua ai propri errori. Tante esperienze
glio è diventato padre, ora è lui l’al- famiglia esista da sempre e che do- vissute, tanti sbagli propri o altrui
bero con i rami forti, le foglie e un
fanno crescere con il tempo un
frutto straordinario. Io mi sono po-
atteggiamento di benevolenza, di
tuta adagiare e fare le radici
pazienza e di speranza che forse è
nelle accoglienti pieghe della
il dono più grande che i nonni
terra». La famiglia è davvero
possono fare alle generazioni
come un albero: dal tronco
più giovani. I nonni sono
si dipartono i rami ad al-
competenti in sentimenti.
tezze diverse verso dire-
Non detengono una forma
zioni diverse, pur restan-
di autorità o di obbligo,
do in contatto con il fusto.
come i genitori: sono
Ma sono le radici che, at-
degli accompagnato-
traverso la linfa, congiun-
ri volontari, danno
gono il passato al presente
tutto gratis, senza
e il presente al futuro. La
pretendere nulla
maggioranza dei non-
ni è costituita da per-
sonaggi che, con l’a-
in cambio. Pos-
sono permet-
tersi il lusso di
vanzare dell’età, han-
no imparato a esse-
re sempre migliori,
che con l’esperienza
si sono arricchiti, che
con il procedere verso
il loro tramonto hanno
essere umili,
hanno la sag-
gezza di chi ha sof-
ferto, la serenità di
chi ha già combat-
tuto, la pazien-
za di chi non è
più incalzato da-
gli assilli quotidia-
I nonni sono
diventati una rete
di protezione.
ni. Regalano ai
piccoli il dono più
grande: del tempo
MAGGIO 2009 BS

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
per loro. I nonni sono l’ultimo ba-
luardo dei rituali che segnano la
ALA DI RISERVA
NON RUOTA DI SCORTA continuità del tempo. Ritrovarsi perio-
dicamente in casa da loro, festeggia-
re il Natale, trascorrere insieme
periodi di vacanza sono momenti
che “fanno” la famiglia. La scena
conviviale, dove si sta seduti l’uno
I nonni, scrigni di esperienza.
accanto all’altro intorno alla tavola,
sotto la stessa lampada, condividen-
A do vivande e affetti, rimane impressa
nella mente per tutta la vita, costi-
differenza di molti coetanei
che hanno fondato la vita ma-
tuendo un’inestinguibile sorgente di
trimoniale mettendo in dispar-
fiducia e di speranza. Ma viziano i te – per scelta o per necessità di la-
nipoti? C’è un viziare costruttivo e voro e residenza – le famiglie di pro-
un viziare nocivo. È certamente venienza, sono stata protagonista di
dannosa la nonna che identifica il una realtà domestica arricchita sta-
cibo con l’affetto e rimpinza di “me- bilmente dalla presenza dei nonni.
rende” i nipotini. Sono ottimi i nonni Ero consapevole sin dall’inizio che
che valorizzano i nipoti, che sottoli- queste figure sono un tesoro inesau-
neano le loro buone qualità e i loro ribile di esperienza, disponibilità di
sforzi, soprattutto quando i genitori tempo, abnegazione. Gli anziani so-
non hanno il tempo di farlo. Un rap- no quasi sempre le persone più affi-
porto di amicizia, qualche volta con dabili per accompagnare l’infanzia e
un pizzico di complicità, con i nipoti l’adolescenza dei figli, perché sanno
può essere molto produttivo soprat- colmare le inevitabili differenze fra le
tutto nell’adolescenza.
generazioni con un affetto smisurato
e disinteressato, purificato dalle in-
᭿ I nonni sono più che mai utili temperie della vita e liberato definiti-
35
anche alle moderne “famiglie Ikea”, vamente dalle smanie di gratificazio-
quelle che sembrano fatte di ele- ne e di successo sociale. È stato an-
menti pronti a essere composti, che inevitabile in tutti questi anni –
scomposti e ricomposti in vari modi. diciamolo francamente – fare i conti
Anche se i ruoli sono diventati flui- nella convivenza quotidiana con mo-
di, i nonni costituiscono sempre menti in cui era faticoso far quadrare
una cerniera tra le generazioni, i conti delle esigenze, dei desideri,
I nonni possono arrivare
a rappresentare la stabilità
degli affetti familiari.
una base sicura, un’assicurazione dei problemi di ciascuno. Il rapporto
contro gli imprevisti della vita, un fra le generazioni non è tutto rose e
angolo sicuro dove rifugiarsi. L’as- fiori, soprattutto in riferimento alla ᭿ Gli anziani sono il segno della
senza del padre, per esempio, può crescita dei bambini, perché capita di tradizione, il senso delle radici, la
lasciare i figli, specialmente se ma- doversi misurare con criteri di valuta- testimonianza di un’affettività matu-
schi, privi di limiti e controlli interni, zione e di comportamento che si rife- ra, ma non possono e non devono
se nessun altro si assume l’onere riscono a epoche diverse e che po- assumere in proprio la responsabi-
di esercitare la disciplina e di trebbero entrare in collisione, diso- lità di decidere come orientare il
garantire un minimo di presenza e rientando i piccoli.
cammino dei nipoti, perché i giova-
di punti di riferimento. Ciò significa Ci vuole molto equilibrio e saggez- nissimi appartengono a un mondo
soltanto svolgere alcune delle fun- za, da una parte e dall’altra, perché che ha cambiamenti accelerati e
zioni paterne fondamentali, in modo i ruoli genitoriali e la collaborazione globali in cui chi è avanti negli anni
sia diretto sia indiretto come eserci- dei nonni restino chiaramente fa fatica a stare con la dovuta sim-
tare la disciplina, saper dire di no distinti per quanto riguarda lo stile patia. È bello che i nonni siano com-
quando è necessario, favorire l’e- delle relazioni domestiche e l’eser- pagni di gioco e di vita dei bambini,
splorazione dell’ambiente attraverso cizio dei compiti della cura familia- che cerchino di travasare il buono
giochi, promuovere interessi e inse- re; ma è anche importante che si della loro lunga esperienza, ma sen-
gnamenti che servono a traghettare realizzi un’integrazione reciproca za mai dimenticare che il passato e
ragazzi e ragazze dalle mura do- delle presenze educative e affettive. il futuro non potranno mai congiun-
mestiche al mondo esterno, soste- Non serve a niente una rigida spar- gersi compiutamente nel presente.
nerli nelle competizioni, occuparsi tizione di campo; bisogna invece Questo compito spetta piuttosto ai
di loro insomma. Per i teneri albe- impegnarsi insieme nella paziente genitori: umili servitori dell’inedito
relli che crescono una presenza ricerca di sintonie finalizzate a che si nasconde nei nostri ragazzi,
solida è necessaria. Finché le radici costruire il bene di una nuova mamma e papà sono coloro a cui
tengono, c’è ancora speranza per generazione che è inevitabilmente tocca fattivamente condividere la
questo mondo.
ٗ acerba, incerta, fragile.
quotidianità dei figli, intervenire nel-
BS MAGGIO 2009

4.6 Page 36

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la costruzione della loro identità
culturale, partecipare alla rimozio-
ne degli ostacoli che possono
compromettere la progettazione
del futuro; non possono delegare
a nessuno questa fondamentale
responsabilità, né rinunciare a un
accompagnamento educativo che
richiede intelligenza, flessibilità,
lungimiranza. In questo modo dif-
ferente di stare con i piccoli, è
fondamentale però che i nonni
non siano considerati la ruota di
scorta utile per fare fronte a gior-
nate troppo impegnate o, peggio,
per assumere deleghe in bianco
da parte di genitori immaturi o
troppo impegnati con la loro car-
riera lavorativa e sociale; piuttosto
dobbiamo considerarli l’ala di
riserva quando ci accorgiamo che
le giornate sono appiattite sulle
cose da fare e impediscono al
nucleo familiare di volare alto.
᭿ C’è poi una funzione nasco-
sta dei nonni che varrebbe la
36 pena esplicitare in questi tempi in
cui la bioetica è una mitologia
piuttosto che un’esperienza di
amore verso se stessi e il prossi-
mo: gli anziani, innestati nella vita
di una famiglia giovane, possono
aiutarla a comprendere che cosa
vuol dire invecchiare e come è
possibile maturare atteggiamenti
positivi che liberino dal rischio
della marginalità sociale e che
consentano di passare dalla fase
dell’apprendistato a quella del
pieno protagonismo esistenziale.
In questo cammino il dialogo fra
le generazioni è quanto mai
necessario: i nonni devono sfor-
zarsi di offrire il loro profilo miglio-
re, quello di “esperti in umanità”,
che li vede appagati dello sforzo
orientato alla costruzione di una
biografia sensata e consapevoli
della pedagogia del limite e della
finitudine (che tanto bene farebbe
se fosse travasato alle generazio-
ni under 40); i giovani potrebbero
a loro volta comunicare la loro
attitudine alla progettualità, alla
flessibilità, allo stupore, che per-
mette di vivere ogni giorno come
se fosse il primo e l’unico della
propria vita, anche quando la
quotidianità rischia di produrre
monotonia e noia.
ٗ
MAGGIO 2009 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
Classe 1951, di Ceglie Messapica
in Puglia, Santoro è un artista poliedrico
che si esprime attraverso la poesia,
la prosa, la vignettistica, e diversi stili
di pittura. Numerosi i premi e i
riconoscimenti, numerose le personali tra
cui Milano, Roma, New York, Atlanta…
PINO SANTORO
PROIEZIONI
L a versatilità di un artista, ca-
pace di cimentarsi in diversi
campi delle arti figurative, può
indicare l’intensità degli inter-
rogativi che si porta dentro e i più di-
versi tentativi di risposta messi in
opera con le doti che possiede. Pino
Santoro ad esempio lo fa attraverso
le arti figurative e grafiche, ma an-
che attraverso la letteratura, la musi-
ca, la poesia. Il suo cursus professio-
nale rivela un costante connubio fra
evoluzione tecnica e ritorno passio-
nale alla terra delle sue origini.
Emerge nei suoi lavori un cromati-
smo del tutto originale in cui il moti-
vo luce-buio, che permea buona par-
te della sua produzione fino a giun-
gere a un vero a proprio leitmotiv, è
dominante. Il critico Alfredo Pasoli-
no scrive in proposito: “È abbastan-
za sorprendente l’effetto; hai l’im-
pressione di essere precipitato nel
grande buio splendente”.
>> L’effetto emotivo dell’ossimoro
buio-splendente torna in maniera
determinante anche nella riflessione
sacra di Pino Santoro. Nel suo cro-
cefisso intitolato ALTRUISMO ED
EGOISMO, realizzato con la tecnica
dell’olio e colori acrilici su tela, net-
ta e oltremodo distinta è la rappre-
sentazione dei dualismi che sembra
determinino le sorti dell’umana na-
tura: immanente/trascendente, astrat-
to/concreto, luce/oscurità, umano/di-
vino, bene/male. Una divisione che
somiglia a una ripartizione aristote-
lica della realtà paesaggistica e della
realtà dell’anima. Ma qui c’è di più.
La riflessione scende ancora più in
profondità fino “al punto di separa-
zione dell’anima dallo spirito”, fino
al momento culminante della “parti-
ta della vita umana”: nell’opera del
Santoro non c’è soltanto un croce-
fisso mostrato con giochi di luce,
quasi olografico, proiettato sopra la
terra come punto di raccordo con il
cielo! Qui viene immortalato il libe-
ro arbitrio: qui si confronta la giusti-
zia personale con la giustizia di Dio,
si confrontano le due volontà e le
due vie, umana e divina.
>> Che senso ha una pace estorta
con armi se si dimentica Colui che è
la pace? Al massimo si ottiene una
tregua, tregua armata si dice con un
eufemismo, negazione della pace.
Netta poi è la contrapposizione fra i
forti chiaroscuri della sequenza uma-
na con un paesaggio che si va facen-
do via via più confuso dietro le neb-
bie delle bombe, che sono lo spec-
chio della confusione e della tenebra
della mente umana, e la geometrica
simmetria della croce, dominante su
un mondo che sembra ignorarla.
Veniva nel mondo la luce vera, quel-
la che illumina ogni uomo. Era nel
mondo e il mondo fu fatto per mezzo
di Lui e il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente e i suoi non
lo accolsero (Gv 1, 9-11).
ٗ

4.7 Page 37

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LAETARE
ET BENEFACERE…
37
AFORISMI di Franco Scillone
1) Accanirsi contro l’infanzia è come non
ricordarsi che il cielo ha bisogno delle stelle.
2) L’incomprensione tra i popoli passa prima
di bocca in bocca e poi finisce nella bocca
del cannone.
BS MAGGIO 2009

4.8 Page 38

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SFIDE ETICHE
per ragazzi, genitori, educatori
SENSO DEL RISPETTO
E CRESCENTE
MALEDUCAZIONE
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Mancanza di
educazione sociale
educata è una persona che sa stare
correttamente davanti all’altro, cioè
appunto con rispetto.
degli italiani?
Oggi nella nostra società il rispetto
La domanda è legittima,
visto l’andamento
è in declino: non si rispettano le per- reciprocità; il miglior ornamento dei
sone – neppure gli anziani –, l’am- fanciulli è il rispetto verso i genitori;
biente, le cose pubbliche, ecc. Peggio il rispetto è il legame dell’amicizia.
delle relazioni sociali
quando la mancanza di rispetto tocca
nel nostro Paese.
38
gli amici, la famiglia, la religione, le IL RISPETTO
culture, le tradizioni, le regole della
convivenza. L’uomo di oggi sembra
È UN VALORE
Prima ancora del comporta-
mento virtuoso, cioè secon-
do uno stile conforme alla
propria dignità, viene il ri-
spetto. Parola proveniente dal latino
respectus”, significa riguardo, con-
siderazione. Il rispetto è la capacità
di stare davanti all’altro e alle cose,
stimandole degne di attenzione e di
considerazione. È il primo valore
dell’educazione, perché una persona
soffrire di rispettite virale acuta, resi-
stente ai tentativi terapeutici. Eppure
una volta il rispetto aveva strutturato
una sapienza che nei proverbi poteva
suonare così: al maggiore devesi ri-
spetto; chi da tutti è rispettato, è de-
gno di rispetto; chi non rispetta don-
ne, preti, vecchi e fanciulli è un fur-
fante; chi non rispetta sé, non rispet-
ta nemmeno gli altri; chi rispetta, è
rispettato; chi rispetto vuol, rispetto
porti; ciascuno rispettar deve se stes-
so; fra amici rispetto e civiltà esigono
Il rispetto si può definire tenendo
presenti due aspetti: il livello perso-
nale, cioè il rispetto di se stesso, nel
senso che una persona ha del valore
nel modo che si occupa di sé e degli
altri. A livello collettivo, il rispetto è
la base della stima dell’altro. Il rispet-
to è convalidare il fatto che gli esseri
umani si arricchiscono reciprocamen-
te, pur accettando le differenze di cia-
scuno. La coesione umana e la siner-
gia con gli altri permettono di avan-
zare insieme. Il rispetto è un valore,
un impegno individuale e collettivo,
che è promosso dall’esempio. Non si
decreta con la moralizzazione, né
dando lezioni. Ognuno deve mostrare
il cammino, assumendo atteggiamenti
e comportamenti rispettosi. Tutto
quello che si fa quotidianamente, di
bene o di male, non è senza effetto
sugli altri. Nulla è banale.
Il rispetto deve essere praticato
verso l’essere umano, in modo prio-
ritario, ma anche verso l’ambiente,
gli animali, i beni pubblici e privati,
MAGGIO 2009 BS
La carenza di rispetto si manifesta
in particolare nella crescente
maleducazione, nell’inciviltà;
basta passare in qualche strada
di periferia delle nostre città
per rendersene conto.

4.9 Page 39

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le leggi, ecc. Il rispetto è semplice e
tra uno sguardo seccato, una sbuffata
praticabile ovunque: in strada, al la-
e qualcosa di incomprensibile digri-
voro, a scuola, su un terreno sporti-
gnato tra i denti servono clienti che li
vo, nella natura. È applicabile in
trattano senza rispetto e risulta im-
tutte le situazioni della vita.
possibile capire chi abbia generato
Diceva Richard Bach che il lega-
questa spirale impazzita di inciviltà
me che unisce la tua vera famiglia
da un lato e mancanza di professiona-
non è quello del sangue, ma quello
lità dall’altro.
del rispetto e della gioia per le reci-
proche vite. Come anche Blaise Pa-
scal, in riferimento all’amore: il pri-
mo effetto dell’amore è di ispirare un
LA RIVOLUZIONE
Diceva Richard Bach che il legame
che unisce la tua vera famiglia non
“GENTILEZZA”
gran rispetto: si ha una sorte di vene-
razione per ciò che si ama. È giustis-
simo: non si vede nulla nel mondo di
così grande come ciò che si ama. E il
cardinale Schönborn: solo il rispetto,
rivelandoci il “sacro”, quanto cioè
non può essere per nessun motivo ol-
traggiato, ci preserverà dal profanare
il presente, incuranti del futuro.
è quello del sangue, ma quello
del rispetto.
selvaggi, la maleducazione pare di-
ventata una qualità. In realtà, la male-
ducazione è stupida e volgare
perché incapace di logica
e di buon senso. Ha no-
tato Beppe Severgnini
Assistiamo a un vero imbarbari-
mento della vita e delle relazioni in-
terpersonali. Chi è maleducato non
ha mai compreso il punto di vista al-
trui, non è abituato a riflettere. Il ma-
leducato non sa riflettere, vive
secondo un istinto che lo fa
credere sempre legittimato
nel comportarsi in quel
LA CRESCENTE
che in Italia c’è un li-
vello di maleducazio-
modo perché secondo
lui è giusto, perché non
MALEDUCAZIONE
ne diffusa che è disar-
mante. La gente non
gli interessa niente
degli altri. Ma la ve-
La carenza di rispetto si manifesta convive pacificamen-
in particolare nella crescente maledu- te secondo elementari
ra rivoluzione parte
dal rispondere con
39
cazione, nell’inciviltà, nell’arrogan- regole di buon senso,
gentilezza a chi è
za, nel menefreghismo, nella man- ma è una giungla in
maleducato invece di
canza di educazione sociale sempre cui ci si comporta co-
adeguarsi a questo
più visibile. I dibattiti televisivi sono me se fosse necessario
modo selvaggio di
sempre più volgari, con il pessimo aggredire per non soc-
rapportarsi, dal non
esempio di politici e di personalità combere. Dall’uomo del-
pensare che chi è dili-
che hanno un ruolo nella società e la strada che salta la fila e
gentemente in fila sia in
nelle istituzioni. Insulti, parolacce, che ritiene di avere sempre un motivo
realtà un povero stupido
risse, litigi, prevaricazioni, mancanza per essere “speciale” e quindi diverso davanti al quale è normale passare
di ascolto, comportamenti stradali dagli altri. I commessi dei negozi che senza alcun rispetto. Infatti, la male-
ducazione è la frontiera della nuova
Un giorno potremmo pagar cara la nostra maleducazione... Wall-E,
il robottino accumularifiuti della Disney/Pixar insegna qualcosa
d’importante per la vita futura del pianeta!
inciviltà e significa perdita di valori
portanti. È una degenerazione etica
che si traduce nella disonestà e anche
nella corruzione.
Di fronte a molti ragazzini che
sembrano non avere nessuna idea di
che cosa significhi la parola rispet-
to, con comportamenti antisociali,
egoisti, individualisti all’estremo, si
ha la sensazione che manchi la fa-
miglia con il suo compito educati-
vo. In realtà molte colpe sono da
imputare ad alcuni nuovi modelli di
famiglia che, chiudendosi sempre
più a riccio, non lasciano più spazio
al dialogo con gli altri e quindi alla
possibilità del confronto con il pros-
simo. Una famiglia che non si con-
fronta come potrebbe rispettare e in-
segnare il rispetto? Soprattutto per
chi è diverso da me?
BS MAGGIO 2009

4.10 Page 40

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D IBATTITI
Giornate Mondiali
LA SFIDA
INTERNET di Severino Cagnin
Domenica 24 maggio
su tutti i giornali ha fatto piacere a sto” gli incontri a Trento di Religion
molti e un po’ meno ad altri. Dal 23 Today su ”La speranza nell’Islam”; il
2009 si celebra la
Giornata Mondiale
gennaio sul sito di You Tube appare cinema del cattolico Ermanno Olmi,
l’immagine del Papa e si può ascol- presentato al Cairo musulmano, solo
tare la sua parola. Particolarmente per fare qualche scarno esempio. Ma
delle Comunicazioni
Sociali. Una
significativo è stato l’argomento del possiamo anche trovare ben presenti
Messaggio per la Giornata Mondia- e con pagine accattivanti, le librerie
le delle Comunicazioni Sociali. Ha cattoliche che formano ormai una li-
comunicazione
infatti, per certi versi, sorpreso e sta di tutto rispetto, e accanto a esse i
colpito l’invito a usare Internet per numerosissimi siti per comunicare,
corretta è essenziale
promuovere i grandi valori dell’esi- come le Agenzie d’informazione d’i-
nell’era della
stenza, senza cadere nella banalità. spirazione cattolica, i consistenti siti
Saranno i giovani a trasmettere la di ordini e congregazioni religiose,
40
comunicazione globale
favorita e alimentata
gioia del Vangelo: sono essi il futu- quelli ancor più numerosi delle par-
ro, la cosiddetta “generazione digi- rocchie, di associazioni e movimenti,
tale”, che può cambiare le relazioni di gruppi e organizzazioni ecclesiali,
da Internet. Nuove
tecnologie significano
e il mondo!
di ONLUS cattoliche e via di questo
passo. Un exploit impressionante di
>> Si può dunque affermare, alla cui ha parlato anche il laicissimo “La
nuove relazioni.
luce delle indicazioni del Papa, che Repubblica”. Tutto ciò testimonia
Internet e in genere la tecnologia me- che la Chiesa ha compreso l’impor-
diale siano non un pericolo, ma un tanza di Internet e incoraggia a usar-
vero dono per l’umanità. In effetti, lo per diffondere i valori cristiani e,
Promuovere una cultura di dia-
logo, di reciproco rispetto, di
amicizia è la carta vincente
per vivere relazioni meno
alcuni piccoli ma importanti eventi,
diffusi online, incoraggiano a spera-
re. Sul web abbiamo “letto” o “vi-
perché no, per evangelizzare.
>> Non solo. Oltre ai siti ufficiali
esistono siti personali. È ormai una
contrastate, meno fredde nel mondo
schiera decisamente folta quella di
della supertecnologia che abitiamo.
semplici preti, di parro-
Una notizia rimbalzata in gennaio
ci e perfino di vescovi e
cardinali che hanno un
loro sito o addirittura
che hanno avuto il “san-
to” coraggio di aprire un
blog, o di intrufolarsi in
FaceBook… Insomma,
vale ancora e sempre di
più l’esortazione di Gesù
di Andare in tutto il mon-
do e predicare il Vangelo
a tutte le creature. Oggi,
lo si può fare stando co-
modamente seduti sulla
poltrona del proprio uffi-
cio. Occorre solo un com-
Il computer può essere
il nuovo pulpito del
prete dell’era
informatica.
puter con una connessione a Inter-
net. Questa è davvero nuova evan-
gelizzazione.
MAGGIO 2009 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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UN RAGAZZO
di Lorenzo Angelini
OTE SULLE NOTE
Un incidente stradale. Un giovane muore.
Per la cronaca e la statistica è solo un numero
da aggiungere ai conteggi.
Per la Vita è vuoto
incolmabile, quotidianità
che sparisce,unicità
persa.
Pacifico, al secolo Gino de Cre- >> L’argomento non è nuovo ma è
scenzo, affermatosi come auto- originale il punto di vista: non sfogo
re (dalla sua penna, tra le tante, o preghiera di chi – genitore, fratel-
Sei nell’anima portata al successo lo, amico – ha sperimentato perso-
da Gianna Nannini), si riserva, di nalmente tale situazione; non de- musica ci porta subito dentro il
quando in quando, di interpretare le nuncia civile di una piaga sociale da dramma con ritmiche elettroniche,
sue canzoni, magari chiedendo una affidare ad amministratori indolenti e effetti inquietanti e un frammento
collaborazione ai personaggi per distratti. Solo il riscontro di un osser- melodico dalla linea aspra affidato
cui ha scritto. È il caso di Tu che sei vatore esterno che, con acume ma al sintetizzatore e agli ottoni. Poi
parte di me in cui proprio la rocker non senza pietà, ci presenta la Morte inizia il canto, quasi un rap, una
senese lascia la sua “impronta voca- e finisce per parlarci della Vita; ci cantillazione, un recitativo. La lirica 41
le” (bizzarra definizione tratta te- descrive un fatto concreto, tangibile, asimmetrica (meglio a-metrica) non
stualmente dalle note al disco) de- ma lascia aperti mille spiragli dove permette ad alcun disegno melodi-
cretandone il successo radiofonico infilare la nostra spiritualità con do- co di diventare accattivante e co-
e “trainando” l’album Dentro ogni mande di senso.
stringe a concentrare l’attenzione
casa. Tra le canzoni in esso conte-
nute, colpisce per la particolare co-
struzione Un ragazzo, in cui si tratta
della morte di un giovane in un in-
cidente stradale.
>> Il linguaggio è assai evocativo:
La sintonia tra musica e parole ci
suggerisce di percorrere la canzone
in una sorta di ascolto guidato. La
sulle parole. Esse, attraverso la mi-
nuta descrizione di tratti fisici, sca-
vano dentro le persone, lasciando
intuire profondi turbamenti. Su tutto
aleggia ancora lo sconcerto della
Morte: ce le conferma il riff iniziale
che ripiomba graffiante. Tornano le
UN RAGAZZO di Pacifico
Eccoli fermarsi in piedi / intorno al tavo-
lo di alluminio / Arrivano in silenzio e si
sparpagliano
Qualcuno schiarisce la voce, / nessuno
ha una frase opportuna
Si tratta solo di guardare: / un ragazzo è
morto.
Il viso è stato risparmiato. L’hanno pulito,
l’hanno asciugato e addosso gli hanno
appoggiato un lenzuolo duro.
Il padre non capisce niente, / sta fermo
con le mani in tasca.
Le mani sono grosse, di buccia, di scorza,
di unghie sporche: lavorerà al mercato o
guida un camion, /
forse ha una pompa di benzina; sembra
uno che ha preso molto freddo, / che è
uscito sempre presto la mattina.
Ha una vena piena in mezzo alla fronte /
che spartisce e attraversa le rughe / e gli
È che la morte non si fa capire, / dà ap-
puntamento e non si fa trovare. / A spa-
ventare è il rumore dell’incidente, /
la carne rovesciata bianca, / ma quella è
ancora vita, che si dimena, / è poco da
vivere ma ancora ne manca.
Il ragazzo qui davanti non fa paura, /
semplicemente non si sa che dire
È troppo presto per capire / che si capirà
improvvisamente, / senza vedere.
Un citofono che non suona / Un suggeri-
mento che non arriva
Una porta che sbatte / Ciabatte da pisci-
na / Una ricetta con un segreto (… forse
la buccia di limone)
Un bigliettino giallo al vetro, un cellulare,
un nome
Il padre non capisce niente / la madre
non smette di guardare
parole, sempre senza il conforto
della metrica e dell’assonanza e ci
si domanda che cosa faccia paura,
che cosa ci impedisca di capire;
l’arrangiamento si inspessisce ali-
mentando la tensione: ci si aspetta la
terza definitiva intromissione della
Morte con il solito riff. Al contrario,
la musica si “svuota” e la tensione si
placa improvvisamente. Compare,
discreta, una chitarra mentre il canto
ci racconta che cosa mancherà di
quel ragazzo: frammenti insignifi-
canti di vita quotidiana prima, inso-
stituibile pienezza di Vita ora. Il can-
to si concede gli ultimi due versi in
rima prima di lasciare il posto di
nuovo agli ottoni: questa volta però
la loro è una melodia lineare, serena
occhi rossi rossi rossi…
Il padre non capisce niente / la madre
Il padre non capisce niente, la madre non non vorrebbe mai andare
smette di guardare.
che, a poco a poco, si trasforma in
un accorato e solenne inno prima di
sfumare definitivamente.
BS MAGGIO 2009

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l’Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino, avente persona-
lità giuridica per Regio Decreto
13-1-1924 n.22, possono riceve-
re Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
in Roma (o all’Istituto Salesiano
per le Missioni, con sede in Tori-
no) a titolo di legato la somma di
… o titoli, ecc. per i fini isti-
tuzionali dell’Ente”.
b) di beni immobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
in Roma (o all’Istituto Salesiano
42
per le Missioni, con sede in Tori-
no) l’immobile sito in… per i fi-
ni istituzionali dell’Ente”.
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l’uno o
l’altro dei due enti sopraindicati
“… Annullo ogni mia preceden-
te disposizione testamentaria.
Nomino mio erede universale la
Direzione Generale Opere Don
Bosco, con sede in Roma (o l’I-
stituto Salesiano per le Missioni,
con sede in Torino) lasciando ad
esso quanto mi appartiene a
qualsiasi titolo, per i fini istitu-
zionali dell’Ente”.
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 – Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 – Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
MAGGIO 2009 BS
I NOSTRI MORTI
PARONZINI sig. Carlo, salesiano
laico,
† Caserta, il 28/12/2004, a 93 anni
Nel quinto anno dalla morte, i familiari vo-
gliono ricordare il loro indimenticato con-
giunto, nato in una famiglia in cui “la fede in
Dio e l’osservanza della sua legge erano la
regola di vita”. Due dei sei figli sono diventati
salesiani, il signor Carlo come coadiutore e
una sorella, Figlia di Maria Ausiliatrice e mis-
sionaria in Ecuador. Imparò il mestiere di fa-
legname, tentò la carriera militare, fu impie-
gato delle poste… ma il 16 maggio 1940 la-
sciò tutto per farsi salesiano. S’era
innamorato di Don Bosco negli anni in cui
aveva frequentato a Milano la scuola pro-
fessionale dei salesiani. Divenne dunque
coadiutore e nel 1945 fu mandato a Napoli.
Restò fino alla morte in quella ispettoria do-
ve fu insegnante, infermiere, segretario del-
l’Economo Ispettoriale. Fu un uomo di Dio,
un papà per tanti ragazzi senza famiglia che
gli hanno serbato perenne riconoscenza.
LA ROCCA sig.ra Maria Anna,
salesiana cooperatrice,
† Alcamo (TP), il 1°/02/2008, a 89 anni
La disponibilità e la generosità l’hanno con-
traddistinta durante tutta la sua esistenza. Ne
ha dato prova prodigandosi con attenzione e
disponibilità a favore dell’Opera Salesiana di
Alcamo fin dai suoi inizi. Oltre a essere stata
gratificata da tanti salesiani, da parrocchiani e
amici, è stata premiata dal Signore ottenendo
il più bel dono che una mamma possa rice-
vere e di cui andava fiera: un figlio sacerdote,
il salesiano don Enzo Ferrarella. A un anno
dalla sua scomparsa i familiari la ricordano
tutti con affetto, vivendo all’ombra dei suoi in-
segnamenti e facendone un modello di vita.
CARANZANO sac. Battista,
salesiano,
† Bordighera (IM), il 16/12/2007, a 82 anni
Un prete educatore a tutto tondo: sportivo
(bici, sci, ping pong, nuoto, scalate), artigia-
no (martello, chiodi, pennello), insegnante
(sempre con i libri sotto il braccio), prete
(sempre disponibile per celebrazioni, sosti-
tuzioni di parroci, confessioni, liturgie). Ha
vissuto per 41 anni a Vallecrosia, dove an-
cora tutti ricordano la sua grande disponibi-
lità. Dicevano che era evangelicamente
sempre “con la cintura ai fianchi e le lucerne
accese!”. Non si è mai risparmiato nel lavo-
ro, infaticabile nella manutenzione della ca-
sa, fedele nella preparazione, preciso nella
spiegazione, esigente nell’interrogazione a
scuola. Ma era esigente anche con se stes-
so. Fu un sacerdote apprezzato nel ministe-
ro, ricercato per consigli anche da preti e da
comunità religiose. Ha dato sempre il meglio
di sé. Resta in benedizione.
due testi: “Storia del lavoro” e “Legislazione del
lavoro”. Voleva che i suoi ragazzi si rendesse-
ro conto dei diritti, ma anche dei doveri che
avevano riguardo a esso. Era un salesiano di-
namico che non si fermava mai, che ne in-
ventava sempre qualcuna. “Era il protagonista
di momenti di preghiera e riflessione, di tanti
scherzi e battute che rimarranno per sempre
impressi nel mio cuore”, scrive di lui un par-
rocchiano. Un insegnante suo collega lo defi-
nisce “un educatore creativo”. Così rimane nel
ricordo di tanti che l’hanno incontrato.
PICCHIONI sac. Alfredo, salesiano,
† Jebeil (Libano), il 24/02/2008, a 87 anni
Ha passato la sua vita in Medio Oriente dove
per 12 anni fu anche ispettore in Egitto, in Si-
ria, in Israele, in Iran. Espulso nel 1980 dall’I-
ran con tutti i confratelli, fu per 3 anni diretto-
re a Rimini, quindi tornò in Medio Oriente co-
me superiore provinciale. Un uomo e un
sacerdote di grande spessore. Intelligente e
dinamico, esemplare come religioso, attento
e paterno come superiore. Ha dovuto affron-
tare situazioni non facili. L’ha fatto con corag-
gio e astuzia, sempre secondo il cuore di Don
Bosco. Anche don Alfredo fu prete sempre
con i suoi fratelli, con i superiori, con la gen-
te e con le diversissime autorità dei sei Pae-
si che componevano la sua ispettoria, dove
guerre e disordini erano all’ordine del giorno.
Amava i giovani e godeva di stare con loro.
Fu per tutti pastore e maestro convincente,
disponibile a qualsiasi tipo di servizio mini-
steriale. Sarà ricordato come uno dei grandi
salesiani della congregazione.
BESNATE sac. Daniele, salesiano,
† Arese, il 23/06/2008, a 100 anni
Don Daniele ha vissuto gran parte della sua
esperienza pastorale nell’ispettoria Adriati-
ca, con vari incarichi, tra i quali spicca quel-
lo di economo ispettoriale in tempi e situa-
zioni non facili. Fedele nel servizio e nella
pratica religiosa, fu un uomo sereno che mai
perdeva la calma, mai sbottava in reprimen-
de. Voce esile come il suo fisico, minuto ma
resistentissimo. “Ha tenuto sempre con coe-
renza vigile e impegnata le posizioni che
l’obbedienza gli ha affidato, anche quando
età e acciacchi avrebbero convinto chiunque
a tirarsi indietro”, ha scritto di lui un confra-
tello. Fu un religioso dall’osservanza inec-
cepibile, di ottime capacità culturali, come in-
segnante di lettere, di grandi capacità rela-
zionali, di profonda fede e pietà.
ne“ltRogeriacnirasdoainifnoiotdreiirrDreaio”
BURLINA sac. Mario, salesiano,
† Vasto (CH), il 31/01/2008, a 83 anni
Riusciva a mescolare con invidiabile sempli-
cità una certa scontrosità con il sorriso, una
precisione quasi maniacale e una grande
bontà. Lo sorreggeva un’intelligenza acuta e
la voglia di fare il bene. I ragazzi e i giovani so-
no stati la sua passione, soprattutto quelli del-
la scuola professionale, ai quali per tanti anni
ha fatto da insegnante, pubblicando per loro

5.3 Page 43

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MM iill
eessee Savina Jemina
MMAAGGGGIOIO
ACQUE BIBLICHE
MARE MEDITERRANEO
Il nome di questo mare compare
soltanto nelle traduzioni moderne
della Bibbia (16 volte nella tradu-
zione CEI), perché nelle lingue ori-
ginali si usano i termini mare Gran-
de, mare Occidentale, mare dei
Filistei (Es 23,31) o “il” mare (Gs
19,29 o Ez 19,11). D’altra parte, per
il popolo ebraico di mare vero e
proprio non esisteva che questo,
al punto che indicava l’Occiden-
te con le parole “verso il mare”.
Sempre in questo mare Giona
“restò nel ventre del pesce tre
giorni e tre notti” (1,4 e segg.) e
san Paolo fece naufragio (At 27). Il
nome Mediterraneo deriva dalla
parola latina che significa “in mez-
zo alle terre”, ma gli antichi roma-
ni lo chiamarono “nostrum” per
sottolineare che il loro impero si
estendeva a tutti i territori bagnati
dal mare stesso. Ha la superficie di
quasi 2510 milioni di km2, lunghez-
za di circa 3900 km e profondità
massima di 5093 m, al largo della
costa meridionale greca. Sulle sue
sponde si affacciano 23 Paesi
(Gibilterra e Palestina compresi) di
tre continenti.
LUCI DAL MEDIO EVO
>> 3 maggio 1019: in Francia, per
la consacrazione della chiesa
dell’abbazia di Montmajour è isti-
tuito il “pardon de Montmajour”,
prima indulgenza collegata a reli-
quie della Croce. Da allora, l’ab-
bazia richiama ogni anno decine
di migliaia di pellegrini. Il nome de-
riva da una grande pietra, emersa
nella zona paludosa dove, attorno
al 948, si erano insediati i benedet-
tini. Il complesso monastico, patri-
monio mondiale dell’Unesco, ap-
partiene ora allo Stato.
>> 12 maggio 563: nell’isolotto di
Iona, costa occidentale della Sco-
zia, san Colomba e dodici com-
pagni d’origine irlandese fondano
il monastero che in breve tempo
diventa uno dei maggiori centri re-
ligiosi d’Europa. Tra i discepoli, ci
sono san Colombano, a sua volta
fondatore dell’abbazia di Bobbio
(Piacenza), e san Gallo, fondatore
dell’omonima abbazia svizzera.
>> 23 maggio 1099: iniziano i lavori
di costruzione della cattedrale di
Modena; la data si legge su una
lapide murata all’esterno dell’absi-
de maggiore, che riporta anche il
nome dell’architetto: Lanfranco,
della “scuola campionese”. A lui si
affianca subito lo scultore Wiligel-
mo. L’opera è voluta dal popolo,
dal clero e anche dalla contessa
Matilde di Canossa. Nella cripta si
trovano le reliquie del vescovo san
Geminiano, patrono della città. È
patrimonio mondiale dell’Unesco.
>> 23 maggio 1385: a Milano, si de-
moliscono l’arcivescovado, il batti-
stero e vari palazzi per iniziare la
costruzione del duomo. I lavori pro-
seguono per secoli. Nel 1418, papa
Martino V consacra l’altare mag-
giore. Nel 1572, san Carlo Borro-
meo riconsacra il Duomo. Quella
che oggi è una delle più comples-
se chiese gotiche del mondo, è
lunga 158 m e larga 93. La “Ma-
donnina”, la statua in rame alta
quattro metri e inaugurata nel
43 1774, si trova a 108,50 m dal suolo.
Le guglie sono 135 e le statue 3400.
PRETI SCIENZIATI GIUSEPPE MERCALLI
Nasce a Milano il 21 maggio
1850 ed è ordinato sacerdote
nel 1872. Allievo di Antonio Stop-
pani, si laurea in scienze naturali
e insegna al semina-
rio e in scuole secon-
darie di Monza. Com-
pie studi sui terreni
glaciali alpini della
Lombardia. Consegue
la libera docenza in
geologia all’Università
di Catania e, dopo, si
occupa di sismologia
e vulcanologia all’a-
teneo di Napoli (1892).
Insegna anche al li-
ceo “Vittorio Emanue-
le”, dove ha come
allievo anche il futuro
medico e santo Giu-
seppe Moscati. Nel
1899 realizza la prima carta
sismica del territorio italiano.
Sempre a Napoli, elabora sia
una scala di intensità dei terre-
moti con dieci gradi o livelli,
nota in tutto il mondo con il suo
nome (poi, portata a 12 “gradi”
da due studiosi ame-
ricani), sia uno sche-
ma per classificare le
eruzioni vulcaniche.
Dal 1911 assume la
direzione dell’Osserva-
torio vesuviano, che
porta a fama mon-
diale. Nominato ca-
valiere della Corona
d’Italia per meriti
scientifici, muore il 20
marzo 1914 per le
conseguenze di un
incendio sviluppatosi
nel suo studio. Tra i
collaboratori ebbe
anche Achille Ratti,
pure lui alpinista e appassionato
di scienza, che alcuni anni dopo
divenne papa Pio XI.
BS MAGGIO 2009

5.4 Page 44

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P P RIMA AGINA Serena Manoni
EMERGENZA PUCALLPA
Un agglomerato sulle sponde dell’Ucayali cresciuto quasi dal nulla,
testa di ponte per lo sfruttamento delle ricchezze della foresta e…
per la coltivazione della coca.
Pucallpa (circa 260 mila abitanti) è una città in
forte espansione: i suoi barrios, in continua
caotica crescita, accolgono la popolazione più
povera, venuta dalle zone rurali in cerca di fortu-
na. Modeste le abitazioni per lo più su palafitte,
erette con materiali di fortuna su terreni occupati
abusivamente, quasi tutte senza servizi. La città è
servita da mototaxi, che spesso assomigliano a fer-
ro vecchio e ti chiedi se vanno a motore o a spinta
umana. Il degrado è un po’ dovunque e i 110 mila
giovani e giovanissimi che sbucano da ogni dove
assomigliano a “pecore senza pastore”.
>> Sarebbe una città ideale per l’azione di Don
44 Bosco… Ebbene, è effettivamente la città di un
A Pucallpa è emergenza educativa.
figlio di Don Bosco, monsignor Gaetano Galbusera
che ne è il vescovo. Egli si ritrova pastore di una >> Egli è stato a suo tempo insegnante, direttore,
grande emergenza educativa che vuole a tutti i parroco, ispettore… Si rende conto che sarà dura,
costi superare. Ne ha le qualità, l’intelligenza e il ma questa è la sua missione: evangelizzare edu-
carisma lasciatogli in eredità da Don Bosco. Troppi cando, educare evangelizzando. Ed è anche questo
i figli di quella terra candidati alla strada; troppe le il motivo per cui da buon salesiano sta pensando a
famiglie disgregate; troppe le strutture fatiscenti sia una cintura di 7/8 “centri educativi”, una rete di
scolastiche sia ecclesiali; troppi i “non battezzati”; oratori per “riconquistare” quella che ormai è la
troppe le assenze dalla messa, dalla catechesi… sua città! Qualche volontario lo aiuterà. Qualche
Don Gaetano ha accettato la grande sfida.
benefattore lo aiuterà.
ٗ
La cattedrale di monsignor Gaetano Galbusera
salesiano.
Palafitte nei barrios di periferia.
MAGGIO 2009 BS

5.5 Page 45

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45
BS MAGGIO 2009

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
RITORNA
le ore 16,30 circa, la dottoressa 2002, ha sempre desiderato la
IL BATTITO
CARDIACO
della rianimazione mi avvertì che compagnia di una sorellina; per
il cuore di Luca si era fermato e questo pregava tutte le sere.
che erano impazziti per rianimar- Nell’ottobre 2005 ho scoperto di
lo con la defribrillazione. Aggiun- essere incinta, ma la gravidan-
Dopo tre anni di matrimonio so-
se anche che, se fosse successo za tanto attesa e desiderata ter-
no rimasta incinta. La gravidan-
ancora, Luca non avrebbe avuto minò con un aborto. Fui colta da
za sembrava procedere senza
forza sufficiente per reagire. Di- una grande sfiducia, ma il Si-
problemi: io e mio marito erava-
sperati, ci siamo premurati di gnore non mi ha mai abbando-
mo felicissimi. Ma alla fine del
chiamare un sacerdote che gli nata. Abbiamo pregato tanto il
quinto mese, durante un’ecogra-
amministrasse l’Unzione degli in- Signore per l’intercessione di
fia, i medici si accorsero che la
fermi. Trascorsa una notte alluci- san Domenico Savio, Don Bo-
crescita del bambino s’era im-
nante, nel terrore che Luca non sco e Maria Ausiliatrice, finché
provvisamente arrestata. Poco
lottasse più, il 18 dicembre la gui- nel febbraio 2007 è arrivata una
tempo dopo subii un aborto
da spirituale del nostro gruppo di nuova gravidanza che ci ha col-
spontaneo. La perdita del nostro
preghiera mi fece pervenire la fo- mato di gioia. Il 12 ottobre è na-
primogenito ci lasciò profonda-
to del Servo di Dio Attilio Gior- ta la mia seconda bambina,
mente addolorati, tanto più che i
dani, poiché in quel giorno cade- Marta Mafalda, che con la so-
medici anche dopo molti esami
Mamma Margherita.
va l’anniversario della sua morte, rella più grande rallegra la no-
non sono riusciti a darne una
suggerendomi di attaccarla al stra bella famiglia.
spiegazione convincente. Tutte
le analisi hanno evidenziato un PREGHIERE
lettino sul quale giaceva Luca già
in coma farmacologico; così feci
Chiefari Valeria, Biella
bimbo perfettamente sano. Nel ESAUDITE
immediatamente. La notte di Na-
gennaio 2007, nuovamente in
tale mio figlio, anche se impossi-
gravidanza, ho deciso di affidar- Alla mamma era stato diagno- bilitato a parlare perché intu-
mi a san Domenico Savio fin sticato un tumore all’intestino. bato, ha riaperto gli occhi e ha
dall’inizio. Mi sono procurata il Comprensibilmente scossi, ci dato segni di improvvisa e ina-
suo abitino e ho pregato tantissi- siamo rivolti con fiducia alla spettata ripresa. Poco alla volta,
mo. Ho potuto portare avanti la venerabile Margherita Oc- ogni organo del suo corpo ha ri-
gravidanza fino al nono mese in chiena, la santa mamma di cominciato a funzionare in modo
perfetto stato di salute. Durante il Don Bosco, affinché vegliasse autonomo; per questo è stato
parto, a seguito dell’anestesia sulla nostra amatissima mam- progressivamente liberato da tut-
epidurale, mi si è improvvisamen- ma e intercedesse con noi te le macchine che l’avevano
te abbassata la pressione san- presso il Padre per la sua gua- mantenuto in vita. Ora, trascorso
46 guigna ed è scomparso dai moni- rigione. I controlli e le diagno- appena un mese dal ricovero,
tor il battito cardiaco del bimbo. si tuttavia avevano fatto emer- Luca è stato riportato a casa, do-
Sono subito accorsi i medici e le gere l’assoluta necessità del- ve la sua giovane moglie e due
ostetriche, temendo che il piccolo l’intervento chirurgico, che in piccole bimbe di due e tre anni lo
non ricevesse più sangue e ossi- effetti è stato eseguito dall’é- attendevano con tanto amore.
geno. Mentre i medici mi accudi- quipe medica che aveva in cu- Desidero aggiungere, per amor
RISCHIO
vano, io e mio marito piangeva- ra l’ammalata. Ebbene la deli- del vero, che numerosissimi grup-
DI ISCHEMIA
mo per la paura di perdere il cata operazione cui nostra pi di preghiera hanno intensa-
E TROMBOSI
bambino. Io guardai verso il soffit- madre è stata sottoposta è mente pregato per la guarigione
to della sala operatoria e invocai perfettamente riuscita e per il di mio figlio. Ma senza dubbio Da tanto tempo desideravo dare
l’aiuto di san Domenico Savio. momento ci hanno detto che “qualcosa” è rapidamente cam- alla mia bambina Anna una so-
Proprio in quel momento la gine- non c’è bisogno di altre tera- biato dal momento in cui ho mes- rellina o un fratellino, ma la mag-
cologa emise un grido di gioia, pie. Ringraziamo con com- so la foto di Attilio Giordani ac- gior parte dei medici me lo ave-
avendo ”ritrovato” sul monitor il mossa gratitudine mamma canto a Luca in coma, supplican- vano sconsigliato, poiché a cau-
battito cardiaco del bimbo ancora Margherita per il suo aiuto.
do con fiducia di perorare presso sa di alcune anomalie cardiache
vivo. Ancora al presente ringrazio
il buon Dio che per l’intercessione
Gumana Maria, Verona il Signore la sua guarigione. Ben- congenite e notevoli disfunzioni di
ché indegna di tanta grazia, il vene alle gambe, avrei rischiato
di san Domenico Savio ci ha con-
mio cuore ora scoppia di felicità ischemia e trombosi, sia al mo-
cesso di avere il nostro Giorgio,
e dico: ”Grazie, Attilio, per aver mento del parto sia quaranta gior-
nato il 27 settembre 2007, vivace, chemioterapie molto forti. Essen- aiutato Luca!”.
ni dopo di questo. Ero quindi in-
allegro e pieno di vita.
dosi così reso inefficace il suo si-
Moretti Valeria, Milano stema immunitario, improvvisa-
mente un virus, pare di varicella,
D’Acquarica Luciana, Milano
certa sul da farsi, temendo che mi
succedesse qualcosa di grave. Mi
sono allora affidata all’interces-
CONTRO DUE
TUMORI MALIGNI
E…
Mi chiamo Luciana sono sociolo-
lo colpì e lo devastò internamen-
te come uno tzunami (è la defini-
zione di un medico). Luca non
stava più in piedi, la bocca era
tutta una piaga purulenta, il re-
spiro affannoso e i nervi del viso
gli producevano dolori fortissimi.
I NOSTRI
DUE ANGELI
Mi chiamo Valeria, ho 36 anni e
sono sposata da otto. Mia figlia
Chiara Emanuela, nata nel
sione di san Domenico Savio.
Pochi giorni dopo scoprii di esse-
re incinta per la seconda volta.
Recitai ogni giorno la novena e la
preghiera della mamma in attesa,
portando sempre l’abitino del
santo. Il 17 settembre, con parto
ga e vivo a Milano con la mia fa- Un rene si era atrofizzato, la cir-
naturale e senza alcun problema,
miglia. Il 16 dicembre 2007 mio colazione del sangue era com-
è nata Francesca per la felicità di
marito Bruno e io abbiamo ac- promessa, la pressione massima
Anna e di tutti i familiari.
compagnato nostro figlio Luca a 50 e la minima a 31, il cuore let-
Massimo, di 34 anni, al Pronto teralmente impazzito. Nel giro di
Borsi Roberta, Verona
Soccorso dell’ospedale di Ni- poche ore Luca, colpito da pol-
guarda a Milano. Luca già da due monite fulminante, è stato intu-
anni e mezzo lottava contro due bato e ricoverato in rianimazione
tumori maligni Hodgkin e non-
Hodgkin, dopo aver subito un’o-
perazione, un trapianto di cellule
staminali e numerosissimi cicli di
nel reparto di terapia intensiva.
La dottoressa mi disse di prepa-
rarmi al peggio, perché mio figlio
era gravissimo. Il 17 dicembre, al-
V. Dorotea Chopitea V. Rodolfo Komorek
MAGGIO 2009 BS
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IN PRIMO PIANO
redazionale
Monsignor
TITO SOLARI
di Pesariis-Prato Cernico (UD).
Nel 1974 era direttore a Santa Cruz
in Bolivia. Nel 1981 ispettore,
nel 1987 vescovo ausiliare di Santa
Cruz. Dal 1999 è arcivescovo
di Cochabamba.
Monsignore, che cosa dice della sua archidiocesi?
Che ha una breve storia, circa 160 anni, ma è fornita di un numeroso
clero secolare e regolare. Sono presenti nell’archidiocesi un centinaio
di congregazioni di cui 70 femminili e ci sono circa 100 case di forma-
zione. Insomma la Chiesa è giovane e anche il clero lo è, l’età media,
infatti, non supera i 45 anni.
E la situazione geografica?
È molto diversificata. Ci sono parrocchie a 200 m s.l.m. e parrocchie
a 4000 m.
Sono popolazioni religiose quella della Bolivia?
Religiosissime. Ma c’è anche qualche problema, a causa della me-
scolanza tra religione cattolica e riti indigeni. Insomma si può pensare
a una religiosità “mista”. Soprattutto alcune particolari feste e ricor-
renze ne soffrono, ad esempio le feste della Madonna, o la ricorrenza
dei defunti. Il problema dell’inculturazione si sente, ma la soluzione…
non è dietro l’angolo.
Monsignore, e i giovani?
Sono più del 50% della popolazione. Hanno molti problemi, ma oggi
manifestano una gran voglia di apprendere, studiare, conoscere. Chi è
più indigente e non può permettersi di fare unicamente lo studente (e
le assicuro che non sono pochi) lavora di giorno e studia di notte. Co-
me nelle nazioni più progredite, esiste un forte iato tra padri e figli,
tradizione e modernità. Spesso i media acuiscono le contrapposizioni.
Come vanno le vocazioni?
Ce ne sono. E molte. Oggi abbiamo 320 seminaristi. In alcuni anni
sono stati 500, in altri 200… Ci sono variazioni periodiche davvero
notevoli, e non se n’è ancora compresa la dinamica.
E la politica educativa?
Ahimè, la politica domina l’educazione e l’educazione è appannag-
gio dello Stato. Lo Stato poi, che è socialista, tende a privare la Chiesa
di tutti i privilegi… ma questo forse non è un male: la Chiesa è più li-
bera di evangelizzare, senza legami ingombranti. Lo Stato, comunque,
considera la Chiesa un’appendice dei colonizzatori. Ora consideri che
siamo in periodo di forte decolonizzazione, ciò rappresenta un ostacolo
per rapporti pacifici. Ma… confido che riusciremo ad accordarci.
Qualche dato della sua archidiocesi?
È presto detto: 32 mila km2; 1 milione e 200 mila abitanti; 270 preti e
un migliaio di suore. Un grande problema che occorre affrontare con
urgenza è la crisi della famiglia, come un po’ in tutto il mondo. Una
delle cause è l’emigrazione.
Neimuna
Ancora bambina, a Neimuna
viene assegnato un marito do-
po lunghe trattative tra i suoi
genitori e quelli del futuro
sposo, che sfociano in un patto
non privo di relativi compensi.
Lei, dopo qualche tempo (non
aveva più di 12 anni), ne viene
informata e subito dopo le mo-
strano ufficialmente colui che
è stato deciso sarà suo marito.
Non le piace. Nemmeno un
po’. Ma in Mali i matrimoni
non si fanno per amore, si
combinano in genere per inte-
ressi. Guai a chi rifiuta. Nei-
muna invece rifiuta. La riem-
piono di botte e lei, caparbia,
non cede. Ancora botte: è or-
mai piena di lividi in tutto il
corpo. Allora, disperata, poco
47
prima che venisse consegnata
allo sposo, decide di fuggire.
Di notte, come una ladra, esce
dalla povera capanna e si rifu-
gia nel bush. Si nutre di quello
che la boscaglia le offre… Tre
settimane di libertà! Poi le ri-
cerche dei parenti danno frutto
e lei si ritrova nuovamente a
casa, sempre più piena di livi-
di e con una sinistra promessa:
la prossima volta sarà la mor-
te. La legge atavica è più forte
dei sentimenti. A Neimuna non
resta che seguire le tradizioni,
ma, confida alla volontaria che
è riuscita ad avvicinarla, non
si arrenderà mai.
BS MAGGIO 2009

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TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
CHIESA
di Silvano Stracca
Populorum progressio (1)
Il ccp che arriva con il BS non è una
richiesta di denaro per l’abbonamento
che è sempre stato e resta gratuito.
Vuole solo facilitare il lettore che
volesse fare un’offerta.
ATTUALITÀ
di Daniele Zattini
Samuele Kappa emigrante
FMA
di Graziella Curti
Bambini di strada diritto di vivere
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
Tres piedras preciosas