Bollettino_Salesiano_200704

Bollettino_Salesiano_200704

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Mensile - Anno CXXXI - nr. 4
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 4/2007
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Aprile 2007
L(ApAaCgQG. RU18AA)NDE
D(CpOOagMS.A2U3N) ICACIONES
(LVpAUagLV.NI3TE8AR) ABILE

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- STRENNA 2007
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di Pascual Chávez Villanueva
AMARE LA VITA
MINACCE
CONTRO LA VITA
“Allora il Signore Iddio prese dal suolo un po’ di terra e con
quella plasmò l’uomo (Adamà), gli soffiò nelle narici un alito
vitale” (Gen 2,7). “Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano
contro suo fratello Abele e lo uccise” (Gen 4,8).
Mentre il pri-
mo raccon-
to della Ge-
onore lo hai coronato; gli hai dato
potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi”. La
nesi (1,1-2,4a) ci vita non è soltanto un dono che Creatore e Padre, poi quando Cai-
presenta Dio che riceviamo, è anche un compito pre- no rubò la vita di Abele suo fratello,
scandisce i suoi zioso e impegnativo: curarla e pro- ammazzandolo per invidia. Così
ordini e le cose teggerla da tutto ciò che può met- ebbe inizio la moltiplicazione del
accadono, e len- terla a rischio. E che questo non sia male e il proliferare dell’ingiustizia
tamente si ar- un rischio immaginario, ce lo ricorda che ripiombarono il cosmo nel
monizzano sino la cruda realtà della storia quotidia- caos. Oggi la vita se da una parte
a presentarsi adatte ad ac- na, intrisa di morte e di morti.
2 cogliere la vita, il secondo ci pre-
è molto più difesa che nel passato,
nel senso che c’è una coscienza
senta un Dio “artigiano” che sembra ᭿ Sembra che la vita umana sia più matura riguardo alla dignità del-
concentrarsi, assumere un tono più minacciata fin dalla concezione. l’essere umano, dall’altra è molto
personale, mentre dice a se stesso: Tale minaccia diventa una tragica più vulnerabile perché in balia delle
«Creiamo l’uomo a nostra immagi- realtà tutte le volte che l’uomo subi- possibilità scientifiche e tecniche
ne». Così dal limo della terra Egli sce o – più spesso – provoca la che la riducono a un prodotto stru-
modella l’uomo (2,4b-25). Se il pri- violenza della natura (siccità, inon- mentale e manipolabile. Sono da
mo ci fa scoprire la nostra dignità di dazioni, terremoti, tsunami, apprezzare gli sforzi per rendere
creature formate a immagine di Dio, incendi…) o della storia (fame, più agevole l’esistenza dell’uomo e
dunque inviolabili, il secondo ci di- sete, malattie, ingiustizie, corruzio- della donna attraverso il benessere
spiega la nostra fragilità di esseri ne, guerre…). Le cose cominciaro- (casa, cibo, medicine, scuola,
tratti dalla polvere, dunque fragili, no ad andar male quando l’uomo impiego, comunicazione) e la lotta
quasi inconsistenti.
rifiutò ogni dipendenza dal suo per sopprimere ogni tipo di schia-
᭿ Il nome Adamà/Adamo, in effetti
denuncia la nostra origine: siamo
limo. La nostra vita è frutto della
fantasia di Dio, della sua mente e
del suo cuore. L’Artefice divino con
le sue mani d’artista ha creato un
capolavoro. Canta il salmo 8: “O
Signore, nostro Dio, quanto è gran-
de il tuo nome su tutta la terra… Se
guardo il cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che hai fissate,
che cosa è l’uomo perché te ne
ricordi, il figlio dell’uomo perché te
ne curi? Eppure lo hai fatto poco
meno degli angeli, di gloria e di
I Se guardo il cielo, opera
delle tue dita, la luna e le stelle
che hai fissate, che cos’è l’uomo
perché te ne ricordi?...
APRILE 2007 BS

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“Creiamo l’uomo
a nostra immagine”
vitù, ogni sfruttamento e segrega-
zione (sociale, razziale, culturale,
religiosa). Alla fin fine siamo mem-
bri dell’unica “famiglia umana”. Tut-
tavia, l’omicidio di Abele sta a ricor-
darci che, una volta soppressa la
nostra dipendenza figliale da Dio,
l’uomo non ha più leggi etiche che
regolino la sua vita, perché tutto
diventa relativo, dando la stura a
qualsiasi tipo di comportamento e
spargendo il seme della distruzione
della stessa umanità. Senza il suo
elemento fondante, essa è condan-
nata a una sorta di darwinismo
sociale (segregazione o eliminazio-
ne politica, sociale, economica, cul-
turale, religiosa) tra i più forti e i più
deboli.
᭿ Credere al Dio amante della
vita, assumere la vita come dono e
non come prodotto umano, significa
diventare responsabili della vita
propria e altrui, scommettere sulla
vita e su quando la rende possibile,
spendere la propria perché tutti
abbiano la vita. Subito dopo il pec-
cato di Adamo ed Eva, Dio nel far
visita alla sua creatura gli pone una
domanda che rileva la responsabi-
lità che ognuno ha verso la propria
esistenza: “Adamo, dove sei?
(Gen 3,9). Dopo il crimine di Caino,
invece, la domanda di Dio versa
non più sulla propria vita ma su
quella del fratello: “Caino, dov’è
Abele, tuo fratello?” (Gen 4,9). Da
allora in poi la grande tentazione è
quella di diventare Caino nei con-
fronti dei fratelli. Lo si diventa ogni
volta che non si prendono sul serio
le minacce contro la vita. Essa è
sacra e va difesa dal momento del-
la concezione fino al momento del-
la morte, con tutto quanto com-
prende, vale a dire, la dignità, la
qualità, il progetto di vita.
ٗ
Aprile 2007
Anno CXXXI
Numero 4
Mensile - Anno CXXXI - nr. 4
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 4/2007
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Aprile 2007
In copertina:
Sembra che una
“nuova normalità”
sia venuta alla ribalta:
il telefono cellulare...
un’appendice dell’uomo
moderno, ma soprattutto
dei giovani, che ormai
non sanno farne a meno.
Foto: Fabiana Di Bello
L(ApAaCgQG. RU18AA)NDE
D(CpOOagMS.A2U3N) ICACIONES
(LVpAUagLV.NI3TE8AR) ABILE
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
CHIESA
12 Quo vadis Europa? (6)
di Silvano Stracca
SCUOLE
14 Un’opportunità per i giovani
di Sergio Todeschini
VIAGGI
18 Tonle Thon, Grande Acqua
di Giancarlo Manieri
MISSIONI
20 Oltre la politica
di Javier Herrán
INSERTO CULTURA
23 DOSA comunicaciones
di Miguel Angel Moreno
FMA
28 Progetto Gerusalemme
3
di Graziella Curti
RUBRICHE
2 Il Rettor Maggiore – 4 Il punto giovani – 6 Lettere al Direttore – 8 In Italia & nel
Mondo – 11 Osservatorio – 16 Box – 17 Zoom – 22 Lettera ai giovani – 27 Bagliori –
30 Libri – 32 On Line – 34 Come Don Bosco – 36 Arte Sacra – 37 Laetare et beneface-
re… – 38 Sfide etiche – 40 Dibattiti – 41 Varia – 42 I nostri morti – 43 Il mese –
44 Prima pagina – 45 Relax – 46 I nostri santi – 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori: Severino Cagnin - Ernesto Cattoni
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Enrico dal Covolo
Carlo Di Cicco - Bruno Ferrero - Cesare Lo Monaco
Giuseppe Morante - Vito Orlando - Marianna Pacucci
Gianni Russo - Roberto Saccarello - Fabio Sandroni
Arnaldo Scaglioni - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cicco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Progetto grafico: Pier Bertone
Impaginazione: Puntografica s.r.l. - Torino
O SALESIANO
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Giovanni Colombi (Roma)
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
http://biesseonline.sdb.org
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.643
e-mail: <biesse@sdb.org>
Direttore <gmanieri@sdb.org>
Fondazione DON BOSCO
NEL MONDO - ONLUS
Ccb 3263199 - Banca Intesa - Fil. Roma 12
CIN P - ABI 03069 - CAB 05064
Ccp 36885028 - CF 97210180580
e-mail: <donbosconelmondo@sdb.org>
web: www.fdbnm.org
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 135 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS APRILE 2007

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IL PUNTO
di Carlo Di Cicco
GIOVANI
La lontananza di Mosè dall’accampamento indusse gli israeliti
a chiedere un “simulacro” di Dio, e Aronne approntò per loro
un vitello d’oro...
La Bibbia è piena di storie di
simulacri. E narra pure del
disappunto del Dio vivente per
sgozzati; un cuore di carne che
sottoscrive un’alleanza d’amore.
ogni intreccio tra il cuore dell’uomo
ٗ I simulacri diventano battaglie,
con qualsiasi tipo di simulacro. C’è
ma non riscaldano il cuore. Anche la
perfino un avvertimento nel Nuovo
mobilitazione cattolica in difesa della
Testamento a guardarsi dagli idoli.
famiglia rischia di non essere recepita
Essi possono annidarsi perfino in
e compresa per quello che vuole
coloro che si dichiarano credenti in
essere: un ritorno alla coerenza di
Dio e si mettono alla sequela di Gesù. vita richiesta dal sacramento che
irradia fiducia nella formula proposta.
ٗ Capita pure, oggi, che siano gli
Si presume in partenza che sia
stessi cristiani a creare veri e propri comunemente compresa la proposta
simulacri di cui farsi prigionieri. A
cristiana all’interno di una società che
volte possono essere le cose più
non è più cristiana, ma di cultura e
belle e più sacre che vengono
religioni plurali.
percepite quali simulacri vuoti, perché Una presenza politica che si
le scelte del cuore sono altrove.
radicasse nella liturgia, cuore della
La dissociazione tra vita e rito – sacro vita cristiana, dovrebbe aiutare una
o profano – crea l’illusione di stare
mentalità che affina la coerenza e
nel giusto e di poter giudicare gli altri incoraggia a credere in forza della
4
sino ad alzare la forca.
testimonianza più che agli obblighi
Ci si può trovare a parlare di famiglia, di legge. La legge non tutela la vitalità
difenderla, lottare sul piano
dei valori cristiani. Purtroppo la
legislativo, sociale, politico e in realtà liturgia per i cristiani è uno dei tanti
si difende un simulacro, una realtà
obblighi e neppure tanto graditi.
svuotata dei significati originari.
Gli uomini sono abili nel farlo perché ٗ Occorre più educazione e meno
nel loro cuore è in corso lo scontro
leggi per aiutare la proposta di
perenne tra il bene e il male.
famiglia cristiana animata dal
sacramento, a rifiorire nel mondo
ٗ La famiglia è una di quelle realtà pluralista – che è un bene – e tanto
più a rischio di evocare realtà molto disorientato – che è un male.
diverse tra loro. Su di essa esiste una Sarebbe interessante che il mondo
speciale inclinazione per renderla un cattolico, in tutte le sue articolazioni
simulacro epico di battaglie e scontri. e sensibilità costruisse un patto
Già nella prima famiglia del mondo, educativo, condiviso e fondato sulla
quella di Adamo ed Eva, si era
prevenzione (che è pure capacità di
incuneata la morte violenta. Ma non libera responsabilità), ove impiegare
per questo veniva meno il disegno di più energie di quante ne vengono
Dio sull’unione dell’uomo e della
impiegate ora rispetto al terreno
donna, pensata e radicata su un
politico. Dove politico, oggi più di ieri,
progetto di solo amore.
sta per interessi particolari che
La babele delle lingue sulle grandi seminano antiche e grandi parole
realtà umane e religiose non aiuta come socialismo, democrazia,
a liberarci dai simulacri.
svuotate dei loro contenuti più alti.
È l’educazione e la formazione
Per recuperare senso e tornare a
la via più umana ed efficace per
convergere sul bene comune si deve
smobilitare le immense energie
far ripartire una grande alleanza
impiegate dietro ai tanti simulacri
educativa.
che tornano comodi per mille
Non sarebbe male riflettere un po’
interessi. Le stesse offerte a Dio
perché tanti giovani girano al largo
non sono gradite all’Altissimo,
dalle nostre battaglie e, quando
quando sono le semplici labbra a
vi si trovano dentro, non di rado
offrire il sacrificio. Egli desidera un hanno paura della libertà e della
cuore pentito piuttosto che agnelli responsabilità.
ٗ
APRILE 2007 BS

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LETTERE AL DIRETTORE
ha continuato a frequentare la (ma un medico deve ridursi a Le dirò di più: la preghiera
famiglia, sempre bene accolto. un mero esecutore dei deside- dei fedeli era stata approntata
L’adesione al partito radicale ri del paziente? È nata una dallo stesso Vicariato che
non ha interrotto i rapporti nuova deontologia?)
aveva negato il funerale reli-
con la parrocchia, ma da allo- – Welby che si sarebbe penti- gioso. Inoltre, è stata celebra-
ra le ragioni di partito hanno to mentre il medico lo sedava ta una messa con i parenti “in
fatto assurgere il malato a em- prima di staccare la spina… die septima”, e una nella tri-
blema del laicismo libertario e Notizie, queste, riportate da gesima, altre privatamente.
le carte si sono imbrogliate riviste e giornali diversi che Ma so anche che molti “laici-
ancor di più:
evidenziano come troppe cose sti” erano sul “chi va là”
– Welby che chiede di essere non tornano, troppe appaiono pronti alla critica qualsiasi
suicidato!
contraddittorie, intricate (vo- decisione fosse stata presa:
– Welby che dice di preferire lutamente?), troppe sfuggono oggi con la Chiesa si fa il tiro
un funerale laico.
al controllo pacato della ra- al piccione, e il bello (o brut-
– Welby che avrebbe, alla fine, gione. Ho letto perfino che i to!) è che chi più è lontano da
chiesto un funerale religioso. salesiani avrebbero chiuso le essa più si erge a maestro,
– Welby strumentalizzato dai porte del tempio quella matti- pretendendo di insegnargli il
paladini del laicismo.
na. Non è vero: si stavano in- mestiere. C’era di mezzo una
– Welby distrutto dalla soffe- vece regolarmente celebrando cosa grossa: LA VITA. Io, for-
W ELBY. Egregio diret-
tore, sono scandalizza-
to dal comportamento della
Chiesa nel caso Welby. È
vergognoso e mi dissocio dal
Vicariato. Anche i salesiani
non ci hanno fatto una gran
renza (ma non esistono effi-
cacissimi metodi antidolore?)
– Welby che richiede a un
medico di staccare la spina
APPELLI
le messe festive, e Welby è
stato ricordato nelle omelie e
nelle preghiere dei fedeli delle
10 messe di quella domenica.
se, l’avrei fatto il funerale re-
ligioso, ma a patti molto chia-
ri e, le assicuro, con un gran
magone in corpo: dalla mia
coscienza sarei stato messo di
fronte a una scelta dolorosa:
o fare il funerale a uno che ha
lucidamente chiesto di essere
6
figura… Ci sono rimasto ma- Vorrei corrispondere con Colleziono santini, se volete “suicidato”, perché la CA-
lissimo. Io l’avrei fatto il fu- amici e scambiare cartoline e mandarmene vi sarei grata. RITÀ è superiore a tutto, o ri-
nerale… Perché a Welby no e santini – lingue italiano-fran- Pignatti Maria Antonietta, fiutarlo non tanto in obbe-
a Pinochet e al bandito della cese. Contattatemi: Fadi Via Pasubio 90, 40137 Bo- dienza al Vicariato, quanto
Magliana sì? (È la sostanza di Yassa Ragheb, e-mail: logna (BO).
alla VERITÀ: quel “suicidio”
varie lettere scritte a questa
redazione a proposito della
dolorosa vicenda di Piergior-
gio Welby).
Fabiano (e molti altri)
Le dirò di esserci rimasto ma-
le anch’io. Ma occorre non di-
menticare qualche particolare
importante: la triste traversia
di Welby è stata artatamente
fod_ya@yahoo.it
Sono un padre di 3 figli, dai
13 ai 26 anni. Cerco amici
corrispondenti che mi consi-
glino saggiamente sui pro-
blemi educativi riguardo la
crescita dei figli. Francesco
Benegiamo, Via Piemonte
26, 73013 Galatina (LE).
Mi chiamo Sara, sono una
Sono giovane, mi chiamo
Antonio, vorrei corrisponde-
re con persone di sani prin-
cipi e con tanta voglia di vi-
vere. Antonio Lelli, Via
Napoli 177, 71042 Ceri-
gnola (FG), e-mail: anto-
nio_lelli@hotmail.com
Cerco per scambio imma-
gini religiose “santini” di
non si presentava come altri,
era un atto pubblicamente e
ripetutamente chiesto. Nel ca-
so poi di funerale religioso, le
polemiche sarebbero ugual-
mente state furibonde: si sa-
rebbe detto
– che la Chiesa s’intrufola
anche nella coscienza… dei
morti;
– che pur di tenersi a galla, è
trasformata da dolorosa vi- ragazza di 34 anni, adoro santi/e, beati/e, servi/e di disposta a rinunciare alla sua
cenda umana a oscura vicen- scrivere lettere e mi piace Dio, venerabili e del com- millenaria dottrina;
da politica. Così le carte si so- leggere e viaggiare. Sono pianto papa Giovanni Pao- – che avrebbe rinnegato la
no imbrogliate, le menti con- una persona che ascolta lo II. Assicuro risposta. In- sacralità della vita, andando
fuse, gli animi esacerbati. E molto gli altri e anche sensi- dirizzare a: P. Michele M. contro il Vangelo;
dire che Welby, di famiglia bile. Possibilmente solo ra- Giuliano ofm, Santuario – che per fare uno sberleffo
cattolica e lui stesso non con- gazze. Se vorrete scrivermi, Diocesano S. Salvatore da al “partito dei senza Dio”
trario, aveva contatti con i sa- mi farete certo piacere. Il Horta, Piazza S. Salvato- (leggi radicali, comunisti,
cerdoti della parrocchia sale- mio indirizzo è: Rossetto re 10, 81030 Orta di Atel- ecc.), è disposta a calpestare
siana da almeno 15 anni: un Sara, Via Cristofoli 10, la (CE).
la sua stessa Legge Fonda-
vecchio salesiano, don Miche- 37138 Verona (VR).
mentale, ecc.
le Pugliese, oggi novantunen-
ne, si recava spesso a trovarlo
e passava lunghe ore in con-
versazione con lui. Gli ultimi
otto anni, dopo la tracheoto-
mia che tolse al malato l’uso
della parola, don Giovanni
Nonne, attuale viceparroco,
43enne solo corrispondereb-
be con chi si sente solo e cre-
de nell’amicizia. Mi piace-
rebbe effettuare uno scambio
di opinioni. Pesenti Valenti-
no, Via Casale 50/a, 15040
San Michele (AL).
Ho 45 anni. Mi piacerebbe
intraprendere delle corri-
spondenze perché lo consi-
dero un aiuto per superare i
momenti di solitudine. Pa-
dovan Sergio, Via G. Mat-
teotti 91/D, 32016 Farra
d’Alpago (BL).
La gente dice che è una ver-
gogna. Lo dico anch’io: “È
una vergogna!”. E lo spiego:
per la Chiesa, costretta più
dalla ragione politica che da
quella giuridico/morale ad
agire per salvaguardare la
verità.
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Per i politici, perché han- traria. Quanto al bandito De fare da calmiere agli impulsi
no trasformato una vicenda Pedis, la vicenda è talmente disordinati della libera natu-
drammatica in un’esibizione intricata da esserci di mezzo ra dell’uomo! Ripeto, se è
mediatica in versione politi- perfino il rapimento di Ema- vero – stento a crederlo –
ca/sociale/religiosa/umanita- nuela Orlandi, e si parla di siamo proprio malmessi, e
ria.
ricatti, prostituzione, intri- doppiamente turlupinati. In
Per i radicali, che per il ghi… La lettura compiuta di primo luogo perché li abbia-
verbo libertario non hanno quel fatto sfugge ancora al- mo votati, abbiamo loro of-
esitato a mettere in piazza il l’indagine storico/critica. Per ferto la poltrona del coman-
caso di un malato terminale. finire, se continuiamo ad an- do, e li abbiamo resi piccoli
Ora tutto tace: ottenuto ciò dare avanti confondendo le duci. Forse non hanno capito
che desideravano, sono spari- carte, che Dio ce la mandi bene il concetto di servizio,
ti e i salesiani sono sempre lì buona, perché ho la sensazio- ma certo hanno perfettamen-
e continuano a visitare la fa- ne che verranno tempi duri e te capito quello di privilegio.
miglia.
battaglie micidiali per quanti In secondo luogo perché li
OGNI MESE Per gli anticlericali che difendono i valori che il Pa- paghiamo, e non poco: gli
hanno sperato fino all’ultimo pa giustamente chiama “non diamo 10 mila euro di mensi-
che la Chiesa facesse pro- negoziabili”.
lità, più altri 4000 di rimbor-
prio quello che ha fatto, per
metterla in difficoltà di fron-
CON so spese, più un gettone di
presenza che accumula in un
te ai fedeli. Non c’è che dire,
hanno giocato bene le loro
DON BOSCO mese altri 2/3 mila euro, più
i viaggi gratis in aereo, tre-
carte.
Per il popolo, che non è
A CASA TUA no, autobus, più 25 mila
scatti telefonici annuali gra-
abituato alle sottigliezze mi-
tis, più un cellulare gratis
stificatorie della dialettica e
solitamente vede e giudica
l’azione senza ricercarne la
ragione, crede in quel che ap-
(che certo non è da 50 euro), Il Bollettino
più 10 mila euro l’anno di
rimborso spese fax, altret-
Salesiano viene
tanti per i taxi, più… Basta, inviato gratuitamente
7
pare senza preoccuparsi trop-
IP po di quel che è.
Per i media, che non hanno
saputo spiegare le ragioni
ARLAMENTARI. Il-
lustre direttore, […] Ha
ma la lista è ancora lunga.
Eppure, non mi importereb-
be di questi privilegi se fa-
cessero il loro dovere, se
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
dell’una e dell’altra parte e sentito tempo fa dalle Iene dei prendessero l’elezione come
hanno fatto un gran caldero- nostri parlamentari? […] una missione, se sapessero
ne dove c’era tutto e il con- Dunque su 600 che siedono in “sacrificarsi” per il bene dei
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
trario di tutto.
Parlamento, 200 assumono cittadini. Sì, “sacrificarsi”. i giovani e le missioni.
Welby riteneva che non vales- droghe? Capperi! Hanno pre- Non li abbiamo mandati nel
se la pena vivere in quelle so l’aula di Montecitorio per paese del Bengodi, ma in
condizioni. Mi ha scritto un il Paese dei balocchi di Luci- una squadra destinata a ser-
vecchio signore: “Se tutti
quelli che muoiono di fame
nel mondo dovessero ritenere
che non vale la pena vivere
così, e chiedessero di lasciar-
gnolo? Se questa non è una
vergogna…
Marino, Roma
Se è vero, non si tratta solo
virci. Forse, mi diceva sar-
casticamente un amico, affo-
gano i “dispiaceri” della ca-
rica tra i fumi degli stupefa-
centi! E ciò è davvero stupe-
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
le morire?”. Grazie a Dio, di vergogna, la questione è facente! Mi auguro che la vi-
di indirizzo.
Welby aveva a disposizione i peggiore. Questi signori fan- cenda dei nostri parlamenta-
migliori mezzi moderni a ser- no le leggi contro la droga e ri dopati sia una bufala, ma
vizio della vita, ma voleva poi… sono loro ad assumer- non cesserò di pregare che
morire, e ha trovato uno che la! Mi ricorda Orwell della Dio illumini “quelle teste” e
ha avuto il coraggio di stac- fattoria degli animali: la leg- allarghi “quei cuori”, per-
care la spina. Milioni di per-
sone hanno la massima vo-
glia di vivere ma non trovano
nessuno che attacchi la spi-
na per conservargli la vita!
ge è uguale per tutti ma c’è
sempre qualcuno più uguale
degli altri. Forse quando si
sentono i brividi del potere si
cambia natura, tanto da sen-
ché sappiano leggere il pre-
sente per preparare un futu-
ro migliore. Solo per questo
sono stati eletti.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Per quanto riguarda Pino- tirsi superiori alle leggi. E
Casella post. 18333
chet, la Chiesa da millenni
predica che il peccatore pen-
tito… ecc. Pinochet è morto
con i sacramenti, vuol dire
“pentito”, fino a prova con-
noi educatori che ci rovinia-
mo il fegato giorno dopo
giorno per cercare di incul-
care negli educandi il “sacro
timor di Dio”, che dovrebbe
Nbnssnlcouuieucnotoasecitraeaieimlmnèltauposrtort.teaiesPdtapolalreolozapslvioteoapvsttenuspeidbeerbebe.rilrslepCieocemnpearauzovlnibeeo-ea-.-
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
BS APRILE 2007

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PEZZI AVANZATI DALLE PP. 6-7
IC HIUSURA ESTIVA. collo prendere atto, e studia- “oggi”) indubbiamente po-
Caro direttore, “Chiusura re strategie nuove per “rinvi- tremmo impartire qualche
estiva da sabato… a…” è il gorire” le fila. È anche vero buona lezione. Ma solo “teo-
cartello che ho letto all’in- che non pochi oratori riesco- rica”, perché a livello di
gresso di un grande nostro no a preparare dei laici (coo- prassi siamo frane (Abu Gh-
Oratorio. Mi ha preso un col- peratori o exallievi) per “ti- raib, Guantanamo, ecc. do-
po! Quarant’anni fa nell’Ora- rare avanti la baracca” an- cent!). Per di più, chi è anda-
torio della mia città la dome- che in tempi di emergenza. to a rompere le uova nel pa-
nica era “più aperto” che ne- Ma… laici che siano disposti niere ad africani e asiatici so-
gli altri giorni, e in estate an- a impegnare le proprie ferie no stati i paesi coloniali, che,
cora di più. Che vi sta succe- lavorando il doppio di prima guarda caso, sono quasi tutti
dendo? Vi siete imborghesiti? in un oratorio, lei capisce, so- occidentali. Alcuni filosofi
Chiudere in agosto… Ma l’O- no rari come le “mosche africani della cosiddetta “ne-
ratorio non è un’attività com- bianche”. Le dirò, come con- gritudine” hanno scritto e
merciale!… e poi, la gelateria clusione, che personalmente scrivono parole di fuoco con-
lì a 50 metri, stracolma di continuo a credere in una ri- tro un Occidente colonizzato-
giovani giorno e notte, non presa, di cui qualche segno re che ha devastato l’antica
chiude in agosto!
s’intravede. Don Bosco, del loro civiltà cambiando perfi-
resto, ha sempre predicato no il nome alle persone. “Io
Sergio, Bologna l’ottimismo, e io continuo a che avevo un nome armonio-
Caro signore, la sua è anche sperare contro ogni speranza. so, Luce nella notte, sono sta-
la mia grande nostalgia: quel-
to segnato nell’anagrafe dei
IL la di oratori com’erano “ai
tempi andati”. La “CHIUSU-
RA ESTIVA” assomiglia mol-
colonizzatori come Antonio
A SUPERIORITÀ OC- (fior d’asino!)”, ha confidato
CIDENTALE. Caro di- sconsolato un filosofo bantù
to a una bestemmia salesiana,
e me ne dispiaccio, non imma-
gina quanto. D’altronde, però,
sono obbligato a prendere at-
to di una realtà che avrei vo-
luto non accadesse mai. Molti
oratori, non solo quello che lei
cita, sono costretti a chiudere,
per vari motivi. Gliene elenco
alcuni.
rettore, ricorda l’accoltellato-
re palestinese del povero vo-
lontario Angelo Frammarti-
no? Il padre del ragazzo ucci-
so ha dichiarato: “Mio figlio è
vittima del clima di odio nel
mondo (cioè, alla fine, di Bu-
sh e Berlusconi – era lui allo-
ra presidente del Consiglio).
Invece, Angelo era vittima
in un meeting interculturale
svoltosi in Italia e a cui ero
presente. Sono d’accordo con
lei sull’ignoranza marxista: il
socialismo reale di disastri ne
ha fatti quanti il nazismo. Ma
non si può negare che l’odio
oggi fa da padrone nel mon-
do, né che di buona parte di
esso siamo diretti responsabi-
– La città in agosto si spopo- dell’ignoranza marxista. […] li con i nostri giochi economi-
la e i ragazzi sono al mare, o io credo che la solare superio- ci senza scrupoli, che mettono
in montagna, ai campi scuo- rità umanistica dell’Occidente in ginocchio intere nazioni e
la, o in vacanza con la pro- abbia mosso l’invidia e l’odio riducono alla fame interi po-
pria famiglia o con gli amici dell’accoltellatore […].
poli.
(non è come 40 anni fa)…
Luigi, Perugia
– L’incaricato dell’oratorio in
genere dirige un campo estivo Caro Luigi, dubito molto che
o un Grest, trasferendo attività dicendo del clima di odio nel
ludiche ed educative dove si mondo, Frammartino volesse
trova con i suoi ragazzi (in riferirsi a Bush e Berlusconi.
montagna o al mare).
Con il dolore la politica c’en-
– Oppure approfitta per un tra poco. In secondo luogo,
corso di aggiornamento, o lei sa che non è proprio così
per una muta di esercizi spiri- solare “la superiorità umani-
tuali (ogni tanto c’è bisogno stica d’Occidente”. Mi spie-
di una ricarica spirituale, in go. Se intende la letteratura,
un mondo come questo).
l’arte, l’antropologia cultura-
– Oppure si reca in famiglia le, devo ricordarle che altissi-
(ce l’ha anche lui una fami- mi sono in questo campo i li-
glia e anche lui ha diritto a velli raggiunti dalle popola-
un po’ di “tregua”). Tutto zioni sia africane sia asiati-
questo perché non c’è ab- che, la cui civiltà sopravanza
bondanza di sostituti come di secoli la nostra. Se invece
una volta. Il calo delle voca- tale superiorità si applica ai
zioni è un fatto reale e dram- diritti umani, alla libertà, alla
matico, di cui occorre obtorto democrazia, beh oggi (dico

1.9 Page 9

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& IN ITALIA
NEL MONDO
CAMPIDOGLIO,
ROMA
Mercoledì 24 gennaio in
Campidoglio, presente il car-
dinale Tarcisio Bertone, è sta-
to presentato il libro di Martin
Gilbert, I giusti, un’importan-
te raccolta di episodi “veri”
riguardanti “gli eroi scono-
sciuti dell’Olocausto” – circa
20 mila individui – in mag-
gioranza cattolici (preti, frati,
vescovi, abati, semplici fede- lesiani che nei loro collegi oc-
li) che a rischio della vita na- cultarono ragazzi ebrei, per
scosero in chiese, istituti, sottrarli alla deportazione e
ROMA, MEDIASET
conventi, abbazie, case priva- alla morte. La figura di coper-
te e nello stesso Vaticano, uo- tina del libro ritrae don Arri- NATI IERI
mini donne e bambini per sot- go Beccari di Nonantola che
trarli ai campi di sterminio. ha salvato 72 ebrei dalla fero- È andato in onda da metà di-
Non pochi furono anche i sa- cia nazista.
cembre a metà marzo, su Ca-
nale 5, la fiction “Nati ieri”, i
cui esterni, oltre a qualche in-
terno, sono stati girati presso
la Casa Generalizia dei sale-
siani in via della Pisana, ri- tor Maioli (Sebastiano Som-
battezzata per l’occasione ma) e della caposala Alberta
8
Maternità S. Anna”. Anche Statera (Lina Sastri), e con
se lo share non ha soddisfatto tanti altri attori/trici noti e
né la produzione né la distri- meno noti. Vicende umane,
buzione, il filmato ci è sem- normalissime in un ospedale
brato, finalmente, positivo: un in cui, dal primario in giù,
inno alla vita, tra strilli di tutti sono “votati” a far nasce-
neonati, correre di medici e re la vita e a tutelarla.
infermieri, urlo di ambulanze, http://www.natiieri.media-
e la toccante vicenda del dot- set.it/
TIRANA, ALBANIA
TRA MEMORIA
E FUTURO
Sono mesi di sintesi per le
FMA delle case di Albania,
che dopo dieci anni, fanno
memoria del cammino per-
corso e guardano al futuro per
continuare a sognare case e
spazi per accogliere i giovani
APRILE 2007 BS
e le giovani. A Tirana sono
arrivate nel 1998. Allora nel
quartiere Selita e Vogel (in
albanese significa “piccola
salita”), c’era solo la casa del-
le suore che si perdeva tra
campi per il pascolo delle pe-
core. Ora c’è una giungla di
palazzi e la casa delle FMA è
la più piccola, ma la più ...
abitata! Infatti, lungo gli anni
si è aperto il convitto, per le
ragazze dei villaggi, il centro
diurno, il centro di formazio-
ne professionale. Sta sorgen-
do una nuova casa, dove tro-
veranno accoglienza altre gio-
vani per la scuola e la prepa-
razione a un lavoro. Una futu-
ra presenza sarà a Tale-Breg-
deti, «la missione nella mis-
sione», in provincia di Lezha,
al centro del paese, dove abi-
tano circa 2500 famiglie, cat-
toliche, ma molto povere.
REBIBBIA, ROMA
UNO STRANO
APOSTOLATO
Esiste la NIR Nazionale Ita-
liana Religiosi, lo sapevate?
È costituita da una ventina di
preti e frati provenienti da
tutta Italia che si trovano due
volte l’anno a Coverciano
per allenarsi. Il mister? Un
autentico mangiapreti, Renzo
Ulivieri. Insomma, Peppone
con 20 don Ca-
millo! Il patron
è un vescovo,
don Domenico
Sigalini, già alun-
no poi professo-
re all’Università
Pontificia Sale-
siana, ora vesco-
vo di Palestrina.
Si gioca per dare testimo-
nianza, sicuri che anche il
calcio va bene e fa bene, e
che tutte le attività umane si
possono fare “da cristiani
convinti”. L’ultima partita
l’hanno giocata con la na-
zionale carcerati di Rebib-
bia. Hanno perso 4 a 3, ma
non importa. Dicono di aver
giocato “da preti” e c’è da
scommettere che hanno la-
sciato qualche segno nel cuo-
re e nell’anima degli avver-
sari.

1.10 Page 10

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TORINO, ITALIA
ARRIVO
A PORTA PALAZZO
Si è ufficialmente aperta la
comunità interculturale, “una
casa comune”, nel cuore del-
l’immigrazione torinese, a
Porta Palazzo. (Cfr. BS lu-
glio/agosto 2006), nel 125°
anniversario della morte di
santa Maria Domenica Maz-
zarello. Per iniziare ad abitare
nel quartiere più popoloso di
Torino, suor Gloria Medina,
uruguayana, suor Julieta Joao,
mozambicana e suor Paola
Pignatelli, piemontese, hanno
scelto una data cara alla Fa-
miglia salesiana: l’8 dicem-
bre. Porta Palazzo è la porta
di ingresso dell’immigrazione
a Torino. Vi è quindi una
realtà poliedrica. La popola-
zione della Circoscrizione 7 è
di 88.606 abitanti di cui
11.305 sono stranieri. I giova-
ni ammontano a 11.765, di
cui 2485 provenienti da altri
Paesi. È la zona di Torino in
cui la concentrazione di citta-
dini stranieri è maggiore, e
maggiori sono il disagio, l’al-
col, la droga, l’inserimento.
Auguri alle tre FMA: un gran
lavoro le attende.
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
redazionale
9
IL LAOCOONTE
DEI MUSEI VATICANI
ROMA, ITALIA
UNA SCELTA
DI PREVENTIVITÀ
«Cooperazione allo Sviluppo.
Una scelta di preventività
educativa nel sociale» è il ti-
tolo della tavola rotonda che
il 12 dicembre scorso si è
svolta presso la Casa Genera-
lizia delle Figlie di Maria Au-
siliatrice, per la presentazione
degli orientamenti dell’istitu-
to in materia di cooperazione
allo sviluppo. Il Convegno ha
visto la partecipazione di Ma-
dre Antonia Colombo, Supe-
riora Generale, padre Ottavio
Raimondo, direttore della ca-
sa Editrice EMI, Guido Bar-
bera, presidente del Vides in-
ternazionale e delegato ONG
italiane all’Unione Europea.
Un incontro davvero opportu-
no dati i tempi che corrono.
L’impegno degli istituti reli-
giosi è sempre più indispen-
sabile e urgente.
Il 14 gennaio 1506, in una vigna presso le Ter-
me di Tito sul Colle Oppio a Roma, venne alla
luce il Laocoonte. Il gruppo scultoreo raffiguran-
te il sacerdote troiano che, contro il volere di Ate-
na (la Minerva dei romani) e Poseidone (il Nettu-
no dei romani), si era opposto all’ingresso del
cavallo di legno, ideato da Ulisse e donato dai
Greci, all’interno delle mura di Troia. Due ser-
penti, usciti improvvisamente dal mare, lo avvol-
sero tra le loro spire uccidendolo insieme ai due
figli, segnando così il destino della città e profe-
tizzando la fondazione di Roma.
Il gruppo fu subito acquisito da papa Giulio II
(Giuliano della Rovere) che lo fece trasferire in
Vaticano e divenne una delle opre più studiate e
copiate a partire dal Rinascimento. Esso, come
opera fondamentale dei Musei Vaticani, è stato
scelto come soggetto della serie filatelica cele-
brativa dei 500 anni della fondazione dei Musei.
La serie si compone di un foglietto di d 2,80 e di
tre francobolli da d 0,60, 0,65 e 1,40, stampati
dalla francese Cartor.
Per informazioni: Ufficio Filatelico del Governato-
rato, 00120 Città del Vaticano.
Tel. 06.69883165 - E-mail : order.ufn@scv.va
BS APRILE 2007

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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lOOannifa
Don Antonio Malan, missionario in Brasile,
poi vescovo di Petrolina, fa un interessante
studio sulla religione della primitiva tribù
dei borro, riportata nel BS di aprile 1907.
L’interessante excursus presenta l’Ente
ignoto, dio primitivo del popolo, che dopo
l’irruzione degli spiriti protettori Tupá, Bope
e Mareba, viene percepito come estraneo e
ostile, perché Dio dei civilizzati e non degli
indi. Offriamo uno stralcio.
ROMA, ITALIA
UNA
TESTIMONIANZA
Papà “M” e mamma “G”
hanno raccontato quanto è
capitato tempo fa alla loro
bimba Laura che frequentava
l’asilo delle FMA. Il 1° gen-
naio mentre si giocava a
tombola, la piccola inavver-
titamente ingoia una moneta
da 100 lire. Ospedale, radio-
grafia, sentenza: impossibile
espellerla per vie naturali, la
bimba è troppo piccola e mi-
nuta. Impossibile recuperarla
con la sonda gastrica per lo
stesso motivo. Ci vuole l’in-
tervento chirurgico. Suor
Gabriella non ci sta, e ci fa
iniziare una novena a “Laura
Vicuña”. “L’ultimo giorno,
alla vigilia del ricovero, la
mia Laura mi si presentò da-
vanti trionfante. Aveva in
mano la moneta ingoiata.
L’abbiamo incorniciata con
il quadro della piccola san-
ta… per non dimenticare”.
10
MUMBAI, INDIA
Hanno partecipato circa
1500 giovanissime che, ne-
Nei cieli vi sono tre spiriti nostri protettori e un
quarto di ordine inferiore. Essi sono Tupá,
Mareba, Bope e Hayge… Ecco quello che ci
dissero: Vi ha nel cielo un Essere che non cono-
sciamo e il cui nome non possiamo pronunciare;
a lui fan capo le anime dei braides (dei civiliz-
FESTIVAL
DELLA LUCE
ANMOL è un progetto per
ragazze e giovani a rischio,
coordinato dalle FM. In oc-
gli stand allestiti da alcuni
sponsor, hanno dipinto, gio-
cato, cantato, danzato e pro-
dotto manufatti. Il tema di
fondo del programma era
sensibilizzare circa i diritti,
a volte negati, delle giovani
zati) nostri nemici. Questo Essere ignoto è mol- casione della festa di Diwali, donne e delle bambine in In-
to potente e buono, ma non è nostro, poiché ama
e protegge solamente i braides e gli indii che
rinnegarono la loro religione, i quali, dopo mor-
te, saranno trasportati al cielo dalle anime dei
civilizzati. Ma guai al bororo che pensi di farsi
la festa dei colori e della lu-
ce, suore e animatrici del
Centro hanno organizzato un
campus dal titolo: Diwali ka
ran pyara, mile hame hakh
hamara (I colori brillanti di
dia. Al campus hanno pre-
so parte, la signora Shaila
Mehta, presidente del Con-
siglio delle Donne dello Sta-
to Maharastra e Pandarinath
Kamble, attore teatrale di
braide! Non tarderebbero le anime dei nostri Diwali per i nostri diritti). Marathi.
bari a togliergli l’esistenza, e l’infelice non
andrebbe più a riposare presso suo padre e sua
madre! Sono benefattori nostri la pioggia, la
notte il sole la luna le stelle. I venti pure ci
amano, ma spesso ci molestano coll’eccessivo
calore o col troppo freddo. L’Ente ignoto non è
nostro e quindi non lo amiamo e nessun borro
deve amarlo. Voi dovete amare soltanto le nostre
divinità e le anime dei nostri padri, se non vole-
te soffrire il castigo dei rinnegati. Il rinnegato
sarà scacciato dalle nostre tende e troverà in cia-
scuno di noi un crudele nemico pronto a toglier-
gli la vita al primo incontro. Le sue ceneri
saranno disperse al vento, le sue carni abbando-
nate alla voracità del pobureus (corvi).
APRILE 2007 BS

2.2 Page 12

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OSSERVATORIO
Anna Rita Delle Donne
ALICE E GLI ALTRI
Divagazioni (mica tanto!) su una nuova normalità:
il telefono cellulare.
“Alice quante volte
devo dirti che a
tavola non lo
voglio vedere quel telefo-
no?”. “Ma mamma…”. Per
favore, Giulio, le dici di
spegnerlo, almeno mentre
mangiamo? Sta tutto il
tempo a mandare messag-
gi. A chi li manderà,
poi?…”. “A Viola, mamma,
lo sai benissimo. Abbiamo
un’opzione per gli sms gra-
tuiti”. “Non me ne importa
se sono gratuiti. Almeno
quando siamo a tavola
potresti interrompere. Che
avrete di così urgente da dirvi! Giulio, per favo-
re…”. Giulio alza la testa dal piatto, guarda
moglie e figlia: Alice ha la faccia imbronciata, la
mamma pure! L’unica cosa che in quel momento
quelle due hanno in comune è che aspettano la
sentenza. Da lui. “Alice, ascolta tua madre”, dice
infine papà. “Ecco lo sapevo, dai sempre ragione
a lei”. “Non fare i capricci, spegni!”, conclude Giu-
lio. Alice sta per obbedire rassegnata, quando
dalla tasca di Giulio si sprigiona una musichetta
traditora. Il viso furbo di Alice ha un lampo di
soddisfazione. Mamma Stefania lancia al marito
uno sguardo furioso, mentre lui afferra il cellulare
che imperterrito continua a diffondere la “Marcia
Trionfale”, dà un’occhiata al monitor e gli sfugge
una mezza imprecazione. Poi preme il piccolo
tasto e automaticamente si alza da tavola per
allontanarsi. Ma prima getta uno sguardo alla
moglie tra il colpevole e il rassegnato: “È il
capo!”, farfuglia. Si stringe nelle spalle e va di là.
Alice sorride e posa di nuovo il cellulare accanto
al piatto. Immediatamente il display s’illumina per
segnalare un nuovo sms.
᭿ Succede tutti i giorni, in tutte le case. È la nuo-
va normalità. Niente di cui preoccuparsi? Non pro-
prio. A casa di Stefania e Giulio vecchio e nuovo si
confondono fino a creare una varietà di messaggi
in conflitto tra loro. C’è il telefono cellulare, oggetto
personalissimo, in dotazione a ogni componente
della famiglia, non esclusa la figlia quattordicenne.
C’è il momento del pran-
zo, ammantato da una
sorta di ritualità dura a
morire, con le sue regole
e i suoi obblighi a cui for-
se più nessuno è il grado
di conformarsi interiormen-
te, ma a cui è difficile sot-
trarsi almeno su un piano
formale. Allora? Bisogne-
rebbe forse riscrivere alcu-
ne regole… in grado di
comprendere tutte le
variabili, anche quelle
novità che non piacciono
e abbiamo accolto più o
11
meno forzosamente ma
definitivamente. Chi sarebbe oggi in grado di rinun-
ciare al proprio cellulare che è diventato un’appen-
dice di sé? Diciamoci la verità: il telefonino è una
grande invenzione e un’enorme comodità. È lì,
pronto a raggiungere chiunque, in qualunque posto
del mondo. Il “problema” semmai è che può rag-
giungere anche noi, ovunque siamo e qualsiasi
cosa stiamo facendo. Non ha rispetto per la privacy
di nessuno. Non può averne.
᭿ Ma noi sì. Dovremmo essere noi ad avere più
rispetto per la nostra vita privata, non lasciare che
questo mezzo veloce ed efficiente confonda i
nostri tempi e i nostri spazi. Mai come oggi il bibli-
co Qoelet ha ragione: “C’è un tempo per ogni
cosa”. Occorre non dimenticare che il momento
del pranzo è spazio privilegiato per il dialogo, gli
affetti, gli scambi di idee. Uno spazio non privato.
Per il lavoro e i propri interessi esistono altri luo-
ghi e altri tempi. Molti dei nostri nonni da bambini
non avevano il telefono in casa. Ma sapevano
organizzarsi: s’incontravano in spazi e luoghi
deputati. Si davano appuntamenti, si attendevano
pazientemente... Era faticoso. Tanto che i nostri
vecchi sembrano voler rimuovere dalla memoria
quei tempi… La soluzione? In medio stat virtus: la
carta vincente è ancora e sempre l’educazione.
L’educazione ai media. I nostri ragazzi – è lapalis-
siano – non sanno fare a meno del cellulare, è
una loro appendice. Non, dunque togliere il cellu-
lare ma educare al cellulare.
ٗ
BS APRILE 2007

2.3 Page 13

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 4
CHIESA QUO VADIS
EUROPA? (6)
di Silvano Stracca
Alla fine del 2006, un po’
ovunque in Europa, circo-
lava una strana paura. Il ti-
more – da parte di autorità, politi-
ci, amministratori locali, ecc. – di
celebrare pubblicamente il Natale
per non offendere i sentimenti re-
ligiosi dei gruppi non cristiani. Al
bando dunque – in nome del “po-
litically correct”, politicamente
corretto – festeggiamenti, decora-
zioni, luminarie. Niente – soprat-
tutto – presepi, alberi, canti e altri
segni della tradizione cristiana
12
nelle scuole per non turbare la
sensibilità dei bambini di altre fe-
di. In primis dell’Islam che, fra le
religioni presenti nel continente, è
quella che va crescendo più tu-
multuosamente. Per fortuna, qual-
cuno s’è chiesto se non si comin-
ciava a esagerare con il bon ton
L’Europa unita...
QUOTIDIANI E POLITICI
U“msloeuNiNocsaocopnAg.sne”ehuNdaBièdaUepednelOiuiese,bgsVpdibteArmerenltiitsbebcIoCsirou:iaOoXlnizunVNaifreoIfeOl.inilcd,ieCig,i,cLioAllas’acseSriuisccTcoiedItlAlàuraei.,-i,,
pluralistico e multietnico.
Così un autorevole quotidiano in-
glese, il Daily Express, ha scritto a della guerra natalizia e del disegno
chiare lettere che, nella patria della di rimuovere i simboli religiosi cri-
political correctness, si stavano stiani dalla vita pubblica britannica.
dando i numeri per paure infondate “Esiste nella nostra società – de-
e irrazionali. Non si spiegavano al- nunciava – una tendenza preoccu-
trimenti decisioni come quella della pante che vede atei illiberali aggre-
città di Birmingham di cancellare garsi a secolaristi aggressivi per
persino il nome Christmas dai pro- creare una situazione assurda, dove
pri registri e rimpiazzarlo con un quelli che non credono in Dio han-
insignificante neologismo Winter- no deciso che il Natale offende le
val, “Festival d’inverno”. Oppure il altre fedi”. Contro l’ossessione di
provvedimento delle Poste di sua un “multiculturalismo politicamen-
maestà di abolire le immagini cri- te corretto” scendeva in campo an-
stiane sui classici francobolli nata- che un politico influente come l’ex
lizi e sostituirle con scoiattolini in- ministro degli esteri, Jack Straw,
freddoliti e fiocchi di neve. Un al- che definiva “semplicemente una
tro giornale importante sulle rive sciocchezza” la sordina messa al
del Tamigi, The Sun, apriva una Natale. “Non conosco alcun cristia-
campagna contro il tentativo di far no – aggiungeva significativamente
scomparire la festa più amata della – che vorrebbe imporre agli ebrei
I Jack Straw, ex ministro
degli esteri britannico, che definì
“semplicemente una
sciocchezza” la sordina messa
al Natale.
nostra religione. E l’arcivescovo
anglicano di York non esitava ad
accusare “gli atei più aggressivi”
del paese di essere i veri burattinai
di non celebrare il Yom Kippur
(ndr: il giorno dell’espiazione e del
perdono, festa più solenne del ca-
lendario ebraico) o impedire agli
APRILE 2007 BS

2.4 Page 14

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t••···········································
La città di Birmingham ha deciso di cancellare
persino il nome Christmas dai propri registri
per rimpiazzarlo con un insignificante neologismo
Winterval, “Festival d’inverno”. Se di festival si tratta
è il festival dell’inconsistenza, del niente,
o della pusillanimità europea. Forse dovremo imparare
proprio dai musulmani a essere più coerenti
con la nostra fede e la nostra cultura.
I L’espressione pubblica della fede
cristiana oggi sembra che dia
fastidio, e viene scoraggiata nelle
scuole, ma non solo.
non piuttosto perché si è persa l’i-
dentità cristiana e, in parte, anche
Cristo e di ciò che è sacro per i cri-
stiani, ecco che allora la libertà di
islamici di celebrare l’Aid Al Fitr
(ndr: la festa che conclude il digiu-
no rituale del mese di Ramadan).
Né penso che esistano musulmani
che si risentono perché i cristiani
celebrano il Natale”.
l’identità europea? Non si tratta
forse di un processo per secolariz-
zare ancor di più la società euro-
pea, come se non lo fosse già abba-
stanza? E questa secolarizzazione
piace davvero ai musulmani? Non
è proprio questo che li urta quando
opinione diventa il bene supremo,
limitare la quale sarebbe minaccia-
re o addirittura abolire la tolleranza
e la libertà in generale”. La tempe-
sta scatenatasi in passato sull’Euro-
pa dopo la pubblicazione, da parte
di un giornale danese, di alcune vi-
UN FENOMENO
EMBLEMATICO
guardano all’Occidente e, tanto gnette satiriche sull’Islam e Mao-
più, quando vi emigrano? Viene metto è la miglior prova di quanto
perciò da chiedersi se forze politi- sostenuto dal futuro Pontefice.
13
che e culturali non stiano strumen- Commentatori e politici “politica-
Il caso della Gran Bretagna è talizzando l’Islam nella deriva lai- mente corretti” avevano subito con-
emblematico di un fenomeno che cista del nostro continente. Dando dannato le vignette sull’Islam. Ma
si ritrovava un po’ ovunque in Eu- voce e spazio, per relegare il cri- nessuno di loro ha mai biasimato le
ropa. Nella Francia, patria della stianesimo a un ruolo marginale ben più blasfeme pubblicazioni, i
laicité repubblicana, una forma di nella società, anche alle frange più film e gli sketch televisivi offensivi
laicità talora tanto aggressiva e in- intolleranti e fanatiche. In pratica, su Gesù Cristo, il Papa oppure Mo-
transigente da trasformarsi in ideo- ci si serve dell’estremismo religio- sè e i rabbini, che sono così diffusi
logia antireligiosa. In Spagna dove, so musulmano acqua di coltura del nel nostro continente. Giustamente,
proprio a fine 2006, veniva reso terrorismo – per confinare la prin- allora, si era invocato il principio
pubblico dai socialisti un manife- cipale religione occidentale nel che si dovevano combinare due va-
sto programmatico in cui si affer- “ghetto della soggettività”, per lori: libertà d’espressione e rispetto
mava che “i fondamentalismi mo- usare una frase di Benedetto XVI. per la religione. Ma questo princi-
noteisti o religiosi seminano fron- Questo è proprio quanto accaduto pio, per caso, è valido solo per l’I-
tiere tra i cittadini”. In Germania a Natale e quanto accade giornal- slam? Nel pieno dell’offensiva ico-
dove, nel periodo natalizio, sono mente in Europa. L’espressione noclastica di fine anno, Benedetto
state soppresse le tradizionali feste pubblica della fede cristiana dà fa- XVI è intervenuto con risolutezza
scolastiche per non avere problemi stidio, è disapprovata, viene sco- per ripetere che la religione e i suoi
con i figli degli immigrati turchi, raggiata, se non vietata.
simboli non vanno relegati in un
che in certi quartieri sono il 70%
angolino della coscienza; e tanto
degli studenti. Nella stessa Italia, CONTRADDIZIONI
che pure si è dimostrata più acco-
meno esclusi dalla società in nome
di una “degenerazione” della lai-
gliente verso gli stranieri di altri Tutto ciò era ben presente a Jo- cità, purtroppo dominante, in un
paesi , e non ha fatto guerra al velo seph Ratzinger quando, prima di mondo che tende a fare a meno di
islamico e a nessun simbolo reli- salire sulla cattedra di Pietro, scri- Dio. Non è dunque laico spegnere
gioso. Ovunque, la stessa motiva- veva: “Nella nostra società attuale, il Natale per rispetto di altre fedi. E
zione: “non offendere la sensibilità grazie a Dio, viene multato chi di- non lo è nemmeno, di sicuro,
religiosa dei musulmani”. Viene sonora la fede di Israele, la sua im- “escludere i simboli religiosi dai
però da domandarsi: è davvero per magine di Dio, le sue grandi figure. luoghi pubblici”, eliminare il croci-
“non urtare la suscettibilità degli Viene multato anche chiunque vili- fisso da “uffici, scuole, ospedali,
islamici” che si vorrebbero far penda il Corano e le convinzioni carceri, tribunali”.
scomparire i simboli cristiani? O dell’Islam. Se invece si tratta di
(continua)
BS APRILE 2007

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SCUOLE
Quasi scomparse in Europa, le scuole agricole
UN’ALTRA
OPPORTUNITÀ
di Sergio Todeschini
Giochi per la festa di Don Bosco 2006.
A Legazpi, nelle Filippine,
prospera il “DON
BOSCO Agro-Mechanical
Technology Center”,
che offre ai giovani
della regione un’altra
opportunità di lavoro.
la professionale, secondo lui, aveva il
14
compito primario di offrire l’opportu-
nità di preparare i giovani a gestire la
campagna come operatori qualificati,
per potersi poi inserire nei rispettivi
villaggi e lì operare. Occorreva far
apprendere ai giovani come potenzia-
L’edificio centrale della scuola dove sono ubicate le varie officine.
re i campi con l’inserimento di pian-
tagioni diverse. Nel settembre 2000
si diede il via alla costruzione del
centro e nel giugno 2001 si poté pro-
E state1996; il vescovo Sorra NASCE LA SCUOLA
cedere all’inaugurazione. Presenti ol-
José propone all’Ispettore sa-
tre ai salesiani e alcuni vescovi, an-
lesiano don Luciano Capelli Parolin coordinava a quel tempo i che il cardinale José Sánchez, il Nun-
di aprire a Legazpi, località posta al centri professionali dell’ispettoria, zio Apostolico monsignor Antonio
centro delle Filippine, una scuola suggerendo con competenza pro- Franco e il vescovo di Legazpi, mon-
professionale per fornire un’oppor- grammi e strumenti operativi. Così, signor Sorra. Nell’agosto successivo
tunità di lavoro ai giovani del terri- convinto, l’ispettore gli dà carta bian- ebbe inizio la scuola professionale
torio e impartire loro una solida for- ca con il compito di preparare un pro- con i corsi di meccanica agricola ed
mazione morale e cristiana. Il si- getto fattibile, definire i corsi e anche elettricità e una cinquantina di alunni
gnor Luigi Parolin, salesiano laico pensare alla struttura degli edifici da tra maschi e femmine. Contempora-
di origine veneta, da anni trapianta- erigersi. La CEI (Conferenza Episco- neamente venne aperto anche un in-
to nelle Filippine, fa balenare l’idea pale Italiana) contribuì con una forte ternato per una trentina di giovani.
di un centro di formazione meccani- somma, tanto quanto i vescovi della
ca-agricola che ritiene di estrema
utilità per aiutare i contadini della
Germania che nel 2000 inviarono una
somma altrettanto ingente per contri-
DIFFICOLTÀ DEGLI INIZI
zona estremamente poveri. All’ini- buire alla nuova opera. Insorsero, Non poche furono le difficoltà da
zio l’Ispettore ribadisce di non ave- com’era prevedibile, questioni ri- superare, soprattutto economiche,
re né il personale adatto né i fondi guardanti il “dove” ubicare il centro. ma la Provvidenza non mancò mai.
necessari; ma il consiglio ispettoria- Ad alcuni, infatti, il luogo prescelto Se le idee sugli obiettivi erano chia-
le scorge nell’iniziativa un’opportu- non appariva idoneo. “Ma non si re, gli intoppi a livello operativo
nità per frenare l’esodo dei contadi- tratta di trovare un luogo capace di erano numerosi: come far fruttare al
ni verso la capitale Manila, già som- soddisfare il commercio agricolo”, ri- meglio le coltivazioni, quali le pian-
mersa da immigrati.
badiva tenacemente Parolin. La scuo- tagioni più adatte al tipo di terreno,
APRILE 2007 BS

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salesiane resistono ancora in altri continenti.
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DIOCESE DF' LE.GlIPl
Un istruttore del Don Bosco con due ragazze nella loro
campagna. Il salesiano Luigi Parolin.
Solenne inaugurazione del centro agricolo,
il 28 giugno 2001.
considerando anche i non infre- tro al mondo esterno. Ai salesiani, Degli alunni che abitano lontano da
quenti tifoni, ecc. Si faceva sentire infatti, è stata affidata anche la for- Legazpi si hanno poche notizie. Per
la mancanza di personale salesiano mazione cristiana dei giovani uni- quelli dei dintorni la scuola concede
qualificato, costringendo ad assu- versitari che nella cappella svolgo- prestiti a coloro che desiderano met-
mere personale esterno. Nei due no i loro incontri. Occorrevano an- tersi in proprio. Applicate fuori, le
corsi, quello agricolo e quello mec-
canico/agricolo, per quanto possa
che un capannone per il deposito
delle macchine agricole e per il
tecniche imparate a scuola diventano
incentivi formidabili per le numerose
15
apparire strano, gli studenti anche mulino e uno spazio per un campo famiglie contadine del territorio, che
attualmente sono in maggioranza di basket. Questi lavori sono stati chiedono di partecipare ai corsi. Per
ragazze. Alcune che provengono da ultimati grazie all’aiuto fornito dal rispondere a queste pressioni i sale-
località lontane hanno trovato allog- Rettor Maggiore. Il clero locale, le siani stanno pensando di iniziare bre-
gio presso famiglie del luogo. Si è
lavorato molto sull’apprendimento
della tecnologia pratica (preparazio-
ne del terreno, uso di pesticidi orga-
nici, tecniche di coltivazione, pian-
tatura di ortaggi, alberi di frutta e
cereali adatti al tipo di terreno. Nel
2005 si è iniziato un allevamento di
suini che serve per incentivare tra i
contadini locali l’inizio di un loro
allevamento, acquistando a condi-
zioni favorevoli dal centro un cuc-
ciolo di maiale. Il costo elevato del
mangime ha favorito la ricerca di un
alimento capace di far risparmiare.
Si pensò alla combinazione di ali-
menti vegetali prodotti nel centro
con quelli in commercio. La gente,
scettica all’inizio, ha poi accettato
la novità, avendone costatato l’effi-
cacia e valutato il risparmio.
REALIZZAZIONI
L’anno 2004 ha visto nascere la
amministrazioni governative e i
privati hanno visto con favore le
varie iniziative dei salesiani e com-
preso l’importanza della loro pre-
senza nel territorio. Questo aspetto
è stato di grande sostegno e stimo-
lo per gli operatori del centro, sale-
siani e laici. Uno degli scopi della
scuola è stato ed è quello di favori-
re la nascita di piccole cooperative
tra i ragazzi che, completato il loro
ciclo di studi, pensano a impiantare
una propria azienda. Anche per fa-
vorire tali iniziative nel 2004 è na-
ta l’Unione exallievi Don Bosco di
Legazpi, riconosciuta anche dal go-
verno filippino. Oggi i corsi annua-
li sono seguiti da cinque mesi di
apprendistato pratico, prima del di-
ploma. Estremamente poveri, gli
alunni cooperano alle spese per
non più del 5% del totale.
GLI EXALLIEVI
vi corsi tematici, affidati a insegnanti
qualificati. “Sarebbe magnifico, riba-
disce convinto il signor Parolin,
aprire anche un ostello e costruire
un centro sportivo per i ragazzi della
scuola e per quelli del luogo. È sem-
pre più indispensabile che il Centro
sia un punto di riferimento determi-
nante per la zona... la sua continuità
è l’auspicio più bello”. L’obiettivo
tecnico della scuola è preparare i
giovani a essere operatori qualificati:
ciò può assicurare il loro futuro. At-
traverso la stampa e l’informatizza-
zione si conta di divulgare progetti e
metodi del centro anche in altre loca-
lità filippine. Attualmente sono ben
più di cento i giovani che frequenta-
no il Don Bosco Agro-Mechanical
Technology Center, ma si pensa a in-
crementare ancora il numero. Accan-
to ai programmi di indirizzo, quello
della crescita religiosa e morale degli
alunni/e resta un obiettivo prioritario,
cappella usata anche come sala in- Più del 50% degli studenti diplo- ed è portato avanti con tenacia dalla
contri, il che ha favorito i gruppi matisi al Centro hanno trovato lavo- comunità salesiana, secondo lo spiri-
giovanili aprendo ancor più il cen- ro, o si sono inventati imprenditori. to di Don Bosco.
ٗ
BS APRILE 2007

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BOX
redazionale
PISANA, ROMA
᭿ Alberto e Lorena Trenti-
ni. Sport, hobby, viaggi. Nel
TESTIMONIANZE
1979 si sposano e vanno in
Le giornate di spiritualità del-
la Famiglia Salesiana (18-21
gennaio 2007) sono state illu-
minate in questa 25ª edizione
da alcune testimonianze che
hanno impressionato l’assem-
blea dei più di 250 delegati
provenienti da ogni parte del
mondo. Ne diamo un breve
resoconto.
᭿ Esposito Stefania 37 anni
di Scafati (Salerno). Diversa-
mente abile. Ha accettato la
sua vita senza drammi. “La
vera sofferenza, ha detto,
non è la disabilità, ma il sen-
tirsi soli in una società che
ama solo la perfezione”.
viaggio di nozze in India. Qui
conoscono la realtà di bimbi
morti di inedia, di altri che
devono scavare nelle immon-
dizie per trovare qualcosa da
mangiare. Allora decidono di
avere una famiglia multietni-
ca. Oggi hanno quattro figli,
adottati: due gemelline indiane
e due ragazzi colombiani, uno
più piccolo e David di 11 anni.
Difficoltà, sofferenze, batticuo-
re come tutti i genitori per i lo-
ro figli, ma la famiglia va!
᭿ Nino Baglieri di Modica
classe 1951. Pieno di vita e di
voglia di lavorare. Aveva po-
ca voglia di studiare ma molta
-Alberto e Lorena Trentini.
cettò. “Se Dio se lo prende, Modica. Cominciarono telefo-
accetto, se me lo lascia lo ac- nate, visite, lettere, da ogni
cudirò per tutta la vita”. Glie- parte del mondo. “Quella di-
lo lasciò. Nino, bloccato sulla sgrazia è diventata per me una
sedia a rotelle, visse disperato grazia!”, dice oggi convinto.
Aveva il desiderio di fare di lavorare e scelse di fare il fino al giorno in cui, aiutato Ora Nino sa che tutto serve,
qualcosa per gli altri, ma che muratore. A 17 anni sull’im- dalle preghiere di un gruppo anche una caduta dal 4° piano
cosa nelle sue condizioni. palcatura dove si trovava cede riuscì a dire “sì” alla sua con- per portare a termine il pro-
Nel 1995 avvicinò le suore di un tavolone e lui precipita da dizione, e oggi afferma: “Die- getto che il Signore ha su
don Variara. “Non mi arren- 17 metri. “Signora, disse il ci anni di disperazione si can- ognuno di noi. Ora è un
do!”. È stato il suo messag- primario alla mamma, se vi- cellarono in pochi secondi”. C.D.B., volontario con Don
gio più forte. Ora è lei con la vrà resterà paralizzato. Se Imparò a disegnare con la ma- Bosco, e considera i salesiani
16 sua carrozzina che va a tro- vuole con una puntura mettia- tita in bocca, poi a scrivere. la sua famiglia. Conclude: “Il
vare i malati, a portare mo fine alla sofferenza di suo Scrisse preghiere e poesie che letto del mio dolore è anche il
conforto, a parlare, a pregare. figlio e alle sue!”. Non ac- poi leggeva a una radio di letto della mia gioia”.
Stefania Esposito e Nino Baglieri.
APRILE 2007 BS
BREVISSIME DAL MONDO
CITTÀ DEL VATICANO.
Mercoledì 10 gennaio 2007,
al termine dell’udienza ge-
nerale, Benedetto XVI ha
ricevuto un migliaio di cal-
ciatori della “Selezione in-
ternazionale Sacerdoti Cal-
cio”. Sul retro della maglia,
gialla come quella del Bra-
sile, c’è scritto “Benedetto
16”. La squadra, che ha per
motto “Undici sacerdoti che
giocano da… Dio”, pro-
muove la diffusione del cal-
cio a scopi benefici per aiu-
tare i meno fortunati.
LONDRA, INGHILTER-
RA. Secondo l’organizza-
zione “Release Internatio-
nal”, nel 2007 saranno 250
milioni le persone che subi-
ranno persecuzioni perché
seguono Gesù Cristo. Gli
abusi includono sequestri,
conversioni forzate, deten-
zione, distruzione di chiese,
torture, violenze ed esecu-
zioni. Uno dei Paesi che re-
gistra più abusi contro la li-
bertà di religione è l’Arabia
Saudita.
ISTANBUL, TURCHIA.
Sedat Bornovali, 36 anni,
ha imparato l’italiano dai
salesiani del Cairo, dove ha
frequentato gli studi perché
il padre voleva per lui “una
scuola seria”. È stato lui
l’interprete ufficiale di papa
Ratzinger a Santa Sofia e
nella Moschea Blu. Di quel-
la esperienza ha detto: È
stata e rimarrà il momento
più alto della mia carrie-
ra”. L’emozione gli ha fatto
scambiare il suo cappotto
con quello di un altro.
CITTÀ DEL VATICA-
NO. La Santa Sede, il più
piccolo Stato del mondo,
mantiene relazioni diploma-
tiche regolari con 175 Stati
sovrani del globo.

2.8 Page 18

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a cura del direttore
VICO EQUENSE, ITALIA
Un movimento per certi
versi inatteso e certamen-
te entusiasta ha suscitato
il decreto di venerabilità
per Margherita Occhiena,
la mitica mamma di Don
Bosco. Un po’ dovunque
sorgono gruppi, si conso-
lida l’Associazione che
porta il suo nome, si alle-
stiscono mostre. A Paco-
gnano di Vico Equense,
presso la casa salesiana
per ferie, Margherita è
stata ricordata con un
monumento dello scultore
Raffaele Calogero.
URBINO, ITALIA
Il 16 gennaio l’Università
di Urbino, in occasione
del suo V centenario, ha
conferito la Laurea Hono-
ris Causa in Scienze Po-
litiche al cardinale sale-
siano Oscar Rodríguez
Maradiaga, arcivescovo
di Tegucigalpa in Hondu-
ras, per il suo impegno
contro l’enorme debito
estero, la povertà, gli
squilibri nella distribuzio-
ne della ricchezza del
suo continente che conta
ancora 220 milioni di per-
sone poverissime.
17
TORINO, ITALIA
L’Adma (Associazione
Devoti Maria Ausiliatrice)
continua il suo cammino
formativo… a ritmi soste-
nuti. Celebrata la giorna-
ta di spiritualità nella III
domenica di Avvento, e
quella della III domenica
di Quaresima, in viaggio
le attività continueranno
con gli esercizi spirituali
e il 24 con le “Nuove
Promesse ADMA”. In ot-
tobre li attende la Gior-
nata Mariana annuale e
il Pellegrinaggio. Ogni 24
del mese poi, continuano
la catechesi e il rosario
in Basilica.
PARIGI, FRANCIA
A 94 anni è morto l’Abbé
Pierre, fondatore della
Comunità di Emmaus,
che si è sempre prodiga-
to per i senza tetto nel
dopo guerra parigino, e
ha ridato speranza ai
clochard attraverso gli
stessi clochard, impe-
gnando poveri e barboni
ad aiutare i compagni di
sventura. È stato il per-
sonaggio più popolare di
Francia, eroe della resi-
stenza. Emmaus ora si
muove in uno scenario
internazionale con 327
comunità in una quaran-
tina di Paesi del mondo.
CATANIA, SICILIA
Sulle strade siciliane s’in-
contra spesso il salesia-
no don Mario Arestivo
che cura spiritualmente
95 reparti della Polizia di
Stato. Tutti lo cercano e
lui accorre ovunque chia-
mato da questure, com-
missariati, caserme, re-
parti mobili. Migliaia di
poliziotti lo conoscono
ma anche lui li conosce,
parla con tutti, li confes-
sa, li incoraggia nel lavo-
ro nobile e ingrato che
sono chiamati a compie-
re. (Agatino Zizzo)
CITTÀ DEL VATICANO
Giovedì 18 gennaio la
Procura missionaria sale-
siana di Torino ha offerto
al Segretario di Stato car-
dinale Tarcisio Bertone
una statua in bronzo raffi-
gurante don Bosco attor-
niato da ragazzi, opera
dello scultore milanese
Mauro Baldessari. La scul-
tura è stata poi presentata
il 29 gennaio a Benedetto
XVI. Nella foto il procura-
tore don Luigi Zuffetti nello
studio del cardinal Berto-
ne. Sul tavolo il bronzo di
Baldessari.
BS APRILE 2007

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- - - - VIAGGI
Stregato dalla maestosità del Mekong e dalla storia
TONLE THON
di Giancarlo Manieri
LA GRANDE ACQUA
Un fiume carico di storia,
il Mekong (la Madre delle
Acque), che in Cambogia
chiamano Tonle Thon
(la Grande Acqua).
Al Mekong e alle sue
grandi anse sono legati
i destini di molti popoli,
oltre a quelli delle
popolazioni cambogiane.
Il fiume Mekong,
uno dei più lunghi
del mondo, nasce
sull’altipiano
del Tibet, attraversa
sei nazioni e si getta
nel Mar Cinese
Meridionale.
18
Q uel giorno ci trovammo sul
fiume che per le popolazioni
kmer è stato ed è centrale
come via di comunicazione e di
commercio. Come sempre don Bat-
tista fu prontissimo a soddisfare la
curiosità giornalistica del suo ospite:
“È uno dei fiumi più lunghi del
mondo. Nasce nel Tibet e viaggia at-
traverso sei nazioni…”. L’ho inter-
rotto per chiedergli quali fossero, e
le snocciolò d’un fiato: “La Cina, il
Myanmar, il Laos, la Cambogia, la
Thailandia e il Vietnam… e sfocia
dividendosi in una dozzina di fiumi
Per le popolazioni kmer la “Grande Acqua” è stato ed è centrale come
via di comunicazione e di commercio.
nel Mar Cinese Meridionale. Dun-
que guarda bene, perché stai con- fiume si deve la bellezza dei paesag- accorgermene. “Lo è, infatti. Bambi-
templando più di 4500 km di storia, gi, il rigoglio delle foreste, e l’inter- ni e giovani costituiscono la grande
che non è sempre una gran storia, scambio economico con le altre na- maggioranza della popolazione”.
specialmente quella di questi ultimi zioni: è la principale via di trasporto, “Ma non vanno a scuola? Sono le 10
tempi”. “Ultimi tempi?”. “Ne ripar- la maggior riserva per l’irrigazione, del mattino”. “Qui non esistono san-
leremo, non chiedermi di più. L’an- l’elettricità, la pesca, la sete…
zioni per i genitori che non mandano
tologia degli orrori la leggeremo in-
i figli a scuola…”. “… per cui gli
sieme domani”. Il fiume appariva I BAMBINI E I SALESIANI analfabeti…”. “Superano di parec-
maestoso, e mi venne spontaneo ri-
chio il 50% della popolazione, anche
flettere perché tanta “retorica” per Eravamo in un villaggetto nella im- se il governo afferma il contrario”.
un fiume in una nazione che per la mediata periferia della capitale sulle “Per non fare pessima figura di fronte
maggior parte dell’anno è semialla- rive della Grande Acqua. Frotte di al consesso delle Nazioni, immagi-
gata e, a quanto mi aveva accennato bimbi, alcuni piccolissimi e seminudi no”; “immagini male. La verità è che
la mia fedele guida, era più o meno (alcuni del tutto) gironzolavano qua e il governo considera alfabetizzati tutti
a 12 metri sotto il livello del mare. là, pochi giocavano. Mi venne in quelli che in qualche modo sanno fa-
Don Personeni sembrò leggermi nel mente: “Questo paese sembra fatto di re la propria firma”. “Come Carlo
pensiero perché continuò subito: “Al bambini” e lo pronunciai quasi senza Magno”, aggiunse ridendo dopo una
APRILE 2007 BS

2.10 Page 20

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millenaria che accompagna il suo corso
pausa. “Siamo dunque in Cambogia
principalmente per i bambini, i ragaz-
zi, i giovani”. “Insomma per tutta la
nazione se è vero che è costituita in
grandissima maggioranza da giova-
ni!”. “Già! Per l’alfabetizzazione e la
prevenzione”. ”La prevenzione di
che cosa?”. Don Personeni mi sem-
brò titubare, come se gli dispiacesse
rispondere; quando lo fece, notai un
timbro di sofferenza nella voce: “I
bambini, lo dico con il cuore in gola,
qui sono un po’ carne da macello: i
più sfruttati, i più abusati. I bordelli
cambogiani sono zeppi di bambine/i.
Troppi spariscono senza lasciare più
traccia. Rapiti? Per che cosa? Non
pochi sono venduti dagli stessi geni-
tori per un pugno di dollari, non si sa
-A bordo di una barchetta a motore su un affluente del Mekong.
a chi. Commercio? Traffico d’orga- so…”. “Non dire idiozie. Il fatto è mente inquinato che è impossibile
ni? Chi lo sa?”.
che qui non puoi parlare di Cristo a anche la captazione per uso alimenta-
SCELTE OBBLIGATE
chi muore di fame. Prima sfamalo”. re. Qui a Phnom Penh, ma penso an-
In effetti, Battista non aveva torto. In che altrove, sul Mekong ci sono an-
Alcune scelte fatte dai salesiani so-
no state obbligate, data la situazione
sociale della nazione. Convinti che la
cultura allontana dal degrado e fa
prendere coscienza della propria di-
gnità e dei valori conseguenti, i figli
di Don Bosco hanno scelto, come
campo di apostolato, anche la scuola
primaria, soprattutto quella dei piccoli
villaggi, dove il rischio analfabetismo
era oltre ogni previsione. “Ma di que-
sto ti parlerò quando avremo visitato
qualche scuoletta di villaggio”, tagliò
corto don Battista. “Ecco perché vi
dedicate più al sociale che al religio-
Cambogia i salesiani lavorano con il
95% di buddisti. I cattolici sono poco
più di trentamila, di cui la metà viet-
namiti e la metà cambogiani. “Don,
torniamo al fiume”. “Il Mekong è un
po’ una divinità: fa prosperare ster-
minate risaie, alimenta le tribù delle
montagne laotiane, e le giungle tropi-
cali. Se potesse parlare, le sue acque
ne racconterebbero di tutti i colori so-
prattutto sui mitici kmer, sulle inon-
dazioni devastanti, sulle lotte fratrici-
de di sette diverse nazioni, su inva-
sioni, calamità naturali e infine sulla
follia di Pol Pot”.
che case galleggianti”.
LEGGENDE
“Don, ai qualche leggenda sul fiu-
me Mekong?”. “Ce ne sono tante.
Una di quelle che si raccontano di più
riguarda il re/serpente o Naga, una
creatura simile per l’appunto a un
serpente che si dice risiedesse nelle
profondità della ‘Madre delle Acque’
e ogni anno in un determinato giorno
invia la conferma della sua presenza
sputando palle di fuoco, nell’undice-
sima notte del mese lunare, che non
ricordo a quale mese corrisponda.
19
I Frotte di bimbi, alcuni piccolissimi
e seminudi (alcuni del tutto)
gironzolavano qua e là.
IL FUTURO?
A mo’ di conclusione don Battista
disse, quasi a mezza voce: “Ma fra
Anche oggi in quel giorno una gran
folla si raduna sulle rive del Mekong
e c’è chi giura di vedere le palle di
fuoco”. Poi don Battista si fa serio e
qualche anno anche il Mekong non aggiunge: “Beh questa è una leggen-
sarà più lui!”. “Che cosa vuoi dire?”. da. La cosa vera invece è che noi sa-
“I cinesi a colpi di dinamite, di corre- lesiani qui in Cambogia ci stiamo be-
zioni di percorso, di dragaggi e dre- ne, anzi benissimo. E sai perché?”.
naggi devastanti, lo stanno massa- “?”. “Perché la cultura kmer ha come
crando, cambiando l’aspetto paesag- punti di riferimento inalienabili la fa-
gistico, ambientale e climatico di va- miglia e la religione. Sono le due co-
ste regioni e danneggiando irrepara-
bilmente la Grande Acqua, anzi, co-
me la chiamano in Thailandia, la Ma-
dre di tutte le acque. Ai cinesi inte-
ressa ormai solo il business, sono di-
ventati più capitalisti dei capitalisti.
Marx e Mao si rivolterebbero nella
tomba. Tutte le nazioni interessate al
Mekong ne risentiranno in maniera
lonne che reggono la vita di ognuno.
C’è spazio dunque per lavorare e col-
laborare”. Poi concluse con sarca-
smo: “Speriamo che la civiltà occi-
dentale non inquini con il suo agno-
sticismo verso la religione e il suo ci-
nismo verso la famiglia anche la
Cambogia, con la scusa di farla di-
ventare una nazione… civilizzata!”.
dolorosa. In alcune parti è ormai tal-
(Continua)
BS APRILE 2007

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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- - - - MISSIONI
Il presidente ecuadoreño visita i quichua,
IN POLITICA
PER ANDARE
OLTRE LA POLITICA diJavierHerrán
Fredde lande andine
al di sopra dei 3500 m,
profonde gole, cime
innevate, ripide colline
flagellate tutto l’anno dal
vento. Ecco il paesaggio
che ospita trentamila
20 indigeni quichua, e dove
i salesiani hanno fatto
politica guardando
più in là della politica.
I salesiani misero piede a Zam-
bahua nel 1970, chiamati da
monsignor José Mario Ruiz.
L’accoglienza fu un po’ freddina
non solo a causa del clima ma an-
che della popolazione che li vede-
va come padroni, potenti, muniti di
automobili, capaci in poco tempo
di demolire la vecchia chiesa di
terra per erigerne una nuova in ce-
mento armato e con una strana ar-
chitettura… un lusso per quelle al-
te lande dimenticate da Dio. Il
-Per la Sierra a cavallo del lama.
APRILE 2007 BS
-La missione salesiana di Zumbahua.
marxismo con i suoi slogan populi-
sti prosperava in mezzo a tanta po-
vertà, e i nuovi preti barbuti erano
guardati in tralice.
Ma fecero presto a conquistarsi
la benevolenza della gente, con ge-
sti gratuiti di attenzione che nessu-
no aveva mai fatto per loro: face-
vano salire in macchina le persone
che incontravano lontane da casa,
senza che avessero chiesto auto-
stop, si offrivano per portare all’o-
spedale i malati, si sforzavano di
parlare quichua, battezzavano, fa-
cevano i funerali. Con i fatti con-
vinsero gli indigeni che quei si-
gnori barbuti erano delle gran bra-
ve persone. Ci si poteva fidare, in-
somma. Così cominciarono a fre-
quentare la missione.
SIGNORI SI CAMBIA
I vecchi carichi legati al partito co-
munista cominciarono a perdere la
presa sulla gente, soprattutto sui gio-
vani che essi gestivano come militari.
Alla missione invece proprio i giova-
ni trovavano spazi di protagonismo,
lì imparavano a organizzarsi, poteva-
no finalmente frequentare la scuola e
parlare, per la prima volta liberamen-
te, di progetti di sviluppo, e di futuro,
ed erano invitati a frequentare corsi
per imparare un mestiere… Lenta-
mente anche con l’aiuto di volontari,
i giovani cresciuti alla missione, spi-
gliati, culturalmente preparati, riusci-
rono a conquistare i posti direttivi
della comunità, scalzando i cacichi.
Si potrebbe a questo punto pensare

3.2 Page 22

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presso i quali lavorò come volontario con i salesiani.
OGGI
Il 14 gennaio di quest’anno Zam-
bahua era in festa, zeppa di indigeni
arrivati da ogni parte della Sierra:
bandiere, striscioni, telecamere, sciar-
pe multicolori: era arrivato in visita il
nuovo Presidente della Repubblica
che rispondeva al nome di Rafael
Correa. Proprio lui, il volontario che
aveva lavorato con i salesiani al ri-
scatto del popolo quichua. Nella tri-
buna presidenziale c’erano i salesia-
ni, un po’ confusi da tanto onore e
molto commossi. Quando prese la
parola, il direttore della Missione pa-
dre Luis Ricchiardi, scandì chiara-
-La popolazione quichua si reca a votare.
mente alla grande folla riunita in
piazza le parole profetiche che aveva-
no guidato l’azione dei salesiani: so-
lidarietà, giustizia, amore ai poveri,
dignità per il popolo indigeno, spe-
ranza, impegno. Poi parlò da prete:
che divennero l’asse portante della Essere acqua – disse – perché Gesù
popolazione quichua: cominciò a or- ci trasformi in vino, per il bene del
ganizzarsi il Movimento Indìgena de popolo”. E il presidente, ex volonta-
Cotopaxi (MIC) che si presentò uffi- rio dei salesiani di Zumbahua, che
cialmente durante la visita di papa con loro aveva condiviso lavoro e 21
Wojtyla in Ecuador nel 1985. Fu pro- speranze, non poté non ricordare con
prio il suo presidente, Aurelio Vega, sano orgoglio quel periodo che quali-
che si rivolse al Papa a nome dei po- ficò con una frase da tramandare ai
poli indigeni della nazione ecua- posteri: “Ci sono molti che brillano
doreña. Sarebbe stato semplicemente senza illuminare e altri che illumi-
impensabile fino ad allora. Il Gover- nano senza brillare!”, riferendosi ai
no centrale dovette prendere atto che salesiani che con un lavoro umile, na-
tre formidabili organizzazioni stavano scosto, incompreso almeno agli inizi,
Il presidente ecuadoreño
Rafael Correa.
lavorando per l’emancipazione della ma intenso ed efficace avevano con-
sierra quichua: Radio Zumbahua, il tribuito a cambiare il volto di un’inte-
MIC, e i Salesiani, e con ogni proba- ra regione.
bilità la colpa di questa rivoluzione
che i salesiani facessero politica…
Era vero! Come si poteva non farla?
E tuttavia il loro progetto andava ben
oltre la politica. Essi preparavano dei
buoni cristiani perché fossero anche
onesti cittadini e, ancor più, onesti
amministratori della cosa pubblica. A
lavorare con i salesiani, come volon-
tario, per un anno nel 1987 ci fu an-
che un certo Rafael Correa.
era da attribuirsi a questi ultimi… O
felix culpa! I popoli indigeni poteva-
no finalmente misurarsi con il Gover-
no del loro paese, e potevano farlo a
testa alta, senza inutili sensi di colpa e
senza timori, anzi potevano ormai se-
dersi al tavolo dei negoziati per riven-
dicare la propria identità. Il calmiere
della situazione era costituito proprio
dai salesiani, ai quali non interessava
la politica in quanto tale, ma la presa
IL MIRACOLO
CONTINUA
Il miracolo che fecero gli umili fi-
gli di Don Bosco, veri preti/lavorato-
ri/educatori appariva impossibile ai
più. Essi, con l’aiuto dei volontari,
abilitarono la gente, soprattutto i gio-
vani per i quali hanno da sempre un
occhio di privilegio, a fare politica
senza essere dei politici; li sostennero
TRE FORMIDABILI
di coscienza degli indigeni, la lotta al- nelle loro lotte per conquistare visibi-
la corruzione, la solidarietà, l’emanci- lità politica senza sperare nulla per
MACCHINE
pazione del popolo e, last but not lea- sé; insegnarono agli indigeni ad ama-
st, l’evangelizzazione. E non pochi re Dio e il prossimo senza che doves-
Nel 1981 fece la sua comparsa Ra- commentatori politici pensano che fu sero rinunciare alle loro idee di giu-
dio Latacunga: la Sierra Central fu proprio la presa di coscienza degli in- stizia, di uguaglianza, di fraternità.
inondata di notizie, e divenne ancor digeni della Sierra a contribuire alla Anche adesso i salesiani della Sierra
più “Comunità”. Tutti i comprensori caduta del governo di Yamil Mahuat, continuano a fare politica, non per se
fecero causa comune con i salesiani nell’anno 2000.
stessa, ma perché si vada oltre. ٗ
BS APRILE 2007

3.3 Page 23

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laeitgteiorvLaaAniVOGLIA
DI...
VOGLIA
DI PIANGERE
Carissimo,
Anzi a volte è più espressiva,
le lacrime hanno un valore profondo.
ha radici più profonde.
Quando sono vere e sincere servono
Non perdere questa occasione.
a guarire malintesi tra innamorati, amici, familia- Il pianto porta sempre un suo messaggio.
ri;
È un S.O.S. da ascoltare e interpretare.
a lenire sofferenze ed errori,
Se è un allarme provvedi.
a portare a termine iniziative di comprensione e Se è un avvertimento accoglilo.
chiarimento.
Se è una sconfitta reagisci.
Si intromettono in tutto:
Se è un richiamo ringrazia.
fanno la loro comparsa improvvisamente, come Se ti capita di piangere di nuovo:
un temporale,
non vergognarti. Conta i tuoi giorni.
senza preavviso di giorno, di sera…
Sono tanti o pochi come le tue lacrime.
Non credere di essere il solo a piangere.
Piangere non significa essere tristi,
22 Il pianto ha cento volti,
ma essere vivi. Nostalgie, rimpianti, malincuore
e irrora tutte le stagioni della vita.
appartengono al ciclo vitale dell’esistenza.
È un dono piangere.
Le mie lacrime diventano i pensieri dell’anima mia.
Il pianto non è un fallimento,
Le lacrime sono come le note.
una malattia da cui non si guarisce.
Messe insieme creano una melodia.
È lo specchio di quanto ti sta succedendo dentro Il futuro del verbo piangere è riprendersi…
la vita,
Aff.mo
è la fonte che ti disseta dalle arsure dell’affetto
Carlo Terranno
e ti lava e purifica le esperienze della vita.
Può diventare una forza per portarti a una riva
che hai abbandonato per i passi falsi
compiuti presuntuosamente.
In una sola lacrima c’è tutta la vita,
tutto l’amore di cui sei capace.
È il centro di gravità della tua esistenza.
Piangere non è tornare bambini.
Se piangi non dire,
come mi scrivi, non riesco più a sorridere.
Non tirarti la zappa sui piedi
sforzandoti a dire che è meglio morire.
Le lacrime ti fanno tenere gli occhi ben aperti,
non ti accecano,
portano la luce e non la notte nel tuo cuore.
Cullano la tua anima
come una specie di ninna nanna.
Dopo uno sfogo di pianto
subentra una specie di tregua
come la quiete popola tempesta.
Una lacrima sul viso illumina il tuo volto
allo stesso modo del sorriso.
APRILE 2007 BS

3.4 Page 24

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••••••••••••••••••••••
•••••••••••
CINUSLETRUTROA
•••••••••••••••••••••
Presentiamo l’impresa di comunicazione
che ha sede nella bella città di Córdoba,
che fa parte dell’ispettoria salesiana di Sevilla (Spagna).
Bene affermata e ben condotta,
la DOSA Comunicaciones gestisce anche il sito
dell’ispettoria.
DOSA
DOMINGO SAVIO
COMUNICACIONES
di Miguel Angel Moreno
•••••••••••••••••••••••
La chiamano iniziativa imprenditoriale salesiana a servizio della
comunicazione sociale. È la definizione più appropriata. Dal 2002
l’ispettoria salesiana “San Domenico Savio” di Córdoba (attualmente
unita all’ispettoria “María Ausiliatrice” di Siviglia), è proprietaria di
un’impresa destinata a essere all’avanguardia nelle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione.
L’edificio dov’è ubicata la DOSA.
••••••••••••
•••••• •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• BS APRILE 2007 ••

3.5 Page 25

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
•••••••••••••••••••••••
L’ing. Enrique Prada
direttore tecnico.
-Pedro Calleja cura i rapporti con i clienti.
Entriamo nel dettaglio di que-
sta ennesima impresa sale-
siana di comunicazione. Nel
2002, l’antica ispettoria salesia-
na “San Domenico Savio” di
più concretamente, delle Tecno-
logie dell’Informazione e della
Comunicazione (TIC). Ma si do-
vette anche constatare prima di
tutto che tali servizi richiedono
VALIDITÀ E INCIDENZA
LOCALE
Fin dalla sua origine, la DOSA
si è inserita a fondo nella città di
•••••••••••••••••••••••••
Cordova (Córdoba in spagnolo),
partendo dalla richiesta dell’I-
spettore e del suo consiglio, do-
po uno studio realizzato dalla
delegazione ispettoriale della co-
municazione sociale, constatò che
esisteva ed esiste una crescente
domanda di servizi nel mondo
della comunicazione sociale e,
un forte investimento economi-
co, dovuto al loro alto livello di
complessità tecnologica e com-
merciale, in secondo luogo che
l’organizzazione e la gestione di
questi servizi richiedono un per-
sonale tecnico con un alto livel-
lo di specializzazione, quindi
non possono essere affidati a
chiunque.
Dopo lunga riflessione, la so-
luzione proposta per rimanere
aggiornati nel campo della co-
municazione sociale fu la costi-
tuzione di un’impresa destinata
Cordova, sia per la professiona-
lità nel lavoro dei suoi dipenden-
ti, sia per la qualità dei servizi
che offre, molti dei quali nuovi e
originali.
Tra le organizzazioni locali che
con tempestività decisero di ap-
profittare dei servizi della nuova
impresa ci sono l’associazione
Proyecto Hombre” (per la pre-
venzione della droga) , e alcune
imprese importanti della città (im-
prese edili, e ditte di vario gene-
re... ). Allo stesso modo, un noto
club per il tempo libero, proprie-
a offrire servizi di comunicazio- tario di magnifici impianti a uso
ne, specificando che: la società dei soci alle pendici della Sierra
è e resta di proprietà dell’ispetto- Morena, ha affidato l’organizza-
ria, la quale si riserva per statuto zione all’impresa salesiana.
il diritto di nominare il Consiglio
di Amministrazione della stessa;
ma viene costituita come entità
INCIDENZA ECCLESIALE
•••••••••••••••••• •
Joaquín
tecnico.
APRILE 2007 BS
Almenara del servizio
indipendente, iscritta in tutti i
registri necessari con lo scopo
di svolgere le sue attività nella
completa trasparenza e legalità.
Ovviamente, l’impresa agisce in
stretta relazione con la delega-
zione ispettoriale di Comunica-
zione Sociale. Così è nata DO-
SA Comunicaciones S.C.
Ma anche a livello ecclesiale la
DOSA si è fatta conoscere e ap-
prezzare. Per segnalare alcuni dati
specifici, l’impresa salesiana ha
fornito l’équipe tecnica che ha
creato il Portale Salesiano della
Spagna, www.donbosco.es. Inoltre
a lei è affidato il mantenimento
della web del Bollettino Salesiano
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

3.6 Page 26

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
I Luglio 2006: l’ispettore salesiano,
José Miguel Núñez Moreno,
inaugura il nuovo sito web.
I Il delegato ispettoriale presenta e spiega all’ispettore,
al segretario ispettoriale e all’incaricato della
scuola il funzionamento del sito.
spagnolo, la creazione del genera-
tore web Dynamo utilizzato attual-
mente in quasi tutte le Opere sa-
lesiane dell’Ispettoria di Siviglia-
SDB, dell’Ispettoria di Madrid-SDB,
di León-SDB, di Madrid-FMA e
León-FMA, insieme a più di altre
sessanta Istituzioni religiose, ivi
compresi il Vescovado di Cordova,
i frati Francescani, i Marianisti, le
suore della Presentazione di Ma-
ria, le Serve di Maria Bambina, le
suore dell’Alleanza in Gesù attra-
verso Maria, ecc. La sua inciden-
za, dunque, nella Chiesa locale va
affermandosi sempre di più.
LE MIGLIORI
REALIZZAZIONI
E PROGETTI
In questi primi quattro anni,
DOSA Comunicaciones è arrivata
a offrire tutto l’insieme di servizi
che servono per coprire i bisogni
di comunicazione propri della
missione salesiana: consulenza
tecnica, programmazione infor-
matica e vendita di prodotti, pub-
blicazioni, disegno grafico, pro-
dotti multimediali, pubblicità, for-
mazione...
Uno dei primi progetti di una
certa consistenza richiesti a DO-
SA fu l’installazione e il cablaggio
delle reti LAN nelle tredici opere
dell’ispettoria, alcune delle quali
non di tipo scolastico. A confron-
to con alcuni preventivi forniti da
imprese esterne per la realizza-
zione di questo progetto, a parità
di condizioni e di qualità, l’offerta
della nostra impresa risultava de-
cisamente vantaggiosa.
La DOSA ha anche sviluppa-
to un suo software per la prote-
zione dei dati (DOSA Security), e
la gestione degli appuntamenti
per un’Associazione di informa-
tori tecnico-sanitari (“Averroes”)
con più di trecento dipendenti.
Attualmente, è in via di sviluppo
una piattaforma per la creazione
e la formazione on-line di gruppi
di insegnanti, di educatori, ani-
matori, istruttori, ecc.
Non c’è dubbio però che la mi-
glior realizzazione della DOSA,
fino a oggi, è stata la piattaforma
educativa Dynamo, che in brevis-
simo tempo è arrivata alla versio-
ne 2.1. Si tratta di un generatore
di siti web, pensato all’inizio per
le istituzioni religiose educative,
valido però per qualsiasi gruppo
che voglia costruire un sito web
facile e sicuro. La Dynamo pos-
siede una versatilità sconosciuta
nel mercato dei software per In-
ternet e un grado di intuizione
elevatissimo.
GESTIONE E STRUMENTI
DI GESTIONE
DOSA Comunicaciones, dal pun-
to di vista della gestione imprendi-
toriale ed economica, è una realtà
che si mantiene e cresce attraver-
so l’autogestione. Questa è stata la
linea scelta al momento della fon-
dazione, e tale linea è stata da al-
lora rigorosamente mantenuta, e
lo sarà in futuro. È anche vero tut-
La cabina con il server
e tutti gli attacchi.
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• BS APRILE 2007 ••

3.7 Page 27

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
•••••••••••••••••••••••
-L’équipe di DOSA Comunicaciones.
-José Antonio, disegnatore e programmatore.
•••••••••••••••••••••••••
In primo piano: il delegato ispettoriale
della Comunicazione sociale Miguel Angel Moreno.
-Ancora l’équipe che mostra il logo dell’azienda.
tavia che ci si avvale della supervi- ministrazione e gestione, tutti rego- glia. È in fase di progettazione la
sione dell’ispettoria salesiana co- larmente assunti. Costoro riescono creazione di una delegazione
me titolare dell’impresa. Del resto a coprire la maggior parte del biso- nelle isole Canarie.
il gestore è lo stesso economo gno di un’impresa di questo tipo. La caratteristica fondamentale di
ispettoriale, coadiuvato da un im- Spiccano tra gli altri un ingegnere- questo gruppo tecnico è la sua for-
piegato che lavora quotidianamen- programmatore informatico, alcuni te identità salesiana. In effetti, tutti
te nella gestione contabile.
disegnatori, altri specialisti in dise- i componenti appartengono alla
gno grafico e stampa, gli installato- Famiglia Salesiana. Sono nati e
•••••••••••••••••• •
IL PERSONALE
Il valore più importante di questa
impresa salesiana di comunicazio-
ne sociale è costituito dal Consi-
glio di Amministrazione, una équi-
pe che ha in mano le sorti della
azienda. Attualmente, è formata da
sei persone e da un’équipe di ap-
poggio che aiuta in compiti di am-
ri, i tecnici commerciali e i tecnici
per la manutenzione e la ripara-
zione. È possibile così rispondere a
una vasta gamma di bisogni, an-
che attraverso l’organizzazione di
corsi di formazione.
Il gruppo di gestione sta au-
mentando con la creazione di de-
legazioni provinciali. Sono già
sorte quella di Cordova e di Sivi-
cresciuti nel seno delle nostre ope-
re e/o hanno frequentato le nostre
scuole o partecipato e animato le
nostre attività educative ed evan-
gelizzatrici. Anzi, attualmente tutti
sono stati alunni delle nostre scuo-
le, o animatori di gruppi e di orato-
ri e centri giovanili.
E si vede!
Miguel Angel Moreno
APRILE 2007 BS •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

3.8 Page 28

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BAGLIORI
serena.manoni@libero.it
STANISLAO
UN CUORE
MISSIONARIO
Stanislao passò otto anni – divenne ancor più pronto e ge-
più di metà della sua vita – neroso: quindi si intensificarono
al collegio salesiano Man- i piccoli sacrifici per risparmia-
fredini di Este, lo stesso che re così da poter inviare i soldi
hanno frequentato come alunni alle missioni. Del resto, slancio
altri cinque suoi fratelli. Dove- nel bene e generosità cresceva-
vano essere dei tipi in gamba i no in lui a vista d’occhio. Non
Gasparetto, se lui meritò di es- dimenticava mai di fare qualche
sere ritratto subito dietro a Do- fioretto, soprattutto nel mese di
menico Savio, nel soffitto della maggio. Nei suoi libri e nei qua-
cappella, e a quattro dei suoi derni scriveva qua e là frasi co-
fratelli l’onore di posare come me “Dio ti vede”, “Fuggi i catti-
portatori del baldacchino che vi compagni”. Né mai dimenti-
accompagnava Pio XI in sedia cava la sua buona azione: spes-
gestatoria. Era, Stanislao, un ra- so si recava all’asilo annesso al
27
gazzo d’oro, come si usava dire: collegio per portare ai bimbi le
un giovane buono, docile, lim- patate dolci di casa sua. Seguiva
pido e fresco come acqua di ru- alla lettera le esortazioni della
Stanislao Gasparetto
(1920-1934).
scello. Non creava problemi, mamma, che poi ella lasciò an-
semmai aiutava a risolverli. L’e- che come testamento: “Figli, che i suoi propri dolori. E anco-
ducazione materna aveva pla- continuate ad amare Dio e nella ra una volta meravigliò e com-
smato in lui un piccolo santo, il fede troverete il sollievo di tutte mosse tutti per la bontà e la for-
collegio continuò e completò le avversità”. Margherita fu una za d’animo, quando chiese una
questa educazione, tanto che donna impareggiabile, amatissi- penna per scrivere – quasi un te-
Stanislao era considerato da ma da Stanislao, dai suoi cinque stamento – che i suoi risparmi
compagni e superiori uno dei fratelli e dalle sei sorelle.
(si trattava di 300 lire) andassero
migliori alunni in assoluto. Non
per l’educazione del suo amico
per nulla, quando si trattò di ᭿ Lo caratterizzavano una assamese conosciuto a Roma,
scegliere il gruppo che potesse pietà sincera ma senza affetta- poi rincontrato al Manfredini.
rappresentare il collegio a Ro- zioni, uno slancio spontaneo ma L’ultima settimana di vita ogni
ma, durante le grandi cerimonie anche convinto verso il bene. giorno chiedeva a mamma Mar-
per la canonizzazione di Don Pochi erano come lui. Quando, gherita che lo assisteva affranta
Bosco, egli fu tra i primi a esse- nel 1934, dopo qualche mese dal dolore: “Mamma, che giorno
re scelto.
dalle celebrazioni di Roma fu è oggi?”. “È mercoledì, figlio
colpito da appendicite, affrontò mio!”. “Ah, c’è ancora tempo”.
᭿ Fu proprio a Roma che co- con serenità il disagio. Poi l’ap- Così fino a venerdì. Aveva chie-
nobbe e fece amicizia con Emi- pendicite si trasformò in perito- sto alla Vergine di morire di sa-
lio Katlchua, un ragazzo india- nite, che allora voleva dire la bato, giorno della sua memoria,
no dell’Assam anche lui a Ro- morte tra atroci dolori. Non si ed era sicuro che Ella l’avrebbe
ma al seguito di monsignor abbatté nemmeno allora: sul let- esaudito. Morì sabato 17 no-
Mathias, per la stessa occasio- to della sua sofferenza, vicino vembre 1934. Aveva soltanto 14
ne. Il suo cuore già formato alla ormai alla fine, lo affliggevano anni, ma per il cielo era maturo
carità dalla carità della mamma, di più le lacrime della mamma da tempo.
ٗ
BS APRILE 2007

3.9 Page 29

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FMA
PROGETTO
GERUSALEMME
di Graziella Curti
-Un giudeo osservante.
28
-Gerusalemme, la città delle tre religioni.
Era un desiderio che
veniva da lontano
quello di un incontro vitale
con la Parola di Dio.
Le FMA hanno potuto
esprimerlo e condividerlo
durante l’assemblea
capitolare del 2002.
Dopo qualche anno
di preparazione, è iniziata
l’esperienza che vede
sorelle di tutte le parti
del mondo sostare nella
Terra Santa per incontrare
Gesù e la sua Parola.
Arrivano nella Città Santa nel
febbraio 2006. Sono le prime
che fanno l’esperienza di tre
mesi in questa terra benedetta, dila-
niata da una guerra infinita. Vengo-
no dall’America, dall’Asia, dall’A-
frica, dall’Europa.
Le accompagnano tre coordinatrici:
Maria Ko, cinese e docente di
Sacra Scrittura, Mercedes Mateos,
spagnola e Dulce Hirata, brasiliana
con ascendenze giapponesi.
Portano con loro le situazioni dei
loro Paesi e cercano di capire,
anche attraverso lo studio della
Bibbia, la complessità di un luogo
dove convivono tre religioni diver-
se e dove la violenza ha matrici
differenti, ma sempre disastrose.
«Viviamo in mezzo a tante difficoltà,
resistenze, contrarietà, annota suor
Mira, slovena, eppure percepisco nel
APRILE 2007 BS
quotidiano di molti che qui incontro
un grande impegno per giungere a
una comunione maggiore nel grande
rispetto per ogni figlio di Dio, sia
musulmano, sia ebreo, sia cristiano
nella speranza di un futuro di pace».
L’esperienza di sostare in Terra San-
ta permette, infatti, di contestualizza-
re e attualizzare la Parola. Oltre allo
studio del Libro sacro, sono previsti
laboratori di condivisione, approfon-
dimento personale, visite ai luoghi
biblici e incontri con specialisti.
«Questo Progetto, conferma suor
Dulce, è un’esperienza unica di
formazione perché ci mette a con-
tatto con la persona viva di Gesù,
con la sua santa umanità negli
stessi luoghi dove è vissuto».
Nel corso dell’esperienza, suor
Geneviève si rende conto di un cam-
bio di prospettiva nell’approccio alla
Parola: «Ora leggo la Bibbia in
modo diverso. Ha acquistato un
sapore nuovo. Anche il contatto con
la gente che vive oggi in Terra Santa
è un aiuto per capirne molte pagine
che mi sembravano aride, lontane
da me. Adesso sarà più facile ascol-
tarla e metterla in pratica».
Palestinesi presso la porta
di Damasco.

3.10 Page 30

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-Un gregge di pecore sulle colline
del deserto di Giuda.
Incontro con il patriarca latino Michel Sabbat.
NON MURI MA PONTI
struttura interiore dell’essere, inci- Vangeli – dicono le sorelle – abbia-
dendo sulla qualità della preghiera, mo individuato gli episodi che rac-
Lo scandalo del muro che separa delle relazioni, della missione.
contano gli incontri di Gesù met-
le zone palestinesi da quelle israe- A Gerusalemme, le partecipanti tendo in evidenza la sua capacità di
liane ha ferito non solo questa ter- della prima ora fanno la prova entrare in relazione con gli altri, di
ra, ma il mondo intero. Famiglie generale, che si realizzerà in segui- penetrare nel loro cuore e di far
divise, impossibilità di muoversi to, giorno dopo giorno, nella con- “scattare” dal di dentro un dinami-
liberamente per il lavoro, lunghe cretezza delle loro comunità di ap- smo di cambiamento».
file ai check point, terrore per partenenza.
Dunque una modalità universale,
eventuali kamikaze: conseguenze Sembra che nel primo tentativo sia- che va oltre le culture e aiuta a sco-
dolorose di una costruzione assur- no riuscite tanto che la responsabile prire nella Regola di vita i semi
da che blocca la volontà di pace.
Il contrasto stridente tra la visione
della casa che le ospita può docu-
mentare: “La comunità benedice il
della Parola di Dio, che la rendono
più sacra e vitale.
29
biblica della Terra Santa e l’attua- Signore per questo Progetto. Il Il Progetto non si è fermato. Conti-
lità violenta interpella tanto le gruppo di sorelle è meraviglioso e nua con altre sorelle in gruppi per
sorelle che restano qui anche per ha trasformato la nostra casa in un lo più omogenei: chi si dedica alla
soli tre mesi. Vivono nella casa vero Cenacolo”.
formazione, chi all’animazione, chi
delle FMA, situata nella Gerusa-
alla pastorale diretta tra i giovani.
lemme storica, al riparo da opera-
zioni terroristiche, ma ben consa-
IL CAMMINO
pevoli che la loro vita di buone DELLA PAROLA
Incontrando suor Maria Ko, la
coordinatrice biblista, che ha alle
spalle anni e anni di studio e di
relazioni può influire sull’avvento
della pace nel mondo e, in partico-
lare, sulla patria di Gesù. Sanno
che l’impegno di realizzare comu-
nità in comunione è uno degli
obiettivi forti del Progetto. Infatti,
mentre ci si propone di favorire
l’approccio sapienziale alle radici
bibliche, si sottolinea l’importanza
che la Parola entri nella vita, nella
Madre Antonia Colombo, superiora
generale delle FMA, aveva espres-
so il suo sogno come sintesi del
Progetto: riprendere il cammino da
Gerusalemme a tutto il mondo.
L’esperienza di scoprire le radici
bibliche del carisma salesiano e di
ripercorrere la lunga strada che la
Parola ha fatto nell’Istituto, spe-
cialmente in questi ultimi decenni,
esperienze in questo campo, ci rac-
conta la sua sorpresa nel percepire
sempre realtà nuove in questa Terra
del Figlio di Dio: «Il contrasto è
sicuramente l’elemento dominante
di Gerusalemme. La varietà del-
l’abbigliamento della gente è già
una testimonianza del pluralismo
etnico e religioso della città. Qui, a
volte, si sente contemporaneamente
il suono delle campane delle chiese
non poteva rimanere patrimonio cattoliche e la voce del muezzin che
isolato o tesoro da consumare in- chiama i fedeli musulmani alla pre-
dividualmente. Il Progetto è stato ghiera. La voglia di ecumenismo e
subito concepito come realtà cora- di dialogo interreligioso si fa più
le. Affatto episodica o di élite. concreta».
Esperienza che può plasmare e E aggiunge: «Qui la Bibbia diven-
profumare di Vangelo le comunità ta veramente parola incarnata.
dei vari continenti.
Storia, geografia, genealogia, no-
Anche la metodologia, i vari mo- mi, date, volti, che prima era più
delli di approccio alla Parola segui- difficile memorizzare, si presenta-
ti nel percorso di studio sono stati no nell’armonia di un quadro uni-
Gesù discese queste scalette
con i suoi discepoli.
vitali, appresi dalla testimonianza co e vivo: quello della storia della
del Salvatore: «Scorrendo i quattro salvezza».
ٗ
BS APRILE 2007

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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-------- -------- -------- M L IL
ESE IN
IBRERIA
a cura
di
Giuseppe
Morante
VERITÀ E VITA
ADLI UCNU’EONRCEICLICA
PERPERGEHGIHERIEERA
DALLA PAROLA DI DIO ATTRATTI DALL’AMORE UN CENTRO DI
ALLA FEDE DELL’UOMO Riflessioni sull’Enciclica GRAVITÀ PERMANENTE
Un itinerario dalla verità Deus Caritas est
Il Padre nostro.
alla vita cristiana
di Benedetto XVI
La Preghiera di Gesù
di Adriano Stasi
a cura di Enrico Dal Covolo di Pino Fanelli
Ed. Segno, Tavagnacco (Ud) e Mario Toso,
Paoline, Milano, 2006
2006, pp. 494
LAS, Roma, 2006
pp. 108
pp. 190
Con serietà scientifica e
L’autore, a contatto con la
semplicità evangelica il te-
realtà giovanile nell’attuale
sto guida alla scoperta del
contesto multimediale, of-
credere cristiano, attraver-
fre un interessante contri-
so una rinnovata riflessio-
buto per interpretarne le
ne sui contenuti principali
più profonde aspirazioni.
della fede e con il discerni-
Quando si è giovani è im-
mento delle vie che condu-
portante avere dei punti
cono a tradurla in “vita cri-
fermi che conducano a
CAPIRE SCEGLIERE
DECIDERE
Tracce di spiritualità
giovanile
stiana”. In un tempo in cui
molti parlano di una gene-
rica sete di spiritualità, o
dell’esigenza di riscoprire i
valori etici, è quanto mai
scelte che contano. Se
mancano queste basi tutto
sarà più difficile. La più
importante è Dio! E se, co-
me capita spesso, si arriva
di Giacomo Ruggeri
Rogate, Roma, 2006
30 pp. 160
opportuno rivisitare i fon-
damenti della fede, per
trarne ispirazione e orien-
tamento in tutte le situazio-
a escluderlo dalla propria
vita, essa si impoverisce,
.
perde di significato, profon-
dità e bellezza. Il Padre
Non sono molti i libri e ni della vita. La fede cri-
nostro lo ricorda: da solo si
gli autori che affrontano
il tema della spiritualità
giovanile. Appare come
un azzardo. Ma Ruggeri
è da tempo aduso a pre-
sentare argomenti forti
non senza provocazioni:
“Avrò fatto la scelta giu-
sta”, è il titolo del primo
capitolo. “Il peccato ru-
ba il tuo sogno e lascia
stiana, infatti, non si identi-
fica con un vago sentimen-
to religioso, o un’adesione
tradizionale a pratiche de-
vozionali, ma è adesione e
inserimento vitale in una
storia di salvezza con al
centro il Crocifisso-Risorto,
nella quale si iscrivono le
proprie personali storie di
vita e di salvezza.
Il volume raccoglie le rifles-
sioni di esperti intervenuti a
illustrare a docenti e a stu-
denti dell’Università Salesia-
na i contenuti dell’Enciclica.
I diversi approcci costitui-
scono vie di accesso a un
patrimonio di fede che fon-
da una nuova evangelizza-
zione e una nuova opera di
educazione per il III millen-
potrà fare poco, insieme a
Dio si potrà fare molto,
proprio come un bambino
che si affida totalmente al-
le braccia della sua mam-
ma e del suo papà. La pre-
sentazione ai giovani del
Padre nostro acquista in
tale luce un significato ve-
ramente nuovo per vita e
le scelte quotidiane.
il segno”, ecc. Nella se-
conda parte del libro, il
tema dell’educazione al-
la fede viene affrontato
direttamente: “Come edu-
care i giovani alla fe-
de?”. “Quando un giova-
ne può definirsi cristia-
no?”, ecc. Il linguaggio
è chiaro, diretto, senza
sbavature retoriche, l’ar-
gomentare stringente. Un
nio; su questa roccia è ne-
cessario costruire con le
nuove generazioni un mon-
do migliore. Dall’Enciclica
papale e dai commenti
emergono importanti solle-
citazioni per una pastorale
che deve rivolgersi a tutta la
persona. Lo specifico di una
educazione cristiana è dif-
fondere il messaggio che al-
l’inizio dell’essere cristiano
non c’è la decisione etica
testo che usa il Vange-
ma l’incontro con una Per-
lo, il ragionamento, la
sona, che dà alla vita un
sfida: “Ripensare la ca-
nuovo orizzonte e con ciò la
techesi”. A nostro pare-
direzione decisiva.
re, sacerdoti ed educa-
tori non dovrebbero la-
sciarselo sfuggire.
APRILE 2007 BS

4.2 Page 32

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MCRAITSRTIIMAONNOIO
NLAONMORIRMTUEOVERE
AFFETTIVITÀ
VEADNEGCEOLNOOMIA
PROMETTO DI ESSERTI VIVERE IL TRAMONTO CAPIRE PER AMARE. DAL WELFARE STATE
FEDELE SEMPRE.
Paure, bisogni e
Riflessioni sull’affettività ALLA WELFARE
Riflessioni per fidanzati speranze dinanzi alla
per giovani e formatori SOCIETY
che si sposano in Chiesa morte
di Davide Maria da Milano Teologia sociale e azione
di Giordano Muraro
di Arnaldo Pangrazzi
Edizioni Parva, Melara (RO) pastorale di Caritas
PIEMME
ERICKSON, Trento, 2006 2006, pp. 172
Italiana
Casale Monferrato (Al)
pp. 168
di Marcello Rinaldi
2006, pp. 208
pp. 352.
Il testo offre spunti per aiu-
tare se stessi e chi ci sta vi-
cino ad affrontare l’inelutta-
bilità della morte e a vivere
con pienezza il momento
estremo, spesso rimosso
dalla cultura contempora-
nea. Se si prova a conside-
IL CAPITALISMO
DAL VOLTO UMANO.
La proposta di Michael
Novak
di Faustino Parisi
Effatà, Cantalupa (To)
2006, pp. 208
rare la morte come il tra-
monto della vita, forse si po-
tranno cogliere le sfumature
che un tramonto sa regalare
e si potrà umanizzare il per-
corso della morte, per non
rinunciare a un patrimonio
di emozioni e sentimenti
unici. Il sincero racconto di Nel volume si affronta una
esperienze reali fa di questo problematica che chiamar-
31
libro un riferimento per chi si la attuale è dir poco. L’af-
trova a vivere da vicino fettività, l’amore, il sesso
esperienze dolorose come sono il cruccio di giovani
Il testo, se inserito in un
itinerario di preparazione
al matrimonio, può essere
utile per l’acquisizione dei
valori che costituiscono la
ricchezza del nuovo rito.
L’autore, commentando le
nuove formule e letture,
offre spunti di riflessione
utili per tutti quei fidanzati
che un giorno entreranno
in chiesa e dinanzi all’al-
tare, tenendosi per mano,
diranno: “Io accolgo te co-
me mio/a sposa/o. Con la
grazia di Cristo prometto
di esserti fedele sempre”.
Può essere allora una
guida per aiutare i futuri
sposi a comprendere me-
glio il senso e il valore
delle parole. Si tratta di ri-
flessioni agili, dirette, da
malattie terminali. È un te-
sto che nasce dall’esperien-
za dell’autore nei reparti
ospedalieri e all’interno di
progetti di cure inutili, per
cui dà indicazioni e suggeri-
menti per non mortificare la
dignità del morente e rende-
re più umana e spirituale
l’ultima parte del “pellegri-
naggio terreno”.
ed educatori, genitori e
operatori sociali… L’auto-
re, che afferma ti aver at-
tinto anche dal Bollettino
Salesiano, presenta il tema
attraverso riflessioni cali-
brate, citazioni di grandi
autori e di gente comune,
foto a colori, box di infor-
mazione e di approfondi-
mento, e significative testi-
monianze. Moltissimi i rife-
rimenti a giovani che han-
no saputo gestire se stessi
in maniera invidiabile. Il li-
bro procede, dunque, ap-
profondendo, citando, di-
stinguendo, puntualizzan-
do, ragionando su temi co-
me intimità, castità, fidan-
zamento, sempre suppor-
tato da testimonianze che
lo rendono prezioso.
Si tratta di due seri studi-ri-
flessione come revisione e
proposta nel contesto eco-
nomico e sociale attuale. Il
primo analizza la crisi dei
sistemi di protezione socia-
le nei Paesi industrializzati
dell’Europa, calandosi nelle
attuali azioni pastorali, per
atteggiamenti di una buona
prassi sociale della Caritas.
Il secondo presenta il pen-
siero di un autore che ha
evidenziato i fondamenti cri-
stiani che hanno forgiato lo
spirito del capitalismo de-
mocratico e ricondotto i te-
mi dell’economia nel più
leggere in coppia, per
ampio rapportarsi con la
prepararsi al matrimonio
realtà politica ed etica (cul-
ma anche per trovare le
tura, religione, morale). So-
parole giuste per dire
quello che si ha nel cuore,
ma spesso non si riesce a
esprimere.
NCcsrdihoOeOienrNeRcovatRaetStatcnIoISmqgliuoPFceinhsAOnoteatNeVrsoeDeEavgpENlanrlNeeDnasZnlIasroTAiotsiA.rlpseicIiePhlpiltbiEiteobirvRssert-ei-i
Editrici.
no riflessioni utili per chi
vuole vedere il rapporto tra
liberalismo economico e cri-
stianesimo sociale.
BS APRILE 2007

4.3 Page 33

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ON LINE
Breve profilo del salesiano coadiutore signor Agostino Bagnato nato il 3/11/1911 e
morto il 16/6/1999.
DA CONTADINO A…
ORTOLANO CAMBIA
POCO!
di Giancarlo Manieri
Il signor Agostino, uomo semplice
ma furbo, aveva il carattere tipico
della gente di campagna.
Gran lavoratore, fornito di saggezza
spicciola, ma profonda. Per lui
il riposo era una cosa secondaria.
32
Era benvoluto da tutti.
Il signor Agostino Bagnato
(Carìa 3 novembre 1911 - Pacognano 16 giugno 1999).
-Una veduta aerea di Carìa (Collez. Pinuccio Naso).
A Pacognano, casa per ritiri, il signor Agostino tra-
scorse gli ultimi 14 anni della sua lunga parabola
terrena. Furono anni di lavoro sereno e meticolo-
so. Quando vi approdò, gli venne subito affidato l’orto
della casa e all’orto dedicò il suo lavoro con passione: in
fin dei conti era come tornare alle radici: era nato conta-
dino e… contava di morire ortolano: tutto sommato cam-
biava poco. L’orto di Pacognano divenne il suo regno
dalla mattina alla sera. Ma Agostino non era un solitario,
chiuso in se stesso e nel proprio lavoro. Attaccava botto-
ne con tutti, interpellava con tranquillità chi trovava a
passeggiare… ai margini del “suo territorio”, magari im-
merso in meditazione (Pacognano, lo ricordiamo, era ed
è casa per ritiri): “Ehilà, meditatori!… Venite, venite a la-
APRILE 2007 BS
vorare! Con la zappa in mano si scopre la vocazione sa-
lesiana!”. Il riferimento alle tante espressioni di Don Bo-
sco sul lavoro e sulla laboriosità dei suoi figli era eviden-
te. Oppure, si presentava con l’aria furbetta di chi la sa-
peva lunga e non voleva disturbare la meditazione degli
esercitandi. S’avvicinava quasi furtivo e: “Toh, mentre ri-
fletti porta su in cucina questo sacco di patate. Così rifletti
meglio!”. Era diventato in breve tempo il punto di riferi-
mento dei contadini della zona, i quali venivano da “don”
Agostino a chiedere consigli sul tempo della semina, del-
la sarchiatura, della potatura. O sui concimi, sulla difesa
dei prodotti dalle intemperie. Era una miniera di saggez-
za, di detti e proverbi, di motti e sentenze. Intanto, ben-
ché avesse il culto della campagna nel cuore, non si per-

4.4 Page 34

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-
ALESIANI COADIUTORI
La casa di Pacognano dall’alto
con l’orto del signor Agostino.
deva un panegirico, una predica, un fervorino: aveva una
gran voglia di conoscere.
PRIGIONIERO
Durante la guerra d’Africa, fu preso prigioniero dagli
-L’entrata della Casa per ritiri.
inglesi. Lui mise a frutto la detenzione imparando l’ingle-
se. Finita la guerra, aveva ormai quarant’anni, tornò alle veniva immancabilmente abbordato. Ma poi a tavola si
sue occupazioni, contadine, ma era ancora indeciso su vendicava del silenzio forzato della campagna. E non
quale strada intraprendere per il futuro. Il matrimonio
non lo interessava. Invece gli piaceva pregare e leggere
era un parlare a vanvera: raccontava della prigionia, but-
tava là qualche parola in inglese, citava qualche prover-
33
la Bibbia. Sapeva citare brani del libro sacro come uno bio, raccontava dei consigli dati ai contadini della zona…
studioso. Fu il salesiano don Agostino Pugliese che gli I confratelli attraverso le sue “lezioni” sapevano ormai
parlò della figura del coadiutore, e gli disse: “Agostino, tutto della campagna e lui ne gongolava. Istruzione for-
prenderesti due piccioni con una fava: faresti il salesiano zata… ma gradita. Un giorno che, per fargli uno scher-
e potresti continuare a fare il contadino!”. Fu una rivela- zo, il direttore gli disse che gli avrebbe regalato una gran
zione. Quando andò a Carmiano (l’aspirantato dell’allora bella edizione della Bibbia (era il regalo di gran lunga più
ispettoria pugliese), si fermò davanti al portone, schiac- gradito per lui) a una condizione: 15 giorni di silenzio a
ciò sotto il piede la sua ultima sigaretta e cambiò registro tavola, si sentì perduto. Ma da quel momento cominciò
alla sua vita. Ma restò contadino, cioè un uomo deciso, testardo lo sciopero della parola. Il guaio è che si senti-
cui non piaceva il “ni”: ma il sì se era sì, e il no se era rono perduti anche i confratelli, privati della sua verve
no! Come suggeriva il Vangelo. Uomo semplice e pove- contadina. Per farlo cedere, gli fecero addirittura trovare
ro: per fargli cambiare un vestito logoro ci voleva “la for- una nidiata di porcellini a refettorio. Sì, proprio a refetto-
za idraulica”. Gli bastava un “abito buono” per la dome- rio! Ma non mollò. Li raccolse uno per uno, li mise in un
nica – come lo chiamavano in campagna – mentre per cesto e li riportò nel porcile. Quando tornò, il direttore gli
gli altri giorni qualsiasi cosa andava bene.
consegnò la Bibbia e don Pasquale Liberatore, ideatore
IL LAVORO
dello scherzo, l’abbracciò: “Acci… quanto m’è costato
farti sto regalo!”.
Poté davvero fare il contadino, e sprizzava soddisfazione
da tutti i pori quando poteva portare a tavola, quasi tro- ARRIVEDERCI
fei, il frutto del suo lavoro: cespi d’insalata odorosa, Il signor Agostino era a Caria, “con l’accento sulla i”, preci-
pomodori curati come figli, incantevoli grappoli di zibibbo, sava Agostino a qualche sprovveduto che sbagliava ac-
anguria dolcissima… Magnificava così la sua “fedeltà cento, a sei km dal mare, un paesetto, oggi in provincia di
alla campagna” (erano i tempi in cui si cantava ancora Vibo Valentia, alle spalle di Tropea, patria del filosofo Pa-
Una casetta in campagna… qui chi vi nasce ci regna, squale Galluppi, perduto in piena macchia mediterranea.
non cerca e non sogna la grande città! Se vuoi goder la Un paese dalle solide tradizioni religiose, di cui il nostro
vita, vieni quaggiù in campagna”); vi unì la sua fedeltà a era orgoglioso: il presepe vivente a Natale; la rappresen-
Don Bosco e il suo amore alla Chiesa. Leggere la Bibbia tazione della Passione vivente a Pasqua; la grande festa
era una delle sue occupazioni preferite quando non zap- della Madonna del Carmine. A Caria, fino all’anno 2000
pava l’orto, o potava le viti, raccoglieva pomodori, innaf- sono state presenti le FMA. Ora esse hanno lasciato l’o-
fiava l’insalata, ecc.
pera, ma l’oratorio continua la sua vita, affidato alla par-
Dicevamo che non era un uomo taciturno. Infatti, se è rocchia e gestito da laici. Ed è ben strutturato.
vero che faceva il contadino con gusto tuttavia aveva Agostino lavorò fino agli ultimi giorni di vita, piegato
sempre una gran voglia di parlare, tant’è che – come dall’artrosi ma indomito nello spirito. Morì nella casa di
abbiamo ricordato – appena si presentava qualcuno Pacognano, rimpianto da tutti, il 16 giugno 1999.
BS APRILE 2007

4.5 Page 35

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- COME DON BOSCO
l ’educatore
di Bruno Ferrero
RADICI PER I FIGLI ᭿ I genitori devono fornire vere
istruzioni per la vita. La famiglia
dovrebbe avere un vero culto per la
verità e abituare i figli al confronto,
Domande importanti devono in qualche modo inquietare alla ricerca, a scelte anche contro-
genitori ed educatori, domande sulle radici. I giovani
corrente. L’uomo ha bisogno di
qualcosa di certo. Il senso della vita
hanno bisogno di essere radicati sui valori perenni si può fondare solo su una base so-
che da sempre hanno informato la famiglia. lida, non sulla sabbia di una società
del divertimento e dello spettacolo
basata sull’aria che tira al momento.
Che cosa offriamo ai nostri figli
oltre a vetrine strapiene, gio-
cattoli di ogni tipo e occasioni
di divertimento? Quale eredità cultu-
rale lasciamo loro? Che significato
della vita passiamo loro? La vera
domanda è: quali radici doniamo ai
nostri figli in una società che le ha
zione coerente di noi stessi, della
nostra relazione tra di noi e con il
mondo. Ma senza un’immagine del
mondo non si possono ordinare né
valutare le informazioni. La nostra
società è malata di Aids culturale.
Il nostro sistema immunitario non
riesce più a tenere testa alla marea
E quindi in rottura con una cultura
nella quale si fa solo ciò che procu-
ra divertimento. È necessario muo-
versi verso una civiltà che si ricorda
dei propri valori e che percepisce la
svendita degli ultimi tabù e il crollo
delle norme come perdita della pro-
pria identità. I giovani hanno biso-
gno di persone di cui possono fidar-
perse tutte? Nel mondo delle piante di informazioni che dilaga. Essa ci si. Persone con visioni, prospettive
avere buone radici significa tre cose piomba addosso senza che noi e obiettivi esistenziali. Non portatori
importanti: sopravvivere in caso di possiamo difenderci, arginarla, con- di paure, e di preoccupazioni, bensì
siccità, resistere alle bufere, non es- trollarla. È meglio costruire una di- uomini che facciano coraggio e sia-
sere trapiantati facilmente. È proprio ga piuttosto che fare prediche all’i- no portatori di speranza. Per molti, il
in questo che il nostro presente si nondazione sperando che non tra- futuro è diventato un enigma. I veri
mostra come un tempo senza radi- volga tutto. Abbiamo disimparato a portatori di speranza sembrano es-
34
ci. Le persone si lasciano portare
ovunque in maniera rapida e avven-
giudicare che cosa sia vero o fal-
so, buono o cattivo, utile o danno-
sere spariti dalla circolazione. Oc-
corre qualcuno che sappia ancora
tata. Si segue ogni opinione alla so per l’esistenza. I genitori sono insegnare a superare il dolore, la
moda del momento. Senza un forte debitori verso i figli di narrazioni perdita e l’insuccesso.
apparato di radici rimaniamo esposti che attribuiscano importanza al pas-
al vento di ogni parola d’ordine. Chi sato, spieghino il presente e forni- ᭿ I genitori tutto questo lo pensa-
si lascia continuamente “trapiantare” scano orientamenti per il futuro. no, ma hanno paura a dirlo. O for-
alla fine rimane privo di punti di rife- Per questo è assolutamente neces- se non ne trovano mai il tempo.
rimento. Viviamo in una società del sario rivalutare la figura e la fun- Quel che pensiamo dobbiamo an-
trapianto, che sospetta di fonda- zione dei nonni.
che dirlo. Quel che diciamo dob-
mentalismo qualsiasi proclamazione
di valori certi. Si è aperto anche il
supermarket della fede, con infinite
combinazioni in base al motto: ser-
vitevi e sarete beati. Se tutto è ve-
rità, niente è verità.
᭿ Per un concorso di temi per li-
ceali maturandi, a proposito del-
l’attuale generazione di genitori un
ragazzo ha scritto: «Ci avete reso
dei teppisti di mezza tacca perché
non ci avete indicato nessuna stra-
da che abbia un senso, perché
questa strada voi stessi non l’avete
e non siete riusciti a cercarla».
Commettiamo peccato nei confronti
della prossima generazione se con
il nostro esempio non forniamo loro
un senso per la vita. Come, con-
cretamente, possiamo dotare i figli
di vere e robuste radici? È impor-
tante fare della famiglia un ambien-
te ricco di stimoli umani. Il rischio è
che non abbiamo più una conce-
APRILE 2007 BS
-Crescendo, i bambini si rendono conto del potere che hanno sugli adulti.

4.6 Page 36

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il genitore
di Marianna Pacucci
IL GENITORE
CONTADINO
Il difficile compito dei genitori che devono trovare l’equilibrio
tra educazione all’autonomia ed educazione ai valori
che costituiscono la ragione di vita di una famiglia cristiana.
Strana cosa la natura: rende ter-
ribilmente diverse due azioni
che apparentemente possono
sembrare molto simili. Si pensi ad
esempio a quale abisso separa la de-
Quali radici doniamo ai nostri figli
in una società che le ha perse tutte?
cisione di recidere il cordone ombeli-
cale a un bimbo appena nato e quella
di tagliare di netto le radici a una
pianta. Nel primo caso si compie
biamo anche farlo. Quello che un’operazione necessaria per dare
facciamo dobbiamo anche esser- alla vita di una persona nascente la
lo. Solo in famiglia è possibile sco- possibilità di affermarsi nella sua sin-
prire che valori forti, convinzioni per- golarità; nel secondo invece si crea
sonali e verità senza tempo non so- un black out radicale delle sostanze
no cose per uomini dell’età della che alimentano le funzioni vitali e la
pietra. Troppi genitori trovano molto crescita di un vegetale. Ecco. Credo
35
più facile risparmiare ai figli sforzi, li- che in famiglia si viva un po’ la stessa
miti e confronto le regole. Per la ambivalenza. Da un lato un padre e
maggior parte è chiaro contro che una madre devono adoperarsi per-
cosa si deve lottare: fondamentali- ché i figli non vivano in eterno forme
smo, terrorismo, fanatismo, distru- di dipendenza nei confronti degli
zione dell’ambiente, ecc. Quello che adulti; dall’altro bisogna impegnarsi
non è chiaro è in favore di che cosa perché essi non rinuncino a restare
si debba combattere. I genitori de- radicati in un tempo e in uno spazio
Spesso i genitori si trovano
alle prese con figli irrequieti e
vono aiutare i figli a non essere solo concreti, dal quale provengono tutte
spettatori, ma persone che non han- le informazioni che fondano la loro
iperattivi, incapaci di adattarsi alle
regole e pronti a piantare grane.
no paura di impegnarsi per costruire identità, i legami affettivi, i valori e la
ciò in cui credono, nonostante l’aria capacità di partecipare responsabil- un paziente lavoro di annaffiatura e
che tira. Donare radici ai figli signifi- mente alle vicende della convivenza magari qualche valida potatura: non
ca soprattutto ritrovare nella propria umana.
gli serve vivere da sradicati, ma nep-
soffitta interiore ciò che di più pre-
pure il tentativo di trattenerli in una
zioso ci è stato trasmesso e che a ᭿ Tutto questo, sapendo bene che casa che genera senso di claustrofo-
stento si osa ancora nominare: Dio. è sempre più difficile realizzare il bia. Occorre dunque convincerli con
Oggi, il vitello d’oro gode di migliore radicamento dei giovani alla propria esperienze concrete che i vincoli co-
pubblicità dei dieci comandamenti. terra e alla comunità in cui sono nati munitari, a qualsiasi livello, non rap-
Dostoevskij ha fatto una cupa profe- e cresciuti, poiché essi avvertono for- presentano un peso, ma una risorsa;
zia: «Un popolo senza legame con te l’esigenza di novità, di cambiamen- che i ricordi costituiscono sempre e
Dio va in rovina. Se Dio non esistes- to, di differenziazione rispetto a quel comunque un riferimento importante
se, tutto sarebbe permesso». Affi- che caratterizza la generazione pre- per la crescita; che ritrovare, confer-
darci alla logica della Bibbia è forse cedente, ma nello stesso tempo, poi- mare e rinnovare le proprie radici
la nostra ultima possibilità. Le nuo- ché sono figli della globalizzazione, vuol dire impostare la quotidianità e il
ve generazioni hanno il diritto di co- tendono a mantenere viva la nostal- rapporto con il futuro nel segno di
noscere Gesù e ascoltare la sua pa- gia di un nido caldo, dove trovare rifu- una fedeltà, di una condivisione, di
rola. La parola e la volontà di Dio gio contro le incertezze della vita, e una solidarietà che davvero danno
sono strumenti di vita, veri sostegni ad assumere stili di vita più simili a qualità alla vita.
per l’esistenza. I genitori non posso- quelli di un nomade, che non a quelli
no tacere. Perché chi crede non ha di un cittadino. Anche in questo i no- ᭿ Tocca a noi genitori reinterpre-
niente da perdere, ma chi non crede stri figli hanno bisogno di aiuto per tare con rinnovata saggezza il le-
non ha niente da sperare.
trovare un po’ di equilibrio, attraverso game con il tempo e lo spazio, mo-
BS APRILE 2007

4.7 Page 37

▲back to top
strando come la consapevolezza di
un’appartenenza e di un’identità
comune non costituiscono un attac-
camento acritico al passato, un ri-
chiamo pedissequo alla tradizione.
Al contrario, il riconoscimento delle
proprie radici rappresenta la linfa
vitale che consente di vivere il pre-
sente disponendo di valide compe-
tenze esistenziali e, soprattutto, di
aprirsi al futuro senza subire forme
di disorientamento e di instabilità.
Per operare in modo efficace e lun-
gimirante, vale la pena fare atten-
zione alle particolari occasioni che
ci consentono di verificare se i no-
stri figli hanno radici salde: parteci-
pano attivamente alle vicende do-
mestiche, lieti o tristi che siano?
Quando sono coinvolti nella cele-
brazione degli eventi che segnano
la storia di una famiglia, manifesta-
no noia o insofferenza? Il ritorno a
casa (dopo una giornata o dopo un
viaggio) viene gustato come un fat-
to positivo? Il confronto con il mon-
do circostante, con comportamenti
36
e valori dissonanti, li fa sentire per-
denti? Quando vanno via dopo i
compiti, sembra quasi che fuggano
da un ambiente che ritengono simi-
le a una prigione?
᭿ Sicuramente questi riscontri,
laddove si rivelassero problemati-
ci, possono determinare ansia e
disagio; ma credo che sono molto
salutari, perché ci fanno com-
prendere che le radici dei nostri
figli si formano là dove si sentono
amati e accettati, percepiscono di
essere circondati da un benesse-
re effettivo, possono sentirsi valo-
rizzati; queste radici si fortificano
e si ramificano quando noi grandi
trasmettiamo con amore il patri-
monio dei valori, delle esperien-
ze, delle memorie che identifica-
no una famiglia e, magari, un in-
tero popolo e civiltà. Siamo noi, in
definitiva, il terreno più o meno
fertile che consente alle nuove
generazioni di poter svilupparsi in
modo rigoglioso, il concime che
alimenta le energie giovanili per-
ché non siano soffocate dalle
contraddizioni e dalle contrarietà
della vita, il contadino che con
passione e con quotidiana tena-
cia lavora per dare alle sue pian-
te la possibilità di fiorire e produr-
re frutti.
APRILE 2007 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
Mattioli nasce a Modena nel 1911, studia
all’Istituto d’Arte di Parma. La sua prima
“personale” è del 1943 a Firenze.
Incisioni, litografie, ritrattistica… molti sono
i campi in cui si cimenta, nel corso degli anni,
mentre continua la sua evoluzione artistica.
Muore il 12 luglio 1994.
CARLO MATTIOLI
UNA SOFFERTA RICERCA
Un singolare parallelo accomuna
nella carriera di molti artisti la
ricerca di Dio e la ricerca di
amore. E il cammino molte volte trava-
gliato con cui essi maturano la consa-
pevolezza di un Io trascendente si mo-
stra in tutta la sua lunghezza. Da tale
sofferta ricerca gli artisti traggono ispi-
razione per concepire, creare e model-
lare le loro opere, che diventano foto-
grafie della loro vita. Compare insom-
ma a un certo punto, in ognuno, la ne-
cessità di esplorare uno stadio che tra-
scenda l’umano; compare la volontà di
dare un senso altro alle scelte. Su que-
sta linea ci sembra che vada collocato
anche il pittore Carlo Mattioli che, do-
po aver respirato già in famiglia il pro-
fumo dell’arte, inizia quel lungo percor-
so fatto di incontri, studi, letture e sco-
perte che lo porteranno ad affermarsi.
᭿ La sua produzione, di cui si raccol-
gono le prime testimonianze nel 1938,
inizia dal punto forse più basso di un
ipotetico Itinerarium ad Deum: risalgo-
no infatti a quel periodo i ritratti e i nu-
di. L’evoluzione parallela di ricerca e
produzione si estrinseca quindi nel de-
cennio 1960-1970 attraverso incisioni e
litografie che s’ispirano a opere lettera-
rie, come i ragionamenti di Pietro Are-
tino, i Sonetti del Cavalcanti, ecc. Do-
po tale decennio, l’artista sposta ancora
il suo baricentro iniziando una medita-
zione sui paesaggi, sulla natura che av-
volge i corpi umani nelle loro primor-
diali nudità, e sulle atmosfere notturne
per giungere a riprodurre ciò che forse
è lo stadio anteriore all’incontro con il
sacro, ovvero la ricerca dell’essenza
della pittura che è in pratica la risposta
al senso della propria vita artistica. Do-
po aver esplorato i boschi con la loro
intricata vegetazione e riprodotto scene
di muri in rovina, residui di un deva-
stante terremoto, l’incontro con il nudo
legno della croce si realizza attraverso
il processo che dai tronchi e dalle travi
riprodotte in sapiente sovrapposizione
crea il Grande Crocefisso dedicato alla
memoria della moglie Lina scomparsa
nel 1983.
᭿ Ecco, secondo noi, il punto di ar-
rivo più alto dell’artista modenese, in
cui confluiscono l’arte e la meditazio-
ne interiore: la croce, segno d’amore e
non solo di sacrificio, è promessa di
vittoria e di liberazione; il legno acqui-
sta la valenza di anima segreta su cui
imprimere le speranze, le gioie, le in-
quietudini della vita; è il materiale su
cui fotografare se stessi, su cui impri-
mere la propria immagine! Gesù nel
Grande Crocefisso non è rappresentato
come un corpo appoggiato, legato o
inchiodato alla croce, ma è parte di es-
sa nella sua completa nudità, in posi-
zione verticale, tendente al gesto su-
premo di offerta alla volontà di Dio.
La trave della croce, lacerata e scalfita
in più punti, è già di per sé immagine
di Gesù, Dio incarnato.

4.8 Page 38

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LAETARE
ET BENEFACERE…
AFORISMI di Francesco Ferrara
1) Non è importante raggiungere un obiettivo
ma perseguirlo.
2) “Tutto passa”... tranne gli autobus.
di Aloi & César
AAA--...~.~ - - - - : ~ ~-
~-
.
.
·-
-=:-
.
-r
:
:::
-
=
=
:
~
~
7
37
. ·.
BS APRILE 2007

4.9 Page 39

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per raSgFazIzDi,EgPeEnEiTtRoIrCi,HedEucatori
LA VITA
VULNERABILE
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
La vita e la sua cura
sono nelle mani
dell’uomo. La vita è un
ldanlrracaiaeeènevLVhlbl”lfsLtulasIaeoarAilsLaTllèiorinnecddtaazlutLàoestroriiiatolmveeperrtmvOuaoaiscrcleudemaecbiiualmtpRlfenaosnoirnpalrlsaicnbeloidvItrnatidgàisooroàicneatIaeiitalnidldlNvde.otislblàtaeleieezèeàotilarfirli,coQdoealetvpalàienesrtueaeotdlUoeglveallrnèea“nigsttieEubenldsaooilèutriaaoilnsdtSaasnecitloaqibmlitiaadTacgul“iflulruaacneaeuneIadocrrloO,mosatairiagcetnmnit”tesrabao.tNdtieieàroeuinailiiavnezrnEcnat.ssuutzt,sc,ueaotcaliitntrod.nauiutpe.eeneonitu,t-e-o-ò
capolavoro vulnerabile,
la crisi ambientale di
oggi lo testimonia. Anche
la persona umana è
vulnerabile e c’è crisi
anche su questo
versante.
38
Tutta la vita è soggetta alla
condizione di vulnerabilità,
perché possa risplendere che
insieme siamo forti. Non c’è niente
nella creazione che possa essere
considerato inattaccabile e infrangi-
bile, ma tutto è sotto la protezione e
la cura di tutti. La reciprocità e la
solidarietà sono la forza della vita e
tutte le creature sono caratterizzate
dalla dimensione del bisogno.
Emerge cioè che la vita – che per
sua natura è dono – per poter cre-
scere e svilupparsi ha bisogno del
I Non c’è niente nella creazione
che possa essere considerato
inattaccabile e infrangibile,
ma tutto è sotto la protezione
e la cura di tutti.
APRILE 2007 BS
La vita per poter crescere e svilupparsi ha bisogno del dono
di una continua protezione e cura.
dono di una continua protezione e
cura, ha bisogno di una continua cu-
stodia e di una costante salvaguar-
dia. Non si può negare che c’è una
legge interna alla vita delle creature,
quella di spingersi verso altre vite
che consentono di sostenersi e so-
pravvivere. La reciprocità del dono
è la verità prima della vita, perché
gli consente di svilupparsi e salvar-
si; ma questo evidenzia un’altra ve-
rità fondamentale della vita: la sua
essenziale fragilità e la sua intrinse-
ca esigenza di protezione e libera-
zione. Tutte le creature si trovano in
questa condizione esistenziale e tut-
te si devono reciprocamente la vita.
L’attuale crisi ambientale è il segno
più evidente di una crisi sistemica
che ha posto la vita in condizione di
sofferenza e di necessità di cure non
più rinviabili.
LA PERSONA UMANA
SOGGETTO
VULNERABILE
Ma la vulnerabilità è una dimen-
sione intrinseca della persona uma-
na, anche a prescindere dalla malat-
tia, proprio come riferimento alla
vulnerabilità della condizione uma-
na. La vulnerabilità stabilisce una
relazione asimmetrica tra il debole e
il potente, tra il fragile e il florido. Il
divieto, ripetuto dalle leggi di tutti
gli Stati, di “non uccidere” è, infatti,
il simbolo forte di questa vulnerabi-
lità umana. Anche l’attuale sensibi-
lità per la protezione della natura e
degli animali è il segno dell’insor-
gere del paradigma della vulnerabi-
lità. Ogni uomo, nella condizione
della sua vulnerabilità strutturale, è

4.10 Page 40

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I“La disabilità è certamente
domanda di aiuto, ma è prima
ancora risorsa”
(Giovanni Paolo II). Nella foto
la celebre supercarrozzella
dell’astrofisico Stephen Hawking.
assegnato all’altro, al suo rispetto,
alla sua cura, alla sua protezione.
Quando poi ci si trova di fronte a
una persona ammalata e/o soffe-
rente, non si può non prendere atto
– certamente con molto disagio e
forse con un certo timore per sé e
per i propri cari – che la vulnerabi-
lità fa parte della stessa definizio-
fcGiCtotaQnRO?suiUNdaelPFrèiaPRlmaOOonNolEasTtvrIuIaNAlnveMFisrAaiOobnMiCleitàIIdGeuINnlLlaaIAfsocrozna-,
Siamo
risorsa?
convinti
della
disabilità
come
Stephen Hawking è l’esempio più
celebre e alto di diversa abilità…
Senza di lui il mondo scientifico
sarebbe più povero.
ndnCnaeoahtrSsoLeeti?’areeuecmssnoiCsogsesoeaoncmgzafapuigpacrnealoceitcttitàaeoifmzrdcaviroiougisnrlinleiteiniteaaàrngtaeadeirbli?eislloieebpgneednsrriisaopcdzreniiofimerensnllieoe--.-
sa” (Giovanni Paolo II). Quanti di-
sabili hanno offerto alla società e al-
la Chiesa quello che altri non hanno
potuto o saputo offrire! In questo
senso, indubbiamente, la disabilità e
diversa abilità. Un esempio su tutti:
39
ne di persona. Se l’uomo ha una
basti pensare all’astrofisico Stephen
dignità indisponibile a qualsiasi implica un rispetto primordiale e Hawking, completamente paralizza-
manipolazione e degna di essere una tutela assoluta, perché è la con- to, ma considerato in assoluto uno
protetta, compresa, accettata, allo- dizione di base per l’esistenza delle dei più grandi geni dell’umanità.
ra merita tutte le attenzioni, sem- altre. In questo senso, il soggetto Una società che esclude parte dei
pre ma soprattutto quando, a causa umano più vulnerabile, soprattutto suoi membri è una società impove-
della malattia, diventa particolar- nella sua realtà fisica, è certamente rita. Le azioni volte a migliorare le
mente vulnerabile e incapace di di- il bambino nel grembo materno.
condizioni delle persone disabili
fendersi.
porteranno alla creazione di un
Tra le diverse forme di vulnerabi- VULNERABILITÀ E
mondo a portata di tutti. “Quanto
lità legate alla vita del soggetto
umano (fisica, psicologica, spiritua-
RISORSA DEL DISABILE
viene realizzato oggi per le persone
disabili, avrà senso per tutti nel
le, politica e legale) quella fisica La persona umana in condizioni mondo di domani” (Dichiarazione
di disabilità è l’icona per eccellenza di Madrid).
e lo specchio della verità di una so-
cietà. La convivenza umana è chia- BENEDETTO XVI
mata in primo luogo a promuovere
la vita e la sua alta qualità. La co-
munità sociale è il luogo in cui la
vulnerabilità della vita si fa risorsa,
perché mette in moto tutte le ener-
gie per liberare le disabilità e farle
diventare realtà diversamente abili.
“La disabilità non è soltanto biso-
gno, è anche e soprattutto stimolo e
sollecitazione. Certo, essa è doman-
da di aiuto, ma è prima ancora risor-
Promuovere una qualità della vita
alta è possibile attraverso l’attenzio-
ne per la vulnerabilità degli altri –
che è lo specchio della nostra –,
senza esclusioni o discriminazioni.
Ogni vita umana, in quanto tale,
merita ed esige di essere sempre
difesa e promossa. Questa verità
rischia di essere spesso contrad-
detta dall’edonismo diffuso nelle
cosiddette società del benessere:
la vita viene esaltata finché è pia-
I Il soggetto umano più vulnerabile,
soprattutto nella sua realtà fisica,
è certamente il bambino
nel grembo materno.
cevole, ma si tende a non rispet-
tarla più quando è malata o me-
nomata” (Benedetto XVI).
ٗ
BS APRILE 2007

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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GiDorInBaAteTmToInTdIiali
UN LIBRO
PER LA VITA
di Severino Cagnin
Giornata mondiale del
libro e dei diritti d’autore,
cole sparse sul territorio presentano
grandi opere offrendo un volume
alla volta, a prezzo modico, susci-
23 aprile 2007, in onore
a due grandi della
letteratura mondiale.
tando la voglia di acquistare ma
non di leggere. È stato calcolato
che il prezzo complessivo di un’o-
pera acquistata un po’ per volta
Leggere è bello per
divertirsi, per istruirsi…
non è inferiore all’intera opera ac-
quistata in blocco! Comunque, non
è una questione di soldi, ma di mo-
tivazioni. Perché è indispensabile
leggere? Tre affermazioni di scrit-
tori toccano la radice del problema.
40
La data è stata fissata dall’U-
NESCO per celebrare gli an-
niversari di Miguel de Cer-
vantes e di William Shakespeare, tra
i massimi esponenti della letteratura
di tutti i tempi, ed espressione dello
spirito critico e ironico europeo. Ol-
tre cento gli appuntamenti in calen-
Il libro riguarda la vita, mia e degli
altri. Più leggo, meglio capisco me
stesso e chi mi è accanto. Scrive
Gustave Flaubert: “Non leggete
come fanno i bambini, per divertir-
vi o, come gli ambiziosi, per
istruirvi. No, leggete per vivere”.
La letteratura ci porta a capire il
presente in tutti i suoi risvolti e of-
I Fernando Pessoa:
“I libri discorrono con noi,
ci consigliano”.
dario previsti da aprile ad agosto in
diversi luoghi per ricordare i due
grandi: nelle biblioteche e in molte
scuole, nei teatri e presso sedi istitu-
zionali, e perfino su fiumi e laghi
fre suggestioni di futuro e di eter-
no. Paradigmatici, in proposito,
L’Infinito di Leopardi e La Divina
Commedia di Dante, capaci di ri-
spondere alle grandi domande.
“Scrivere per i posteri è un inganno
per sé e per gli altri”, ha dichiarato
il Nobel per la letteratura Gao
Xingjian. “La letteratura è fatta per
per amanti della natura e curiosi di
i vivi”. Se abbiamo trovato il libro
capire un autore in rapporto ai suoi
giusto per noi, abbiamo trovato un
luoghi. Sono previsti incontri anche
amico da ascoltare, che non tradi-
in conventi, officine e sale per con-
sce e ci fa pensare. Lo suggerisce
certi. Il 22 aprile la Chiesa celebra
Fernando Pessoa: “I libri ci danno
la Giornata dell’Università Cattoli-
un diletto che va in profondità, di-
ca: quando i nostri connazionali af-
scorrono con noi, ci consigliano e
fronteranno anche la lettura di gran-
si legano a noi con una sorta di fa-
di opere? Quando ci si potrà scrolla-
migliarità attiva e penetrante”.
re di dosso la fama di essere il po-
polo che legge di meno?
᭿ Non propongo dei titoli, basta
aprire un giornale o un periodico….
᭿ Recenti statistiche hanno affer-
In Internet se ne propagandano an-
mato che l’editoria italiana pubbli-
che troppi e interessanti! Se un libro
ca un numero di libri pari a quelli
ce lo presta un amico c’è da ringra-
dell’editoria francese e tedesca; ep-
ziarlo: è un gran bel gesto. Libri di
pure, nonostante un’offerta così va-
ogni tipo e gusto sono presentati nel
sta e articolata, sono troppi quelli
mensile Letture, in Pagine Aperte,
che preferiscono il piccolo scher-
mo alla lettura. Le tantissime edi-
Gustave Flaubert: “Non leggete
per… ma per vivere!”.
mensile bibliografico della San Pao-
lo e nel settimanale Tuttolibri. ٗ
APRILE 2007 BS

5.2 Page 42

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DEUS
di Lorenzo Angelini
La vita è Gloria. Ma è come un soffio,
un fiato: una voce che canta sola nella notte.
Non dura molto ma può splendere
come il giorno.
canzoni
VARIA
alla produzione di Quam dilecta,
un disco con brani di musica sa-
cra registrato live nella chiesa di
San Nicola a Pisa.
DEUS
di Nicola Toscano - Petra Magoni
- Marco Masoni
᭿ Ancora una volta la “nudità”
della musica permette di passa-
re da Bach al Bepi de Marzi di
Deus io non so / quanto tempo avrò
la Gloria è come un fiore, / da terra
nasce e poi muore
Signore delle Cime; da Mozart a Come un legno / vado attraverso rapi-
Domenico Bartolucci ex diretto- de
re della Cappella Sistina con
estrema naturalezza e senza
ma se la tempesta è violenta / resiste
in me la speranza
41
percepire distanze. Anzi, a dire Una Pietra io sono, / Acqua e Fuoco
Petra Magni è cantante polie-
drica: nella musica antica,
nella musica sacra, nella
dance”, nel jazz, nel pop con
anche due partecipazioni a San-
remo. Ferruccio Spinetti è con-
trabbassista e compositore jazz,
e suona con la Piccola Orchestra
Avion Travel. Dal loro incontro
nasce Musica Nuda, un’idea sin-
golare al limite dell’eccentrico:
affrontare il repertorio più vario e
disparato solo con voce e con-
trabbasso. La musica “senza ve-
il vero, queste musiche, “spo-
gliate”, sembrano riacquistare
quella sacralità che loro compe-
te e che le incrostazioni pseu-
do/intellettuali del nostro ascol-
to avevano smarrito. L’interpre-
tazione di Petra Magoni è can-
giante, piena di colori, comuni-
cativa: ora intensa, ora diafana
e cristallina, ora tecnicamente
pulita, ma sempre sincera. Il co-
rollario di Ferruccio Spinetti è
in ogni momento appropriato e
frutto di una ricerca specifica su
ogni brano.
è lui
e intorno a noi, l’Aria / e intorno a noi,
l’Aria
Deus io non so / quanto tempo avrò
la Gloria è come un fiore, / da terra
nasce e poi muore
Una Pietra io sono, / Acqua e Fuoco
è lui
e intorno a noi, l’Aria / e intorno a noi,
l’Aria
Una Pietra io sono, / Acqua e Fuoco
è lui
è come un fiore la Gloria / un bel fiore
la Gloria
stiti” perde gran parte delle so-
vrastrutture culturali che l’ac- ᭿ Nonostante la presenza di sti versi (Una Pietra io sono /
compagnano e sembra non aver grandi autori classici, il brano Acqua e Fuoco è lui / e intorno
più bisogno di astruse e spesso che colpisce di più è Deus, a noi, l’Aria), si rintraccia l’es-
forzate classificazioni nei vari ge- scritto dalla stessa Magoni. Nel senza ultima del disco e di tut-
neri. Rimane musica e basta, e testo è dichiarato l’affidamento to il progetto Musica Nuda: la
coglie dritta nel segno (lo spirito, al Divino, il mettersi nelle ma- Pietra è proprio la Voce; l’Ac-
l’anima) senza troppo sollecitare ni del Creatore con fiducia, af- qua e il Fuoco sono il Contrab-
e/o solleticare il gusto (il corpo). frontando le impervie vie della basso che la insidiano, la levi-
Il percorso dei due musicisti, ini- vita con speranza: un vero e gano, ma non la forgiano; l’A-
ziato nel 2003 e tracciato da co- proprio atto di fede. La melo- ria è la Melodia che tutto
ver di canzoni d’autore, brani dia, statica e pulsante nella pri- avvolge e rende vivo. Una vi-
classici, brani originali e collabo- ma parte, prende movimento e sione cosmologica della Musica
razioni con affermati musicisti fluidità nel ritornello dandogli e del Canto tanto sacra, quanto
jazz, giunge, alla fine del 2006, forza e vitalità. Proprio tra que- seducente.
ٗ
BS APRILE 2007

5.3 Page 43

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l’Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
“… Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all’Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di … o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell’Ente”.
b) di beni immobili
“… Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all’Istituto Sa-
42
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l’immobile sito in…
per i fini istituzionali dell’Ente”.
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l’uno o
l’altro dei due enti sopraindicati
“… Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l’Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell’Ente”.
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 – Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 – Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
APRILE 2007 BS
. . . J I NOSTRI MORTI
STRUS sac. Andrea, salesiano,
Roma, il 12/06/2005, a 67 anni
Don Andrea ha preso sul serio la sua vita
salesiana, la sua missione sacerdotale, il
suo lavoro di studioso e ricercatore, il suo
impegno di professore. Ma ha preso an-
che sul serio la sua malattia e il suo cam-
mino verso la morte. Fu un grande studio-
so della Bibbia, e un meticoloso archeolo-
go. In questa veste ha condotto degli sca-
vi a Beit Gemal dove la tradizione pone la
sepoltura del protomartire santo Stefano.
Sempre benvoluto e ricercato, il professor
Strus ha insegnato a Cremisan in Terra
Santa, nell’Istituto Teologico di Lubumba-
shi, all’UPS (Pontificia Università Salesia-
na) di Roma, a Torino Crocetta. È stato il
fondatore dell’ABS (Associazione Interna-
zionale dei Biblisti Salesiani). Fu un uomo
gentile, premuroso verso tutti, profonda-
mente coerente, signorile nel tratto, sem-
pre fedelissimo ai suoi impegni di religio-
so, di prete, di docente. Meritò la stima di
tutti e l’ammirazione dei suoi alunni. Avvi-
sato della irreparabilità del male, disse:
“Lo sapevo, e ringrazio di avermelo con-
fermato!”. E si abbandonò alla volontà del
Signore.
MELIS sac. Massimino, salesiano,
Civitanova Marche Alta (MC),
il 09/02/2006, a 75 anni
Catechista sempre presente: nelle ore di
scuola, nelle ore di svago, nelle ore di stu-
dio, nelle gite. È stato vicino ai ragazzi nei
momenti difficili del trapasso dalla fanciul-
lezza alla giovinezza, esprimendo sempre
per essi quell’attenzione paterna che lo
portava a incontrarli regolarmente, a uno a
uno, per la direzione spirituale. Sapeva in-
cutere un certo timore riverenziale nell’ani-
mo di chi veniva richiamato al punto che
quasi quasi non credeva all’efficacia dei
suoi richiami perché appena eseguito il
rimprovero lo accompagnava con una
strizzatina bonaria degli occhi. “Grazie di
essere stato il babbo di tutti”, ha scritto un
suo exallievo esprimendo il sentire di
quanti l’hanno conosciuto.
SIEFF sr. Alma,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
Padova, il 12/04/2006,a 85 anni
Alma è nata in un piccolo paese della Valle
di Fiemme (Trento) in una famiglia compo-
sta da tredici figli. Lasciò la sua bella valle
nel 1941 per rispondere alla chiamata del
Signore, soprattutto come insegnante di
educazione artistica. Ha conservato sem-
pre negli occhi e nel cuore la bellezza del
paesaggio della sua valle e spesso, con
l’abile pennello, ne ha stemperato sulle te-
le i suoi smaglianti colori. Pur riservata,
schiva e quasi austera, caratteristiche pro-
prie della gente di montagna, rivelava una
sensibilità squisita e una grande ricono-
scenza per chi sapeva dimostrarle fraterna
benevolenza e comprensione, andando al
di là della rustica scorza del temperamen-
to. Ha sofferto molto quando per la malat-
tia ha dovuto lasciare la scuola, anche se
le forze erano ancora vive in lei.
ODELLI sr. Maria,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
Torino, il 16/04/2006, a 98 anni
Suor Maria si è addormentata nel segreto e
nel silenzio della sua stanza, senza avere il
tempo di chiedere aiuto. Così l’hanno trovata
il mattino di Pasqua! Il Signore le ha conces-
so il compiersi di due suoi grandi desideri: ri-
tornare, prima di morire, nell’amata casa do-
ve era stata pioniera e “andarsene senza
tanto trascinarsi”, come aveva talvolta con-
fessato. A Lucento, appunto, iniziò l’opera
con altre due FMA dando vita all’oratorio, al-
la scuola elementare, alla scuola di canto, ai
corsi di taglio e cucito. La memoria di quel
tempo era incisa nel suo cuore perché i gior-
ni duri erano stati sempre colmi di allegria, di
fraternità e di reali miracoli della Provviden-
za. Le sottolineature che la ritraggono al me-
glio fanno emergere la sua premura e deli-
catezza nel prestare qualsiasi servizio, la ge-
nerosità e la rettitudine di azione, lo spirito
quasi eroico di sacrificio e di povertà, il gran-
de amore e la fedeltà alla preghiera comuni-
taria, la devozione alla Madonna.
j FRASISTI sr. Maria Rosa,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
Contra di Missaglia (LC), il 10/04/2006,
a 68 anni
Dal papà operaio e dalla mamma casalin-
ga imparò ad affrontare la vita con respon-
sabilità e grande fiducia nella Provvidenza.
Per circa vent’anni, si dedicò con amore e
competenza all’educazione dei piccoli. Poi
passò alla catechesi e all’oratorio, in quar-
tieri periferici e in centri cittadini. Furono
anni di intenso lavoro apostolico. In colla-
borazione con parroci e coadiutori svolse
un’azione pastorale feconda per la gio-
ventù e le famiglie. Fu sempre molto atten-
ta ad accompagnare le giovani a discerne-
re il progetto del Signore. Chi l’ha cono-
sciuta la ricorda con molta riconoscenza
per la capacità di stare accanto alle perso-
ne, di farsi compagna di viaggio nel cam-
mino della vita. Nell’ultimo decennio colla-
borò con intelligenza e vivo interesse all’a-
nimazione della vita consacrata in Lombar-
dia attraverso l’Associazione USMI (Unio-
ne Superiore Maggiori d’Italia).
ne“ltRogeriacnirasdoainifnoiotdreiirrDreaio”

5.4 Page 44

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PEZZI AVANZATI DALLA P. 42
SCALABRIN sr. Giuseppina,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
Padova, il 17/04/2006, a 76 anni
Giuseppina, per dare un aiuto alla famiglia,
ancora molto giovane presta il suo servizio
presso i salesiani, imparando l’arte del cu-
cinare i cibi. Dopo la professione, si fa do-
no silenzioso in diverse comunità. I suoi
giorni sono segnati da una grande disponi-
bilità che la tiene lontana da ogni forma di
protagonismo, intolleranza o pigrizia. Il suo
cuore sempre pronto a ricevere la Parola
di Dio è altrettanto pronto a riconsegnarla,
segnata dalla fragilità e dal suo amore, alla
vita quotidiana. La sua fede non è venuta
meno neanche nei giorni della prova,
quando è stato difficile sostenerla. Come si
vive, si muore. Suor Giuseppina ha susci-
tato profonda ammirazione anche nei me-
dici per la sua capacità di sofferenza e di
offerta senza lamenti, senza richieste nep-
pure di sollievo.
BORGNINO sr. Virginia,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
Alassio (SV), il 24/04/2006, a 86 anni
Fin da bambina frequentò l’oratorio delle
FMA addette all’aspirantato salesiano mis-
sionario di Penango, dove viveva con la fa-
miglia. La testimonianza dei giovani aspi-
ranti, che con tanto entusiasmo si prepara-
vano ad andare in terre lontane per far co-
noscere Gesù, suscitò nel suo cuore il de-
siderio di imitarli. Ma, per motivi di salute,
dovette rinunciare. Divenne cuciniera in di-
verse comunità. Erano tempi in cui la cuci-
na andava a carbone ed esigeva il sacrifi-
co di levate antelucane, così come l’assen-
za di elettrodomestici richiedeva grandi fa-
tiche. Suor Virginia ricordava volentieri di
aver lavorato molto e con gioia per le gio-
vani, anche se non direttamente a contatto
con loro. Donna intelligente e sensibile,
con l’avanzare dell’età era riuscita ad ad-
dolcire alcune asprezze del suo carattere
forte e schietto, con cui avvicinava tutti per
una catechesi spicciola, essenziale.
CARLE sr. Adelaide,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
Giaveno (TO), il 07/05/2006, a 84 anni
Suor Adelaide è stata un’icona di bontà e
di accoglienza. La si ricorda per l’amabile
serenità e arguzia, il sorriso buono, la dol-
cezza accogliente, l’amore alla natura, la
fedeltà viva e profonda alla preghiera e ai
momenti comunitari. Tutti le volevano be-
ne: bimbi, ragazzi, adulti, nonni, persone
conosciute da tempo o appena incontrate.
Non dimenticava nessuno, arrivava a mille
gentilezze. Le sorelle portano in cuore i
suoi incoraggiamenti nelle difficoltà, la gen-
tilezza straordinaria con i loro genitori e pa-
renti, la cura materna e l’attenzione per i
sacerdoti; ne sottolineano la fedeltà al do-
vere, il vivo senso di responsabilità nel de-
licato compito di portineria e di accoglien-
za, la discrezione e l’intelligenza del suo
intervento, lo spirito di collaborazione e di
apertura. La sua salute si era indebolita già
parecchi anni fa. Ha sempre offerto tutto
con pazienza e fede per don Lino e per la
famiglia della sorella, a cui era legata da
grande e reciproco affetto.
SGANGA sig. Francesco,
cooperatore salesiano,
Alcamo (TP), il 23/06/2006, a 66 anni
Ricordiamo il suo entusiasmo, il suo co-
stante ottimismo, la sua fede sincera e
operosa. Di questo è andato a ricevere dal
Signore della Vita la giusta ricompensa il
nostro amico Francesco. Fu un caro fratel-
lo cui tutti hanno sempre riconosciuto una
serena umiltà e una costante disponibilità
verso chi aveva bisogno del suo aiuto e del
suo consiglio, virtù provenienti dalla sua
sensibilità ai valori cristiani e salesiani. La
sua coerente testimonianza di vita salesia-
na era di esempio e di stimolo. Innamorato
di Don Bosco, si è prodigato nell’animazio-
ne delle attività oratoriane che per diversi
anni ha curato con impegno e disinteresse.
Gli ultimi sei anni della sua vita, quando
l’energia e le forze cominciavano ad affie-
volirsi, non si è chiuso in se stesso ma,
sorreggendosi sulle stampelle, ha profuso
le sue forze per l’Associazione dei coope-
ratori, curando la parte amministrativa del
Centro Cooperatori Salesiani di Alcamo.
DE BORTOLI sac. Carlo, salesiano,
Civitanova Marche Alta (MC),
il 23/12/2006, a 94 anni
Don Carlo era un montanaro, amante della
montagna. Più di una volta ha accompa-
gnato il Rettor Maggiore don Vecchi nelle
sue scalate. “Lassù” trascorreva sempre le
sue vacanze estive, e non vi rinunciò nem-
meno a 90 anni. Ogni anno, rinfrancato nel
corpo e nello spirito dall’aria pura, dalle
camminate, dai panorami, dalla preghiera
fatta dove sembra di essere più vicini a
Dio, tornava nella sua Macerata rinvigorito,
e con nuova lena ricominciava il suo lavo-
ro, diviso tra scuola e cortile, tra lezioni e
assistenza. Scuola, assistenza, educazio-
ne: un trinomio che ha guidato l’intera sua
vita. Gli allievi, tantissimi, sono diventati af-
fezionati exallievi che don Carlo seguiva
con cura meticolosa, aiutandoli a utilizzare
al massimo gli insegnamenti dell’adole-
scenza. La rudezza aspra della montagna
aveva anche influito sul suo modo di rela-
zionarsi, ma bastava poco per capire che
era solo corteccia. Cuore e anima erano
quelli di un salesiano che amava a tutto
campo i giovani e la loro educazione cultu-
rale, civile, religiosa e morale.

5.5 Page 45

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IL MESE
9 aprile 1024: muore Benedetto
VIII, dei conti di Tuscolo; si oppose
Savina Jemina
al matrimonio dei sacerdoti e al
commercio degli incarichi ecclesia-
stici.
10 aprile 1585: muore Gregorio
XIII; s’impegnò per attuare il Conci-
lio di Trento e modificò il calenda-
rio.
11 aprile 1963: Giovanni XXIII fir-
ma l’enciclica “Pacem in terris”.
12 aprile 352: muore Giulio I,
romano; combatté l’arianesimo.
Onorio IV
Aprile
13 aprile 1111: Pasquale II inco-
rona Enrico V imperatore del Sacro
Romano Impero.
Callisto III
14 aprile 911: muore Sergio III;
ANIMALE FANTASTICO
ARABA FENICE
un pontificato caratterizzato da
soprusi e violenze.
15 aprile 1517: Leone X confer-
«Che vi sia ciascun lo dice, dove sia ma il “Nobile collegio de’ Parafre-
nessun lo sa»: scrive Metastasio. nieri pontifici”.
Assai prima di lui, però, gli antichi 16 aprile 1927: nasce Joseph Rat- Giulio I
egizi parlavano del “bennu”, uccello zinger, Benedetto XVI. AUGURI!
dal becco affusolato, gambe lunghe 17 aprile 858: muore Benedetto
Gregorio XIII
e piumaggio screziato, raffigurato III; eletto tra i disordini.
con il disco solare, simbolo di conti- 18 aprile 309: è eletto Eusebio, UN CONSIGLIO
nua rinascita. La fenice è stata iden- santo; durò soltanto quattro mesi. PER LA SALUTE
tificata con l’airone, il pavone, il fa- Nel 1506, Giulio II posa la prima
giano, l’ibis (che in Giobbe 38,36 è pietra della basilica di San Pietro.
simbolo della sapienza). È citata da 19 aprile 2005: è eletto Benedetto
Erodoto, Ovidio e Tacito. In ambien- XVI, 264° successore di san Pietro.
43
te cristiano è diventata simbolo di
Cristo risorto, della resurrezione e
20 aprile 1303: Bonifacio VIII,
Benedetto Caetani, istituisce l’Uni-
della vita dopo la morte. Nel Medio- versità “La Sapienza” di Roma; Nel
evo, il mito è ripreso da vari autori,
tra i quali Dante che nell’Inferno scri-
ve “la fenice more e poi rinasce”
(XXIV, 107). La presunta capacità
dell’animale di rinascere dalle ceneri
ha portato gli alchimisti a farne il
simbolo della trasmutazione.
1314, muore Clemente V; soppres-
se i Templari e trasferì la sede
papale ad Avignone.
21 aprile 1073: muore Alessan-
dro II, Anselmo da Baggio.
22 aprile 296: muore papa Caio,
forse parente dell’imperatore Dio-
VITA DA PAPI
cleziano.
EMORRAGIA
1° aprile 1605: è eletto Leone XI,
Alessandro de’ Medici, “papa lam-
po”: muore il 27.
2 aprile 2005: muore Giovanni
Paolo II. 14 encicliche, 250 viaggi,
1.254.613 km.
3 aprile 1287: muore Onorio IV,
Giacomo Savelli; difese gli Ordini
23 aprile 1999: è pubblicata la
“Lettera agli artisti” di Giovanni
Paolo II.
24 aprile 858: diventa papa Nic-
colò I, romano, santo (muore nel-
l’867).
25 aprile 1342: muore Benedetto
XII, Jacques Fournier; 3° papa avi-
Un attimo di disattenzione in cuci-
na o mentre si ripara qualcosa, e
ci si ritrova con un taglio talora
profondo. Se l’emorragia è forte,
bisogna sdraiarsi per evitare lo
svenimento. Poi, occorre premere
una compressa di garza sterile o
un asciugamano pulito sulla ferita.
mendicanti.
gnonese.
Quando la garza o la stoffa si
4 aprile 1292: muore Niccolò IV,
Girolamo Masci; la sede resta va-
cante per due anni.
5 aprile 1568: nasce Maffeo Bar-
berini, Urbano VIII. Nel 1829, è
eletto Pio VIII, Francesco Saverio
Castiglioni.
6 aprile 1671: Clemente X con la
bolla Aeternae Sapientiae istituisce
26 aprile 757: muore Stefano III,
romano, papa per un mese.
27 aprile 399: sotto papa Siricio,
si svolge il IV concilio di Cartagine.
28 aprile 1655: è eletto Alessan-
dro VII, Fabio Chigi; fece costruire
il colonnato di piazza San Pietro.
29 aprile 1670, è eletto Clemente
X, Emilio Bonaventura Altieri.
imbibisce di sangue, non sostituir-
la, ma aggiungerne un’altra sopra.
Se l’emorragia continua, occorre
premere direttamente sull’arteria
che porta il sangue all’arto. Evita-
re di mettere un laccio emostati-
co, se non si è pratici. Piuttosto,
fasciare in modo stretto, ma suffi-
l’Università di Urbino.
30 aprile 1943: Pio XII scrive al ciente per sentire il battito sotto la
7 aprile 1652: a Firenze, nasce card. di Berlino, “Ci ha recato gran ferita. Poiché un adulto ha cin-
Clemente XII, Lorenzo Corsini.
consolazione il sentire che i cattoli- que-sei litri di sangue, la perdita
8 aprile 1455: è eletto Callisto III, ci… hanno recato soccorsi ai cosid- di un litro od oltre può avere gravi
lo spagnolo Alfonso de Borgia.
detti non-ariani nella loro afflizione”. conseguenze. Chiamare il 118.
BS APRILE 2007

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PRIMA PAGINA
Redazionale
C i sono volute alcune
straordinarie impre-
se per convincere
L’IMPRESA
᭿ Da parte sua l’autore
della straordinaria impresa
ha commentato: “Io, ragaz-
gli scalatori e rocciatori
occidentali che i loro pri-
mati erano stati stracciati
DI UN
zo della Sierra, cresciuto
nelle montagne delle An-
de, accolto nella Escuela
dai campesini (leggi pure
contadini) della Escuela
Don Bosco di Marcará,
EXALLIEVO
de Guias Don Bosco di
Marcará, oggi sono una
persona che ha scritto una
una delle tante opere fon-
pagina su questa monta-
date da don Ugo De Censi
per aiutare i più poveri tra
i poveri della Cordiglie-
ra Blanca peruviana. Tra
La scuola di andinismo voluta dal padre
Ugo De Censi, più di trent’anni spesi
per i campesini della Cordigliera peruviana,
gna… Il nome del padre
Ugo De Censi l’ho portato
con me, fin lassù, fino a
lasciare un fazzoletto rica-
tutte spicca l’impresa del
26enne Jaime Ramírez che
il 24 febbraio 2006 ha
stracciato tutti i record pre-
cedenti nella conquista
ha stabilito un grande record, attraverso
le gambe e la forza di volontà
di uno degli allievi della scuola
di andinismo da lui voluta.
mato con il suo nome sulla
Croce, un segno di speran-
za per tutti i giovani che
nonostante la povertà, con
la forza e la volontà posso-
della vetta dell’Aconcagua,
no fare grandi cose”.
6962 m. E non è
Testimoni della ecceziona-
che ha migliorato
le scalata, raccontata anche
il record di Hol-
su “Lo Scarpone”, la rivista
mes Pantoja (20
del Club Alpino Italiano,
44 ore e 35 minuti)
di qualche minu-
nel numero di dicembre
2006, sono stati la guida al-
to, ma di un abis-
pina Valerio Bertoglio e il
so di oltre 5 ore,
geografo cineasta Franco
con un equipag-
Michieli. Ora le guide della
giamento ridotto al
Escuela Don Bosco en los
minimo e con gli
Andes sono conosciuti e la-
scarponi che ave-
vorano in tutto il Sud Ame-
vano tre buchi nel-
rica. Un’opportunità in più
le suole, riparati
per loro. I rifugi costruiti da
con il silicone. “La
volontari dell’Operazione
nostra è scuola che
allena al sacrificio!
Se non sei pronto a
tutto non ce la fai”.
I La guida alpina Valerio
Bertoglio e un volontario
dell’OMG. Sullo sfondo
il Huascaran 6768 m.
Mato Grosso ad alta quota e la possibilità di usufruire
delle guide andine dell’Escuela di Marcará hanno rad-
doppiato il numero di turisti.
᭿ Così tra le valli d’alta quota si continua a rea-
lizzare il sogno del fondatore dell’Operazione,
quello di dare lavoro e dignità ai figli dei campesi-
ni delle terre più alte della Cordigliera delle Ande.
Quello che è stato chiamato l’oratorio delle Ande
oggi conta quasi 20 mila giovani, ai quali si cerca
di fornire un lavoro. Sono realtà oltre alla Escuela
di cui abbiamo detto, i rifugi costruiti fino ai 5
mila metri, un grande allevamento di bovini oltre i
4000 metri, scuole, chiese, asili, case per i poveri,
laboratori, opere, stradali, idrauliche, elettriche…
Sogni che si realizzano. Per questi “miracoli” don
Ugo ha già ricevuto vari premi dal governo del
Perù ma anche da quello italiano, e i volontari
I Le guide della Escuela Don Bosco
en los Andes all’Alpamayo (5947 m), una delle mete
più frequentate dagli alpinisti.
continuano a compiere imprese al limite… “Salire
in alto per aiutare quelli che stanno in basso”,
dicono convinti.
ٗ
APRILE 2007 BS

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RELAX
Il Crucl
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BS APRILE 2007

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-

5.9 Page 49

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PEZZI AVANZATI DALLA P. 46
OGNI SERA
PER MIO MARITO
Mi chiamo Luisa e ho 35 anni.
Dopo due aborti spontanei, è
cominciata la sofferente attesa
di un’altra gravidanza. Per tre
anni e mezzo io e mio marito
siamo rimasti frastornati da mille
cure che un ginecologo ci pro-
poneva. Ma proprio nel Natale
2004 un’amica che aveva vissu-
to un’esperienza simile alla mia,
mi ha donato l’abitino di san
Domenico Savio, dicendomi di
restituirglielo non appena avessi
ottenuto la grazia. Io non sape-
vo che il santo fosse protettore
delle mamme e dei nascituri,
ma mi sono affidata alla sua in-
tercessione. Colma di speranza,
ho cominciato a recitare ogni
sera la novena con mio marito.
Ci siamo recati a Torino, presso
l’urna contenente i resti mortali
del santo. Qui abbiamo pregato
e abbiamo preso un abitino che
mi sono appeso al collo. A feb-
braio ho scoperto con immensa
gioia di aspettare un bimbo e
nell’ottobre 2005 è nato Filippo,
che è stato la promessa di feli-
cità più grande che la vita po-
tesse farci. Porto tuttora l’abitino
che ho sempre portato anche
durante il parto; anche Filippo
ne ha uno sotto il suo cuscino.
In primavera ci recheremo tutti e
tre nella basilica di Maria Ausi-
liatrice per proclamare al Signo-
re che la frase evangelica:
“Chiedete e vi sarà dato” per noi
oggi assume il suo pieno signifi-
cato.
Luisa e Paolo, Bergamo
GIOIOSA
SORPRESA
Un giorno di settembre, con una
telefonata, mio padre mi comu-
nicava che, per una improvvisa
emorragia, la mamma era stata
ricoverata in ospedale. Dopo i
molti esami e controlli, per
quanto i medici tentassero di
procrastinarlo, apparve evidente
che sarebbe stato necessario
un intervento chirurgico. Fu as-
sai penoso per me trascorrere
questo tempo di attesa tra un’al-
ternanza di timori e speranze.
Dopo tre giorni, infatti, ci avvisa-
rono che l’operazione chirurgica
era ormai imminente. Quella se-
ra, rientrando a casa, con gioia
e stupore trovai nella corrispon-
denza l’abitino di san Domeni-
co Savio che avevo richiesto
qualche tempo prima. Arrivava
proprio al momento giusto.
Aprendo la busta che lo conte-
neva, pensavo con commozione
che le preghiere avrebbero avu-
to una risposta positiva. L’indo-
mani lo consegnai alla mamma,
affinché ne fosse protetta du-
rante l’operazione che sarebbe
incominciata di lì a poco. E il de-
licato intervento fu eseguito e si
concluse con la piena soddisfa-
zione dei medici. Affido al picco-
lo santo, che da poco tempo ho
imparato a conoscere, la mia
mamma e anche una mia amica
gestante, attualmente in gravi
difficoltà.
Scattarella Marta, Bari
DOROTEA
“DONO DI DIO”
Giugno 2002. Mia figlia aspetta-
va una bimba. Un giorno, dopo
un esame del sangue, venne a
sapere di essere stata colpita
da toxoplasmosi. Gli effetti pote-
vano essere devastanti per la
piccola nascitura. Parlando con
una mia cara amica suora, ven-
ni consigliata di affidarmi alla
beata suor Eusebia Palomino.
Con tanta trepidazione, ma an-
che con molta fiducia, pregai e
a settembre nacque una bellis-
sima bimba, a cui hanno dato
nome Dorotea, che significa
“dono di Dio”. A seguito di gravi
problemi di lavoro sopraggiunti
per un’altra mia figlia, pregai an-
cora con fiducia la beata Euse-
bia e tutto si risolse positiva-
mente. Per questo, adempio al-
la dolce abitudine di ringraziare
la mia cara protettrice alla fine
del mio rosario quotidiano.
Di Credico Vittoria,
Beinasco (TO)
l!!!!!I UN ALTRO FIGLIO
Ho avuto una bambina nell’apri-
le 2005, nata con parto cesareo,
alla ventinovesima settimana.
Non ce l’ha fatta: dopo un mese
e pochi giorni è morta, con mio
grande dolore. Non riuscivo a
rassegnarmi. Nonostante il ri-
schio che sapevo di correre, da-
ta la recente operazione subìta,
volli provare ad avere un altro
bambino. Conosciuto per caso
san Domenico Savio, non esi-
tai un attimo a chiedere il suo
aiuto e a portare sempre con
me l’abitino. Così superai tutte
le difficoltà che si sono presen-
tate durante la gravidanza. Il 27
febbraio 2006 è nato il mio bam-
bino che per riconoscenza ho
chiamato Domenico.
Lanciana Giuseppina,
Catanzaro
REGALO
DI COMPLEANNO
La mia gravidanza si è subito
presentata difficile. Non appena
ho saputo di essere in attesa
del mio primo figlio, ho avuto
problemi. Mi sono messa a ripo-
so. Un amico sacerdote mi ha
parlato di san Domenico Savio
e mi ha procurato il suo abitino,
raccomandandomi di pregare
con fede. Il 3 maggio 2005 ebbi
un’emorragia; pregai il santo, e
all’ospedale mi dissero che il
bimbo stava bene. Anche per
una certa forma della placenta il
parto si presentava difficile; ma
in famiglia abbiamo sempre pre-
gato san Domenico Savio. Il 18
novembre 2005, giorno del mio
compleanno, è nato Stefano,
dopo un inaspettato parto natu-
rale, senza le complicazioni pro-
spettatemi da più ginecologi,
preceduto da un brevissimo tra-
vaglio.
Vitiello Maria, Roma
CALO DI ATTIVITÀ
CARDIACA
Mi chiamo Arianna. Quando ho
saputo di aspettare un bambino,
ho indossato l’abitino di san Do-
menico Savio. Ogni giorno pre-
gavo intensamente affinché, per
sua intercessione, la mia bimba
nascesse sana; avevo inoltre
tanta paura del parto e chiedevo
che fosse senza dolore e velo-
ce. Feci voto di portare un gior-
no Vittoria in visita all’urna di
san Domenico Savio. E arrivò il
giorno dalla nascita. Mi ero re-
cata in ospedale il giovedì matti-
na per le solite visite di routine,
quando l’ostetrica notò, al mo-
mento del tracciato, un pericolo-
so calo di attività cardiaca della
bimba. Mi ricoverarono per te-
nere monitorato il suo stato di
salute. La sera iniziò il travaglio
del parto, durato circa un’ora e
mezzo, durante il quale si verifi-
carono altri due pericolosi cali di
attività cardiaca. A quel punto,
mentre i dottori stavano già pre-
parandosi a intervenire con il ta-
glio cesareo, all’improvviso la
mia bimba nasce. Ho avuto un
parto bellissimo, senza dolori e
senza farmaci. Per tutto il tempo
ho tenuto l’abitino di san Dome-
nico Savio che ho poi messo sul
lettino della bimba, affinché la
protegga sempre. Oggi, 11 mar-
zo, Vittoria compie un anno e
quattro mesi.
Lanaro Arianna,
Cornedo Vicentino (VI)
GRAVIDANZA
COMPLICATA
Mi chiamo Valeria. Nel 1998 ho
avuto un bellissimo bambino di
nome Paolo, che ha sempre de-
siderato la compagnia di un fra-
tellino o di una sorellina. Pur-
troppo il 24 maggio la gravidan-
za tanto attesa e desiderata ter-
minò con un aborto interno. Fui
colta quasi dalla disperazione,
ma il Signore non mi ha mai ab-
bandonato. Mi confortò tramite
le suore FMA, che mi parlarono
del particolare patrocinio di san
Domenico Savio verso le
mamme in attesa. Mi diedero
l’abitino e il libriccino per la no-
vena. Ho subito iniziato a prega-
re e nel mese di marzo 2005 ho
avuto una nuova gravidanza,
che si è subito presentata com-
plicata: minacce di aborto, pro-
blemi alla tiroide, diabete gravi-
dico… Tuttavia la gravidanza si
è conclusa felicemente con la
nascita di Marta il 13 dicembre
2005. Non ho mai smesso di re-
citare la preghiera della mamma
in attesa, sia per me, sia per le
future mamme. Alla mia pre-
ghiera si è aggiunta quella di
tutte le suore che mi hanno quo-
tidianamente incoraggiata.
Liberti Valeria, Roma

5.10 Page 50

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IN PRIMO PIANO
redazionale
FOCUS
Don
BRUNO ROCCARO
Missionario a Cuba dal 1970,
dopo 3 anni di direttore a Nave
di Brescia. È stato, per molti anni,
insegnante al seminario
intercongregazionale di
Santiago di Cuba.
• Come sono, don, i cubani secondo lei?
Li ho trovati intelligenti, intuitivi, allegri… è gente che ama la musi-
ca, le arti figurative e la danza: basta che sentano un qualsiasi ritmo e
subito, dovunque siano, al bar, in piazza, in strada, in tram… iniziano
a muoversi come se danzassero…
• Com’è la situazione socio-politica a Cuba?
Come ricorderai, nel 1961 il regime ha proceduto alla nazionalizza-
zione, togliendo qualsiasi proprietà privata. Ovviamente scuole, colle-
gi, parrocchie ne hanno risentito. I religiosi in gran parte sono espa-
triati, disperdendosi nelle nazioni vicine. Ma non tutto s’è fermato. La
chiesa ha affrontato con determinazione la nuova realtà e si è ritagliata
spazi di sopravvivenza che il regime ha tollerato. Del resto non poteva
fare diversamente con una popolazione per la totalità cattolica. Così
non ha mai completamente rotto le relazioni.
• Quindi la Chiesa ha una sua forza?
Certo. Grazie anche a iniziative qualitativamente eccellenti come
l’EMEC (Encuentro National Ecclesiastico Cubano) che ha radunato
vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici impegnati, ecc. insomma
la punta di diamante della Chiesa cubana. L’EMEC ha rilanciato l’evan-
gelizzazione coinvolgendo proprio i laici in prima persona e ripropo-
nendo i gruppi ecclesiali. Ha molto influito su questo riavvio l’indi-
menticabile visita di papa Wojtyla.
• E la situazione del clero?
I sacerdoti sono aumentati tanto quanto le diocesi che erano 6 e oggi
sono 11 con 350 preti, coadiuvati da circa 600 suore e un numero an-
cora maggiore di laici preparati. Ci si muove con determinazione:
stampe, volantini, simposi, consultori, gruppi, ecc.
• È facile lavorare con i giovani?
L’organizzazione giovanile comunista è forte e ben strutturata, ma
quella cattolica non è da meno anche se i gruppi sono più striminziti e i
mezzi più poveri. Si lavora sodo sul versante giovanile soprattutto da
parte dei salesiani e solo attraverso la parrocchia perché non abbiamo
più né scuole né collegi. È anche vero che il lavoro non è molto e non
c’è per tutti. Prospera il mercato nero, tanti vorrebbero espatriare, lo
farebbero se potessero. Tuttavia è in ripresa il turismo e dunque la
possibilità di un futuro migliore.
MALA E MAJHI
15 e 10 anni. Una triste mat-
tina sono salite furtivamente
sul tetto della casa dove erano
tenute schiave – siamo in Ban-
gladesh –, si sono prese per
mano e si sono buttate giù. Vo-
levano morire o solo scappa-
re? Chi lo sa. Mala è morta e
Majhi è sopravvissuta ma de-
bilitata. Sembra che non parli
più. Quel che hanno appurato
le indagini è scioccante per noi
occidentali ma comune per gli
abitanti di Dakka e del Ban-
gladesh in genere. Erano state
comprate da una donna che le
ha rinchiuse in casa a lavorare
tutto il giorno: pulire, lavare,
cucinare, stirare, spolverare…
L’indagine ha anche appurato 47
che negli ultimi 20 anni i sui-
cidi di domestiche minorenni
sono stati più di 200. E si trat-
ta solo dei casi regolarmente
denunciati. Quanti sono tutti
gli altri? Mala e Majhi erano
in una bella casa, al servizio di
una donna benestante che agi-
va con loro peggio che la ma-
trigna con Cenerentola e oltre
a rimproveri le riempiva di
sberle, punizioni psicologiche,
ingiurie… Quando finirà que-
sta vergogna?
BS APRILE 2007

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
ANNIVERSARI
di Giovanni Eriman
So che ci sei, non so chi sei
CHIESA
di Silvano Stracca
Quo vadis Europa? (7)
INSERTO CULTURA
di Maria Muntala Torrellas
EDB un formidabile progetto educativo
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
Un volontariato super