Bollettino_Salesiano_200504

Bollettino_Salesiano_200504

1 Pages 1-10

▲back to top

1.1 Page 1

▲back to top
I
-

1.2 Page 2

▲back to top
40 ANNI DAL CONCILIO - - - ~ - - _ _ _ ,
di Pascual Ch6vez Villanueva
RINGIOVANIRE
IL VOLTO
I GRANDI PADRI
ANTICHI
L'era post/apostolica è stata segnata dai Padri della Chiesa
che hanno "stabilizzato" la dottrina sparsa a piene mani
da'gli apostoli del Signore e accolta da genti diverse
per lingua, cultura, tradizioni, usi. ..
Gli Apo-
sto Ii
aveva-
no fatto quanto
il Signore Ge-
sù aveva co-
m andato
loro . Fra i
primi con-
vertiti al cri-
stianesimo c'era di ' tutto:
gente semplice e di scarsa cultura,
plebei, schiavi , ma anche uomini
liberi, patrizi romani , uomini insigni
nel campo delle lettere e delle
scienze , magistrati. .. Le nuove
comunità abbisognavano di pastori
santi , saggi e prudenti, capaci di
capire le sfide e risolvere i problemi
che cominciavano a sorgere entro
e fuori le comunità. La realtà diven-
tava sempre più complessa , il che
richiedeva una struttura più robusta
che potesse sostenere, proteggere
e promuovere la crescita del corpo
sociale .
nità in contesti sempre diversi non
intaccò il senso di unità, di comu-
nione e di appartenenza all 'unica
Chiesa che Paolo aveva descritto
come corpo mistico di Cristo. I pri-
mi cristiani ce lebravano e rafforza-
vano questa unità nella frazione del
Pane, nella condivisione della stes-
sa fede e nella loro comunione con
il Vescovo. I fedeli a loro volta par-
tecipavano alla vita della comunità,
e fino al secolo V e VI i vescov i
erano eletti dal popolo tra ie perso-
ne che spiccavano per la cono-
scenza e l'interpretazione della Sa-
cra Scrittura, dimostravano pruden-
za e saggezza nel governo, coeren-
za nella vita personale, capacità nel
discernimento delle diverse correnti
filosofiche e culturali che sorgevano
nella società e all'interno della stes-
sa Chiesa. Per la loro santità rico-
Vivi gli Apostoli , i problemi del-
l'autorità, dell'identità e dell'autenti-
cità erano garantiti, come dimostra-
no la prima assemblea di Gerusa-.
lemme (At 15) e le lettere di Paolo.
Il problema dell'inculturazione del
Vangelo e il bisogno di rispondere
alle necessità delle comunità in
vista della sua organizzazione, del-
l'amministrazione dei sacramenti ,
dell'insegnamento dottrinale e del-
l'assistenza caritativa portarono alla
creazione di uffici e ministeri , per i
quali si cercarono uomini compe-
tenti e di integra reputazione : dia-
coni , annunciatori della Parola, ca-
techisti . La diffusione delle comu-
APRrLE 2005 BS
Sant' Ambrogio.
nosciuta e per l'ortodossia e l'eccel-
lenza della loro dottrina, un gruppo
di questi pastori sono considerati
come i Padri della Chiesa.
Dopo il Concilio di Nicea (325) ,
spartiacque nella storia della Chie-
sa antica, Basilio rappresenta una
figura esemplare del secolo IV.
Sedotto da Cristo abbandona la
carriera d'intellettuale e si mette
alla ricerca di Dio nella solitudine .
Nominato vescovo , diventa impa-
reggiabile predicatore e scrittore
proficuo che affronta i grandi pro-
blemi e le controversie della sua
epoca. Ambrogio era governatore
di Milano e catecumeno, quando fu
eletto vescovo dalla folla . Accettò
come volontà di Dio, e si presentò
come uomo libero e coraggioso
davanti ai poteri temporali , ai quali
chiedeva coerenza e pubblica peni-
tenza quando i loro errori erano
pubblici. Arricchì la Chiesa con
opere di esegesi e il primo trattato
di morale cristiana: "De Officiis mi-
nistrorum". Girolamo, appassionato
studioso delle Sacre Scritture e del-
la letteratura cristiana orientale, ini-
ziò la traduzione di parecchie ope-
re , perché fossero conosciute in
Occidente . A lui si deve la "Vulga-
ta", traduzione latina della Bibbia,
Agostino è forse il più conosciuto.
Dopo un'adolescenza travagliata e
una prima giovinezza in ricerca ,
trovò quello che cercava, ascoltan-
do un'omelia di Ambrogio . Le con-
versazioni con lui, la lettura della
Bibbia, l'insistenza e l'instancabile
preghiera di sua madre, Monica, lo

1.3 Page 3

▲back to top
San Girolamo.
condussero alla conversione defini-
tiva nel 386. Dieci anni più tardi è
vescovo di lppona. Per 34 anni si
votò all 'istruzione del popolo di Dio
attraverso un'inesauribile e ricchis-
sima predicazione . Testimone e
difensore della fede di fronte alle
eresie della sua epoca, fu formato-
re e modello di pastori, chiamati a
essere disponibili ad alimentare il
proprio gregge e a dare la vita per
esso.
Ho citato soltanto alcuni nomi
illustri, ma se ne potrebbero ag-
giungere molti di più, come per
esempio in Oriente Giovanni Criso-
stomo, Clemente Alessandrino, Ori-
gene, Atanasio, Gregorio di Nissa,
Gregorio Nazianzeno. E ancora in
Occidente Cipriano di Cartagine,
Leone, Gregorio Magno... I loro
scritti non cessano di essere nutri-
mento per il popolo di Dio.
O
Sant'Agostino e la mamma
santa Monica.
April e 2005
Anno CXX IX
Numero 4
In copertina:
L'Albania è ormai
una democraz ia..
ma le diffi coltà per
raggiungere stabi li
e sicurez za sono a li vel li
di guardia. Eppure
il Paese ce la farà.
Foto: Giancarlo Manieri
M ensile di info rm az ione
e cultura religiosa ed ito
da ll a Congregazione Sa les iana
d i Sa n G iovan ni Bosco
Direttore:
GIANCAR LO MAN IERI
- CHIESA
12 Cristianofobia
di Silvano Stracca
- cASA NOSTRA
14 Ratisbonne
di Francesco Mosetto
- FAMIGLIA SALESIANA
18 L'avventura di Bronislao
di Giuliano Gadek
- VIAGGI
20 Un paese che va
di Gianca rlo Manieri
- , NSERTO CULTURA
23 Una sigla per la Parola
- FMA
28 La frontiera degli invisibili
di Mario Filippi
di Maria A ntonia Ch ine /lo
- RUBRICHE
2 f/ Rettor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Doctor }. -
30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Movimento Salesiano - 37 Laetare et
benefacere. .. - 38 Sfide etiche - 40 Dibattiti - 42 Prima pag ina - 43 11 mese -
44 I nostri morti - 45 Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/ Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori : Severino Cagnin - Ernesto Gattoni
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Enrico dal Cavolo
Carlo Di Cieco - Bruno Ferrere - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Fabio Sandroni - Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Anton io Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Gregorio Jaskot (Roma)
Fotocomposizione: Puntografica s.r.l. - Torino
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
http://biesseonline.sdb.org
':,~lESl4,v.
,.._
('
.~i..I~---=.=_:.:=:::~os~o
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.643
e-mail: <biesse@sdb.org>
Direttore <gmanieri@sdb.org>
Fondazione DON BOSCO
NEL MONDO - ONLUS
Ccb 3263199- Banca Intesa - Fil. Roma 12
CIN P - ABI 03069 - CAB 05064
Ccp 36885028- CF 97210180580
e-mail: <donbosconelmondo@sdb.org>
web: www.fdbnm.org
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 135 Nazioni,
,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS APRILE 2 005

1.4 Page 4

▲back to top
di Carlo Di Cieco
IL CAVALLO
DI CALIGOLA
Sembrano tornati i tempi di Caligola: l'individuo - chiunque esso
sia - vale nella misura del potere che rappresenta. Per cui,
anche un cavallo ...
L' impunità per i potenti che
diventa una questione di
principio in una società
democratica, fondata sull'uguaglianza
di tutti davanti alla legge, può mettere
a rischio il principio di responsabilità
che regola la convivenza civile .
Portando agli estremi anche in campo
etico e giuridico il principio liberista
dell'econom ia dalla mano libera, si
favorisce l'individualismo sfrenato nel
quale prevale sempre il più forte e
dove ciascuno , anziché a collaborare
per il bene comune, mira a difendersi
o a trarre vantaggio per sé. Il sistema
etico e giuridico, di conseguenza,
deve rappresentare e garantire -
secondo questa mentalità - la nuova
scala di valori imperniati
sull'individualismo e l'utilitarismo.
Dove l'individuo non vale in quanto
persona ma nella misura del potere
(politico o economico specialmente)
rappresentato e dove ai forti, non solo
viene garantita l'impunità, ma dove si
ritiene un valore e un progresso sociale
garantire l'impunità ai potenti di turno.
D Ci si richiama alla pretesa modernità
di tali scelte giuridiche per liberare da
lacci e laccioli il mercato e i suoi attori
più fortunati e riusciti. In realtà si
scivola sostanzialmente nel tempo
in cui Caligola poteva fare senatore
il suo cavallo e tutti dovevano gioire
o trovare geniale una tale demenza,
pena la morte per lesa maestà. Si
ripete spesso che la condizione delle
nostre società democratiche è tanto
diversa da quei tempi bui in cui il
signore di turno infrangeva
impunemente le regole sociali, con
gravi conseguenze per i sudditi e non
ne pagava le conseguenze . Sui banchi
di scuola, il Manzoni ha ricordato a
tante generazioni di italiani una storia di
prepotenza nobiliare capace di
crocifiggere la vita dei poveri. Oggi si
afferma che la democrazia è una
garanzia di fronte a possibili e analoghe
pazzie e soprusi. Sarebbe vero se le
nostre democrazie fossero sane,
partecipate, vive e non sfinite. O se
fosse accertato che le democrazie, una
volta stabilite, restassero per sempre
garantite. Ma così non è. La storia, dai
APRILE 2005 BS
tempi di Platone ce lo ha insegnato in
tutte le salse.
D Oggi anche le migliori e più affermate
democrazie dell'Occidente corrono
gravi rischi , non tanto e non solo per la
ridotta partecipazione della gente, ma
per il potere manipolatorio che i nuovi
mezzi di comunicazione di massa
hanno. Non è nuovo l'allarme che saggi
di ogni paese del mondo hanno
lanciato sul pericolo che le democrazie
si trasformino lentamente e in maniera
indolore in telecrazie. E non si deve
sottovalutare la crisi mondiale della
stampa, sempre più concentrata in
mano di pochi magnati, alcuni dei quali
presenti in ambigue aree commerciali
sul limite della legalità.
D Mettere alcuni cittadini al di sopra
della legge, fossero anche cittadini
eletti democraticamente, non rafforza
gli stati democratici. È, mutatis
mutandis, fare più o meno la stessa
operazione di Caligola. E crea
problemi ai percorsi educativi . I
giovani sono sensibili alla giustizia
non solo perché - di solito -
difendono i deboli , ma anche nel
senso che ritengono giusto che
ciascuno paghi le sue colpe per reati
liberamente commessi. Convincerli
che i propri governanti o i
parlamentari , o categorie sociali
privilegiate possano farla franca,
grazie a leggi che li rendono immuni
dalle inchieste giudiziarie, non
sarebbe né facile né redditizio per
nessun educatore.
Dal momento poi che coloro che sono
eletti dovrebbero presentarsi agli
elettori senza avere scheletri
nell'armadio passibil i di azione penale
da parte della magistratura.
D Anche le vicende di alcuni dittatori
moderni ci aiutano a capire: avevano
fatto leggi e cambiato la costituzione
per rendersi immuni dal dovere di
rispondere davanti alla gente dei propri
atti. E apparire anzi dei benefattori del
popolo. Avevano anche i numeri per
farcela. Ma la riuscita è stata
temporanea. La storia, prima o poi,
scopre i coperchi.
D

1.5 Page 5

▲back to top

1.6 Page 6

▲back to top
lease - aggiornata - di Hot- poesia, arte che non giudizi
mail. I blog. Msn Spaces, di- oggettivi, ecc.
sponibile in 14 lingue in 26 La moralità , mio caro , è più
Paesi, offre tre livelli di co11- simile alla scienza che ali' ar-
trollo su.gli utenti che posso- te, nel senso che l'arte crea e
no accedere al blog creato". la scienza scopre. Mi capisci?
Come vede, siamo sulla stes- Ti faccio un "truismo", cioè
sa barca, attendendo con ti dico una cosa lapalissiana ,
l'imbarbarimento anche il scontata: se non esistesse leg-
malinconico tramonto della ge sul bene e sul male supe-
bella lingua di Dante, Manzo- riore a quella fatta dallo Sta-
ni, Leopardi & company (tan- ro, allora l'individuo sarebbe
to per essere "a la page! "J... "sempre" in torto se si ribel-
con buona pace dell'Accade- lasse allo Stato (per esempio
mia della Crusca e di tutti i allo Stato tiranno) e volesse
cultori della lingua italiana cambiare. Se è lo Stato che
che non. riescono - o non vo- stabilisce (quindi crea) ciò
gliono - fren arne il declino. che è giusto e ciò che è sba-
Altre nazioni (Spagna e Fran- gliato, non è mai giusto op-
cia in. testa) hanno inventato porsi allo Stato che sarebbe
f'IA PREDICA BAR- questo passo . Caro signor loro vocaboli, rifiutando l' in- uno Stato/Dio . Per cui, il ri-
1,i_BOSA. Esimio diretto- Natale, se queste sono le glese. Ma a noi che l'inglese belle che lotta contro lo Stato
re, Non vado più a messe, ma 'fesserie " , mi sa davvero che non lo sappiamo? ... Ebbene , totalitario, o l' eroe che com-
non sono solo, perché ho sen- è cambiato il mondo. Ma non non ci si tolga il gusto di far batte e muore per la giustizia,
tito che molti altri fanno o la in meglio!
finta di saperlo, scrivendo o o il profeta che annuncia un
a r.:; pensano come me. Sono stufo
di prediche che non sanno di
niente, che dicono le solite
cose, che non hanno succo
parlando come sopra! O tem- futuro di tragiche conseguen-
para o mores!
NNUNCIO O CO-
ze non sarebbero degli eroi,
sono sempre e solo fior di fa-
DICE CIFRATO?
rabutti.
O.... [...] Per esempio qui a Roma Esimio direttore, sono molto • ••••
Caro dir. , Caro Vin cent, la legge morale
nella chiesa (omissis) alle ore aii-abbiato [... ] con la lingua
[...] "o scegli la legge o è scoperta, non creata (dallo
10 celebra sempre un frate italiana che non riesco a capi- scegli la libertà", "non esiste Stato) . Insomma, non è un pro-
che dice un sacco di fesserie re più, benché, venga da studi legge se non quella dello dotto umano. Se lo foss e, le
[... ]
classici [...] E così fitta di Stato". Mi sono convinto di conseguenze sul piano pratico
Natale, Roma
stranierismi che è diventata
un ' impresa capirla - stavo
queste affermazioni. Lei che
ne dice di queste intuizioni di
sarebbero letali, regnerebbe il
caos universale. Per assurdo,
Caro Natale, sono stato in
quella chiesa, una domenica
mattina, SJ)illfo dalla sua let-
tera. C'era un.frate, in effetti,
un pò' anzianotto, che cele-
brava. Ho atteso buono buo-
no la predica. Le "fesserie "
che ho sentito sono del tipo:
per scrivere decifrarla - an-
che per chi non è digiuno di
italiano (nel mio cmTiculum
ci sono anche tre anni di uni-
versità in lettere moderne)
[... ] A lei capita lo stesso, o
sono solo io che incappo in
frasi incomprensibili o quasi?
uno studente che ha comin-
ciato a masticare un po' di fi-
losofia?
Vin cent, Roma
Caro Vincent,
a dir la verità, io ho sempre
creduto che l'unico modo per
uno Stato potrebbe legiferare
che la tortura è un bene, che
ammazzare un bambino per
prelevarne gli organi al fine di
salvare un... servitore dello
Stato è un bene... Continua tu,
poi scrivimi quanto hai sco-
perto su questa linea di pen-
"Bisogna essere onesti, fra-
telli, per i disonesti, quelli
Vincenza, Pavia giungere alla terra della li- siero! Voglio dire, non accon-
bertà sia quello di seguire la tentarti delle prime afferma-
che rubano che frodano , ecc. Cara signora, "incappo" an- strada della legge. Della leg- zioni che senti a scuola, ragio-
c'è l'inferno e ben merita- ch' io! Guarda caso, proprio ge naturale, s'intende. Questo na, tira le conseguenze fino
to!" ... " È uno scandalo che oggi prima di leggere la sua mi insegnavano quando sede- quelle ultime, perché non tutte
grida vendetta che le famiglie lettera stavo scorrendo l' arti- vo tra i banchi di scuola , co- le belle frasi sono vere, anche
si dividano: non esiste più la colo di una rivista scientifica me tu adesso, questo ho cer- se dette dal professore di filo-
f edeltà a un solo amore... . Bi-
sogna essere f edeli a un solo
amore perché l'amore è la
cosa più grande di tutte. E
non è giusto non soffrire un
che presentava àlcune novità
riguardanti aggiornamenti di
servizi del portale della Mi-
crosoft. Le trascrivo un perio-
do: "Un paio di nuove beta e
Q cato di trasmettere poi dalla sofia.
cattedra. E non venirmi a di-
re che il tuo prof. di filosofia
afferma che non esiste legge ARADOSSI D'OG-
naturale, che bene e male so-
GI. Cai·o di.rettore, sarò
po' per mantenerlo l'amore - qualche nuovo update; sono no più idee soggettive che di.retta e breve: si può mai sa-
proprio cosl ha detto - e non le ultime mosse di Msn che realtà oggettive , che è ùnpos- pere perché siamo sempre più
si può sfruttare l'amore per i ha introdotto la versione di sibile avere la certezza che "arrabbiati", e badi il vocabo-
propri piaceri, bisogna sotto- sviluppo di Spaces, il su.o una cosa sia giusta e un.' altra lo non mi sembra improprio,
mettersi ali' amore perché è nuovo servizio di Weblog- sbagliata ... quindi non esiste anche se è... animalesco. Sia-
come sottomettersi a Dio. In- ging, e quella del Messenger moralità e quindi alcune af- mo sempre più insofferenti
fatti , dice san Giovanni, che 7.O; i due servizi saranno in- ferma zioni sulla moralità o man mano che conquistiamo
Dio è l'amore .. .", e via di tegrati, tra loro e con la re- meno di un'azione sono piiì nuove mete, arriviamo a nuo-
APRILE 2005 BS

1.7 Page 7

▲back to top
vi traguardi, ma siamo sem-
pre più a disagio con noi stes-
si e con gli altri [...]
Paola, Verona
Abbiamo
alti
edifici
sempre
Provo a darle la risposta di
un "comico" serio, l' ameri-
cano George Carlini Mi pare
che abbia azzeccato il ,wc-
ciolo del problema, anche se
la sua, addossando le colpe
di questa situazione a... (veda
Ìei a chi) si configura più
APPELLI
Mamma Irene, ti cerco
dal 1966. Mi hai partorito
a Palermo presso la clini-
ca "A rcobaleno" ·1'8 feb-
braio 1966. Ti hanno det-
to che stavo male e che
poi sono morta. Ma io so-
no viva e ti cerco anco-
ra. Maria 339/41.16.237 -
349/75.01.814.
Desidererei conoscere si-
gnore della zona di Vare-
se, per scambi di opinioni,
condivisione del tempo li-
bero, visite a musei, audi-
zioni musicali, conferenze,
viaggi last-minute, ecc.
Graziella Colombo, Via
al Motto, 3bis - 21026
Gavirate (VA).
Mio figlio è affetto dalla
rarissima sindrome Nail-
Patella. C qualche
mamma che ha lo stesso
problema? Come possiamo
aiutarci e éonsolarci insie-
me? Cettina Geraci, Via
Fangio, 4 - 92026 Favara
(AG).
Sono un 37enne solo e un
po ' sfiduciato. Vorrei tanto
corrispondere con quanti
vorranno, a scopo di ami-
cizia. Matteo La Cara,
P.za Sturzo, 4 - 90139
Palermo.
Volete schede telefoniche,
francobolli italiani in lire
ed esteri, immaginette lo-
cali? Richiedeteli a: Totò
Bennici, Via Manzoni 11,
92100 Agrigento.
ma moralità sempre più basse;
Autostrade sempre più larghe,
ma orizzonti sempre più ri-
stretti.
l;JLO. Spendiamo molto di più
ma abbiamo molto di meno.
f!IPIRITO E CERVEL·
Caro Direttore, ho
Abbiamo case sempre più letto su un libro che quasi per
grandi
caso mi è capitato tra le mani,
ma famiglie sempre più picco-
le.
Abbiamo molta pùì istruzione
ma molto meno buon senso.
Abbiamo molte più comodità
ma molto meno tempo per go-
derne.
Abbiamo molti più esperti
che lo "spirito" non è nient'al-
tro che il cervello... e il pen-
siero è solo il risultato dell'at-
tività cerebrale. La cosa, non
so nemmeno io il perché, mi
pare suggestiva. Mi può spie-
gare meglio questa faccenda?
ma anche molti piiì problemi.
Abbiamo molte piiì medicine
ma molto meno benessere.
Silvio, Ladispoli
Caro Silvio , sto pensando a
Adoriamo molto piiì la TV,
ma molto meno Dio.
certa gente che di cervello
sembra averne davvero poco.
Abbiamo moltiplicato i nostri Poveretti! Adesso capisco per-
beni
ché alcuni non tirano fuori
ma ridotto pericolosamente un'idea nemmeno se gliela
nostri valori.
cavi con le pinze... Ti dirò
Parliamo molto
perché la cosa ti attira e tu
ma amiamo poco.
scrivimi se ci ho azzeccato . Il
Sappiamo come guadagnarci materialismo (cioè lafilosofia
da vivere
che afferma che tutto è mate-
ma non sappiamo "come" vi- ria e dunque non esiste spiri-
vere.
to , perciò nemmeno lo Spirito
Abbiamo aggiunto anni alla per eccellenza che è Dio)
vita
nega per ciò stesso anche il
ma non vita agli anni.
"libero arbitrio", la respon-
Cerchiamo affannosamente la sabilità morale. A corti di-
vita nell'universo
scorsi, nega la colpa! Como-
e ammazziamo senza pietà la do eh? Infatti solo un indivi-
vita sulla terra.
- duo libero può essere colpe-
Abbiamo conquistato lo spazio vole e dunque moralmente re-
esterno
sponsabile di quel che fa . Mi
ma abbiamo perduto quello in- rode un sospetto, cioè questo:
terno .
Abbiamo dominato l'atomo
che si tenti di eliminare l' ani-
ma per poter eliminare la
ma ci facciamo dominare dai colpa , il che è come dire che si
nostri pregiudizi.
elimina il paziente per elimi-
Sappiamo realizzare ricchi nare la malattia! Magari sarà
profitti
ma povere relazioni.
pure comodo, finalmente , to-
gliersi tutti i problemi che
Siamo forse grandi uomini
pone il fatto che lo spirito, l' a-
ma abbiamo piccoli caratteri.. . nima, sia un prodotto del cer-
vello: via di colpo la morale,
Allora, cara signora, o signo-
rina, si capisce quel che ci
resta da fare?
via il rimorso, via la responsa-
bilità, via l'obbligo di rendere
conto a Qualcuno di ciò che
combino, via tutto il complica-
Non ci è stato possibile p~1b-
blicare tutte le lettere pe1ve-
n;;t~ in redazio ne. Ce ne
sscuuos ttaemmp0o· Parlloavvpeudbbelrie.cmazoioa-
ne o alla risposta personale.
tissimo mondo dello spirito
con annessi e connessi: .. Ma
non ti pare che il prezzo da
pagare sia un po' troppo alto?
Prova a pensarci.
I:,
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a ch i
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comun icate
subito il cambio
di indirizzo.
Pe r la vostra corrisp on-
den za:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
BS APRILE 2005

1.8 Page 8

▲back to top
UPS, ROMA
UN GRANDE
DA STUDIARE
PISANA, ROMA
DON BOSCO/
INSINNA
EDONCHAVEZ
La casa generalizia dei sale-
siani ha ospitato il 17 gennaio
una troupe d 'eccezione : il
protagonista, il regista e i pro-
duttori delJa fiction televisiva
"Don Bosco", e precisamente
Flavio lnsinna , Ludovico Ga-
sparini, Matilde e Luca Ber-
nabei. È stata una serata al-
i' insegna della simpatia. In
prima fi la il Rettor Maggiore
e molti membri del consiglio
generale, con i confratelli del-
la Pisana. Notevole l'interven-
to dei fratelli Bemabei produt-
tori della Lux Vide che hanno
ri affermato l'impegno della
casa nel realizzare fiction di
valore (Giovanni XXIII,
Madre Teresa, Don Bosco,
ecc. e prossimamente San Pie-
tro). Chiaro e convinto il con-
tributo del regista che ha colto
il significato profondo della
persona di Don Bosco nell a
" paternità" e ha trasfo rmato il
cast degli attori ... in un "ora-
torio!" Straripante la simpati a
di Flav io Insinna, che ha di-
chiarato i timori per la parte
assegnatagli, ma anche la pas-
sione con cui si è tuffa to nel
personaggio. . . fino a girare
per casa con la tonaca, per
abituars i al ruolo, sorprenden-
do e preoccupando i genitori.
Il Rettor Maggiore ha espres-
so il grazie di tutti i salesiani
per questo Don Bosco che ri-
propone a un a platea vastissi-
ma l'educazione dei giovani
attraverso la religione, la ra-
gione e l'amorevolezza.
La logoterapia è orientata ad
aiutare chi ha perduto il senso
(=logos) della vita. Ne è fon -
datore e propagatore Viktor
Frankl. Nato a Vienna nel
1905 da ge nitori ebrei, si è at-
tivato fin da giovane per of-
frire a giovani in diffico ltà la
possibilità di affro ntare e ri-
solvere difficili situazioni esi-
stenziali dovute a crisi fam i-
liari, insuccessi scolastici , in-
certezze professionali, rela-
zioni affettive fa llite. Ciò che
conta non sono le tecnic he o i
farmaci, ma il modo di rela-
zionarsi, di farsi carico delle
loro angosce, delle loro soffe-
renze e di ascoltarli. Ha scrit-
to: " S ulla terra esistono sol-
tanto due razze umane: la
razza degli uomini per bene e
quella dei poco di buono. Al-
cuni anni prima di morire ha
scritto : "Ho passato la fiacco-
la a un altro, a uno scolaro , al
mio amico E ugeni o F izzotti, e
so che sta nelle migliori
mani". Ciò testimonia il suo
legarne sincero e profondo
con il mondo salesiano. In
questo mese di apri le l 'Istitu-
to di Psicologia dell ' univer-
sità Pontificia Salesiana di
Roma realizza un convegno
di studio sul tema "La sfida
del significato" . Viktor E .
Frankl nel centenario della
nasc ita. Il libro che presentia-
mo racconta la sua vita e la
sua scomparsa.
I CORTILAI
RILANCIARE
L'ORATORIO
Ecco un sussidio per offrire
contributi di progetto e ge-
stione per la vi ta dell ' Orato-
rio con particolare attenzione
all ' accoglienza. Cortili, sale
da gioco, spazi di aggregazio-
ne e fr uizione sono i luoghi
privilegiati dell ' accog lienza,
luogh i educativi, veri e propri
" ponti". L'accoglie nza è la
prima tappa di un pe rcorso
pl urie nnale, orientato a sco-
prire spazi d i rice rca di senso
e di orientamento alla vita. I
"cortilai" sono educatori, gio-
vani e adulti , impegnati in un
lavoro "sulla porta", appas-
sionati del mondo giovanile,
attenti a instaurare relazioni
educative. Nel sussidio è pos-
sibile trov are idee per la pro-
gettazione, per la fo rm azio ne
degli animatori , per gestire,
nel qu otidiano, un percorso
tri ennal e dedicato all ' acco-
glienza dei ragazzi. È il Pri-
mo di tre vo lu mi , indispe nsa-
bili in ogni oratorio e per ogni
educato re. Grazie pe r questa
fa ti ca a Va le ri o Baresi, sale-
siano prete, e Fabio Forn asini
che svo lge att ività di sv iluppo
di comunità e animazio ne c ul-
turale pe r l' a rea g iovanile.
APRILE 2005 BS
1 CORTJLAJ
Prog,ttara gostirt il corti/•
o lo prima accog/i4nta in oratorio

1.9 Page 9

▲back to top
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
redazionale
CANAVESE, TORINO
UNA
COMMEMORAZIONE
LUNGA 365 GIORNI
Un anno intenso con manife-
stazioni che hanno coinvolto
1' ist ituto, il paese e tutto il
territorio per J 120 anni di at-
tività apostolica e culturale
del collegio di San Benigno
Canavese, fondato dallo stes-
so Don Bosco. Due i momenti
importanti dell'anno: la so-
lenne commemorazione tenu-
ta dal cardinale di Genova
monsignor Tarcisio Bertone e
l' attesa visita del rettor mag-
giore don Pascual Chavez, il
quale ha avuto la gioia di
inaugurare la restaurata came-
retta usata da Don Bosco nel
tempo in cui fu a San Beni-
gno.
CATANIA, SICILIA
mo. Con il bagaglio di idee
raccolte, gli studenti hanno
STUDENTI PER
notato quanto siano distanti i
comportamenti, le leggi e le
L'INTER CULTURA
scelte degli uomini dai veri
precetti del Corano, cioè di
Il 10 e 1'11 gennaio u.s. pres- come l' uomo usi e abusi
so il teatro "Don Bosco" di della religione per i propri
Catania si è svolto il forum fini personali , politici ed eco-
per studenti e insegnanti del- nomici. L' 11 gennaio ho av u-
le scuole superiori. Tema: Al- to come tema L'altro .. . mio
la ricerca del!'Altro/altro. Fo- fratello. Si è passati al quoti-
rum sul dialogo intercultura- diano, un continuo mettersi
le. Centro del dibattito è stato in gioco, scommettersi a vol-
il rapporto tra Cristianes imo te, senza cancellare la propri a
e Islam con quattro labo ratori identità, per avvicinarsi reci-
gu idati da esperti di fede procamente a chi è "d ive rso"
islam ica e cattolica: L'Islam da noi. Ci si è anche resi
e la donna; il Corano e la conto dei limiti .e delle ric-
guerra santa; l'arte araba in chezze del dialogo intercultu-
Sicilia; Islam e Cristianesi- rale e interreligioso.
I PRIMI FRANCOBOLLI IN EURO
DEI CAVALIERI DI MALTA
Un nuovo interessante capitolo si è aperto per
tutti i collezionisti con la Convenzione stipulata il 4
Novembre scorso fra Poste Italiane e l'Amministra-
zione Postale del Sovrano Militare Ordine di Malta,
a seguito della quale l'Italia riconosce piena vali-
dità postale ai francobolli melitensi, utilizzati per
l'affrancatura di corrispondenza impostata all 'inter-
no delle Sedi in Roma, dove l'Ordine esercita le
sue prerogative sovrane. Tali sedi sono il Palazzo
Magistrale in via Condotti e la Villa dell'Aventino in
Piazza Cavalieri di Malta. Detta corrispondenza
potrà essere diretta a località del territorio italiano
e dei quaranta Paesi con cui l'Ordine ha concluso
accordi postali.
Dallo scorso 1° gennaio 2005, pertanto, i franco-
bolli dello SMOM (Sovrano Militare Ordine di
Malta) hanno il valore espresso in Euro, abbando-
nando così i tradizionali Scudi, Tarì e Grani che
finora avevano caratterizzato le emissioni filateli-
che dell'Ordine.
La prima emissione in Euro comprende un franco-
bollo da 2,50 , celebrativo della Convenzione ,
illustrato dalle bandiere dell'Italia e dell'Ordine di
Malta, e una serie di quattro valori (€ 0,20 -
0,45 - 0,60 - 0,62) dedicata agli stemmi dei
Gran Priori della "Sacra Religione".
lnfo: Poste Magistrali , Sovrano Militare Ordine di
Malta, Via Bocca di Leone n. 68-00187 Roma, Tel.
06.67581254.
Per saperne di_più: 'B' 0761/307. 124
8S APRILE 2005

1.10 Page 10

▲back to top
l00annf fa
Sul BS dell'aprile 1905 abbiamo trovato
la descrizione di un funerale indio in una lettera
di don Giovanni Balzola a don Rua, scritta
dalla Colonia del S. Cuore di Gesù a Barreiro-
Araguaya (Mato Grosso). Ne riportiamo
uno stralcio.
GATCHINA, RUSSIA
ILBS RUSSO
DINGLI , MALTA
"THE YOUNG SAVIO"
L 'ai1ista John Grima di Gozo
ha prodotto un 'altra icona sa-
lesiana, dopo il "Don Bosco
with Youth". Egli ha dipinto
un Domenico Savio "nel qua-
le gli adolescenti possano tro-
vare rispecchiati i loro sogni e
le loro gioie". Questa opera,
offerta da una benefattrice dei
salesiani di Malta ed esposta
al "Savio College" di Dingli ,
è stata molto gradita dai gio-
vani, e apprezzata da salesiani
e pubblico. Grazie, dunque,
sincere e ammirate all'artista,
noto per la sua produzione
sparsa in parecchi Paesi del
mondo .
Il BS russo ha compiuto un
anno di vita. E gode buona sa-
lute: bella l'impaginazione,
professionale la grafica, viva
l'accoglienza da parte dei let-
tori che sono in costante au-
mento. Trentadue pagine gra-
devoli, con ai1icoli che affron-
tano temi pedagogici e missio-
nari, problemi di etica e di cul-
tura, con informazioni e com-
menti sugli avvenimenti attua-
li. La difficoltà è quella di
sempre e di tutti: reperire fondi
per la sopravvivenza. Spesso,
ahimè, alcune splendide realiz-
zazioni muoiono proprio per
mancanza di soldi. Ma il BS
russo spera nei suoi letto1i.
[... ] Era dunque morto uno di loro (gli indio di Barreiro-
Araguaya) a circa venti chilometri dalla Colonia; e sic-
come non v'era gente bastante per eseguire conve-
nientemente le funebri cerimonie, dopo venti giorni an-
darono a prenderne il cadavere già in putrefazione e lo
portarono qui alla Colonia ove, interratolo un poco, tosto
cominciarono i loro macabri riti, protraendoli circa due
settimane. Quindi essendo già le carni del morto ornai
consumate, vennero alla cerimonia, della ripulitura delle
ossa, che per essi è la più solenne, ma che in realtà è la
più ributtante di queste funebri onoranze. Pure mi decisi
di andarla a vedere, e giunsi a tempo. Il fetore insoppor-
tabile di quella carne putrefatta mi spinse più volte a tor-
nare sui miei passi; ma mi potei far violenza e mi avvici-
nai alla piccola laguna, dove, involto in una stuoia, ave-
vano calato quel cadavere disfatto. Aperta la stuoia, pre-
sero prima a gettar acqua sulle ossa ornai spolpate; quindi
coll ' aiuto di pastoni a risciacquarle nella stessa laguna;
poi a ripulirle, di ogni nervo o tendine ancor aderente,
con scheggie di canna; e finalmente a stropicciarle accu-
ratamente con erba e foglie di alberi. Così ripulite, le po-
sero in un cesto e le portarono nel famoso baiyro con
tutte quelle cerimonie altra volta descritte ...
APRILE 2005 BS
SALERNO, ITALIA
DON BOSCO
A SALERNO
Quella di Salerno è forse l'u-
nica casa salesiana del mon-
do che abbia il privilegio di di-
sporre di un'amplissima mo-
nografia sulla propria "preisto-
ria", edita in occasione del
50° della sua fondazione . Al
centro di essa stanno non
tanto i salesiani che owia-
mente vengono ricordati ,
quanto una serie infinita di
personaggi della città. Sullo
sfondo dell'opera la città di
Salerno nelle congiunture po-
litiche, economiche, sociali ,
culturali , ecclesiali che ne
hanno caratterizzato la vita
dal 1872 al 1954; congiunture
talora tristissime , che però
non hanno mai fatto obliare a
una parte sensibile della citta-
dinanza, per lo più sentimenti
cattolici , la necessità di prov-
vedere all'educazione della
gioventù specialmente quella
più in difficoltà, e all'assisten-
za religiosa alla popolazione.

2 Pages 11-20

▲back to top

2.1 Page 11

▲back to top
aseray ha 14 anni.
È mamma, anzi lo
è stata: ora è solo
una povera ragazza handi-
cappata contro cui il desti-
no si è accanito oltre ogni
misura. Ma lei ha ancora
la forza di vivere e perfino
sorridere . Nessuno sa chi
è il padre del bambino che
ha portato in grembo, e lei,
nella sua ignara innocen-
za, non si è resa del tutto
conto di quanto le stava
accadendo in quell'incontro
fortuito.
Il bacino di Maserey è pic-
colo e minuto come tutto il
suo corpo .. . e i tentativi di
far partorire il proprio bam-
bino sono falliti proprio per
questo motivo. Allora ecco
il rimedio millenario: un
taglio magico per facilitare
il parto. Un taglio che però
ha compromesso la vita
del piccolo di cu i più nulla
si sa e dice, e la vita stes-
sa di Maserey ormai im-
mobile , incapace di muo-
vere le proprie gambe , di
contenere feci e urine , di
uscire dalla sua baracca,
dall'angusto angolo buio
dove è confinata , con un
po' di stracci attorno che la
mamma continua a cam -
biare. Una vita d'inferno.
Questa è una storia vera, una storia,
ahimè, come tante altre in Sierra Leone
e non solo, una storia che non so ancora
quale esito avrà. Una storia infine,
che mi ha segnata.
Distesa sulla
sua tela cerata adatta alla sua incontinenza, gli
occhi carichi di sofferenza e di speranza. Mi sono
chiesta come potesse essere viva . "C'è una qual-
che possibilità di .. .". Padre Albert non mi fa nem-
meno finire : "Ci vorrebbero ben quattro operazioni
per ricostruire la fistola .. . ma costano troppo care!
E di Maserey ce ne sono tante! Se puoi venire ogni
tanto qui ad aiutarla, pulirla .. . Vedi tu!". L'ho fatto ,
ed è stato uno shock. La grande ferita aperta che
non rimarginava faceva venire i brividi. L'ho lavata,
pulita, profumata. Per lei è stato un sollievo, mai io
ho dovuto stringere i denti e fare appello a tutte le
mie forze per andare avanti, per sostenere la scos-
sa che in quel momento stava arrivando ai miei
organi di senso ma ancor più al mio cuore.
n ru
sono arrivati
l'altro giorno . C'è anche
Marlen , un'infermiera pro-
fessionale . L'ho portata
dalla piccola Maserey. Ri-
mane stupita , incredula.
Le racconto la storia e lo
stupore aumenta insieme
con l'orrore. L'indomani
compra un catetere ... Do-
po qualche giorno tornia-
mo alla baracca. Sto per
saltare di gioia: Maserey
è, per la prima volta , fuori ,
sotto la tettoia. Sta man-
giando i cereali che le
avevo portato. Accanto ha
le stampelle. I suoi occhi
hanno un 'espressione di-
versa. È un barlume di
speranza? Prego Dio che
sia così. La fam iglia mi
sorride e lei mi dice che
ora riesce perfino a solle-
vars i in piedi e fare qual-
che passo. Andiamo den-
tro , procediamo con le
cure .. . Quando padre Al-
bert arriva con la sua jeep
rimane sorpreso quanto e
più di noi. Le gambe ma-
gre come stecch ini della
piccola vogliono cammina-
re , la sua testa vuole cam-
minare, la sua volontà vuo-
le camminare ... La piccola
Maserey è un miracolo
vivente . Come finirà la sua
parabola ?
8S APRILE 2005

2.2 Page 12

▲back to top
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
CRISTIANO- CHIESA
UN PROBLEMA
DEI NOSTRI TEMPI
FOBIA CHE DOVREBBE
ESSERE SCOMPARSO
·MA C'È ECCOME!
di Silvano Stracca
I 1 24 marzo, venticinquesimo
anniversario della morte di
monsignor Oscar Romero, il
coraggioso vescovo salvadoregno
assassinato durante la celebrazio-
ne della Messa, la Chiesa cattolica
ha ricordato i missionari martiri
uccisi nel 2004 in quattro conti-
nenti. Quindici fra sacerdoti, reli-
giosi, religiose, laici. Europei,
americani, asiatici, africani. Una
tragica statistica resa nota dall'a-
genzia Fides, che nel conteggio
non include solo i missionari "ad
gentes" in senso stretto e che invi-
ta a non dimenticare anche tutti
coloro che, nell'invisibilità e nel-
1'anonimato, come in Cina, versa-
no il sangue per il Vangelo.
IN QUATTRO
CONTINENTI
L'Africa il continente pm m-
sanguinato l'anno scorso con sei
vittime. L'America ha visto la
morte violenta di quattro sacerdo-
ti, fra i quali un italiano ucciso
sull'altare, come Romero, nella
cattedrale di Santiago del Cile.
Quattro gli assassinati in Asia, di
cui tre giovani pakistani percossi
a morte per costringerli a rinnega-
re la loro fede. Un prete infine uc-
ciso in Europa, ·nella tormentata
terra di Bosnia-Erzegovina. E il
martirologio non si è interrotto
nel 2005 . All'inizio dell'anno, un
prete indonesiano assassinato a
Giava e un missionario statuniten-
se di 85 anni ucciso in Kenya. A
metà gennaio l'escalation di vio-
lenza stava per segnare un maca-
bro punto di svolta con il rapi-
APRILE 2005 BS
111 crocifisso fa ancora paura...
eppure sulla croce è appeso uno
che è morto per amore, anche
di quelli che ce l'hanno messo.
stici dopo gli attentati dell'estate e
dell 'autunno 2004 alle principali
chiese di Baghdad e di Mosul,
dove trovarono la morte decine di
fedeli.
UN NEOLOGISMO
PESANTE
Il significativo manifesto fatto per
la Xli giornata di preghiera
e digiuno 2004 per i missionari
martiri.
mento di un arcivescovo iracheno,
per fortuna subito rilasciato, preso
di mira per il solo fatto d'essere
cristiano, cioè della stessa religio-
ne dei soldati occidentali.
Il felice epilogo del sequestro
lampo del presule non cancella pe-
rò i timori della comunità cristiana
irachena, sottoposta da mesi a un
crescendo inquietante di intimida-
zioni, violenze e attacchi terrori-
La strategia del terrore, che si
nutre del fanatismo islamico e an-
tioccidentale, sta spingendo molti
cristiani in Irak a scegliere la stra-
da dell 'emigrazione com'è già
successo nei Territori palestinesi,
in Egitto e in Siria. Un fenomeno
iniziato dopo la prima guerra del
Golfo, proseguito negli anni no-
vanta e cresciuto enormemente
dopo la caduta del regime di Sad-
dam Hussein. Cristiani nel mirino
dei fondamentalisti persino nei
giorni del maremoto che ha scon-
volto il Sud-Est asiatico. Nelle
zone più colpite della Thailandia
e nella provincia indonesiana di
Aceh alcuni missionari sono stati
accusati di voler convertire al cri-
stianesimo, approfittando della
tragedia, popolazioni allo stremo,
in particolare i bambini musulma-
ni resi orfani dall'onda anomala.
Un sito internet in lingua araba,

2.3 Page 13

▲back to top
,...........•.•........................................•..............................
vicino ad al-Qaeda, ha incolpato i
missionari "di offrire con una
mano cibo e medicinali e con l'al-
tra il crocefisso". I cristiani, dun-
que, sono ancora una volta bersa-
glio in diverse zone del pianeta.
Al punto che nel dibattito interna-
zionale sui diritti umani è entrata
una parola nuova: cristianofobia.
Un termine coniato in analogia a
islamofobia e che sta a .indicare
una paura irrazionale (fobia) dei
cristiani, che può portare ad atti di
violenza e di intolleranza nei loro
confronti.
Per la prima volta il neologismo
è comparso in un documento del-
l'Onu, approvato circa un anno e
mezzo fa, che denunciava "con
profonda preoccupazione il gene-
rale aumento di casi di intolleran-
za e violenza, diretti contro mem-
bri di molte comunità religiose in
varie parti del mondo, compresi
casi motivati di islamofobia, anti-
semitismo e cristianofobia". Lo
stesso concetto è stato ripreso lo
scorso novembre in una nuova ri-
soluzione delle Nazioni Unite.
L'allarme dell'Onu è stato rilan-
ciato ai primi di dicembre dal
Non pochi libri parlano dei
martiri cristiani di oggi, come
quello di L. Accattoli qui
riprodotto, o quello di A. Socci:
"I nuovi perseguitati", o ancora
" Il secolo del martirio"
di A. Riccardi.
"ministro degli esteri" della Santa
Sede, l'arcivescovo Giovanni
Lajolo. "La guerra al terrorismo,
benché necessaria", ha affermato,
"ha avuto tra i suoi effetti collate-
rali la crescita della cristianofobia
in vaste zone del mondo dove, er-
roneamente, la civiltà occidentale
o alcune strategie politiche dei
paesi occidentali vengono consi-
derate come determinate dal cri-
stianesimo, o per lo meno non di-
sgiunte da esso".
FONDAMENTALISMO =
PERSECUZIONE
Il responsabile vaticano per i
rapporti con gli stati ha precisato
che la cristianofobia si manifesta
in molte aree religiose "come un
atteggiamento aggressivo verso i
cristiani, la cui presenza e azione
vengono interpretate in termini di
proselitismo o ingerenza nelle
culture locali". E ciò accade "non
solo nei paesi islamici". Infatti vi
sono campagne di stampa e di ag-
gressioni anche in ambienti indui-
sti (soprattutto per l'impegno dei
cristiani tra le popolazioni tribali
più povere dell ' India) e in stati
buddisti come il Laos, dove il go-
verno ha detto di voler cancellare
la religione cristiana. "In un con-
Il 24 marzo u.s. ricorreva il
25° anniversario dell'assassinio
del vescovo salvadoregno
monsignor Oscar Romero, che
molti considerano santo, come
appare dall'icona.
111 ministro degli esteri della Santa
Sede, monsignor Giovanni
Lajolo: "La guerra al terrorismo
ha avuto tra i suoi effetti
collaterali la crescita della
cristianofobia".
testo internazionale segnato dal-
1' insorgenza di fondamentalismi
- ha denunciato Lajolo - sono
frequenti le costrizioni ad aderire
a credi o fedi religiose". Ed è
quindi necessario "tutelare la li-
bertà di fede e di coscienza". Di
fatto, la libertà religiosa resta un
diritto non sufficientemente rico-
nosciuto o adeguatamente salva-
guardato in numerosi stati, specie
in quelli a maggioranza musul-
mana dell'Africa e dell'Asia e nei
paesi comunisti del continente
asiatico.
Perciò il Papa, parlando il 1O
gennaio agli ambasciatori dei 178
paesi e istituzioni internazionali
che hanno rapporti con la Santa
Sede, ha chiesto che "in tutto il
mondo la libertà religiosa sia pro-
tetta da un 'efficace tutela giuridi-
ca". "Non si tema che la libertà
religiosa, una volta riconosciuta
alla Chiesa cattolica - ha sottoli-
neato, riferendosi senza far nomi
ai paesi che la limitano fortemen-
te, come l'Arabia Saudita e la
Cina - sconfini nel campo della
libertà politica o delle competenze
proprie dello Stato: la Chiesa sa
ben distinguere, com'è suo dove-
re, ciò che è di Cesare e ciò che è
di Dio".
BS APRILE 2005

2.4 Page 14

▲back to top
!DON BOSCO •••
································································•1
Ratisbonne, la nuova opera salesiana
di Francesco Mosetto
!A GERUSALEMME
.'
••••••••••••
•••••••••••
R atisbonne è un nome noto a
:
Gerusalemme e fuori. Negli
:
ultimi decenni dell '800 due
: sacerdoti francesi di origine ebraica,
Alfonso Maria Ratisbonne (che si era
: convertito in seguito a un 'apparizione
: della Madonna nella chiesa di S. An-
: drea delle Fratte a Roma) e il fratello
Teodoro, su di una collina a ovest
: dell a città vecch ia costruirono un bel-
: l'edificio, dando vita a un ' opera edu-
: cativa moderna e accogliente: una
scuola professionale aperta a ragazzi
: ebrei e palestinesi, cristiani e musul-
: mani, diretta dai Padri di Sian, la
congregazione da loro fondata . Alla
: fine della seconda gue1rn mondiale l'i-
stituto accolse numerose fam iglie di
profughi , scampati agli eccidi e alle
sofferenze dell ' Europa centrale e
orientale. Negli anni ' 70 iniziò le sue
attività un Centro cristiano di studi
ebraici che nel 1995 ebbe il titolo di
Pontificio; ma nel 2002 i corsi acca-
demici sono stati trasferiti a Roma
presso un' analoga istituzione della
Pontificia Uni versità Gregoriana. La
Santa Sede allora ha offerto ai sale-
siani l'istituto, con la prospettiva di
collocarvi lo Studentato teologico.
DA CREMISAN
A RATISBONNE
Così nel settembre 2004 a Rati-
sbonne si è così trasferito lo Studio
Teologico Salesiano, sorto nel 1929 a
Betlemme, da dove nel 1949 era emi-
grato a Tantur, non lontano da Geru-
salemme, e da qui a Cremisan nel
1957. Dal 1966 esso è affiliato alla
Facoltà di Teologia della Pontificia
Università Salesiana: al termine del
quadriennio gli studenti conseguono
il Baccellierato in Teologia. Il nome
di Crernisan è noto in tutta la Terra
santa, colpa (!) dell 'ottimo vino che
produce. La celebre cantina, spesso
visitata dai pellegrini che si recano a
In Terra Santa i primi
salesiani giunsero nel
1891. A Gerusalemme
nel 1904 assunsero la
direzione della Scuola
Regia Italiana, e qualche
anno dopo vi aprirono
anche un oratorio.
L'opera fu sospesa
durante la seconda
guerra mondiale; ma da
qualche mese Don Bosco
è nuovamente di casa a
I " Gerusalemme...
complesso di Rat isbonne, bella
· costruzione dell'Ottocento
in Gerusalem me ovest.
Betlemme (da cui dista solo sei chilo-
metri), è tuttora attiva e sta rilancian-
do la sua produzione. A Cremisan si
sono formate generazioni di giovani
salesiani, ora sparsi in tutto il mondo:
dall'Italia alla Polonia, dall'America
latina all 'estremo Oriente. Sono circa
400 i preti salesiani che in tre quarti
di secolo si sono formati in Terra
Santa. Negli ultimi anni le forti ten-
sioni dovute alla seconda Intifada,
con la conseguenza di strade interrot-
te e difficoltà di comunicazione,
hanno messo a dura prova anche la
vita dello studentato salesiano.
Il trasferimento da Crernisan a Ge-
rusalemme è l 'aspetto più evidente del
rinnovamento di questo centro studi,
ma non l'unico. Vivere nella Città
santa offre di per una serie di van-
taggi: è più facile, infatti, partecipare
agli avvenimenti religiosi e coltivare
contatti di ordine culturale. Ma le no-
vità più rilevanti stanno nel carattere
internazionale dello Studio Teologico
APRILE 2005 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

2.5 Page 15

▲back to top
••••••••••••
inaugurata
••••••••••••••••••••
nella terra di Gesù,
••
a
••••••••••••••••
Gerusalemme.
••
••
••
••
••
••
••
••
••
••
••
••
••
••
••
••
••
•••••••
••••
I Il vicario del Rettor Maggiore don Adriano Bregolin
e il consigliere generale della Formazione a Ratisbonne
con il Preside del Teologato (ultimo a destra),
il direttore (secondo da sinistra)
e alcuni teologi.
La comunità salesiana.
Salesiano "Santi Pietro e Paolo", e nel conta in questo momento 40 confra-
più stretto rappmto con i superiori della telli, trenta dei quali sono studenti.
Congregazione, secondo il particolare Nonostante il piccolo numero (che
Statuto approvato dal Rettor Maggiore però crescerà, non appena si rende-
il 10 giugno scorso. A ciò si aggiunge ranno disponibili nuovi ambienti),
una scelta strategica, volta a favorire essa è come un microcosmo, una pic-
l'internazionalità di questo teologato, cola ONU salesiana, nella quale sono
che a paitire dal prossimo anno adot- rappresentate ben 19 nazioni di quat-
terà la lingua inglese sia nell'insegna- tro diversi continenti. In un paese
mento sia nella vita comunitaria,
dove due popoli trovano difficoltà a
convivere pacificamente, è lecito spe-
IL NUOVO STUDENTATO
rare che la piccola comunità salesiana
diventi segno profetico di pace e fra-
I due fratelli Alfonso Maria
e Teodoro Ratisbonne.
Ratisbonne sorge nel cuore di Ge-
rusalemme ovest, nel centralissimo
quartiere di Rehavia, a breve distanza
dalla Grande Sinagoga Heichal Shlo-
mo e dalla residenza del Primo Mini-
stro. Andando a piedi, in venti minuti
si arriva alle mura della città vecchia
e, entrando dalla Porta di Giaffa o da
Porta Nuova, si raggiunge il Santo
Sepolcro. L'edificio, su progetto di
Honoré Daumet (celebre architetto
francese, che operò anche nella basili-
ca del S. Cuore a Montmartre, Parigi),
si presenta solido e spazioso, benché
necessiti di riparazioni e diversi adat-
tamenti. Mentre la vasta cappella (su
disegno di Bemard Guillemot), arric-
chita da belle vetrate, attende il re-
stauro, si utilizza il salone conferenze
ai pian terreno. Sullo stesso piano si
trovano gli uffici, le aule scolastiche e
la "sala Montezemolo": in questa nel-
l'anno 1993, si svolsero le trattative
tra la Santa Sede e lo Stato di Israele
che portarono al reciproco riconosci-
mento. Nel piano seminterrato è stata
collocata la biblioteca, ricca di 60
rnila volumi, con 120 riviste correnti.
La comunità, che da alcuni mesi si
è insediata nel "Salesian Monastery
Ratisbonne" il nome ufficiale),
tellanza.
Le giornate sono scandite tra la pre-
ghiera, la scuola, lo studio e i momenti
comunitari. Le settimane scorrono ve-
loci, intervallate da escursioni archeo-
logiche che permettono di visitare i siti
più celebri della storia biblica e post-
biblica (da Nazaret e Cafamao a Qum-
ran, Beersheba, ecc.), ma anche quelli
meno noti e tuttavia attraenti. Celebra-
re il Natale a Betlemme e la Settimana
santa a Gerusalemme è una fortuna
che molti ci invidiano. Queste espe-
rienze lasciano il segno per tutta la
vita.
In visita alla Terra Santa per il cen-
tenario dell'ispettoria del Medio
01iente, il 5 aprile 2003 il Rettor Mag-
giore, don Pascual Chavez, visitò Cre-
rnisan e 1ivolse la sua parola alla co-
munità, formatori e studenti, sul tema:
"Le. sfide della formazione salesiana
oggi". «Conformarsi a Gesù Cristo e
dare la vita per i giovani, come Don
Bosco - ha affermato il suo successore
- è, in sintesi, la vocazione del salesia-
no, la sua identità». È questa la conse-
gna affidata alla comunità formatrice
salesiana, rinata all'alba del terzo rnil-
lennio nella culla del cristianesimo. Un
impegno e una sfida.
O
' • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS APRILE 2005 :

2.6 Page 16

▲back to top
redazionale
HONG KONG, CINA
THE BEG/NNING OF THE
SALES/AN PRESENCES
IN ASIA EST-OCEANIA
Un seminario storico in occa-
sione del centenario dell 'arrivo
dei salesiani in Cina, ha avuto
luogo a Hong Kong, dal 3 al 5
dicembre 2004, con la par1e-
cipazione attiva di 44 SDB ,
FMA e autorevoli membri di
vari gruppi della Famiglia Sa-
lesiana in Oriente, provenienti
da Cina, Corea, Filippine, Ita-
lia, Giappone, Myanmar, Thai-
landia, Taiwar1, Timor Est,
Vietnam. Presenti pure nume-
rosi cooperat01i, exallievi,
SDB FMA di Hong Kong-
Macao, ispettore ed ispettrice
locale, ispettore di Myanmar.
Venti le relazioni e le comuni-
cazioni presentate nel corso dei
lavori. Per la prima volta è ap-
par·sa la ricchezza delle varie
componenti della Famiglia Sa-
lesiar1a, convenute intorno alla
ricerca storica in cui si marùfe-
stano gli elementi di unità dello
spirito salesiano, nella diversità
delle vocazioni e delle circo-
stanze che provocavano le
nuove fondazioni. Alla usuale
descrizione delle opere, delle
difficoltà degli inizi, delle op-
po11unità legate alle situazioni
contingenti , si sono aggiu nte
alcune problematiche che ca-
ratterizzar·ono l' inserimento in
contesti multireligiosi. Gli in-
terventi spontanei e il dialogo
al te1mine delle singole sessio-
ni dei lavori hanno messo le
premesse sia per la stampa de-
gli Atti del Seminario sia per
lo sviluppo degli studi di storia
salesiana in Asia Orientale. Le
celebrazioni liturgiche e l' in-
contro fraterno con il coraggio-
so vescovo salesiano di Hong
Kong e con il locale rappresen-
tante della Santa Sede presso
la Cina hanno arricchito le se-
rate, così come la visita ad al-
cune significative opere sale-
siane di Hong Kong e di Ma-
cao, sede, quest'ultima, della
p1ima presenza salesiana in Ci-
na. Con questo di Hong Kong,
che chiude la serie dei 4 semi-
imi regionali ISS-ACSSA -
dopo quello Europeo di Vienna
(novembre 2003), ame1icano di
Bahia Bianca (febbraio 2004),
nord-ovest europeo di Bruxel-
les (novembre 2004) - si è
ape11a l'immediata prepar·azio-
ne del "V Convegno Interna-
zionale di Storia dell'Opera Sa-
lesiana", che avrà luogo in
Messico nel febbraio 2006.
PISANA, ROMA
CONVEGNO ISPETTORI
Emergenza Europa? Per certi
versi sì. I problemi del Vec-
chio Continente sembrano in
via di complicazione anno
dopo anno: un liberismo sen-
za freni , divergenze politi-
che, disparità socio/econo-
miche, contrasti ideologici e
soprattutto una progressiva
scristiani zzazione che pone
non pochi interrogativi alla
Chiesa e alla congregazione
salesiana. Ecco dunque il per-
ché del convegno degli ispet-
tori salesiani d'Europa a lla
Pisana dal 1° al 5 dicembre
u.s. e soprattutto il perché
degli ospiti illustri che il Ret-
tore Maggiore ha invitato per
una relazione competente e
qualificata: il cardinale lo-
seph Ratzin ger Prefetto per
la Congregazione della Dot-
trina della fede, monsignor
Aldo Giordano, Segretario
Ge nerale dell a Conferenza
Ep iscopale Europea, e _il dot-
tor Antonio Fazio, Governa-
tore della Banca d 'Italia. Ma-
gistrali gli interventi , e mol-
to partecipate le conversazio-
ni/dibattito seguite ai rispet-
ti.vi interve nti .
BREVISSIME DAL MONDO
CITTÀ DEL VATICANO.
Nel dicembre 2004 è stata
presentata la II edizione del
Martirologio Romano, elen-
co di tutti i Santi e Beati ve-
nerati dalla Chiesa. Rispetto
all'edizione del 2001 , pre-
senta moltissime novità: oltre
all'integrazione dei 117 Sa11ti
e Beati che sono stati procla-
mati dal 200 1 al 2004, sono
stati aggiunti molti Sa11ti che
hanno un culto effettivo, fi-
gure del monachesimo pre-
valentemente italo-greco, fi-
nora tenute fuori dal martiro-
logio. Il Martirologio aggior-
nato contiene i nominativi di
7000 tra Sa11ti e Beati vene-
rati dalla Chiesa, il cui culto
viene proposto ai fedeli come
esempi da imitar·e.
CITTÀ DEL VATICANO.
Il 18 gennaio Giovanni Pao-
lo II ha incontrato in Vati-
cano 160 Capi, Rabbini,
provenienti da Israele, Stati
Uniti ed Europa, nella più
g.ra11de udienza privata mai
concessa a personalità ebrai-
che. "Nessun Papa prima di
Giovanni Paolo II - ha det-
to il Rabbino Bempo.rad -
ha ma i fa tto tanto o si è
preoccupato tanto di creare
una relazione fraterna tra
cattolici ed ebrei" .

2.7 Page 17

▲back to top
TORINO, ITALIA
Bel gesto della più blaso-
nata squadra di calcio ita-
1iana , la Juventus , che ,
accogliendo l'invito rivolto-
gIi dalle Missioni Don
Bosco, ha aderito alla pro-
posta di stanziare 300 mila
euro per la creazione di un
Centro di Accoglienza per
gli orfani dello Tsunami in
Thailandia. A rendere nota
la decisione è stato lo
stesso amministratore
delegato della Società, il
dottor Antònio Giraudo.
SACRO CUORE, ROMA
"Note di Pastorale Giova-
nile " si presenta nel
numero di gennaio 2005
con copertina rinnovata, e
sempre agguerrito sui
temi che gli sono propri.
Quest'anno , anche con
un 'offerta per i lettori , e
per chi volesse farne ri-
chiesta a parte: un cd-
rom allegato che contiene
in formato pdf una ses-
santina di Note's Graffiti,
gli ultimissimi sussidi di
NPG per educatori, ani-
matori, catechisti e geni-
tori , con materiale pronto
uso. Per saperne di più :
npg@cnos.org.
GENOVA, ITALIA
Il MGS (Movimento Giova-
nile Salesiano) d'Italia ha
celebrato la 111 sua Assem-
blea nazionale a Genova
agli inizi di gennaio. Circa
250 giovani si sono con-
frontati sulla loro apparte-
nenza ecclesiale e sulla
sfida che essa comporta.
Produttivo anche il con-
fronto con l'Azione Cattoli-
ca, il Movimento Scout e il
GIFRA-Minori. Vi hanno
partecipato i superiori
responsabili del settore ,
sia dei salesiani sia delle
Figlie di Maria Ausiliatrice.
MONTEVIDEO,
URUGUAY
L'Associazione di Volonta-
riato FMA in Uruguay lavo-
ra a un progetto per aiuta-
re le mamme in situazioni
di povertà e disagio. Le
persone interessate sono
giovani donne, general-
mente diventate mamme
durante l'adolescenza, e
rimaste prive di sostegno
sia psicologico, sia sociale,
sia morale. Il primo ap-
proccio è stato con i bam-
bini , offrendo loro attività
ricreative. Con le mamme
sono in programma corsi
di cucina, ma le intenzioni
sono ben altre.
PORTO VELHO,
BRASILE
È stato aperto a Porto
Velho di Rondonia un
centro socio-educativo "Ma-
dre Mazzarello", dove ci si
prende cura di circa cin-
quecento famiglie, cercan-
do di insegnare loro la par-
tecipazione ed esercitare
una cittadinanza attiva. Molti
volontari offrono il loro indi-
spensabile contributo nei
corsi di alfabetizzazione,
sport, ballo, corsi profes-
sionali e di sostegno sco-
lastico. Le FMA sono in
città da più di 70 anni.
SACRO CUORE, ROMA
16/01 / 05. Riunione dei
delegati italiani della
Comunicazione Sociale ,
con gli ispettori e il dica-
stero per affrontare le
sfide sempre più serrate
della modernità. Molto si
fa già in Italia, ma molto
di più richiede l'attuale
contingenza . In qualità ,
ovviamente , più che in
quantità. D'obbligo lo
sguardo .al futuro, la
sinergia e una politica
comune che veda i sale-
sian i all 'avanguardia,
come voleva Don Bosco .
BS APRILE 2005

2.8 Page 18

▲back to top
Il 24 aprile in Vaticano sarà beatificato
l:AWENTURA
DI BRONISLAO
di Giuliano Gadek
Uno vita complesso e
pieno di opere buone,
di zelo e di laboriosità
tutto salesiano, che fanno
spontaneamente ricordare
/'incred,bile attività di Don
Bosco. Do lui don
Bronisloo imparò l'omore
per i giovani e per il
lavoro... Oro, è beato!
Bronislao/ Bonaventura Marki ewicz, fondatore dei Micaeliti.
Pruchnik è un paesino rurale
della Polonia sud/orientale
dove si conoscono tutti . Qui
nacque il 13 luglio 1842 un bimbo
che papà Markiewicz - capo di una
famiglia da tutti apprezzata come
gente onesta e "timorata di Dio" -
volle chiamare con il doppio nome
di Bronislaw/Bonaventura. Un desi-
APRtLE 2005 BS
derio segreto? O un augurio che la
vita di quel batuffolo di carne fosse
davvero una "buona avventura ?".
Un 'avventura certamente lo fu e,
tutto sommato, si concluse anche
bene, tanto che Bronislao/Bonaven-
tura oggi è sugli altari; perciò fu
anche "buona" . Giovanni Markie-
wicz può esserne soddisfatto.
LA FORMAZIONE
Una vita non facile, comunque,
quella di Bronislao, costellata da
prove, come quando in periodi di
grandi ristrettezze mamma Marian-
na si vedeva costretta a preparare
come cibo per i figli delle radici di
gramigna! Quando giunse anche per
lui il tempo della scuola, il piccolo
sedette sui banchi con la grinta di
chi voleva arrivare lontano. Nem-
meno le vacanze riuscivano a fer-
marlo: nelle ore del tempo libero
era capace di arrampicarsi su un al-
bero con un libro per studiare in
santa pace, nascosto tra le foglie
della chioma. Tuttavia, finite le ele-
mentari, dovette fare pausa: il gin-
nasio che lui desiderava intrapren-
dere era troppo costoso per le finan-
ze familiari che già sostenevano gli
studi degli altri fratelli. Ma gli andò
bene, tutto sommato, perché la sosta
fu di soli due anni. Ciò che ricor-
derà di più di questo periodo delle
superiori fu la crisi di fede: "Mi
hanno rubato la fede in quinta clas-
se! ", scrisse lui stesso in una nota
biografica richiestagli dal suo Ve-
scovo. Le lezioni di professori atei

2.9 Page 19

▲back to top
padre Bronislaw Markiewicz, fondatore dei Micaeliti.
possono risultare micidiali, soprat-
tutto se, invece di insegnare a stu-
diare, costoro spacciano per verità
le loro convinzioni personali. Ma
anche questa volta lo sbandamento
durò poco. Un giorno cadde in gi-
nocchio e iniziò a pregare. E da al-
lora non smise più.
LA SVOLTA
Tant'è che poco dopo - precisa-
mente il 19 settembre del 1863 -
fece addirittura la domanda per en-
trare in seminario e il 22 dello stes-
so mese di quattro anni dopo , era
già sacerdote! Il lavoro pastorale lo
assorbirà al punto tale da non per-
mettergli di terminare i corsi univer-
sitari che pure aveva con impegno
iniziato. Ma qualcosa dentro lo la-
sciava insoddisfatto, spingendolo di
fatto verso la vita religiosa. Si deci-
se, nell 'autunno dell ' 87, dopo esse-
re stato parroco è professore di pa-
storale al Seminario maggiore di Pr-
zemysl, a partire per l'Italia con
l 'intenzione di entrare tra i "Teati-
ni": il servizio agli ammalati e ai
poveri lo attirava irresistibilmente.
Giunto a Torino, però, si fermò
dai salesiani, attratto dalla loro
fama. Voleva studiare il loro modo
di educare, e capire i loro metodi. A
suo tempo, avrebbero potuto tornar-
gli utili. All'Oratorio però dimen-
ticò i Teatini e approdò a San Beni-
gno Canavese, nel noviziato dei
figli di Don Bosco, dove emise i
voti nelle mani dello stesso fondato-
I Il cilicio, la cintura penitenziale
spesso indossata da padre
Bronislao.
re dell 'Oratorio. Ma nel '92 eccolo
di nuovo in patria, dove cercò con
tutte le forze di realizzare nella
realtà polacca l'idea del santo di To-
rino, dedicandosi ai ragazzi poveri,
abbandonati e orlani ... Il suo primo
ragazzo fu infatti un orfano, Andrea
Halat. Nell 'anno successivo Andrea
aveva già una trentina di compagni,
l'anno appresso più di 50, nel 97
erano arrivati a 75. La parrocchia
non bastava più, occorreva una
nuova casa per ospitarli. L'impresa
non era da poco, perciò fu interpel-
lata Torino. L' allora rettor maggiore
don Michele Rua inviò un "visitato-
re" nella persona di don Veronesi
perché si rendesse conto della situa-
zione. Costui ammirò il grande spi-
rito di lieta povertà che regnava nel-
l'istituto, si meravigliò non poco del
fatto che confratelli e orlani man-
giassero insieme, e rilevò che il nu-
mero degli ospiti era troppo elevato:
ne bastavano una ventina, per non
sobbarcare i confratelli a un super
lavoro. Così poco dopo gli giunse
l'obbedienza di procedere secondo
le osservazioni fatte. Fu un duro
colpo. Don Bronislao tentò di farri-
tirare quegli ordini ... Non ci riuscì,
ma non ebbe nemmeno il coraggio
di mandar via 65 ragazzi, né di se-
pararsi da loro creando due refetto-
ri. Però, non fece le cose di testa
sua. Prima di procedere interpellò il
suo Vescovo, monsignor Solecki, e
si confidò a lungo con il suo diretto-
re spirituale. Poi prese la decisione,
grande e sofferta, di fondare una
nuova congregazione. Da Torino, il
beato Michele Rua fece sapere al
Vescovo che, se l'avesse incardinato
nella sua diocesi, egli non avrebbe
posto ostacoli in vista della dispen-
sa dai voti.. .
SORPRENDENTE
SVILUPPO
Mentre le pratiche seguivano il
loro corso, con la calma tipica della
burocrazia, don Bronislao correva
come un treno per la sua strada,
com'è nella logica apostolica di tutti
i santi. I suoi orlanelli si avviavano
ormai alle 100 unità e c'era bisogno
di gente che si prendesse cura di
loro. Così egli fondò un'associazio-
I La statua della "Regina della
Polonia" che il beato si è fatta
fare ispirandosi alla Madonna
di Don Bosco.
ne di fedeli chiamata "Temperanza e
Lavoro", che odorava di salesianità
lontano un miglio, e nel 1903 aprì
una nuova casa a Pawlikowice vici-
no a Cracovia, sotto la guida di alcu-
ni membri della nuova società. In-
tanto a Miejsce, sua parrocchia e
culla della sua opera, egli continua-
va a sfornare le sue iniziative: co-
struì un mulino e nuove officine,
perché il numero dei suoi ragazzi
era in costante aumento e chiesa,
casa e laboratori erano troppo angu-
sti. Aprì poi un 'altra opera a Skomo-
rochy vicino a Leopoli. A conti fatti,
nel 1909 i tre collegi del padre
Markiewicz ospitavano 472 giovani.
si fermò qui. C'erano, abban-
donate e in pericolo, anche le ragaz-
ze. Comprò un terreno per costruir-
vi un istituto che diventerà la Casa
Madre della congregazione delle
Suore di San Michele Arcangelo.
Ormai era un personaggio pubblico,
conosciuto in tutta la Polonia. Ma,
mentre preparava le bozze di una
supplica al Santo Padre, nella quale
chiedeva l'approvazione per i suoi
Istituti come congregazioni religio-
se, colpito da un male incurabile,
morì il 29 gennaio 1912. Proprio in
questo mese di aprile 2005, il gior-
no 24, Giovanni Paolo II lo procla-
ma beato.
D
BS APRILE 2005

2.10 Page 20

▲back to top
Un'intervista al direttore di Tirana sulia situazione
UN PAESE CHE VA di Giancarlo Manieri
L'Albania è ora una
democrazia che propende
verso /'Europo. Fino
a qualche tempo fa
chiamarla democrazia
sarebbe stato un pesante
sarcasmo. Oggino!Ma
le difficoltà non mancano:
è sempre un 'impresa
titanica costruire una
forma di governo il cui
potere risieda nel popolo,
là dove il popolo ha
sempre contato poco
o nulla. .. In proposito
abbiamo intervistato
il direttore del Don Bosco
di Tirana.
I Un profugo kossovaro arrivato
ferito al campo rifugiati di Tirana
(la permanenza dei profughi
si è protratta per 100 giorni).
APRILE 2005 BS
Giochi tradizionali all'oratorio.
- Don Gianni, l'Albania è ormai
una vera democrazia, a suo pare-
re?
Certamente sta facendo grandi
passi in tale direzione. Gli inizi, co-
me sai, sono sempre difficili, tra in-
certezze e difficoltà. Basta pensare
al problema economico... Se sono in
crisi le forti economie occidentali,
puoi ben immaginare in che misura
lo siano quelle di un paese che solo
da pochi anni si è affacciato alla ri-
balta dell'economia liberale.
- Come sono gli stipendi degli
operai, degli impiegati...
Bassissimi. In ragione di 100/150
al mese, mentre il caro/vita è di po-
co inferiore a quello italiano. Il Pae-
se delle Aquile in fatto di produzio-
ne di risorse è poco aquila, purtrop-
po. Le famiglie, tutte numerose, de-
vono arrabattarsi a inventarle tutte
per sopravvivere. I giovani, che
escono dalle nostre scuole con una
qualifica di prestigio rispetto a quel-
le statali, non possono tuttavia spe-
rare in uno stipendio superiore ai
150 mensili. Ecco perché la spinta
migratoria è forte, e praticamente
inarrestabile, ben sapendo che in
L'entrata delle scuole
professionali di Tirana.
Italia lo stipendio di un operaio va
dai 1000 in su.
- Questa insicurezza fomenta an-
che il fenomeno del bandismo?
Naturalmente. Perfino qui all'O-
ratorio si formano bande in pochi
minuti. Basta un litigio tra due ra-
gazzi ed ecco formarsi subito due
gruppi: chi sta con l'uno chi con
l'altro. T'accorgi subito che appar-
tengono a quartieri e/o clan diversi
e il senso clanico ha il sopravvento ·
su qualsiasi altra considerazione. In-
somma in Albania il clan detta an-
cora le regole del gioco.
- Come può succedere?
Perché la cultura è ancora clanica
e dove il rapporto di parentela è de-

3 Pages 21-30

▲back to top

3.1 Page 21

▲back to top
nell'Albania democratica di oggi.
Profughe kossovare all'interno
di una delle tende del campo.
- Scuola di karate presso i salesiani.
tenninante nella fonnazione dei can.
In più, esiste un forte razzismo tra
gruppo e gruppo, tra montanari e
valligiani, tra contadini e cittadini,
tra nord e sud...
- C'è ancora qualche aggancio
nostalgico con il passato regime?
C 'è, sì. Lo puoi ben immaginare
data la situazione di precarietà eco-
nomica, politica e sociale. C'è
gente che ha nostalgia del vecchio
regime, dove almeno era assicurata
una certa parità sociale. Si stava
male, magari, ma "mal comune
mezzo gaudio". Caduto il regime, i
furbi e gli spregiudicati si sono ar-
ricchiti a scapito dei più deboli e
onesti che invece si sono ancor più
impoveriti. Questo fatto ha creato
rancori e propositi di vendetta, oltre
a incrementare il banditismo. Prima
c'erano più ordine e meno libertà.
Ora i fattori si sono invertiti e il
prodotto, ahimè, è cambiato di
brutto. E la correzione dilaga por-
tandosi dietro i mali propri di que-
sta infamia: l'abusivismo edilizio,
Un'istantanea dei salesiani
con l'ispettore a Tirana nel 2003.
le tangenti nemmeno tanto nasco-
ste, i raggiri, la comparsa della
mafia, il contrabbando di persone e
cose, il riciclaggio di denaro spor-
co, ecc. E ovvio che, soprattutto i
più anziani, abbiano qualche - e
forse non solo qualche - nostalgia
del passato regime. Si dice che nes-
suna moneta paghi la libertà, ma
mica è del tutto vero, a sentire i no-
stalgici "si stava meglio quando si
stava peggio!"
- E a livello religioso a che
punto siamo?
Ti 1ingrazio della domanda, quasi
l'aspettavo, mentre tu probabilmen-
te non ti aspetti la risposta che ti
darò. Dunque... tieni presente che il
75 % degli abitanti è di religione
musulmana, il 13% sono cattolici, il
12% ortodossi. Ebbene bisogna dire
a chiare lettere che si convive nel
massimo rispetto. E questo è un
dato davvero positivo, soprattutto se
confrontato con altri paesi musul-
mani. Anzi, devo dire che non c'è
solo rispetto, c'è addirittura collabo-
razione, per quanto possa sembrare
incredibile, date le pessime notizie
che giornalmente provengono da
altri Paesi musulmani.
- Come avete vissuto la guerra
del Kosovo?
Sono stati 100 giorni durissimi dal
punto di vista del lavoro e della sof-
ferenza. Bellissimi, non ti meravi-
gliare, sotto il profilo della solida-
rietà e della salesianità. Abbiamo
convissuto con 1500 profughi ac-
colti qui al Don Bosco. La vuoi sa-
pere per intero? Alcuni giornalisti si
rifiutavano di fare servizi nel nostro
campo perché dicevano che assomi-
gliava più a un bivacco estivo che a
un campo profughi. Qui funzionava
tutto a cominciare dalla scuola, or-
ganizzata da insegnanti kosovari an-
che loro sfollati. E quando, finita la
guerra il campo è stato smobilitato,
i profughi avevano le lacrime agli
occhi. Ci supplicarono con commo-
vente insistenza di andare nel loro
Paese ad aprire una scuola come
quella che avevano visto qui al Don
Bosco. L'abbiamo fatto. Ora c un
centro professionale a Pristina, che
spero visiterai.
- Vi ha toccato la polemica scop-
piata in Italia sugli aiuti umanita-
ri?
Quello che so è che i primi aiuti
umanitari giunti qui sono stati quelli
italiani. Dall'Italia sono anche arri-
vati volontari stupendi in genero-
sità. Ci hanno aiutato moltissimo.
Tanto ci basta. Gli eccessi ci saran-
no pure stati. Ma noi guardiamo al
positivo. Quello ci interessa. Le
scorte saccheggiate sono un brutto
episodio, che non oscura la genero-
sità e il bene fatto . Oltretutto, alcu-
ne vicende spiacevoli contro scorte
di magazzino avanzate sono scop-
piate solo dopo la partenza dei pro-
fughi kosovari. Molti albanesi han-
no dichiarato di averlo fatto perché
erano sicuri che tutto sarebbe anda-
to disperso o sarebbe marcito. Sai,
la burocrazia...
- Capisco. Dunque c'è stata del-
l'esagerazione giornalistica?
Credo di sl. Noi seguivamo quasi
5000 profughi: 3500 dentro e gli altri
collocati in famiglie qui attorno.
Beh, non ci è mai mancato nulla.
- Previsioni?
Sarà difficile raggiungere stabilità
e sicurezza ma l'Albania ce la farà...
e l 'Aquila volerà di nuovo libera nei
cieli d 'Europa.
D
BS APRILE 2005

3.2 Page 22

▲back to top
lettera .
ai giovani
IO OTU?
CHI DEVE CAMBIARE?
Carissimo,
Non ti ho mai visto con scarpe classiche ai piedi,
sempre in jeans e zainetto sulle spalle. Una mano
il più delle volte alle prese col telefonino.
Ho imparato a rispondere in gergo ai messaggini,
che come una pioggerella primaverile fecondano la
mia giornata e la nostra amicizia.
Domanda: chi deve cambiare'?
Tento di rispondere. Non sei tu che devi cambiare,
ma io stesso.
Non sono mai lo stesso. Non sarò mai lo stesso.
Mi sembra di avere l'andatura di un saggio orien-
tale per come sto esprimendomi.
Crescere e cambiare sono alleati.
Quello che oggi sono, non lo sono mai stato
prima.
Se vuoi conoscere il fiume, devi entrare nell'acqua.
Se vuoi avere la montagna come amica, devi pren-
dere il sentiero che sale.
Se vuoi diventare il mare, il sole, l'albero, devi met-
tere nel torrente d'acqua impetuosa, nel fiore
ubriaco di luce, nel seme avvolto dalla terra, la
voglia di diventare grande.
Cambiare, diventare grande,
perché mi sento incompiuto, non finito, a mezza
strada.
Vorrei toccare il cielo con un dito, se il cielo doves-
se un giorno cadere sulla terra, non ci farebbe del
male, ne avremmo un grande beneficio.
Il senso della vita è mettere insieme cielo e terra,
sogni e realtà.
Essere uno pur essendo due, sentirci diversi in
unità di vita.
Desiderare di cambiare è il sogno di ognuno.
Accettare di cambiare è la battaglia di tutti:
l'inverno mi dice: attendo la primavera
la notte mi sussurra: il giorno sta per arrivare
la pioggia mi consola: ti darò di nuovo il sole
la vita mi insegna: voglio diventare grande
Aff.mo
Carlo Terraneo
APRILE 2005 8S

3.3 Page 23

▲back to top
:••,:::::=••===••=:;;:;=;;~••==
• •••••••••••••••••••••
"'===:::-:-'.=====::;-, :
Una delle grandi imprese di comunicazione sociale, che
ha influssi significativi in tutta la congregazione e fuori, è
la libreria editrice ELLEDICI, con sede a Torino, che si è
specializzata nella "comunicazione della Parola".
1NSERTO
cviTVRA
••••
•••••••••••••••••••
ELLEDICI
UNA SIGLA PER LA PAROLA
di Mario Filippi
•••••
Sessantacinque anni di impegno nella divulgazione della "Parola"
attraverso libri, sussidi, riviste, collane, diapositive,
audio/musi/videocassette, cd-rom, convegni, giornate di studio, mostre,
gare catechistiche... La produzione di una grande impresa
di comunicazione.
L'ingresso principale dell'Editrice e del Centro.
••••••••••••••••••
•••••
.•••••
•••
••••••••••••••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS APRILE 2005 • • •

3.4 Page 24

▲back to top
·••· · · · • • ! • • · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · ·
ELLEDICI
•••••••••
l f avventura della ELLEDICI co-
mincia nel 1939. In luglio il
Rettor Maggiore dei salesia-
ni don Pietro Ricaldone dà vita
all ' Ufficio Catechistico Centrale
na Cristiana [LDC] al Colle Don
Bosco. Impegno subito mantenu-
to . La nuova Editrice inizia con la
produzione di testi di catechi-
smo, di sussidi per la formazione
del rinnovamento conciliare (so-
no i fortunati anni del Concilio
Ecumenico Vaticano 11), assumen-
do numerose iniziative di anima-
zione e di formazione, contri-
Salesiano sotto la sua diretta di- degli insegnanti di religione e dei buendo alla stesura del Docu-
pendenza, che lavora anche du- maestri di catechismo e di vari mento di base (1971) e alla reda-
rante la guerra. Nel 1945-46, l'uf- materiali audiovisivi. Nel 1943, zione dei nuovi Catechismi nazio-
ficio prenderà il nome di Centro in piena guerra, viene annunciata nali con la pubblicazione di una
Catechistico Salesiano (CCS), con la collana Lux che stamperà poi grande produzione di guide, testi e
sede a Valdocco. Si incomincia circa sette milioni di copie degli sussidi per la catechesi parrocchia-
con la realizzazione di sussidi di- 80 libretti. Si promuove intanto la le e per l'insegnamento scolastico,
dattici, testi e filmine, «giornate fondazione di librerie salesiane a dando vita a diverse riviste riguar-
del catechismo », convegni , con- Torino, Verona, Ancona, Cagliari , danti l'educazione e l' evangeliz-
ferenze, mostre, gare e dispute ca- Messina, e si prendono contatti zazione, la liturgia e la Bibbia, il
techisti che, nelle case della con- editoriali con Spagna, Argentina, magistero e la spiritualità, la co-
gregazione salesiana, in quelle Brasile, Stati Uniti, India, Cina e municazione e l'animazione, la
delle Figlie di Maria Ausiliatrice e Giappone.
musica liturgica e ricreativa. Con-
in numerose diocesi italiane. Si Nel 1961 , data la vorticosa atti- temporaneamente aumentano sia
avverte subito la necessità di un vità, viene istituita una comunità le produzioni LDC di filmine e
progetto editoriale . L' 8 dicembre salesiana attorno alla CCS e al- audiovisivi , sia le pubblicazioni
1941, don Ricaldone con il Capi- l' editrice LDC, con sede nel nuo- che si rendevano mano a mano
tolo superiore (oggi "Consiglio ge- vo grande edificio costruito appo- necessarie o opportune. L'editrice
nerale") dalle "camerette di Don sitamente a Leumann (TO). La assume un suo identikit, spazian-
Bosco" promette, tra le altre cose, nuova opera si pone immediata- do e imponendosi per qualità
di fondare la Libreria della Oottri- mente e con decisione al servizio nell ' editoria cattolica italiana.
'
- Libreria ELLEDICI di Rivoli (TO).
La nuova libreria di Milano.
• • APRILE 2005 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.5 Page 25

▲back to top
,.
·•···················~···································································
Il direttore generale, don Mario Filippi (4° in piedi
da sinistra), con i direttori delle filiali.
Seminario del CEC nella sala "Don Bosco".
UNA CRESCITA
sani e laici) in Bibbia e liturgia, LA PRODUZIONE
ESPONENZIALE
catechesi e pastorale, insegna-
mento della re ligione cattolica
Tre i settori significativi che as-
Le tre realtà principali dell'o- (IRC), .spiritualità e cultura reli- sorbono le migliori energie di sa-
pera di Leumann assumono con
il Giubileo 2000 nuovi marchi e
denominazioni. Il CCS viene
chiamato Centro Evangelizzazio-
ne e Catechesi "Don Bosco"
giosa, pedagogia e animazione,
musica e canto liturgici e ricrea-
tivi. Si promuovono e organizza-
no convegni, corsi, seminari per
la formazione dei catechisti e
lesiani e laici: i Periodici, con 1O
riviste per la catechesi, l' inse-
gnamento della religione, la fa-
mi glia, il mondo giovanile; i Li-
bri, con pubblicazioni di testi e
••
(CEC), la LDC cambia in Editrice degli insegnanti di religione; ven- sussidi, commentari e strumenti
ELLEDIC/, e le librerie filiali so- gono diffuse idee e avanzate pro- vari, volumi di studio e di divul-
no organizzate in Rete delle Li- poste attraverso ben dieci riviste gazione; il Multimedia, con dia-
brerie Don Bosco. 11 cambio specializzate in vari settori. Ci si positive e videocassette, cd mu-
delle sigle è accompagnato, pri- avvale della collaborazione di sical i e cd-rom ... A oggi, l'editri-
rha e dopo, dal progettato rilan- istituzioni universitarie civili ed ce conta in catalogo circa 4000
cio del le tre realtà, senza di cui ecclesiastiche. Il gruppo dei laici titoli. Meritano un cenno le più
a nulla servirebbe variare deno- impeg nati a tempo pieno nell'o- prestigiose pubblicazioni. Nel
minazioni o marchi. Si occupa- pera condivide finalità e missio- campo dell'"Evangelizzazione e
no delle innumerevoli attività la ne in particolare nella sede cen- catechesi ", di particolare valore
comunità SDB con una trentina trale dell'Editrice e nella rete di · è il Dizionario di Catechetica,
di membri e un centinaio di laici librerie, offrendo la propria com- con 369 voci preparate da 128
(uomini e donne) impegn ati nel- petenza e professionalità in vari esperti di 18 nazioni, punto
la sede centrale e nella rete di li- settori: giornalistico, editoriale, fermo su che cosa pensare e
brerie. Nel CEC operano e colla- commerciale, informatico, ammi- come fare la catechesi. Nell 'am-
t;iorano esperti (salesiani, dioce- nistrativo.
bito dell"' lnsegnamento della
- La libreria ELLEDICI di Genova.
.
- I periodici ELLEDICI.
.
.•••••••••••••••••••••••••
2005 • • • • • • • • 1t • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS APRILE

3.6 Page 26

▲back to top
.•••rr=·=••E=L=L=E-=D-I=C••=I~=:=~=~ =••=::;,~;:·:=~\\=:._=_=E=L=L=E=D=IC=••==••==••==••==••==••=-=••==••==••-=••==••==••==••:-=••:::;-,•••••••
-:-;_-- :·:.~
a ,: ·~
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
- Stand ELLEDICI alla "Fiera del libro 2002" di Torino.
La biblioteca del Centro.
Religione Cattolica" (IRC), l'Edi-
trice propone numerosi corsi di
Religione pe r ogni ordine di
scuo la e pubblica, a sostegno
della formazione insegnanti, le
riviste L'ora di religione per la
Scuola Materna ed Elementare e
Insegnare religione per la Secon-
daria inferiore e superiore . Con
le editrici laic he 11// Capitello" e
"Piccoli", coedita testi scolastici
cli reli gione e sussidi parascola-
stici. Nel settore biblico, è note-
vo le la Traduzione interconfes-
sionale della Bibbia in ling ua
corrente, realizzata da un grup-
ricreativi sia per ragazzi sia per
giovani e si dispone di una serie
di collane per la formazione
degli educatori e animatori. Di
partico lare interesse i d izionari
di Pastorale giovanile, di Scien-
ze dell'educazione e La Comu-
nicazione. Notevole anche la
produzione di sussidi per l'ani -
mazione e dei periodic i per ra-
gazzi (Mo ndo Erre) e per giovani
(Dimensioni nuove). Nel settore
dell'animazione liturgica e spi-
ritualità, sono noti i Messa lini
feriali e festivi con brevi com-
•d -?i./
'!lllCO
La collana "Logos" .
gion i, e l'Enciclopedia di bioeti-
ca e sessuologia. Quanto a Don
Bosco e al suo carisma, sono
po di specialisti, che ha riscosso menti, e La famiglia cristiana numerose le biografie sul santo
un notevol e successo di vendite: nella casa del Padre, unica nel dei giovan i (per tutte le età), i
500000 copie della Bibbia ; un suo ge nere in Italia, con un re- testi di studio sui suoi scritti, le
milione di copie del Nuovo Te- pertorio di 800 canti per la litur- biografie dei santi e beati della
stamento, oltre 500 000 copie gia. Nell'ambito del tempo li- famiglia sa les iana. Due vo lumi
dei Vangeli e Att i.
bero e organizzato, il cata lo- di particolare importanza sono
go offre sussidi per l'animazione stati scritti dall'ottavo successo-
LE AREE
espressiva, libri e cd -rom per il re di Don Bosco, don J.E. Vec-
disegno finalizzato alle attività chi: / guardiani dei sogni con il
Nell'area dell'educazione e parrocchiali e catechistiche, rac- dito sul mouse e Spiritualità sa-
.•••••••••
animazione sono stati pubblicati co lte di giochi fo rm ativi e ri-
molteplici strumenti formativi e creativi a livell o individuale o di
gruppo per tutte le età, libretti di
barzellette e indovinelli. Nella
sezione magistero, teologia, re-
ligioni il catalogo offre una serie
molto amp ia di documenti re la-
tivi al magistero della Chiesa,
studi e sussidi di teologia e cli
particolare interesse una collana
di libri sulla bioetica e una di
cultura religiosa. Per tutti citia-
mo il Manuale di teologia mora-
Librai ELLEDICI in un corso
di formazione.
le. Non si possono poi dimenti-
care l' Enciclopedia delle Re/i-
--======------ ------
_.;;;=======~ . lesiana. Diversi vo lumetti pre-
sentano e spiegano la pedagogia
salesiana e il "s istema preventi-
vo". Un ' ideale continu az ione
delle " Letture Cattolic he", ini-
ziate da Don Bosco, è la co ll ana
Mondo nuovo, giunta ormai a
ben oltre 200 vo lumetti su vari
argomenti di interesse format ivo
e religioso .
Mario Filippi
Per saperne di più:
www.elledici.org
••••••••••••••••••••••••••
• • • APRILE 2005 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.7 Page 27

▲back to top
UNA CULLA PER
I NOSTRI ADOLESCENTI
di Jean-Fronçois Meurs
earo Doctor J.,
((
mio . figlio Giulio,
15
anni, ha passato una
settimana bianca «un po' particola-
re » con i suoi compagni di classe.
Hanno vissuto soprattutto la notte.
Quando è rientrato, in effetti, ha
trascorso tutta la settimana con
orari del tutto sfasati. La sua gior-
nata iniziava, praticamente, al
pomeriggio, poiché si alzava tardis-
simo, ed era convinto di avere il
diritto di terminarla tardissimo. Dal
suo punto di vista non aveva tutti i
torti, perché la stessa cosa faceva-
no i suoi compagni: come mio
figlio, essi cominciavano a vivere
quando noi già pensavamo di
andare a letto. Perciò, non siamo i
soli genitori a dover fare i conti con
simili problemi! Poiché ormai si sta-
va avvicinando la fine delle vacan-
ze e il rientro a scuola, l'abbiamo
forzato ad alzarsi dal letto alle 9
anche il sabato e la domenica. Cer-
chi di immaginare le proteste:
"Lasciatemi in pace almeno durante
il week-end!". Ma bisognava che si
preparasse alla levata de,/ lunedì
mattina, alle 6,45, quindi siamo sta-
ti inflessibili. Quel lunedì, dunque,
quando è rotolato giù dal letto,
manco a dirlo a/l'ultimo momento,
sembrava uno zombi e noi genitori
oscillavamo tra l'irritazione e la risa-
ta. Era tardi, perciò non è riuscito a
trangugiare nulla, a parte un succo
di frutta in tutta fretta . Suppongo
che abbia avuto difficoltà a con-
.centrarsi in classe. Eppure, quella
stessa sera, non aveva alcuna
voglia di andare a letto. L'abbiamo
costretto a coricarsi alle 2 1, ma
dopo pochi minuti l'abbiamo sentito
che scendeva in cucina per una
visita al frigo . Alla fine, ci ha confi-
dato che da parecchi mesi aveva
difficoltà ad addormentarsi, ecco
perché nei giorni di vacanza non si
svegliava mai prima delle 1O o le
11. Le dirò, caro Ooctor J. , che
questo ci meraviglia un po ', noi
avevamo sempre pensato che gli
adolescenti non avessero problemi
di sonno e che potessero recupe-
rare rapidamente le ore perse. A
quanto pare, non è così. Lei che
ne pensa?
Domenica, Barletta
Cara Domenica,
la constatazione è generale: gli
adolescenti sovente dormono male
e in ogni caso dormono troppo
poco. La media giornaliera di ore di
sonno è in costante diminuzione da
un secolo a questa parte (ormai è
scesa del 20% secondo le stime
più accreditate). E questo, è ormai
appurato, è legato a nuove abitudi-
ni sociali e culturali come l'invaden-
za massiva della televisione, coniu-
gata a una maggiore permissività
dei genitori: sono , infatti , sempre
più numerosi gli adolescenti che in
camera hanno la televisione e s'ad-
dormentano con l'apparecchio ac-
ceso!
/~ f
1 /,
I .......,!!!li=iio_
L'adolescente non ammetterà . la musica! Ora, questo rumore di-
mai di aver bisogno di dormire , sturba il sonno profondo, frammen- ·
che invece è cosa assolutamente tandolo . È bene riflettere che la
necessaria. Non solo non lo am- qualità del sonno riguarda tutti : i
mette, ma purtroppo non soddisfa genitori che devono vi.gilare sulle
questo suo bisogno ... In questo buone abitudini e i ragazzi che de-
modo crede di poter conquistare la vono convincersi della necessità di
sua autonomia. Siccome vuol fare tot ore di sonno . Bisogna tener
un mucchio di cose , dormire gli presente che le mattinate passate .
appare come una perdita di tem- a letto nei giorni di vacanza non
po . Oggigiorno le attività culturali e fanno che aggravare le difficoltà di
quelle del tempo libero si sono svi- addormentarsi e la tendenza alla
luppate più la sera e la notte che sonnolenza diurna per il resto del-
durante il giorno, e quasi tutti i la settimana.
nostri adolescenti hanno ormai la
camera zeppa di cose che coope- La mancanza di sonno può
rano a mantenerli svegli : la televi- anche assumere delle forme
sione, il computer, il videoregistra- patologiche . Ogni adolescente
tore, il cellulare, la musica, il DVD, conosce moménti d'insonnia, legati
i fumetti ... Senza tener conto, poi , a preoccupazioni tipiche dell'età o
di comportamenti che favoriscono causati da stress. L'insonnia croni-
una cattiva igiene del sonno: la ca può anche essere legata a qual-
caffeina , la sigaretta, l'alcol , o che depressione, il che , ancora una
qualche eccitante più o meno leg- volta, non è raro negli adolescenti.
gero .
Questi turbamenti meritano dunque
un'attenzione anche a livello psico-·
Per l'adolescente, il fatto di an- logico, prima che si radichino nella
dare a letto tardi è un privilegio personalità.
da adulto . E quando va in came- I sonniferi classici non sono affatto
ra , gli piace restare a lungo sve- efficaci contro queste fo rme d'in-
glio , mentre il resto della famiglia sonnia. È perciò molto meglio evi-
dorme : si sente libero , padrone di tarli. Si può ricorrere alla cronote-
casa. A volte, il fatto di ritardare di rapia: anticipare un po' alla volta il
andare a dormire fa parte della cri- sonno, o ritardarlo, prima di rego-
si adolescenziale: è un modo di larizzarlo. Infine, secondo le ricer-
rimarcare la sua opposizione ai che che hanno per oggetto la salu-
genitori . Alcuni adolescenti si la- te, gli orari scolastici sono inappro-
mentano dei rumori della casa o di priati: la scuola non dovrebbe co-
quelli dell 'esterno, ma in realtà il minciare prima delle 9, se si vo-
rumore fa parte del loro universo : gliono rispettare ritmi biologici
molti si addormentano ascoltando dell'adolescente.
O
BS APRILE 2005

3.8 Page 28

▲back to top
Una scuola delle Figlie di Maria Ausiliatrice
LA FRONTIERA
DEGLI INVISIBILI
di Maria Antonia Chinello
I
Austin (Stati Uniti). L'incrocio
attorno a cui si articolano i servizi
della Parrocchia Cristo Rey. ·
Se non fosse per le parole di
suor Martina e delle sue sorel-
le, che ci accompagnano, non
scopriresti una realtà sommersa, di-
scretamente nascosta ai crocicchi
delle strade, sommessamente noma-
de per le vie dei quartieri residen-
ziali alla periferia della città. L'altra
faccia dell'America.
Gli uffici della Patrncchia Cristo
Rey di Austin sono distribuiti ai quat-
tro angoli della strada e disegnano il
quadrilatero della solidarietà e del-
l'accoglienza. Anticamente, il Texas
era territorio messicano. La conqui-
sta della terra da parte degli ameri-
cani non ha cancellato le antiche ra-
dici, che si rivelano nei cognomi e
nei tratti somatici della gente. «Qui
tutti parlano spagnolo», conferma
padre Larry, il parroco che, con altri
quattro frati francescani minori, è
artefice di un miracolo quotidiano
APRILE 2005 BS
fatto di gesti e pai·ole di amore. Ac-
canto a loro, da alcuni anni, c'è una
piccola comunità di Figlie di Maria
Ausiliatrice: suor Martina, suor Ro-
sa, suor Emma e suor Guadalupe.
«L'esigenza di aprire una presen-
za - spiega suor Martina, animatrice
della comunità - così vicina alla
frontiera con il Messico è stata det-
tata dall 'aumento del fenomeno del-
!'immigrazione dai paesi dell ' Ame-
rica Latina verso gli Stati Uniti». Vi
arrivano in molti, attraversando
ormai sempre più clandestinamente
la frontiera, posizionata geografica-
mente a circa due ore più a sud, nei
pressi di Laredo. Le politiche dello
Stato del Texas, come quelle di altre
parti del mondo, si sono fatte infles-
sibili, e non è più così facile e scon-
tato "trovare lavoro, casa, pane"
negli Stati Uniti.
La parrocchia Cristo Rey, di fron-
Austin è la capitale del
Texas, uno tra i più grandi
stati dell'America che,
insieme a Ca/Jfornia e
Arizona, condivide la linea
di frontiera con il Messico. ·
Varcarla, dicono, è
trovarsi in un altro
mondo: impoverimento,
disoccupazione,
emargmazJOne,
immigrazione. Con le
Figlie di Maria Ausiliatrice
di Austin abbiamo
percorso le strade della
città e abbiamo incontrato
giovani e anziani, donne
e uomini, bambini
Un popolo di invisibili che,
come in un viaggio di
ritorno, chiede
riconoscimento
e cittadinanza.
te al bisogno di chi, anche favorito
dal buio della notte, bussa alla porta
per chiedere asilo e cibo si è interro-
gata e ha attivato una serie di servizi
e di iniziative volte ad accogliere,
promuovere, sostenere il cammino
di interi nuclei familiari, eh~ vivono
sulla propria pelle la condizione di
"emigrante".

3.9 Page 29

▲back to top
in Texas modello di interculturalità.
I Austin (Stati Uniti). La comunità FMA
con Padre Larry, parroco francescano,
davanti alla chiesa parrocchiale Cristo Rey.
I Austin (Stati Uniti, da destra), suor Martina, suor Wilma
e padre Larry con un giovane davanti alla Casa
del Giovane della Parrocchia Cristo Rey.
LA PARROCCHIA
DEI 4 CANTON I
«I servizi della parrocchia sono
distribuiti ai quattro angoli - spiega
suor Rosa -. La chiesa parrocchiale
ha annessi gli uffici del Centro La
Fuente, dove si trovano gli ambienti
più direttamente coinvolti con la
dimensione sociale: apprendimento
della lingua, formazione professio-
nale ed educazione religiosa, centro
di ascolto e di prima accoglienza; di
fronte, dall ' altro lato, ci sono quelli
per l'animazione liturgica, la cate-
chesi e l'evangelizzazione. Ancora,
attraversata la strada, gli uffici par-
rocchiali e, infine, per fare quadra-
to, la casa dei giovani con il centro
per gli aiuti e la grande sala per la
mensa comunitaria».
Dietro alle parole di suor Rosa, si
coglie l' articolazione di una missio-
ne affidata a laici e religiose, volon-
tari e sacerdoti che hanno fatto della
parola "costruire una casa comune"
l'obiettivo principale.
«Non potremmo fare questo - in-
terviene suor Emma - senza una
continua ricerca e analisi della si-
tuazione e, soprattutto, un costante
lavoro di ascolto e di coordinamen-
to tra noi, i francescani, i laici e le
laiche, i giovani. L'emigrazione è
solo la decisione finale di un cam-
mino lungo e doloroso che riassu-
me l'abbandono della propria terra,
della casa, degli affetti familiari,
delle proprie radici culturali e lin-
guistiche ».
DARE VISIBILITÀ
«La nostra giornata.. . m1zia alla
sera - racconta suor Martina -. È
solo con il favore del buio, che la
gente esce dall 'invisibilità e allora
uomini e donne prendono corpo,
volto e nome. Dopo giornate dLfati-
ca, vissute alla ricerca di un lavoro
oppure in occupazioni sommerse,
come la costruzione di edifici, stra-
de, adulti e bambini, uomini e donne
si ritrovano in parrocchia e si distri-
buiscono nei vari progetti attivati».
Un percorso preferenziale è quel-
lo dell'educazione religiosa: prepa-
razione ai sacramenti dell ' iniziazio-
ne cristiana, incontri di preparazio-
ne al matrimonio, gruppi di ascolto
della Parola e di educazione alla
fede. «Il nostro lavoro educativo, ac-
canto a quello della parrocchia -
precisa suor Rosa - si basa sulla
convinzione che non si possono
perdere o misconoscere le proprie
radici culturali. n dialogo con la
cultura che accoglie è fondamentale
per promuovere la persona e aiutar-
la a ritrovare se stessa, anche se in
un nuovo contesto».
I GIOVANI DEL "SENZA''
Suor Guadalupe è incaricata del-
la pastorale giovanile: «I giovani
sono i più colpiti dal fenomeno
dell'immigrazione. Sono loro i pri-
mi che, con il coraggio e l' intra-
prendenza che contraddistinguono
proprio l'essere "giovani", lasciano
i loro paesi, anticipando e prepa-
rando a lungo termine l ' arrivo dei
genitori e degli altri componenti la
famiglia. Purtroppo, quando arriva-
no qui sono senza identità, senza
lavoro, senza casa, senza risorse eco-
nomiche ».
Per questo è stata allestita la ca-
sa del giovane: ci sono alcuni spa-
zi per dormire e riposare, ambienti
in cui incontrarsi e stringere amici-
zia, pregare e confrontarsi sull' av-
venire.
«La nostra missione - continua
suor Martina - è quella di essere
accanto a storie di dolore e di
fuga, di incertezza e di paura, e di
far intravedere una possibilità di
riscatto, di educazione e promo-
zione, di dignità. È una missione
che ci riporta al centro della nostra
decisione di donare tutta la vita
per i giovani, i più piccoli e i po-
veri - afferma suor Emma -. La
nostra preghiera e le nostre giorna-
te sono abitate dai volti e dalle sto-
rie che ascoltiamo, avviciniamo.
Non abbiamo sempre le risposte
pronte, ma sentiamo di crescere
nell'umiltà di un dono che si offre
come serenità, riconoscimento dei
propri diritti: casa, amore, futuro ».
o
BS APRILE 2005

3.10 Page 30

▲back to top
IL
IYIESE
IN
LIBRERIA
Moton\\e
o cuto di Giuseppe
GLI
APOCRJ:FI
DELL'ANTICO C IJJ:l. NUOVO TCST.~MtNTO
LA 8 1/JBfA Cl i{; NON f U SCkJTTA DA DIO
PIEMME
GLI APOCRIFI
dell'Antico e del
Nuovo Testamento
(a cura di Erick Weidin-
ger)
PIEMME, Casale M. (Al)
2004, pp. 756
Si tratta della "Bibbia che
non fu scritta da Dio" e
che quindi non entra nel-
l'elenco ufficiale dei libri
sacri. Il libro spiega per-
ché si dovrebbero legge-
re anche gli scritti "na-
scosti" (=apocrifi): molte
tradizioni cristiane han-
no le loro radici negli
. apocrifi e molte raffigu-
razioni dell'arte sacra si
sono ispirate a essi. Per
la sua comprensione ,
ogni testo è accompa-
gnato da un'introduzio-
ne, in cui si trovano indi-
cazioni sulla sua fortuna
nella vita della Chiesa.
In questa scelta si sono
accolte solo opere la cui
trasmissione permette di
ricostruire racconti e sto-
rie in un insieme signi-
ficativo. Esse danno l'i-
dea dell'immenso debito
che la nostra tradizione
religiosa e culturale ha
nei confronti della lette-
ratura apocrifa, che ha
anche di un alto valore
letterario e culturale.
~~~
ALL'UOMO
LA NUOVA
EVANGELIZZAZIONE
di Natale Campana
Ed. Segno,Tavagnacco (Ud),
2004, pp. 74
Il testo insiste sulla Nuova
Evangelizzazione. Il motivo
è che oggi l'incredulità non
è di pochi come nel passa-
to , ma sta diventando una
specie di epidemia di mas-
sa. Il fenomeno, in un mon-
do globalizzato, obbliga i
credenti a riaffermare que-
sta scelta perché essi rive-
dano la propria immagine
di Dio, di Gesù Cristo, del
suo vangelo, della sua
Chiesa, e sappiano vivere
testimoniando Cristo nella
società. L'incredulità è con-
tagiosa quando ci si lascia
contagiare , ma pure la fe-
de deve essere contagio-
sa, pronta ad affrontare le
sfide che vengono dal re-
gno del male. Certamente
Cristo troverà la fede ritor-
nando nel mondo, se i cre-
denti si lasceranno conta-
giare dalla fede e non ce-
deranno alle tentazioni del-
l'indifferenza.
'QU/\\NOO IL f'IOLIO Ol!LL\\JOMO
v mm A. 'mOVEl'IÀ LII l 'EDE SULL/\\
TEHHA'r(LC 18 ,til
LA NUOVA
EVANGELIZZAZIONE
L'EBRAISMO MODERNO
di Massimo lntrovigne
e J . Gordon Melton
ELLEDICI, Leumann (To)
2004, pp.236
-
La letteratura sugli ebrei è
immensa, ma scarseggiano
le panoramiche sul mondo
contemporaneo e sulle cor-
renti, tra loro spesso diver-
sissime, che costituiscono
l'Ebraismo in Israele, in
Europa e negli USA. Il te-
sto parte dall'emancipazio-
ne politica degli ebrei nel-
1'800 e segue la divisione
del mondo ebraico in cor-
renti distinte e separate: i
riformatori, i conservatori,
gli ortodossi, mettendo or-
dine fra le molteplici com-
ponenti. Esamina la proli-
ferazione dei movimenti
neo-ebraici e degli incroci
attuali fra ebraismo e New
Age. Il libro affronta contra-
sti fra ebrei secolaristi e re-
ligiosi , chiedendosi infine
"chi è" e anche "chi sarà"
veramente un "ebreo", con-
cludendo che . l'ebraismo
contemporaneo è un mo-
saico di etnie, posizioni e
culture diverse.
METAMORFOSI DELLA
PERSONA
Il soggetto umano
e non umano in bioetica
di Giuseppe Savagnone
ELLEDICI, Leumann (To)
2004, pp. 126
Il testo mette in luce le di-
verse concezioni della per-
sona che stanno dietro i
grandi problemi di cui si di-
scute nel dibattito bioetico
(aborto, fecondazione assi-
stita, sperimentazione sugli
embrioni, eutanasia) , met-
tendole a confronto e tiran-
do, alla fine, un bilancio cri-
tico. Il linguaggio accessi-
bile , unitamente alla se-
rietà della documentazio-
ne, ne fanno uno strumen-
to di lavoro utilissimo per
quanti vogliono andare al
di là delle polemiche SU·
perticiali e rendersi conto
della posta in gioco nelle
controversie attuali, che
non è solo morale, ma ri-
guarda la visione dell 'esse-
re umano a cui la nostra ci-
viltà intende ispirarsi. L'au-
tore si rivolge a docenti ,
operatori sanitari, educato-
ri che desiderano educare
"tutto l'uomo".
GIUSEPPE
SAVAGNONE
ME·TAMORLFOASI
APRILE 2005 BS

4 Pages 31-40

▲back to top

4.1 Page 31

▲back to top
~~~
MARIANA
IL MAGNIFICAT
DI DON ALBERIONE
MIGRAZIONI E DIRITTI
UMANI
BUONANOTTE CON LE
STORIE DELLA BIBBIA
di Bru no Simonètto
a cura di Graziano
di Tim Dowley, illustrato da
San Paolo, Roma, 2004
pp. 148
Battiste Ila
Urbaniana University
S. McFetridge Britt
ELLEDICI/PICCOLI
Press, Roma, 2004
Per rinfocolare la devozio- pp. 162
Leumann (To) , 2004
pp . 256
ne mariana può essere
utile questa monografia, Le migrazioni nei vari paesi
sorta in vista del 50° della del mondo puntano in dire-
Dedicazione del Santuario-
Basilica "Regina Apostolo-
rum" in Roma.
zioni diverse, spesso con-
trastanti. Eppure, sono uno
dei fenomeni sociali più ri-
levanti nel mondo contem-
poraneo. Sono circa 175
milioni i migranti in cerca di
lavoro e di sicurezza, spes-
so in situazioni di preca-
rietà, senza protezione ade-
guata, discriminati sul lavo-
ro e nella vita sociale. Ca-
renze di politiche migrato-
rie e di ordinamenti giuridi-
ci impongono di situare il
fenomeno nell'alveo del di-
ritto umanitario che supera
Il testo rievoca ragioni stori-
che e teologiche della parti-
colare devozione di don Al-
berione e della Famiglia
Paolina. Il fondatore sente
che è necessario parlare
e far parlare di Maria, e
ascoltare le lezioni di que-
sta impareggiabile educa-
trice . Fonda una rivista che
continua fino all'anno suc-
cessivo , quando assume il
titolo "La Madre di Did'.
Don Alberione , che ne fu
collaboratore fedele soprat-
tutto negli anni maturi (dal
1953 al 1963 quasi ogni
numero porta un suo arti-
colo), amava riesaminare
spesso il cammino percor-
so e abbozzare dei bilanci
su questo periodico che eb-
le limitazioni derivanti dalla
regolarità dei loro status.
Ma come si coniugano di-
versità e uguaglianza? Quali
sono i fondamenti etici degli
stessi diritti umani? Questio-
ni che il testo affronta in
confronto con il rapporto
della Costituzione sui diritti
dei migranti e con l'ordina-
mento italiano ed europeo.
a_ u ,.,. o I! l'I N I e I
M1at11AZ IONI
D IRITTI UM A NI
l;i,,t90. 0rUNIM . . . . . .
e,
1 "1UJ-''1"•0•H I.Jl"\\
Si tratta di un piccolo ma
prezioso libretto, deliziosa-
mente illustrato. Gli autori
raccontano , con un lin-
guaggio semplice e imme-
diato, alcune storie bibliche
che consentono ai bambini
di muovere i primi passi in
quel meraviglioso mondo,
insieme alle persone che li
amano. La caratteristica
sta nel fatto che il racconto
è costituito non da una fa-
vola, ma da un avvenimen-
to biblico che ha un vero
significato religioso rivela-
to, e che tale narrazione
costituisce anche una gran-
de verità pedagogica che
oggi deve essere riscoper-
ta da tanti genitori cristiani
(buoni educatori!) , per per-
mettere anche ai piccoli di
accostare un testo di valo-
re storico mondiale con la
capacità di comprenderne
il valore interiorizzando le
esperienze dei protagonisti
dei vari racconti.
be sempre fra i più cari.
N SI FA VENDITA PER
~gRRISPONDEN ZA. I l1bn
che vengono segnalati s1pos-
sono acquistare presso le ~bre;.
rie cattoliche o vanno ne ies i
direttamente all e rispettiv e
Editrici.
Fondazione
DON BOSCO
NEL MONDO
Ente autorizzato a riceve-
re tutte le offerte per le
OPERE E MISSIONI
SALESIANE .
Gestisce:
ADOZIONI
A DISTANZA
Aiuto ai bambini più poveri
senza allontanarli dalla fa-
miglia né privarli della loro
cultura.
Permettono di aiutare al-
cuni ragazzi e giovani sa-
lesiani senza mezzi per
completare la loro forma-
zione o il corso di studi in-
trapreso.
FONDO VOCAZIONI
Destinato all'aiuto di un
giovane lungo gli anni della
sua preparazione al sacer-
dozio o alla vita religiosa.
INTENZIONI
SS MESSE
Si celebrano messe or-
dinarie o gregoriane (30
messe continue, una al
giorno) secondo le inten-
zioni dell'offerente.
COME?
Le offerte vanno inviate -
indicando sempre la causa-
le - a FONDAZIONE DON
BOSCO NEL MONDO· ONLUS
ccp n° 36885028
oppure
Bonifico Banca Intesa
CIN P; n° 3263199
ABI 03069 - CAB 05064
oppure via Internet:
BancoPostalmpresa
www.poste.it sul conto
n° 36885028 ABI 07601 -
CAB 03200
http://in-impresa.it/cor-
porate/imprese/
conto: P 03069 05064
00000326163199
BS APRILE 2005

4.2 Page 32

▲back to top
Ll/1/E
-
Un profilo del maestro Giovanni Zanovello, classe 1896, morto a Treviglio nel 1972.
UNSANTO,
SISSIGNORII
di Giancarlo Manieri
- Il volto eterriamente sorridente di Giovanni Zanovello.
Un percorso, quello di Zanovello,
durato 50 anni e riconosciuto da
ben tre onorificenze: il cavalierato
al merito della Repubblica, la
Medaglia d'oro di Benemerenza del
Ministero della Pubblica Istruzione,
la Medaglia d'oro del Comune di
Treviglio.
gezza e di Dio, considerava quegli incontri il suo
lavoro di pensionato.
Quando sedeva in cattedra, insegnava con il sorriso
sulle labbra ma esigeva che ciascuno degli alunni ,
anche il più scapestrato, facesse il proprio dovere
fino in fondo e non lo mollava per nessuna ragione .
Quanti ne ha "salvati' questa sua caparbia insisten-
za! Non risparmiava nemmeno qualche solenne rab-
buffo che assomigliava più a una sceneggiata che a
una sfuriata. Tant'è che non faceva paura: era il
segno del suo dispiacere per non essere riuscito a
"cavar fuori' il meglio da quelle teste calde! Erano i
momenti in cui più spesso gli uscivano certe colorite
espressioni in dialetto veneto. I ragazzi capivano.
Eccome! Chi ha frequentato la scuola salesiana e lo
ha avuto come insegnante-educatore ripete ancora a
L o chiamavano Maestro dei maestri. Perché
Zanovello era maestro a più dimensioni : di
scuola, di vita, di salesianità, di cristianesimo
vissuto. La notizia della sua scomparsa si diffuse in
un lampo. Via telefono . Una commovente "catena di
sant'Antonio" che ha avvisato le centinaia e centi-
naia di ex-alunni , amici , estimatori , confratelli che
un impareggiabile salesiano non era più tra noi.
Stupore. Soprattutto perché partito" alla cheti-
chel la per non disturbare nessuno. E nessuno pote-
va prevedere tanta rapidità! Fino all 'ultimo è stato il
"Maestro". Era andato in pensione dalla scuola ma
non dall 'apostolato. Amici ed exallievi facevano la
fila per parlare con lui. Ed erano colloqui lunghi ,
impegnativi. .. e, gustosi. Perché Zanovello arguto ,
e un po' burlone , ma pieno di buon senso, di sag- -
APRILE 2 005 BS
Una classe del maestro Zanovello negli anni 'SO.

4.3 Page 33

▲back to top
-------------C(}ll(}/~77JRI cfllLE.f/llAII
chiunque, con una punta di nostalgia e d'orgoglio:
"Anch 'io sono stato in V elementare con il Maestro".
TEATRANTE MA NON TEATRALE
Zanovello amava il teatro come mezzo educativo:
"Le prediche insegnano alla testa, diceva, ma il tea-
tro insegna al cuore, e fa del bene ai ragazzi". Aveva
la stoffa dell'attore nato e una versatilità sorprenden-
te , capace di interpretare i personaggi più diversi, dal
diavolo, al prete, al santo, al brigante ... Né mancaro-
no gaffe memorabili , rimediate alla grande come
quando , nell 'operetta "Marco il pescatore" di don
Cimatti, interpretando il diavolo che , sconfitto dall'an-
gelo, doveva finire all'inferno tra fumo e lampi, aven-
do l'operatore aperto la botola anzitempo, all'inferno
ci finì l'angelo, e il maestro/diavolo, tra l'ilarità gene-
rale, s'inginocchiò a pregare per il malcapitato per-
ché risalisse subito in paradiso! Recitava così come
viveva , con la stessa umanità, con la stessa ilare
naturalezza. Era un comunicatore formidabile di gioia
serena, di bontà vissuta, di religiosità concreta e tra-
sparente , da "hit-parade", scrisse l'ispettore don
Cereda nel 25° della sua morte , meravigliandosi di
come il Maestro fosse ancora così vivo nella mente
e nel cuore dei trevigliesi. Quando gridava asino al
solito disimpegnato pelandrone , nessuno ci sentiva
rabbia o disappunto, ma solo un gran dispiacere per
non poter gridargli bravo. "Ci strigliava ben bene,
però ci ha preparati. Alla vita" . La frase di uno dei
suoi exallievi è quella di tutti coloro che l'hanno
conosciuto. Si faceva voler bene perché era sempre
in mezzo ai ragazzi, trascinava con il suo entusia-
smo e la sua fedeltà, spronava con le sue iniziative.
Quando li accompagnava a passeggio, era un sus-
seguirsi di "Buongiorno Maestro!". Rispondeva sem-
pre immancabilmente: "Ciao, caro, ciao! ". Poi sussur-
rava a chi gli stava vicino: "Chi se/o? - Chi è?". Non
aveva più la vista buona ma il cuore era sempre vigi-
le e accoglieva tutti come fossero suoi figli.
IL. .. SANTO RELIGIOSO
- Dov'è il Maestro?
- Mah! Non l'ho visto.
- Dove può essere a quest'ora?
- Se non è con i ragazzi, è in cappella!
Era in cappella infatti , raccolto e assorto, inginocchia-
to in modo tutto particolare , avendo da sempre una
gamba rigida. Era, la chiesa, uno dei suoi luoghi abi-
tuali. il C\\Jore e le gambe lo portavano appena tro-
vava un momento libero. Era di ·quei tipi che più che
insegnare a pregare, pregava perché fosse l'esempio
a trascinare gli altri alla preghiera. Era proprio nella
preghiera che il Maestro attingeva i valori che sapeva
poi amalgamare tanto bene nel suo fare quotidiano:
semplicità e rigore, serenità e arguzia, fortezza e
gentilezza. Questa armoniosa convivenza di virtù
diverse ha conquistato alunni e genitori , confratelli e
amici , che a distanza di 25 anni dalla morte lo ricor-
davano come fosse ancora tra loro e alcuni genitori si
rammaricavano di non poter più avere il maestro
Zanovello per i propri figli! "Le punizioni? Beh , se io
- Il Maestro in una delle sue tante gag.
fossi diventato Maestro come lui, giuro che avrei dato
le stesse punizioni a un alunno indisciplinato o ina-
dempiente. Più di una volta, come punizioni e/ vecio
mi fece ricopiare su due fogli una lunga e bellissima
preghiera!". È la testimonianza di un altro dei suoi
alunni. Festeggiava l'onomastico, tutti i Giovanni del
calendario, con un occhio particolare a san Giovanni
da Capistrano e san Giovanni Matha. Capito la finez-
za? Quando gli dissero: "Maestro perché non festeg-
gia il compleanno come tutti?" . "Con gli onomastici
festeggiamo i santi , e va ben. Col compleanno dovria
festeggiar mi. Semo mati?".
No, non ce ne sono molti di uomini così. Non per
nulla, una volta scomparso, gli hanno dedicato una
filodrammatica che ha operato per lunghi anni, il
Palazzetto dello Sport di Treviglio e una strada. Era
un personaggio. Quasi un mito. Un giorno un giova-
ne confratello un po' burlone convinse qualcuno dei
suoi alunni di 5° elementare che il Maestro aveva
una gamba di gomma e che se bastava una puntura
d'ago per ... sgonfiarla! Ci credettero . E uno un po'
più intraprendente ci provò, armato di coraggio e di
un ago da maglia. Il risultato fu un urlaccio di dolore
che impressionò tutta la classe in trepida attesa che
la gamba si sgonfiasse. Finì a ridere, ovviamente ,
anche perché il Maestro capì che l'iniziativa aveva
ben altri registi.
L'ADDIO
Il "Canto del vecchio" trovato tra le sue carte, delinea
perfettamente la sua figura:
Son solo, Signore, forse son stanco,
ma nel cuore ho una letizia santa;
trascino a stento per vecchiaia il fianco
ma tutto all'alma mia sorride e canta:
Son solo? No. Dentro di me è il mio Dio.
BS APRILE 2005

4.4 Page 34

▲back to top
- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrere
EDUCARE
ALLA FIDUCIA
Educare al senso di fiducia in se stessi e negli altri è una
delle dimensioni fondamentali da trasmettere ai figli.
Non è facile, perché molti genitori cadono facilmente
nell'errore dell'iperprotettività.
Una madre iperprotettiva è una
madre "terrorizzata"; ha pau-
ra che possa succedere qual-
cosa ai figli se li perde di vista. Ten-
ta di proteggerli dal pericolo, il che
è un desiderio naturale e normale.
Ma eccede: vede pericoli potenziali
affacciarsi dappertutto. Non possia-
mo difendere i nostri figli dalla vita e
non dovremmo neanche volerlo ;
siamo tenuti ad abituarli al coraggio
e alla forza necessari' ad affrontare
l'esistenza. Il desiderio materno di
proteggere i bambini da ogni possi-
bile malanno può avere un effetto
scoraggiante: può mantenerli deboli
e dipendenti. Il secondo motivo, che
si nasconde dietro i tentativi impron-
tati a una protezione eccessiva, è il
dubbio profondo dei genitori di ave-
re essi stessi la capacità di affronta-
re i problemi ; hanno perciò ancora
minor fiducia nella capacità dei
bambini piccoli di aver cura di sé .
Bisogna invece far di tutto per
rinforzare la fiducia dei bambini in
se ste.ssi. Far crescere il bambino
nella fiducia significa riconoscere
che il piccolo è una persona impor-
tante, posare su di lui uno sguardo
che gli infonde il desiderio di cre-
scere, uno sguardo che riconosce
la sua unicità.
significa anche saper decodificare
ciò che si nasconde dietro gli atteg-
giamenti del bambino, il quale non
si esprime sempre a parole. Rico-
noscere i talenti del bambino, per-
ché è un modo per dirgli: «Ti voglio
bene così come sei ». È evidente
che i genitori talvolta sono molto
preoccupati che i loro bambini ab-
biano successo; sono inquieti quan-
do questo non accade a scuola, ed
è vero che queste situazioni sono
preoccupanti . Di solito nutrono mol-
ti sogni per loro. Devono imparare
a formulare osservazioni del tipo :
«Un mese fa, non sapeva ancora
impilare i mattoncini del gioco di
costruzioni», o di scoprire capacità
specifiche: «Lui sorride sempre e
rende l'atmosfera serena; lei , inve-
ce, è tanto contenta di vedere la
cuginetta: è più attenta con lei che
con il suo fratellino ».
Riconoscere queste capacità speci-
fiche e comunicarle al bambino si-
gnifica permettere a quest'ultimo di
scoprire i propri talenti e di sapere
che non è un altro, che ha una data
peculiarità. Questo non significa che
è migliore di un altro (occorre impe-
gnarsi per cercare di essere giusti) ,
ma che viene riconosciuto nella sua
differenza. Questa considerazione
positiva sarà per il bambino una
base da cui in seguito potrà partire
per affrontare gli insuccessi e le dif-
ficoltà . Permettere al bambino di
diventare autonomo. Lasciare che il
bambino si vesta da solo. Trovare il
tE:!mpo di permettergli di lavare i
piatti con noi (che piacere poter
spruzzare un po' d'acqua dappertut-
to e mostrare che è capace!). Man-
darlo a fare un piccolo acquisto, da
solo, nel negozio vicino. Di fronte a
questa fiducia che gli viene accor-
data, il bambino potrà dire a se
stesso: «Se la mamma mi dice che
posso farlo , vuol dire che ne sono
capace; posso provarci ». E ere-
La prima tappa è ascoltare ciò
che vive Il bambino. Si tratta di
ascoltare , per esempio, il bambino
che piange e sapere come dare
una risposta ai suoi pianti. Saper
dire, in quel momento: «Ascoltami :
non posso venire da te , in questo
momento, ma ti ascolto». Il bambi-
no deve poter fare l'esperienza di
essere ascoltato, e non ignorato, in
ciò che vive. Questo non vuol dire
accondiscendere a tutti i suoi ca-
pricci , ma considerarlo. Ascoltare
APRILE 2005 8S

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
scerà in questa capacità di autono-
mia. È un processo che richiede
tempo e pazienza, risorse che i ge-
nitori non sempre hanno.
FIDARSI
VUOL DIRE CREDERE
Altrettanto necessario è far
crescere nei bambini la fiducia
negli altri . In un rapporto interper-
sonale, è fondamentale poter ac-
cordare fiducia all'altro . Affinché il
bambino impari ad accordare fidu-
cia all'altro, è necessario che noi
siamo per il bambino adulti degni di
fiducia, persone che mantengono la
parola data. Se abbiamo promesso
al bambino di raccontargli una sto-
ria , siamo di parola! E se qualche
circostanza esterna ci impedisce di
mantenere la promessa nel mo-
mento stabilito, spieghiamone i mo-
tivi al bambino. Lo stesso vale per
le punizioni (quando a volte è ne-
cessario farvi ricorso con un bambi-
no un po' difficile) : quando ventilia-
mo un castigo, mettiamo in pratica
ciò che abbiamo stabilito. In caso
contrario, il bambino dirà a se stes-
so: «Parla, ma non mette in pratica
quello che dice; dunque, possiamo
fare tutto quello che vogliamo ». In
realtà questo delude il bambino,
che ha bisogno di avere riferimenti
sicuri intorno a sé . Anche i nonni
non devono prendere iniziative die-
tro le spalle dei genitori. E se a
casa loro vigono regole diverse, è
giusto essere chiari con il bambino
spiegandogli le differenze.
Se vengono dati riferimenti chiari e
coerenti, il bambino saprà come
comportarsi con gli adulti che vivo-
no accanto a lui. Imparerà a proce-
dere sulla strada della fiducia nel-
l'altro e in Dio . Nella trasmissione
della fede, educare alla fiducia è
vitale, poiché credere significa
"avere fede", e non "sapere". Si
tratta di imparare a poco a poco ad
avere fiducia in Qualcuno: si deve
rischiare di avere fiducia in Dio ,
come in tutti quelli che gli rendono
testimonianza. La fiducia che ac-
cordiamo a Dio si fonda sulla fidu-
cia che Dio ci accorda per primo :
egli crede in noi. La fiducia in sé,
negli altri, in Dio è, in fondo, la spi-
na dorsale dell'esistenza.
I All'occorrenza meglio correre
qualche rischio che precludersi
sistematicamente a un incontro
o a un'esperienza nuova.
Chi crede in qualcuno ha fiducia in ·1ui... i figli che credono
nei genitori ne hanno fiducia. Fidarsi è credere e viceversa.
La cosa vale sia per i figli sia per i genitori.
Immagino che siamo più abituati
a sentire o usare questa frase al
contrario, partendo dall'idea che
chi crede in qualcuno - con la "cf'
minuscola o maiuscola - è anche
portato a esprimere fiducia nei suoi
confronti , perché è sicuro di poter
trovare nell'altro una disponibilità di
accoglienza, la testimonianza di
valori autentici, un affetto solido .
Nell'educazione dei figli credo inve-
ce che sia opportuno rovesciare i
termini ; la fiducia viene prima del
credere così come il fare esperien-
za di qualcosa precede abbondan-
temente la sua concettualizzazione.
E qui scatta obbligatoriamente la
verifica: i ragazzi possono dire in
modo sincero e assoluto di fidarsi
dei propri genitori? Per poter espri-
mere questa verità con convinzione
è necessario che noi grandi dimo-
striamo loro da subito e nelle picco-
le cose della vita quotidiana che
siamo pronti a volergli bene cer-
cando il loro bene e che abbiamo
una competenza tale da poter
costruire il loro bene usando una
grammatica intessuta di amorevo-
lezza, anche nei tornanti più ardui
della relazione educativa.
Lo so che è difficile essere
all'altezza della situazione quan-
do la posta in gioco è molto esi-
gente ; ma senza questa testimo-
nianza non si va molto lontano, né
quando occorre ottenere la fiducia
dei più giovani, né quando si vuole
insegnare loro a fidarsi del prossi-
mo, sapendo anche però discerne-
re in modo serio le intenzioni vere
di quel che muove l'interesse e la
partecipazione di ciascuno all 'esi-
stenza degli altri.
Peraltro quel che ci viene richiesto
dai figli non è un atteggiament~
I Far crescere il bambino nella
fiducia significa riconoscere
che il piccolo è una persona
importante.
onnipotente e onnisciente, né una
coerenza assoluta; i ragazzi, che
spesso sono più realisti di noi adul-
ti , sanno bene che siamo persone
limitate quanto e più di loro; ma
hanno bisogno di verificare se al -
meno siamo pronti a scommettere
sul rapporto inscindibile che lega
l'amore e la verità nei nostri gesti
abituali.
Fidarsi vuol dire credere : signi-
fica che in ogni situazione , anche
quando è già evidente la presenza
di un legame affettivo, occorre sem-
pre fare attenzione che quel che
viene proposto sia ragionevole,
significativo, condivisibile; che ri-
mandi a un valore chiaramente rico-
ss APRILE 2005

4.6 Page 36

▲back to top
noscibile; che sia denso di propo-
sitività e dunque contributo effetti-
vo di crescita. Tutto questo per-
ché aver fede non è mai un atto
ir-razionale o pre-razionale , ma
una decisione che coinvolge tutta
la nostra persona, mettendo in
collegamento la mente e il cuore.
Se abituiamo i nostri ragazzi a
questa capacità di osservazione
critica - che ovviamente impegna
innanzitutto noi stessi e la no$tra
credibilità - li orientiamo progres-
sivamente a non avere paura del
mondo circostante, a non adotta-
re atteggiamenti sistematici di dif-
fidenza , a non guardare con so-
spetto ogni novità che si presenta
nella loro vita; piuttosto, li abilitia-
mo a riconoscere come la re-
sponsabilità individuale nasce dal
saper guardare e valutare ogni
cosa senza pregiudizi , ma anche
con senso critico.
Per affidare loro questo com•
pito, noi genitori dobbiamo però
imparare ad avere rispetto e pro-
muovere la libertà dei giovanissi-
mi. Per primi dobbiamo credere
alla loro capacità di guardare le
persone e gli eventi in modo se-
reno ma anche serio, senza fretta
e superficialità, con la voglia di
approfondire ogni questione in
modo onesto. Questa fiducia, ov-
viamente, non mette al riparo da
errori e "fregature". Bisogna pe-
rò che ci convinciamo di una
cosa importante: all'occorrenza
meglio correre qualche rischio -
calcolandone bene la portata -
che precludersi sistematicamente
a un incontro o a un'esperienza
nuova.
Un'avventura che non si conclude
a lieto fine può fare male - so-
prattutto se mancano il sostegno
genitoriale e la confidenza neces-
saria per condividere il bello e il
brutto della vita con eguale cor-
dialità - , ma fa ancora peggio
non avere mai il coraggio di pren-
dere il largo. La sicurezza interio-
re dei giovanissimi è un traguardo
troppo importante, per svenderlo
in cambio di una maggiore spen-
sieratezza quando i figli sono fuo-
ri di casa.
O
APRILE 2005 BS
MOVIMENf
SALESIANO
di Julio Olarte
A Kapuvar, in Ungheria, è
nato il 15/11/1915 don Andrea
Németh Herczeg (7° di 1Ofratelli, ·\\,
9 maschi e una femmina),
fondatore delle
MISSIONARIE
PARROCCHIALI
DI MARIA AUSILIATRICE
In patria, don Andrea aveva fat-
to il suo aspirantato in un co llegio
dei sa lesia ni , tra il 1932 e il '36 .
Dopo l'a nno d i noviz iato, era d i-
ventato salesiano co n voti triennali
nel luglio 1937. Il post/noviziato, il
tirocinio pratico come ass istente e
animatore dei ragazz i e la teologia
li svolse a Cuba dove, a Camaguey,
fu ord in ato sacerdote nel 1946 .
Alla fine di quell'anno l'obbed ien -
za lo trasferì nell a Repubblica Do-
menicana. dispiegò il meg lio
delle sue energie apostoliche, dive-
nendo un cittad ino illustre di quel
Paese, tanto da essere ins ignito di
ben 4 decorazioni, tra le quali la
più alta co ncessa da l Governo .
Con il suo entusiasmo apostolico
e la sua paternità accogliente conta-
giò un gruppo di signorine iscritte al-
1'Azione Cattolica alle quali, vista la
grande disponibilità e lo zelo nel
fare il bene, propose una totale dedi-
zione all'apostolato. Era il 1959. Per
tutto l'anno seguente le radunò ogni
sabato per cu rarne la formazione, e
co lti va re la decisione di co nsacrarsi
al Signore in un Istituto secolare.
Scopo: "estendere il Regno" . Alla fi-
ne del periodo preparatorio, le con-
siderò mature per il grande passo.
Così nel 1961, presentarono iI loro
progetto di co nsacrazione all 'arcive-
scovo Octavio A. Beras, il quale ap-
provò l' ini ziativa e nom inò don An-
drea loro direttore sp iritua le.
Gli anni seguenti furono anni
di fuoco : le giova ni sp iccava no
per il loro ze lo a live ll o reli gioso
e per la capacità di leadersh ip a
li ve llo c ivil e. Erano impegnate
nelle parrocchie dove c urava no
in particolare la catec hes i, ma la-
voravano anche nei dispensari, nei
ce ntri giova nili , nella sc uola e
nell a loro casa reli giosa dove te-
neva no cors i di c uc ito e co nfe -
zione e dove si dedicavano ag li
orfani. Il loro num ero and ò c re-
scendo fino agli anni terribili del-
la gra nd e cr isi del mondo occ i-
dentale, la cosiddetta ri vo luzione
del ' 68, che fu in qualche modo
letale anche per loro, disperden-
done parecchie.
Quando don Andrea morì , fu
inviata a Roma una relaz ione che
lo descriveva come uomo profon-
damente apostoli co che trascurava
la sua persona per occuparsi dell a
salvezza ete rn a dei suoi parroc-
chi ani . Egli riuscì a mettere le bas i
e a organizzare le strutture di ben
8 splendide parrocchie, 4 dispen-
sari e 7 sc uol e.
Attualmente stanno lentamente ri-
prendendosi. Sono 15 professe e
una nov iz ia. La lo ro Superiora è
Lu z Maria Marte.
D
Per saperne di più:
luzmarte @hotmail.com

4.7 Page 37

▲back to top
çp..?À, cOSA IV',\\
'fRS?l0'~~VRCAI AiSOl.P.f.O" DSIINA1RMNLAAIM?IOMA
"' ~eco ...
MOL.fO
,..• NON
~11'?:A:MSSfA'O"f,O
RICORDO
e,~N~ ".
)

4.8 Page 38

▲back to top
Sf\\OE E.1'\\CHE
per ragazzi, genitori, educatori
Un'altra grande sfida etica da affrontare
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
CONFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMIGLIA
Una buona motivazione potrebbe
rendere lecito l'uso della dr?ga? .
Il tossicodipendente_ puo nten~;1
~ieCnoammeengtieudriecshpiolnasra~bsipleondseaibs1.~h~t1a
a I.
S?f
gettiva degli atti crim1nos1 dei ~rogati ·,
Occorre proibire o legalizzare a
droga?
Anche per quanto
riguarda la droga, più
di una volta la nostra
rivista ne ha scritto,
cercando di mettere in
guardia i lettori sulla
pericolosità sia per il
fisico sia per la psiche
di chi ne fa uso.
Affrontiamo il problema,
stavolta, dal punto di
vista morale.
I In qualche nazione si incontrano
immense distese di papaveri.
Vengono coltivati nonostante
le iniziative antidroga dei governi.
Sembra una battaglia persa.
VALORI IN QUESTIONE
Dietro ogni drogato c'è _sempre una
"persona" da aiutare, da liberare. -
La tossicodipenden~a _pan~ la pe~
sana in condizioni d1 ~1sch10 per a
proLparidarosgaalutèe
e per la
un vero
vita. .
_e, pro_pn~
tt
a en-
tato alla propria int~,w1ta ps1cof1s1c~~le
Il "vuoto di valon e il punto no
del ricorso alla droga.
·L e droghe si possono classifi-
care in diversi gruppi. Gli
oppiacei, la cui sostanza ca-
postipite è l'oppio, ma da cui si
estrae la morfina, l'eroina, il meta-
done. L'effetto fondamentale degli
oppiacei consiste nella diminuzione
delle percezioni dolorose, sia fisiche
sia psichiche. L'eroina, ad es., sop-
primendo il dolore psichico, dà l'il-
lusioné di avere superato detti pro-
blemi o quantomeno non li fa av-
vertire come tali. I derivati della
cannabis, marijuana e hashish, i cui
effetti sono l'euforia e il rilassamen-
to, ma che presto lasciano il posto
all'affaticamento con rischi cardiore-
spiratori. Gli allucinogeni, che pos-
sono dividersi in due gruppi: quelli
naturali (come I' «erba delle stre-
APRtLE 2005 BS
ghe») e quelli artificiali (LSD, an-
gel dust o polvere degli angeli). Gli
effetti sono le allucinazioni. La co-
caina, di cui recentemente circola
un derivato con il nome di crack, le
sue conseguenze sono legate a vari
disturbi psichici, in modo particola-
re disturbi comportamentali di tipo
aggressivo e disturbi dell'umore. In-
fine, le nuove tossicodipendenze le-
gate alle sostanze inalanti e ali ' ec-
stasy.
I RISCHI
Un primo aspetto etico è legato ai
rischi nell'uso della droga. Tolle-
ranza e dipendenza: la prima fa
che dopo un certo periodo di tempo
di regolare e continua assunzione la
sostanza non produce più quel de-
terminato effetto, a meno che non si
aumenti la dose, ma così aumentano
anche gli effetti collaterali; la dipen-
denza, invece, può essere fisica o
psichica, con conseguenze quali la
"sindrome da astinenza", che non è
pericolosa, e che è la porta necessa-
ria per uscire dalla droga. Il rischio
per la propria salute e per la vita.

4.9 Page 39

▲back to top
e vincere: droga e tossicodipendenza; danni morali.
I Chi ha contratto il vizio della droga
non può essere abbandonato
a se stesso, va attentamente
assistito e contenuto.
Nessuna buona motivazione potreb-
be rendere lecito un atto che abbia
delle conseguenze cattive, né una
motivazione cattiva potrebbe rende-
re lecito un atto che apparentemente
sembra buono. Nel nostro caso, in
rapporto ai rischi, l'atto del drogar-
si, soprattutto con droghe maggiori,
comporta specifici rischi per la salu-
te e la vita, per cui appare come un
vero e proprio attentato alla propria
integrità psicofisica e, come tale, il-
lecito (Leone).
VUOTO DI VALORI
Diventato retorico luogo comune,
il «vuoto di valori» costituisce in
realtà il punto nodale del problema
etico, collocandosi a monte di ogni
problematica morale inerente il ri-
corso alla droga. Senza sminuire i
ruoli predisponenti della famiglia,
del vissuto personale, delle impli-
canze sociali, se un giovane ricorre
alla droga è perché sperimenta in
tale vuoto. Questo pone l'accento
sulla responsabilità della società:
non ci si può riferire al «vuoto di
valori» se poi non si è in grado di
prop01Te valori autentici e forti. La
stampa, le trasmissioni televisive e
la letteratura contemporanea offro-
no proposte debolmente valoriali,
lasciando le persone in una condi-
zione di assoluta mediocrità. Il tos-
sicodipendente può ritenersi piena-
mente responsabile dei suoi atti?
Certamente no! L'astinenza fisica,
nel momento stesso in cui si pone, è
difficilmente superabile con le sole
proprie forze. Il soggetto che incor-
ra in tale sindrome non può essere
abbandonato a se stesso, va attenta-
mente assistito e contenuto. Tutta-
via egli può essere responsabile
della volontà di disintossicarsi, pri-
ma che tale sindrome si instauri.
Anche qui bisogna esser cauti nella
fonnulazione dei giudizi. Non pos-
siamo, infatti, sempre attribuire una
cattiva volontà a chi «non vuole
disintossicarsi» facendo cadere inte-
ramente sulle sue spalle la piena re-
sponsabilità di tale scelta. Non è fa-
cile, infatti, per una persona già debo-
le e debilitata sul piano della volontà
trovare la forza di decidere diversa-
mente sia per una certa incapacità de-
cisionale (forse preesistente all'as-
sunzione di droga ma certamente ag-
gravata da questa), sia perché sa bene
che cosa comporti sul piano della
sofferenza dover affrontare una pro-
lungata sindrome di ·astinenza.
C'è poi il problema della respon-
sabilità soggettiva degli atti crimi-
nosi. Effettivamente chi compie uno
scippo o minaccia a mano armata
perché in preda a sindrome di asti-
nenza non può ritenersi eticamente
responsabile. La responsabilità è in
I
Il criterio della "modica quantità"
discrimina l'utente tra
consumatore e spacciatore.
I
Legalizzare l'uso della droga sulla
scia di quanto è avvenuto per
l'aborto non risolve il problema.
qualche modo diminuita anche per
chi compie tali atti in piena lucidità
perché in qualche modo condiziona-
to dalla dipendenza e dalla paura di
andare incontro all'astinenza.
PROffllRE
O LfflERALIZZARE?
Quali metodi deve usare lo Stato
(a parte le strategie preventive e gli
interventi di riabilitazione) per dis-
suadere e arrestare la diffusione del-
la droga? A volte lo Stato agisce
con forme repressive, punendo tanto
lo spaccio che il consumo con pene
detentive (linea dura) . Altre volte si
muove inasprendo le pene per lo
spacciatore e con la non punibilità
del consumatore. Ma non si può tra-
scurare che spesso il consumatore
(non punibile) è anche spacciatore
(punibile). Alcuni Stati hanno indi-
viduato nel concetto di «modica
quantità» individuale il criterio di-
scriminante. Se il soggetto viene
trovato in possesso di tale quantità
lo si considera consumatore, se la
dose è eccedente lo si considera
spacciatore. Alcuni hanno proposto
di legalizzare l'uso della droga, sulla
scia di quanto avvenuto per l'aborto
o di quanto proposto anche per la
prostituzione. La tesi di fondo era
quella di un 'equivalenza tra male
morale e sua clandestinità, per cui
eliminando la seconda sarebbe eli-
minato anche il primo. Ma, come
dimostra l 'esperienza dell'aborto (la
cui clandestinità non è scomparsa
dopo la sua liberalizzazione), e co-
me dimostrano alcune esperienze-
campione in vari paesi, una tale
prassi non risolve il problema. Non
a caso la rpaggior parte dei fondatori
delle più importanti comunità tera-
peutiche si oppone all'introduzione
di tale strumento legislativo. D
BS APRILE 2005

4.10 Page 40

▲back to top
I Un dibattito vivo di oggi è quello in atto tra fede e cultura
SEPARAZIONE O di Severino Cagnin
COLLABORAZIONE?
FEDE e CULTURA: né
opposizione né alternativa
alle bidonville delle grandi metro-
poli del pianeta.
Se ricupereremo la dimensione in-
ma integrazione in una
visione più completa
teriore e trascendente dell'uomo,
non faremo fatica a dare un senso a
ciò che accade. Spesso constatiamo
dell'uomo e della storia:
che la stupidità è peggiore dell a cat-
più cultura significa anche
tiveria, invece la ricerca della verità
e del bene produce sempre qualche
più fede secondo i
risultato e può arrivare perfino al
documenti CE/ che
aprono una rivoluzione
successo. "la parodia più seria che
abbia mai udito è questa: in princi-
pio era il Non /senso, e il Non/senso
nel pensiero cattolico e
nella pastorale futura.
era presso Dio, e il Non /senso era
Dio", così scriveva Federico Nietz-
sche, profeta del Non/senso. Coe-
rentemente, egli doveva anche con-
iI
cludere che senza senso la realtà
E ckard e la bionda Stephanie
hanno voluto andare da Am-
burgo a Venezia per sposarsi
Due sposi in piazza San Marco
a Venezia.
sprofonda nel Nulla. Anche il tor-
mentato Albert Camus, saggista,
drammaturgo, giornalista, filosofo
esistenzialista, scrittore dell ' assurdo
a San Marco. Lì hanno pregato e
poi in piazza hanno ballato, con il
sorriso di maschere, la luminosità
delle cupole bizantine e la musica di
Vivaldi . Non dimenticheranno più
quel giorno, in cui il loro amore è
maturato nella fede in una cornice
di gioia e amicizia esaltanti e condi-
zione culturale che interessa sia il
mondo religioso sia quello laicale.
Questa straordinaria apertura (oggi
si parla di comunicare il vangelo,
più che di evangelizzare) permette
di superare le distanze geografiche,
culturali e sociali .
non teme di concludere: "Se Dio
non esiste e tutto è permesso, ciò
che è perm esso è innanzitutto essere
disperati". Invece, il cammino del
pensiero umano ci fa capire che fe-
vise. Capita così ogni giorno: le
componenti della nostra vita, come MEMORIA, FUTURO,
il rapporto con gli altri, i sentimenti, SPERANZE
le passioni, i momenti di gioia non
possono rimanere patrimonio indi- Il documento CEI propone due
viduale ed essere sperimentate iso- principi perché si realizzi più facil-
latamente, ma vanno fuse insieme: mente una convergenza tra fede e
soffriamo o godiamo sia come indi- cultura: conservare la memoria e
vidui sia come membri del corpo valorizzare la tradizione. Se non fa-
sociale. Tutto si comunica. Il recente remo memoria, saremo condannati a
documento della CEI, Comunicazio- ripetere gli errori dei nostri padri. Ci
ne e missione, tratta della fede che è richiesta una memoria purificata
deve esprimersi nella cultura attuale dal perdono e capace di stimolare le
attraverso la comunicazione, consi- energie di ogni persona e di ogni
derata non più come un mezzo, ma popolo. Nella celebrazione mondia-
essa stessa come pastorale, annun- le del 27 gennaio d 'ogni am10 siamo
cio del Vangelo "in un mondo in cui
è la comunicazione che determina il
cambiamento, anzi è essa stessa
cambiamento". È una vera rivolu-
chiamati a "ricordare" per reiterare
il rifiuto dei campi di sterminio, dei
gu lag e della violazione dei diritti
umani, da Auschwitz alla Siberia,
I Ogni anno il "giorno della
memoria" ricorda gli orrori
dei campi di concentra mento che
furono la tomba per tre milioni
di persone, in maggioranza ebrei.
APR/LE 2005 BS

5 Pages 41-50

▲back to top

5.1 Page 41

▲back to top
che vede schierati grandi personaggi e istituzioni.
LA BELLEZZA SALVERÀ
IL MONDO?
Federico Nietzsche, il fi losofo
della morte di Dio.
de e cultura non sono estranee o al-
ternative, ma si esigono reciproca-
mente "secondo la fommlazione ri-
corrente dell'inculturazione del Van-
gelo e dell 'evangelizzazione delle
culture". La storia della fede è stata
un continuo processo di "adatta-
mento culturale", di "dialogo con le
culture". Anche oggi i fatti più
drammatici e pregni di futura distru-
zione sono gli scontri fra etnie e re-
ligioni diverse. Ebbene, la via d'u-
scita è sempre una scelta, motivata
positivamente. Segnali di speranza
si sono recentemente illunùnati: il
possibile accordo tra Palestina e
Israele, i paesi dell'Est post/sovieti-
co - comprese Cina e Cuba - co-
minciano a parlare con gli avversa-
ri. Anche lo scontro tra alcuni grup-
pi islamici integralisti e l'Occidente
sembra voler scegliere modalità più
democratiche. Mi piace rileggere la
dichiarazione del Concilio Vaticano
II sull'Islam: "la chiesa guarda an-
che con stima i musulmani che ado-
rano l' unico . Dio, vivente e sussi-
stente misericordioso e onnipotente,
creatore del cielo e della terra che
ha parlato agli uomini. (. ..) Se nel
corso dei secoli non pochi dissensi
e inimicizie sono sorti tra cristiani e
musulmani, il Sacrosanto Concilio
esorta tutti a dimenticare il passato
e a esercitare sinceramente la mu-
tua comprensione, non.ché a difen-
dere e promuovere insieme, per tutti
gli uomini, la giustizia sociale, i va-
lori morali, la pace e la libertà."
In questo avvicinamento di genti
diverse, stanno avendo il loro peso
l'arte, la musica e la letteratura.
Non pochi premi Nobel trattano
queste tematiche. La musica, poi, è
la comunicazione più universale e
accattivante, il cinema e la TV pro-
pongono personaggi e vicende eso-
tiche e originali in ogni città del
mondo. Soprattutto il film d'autore:
dalla storia di don Puglisi , martire
coraggioso per la giustizia nel suo
quartiere, al musical di successo
Matrimoni e pregiudizi sull 'evolu-
zione del costume in India, a Il
muro, forte documento contro la di-
visione tra due popoli. Sarà la fede
di confessioni diverse a promuovere
la comprensione culturale: i preti di
film come Luther, Maria full of
grace e Un bacio appassionato pos-
sono essere discutibili, ma nelle
loro motivazioni interiori agiscono
per il bene delle persone, che hanno
fiducia in loro.
Alla Sagra di San Michele in Val
di Susa, nùllenaria abbazia, custodi-
ta dai Padri Rosminiani, si è tenuto
mesi fa un convegno su Rosmini,
"studioso dell'idea del!'essere, co-
me condizione di ogni conoscenza".
All ' ultima sera ci fu un concerto di
Albert Camus, l'autore de Il mito
di Sisifo.
I
Don Puglisi e l'attore Luca
Zingaretti che lo impersona
nel film "Alla luce del sole".
canti gregoriani. Racconta uno stu-
dioso: "Fui colpito da uno spettacolo
che non mi aspettavo; più di 500 per-
sone, in gran parte giovani, erano as-
siepati in rigoroso silenzio. E stettero
ad ascoltare, muti e attenti per due
ore di seguito. Perché tanti giovani?
Perché qui e non alla messa domeni-
cale? Mi è stato risposto: i giovani
accorrono in massa perché attratti
dalla bellezza genuina che emana dal
canto gregoriano. Forse oggi una fi-
nestra promettente è proprio quella
della bellezza; e uno dei luoghi privi-
legiati della bellezza è la liturgia, il
culto pubblico. Rosmini nella prima
delle Cinque Piaghe suggerisce di ri-
cuperare la bellezza dei riti, cioè la
loro solennità, la dignità, la pienezza
e ricchezza racchiusa nei simboli, il
senso profondo della parola di Dio
che proclamiamo.
D
BS APRILE 2005

5.2 Page 42

▲back to top
PRIMA PAGINA
Alda Merini
Giuseppina Cudemo
Corpo d.'amore
un inconrm f"OfJ C N (t
UN POESIA nasce e patisce la soli-
tudine e il tradimento
PER PREGARE ....,,...,,.
I
,"/2
d~
proprio da parte deg li
amici .
I>
Poesia e preghi era
sono nel profond o
Alda Merini, poesia orante: l'autrice
e il contenuto. Qualche nota su una poetessa
esemplare, proposta per il Nobel.
La prima poesia a 16 anni.
E che cos'è per lei l'a-
more?
Le faccio due esempi per
spiegarmi meglio. È il
sentimento delle pie don~
ne c he pro vvedono alla
sepoltura di Gesù e ac-
ca rezzano teneramente il
Ia stes sa cosa: un
suo corpo, lo amano, ma
ce rcare l'Altro, un and a-
non per fini erotici. È il
re Oltre. Poes ia com e
sentime nto di mia figlia
preg hi era è l a raccolta
maggiore che in un mo-
di versi " Co rpo d 'amo-
m e nto di necessità ha
re: un in contro con Ge-
dovuto prendersi cura di
sù" di Ald a M erini . Non
me, lava rmi, pulirmi,
è un Iibro " devoto", c i
cambiarmi.. . E quando le
sono t utta la mod ernità
ho chiesto che cosa pro-
e l' ess enzi alità di un a
vava per un corpo ormai
donna provata dalla v i-
vecchio, mi ha risposto:
ta, eppure pien a di v ita.
"Mamma, io sono nata
Il suo grido di sofferen- .
da lì!". Questo è l'amo-
za si trasfi gura in parol e
re, quello che non cono-
d' amore: Mi hai fa tta
soffrire I talmente so ffri -
sce egoism o, piace re
fin e a se stesso.
re I che non potevo fare
a meno di te. I Molti mi
guardano negli occhi I e
rimangono estatici I per-
Anche la mamma di Ge-
sù è nel suo cuore. Ce ne
vuole recitare un brano?
ché capiscono che io ti
In te che sei I la bianca
ho visto, I che ti ho sen-
aurora I notte angelica
tito, I o che perlome no,
qualche volta, I ti ho
che batti alle porte I del
regno del cuore, I tu che
anche tradito./ La M erini , per anni ri coverata in sei vissuta della fame e della sete di Dio I tu che
un manicomi o, po i guarita, si è affrancata dall a non piangi I tu che non m enti I e sei gravida di
schi avitù dell a malatti a con la poes ia. L' incontro tutte le cose umane I ma comunque giusta e im-
co n Ges ù la co strin ge a uscire da se stessa a maco lata I be lla perché la notizia di Dio / ti ha
guard are l'a ltro . Nell ' altro prend e fo rm a l' in - folgorata I Maria.
contro co n il Cri sto: " Tu entri dalla porta de llo
sguardo", ri co nosce la poetessa, "fiamma che
sciogli tutti i ghiacciai dell'universo".
Chi è insomma per lei Gesù?
lo l'ho sempre sentito come "l'ultimo ", colui
c he to cca l'abisso d e lla soffere nza, che co-
La Merini è nata a Milano nel 1931. Ha p_ubblicato nu-
merose raccolte di poesie e libri in prosa. E considerata
una delle voci più forti della poesia italiana. Nel 1993 ha
ricevuto il premio "Librex Montale", nel '96 il "Viareggio",
nel '97 il Procida - Elsa Morante, nel '99 quello della
"Presidenza del Consiglio dei Ministri", e nel 2003 la
"Medaglia alla carriera" dal presidente Ciampi.
APRILE 2005 BS

5.3 Page 43

▲back to top
Tulipano (Tulipa gesneriana),
fiore di
Aprile
FIORI D'APPARTAMENTO
Tulipano deriva dalla parola greca
turban, turbante, forse per la forma
del fiore . Originario dell'Asia, arrivò
alla corte di Vienna attorno al 1550,
ma in poco tempo il suo "regno"
diventò l'Olanda, dove nacque persi-
no un'unità di misura per stimare i
- bulbi: il persit. Pochi altri fiori offrono
tanta varietà e soddisfazione con
così poco sforzo. Il bulbo va interra-
to in autunno, a 3-4 cm di profon-
dità, e lasciato (anche se in vaso),
al sole, non al gelo, sino alla prima
gemma. A questo punto, innaffiare
ogni 5-6 giorni , ma non troppo .
Quando sfiorisce, si continua a
bagnare sino a che le foglie ingialli-
scono; poi , si tagliano. .1 bulbi in giar-
dino si possono lasciare nella terra;
quelli in vaso vanno tolti , puliti e
messi a riposo in ambiente secco,
aerato e non riscaldato. Un tempo,
nel linguaggio dei fiori , il tulipano
bianco significava fama , quello ros-
so era simbolo d'amore.
NOBEL ITALIANI
Guglielmo Marconi nasce a Bo-
logna il 25 aprile 1874, da padre
italiano e madre irlandese. Affasci-
nato dagli studi di Hertz sulle onde
elettromagnetiche , nell'estate del
1895 trasmette il segnale radiotele-
grafico della "S" a circa due chilo-
metri di distanza. Scrive al ministero
delle Poste per l'invenzione , ma
non riceve rispo-
sta; allora bre-
vetta l'idea in
Gran Bretagna.
Nel 1901 compie
il primo collega-
mento radiotele-
grafico tra Pol-
dhu (Cornova- Rita Levi Montalcini
glia) e San Giovanni di Terranova,
in America. Nel 1909, a soli 35 anni,
riceve il Nobel per la Fisica. Muore
a Roma il 20 luglio 1937. Rita Levi
Montalcini, nasce a Torino il 22
aprile 1909. A causa delle leggi raz-
ziali ebrea) , emigra negli Stati
Uniti, dove con Stanley Cohen sco-
pre il fattore di crescita della fibra
nervosa. I due ricevono il Nobel per
la medicina nell'85. Vive a Torino.
IL PERSONAGGIO
DEL GIORNO
1° aprile 1578: nasce il medico
inglese W. Harvey, che scopre la
circolazione sanguigna.
2 aprile 1842: nasce san Dome-
nico Savio, a Riva di Chieri (Tori-
no) .
3 aprile 1881 : a Pieve di Tesino
(Trento) nasce Alcide De Gasperi.
4 aprile 1968: è assassinato il
pastore nero Martin Luther King .
5 aprile 1908: nasce Herbert
von Karajan , direttore d'orchestra.
6 aprile 1912: a Bologna, muore
il poeta Giovanni Pascoli.
7 aprile 1719: muore Giovanni
Battista de La Salle, fondatore dei
Fratelli delle Scuole Cristiane.
8 aprile 1973: a Mougins, in
Francia, muore l'artista Pablo
Picasso.
9 aprile 1909: lo statunitense
Robert Edwing Peary raggiunge
per primo il Polo Nord.
10 aprile 1870'. a Simbirsk, nasce
Vladimir llic Ulianov, detto Lenin.
11 aprile 1931 : a New York,
muore lo scrittore libanese Kahlil
Gibran, autore de "Il profeta".
12 aprile 1959: muore don Primo
Mazzolari , "tromba dello Spirito
Santo in terra mantovana".
12 aprile 1961: il russo Juri
Gagarin è il primo uomo lanciato
nello spazio.
13 aprile 1906: a Foxrock, in
Irlanda, nasce lo scrittore Samuel
Beckett.
14 aprile 1759: muore il composi-
tore Georg Friedrich Handel.
15 aprile 1452: nasce Leonardo
da Vinci.
Don Primo Mazzolari
Charlie Chaplin
16 aprile 1889: nasce l'attore e
regista Charlie Chaplin.
17 aprile: nasce la scrittrice
danese Karen Christence Dine-
sen , più nota come Karen Blixen.
18 aprile 1955: a Princetown
(Usa) muore Albert Einstein.
19 aprile 1772: nasce l'economi-
sta inglese David Ricardo.
20 aprile 1889'. a Braunau am lnn,
in Austria, nasce Adolf Hitler.
21 aprile 1736: a Vienna, muore
il principe Eugenio di Savoia-
Soissons, vincitore sui Turchi nel
1717.
22 aprile 1724: a Konigsberg , in
Germania, nasce il filosofo lmma-
nuel Kant.
23 aprile 1953: l'americano Ja-
mes Watson e l'inglese Francis
Crick annunciano di aver decifrato
la configurazione a doppia elica del
Dna .
24 aprile 1856: nasce lo statista
francese Henri Philippe Pétain.
25 aprile 1744: muore l'astrono-
mo e fisico svedese Celsius (gradi
centigradi) .
26 aprile 1994: Mandela è eletto
presidente del Sud Africa, nelle pri-
me elezioni dopo l'apartheid.
27 aprile 1791: a Charlestown
(Massachusetts) , nasce Samuel
Morse, inventore della telegrafia.
28 aprile 1937: ad Auja, in Iraq ,
nasce Saddam Hussein.
29 aprile 1899: nasce il musicista
jazz Edward "Duke" Ellington.
30 aprile 1777: a Brunswick, in
Germania, nasce il matematico
Johann Cari Friedrich Gauss.

5.4 Page 44

▲back to top
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" .. . Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o al! 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali del! 'Ente".
(Luogo e data )
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pi sana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Te!. 06.6561 2678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8-Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
APRILE 2005 BS
. , _ J I NOSTRI MORTI
LORENZINI Silvia, ved. Tomasetto,
t Torino, il 21 /01 /2004, a 96 anni
Sulle orme di Mamma Margherita , Silvia
Lorenzini (conosciuta da tutti come
Pasqua, perché nata il giorno di Pasqua
del 1908) è stata veramente una "mamma
salesiana". Nata e vissuta in gioventù a
Bevilacqua, nella "bassa" Veronese, si è
sposata con Angelo Tomasetto, commer-
ciante di granaglie , e ha avuto tre figli,
Anita e i gemelli Pietro e Paolo. Dopo la
morte del marito, a metà degli anni '50, si
trasferì a Torino cominciando un nuovo
lavoro e una nuova vita per mantenere la
famiglia. Donna di grande e profonda fede,
ha educato i figli nei valori cristiani e ha
vissuto un'intensa vita di preghiera. I due
figli hanno studiato nel collegio salesiano
del Rebaudengo di Torino, e uno dei due,
Paolo, è diventato salesiano laico e missio-
nario e da 30 anni opera in Venezuela.
Nella sua lunga e intensa vita la signora
Silvia ha sempre avuto da tutti coloro che
l'hanno conosciuta stima e sincero affetto
per la sua laboriosità e la sua bontà.
SCARALE sac. Matteo, salesiano,
t L'Aquila, 1'08/10/2004, a 84 anni
Don Matteo se n'è andato in pochi istanti:
si è accasciato al termine del pranzo tra le
braccia dei confratelli e dell'ispettore. Il suo
cuore malato non ha retto più . Ha lasciato i
suoi giovani universitari stupiti e addolorati.
Era il loro padre, la loro guida spirituale.
Ha lasciato in eredità dieci quaderni che
comprendono un arco di quarant'anni: un
diario dell'anima stimolante, con slanci
mistici , ricordi , itinerari spirituali, risonanze
di meditazioni, di testi e di prediche, effu-
sioni dell'anima e preghiere. Il volto scar-
no, la voce un po' afona, il sorriso sempre
disponibile per tutti , l'accoglienza sempre
aperta e gioiosa. Erano le sue caratteristi-
che che lo hanno fatto apprezzare da tutti,
giovani e confratelli. Non aveva paura di
proporre scelte impegnative, memore della
sua antica permanenza, come professore
di lettere, tra gli aspiranti di Loreto che
voleva fossero i migliori , per cui non lesina-
va in compiti impegnativi : traduzioni , temi,
poesie e brani a memoria anche di latino e
di greco . Esigentissimo, anche quando
insegnava canto, ma sempre sereno, sem-
pre paziente anche con i più stonati. Spes-
so parlava della fortuna occorsagli di aver
potuto parlare più di una volta con Padre
Pio: è stata per lui una gioia piena il veder-
lo salire gli altari.
SANGALLI sac. Giovanni,
salesiano,
t Torino, il 29/10/2004, a 82 anni
Una presenza forte , valida, stimata che lo
ha portato a grande visibilità, facendolo
apprezzare da tutti , salesiani e non. Lascia
un esempio di coerenza, di zelo apostolico,
di capacità organizzativa, di paternità illu-
minata che molti continuano a ricordare in
benedizione.
DE MUNARI sig. Antonio,
coadiutore
t Castello di Godego (TV) , il 21 /06/2004,
a 76 anni
Buono e mite, il signor Ant9nio ha espres-
so al meglio le sue straordinarie doti
umane nel servizio ai giovani. L'oratorio fu
la sua passione: sempre in mezzo ai
ragazzi a inventare per loro giochi e passa-
tempi. Divenuto perito meccanico, si
dedicò con passione all'insegnamento pra-
tico nei laboratori delle nostre scuole pro-
fessionali. Ma per lui era ancora poco. Il
suo entusiasmo lo portò a interessarsi
della missione ispettoriale nel Madagascar:
chiese di poter partire , ma fu consigliato di
seguire questa sua passione dalle retrovie ,
in un prezioso lavoro di raccolta di materia-
le e aiuti vari. Ebbe solo amici, che conqui-
stò con una generosità senza pari e con
l'immancabile sorriso. Lo sostenne sempre
un'intensa vita spirituale e sacramentale.
BORGO sac. Giovanni, salesiano,
t Castelfranco V. (TV), il 03/10/2004,
a 75 anni
Don Giovanni ha esercitato il suo ministero
sacerdotale e salesiano tra i banchi della
scuola in vari istituti: Verona, San Donà,
Udine, Mogliano Veneto. Era un uomo che
aveva fatto della scuola la sua missione: ci
credeva, si preparava con scrupolo, inse-
gnava con zelo apostolico. Amato dai suoi
alunni e stimato dai loro genitori , egli pro-
curava loro i testi da lui manoscritti per
facilitarli nello studio. Fu anche cantore di
ricordi familiari sui luoghi natii , teatro della
Prima guerra mondiale . Pubblicò prima
"Mosson e oltre", poi "Mosson anni mille'.
Curò le memorie del missionario salesiano
don Carlo Frigo , suo compaesano , con
titolo: "Avventure in tre continenti' . Afflitto
da una grave forma di diabete, passò gli
ultimi tre anni di vita nell'infermeria ispetto-
riale di Castello di Godego.
Venuta la ser_a d_i •
uel giorno ~esu disse.
q ·"Passiamo
all'altra riva!"
/fr / (Mc. 4,35)
È certamente stato un grande salesiano,
sacerdote a tutto campo, giornalista atten-
to e arguto, uomo di grandi qualità e molte-
plici attività, consacrato corpo e anima alla
Chiesa e alla congregazione. Fu il fondato-
re e direttore per più di vent'anni della rivi -
sta "Maria Ausiliatrice" che ha raggiunto
ampia notorietà superando la cerchia sale-
siana e continua a parlare della mamma di
Gesù con riconosciuta competenza. Fu
anche rettore del Santuario e responsabile
del Centro Mariano di documentazione .
Divenne infine portavoce del cardinale Bal-
lestrero prima e del cardinale Saldarini poi.

5.5 Page 45

▲back to top
RELAX
il Cruciverba
Santuari d1ltalia
di Roberto Desiderati
Visitiamo i
luoghi di culto
del nostro paese i
i più conosciuti
e i meno noti.
Rilassandoci.
o
A gioco compl etato ri sulterà, nelle caselle a doppi o bordo , il nome di un fa moso Santuario
Definizioni
VERTICALI. I. Affissione pubblicitaria-2. Cibi
- 3. Fiume russo - 4. Mangia di tutto - 5. Lineare, al
ORIZZONTALI. l. Vedi foto-16. lntorno alla centro - 6. Piacevoli, simpatici - 7. Peterson, alle-
macchia - 17.Monti abruzzesi-18.Abituate, av- natore e commentatore sportivo - 8. Uno per i tede-
vezze -19.Fa do1mire il bebé -21. Commissario schi - 9. Tragico re shakesperiano - 10. Il comico
Tecnico - 22. Un po ' imperfetto - 23. Il B ennato Laurenti (iniz.)-11. Cane di grossa taglia -12. Sa-
cantautore (iniz.) - 24. La donna del ranch - 28. lerno-13. Le seguaci di Lutero - 14. Ultimo scorso
Discorsetto di esortazione - 33. Mezza Roma - (sigla) - 15. Segue dall ' I orizz. - 20. L'imperatore
34. Un ' imposta regionale -35. Lo studio degli in- pirnmane - 21. Sogni iITealizzabili -25. Fu trasfor-
setti - 37. Non dolci - 38. Il cuore della mostra - mata in ragno- 26. Difficili da trovare-27. ll modo
39.11 Tony che ba diretto il festival di San Remo di spostarsi più economico! - 29. Il manzoniano
- 40. Mi llecento latini - 41. Schiatte, discenden- Renzo (iniz.)-30. Scri sse l' Iliade -31. Comune in
ze - 42. Paura - 44. Sillabare di stintamente - 47. prov. di Bergamo - 32. Ordine de l Giorno - 36. Di-
La zona intorno Parma - 48. Il giorno .. . più cor- gnitario islamico - 37. Ass. Gen . Ital. dello Spetta-
to!
colo-43. Esprime dubbio -45. Consiglio Regiona-
le -46. Dispari in dono.
La soluzione nel _prossimo numero.
IL QUADRO NELLA FONTE
Sui Colli Euganei, in provincia di Padova, si trova il santuario mariano
della Madonna della Salute di Monteortone, che da oltre cinque secoli, in
seguito a una apparizione della Vergine, è luogo di convergenza della
fede cristiana. Fu in quel luogo che la Madonna apparve a Pi etro Falco,
uomo d ' armi e di fede reduce da molte battaglie, guarendolo da ferite agli
arti inferiori e facendogli ritrovare sul fondo delle acque di una fonte
termale, coperto dai sassi, un quadro miracoloso. li quadro, conservatosi
intatto, raffigurava la Madre di
Dio con alla destra S. Cristoforo
e alla sinistra S. Antonio Abate.
Era il maggio del 1428, la notizia
SOLUZIONE del
numero precedente
A■ ■ :[R .,
EIT EN I
TOM 1•RIA
AIN ■ CG ■ S
CIAD ■ D•METRI l~~ ■ S
E
D
Ms Op
TO CA
E LON
RR oz
CA ■ E
Z
E L LA
N OEL
I
AL
RI ES
EA
TT
EO
TO
I■
■N
RI
TA
o■
o■
LE
EN
AT
NT
TI
EI
se
TA
SMI
OUT
•RO
del fatto si divulgò presto tra i paesi e da allora
iniziarono i pellegrinaggi delle vicine popola-
zioni. Al principio fu costruito un oratorio,
l' attuale sacello che contiene la sacra immagine,
di etro l'infe1Tiata dell ' altare maggiore, qujndi
una chiesa e con questa si decise la costruzione
di w1 convento per i custodi del santuario, che
furono i religiosi Eremiti di S. Agostino. Frate
Simone da Camerino sovrintese al compimento
della chiesa e del progettato convento : "grandio-
so,nelle sue linee architettoniche, monumentale
nella sua facciata di tardo stile gotico-
veneziano". La chiesa, completata e consacrata
nel 1435, fu danneggiata gravemente da un
violento incendio qualche anno dopo. Fu allora
abbellita, ampliata e riconsacrata. Il Santuario,
che oggi è monumento nazionale, è a croce
latina, con tre navate absidate e un bel campanile
del XV secolo. L'antico convento a sinistra del
Santuario, proprietà dei Salesiani, è oggi adibito
ad albergo termale.
BS APRILE 2005

5.6 Page 46

▲back to top
I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Cavolo postulatore generale
LA SORPRESA
DEL MEDICO
Un nostro familiare ammalato si
trovava nella necessità di dover
subire un intervento chirurgico.
Pregammo con fede Maria Au-
siliatrice. L'operazione ebbe un
buon esito . Ma la cosa sorpren-
dente avvenne al momento del
primo controllo post-operatorio
quando un medico disse di tro'.
varsi di fronte a un miracolo
tanto positivo era stato l'esit~
dell'intervento.
B.S., Maserà di Padova (PO)
SONO MAMMA
FELICE DI
MATTEO
Fi_n dall'iniz!_o della gravidanza
m1 aff1da1all intercessione di san
Domenico Savio per la creatu-
ra che avevo in grembo. I nove
mesi trascorsero felici senza
alcuna difficoltà per me e per il
bambino_. Al momento del parto
1mprovv1samente sorsero pro-
blemi per il piccolo . Non mi
persi d'animo, ma mi aggrappai
alla preghiera e con tanta fidu-
cia a san Domenico Savio. Il 6
aprile 2004 ho cosi ricevuto l'i-
nestimabile dono di un bambi-
no, Matteo, perfettamente sano.
Un grazie particolare a mia zia
Fi9lia di Maria Ausiliatrice, eh~
m1 ha fatto conoscere questo
wande protettore delle mamme
1n attesa.
Donatella Mainfredi
Pregnana Milanese (Ml)
9GNI FIGLIO
E DONO
Sposati da quasi 4 anni io e
mio marito desideravamo 'tanto
un bambino, ma i tempi nostri
non sempre coincidono con i
tempi di Dio. Da co ntrolli fatti
scoprimmo che c'erano dell~
difficoltà per il concepimento .
Per questo cominciai a sotto-
pormi a cure_ medi_che . Dopo
alcuni mesi rimasi incinta, ma
persi 11bambino entro le 8 setti-
mane . Ne derivò per noi un
grande _sconforto . Ci rivolgem-
mo a Dio pregando che ci aiu-
tasse a superare questo
momento di dolore. Dopo quasi
un .anno rimasi nuovamente
1nc1nta, ma persi il bambino in
6 sett imane . Ci sembrava di
non resistere più allo sconforto.
Fu allora che la Preside dell'l-
stitut_o dove insegnavo mi pre-
sento la figura di san Domeni-
co Savio , dicendomi di rivol -
germi a lui con fiducia . Mi
regalò l'abitino e cosi io e mio
marito, abbandonate analisi e
terapie, cominciammo con fidu-
cia a recitare la novena al pic-
colo santo. Leggevamo sul Bol-
1etti no Salesiano le testimo-
nianze di varie mamme ed era-
vamo desiderosi di scrivervi un
giorno anche la nostra . Dopo
quasi un anno, con grande sor-
pre_sa mi trovai nuovamente
incinta. Cominciarono allora
per me i giorni dell 'ansia e
della_ paura; ma mi sentivo più
f1duc1osa _e piena di speranza.
Trascorsi una gravidanza bel-
li ss ima: il bambino cresceva
bene ; nacque il 16 novembre
2003 e prese il nome di Gio-
vanni Domenico Maria.
F. P. e Giovanni
Albignasego (PO)
HO SUPPLICATO
DON BOSCO
Sono la moglie di un exallievo
salesiano di Ivrea. Mio marito
si è ammalato di demenza
senile . Purtroppo si sono avve-
rate le previsioni dei medici
secondo le quali la malatti~
sarebbe gradualmente peggio-
rata . Mio marito giorno e notte,
in vocava Don Bosco: " Ho
paura... Don Bosco aiutamil"
Mi chiamava in continuazion~:
lo, piangendo, pregavo ogni
giorno 11 Signore , affinché mi
desse la forza di poterlo assi-
stere, sentendo il peso dei miei
83 an_ni di età, e soprattutto
per_che fosse lui stesso a stargli
v icino . Posso testimoniare di
aver ricevuto tanta forza d'ani-
mo e_ la costanza necessaria .
Infatti , quando mia figlia il 30
g1~gno 2003 fu colpita da polio-
m1el1te , continuai a invocare
Don Bosco che ottenne la sua
guarigione. Mio marito si è
spento il 23 febbraio 2004: era
sereno, anche perché è morto
nel suo letto , come desiderava
Sento .il bisogno di proclamar~
a tutti quanto grande sia la
forza della nostra fede: se
manca la fede manca tutto .
Gina Petracco
S. Vito al Tagliamento (PN)
APRILE 2005 BS
na non aveva menzionato. Po-
che settimane dopo, sognai
n_uovan:iente Salvo e il sogno
s1 ripete altre volte ancora. La
cosa singolare è che al mattino
svegliandomi ero pervasa da
una sensazione di pace e di
benessere interiore mai prova-
ta prima e mi sentivo più forte.
· L'ultima volta che lo sognai,
mentre come al solito la sua
!,mmagine svaniva, gl i chiesi :
Aspetta, volevo ringraziarti;
d1mm1 qualcosa in più di te ti
prego!". Con un sorriso sfolgo-
rante mi rispose: "Non posso
Salvo D'Acquisto
restare , ma se vuoi ti aspetto a
Napoli". lo comprendevo sem-
TI ASPETTO
A NAPOLI
pre _meno , finché un giorno -
anniversario del sacrificio di
Salvo D'Acquisto - sulla pagi -
Mi sento molto legata alla figu-
ra del giovane martire, exallie-
vo salesiano, Salvo D'Acqui-
sto per un fatto singo lare.
Qualche anno fa ho attraversa-
to un periodo molto critico del-
la mia adolescenza. Mi sentivo
talmente so la e spaventata
che mi mancava il coragg io di
affrontare anche le situazioni
~iù banali. Tuttavia, ogni sera
ritrovandomi da sola mi rivol -
gevo a Dio chiedendogl i di aiu-
tarmi a uscire da quella terribi-
le morte spirituale e a ritrovare
me stessa, dandomi un segno
della sua presenza. Una notte
sognai un bel giovanotto in di-
visa che mi guardava sorriden-
te: "Sta' tranquilla, vedrai che
tutto andrà per il meglio".
Quando gli chiesi chi fosse mi
rispose che si chiamava S~lvo.
P_ensai a lungo sul possibile
s1g_n1f1cato di quel sogno, tin-
che m1 ricordai un episodio che
m1 aveva raccontato la nonna
quand'ero bambina. Ella infat-
ti, mi aveva ~arlato di ~n gio-
vane carabiniere che sacrificò
la sua vita per salvare 22
osta9gi da una terribile rappre-
saglia dei soldati tedeschi. Li
per lì però non riuscii a colle-
gare questo episodio né il so-
na d1 un giornale, con grande
stupore, riconobbi la foto del
giovanotto del sogno. Lo con-
siderai un segno divino e cer-
cai di reperire maggiori infor-
mazioni sulla figura di questo
futuro beato . Finalmente il 2
novembre 2003 potei recarmi
a Napoli, nel santuario di santa
Chiara, per portare fiori e
soprattutto pregare su lla sua
tomba. Ricordo che quella mat-
tina, pur in cond izioni meteoro-
logiche proibitive - vento vio-
lentissimo, cielo plumbeo e mi-
naccioso - partii da Noci deci-
sa come non mai. Giunsi a Na-
poli avvolta da un sole splen-
dente e caldo nel cie lo sereno.
Restai inginocchiata e immobi-
le presso la tomba di Salvo
senza accorgermi delle lacrim~
che mi rigavano il volto . Per
sua intercessione ero ritornata
la ragazza allegra e felice di
sempre. Avevo nuovamente
imp arato ad amare la vita·
avevo ritrovato la forza per an'.
dare avant_i. _Avrei voluto grida-
re la mia gioia, ma riuscii a dire
~o la _" ~razie! ", un semplice
grazie ripetuto innumerevoli
volt?. Inutile dire che quel gior-
no e stato uno dei più belli del-
la mia vita.
gno né con il nome che la non-
Marica D'Aprile, Noci (BA)
Per la p11/Jb/icazione non si
1iene con to de lle let1ere non
f irmate e senza recapilo. Su
richiesta si potrà 0111et1ere
l'indicazione del nome.

5.7 Page 47

▲back to top
Prof.
VALTER BOERO
Docente di chimica alla facoltà
di Agraria di Torino, 50 anni,
due fig li nelle scuole cattoliche.
Da 4 anni dirige l'associazione
europea "Genitori delle Scuole
cattoliche" (OE-GIAPEC).
Professore, sono molto diffuse in Europa le scuole cattoliche?
In Europa occidentale sì e sono ovviamente più diffuse che non nei
paesi ex socialisti. Nei paesi ex socialisti le costituzioni, generalmente,
riconoscono la possibilità per i genitori di scegliere per i propri figli
l'educazione che ritengono più adatta, così molti riscoprono l'educa-
zione cattolica. C'è di più: le autorità 1iconoscono aiuti finanziari alle
scuole in modo che le famiglie godano di vera libertà. Paradossalmente
vi è meno libertà in Italia.
Ci sono elementi comuni nelle scuole cattoliche d'Europa?
Certamente. Fra tutti, il progetto educativo che si presenta come
coerente con il Magistero della Chiesa cattolica e viene accettato
anche da molte famiglie ortodosse, musulmane, agnostiche e prote-
stanti. Non è quindi vero che le scuole cattoliche siano un ambiente
chiuso, restio al dialogo, ecc. come a volte si sente dire.
Dal suo punto di vista, come vede la questione delle radici cri-
stiane?
Le radici sono sotterranee e non si vedono, ma ci sono. Il fatto che
vengano ignorate nella costituzione della UE non è casuale, come
molti vorrebbero far credere. Anzi, è la lampante dimostrazione che è
in atto una pesante discriminazione.
Quali prospettive su questo versante?
Bisogna rimboccarsi le maniche, fare come Don Bosco che si è
schierato per l'educazione dei suoi giovani, infischiandosene (mi si
perdoni l'espressione) dei Cavour e dei Rattazzi e mettendo in secon-
do piano i mille problemi che affliggevano il suo tempo!
Quale l'iniziativa più recente dell'OE-GIAPEC?
Il 26 febbraio 2005 a Villa Gualino in Torino si è tenuta una Confe-
renza internazionale sul tema: Quale libertà e quale futuro per la scuola
cattolica in Cina, Medio Oriente e in Europa? Interessantissime le
conclusioni, che invito tutti a leggere.
Informazioni per e-mail: valter.boero@unito.it
MALIT
Avvisano il padre Vincenzo:
"C'è un gruppo di ragazzi che
tira sassi a un albero di
mango". Un'occhiata e il mis-
sionario sa perché. E per acca-
parrarsi qualche frutto: con la
fame non si scherza; salire su
un mango è difficile e perico-
loso, meglio qualche sassata
ben appioppata. Ma c'è uno
che non partecipa. Sta seduto
per terra, silenzioso. Come gli
altri compagni apparteneva al-
la tribù Dinka e con loro era
fuggito dalla guerra, rifugian-
dosi in città, dove il pericolo
era minore ma la fame ben
maggiore. "Beh, Malit, non hai
farne?". Non risponde. Il mis-
sionario lo guarda con più at-
tenzione e s'accorge che la
grande macchia che gli im-
brattava la camicia non era su-
diciume come aveva creduto ...
era sangue. "Vieni con me",
comanda imperiosamente, poi
quasi lo trascina in una stanza,
gli strappa di dosso i pochi
stracci e vede un corpo pieno
di pustole purulente. Sangue e
pus... un miscuglio micidiale.
Lo lava, lo medica, gli procura
vestiti puliti , lo cura per qual-
che settimana. Aveva capito
perché Malit non aveva la
forza di tirar sassi al mango
pur avendo una fame arretrata
di giorni... Come lui ce ne
sono molti. "Avessi i mezzi
per poterli curare tutti! ", pensa
padre Vincent.
Vincent Donati
ppavrambil@2002@yahoo.co.in
.•"-,.f·'.. ~ .,., .. ~ 'ff f"l ·_·
~'r,-
-!
Albero di mango col suo
frutto.
BS APRILE 2005

5.8 Page 48

▲back to top
TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA c.M,P.
NEL PROSSIMO NUMERO
INSERTO CULTURA
di Stefano Bianco
DB Media Centre
,ig
~
c"ii'
·~
c.
.!!!
e!
Q)
"oceO:.
·e(/)
8
""e:''
Cl
Q)
c.
'iii
eQ)
Q)
.E
MISSIONI
E
-
di Giovanni Eriman
I
0.
Un indio verso gli altari
:uE
o><X
e
<X
0.
l5
ou
:uii::.,
oi
e!
2
~
e!
·.a9
~
e!
o
cii
""eE'
'6
5l
E""'
RICERCHE
di Francesco Motto
Novità in casa Mazzarello
VIA GI
di Giancarlo Manieri
Kossovo , terra in bilico