Bollettino_Salesiano_200509

Bollettino_Salesiano_200509

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RIYl~A FONDAI
DA S. OIOYANHI
NEL 1877'

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- 40 ANNI DAL CONCILIO
di Pascual Chavez Villanueva
INGIOVANIRE
IL VOLTO
SIGNORI
DELLA CULTURA
E. SANTI
Proprio la cultura è stato il mezzo mediante il quale
il cristianesimo si è espresso nel corso della storia.
Gli aposto-
li e i pre-
dicatori
del vangelo fin
dall'inizio si so-
no serviti della
parola scritta.
Presto susci-
tarono la rea-
zione dei "pa-
gani" più colti, i quali ma-
nifestarono mediante testi polemici la
loro avversione al cristianesimo che
ritenevano fosse una nuova corrente
filosofica. I cristiani non tardarono a
ribattere sia gli argomenti sia le
calunnie divulgate contro di loro.
Apparvero così gli 'apologeti', la cui
missione era quella di rendere mani-
festa la verità del cristianesimo, la
forza della fede e l'eroismo della loro
carità. Se in un primo momento l'o-
biettivo fondamentale fu la difesa
della religione, presto si passò all'at-
tacco rinfacciando allo Stato l'ingiu-
stizia e l'assurdo delle persecuzioni.
L'attività apologetica culmina, proba-
bilmente, nell'opera di Tertulliano.
Uomo di temperamento combattivo,
scrittore straordinariamente dotato e
oratore di grande efficacia, non solo
ribatté tutte le accuse lanciate contro
il cristianesimo, ma giunse a dimo-
strare che sono proprio i cristiani i
"buoni": la loro religione risponde
pienamente alle disposizioni e alle
aspirazioni più profonde dell'anima
umana. Ritorse le argomentazioni
opposte a tal punto che dimostrò
come il paganesimo fu realmente ini-
quo. Filone di Alessandria , san
Giustino, Origene e lo stesso
sant'Agostino furono apologeti di
prestigio. Essi mostrarono il cristia-
SETTEMBRE 2005 BS
nesimo come la religione del mono-
teismo, della moralità, della vittoria
sul male, della libertà di coscienza e
realizzarono la prima sintesi dottrina-
le della teologia cattolica, mettendo
in rilievo la conoscibil ità delle verità
fondamentali del cristianesimo.
San Tommaso d'Aquino.
UNA GRANDE TRADIZIONE
Ho già ricordato i padri antichi :
Basilio (BS aprile) , Giovanni Criso-
stomo, Ambrogio di Milano, Agosti-
no, Gregorio Magno. C'è da dire
che la trasmissione della cultura
avvenne attraverso monasteri, ab-
bazie, conventi, pievi. .. e attraverso
le università create dalla Chiesa.
San Leandro e in sant'lsidoro di
Siviglia rappresentano il culmine
del sapere nei secoli VI e VII. Più
tardi , emerge , fra tutte, la figura di
san Tommaso d'Aquino che stupì
il mondo e per molti secoli costituì
la base degli studi fi losofici e teolo-
gici. La sua dottrina ha sperimenta-
to una rifioritura nel l'epoca moder-
na grazie a Leone Xlii e a Jacques
Maritain. Sant'Alberto Magno, mae-
stro di san Tommaso, era cono-
sciuto come "Dottore universale" e
considerato una vera autorità non
solo in teologia e filosofia , ma an-
che in fisica, geografia, astronomia,
mineralogia, ch imica (alchimia) ,
zoologia, fisiologia e persino in fre-
nologia. Egli avviò metodi di ricerca
che , perfezionati , diedero il loro
frutto in alcuni dei numerosi disce-
poli . Enorme è stato il contributo
dato alla scienza, alla letteratura,
alla cultura in generale da alcuni
ordini e congregazioni religiose : ge-
suiti, francescani, carmelitani. Al-
berto Magno, Tommaso d'Aquino,
Copernico erano domenicani. Più
vicino ai nostri giorni potremmo ci-
tare san Francesco di Sales, famo-
so per l'umanesimo che emana dai
suoi scritti di dottrina spirituale. L'11
ottobre 1988 Giovanni Paolo Il ca-
Sant'Alberto Magno.

1.3 Page 3

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- Edith Stein.
nonizzò santa Teresa Benedetta
della Croce - Edith Stein - e nel
1999 la dichiarò dottore e compatro-
na d'Europa. La filosofia di questa
ebrea convertita al cattolicesimo ,
monaca carmelitana e martire del
nazismo, rappresenta ai nostri giorni
una testimonianza e un esempio di
dialogo tra fede e cultura.
CHIESA E CULTURA
Abbiamo citato molti nomi di uomini
carichi di santità ed erudizione, ca-
paci di esprimere in categorie filo -
sofiche e scientifiche le verità salvi-
fiche più profonde. Tutti sono stati
fecondi scrittori che la Chiesa rico-
nosce come maestri di vita e che
ha proclamato 'dottori'. Sappiamo
che l'uomo considerato nella sua
integrità è il centro dell 'umanità e
che "l'avvenire dell'uomo dipende
dalla sua cultura", come proclamò
papa Wojty-ta nel suo discorso al-
l'UNESCO nel 1980. Lo stesso Va-
ticano 11 (Gaudium et Spes 53) sot-
tolineò l'importanza della cultura
per lo sviluppo pieno dell'uomo, e i
molteplici vincoli esistenti tra il mes-
saggio della salvezza e la cultura.
Come cristiani , dobbiamo essere i
primi a mettere i nostri talenti al
servizio dello sviluppo dei popoli.
La costruzione di un'umanità più
giusta o di una comunità internazio-
nale più unita non sono un sogno o
un vago ideale , ma un imperativo
morale , un sacro dovere che il
genio intellettuale e spirituale del-
l'uomo può affrontare, approfittando
dei talenti e dell'energia di ciascuno
e sfruttando tutte le risorse tecni -
che e cultural i dell'umanità. Il cam-
mino culturale dell'uomo è il cam-
mino di salvezza scelto da Dio. Per
questo la Chiesa, strumento di Dio
per la salvezza di ogni uomo e di
ogni donna, apprezza la cultura,
tutte le culture, e promuove il dialo-
go fede-cultura. I dottori della Chie-
sa probabilmente sono i più chiari
esponenti di tale volontà.
Settembre 2005
Anno CXXIX
Nu mero 8
In copertina:
Sono troppi, e continu ano
ad aumentare, i giovan i
e giovani ssimi
che si lasciano irretire
da i parad isi artifici ali:
droga, alcol, fumo ...
Soprattutto le scuol e
sono a ri schio.
Foto: Santo Cieco
' ç v1l!J1lÒW
':,.JmWJnJ10
Gl
~·-(J]p}Tfl'ff)
. rfJI!ilW
M ensil e d i inform az ione
e cultura reli giosa edi to
dall a Congregazio ne Sales iana
d i Sa n G iova nni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
- CHIESA
12 Una casa aperta a tutti
- G,ovANI
14 Adolescenti verso dove?
- VIAGGI
18 Thailandia
di Silvano Stracca
di Mario Scudu
di Gianca rlo Manieri
- CULTURA E SOCIETÀ
20 I leonardisti
di Emanuela Marin e /li
INSERTO CULTURA
23 RDB in Madagascar
di Marta Rossi
FMA
28 Diario africano
di Graziella Curti
RuBRICHE
2 li Rettor Maggiore - 4 li punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia e nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Doctor f. -
30 Libri - 32 On Un e - 34 Come Don Bosco - 36 Mo vimento Salesiano - 37 Laetare et
bene facer e ... - 38 Sfide etiche - 40 Dibattiti - 42 I nos tri morti - 43 Il mese -
44 Prima Pagina - 45 Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/ Focus
Redazione: Maria Anton ia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori: Severino Cagnin - Ernesto Cationi
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Enrico dal Covolo
Carlo Di Cieco - Bruno Ferrere - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vrto Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Fabio Sandroni - Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione : Pier Bertone
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
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È possibile leggere in anticipo
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f.,..
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Direttore <gmanieri@sdb.org>
Fondazione DON BOSCO
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CIN P - ABI 03069 - CAB 05064
Ccp 36885028 CF 97210180580
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11 BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
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in 56 edizioni e 29 lingue dive rse. Raggiunge 135 Nazioni,
'
più di quelle in cu i operano i salesiani.
Associato alla
U nione Stampa
Periodica Italiana
BS SETTEMBRE 2005

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di Carlo Di Cieco
DAL BASSO
Le mani sono come una carta d'identità: fotografano chi sei,
a quale strato sociale appartieni, disvelano un segmento
importante della tua vita ...
Una mano scolpita dalla fatica, che
il tempo ha reso ruvida, spessa,
sgraziata, abbronzata al sole
impietoso dei cantieri edili. La mano è
come la carta d'identità di chi ha
lavorato duro fin da piccolo e a 40 anni
è, forse, ben piazzato ma quasi sfiorito
e invecchiato precocemente. Mano a
prova di intemperie. Ora si regge salda
all'apposito sostegno lucente della
metropolitana. Proprio accanto a
questa mano capita di mettere la mia.
Per non cadere nella ressa. E sono
così diverse .. . Mani vicine e lontane
quella di un operaio e quella di un
lavoratore intellettuale, di un impiegato,
di un professionista, di un manager, di
un ricco che vive di rendita. Hanno
mani curate, affusolate, chiare e lisce .
Altre mani, sempre più spesso, che
rovistano nei cassonetti della
spazzatura cittadina. Tra gli uomini
l'abisso sociale è scritto sulle mani. E
tra le donne nelle mani si leggono le
differenze sociali. Sono le mani il primo
racconto della differenza tra le persone,
l'identikit di riconoscimento.
O Quando stringo le mani ruvide di
miei anziani parenti che hanno lavorato
la terra o scavato in miniera, o battuto il
ferro da fabbri, mi sembra di avere la
mano di un bambino, fragile e
insufficiente al la stretta. Non sono però
un bambino, ma penso che la mia vita
intellettuale e tutto sommato fortunata,
deve tanto a milioni di mani che hanno
accumulato fatica bestiale. Quanti
stanno su , nella scala sociale, non ci si
trovano per miracolo e il loro stare
lassù non è sospeso nel vuoto. Altri
uomin i e altre donne li sorreggono.
Perché la società è complessa e
l'impiego di tutti rende possibile le
scelte di ciascuno. Scordarsi degli altri
e del tanto che agli altri dobbiamo è
facile , fa parte di uno stile di vita da
rapina o di stupido orgoglio di non
dover niente a nessuno. Ma già san
Paolo invitava a riflettere : "che cosa hai
che non hai ricevuto?".
O È un buon metodo per non perdere
il senso della misura. O per vivere
con la testa affogata nel possesso
della roba. Se si guardano le mani
degli altri , specialmente le mani
SETTEMBRE 2005 BS
segnate da sofferenza o da fatica, più
faci lmente potremo imparare a
guardare la realtà dal loro punto di
vista. Più in alto si arriva e più è
saggio non perdere la prospettiva
delle cose partendo dagli ultimi, da
quelli che il destino ha lasciato in
basso. Da co loro i cui servizi ci
portano benefici e ci permettono di
vivere meno schiavi delle cose. Le
decisioni saranno più sagge, di vasto
orizzonte e al servizio di soluzioni
praticabili. Si tratta di uno spirito
solidaristico che anima ogni genere di
iniziativa umana, contrapposto allo
spirito individualista, saccente e
pretenzioso che la cultura dell'ego-
centrismo alimenta a tutta birra come
virtù del futuro.
Sembra utopia, ma si pensi a che
cosa accadrebbe se appuntamenti
importanti (il G8 per tutti) fossero visti
dai partecipanti non secondo l'ottica
dei pochi che condizionano
l'economia e la politica mondiale, ma
si regolassero tenendo presente il
punto di vista delle enormi masse che
soffrono e attendono di giungere
almeno a un livello accettabile di vita.
E che cosa potrebbe accadere se la
scuola si riformasse tenendo in seria
considerazione le attese e il modo di
sentire dei giovani e degli insegnanti.
E se la sanità si rimettesse in moto
mettendosi dal punto di vista dei
malati, dei deboli piuttosto che delle
ditte farmaceutiche o delle
speculazioni sul dolore. E se .. .
O La lista potrebbe continuare. Si tratta
di acquisire un metodo e uno stile di
vita che chiede a ciascuno di noi di
considerare le cose anche dal basso.
A ben pensarci, in fondo , è solo una
scelta saggia, appropriata al nostro
essere umani. Quando i giovani
protestano e contestano (nella
speranza che non sia spenta questa
loro caratteristica vitale) , ci ricordano a
loro modo una semplice verità: il senso
del limite e il buon senso di cercare
insieme, per rendere più agevole
camminare in avanti. Don Bosco lo
diceva con un paradosso: che un buon
consiglio lo si prende anche dal diavolo.
Non è qualunquismo, ma capacità di
ascolto.
O

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ft1o i.I,/ PAURA! Caro Di-
rettore, [... ] Stento a
laurearmi, forse per un'incon-
fessata paura di vivere. Fino a
qualche anno fa ero una che
cercava sempre il meglio. Poi
l' Università mi ha fatto sbol-
lire gli entusiasm i. Giudicata
per i vestiti, per il trucco (che
non uso), per il ragazzo (che
non ho)... Mi sentivo non
amata. E allora, cominciai a
rinviare gli esami, ad allonta-
narmi dagli amici "troppo
perfetti" [... ] E sono andata
di male in peggio. Sto reagen-
do, per riemergere, e tornare
f,-, ONNA IN CRISI. alla normalità. Ma ho paura.
14,/ Caro direttore, sono una di troppe cose. Vedo solo sof-
nonna in crisi. Perché? Ho ferenza e ingiustizia attorno a
sentito in una conferenza che me. Il male sembra vincere.
le favole non sono poi così Perché?
educative per i bambini. Dav-
vero? Io ne racconto tante ai
Daniela, Lecce
miei nipotini e ai ragazzini Cara Daniela,
dell'asilo dove sono maestra. non esistono "amici troppo
E poi sono una tifosa di Ce- pe1fetti" , tutt'al più amici che
nerella! Tutto sbagliato dun- si credono pe1jetti, e che, in
que? Dicono che oggi si deve realtà, sono pe1fettamente in-
preferire la realtà alla favola. tegrati nel dorato quanto ar-
Fidenza (è il mio nome t(ficiale mondo del "bon
non la città) ton", dell'homme à la page,
sofisticato, un po' dandy e
Cara signora,
molto play-boy... Tieniti alla
non so chi sia l'esperto che larga da questa inte1faccia
ha liquidato la favola dal car- artificiale della "normalità".
net delle nonne, per mettere È bello leggere di persone
al suo posto "la realtà". che, come te, "tornano a rie-
Provi un po' a educare il mergere": è una vittoria
bambino con la "cronaca della speranza e del/' ottimi-
nera" (quella bianca pare smo , vuol dire che il beiie è
scarseggi tanto da non essere più forte del male, anche se
visibile e quindi raccontabi- tutto fa pensare l'opposto . Il
le!). lo sono per le favole. male si fa forte , s'ingrossa, e
Pensi, ad esempio , alla sua sembra dilagare, solo perché
Cenerei/a o Cinderella, o Ce- "urla". Un "perdente" fa la
nerentola che dir si voglia: voce grossa nella speranza
un racconto lineare, senza che lo prendano sul serio. Ri-
equivoci, in cui si percepisce cordi la favola di Esopo in
subito dov'è il bene e dove il cui l'asino faceva paura a
male, in cui trionfa - alla fine tutte le bestie perché s'era
- l'amore. Una favola, oltre- messo sul groppone la pelle
tutto, pedagogica: insegna del leone? A lungo andare si
che per arrivare a realizzare i tradì! Il male non ha vita
propri sogni è necessario lot- lunga. Prima o poi perde i ve-
tare, non scoraggiarsi, non stiti scintillanti e... resta
arrendersi, affrontare il peri- quello che è: "nudo". Chi se
colo , non rinunciare alla ve- ne accorge, se ne allontana
rità e alla giustizia. Signora, come è successo a te. Adesso
non dia retta a questi moder- tieni stretto il tuo tesoro e, so-
ni pseudo/esperti di pedago- prattutto, levati di dosso la
gia ... Continui a raccontare paura, lavala dal tuo corpo,
favole. E tiri la sua bella mo- cacciala dalla tua psiche.
rale!
È impossibile che una perso-
na non sia amata . Assoluta- trattati di teologia! Capisci,
mente! Non lasciarti destabi- Sii chi sei! Nel tuo quotidia-
lizzare: rischi di aver paura no ci sono le risposte che
dell'asino con la pelle del cerchi.
leone. Non dimenticare che
vivere la propria vita nella
"normalità" , è viverla come
va vissuta. .. Un teologo ha
scritto pagine stupende sulla
bellezza della normalità,
della ripetitività. .. Diceva tra
l'altro: "Guardate la rosa ...
o da millenni, ogni estate è
sempre quella, non cambia
mai. Ma a nessuno viene in
mente cli dire che ha stufato,
nessuno blatera che è mono-
tona, . sempre con gli stessi ~ALOCC~I. Caris~imo
colon, lo stesso profumo, le drrettore, m1 sono chiesto
stesse spine, le stesse foglie , parecchie volte se i malocchi
gli stessi cicli" . È monotonia, esistano. Ho visto da una si-
sì, ma si tratta di divina mo- gnora anziana mettere dell 'o-
notonia: è la monotonia della lio nell 'acqua, poi cominciare
vita!
a pregare ...
Non dobbiamo "ribaltare" il
mondo , dobbiamo camminar-
Daniele, Latina
ci dentro, diretti verso l'altra
sponda; dobbiamo non consi-
derarlo eterno o immarcesci-
bile, e nemmeno impossibile
da affrontare. È quello che è:
opera "peritu.ra", sì, ma
opera di Dio. È una strada.
Caro Daniele,
i malocchi esistono come esi-
stono le fate, i folletti , gli elfi,
gli gnomi. .. Solo le "fatture"
esistono davvero , e ce se ne
accorge quando arriva, ine-
sorabile, il tempo di pagarle!
Camminaci con l'occhio ri- Credi alle preghiere (la pre-
volto a chi cammina con il ghiera è cosa grande e indi-
tuo stesso passo , ma anche a spensabile nella vita) ma non
chi corre, o a chi va più alle strane cerimonie che tal-
piano, a chi è fermo, a chi è volta le accompagnano, in-
scivolato, a chi canta, a chi farcite di olio, acqua, grano ,
urla , a chi impreca, a chi orzo, sale, ecc. ecc. Quelle
piange, a chi si veste da leone sono pan.zane. Le leggi che
ed è un asino... Questo è il regolano i fenomeni fisici
mondo che attraversi.
sono fisiche . Punto e basta.
Tu , durante il cammino , fai Comunque , se vuoi qualche
una carezza, regala un sorri- spiegazione più scientifica, il
so, dona un centesimo, spendi "malocchio" è lo stesso che
una parola, asciuga una la- "iettatura". Quest' ultimo vo-
crima, tendi una mano... Non cabolo viene dal napoletano
cercare di essere ciò che non jettare, gettare. Di conse-
sei, non pretendere cli opera- guenza lo iettatore è chi getta
re miracoli! E non fare il occhiate cattive contro qual-
grande sbaglio di considerarti cuno. Ora , come ben sai,
un "nulla". Se ci sei, vali. tanti ci "fulminano" con gli
Proprio perché ci sei. Hai un occhi, e tanti noi stessi ''ful-
compito da espletare, proprio miniamo" in certi momenti di
perché ci sei. Lu.i ti parla rabbia o nervosismo. Se i no-
"nelle" e "con" le opere che stri "strali" andassero in
compi, ti parla attraverso il porto, ci sarebbero mucchi di
quotidiano. Ed è voce chiara, cadaveri più numerosi dei
sicura. Dal!' albero ci si at- mucchi di spazzatura. In una
tende che sia albero , da/fiore società "razionale" e' è poco
che sia fiore, dal cane che posto per la magia, cioè l' ir-
non voglia fare la giraffa, razionale. Dice l'antropologo
dalla scimmia eh.e non scriva Di No la: "La fede nella ietta-
SETTEMBRE 2005 BS

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~
,,~,,._,_{ , { - ( - (
JI!, tura rende iettato!" . Mi sa
4,:J che ha ragione: credere in
LI APPELLI Caro Di-
rettore, [.. .] Ho risposto
certi rituali più o meno magi- a uno dei tanti "Appelli" del
ci vuol dire tutto sommato in- BS che chiedeva, di un tale
debolirsi psicologicamente, che invocava corrispondenza
affievolire le proprie capacità per non sentirsi solo [... ] Ho
di autocon.trollo,far vacillare ricev uto prima una risposta una fede, sia chi è ateo, tutti
le capacità raziocinanti. È ve- ambigua, poi missive elo- sono tenuti a rispettare e ob-
ro, non tutto comprende la quenti con proposte oscene, bedire alla legge. Se non lo si
ragione, non tutto risolve, foto pomo, ecc. [... ] Ma che fa, occorre assumersene le
esistono lati "oscuri" nella razza di gente scrive gli ap- conseguenze . Durante I' impe-
vita di tutti e di ciascuno, ma pelli?
ro romano era legge "sacrifi-
non sono certo i rituali a base Per ovvie ragioni mi permetta care al!' imperatore", come
di olio, sale, grano, acqua e di non firmare.
fo sse un dio. I cristiani, ov-
compagnia cantando che ri-
viamente, non potevano ac-
solvono l'irrisolvibile!
Carola signore/a,
consentire a tale aberrazione.
Sono mortific ato . "Svitati" a Le conseguenze? Arresto, tor-
APPELLI
livello/religioso/spirituale ce ture e morte. Ebbene essi
ne sono molti, ahimè! Gente hanno accettato tutto questo.
Sono un pittore di scene
sacre. Mi piacerebbe corri-
spondere con artisti e per-
sone di fede. Luigi Ierna,
V.le R. di Lauria, 109 -
95127 Catania.
che ha l' anima sporca e la
psiche a pezzi. Sono più ma-
lati che cattivi, probabilmen-
te . Purtroppo non possiamo
garantire nulla a questo ri-
guardo. Potremmo sopprime-
re la rubrica, ma sappiamo -
Oggi non è plù così, ma non
rispettare la legge porta a
conseguenze sanzionatorie.
Le leggi si fanno perché si è
convinti che risolvano casi di
disordine. Esse non nascono
come un "pallino" di qualcu-
Cerchiamo gli exallievi di
Collesalvetti (dagli anni
' 50 in poi) per ricreare la
nostra Unione. Fatevi vivi
mandando il vostro recapi-
to a Tognotti Carlo, Via
Emilio Boni 1/U - 59100
Prato.
è un riscontro continuo - che
f a ben.e a molti, eh.e si è crea-
to un interscambio sia episto-
lare sia telefonico molto pro-
f icuo. Non mi pare onesto che
a causa di qualche "deprava-
to", come lei dice e io con-
cordo, iniziative simpatiche
vadano in malora . Comunque
no. Il testo legislativo va pen-
sato, studiato da esperti, di-
scusso in gruppi di studio,
presentato in Parlamento ,
rildiscusso in quella sede,
emendato, poi finalmente ema-
nato. Ciò che voglio dire è
che certe leggi non ci sono
perché le hanno volute i cat-
Mi piacerebbe corrispon-
dere con persone che come
me credano nella vera ami-
cizia. Antonio Capodieci,
Obere Fahstrasse, 1 -
56575 Weissenthurm,
Germania.
Raccolgo con passione e
studio immaginette sacre e
santini. Posso contraccam-
biare. Riccò Alfredo, Via
Folloni, 7 - 42100 Reggio
Emilia.
la ringrazio della segnalazio-
ne e dei consigli datimi . La
prima cosa eh.e fa cciamo,
quando ci giungono certe in-
f ormazioni, è quella di can-
cellare dal nostro database il
soggetto... incriminato!
~ERCHÉ PROIBIRE?
I.il Carissimo Direttore, [... ]
Un governo - com'è logico -
legifera per credenti e non
credenti. Questo nostro go-
verno legifera in base all 'e ti-
tolici. Si tratta invece di scel-
te culturali. Eutanasia, abor-
to , uso degli embrioni hanno
nemici non solo tra le file dei
cattolici, ma anche tra quelle
dei laici e dei non credenti.
No n dimentichi che, ancora,
nella maggior parte degli
Stati del mondo è in vigore il
di vieto del' eutanasia , de l!' a-
borto, ecc . E personalm ente
non credo che gli Stati che
permettono queste pratiche
siano i migliori e i più avan-
zati del mondo. Non confon-
Per un handicappato è una
fatica ogni giorno dire
cosa farò oggi. I giorni
sono tutti uguali .. .Vorrei
fare tante cose. .. ma resta-
no solo desideri, sono pa-
ralizzato. Però non sono
infelice. Amo corrisponde-
re e dialogare con chi mi
scrive.. . Palmisano Anto-
nio, Via Massafra, Case
Popolari PA 2 - 74015
Martina Franca (TA).
ca cattolica. Andrà bene per i
cattolici. Ma perché chi è non
credente deve seguire leggi
(come quelle su eutanasia,
aborto, fumo , ecc.), fatte per
credenti?
Tommaso, Bari
Caro Tommaso,
credo che occorra distinguere
bene tra "f ede" e "legge". È
vero che molti credono e altri
no, ma di fr onte alla legge si
è tutti uguali. Sia chi prof essa
da, insomma il corpus legum
(la legislazione civile) con la
!ex moralis (legge morale)
che è tutt'altra cosa . Anche
chi, per ipotesi, non ha nessu-
na morale non può esimersi
dal mettere in pratica le leggi
dello Stato.
Non ci è stato possibile p~1b-
blicare tutte le lettere pe1 ve-
nute in redazione. Ce ne
scusiamo. Provvederemo_ a
suo tempo alla pubbl1caz10-
ne o alla risposta personale .
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
BS SETTEMBRE 2005

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VIENNA, AUSTRIA
PALLONI PER I
RAGAZZI DI STRADA
Don Chavez, stupito e un po'
commosso ha ricevuto dalla
"Jugend Eine Welt" una con-
sistente offerta (1,8 milioni
di euro) per vari progetti sa-
lesiani nel III mondo . La
maggior parte del danaro
proveniva da donatori priva-
ti, scuole, parrocchie, gruppi
di giovani ecc. Una delle
campagne principali per la
TORINO, ITALIA
CFPPERIPIÙ
SVANTAGGIATI
Il Centro di Formazione Pro-
fessionale (CFP) dell 'Istituto
Maria Ausiliatrice di Torino
continua la sua missione edu-
cativa a servizio delle/i giova-
ni della città. Quest'anno tra i
vari corsi offerti uno si car·atte-
rizza particolarmente: "Ope-
ratore Moda-Integrazione con
la Scuola di Stato". È rivolto
a giovani ultradiciottenni con
raccolta di fondi per i più bi- obbligo scolastico assolto. Le
sognosi è intitolata: Balones richieste sono state numerose
de Futbol para los chicos de · e la selezione si è orientata
la calle, Palloni per i ragazzi verso le persone più svantag-
di strada. Sul pallone sono giate: donne disoccupate, tal-
scritti gli otto obiettivi della volta con figli piccoli, immi-
campagna.
grate (la maggioranza), gio-
1. Meno povertà e fame;
vani espulse dal mondo della
2. Scuola per tutti;
scuola o del lavoro, "casi" se-
3. Promozione della donna;
4. Abbassare la mortalità in-
fantile ;
5. Migliorare la salute delle
madri;
6. Lotta contro le malattie;
7. Sicurezza dell ' ambiente;
8. Promozione dello sviluppo.
gnalati dai Servizi Sociali.
L 'obiettivo principale del
corso è quello di aiutare chi
lo frequenta a recuperare fi-
ducia nella vita e nella so-
cietà, sentendosi utili e moti-
vati ad apprendere un'attività
lavorativa acquisendo compe-
tenze essenziali. Gli utenti
sempre più frequentemente
hanno manifestato povertà
svariate che hanno richiesto
un'attenzione particolare. La
comunità educante ha ripetu-
tamente approfondito questa
esigenza e si è interrogata
sulle scelte opportune da fare.
Di anno in anno i progetti
presentati per l'approvazione
e il finanziamento della Pro-
vincia si sono così orientati
verso le problematiche sociali
più urgenti: donne, immigrati,
cassaintegrati, giovani disa-
dattati, lavoratori con profes-
sionalità deboli.
TORINO, ITALIA
DUE DATE
A VALSALICE
Valsalice ha 135 anni di vita.
Il collegio dei "nobili" l'han-
no consegnato a un Don Bo-
sco, riluttante ad accettarlo,
nel lontano 1870, e lui otto
anni dopo lo trasformò in
Studentato per i suoi chierici.
Valsalice ha 100 anni di
scuola "paritaria": nel 1905 fu,
infatti, fondato il liceo classico
che subito lo Stato riconobbe
"pareggiato" alla scuola pub-
blica. E non se ne pentì. In
poco tempo divenne una
scuola prestigiosa. Un secolo
di impegno culturale ad altis-
simo livello, dunque, che ha
dato alla Chiesa e alla so-
cietà, nel corso di cento anni,
persone illustri che ricordano
con affetto i propri insegnan-
ti, severi, sì, ma interamente
dedicati alla formazione cul-
turale, umana e religiosa dei
propri allievi. Vogliamo elen-
carne alcuni, presi quasi a
caso dal "mazzo", scusandoci
con le migliaia che non po-
tremo citare.-Sono stati scola-
ri a Valsalice, tra i tanti, il
cardinale Tarcisio Bertone, ar·-
civescovo di Genova; il padre
Adalberto Piovano , priore
della comunità monastica di
Vertemate con Minoprio; il
dott. Vittorio Canuto, scien-
ziato della NASA; il giudice
Giancarlo Caselli, procurato-
re generale della Repubblica;
il dott. Giacomo D' Acquino,
psichiatra; il prof. Mario Pa-
rodi, semiologo, poeta, pro-
fessore universitario; il dott.
Giorgio Tosatti , giornalista
sportivo; Niccolò Carosio, fa-
moso radiocronista sportivo;
il prof. Rinaldo Bertolino, ex
Rettor Magnifico dell'Uni-
versità di Torino; il prof.
Giuseppe Riconda, filosofo ;
il prof. Guido Davico Boni-
no, critico teatrale, direttore
dell 'Istituto italiano di cultu-
ra di Parigi, e centinaia di
altri. Le "Lezioni magistra-
li" sono il fiore all ' occhiello
della scuola, conferenze a
tema tenute eia exallievi del
liceo su svariati argomenti
culturali.
SETTEMBRE 2005 BS

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redazionale
C A M M A RATA,
SICILIA
UN CENTENARIO
"Non possiamo trattenerci dal-
l'inviare un plauso speciale
ai buoni cooperatori di Cam-
marata che... abbracciarono
anch' essi la pia pratica di so-
lennizzare il 24 di ogni
mese... come si fa nel santua-
rio di Valdocco". Così il BS
di settembre di 100 anni fa.
Cammarata, grande paese
dell 'agrigentino , ha in effetti
passato un anno particolare. Il
18 gennaio 1904 la statua di
Maria Ausiliatrice, fatta arri-
vare dal cooperatore salesiano
don Salvatore La Corte, fece
il suo ingresso nel paese e la
prima festa solenne venne ce-
lebrata il 24 maggio 1905 . Da
allora, ogni mese allo stesso
giorno la commemorazione
della Madonna di Don Bosco
a Cammarata è stata un even-
to atteso che ha richiamato
devoti anche dei paesi vicini,
tanto da provocare anche un
ammirato biglietto di don Rua
e un libretto del sacerdote Ni-
colò Mendala nel 1911 , dal
titolo: Brevi notizie storiche
del culto di Maria Ausiliatri-
ce e dell'azione dei coopera-
tori salesiani in Cammarata e
san Giovanni Gemini, stam-
pato dalla scuola Tipografica
Salesiana di Catania. Nel
1950 ci fu l'incoronazione del
simulacro. Per l'occasione
venne composto un inno che
nel ritornello sottolinea la pa-
ternità sicula di musica e pa-
role "Beddamatri Ausiliatri-
ce/nostra dolce protettrice,
sei regina di ogni cuor". Non
pochi i salesiani di Cammara-
ta: don Francesco Madonia fu
il primo, poi don Stefano
Maggio, don Vincenzo Giar-
ratana, suor Concetta Barcei-
lona, suor Maria Madonia,
ecc. In breve 14 salesiani
preti , 4 salesiani laici, 23
FMA. Camma.rata ha potuto
fes teggiare il Centenario del
culto di Maria Ausiliatrice
con la soddisfazione dei co-
piosi frutti avuti in 100 anni
di venerazione filiale .
VOCI DELLA SERA
Un libretto semplice di sempli-
ci e profondi pensieri che
hanno il sapore delle antiche
"Buonenottl' collegiali , rac-
contate dal direttore ai ragaz-
zi riuniti prima di andare a
letto. Non per nulla il prof che
le ha scritte è un exallievo dei
salesiani. Sono veloci descri-
zioni di fatti , detti, motti , consi-
gli , riflessioni, spunti passibili
di ampliamento che toccano i
temi più vari, ma sempre
quelli sensibili, attuali, pensieri
da ammannire ogni giorno
sulla tavola della vita. Grazie
a Pietro Scarpelli per questi
piccoli spunti serali (P. Scar-
pelli , Voci della Sera, Ed. Il
Setaccio 2004).
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
LA SEDE VACANTE
L'Ufficio Filatelico e Numismatico del Governatora-
to della Città del Vaticano ha emesso in data 12
aprile 2005, dopo la morte di papa Giovanni Paolo Il
la serie di francobolli intitolata Sede Vacante
MMV .
La serie, come precisato dal Comunicato dell'Uffi-
cio , è composta di tre valori a soggetto unico,
recanti l'insegna della Camera Apostolica. Attual-
mente la serie ha solo validità collezionistica, non
più postale . Venne infatti a suo tempo precisato
che detta serie avrebbe avuto validità postale
"solo ed esclusivamente per la durata della Sede
Vacante".
I valori della serie sono 0,60 con scritta in blu;
0,62 con scritta in rosso e 0,80 con scritta in ver-
de. Sempre lo stesso il soggetto. In occasione del-
l'emissione suddetta le Poste Vaticane hanno a
loro volta posto in uso uno speciale annullo . In
esso è raffigurata una stilizzazione dell'insegna
della Camera Apostolica. Tale annullo è completa-
to dalle scritte "Die emissionis" e "Poste Vaticane.
12 aprile 2005". Il bozzetto è stato realizzato a
cura dell'Ufficio Filatelico e Numismatico del
Governatorato.
Per saperne di più: 'a" 0761/307. 124
BS SETTEMBRE 2005

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l00annifa
Nel BS di settembre 1905 una .breve relazione
del chierico Giovanni De Maria, missionario
in Ecuador a don Rua, racconta un'avventura,
una delle tante, cui i missionari andavano
quasi quotidianamente incontro in quei
tempi ...
BAMBINI IN PIGIAMA
Ecco un testo insolito, pro-
dotto dalla psicologa scola-
stica Elvezia Benini ed edito
dalle edizioni scientifiche
Ma.Gi di Roma. Affronta un
problema serio e delicato ,
que llo della degenza in
ospedale dei bambini , che
non sono certo come gli altri
pazienti. L'autrice analizza
con cura e competenza i bi-
sogni del bambino, il mondo
del personale medico e para-
medico, le esigenze dei geni-
tori ... e fa l'innovativa propo-
sta di port_are la scuola in
ospeda le. E da leggere so-
prattutto da parte dei genitori
interessati e da medici e pa-
ramedici che si trovano alle
prese con i bambini ospeda-
lizza ti.
Il rio Bamboiza, fiume dell'avventura del chierico
Giovanni De Maria,
,,, D ' improvviso un torrente d ' acqua s'impadronì
della canoa, ed in un attimo la vediamo andare a
precipizio contro una rupe [... ] i due compagni
che si trovavano a prora, di un salto si misero in
salvo sulla sponda, mentre io che stava a poppa
non ebbi tempo [...] Non so come, potei afferrar-
mi alla radice di una pianta e ne rimasi sospeso,
mentre la canoa continuava ad esser trascinata
dalla corrente. Corsero i compagni ed uno per la
mano 1'altro per le gambe mi tirarono in salvo.
Ma ahi! in che stato! La radice alla quale mi era
avvinto era irta di spine che mi lasciarono molti
ricordi; ma questo fu nulla. Quello che ci addolo-
rava era la perdita di tutte le nostre cose rimaste
sulla canoa .. . Pure, che farci? [... ] Quella notte
però dovemmo dormir bagnati com'eravamo, e
senza ristorarci né punto né poco, sulla sponda
del fiume. L'indomani non avendo più nulla da
caricare ci fu facile il passar il fiume a nuoto e
proseguire il cammino [... ] Amato Padre, avesse
visto che umoristica carovana. Chi una cosa chi
un'altra, tutti avevano perduto qualche parte del
vestito . Uno era in mutande , un altro senza cami-
cia, tutti senza cappello, senza poncho e senza
scarpe! Immagini che bella figura [... ] Quando
Dio volle giungemmo alla casa della Missione.
L'ingresso fu trionfale ... a piedi nudi, capo sco-
perto e la vesta talare a brandelli . (Gualaquiza 9
maggio 1905)
SETTEMBRE 2005 BS
COTONOU, BENIN
abiti e la biancheria, per evita-
re malattie dov ute alla man-
canza di pulizia . Al Foyer di
LA BARACCA ROSSA Cotonou siamo al gran com-
pleto: le bambine e le ragazze
Suor Maria Antonietta Mar- accolte sono 35, 17 delle quali
chese ci scrive: «La nostra ac- frequentano la scuola elemen-
coglienza delle bambine e ra- tare. Le piccole imparano an-
gazzine vittime del traffico che a confezionarsi i loro
dei minori continua a pieno abiti. Abbiamo aperto nei lo-
ritmo: nell 'anno in corso ne cali della parrocchia una scuo-
abbiamo accolte 265 tra le la alternati va frequentata da
quali anche q ualche ragazza 42 allieve dai 6 ai 13 anni, di-
vittima del matrimonio forza- vise in due classi: Le alunne
to, altra piaga di questo paese. sono quasi tutte fi llettes
Reinseriamo la maggiore par- placées, piccole domestiche o
te di queste bambine nei loro venditrici analfabete. In 4
villaggi, presso le famiglie o anni dovrebbero conseguire il
presso parenti e/o conoscenti diploma di scuola elementare
in grado di ospitarle, Ne aiu- (qui la primaria dura 6 anni).
tiamo molte ad andare a scuo- La frequenza è solo al matti-
la o a imparare un mestiere in no, così nel pomeriggio le
qualche atelier non lontano bambine possono vendere o
dalle loro abitazioni. Le se- aiutare nei lavori domestici, e
guiamo poi costantemente per hanno in tal modo il pennesso
verificare la loro condizione e di freq uentare durante la mat-
assicurarci che non vengano tinata. L 'Un icef ci regalerà
di nuovo vendute. Abbiamo una Toyota per poter più fa-
iniziato degli incontri in cui cilmente raggiungere i vi llag-
diamo dimostrazioni pratiche gi, reinserire le fillettes e visi-
su come lavare i bambini, gli tarle».

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Luciano Pasquali
af!a~zi... così.. .
CATTOLICI · ((
cJOe ... per cu-
Rriosità: ma qual-
ALL'UNIVERSITÀ cuno di voi è credente?».
stessi argomenti, lo stesso
frasario , le stesse locuzio-
ni. .. Sfoggiano una ripetiti-
vità concettuale ormai
« lo no. Cioè, la penso un
stantia, supportata da
po' a questo modo... voglio
dogmatismi e condiziona-
dire ... prima si credeva,
chessò, che i fulmini ve-
nissero da Dio, e cose del
Un'occhiata a un mondo particolare,
fucina di idee, ma spesso anche
menti che hanno poco a
che vedere con la ricerca
della verità. E, forse senza
genere, poi è arrivata la di qualunquismo. Sono sempre di più rendersene conto, sfoggia-
scienza ... Capito? Non c'è
più bisogno di credere in
i giovani che la frequentano. E i cattolici? ...
no anche un'ignoranza
radicale in materia di reli-
Dio!». «Neanche io credo,
gione .. . Certo non da uni-
però non è vero quando mi
versitari. Di religione in-
dicono che non credo in
somma parlano molto ma
nulla: cioè, per esempio
sanno poco o niente. Fino
credo a/l'amicizia... a/l'amo-
a sparare su Cristo e i tre
re ... ai valori... ». «lo prima
ladroni in croce, o sulla
andavo in chiesa .. . poi è
parabola della caverna
successa una cosa .. .
(deve ave rci messo lo
cioè... non mi va di parlar-
zampino Platone!).
ne. È un po' il sistema cleri-
cale che non mi va giù».
Altri, poi, pontificano
« lo credo. E basta. E non
· su una presunta incom-
mi chiedete di spiegare il
patibilità tra ragione e
perché». «Beh, anch 'io!».
fede , scienza e re ligione,
« Tu? Davvero? È da non
e via discorrendo, quasi
crederci! Cioè, per carità,
fossero luminari assoluti.
da una parte ti invidio, ma
Mi sono accorto che certe
conoscendoti...".
prese di posizione sono
Scampoli di una conversa-
mode più che convinzioni.
zione tra amici all'Univer-
E certe altre arrivano per-
sità Roma 3. Potrà sem-
ché il cristianesimo sareb-
brare strano, ma il discor-
be latore di troppi divieti.
so sulla fede è frequente
Insomma è una questione
tra gli universitari. Quello riportato è... estempora- di libertarismo individualista ... segno dei tempi ,
neo, una chiacchierata tra le tante che si risolvono ahimè!!! Di una cosa sono certo: i cattolici hanno
in sterili gare di "opinionismo", infarcite di cioè per- in mano argomenti solidi ... se solo avessero più
ché di sostanza concreta ce n'è poca e di sostanza coraggio, e anche un po' più di istruzione sulla
culturale sull'argomento specifico ... ancor meno . loro fede!...
D
Quel che è certo è che se non appartieni a qualche
gruppo non è facile, oggi, professare "io sono cri-
stiano" nelle aule universitarie.
Una volta, discutevo con un amico non cre-
dente. Una coppia che aveva seguito il discorso,
mi ferma poco dopo: «Scusa ... volevo sapere ...
ma tu fai il catechiesta?». «No, per fortuna di chi
va a catechismo!». « Ecco, perché noi due faccia-
mo parte di una comunità cristiana, ma qui ci sia-
mo demoralizzati. .. Ci ha fattp piacere sentirti...».
Demoralizzar$i? Ma perché? Che razza di cristiani
esistono? lo mi sono accorto proprio all 'Università
che chi non crede sprona per primo alla discussio-
ne sull 'argomento ... Ne avrà bisogno , evidente-
mente? L'atto di fede stimola molto di più chi ne è
privo. Ma, chi si professa ateo ripropone sempre gli
lii
BS SETTEMBRE 2005

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
CASA CHIESA
QUASI UN ANNO FA,
L'INCONTRO
APERTAA TUTTI DEI VESCOVI
PER RIFLETTERE
SUI PROBLEMI
DI UNA PARROCCHIA
MODERNA.
di Silvano Stracca
A fine novembre del 2004,
cardinali, vescovi, sacerdoti
e laici di diversi paesi di
tutti i continenti si sono incontrati in
Vaticano per riflettere sul futuro
della parrocchia in quest'epoca di
grandi mutamenti sociali e culturali.
E, soprattutto, di fronte alle urgenti
sfide della scristianizzazione e del-
l'indifferenza religiosa. Molto im-
portante è stato, all'inizio della riu-
nione, un breve discorso di Giovan-
ni Paolo II che ha delineato quasi
una sorta di identikit della parroc-
chia in un mondo che cambia, riaf-
fermandone con convinzione il
ruolo centrale e insostituibile, per
rendere possibile anche oggi l'in-
contro di ogni persona con la Chie-
sa. Giovanni Paolo II - che in più di
26 anni di pontificato, fin quando le
forze lo hanno sorretto, ha visitato
oltre 300 parrocchie di Roma -
aveva iniziato con il ricordare come
sia proprio la prurncchia "l 'espres-
sione più immediata e visibile della
Chiesa che vive in mezzo alle case
dei suoi figli e delle sue figlie". Una
citazione, quest'ultima frase, tratta
dall'esortazione apostolica "Christi-
fideles laici".
RINNOVARSI
La parrocchia, aveva proseguito
papa Wojtyla, la cellula vitale
nella quale trova naturale colloca-
zione la partecipazione dei laici al-
1' edificazione e alla missione della
Chiesa nel mondo. È presenza che
richiama costantemente ogni uomo
a confrontarsi con il senso ultimo
della vita; è porta aperta a tutti,
perché ognuno possa accedere al
cammino della salvezza". In una
parola, aveva sintetizzato Giovanni
Paolo II, la parrocchia il luogo
per eccellenza dell 'annuncio di
SETTEMBRE 2005 BS
Papa Wojtyi'a al Pontificio
Consiglio dei Laici, il 25
novembre 2004, sul futuro
della parrocchia.
Cristo e dell'educazione alla fede.
Proprio per questo ha bisogno di
rinnovarsi continuamente per dive-
nire vera "comunità di comunità",
capace di un'azione missionaria
veramente incisiva". Missione e
comunione, aveva insistito il Papa,
devono andare di comune accordo.
E questo è ancor più evidente nel-
l'anno che la Chiesa di tutto il
mondo sta vivendo. "In quest 'anno
dedicato all 'Eucaristia - aveva sot-
tolineato - come non ricordare che
l'Eucaristia è il cuore pulsante
della parrocchia, fonte della sua
missione e presenza che continua-
mente la rinnova? In effetti, la par-
rocchia è comunità di battezzati
che esprimono la loro identità so-
prattutto attraverso la celebrazione
del sacrificio eucaristico". Dunque,
per Giovanni Paolo II, la parroc-
chia deve essere una struttura por-
tante della pastorale, che necessita
oggi urgentemente di essere rinvi-
gorita e rinnovata. Rinnovamento
che però avrà luogo solo se passerà
attraverso la conversione delle per-
sone. Soltanto cristiani nuovi e au-
tentici possono, infatti, rinnovarne
il volto. Ma occoITe ripartire dall 'i-
nizio, dall 'annuncio del kèrigma
proprio come negli Atti degli Apo-
stoli. "Non si può più dare per
scontato", scrivono i vescovi italia-
ni, "che si sappia chi è Gesù Cri-
sto., che si conosca il Vangelo, che
si abbia una qualche esperienza di
Chiesa. Vale per fanciulli, ragazzi,
giovani e adulti; vale per la nostra
gente e, ovviamente, per tanti im-
migrati, provenienti da altre cultu-
re e religioni. C'è bisogno di un
rinnovato primo annuncio della

2.3 Page 13

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••••••••••••••••••••••••••••••••
È compito della Chiesa in
quanto tale, ricade su ogni cristia-
no e tocca in modo particolare le
pairncchie".
PARROCCHIA
MISSIONARIA
In un lungo documento dedicato
interamente alla parrocchia, l'anno
scorso, i vescovi hanno ribadito
senza tentennamenti che la Chiesa
italiana non intende fare a meno di
una risorsa che, pur con tutti i suoi
difetti e limiti, le consente ancora
oggi di radicarsi nella società, di
essere presente nel territorio e di
realizzare la sua scelta di essere
"popolare", cioè di rivolgersi a
tutti. I vescovi non si nascondono
le difficoltà della loro scelta, che
non derivano solo dai cambiamenti
sociali e culturali sempre più rapfdi
e consistenti, ma anche da certe
inerzie che le parrocchie sperimen-
tano. Alle parrocchie, e alle diverse
figure che ne animano la pastorale,
a partire dai pairnci, i vescovi chie-
dono di farsi cai·ico di quello slan-
cio missionario che la Chiesa in
Italia avverte ormai da tempo. Nel-
1'ambito di questa "pastorale mis-
sionaria", i vescovi domandano alle
I Giovanni Paolo Il visita il 19/01/1997
la parrocchia romana di S. Maria
della Speranza, retta dai
salesiani, come vescovo
della città.
pairncchie di essere "dimore che
sanno accogliere e ascoltare paure
e speranze della gente, domande e
attese, anche inespresse, e che
sanno offrire una coraggiosa testi-
monianza e un annuncio credibile
della verità che è Cristo". Una par-
rocchia missionaifa, puntualizzano,
"è al servizio della fede e delle per-
sone, soprattutto degli adulti". Le
pairncchie, a loro giudizio, "devo-
no continuare ad assicurare la di-
mensione popolare della Chiesa,
rinnovandone il legame con il terri-
torio nelle sue concrete e molteplici
dimensioni sociali e culturali. C'è
bisogno di parrocchie che siano
case aperte a tutti, si prendano cura
dei poveri, collaborino con altri
soggetti sociali e con le istituzioni,
promuovano cultura".
.
Infine, le parrocchie non possono
più agire da sole. Ci vuole "una pa-
storale integrata" a livello della
diocesi, in cui le parrocchie si col-
leghino tra loro, valorizzando l' ap-
porto della vita consacrata e dei
nuovi movimenti ecclesiali. E ci
vogliono "nuovi" protagonisti: una
comunità che si sente tutta respon-
sabile dell ' annuncio del Vangelo,
preti più pronti a collaborare tra
loro e più attenti a promuovere ca-
rismi e ministeri laicali.
D
LE PARROCCHIE IN ITALIA
PER REGIONI ECCLESIASTICHE
PUGLIA
EMILIA ROMAGNA
SARDEGNA
LIGURIA
TOSCANA
LAZIO
CAMPANIA
SICILIA
CALABRIA
BASILICATA
ABRUZZO/MOLISE
MARCHE
UMBRIA
TR IVENETO
LOMBARDIA
PIEMONTE
RIEPILOGO
Parrocchie
1075
2714
620
1251
2495
1462
1835
1798
980
267
1077
822
672
3536
3073
2250
26.107
Sacerdoti
2778
3817
1264
2059
3465
7519
3829
3522
1458
440
1459
1882
1158
1459
7774
4651
48.534
LOMIIUDIA
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•· Coolio.dl .......
BS SETTEMBRE 2005

2.4 Page 14

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Il problema droga non è in ribasso, tutt'altro.
ADOLESCENTI
di Mario Scudu, insegnante
VERSO DOVE? . • •
Risuona sempre più
spesso /'allarme per il
consumo di droga da
parte di molti dei nostri
giovani in età scolare e
oltre. Un allarme
angosciante per chi lavora
con loro e per loro e ha
a cuore lo loro crescita
e maturazione.
P urtroppo, c'è una certa apatia
in giro: non si bada più di
tanto alle droghe cosiddette
leggere assunte da adolescenti, lo si
considera un problema tipico del-
1'età (quell'adolescenza lunga che
scivola fin verso i 30 anni!). E sem-
bra crescere anche la rassegnazione:
"E - si dice - inevitabile nella no-
stra società occidentale". Essendo
insegnante, ho letto con angoscia la
denuncia su un settimanale naziona-
le di una collega davanti al compor-
tamento dei suoi allievi: "Alla
prima ora avevo quattro alunni con
la testa appoggiata sul banco che
non riuscivano a stare svegli. Li ho
guardati in faccia e ho visto i loro
occhi lucidi e rossi. Erano intontiti
dalla prima canna mattutina. A
quindici anni co1Tono già verso il
nulla. Bisogna fare qualcosa!".
"Guardi, professore, che l'alcol ha
effetti più devastanti dell 'erba", mi
dice un genitore. "Lei pensa che
vietando gli spinelli si risolvano
tutti i problemi?", ribatte un altro.
QUALCUNO HA COLPA...
Gli adulti rimuovono lo sguardo
dall 'evidenza: l'uso abituale di so-
stanze stupefacenti da parte di un nu-
mero sempre crescente di ragazzi.
SETTEMBRE 2005 BS
... Quell'adolescenza lunga che scivola fino ai trent'anni.
"La maria (la marijuana) non crea
dipendenza, quindi che male c'è? ... ".
Intanto in certe scuole non pochi
alunni arrivano in classe la mattina
già 'fumati ' e non sono in grado di
imparare nulla. "Sì, va bene, ma
l'alcol ha effetti più devastanti del-
1'erba e vietando gli spinelli non si
risolvono i problemi". Così la difesa
d'ufficio. Ma io penso che siano
molti gli insegnanti che sottoscrive-
rebbero la disperata denuncia della
collega. Alcune notizie correlate al
problema hanno avuto risalto nella
cronaca di Torino: la droga viaggia
sui treni diretti al capoluogo insie-
me a centinaia di studenti o di gio-
vani lavoratori che vengono in città
col "viatico personale" (lo spinello,
o peggio), per affrontare la giornata
o rilassarsi alla fine della medesima.
Così un giorno si sono visti, invece
dei controllori, i carabinieri con i
cani antidroga. Altra notizia: Tele-

2.5 Page 15

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E a nessuno è lecito abbassare la guardia.
camere ali' interno di un noto Istitu-
to Tecnico riprendono alcuni stu-
denti intenti a 'rollare spinelli' . Na-
turalmente i soliti benpensanti han-
no gridato allo scandalo; altri - i di-
fensori a oltranza - alla violazione
della privacy: i diritti dell'individuo
sono assoluti, quindi rispetto asso-
luto delle proprie scelte. Diverso
l'atteggiamento degli abitanti di
New Orleans: spiati da telecamere
piazzate in punti strategici della
città. .. hanno reagito addirittura tas-
sandosi per comprarne altre. Spiati
e contenti, perché grazie all'elettro-
nica spiona erano diventati più sicu-
ri un po ' tutti. Come dire meno pri-
vacy è uguale a più di sicurezza.
Ml ASSOCIO,
MA CHE FARE?
Mi assoccio alla denuncia di alcu-
ni alunni stanchi, svogliati, apatici,
o pieni di sonno già prima di inizia-
re la lezione o, talvolta, super ecci-
tati e di conseguenza intrattabili.
Qualcuno già 'fatto', 'fumato', 'fuo-
ri' prima di entrare. In una classe
(16-17 anni) un pomeriggio, due
alunni in vena di confidenze hanno
confessato candidamente di farsi
una canna prima di entrare a scuola.
Il secondo ammise che non assume-
va più la roba ma, come alternativa,
aveva deciso di . .. ubriacarsi almeno
una volta alla settimana. Il filosofo
Baruch Spinoza ha descritto così
l'atteggiamento da avere davanti
alla realtà: Non piangere, non ride-
re, non esaltarsi ma capire. Davanti
a molti dei nostri adolescenti che
hanno già cominciano "la corsa ver-
so il nulla" non c'è niente da ridere.
Da piangere sì, ma soprattutto da
capire e agire di conseguenza. Molti
dei nostri scolari adolescenti sono
figli ... dei figli . del '68, stagione
esaltante e devastante che i genitori
o hanno vissuto da studenti, o ne
hanno respirato il clima, e assimila-
to, consciamente o per semplice
osmosi ambientale, l'ideologia. Qua-
le? Quella contestativa, antiautorita-
ria, permissiva, libertaria a cui il
movimento studentesco diede facile
combustibile ed entusiasmo. Secon-
do un sociologo questa ideologia
permissiva della contestazione ha
registrato un singolare successo
storico, plasmando gli orientamenti
delle nuove generazioni (Vaccarini).
Si faceva strada a livello culturale
quello che venne chiamato umane-
simo radical-borghese, cioè una di-
versa visione dell 'uomo e del suo
progetto esistenziale, con un 'etica
che si struttura strada fa cendo, se-
guendo il principio che è doveroso
solo ciò che la coscienza dell ' indi-
viduo valutata di volta in volta
come tale". Altro slogan super cita-
to: Proibito proibire. Venne chiama-
ta 'borghese ' questa nuova antropo-
logia perché proponeva ed esaltava
uno stile di vita privo di carica idea-
le, che punta tutte le sue risorse sul
benessere materiale come priorità
delle priorità. Tradotto, significa
che l'edonismo trova terreno fertile
nella società dei consumi occidenta-
le, e ha come corollario il rifiuto di
ogni prospettiva aperta al trascen-
dente, specialmente se porta norme,
leggi, tradizioni che pretendano di
limitare la ricerca del piacere indivi-
duale.
EXEMPLA TRAHUNT
Questo modo di pensare, valutare,
comportarsi, questa ideologia radi-
cal-borghese viene proclamata da
personaggi ben in vista nel sistema
mediatico. E i giovani "copiano e
incollano" nelle proprie scelte.
Non pochi ragazzi/e arrivano
in classe la mattina già 'fumati'.
La "maria" non fa male, non crea
dipendenza, quindi che male c'è?
Anche loro sono v1tt1me di questo
clima culturale e di questa crisi mo-
rale, nata dal fallimento della rivo-
luzione permissiva, predicata dal
'68 in poi. L'esempio più eclatante
è proprio quello della droga e del
suo uso libero come parte integrante
di questa rivoluzione. Si voleva ria-
bilitare il piacere in tutte le sue
componenti, e rivendicare il diritto
a poter disporre di se ~tessi a pro-
prio piacimento. Non si accorgono
molti giovani che il fare ciò che
pare e piace in nome di una libertà
astratta riduce la libertà concreta.
La libertà senza verità e senza virtù
diventa schiavitù (R. Buttiglione).
Possiamo proporre come modello di
libertà un giovane in crisi di asti-
nenza che picchia anche la propria
madre per procurarsi il denaro per
-la "roba"? Non è forse la personifi-
cazione stessa della schiavitù? Men-
tre si abbassa l'età del primo spinel-
lo o della prima sniffata, sta diven-
tando sempre più difficile opporsi
alla loro legalizzazione. Continua a
imporsi la cultura del relativismo e
del nichilismo che chiama le droghe
sostanze ricreazionali, e le definisce
leggere cioè innocue, roba da tempo
libero, o per essere più efficienti. E
si continua a decolpevolizzare gli
utenti come se facessero una cosa
senza conseguenze, quando ormai è
dimostrato il contrario. Recita un
proverbio cinese: Chi cavalca la ti-
gre non può più scendere. Ma molti
adolescenti s'illudono di riuscire a
cavalcare la tigre/droga e di poter
scendere quando vogliono, mentre
imboccano, ahimè, una strada che
corre verso il nulla.
D
BS SETTEMBRE 2005

2.6 Page 16

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redazionale
GAMBELA, ETIOPIA
UN PROGETTO
Gambela è una regione e una
città. Di confine. In tutti i
sensi: confina con il Sudan ed
è ai marginj delle preocc upa-
ziom del governo e, finora,
anche della Chiesa. Il clima
toni do e la malaria fiacca no il
corpo e lo spirito. Gli abitanti
apprut engono a tre etnie in
lotta tra loro, ru1che se non
aperta. Gli Anuk, scuri e slru1-
ciati, ruTivati dal Centro Africa
300 a1111i fa; gli Abescià, gli
uomim dell 'altopiano emigrati
forzatamente al tempo del dit-
tatore Mengrustu; i Nuer, pro-
fughi del Sudan, scappati dagli
orrori della guerra. .. Tensiom
e odi avvelenano i rapporti.
Nel 2000 don Giuseppe Lru·-
cher inizia a Gambela la pre-
senza salesiana, che ha fatto
passi da gigante, in cinque
anni dal niente è sorta la par-
rocchia (da quest'anno), la
scuola professionale, I'orato-
1io, il centro giovanile. Quasi
3500 ragazzi frequentano il
centro la domenica; più di 500
le normali attività sp01tive,
cultu rali e folcloristiche. Una
delle attività più apprezzate
dalle autorità è il corso di fal e-
gnameria e saldatura per una
ventina cli giovani carcerati.
PISA, ITALIA
Da Pisa un lettore (I. B aroni )
ci invia un rebus... biblico.
Lo pubblichiamo volentieri .
REBUS: 3 5 9
BREVISSIME DAL MONDO
ONU, NEW YORK. L 'ar-
civescovo Celestino Miglio-
re, Osservatore Permanente
della Santa Sede presso le
Nazioni Umte, nel comme-
morare il 60° anruversario
della fine della Seconda
Guerra Mondiale ha affer-
mato che la vera ragion
d'essere delle Nazioni Umte
è la pace tra le Nazioni.
ROMA, ITALIA. Carlo
Stagnaro, Direttore del Di-
pattimento Ecologia di mer-
cato dell'Istituto Leoni ha di-
cruru·ato: "Non solo non v'è
alcuna evidenza che l 'esposi-
zione al cosiddetto inquina-
mento elettromagnetico pos-
sa causare danm; tutti i p1in-
cipali organisrm scientific i
mondiali, compresa l'Orga-
mzzazione Mondiale della
Sanjtà, affennano esattrunen-
te il contrfilio ... La scienza
non può essere scritta nelle
aule di giustizia.. . I giudici
preferiscono sentenze politi-
camente corrette a dati scien-
tificrunente inoppugnabili".
i] professor Franco Battaglia,
docente di Chimica dell' Am-
biente all 'Umversità di Mo-
clena: "Viviamo in un Paese
ove le leggi e i testi di fisica,
biologia, medicina - di
scienza in genere - sono ri-
scritti nelle aule dei parla-
menti e dei t.Jibunali". (da
Zenit 11-05-2005)
CONCORSO. La "Salvato-
re Zuppardo ONLUS" ha in-
detto il 6° Concorso Nazio-
nale "La Gorgone d'Oro" di
poesia religiosa o a tema li-
bero, in lingua o in dialetto.
Gli elaborati vanno spediti
entro il 30 ottobre p.v. a:
Centro di Cultura e Spiri-
tualità Cristiana, Via Cam-
marata 4 - 93012 GELA
(CL) tel. 0933.937474.
ROMA. Cifre inaudite. 13
miliardi di $ ali 'anno baste-
rebbero per dar da mangiare
a "tutti" gli abitanti del pia-
neta. Per contro 17 miliardi
di $ all 'anno si spendono
solo in E uropa per i costosi
cibi degli animali domesti-
ci. Con poco piit di 9 mi-
liardi di $ ann uali si potreb-
bero dissetru·e "tutti" gli
ab itanti del mondo. Per
contro in Europa vanno an-
nualmente più di 11 miliar-
di di $ in gelati. Con 6 mi-
liardi di $ verrebbe assicu-
rata la scuola a tutti i bam-
bini del Globo. Per contro
solo negli USA ogni anno si
spendono più di otto miliar-
di in cosmetici.
UDINE, ITALIA
VI RICONOSCETE?
Ecco una foto "storica". A p-
parteneva a un exallievo del-
l'istituto salesiano di Udine.
"I birichini di Don Bosco" -
probabilmente un gruppo ora-
toriano - fes teggiavano con
ogni probabilità la prima co-
munione di alcuni di loro, a
giudicare dalla fogg ia de l loro
abbigliamento. La foto è stata
scattata il 19 marzo 1946,
fes ta di san Giuseppe, una
delle più sentite negli anru
'40 , presso i salesiru1i.
SETTEMBRE 2005 BS

2.7 Page 17

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a cura del direttore
BRA, ITALIA
Festa a Bra per il conferi-
mento di una targa al
salesiano laico prof. Ric-
cardo Mano, da 53 anni
apprezzato e ricercato
insegnante presso l'ITI ,
punto di riferimento per
una schiera innumerevole
di alunni , oggi affermati
professionisti. Il prof.
Mano è stato ed è "una
realtà importante per la
formazione della nostra
città". Magnifico elogio
dell 'assessore Davico , il
giorno della consegna del
riconoscimento.
LUNGI, SIERRA LEONE
Per padre Albert le
necessità più urgenti
sono le scuole , indispen-
sabili per il futuro dei gio-
vani della Sierra Leone:
ignoranza equivale a
sch iavitù. Perciò non si
danno pace, lui e gli altri
salesiani , ogni volta che
scoprono che in un villag-
gi o manca la scuola .
Ecco qui i ragazzi stessi
che danno una mano per
portare la sabbia da
impastare col cemento
per costruire la nuova
scuola .
CITTÀ DEL VATICANO
Quel 24 aprile, inizio uffi-
ciale del pontificato di Be-
nedetto XVI , erano nume-
ros i i salesiani in Piazza
San Pietro . Tra gli altri il
Rettor Maggiore e il po-
stulatore delle cause dei
santi per la congregazio-
ne salesiana. Al momento
della comunione eucari-
stica, don Chavez ha po-
tuto riceverla dalle mani
del Pontefice.
ROMA, ITALIA
Dopo Claudia Koll, altri
VIP sono diventati testi-
monial del VIS , il volonta-
riato internazionale che
fa riferimento ai salesia-
ni : la conduttrice Paola
Saluzzi, l'attore Flavio
lnsinna (Don Bosco nella
fiction omonima) e il cal-
ciatore Christian Vieri.
Tutti hanno motivato la
loro adesione con il desi-
derio di rendersi utili
verso chi ne ha più biso-
gno: "Hai due mani una
usala per te , la seconda
per gli altri".
EL BOLSON,
ARGENTINA
1112 marzo u.s. a El Bolson
è stata inaugurata la "Piaz-
za Piemonte" in ricordo
dell'emigrazione piemonte-
se in Patagonia: un monu-
mento al contadino che
dissoda la terra e un busto
a Don Bosco, i cui missio-
nari sono stati gli assoluti
protagonisti della evange-
lizzazione e promozione
della regione. Il direttore di
Esquel ha raccontato la
storia delle missioni sale-
siane a un numeroso pub-
blico di cittadini e autorità.
BARCELLONA,
CATALOGNA
A fine mandato , grande
apprezzamento è. stato
espresso dalle autorità ci-
vili e dalla Chiesa al sale-
siano padre Francese Riu
i Rovira de Villar, per qua-
si 30 anni segretario ge-
nerale della Fondaci6n
Escuela Cristiana de Ca-
talufia, cui aderiscono ben
428 scuole, per l'impulso
dato alla scuola cattolica,
per le innumerevoli inizia-
tive portate a termine , e
per la profonda dedizione
al lavoro.
8 S SETTEMBRE 2 005

2.8 Page 18

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L'ultimo viaggio "di lavoro" ha toccato
IL PAESE DEI LIBERI
di Giancarlo Manieri
Un amico e fratello per
guido. Un gronde Paese/
centro nodale di traffici
e commerci. Anche non
lectti Uno storia do
raccontare.
Undici ore di volo, serviti da
inappuntabili hostess in abito
nazionale. Poi Bangkok. Nel
grande aerop0110 della capitale thai
mi attendeva un amico, don Battista
Personeni che tanto aveva f~tto per-
ché quel viaggio avvenisse. E stato il
mio Mentore, vigile e paziente per
tutta la visita. Prop1io mentre scrivo
queste righe (mercoledz' 18/05/05) ,
don Battista viene sepolto a Villa
D 'Almè (BG), suo paese natale. Ci
teneva a leggere questi reportage che
ha contribuito a stendere, disegnando
per me un preciso itinerario, dando
consigli e spiegazioni, raccontando
esperienze e storie. Sempre con il
sorriso sulle labbra, la parola briosa,
il cuore buono - lui lo chiamava
matto - , una generosità e una pazien-
za infinite. E il cuore matto l'ha im-
provvisamente tradito. A lui dedico
questa fatica.
IMPRESSIONI SPARSE...
La Thailandia è una perla incasto-
nata tra il Mar Cinese Meridionale,
la Malaysia, il Golfo del Bengala,
Myanmar, il Laos e la Cambogia.
Mi è apparsa come una nazione vi-
va e ricca: grandi strade, grandi cit-
tà, grandi industrie, un commercio
bene organizzato; mi ha colpito quel-
lo alimentare con bancarelle di cose
mangerecce ovunque, frutti mai
visti, e fritture "invitanti" di vermi,
ragni, cavallette.
Mi hanno incuriosito le edicole:
qui le abbiamo nei crocicchi delle
SETTEMBRE 2005 BS
- IUICMA
O lffl lOO
I Don Battista Personeni e l'autore
davanti al "Grande Budda"
a Siracha.
strade, li sono poste davanti alle abi-
tazioni, e considerate la dimora degli
spiriti del luogo. Con appositi scon-
giuri, p1ima di iniziare la costruzione
di una casa gli spiriti vengono indotti
(!) a raggrupparsi nell 'edicola, innal-
zata per loro, e a restarvi a protezione
degli abitanti. In compenso gli inqui-
lini s'impegnano a curarla e fornirle
giornalmente cibo e ... preghiere sot-
to forma di bastoncini di incenso. Più
spesso, l'edicola è solo un altarino in
legno che tuttavia non può più essere
distrutto. Perciò, quando il tempo e le
intemperie l'avranno reso inservibile,
verrà abbandonato in un luogo appo-
sito e lasciato marcire naturalmente.
Mi ha impressionato il fatto più
volte occorsomi di vedere operai o
inserv ienti che, passando davanti ai
miei 1,64 di altezza, si abbassavano,
come se fossi il pilastro di un arco,
e così piegati passavano oltre. «Qui
in Thailandia la gente comune mai
si permette di passare davanti a una
qualsiasi autorità in posizione eret-
ta, per non coprirne la vista. Gli
occhi costituiscono la parte nobile e
spirituale del!' uomo, destinata alla
visione del Budda: nemmeno per un
istante può essere occultata la libe-
ra visione degli occhi!», precisa don
B attista.
A Bangkok ti mettono in agitazio-
ne i semafori. Molti hanno un display
numerico che comincia da 240 e
scatta ogni secondo verso lo zero. Ri-
sultato: quattro minuti quattro di atte-

2.9 Page 19

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Thailandia e Cambogia. Resoconto ai lettori.
Uno scorcio della capitale:
Bangkok per gli occidentali,
Krung Thep, Città degli Angeli
per i thailandesi. Metropoli
immensa, di circa 10 milioni
di abitanti, divisa dal fiume
Chao Phraya, traffico pazzesco,
occidentalizzazione selvaggia.
Vi convivono miseria e ricchezza.
sa che in macchina sono un'eternità.
A Roma succederebbe il "casino" :
clacson a ripetizione, parolacce a iosa
nel gergo di Rugantino e gestacci uri-
petibili. A Bangkok, invece, tutti
aspettano in perfetta tranquillità, co-
me se non avessero da fare altro. For-
se i semafoii di Bangkok sono fatti
per insegnare agli occidentali la pa-
zienza orientale.
I Un'edicola davanti a un
condominio a poche centinaia
di metri dall'Istituto salesiano.
E LA FRUTTA...
Una delle non poche meraviglie
della "Terra dei liberi" è la varietà
dei suoi frutti , molti sconosciuti in
occidente. Ne ricordo alcuni che ho
gustato. Le scaglie di drago (Dra-
gon skill) ; lo stercolinus nobilis
(Durian) col suo odore di ortaggio
avariato ma un sapore davvero uni-
co, il mankon-keo , con la scorza
rosso/caiminio e l'interno bianco
punteggiato dai semini neri; il (o la?)
noyna che assomiglia a una pigna; il
mango, in vendita 01mai anche nei
nostri supe1mercati (ma è tutta un 'al-
tra cosa quanto a gusto) che, se ti
macchia, nessun detersivo vale a pu-
lire. E innumerevoli altri. «Oggi an-
diamo la vedere la carne fresca», mi
ha annunciato una mattina don Batti-
sta. «Di che cosa si tratta ?». «Te ne
accorgerai!». E siamo partiti per
Pattaya. Un milione di abitanti, la
"città chiusa" della Thailandia. La
prostituzione in grande stile ce
l'hanno portata gli occidentali. Anzi,
gli americani che in quella zona, du-
rante la guerra del Vietnam, avevano
approntato un punto di sbarco per i
contingenti destinati a combattere i
miliziani del generale Giap. Lì, in un
immenso accampamento, le truppe
sostavano per l'addestramento, pri-
ma di raggiungere la linea di fuoco
nelle foreste vietnamite. E lì, manco
a dirlo, è nato un enorme giro di pro-
stituzione per soddisfare le voglie
dei "guerrieri". Così i thailandesi
hanno scoperto la via facile al soldo.
I salesiani ci arrivarono dopo la
guerra, ma si accorsero presto che
Frutta esotica: il mankon-keo
e (la?) noyna.
non era pane per i loro denti, e ce-
dettero il passo ai Redentoristi. A
Pattaya questi ultimi ora gestiscono
un grande complesso dove accolgo-
no i figli che le prostitute abbando-
nano, appena nati, davanti alla loro
p01ta. Una congregazione di suore
senza abito religioso si dedica alla
redenzione delle prostitute.
E I SALESIANI
Le scuole salesiane sono imponenti
e attrezzate, contornate da ettaii di .
terreno, predisposte per migliaia di
alunni, spesso invidiate per la qualità
dell'insegnamento. Reggono il con-
fronto con quelle occidentali, anche
per i macchinari, modernissimi a
controllo elettronico. I salesiani sono
tutti super/impegnati, e devono ser-
virsi di personale esterno per suppor-
tare il lavoro culturale ed educativo a
favore dei giovani thai. La grande
operosità dei figli di Don Bosco non
è uno sfoggio, ma una necessità in un
Paese che c01re verso la modernità,
inseguendo uno sviluppo quasi sfre-
nato. A volte si può avere la sensa-
zione di uno sbilanciamento verso il
sociale a scapito del religioso, e l'im-
pressione di essere più utili allo Stato
che alla Chiesa. Ma è solo un'im-
pressione. In realtà, in una società
lanciata a velocità vertiginosa, squili-
bri e difficoltà sono all'ordine del
giorno, e le fasce deboli sono quelle
che ne risentono di più. L'attenzione
cai·ismatica dei salesiani si rivolge
proprio a costoro.
(Continua)
(Servizio fotograjìco dell' autore)
BS SETTEMBRE 2005

2.10 Page 20

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Una moda perniciosa sta attraversando
LEONARDO DA VINCI
MA LASCIAMOLO
IN PACE!
di Emanuela Marinelli www.sindone.info
Le sorprese non finiscono
mai... Sull'onda dello
modo, lo bufolo del
Codice da Vine~ basato
su documenti falsi
spacciati per outentict; ho
risvegliato i "leonordisti"
che vedono il Maestro
doppe11utto, come
un'ossessione.
entrò in possesso della reliquia nel
1453. Leonardo avrebbe dunque
realizzato la Sindone mentre era an-
cora nella culla! Un'assurdità, tanto
più che la Sindone in realtà è arriva-
ta in Francia cent'anni prima. La
storia, dunque, già esclude che la
fantasiosa teoria abbia fondamento.
I propugnatori, però, non demordo-
no: agli inizi del '500 i Savoia
avrebbero commissionato al genio
toscano un telo sostitutivo di quello
che era in loro possesso, incidental-
mente distrutto. Ovviamente di que-
Sembra incredibile, ma c'è an-
cora chi ripropone un'assurda
teoria, completamente infon-
data: la Sindone sarebbe un'opera di
Leonardo! Nel terzo millennio, che
dovrebbe garantire il trionfo della
scienza, la nuda verità fa paura, e
allora c'è chi preferisce rifugiarsi
nell'occulto, nel criptico, nell 'esote-
rico; e il genio di Leonardo si presta
magnificamente a costruire misteri
su misteri ... per tirar su quattrini.
Pullulano i cialtroni, autori di liber-
coli che cercano di imitare il famo-
so Codice browniano. Invidiosi di
Dan Brown e dei soldi che gli sono
piovuti addosso, si aggrappano a
Leonardo con ipotesi che incantano
solo chi è più ignorante di chi le
propone.
UN PO' DI CHIAREZZA
Le date escludono subito una pa-
ternità di Leonardo per la Sindone:
egli nacque nel 1452 e Casa Savoia
SETTEMBRE 2005 BS
I L'uomo della Sindone che alcuni
sostengono sia un dipinto
di Leonardo, a lui somigliante,
quasi un autoritratto.
ILeonardo da Vinci (la statua
si trova nella Galleria degli Uffizi
di Firenze) che, secondo
i "leonardisti", sarebbe l'autore
della figura dell'uomo martoriato
impressa sulla Sindone di Torino.
sta presunta manovra mistificatrice
non c'è traccia, se non nella mente
di chi ]'ha inventata. E che la Sin-
done di Torino sia la stessa di Lirey,
dove è localizzata già a metà del
'300, è ormai assodato. Oltre alla
documentazione storica, ci sono le
analisi scientifiche a demolire la
teoria di Leonardo: l'immagine sin-
donica è un'ossidazione e disidrata-
zione della stoffa, provocata in mo-
do misterioso da un cadavere che
certamente vi fu avvolto, come è te-
stimoniato dalle macchie di sangue;
certamente non è una bruciatura da
pirografo, come sostiene lo sparuto
gruppo dei "leonardisti" (a quanto
mi risulta, in tutto il mondo sono
quattro soli individui, privi di qual-

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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la cultura di questo primo scorcio del lii millennio.
siasi cultura scientifica). La prova
leonardesca consisterebbe in una ri-
produzione ottenuta da un 'artista
per bruciatura con un pirografo elet-
trico: quante belle cose utili aveva
inventato Leonardo! Le bruciature,
però, producono la presenza di fur-
furoli, che sulla Sindone non ci
sono. E poi c'è il sangue decalcatosi
da oltre settecento ferite: in quel
lenzuolo c'è stato un corpo marto-
riato , non un'opera d'arte di Leo-
nardo! Senza considerare la mani-
fattura della stoffa e tutte le altre
microtracce rinvenute sul "Lenzuo-
lo" (pollini mediorientali, aloe e
mirra, aragonite) che ne collocano
l'origine nella Palestina dell 'epoca
di Cristo. La storia e la scienza han-
no già dato la loro sentenza e Leo-
nardo può essere lasciato in pace
definitivamente.
LA "FAMOSA'' PROVA
I fautori del falso a tutti i costi si
aggrappano al radiocarbonio, la pro-
va di diciassette anni fa che collocò
la nascita della Sindone fra il 1260 e
il 1390 d.C.; ma i recenti studi chi-
mici del Dott. Raymond N. Rogers,
pubblicati su Thermochimica Acta,
spiegano come il sito del prelievo
radiocarbonico presenti chiare trac-
ce di un rammendo che ha inficiato
la validità di tale prova. Rogers ha
misurato nel lino la scomparsa gra-
duale della vanillina e ha trovato
che questa era presente nella zona
analizzata nel 1988, ma non nella
pa1te principale della Sindone.
Anche le tele trovate con i rotoli del
Immagine tridimensionale
della Sindone.
Mar Morto, che risalgono all'epoca
di Cristo, non mostrano vanillina.
Rogers perciò ha valutato che la
Sindone potrebbe avere un 'età fra i
1300 e i 3000 anni. Non restando
nulla a cui appellarsi, i "leonardisti"
si spingono ad affermare, con una
buona dose di faccia tosta, che i
papi Leone XIII e Pio XI sarebbero
stati convinti della non autenticità
della Sindone! Al contrario, non
esiste alcuna documentazione di
una presunta risposta "non sustine-
tur" a papa Leone XIII da parte del-
la Sacra Congregazione delle Indul-
genze e delle Reliquie. Sulle con-
vinzioni di Pio XI a favore dell 'au-
tenticità c'è un testimone diretto: il
cardinale Maurilio Fossati. Ai dubbi
del porporato sull'opportunità di
un'ostensione nel 1931 , Pio XI ri-
spose: "Stia tranquillo: parliamo in
questo momento come studioso e
non come Papa. Abbiamo seguito
personalmente gli studi sulla Santa
Sindone e Ci siamo persuasi del-
l'autenticità. Si sono fatte delle op-
posizioni, ma non reggono". I nega-
tori dell'evidenza si spingono però
anche molto più indietro, al 1390,
richiamandosi alle due cosiddette
bolle papali che sono in realtà di un
antipapa, Clemente VII, il quale
avrebbe dichiarato la Sindone un di-
pinto. Clemente VII in realtà ha
cambiato parere più di una volta, ar-
rivando comunque a una posizione
favorevole all'autenticità.
IL MISTERO
DEL LENZUOLO
Certamente oggi è ridicolo riesu-
mare le affermazioni di secoli lonta-
ni o inventare fantasiose teorie da-
vanti alle analisi scientifiche con-
dotte con i mezzi più sofisticati e
moderni. Quel lenzuolo, ormai è in-
negabile, ha avvolto il cadavere di
un uomo seviziato e ucciso (proprio
come i Vangeli descrivono). Chi
può essere quel crocifisso? Quale
sventurato sarebbe stato sepolto in
un lino così prezioso? Perché sareb-
be stato conservato il lenzuolo fune-
bre di un qualsiasi ladrone che do-
veva invece finire in una fossa co-
mune? Paolo VI disse: "Guardo
quel Volto e tutte le volte il cuore
Il famoso canone delle proporzioni
dell'uomo secondo Leonardo.
mi dice: è Lui! È il Signore". La
Sindone, affermò Giovanni Paolo
II, si è rivelata " una reliquia insolita
e misteriosa... singolarissimo testi-
mone della Pasqua, della Passione,
della Morte e della Risurrezione.
Testimone muto, ma nello stesso
tempo sorprendentemente eloquen-
te!". Il nuovo pontefice, Benedetto
XVI, ha sempre manifestato la sua
attenzione per la Sindone, che ha
nominato anche durante la Via Cru-
cis del Venerdì Santo, 25 marzo
2005, nella meditazione dell 'undi-
cesima stazione, Gesù è inchiodato
sulla croce: "Là Sindone di Torino
ci permette di avere un'idea dell'in-
credibile crudeltà di questa proce-
dura". In una riflessione teologica,
scritta nel 2002 per il Meeting di
Rimini dall'allora cardinale Joseph
Ratzinger, si legge: "Colui che è la
Bellezza stessa si è lasciato colpire
in volto, sputare addosso, incorona-
re di spine. La Sacra Sindone di To-
rino può farci immaginare tutto que-
sto in maniera toccante. Ma proprio
in questo Volto così sfigurato appa-
re l 'autentica, estrema bellezza: la
bellezza dell 'amore che arriva sino
alla fine e che, appunto in questo, si
rivela più forte della menzogna e
della violenza". Quel Volto soffe-
rente inquieta o affascina. Dipende
dalla limpidezza degli occhi di chi
lo guarda.
O
BS SETTEMBRE 2005

3.2 Page 22

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lettera .
ai giovani
QUO VADIS?
Carissimo,
·mi trovo per combinazione a Venezia e dalla "più
bella 5trada del mondo", Canal Grande, come
scriveva nel XV sec. Philippe del Commynes, ti
metto tra le mani una specie di mappa per lo stu-
dente. !?rendo come termine di paragone Venezia.
Punto uno:
Venezia non è un'isola, ma un arcipelago di 118
isole. Entra li'e in un'aula al mattino è varcare la
soglia della comples5ità. È scomparso lo studen-
te che cammina nel corridoio con la cartella sotto
il bra,ccio. Lo zainetto sulle spalle pesa sempre di
più. E difficHe vederti sognare a occhi aperti suc-
chiando la matita. I tuoi occ.hi sono gonfi della
notte passata a chattare. Non ti vedo appendere
il cappotto vicino alla porta , Ti porti addoseo
tutto. Ti vedo spendere l'ira di Dio per distinguerti
sempre di più da un amico che ti assomiglia sem-
pre di più. Oggi si vive con frenesia. Hai bisogno di
ritrovare la tua tranquillità. Non sei 1:1n'isola. Devi
trovare la etrada per c ~escere come persona,
come identità. Al !giorno ,:l'·oggi i tuoi pensano di
tirarti {;u con alcuni tutor: lo psicologo, un inse-
gnan"te di sostegno, un paramedico per la tua
schiena. i aenti, la vi~ta. Troppe stampelle non
muovono àue gambe. E Il principio della clessidra:
pi~ Indeboliscono volontà e psiche più 'aumentano
le stampelle. Sempre meno sul tuo versante
(identità), sempre più sull'altro fronte (strategie
di sostegno).
Punto due:
a Venezia i canali sono 200. Tutto confluisce al
mare. L'idea del mare mi coglie al mattino quando
verso le 8,30 ti avvii alla scuola con la fiumana
dei tuoi coetanei. Tutti a scuola. Tutti uguali e
tutti diversi. Qualcuno più uguale, ma molti men~
uguali. Oggi la sfida più grande è stare insieme. E
un'arte scambiarsi un saluto; come ci si impresta
un CD o si la propria e-mail o il numero del
telefonino per continuare l'effusione veloce di un
segmento di strada fatta insieme. Il secolo den-
tro cui ti trovi sarà internazionale o non sarà
affatto. Pensa a Venezia senza i suoi 200 canali.
Sa rebbe un'altra città, come Verona, Treviso. Non
ha in niente di rivoluzionario ritrovarti in classe
con un tunisino, un albanese, un croato, un rome-
no. La cultura è come l'uomo: ha due mani. Con
una stringe la tua storia e con la seconda prende
per mano quella di chi ti sta accanto.
Punto tre:
Venezia ha più ponti che canali: 400.
Il rapporto è di 2 a 1. Quattrocento ponti e due-
cento canali. Quo vadie? Dove stai andando? Tanti
gli sbocchi professionali. P.er d isegnare il tuo pro-
filo personale ta11te sono le passerelle che ti si
offrono. Nel braccio di ferro tra il eucceeeo scola-
stico e la tua vita, è quest'ultima- a vincere. Puoi
cli!iamarla vocazione, ma eenz altro progetto
"uomo". Serve una prova? E la grande frase: "Dare
senso alla tua vita". Non è una parola magica.
Solo a pronunciarla ti sembra di entrare nel sanc-
ta sanctorum dell'esistenza. L'identità, la cultura,
il senso della vita sono tra loro inscindibili e
necessari.
Buon anno.
Viva il primo @iorno di ecuola.
Carlo Terraneo
SETTEMBRE 2005 BS

3.3 Page 23

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PELTUPSLU/ESL/E'E,,, CL'OAUIMTEE •••••
••
••••••••••••••••
Presentiamo in questo numero del BS una delle radio
salesiane più prestigiose e meglio organizzate,
nata in Madagascar, che ha indici di ascolto
uguali e superiori alla radio nazionale;
è la Radio Don Bosco, il cui motto è:
•••••••••••••
di Marta Rossi
Poche altre radio hanno raggiunto la perfezione tecnica e la fama di
RADIO DON BOSCO, in Madagascar. Ecco come è nata, come si è
sviluppata, che cosa ha organizzato, che cosa sta ancora facendo .
L'intento di chi l'ha sognata e fondata. L'evoluzione.
RDB in costruzione.
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
••
•••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS SETTEMBRE 2005 • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• •••••••••••
lus je I'écoute et plus je I'aime
Costruzione del pilone ad
Andohalo (Antananarive).
U na radio che trasm ette 24
ore su 24 in un paese del
terzo mondo . Una rad io
che risponde all a ri chiesta pres-
•••••••••
sante di un serv izio nel campo
dell a comunicaz ione soc iale.
Un a rad io che entra con coragg io
nell 'az ione di crescita cu lturale e
cristiana di tutto il paese. Una
sfida compl essa e de licata, che
comp leta l'opera de i salesiani in
Veduta della sede della Radio.
uman a e cristia na della gente e
dei giova ni del Madagascar. Sono
tre i termini che i sa lesi an i usano
M adagasca r. E già, perché la ra-
dio in questione è Radio Don Bo-
Veduta del pilone.
per definire la loro esperienza: un
laboratorio per la formazione e
sco, il paese è il Madagascar e i
la qualificazione dei giovani
coraggiosi so no proprio i sa lesia- radio malgasci a per il Madaga- nella radiodiffusione; un luogo di
ni. Dal 1996 Radio Don Bosco scar", una radio, cioè, educativa incontro e di scambio dt espe-
diffonde la sua voce dall 'a ltopia- e cu lturale, che si isp ira al mes- rienze ; un'emittente di messagg i
no di Antananarive, da dove tra- saggio della Chiesa e vuo le avere ed ucativi e cu lturali, tratti dalle
smette graz ie a un a sede attrezza - una parte da protagonista nell a radici più genu ine del popolo
ta con i migliori strum enti. "U na cresc ita e nella promozione malgascio .
Stage di formazione 1995/1996.
Stage di formazione 1995/1996.
• • SETTEMBRE 2005 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Stage di formazione 1999/2000.
ogni forma d i co ll abo raz ione rispetto all a po liti ca. Negli ultimi
nell 'a mbito della Comunicaz io- anni, infatti , il Madagascar ha
ne soc iale, in particolare le ra- viss uto un periodo di forte in sta -
dio catto li che diocesane, cr istia- bilità socia le e politica. Nel ge n-
ne e com uni taf ie già es istenti in naio de l 2002 l'a ll ora Presidente
Madagascar. E disponibile ad Ratsiraka non accettò la sco nfitta
accog li ere d ibattiti e tavo le ro- elettora le e ne nacque un "co lpo
tonde co n tutti co loro che con- di Stato" ma non come siamo
divido no gli stessi ob iettivi. Inol- ab ituati a vedere in Afr ica: centi-
tre, Radio Don Bosco dà voce naia d i migliaia di persone ma-
all a Rad io Vaticana .
nifesta rono pac ifi camente ogni
I destinatari principali sono i giorn o e pe r tutto il mese di feb-
giova ni , gli ambienti popo lari braio nelle strade della cap ita le.
Studio 2 (sala di regia).
UNA RADIO SALESIANA
con il loro co ntesto di vita, i loro
problemi . È proprio la sce lta
ed ucativa l'apporto qualificato
che la radio dà all a nazione,
perché l'educazione dei giova ni
può essere il trampolino per la
costru zione di una società giusta
e rispettosa della di gnità umana.
Danze, ca nt i e preghiere si me-
sco larono al grido: giu stiz ia . Ci
furono però dei disordini, la ca-
pita le fu iso lata dal resto del
Paese dalle poc he forze restate
fedeli al vecchio d ittatore. Come
accade in questi casi, a paga rn e
••
Le linee guid a della rad io Tutti i programmi ruotano attor- le co nseguenze fu la popolazio-
sono semp lic i e definiscono in no all 'educazione e all 'evange- ne. Molti villaggi resta rono sen-
modo chiaro la natura e lo lizzazione : la differenza sta nell a za medicine, riso e ge neri di
scopo dell'emittente. Inn anz itut- qua lità dei programmi , che do- prim e necess ità e tutto questo
to è una rad io catto li ca, che vrebbero entrare nel cuore de i per se i lun ghi mesi. Alla fine di
rientra nell 'or izzo nte dell ' in se- giova ni per fa r spa lanca re loro il giugno il rico nosc imento uffi c ia-
gnamento religioso e morale del- cuore a Cristo. Il caratte re sa le- le fatto dagli Stati Uniti prima e
la Chiesa catto li ca. È aperta a siano della radio si evi nce anche da ll a Francia poi del nuovo Pre-
sidente Rava lomanana risolse la
cris i. Rispetto a questo caso, la
Radio prese posizione, nel ri -
spetto della tradizione sa les iana,
quella che cioè ordin a l' indipen-
denza da ogni id eo logia e da
ogni politica di parte. RDB ,
quindi , manten ne la sua totale
autonom ia, rifiutando, però, "tut-
to ciò che favorisce la miseria,
l' ingiu st izia, la violenza". La po-
liti ca della Radio è quella di
Stage di Formazione 1995/1996.
- Archivio cartaceo.
Don Bosco: " la politica del Pa-
dre Nostro", l' impegno a pren-
dersi cura degli uomini in quan-
to figli di Dio .. Schi erandosi ,
c ioè, con gli ultimi.
••••••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS SETTEMBRE 2005 • • •

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••••••••
Studio diretta.
Intervista al Primo Ministro.
UNA RADIO GIOVANE
del Paese, alle sofferenze e al le finanziamento. La pubblicità è
PER I MALGASCI
speranze del popolo. Ha saputo comunque direttamente propor-
entrare nel tess uto socia le e cu l- zionale all'immagine di RDB al-
Come ogn i strume nto di evan- turale del Paese, racco ntando l'esterno, all a qual ità dell 'ascol -
ge lizzaz ione sa lesia no, anche
RDB ha come scopo i giovani.
Sono loro che dan no se nso a
tutte le attività dei figli di Don
Bosco. Quind i anche la radio è
nata per arrivare ai giovan i, pe r
ed uca rli attraverso lo sport, la
musica, il teatro, la cu ltura. Sen-
za trascurare la reli gione, trattata
con un linguagg io semp li ce ma
efficace. Invita i giova ni al dialo-
co n coragg io c che è accad u-
to, anc he nelle ore più buie del-
la sto ri a recente. Allo stesso tem-
po, ha il compito di valorizzare
le ricch ezze che provengono dal
Paese, che lo caratterizza no e lo
rendo no uni co.
CHI ASCOLTA RADIO
DON BOSCO?
to, ag li impegni di diffusione.
Ora RDB ha creato una rete di
rad io catto li che via satellite, il
cos iddetto RE-SAT! Dal lugli o
sco rso ci so no 17 rad io loca li
co ll egate via sate llite all a RDB
(la 18ma) che ritrasmetteranno
totalmente o parzialmente la Ra-
dio Don Bosco via satellite nell e
17 città di origine! Davvero in
Madagascar Don Bosco è all 'a-
•••••••••••••
•••••••••••••••••••
••••••••••
go e al confronto serio e inte lli-
gente, per aiutarli a essere prota-
gonisti nel lo ro Paese. Magari,
per essere la sp inta all a rin asc ita
del Madagascar. Ri vo lgers i ai
giova ni , però, non basta. Per 'es-
sere' giovane, la Rad io deve fa-
vo rire il protago nismo dei giova-
ni . Per questo, i coord in atori dei
vari settori della radi o forma no i
giova ni nell'ambito giorna listi co,
artistico e professionale. Sono i
giovani che ri esco no a ragg iun-
ge re il cuore dei giova ni , per
questo molto è affidato a loro
nell a programmazione della ra-
dio. La radio arriva in tutto il te r-
ritorio del M adagasca r, arriva
nell e strade e nelle case, dalla
mattina alla se ra. Arriva anche
nei sobbo rghi , perché vuole sta-
re acca nto a chi è solo e amma-
lato o a chi è nell e campagne
nel cuore del Paese. Perché oltre
a esse re giovane e sa lesia na,
RDB è anche (e soprattutto) mal-
gasc ia: è attenta ag li avvenimenti
Anche se giova ne, la Radio ha
sap uto acq ui stare autorevo lezza
tra i media malgasc i. Resta una
proposta, perché non è in co rsa
con la co ncorrenza, ma proprio
perché ha un ' identità propria e
specifica fa la differenza. Questa
la si può rintracciare nell a ricer-
ca della qualità dei contenuti,
nell 'i ncoraggiamento dei clien-
ti/a scoltatori. Come abbiamo det-
to, però, la 'corsia preferenziale'
di RDB è quella dei giovani e
dei ceti popo lari . L'a udi ence di
RD B appart iene a tutti gli strati
socia li. Copre un territorio piut-
tosto vasto, arriva ndo a un baci-
no di utenza potenziale di 4 mi-
lioni: nell a cap ital e è la radio
più asco ltata. La mu sica non è
l'u ni co prodotto; particolare at-
tenzione è ded icata al pubblico
dello spettaco lo, ag li sportiv i e
ag ii artisti. Pur non esse ndo
commerc iale, RDB ha messo in
atto una strateg ia per la pubbli-
c ità, fonte parziale de l suo auto-
vanguardia .
M a di che cosa parl a RDB ? La
programmazione ha una natura es-
senzialmente ed ucativa e cultura-
le: senza molte pretese, tocca di-
versi aspetti della vita sociale e
culturale. La vita di ogni giorno,
l' igiene, la salute, la famiglia, i ra-
gazzi, i giovani e la donna, la terra
e la sua coltivazione, la sa lvaguar-
dia dell'ambiente, le tradizioni, la
musica e l'arte. In un paese in via
di sviluppo, con coraggio RDB ri-
serva e dedica attenzione alla pro-
mozione della donna. Il 50 per
cento degli operatori della Rad io
sono delle giovani che danno un
tocco 'femminile' alla rad io. L' in-
formazione è fatta senza alcuna
polemica, imperniata sull'obietti-
vità, valorizzando la stori a e la tra-
dizione malgascia. li 'prodotto' ra-
diofonico mi ra proprio a rendere
piacevole l'ascolto e a stimolare
una riflessione su ciò che accade
nel Paese.
Marta Rossi
.••
••••••••
• • • SETTEMBRE 2005 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • :

3.7 Page 27

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LA PUBBLICITÀ
NUOCE ALLA SALUTE
di Jean-François Meurs
C ((
aro dottor J. , ho deciso
d~ aderire a ~n 'associa- .
ztone che s, batte per
resistere a/l'aggressione pubblicita-
ria . Già fin da quando avevo 15
anni, mi sono posta delle domande
sul senso della vita e anche sul
nostro modo di vivere. Da allora in
poi sono diventata via via più sensi-
bile , tanto che adesso tutta una
serie di aspetti della società mi
disturbano. Non è difficile rendersi
conto che una delle cause di non
poche derive de/l'attuale società, è il
superconsumismo. Ora, una convi-
venza che si fonda sull'acquisto e il
consumo di prodotti mi appare
ostaggio della pubblicità. Essa fa di
noi dei cittadini poco riflessivi, inca-
paci di coscienza critica, schiavi dei
nostri bisogni. Personalmente ho
cominciato con il rifiutare di andare
assieme ai compagni in certi luoghi
dove regna il fast-food, e questo
proprio per .non aiutare il sistema.
Mi trattano da guastafeste, ma ho
l'occasione di spiegarmi e dialogare
con loro. lo amo molto suscitare
dibattiti, sentire il parere di tutti. E
non sono una ragazza seriosa e tri-
ste come potrebbe pensare. Ho dei
veri amici e amiche con i quali pas-
so periodi stupendi, facendo dei
servizi, animando dei gruppi e fre-
quentando gli scout, o anche sem-
plicemente facendo delle passeg-
giate nei boschi. Le occasioni di
divertirsi non mancano! Ho deciso
di intraprendere gli studi di comuni-
cazione sociale, perché vorrei che
la gente comprendesse che la pub-
blicità seduce le persone e in qual-
che modo le formatta , per farne dei
consumatori ideali. A volte, mi sento
un po' so/a a combattere la mia bat-
taglia . Gli altri sono più sensibili a
temi come i Diritti Umani, però il loro
impegno in questo si limita spesso a
delle prese di posizione "da came-
ra ", e soprattutto non si rendono
conto che spesso ciò che fanno
contraddice alla grande ciò che
dicono . A volte do una mano in
qualche centro sociale, e proprio lì
mi rendo conto che, purtroppo, non
ci sono posti per tutti nella nostra
società. Questo mi stimola a fare
qualcosa, a passare all'azione. Non
certo facendo la teppista andando
contro la legge, o partecipando a
manifestazioni violente, ecc., ma
contestando certe pubblicità, non
frequentando certi luoghi, non ade-
guandomi a certe mode consumisti-
che ... per ricordare a me stessa e
agli altri che ciascuno ha una testa
ed è libero di pensare e agire se-
condo la sua volontà e non secondo
quella dei pubblicitari.
Myriam , 18 anni , Roma
Cara Myriam,
Hai ragione di ricordare a ciascuno
la libertà di espressione, perché nel
mondo della pubblicità, chi grida
più forte fa tacere l'altro. La pubbli-
cità si esibisce ovunque, senza pu-
dore, forzando le porte dell'intimità.
È già stato tutto detto a questo pro-
posito: che essa è manipolatrice,
menzognera, aggressiva, irrispetto-
sa. Di più : è addirittura cinica . Nien-
te è sacro per essa , al contrario,
tutto è permesso, tutto è trasforma-
bile in mercanzia da vendere e tut-
to si può vendere ... Essa mette tut-
to sullo stesso piano: "cosifica" tutto.
È perciò facile immaginare come la
pubblicità sia capace di inquinare o
anche distruggere i veri valori.
La pubblicità, in effetti , non ha
alcuna remora a presentare se stes-
sa come una cosa necessaria anzi,
a persuadervi che essa è vitale, è
l'anima della società moderna, e
bisogna fare i conti con lei sia sul
piano sociale sia, soprattutto, sul pia-
no economico. La pubblicità è, infatti,
un grande business che ormai si
serve di agenzie di marketing, di
case di produzione, di tipografie che
fanno a gara per inondare giornali e
dépliant. Poiché essa produce occu-
pazione, bisognerà sopportarla! Essa
tenterà di farvi credere che proprio
non si può fare a meno di lei. Noi la
tolleriamo perché, tutto sommato, ci
offre una televisione e dei giornali a
basso costo ...
Insomma la pubblicità sa ren-
derci suoi complici! Ma noi ci
lamentiamo quando è invadente e
quando offre ai suoi clienti una cul-
tura terra terra. E.tuttavia bisogna
dire che si ha la televisione che si
merita , e conseguentemente si ha
la cultura che si merita! La pubbli-
cità s'impone come una fatalità.
Essa è sorniona: in paesi dove, di
fronte all'urgenza i governi hanno
introdotto nelle scuole la formazio-
ne ai media e allo spirito critico,
essa si è affrettata a pubblicizzarne
i programmi e a fornire indicazioni.
La pubblicità, insomma, è sempre
pronta a mostrare come diventare i
migliori seduttori, e a inculcare la
sua morale di Pinocchio: «Le tue
bugie e il tuo vuoto non devono
vedersi come il naso in mezzo alla
faccia ... » .
Ma attenzione! Se continui a dire
«no» malgrado i suoi richiami , se osi
opporti, a volte violentemente, alla
violenza che essa ti infligge, se
mostri di volerla snobbare e /o addi-
rittura di poterne fare a meno, allora
si lagnerà di non essere riconosciuta
nel suo giusto valore, si meraviglierà
di essere così poco amata e, atteg-
giandosi a vittima, griderà ai quattro
venti che è ingiusto e intollerabile
trattarla così. E tu, senza quasi ren-
dertene conto, ti sentirai colpevole ,
come se fossi una persona inutile e
cattiva.
BS SETTEMBRE 2005

3.8 Page 28

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Lettura scenica di testi di cultura europea
DIARIO AFRICANO
di Graziella Curti
Bambini della strada a Nairobi.
Chiaro è laureato in
Scienze dello
comumcozJOne.
Va come volontario in
Africa e ci sto 2 mesi,
primo in Sudan e poi in
Kenya.
Scrive o coso alcune
lettere tipo diario di
bordo.
Uno corrispondenza che
intrigo e nello stesso
tempo rivelo le miserie e
l'ingiustizia di paesi senza
voce nel mondo
dell'informazione.
Tonj, in Sudan, è il villaggio
dove arriva Chiara, volonta-
ria Vides, per lavorare con
le Figlie di Maria Ausiliatrice e i
salesiani. L'impatto è duro anche
se annunciato dalle immagini che
si vedono in TV: «Qui è davvero
l'Africa: le capanne, i bambini im-
polverati, nudi o con qualche
straccio addosso, le mucche con le
grandi coma, le donne colorate
che fanno la fila al pozzo. Il paese
è pieno di uomini in divisa milita-
re con il mitra sulla spalla. Si ve-
dono bambini con arti mutilati a
causa delle mine». La terra è arida.
Tutto è secco e le piogge arrive-
ranno solo tra un mese. Ora il sole
picchia e il termometro segna 40
gradi.
HO DISEGNATO
UNA STELLA
La guerra, che dura da cin-
quant'anni, ha distrutto tutto in
SETTEMBRE 2005 BS
questo paese. «A gennaio è stata
firmata la pace, una piccola spe-
ranza, ma che non risolverà nel-
l'immediato alcune questioni criti-
che: il ritorno ai propri villaggi di
oltre 4 milioni di sfollati, la divi-
sione tra gruppi tribali, la costru-
zione di interi sistemi di infrastrut-
ture. Qui tutto è stato distrutto,
anche la dignità. Nella zona del
Darfur la violenza sessuale è usata
sistematicamente come un 'arma.
Secdndo un rapporto di Medici
senza frontiere, in meno di sei
mesi, 500 donne si sono rivolte ai
presidi sanitari per farsi curare
dalle conseguenze delle violenze
carnali. Nell'81 % dei casi i violen-
tatori erano persone in uniforme.
Se poi queste donne restano incin-
te spesso subiscono una seconda
terribile umiliazione: vengono
messe in prigione per "gravidanza
illegale"».
In tale contesto, aggravato da
una miseria indescrivibile, Chiara
La volontaria Vides, Chiara Piva,
al lavoro.
Piva inventa giochi educativi per
i ragazzini della missione. Tenta
di insegnare l' inglese a Mathiat,
un bambino di 7 anni che, abban-
donato dalla famiglia, vive con i
salesiani. «Io disegnavo degli og-
getti - racconta - e lui mi doveva
dire il nome in inglese. Quindi:
una capanna, una mucca, un sec-

3.9 Page 29

▲back to top
alla "Scuola Maria Ausiliatrice" di Milano.
chio, il sole, un albero, una palla,
un aereo ... e poi? E poi sono ini-
ziati i problemi perché non sape-
vo più che cosa disegnare. Non
mi veniva in mente nessun altro
oggetto che potesse conoscere.
La vita è veramente ridotta ali 'es-
senziale. Ho provato a disegnare
una nuvola, una stella ... ma lui
non li ha mai visti riprodotti per
cui come faceva a capire che
quella strana forma a cinque
punte, per noi così familiare, rap-
presenta uno di quei puntini che
la notte appaiono nel cielo?»
Nel vicino internato delle sale-
siane sono di casa molte ragazze:
«Sembrano normali adolescenti,
forse più educate e premurose
delle altre. Dormono in uno stan-
zone, su dei materassi appoggiati
per terra. In fondo un lusso, rispet-
to alla terra della capanna. Hanno
tutte 14, 15 anni, ma sono alle ele-
Negli occhi di bambini la tristezza
di un mondo di violenza.
mentari perché a causa della guer-
ra hanno potuto cominciare a stu-
diare solo tre anni fa. E presto sa-
ranno mogli... se va bene, se sono
alte e magre, per una trentina di
mucche! ».
ORFANI DELL'AIDS
Nairobi, capitale del Kenya, è
una città che assomiglia un po '
alle metropoli occidentali, ma
nelle periferie s' allargano gli
slums dove vive la metà dei suoi
abitanti. Queste baraccopoli sono
indegne: dimore di lamiera, senza
acqua e senza luce, accatastate le
une alle altre, si aprono su sentie-
ri di fango. Sembrano formicai
per il via vai delle persone, spe-
cialmente al mattino e alla sera
quando la gente esce per andare
al lavoro in città o ritorna. Nono-
stante l'estrema miseria, l' 80%
dei baraccati paga l'affitto per
quella che è una baracca di tre
metri per quattro, dove vivono al-
meno 5 o 6 persone. E c'è sempre
il rischio che arrivino i buldozer
a distruggere lo slum perché il
terreno è del governo. «Nairobi è
piena di orfani - scrive Chiara -
la maggior parte a causa del-
1' AIDS. Ed è piena di orfanotrofi,
che a volte sono grandi stanzoni
dove ragazzini di ogni età vengo-
no chiusi e non raramente vengo-
no abusati dai guardiani stessi».
Il Ministro della sanità, la signora
Charity Ngilu, concludendo la
prima conferenza nazionale delle
donne keniane sull ' AIDS , a cui
hanno partecipato circa 4000 de-
legate, ha reso noti i dati della
malattia. In Kenia sono più di un
milione gli orfani dell'AIDS .
Ogni giorno muoiono di questo
male 750 persone, oltre 31 ogni
ora. I bambini, rimasti soli, si ri-
fugiano spesso nell'inferno della
discarica per sottrarre ai rifiuti
quel minimo di nutrimento per
sopravvivere.
«La cosa impressionante è che
negli slum, veri e propri vivai
della promiscuità e dell'AIDS ,
non vivono solo i più poveri, di-
soccupati o emarginati. fohn che
da vent' anni è autista delle suore
Kenya: ambulatorio gestito
dalle FMA.
e ha uno stipendio tre volte quel-
lo di un qualsiasi impiegato o
operaio di Nairobi, vive a Kibera,
lo slum più grande della città
dove stanno quasi un milione di
persone. Il problema, mi spiega-
vano - commenta Chiara - è che
se anche una persona 'ce la fa ' ri-
mane poi tutta la famiglia da aiu-
tare. Tutta. Figli, cugini, nipoti ...
e si sa, le famiglie africane sono
ben numerose! Per cui il sogno di
uscire dallo slum, purtroppo, non
si avvera».
Di stile assolutamente diverso
sono le case di accoglienza delle
Figlie di Maria Ausiliatrice.
Quella di Nairobi ospita una tren-
tina di ragazzine, che hanno co-
munque alle spalle storie terribili:
«Abbandonate, maltrattate, vio-
lentate. Una delle bambine veni-
va chiusa in gabbia dalla mam-
ma, una prostituta che in questo
modo si sentiva tranquilla e libe-
ra di uscire di casa o di lavorare
nella stanza accanto. Un'altra bam-
bina ha visto il padre uccidere la
madre». La casa di Dagoretti, in
periferia, è collocata al centro di
una baraccopoli. In queste realtà,
Chiara può cogliere i drammi
profondi e insieme la possibilità
di ricominciare con speranza, che
il sistema preventivo di Don Bo-
sco assicura come frutto di una
pedagogia d'ambiente attuata da
educatrici ed educatori dal "cuore
oratoriano".
O
BS SETTEMBRE 2005

3.10 Page 30

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IL
MESE
IN
LIBRERIA .. eppeMoran,e
o curo d1 G1us
corso invsuole
di cotechesi/ 1
GIACOMO
BIFF~I
L'ENIGMA
DELL'ESISTENZA
E L'AVVENIMENTO
CRISTIANO
di Giacomo Biffi ,
ELLEDICI , Leumann
(To)2005 , pp. 224
L'umanità è alle prese
con un enigma che ci
avvolge: è un mistero
l'uomo, la storia dell'u-
manità, il proprio stesso
esistere. E mentre ci si
rende conto che si è as-
solutamente ìmpari a
penetrare questa osses-
siva oscurità, il proprio
essere è interamente
dominato dalla neces-
sità che tutto invece
abbia un senso, un fine,
un destino conoscibile .
La risposta di Dio non è
stata una "spiegazione":
si è concretizzata in un
"fatto"; da accogliere, da
assimilare, da lasciar si-
gnoreggiare dentro; l'in-
tervento salvifico onni-
comprensivo è Cristo. È
lui a far passare dal buio
del mistero alla sua ric-
chezza illuminante, dal
"non senso" alla sapien-
za della fede, dalle om-
bre incerte delle ipotesi
cultu rali alla realtà con-
creta dell'evento storico.
SETTEMBRE 2005 BS
~~~
CRISTIANI
MAGVISELAZIONE
01sABILTIUALITA
ERI
E SPIRI
CONOSCERE GESÙ
di Lois Rock,
ELLEDICI - Messaggero -
VELAR , 2005
pp . 128
È importante per un cristia-
no avere una buona cono-
scenza di Gesù e saper
parlare di lui. Se uno dice:
"io sono cristiano", egli cre-
de in colui la cui vita e i cui
insegnamenti costituiscono
il cuore della fede in lui.
Questo libro è utile alla for-
mazione della propria iden-
tità di fede imparando a co-
noscere ogni aspetto della
vita di Cristo : il contesto
storico, la sua missione di
maestro predicatore e gua-
ritore , la sua passione e ri-
surrezione, la diffusione del
suo messaggio attraverso i
discepoli. Ne emergono
spunti che spiegano come
gli avvenimenti della vita di
Gesù hanno plasmato i
contenuti della fede , la vita
e il modo di essere cristia-
ni . Magnifiche illustrazioni,
cartine geografiche, dia-
grammi accurati rendono
questo libro piacevole da
leggere e da consultare .
SI FA VEND ITA PER
~g~RISPONDENZA. I libri
che vengono segnalati s1 pos-
sono acquistare presso le ~bre;i
rie cattoliche o vanno ne ies
direttamente alle rispettive
Editrici .
PRIMO INCONTRO
CON LA PAROLA
Introduzione alla Sacra
Scrittura con la guida
della Dei Verbum
di Alessandro Greco
Vivere In, Roma , 2004
pp. 258
A chi nelle Scritture cerca
una parola di vita, Gesù
dice: "Sono proprio esse
che mi rendono testimo-
nianza" (Gv 5,39) . Egli è la
Parola suprema che Dio ri-
volge all'umanità. In lui i
libri dell'Antico Testamento,
integralmente assunti nella
predicazione evangelica,
manifestano il loro pieno si-
gnificato. Tutta la Scrittura
è un libro solo. Perciò la
Chiesa, seguendo la tradi-
zione apostolica, incontra
la Bibbia e attraverso Cri-
sto la comprende come di-
segno di Dio per la salvez-
za dell'uomo. La Chiesa
ricerca con cura amorosa il
senso storico originario del-
la Parola di Dio; venera le
divine Scritture come fa per
il corpo stesso di Cristo;
riconosce nella condotta
esemplare dei credenti un
commento spirituale sem-
pre vivo e attuale della Pa-
rola ascoltata.
LA MERAVIGLIA
Il salmo 118 dal punto
di vista dell'handicap
di Stefano Toschi
Ed. INSIEME, Terlizzi (Ba)
2005, pp. 158
"La pietra scartata dai co-
struttori è diventata testata
d'angolo ... una meraviglia
ai nostri occhi". Questo ce-
lebre versetto del salmo ha
ispirato la meditazione del-
l'autore che , attraverso un
lungo cammino di fede con
i gruppi , è arrivato a sco-
prire la possibilità di dare
un senso alla propria situa-
zione di deficit. Possibilità
che viene proposta a tutti,
perché in fondo ogni per-
sona è in qualche modo
"disabile", e desidera esse-
re liberato. Se i responsabili
dell'educazione cristiana leg-
gessero questo testo di un
disabile, potrebbero capire
meglio perché il deficit di
una disabilità qualsiasi non
può essere un ostacolo a
penetrare il mistero di Dio
nella nostra vita, anche e
proprio a partire dal proprio
deficit. Dio stesso non si
nega a nessuno.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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QUANDO LA TEOLOGIA
PRENDE FUOCO
Giuseppe Quadrio,
sacerdote salesiano
di Adolfo L'Arco
LAS , Roma, 2004
pp. 150
tilU\\ll'l'I {lf.\\DRIO
)At:.tmnr '"lbJ,v,;o
Il libro è una biografia pia-
cevole e coinvolgente che
traccia il ritratto di un sale-
siano che ha passato la
sua vita nel formare teologi-
camente gli studenti, e in
questo insegnamento ha ri-
versato il fuoco del suo
amore per Dio e per il pros-
simo. Ciò che maggiormen-
te il titolo sembra mettere
in evidenza è il divampare
dell'incendio nel cuore di un
docente di teologia. Qui si
rivela la novità più caratteri-
stica: a contatto con il fuoco
di Dio don Giuseppe non si
è lasciato assuefare dall'a-
bitudine, ma si è fatto com-
penetrare senza resistenza
dalla sua luce divenendo
incandescente. Il diario, sti-
lato durante gli anni di stu-
dio, ne riverbera i bagliori.
Con il messaggio incarnato
in tutta la sua vita, il servo
di Dio si è ispirato a Don
Bosco e alla sua amorevo-
lezza.
LUIGI VARIARA
Salesiano e fondatore
di Jaime Rodrfguez
LAS, Roma, 2003
pp. 190
Don Variara è un salesiano
"Beato". Questa biografia
presenta i 28 anni che de-
dicò anima e corpo ai ma-
lati di lebbra ad Agua de
Dios in Colombia. Qui creò
la dimensione ricreativa,
l'allegria salesiana che ven-
ne progressivamente tra-
sformando la tristezza del
lazzaretto con la musica, il
teatro , lo sport, lo stile di
vita dell'oratorio salesiano.
E, caso unico nella storia
della Chiesa, fondò la pri-
ma comunità religiosa fem-
minile perché quante era-
no colpite dalla malattia e
non potevano aspirare a
una vita di comunità con-
sacrata potessero realizza-
re la loro aspirazione. Fu
un "Fondatore" a partire
dalla sua realtà di "fonda-
to" nell'obbedienza religio-
sa. Il libro offre la visione
completa dei contesti spa-
zio-temporali , sia nel cam-
po religioso sia in quello
secolare .
->'IMI; A(')OAillU Z F
lUIGIV~
S11/esi11110 eji11u/(ltore
DIO A COLORI.
Per dire Dio anche ai
bambini. Guida per
l'educazione religiosa
nella scuola dell'Infanzia
di Giuseppe Morante
Alessandra-Chiara Chiesa
LAS, Roma, 2005
pp. 456. Albo 1°; Albo 2°;
Albo
Il contesto scolastico ri-
chiede oggi modi aggiorna-
ti di insegnamento religio-
so. Le basi sono costituite
dalla riflessione teologica,
pedagogica e didattica. Il
presente sussidio, parten-
do dalle esigenze della ri-
forma scolastica e in essa
dell'IRC, è articolato nei se-
guenti strumenti di lavoro:
una guida didattica per gli
insegnanti e tre albi opera-
tivi per i bambini . La guida,
secondo le Indicazioni Na-
zionali per l'IRC, descrive
orientamenti di psico-peda-
gogia religiosa adatta all'età
dei bambini. Gli albi, struttu-
rati per i tre anni del ciclo
della · scuola dell'infanzia,
presentano disegni organiz-
zati per la "manipolazione"
che essi saranno invitati a
fare con attività espressive.
Il tutto è in vista di una stra-
tegia di apprendimento con
una pluralità di percorsi e di
esplorazione.
Fondazione
DON BOSCO
NEL MONDO
Ente autorizzato a riceve-
re tutte le offerte per le
OPERE E MISSIONI
SALESIANE.
Gestisce:
ADOZIONI
A DISTANZA
Aiuto ai bambini più poveri
senza allontanarli dalla fa-
miglia né privarli della loro
cultura .
Permettono di aiutare al-
cuni ragazzi e giovani sa-
lesiani senza mezzi per
completare la loro forma-
zione o il corso di studi in-
trapreso.
FONDO VOCAZIONI
Destinato all'aiuto di un
giovane lungo gli anni della
sua preparazione al sacer-
dozio o alla vita religiosa.
INTENZIONI
SS MESSE
Si celebrano messe or-
dinarie o gregoriane (30
messe continue, una al
giorno) secondo le inten-
zioni dell'offerente.
COME?
Le offerte vanno inviate -
indicando sempre la causa-
le - a FONDAZIONE DON
BOSCO NEL MONDO ONLUS
ccp n° 36885028
oppure
Bonifico Banca Intesa
CIN P; n° 3263199
ABI 03069 · CAB 05064
oppure via Internet:
BancoPostalmpresa
www.poste.it sul conto
36885028 ABI 07601 -
CAB 03200
http://in-impresa.it/cor-
porate/imprese/
conto: P 03069 05064
00000326163199
BS SETTEMBRE 2005

4.2 Page 32

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L/;1/E
-
Breve profilo del coadiutore Carlo Ildebrando Sartori: 15 giugno 1923 -
9 giugno 2004.
FACTOTUM!
di Giancarlo Manieri
Ecco uno di quei salesiani laici
indispensabili, capaci di fare di tutto
e di farlo con competenza, in
perfetto stile salesiano.
E FU SALESIANO
Brafldo finì al Don Bosco di Verona per 3 anni , per
imparare un mestiere. Vi restò per diventare salesiano
e, invece di impararne uno cercò di impararne molti di
più : "Non si sa mai!". Sapeva fare il sarto, il falegna-
me, il muratore , l'attore che gli tornò utile soprattutto
negli anni bui della guerra, quando c'era da "tener su"
salesiani e studenti che spesso vivevano nel timore di
incursioni tedesche o partigiane . Fu proprio a Erbezzo,
da sfollato, che s'inventò factotum: provveditore, guar-
darobiere, cuoco, postino ... Dopo la guerra fu manda-
to "prowisorio" a Chioggia (una provvisorietà durata
57 anni!). Ci arrivò con la valigia di cartone e dovette
sorprendersi non poco quando chiese a una donnetta
Il signor Carlo Ildebrando Sartori, factotum.
Che incarico aveva il signor Sartori qui a
((
... ». Non mi lasciano finire: «Factotum! E
non storcere la bocca, né arricciare il naso:
nel nostro caso non significa facnihil; al contrario ,
Brando sapeva fare di tutto e lo sapeva far bene , e
correva sempre ovunque ci fosse bisogno di lui ». Così
mi venne presentato il signor Sartori, quando interro-
gai uno che gli era vissuto accanto per parecchi anni.
Non c'è male come primo impatto. «E che tipo era il
signor Brando? Un uomo loquace ... ». «Per niente!
Asseriva che il medico gli aveva ordinato di risparmia-
re il fiato, ma non le braccia, per cui parlava poco e
lavorava come un mulo.. . E poi non si chiamava Bran-
do, ma Carlo ... Cioè, Brando, anzi Ildebrando per la
Chiesa, e Carlo per lo Stato. Ma per tutti, lui compreso,
fu sempre e solo Brando. Per tutti eccetto uno. Il capo-
squadra dei Balilla (allora era obbligatorio esserlo)
facendo l'appello si ostinò a chiamare più volte Carlo
Sartori. Lui non rispose - sapeva di chiamarsi Brando
- finché non si prese una pedata "dove il sol non luce":
«È mezz'ora che ti chiamo , vuoi rispondere? ». Così
seppe di chiamarsi Carlo, prima che Brando.
SETTEMBRE 2005 BS
I mille mestieri del signor Brando. Cuoco...

4.3 Page 33

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-----------~(),1!}/tfT1JRI cfllLEtf/11;1//
... falegname.. .
... barista ...
... attore ...
... muratore...
dove fosse l'oratorio e si sentì rispondere: «Là, dove
xe quel porton... xelo silisiano elo ? - Lei è salesiano?
- Anche mia fia ga sposà un silisian! - Anche mia
figlia ha sposato un salesiano - E la seconda la fa l'a-
mor con un altro silisian!». Cominciamo bene! Poi
comprese che silisian voleva dire solo oratoriano. E la
cosa gli tolse un peso dallo stomaco.
TUTTOFARE
A Chioggia divenne il re dei bugigattoli . Occupò prima
quello del cassiere del cinema , quello del cineoperato-
re , uno stanzino che oltre alla macchina e all'operatore
non era in grado di contenere altro, e quello del retro
bar, dove confezionava sacchetti di "bagigi", di semi di
zucca, ecc. Ma c'era molto altro da fare, per esempio
preparare "El paparoto", minestrone a base di pasta,
fagioli e patate, e scodellarlo a centinaia di ragazzini
che avevano solo quello, oltre a un panino con un po'
di formaggio giallo "dono del popolo americano" che
doveva servire per cena. Erano davvero tempi grami
quell i dell'immediato dopoguerra. Brando si dava da
fare anche coi chierichetti, coi lupetti , coi luigini e altri
gruppi. Correva ovunque a timbrare i tesserini di parte-
cipazione che davano diritto a qualche sconto al cine-
ma o al bar.
E magari fosse fin ita qui. Il signor Brando faceva il tut-
tofare come qualche altro fa il tuttologo . Divenne
idraulico e installatore, muratore, elettricista, imbianchi-
no. Se ogni pietra dell'oratorio fosse un quadro, in un
angolino la firma sarebbe sempre quella: Brando Fac-
totum - nome e cognome. Perché la casa «s'è dovuta
rifare fino alla soffitta, tutta, dal basso in alto». Riuscì
a portarvi il metano, a rifare l'impianto elettrico, a pittu-
rare le pareti dopo averle scrostate e ri/sc ialbate , a
piazzare i pavimenti , diventando anche provetto pia-
strellista. E nel frattempo continuava a esercitare l'arte
culinaria perché il vecchio cuoco , don Fermo, ormai
era poco fe rmo e molto infermo , e diceva di fare il
cuoco solo per non sentire gli acciacchi dell'età. Imma-
ginarsi che sbobba poteva venir fuori!
E I RAGAZZI?
Per la chiesa Brando fu sacrista, marmista, pavimenti-
sta , addobbatore, tappezziere , decoratore, presepi-
sta .. . «E quello che faceva non era abborracciato .
Insomma non era uno di quegli uomini che per saper
far tutto non sapeva far niente». La frase me la ripete-
vano ogni tanto e un po' tutti quelli con cui parlavo.
Dove metteva mano il risultato era sicuro, solido, dura-
turo. Ebbene tutto questo fare non l'ha mai distolto dal
suo dovere vocazionale : i ragazzi. Il signor Sartori
aveva due occhi come tutti , ma sembravano indipen-
denti: uno intento al lavoro , un altro sui ragazzi che
non perdeva di vista un attimo. Compariva con la velo-
cità di un fulmine a sedare le baruffe, a dire una buo-
na parola, a distribuire un rabbuffo piccolo piccolo. Ce
li aveva tutti amici. E quando lavorava a qualche
·addobbo aveva attorno sempre tanti aiutanti. «I ragaz-
zi per me sono tutto , gli voglio un mondo di bene".
Diceva che i loro schiamazzi, il caos che generavano
e perfino le loro piccole intemperanze non gli davano
assolutamente fastidio. Lo conoscevano tutti e tutti lo
interpellavano Brando qua, Brando là, e lui voleva dar
retta a tutti , comprese le comari che lo fermavano per
strada per informarsi di tutto e fare un po' di gossip tra
loro. Ed erano straordinariamente contente quando, ai
funerali, lo sentivano cantare "Le requie" con la sua
bella voce baritonale. Pure cantore insomma. E cate-
chista. Aveva, infatti, il suo bel gruppo cui insegnava i
.,rudimenti della fede. E meno male che a Chioggia era
andato "provvisorio", con la valigia sempre pronta per
partire! Quando partì , a 81 anni , lo fece senza valigia
per il viaggio che non ha ritorno . Era il 9 giugno del
2004. Quasi improvvisamente.
BS SETTEMBRE 2 005

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
NON ESISTONO ascoltati. La percezione più doloro-
sa è quella di essere considerati un
E X FIGLI ingombro, di non contare nulla. Al-
cune volte si accorgono di essere
presi in ostaggio da una delle due
parti , di diventare una specie di
Questo mondo è pieno di ex mogli ed ex mariti, ma non possono
pacco con destinatario incerto, di
essere indesiderati. I figli quindi
esistere degli ex figli. Non sono più marito e moglie, ma restano devono soprattutto essere rassi-
papà e mamma. Da questo titolo nessuno ha il diritto di abdicare. curati. Devono sentire che affetto,
Il ruolo coniugale può avere un termine, quello genitoriale no!
calore e protezione non manche-
ranno loro. I maschi sono sconvolti
dalla separazione più di quanto di
solito tendano--a dimostrare. Entra-
no facilm ente in conflitto con la
La separazione e il divorzio dei
genitori non sono un fattore
sione che potesse
me se io avessi fa
madre, ento;,o I~ mancanza di un
ie- modello di riferimento maschile au-
m- torevole e affetti 0 o. È importante
neutrale o, come pretendono bino, se fossi divent
b- che ve ga o~ani z ta una forma
molti , oggi, un evento praticamente bediente, se mi fossi
la- di "no ma1it' ' Bella vita quotidia-
"normale". Il divorzio frantuma vio- to, se fossi andato
o- na: gli orari e~ abitudini sono dei
lentemente il mondo affettivo e gli la ... ». In ogni caso ,
no J)Unti---d i appogg·o. I bambini più
schemi di riferimento dei figli. Si la separazione dei
e piccor soffrono la R2 ancanza della
sentono improvvisamente abbando- una grossa ingiustizia e la ferita si P. :es nza fisicai di entrambi i enito-
nati da chi li ha messi al mondo , rimarginerà solo molto tardi e on i ,~ CQntinuan0 pat@!j§arnente a
perdono in un colpo solo quasi tutti sempre . E difficile che un divorz~io c~J:.carli:;in mille modi. Gli adole-
i punti cardinali della vita. Se il avvenga senza durez'Za e aggressi- scenti soffro o anche la crisi eco-
papà se ne va di casa sarà ancora vità. Tutto gira intorno alla dollilan- no ica che segue spesso un divor-
il mio papà? Dove andrà ad abitare da: di chi è la colpa? Una spiega- ~'Zio e · drastico ridimensionamento
e con chi? Chi avrà, d'ora in avanti, zione che colpevolizza un genitore del e'J_g@ di vita che lo accompa-
un ruolo fondamentale nella fami- o entrambi può cre?.re stati cli 1ab- §na. Madre e padre devono fare
glia? Chi andrà a parlare con gli bia intensa e un risentimento che i appello a tutta la loro maturità ,
insegnanti? Papà verrà alla festa ragazzi tendono a niver-sare su altre accantonare le loro contrm,e sie e
del mio compleanno? Potrò ancora persone, sulla scuola, su se stessi. --1.Qteres arsi re lmente dei loro figli ,
andare a trovare i nonni? Se papà I figli devono poter nifestare I aiutarli, intervenire di persona e
si risposa, papà e mamma si rivol- loro stato d'animo nel momento accordarsi per le questioni più
geranno ancora la parola? Quando in cui lo vivono, sfogarsi ed essere importanti.
papà chiama al telefono posso
rispondere? Con chi devo stare io?
A chi devo credere? Si stuferanno
anche di me? In ogni caso i figli
non vedranno mai più l'amore , il
matrimonio, il rapporto tra sessi e
la famiglia come li vedevano pri-
ma. Dalla casa costruita sulla roc-
cia passano alla casa costruita
sulle sabbie mobili. Molti genitori
tentano di nascondere la situazio-
ne, con tentativi di depistaggio
spesso patetici («Papà deve lavo-
rare lontano », «Mamma deve an -
dare dalla zia per un po'»). I bam-
bini invece hanno bisogno di com-
prendere una realtà che mette in
gioco il loro bisogno di sicurezza e
di tranquillità.
Essi hanno il diritto di sapere.
L'incertezza nutre la paura e inne-
sca guai peggiori. «Non sono cadu-
to nella trappola delle fantasie »
spiega un ragazzo «ossia nell'illu-
SETTEMBRE 2005 BS

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
La sofferenza più grande che
si può infliggere a un figlio è
costringerlo a scegliere tra suo
padre e sua madre. « Si odiavano
e io ero il prodotto di quell'odio» af-
ferma un figlio . «Una delle racco-
mandazioni che si fanno alle cop-
pie che si detestano» scrive Anna
Oliverio Ferraris «è di non demoli-
re, agli occhi dei figli, l'immagine
dell'altro e la storia familiare pre-
gressa. Un figlio ha bisogno di pen-
sare che c'è stato qualcosa di buo-
no, un tempo, nel matrimonio dei
suoi genitori .. . A un bambino non
piace sentirsi dire che i suoi genito-
ri sono persone indegne , sia per-
ché si identifica con loro sia perché
la sua identità individuale non ha
ancora raggiunto un livello di auto-
nomia tale da poter essere disgiun-
ta da quella familiare». I genitori
che continuano a farsi la guerra
con battute, malumori , gelosie,
disprezzo rinnovano a ogni incontro
l'angoscia dei figli. Anche se l'ex
marito manca a un impegno è
meglio dire: «Oggi papà non può
venirvi a prendere, questo non vuol
affatto dire che non vi vuole bene».
In molti casi i figli si trovano in
mezzo a richieste, dilemmi , scelte
che li mettono in grave imbarazzo.
Come quando si chiede loro di tra-
sformarsi in "spie" per conoscere i
segreti della vita dell'ex. I genitori
divorziati inoltre raramente resisto-
no alla tentazione di rivaleggiare
per conquistarsi l'amore esclusivo
dei figli viziandoli o addirittura cor-
rompendoli. La cosa più importante
è che , anche se sono lontani mate-
rialmente e spiritualmente, i genito-
ri divorziati devono continuare a
fare i genitori con tutto l'amore e
la disponibilità necessari, a volere il
bene dei figli, a essere un padre e
una madre degni di affetto, di stima
e di fiducia. I legami fondamentali
restano. Le due colonne devono
esserci sempre. È questo che può
far felici i figli e assicurare loro l'av-
venire .
D
I Non è impossibile, anzi è
addirittura realistica la ricerca
di collaborazione nell'educazione
dei propri ragazzi da parte
di coppie divorziate.
ABITARE
IN UNA FAMIGLIA
••SPEZZATA''
Dedico questa riflessione alle coppie che hanno vissuto
la dolorosa esperienza della separazione o del divorzio;
che si ritrovano a fare i conti con questa situazione nel laborioso
impegno di crescere ed educare i figli; che spesso
sono assalite da sensi di colpa, soprattutto quando
la loro identità religiosa le porta a guardare in modo critico
la loro condizione di famiglia "spezzata".
Non solo era doveroso che una
buona volta mi occupassi di
questo problema; è l'occasione
per riscoprire e rinvigorire la mia
capacità di essere solidale con chi si
è trovato, a un certo punto della sua
vita, a dover identificare il matrimonio
come qualcosa di doloroso e falli -
mentare. A scanso di equivoci, devo
dire chiaramente che non mi convin-
ce mai del tutto, quando ascolto gli
amici o i genitori dei miei alunni , la
''teoria della vittima"; un'unione che si
rompe chiama sempre in causa la
corresponsabilità di entrambi i coniu-
gi, quanto meno per non aver saputo
vedere e valutare seriamente a tem-
po debito la difficoltà di formare un
"noi" e non soltanto un "io + tu". Ma
certamente non serve a molto pian-
gere sul passato: la preoccupazione
maggiore, in una famiglia "spezzata",
è cercare di guardare in avanti, per-
ché si possa continuare a svolgere in
modo efficace il ruolo di genitori,
anche quando non è più possibile
testimoniare l'identità della coppia.
L'esperienza condivisa con altri
adulti mi ha insegnato alcune cose
importanti: in primo luogo, che non
ci si può dimettere dal ruolo di padre
e madre e neppure da quello di part-
ners che insieme hanno generato un
figlio. Quello che si è vissuto fino al
momento della separazione resta un
patrimonio di affetti e di vita comune
che non si può azzerare e che
comunque non sarebbe giusto azze-
rare : in questo terreno sono e devo-
no restare radicati i figli , nella piena
consapevolezza di essere stati desi-
derati e amati in un progetto che
1 11 divorzio frantuma il mondo
affettivo e gli schemi di riferimento
dei figli.
aveva comunque delle motivazioni e
degli impegni che ci si augurava fos-
sero durevoli e che erano stati affi-
dati alla benevolenza di Dio perché
ne fosse custode insieme alla
volontà umana . Se si salva questa
prospettiva, diviene abbastanza faci-
le per due coniugi evitare di "palleg-
giarsi" per dedicarsi ad altro, rinun-
ciare a usare i figli come "merce di
scambio" nelle guerriglie che quasi
sempre si scatenano sul piano giuri-
dico, economico e psicologico; divie-
ne perfino realistica la ricerca di col-
, laborazione nell 'educazione dei
ragazzi , sforzandosi di raggiungere
un modo condiviso di affrontare i
problemi della crescita e quelli della
vita quotidiana.
Da questo punto di vista, la
famiglia "spezzata" non ha regole
diverse a cui ispirarsi: ciascuno dei
genitori deve sforzarsi di guidare i
BS SETTEMBRE 2005

4.6 Page 36

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figli ad aver stima del coniuge
anche quando emergono debolez-
ze o inadempienze; deve favorire
la comunicazione affettiva, affin-
ché i bambini possano esprimersi
sempre in modo autentico e libero
soprattutto nei momenti in cui
avvertono difficoltà o disagio nel
rapporto con i grandi ; deve impe-
gnarsi in ogni modo a costruire il
bene dei propri figli , offrendo loro
un ambiente domestico il più pos-
sibile sereno e sicuro; deve aiutarli
a investire nel futuro , condividendo
le speranze , i progetti e gli impe-
gni quotidiani . Tutto questo , rico-
noscendo una verità che vale per
tutte le famiglie : è scontato che
nessuno è perfetto sa interpre-
tare in modo eccellente il proprio
compito , ma proprio per questo è
importante la tensione a fare del
proprio meglio - anche imparando
dagli errori - per maturare una
nuova sensibil ità e disponibilità
verso i propri famigliari , testimo-
niando che il valore della riconci-
liazione può essere vissuto alme-
no nei confronti del proprio passa-
to. Quando gli adulti raggiungono
questa consapevolezza, recupera-
no di fatto una buona fetta di
autorevolezza e credibilità; riesco-
no a tenere a bada i loro sensi di
colpa e adoperarsi perché i ra-
gazzi non vivano la separazione e
il divorzio dei genitori come una
penalizzazione o, peggio, come
una situazione di cui approfittarsi
per estorcere piccoli privilegi ogni-
qualvolta è possibile manipolare e
strumentalizzare il disaccordo dei
grandi rispetto alla gestione della
loro vita.
Benessere e serenità non
sono scommesse radicalmente
perdute quando si abita in una
famiglia "spezzata": al contrario,
possono essere cercate nelle ma-
glie di una quotidianità contraddit-
toria e dispersiva, come avviene
anche per le altre famiglie, e perfi-
no assaporate con maggiore
gusto, quando sono il risultato di
una ricerca di equilibrio che si
intuisce richiede maggiore pazien-
za e coraggio. E si può essere cer-
ti che Dio, che è sempre dalla par-
te dei poveri (anche dei poveri in
affetto e in educazione) , sosterrà
questo sforzo con la sua infinita
sapienza.
SETTEMBRE 2005 BS
MOVIMENf
SALESIANO
di Julio Olarte
FCMN
Il fondatore è il salesiano don
Pio Baschirotto, attuale direttore
dell'istituto salesiano di Cayambe
in Ecuador.
MISIONERAS DE MARIA
AUXILIADORA
1982, due giovani, ex-Figlie del-
la Chiesa (una congregazione lo-
ca le), ch iesero a don Pio Baschi-
rotto, direttore salesiano di Ca-
yambe (Ecuador) di poter essere
inserite nel programma pastora le
della com unità. Esse vo levano
co nservare la loro consacraz ione
co n i voti e il loro impegno apo-
stolico. Don Pio le accettò ed esse
si sentirono subito in sintonia con
lo spirito di Don Bosco, il suo stile,
il suo sistema educativo. All'om-
bra della co munità sa lesiana, dun-
que, co minciaro no a riflettere sulla
loro identità.
Il parroco de La Dolorosa, nel-
la città di Ibarra, propose loro di
trasferirsi nella sua parrocchia per
lavorarvi . Esse accettarono, por-
tando tutto il bagaglio d i espe-
rienza salesiana maturato a
Cayambe. Il vescovo di Ibarra
vo ll e dare loro un'identità giuridi -
ca e ne fece un Istituto di diritto
diocesano. Al momento di defini-
re la loro id enti t à, sce lsero d i
c hi amarsi MISIONERAS DE MA-
RIA AUXILIADORA . Il carisma
dell'Istituto è quello di una atti-
v ità aposto Iica e pastorale a servi-
z io de ll a parrocchia co n spec iale
attenzione ai giovani e ai fa nciul-
li . La spiritu alità del gruppo si rifà
a Santa Teresa del Bambin Gesù
e a Don Bosco .
L'istituto ha la casa madre a
Ibarra e altre tre comunità a Sa n
Roque (Ibarra), Cutuglahua (Quito)
e Pueblo Nuevo (Portoviejo), tutte
orientate all a pastorale parrocch ia-
le, co n attiv ità comp lementari
come refettori popolari, doposcuo-
la e sostegno scolastico, ce ntri ar-
tigiana li per le donne, atte nzi one
medica, ecc. Per loro sce lta, sono
attualmente in numero assa i ridot-
to (1 O), giacc i l loro direttore
spirituale, che è ancora don Pio,
ha suggerito di non porre al primo
posto la cresc ita numerica, quanto
piuttosto d i definire co n chiarezza
la spiritual ità e il caris ma, e di
stendere le cost itu z ioni e la strut-
tura organizzativa del gruppo, e
co nso lid are la v ita comunitaria.
C'è un gruppetto di giovan i aspi-
rant i e tre stan no ini z iando il pri-
mo an no di noviziato . Alcuni ve-
scovi sono ansiosi di poter contare
nell a loro presenza e vorrebbero
affidare loro l' amm ini straz ione di
qualche parrocchia. L' attua le su-
periora, ehiamata coord inatrice, è
suor Anna Lucia Bimos.
Per magg iori informazioni si può
telefonare al (593) 062.642.754.

4.7 Page 37

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I I'_,
"'I.,.,.,
t~ ~ /,
""
., AI/Jt l'I r~

4.8 Page 38

▲back to top
Sf\\OE Ei\\CHE
per ragazzi , genitori, educatori
SPORT E DOPING
ETICAMENTE
OPPOSTI di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Dimensione trasversale
che non fa differenze di
età come di ceto, lo sport
polarizza l'interesse e fa
sorgere la devozione dei
giovani e degli anziani,
dei saggi e degli
sprovveduti, di chi ha
un 'educazione e di chi
non l'ha.
L o sport è una splendida realtà
valoriale dell'uomo, che negli
ultimi tempi ha ass unto conno-
tazioni commerciali e mediatiche
senza precedenti. Oggi si presenta
come fe nomeno complesso, contrad-
dittorio in molti suoi aspetti e diversi-
ficato nelle sue manifestazioni. Con
l 'avvento di una cultura dell ' immagine
sempre più esasperata da m;:iss media e
interessi economici, lo sport viene so-
vraccaricato di interessi e aspettative
notevoli. Lo sport può e deve, invece,
divenire reale promotore di una sana
educazione e cultura della corporeità
quando, nel giusto rispetto della perso-
na e nella ricerca della sua salute, svi-
luppa, potenzia, fortifica il corpo;
quando per la sua fo rte valenza sociale
lo educa al confronto con l'altro, alla
ricerca del proprio limite, al corretto
uso degli strumenti messi a sua dispo-
sizione; quando da fattore discriminan-
te diviene luogo di relazione nel rispet-
to di regole e tem pi (CEI).
SETTEMBRE 2005 BS
CONFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMIGLIA
'-"--~-=-""-'---'--"""'--'~---------'-4 Che cosa pensi dell'attuale co1_nv_ol-
Lo sport è una splendida realtà
g·imento commerciale e med1at1co
valoriale dell 'uomo.
delMloedspicoir,te?ducatori
e
..
ps1colog1
·
c~ns1-
L'ATTIVITÀ FISICA
Ogni pratica sportiva, seppur con in-
tensità diverse, comporta una certa atti-
vità fis ica, tesa a rafforzare e potenziare
il corpo in vista del ris ul tato sportivo
gliano movimento e_;port. Lo fai. Se
no
, perché non
Sport come
lo
la
fa1 .
bo~e
e
. 'ddetti
i _cosi -
sport estremi sono nsch1os_1;, T1 sem
braSnio
eticamente accettabili . .
ritiene il doping un_ t~ad1m~;it~
della natura dello sport. Sei d accor o.
prefissosi. Questa dimensione, pur toc-
cando prevalentemente la corporeità avevano intuito ciò sintetizzandolo nel
umana, ha ripercussioni su tutte quante famoso detto mens sana in corpore sa-
le dimensioni dell'uomo. Già i latini no. Fare dello sport, muoversi, per te-

4.9 Page 39

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I Fare dello sport, muoversi, per
tenersi in forma, sta diventando
uno degli imperativi della nuova
cultura.
nersi in forma, sta diventando uno degli
imperativi della nuova cultura. Media,
economia, medicina e nuove filosofie
incentivano, seppur con motivazioni
fortemente diverse, le attività fisiche.
Oggi, più che in passato, molti medici,
educatori e psicologi consigliano movi-
mento e una certa attività sportiva a
tutte l'età. Il movimento aiuta, oltre che
il raggiungimento di un traguardo spor-
tivo, a tonificare il corpo, a rilassarsi e
scaricare lo stress, a prevenire insorgen-
ze di problemi fisici quali quelli card}o-
circolatori, l'obesità, la sclerosi, a forti-
ficare la volontà, a mantenere una certa
flessibilità e padronanza degli arti, a far
crescere una personalità armonica. Oltre
questi aspetti non va dimenticata nem-
meno la dimensione ecologica connessa
all'attività fisica che molti sport com-
portano; infatti una sana e corretta atti-
vità fisica aiuta a entrare in "rapporto"
con l'ambiente in cui si svolge; aiuta a
riappropriarsi di un corpo e di uno spa-
zio in tempi in cui, sia nel lavoro come
nella vita, tutto questo diventa sempre
più relativo a scapito di una vita seden-
taria e contrassegnata da "rapporti vir-
tuali", chiusi in pareti e stanze sempre
più strette e fomite di tutto.
J
I I rischi per la salute fisica
e psichica sono altissimi per
lo sportivo che si dopa.
LO SPORT AGONISTICO
L'agonismo, proprio perché agone
(lotta), esteso a qualsiasi livello sporti-
vo, è inteso come impegno, sforzo per
raggiungere traguardi precisi attraverso
un sistematico allenamento. Il desiderio
di vincere, di ottenere un risultato è una
parte irrinunciabile della pratica sporti-
va. L 'esasperazione dell 'agonismo e
l'abdicazione all a dimensione ludica
conducono lo sport a essere immagine
non più della vita ma della guerra.
Quando si gioca, lo si fa insieme, non
contro, in una competizione leale e se-
rena. Il problema nasce quando l'ansia
del risultato e della vittoria diventa la
principale e ossessiva preoccupazione.
Quando enormi interessi mediatici e
economici irrompono nello sport stru-
mentalizzandolo e piegandolo a tali lo-
giche, la ricerca del risultato diviene la
I Assumere stupefacenti falsa
la gara, qualsiasi gara. E lo sport
diventa un business perdendo
gran parte delle sue caratteristiche
migliori.
VALORI IN QUESTIONE
Lo sp?rt è una realtà valoriale
Imu. toRel,teocd1e_npaomtse11m·tc11v·ezan1·atdeeelhlda'iucoaomssnouf:rnotfnootnoctoelenadn,l·oesÌaa--
i~~~' commerciali e mediatiche nega-
Per la sua forte valenza sociale lo
sport educa al confronto con l'altro
~- Lo sport deve essere promozi~ne
' una sana ,educazione e cultura
sdoenllaa.corpore,ta, nel rispetto della per-
~ L'esa~perazione dell'agonismo e
I abd1caz1one alla dimensione ludica
lo _conducono a essere immagine non
p1u della v,ta ma della guerra.
determinante da ricercare per essere
considerati da questi. All'ansia da risul-
tato va anche affiancata la dimensione
del rischio che l'agonismo di per
comporta. Quanto più sale il livello
agonistico di un 'impresa, tanto più au-
mentano i rischi (Leone). Recenti sono
le discussioni e le polemiche seguite a
tristi episodi su alcuni sport quali la Fl,
la boxe e i cosiddetti sport estremi. Va
paradossalmente però ricordato che più
uno sport è "estremo" e mediaticamente
visibile, più ne vengono calcolati e con-
trollati i rischi; mentre meno è popolare
e sponsorizzato dai media, meno soldi e
precauzioni vengono ricercati e investiti
nella prevenzione di tali rischi.
ETICA DEL DOPING
Con il termine doping, che viene dal
verbo inglese to dope, che significa as-
sumere stupefacenti, si suole indicare
l'uso di particolari sostanze ai fini di
migliorare la prestazione atletica o au-
mentare la resistenza alla fatica in una
competizione sportiva.
Gli aspetti etici del fenomeno posso-
no essere suddivisi in quattro punti:
a) Perché rischioso alla salute: il ri-
schio appare notevolmente sproporzio-
nato a eventuali benefici fisici, in quan-
to ciò che si persegue non è la salute ma
un successo sleale. b) Perché crea omo-
logazione: gli altri atleti sarebbero co-
stretti al doping per avere i medesimi
standard di competizione. c) Perché in-
naturale: l'uso di tali sostanze nell'otte-
nere il successo andrebbe contro la na-
tura dello sport, che mira al raggiungi-
mento del buon risultato tramite una
preparazione costante e lo sviluppo di
capacità personali. d) Perché ingiusto:
l'ingiustizia è rispetto a chi non ne fa
uso. L ' utilizzo nascosto di tali farmaci
nel raggiungimento del risultato pone
l'atleta in una condizione di disonesto e
occulto vantaggio nei confronti degli
altri atleti.
D
BS SETTEMBRE 2005

4.10 Page 40

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ALBIVIO
COME LETTORE
di Severino Cagnin
Che cosa leggere? Un
periodico è del mio
parere, un altro dice il
contrario; un libro la
pensa come me, un altro
a/l'opposto; un giornale
dice bianco, un altro urla
nero... Ogni giorno
_i_,_ ____ siamo al bivio: che strada
prendere?
De Il Codice da Vinci tutti
hanno parlato, anche il BS
(gennaio 05 e questo stes-
so numero a pag. 20). Nonostante
la vicenda eticamente improponi-
bile e storicamente falsa, ha ven-
duto quasi 25 milioni di copie e
diviso l'opinione pubblica in fa-
vorevoli e contrari. Oggi viviamo
una cultura dell'opinione. Siamo
sempre a un bivio: o no? Que-
sta o quella strada? Questo o quel
libro? Questo o quel partito? Vo-
tare o no ai referendum? Favore-
voli o contrari all'immigrazione?
Sì o no al dialogo con l'Islam?
C' è chi si fissa solo su scelte fatte
una volta e mai più messe in di-
scussione. E sono, generalmente,
quelle più pubblicizzate, e perciò
più conosciute. Molte riviste re-
stano lontane dal gran pubblico,
pur essendo ad altissimo livello.
Getto il sasso nello stagno e.. .
parlo di alcune.
SETTEMBRE 2005 BS
ALTERNATIVE
Apro con LETTURE, mensile
nato nel Centro San Fedele di
Milano per intuizione del gesuita
padre Valentini. A cominciare
dal 1946 pubblicò brevi segnala-
zioni di scelti collaboratori; La
Rassegna critica del libro era
ricca di traduzioni di opere stra-
niere, una novità, soprattutto con
l'ossigeno culturale francese e il
rilancio di grandi pensatori/nar-
ratori, come Leon Bloy, Paul
Claudel, Charles Peguy e soprat-
tutto François Mauriac e Geor-
ges Bernanos. Il periodico non
accettava tutto a occhi chiusi, era
aperto ma critico, secondo una
I Copertina di JESUS
(maggio 2005): il numero è quasi
interamente dedicato al ricordo
di papa Wojty-ta.
I Copertina di LETTURE
(Maggio 2005) che annuncia
il sessantesimo della rivista.
metodologia filosofico-scolastica
bene assimilata. Il Gattopardo di
Tornasi de Lampedusa, Il prete
bello di Parise e Ragazzi di vita
di Pasolini ebbero lodi e riserve.
Dal gennaio 1957 la rivista fece
un passo avanti decisivo: nuova
grafica, grande spazio a cinema e
teatro, nuovi collaboratori. Di-
venne una fonte importante per
la cultura cattolica e laica di due
decenni. Ci furono stroncature
come a Il Gattopardo perché ri-
volto al passato, ed esaltazioni
come a La dolce vita di Fellini
per la sua poetica denuncia. Nel
1994 il mensile cambiò editore e
allargò le rubriche a Internet, alla
tecnologia digitale, a rassegne
dei successi culturali dei maggio-
ri paesi del mondo, alla musica, ::i.
figure anche non cattoliche, ma
ricche di arte e messaggi umani.
In un numero recente troviamo il
saggista Asor Rosa, l'appassionata
memoria dell'armena Arslan, il
"romanzier~ in punta di penna"
Hugo Pratt accanto a Mario Lu-
zi, al sociologo Mounier e a
Charles de Foucault.

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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JESUS
Quando passò in Italia la pubbli-
cazione del mensile francese JE-
SUS, molti pensavano che fosse
meglio un titolo più moderno. Il ti-
tolo rimase, ma la diversità è nel
sottotitolo, "mensile di cultura e at-
tualità religiosa". Ha 28 anni ed è
una delle testate più qualificate del-
l'Editore San Paolo. Il numero di
maggio 2005, con tempestività sul
dibattito per i referendum pubblicò
i risultati di un 'inchiesta su quattro
quesiti dietro cui emergevano gran-
di interrogativi etici: il primo quesi-
to sulla libertà di ricerca; il secondo
sui limiti dell'empianto di un ovulo
estraneo; il terzo e quarto su "L'au-
todeterminazione e la tutela della
salute della donna con il riconosci-
mento esclusivo del suo diritto a
decidere, oltre alcun diritto del con-
cepito". Seguiva il commento di
esperti al fine di evitare una "inutile
discordia", inasprita dai referen-
dum. Mi è sembrato un ottimo con-
tributo che, pur dicendo chiaramen-
te come la pensava, lasciava tutta-
via il lettore libero di decidere.
Nello stesso numero, con il Papa in
copertina ("Il tempo di Benedetto"),
si offriva un dossier monografico di
Copertina di CITTÀ NUOVA
del Movimento dei focolari.
I Copertina di ROCCA, quindicinale
della Pro Civitate Christiana
di Assisi.
45 pagine, a più fame e con foto ,
anche inedite. La selezione delle
notizie e testimonianze sul nuovo
Papa e a confronto con Karol
Wojtyla era chiara e concludeva
con interventi mirati su problemi
aperti e attese. Vi si parlava di dia-
logo ecumenico da riprendere, a co-
minciare con gli Ortodossi, ma
anche .con l'Islam, l'Ebraismo e
con le religioni asiatiche. E con in-
terrogativi ancora attuali: come si
porrà la Chiesa di fronte al neolibe-
rismo selvaggio e alla politica delle
superpotenze? E altri che attendono
risposta urgente: Chiesa troppo so-
ciale? Rivalutazione degli ordini re-
ligiosi? Quale spazio alla donna?
E ANCORA ...
CITTÀ NUOVA, con editrice e
movimento cristiano a sostegno, si
distingue per la facilità della lettu-
ra, gradevole e attenta al positivo.
Anche sui gravi problemi attuali si
prospettano soluzioni e interventi
pubblici e di volontariato che
infondono fiducia. Viene dato
maggior spazio, ogni quindici
giorni, alle sezioni dell 'arte, del
cinema e della narrativa e, soprat-
tutto, a esperienze di bontà e so-
stegno a poveri, ammalati, bambi-
ni e anziani. Alcuni specialisti cu-
rano la rubrica scientifica, di poli-
tica estera, di eventi ecclesiali, che
aprono alla speranza. ROCCA è il
quindicinale della Pro Civitate
Cristiana di Assisi, con il gruppo
dei volontari, l'editrice e l' artico-
lata sede di incontri e convegni
per tutto l'anno. Il periodico, con
una grafica seria e in bianco e
nero, riporta tutto sull'attività di
questo centro culturale cristiano,
fondato 50 anni fa da don Giovan-
ni Rossi, con il programma di
diffondere la cultura cristiana, ri-
spettando e parlando anche delle
altre con un livello qualificato.
Negli ultimi anni ha dato maggior
spazio ai problemi politici e socia-
li, italiani e mondiali, con un' ac-
centuazione sempre maggiore alle
ingiustizie del nostro tempo. Non
mancano rubriche di morale, teo-
logia e Bibbia, con incontri e in-
terviste a uomini di arte e cultura,
sempre con una sottolineatura al
nuovo e al superamento di limiti e
barriere del passato. Può sembrare
anche a direzione parziale e quasi
unilaterale, non lo nasconde, ma
lo fa seriamente, con una coscien-
za professionale ed evangelica con-
vinta. La Cittadella di Assisi meri-
ta una visita non affrettata.
Sono alla fine e mi accorgo di
non avere neppure nominato testa-
te famose e formidabili per serietà
culturale (Il nostro Tempo, La Ci-
viltà Cattolica, Il Mulino, Vita e
Pensiero dell'Università Cattolica,
Aggiornamenti Sociali, l'affasci-
nante Itinerari della fede, edito da
Avvenire, Il mondo della Bibbia
della rosa di periodici della sale-
siana LDC, tra cui l'originale
mensile Dimensioni Nuove, che si
rivolge con vivacità ai giovani dai
15 ai 30 anni, ed è molto apprez-
zato anche da adulti, insegnanti,
animatori, genitori in dialogo eri-
cerca. Perché dunque rivolgersi
sempre agli stessi periodici? Urge
talvolta, per un 'informazione più
completa e meno adulterata, cam-
biare strada...
D
BS SETTEMBRE 2005

5.2 Page 42

▲back to top
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di ... o titoli , ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in .. .
per i fini istituzionali deil 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB . Il testamento deve essere seri/lo per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel.011.5224247-8- Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
SETTEMBRE 2005 ns
I NOSTRI MORTI
SERAFIN sig. Mario, salesiano
laico,
t Cagliari , il 19/02/2005, a 82 anni
Una vita dedicata all'insegnamento in labo-
ratorio , prima a Roma poi a Selargius, in
Sardegna, dove è rimasto per il resto della
sua vita. ha continuato la sua missione
di "meccanico", attivando la sua officina
anche per eseguire lavori per la comunità,
per i singoli confratelli, per i ragazzi dell'o-
ratorio , per gli amici . Eccelleva nella
costruzione di diversi giochi: da tavolo, da
çortile, da spiaggia e perfino da passeggio.
E stato un salesiano a tutto campo, un
coadiutore "da cortile": era sempre in
mezzo ai ragazzi , e ci stava da vero ani-
matore del tempo libero che sapeva incar-
nare con sapienza e convinzione la pater-
nità di Don Bosco . Uomo di preghiera, era
di esempio a tutti, confrate lli e giovani. Ha
lasciato un caro ricordo di sé.
SCIVOLETTO ROCCASALVA
sig.ra Margherita,
Mamma di un SDB e una FMA,
t Modica RG , il 03/03/2005, a 98 anni
Donna profondamente cristiana, ha cre-
sciuto sette figli con mano ferma e fede
profonda. Due ne ha donati al Signore
nella congregazione salesiana e presso le
Figlie di Maria Ausiliatrice. La Madonna di
Don Bosco è stata il faro della sua vita.
Soleva ripetere : "La Madonna mi ha sem-
pre ascoltato". Partecipava con entusia-
smo alle riunioni dei genitori dei salesiani a
Zafferana ed era orgogliosa di essere la
mamma di due consacrati, tanto che era
contentissima di sentirsi chiamare
"Mamma Margherita", come la mamma di
Don Bosco. La conoscevano tutti , perché
era accogliente, affettuosa, ordinata; e
molti andavano a trovarla, spesso anche
alcune scolaresche soprattutto per sentirla
recitare il rosario - che non lasciava mai -
in dialetto. Di an imo sensibile , ha aiutato
alcune vocazioni con la preghiera ma
anche economicamente a procedere negli
studi perché arrivassero felicemente dove
il Signore aveva deciso di chiamarli.
CALAVITA sig.ra. Nicoletta,
Cooperatrice e benefattrice
salesiana,
t S. Donnino FI , il 12/06/2004, a 78 anni
Donna semplice, serena, onesta lavoratri-
ce (faceva la sarta) , schiva e silenziosa,
ma di grande fede e di grande carità. La
sua casa era sempre aperta, la sua perso-
na sempre accogliente. Abbonata da sem-
pre al Bollettino Salesiano, non cessava di
leggerlo e di inviare qualche offerta per le
missioni secondo le sue possibilità. Anda-
va timidamente orgogliosa del suo diploma
di benefattrice e volle esserlo fino alla fine .
Il suo cuore generoso non ha retto all'ulti-
mo assalto del male. Il suo ricordo rimarrà
in benedizione.
pente , il coraggio del leone ... Non ci sem-
brano appellativi superflui o sprecati per
don Battista. Aveva un cuore grande - lui
lo chiamava matto - sensibilissimo alle
necessità dei più poveri. Per loro non ha
mai cessato di chiedere, superando ogni
remora e ogni etichetta. Accorreva solleci-
to là dove c'era bisogno di lui , senza
risparmiarsi. Si faceva voler bene da tutti e
aveva uno stuolo di ammiratori e di bene-
fattori che ripagava con la pregh iera, un
sorriso , una barzelletta. "Meglio non so
fare", diceva. E questa genuinità intelligen-
te gli ha conquistato amici sempre pronti
ad aiutarlo nelle sue battaglie contro la
miseria materiale e morale di tante perso-
ne. Soffriva soprattutto quando non riusci-
va a fare del bene come voleva lui o quan-
do, nonostante gli sforzi, non riusciva a
farsi capire o a ottenere quanto chiedeva
(mai per sé, sempre per gli altri) per lenire
dolori e sopperire a necessità. Lascia un
ricordo incancellabile.
BOSISIO Rosa, cooperatrice
sales iana ,
t Monza, il 20/12/2004, a 91 anni
Nata e cresciuta in una famiglia profonda-
mente cristiana, maturò presto in un clima
di dignitosa povertà e di fede. Visse la sua
infanzia e la sua adolescenza in tempi di
ristrettezze per la guerra e dovette adattar-
si al lavoro in filanda. Fu di aiuto alla
mamma nell'accudire alla numerosa fami-
glia. Durante la sua giovinezza, grazie alla
guida sp irituale del parroco , maturò la
decisione di consacrarsi al Signore nell'Isti-
tuto secolare delle Figlie di sant'Angela
Merici. Pur rimanendo in famiglia, si dedicò
alla catechesi, all'assistenza, all'educazio-
ne dei ragazzi/e e all'animazione liturgica
in Parrocchia. A lei deve molto il fratello
salesiano, don Enrico, che ha potuto
seguire la sua vocazione missionaria,
lasciando a lei il compito di assistere la
mamma anziana. Continuò anche a prodi-
garsi per la parrocchia, per le sue conso-
relle e per la gente con semplicità e gene-
rosità, fino a quando toccò a lei essere
assistita. Colpita dal morbo di Alzheimer fu
accolta e assistita con amore dalle conso-
relle della Comunità di Monza . Visse 8
anni di serena offerta al Signore e di testi-
monianza di bontà a tutti.
Venuta la ser_a d_i .
quel giorno ~esu disse.
~ - ----<
"Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)
PERSON ENI sac. Battista,
salesiano,
t Bergamo, il 16/05/2005, a 67 anni
Un uomo solare, con l'animo del bambino,
la semplicità della colomba ma anche la
furbizia della volpe , la prudenza del ser-

5.3 Page 43

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Ciclamino, fiore di
Settembre
FLORA D'APPARTAMENTO
Le piante di ciclamino che si trova-
no in commercio derivano non dal
Cyc/amen europeanum o dal neapo-
litanum dei nostri boschi, ma dal
persicum, originario della Grecia. Il
fiore può essere normale o grande
anche cinque cm, con petali lisci o
arricciati, e tonalità dal bianco al
rosso; nei giardini a clima mediterra-
neo sboccia pure d'inverno. Le
foglie cuoriformi hanno la parte
superiore vérde/scuro , talora con
screziature argentee , e quella infe-
riore verde/chiaro, tendente al ros-
sastro. Il tubero va ricoperto con un
leggero strato di terra, un po' umido.
La mancanza d'acqua fa appassire
la pianta. Concimare una volta il
mese con un prodotto ricco di
potassio. Nato all'ombra degli alberi,
il ciclamino predilige zone luminose,
ma non il sole diretto, e "soffre" il
caldo secco dei termosifoni. Le
foglie ingiallite e i fiori appassiti van-
no tagliati e non strappati.
NOBEL ITALIANI
Tre i nobel nati in questo mese. Er-
nesto T. Moneta nasce a Milano il
20/09/1833. Combatte come volonta-
rio garibaldino nella seconda e terza
guerra d'indipendenza. Disilluso, per
trent'ann i dirige il quotidiano "Il Seco-
lo" (1867-1896) diventando l'anima
del pacifismo italiano. Nel 1906 rea-
lizza il Padiglione
per la Pace all'E-
sposizione inter-
nazionale di Mi-
lano, e l'anno do-
po riceve il No-
bel per la pace.
Muore nel capo-
luogo lombardo il
10/02/1918. Gra- Grazia Deledda
zia Deledda nasce a Nuoro il
27/09/1871 . Inizia a scrivere giova-
nissima. Il suo primo romanzo Fiore
di Sardegna è del '92. Nel 1900 si
trasferisce a Roma, con il marito. Tre
anni dopo, pubblica Elias Portolu,
primo vero successo, e nel '13, il ca-
polavoro Canne al vento. In tutti, uni-
sce tradizioni , fiducia nell'umanità e
fede in Dio. Nel 1926 riceve il Nobel
per la letteratura (unica italiana ad
averlo ricevuto) "per i suoi scritti ispi-
rati che , con chiarezza plastica, dipin-
gono la vita nella sua isola nativa e
con intensità e simpatia affrontano i
problemi umani in generale". Muore a
Roma il 15/08/1936. Di Fermi parle-
remo in novembre.
IL PERSONAGGIO
DEL GIORNO
1° settembre 1939: Hitler invade
la Polonia; scoppia la 2~ guerra
mondiale.
2 settembre 1840-. a Catania, nasce
lo scrittore Giovanni Verga.
3 settembre 1875: nasce l'inge-
gnere tedesco Ferdinand Porsche.
4 settembre 1965: in Gabon,
muore Albert Schweitzer, medico,
musicista e Nobel per la pace.
5 settembre 1997: muore madre
Teresa di Calcutta .
6 settembre 1887: nasce l'architet-
to Charles E. Jeanneret, "Le Cor-
busier".
7 settembre 1986: in Sudafrica, il
vescovo Desmond Tutu è il primo
nero a guidare la Chiesa Anglicana.
8 settembre 1474: nasce il poeta
Ludovico Ariosto .
9 settembre 1976: muore il leader
cinese Mao Ze-dong .
1O settembre 1898: è assassinata
Elisabetta (Sissi) d'Austria-Un-
gheria .
11 settembre 1973: nel colpo di
Stato in Cile, è ucciso Salvador Al-
lende .
12 settembre 1958: Jack Kilby
presenta il primo circuito integrato.
13 settembre 1503: disfida di Bar-
letta, tra i cavalieri italiani di Ettore
Ferd inando Magellano
Fieramosca e i francesi di Guy La
Motte .
14 settembre 1982 muore Grace
Kelly , principessa di Monaco.
15 settembre 1919: nasce il "cam-
pionissimo" Fausto Coppi.
16 settembre 1977: muore a 53
anni la soprano Maria Callas .
17 settembre 1952 don Luigi Stur-
zo è nominato senatore a vita.
18 settembre 1961: lo svedese
Dag Hammarskjold, segretario ge-
nerale dell'Onu, muore in un inci-
dente aereo in Congo.
19 settembre 1558: muore Carlo
V; sul suo impero non tramontava il
sole, tanto era vasto .
20 settembre 1519: Ferdinando
Magellano inizia la circumnaviga-
zione del globo .
21 settembre 1924: re Vittorio
Emanuele Ili inaugura la prima au-
tostrada del mondo: la Milano-Va-
rese .
22 settembre 1943: il vicebrigadie-
re Salvo d'Acquisto è fucilato dai
tedeschi , salvando 22 ostaggi.
23 settembre 1968: muore san Pio
da Pietrelcina .
24 settembre 1572: muore Tupac
Amaru , ultimo capo Inca.
25 settembre 1970: muore lo scrit-
tore Erich M. Remarque .
26 settembre 1897: nasce, Giovan-
ni Battista Montini , papa Paolo VI.
27 settembre 1825: l'inglese Geor-
ge Stephenson inaugura la prima
ferrovia.
28 settembre 1978: muore Gio-
vanni Paolo I, Albino Luciani.
29 settembre 1758: nasce il pittore
Michelangelo Merisi, Caravaggio.
30 settembre 1913: muore Rudolf
Diesel , inventore del motore omo-
nimo .

5.4 Page 44

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-
PRIMA PAGINA
Serena Manoni
DOMENICO SAVIO
HA VARCATO
I CONFINI
l'urna di Domeni-
<::o Savio con i resti
mortai i del suo cor-
po, dopo la sorpren-
dente "performance"
del pellegrinaggio ita-
I i liano, che ha attirato
migliaia di giovani
entusiasti , ha varcato
i confini ed è appro-
data in Siria. Sì, nel la
Siria musulmana. E
gli hanno reso omag-
gio non solo le quat-
tro comunità salesia-
ne presenti nella Na-
zione, ma anche le
autorità civ i Ii e rei i-
giose islam iche. Un
piccolo miracolo. Ma
Domenico Savio ci
ha abituati a queste
sorprese.
In Siria Domenico ha
visitato Damasco dal-
I' 11 al 13 aprile e Aleppo dal 14 al 16
aprile. Poi, dal 17 al 19, si è trasferito in
libano, quindi di nuovo in Siria a Kafroun
il 20 e 21. Il 22 è ripartito da Damasco.
cordoba.
SETTEMBRE 2005 BS
11 secondo Viaggio
estero ha avuto come
meta la Spagna, e pre-
cisamente le ispettorie
di Cordoba e Siviglia.
Anche qui la realtà ha
abbondantemente su-
perato le attese. Dun-
que Domenico Savio è
ancora vivo e operan-
te, ma soprattutto - ed
è quello che ci sor-
. prende di più - attua-
le! Può tranquillamen-
te essere additato co-
me model lo per i
nostri preadolescenti e
adolescenti.

5.5 Page 45

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·R E LA X
il Cruciverba•
Santuari d'Italia
19
di Roberto Desiderati 22
26
Visitiamo i
luoghi di culto
del nostro aese
i più conosciuti
e i meno noti.
Rilassandoci.
A gioco comp letato ri sulterà, nell e casel le a doppio bordo, il nome di un famo so Santuario.
o
Def·1n·1z'1on'1
ORlZZONTALI. l. Vedi foto -16. Venne rapita
da Paride - 17. Poco vitale, abbattuto -18. Ricor-
rere al tribunale-19. Può essere proprio o comune
- 20. Cesto da spalla - 21. Amare, dal sapore acre-
22. Prefisso per vinificatori- 23. Tanti - 24. Attri-
buto di Dio - 26. Un po ' lehto - 27. Mobile di un
tempo per il pane - 28. Serie periodica - 29. Lo di-
ce chi obietta - 30. Antica nave - 31. Fissazioni -
32. Centro Addestramento Reclute - 33. Negli
Usa la suacapjtale èSalem -35. Lo si chiede al ca-
meriere - 36. E vittima nell 'arena - 37. Contrario
di storto-39. Città francese attraversata dal Roda-
no - 41 . Decalitro - 42. Donna senza fede - 43. In
un dramma di D' annunzio ne era la figlia - 44. La
stagione più bel la.
VERTICALI. 1. Il re di Sparta che mosse gue1n a
Troia - 2. A volte lo lasc ia la macchia -3. Versione
ridotta di un software -4. Uno aLondra-5. Napoli-
6. La maga disneyana - 7. Lago il cui affl uente è lo
Strona - 8. Pronome - 9. Biblica moglie di Giacob-
be -10. Articolo per zucchero - 11. Semplice -12.
Divinità nordica - 13. Casa ... per uccellini - 14. Il
numero "perfetto" - 15. Sono doppie nelle vele -
20. Felici come.. . i "terzi" tra i litiganti - 21. Parte
della sella - 23. L'autore di "Senza Famiglia" - 24.
Colorato - 25. Le spreca il prolisso - 27. Incantesi-
mo -28. Personaggio de "/ Pagliacci" - 29. Fu ucci-
so nel bagno - 30. li Richard di "Chicago" - 31. Vi
attraccano le navi - 32. Fila di persone - 34. Pari in
credito - 38. Un tipo di farina - 40. Iniziali della
Sampò .
La soluzione nel prossimo numero.
IL SACRO FONTE
Caravaggio, situata pochi chilometri a sud di Bergamo, è il luogo dove la
Vergine apparve nel 1432 a una donna, Giannetta De' Vacchi, intenta a
raccogliere erba in un prato lontano dal borgo. Come segno dell 'appari zione
sgorgò dal prato una sorgente d' acqua che nel corso dei tempi portò benefici
a molte persone e la cui virtù era affermata dall ' immediato fiorire di un ramo
secco gettatovi a sfida da un miscredente. Altri fatti miracolosi testimoniaro-
no la sacralità del luogo: per esempio, è conservata nel sotterraneo del Sacro
Fonte una mannaia del 1520 che nel giorno dell 'esecuzione di un brigante
non arrivava, per quanti tentativi
vennero fatti, a toccargli il collo. Il
brigante, graziato, si pentì e
convertì. L' anno stesso dell'appa-
SOLUZIONE del
numero precedente
,u
IN
'" IN
Il-
GA RA NT E ■ OL IV o T I R
JR AT E ■ lf\\/ EIN O MA L E■ BA
AC RI F OL AT E ■ ES SEN
C H E ■ MA R I TI ■ A G I ATO
I I e AR IC A• vo G L I A
N• PA TI NA e AR I E■ NE
IT I RR EN o TO RT o■ soc
OL I A RE S IR IAR E O
rizione, veniva posta presso il Sacro Fonte la
prima pietra per l'erezione di una cappelletta. La
costruzione del maestoso tempio com'è oggi
iniziò nel 1575 per volere dell'allora arcivescovo
Carlo Borromeo su progetto di Pellegrino
Pellegrini. Questi progettò come cuore del
tempio ·quello che venne poi chiamato Sacro
Speco , ubicato proprio nel luogo
dell 'apparizione e sopra, secondo l'esempio di
Michelangelo, in chiave monumentale e
manieristica, un 'enonne cupola. L'edificio, a
croce latina, comprende due chiese raccordate
dalla grande cupola e al centro si eleva il
complesso marmoreo dell'altare sormontato da
un baldacchino a festoni dorati con otto colonne
che lo son-eggono. La costruzione venne poi
portata a terminy solo nei primi decenni del
Settecento. Sotto lo Speco si trova un sotterra-
neo, il Sacro Fonte, dove è una fontana da cui si
può attingere l'acqua e alla quale si accede
dall 'esterno del tempio.
BS SETTEMBRE 2005

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
DOPO UNA
"CASUALE"
VISITA DEL
NEUROLOGO
Mia figlia Laura di anni 20 si era
ridotta a vivere in casa, perché
sempre stanca, cagionevole di
salute e affetta da grandissima
debolezza muscolare, tanto che
poteva alzarsi dalla sedia solo
aiutandosi con le braccia. I me-
dici che l'hanno visitata non le
hanno riscontrato alcuna malat-
tia , nemmeno muscolare . Ma,
pur avendo provato tante cure e
medicine , la situazione andava
peggiorando. In famiglia erava-
mo angosciati e avevamo perso
ogni speranza, quando arrivò a
Bologna, nella chiesa del Sacro
Cuore, l'urna di san Domenico
Savio che in quel periodo, per il
50° della sua canonizzazione ,
era portata in pellegrinaggio nel-
le varie ispettorie d'Italia. Pregai
con fervore davanti a quell'insi-
gne reliquia, poi feci indossare il
suo abitino a mia figlia. Dopo
circa un mese, qualcosa comin-
ciò a cambiare in modo impen-
sabi le e straordinario . Si era
verificata una serie di coinciden-
ze che solo una regia celeste
poteva organizzare. Infatti "per
un caso.del tutto fortuito" mia fi-
glia venne visitata da un neuro-
logo di Milano. In passato era
stata visitata da tre neurologi ,
ma nessuno aveva capito di che
cosa soffrisse. Quest'ultimo in-
vece scoprì la vera natura del
suo male: un trauma al cervel-
letto, subito dopo la nascita. La
cosa più straordinaria fu che
proprio questo giovane medico
aveva scoperto come curare i
disturbi dipendenti dal cervellet-
to . Dopo neppure due mesi di
terapia Laura guarì completa-
mente. Siamo tanto riconoscenti
al giovane dottore, ma ancor più
a san Domenico Savio, certi che
questa guarigione è opera del
cie lo .
M. Anna, Bologna
GRAZIE NINNI!
Gino, mio cognato , accusava
forti dolori alla spalla e al petto
e una faticosa respirazione. Nel
febbraio 1992 venne ricoverato
in ospedale per accertamenti.
Durante la degenza, venne de-
cisa una visita specialistica
presso l'Istituto Nazionale di
Milano per lo studio e la cura
dei tumori. Riscontrarono "neo-
plasia al polmone destro " e
decisero di intervenire. Venne-
ro asportate tre costole e metà
polmone . Il successivo esame
SETTEMBRE 2005 BS
istologico, accertò un adeno-
carcinoma polmonare. "Tre
mesi di vita! ", sentenziò il pro-
fessore. Mia sorella replicò :
"Se non c'è più nulla da fare ,
mi rivolgerò al Signore , a Lui
nulla è impossibile". Noi invo-
cavamo la Madonna, perché
desse tanta forza sia a mia
sorella, sia a mio cognato. Per-
sonalmente, tuttavia, sentivo di
dover fare qualcosa di più per
mio cognato che era stato più
che un padre per mio figlio
Ninni Di Leo. Una sera, mentre
al balcone recitavo il rosario ,
elevai al cielo un grido d'invo-
cazione verso il mio piccolo: "
Ninni , angelo mio , tu che godi
della visione di Dio , intercedi
perché il Signore guarisca lo
zio Gino. Tu sai quanto ha fatto
per te .. . tutte le notti ti assiste-
va , ti rassicurava, senza mai
lasciarti solo . Asco lta la pre-
ghiera della tua mamma; sono
certa che per tua intercessione
il buon Dio guarirà lo zio ... Sul-
la terra non mi hai mai deluso ,
ora che sei in cielo puoi fare
molto di più ". Ebbene , il 29
maggio mio cognato veniva di-
messo dall'ospedale e tornava
a Palermo con mia sorella. So-
no trascorsi 12 anni da quando
gli avevano dato tre mesi di
vita! Mio cognato, anche se
con mezzo polmone, è ancora
qui con noi. Grazie Ninni , per
aver ascoltato la tua mamma.
Mio piccolo/grande figlio sulla
terra, mio piccolo/grande ange-
lo in cielo!
Mamma Giulia, Palermo
REIMPIANTATA
LA CORONARIA
SINISTRA
La signora Debora , dopo una
prima gravidanza, in un aborto
spontaneo inaspettato e doloro-
so, aveva perso il suo bambino.
Tuttavia il 3 settembre 2003 la
seconda gravidanza andò a
buon fine ed ella diede alla luce
Leonardo, un bimbo bello e sa-
no, che attualmente ha 2 anni e
7 mesi. Leonardo, però, a 4 me-
si aveva manifestato improvvi-
samente una preoccupante diffi-
coltà di respiro. Dopo una serie
Beato Michele Rua
GUARITO DA DUE
TUMORI
Il dottor Manuel Ortega, chirur-
go in Oaxaca (Messico) , Prela-
tura salesiana di Maria Ausilia-
trice dove lavoro come missio-
nario salesiano, dopo un'atten-
ta analisi mi disse: "Padre, devo
dirti la verità, tu hai due tumori
maligni che devi subito toglie-
re". Chiesi con decisione: "Dot-
tore , mi dica la verità, quanto
tempo ho ancora da vivere?".
Rispose: "Il cuore è molto de-
bole, potrebbe èedere anche
durante l'intervento. Ma se tutto
va bene credo che potresti an-
cora avere a disposizione dai
tre ai cinque anni". Mi spaventai
un po' e chiesi a Dio la guari-
gione attraverso l'intercessione
del beato Michele Rua che
nella mia patria, la Croazia,
aveva già fatto vari miracoli.
Per la sua mediazione, infatti ,
era già guarito mio padre ,
di controlli all'ospedale di Lati-
na , fu trasferito all 'ospedale
pediatrico "Bambino Gesù" di
Roma . La diagnosi del dottor
Michielon fu precisa e terribile:
"Origine anomala della corona-
ria sinistra dell'arteria polmona-
re . Cardiomiopatia ischemica
con insufficienza mitralica mo-
derato-severa .. ." In parole po-
vere , due coronarie erano spo-
state , l'una al posto dell'altra. Il
bambino correva pericolo immi-
nente di morire soffocato. La
mamma allora si rivolse allo zio
sacerdote, che si affrettò a in-
viarle l'abitino di Domenico Sa-
vio, patrono delle giovani mam-
me in dolorose situazioni . A
Leonardo il 24 gennaio 2004 fu
Per la pubblicazione non si
tiene conto de lle lette1:e non
fi rmate e senza recap!lo. Su
richiesta si potrà omettere
l'indicazione del nome.
ormai alla fine per un male ,
facendolo vivere ancora 1O
anni. Così anche mio zio Paolo,
già in agonia, dopo un interven-
to di kinokoc al petto; il dottor
Tordi che l'aveva operato lo
dichiarò fuori pericolo, dicendo-
mi che questo caso dovevo
spiegarlo io come prete, non lui
come medico! Mio zio visse poi
con i suoi 11 figli ancora
vent'anni. Don Rua nel 1962
aveva guarito anche il mio
amico dottor Klojber che visse
ancora per tanti anni , e per il
quale un chirurgo aveva -detto:
"Salvatelo voi, se potete, con la
vostra fede". Infine, aveva gua-
rito una bimba di 9 anni a cui i
dottori avevano pronosticato
non più di due mesi di vita,
avendole riscontrato un terribile
carcinoma alla gamba. Que-
st'ultima guarigione avvenne
più di 40 anni fa : la bimba ,
Maria Lavinija Badurina, oggi
sposata e madre di due figli,
vive a Zagabria, e quasi non si
ricorda più della sua malattia.
Confidando dunque nel beato
Michele Rua, implorai anche la
mia guarigione . Ho quasi 80
anni e vivo tra i Mi xes nella
Sierra. Qui mi hanno chiamato i
miei amici del gruppo di pre-
ghiera, dicendomi: "I salesiani
dicono che tu sei morto. Vieni
qui in Oaxaca come turista; ti
paghiamo noi il viaggio di anda-
ta e di ritorno". Sono andato e
ora, qui a Tlahuitoltepec, sono
di nuovo da tre anni felicemen-
te missionario.
Sac. Mandié Marino sdb,
Oaxaca, Messico
reimpian tata la coronaria sini -
stra, con tutta la tecnica e mae-
stria di quel glorioso ospedale di
Roma. Prima di far pubblicare
questa grazia abbiamo voluto
accertarci del buon esito dell'o-
perazione. La mamma fu ben
felice di portare il piccolo Leo-
nardo a ringraziare Domenico
Savio , quando l'urna , nel suo
pellegrinaggio attraverso l'Italia,
giunse nella cattedrale di Latina.
Don Ezio Della Bianca,
Latisana (UD)
Giuseppe Quadrio Maria Troncatti

5.7 Page 47

▲back to top
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redazionale
FOCU
ROSARIO MAIORANO
Campano, exallievo di Caserta,
dove ha frequentato per 8 anni.
Lavora al Former (ente per la
formazione dei quadri dirigenti
della pubblica amministrazione).
Dal 2001 è coord inatore generale
dei cooperatori salesiani.
Dottor Maiorano, c'è qualcosa di nuovo nell'Associazione?
Più di qualcosa, direi. E già a partire dal nome. Don Bosco, se ben
ricordi, ci vedeva come "salesiani esterni". Precisamente questo vo-
gliamo essere. Ecco perché, abbiamo deciso che ci chiameremo Asso-
ciazione Salesiani Cooperatori: per fedeltà a Don Bosco.
Vogliamo approfondire?
È in atto un processo di profondo rinnovamento della nostra associa-
zione, per favorire la presa di coscienza da parte dei cooperatori. Con-
dividiamo lo stesso carisma con SDB e FMA, ma vissuto in modo del
tutto peculiare, cioè da laici, chiamati a essere veri salesiani nel
mondo, nel territorio, nella società civile, nel posto di lavoro, in fami-
glia ...
Quando prevedete questa, chiamiamola, piccola rivoluzione?
Già da .quattro anni abbiamo avviato un processo di revisione del
"Regolamento", in base al quale avremo uno statuto (la carta di iden-
tità del salesiano cooperatore e della salesiana cooperatrice) e un rego-
lamento attuativo che affronterà la questione del governo internazio-
nale dell 'Associazione.
Fate tutto da soli?
Vuoi scherzare? Abbiamo alle spalle l'incoraggiamento e la benedi-
zione prima di don Vecchi e ora di don Chavez, oltre all'attenzione
della Madre Generale delle FMA. Infatti uno degli aspetti fondamen-
tali è il rapporto di intima comunione con i religiosi/e consacrati/e e la
fedeltà al Rettor Maggiore che è nostro superiore.
Perché questo aggiornamento?
Per adeguarci alle mutate esigenze del mondo giovanile e della so-
cietà, soprattutto dopo la rivoluzione informatica. Si tratta del famoso
"essere all'avanguardia" di Don Bosco. In un mondo in profonda tra-
sformazione dovevamo a nostra volta trasformarci...
Quali sono le novità più significative?
L'attenzione alle FMA e agli SDB usciti di congregazione, che pos-
sono diventare cooperatori. Il dialogo interreligioso e interconfessio-
nale. L' attenzione ai separati e ai divorziati, quindi ai problemi della
famiglia e ai mezzi di comunicazione...
Buon pro vi faccia
TENSAE
La madre è morta sbranata
dalle iene. Era una povera
donna sui trent'anni. Fuori di
mente. Girovagava per la città
con questa bimbetta in brac-
cio. Per lei chiedeva l 'elemosi-
na. Spesso con prepotenza.
Veniva anche alla missione
dove le davamo farina, latte,
biscotti.. . Il suo uomo? Scom-
parso. Chissà dov'era e che
fine aveva fatto! Tutto questo
le aveva sconvolto la mente.
Certe volte diventava cattiva e
in quei momenti era pericolosa
per sé, per la bambina e per
quanti le capitavano a tiro.
Così, un giorno le autorità la
rinchiusero, e ci chiesero di
prenderci cura della piccola.
Noi l'affidammo a Shomore,
mamma di tre bambini, anche
lei abbandonata. Quando l'al-
tra poveretta fu rilasciata, ven-
ne alla missione a rivendicare
la consegna di sua figlia. Resi-
stemmo. Ma lei non demorde-
va. Finché una notte di fine
febbraio , capitò il fattaccio: la
sbranarono le iene e si potero-
no seppellire solo le ossa. La
bambina adesso è con Shomo-
re e i suoi figli. Alla missione.
Ancora un dono prezioso, da
aiutare a vivere e a crescere. A
Pasqua l'abbiamo battezzata.
L'abbiamo chiamata Tensae,
cioè Risurrezione.
(P. Giorgio Pontiggia, missionario
in Etiopia sdbdilla@ethionet.et)
BS SETTEMBRE 2005

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
Luci nel buio
ANNIVERSARI
-
di Graciliano Gonzalez
I
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Don Chisciotte , 400 anni di simpatia
(.)
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E
CASA NOSTRA
di Giuseppe Cassio
Un restauro esemplare
INSERTO CULTURA
di Giovanni Eriman
Gatchina: Don Bosco comunica in russo