Bollettino_Salesiano_200705

Bollettino_Salesiano_200705

1 Pages 1-10

▲back to top

1.1 Page 1

▲back to top
Mensile - Anno CXXXI - nr. 5
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 5/2007
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Maggio 2007
P(MpOaOgCL.OT1O8P) EPRERSÉGLI ALTRI
IE(NpSaDPgEI.MR2I0EE)NNTZIACABILE
(DUpOPaSgN.: 2LBA3O) BSIBCLOIOTECA

1.2 Page 2

▲back to top
- STRENNA 2007
di Pascual Chávez Villanueva
AMARE LA VITA
L’ARCOBALENO
“Non maledirò più il mondo a causa dell’uomo…
Vi do un segno dell’alleanza che ho stabilito tra me e voi
e tutti gli esseri viventi… Ho messo il mio arco tra le nubi
sarà il segno dell’impegno che ho preso verso il mondo”
(Gn 8,9 passim).
I l libro della Ge-
nesi fa vede-
re come il Dio
distrutto e diventi un deserto popolato
di rabbia e disperazione. Segno di
questa alleanza con l’umanità è l’ar-
amante della vita cobaleno: subito dopo la pioggia ap- zia il firmamento. Il giorno al giorno
sconfigge il caos pare nel cielo e sembra voler abbrac- ne affida il messaggio e la notte alla
e con la sua pa- ciare il firmamento, per ricordare alla notte ne trasmette notizia”. Tutte le
rola creatrice pla- creatura la promessa del Creatore.
creature sono, infatti, invitate a be-
sma il cosmo.
nedire il Signore, secondo quando
Tutto ciò che fe- ᭿ Il Dio biofilo non ama semplice- recita il Cantico di Daniele: Benedi-
ce non poté non mente la vita umana, ma tutta la te, opere tutte del Signore, il Signo-
essere un capolavoro, data vita, anche quella vegetale e anima- re (angeli, cieli, acque, sole e luna,
la qualità dell’Artista. Ma già dal capi- le, perché tutta la creazione è opera stelle del cielo, piogge e rugiade,
2
tolo 3 e seguenti, lo scenario si pre- del suo amore. Insieme al valore e venti, fuoco e calore, freddo e caldo,
senta molto diverso. Rovesciato il di- alla dignità della vita umana, la Bib- rugiada e brina, gelo e freddo,
segno originale di Dio, a causa del bia esprime dalla prima all’ultima ghiacci e nevi, notti e giorni, luce e
peccato che inonda la faccia della pagina la cura amorosa di Dio per la tenebre, folgori e nubi, monti e colli-
terra per la violenza e la depravazio- natura, esplicitata dalle parole del ne, creature tutte che germinano
ne dell’uomo, il mondo torna nuova- Gn 1,31: “Vide, Dio, quanto aveva sulla terra, sorgenti, mari e fiumi,
mente nel caos. Tuttavia il male, con fatto, ed ecco era una cosa molto mostri marini e quanto si muove nel-
la sua logica interna di distruzione e buona”. Animali, piante, firmamento, l’acqua, uccelli, animali selvaggi e
di morte, non può avere l’ultima paro- sole, oceani… tutto è buono, tutto domestici, figli dell’uomo) (3,57-88).
la. Così, dopo lo tsunami del diluvio, ha valore per se stesso, tutto procla-
Dio stringe un’alleanza con l’uomo, ma la gloria di Dio, come canta il ᭿ Ma questo riconoscimento è rea-
impegnandosi a non permettere mai Salmo 18 “I cieli narrano la gloria di le solo se e quando l’uomo ricono-
che questo mondo da lui creato sia Dio, e l’opera delle sue mani annun- sce a sua volta la dignità del luogo
che abita e decide di rispettare la
natura, di accogliere le creature e di
accettare la ricchezza della loro di-
versità. Soltanto questa accettazione
concreta di tutto ciò che esiste, ma
soprattutto dell’essere vivente, porta
all’affermazione del valore della
creazione e dei diritti di colui che vi è
stato posto come custode e, di con-
seguenza, a superare lo sfruttamen-
to e l’abuso, a realizzare uno svilup-
po rispettoso dell’ambiente e intrec-
ciare una convivenza armoniosa con
gli altri esseri viventi.
Oggi la civiltà industriale ha favorito
la produzione e la crescita della ric-
chezza, ma troppo spesso ha esa-
MAGGIO 2007 BS
Dopo lo tsunami del diluvio,
Dio stabilisce un’alleanza con
l’uomo. Come segno Dio pone
nel cielo l’arcobaleno (Gn 9,12).

1.3 Page 3

▲back to top
I Per la violenza e la depravazione
dell’uomo, il mondo sembra
tornato nuovamente nel caos.
gerato nello sfruttamento delle risor-
se, dando un incentivo alla disuma-
nizzazione dell’uomo che quasi sen-
za accorgersene si è convertito in
mero produttore/consumatore.
La cultura della vita ci porta a un
vero atteggiamento ecologico: all’a-
more verso tutti gli esseri umani, ma
anche verso gli animali e le piante;
insomma all’amore verso tutto il
creato e a difendere e promuovere
tutti i segni della vita contro i mecca-
nismi di distruzione e di morte.
᭿ Davanti alle minacce di sfrutta-
mento disordinato, di oppressione
della natura, di sviluppo insostenibi-
le, che stanno cagionando inquina-
mento, effetto serra, deforestazione,
cementificazione, desertificazione,
impoverimento delle risorse, frutto di
un’insaziabile avidità e di una man-
canza di responsabilità non soltanto
nei confronti del creato che Dio ci ha
dato come casa per tutti, ma anche
nei confronti delle generazioni future,
mi sembra opportuno ricordare le
parole del gran capo indiano Seattle:
quello che ferisce la Terra, ferisce i
figli e le figlie della Terra.
Dio si è impegnato a preservare la
natura, ma non senza di noi: ci ha
fatti suoi collaboratori, ci ha inve-
stito di responsabilità. L’operazio-
ne arcobaleno a salvaguardia del
creato è opera di Dio, di tutti e di
ciascuno.
ٗ
Maggio 2007
Anno CXXXI
Numero 5
Mensile - Anno CXXXI - nr. 5
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 5/2007
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Maggio 2007
In copertina:
Le VDB hanno raggiunto
i 90 anni... In Sicilia i 50.
Un Istituto religioso
che è presente nel mondo
senza clamore, esempio
di un apostolato
“invisibile”, ma impegnato
e concreto.
Foto: Fabiana Di Bello
P(MpOaOgCL.OT1O8P) EPRERSÉGLI ALTRI
IE(NpSaDPgEI.MR2I0EE)NNTZIACABILE
(DUpOPaSgN.: 2LBA3O) BSIBCLOIOTECA
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
CHIESA
12 Quo vadis Europa? (7)
di Silvano Stracca
ANNIVERSARI
14 Ci sono non si vedono
di Bellocchi/Eriman
VIAGGI
18 Guardano poco a sé molto agli altri
di Giancarlo Manieri
MISSIONI
20 Un’esperienza indimenticabile
di Federica Annibali
INSERTO CULTURA
23 UPS: la grande biblioteca
di Renato Butera
FMA
28 Fare memoria al Sud
3
di Graziella Curti
RUBRICHE
2 Il Rettor Maggiore – 4 Il punto giovani – 6 Lettere al Direttore – 8 In Italia & nel
Mondo – 11 Osservatorio – 16 Box – 17 Zoom – 22 Lettera ai giovani – 27 Bagliori –
30 Libri – 32 On Line – 34 Come Don Bosco – 36 Arte Sacra – 37 Laetare et beneface-
re… – 38 Sfide etiche – 40 Dibattiti – 41 Varia – 42 I nostri morti – 43 Il mese –
44 Prima pagina – 45 Relax – 46 I nostri santi – 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori: Severino Cagnin - Ernesto Cattoni
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Enrico dal Covolo
Carlo Di Cicco - Bruno Ferrero - Cesare Lo Monaco
Giuseppe Morante - Vito Orlando - Marianna Pacucci
Gianni Russo - Roberto Saccarello - Fabio Sandroni
Arnaldo Scaglioni - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cicco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Progetto grafico: Pier Bertone
Impaginazione: Puntografica s.r.l. - Torino
O SALESIANO
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Giovanni Colombi (Roma)
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
http://biesseonline.sdb.org
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.643
e-mail: <biesse@sdb.org>
Direttore <gmanieri@sdb.org>
Fondazione DON BOSCO
NEL MONDO - ONLUS
Ccb 3263199 - Banca Intesa - Fil. Roma 12
CIN P - ABI 03069 - CAB 05064
Ccp 36885028 - CF 97210180580
e-mail: <donbosconelmondo@sdb.org>
web: www.fdbnm.org
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 135 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS MAGGIO 2007

1.4 Page 4

▲back to top
IL PUNTO
di Carlo Di Cicco
GIOVANI
RISPOSTA
A UN SOGNATORE
Il Rettor Maggiore dei salesiani il 31 gennaio 2007 in occasione
della festa di Don Bosco che viene celebrata in tutto il mondo,
ha stilato da Roma una lettera, indirizzata ai giovani del MGS.
La lettera è arrivata. È di quelle rare
missive che se si conoscesse il
contenuto si vorrebbero ricevere di
spinti a rinnovare e ricreare scenari
migliori. Capita loro di sprecare il futuro
– tanto o poco che loro resti –
frequente. Perché sono una compagnia nell’incerta attesa della fine e non
alla durezza della vita. E diradano le
progettano più niente. Il mandorlo
nubi sul futuro sempre più inquietante. annuncia la primavera – scrive don
La scrive ai giovani il “successore di un Chávez – e i giovani devono alzare lo
sognatore”. Il sognatore non è uno
sguardo per attingere un senso nuovo
qualsiasi, ma Don Bosco e la firma è
delle cose. L’alzata dello sguardo si fa
di don Pascual Chávez Villanueva,
meglio nella Chiesa che è la casa di
suo IX successore.
Dio, “il luogo dell’ascolto della
ٗ Ha pensato di scriverla “quasi come
una nuova lettera da Roma”, riferendosi
a quella scritta da Don Bosco dalla
capitale nel 1884 per risvegliare nei
salesiani del tempo l’originario spirito
del primo oratorio, che ruotava intorno
al sistema preventivo centrato
sofferenza dell’uomo, in particolare dei
giovani e dei poveri”. I poveri sono
“la terra santa” della Chiesa, terreno
fecondo per l’impegno giovanile. E la
Chiesa “deve rendere visibile, in modo
trasparente, la bellezza e l’amore di Dio
che vuol vivere in mezzo a noi oggi”.
4
sull’amorevolezza. Ossia sul modo
infallibile per aprire un dialogo efficace
ٗ Nel primo oratorio di Don Bosco
si respirava la coscienza “di poter
con i giovani, e rendere loro intrigante cambiare il mondo”, e l’amore che
anche la proposta del Vangelo. Per
legava i suoi abitatori era già un
questo la nuova “Lettera da Roma”
segno del cambiamento del mondo.
firmata Chávez, parla ai giovani ma
Sono tempi difficili quelli che ora tutti
parla non meno agli adulti. Ai giovani
viviamo, ma è possibile sognare.
propone orizzonti di vita e di speranza Chavez riassume così il sogno attuale
perché si mettano con impegno a
del suo predecessore e fondatore:
realizzare un mondo nuovo, rispetto
il mio sogno è di vedere voi,
a quello che viviamo tutti con disagio. giovani del Terzo Millennio, come
La Lettera chiama indirettamente in
risorsa del presente, sviluppando
causa gli educatori specialmente
i vostri talenti e le vostre energie di
salesiani, attualizzando nell’oggi
bene, investendoli nel servizio
l’esperienza educativa e pastorale di
degli altri, in modo da ringiovanire
Don Bosco che decise di spendere la la società e la Chiesa”. E il sogno si
sua vita “per liberare i giovani da tutte concreta nell’impegno di tutta la
le carceri, quelle materiali e quelle
Famiglia salesiana “di essere sempre
della solitudine, della tristezza,
più chiaramente ed esplicitamente
dell’ignoranza, della delinquenza,
promotori della cultura della vita,
dello smarrimento, della disperazione”. contro tutto ciò che può minacciarla o
ٗ La Lettera è un capolavoro
di metodo: considera i destinatari
degli interlocutori non dei manichini
e concentra la riflessione su una
proposta di vita che guarda in avanti,
sminuirla, portatori dell’amore di Dio,
padri e maestri di spirito, guide
intelligenti e capaci di accompagnarvi
nella ricerca di progetti di vita belli e
coinvolgenti”.
punta a costruire il futuro dal
ٗ La Lettera apre un cantiere
momento che nella vita di ognuno
esigente per giovani ed educatori:
quel che è stato è stato e il presente una grande revisione di vita per uscire
vale nella misura in cui edifica il
dal generico vuoto di parole e scoprire
futuro. I giovani, infatti, non si
quali passi concreti fare e quanto
sprecano sul passato, ma guardano costano per rimuovere dal mondo
e si attardano a rimuginare quale
gli eventi che congiurano contro le
futuro li attende.
beatitudini evangeliche. Sarebbe un
Il futuro è una dimensione che
modo effettivo di rispondere a una
scoraggia gli adulti che lo pensano
lettera e non interrompere un dialogo
simile al loro passato e sono meno
difficile tra generazioni.
ٗ
MAGGIO 2007 BS

1.5 Page 5

▲back to top

1.6 Page 6

▲back to top
LETTERE AL DIRETTORE
struttura permette a tutti quelli nitori, che la scuola o la fami- puntuale del professore Lu-
che usano Internet, e che per- glia sappiano mettere i puntini ciano Verdone: “Su Cristo è
ciò hanno un programma di sugli “i”. Internet è la più stato scritto di tutto. Ogni
navigazione, di intervenire sui grande piazza virtuale del cultura gli ha messo addosso
testi per correggerli, ma an- mondo dove si trova di tutto: i propri panni. Ecco, di volta
che per inquinarli. La stessa capolavori e schifezze. E Wiki- in volta, il Cristo socialista,
pagina principale della gran- pedia è la più grande enciclo- rivoluzionario, compagno di
de enciclopedia virtuale con- pedia virtuale del mondo, do- viaggio con tanto di jeans…
IP UBBLICITÀ DEMEN-
ZIALE? Egregio diretto-
re, guardi un po’ che cosa ho
trovato su una rivista. Diamanti
presentati in maniera obbro-
briosa tra terrume, ferraccio,
carbone, radici, breccino rug-
ginoso, melma e non so che al-
tro. […] Per sfizio demenzia-
le? Per snobismo? Per stupire?
,G. tiene un link intitolato “avver-
tenza”, cliccandoci sopra si
presenta una pagina che in un
box giallo bordato di rosso
avverte “WIKIPEDIA NON
DÀ GARANZIA DI VALIDITÀ
ve si trova di tutto, ma “non
garantito”.
ESÙ DI AUGIAS.
Direttore, l’ha letto vero
DI CONTENUTI”. Se poi uno il best seller di Augias? Beh,
ha la pazienza di leggere lo lei che ne pensa? Io, a dir la
scritto, trova in grassetto che verità sono un po’ in crisi. In
su nessuna delle informa- fin dei conti è uno storico del
zioni presenti in questa pagi- cristianesimo che indaga e ri-
na è possibile garantire il sponde…
controllo da parte di profes-
Lory, Cervia
sionisti legalmente abilitati,
ecc.”. Più chiaro di così! Il Cara signora,
perché è detto in uno dei ca- il libro di Augias/Pesce può
poversi ulteriori: “Le infor- porre qualche interrogativo.
mazioni riportate sono fornite Su Gesù gli interrogativi non
in maniera libera e gratui- finiscono mai – e questo è un
La nostra epoca, ossessionata
dal sesso, non riesce a pen-
sarlo che alle prese di proble-
mi sentimentali. Ma giusta-
mente è stato notato che a
forza di dissipare i misteri su
Gesù per ridurlo a un uomo
ordinario, si finisce per crea-
re un mistero più inspiegabi-
le. Come ha potuto quest’uo-
mo cambiare il mondo senza
avere nulla di speciale? Alla
base del libro di Augias vi è
una tesi preconcetta. Che a
scrivere la vita di una perso-
na non dovrebbe essere chi
nutre sentimenti affettivi per-
ché portano a idealizzare
l’oggetto d’amore. Per cui i
6
O che altro? Non è demenzia- ta…”. Quindi attenzione, cari punto a favore suo (di Gesù migliori interpreti di Gesù sa-
le? Ma si può? Mi fa venire il Gino, Lina, Rosetta, Mario, non di Augias) – mentre sono rebbero i non credenti anzi-
voltastomaco […]
ecc… Wikipedia non è la pa- finiti quelli di tutti i cosiddetti ché i cristiani. Io rispondo
Marzia, Rovigo
nacea, il rimedio universale
per tutti i vostri dubbi, incer-
grandi della storia. Per gli
autori del testo in questione,
che per conoscere un qualsia-
si argomento sono necessari
C’è di peggio, signora, c’è di tezze, interrogativi, problemi, Gesù è solo una “costruzio- sia un atteggiamento oggetti-
peggio! Sublimi la visione, ecc. men che meno le risposte ne” postuma, proditoriamen- vizzante, che si distanzia dal-
che ne so… si costringa a ve- di detta enciclopedia vanno te fatta dalla Chiesa primitiva la realtà studiata, secondo la
derci il bene che resiste considerate infallibili, date le su pochi frammenti più o me- teoria dello ‘sguardo dall’e-
splendente in mezzo al male, premesse! Forse è bene, e va no storici. Mi servo ancora sterno’ di Durkhein, sia un
e il male che non potrà mai detto ai vostri insegnanti e ge- una volta della riflessione atteggiamento di comprensio-
distruggere il bene che è infi-
nitamente più forte… Può
darsi che questa operazione
le guarisca i borborigmi di
stomaco.
W IKIPEDIA. Gentile di-
rettore, i miei alunni
prendono per oro colato ciò
che dice Wikipedia, enciclo-
pedia on line. Non crede sia
utile qualche precisazione?
APPELLI
Mi chiamo Luiz Carlos, so-
no professore, ho 43 anni e
mi piacerebbe corrispondere
con chi crede nei valori del-
la fede, dell’amicizia vera e
per scambio culturale. Per-
tanto cerco amici e amiche
di penna da tutto il mondo.
Possiamo corrispondere in
portoghese, italiano, tedesco
Sono un seminarista stranie-
ro al secondo anno di studio
di teologia. Sono un amante
della vera amicizia, carità,
sincerità, scambio pensie-
ri, ecc. Cerco amici e ami-
che (padrino o madrina) che
può supportarmi negli studi.
Scrivete a: peterpaul@hot-
mail.com o chiamatemi al
349/2751685.
Romaniello, Via san Paolo,
84060 Roccagloriosa (SA).
Vorremmo allestire una mo-
stra sviluppata sul tema de-
gli “angeli”. Per l’occasione
chiediamo: immagini, stam-
pe antiche, preghiere anti-
che, documenti o quant’al-
tro possa riguardare gli an-
geli. Alunni delle IV ele-
mentari sez. A, B, C, Isti-
Emanuela, Roma
Cara Emanuela,
alcune lettere di giovani che
mi citano Wikipedia le avevo
già ricevute. Sollecitato, dun-
que, ulteriormente dal tuo
sms, provo a buttar giù qual-
che “istruzione per l’uso”.
Wikipedia è un’enciclopedia a
contenuto “aperto”, la cui
e inglese. Scrivete a: Luiz
Carlos R. da Silva, Trav.
Vanda Vieira 14 – Incra,
65.950-970 Barra do Cor-
da – MA, BRASILE.
Cerco immaginette antiche
e moderne del Sacro Cuore.
Cano Mishel, Via Ferit
Xhajko P. 63/6 Ap. 10, Ti-
rana, ALBANIA.
Sono una ragazza che vorrebbe
conoscere amici/che di tutta
Italia con i quali formare una
bella amicizia. Rossi Roberta,
Località Castellano 7, 43041
Bedonia (PR).
Vorrei corrispondere con ra-
gazzi e ragazze di età compre-
sa tra i 15 e i 20 anni. Antonio
tuto Comprensivo di scuo-
la materna, elementare e
media, 95044 Mineo (CT).
Cerco materiale di tutti i ti-
pi su san Michele Arcan-
gelo, san Giorgio e santa
Giovanna D’Arco. Inviare
a: Paolo Del Prete c/o Xe-
nophia, Via Trento 28,
00043 Ciampino (RM).
MAGGIO 2007 BS

1.7 Page 7

▲back to top
ne empatica, d’immedesima- cendo che non è in contrasto
zione con la cosa studiata, se- con il cristianesimo. Io ci cre-
condo la concezione di We- do. Lei che ne pensa?
ber. In altri termini, se si do-
vesse scrivere una biografia
Maria, Novara
su mia madre forse non sarei Provo a chiarirle le motiva-
io, suo figlio, il meglio abili- zioni cristiane del rifiuto del- Purgatorio. Non credo. Il
tato. A meno che non sappia la dottrina sulla reincarna- purgatorio cristiano è un ca-
coniugare amore e distacco. zione. Essa comporta la cre- polavoro della misericordia
Ma neanche, e a maggior ra- denza nel tempo “ciclico” (il di Dio; a bruciare tutte le
gione, chi non la conosce o, tempo è qualcosa che non ha scorie (i peccati) che le diffi-
peggio, nutre pregiudizi verso un inizio né avrà una fine, coltà e le sofferenze della vi-
di lei. Se uno si accosta alla continuamente ritorna sui ta non hanno saputo elimina-
figura di Cristo da non cre- suoi passi, continuamente ri- re è l’amore e il desiderio di
dente, come fa Augias, – nota propone ciò che da sempre Dio portati al grado sommo:
OGNI MESE Raniero Cantalamessa – ha contiene: non c’è mai nulla una sofferenza per una gran-
già deciso in partenza l’es- di nuovo sotto il sole). La de gioia… come le doglie del
senziale”.
concezione cristiana del tem- parto! È infinitamente più
CON La cosa un po’ strana per po, invece, è “lineare” (il nobile e consono alla dignità
uno storico (ma Augias stori- tempo ha avuto un inizio e dell’uomo il purgatorio cri-
DON BOSCO co non sembra e Pesce ha avrà una fine, punta a una stiano che non la reincarna-
mostrato qualche preconcet- meta senza possibilità di ri- zione orientale, come vede.
A CASA TUA to) è il fatto che questa ricer- torni, è un biglietto di sola Infine, la dottrina in questione
ca abbia del tutto ignorato andata. Ciò che presenta è genera non poche contraddi-
l’opera, colossale (più di sempre nuovo, sempre diver- zioni: se la vita che stiamo vi-
1600 pagine) dello specialista so: ciò che esiste, esiste una vendo è il prodotto delle nostre
americano del Nuovo Testa- volta sola, ha una sua pro- precedenti esistenze, un indivi-
mento che non ha rivali a li- pria dignità, un suo spazio, duo (e ce ne sono milioni) che
vello mondiale (Raymond, un suo modo e una sua con- ha una vita d’inferno (sventu-
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
7
Brown… non lo confonda con dizione da vivere). Nella dot- re, sfortuna, malattie, povertà,
Dan!). Ed ho trovato che a trina del tempo lineare l’uo- handicap…) deve averne com-
volte i Vangeli sono trattati mo è “unico e irrepetibile”, binate come Bertoldo nella sua
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
come opere di nessun valo- vive il tempo concessogli da precedente esistenza… Perciò
re… (sarebbero più attendibi- protagonista, è libero, può tutti i poveri, gli afflitti, i pro-
li gli apocrifi!), ma altre volte diventare un capolavoro o fughi, i malati, i senza tetto, i
sono considerati storici, se essere un “farabutto”.
diseredati, i bimbi violentati,
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
servono allo scopo dell’auto- La reincarnazione relativiz- ecc. (insomma, la maggioran- i giovani e le missioni.
re. Gesù Cristo è l’uomo più zerebbe la sua intera esisten- za dell’umanità) sarebbero
indagato della storia di tutti i za, fino a ricacciarla allo frutto di una precedente vita
secoli… Ci hanno provato in stadio animale… tant’è che sbagliata, mentre quelli che
molti a scalzarlo dal trono,
da Reimarus a Voltaire, da
Renan a Bloom, ecc. ma Cri-
sto è ancora saldamente in
sella e chi aspira a una qual-
inscindibilmente unita alla
dottrina della reincarnazione
c’è quella della metempsico-
si, o trasmigrazione: un esse-
re vivente potrebbe, reincar-
stanno bene, perché sono ric-
chi e se la godono, senza pro-
blemi di sorta, costoro dovreb-
bero essere stati dei santi…
Ma, guarda caso, capita abba-
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
che salvezza dal marasma in- nandosi, trasmigrare in un stanza spesso che i ricchi non
finito di male che opprime il essere di altra specie, se la siano affatto gli uomini miglio-
di indirizzo.
presente, ancora non ha altri sua vita non è stata retta. Po- ri del mondo; anzi appaiono
che Lui a cui rivolgersi.
trebbe rinascere rana o ser- non di rado come i più egoisti,
pente, mosca o microbo… sporcaccioni, ingiusti, malver-
IL A REINCARNAZIO-
NE. Caro direttore, sono
interessatissima a un argo-
mento che so essere spinoso
per molti cattolici: la “reincar-
una vita regredita e senza
senso, rispetto alla prima.
Lei afferma che la dottrina
della reincarnazione potreb-
be assomigliare a quella del
satori… che possono permet-
tersi tutto certi di farla franca!
Non le sembra irrazionale tut-
to ciò? Sa che cosa le dico? Mi
tengo il mio purgatorio e la di-
gnità di essere “unico e irre-
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
nazione”. Leggendo la Bibbia,
non trovo argomenti a favore
ma nemmeno contro. E se fos-
se la “reincarnazione” il vero
purgatorio? Mi dicono che al-
cuni teologi lo sostengono di-
Nbnssnlcouuieucnotoasecitraeaieimlmnèltauposrtort.teaiesPdtapolalreolozapslvioteoapvsttenuspeidbeerbebe.rilrslepCieocemnpearauzovlnibeeo-ea-.-
petibile”: non mi andrebbe
proprio di correre il rischio di
diventare un’ameba, o un’ana-
conda, o di essere stato un ta-
gliatore di teste delle foreste
dell’antico Borneo!!!
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
BS MAGGIO 2007

1.8 Page 8

▲back to top
& IN ITALIA
NEL MONDO
BETLEMME,
ISRAELE
Terra Santa hanno sfilato in
silenzio il 12 gennaio ulti-
mo scorso per le strade di stanti anche 100 km). Al
Betlemme, partendo dalla corteo si sono uniti i sinda-
MARCIA
“Salesian Technical School”. ci di Betlemme e Beit Jala, tre personalità. Lo scopo?
PER LA PACE
Nel cortile dell’istituto sa- il Ministro palestinese del Quello di sempre, l’unico
lesiano si sono radunati i Turismo, il patriarca lati- possibile in una terra che da
Settecento giovani delle gruppi provenienti dalle di- no di Gerusalemme, l’arci- 60 anni non conosce che
parrocchie cattoliche della verse località (alcuni di- vescovo di Liverpool e al- guerra: la pace.
8
MONTEORTONE,
ITALIA
TERME MAMMA
MARGHERITA
Stanno sorgendo qua e là
strutture dedicate alla mamma
di Don Bosco, Margherita Oc-
chiena, dichiarata venerabile il
25 novembre 2006: case, mo-
numenti, alberghi, gruppi, ora-
tori, terme… Sì, anche terme.
Da 50 anni, per esempio, a
Monteortone, 1500 metri da
Abano Terme e 15 km da Pa-
dova, i salesiani hanno intito-
lato a Mamma Margherita le
terme e l’albergo annesso per
l’ospitalità. Perché proprio a
lei? Perché nessuno più di una
mamma sa prendersi cura dei
propri figli, soprattutto quan-
do hanno bisogno di cure me-
diche. In effetti i salesiani
hanno voluto approntare un
luogo per il benessere del cor-
po fornito non solo di tutti i
comfort moderni ma anche
dove gli ospiti possano trovare
persone che si dedicano al ser-
MAGGIO 2007 BS
vizio con la dedizione e la
premura di una mamma. Ne
foriamo qualche dettaglio:
– Servizi generali: ospitalità,
cappella, sale di lettura e ri-
trovo, piscina termale, parco,
bar, reparto cure, camere con
TV, frigobar, phon…
– Per lo spirito: Chiostro di
Sant’Agostino, cappella per
servizi religiosi, sacerdoti a
disposizione.
– Per il corpo: applicazioni
fangoterapiche, alghe termi-
che, sorgente a 87° salso/bro-
mo/iodica; Aerosol, massag-
gi, acquagym…
– Lo scopo: curare il corpo
dagli acciacchi (cervicale, ar-
trite, artrosi, patologie respi-
ratorie...).
– Strumenti: acque termali e
fanghi.
– Dove: Monteortone (PD) tel.
049/86.69.350; info@terme-
sanmarco.it; web: www.mam-
mamargherita.it

1.9 Page 9

▲back to top
redazionale
ROMA, ITALIA
CONSACRAZIONE
DI MONSIGNOR
CHENIS
Il 10 febbraio ultimo scorso,
nella basilica di San Giovan-
ni Bosco a Roma, è stato
consacrato Vescovo il sale-
siano don Carlo Chenis. La
celebrazione è stata presiedu-
ta dal cardinale Tarcisio Ber-
tone, Segretario di Stato di
Benedetto XVI, dai vescovi
Mauro Piacenza, Presidente
della Pontificia Commissione
per i Beni Culturali della
Chiesa e della Pontificia Com-
missione di Archeologia Sa-
cra, e Girolamo Grillo, eme-
rito, di Civitavecchia, del
quale don Carlo è il successo-
re. Alla celebrazione erano
presenti numerosi vescovi, sa-
cerdoti, suore e fedeli. Ad
animare la celebrazione è sta-
to il coro interuniversitario di
Roma, diretto dal salesiano
Massimo Palombella.
NUMISMATICA
a cura di
Roberto Saccarello
9
I SACRAMENTI IN ORO
Secondo la dottrina cattolica, i sacramenti isti-
tuiti da Gesù Cristo sono sette: Battesimo, Con-
fermazione, Eucaristia, Penitenza, Matrimonio,
Ordine e Unzione degli infermi.
Tre sono quelli cosiddetti dell’iniziazione cristia-
na: il Battesimo, la Confermazione e l’Eucari-
stia.
CORTINA
D’AMPEZZO
Dopo il Battesimo, il secondo anno del Pro-
gramma aureo triennale della Città del Vatica-
no è dedicato quindi alla Confermazione (o
Cresima) che conferma e rafforza la grazia bat-
tesimale.
di Mario Ferruccio Belli
È giunto in redazione un libro
insolito che presenta una del-
le località più famose d’Italia,
Cortina d’Ampezzo con la sto-
ria della chiesa dei santi Filip-
po e Giacomo, ricca di aned-
doti e curiosità, insieme alle
vicende della costruzione del
tempio barocco e della comu-
nità ampezzana: parroci, pie-
vani, ecc. a cominciare dal-
l’antica Aquileia per arrivare
fino ai tempi moderni. Una
narrazione suggestiva che toc-
ca l’arte, i costumi, il folclo-
re, gli aneddoti, le vicissitudi-
ni della comunità inserita nel
regno asburgico… Ci sembra
un libro da leggere e conser-
vare non solo per i numerosi
turisti di Cortina.
Sulla moneta da 50 Z (15 g) sono raffigurati gli
Apostoli e la Vergine che ricevono lo Spirito San-
to nella Pentecoste e annunciano “Le grandi
opere di Dio”; su quella da 20 g (6 g), un Vesco-
vo comunica ai battezzati, attraverso l’imposizio-
ne delle mani, il dono dello stesso Spirito. Su
entrambi i diritti, poi, è riportato il profilo del Papa
Benedetto XVI.
Il due aurei, coniati in versione “fondo specchio”,
sono scolpiti da Guido Veroi e incisi da Maria
Angela Cassol. La tiratura è di 3326 serie.
Informazioni per l’eventuale acquisto si possono
reperire presso l’Ufficio Numismatico del Go-
vernatorato – 20120 Città del Vaticano.
Tel 06.69883165. E-mail: order.ufn@scv.va
BS MAGGIO 2007

1.10 Page 10

▲back to top
lOOannifa
Il BS del maggio 1907 riporta l’avvenuta
inaugurazione (il 7 aprile) del “Circolo
Giovanni Bosco”, una delle perle dell’era
Rua che ne promosse a decine. Tali formidabili
istituzioni furono bloccate prima dalla Guerra
Mondiale, poi dal regime fascista. Un vero
peccato… Si trattava, infatti, di un’iniziativa
senza uguali.
AUXILIUM, ROMA
L’ON. PERA
ALL’AUXILIUM
Il 23 febbraio ultimo scorso,
presso la Pontificia Facoltà di
Scienze dell’Educazione “Au-
xilium”, l’onorevole Marcello
Pera, senatore della Repubbli-
ca Italiana, ha tenuto una con-
ferenza sul tema “L’umanesi-
mo e le radici dell’Europa”.
L’incontro, tenutosi nella gior-
nata dedicata al Santo Padre, è
tra le iniziative promosse dalla
Facoltà all’interno del Labora-
torio permanente “Le vie del-
l’educazione alla fede” che
quest’anno ha come tema
Scoprire la bellezza del cre-
dere”. Attentissimo l’uditorio
degli studenti/esse. In rappre-
sentanza della superiora gene-
rale delle FMA, madre Antonia
Colombo, era presente la sua
vicaria suor Yvonne Reungoat.
10
Oggi inauguriamo il Circolo Giovanni Bosco.
Qual è lo scopo del nuovo Circolo? Il socio avv.
Martina vi parlerà da pari suo su questo argomen-
to: a me sia lecito solo il dire che nel pensiero dei
fondatori del medesimo esso non è e non deve es-
sere altro che la continuazione dell’Opera dei sale-
siani fuori degli istituti. D. Bosco, per mezzo dei
suoi figli, accoglie lo studente o l’artigiano, si può
dire, in tenera età, lo istituisce, lo educa, e fatto
giovanotto lo restituisce alla Società con un me-
stiere nelle mani, ben avviato negli studi. Compito
del Circolo sarà quello di prendere questo giova-
notto sulla porta dell’istituto ed accompagnarlo
nel mondo, consigliandolo, guidandolo, aiutandolo
moralmente e materialmente. Saremo noi, già al-
lievi di D. Bosco, che prenderemo i nostri fratelli
per mano e li aiuteremo a vincere le difficoltà, ad
evitare i pericoli, a superare gli ostacoli che incon-
treranno in una città come Torino.
Non v’ha chi non veda quanto nobile e quanto vasto
sia questo programma; e francamente, noi che ab-
biamo assunto l’incarico di dirigere i primi passi del
nuovo Circolo, spaventati quasi dalla grande respon-
sabilità, saremmo tentati di indietreggiare e lasciare
il posto a spalle ben più robuste delle nostre.
Ma… niun timore! Il successore di D. Bosco, l’ama-
tissimo D. Rua, ci ha largamente incoraggiati, e ci
ha promesso il suo appoggio anche per l’avvenire.
MESSINA, SICILIA
MONS. LA PIANA
A MESSINA
I ragazzi dell’oratorio “san
Domenico Savio” di Messi-
na hanno atteso e accolto
con entusiasmo nella loro
chiesa, concattedrale dell’Ar-
chimandritato, il nuovo ve-
scovo, il salesiano monsi-
gnor Calogero La Piana, per
tutti familiarmente don Lil-
lo, che solo due settimane
prima era stato insediato co-
me pastore dell’archidiocesi.
Era il 31 gennaio e monsi-
gnore veniva a celebrare con
i giovani e i genitori la festa
di Don Bosco.
MAGGIO 2007 BS

2 Pages 11-20

▲back to top

2.1 Page 11

▲back to top
OSSERVATORIO
Anna Rita Delle Donne
L o sciamare rumoroso
e colorato dei ragaz-
zi all’uscita di scuola
si riversa nel piazzale.
Alice è con Viola, amica
ALICE
E GLI ALTRI (2)
Sa che oggi ha fatto un
errore e sarà difficile recu-
perare. Per la prima volta
un ragazzo carino le si è
avvicinato e lei l’ha man-
inseparabile, insieme rag-
dato via. Non sa che fare.
giungono il loro gruppetto,
aspettano che i genitori le
Divagazioni (mica tanto!)
Mamma, sbotta all’im-
provviso, secondo te, è
vengano a prendere. Si
su una vecchia normalità:
giusto fare qualcosa che
utilizza il tempo per chiac-
chierare e guardarsi intor-
le sigarette e il bisogno di appartenenza.
non ti va per non perdere
le amicizie? ”. “Beh, Alice,
no. Il primo liceo è una
io penso che i veri amici
sorta di limbo, frequentarlo
non ti mettono in condizio-
rende invisibili agli occhi di
ne di fare delle scelte così
chi è iscritto agli anni suc-
difficili. Ti va di raccontar-
cessivi. “Ti chiami Alice,
mi…”. Alice racconta e
vero?”, dice una voce alle
insieme parlano di quanto
loro spalle. Lei si volta. Gli
è successo. “Vedi, Alice,
occhi delle amiche si fissa-
quando avevo poco più
no sul viso del ragazzo
della tua età, per un perio-
che ha parlato. “Io sono Lo-
do ho fumato anch’io. Non
renzo”, dice lui, visto che
mi piaceva, ma lo faceva-
Alice non ha ancora detto
no tutte e io non volevo
una parola. “Sì, lo so”, bal-
essere da meno”. “Poi? ”,
betta lei. Arrossisce. A
scuola tutti lo conoscono,
chiede Alice. “Poi ho smes-
so. Non sopportavo quella
11
è molto popolare perché
puzza che mi impregnava i
gioca a basket e ha una
vestiti. Perché, diciamo la
bella moto. Lorenzo ride.
verità, fumare fa proprio
Alice si accorge solo ades-
schifo. E poi ho capito che
so che sono rimasti soli, le
se le mie amiche tenevano
sue amiche sembrano es-
veramente a me, dovevano
sersi volatilizzate. “Vuoi una
accettarmi anche se non
sigaretta? ”, chiede lui por-
facevo le stesse cose che
gendole un pacchetto colo-
facevano loro. “E com’è
rato. Alice tiene gli occhi
andata a finire? ”. “Hanno
bassi, sa che il rossore del
smesso tutte di fumare”.
suo viso sta aumentando.
Io… veramente… non fu-
᭿ Ridono. La ragazzina
mo; e poi sta arrivando
si sente rassicurata dalle
mia madre, riesce a sus-
spiegazioni della mamma
surrare. “Ah, certo, la mam-
e quando arrivano a casa
mina ti viene a prendere, dice Lorenzo a voce alta, è più serena. Certo non tutto è risolto, deve anco-
allora vado, se no magari ti picchia, se ti vede con ra parlare con le sue amiche, soprattutto con Vio-
uno come me”.
la, e spiegare loro che a lei le sigarette fanno
schifo e che non fumerebbe nemmeno se glielo
᭿ Si allontana con un sorriso beffardo. Adesso chiedesse Brad Pitt. Lei è fatta così, prendere o
gli occhi di tutti sono su di lei: le amiche, anche lasciare! Oggi mamma Stefania è stata brava. Ha
Viola, la guardano piene di disapprovazione. In colto nello sguardo di Alice che qualcosa non
quel momento lo strombazzare allegro di un clac- andava, ma non ha insistito, ha dato il suo appog-
son avverte Alice che mamma Stefania è arrivata e gio alla figlia senza cadere nella trappola del liti-
forse la ragazzina non è mai stata così contenta di gio. Ha mostrato sensibilità e disponibilità. Forse
vederla. “Com’è andata oggi? ”, le chiede come di è stato questo a convincere Alice che poteva con-
rito. “Tutto bene”, risponde Alice distrattamente. fidarsi con lei. Poi si è messa nei panni della figlia
Non si direbbe dalla faccia! ”. “Uffa, mamma! ”. “Va e le ha confessato una debolezza, che ha per-
bene, scusa!… Quando ne avrai voglia, sai dove messo alla ragazzina di identificarsi con lei, di
trovarmi ”. Alice si sente angosciata e mortificata. affidarsi a lei con fiducia.
ٗ
BS MAGGIO 2007

2.2 Page 12

▲back to top
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 4
CHIESA QUO VADIS
EUROPA? (7)
A L’intolleranza nni addietro, durante un’in-
tervista all’autorevole quoti-
diano tedesco Die Welt, l’al-
dei “tolleranti” lora cardinale Ratzinger parlò di una
“dittatura mediatica anticristiana”
per denunciare il fenomeno dell’in-
tolleranza religiosa in Europa, soste-
nuta e alimentata dai grandi mezzi
di Silvano Stracca
di comunicazione sociale. Una sorta
di potente lobby che, senza perse-
guitare apertamente i cristiani, vor-
rebbe emarginarli come fossero fon-
damentalisti e, definendo intolleran-
te la fede, mostra il suo volto di “in-
tolleranza dei tolleranti”. Non si può
non essere d’accordo con una simile
formula – l’intolleranza dei cosid-
12
detti tolleranti – di fronte ai massicci
attacchi a cui la Chiesa, la sua dot-
trina, i suoi uomini, le sue istituzio-
ni, sono sottoposti da anni. L’obietti-
vo non celato è colpirne la credibi-
lità. È in atto, a tal fine, un pregiudi-
zievole atteggiamento di contesta-
zione dei valori religiosi. E, insieme,
un sistematico rifiuto a prendere an-
che soltanto in esame le proposte
del mondo cattolico per risolvere –
o almeno contribuire a risolvere – i
grandi problemi dell’uomo e della
società. A cominciare dalle questio-
ni bioetiche più controverse, vero
nodo dello scontro.
SUPERIORITÀ DEI LAICI?
L’Europa unita...
che emana dal mondo religioso e
cattolico, quasi che i cattolici siano
cittadini di second’ordine per la cul-
tura che professano”. L’intolleranza
del mondo laico arriva al punto da
sostenere l’incompatibilità tra cre-
“thdmculsCLeaoootaurgtvsvieo,grcrpvaeveieeeretesbiormnprpbftreizaoeareaate”nrlteaptasi(lmscBraasmeodeboeonlnaaraircoleeagtricurtdmlluqàmeriepaue…tauapezntooilztusolemaiNcbXonrpibVneedintelesIitii)adrsc.ppupehcrdenluhoelaraaòi,-l
Dinanzi a quest’offensiva cultura- denti e democrazia e a negare che i blica debba sempre agirvi in nome
le e politica si ha “la fastidiosa im- cattolici, malgrado il Concilio, pos- delle verità della sua fede e non pos-
pressione – osservava giustamente sano riconoscersi nel sistema demo- sa contribuire al dibattito civile sul
La Civiltà Cattolica – che i laici si cratico. Il fine primario è mostrare piano della ragione e della legge.
sentano portatori di una specificità che a non potersi comporre con la
che li rende superiori ‘agli altri’. democrazia è la Chiesa cattolica. Un ATTACCHI MIRATI
Una supponente autocoscienza – ri- punto fisso della polemica laicista è,
marcava la prestigiosa rivista dei ge- difatti, la tesi secondo la quale chi Un’operazione culturale e politica
suiti italiani – che, da un lato, li ve- professa verità religiose è impedito che suscita stupore perfino in intel-
de in prima linea quando si tratta di da tale professione ad accettare il lettuali notoriamente agnostici come
affermare il principio che nessuno gioco democratico nel quale, per de- il francese Bernard-Henri Lévy, vo-
può essere messo al bando per le finizione, non possono esistere e va- ce importante della cosiddetta nou-
proprie idee e, dall’altro, li muove, lere verità assolute. Tanta supponen- velle philosophie. Lévy, che non è
per uno strutturale apriori, ad avver- za muove dalla convinzione che un né cristiano né credente, si è levato
sare sempre e dovunque tutto ciò credente che agisce nella sfera pub- di recente contro “il cattivo profumo
MAGGIO 2007 BS

2.3 Page 13

▲back to top
t••···················································································
I I Ogni qualvolta il Magistero sente il dovere di intervenire
nel dibattito pubblico e pronunciare parole indicative
e chiarificatrici sui valori essenziali che sono in gioco
in tante scelte etiche, viene sistematicamente
accusato di ingerenza...
Si vuole impedire alla Chiesa di esprimersi,
costringerla al silenzio… Il che significa che essa dice
cose che colpiscono al cuore il sistema libertario…
Non lo si fa nemmeno con i musulmani.
di regresso e di oscurantismo, di gioco in tante scelte etiche. Si vor- stessa Chiesa a ribadire questo capo-
odio del pensiero e della vera scien- rebbe, insomma, una Chiesa che ta- saldo della democrazia civile. Nello
za, che aleggia sui processi istruiti, cesse di fronte, per esempio, alle stesso tempo però, ricordava il quo-
negli ultimi tempi, contro una Chie- pressanti richieste di libertà d’abor- tidiano cattolico Avvenire, “la laicità
sa che, da Pio XII a Benedetto XVI, to, di fecondazione artificiale senza democratica non dev’essere confusa
è ritenuta colpevole di tutti i mali”. regole, di scelta volontaria dell’euta- con il laicismo intollerante che –
E il saggista d’Oltralpe ha pure ma- nasia, di matrimonio con diritto di ben oltre la distinzione tra Stato e
13
nifestato il disgusto che gli procura adozione e di procreazione fra omo- Chiesa, tra azione politica e magi-
“la marea nera del nuovo anticattoli- sessuali… Il filo rosso che lega gli stero ecclesiale – vorrebbe escludere
cesimo”. L’accusa di oscurantismo interventi del Magistero su proble- di fatto, se non addirittura di princi-
rivolta alla Chiesa in Francia, in Ita- matiche così scottanti è il rapporto pio, ogni contributo alla riflessione
lia e altrove, si appunta principal- organico che è sempre esistito tra di- politica e alle scelte normative della
mente sulla sua dottrina, special- ritto ed etica. Ma ogni volta c’è un vita sociale che provenga da un
mente quella morale. Si tratta di at- muro pregiudiziale da abbattere, co- esercizio della ragione illuminata
tacchi che si ripercuotono diretta- struito da chi vuole leggi del tutto dalla fede”. Se la promozione inte-
mente nell’ambito della sfera politi- svincolate dall’etica, capaci solo di grale della persona e del bene comu-
ca. Ciò avviene ogni qualvolta il consentire ai singoli di scegliere tra ne della società civile è lo scopo e la
Magistero sente il dovere di interve- tutte le opzioni possibili. Puntuali misura di ogni azione politica, cui
nire nel dibattito pubblico e pronun- arrivano le accuse alle gerarchie ec- tutti sono chiamati a concorrere, ap-
ciare parole indicative e chiarifica- clesiastiche di ingerenza nelle scelte pare evidente la natura etica di ogni
trici sui valori essenziali che sono in legislative e di interferenza nel libe- scelta legislativa e di ogni atto nor-
ro confronto politico. Legittimo, mativo. “Su questo punto – afferma
dunque, il sospetto che si voglia im- Benedetto XVI nell’enciclica Deus
pedire soltanto alla Chiesa di espri- caritas est – politica e fede si tocca-
mersi, costringerla al silenzio con la no”. E la Chiesa non “vuole imporre
minaccia di uno scontro frontale. E a coloro che non condividono la fe-
così neutralizzare surrettiziamente la de, prospettive e modi di comporta-
sua notevole influenza sui temi eti- mento che appartengono a questa.
co-civili.
Vuole semplicemente contribuire al-
la purificazione della ragione e reca-
QUESTIONE DI DIRITTI
re il proprio aiuto per far sì che ciò
che è giusto possa, qui e ora, essere
Già uno scrittore ecclesiastico dei riconosciuto e anche realizzato”. Un
primi secoli affermava che i cristiani contributo che non può essere rifiu-
“partecipano alla vita pubblica come tato politicamente senza ferire la na-
I Bernard-Henri Lévy ha scritto
su “il cattivo profumo di regresso
e di oscurantismo… che aleggia
sui processi istruiti negli ultimi
tempi contro la Chiesa”.
cittadini”. E, proprio in quanto tali,
hanno tutti e solo i diritti che sono
riconosciuti agli altri cittadini dalle
moderne carte costituzionali. È la
tura stessa della democrazia, che è
strumento per la ricerca e l’edifica-
zione del bene comune.
(continua)
BS MAGGIO 2007

2.4 Page 14

▲back to top
ANNIVERSARI
I primi 90 anni delle VDB (Volontarie di Don Bosco);
CI SONO
NON SI VEDONO
di Pina Bellocchi e Giovanni Eriman
Un “originale” istituto
religioso che in Sicilia
celebra le sue “nozze
d’oro”; ma le VDB
sono nate 90 anni fa,
vivono nel mondo senza
che il mondo sappia.
Sparse in tutti i continenti
sono circa 1400, in Sicilia
14 più o meno 130.
-Il logo delle VDB.
Nascondersi per fare del bene è
un modo abbastanza incon-
sueto di agire che ad alcuni fa
arricciare il naso e che invece le pro-
tagoniste accettano con entusiasmo.
Hanno sperimentato sulla loro pelle
che “essere nel mondo senza esser-
ci”, come diceva con linguaggio pa-
radossale una delle loro responsabili,
ha molti vantaggi, sia materiali sia
MAGGIO 2007 BS
spirituali. Intanto permette di muo-
versi con libertà, senza essere seguiti
da sguardi giudicanti, di parlare sen-
za far scattare delle pre/comprensio-
ni in chi ascolta o vive accanto a lo-
ro. “Posso parlare alla pari”, dice
Laura, e mi sono accorta che la mia
testimonianza suscita non poca me-
raviglia mista ad ammirazione. E
questa è una cosa buona”.
FARE MEMORIA
Anno di grazia 2007: esattamente
90 anni fa videro la luce le VDB e 50
anni fa iniziarono a operare in Sicilia.
Il nostro, dice una delle responsabi-
li, è un istituto secolare salesiano,
fondato da don Filippo Rinaldi terzo
successore di Don Bosco e ora beato,
il 20 maggio 1917, quando non era
ancora Rettor Maggiore”. Lentamen-
te si sono sparse in 50 Paesi del mon-
do: un piccolo esercito. Sono poco
I Una VDB può essere la tua
professoressa di matematica
a scuola...
più di 1400. “Ma se gli apostoli han-
no ribaltato il mondo ed erano solo
in 12…”, dice senza terminare la fra-
se Laura con un sorriso furbo sulle
labbra. E Simona completa: “Il con-
cetto è chiaro no? Siamo vive da 90
anni che non sono tanti; per ribalta-
re il mondo abbiamo ancora qualche
centinaio di anni a disposizione!”.
Quanto meno, sono spiritose, il che
non fa mai male. Vengo a sapere che
in Sicilia sono entrate lo stesso mese
in cui 40 anni prima erano state fon-
date, il 12 maggio. Cinquanta e
novant’anni… sono tempi della ma-
turità piena ed efficiente, e viene
spontaneo pensare che possa ormai
incominciare ad avvertirsi qualche
acciacco e un po’ di stanchezza,
nonostante le convinzioni di Simona.
In realtà lei ha ragione. Ciò non si
verifica per un istituto: gli ideali di
fondazione sono colonne che reggo-
no senza vacillare l’edificio “aposto-
lico” per secoli. Più gli ideali sono
forti, concreti, realistici, possibili,
più il gusto di realizzarli sprona a
continuare la strada, nonostante gli

2.5 Page 15

▲back to top
in terra di Sicilia ci sono da 50 anni.
anni, gli intoppi, le “remate contro”.
Più gli ideali sono incastonati nei
valori perenni – quelli di natura spi-
rituale e morale – più l’orizzonte del-
l’apostolato si dilata e il tempo che
passa perde d’importanza a favore di
un presente vissuto all’insegna di
scelte appaganti che rinnovano ogni
giorno l’entusiasmo e la volontà di
viverli sulla propria pelle.
La maestra d’asilo che relaziona
ai genitori…
DONNE SPECIALI
Chi per puro caso riesce a cono-
scerne qualcuna e a intavolare una
conversazione resta a bocca aperta di
La solerte segretaria
di un’azienda…
fronte a certe affermazioni e/o rispo-
ste che offrono quasi con nonchalan-
ce. Come a Lino, medico ospedalie-
ro, che invaghito di una bella infer-
miera ventiseienne, continua a farle
proposte serie di fidanzamento, sem-
pre gentilmente ma con fermezza ri-
fiutate. Finché non ne può più e sbot-
ta: “Ma si può sapere perché? Mi dici
che non hai un fidanzato, che suora
non sei, che se caso mai dovessi spo-
sarti sceglieresti uno come me, e…”.
Lino, ho fatto altre scelte. E sono
contenta di averle fatte. Se ti sta a
cuore la mia felicità, come continui a
ripetermi, ebbene non togliermela,
lascia che viva la mia scelta fino in
fondo, che sia coerente con le pro-
messe fatte, che sono serie, impegna-
tive ed… esaltanti. Non le ho fatte da
ragazzina, ma da grande. Sapevo
quello che facevo. E non farmi dire di
più, ci tengo ai miei segreti. Del re-
sto, mi dici che qui tutti mi vogliono
bene perché vedono che io mi sacrifi-
co per i malati, parlo con loro, li aiu-
to a morire ma anche a vivere, ne cu-
ro il corpo ma anche l’anima. Parlo
con loro delle pillole che devono
prendere, ma anche di quella pillola
tutta speciale che è il buon Dio e che
fa meglio di tutte le altre. Lascia che
la vecchina continui a benedirmi, che
Peppe il pescatore con il tumore al
pancreas non bestemmi più da quan-
do gliel’ho fatto promettere, che Ma-
riuccia sieropositiva mi abbracci for-
te come fossi sua mamma… Lino, la-
sciami vivere per loro!”. “Non capi-
sco…”. “Basta che capisci che sono
felice di quello che faccio!”.
TANTI PERCHÉ
La storia di Mirella che lavora in
un grande ospedale di Roma è simile
mente!”. “Come stai con loro?”.
Benissimo. Sono un po’ esigente…
un po’ tanto! Ma mi vogliono bene
perché constatano che sono tutta per
loro, li aiuto, li cerco. Sai che cosa
mi ha detto il più discolo della clas-
se? Prof, mi raccomando non ti spo-
sare, se no non pensi più a noi come
adesso. Mi ha fatto tenerezza. Per
me è stata una bella gratificazione”.
Essere nel mondo in contumacia è la
sfida della loro vita. L’altra è vivere i
voti e la fraternità in situazione di
diaspora. E sembra che ci riescano,
nonostante l’esposizione agli strali
del mondo. Lucia, ormai sessanten-
ne, dice la sua: “Noi viviamo peren-
nemente sul campo di battaglia,
esposte al fuoco incrociato. Sfida du-
ra ma grande. Tu che ne dici dell’al-
bero che resiste al tifone, della stella
alpina che vince il freddo e la neve,
del pesce degli abissi che resiste a
15
a quella di altre come lei. Ho chiesto pressioni altissime, dell’animaletto
a Giulia, 27 anni: “Perché la vostra che sopravvive nell’impossibile am-
scelta è avvolta nel mistero?”. Ri- biente del deserto?”. Non c’è di che,
sponde: “Per lavorare meglio. Siamo come autopromozione è insuperabi-
inserite nei più svariati ambienti, al- le! “Siamo sorrette da una spiritua-
cuni refrattari ai valori cristiani, e lità forte, quella salesiana dell’otti-
noi vogliamo essere accolte ovun- mismo, della predilezione per i gio-
que, avvicinare tutti. Ci rifiuterebbe- vani, dell’incarnazione che ci per-
ro se sapessero chi siamo. Per noi è mette di camminare con loro con
fondamentale ‘esserci’ proprio là animo di educatrici, della preghiera
dove più difficile è la testimonianza”. fatta con i piedi piantati nella sto-
Avete fatto i voti?”. “Certo!”. “Ma ria”. “E qual è il compito più urgen-
come fate a viverli senza una comu- te in un mondo ormai appassito…”.
nità?”. “Non stiamo insieme, ma sia- Risponde Giulia senza esitazioni:
mo collegate: c’incontriamo spesso Non far appassire la nostra vita,
per momenti di formazione e di fra- rinnovarla ogni giorno, continuare a
ternità. Viviamo in comunione di sognare”. Mi hanno impressionato.
ideali e di intenti, e ci vogliamo Parlano tutte come diciottenni e
L’infermiera gentile
in un ospedale...
bene”. Silvia è insegnante. “Lo san- qualcuna ne ha più di 70. Non c’è
no gli alunni chi sei?…”. “No, ovvia- specchio che non rifletta luce. ٗ
BS MAGGIO 2007

2.6 Page 16

▲back to top
BOX
redazionale
Il re taglia il nastro dell’inaugurazione.
SIHANOUKVILLE,
CAMBOGIA
fessionali; l’opera di Poipet,
casa di accoglienza per bambi-
ni e bambine a rischio e centro
L’HOTEL
DON BOSCO E…
IL RE
di alfabetizzazione; infine pro-
prio l’opera di cui parliamo,
Sihanoukville, scuola profes-
sionale che ultimamente ha
16
Il 12 febbraio ultimo scorso re
Norodom Sihamoní si è recato
in visita nella scuola professio-
messo in organico anche la
pizzeria e la gelateria, chiama-
ta, manco a dirlo, “italiana”.
nale salesiana di Sihanoukville Queste due nuove attività, ol-
per inaugurare l’Hotel Don tre a far parte della scuola
Bosco, una struttura che ospi- come “materia” di apprendi-
terà gli studenti che non hanno mento, servono anche a “pro-
possibilità di tornare in fami- durre” per contribuire all’au-
glia dopo la scuola. È stato un tofinanziamento della scuola.
momento di grande commo- Ci scrive Roberto Panetto,
zione e intima soddisfazione uno dei fondatori e degli orga-
per i salesiani, i professori e gli nizzatori: “Ci servono volon-
alunni, esternata efficacemente tari. Sono loro che finora ci
dal direttore don John Visser hanno permesso di andare
che ha accolto e salutato il so- avanti e realizzare grandi im-
vrano. Tre grandi opere oggi prese per i bambini e i giovani
sono impiantate sul suolo cam- cambogiani”. Per saperne di
bogiano, il “Don Bosco” di più: donboscoadmin@cam-
Phnom Penh con le scuole pro- shin.net.
BREVISSIME DAL MONDO
PAPA E BANCHE. L’ob-
bligazione emessa lo scorso
novembre dall’organizza-
zione umanitaria Alleanza
Gavi, per sostenere la diffu-
sione delle vaccinazioni nei
Paesi in via di sviluppo, ha
trovato il consenso delle
principali autorità religiose
mondiali ma soltanto di 3
banche italiane. Il bond è
stato rifiutato da ben 11
banche nazionali su 14 pas-
sate in rassegna.
MUSEI VATICANI. Nei
Musei Vaticani è stato pos-
sibile ammirare, fino al 28
febbraio, la scultura Lao-
coonte attribuita da Plinio il
Vecchio agli artisti Hage-
sandros, Athanadoros e
Polydoros di Rodi. Il dram-
ma rappresentato dal grup-
po esprime tutto il dolore di
un uomo che sacrifica la vi-
ta propria e dei figli per la
salvezza della sua città. Un
tema profondo e tragico che
l’arte ha ripetutamente ri-
preso.
TUBINGA, GERMANIA.
La famosa “Scuola di Reto-
rica Generale” dell’Univer-
sità di Tubinga ha eletto co-
me discorso dell’anno 2006
in lingua tedesca la lectio
magistralis tenuta dal papa
Ratzinger il 12 settembre,
che ha poi suscitato tante
polemiche, per non essere
stata compresa nelle sue
sfumature, e semplificata
dai media, fino a frainten-
derne il testo. Il riconosci-
mento è uno tra i più presti-
giosi di quelli in lingua te-
desca.
GERUSALEMME, TER-
RA SANTA. Fanta/ar-
cheologia è stata definita
dal prestigioso Studium Bi-
blicum Franciscanum di
Gerusalemme la presunta
scoperta della tomba di Ge-
sù presentata da James Ca-
meron con il documentario
The Lost Tomb of Jesus”.
Del resto contro tale sco-
perta si sono dichiarati an-
che tutti gli archeologi
israeliani.
CITTÀ DEL VATICANO.
I vescovi membri del Con-
siglio Speciale per l’Africa
hanno dichiarato in una riu-
nione in Vaticano che il
continente nero è diventato
il motore della crescita nu-
merica dei cattolici nel
mondo. In effetti l’aumento
del numero dei fedeli
(3,1%) è superiore al tasso
di crescita della popolazio-
ne che è fermo al 2,5%. An-
che nel continente asiatico e
in quello americano l’au-
mento dei cattolici è risulta-
to in percentuale all’indagi-
ne superiore a quello della
popolazione.
I Il signor Panetto con
la mamma davanti
all’Hotel Don Bosco.
MAGGIO 2007 BS
-Gelato all’italiana…
I pizzaioli, la pizza e… il maestro.

2.7 Page 17

▲back to top
a cura del direttore
BÙI CHU, VIETNAM
In Vietnam, nonostante il
socialismo e un ordina-
mento che osteggia la
Chiesa, i seminari sono
pieni di candidati al sacer-
dozio. Come nella diocesi
di BÙI CHU, nel Nord, in
cui il vescovo salesiano
monsignor Hoang Van
Tiem ha 66 diaconi che il
prossimo mese saranno
da lui stesso ordinati pre-
ti. Inoltre, ben 150 suore
stanno studiando in dio-
cesi. Monsignore deve
provvedere il cibo a tutti.
Chiede aiuto. Tel. (+84)
0350-886.118; E-mail:
tgmbc@hn.vnn.vn
TORINO, ITALIA
Il Centro Evangelizzazio-
ne e Catechesi - ELLEDICI
organizza una settimana
catechistica nazionale
presso il santuario di Vi-
coforte, a Mondovì. È per
catechisti (attuali e futuri),
per formatori, per sacer-
doti e operatori pastorali.
Sono in programma ap-
profondimenti, laboratori,
interventi di metodologia,
ecc.
Per saperne di più:
tel. 0174/565.300; fax
565.510; e-mail: santuar-
vico@libero.it; Web:
www.santuariovicofor-
te.com
17
VARSAVIA, POLONIA
La procura missionaria di
Varsavia celebra i 25 an-
ni di attività. Lo fa con un
bel volume di 240 pagine
che documenta capillar-
mente il lavoro missiona-
rio dei salesiani e delle
Figlie di Maria Ausiliatrice
in tutto il mondo e con
numerose e calibrate ini-
ziative. Splendida la ve-
ste tipografica, magnifi-
che le foto, brevi e incisivi
i testi scritti sia in polacco
sia in inglese.
FOGGIA, ITALIA
La festa di Don Bosco in
tante altre zone d’Italia e
del mondo è stata prece-
duta dalle più varie iniziati-
ve: recital, musical, con-
certi, teatri, accademie, ga-
re sportive, meeting, dibat-
titi, conferenze, convoca-
zioni. Si sono mossi orato-
ri, scuole, università, centri
professionali, case fami-
glia, parrocchie, club spor-
tivi, gruppi, ecc. In foto la
STRADONBOSCO, gara
podistica 2007 promossa
dalla parrocchia/oratorio
S. Cuore di Gesù di Foggia.
TORINO, ITALIA
Marce per la pace fiorisco-
no ovunque (Perugia/As-
sisi - Macerata/Loreto -
Roma/Divino Amore - To-
rino/Superga, e moltissi-
me altre). La Torino/Su-
perga, per alcuni anni gui-
data da un salesiano, è
alla sua tredicesima edi-
zione. In qualche modo ri-
corda le famose mar-
ce/pellegrinaggio di Don
Bosco a Superga con i
suoi ragazzi, effettuate
per ben 18 anni. Per sa-
perne di più: www.pelle-
grinaggiodisuperga.it
COMO, ITALIA
La festa di Don Bosco a
Como è stata quest’anno
caratterizzata dalla pro-
messa di 12 nuovi sale-
siani cooperatori. Merita
di essere segnalata an-
che la convocazione dei
sacerdoti delle parroc-
chie della città e del cir-
condario per riflettere
sull’attualità del Sistema
preventivo con un’atten-
zione particolare alla fi-
gura di Mamma Marghe-
rita che è all’origine della
prassi preventiva del fi-
glio.
BS MAGGIO 2007

2.8 Page 18

▲back to top
. . . . VIAGGI
POCO PER SÉ
di Giancarlo Manieri
MOLTO PER GLI ALTRI
Una categoria di giovani
e non che si sono rivelati
una forza fondamentale
per la gestione di opere
e iniziative e per
l’educazione: i volontari.
Provengono da ogni
parte. Alcuni restano.
Un’attività che non è
solo supporto.
18
essere uguale data la conformazione
fisica, ma uguale non è. Affatto. Anzi
ti accorgi che le disparità sono abis-
sali: c’è un primo mondo, un secon-
do, un terzo, un quarto… e forse an-
che un quinto… Allora provi ad avvi-
Daria e un bimbo assistito
cinarti a uno dei mondi diversi dal
dal progetto “Children Fund
HIV Project”.
tuo. Magari… all’ultimo, tanto per
sfidare te stessa. E t’accorgi che ti
cattura… forse più per l’ingiustizia
anche Roberto, salesiano coadiutore
che è stato uno dei fondatori dell’o-
pera in Cambogia.
che vedi che per la vocazione che
senti”. “Scusa, ma eri… sei così sicu-
ra di non trovare qualcosa di serio
da fare nella tua città, tra le tue ami-
Grazie al “Don Bosco Children
Fund” potrà avere un futuro.
A COLLOQUIO
che? Non dirmi che non ci sono si-
tuazioni da rettificare nel tuo…”.
CON DARIA
M’interrompe decisa: “Non trovavo
obiettivi alla mia portata, questa è la
Al Don Bosco, indaffaratissima, verità. Non mi mancava nulla ma…
Li ho incontrati a Phnom Penh,
nell’istituto Don Bosco. “Que-
sta nostra mega/struttura crol-
abbiamo incontrato Daria. Non ho re-
sistito a farle qualche domanda: “Co-
me ci sei capitata qui? Una fulmina-
mi mancava il senso! Mi capisci?”.
Ci provo, vai avanti”. “Allora ho co-
minciato a chiedermi: Che cosa può
lerebbe senza i volontari”, dice don zione repentina, tipo san Paolo sulla dare senso a questo mio vivere? Ciò
Battista. Le necessità, le urgenze via di Damasco?”. “Macché! Dopo che sto facendo non mi riempie, que-
spesso sono improrogabili e gli inter- un percorso con me stessa”. “Percor- sto è certo. Voglio fare qualcosa di
venti se non sono tempestivi non ser- so?… come dire crisi”. “Oh, beh, diverso. Il diverso sarebbe la Cam-
vono… Ecco perché i salesiani hanno chiamalo come vuoi. Fatto sta che a bogia?”. “Il diverso sarebbe che ho
creato una rete di volontari che li un certo punto nella vita arrivano se- deciso di allargare i miei orizzonti, di
coadiuvano e sono davvero la loro gni… diversi: noia, insoddisfazione, esplorare altri spazi, di provare altri
longa manus, soprattutto per quanto voglia di fare qualcosa di serio, dub- modi di essere e di fare. Così sono
riguarda le attività della “Don Bosco bi… allora uno cerca di capire. Vedi stata in Perú… Come vedi non era la
Children Fund”. Sulla indispensabi- le grandi disparità di cui soffre que- Cambogia il mio diverso!”. “Touché!
lità dei volontari parla con passione sta nostra palla di terra che dovrebbe Continua. Sono stata in un orfano-
MAGGIO 2007 BS

2.9 Page 19

▲back to top
trofio e ci sono rimasta un mese.
Quei 30 giorni mi hanno spalancato
altre finestre, mi hanno fatto scoprire
che non esisteva solo il mio mondo
fatto di scuola, discoteca, chiacchie-
rate, gite… Ce n’era un altro fatto di
fatica, d’incertezza del pane, del la-
voro, della casa, del vestito. Ho co-
nosciuto le favelas, la dura lezione
della precarietà, perché nessuno spi-
raglio ti si apriva verso il futuro, e ho
capito come doveva essere terribile
vivere senza. Così ho deciso di aiuta-
re i senza futuro, per aprire nel loro
Poi si preparano a ricevere il pacco dono che permetterà loro di frequentare
la scuola e alla famiglia di fare a meno del loro apporto lavorativo.
muro qualche breccia che li aiutasse
a prendere coscienza che anche i più ti reggi da sola o rovini per terra con molto, facciamo, ripeté forzando il
disgraziati hanno il diritto di sogna- un gran tonfo. Se non hai motivazioni tono e alzando la voce, l’assisten-
re, di guardare oltre il presente, di forti, crolli inesorabilmente dopo uno zialismo qui è necessario ma è an-
scorgere qualche sia pur debole luce sputo di tempo. Solo la motivazione ti che pericoloso: quando non c’è
per l’avvenire”. “Ne sei rimasta con- dà la forza di amare quello che fai e più? È bello andare e dare. Ma do-
tenta?”. “Se no ti credi che sarei ti dà la sensazione di non essere un po?”. Fece ancora una pausa poi
qui?”. “E hai trovato difficoltà su recipiente vuoto”. “E allora, spara concluse: “Comunque questa è la
questa nuova traccia scelta per la tua questa differenza…”. “Quando vai cosa più importante che io abbia
vita?”. “La solitudine. Se fai qualco- nella foresta, o tra i tuguri della fave- fatto nella mia vita. Tuttavia so che
sa di fuori del normale ti ritrovi d’im- la trovi gente poverissima che ti ap- i miei assistiti devono… devono (al-
provviso sola contro tutti: i familiari, pare felice. È una cosa che le prime tra sottolineatura, come prima) len-
le amiche, gli amici, i parenti. Ti ve-
dono come una bestia rara e, magari
volte ti fa impazzire: non ho capito
ancora se di rabbia o di invidia. Al-
tamente fare a meno di me, devono
cacciarmi via, devono rendersi au-
19
senza volerlo, ti isolano. Non capi- lora ti fai una domanda… che spesso tonomi, costruirsi il loro futuro, es-
scono. O non vogliono capire. Ma si trasforma in un incubo, soprattutto sere protagonisti della loro vita”.
no, è più probabile che non capisca- quando di notte tenti un bilancio: è Sì, dici bene. Però, dai, è anche
no perché… lasciare una piscina per giusto inquinarli con la nostra civi- bello stare qui… o no?”. “Non dico
una pozzanghera è… da scemi”. lissima civiltà?”. “Spiegati!”. “Non di no! È bello ma, ti ripeto, è anche
Capisco. Ma qual è la grande diffe- capisci? Sì che capisci: la nostra è la rischioso! L’assistenzialismo puro
renza che hai trovato tra il modo di civiltà delle cose… Qui le cose sono non porta da nessuna parte”.
vivere in Italia e il mondo di vivere poche, perciò si tira all’essenziale”.
qui…”. “Te lo dico subito. Da noi si
vive l’apparire. Qui proprio no! O sei
Beh, insomma qui va tutto bene”.
No, qui va tutto male! Sto cercando
HA TORTO?
quel che sei o non hai altri appigli. O di dire che la vera povertà è la man- Mi ha fatto riflettere la conversa-
canza di regole, la mancanza di giu- zione con Daria. Ho dovuto ricono-
I Durante la visita dei volontari
i bambini si radunano
per ascoltare estasiati storie
e racconti adatti per loro.
stizia, è la corruzione, ahimè, legaliz-
zata… E poi…”. “Poi?”. “C’è un’al-
tra cosa che pesa come un macigno a
noi volontari, ed è che qualsiasi cosa
scere che non aveva torto. Le cifre
che mi ha snocciolato erano di tutto
rispetto: una novantina di villaggi e
circa 4600 ragazzi assistiti. E ho sa-
noi stranieri diciamo, è per loro giu- puto che c’era anche in corso un
sta. Sono straniero/dipendenti. Ora Progetto AIDS” (Children Fund
noi andiamo in circa 90 villaggi a di- HIV Project) per circa 350 ragazzi af-
stribuire cibo, e assistenza, secondo fetti dal terribile morbo e visitati una
il programma del Don Bosco Chil- volta al mese… Quale futuro? La tra-
dren Fund. Distribuiamo riso e sorri- gica domanda aleggia per l’aria, ac-
so; cibo e assistenza… questo basta compagnando come un’ombra, i vo-
per porti su un piedistallo, per trat- lontari; si insinua nei pacchi che di-
tarti come se arrivassi da un altro stribuiscono, disturba l’animazione, i
pianeta. I cambogiani, soprattutto i giochi, le canzoni, le storie… “Ecco
più poveri, fatti così, sono, come di- qui un pacco con riso, olio, quaderni,
cevo, straniero/dipendenti”. “Beh, sapone, dentifricio, penne… Ma per
non sei contenta? Tutto sommato ve quanto tempo può o deve durare?
lo meritate anche un po’ di conside- È, indubbiamente, un interrogativo
razione… fate molto per loro”. È che attende una risposta! E, forse, è
questo il punctum dolens: facciamo una risposta urgente!
ٗ
BS MAGGIO 2007

2.10 Page 20

▲back to top
- - - - MISSIONI
L’associazione ONLUS APIS costruisce casette
UN’ESPERIENZA
I La signora, i figli e...
la capretta per il latte
quotidiano.
INDIMENTICABILE
di Federica Annibali federicaannibali@libero.it
«Quando uno ha sulla
pelle del corpo un tumore
o una pustola o una
macchia bianca che faccia
sospettare una piaga
di lebbra, quel tale sarà
condotto dal sacerdote
Aronne o da qualcuno
dei sacerdoti, suoi figli.
20
Il sacerdote esaminerà la
piaga sulla pelle; se il pelo
della piaga è diventato
bianco e la piaga appare
depressa rispetto alla pelle
del corpo, è piaga di
lebbra e il sacerdote…
-Due lebbrosi e la nipotina davanti alla loro casetta/capanna.
dichiarerà quell’uomo
immondo. Il lebbroso
porterà vesti strappate
e il capo scoperto… Sarà
immondo finché avrà
la piaga… abiterà fuori
dell’accampamento.
(Dal Levitico, passim)
Crepe procurate dai monsoni.
Un’altra pioggia e viene giù tutto.
La breve storia che mi accingo a
narrare inizia con questa lettura
proclamata in tutto il mondo
cristiano la VI domenica del tempo
ordinario B. Una lettura per molti pre-
sto dimenticata, ma ad altri “fortu-
nati” ha cambiato la vita. A me, per
esempio. Spronata e turbata da quelle
parole del Levitico, ho deciso di anda-
re a visitare il 18 febbraio 2006 un
villaggio di lebbrosi a 70 km da Sa-
lem, nello stato del Tamil Nadu in In-
dia. Siamo partiti in tre, tutti soci del-
l’APIS (Associazione Pro India Sud)
dall’Ambu Illam – “Casa dell’Amore”
di Salem, come si chiamano in lingua
tamil le strutture salesiane che ospita-
no i ragazzi in difficoltà, i ben noti
“ragazzi di strada”. Siamo stati ac-
compagnati con amorevolezza del fra-
tello salesiano Brapu, che ci ha fatto
da interprete, traducendo il nostro in-
glese nella lingua locale, il tamil, e
rendendo possibile il contatto tra noi e
i lebbrosi. Non pensavo che esistesse-
ro ancora ammalati di lebbra, ritenen-
do la malattia ormai debellata dall’in-
cedere sicuro del progresso medi-
co/scientifico. Giungere al villaggio
dei lebbrosi, isolato tutto intorno per
km da ogni altro contesto urbano e
umano è stato davvero come tuffarsi
nel passato biblico del citato libro del
Levitico.
UNA PAURA
MILLENARIA
Per prima cosa ho toccato con mano
la diffidenza e la paura che da millenni
contagia il lebbroso “infetto”. Vesti
trascurate, tristezza composta, isola-
mento. I piedi fasciati, le mani soffe-
renti per le dita mangiate dal male, i li-
neamenti deformati dalla malattia. Il
primo a venirci incontro ha un viso
giovane e uno strano incedere. Sorri-
de. La camicia a quadretti rossi e blu

3 Pages 21-30

▲back to top

3.1 Page 21

▲back to top
in muratura nel lebbrosario di Atthur (Tamilnadu).
Operai al lavoro
per il progetto/casette.
quanto arriva dall’esterno come aiuto
per la comunità dei lebbrosi. Si occu-
pa anche di stabilire le priorità e diri-
mere i problemi che possono insorge-
re. Un modesto Salomone, con la sua
stessa dignità regale. Ci dicono che
-Una delle nuove casette in muratura iniziate a costruire dall’APIS.
qui è molto forte il vincolo della co-
munità: chi può e chi è sano va a la-
vorare. In mancanza di meglio la fonte
di sostentamento è l’elemosina. La
nostra visita è giunta alla fine: i nostri
sembra ben stirata. Più si avvicina e cemento. Ogni creatura che incontria- accompagnatori neppure per un mo-
più metto a fuoco il suo male: non ha mo ha la propria storia scritta negli oc- mento hanno fatto pesare su di noi la
la parte terminale delle gambe e le chi e nella devastazione del corpo. colpa della loro miseria. Prima di con-
scarpe sono appoggiate alle ginocchia. Una donna mostra l’ultimo dei suoi gedarci li ringrazio per la loro acco-
Ma ci corre incontro, come può, e il nove figli, gli altri sono a studiare in glienza e gentilezza e prometto che
suo sorriso non si spegne mai… Die- città, presso le scuole salesiane. Ciò faremo del nostro meglio per aiutarli,
tro, tutti gli altri. Ci siamo messi a se- garantisce loro l’istruzione e la salvez- ma con la paura nel cuore di dimenti-
dere di fronte a loro sulle sedie prepa- za da un possibile contagio.
rate per noi all’ombra del grande albe-
carli una volta rientrata nel “mondo”.
Ci chiedono i nostri nomi. Avevano
21
ro. Abbiamo chiesto quali fossero le LA TRAGEDIA
ragione di farlo: non ci eravamo pre-
necessità primarie della comunità: ca-
se “stabili” che non vengano costante-
DI UNA MALATTIA
sentate… turbate dall’emozione del
luogo e delle persone. “Claudia, Fe-
mente minacciate e annualmente di-
strutte dal monsone. Una richiesta fat-
ta con discrezione, senza ombra di
pretesa. Tutti d’accordo i 120 lebbrosi.
Ci stavano attorno senza avvicinarsi,
con rispetto quasi reverenziale. Poi ci
accompagnano a visitare le loro abita-
zioni. Allora la situazione ci apparve
in tutta la sua precarietà: larghe crepe
sulle pareti d’argilla impastate a mano,
tetti fragili formati dall’intreccio di
lunghe foglie pennate di palma. Una
donna ci guarda con figli e capretta,
importante risorsa di latte; due anziani
La lebbra si trasmette solo per con-
tagio diretto, tramite sangue e pus del-
le ferite ed è guaribile se bloccata nel-
le fasi di insorgenza. Il contagio causa
una lenta ma progressiva insensibilità,
sino alla paralisi, alla caduta delle ter-
minazioni degli arti (mani e piedi) e
l’attacco alle parti cartilaginee del
volto, che procura cecità e disabilità
graduale. Curare i grandi per proteg-
gere i bambini è l’equazione giusta.
Ma le medicine, seppur non care, so-
no difficili da trovare e lo stato non è
in grado di offrirle. Farsi domande ri-
derica, Caterina”. La risposta è la co-
sa più sconcertante della giornata:
Noi pregheremo per voi”. Una rispo-
sta che ci lascia profondamente turba-
te. Un dono grande, inatteso: i lebbrosi
pregano per noi, prima che noi pre-
ghiamo per loro. Una preghiera che
andrà dritta lassù, perché essi sono
certamente i favoriti da Dio. Congiun-
giamo le mani al petto e ci inchiniamo
nel gesto tipico del saluto indiano:
Vanakam” rispondiamo usando il lo-
ro saluto in lingua tamil e “Nandrì”,
grazie.
coniugi si mettono in posa con in sulta retorico di fronte a una realtà fat-
braccio il nipotino; una vecchia ci mo- ta di terra battuta, assenza di fognatu- QUALCOSA DA FARE
stra le grosse crepe della sua casa...
Dovunque resti di muretti, di foglie di
palma spezzate, di fango e residui d’o-
gni tipo. Le precipitazioni durante la
stagione delle piogge lasciano sempre
il segno. Ciò che colpisce maggior-
mente è la loro compostezza e sere-
nità: nessuna animosità nelle parole,
né ombra di vittimismo o di recrimina-
zione. Solo un doloroso distacco che
non sa neanche di pretesa. Una di loro,
che ha perduto la capanna spazzata via
re, strade, luce, luoghi di incontro, ne-
gozi, infissi… Gli impianti idrico-sa-
nitari, almeno quelli, ci sono perché
una ONLUS romana, l’APIS, ha fini-
to di costruirli da poco. Una goccia
nell’oceano, come diceva Madre Te-
resa, ma se non ci fosse quella goccia
questo mare sarebbe più vuoto…. Vi-
sitiamo per ultima l’abitazione del ca-
po del villaggio. Rimane lontano, sulla
soglia della grande capanna, in gran
parte crollata. Resisterà alla prossima
Siamo partite dal lebbrosario con
un’idea fissa: qualcosa dobbiamo fare
per loro. Una casa costa solo 1500 eu-
ro – poco più di un vestito e un paio di
scarpe, di un telefonino e di un com-
puter – e ci vuole un mese per co-
struirla. Centoventi i lebbrosi e 40 le
case di cemento e tegole… Ce la pos-
siamo fare, prima che arrivi la stagio-
ne dei monsoni, se chiediamo l’aiuto
di tutti.
dal monsone, vive provvisoriamente stagione dei monsoni? Lui si occupa Per saperne di più:
nell’angusto spazio di una latrina di di distribuire i viveri e le elemosine, o www.apisindia.it; tel. 06.582.330.62
BS MAGGIO 2007

3.2 Page 22

▲back to top
laeitgteiorvLaaAniVOGLIA
DI...
TORNARE
BAMBINO
Carissimo,
operazione inversa a quella del bonsai.
se giochi con un bambino, preparati a essere – Ogni cosa è motivo di gioia,
spiazzato.
tutto diventa aggraziato.
In gergo calcistico le sue domande sono un tunnel, Le feste non seguono il calendario,
oltrepassano le tue certezze.
ma fioriscono tutto l’anno al suo passaggio.
“Perché non diventi piccolo, zio?”
– Anche la più brutta delle situazioni
Me l’ha chiesto una nipotina con cui giocavo.
è un momento bello della vita.
Sì – più volte mi sono detto –
La malattia evoca la presenza di un medico
voglio ritornare bambino.
per l’adulto; per il bambino si trasforma
L’innocenza è un tesoro prezioso.
in un festival a cui accorrono quanti
Un adulto ne gode al prezzo di duri sforzi. L’inno- gli vogliono bene e glielo cantano in mille melodie.
cenza va incoraggiata e protetta.
È l’amore la medicina.
È ricca, pura, cristallina come un ruscello alpino.
Basta un fiore da toccare, una farfalla da rincor- Vuoi tornare bambino?
22
rere perché un bambino si senta onnipotente.
Si nasce per scoprire la vita,
Non avere fretta a rispondere.
Non chiederlo a chi è attorno a te.
non solo per diventare grande.
Domandalo a te stesso.
Più ti inoltri nel mistero dell’esistenza,
La domanda è tua.
più ti allontani dalla morte.
La domanda non è fuori posto.
Il bambino è talmente assorto nell’attimo che vive Non sei Peter Pan: non voleva crescere,
da sentirsi immortale.
ma tu vuoi scoprire la vita.
È possibile tornare bambini?
Nascere è mettersi in viaggio e conoscere.
Il diritto a nascere una seconda volta
Non sei Pollicino: aveva la paura di perdersi,
è garantito a tutti.
ma tu vuoi scoprire il segreto della vita.
È un ecosistema invidiabile.
Non sei Alice nel Paese delle Meraviglie.
Posso sbagliare, commettere errori
Sei tu il Paese delle Meraviglie, la tua giovane età
e nello stesso tempo posso decidere
è il talismano che cambia tutto.
di ricominciare una vita nuova.
Ecco perché voglio tornare bambino.
Difficile, troppo oneroso?
Con affetto
Avresti il coraggio di distruggere tutte le rose
Carlo Terraneo
per la paura di pungerti e di farti male?
Cancelleresti dall’orizzonte la luce del sole,
perché offuscato da una nuvola passeggera?
Perché nascere una seconda volta?
La prima nascita ha fatto una brutta fine?
La vita può sfuggirti di mano, puoi abbruttirla di
esperienze negative, soffocarla fino a farla morire.
Tornare a nascere è ripulire la nostra mente,
il nostro cuore, la nostra vita.
Tornare bambino è guardare se stesso
attraverso gli occhi di un fanciullo,
è sentirsi fragili come un fiore
e nello stesso tempo forti e invincibili.
Che cosa ti insegna un bambino?
– Impari a rendere grandi le piccole cose,
MAGGIO 2007 BS

3.3 Page 23

▲back to top
••••••••••••••••••••••• •••
•••
••••••••••••••••
CINUSLETRUTROA
A Roma, Piazza dell’Ateneo Salesiano 1,
dove ha sede la Pontificia Università Salesiana (UPS),
è ubicata la più grande e anche la più moderna
biblioteca della congregazione salesiana,
vero vanto di docenti e studenti.
•••••••••••••••••••••
BIBLIOTECA DON BOSCO
Per un servizio qualificato
alla ricerca e alla formazione
•••••••••••
di Renato Butera
La “Biblioteca Don Bosco” è oggi una realtà a disposizione
della Chiesa, della società civile, della Famiglia Salesiana e di quanti
vogliono approfondire la ricerca nell’ambito delle scienze che si studiano
all’Università Pontificia Salesiana di Roma, manifestazione della proposta
culturale e formativa che l’UPS realizza da oltre trent’anni
per studenti e docenti.
La grande Biblioteca Don Bosco dell’UPS.
••••••••••••••••••••••••••••••• ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• BS MAGGIO 2007 ••

3.4 Page 24

▲back to top
•••••••••• ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
•••••••••••••••••••••••••
-La funzionale sala di lettura della Biblioteca.
-Studio, consultazione, lettura e… silenzio.
L’Università Salesiana affonda Altioris Latinitatis. Nella festa di VICENDE
le sue radici nell’humus del
carisma del santo fondatore
Maria Ausiliatrice, il 24 maggio
del 1973, l’Ateneo riceve il rango
DI FONDAZIONE
della Pia Società di San France- di Università e viene inclusa tra le La grande Biblioteca dell’UPS in-
sco di Sales. Nasce a Torino nel Università Pontificie Romane. Nel- globa le biblioteche che apparte-
1940 come Pontificio Ateneo Sa- l’anno centenario della morte di nevano alle singole facoltà e istituti
lesiano (PAS) con tre facoltà: teo- Don Bosco, il 1988, nasce l’Istitu- dando luogo a un servizio più mo-
logia, diritto canonico e filosofia. to di Scienze della Comunicazio- derno che fornisce, oltre le presta-
Nel 1956 si arricchisce dell’Isti- ne Sociale, che 10 anni dopo si zioni tradizionali anche quelle più
tuto Superiore di pedagogia, da trasformerà in facoltà di Scienze aggiornate, consentendo un mag-
••••••••••••••••••••••••
cui nascerà in seguito la Facoltà
di Scienze dell’educazione. Nel
1965 il PAS trasferisce la sua sede
nel quartiere Nuovo Salario, zona
nord di Roma. L’anno seguente, il
29 ottobre, papa Paolo VI presie-
de l’inaugurazione ufficiale del
nuovo Pontificio Ateneo Salesiano
pronunciando un discorso pro-
grammatico dal quale si evince la
missione che lo specifica: lo stu-
dio e la ricerca in relazione all’e-
ducazione dei giovani, alla forma-
zione, alla catechesi e alla pasto-
rale. In questo stesso anno viene
della Comunicazione, l’ultima del-
le facoltà nate dal seno dell’Uni-
versità di Don Bosco. Oggi l’UPS
comprende sei facoltà: teologia, fi-
losofia, diritto canonico, scienze
dell’educazione, lettere classiche
e cristiane e scienze della comuni-
cazione. A queste si aggiunge la
proposta di sedici curricoli di spe-
cializzazione. Vi insegnano 195
docenti, laici e religiosi, e vi sono
iscritti circa 1700 studenti prove-
nienti da 100 differenti nazioni.
Questi sono i destinatari privile-
giati della Biblioteca, ma è aperta
giore screening, una maggiore fa-
cilitazione nella ricerca, una mi-
gliore distribuzione e accessibilità
dei beni culturali che essa conser-
va e una migliore connessione con
altri centri di studio e altre bibliote-
che italiane ed estere. L’idea del
progetto comincia a prendere for-
ma negli anni ’80 come partecipa-
zione alla ormai prossima celebra-
zione dell’anno centenario della
morte di Don Bosco (1988). Nel-
l’89 viene benedetta la prima pie-
tra e si presenta il progetto al Co-
mune di Roma per la sua approva-
costituito il Pontificium Institutum all’utenza esterna.
zione. Ma le difficoltà incontrate
ritardarono i lavori sino alla fine
del 1998, anno in cui si avvia la
costruzione del nuovo edificio, ter-
minato nel maggio del 2002. Du-
rante gli anni della costruzione la
■ ■ ••••••••••••••••••••
L’avveniristico Robot
della Biblioteca Don Bosco.
La sistemazione dei libri
nella sala di lettura.
biblioteca non ha mai sospeso il
servizio di utenza a docenti, stu-
denti e visitatori esterni, trasferen-
do attrezzature e libri con gradua-
lità. Il 31 gennaio del 2006, nella
solennità di san Giovanni Bosco,
ecco finalmente l’inaugurazione uf-
ficiale con la presenza del cardina-
le Zenon Grocholewski, Prefetto
MAGGIO 2007 BS •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

3.5 Page 25

▲back to top
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
-La sala della mediateca.
-L’ultima interessante mostra nelle sale apposite.
-Mostra dei libri di Don Bosco.
per l’Educazione Cattolica, e del
Rettor Maggiore don Pascual Chá-
vez, Gran Cancelliere dell’UPS,
che hanno presieduto il convegno
organizzato per l’evento dell’inau-
gurazione svoltosi in mattinata,
mentre al pomeriggio monsignor
Adriaan van Luyn, salesiano, ve-
scovo di Rotterdam, dopo l’atto
accademico, ha benedetto la nuo-
va grandiosa struttura.
LA BIBLIOTECA OGGI
La Biblioteca si struttura in un
edificio a cinque piani che ha reso
concreta la sintesi tra la biblioteca
tradizionale, concepita come luo-
go di consultazione e conservazio-
ne di testi a stampa, e l’electronic
library, che non è ubicata fisica-
mente in un solo luogo, ma è un
insieme di risorse dislocate in di-
verse istituzioni disponibili 24 ore
su 24. L’entrata principale – che
nell’antico progetto era stata collo-
cata al lato sud-est del piano terra
– si trova al lato nord-ovest, in cor-
rispondenza con il secondo piano
a cui si accede dal cortile “superio-
re” dell’Università. L’edificio resta
così diviso in due parti consenten-
do di raggiungere più facilmente la
zona d’interesse e semplificando lo
spostamento interno degli utenti. Il
secondo piano è dunque il punto
d’accoglienza. Attraversato il var-
co mediante un tesserino magneti-
co, si accede alla grande sala di
lettura dove si trovano opere di
carattere generale e l’ultima anna-
ta di oltre 1500 pubblicazioni pe-
riodiche. Ai lati, due spazi esposi-
tivi vengono utilizzati per mostre
ed esposizioni. Il piano terra, a cui
si può accedere direttamente dal-
l’esterno, ospita i seguenti servizi:
centro stampa, fotocopie, legatoria
e il centro di servizi informatici e
telematici. Vi si trovano altresì gli
uffici di acquisizione, classificazio-
ne e catalogazione del materiale li-
brario e di altro genere. Al primo
piano la seconda grande sala di
lettura raccoglie i volumi più utiliz-
zati. Grazie al sistema dello scaffa-
le aperto, i volumi sono rapida-
mente disponibili per la lettura e la
consultazione dei fruitori. Il terzo
piano è strutturato in dieci sale,
ciascuna delle quali accoglie un
particolare settore bibliografico.
Tale organizzazione è pensata per
facilitare il lavoro di gruppo e di
seminario. Il quarto piano, dalle
caratteristiche simili al piano sotto-
stante, è suddiviso in nove sale.
Conserva i preziosi volumi dei fon-
di particolari, con un numero rile-
vante di materiale antico, codici,
incunaboli, tavolette dell’epoca
mesopotamica, papiri, ecc. Tra
questi il Fondo Marega: una pre-
ziosa raccolta di testi antichi ri-
guardanti la cultura e la letteratura
popolare e religiosa del Giappone.
Sullo stesso piano è il salone intito-
lato a don Egidio Viganò, Rettor
Maggiore che benedisse la prima
pietra. È una grande aula pensata
per incontri di ricerca e di rappre-
sentanza e attrezzata con servizi
particolari tra cui la traduzione si-
multanea e la videoconferenza.
UN SERVIZIO
DI ALTA QUALITÀ
Il patrimonio della biblioteca è
legato al servizio che l’Università
svolge, relativo alle facoltà e agli
istituti che la compongono e che
costituiscono le sue diverse specia-
lizzazioni. Il suo fondo librario si
aggira attorno ai 700.000 volumi.
Bisogna aggiungere la mediateca
curata dalla Facoltà di Scienze del-
la Comunicazione con un patri-
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• BS MAGGIO 2007 ••

3.6 Page 26

▲back to top
•••••••••• ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
•••••••••••••••••••••••••
-Il Robot con l’ambasciatore.
-L’ingresso.
••••••••••••••••••••••••
I La benedizione da parte di monsignor Van Luyn.
Il primo a sinistra il Rettor Magnifico don Mario Toso,
l’ultimo a destra il Bibliotecario, don Juan Picca.
-Consegna di un libro.
monio multimediale ricco di vi-
deo, dvd e cd musicali in continuo
aggiornamento. Ciò che rende par-
ticolarmente innovativa la “Biblio-
teca Don Bosco” è il silo che sosti-
tuisce il deposito tradizionale del
materiale librario, costituito da due
grandi locali che si sviluppano in
altezza e che possono contenere
informatica della biblioteca si inse-
risce organicamente nel servizio
più ampio della rete dell’ateneo. È
uno strumento di costruzione di
una nuova modalità di conoscen-
za e studio che permette agli uten-
ti, stabili ed esterni, attraverso il
proprio computer, un accesso fun-
zionale ai fini didattici e di appren-
denti volontari che svolgono il lo-
ro lavoro di appoggio come servi-
zio civile. È un modo questo di
renderli protagonisti in uno dei
servizi più importanti dell’offerta
formativa di un ente universitario.
“Il patrimonio culturale che è a
servizio di questa nuova Bibliote-
ca consente all’Università di entra-
circa un milione di volumi. La ri- dimento. La rete informatica con- re in rete con altre università – ha
cerca dei testi avviene attraverso sente dunque la fruizione full-time dichiarato il Rettore Magnifico,
un sistema di automazione nel del catalogo bibliografico sia della don Mario Toso nel giorno dell’i-
quale un braccio robotizzato repe- biblioteca dell’UPS sia della Rete naugurazione – e di diffondere il
risce il testo eseguendo le indica- URBE sia di altre risorse disponibili genio educativo di Don Bosco
zioni impostate dall’operatore tra- on line. L’innovazione che riguar- mettendolo a disposizione del
•••••••••••••••••• ••
mite computer. La Biblioteca del-
l’UPS partecipa al Progetto URBE,
l’Unione Romana Biblioteche Ec-
clesiastiche, un gruppo di bibliote-
che che ha realizzato una collabo-
razione particolare attraverso una
rete che le collega tutte e che con-
sente la consultazione dei catalo-
ghi di ciascuna. Anche la rete
da il modo diverso di gestire docu-
menti, risorse e informazioni mes-
se a disposizione dei suoi utenti ha
bisogno della cordialità e del lavo-
ro del personale che accoglie e as-
siste gli utenti della biblioteca.
Coordinati da don Juan Picca, pre-
fetto della Biblioteca, il gruppo è
costituito da salesiani, laici e stu-
mondo e della Chiesa”. Le risorse
che la biblioteca mette a disposi-
zione dei suoi utenti sono notevoli
e di qualità, in un ambiente che si
caratterizza per ampiezza di spazi,
luminosità, efficienza, funziona-
lità, comodità, eleganza e varietà
di servizi differenziati e integrati.
Renato Butera
MAGGIO 2007 BS •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

3.7 Page 27

▲back to top
BAGLIORI
serena.manoni@libero.it
MELANIA
ANGELO BIONDO
Oria è un grosso borgo
colmo di arte, di monu-
menti, di chiese, protet-
ci, si prodigava per chi era in
difficoltà, sorrideva a chi vede-
va triste.
to dal castello svevo, abbellito
da un panorama invidiabile, ca- ᭿ Solo un neo, un neo vero,
rico di anni e di storia. La sua non di natura caratteriale né,
fondazione si fa risalire attorno tanto meno, morale, poiché sot-
al 1200 a.C. È meta di scritto- to questo aspetto era candida
ri, artisti, uomini di cultura. In come la neve. Un neo fastidioso
questa meraviglia di paese è na- che le procurava malessere, so-
ta la meraviglia di Melania, un prattutto quando sanguinava.
angelo biondo vestito di bontà, I dottori non gli diedero troppa
di tenerezza, di altruismo.
importanza, almeno all’inizio,
Aveva gli occhi del cielo, Mela- ma poi l’esame istologico rivelò
nia, che ne rispecchiavano l’a- la bestia che era: un melanoma.
27
nima: una limpidezza irraggian- Lei non si impressionò più di
te che non perse mai. “Era bel- tanto: continuò la sua vita nor-
lissima, mia sorella, dice Sonia, male. E normale per lei voleva
esteriormente e interiormente”. dire ad alto livello: voleva dire
La dote più apprezzata da fami- famiglia, chiesa, amici, scuola,
liari, amici, compagne e compa- aiuto al prossimo… luoghi e
Melania Russo
(31-5-1988 – 13-12-2003).
gni era la grande generosità che persone verso cui profondeva i
ne contraddistingueva il tratto. suoi tesori di bontà e di grazia.
Con tutti. Un cuore così amabi- Mancavano quattro giorni al a poco a poco caddero come le
le e disponibile che riusciva a suo compleanno quando con foglie d’inverno, fu una commo-
trattare anche chi incontrava papà e mamma partì alla volta vente gara di preghiere da parte
per la prima volta come se si di Parma per esami approfondi- di tutti, soprattutto i familiari e i
conoscessero da sempre. Indi- ti. E la verità si squadernò da- ragazzi dell’oratorio di cui vole-
zio di un animo limpido, inca- vanti a lei e ai familiari in tutta va diventare animatrice. Ormai
pace di furberie, screzi, male- la sua tragica realtà. Non si ar- vicina alla fine, quando i medici
volenza. Tamburina nel gruppo rese. Continuò a lottare con il domandavano, come di routine,
degli sbandieratori, partecipava suo affascinante sorriso sulle “Beh, come va?”, aveva il co-
con gioia alle feste del paese. labbra e il carico incredibile di raggio di rispondere: “Bene, ab-
Melania amava la vita, perché fiducia nel cuore. Né perse l’u- bastanza bene!”. Fino al 13 di-
la vita è la più grande meravi- morismo: “Per fortuna questa cembre. Quella mattina, era an-
glia inventata dalla fantasia di malattia è venuta a me e non a cora buio, Melania lasciò defini-
Dio. Intimamente compresa di te!”, diceva a Sonia che vedeva tivamente le mani dei suoi geni-
questo miracolo, quel piccolo più sofferente di lei, nella paura tori per stringere quelle di Dio.
prodigio di natura si dava d’at- di perdere “la miglior sorella Sotto il cuscino aveva due im-
torno perché anche gli altri fos- del mondo”.
maginette, quella di Chiara Luce
sero felici di vivere come era Quando il male cominciò a com- di cui parleremo e quella di Don
felice lei: stava vicino agli ami- primere il cervello e le speranze Bosco.
ٗ
BS MAGGIO 2007

3.8 Page 28

▲back to top
. . . .FMA
FARE MEMORIA
AL SUD DEL MONDO
di Graziella Curti
Più di cento anni fa,
sei giovani missionarie
iniziavano il grande
viaggio verso le terre
estreme d’America:
Uruguay, Argentina,
Cile, percorrendo
le lande desolate
della Terra del Fuoco,
28
le steppe ventose
del profondo sud.
Un’epopea che non
bisognava dimenticare.
Ecco allora nascere
Le partecipanti davanti al lago
di Junin de los Andes.
un Progetto, che vede DIARIO DI VIAGGIO
gruppi di Figlie di Maria
Ausiliatrice seguire
le orme delle pioniere
per ravvivare il fuoco
missionario delle origini.
Dicembre 1877: dopo quasi un
mese dalla partenza dall’Ita-
lia, la nave attracca nel porto
di Montevideo, Uruguay. Appena a
terra, le missionarie scrivono a Mor-
nese: «Nel bastimento abbiamo po-
tuto capire quanto bisogno ci sia di
far conoscere e far amare Dio e noi
ardiamo dal desiderio di darci alle
anime…».
È la prima tappa di un lungo
cammino che porterà le religiose
verso terre inesplorate, in cerca dei
più poveri, con la passione del
Vangelo.
A 130 anni di distanza, con condi-
zioni logistiche differenti e mezzi di
trasporto molto più confortevoli ed
efficienti, altre suore salesiane ri-
percorrono gli stessi cammini.
Il primo itinerario del PEM (Pro-
yecto de Espiritualidad Misionera),
voluto da madre Antonia Colombo,
superiora generale, vede un gruppo
internazionale di Figlie di Maria Au-
siliatrice riunite a Montevideo, sulla
riva sinistra del Rio de la Plata. Ri-
vivono l’arrivo delle prime sei mis-
sionarie meditando sulle memorie
del tempo.
Le pioniere avevano dovuto atten-
dere che finisse la quarantena sotto
il sole dell’isola Flores, poi erano
state accolte, condotte dal Vescovo e
accompagnate al monastero della Vi-
sitazione perché la loro casa non era
ancora pronta. Oggi le comunità del-
le FMA sono tante e a Villa Colón si
conserva ancora il quadro di Maria
Ausiliatrice, che Don Bosco aveva
Il logo del “Progetto di Spiritualità
Missionaria”.
donato alle missionarie. Un quadro
originale nel quale Gesù Bambino
sorride e sembra dare speranza an-
cora oggi. Proseguendo per Las Pie-
dras, il passato viene incontro alle
suore salesiane di oggi attraverso la
lettera di Maria Domenica Mazza-
rello che trasuda serenità e affetto:
«… continuate sempre a stare alle-
gre, ad amare il Signore. Fate in
MAGGIO 2007 BS

3.9 Page 29

▲back to top
Carmen de Patagones: lavoro di gruppo lungo le rive
del Rio Patagones.
Carmen de Patagones: ripercorrendo i luoghi
della memoria.
modo di calpestare l’amor proprio,
fatelo friggere ben bene… amatevi
l’una con l’altra». Oggi come ieri,
le stesse difficoltà, le stesse strategie
di santità.
Dopo alcuni giorni, come le mis-
sionarie della seconda e terza spedi-
zione, il gruppo si trasferisce in Ar-
gentina, a Buenos Aires dove resta il
luogo del primo ranchito, nel quale,
come spiegava la direttrice suor
Maddalena Martini, non pioveva den-
tro quando non pioveva fuori. Segue
una visita al quartiere malfamato di
La Boca, tra immigrati e massoni.
Dappertutto si sente ancora viva la
presenza di Cagliero e Costamagna,
di Bodrato e Fagnano. Meravigliosi
figli di Don Bosco, gli apripista delle
prime spedizioni missionarie.
LUNGO LE STRADE
DELLA PATAGONIA
Dal settembre al novembre 2006,
si è realizzato un secondo itinerario
che ha permesso alle partecipanti,
provenienti da dieci nazioni ameri-
cane e dall’Italia, di rivivere l’av-
ventura delle prime FMA che da
Carmen de Patagones e da Viedma
estesero la loro azione educativa
evangelizzatrice in tutta la valle del
Rio Negro fino alla cordigliera andi-
na, insieme con i figli di Don Bosco.
Nelle varie case visitate, il gruppo
ha potuto far esperienza e celebrare
la vita delle origini partendo dal
contatto diretto con documenti, og-
getti, ambienti dell’epoca, letture
meditate delle sintesi biografiche e
molti momenti di condivisione. C’è
stata anche la possibilità di vivere
una forte esperienza d’Istituto, gra-
zie all’accoglienza generosa e genti-
le delle comunità. È risultato molto
significativo il contatto con figure
di grande santità come il giovane
mapuche Zefirino Namuncurá e il
coadiutore Artemide Zatti.
A Junín de los Andes, il gruppo ha
potuto conoscere meglio, approfondi-
re e celebrare la vita e la santità di
Laura Vicuña, partendo dall’ambien-
te naturale in cui ha vissuto i suoi ulti-
mi anni. Il contatto con la natura e i
viaggi realizzati attraverso le terre
sconfinate della Patagonia sono stati
di grande aiuto alla riflessione e han-
no destato sentimenti di forte com-
mozione. L’unità dell’itinerario è sta-
ta accentuata dal filo conduttore bi-
blico-salesiano del Buon Pastore, in
grande sintonia, tra l’altro, con il con-
testo patagonico.
RIFLESSIONI
Suor Carmen Elena Rivera, co-
lombiana, missionaria in Argentina
e ora in Bolivia, nonostante avesse
una buona conoscenza dell’avventu-
ra delle pioniere, ha pure desiderato
partecipare a questo pellegrinaggio
della memoria e ci ha detto: «Siamo
state invitate a ritornare al primo e
unico amore per la missione, con il
cuore e la passione di Don Bosco e
di Madre Mazzarello, con quel co-
raggio indispensabile per calare in
“acque profonde». La vita di comu-
nione vissuta in queste settimane è
stata, di per sé, un gesto di missio-
ne, di armonia tra unità e diversità.
Nelle partecipanti si è manifestata
l’ansia di lanciare lo sguardo oltre
“il proprio orticello”.
Il gruppo ha visto, udito e toccato
con le proprie mani quella “primave-
ra d’impegno missionario” nella per-
General Roca: scorrendo le fonti
della memoria.
sona di quelle sorelle e di quei fratelli,
che per primi hanno attraversato l’o-
ceano. «Una cosa che mi ha impres-
sionato – continua suor Carmen Ele-
na – è l’aver scoperto come FMA ed
SDB lavorassero in comunione. Era-
no coscienti di essere segni del Re-
gno, unendo al compito principale di
annunciare il Vangelo di Gesù, l’im-
pegno di promuovere una vita digni-
tosa per tutti. Sono meravigliose le
opere che hanno realizzato in tempi
difficili e con pochi mezzi».
Entro quest’anno sarà effettuato un
altro pellegrinaggio, che raggiungerà
i luoghi storici di Punta Arenas, sullo
stretto di Magellano; l’isola Dawson,
ora colonia militare, dove FMA ed
SDB lavorarono con coraggio tra gli
immigrati europei e difesero, a costo
della vita, gl’indigeni Onas. Nell’iti-
nerario, è previsto il passaggio a Rio
Grande, alla missione de La Candela-
ria, la creazione di monsignor Fagna-
no nel sud del sud del mondo. Luo-
ghi dove fare memoria significa assu-
mere uno stile di vita, un nuovo slan-
cio missionario.
ٗ
BS MAGGIO 2007

3.10 Page 30

▲back to top
-------- -------- -------- M L IL
ESE IN
IBRERIA
a cura
di
Giuseppe
Morante
ORIENTAMENTI
SSPAILREITSUIAANLAITÀ
FAMIGLIA OGGI
SCINTILLE DI
UN ANNO CON
LE RAGIONI
SAGGEZZA
FRANCESCO DI SALES DEL MATRIMONIO
Racconti di vita
di Gianni Ghiglione
Aspetti di sociologia
di Valentino Salvoldi
ELLEDICI, Leumann (To) della famiglia
Áncora, Milano 2006
2006, pp. 142
di Giulia Paola Di Nicola
pp. 168
e Attilio Danese
Effatà, Cantalupa (To)
La luce del Vangelo e la
2006, pp. 286
capacità di introspezione
dell’animo umano danno
Nonostante l’aumento di
all’autore l’occasione di ap-
convivenze, divorzi, sepa-
profondire le necessità e i
razioni e altre forme di
bisogni umani illuminandoli
unioni la società italiana è
attraverso racconti di vita.
più consapevole che di-
C’è urgente bisogno di of-
pende dalle famiglie la vi-
frire all’uomo d’oggi orien-
ta della nazione; che un
tamenti di saggezza, di ve-
paese va verso l’estinzio-
rità e di fiducia che lo aiuti-
ne se non promuove una
no a ritrovare l’orizzonte
cultura della famiglia e un
AMORE FONTE
della vita e il suo senso più
“umanesimo familiare”. Se
DI VITA
autentico. L’autore illustra
si tiene conto delle tante
di Lorenzo Macario
con taglio psicologico-mo-
famiglie che fanno espe-
LAS, Roma 2007
rale la parabola dell’esi-
rienza viva di intimità, sta-
pp. 176
stenza, analizzandola nelle
bilità, fecondità, spiritua-
30
sue principali fasi: la sco-
lità; di quelle che orienta-
Il volume si offre come perta dell’amicizia, l’inna- Come un orologio, la vita no i rapporti intrafamiliari
proposta seria e pro- moramento come bisogno, umana ha bisogno di cari- a una ricerca continua di
positiva nel contesto l’amore da considerarsi tra ca quotidiana per affronta- comunione nutrita di pic-
del problema educativo l’altro anche come proget- re le vicissitudini della vita. coli e grandi sacrifici, si
odierno. Evidenziando to, la crisi vista come op- In tale prospettiva l’autore confermano i motivi di
gli aspetti fondamentali portunità, il tradimento, il offre ai lettori un pensiero speranza. Occorre risco-
dell’amore, l’autore af- perdono, la fedeltà all’amo- al giorno, tratto dagli scritti prire perché ogni società
fronta l’opera educativa re deluso, il privilegio di in- del Santo Vescovo di Gi- ha attribuito grande im-
che oggi riguarda so- vecchiare.
nevra, per un anno intero, portanza a questo istituto
prattutto i genitori, ma
da vivere in sua compa- primordiale della civiltà
anche altri educatori.
gnia. Ogni giorno una boc- che la Costituzione Italia-
Sottolineando l’importan-
cata d’ossigeno per affron- na ha messo a base di
za degli stimoli positivi
tare meglio il lavoro, le re- una vera e stabile convi-
da valorizzare nella vita
lazioni, le gioie e la fatica venza civile.
dei bambini, afferma il
del vivere. 365 pensieri
bisogno di “riconosci-
tratti dagli scritti del santo
menti e carezze” per
e volutamente lasciati in
crescerli sani. Riferen-
dosi alla pedagogia pre-
ventiva afferma anche
ordine sparso, in modo che
di tanto in tanto ritornino i
temi principali dell’inesauri-
Il.A( r N l
che sono necessari al-
tri elementi per educa-
re nelle complesse si-
bile spiritualità salesiana:
l’importanza dei sacramenti
[ l: L
dell’Eucaristia e della Con- M TRI l
10
tuazioni attuali, come il
fessione; la centralità del-
valore del gioco, il ruolo
l’amore di Dio; l’attenzione
delle fiabe, ecc. Analiz-
alla vita quotidiana vivifica-
za le influenze che ven-
ta dalle virtù; la devozione
gono dall’ambiente fa-
alla Vergine, ecc.
miliare e conclude espo-
nendo quanto il recente
Magistero afferma a pro-
posito del matrimonio e
della famiglia.
MAGGIO 2007 BS

4 Pages 31-40

▲back to top

4.1 Page 31

▲back to top
CAMPI di SE VUOI
itinerari sul tema
della 44a Giornata Mondiale
di Preghiera per le Vocazioni:
UCNO’NISTTEISTUTAZTIOANE
PROBLEMI NEGATI SANTI MISTICI
IL VALORE
AIUTAMI A DIRE ADDIO ANNA KATHARINA
DI UNA ESPERIENZA
Il mutuo aiuto nel lutto EMMERICK
La Scuola Cattolica
e nelle altre perdite
che condivise
di Giancarlo Tettamanti
Edizioni Segno
di Arnaldo Pangrazzi
Erickson, Trento 2006
la passione di Gesù
di Joachim Bouflet
In collaborazione con
il Centro Nazionale Vocazioni
Tavagnacco (Ud) 2006
pp. 142
Paoline, Milano 2007
pp. 144
pp. 390
I limiti della vita umana
fanno sperimentare delle
perdite (una morte improv-
visa, un incidente, abban-
doni coniugali, malattie in-
guaribili…) che lasciano
segni indelebili nella vita
delle persone. C’è chi li
sopporta con decoro, affi-
dandosi al conforto di per-
sone fidate e chi si smarri-
pp. 66
+ Guida Educatori
Z 6,00 cad.
sce sconfortato, ricorrendo
ad ansiolitici e antidepres-
sivi. Esiste oggi per queste
Ragazzi: 6 giorni di Campo per
sentirsi protagonisti nella Storia
persone una risorsa socia-
le: la presenza di gruppi di
mutuo aiuto per persone in
lutto, che sta diventando
sempre più un risorsa so-
della Salvezza e, in questa sto-
ria, dire il proprio SÌ alla Vita.
Ispirato al film “La marcia dei pinguini”.
D. LUIGI VARI, EDUCATORI ACR
(Valmontone/RM) E SUORE APOSTOLINE
31
L’autore sostiene la scuola
cattolica in un Paese, il no-
stro, in cui non si sa che co-
sa sia la libertà autentica di
scuola o – se lo si sa – si fa
di tutto per impedire ch’essa
divenga parte integrante del
vivere sociale ed espressio-
ne autentica di quella libertà
della quale è diritto di tutti i
cittadini di godere. Gli argo-
menti evidenziati, che costi-
tuiscono progetto di ogni
scuola cattolica, sono: la va-
lorizzazione dei soggetti, il
coinvolgimento dei genitori,
la scuola vista come comu-
nità educante, il bisogno for-
mativo, il dovere di program-
mare piani di studio perso-
nalizzati, la necessità di cor-
si formativi per i docenti, l’u-
tilizzo di strategie didattico-
educative aderenti ai reali
bisogni dei giovani: educare,
insegnare, correggere, inco-
raggiare, indirizzare…
ciale importante, condivi-
dendo la propria vulne-
rabilità con le persone che
si sintonizzano sulla stes-
sa lunghezza d’onda. Gli
itinerari proposti illustrano
la mappa di un viaggio
che intende aiutare chi è
in lutto a uscire dal labirin-
to del dolore.
Si dà visibilità a una delle
più grandi mistiche di tutti i
tempi. Oltre i dati ufficiali,
balzano in primo piano le
testimonianze del dottor
Wesener, medico curante.
Da miscredente, sente par-
lare di lei nel fumo di una
taverna e le si avvicina con
un fardello di prevenzioni;
ma quando la sente parla-
re di dettagli di cui lui solo
è a conoscenza, capisce di
trovarsi di fronte a una
creatura eccezionale, che
lo riporterà alla fede. Il suo
Diario è di primaria impor-
tanza per la sua attendibi-
lità, perché segue con af-
fetto e attenzione, nel cor-
so di undici anni, il cammi-
no della sua paziente e le
vere e proprie sevizie che
dovrà sopportare, in con-
vento e fuori da esso. Il te-
sto vuole dimostrare che ci
troviamo di fronte a una
Adolescenti: 6 giorni di Campo
sulla storia di Giuseppe (Gn 37-50)
per riscoprirsi amati da Dio e
chiamati a realizzare, attraverso il
SÌ all’amicizia e alla fraternità, il
Suo progetto di solidarietà e di
comunione.
ÉQUIPE EDUCATORI GIOVANISSIMI DI AC
(DIOCESI DI ALBANO LAZIALE/RM)
E SUORE APOSTOLINE
Giovani: 5 giorni di Campo per
ascoltare e vivere le parole di li-
bertà di Dio contenute nel Deca-
logo, per fare della propria vita
un SÌ a Dio... un canto di libertà
e un dono d’amore per tutti!
D. WALTER LOBINA SSP,
LETIZIA MOLESTI E SR. LAURA CENCI AP
MESSAGGI VOCAZIONALI DI VITA
7 note con slogan vocazionali
per l’animazione e la catechesi
+ Pentagramma per applicarle
Li puoi trovare nelle Librerie
San Paolo, Paoline o altre
librerie religiose
SUSSIDI VOCAZIONALI AP
Suore Apostoline - Via Mole 3
NCcsrdihoOeOienrNeRcovatRaetStatcnIoISmqgliuoPFceinhsAOnoteatNeVrsoeDeEavgpENlanrlNeeDnasZnlIasroTAiotsiA.rlpseicIiePhlpiltbiEiteobirvRssert-ei-i
Editrici.
creatura che ha esercitato
le virtù in modo eroico.
00040 CASTELGANDOLFO/RM
tel. 06.932.03.56 - sussidi@apostoline.it
Per altro materiale vocazionale:
www.apostoline.it
BS MAGGIO 2007

4.2 Page 32

▲back to top
ON LINE
Breve profilo del salesiano coadiutore Pierre Octave Fasanì (1925-2004)
italo/savoiardo.
QUANDO L’ARTE
È UNA PASSIONE di Giancarlo Manieri
Presentammo Pierre Octave come
pittore di un Cristo crocifisso,
giusto un anno fa (BS maggio 2006).
Vogliamo ora tornarci sopra per
farlo conoscere come “salesiano
coadiutore” oltre che come artista.
32
-Il Maestro Pierre Octave Fasani (18/04/1925-06/08/2004).
T imido, un po’ introverso ma gentile e altruista,
Pierre Octave ci teneva al proprio cognome “sa-
voiardo”, perché nella Savoia era nato, anche se i
genitori erano ambedue italianissimi, e certamente l’e-
lettricista Fasani, suo padre, non si sognava di farsi
chiamare Fasanì nella sua Valcamonica. Ma là a Bourg
St. Maurice, dove i figli erano nati, fu giocoforza accet-
tare l’accento sulla “i” del cognome, e a chiamare i figli
Louis, Pierre Octave e Dominique. A chi gli faceva no-
tare che il suo cognome, nonostante il nome, era italia-
no, lui ripeteva: “Rien a faire, non mi prendi più (sottin-
teso: con il nome italiano), mi chiamo Fasanì”. Forse il
suono francese contribuiva a dare un tocco artistico al
cognome, anche se poi lui lo spiegava… in piemon-
tese: “Em cjamu Fasanì, t’en ciapi pà pü!”. Due salesiani
coadiutori sono all’origine della sua vocazione salesiana
e della sua vocazione artistica. Uno fu Sebastiano Sa-
cristani scultore e intagliatore, l’altro Sebastiano Conca,
il maestro degli scultori in legno, che lo iniziò ai segreti
dell’intarsio e dell’intaglio. Sembrava essere quello il de-
stino della sua vita, ma i laboratori di falegnameria, com-
plici le macchine sempre più sofisticate che si stavano
inventando, avevano sempre meno alunni apprendisti,
fino ad arrivare alla chiusura definitiva.
A SAN BENIGNO
Pierre Octave, finito il magistero, periodo di approfondi-
mento professionale e religioso, approdò a San Benigno
Canavese nel 1945. Ci resterà fino alla morte, avvenuta
MAGGIO 2007 BS
59 anni dopo. L’antico palazzo abbaziale fatto costruire
verso la fine del Settecento dal cardinale Vittorio Ame-
deo Delle Lanze, passato ai salesiani, divenne la sua
dimora, il suo campo di lavoro e di apostolato e la sua
scuola, sotto l’occhio di un artista raffinato quale il mae-
stro Concas che lo perfezionò nel disegno di ornato e
nella scultura in legno. San Benigno era allora un “inter-
nato”, e Fasani/Fasanì divenne “assistente” di studio, di
laboratorio, di cortile, di camerata. Questi i doveri “di
obbedienza”. Quando era libero dagli impegni in casa, si
fiondava all’oratorio per l’assistenza, la catechesi e il cal-
cio che era la sua passione del tempo libero. Organizza-
va tornei e faceva da arbitro autorevole e imparziale, o
discuteva di calcio con i ragazzi che ne ammiravano la
competenza. Ma giocava anche volentieri e i giovani
avevano un bel da fare a “marcarlo”: con quel suo fisico
-asciutto, atletico e scattante li “scartava” con una facilità
da manuale. E i portieri temevano, quando il gioco si
Il maestro offre uno dei suoi dipinti a papa Paolo VI.

4.3 Page 33

▲back to top
ALESIANI COADIUTORI
-Il collegio salesiano di San Benigno Canavese.
La Torre del Ricetto, atelier ed esposizione permanente
di Pierre Octave.
svolgeva nei pressi della loro area, la sua micidiale rove- nostro è passato alla
sciata che chiamavano “alla Parola” dal calciatore della storia come il pittore
Juve Carlo Parola che gli inglesi chiamarono il “Mister del “bois brulé”, una
rovesciata”. Impossibile non accennare al resto dell’atti- tecnica da lui inventa-
vità salesiana di Fasani: l’animazione dei gruppi, allora ta alla fine degli anni
chiamati “compagnie”, la recita di sketch o quella più sessanta e che se-
impegnativa di operette, con relativi canti e musica. Il gna la sua maturità
33
nostro, tanto per completare la sua formazione, tra le artistica. Gli effetti di
altre cose imparò a suonare il flauto traverso ed entrò a questa tecnica han-
far parte della banda dell’istituto.
no sorpreso e mera-
Quando, in un incidente stradale, scomparve il mae- vigliato critici d’arte
stro Concas, nel 1963, fu lui a raccoglierne l’eredità e e galleristi che inizia-
guidare il laboratorio. Nel 1958 aveva conseguito il rono a contenderse-
diploma del Corso Superiore dell’Istituto Statale l’Arte lo. Il manifesto del
“Bernardino di Betto” a Perugia e nel 1961 l’abilitazio- “bois brulé” è consi-
ne all’insegnamento del disegno.
derato “La ragazza
LA SVOLTA
dei fiori” del 1972,
un volto carico di
L’anno 1979 costituì nella sua vita di artista una vera
svolta. Il comune gli affidò la “Torre del Ricetto” come
atelier e per l’esposizione personale permanente aperta
al pubblico. Fu un grande riconoscimento, prima di tutto
spiritualità, risulta-
to dell’attenzione
del maestro al mi-
stero della persona
I “La ragazza dei fiori” (1972),
manifesto del “bois brulé”,
la tecnica inventata
dal nostro.
ai salesiani nel 1° centenario della loro venuta e in “imago Dei”. La città, la natura, la Bibbia, la persona, la
secondo luogo al maestro Fasani, i cui lavori erano Madonna, il Cristo: questi i suoi temi. Alcune sue ope-
ormai conosciuti e apprezzati un po’ dovunque. Così la re, soprattutto le ultime, appaiono molto tormentate e
Torre, costruita nel 15° secolo assieme alle mura per forse riflettono il suo animo altrettanto tormentato,
difendere il paese, divenne Torre Fasani. Da lì usciranno soprattutto negli ultimi anni in cui una fastidiosa labirin-
i capolavori di Pierre Octave come l’“Apocalisse”, la “Via tite gli procurava continui e seri problemi di equilibrio e
Crucis”, il “Cristo delle Genti” (m 7 x 3) esposta alla di deambulazione. Spesso la notte cadeva dal letto e
mostra del Concilio Vaticano II nel 1962, un Cristo che passava il resto del tempo in bianco, per cui era
s’incarna nella città tentacolare moderna la quale nella costretto a fermarsi a dormire nella mattinata fin oltre il
frenesia delle sue costruzioni, dei suoi affari, delle sue mezzogiorno. Il 6 agosto 2004, giorno della trasfigura-
imprese, dei suoi scandali tende a dimenticare Dio. Un zione, si alzò tardi, come nei giorni più neri e faticosi,
Cristo le cui lunghe braccia vogliono ri-abbracciare un fece un po’ di colazione e uscì per la solita passeggia-
mondo che va perdendosi. L’opera sembra preludere ta. Non tornò più. Venne trovato cadavere nel letto del
alla nuova evangelizzazione di papa Wojtyla. Costituisce torrente Marmore, all’altezza del ponte che lo attraver-
probabilmente il punto più alto della concezione artisti- sa. Con ogni probabilità un improvviso malore lo ha fat-
co/pittorica di Pierre Octave. Fasani fu anche scultore: il to cadere di sotto, mentre stava percorrendolo. Pierre
suo ultimo lavoro fu proprio il bronzo di una “Madonna Octave, è fuor di dubbio, sarà ricordato tra i grandi
con Bambino”, terminato nell’anno della sua morte. Ma il salesiani della Congregazione.
BS MAGGIO 2007

4.4 Page 34

▲back to top
- COME DON BOSCO
l ’educatore
di Bruno Ferrero
LA GRAZIA calma, il rilassamento, il silenzio.
Hanno bisogno che qualcuno insegni
DI UNA VITA SANA loro i fondamenti dell’igiene persona-
le, il buon gusto nel vestire e nel
mangiare, il rifiuto senza mezzi ter-
mini del “cibo spazzatura”, la gioia di
Il nostro corpo è sempre più importante. Noi e il nostro corpo
un corpo che funziona bene. Devono
essere educati a vedere e ascoltare
siamo destinati a farci compagnia per molti e molti anni. il “bello”, a sentire il proprio fisico co-
Il corpo deve quindi “durare” e la forma fisica
spesso determina la qualità della vita.
me un magnifico dono e un “capitale”
da salvaguardare. Infine, i genitori
devono parlarne spesso con i figli
con molta chiarezza. È meglio parla-
re di argomenti che riguardano la sa-
E siste una forte connessione
tra vita sana, vitalità persona-
le, alta stima di sé, ottimismo,
energia. Sentirsi bene e a proprio
prendono cura di se stessi fisicamen-
te e moralmente. Genitori “disinvolti”
con alcol e fumo o esageratamente
sedentari non possono certo essere
lute sin dall’infanzia, così che, dive-
nuti adolescenti, i figli abbiano alle
spalle molte ore di conversazione.
L’argomento salute per gli adole-
agio con se stessi può aiutare i no- “proibizionisti” con i figli. Gettare le scenti copre una vasta gamma di
stri figli a superare molte difficoltà. I basi di un sistema di vita sano richie- argomenti, tra cui tutti i grandi temi
genitori sanno che devono aiutare i de un investimento costante di tempo che più suscitano preoccupazione
figli a sviluppare un’idea sana di sé, ed energia. Significa instaurare un (droga, sesso, alcol, guida) oltre ad
che non dipenda dalla pressione dei equilibrio stabile nella vita quotidiana: altri meno pressanti ma ugualmente
compagni né dal desiderio di essere trattare il proprio corpo con gentilezza importanti, dall’usare lo spazzolino
popolari, e a trattare il proprio corpo e cura; ritagliare del tempo per l’atti- e il filo interdentale, al mangiare be-
con gentilezza e rispetto, indipen- vità fisica, per socializzare, per ripo- ne al fare esercizio fisico.
dentemente da quello che fanno gli sare (il sonno è rivitalizzante), riflette-
34
altri. Per raggiungere questa meta
devono agire in tre grandi direzioni.
re, svolgere attività creative. I nostri
ragazzi devono essere aiutati a crea-
᭿ I genitori devono dimostrarsi
una fonte credibile e affidabile di
re e sviluppare poi la propria formula informazioni il prima possibile. È quasi
᭿ La prima è l’esempio. In questo per trovare un equilibrio tra essere impossibile iniziare una discussione
campo è davvero inevitabile. Forse, sovraccarichi di attività e “vegetare”, sulla salute se si aspetta che i figli ab-
se i genitori intuissero quanto il loro tra essere incollati al computer o alla biano compiuto quattordici anni. Se
esempio è importante per i figli, sa- televisione e rimanere ore in palestra, c’è vera fiducia tra genitori e figli, tutti i
rebbero più motivati a mantenere uno tra lo stare sempre con gli amici e ce- problemi possono essere risolti. È
stile di vita sano. Le abitudini apprese
in famiglia rivestono un ruolo fonda-
mentale, perché diverranno gli stan-
nare a casa con la famiglia. La se-
conda è un vero e proprio allena-
mento sensoriale. I bambini impara-
ugualmente importante neutralizzare
gli effetti di una cultura onnipresente
e feroce che impone a tutti di avere
dard “normali”. I ragazzi osservano i no attraverso il movimento, l’attività fi- un certo aspetto: riviste, film e televi-
genitori e si accorgono se i genitori si sica, i gesti ma anche attraverso la sione ci assediano con immagini di
perfezione fisica che risultano assolu-
tamente inarrivabili per la gran parte
di noi. Sebbene si tratti di una pres-
sione culturale con cui le ragazze
hanno a che fare ormai da tempo, il
fatto che riguardi anche i maschi è un
aspetto più recente. Non molti adole-
scenti, e adulti, hanno un corpo che
appare snello, sexy e muscoloso co-
me quelli delle immagini che vedono
su ogni genere di media. Esistono
modelli realizzati al computer che im-
pongono standard impossibili. La dif-
ferenza tra questi ideali irraggiungibili
e la realtà imperfetta del nostro corpo
può scatenare un rapporto molto criti-
co verso il proprio corpo. Gli adole-
scenti sono molto sensibili a questo
MAGGIO 2007 BS
I È fondamentale che i genitori
intuiscano quanto il loro esempio
sia importante per i figli.

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
NON È SOLO
UN INVOLUCRO
Quando le scuole propongono ai loro alunni
un corso di educazione sessuale, spesso arrivano tardi a un
appuntamento che la famiglia ha già lungamente disertato.
II ragazzi si accorgono se i genitori
si prendono cura di se stessi
fisicamente e moralmente.
Genitori “disinvolti” con alcol
e fumo non possono poi essere
“proibizionisti” con i figli.
genere di pressione. In primo luogo,
perché sono già a disagio con il pro-
prio corpo per via degli enormi muta-
menti ormonali e la rapida crescita
che stanno vivendo. In secondo luo-
go, la loro personalità non è ancora
tanto salda da tollerare i propri limiti
fisici. In pratica, non hanno ancora
imparato ad accettarsi. Come se non
bastasse, coetanei e compagni esor-
cizzano i propri difetti ingigantendo in
modo brutale quelli degli altri.
᭿ I genitori devono trovare un mo-
do per equilibrare le onnipresenti
immagini dei media con commenti
sani e realistici. Possono richiamare
l’attenzione sulle atlete che sono in
perfetta forma e di certo non sottili co-
me modelle, oltre che su attori e per-
sonalità dei media che non sono per-
fetti da un punto di vista fisico. Pos-
sono ricordare ai ragazzi che sport e
attività richiedono in genere corpora-
ture diverse a seconda della specia-
lità. Serve inoltre far loro spesso dei
complimenti, ed essere anche molto
pazienti con le ossessioni legate all’a-
spetto. Una preoccupazione che è in
realtà un passaggio fondamentale per
adattarsi ai cambiamenti nel corpo e
creare un’immagine di sé più solida. Il
modo in cui gli adolescenti percepi-
scono il proprio corpo è un importan-
tissimo elemento della personalità che
si sta formando. Più li trattiamo con
gentilezza e comprensione, in que-
sto periodo, più sapranno sviluppare
un’immagine positiva di sé. Migliore
sarà questa immagine, migliore sarà
anche il modo in cui si prenderanno
cura di se stessi.
P er quanto gli insegnanti si im-
pegnino in una comunicazione
corretta, è fin troppo evidente
che ai ragazzi non servono tanto delle
informazioni scientifiche, quanto il po-
ter respirare un clima educativo in cui
la corporeità, la sessualità e l’affetti-
vità vengono poste in sintonia e te-
stimoniate come valori decisivi per la
maturità della persona. È un impe-
gno, questo, che nessuno può inter-
pretare meglio della famiglia che di-
spone di legami permeati dal valore
dell’intimità e di una quotidianità che
consente di graduare i messaggi e le
situazioni che portano i ragazzi a sta-
re bene con stessi e con gli altri. Va-
lorizzare il corpo è un cammino lungo
che comincia subito, in pratica, im-
mediatamente dopo la nascita. Per
aiutare i figli a scoprire come tenere
in equilibrio la propria e l’altrui fisicità,
è necessario un paziente allenamen-
to a mediare il desiderio di prossimità
e l’esigenza di un progressivo allonta-
namento dei genitori, fondamentale
per costruire in modo corretto il pro-
prio stare nel mondo.
᭿ Ci vogliono attenzione, impegno
e competenza perché i piccoli ap-
prendano il linguaggio del proprio
corpo, comprendendo che esso è lo
strumento con il quale esprimere i
propri sentimenti, entrare in contatto
con la realtà, compiere azioni, co-
struire oggetti, situazioni ed eventi. È
difficile acquisire questa consapevo-
lezza, senza dare nulla per scontato;
talvolta bisogna perfino attendere una
temporanea invalidità, per riconosce-
re quale grande dono è messo a di-
sposizione di tutti e per poter vivere
una vita autonoma e degna. Un dono
che bisogna promuovere e difendere
da tutti i messaggi e le pratiche nega-
tive che la società mette in evidenza,
suggerendo che il corpo può essere
considerato poco più di un involucro,
I I piccoli apprendano il linguaggio
del proprio corpo, comprendendo
che esso è lo strumento con
il quale entrare in contatto con la
realtà, costruire oggetti, situazioni.
da abbellire con lo stesso gusto este-
tico con cui si impacchetta un regalo
o si incornicia una foto. A partire dalla
casa, occorre invece creare una co-
municazione più esigente: io non ho
un corpo, io sono un corpo; la mia
persona, la mia identità non possono
prescindere da questa realtà. Pertan-
to, devo accettarmi e amarmi per
quello che sono, anche dal punto di
vista fisico, se voglio custodire l’au-
tenticità della mia esistenza. Da noi
genitori i ragazzi si aspettano molto:
BS MAGGIO 2007

4.6 Page 36

▲back to top
che sappiamo testimoniare loro il ri-
spetto e la dignità del corpo, rinun-
ciando a qualsiasi forma di mortifi-
cazione e di violenza fisica, anche
quelle che vengono mascherate da
pretese educative; che proponiamo
senza ipocrisia e integralmente il
valore del pudore; che additiamo la
bellezza, anche quella fisica, come
il punto di arrivo di una ricerca inte-
riore molto seria; che presentiamo
la sessualità come una disponibilità
di comunione con l’altro profonda,
esigente, esclusiva e – possibil-
mente – definitiva.
᭿ Tutto questo viene veicolato
dall’esempio dei genitori, dalle loro
parole, ma ancor più attraverso
contatti fisici capaci di produrre si-
curezza, benessere, calore; e se
può apparire ancora normale ripro-
porre ai piccoli la condizione mera-
vigliosa di protezione che una vita
nascente sperimenta nel grembo
della propria madre, vale la pena
anche con i ragazzi più grandi con-
36
tinuare a utilizzare in modo discreto
il linguaggio della comunicazione
corporea. Questa insistenza è ne-
cessaria perché gli adolescenti han-
no bisogno di ulteriori rinforzi, quan-
do devono proteggere il proprio cor-
po dagli indiscreti che vogliono trat-
tarlo come un oggetto, o sottrarlo a
quanti pensano che il corpo sia sol-
tanto una macchina che va usata in
modo più o meno efficiente (penso
agli equivoci che talvolta si ingene-
rano nell’ambito delle esperienze
legate allo sport). A tutto questo
credo che una famiglia cristiana
debba aggiungere un altro elemen-
to fondamentale: il corpo è il tram-
polino di lancio nel cammino verso
la santità. Non a caso, ogni com-
portamento che attenta alla sua in-
tegrità diventa un peccato. Questo
non vuol dire stabilire a priori ciò
che è lecito e quel che è vietato fa-
re del corpo e con il corpo; piutto-
sto, accorgersi davvero che esso è
il tempio dello spirito, uno spazio
abitato dalla consapevolezza che
proprio l’unità del proprio essere
consente di incontrare l’amore di
Dio. D’altronde non è un caso che
nell’esperienza cristiana il corpo as-
suma un valore sacramentale, che
esprime compiutamente il progetto
di Dio: farsi somigliante all’uomo
per salvarlo da ogni male.
MAGGIO 2007 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
Classe 1944, è nato a Varallo Pombia
(NO), ed è diventato salesiano nel
1963. Ha svolto il suo apostolato
in varie case salesiane del Piemonte
e ultimamente è economo presso
l’UPS… Artista del pennello,
non ha mai smesso di produrre.
FRANCO PARACHINI
CHIAMATO
A DIPINGERE LA FEDE
T utto a gloria di Dio! Potrebbe
essere lo slogan che riassume
la vita, gli intenti e l’opera ar-
tistica di un salesiano che ha tradotto
la sua vocazione religiosa in impegno
sociale ed estro artistico. Parlando di
don Franco, è d’obbligo il riferimento
alla parabola dei talenti: segue il Si-
gnore chi non spreca un dono gratui-
tamente ricevuto ma è capace di farlo
fruttificare in misura maggiore rispet-
to a quanto gli è stato donato. La stra-
da da seguire molte volte ha genesi
impensate: spinte familiari se si è figli
d’arte, episodi fortuiti, situazioni o
motivi necessitanti che in determinate
occasioni hanno dato il primo impul-
so allo sbocciare di un’attività artisti-
ca. Per don Franco in un certo senso
la strada era già scritta nei geni di fa-
miglia. Un rapido censimento e si tro-
vano subito altri artisti della gens: il
prozio Pietro, con importanti decora-
zioni in chiese milanesi e torinesi, i
figli Achille pittore e Alfredo decora-
tore che hanno lasciato tracce in chie-
se e palazzi a Torino e dintorni, e an-
cora Lidia Parachini, Enrico e Pierlui-
gi Baffoni, Carla Grasselli…
᭿ Per quanto riguarda il nostro, il
sapiente uso dell’acquerello e i tratti
cromatici impiegati non lasciano dub-
bi sull’interpretazione e sui valori di
fede che fanno da cardine all’intera
produzione. I toni lievi, quasi mistici,
il fraseggio delicato, le nuance morbi-
de, le linee ricurve, i soggetti disegna-
ti a tratti essenziali ma inconfondibili
e immersi in tinte che richiamano la
luce, la vita, la libertà dello spirito,
costituiscono le caratteristiche princi-
pali dei suoi lavori. Alcuni dei suoi
personaggi sembrano nascere dalla
luce, o appartenere al paesaggio fin
quasi a formare un tutt’uno con es-
so. Il tutto offre una visione di una
delicatezza unica.
᭿ Non si stacca da questo schema il
crocefisso che presentiamo. Il mo-
mento del più tragico dolore del Fi-
glio di Dio è rappresentato con inten-
sità e nello stesso tempo con la solita
levità: una sofferenza lancinante, ma
non disperata, un momento tragico
(ne fa fede il volto di Gesù semina-
scosto da una chioma che arriva fino
al petto), ma riscattato dalla postura.
Il corpo del crocefisso, infatti, sembra
avere ancora fremiti di vita, le braccia
sembrano trasformarsi in ali, pronte a
spiccare il volo verso l’alto, preludio
di risurrezione. La scena, essenziale,
è falciata da fasce oblique di luce che
vogliono indicare la strada verso il
Cielo aperta da quella morte. Una
croce, quella del Cristo, non piantata
a terra, ma che da terra si stacca, non
più schiava di collanti terrigni.

4.7 Page 37

▲back to top
LAETARE
ET BENEFACERE…
37
AFORISMI di Francesco Ferrara
1) Molti calvi vorrebbero avere
“un diavolo per capello”
2) Che tristezza essere felici
senza accorgersene!
di Aloi & César
BS MAGGIO 2007

4.8 Page 38

▲back to top
per raSgFazIzDi,EgPeEnEiTtRoIrCi,HedEucatori
LA VITA
NELLA MORTE
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
“AMO LA VITA
E SE LA MORTE
FA PARTE DI ESSA
UGUALMENTE
L’AMERÒ”, è la
testimonianza di una
giovane – Maria
Giovanna Modaffari –
di cui il BS ha parlato
nel numero
38 di Luglio/agosto 2002.
tbasecoceemiVromlhrntLLnleorAeL’eoaeaitnrm’aaeLncalmvbampèho.OeiertonemooaanraRrnmteosetemttrireIaaatpifiperrnmcaIerderN.ieorzio.pqnliDlnauaauQatrinaaotvcegUc,n,iotoatpaudnEosenenptiSrilleeocltaauClsiTrlòmtiapvsraIeeèiocOvtlaarer’iiuiettm,NeaonicnlmrcEuieazòhmlaam;tercgauaohidsvnn-re-iaee
sauttaLaacacuvaittemaneètincdtioteàgg. nraanddieusneavmisosruetae
di un
nella
Dio è amante della vita (cfr.
Sap 11,24) e coinvolge l’uo-
mo in questa storia di amore.
Si può, dunque, affermare senza ti-
more di essere smentiti che la vita
dell’uomo nasce dall’amore, quello
di Dio ovviamente, ed è suo dono,
sua immagine e impronta, partecipa-
zione del suo soffio vitale. Difende-
re e promuovere, venerare e amare
la vita è – come diceva il grande pa-
pa Wojtyla – un compito che il
Creatore affida a ogni uomo, chia-
mandolo, come sua palpitante im-
magine, a partecipare alla signoria
che Egli ha sul mondo. Ma, se Dio è
Dio, non può esercitare questa sua
signoria come arbitrio minaccioso,
bensì come cura e sollecitudine
amorosa nei riguardi delle creature
che la sua fantasia ha inventato. Se è
vero che la vita dell’uomo è nelle
mani del “suo Fattore”, non è meno
vero che queste sono mani amorevo-
li come quelle di una madre che ac-
coglie, nutre e si prende cura del suo
bambino: “Io sono tranquillo e sere-
no come bimbo svezzato in braccio
a sua madre, come un bimbo svezza-
to è l’anima mia” recita sorprenden-
MAGGIO 2007 BS
I La mani di Dio sono amorevoli come quelle di una madre che accoglie, nutre
e si prende cura del suo bambino: “Io sono tranquillo e sereno come bimbo
svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia”.
temente il salmo 131,2. Così nelle
vicende dei popoli e nella sorte degli
individui Israele non vede il frutto di
una pura casualità o di un destino
cieco, ma l’esito di un disegno d’a-
more con il quale Dio raccoglie tutte
le potenzialità di vita e contrasta le
forze di morte che nascono dal pec-
cato: “Dio non ha creato la morte e
non gode per la rovina dei viventi.
Egli infatti ha creato tutto per l’esi-
stenza” (Sap 1,13-14).
LA VITA UN AMORE
CHE SI PROLUNGA
OLTRE LA MORTE
Ma nella prospettiva di fede, l’a-
more per la vita non incontra nella
morte la distruzione di tutto. La
morte fa parte della vita. La vita
terrena costituisce il massimo be-
ne, un bene supremo, ma l’espe-
rienza di amore per questa vita non
tramonta, continua in una nuova
dimensione che passa per la comu-
nione e l’amicizia con Dio, e si
prolunga oltre la morte, nella vita
ultraterrena. La vita è veramente
tale ed è degna di un amore e attac-
camento grande se vissuta nella
sua autenticità. La fede cristiana
individua l’autenticità della vita
nell’unico che può dare vita alla vi-
ta dell’uomo, avendola in sé come
fonte (Gv 1,4) Cristo che la morte
l’ha vinta alla grande! Così, l’uo-
mo è chiamato ad amare la propria
vita perché Dio stesso l’ha assunta
– in Gesù di Nazareth – come uni-
ca e irrepetibile. È chiaro quindi
che l’amore per la vita si allarga a
quello per la vita eterna e quest’ul-
timo arriva a identificarsi con la
salvezza (Gv 17,2). La preziosità

4.9 Page 39

▲back to top
della vita dell’uomo è indicata dal-
la scelta di Cristo, morto per porta-
re vita all’uomo (Costa).
UNA TESTIMONE
DELLA VITA
Maria Giovanna Stella Modaf-
fari (1973-1997), una ragazza di
Barcellona (Messina), insignita
della Laurea alla Memoria da parte
dell’Università di Messina, nella
fresca corrente salesiana dell’ora-
torio FMA, ha conquistato il cuore
di altri giovani con un amore per
la vita che è andato oltre l’orizzon-
te visibile. Amava profondamente
la vita. “Il dono più bello che mi
sia stato fatto è la vita”, amava
scrivere negli appunti del suo dia-
rio pur consapevole della malattia
genetica che l’affliggeva, la fibrosi
cistica, e che non poteva lasciarle
lunghe prospettive di futuro. Un
amore per la vita, sentita come “do-
no”, un dono da accogliere sempre
e da condividere, facendosi solida-
rietà e impegno insieme ad altri
giovani per una pedagogia della
I Maria Giovanna Stella Modaffari
(1973-1997) ha conquistato
il cuore di altri giovani con un
amore per la vita che è andato
oltre l’orizzonte visibile.
CGuQnORuIloFaNUmruleizgFiPozgèRoPoainlOmOtredaoNapurEleplTlatroIpIarNAettreoerMraFrtlarelAtOaànvMolCiat?daIImeGèlIliNaaLavpImAietaortroeteal?a
mdtcoiih“aecNAesammessplpoaloaaar,ctlzeuaemi?godivuaciiat’qaèelmu,spepeeesenrstrtoeiieel?tnllea’zamammadeodirròetee”lld:afumamciapostaroetrertnee?-,
39
speranza nei confronti di ragazzi
che vivono superficialmente e sen- per gli altri, è gioia, dono di sé, Ma il progetto più alto della sua vi-
za prospettive profonde. Giovani speranza, invito al coraggio per ta è indicato nel suo testamento spiri-
per i giovani, giovani pronti alla quanti sono nella difficoltà e nella tuale e che ha voluto sulla sua lapide:
testimonianza cristiana, perché “l’a- sofferenza” (dal diario di Maria Amo la vita, e se la morte fa parte
more è la forza della vita, per sé e Giovanna).
di essa, ugualmente l’amerò. Ha
amato profondamente la vita, un
amore che si è trasformato in impe-
gno per gli altri; ha amato la vita an-
che quando ha dovuto fare i conti con
la sofferenza di una malattia implaca-
bile; ha amato la vita ugualmente,
pur sapendo che la morte bussava or-
mai ogni giorno alla sua porta. Ha
scelto di amare sempre la vita perché
sentiva di dover essere testimone di
speranza in una società che fugge
dalla morte e quindi anche dalla vita.
Amare la vita anche quando la morte
fa parte di essa è vera maturità umana
e cristiana, è confessione di Cristo
come Signore della propria vita, è
partecipazione al suo mistero di sof-
ferenza per la salvezza dell’uomo. ٗ
I Dio ha creato tutto per l’esistenza… Ma il suo capolavoro è l’uomo… di fronte
a questa meraviglia tutto sfiorisce, c’è “IL VUOTO DIETRO” (come recita
il titolo che Manuela Mocellin ha dato a questa sua tela - 2006).
Per saperne di più. Un profilo di Ma-
ria Giovanna si può trovare in Inter-
net nel sito del BS:
http://www.sdb.org/bs/2002/20020716
2.htm
BS MAGGIO 2007

4.10 Page 40

▲back to top
GiDorInBaAteTmToInTdIiali
UNA SFIDA
PER L’EDUCAZIONE
di Severino Cagnin
41a Giornata mondiale
delle Comunicazioni
visione e dibattito su trasmis-
sioni televisive.
Sociali. Una TV maestra
o a noi decidere?
᭿ L’invito ad assumer-
si precise responsabi-
lità è rivolto anche agli
Il messaggio del Papa
ai bambini è per genitori
operatori dei media. È
vero che essi devono
scontrarsi con esigenze
ed educatori.
commerciali e pressioni
ideologiche, ma il bene
comune delle persone
40
Episodi sconvolgenti e impossi-
bili da dimenticare: per esem-
pio ragazzi che violentano una
compagna di giochi e dicono che
chiede decisioni co-
raggiose. Non si deve
perciò abbassare il li-
vello di qualità ai gusti
l’hanno visto fare in TV... E allora
del pubblico, segnala-
giù anatemi a questa corruttrice di
ti dagli indici di ascolto e
minorenni! Ma la TV oggi è come un
di gradimento, ma conquistare
vestito che non si smette mai, nem-
spettatori con prodotti di alta qua-
meno quando si va a dormire. Ormai ti affermano che la TV attuale non lità. Alcuni recenti sceneggiati re-
ce la portiamo in tasca con il telefoni- ha trasmissioni che comunichino le ligiosi hanno ottenuto grande suc-
no. La soluzione? Il bivio non è tra grandi convinzioni etiche. In effetti cesso. Sono allo studio spettacoli
proibire e permettere, la via da per- la prima impressione e la pubblicità musicali e di varietà puliti, diver-
correre si chiama educazione.
sembrano dare loro ragione, ma se tenti e propositivi di valori. Le se-
sfogliamo con attenzione i program- rate con star nella Basilica di
᭿ “I bambini e i mezzi di comuni- mi, troviamo da scegliere in modo sant’Ambrogio a Milano, o presso
cazione: una sfida per l’educazio- giusto. Il quotidiano Avvenire segna- l’Auditorium Santa Cecilia di Ro-
ne”. Con il messaggio di quest’an- la ogni giorno film, dibattiti, docu- ma e la recita dei canti di Dante
no il Papa indica a genitori e/o edu- mentari e spettacoli che meritano la in varie città hanno fatto il pieno,
catori il cammino da seguire per nostra preferenza. I programmi tele- soprattutto di giovani. L’educazio-
formare la persona alla ve-
visivi di RAI 2000, diversi- ne impegna in modo speciale la
rità e alla bontà. Mol-
ficati e adatti a differenti scuola. La TV fa scuola, a modo
fasce di pubblico nel suo, bene o male. E l’istituzione
raggio delle 24 ore, scolastica ufficiale non deve svol-
sono diretti da profes- gere i programmi senza tenerne
sionisti di riconosciuta conto. Al mattino dalla cattedra
serietà. L’associazione l’insegnante non può fare lezione
di ispirazione educativa senza sapere quello che hanno in
AIART nel suo mensile testa gli studenti, spesso saturi da
critica e denuncia program- ore di ascolto/visione serale e not-
mi violenti e volgari, segnala quelli turna. L’avvenire della scuola si
validi e propone iniziative concrete gioca sulla capacità di esperti e
per intervenire presso le istituzioni docenti di inserire armoniosamen-
competenti. Da qualche anno è in te la scuola dei libri e quella della
atto una sperimentazione, limitata TV nella formazione della persona
ma soddisfacente, di Teleforum con dello studente.
ٗ
MAGGIO 2007 BS

5 Pages 41-50

▲back to top

5.1 Page 41

▲back to top
IL VUOTO
di Lorenzo Angelini
Più riempiamo
la nostra esistenza
– di cose, di attività,
di informazioni –
più ci accorgiamo
che è irrimediabilmente
vuota, priva di ciò che
veramente dà sostanza.
canzoni
VARIA
Franco Battiato da sempre è
capace di porsi su un confine
assai sottile: uomo che vive
che “riempiono” il nostro vivere
non producono altro che “senso
di vuoto e vuoto di senso”.
appieno il suo tempo e, insieme,
asceta extra-mondano; uomo col-
᭿ Proseguendo con l’ascolto tro-
to a 360° tra occidente e oriente;
viamo tutt’altro clima: “mi affido
uomo profondamente mistico an-
al vento, ai profumi del tempo /
che se non ufficialmente religioso.
agli umori delle stagioni a meri-
La sua musica, inoltre, è perenne-
dione / pensieri leggeri si unisco-
mente sospesa tra classico e pop- ogni nostro simile si trova fatal- no alle resine dei pini / al silenzio
rock, tra “colto” e “leggero”. Nel-
l’ultimo disco, Il vuoto, questo
mente immerso. Nella musica,
brevi e ripetitivi frammenti melo-
lontano delle nuvole” (Tiepido
Aprile). La musica, a tratti, abban-
41
dualismo si materializza nell’anti- dici si susseguono e si sovrappon- dona i suoni graffianti e rumorosi
tesi “vuoto/pieno”. Il brano d’a- gono senza mai distendersi e l’ar- e approda a timbri più “classici”
pertura, (che ha lo stesso titolo rangiamento è contraddistinto da espressivi e armonici. L’alternarsi
dell’album) è un’amarissima con- ritmi ossessivi e suoni sintetici, di di “ambienti” opposti e la loro
statazione di come il nostro tempo cui perfino gli archi, che a un trat- giustapposizione continua per tut-
sia ormai zeppo di niente, farcito to primeggiano, non riescono a te le altre canzoni del disco. Para-
di nulla, pieno di vuoto. Le parole placare la tensione. L’atmosfera è dossalmente, nei momenti in cui è
(scritte in coppia con il fido Sga- resa ancora più inquietante dalle maggiore il “pieno” (di suoni, di
lambro) sono una serie di slogan e voci filtrate e modificate fino a ri- parole, di concetti, di lingue, di
giochi verbali acconci a esprimere sultare quasi sgraziate. Il messag- voci), è più intensa la comunica-
la condizione esistenziale in cui gio è chiaro: l’affanno e la frenesia zione di vacuità, di pochezza inte-
riore; al contrario, dai momenti in
cui tutto è più rado arriva il mar-
IL VUOTO
di Franco Battiato - Manlio Sgalambro
chio di una confortante pienezza.
La parte pop ed elettronica degli
arrangiamenti (che vede l’inter-
Tempo non c’è tempo / sempre più in
affanno / inseguo il nostro tempo
Vuoto di senso / senso di vuoto
E persone quante tante persone / un
Danni fisici psicologici / collera e paura
stress / sindrome da traffico
Ansia stati emotivi / primordiali males-
seri / pericoli imminenti
vento di gruppi emergenti come
Fsc, Mab, Uzeda) interseca gusti e
tendenze più attuali dando al pro-
dotto piena cittadinanza commer-
mare di gente nel vuoto
E ignoti disturbi sul sesso
ciale e radiofonica. D’altro canto,
Year play rest may way day thing man
your world life
The hand part my child eye woman cry
place work week end
Your end case point government the
Venti di profezia parlano di Dei che
avanzano
Tu sei quello che tu vuoi / ma non sai
quello che tu sei
la parte classica (che utilizza, tra
l’altro, la Royal Philarmonic Or-
chestra di Londra) lo pone fuori
portata del mercato e del gusto
di chi è avvezzo ai prodotti mu-
company my company
Tu sei quello che tu vuoi / ma non sai sicali di consumo. Un disco di
Number group the problem is in tact
money money…
Tu sei quello che tu vuoi / ma non sai
quello che tu sei
quello che tu sei
Tempo non c’è tempo / sempre più in
affanno / inseguo il nostro tempo
confine, dunque, e di ascolto
non agevole, dove, come ammo-
nisce una delle canzoni, niente è
come sembra / niente è come ap-
pare / perché niente è reale. ٗ
BS MAGGIO 2007

5.2 Page 42

▲back to top
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l’Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
“… Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all’Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di … o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell’Ente”.
b) di beni immobili
“… Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all’Istituto Sa-
42
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l’immobile sito in…
per i fini istituzionali dell’Ente”.
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l’uno o
l’altro dei due enti sopraindicati
“… Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l’Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell’Ente”.
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 – Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 – Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
MAGGIO 2007 BS
. . . J I NOSTRI MORTI
BORDIGNON sac. Ferruccio,
Salesiano,
† Betlemme, il 17/07/2005, a 93 anni
SCALABRIN sr. Giuseppina,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
Padova (PD), il 17/04/2006, a 76 anni
Un uomo buono, esempio di fede vissuta, di
bontà palese, di umiltà e modestia. Aveva
un cuore sensibile soprattutto verso i più po-
veri, i sofferenti, le persone in difficoltà. Ha
passato la sua vita apostolica nelle varie ca-
se dell’ispettoria del Medio Oriente, soprat-
tutto come insegnante nelle scuole di Ales-
sandria, Il Cairo, Porto Said, sempre ben
voluto. Le sue doti artistiche e plastiche le
ha messe con generosità a servizio della
sua missione tra i giovani con i quali ha pas-
sato la vita, come assistente, o consigliere
scolastico o catechista. Quasi novantenne è
rientrato in Italia, bene accolto a Castel di
Godevo, dove lo ha colto la morte.
PALMIERI sig.ra Concettina,
Volontaria di Don Bosco (VDB),
Canosa di Puglia (BA), il 25/03/2006,
a 85 anni
j
Un anno fa, circondata dall’affetto dei suoi
familiari, è tornata alla casa del Padre la
professoressa Concettina Palmieri. Tutti ri-
cordano Concettina come una donna dalle
grandi qualità morali, guida inestimabile e
inestinguibile per una moltitudine di ragaz-
zi. Dopo essersi laureata, ha insegnato a
Napoli e nelle scuole dei dintorni. Zia affet-
tuosa, ha saputo inculcare ai nipoti e a tutti
i giovani che per qualche motivo avvicina-
vano l’importanza di amare Dio, di prepa-
rarsi alla vita e di mantenersi onesti e ga-
lantuomini, tenendo sempre presente la fa-
mosa triade di Don Bosco: Allegria, Studio
e Pietà. È tornata alla casa del Padre mu-
nita dei conforti religiosi e circondata dai
suoi nipoti che, provati da immenso dolore,
la ricordano con immutato affetto.
DE PABLO MASA sac. Valentin,
salesiano,
Touba (Mali), il 16/04/2006, a 60 anni
È morto la notte di Pasqua, all’improvviso,
senza disturbare nessuno, così come senza
disturbare aveva sempre vissuto, nonostan-
te gli incarichi di responsabilità che aveva
avuto nel corso della sua esemplare vita sa-
lesiana e sacerdotale. Spirito autenticamen-
te missionario, nel 1975 partì per il Mozam-
bico che viveva i tempi difficili della guerra
e, dopo l’indipendenza, di un regime orien-
tato contro la libertà religiosa. Anche don
Valentin fu accusato di essere un manipola-
tore dei giovani ed espulso. Tornato in pa-
tria, fu nominato Delegato Nazionale per la
Pastorale Giovanile e svolse con la sua
équipe una grande opera di animazione, ac-
compagnata da diverse e apprezzate pub-
blicazioni sui differenti aspetti della Pastora-
le Giovanile. Poté tornare in Mozambico so-
lo nel 1993 e vi restò fino a che il 25° Capi-
tolo Generale lo nominò Consigliere Regio-
nale per l’Africa e il Madagascar. Fu un sa-
lesiano a tutto tondo: umanissimo, acco-
gliente, servizievole. Generoso e sempre
pronto a dare una mano a chi ne aveva bi-
sogno. Lavorava molto, ma senza farsi no-
tare e pregava ancor di più, ma senza affet-
tazione con la fede del vero credente, del
sacerdote convinto dei suoi doveri, del sale-
siano amante di Don Bosco e dei giovani. È
stata una grande perdita.
Giuseppina, per dare un aiuto alla famiglia,
ancora molto giovane presta il suo servizio
presso i salesiani, imparando l’arte del cu-
cinare i cibi. Dopo la professione, si fa do-
no silenzioso in diverse comunità. I suoi
giorni sono segnati da una grande disponi-
bilità che la tiene lontana da ogni forma di
protagonismo, intolleranza o pigrizia. Il suo
cuore sempre pronto a ricevere la Parola
di Dio è altrettanto pronto a riconsegnarla,
segnata dalla fragilità e dal suo amore, alla
vita quotidiana. La sua fede non è venuta
meno neanche nei giorni della prova,
quando è stato difficile sostenerla. Come si
vive, si muore. Suor Giuseppina ha susci-
tato profonda ammirazione anche nei me-
dici per la sua capacità di sofferenza e di
offerta senza lamenti, senza richieste nep-
pure di sollievo.
BORGNINO sr. Virginia,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
Alassio (SV), il 24/04/2006, a 86 anni
Fin da bambina frequentò l’oratorio delle
FMA addette all’aspirantato salesiano mis-
sionario di Penango, dove viveva con la fa-
miglia. La testimonianza dei giovani aspi-
ranti, che con tanto entusiasmo si prepara-
vano ad andare in terre lontane per far co-
noscere Gesù, suscitò nel suo cuore il de-
siderio di imitarli. Ma, per motivi di salute,
dovette rinunciare. Divenne cuciniera in di-
verse comunità. Erano tempi in cui la cuci-
na andava a carbone ed esigeva il sacrifi-
co di levate antelucane, così come l’assen-
za di elettrodomestici richiedeva grandi fa-
tiche. Suor Virginia ricordava volentieri di
aver lavorato molto e con gioia per le gio-
vani, anche se non direttamente a contatto
con loro. Donna intelligente e sensibile,
con l’avanzare dell’età era riuscita ad ad-
dolcire alcune asprezze del suo carattere
forte e schietto, con cui avvicinava tutti per
una catechesi spicciola, essenziale.
ne“ltRogeriacnirasdoainifnoiotdreiirrDreaio”

5.3 Page 43

▲back to top
IL MESE
6 maggio 1574: nasce Innocenzo
X, G. Battista Pamphili, papa dal
Savina Jemina
1644 al 1655.
7 maggio 1274: sotto Giovanni
XXI, si apre il 2° Concilio di Lione.
8 maggio 535: muore Giovanni
II, il primo pontefice a cambiare il
nome (si chiamava Mercuriale).
9 maggio 1439: nasce Francesco
Todeschini Piccolomini, Pio III.
10 maggio 1963: Giovanni XXIII,
Angelo Giuseppe Roncalli, riceve il Pio IX
Premio internazionale Balzan per
Maggio
la pace.
11 maggio 1997: Giovanni Paolo
II conclude l’assemblea speciale per
il Libano del Sinodo dei Vescovi.
Marcello II
12 maggio 1003: muore Silvestro
II. Nel 1012, muore Sergio IV.
L’ANIMALE FANTASTICO
13 maggio 1792: nasce Giovanni
Maria Mastai Ferretti, Pio IX, a
Celestino V
LIOCORNO
Senigallia. Nel 1981, Alì Agca cer-
Il liocorno o unicorno, cavallo bianco ca di uccidere Giovanni Paolo II.
con un corno sulla fronte. Compare 14 maggio 649: muore Teodoro
nelle tradizioni cinese e indiana; lo I. Nel 964, muore Giovanni XII.
Leone XII
citano autori greci e latini. In alcuni 15 maggio 1891: Leone XIII pub-
libri dell’Antico Testamento, si parla
del “re’em” che nella Bibbia “dei Set-
tanta” è tradotto con “monòkeros”,
blica la “Rerum novarum”, sulla
dottrina sociale della Chiesa.
16 maggio 1605: è eletto Paolo
UN CONSIGLIO
PER LA SALUTE
unicorno appunto. Era simbolo di V, Camillo Borghese.
forza, saggezza e castità, e per que- 17 maggio 1809: lo Stato Pontifi-
sto poteva essere ammansito sol- cio è annesso all’impero napoleoni-
43
tanto da una vergine. Nel Medioevo co e papa Pio VII fatto prigioniero.
era figura di Cristo Salvatore. Si rite- 18 maggio 1920: a Wadowice,
neva che il suo corno avesse doti nasce Karol Jozef Wojtyla, Gio-
antivenefiche, tanto che in un inven- vanni Paolo II.
tario del tesoro di papa Bonifacio 19 maggio 1296: muore Celesti-
VIII compaiono “corni di unicorni” no V, Pietro da Morrone.
per verificare il cibo destinato al 20 maggio 325: sotto Silvestro I,
pontefice. Sino a inizio Ottocento, si apre il primo Concilio di Nicea.
come prova della sua esistenza era 21 maggio 996: Gregorio V, Bru- PUNTURE D’INSETTI
presentato il dente del narvalo, un
cetaceo dei mari artici. L’animale è
raffigurato nel dipinto “Dama con il
liocorno” di Raffaello (1506), nell’in-
segna di una contrada di Siena,
no dei duchi di Carinzia, incorona
Ottone III.
22 maggio 1667: muore Alessan-
dro VII, il senese Fabio Chigi.
23 maggio 1555: è eletto Paolo
Durante le passeggiate, è facile
essere punti da insetti. Nel caso di
formiche o zanzare, la soluzione più
rapida è lavare la cute con acqua e
sapone, e poi spalmare pomata an-
negli stemmi di alcuni Comuni e IV, Gian Pietro Carafa.
tistaminica o “pasta” ottenuta me-
negli emblemi della Gran Bretagna 24 maggio 1086: è eletto il bene- scolando bicarbonato di sodio con
e della canadese Nuova Scozia, ventano Vittore III.
acqua. Quando la ferita è causata
ecc.
25 maggio 1085: muore Gregorio da ape o vespa, si lava la pelle e si
VITA DA PAPI
VII, Ildebrando Aldobrandeschi, estrae il pungiglione con una pinzet-
santo.
ta disinfettata o un ago sterile, si fa
1° maggio 1555: a 22 giorni dal- 26 maggio 1478: nasce Giulio de’ scorrere acqua fredda, oppure si ap-
l’elezione, muore Marcello II, Mar- Medici, futuro Clemente VII.
poggia del ghiaccio, o un antistami-
cello Cervini di Montefano (MC).
27 maggio 1459: Pio II apre il nico. Nel caso di puntura da zecca,
2 maggio 1999: Giovanni Paolo II Concilio per lanciare una crociata occorre far staccare l’insetto copren-
beatifica padre Pio da Pietrelcina.
contro i turchi.
dolo con cotone imbevuto di etere o
3 maggio 1758: muore Benedet- 28 maggio 1977: su nomina di trementina. Se non basta, usare le
to XIV, Prospero Lambertini.
Paolo VI, Joseph Ratzinger è con- pinzette, asportando tutto l’insetto,
4 maggio 1493: con la bolla “Inter sacrato vescovo.
non toccarlo con le mani, lavare con
Caetera”, Alessandro VI, Rodrigo 29 maggio 1954: papa Pio XII acqua e sapone. In caso di gonfiore
Borgia, seda la contesa tra Spagna proclama santo il predecessore Pio o febbre, rivolgersi al medico. Nelle
e Portogallo.
X, Giuseppe Sarto.
punture di ragni e scorpioni, sciac-
5 maggio 1824: Leone XII, l’an- 30 maggio 1232: Gregorio IX quare e applicare ghiaccio, per ri-
conetano Annibale della Genga, proclama santo Antonio di Padova. durre l’assorbimento del veleno;
pubblica l’enciclica “Ubi primum”, 31 maggio 1857: nasce Achille tenere la persona sdraiata e coper-
per l’elezione di un Pontefice.
Ratti, Pio XI, papa dal 1922 al 1939. ta, e rivolgersi al medico.
BS MAGGIO 2007

5.4 Page 44

▲back to top
PRIMA PAGINA
Redazionale
Madre Maria Maddalena della Passione è stata dichiarata beata il 15 aprile 2007.
PROPIZIÒ L’ARRIVO
DEI SALESIANI
A CASTELLAMMARE
Gli stabiesi la chia-
mavano “la monaca
di casa” perché
Costanza Starace, nata a
Castellammare di Stabia
nel 1845, dimessa dal con-
Un’altra grande donna illumina
la storia della Chiesa in Italia.
Anche lei figlia di quel secolo XIX
che ha visto materializzarsi
grandi difficoltà e forse proprio
vento – dov’era entrata a
per questo ha prodotto grandi santi.
12 anni – per salute cagio-
nevole, continuò a com-
44
portarsi come se fosse una suora, pur vivendo presso ᭿ Il nuovo isti-
i familiari. Era giovanissima quando divenne terziaria tuto non tardò a
dei Servi di Maria, e subito iniziò con inusitato zelo diffondersi. Lei si
a collaborare in parrocchia, insegnando il catechi- prodigava senza
smo, organizzando la Pia Unione delle Figlie di risparmio, nono-
Maria e soprattutto raccogliendo, in un’abitazione stante una salu-
ottenuta dai genitori (apparteneva a una famiglia te compromessa
benestante), le “fanciulle pericolanti”, perché orfane dal gran lavoro
e/o abbandonate a se stesse. Ce n’erano tante a cau- e dalle malat-
sa delle non poche calamità che si erano abbattute tie… Da tem-
sulla città. Procurò per loro un’assistente e lei stessa po seguiva con amore l’opera caritativa di suo
faceva la loro istruttrice.
cugino don Raffaele Starace che faceva per i fan-
Nel 1869 ne aveva ormai raccolte un centinaio, ed ciulli quello che lei faceva per le fanciulle… Fu
era riuscita a organizzare un gruppo di “Figlie di Ma- lei a spalleggiare il vescovo monsignor Sarmelli
ria” che si affezionarono sia a lei sia al pesante ma perché don Raffaele si rivolgesse a Don Bosco
magnifico apostolato per avere lumi sul futuro del suo orfanotrofio, e
che svolgevano. Tan- don Raffaele a Torino, fu conquistato dal santo
to che nel 1871 il dei giovani. Quando, nel 1894, i salesiani giun-
vescovo della città sero a Castellammare, il pio sacerdote consegnò
monsignor Saverio loro la casa che aveva costruito con i soldi di
Petagna le approvò sua madre e si fece salesiano lui stesso, con la
come congregazio- benedizione del Vescovo e la gioia di Maria
ne di diritto dioce- Maddalena che si era prodigata perché le trattati-
sano e nominò Co- ve andassero in porto. E fu felicissima della scel-
stanza superiora. ta del cugino e dello sbarco dei salesiani nel-
Erano nate quelle la sua Castellammare, su per la salita di Scan-
che si chiameran- zano, proprio vicino alla sua fondazione; tanto
no “compassioni- felice che inviò cinque delle sue consorelle a
ste Serve di Ma- servirli in cucina, in guardaroba, in lavanderia.
ria”. Da allora Co- Esse furono per 20 anni una vera benedizione.
stanza si chiamò Anche lei è ora tra i beati, e continuerà a far il
Maria Maddalena tifo per i salesiani, anche se a Castellammare
della Passione.
non ci sono più.
ٗ
MAGGIO 2007 BS

5.5 Page 45

▲back to top
RELAX
11
1
•.rp,:~ r ~ r
iti:11111.! □ IJ.J
R.i..~i r,e
'l:U
e~
i.i. -
mu.
45
a_ L
I'?. I'
WJ1
1i.om:l!
i;I ·.
"11mal . Lll
~
. - ;.11T
-
I ·l,L1'11(1\\' ·• ,li
la'lokmnnc
BS MAGGIO 2007

5.6 Page 46

▲back to top
I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
UN ALTRO FIGLIO
GIOIOSA
vembre 2005, giorno del mio
Ho avuto una bambina nell’aprile
SORPRESA
compleanno, è nato Stefano, do-
po un inaspettato parto naturale,
2005, nata con parto cesareo, al- Un giorno di settembre, con una senza le complicazioni prospet-
la ventinovesima settimana. Non telefonata, mio padre mi comuni- tatemi da più ginecologi, prece-
ce l’ha fatta: dopo un mese e po- cava che, per una improvvisa duto da un brevissimo travaglio.
chi giorni è morta, con mio gran- emorragia, la mamma era stata
de dolore. Non riuscivo a rasse- ricoverata in ospedale. Dopo i
Vitiello Maria, Roma
gnarmi. Nonostante il rischio che
sapevo di correre, data la recen-
te operazione subìta, volli prova-
re ad avere un altro bambino.
molti esami e controlli, per quan-
to i medici tentassero di procra-
stinarlo, apparve evidente che
sarebbe stato necessario un in-
OGNI SERA
PER MIO MARITO
Suor Eusebia
Palomino
Conosciuto per caso san Dome-
nico Savio, non esitai un attimo
a chiedere il suo aiuto e a porta-
re sempre con me l’abitino. Così
superai tutte le difficoltà che si
sono presentate durante la gravi-
danza. Il 27 febbraio 2006 è nato
il mio bambino che per ricono-
scenza ho chiamato Domenico.
Lanciana Giuseppina,
Catanzaro
tervento chirurgico. Fu assai pe-
noso per me trascorrere questo
tempo di attesa tra un’alternanza
di timori e speranze. Dopo tre
giorni, infatti, ci avvisarono che
l’operazione chirurgica era ormai
imminente. Quella sera, rientran-
do a casa, con gioia e stupore
trovai nella corrispondenza l’abi-
tino di san Domenico Savio che
avevo richiesto qualche tempo
prima. Arrivava proprio al mo-
mento giusto. Aprendo la busta
che lo conteneva, pensavo con
commozione che le preghiere
avrebbero avuto una risposta po-
sitiva. L’indomani lo consegnai
alla mamma, affinché ne fosse
protetta durante l’operazione che
sarebbe incominciata di lì a po-
Mi chiamo Luisa e ho 35 anni.
Dopo due aborti spontanei, è co-
minciata la sofferente attesa di
un’altra gravidanza. Per tre anni
e mezzo io e mio marito siamo
rimasti frastornati da mille cure
che un ginecologo ci proponeva.
Ma proprio nel Natale 2004 un’a-
mica che aveva vissuto un’espe-
rienza simile alla mia, mi ha do-
nato l’abitino di san Domenico
Savio, dicendomi di restituirglielo
non appena avessi ottenuto la
grazia. Io non sapevo che il san-
to fosse protettore delle mamme
e dei nascituri, ma mi sono affi-
data alla sua intercessione. Col-
ma di speranza, ho cominciato a
recitare ogni sera la novena con
DOROTEA
“DONO DI DIO”
Giugno 2002. Mia figlia
aspettava una bimba. Un
giorno, dopo un esame del
sangue, venne a sapere di
essere stata colpita da toxo-
plasmosi. Gli effetti potevano
essere devastanti per la pic-
cola nascitura. Parlando con
una mia cara amica suora,
venni consigliata di affidarmi
alla beata suor Eusebia Pa-
lomino. Con tanta trepidazio-
ne, ma anche con molta fidu-
cia, pregai e a settembre nac-
que una bellissima bimba, a
cui ho dato nome Dorotea,
co. E il delicato intervento fu ese- mio marito. Ci siamo recati a To- che significa “dono di Dio”. A
46
guito e si concluse con la piena rino, presso l’urna contenente i seguito di gravi problemi di
soddisfazione dei medici. Affido resti mortali del santo. Qui abbia- lavoro sopraggiunti per un’al-
al piccolo santo, che da poco mo pregato e abbiamo preso un tra mia figlia, pregai ancora
DOMENICO
ERA CON NOI
tempo ho imparato a conoscere, abitino che mi sono appesa al
la mia mamma e anche una mia collo. A febbraio ho scoperto con
amica gestante, attualmente in immensa gioia di aspettare un
con fiducia la beata Eusebia
e tutto si risolse positivamen-
te. Per questo, adempio alla
Fin da bambini mia sorella, mio
fratello e io siamo stati affidati al-
la protezione di san Domenico
Savio e abbiamo portato al collo
il suo abitino. In ogni momento
difficile della mia vita ho sempre
invocato il suo aiuto, sentendomi
ascoltata e protetta. Trovandomi
scoraggiata per la snervante atte-
sa di una gravidanza, mi sono ri-
volta a lui, recitando la novena e
la preghiera delle mamme. A
maggio, dopo un anno e mezzo
di matrimonio, ho scoperto con
immensa gioia di aspettare un
bambino. Per tutti i nove mesi ho
portato l’abitino benedetto che ho
voluto tenere con me anche du-
rante il parto e in sala operatoria.
Mi è stato praticato il cesareo,
ma è andato tutto bene, perché
san Domenico Savio era con
noi. La mia splendida bambina,
Eliana, è nata il 7 gennaio 2006,
con un po’ di anticipo a causa
della prematura rottura delle
membrane, ma bella e sana.
Quando la stringo tra le braccia
ringrazio Dio che, per interces-
sione di san Domenico Savio, mi
ha concesso la gioia di essere
mamma, come ardentemente
desideravo. La mia piccola cre-
scerà come me, ne sono certa,
pregando san Domenico Savio.
Esposito Paola, Acri (CS)
MAGGIO 2007 BS
gravi difficoltà.
Scattarella Marta, Bari
REGALO
DI COMPLEANNO
La mia gravidanza si è subito
presentata difficile. Non appena
ho saputo di essere in attesa del
mio primo figlio, ho avuto proble-
mi. Mi sono messa a riposo. Un
amico sacerdote mi ha parlato di
san Domenico Savio e mi ha
procurato il suo abitino, racco-
mandandomi di pregare con fe-
de. Il 3 maggio 2005 ebbi un’e-
morragia; pregai il santo, e all’o-
spedale mi dissero che il bimbo
stava bene. Anche per una certa
forma della placenta il parto si
presentava difficile; ma in fami-
glia abbiamo sempre pregato
san Domenico Savio. Il 18 no-
V. Dorotea Chopitea V. Rodolfo Komorek
bimbo e nell’ottobre 2005 è nato
Filippo, che è stato la promessa
di felicità più grande che la vita
potesse farci. Porto tuttora l’abiti-
no che ho sempre portato anche
durante il parto; anche Filippo ne
ha uno sotto il suo cuscino. In
primavera ci recheremo tutti e tre
nella basilica di Maria Ausiliatrice
per proclamare al Signore che la
frase evangelica: “Chiedete e vi
sarà dato” per noi oggi assume il
suo pieno significato.
Luisa e Paolo, Bergamo
CALO DI ATTIVITÀ
CARDIACA
Mi chiamo Arianna. Quando ho
saputo di aspettare un bambino,
ho indossato l’abitino di san Do-
menico Savio. Ogni giorno pre-
gavo intensamente affinché, per
sua intercessione, la mia bimba
nascesse sana; avevo inoltre
tanta paura del parto e chiedevo
che fosse veloce e senza dolo-
re. Feci voto di portare un gior-
no Vittoria in visita all’urna di
san Domenico Savio. E arrivò il
giorno dalla nascita. Mi ero re-
cata in ospedale il giovedì matti-
na per le solite visite di routine,
quando l’ostetrica notò, al mo-
mento del tracciato, un pericolo-
dolce abitudine di ringraziare
la mia cara protettrice alla fi-
ne del mio rosario quotidiano.
Di Credico Vittoria,
Beinasco (TO)
so calo di attività cardiaca della
bimba. Mi ricoverarono per te-
nere monitorato il suo stato di
salute. La sera iniziò il travaglio
del parto, durato circa un’ora e
mezzo, durante il quale si verifi-
carono altri due pericolosi cali di
attività cardiaca. A quel punto,
mentre i dottori stavano già pre-
parandosi a intervenire con il ta-
glio cesareo, all’improvviso la
mia bimba nasce. Ho avuto un
parto bellissimo, senza dolori e
senza farmaci. Per tutto il tempo
ho tenuto l’abitino di san Dome-
nico Savio che ho poi messo sul
lettino della bimba, affinché la
protegga sempre. Oggi, 11 mar-
zo, Vittoria compie un anno e
quattro mesi.
Lanaro Arianna,
Cornedo Vicentino (VI)
Ptfrlii’ieericmnrnhedlaiaietccesoaptnaezuitboossbenidlneipezcdloaaletezrrlieàlonecnotaotemepmrnieeteo.otnnt.eoSrsnuei

5.7 Page 47

▲back to top
IN PRIMO PIANO
redazionale
Don
GUIDO RIZZATO
Missionario in Ecuador, da quasi
60 anni, precisamente dal
15 febbraio 1948. Ivi ha diretto
molte opere salesiane, essendo
direttore per complessivi 25 anni.
• Perché missionario? L’ha sempre desiderato?
Affatto. Il mio ispettore un bel giorno mi ha detto: “Vuoi andare in
Ecuador? Sai, là c’è davvero tanto bisogno…!”. “Va bene, vado!”. E
sono partito. Tutta qui la mia vocazione missionaria. Niente domanda.
Sono in Ecuador per obbedienza, e devo dirle che ci sto benissimo.
• Insomma missionario quasi per caso!
No. Missionario… per niente. Credevo di andare in luogo di missio-
ne, ma sono stato fermato a Guaiaquil per 18 anni. A far scuola. Ma
l’ho presa bene lo stesso, trovandomi subito a mio agio.
• Com’erano l’ambiente esterno e la situazione politica?
Non favorevoli. L’ambiente era del tutto pagano e in politica domi-
nava il liberalismo, patrocinato soprattutto dallo stesso presidente della
Repubblica, Eloy Alfaro. Tempi, dunque, di scristianizzazione e in
qualche caso di autentica persecuzione. Si sono salvati proprio quelli
in zona di missione, perché il governo non ne sapeva quasi nulla: la
difficoltà dei contatti lo teneva a debita distanza. Poi ha riportato un
po’ di libertà Velasco Ibarra.
• Ho trovato difficoltà a inculturarsi?
Certamente sì. Sono arrivato che non sapevo una parola di spagnolo.
Ho dovuto ricominciare tutto da capo.
• Che cosa hanno di prestigioso i salesiani in Ecuador?
Intanto tre zone missionarie, quella degli Shuar (i kivari), le missioni
d’altura tra i Quechua, e quelle tra gli indigeni della Sierra. Caratteri-
stiche sono le missioni di Esmeralda popolata da neri africani discen-
denti dagli schiavi di una nave negriera incagliatasi in quella costa.
Fuggiti nella foresta, è stato impossibile riprenderli, ed essi hanno colo-
nizzato il posto, moltiplicandosi. Ad altro livello, di prestigioso abbia-
mo la Libreria Nazionale Salesiana (LNS) e la libreria Ayala dell’Uni-
versità politecnica.
• Secondo lei l’Ecuador è una nazione a forte identità?
Non proprio. Esistono gruppi indigeni che la nazione non ha assorbito
e che rivendicano la loro identità e una loro larga autonomia. Sono gli indi
delle alture, i Quechua, che costituiscono una nazione nella nazione.
• Che cosa si fa per i giovani?
Ci occupiamo dei ragazzi della strada con opere specifiche, oltre na-
turalmente a gestire oratori, centri giovanili e collegi.
FOCUS
CLAUDE
Non ha ancora un anno il pic-
colo Claude ma è bellissimo,
una minuscola perla nera. Gli
vogliono bene a casa, soprattut-
to papà, che fa il gendarme: se
lo coccola estasiato. Ha tutte le
fortune, Claude, eccetto una: è
nato in una nazione in cui an-
cora oggi, nell’anno di grazia
2007, quasi il 50% dei bimbi
non arriva alla preadolescenza;
ogni giorno qualche buca si
scava e viene subito riempita
da un prete della missione che
copre pietosamente il corpici-
no. Il colera e altre malattie in-
fantili sono purtroppo in libera
circolazione. Una mattina, ecco
Claude al dispensario in brac-
cio a papà. “Padre, stanotte è
stato male: diarrea, vomito,
febbre alta. Ora sta meglio, ma
47
ho paura”. Padre Gianni lo visi-
ta. Lo trova sfebbrato e vispo:
“Sta tranquillo. Riportamelo
domani mattina per una visita
approfondita. Passa solo un’o-
ra, ed ecco rispuntare la divisa
del papà di Claude che in fila
attende il suo turno per parlare
con il sacerdote/medico. “Pa-
dre, il Buon Dio si è ripreso
Claude”. “Impossibile! Stava
bene!”. “Appena arrivato a ca-
sa ho sentito un fremito… L’ho
guardato e lui ha reclinato il ca-
po ed è morto!”. Il piccolo fio-
re nudo è nel suo tumulo al ci-
mitero, tra tanti altri. Quando ci
sarà un po’ più speranza di vita
in questa parte “nera” del mon-
do? (D. Grigoletto)
BS MAGGIO 2007

5.8 Page 48

▲back to top
TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
La scuola nei villaggi
INSERTO CULTURA
di Maria Muntada Torrellas
EDEBÉ un grande progetto educativo
MISSIONI
di Rino Pistellato
Ucraina, terra di speranza
CASA NOSTRA
di Angelo Durante
“Ricco nordest poveri ragazzi”