Bollettino_Salesiano_200702

Bollettino_Salesiano_200702

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(pag. 23)

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- STRENNA 2007
di Pascual Chavez Villanueva
AMARE LA VITA
UN ALBERO...
E LA SCELTA
"Dio fece spuntare dal suolo alberi di ogni specie.
Erano belli a vedersi e i loro frutti squisiti.
Nel mezzo del giardino Dio piantò due alberi:
uno per dare la vita, un altro per infondere
la conoscenza di tutto" (Gen 2,9).
La presen-
za del ma-
le e della
morte non ha bi-
sogno di prove;
essa è una del-
le realtà con
cui dobbiamo
fare i conti sin
dall'inizio del-
l'esistenza. La Sacra Scrittu-
ra ci presenta l'origine del male e
della morte nel libro della Genesi ,
per dirci qual era il disegno origi-
nale di Dio e come è stato scom-
paginato nel momento in cui l'uo-
mo ha voluto tagliare le proprie ra-
dici, ha preteso di essere autosuf-
ficiente , e ha fatto della libertà il
valore assoluto. Le conseguenze
non si sono fatte attendere: prima
la paura di incontrare Dio , poi la
vergogna di sentirsi nudi , infine la
rottura della solidarietà uomo/don-
na, essere umano/natura, e la con-
seguente espulsione dall'Eden, cui
seguiranno il fratricidio di Caino e
il ritorno del caos con il diluvio.
Con l'eloquente immagine dell'al-
bero della vita piantato nel centro
del Giardino, il popolo ebreo ha
espresso la sua convinzione di fe-
de che il male e la morte sono en-
trate nel mondo quando l'uomo ha
ceduto alla seduzione del serpen-
te di voler essere come Dio e dun-
que di non avere altra legge che
se stesso.
Assumere la vita come un
dono significa che l'uomo , punto
di riferimento del creato, ha a sua
volta come punto di riferimento il
FEBBRAIO 2007 BS
Creatore , origine del vero e del
bene. Israele arrivò a questa con-
clusione dopo la sua elezione a
popolo di Dio quando Jahvé sta-
bilì con lui un 'alleanza, dalla
fedeltà alla quale sarebbero dipe-
se la vita o la morte. Un 'alleanza
con patti chiari da rispettare , pena
la rescissione del "contratto". Tale
era il significato dei dieci coman-
damenti , a ragione chiamati "le
Dieci Parole di Vita", a indicare
che se si restava all 'interno di
esse era garantita la vita, se al
contrario si scavalcavano si entra-
va nel territorio della morte . Un
testo del Deuteronomio esprime
ciò con chiarezza , quando il Si-
gnore pone nelle labbra di Mosè
l'accorato monito: lo pongo oggi
davanti a voi la vita e il bene, la
morte e il male ... Scegli dunque la
vita, perché viva tu e la tua di-
scendenza (Dt 30,15-19b). E il
salmo "uno" a sua volta conclude
che chi segue la legge del Signore
sarà come albero piantato lungo
corsi di acqua, che darà frutto a
suo tempo .. . non così gli empi,
essi saranno come pula che il
vento disperde (SI 1,3-4) .
La legge, oggi giudicata come
una limitazione alla libertà e una
minaccia alla felicità, è anch 'essa
un dono al servizio della libertà,
della felicità e della vita, nel sen-
so che svolge una funzione di
supporto , come dice Paolo: La
legge è per noi come un pedago-
go che ci conduce a Cristo (Gal
3,24). Certo , la legge è anche un
controllo sulla libertà umana, per-
ché alla fin fine tutto si gioca con
le proprie scelte personali. La
verità profonda della vita non
risiede nelle mani dell'uomo, es-
sa è un dono che viene dall'Alto
e diventa una responsabilità il
conservarlo , curarlo , difenderlo.
Giustamente invoca il salmista:
Mostrami, Signore, la tua via,
perché nella verità io cammini
(Sai 86 ,11 ). La legge, dunque, è
a servizio dell'uomo, della sua
piena realizzazione: Il sabato è
stato fatto per l'uomo e non l'uo-
mo per il sabato (Mc 2,28) , pro-
clamerà Gesù per rivendicare il
carattere assoluto della persona
umana e la funzione strumentale
della legge. Essa ci fa conoscere
dall'interno il buono , il vero, il
bello della vita.
IV~
VI 1/II
Vlll lX
II X
I dieci comandamenti
o le "Dieci Parole di Vita".

1.3 Page 3

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Febbraio 2007
Anno CXXXI
Numero 2
In copertina:
Mongolia, una terra
dalle mi lle contradd izioni.
Un passato glorioso
con Gengis Kh an e un
presente da riorgan izzare.
Foto: Arch ivio Pisana
Mensil e di in formazione
e cu ltura reli giosa ed ito
da ll a Congregazione Sa les iana
d i Sa n G iova nni Bosco
D irettore:
GIANCARLO MAN IERI
I Come alberi piantati lungo corsi
di acqua, che daranno frutto
a suo tempo..., così sarà chi .
segue la legge del Signore.
Il problema non è quindi la
legge , ma la pretesa di una li-
bertà irresponsabile , assoluta ,
che ci liberi da quals iasi dipen-
denza e ci renda signori di noi
stessi e degli altri. Chi porta la
libertà a questo punto finisce per
diventare un despota che non
riconosce altra legge che se stes-
so . La libertà è un dono grande ,
un valore immenso , e tuttavia
non è il dono per eccellenza. Il
dono supremo è "la capacità di
amare" che ci fa rinunciare persi -
no ai nostri diritti pur di favorire la
crescita e la maturazione degli
altri. Pur essendo libero da tutti,
mi sono fatto servo di tutti per
guadagnare il maggior numero;
mi sono fatto tutto a tutti, per sal-
vare a ogni costo qualcuno"
(1Cor 9,19.22). È bello sapere
che Dio è tanto buono che ci ha
resi liberi , perché soltanto nella
libertà c'è l'amore e, dunque , la
capacità di conoscere, amare ,
servire Dio per sempre . Ecco la
grandezza dell 'uomo , chiamato a
scegliere tra "bene" e "male". La
sua vita infatti è nelle sue mani :
"ciascuno è artefice del proprio
destino ".
- CHIESA
12 Quo vadis Europa? (4)
- SPORT
14 Per la 1savolta giochi educativi
di Silva no Stracca
di Ma nuela Robazza
- VIAGGI
18 Una capitale da rifare
di Gianca rlo Manieri
M1ss10N1
20 Nella terra dei cieli azzurri
di Giovanni Eriman
INSERTO CULTURA
23 SSV Sistema Salesiano di Videocomunicazione
di Rogério Ca lvi
FMA
28 Speranza per la terra dei cedri
di Graziella Curti
RuBRICHE
2 Il Re ttor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel
Mondo - 11 Osserva torio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Le ttera ai gio vani - 27 Bagliori -
30 Libri - 32 On Une - 34 Come Don Bosco - 36 Arie Sacra - 37 Laetare et beneface-
re .. . - 38 Sfide e tiche - 40 Dibattiti - 41 Varia - 42 I nostri morti - 43 Il mese -
44 Prima pagina - 45 Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/ Focus
Redazione : Maria Anton ia Chinello
Nadia Ciambrignoni · Giancarlo De Nicolò Franco Lever
Natale Mattioli Francesco Motto • Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori : Severino Cagnin · Ernesto Gattoni
Giuseppina Cudemo • Graziella Curti Enrico dal Covalo
Carlo Di Cieco • Bruno Ferrere· Cesare Lo Monaco
Giuseppe Morante · Vito Orlando Marianna Pacucci
Gianni Russo - Roberto Saccarello • Fabio Sandroni
Arnaldo Scaglioni · Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabil e: Anton io Martinelli
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Diffusione e Ammin istrazione: Giovanni Colombi (Roma)
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 135 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
U nione Stam pa
Periodica Italiana
BS FEBBRAIO 2007

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di Carlo Di Cieco
IL NOSTRO SCONTENTO
Non vogliamo avallare alcuna protesta imbecille di certi giovani
(una minoranza) male informati e male educati. Vogliamo solo
fare qualche riflessione da educatori.
E' tornato lo scontento pubblico per
i giovani accusati di essere
violenti, anzi troppo violenti ,
di fare branco, di irridere i disabili e i
diversi, di imporre perfino nelle scuole
il loro codice di sopraffazione targato
bullismo . L'allarme si aggira in Europa
e i paesi più benestanti e popolati del
continente hanno ciascuno la propria
lista di lagnanze: Gran Bretagna,
Francia, Germania, Spagna, Italia.
Strano questo paese che, a cicli
ricorrenti , lancia allarmi nei confronti
dei giovani di volta in volta dipinti quali
vittime dell'egoismo degli anziani,
dissacratori del patrimonio civile e
religioso e più di recente quale pericolo
pubblico numero uno per li:! violenza ,
delle loro gesta. Nuovi mostri che
mettono a rischio la tranquillità sociale.
Non si capisce bene se, a fasi alterne,
siano i media a creare l'allarme sociale
o se invece essi diano solo fiato a un
malcelato disagio verso il mondo
giovanile. C'è da chiedersi se i giovani
siano amati o se invece siano tollerati
e usati dalla società.
L'amore pone in cima ai propri
pensieri le realtà che si amano , e i
giovani non sono davvero in cima ai
pensieri della nostra società. Nei loro
confronti si nutre piuttosto un egoismo
che si scambia facilmente per amore.
Ai giovani non additiamo alti traguardi
dal momento che noi stessi, adulti
scarsamente felici e contenti ,
navighiamo a vista e siamo provati dal
~impianto di vivere .
E curioso il meccanismo ambiguo che
scatta verso i giovani. Quando ci si
trova davanti a "bravi ragazzi" (si pensi
a quelli di Locri o di Napoli che si sono
mobilitati contro mafia e camorra)
l'attenzione pubblica è lieve e
passeggera. Quando accadono episodi
di violenza, firmati da piccolissime
frange di giovani, si alimenta a
dismisura la paura sociale e si aprono
dibattiti senza fine . Fiumi di parole che
confluiscono nella proposta sbrigativa
di abbassare la soglia di età punibile
per colpire con pene esemplari i
ragazzi che sgarrano.
Una società violenta non può che
rispondere con una violenza maggiore
alle sfide dei suoi ragazzi che vivono
il mondo degli adulti come un mondo
violento . Finora, le violenze che
FEBBRAIO 2007 BS
l'infanzia, la fanciullezza e
l'adolescenza devono subire non
sono socialmente paragonabili alla
rivolta dei giovani. Si pensi agli abusi
sessuali, al lavoro nero, al traffico di
organi , alla povertà e degrado,
all'abbandono e schiavitù che contano
milioni di giovani vittime.
Una certa cultura di accoglienz e.di ,/
fiducia nei giovani - pure tipica éli
qualche importante istituzione come
la Presidenza della Repuboliea, di
Pertini, Ciampi e ora Napolitano -
non è riuscita finora concretamente ad
affermarsi tanto da diventare costume
culturale condiviso. Sembra piuttosto
diffusa la cultura dello scontento verso
i giovani. Famiglie e istituzioni
generalmente si dicono preoccupate
dei giovani , e allo stesso tempo sono
scontente dei giovani. Ma non fanno
abbastanza per i giovani perché
sempre più di rado esse sono modelli
di vita accettabili.
Occuparsi seriamente dei giovani
significa occuparsi seriamente della
qualità della nostra stessa vita, della
credibilità della nostra società, dei
valori che la animano , dei fini che si
propone . Se viviamo una società e
uno sviluppo disseminati di cose ma
faticosi e sempre più privi di speranza,
perché poi meravigliarsi dei giovani?
Se la società vive sul mito della
violenza e della furbizia, se le politiche
mondiali sono dettate dalla
sopraffazione invece che dalla
condivisione , se la vita non vale più
un dollaro bucato , è da sani
meravigliarsi che i giovani siano
stimolati più che nel passato a
sperimentare violenza e noia? Essi
non fanno che portare al massimo
grado - coerentemente - le storture di
ogni specie che alimentiamo a piccole
dosi e alle quali lasciamo cittadinanza
in famigl ia e nella società. Si raccoglie
quel che si semina.
È molto più facile prendersela con
alcuni giovani lazzaroni, anziché
convenire sulla svolta necessaria per
salvare la terra e salvare l'umanità
degli uomini e delle donne del mondo.
Un ritorno alla responsabilità etica è
compito comune. Fare dei giovani i
capri espiatori del nostro scontento
di vivere affretterà solo la
degenerazione sociale.

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oggi mosc hea deg li Om- politico, economico, sociale, rione" di papa Ratzinger a
mayyadi, o la chiesa di Agios religioso, oltre che su quello Regensburg?
Dimitrios a Sa lonicco, o la de l diritto internazionale. È
cattedrale di san Nicola a Fa- ovvio che non posso fa rlo io
Marconis@ ...
magosta. E magari, che resti- con una lettera. Prova a "ci- Ne avrei parecchie da dire,
tuiscano ag li Ebrei l'area mentare" il tuo prof Inf ine, proprio a cominciare da quel-
dov'era costruito il tempio di ricordati che non è questo il lo che tu chiami "svarione" e
Gerusalemme, oggi occupato modo migliore per far pro- che svarione non mi sembra.
in p arte da ll a g ra nde mo - sperare la convivialità. Le re- Comincio con il dirti che mi ha
schea di Al-Aqsa. E si potreb- ciproche rivendicazioni arma- stupito, e un po' anche offeso,
be continuare... È meglio che no il cuore e spesso le mani l'ignoranza di colleghi giorna-
nemmeno accenni ai problemi chiudono le porte alla ri/com- listi (e spero che sia solo igno-
religiosi, politici e sociali che prensione, al riconoscimento ranza non sottile cattiveria)
un "movimento di restituzio- delle prop rie e delle altrui ra- che di una "lectio magistralis"
/':"fESTITUZIONI. Egre- ne" de l genere susciterebbe. gioni, alla fra ternità, alùnen- hanno espunto e diffuso, come
1.AJ gio dir del BS, mi dice il Con questo voglio solo esor- tano la diffidenza, mantengo- se fosse il succo della lezione,
mio compagno di banco, tarti a non fe rmarti mai alla no irrimediabilmente le guar- solo una citazione. C'è chi ha
Adid, musulmano, che noi cat- sup e rf icie de ll e qu estioni : di e a rmate all e porte della frainteso e chi ha voluto frain-
tolici siamo stati dei grandi la- cerca sempre di scavare con propria cittadella ideologica. te nde re. A nco ra una· vo lta
dii lungo la storia millenaria la mente e con i doc umenti
hanno cercato lo scoop e han-
/'!'f della Chiesa, perché oltre ad sto rici il retrote rra deg li
aver rubato e cambiato desti- eventi, e di immag ina re le
no combinato un mezzo disa-
ATZINGER E ISLAM. stro. Non si può isolare una
nazione a tanti templi romani, conseg uenze di ce rti atti o I.AJ Egregio dir, solo due pa- f rase ignorando (deliberata-
abbiamo rubato la loro più prese di posizione sul p iano role: che ne dice dello "sva- mente?) il "prima" e il "do-
beUa e grande moschea che è
po" che a quella f rase danno
anche una delle più belle del
senso compiuto. La lezione del
mondo, la moschea di Cordo- APPELLI
Papa, fin issimo teologo, si ri-
ba in Spagna che ora è una
cattedrale cattolica. Il profes-
sore di storia dice che è tutto
vero, e Adid incalza che dob-
biamo restituirla a ogni costo.
A me mi (sic) sembra giusto.
Perché la Chiesa non la resti-
tuisce ai legittimi proprietari ?
Mi chiamo Nicoletta, ho 47
anni, desidero corrispondere
con un coetaneo che sia sen-
sibile e profondo, in grado di
stanni vicino attraverso uno
scambio di corrispondenza in
modo da stabilire insieme una
sincera amicizia. Scrivete a:
città. Maria Marcolini, Via
dei Bandi 11, 37039 Tre-
gnago (VR) .
Colleziono da di versi anni
immaginette di santini e mi
piacerebbe molto scambiarli
e riceverne da altri collezio-
duce a questo eh.e la raziona-
lità (il LogosJ accompagna
sempre l'azione di Dio: non
agire secondo ragione è con-
trario alla Sua natura. Ragio-
ne e fede non possono essere
imposte con le armi. Come un
animale non può essere con-
vinto con il ragionamento, così
Renato@ ... Carta d'Identità n° AB335 nisti. Grazie. Giordano Raf- una persona non può essere
Il problema che tu spicci con
una domanda nuda e cruda è
un po' più complesso di quel
che credi. Mi meraviglia assai
che il tuo professore di storia
si sia limitato a dirti che è ve-
ro ciò che rig ua rda la mo-
schea di Cordoba che fu tra-
sfo rmata in chiesa dop o la
"Reconquista". Ma, solo per
fa rti capire ciò che può scatu-
rire da un disco rso di rivendi-
cazioni, prova a dire al tuo
compagno cli banco che anche
i musulmani dovrebbero resti-
tuire a loro volta ai cattolici,
per esempio la basilica di
Santa Sofia a Istanbul, tra-
sfo rmata p rim.a in moschea
ora in museo, una de lle più
belle in assoluto della cristia-
nità, anzi un.a delle sette me-
raviglie del mondo. Oppure,
la moschea di Tripoli ex cat-
te drale de l Sacro Cuore di
Gesù, o la bas ilica di san
Giovanni Battista a Damasco
2480, Fermo Posta Centra- faele, Via N. Paganini 11,
le, 51100 Pistoia (PT).
81034 Mondragone (CE) .
Sono un detenuto. VoITei
tanto corrispondere con
qualche persona che mi ve-
da come tutte le altre perso-
ne e non come un detenuto.
Penso che la corrispondenza
possa aiutarmi a sentirmi
più sereno fra queste mura.
Pegoraro Antonio, Via
Due Palazzi 35/a, Casella
Postale Aperta, 35122 Pa-
dova Centro (PD).
Se sei un pittore-pi ttrice e
vuoi fa r parte del movimen-
to artistico Surreastrattismo,
richi edi lo statuto ali' artista
fo ndatore: Angelo Erman-
no "Dialkan", Via Roma
25, 85028 Rionero in Vul-
ture (PZ) .
Desidero scambiare cartoli-
ne di frazioni , comuni e
Cerco immaginette, pagelli -
ne e libri antichi riguardan-
ti Santa Gemma Galgani ,
vanno bene anche quelle di
quando la santa era Serva di
Dio, Venerabile e Beata.
Grazie infinite. Di Raimo
Francesco, Via G. Bartali 2,
81034 Mondragone (CE).
Colleziono immaginette sa-
cre e preghiere fo rmato car-
toline. Vorrei scambiare i
miei numerosi doppioni con
altri che hanno la inia stessa
passione. Genovese Maria,
Via Fiera 10, 85020 Atella
(PZ) .
Vorrei scambi are sant1111 e
francobolli a tema religioso.
Alberti Giuseppe, Vico
Canale Taverna Penta 7,
80132 Napoli (NA).
con.vinta con la fo rza. La diffe-
renza tra Gesù e Maometto è
qui, secondo Ma nuele il Pa-
leologo, citato dal Papa: che
Gesù usa solo l 'amore, Mao-
metto usa anche la fo rza ove lo
creda necessario. Comunque
era, quello del Papa, un inter-
vento pensato per specialisti e,
ahimè, i giornalisti specialisti
non sono soprattutto in teolo-
gia. Papa Ratzin.ger voleva di-
re, più all 'Occidente che ai
musulmani, che soltanto se ra-
gione e fede si armonizzano, è
possibile dialo ga re, mentre
l 'Occidente punta solo sulla
ragione e addirittura la ragio-
n.e tecnica con il rischio di ar-
rivare al disprezza di Dio.
Questo discorso/lezione è una
"batosta " al nostro esasperato
illuminismo mentre all 'Islam il
Papa riconosce il valore della
sua dottrina sulla trascenden-
za di Dio/A llah. La lezione è
un saggio sulla civiltà cristia-
na, non sulla Chiesa e nemme-
FEBBRAIO 2007 BS

1.7 Page 7

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Non ci è stato possibile pub
blicare tutte le l~ttere pervn.
1u.,x;,zu:.....-1 nute in reda zione . Ce
sscuuosit.aemmpoo· Palrloavvpeudbebrl.'eicmaoz ·
ne O alla risposta
no sull'Islam. È più una sfida volete che gli altri facciano a padrone è uno solo e noi .. . so-
ai nostri laicisti che un rim- voi ". Una regola comune, co- lo a Lui chiniamo la testa e la
provero ai musulmani. Ma, si me vede, (forse perché tutte le schiena fmo a terra, la te1rn che
sa, nel mondo esistono troppi religioni hanno una matrice ci porta, dalla quale abbiamo
"mestatori ", e stavolta anche comune?). Matteo aggiunge: avuto origine, per l'Amore in-
famose testate giornalistiche "Questa è la legge, questi i finito di Allah (legga pure
hanno offerto l'esca agli inte- profeti", come a dire che il Dio! n.d.r.), la sua fiducia che
gralisti per accendere una nocciolo duro della morale è permette a questo mondo di
miccia che ha rischiato di in- tutto qui. Questa stessa regola non sfasciarsi .. . A Lui, Princi-
cendiare il mondo. Ma il viag- Gesù la pe1feziona, esaltando- pio, Fine, Sole della nostra vita
gio in Turchia ha mostrato il la nella ben più incisiva legge va l'ultimo pensiero e il ringra-
vero volto del Papa.
dell 'amore: Amare Dio e il ziamento e l'amore dal fondo
QROPPO ELEVATO.
Caro di.rettore, io non vo-
prossimo. La prima parte è ov-
via, il credente che non amas-
se il suo Dio sarebbe quanto
meno uno stupido. La seconda
del nostro cuore: a Lui ci ab-
bandoniamo, a Lui diciamo
sì!". Sembra copiata da qual-
che santo cristiano.
glio mollare il cristianesimo, parte è la conseguenza: un
r., ma lo vedo troppo elevato [...] amore che si blocca, che non
Come può un uomo fare del si espande, che non dà frutto è
ER AMORE O PER
perdono uno stile di vita? Per- una inutilità assoluta. Tant , . . MODA. Egregio diret-
donare è subire una crocifissio- che perfino l 'Islam sentenzia: tore, sono una ragazza che, non
ne [.. .] Solo con un forte amo- "Nes suno di voi è credente so se per amore o per moda, ha
re si può perdonare. Ma non è finché non desidera per il fra- sperimentato due convivenze,
la condizione normale dell ' uo- tello ciò che desidera per sé". una più traumatizzante dell'al-
mo, è piuttosto l'eccezione. Le co mplicazioni filosofi- tra. Alla fme mi sono ritrovata
Oggi è un disastro. Ti dicono co/teologiche venute alla luce sola e depressa. Sono arrivata
che basta aiutare il prossimo nel corso dei secoli rappresen- alla conclusione che per una re-
per essere cristiano. Ma tutto tano l 'immane sforza dell'uo- lazione stabile e serena non so-
appare disperatamente relativi- mo per empire qualche barlu- no necessari "periodi di prova",
sta. Una signora si è fatta mu- me dei segreti di Dio, perché ma una diversa impostazione
sulmana perché il cristianesi- solo in lui è la salvezza e l 'uo- della scelta di un ragazzo o una
mo è troppo alto, irraggiungi- mo sa di aver bisogno di sal- ragazza. Ci si dovrebbe mettere
bile, con la sua accettazione vezza più che di "tutto" il re- assieme per affinità di caratte-
del dolore. Perché accettare il sto: "Che cosa giova all'uomo re, interessi comuni e non solo
dolore, perché rinunciare alla guadagnare il mondo intero se per l'attrazione fisica. Altri-
vita comoda... Tanto ciascuno poi p e rde se stesso?" (Mt menti non durano i matrimoni
alla fine fa quello che gli pare, 16,26). Come può constatare, e tanto meno le convivenze. In-
con buona pace di tutti. Io Dio la " regola d'oro " non dice somma le vecchie "usanze"
non l' ho trovato anche se l'ho che l 'essenza della. religione è non erano tutte da buttare!
cercato[... ].
accetta.re il dolore. Il dolore,
Marilena
Marcello, Verona in quanto tale va, anzi, com-
battuto. E se arriva., tutt'al più Cara signorina, la sua breve
Caro signore, l 'essenza del va capito e indirizzato perché riflessione (è una delle poche
cristianesimo a livello di mo- non prenda il sopravvento sul- volte che non sono costretto a
rale si riduce a una formuletta la volontà cli vivere, insomma omissis) è un balsamo. E glie-
chiamata "regola d'oro", che gli va dato un senso. Nemmeno la la sc io così, come l'ha
è di una incredibile trasparen- Cristo ha accettato supina- scritta. Mi pare che abbia bi-
za e semplicità, tanto che c'e- mente il dolore, ha in.vece sogno di pochi commenti. So-
rcmo arrivati almeno 2000 an- chiesto al Padre che lo allon- lo le assicuro che trovo dav-
ni prima di Cristo, sia gli ebrei tanasse da. sé. Il "sia fa tta la vero " saggio " e perciò del
sia gran parte delle antiche re- Tua volontà" 1'ha. detto quan- tutto condivisibile quanto lei
ligioni. Le porto degli esempi. do ha capito che quel dolore scrive. I giovani che s'inna-
Il confucianesimo: "Ecco la avrebbe salvato l 'uomo. Ov- morano devono impostare la
massima che nasce dal!' amore, viamente rispetto le scelte del- loro relazione su basi c he
non fare agli altri ciò che non la signora diventata musulma- possano consolidarla, render-
vorresti subire". Il buddismo: na. Ma mi permetto di dubita- la stabile e capace di "parto-
"Non offendere gli altri in mo- re che abbia davvero capito il rire " idee di futuro e di spes-
di che giudicheresti offensivi c ristianesimo. E tuttavia la so re, capace di scambiarsi
per te ". L'induismo : "Non ci professione di fede della pre- valori prima che corpi, affetto
si dovrebbe comportare con gli detta signora è del tutto condi- prima che piacere. Se no, una
altri in un modo che sarebbe visibile: Pace e misericordia di semplice folata di vento può
sgradevole a noi stessi ". E nel Dio ... a tutto ciò che ci per- scardinare amori, costruiti
vangelo, Luca scrive in positi- mette di esistere... il mondo, solo sulla sabbia del piacere.
vo: "Fate agli altri quello che gli animali che ci nutrono... il Dio gliela mandi buona.
I.:,
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comunicate
subito il cambio
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IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656. 12.643
E-mail : biesse@sdb.org
BS FEBBRAIO 2007

1.8 Page 8

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SILVANO GIANDUZZO
PROFILI
di 366
COADIUTORI SALESIANI
voi. I
INAUGURAZIONE
Solenne inaugurazione della
ri strutturata residenza univer-
sitaiia al Don Bosco di Roma
in occasione dell 'ape1t ura del-
!' anno accademico. Ai 32 gio-
vani ospiti studenti , in mag-
gioran za iscritti a Tor Vergata,
si sono uniti l' ispettore della
provincia romana don Pussi-
no, il direttore del Centro don
Sirca, il vicegerente di Roma
monsignor Mo retti, il respon-
sabile dell a pastorale uni versi-
taria monsignor Leuzzi, il co-
mandante dell' Aeronautica ge-
nerale Mainini , il Magnifico
Rettore di Tor Vergata Finazzi
Agrò, exallievo salesiano d i
Agri gento. Quello de lla pasto-
rale uni versitaria è un campo
aperto per i salesiani che sono
chiamati con urgenza ad ani-
mare questi giovani che rap-
presentano il vero serbatoio
del futu ro.
IL "MIO" PADRE PIO
PROFILI
DI 366 COADIUTORI
SALESIANI
Simpatico il libro ne (495 pa-
gine) di Silvano Giandu zzo
su un ' impressionante serie di
profi li di salesiani laici, i fa-
mos i coadiutori che tanto be-
ne hanno fatto in congrega-
zione, mostrando sorprenden-
ti capacità in ogni campo.
Gianduzzo si è servito soprat-
tutto delle lettere mortuarie
che stilano un breve profil o
biografi co di ogni confratello,
subito dopo la sua morte. Le
ha ri vissute con la sua sensi -
bilità di coadiutore, offrendo
dei profi li godibilissimi che
meritano di essere letti e di-
vulgati , soprattutto tra i suoi
co nfra te lli.
FRAGAGNANO,
ITALIA
UN ORATORIO
U n grande spazio pieno di
ragazzi. Le età c i so no tutte.
Aggi un getevi a lcune suore e
un grup po di anim atori che
hanno il co mpito di "dare
un 'anim a" ai sin go li e ai
gruppi . Così è l'oratorio di
Fragagnano. Così è la storia
di tutte le do me niche orato-
ri ane in tutto il mondo sale-
siano. A Fragagnano il mas-
s imo sforzo lo co mpiono per
l'a nnu ale festa di apertura,
perché "chi ben cominc ia è
all a metà dell ' opera". Grida,
battima11i, pall onc ini verso il
c ie lo, e soprattutto gioia.
Tanta. L' oratori o è un lu ogo
d i festa, di gioco, d i di verti-
mento, ma anche di preghie-
ra, di impegno, di vita cri-
sti ana. La festa è stata cele-
brata 1'8 otto bre. Si è dec iso
di trasco rrere in sieme un ' in-
tera gio rnata con le atti vità
tipiche di un oratorio fes ti vo
sales iano : accoglienza, mes-
sa, laboratori di danza, fi gu-
re d' ari a, c lownerie e addob-
bi , spettaco li , gioco libero,
"cacc ia al tesoro", stand ga-
stro no mici. Alla fin e è arri-
vato anche il mago, a ri cord o
d i qu anto Do n Bosco faceva
per i suoi amici. li be llo è
c he il mago di Fragagnano
era un maghetto d i so li quin -
di ci ann i! Il ri cavato dell a
festa è stato destin ato all e
mi ssioni .
Il santo frate di Pietrelcina
non fi nisce di stupire e le sue
biografie continuano a uscire
dai più di versi autori, segno
evidente che il suo carisma ha
letteralmente contagiato la
gente. Questa di Michele An-
tonio Capacc hione è l'ultima
uscita. L 'autore ha compiuto
una ricerca meticolosa sulle
fo nti originali e ne ha ricavato
la fi gura di un uomo schietto,
senza peli sulla lingua, ma
nello stesso tempo umile, na-
scosto. Simpatico e illumi-
nante l'epistolario, che nel li-
bro occupa una settantina di
pagine, per conoscere il padre
Pio genuino. Alcuni brev i
pensieri del frate apro no l' o-
rizzonte su un uomo di Dio
adatto per i tempi moderni ,
perché l' autore sa descri vere
l' uomo e il re ligioso senza
fro nzoli estetici, ma quale ve-
ramente era: un uomo di Di o
capace di indirizzare le anime
su strade dove ritrovai·e se
stess i.
FEBBRAIO 2007 BS

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FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
BARDEJOV,
SLOVACCHIA
UN CENTRO
SALESIANO
PER GITANI
Il 21 ottobre 2006 i salesiani
slovacchi hanno inaugurato
un centro per i rom, che a
Bardejov sono circa 1500
(sono 300 mila in tutta la Slo-
vacchia). La struttura è stata
intitolata al martire spagnolo
beato Zeffirino Giménez Mal-
ia, detto "El Pelé", primo
membro di etnia zingara a es-
sere beatificato. Il centro
comprende una scuola ele-
mentare e un asilo dedicati al
beato, una chiesa intitolata
anch'essa a Zeffirino Malia,
l'oratorio san Domenico Sa-
vio e una sezione esterna del-
1'Università di santa Elisabet-
ta. All'inaugurazione hanno
partecipato il vescovo ausilia-
re di Kosice, responsabile
della pastorale rom; Vaclav
Klement, consigliere per la
regione Asia Est-Oceania;
don Stefan Turansky, ispetto-
re salesiano; il dottor Dusan
Caplovic, vice-Primo Mini-
stro della Slovacchia; il dottor
Boris Hanuscak, sindaco di
Bardejov; il dottor Jan Figel,
commissario della Slovacchia
presso l'Unione Europea. La
missione tra i rom era partico-
larmente attesa, poiché gli
zingari si considerano ancora
discriminati in molti settori
della vita sociale, economica
e culturale del Paese.
CHIERI, ITALIA
LA PRECETTORIA
DI SAN LEONARDO
La storia della chiesa di san
Leonardo inizia dal 1141, e si
dipana nei secoli: distruzione,
rifacimenti, cambi di "pro-
prietà", e di destinazione ...
fino ai restauri del 2006. La
Precettoria, come viene chia-
mata, è di proprietà dell ' Isti-
tuto Salesiano, ma il restauro
è stato possibile grazie al con-
tributo della Compagnia san
Paolo e del Comune di Chie-
ri , perché il patrimonio cultu-
rale locale è un bene di tutti e
una risorsa per lo sviluppo
territoriale. Un convegno sul-
la stmia del Complesso e una
mostra hanno documentato la
storia della gloriosa chiesa.
SERIE DELLO SMOM
SOVRANO MILITARE ORDINE DI MALTA
PER IL GRAN MAESTRO
Le Poste Magistrali hanno emesso, qualche
mese fa, una raffinata serie ordinaria composta da
sei francobolli (da Euro , rispettivamente, 00,5 -
O,1O - 0,45 - 0,65 - 1,00 - 2,35) tutti raffiguranti
con colori diversi la stessa persona, S. Em.ma
Fra' Andrei Bertie , 78° Principe e Gran Maestro
del Sovrano Militare Ordine di Malta.
Il titolo di Gran Maestro compare per la prima
volta nel 1300 e, con il rapido incremento della
potenza dell'ordine cavalleresco, oltre a indicare il
Capo sia civile sia militare dei Cavalieri di San
Giovanni di Gerusalemme, assume anche il carat-
tere di monarca.
Il Gran Maestro gode della precedenza riservata
ai cardinali di Santa Romana Chiesa, e anche il
trattamento di un principe reale , grazie alla con-
cessione di papa Urbano VIII , del 1630, conferma-
ta in seguito da papa Leone Xlii nel 1888. Egli
perciò ha il privilegio di essere chiamato Eminenza
e Altezza Eminentissima.
La serie può essere richiesta a: Poste Magistrali,
via Bocca di Leone n. 68, cap. 00187 Roma, o
telefonando allo 06.675 81 254.
BS FEBBRAIO 2007

1.10 Page 10

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l00annf fa
Il BS di febbraio riporta a pagina 43 un
interessante studio del sac. don Antonio
Malan sulla terribile tribù dei bororo, sulle
loro micidiali scorrerie e sulle lotte feroci con i
Caya pos e i Parecis. Estrapoliamo un brano,
là dove l'autore parla dei salesiani che si
assumono l'incarico di civili:u,are i bororo della
colonia Thereza Christina
LORETO, ITALIA
60 ANNI DI SERVIZIO
PASTORALE
Festa grande presso i salesiani
di Loreto per il 60° di sacerdo-
zio di un confratello conosciu-
tissimo e benemerito, don An-
tonio Paolone, una vita dedi-
cata agli altri , un'attività senza
sosta e sempre di qualità,
un'azione apostolica discreta
ma insistita e senza concessio-
ne al lassismo, uno stuolo di
exallievi innumerabile che lo
cercano ancora come scolaret-
ti, ma anche come figli. Pro-
prio gli exallievi sono stati i
promotori della festa, con in
prima fila il Sindaco della cit-
tadina mariana, poi la banda,
le autorità, la corale, i confra-
telli ... Dulcis infundo, al caro
don Antonio è stata conferita
la medaglia d'oro della città di
Loreto.
[... ]L'anno seguente noi ci assumemmo l'incarico della
civilizzazione e la continuammo per quasi tre anni. E
nel breve spazio di 28 mesi la Colonia Thereza Christina
si avviò a tale trasformazione che faceva promettere i
frutti più consolanti. Cessarono le spaventose scorrerie
e regnò la tranquillità fra le popolazioni circostanti; gli
indii adulti si facevano compagni dei nostri nei lavori
dei campi; i fanciulli frequentando le scuole dei Missio-
nari ricevevano un'istruzione non disgiunta dalla vera
educazione, fondata nella religione cristiana. Si erano
pure provvedute alcune macchine per dar sviluppo al-
i' ag1icoltura ed a qualche altra più importante industria;
in una parola, la Colonia si trovava in istato che garanti-
va per qualche tempo anche il sostentamento di molte
centinaia di selvaggi, come ebbi a dichiarare nel mio
rendiconto stampato nella Gazzetta Ufficiale del Gen-
naio del 1898. Ciò che era parso impossibile agli uomini
della spada, lo seppe compiere facilmente la Religione
all'ombra della Croce. Ma il 1898 avevamo appena in-
cominciata la raccolta dei primi frutti dei nostri sudori,
quando piacque al Signore, forse per provare la nostra
costanza, con un atto del Vice-Presidente al potere,
che noi fossimo esonerati della missione che non solo
generosamente e patriotticamente ma anche ufficial-
mente ci aveva affidata l'esimio Presidente Dott. Em-
manuele Murtinho.
FEBBRAIO 2007 BS
ROMA, PISANA
III CONGRESSO
DEI COOPERATORI
SALESIANI
Oltre 250 rappresentanti dei 35
mila cooperat01i con promessa
sparsi nel mondo si sono riuniti
presso la Casa Generalizia di
Roma (al Salesianum) per il
loro III Congresso mondiale,
che, dopo un cammino di veri-
fica durato sei anni, ha operato
un piccolo cambio, di enorme
portata. Sono diventati da coo-
peratori salesiani a salesiani
cooperatori (Cfr. BS ottobre
pag. 20) per mettere in eviden-
za, prima di ogni altra cosa, l'i-
dentità carismatica del coope-
ratore. Ora rimane la prova sul
campo.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Giovanni Eriman
CARNEVALE
IMPAZZA IN PIAZZA
"Ovunque è carnevale sempre è carnevale", scriveva tempo fa in redazione un giovane
universitario a proposito di un esame sostenuto a febbraio e giudicato una carnevalata.
Siamo a febbraio e ovunque è carnevale: nelle strade, nelle piazze, negli oratori,
nelle parrocchie ... (speriamo non in Parlamento). Ne ricordiamo uno per i lettori.
IVREA, 24 mila
abitanti, vanta il
carnevale più
antico, con la spet-
tacolare battaglia
delle arance fra
squadre appiedate
e aranceri (lan-
ciatori a bordo di
carri trainati da
cavalli) . Il carne-
vale di Ivrea se-
condo la prof.ssa
Frugoni, docente di
storia medievale a
Pisa e Roma , "è
l'unico che abbia
mantenuto un le-
game con il Me-
dioevo, epoca in
cui questa festa è
nata". Chi orga-
nizzava la grande
kermesse carna-
scialesca erano,
guarda caso, le
cinque parrocchie
della città, ognuna
per proprio conto,
come a dire cin-
que diverse feste .
Solo agli inizi del
1800 tutto venne unificato sotto la dire-
zione di un "Generale della festa". Verso
metà Ottocento nasce il gioco del "getto
delle arance", come gesto di cortesia
delle ragazze che dai balconi e dalle
finestre delle case lanciavano i frutti ai
giovani che passavano. La cortesia
cavalleresca non durò molto: il .gesto si è
via via "bellicizzato" fino a diventare
un 'autentica gustosa battaglia. Oggi i
combattenti sono un piccolo esercito
(oltre 3000) che .. . "se le lanciano di san-
ta ragione", per rievocare, dicono, le
antiche insurrezioni popolari contro i
tiranni. Resta pur sempre un gioco, cui si
mescola il gusto dello sfogo, del "semel
in anno licet insanire", tanto più che gli
, -----
aranceri sui carri sono talmente bardati
da risultare irriconoscibili.
Il carnevale di Ivrea risulta, secon-
do alcuni, il più organizzato e comples-
so tra i tanti carnevali d' Italia. Alcune
figure sono ormai quasi leggendarie
come il già citato "Generale" con signo-
ra e figuranti : il gran cancel liere , il
podestà, gli ufficiali dello stato Maggio-
re, le vivandiere. Ci sono poi la "Mu-
gnaia", ero ina simbolo della libertà con-
quistata; i "Pifferi" con la storica unifor-
me e l'immancabile berretto frigio , indu-
mento "forte" della festa , che suonano
a ogni rione la propria pifferata ; gli
"Abbà", rappresentanti laici delle cin-
que parrocchie e
priori delle feste
rionali , oggi sono
dei bambini, ecc.
Dall'Epifania alle
Ceneri a Ivrea è
praticamente car-
nevale. Un po' lun-
go, fastoso ma in-
dubbiamente tra i
più godibili. Non
sappiamo se alla
grande carneva-
lata succeda una
grande quaresi-
ma... com'era l'in-
tento dei primi or-
ganizzatori .
Per spiegarlo
fin nei particolari
c'è voluto un li-
bretto che l'Agen-
zia Turistica Loca-
le del Canavese e
Valli di Lanzo ha
edito l'anno pas-
sato. Per saperne
di più:
tel. 0125.618131 ;
info@canavese-
vallilanzo.it
BS FEBBRAIO 2007

2.2 Page 12

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 4
QUOVADIS CHIESA
ESISTONO, SECONDO
LA VISIONE CRISTIA•
EUROPA?<4> NA, ''PRINCIPI NON
NEGOZIABILI".
di Silvano Stracca
Il 25 marzo, l'Europa, come pro-
getto d'integrazione politica,
compirà mezzo secolo. Non
sarà un compleanno felice, perché
la vita dell'Unione Europea è stata
dominata negli ultimi anni da se-
gnali di crisi . Il più clamoroso, la
bocciatura della Costituzione da
due dei sei paesi, Francia e Olanda,
che nel 1957 avevano firmato i
Trattati di Roma, embrione del-
1'Europa unita. Se non felice, il 50°
però può essere una ricorrenza uti-
le per riflettere sulle radici profon-
de della crisi. La domanda è infat-
ti: su che basi ripartire? Non v' è
dubbio che, per cogliere questa
"seconda occasione" della sua sto-
ria, l'Europa abbia bisogno di ride-
finire la propria identità. E di ride-
finirla su valori positivi condivisi,
non su scelte negative divaricanti.
Impresa non semplice. Guardando
il Vecchio Continente dal di fuori e
dal di dentro, sembra che il virus
dell' autonegazione si stia diffon-
dendo. Come se l'Europa fosse at-
tratta da tutto ciò che è "diverso"
semplicemente perché è "diverso",
come se fosse stanca di se stessa,
della sua tradizione, dei suoi valori
secolari.
L'EUROPA IN CRISI
L'aspetto più evidente della c1isi
attuale è la separazione tra politica
e morale. Al punto che si parla or-
mai dell'Europa come "il malato
dell'Occidente". E la diagnosi ap-
pare fondata per le prese di posi-
zione, gli indirizzi e gli orienta-
menti, discutibili e controversi, più
volte adottati nelle sedi istituzionali
FEBBRAIO 2007 BS
comunitarie, e in quelle di vari
Paesi dell'Unione. Soprattutto su
temi etico/politici che non possono
non dividere l'opinione pubblica in
una società, come l'europea, che
sta trasformandosi rapidamente sot-
to l'influsso di secolarizzazione e
conformismo laicista. Un primo
punto di non ritorno è stato varcato
nel 1981 , anno in cui, nel mese di
maggio, il 67 % degli italiani - cit-
tadini di un Paese certo non irrile-
vante per la storia dell'Europa cri-
stiana - determina con il suo "no"
nel referendum la conferma della
legge sull'aborto. Probabilmente,
molti di quegli italiani avevano tre-
pidato, solo pochi giorni prima, per
l'attentato alla vita di Giovanni
Paolo II. Mai come nella sequenza
di quegli eventi appare lampante la
scollatura tra morale e politica, tra
credenza, pratica religiosa e com-
La salvaguardia della famiglia
tondata sul matrimonio
è certamente per la Chiesa uno
dei principi non negoziabili.

2.3 Page 13

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, .............•...........••••.•......................••....
portamento sociale. È il principio di
una china. L'Europa legalizza per
legge il matrimonio degli omoses-
suali in Olanda, in Belgio, nella cat-
tolicissima Spagna, in Gran Breta-
gna. Concede la possibilità alle cop-
pie omosessuali di adottare figli. In-
venta i Pacs, acronimo di Patti civili
di solidarietà, nati in Francia e pre-
sentati come una ricetta per risolve-
re i problemi, reali, delle coppie di
fatto, dello stesso e di diverso sesso.
Apre la strada all'eutanasia, a parti-
re dall'Olanda, dapprima per gli in-
fermi adulti, poi per gli adolescenti
sopra i 12 anni capaci di consenso,
da ultimo per i bambini sotto quel-
1' età, gravemente malati, che po-
tranno essere "liberati dal dolore",
una volta ottenuto l'assenso dei me-
dici e dei genitori.
VERSO L'ULTIMO LIMITE
Anche l'ultimo limite, con l'e-
stensione dell'eutanasia ai più pic-
coli e indifesi, viene varcato da una
sorta di "legge del piano inclinato",
come la definisce la Pontificia Ac-
cademia per la Vita. Per cui "una
volta ammessa la legittimità della
morte inflitta per pietà sull'adulto
cosciente che ne faccia richiesta
esplicita, ripetuta e documentata,
poi si passa ad allargarne l'applica-
zione ai giovani, agli adolescenti
con il consenso dei genitori e dei
tutori, e infine ai bambini e ai neo-
nati, ovviamente senza il loro con-
senso. È facile prevedere che lo sci-
volamento continuerà... fino a in-
cludere i pazienti adulti ritenuti in-
capaci di chiedere il consenso". La
deriva non pare aver fine. Una del-
le conseguenze più drammatiche
dell'ideologia secolarista è il preci-
pitare del tasso di natalità tanto che
per vaste a.ree si parla ormai di "in-
verno demografico". Un problema
nuovo e grave è poi la possibilità
riconosciuta alle donne singole di
avere un figlio naturale, diventando
madri per inseminazione artificiale,
già concessa gratuitamente in Olan-
da e Gran Bretagna. E non si può,
infine, dimenticare l'altro inquie-
tante problema della ricerca sulle
cellule staminali e della manipola-
zione e distruzione degli embrioni.
A questa corsa della società euro-
pea verso l'autodistruzione non
può, dunque, non opporsi la Chie-
sa. Interviene così nel dibattito
pubblico per sostenere alcuni prin-
cipi del "senso comune", accettati
da tutti. Tra questi, l'idea che ucci-
dere l'innocente è un crimine, il di-
vieto della pedofilia, la convinzio-
ne che un figlio sia tale in quanto
ha un padre e una madre e che il
matrimonio sia l'unione fra un uo-
mo e una donna. Una democrazia è
veramente tale quando rispetta que-
sti principi, che sono condivisi dal-
la grande maggioranza dei cittadini
e, al tempo stesso, costituiscono il
retroterra etico su cui la stessa de-
mocrazia si fonda.
NON NEGOZIABILI
Su tre principi, in particolare, la
Chiesa ritiene di non poter tacere. Il
primo è il rispetto della vita uma-
na in tutte le sue fasi, dal primo
istante del concepimento sino alla
morte naturale. La seconda, la sal-
vaguardia della famiglia fondata
sul matrimonio tra un uomo e una
donna contro i tentativi di equipa-
rarla giuridicamente ad altre for-
me di unione, specialmente quelle
omosessuali. E se una parte della
cultura laica vorrebbe accreditare
queste unioni come "arricchimento
dei valori" della modernità, il Papa
replica definendole il frutto di un
- - - - - -- -,- - - - - -
~ ,..J!;..;
Decisamente azzeccata
la vignetta di Forattini al tempo
della polemica sulle radici
cristiane.
Un altro principio "intoccabile"
è la tutela del diritto dei genitori
di educare liberamente i figli.
"amore debole", ben diverso dall'a-
more "esclusivo e definitivo" pro-
prio del matrimonio uomo-donna.
Il terzo principio è la tutela del di-
ritto dei genitori di educare libe-
ramente i figli, conformemente ai
propri valori e credenze e senza di-
scriminazioni. Punto di partenza
degli interventi della Chiesa cattoli-
ca nell ' arena pubblica è la netta e
forte affermazione di Benedetto
XVI che si tratta di "principi che
non sono negoziabili" poiché ri-
guardano la dignità dell'uomo, e di
valori non confessionali ma deri-
vanti dalla stessa natura umana. E
che in politica vi siano valori non
negoziabili - cioè non oggetto di
"negozio" ovvero di negoziazione
- è affermazione di grande rilievo
culturale ed etico, e di indubbio si-
gnificato universale, che dovrebbe
veder unùe tutte le coscienze sensi-
bili ai valori morali. I principi non
negoziabili, sottolineava papa Rat-
zinger ricevendo, a fine marzo
2006, i parlamentari del Partito po-
polare europeo, "non sono verità di
fede, anche se ricevono ulteriore
luce e conferma dalla fede. Essi so-
no iscritti nella natura umana stessa
e quindi sono comuni a tutta l'uma-
nità. L' azione della Chiesa nel pro-
muoverli non ha dunque carattere
confessionale, ma è rivolta a tutte
le persone, prescindendo dalla loro
affiliazione religiosa. Al contra.rio,
tale azione è tanto più necessaria
quanto più questi principi vengono
negati o mal compresi perché ciò
costituisce un'offesa contro la ve-
rità della persona umana".
(continua)
BS FEBBRAIO 2007

2.4 Page 14

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Essen, Germania: giochi internazionali
PER LA 1sa VOLTA
GIOCHI EDUCATIVI
di Manuela Robazza
Dopo le amarezze del
calcio (maggio 2006),
si ha una gran voglia di
sport pulito che veicoli
valori e possa proclamare
con coraggio quanto sia
importante l'etica. Così
vuole essere lo sport nelle
Polisportive Giovamli
Salesiane che si
apprestano a svolgere
i loro 1aesimi Giochi
Internazionali
I l Rettor Maggiore all'inizio del
2006 scriveva nel messaggio alle
PGS che la presenza salesiana
nello sport continua a essere impor-
tante e può diventare paradigmatica,
raggiungendo molti ragazzi e giovani
che in altro modo non riceverebbero
alcuna proposta educativa. Tuttavia,
per arrivare allo scopo occorre essere
fedeli alle scelte tipiche del metodo
salesiano: centralità della persona del
giovane, presenza anirnattice di adul-
ti e "alleducatori", proposte corag-
giose che stimolino gli atleti ad af-
frontare con coraggio la gara della
vita, volontà di evangelizzazione:
necessario e urgente essere nell 'am-
bito sportivo presenza promotrice di
uno sport alternativo, al servizio dei
ragazzi e della loro crescita integrale
[... ]".E concludeva: "Affido, soprat-
tutto ai salesiani delegati l'impegno
di testimoniare e risvegliare nei laici
responsabili e nei giovani allenatori
la passione di Don Bosco per cerca-
re innanzi tutto il bene dei giovani,
[. ..]. Questa passione ci suggerirà
FEBBRAIO 2007 BS
I È necessario e urgente essere
nell'ambito sportivo presenza
promotrice di uno sport
alternativo, al servizio dei ragazzi
e della loro crescita integrale.
cammini concreti per dare all 'Asso-
ciazione una più forte qualità educa-
tiva, come si augurava don Vecchi,
mio predecessore". Le parole di don
Chavez sono state l'orizzonte di rife-
rimento nell'organizzazione dei Gio-
chi Internazionali 2006 e lo saranno
anche per quelli che si svolgeranno
in Germania a Essen dal 26 aprile
al 1° maggio di quest'anno. La per-
sona del giovane è stata ed è al cen-
tro, sia nella direzione tecnica, sia
nell'animazione di questa grande
kermesse.
IN MODO DIVERSO
L'anno passato, a Zagabria, tutto
cominciò con la messa nella chiesa
Nostra Signora della Libertà che ri-
corda i martiri della guerra di libera-
LE PRECEDENTI EDIZIONI
DE/GIOCHI
1990 Gozo - Malta; 1991 Barcelona -
Spagna; 1992 Genova - Italia; 1993
Lubiana - Slovenia; 1994 Malta ; 1995
Lisbona - Portogallo; 1996 Catania -
Italia ; 1997 Warszawa - Polonia ;
1998 Torino - Italia ; 1999 Valencia -
Spagna; 2000 Madrid - Spagna; 2001
Warszawa - Polonia ; 2002 Catania -
Italia; 2003 Zagabria - Croazia ; 2004
Rimini - Italia ; 2005 Warszawa - Po-
lonia; 2006 Zagabria - Croazia.
zione croata (1991/'95). Presiedeva
monsignor Viado Kosié, ausiliare di
Zagabria, con don Ambrozije Ma-
tusié ispettore dei salesiani e don
Ivan Marianovic, responsabile gene-
rale dell' organizzazione e nuovo
ispettore. Oltre 30 i salesiani conce-
lebranti per un 'assemblea di circa
1500 atleti e dirigenti, provenienti da
oltre 16 Paesi europei e non. Un rife-
rimento d'obbligo, perché perfetta-
mente adatto alla circostanza, è stato

2.5 Page 15

▲back to top
· della PGS, un'associazione sportiva "educativa".
il messaggio di papa Ratzinger in oc-
casione dei giochi olimpici invernali
di Torino: "La luce della fiaccola
olimpica è un simbolo della luce che
ognuno deve impegnarsi a portare
nello sport". Ce n'è bisogno soprat-
tutto in questi tempi in cui lo sport è
malato, e sembra incapace di riap-
propriarsi della sua natura di gioco.
Offrendo i prodotti tipici dei loro
Paesi gli atleti PGS hanno rappresen-
tato la metafora dello scambio intimo
e profondo che occorre realizzare
quando ci si incontra con atleti di lin-
gua, mentalità, cultura e tradizioni
diverse, per un reciproco arricchi-
mento che non può non sfociare nel-
1' amicizia e nella fraternità. I canti, i
suoni, le chitarre, i flauti, i costumi
nazionali, le danze tipiche hanno re-
so memorabile quella celebrazione.
INAUGURAZIONE
E LOGO
Alla fine, la parete di fondo della
chiesa si è sollevata consentendo a
tutti di accedere all'ampio cortile per
l'inaugurazione dei Giochi. Le ban-
diere dei Paesi partecipanti garrivano
al vento, consegnando gioia ai giova-
ni e vivacità al grigiore del cielo.
Suggestiva la cerimonia della fiacco-
la: alcuni atleti hanno acceso il bra-
ciere, abbellito dalla bandiera dei
Giochi 2006 con riferimenti simboli-
ci alla luce e alla colomba della pace.
Sì, perché questo nostro sport ha bi-
sogno di luce e di pace. Se si pensa
solo al risultato, sarà sempre calcio-
poli ! Dopo il saluto delle autorità, il
presidente di PGS international, pro-
fessor Bracco, ha dichiarato ufficial-
mente aperti i 17; Giochi Internazio-
nali della Gioventù Salesiana. Anco-
ra una volta si è parlato di testimo-
niare uno sport pulito, alternativo a
quello della televisione, capace di
comunicare valori! Il messaggio di
questo sport, poco più che amatoria-
le, è condensato nel logo della mani-
festazione: una colomba le cui ali si
trasformano in fiamme di fuoco che
i giovani devono portare in sé per
arricchire il mondo . Sembra retorica
ma è un augurio, che tutti gli "alle-
ducatori", come vengono significati-
vamente chiamati i dirigenti/allena-
tori PGS, dovrebbero tener presente.
Del resto è proprio questo il sogno di
IGiochi internazionali PGS
a Zagabria, l'anno scorso, con
circa 1500 atleti. Quest'anno
a Essen in Germania dal 26 aprile.
Chi vuole iscriversi si affretti
info@pgsitalia.org
tutti i salesiani (FMA e SDB) che
hanno scommesso sullo sport educa-
tivo e ci credono, anche se molte so-
no le sconfitte, provocate da una
mentalità che bada molto al business
e poco a tutto il resto. L'edizione
2006 ha offerto gare di volley, ba-
sket, football, calcetto a 5, tennista-
volo. Con squadre di buon livello si
trovavano a giocare squadre meno
brave, ma non si trattava di scontri,
bensì di incontri in cui i giovani han-
no dimostrato di sapersi divertire e di
comunicare gioia creando amicizia.
Ecco il vero spirito dello sport educa-
tivo. Il tifo festoso e chiassoso è stato
un ingrediente della manifestazione:
era uno spasso constatare la fantasia e
l'originalità delle diverse tifoserie. Le
serate prevedevano animazione ed esi-
bizioni folcloristiche, oltre la visita al-
la bella Zagabria, gioiello d'arte e cul-
tura. L'ultima sera le premiazioni al
palazzotto dello sport chiamato MLA-
DOST, cioè gioventù.
PGS INTERNATIONAL
La PGS iniziò i contatti con l'estero
attraverso i campi scuola per tecni-
ci/animatori a Malta negli anni 1978-
'81-'83; nel 1981 a Sentmenat, Spa-
gna, per tecnici/animat01i italiani, nel
ISuggestiva la cerimonia della
fiaccola: alcuni atleti hanno
acceso il braciere, abbellito
dalla bandiera dei Giochi 2006
con riferimenti simbolici alla luce
e alla colomba della pace.
1989 a Barcellona per animatori e al-
lenatori di Austria, Francia, Italia, Po-
lonia, Spagna. Nel 1988, centenario
della morte di Don Bosco, a Torino si
tenne un incontro tra vari Paesi, alcuni
dei quali parteciparono poi come ospiti
all'assemblea Nazionale PGS di Rimi-
ni. Nel 1990 si cominciò a pensare alla
possibilità di avviare un organismo
Europeo, con un proprio statuto. Nel
'92 a Roma i responsabili PGS pre-
sentarono agli Ispettori d'Europa, la
PGS-E (Polisportive Giovanili Sale-
siane d 'Europa). Lo statuto viene fir-
mato nel '94. Nel 2002, approvato lo
statuto, la PGS-E diventa PGS-1 (in-
ternational) , con l'approvazione del
Ministro della Giustizia del Belgio.
BS FEBBRAIO 2007

2.6 Page 16

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redazionale
PISANA, ROMA
PER MAMMA
MARGHERITA
15-17 settembre: la Confe-
renza Nazionale dei "Salesia-
ni Cooperatori" ha organizza-
to per il 150° anniversario
della morte della Mamma di
Don Bosco, tre giornate di
studio presso il Salesianum
della Casa Generalizia di Via
della Pisana. Da ogni ispetto-
ria sono giunti rappresentanti
(numerosa la presenza dei La-
boratori Mamma Margherita)
per ascoltare e interrogare,
consapevoli che c'è bisogno
impellente di esempi oggi, a
supporto di un "mestiere" che
si fa sempre più complicato e
difficile. Il postulatore della
causa di beatificazione della
santa Mamma di Don Bosco,
don Emico dal Covalo, ha
tracciato il profilo biografico
di Margherita Occhiena, una
donna illetterata ma colma di
quella saggezza contadina che
le ha permesso di essere ma-
dre e maestra di vita dei suoi
figli . Don Francesco Motto,
direttore dell'Istituto Storico
Salesiano, ha collocato l' espe-
rienza di Margherita nel diffi-
cile contesto storico del tem-
po, mentre suor Maria Trigila
nella sua Buonanotte ha evi-
denziato la donna del primo
Oratorio, dove troppi orfanelli
avevano bisogno di una mam-
ma. Don Chavez, infine, ha
presentato la madre di Don
Bosco come Madre di tutta la
Famiglia SaJesiana. Il fatto
che Mamma Margherita sa-
Parla la Madre Generale.
rebbe presto diventata venera-
bile, sparsosi rapidamente in
tutta la Famiglia Salesiana, ha
suscitato inaspettate reazioni
di gioia e iniziative di ogni ti-
po. L'attesa, perché il proces-
so possa continuare fino a ve-
derla sugli aJtari , è grande.
Il 24 novembre una solenne
celebrazione sempre nella Ca-
sa Generalizia dei salesiani ha
commemorato la Marruna di
Don Bosco nel giorno anni-
versario della morte (av venu-
ta 150 anni fa, il 24 novembre
1856). Era presente il Consi-
glio Generale delle FMA,
guidato dalla stessa superiora
madre Antonia Colombo. Suor
Carla Castellino, consi gliera
generale vi sitatrice, in un
brill ante monologo in dialet-
to torinese, durante la cena
com unitari a, ha presentato la
fig ura della Mamma di Don
Bosco come donna spiritosa,
forte , saggi a, che ha saputo
crescere un fi glio santo.
I Suor Carla Castellino
(Mamma Margherita}
recita il suo monologo.
24 novembre:
la presentazione
della figura di Mamma
Margherita da parte
del postulatore generale
don Enrico dal Covolo,
presenti madre Colombo
e il suo consiglio,
il Rettor Maggiore dei
salesiani e la comunità
della Pisana.
I 16 settembre: raduno
dei Laboratori Mamma
Margherita alla Pisana
con il Rettor Maggiore
e il suo vicario.
BREVISSIME DAL MONDO
ROMA, ITALIA. Le mo- ROMA, ITALIA. Il
netine che i turisti gettano gennaio 2007 è partito il
giornalmente nella Fontana "Corso di alta formazione"
di Trevi, come auspicio per per animatori della Comu-
il loro ritorno a Roma, pre- nicazione e della Cultura. Si
levate periodicamente da tratta di un E-learning, un
incaricati comunali, servi- modello pensato per Io stu-
ranno alla costru zione di un dio a distanza, che è stato
" Emporio Caritas", un su- promosso dalla CEI (Confe-
permercato per le famig lie renza Episcopale Italiana)
in difficoltà, dove reperire in collaborazione con l'Uni-
gratuitamente generi di pri- versità Cattolica del Sacro
ma necessità. Il sindaco Cuore di Milano. Ricono-
Veltroni e il direttore della sciuto a livello Universita-
Caritas monsignor Di Tora rio, il Corso conferisce 60
l'hanno fortemente voluto . crediti e vi si accede attra-
Molte le aziende che lo verso la pagina www.ani-
sponsorizzano.
cec.it.
FEBBRAIO 2 00 7 BS

2.7 Page 17

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CABEZO DE TORRES,
SPAGNA
Ha compiuto 50 anni la
presenza salesiana a Ca-
bezo de Torres. Il collegio,
costruito ex novo, comincia
a funzionare nel 1956, pri-
ma come aspirantato ed
esternato, poi come scuola
media e superiore, centro
giovanile e chiesa pubbli-
ca. Ora ha 725 alunni
esterni dai 3 ai 16 anni, di-
visi in asilo infantile, scuola
primaria (elementari) e Eso
(media) . li collegio deve la
sua apertura al sacerdote
don Antonio Valverde.
CITTÀ DEL VATICANO
Benedetto XVI ha elevato
alla dignità episcopale il
prefetto della Biblioteca
Apostolica Vaticana , il
salesiano don Raffaele
Farina, per 12 anni Retto-
re dell 'Università Pontifi-
cia Salesiana. Don Raf -
faele ha insegnato storia
della Chiesa antica e me-
todologi a all'UPS . Nel
1978 è stato il Regolatore
del Capitolo Generale
21 ° dei salesiani. Ebbe la
nomina a ."Prefetto" della
Biblioteca Apostolica il
25/05/ 1997.
DINGLI, MALTA
Circa 200 giovani prove-
nienti da 17 differenti
scuole di Malta si sono
riuniti al Savio College di
Dingli , dove hanno pre-
sentato il celebre Musical
"Olive!''. L'avevano prova-
to per tutta l'estate, sacri-
ficando parte delle vacan-
ze. Il risultato è stato im-
peccabile, la soddisfazio-
ne generale , la gioia dei
protagonisti immensa,
tante le nuove amicizie
che hanno intrecciato tra
loro durante le prove e
l'esecuzione .
CITTÀ DEL VATICANO
Il 15 novembre ultimo
scorso il cardinale José
Saraiva Martins, alla pre-
senza del rettor maggiore
don Pascual Chavez e
del postulatore generale
don Enrico dal Covalo, ha
firmato il decreto di vene-
rabilità di Mamma Mar-
gherita, la madre di Don
Bosco. Un mese prima
papa Benedetto XVI ave-
va promulgato il Decreto ,
dopo il sì della Commis-
sione cardinalizia che ne
aveva esaminato "la posi-
tio".
ROMA, ITALIA
Don Pascual Chavez ,
Rettor Maggiore dei sale-
siani , è stato eletto presi-
dente dell 'Unione Supe-
riori Generali (USG) nel-
l'assemblea generale an-
nuale tenutasi alla Pisana
(presso il Salesianum) il
24 novembre 2006. Suc-
cede a fr. Alvaro Rodrf-
guez Echeverrfa, superio-
re generale di Fratelli del-
le Scuole Cristiane. Re-
sterà in carica per un
triennio , come da Statuto.
CAVAGLIÀ, ITALIA
I salesiani cooperatori di
Cavaglià (Biella) hanno
voluto iniziare l'anno for-
mativo presso il santuario
del Colle : un impegno
cercato e voluto per sotto-
lineare il nuovo corso che
li segnala come salesiani
esterni. I giovani attendo-
no , oggi più di ieri, esem-
pi da imitare e l'associa-
zione, voluta dallo stesso
Don Bosco 11 O anni fa ,
vuole essere portatrice
del carisma del fondatore
nel mondo secolarizzato
del lii millennio.
BS FEBBRAIO 2007

2.8 Page 18

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UNA CAPITALE
DA RIFARE
di Giancarlo Manieri
Do Poipet o Phnom Penh
tra le risaie di uno pianura
che si perde altorizzonte.
Lo città martire/ capitole
dello Stotq si sto
rifacendo lentamente
il look dopo gli anni di
Poi Pot. I salesiani in cittQ
storia di uno fondazione.
' 'M·l ei caamnnbiopg7ia:inmi~ dv~ivCevraisntoo
su palafitte, hanno sta-
bilito gli archeologi". "Proprio come
oggi!", fu la risposta della mia fedele e
immutabile guida quando gli lessi la
notizia, raccolta da un libretto che lui
stesso mi aveva fornito prima di inizia-
re in jeep il viaggio da Poipet a Phnom
Penh. Non ci fu nemmeno bisogno di
chiedere spiegazioni. Me ne accorsi
subito, osservando con un misto di cu-
riosità e meraviglia un panorama cui
non ero abituato... "TI stancherai di
vederlo: dovrai sorbirti circa seicento
chilometri di risaie acquitrinose, pala-
fitte, ecc. ". In effetti 1isaie una appres-
so all'altra, con esasperante monoto-
nia, si snodavano senza soluzione di
continuità Avevamo lasciato Poipet, la
città dei rifugiati, da circa una mezz'o-
ra e già ci trovavamo immersi in
un'immensa distesa, intervallata da al-
beri di diversa specie e semisommersa
dall'acqua "Eccola la terra dei Kh-
mer: pianura a perdita d 'occhio che
durante la stagione delle piogge diven-
ta un acquitrino". "Lo vedo!". Erava-
mo in effetti da qualche settimana fuori
dal periodo piovoso e i campi erano
ancora semiallagati. Incontravamo
ogni tanto casolari, lungo la strada -
oddio, si fa per dire; chiamarla strada
FEBBRAIO 2007 BS
Da Poipet a Phnon Penh risaie
a perdita d'occhio ...
suona come un eufemismo; assomi-
gliava di più, soprattutto in certi tratti,
a una pista da cross -. Dicevo delle ca-
se. Se ne incontrano ogni tanto rag-
gruppate in minuscoli villaggi o dimo-
re isolate, alcune in muratura e altre,
forse la maggior parte almeno così mi
è sembrato, in legno. Ma tutte rigoro-
samente costruite come palafitte. "Di-
pende dal fatto che qui si allaga tutto
durante la famosa stagione delle piog-
ge?". "Certo, ma non solo". "Quale
altro motivo ?". "La palafitta, oltre a
difendere dall 'acqua e dall 'umidità, è
indispensabile argine per i topi, i ser-
penti, i rospi, ecc. che qui abbondano.
Se vuoi dormire con un minimo di
tranquillità devi.. . sollevarti verso il
cielo!". "C'è un doppio senso, o mi
sbaglio ?". "Beh, sì, c'è!".
600 KM DI RISAIE
Dopo quasi due ore di sballottamen-
ti, micidiali per lo stomaco, e panorami
incredibili , per il piacere dell 'occhio -
l'una e l'altra cosa sarebbero durate
per tutta la giornata - mi rivolsi a don
Battista: "Ho notato una cosa: a fianco
di tutte le case che abbiamo incontrato
finora...". "Ci sono grossi otri di ce-
mento, o di coccio, sì.! Impressiona un
po ' tutti. Servono per raccogliere l'ac-
qua piovana..." . "Questa poi! Con
tanta acqua che li circonda...". "Tu la
berresti un 'acqua infestata da ogni
sorta di animali vivi e da carcasse di
animali morti ?". "Dunque l'acquapio-
vana...". "Serve per bere. Le case che
vedi non hanno né acqua corrente,
luce, né fogne, hanno solo stagni, poz-
zanghere, fonti, acquitrini e risaie, ri-
saie, risaie... il tutto abbellito da euca-
lipti, tamarindi, palme, canne da zuc-
chero, alberi di manioca, di tek, di
mango". In effetti, né lungo la carreg-
giata né attorno alle case si vedevano i
pali con della luce o del telefono. Ecco
cbe cos'era la particolarità che sentivo
ma non riuscivo a vedere. Si incontra-
vano, invece, molto spesso edicole del
Budda, a volte guardate (!) da un ele-

2.9 Page 19

▲back to top
... e laghetti, campi acquitrinosi...
... e palafitte.
gio. Non ho colto la spensieratezza e
la civetteria di Bangkok, La gente ap-
pare seria, composta e, direi, triste.
L' ho fatto notare a don Battista che mi
ha subito risposto: "Phnom Penh ha
perduto il 40% del patrimonio artisti-
co che possedeva e delle persone che
l'abitavano. La tragedia che l'ha pro-
strata nel recente passato si riflette
ancora sul volto e nel cuore della gen-
te". E tuttavia la città ha un suo fasci-
no. Templi e monasteri, stupe e monu-
menti offrono all'agglomerato urbano
spazi spirituali e oasi di inimitabile
bellezza. Il complesso dei palazzi reali
è unico. La Pagoda d 'Argento fa ri-
manere senza fiato : è tanto sublime da
essere stata risparmiata dalla furia ico-
noclasta dei soldati del dittatore che
voleva "rifondare" la nazione, facendo
prima piazza pulita.
IA sera eccoci nella capitale
presso il "Centro professionale
Don Bosco". Davanti a uno
dei padiglioni campeggia
il monumento, opera del maestro
Prawat.
Ogni tanto qualche strano
monumento.
fantino ... di pietra. In questi casi l'au-
tista si girava per un attimo a guardarla
poi dava tre brevi colpi di clacson:
un modo per chiedere protezione. Da
noi si usa fare un segno di croce". Fe-
ce una pausa, e corresse: "Si usava!".
Il percorso è stato punteggiato da alcu-
ne tappe per visitare scuole di villaggi
sperduti, sostenute dai salesiani. Ne
parlerò a suo tempo.
PHNOMPENH
Come Dio volle arrivammo alla ca-
pitale. Bellissima al centro, avvolta
dai suoi imponenti wat, cadente in pe-
riferia dove la fuga dalle campagne
alimenta miseria e delinquenza di pic-
colo e grande cabotaggio. Vi si respira
un'aria strana, un po' misteriosa che
attira e allo stesso tempo mette a disa-
SALESIANI
I salesiani che sapevano bene del
gran numero di giovani bisognosi che
riempivano i campi dei rifugiati ed era-
no preda di farabutti, accettarono l'in-
vito a far qualcosa per loro. Nacque il
"progetto Cambogia" e ne fu incarica-
to il salesiano laico Roberto Panetto.
Egli arrivò a Phnom Penh nel luglio
1990, contattò ministri, viceministri e
magnati del governo, spiegò progetti e
metodi educativi e fu tanto convincen-
te che ottenne il sì e un terreno di 12
ettari (da acquistare). Così il 24 mag-
gio 1991 Roberto assieme a don Valter
Brigolin andarono ad abitare nella ca-
pitale dei khmer: cominciava l'avven-
tura. Primo passo: studiare il cambo-
giano; secondo passo: aprire un labora-
torio presso l'orfanotrofio di Preik
Pnen; terzo passo: iniziare il program-
ma Childrenfund; quarto passo: acqui-
stare il terreno.. . (ci vollero un sacco -
alla lettera - di soldi per pagare i vari
proprietari ai quali non potevi certo
parlare di banca, bonifici, cambiali, as-
segni, ecc. Solo i contanti contavano) .
Un sacco appunto, portato con un car-
retto. Dal 24 maggio del '92 don Vis-
ser fu direttore della nuova opera. L' 8
dicembre dello stesso anno arrivarono
anche le FMA. "Hai notato?", s'inter-
ruppe d' un tratto don Battista. "Che
cosa?". "Tutte le date di inizio corri-
spondono a feste della Madonna. Buon
auspicio, no?". Non aveva t01to. A Ph-
nom Penh ora c'è una grande scuola
tecnicaJrequentata da migliaia di gio-
vani. E la "Don Bosco Technical
School". Nel settembre 1996, furono
1100 le persone che chiesero l'iscrizio-
ne dei figli, e allora ne accettarono solo
215. La fila per entrare è infinita, e le
visite di personalità politiche e religio-
se sono state tantissime.
(Continua)
(Servizio fotografico dell'autore)
BS FEBBRAIO 2 00 7

2.10 Page 20

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NELLATERRA
DEI Cl ELI AZZURRI
di Giovanni Eriman
To
Mongolia, una terra
e mille problemi Qualche
stralcio di storia che
comprende il clima,
le condizioni
socioeconomiche,
il cristianesimo e, infine
i salesiani e la loro attività
recente.
uul
Ulaanbaa
J$ie lu rt g
~.o~
n r• c._.•e,.' Ar v;1yheer
CH
I SOM 1lu
A lan Qo'a diede alla luce Bel-
guenuetei e Bueguenuetei . Do-
po la morte di suo marito,
partorì altri tre figli. Cinque pargoli
da due padri non promettono nulla
di buono, tant'è che una sorda gelo-
sia e un reciproco disprezzo separa-
vano i primi due dagli altri tre. La
madre decise allora di radunarli, pre-
se da una faretra cinque frecce ne di-
stribuì una a ciascuno dei figli e or-
dinò loro di spezzarle. Un tantino
sconcertati i ragazzi lo fecero senza
difficoltà, chiedendosi il perché del-
la stranezza. La donna intanto prese
altre cinque frecce le unì a mazzetto
che presentò a ciascuno dei figli per-
ché lo spezzasse. Naturalmente nes-
suno vi ri uscì. Allora Qo ' a senten-
ziò: "Figli, da soli voi potete essere
spezzati, uniti è quasi impossibile
che riescano a vincervi!" . La storiel-
la della mamma sapiente è gettona-
tissima nella terra del famoso Gen-
gis Khan che riunì agli albori del
1200 le varie tribù tartare e ne fece
un popolo formidabile. Tempi che
furono! La vita dei mongoli del se-
colo xxr è all' insegna della preca-
rietà. Dopo la gloriosa parentesi del
dominio del Gran Khan, la nazione
ha stentato la sua vita nella steppa
del Gobi tra tende e cavalli, guerre e
FEBBRAIO 2007 BS
invasioni , brevi estati e rigidi inver-
ni, rivalità e lotte feroci tra i clan.
NON SOLO CLIMA
La chiamarono, la Mongolia, "Ter-
ra dei cieli azzurri" perché godeva e
gode di 200 giorni di sole all'anno
che troppo spesso è... un sole freddo.
La neve domina incontrastata il de-
serto del Gobi da settembre ad aprile.
Nonostante il sole, il ghiaccio che co-
pre la superficie dei laghi resiste an-
che fino a giugno. La temperatura è
capace di scendere in certe zone a
60° sotto lo zero. Temutissimo è il fe-
nomeno dello dzud che provoca in-
verni più lunghi e nevosi del solito e
una brevissima e secchissima estate;
negli ultimi anni ha provocato la
morte di 1O milioni di capi di bestia-
me, che praticamente è l'unica fonte
di sostentamento . Sotto questo clima
vivono poco meno di tre milioni di
abitanti. Tra i nomadi (ce ne sono an-
cora molti in Mongolia) l'asse por-
tante dell'economia sono le donne
sulle cui spalle grava la conduzione
della "ger" (la capanna mobile dei
nomadi) con la mungitura, la prepa-
razione dei formaggi, l'essiccazione
della carne, l' educazione dei figli.
1 11 Consigliere generale
don Klement inaugura la nuova
casa dei salesiani a Darkhan .
I GIOVANI
E IL CRISTIANESIMO
La modernizzazione, l'inurbamento,
la globalizzazione non sono stati fe-
nomeni indolori. Solo a Ulaanbaatar,
la capitale, i bambini di strada sono
più di cinquemila. Vivono di stenti e
muoiono falciati dalla fame, dal fred-
do e dalle malattie. Più di un terzo

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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I salesiani nella steppa.
Davanti alla scuola tecnica
Don Bosco di Ulaanbaatar.
Molta povertà affligge gran parte
della Mongolia.
delle famiglie mongole rientra nella
fascia della povertà estrema.
La famiglia regge poco e male l'im-
patto quotidiano, o perché sfasciata, o
perché senza lavoro, o per problemi di
alcol e/o di abbandono del tetto coniu-
gale. In questo clima così poco idillia-
co, i piccoli sono un gran peso e spes-
so scappano da un ambiente diventato
per loro insopportabile e si .consegnano
alla strada. Vivono sotto i tombini, in
buchi maleodoranti o in anfratti luridi
e ripugnanti; mangiano quel che trova-
no nella spazzatura, dormono dove e
come possono e... muoiono come mo-
sche! Quel che è peggio è che la metà
far di essi sono bambine, le quali oltre al
fin qui detto devono fronte a vio-
lenze e abusi sessuali. E perciò facile
comprendere perché il governo abbia
chiesto l'aiuto della Chiesa cattolica e
perché in prima fila ci sono da sei anni
anche i salesiani.
La storia dell'evangelizzazione è
lunga e tortuosa. Risale al frate fran-
cescano Giovanni di Pian del Carpine
che venne inviato nel 1245 da papa
Innocenzo IV in Mongolia per porta-
re due bolle papali al Gran Khan. La
sua "Historia Mongolorum quos nos
Tartaros appellamus", rimane para-
digmatica per la comprensione del
periodo. Da allora numerose furono
le conversioni (nel 1300, ai tempi di
Marco Polo i cattolici erano circa
6000). Le comunità cristiane conti-
nuarono a fiorire fino all ' avvento del
comunismo. La violentissima perse-
cuzione rossa cancellò ogni tradizio-
ne religiosa. Dopo il crollo, agli inizi
degli anni Novanta del secolo scorso,
si dovette ricominciare da capo. Fu la
congregazione del Cuore Irnnrncolato
di Maria a rimettere piede per prima
nella "Terra dei cieli azzmTi".
TRE PRESENZE
I salesiani in Mongolia sono 10, di-
visi in tre presenza decisamente signi-
ficative. Nella capitale Ulaanbataar
l'attività più in vista e più ben vista
dalle autorità e dalla popolazione è la
scuola professionale. Essa raccoglie
non i ragazzi "normali" ma i drop out,
quelli che per mille motivi hanno ab-
bandonato la scuola: le difficoltà del
vivere sono tante, troppe, e i 100 ra-
gazzi e ragazze che sono riusciti a
iscriversi alla scuola dei padri salesia-
ni stanno come in paradiso. Alcuni
riescono a riprendere e terminare il ci-
clo scolastico e a imparare un mestie-
re. Nessuno di loro è cattolico e la più
grande difficoltà è proprio quella di
insegnare i rudimenti della fede, per-
ché non ne hanno mai sentito parlare.
Molti non hanno nemmeno idea di chi
sia Dio, eppure vanno tutti volentieri
alle funzioni di chiesa, ascoltano con
attenzione le preghiere, assistono alla
messa e ne sono contenti: sono cose
totalmente nuove e affascinanti per lo-
ro. Ad Amlang, quartiere periferico
della capitale, i salesiani hanno orga-
nizzato un centro di recupero per i ra-
gazzi di strada, piaga della città, con
un programma che prevede il reinseri-
mento totale nella vita sociale e fami-
liare. Gli ospiti sono un centinaio, per-
ché di più non se ne possono prendere.
Poi c'è Darkhan, la seconda città del-
la Mongolia, ma non arriva a centomi-
la abitanti. E un centro per l' evange-
lizzazione, una vera e propria missio-
ne, dove i figli di Don Bosco gestisco-
no una parrocchia di 15 cattolici(!), la
più piccola della Chiesa, crediamo.
Eppure la loro chiesa si riempie tutte
le domeniche e le feste . I mongoli
amano le cerimonie religiose a dispet-
to di 70 anni di blocco totale di Dio,
paralizzato dalla falce e martello della
rivoluzione sovietica. Ma un nuovo
seme è statçi gettato nell'arida tundra
dei tartari. E un seme buono: perché
mai non dovrebbe attecchire? Del re-
sto se in tutta la nazione ci sono più o
meno 300 cattolici, vuol dire che la
parrocchia di Darkhan con i suoi 15
fedeli ne amministra il 5%.
O
BS FEBBRAIO 2007

3.2 Page 22

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lae,,tgt,eo, rvaa111,

3.3 Page 23

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••••••••••••••••••••••
•••••
INSERTO
cviruRA
li Brasile salesiano è all'avanguardia
in fatto di comunicazione multimediale;
le sue varie imprese funzionano
in maniera egregia. Presentiamo in questo mese
il Sistema Salesiano di Videocomunicazione SSV
di Belo Horizonte.
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ssv
UN SISTEMA
DI VIDEOPRODUZIONI
•••••••••••
PER L'EDUCAZIONE
di Rogério Calvi
Il Sistema Salesiano di Videocomunicazione (SSV) è un'impresa
di produzione di video e di prqgrammi televisivi, appartenente
all'lspettoria di Belo Horizonte. E ubicato nella stessa città capitale
dello Stato di Minais Gerais.
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o
o
e
La reception: sala di accoglienza.
Operatrice alla reception.
•••••••
Si registra .
Studio di registrazione: in scena i bambini.
duzione e la vendita s'incremen-
tarono a tal punto che l'impresa
divenne un a delle più importanti
produttrici di video del Brasile.
Nell'area dei video educativi e
inaugurata ufficialmente il 28 otto-
bre. In quello stesso anno fu stipu-
lato un co ntratto con l'Arcidiocesi
che acquistò parte del SSV e affittò
lo stabile, ma nel 2000 rescisse il
religiosi, in 20 anni di attività vide- contratto di affitto dell'immobi-
ro la luce più di 200 titoli nei seg- le, devolvendolo all'ispettoria. Nel
menti dell'educazione, dell'orien- 1996 l'ispettori a attraverso il SSV,
Videocomunicaçao
tamento vocaziona le, dell ' intratte- aveva firmato un contratto co n la
nimento, dell'evangelizzazione e Fondazione Culturale " Rede Mi-
della religione, co n un investimen- nas" per la gestione amministrativa,
to di ci rca 2 milioni di dollari .
essendo responsabile delle aree di
1
1 SSV venne fondato nel 1982.
Come spiega padre Antonio Pa- IN RETE
giorna li smo, programmazione e
tecnica della TV "Minas Educativa
checo da Paul a, uno dei suoi
e Cultura!". In questi ultimi anni il
fondatori, " Il SSV nacque dall'idea Nel 1988, centenario della morte SSV è passato per un profondo pro-
di creare dei programmi educativ i di Don Bosco, fu inaugurata la cesso di ridimensionamento. I cam-
e reli giosi per rinnovare e incre- nuova sede nel bairro (q uartiere) biamenti non hanno toccato la
mentare la didattica nelle scuole" . ITATIAIA a Belo Horizonte, con il struttura fisica . Per una decisione
Fin dall'inizio il SSV fu pensato beneplacito e l'aiuto dell'allora Ret- strategica del Consiglio direttivo, in
con lo scopo di produrre video e tor Maggiore don Egidio Viganò. La consonanza con il Consiglio ispet-
film educativi e religiosi. Nel cor- nuova sede andò avanti fino all 'ini- toriale, votò all ' unanimità l'abban-
so degli anni tuttavia si aggiunsero zio del 1999. Nel mese di maggio dono del mercato pubblicitario, per
altri programmi oltre a quelli elen - il SSV si è trasferito in una sede più dedicarsi escl usivamente all a sua
cati come video e film più la pub- consona, appositamente costruita a missione origina le: "Contribuire al-
blicità, programmi per la TV, do- fianco del Centro ispettoria le nel l'educazione e alla evangelizzazio-
cumenta ri multimediali ... La pro- bairro Dom Cabrai. Tale sede fu ne attraverso la produzione di pro-
• • FEBBRAIO 200 7 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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I e e. e e e e. e e e e e e •• e. e e e e e e •• e e e e. e. e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e. e e. e. e ••• e e e e e • • e e e e e
••••••••
I L'inaugurazione della nuova sede, benedetta
da don Tarcisio Scaramussa, consigliere generale
per la comunicazione sociale.
Centro Salesiano di appoggio pastorale.
••••••••
La videoteca.
I videoprodotti pronti per la distribuzione ad altre reti.
grammi in video e per la TV". Lari- genze. Può va ntare una sala inso- LE PRODUZIONI
strutturaz ione ri dusse il numero dei norizzata per le incisioni, alcu ni
dipendenti da 42 a 7, ma puntò su camerini per il trucco; la centrale di Le produzion i che escono dai
un'équi pe di professionisti e giorna- doppiaggio/video che può sfornare nostri studi di reg istraz ione sono
li sti free lance per i divers i progetti 20 cop ie simulta nee in VHS. Inoltre innumerevo li , ben curate e di alta
a seconda delle rispettive compe- sono state insta llate centra li digitali qualità. Spaz iano in settori porta n-
tenze. Uno degli aspetti pi ù "sa le- professionali per il montaggio. E in- ti per la soc ietà civil e e la Chiesa :
sian i" dell ' intera ri/defi nizione del stall ata anche una sa la acustica per va nno da ll a pedagogia, all a psico-
SSV fu la decisione di co involgere gli speaker dove si registra in digita- logia, all a catec hesi . Abb iamo af-
per quanto possibile i giovani nella le; 3 te lecamere professiona li in frontato iI prob lema, partico lar-
produzione, trasformando l' impresa formato Betacam e una digitale in mente attua le nel nostro grande
in un'opportunità effettiva di edu- formato mi ni DV (mini digita i vi- Paese, degli stupefacenti con
caz ione attraverso la com unicaz io-
ne. O ra i co llaboratori sono una
quindicina fiss i, parecchi altri sono
invece a tempo determin ato, assunti
a seconda del progetto che si vuole
realizzare .
deo); un'apparecchiatura mobile
per le registraz ioni e le trasmi ssioni
in diretta munita di quattro video-
ca mere che lavorano in simul ta nea;
infine un parco completo di ill umi-
naz ione per trasmiss ioni sia interne
l'a iuto de l co lleg io sa les iano di
Belo Hori zonte, e d i questo video
ne sono state d istribui te mille co-
pie. Sono state prodotte del le fic-
t ion in preparaz ione al matrimo-
nio un a spec ie di video/corsi per
INSTALLAZIONI
ED EQUIPAGGIAMENTO
li Sistema Sa les iano d i Video-
co muni caz io ne di spo ne oggi d i
un 'att rezzatura adeguata all e es i-
•• ••• • •• • • ••• • •• • • ••• • •• •• •
sia estern e. È un equ ipaggiamento
di qua lità che permette di non sfi-
gu rare con altri studi televisivi pub-
blici e privati, anzi sono orma i pa-
recchie le televisioni che optano
per le nostre produzio ni e/o ripeto-
no i nostri servizi .
•• • ••• ••• ••••••• •• •••••••••
fida nzati, oltre a video educativi
sug li aspetti gi urid ici del matrim o-
nio ecc. soprattutto per aiuta re le
fam igl ie partico larm ente in cri si
che sono sempre più numerose;
La Notte è invece un video a te ma
vocaz iona le mo lto sentito dalle
• • • • • • • • • • • • • • • BS FEBBRA IO 2007
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Un'intervista al vecchio direttore.
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L'intervista a un giovane scolaro.
Si va in onda.
diocesi e dagli operatori pastorali
soprattutto quelIi che lavorano
con i giovani ; senza co ntare i vi-
deo a sfo ndo m iss ionari o. M olto
bene accolti sono stati quelli che
hanno affrontato il te ma dell a vi o-
lenza nei mezz i di co muni caz io-
ne, soprattutto nell a telev isione.
M a la prod uzione del SSV ha toc-
cato anche i tem i dell a fo rtuna e
dell a magia, per mettere in guar-
dia tutti co loro che credono di ri-
so lvere i problemi dell a loro vita
sperando di vincere i gross i premi
dell e lotterie.
PRODOTTI SPECIFICI
La produz ione ha privilegiato
anche alcune figure ca ri smati che
co me M ad re M azzarello, e co n-
gregazioni miss ionarie co me le
Su ore Mi ssionarie di Nostra Si-
gnora dei Do lori . Per quanto ri-
guarda i progra mmi TV, sono da
sotto linea re le prod uzioni su temi
di attua lità e di va ngelo, acqu istati
da mo lte reti televis ive. Un a seri e
fortunata è stata quell a che ha af-
fro ntato i prob lemi del lavoro not-
turno, per fa r co noscere opportu -
nità, va ntagg i e risc hi di questa
occupaz ione. Sono stati acqui stati
anche da scuo le professionali
pubb liche e pri vate all o scopo di
pro iettarli, com menta ndo li , ai
propri alunni . Senza co ntare i pro-
gra mmi di sostegno per alunni in
diffico ltà, che hanno affron tato di-
sc ipline dive rse . E anco ra, pro-
grammi di "educomunicazione"
che teridono a co in vo lgere educa-
to ri ed educa ndi d i alcu ne scuo le
pubb liche e private.
La produzio ne SSV è ri vo lta an-
che a sostenere le ca mpagne di
fo rm az ione reiigiosa e approfon-
dimento sp irituale lanciate dall a
Confe renza Episcopa le Bras ili ana,
e quelle a sostegno degli ado le-
scenti , che trattano temi specifici
di partico lare in te resse per gen ito-
ri, educatori e giova ni. Ecco alcu-
ni esempi: La re laz ione pad ri/figli;
le droghe e le loro co nseguen-
ze, l' adolescente e la notte, la ses-
sualità, la rel ig io ne, la scuo la
profess io nale. Il video vocazi o ne
"Quem me chamou?'' (C hi mi ha
chi amato?) è destin ato ai giova ni
in fase di ri cerca vocaz ionale.
Non sono mancate una seri e di
trasmi ss ioni con personaggi noti .
M o lto seguito un programma setti-
manale di " Bate papo" cioè chi ac-
chierate co n il padre Joao Carl os,
ora ispettore sa lesiano, che è un
noto cantauto re sacro che, attra-
verso le ca nzo ni, educa ed evan-
ge li zza.
Infine c'è da dire che il SSV offre
servizi ad altre istituzioni e altre te-
levisioni, come la rete delle 14 TV
educative vo lute da i sa lesiani e di-
pendenti del consiglio ispettori ale e
gestite da associazioni loca li appo-
sitamente create. Esse raggiungono
una popolazione di oltre mezzo
mi lione di utenti.
Rogério Calvi
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• • FEBBRAIO 2007 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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SANDRINO
DONO DELLA
PROVVIDENZA
M entre leggevo la vita
del piccolo Sandrino
(come lo chiamava
suo nonno), continuava a ri-
presentarsi alla mia mente la
stessa immagine, quasi scor-
resse al posto del libro la pelli-
cola di un cartoon: quella di un
cucciolo tenero e bisognoso
d'affetto ma così "fedele" al
suo "padrone", tanto da essere
capace di dargli la vita.
Per uscire dall'espressione fi-
gurata, Alessandrino che nasce
da papà Natale e mamma Do-
menica nel lontano 26 aprile
1878 a Pianello Lario, paesino
lambito dal lago di Como, gra-
cile di salute ma robusto di fe-
de, avverte un inesauribile de-
siderio di cielo che lo lancia,
giovanissimo, verso vette im-
possibili. La fermezza nel vo-
ler offrire la propria esistenza
per un ideale, diventa vocazio-
ne certa e provata da circostan-
ze ed esperienze che il piccolo
intuì quale autentica chiamata.
Suo modello di riferimen-
to era la vita di san Luigi Gon-
zaga. Ma un altro importante
Luigi l'accompagnò nel suo
breve itinerario terreno: don
Luigi Guanella, il sacerdote
amicissimo di Don Bosco, che
invitò il giovane Sandrino nel-
la sua "Piccola Casa della Di-
vina Provvidenza" perché po-
tesse sperimentare la via del
Signore. L'istituto, nato pochi
anni prima, accoglieva orfani,
anziani e disabili mentali. Sarà
proprio tra gli "abbandonati"
che il giovane con la forza del-
la fede, confermò il desiderio
che da sempre lo animava:
"darsi agli altri come ministro
di Dio, sacerdote, ma santo e
infaticabile, alla Don Bosco".
Non fu mai un campione di sa-
lute e certo le giornate alla
"Casa" non erano una passeg-
giata serena: iniziavano pre-
stissimo la mattina con la santa
messa, celebrata alle cinque, e
continuavano con i doveri sco-
lastici che mai egli trascurò. Il
suo fisico cominciò a risentir-
ne con mal di testa frequenti
che gli impedivano di applicar-
si nello studiare. Nonostante
ciò Sandrino perseverava con
profonda convinzione e con
umiltà nell'adempimento dei
suoi doveri e nella cura dei
suoi studi.
Era però anche un grande
intrattenitore e il gioco come
tutte le altre attività aveva la
sua parte nella vita di Sandri-
no. E fu proprio il gioco lo
strumento che lo allontanò de-
finitivamente dalla terra dei vi-
vi .. . Preceduta da un sogno in
cui gli apparve il padre (scom-
parso poco tempo prima), la
Alessandrino Mazzucchi
1878-1890.
morte gli venne incontro nel
giorno della festa del direttore,
onomastico di san Luigi. Ales-
sandrino venne dagli altri suoi
compagni chiamato a inaugu-
rare il nuovo gioco nella "Pic-
cola Casa della divina Provvi-
denza". Sale sull'altalena, co-
mincia a dondolare, ma è
d' improvviso colto da un ca-
pogiro che lo fa rovesciare al-
l'indietro e battere la testa con-
tro il suolo. Inutili i soccorsi e
la corsa in ospedale. La sua
breve esistenza termina in un
giorno a lui caro e nello stesso
modo con cui avrebbe voluto
andarsene il suo Luigi Gonza-
ga: giocando! Correva il giu-
gno del 1890 quando, a quattro
mesi dalla morte del suo caro
papà, anche Sandrino rendeva
l'anima al Signore.
D
BS FEBBRAIO 2007

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--
SPERANZA
PERLA TERRA
DEI CEDRI?
di Graziella Curti
Dalle macerie del Libano
può nascere ancoro
il fiore dello speranza?
Figlie di Mario Ausiliatrice
e Salesiani che hanno
vissuto in pieno
lo tragedia dello guerra
e hanno visto do vicino lo
disperazione dei profughi
accogliendo/i nelle proprie
cose, stanno lavorando
per lo ricostruzione.
nS.coopmram.ttuoto.torep, ecor n
ratfobeto dello pace,
lo strada delteducozione
allo convivenza
tra le diversità.
Nella valle della Bekaa ai confi-
ni con Israele, dove si nascon-
dono gli Hezbollah, c'è una
grande scuola delle FMA che acco-
glie una popolazione di circa 800
alunni, dai bimbi fino agli adolescen-
ti. Nonostante la maggioranza della
gente sia musulmana, le suore ani-
mano un oratorio centro giovanile
molto numeroso e fanno incontri di
catechesi per giovani e adulti. Da an-
ni, in questi luoghi dove la notte è
carica di stelle, regnava la pace.
Quando è scoppiata la guerra, essen-
FEBBRAto 2007 BS
Le Figlie di Maria Ausiliatrice
in Libano.
do la zona tutta shiita, è iniziato il
terrore. Sembrava che i bombarda-
menti fossero in casa e non era possi-
bile, per tutta la notte, chiudere oc-
chio. E non solo qui le suore sono
state testimoni del disastro. Dalla po-
stazione di Kahale, in un'altra casa
salesiana sovrastante l' aeròporto di
Beirut, lo spettacolo è stato ancora
peggiore: edifici distrutti, ponti fatti
saltare, la visione di una città dei
morti. Lo stesso è stato per i salesiani
che hanno aperto le porte delle loro
case ai profughi.
OLTRE LA NOTIZIA
Dalle cronache di quei giorni, inviate
da FMA e SDB attraverso la posta
elettronica, il panorama appare più cir-
costanziato di quello trasmesso dalle
Allievi e insegnanti della scuola
di Kahale.
immagini televisive. «Nessuna teleca-
mera filmerà mai le tante persone op-
presse dalla paura - scrivevano -. Si
parla di seicento milioni di dollari di

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In alcune zone si vedono solo
macerie e la gente ha perso tutto.
Un'iniziativa: "Disegnate
la pace".
- Un'i niziativa: "Costruite la pace".
perdite per iJ bilancio dello Stato (e le
perdite personali e delle famiglie chi
le calcola? Normalmente non vengo-
no risarcite), 1'80% degli alberghi
svuotati, 100 mila. persone scappate
verso la Siria, 460 cittadini occiden-
tali evacuati, decine di infrastruttme
civili distrutte, centinaia di morti e fe-
1iti, migliaia di sfollati. Per gli spetta-
tori la guerra è solo un cumulo di ci-
fre e di statistiche, ma per noi che ci
viviamo dentro, il linguaggio ha una
portata diversa, concreta, palpabile:
le vittime hanno i volti di amici e di
familiari, i ruderi sono sinonimi di
anni di paralisi economica, e i danni
significano lunghe giornate senza ac-
qua, notti interminabili senza elettri-
cità, e parenti cari che non rivedremo
forse mai più. L'immagine degli un-
dici bambini bruciati vivi nell'auto-
bus che provava a fuggire dal villag-
gio di Merwa-henn ci ossessiona». E
successivamente: «Nella notte sono
ripresi sia i raid aerei israeliani sia il
lancio di razzi da parte degli Hezbol-
lah sul territorio israeliano».
La guerra è comunque disastrosa,
vista da tutte e due le parti. Non ci si
può schierare a difesa di nessuno,
perché tutti risultano vinti dal con-
flitto e dalle sue conseguenze. Don
Dany El Hayek scriveva dalla casa
Don Bosco di El Housson, zona di
montagna della provincia i Jbeil (By-
blos): «Dall'inizio del bombarda-
mento, accogliamo i profughi. At-
tualmente ospitiamo 50 famiglie, 130
persone, tra cui tanti bambini, varie
donne anziane e alcune in gravidanza
avanzata, oltre ad alcuni uomini che
seguono delle cure per il cuore. Molti
sono arrivati con problemi psichici a
causa dello shock che hanno vissuto.
Lo Stato sta cercando di organizzar-
si, ma si è mostrato incapace di poter
gestire una situazione disastrosa e di
tale portata». Nel finale del messag-
gio, già aleggiava un piccolo vento
di speranza. I figli di Don Bosco non
si arrendevano e con i ragazzi conti-
nu avano a operare in modo costrutti -
vo: «I nostri animatori sono 40 - in-
formavano - e si sono organizzati in
fretta in un 'opera che potremmo dire
proprio umanitaria».
LA BANCA SOLIDALE
Suor Lina Abou Naoum ci scrive
ancora dal Libano per raccontarci que-
sto periodo senza guerra. «Questo me-
se è stato molto carico di lavoro. Nei
33 giorni di guerra eravamo come pa-
ralizzate, non riuscivamo neanche a
leggere un libro o a lavorare e abbia-
mo impiegato almeno 3 settimane in
attesa di sapere se la vita poteva rico-
minciare normalmente. Ora la scuola è
incominciata. Certamente in 1itardo
sul calendario normale, a causa del la-
voro di ricostruzione in tutto il Liba-
no: classi, strade, ponti distrutti. Il
Paese rinasce con difficoltà e tutti ri-
sentono della fatica di cominciare da
capo. Per organizzare ogni cosa al me-
glio, tutta la mattinata sono con le in-
segnanti e il pomeriggio accolgo i ge-
nitori dei nostri alunni in direzione.
Lavorerei giorno e notte senza interru-
zione pur di vedere la scuola funziona-
re, perché questo dà la sensazione che
la guerra non ricomincerà. Che cosa
facciamo concretamente? Siamo da
sempre una presenza cristiana in mez-
zo a una marea di musulmani sciiti.
Su 757 allievi nella scuola Don Bo-
sco elementare, solo 50 sono cristiani
e su 90 allievi della scuola media Ma-
rie Dominique solo 12. Quindi, siamo
una minoranza ma la nostra presenza
continua a essere più che significati-
va, perché il dialogo aperto con chi è
di un ' altra appartenenza politica, cul-
turale e religiosa contribuisce sempre
a far crescere in umanità, in apertura
e nella tolleranza reciproca. Per il
nuovo anno scolastico abbiamo deli-
neato a grandi linee il progetto che
punterà su:
- Vivere la pace diversamente
- Combattere la violenza
- Il risveglio dell 'arte come mezzo
per far rinascere immagini e sentimenti
positivi nei cuori degli alunni. Un
gruppo di maestre ha insistito per dise-
gnare un aereo nelle proprie classi,
sottolineando che è un mezzo di tra-
sporto per viaggiare e scoprire il mon-
do, perché vogliono cancellare dalla
mente degli alunni la pama degli aerei
che hanno distrutto il Libano. Si sente
davvero il bisogno di ricominciare».
C'è dunque speranza. Lo dicono
convinti sorelle e fratelli salesiani.
Sperano in Maria, la Signora del Li-
bano e lo sognano risentendo le paro-
le di Isaia: «In quel giorno Israele
sarà il terza con l'Egitto e l'Assiria.
Li benedirà il Signore. Benedetto sia
l'Egiziano mio popolo, l'Assiro ope-
ra delle mie mani e Israele mia ere-
dità» (Is 19,23-25).
O
BS FEBBRAIO 2007

3.10 Page 30

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M 1
IL _ . . _ . ..,..
ESE IN
LIBRERIA
Motante
acuta di Giuseppe
G IUSEppE
SAVAGNONE
dibattito
DIBATTITO
SULLA LAICITÀ
Alla ricerca
di una identità
di Giuseppe Savagnone
ELLEDICI, Leumann (To)
2006, pp. 160
La laicità è un valore
che ha la propria origi-
ne nell'ambito della pro-
spettiva cristiana. Il cri-
stiano autentico è pronto
ad accogliere ogni seme
di verità che incontra sul
suo cammino e non ha
paura di confrontarsi con
chiunque, mettendosi in
un atteggiamento di
ascolto. Tanto più a pro-
posito dei due termini
(laico e laicità) oggi spes-
so usati ma con significati
assai diversi. L'autore
parte proprio dal modo in
cui i "laici", spesso in
aspra polemica con i cat-
tolici , concepiscono l'au-
tonomia dello Stato, della
politica e della cultura ri-
spetto alla realtà eccle-
siale. Poi tratta il tema
della laicità della Chiesa
e vi sottolinea la com-
prensione che la comu-
nità cristiana ha di se
stessa, come distinta dal
mondo. Affronta poi la
laicità nella Chiesa. Inte-
ressante .
~~~
NELLA FED
ATTUALE
VIENI VIA
Riflessioni sul Vangelo
di Paolo Spodalore
Usiogope Edizioni
Padova, 2006
pp. 294
Si tratta di un testo che
commenta la liturgia dell'an-
no C, ma il metodo e le ri-
flessioni fatte vanno bene
per ogni cristiano. Vi si trova
un invito a camm inare, per
non rimanere fermi e para-
lizzati dalle situazioni uma-
ne. Per il cristiano niente è
più importante del cammi-
nare e della via che si sta
percorrendo, lungo la quale
accade la vita; ed è cammi-
nando la vita che accadono
gli incontri, gli scontri , gli
amori, le gioie e le sorprese.
La meta non è il punto di ar-
rivo ; la meta è camminare ,
la meta è la via che ognuno
sta percorrendo, che si ha
sotto i piedi e dentro il cuo-
re. L'editrice dispone anche
di un CD che con la musica
e il canto ha dato ali ai piedi
per andare ovunque ... Paro-
le e musica che si imprimo-
no nell'animo e sostengono
le emozioni .
VANGELO
DI SAN MATTEO
La proclamazione
del Regno dei Cieli:
la fase della "semina"
di Giuseppe Giovanni Gamba
LAS, Roma, 2006
pp. 574
Biblioteca di Scienze Religiose - 195
Giuseppe Giovanni Gamba
La proclamazione del Regno dei Cieli :
la fase della " semina" (Mt 4,17-13,52)
Las - Roma
Il volume documenta lo
sviluppo articolato del me-
todo evangelico riguardan-
te l'inizio della proclama-
zione della Buona Novella
del Regno dei Cieli attuata
da Gesù : /a fase della se-
mina, cioè il primo annun-
cio , descrivendo la reazio-
ne di accoglienza benevo-
la o malevola degli uditori ,
e facendo considerazioni
di indole profetica. Il van-
gelo di Matteo voleva ras-
sicurare gli evangelizzatori
della prima comunità cri-
stiana nel momento della
dispersione e della missio-
ne nel mondo , indicando il
nucleo fondamentale della
fede . Il testo è molto utile
in questo tempo in cui la
comunità cristiana è invita-
ta a ri/evangelizzare, per-
ché l'impegno fondamen-
tale oggi è proprio quello
del "primo annuncio".
I CRISTIANI
E IL LAVORO
Storia, figure, dottrina
di Teresio Bosco
ELLEDICI , Leumann (To)
2006, pp. 160
Questo volume documenta
quanto hanno fatto i cristia-
ni, specialmente i santi, per
i lavoratori, dalla caduta del-
l'Impero Romano a oggi :
Benedetto da Norcia, Don
Bosco, Leonardo Murialdo,
Don Milani, Luigi Orione,
Madre Teresa di Calcutta...
L'autore tratteggia inoltre
trenta profili di donne e uo-
mini comuni che hanno rea-
lizzato opere di valore
straordinario nella realtà so-
ciale, facendo attenzione al-
le necessità degli ultimi e al-
la difesa attenta e appassio-
nata dei diritti dei lavoratori.
Nell'ultima parte viene pre-
sentata una breve storia
della dottrina sociale della
Chiesa, con i profili dei tre
papi che l'hanno interpreta-
ta in modo significativo :
Leone Xlii , Giovanni Paolo
11 e Benedetto XVI.
storia,
figure,
dottrina
FEBBRAIO 2007 8 S

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~ ~
L'IO E DIO
ATTUALE
~
l,ir.T//fs~TO
PERCHÉ BUSSI
SANTIAGO
SAN GIUSEPPE
ALLA MIA PORTA?
La fuerza del Camino
MOSCATI
1. Alla scoperta
di Letterio Pomara
Un grande nella Carità
del progetto di Dio
Paoline , Milano , 2006
di Padre Carlo Colonna
2. Alla scoperta di sé
pp. 172
Shalom , Camerata Picena
di Mariuccia Ragaù ,
(An) , 2006
Paoline, Milano, 2006
pp. 310
pp. 230 e 132
Il libro aiuta a riflettere e in-
Si traccia un itinerario di fe-
teriorizzare le grandi virtù
de per i giovani. Mentre nel
di un medico cristiano , se-
primo volume prevalgono i
guite da una serie di testi-
contenuti, nel secondo pre-
monianze su come ha vis-
vale la visione antropologi-
suto il Vangelo. Le rifles-
co/esistenziale. L'autrice ha
sioni hanno come centro
saputo avvalersi della colla-
un aspetto della santità di
borazione dei suoi stessi al-
Moscati , alla luce di riferi-
lievi, con i quali si è confron-
menti biblici , che dettano
tata in attegg iamento · di
per tutti le norme di ogni
ascolto e di ricerca. Per otti-
santità cristiana. Si con-
mizzare l'insegnamento è
templa in tal modo l'abito
partita dai loro bisogni
della santità che la Sapien-
profondi cercando di coglie-
za di Dio ha donato a Mo-
re lo specifico della loro età
scati e che lui ha degna-
e presentando loro le rispo- C'è chi intraprende il cam - mente mostrato nelle ope-
ste che possono venire dal- mino di Santiago per motivi re . Ciò aiuterà a corrispon-
la fede in Cristo. L'itinerario religiosi o culturali ; per un dere meglio all 'azione dello
intende favorire la crescita voto o per incontrare sor- Spirito , che vuole fare di
umano-religiosa dei giovani , prese . "Ma io perché?", si ogni cristiano un santo. Il
aiutandoli a formarsi una chiede l'autore. Solo per il libro è corredato di pre-
coscienza autonoma con la mestiere di fotoreporter? Si ghiere e schemi per mo-
conoscenza e l'incontro con tratta del Cammino più fa- menti di riflessione che
il Cristo, che bussa alla por- moso del mondo, dove il possono essere usati per
ta del loro cuore. La rifles- pellegrino cerca di venire a le varie occasioni quotidia-
sione perciò verte sul signi- patti con i dolori alla schie- ne. Presentando la santità
ficato del proprio esistere, na e ai piedi , resiste all 'as- di Moscati , l'autore mira a
sul valore della persona.
salto delle molte difficoltà, dare valore evangelico alla
e man mano che procede devozione verso i santi.
rivela la metafora della vi-
ta: specchio di limiti e de-
bolezze, ma anche di forza
e tenacia ; luogo di incontri
e confronti con le lacune
proprie e altrui . La neces-
sità di rinunciare alle cose
inutili che lo appesantisco-
no mette in contatto con il
nucleo profondo del pro-
prio sé. Ed è forse proprio
questa rivelazione interiore
che fa dire all 'autore, una
volta raggiunta Santiago:
"Il mio cammino è solo all 'i-
nizio ".
UN GRANDE ..
NELLA CARITA
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ge, Friuli Venezia Giulia)
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Tel. 041 .5498323
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BS FEBBRAIO 2007

4.2 Page 32

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Ll/1/E
-
Il breve profilo del salesiano coadiutore signor Augusto Gasparini, dell'ispettoria
lombardo/emiliana.
IL CONTADINO DI DIO
di Giancarlo Manieri
Come un uomo umile e pio divenne
un esempio di onestà e saggezza,
benvoluto dai confratelli e dalla
gente, che ha servito come
sagrestano per tanti anni.
Il signor Augusto Gasparini (1905/1998).
Nato 102 anni fa, il signor Augusto Gasparini è
morto da dieci anni. Era figlio dell'Emilia rossa, e
anche a casa sua il colore dominante era quello
della rivoluzione bolscevica, e la canzonetta più getto-
nata, manco a dirlo, "Bandiera rossa". Ci rimase infatti
malissimo quando, morta di malattia una sua sorella, le
fu riservato un funerale civile, tra sventolio di bandiere
con la falce e il martello e marce classiche della banda
comunale. Lui s'impuntò e volle far celebrare una mes-
sa di suffragio nella cappellina del cimitero.
UMILE E STRAORDINARIO
La sua più intensa vita apostolica la trascorre quasi
esclusivamente a Bologna dove lavorò sino all 'ultimo :
"Caluzzi , ce lo metti tu il vaso di fiori in terrazza? lo
stamattina non ce l'ho fatta ... ". Qualche ora dopo era
all 'ospedale , per l'addio al mondo e l'arrivederci ai
suoi. Aveva 92 anni , era dunque carico di giorni ma
anche di opere . Opere buone , s'intende, anzi ottime , a
giudicare dal compianto unanime che seguì alla sua
morte e ai funerali. Aveva aspettato a lungo l'ultima
chiamata e quando è arrivata, se n'è andato , senza
disturbare troppo, già abbondantemente preparato. La
mattina del sette febbraio (siamo nell 'anno 1998),
mentre era nel suo posto di lavoro , presso gli uffici
FEBBRAIO 2007 BS
parrocchiali , sentendosi più stanco del solito , dovette
fermare il suo continuo darsi d'attorno, e si sedette sul
divano dell 'atrio . Era il segnale del traguardo ormai
prossimo. Quell 'improvviso malessere lui probabilmen-
te l'aveva interpretato nella maniera giusta, tant'è che
alle persone allarmate di quella anomalia di Augusto
che si riposa; e che gli si fecero subito attorno pronte
ad aiutarlo, disse con grande semplicità e calma: " Via,
lasciatemi stare, non preoccupatevi, sono pronto a
morire !' In effetti molti avevano notato che da tempo
egli andava riordinando gli ambienti che erano un po '
stati il suo regno , in modo da lasciare tutto sgombro e
pronto per l'eventuale successore. Sapeva dunque di
essere ormai alla fine della sua giornata terrena e lo
diceva senza alcun turbamento a volte perfino con
qualche battuta scherzosa.
UN PATRIARCA
Nella parrocchia Don Bosco di Bologna, Gasparini era
considerato un patriarca. Ne aveva segnato la storia
fin dalla fondazione e l'aveva riempita di sé, del suo
lavoro, del suo sorriso, della sua schiettezza contadi-
na. Dicevano di lui che era la "memoria storica" della
parrocchia salesiana di via Dal Monte. Era lui che rac-
contava gli inizi, che ricordava i primi confratelli con
pregi e difettucci , che enumerava le difficoltà e i disa-
gi , snocciolava numeri e date e fotografava con pen-
nellate deliziose le reazioni della gente.
Non si fermava un attimo il signor Augusto : presente
ovunque ci fosse bisogno , senza far pesare la sua
presenza. Quando, già anziano, qualcuno lo esortava
a "staccare la spina" ogni tanto , perché la salute è
preziosa, si ha diritto alla pensione, il mondo va avanti
anche senza di noi, riposarsi non è peccato, e via di
questo passo, lui guardava l'interlocutore di turno con
quell 'aria umile ma determinata che potevi tranquilla-
mente interpretare come una richiesta di comprensio-
ne. La sua filosofia riguardo al lavoro era semplice ed
efficace : meglio morire di fatica che di inedia.

4.3 Page 33

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- - - - - - - - - - - ---.f,4LEcf//1tVI 6MOIU77JRI
I
La chiesa parrocchiale Don Bosco di Bologna dove
il signor Augusto ha prestato il suo servizio umile
e puntuale per 35 anni.
Il signor Gasparini con la comunità salesiana.
SALESIANISSIMO
Non mancava mai agli appuntam enti della regola, né a
quelli della carità. Potevi fare l'appello in refettorio, in
chiesa, in sacrestia, in cortile , in comunità, e avresti
sempre sentito il suo " Presente! ", perché lui c'era,
potevi giurarlo . Negli ultimi anni era diventato un sim-
patico vecchietto , incurvato dagli acciacchi , appesanti-
to dagli anni , ma sempre vivo e operante. Parlava più
con gli occhi che con le parole, più con il sorriso che
con i gesti , più con la presenza che con il lavoro. Se
lo guardavi dritto negli occhi capivi tutto : "I suoi occhi
dicevano attenzione, meraviglia, perplessità, consen -
so , partecipazione , affetto". Era uno sguardo furbo ,
ma buono , sembrava sfuggente ma era penetrante ,
sembrava indifferente ma era interrogante, pur restan-
do il magnifico vecchietto che egli era, tutto pepe e
saggezza . Il signor Gasparin i non si era logorato i
gomiti su un banco di scuola, né lo sguardo a scruta-
re le scritture , né la mente a interpretare i segni. .. ma
possedeva in misura straordinaria la sapienza del
cuore . Così , un giorno che in comunità la conversa-
zione aveva preso ton i vivaci e un po' accesi - capita
nelle migliori famiglie - e si era divisa in idee contrap-
poste, né si riusciva a trovare un compro messo , a un
certo punto parlò la saggezza del sagrestano , citando
a memoria il versetto di un salmo , così appropriato ,
così opportuno , così azzeccato che tutti non poterono
che meravigliarsi e... chiudere il dibattito . Ma la sua
fu rbizia contadina andava più lontano : stava ben
attento a non lasciarsi coinvolgere in discussioni sui
massimi sistemi . Aspettava, seguiva in silen zio , quasi
fosse non interessato a certe conversaz ioni di alto
profilo . Invece quando meno te l'aspettavi - a volte
anche dopo giorni - riprendeva il discorso e diceva
con garbo ma anche con convinzione il suo parere. E
tutti dovevano conven ire ch e ciò che diceva non era
mai banale. Tutt'altro .
1:ADDIO
Augusto ha fatto il contadino anche nella Casa di Dio :
non coltivava grano ma fiori che poi andavano a
impreziosire l'altare . Sistemati , magari non sempre
I
Davanti al complesso bronzeo dello scultore Marco
Marchesini inaugurato il 31 gennaio 1988 in occasione
del centenario della morte di Don Bosco.
secondo i canoni della migliore estetica, ma sempre
con convinta ded izione . E insomma vissuto senza
sbalzi di umore , senza cambiamenti· di carattere , e
nemmeno di occupazione , dedito al suo lavoro , ai
doveri religiosi , morali e civili . Sempre , giorno dopo
giorno . E così, lentamente si è consumato come una
candela che, tuttavia, ha continuato ad ardere sfruttan-
do fino all'ultima goccia di cera.
D
BS FEBBRAIO 2 007

4.4 Page 34

▲back to top
COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
L'AUTORITÀ
DEI GENITORI
I genitori sono per i figli quello che il muro è per l'edera.
Senza muro l'edera sarebbe solo una creatura strisciante.
Quello di incolpare di debolezza educativa la famiglia
è quasi uno sport nazionale. È come dire:
non c'è più alcun muro ...
S iamo reduci da una società do-
tata di codici relativamente defi-
niti in cui era facile esercitare
l'autorità. Nella società occidentale
odierna, che ha segnato il trionfo de/-
l'individualismo e del relativismo in
campo educativo, i genitori si ritrova-
no abbandonati a se stessi e a dover
affrontare bambini, e soprattutto ado-
lescenti, che almeno in apparenza re-
clamano spontaneamente la soppres-
sione di tutti i divieti. Per una riflessio-
ne efficace, è sempre utile distinguere
tre tipi di autorità: l'autorità formale,
l'autorità morale, l'autorità affettiva.
L'aµtorità formale è la più sponta-
nea. E quella che prescrive divieti e
permessi : non si supera quando c'è
la striscia continua, perché è vietato,
ma si può superare quando la striscia
è discontinua; non si sta fuori di casa
senza permesso; non si risponde in
modo maleducato alla nonna; non si
mangia con le mani sporche ... Se è
importante spiegare ogni volta al
bambino perché una cosa è vietata,
bisogna comunque riconoscere che
l'autorità formale presuppone una
certa dose di arbitrarietà. Spesso è
proprio contro questo carattere arbi-
trario che il ragazzo protesta, e pro-
prio per tale ragione questa forma di
autorità richiede ancora più delle altre
due il totale accordo dei genitori. Al-
cuni genitori trovano allettante l'orien-
tamento autoritario. La punizione sem-
bra essere un metodo disciplinare ef-
ficace. Di solito pone fine al compor-
tamento sbagliato e crea un sistema
di controllo manifesto. Il problema è
che i risultati a lungo termine sono
nocivi: ribellione, disonestà, scarsa au-
tostima ed estrema resistenza. I figli
apprendono l'esistenza di un control-
lo esteriore anziché un senso interio-
re di responsabilità personale. Impa-
rano a mentire. Imparano che un'a-
FEBBRAto 2007 BS
zione non è sbagliata se nessuno ti
scopre. Il genitore autoritario deve
sanzionare le mancanze infliggendo
qualche forma di dolore, sospenden-
do le concessioni oppure obbligando
il figlio a sobbarcarsi ulteriori lavoretti
domestici. Tutto questo rende pesan-
te l'atmosfera familiare.
L'autorità morale è la più diffici-
le. Si fonda sull'interiorizzazione da
parte dei figli di ciò che per i genitori
è bene o male, buono o cattivo, giu-
sto o sbagliato. I genitori si adopera-
no soprattutto per la costruzione del-
la coscienza dei figli. Ovviamente un
bambino, e ancora di più un ado-
lescente, sarà molto sensibile alle
eventuali contraddizioni dei genitori
o dell'intera società. In questi casi
non mancherà di pensare, e poi di
dire: «Mi chiedi di fare così , ma tu
non lo fai! » o «Tu dici così, ma il
papà dice il contrario » oppure «Ma
non c'è più nessuno così retrogra-
do». La difficoltà più rilevante di que-
sto tipo di autorità è costituita dal fat-
to che i ragazzi si trovano oggi in un
mondo in cui gli adulti non sono certi
delle loro convinzioni. I nostri figli sa-
rebbero più sicuri dei loro valori se
noi fossimo più sicuri dei nostri.
L'autorità affettiva è quella basa-
ta sull 'amore per il proprio figlio e sul
desiderio che egli sia felice e realiz-
zato. Il bambino rispetta e ama i suoi
genitori perché lo hanno voluto, lo
amano, lo consolano e lo accon-
tentano ogni volta che possono. Per
ricambiarli , il bambino è spinto ad ac-
contentarli acconsentendo alle loro
richieste (apparecchiare la tavola,
per esempio, o impegnarsi nello stu-
dio). In generale, l'autorità affettiva,
propria della madre come del padre,
è un'autorità che incoraggia, in quan-
to trasmette al bambino la sensazio-
ne che agire bene gli faccia a sua
volta bene. Questo non significa che
i genitori che prediligono questo tipo
di autorità non oppongano dei "no"
decisi, proprio perché un atteggia-
mento di rassegnazione, di remissi-
vità e di eccessivo lassismo è imme-
diatamente interpretato dai figli come
un segnale di indifferenza o di ab-
bandono da parte dei genitori. ·
Quello affettivo è un metodo demo-
cratico fondato sulla libertà entro cer-
ti limiti. Secondo la filosofia alla base
di questo orientamento, genitori e
figli hanno pari valore come esseri
umani e hanno entrambi il diritto di
essere trattati con dignità e rispetto.
In una famiglia democratica, tutti i
membri hanno sia il diritto di espri-
mere pensieri e sentimenti sia il dirit-

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
PERCHÉ
DOVREBBERO
CREDERCI?
I genitori devono essere credibili, il che non significa
che devono avere tutte le risposte, ma devono essere capaci
di proporre valori inediti e regole controcorrente.
I
..Si volta a mostrarmi la lingua
e grida, ridendo: «Non comanda
nessuno, perché ci vogliamo bene».
to di essere ascoltati. Ciò non signifi-
ca che i ragazzi possano fare quel-
lo che vogliono o che non debbano
obbedire ai genitori e rispettarl i.
Quando gli adulti mantengono il con-
trollo , i ragazzi si sentono al sicuro.
Questo tipo di autorità insegna ai
ragazzi a sviluppare la ragionevolez-
za: a essere responsabili delle loro
scelte, ad avere autocontrollo e a
imparare dalle conseguenze delle
loro azioni . Così l'atmosfera familiare
$ decisamente positiva e serena.
E quello che esprime Gianni Rodari
in un delizioso racconto intitolato
proprio «Chi comanda? ». Ho do-
mandato a una bambina: «Chi co-
manda in casa? ». Sta zitta e mi
guarda. «Su , chi comanda da voi: il
babbo o la mamma? ». La bambina
mi guarda e non risponde. «Dunque,
me lo dici? Dimmi chi è il padrone ».
Di nuovo mi guarda perplessa. «Non
sai cosa vuol dire comandare? ».
che lo sa. «Non sai che cosa vuo l
dire padrone? ». Sì che lo sa. «E
allora? ». Mi guarda e tace. Mi debbo
arrabbiare? O forse è muta, la pove-
rina . Ora poi scappa addirittura di
corsa, fino in cima al prato. E di las-
sù si volta a mostrarmi la lingua e mi
grida, ridendo : «Non comanda nes-
suno, perché ci vogliamo bene». o
I Vale sempre e comunque la pena
di cercare la verità della propria
esistenza insieme a una guida
un po' più esperta.
In un'epoca in cui è difficile dare
credito a chicchessia (perfino al
Padreterno), perché un ragazzo
dovrebbe fi darsi dei propri genitori ,
che sono comuni mortali e forse an-
che molto fragili , almeno quando
devono far fronte a un compito così
impegnativo, qual è quello di educa-
re? Certamente non possono basta-
re i legami di sangue : troppe volte
accade che proprio in questo ambi-
to della vita affettiva si corrano gravi
pericoli o, quanto meno, che si ac-
cumulino cocenti delusioni . E nei
vari rapporti formativi sperimentati
quotidianamente i ragazzi verificano
spesso una crisi radicale dell'auto-
revolezza o preferiscono fare a me-
no di figure che , pur significative,
tuttavia appaiono talvolta troppo in-
gombranti nella costruzione di una
personalità autonoma. Allora, se que-
sto è il clima culturale e sociale in
cui i nostri figli vivono , perché do-
vrebbero fare proprio nei nostri con -
fronti un investimento di fiducia che ,
inevitabilmente, è impegnativo?
Che ci piaccia o no, dobbiamo
preoccuparci di offrire alle nuove
generazioni i criteri che rendono pos-
sibile e opportuno il confronto con
l'autorità dei genitori, prima ancora
di fare attenzione alle cose concrete
che devono incontrare la loro consi-
derazione e, magari , la loro obbe-
dienza. Si tratta di condividere un·
cammino lungo e laborioso , nel
quale i giovanissimi vengano conta-
giati, innanzitutto, dall'idea che vale
sempre e comunque la pena di cer-
care la verità della propria esistenza
insieme a una guida un po ' più
esperta: la solitudine è ben altra co-
sa dell'indipendenza e rende molto
più faticosa e incerta qualsiasi scel-
ta e azione. E se a prima vista può
apparire complicato discernere a chi
affidare questo ruolo, ci si accor-
ge ben presto che le persone più
straordinarie sono quelle comuni ,
che hanno come unico merito di es-
sere parte integrante della vita quo-
tidiana : il fatto di esserci e di essere
disponibili a porsi accanto nelle di-
verse •situazioni della crescita, è già,
per un genitore, un fattqre importan-
te di autorevolezza. E inevitabile
che i padri e le madri esprimano la
propria presenza in modo imperfet-
to: ma anche questa, a ben vedere ,
è una buona certificazione di qua-
lità. Un genitore che ha in tasca tutte
le risposte per le domande dei figli e
tutte le soluzioni per i loro problem i,
finirebbe con l'essere un grande
ostacolo per chi deve guadagnare
la propria autostima e sa che dovrà
procedere per tentativi ed errori nel
cammino verso la maturità. Perfino
un genitore un po' latitante può ave-
re diritto a essere riconosciuto come
una persona credibile: soprattutto
se la sua assenza (specialmente
quando è motivata da serie ragioni
fam iliari, professionali, sociali) costi-
tuisce comunque per tutti un'occa-
sione di nostalgia e di attesa.
Queste considerazioni - se pos-
sono sembrare un po' amare - in
definitiva abilitano i ragazzi a un
rapporto educativo concreto , reali-
sta; li spingono a costruire una reci -
procità all'interno di una relazione
che comunque è asimmetrica e ad
adottare un minimo di flessibilità,
che facilita il progressivo decentra-
mento da sé, indispensabile per di-
ventare grandi. Il test più importan-
te , però, credo sia quello di speri-
mentare, nel dialogo familiare, una
costante capacità di dissonanza cri-
tica. Il genitore che si mostra capa-
ce di proporre ai figli valori inediti e
regole controcorrente è, a ben ve-
ns FEBBRAIO 2007

4.6 Page 36

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ARTE SACRA:
CROCEFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
L'artista, nato a Barba (Pistoia) nel 1911,
inizia la sua carriera artistica nel settore
della ceramica ad Albisola. La sua
attività espositiva inizia negli anni '40.
Muore nel 1998.
I Un genitore che avesse in tasca
tutte le risposte e tutte le soluzioni
per le domande dei figli finirebbe
con l'essere un ostacolo.
AGENORE FABBRI
IL GRIDO {)ELL'UMANA
TRAGICITA
dere, un investimento sicuro : aiuta i
giovani a respingere i tentativi di
omologazione avanzati dal gruppo
dei pari e dal contesto sociale ; li
spinge a valutare quanto sia più
importante salvaguardare la fedeltà
a se stessi piuttosto che l'adatta-
mento alle mode del momento; li
prepara a essere forti quando arri-
verà il tempo delle scelte impegna-
tive e ci si dovrà misurare con un'e-
tica che non può assolutamente
essere riassorbita né nelle spire
della soggettività individuale, né
nella palude della morale collettiva.
Quando Alessandra e Claudio era-
no più piccoli , ci rimproveravano
questo essere un po' fuori dalla
realtà e dai suoi meccanismi (e
qualche volta, per ridurre la conflit-
tualità domestica, decidevamo di
aggirare le loro proteste facendo
gioco di squadra con gli altri genitori
e fissando regole comuni sui loro
diritti sindacali, soprattutto quelli le-
gati al tempo libero) ; crescendo ,
però, si sono resi conto che questo
nostro modo di fare era invece fon-
damentale, soprattutto nell'ambito
di un'educazione cristiana, che
chiede di maturare un sapiente
equilibrio fra l'essere nel mondo
senza tuttavia appartenervi del tut-
to. Da parte nostra, ci siamo con-
fermati che un pizzico di gratitudine
sulle cose fondamentali conta di
più che cento scaramucce sui det-
tagli della vita quotidiana.
FEBBRAIO 2 007 BS
L o strumento per il composito-
re, carta e penna per il poeta,
la tavolozza per il pittore, il
blocco di materia per lo scultore:
l' arte si serve dell ' uomo per estrinse-
carsi, l' uomo si serve dell ' arte per
rivelare se stesso, indagare la mate-
ria, analizzarla, sviscerarla, sezionar-
la fi nché sveli la sua natura intima, le
sue capacità espressive, le sue poten-
zialità nascoste. Spesso la produzione
artistica manifesta i caratteri più
reconditi degli autori, le loro passio-
ni, i loro sogni . .. Insomma dietro a
immagini, suoni, metriche o sculture
si nasconde non di rado la vera storia
dell ' artista. È ciò che capita per Age-
nore Fabbri.
Ha praticamente vissuto l' intero
arco del XX secolo. L' immane trage-
0dia delle guerre mondiali ha indele-
bilmente segnato il suo percorso arti-
stico. Egli si è totalmente tuffato nel-
!'indagine della materia, sezionando-
la, scomponendola, sviscerandola in
ogni suo minimo aspetto, come se di
essa volesse esplorare le più nascoste
potenzialità espressive per trasferirle
alla persona umana. Cominciò con la
ceramica, poi passò al legno e quindi
al bro nzo. La materia diventa la
superficie ideale per dare libero sfo-
go a immagini di dolore e di inquie-
tudine, causate dallo squasso morale
del mo ndo contemporaneo.
Colpisce l'irrazionali tà di sapore
arcaico con cui lavora la materia, che
ha introdotto anche nella rappresenta-
zione del soggetto sacro, ove per
altro ha raggiunto quote di drammati-
cità tali da permettere a due opere di
entrare a far parte della Collezione
Vaticana d' Arte Religiosa Moderna
(la terracotta Incontro del 1952 e il
bronzo Fructus ventris tui del 1969).
Nel Crocefisso che presentiamo,
del 1968, la scelta della formella di
bronzo ha implicato l' omissione
voluta della croce: la scena, compo-
sta dal Cristo, da Maria, prostrata
iuxta crucem e dal ce nturione che
trafigge non il costato, ma il cuore
del condannato, ispira una drammati-
cità inesorabile e spietata, un dolore
indicibile che sembra uscire non solo
dall' espressione dei volti ma anche
dalla stessa materia trattata come fos -
se parlante anzi urlan te . Un capola-
voro che mostra al mo ndo la fa tica
della redenzione, il peso drammatico
del male che tenta di spaccare il cuo-
re del Cristo.
O

4.7 Page 37

▲back to top
SA. NOI FSPERTI DELL'iNPS ABBIAMO
STUDIATO UN PIANO PER RADDOP-
PIARE LA PENSIONE! __.,;
~
DELIJSIONE DI STAGIONE
, - - - - - - - -- - ----,
È FANTASTICO!
UNA NOTIZIA STRAORDINARIA!
~ . e?
PERCHÉ NO?
A CARNEVALE OGNI
0CHERZO VALE!!L.-
')
BS FEBBRAIO 2007

4.8 Page 38

▲back to top
sF\\OE Ei\\C\\-\\E
per ragazzi, genitori, educatori
L'UOMO DI OGGI
SI IASCIA GUIDARE?
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
"I cieli narrano la gloria
di Dio e l'opera delle sue
mani annunzia
il firmamento".
La meraviglia
dell'universo come
immagine della bellezza
di Dio che si manifesta
ancora di più nell'uomo.
Le contraddizioni
presenti nell'uomo.
~ - - - - - - - - - -- - - -- - - - -- - -- - ~ o
~
:il.
i:l
"'
I l Signore ama la vita (Sap
11,24), ha soffiato in tutto il
creato la sua bellezza, tutto ciò
che ha posto in essere è un a mera-
viglia e stupende sono le sue opere
nelle quali risplende la sua imma-
gi ne. Tutte le cose create e la natu-
ra escono dalla vita stessa di Dio e
manifestano lo splendore divino, il
fasci no e la grazia della sua magni-
ficenza. Se guardiamo la natura,
la maestà del mare, la grandiosità
delle montagne, il cielo con le sue
infinite costellazioni, gli an imali e
tutto ciò che ha vita, rimaniamo
senza parole. Il mistero della vita
ci avvo lge come uno splendido
manto e con il respiro del suo sof-
fio vitale ci riempie di stupore. Se
poi guardiamo l' uomo, la sua bel-
lezza, l'ampiezza senza fi ne dei
suoi pensieri e gli infiniti orizzonti
dei suoi sogni e dei suoi progetti,
ci cogli e un senso di sbigottimento
per l'incommensurabilità del suo
essere, per la sua sete di verità
profonde, per la bellezza della re-
ciprocità, per la scoperta dell'ami-
cizia e per iI fascino dell 'amore.
Dio ama la vita, gioisce e gode
FEBBRAIO 2007 BS
CONFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMIGLIA .
Ci lasciamo guidare dall'amore d1
". .~ - - - - - - -- ------< Dio per la vita o ci lasciamo prendere
e l'opera delle sue mani annunzia
il firmamento ".
dalPpeercshséimoisgmgio?s1_ fa
tanta
.
fatica
a
1a_
sciCarhsei
guidare?
cosa fare
per
essere
,, 'd "
. 9~1 e
delle sue opere, perciò se ne pren-
de cura e le c ustodi sce con la sua
continu a protezione.
disCcoremtee
nella catechesi_
_accogliam??chi
s~lla ~ta_.
c1 gu1 a in
t-
a
miglia O 1n comurnta.

4.9 Page 39

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VALORI IN QUESTIONE
Dio ama laL'vui·otam, o9iod1i.scoeggei· gdoedtuerpdaelllea.
sue operr,· mbiente, inquina gli ecos1-
natura e a
li animali usa v10-
stemi , maltratta_~imili· e q~esto per-
lenza con , suo_, . , ,,
chéLanovi_ntas,i
"\\as~,a ~~dr::;i
che e tu •tà
one di ele-
di "\\asciarsi
menti, esige la necess1
guidare"•
_ entrare nella vita del-
Nessuno puo 'd dell'altro; e nes-
\\'altro se~za tla gu~!amente nella no-
suno puo en rare
'd
stra vita ~enza la n_os~~ ~~~g~tto che
~t La gu1?a non e un compagno
ostenta .s1curezzt lascia guidare
<?: che guida men re
. uida lo fa
dall'altro compagno . 1c~i si lascia
nel momento stesso I
guidare. . h ha messo vita dentro
Solo D10 c e
.
la vita può condurci alla vita.
I Non resta dunque che lasciarsi
guidare, accogliendo chi ha
il compito di condurci.
INTERROGATM
L'uomo, soprattutto oggi, sente la
passione per la vita e per la bellezza
del creato, ma conosce anche la sua
reazione "contro" la vita. Deturpa la
natura e l'ambiente, inquina e sfregia
gli ecosistemi, maltratta gli animali,
usa violenza con i suoi simili, guer-
reggia, manifestando non amore per
la vita, disprezzo, denigrazione, pre-
potenza e perfino abuso delle creatu-
re più fragili e bisognose di amore e
I L'uomo del nostro tempo fa fatica
a scoprire gli ampi orizzonti della
vita , spesso li teme, e si mette
alla ricerca di "surrogati"...
droghe, alcol, dimensioni "estreme"...
protezione come i ban1bini. Perché?
Perché il male? Perché l'uomo non si
"lascia guidare", ma cerca una vita
senza la compagnia della vita e la-
sciandosi solo condurre dal!' avidità,
dalla cupidigia e dalla bramosia di
falsi bisogni che non riempiono la
sua vita, quanto piuttosto la svuotano.
LASCIARSI GUIDARE
L'uomo di oggi ha un profondo bi-
sogno di "guida", ovvero di compa-
gnia e di compartecipazione. L'auto-
nomia assoluta della libertà chiude
l'uomo nel proprio egoismo e blocca
le spinte verso la vita di relazione.
La vita è tutta reciprocità e relazione
e perciò per essere compresa e godu-
ta esige di essere condivisa e parteci-
pata: non c'è vita nell ' autonomia,
perché la legge della vita è nella reci-
procità solidale dell ' amore. La vita,
che è tutta relazione di elementi, esi-
ge la necessità di "lasciarsi guidare".
Dio ama la vita e "guida" coloro che
sono in atteggiamento di discepolato.
L' uomo del nostro tempo, che ha po-
sto al centro la sua autodetermina-
zione, fa fatica a scoprire gli ampi
orizzonti della vita, perciò è alla con-
tinua ricerca di "surrogati" di vita, di
droghe, di alcol, di dimensioni
"estreme" (anche nell'eros) per poter
1iempire il suo bisogno di vita vera.
Chi si lascia guidare non è un sog-
ISe poi guardiamo l'uomo, la sua
bellezza, l'ampiezza senza fine
dei suoi pensieri e gli infiniti
orizzonti dei suoi sogni e dei suoi
progetti, ci coglie un senso
di sbigottimento.
,
getto incapace, ma solo uno che ha
compreso che la capacità del vivere è
compartecipazione e scambio di re-
ciprocità. "Guidami nella tua vita":
nessuno può entrare nella vita del-
!'altro senza la guida dell'altro, come
nessuno può entrare veramente nella
nostra vita senza la nostra guida.
L'ACCOGLIENZA
DELLA GUIDA
Se la scoperta della vita è possibi-
le solo grazie alle "guide", non resta
dunque che lasciarci guidare, acco-
gliendo chi ha il compito di condur-
ci. La guida non è un soggetto che
ostenta sicurezza, un padrone della
nostra vita, ma un compagno di
strada che guida ma nello stesso
tempo si lascia guidare dall'altro
compagno. Chi guida lo fa nel mo-
mento stesso in cui si lascia guida-
re. Chi ha messo vita dentro la vita
può condurci alla vita, chi si è con-
segnato alla vita può consegnarla
agli altri, perché la guida può essere
tale per l'amore che infonde alla vi -
ta. Dio ha messo vita dentro la vita,
ha messo se stesso, la sua bellezza,
la sua gioia, la sua intramontabilità,
l'ha resa visibile in un modo del tut-
to originale, cioè consegnandola.
Lasciamoci consegnare la vita. La-
sciamo che la vita ci venga donata,
perché da soli non possiamo averla.
Lasciamo che Qualcuno ci guidi con
il suo amore per la vita. Solo l'amore
di Dio per la vita può guidarci fino
all'ebbrezza. Lasciamoci guidare dal-
!' amore di Dio per la vita, perché so-
lo lui l'ama veramente ed è l'autore
dell' amore e della vita.
O
BS FEBBRAIO 2007

4.10 Page 40

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O\\BAii\\1\\ .
ondia\\l
Giornate rn
INCURABILI
DACURARE
di Severino Cagnin
L'11 febbraio si celebro
lo XV giornata mondiale
del molato, o Seul.
Uno speranza per i poveri
e gli incurabili
M ike Meegan è il protago-
nista del documentario
premiato in Campidoglio
con il Premio Harambee nel pro-
gramma "Tutti insieme per l' Af1i-
ca". Medico irlandese, da 25 anni
assiste una popolazione di 25 .000
masai in una regione del Kenia pri-
va di infrastrutture, energia, acqua
potabile e falcidiata da aids, colera,
malaria, tubercolosi. La sanità non
può più essere un fatto privato: se
non salviamo i malati lontani per-
ché distanti ma ancor più perché
ignorati (anche se in famiglia o nel
quartiere), ci illudiamo di star bene.
Un invito, dunque, ad aprire since-
ramente gli occhi: bambini da cura-
re, anziani da assistere, invalidi e
handicappati, drogati... Il mondo ha
bisogno di una mano. Eccome!
La XV Giornata Mondiale del-
]' 11 febbraio 2007 propone il tema
"La Cura Pastorale e Spirituale
dei Malati con Patologie i ncura-
bili". Si tratta di malati che chiedo-
no affetto e sostegno morale più
che iniezioni. L'augurio più grande
che si può fare loro è di avere la
forza della serenità e di incontrare
Dio. Sono in programma momenti
comunitari diversi. Il 9 di questo
mese si tratterà delle malattie cro-
niche in Asia e l'accompagnamen-
FEBBRAIO 2007 BS
to pastorale della Chiesa in Corea.
Capire la "Pastorale della Salute" è
indispensabile per avvicinare un
sofferente: pastore nel Vangelo è
chi conosce per nome, chi guida,
chi cerca la persona smarrita e in-
capace di trovare la strada di casa.
Egli senza discorsi e tergi versazio-
ni prende in braccio il debole e lo
protegge.
"Oggi si assiste a un tipo di di-
sagio sociale che si fa spesso disa-
gio mentale - ha detto monsignor
Gue1ino Di Tora, direttore della Ca-
ritas di Roma -. Il disagiato non
sente più il senso del vivere, non ha
più voglia di realizzarsi, di fare. In
tali circostanze occon-e attuare la
teologia della prossimità: farsi pros-
simo, camminare insieme, perché il
vero oggetto della carità, il suo fon-
damento, la sua peculiarità è proprio
la persona umana". L'assistenza a
un malato si inserisce nel quadro
della vita cristiana. In TV verrà tra-
smesso il documentario Quando di-
ci quattromila addii, sul dott. Mee-
gan, che "ha proposto la visione di
una Nigeria pacificata, consapevole
e orgogliosa della sua storia, delle
sue molteplici culture, dove coesi-
stono in armonia la fede in Cristo, in
Allah, nei riti animisti e nelle reli-
gioni tradizionali" . Sarà tutto vero e
possibile? Siamo chiamati a decide-
re e non a subire. "Nella storia di un
uomo che non si arrende e mai si ar-
renderà nella sua caparbia battaglia
contro la miseria, il dolore e la morte
c'è chi vede il santo, chi Don Chi-
sciotte". Conclude la giuria: "A noi
piace vedere un uomo che proprio
non 1iesce a guardare i suoi simili
senza lottare".
O
I San Camillo De Lellis (1550-1614),
fondatore della Compagnia
dei Ministri degli Infermi.
QUELLI CHE DANNO
UNA MANO
CIJealrC·1GotaoUsp,AeAMrma,zivciooi nldoeenitUalernib•ivbdereorlssiV·it,aISrIsia,_ti,t~uemt~oeed~pI!ec~'I.
zione Italiana delle. Co7murnt.~ni ~on
eutiche, presente in 1 '.e91
~7 centri , frequentati quot1d1anamen~
te da 15.000 persone , con .1384 o~~-
ratorileducatori , 187 addet~1 •. 1987 -
iir:~~ I t . 109 del servIzI0 c1v1le..E an
suore (in asHi e ospedali , case
per anziani , missioni) .
Bimbo malato
(Rosso Medardo 1858-1928).

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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IO CANTO
di Lorenzo Angelini
Cantare. Èmestiere; è strada per /1affermazione
personale; è possibilità di esprimere e comunicare
sentimenti, idee e valori; è scelta di vita,
vocazt0ne.
Riccardo Cacciante agli albori degli
ann i '80, che nel testo e nella musi-
ca esprime con levità l'entusiasmo
per l'esistenza, lo sguardo stupito e
riconoscente verso ciò che ci cir-
conda. Un bel progetto di vita che
conco rd a magnificamente co n la
pu li zia, il candore e la vitalità che
contraddistinguono il personaggio
pubbli co Laura Pausini .
L'arrangiamento mette in primo pia-
no chi tarre ritmiche, basso e batte-
ri a, esaltando così la dinamicità del-
la musica senza peraltro graffiare;
nel ritornello poi, l'ampliamento so-
noro di cori e tappeti di tasti era sor-
regge con forza il clim ax melodico .
Laura Pausini, cl asse 1974, redu-
ce da success i nazionali e inter-
nazi onali, onorifi cenze di stato,
premi di ril evanza planetaria, pro-
pone, con il suo nuovo disco, una
selezione di 16 canzoni d'autore,
svariando lungo trent'anni di storia
musica le ita liana. Il punto di vista è
quello di un'attenta e appassionata
ascoltatrice che, come succede a
tanti di noi, giovani e non più gio-
va ni, ha frequentato alcune ca nzo-
ni, le ha amate, ha dato loro il pote-
re di segnare momenti della propri a
vita e di infondere partico lari stati
d' anim o.
A titolo dell'album e come bra-
no trainante ha scelto lo canto,
composta e portata al successo da
l'interpretazione è chiara, genui-
na ma energica, vigorosa e dà nuo-
va forza a un testo che, letto superfi-
cialmente, oggi potrebbe anche suo-
nare ingenuo. Infatti, lasciando gira-
re più in profondità la canzone, vie-
ne a galla altro: la vita intera e canto
I la primavera e canto I l'ultima sera
e canto I per chi mi ascolterà I vo-
glio cantare I cantare; questi versi,
che non a caso giungono nel mo-
mento culminante del brano, sem-
brano ora trasmettere la pienezza di
chi ha accolto un dono, un talento e
lo vuole offrire il più possibi le con
sincerità a chi ascolta, a chi vuole
asco ltare. E poi si prec isa l' invito ad
accogliere le restanti canzoni del-
l' album (e magari tutte le altre can-
zoni che riceviamo) per quello che
sono: pi ccole o grandi opere del ta-
lento e dell'arte di qualche autore.
Per un attimo ci possono illuminare
o intristire, esaltare o soffocare, far
ricordare o fa rci presagire. M a co-
munque restano canzoni, cantate
solo per chi le vorrà ascoltare. O
IO CANTO
di Gocciante - Luberti
La nebbia che si posa la mattina /
le pietre di un sentiero di collina
il falco che s'innalzerà / il primo rag-
gio che verrà
la neve che si scioglierà correndo al
mare
L'impronta di una testa sul cuscino I
i passi lenti e incerti di un bambino
lo sguardo di serenità / la mano che
si tenderà
la gioia di chi aspetterà
Per questo e quello che verrà / io
canto
le mani in tasca e canto / la voce in
festa e canto I la banda in testa e
canto
corro nel vento e canto
la vita intera e canto / la primavera e
canto I la mia preghiera e canto
per chi mi ascolterà / voglio cantare,
sempre cantare
L'odore del caffè nella cucina / la ca-
sa tutta piena di mattina
e l'ascensore che non va / l'amore
per la mia città
la gente che sorriderà lungo la strada
I rami che s'intrecciano nel cielo / un
vecchio che cammina tutto solo
l'estate che poi passerà / il grano che
maturerà
la mano che lo ç:oglierà
Per questo e quello che verrà / io
canto
le mani in tasca e canto / la voce in
festa e canto I la banda in testa e
canto
corro nel vento e canto
la vita intera e canto / la primavera e
canto I l'ultima sera e canto
per chi mi ascolterà / voglio cantare,
sempre cantare, cantare
BS FEBBRAIO 2007

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con ede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regi o De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule :
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzion e Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Tori'no) a titolo di legato la
somma di ... o titoli , ecc. per
i fini istituzionali dell'Ente".
b) di beni immobili
" .. . Lasci o alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per Je Missioni, con sede
in Torino) l' immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" .. . Annull o ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione General e Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell ' Ente".
(Luogo e data )
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Vi a dell a Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 - Fax 06.6561 2679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Vi a Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 -Fax 01 l.5224760
C.C.P. 28904100
FEBBRAIO 2007 BS
. . . J I NOSTRI MORTI
GARLETTA sac. Giannino,
salesiano
t Pordenone (PN), il 05/11 /2006, a 74 anni
Una morte improvvisa anche se da tempo
don Giannino si era chiuso in se stesso e
comunicava poco . Da quando aveva la-
sciato l'inseg namento per limiti di età non
era più lui, gli mancavano i ragazzi ai quali
aveva dedicato una vita di sacerdote edu-
catore negli Istituti di Mogliano , Tolmezzo,
Gorizia e Pordenone. La scuola era tutto
per lui dove oltre all 'insegnamento era im-
pegnato in qualità di consigliere scolastico ;
lui , che di carattere era flemmatico , calmo,
ma proprio per questo i ragazzi gli voleva-
no bene e lo seguivano entusiasti anche
nelle attività parascolastiche a contatto con
la natura e la cura del bestiame mi nuto.
Molto ricordato dai suoi ex allievi che in va-
ri modi impegnava nel sostegno alle mis-
sioni salesiane .
FRANZINI sac. Clemente, salesiano
t Roma, il 03/01 /2001 , a 75 anni
È doveroso a 5 anni dalla morte ricordare
don Clemente che ha passato molti anni
alla Casa Generale dal 1983 come colla-
boratore dell 'Ufficio Giuridico della con-
gregazi one. Fu un salesiano solerte , ge-
neroso , competent e. Non per nulla fu
professore di diritto canonico all a Pontifi-
cia Università Salesiana . Svolse il suo
servizio fino al 1998 quando tornò all'atti-
vità pastorale nella parrocchia di S. Ma-
ria de lla Speranza a Roma, come vice -
parroco fino agli inizi di gennaio 2001 ,
quando sorella morte arrivò improvvisa
ricongiungendolo a Dio. Come esperto di
diritto , fu un uomo metodico , preciso ,
puntuale dotato di grande ricchezza spiri-
tuale , disponibile verso tutti. Non dimen-
ticò mai quello che considerava il suo più
bel periodo di vita salesiana come mis-
sionario in Bolivia che considerava la sua
seconda patria.
PRIAROLLO sac. Rino, salesiano
t Mezzano di Primiero (TN) , il 25/07/2006,
a 92 anni
Una semplicità disarmante quell a di don
Priarollo . Diceva le cose più ovvie e tutti
l'ascoltavano . Un buon senso innato che
gli ha permesso, pur non avendo grandi
doti , di essere direttore ed economo , an-
che se i conti dovevano farglieli gli altri . Ai
suoi superiori apriva i cassetti e diceva:
"Tutto qui". Nel portafoglio un fog lietto, in-
giallito dal tempo e datato 1948, testimonia
il segreto della ricchezza che odora di au-
tentico umano che profuma di Dio: "Propo-
siti: 1. L'amicizia con Gesù , garante Maria ;
2. Purificarmi con le sofferenze, con le pro-
ve , con il mio dovere ben compiuto; 3 .
Ogni sera esame particolare discusso con
Gesù e Maria; 4. Ogni giorno almeno un
quarto d'ora di lettura spirituale particola-
re ". Fino alla fi ne, pur avendo bisogno lui
stesso di qualche attenzione, rimase fede-
le all'assistenza in mezzo ai ragazz i con il
sorriso e qualche battuta scherzosa e di-
spon ibile nelle attività pastorali di cui era
capace .
LEONARDIS sig . Aldo, exallievo
t Roma, il 21 /03/2005 , a 68 anni
Ha sempre cercato di essere degno figlio
di Don Bosco : come assiduo exallievo del
gruppo del Cassinate e frequentante l'U-
nione di Gaeta, come valente insegnante
di istituto tecnico e come buon padre di fa-
miglia . Una grande fede e una profonda
devozione a Don Bosco e ai suoi Salesiani
lo hanno sempre accompagnato e guidato.
La morte lo ha strappato ai suoi cari, la ve-
dova e i suoi quattro figli , e agli amici exal-
lievi che ne hanno apprezzato le sue doti
di generosità e operosità per ìl bene e la
crescita dell 'Associazione; i suoi numerosi
allievi lo ricordano per la spiccata profes-
sionalità e come sicuro maestro di vita , ret-
to e onesto.
RAGAZZO sac. Ivone, salesiano
t Mestre (VE) , il 17/11 /2006, a 71 anni
Poco più che quindicenne , dall'aspiranta-
to di Mirabella parte per il noviziato a Tan-
tur (Betlemme) : l'ideale missionario don
Ivone lo coltiverà tutta la vita anche se i
superiori lo destinarono agli studi , con il
rientro in Italia, quasi subito dopo l'ordina-
zione sacerdotale. Al Pol itecnico di Torino
consegue la laurea in ingegneria elettroni-
ca e più tardi a Roma l'abil itazione per
l'insegnamento. Ritorna qualche anno al
Cairo ma viene richiesto ancora in Italia
per gli Istituti tecnici e professionali a san
Benigno e all'Agnelli di Torino . Continuerà
il lavoro nella scuola, quale preside e in-
segnante a Venezia san Giorgio, a Faen-
za e infine a Mogliano Veneto. Qui si ri -
sveglia in lui la passione missionaria mai
spenta però: ogni momento libero dalla
scuola è occupato in incontri , raccolte di
aiuti per le missioni , adozioni a distanza e
nelle vacanze estive con visite in Bolivia
all'Hogar Don Bosco di Santa Cruz dove
porta il frutto di tanti sacrifici suoi e dei
suoi allievi che sapeva entusiasmare all'i-
deale missionario . Da tempo sofferente
ha continuato, pur con sacrificio , il suo la-
voro fino ag li ultimi giorni.

5.3 Page 43

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Febbraio
L'ANIMALE FANTASTICO
IL DRAGO
Presente in molte religioni antiche,
il drago è descritto con corpo di
lucertola, ali d'aquila, arti.gli da leo-
ne e coda da serpente. E citato 27
volte nella Bibbia come simbolo del
male e delle tenebre. Il profeta
Daniele fu gettato nella fossa dei
leoni per aver ucciso il drago vene-
rato dai babilonesi (Dan 14,23ss).
Nell'Apocalisse (cap 12;20) è anti-
cipata la sconfitta del "dragone ...
cioè il diavolo, satana". Nota è la
leggenda di san Giorgio che avreb-
be ucciso il drago e salvato una
giovane. Per i cinesi l'animale ha
valenza positiva: il trono dell'impe-
ratore era chiamato "trono del Dra-
go" e quando un regnante moriva,
si credeva che assumesse la forma
del drago, al quale ancor oggi è
dedicato uno dei dodici anni dell'o-
roscopo cinese.
VITA DA PAPI
1° febbraio 1691: muore papa
Alessandro VIII , Pietro Ottoboni;
si oppose a Luigi XIV.
2 febbraio 962: Giovanni Xli , dei
conti Tuscolo, incorona Ottone I.
3 febbraio 1518: Leone X incari-
ca Gabriele della Volta di impedi-
re a Lutero la diffusione della sua
dottrina.
4 febbraio 708: muore papa
Sisinnio ; era stato eletto solo il
15 gennaio.
5 febbraio 1740: papa Clemen-
te Xli (Lorenzo Corsim) , ordina di
restituire alla Repubblica di San
Marino la secolare libertà.
6 febbraio 1922: è eletto Pio Xl ,
Achille Ratti; fa firmare i Patti
Lateranensi (1929) .
7 febbraio 1878: muore Pio IX
(Giovanni Mastai Ferretti) il cui
pontificato (quasi 32 anni) è il più
lungo della storia, dopo san Pietro.
8 febbraio 1981 : Giovanni Pao-
lo Il incontra il rabbino capo di
Roma, Elio Toaff.
9 febbraio 1621: è eletto Grego-
rio XV, Alessandro Ludovisi; ordina
la votazione segreta al Conclave.
1O febbraio 1848: Pio IX pro-
nuncia il "Dio , Benedite l'Italia",
inteso come consenso all 'unifica-
zione dell'Italia.
11 febbraio 731: muore Grego-
rio 11 , santo. Nell'824 muore papa
Pasquale I, santo, e nel 1535
nasce Gregorio XIV, Niccolò
Sfrondati.
12 febbraio 1931 : Pio Xl inaugu-
ra la Radio Vaticana.
13 febbraio 1130: muore Onorio
Il. Nel 1599 nasce Alessandro
VII , Fabio Chigi, che fa costruire il
colonnato di San Pietro.
14 febbraio 1076: Gregorio VII ,
Ildebrando Aldobrandeschi, sco -
munica l'imperatore Enrico IV.
15 febbraio 1145: muore Lucio
Il , Gherardo dall'Orso, Nel 1775 è
eletto Pio VI , Giovanni Braschi,
deposto dai francesi lo stesso
giorno del 1798.
16 febbraio 1981: Giovanni
Paolo Il inizia la visita in Paki -
stan , Filippine, Giappone.
17 febbraio 1448: Niccolò V e
re Federico lii firmano il Concor-
dato di Vienna.
18 febbraio 999: muore Grego-
rio V, primo papa tedesco, eletto
a soli 24 anni.
19 febbraio 607: è eletto Bonifa-
cio 111 , papa per nove mesi.
20 febbraio 1431: muore Marti-
no V, Ottone Colonna.
21 febbraio 1513: muore Giulio
11 , Giuliano della Rovere, papa
"guerriero" e mecenate.
22 febbraio 1281: è eletto Marti-
no IV, Simon de Brion ; e nel
1288 Niccolò IV, Girolamo Masci.
23 febbraio 1418: nasce Paolo
Il , Pietro Barbo. Nel 1447, muore
Eugenio IV, Gabriele Condulmer.
24 febbraio 1582: Gregorio Xlii ,
Ugo Buoncompagni, annuncia la
riforma del calendario , detto gre-
goriano .
25 febbraio 1570: Pio V, Antonio
Ghislieri, santo, scomunica Elisa-
betta I d'Inghilterra, divenuta pro-
testante.
26 febbraio 1498: Alessandro
VI lancia !'interdetto su Firenze e
fa arrestare Girolamo Savonarola.
27 febbraio 1782: Pio VI parte
da Roma per recarsi a Vienna.
28 febbraio 1468: nasce Paolo
lii, Alessandro Farnese; nel 1545
convoca il Concilio di Trento.
Pio V
CONSIGLIO PER LA SALUTE
COLPO DELLA STREGA
Lo chiamano tutti così e quasi tut-
ti ne hanno avuto un'esperienza
diretta, specie dopo un colpo di
freddo . Basta chinarsi per racco-
gliere un oggetto da terra, oppure
spostare un mobile , ecc. per
avvertire un 'i mprovvisa fitta alle
reni, che imp_edisce qualsiasi altro
movimento. E una lombalgia acu-
ta, conseguente alla contrazione
dei muscoli vicini alle vertebre. Il
dolore intenso e la difficoltà a
ritrovare la posizione eretta scon-
sigliano ulteriori movimenti. Oc-
corre distendersi al caldo , ripo-
sando alcune ore, assumendo an-
tidolorifici e antinfiammatori da
banco , o massaggiando con po-
mata a uso topico. Evitare altri
sforzi per almeno una settimana.
BS FEBBRAIO 2007

5.4 Page 44

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PRIMA PAGINA
Giorgio Aldrighetti
FIDEM CUSTODIRE
CONCORDIAM SERVARE
1115/09/'06 Il card. Tarcisio Bertone è subentrato al card. Sodano come Segretario di Stato.
Giorgio Aldrighetti, docente di araldica, exallievo e salesiano cooperatore,
presenta lo stemma araldico del nuovo Segretario di Stato.
Lo stemma così si legge
araldi ca mente: 11 D'az-
ce nza dei num ero si e ri-
gog li os i alberi che la c ir-
z urro, alla to rre cir-
co ndavano, ri coperti di fit-
colare merlata alla gue lfa
tissi me fog lie di smag lian-
di quattro pezzi, aperta e
te co lo r smeraldo e sim-
finestra ta di cinque pezzi,
bo leggia la Fortezza.
tre, due, il tutto al natura-
le, fo ndata su di un colle
Passando alle figure
di verde; m ante /lato d i
che ca ri ca no il ca mpo
rosso, caricato a destra da
dell o sc ud o tro vi amo la
un chrism o n e a sinistra
torre c he, per la sc ien za
da una M sorm o nta ta da
araldica, simboleggia il do-
l ' una stella di otto raggi, il
mini o, la fo rza, la costan-
tutto d'oro.
za e la v igil anza, mentre
Lo scudo, accollato a una
il chrismon si ri chi ama al
croce astile patriarcale d'o-
te ma de ll a Rega lità del
ro, posta in pa lo, è timbra-
Cristo e al Suo signifi cato
to da un cappello con cor-
di " Sole di Giu stizia", co n
doni e nappe di rosso. Le
c signi f ica ndo che no n
nappe, in numero di tren-
es istono né pace, né ordi-
ta, sono disposte quindici
ne civi le, dove non vi sia
per parte, in cinque ordini
inn anz itutto giu sti z ia. Il
di 1, 2, 3, 4, 5. Lo scudo è
c hri smo n, co nside rato il
accollato in punta dal pal-
più antico simbo lo dell a
lio d'a rgento, frangiato di nero, a cinque croci gre- com unità cr istiana, è cost ituito dall e du e lettere
che, patenti, dell'ultimo. Sotto la scudo, nella lista grec he chi (X) e ro (P) sov rap poste e intrecc iate,
bifida e svo lazza nte d'argento, il motto in lettere del nome d i Cristo; ta le monogramm a è noto dal
maiuscole di rosso: FIDEM CUSTODIR E CONCOR- IV seco lo e appartie ne all a trad iz io ne imperi ale
DIAM SER VA RE".
ro mano cri stiana.
Analizzando lo stemma, osserviamo che gli
smalti so no d' azzurro, d i rosso, d'o ro e d i verde .
Per la sc ienz a araldi ca l' azzurro rico rda il ma re
attraversato dai croc iati per porta rsi in Terra Sa nta
e rapprese nta la Giu stiz ia fr a le v irtù . Il
co nsiderato dagli arald isti il pri mo fra i co lori del-
l'a rme perché rappresenta il sa ngue vivo ve rsato -
simbo legg ia la Ca ri . L' oro rico rda, in vece, le
ant ic he arm ature de i cava li eri c he, secondo i l
ri spettivo grado d i nobil tà, erano appu nto dorate o
argentate e rapp resenta la Fede. II
ci condu-
ce all a città d i Sin ope, la cui v ista co lpì grande-
mente i nostri croc iati per la be llezza e la magnifi-
Per la M, ch iaro è il riferimento a M ari a Ausilia-
trice, la Madonna d i Don Bosco. Il quale l' ha amata
e l' ha fatta amare! Es iste una spec ie di patto tra
Maria Ausiliatri ce e la Fami glia Salesiana. M ari a aiu-
ta questa sua fa miglia e ne svilu ppa le opere. A loro
vo lta tutti i membri e i rami dell a Fami gli a, ognuno
a modo suo, diffondono il cul to dell'Ausiliatri ce. La
stella, infine, rappresenta la mente ri vo lta a Dio .
Nel l'a ra ldica eccles iastica la ste ll a maggio rm ente
usata è quel la a otto punte, che simbo leggia il Sal-
vatore, e le otto beatitud ini evangeliche, ma rappre-
senta anche la 'Ste ll a Maris', Ma ri a che di viene la
stella del mattino delle litanie lauretane.
FEBBRAIO 2007 BS

5.5 Page 45

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RE LAX
il Cruciverba
Santuari d1ltalia
Il
L.
" J
::, ti
I
I ■ o ~
10 11 12 13 14 15
di Roberto Desiderati
Visitiamo i
luoghi di culto
del nostro aese
i più conosciuti
e i meno noti.
Rilassandoci.
16
18
22
27
31
36
42
47
n1
19 20
23
28
32
33
37
38
39
43
44
45
24 25
■ ■ 29
21
26
30
34
35
40
46
I
41
48
A gioco completato ri sulterà, nell e caselle a doppio bordo, il nome di un famoso Santuario.
o
Definizioni
ORIZZONTALl.1-17. Vedi foto -10.11 carro fer-
roviario porta carbone delle locomotive a vapore -
16. Venerare-18. Il Mercurio dei greci-19. Molto
pochi-21. Radio Televisione (abbr.) - 22. Lo strato
superficiale della crosta terrestre - 23. Una delle
quote in cui è divisa la somma da pagare- 24. Dimo-
rare - 27. Tasso annuale nominale (sigla)-28. Fa le
veci delpadre-30. Si ripetono in Carrara -31. Affe-
zione dell 'orecchio - 33. Generale e presidente
Usa che subentrò a Trum an - 36. La sillaba che af-
ferma - 37. Re peri francesi-39. Nota marca di cal-
ze - 40. Ci vogliono cento centimetri per fame uno
- 42. Inflessioni - 45. La metà di otto! - 46. L' inve-
stigatore Nick, comico personaggio di Bonvi - 47.
Si "stacca" per pagare senza contanti -48. Città del-
la Campania.
VERTICALI. 1. Imponente, solenne - 2. La
riviera di Rimini-3. Il ~;iomo dopo - 4. Città russa -
5. Il nucleo anti-sofist1cazioni dei carabinieri - 6.
Numero in breve - 7. Ventilate - 8. Giudaismo - 9.
Centoundici arabi - 10. Torino - 11. Lui - 12.
Scoqosciuto - 13. Baltea o Riparia -14. Tirar fuori -
15. E Mystic in un film di Clint Eastwood - 20.
Ingresso di edificio - 23. L'Argentina (sigla)- 24.
La santa madre della Madonna - 25. Interiezione
che esprime incertezza - 26. Le Twin che furono del
World Trade Center - 28. Pove1issimo lavoratore
meticcio del! ' America centrale - 29. Epiche
imprese - 32. Molto a Parigi -34. L'attore Sharif-
35. Prefisso che vale sette - 38. Istituto Tecnico per
Geometri -41.. Scatenava avide "corse" -43. Come
sopra (abbr.) - 44. La quarta preposizione - 46. Il
centro del baricentro!
La so luzione nel prossimo numero.
LA STATUA SPAGNOLA
Una statua lignea della Madonna venerata nella lontana Siviglia fu portata
fino in Italia per ripararla dai Saraceni che allora minacciavano le terre di
Spagna. Questa statua, chiamata Madonna dei Bisognosi, arrivò nel cuore
dell ' ltalia ce1in-ale, a Pereto, in provincia dell ' Aquila, dove fu costruita una
cappella per custodirla. I pii uomini che la trasportarono furono Lm certo
Fausto e un suo compagno, ebreo conve1tito, e vissero da custodi della
Sacra immagine in piccole celle per tutta la vita, dimostrando anche così il
vivo amore che li aveva spinti a un ' impresa tanto ardua. Il viaggio fu
lungo, pericoloso e costellato di
avvenimenti prodigiosi: imprigio-
nati dai saraceni, i due compagni
riuscirono a liberarsi in modo mi-
SOLUZION E del
numero p recedente
" IV
us TI 11
AC
CE
ER RA ■
L IA
,I, E,.,
OM BR A•NI
''-'''-' I-
CA LO ■ M AGO OR RI DA ■
IN o• CE RA R E- IT •A SA
-v,, NI ■ F IN IH ~ ■ s MA L T I ■
AC CO RA TA DE E ■ EU
RH ■ A CR o ■ L AU RE AR SI
- EE E ■ OE •R A L L EG RA RE
racoloso e poco dopo la Madonna rive loro la
vo lontà di essere portata in Italia dai due protetti.
Questi, pur non conoscendo la rotta marina e il
tragitto terrestre, riuscirono ad approdare sulle
coste laziali e poi, inerpicandosi sull'Appennino
marsicano, a raggiungere Pereto in groppa a un
mulo. La fama di questi e altri fatti straordinari
giunse fino all 'orecchio di .papa San Bonifacio
IV, gravemente ammalato, che si rivolse alla
Vergine Santa per essere guarito. Dopo
l'avvenuta guarigione, ascese il monte, pregò
Maria e fece dono alla Chiesa di paramenti sacri,
di una cospicua somma di denaro e di
un'immagine lignea di Cristo Crocifisso che
tuttora si conserva. Era I' li giugno del! 'anno
610. Nel 1700 fu ampliato e abbellito il Santuario
e il convento annesso, in seguito entrambi
ampliati e abbelliti. Molti furono i religiosi di
riconosciuta santità che hanno fatto visita al
Santuario e tra questi va ricordata, in tempi
recenti , Madre Teresa di Calcutta.
BS FEBBRAIO 2007

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
GRAZIOSO COME
LA SORELLINA
che entrò in sala operatoria 1'8 no del santo delle culle. Ripeten-
febbraio 2005 . Trascorsa un 'ora do le parole del Padre Nostro
e mezzo, era già in reparto , sve- "sia fatta la tua volontà", abbia-
Sono una mamma di 32 anni.
Ero felicissima nel maggio 2004,
trovandomi in dolce attesa. Pur-
troppo la mia felicità si spense
quasi subito, percné si trattava di
una gravidanza extrauterina, che
non andò a termine. In ottobre
ero nuovamente in attesa, ma
anche quella gravidanza andò
male. Vedendomi molto scorag-
giata, mia suocera mi parlò di
san Domenico Savio, protettore
· delle mamme in attesa. Lessi la
sua vita mettendomi sotto la sua
protezione. Nel gennaio 2005 ,
accorgendomi di una nuova gra-
vidanza, mi procurai l'abitino di
san Domenico Savio e lo indos-
sai per nove mesi , recitando tutti
i giorni la preghiera delle mam-
me in attesa. Il 13 ottobre 2005 è
nato Andrea, grazioso come la
sorellina Chiara. Esprimo la mia
gratitudine al santo delle culle.
P. G., Racconigi (CN)
glia e senza accusare dolori : l'o-
perazione era riuscita benissi-
mo , poiché il chirurgo aveva po-
tuto salvare tutte due le ovaie .
La ripresa post-operatoria fu ra-
pida. Ora, dopo un anno, mia fi-
glia gode di ottima salute e i vari
controlli effettuati mostrano che
la malattia si è fermata. Sono si-
cura che la beata suor Eusebia
Palomino ha guidato la mano
del chirurgo , perciò esprimo la
mia gratitudine rendendo pubbli-
ca questa grazia.
Gallo Patrizia, Torino
PARTO RAPIDO
E SERENO
Mi chiamo Marina Rita. Vi rac-
conto la storia della mia gravi-
danza vissuta nel terrore . Nella
sala parto avevo con me l'abiti-
no di san Domenico Savio e
mo inteso e sperato tanto che la
volontà di Dio coincidesse con la
nostra; ma non fu così. All 'undi-
cesima settimana di gravidanza
è svanita quella che per noi sa-
rebbe stata la prossima grande
gioia. Abbiamo accettato questo
calice amaro, pensando alla
grande fede di Mamma Marghe-
rita, che nonostante le sventure
e difficoltà ha saputo trasmettere
a Don Bosco la convinzione:
"Dio dona, Dio toglie, Lui sa per-
ché". Desidero ricordare alle fu-
ture mamme che l'abitino di san
Domenico Savio non è un magi-
co amuleto, poiché non sempre
è sufficiente aver pregato tanto
perché la gravidanza si concluda
felicemente ; ci si potrebbe senti-
re delusi e abbandonati , se poi
capitasse diversamente dalle no-
stre aspettative. Occorre sempre
affidarsi al buon Dio con grande
fiducia, senza pretendere a ogni
costo di disegnare noi il nostro
l'immagine della Madonna del futuro.
RISCHIAVA
Carmine. Questo santo mi ha Savio Carla, Riva di Chieri (TO)
fatto la grazia di partorire in mo-
LA STERILITÀ
Nel marzo 2004 a mia figlia di
17 anni venne diagnosticato un
voluminoso endometrioma ova-
rico sinistro e cisti endometriosi-
ca destra. Dopo alcuni mesi di
inutili cure si decise per l'inter-
vento chirurgico per la pericolo-
sa crescita del male . Il chirurgo
mi spiegò che mia figlia rischia-
va l'asportazione totale delle
ovaie e quindi la sterilità; inoltre
un 'altissima possibilità di recidi-
va della malattia dopo l'interven-
to . Angosciata, mi rivolsi a una
mia amica suora, Figlia di Maria
Ausiliatrice , che mi diede l'im-
magine di suor Eusebia Palo-
mino. Incominciammo a pregar-
la intensamente, affinché si po-
tesse salvare almeno un'ovaia.
Qualche giorno dopo, mentre
mio marito stava confidando le
sue preoccupazioni a un amico,
scoprì che questi conosceva
molto bene il chirurgo che
avrebbe operato mia figlia. L'a-
mico gli disse di stare tranquillo,
poiché avrebbe parlato al chirur-
go . Il dottore prese molto a cuo-
re la situazione di nostra figlia,
do rapido - solo due ore e mez-
zo-, e soprattutto di avere un fi-
glio sanissimo e perfetto , dopo
che avevo assunto per un intero
mese svariati farmaci e - fatto
ancora più grave - essermi as-
soggettata a radiografie al tubo
digerente con assunzione di ba-
rio . lo non sapevo d'essere in-
cinta. Il mio piccolo si chiama
Giorgio Giuseppe Karol Dome-
nico . Anche mia cognata ha
avuto la gioia di partorire una
bella bimba il 30.01 .2006 e una
mia cara amica, che da sei anni
tentava invano di avere un bim-
bo , ora è incinta . Sono sicura
che si tratta sempre di grazie ot-
tenute per intercessione del no-
stro san Domenico Savio , che
ho sempre pregato e del quale
ho diffuso la devozione.
Goletta Marina Rita,
Reggio Calabria
NON SEMPRE
VA A BUON FINE
All'inizio di dicembre 2005 ho sa-
puto di essere in dolce attesa: io,
mio marito e i nostri due figli era-
vamo molto felici e riconoscenti
verso il buon Dio per questo
grande dono. Subito ci siamo re-
cati al Colle Don Bosco per affi-
dare questa nuova creaturina a
TRA LE MIE
BRACCIA
Da circa un anno e mezzo desi-
deravo diventare mamma . Ve-
nuta a conoscenza dell 'abitino
di san Domenico Savio, me lo
procurai , lo indossai subito , reci-
tando ogni sera la novena. Do-
po pochissimo tempo rimasi in-
cinta e affidai la mia creatura al
santo, continuando per nove
mesi la novena e la preghiera
della mamma in attesa. Durante
i mesi della gravidanza non so-
no mancate le difficoltà: forti fit-
te , perdite di sangue , rischi di
parto prematuro, contrazioni pe-
nose all'utero. Ma devo dire che
san Domenico mi ha sempre
sostenuto ed esaudito. La bam-
bina nascitura si presentava pe-
dalica; per questo e anche per
altre difficoltà, avrei dovuto af-
frontare un cesareo, ma fortuna-
tamente essa si girò cinque
giorni prima della data prevista
per il parto . Dentro di me prova-
vo una strana sensazione , che
mi orientò a scegliere un parto
naturale . Sentivo infatti la mia
bambina che spingeva sulle mie
costole , quasi volesse aiutarmi
a evitare sforzi. Dopo circa tre
ore Anna era fra le mie braccia,
tra l'incredulità dei medici. Ho
Maria Au siliatrice e ottenere, at-
traverso l'intercessione di san
Domenico Savio , il buon esito
della gravidanza. Tutta la fami-
glia riunita ha pregato quotidia-
namente con la novena e l'abiti-
Per /a pubblicazione non si
tiene conto delle le!lere non
firma te e senza r~capito. s_u
richiesta si potra ometteie
FEBBRAIO 2007 BS
l'indicazione del nome.
Ven. Teresa Valsè
Pantellini
GRANDE
RICONOSCENZA
Leggendo la biografia della
beata suor Teresa Valsè
Pantellini sono aumentati in
me la fiducia e l'affetto verso
di lei. Ho avuto l'opportunità
di pregarla con fede e non
invano , per ben due volte.
Una dolorosa lussazione a
un piede da tempo rendeva
faticoso il mio lavoro quoti-
diano. Consigliata dal dotto-
re , andai all 'ospedale per
una radiografia. Mentre at-
tendevo il mio turno, invocai
con tutto il cuore suor Tere-
sa e, a poco a poco, il mio
piede si è normalizzato. Nel
frattempo venni a sapere
che mia sorella era stata col-
pita dal tetano. Tutti temeva-
mo il peggio. Raddoppiai la
mia preghiera e la mia fidu-
cia verso suor Teresa. Gra-
zie alla sua intercessione,
dopo circa due mesi di ospe-
dale , mia sorella si sta ri-
prendendo, con grande gioia
di tutta la famiglia. La mia ri-
conoscenza a Dio e a suor
Teresa Valsè Pantellini è co-
sì grande , che desidero ren-
derla pubblica.
Sr. Maria Zecca fma,
Berceto (PR)
sempre pensato alla protezione
di san Domenico Savio, ma ora
ne ho la certezza, poiché solo di
recente ho saputo di avere ano-
malie congenite del cuore, con
rischio di embolie durante gli
sforzi del parto . Spero di poter
regalare ad Anna , che ora ha
tre anni e tre mesi , un fratellino
o una sorellina.
Borsi Roberta, Verona
Don Ignazio Stuchly Mons. Ottavio Ortlz

5.7 Page 47

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ISig.
CARMEL MUSCAT
Maltese di Mosta. A 14 anni
decise per le missioni e partì
per l'India. C'è ormai da più
di 50 anni.
Com'è nata la sua vocazione?
Venne a Malta un vecchio missionario morto 94enne. Ci parò dell'In-
dia, ci fece vedere molte diapositive. Ne restai letteralmente affascinato.
E decisi di partire. I miei dopo qualche esitazione acconsentirono. Il più
contrario era il parroco.
Quali mansioni le sono state affidate in India, a Shillong dove
ha quasi sempre vissuto?
Ho imparato il mestiere di falegname e l' ho insegnato ai ragazzi delle
tribù khasi, garo, karbi, naga, ecc.
Com 'era il clima del collegio? Andavano d'accordo i ragazzi ap-
partenenti a tribù diverse?
Non avevano tanti grilli per la testa. Stavano in collegio per imparare
un mestiere che per loro poteva significare mettere un'ipoteca sul futu-
ro. Quindi, -nonostante cerimonie, feste, culture e tradizioni diverse,
andavano d'amore e d'accordo senza crearsi grattacapi. I più disponibi-
li e gentili erano i khasi e i garo, i più "guerrieri" erano i ragazzi naga.
Vedevano di buon occhio gli stranieri nelle loro terre?
Noi missionari eravamo ben visti e meglio trattati. Un po' meno gli
inglesi, che hanno combattuto anche in modo cruento. Il loro eroe Tirot
Sing andava ali' assalto delle pattuglie inglesi con le frecce .. . contro i
fucili. A noi ci vedono come benefattori, non come colonizzatori: diamo
loro un'istrnzione, insegniamo un mestiere, cerchiamo di educarli. Essi
sono felici di apprendere la loro cultura attraverso degli stranieri . .. men-
tre gli inglesi volevano eliminare certe 1oro tradizioni.
Le autorità civili come vi trattavano?
Benissimo. Quando vengono in visita, e capita spesso, rimangono stu-
piti dal constatare che tanti giovani (circa 250) appartenenti a una cin-
quantina di tribù diverse riescano a convivere senza creare problemi.
Sono proprio questi ragazzi che una volta usciti dalla nostra scuola e
ritornati nei loro villaggi, ne diventano apostoli preparando il terreno al
missionario. Abbiamo attualmente come ispettoria di Guwahati una ses-
santina di presenze tra le tribù.
Insomma, se dovesse tornare indietro nel tempo, rifarebbe la
scelta fatta?
Assolutamente sì!
FOCUS
STEFANOS
Stefanos è un ragazzo di
strada, uno dei tanti, tantissimi
in questa periferia di Addis
Abeba, uno di quelli che la fa-
miglia non ce l'ha, o se ce l'ha
non lo possono mantenere, o
non ha casa o è un buco dove
non c'è mai posto per tutti, o è
un inferno dove è meglio non
trovare posto. Non c'i nteressa-
no i particolari della vita di
Stefanos. C' interessa la con-
clusione della sua vita randa-
gia, fatta di furtarelli, risse,
promiscuità, precarietà, ecc.
Dunque a 6 anni abbandona
famiglia e scuola (appena ini-
ziata) e si al vagabondaggio
per più di 10 anni. Poi incontra
i salesiani del Progetto Bosco
Children, poi i salesiani della
scuola professionale di Meka-
nissa. S'è ripreso, Stefanos, si
è finalmente "rimesso in ordi-
ne", dichiara di aver capito un
sacco di cose... E prima di es-
ser riaccompagnato in fami-
glia, dopo tanto tempo che ne
aveva perso le tracce, ha volu-
to esprimere tutta la sua grati-
tudine a chi l'aveva salvato. E
ha scritto a grandi lettere sul
muro del nuovo "Centro dei
Ragazzi di Strada" di Addis
Abeba: "J am Stefanos, Don
Bosco I love you".
BS FEBBRAIO 2007

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
MISSIONI
di Vincent Donati
Una fila di 4000 ragazzi
CHIESA
-
di Silvano Stracca
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Quo vadis, Europa (5)
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CASA NOSTRA
di Natale Maffio/i
Artisti per il Santuario
INSERTO CULTURA
di Serge Tshilembe
La Colombe - centro di animazione pastorale