Bollettino_Salesiano_200506

Bollettino_Salesiano_200506

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- 40 ANNI DAL CONCILIO - - - - - -
di Pascual Chévez Villanueva
RINGIOVANIRE
IL VOLTO
FINO AL SANGUE
"Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani" (Tertulliano)
La Chiesa è nata dal martirio. li libro dell'Apocalisse
chiama Cristo Gesù il "Martire" che muore crocifisso
come un malfattore e un anatema (Gv 19,6), un blasfemo
e una minaccia per il popolo, secondo le parole di Caifa.
La storia del-
la Chiesa
ha scritto
e scrive le sue
pagine più elo-
quenti con il
sangue dei mar-
tiri. La testi -
monianza del
martirio è una
delle caratteristiche della
Chiesa da sempre. Dopo la Pente-
coste, molti tra quelli che ascoltano
la predicazione degli apostoli si
convertono, ma inizia subito la per-
secuzione contro di loro. Minacciati,
bastonati, incarcerati , non cessano
di predicare in pubblico e in privato.
Proprio così la prima comunità cri-
stiana cresce e si rafforza . Tocca al
diacono Stefano l'onore di essere
coronato per primo con il martirio, e
alla feroce "lapidazione" assiste
anche Saulo, allora persecutore dei
cristiani. Quella morte segna l'inizio
di una spietata repressione che
costringe molti a rifugiarsi nelle zo-
ne montagnose di Giudea e Sama-
ria , altri a espatriare. Tra le vittime
c'è Giacomo, fratello di Giovanni ,
che fu decapitato a Gerusalemme .
A Roma, dove vive una fioren-
te colonia giudaica in stretti rap-
porti con Gerusalemme, arriva pre-
sto la notizia di Gesù, forse portata
da qualche transfuga. Nel 49 d.C .
già si contano numerose comunità
cristiane, quando l'imperatore Clau-
dio ordina l'espulsione dei Giudei
dalla città a causa dei "frequenti
tumulti" che scoppiavano in nome
di un certo Chresto". Saulo/Paolo
arriva nella capitale dell'impero ver-
GJUGNo 2005 BS
so il 61, "prigioniero a causa di
GesCI', e soggiorna in una residen-
za privata (oggi diremmo agli "arre-
sti domiciliari") fino al 63 ca. Viene
decapitato nella persecuzione di
Nerone, verso il 67. Anche Pietro,
giunto nel frattempo , è crocifisso
attorno al 64 o poco più tardi. Papa
Clemente, nella lettera che scrive
ai Corinzi verso l'anno 96, fa riferi-
mento al martirio di Pietro e Paolo
"colonne che lottarono fino alla
morte". È bello constatare come i
discepoli di Gesù si vadano confi-
gurando al Maestro, lo imitino in
vita e in morte, lo proclamino risor-
to e non esitino a pagare con la
vita tale testimonianza. I motivi del-
le persecuzioni sono complessi.
Roma tollerava varietà di culti e di
riti perché ciò favoriva l'unità nella
diversità, purché i popoli sottomessi
aggiungessero ai loro anche il culto
dell 'imperatore e della dea Roma,
come garanzia di fedeltà. Il rifiuto
costituiva un atto sovversivo. Poi-
ché per il giudaismo monoteista ciò
costituiva un'empietà, gli Ebrei ave-
vano ottenuto uno statuto speciale,
valido anche nella diaspora.
Nerone perseguita i cristiani
perché il loro proselitismo e il loro
rigido monoteismo cominciano a
preoccupare e, contrariamente ai
giudei, essi fanno adepti di ogni
razza, in tutte le città. Il loro culto,
non godendo di speciale statuto ,
viene dichiarato illecito . Il grande
incendio di Roma del 64 fornisce il
pretesto all'imperatore che, accusa-
to dall'opinione pubblica di averlo
provocato per agevolare i suoi pro-
getti urbanistici, scarica la colpa sui
cristiani ed estorce false confessio-
ni con la tortura. Tacito racconta
l'orribile fine loro inflitta, ma giustifi-
ca la persecuzione: "Quegli indivi-
dui erano detestati per i loro abomi-
ni'. Traiano legifera che si debba
essere tolleranti con chi sacrifica
agli dei e condannare gli irriducibili ,
solo se denunciati. Plinio il Giovane
confessa di non aver scoperto nes-
suna delle mostruosità di cui erano
accusati, ma considera il cristiane-
simo "superstizione malvagia e
sfrenata". La storia ci ha tramanda-
to gli atti di parecchi martiri dei pri-
mi secoli: sant' Agnese, suppliziata
verso la fine del terzo secolo, santa
Cecilia, modello perfetto di donna ,
decapitata per aver scelto la vergi-
nità, il diacono Lorenzo , bruciato
su una graticola sotto Valeriano .. .
- Santi Pietro e Paolo.

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Le persecuzioni non si limita-
rono ai primi secoli. Continuano
anche oggi . Il secolo scorso è forse
stato uno di quelli che hanno dato
più martiri alla Chiesa. È conosciu-
to il caso di Massimiliano Kolbe
nel campo di concentramento di
Oswiecim , che offrì la vita in sosti-
tuzione di un padre di famiglia con-
dannato a morte . Né possiamo
dimenticare i martiri salesiani , i
santi Luigi Versiglia e Callisto
Caravario, i cinque giovani dell'o-
ratorio di Poznan, quelli della guer-
ra civile spagnola ... Anche al pre-
sente la Chiesa è perseguitata, in
alcune nazioni esplicitamente e in
modo cruento , in altre con leggi
restrittive . Dire cristianesimo è dire
fraternità unive rsale, impegno per
la giustizia e la dignità di tutti gli
uomini , specialmente i più deboli.
Certo , il coraggio di opporsi e de-
nunciare ingiustizie e sopraffazioni
comporta l'emarginazione civile e
sociale e, in certi casi , la persecu-
zione e la morte. Stando alla parola
di Gesù , quando i credenti non
sono perseguitati devono interro-
garsi se non siano venuti meno al
loro compito profetico. Chi non con-
testa le ingiustizie, chi non denun-
cia soprusi e abusi rischia di tradire
il Vangelo . Una fede autentica va a
braccetto con il martirio. I martiri ,
sia quelli canonizzati sia quelli non
ufficialmente riconosciuti , sono la
gloria della Chiesa, e punto di riferi-
mento per i credenti, chiamati a
rendere testimonianza della propria
fede sempre e dovunque.
Sant'Agnese.
Gi ugno 2005
Anno CXXIX
Numero 6
In copertina :
Sono ormai in molti
gli scienziati convinti
che la Terra sia malata.
li problema è
che cosa mettere
in atto per sa lvarl a.. .
da ll 'avidità dell ' uomo .. .
Foto : Vincenzo Biuso
-
~~-r1lJ}f1Jm'ffJ
. ~ffJ]{JW
Mensi le di informaz ione
e cultura re ligiosa ed ito
dalla Congregazione Sa lesiana
di San Giovann i Bosco
Dirett ore:
GIANCARLO MAN IERI
- CHIESA
12 Da Giovanni Paolo a Benedetto
di Silva no Stracca
EvENTI
14 L'incompreso compreso
di Savina }emina
- VIAGGI
18 Don Bosco a Pristina
di Giancarlo Ma nieri
- CASA NOSTRA
20 L'epopea di don Albino
- , NSERTO CULTURA
23 Comunicazione in Francia
- FMA
28 Educare alla pace...
di Giovanni Eriman
di }ea n-Noel Charmoille
di Maria Antonia Chine/lo
RusRICHE
2 // Rettor Maggiore - 4 Il punto gio vani - 6 Le ttere al Direttore - 8 In Italia e nel
Mondo - 11 Anniversari - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Doctor J. - 30
Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Mo vimento Salesiano - 37 Laetare et
benefacere ... - 38 Sfide etiche - 40 Dibattiti - 42 I nostri morti - 43 // mese -
44 Osservatorio - 45 Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/ Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori: Severino Cagnin - Ernesto Gattoni
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Enrico dal Covalo
Carlo Di Cieco - Bruno Ferrero - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo• Roberto Saccarello
Fabio Sandroni - Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipri ano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Utticio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945,
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amm inistrazione: Gregorio Jaskot (Roma)
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Stampa: Mediagraf s.p.a, - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
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I Associato alla
U nione Stampa
Periodica Italiana
BS GIUGNO 2005

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di Carlo Di Cieco
LA VERITÀ
RENDE LIBERI
L'era della comunicazione interpella le coscienze di tutti: quale
comunicazione? Quale libertà nella comunicazione? E soprattutto
quale verità? Un flusso enorme di informazioni avvolge il pianeta;
come districarsi? Come salvare la verità?
L a verità vi renderà liberi. È un detto
evangelico che oggi , quando si
sbandiera la libertà e la democrazia
con toni quasi messianici, mette a nudo
un paradosso. Siamo bombardati
dall'informazione multimediale e il
mondo è fasciato dall'informazione
come in una nuova Via Lattea. Byte,
blog , web, sms , connessione, canali
digitali e satellitari , e molti termini simili
trapuntano il nostro nuovo cielo invece
delle antiche stelle. Ma proprio nel
momento in cui l'informazione sembra
acquistare una dimensione galattica,
nella nostra terra e nel nostro occidente
- per fermarci a quello che ci tocca da
vicino - nasce un problema urgente:
liberare l'informazione, liberarci da
un'informazione manipolata. È singolare
che sia stato addirittura il vecchio papa
Wojtyta a chiedere ai giornalisti di
resistere e non avere paura. Resistere
al potere che manipola l'informazione e
non temere di fare comunicazione
secondo i principi etici.
D Nell'era informatica si apre così una
grave questione: salvare la verità, unica
garanzia di libertà. E salvarla dagli stessi
che in nome della libertà militarizzano o
drogano l'informazione. Quando si
combattevano dittatori per il bavaglio
alla stampa, si era certi di lottare per la
libertà e la democrazia. Ora, informare
liberamente e senza riverenza per il
potere diventa difficile anche nei si~temi
almeno formalmente democratici. E
giusto perciò allarmarsi e cercare vie di
uscita. Che sono difficilissime. A motivo
di una spirale perversa, consolidata su
scala mondiale, tra potere politico,
potere economico, potere mediatico. Il
mondo è grande e conta paesi dalle
culture e tradizioni le più diverse , con
un'enorme spaccatura tra Nord e Sud
anche per l'informazione. Le mani
dell'Occidente e dei paesi sviluppati
sono saldamente sulla comunicazione e
informano come e quando vogliono
anche nei Paesi del Sud . Si sono create
e si vanno rafforzando catene
multimediali che avvolgono il pianeta,
influendo sulle pubbliche opinioni che
sono portate a considerare quasi
esclusivamente il punto di vista di forti
lobby economiche o culturali. Non di
GIUGNO 2005 BS
rado neppure trasparenti. Si comprende
il monito umanista del Papa che chiede
ai giornalisti di resistere e di non avere
paura. Ma non bastano più i soli
giornalisti a fermare la degenerazione in
atto nella catena della comunicazione.
Sono le stesse opinioni pubbliche che
devono svegliarsi , delegando sempre
meno i propri diritti di libertà.
Un'informazione veritiera condiziona la
possibilità di ogni altro diritto nell'ambito
sia sacro sia profano.
D Per l'azione educativa, è suonata
l'ora x. Ricacciata all'angolo dal potere
mellifluo e persuasivo che la
comunicazione multimediale rilancia
ogni giorno, rischia l'irrilevanza. Non
basta più leggere il giornale in
classe. Occorre rimuovere i veli dietro i
quali l'informazione sta cambiando pelle
in nome del business. Raccogliere
l'allarme sull'inquinamento di una mala
informazione che non è meno tossica
della diossina. Rispetto alla quiete
passata, è scomodo vivere ed educare
dentro la multimedialità. E
un'esperienza da consolidare: vivere
rispondendo alla sfida continua del
mondo virtuale che influisce
pesantemente sulla vita reale . Il potere
è dentro l'elaborazione e la gestione del
mondo virtuale. Dunque preoccupa
perché è in grado di gestire e
manipolare la verità a piacimento. Se la
promessa di libertà nel vangelo passa
attraverso la verità, vuol dire che
neppure la democrazia solo formale
garantisce la piena libertà.
D Diventa educativo saper svelare le
furbizie del potere - qualunque potere -
nel presentare in forme accattivanti le
sue verità come "la" verità per cui vivere
e morire. Valga per tutti l'esempio ormai
classico, ma clamoroso, consumato sotto
i riflettori di mille tv, al tavolo del Consiglio
di sicurezza dell'ONU . Il Paese più
potente della terra, per trovare consenso
alla propria decisione di fare guerra
all'Iraq, tra l'omertà o l'indifferenza delle
maggiori reti televisive e informative, ha
manipolato le prove, spacciandole per
verità indiscutibile, salvo riconoscere
mesi dopo - a obiettivo raggiunto - la
sfacciata bugia.

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sopra gli occhialini , occhia-
no esterrefatti quei visetti di-
sinvolti e sfrontatelli , quella
boccuccia p e,fida che non
scuce una fra settina di quat-
tro parole senza che ci appic-
cichi tre diminutivi.
"Lo so prof- mi ha detto una
volta una mammina giovane e
pure carina - ci vorrebbe un
tantinello più di applicazione
per mio figlio , vero? Ma cosa
vuole, ha tanti impegni, pove-
rino: la corsettina, la suonati-
na , la piscina (toh, questo
r:, 1,ij IMINUTIVI INSUL-
SI. Caro Direttore, sono
una prof. di lettere scontenta
della scuola [...], e soprattutto
dell' orribile "favella" dei miei
scolari [...] Sono tutti linguisti-
camente "minimalisti", -i loro
infiniti diminutivi mi stressano
e, Je dirò, mi u11ano un po ' !
Non ci sarà nulla da fare?
Elisa, Firenze
non è un diminutivo!), la pm·-
titina ... Ma , le assicuro, qual-
che "applicazioncella" (s ic)
ce l'ha , sa? Vorrà dire che
glie la fa rò aumentare un tan-
tinino ..." .
"No, signora .. . Se il suo fi -
glietto vuole arrivare a
qualcosa, l'applicazione de-
ve aumentarla un 'tantino-
ne!' ... Veda lei come. Ai
miei tempi si usavano gli ac-
crescitivi come schiaffone,
Cara Prof mi facc ia riflette-
re un attimino... M i sa tanto
che almeno un pochettino (!)
lei abbia ragione. Capita un
smarrone, sberlone, sganas-
sone, sventolone, ecc.", ma
oggi... è un tantinino fuori
ordinanza!
tantinino anche a me di senti-
re dai giovani dei discorsetti
f t - perché discorsi proprio non
C,i,J ne sanno f are - infarciti di
SORTIRE SÌ.•. NOI
Caro Direttore, mi puoi
diminutivi urticanti. Ho la dire in "due parole due" per-
vaga sensazione che ci voglia ché secondo alcuni una ragaz-
qualche programmino di rie- za come me non può scegliere
ducazione e, perché no, qual- se abortire o no?
che sculacciatina per convin- Lena di Roma
cere i nostri mangiatori di
merendine a sgranocchiare
Cara Lena di Roma,
un po' p di grammatichet- in fatto di aborto il bivio è: o
ta. Qualche lezioncina ad sei "pro vita" o sei "pro scel-
hoc non f arebbe male ai no- ta". Io sono convinto, e non
stri svogliatelli . Sappiamo c'è sof isma che possa fa rmi
che vanno malino a scuola , p ensare il contrario , che "la
non solo in matematica, ma vita è superiore a ogni scel-
anche e soprattutto , in gram- ta". C' è di più: continuando
matica . Se sp endessero qual- il ragionamento, o sei p er la
che seratina a studiare inve- morale oggettiva o sei per il
ce che a squittire al telefoni- relativismo morale. In altre
no, fors e avremmo dei "ra- parole: o la morale te la f ai
gazzini un po' meno somarel- tu, a tuo uso e consumo, o la
li . Ma che vuole? Questi no- morale la trovi già fa tta ed è
stri scolaretti ormai studiano valida per tutti senza distin-
davvero pochino. Birbantelli! zione. Se te la fai tu ... non la-
Perciò talvolta le sparano un mentarti poi di trovare qual-
po' grossine non solo quando cuno che se la confeziona
sono nei loro gruppettini, il esattamente contraria alla
che sarebbe un tantino pas- tua (sai che scintille!). Capi-
sabile, ma anche quando sco bene che tutti si stiano
sono di fr onte ai prof che, da scalmanando su questo pro-
GIUGNO 2005 BS
APPELLI
Giovane 39enne, solo, cer-
ca persone sole e/o gruppi
di ragazzi/e per condividere
momenti di fede, dialogo,
amicizia. Antonio Caspa-
ni, Via Enrico Stendhal,
68 - 20144 Milano.
Ho l'hobby dei santini so-
no disposto a scambiarli
con altri, e costruire amici-
zie sincere. Vito Ventura,
Via Arco Faele Giusto, 1
- 70021 Acquaviva delle
Fonti (BA).
Vorrei corrispondere con
persone che credono anco-
ra che questo mondo possa
migliorare... honni@Iibe-
ro.it.
Sono un disabile. Sono ap-
passionato di santini. Mi
piacerebbe riceverne e
scambiarli. Alberto Ciotti,
Via Conte di Torino, 20 -
07030 Rocca Pia (AQ).
Cerco amici/che della pro-
vincia di Lecce che abbiano
avuto esperienze affettive
travagliate, per corrisponde-
re. Sono una 40enne: Lisa
Raho, Via Sardegna 39 -
73013 Galatina (LE).
Insegnante 39enne piuttosto
sola corrisponderebbe con
signore sole, per amicizia e
scambio di opinioni. Amo i
cani e la poesia. Maria
Monelli, Località Carda-
tole, 60 - 50037 S. Piero a
Sieve (FI).
Amante de "Il Vittorioso"
e di tutto il "Mondo Vitt"
(albi, almanacchi, diari
Vitt, Capitan Walter, ecc.)
chiedo di scambiare. Ho
moltissimo materiale. Espo-
sito Franco, Via Virgilio
Meandri, 184/E - 00155
Roma.
Vorrei corrispondere con
gente di cuore e di valori
cristiani e umani. Abito in
un paese di montagna con
poca possibilità di scambia-
re opilioni. Ginoscara-
no@hotmail.it.
Desidererei tanto ricevere
delle immaginette sacre e
delle cai1oline con preghie-
re. Tirone Mafalda, Vico
Canale Taverna Penta, 7
- 80132 Napoli.
Sono una ragazza 21enne,
allegra, vivace. Amo la vita
e gli animali . Cerco amiche
coetanee di tutta Italia per
corrispondere, confrontarci
e consigliarci. Giannese
Barbara, Via Calabria
45/B - 74100 Taranto.
Sono alla ricerca di santini
e cartoline aventi come sog-
getto san Francesco di Assi-
si. Sancilio Michele, Via
Pellegrino Matteucci, 103
- 70056 Molfetta (BA).
blema della scelta. Beh, io
sono del parere - ma non
sono solo a p ensarla così -
che scegliere una cosa o
un'altra vuol dire sceglierne
anche le conseguenze. Sce-
gliere di abortire vuol dire
scegliere di sopprimere una
vita, e sopprimere una vita
non è mai senza conseguenze .
Non ci è staJO possibile p'.1b-
blicare tutte le lettere pen;~~
nute in reda zw ne. Ce
scusiamo. Provvederemo_ a
tempo alla pubblicazw-
·;:eoo alla risposta personale.
~HIESA TRUCE. Di-
4,::J rettore, [.. .] Sono due
anni ormai che mi informo
sul passato truce della Chesa,
due anni di duro lavoro! [...]
Perché la Chiesa ha una bi-
blioteca che nessuno può con-
sultare? Perché ha pagato la

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gente per mettere le sue chie- "Necronomicon", non so chi 5, La Chiesa avrebbe reso gli
se tutte al Nord? Perché libri le abbia suggerito che è un uomini vermi? Badi bene,
del tipo il "Necronomicon" libro da prendere in conside- caro amico, lei sta dando del
sono rimasti censurati per co- razione. Ne è autore Abdul verme a tipi come Dante, Pe-
tanto tempo? La Chiesa ha Alhazred, un poeta folle vissu- trarca, Michelangelo, Berni-
reso gli uomini vermi. Neghe- to sotto gli Ommaiadi, nell' - ni, Manzoni, Mendel, Bach,
rebbe perfino, se potesse, i VIII secolo dopo Cristo. Di Tolstqi, Cervantes, Shakespea-
roghi delle streghe. Perché costui si raccontano le stram- re, Pascal, Franklin, Ampère,
nessuno ha ancora querelato berie più esilaranti, fino alla Volta, Marconi, Mattei, Shu-
Brown se ha scritto cose fan- sua morte: afferrato in pieno man ... I più grandi geni del
donie?
giorno da un mostro invisibi- nostro passato nella scienza,
voda ... @ ... com
le, dilaniato e divorato in ma-
niera orripilante. La storia lo
nel!'arte, nella letteratura ,
nella filosofia , nella poesia,
Caro amico,
considera pazzo fino al midol- nella musica sono stati anche
lei è proprio male informato. lo. Non mi dica di credere al dei grandi cristiani...
Non so se per scelta o per "Necronomicon" , non mi 6. Quanto poi a Brown .. . Que-
ignoranza ... Andiamo con or- sono ancora mangiato il cer- relarlo? Ma che cosa sta di-
dine . Di quale biblioteca vati- vello . Lei afferma che la Chie- cendo? Migliaia di scrittori
cana va cianciando che non sa l'avrebbe censurato ? hanno scritto cretinerie inim-
si può consultare? Questa Quando mai? lo l'ho letto più maginabili. Se si dovesse pro-
che è nuova. Di zecca. Non di una ventina cli anni fa , ma cedere alla querela di tutti
esistono in Vaticano bibliote- per diletto, e mi ci sono fatto quelli che scrivono sciocchezze
che proibite. È probabile che quattro crasse risate. Detto i tribunali di tutto il mondo
lei parli dell'Archivio Segreto libro non viene preso in con- non dovrebbero fare altro. E
che non è una biblioteca, ma siderazione in nessuna uni- la libertà di stampa? E poi,
sono documénti (fa ldoni, fa- versità, in nessun centro/stu- vede, querelare Brown vorreb-
scicoli, buste, fogli, carte, di, in nessuna ricerca storica. be dire concedergli un minimo
schede, ecc.) . Se intendeva Le stupidaggini sono tutt'al di importanza, ma Brown non
parlare di questo, le preciso più materia per psichiatri.
ne ha proprio nessuna, almeno
alcune cose.
3. La faccenda delle chiese al come storico. Comunque illu-
1. I cosiddetti "archivi segre- Nord è una panzana che non stri critici, compreso Umberto
ti" esistono presso tutti gli sta né in cielo né in terra. Eco, hanno qualificato il libro
stati di questo mondo. E re- Nord rispetto a chi? Per i suddetto con giudizi ben più
stano in.consultabili fin ché norvegesi noi siamo al Sud, e fulminanti del mio.
tutto non è stato inventariato, in Norvegia non esistono 7. Buon Ultimo .. . il Papa non
diviso , verificato, catalogato , chiese come quelle cli cui ha mai co11fessato scempi
numerato, contrassegnato, tra- parla lei. La Turchia è al Sud della Chiesa, ha invece chie-
dotto, interpretato .. . l' archi- - rispetto a noi - eppure ci sto perdono di comportamenti
vio segreto vaticano (che poi sono chiese di una bellezza non cristiani operati da cri-
è l'archivio del Pontefice) unica. Santa Sofia cli Istambul stiani. preti compresi , che
che riceve documenti da tutto è stata considerata una delle sono uomini tanto quanto lei
il mondo è costituito da una più belle del mondo. E le anti- e me, quindi soggetti a sba-
montagna di materiale corri- che chiese della costa africa- gliare. Lei che ha letto la Bib-
spondente a 80 km lineari na erano splendide, finché bia "come libro religioso e
(badi che non dico sciocchez- non furono distrutte dal!' a- come libro di storia" (Male,
ze!) . Viene aperto man mano vanzata maomettana. l' Ame- ragazzo mio: la Bibbia non è
che un "fondo" (il fondo è rica Latina è al Sud e ha chie- un libro storico ma di fede) ,
tutto il cumulo di materiali se e santuari che competono dovrebbe ricordare cli aver
arrivato in Vaticano sotto un con quelli europei... Quindi letto che "Il giusto (questo
determinato pontefice) è non riesco proprio a capire termine il libro sacro lo ap-
pronto . Per il momento sono che cosa lei voglia dire.
plica a tipi come san Giusep-
a disposizione degli studiosi i 4. I roghi delle streghe? Ne pe, sposo di Maria, non so se
fondi fino al pontificato di parlano, oggi, solo gli anti- mi spiego), il giusto , dunque,
Benedetto XV,(1914-1922). È clericali. Gli storici stanno sbaglia - "pecca" - sette vol-
stato annunciato che nei pùl zitti, perché sanno bene te al giorno" (Prov. 24,16) .
primi mesi del 2006 sarà che se è vero che i tribunali E, per di più, il perdono chie-
aperto il fondo del pontificato ecclesiastici hanno emesso sto dal Papa riguardava solo
di Pio Xl (1922 - 1939). Ov- delle condanne a morte, solo fatti storici non teologici.
viamente man mano verrà gli stati le hanno eseguite. E Bene, caro amico: se il.frutto
aperto il resto, tenendo pre- potevano tranquillamente non dei suoi "due duri anni di ri-
sente che più un pontificato è farlo, perché il potere esecu- cerche" è quanto ha espresso
stato lungo pùl tempo richie- tivo non era in mano alla nella sua e-mail, allora, mi
de la preparazione del fondo. Chiesa ma esclusivamente creda, lei ha sprecato due
2. Per quanto riguarda il allo Stato.
anni della sua vita.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comun icate
subito il cambio
di indirizzo.
Pe r la vostra corris pon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
BS GIUGNO 2005

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TAORMINA, SICILIA
CONCORSO
"DOMENICO SAVIO"
Non si so no più fe rmate le
ini ziative nel nome di Do-
menico Savio, dopo la ce-
le brazione dei 50 anni del-
la canonizzazione e il trion-
fale pellegrinagg io dell ' urna
per le ispettqrie d'Italia. In
Sicilia, nell a stupenda cit-
di Taormina, presso l'ora-
torio salesiano è nato il "Con-
corso canoro/musicale san
Domenico Savio" per can-
Don Vincenzo Biuso
con i premiati.
tanti e strumenti sti solisti,
ri servato a ragazzi/e dai sei
ai quattordici anni . La ma-
nifestazione si è svolta il 31
gennaio in occasione del-
la festa di Don Bosco. È
stata una grande festa origi-
nale, partecipata, applaudi-
ta... e in perfe tto stile sale-
siano: musica e canto sono
ingredienti educati vi di
prim'ordine nel sistema edu-
cativo d i Don Bosco. Il suc-
cesso e l'unanime plauso ne
decretano la continuità. È un
augurio.
DILI, TIMOR EST
LE CONDIZIONI
DEL PAESE
Suor Alma Castagna, missio-
naria a Timor Est, laureata in
medicina e insignita con il ti-
tolo di Cavaliere della Re-
pubblica Italiana , è stata in-
tervistata da Asianews sulla
condizione del paese. Dice:
«Negli ultimi tempi si registra
un aumento preoccupante
della povertà ed è sempre più
evidente il divario tra i ricchi
e i lavoratori della terra che
non hanno stipendio ... I gio-
vani tendono a lasciare le
campagne alla ricerca della
vita facile: non solo a Diii,
ma anche all'estero. Hanno il
mito dell 'Europa e capita
sempre più spesso che parta-
no alla ricerca di soldi da
guadagnare facilmente. Sono
sogni ... la realtà è assai diver-
sa. Alcuni sono morti per
fame o per alcolismo». Le
FMA cercano di rivitalizzare
valori e convinzioni che si
stanno perdendo attraverso
scuole di formaz ione profes-
sionale, corsi brev i di cucito e
computer che diano uno sboc-
co lavorativo, e con la scuola
puntiamo anche al cuore del-
1'educazione e della forma-
zione umana e religiosa".
SANTULUSSURGIU,
SARDEGNA
"DIARIO
DI UN SALESIANO"
Don Antonio Nosko, "il prete
tedesco", conosciuto come don
Giuseppe Gotthardt (aveva
cambiato nome quando fu
manda to in Sardegna la
prima volta per sfuggire all a
persec uzione nazista), era un
salesiano artista. Tornò nel-
1'Isola nel 1952 come in-
segnante presso il collegio
sales iano di Santulussurgiu
(chiuso nel 1972), dove si
fermò per vent'anni, facen-
dosi apprezzare per le doti di
grafico e fotografo. Poi per
cinque anni, dal 1975 al
1980, soggiornò all a Pisana
nella Casa Generalizia, come
fotografo ufficiale del Bol-
lettino Salesiano. Infine tor-
nò nella sua Austria, a Vien-
na dove morì nel 1996. Nella
capitale aveva frequentato
1'Accademia di Belle Arti,
fino al dip loma. Nel periodo
sardo mise a frutto questa
sua qualifica quando docu-
mentò la gente, il folclore, la
fatica, la vita della comunità
lussurgese degli anni '5 0-
' 70, oltre ai paesaggi più
noti dell'isola, ai monumen-
ti , alla cultura contadina, alle
tradizioni popolari. Un lavo-
ro meticoloso e scientifico
che ha meritato il plauso del-
1'Amministrazione comunale,
un libro che raccoglie il me-
glio della sua opera e, ultima-
mente, una mostra intitolata
"Diario di un salesiano: Don
Giuseppe Gotthardt" , a cura
di Giuseppe Firinu. Uno dei
suoi lavori , un mosaico del
1973 rappresentante "san
Cristoforo", è conservato
negli uffici della Regione
Sarda. La foto che illustra la
notizia è stata scattata da
don Nosko, e compare sulla
copertina del libro.
GIUGNO 2005 BS

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'
redazionale
I
NUMISMATICA
a cura di
Roberto
Saccarello
PORTO ALEGRE
BRASILE
INTERNET
PER TUTTI
L' ispettoria Nossa Senhora
Aparecida , di Porto Alegre
ha proposto, nello scorso me-
se di settembre, un corso su
Internet, cui hanno partecipa-
to 13 FMA. Le suore han no
avuto la possibi lità di naviga-
re nello spazio virtuale, gui-
date da lla curios ità, dalla vo-
glia di informarsi e scoprire
cose nuove. In questo modo ,
hanno acquisito fam iliarità
con il mondo di Internet,
tanto frequentato dai bambi-
ni, ragazzi e giovani. Il corso
è stato sollecitato da un ' ur-
genza: la necessità di un'ed u-
cazione alla comunicazione e
ili mezzi di comu nicazione,
attraverso i nuov i linguaggi e
le nuove tecnologie. Le par-
tecipanti hanno scoperto In-
ternet come spazio di incon-
tro e di evangelizzazione per-
cependo forte l'appello a dare
risposte nuove a nuove esi-
genze di educazione. Una
delle risorse della Rete che
ha destato particolare entu-
siasmo è stata la chat. Dialo-
gando , le suore hanno com-
preso che è possibi le comuni-
care in tempo reale in uno
spazio virtuale che abbatte le
distanze.
UPS, ROMA
IL FILOSOFO
"PERSONALISTA"
Tre giorni di convegno (12-14
gen. 05), all ' Università Sale-
siana (UBS) per commemora-
re Emmanuel Mounier, il filo-
sofo fondatore del "Personali-
smo", nel centena1io della sua
nascita (01/04/1905). Più di
500 persone vi ha1mo parteci-
pato provenienti da un centi-
naio di paesi del mondo. Una
filosofia, quella del grande
pensatore francese, costruita a
partire dall 'osservazione e dai
fenomeni del suo tempo; fi lo-
sofia del reale, radicata nella
modernità, capace di aprirsi al
cosmopolitismo. E al cosmo-
politismo occorre tornare. Di
ciò deve rendersi conto il cri-
stiano, chiamato a operare
"nella città comune" con n1tta
la ricchezza dei suoi valori e la
forza del suo Dio: deve i.nfor-
mare la politica, l'econom ia,
la bioetica, la tecnologia...
LE SPLENDIDE STERLINE
DELLA REGINA ELISABETTA
La nuova serie delle sterline commemorative bri-
tanniche sarà composta da quattro em ission i a
cadenza annuale e propone per la prima volta
anche la versione della moneta in oro.
Tema dell'emissione è la pregevole opera dell'ar-
tista Edwina Ellis, dedicata ai grandi ponti edifica-
ti sul territorio del Regno Unito. La prima emis-
sione della collezione è dedicata al Forth Railway
Bridge , in Scozia, il ponte ferroviario dalla sago-
me inconfondibile e ormai famoso che attraversa
l'insenatura nell;3. quale si affaccia la città di
Edimburgo.
La spettacolare struttura venne progettata nel
1880 da John Fowler e Benjamin Baker; la costru-
zione avvenne tra il 1883 e il 1890. Ancora oggi
questo ponte, che è diventato uno dei simboli più
rappresentativi della Scozia, quasi un'icona, è con-
siderato un interessante esempio di ingegneria
civile vittoriana.
Della moneta d'argento, pesante 9,50 g, sono stati
con iati 25 .000 pezzi ; di quella d'oro , pesante
19,619 g. i pezzi sono 5.000.
Le monete sono distribuite in Italia da lntercoins, Via
Carducci n. 9 - 20123 Milano. Te/. 02/890.04.04.
Per saperne di più: 'B' 0761/307.124
BS GIUGNO 2005

1.10 Page 10

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l00annf fa
Troviamo nel BS del 1905 la prima fondazione
nella capitale degli Incas, Cuzco, che perciò
celebra i suoi 100 anni, voluta da don Rua.
L'estratto della relazione che pubblichiamo
è di don Ciriaco Santinelli, illustrata
dallafotografia che segue.
Alceste Santini
I VIAGGI NEL MO DO
J ' C AMM I NO P E R L A P A E
La posizione [di Cuzco] è deliziosa. Sopra tutte le
case grandeggiano le torri delle sue antiche e
splendide chiese, trasformazioni alcune di templi
pagani, mausolei della dinastia incaica. Arrivati
con questi pensieri alla stazione si credeva di far
umilmente il nostro pacifico ingresso, e invece un
numero eletto di distinti ecclesiastici, di membri
di varie comunità religiose, e di distinte persone
della più alta società, ci viene incontro per salutare
con entusiasmo i poveri figli di don Bosco, ac-
compagnandoci come in processione fino al pa-
lazzo episcopale, mentre una folla di popolo gri-
dava evviva a Don Bosco [...]. In Episcopio con-
vennero molti Rev.mi Canonici, il Decano del Ca-
pitolo, i Senatori Pacheco ed Orhinela, che tanto
avevano fatto per aver i salesiani al Cuzco. Una
rappresentanza dell'Unione Cattolica, un ' altra
delle Dame della Propagazione della fede; infine
il fior fiore della città. Mons. Vescovo dette sfogo
alla sua contentezza con dirigere parole d'affetto e
di ringraziamento a Lei, sig. Don Rua, al sotto-
scritto ed a tutti i Salesiani presenti, mentre con
accento paterno ci offriva il suo appoggio e la sua
casa. E noi, pel momento, approfittammo dell'uno
e dell 'altra. Ospiti di Monsignore, ci ponemmo il
Direttore ed io in cerca di una casa per poter inco-
minciare la nostra missione, e ben presto la ritro-
vammo.
GIUGNO 2005 BS
ISTITUTO GEOGRAACO D'lllGOSTINI
IVIAGGI
NEL MONDO
UN LIBRO
SUI VIAGGI DI
GIOVANNI PAOLO II
Davvero interessante il volu-
me di Alceste Santini, in for-
mato atlante, pubblicato dal-
1'Istituto Geografico De Ago-
stinj, sui viaggi di papa Woj-
tyfa ali 'estero, che risultano
pari a sei volte il giro del
mondo. Per ogni tappa viene
ricostrwta la situazione socia-
le, politica, religiosa del
paese visitato, vengono ana-
lizzate le motivazioni, la du-
rata, i temi trattati dai suoi in-
terventi . Il tutto è arricchito
da foto, dati statistici, cartine
geografiche. Un ottimo lavo-
ro, degno di una grande edi-
trice come la De Agostini, e
portato a termine con rigore
documentaristico e scientifico
da un valente giornalista
scrittore che di queste "im-
prese" del Papa è stato testi-
mone oculare.
ERRATA CORRIGE
(BS _maggio 05, pag . 14)
,.
Mornese (casa Mazzarell~
In riferimento ali articolo _su) per una svista, sono stati
e viceparroco don Pestanno , mamma di Don Bosco,
attribuiti due matrimoni al~é come è ben noto, al ma-
Margherita Occh1ena, rz1c _m~ moglie Margherita Ca-
rito Francesco chf_\\d~~t~/o e Teresa: morta
gliero , ebbe due 19 1,
nel
1810
(non 1910!) .

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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ANNIVERSARI
Redazionale
Le Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria
festeggiano i cento anni dalla fondazione.
A d Agua de Dios circa
200 ragazze, apparte-
nenti a un'associazione
religiosa , avevano eletto a
loro confessore e direttore
spirituale un neosacerdote
che aveva fatto la scelta del
lebbrosario come ideale di
vita e della sua attività di
prete. Erano quasi tutte leb-
brose o figlie di lebbrosi . Don
Luigi Variara, di lui si tratta ,
constatò con stupore che
non poche di esse manife-
stavano il desiderio di diven-
tare religiose . Ma era roba
da mettere in crisi i più
esperti direttori d'anime, poi-
ché una delle "conditio sine
qua non" per entrare in un
qualsiasi ordine o congrega-
zione era la sanità fisica :
non si regge al lavoro se
non si è in forma, il servizio
apostolico, portato avanti con
l'impegno dovuto, infatti, non
ha orari , non misura il tem-
po , è continuo e stressante.
Come fare?
Don Luigi si ricordò di
un suo confratello , don An-
drea Beltram i, tis ico , che
aveva fatto della sua ma-
lattia un motivo di apostola-
to. Ecco trovata la soluzione
per le sue lebbrose! Era il
7/5/1905 quando partì uffi-
cialmente l'avventura delle
Figlie dei Sacri Cuori : erano
un gruppetto di sei, quattro
più due, quattro lebbrose e
due figlie di lebbrosi. La pri-
ma volta in assoluto di un 'as-
sociazione del genere che
contravveniva a regole da
sempre vigenti. Nella Chiesa
cadde allora un tabù . Al Ret-
tor Maggiore, il beato Miche-
le Rua , scrissero di sentirsi
felici. La prima regola era di
accettarsi come si è: "Quelle
che possono lavorare lavori-
no e preghino, quelle che
non possono lavorare soffra-
no e preghino!'. Un linguag-
gio un po' ostico alla sensibi-
lità degli uomini di oggi. Ma
certo non a quella di allora.
Tant'è che l'accettarono con
entusiasmo , e le Figlie dei
FARE DELLA
MALATTIA UN
APOSTOLATO
L'ardita idea del salesiano
don Andrea Beltrami fu un colpo di fulmine
per un altro giovane salesiano
che aveva consacrato energie
e vita ai lebbrosi. E così...
Don Variara (primo a destra) con la sua banda.
Sacri Cuori cominciarono un
lento e costante sviluppo .
Oggi , alla bella età di 100
anni, che per una congrega-
zione è ancora piena adole-
scenza , lavorano in 1O na-
zioni del ·mondo.
Don Variara morì sale-
siano e alla sua originale
congregazione lasciò in ere-
dità il carisma del suo fon -
datore, Don Bosco, con una
sottolineatura peculiare:
essere persone capaci di
trasformare il dolore in amo-
re , anzi di fare della soffe-
renza un 'arma di conquista
apostolica, un mezzo di
evangelizzazione . Agua de
Oios in Colombia, il lebbro-
sario dove egli arrivò nel
1894, è l'icona: una casa
della sofferenza che è
diventata la Casa Madre di
questa singolare congrega-
zione, pur restando lebbro-
sario. Una "via crucis" che si
trasforma in "via lucis ". Sei-
cento suore e una trentina di
novizie testimoniano che l'in-
tuizione di don Luigi Variara,
ora beato, è stata un colpo
d'ala della Provvidenza. O
BS GIUGNO 2005

2.2 Page 12

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••o
DA GIOVANNI BENEDEno XVI
SUCCEDE A
PAOLO GIOVANNI PAOLO Il
SULLA CAffEDRA
DEL PESCATORE
A BENEDETTO DI GALILEA.
di Silvano Stracca
L a fede, l'evangelizzazione,
l'unità nella Chiesa, la mis-
sione del Papa e la collegia-
lità episcopale, l'unione dei cristia-
ni, il dialogo con le altre religioni e
con tutti gli uomini, credenti e non,
la pace, i giovani . .. Ecco le grandi
traiettorie del suo pontificato deli-
neate da Benedetto XVI nei discor-
si dei giorni immediatamente suc-
cessivi l'elezione, al quarto scruti-
nio, nel primo conclave del terzo
GIUGNO 2005 BS
millennio. Un programma decisa-
mente "conciliare". Nel segno del-
la continuità e della conferma delle
grandi linee di apertura del pontifi-
cato di Giovanni Paolo II. Del suo
"grande" predecessore il nuovo Pa-
pa intende raccogliere soprattutto il
desiderio di stabilire un dialogo di-
retto e privilegiato con i giovani ,
"futuro e speranza della Chiesa e
dell'umanità", incontrandoli in ago-
sto a Colonia per la XX giornata
mondiale.
PIÙ PAPA
CHE RATZINGER
Papa Ratzinger ha subito riserva-
to alla Chiesa e al mondo la sor-
presa della sua grande umanità, fa-
cendo rapidamente cadere certi ste-
reotipi - il "Panzerkardinal", " l' uo-
mo dei no" - con cui era stato un
po' sbrigativamente definito. È ap-
parso invece pronto, nell 'assumere
la pesante responsabilità che grava
sulle sue spalle, ad ascoltare e a ri-
flettere con libertà di cuore e aper-
tura di mente. Anche se, certamen-
te, preoccupato di non annacquare
il Vangelo. Si è presentato confes-
sando il proprio " senso di umana
impotenza dinanzi all 'alto compito
che l'attende". Un "compito inau-
dito che realmente supera ogni ca-
pacità umana". E si è chiesto con
sincerità e umiltà: "Come posso
fare questo? Come sarò in grado di
farlo ?". Ma, al tempo stesso, ha
professato la certezza che lo ha
fatto accettare: "Non sono solo,
non devo portare da solo ciò che in
realtà non potrei mai portare da
solo". Ha saputo toccare le corde
del cuore e dell'anima, oltre che
dell ' intelligenza, dicendo di non
avere un " programma di governo".
Ma precisando con un sorriso: "Il
mio vero programma di governo è
quello di non fare la mia volontà,
di non perseguire le mie idee, ma
di mettermi in ascolto , con tutta
quanta la Chiesa, della parola e
della volontà del Signore". E in
maniera toccante ha chiesto pre-
ghiere: "Pregate per me, perché io
non fugga, per paura, davanti ai
lupi".
IN CONTINUITÀ
Al suo predecessore ha detto gra-
zie per avergli consegnato una
"Chiesa non chiusa in se stessa, ma
di tutti". Una Chiesa "più corag-
giosa, più libera, più viva" e che
"non ha paura del futuro". "La
Un gesto caratteristico del nuovo
Papa.

2.3 Page 13

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>••···················································································
Benedetto XVI saluta l'immensa folla
radunata in piazza San Pietro,
via della Conciliazione e dintorni.
I Alla sua prima uscita, una carezza ai bambini,
rivelando un animo mite
e un cuore sensibile.
I GIOVANI
"Non è vero ,che la gioventù è dedita
al consumismo e vuole il materiali-
smo; i giovani vogliono che non ci
sia ingiustizia, desiderano che ci sia
partecipazione ai beni della terra e
libertà per gli oppressi. Vogliono
cose grandi, vogliono il bene".
Chiesa non è vecchia, ma è giova-
ne", ha proclamato senza pessimi-
smi, "la Chiesa è giovane, perché
Cristo è vivo". Al suo servizio si
pone il Papa tedesco che non ha in-
tenzione alcuna di abbandonare "la
bussola" del Concilio. Anzi riaffer-
ma "con forza la decisa volontà di
proseguire nell'impegno di attua-
zione del Vaticano II". E al Conci-
lio si è richiamato per affrontare la
spinosa questione di un governo
più collegiale della Chiesa, di un
nuovo rapporto fra Papa e vescovi.
Rassicurando i dubbiosi che non
interromperà il cammino avviato
dai pontefici precedenti verso la
sua realizzazione. "Su questo sen-
tiero della comunione collegiale
intendo proseguire anch' io, unica-
mente preoccupato di proclamare
al mondo intero la presenza viva di
Cristo". Come Giovanni Paolo II,
Benedetto XVI sarà un Papa mis-
sionario. "Che cosa lo spingeva a
un simile dinamismo - s'è doman-
dato rammentandone i più di cento
viaggi per il mondo - se non lo
stesso amore di Cristo? Voglia il
Signore alimentare anche in me un
simile amore, perché non mi dia
pace di fronte alle urgenze dell' an-
nuncio evangelico nel mondo d'og-
gi". Al pari di Wojtyla, il successo-
re vuol perseguire, "instancabil-
mente", con la medesima "passio-
ne", il sogno dell'unità dei cristia-
ni. Sarà dunque suo "impegno pri-
mario", sua "ambizione", suo "im-
pellente dovere", lavorare per la
piena comunione. Con "gesti con-
creti che entrino negli animi e
smuovano le coscienze". Prose-
guendo nell'opera di "purificazione
della memoria" voluta dall '"ini-
mitabile" predecessore con i ripe-
tuti "mea culpa" per le responsabi-
lità della Chiesa e dei cristiani
nelle divisioni-del secondo millen-
nio. Si è pure impegnato "a tessere
Almeno un miliardo di persone
in tutto il mondo ha atteso
la fumata bianca dal comignolo
della Sistina.
un dialogo aperto e sincero" con
tutti gli uomini, credenti e non. E a
"costruire ponti di amicizia con le
altre religioni". In primis, "con i
figli e le figlie del popolo ebraico":
"Confido nell'aiuto dell'Altissimo
per continuare il dialogo e raffor-
zare la collaborazione". E poi con i
seguaci dell'Islam nello sforzo di
"cercare il vero bene di ogni perso-
na e dell'intera società".
Ai rappresentanti di tutte le reli-
gioni, il nuovo Pontefice, che ha
preso il nome di Benedetto in ri-
cordo del predecessore che rigettò
la guerra come "inutile strage", ha
confermato di voler lavorare assie-
me a loro per la pace. "Diventiamo
insieme a1tefici di pace, in un reci-
proco impegno di comprensione,
di rispetto e di amore". Nel nuovo
millennio, ha esortato citando an-
cora Giovanni Paolo II, "il nome di
Dio deve diventare sempre più ciò
che è: un nome di pace e un invito
alla pace". "Non abbiate paura", ha
gridato infine facendo sua l'esorta-
zione del predecessore e rivolgen-
dola particolarmente ai giovani.
"Chi fa entrare Cristo non perde
nulla, nulla - assolutamente nulla
di ciò che rende la vita libera, bella
e grande. Così vorrei, con grande
forza e grande convinzione, a par-
tire dall'esperienza di una lunga
vita personale, dire a voi, cari gio-
vani: non abbiate paura di Cristo!
Egli non toglie nulla, e dona tutto.
Chi si dona a lui, riceve il centu-
plo. Sì, aprite, spalancate le porte a
Cristo".
D
BS GIUGNO 2005

2.4 Page 14

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Una mostra ha ricordato il più famoso missionario
l:INCOMPRESO
FINALMENTE
COMPRESO
di Savina Jemina
L a vita di Ricci sembra un ro-
manzo. Nasce il 6 ottobre
1552 a Macerata, città nello
Stato della Chiesa, sede di Univer-
sità e dell'Amministratore apostoli-
co delle Marche. Figlio dello spe-
ziale Giovanni Battista e della no-
bildonna Giovanna Angelella, a se-
dici anni è inviato a Roma per stu-
diare legge: il padre lo vorrebbe
nella carriera amministrativa ponti-
ficia. Lui, invece, nel 1571 entra
nella Compagnia di Gesù: l'anno
dopo emette i primi voti e frequenta
il Collegio Romano, dove approfon-
disce la cultura che introdurrà in
Cina. Destinato alle missioni in
Oriente, nel 1578 salpa da Lisbona
per l'India. Giunge a Goa e Cocin,
dove celebra la prima Messa nel
1580. Padre Michele Ruggeri, già a
Macao, sollecita il suo arrivo, e lui,
appena giunge, studia il cinese.
Dopo vari tentativi, nel 1583 il
mandarino Wang P' an accetta i due
gesuiti a Zhaoxing dove Ricci dà
alle stampe la "mappa mundi" con
la Cina al centro. Lì i due dovettero
cambiare il nome. Ricci diventa Li
Madou e qualche anno dopo sarà
chiamato Xitai, maestro del grande
Occidente. Cacciati dalla città arri-
vano a Shaozhou, la Shiuchow di
monsignor Versiglia, da dove per
ordine del superiore, padre Alessan-
dro Valignano, ripartono per Pechi-
no, per predicare il cristianesimo e
tentare di convertire l'imperatore.
Per arrivarci lungo il fiume, bastano
cinque mesi; per vincere la diffiden-
za e ottenere il permesso, Ricci im-
piega diciotto anni. Intanto, traduce
e stampa il Credo, un primo catechi-
GIUGNO 2005 BS
I "Ritratto di Matteo Ricci" in veste
da mandarino. Olio su tela
di Emmanuele Pereira (1610),
chiesa del Gesù a Roma
(in mostra al Vittoriano).
smo e le principali preghiere cristia-
ne. Nel 1588, Ruggeri torna a Roma
per organizzare un 'ambasciata del
Papa all'imperatore. Non -riesce, per
la morte di Sisto V e dei tre succes-
sori nell 'arco di un anno, e soprat-
tutto perché Roma non capisce l'im-
Arrivò per primo a Beijing
(Pechino) e fu apprezzato
dallo stesso imperatore. A
Roma, nel Complesso del
Vittoriano, gli è stata
dedicata la mostra "Padre
Matteo Ricci-LEuropa alla
corte dei Ming': che ha
permesso di riflettere sul
suo modo di essere
missionario, all'epoca
poco capito e oggi
portato a esempio.
I Matteo Ricci con Ly Paul, grande
propagatore della fede cristiana
in Cina.

2.5 Page 15

▲back to top
gesuita, il maceratese Matteo Ricci.
portanza della missione cinese che oltre centomila cnstiani. Roma,
per Ricci invece è la più importante però, fatica a capire quella realtà
dal tempo degli apostoli. Nel frat- geograficamente e culturalmente
tempo, diventa amico e converte lontana. Alcune bolle papali, ad
letterati e mandarini. Nel 1595 pub- esempio, vietano ai cristiani di par-
blica la prima opera cinese: "Di- tecipare ai riti in onore dei defunti e
scorso sull 'Amicizia", detti di filo- di Confucio, con il risultato che
sofi e di santi sull' amicizia. Nel prima si accusano di minare la sta-
1599 si stabilisce a Nanchino.
bilità dell 'impero, e poi si proibisce
l'evangelizzazione. Nell 'Ottocento,
DANANCHINO
A PECHINO
molti missionari cattolici e prote-
stanti arrivano in Cina al seguito dei
mercanti e dopo le "guerre dell ' op-
Finalmente, il 24 gennaio 1601 ,
l'imperatore Wanli Io autorizza a
entrare a Pechino. La porta della
città proibita, chiusa agli ambascia-
tori delle grandi potenze (per tutte,
quella "planetaria" della Spagna di
Filippo II), si apre al pacifico e te-
nace Li Madou, spinto soltanto dalla
sete di conoscenza e dal desiderio di
proporre la salvezza cristiana. L' im-
peratore che si sottrae persino ai mi-
nistri, in un sistema di relazioni
controllato dagli eunuchi, non in-
pio" vinte dalle potenze europee.
Così il cristianesimo è considerato
straniero e al servizio dell ' imperia-
lismo. Così, nel 1900, durante l'in-
surrezione dei "boxer" contro le po-
tenze coloniali, sono uccisi circa 30
mila cattolici. Per contro, alcuni
anni dopo Sun Yat Sen, primo presi-
dente della Repubblica di Cina
(1912) e altre personalità inserisco-
no idee cristiane nella cultura tradi-
zionale. Nel 1926 sono ordinati i
primi sei vescovi cinesi.
contrerà mai Ricci. Tuttavia, a con-
ferma della sua stima e contro ogni LA PRESENZA
norma, decide che quello straniero SALESIANA
può vivere all'ombra del suo palaz-
zo, gli conferisce il titolo di manda- I salesiani, arrivati in Cina nel
rino e provvede al suo sostentamen- 1906, vivono le stesse speranze e
to. A mandarini e alti funzionari gli stessi problemi degli altri istituti
Ricci fa conoscere le scienze natu- religiosi. Fondano ospizi e scuole;
rali, la matematica (introduce la negli anni '20 e ' 30, periodo di xe-
"Geometria" di Euclide), la geogra- nofobismo e guerra civile, vari sono
fia (prepara carte geografiche uni- uccisi, come nel caso del vescovo
versali con meridiani e paralleli), Luigi Versiglia e di don Callisto Ca-
l'astronomia. Tenta una rilettura di ravario, fucilati nel 1930 (proclamati
Confucio, e nei primi catechismi in santi nel 2000). La conquista del
cinese indica Dio con il nome clas- potere da parte dei comunisti guidati
sico "Tian Zhu", Signore del Cielo, da Mao Zedong e soprattutto la Ri-
ancora oggi usato nella liturgia cat- voluzione Culturale (1966-76) por-
tolica. Regala orologi, astrolabi, pit- tano alla distruzione di monasteri e
ture a olio, stoffe e "prismi di Vene- luoghi di culto, non soltanto cristia-
zia" che rifrangono la luce nei colori ni. Molti fedeli e vescovi sono in-
dell ' iride. Quando Ricci muore, l' 11 carcerati e uccisi, e sotto la terribile
maggio del 1610, l'imperatore con- pressione politica le Chiese si divi-
cede un terreno per la sepoltura: è la dono tra "ufficiali", sottomesse allo
prima volta che accade per uno stra- Stato, e "clandestine". Oggi, pur
niero. Questo a conferma che Xitai con maggiore libertà religiosa (in
è stato il primo occidentale fattosi realtà libertà di credere, non di reli-
in tutto cinese, per introdurre con il gione) , i cattolici sono meno dell ' u-
cristianesimo un profondo cambia- no per cento della popolazione, con-
mento di quel mondo. In altre paro- centrati nelle ex colonie inglese di
le, Ricci fu un grande artefice del Hong Kong e portoghese dì Macao.
dialogo e dell 'inculturazione cristia- L'odierna presenza salesiana è,
na. Grazie a lui e ad altri missionari, · quindi, una sfida quotidiana: non è
nel Settecento a Pechino si contano facile inculturare il cristianesimo e
Astrolabio del secolo XVI,
in mostra al Vittoriano.
"tradurre" il sistema preventivo di
Don Bosco in quella realtà culturale
e sociale così diversa e a maggio-
ranza non cristiana. Dal 1997 il ve-
scovo coadiutore dì Hong Kong
(dal 2002 è titolare della sede) è
proprio un salesiano, Joseph Zen
Ze-kiun, nato a Shanghai nel '34.
Oggi, in Cina sono presenti 128 sa-
lesiani, 88 dei quali sacerdoti, attivi
soprattutto in campo educativo e
sco lastico .
D
CINA
Superficie: 9.596.960 km2, pari a 32
volte l'Italia e a 2,5 volte l'Unione Eu-
ropea.
Popolazione: 1,3 miliardi di abitanti ,
nel luglio 2004.
Densità: 136 abitanti per km2 (in Ita-
lia: 194).
Capitale: Beijing (Pechino) , 11 ,5 mi-
lioni di abitanti.
Forma di governo: Repubblica Po-
polare. Sotto il profilo amministrativo,
il Paese è diviso in 23 province, 5 re-
gioni autonome e 4 municipalità. Per
la Cina, l'isola di Taiwan è una sua
provincia; Hong Kong e Macao (tor-
nate sotto la sovranità cinese rispetti-
vamente il 1°/7/1997 e il 20/12/1999)
hanno status di regioni ad ammini-
strazione speciale.
Lingua ufficiale: putonghua, basata
sulla parlata settentrionale, più nota
come Mandarino.
Moneta: yuan/renminbi, divisa in 1O
jiao (ogni jiao sono 100 fen) . Circa 10
renminbi valgono un euro.
Religioni: confucianesimo (prevalen-
te), taoismo, buddismo, islam , cristia-
nesimo.
BS GIUGNO 2005

2.6 Page 16

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COMACCHIO, ITALIA
PALERMO, SICILIA
VIA DON FRANCESCO
MARIANI
A Comacchio c'è una via inti-
tolata a Don Francesco Ma-
riani, salesiano, medaglia
d'oro al Valore della Resi-
stenza e medaglia d' oro al
Va/or Civile . Don Mariano fu
direttore dell'oratorio di Co-
macchio dal 1940 al '46, gli
anni difficili della seconda
grande guerra. La sua opera
di prete coraggioso gli meritò
riconoscimenti unanimi. Sem-
pre primo , durante i bombar-
damenti, là dove c'era da
consolare i disperati, curare i
feriti, benedire i moribondi,
seppellire i morti, proteggere
i fuggiaschi ... Sapeva bene di
rischiare la vita, ogni volta
che nascondeva, proteggeva e
faceva fuggire i soldati italia-
ni braccati dai reparti tede-
schi. Continuò imperterrito la
sua opera nonostante l'ordi-
nanza che minacciava la fuci-
!azione senza processo a chi
avesse dato aiuto ai soldati
italiani, che la Germania nazi-
sta considerava traditori. Ri-
cordiamo don Mariani a 40
anni dalla morte, avvenuta l'8
maggio 1965.
Tra i 35 nuovi toponimi
(scienziati, pittori , poeti ...)
che hanno sostituito le vec-
chie sigle di altrettante strade
di Palermo c anche VIA
SALVATORE TRAZZERA,
che sostituisce la UR15 della
V circoscrizione. Si tratta di
un salesiano laico, maestro
ebanista che nella città ha la-
sciato un'impronta incancel-
labile. Il BS ha parlato di lui
nel numero di aprile 2004,
con il titolo: "L 'anima musi-
cale di un ebanista".
redazionale
S. SEBASTIANO PO,
ITALIA
L'ULTIMO
DISCENDENTE
Il 25 gennaio u.s. è deceduto
il sig. Angelo Bosco discen-
dente diretto di Antonio Bo-
sco, fratello di Don Bosco.
Era nato a Vernone (TO) il 18
gennaio 1922. Suo papà An-
tonio era figlio di Giovanni
(Capot), a sua volta figlio di
Antonio Bosco, fratello di
Don Bosco. Durante la 2u
guerra mondiale Angelo fu in
servizio tra gli alpini. Fatto
prigioniero, venne internato
in Germania. Ma fu fortunato:
poté tornare in paese e trovò
lavoro alla Fiat. Fu un uomo
sobrio, serio, onesto e gran la-
voratore. Era l' unico dei ni-
poti di Antonio (a sua volta
nipote di Antonio Bosco). an-
cora vivente. Non ebbe figli,
ma la generazione dei Bosco
continua con i figli di Carlo
(t 1988) fratello di Angelo,
che ebbe Aldo e Laura, e al-
i' altro fratello, Marcello,' che
ebbe Marisa.
GIUGNO 2005 BS
BREVISSIME DAL MONDO
GERUSALEMME, ISRAE- impossibilitato a parlare,
LE. Dopo quattro anni, cioè sofferente come non mai,
da quando è ilùziata la se- che ha assistito dal suo stu-
conda Intifada, finalmente i dio alla suggestiva cerimo-
pellegrini hanno potuto tor- nia. Il Papa è poi deceduto
nare in massa a Gerusalem- la sera del 2 april.e alle
me. Si calcola che per la Pa- 21.37.
squa 2005 siano giunti in
Terra Santa circa 15.000 pel- ROMA. "OraTV", è un
legrini.
progetto sperimentale svilup-
pato dal Forum Oratori Ita-
CITTÀ DEL VATICANO. liani, che ha lo scopo di spe-
Particolarmente suggestiva rimentare il mondo della co-
la Via Crucis del 25 marzo municazione video a paitire
al Colosseo. Non pochi da esperienze realizzate di-
giornalisti hanno parlato di rettamente dai ragazzi. L 'ini-
una doppia via Crucis, quel- ziativa cerca anche di "poter
la condotta dal cardi11ale disporre in modo gratuito di
Ruini, vicario del Papa e strumenti di comunicazione
quella dello stesso Wojtyl:a, all'avanguardia" (da Zenit).

2.7 Page 17

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PORTO RECANATI,
ITALIA
L'oratorio salesiano di
Porto Recanati ha dato
vita alla manifestazione
Uve tor Asia, una serie
di concerti di gruppi
musicali locali che si
sono esibiti al teatro dei
salesiani. L'incasso è
stato devoluto a favore
dei colpiti dal terre/mare-
moto del 26 dicembre
2004. L'iniziativa, scandi-
ta in 5 date distribuite tra
febbraio e marzo 2005 ,
ha riscosso un notevole
successo .
SLIEMA, MALTA
Continuano nell'Isola dei
Templari le iniziative del
St. Patrick's College, sta-
volta con una mostra di
arte sacra sul mistero
della Pasqua (The my-
stery of Easter) , come
invito alla meditazione e
alla pregh iera in un
mondo imbevuto di mate-
rialismo. Da Gozo invece
ci inviano un nuovo ritrat-
to di Don Bosco del gio-
vane pittore locale Justin
Falzon , che si è ispirato al
quadro a olio di Caffaro
Rore.
PINEROLO, ITALIA
Il gruppo dei novizi di Pine-
rolo. Fra meno di tre mesi
saranno salesiani a tutti gli
effetti. La Congregazione e
la Chiesa hanno bisogno
di forze fresche per conti-
nuare a diffondere il mes-
saggio di Gesù, unica spe-
ranza per il mondo. Giova-
ni generosi capaci di
ascoltare la Parola e di
mettersi al suo servizio se
ne trovano ancora a tutte
le latitudini , anche nel
"Vecchio Continente".
MATABUENA,SPAGNA
È morta, il 24/03/05, dopo
che aveva festeggiato i
cento anni, la signora Emi-
liana Montes. Non capita a
tutti "di raggiungere il tra-
guardo del secolo. Ha cre-
sciuto i suoi otto figli (ne ha
regalato uno a Don Bosco),
trasmettendo loro i valori
che lei stessa ha vissuto:
fede, onestà, laboriosità. Il
giorno del suo complean-
no essi le hanno dedicato
una targa: Han suonato
nella valle 100 campane/
per la tua vita e per Colui
che te l'ha donata.
PUKHET, THAILANDIA
Il salesiano don Battista
Personeni in visita nelle
zone del Sud Thailandia,
colpite dal maremoto del
26 dicembre 2004, per
rendersi conto delle ne-
cessità della popolazione
e studiare la possibilità di
aiuti concreti. Secondo le
statistiche ufficiali del 12
gennaio il totale dei morti
thai sarebbe di 5313 , di
cui 1240 stranieri e 2345
non identificati . Ma se-
condo gli osservatori so-
no statistiche (molto) ap-
prossimate per difetto.
ROMA, ITALIA
L'Ara Pacis sta per esse-
re riconsegnata ai visita-
tori, protetta da un museo
disegnato da Richard
Mayer, il grande architetto
autore della chiesa di Tor
Tre Teste, monumento al
Giubileo del 2000 , voluta
da papa Wojtyta (BS Apri-
le 2004 pag. 42) . Si tratta
del grande altare voluto
dall'imperatore Augusto in
ricordo della pacificazione
dell 'impero . Proprio "in
quel tempo", toto orbe in
pace composito, è nato
Gesù .
BS GIUGNO 2005

2.8 Page 18

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DONBOSCO
di Giancarlo Manieri
A PRISTINA
I salesiani in una città
divisa e in dlfficoltà. La
tenacia per costruire un
complesso scolastico
professionale modello.
L'opposizione delle
autorità vinta dalla qualità
del servizio.
Gli alunni ascoltano
il "buongiorno" prima dell'inizio
delle lezioni.
F urono i 1200 kosovari del
campo profughi allestito pres-
so i salesiani di Tirana a ri-
chiedere con commovente insisten-
za la presenza dei figli di Don
Bosco a Pristina: "Perché a Tirana
sì e a Pristina no?". Ciò che li aveva
affascinati era stata l'accoglienza, il
clima di libertà e fraternità e... la
scuola. Sì, la scuola professionale
che poteva ridare speranza a tanti
giovani disperati e frenare il flusso
migratorio verso l'estero. Ancora
una volta l'aiuto del VIS , il volonta-
riato internazionale salesiano, fu ri-
solutivo. I salesiani accettarono di
insediarsi a Pristina perché il vuoto
di lavoro, di educazione e di evan-
gelizzazione dopo la devastante
guen-a del 1999 era... t01Ticelliano. I
giovani avevano bisogno di tornare
a credere in se stessi e nel proprio
Paese. Le difficoltà degli inizi sono
state varie e consistenti. Ci sono vo-
luti diciotto mesi di trattative, e alla
fine le autorità musulmane hanno
concesso i pe1messi necessari, non
senza essersi informate e aver visio-
nato quello che i preti stranieri ave-
vano realizzato a Tirana. Proprio il
prestigio che essi godevano nella
capitale albanese li ha convinti. Si
GIUGNO 2 005 BS
dovette superare anche la diffidenza
della Chiesa ortodossa, e del PDK,
il partito kosovaro laico che non
riusciva a immaginare che dei preti
potessero impiantare e dirigere
scuole e lavorare all 'educazione ci-
vica dei giovani.
QUEL GIORNO ...
L'opera è nata, ma non senza
ostacoli, minacce, denunce, dispetti,
opposizioni di chi avrebbe preferito
non avere tra i piedi gente che si de-
dicava ai giovani senza interessi di
parte, discriminazione di razza, lin-
gua, sesso, e perfino religione. Un
giorno di ottobre 2003 uno dei sale-
siani di Tirana, un kosovaro di ori-
gine croata, don Izidor, viene con-
vocato dall'Amministrazione di Pri-
stina per comunicargli l'opposizio-
ne alla costruzione del complesso
scolastico dei preti stranieri. "Que-
sta scuola non s'ha da fare, disturba
la scuola statale confinante" . La ve-
rità era diversa: altri erano interes-
sati a quel terreno. Al posto del col-
legio ci volevano costruire delle
stalle, per una scuola agricola. "Per-
ché mai?". "Semplice - risponde
don Izidor - stalle vuol dire bestie,
latte, carne... cioè soldi. Capito?".
"Capito!". "Insomma sognavano un
business che avrebbe anche potuto
fallire, perché là dove ci sono soldi
facili è facile che ci siano anche dei
lestofanti che inseguono il denaro
non l'educazione o la preparazione
alla vita dei giovani". I salesiani do-
vettero arretrare di circa sessanta
metri , il che fu un bene: fece loro
guadagnare altri 500 mq di terreno
da aggiungere ai 35 mila già acqui-
stati, più la strada di accesso. Ora
anche il direttore della scuola vici-
na, primo accanito oppositore, s'è
convinto che quei preti un po' spe-

2.9 Page 19

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I
La scuola professionale salesiana
di Pristina funziona solo da qualche anno, ma ha già
raggiunto elevati standard di qualità.
L'aula di informatica.
Uno scorcio della capitale.
ciali sono li unicamente per i ragazzi
e i giovani kosovari. E diventato un
amico e spinge i suoi alunni a iscri-
versi dai salesiani.
UNA BELLA SCUOLA
La nuova scuola è una gran bella
scuola, come ce ne sono poche, e i
giovani fanno la fila per poter esser-
vi accolti, e fanno a gara per studia-
re sempre più e meglio: è la loro as-
sicurazione per il futuro. Ha aperto
quasi alla chetichella appena ha
avuto a disposizione alcuni macchi-
nari e un posto per tenerli: ai sale-
si ani interessava il lavoro concreto
più che grandi feste di inaugurazio-
ne; la carità si fa senza schiamazzi.
"I nostri programmi seguono lo
standard europeo, e la nostra scuola
sta diventando un modello anche
per quelle statali", afferma don Izi -
dor insegnante, economo e incarica-
to dell 'oratorio di Pristina. L'opera
è ora quasi completa. Manca solo la
chiesa. È stata lasciata per ultima: il
Signore sa aspettare... anche all 'ad-
diaccio. Non per nulla è nato in una
stalla. Ma a Pristina i salesiani
hanno già una pan-occhia cui è an-
nessa l'unica chiesa cattolica della
città, intitolata a sant' Antonio e che
serve i circa 2500 fedeli kosovari.
Pochi su 600 mila abitanti. Il 90%
della popolazione è di religione mu-
sulmana. A Pristina comunque si
raccolgono la maggioranza dei cat-
tolici del Kosovo venuti dalle altre
città e villaggi perché con la sua
università e le sue industrie costitui-
sce il polo politico ed economico
del Paese. I salesiani sono chiamati
a essere super partes. Ma è nel loro
stile. Don Bosco ha sempre detto
che l'unica politica dei suoi figli è
quella del "Pater noster": un padre
terreno vuol bene ai suoi figli senza
distinzione e discriminazione, il
Padre celeste non può essere, ov-
viamente, discriminante: l'opera è
di fatto aperta ad albanesi e serbi,
rom e bosniaci, cattolici, ortodossi e
musulmani.
DIFFICOLTÀ ESTERNE
Quando ho chiesto notizie sulla
convivenza tra le diverse etnie, ho
notato qualche incertezza ed esita-
zione. "La KFOR, la forza NATO
per il Kosovo, assicura che non
scoppino conflitti gravi. Purtroppo
tutto il territorio è costellato da di-
verse enclave, chiuse ermeticamen-
te. È difficile che un kosovaro di
etnia albanese attraversi da solo il
ten-itorio di un 'enclave kosovara di
etnia serba o rom . Non sarà facile
vincere la battaglia della conviven-
za pacifica in nome della comune
kosovarietà . Più di 100 mila soldati
della forza KFOR stazionano anco-
ra nel Paese. L'odio etnico è una fe-
rita dura da rimarginare, anche se il
presidente Rugova è un kosovaro
serbo eletto democraticamente. La
pacifica convivenza è un desiderio e
una meta.
I salesiani hanno iniziato la loro
attività sociale e apostolica 1'8 otto-
bre 2003. Le autorità presenti, Pre-
sidente compreso, sono rimasti am-
mirati dalla perfetta organizzazione
e dai programmi della scuola che
danno il primato ali' educazione e
alla formazione del giovane. "Di
questo ha bisogno il Kosovo", ha
affermato il Presidente. Un Paese
strano rispetto ad altri paesi musul-
mani: le ragazze non hanno burka o
chador, vestono liberamente all'eu-
ropea. un Islam illuminato - sot-
tolinea ancora una volta don Izidor
- Qui la Chiesa cattolica s'è conqui-
stata grande rispetto proprio per il
suo modo di agire che punta al bene
della persona. A Natale e Pasqua
partecipano alle funzioni cattoliche
persone di ogni fede , musulmani
compresi. Strabiliante ma vero! Del
resto a Pristina i salesiani sono di
casa da oltre 50 anni. I primi sono
an-ivati subito dopo la II guerra
mondiale a lavorare. Ma solo in par-
rocchia, come esigeva il regime titi-
no: ai preti l'anima al partito tutto il
resto. Ora la svolta è in atto. Speria-
mo che vada in porto".
D
(Se rvizio fotografico dell'autore)
BS GIUGNO 2005

2.10 Page 20

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
A cinquant'anni dalla morte
L'EPOPEA
.DI DON ALBINO
di Giovanni Eriman
Prete, salesiano,
missionario, costruttore
di strade, fondatore di
stazioni missionarie,
direttore di anime...
Il mito di don Albino
Del Curto, italiano della
Valchiavenna, divenuto
ecuadoregno, non muore.
M ese è un borgo della Val-
chiavenna: non supera i
500 abitanti. Ma uno dei
suoi paesani è assurto ali 'onore
delle cronache. Gli hanno dedicato
targhe, lapidi, monumenti, scuole,
collegi, piazze, gli hanno assegnato
premi e medaglie, e a cinquant'anni
La targa per la sala consiliare
intitolata a don Albino.
dalla morte, l'ammirazione incondi-
zionata dei suoi paesani e dei sale-
siani suoi confratelli, delle autorità galare altre due braccia alla consi-
ecclesiastiche e civili si è concretiz- stente azienda di fan1iglia: prati e
zata in una grande commemorazio- campi, fieno e aratro, galline sull ' aia
ne per ricordare a tutti le gesta di.. . e mucche sugli alpeggi. Ce n'era di
un mito.
lavoro da svolgere, e spesso non
bastava la giornata. Ma la cosa non
VERSO IL SUO DESTINO
andò come si pensava. Il maestro di
scuola si accorse di avere tra le mani
Questo fenomeno ha un nome non un possibile futuro dirigente. Così ne
molto "scintillante": Albino che si- parlò a don Guanella, da poco rien-
gnifica " bianchiccio". In compenso trato in diocesi dopo essere stato
il cognome sembra indicare una cer- salesiano , il quale lo inviò a Torino
ta nobiltà per via della preposizione da Don Bosco. Il santo stava già
articolata che lo precede: Del Curto . male, e sarebbe morto meno di cin-
"Chi era costui?". Non certo un car- que mesi dopo; Albino, dunque, non
: neade qualsiasi. In Ecuador desta an- poté avvicinarlo ma lo vide nella
: cora ammirazione e venerazione Basilica di Maria Ausiliatrice dove il
: presso popolo e autorità.
La mamma lo mise al mondo dopo
:l' undicesimo parto, pensando di re-
santo era sceso per la vestizione del
principe polacco Augusto Czartory-
sky, ora beato.
I Don Albino ai tempi
della costruzione della strada
transandina.
GIUGNO 2005 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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. •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
, - - - - - - - - - -- -- - - ~
di un grande salesiano missionario in Ecuador.
Marino Balani
Nel 1901 il cardinale Ferrari lo ordi-
nava sacerdote nel Duomo di Milano.
Poi la proposta del Rettor Maggiore
don Michele Rua: "Albino, vuoi anda-
re in Ecuador? L'aria della foresta ti
farà bene!". In effetti la salute del bra-
vo giovanotto non era delle migliori:
aveva i polmoni deboli ed era sempre
un po' malaticcio. Don Rua fu profeta:
la salute migliorò velocemente già
durante il viaggio.
IMPRESE IN ECUADOR
Quando arrivò a Guajaquil era già
guarito, perfettamente, se per cin-
quant'uno anni di seguito lavorò sen-
za più avere alcun disturbo ai polmo-
ni , nonostante gli strapazzi, il clima,
costruzione della prima strada tran-
sandina della regione.
L'IMPRESA IMMANE
Cercò appoggi ovunque. All'udire
il suo progetto, non pochi lo presero
per matto. Le perplessità assalirono
non solo i superiori salesiani, ma per-
fino il Governo. Tuttavia il primo
maggio 1917, tra lo scetticismo di
molti, e la preoccupazione dei suoi
confratelli egli diede avvio ai lavori
di costruzione della grande strada di
comunicazione Pan-Mendez. Le
"macchine" che aveva a disposizione
erano... l'ultimo ritrovato della tec-
nologia: pala, piccone, scure, ma-
chete! E alcuni candelotti di dinami-
(1875-1954)
u11 mesiatefra
le Ande e
l'Ama.zzo11ia
Comune diM
111 volume edito dalla
Amministrazione comunale
di Mese nel 50° anniversario
••••••••••••••••••••••••••••••••••
:
le sudate, gli sforzi... Don Albino im-
parò in fretta la lingua... a comincia-
re dai vocaboli più coloriti, le paro-
lacce. Ne sentì a iosa, senza saperne
il significato, durante il viaggio a
cavallo verso Riobamba in compa-
gnia di alcuni altri "cavallerizzi" che
facevano la stessa strada. Fece sga-
nasciare dalle risa i suoi confratelli
quando, giunto a destinazione, ripe-
teva certe frasi sentite per la strada,
senza rendersi conto che era gergo da
trivio, anzi scambiandole per com-
plimenti e saluti!
Il campo del suo lavoro furono
soprattutto i villaggi shuar nella fo-
resta amazzonica. Poteva fare la vita
operosa di ogni missionario: cateche-
si, celebrazioni, battesimi, matrimoni,
evangelizzazione, insomma. Ma gli
te per far saltare le rocce che si para-
vano davanti al tracciato. Fu un 'im-
presa epica, degna di un poema. Tra
difficoltà di ogni genere, ciò che ai
più appariva impossibile giunse a
termine dopo dieci anni di fatiche,
incidenti, disagi , blocchi, scoppi, fra-
ne, incendi; e dopo aver raggiunto e
superato i 4 mila metri della cordi-
gliera. Don Albino divenne il cava-
liere delle Ande. Un mito, dicevamo.
Di lui , infatti, cominciarono a circo-
lare storie e aneddoti che lo vedeva-
no protagonista e vincitore, come
l 'episodio dell ' incontro nella foresta
con un grande orso che riuscì ad
ammansire con il... metodo preventi-
vo: "Orsetto, siamo amici vero? Non
ti farò nulla se non mi farai nulla. Tu
vai per la tua strada e io per la mia.
della morte del grande missionario. :
Tieni, ti regalo questa collana come ••
ricordo dell'incontro", e gli attaccò :
al collo la corona del rosario. L'orso :
grugnì il suo assenso e se ne andò per :
i fatti suoi. Se fu inventata, fu bene
inventata. Di1nostra la tempra del- :
l'uomo che non dimenticava mai di :
essere un prete e un salesiano.
:
ULTIME NOTE
Fu lui che propose la denominazio-
ne di Rio Negro al fiume che deflui-
va vorticoso tra due nere pareti di
rocce e che la sua strada dovette
attraversare in più punti. Don Albino
divenne ecuadoregno, anzi si può
dire shuar, ma non dimenticò mai la
venne chiesto qualcosa di più. Monsi-
sua Mese, la sua famiglia, i fratelli,
gnor Costamagna, suo superiore, fatto
anche se in Italia ci tornò una sola
vescovo di Gualaquiza e Mendez, gli
volta nel 1932, poco dopo aver ter-
chiese di scoprire dove mai fosse que-
minato l 'impresa che lo rese celebre.
sta Mendez che lui non aveva mai
sentito nominare: "Trovala, e fondaci
In patria parlò in continuazione dei
suoi carissimi "selvaggi", e dei po-
una missione". Più facile a dirsi che a
poli della foresta ai quali aveva rega-
farsi. Mendez era un posto impossibi-
lato tutto se stesso.
le, disperso in una vasta regione, zep-
Ormai vecchio ma non domo,
pa di piste intricate, abitata da cerca-
chiese di ritirarsi a lavorare in modo
tori d'oro bianchi e da selvaggi. Don
diverso, o meglio a continuare a tem-
Albino riuscì a raggiungerlo ma si
po pieno quello che aveva fatto an-
rese conto che fin tanto che mancava
che quando lavorava alla transandi-
un collegamento stradale, la situazio-
na: insegnare catechismo, predicare,
ne degli abitanti di tutti i numerosi vil-
confessare, celebrare. Morì il 30
laggi all'intorno sarebbe rimasta quel-
maggio 1954. Cinquant'anni dopo il
la che era: primitiva, senza speranza
suo Mese con le autorità della Val-
di miglioramento. Oltretutto, era
chiavenna e della provincia di Son-
un'impresa epica raggiungere quei
luoghi. Così risolse di dedicarsi alla
Uno dei monumenti di don
Del Curto in Ecuador.
drio lo hanno ricordato come uno dei
più illustri valligiani.
O
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GIUGNO 2005

3.2 Page 22

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lettera .
ai giovani
Carissimo/a
È tempo di andare, programmare viaggi, partire è
cultura: è vita, è moda.
In tanta frenesia c'è una parola che non vuoi sen-
tirti dire: turista.
Ti stai attrezzando per Colonia ... è la meta del
mese di agosto. Andare è più di un segnale di
appartenenza.
"Ho 26 anni, tanti quanti quelli di Giovanni Paolo
Il papa", mi dicevi. Che cosa ti spinge a partire? La
strada è la metafora della vita.
Quando si cammina si sperimenta in modo diver-
~o la percezione di sé, degli altri e di Dio stesso.
E una forma di soliloquio, di meditazione.
So che gli ulti~i 30/40 km per unirti alla GMG li
farai a piedi. E una forma di alleanza tra il tuo
corpo e il tuo spirito.
Camminando da soli o in gruppo ci si riappropria
del silenzio, della propria corporeità e interiorità.
Camminando ti liberi di un io Statico, fermo, pri-
gion iero di una ragnatela di psico/dipendenze,
senti il bisogno di uscire da ruoli standard detta-
ti dalla routine della moda.
Camminando ti allontani dalle apparenze, dalle
abitudini: ti lasci alle spalle una fissità interiore
per andare incontro al tuo vero io.
Camminando torni a fare la pace con il tuo corpo.
Lo senti come forza interiore, come vita.
Sperimenti che cosa significhi non fermarsi, cam -
biare continuamente.
'
Ti auguro una vera conversione. Non puoi chia-
marti fuori.
Passo dopo passo, devi accettare un cambiamen-
to interiore: è la strada che ti porta a Dio, verso
cui orientare i nostri passi senza fermarci mai e
al quale giungere nel momento della morte.
Giovanni Paolo Il insegna.
Il Papa della tua giovinezza ha viaggiato molto.
Penso che, dopo tanto camminare, Gesù, come
per Pietro, si sia chinato su di lui e gli abbia lava-
to i piedi.
A Colonia non incontrerai il tuo papa Giovanni
Paolo, ma la tua guarigione, il tuo cambiamento,
la tua seconda giovinezza.
Sentirai ancora una volta papa Wojty{a presente,
perché ti ha tolto ogni paura e ti ha spalancato le
porte della fede.
Buon viaggio.
Aff.mo
Carlo Terraneo
GIUGNO 2005 BS

3.3 Page 23

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•••••••••
•••••••••••••••••••••
INSERTO
CULTURA
Nel mondo globalizzato, comunicazione
e informazione sono i veri elementi globalizzanti.
La loro importanza non sfugge a nessuno.
I salesiani di Francia e Belgio Va llone
puntano molto su questo settore.
. • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •••••••••••
FRANCIA SALESIANA
''CASA DELLA
COMUNICAZIONE"
di Jean-Noel Charmoille
••••••••
Internet, il Bollettino Salesiano, le Edizioni Don Bosco, il laboratorio
multimediale... L'ispettoria di Francia vuole essere all'avanguardia, nella
convinzione che l'evangelizzazione nel lii millennio del cristianesimo
deve fare sempre di più i conti con i mezzi della comunicazione sociale.
•••••••
La sede della es francese.
••••••••
•••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GIUGNO 2 005 • • •

3.4 Page 24

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
•••
I I membri dell'Atelier Multimediale in riunione. Si tratta
di un'équipe di salesiani scelti per ideare e produrre dei
prodotti multimediali per l'evangelizzazione dei giovani
e per far conoscere Don Bosco.
I
L'équipe delle Edizioni Don Bosco in viaggio di studio
a Bratislava, per rendersi conto di come questa giovane
ispettoria sviluppa la comunicazione salesiana.
Da più di sette anni il padre cine al linguaggio Internet che è IL BS: DON BOSCO OGGI
Jean-Pierre Monn ier gesti - inte rattivo: un quiz su Don
sce il sito Internet sa lesia- Bosco, un altro su san Fra ncesco Do n Bosco credeva ali ' aposto-
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
no francese. Lavora su due com -
puter: uno per la co nnessione ra-
pida, l' altro dotato di un modem
classico che serve per le persone
meno eq uipaggiate . Jean-Pierre
passa dallo scanner al lettore
d' immagine, dal dischetto zippa-
to al cd-rom, dai testi alle imm a-
gini ; recupera la posta elettronica
e si arrabb ia co ntro gli ameri cani
che riempiono le loro case lle di
pubblicità piena di virus. Essere
sul web è una scelta ispettoriale.
Don Bosco è sempre stato all 'a-
va nguardia nell a com unicazio ne;
i sa lesia ni perciò si sono sentiti in
dovere d i essere presenti sul ter-
reno dei nuovi media. Ma per
fare che cosa? C'era da imparare
tutto di questo nuovo linguagg io.
Su questo sito, si so no prima di
tutto offerte delle cose che esiste-
va no già su ll a ca rta: il panorama
sa lesiano della Francia, un an-
nuario con brevi presentazioni
delle opere; una mini v ita di Don
Bosco, i quattro ultimi numeri
di Sales, " un ango lo de i curios i"
con sorprese e scoperte, che è in
evoluzione. Il sito Internet è un
in sieme vivo. Uno dei suo i van-
taggi è la rap idità di comuni ca-
z ione: bisogna rendere co nto
deg li avveniment i il più rapida-
mente possib ile. Così per esem-
pio, durante l'u ltimo Capitolo
Generale a Roma (aprile 2002),
la sera stessa di ciascu n giorno i
corrispo ndenti inviavano notizie,
foto, in formaz ioni , interviste, di
ciò che era avvenuto poche ore
prima. Molti altri avven imenti
possono essere coperti con faci -
1ità e rapidità: incontri, congress i,
meeting, feste, celeb razioni,
ecc ... La difficoltà viene da ll e
persone che raramente trovano iI
tempo di in v iare notizie, docu-
menti, commenti per arri cchi re e
far vivere il sito. D'altra parte non
è fac il e ab itua rsi a interagire. In-
ternet è uno strum ento di dialo-
go, purtroppo sotto utili zzato . Il
sito francese è presente nei motori
lato della stampa. I suoi figli
hanno co ntinu ato su ll a stessa
strada: il Bo ll ettino Salesiano, in-
fatti , es iste oggi in 131 Paes i del
mondo co n un t iratura che s'avvi-
cina ai 20 milioni di esemplari
annu ali. Naturalmente ogni ed i-
z ione è autonoma e adatta la pre-
sentazione e il co ntenuto ai lettori
della rivista DBA (i l Bollettino Sa- di ri cerca, e riceve in media 600
lesia no fra ncese), la presentazio- visite all a settima na. Presentato
ne dei libri delle Edi zioni Don nelle rivi ste sa lesia ne e nei va ri
Bosco, i testi di riferimento della
pedagogia salesi ana. .. Poi sono
state avviate realizzazioni più v i-
congressi , interessa molte perso-
ne, anche fuori dall'ambito sa le-
siano.
I Jean-Noel Charmoille, direttore
dell'edizione francese del
Bollettino Salesiano dal 1999
al 2005 .
••
• • • GIUGNO 2005 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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, ...............•..............••................................•.......................
••••••••••••••••••••••••••
Il padre Jean-Pierre Monnier è il webmaster del sito
salesiano francese.
Bernard Bloyet, direttore delle "Éditions Don Bosco"
da più di vent'anni!
ni, ed ucato ri, insegnant i, an ima- francese, fo ndato da Don Bosco,
tor i, catec hi sti .. . Propo ne lo ro entra nel suo 126° anno di vita,
de ll e chi avi d i lettura per cap ire ma resta sempre giovan e.
gli ado lescent i e per poter meglio
avvicinari i, aiuta i lettori a rifl et- L'EDITORIA
tere e a trova re de i mezz i per
agire nell 'ambito dell 'ed ucaz io- E I MULTIMEDIA
I Una locandina pubblicitaria
del Bollettino Salesiano francese
(DBA, Don Bosco Aujourd 'hui),
per farlo conoscere e leggere.
ne, de ll 'animaz ione pastorale, L'editoria sa les iana in Francia
de l co involgimento soc iale, mi s- occupa un posto parti co lare nell e
siona rio ed eccles iale. La peda- iniz iative pastorali. Don Bosco ha
gog ia d i Don Bosco, co me si sa,
è narrativa: quando aveva qua l-
passato notti inte re a scrivere, e il
numero delle lettere (quas i 5000)
cosa d' importante da co muni care inviate per far co noscere e soste-
e fa r cap ire, eg li ut ilizzava il rac-
co nto, il sogno, la paro lin a, la let-
nere le sue opere mostra l' impor-
tanza che dava a questa parte
tera. Al DBA pi ace co ndurre i let- de ll a sua attività. Aveva capito
to ri all ' inco ntro co n personaggi più d' ogni altro che questo
de l mondo civil e ed eccl es iale.
La ri v ista racconta numerose
mezzo era fo ndamentale per l'e-
va ngelizzazi o ne. L'arri vo dei Val-
esperi enze e ini ziative di persone
che ag iscono co n l'ottica ed ucati-
va sales iana. li lettore è in v itato a
des i che utilizzavano il libro
co me mezzo di propaga nd a l' ha
leggere il BS sapendo che la ri vi-
sta "uno sguardo salesiano sul
mondo, e uno sguardo sul mondo
ai quali si rivo lge . In Francia la ri- sa lesiano". Uno sguardo pos itivo
'
v ista ha preso da qualche decen- che sa scoprire le sp inte dell a
ni o il nome d i "DBA Don Bosco speranza . Atte nta a tutte le situa-
aujourd'hui". Non si tratta d i rid i- zioni d i miseria, in parti co lare
re il passato, anche se non è inu- quelle che tocca no i giova ni , il
til e atti ngere all e sorgenti; la riv i- BS va lo ri zza le atti tud ini ed ucati-
sta mostra l'attualità de l car isma ve che crea no speranza e ottimi-
d i Don Bosco e de ll a sua maniera smo. Un bri cio lo d i umo ri smo
di inca rn are il Va ngelo nel quoti-
di ano. Si ri vo lge ad adulti in si-
tu az ione ed ucati va: genitori, non-
fo rni sce il necessari o d istacco per
poter va lutare le cose senza trop-
po co in vo lgimento emoti vo . li BS
1 11 catalogo generale annuale
delle "Edizioni Don Bosco" ha
una diffusione molto vasta.
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • ~ • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GIUGNO 2005 • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Si lavora alle "Éditions Don Bosco".
I
L'équipe del DBA è mista (SDB e FMA sia francesi sia
belgi) da una decina di anni. Di essa fa parte anche
un laico.
portato ad accettare anche questa ogni an no. Le persone interessate
sfida. Le Edizioni Don Bosco in possono anche consultare il sito
Fra ncia han no queste orig ini, e Internet dell e ediz ioni, sempre
prom uovono il li bro e i mezz i aggiornato, che permette I' ordi-
multimed iali. Nel cata logo mo lte naz ione immediata via e-ma il .
pubblicaz ioni sono ded icate a Per quanto riguarda il laboratorio
Do n Bosco, al la sua pedagog ia, e multimediale, creato ne l 1995 ,
all a sua storia. Fumetti e volum i tutto è pa rtito da ll a constataz ione
illustrati per ragazz i raccontano che es istevano pochi mezz i d i
la sua biografi a e quell e dei suoi evange lizzazione per i fig li del
•••••••••
migliori all ievi . Alcune opere popolo che ma nca no di un retro-
hanno scopo catec histico, altre terra cristiano. La sq uadra oggi
pedagogico/didattico. La co ll ana co nta cinq ue sa lesiani co n com -
pedagog ica comprende già una petenze diverse e co mplementari:
ventina di t ito li. I li bri de ll a co lle- c'è il grafico, il gio rn ali sta, il d i-
zione " Terra N uova" tratta no ar- segnatore, il mu sico ... Si ritrova-
I gomenti pedagogici e socia li. I li- no ogni bimestre per verificare lo
bri ci ni dell a co ll ez ione "Orizzon- stato dei progetti in corso, con-
Suor Caterina, FMA, assicura
l'accoglienza e sovrintende
alle spedizioni.
••••
ti Sa lesiani" so no più spec ifici. La frontare le idee e rivedere il già
diapositiva è orma i sparita da l
cata logo. A ltri supporti l' hanno
rim piazzata, .prim o fra tutti il
video. La sezio ne video de ll a no-
stra editrice ne ha immess i su l
mercato ve ntidue, cinque illu stra-
fatto . Tutti si rendono co nto che i
prodotti multi med iali possono es-
sere efficac i strumenti d i forma-
zione.
CON LO SGUARDO
te 4 tito li ; altri sono in progetto.
La preoccupaz ione di far co no-
scere Don Bosco e la sua peda-
gog ia è un'a ltra prospettiva del
laborato ri o. li cd -rom " Don
Bosco ami co dei giovani" ha ot-
no aspetti d ivers i de ll a v ita di
Don Bosco e d i Domenico Savio,
DI DON BOSCO
te nuto un successo internaziona-
le: è stato tradotto in ita liano,
e dic iassette vog liono essere di A ll ' iniz io, il primo progetto rea- spagno lo e inglese . Lo stesso d i-
aiuto all a catechesi . Un cd-ro m lizzato fu la co llezio ne " V ivere e casi per l' albu m " Don Bosco l'av-
interattivo permette d i interfac- Credere": si trattava di video che ventura di una vita", apprezzato
cia rsi con Don Bosco e le sue im- presentavano iI messaggio de l in Francia ma tradotto anche in
prese co n lo stile dei "fumetti" , e Vange lo mostrando ne l' attua lità ita li ano e spagno lo. U n altro cd -
presenta anche un a seri e di re- attraverso la tec ni ca de l reporta- rom è stato rea lizzato su ll a peda-
portage, d i ca nzon i moderne, d i ge. Sono stati rea lizzati reportage gogia di Don Bosco. Il campo è
testi di rifl essione, ecc. Le Edizio- su Zaccheo, sul buon sama ri tano, vasto, e i progetti non mancano.
ni Don Bosco propongo no anche su ll a guarig ione d i Bartimeo, sui D i fronte a questo bisogno, il la-
poster, carto line, immagini , ecc. bambin i acco lt i da Gesù. Q uesta boratorio mu lt imedia le ce rca di
Un cata logo vie ne pubblicato co llez ione comp rende attua lmen- restare creativo .
D
• • APRILE 2 005 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.7 Page 27

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LA PASSIONE
PER LA COLLEZIONE
di Jean-François Meurs
C aro Dottor J. , molti
genitori sono a volte
((
preoccupati del conti-
nuo e solitario stazionare al com-
puter dei loro figli, visitando Inter-
net o giocando con la consolle.
Che significato ha questa mania
che isola i nostri adolescenti in un
universo tutto sommato limitato?
Mio figlio che ha 16 anni è invece
un collezionista appassionato di
modellini di vetture. Ha cominciato
presto. Verso gli 8/1 O anni passava
delle ore ad assemblare e incollare
macchinette, adesso invece acqui-
sta modelli già pronti. Questa pas-
sione costa cara. C'è da dire che
non sfora il suo budget, e va bene,
ma con le sue circa 60 vetture, lun-
ghe ciascuna da 40 a 50 cm, ha
riempito la camera come un uovo.
E non si accontenta di possedere i
modellini, ma raccoglie e mette
. insieme tutta la documentazione
che li riguarda. Il bello è che non si
riesce a prenderlo in castagna
riguardo alle loro caratteristiche: sa
tutto! Ed è anche molto selettivo:
non si getta su tutti i modelli. Si
alza molto presto la domenica per
far visita ai commercianti di antica-
glie, o per recarsi alle fiere dove si
fa questo genere di scambi. Pur
essendo un taciturno di carattere,
quando ha l'occasione di parlare
dei suoi modelli, si trasforma,
diventa un chiacchierone. Per lui,
le vetture hanno un'anima. Benché
non sia un orso solitario e un com-
plessato, trovo tuttavia che dovreb-
be prima di ogni altra cosa farsi
degli amici. Che cosa si nasconde
dietro questa mania?
Maria Luisa, Firenze
Cara Maria Luisa,
i collezionisti sono numerosissimi :
quasi un quarto della popolazione,
dicono le statistiche. Il caso di suo
figlio perciò non è un'eccezione. I
collezionisti sono in generale molto
giovani e, in effetti , sono più nu-
merosi verso i 15 anni , ma è una
pratica che interessa sempre di più
anche gli adulti. Questo genere di
passione è più frequente presso i
maschi , ma non mancano le fem-
mine collezioniste di portauova,
peluche , lattine , ecc. Si raccoglie
di tutto : francobolli , cartoline, mo-
nete , annulli postali sono le colle-
zioni più comuni ed esistono reti di
scambi che sono anche fonte di
contatti. Oggi , le collezioni si sono
fortemente diversificate e si sten-
dono a tutti i campi , a volte anche
i più strani : -le schegge di granata
con forme bizzarre, le immaginette
sacre che rappresentano il buon
pastore ...
Le collezioni riflettono sovente
la personalità, i gusti, le aspirazio-
ni , o la storia familiare del collezio-
nista. Vedi , per esempio, le colle-
zioni di armi o di fumetti . Il modello
culturale dominante influenza il col-
lezion ismo. Così, a seconda dei
periodi e delle mode, nascono col-
lezioni di personaggi di disegni
animati, di peluche , di figurine di
sportivi, ecc. A dar retta a certe
inchieste, i collezionisti hanno tut~
ti qualche psico/ motivazione, per
esempio il fatto di non aver ricevu-
to abbastanza amore e attenzioni
nel periodo della loro infanzia. Essi
si sentono rassicurati, degni di
attenzione e arricchiti , dagli oggetti
collezionati . Secondo una teoria
psicanalitica, il collezionista, come
il credente, attribuisce un certo
potere e un certo valore ai pezzi
collezionati ; il loro possesso sem-
bra avere una funzione protettiva
contro l'ansietà e l'ince rtezza. Ma
non tutti ne sono convinti. Molti
collegano il fenomeno a quello dei
bambini che trattano alcuni oggetti
- bambole, peluche , ecc. - come
sostituti di figure parentali , per fare
fronte alle piccole o grandi paure. I
pezzi collezionati , insomma, rap-
presentano e prefigurano il potere
di transizione dall 'infanzia all 'età
adulta. Non per nulla molti dicono
che bisogna avere un'anima di
fanciullo per fare il collezionista.
I primi impulsi a collezionare
appaiono nell'età che va dai 7 ai
12 anni. Essi rispondono al bisogno
... ... ""
di razionalizzare e classificare gli
elementi del mondo esterno per
prenderne intellettualmente posses-
so. È anche il primo mezzo per mi-
surarsi con il mondo degli adulti.
Generalmente queste tendenze
scompaiono nel periodo della pu-
bertà; se continuano a manifestarsi
con l'età adulta, è perché si è ag-
giunto un elemento supplementare:
la passione. La maggior parte degli
adulti , infatti, ha cominciato a racco-
gliere oggetti quando era giovane.
E bene precisare che il collezioni-
smo non è né un comportamento
patologico né una malattia. È una
caratteristica particolare di certe
persone . La grande maggioranza
di esse si sente libera e felice , va
fiera della propria passione, cono-
sce a fondo gli oggetti che colle-
ziona, e spesso fa opera di prote-
zione di un patrimonio culturale. Si
tratta in fin dei conti di una valoriz-
zazione di sé che a volte può perfi-
no apparire narcisistica.
Può capitare anche che la col-
lezione superi gli scopi e le
aspettative del collezionista, renda
la vita degli altri insopportabile, e
provochi degli indebitamenti : ma è
piuttosto raro. Diciamo che la
maggior parte dei collezionisti sono
persone «normali », anche se non
«guariscono » dalla loro mania. È
vero, questo hobby può diventare
una dipendenza, ma, al contrario
dell'alcolismo o del gioco, è un'as-
suefazione del tutto innocua e
spesso anche simpatica.
O
BS GIUGNO 2005

3.8 Page 28

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EDUCARE ALLA PACi
EALLA SOLIDARIETA
di Maria Antonia Chinello
Suor Mortho Sé!de è
docente di Teologia
de/l'educazione.
Di origine haitiana, ho
pubblicato nello suo terra
un !tbro dal titolo
leducazione cristiana per
una cultura di comunione.
L'abbiamo inte1V1stoto per
capire come lo
comunione può diventare
stile di vita e normo
educativo.
Porlo di uno terra
bel!tssimo, mo segnato
dallo povertà e dallo
minaccio di uno guerra
civile.
I Port-au-Prince (Haiti). Suor Martha
ai microfoni di Radio Soleil ,
emittente diocesana.
I l titolo del libro è il messaggio
in cui si può sintetizzare la mis-
- All'inizio del nuovo millennio,
il Papa ha proposto a tutti i cristia-
sione che suor Martha ha condi- ni, la spiritualità di comunione.
viso con la sua gente durante quat- Nel tuo libro accenni alla cultura
tro mesi di insegnamento in vari di comunione. Perché questa diffe-
centri di studi superiori di Haiti, in- renza?
tervenendo anche in alcuni pro- · Utilizzando l'espressione cultura
grammi radiofonici e televisivi, tra di comunione non pretendo ce1to di
cui Radio Solei!, la voce della dio- pormi in antitesi con quanto dice il
cesi di Port-au-Prince, e Tele Haiti Papa. Al contrario, trovo invece un
attraverso il suo programma educa- approfondimento della prospettiva
tivo-culturale Echo . Un 'esperienza indicata da Giovanni Paolo II. Pen-
molto densa e arricchente, che le ha sando al termine spiritualità, i non
permesso di incontrare un pubblico credenti possono sentirsi ai margini,
vario di interlocutori: seminaristi, non direttamente interpellati. La co-
giovani religiosi/e, laici impegnati, munione è invece dimensione fon-
insegnanti, studenti universitari, le damentale a ogni essere umano e
stesse FMA.
resta dunque la sfida per ogni uomo
GIUGNO 2005 BS
e donna del nostro tempo, se si desi-
dera una vita differente sul nostro
pianeta.
- In che termini, allora, utilizzi
tale espressione?
Il concetto di cultura che conside-
ro è molto ampio, si colloca nella
linea profondamente umanista che
viene data dalla Costituzione Gau-
dium et Spes del Concilio Vaticano
II: «Per cultura si intendono tutti
quei mezzi con i quali l'uomo affina
ed esplica le molteplici sue doti di
anima e di corpo; procura di ridurre
in suo potere il cosmo stesso con la
conoscenza e il lavoro; rende più
umana la vita sociale sia nella fami -
glia sia in tutta la società civile, me-

3.9 Page 29

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ISuor Martha insieme agli studenti
del Centro lntercongregazionale
di Formazione religiosa, una
Facoltà di Teologia gestita
dalla Conferenza dei Religiosi/e
haitiana.
CUBA
North Allenllc
~een
carlbbean Sea
O
30
""""
30
eo•
diante il progresso del costume e
delle istituzioni; infine esprime, co-
munica e conserva nelle sue opere
le grandi esperienze ed aspirazioni
spirituali affinché possano servire al
progresso di molti, anzi di tutto il
genere umano». In questo senso, la
comunione diviene stile di vita, di
pensiero e di azione ed è per questo
che la propongo non solo come spi-
ritualità, ma anche come un modo
di vivere la vita in quanto persona e
come norma pedagogica.
- In che senso intendi la comu-
nione come una sfula per l'educa-
zione cristiana?
Si afferma sovente che il terzo
millennio dell'era cristiana sarà
·umano se sarà solidale. Assistiamo
a volte impotenti al progressivo im-
poverimento del mondo, non solo di
risorse economiche, ma soprattutto
all 'incapacità di stabilire e vivere
rapporti di pace, di tolleranza, di
ascolto reciproci: un pugno di per-
sone ha tra le mani la ricchezza di
tutto il pianeta, mentre la grande
massa cerca di sopravvivere nella
miseria. Per essere testimoni signifi-
cativi oggi i cristiani sono chiamati a
umanizzare la globalizzazione, cioè
a organizzare la speranza, la solida-
rietà perché questa divenga stile di
vita, globalizzazione positiva a be-
neficio di tutti. In questa prospetti-
va, l'educazione è chiamata a forni-
re orientamenti per poter sviluppare
la dignità originaria della persona:
essere in comunicazione, in comu-
nione, con gli altri.
Si tratta di impegnarsi, coinvol-
gersi per vivere da fratelli e sorelle
la vita nuova che ci è consegnata da
Gesù nella risurrezione: da qui la
costruzione di una società solidale e
riconciliata. Solo così sarà inaugu-
rata la cultura della pace e potranno
essere vinti i conflitti, anche quelli
piccoli non solo quelli grandi, che
percorrono il pianeta, la nostra vita
e quella del mondo. L'educazione
alla solidarietà e alla comunione so-
no dunque vie irrinunciabili per abi-
tare questo nostro tempo, così affa-
scinante, ma continuamente interpel-
lante le nostre coscienze.
- Il sottotitolo del libro è: verso
un approccio transdisciplinare. In
che senso?
È un approccio che dona la possi-
bilità di un dialogo fecondo e per-
mette la convivialità armonica delle
differenze, proprio come presuppo-
sto alla pace, alla solidarietà, alla ri-
conciliazione.
- Nel testo, affermi che l'uni-
versità è il luogo ideale per l'ap-
plicazione di tale approccio. Allo-
ra in tutti gli altri ambienti in cui
noi educhiamo, non c'è possibi-
lità per viverla ed educare alla co-
munione?
L'università è il luogo privilegiato
perché rappresenta uno spazio natu-
rale di un insieme di approcci diffe-
renziati nello studio e nella ricerca.
È qui che sì entra in mediazione con
le nuove generazioni, perché si pen-
sa al domani, a come comunicare e
insegnare agli adolescenti che si
aprono alla vita adulta. Senza dub-
bio, è però anche un approccio che
può essere applicato e vissuto ovun-
que e genera risultati positivi a livel-
lo politico, sociale, educativo. Tutti
siamo interpellati: dalla gente co-
mune ai più grandi scienziati, do-
centi e studenti, piccoli e grandi,
ogni essere umano è chiamato ad
offrire il suo apporto e a ognuno è
data in dono la creazione: ma è solo
insieme che si scoprirà la bellezza,
il rispetto che, a nostra volta, conse-
gneremo alle generazioni che ver-
ranno.
- Suor Martha, una dedicafinalé?
Invito tutti, educatori ed educatri-
ci, docenti, agenti pastorali, studenti
universitari a trasformare gli am-
bienti in cui viviamo, pensiamo, la-
voriamo, studiamo in "laboratori di
comunione", perché insieme siamo
una forza, e possiamo costruire an-
goli di mondo solidali, in pace, ri-
conciliati.
D
BS GIUGNO 2005

3.10 Page 30

▲back to top
~ - -1.,,...1. IL MESE
IN
LIBRERIAod\\Gius•PpeMoronte
O cut
...... "'
,\\JJJIH.l!AAt,;Du
~~~
SsAANLETISTIAANA
SSAPfé§IANA
IDNI g~~GRESSO
FAMIGLIA SALESIANA
FAMIGLIA DI SANTI.
D1·0 gh· dono- la sapi·enza e
la prud~nza...
d1 Teresio Bosco
ELLEDICI , Leumann (To)
a cura dell'Istituto di Spiri-
tualità dell'UPS ,
LAS ' Roma 1.
PREGHIERA E VITA
2003 pp 112
'.
EU~~RISTIA .
Il s1g1ll0 sul cuore
ddieCllaorsrapdoosaMaggioni
Paoline Milano
'
2005, PP- 192
DOMENICO SAVIO
mcc,1t1f(l/o "" do11 Rll.<co
DOMENICO SAVIO
raccontato da Don
Bosco
a cura di Aldo Giraudo
LAS , Roma 2005
pp.204
Riporta le riflessioni sul-
la vita di Domenico Sa-
vio fatte in un simposio
(UPS, 8/5/04) da spe-
cialisti con diverse com-
petenze. Le tematiche:
"il modo in cui Don
Bosco ha costruito la Vi-
ta"; "il contesto dell'ope-
ra e la sua architettura,
per evidenziare possibi-
li livelli di lettura"; "una
rassegna critica delle
varie edizioni e tradu-
zioni della Vita e l'utiliz-
zo di essa negli scritti
dei salesiani fino al '54";
"una interpretazione di
tipo teologico/spiritua-
le"; "l'ottica pedagogi-
ca"; "una lettura alla lu-
ce della teologia mora-
le"; "una focalizzazione
degli aspetti psicologi-
ci"; "linee emergenti e
diverse prospettive dei
contributi offerti". Si met-
te in evidenza così la
fecondità di una fortu-
nata "Vita" che ha influi-
to sulla storia dell'edu-
cazione cattolica e sulla
spiritualità giovanile.
GIUGNO 2005 BS
2005, pp. 318
Il libro traccia i profili dei
santi , beati , venerabili , ser-
vi di Dio della Famiglia Sa-
lesiana. Don Bosco, nella
sua vita di Domenico Savio
dice : "All'Oratorio ci sono
diversi giovani dei quali po-
trei scrivere cose uguali a
quelle che ho scritto di ~o-
menico". Egli era convinto
che la semplice e famil iare
"via cristiana" che indicava
ai suoi ragazzi (amare Dio
e vivere in allegria, com-
piere i propri doveri .. .), fos-
se "via alla santità".
La conferma è nelle pagi -
ne di questo libro , ma spe-
cialmente nella memoria
delle migliaia di persone
che sono state in un'aula,
in un cortile , in una chiesa
insieme con un salesiano,
una FMA, un cooperato-
re ... , e hanno percorso con
loro una "semplice vita cri-
stiana".
VENDITA PER
NON SI ~~NDENZA. I libri
CORRIS
nalati si pos-
che vengo_no seg resso le libre-
srioenocaattcoqruictShetarOe
vPanno n·chiesti
alle rispettive
direttamente
Editrici .
ACCOMPAGNARE tra
IL PROFUMO DEL P~~E.
educazione, formazione L'eucaristia che sa d1 vita
e spiritualità
di Diacono Ruggeri
2004, pp . 112
Queriniana, Brescia
LA VITA SPIRITUALE
COME IMPEGNO
2005 , pp. 128
2004, pp. 118
C(JllMDO~,
Lo scopo dei quaderni è
quello di offrire spunti per
EUCARISTIA
n tigin,;,.,.uir.uon,di-11.otf'°"'
una riflessione sufficiente-
mente ampia e ben fonda-
ta su tematiche connesse
al vissuto spirituale e alla
m1ss1one salesiana. Il
primo affronta il tema della
preghiera, che può rivita!iz-
zare la missione educativa
e pastorale; il secondo il
problema dell' accompa-
gnamento (una forma di di-
rezione spirituale) in pro-
spettiva salesiana. Il terzo
la tematica della vita nello
spirito (la santità sa/e~ia-
na) come impegno stanco
nelle condizioni quotidiane
di vita. Ogni contributo è
completato da domande
orientate alla riflessione
personale e al confronto
comunitario, con l'aggiunta
Due volumetti relativi alla
vita eucaristica: il primo
aiuta a riflettere su di essa
come mistero d'amore, im-
pronta della carità di Crist?
nel cuore di chi vi parteci-
pa, riflesso della Vita che
·ha vinto la morte aprendo
il varco della beatitudine
di note conclusive ed
orientamenti bibliografici e
rimandi alle fonti.
sponsale con l'eterno Pa-
dre. Insiste sul fatto che
non è possibile spiegare
5 QuJlkmiJ\\
'iplritual11A - 1-
....., C,,.-,1\\.,"ll,ln.l
l'eucaristia a parole né
comprenderla con ragiona-
mento, ma bisogna sondar-
la con la "sapienza del
cuore". Il secondo presenta
l'eucaristia come ambito
della spiritualità cristiana
personale; come un ponte
tra l'altare e la strada, tra il
rito e la vita, tra la porta
della chiesa e la strada.. .
per mantenerne sempre vi-
vo il "ricordo": celebro l'eu-
caristia perché celebro la
vita; essa ricorda che l'a-
more è relazione e il pane
è il cibo da condividere .

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~~
A VERA PACE
SPERANZOANIANZA FAMIGLIE
L
E TESTIM
NO ALLA GUERRA!
Di Mario Lancisi
PIEMME, Casale M. (Al)
2005, pp. 208 .
LA NONVIOLENZA
DEI VOLTI
Forza di liberazione
di Sergio Baronetto
Monti , Saronno (Va)
2004, pp.294
Il primo volume parte da
un'affermazione di don Lo-
renzo Milani: "la guerra di-
fensiva non esiste più. Non
esiste più una guerra giu-
sta né per la Chiesa né per
la Costituzione". Si rievoca
l'inizio del movimento per
la pace e la non violenza,
sorto nel clima storico della
diatriba con i cappellani
militari. La cosa è di gran-
de attualità. Il secondo
libro riflette in maniera ori-
ginale e globale sul signifi-
cato della non violenza
come fenomeno storico
concreto; come realtà quo-
tidiana e planetaria; come
valore, metodo e stile di
vita· come fine , mezzo e
per~orso; come etica e_pe-
dagogia; come profezia e
politica; come "polvere
della storia" e "soffio dello
Spirito"; come "via, verità e
vita".
GENTE DI SPERANZA
di Nino Sammartano
La Medusa, Trapani
2004, pp. 120
SUOI TESTIMONI
Dalla contemplazione
del volto di Cristo un
itinerario di spiritualità
per laici del nostro tempo
La Medusa, Trapani
2004, pp. 100
Il primo volume present~
una galleria di personaggi
letti nella loro ordinarietà,
le cui vicende ed esperien-
ze compongono una sorta
di "romanzo della speran-
za", ambientato nei trava-
gliati scenari spesso difficili
della contemporaneità. Il
secondo traccia un itinera-
rio tipico di spiritualità per
laici , come formazione cri-
stiana a partire dal con-
templare il volto di Cristo.
Per questo nuovo millen-
nio, papa Wojty-ta affe~ma-
va che "la nostra testimo-
nianza sarebbe insoppor-
tabilmente povera, se noi
per primi non fossimo _co~-
templatori del volto d1 Cri-
sto". L'autore descrive die-
ci caratteristiche della vita
di Cristo, il "missionario del
Padre", attualizzandole nel-
la spiritualità tipica del cri-
stiano di oggi .
RELAZIONI FRAGILI
Coppie e famiglie
in cambiamento tra
creatività e scacco
di Giuseppe Belotti e
Salvatore Palazzo
ELLEDICI , Leumann (To)
2004, pp. 382
Relazioni fragili sono oggi:
le tante storie di coppie e
famiglie attuali e i l~gam!
che faticano a consol1dars1
e incontrano la sofferenza
della rottura . Si tratta di
coppie che nella ricerca di
una convivenza felice si
scontrano con la quotidia-
nità in una società in conti-
nua evoluzione e cambia-
mento che richiede grossi
sacrifi~i di adattamento. Si
tratta di viaggiatori che
percorrono strade nebbio-
se senza bussola, di diso-
rientati che faticano a spe-
rimentare relazioni di
senso. L'ascolto reciproco
è fondamentale . La cura di
sé e delle persone che si
amano diventa un bene
prezioso, un tesoro da pro-
teggere. Coniugare il pro:
gresso con l'esigenza. ~1
costruire buone relazioni ,
con impegno etico e mora-
le è compito cristiano per
promuovere la qualità di
vita.
Fondazione
DON BOSCO
NEL MONDO
Ente autorizzato a riceve-
re tutte le offerte per le
OPERE E MISSIONI
SALESIANE .
Gestisce:
ADOZIONI
A DISTANZA
Aiuto ai bambini più poveri
senza allontanarli dalla fa-
miglia né privarli della loro
cultura .
Permettono di aiutare al-
cuni ragazzi e giovani sa-
lesiani senza mezzi per
completare la loro forma-
zione o il corso di studi in-
trapreso .
FONDO VOCAZIONI
Destinato all'aiuto di un
giovane lungo gli anni della
sua preparazione al sacer-
dozio o alla vita religiosa.
INTENZIONI
SS MESSE
Si celebrano messe or-
dinarie o gregoriane (30
messe continue , una al
giorno) secondo le inten-
zioni dell'offerente.
COME?
Le offerte vanno inviate -
indicando sempre la causa-
le - a FONDAZIONE DON
BOSCO NEL MONDO - ONLUS
ccp n° 36885028
oppure
Bonifico Banca Intesa
CIN P; n° 3263199
ABI 03069 - CAB 05064
o carta di credito usando
il sito www.fdbnm.org
o via Internet:
BancoPostalmpresa
www.poste.it sul conto
n° 36885028 ABI 07601 -
CAB 03200
http://in-impresa.it/cor-
porate/imprese/
BS GIUGNO 2 005

4.2 Page 32

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t/;1/E
-
Il coadiutore maestro Severino Fabris, nato il 23/08/1923, morto il 02/10/2004.
IL PITTORE CATECHISTA
di Giancarlo Manieri
Voleva essere prete... lo fu nel
cuore. Divenne un grande
catechista attraverso il suo lavoro
di progettista grafico e illustratore.
Un uomo di ingegno, originale e
creativo. Un religioso esemplare.
Il signor Fabris.
Non lo dimenticheranno facilmente . Il suo nome è
legato al Colle dove presso la casetta di Don
Bosco ha studiato, e a Torino dove ha passato
gran parte della sua operosa vita di lavoro professio-
nale e apostolico. Lo prelevò dalla fucina dell'istituto
professionale Bernardi Semeria, che tanti giovani sale-
siani laici formò per la congregazione , lo stesso Rettor
Maggiore don Pietro Ricaldone , gettandolo nella
mischia del Centro Catechistico da lui fondato per
dare alle comunità salesiane del mondo un punto di
riferimento per l'evangelizzazione e la catechesi. Era
uno di quei giovanottoni che hanno sempre lavorato
come se non dovessero mai morire . Al Colle Don
Bosco si specializzò nel settore del disegno, della pit-
tura e della progettazione grafica e fece presto a
diventare capo dello studio de i progettisti grafici e
disegnatori. Pochi salesiani non ricordano di aver
proiettato per i propri ragazzi di catechismo o di scuola
di religione qualche filmina a soggetto biblico disegna-
ta da Severino Fabris.
GIUGNO 2005 BS
La prima idea della sua vita fu quella di diventare pre-
te. Non poté. Non era un colosso di salute: lo studio,
soprattutto quello teorico e prolungato che affrontava
forse con impegno esagerato, lo rendeva ansioso,
iperteso ... e andava in crisi. Ma tutto sommato fu prov-
videnziale: poté dedicarsi anima e corpo a quello che
gli era più congeniale.
UN SALESIANO AL LAVORO
Così nell'arte grafica e nel disegno divenne un vero
maestro, ricercato e stimato. Uno dei suoi antichi alun-
ni del Bernardi Semeria che l'ha conosciuto bene, dice
di lui : "Il maestro Severino? Era... un prete laico!". La
contraddizione la spiegava aggiungendo: "Fece con la
pittura, il disegno e la foto quello che il prete fa con la
parola!". Severino si diede, infatti , tutto alla catechesi
disegnando episodi biblici con una precisione certosi-
na, curando meticolosamente i dettagli storici , archeo-
logici, dottrinali.
Dal 1965 sarà progettista grafico e illustratore del Cen-
tro Catechistico Salesiano , che nel frattempo aveva
allargato il suo campo d'azione diventando editrice, la
ELLEDICI. La triade donboschiana di pane, lavoro e
paradiso l'aveva nel sangue . Il pane non gli è mai
La sepoltura di Gesù, uno dei suoi dipinti.

4.3 Page 33

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'(}l/f)ltf17JRI cfllLEcf/11;1/I
presepio. I suoi erano diventati famosi . Molti chiedeva-
no: "Quest'anno il signor Severino ha fatto il presepio?
Si può visitare?". Attorno al suo capolavoro si racco-
glieva la comunità salesiana nel tempo natalizio per la
preghiera della sera. Le scuole elementari viciniori non
mancavano mai di venire a visitarli e lui era felice di
spiegarli con parole semplici e toccanti.
La cartina didattica della terra di Gesù disegnata
dal signor Severino.
mancato nemmeno nei tempi duri della guerra. Di la-
voro poi ne prendeva sempre più di quello che potes-
se svolgere un qualsiasi onesto lavoratore . Lui lavora-
tore lo era, ma certo non era "qualsiasi": lavorava di
giorno e di notte. Gli piaceva il suo mestiere, è vero ,
ma lo faceva con spirito sacerdotale, perché si rende-
va conto di insegnare catechismo , di fare il prete
insomma, a un'immensa platea di scolari. Non li vede-
va, poteva solo immaginarli, ma questo lo stimolava
ancor di più. Sapeva di averne di tutti i tipi , di tutte le
razze, di tutti i caratteri perché i suoi lavori arrivavano
anche nella foresta. Per cui finì per considerare le
ricreazioni e le vacanze una perdita di tempo. Sentiva
l'esigenza di essere preciso: quando si fa catechismo
non ci si può permettere di essere approssimativi,
superficiali, pressappochisti. Fu per questo che decise
di darsi allo studio dell'archeologia biblica, col sogno
nel cassetto di pubblicare un giorno una raccolta di
schede bibliche per tutti quelli che volessero accostare
per studio il libro sacro. La sua ricostruzione del tem-
pio di Gerusalemme risultò così puntuale e precisa che
è stata pubblicata da un'importante rivista scientifica.
IL RELIGIOSO SALESIANO
Voleva bene alla comunità e la serviva con la sua
grande fedeltà agli atti comuni , con il suo darsi d'attor-
no per la cappella, la sacristia, la mensa, la guida del-
la preghiera. Arrivava sempre in anticipo su tutti. Ai
confratelli non faceva mancare qualche bonaria frec-
ciatina, soprattutto quando sentiva certi vocaboli alla
moda che per quanto "roboanti" gli sembravano vuoti.
Talvolta lo sentivano commentare : "Ah , davvero que-
sta cosa riveste grande significatività". Per lui usare
quello strano vocabolo di recente conio voleva dire
enfatizzare il vuoto : certe parole servono solo per
nascondere la poca consistenza del contenuto, sono
un vestito per adornare il niente, o quasi! Ma non se la
prendeva più di tanto, gli serviva più per riderci su, per
creare un diversivo, per portare un sorriso che altro.
S. Fabris era una firma ricorrente in tante diapositive,
filmini , quadri , pitture. Ora se n'è andato. Aveva un po'
di nostalgia dei tempi della sua giovinezza perché con-
siderava il presente un po' troppo facile da vivere e
dunque un po' superficiale . È andato a rendersi conto
di persona di com'è in realtà il volto di Cristo che tante
volte il suo pennello aveva riprodotto.
D
IL CLASSICO COADIUTORE
Una delle caratteristiche peculiari dei salesiani laici è il ·
teatro. Il signor Severino non fa eccezione: fu regista ,
costumista, scenografo, con gran gioia di attori e diret-
tori di oratorio che avevano assicurate con lui scene e
addobbi di rara bellezza. Madre natura l'aveva anche
fornito di una gran bella voce baritonale, per cui non si
tirava mai indietro quando c'era da rallegrare qualche
festa, da sorreggere qualche coro, da animare qualche
celebrazione.
Poi i presepi. Elaboratissimi , originalissimi , fantasiosi. I
tempi liberi del mese di dicembre erano dedicati al
Uno dei suoi elaboratissimi presepi.
BS GIUGNO 2005

4.4 Page 34

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COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
PICCOLI GRASSI
TIRANNI
Piccoli obesi: primato tutto italiano. Con il 35 per cento
di "under 1O" sovrappeso, infatti, il nostro paese si pone
decisamente sopra la media europea: non hanno avuto dubbi
i pediatri riuniti a Roma, nel congresso organizzato
qualche mese fa dall'Accademia internazionale di pediatria.
Un'alimentazione troppo ricca
di calorie e una vita sedenta-
sa sia perché non hanno mangiato
in modo "regolare" a tavola , sia
ria nella quale domina la tv perché, al rientro da scuola è tutto
sono i primi colpevoli di questa permesso, ma soprattutto perché
nuova epidemia - l'obesità dei non c'è nessuno ad accoglierli e si
bambini - che , ne sono convinti gli riempiono di dolcezze aspettando
esperti , promette di tradursi nel giro la "dolcezza" principale: i genitori! È
di pochi anni in un 'impennata di così che i bambini prendono l'abitu-
malattie cardiovascolari e diabete , dine di rimpiazzare i genitori assen-
con alti costi sia per i sistemi sani- ti con merendine, televisione , play
tari sia per l'intera società . Ma il station e tutto ciò che può dare una
costo è alto anche per la persona soddisfazione immediata.
dei bambini "cicciottelli ": essere
chiamati cicciobomba, palla di lar- LA FATICA DI EDUCARE
do, balenottera e dover fare i pa- È un punto delicato della nostra
.gliacci del gruppo . Essere quindi idea di educazione . La vita dei
scartati e mortificati. In realtà, i bambini può prendere una direzio-
bambini obesi sono semplicemente ne o un'altra, a seconda se i geni-
bambini "riempiti" d'amore sba- tori si accontentano di ri empire il
gliato. L'amore sbagliato di genitori figlio solamente di cibo e tv o di
che abitualmente hanno preferito la parole , giochi affettivi e tutto ciò
soddisfazione del momento e la
facilità del "sì" al disagio del "no",
J per paura che i loro bambini non si
sentissero amati da loro.
f
È la grossa tentazione di tanti geni- '"
tori , soprattutto delle madri troppo
assenti e colpevolizzate: favorire le
domande immediate dei bambini,
accontentarli in ogni caso, sottova-
lutando le ripercussioni future di
questa debolezza sul loro avvenire .
La mancanza di autorità, in questo
caso, elimina i conflitti con i bambi-
ni che non tiranneggiano i genitori
sul momento, ma finiranno tiran-
neggiati più tardi dai compagni e
proveranno esattamente quello che
i genitori non volevano: il sentimen-
to infantile di non essere amati.
Sgranocchiare qualcosa è il mezzo
migliore per non sentire il vuoto
interiore, ma ahimè è il mezzo
migliore per formare un troppo pie-
no esteriore. I bambini rosicchiano
o succhiano continuamente qualco-
a,uGNo 2005 BS
che serve a farne un essere comu-
nicante e responsabile. Solo i ge-
nitori del resto possono trasfor-
mare la pulsione "prendere" in
"ap-prendere". Ciò che è in gioco,
in realtà , è il tema della disciplina.
Cioè il vero modo che hanno i ge-
nitori per dire concretamente «ti
amo» ai loro figli . I genitori devono
decidere se dare un'autentica for-
mazione che continu i nella vita, che
duri e resista alle sollecitazioni con-
tinue di un mondo come il nostro,
largamente infantile in questo cam-

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
po, che tratta come "chupa-chupa"
anche le più sacre relazioni ses-
suali. L'educazione vera implica
sempre una forma di fatica. Ma
genitori già stanchi per una dura e
stressante giornata (a cui di solito
si aggiungono difficoltà finanziarie e
relazionali) non hanno più la forza
di sobbarcarsi una lotta spietata
con i figli che "tirano la corda" per
vedere fin dove possono arrivare.
I genitori hanno una vita troppo
dura e i bambini una vita troppo
dolce, sempre liberi di fare quello
che vogliono. Se nessuno impone
loro dei piccoli servizi, si siederan-
no a tavola come dei principi da
servire e imporranno i loro gusti a
tutta la famiglia, costretta pratica-
mente a nutrirsi di patatine fritte .
Il risultato è spesso una forma di
isteria familiare in cui tutto .si ottiene
tramite un estenuante "tiremolla":
oggi vinco io, domani vinci tu. Tutto
questo avrà un prezzo altissimo sui
dinamismi familiari e sulla persona-
lità dei figli. Soprattutto per quanto
riguarda il senso della realtà. I bam-
bini hanno bisogno di imparare pri-
ma che la realtà è molto più arcigna
e severa dei genitori. E non perdo-
na mai. Uscendo da scuola, hanno
bisogno di abbracciare i loro genito-
ri, parlare con loro, imparare con-
cretamente le regole basilari della
convivenza e poi saltare, correre,
giocare, tutte cose che non si pos-
sono fare in un appartamento del
quarto piano senza far imbestialire
tutto il condominio. Allora o si sie-
dono davanti alla tv o scendono in
strada. A far che? Tra le 17 e le 19,
per la strada, non si possono impa-
rare molte cose diverse dal cercare
ancora soddisfazioni immediate:
chewing-gum , Coca Cola e simili.
Anche Internet non è una gran solu-
zione. Navigando nella rete, i bam-
bini più piccoli perdono facilmente
la nozione del tempo come se si
trovassero in un'inesauribile stanza
dei giochi, moltiplicando così senza
rendersene conto le ore di inattività.
E grandi potenzialità personali lan-
guiranno, fino a spegnersi , tra sofà
e tv.
D
I Solo i genitori del resto possono
trasformare la pulsione "prendere"
in "ap-prendere".
VOGLIO AVERE
CURA DI TE
L'iperprotettività non è un buon metodo per far crescere i figli:
non li prepara alla vita, non li rende forti contro le avversità.
Cattivo consigliere è anche il consumismo ...
Siamo, allo stesso tempo, figli
e genitori della società del
benessere; il nostro cammino
di maturazione è avvenuto, più o
meno, a cavallo fra gli anni Ses-
santa e Ottanta, nell'arco teso fra il
"miracolo economico" dell'Italia del
dopoguerra e la crisi dei valori che
ha segnato drammaticamente il
periodo più plumbeo della storia
recente. Passando attraverso epo-
che così diverse - ora con un ruolo
di spettatori , ora di protagonisti - ci
siamo illusi di poter dare continuità
alla nostra esistenza aggrappando-
ci all'unica certezza a buon merca-
to che era a nostra disposizione: il
consumismo. Poiché ci sentivamo
sempre più incapaci di investire
nella produzione di beni, ideali,
affetti , esperienze significative, ab-
biamo concluso (e abbiamo preteso
di dire che questo era, da parte no-
stra, un atteggiamento di sano rea-
lismo) che l'unica possibilità che ci
veniva data era consumare il più
possibile: beni, valori, relazioni,
quotidianità.
E dando per scontato che quel
che appariva conveniente per noi
fosse giusto anche per i nostri figli,
la nostra generazione ha allevato i
propri cuccioli adottando il consumi-
smo come la migliore protezione
immaginabile contro le incognite
della vita: i nostri bambini sono sazi
fino all'inverosimile di cibo e giocat-
toli, corazzati sul piano affettivo fino
al soffocamento, impegnati in mille
esperienze quotidiane e senza più
tempo per gustare e contemplare
tutto ciò che si muove dentro e
intorno a loro.
Pazienza se poi, nella fase dell'a-
dolescenza, non pochi fra questi
ragazzi vivono la dolorosa espe-
rienza dell'anoressia e della buli-
mia, se in tanti fanno fatica ad ac-
I La nostra generazione ha allevato
i propri cuccioli adottando
il consumismo come la migliore
protezione immaginabile contro
le incognite della vita.
cettarsi per quello che sono, se con
grande rapidità passano alla logica
dello spreco, coinvolgendo nel con-
sumismo più esasperato anche la
dimensione del tempo e della pro-
gettualità personale. Gli esperti
dicono, con tono falsamente rassi-
curante , che questi sono gli effetti
perversi di una cultura puerocentri-
ca, che ha portato gli adulti a inve-
stire troppe attese sui propri figli e
contemporaneamente a negare loro
quel che è fondamentale per ogni
bambino: avere le energie neces-
sarie per crescere , diventare perso-
na, conquistare la propria au-
tonomia, magari alleggerendo un
po' il bagaglio delle cose da avere
e da fare ed eliminando la paccotti-
glia di affetti troppo ingombranti.
Per fortuna, la mia generazio-
ne "anta" sta gradualmente ce-
ns GIUGNO 2005

4.6 Page 36

▲back to top
dendo il passo a giovani genitori
che, avendo sperimentato sulla
propria pelle le tensioni di un'edu-
cazione iperprotettiva, vanno
recuperando un po ' più di rigore
nella ricerca di un ordine e di un
equilibrio affettivo che r-estituisca
a ciascuno il giusto spazio vitale;
e anche l'esercito dei nonni, sem-
pre più "reclutato" come compa-
gno di vita dei piccoli , ritrova la
possibilità di esprimere la propria
sapienzialità quotidiana, indicando
- con discrezione e fermezza
insieme - l'invisibile confine fra la
dimensione del superfluo, del
necessario e del fondamentale.
In un clima familiare un po' meno
consumistico - complice l'attuale
crisi economica che chiede a tutti
un po' più di sobrietà - si intrave-
de un passaggio epocale per le
relazioni fra genitori e figli: molti
cominciano a transitare dalla pro-
spettiva della protezione a oltran-
za a quella della cura.
"Ho cura di te": è questo il
messaggio che noi genitori dob-
biamo sforzarci di trasmettere ai
nostri ragazzi , con la parola e con
l'esempio; e questo significa che
prima di tutto dobbiamo elaborare
dentro di noi un rinnovato dinami-
smo affettivo , che ci spinga a
convertire in ogni momento della
giornata il sentimento che ci spin-
ge a pensare "ti voglio bene" nel-
la consapevolezza che, come ma-
dre o padre , devo assolvere al
compito di "voler il tuo bene".
È straordinario come un piccolo
articolo possa cambiare radical-
mente il senso di una frase e di
un impegno pedagogico; ma,
come sempre, sono i dettagli
quelli che rendono qualitativa-
mente diversa un'esistenza : la
nostra, grazie a una diversa distri-
buzione delle ansie e delle re-
sponsabilità educative ; ma ancor
più quella dei nostri ragazzi , che
finalmente potranno godere della
nostra autorevolezza senza sen-
tirsi schiacciati nel loro crescente
bisogno di indipendenza, che non
chiede di rinunciare all'affetto dei
genitori, ma di riaffermarlo, giorno
per giorno, praticando la logica
della reciprocità al posto della
dipendenza.
D
GIUGNO 2005 BS
MOVIMENT
SALESIANO
di Julio Olarte
FDB
Nel 1996 è nato il Moviment
Famiglie Don Bosco (FDB) dei
Cooperatori Salesiani, dopo il
"manifesto" del Convegno nazio- "\\,
nale del 25-28 aprile, tenutosi a '
Candia Canavese (TO).
FAMIGLIE DON Bosco
Negli anni '90, diversi Coopera-
tori sa lesian i erano im pegnati nel-
l'a nimazione di grupp i-fam igli a,
seguendo l'es~mp io degli H ogares
Don Bosco spagno li (Cfr. 85 set-
tembre 2003). Alcuni gruppi della
Sicilia aveva no già all e spa ll e un
percorso di c irca 20 anni ; altri
operavano eia meno tempo in Pi e-
monte e in Lombardia. Nell 'agosto
1995 il delegato nazionale don
Gian ni Filippin invitava le fam igl ie
dei cooperatori più sensibili a una
setti mana di formazione a Spor-
maggiore (TN ). Era un a sensibilità
spi nta sia da Giovanni Paolo Il con
la Familiaris Consortio (1981 ), sia
dal Regolamento di Vita Apostolica
(artt. 8.9. 11.13 .16). Nell'incontro
del '95 si pianificò un co rso nazio-
nale di formazione per fa mi gli e
an imatrici che si è snodato in ci n-
que tappe tra il '96 e il '99.
La primavera del 1996 diventa-
va, dunque, anc he primavera di
un impegno spec ifico dei rnopera-
tori a favo re della famig li a. E men-
tre si raccoglievano i primi frutti
dalle esperienze poste in atto, si
gettavano i semi per nuove e più
promettenti raccolte, ipotizza ndo
ulteriori progetti formativi. Il Siste-
ma Preventivo che alcuni credeva-
no circoscr itto a scuole e/o oratori,
si rivelava invece l'a nim a di que-
sta pastorale fami li are, facendo
della ragione, dell 'amorevolezza e
della fede (re li gione) i ca rdini di
rapporti intrafamiliari e sociali du-
raturi .
L'organizzazione del Movimen-
to Famiglie Don Bosco divenne
più forte nei seguenti 4-5 anni ,
facendo leva sui cons igli eri ispet-
toriali di Pastorale Familiare dei
cooperatori, coordinat i tra di loro
e con i cons iglieri loca li corri spon-
denti. Il movimento, a differenza
degli H ogares, restò parte inte-
grante dell ' Associazione. Attual-
mente, l'organizzazione a livello
naz ional e ha perso forza, tuttavia
rimane il "mov imento" co me cer-
tezza pastorale co ltivata special-
mente in alcuni ce ntri , attrave rso
incontri e cors i sistematici.
In www .donboscoland.it/gruppo/
cooperatori/materiale.pax, è pos-
sibile reperire materiale riguardan-
te le FDB .
Possono essere contattati per ulte-
riori informazioni:
ALCAMO (Trapa ni ), Melina e
Francesco Parrino
Tel. 0924.508973
fraparr@tiscali.it
• TERNI, Paola e Maurizio Leonardi
Tel. 0744.275882
mleonardi @libero.it
ROMA, Loreda na e Ru gg iero
Diell a
Tel. 062157613
ruggierodiella@fastwebnet.it
• MILANO, Clelia e Enrico De Negri
Tel. 023.6550058
denegri.family@fastwebnet.it

4.7 Page 37

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N05TAJ.6/A

4.8 Page 38

▲back to top
sF\\OE Ei\\CHE
per ragazzi , genitori, educatori
L'ecologia è uno dei problemi con cui l'uomo
IASALUTE DELIA
TERRA
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Sono in molti a lanciare
l'allarme, e non solo gli
ecologisti. Non c'è
congresso scientifico
in cui non emerga la
preoccupazione per
l'ambiente. Qualcuno
afferma che la Terra
rischia di morire
soffocata dai rifiuti
- - dell'uomo.
L a Terra è un sistema chiuso
con risorse limitate che può
solo contare sull'apporto
dell'energia solare. Ogni risorsa
naturale, cibo, acqua, legname, mi-
nerali, petrolio, gas trova i suoi li-
miti nella disponibilità e nella ca-
pacità di assorbimento dell'ecosi-
stema. I Paesi più industrializzati
continuano a prelevare risorse, ac-
qua ed energia dall'ambiente, a
diffondere inquinanti e disperdere
rifiuti producendo danni al territo-
rio, all'aria e all'acqua con caratte-
re iJTeversibile. Mentre i sistemi
economici richiedono in ogni caso
indici di crescita positivi, l' ambien-
te richiede equilibrio e stabilità. Si
ha ragione di temere che in alcuni
casi siamo ormai ai limiti e anche
oltre la capacità di carico del Pia-
neta (Ministero Ambiente).
A fronte di risultati positivi, il
riscaldamento della terra, la biodi-
versità, i rifiuti domestici e nocivi,
la qualità delle aree urbane, il vo-
lume di risorse sottratte all'am-
G1uGNo 2005 BS
CONFRONTIAMOCI IN
I Paesi industrializz-a-ti-c-on- t-in-u--an...o.- -1 GRUPPO E IN FAMIG~IA
Ia diffondere inquinanti
e disperdere rifiuti... con danni
incalcolabili per il territorio.
Significativa la mascherina messa
a san Francesco, uno dei più
Si teme che in alcuni casi siamo
ormai ai limiti e an?he oltre la ~apa-
cità di carico del Pianeta. Pensi che
sia vero?
d' /o
Che ne pensi del concetto I o -
grandi amanti della natura.
causto ecologico? .
_
La rivoluzione genetica _e~tra se~.
pre p1·u' nella. "stanza. d1?D10 . Lo ve '
biente, gli spazi occupati dalla cri-
minalità ambientale sono diventati
gravi elementi critici per l'am-
in
positivo o ,n negativo .
Non pensi che l'impegno
b' ta
am ,en -
le deve rimanere un pilastro fond~-
mentale di un nuovo modello d1 svi-
biente. Nuovi rischi per la sicurez-
za degli alimenti, l'uso insensato
luppo?
dei mezzi privati di trasporto e dei
mezzi mobili di comunicazione più nella «stanza di Dio» (God's
personale e collettiva e l'inquina- room). Il nuovo millennio si apre
mento elettromagnetico mettono a nel segno di una rivoluzione ge-
repentaglio l'ambiente e la salute netica nel campo agroalimentare,
delle persone. L'azione ambientale ma forse occorre contrapporre
resta quindi un pilastro fondamen - una rivoluzione etica sui nostri
tale di una strategia per un nuovo comportamenti alimentari e sui
modello di sviluppo.
modi di produrre tecnologica-
mente i nostri alimenti. L'urgen-
UNOWCAUSTO
za di questa rivoluzione etica è
ECOWGICO?
improrogabile e la possibilità di
cambiare l'attuale corso delle
Inoltre, sembra che l'ingegneria cose sta nella responsabilità di
genetica cerchi di entrare sempre ciascuno di noi. C'è un vero e

4.9 Page 39

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deve fare conti... prima che sia troppo tardi.
ILa capacità di assorbimento
dell'ecosistema non è infinita...
Al contrario è limitata.
L'imprevidenza dell 'uomo
può avviare il mondo
all 'autodistruzione.
Ci troviamo di fronte a vere
e proprie forme di agricidio.
proprio olocausto che prende
sempre più piede nel mondo, ed
è quello che si riferisce agli ani-
maU e all'ambiente e che è sta-
to chiamato «agricidio » (Fox) .
Questo termine è stato introdotto
nel senso delle accezioni simili,
quali ad es. omicidio , suicidio,
genocidio. Infatti, le conseguen-
ze dell'industria agroalimentare
possono essere profondamente
devastanti e costituire un vero e
proprio «agricidio», perché il
suolo è un sistema vitale, che
...
I L'Olocausto che prende sempre
più piede nel mondo è quello
che si riferisce agli animali
e all'ambiente.
può essere ucciso come altri or-
ganismi e sistemi vitali. Agrici-
dio è uccidere il suolo (killing
soil) attraverso diserbanti e mate-
riali chimici estremamente peri-
colosi per la salute del terreno.
L'idea di nutrire nuovamente il
terreno con sostanze chimiche
nutritive si rivela improduttivo e
inadeguato, per cui produce pian-
te con caratteristiche nutritive
deficitarie, di conseguenza anche
gli animali e gli esseri non sono
ben nutriti. Insomma, ci trovia-
mo di fronte a vere e proprie
forme di agricidio . Sono gli esse-
ri umani a volerlo, anche se a
volte inconsapevolmente. Questo
agricidio si estende all'intero
campo della natura e dell 'am-
biente, dal momento che i siste-
mi di produzione delle carni, del
i::iollame, della pesca e degli altri
animali portano a un inquina-
mento ambientale mortale, ap-
punto un «agricidio ».
VERSO UNO SVILUPPO
SOSTENIBILE
L'introduzione del concetto di
sviluppo sostenibile, che garan-
tisce i bisogni del presente sen-
za compromettere le possibilità
delle generazioni future di fare
altrettanto, è una conquista del
pensiero um ano di fine millen-
nio che mira alla qualità del-
la vita, alla pace e a una prospe-
rità crescente e giusta in un am-
biente pulito e sal ubre. Lo svi-
luppo sostenibile non è un 'idea
nuova. Molte culture nella storia
hanno compreso la necessità del-
1' armonia tra ambiente, società
ed economia. Lo sviluppo soste-
nibile non è perseguibile senza
un profondo cambiamento degli
attuali modelli di sviluppo e dei
rapporti economico-sociali. Un
sistema economico in crescita è
sostenibile solo se l 'ammontare
delle risorse utilizzate per la
creazione di ricchezza resta, in
quantità e qualità, entro opportu-
ni limiti di sfruttamento e non
sovraccarica le capacità di assor-
bimento fornite dall 'ecosfera. Se
ciò non accade l'economia conti-
nuerà a utilizzare e compromet-
tere la qualità di risorse naturali
che presto o tardi saranno esauri-
te o non più utilizzabili.
D
BS GIUGNO 2005

4.10 Page 40

▲back to top
Ricorre il centenario dell'Istituto salesiano
UNGARETTI
SCOLARO
DEI SALESIANI
di Severino Cagnin
Rispolverati in occasione
del centenario del collegio
i registri scolastici con i
voti di un alunno
d'eccezione, figlio
di emigranti toscam;
I Il poeta Giuseppe Ungaretti, nato
ad Alessandria d'Egitto nel 1888
e morto a Milano nel 1970.
Giuseppe Ungaretti che
I f qui assorbì durante 8 anni
di frequenza la sua
nestre, dei muri spessi fino a 6
metri e della piazzola per le eserci-
tazioni dei soldati , che risuonava
degli schiocchi di frustate sommi-
formazione spirituale
e poetica.
nistrate ai militari ubriachi. Ne!J'ar-
chivio della scuola, poi trasferita in
un edificio moderno e arioso, si è
trovato, chiuso diligentemente neila
polvere di un armadio, il registro n. 5
"delle valutazioni interne, intermedie
Sto attraversando l'ampio corti-
le, tra alberi verdi , bandiere in
festa e reti da pallavolo, acca-
rezzato dal sole e dalla brezza del
I Il registro delle licenze elementari
e tecniche, custodito presso
il collegio salesiano di Alessandria
d'Egitto, dove sono riportati i voti
del poeta.
e finali, per la classe V elementa-
re dell 'anno scolastico 1900-01". A
sorpresa scopriamo che nel terzo
trimestre della IV classe l'alunno
Ungaretti ha 3 in italiano orale e 5
mare di Alessandria. Qui al Don
in calligrafia, mentre ha 6 e 9 in
Bosco il piccolo Giuseppe Ungaretti
aritmetica e 7 in arabo, francese e
ha frequentato il ciclo elementare e IL PERCHÉ DI UNA CRISI
le scuole professionali. Otto anni. Il
inglese. Il disegno, lo si sa anche
da sue successive scherzose testi-
padre, Antonio, operaio allo scavo Ma Giuseppe non si trova bene monianze, non era il suo forte. Che
di quel Canale che aprì alle navi una nell'ambiente severo del collegio. fosse un pasticcione nel buttare giù
scorciatoia per l'Oriente, evitando La media dei voti alla fine del ciclo segni più di fantasia che di geome-
di circumnavigare il tempestoso Ca- elementare si ferma a un 6,25 affat- tria, si può verificare in un compi-
po di Buona Speranza sull ' unghia to esaltante per quel tempo . Non va to , pieno di macchie, ghirigori,
meridionale del continente africano, in chiesa volentieri a pregare. Ha cancellature e aggiunte: la prova di
e la madre Maria Lunardini veniva- qualche anno di troppo e il suo due ore di noia e di costrizione a
no dalle campagne di Lucca, bagna- voto di condotta è 9, poi corretto in consegnare qualcosa per forza. Ma
te dal Serchio. Papà Antonio morì 9+: brutto segno quando quasi tutti alla fine della V elementare tutto
in un incidente quando Giuseppe avevano 10, e con 8 si era invitati a cambia. Durante l'anno, eccetto un
aveva solo due anni, e la mamma non rinnovare l'iscrizione. Forse occasionale 5 in italiano scritto, a
tirò avanti la famiglia gestendo una influì sul comportamento del gio- causa della brutta grafia, i voti lo
panetteria alla periferia di Alessan- vane la tristezza del vecchio edifi- danno imbattibile, e la media dei
dria. Fu lei a iscrivere il figlio alla cio, un'ex caserma simile a un car- voti degli esami interni risulta la
scuola dei salesiani.
cere a causa delle inferriate alle fi- migliore fra i cinque candidati agli
GIUGNO 2005 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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Don Bosco che ha sede ad Alessandria d'Egitto.
esami esterni: 7,84. In calce al fo-
glio 09 il direttore del Don Bosco,
il salesiano egiziano don Garghour
Abbud, ci indica la firma del Presi-
dente della Commissione esamina-
trice e del R(egio) Console. I voti
sono molto positivi, se valutati con
i criteri dell'epoca, e diversificati,
secondo la personalità del giova-
ne Ungaretti ricca di contrasti. Ad
esempio, il 7 in componimento è il
più alto, assegnato solo a lui e a un
altro candidato. Poi 9 e 8 in ingle-
se, 8 e 8 in arabo, IO e 10 in arit-
metica.
UN GRANDE
NASCE SUI BANCHI
Da iuesti dati, divulgati da Gianni
Villani , nascono degli interrogativi:
perché il giovane Ungaretti fu iscrit-
to dalla madre - donna taciturna,
analfabeta e molto religiosa - alla
scuola professionale, se il figlio non
era destinato al lavoro? Perché è do-
cumentata una frequenza particolare
con delle lezioni a parte di tipo gin-
nasiale? La madre desiderava un fi-
glio prete? Da alcuni indizi potrebbe
essere un'ipotesi. Di sicuro sappia-
mo che sui quindici anni egli si trovò
con un'educazione al plurilinguismo
precoce e severa: italiano, inglese,
francese, arabo. E non ci sorprende
la sua simpatia emotiva per l'arabo,
una lingua che non usa punteggiatu-
ra, che sceglie ritmi e pause, con
toni da cantilena inventati non solo
dai muezzin, ma anche dalla gente
comune, e che ama creare parole in-
definite, sognatrici, aggiungendo a
un sostantivo le nasali n I m. Il pen-
siero corre subito a lui, primo e
massimo esponente della poesia ~r-
metica. Forse l'arabo gli ispirò la li-
berazione della singola parola da re-
gole logiche, rendendola veicolo di
emozioni profonde e indicibili. Il
poeta dirà che il periodo egiziano fu
alla radice del suo animo. Se rileg-
giamo alcune sue liriche, siamo
spinti a credere che gli anni di Ales-
sandria siano stati fondamentali sia
per la sua tecnica poetica, sia per
una concezione della vita sempre
più attuale con il passare degli anni.
Ho provato a rileggere alcune liri-
che da Vita di un uomo, e il senso
umano e cristiano di questo poeta
mi è sembrato grande. Ne I fiumi,
con il Serchio, la Senna, l'Isonzo ri-
corda il Nilo con l'esteso deserto,
"che mi ha visto nascere e cresce-
re", cui attribuisce la sua inconsape-
vole emotività, e dopo la notte si ac-
coccola, "chinato come un beduino
a ricevere il sole". Nell'aggiunta
successiva del quinto fiume della
sua vita, in Mio Tevere anche tu,
esplode la sua fede nella divinità di
Cristo, la cui morte e resurrezione è
L'istituto nel 1902 ad Alessandria
d'Egitto dove Ungaretti studiò.
l'unica risposta possibile al dram-
matico problema del dolore che non
ha risposta umana: "... d'un pianto
solo mio non piango più... Santo,
Santo, Santo che soffri". Ne La
madre ricupera l'affetto che gli era
mancato trent'anni prima. La ricor-
da quando lo prendeva per mano,
quando pregava, quando spirò, di-
cendo: "Mio Dio, eccomi". Ora
chiede di perdonarlo "di avermi at-
teso tanto I e avrai negli occhi un
rapido sospiro".
Si chiamava
Moammed Sceab
Discendente
di emiri di nomadi
suicida
perché non aveva più
Patria
È il suo amico egiziano, emigrato
a Parigi,
e non sapeva più
vivere
nella tenda dei suoi
dove si ascolta la cantilena
del Corano
gustando un caffè.
Sentimenti di ogni tempo, questi
di Ungaretti, di dolore e di pietà. O
M'illumino d'immenso. È una delle più famose poesie di Ungaretti,
tanto breve quanto intensa.
1 v. Giuseppe Ungaretti scolaro segreto ad
Alessandria d'Egitto, in Nuova Rivista di Lette-
ratura Italiana, V, 2/2002, pp. 309-346 , 8 pp. di
foto, di Giaruù Villani, Preside delle Scuole Ita-
liane all 'estero.
BS GIUGNO 2005

5.2 Page 42

▲back to top
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
b) di beni immobili
"... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" .. . Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l 'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell 'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB.11 testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 - Fax 06.65612679
C .C .P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 - Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
GIUGNO 2005 BS
....J I NOSTRI MORTI
DE RENZIS sac. Nicolino,
cooperatore salesiano,
t Roseto Valfortore (FG) , il 27/12/2004,
a 93 anni
Il ricordo e la gratitudine per la sua perso-
na e la sua opera resteranno in eterno
nella memoria e nel cuore di quanti l'hanno
conosciuto. Per la sua multiforme attività a
favore della gioventù ha meritato l'appella-
tivo di "Padre e maestro dei giovani", come
Don Bosco , che egli considerava il suo
maestro e amava teneramente. "Cristo
Regni " era il suo motto. Così salutava i
suoi giovani e così voleva che lo salutas-
sero e si salutassero. L'intero paese ha
assistito ai suoi funerali. Alcuni dei canti
usati per la cerimonia funebre sono stati
scritti e musicati da lui stesso.
PASTORBONI sac. Ennio,
salesiano,
t a Civitanova Marche (MC), il 03/03/2005,
a 89 anni
Un uomo alto , imponente , robusto e... bo-
nario. La sua mole non incuteva alcun
terrore , tutt'altro . Ha sempre conservato
un animo giovan_ile , scherzoso , singolar-
mente gioviale. E stato, da vero salesia-
no , un innamorato dei giovani che ha
amato e servito sempre con il sorriso
sulle labbra da giovane, come anche da
vecchio , da semplice confratello come da
direttore e da parroco, con lo stesso
entusiasmo e la stessa dedizione. Senza
di loro sembrava non potesse stare. Ed
era facile , anche negli ultimi tempi , ve-
derlo comparire improvvisamente in qual-
che classe durante le lezioni , solo per un
saluto , un motto di spirito che rivelava
tutta la bontà del suo animo. Ebbe allievi
ragazzi diventati magistrati, avvocati, ge-
nerali , imprenditori. .. e tutti indistintamen-
te lo ricordano con singolare affetto e
immensa stima. I giovani li contattava per
una battuta, un sorriso, un 'esortazione ,
una parolina buona, un rimprovero segui-
to da una carezza.. . Per ben 35 anni rive-
stì cariche di responsabilità: fu direttore e
parroco in diverse opere ; il suo carattere
felice lo faceva accettare da tutti , confra-
telli e giovani. ..
CIRONA sr. Luigia, Figlia di Maria
Ausiliatrice,
t Alassio (SV), il 20/08/2004, a 93 anni
Luigina venne presto condotta dai genitori
all'oratorio delle suore "baschine", come i
Varazzini chiamavano affettuosamente le
FMA. Luigina correva felice ogni domeni-
ca all 'oratorio e, crescendo, vi andava
quanto più spesso poteva, tanto che il di-
rettore dei Salesiani di Varazze scrisse
nel presentare Luigina all'Istituto per il po-
stulato: «L'assidua presenza, quasi convi-
venza con le suore , potrebbe equivalere a
un probandato ». Per lunghi anni fu per
moltissime giovani l'autentica educatrice
salesiana, capace di esigere e compren-
dere , di farsi obbedire e amare. In segui-
to, fu direttrice nelle comunità addette ai
confratelli salesiani di Varazze e Genova
Sampierdarena . È ricordata per la sua
generosa dedizione, il suo carattere alle-
gro e per l'impegno nel far vivere in co-
munità lo spirito di famiglia .
BACCARINI sr. Gina, Figlia di Maria
Ausiliatrice,
t Roma, il 18/08/2004, a 92 anni
Suor Gina visse lunghi periodi di servizio
presso le comunità addette ai Salesiani , a
Frascati "Villa Sora", a Roma "Istituto Geri-
ni" , al "S. Cuore", al "Pio Xl". I confratelli
l'apprezzavano molto per la sua delicatez-
za e per la sua precisione nel lavoro. Era
per natura molto semplice, silenziosa, ma
attenta a cogliere le necessità delle altre.
Era piuttosto esigente nell'osservanza e
se, in qualche occasione, manifestava il
suo dissenso anche senza parlare, tutto
poi si chiariva con serenità. Si faceva ben-
volere perché era una donna di pace.
DAL POS sr. Giuditta,
Figlia di Maria Ausiliatrice
t Nazareth (Israele), il 12/07/2004, a 98
anni
Giuditta conobbe le -FMA nel Convitto delle
operaie di una fabbrica di Torino, dove si
era recata per lavorare. Ardente e genero-
sa, decide di essere missionaria. Dopo la
Professione, arriva in Medio Oriente nel-
l'ottobre 1930. Lavora prima nell'Ospedale
di Damasco (Siria), quale improvvisata in-
fermiera di notte nel reparto uomini. Passa
poi nella Terra Santa come cuciniera a ser-
vizio dei Fratelli salesiani e dei ragazzi
interni. Betlemme, Nazareth, Beitgemal e
ancora Nazareth , sono il campo del suo
generoso lavoro. La preghiera era la fonte
dove attingeva energie fisiche e spirituali,
per cui non le era difficile amare e servire
Dio nei fratelli, nei ragazzi e nelle sorelle
delle comunità in cui è vissuta. Negli ultimi
giorni, anziana, ammalata e con la mente
ottenebrata, dal suo subconscio emergeva
la sua preoccupazione: "I ragazzi sono
soli , dove sono i Salesiani?".
FRASCA sr. Margherita,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Catania, il 18/07/2004 , a 69 anni
Suor Margherita fu sempre una persona
entusiasta , dinamica , amante del lavoro
intenso, ma sereno, svolto con puntualità e
amore, sensibilità profonda , capacità di
intuizione. Fu cuoca e guardarobiera e offrì
il suo prezioso contributo di Catechista
Parrocchiale, accompagnando i bambini
alla prima Comunione, i ragazzi alla Cresi-
ma, i giovani al matrimonio. Era capace di
sdrammatizzare situazioni difficili, unire i
cuori con allegria e buonumore.
Venuta la sera di
quel giorno ~esù disse:
"Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)

5.3 Page 43

▲back to top
Il geranio, fiore di
Giugno
FIORE D'APPARTAMENTO
Il geranio è il fiore per abbellire
davanzali e balconi: facile da colti-
vare, da primavera ad autunno for-
ma "cascate" colorate . Originario
dell'Africa australe, oggi è coltivato
in varietà resistenti. Assai diffuse
sono la Pelargonium zonale, la P.
peltatum o geranio-edera e la P.
grandiflorum o geranio a farfalla.
La pianta richiede molta luce e
sole. Preferisce climi con forti
escursioni termiche - produce
migliori fioriture in montagna -
teme, però, il gelo: in inverno il
vaso va riparato, per essere rinva-
sato in primavera. Il terreno deve
essere drenato, concimato, meglio
se con letame, e annaffiato di fre-
quente. I fiori appassiti e le foglie
secche vanno tagliati con la forbice
a circa mezzo cm dal fusto, per
evitare lacerazioni e possibili attac-
chi d'insetti o funghi . È bene elimi-
nare qualche bocciolo nelle piante
già molto fiorite. È bene ogni tanto
smuovere la terra per favorire
annaffiatura e concimazione.
NOBEL ITALIANI
Di questo mese sono Franco
Modigliani e Luigi Pirandello
(del .quale parleremo a dicembre).
Modigliani nasce a Roma il 18
giugno 1918 . Laureato in giuri-
sprudenza, per motivi razziali dal
'39 risiede negli
Usa e poi ottie-
ne la cittadinan-
za americana.
Nel '42 insegna
al New Jersey
College; nel '48
è a Chigago, al-
la University of
Illinois, e dal '61 Franco Modigliani
al Massachusetts lnstitute of
Technology. Con Richard Brum-
berg , conosciuto quand'era stu-
dente , prepara il suo lavoro più
noto: il "ciclo vitale del risparmio" ,
che gli valse il Nobel nell'85 . Per
lui , la maggior parte delle persone
tende ad avere un livello stabile di
consumo per tutta la vita, e quindi
l'aspettativa del reddito è la varia-
bile principale nel definire il com-
portamento dei risparmiatori. Fau-
tore della scuola post-keynesiana,
insiste sulla necessità di dare
priorità alla piena occupazione .
Muore il 25/9/2003.
IL PERSONAGGIO
DEL GIORNO
1° giugno 1926: a Los Angeles ,
nasce Norma Jeane Baker Morte-
son, nota come Marilyn Monroe.
2 giugno 1882: muore Giusep-
pe Garibaldi .
3 giugno 1963: muore papa
Giovanni XXIII , Angelo Giuseppe
Roncalli.
4 giugno 1971: a New York
muore il compositore russo Igor
Stravinsky .
5 giugno 1873: a Oliva Gessi
(Pavia) nasce il missionario sale-
siano san Luigi Versiglia .
6 giugno 1885: Luigi Pasteur
sperimenta il vaccino antirabbia.
7 giugno 1494: il re portoghese
Giovanni Il e lo spagnolo Ferdi-
nando firmano l'accordo per divi-
dersi le colonie del "Nuovo Mondo".
8 giugno 1869: nasce l'architetto
americano Frank Wright.
9 giugno 1870: muore lo scritto-
re Charles Dickens.
1O giugno 1836: a Marsiglia,
muore il fisico André M. Ampère .
11 giugno 1910: nasce l'ocea-
nografo Jacques Cousteau .
12 giugno 1929: nasce Anna
Frank , autrice del celebre "Diario".
13 giugno 1965: muore il filo-
sofo Martin Buber.
14 giugno 1837: a Napoli, muo-
re Giacomo Leopardi.
Savina Jemina
15 giugno 1920: a Roma , nasce
l'attore Alberto Sordi.
16 giugno 1890: nasce l'attore
Stan Lauren , il "magro" della
celebre coppia Stanlio e Ollio.
17 giugno 1928: l'esploratore
norvegese Roald Amundsen
muore mentre vola per soccorrere
l'equipaggio del dirigibile "Italia".
18 giugno 1942: nasce Paul
McCartney , uno dei quattro "Bea-
tles".
19 giugno 1623: nasce il filosofo
Blaise Pascal.
20 giugno 1819: nasce il com-
positore Jacques Offenbach .
21 giugno 1527: muore Niccolò
Machiavelli .
22 giugno 1805: a Genova,
nasce Giuseppe Mazzini .
23 giugno 1912: a Londra,
nasce il matematico Alan Turino ,
pioniere nello studio della logica
del computer.
24 giugno 1911: nasce il pilota
automobilistico J. Manuel Fangio .
25 giugno 1876: a Little Big
Horn, il generale George Custer
è sconfitto dagli indiani.
26 giugno 1933: nasce il diretto-
re d'orchestra Claudio Abbado .
27 giugno 1935: nasce la sopra-
no Anna Moffo.
28 giugno 1914: assassinato F.
Ferdinando d'Asburgo, erede al
trono d'Austria-Ungheria.
29 giugno 1798: nasce Giaco-
mo Leopardi .
30 giugno 1857: muore il natura-
lista francese Dessalines d'Orbi-
gny.
BS GIUGNO 2005

5.4 Page 44

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OSSERVATORIO
Redazionale
Di famig li a co ntad i-
na, Pi er ina M as i
era una bambina
forn ita del le anti che virtù
della sua ge nte: labo ri o-
sità, bontà, pazienza, ge-
nuini tà, fede, fede ltà...
merce orma i quasi scom-
parsa dal " mercato". La
domenica semp re a mes-
sa: partiva da casa a pie-
di, a metà strada passava
a "raccog liere" i nonni e
poi, assieme, in c hi esa.
Due chil ometri per due
gambe di ba mbin a non
sono pochi, ma lei sem -
brava non sentirli, sempre
puntuale, estate o inverno,
per compiere i suoi doveri
religiosi. Così è cresci uta
e così è rimasta: sempli ce
nel tratto, forte nella fede,
ardente nel la car ità.
A suo tempo si sposò e
divenne mamma. E le sue
virtù già solide s'i rrobusti-
rono ancora. Al co ntrario,
la sa lute sembrava in co-
minc iare il percorso in ver-
so. Ma la sua preoccupa-
z io ne più che al co rpo
badava all 'anima. Leggeva
molto, quasi tutte ri viste
rei igiose e ag iog rafie: I'e-
se mpio dei sa nti la sp ro-
nava all ' imitaz io ne. Am-
mirava Padre Pio e quan-
do poteva recarsi a San
G iovanni Rotondo l' emo-
zione era forte e duratura .
Anche lei fu una di quell e
anime deli cate che riusc i-
va ad avvertire la presen-
za de l santo attraverso un
profumo intensissimo. Era
un a donna di preghiera,
anzi, quas i un a co ntem-
plativa, nonostante il gran
daffare: per il mar ito e i l
figlio che amava tenera-
mente e serviva, attenta ai
minimi dettagli; per la
casa che ri chiedeva te m-
LA BONTA'
S'INCARNA
ANCORA
Un esempio di bontà. Tra tanta cronaca nera
che sempre più dilata gli spazi della sfiducia
e del pessimismo, vogliamo indicare ai lettori
un esempio di vita profondamente cristiana,
interpretata da una donna umile e semplice.
Si tratta della vicenda di Pierina Masi.
po e im pegno; per il lavo-
ro - faceva la sa rta - che
ri chi edeva profess·ion alità
e co ncen traz ione . Non
dimenticò mai la preghie-
ra che era il suo principa-
le nutrimento. Pregava
così intensa mente che
spesso sembrava in estas i:
"M i pareva che una strana
lu ce diffondesse la sua
persona", testimonia com-
mosso il marito. Pregava
per l'umanità sofferente,
come lei stessa co nfid ò.
S'era costruita un a minu-
sco la cappe llin a dentro
casa, che d ivenne il luogo
più amato e cu rato.
li tumore al seno fu
l'annuncio di un travaglio
che non terminerà se non
co n la morte. Anche que-
sto periodo ell a visse
co me un a vera cristiana
sa vivere la malattia. Una
del le tappe del la sua vita
fu Medjugorie. Là Pi erin a
ebbe un soprassa lto del
male. Era l'annuncio della
fine . Tornata nell a sua
N ereto, infatt i, morì il 3
genna io 2004 . " Ell a è un
esempio, scrive il suo par-
roco, per tutte le mamme
della nostra epoca".
Poche come lei hann o
saputo con iugare, armo-
ni zza ndo li mirabilmente, i
propri doveri di sarta co n
quelli di moglie, di mad re
e di donna di fede. Que-
sto capo lavoro le riuscì
così bene che mer ita di
essere ri cordata co me
esempio di sa ntità fe ri ale,
quella santità non appa ri-
scen te che tuttav ia crea
eroine, sco nosc iute ag li
occhi del mondo, ma
grandi agli occhi di Dio. E
sono molte le persone che
rin graz iano Dio per aver
co nosciuto Pierina.
D
GIUGNO 2005 BS

5.5 Page 45

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RELAX
il Cruciverba
Santuari d'Italia
18
di Roberto Desiderati 22
27
Visitiamo i
luoghi di culto 31
del nostro aese
i più conosciuti
34
e i meno noti.
Rilassandoci.
A gioco completato risulterà , nelle caselle a doppio bordo, il nome d i un famoso Santuario
Definizioni
ORIZZONTALI. 1-9. Vedi foto - 16.
Un ' associazione che aiuta le persone in difficol-
tà-17. Diafano-18. Portato giù, disceso- I 9. Lç>
è Brontolo - 21. L'inizio della primavera - 22. E
simile al mortaio - 23. Capitale dell'Eritrea - 25.
L'Amendola attore (iniz.) - 27. Fibra tessile per
abiti estivi - 28. Il Martin che fu scomunicato -
29. Non stretto - 31. Raganella - 32. Andare ver-
so l'alto - 33. Altro modo per indicare la nascita-
34. Caserta - 35. Gustoso - 36. Povertà estrema -
37. Albero piangente che abbellisce parchi e giar-
dini - 38. Farfalline notturne -39. Sostanza odo-
rosa secreta da molte piante - 40. Tinta - 41. Il
centro di Varsavia.
VERTICALI. I. Poesia pastorale - 2. Merita di es-
sere amato - 3. Impianto che produce... condimen-
to! - 4. Mitico redi Argo - 5. Controversia - 6. Anda-
to, in poesia - 7. Il calcio (simb.)-8. Lo stratega del-
la battaglia di Maratona-9. Guarire - IO. Una delle
tre caravelle - 11. Il nome di Tse Tung -12. Poco.. .
allevato - l3. Aggiustare -14. Consiglio Nazionale
delle Ricerche - 15. Un tipo di farina - 20. Pianta
delle aracee detta anche gigaro - 23. Così Dante de-
finì la lingua dei dotti - 24. Puro, semplice - 25. Le-
gami .. . ferrei - 26. Uccello rapace - 28. Pelliccia
di .. . coniglio - 29. TI raggio che incide i Cd-Rom -
30. Articolo plurale - 32. Si usano per far rinvenire
- 33. Rende fertili le terre in Egitto - 35. Forze spe-
ciali inglesi-36. Era il leader dei " Primitives" -37.
Lo dice l' indeciso-38. Il Dario premio Nobel.
La soluzione nel prossimo numero.
"EL PARON DE CASA"
Il primo santo patrono della città di Venezia fu san Teodoro, ma nell 'anno
828 san Marco prese il suo posto quando due mercanti ne portarono le
spoglie da Alessandria d'Egitto. Per giustificare la trafugazione delle
spoglie del santo la leggenda racconta che un angelo si rivolse a Marco
mentre questi passava per Venezia e gl i disse: "Pax tib i Marce Evangelista
meus" (Pace a te o Marco, mio Evangelista). Per contenere tali spoglie,
provvisoriamente sepolte in una cappella del Palazzo Ducale, venne
edificata la chiesa che divenne la Basilica di San Marco. La mescolanza di
stili tuttora presente è da attribuirsi
alla lentezza dei tanti rifacimenti
che si sono sovrapposti nei secoli.
La chiesa, a cinque cupole,
SOLl)ZIONE del
numero precedente
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imita nelle forme l 'antica c hi esa di
Costantinopoli, ed è stata il simbolo della
potenza veneziana e il luogo di sepoltura di
molti dogi . Esternamente è completamente
rivestita di lastre in marmo, mosaici e
bassorilievi; i profondi portali d'entrata sono
incorniciati da colonne disposte su due ordini
mentre archi gotici coronano la parte superiore.
Sopra il po11ale centrale, vi sono i quattro
cavalli in bronzo trasportati dall'Ippodromo di
Costantinopo li , dopo la sua conquista nel 1204.
Internamente, la distribuzione degli spazi segue
la tipologia a croce greca dove poderose
colonne sostengono le cupole e magnifici
mosaici ne rivestono le strutture. L'attuale
Basilica, la terza dopo quelle del IX e VIII
secolo, fu consacrata nel 1094. Il campanile,
chiamato dai veneziani "El paron de casa",
crollò senza fare vittime nel 1902. Oggi,
ricostruito esattamente come era, ospita le
cinque campane di San Marco.
BS GIUGNO 2005

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
GUARITO DA
SETTICEMIA
Anno 1967. A quaranta giorni
dalla nascita di mia figlia Federi-
ca, mia moglie Claudia aveva
bisogno di cure particolari a
sostegno della salute. Consiglia-
ti dalla dottoressa che l'aveva in
cura, cominciammo una serie di
iniezioni intramuscolari che l'a-
vrebbero aiutata a risollevarsi.
Ma, durante la cura, mia moglie
cominciò a sentirsi male: all 'i-
nappetenza si aggiunse una feb-
bre altissima, fino a 40°, tanto
che non sapevo più a che santo
votarmi. Fu allora che, essendo
exallievo salesiano e conoscen-
do le virtù miracolose di san
Domenico Savio, mi procurai
l'abitino con la reliquia del santo
e lo misi al collo di mia moglie.
Chiesi inoltre un consulto ad
alcuni medici amici di famiglia ,
dal quale non emerse nulla che
potesse spiegare lo stato febbri-
le. Nel frattempo decidemmo di
ricorrere al massaggiatore del
Ravenna Calcio , poiché mia
moglie aveva le articolazioni
delle braccia e delle gambe irri-
gidite e faceva fatica ad aprire la
bocca per ingerire cibi. Dopo
vari giorni si scoprì la causa del-
l'irrigidimento delle articolazioni:
setticemia, a causa di una inie-
zione andata in suppurazione.
Ora, grazie a Domenico , sta
bene, e lo ringrazio.
Claudio e Claudia Gamberini,
Ravenna
minima frattura. La mia famiglia
ringraz ia di cuore il piccolo
santo , la cui presenza ritengo
indispensabile per la protezione
di tutti i miei nipoti , compresi i
due più piccoli , nati da poco.
Bortolo Olivari, Gromo (BG)
CAMMINAVA
CON NOI
Ogni anno noi tre fratelli erava-
mo soliti riunirci nel paesello
nativo , con il benestare dei
nostri rispettivi superiori, per tra-
scorrere qualche giorno insieme
nella casa paterna: mio fratello
don Michele, residente a Roma,
mia sorella suora delle FMA,
residente a Livorno , e io resi-
dente a Rosarn o (RC) . Que-
st'anno era sorta qualche per-
plessità circa l'opportunità di
realizzare tale raduno familiare .
Da parte mia , considerando
anche l'età, decisi di consigliare
mio fratello e mia sorella a
rinunciare. Essi però non si tro-
varono d' accordo con la mia
decisione . Mi rivolsi allora alla
beata Eusebia Palomino, per-
ché ci proteggesse. Nonostante
la paura e le difficoltà, non ulti-
me quelle di salute, il 9 luglio
potemmo ritrovarci tutti a Caria
(Vibo Valentia) in ottima forma .
Il dieci di agosto, pieni di gratitu-
dine, rientravamo nelle rispetti-
ve comunità.
Sr. Rosetta Pugliese,
Rosarno (RC)
sacramento della riconciliazione
e ricevette l'unzione degli Infer-
mi. Sarò sempre grato a Maria
Ausiliatrice per aver esaudito le
mie preghiere.
S. L., Taranto
DOPO TANTE
SOFFERENZE
Dopo sette anni di matrimonio e
tanti accertamenti , mi ero rasse-
gnata all'impossibilità di poter
avere bambini. Proprio allora un
sacerdote salesiano mi regalò un
abitino di san Domenico Savio.
Presi a indossarlo e a recitare
devotamente la preghiera al pic-
colo santo, promettendo nel con-
tempo che avrei messo tutto l'im-
pegno per educare cristianamen-
te la mia creatura. Qualche mese
dopo, il 12 giugno 2002, ho avuto
la certe zza di aspettare un
bimbo. La gioia e lo stupore mio,
di mio marito e del medico che ci
assisteva è stata immensa. Però
la gravidanza si presentava a
rischio. Consapevole di questo,
ho tenuto sul petto l'abitino per
tutto il tempo della gestazione.
Dopo tante sofferenze e rischi , il
30 gennaio 2003 è nato all'ospe-
dale di Cagliari il piccolo Christian
Domenico, un bimbo sano e viva-
ce che ora viene in chiesa con
noi tutte le domeniche.
Simona Palmas Podda,
Cagliari
NESSUNA FERITA
Mio nipotino Dylan è caduto da
un muro di circa 3 metri, fer-
mandosi su un tratto di prato un
po' inclinato ; a pochi centimetri
da un mucchio di sassi. Subito
fu raccolto, fu portato a casa per
i primi soccorsi. Mentre ci pre-
paravamo per trasferirlo al pron-
to soccorso, lui senza dire nulla
prese in mano l' abitino di
Domenico Savio che si trovava
su un mobiletto e lo tenne nelle
sue manine per tre giorni , cioè
tutto il tempo trascorso in ospe-
dale per esami e accertamenti.
Grazie all ' intercessione di
Domenico Savio il bambino è
risultato sanissimo, senza la
Martiri spagnoli
MORTO
SANTAMENTE
A mio fratello fu diagnosticata
una malattia incurabile e pochi
mesi di vita. Nel grande sconfor-
to familiare , incominciai una
novena a Maria Ausiliatrice.
Mentre pregavo avvertii chiara-
mente che la mia richiesta di
guarigione per il fratello non
poteva essere esaudita. Allora,
invocai l'Ausiliatrice affinché
intercedesse perché mio fratello
potesse morire dopo essersi
riavvicinato alla Chiesa, confes-
sato e confortato dal sacramen-
to degli infermi. Sapevo di chie-
dere una grazia quasi impossi-
bile, essendo egli molto lontano
dalla religione e per nulla inten-
zionato ad avvicinarvisi , benché
sapesse della gravità del male.
Dopo alcuni giorni un sacerdote
passò a trovarlo in ospedale e
riuscì a convincerlo a confessar-
si. In seguito, pochi giorni prima
della morte, andò a visitarlo
anche il nostro parroco. Mio fra-
te! lo si acco stò di nuovo al
CON IMMENSA
FEDE
Dopo tre mesi di gravidanza per
varie complicazioni si manifestò
un grave pericolo sia per la
mamma sia per la bimba che
portava in grembo. Allora ci ri-
volgemmo con fede al piccolo
santo delle culle , Domenico
Savio, mentre la mamma comin-
ciò a portarne l'abitino, che le era
stato procurato da una sua
parente. Tutto andò bene. Siamo
sicuri che è stata l'intercessione
del piccolo santo: la cara Noemi
Domenica è nata sanissima. Ora
ha già un mese e mezzo e
anche la mamma sta bene.
Esprimiamo la nostra ricono-
scenza a Domenico Savio.
Marie Giannì, Modica (RG)
GIUGNO 2005 BS
Beato Luigi Variara
NESSUNO
Cl CREDEVA
Sofferente di artrite reumatoi-
de in presenza di allergie e
intolleranze plurime , da 11
anni sono sottoposta a tera-
pia cortisonica che mi ha pro-
vocato un'osteoporosi estre-
mamente grave. Nell'ottobre
2003 si sono manifestate
fratture costali sempre più
serie, tanto che verso fine
dicembre per dolori insoppor-
tabili e difficoltà respiratorie
ho dovuto farmi ricoverare
per essere curata con farma-
ci a base di morfina. Succes-
sivamente, ripetuti attacchi
influenzali con febbri insi-
stenti mi hanno costretta a
letto per molto tempo , cau-
sandomi una preoccupante
piaga da decubito. Il medico
curante non aveva più tera-
pie da proporre , se non un
cerotto anti-dolore a dosag-
gio più elevato. Le suore dei
Sacri Cuori di Torino e Roma
hanno rivolto insistenti pre-
ghiere al beato Luigi Va-
riara; io stessa il 24 maggio
2004 mi sono appellata a
Maria Ausiliatrice, e al Beato.
li giorno successivo ho nota-
to un imprevedibile migliora-
mento che è continuato sen-
za ricorso a medicine partico-
lari. Le costole si sono salda-
te , la piaga da decubito
rimarginata, la serie di attac-
chi influenzali cessata. Ho
pure ripreso a nutrirmi nor-
malmente e ho lasciato il
letto, potendo usare la car-
rozzina. Attualmente esisto-
no ancora problemi a carico
di numerose vertebre, ma le
sofferenze si sono fatte sop-
portabi Ii. Faccio notare che
più nessuno ormai credeva
alla possibilità di una mia
ripresa , meno che meno i
medici , e i miei familiari
erano sconfortati. Desidero
perciò esprimere la mia grati-
tudine per la grazia ricevuta.
Rosa Ferrari Pianfetti, Torino
Per la pubblicazione non si
Su tiene conto delle lettere non
f irmate e senza r~cap1to.
richiesta s1 parra omettei e
I' inc/icazio11e de l nome.

5.7 Page 47

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redazionale
MASSIMO ANGELETTI
Animatore e cooperatore
salesiano
Istruttore PGS calcio
Ex presidente di circoscrizione
del comune di Terni
Ora volontario VIS prima
in Burundi adesso in Sudan
Come ti è venuto in testa di partire per la missione?
Ho fatto un cammino di fede come animatore e "alleducatore". Ho
già fatto una prima esperienza in Albania nel '99 durante la guerra del
Kosovo , con i reparti volontari di protezione civile, organizzati dallo
Stato, per circa 2 mesi. Poi in Nigeria e Angola per brevi periodi. Poi
ho deciso di mettermi a disposizione del VIS per un servizio ai più
emarginati e con una scelta che considero definitiva. Sono stato 2 anni
in Burundi ora sono in Sudan.
Sempre nei posti più pericolosi! Perché? E la paura?
Perché più grande è il bisogno. La paura? Ci sono tanti modi di vi-
vere la paura... io non credo al caso: so che c'è un disegno... quindi
non ho paura.
Come l'hanno presa i tuoi?
Ci si stanno abituando. Certo all'inizio l'hanno capita poco, anzi,
quasi niente. Anch'io tuttavia ho compreso i loro timori e ho cercato
di fugarli.
Come ti sei trovato in Burundi? E quale è stato il tuo primo lavoro?
Non è stato facile sia per la mentalità sia per la cultura della gente
ma anche perché ero praticamente solo e dovevo ricostruire la mia vita
su basi diverse da quelle di prima ma tutto è andato a posto, ora è
bello, forse anche perché è difficile. Come lavoro sono il coordinatore
capo progetto del "sostegno e aiuto ai giovani in difficoltà e a rischio
di emarginazione". Si trattava di costruire le strutture per la scuola
professionale, per l'accoglienza, per il recupero dei ragazzi di strada...
Che idea ti sei fatto del Burundi?
È un popolo esausto da trent'anni in guena civile. I giovani fino ai
trent'anni hanno conosciuto nella loro vita solo guerra, abusi, miseria,
pericoli. Tuttavia è un popolo tipico africano pieno di danza, musica,
colori, ritmi. Sono un po' chiusi perché più in difficoltà di altri, citta-
dini di una nazione isolata. I giovani hanno una gran voglia di pace e
ci credono. Gli anziani no. I giovani vogliono uscire dalla nazione per
stare un po ' meglio e studiare.
Qual è la situazione sociale del Paese?
È decisamente complessa. Il 30% dei bambini muore prima dei 3
anni. La speranza di vita non supera, nel migliore dei casi, i 44 anni. Il
reddito procapite è il penultimo al mondo. AIDS e alcolismo aggrava-
no questa già precaria situazione. Giudica tu. I giovani, anche i minori,
per assicurarsi da mangiare troppo spesso si aggregano a gruppi di ri-
belli o ai militari: è un modo per sopravvivere e sentirsi importanti,
ovviamente questa non è una gran bella vita.
ALI
Lavora al banco del falegna-
me. È sempre serio. Un giorno
finalmente mi racconta la sua
storia. "Eravamo un bella fa-
miglia... poi la guerra rapì mio
padre e l'uccise, e la mamma
decise di fuggire da Abiei,
onnai in preda ai guerriglieri.
Ci dirigemmo a Nord, a piedi
naturalmente. A un certo punto
sbucarono dalla foresta tre
persone, il volto coperto e il
fucile puntato. Allontanano bru-
talmente la mamma e prendo-
no me e la mia sorellina. Fatti
schiavi. Ci separarono appena
giunti in un villaggio. Non
l'ho mai più rivista. Io finii
schiavo di un uomo che mi
·mise a badare le capre. Vivevo
con loro, dormivo assieme a
loro, mangiavo quel che trova-
vo. Un giorno persi una capra.
Il padrone mi legò a un albero
e mi tagliuzzò le piante dei
piedi. Camminare con quelle
ferite era un martirio. Allora
decisi di tentare il tutto per
tutto per scappare. Lo feci una
notte. E fui fortunato: trovai
un musulmano che mi nascose
in casa. Ma io avevo il deside-
1io di cercare la mamma e la
sorellina. Ma non le ho più
trovate". E si rimette a lavora-
re. Ho capito la sua tristezza.
E ho deciso che gli avrei fatto
da padre. (Don Vincent Donati,
missionario in Sudan)
ppavrambil2002@yahoo.co.in
I Ragazzi nel laboratorio
di falegnameria della
missione.
BS GIUGNO 2005

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA c.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
CHIESA
di Silvano Stracca
Ragazzi in fuga
INSERTO CULTURA
di Hennecke/Tangerding
Don Bosco Medien GmbH
ONLINE
di Giancarlo Manieri
Il maestro Paolo Sola
GIOVANI
di Ezio Rossi
Intervista a Gede Marvelli