Bollettino_Salesiano_200809

Bollettino_Salesiano_200809

1 Pages 1-10

▲back to top

1.1 Page 1

▲back to top
Mensile - Anno CXXXII - nr. 8
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 8/2008
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Settembre 2008

1.2 Page 2

▲back to top
STRENNA 2008
di Pascual Chávez Villanueva
EDUCARE
CON IL CUORE DI DB
LA COMUNITÀ
EDUCATIVO/PASTORALE
“Sempre di più al nucleo animatore
della CEP [Comunità Educativo-Pastorale] partecipano anche
altri soggetti (giovani, laici, membri della Famiglia Salesiana,
rappresentanti della Chiesa locale e del territorio) che
della Pastorale e perciò richiede un
condividono la nostra spiritualità e missione impegnandosi impegno costante di formazione da
nell’animazione. In esso la comunità salesiana svolge il ruolo parte di tutti i suoi membri. Purtrop-
di riferimento carismatico a cui tutti s’ispirano”1. po frequentemente il giovane si sen-
te perso e disperso constatando che
quanto si respira sulla strada, in
famiglia, a scuola o nel centro giova-
Fondamentale per la
realizzazione del Pro-
getto Educativo Pa-
Bosco si venne costituendo nile non va sempre nella stessa dire-
questa comunità familiare, zione, né persegue i medesimi obiet-
nella quale i giovani stessi tivi educativi.
2 storale (PEPS) salesiano
è la Comunità Educati-
erano protagonisti e cor-
responsabili. In essa si >> La CEP non è una nuova strut-
vo/Pastorale (CEP): un
viveva un ambiente im- tura ma una comunità di persone,
gruppo che “coinvolge gio-
pregnato dei valori del uno spazio educativo dove si condi-
vani e adulti, genitori ed
Sistema Preventivo, con vide un insieme di valori vitali che
educatori, fino a poter diven-
caratteristiche spirituali e conformano un’identità partecipata e
tare un’esperienza di Chiesa,
pastorali ben definite, obiettivi cordialmente voluta. Si chiama edu-
rivelatrice del disegno di Dio”2.
chiari e una convergenza di ruoli cativa perché colloca al centro la
Fin dai primi tempi attorno a Don pensati e coordinati in funzione dei preoccupazione per la promozione
giovani. La complessità delle situa- integrale dei giovani, la maturazione
zioni sociali, culturali e religiose dei delle loro potenzialità in tutti gli
giovani d’oggi esige l’esistenza e il aspetti: fisico, psicologico, culturale,
buon funzionamento di tale comu- professionale, trascendente. E si
nità, per rendere possibile l’azione chiama pastorale perché si apre
educativa. Educare è un fatto socia- all’evangelizzazione, cammina con i
le, frutto della convergenza di per- giovani, realizza un’esperienza di
sone, interventi, qualifiche, secondo Chiesa, dove si sperimentano i valo-
un progetto condiviso. Il sistema ri della comunione umana e cristia-
salesiano richiede un intenso na. In un mondo secolarizzato e lai-
ambiente di partecipazione e di co, la CEP vuol essere una comu-
relazioni sinceramente amichevoli nità cristiana di riferimento, fermento
e fraterne, che fa della condivisio- nel territorio, in cui si possa propor-
ne dei valori della spiritualità sale- re, vivere e celebrare la fede. Oltre
siana la fonte della comunicazione alla comunità salesiana (garante d’i-
e della partecipazione alla missio- dentità e di comunione) e ai giovani
ne. In questo senso la CEP non è (si lavora per loro, in mezzo a loro,
solo soggetto ma anche oggetto con loro e per mezzo di loro), i geni-
tori vi appartengono come primi re-
Attorno a Don Bosco si venne
costituendo una comunità nella
quale i giovani erano
sponsabili dell’educazione. La fami-
glia, infatti, deve essere considerata
l’ambito educativo ed evangelizzato-
protagonisti e corresponsabili.
In essa si viveva un ambiente
impregnato di valori
con caratteristiche spirituali
ben definite.
re fondamentale e primario. In que-
sto senso diventa oggetto della
preoccupazione educativa e pasto-
rale della stessa CEP.
SETTEMBRE 2008 BS

1.3 Page 3

▲back to top
Il sistema salesiano richiede
un intenso ambiente
di partecipazione e di relazioni
sinceramente amichevoli e
fraterne, che fa della condivisione
dei valori della spiritualità
salesiana la fonte della
comunicazione e della
partecipazione alla missione.
>> Vi sono anche molti laici
coinvolti a vario titolo nella comu-
nità educativa, tra i quali anzitutto i
membri della Famiglia Salesiana
operanti nel territorio. Tutti costoro
collaborano, a diversi livelli, nell’ela-
borazione del progetto educativo
che risulta il centro di convergenza
di ogni attività: essi collaborano nel-
lo stesso processo educativo. Man-
tenere professionalmente e peda-
gogicamente aggiornati, spiritual-
mente motivati, ciascuno dei mem-
bri e delle categorie che interven-
gono nel processo educativo costi-
tuisce una delle principali preoccu-
pazioni della CEP. La formazione
permanente dell’educatore è un’esi-
genza basilare. Occorre investire
tempo, risorse e persone nella for-
mazione degli agenti educativo/pa-
storali. La CEP è un organismo
vivo, soggetto e oggetto di educa-
zione e di pastorale, laboratorio
dove confluiscono e si intersecano
le urgenze e le sfide della cultura,
le ansie e le speranze dei giovani e
dove si cerca di trovare, creare,
sognare delle soluzioni. Davanti a
tante delusioni, essa deve testimo-
niare che l’educazione è oggi la
migliore strada per trasformare la
società, formando le nuove genera-
zioni e convincendole che la pace,
la solidarietà, la giustizia, il rispetto
dei valori umani e del creato sono
possibili; convincendo i giovani che
Dio ha un sogno per ciascuno di
loro e che scoprirlo e realizzarlo
significa colmare di senso la pro-
pria vita.
ٗ
1 CG25 70.
2 Costituzioni SDB 47.
Settembre 2008
Anno CXXXII
Numero 8
Mensile - Anno CXXXII - nr. 8
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 8/2008
In copertina:
Second Life è un mondo
virtuale fruibile sul web.
È immaginato e creato
dagli utenti, può essere
un’opportunità ma anche
una fuga dalla realtà.
Gli educatori
devono sapere.
Foto: dal web
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Settembre 2008
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
CHIESA
12 Quo vadis Europa? (21)
di Silvano Stracca
SECOND LIFE
14 Seconda vita o un’occasione perduta?
di A. Giannasca
VIAGGI
18 L’iter di un aborigeno
di Giancarlo Manieri
EVENTI
20 Diritti Umani: “val bene un congresso”
di F. Colombo
INSERTO CULTURA
23 C’è bisogno di un educatore
di Michele Novelli
FMA
28 Diritti umani: come?
3
di Graziella Curti
RUBRICHE
2 Il Rettor Maggiore – 4 Ribalta giovani – 6 Lettere al Direttore – 8 In Italia & nel Mondo
11 Osservatorio – 16 Box – 17 Zoom – 22 Lettera ai giovani – 27 Bagliori – 30 Libri –
32 On Line – 34 Come Don Bosco – 36 Arte Sacra – 37 Laetare et benefacere… – 38 Sfide
etiche – 40 Dibattiti – 41 Note sulle note – 42 I nostri morti – 43 Il mese – 44 Prima
pagina – 45 Relax – 46 I nostri santi – 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori: Severino Cagnin - R. Desiderati
Graziella Curti - Enrico dal Covolo - Bruno Ferrero
Cesare Lo Monaco - Giuseppe Morante -Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Arnaldo Scaglioni - Silvano Stracca - Maria Antonia Chinello
Fotoreporter: Santo Cicco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Progetto grafico: Laura Tononi
Impaginazione: Puntografica s.r.l. - Torino
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Giovanni Colombi (Roma)
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
http://biesseonline.sdb.org
SALESIANO
O
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.643
e-mail: <biesse@sdb.org>
Direttore <gmanieri@sdb.org>
Fondazione DON BOSCO
NEL MONDO - ONLUS
Banca Intesa - Fil. Roma 12
IBAN: IT 20 P030 6905 0640 0000 3263199
Ccp 36885028 - CF 97210180580
e-mail: <donbosconelmondo@sdb.org>
web: www.fdbnm.org
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 131 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS SETTEMBRE 2008

1.4 Page 4

▲back to top

1.5 Page 5

▲back to top
RIBALTA
di Alessandra Mastrodonato
G IOVANI
LA CURA
DEL SILENZIO
Recuperare spazi di silenzio in mezzo alla civiltà del rumore
è essenziale alla salute psicofisica del ragazzo, ma anche
alla sua salute spirituale.
QQualche giorno fa mi è capitato sotto
gli occhi questo breve passo di
Kierkegaard: “L’odierno stato del
mondo, la vita intera è malata […]. Se
fossi medico e qualcuno mi chiedesse
consiglio, risponderei: crea il silenzio,
silenzio fuori e dentro di noi, perché
abbiamo paura di stare in nostra
compagnia e di dare ascolto a ciò che
di più autentico c’è in noi.
Abbiamo paura di guardarci dentro e
di riscoprire noi stessi, sfruttando
porta l’uomo al silenzio”. Già, perché
gli inevitabili silenzi che si affacciano
sembra proprio che nel tempo presente nelle nostre giornate. E così affolliamo
il silenzio sia morto, e la cosa più di rumori e di parole gridate e vuote di
sconvolgente è che nessuno sembra
senso la nostra vita quotidiana per
disperarsene o sentirne la mancanza. cercare di riempire il silenzio esteriore
In particolare, noi giovani abbiamo
che tanto ci intimorisce e, al tempo
quasi paura del silenzio, lo evitiamo e
stesso, nel disperato tentativo
comunque, in genere, abbiamo poca
di coprire il silenzio dell’anima, il
familiarità con esso. Al contrario siamo
silenzio interiore che coincide con la
irresistibilmente attratti dal rumore, capacità di astrarsi dal mondo esterno
al punto che qualcuno ha affermato
che l’identità della nostra civiltà è il
5 che penetra fin dentro di noi,
per metterci alla ricerca di noi stessi e
rumore, che viviamo in una “civiltà del
della nostra interiorità.
rumore”. Perfino quando camminiamo
Del resto, bisogna fare attenzione a
per strada o prendiamo l’autobus non non confondere il silenzio con il vuoto,
possiamo fare a meno di infilarci nelle
con la mancanza di comunicazione,
orecchie gli auricolari per ascoltare un giacché “il silenzio è anche logos”, nel
po’ di musica, magari con il volume a senso che è colloquio con noi stessi da
palla; oppure durante un viaggio in cui scaturisce l’autentica parola. Ma il
treno ci affrettiamo a prendere il nostro silenzio è anche condizione ineludibile
cellulare e a chiamare qualcuno, non per metterci in ascolto di tutto ciò che
importa chi e perché, l’importante è ci circonda, per riuscire a cogliere tra i
“rompere” il silenzio, colmare il vuoto tanti rumori del mondo anche le flebili
comunicativo che molto spesso
voci di chi non urla per imporsi alla
ci circonda ed evitare di rimanere soli nostra attenzione, restituendo senso e
con i nostri pensieri.
significato ad ogni singola parola.
Talvolta siamo così sopraffatti dal
Molto spesso infatti le parole
rumore da dimenticarci che “è nel
possono rivelarsi “insensate”,
silenzio che l’uomo trova se stesso”.
semplici combinazioni di suoni
Ma se è vero che abbiamo bisogno di
che non ci dicono nulla; e allora nel
riappropriarci del silenzio come mezzo
silenzio possiamo trovare molte più
di riscoperta dell’essenziale, è anche
risposte che non in mille parole,
vero che occorre un allenamento lungo
attingendo a una dimensione
e graduale per giungere ad acquisire
interiore di senso inesprimibile ed
una crescente familiarità con il silenzio
ineffabile. Ed ecco che anche a noi
e per imparare a proteggerlo dalle giovani può capitare di tanto in tanto di
tante forme di inquinamento acustico
sperimentare una certa nostalgia di
che ne mettono costantemente a silenzio, un bisogno intimo e profondo
rischio l’esistenza. Occorre imparare a del quale ci stupiamo noi per primi, per
tacere e a far tacere il frastuono che ci quanto poco siamo abituati a cercare il
circonda, abituandoci ad assaporare la
silenzio nella nostra quotidianità.
bellezza del silenzio, non già come
Forse allora è proprio vero quello
mezzo di fuga dal mondo, ma come che mi è capitato di leggere da qualche
ricerca di una strada per approdare a
parte, e cioè che “senza silenzio
una dimensione contemplativa l’uomo è un folle che vaga per la strada
dell’esistenza. Sì, perché il problema è
senza sapere dove va e perché
proprio questo: facciamo fatica a fare
mai si muove”.
BS SETTEMBRE 2008

1.6 Page 6

▲back to top
LETTERE AL DIRETTORE
tuo prof. – l’uomo oltre ai “bi- sere andato in chiesa e aver poiché tutto a lui appartiene.
sogni” è fornito – guai se non chiesto a un sacerdote se gli E questo il suo prete dovreb-
lo fosse – anche di “fini”. I bi- poteva benedire la corona del be saperlo. Invece di dire che
sogni allora sono il rapporto rosario. Il prete rispose che la è magia, spieghi che cosa si-
con il quale “l’uomo è legato benedizione del rosario non è gnifica benedire un oggetto.
ai valori e ai fini”. Tento di che magia pura e perciò non Esiste nella Chiesa un libro
spiegarmi meglio: l’uomo ha serve a nulla. Questa persona liturgico che si chiama “Be-
bisogno di una casa non di un mia conoscente rimase turbata nedizionale”. La parte secon-
castello, ha bisogno di oggetti e chiese un mio parere… Gli da riporta le benedizioni per
non di soprammobili, ha biso- dissi che io andavo spesso con le dimore e le attività dell’uo-
gno di vestiti non di griffe, il mio defunto marito nella ba- mo, gli impianti e gli stru-
ecc. Insomma a tutto ciò che è silica di Maria Ausiliatrice a menti tecnici, la terra e i suoi
lusso si può applicare l’effato Valdocco dove un vecchio frutti. La parte terza, quelle
già citato di Ovidio: “Non si prete, don Fiora, ci donò un per i luoghi, gli arredi sacri e
ha alcun bisogno di ciò che rosario e lo benedisse davanti le suppellettili. La quarta, in-
non si sa che esista!”. L’uomo a noi dicendomi di portarlo fine, quelle riguardanti le de-
davvero libero non considera sempre con me. […] Bene: io vozioni popolari e gli oggetti
I se stesso come un acervo di penso che il sacerdote che dis- di pietà. Dica al suo don che
BISOGNI. Caro diretto- bisogni da soddisfare, piutto- se a questo signore che si trat- studi un po’ di più il significa-
re, [...] i bisogni sono il sto considera la propria vita tava di magia, non stesse tanto to dei gesti liturgici e parali-
motore dell’uomo (sono una come un percorso che porta bene di testa. Che ne pensa? turgici e, dunque, il senso
studentessa di psicologia). verso mete maturanti. Darsi
“Non i fini, non Dio né alcun delle mete e perseguirle, in
Gemma, Cuneo
delle benedizioni che da sem-
pre la Chiesa dispensa senza
altro essere o cosa” – spiega questo risiede la dignità del- Cara signora, “La benedizio- ombra di magia, attività che
il prof. [...]. L’uomo senza bi- l’uomo. Se no è un oggetto ne del rosario non serve a essa ha sempre esecrato.
sogni è un vegetale. Dai biso- inutile che tutt’al più, può fare nulla”? Beh, cerco di tirare le
6
N gni occorre partire per dire la “bella statuina”, niente di conseguenze di tale afferma-
qualcosa di sensato sull’uo- più. Ricordati, cara Mary, che zione: se benedire un rosario
mo. Ci credo [...]. Se dovessi non sono i bisogni che giustifi- non serve a niente, non serve
ONNO DISPERA-
TO. Caro direttore, se
raccontarle la mia vita, pur cano i fini, al contrario, sono i a niente qualsiasi benedizione non avesse mai conosciuto un
non lunga, noterebbe che tut- fini che giustificano i bisogni. come quella della casa, dei nonno disperato, eccomi. Ho
to gira attorno ai bisogni che È vero, più il progresso avan- vasi sacri, della chiesa, della una gran voglia di strozzare
in pratica “sono” l’uomo.
za più i bisogni crescono, ma macchina, dei campi (un tem- con le mie mani quella ingrata
Mary B., Roma
l’importante è che non diven-
tino idoli, se no è la guerra!
po c’erano le rogazioni), de-
gli animali, delle persone…
della mia figlia adottiva. Ce ne
ha combinate di tutte le specie.
Ho un sacco di dubbi su que- Finisco. Se la soddisfazione Ma se serve anche per una L’ultima ci ha scodellato un fi-
sta definizione dell’uomo, ca- dei bisogni fosse assunta come sola di queste categorie, ser- glio e l’ha appioppato a me
ra signorina. Mi aiuto, nella misura di tutte le cose non ve per tutte. Non le pare? La (mia moglie è morta un anno
risposta, con una bella pagina avremmo mai pace né indivi- benedizione non è mai una fa) che sono già in pensione e
dello scrittore Joshua He- duale né sociale. Insomma, i magia, perché è solo un’invo- lei è sparita non so dove e non
schel. Il discorso sui bisogni è bisogni sono problemi piutto- cazione al Signore non tanto so con chi, eppure le abbiamo
complesso: in un batter d’oc- sto che norme. C’è da stare per l’oggetto in sé quanto per voluto bene, io e mia moglie,
chio è possibile a ciascuno attenti.
chi lo usa. Lo scopo di una forse pure troppo. Mi ha la-
crearsi dei bisogni che non
benedizione non è quello di sciato nella disperazione di
B esistono. “Ignoti, nulla cupi-
do”, scriveva Ovidio nel-
l’Ars Amatoria, cioè non si ha
rendere un oggetto magico, di crescere un figlio, nell’ango-
ENEDIZIONI E MA- fornirgli proprietà speciali, scia più profonda, e profonda-
GIA. Caro direttore, ecc. ma solo quello di rendere mente deluso di tutto: della vi-
alcun bisogno di ciò che non […] un signore mi narrò di es- gloria a Dio per i suoi doni, ta, della fede, dell’amore…
si conosce. La vita umana è
fatta, sì, di bisogni come, che
A so, una casa è fatta di mattoni,
ma un cumulo di bisogni non
ppelli
fanno una vita così come un
mucchio di mattoni non fanno
una casa. Voglio dire che oc-
corre una razionalità anche
nella soddisfazione dei biso-
gni, perché ci sono troppi bi-
sogni “indotti” cioè non ne-
cessari. Sono fermamente con-
vinto che siano necessari solo
i bisogni che hanno uno sco-
po, un senso, una destinazio-
ne. Infatti – checché ne dica il
Raccolgo materiale per
le missioni: immaginette
sacre, francobolli usati e
nuovi, cartoline scritte op-
pure nuove, schede telefo-
niche, oggetti sacri, qua-
dretti, ecc. Materiale che
diventa “pane” per chi ha
fame. Ringrazio chi vorrà
aiutarmi. Cucco don Vitto-
rio, Via Castellano 2563,
63019 Cascinare (AP).
Sono una ragazza di 23
che vorrebbe corrispondere
con coetanee/i. Credo nell’a-
micizia. Amo scrivere e leg-
gere specialmente gli shojo
manga. Avendo trascorso
un periodo un po’ difficile
della mia vita vorrei dare il
mio sostegno a chi sta at-
traversando fasi depressi-
ve. Io sono riuscita ad
uscire da questa malattia
del cuore pregando e gra-
zie alla mia famiglia. Vor-
rei sostenervi. Arcifa Mo-
nica, Piazza Galatea 3,
95129 Catania.
SETTEMBRE 2008 BS

1.7 Page 7

▲back to top
perché tutto è crollato, eccetto sufficienti premesse”; ebbene portamenti, ormai, non ci sono
il bimbo del quale devo pren- accetti questa sfida! Browning dubbi. Innanzi tutto, il condi-
dermi cura, e non so che fare. sottolineava che “la vita è zionamento di gruppo, la legge
Sono stufo e disperato, dispe- qualcosa su cui provare la for- del branco che indebolisce o
rato, disperato. […]
za dell’anima”; accetti questa annulla l’identità di chi ne fa
Edo, Padova
sfida! Da parte sua Vincenzo
Cardarelli aggiungeva: “La
parte, specie dei più deboli. Il
bisogno di sentirsi accettati,
Caro signor Edo, ho diverse vita io l’ho castigata uguali agli altri, il timore di ri-
lettere che denunciano, con vivendola”. Dio ci ha messo al torsioni, la funzione negativa
poche varianti, i suoi stessi mondo per essere grandi, non dei leaders […]. Quindi, i mo-
problemi... Ma le debbo con- pezzi sbagliati di una costru- delli che i ragazzi assimilano
fessare che la sua è tra le più zione inutile! Del resto, caro dai media, basati sul feticcio
sconfortanti. La comprendo e signor Edo, una vita inutile è del corpo, l’affermazione vio-
oso proporle una diversa visio- una morte anticipata.
lenta, l’idea che non si è virili
ne della cosa, che in realtà non
se non si è brutali… A questo,
C OGNI MESE è mia, bensì quella di un non-
no, come lei, che si è trovato a
gestire due bimbi, dopo che la
va aggiunto qualcosa di decisi-
HI CI SALVA? Caris- vo: la suggestione nefasta che i
simo direttore, [...] sono ragazzi ricevono dalle immagi-
CON sua unica figlia, ragazza ma- avvilito, confuso e incavolato ni di sesso violento, attraverso
dre, è fuggita con uno scono- e deluso […] dove stiamo ca- tv, internet, videogame. Negli
sciuto che non ne voleva sape- dendo? Chi ci salva? Parlo di ultimi tempi sono entrati in cir-
DON BOSCO re di due gemelli non suoi. Mi Lorena, uccisa dal branco: colazione videogiochi che per-
scrive: “Mi sono spaventato pochi adolescenti che non mettono all’adolescente di ave-
A CASA TUA all’inizio e, lì per lì, l’impeto di sanno cosa sia essere ragazzi re rapporti virtuali con una
affidare Marco e Luca a una e fanno i grandi prima di es- prostituta, di violentare una ra-
struttura pubblica fu grande, serlo e fanno i delinquenti gazza, di uccidere una persona.
avevo infatti già da curare mia prima di sapere cosa significa L’adolescente che partecipa a Il Bollettino
moglie inferma. Poi mi sono e quali conseguenze comporta tali giochi, praticamente li vi-
detto: Alfredo, ma che stai per la loro e l’altrui vita. Ma i ve, abolendo il confine tra
pensando? Che cosa c’è di più genitori ce li hanno? Ai miei realtà e finzione. Tali emozioni
Salesiano viene
inviato gratuitamente
7
grande, di più nobile, di più tempi mi prendevo un cesto diventano irresistibili se “vis-
bello che amare e crescere una di ceffoni solo se sgarravo sute” in un’età di fluidità men-
vita, anzi due. Sì, è una sfida, qualche minuto nell’orario tale e di fragilità emotiva, qual
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
ma è l’unica che valga la pena che papà mi aveva dato. E se è quella della prima e media di Don Bosco a chi
accettare. Mi sfiancheranno, ne combinavo qualcuna era adolescenza. Se esplodono in
forse, ma sarà un’opera gigan- meglio che a casa non ci tor- un contesto di vuoto valoriale
tesca, la più grande impresa nassi… Che cosa sta succe- e di assenza o non significati-
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
della mia vita, e compiuta dendo? Quando ricomincia la vità di figure educative. Quanti i giovani e le missioni.
quando sono ormai anziano... scuola a settembre io avrei genitori vigilano sulle abitudi-
Dio mi darà la forza. Co- paura se avessi una figlia pic- ni segrete dei loro figli, su ciò
raggio, Alfredo, rimboccati le cola, di mandarla a lezione… che vedono, quando sono soli?
maniche, e pure i calzoni se
necessario, e... fatti sotto! No-
nostante la fatica che sto fa-
Catello, Napoli;
Silvia Salerno, e altri
Quanti insegnanti fanno edu-
cazione emotiva, affettiva,
sessuale? Siamo all’emergen-
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
cendo mi sento felice”. Mi ha Vi faccio rispondere dal prof. za educativa (come dice e scri- ci. Comunicate
commosso. Gli ho scritto tutta Verdone, che spesso mi invia ve papa Benedetto n.d.r.). Oc-
la mia ammirazione. Non l’ho alcune sue magistrali riflessio- corre la risposta sinergica
sentito più (la cosa risale a ni sull’attualità. Concordo in dell’intera società. I media
subito il cambio
di indirizzo.
qualche tempo fa) né conosco pieno. “Il caso di Lorena Cul- vanno sottoposti a norme fun-
l’esito della sfida, ma non ho traro, la quattordicenne sfigu- zionali al bene comune e non
dimenticato più quella lezione, rata, strangolata e gettata in solo al profitto. Gli spacciatori
ringrazio per quel mirabile in- una fossa d’acqua putrida da di materiali porno vanno puniti
segnamento, per la convinta tre ragazzi […] ci riempie il come criminali. Se non voglia-
volontà di voler essere coadiu- cuore di sgomento e di tenebra mo vivere, tra breve, in una Per la vostra corrispon-
tore di Dio nel compito subli- e mostra, con incredibile reali- società da incubo”. Aggiungo denza:
me della cura di due vite. Si- smo, su quale abisso siamo so- solo che più si allenta la spin-
gnor Edo, la vita, come sa, è spesi. Sulle cause di tali com- ta religiosa, più si accantona
piena d’imprevisti e riserva
Dio e avanza l’indifferenza,
IL BOLLETTINO
SALESIANO
grandi dolori, ma assegna an-
più si sceglie il “laicismo” Casella post. 18333
che compiti sublimi, anzi divi-
ni. E questa è la sua immarce-
scibile grandezza! Diceva Bu-
tler che “la vita è l’arte di trar-
re conclusioni sufficienti da in-
Nbnssolcuouiuacontaelstlcireaaieimnmrètpiusosortpt.teaoeadPtslollatreaaopzlpviopeouvsettnbsereisdbebrole.eiinlrceCpeaaemlpzeeriuo.ovnben-ea-e
(non la laicità) che assomiglia
tanto a un’altra religione sen-
za Dio ma con tanti guru, più
s’allontana la speranza di ri-
salire la china.
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
BS SETTEMBRE 2008

1.8 Page 8

▲back to top
& IN ITALIA
NEL MONDO
ROMA, ITALIA
LAUREA
HONORIS CAUSA
Il 7 maggio ultimo scorso
grande evento presso l’Univer-
sità Pontificia Salesiana. Alla
presenza dei cardinali Bertone
(Segretario di Stato), Kasper
(Unità dei Cristiani), Farina
(Bibliotecario), è stata conferi-
ta la Laurea Honoris Causa in
Teologia Pastorale Giovanile a
Sua Santità (è questo il titolo
che gli spetta) Karekin II,
132° Patriarca Supremo e
Catholicos di tutti gli Armeni.
Un riconoscimento per le “ini-
ziative di grande significato
ecclesiale e teologico, come la
fondazione del Seminario a
Sevan (1989), del Centro di
Educazione Cristiana (1990) e
del Centro di Studi Teologici
Armeni (2000). Ha inoltre reso
possibile l’accordo con il Go-
verno per l’insegnamento della
Storia della Chiesa Armena
nelle scuole pubbliche e ha
promosso “un’intensa azione
ecumenica di dialogo e colla-
borazione con la Chiesa Catto-
lica Romana”. Il coro Interuni-
versitario diretto dal Maestro
Massimo Palombella ha arric-
chito ulteriormente l’intenso
programma della serata con
brani di Pierluigi da Palestrina.
8
MADRID, SPAGNA
LA CAPPELLA
DEI MARTIRI
SALESIANI
I salesiani uccisi in Spagna
durante la disgraziata guerra
civile del 1936 sono stati un
centinaio tra sacerdoti, coa-
diutori, suore e membri della
famiglia salesiana. Madrid
ha reso loro onore con una
cappella dedicata, presso il
santuario di Maria Ausiliatri-
ce ad Atocha. Essa custodi-
sce le reliquie di 11 salesiani
che subirono il martirio nel
’36 e sono stati beatificati
nell’ottobre 2007. Durante la
celebrazione eucaristica del
giorno dell’inaugurazione, al-
l’offertorio, sono stati portati
all’altare insieme al pane e
al vino, anche alcuni oggetti
personali appartenuti agli uc-
cisi. La porta d’ingresso del-
la cappella mostra i ritratti
dei 42 martiri dell’ispettoria
di Madrid e lo stemma della
congregazione.
QUETZALTENANGO,
GUATEMALA
l’annuale festa di Don Bosco
si mobilita in tutte le sue
SIAMO UNA
componenti fino a radunare in
MOLTITUDINE
processione un numero im-
pressionante di giovani e una
La cittadina guatemalteca – gran folla. Tutte le feste sale-
dal nome impossibile – che siane, comunque, diventano
ospita una grande opera sale- nella città eventi che interes-
siana con scuole dalle ele- sano alunni, genitori, autorità
mentari all’università e mi- civili e militari, politici e im-
gliaia di iscritti, una parroc- prenditori e tantissima gente
chia di 30 mila anime e un comune. Nella foto la proces-
oratorio frequentatissimo, per sione di Don Bosco 2008.
SETTEMBRE 2008 BS

1.9 Page 9

▲back to top
redazionale
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
ISTANBUL, TURCHIA
SUI PASSI DI PAOLO
L’anno paolino, ufficialmente
aperto da Benedetto XVI il 29
giugno u.s., ha già spinto e
spingerà ancora molti turisti e
pellegrini in Turchia, dove il
grande diffusore del cristiane-
simo ha cominciato la sua av-
ventura di convertito e apo-
stolo e dove in pratica la reli-
gione di Gesù ha avuto la sua
strutturazione storica, teologi-
ca e dogmatica proprio da
Paolo di Tarso e dai primi set-
te concili che in quella nazio-
ne si sono tenuti. La storia
lungo il corso dei secoli ha
tragicamente cambiato i con-
notati soprattutto religiosi di
quei territori, fondando agli
inizi del secolo scorso uno
stato cosiddetto “laico”, ma in
realtà musulmano, e spazzan-
do via quasi del tutto i cristia-
ni che sono attualmente meno
dello 0,2%. I cattolici romani
poi sono considerati stranieri
senza alcuna personalità giu-
ridica. Per un corso di eserci-
zi spirituali “sui passi di san
Paolo” sono andati in Turchia
anche un’ottantina di salesia-
ni di quattro ispettorie italiane
e alcuni laici. È stata un’espe-
rienza spiritualmente intensa
e gratificante, da consigliare
anche ad altri. Nella foto i
partecipanti al II turno di
esercizi, e la messa presso la
casa della Madonna ad Efeso.
Fra’ Matthew
Festing guida
il pellegrinaggio
del 150° a Lourdes.
9
CONTRATACIÓN,
COLOMBIA
AL CERRO MARIA
AUSILIATRICE
La tradizionale processione
(53ª edizione) al Cerro Maria
Ausiliatrice, sulla cui cima si
erge un monumento alla Ma-
donna di Don Bosco, anche
quest’anno ha radunato
gran folla. L’opera è
stata voluta dal padre
Guillermo Bergueris-
se, salesiano messica-
no che ha speso la vita
per i lebbrosi a Con-
tratación. Sul Cerro
sotto il monumento
tutti i sabati si celebra
l’eucarestia, tutti i
giorni qualche pelle-
grino vi si reca a
pregare, percorrendo
un sentiero che ri-
chiede un’ora di
cammino, lastricato
dagli stessi malati di lebbra.
Ogni anno poi, il 24 maggio, si
svolge il tradizionale pellegri-
naggio organizzato dalla Asso-
ciazione Maria Ausiliatrice,
che parte dalla chiesa dell’O-
pera Salesiana e arriva dopo
un’ora di cammino tra canti e
preghiere, fino al monumento.
Ormai tutta la diocesi si unisce
al pellegrinaggio che iniziò
con pochi parrocchiani.
150° ANNIVERSARIO
DELLE APPARIZIONI DI LOURDES
Nel 1958, in occasione del 1° centenario delle
Apparizioni alla grotta di Massabielle, a Lourdes, i
Cavalieri di Malta organizzarono un pellegrinaggio
internazionale che è cresciuto ogni anno fino al
50° del 2008, in occasione del terzo Giubileo di
Lourdes.
Il pellegrinaggio di quest’anno, poi, avrà un
carattere tutto speciale perché a guidarlo sarà Fra’
Matthew Festing, 58 anni, britannico, 79° Principe
e nuovo Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine
Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di
Rodi e di Malta, eletto l’11 marzo scorso dal Con-
siglio Compito di Stato, riunitosi nella Villa Magi-
strale dell’Ordine a Roma.
Per solennizzare il 150° anniversario delle Appa-
rizioni di Lourdes le Poste dell’Ordine di Malta
hanno emesso il 28 aprile due splendidi francobolli
da Euro 1,50 e 2,20 che riproducono rispettiva-
mente, la Grotta delle Apparizioni e l’effigie della
Beata Vergine. La tiratura è di 18.000 serie.
I francobolli possono essere acquistati diretta-
mente presso l’Ufficio di Via Bocca di Leone, n. 68
– 00187 Roma – o per corrispondenza.
Info: 06.67581254.
BS SETTEMBRE 2008

1.10 Page 10

▲back to top
Settembre 1908: troviamo che viene donata alla
nuova chiesa di Santa Maria Liberatrice al
Testaccio di Roma un altare/monumento al
Redentore circondato da bambini, donato dal
padre carmelitano Roberto di Santa Teresa.
L’altare/monumento fu eretto con le offerte dei
bambini del mondo cattolico e inaugurato nel
settembre del 1909. Nel 1938 l’altare venne
restituito ai carmelitani e attualmente si trova a
Verona nel monastero di S. Teresa del Bambin
Gesù a Tombetta.
10
GENZANO, ITALIA
FUORI DAL…
CONVENTO!
I novizi salesia-
ni protagonisti a
Genzano. Sono
scesi in piazza
dalle 18 alle 24 di
sabato 17 maggio
per incontrare i
giovani e la gen-
te. Non con pre-
ghiere e/o liturgie ma con
una festa preparata per mesi,
e colma degli ingredienti tipi-
ci di ogni saga paesana: vo-
lantinaggio, card di ingresso,
complessi musicali, presenta-
tori, stand gastronomici, lotte-
ria (9000 biglietti venduti),
stand delle attività e tanta mu-
sica (rock, pop, blues, soft,
ecc.). Fiore all’occhiello della
serata l’attore Flavio Insinna,
che non ha bi-
sogno di pre-
sentazione, il
quale ha rispo-
sto alle doman-
de del pubblico
circa i suoi valo-
ri cristiani. Sono
saliti sul palco
anche i post/no-
vizi, le novizie
FMA che hanno
partecipato con
entusiasmo alla serata, alcu-
ne coppie di fidanzati, ecc.
per offrire la loro testimo-
nianza. Un’iniziativa da se-
gnare nella cronaca della ca-
sa come attività pastorale fat-
ta con strumenti e metodi
da… III millennio.
Il rev.mo P. Roberto di S. Teresa, Carmelitano Scalzo
della Provincia Veneta, residente in Verona, coll’ap-
provazione dei suoi Superiori e col pieno beneplacito
del S. Padre, stabilì di cedere al nuovo tempio di S.
Maria Liberatrice l’ideato monumento, che noi accet-
tammo con riconoscenza.
Il gruppo marmoreo di Gesù Redentore dei fanciul-
li, nell’ordine morale, intellettuale e sociale, esegui-
to per commissione del sullodato Religioso dallo
scultore Luca Arrighini di Pietrasanta, sorgerà mae-
stoso sull’altare del lato destro della crociera in S.
Maria Liberatrice conforme l’unito disegno. Esegui-
to il lavoro, non mancheremo d’intrattenerne nuova-
mente i lettori; ma intanto dal più profondo del cuo-
re inviamo vivi ringraziamenti al zelantissimo Pro-
motore, il quale concorre anche con lire tremila al-
l’erezione dell’altare.
Un’acconcia epigrafe apposta al monumento ricor-
derà ai posteri il tenero e delicato maggio dell’infan-
zia a Gesù Redentore, e pregherà Gesù, per l’interces-
sione di S. Maria Liberatrice, a liberare tutti i bambini
che risposero all’appello del buon Religioso da ogni
male temporale ed eterno.
FORLÌ, ITALIA
SALESIANI
COOPERATORI
24 maggio festa di Maria
Ausiliatrice. A Forlì hanno
emesso la loro promessa di
salesiani cooperatori sei gio-
vani, che hanno confermato
la loro disponibilità a testi-
moniare la propria fede con
ogni possibile sollecitudine.
La III famiglia fondata da
Don Bosco continua a cre-
scere e a dare frutti. Del re-
sto mai come oggi è stata co-
sì urgente una presenza atti-
va e testimoniante di giovani
laici impegnati sul versante
della fede.
SETTEMBRE 2008 BS

2 Pages 11-20

▲back to top

2.1 Page 11

▲back to top
O SSERVATORIO Anna Rita Delle Donne
ALICE E GLI ALTRI (15)
Divagazioni (mica tanto!) su una normalità non troppo frequente: la nascita di un bimbo.
Mamma Stefania è in ospedale. Il parto è >> Lo squillo del telefono li aveva interrotti. Padre e
imminente. “Sei sicura che non vuoi anda- figlia si erano guardati, un momento prima che Alice
re a stare da zia? Non devi preoccuparti schizzasse a rispondere seguita da papà Giulio. “Sì,
per me, sopravvivrò”, aveva detto scherzando Giu- certo, arriviamo subito”, aveva risposto Alice, poi…
lio ad Alice, preoccupata perché il papà sarebbe Presto papà, era l’infermiera. Ha detto che mamma
restato solo. “Preferisco stare con te. Posso prepa- è in sala parto”. Nel giro di pochi minuti erano in
rare la cena, e ci faremo compagnia. Così appena macchina, immersi in un silenzio pieno di pensieri.
succede qualcosa lo saprò subito”. “Ma ti avverti- Erano saliti al reparto maternità facendo i gradini due
rei comunque!…“. “Anche se fossero le tre di mat- a due, troppo ansiosi per aspettare l’ascensore. L’in-
tina? No, preferisco stare con te”, aveva chiuso fermiera li aveva accolti in corridoio con un sorriso
Alice. Così la decisione era stata presa. La ragazza raggiante. “È una bellissima bambina. Le doglie sono
aveva davvero preparato la cena in quelle sere, durate pochissimo, non ho fatto in tempo ad avvisar-
anche se si trattava solo di scongelare i cibi che vi prima. Stanno portando la piccola al”. “Dov’è?”,
mamma Stefania aveva approntato prima di andare avevano chiesto all’unisono. “È quella”. Un’infermie-
in ospedale. Le mancava la mamma, ma era stato ra spingeva un lettino minuscolo coperto da un pic-
divertente stare da sola con il papà, guardare insie- colo lenzuolo bianco. “La possiamo vedere?”. “La
me il telegiornale, commentare gli avvenimenti, devono ancora lavare”. “La prego, solo un istante!”, 11
parlare della loro giornata senza la mediazione di aveva insistito Alice. L’infermiera si era stretta nelle
mamma. Avevano giocato a dama e guardato un spalle e aveva fatto un cenno alla collega che si era
film, come due persone adulte.
fermata ad aspettarli. Alice e il papà si erano
avvicinati e l’infermiera aveva alzato un
>> S’incontravano la sera in ospedale, durante l’ora- poco il lenzuolo: era apparso un
rio di visita, per andare a coccolare la mamma che ciuffo di capelli neri, un musetto
li guardava poi andare via assieme, con un senso di roseo e un nasino a punta. “Oh
mancanza ma anche di tenerezza. “Il dottore dice mio Dio!”. Alice era raggiante,
che manca pochissimo ormai. Non vedo l’ora”, papà aveva gli occhi lucidi. ٗ
aveva detto mamma Stefania quella sera. “Nemme-
no io, mamma…”, aveva detto Alice. “E nemmeno
io!”, aveva aggiunto papà Giulio. Quella terza sera
Alice e il papà avevano cenato e poi si erano messi
a guardare la televisione. Non avevano molta voglia
di chiacchierare. Il nervosismo cominciava a farsi
sentire. “È strano pensare che tra qualche giorno in
casa ci sarà una bimba tutta nuova”, aveva detto
Alice. “Già! Pensa quanto deve essere stato strano
la prima volta!”. “Dài, raccontamelo ancora una
volta”, aveva supplicato Alice. “Hai fatto un bello
scherzo a tutti, ragazzina; sei nata con due settima-
ne d’anticipo, così quando è successo non c’era
nessuno, solo la mamma e la nonna”. “Tu eri
dovuto rientrare?”. “Eh sì, le vacanze erano finite.
Però il dottore ha detto che sarebbe stato
meglio che mamma restasse a riposo. Rischia-
vi di nascere in viaggio, così lei è restata con
la nonna. Alla fine sei nata così in fretta che
quando sono riuscito ad arrivare vi ho trovate
tutte e due felici e sorridenti”.
BS SETTEMBRE 2008

2.2 Page 12

▲back to top
CHIESA QUO VADIS
“gcs(AuBpiooenavnrczaeoeiondrgaie,rataotconLgeudgXrieicV,naDIec)i.oalglapcioaelvrcocairaondiicvufidaotaarre”il
EUROPA? (21)
Giovani di Silvano Stracca
N scegliete la vita essuno mostra di saper
ascoltare e prendere sul
serio i giovani più del
Papa. Era avvenuto con
Giovanni Paolo II in molteplici oc-
casioni. Avviene ora con Benedetto
XVI, e ogni volta il vescovo di Ro-
ma rivela una straordinaria capaci-
tà di dialogare con le nuove gene-
razioni, senza scansare le parole
nette. Mostrando che la fede ha a
che vedere con le grandi questioni
della vita, che la presenza del Si-
gnore può graffiare via le croste di
12
un’esistenza dura, che la proposta
evangelica deve essere forte e toc-
cante, non può scivolare addosso
alle persone senza turbare.
Papa Ratzinger offre degli inse-
gnamenti rilevanti e pratici per co-
gliere ciò che è essenziale nell’im-
pegno a favore dei giovani nella
vecchia Europa. In udienze, discor-
L’Europa unita...
si, angelus, documenti, egli conti-
nua a spendere parole che risuona- di illusioni. Troppi gli insinuatori di si è sentito porre simili interrogati-
no con la forza della verità nel cuo- false verità e di ignobili ideali. Non vi nei suoi incontri con le nuove
re dei ragazzi d’oggi. Affronta con è facile dunque per i giovani trova- leve da Roma a Colonia, da Loreto
risolutezza un certo senso di distac- re lo spazio e il coraggio per essere a Sao Paulo, a Sydney! Egli non
co che avvertono nei confronti del- testimoni.
ignora certo quanto sia “difficile”
la Chiesa. Sa che la gioventù si Che fare allora? Come comportar- per un giovane, specie in Europa e
sente insidiata da molte parti. Sono si? Vale effettivamente la pena di in Occidente, “vivere da cristiano”.
molti i falsi profeti, molti i venditori continuare a scommettere la propria Il contesto culturale, il contesto
vita su Cristo? La vita, la mediatico, infatti, offre tutt’altro
famiglia, l’amore, la gioia, che la strada verso Cristo.
la giustizia, il rispetto delle
opinioni altrui, la libertà, TROVIAMO
la preghiera, la carità sono
ancora valori da difende-
OGNI GIORNO
re? Quante volte il Papa LA VERITÀ
Nessuno mostra di
saper ascoltare
e prendere sul serio
i giovani più del Papa.
Scommettere
sui giovani è stata
una peculiarità di papa
Wojtyła oggi fatta sua
da papa Ratzinger.
“Sembra proprio impossibile”,
riconosce Benedetto XVI, “vedere
Cristo centro della vita. Tuttavia
mi sembra anche che molti sentano
sempre di più l’insufficienza di
questo stile di vita che alla fine la-
scia vuoti”. La sincerità è fonda-
mentale. I giovani devono sentire

2.3 Page 13

▲back to top
l’uomo per rendere a noi
possibile la scelta di Dio. Bi-
sogna entrare nell’amicizia
di Gesù per camminare
con lui. Quest’amicizia
non è un’amicizia con
una persona ideale, con
qualcuno che appartiene
al passato o che sta lonta-
no, alla destra di Dio. Egli
è presente nel suo corpo,
che è un corpo in carne e ossa
che è la Chiesa”.
Dovunque il Pontefice
dà appuntamento ai giovani, essi
IL POTERE
accorrono, come facevano con
il papa polacco e l’attendono...
DEL MALE RIMANE
MA NON TRIONFERÀ
Soprattutto gli ultimi due papi,
che “non diciamo parole non vis-
sute da noi stessi, ma parliamo per-
ché abbiamo trovato e cerchiamo
di trovare ogni giorno di nuovo la
Verità come verità per la mia vita.
Solo se siamo in questo cammino,
se cerchiamo di assimilare la no-
stra vita a quella del Signore, allo-
ra anche le parole possono essere
credibili e possono avere una logi-
ca visibile e convincente. Questa è
la grande regola per tutta la vita
cristiana: scegli la vita. Hai davanti
a te morte e vita: scegli la vita”.
Resta però la questione di come
trovare la vita, di come sceglierla.
“Le offerte che normalmente vengo-
no fatte”, sottolinea il pontefice, “le
conosciamo: andare in discoteca,
prendere tutto quanto è possibile,
considerare la libertà come il fare
tutto quello che si vuole. Ma sappia-
mo invece che questa è una strada di
menzogna, perché alla fine non si
Nel suo dialogo con i giovani, Pa-
pa Ratzinger non esita ad attingere
ai ricordi personali. Per esempio, sul
problema del male. “I miei anni da
teenager – rammenta – sono stati
rovinati da un regime infausto che
pensava di possedere tutte le rispo-
ste; il suo influsso crebbe – pene-
trando nelle scuole e negli organi-
smi civili come anche nella politica
e addirittura nella religione – prima
di essere riconosciuto per quel mo-
stro che era. Esso mise Dio al ban-
do, e così diventò inaccessibile per
tutto ciò che era vero e buono…
Ringraziamo Dio perché oggi siamo
in grado di godere le libertà che so-
no emerse. Tuttavia, il potere di-
struttivo del male rimane, ma non
trionferà mai”.
Più volte, parlando a ragazzi e
ragazze della nuova Europa, Bene-
detto XVI elogia la libertà. “Avete
notato”, chiede però, “quanto spes-
Giovanni Paolo II e Benedetto XVI
hanno mostrato di avere
un grande amore e una grande
fiducia nei giovani.
so la rivendicazione della libertà
viene fatta senza mai fare riferi-
mento alla verità della persona
umana? C’è chi oggi asserisce che
il rispetto della libertà del singolo
renda ingiusto cercare la verità,
compresa la verità su che cosa sia
il bene. In alcuni ambienti il parla-
re di verità viene considerato fonte
di discussioni o di divisioni, quindi
da riservarsi alla sfera privata. E al
posto della verità – o meglio, della
sua assenza – si è diffusa l’idea
che, dando valore indiscriminata-
mente a tutto, si assicura la libertà
e si libera la coscienza. È ciò che
chiamiamo relativismo”.
Ma, si domanda il Pontefice, che
scopo ha una “libertà” che, igno-
13
trova la vita, ma si trova solamente
rando la verità, “insegue ciò che è
l’abisso del niente. Scegli la vita: so-
falso o ingiusto? A quanti giovani è
lo così il nostro orizzonte è suffi-
stata offerta una mano che, nel no-
cientemente largo, e solo così siamo
me della libertà o dell’esperienza, li
alla fonte della vita, che è più forte
ha guidati all’assuefazione agli stu-
della morte, di tutte le minacce di
pefacenti, alla confusione morale e
morte. Quindi la scelta fondamenta-
intellettuale, alla violenza, alla per-
le è: scegli Dio”. L’ulteriore passo
dita del rispetto per se stessi, anzi
per un giovane è come trovare Dio.
alla disperazione e al suicidio? La
“Qui arriviamo al Vangelo”, afferma
verità non è un’imposizione né un
Benedetto XVI; “Dio non è ignoto,
insieme di regole. È la scoperta di
un’ipotesi forse del primo inizio del
Uno che non tradisce mai, del qua-
cosmo. Dio ha carne ed ossa. È uno
le possiamo fidarci sempre. È una
di noi. Lo conosciamo con il suo
volto, con il suo nome. È Gesù Cri-
sto che ci parla nel Vangelo. È uomo
e Dio. Ed essendo Dio, ha scelto
I miei anni da teenager – dice
il Papa ai giovani – sono stati
rovinati da un regime infausto
che pensava di possedere tutte
le risposte.
persona: Gesù Cristo. È questa la
ragione per cui l’autentica libertà
non è una scelta di “disimpegno”
ma “di impegno per” gli altri. ٗ
BS SETTEMBRE 2008

2.4 Page 14

▲back to top
SECOND LIFE
UNA SECONDA VITA
O UN’OCCASIONE
PERDUTA? di Antonio Giannasca
La rete/web è un
oggetto pressoché
misterioso per i nonni,
è una novità per genitori
ed educatori, ma è la
piazza dei giochi e degli
incontri per i figli… Lì si
14 trova di tutto e non tutto
fila liscio. Come la
mettiamo con
l’educazione?
Prendiamo ad esempio
Second Life,
un’opportunità che
potrebbe avere sviluppi
imprevedibili…
Y our World your Imagina-
tion. Sembra uno slogan
delle pubblicità di Micro-
soft di qualche anno fa e
invece è una delle tante frasi a effet-
to che descrivono la “realta” (…) di
Second Life. Sull’onda di questi
slogan un “mondo virtuale” sta affa-
scinando milioni di utenti della rete
in tutto il mondo. Un mondo virtua-
le dove ognuno può creare tutto ciò
che vuole, dall’abbigliamento che
indossa alla sua casa dei sogni! Un
mondo virtuale dove ci sono attività
lecite e illecite: e così c’è la prosti-
tuzione, c’è la possibilità di fare
sesso virtuale tramite il proprio ava-
tar1 (il personaggio che uno si sce-
glie, in pratica la “proiezione di se
stesso”), la vendita di droga, di armi
ecc. E ovviamente ci sono anche i
cyber sceriffi e i cyber missionari, a
caccia i primi dei cyber delinquenti
e i secondi delle cyber-pecorelle
smarrite. Come vedete è uno scena-
rio per certi versi affascinante e per
altri inquietante. Può essere visto
sotto la lente del disagio giovanile,
oppure di una nuova epopea digitale
di “cyber pionieri” alla scoperta di
nuovi mondi senza regole come era
il far west dell’epopea americana,
oppure di un nuovo modo di attrarre
i clienti da parte di aziende proietta-
te nel business del web 2.0 Ma è so-
lo questo? O c’è dell’altro?
VIDEOGIOCO SÌ O NO?
Sgombriamo il campo dalle ambi-
guità: Second Life www.secondli-
fe.com non è un video-gioco, ma
viene definito un “metamondo tridi-
mensionale virtuale fruibile on-line,
immaginato e creato dai suoi resi-
denti”2. Collegandoti al sito e scari-
cando un apposito software puoi na-
vigare in un ambiente tridimensio-
nale e “socializzare” con gli altri
SETTEMBRE 2008 BS

2.5 Page 15

▲back to top
utenti di Second Life. È quello che
viene anche chiamato un “metaver-
so3, (metaphisic universe) dove
non ci sono regole se non quelle di
poter esprimere in libertà una se-
conda esistenza. Un videogioco pre-
suppone una storia, un inizio e una
fine del gioco; Second Life, SL (così
lo chiameremo per brevità) invece
non ha meccanismi di gioco o rego-
le, è un gioco di sola relazione, sen-
za uno scopo apparente, senza un
obiettivo da raggiungere o una mis-
sione da compiere. In SL la trama è
la tua seconda vita che scorre.
CARATTERISTICHE
Ma che cosa significa socializzare?
Vuol dire che puoi conversare (chat-
tare) con un altro avatar vicino a te
“virtualmente” ma che magari sta
giocando da Salt Lake City, ma an-
gio, o per visionare e acquistare i tuoi
prodotti. Una sorta di “seconda ca-
sa” o di punto espositivo virtuale,
dipende da che punto la vogliamo
guardare.
CREARE?
Ma che cosa vuol dire “creare”?
considerare quelli che poveri lo so-
no diventati davvero: la scorsa esta-
te, il fallimento della banca virtuale
su SL Ginko Financial ha fatto sva-
nire nel nulla i 200 milioni di linden
dollar (circa 750 mila dollari reali)
dei suoi clienti-avatar6. Nonostan-
te ciò, grandi aziende come la Coca-
Cola, la Nike o la Sun Microsy-
stems hanno acquistato isole in Se-
cond Life anche se si dice che le
stiano dismettendo perché forse si
sono accorti che non è poi quel bu-
siness che avevano immaginato.
(continua)
che intraprendere attività di socializ- Significa soprattutto realizzare mo-
zazione o economiche che normal- delli tridimensionali (più o meno 1 L’avatar è l’immagine scelta per rappresentare
mente si fanno nella vita reale. Per
esempio puoi acquistare una tua “iso-
raffinati) da utilizzare per costruirsi
il proprio spazio, la propria casa, i
se stessi in SL. La parola è originaria della tradi-
zione induista, nella quale ha il significato di in-
carnazione, di assunzione di un corpo fisico da
15
la” e “crearti” uno spazio dove espor- propri oggetti, o per creare ricostru- parte di un dio: per traslazione metaforica, nel
re te stesso e i tuoi prodotti, a scopo
pubblicitario o commerciale. Gli
scambi di merce o di servizi possono
zioni virtuali di ambienti per il vi-
deo, e poi scambiare o vendere que-
sti oggetti. Molti dei partecipanti al-
gergo di Internet s’intende che una persona reale
che scelga di mostrarsi agli altri, lo faccia attra-
verso una propria rappresentazione, un’incarna-
zione: un avatar appunto. Tale immagine, che
essere fatti in moneta locale (Linden
Dollars, L$) e poi i profitti convertiti
in dollari reali, tramite carta di credi-
to. Il cambio (febbraio 2008) oscilla
la vita di SL sono programmatori
esperti in queste discipline, quindi
possono realizzare e vendere degli
oggetti più performanti, ma non è
può variare per tema e grandezza (di solito sta-
bilite preventivamente dai regolamenti delle
community), può raffigurare un personaggio di
fantasia (ad es. un cartone animato, un fumetto),
della realtà (ad es. il proprio cantante o attore
tra 265 L$ e 280 L$ per un dollaro
USA. Secondo fonti della banca
Hsbc4, i residenti attivi spendono in
strettamente necessario esserlo: co-
struire è facile, usando gli strumenti
forniti dal gioco stesso, e si può ri-
preferito, o anche la propria immagine), o anche
temi più vari, come vignette comiche, testi e al-
tro. Il luogo di maggiore utilizzo degli avatar
sono i forum, i programmi di scambio immedia-
SL in media tra i 50 e i 60 dollari la
settimana. Attualmente (secondo sta-
tistiche aggiornate ad aprile 2008),
partecipano alla creazione del mondo
di SL oltre 450 000 utenti attivi di tut-
to il pianeta. Gli utenti registrati (resi-
denti) sono circa 13 milioni, il che
comprende anche gli utenti inattivi,
correre facilmente ad aiuti di natura
software e video-manuali che ti
spiegano come fare in modo sempli-
ce (http://secondlife.com/show-
case/sub_page.php?blog_catego-
ry=6). Qualcuno di questi ha guada-
gnato grandi somme di (vero) dena-
ro, vendendo i codici (i sorgenti)
to di messaggi (instant messaging) e i giochi di
ruolo on-line dove è d’uso crearsi un alter ego.
2 Definizione presente sulla Home Page del
sito web www.secondlife.com.
3 Dal romanzo Snow Crash di Neal Stephen-
son, Spectra 1992.
4 HSBC Holdings plc è uno dei più grandi
gruppi bancari del mondo, terza banca del
pianeta. È il primo istituto di credito europeo
doppi o creati e mai utilizzati. L’iscri-
zione è gratuita, anche se è obbligato-
rio essere maggiorenni. Creare o ven-
dere oggetti è anche gratuito, mentre
per possedere del terreno bisogna es-
sere registrati come utenti “premium”
(il costo parte da $ 9,95 mensili).
Possedere del terreno permette di
dei propri oggetti creati per essere
utilizzati dentro il mondo virtuale.
Ma arricchirsi su SL è faccenda dif-
ficile e per pochi. Secondo le stesse
statistiche pubblicate dal sito, deci-
ne di migliaia di residenti hanno un
flusso di Linden dollar positivo, ma
nella maggior parte dei casi si tratta
per capitalizzazione con 157,2 miliardi di eu-
ro. Ha sede nella HSBC Tower nei Docklands
di Londra.
5 Il primo milionario della storia di Second
Life è una donna, Anshe Chung (nome virtua-
le Ailin Graef), conosciuta da tutti come il
Rockfeller di Second Life: con un investimen-
to iniziale di soli 9,95 dollari ha acquistato ol-
tre 400 lotti di terra rivendendoli tra i 1200 e i
1600 dollari (reali) l’uno.
avere una presenza stabile in SL per dell’equivalente di pochi dollari. Ci- 6 Da www.repubblica.it Tecnologia e Scien-
la tua casa, il tuo business o qualsiasi
opera hai creato. Anche se non sei on
line, i tuoi amici o clienti si possono
fermare per lasciarti solo un messag-
tando www.repubblica.it “i Pape-
roni”5, cioè con un flusso positivo
per più di 5000 dollari, alla fine so-
no poco più di un centinaio. Senza
za, Second Life cancella le banche. Finisce
l’era dei super-interessi (10 gen. 2008 –
http://www.repubblica.it/2007/04/sezioni/scie
nza_e_tecnologia/second-life-news/banche-
al-bando/banche-al-bando.html).
BS SETTEMBRE 2008

2.6 Page 16

▲back to top
BOX
redazionale
BOLZANO, ITALIA
CONCORSO “GIOVANI
RICERCATORI
CERCANSI”
Cinque giovani tra i 16 e 20
anni, alunni del Li-
ceo Scientifico Rai-
nerum dei salesiani,
hanno realizzato il
progetto “Cice-
ro” – così op-
portunamen-
te l’hanno
chiamato –
per assistere
e guidare il
turista in vi-
sita al centro
storico di Bol-
zano. I ragazzi
hanno progetta-
to e realizzato
uno strumento
di comunicazio-
ne per trasmettere
informazioni e uno strumento
pratico per girare la città. Il
primo è un carrello cingolato,
una macchina intelligente,
che funge da guida turistica
robotica e, grazie alle sue te-
lecamere, è autonomo. Il se-
condo è il Segway, una specie
di monopattino robotizzato
che funge da mezzo di loco-
mozione per condurre il visi-
tatore lungo le strade del cen-
tro cittadino. È tecnologica-
mente perfetto: si mantiene
sempre sul marciapiede, indi-
vidua i semafori e le strisce
pedonali, interpreta i comandi
vocali, fornisce informazioni
sui monumenti e… ti porta
perfino al bar! Stefano China-
glia, Sebastian Cincelli, Mau-
rizio Giaffredo e Patrick Ha-
rasser guidati da Francesco
Randi hanno vinto il primo
premio con questa loro inven-
zione, nel concorso bandito
dall’EURAC di Bolzano in
collaborazione con l’Univer-
sità di Innsbruck. Il 5° posto è
andato a Cristina Doliana,
Lucia Berti, Luca Dellantonio
e Federico Suffritti, sempre
coordinati dal Randi e super-
visionati dai proff Stefano
Monfalcon e Maddalena An-
geli. Questa seconda équipe
ha inventato dei modelli per
simulare i meccanismi con
cui si trasmette il segnale nel
sistema nervoso attraverso le
sinapsi. Bravi, ragazzi!
16
ANCONA, ITALIA
L’OROLOGIO
DI BOCELLI
Il 23 maggio ad Ancora il fa-
moso cantante Andrea Bo-
celli è stato derubato del suo
orologio speciale per non ve-
denti, mentre al Teatro delle
Muse teneva un concerto di
beneficenza a favore dei
bambini di Haiti. Il cantante,
accortosi del furto, ha dira-
mato un comunicato per po-
terlo riavere... Il giorno dopo
l’orologio è stato ritrovato in
una cassetta nella chiesa del-
la Sacra Famiglia dei sale-
siani di Ancona e restituito
al cantante. (Foto: un sacer-
dote salesiano indica il luo-
go del ritrovamento): un la-
dro che si pente è sempre un
avvenimento.
SETTEMBRE 2008 BS
BREVISSIME DAL MONDO
CITTÀ DEL VATICANO.
Sono stati frequenti e ap-
profonditi gli interventi
del Pontefice su quella che
egli ha definito “emergen-
za educativa”. Papa Rat-
zinger continua a invitare
sacerdoti e vescovi a ri-
spondere alle attuali sfide
educative, a trovare rispo-
ste efficaci alle questioni
dell’educazione delle nuo-
ve generazioni. In un altro
intervento il Papa ha riba-
dito che l’educazione è la
base dello sviluppo.
CITTÀ DEL VATICANO.
Continuano i colloqui tra la
Santa Sede e Israele. L’ulti-
mo, a fine maggio, ha regi-
strato – secondo il comuni-
cato congiunto – importan-
ti passi avanti. Sono in bal-
lo, in effetti, vari gravi pro-
blemi, come le proprietà
della Chiesa espropriate, il
riconoscimento civile della
personalità giuridica della
Chiesa (Legal Personality
Agreement) approvato ma
non ancora trasformato in
legge, ecc.
CITTÀ DEL VATICANO.
L’Annuario Statistico della
Chiesa Cattolica pubblica
che la presenza cattolica
nel mondo è attestata sul
17,3% della popolazione
totale. Tuttavia in Europa
la crescita dei fedeli dal-
l’inizio del millennio è sta-
ta inferiore all’1%, mentre
nelle Americhe l’aumento
ha toccato l’8,4%; in Asia
la percentuale è rimasta
stabile rispetto alla cresci-
ta della popolazione: in
Africa i fedeli sono passati
dai 130 dell’anno 2000 a
158 milioni del 2007. Il
numero dei sacerdoti è au-
mentato complessivamen-
te di oltre 2000 unità
(0,51%) ma è diminuito in
Europa del 5,75%. Le suo-
re in Asia hanno avuto un
incremento del 12,78%, in
Africa del 15,45% ma sono
fortemente diminuite in
Europa e in America.

2.7 Page 17

▲back to top
a cura del direttore
SINNAI, ITALIA
Il santo dei giovani, il sem-
pre simpatico Domenico
Savio, conquista la venera-
zione di giovani e famiglie
anche al di fuori dell’ambi-
to salesiano. La sua festa a
Sinnai, grosso borgo di
quasi 15mila abitanti in
provincia di Cagliari ha
mobilitato la parrocchia di
S. Isidoro, attraverso l’atti-
vo gruppo “Amici di Don
Bosco” che ha organiz-
zato il tutto per rendere
omaggio al miglior frutto
dell’educazione impartita
dallo stesso Don Bosco.
FOGGIA, ITALIA
La dinamica parrocchia sa-
lesiana del Sacro Cuore,
per la festa del “Patrono”,
venerdì 30 maggio, ha or-
ganizzato l’annuale “Fe-
stainsieme”, nutrita di tutti
quegli ingredienti che spin-
gono i parrocchiani a frater-
nizzare nella gioia e in sin-
tonia. Fiore all’occhiello di
questa edizione sono state
la sfilata e l’esposizione del-
le moto d’epoca che ha ri-
scosso un successo oltre le
previsioni. Interessante e
attraente anche la rassegna
canora dedicata ai bambini.
17
RONDONOPOLIS,
MATO GROSSO
La festa della mamma si
celebra in tutto il mondo.
Oggi in alcune parti è un
po’ snobbata, ma in altre
è sentitissima. A Rondo-
nopolis, una microregio-
ne dello Stato del Mato
Grosso, presso la parroc-
chia salesiana di S.ta Te-
rezinha, dedicano alle mam-
me un’intera giornata di
festeggiamenti con riunio-
ni e una solenne liturgia
al mattino (cfr. foto) e gio-
chi, gare, musica, canti,
parole di saluto al pome-
riggio, nel più perfetto sti-
le salesiano.
LANZO TORINESE,
ITALIA
Le annuali riunioni degli exal-
lievi salesiani continuano in
tutto il mondo, non tanto e
non solo per celebrare un
passato che è rimasto forte-
mente impresso nel vissuto
degli ex, quanto piuttosto per
continuare una tradizione,
rinsaldare amicizie, ricaricare
l’ottimismo e la speranza, ri-
prendere vigore per l’“apo-
stolato” familiare e una
testimonianza attiva sul posto
di lavoro, rinverdire i colori
perenni assorbiti alla scuola
di Don Bosco. Nella foto il ra-
duno exallievi di Lanzo Tori-
nese.
GERUSALEMME,
ISRAELE
Gerusalemme è uno sno-
do religioso, come si sa,
e nella Città Santa spesso
troupe cinematografiche
girano film o documentari
che riguardano le Religio-
ni del Libro. Il 29 aprile
ultimo scorso, nove sale-
siani, studenti presso
l’Istituto Teologico Interna-
zionale di Ratisbonne e
provenienti da India e Sri
Lanka, hanno partecipato
come comparse a un
film/documentario sulla
coesistenza a Gerusa-
lemme di cristianesimo,
ebraismo, islam.
ROMA, ITALIA
Su 52 progetti presentati
dal SCS (Servizio Civi-
le Salesiani) 51 sono sta-
ti approvati dall’Ufficio
Nazionale Servizio Civi-
le, cioè il 98%, riguar-
danti attività nel settore
educativo e culturale
(scuole, case famiglia,
oratori, centri professio-
nali…). Per tali compiti i
salesiani hanno richiesto
1100 volontari con posti
disponibili in tutto il terri-
torio nazionale.
<scestero@federazio-
nescs.org>
BS SETTEMBRE 2008

2.8 Page 18

▲back to top
VIAGGI
L’ITER
di Giancarlo Manieri
DI UN ABORIGENO
Santi non si nasce.
Ciascuno per diventare
LA NASCITA
DI CEFERINO
un capolavoro deve
Nacque, il figlio del ca-
cique, a Chimpay, tre le-
lavorare su se stesso con
ghe di terreno dove la
coraggio e tenacia,
sconfitta aveva confinato la
sua tribù o, più precisamen-
a volte fino alla
caparbietà. Un santo è
te la sua numerosa fami-
glia, formata dal lonco, il
cacique Manuel, dalle sue
prima di ogni altra cosa
un uomo maturo a livello
mogli (pare ne abbia sposa-
te quattordici, ma questo era
uno dei segni e dei privilegi
umano cui si aggiunge
18 la maturità spirituale e/o
del comando), dai suoi figli
(ne ha avuti 36!) con le loro
rispettive famiglie... Si face-
apostolica. Ceferino
va presto a formare un clan,
anzi addirittura una tribù, be-
è nato mapuche,
ne organizzata e coesa, pro-
ed è diventato santo.
prio perché tutti i membri ap-
partenevano allo stesso ceppo
familiare. Ceferino nacque in
un periodo non facile per la
Da non molto tempo i mapu-
che si erano adattati alla vita
della pianura piegando l’an-
tica cultura dei padri “arau-
cani” alle nuove condizioni pampea-
ne: il toldo come casa mobile, il quil-
lango (mantello di pelle di guanaco)
come vestito, le boleadora come ar-
ma... Scrive lo storico Riccardo No-
Il battesimo di Ceferino avvenuto
a Chimpay il 24 dicembre 1888,
officiato dal salesiano
don Domenico Milanesio.
ceti che, per resistere alle contraddi-
zioni della pampa patagonica, occor-
rono uomini ben formati (enteros),
capaci di lottare e soffrire, abili nel
costruire e sognare, preparati a resi-
stere ed avanzare, a rimboccarsi le
maniche e lavorare “insieme”. È fuor
di dubbio che Ceferino abbia appreso
l’arte di vivere le contraddizioni della
sua gente, tanto che il cacicco,
diventato “coronel” dell’esercito ar-
gentino e perciò fruitore di un di-
screto stipendio, si vedeva costretto
a distribuire il soldo statale tra la
sua gente: pochi dollari a testa, ma
bastavano almeno per calmare la fa-
me. La miseria si era velocemente
impadronita di un popolo che non
praticava l’agricoltura, non posse-
deva molto bestiame e il territorio
assegnatogli dai vincitori era del
tutto insufficiente (3 leghe corri-
spondono a non più di una quindici-
na di km, per di più di terre steppo-
sua terra. Dovette imparare da subito se) e senza possibilità di sviluppo.
a lottare per sopravvivere, a soffrire Era il 26 agosto 1886, quando in un
per resistere alle avversità, a darsi da toldo dell’accampamento vide la luce
fare per crescere, poiché non poteva un altro dei già numerosi figli di Ma-
sperare di “essere cresciuto” da mae- nuel che allora aveva – si badi bene –
stri o pedagoghi appositamente pre- 75 anni, mentre l’ultima moglie,
parati. Nella pampa unici maestri era- mamma del neonato, Rosaria Burgos,
Una grande insegna accoglie
i visitatori a Chimpay, culla
di Ceferino.
no gli anziani con i loro racconti. ne contava 29! Durante tutta l’infan-
Quando si è in condizioni difficili, zia chiamarono il bimbo con il nome
l’auto-educazione è quasi automatica. o soprannome di Morales... Fu l’infa-
SETTEMBRE 2008 BS

2.9 Page 19

▲back to top
Chimpay: il santuario dedicato a Ceferino e costruito ben prima che egli
fosse dichiarato beato (in restauro per la beatificazione).
L’imponente processione
annuale al santuario di Ceferino.
ticabile missionario salesiano don chiedesse, che poi portava alla mam- imparò a pescare, a cacciare, a lan-
Domingo Milanesio che nel 1888, vi- ma. Spesso, s’alzava presto la matti- ciare le boleadora, a superare gli
gilia di Natale, lo battezzò chiaman- na, prima degli altri fratelli, e si al- ostacoli che una terra inclemente pro-
dolo Ceferino, in onore del santo del lontanava per raccogliere qualche fa- poneva ogni giorno.
giorno della sua nascita, e lo registrò scina di legna che andava a vendere.
nel libro dei battesimi della parroc-
chia di Carmen de Patagones. Una
Con il ricavato comprava del cibo. E
doña Rosaria rimaneva sconcertata
AL PIO IX
curiosità: in quel registro alla voce da questo figlio che ancora bambino Il piccolo mapuche, dunque, si era
“Religione”, riferita a suo padre, è ragionava e agiva come un adulto. In convinto che ci voleva ben altro per
scritto “india”. Un falso – certo non effetti, intuendo la grande difficoltà rialzare le disastrate sorti dei Namun-
voluto – perché Manuel aveva rice- del suo popolo, un giorno con le la- curá, il che, come dicemmo, lo spinse
vuto il battesimo a 43 anni a Paraná. crime agli occhi il ragazzo sbottò da- a chiedere di essere portato a Buenos
Il 12 febbraio del 1900 il cacique si vanti al cacicco: “Padre, tutto questo Aires per studiare. Aveva capito che 19
sposò finalmente in chiesa a Gral Ro- non può continuare così. Vorrei stu- la cultura era l’arma migliore per da-
ca, non però con la mamma di Cefe- diare per diventare utile alla mia gen- re una mano alla sua gente. Dovette
rino, ma con doña Ignacia Rañil, e te”. Aveva solo 11 anni.
apparire quasi un prodigio sia a suo
riconobbe come legittimi 12 dei suoi Ancora fanciullo (secondo alcuni padre sia a sua madre questo aprirsi
figli, tra cui Ceferino. Il bimbo creb- aveva due anni, secondo altri anche del figlio alla cultura huinca che sa-
be per una decina di anni a Chimpay, meno), vispo e intraprendente com’e- peva bene essere la responsabile delle
il territorio assegnato al suo clan. Nel ra, s’allontanò dalla mamma e cadde disgrazie e dell’arretratezza del suo
1896 tutta la tribù dovette sloggiare, in un braccio del Rio Negro rischian- popolo. Così, appena undicenne, Ce-
sfrattata perché quella terra era stata do di morire affogato, catturato dal ferino partì con papà Manuel – 86
assegnata al coronel (colonnello) vortice di una forte corrente. Si salvò anni ben portati – alla volta della ca-
Guerrico già dal 1885. Il Governo in quasi per miracolo, ripescato da suo pitale, dove il cacique contava molti
qualche modo aveva giocato Namun- padre sulla sponda del fiume dove la amici tra i militari e pensava di poter
curá, che fu costretto a trasferirsi nella
valle di San Ignacio presso il fiume
Aluminé, un posto più grande di
corrente l’aveva trascinato. Dai suoi
il fatto fu sempre ritenuto un miraco-
lo. Oltre all’aiuto in casa, il bambino
inserire il figlio in una scuola di pre-
stigio. Anche lui voleva che il suo ra-
gazzo incorporasse gli elementi più
Chimpay, ma certamente meno fertile
e ombroso.
validi della cultura dei bianchi, senza
rinunciare a valori indigeni. A Bue-
L’INFANZIA
nos Aires il vecchio coronel si pre-
sentò all’amico generale Campos e
DI UN MAPUCHE
riuscì a ottenere una borsa di studio
per suo figlio. Ciò gli permise di
L’infanzia di Ceferino passò come
iscriverlo presso le scuole della Mari-
quella di qualsiasi fanciullo mapuche,
na. Non fu una scelta felice. Ceferino
ma era singolarmente generoso e ob-
proprio non riusciva a sopportare
bediente. Pascolava capretti e pecore,
quella disciplina e quei superiori. Co-
si avventurava anche lontano a racco-
sì il 20 settembre 1897 il ragazzetto
gliere legna, senza che nessuno glielo
indigeno entrò nel collegio salesiano
Pio IX di Almagro. Cominciava una
nuova esperienza e la parte più signi-
La mamma di Ceferino a 27 anni,
ficativa della sua breve vita.
due anni prima che si sposasse
con Manuel Namuncurá.
(Servizio fotografico dell’autore)
BS SETTEMBRE 2008

2.10 Page 20

▲back to top
EVENTI
Il frutto della Strenna 2008:
siani hanno lanciato un appello ri-
volto a tutti quelli che hanno re-
sponsabilità nei confronti dei giova-
UN CONGRESSO ni: prima che sia troppo tardi salvia-
mo i ragazzi, il futuro del mondo.
Questo è anche il mio appello come
successore di Don Bosco».
MONDIALE
Attorno al tema dell’educazione
meravigliosamente sintetizzato nella
Strenna che lo stesso Rettore Mag-
giore invia annualmente a tutta la Fa-
miglia Salesiana sono state mobilitate
di don Ferdinando Colombo
almeno 40 mila persone tra salesiani,
Figlie di Maria Ausiliatrice, gruppi
Animatore Missionario e Vice Presidente VIS
della FS, e decine di migliaia di edu-
catori che collaborano con loro in
134 Paesi. Don Pascual Chávez ha
indicato autorevolmente la qualità
La Congregazione
Salesiana sta
preparando un
Èlo stesso superiore generale
che l’ha fortemente voluto.
Dopo che in sei anni ha visi-
tato tutte le opere salesiane in
tutto il mondo, ha delineato con
educativa a cui tendere in questo an-
no e implicitamente ha tracciato le li-
nee di preparazione, gli obiettivi e
anche la metodologia del Congresso:
«Educhiamo con il cuore di Don
congresso mondiale su
«Sistema Preventivo e
molta chiarezza il quadro di riferi- Bosco, per lo sviluppo integrale
mento: «Grave è la situazione in cui della vita dei giovani, soprattutto i
si trovano tanti giovani in tante parti più poveri e svantaggiati, promuo-
20 Diritti umani» che si
svolgerà a Roma
del mondo: giovani a rischio ed vendo i loro diritti».
emarginati. Sono davvero troppi. Poche istituzioni possono vantare
Sono un grido inascoltato. Sono un una così profonda conoscenza della
dal 2 al 6 gennaio 2009.
peso sulla coscienza della società situazione giovanile come quella
che sta cercando di globalizzare l’e- che può avere un’agenzia di educa-
conomia, ma non l’impegno per lo tori che, condividendo lo stesso ca-
sviluppo dei popoli e la promozione risma, la stessa scelta antropologica,
della dignità di ogni uomo. I sale- sono distribuiti in tutti i continenti e
soprattutto nei Paesi dove il numero
dei giovani che hanno meno di 20
anni supera la metà della popolazio-
ne. Paesi poveri economicamente,
ma ricchi di futuro se sapranno far
leva sulla loro più grande ricchezza:
i giovani.
SETTEMBRE 2008 BS
AL VIS cduvcdiudlencomro’VdesagreidoltlflaleauiIeaeltiaginSaàtdilmrnreodlennicidiaaomènrriseaaoagiilf:Czrtitdfouezatrai““iiitieaaoLoCipnnntndouirnnale’tiiiOienoaumozrtcenrtisgalgmzatNaaaeiatcallanezidoilGaneiClirnuiliiabIoneminndtzlmaapaahnèiitpiiiprrialdevllaedaiariisaoztaocoerentzeteaznroiramlplizedtodaldcnmalmtlooouaooizhelgnternaicaiozeitnrsontddveaaeiitnbvo.onuoauoi.rtsndaiSrnieeotcrlvsenuoomaeuavsaod.ep”aeltiibOelailpnidptvldlicsaeloniogedirofvm”ieigrid,omdfceteiaaaelehtipsloiéaito

3 Pages 21-30

▲back to top

3.1 Page 21

▲back to top
IL CONGRESSO MONDIALE dal valore assoluto della dignità
umana, induce a ricomporre i saperi
Il congresso non sarà un evento particolari e ad armonizzare le dif-
sporadico a sé stante ma il risultato di ferenti culture nel rispetto della loro
un percorso partecipativo già iniziato originalità. Un sapere che fa la pa-
nel corso del 2008, teso a coinvolgere ce, un sapere di pace, utile, soprat-
salesiani e laici del mondo intero nel- tutto in questa difficile fase della
la formazione, riflessione e approfon- storia mondiale, a trasformare in
dimento su questo tema capace di in- dialogo interculturale le conflittua-
nescare un successivo effetto molti- lità che accompagnano i processi di
plicatore a livello locale. Vuole offri- multi-culturalizzazione”. L’educazio-
re agli educatori un’opportunità di ri- ne ai diritti umani è educazione al-
flessione e approfondimento sul valo- l’azione, al gesto, alla presa di posi-
re educativo e programmatico della zione, alla presa in carico, all’anali-
promozione e protezione dei diritti si critica, al pensare, all’informarsi,
umani come uno degli strumenti di a relativizzare le informazioni rice-
attualizzazione del Sistema Preventi- vute sia dai giornali sia dai media, è
vo di Don Bosco. Ri/valorizzare la un’educazione che deve diventare
nostra identità di educatori ma anche permanente e quotidiana.
nale e collettivo e quindi di un mon-
di evangelizzatori, promuovendo la Su questi fondamenti, la metodo- do più equo, giusto e salubre. Cia-
dimensione spirituale della persona logia da utilizzare deve comprende- scuno di noi, chiunque di noi, pro-
come forza ispiratrice dei diritti uma- re almeno tre dimensioni: una di- prio perché educatore e proprio per-
ni. Ne è responsabile don Fabio At- mensione cognitiva (conoscere, pen- ché sceglie la visione antropologica
tard, nuovo consigliere generale del sare criticamente, concettualizzare, cristiana che ha ispirato Don Bosco,
dicastero della Pastorale Giovanile giudicare), Don Bosco direbbe “ra- può diventare un difensore / promo-
della congregazione salesiana; la pre- gione”; una dimensione affettiva tore / attivista di diritti umani.
parazione e il cammino previo di for- (provare, fare esperienza, empatia),
21
mazione è seguito da un comitato Don Bosco direbbe “amorevolezza”; PER CONCLUDERE
scientifico; si sta eseguendo la map- una dimensione volitiva comporta-
patura delle persone, delle esperien- mentale attiva, eticamente motivata Se l’accento del discorso è sulle
ze, dei centri studi, delle pubblicazio- (compiere scelte e azioni, mettere in motivazioni interiori necessarie al-
ni già presenti in tutte le nazioni; per atto comportamenti orientati), Don l’educatore allora il Sistema Preven-
mezzo della piattaforma www.don- Bosco direbbe “religione”. Il Siste- tivo diventa una “spiritualità”. Se
bosco-humanrights.org su Internet ma Preventivo e lo spirito di Don l’accento è posto sulle tre colonne
sarà possibile mettere in rete tutte Bosco ci chiamano oggi a un impe- ragione, religione, amorevolezza, al-
queste persone e socializzare le loro gno forte, individuale e sociale, teso lora esso diventa un impegno asceti-
pubblicazioni, i rapporti, le buone a cambiare le strutture della povertà co, un quadro di valori e un progetto
prassi educative. La celebrazione del e del sottosviluppo, per farci promo- di vita. Se l’accento è sul rapporto
congresso dovrebbe essere centrata tori di sviluppo umano ed educare a dell’educatore con l’educando, il Si-
sull’esame serio di queste buone
prassi per poterle rilanciare al mondo
intero come strada percorribile per
un’educazione che prepari il cittadino
del mondo nuovo: una cittadinanza
mondiale, attiva, responsabile, radi-
una cultura dei diritti umani, della
dignità della vita umana. I diritti
umani sono un mezzo per lo svilup-
po umano, l’educazione ai diritti
umani è strumentale al raggiungi-
mento dello sviluppo umano perso-
stema Preventivo è l’applicazione
concreta dei diritti umani dei minori.
Se l’accento è sul progetto di vita
che deve maturare nel cuore dell’e-
ducando, allora il Sistema Preventi-
vo è evangelizzazione perché mira a
cata in un’antropologia di comunione
formare l’onesto cittadino e il buon
e ispirata da valori trascendenti.
cristiano, per dirla con la Christifide-
les Laici, vivere il vangelo servendo
PROMUOVENDO
l’uomo e la società. In definitiva il
I LORO DIRITTI
sistema di Don Bosco trasforma sia
l’educatore sia l’educando in un pro-
I diritti umani non sono un catalo-
tagonista cosciente, responsabile del
go fisso e immutabile dei diritti
dovere di difendere e promuovere i
elencati nelle norme, ma un proget-
diritti umani, per lo sviluppo umano
to politico, come scrive Antonio
personale e del mondo intero. Il nuo-
Papisca (Professore all’Università
vo nome della pace è l’educazione
di Padova), “il nucleo duro di un
alla difesa e alla promozione dei di-
più ampio sapere a vocazione inter-
ritti umani. Per saperne di più:
disciplinare. Il sapere che, partendo
www.donbosco-humanrights.org. ٗ
BS SETTEMBRE 2008

3.2 Page 22

▲back to top
LAIEGTTEIORAVANI apLerpotavtoretcraiaret“omdraoialdlaaeriraegtaioaltvmaàendni.e.t.ief”atti
DAVO
FASTIDIO
Elogio della sincerità
Carissimo
Perché è così difficile essere sinceri?
È una mazzata. Fino a ieri dirigente. Oggi non più.
Una banconota come buona uscita, un ventaglio
di elogi, e una pugnalata: “L’agenzia chiude”.
Davanti a me un tunnel in cui mai prima d’ora
sono entrato.
Un mix di falsità, gelosie, cattiverie. Hanno
portato la morte dentro di me.
La sincerità è come una bella donna. Tutti la
vogliono e nessuno la sposa.
Ognuno nasconde qualcosa.
Chi crede nasconde i suoi dubbi.
Chi non crede soffoca le sue aspirazioni.
Chi ama si agita per le sue passioni.
Chi non ama muore per la sua fragilità.
Do fastidio. Questa è la verità. Sono sincero.
Questo è il fastidio.
Quello che segue è gossip. Quello che ho vissuto è
mobbing. Quello che vivo dimmelo tu.
Volta pagina. Quello che scriverai da oggi in poi
sarà ancora più veritiero e cristallino.
È meraviglioso svegliarsi la mattina dopo una
notte agitata e avere pensieri positivi di vita e di
22
Ti conosco, condivido, soffro in te. Quello che
sento di dirti è il segno di una viva amicizia.
amore.
Questa è la scommessa: amare ciò che non si
Non ti hanno detto la verità.
ama di fare è amare due volte.
Preferisco una persona sincera ad una subdola o “Tutto andrà per il meglio (è la sentenza di un
diplomatica che invece di dire non dice. Il giro di filosofo come Leibniz), nel migliore dei modi possibili”.
parole ha vita breve, la sincerità dura una vita.
Arrendersi, alzare bandiera bianca è la cosa
Carlo Terraneo
giusta da fare. Non è dare partita vinta.
Puoi ricominciare da un’altra parte il secondo
tempo di una partita che ti donerà una seconda
giovinezza. La sincerità è sottovalutata, nei tuoi
confronti, in disuso.
Se potessi dare un consiglio in tre parole direi
“Viva la sincerità”.
Se potessi aggiungere altre tre parole direi:
“Sempre con tutti”.
Perché, perché, perché?
Perché non viene detta la verità allo stato puro?
La verità può far male, ma genera sempre vita.
È la chiave dell’intimità. Ti fa sentire re e
servitore. Servo nei confronti di te stesso, della
tua originalità. Chi è sincero è genuino,
trasparente. Ti fa re perché cresci in
autorevolezza presso gli altri.
Perché viene inventata una seconda verità,
artificiale, strumentale per strategie e furbizie?
Il vestito stretto o largo mette la persona a
disagio, fuori misura. L’ipocrisia lascia sul terreno
tre cadaveri. Il certificato di morte è per la verità
taciuta, la persona colpita, e lo spergiuro.
SETTEMBRE 2008 BS

3.3 Page 23

▲back to top
IDLI TDEAOTNROBOSCO Saelloilrtaeaètorovvsiaolecshiaenoocècournratelaatproreesdenuzcaatdiviou,nneodnudciaptourreo. sÈvla’gaoss,unnétodidriiqceurecsatoaartritsitciocalo,.
C’È BISOGNO
DI UN EDUCATORE
di Michele Novelli
“Da vari anni Don Bosco non era più contento del teatro come si faceva:
le commedie erano grandiose, i vestiti dispendiosi, senza diretto scopo
morale, con cena dei comici dopo il teatro che produceva gravi disordini...
L’origine di questi disordini per la casa di Torino si credé prodotto
dalla mancanza di un Capo che la facesse proprio da capo”
(Cronichetta di don Barberis, C.I., pagg. 42-44).
23
BS SETTEMBRE 2008

3.4 Page 24

▲back to top
Le foto dell’inserto:
24
CsRpoharfeditleo(stlsep’odS“pcaulTalteDriirraiorirgèt.raoiaoteMLoo,tsnllzelnampoacei”Cfoencel“oe,irhnchlsPnd,ctieimioPatihsaaorpadc”véoials,ridieb“osotesuirDoditdianEtnoailoeuadendllpnzeeelueadoilto’vc,ttlevotauniMalaeccrtesCrecoaootnharroètivdCireeaanierallelileliosdaelt:iroe”
di Gesù).
Don Bosco intervenne con
prudenza e tatto quando
s’accorse che il teatrino non
era più quello da lui
sognato. Mise allora a capo due
coadiutori (Barale e Dogliani),
manifestando loro le sue
preoccupazioni: “Il teatro adesso
non ha lo spirito che io desidero
che abbia… perciò ho creduto
bene di dare a voi due la direzione.
Io desidero che si diano cose
semplici, morali... ma, più di tutto,
che io sappia le cose che si danno”.
(Cfr. M.B. XIII, pagg. 30-31). Sembra
la fotografia di quanto avviene
SETTEMBRE 2008 BS
È sempre più frequente la domanda
di “materiale teatrale”
espressamente educativo. La
tradizione salesiana è ricchissima
di proposte teatrali che si ispirano
al carisma di Don Bosco. Le case
Editrici salesiane hanno pubblicato
una quantità sterminata di teatri per
tutti i gusti, per ogni destinatario e
circostanza. Gruppi e compagnie
teatrali hanno creato nuovi testi, si
sono cimentati in riedizioni e
adattamenti. Esiste, ma non circola
abbastanza, un’abbondante quantità
di prodotti teatrali educativi.
DOVE RINVENIRLI. Creare un
“Archivio”, una “Biblioteca”
informatica aperta agli operatori
teatrali da cui attingere
gratuitamente il materiale.
“Areopago TES” vuole essere una
grande “Piazza informatica” dove
chi fa teatro educativo può trovare
proposte mirate e “pacchetti
teatrali” esaurienti.
DOVE CERCARE. L’Ufficio Nazionale
“AREOPAGO T.E.S.” TEATRO
delle Comunicazioni Sociali dei
salesiani d’Italia gestisce il portale
www.donbosconews.it dove si trova la
piattaforma di AREOPAGO TES, in
specie l’archivio dei testi teatrali. Così
suddiviso: IDEE TES: studi, articoli,
dossier, ricerche sul teatro di Don
Bosco e di matrice salesiana. AREE TES: i
generi del teatro educativo individuati o
da individuare. In queste aree potrai
trovare i testi teatrali.
SITI AFFILIATI. “Areopago TES”
rimanda ad una rete di altri siti salesiani
d’Italia che collaborano a questa
iniziativa. A tutt’oggi sono attivati:
*VIS: per il Teatro “Meridiano” sui diritti
dell’uomo, dell’educazione alla
mondialità, della globalizzazione, del
teatro etnico: www.volint.it; *ISTITUTO
DI CATECHETICA UPS per il “Teatro dello
Spirito” su la catechesi, la Bibbia, le
festività religiose (Natale, Pasqua,
Madonna), i recital, ecc.:
www.rivistadireligione.it; *CNOS

3.5 Page 25

▲back to top
anche oggi: direttori, presidi,
parroci, incaricati di oratorio, ecc.
che non hanno tempo per
occuparsi del teatro dei loro ragazzi
e “lasciano fare”. Troppe deleghe in
bianco su un tema così delicato e
ricco di potenzialità inespresse.
Don Bosco che l’aveva nel cuore,
scrisse addirittura un Regolamento
del Teatrino.
Il punto primo recita: “È stabilito un
Capo del Teatrino (oggi diremmo
animatore, educatore) che deve
tener informato volta per volta il
Direttore della Casa di ciò che si
vuol rappresentare, del giorno da
stabilirsi e convenire col medesimo
sia nella scelta delle recite, sia dei
giovani che devono andare in
scena”. Più avanti, al numero sei
consolida l’idea: “Il Capo si trovi
sempre presente alle prove”.
Inoltre: “Il Capo abbia cura di far
preparare il palco nel giorno prima
della recita, in modo che non
abbiasi a lavorare nel giorno
festivo” (art. 7), “Sia rigoroso nel
provvedere vestiari decenti e di
poco costo” (art. 8), con altre
raccomandazioni di carattere
disciplinare. La preoccupazione
di Don Bosco è quella di un
consumato intenditore della
psicologia giovanile: o il teatro è
educativo, oppure rischia di fare
non pochi danni. Dal “Capo”
Don Bosco esige anche una certa
valentia professionale:
“Raccomandi agli attori un
portamento di voce non affettato,
pronuncia chiara, gesto disinvolto,
deciso; ciò si otterrà facilmente se
studieranno bene le parti” (art. 14).
Quel che è certo e assolutamente
evidente, è che all’Oratorio non si
faceva teatro se non coordinato da
un adulto, il “Capo del Teatrino”.
Don Bosco esigeva un ferreo
controllo sui testi: solo quelli che
avevano un esplicito peso
educativo (“morale” è il suo
termine). Senza dubbio egli
preferiva spendere parte del suo
tempo per “dirigere” a monte le
scelte dei teatri da rappresentare,
piuttosto che lamentarne i risultati
non positivi, o controproducenti.
Una buona impostazione del
lavoro teatrale, indirizzato sui
canoni educativi e di cammino di
fede, valgono decine di catechesi
piovute dall’alto.
L’EDUCATORE
Non sono pochi i gruppi teatrali
che partono con il piede
sbagliato: quello di escludere un
adulto allorché s’intende allestire
uno spettacolo. Specie nei giovani
più grandi, forte è la tentazione
dell’autosufficienza.
Generazionale è il convincimento
che non si ha più bisogno di
educazione e quindi ogni adulto
è superfluo quando non
25
ingombrante o addirittura un
“rompi”. D’altra parte può
EDUCATIVO SALESIANO
SCUOLA per il “Teatro nella Scuola”,
spettacoli a sfondo culturale all’interno
di un progetto formativo, e teatro
“letterario”: www.cnos-scuola.it; *C.G.S.
– CINECIRCOLI GIOVANILI SOCIO-
CULTURALI per il “Teatro Musicale”:
commedie, musical, operette, recital,
nonché corsi on-line di regia,
recitazione, sceneggiatura, scenografia:
www.cgsweb.it; *EX-ALLIEVI DON
BOSCO per il “Teatro delle
Filodrammatiche”, memoria storica di un
patrimonio ricchissimo di tradizioni e
ricordi e offerta di spettacoli ai membri
della Famiglia Salesiana che operano
nell’ambito del carisma:
www.exallievidonbosco.it; *ELLEDICI: per
il “Teatro della LDC”, testi pubblicati e
non più in catalogo, in particolare la
preziosa raccolta delle Riviste “Teatro
dei Giovani” (anni ’60) e l’ancora
attuale “Espressione Giovani” (anni
’80): www.elledici.org; *S.C.S. per il
“Teatro del Disagio”, produzioni teatrali,
allestimenti, piste di ricerca adatti a
giovani in difficoltà (handicap,
dipendenze, squilibri, carceri,
comunità terapeutiche...):
www.federazionescs.org *M.G.S.
MOVIMENTO GIOVANILE SALESIANO
per il “Teatro Salesiano”, in cui
verranno inseriti gli spettacoli che
hanno come soggetto i componenti
della Famiglia Salesiana (Don Bosco,
Domenico Savio, Michele Magone,
Madre Mazzarello, Laura Vicuna...):
www.mgsitalia.it.
IN CRESCITA. Il progetto crescerà
nel tempo. Quando andrà a
regime, saranno coinvolti più di una
decina di siti salesiani d’Italia e alcuni
di altre nazioni (Polonia, Spagna) che
offriranno ogni mese almeno 2 nuovi
testi (20 ogni mese, circa 250 in un
anno). I siti salesiani offriranno (secondo
il loro specifico) alcune schede e foto
per illustrare le caratteristiche dello
spettacolo proposto. Per scaricare
testi, materiali e/o sussidi, nonché i
suggerimenti per l’allestimento ogni
sito rimanda all’archivio TES attivo
presso il Portale www.donbosconews.it.
BS SETTEMBRE 2008

3.6 Page 26

▲back to top
E IL SUO RUOLO
Se nessuno può sollevarsi
tirandosi per i capelli, per
definizione i giovani hanno
bisogno di qualcuno che “tiri
fuori” (e-ducere) il meglio
nascosto in loro. Il Teatro, di
conseguenza, se vuol essere
“educativo”, ha la necessità che,
al suo interno, ci sia qualcuno ben
più grande dei giovani attori. Il suo
compito è trattare lo “strumento”
teatrale come un’opportunità per
trovarsi in mezzo a loro (anche e
specie nei momenti meno
connotati dall’allestimento
teatrale) e svolgere il ruolo
succedere che, oggi, i giovani
siano restii ad avere a che fare
con un adulto. Il sospetto si fa
certezza quando si trovano
dinanzi al “tutto pronto”: adulti
che si fanno in quattro per
risolvere ogni problema e ai
giovani non resta che indossare
il costume di scena e comparire
26 dinanzi al pubblico. È la grande
tentazione del “protezionismo
educativo” entro cui si celano le
debolezze degli adulti, la scarsa
stima e fiducia nei confronti dei
giovani (“vatti a fidare!”, “non
sanno come le cose vanno
fatte!”). La conseguenza
immediata è il “parassitismo”
giovanile, la sempre più remota
assunzione di responsabilità, la
pigrizia del “tanto ci pensa
mamma!”, lontani mille miglia
essenziale di mettersi a loro
disposizione e mirare alla loro
crescita globale. L’educatore
guarda “oltre” la rappresentazione
teatrale. Bene e meglio sarebbe
che s’intendesse anche di tecniche
teatrali, ma non è strettamente
necessario. Indispensabile è,
invece, che l’educatore sia
pienamente tale, cioè accompagni
l’intero allestimento evidenziando
i valori insiti nel testo (scelto in
modo che vi siano realmente quei
valori). Quello della scelta dei testi
è uno dei punti dolenti. Ai giovani
si dà carta bianca, spesso manca
ogni fase di discussione tra
educatore e giovani, ogni
approfondimento sui contenuti
del testo. Così si finisce di
rappresentare ciò che il mercato
più consumistico e reclamizzato
dall’opportunità educativa che il offre. Il teatro educativo fornisce
teatro offre. Certo un adulto
una miriade di possibilità per far
qualsiasi non ha molto senso
infilarcelo, anche solo per
strategia efficientistica. Più motivo
avrebbe corredarsi di “esperti”
come un regista, una coreografa,
uno scenografo... Ancor più
significativa è la presenza di un
animatore/educatore che svolga
appieno il suo ruolo di
accompagnare il cammino di
crescita della personalità dei
ragazzi. Il massimo che si possa
chiedere è disporre di un
“Educatore alla fede”, dal
momento che qui risiede la ragion
d’essere della salesiana missione
prevalere i contenuti alla forma.
L’attenzione primaria che un
educatore deve privilegiare è
quella di mirare al “che cosa”
rappresentare, al senso del
messaggio da offrire, piuttosto che
al “come”, alla riuscita patinata
della messinscena. Se lo slogan
di Don Bosco: onesti cittadini
e buon cristiani è per noi un
imperativo categorico, non è
pensabile limitarsi ai soli valori
umani (far divertire i ragazzi,
aprirli alla cultura, al bello,
sviluppare le loro qualità).
Compito primario è educare alla
che proponiamo deve rispondere
all’interrogativo: come posso
annunciare Gesù ai miei ragazzi,
lavorando all’allestimento di
questo spettacolo? Come possono
i miei ragazzi annunciare Cristo a
coloro che assisteranno alla
rappresentazione? Non si tratta di
mettere in scena il Vangelo, la vita
di Santi, dei recital sulla Madonna.
Il punto nodale è conoscere quale
uomo sgorga dalle pagine della
Rivelazione, di quali valori Cristo
si è fatto portatore per avere
l’Uomo Nuovo.
tra i giovani.
fede. Senza giri di parole. Il teatro
Michele Novelli
SETTEMBRE 2008 BS

3.7 Page 27

▲back to top
BAGLIORI
serena.manoni@libero.it
ESA
UN INNO
ALLA SERENITÀ
Chi ha detto che l’eroismo
è cosa d’altri tempi?
Chi ha detto che gli eroi
sono scomparsi? Sono
scomparsi quelli patinati,
fatta solidale… Sono i tratti, ri-
conoscibili a occhio nudo, della
santità, dell’eroismo feriale. E
nessuno nel suo oratorio, anzi
nella sua Ancona, ne ha mai du-
bitato.
da copertina, ma gli eroi N Esa è morta il 12 febbraio
feriali, quelli che nessuno del 2008, consumata da un linfo-
conosce e lottano in
silenzio e con il sorriso
ma che le è stato compagno fin
dall’età di 10 anni. A casa i suoi
familiari le hanno voluto un bene
sulle labbra la loro vita,
dell’anima, l’hanno circondata di
questi sì, esistono ancora,
e sono più numerosi di
cure, si sarebbero buttati sul fuo-
co per lei, per vederla guarita, e
si sono fatti suoi angeli custodi,
27
quanto crediamo.
ma non hanno mai faticato a ras-
serenarla, perché l’ha fatto per
conto suo, forse come ringrazia-
Nella sua vita Maria Teresa
(Esa per gli amici) ha co-
nosciuto solo casa, chie-
sa, oratorio. Come persone ha
avuto rapporti fitti con mamma
Dina, papà Ivo, i fratelli Cristia-
no e Rodolfo, gli amici e le ami-
che dell’oratorio e… i medici. È
cresciuta come uno splendido
fiore, amando il Signore della
vita, e il Signore l’ha colto
quand’era ancora fresco e profu-
mato, perché maturato e abbelli-
to, sì abbellito, dalla sofferenza.
Una tribolazione tenuta dentro di
sé, verrebbe da dire “coltivata”,
per 25 anni. Esa ha lottato in si-
lenzio, con il sorriso che le illu-
mento per la loro continua preoc-
cupazione per la sua salute, il
che ha sorpreso sempre tutti sia i
suoi familiari sia coloro che co-
noscevano il male che si portava
dentro. Esa ha fatto breccia an-
che nel cuore di tanta gente co-
mune, di tanti giovani dell’orato-
rio proprio per la dignità con cui
ha vissuto senza farla pesare la
sua malattia, senza un moto di ri-
bellione, un gesto d’impazienza,
una parola fuori posto, uno
sguardo sfiduciato.
N Il supporto di una famiglia
dotata di una fede salda come la
roccia e, da parte sua, di un ca-
Maria Teresa Flumini (1972-2008).
to prima in un megastore, poi co-
me segretaria in uno studio medi-
co, e sempre come animatrice al-
l’oratorio della sua parrocchia,
nonostante che sapesse bene che
un raffreddore poteva diventare
pleurite e un’influenza poteva fa-
cilmente trasformarsi in polmo-
nite… I suoi occhi limpidi e ne-
rissimi e il suo viso dolce rime-
diavano a tutto e tutto diventava
accettabile. L’hanno aiutata fino
all’ultimo scontro contro “il ne-
mico” dei suoi polmoni, vinto
per un quarto di secolo, e poi
minava il volto e la gioia che le rattere solare, uniti alla volontà uscito vincitore ma non trionfato-
riempiva il cuore: sorriso e gioia indomabile di dare comunque un re. Il trionfo è stato tutto per lei.
contagiosi, perché aveva bisogno senso alla sua vita, di percorrere La malattia ha vinto solo il suo
di aiuto e s’è prodigata per aiuta- la sua strada con discrezione ma corpo, non la sua bell’anima, non
re; aveva bisogno di conforto, ma con decisione, l’ha aiutata a non il suo perenne sorriso, non la sua
più che altro è stata di conforto, arrendersi mai. Non è stata con le grande fede, non la sua interiore
aveva bisogno di solidarietà e s’è mani in mano, Teresa: ha lavora- serenità, non la sua santità.
BS SETTEMBRE 2008

3.8 Page 28

▲back to top
F MA
DIRITTI UMANI:
COME? di Graziella Curti
Nella ricorrenza del
60° della Dichiarazione
Universale dei diritti
dell’uomo, le Figlie di
Maria Ausiliatrice hanno
dato vita, a Ginevra, ad
un Ufficio dei diritti umani
per essere presenti dove
si decidono le strategie
di intervento a favore
dei più deboli,
specialmente dei
giovani e delle donne.
Suor Maria Grazia Caputo
con monsignor Tommasi
rappresentante della Santa Sede
28
presso le Nazioni Unite e
suor Leonor Salazar, delegata
del Vides Internazionale.
Maria Grazia Caputo, figlia
di Maria Ausiliatrice, ha
nel suo bagaglio profes-
sionale 20 anni di diri-
genza al VIDES Internazionale (Vo-
lontariato Internazionale per la Don-
na, l’Educazione e lo Sviluppo), con
sede a Roma. Proprio a lei, che è riu-
scita ad allargare la presenza di que-
sta ONG in 37 Paesi del mondo, è
stato dato il compito di creare l’Uffi-
cio dei Diritti Umani, che ha iniziato
il suo cammino il 5 dicembre 2007.
Madre Antonia Colombo, superiora
generale delle salesiane, l’aveva vo-
luto come risposta concreta all’invito
della precedente Assemblea generale
dell’Istituto: difendere i diritti di tutti,
specialmente dei giovani e dei più
deboli. Era giunto il tempo di opera-
re, come istituzione educativa, in mo-
do più incisivo, su quel tema “sensi-
bile”, tanto disatteso e insieme tanto
evangelico, posto a fondamento del
carisma salesiano: il rispetto dei diritti
della realtà umana più sofferente e
fragile. L’assumersi tale compito non
è stato comunque indolore per suor
Maria Grazia, che ci confida: «For-
se… non mi è stato facile lasciare il
lavoro di sempre, ma prima di tutto
mi fido di Dio e della fiducia del mio
Istituto e poi sapevo di lasciarlo in
buone mani. Solitamente io guardo al
futuro e questa decisione ha aperto
una grande finestra, che si prospetta
come un mezzo per sensibilizzare le
realtà di sviluppo dell’Istituto, chia-
mate ad agire per la difesa dei Diritti
Umani secondo la dottrina sociale
della Chiesa, in rete con il Vides, la
Famiglia salesiana, altri gruppi di
istituzioni civili ed ecclesiali».
UNA DIFFICILE FRONTIERA
Appunto per dare una piattaforma
concreta a quest’opera di sensibiliz-
zazione, da Ginevra, suor Maria Gra-
zia manda messaggi on line e incomin-
cia a delineare la mappa dell’impe-
gno educativo nell’ambito dei Diritti
Umani che le FMA stanno attuando
nel mondo intero. Le domande del
test sono mirate e altrettanto concre-
te le risposte. Si fanno giornate di
Diritti umani nelle Filippine.
SETTEMBRE 2008 BS
Diritti umani in Etiopia.

3.9 Page 29

▲back to top
studio, giochi formativi, programmi ONG con statuto consultivo presso
per le vacanze, seminari di riflessio- l’ONU. Davvero un osservatorio sul
ne, incontri per le famiglie. Tutto con mondo, che dovrebbe diventare sem-
l’obiettivo di una formazione che tro- pre più operativo, attraverso strategie
va le sue radici nel carisma salesiano mirate, nei vari contesti geografici.
e che si esplica, in questo momento
di emergenza educativa, nella rispo- DOMANI È TROPPO TARDI
sta alle sfide odierne del disagio e
dell’emarginazione. Viene coinvolta A conferma della decisione delle
la comunità educante e si opera in re- Figlie di Maria Ausiliatrice, è giunta,
te con i fratelli salesiani, i salesiani quest’anno, la Strenna del Rettor
cooperatori, le exallieve e gli exallie- Maggiore, che invita a educare con il
vi, le istituzioni pubbliche e gli orga- cuore di Don Bosco “soprattutto pro-
nismi ecclesiali.
muovendo i diritti dei più poveri e
«Le mie giornate – racconta suor svantaggiati”. L’urgenza di questo ti-
Maria Grazia – si svolgono, a tempo po di intervento era già stata messa
pieno, tra il Palazzo delle Nazioni e il in evidenza dallo stesso don Pascual
Palazzo Wilson, sede del Commissa- Chávez nel 2002, in un discorso al
riato dei Diritti Umani, perché è ne- Campidoglio di Roma, sul tema Pri-
Diritti umani in Cambogia.
cessario ascoltare e tessere reti di co- ma che sia troppo tardi, salviamo i
noscenza, di amicizia con i vari di- ragazzi, il futuro del mondo. Nella
plomatici. È il momento di dare storia salesiana, questa attenzione nata la condizione della donna, la
visibilità all’impegno dell’Istituto a verso la persona del giovane, il suo questione Tibet, il problema medio-
favore dell’educazione ai diritti uma- diritto all’educazione, al lavoro, alla rientale, la lotta contro il razzismo,
ni e alla loro realizzazione».
dignità di vita sono sempre stati pre- la libertà religiosa, l’islamofobia, la
Già in questo primo impatto, a vol- senti, ma oggi tale compito assume libertà di stampa e altre questioni.
te si sente un po’ delusa, ma non de- una priorità indiscutibile di fronte a Mai a livello solo teorico, ma circo- 29
morde. Suo impegno è quello di ca- una società che vede un mondo tra- stanziato, valutato in Paesi ben de-
pire come riuscire a far ascoltare la volto dalla violenza dove si moltipli- finiti e secondo le denunce delle
voce dei più poveri, degli emargina- cano le sofferenze di coloro che Commissioni e delle ONG che pre-
ti, che continuano a non vedere ri- “hanno fame e paura”. Aumentano “i sentano le inadempienze. In uno dei
spettati i loro diritti dopo 60 anni dal- ragazzi di strada e le gang, i ragazzi comunicati da Ginevra, suor Maria
la solenne proclamazione.
Alla VII Sessione del Consiglio,
organo sussidiario dell’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite, realiz-
zatasi nello scorso marzo, erano pre-
senti i 47 Paesi membri, i Paesi os-
servatori, gli organismi internaziona-
li e la società civile
rappresentata dalle
soldato, i ragazzi violati, i ragazzi
nessuno, i carcerati, gli ammalati, i
rifugiati e gli orfani…” secondo un
elenco, appositamente sospeso, del
Rettor Maggiore nella Strenna. Nello
stesso documento, il successore di
Don Bosco ha pure tentato una rilet-
tura dell’articolo 29 della Conven-
zione dell’ONU, sui diritti dei bam-
bini e degli adolescenti comparando-
lo con i principi educativi del
Sistema Preventivo e ha concluso:
«Un testo che il nostro fondatore sa-
rebbe pronto a sottoscrivere».
Grazia scrive: «Si avverte una gran-
de attesa (speranza?) relativa all’U-
PR (Revisione Periodica Universa-
le) per mezzo della quale sono esa-
minati tutti i Paesi per controllare se
e come vengano rispettati i Diritti
Umani. In questo caso – come mi ha
confermato un amico diplomatico –
ci si rende conto della grande possi-
bilità da parte delle ONG di far sen-
tire la propria voce nel momento
della stesura, in loco, del testo della
revisione. Tale possibilità è pure da-
ta agli Istituti religiosi, come il no-
stro, che ha fatto la scelta della par-
COMINCIARE DA SE STESSI tecipazione attiva attraverso la co-
L’ordine del giorno delle varie
Sessioni del Consiglio dei Diritti
Umani presenta il vasto panora-
ma dei punti caldi e delle si-
tuazioni negative in cui an-
cora è assente il rispetto
della persona. Viene esami-
stituzione di un ufficio dei Diritti
Umani».
Rimane comunque fondamentale
la richiesta delle Figlie di Maria Au-
siliatrice di essere preparate ad eser-
citare sempre meglio il compito di
una cittadinanza attiva, che trova la
sua radice in un’affermazione pro-
nunciata a Ginevra da un diplomati-
co: «Per riuscire a fare qualcosa, bi-
Diritti umani in Messico. sogna cominciare da se stessi». ٗ
BS SETTEMBRE 2008

3.10 Page 30

▲back to top
M L IL
ESE IN
IBRERIA
a cura
di
Giuseppe
Morante
EDUCARE OGGI
ESDI DUICVAETNOTARI
MEDITAZIONI
ACCOMPAGNARE
EDUCARE
L’UOMO DI NAZARETH
LA CRESCITA UMANA CRISTIANAMENTE
di Odorico Mizzotti
Proposte
Lettere spirituali a
ELLEDICI-VELAR
per l’educazione
educatori insegnanti
Leumann (To)-Verona
di Gabriele Quinzi
e formatori
2007, pp. 158
LAS, Roma, 2008
di Carlo Nanni
pp. 206
ELLEDICI, Leumann (To) L’autore rivisita la vicenda
2008, pp. 206
di Gesù vivendola come
Educare significa accompa-
protagonista discreto: ascol-
gnare la crescita fino alla
ta, vede, s’interroga e regi-
pienezza, come aiuto indivi-
stra la realtà dell’uomo di
duale e sociale di promozio-
Nazareth. È un cammino
ne della qualità umana e
di ascesa verso la com-
LA CHIESA
della vita propria ed altrui,
prensione più completa di
COME COMUNITÀ
incentrata sulla personalità
chi da singolare “compa-
EDUCANTE
in formazione fino al suo
gno di viaggio”, diviene
La qualità educativa
pieno compimento. Le coor-
progressivamente il “moti-
della comunità
dinate di tale crescita sono
vo” del viaggio. Si tratta di
cristiana
l’ambiente storico-culturale
un’originale e poetica let-
di Vito Orlando
e il sostegno dell’accompa-
tura della storia di Gesù e
e Marianna Pacucci
gnamento di varie figure for-
dei discepoli. Con capa-
EDB, Bologna, 2008
mative che sappiano raffor-
cità introspettiva, l’autore
pp. 160
zare le capacità personali e
dà voce a personaggi che
le potenzialità soggettive al-
il Vangelo presenta con
30 Il volume offre un per- l’interno dell’attività perma-
sobrietà (Giuseppe, Maria,
corso per mettere in
rapporto educazione e
pastorale, dando la pos-
sibilità di verificarne la
reciproca utilità. Lo fa
utilizzando ampiamente
i suggerimenti dei con-
tributi presentati al Con-
vegno ecclesiale di Ve-
rona. All’inizio del terzo
millennio, si presentano
due emergenze tra loro
nente di qualificazione uma-
na della vita e dello svilup-
po. Sono le linee che hanno
guidato l’autore nella descri-
zione di questo percorso
formativo e che costituisco-
no i punti nevralgici di ogni
processo di educazione. E
non è sottinteso che il com-
pito primario spetti alla fami-
glia che va aiutata e soste-
nuta in questo processo.
Diversi interventi di Bene-
detto XVI hanno sottolinea-
to che oggi esiste un’emer-
genza educativa e che l’e-
ducazione è decisiva se si
vuol contrastare efficace-
mente il rischio dello squili-
brio tra lo sviluppo rapido
del potere tecnico e la cre-
scita ben più faticosa delle
nostre risorse morali. L’im-
Andrea). Ciascuno di essi
rappresenta un modo di-
verso di accostare il miste-
ro di Gesù e ne rivela gli
aspetti particolari. Tutti so-
no abbagliati dalla luce del
Cristo e nel contatto con
lui acquistano i loro veri
contorni: la realtà di cia-
scuno viene messa chia-
ramente in vista.
collegate: la prima è
pegno educativo dei cri-
quella dell’educazione e
stiani esige che si faccia ri-
della capacità degli
ferimento ad una ispirazio-
adulti di accompagnare,
ne cristiana non solo a pa-
nella società attuale, il
role: occorre che la fede di-
processo di crescita ver-
venti il cuore di una profon-
so un’educazione inte-
da spiritualità di chi educa,
grale delle nuove gene-
istruisce e forma. L’educa-
razioni; l’altra è quella
zione si gioca sulla testi-
della comunità ecclesia-
monianza personale e co-
le e della sua capacità
munitaria, grazie a una vita
di offrire un processo di
che profumi di Vangelo.
maturazione della fede,
L’autore intende offrire uno
che aiuti a scoprire e a
stimolo a insegnanti, for-
vivere il vangelo nella vi-
matori, animatori, catechi-
ta di oggi. Evangelizza-
re educando potrebbe
sti, genitori per la realizza-
zione di questo sogno.
essere uno slogan effi-
cace per declinare l’im-
pegno della nuova evan-
gelizzazione.
SETTEMBRE 2008 BS

4 Pages 31-40

▲back to top

4.1 Page 31

▲back to top
VERITÀ ED ERRORI IDLESLELNASVOITA
PERSOOBLLUEZMIOI NI
LA QUESTIONE
JOY E LA RICERCA
COME VINCERE L’ANSIA
VUOI
DELL’ERESIA OGGI
di Giovanni Cavalcoli
VIVEREIN, Roma 2008
pp. 314
DELLA FELICITÀ
di François Garagnon
Paoline, Milano, 2008
pp. 312.
SOCIALE
Superare le difficoltà
di relazione con gli altri
e il senso di insicurezza
CONOSCERE
DI + IL MGS
Movimento
di Signe A. Dayhoff
Giovanile
La ricerca della felicità non Erickson, Trento, 2008
è più solo cosa di filosofi. pp. 368
Salesiano?
Questa storia moderna aiu-
ADRIATICA (IAD)
ta a capirne il senso. Saga-
(Abruzzo, Marche, Umbria)
more è un giovane svagato,
venuto a cercare la felicità
nella grande Parigi. Tutto lo
stupisce, a cominciare dal
Flaviano D’Ercoli
Tel. 071.2810265
E-mail: pastoralegiovani-
leiad@salesianiadriatica.it
fatto che la gente non si stu-
LAZIO (IRO)
pisce più di nulla. Nella sua
ricerca incontra Joy che gli
fa da guida con mistico en-
tusiasmo, come se l’infinito
Francesco Marcoccio
Tel. 06.44483408
E-mail: pastoralegiovani-
leiro@donbosco.it
fosse entrato per sbaglio
LIGURIA/TOSCANA (ILT)
dentro di lei. Joy è un tor-
Valerio Baresi
rente di vita e provoca in tutti
Tel. 0187.777840
quelli che incontra un sus-
L’autore afferma che da al- sulto dell’essere, una sfer-
E-mail:
valerio@valeriobaresi.it
cuni decenni la parola “ere- zata che li scuote dal torpo-
sia” è del tutto scomparsa re. Incoraggiato da Joy, la ri-
LOMBARDIA/EMILIA
31
ROMAGNA (ILE)
dal vocabolario della pre- cerca di Sagamore prende i
Giuliano Giacomazzi
dicazione cristiana, dalle
pubblicazioni cattoliche e
dallo stesso linguaggio dei
pastori. Non si tratta forse di
una rimozione cosciente
per motivi specifici? Eppure
si sa che il bene della Chie-
sa è il bene dell’intera so-
cietà cristiana che riguarda
ogni uomo. Per i cristiani la
verità è Gesù (Via, Verità,
Vita). Non si può entrare
nella Vita se non ci si im-
mette nella Verità. Questa
non può essere affidata alla
soggettività delle interpreta-
zioni. Per conformarsi a Cri-
sto occorre ricercare, accet-
tare e sintonizzarsi con i
suoi insegnamenti. Il Mae-
stro raccomanda a tutti di
non credere ai falsi profeti e
di farsi testimoni della Sua
Verità.
toni di una storia ricca di
colpi di scena, altalenante
come i destini umani, pre-
senza vulnerabile sempre
attesa e sempre minacciata,
vezzeggiata e incompresa,
pronta ad abbandonare i
suoi territori per poi tornare.
NCcsrdihoOOeireneNRcotvatReaatSItmncoSIqglePuiocnFiOnhstAeoteNaarsDVoelelEEevgpNaNnrreinasDZsnplAasIoeTot.iAttrlsiieIvciePhlpilbiEEieobrRdssert-ii--i
trici.
Oggi è molto diffusa l’ansia
sociale: disturbo che condi-
ziona molto negativamente
la qualità della vita, renden-
do difficile proporsi nel
mondo del lavoro, trovare
un partner, allargare la cer-
chia degli amici, rapportarsi
con gli altri. Spesso il pro-
blema non viene nemmeno
diagnosticato e molti non
sanno né di essere affetti
da un disturbo curabile, né
di avere bisogno di un aiuto
che possono ottenere. E,
anche quando sono consa-
pevoli del loro problema, tali
persone possono essere ri-
luttanti a rivolgersi a un pro-
fessionista perché si vergo-
gnano della loro paura e te-
mono che i loro problemi
possano non essere presi
sul serio. Il volume si propo-
ne sia come testo per spe-
cialisti sia come manuale di
auto/aiuto per problemi di
ansia sociale.
Tel. 02.67074344
E-mail:
pastoraleile.milano@sa-
lesiani.it
MERIDIONALE (IME)
(Campania, Calabria,
Puglia, Basilicata)
Luigi Cella
Tel. 081.7809270
E-mail: pgime@sdbime.it
PIEMONTE/VALLE
D’AOSTA (ICP)
Martelli Alberto
Tel. 011.5224238
E-mail: pastoralegiovani-
leicp@valdocco.it
SARDEGNA (ISA)
Antonello Sanna
Tel. 070.658653
E-mail: pg-isa@libero.it
SICILIA (ISI)
Marcello Mazzeo
Tel. 095.439641
E-mail: pgisi@mail.gte.it
TRIVENETO (INE)
(Veneto, Trentino Alto Adi-
ge, Friuli Venezia Giulia)
Igino Biffi
Tel. 041.5498337
E-mail:
pg.ine@donboscoland.it
BS SETTEMBRE 2008

4.2 Page 32

▲back to top
ON LINE
Il profilo di un prete eccezionale per il quale è iniziato l’iter per la causa
di beatificazione.
IL CUORE di Francesca Caggiano
DI DON BOSCO
IL CUORE DI DON FELICE
Monsignor Felice Canelli o, come
tutti lo conoscevano, don Felice,
per oltre 50 anni pastore zelante
della parrocchia di Croce Santa
a San Severo, sentiva palpitare
32
nel suo petto il cuore e lo zelo
apostolico di Don Bosco:
Da mihi animas, coetera tolle”.
Da sinistra a destra don Felice Canelli, suor Ercolina
Mantelli (direttice FMA), vice podestà Colio, podestà
Giovanni Colio, don Rinaldi (direttore SDB), il beato
Filippo Rinaldi, don Tirone, catestica generale,
don Persiani (ispettore della Meridionale), Alfonso Russi,
(responsabile amministrativo della diocesi).
Il servo di Dio
don Felice Canelli
(1880-1977),
che fu direttore
diocesano dei
cooperatori salesiani
dal 1930 al 1977.
Giovanissimo sacerdote, ha trovato nell’opera sale-
siana e nella figura del loro santo fondatore il mo-
dello e l’ideale del suo apostolato: lo zelo dinamico
e creativo per il bene delle anime, in particolare dei ra-
gazzi poveri e abbandonati per i quali si sentiva partico-
larmente attratto. Nel suo ministero ha privilegiato la gio-
ventù bisognosa che lo ha visto animatore corresponsa-
bile e dinamico all’oratorio salesiano. Si è adoperato per
coinvolgere e sensibilizzare tanti giovani ai problemi del
mondo del lavoro, della giustizia sociale e della vita politi-
ca, a difesa della fede e della Chiesa, e nella semina, del
carisma di Don Bosco oltre le mura dell’oratorio. Nel
1925 si è fatto fratello, padre ed amico anche delle Figlie
di Maria Ausiliatrice che in quell’anno aprivano a San Se-
vero la loro casa presso l’asilo infantile “Matteo Trotta”; ha
SETTEMBRE 2008 BS
poi curato con zelo e passione le ragazze dell’oratorio, le
exallieve e le cooperatrici. Il desiderio più grande di don
Felice era conformare il suo cuore a quello di Cristo, di
bruciare della stessa fiamma, di consumarsi della stessa
passione: “Amore, che sempre ardi e mai ti estinguerai.
Mio Dio, fa vivere in me l’amore”.
CUORE DI PRETE
Possedeva una singolare consapevolezza della dignità
sacerdotale che lo portava a curare con impareggiabile
premura e delicatezza le anime a lui affidate, a vivere la
liturgia e la Parola, meditandola, scrivendola, comunican-
dola; a vivere e far vivere i sacramenti attraverso il suo
operare, il parlare, il guidare, l’ascoltare. Il cuore di don
Felice ha cessato di battere la sera del 23 novembre
1977 a 97 anni tutti spesi a gloria di Dio! Le sue spoglie
mortali rimasero esposte alla venerazione dei fedeli per
due giorni, poi seppellite nella cripta di Croce Santa, la
chiesa che lo aveva visto pastore sollecito e guida illumi-
nata del suo gregge. Lascia un messaggio forte, essere
Lanciafiamme di Carità Divina ”, avere cioè gli stessi
sentimenti di compassione, di mitezza, di affabilità, di
umiltà di Colui per il quale aveva dato tutto: forze, intelli-

4.3 Page 33

▲back to top
PERSONAGGI
Istituto Salesiano 1927. Da sinistra a destra: don Persiani
(ispettore della Meridionale), don Tirone (catechista
generale), monsignor Luciano Oronzo Durante, vescovo
di San Severo, il beato Filippo Rinaldi, Alfonso Russi,
(responsabile amministrativo diocesano). In piedi
il secondo da sx è don Felice Canelli, con sacerdoti del
clero diocesano, personalità del tempo e comunità SDB.
genza, pazienza, zelo… Soleva ripetere: “Saper amare e
saper soffrire”. L’amabilità era, dunque, il suo impegno
maggiore; il carattere impulsivo, temprato dalla povertà,
Istituto salesiano 1911. Al centro da sinistra a destra
don Ermidoro Caramaschi e don Felice Canelli con
i giovani dell’oratorio pronti per una commedia teatrale.
dal dolore e dal controllo di mamma Teresa lo rendeva
esigente soprattutto con se stesso. Diceva, infatti, di sé:
“Ministro quale sono del buon Dio, devo essere buono”. tettoia!/ Ora guarda, Padre amato,/ vive un popolo felice/
Proprio per questo aveva scelto come modello san Fran- sotto l’ampio manto aurato/ di Maria Ausiliatrice”… Ho
cesco di Sales, il santo della mitezza e della dolcezza. ripetuto mentalmente le soavi note in lagrime di tenerez-
Facendo dunque forza su se stesso era diventato un za. Sono in corso le pratiche per la cessione della Par-
prete completamente immerso in Dio ma anche comple- rocchia ai Figli di S. Giovanni Bosco.... dove ora è solo
tamente immerso nell’uomo; un contemplativo secondo il terreno ricoperto di verde – di alberi... saranno un giorno
pensiero di san Luigi Orione: Il vero contemplativo ha i Figli all’opre intentii circondati da giovani, fanciulli, bimbi
fame di azione . Un contemplativo nel senso più pieno, a cento a cento, richiamati dall’ombra di morte, dai torti
anzi lì dove un misticismo spurio avrebbe tagliato i ponti
con la realtà, la sua fede e la sua immedesimazione con
sentieri… di fede agl’incanti!». È stato direttore diocesa-
no dei cooperatori salesiani dal 1930 fino al giorno della
33
la fiamma della carità” lo obbligavano a rimanere in trin- sua morte.
cea per fedeltà alla gente, ai giovani e ai poveri. Il rime-
dio che usava per i tempi della stanchezza, della rasse-
gnazione, della difficoltà era semplice: Aspetterò il
Signore e lavorerò con coraggio”: Per don Felice non
esisteva mediocrità. La sua carità non si è arrestata mai:
Mi sono fatto tutto a tutti per salvare ad ogni costo qual-
cuno” (1 Cor 9,22), poteva ripetere con San Paolo.
CARITÀ
Stava affievolendosi il fuoco di un “cristianesimo sociale,
quotidiano” e don Felice organizzava la carità, inventava
spazi di cristianesimo politico, sociale, educativo, eccle-
siale, coinvolgendo e trascinando nell’avventura di una
fede vissuta nelle opere e nella coerenza un gran nume-
ro di collaboratori. Affermava: “La carità è il mezzo di
CUORE SALESIANO
Don Felice era “figlio di Don Bosco” ancor prima di cono-
scerne il metodo. A 17 anni scriveva canovacci per recite
e teatrini; curava i canti, la catechesi, i gruppi di svago
per sottrarre i ragazzi dalla strada. Questa necessità l’av-
vertirà maggiormente, quando gli sarà affidata la parroc-
chia di Croce Santa. Da allora molti di questi ragazzi
disagiati gli appartennero maggiormente perché suoi
parrocchiani. Questo è anche il motivo per cui sentiva
necessaria la presenza dei salesiani che, con il loro cari-
sma, avrebbero potuto contribuire a dare loro una sana
formazione umana e cristiana. Il desiderio rimase però
un sogno! Ma il cuore di don Felice batteva in sintonia
con quello di Don Bosco: anch’egli avrebbe agito fino
alla temerarietà pur di salvare i ragazzi sbandati e in diffi-
coltà. Scrisse in una pagina del Diario del 1940: «Mi vie-
ne sott’occhio la laude a Don Bosco Santo. “Giù dai colli
un dì lontano/ con la sola madre accanto/ sei venuto a
questo piano/ dei tuoi sogni al dolce incanto./ Oggi, o
Padre, non più solo/ giù dai colli scendi ancora,/ dei tuoi
figli immenso stuolo/ t’accompagna a tua dimora./ Don
ritorno della società a Dio”: alla carità attribuiva il segno
della veridicità o meno della vita cristiana: “Il cristiano
senza carità è un cristiano non reale, ma dipinto” (S. Vin-
cenzo de Paoli). In una pagina del Diario del 1943 si leg-
ge: “Per il passato, (ho forse fatto) duplicati di iniziative
per amor proprio e per gelosia? Mi sembra di no; troppe
iniziative questo sì, ma s’imponevano per scuotere tanto
torpore, intensificare l’interessamento dei fedeli. Era il
vivo desiderio di dare al popolo l’occasione e l’opportu-
nità di muoversi. Nel male quante iniziative… quante atti-
vità, quanta passione!… Se in mezzo al popolo non c’è
fervore di iniziative, si capisce coordinate e approvate,
c’è l’abbandono”. Di lui si può affermare che è stato un
mistico e un asceta, ma anche un educatore di giovani,
un fondatore dinamico, un profeta del Vaticano II, un abile
coordinatore della comunione presbiterale ed ecclesiale.
È stato la perla del presbiterio, il padre spirituale, il forgia-
tore d’anime, il promotore della carità sociale, l’appassio-
nato direttore diocesano dei cooperatori salesiani, il prete
dei ragazzi e il padre dei poveri! L’amore è stato il criterio
unico e costante che ha guidato tutte le sue scelte.
Bosco ritorna tra i giovani cuor/ ti chiaman frementi di Per saperne di più: Parrocchia Croce Santa, via don Feli-
gioia e d’amor. Ma Valdocco, allor deserta/ d’ogni vita e ce Canelli, 71016 San Severo (FG)
d’ogni gioia,/ era incolta piana aperta,/ sol rifugio una E-mail: croce.santa@virgilio.it
BS SETTEMBRE 2008

4.4 Page 34

▲back to top
COME DON BOSCO
l ’educatore
di Bruno Ferrero
BENEDETTI COMPITI! deve assumersi la responsabilità di
insegnare agli studenti come ap-
prendere, ma ai genitori spetta il
compito di insegnare loro come
Famiglia e scuola devono allearsi. Nessuno dei due può educare lavorare. È giusto che madri e padri
un bambino o un ragazzo senza la collaborazione dell’altro.
rivestano il ruolo di educatori, a
dispetto della diffusa abitudine mo-
derna a essere per i figli solo degli
amici o dei compagni di svago. L’at-
mosfera che si respira in famiglia
deve essere permeata di una solida
etica del lavoro. Tantissimi bambini
e ragazzi hanno rese ben al di sot-
to delle loro possibilità e i compiti a
casa e lo studio rappresentano
un’ottima opportunità per sviluppare
la loro capacità lavorativa. Pertanto,
dovrebbero essere incentivati a non
svolgere i compiti in fretta e furia,
ma anzi si dovrebbe chiedere loro
un preciso impegno mentale per
almeno cinque pomeriggi alla setti-
mana, spiegando che tenere in for-
ma il cervello è vitale quanto tenere
in forma il corpo e che ambedue le
realtà richiedono un allenamento
quotidiano. Ciò non vuol dire che i
34
genitori devono rinunciare a offrire
svago, ma solo che devono prende-
re seriamente il loro ruolo, spesso
trascurato, di educatori.
Chi dilata la mente, impara ad allargare anche il cuore.
᭿ Organizzarsi. Anna Sarracco,
psicologa e psicoterapeuta, consi-
Oltre a garantire amore, inco-
raggiamento, autonomia, di-
sciplina, sicurezza, salute fi-
sica e valori morali e spirituali, la vi-
ta familiare dovrebbe aiutare il bam-
bino a costruirsi una testa ben fatta.
L’ambiente domestico non deve per
forza riproporre lo stesso rigore in-
tellettuale che vige a scuola, tuttavia
anche la casa può essere un luogo
dove la mente si evolve e matura e
l’amore per la conoscenza viene in-
stillato e nutrito. Partiamo da un
concetto chiave: imparare e studia-
re sono attività piacevoli. I genitori
devono lavorare molto sulla motiva-
zione dei loro figli. Perché ciò av-
venga sono necessarie alcune at-
tenzioni. I genitori dovrebbero dimo-
strare un vivo interesse per ciò che
il figlio sta imparando. Il bambino o il
loro di dominare l’ambiente domesti-
co. La famiglia deve cercare di forma-
re la mente di bambini e ragazzi di-
scutendo con loro idee, problemi e
ogni altra questione, anche se
spinosa. Le notizie del giorno
o i problemi di lavoro o do-
mestici possono rappresen-
tare degli ottimi spunti. È
fondamentale per i figli vede-
re i genitori leggere, non im-
porta che si tratti di libri, gior-
nali, riviste, romanzi o altro.
È vitale mantenere il
contatto con gli in-
segnanti. Quando fa-
miglia e scuola co-
municano, i risulta-
ti non si fanno atten-
dere. In ogni caso, per-
ché i compiti a casa non pro-
glia una pausa dopo il ritorno da
scuola. “Prima dei 13 anni, al bam-
bino sono necessari almeno tre
quarti d’ora per staccare la spina,
lasciare l’universo scolastico ed
entrare in quello domestico”.
Fare uno spuntino, giocare,
fare sport... La parola d’or-
dine deve essere: parlare
d’altro, fare altro. È difficile
per il bambino liberare la
mente se lo accogliete
subissandolo di domande
sulla sua vita a scuola.
Una buona regola: sta-
bilire un “rituale compi-
ti”, con ora e luogo
uguali ogni gior-
no. E con elementi
che favoriscono
la concentrazio-
ragazzo, a sua volta, dovrebbe ave-
re l’opportunità di descrivere ciò che
ha appreso a scuola ai genitori. Le
attività passive, come videogiochi e
televisione, andrebbero limitate nel
tempo e non si dovrebbe permettere
vochino solo battibecchi e muso-
nerie, è utile avere alcune
idee chiare.
᭿ Qual è il ruolo dei
genitori? La scuola
La scuola non tenti
di colonizzare
tutto il tempo
domestico degli
studenti, con un
carico di lavoro
eccessivo.
SETTEMBRE 2008 BS

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
ne (un luogo tranquillo, una luce
diffusa, un intermezzo goloso...). E
la durata? Non c’è una regola, dal
momento che la quantità di compiti
assegnati è assai variabile. Comun-
que sia, il tempo di lavoro ideale,
tra gli 8 e i 12 anni, è di una
mezz’ora di seguito. Oltre, il bambi-
no non riesce più a concentrarsi.
᭿ Seguirli o no? Fino ai 10 anni
sì, perché l’adulto è il garante del-
l’organizzazione. Un bambino ha
bisogno di tempo per essere in gra-
do di gestirsi in modo corretto e
autonomo. Inoltre, ha bisogno che il
suo lavoro sia verificato da un adul-
to. Studente, fratello maggiore o
vicino... l’essenziale è che si tratti di
una persona nella quale il bambino
ha fiducia, capace di sostenerlo e
di apprezzare i suoi progressi. Que-
sta sorta di tutor lo rassicura e gli
insegna a fidarsi di sé.
᭿ Fino a che punto aiutarli? Il
compito principale dei genitori è
aiutare i figli a organizzarsi: un
bambino organizzato è in genere
uno studente che va bene a scuo-
la. Guardate con lui la lista degli
esercizi da fare, stabilite insieme
una tempistica e un metodo di
lavoro. Dopodiché, anche se siete
a casa, occupatevi di altro. Infine,
alla sera, verificate con lui il lavoro
eseguito. Siate disposti a offri-
re consigli, verificare contenuti e
segnalare errori, suggerire argo-
menti, reperire risorse e fonti infor-
mative, tracciare schemi organiz-
zativi, aiutare ad avviare un lavo-
ro o a sbloccarlo se per qualche
ragione si arresta. Lo spirito giusto
è accompagnare il bambino, aiu-
tandolo a diventare autonomo. Un
suggerimento? Non risolvete i pro-
blemi al posto suo, ma insegnate-
gli a porsi le giuste domande per
avanzare nel ragionamento e tro-
vare la soluzione da solo. Se il
lavoro da fare a casa è troppo
pesante, o provoca troppe tensio-
ni e preoccupazione cronica al
ragazzo, andare a scuola e parlar-
ne con gli insegnanti. Dopotutto, è
vostro figlio quello che è sotto
stress, ed è la vostra famiglia che
può essere messa in difficoltà da
una gestione sconsiderata dei
compiti a casa.
UFFA, I COMPITI
Ogni anno, è sempre più difficile convincerci che sta arrivando
l’autunno; a settembre le temperature possono essere ancora
molto tiepide e il mare, soprattutto da noi al Sud, più bello
che mai. Ma la campanella della scuola è pronta a sottolineare
l’avvio delle lezioni, a ricordare che non si può vivere
eternamente in vacanza.
La vita è fatta anche – o forse
soprattutto – di mille impegni.
Una verità, questa, che si cer-
ca di rimuovere nella cultura della
quotidianità: e non sono solo i ra-
gazzi a sognare un’esistenza ludica;
spesso tutta la famiglia stenta a
svolgere i suoi compiti ordinari con
la necessaria grinta e consapevo-
lezza. In un clima così, come si può
sperare che gli studenti tornino a
scuola con gioia? E soprattutto, che
dopo una mattinata spesso noiosa,
più che impegnativa, si rimettano
sui libri per i compiti pomeridiani? È
chiaro che bisogna dar loro una ma-
no, a questi ragazzi sempre meno
motivati allo studio e diligenti nei
propri doveri scolastici. La prima co-
sa è, appunto, che non basta richie-
dere puntualità e fedeltà solo in rife-
rimento ai doveri scolastici; se non
si è chiarito subito – con l’esempio
prima ancora che con le parole –
che tutta la vita è un compito, difficil-
mente si otterrà che il senso del do-
vere venga rispettato soltanto nello
studio domestico. Sarà molto più
semplice, per i ragazzi, imitare com-
portamenti furbastri, che portano al
minimo sforzo e, forse, anche al mi-
nimo risultato. Un genitore assentei-
sta o poco diligente nel lavoro, che
non si prepara giornalmente e ade-
guatamente a quel che dovrà realiz-
zare nella professione, non potrà
mai pretendere che i compiti a casa
vengano presi sul serio. La seconda
dovrebbe essere altrettanto sconta-
ta: se in famiglia abitualmente si
parla male della scuola e degli inse-
gnanti, se si manifestano atteggia-
menti di sfiducia e diffidenza, come
si può esigere un’applicazione digni-
tosa nello studio? E se gli stessi
adulti trasmettono l’idea che impara-
re qualcosa è frutto di sofferenza, o
I compiti a casa sono
un’occasione importante
per sviluppare la concentrazione
e la riflessione, la tenacia
e la precisione.
impresa inutile e poco gratificante,
come potranno comunicare ai piccoli
che l’apprendimento è non solo uti-
le, ma perfino piacevole?
᭿ Certo, ogni impegno comporta
sforzo, serietà, fatica, forse qual-
che piccola rinuncia. Ma i compiti
a casa sono un’occasione impor-
tante per sviluppare la concentra-
zione e la riflessione, la tenacia e
la precisione. Se a tutto questo si
aggiunge la possibilità di sviluppa-
re un rapporto più personale, più
intimo con quel che si studia, si
comprenderà a poco a poco che la
curiosità può divenire una ricerca
appassionante, che l’esercizio si
trasforma in un abito mentale; che
la comprensione e la memorizza-
zione rappresentano una continua
conquista del mondo e la forma-
zione di un archivio in cui il sapere
BS SETTEMBRE 2008

4.6 Page 36

▲back to top
è tutt’uno con l’essere. Chi dilata
la mente, impara ad allargare
anche il cuore.
Tutto questo può transitare da
noi genitori ai figli, se siamo
testimoni di quel che affermiamo,
ma anche compagni di avventura
della loro esperienza di studio e
sponsor dell’impresa di riuscire
in un tempo ragionevole a fare i
compiti, tutti e bene. Se la cosa
peggiore è abbandonare i ragaz-
zi al loro destino e, magari, assil-
larli la se-ra con verifiche tardive,
la scelta migliore è quella di aiu-
tarli a trovare il giusto metodo e
una organizzazione efficiente di
lavoro, in modo tale che lo studio
pomeridiano possa essere com-
preso in un arco di tempo non
eccessivo e rimanga un po’ di
spazio per lo svago, gli amici,
altri investimenti.
᭿ Se questo cammino viene
compiuto in modo equilibrato,
a un certo punto ci si accorgerà
36 che i ragazzi sono diventati auto-
nomi nei compiti: sanno raziona-
lizzare il loro lavoro, anche in
funzione di altri impegni (lo sport,
la musica, la parrocchia) e senza
calcoli opportunistici sulle interro-
gazioni; sanno cavarsela da soli,
anche quando occorre fare qual-
che sprint particolare; non hanno
più bisogno di continue sollecita-
zioni, perché hanno adeguata-
mente interiorizzato il senso del
dovere e, forse, perfino il piace-
re di studiare. Anche su questo
punto, però, occorre non essere
rigidi: non fa male a nessuno se
una mamma si offre spontanea-
mente di verificare un tema che
è un tantino stentato nello svolgi-
mento, o se il papà dà una mano
per aggredire un problema di
matematica più complicato del
solito. Tutto questo, con una
segreta speranza, che la scuola
non tenti di colonizzare tutto il
tempo domestico degli studenti,
con un carico di lavoro eccessivo
o, peggio, sostituitivo di quel che
non è stato svolto in classe; che
gli insegnanti usino i compiti a
casa non come strumento di
punizione e di pena, ma come
un mezzo intelligente per rende-
re più intelligenti i giovani.
SETTEMBRE 2008 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
Classe 1945, trevigiano, laureato
in lettere a indirizzo artistico, si esprime
in tutte le principali tecniche pittoriche
e grafiche. Conferenziere e insegnante
per conto di enti pubblici e associazioni
private. Ha esposto in gallerie prestigiose
in ogni parte del mondo.
SERGIO FAVOTTO
RICERCA
E SPERIMENTAZIONE
Lungo e ampio il percorso
artistico di Sergio Favotto e
intensissima l’attività, sia
come pittore sia come docen-
te. Nei suoi lavori non si accontenta
di seguire i canoni, ma è in costante
ricerca e sperimentazione di tecniche
e colori di nuova generazione. Gli
hanno dato ancor più notorietà gli
affreschi della basilica di Montecassi-
no, i cui capolavori pittorici andarono
completamente distrutti insieme a tut-
to il resto nel terribile quanto insen-
sato bombardamento alleato del 15
marzo 1944 che rase al suolo chiesa
e abbazia. Dopo Pietro Annigoni i
nuovi affreschi vennero affidati pro-
prio a Sergio Favotto, il quale ha
lavorato nel suo laboratorio e non sul
posto a Cassino, applicando la tecni-
ca dell’affresco su pannello di betulla
fenolica con telaio inox.
>> Favotto usa dire “Dio mi liberi
da chi si sente nel numero dei giu-
sti”. E ancora: “La bellezza è l’anti-
doto che ci può salvare dalle brutture
a cui ci stiamo abituando”. Forse per
questo l’artista trevigiano si rivolge
con nostalgia alla linearità e alla
purezza dell’arte antica. Lo caratte-
rizza, infatti, una grande nitidezza
compositiva, cui va aggiunta una
ricercata armonia di proporzioni. Il
professor Favotto ama un genere di
pittura che egli stesso definisce “clas-
sicontemporanea”, che pretende, e ci
riesce bene, di coniugare l’antica tra-
dizione con l’evoluzione della pittura
odierna, e questo non tanto perché si
sente un laudator temporis acti,
quanto piuttosto perché è un appas-
sionato che non vuole perdere il bel-
lo, il buono e il vero della tradizione
pittorica. Favotto, insomma, è un
nostalgico della bellezza più pura e
genuina che da sempre ha caratteriz-
zato l’arte pittorica.
>> Abbiamo scelto per questa
breve rubrica di presentare la gran-
de tela (750 ϫ 450) della volta della
Chiesa di Spregiano (TV), eseguita in
studio con resine alchiliche e incollata
a 18 metri di altezza con tecnica con-
solidata. Solo il 18 maggio scorso è
stata inaugurata nella chiesa di Spre-
giano. Gesù crocifisso è il Nuovo
Adamo e dunque il richiamo alla
famosa creazione di Michelangelo è
palese nel gesto carico di nobiltà del
Cristo che stacca la destra dalla cro-
ce per raggiungere la destra del
Padre. Il complesso è scenografico,
né poteva essere diversamente essen-
do decorazione di una volta, ma c’è
un tocco di modernità assoluta. L’A-
damo nuovo è raffigurato in croce,
sua nuova culla, ma non c’è ombra
di tragedia, quanto piuttosto dignità e
signorilità, come nella raffigurazione
michelangiolesca.

4.7 Page 37

▲back to top
LAETARE
ET BENEFACERE…
AFORISMI di Francesco Ferrara
1) La nostra classe politica è la migliore al mondo:
è capace di qualsiasi cosa.
2) In una donna quello che apprezzo di più
è l’arte di tacere.
di Aloi & César
37
BS SETTEMBRE 2008

4.8 Page 38

▲back to top
SFIDE ETICHE
per ragazzi, genitori, educatori
LA FAMIGLIA
TRA VIE BREVI
E LA VIA DIFFICILE
DEL SACRIFICIO
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Scriviamo stavolta a
proposito della piccola
Ashley. Qualche
tempo fa tutti i media
del mondo hanno
riportato la storia della
38
ragazzina affetta da una
grave forma di
encefalopatia, cui
i genitori hanno deciso
di bloccare la crescita,
perché restasse
bambina, per poter
meglio assisterla, a loro
dire. Che cosa ne dice
La vita (e la sua protezione) in ogni
caso è un valore intangibile.
l’etica? Che cosa ne dice
la Chiesa? Non è un
problema di poco conto,
Il caso di Ashley, la bambina
statunitense dello stato di Wa-
shington, che è stata sottoposta
a chirurgia demolitiva degli or-
gani della fertilità e conseguente trat-
tamento ormonale massivo per tenta-
re di bloccare lo sviluppo e la cresci-
ta, è un caso fortemente caratteristico
della condizione di vulnerabilità in
cui versano le persone che non pos-
sono esprimere la volontà sulle loro
condizioni fisiche e di salute in gene-
re. Il paradosso americano dell’affer-
mazione, senza deleghe, della pro-
pria libertà individuale, si manifesta
Ashley.
in tutta la sua problematicità quando
si cercano delle “vie di soluzione”
che sono solo soluzione per altri, nel
caso della piccola Ashley dei suoi
genitori, più che per lei stessa, che
dalla cura poco o nulla riceve, se non
un corpo perennemente giovane. Ma
sarà poi così?
perché non si ha a che
fare con un corpo, ma
con una persona.
I MALI DI ASHLEY
Nessuno trascura l’onere della cre-
scita fisica di un soggetto con grave
encefalopatia e conseguente disabi-
lità rilevante. Poter accudire un sog-
getto come Ashley, perennemente
costretta su un letto, con la previsio-
ne di possibili piaghe e abrasioni, è
certamente cosa faticosa e che com-
SETTEMBRE 2008 BS

4.9 Page 39

▲back to top
porta una qualche sofferenza alla
no proceduto – come alcuni
stessa bambina. Ma quale sofferenza
colleghi pediatri hanno sottoli-
comporta per la medesima, la scelta
neato da tutto il mondo – a ten-
di mutilarla per sempre e di sottopor-
toni, senza precedenti scientifi-
la a imponente trattamento ormona-
ci, senza alcuna garanzia che il
le? Quale “rationale” (motivo e fina-
“congelamento” dello sviluppo
lità da raggiungere) è pensabile nella
potesse realmente proteggere
strutturazione di un protocollo speri-
Ashley da complicanze future.
mentale in questo caso concreto? E
Il suo futuro, dunque, non può
come pensare a un protocollo speri-
non essere interrogativo.
mentale fuori dal contesto “terapeuti-
La salute e spesso la vita stessa
co”? Non c’è “terapia” se non quella
gestionale dei genitori e di chi dovrà
accudirla, ma nessun interesse diret-
dei pazienti è nelle mani dei
medici. Il loro codice deontologico
non può essere impunemente
ignorato da nessuno.
LE VIE BREVI
E LA VIA
to per la bambina, perché non è fon-
DEL SACRIFICIO
data la ragione dell’alleviare le soffe- I DIRITTI
renze, che potrebbero essere maggio-
ri. E non è certo sufficiente l’affer-
INDEROGABILI
DI CRISTO
Casi come quello di Ashely ven-
mazione dei genitori che hanno di- DI ASHLEY
gono affrontati generalmente attra-
chiarato: “Rimanendo piccola, sarà
molto più semplice per loro conti-
nuare a fornirle le cure e le attenzio-
ni delle quali ha bisogno”. E i diritti
della bambina? Sul suo blog, lo scrit-
tore Stefano Epifani si fa una do-
manda provocatoria e drammatica:
Mi chiedo quando qualche geni-
tore amorevole penserà bene di
amputare le gambe al proprio
bambino non vedente, per evitare
che da grande possa sbattere con-
tro un muro…”. Intervenire sull’o-
rologio biologico della bambina non
è aiutarla a vivere, è disporre della
sua vita, comprimerla, trasformarla,
re-inventarla, quasi ri/disegnarla co-
me se si fosse i nuovi demiurghi.
La salute è un diritto “personalis-
simo” e non delegabile neppure ai
genitori; nessuno può far prevalere
le proprie ragioni di fronte a un di-
ritto personalissimo. A meno che
non si tratti di ragioni legate a inter-
venti terapeutici non procrastinabili,
pena conseguenze gravi sulla salute
e sulla vita del soggetto. Ma qui la
situazione non si pone, perché non
c’erano conseguenze sul futuro del-
la salute fisica di Ashley, semmai ci
potrebbero essere dopo quanto è
stato invasivamente fatto su di lei.
Un soggetto in condizioni di vul-
nerabilità, come può essere appunto
Ashley, merita particolare protezio-
ne da parte della comunità civile,
anche contro il parere della famiglia,
proprio perché i suoi diritti personali
siano rispettati. Prima vengono i di-
ritti umani poi la soluzione a proble-
mi pratici o a situazioni onerose per
la famiglia. La commissione etica è
stata convinta dai genitori della pic-
cola e i medici Douglas Diekema e
Daniel Gunther si sono prestati a un
intervento demolitivo degli organi
genitali, con blocco della crescita
del seno, fermando lo sviluppo e fis-
sando l’orologio biologico a un’età
pre-puberale e hanno firmato la cura
(è cura?). Tutto questo – crediamo –
senza ragioni propriamente terapeu-
tiche e senza la strutturazione di un
protocollo sperimentale, per cui han-
verso la via breve del bilancio co-
sti/benefici. Il costo, anche econo-
mico, di una vita in queste condizio-
ni è troppo oneroso per la famiglia e
per la stessa società. Ci si domanda
che vita sia questa, che “qualità”
possa mai avere, quali sacrifici pos-
sa riservare a coloro che dovranno
prendersi cura di lei. Siamo arrivati
al punto di poter giudicare la qualità
di vita, nel senso di giudicare vite
come degne di essere vissute e vite
che è meglio bloccare perché senza
dignità né per il soggetto né per chi
ha l’onere della cura.
La vita e la sua protezione in ogni
caso, come valore intangibile e indi-
sponibile sempre, viene messa in di-
scussione sulla base di “altre cose”.
Non è più la vita che si impone nella
sua realtà fontale, prima di ogni altra
realtà, ma solo le cose e le circostan-
ze che si impongono sulla vita.
La realtà è forse che siamo diven-
tati sempre più vulnerabili di fronte
alla sofferenza e il nostro senso del
sacrificio si è eticamente volatiliz-
zato. Gesù Cristo ci ha insegnato la
“via della vita”, lui che si è dichia-
rato senza alcuna esitazione Verità,
Vita e Via. C’è un guaio per tutti co-
loro che vorrebbero una vita senza
problemi: la Via, che è Gesù stesso,
si presenta come una strada stretta,
disagiata, piena di ostacoli, una via
dove molti – troppi? – non hanno
alcuna voglia di entrare. Lui l’ha
39
La realtà è, forse, che siamo
diventati più vulnerabili di fronte
alla sofferenza.
percorsa fino alla croce e, lo voglia-
mo o no, ci ha lasciato un esempio
perché ne seguiamo le orme.
BS SETTEMBRE 2008

4.10 Page 40

▲back to top
D IBATTITI
Giornate Mondiali
“A” COME
ALFABETIZZAZIONE
di Severino Cagnin
L’8 settembre si
l’analfabetismo reale aumenta, non dono già i primi risultati: negli ulti-
solo nei paesi in via di sviluppo, ma mi anni le scuole elementari dell’A-
celebra la Giornata
Mondiale della
anche in quelli troppo ricchi: un ra- frica Subsahariana e dell’Asia Meri-
gazzo senza genitori e abbandonato dionale e Occidentale hanno avuto
alla stupidità televisiva quotidiana è oltre 60 milioni di scolari in più. E
Alfabetizzazione: ci
sono ancora un
il peggior analfabeta.
20 nuove nazioni sono sulla buona
strada per rispettare entro il 2015
>> In Europa e in ogni paese l’obiettivo di fornire l’istruzione
miliardo di analfabeti
del mondo l’evangelizzazione per primaria a tutta la popolazione in-
ragazzi e ragazze inizia in classe. fantile.
nel mondo. Ma saper Pochi sanno il numero dei centri di
leggere non basta. La
istruzione, gestiti da cristiani nel >> Anche la campagna Tutti a
mondo, dalle scuole materne alle scuola per il Sud Sudan”, promossa
Chiesa è in prima
università e che operano spesso in dal VIS con il sostegno di enti e as-
40 linea: apre scuole per
collaborazione con enti ufficiali, co- sociazioni, si propone di costruire
me l’Unesco. Il 7 maggio è stato de- 20 scuole e dare istruzione e gioco a
difendere il primo
ciso di sostenere nuovi progetti per 10 000 bambini sudanesi.
diritto della persona.
il potenziamento dei media in 50 Ciascuno può contribuire a qua-
paesi in via di sviluppo. In concreto lunque ceto, classe sociale, religio-
è stata approvata la promozione del- ne o partito appartenga, acquistando
la distribuzione di giornali nelle re- il DVD Il viaggio di Grace o il pal-
gioni rurali del Ruanda, del consoli- lone speciale. Cose semplici e con-
Juliben ha potuto frequentare
le elementari sulle montagne
dell’Isola di Mindanao nelle
Filippine solo qualche mese
damento della radiofonia di comu-
nità in Nepal, dell’inizio del nuovo
magazine on line No Ghetto per i
giovani di differenti culture. Si ve-
crete, alla portata di tutti. Forse i
grandi problemi del mondo si risol-
vono, cominciando dai banchi e dal
cortile di una scuola.
ٗ
all’anno. Voleva diventare meccani-
co. Ma poi ha pensato: “Così sto
meglio solo io. Se invece divento
maestro nella scuola del mio villag-
gio, servirà a tanti altri”. Juliben ha
capito che gli indigeni analfabeti, il
15% della popolazione del suo terri-
torio, non trovano lavoro e cadono
nella malavita: sono considerati uo-
mini di seconda categoria. Egli ha
intuito che oggi senza saper leggere
non si può vivere in modo degno di
un uomo.
È il motivo della Giornata della
Alfabetizzazione. Ma saper leggere
non basta. Bisogna liberare l’indivi-
duo dalle difficoltà che gli impedi-
scono di vivere da persona umana.
Se non si risolvono i problemi del
lavoro, della casa e della famiglia,
SETTEMBRE 2008 BS

5 Pages 41-50

▲back to top

5.1 Page 41

▲back to top
DIO NON È
di Lorenzo Angelini
OTE SULLE NOTE
Le malefatte umane rimangono tali anche
se si chiama Dio a benedirle. Egli si guarda bene
dal farlo.
Il percorso artistico di Luca Bar- esso non sia troppo diverso da
barossa è rimasto contraddistin- quel passato duro e poco
to nel tempo dal garbo. Le pa- ospitale.
role delle sue canzoni dosano
sentimenti, denuncia e poesia nel- >> Ad attirare maggiormen-
le giuste proporzioni; le musiche te la nostra attenzione è,
si affidano a melodie semplici ma però, questa Dio non è, il
non per que-
sto meno ele-
ganti; gli ar- DIO NON È di Luca Barbarossa
rangiamenti
coniugano
con perizia “l’i-
talianità” della
fonte con so-
norità prove-
nienti dal mer-
cato interna-
zionale. Basta
una breve car-
Dio non è in chiesa a pregare / o nelle la-
crime in tv
Dio non è nelle banche a negoziare / a
vedere che cosa conviene di più
Dio non è, Dio non è
Dio non è nelle guerre sante / che le
guerre sante non lo sono mai
Dio non è una stella cadente / che ad oc-
chi chiusi chiedi tutto quello che vuoi
Dio non è, Dio non è dove tu non sei
Dio non è una multinazionale / che
confonde il lavoro con la schiavitù
Dio non è, Dio non è dove non sei tu
Non è il senso del peccato l’ingiustizia
che hai toccato
Non è mafia non è guerra
Non è tutto questo sangue che ora scorre
sulla terra
Dio non è, Dio non è, Dio non è
melodia, non 41
molto articola-
ta, fa risaltare
“naturalmen-
te” i versi: bre-
vi frammenti
che si appog-
giano sopra un
giro armonico
rellata dei suoi
Dio non è nelle guerre sante / che le
non banale an-
titoli più signi-
ficativi per ac-
Dio non è nel bene e nel male / come li guerre sante non lo sono mai
hai divisi tu
corché assai
semplice. L’ar-
corgersi di quan-
rangiamento,
to essi siano accomunati da que- cui linguaggio, anche se rischia pur lasciando prevalere chitarre
ste caratteristiche: Via Margutta, di scivolare nello slogan o nel ritmiche, basso e batteria, è “pe-
L’amore rubato, Al di là del muro, luogo comune ideologico, è di- sante” senza essere cattivo. Gli
Portami a ballare (vittoriosa al Fe- retto e pungente. Pochi versi, inserti di suoni etnici a volte in-
stival di Sanremo del 1992), Sette brevi e taglienti, propongono teragiscono con il resto degli
candele. La maturità, oltre ad af- uno scenario ben riconoscibile: strumenti, a volte sembrano iso-
finare la ricerca sonora e musica- in questa società occidentale, dai larsi, come a suggerire l’ambi-
le, ha aggiunto ai testi quel “sa- più ormai ritenuta secolarizzata, guità del rapporto tra occidente
pore amaro” che la concretezza gli uomini sostituiscono Dio con e “sud del mondo”. L’interpreta-
della vita instilla inesorabilmente altri “dei” ben più consolanti e zione, decisa ma non arrabbiata,
nel “gusto dolce” degli ideali. Ne deresponsabilizzanti. Non solo, completa una confezione che
è testimonianza il recente album senza pudore pretendono Dio concede poco al coinvolgimento
Via delle storie infinite. In Aspet- dalla loro parte a legittimarli an- emotivo, incoraggiando piuttosto
tavamo il 2000 (singolo di traino che quando praticano sopruso, la riflessione.
dell’album) viene cantata la disil- ingiustizia, prevaricazione, vio- Alla fine è forte il richiamo alle
lusione di chi, adolescente a ca- lenza. Ma Dio non può essere lì, nostre responsabilità. Spesso, di
vallo tra gli anni ’70 e ’80 ripone- dove l’uomo è meno uomo pro- fronte alle sofferenze e alle ini-
va nel nuovo secolo ampie spe- prio perché tiranneggia il suo si- quità, ci domandiamo dove sia
ranze e, trovandosi ora a viverlo, mile. La musica è al servizio del- Dio; raramente, invece, ci do-
si accorge con rammarico come le parole e, spesso, le rinforza. La mandiamo dove sia l’uomo. ٗ
BS SETTEMBRE 2008

5.2 Page 42

▲back to top
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l’Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino, avente persona-
lità giuridica per Regio Decreto
13-1-1924 n.22, possono riceve-
re Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
in Roma (o all’Istituto Salesiano
per le Missioni, con sede in Tori-
no) a titolo di legato la somma di
… o titoli, ecc. per i fini isti-
tuzionali dell’Ente”.
b) di beni immobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
in Roma (o all’Istituto Salesiano
42
per le Missioni, con sede in Tori-
no) l’immobile sito in… per i fi-
ni istituzionali dell’Ente”.
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l’uno o
l’altro dei due enti sopraindicati
“… Annullo ogni mia preceden-
te disposizione testamentaria.
Nomino mio erede universale la
Direzione Generale Opere Don
Bosco, con sede in Roma (o l’I-
stituto Salesiano per le Missioni,
con sede in Torino) lasciando ad
esso quanto mi appartiene a
qualsiasi titolo, per i fini istitu-
zionali dell’Ente”.
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 – Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 – Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
SETTEMBRE 2008 BS
I NOSTRI MORTI
DI NICOLA sr. Lucia,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
† Roma, il 29/04/2008, a 84 anni
Suor Lucia è ricordata come una persona fe-
stosa, serena, incurante della fatica, felice di
dare gioia agli altri, sempre pronta a fare sor-
prese, a preparare piatti gustosi e graditi al-
le sorelle. Era un’anima di preghiera, aveva
un’attenzione particolare per le vocazioni;
amava la Madonna e si rivolgeva a lei sem-
pre con grande fiducia. Ha vissuto la sua mis-
sione tra le sorelle, i giovani dell’oratorio e
della Casa famiglia sempre donando sere-
nità e pace.
DE FRANCESCHI sac. Giuseppe,
salesiano,
† Schio (VI), il 13/07/2007, a 75 anni
Un grande salesiano e un grande missiona-
rio ci ha lasciato un anno fa. Sacerdote e
missionario per 58 anni in Venezuela, ha ri-
coperto cariche di responsabilità, compien-
do il suo dovere fino in fondo, con compe-
tenza e scrupolo, ma anche con carità e pa-
zienza. Fu direttore per una trentina di anni,
parroco, economo e consigliere ispettoriale.
Nella sua vita di sacerdote salesiano, ha
sempre interpretato in maniera viva e coe-
rente Don Bosco, attraverso il suo amore ai
giovani, soprattutto quelli più in difficoltà, il
suo impegno verso la gente, l’attenzione ai
confratelli, la dedizione al lavoro. Rientrato in
Italia, a Schio, per un periodo di riposo pres-
so i suoi parenti, moriva per un improvviso
malore, lasciando l’esempio di una vita ge-
nerosamente donata a Dio e al prossimo.
PACI don Giuseppe, salesiano,
† Arese (MI), il 14/01/2008, a 77 anni
Sempre calmo e sorridente; sempre pronto
a fare la volontà di Dio, anche quando bus-
sò alla porta la terribile malattia che l’ha
condotto alla tomba. Costante nel dono di
sé per il bene dei confratelli come direttore
e come economo ispettoriale. Altrettanto ge-
neroso, attivo e pastoralmente efficace co-
me parroco. Scrupoloso e attento come in-
segnante verso i suoi alunni. Due le case in
cui si è avvertita di più la sua presenza di-
namica e altruista. Ancona e Forlì, dove più
a lungo ha soggiornato, dando una splendi-
da testimonianza di incessante dedizione,
di zelo apostolico, di fraterna accoglienza,
di signorile approccio. Tali caratteristiche ha
mantenuto anche a Ravenna, sua ultima di-
mora terrena, prima di cambiare definitiva-
mente casa, passando all’altra sponda del
mare della vita dove la dimora sarà eterna
(Lidia Spadoni ).
PENTENERO sig.ra Emilia
ved. Cordero, cooperatrice,
† Torino, il 19/02/2008, a 83 anni
A 21 anni di distanza ha raggiunto il marito
Giuseppe, quasi in punta di piedi, per non di-
sturbare troppo. Le è stata donata una lunga
vita, attraversata dalle difficoltà della guerra,
dalle fatiche del quotidiano, dalla materna
preoccupazione per i suoi tre figli e infine dal-
la sofferenza di dover dipendere in tutto da-
gli altri a causa di una grave infermità. L’ha
accettata senza mai lamentarsi, chiedendo
al Signore solo di regalarle una morte che
non disturbasse troppo i suoi cari. È stata ac-
contentata: improvvisamente senza alcun
segnale ha abbandonato questa vita terrena,
lasciando i figli sorpresi e addolorati poiché
nulla faceva presagire un declino tanto rapi-
do. Lascia ai figli un caro ricordo della sua
bontà e della sua operosità e a chi l’ha co-
nosciuta, la figura di una donna retta, di fede
robusta e tutta dedita alla famiglia.
DE STEFANI sr. Anna,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
† Padova (PD), il 10/03/2008, a 79 anni
Ha vissuto il suo servizio di cuoca con amo-
re, curando i particolari sia nei giorni di fe-
sta sia in quelli feriali con passione e creati-
vità. Non trascurava la vita comunitaria,
amava la puntualità e la esigeva anche dal-
le altre. Viveva con orgoglio l’amore alla
Chiesa come Parrocchia e come Diocesi, e
seguiva con affetto un suo nipote sacerdote
ed i suoi compagni. Un male inguaribile ha
segnato gli ultimi anni con tanta sofferenza.
BERTOLINI sr. Speme,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
† Buenos Aires (Argentina), l’11/03/2008,
a 81 anni
Arrivata in Argentina nel 1947 visse la mis-
sione salesiana come assistente delle Aspi-
ranti, insegnante di storia. Ricevuto il Diploma
di Bibliotecaria, fece del suo compito un mi-
nistero nel coltivare il gusto per la buona let-
tura in allieve ed exallieve.
MORO sig. Alberto, exallievo
salesiano,
† Imperia, il 15/03/2008, a 52 anni
Se n’è andato, Alberto, in una ventosa matti-
na di marzo da tutti rimpianto. Ha lasciato in
coloro che l’hanno conosciuto il ricordo del
suo perenne sorriso e della sua grande bontà,
qualità che aveva certamente appreso in col-
legio come interno presso l’istituto salesiano di
Lombriasco. Un periodo che non ha mai di-
menticato. Spesso, anzi, descriveva come uno
dei più felici e fecondi della sua vita. La mi-
gliore definizione del signor Alberto è stata da-
ta da uno dei suoi colleghi di lavoro, durante le
esequie: “È sempre stato l’uomo della pace in
famiglia e nel lavoro”. Breve e cultorea frase
che compendia il senso di una vita. Troppo
breve la sua parabola terrena, serena co-
munque e accettata la sua morte.
ne“ltRogeriacnirasdoainifnoiotdreiirrDreaio”

5.3 Page 43

▲back to top
IL MESE
5 settembre 2006: il
Parlamento
Savina Jemina
europeo adot-
ta una relazio-
ne per preve-
nire e com-
battere la vio-
lenza su bambini, giovani e
donne.
12 settembre 2001: la Commis-
sione adotta un “libro bianco” sulla
politica dei trasporti.
13 settembre 1976: la Comu-
nità firma la convenzione di Bar-
cellona per proteggere il Mediter-
raneo dall’inquinamento.
19 settembre 1979: la Comu-
nità e gli Stati membri firmano la
convenzione sulla conservazione
della flora e della fauna selvati-
che e del loro habitat naturale in
Europa.
Settembre 20 settembre 1976: firmati gli
strumenti relativi all’elezione del
Parlamento europeo a suffragio
universale diretto.
21-28 settembre 1971: a Vien-
na, si svolge la 15ª Conferenza
IL BESTIARIO DELL’ANTICO generale sull’energia atomica.
TESTAMENTO
25 settembre 2007: la Commis-
43
QUAGLIE DELL’ESODO
Diffuso in Europa, Asia e Africa,
questo uccello è l’unica specie di
galliforme migratore. Lungo circa
20 cm, di colore brunastro, prefe-
risce i campi coltivati, dove riesce
a mimetizzarsi e dove si alimenta
con semi, insetti, chiocciole.
Costruisce il nido a terra (due
covate l’anno di 7-10 uova ognu-
na) e conduce vita solitaria. Dalla
fine dell’estate a metà autunno
migra in stormi, raggiungendo
persino il Sud Africa. Un tempo
diffuso, oggi lo è molto meno per
la caccia. È anche allevato per la
bontà della carne e delle uova.
Nella Bibbia la quaglia è citata sei
sione adotta il “libro verde” relativo
a “Verso una nuova cultura della
mobilità urbana”.
26 settembre 2002: prima Gior-
nata dedicata alle lingue; la ricor-
renza è festeggiata ogni anno per
mantenere vivo l’interesse sugli
aspetti linguistici europei. Oggi le
lingue ufficiali dell’UE sono 23.
27 settembre 1996: i quindici
Stati dell’UE sottoscrivono una
convenzione sull’estradizione, non-
ché un protocollo sulla tutela degli
interessi finanziari dell’UE.
28 settembre 2001: la Commis-
sione adotta un “libro verde” sul
risarcimento delle vittime della cri-
minalità.
svalutato e il rapporto diventa:
sedici assi pari a quattro sester-
zi, oppure a un denario. Nel
periodo repubblicano il sesterzio
è coniato raramente ed è in
argento; durante l’impero, invece,
è in oricalco (una lega in genere
di quattro parti di rame e una di
zinco, di colore dorato), pesa 25-
28 g, ha diametro di 32-34 mm e
spessore di circa 4 mm. Coniata
a Roma e dal 64 d.C. anche a
Lugdunum (Lione), diventa la
moneta più diffusa: le dimensioni
consentono una buona riproduci-
bilità del volto dell’imperatore (e
quindi, è anche mezzo di “imma-
gine”) e il suo valore è sufficien-
volte, sempre con riferimento
all’Esodo, quando il Signore disse
a Mosè d’aver “inteso la mormo-
razione degli Israeliti. Parla loro
LE MONETE
AI TEMPI DI GESÙ
SESTERZIO
te per la maggior parte degli
scambi commerciali quotidiani.
Durante Augusto e Tiberio, in un
anno un soldato semplice gua-
così: Al tramonto mangerete car- Il nome di questa moneta roma- dagna circa 900 sesterzi, e un
ne (...) Ora alla sera le quaglie na deriva dal valore originale: centurione, alto ufficiale dell’epo-
salirono e coprirono l’accampa- due assi e mezzo, in latino “sem- ca, anche 14mila. Secondo il
mento” (Es 16, 12-13).
is-tertius”, metà del terzo asse. Il poeta Marco Valerio Marziale
LA NOSTRA
PATRIA EUROPA
sesterzio, a sua volta, è la quar- (40-103 d.C.), uno schiavo può
ta parte di un denario. Di conse- valere 10mila sesterzi. Sempre
guenza, in origine, dieci assi in quegli anni, un litro d’olio d’oli-
4 settembre 1963: a 77 anni, sono pari a quattro sesterzi, e va costa due-tre sesterzi e un
muore Robert Schuman, uno dei questi a un denario. Durante le litro di vino da mezzo sesterzio a
“padri” fondatori dell’UE.
guerre puniche, però, l’asse è due sesterzi.
BS SETTEMBRE 2008

5.4 Page 44

▲back to top
P RIMA PAGINA
Emanuela Chiang
DECISI
A EDUCARE (4)
giorno. La mancanza di una legislazione univoca e
per una cultura
chiara nei confronti di immigrati, profughi e rifu-
giati si traduce da un lato nell’impossibilità di ave-
re un lavoro regolare, accedere alla scuola pubbli-
preventiva
ca, ai servizi medici e sanitari, dall’altro nell’obbli-
go di pagare una quota mensile al governo, circa
dei Diritti Umani
50 (prassi non regolata da nessun documento)
per ciascun componente della famiglia. Padri e
madri non sanno come fare per sostenere i figli,
Promuovere i diritti
per dar loro una casa, un’educazione, un futuro. I
bambini e le donne sono le prime vittime: nei loro
dei profughi iracheni in Turchia
disegni il colore dominante è il rosso, le figure rap-
presentano scene di guerra, violenza, esplosioni. I
bambini vorrebbero giocare, avere spazi per diver-
tirsi, ma le strade sono insicure (diritto al gioco e a
Si chiamano Walid, Vivian, Mesrob, Merfet, Rami un’infanzia felice); avere un’alimentazione comple-
Emanuel, Nineb… sono tutti giovani, tutti ira- ta ma non sempre avviene (diritto alla sopravviven-
cheni, tutti cristiani. Sono insegnanti, musicisti, za e allo sviluppo). I genitori vorrebbero poter
studenti. Hanno tutti in comune “la fuga” da un pae- curare i propri figli, vaccinarli, ma non hanno le
44
se che non li lasciava più vivere, dove hanno lascia- risorse economiche; le madri vorrebbero portare
to casa, famigliari, amici, ricordi… e “la speranza”, avanti le gravidanze, ma a volte sono costrette a
quella di un futuro migliore, vero, libero… E come interromperle (diritto alla vita). Molti bambini sono
loro tanti altri. Arrivano ad Istanbul, dove li incontro costretti a lavorare sotto “padrone”, che per poche
in un pomeriggio di maggio: siamo in Turchia, un lire turche li sfruttano molte ore al giorno; né sono
paese non ancora pronto ad accogliere gli immigrati, pochi gli episodi di sfruttamento sessuale e l’avvio
privo di una legislazione ad hoc, che se da un lato alla prostituzione di bambine e ragazze.
rende facile l’ingresso, dall’altro rende difficile la per-
manenza e l’uscita. Una gabbia in cui è facile entra-
re, ma da cui non si riesce a uscire. Qui, purtroppo
la speranza iniziale comincia a diminuire, a causa
delle discriminazioni, dell’emarginazione e della
povertà materiale e spirituale.
>> In questo difficile contesto lavorano i salesiani,
da oltre 10 anni, da quando cioè si è intensificato
l’esodo dei cristiani dall’Iraq. Don Rodolfo, il respon-
sabile, e la comunità salesiana di Istanbul hanno
organizzato una scuola informale per i ragazzi ira-
>> Walid, e compagni raccontano il loro passato,
le discriminazioni verso i cristiani iracheni (caldei),
le pressioni per abiurare il cristianesimo, le vessa-
zioni subite, l’insicurezza, la guerra… fattori che
alla fine li hanno spinti a partire. Parlano di diritti
umani: fanno
l’elenco delle
situazioni che
vivono ogni
cheni: hanno cominciato in 85, ora sono più di 320
(variano di giorno in giorno). Grazie all’impegno di
salesiani e laici e al sostegno della Conferenza Epi-
scopale Italiana, si realizzano tante attività. S’inse-
gnano Inglese, Matematica, Scienze, Disegno, Musi-
ca, Informatica, si fa sport, danza, si distribuiscono
vestiti, un pasto, sostegni economici alle famiglie; si
organizzano feste, gite, soggiorni estivi; si seguono le
procedure per l’ottenimento dello stato di rifugiato o
del visto per emigrare. Ma soprattutto si aiutano a
crescere, a superare i traumi subiti,
a costruire il proprio futuro a parti-
re dall’educazione, dallo sviluppo
umano, dalla ricerca della pace e
della convivenza. Si offre loro un
clima familiare, di calore, di uma-
nità, cercando di farli sentire amati
come li avrebbe amati Don Bosco.
ٗ
SETTEMBRE 2008 BS

5.5 Page 45

▲back to top
45
BS SETTEMBRE 2008

5.6 Page 46

▲back to top
I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
TROVATA
LA TERAPIA
EFFICACE
Mia figlia, ora ventenne, all’età
di 15 anni era affetta da emicra-
nia cronica, molto forte, che le
impediva di studiare e condurre
una vita sociale normale. Dopo
tante terapie risultate inefficaci,
pregai tanto Mamma Margheri-
ta affinché ci aiutasse a trovare
una terapia adeguata alle sue
condizioni. Con mia grande
gioia, tutto questo è accaduto.
Mia figlia sta bene, ha terminato
le scuole superiori con buon
punteggio, ed ora si accinge a
frequentare l’università.
V.M., Gravina di Puglia (BA)
SALVA
LA SECONDA
BAMBINA
Artemide Zatti.
GUARITO
DA BRONCHITE
CRONICA, ANGINA
E PROSTATA
Fedele devota del beato Arte-
mide Zatti, sento il bisogno di
pubblicare tante grazie e favori
che continuo ad implorare da
Dio per sua intercessione. Di-
ventata quasi sorda, invocai il
nostro caro Zatti e tornai a udi-
re bene. Mio figlio cadde in
grave malattia di cui i medici
non trovavano la causa. Iniziai
una novena al nostro beato
protettore e pochi giorni dopo
mio figlio si riebbe; ora è total-
mente sano. Un mio cugino di
età avanzata si era ammalato.
Andai a trovarlo al paese natio
e lo trovai in fin di vita, malato
di cuore, con bronchite croni-
ca, angina e prostata. Per i
medici era ormai del tutto in-
curabile. Con la famiglia inco-
minciai una novena al nostro
beato ed ecco il miracolo: mio
cugino si riebbe ed ora vive fe-
lice a casa sua.
Vargas Assunta,
Salta (Argentina)
me le giovani erano ansiose e
diffidenti circa l’esito. Quella sera,
insieme, abbiamo chiesto con in-
sistenza ma anche con umiltà la
protezione del beato coadiutore
salesiano, perché le esaminande
volevano diventare medici e co-
me lui alleviare con carità cristia-
na e scienza medica il dolore
umano. L’esame fu esigente, ma
ebbero la felice sorpresa di ve-
dersi collocate rispettivamente al
27° e 29° posto su 80 vacanti da
coprire. Ancora insieme, ringra-
ziammo Dio che per intercessio-
ne del nostro beato ci ha dispen-
sato quella grazia per noi fonda-
mentale. Hanno così potuto iscri-
versi al primo anno di medicina,
presso l’Università Cattolica di
Córdoba. Promettiamo di seguire
l’esempio luminoso di carità cri-
stiana del Beato Zatti.
Vilma M. in Lescano,
Córdoba (Argentina)
Nove anni fa, alla 34a settima-
na, morì nel mio grembo la mia
QUATTRO
prima bambina, Chiara, a moti-
vo di una gestosi. Caddi in una
disperazione assoluta, avendo
46 solo 21 anni. Trascorsi due anni
di cure e, superate altre malat-
tie, finalmente nacque Flavio, al
termine di una serena gravidan-
za. Dopo sei anni io e mio mari-
to decidemmo di dare una sorel-
attribuire questo fatto a un mira-
colo!”. La mamma morì a 77 an-
ni, cioè dopo 30 anni da questo
fatto, senza essersi mai tolte di
dosso le reliquie di Don Bosco,
Domenico Savio e Maria Mazza-
rello.
Gizzi Maria, Luino (VA)
GRANDI GRAZIE
Particolarmente devota di Maria
Ausiliatrice, come socia del-
l’Associazione Devoti di Maria
Ausiliatrice (ADMA) di Torino,
sono felice di rendere pubbliche
quattro grazie ottenute in questi
anni. La prima riguarda mio fi-
lina a Flavio. Rimasi incinta, ma
glio. Terminati gli studi universi-
alla decima settimana ebbi mi-
nacce di aborto. Incominciai a
pregare san Domenico Savio e
a portare l’abitino che avevo ri-
chiesto da tempo. Trascorsi tre
giorni in ospedale, ma poi tutto
procedeva bene. Giunta alla 30a
settimana, mi trovai nello stesso
pericolo incontrato con la mia
prima bambina: ora alla piccola
avevano pronosticato poche ore
di vita. Mi fu praticato subito il
cesareo. Il 7 febbraio 2007, do-
po 60 giorni di ricovero, è nata
la piccola Maria Chiara: pesava
kg 1,50 con prognosi riservata
almeno per 24 ore. La piccola
ha oggi (3 luglio 2007) 5 mesi
ed è una bellissima bambina.
Non finirò mai di ringraziare il
piccolo Domenico Savio per
aver vegliato su di lei.
Moretto Lucia, Veglie (LE)
FIBROMA
E NEFRITE
ci disse che se fosse stata ope-
rata, data la gravità del fibroma e
la nefrite molta alta, sarebbe de-
ceduta. Io ero disperata, ma non
rassegnata, pregavo moltissimo
la Madonna Immacolata di Du-
menza e alla mamma avevo
messo sul petto le reliquie di san
Giovanni Bosco, san Domeni-
co Savio e santa Maria Mazza-
rello. Mia mamma aveva quasi
45 anni e aveva cinque figli, di
cui una figlia di due anni. Io ero
la maggiore e mi sentivo molto
responsabile di questa situazio-
ne. Piangevo tanto, ma pregavo
anche tanto per avere forza dal
Signore. Nemmeno mio papà ca-
piva più nulla; eravamo in una si-
tuazione senza via d’uscita. Un
giorno il primario chiese a mia
mamma se era devota di qual-
che santo particolare; lei sempli-
cemente rispose: “Sì, di sant’An-
tonio, ma in questo momento
non sto proprio pensando a
sant’Antonio”. Dopo 17 giorni di
ESAME
SUPERATO DOPO
LA BOCCIATURA
Avevo accompagnato un gruppo
di studenti in gita sulle Ande. In
una cappella abbiamo acquistato
un libretto con la vita del beato
Artemide Zatti. Mia figlia e una
sua amica, dopo il ritorno dalla
gita, cominciarono a prepararsi
all’esame di ammissione alla fa-
coltà di medicina. La prova andò
male: furono ambedue bocciate.
Per un anno fecero le volontarie
presso un ospedale e l’anno se-
guente ritentarono l’esame. Io in-
tanto, avendo ritrovato il libretto
della vita di Zatti, cominciai la no-
vena chiedendo al caro infermie-
re che ci concedesse la sua as-
sistenza. La sera prima dell’esa-
tari e laureato, non riusciva a
trovare un posto di lavoro che
fosse abbastanza vicino alla sua
abitazione e gli permettesse di
mantenere la famiglia. Dopo
tante preghiere e ansie, mio fi-
glio è riuscito a trovare questo
lavoro. Altre due grazie mi sono
state concesse a vantaggio di
mia nipote, il cui matrimonio sta-
va naufragando. Dopo un po’ di
tempo dacché mi sono rivolta a
Maria Ausiliatrice, questa cop-
pia di sposi ha ritrovato la sua
unione; inoltre mia nipote ha in-
trapreso un’attività di assistenza
ai bambini difficili e handicappa-
ti, lavoro che la gratifica molto.
Infine di un’altra grazia sono ri-
conoscente a Maria, per aver
potuto superare positivamente
l’esame di discussione della tesi
di laurea, per il quale ero note-
volmente preoccupata, avendo
io l’età di sessantacinque anni.
Invito tutti alla fiducia in questa
nostra Madre celeste, che non
delude mai le nostre attese.
NON C’ERANO PIÙ questo calvario, il primario ci dis-
Brossa Francesca, Torino
se: ”Meno male che non l’abbia-
Nel 1952 sognai la Madonna ve- mo operata, perché lei non ha
stita di nero che spargeva san-
gue. In quel periodo la mia mam-
ma si trovava in gravi condizioni
all’ospedale di Luino. Il primario
più nulla”. I valori erano tutti nor-
mali e il fibroma e la nefrite non
c’erano più. I medici meravigliati
dissero: “L’unica spiegazione è
Giuseppe Quadrio Maria Troncatti
SETTEMBRE 2008 BS
Ptfrlii’eiericrmnnhedlaiaietccesopatneuzaitboossbenidlneipeczdolaaletezrrlieàolnecnotoaetmepmrnieeteo.otnnt.eoSsrnuei

5.7 Page 47

▲back to top
IN PRIMO PIANO
redazionale
Monsignor
TIMOTHY COSTELLOE
Ausiliare dell’Arcidiocesi
di Melbourne. Già direttore
a Clifton Hill del Salesian
Theological College e professore
di teologia. Segretario
Generale durante il Sinodo per
l’Oceania. Nominato Vescovo
il 30/04/2007.
Che cosa è venuto a fare in Italia, monsignore?
Anche i vescovi vanno a scuola. Sono venuto per il corso dei nuovi
vescovi.
Quali prospettive secondo lei per il cristianesimo in Australia?
La situazione è difficile. L’Australia è una società laica con il 27%
di cattolici su una popolazione di 20 milioni e mezzo di abitanti; è vol-
ta più al materiale che allo spirituale e ha qualche notevole squilibrio,
soprattutto considerando la popolazione aborigena.
Com’è la sua diocesi?
Non ho una mia diocesi, sono uno dei quattro ausiliari dell’arcive-
scovo di Melbourne, e incaricato della zona Nord con una sessantina
di parrocchie su 240 e il 27% di cattolici su meno di un milione di abi-
tanti. I praticanti non raggiungono il 10-15%. L’Australia è caratteriz-
zata più di altri Paesi da un multiculturalismo spinto, come del resto lo
è tutto il continente. Ovviamente il problema dell’inculturazione è forte
e sentito.
E i giovani? Qual è la loro situazione sociale e religiosa?
Credo siano come tutti i giovani del 1° mondo. Voglio dire che hanno
gli stessi problemi... Tuttavia essendo una società multirazziale da
sempre, episodi di intolleranza tra le varie etnie sono molto rari.
E le nostre scuole?
Sono bene organizzate, molto apprezzate e molto frequentate. Lo
Stato le sovvenziona e i genitori inviano volentieri i figli perché sanno
che dai salesiani si studia molto, c’è disciplina, e si fa una forte educa-
zione ai valori etici, religiosi, ma anche civici.
Qui si sente spesso parlare della minoranza aborigena...
Gli aborigeni costituiscono un problema. Sono i veri poveri, non si
sono mai integrati, costituiscono una enclave un po’ turbolenta e quindi
discriminata ed emarginata. Tutti sperano che la situazione evolva posi-
tivamente. Ma ci vorrà del tempo.
Auguri per il suo lavoro apostolico, monsignore.
AMINA
Ha 12 anni ed è sposata. Vi-
ve ai margini del deserto e
aspetta un figlio. Tutto regola-
re: è stata una questione tra suo
padre e il promesso sposo che
di mogli ne aveva altre due.
Lei è l’ultima e fa un po’ – anzi
non solo un po’ – la schiavetta
di casa. E ci soffre, soprattutto
perché quando era più piccola
e abitava in città aveva fre-
quentato una signora cattolica
che praticava la sua religione
di nascosto. Ne era stata con-
quistata, ma sapeva che non
avrebbe potuto mai essere cri-
stiana: le regole del suo clan
erano rigidissime, per lei
avrebbe significato la morte. E
ora sa anche che non potrà mai
affrancarsi dal giogo del matri-
monio anche se le pesa ogni 47
giorno di più. Non ha mai pen-
sato a fuggire, ciò significhe-
rebbe tradire il suo legittimo
marito e i suoi genitori, rinne-
gare la religione dei suoi padri,
offendere la memoria dei suoi
avi, disonorare la famiglia. Al-
lora? Allora niente. Amina
continuerà a vivere come fino-
ra, in estrema povertà, perché
per mantenere una famiglia pa-
triarcale ce ne vogliono di sol-
di; semianalfabeta poiché ha
dovuto interrompere le lezioni
da quando si è – forzosamente
– accasata; in balia delle altre
donne, essendo la più giovane
e anche dei figli più grandi che
spesso
non le
lesinano
sonore
bastona-
te. E lei
prega in
cor suo
che tutto
questo,
prima o
poi, pos-
sa finire.
BS SETTEMBRE 2008

5.8 Page 48

▲back to top
TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
MISSIONI
di André Ela Enam
Don Bosco a Yaoundé
Il ccp che arriva con il BS non è una
richiesta di denaro per l’abbonamento
che è sempre stato e resta gratuito.
Vuole solo facilitare il lettore che
volesse fare un’offerta.
CHIESA
di Silvano Stracca
Quo vadis Europa? (22)
FMA
di Maria Antonia Chinello
Buone notizie in periferia
INSERTO CULTURA
di Michele Novelli
Il teatro festa di famiglia