Bollettino_Salesiano_200503

Bollettino_Salesiano_200503

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Mensile Anno CXXIX nr. 3
Posta Italiane S.p.A. Spedizione in
(Conv. in L 27/02/2004 n. 46) art.
U
l,
. D.L
comma
32,5o3c/2a0P0D3
Sped"izione nr. 3/2005
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NIL 1877

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- 40 ANNI DAL CONCILIO _ _ _ _ _ _ _,
di Pascual Chavez Villanueva
RINGIOVANIRE
IL VOLTO
MESSAGGERI
DI LIETI ANNUNZI
"Come sono lieti sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi
che annuncia la pace, messaggero di bene che annuncia
la salvezza, che dice a Sion Regna il tuo Dio" (ls 52,7).
La bella immagine di Isaia descrive i "portavoce". di Gesù
che comunicano la più bella notizia mai ascoltata.
GesùdiNa-
zareth ,
fondata la
Chiesa, le affidò
i tesori della Gra-
zia perché li met-
tesse a dispo-
sizione degli uo-
mini e delle
donne di tutti i
tempi e luoghi. La Chiesa
è così evangelizzatrice per vocazio-
ne. Questa è la sua missione. Il
Maestro, infatti, le ha inviato il suo
Spirito perché potesse guidarla fra i
meandri della storia e le ha donato
sua Madre perché le insegnasse a
educarci come figli di Dio e discepoli
del Figlio. Gesù e Maria non si tro-
vano tra noi, ma presso il Padre. Di-
cono gli "Atti" che, prima di salire al
Cielo, Gesù volle affidare la Chiesa
nascente agli Apostoli, nominandoli
suoi rappresentanti e concedendo
loro autorità e poteri per orientare e
dirigere il nuovo popolo di Dio.
lo Spirito e l'imposizione delle mani.
In breve, Gesù assegna agli apo-
stoli la sua stessa missione: anima-
re , ammaestrare e governare la
Chiesa, alimentarla con la Parola,
santificarla con i sacramenti. Orbe-
ne la Chiesa, cattolica per natura e
vocazione - cioè aperta agli uomini
e donne di tutte le culture, popoli e
nazioni - si realizza nelle Chiese
particolari. Perciò Paolo e gli altri
apostoli nel fondare nuove comu-
nità nominavano chi, esercitando il
servizio dell'autorità, potesse gui-
darle e confermarle nella fede. Il
Nuovo Testamento li chiama pre-
sbiteri ed "episcopi'. Quella catena
non si è più interrotta.
Sant'lreneo, vescovo di Lione,
ci ha trasmesso le liste dei vescovi
di Roma e di Smirne, che si rifanno
a san Pietro e san Paolo. Presso la
basilica di San Paolo fuori Mura si
trova una galleria di medaglioni con
tutti i 267 Sommi Pontefici da san
Pietro fino all'attuale. Altrettanto si
può dire di ciascuna diocesi che
conserva accuratamente la lista dei
propri vescovi , per indicare la suc-
cessione apostolica, a partire dal
fondatore . Naturalmente si richiede-
vano la santità e la coerenza con la
fede che professavano e la Parola
che predicavano. Molti testimonia-
rono la fede fino al martirio. In una
delle lettere pastorali san Paolo
ricordava a Tito: "Ti ho lasciato a
Creta perché tu possa portare a
termine quel che è rimasto da fare.
Stabilisci in ogni città dei responsa-
bili secondo le mie istruzioni. Essi
devono avere un'ottima reputazio-
ne ... perché un vescovo è come un
amministratore di Dio" (Tim 1,5-7).
Possiamo dunque affermare che fin
dall'inizio si è instaurata la trasmis-
sione di responsab ilità e poteri, da
Gesù agli apostoli , da questi ai loro
Agli Apostoli Gesù ha conse-
gnato la sua missione e dato la
sua autorità per il servizio della
Chiesa: la Parola che attraverso
l'evangelizzazione e la catechesi ci
apre alla sequela di Gesù, il Batte-
simo.che c'inserisce nel suo Corpo
e ci rende membri del nuovo popo-
lo, l'Eucaristia che ci mette nella
comunione più intensa possibile
con Cristo resosi pane di vita e
bevanda di salvezza, il Perdono
mediante il quale si fa esperienza
della misericordia di Dio. Infine, li
autorizza a trasmettere tali poteri ai
successori attraverso l'unzione del-
MARZO 2005 BS

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successori. Per i primi cristiani
obbedire ai pastori equivaleva a
obbedire a Cristo. Il compito cui gli
Apostoli hanno votato tempo ed
energie è stato predicare il Vangelo
"fino ai confini del mondo". ·Questa
continua a essere l'unica vera mis-
sione della Chiesa, perché tutti gli
uomini giungano alla conoscenza
del disegno di Dio, rivelato in Gesù.
La straordinaria notizia è: siamo
figli di Dio e da figli di Dio possia-
mo e dobbiamo vivere. La missione
di annunciare e testimoniare il Van-
gelo non è esclusiva di vescovi ,
preti o frati e neppure dei laici più
impegnati. La dimensione missio-
naria investe ogni battezzato, per-
ché ogni cristiano è chiamato a
essere "sale della terra" e "luce del
mondo", speranza e buona novella
per tutti. Oltre agli apostoli, la Chie-
sa annovera tra i suoi evangelizza-
tori vescovi e sacerdoti , relig iosi e
religiose , e moltissimi laici sposati o
celibi che consacrano tutta o parte
della loro vita all'annuncio esplicito
del Vangelo . Naturalmente tra gli
evangelizzatori sono in primo piano
genitori e catechisti .
Cari amici lettori, è davvero
consolante sperimentare la fedeltà
del Signore Gesù che non ci ha
lasciato orfani o senza missione da
realizzare , ma ci ha dato il suo Spi-
rito e ci ha fatto evangelizzatori,
perché a tutti possa arrivare la
grande notizia dell'amore di Dio
che salva attraverso la morte e ri-
surrezione di Gesù. Mi auguro che
il Signore ci dia la forza d'amore
che diede a Paolo di Tarso quando
lo afferrò sulla via di Damasco ,
che da allora non volle più cono-
scere altro che Cristo e, dimentico
di sé e del suo passato, si protese
verso il futuro con l'unico progetto
di evangelizzare le genti. Fu coe-
rente , tanto che, pur prigioniero e
sotto custodia militare, ha speso i
suoi due ultimi anni di vita a Roma
"annunziando il Regno e insegnando
le cose riguardanti il Signore Gesù ,
con tutta franchezza e senza impedi-
mento" (At 28,31 ).
D
I Prima di salire al Cielo, Gesù
nominò gli apostoli suoi
messaggeri, affidando loro
la diffusione della sua Parola.
Marzo 2005
Anno CXX IX
Numero 3
In copertina:
Il rapporto d ei figi i
con il padre è uno
d egl i argom enti più studi ati
da lla so ci o logia
e d a l la ped agogia, segno
evide nte dell ' importanza
d ell ' a rgomento
ne ll' attu ale so c ietà .
Fo to : Vin cenzo Odorizzi
M ensil e d i informaz io ne
e cultura religiosa ed ito
dall a Congregazione Sa les iana
d i Sa n Giovanni Bosco
D i r etto re :
GIANCARLO MANIERI
- CHIESA
12 Verso la GMG
di Silva no Stracca
- GIOVANI
14 I giovani e la pace
di Giuseppina Cudem o
- ANNIVERSARI
18 Guadalajara 100
di Fra ncisco Castellanos
- VIAGGI
20 Scutari FMA
di Gianca rlo Manieri
- , NSERTO CULTURA
23 Il portale dei salesiani
- FMA
28 Popoli del Mediterraneo
di Gonsalves/Ba roni
di Graziella Curti
RuBRICHE
2 Il Rettor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Le ttere al Direttore - 8 In Italia e nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani·- 27 Doctor f. -
30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Movim ento Salesiano - 37 Laetare et
b e nefacere ... - 38 Sfide e tiche - 40 Diba ttiti - 42 I nostri morti - 43 Il mese -
44 Prima pagina - 45 Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/ Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Mattioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori : Severino Cagnin - Ernesto Cationi
Giuseppina Cudemo • Graziella Curti - Enrico dal Covalo
Carlo Di Cieco - Bruno Ferrero - Cesare Lo Monaco
~;,~~~~~n~~~u~c1~ii~~~Y~its~ ~~i;~~~ ~i~~~;;:~i0
Fabio Sandroni - Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Gregorio Jaskot (Roma)
Fotocomposizione: Puntografica s.r.l. - Torino
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È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 135 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stam pa
Periodica Italiana
BS MARZO 2 005

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di Carlo Di Cieco
IN ASCOLTO
DELLA PRECARIETÀ
In un mondo dominato dal denaro, la precarietà è di casa, più
di quanto si possa immaginare. E investe tutti. Dollaro ed euro
sembrano essere i padroni del mondo. Ma ...
-
L a precarietà può rappresentare un
nuovo punto di incontro e di intesa
di giovani e anziani, anzi adulti. Gli
anziani sperimentano più fortemente la
precarietà della vita; i giovani la
precarietà del lavoro. Una condizione
che ormai quanti aspettano di entrare
nel mercato del lavoro condividono con
sempre maggiore frequenza anche con
adulti tra i 45 e i 60 anni, vittime
crescenti delle ristrutturazioni aziendali
che stravolgono radicalmente la vita e
le sue coordinate dei non più
giovanissimi e dei non ancora
pensionabili. L'età di mezzo è diventata
il picco del pericolo precariato con
devastanti conseguenze. Se ci si pone
in ascolto della precarietà dell'esistenza
che la trasformazione del lavoro ha
inoculato nella psicologia con una rete
tentacolare, si può far nascere
un'alleanza nuova tra generazioni,
selezionate ormai specialmente in base
alla produttività e alla capacità di
competere sui mercati.
O Le conseguenze della precarietà
possono essere non meno mortali delle
conseguenze dell'amore sottoposto a
pressioni sociali insopportabili. Per cui,
la speranza appare la virtù più difficile
nel nostro tempo di centralità del
denaro. Ci si chiede se abbia senso
sperare e che cosa sia possibile
sperare al di fuòri del dollaro verde o
dell'euro, se queste monete appaiono
il grimaldello di tutta la costruzione di
ogni vita e della sua felicità. Perfino le
professioni che scantonano nel gratuito
o sono imparentate con i sogni invece
che con la quadratura dei conti,
diventano sempre meno appetibili. Il
mercato scandisce le priorità sociali e
ha reso così condizionata la vita
individuale, che viverla nelle forme
ereditate diventa sempre più strano e
raro. Quando - come anticipano
largamente romanzi e film più o meno
awincenti e convincenti- sarà acquisito
e sociologicamente normale comprarsi
bambini artificiali, la nascita tradizionale
dei bambini sarà un ingombro
residuale. La scienza meccanica su cui
il capitale ha messo saldamente le
mani, ha tracciato grandi arterie
MARZO 2005 BS
futuriste dove veri saranno solo i
bisogni indotti e non più quelli innati.
O Si assisterà a una bella sfida, nel
futuro, tra il tentativo di clonare l'uom.o
rendendolo asservito ai propri bisogni
indotti e la voglia di libertà di essere
uomini secondo la grande tradizione
culturale umanista, secondo i ritmi della
terra, del vento, del sole, delle stagioni ,
dell'amore e dell'ira come ce ne hanno
finora parlato filosofia, storia, religione e
medicina. Tra il desiderio di pensare a
propri antenati umani e la realtà di
ritrovarsi eredi di provette e alambicchi.
O Se il lavoro e la sua organizzazione
funzionale al mercato e al profitto
hanno precarizzato impieghi e tempo
produttivo, la scienza autoreferenziale
o asservita a progettualità di potere e
guadagno ha inaugurato una
condizione generale di precarietà
della stessa umanità, senza
distinzione tra giovani e adulti. Di
fronte a tali scenari, si può pensare
che la precarizzazione del lavoro è
solo il primo grande passo verso
l'asservimento dell'umanità. E per
questo non può essere una questione
sociale irrilevante per nessuno di
coloro che credono che l'uomo valga
immensamente di più del proprio
denaro. E anche il rapportarsi tra
generazioni - nel tempo sempre più
vicino nel quale l'autodistruzione degli
umani è a portata di mano non meno
che la fine di ogni forma di vita per
l'inquinamento smodato - non può
basarsi solo sul tradizionale
avvicendarsi delle stagioni di vita o sul
bagaglio di esperienza che gli anni ci
fanno accumulare.
O I bambini si salveranno nella mis
in cui sarà umano invecchiare e gli
anziani resteranno rilevanti per la lo
umanità nella misura in cui si
consumeranno risorse pensando a
verrà dopo di noi.
E questo sarà più facile se alla
prowisorietà del vivere non si
aggiungerà la precarietà del vivere che,
se sommate, non ci lascerebbero che
briciole infinitesimali di felicità.

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~
~
OtN6iJ R,
l'abbiamo pw m casa. Quid una povera mamma sia capace che animali. Ma non vuol
fac iendum ?
di una perforn1a.nce educativa sentir parlare di bambini, per-
4. La mia Simo, terza medi a, o edocomunicativa del gene- ché ha paura di inserirli in un
mi ha candidamente confessa- re? Io dico di no. E lei?
mondo pieno di pericoli. Ma
to che anche durante gli eser-
cizi spirituali cu i ha voluto
Migliola, Milano
insomma, che "cavolo" di ra-
gionamento è?
partecipare, organizzati dal- Cara professoressa ,
l'insegnate di religione della le pubblico integralmente la
Elio , Pavia
sua scuola, ha spedito decine lettera come ha chiesto. Le do Un ragionamento... di quel-
di messaggini attraverso il ragione per quanto riguarda i /' ortaggio, appunto! Cioè un
suo cellulare. E non molto problemi, né pochi né irrile- non/ragionamento. Caro si-
spirituali, a quanto mi ha rac- vanti, che ha snocciolato con gnore, per la "nota" presen-
contato. Ormai il telefonino è puntigliosa precisione e tatrice fiori , animali e bambi-
un 'appendice di sé. Quid fa- acume. A li vello di soluzione ni non sono affatto sullo stes-
,,.,ACIGNI•.. Caro di-
U,'1~-ettore, permetta prima
di tutto di chiederle di pubbli-
care integralmente la mia let-
tera... chissà che non possa
far del bene. Sono una mam-
ma di tre figli (17, 13 , 9 an-
ni). E sono anche una mam-
ma smarrita per non dire di-
sperata. Le espongo breve-
mente il mio problema, anzi i
miei problemi, che sono quat-
tro, senza contare mio marito
ciendum ?
Ecco, caro Direttore: i miei
quattro macigni. Le lascio im-
maginare come vivo da qual-
che anno. Mio marito per non
diventare manesco, visto che
oggi si rischia la galera per un
ceffone ai figli , ha preferito
ritirarsi in buon ordine. " Se si
vogliono rovinare, affare lo-
ro", dice. Ma questo è abdica-
re al ruolo. Da parte mia, so-
no appesantita da un compito
lei ha elencato quattro com-
petenze, ineccepibili, ma, "mi
consenta" (senza riferimenti
politici!) , a me pare che ne
manchi una, quella, forse, ri-
solutiva e che potrebbe trarla
d' impaccio. La grande com-
petenza dimenticata nella sua
elencazione è l'amore. Unge-
nitore deve avere una riserva
inesauribile d'amore . Di quel
tipo che un tempo veniva qua-
lificato come "sviscerato"
so piano. Da quel che ha
detto , prima vengono i fiori
(ne ha tanti!), poi gli animali
(ne ha!). Punto e basta. E i
bambini? Non ne ha, non ne
vuole, per lei non esistono
perché dice che "ha paura di
inserirli in un mondo" , ecc. A
parte che u.n ragionamento
del genere,fatto da tutte le si-
gnore, spopolerebbe in pochi
anni la terra , c' è anche da
aggiungere che nemmeno lei
che non conta (poi le dirò che esula dalle mie compe- perché era incarnato, inca- sarebbe nata e "nota" se su.a
perché) . I miei tre rampolli tenze, anche se non dai miei stonato nelle viscere, il luogo mamma avesse avuto le sue
hanno ricevuto in regalo cia- doveri. Io tutt'al più me ne in- degli affetti - secondo gli an- idee balzane (anzi malsane).
scuno il computer e il telefo- tendo di italiano e latino (in- tichi. L' amore, signora, non Da che mondo è mondo que-
nino. Dai nonni . Ora legga il segno lettere alle medie ma ha bisogno di competenze li- sta "aiuola" che ci ospita -
seguito:
certo non basta per educare). bresche, di approfondimenti siamo noi i veri fio ri - è stata
1. Tutti e tre han no libero e A un 'occhiata veloce, per ri- pseudoscientifici, perché sempre zeppa di pericoli. Ma
quotidiano accesso a materia- solvere i quattro macigni.
"non perde mai la speranza e l'uomo se l'è sempre cavata.
le pornografico. Me ne sono a. dovrei intendermi di socio- non tramonta mm . Don Ha continuato a crescere, a
accorta, ho cercato di parlare logia , sapere qual è la mappa Bosco da parte sua ha ag- svilupparsi, a scoprire cose
con loro, ma è come parlare della situazione sociocultura- giunto un' appendice eh.e fa al sempre piiì stupefacenti. No-
al vento. Quidfaç;iendum? le dei ragazzi di oggi inseriti caso nostro: "Amate i vostri nostante tutto. Sono convinto
2. Il mio Marco, 9 anni appe- in una società globalizzata; ragazzi e fate in modo che se che la sua fo rza , la sua astu-
na, chatta con accanimento. b. dovrei intendermi di teolo- ne accorgano". Non so indi- zia , e soprattutto la sua matu-
Ha conosciuto un sacco di per- gia, per un approfondimento carle altra strada. Sono sicu- rità umana siano direttamen-
sone·. Tra le altre una "ragaz- teologico/dottrinale, data la ro che opporsi ali' amore è te proporzionali alla capacità
za" che vuole assolutamente natura dei problemi che mi si difficile, anzi quasi impossibi- di schivare o meglio superare
conoscere. "Mamma, sei catti- pongono;
le. Per contrastare l'assalto gli ostacoli (li chiami pure
va: perché non mi porti da c. dovrei intendermi di peda- dell'amore occorre fuggire, pericoli che non sbaglia) . Chi
Lina?". Il perché non gliel'ho gogia: se è vero che educare è sparire nel silenzio e non la- decide che metterà al mondo
detto: la sua Lina è una divor- un 'arte, immagino che I'edu- sciarsi più trovare, rompere dei figli solo se potrà assicu-
ziata, con tre figli come me, e cazione abbia ramificazioni e tutti i rapporti, non lasciarsi rargli la felicità, semplice-
abbondantemente in menopau- sfumature da applicare per le amare ... Come vede , un per- mente decide di non mettere
sa! Quidfaciendum?
diverse situazioni che si pre- corso arduo anche per il fi- al mondo dei fig li. Un mondo
3. I miei suoceri , mio marito senta.no negli educandi;
glio più disgraziato...
senza ostacoli, oltre a essere
e io stessa siamo legati a una d. dovrei, inoltre, com'è ov-
un' utopia, è anche una f ollia.
civiltà degli orari, o, se vo- vio, fare il genitore (ma solo
Anche i personaggi delle fa-
gliamo, a una concezione bi- dopo avere perfettamente ca- l"J10RI, ANIMALI E... vole, prima del "vissero felici
blica del tempo: "C'è un pito il quadro generale con an- I.Jl carissimo direttore, giuro e contenti" finale , ne hanno
tempo per mangiare, uno per nessi e connessi), cioè sceglie- di aver sentito in TV, ma non passate di cotte e di crude.
dormire, uno per danzare...". re le strategie appropriate: il mi ricordo da chi - ah, l' età! No n è senza significato la
Il mio Andrea sempre di più "modus operandi" e il "modus - certamente da una "nota" cosa: la vivibilità te la con-
tende a -fare della notte il suo dicendi", o se vuole, per unifi- presentatrice di quelle impor- quisti, e il costo è alto, ma
giorno e del giorno la sua care le due cose, il "modus co- tanti, che la suddetta mette proprio per questo è meravi-
notte. Nelle feste è da un municandi", perché sia incisi- sullo stesso piano i fiori, gli glioso. Ciò che non costa,
pezzo che ha stravolto gli vo e si addivenga a qualche ri- animali e i bambini. Pare che non vale. Ricorda la città dei
orari, e noi praticamente non sultato positivo. Lei pensa che costei abbia molti fiori e an- balocchi di Lucignolo, nel Pi-
MARZO 2005 BS

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..
nocchio di Collodi ? La fin e sorla .. . Un pianeta piatto , un
·-\\s. ..
è. .. asinina! Rammento un pianeta impossibile. Se ne
episodio della infinita serie di accorgono dopo un po' . Un
Star Trek, quando l'astronave mondo, così appare al capi-
~
1 . / , L ~ p ~-{-{-(
t:)D/6~ Re,_.
i;1fergalattica Enterprise sbar- tano , di abitanti valetudinari,
ca il capitano e i suoi uomini di persone abitualmente ma-
in un pianeta/paradiso dove late. Di inedia. Con impulsi
non esistono guerra , odio , in- al suicidio. Un mondo senza che insegni religione. In segna
vidie, emozioni, pericoli di senso . Si nasce lottatori, caro invece a minimizzare il pec-
Elio. È la nostra natura , il cato, a prendere la Bibbia
nostro cruccio e la nostra come una accozzaglia di rac-
APPELLI
Cerco registrazioni dal
primo all ' ultimo LP di
Amanda Lear. Di Bono
Francesco, Via Epicarmo,
262 - 96011 Augusta (SR).
gloria. È ora che ricuperia-
mo il coragg io di lottare per
la vita. No , le mammine mo-
derne non possono desidera -
re dei figli smidollati, pappa-
frolla , f elici e beoti ... più si-
mili a manichini che a perso-
conti sconclusio11ati, a non
prendere sul serio la Chiesa,
ma a prendere sul serio certe
affermazioni storiche che sto-
riche non sono. Mi f ermo solo
ali' ultima "pe1forman ce" co-
me la chiama lei, tanto per
Mi piacerebbe corrisponde-
re con persone della mia ·
stessa età. Sono una donna
44enne. Brino Maddalena,
Via Vagliè, 64 - 10036
Settimo Torinese (TO).
ne . Se ci sono mamme così, si
dovrebbe dubitare della loro
sanità mentale. Allora? Allo-
ra la sua presentatrice ha
detto tutt' al pùl un motto di
spirito poco spiritoso . Per
via del!' audience. Ha dello
mettere i puntini sugli "i" . Po
ha preso una topica quando
ha affermato che i figli di
Adamo fitrono Caino e Abele,
ma siccome Abele fu ucciso e
non poté generare, noi sa-
remmo discendenti di Cai-
Cerco e scambio santini...
Mi piacerebbe anche corri-
spondere con mamme. Sil-
vana Quartararo, Corso
Sommeiller, 17 - 10128
Torino.
una castroneria . Nulla più.
Dice la Bibbia: " È bene che
l'uomo si abitui alle contra-
rietà f111 dalla giovinezza"
(Lam 3,27). E poco oltre: "Il
Signore non abbandona per
sempre: anche se fa soffri-
no... e via cli questo passo,
col solito sarcasmo. Ebbene,
Po è un maestro nello stra-
volgere il testo sacro a suo
uso e consumo , per cercare di
ridicolizzarlo come fa da de-
cenni. Per quanto riguarda il
Cerco immaginette di
santa Eufrosina, moglie di
san Corrado Confalonieri,
vissuta tra il 1200 e il 1300
a Piacenza. Inturri Gian-
luca, Via Marchesi, 2 -
96012 Avola (SR).
re riman e sempre pieno di
amore e ricco di bontà"
(Lam 31,33) . Ci rifletta.
QIGLI DI CAINO. Ca-
ro di.rettore, "Siamo tutti
"' di Caino". Io credo che il
nostro assunto, infatti, Gn
4,25 dice che Dio ha dato un
altro figlio ad Adamo che
prendesse il posto di Abele , e
si chiamò Set. Di Set siamo
discendenti. Capisco che que-
sto è solo un cavillo. Spiace
tuttavia constatare che tutto
Ex insegnante, molto sola e
con un solo interesse, scri-
vere, cerca persone con le
quali intrattenere rapporti
epistolari. Scalambro Ma-
ria, Via Oropa, 137 -
10153 Torino.
nostro Nobel, Dario Fo, abbia
proprio ragione. [...] È vero
lui metterà magari un po ' in
ridicolo la religione, la storia
della Chiesa, ecc. ma è un
uomo che ragiona, che sa, co-
nosce e può parl are con co-
gnizione di causa. Lei ha
ciò che dicono certi "guru"
sia considerato anche dai cat-
tolici oro colato... Mentre, si
tratta di tuff'altro metallo.
Onore al nostro Clown e alle
magnifiche pagliacciate che
fa : divertono, attirano, incan-
tano, "de/stressano" ... ma
Mi piacerebbe conispon-
dere con signori/e della
mia città, dai 50 ai 60 anni,
essendo pensionata, per
scambi di opinioni. Pado-
vano Anna Maria, Via
Napoli, 12 - 40139 Bolo-
gna.
visto o sentito l' ultima sua
performance di alcuni mesi fa
alla TV? Ancora una volta
l'ha azzeccata tutta, soprattut-
to se consideriamo quanto sta
accadendo nel mondo. Siamo
per davvero fig li di Caino,
caro direttore. E sa qual è la
cosa che mi fa più rabbia?
sono Parola di Po, non di Dio.
Per fortuna. È vero che lo Spi-
rito soffia dove vuole, che
parla per bocca di chi vuole,
ma mi creda, mi riesce difficile
ascoltarlo attraverso la bocca
del nostro Nobel per la lettera-
tura .
Cambio libri e fumetti di
ogni genere. A chi me li
Che il dott. Fo conosce la
Bibbia meglio di noi cristiani.
spedirà, io rispedirò i miei
doppioni. Traetta Antonio,
Via Salgari, 3 - 42100
Reggio Emilia.
Angelo di Modena
Ho l'impressione che Po · co-
nosca molto il palcoscenico e
poco la Bibbia, e non mi pare
No/1 ci
blicare
è stato possibil
t.utte le IeIl e,•e
e pub-
pervnee-
nut e in recla z1one. Ce
. Provvederemo a
sscuuos iteammpoo.
ne o alla ri
sapIol as tapup?Iebrsliocnaaz1ieo.-
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vost ra co rrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse @sdb.org
BS MARZO 2005

1.8 Page 8

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Gù
TE
\\mir .\\l11ni1 Fr,m,,.,11 !wrhu . r/,1ril.Sd
(19.U /9H5/
DA GESÙ
SACERDOTE
ALLA TRINITÀ
La Libreria Editrice Vatica-
na ha edito un libro interes-
sante: si tratta del diario di
una suora dei nostri tempi.
Il titolo, né accattivante
di immediata comprensio-
ne, non rende giustizia alla
luminosità semplice e chia-
ra dello scritto che si snoda
come Ì'itinérario di un'ani-
ma consacrata che si sfor-
za di essere coerente con
le scelte fatte. Trattasi di
un diario molto umano, sen-
za slanci mistici , insondabili
abissi ascetici , o sublima-
~ioni catartiche impossibili.
E una donna che descri-
ve il suo cammino cristiano
come accettazione di ciò
che la vita riserva, anche la
sofferenza psichica e spiri-
tuale. Un percorso non per
specialisti, o per "addetti ai
lavori" (religiosi o religiose),
ma proprio per tutti. Oggi il
mondo soffre di una spa-
ventosa carenza di spiri-
tualità, questo libro la offre
con semplicità e dimostra
come sia alla portata.
(Monastero S. Chiara, Fa-
nano)
TORINO, ITALIA
TI HO INCONTRATO
PER VIA
È un CD con undici canti
composti da giovani salesia-
ni; undici diverse esperien-
ze generate dall ' incontro con
Colui che hanno trovato ,
l' uomo della Via e lui stesso
V ia. Da qui il titolo. Ovvio
che, proprio per la loro natu-
ra, i canti sono adatti a essere
utilizzati in vari momenti di
animazione con i giovani: per
la· preghiera e la rifless ione,
per la festa, e le fes te. Ma c'è
di più . Gli autori, d 'accordo ,
hanno dato uno scopo alla
loro fa tica creati va: il rica-
vato della vendita è per " una
coperta e una maglietta per i
ragazzi di strada e i ragazzi
del Darfur. A inquadrare la
cosa bastano le cifre di que-
sta dimenticata regione del-
!' Africa da anni in conflitto:
30 mila morti , 800 mila sfol-
lati, due milioni minacciati
di carestia, un quarto dei
bambini al di sotto dei 5 anni
malnutriti ...
Te!. 011 /58 111
1ucasdb@tiscali .it
MARZO 2005 BS
PHNOM PENH,
CAMBOGIA
attenti , pronti a difenderla so-
prattutto dalle grandi e terri-
bili malattie di oggi, quelle
che sfidano anche le più sofi-
CONTRO L'AIDS
sticate medici ne. Il diretto-
re del Don Bosco di Phnom
Il Don Bosco di Phnom Penh Penh, il salesiano fi lippino
organizza ogni an no - siamo don Leo Ochoa, è anche di-
all a edi zione - una setti- rettore del "Progetto per gli
mana ded icata all a preven- orfani di AIDS e bambi-
zione contro l'AIDS/HIV. ni colpiti dall 'AIDS" che sta
L'iniziativa, intitolata "Fun- suscitando sempre più inte-
day", è annuale e ha l'obietti- resse: quest'anno all 'apertura
vo di sensibi lizzare a questo della manifestazione egli ha
enorme problema moderno, parlato a 850 ragazzi orfani,
di proclama.re che la vita è alla presenza di giovani e
preziosa, ha un senso e va cu- adulti che collaborano con .i
rata: occorre essere sempre salesiani.

1.9 Page 9

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redazionale
NUMISMATICA
a cura di Roberto Saccarello
25 ANNI
DI PRESENZA
SALESIANA
Dal 19 al 21 novembre u.s. il
Rettor Maggiore, don Pascual
Chavez, è stato a Monrovia
per festeggiare i 25 anni di la-
voro dei salesiani in Liberia.
Alcuni membri dell 'ispettoria
della Gran Bretagna, che in
passato sono stati missionari
in Liberia (don Donald Mac-
Donald, don Joe Brown e don
Michael O 'Meara), si sono re-
cati un paio di settimane pri-
ma per i preparativi. Al suo
an-ivo all 'aeroporto il Rettor
Maggiore è stato ricevuto dal
direttore della casa di Monro-
via, don Harry O 'Brien e altri
membri della comunità. Ra-
gazzi con tamburi e danze gli
hanno dato il benvenuto. Rag-
giunta la comunità, ha conse-
gnato una medaglia d'argento
al direttore e vicario della dio-
cesi don Harry O 'Brien. Si è
poi intrattenuto informalmen.-
te a parlare con i confratelli . Il
sabato mattino si è recato a
Matadi, dove i salesiani hanno
una pan-occhia, una scuola e
un centro giovanile. Erano
anche presenti i rappresentanti
del Don Bosco Polytechnic e
del Don Bosco Home. Le per-
sone anziane del posto hanno
offe110 a don Chavez dei doni
che simboleggiano l'autorità,
una coda di vacca ornamenta-
le, un pollo vivo, e le chiavi
della nuova Matadi . Nel cen-
tro giovanile intitolato a Sean
Devereux ha quindi celebrato
la messa. In serata si è incon-
trato con diversi rappresentan-
ti di ordini religiosi. Il Rettor
Maggiore era accompagna-
to da don Valentin de Pablo
(consigliere Regionale per
l'Africa) e da don Riccardo
Castellino (s uperiore della Vi-
sitatoria dell'Africa Occiden-
tale francofo na). Domenica
don Chavez ha celebrato la
messa nella chiesa di St Jo-
seph, gremita all 'inverosimile.
Su uno striscione c'era scritto:
"Possa la tua visita portare la
Pace di Dio". (ANS)
GLI SCUDI DEL GRAN MAESTRO
Durante il periodo glorioso di Rodi ove acquisì
la definitiva personalità giuridica di Stato sovrano,
l'Ordine di San Giovanni di Gerusalemm.e coniò le
sue prime monete che ebbero , poi, una grande
diffusione durante il lungo periodo maltese.
Le emissioni monetarie dei Cavalieri cessarono
nel 1798 con la perdita di Malta, ma nel 1961, in
virtù delle sue prerogative sovrane, lo SMOM ha
ripreso a battere moneta con i tradizionali valori:
Scudi, Tarì e Grani .
La serie emessa per l'anno appena trascorso si
compone di due pezzi d'oro e di dl,Je pezzi d'ar-
gento, incisi da Franco Pioli. Gli aurei, del valore
di 5 e 1O scudi, mostrano sui rovesci il Gran Mae-
stro che riceve lo stendardo da san Giovanni Batti-
sta, e l'altare della chiesa di Santa Maria dell'A-
ventino .
Le due monete d'argento da 1 e 2 scudi sono
invece dedicate alla sede romana dell'Ordine,
situata sull'Aventino.
Sul diritto dell 'intera monetazione è riportato il
ritratto del Gran Maestro regnante fra' Andrew
Bertie in abito religioso.
lnfo: Ufficio Numismatico SMOM, via Bocca di
Leone n. 68, 00187 Roma, tel. 06.67581211
Per saperne di più: 'Il' 0761/307.124
BS MARZO 2005

1.10 Page 10

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l00annifa
Sul BS del marzo 1905 - mese di san Giuseppe
-: abbiamo trovato un articolo sul lavoro
e lo sciopero, con lafoto qui riprodotta.
Str~lciamo una parte che ci sembra... attuale:
quasi niente è cambiato.
Il progresso fatto dall'industria in questi ultimi tempi
è realmente meraviglioso; anzi è tale da non aver ri-
scontro nei secoli precedenti. I nostri vecchi certo non
sognarono mai d'impiantare alcuna di quelle grandi
fabbriche che rassomigliano a interi paesi e che eleva- ,
no i loro fumaioli più arditi delle torri e dei campanili.
Ma purtroppo, mentre queste cittadelle del lavoro
sono insieme un giusto orgoglio dell 'età nostra e la
vita delle nostre città, molte volte diventano il covo
della ribellione e del vizio . Gli è, che tanti uomini,
stando continuamente a contatto nel medesimo am-
biente e intenti allo stesso lavoro, non possono ri-
manere stranieri l'uno all 'altro, e se tra loro c'è chi
sa schizzar veleno, il contagio è rapido e fatale. Si
fa più in fretta a discendere che a salire; se ne ebbe-
ro già delle prove spaventose. Ad un cenno, come
colpito da paralisi, cessa d'un tratto quell'intelli-
gente rumor febbrile , le macchine si arrestano come
spezzate nel loro organismo, e invece del gemere
delle turbine e del fischiar delle cinghie, comincia-
no a risuonar minacciosi per le vie deserte delle
città i fischi precursori d'una tumultuante fiumana
umana, capace, nell'esaltazione del momento, di ri-
provevoli eccess i.
MARZO 2005 BS
LUBUMBASHI,
REPUBBLICA
DEMOCRATICA
siderato come il migliore spe-
cialista di storia del Katanga.
Possiede una bibliografia im-
pressionante realizzata in col-
DEL CONGO
laborazione con il Musée
Royal de Tervuren. Dirige il
IL LEOPOLDO II
A UNO STORICO
centro di studi di Lubumbashi
e ha saputo conservare le
fonti a rischio di scomparsa
SALESIANO
della storia del Katanga. Mi
piace anche mettere in luce le
Lo scorso ottobre il salesiano sue attività nel campo della
don Léon Verbeek ha ricevu- storia del!' arte. Durante le
to dal ministro degli esteri razzie degli anni scorsi ha
belga, che si trovava in visita messo al sicuro centinaia di
nella Republica Democratica pitture e contribuito alla sal-
del Congo, ex colonia belga, vaguardia del patrimonio arti-
la Medaglia del! 'Ordine di stico di questa provincia".
Leopoldo II. La cerimonia ha
av uto luogo presso il Conso-
lato generale belga. Presen-
tando la figura del salesiano,
il console ha tracciato un bre-
ve profilo di don Verbeek, af-
fermando tra l' altro: "Egli ha
consacrato la sua vita allo stu-
dio della storia del Katanga.
Il suo primo soggiorno in
Africa è stato al piccolo semi-
nario di Rwesero in Rwanda,
dal 1957 al 1959. Dal 1966 è
a Lubumbashi dove insegna
latino, diritto canonico, storia
ecclesiastica, storia del! 'anti-
chità classica. L'evoluzione
del suo lavoro scientifico è
talmente vasta che mi è im-
possibile descriverla qui. Don
Léon Verbeek può essere con-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Redazionale
11 7 aprile prossimo
verrà presentato ed
esposto nel loggione
monumentale della
chiesa di San Giovanni
in Monte a Bologna,
fino al 14 settembre, il
Crocifisso realizzato dal
professor Mattei, se-
guendo scrupolosamente
i tratti della Sindone di
Torino. Sono, infatti, rigo-
rosamente riportati nell'o-
pera "rivoli, grumi, colate
di sangue, ferite e enfia-
gioni" di quel misterioso
corpo che fu avvolto dal
lenzuolo funerario di Tori-
no, e che sulla tela sem-
bra aver lasciato la firma
della passione e morte di
Gesù di Nazareth. Anche
i chiodi delle mani sono
"ficcati" nei polsi, nello
spazio detto di Destot,
con i pollici "in opposizio-
ne nella zona metacar-
pale, data la lesione del
nervo mediano".
PASQUA2005
IL CROCIFISSO
SINDONICO
Ancora un capolavoro del maestro
Luigi E. Mattei, già insegnante
nella scuola grafica salesiana di Bologna,
oggi scultore di fama, le cui opere figurano
in più di ottanta musei e gallerie pubbliche
di tutto il mondo, oltre che in chiese
e basiliche con opere di rilievo.
Il maestro Mattei com-
pleta con quest'opera
un'originale trilogia che
ha avuto una successio-
ne non cronologica: il
Cristo morto realizzato
per l'anno 2000 cui il BS
dedicò una pagina (Lu-
glio/agosto 1999, pag.
47) ; il Cristo Risorto del
2001, "raffigurato nella
bronzea Porta Santa di
Santa Maria Maggiore a
Roma; ora il Cristo Cro-
cifisso, vero emblema di
questi primi travagliati an-
ni del lii millennio. Pas-
sione, morte e risurrezio-
ne, dunque: il "Corpo dei corpi ", come ebbe a
definirlo lo stesso autore, si staglia tragico nel
tragico inizio del nuovo millennio, come a riba-
dire: Quando sarò innalzato attirerò a me gli
sguardi del mondo, co-
me l'antico serpente di
bronzo innalzato da Mo-
in cima a una pertica
che guariva chi lo guar-
dava (Gv 12, 13; Num
21,9).
Dio sa quanto que-
sto nostro mondo at-
tuale abbia bisogno di
guardare al "Cristo in-
nalzato" , al Cristo croci-
fisso, per capire le pro-
prie innumerevoli tra-
gedie. Scrive lo stesso
Mattei : "Ho atteso al-
l'impresa, legittimata dal
corpo contenuto nella
sacra Sindone, per ten-
tare una risposta al-
l'affanno dell'uomo che
cerca il Volto di Dio, per
poterlo meglio scrutare
sulla croce, avvalendo-
mi di preziosi dati di-
sponibili e di una volu-
metria corporea esi-
stente". La trilogia della
passione di Mattei è
un'opera che ancora una
volta attesta anche la
passione dell'uomo e
dona la speranza dello
stesso esito: la vittoria
dopo la sconfitta, la
risurrezione dopo la
morte.
BS MARZO 2005

2.2 Page 12

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.........••••••......••.•.........••....•.............•••••.•••.........•....••..•... ,
VERSO LA XX GMG-
COLONIA GIORNATA MONDIALE
DELLA GIOVENTÙ - È
ALLE PORTE
di Silvano Stracca
GIORNAlE MONl>IAU DlUA GIOVlNTU
Da Toronto a Colonia
- · ;• ...,,,,,._.. llomc, 10 · 13 opolo lOOJ
, ' Alzati! ", "Ascolta!", "Met-
titi in cammino! ". Si rias-
sume in questi tre verbi il
messaggio che più gli sta a cuore e
che il Papa rivolgerà a ogni ragaz-
zo/a d 'Europa e del mondo a Colo-
nia ad agosto, dal 16 al 21, per la xx
Giornata Mondiale della Gioventù .
Giovanni Paolo II lo ha anticipato ai
giovani cattolici della Sv izzera in-
contrandoli a Berna nel giugno scor-
so, ali' indomani della xix Giornata
mondiale celebrata la Domenica
delle Palme 2004 sul tema "Voglia-
mo vedere Gesù", che riprendeva la
domanda rivolta, nel Vangelo di
Giovanni, da alcuni greci agli apo-
stoli a Gerusalemme. "Siamo venuti
per adorarlo" è invece il tema dell 'in-
contro internazionale nell 'antica città
tedesca, che da secoli custodisce le
reliquie dei Magi. Un luogo, dunque,
altamente simbolico. Scegliendolo, il
Papa vuole riproporre all' attenzione
dei giovani d 'oggi il cammino spiri-
tu ale che, duemila anni fa, all a ricer-
ca di Cristo compirono questi miste-
riosi personaggi dell 'Oriente.
LA DOMENICA
DELLE PALME
Ancora una volta, Giovanni Paolo
chiama i giovani del mondo a guar-
MARzo 2005 BS
I La grande Croce di legno,
consegnata ai giovani tedeschi
dalle mani dei giovani canadesi
in piazza san Pietro la Domenica
delle Palme di due anni fa.
dare al Cristo Gesù, sottolineando
l'importanza dell a ricerca del senso
dell a vita e dell a verità, vissuta nella
preghiera e nell ' interiorità. La Do-
menica delle Palme 2005 rappresen-
ta il momento più significativo della
preparazione spirituale dei giovani
all 'evento di agosto, seguendo il pel-
legrinaggio deUa grande Croce di
legno, consegnata ai giovani tede-
schi dalle mani dei giovani canadesi
in pi azza san Pietro la Domenica
delle Palme di due anni fa, che ini-
ziava così il suo cammino verso Co-
lonia. Nei mesi successivi la Croce è
stata portata in pellegrinaggio in più
di trenta paesi, attraversando il conti-
nente europeo da Est a Ovest, da
Nord a Sud. Arrivata in Germania,
ha raggiunto Berlino, città simbolo
della divisione dell'Europa e del
mondo nella seconda metà del xx se-
colo, da dove l' ultima Domenica
delle Palme ha preso avvio un lungo
itinerario sul suolo tedesco che si
concluderà sulle rive del Reno. Il
messaggio che il Papa ha scritto per
accompagnare il cammino della Cro-
ce e dei giovani , si articola secondo
il racconto che l'evangelista Matteo
fa del pellegrinaggio dei Magi, da
quando "essi partirono", lanciandosi
con coraggio per strade ignote, sino
all 'arrivo a Betlemme e alla "gran-
dissima gioia" nel vedere " il bambi-

2.3 Page 13

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
no" adagiato da Maria nella mangia-
toia. "E prostratesi lo adorarono", ri-
corda Matteo. Poi, aperti gli scrigni,
"gli offrirono in dono oro, incenso e
mirra". "Cari giovani", commenta il
Papa ricollegandosi al tema di Colo-
nia, "offrite anche voi al Signore
l'oro della vostra esistenza, ossia la
libertà di seguirlo per amore, rispon-
dendo fedelmente alla sua chiamata;
fate salire verso di Lui l' incenso
della vostra preghiera ardente; offri-
tegli la mirra, l'affetto cioè pieno di
gratitudine per Lui, vero Uomo, che
ci ha amati fino a morire come
malfattore sul Golgotha".
UN MESSAGGIO FORTE
Giovanni Paolo II incalza i giova-
ni. "Siate adoratori del! ' unico vero
Dio, riconoscendogli il primo posto
nella vostra esistenza. L'idolatria è
tentazione costante dell'uomo. Pur-
troppo c'è gente che cerca la solu-
zione dei problemi in pratiche i'eli -
giose incompatibili con la fede cri-
stiana. È forte la spinta a credere ai
facili miti del successo e del potere;
è pericoloso aderire a concezioni
evanescenti del sacro che presentano
Dio sotto forma di energia cosmica o
Il gotico duomo di Colonia
iniziato nel 1284 e finito solo
nel 1880 secondo il progetto
originale. Nel 1164 l'arcivescovo
Von Dassel, cancelliere di
Federico Barbarossa, trasferì
nella "cattedrale vecchia"
le presunte reliquie dei Magi.
IL PROGRAMMA
martedì 16 l'arcivescovo di Colonia
presiede l'Eucaristia
mercoledì 17 la mattina, catechesi e
messa
giovedì 18 mattina, catechesi e mes-
sa; pomeriggio, incontro
conii Papa
venerdì 19 mattina, catechesi e
messa; sera, Via Crucis
sabato 20: veglia con Giovanni
Paolo Il
domenica 21 messa di chiusura del
Papa
IL TEMA
"Siamo venuti per adorarlo". Vuol
consentire é!-i giovani di ripercorrere
idealmente l'itinerario dei Magi, le cui
reliquie secondo la tradizione sono ve-
nerate nella cattedrale della città, e di
incontrare, come loro, il Messia.
L'INNO
Latino e tedesco si alternano nell'inno
della Giornata: "Venimus adorare Do-
minum" - Siamo venuti per adorarlo.
Opera del giovane compositore, Gre-
gor Linssen, l'inno è stato scelto tra
2 15 canti presentati da autori di tutto il
mondo. È interpretato da Ivana Spa-
gna .
IL SUSSIDIO
"Una stella per strada" è il sussidio
italiano per prepararsi a Colonia.
IL LOGO
La Croce raffigura la presenza di Cri-
sto; il suo colore rosso rappresenta
l'amore, la passione, la sofferenza. La
cometa ricorda la nascita di Gesù e il
cammino dei Magi. Il duomo di Colo-
nia è stilizzato in rosso, colore che as-
socia la Chiesa alla Croce. L'arco el-
littico, forma stilizzata della lettera C,
sta a indicare Cristo. L'arco è proietta-
to verso la Croce: un invito a orientarsi
verso Cristo e adorarlo. La parte infe-
riore dell'arco è rappresentata come
una barca, in memoria dell'arca salva-
trice di Noè. Il colore azzurro è simbolo
dell'acqua del Reno.
TRENI
Tre treni attraverseranno l'Italia il 14
agosto, raccogliendo i giovani delle dio-
cesi. Partenza da Lecce per il versante
adriatico, Reggio Calabria per quello tir-
renico e Roma per la dorsale centrale.
in altre maniere non consone con la
dottrina cattolica". Giovani, insiste il
vecchio Papa, "non cedete a mendaci
illusioni e mode effimere che lascia-
no non di rado un tragico vuoto spi-
rituale. Rifiutate le·seduzioni del de-
naro, del consumismo e della subdo-
la violenza che esercitano talora i
mass-media. L 'adorazione del vero
Dio costitui sce un autentico atto di
resistenza contro ogni fo1ma di ido-
latria. Adorate Cristo: Egli è la roc-
cia su cui costruire il vostro futurn e
un mondo più giusto e solidale". Il
Vangelo precisa che, dopo aver in-
contrato Cristo, i Magi fecero ritorno
al loro paese "p~r un 'altra strad a".
Tale cambiamento di rotta può sim-
boleggiare la conversione a cui colo-
ro che incontrano Cristo sono chia-
mati. Ciò significa per le nuove ge-
nerazioni del terzo millennio non
conformarsi alla mentalità di questo
tempo, ma trasfmmarsi rinnovando
la mente per poter discernere la vo-
lontà di Dio.
"Ascoltare Cristo e adorarlo - sot-
tolinea Giovanni Paolo Il - porta a
fare scelte coraggiose, a prendere
decisioni a volte eroiche. Gesù è es i-
gente perché vuole la nostra autenti-
ca felicità" . E chiama alcuni a la-
sciare tutto per seguirlo come sacer-
dote o nella vita consacrata. "Chi
avverte quest' invito - quasi supplica
il Papa - non abbia paura di rispon-
dergli sì". Ma anche la vocazione
propria di ogni battezzato è vocazio-
ne a quella " misura alta della vita
cristiana" che si esprime nella san-
tità. Purtroppo, riconosce Giovanni
Paolo Il, "sono tanti i contempora-
nei che non conoscono ancora l'a-
more di Dio o cercano di riempirsi il
cuore con surrogati insignificanti".
Ad essi - "cari amici, che non siete
battezzati o che non vi riconoscete
nella Chiesa" - si rivolge con forza
ancor più pressante l'invito a met-
tersi in cammino p~r Colonia. "Non
è forse vero - si chiede con pass ione
papa Wojtyfa - che pure voi avete
sete di Assoluto e siete in ricerca di
'qualcosa' che di a sign ificato alla
vostra esistenza? Rivolgetevi a Cri-
sto e non sarete delusi".
D
BS MARZO 2005

2.4 Page 14

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IGIOVANI ELA PACE
di Giuseppina Cudemo
Il mondo è diventato un
focolaio di guerre e
attentati. L'esplodere di
contrasti e rivalità fra
grandi e piccoli stati
riempie lo spazio
mediatico. Ci è sembrato
opportuno cercare la
speranza in ciò che i
giovani pensano della
pace. Dovranno essere
loro a costruire un
mondo "dove regneranno
il diritto e la giustizia".
I
"Sul tema della pace ci giochiamo
la fedeltà al Vangelo", afferma
il priore di Bose, Enzo Bianchi.
' ' Misembra che un gran-
de problema di oggi
sia il misconosci-
mento del diritto dell'immigrazione.
Non vi dovrebbero essere - dice la
Pacem in Terris - popoli dominatori
e popoli dominati. La storia degli
ultimi 40 anni pare smentire que-
st'affermazione. Perché la domina-
zione non si fa solo con le armi, ma
anche con il controllo economico e
con l'omologazione al pensiero
unico. La gue1n non si può usare
come strumento di giustizia, ma
questo è stato smentito dalla recente
gueITa in Iraq, se si pensa che le
operazioni di bombardamento anda-
vano sotto il nome di 'giustizia infi-
nita'. Nel lavoro per la pace si sono
fatti molti progressi: persone diver-
sissime si sono aggregate, hanno di-
mostrato il loro dissenso alla gue1n.
Una cosa che ci lascia perplessi è lo
MARZO 2005 BS
scollamento tra politica e società ci-
vile: nella guerra in Iraq, per esem-
pio, non si è tenuto conto di quanto
tantissime persone a livello planeta-
rio possono fare, dire o pensare.
Un 'altra cosa da considerare è che i
conflitti spesso nascono perché te-
miamo e vogliamo annullare le dif-
ferenze, mentre esse vanno ricono-
sciute e accolte, senza tentativi di
omologazione. Anche la convinzio-
ne di possedere la verità impedisce
un incontro reale e genuino con l'al-
tro. Così come metodo di attuazione
della pace dobbiamo parlare di re-
sponsabilità: siamo liberi nella mi-
sura in cui siamo responsabili del
nostro fratello vicino o lontano; del-
1'amore come dono di sé e acco-
glienza del dono dell ' altro; della
giustizia per tutti, ma soprattutto
verso i più disagiati " (Diletta Moz-
zato, Ass. Esodo).
''F accio parte di questa As-
sociazione, che lavora ad
Arezzo, per la promozio-
ne della cultura della pace: in una
comunità internazionale di studenti
di ogni parte del mondo cerchiamo
di condividere la vita e la riflessione
nelle grandi tematiche malgrado le
differenze di provenienza, religione,
lingua, cultura. Nella mia comunità
ci sono ragazzi feriti profondamen-
te, che provengono da realtà di
guerra. C'è stato in questi ultimi
due anni, fra noi, nel nostro micro-
cosmo, il pelicolo, per chi aveva i
propri paesi in gueITa fra loro, di
percepire la propria identità in con-
flitto con quella degli altri e abbia-
mo poi constatato come non si
possa usare una dialettica o una pe-
dagogia di separazione, di allonta-
namento, distinguendo chi è stato
vittima e chi ha iniziato la guerra,

2.5 Page 15

▲back to top
cercando di chi è la colpa. Questo
porta solo un accentuarsi della con-
flittualità. Il conflitto si stempera
con lo stare accanto, con una aper-
tura all'altro: se io sono russo e l'al-
tro ceceno, ciò che conta è che l'al-
tro è il mio compagno, un ragazzo
con cui studio e divido tante cose.
Nella nostra esperienza sperimentia-
mo anche la a-confessionalità della
pace: per raggiungerla, non mettere
nulla di fronte all 'altro delle nostre
convinzioni, che possa precluderci
il dialogo, anche se esse sono il
frutto di millenni di sapienza. Così
incontriamo chi ci sta di fronte, ci
facciamo veramente prossimo."
(Lorenzo Tanzini, Ass. Rondine).
''Di fronte alla parola pace
noi giovani talvolta ab-
biamo paura che intorno
a essa sia stata fatta tanta retorica,
è quindi essenziale capire qual è il
senso di questa erosione della pa-
rola pace. Prendiamo, per esempio,
la definizione di ' bene comune ' :
per noi l ' 11 Settembre ha significa-
to l'irrompere dell'insicurezza glo-
bale, che è dovuta a un nemico sot-
terraneo, poco individuabile. La ri-
sposta è stata meccanica: indivi-
duare il nemico e rispondergli con
la forza. Il nemico sono gli 'stati
canaglia', i finanziatori del terrori-
smo globale e se le prove non ci
sono, poco importa, magari le fab-
brichiamo. Magari facciamo anche
in modo che questi stati siano an-
I Oggi soprattutto la guerra non
risolve quasi nulla... per non dire
che aggrava i problemi.
che piuttosto strategici sul piano del-
le risorse energetiche, ma la spinta
che muove gli USA, secondo me,
non è petrolio, ma la necessità di
individuare e sconfiggere un nemi-
co. In questo contesto qual è la per-
cezione del ' bene comune'? Esso
sembra dover essere imposto con la
forza. L' 11 Settembre ha prodotto
da una parte la tattica delle allean-
ze variabili che rivelano l'esiguità
del potere dell'ONU e della UE, e
dall'altra l'ideologia della 'guerra
·preventiva': tutto questo è segno di
una perdita di fiducia nel dialogo e
nelle istituzioni internazionali. La
bomba atomica sono i muscoli da
mostrare per non essere aggrediti.
Perché l'India e il Pakistan, paesi
poverissimi e con una natalità altis-
sima, hanno impiegato tante risorse
per fabbricarla? Per entrare nel
club delle potenze atomiche e poter
garantire una Race sostanziale nei
propri confini. E assurdo, ma l'ato-
mica può dare, oggi come ieri,
pace. Proprio per il fatto stesso che
è considerata terribilmente distrut-
trice. È una dinamica ampiamente
conosciuta, la bomba atomica è
una divinità neopagana dei tem-
pi nostri, a cui offrire 'sacrifici ' per
ottenere pace. La Pacem in Terris
rispondeva a tutto questo con un
disarmo integrale" (Davide Arcan-
geli, FUC[).
' ' Enzo Bia?chi_, il priore ~i
Bose, dice m un suo h-
bro che il tema della pa-
ce è di 'ordine cristologico', cioè
su questo tema ci giochiamo la fe-
deltà al Vangelo: chi annuncia il
Regno, annuncia la Pace. Con la
Pace, al di là delle questioni etiche
più o meno importanti, si rifà al
cuore della fede in Cristo Gesù.
Alla base della ricerca della pace ci
deve essere una capacità di perdo-
no: penso al conflitto arabo-palesti-
nese. In questo ultimo anno che co-
sa è successo nella ricerca della
Pace? Da una parte c'è da dare un
giudizio molto positivo, perché si è
risvegliato in tanti il desiderio di
agire, di 'esserci', di scendere in
piazza, manifestando con la propria
presenza la volontà di pace. Le
1..A GUERRA tvOfJ SE-KVE
1'. !<:I SOI..VE.RE
I f'ROB~MI CHE
ABBIAMO DI FRONTE-.
VABBS:
CAMBIAMO
P'R061..€MI .
I Amaramente caustica, come
sempre, la vignetta di Altan
apparsa su L'Espresso
del 29/11/2001.
Chiese hanno sostenuto, con la loro
predicazione, 'il popolo della pa-
ce', anche se è stata evidente la fa-
tica di liberarsi dalla vecchia idea
della 'guerra giusta', quasi che il
Vangelo della Pace, nella sua sem-
plicità, non bastasse. Mentre in pas-
sato le manifestazioni per la pace
trovavano una tiepidezza nella Chie-
sa e chi vi partecipava veniva guar-
dato quasi con sospetto, ora il Papa
è il più appassionato fautore di
questa aspirazione. Vedo per contro
con perplessità il fatto che il Movi-
mento per la Pace trovi difficoltà a
elaborare scelte strategiche alterna-
tive. A questo proposito c'è da sot-
tolineare che la questione della pa-
ce si pone ali' interno del sistema
economico e politico che sceglia-
mo. Oggi nel mondo questo siste-
ma non considera la guerra come
un episodio marginale che può ca-
pitare, ma di cui si potrebbe fare a
meno. Esso ha la guerra come logi-
ca conseguenza, che costringe i 4/5
dell'umanità a condizioni di dram-
matica indigenza: da questo punto
di vista non mi sorprende che chi si
rifà a questo modello politico sia in
questa logica della guerra dei più
forti sui più deboli. Nei giovani c'è
tanto desiderio di fare qualcosa, ma
anche una sorta di fatalismo: 'tanto
non ci riusciamo, non ci ascolta-
no ... ' È necessario fare le cose per-
ché sono giuste, al di là dell 'effica-
cia immediata" (Luciano Benini,
MIR).
BS MARZO 2005

2.6 Page 16

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redazionale
SUD EST ASIATICO
TSUNAMI
ONDA ASSASSINA
L'immane scempio operato
dal mare il giorno dopo Nata-
le lascerà tracce per decenni.
Un fremito di commozione e
generosità ha percorso il
mondo. I Governi si sono
mossi per "salvare il salvabi-
le" . Anche i salesiani... Dalla
voce di alcu ni superiori re-
sponsabili vogliamo rivivere
qualche spezzone dell ' imma-
ne disastro.
Il Rettor Maggiore: "I salesia-
ni che vivono nei territo1i col-
piti dal tenemoto/maremoto
sono circa 850 distribuiti in
102 comunità nello Sri Lanka,
in Indonesia, in India, in Bir-
mania, in Thailandia. La mobi-
litazione dei confratelli ha rag-
giunto punte di generosità in-
credibili. Ho attivato tutta la
congregazione perché si ado-
peri con progetti a lungo tenni-
ne. Ha risposto con prontezza
oltre ogni previsione".
Monsignor Joseph Prathan ,
vescovo di Surat Thani, Thai-
landia: "Ho camminato tra i
m01ti. Sono dovunque e il fe-
tore del loro disfacimento am-
morba l'aria. I templi buddisti
della zona sono stracolmi di
cadaveri. Oggi abbiamo por-
tato coperte, vestiti , riso, ma-
teriali edili... Ma non basta
mai. La devastazione sembra
infinita. Ho costituito un cen-
tro di soccorso per le vittime
che lavora in collaborazione
con il Governo".
Don James Theophilus ispet-
tore di Tiruchy, India: "La
gioia del Natale è stata d'un
colpo cancellata tra i pescatori
della nostra zona. Il mare,
unico sostegno della loro vita,
si è trasfo1mato in killer spieta-
to. Ho visto uomini che hanno
passato la maggior parte della
loro vita in mare aver paura di
entrare in acqua. Molti hanno
perso il desiderio di vivere...
Stiamo facendo di tutto a livel-
lo materiale, ma Dio solo sa se
1iusciremo a ripo1tare un po ' di
fiducia nel cuore e nella testa
di questa nostra gente".
Don Theparat Pitisant, ispet-
tore della Thailandia: "La vi-
sione è terribile: escono dal
fango ogni ora altri corpi.
Quando finirà? Ho esortato
salesiani e suore a occupar-
si soprattutto dei villaggi di-
menticati dalle agenzie di soc-
corso. Ce ne sono, purtroppo.
I 19 confratelli della zona col-
pita non hanno riposo, sanno
che c'è da rico1ninciare da
zero" .
Don Anthony Humer Pinta ,
superiore della visitatoria del-
lo Sri Lanka: "La situazio-
ne è indescrivibile. Il cen-
tro Don Bosco di Negombo
ospita 350 famiglie di pescato-
ri che non hanno più nulla,
fornendo cibo e assistenza me-
dica e psicologica. Che cosa
succederà quando l'emozione
rallenterà e i media del pianeta
non parleranno più di noi? I
salesiani resteranno in prima
linea anche quando si saranno
spenti i riflettori sull 'emergen-
za umanitaria. Abbiamo inse-
gnato ai ragazzi del nostro
centro come produne mattoni
e quali tecniche impiegare per
realizzare abitazioni a basso
costo. Sappiamo che non po-
tremo fermarci per anni..." .
Don Humer Pinto, neo ispettore della visitatoria
dello Sri Lanka con un gruppo di soccorso.
BREVISSIME DAL MONDO
CITTÀ DEL VATICANO.
La Santa Sede ha promosso
un convegno internazionale
sul problema dei "ragazzi di
strada" che sembra stia al-
largandosi sempre di più. Si
parla ormai di 150 milioni,
cifra impressionante che
deve far riflettere chiesa e
governi di tutto il mondo,
perché il fenomeno è pres-
soché globale. Alla base del
fenomeno c'è la disgrega-
zione familiare.
CITTÀ DEL VATICANO.
Il Centro Internazionale di
Cultura Scientifica fondato
dal fisico italiano Antonino
Zichichi ha concesso il pre-
mio "Ettore Maiorana -
Scienza per la pace" a Gio-
vanni Paolo II per il suo co-
stante impegno nel dialogo
scienza/fede. Il Papa ha det-
to che il denaro del premio
sarà destinato a borse di
studio per studenti poveri
del terzo mondo.
MESSICO. Dal 9 al 12 di-
cembre u.s. quasi 10 1nilio1ù
di pellegrini si sono 1iversati
nel santuario della Madonna
di Guadalupe, in assoluto il
più frequentato del mondo.
Si è celebrata assieme a
quella della Madonna anche
la festa di san Juan Diego, il
veggente di Guadalupe, ca-
nonizzato da Giovanni Paolo
II nel luglio del 2002.
MARZO 2005 BS

2.7 Page 17

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SLIEMA, MALTA
Anche quest'anno l'ormai
tradizionale mostra del
libro al St. Patrick's Sale-
sian Schoo/ di Sliema è
stata un grande succes-
so. Si configura come un
evento culturale di
prim'ordine dell 'isola ,
tant'è che sempre qual-
che alto funzionario della
Repubblica presenzia
all'inaugurazione. Questa
volta è stato il ministro del
turismo e della cultura dott.
Francis Zammit Dimech,
qui con l'organizzatore don
Charles Cini.
PISANA, ROMA
Un ospite illustre e gradi-
to, inteNenuto all'incontro
degli ispettori salesiani
d' Europa , è stato il Go-
vernatore della Banca d'I-
talia, dott. Antonio Fazio.
Egli ha affermato che "l'im-
patto della globalizzazio-
ne determina modifiche
profonde nelle relazioni
fra Paesi e non solo a
livello economico , ma
anche sociale e religioso.
Ha esortato quindi i sale-
siani "educatori" a ben pre-
pararsi alle grandi sfide
che li attendono.
IBAGUÉ, COLOMBIA
I salesiani giusto cento
anni fa entrarono per la
prima volta a lbagué, do-
ve fondarono due opere ,
san Giorgio , scuola agri-
cola , e san Giuseppe,
scuola tecnica professio-
nale, e la parrocchia. Chiu-
sa nel 1993 la scuola agri-
cola , resta il San José ,
come centro di addestra-
mento al lavoro, una casa
di convivenza, il giardino
botanico e, naturalmente ,
la parrocchia, quella di El
Carmen nel quartiere
Tolina.
PRISTINA, KOSSOVO
Il "Don Bosko" di Pristina
è stato inaugurato poco
più di un anno fa . Ultima
a essere costruita è stata
la residenza dei salesiani ,
dopo la scuola, l'oratorio,
il cortile. Si è pensato ai
giovani , prima di tutto . Il
centro lavora in una terra
difficile, dove le tensioni
permangono , frenate solo
dall'interforza dell 'oNU . I
salesiani fanno il loro la-
voro , senza distinzioni di
etnia. Grande la soddisfa-
zione delle famiglie e del
governo kossovaro .
ROMA, 1TALIA
Anche i rom italiani hanno
la loro chiesa, dedicata al
martire Zeffirino Gimenez,
anche lui rom. È a cielo
aperto: 12 blocchi di tufo
(i 12 apostoli) , struttura
rotonda a simboleggiare
l'accampamento, la fami-
glia, il falò. La statua del
martire è intrecciata a un
albero che indica l'albero
della vita, ma anche quello
della croce ; è opera del-
l'artista rom Bruno Morel-
li. Numerosi i pellegrinag-
gi , da quando è stata
inaugurata .
RANDAZZO, SICILIA
Sono arrivati da tutta Italia
e perfino dall'America (co-
me John Elia), tutti i diplo-
mati ragionieri del 1966,
presso il collegio San Basi-
lio di Randazzo che da
poco ha festeggiato i 125
anni di presenza salesia-
na. Si sono rivisti dopo 38
anni dal diploma. C'erano
anche gli antichi docenti
salesiani. Ha organizzato
Nino Mantineo. Elia, per
l'occasione, ha regalato a
tutti un dollaro d'oro.
BS MARZO 2005

2.8 Page 18

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Sono passati giusto cento anni da che salesiani
GUADALAJARA di Francisco Castellanos
CENTO
ì
Il 30 marzo 1905, dopo
cinque anni d'insistenza
da parte di monsignor
Giuseppe Orttj
arrivarono i figli di
Don Bosco a Guadalaiara.
Erano il direttore don
Nicola Grondano,
i chierici Carlo Kerfs,
Giacomo Montaner
e il coadiutore Giovanni
Bertolottt:
1944: una classe del Garibald i
con il professore.
A ppena anivati a Guadalajara,
i salesiani dovettero subito
rimboccarsi le maniche: ven-
nero loro affidati 25 piccoli convit-
tori delle elementari, per i quali "...
s' incominciò a introdurre il nostro
sistema ... ; s'incominciò la classe
ma solo per insegnare loro le pre-
ghiere e tutto quello necessario a
confessarsi e comunicarsi ..." (Cro-
naca 1905). Erano stati "parcheg-
giati" in un edificio in cui si trova-
vano a disagio sia perché stretto e
angusto, sia perché avevano pochi
alunni e tutti piccoli. Fortunatamen-
te, l' 11 aprile dell 'anno dopo si tra-
sferirono nel collegio del canonico
Azpeitia, dove trovarono più di
cento alunni e alcuni laboratori. La
comunità venne in seguito rafforza-
ta con altri sei confratelli, anche
perché c'era da ristrutturare un po'
tutto: livellare i cortili, sistemare i
servizi igienici, rifare i laboratori,
ricavare un salone e delle aule, si-
stemare i corridoi, costruire la cap-
pella... Ma i salesiani sono come le
formiche: lavorano, lavorano, lavo-
rano finché tutto è come lo sogna-
MARZO 2005 8S
no. L'applicazione rigorosa e gioio-
sa del sistema preventivo non tardò
a dare i suoi frutti, e la fama dei
nuovi "missionari" cominciò a
espandersi a macchia d' olio, diffusa
da allievi e supportata dall ' alta pro-
fessionalità e dalla irreprensibile
condotta degli ex-alunni che man
mano assumevano posti di respon-
sabilità nella società civile.
ARRIVANO LE SPINE
Ma era troppo bello per durare!
Non durò a lungo, infatti e non per
colpa dei salesiani, ma della brutta
aria che tirava nel paese. Le avvisa-
glie della drammatica rivoluzione
messicana si erano avute già nel
1910; nel ' 14 essa era in pieno svol-
gimento con il suo carico tragico di
lutti, sopraffazioni, lotte fratricide e
caos istituzionale. Il 14 luglio di
quell'anno il collegio salesiano fu
letteralmente invaso da 150 revolu-
cionarios. I salesiani furono impri-
gionati come e con quasi tutti i sa-
cerdoti della città, poi esiliati. Il cal-
vario durò sei anni, fino a che co-
I Don Giuseppe Sutera, una delle
figure storiche dei salesiani
di Guadalajara.
raggiosamente don Giuseppe Sutera
si presentò al governatore Praslow
per supplicare che venisse restituito
il collegio ai figli di Don Bosco, i
quali non facevano nulla contro il
governo, tutt'altro, davano ai giova-
ni un mestiere e un'educazione. Co-

2.9 Page 19

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arrivarono a Guadalajara in Messico.
Il Collegio Anahuac Garibald i
nel 1950.
I Il fondatote del collegio Anahuac Garibaldi,
don Guillermo Beguerisse, in giacca e cravatta ,
come esigevano le leggi messicane.
sì, il 24 luglio 1920 i salesiani pote-
rono rienh·,u-e e ricominciare un po'
per volta le loro attività educative e
culturali. Ma il collegio era quasi da
ricostruire: dove arriva la soldata-
glia non si salva quasi nulla, è pur-
troppo un dato acquisito. Meno male
che la Provvidenza anche stavolta
non mancò: essa ebbe il volto del-
l'arcivescovo Orozco y Jimenez che
fece un ' offerta di duemila pesos.
Rimessisi in carreggiata, i salesiani
ripresero a pieno ritmo le attività
scolastiche, ludiche e fonnative, e il
collegio raggiunse punte di tutto ri-
spetto: tra interni ed esterni gli ospiti
erano _più di 300. Il più bel frutto di
quegli anni furono le vocazioni che
fiorirono abbondanti.
LA PERSECUZIONE
Ma un 'altra calamità si abbatté
sul Messico cristiano e furono le
leggi persecutorie del 1925 gel pre-
sidente Plutarco E. Calles. E storia
tristemente nota: carcere e martirio.
Per sfuggire alla persecuzione e
continuare a lavorare, i salesiani si
misero sotto la protezione del go-
verno italiano, tant'è che da allora il
collegio dello Spirito Santo divenne
"Collegio Italiano" e il direttore·don
Sutera venne addirittura nominato
"Console italiano a Guadalajara".
Bel colpo!
Nel 1929 i vescovi messicani fir-
marono con il loro governo i patti
(Los acuerdos) che mettevano fine
alla persecuzione, ma i cristeros
(cristiani che si erano annati) non
furono d'accordo, né il governo ri-
spettò i patti. Che anzi, quando nel
1934 fu eletto presidente Lazzaro
Cardenas, di tendenze socialiste, lo
scontro si inasprì. Il 5 dicembre
1935 Cardenas confiscò il collegio
di Guadalajara. Un anno dopo toccò
a quelli di México, Puebla e More-
lia, né valsero i chiarimenti che
erano istituzioni a favore dei ragazzi
pove1i, degli 01fani e dei bisognosi.
Poterono tornare solo nel 1941, per-
ché il coro di voci a loro favore si
era ingrossato a dismisura. Presero
dimora in un palazzo in affitto e
rifondarono la presenza salesiana.
Subito arrivarono ben 150 alunni.
Da allora l'espansione non si arrestò
più. In agosto aprirono l 'oratorio fe-
stivo presso il tempio di Maria Au-
siliatrice, a novembre il vescovo af-
fidò loro il piccolo tempio di Santa
Caterina che essi posero sotto la
protezione di San Francesco di Sa-
les e la gente chiamò S. Panchito.
L'anno dopo ci volle un collegio più
grande, perché gli alunn i sh·aripava-
no. Ma ormai si pensava a una strut-
tura completamente nuova. Proprio
per questo si acqu istò il terreno in
via Garibaldi.
LO SVILUPPO
Il 1° gennaio 1946 la cronaca del-
la casa annota: "l e nostre opere at-
tuali sono: Tempio di San France -
sco di Sales, Tempio di Maria Ausi-
liatrice, Oratorio Festivo Maria Au-
siliatrice, Oratorio Festivo Don Bo-
sco (il futuro Oratorio di San Luigi
Gonzaga) , Collegio Anahuac ed
altro Collegio nuovo in Maria Au-
xiliatice. Dobbiamo attendere an-
che a Cooperatori Salesiani , Exal-
lievi, Associazioni, ecc., ecc.. .". (Cro-
naca, pag. 19). Insomma Guada-
lajara si rivelava una città magica
per i salesiani che, nonostante le
difficoltà descritte, continuarono il
loro sviluppo in maniera quasi mi-
racolosa. Tant'è che, visto anche il
proliferare di vocazioni, già nel
1947 si poté iniziare la costruzio-
ne dell 'Aspirantato di Tlaquepaque,
che dal 1949 ospitava circa 200
aspiranti, e nel 1950 il filosofato di
Chapalita.
Né lo sviluppo si fermò qui. Og-
gi, infatti, a cento anni dalla fon-
dazione, le opere a Guadalaja-
ra sono sei. Vale la pena annotarle:
la casa ispettoriale; il collegio di
Chapalita Anahuac con elementa-
ri, ginnasio e liceo; Anahuac Gari-
baldi con elementari, secondarie,
liceo e oratorio festivo; Revolu-
ci6n con elementari, ginnasio, li-
ceo, chiesa pubblica e oratorio fe-
stivo; San Francesco di Sales con
chiesa pubblica, centro giovanile,
libreria, audiovisivi, ufficio missio-
ni; San luis Gonzaga con chiesa
pubbli ca, oratorio festivo, centro
giovanile.
D
BS MARZO 2005

2.10 Page 20

▲back to top
In Albania sono presenti con due opere anche
DAL 1907
di Giancarlo Manieri
Le pnine FMA opere già
pnina dell'indipendenza.
Le alterne vicende
durante la pnina guerra
mondiale e le successive
invasiom; fino alla presa
del potere da parte dei
comunisti. Il vuoto di
religione nel periodo
dittatoriale. La lenta
ripresa/ dopo la caduta
del comunismo. L'Albania
salesiana attuale.
I Un gruppo di bambini/e pronti per
la danza. I popoli slavi hanno
la danza nel sangue.
L e Figlie di Maria Ausiliatrice
presero dimora nel piccolo
stato nel 1907, quando anco-
ra era sotto l'impero ottomano. Poi
la guerra e le invasioni. Chissà per-
ché tutte le potenze europee si acca-
nivano a volere sotto il proprio do-
minio quel fazzo letto di terra di
nemmeno 29 mila km2! Anche l'Ita-
lia. Il .Duce la conquistò nel 1939,
annettendo la come territorio d'oltre-
mare. Ma durò poco: nel 1946 su-
bentrarono il com uni smo e la ditta-
tura. Le suore non hanno mai molla-
to; evacuate o cacciate, appena pos-
sibile tornavano, tenacemente ab-
barbicate a quella terra di gente
dura e generosa. La più dolorosa
delle espulsioni fu proprio l' ultima,
quando la dittatura rossa riservò a
preti e suore di origine albanese il
carcere duro, i lavori forzati o il
confino; agli altri religiosi/e stranieri
l 'estromissione forzata dal territorio
e il ritorno alla patria d'origine.
LE OPERE
La missione albanese delle Figlie
di Maria A usiliatrice ·ebbe inizio con
MARZO 2 005 BS
un orfanotrofio e 5 religiose. Una
missione ir ta di difficoltà, ma entu-
siasmante, sia per l' impegno apo-
stolico addirittura debordante, sia
per il clima fami liare che seppero
instaurare tra loro e con la popola-
zione: lavoro, preghiera, servizio,
d ialogo con i parenti delle orfanelle.
Ma per loro era ancora poco: è sem-
pre poco quelJo che si fa quando le
necessi tà sono infinite e appaiono
tutte urgenti. Ecco allora sorgere,
l'anno dopo, un ricovero per anzia-
ni: vera oasi per gente che in casa
non poteva avere attenzioni e cure
dal momento che l'arrabattarsi per il
pane occupava l'intera giornata e
oltre. Funzionò dal 1908 al 19 16,
poi la guerra e i successivi avveni-
menti costrinsero le generose suore
alla ritirata. L'altra meritoria opera
di bene fu l'ospedale "Principessa
Jolanda" che dal 1914 all'avvento
del comunismo (1946) fu una vera
benedizione del cielo. Ma gli anni
della dittatura volatilizzarono suore
e opere, e quando nel '9 1, puntual-
mente come sempre, esse poterono·
tornare, trovarono ad attenderle
bunker, impalcature a brandelli, ci-
Presso l'istituto delle FMA anche...
una sfilata di moda.
miniere smozzicate, lamiere ferrug i-
nose, chiese ridotte a palazzi sporti-
vi , macerie, strade impraticabili e,
ahimè, gente indurita e diffidente.
S 'accorsero, le suore, di dover rico-
minciare da zero: il vento scarlatto

3 Pages 21-30

▲back to top

3.1 Page 21

▲back to top
le Figlie di Maria Ausiliatrice, e non da adesso.
della più ottusa delle dittature aveva
spazzato via ogni forma di religio-
sità esterna (chiese, edicole, croci,
monumenti ...) e quasi ogni traccia
di religiosità "in foro interno".
QUASI FIORETTI
A Scutari le ha "accolte" Bernard,
piccolo lustrascarpe, uno dei primi
bambini incontrati per strada, vicino
al posto dove si ricominciò a fare
oratorio, un posto anonimo perché
non c'erano ancora spazi propri.
Dell' antico orfanotrofio, infatti, e
dell'ospedale "Principessa Jolanda"
restavano solo mura fati scenti. Fu
proprio lui, Bernard, che durante i
fatti del '98, quando il vento delJa
rivoluzione squassò ancora una vol-
ta la giovanissima democrazia, spin-
gendola fin quasi sull'orlo della
guerra civile, salvò la casa dei sale-
siani, presa di mira dalle bande ar-
mate che infestavano le città. Ber-
nard, ormai diciottenne, si presentò
uno di quei tristi giorni alle suore
annata di kalashnikov e protetto da
un giubbotto antiproiettile. Disse:
"Stanotte qui faccio io la guardia!
Voi siete qui per noi, e io e i miei
amici vi difenderemo, è il minimo
che possiamo fare. State tranquille,
non permetteremo che vi sia fatto
alcun male".
- Attività ricreative.
OGGI
Sono passati 14 anni dal rientro in
Albania. L'operosità femminile ha
"ricostruito" la presenza, espanden-
dola e diversificandola. A Tirana la
casa, situata in un quartiere popola-
re, sembra piccola tra i palazzi a 8
piani che spuntano all'intorno come
i funghi . Palazzi vuol dire cioè bam-
bini, ragazzi, giovani. Ecco allora,
subito, l'asilo, ecco i corsi profes-
sionali: segreteria, pasticceria, ta-
glio e cucito, lingue straniere, infor-
matica. Ma anche il convitto per le
ragazze dei villaggi. A Scutari la
Si festeggia il carnevale per le vie
di Scutari.
casa è grande. La materna ha più di
100 bambini, la scuola dell'obbligo
(8 anni) quasi 180 ragazzi/e, la pro-
fessionale 200 ragazze e giovani,
felici di frequentare i corsi. Ma c'è
anche il convitto, per le ragazze dei
villaggi che altrimenti non potreb-
bero frequentare. Alcuni comporta-
menti fanno rimanere a bocca aper-
ta, come quello delle ragazze più
grandi che chiedono di poter avere
più compiti a casa: il desiderio di
imparare e di sapere è la loro dote
più bella. Alcune chiedono di fre-
quentare anche quando sono amma-
late: hanno da ricuperare decenni di
nulla, sembra che vogliano studiare
sia per se stesse sia per i loro geni-
tori e parenti che non hanno potuto
farlo: frequentare le superiori è an-
cora un lusso, perché in Albania nei
villaggi non esistono.
Completano l'educazione il canto,
la danza, il teatro, lo sport: gli in-
gredienti "esterni" del sistema pre-
ventivo salesiano che aiutano a fare
miracoli. Last but not least, l'orato-
rio. È bello vedere i cortili zeppi al-
l'inverosimile ma anche, contempo-
raneamente, le aule dove ragazzi e
ragazze sono intenti alle attività più
disparate, dal catechismo allo studio
delle lingue, dalla scuola di chitarra
alla recitazione... Tutto a caiico di 8
suore a Scutari e 5 a Tirana.
- A scuola di cucito.
- Pasticceria.
(Continua)
BS MARZO 2005

3.2 Page 22

▲back to top
lettera ,
ai giovani
Carissimo,
ti ho sempre visto eolo soletto: all'oratorio, al
bar, in calzoncini e maglietta eu un campo sporti-
vo.
Oggi con un bimbetto in brac;c;lo: tuo figlio.
Un'emozione unica.
Un sogno proibito tempo fa quando ti compiaeevi
come single, macho.
Ti ho ossenvato a lungo.
Tutto dividi a metà c;on tua moglie: casa, fornelli e
pupo. Con il tuo bambino non c'è metà che tenga.
Tut,t0 è per lui. Senza un figlio non si può esistere.
Sei una chioccia. L'effusione della tua paternità è
materna: premuroso, geloso, giocherellone.
Mi vien voglia di chiamarti "mammo" oltre che
papà: i baci non si contano. Ti muovi come un
clown in cerca di un sorriso a tutti i costi.
Forza, papà!
Non ci sono regole. C'è u segreto per tirar su tuo
figlio: l'amore.
Per un po' di tempo non saprai che farne del t o
"io", perché l"'io" di tuo figlio è a te più intimo,
prolungamento della tua esistenza.
Ti seguirà come un'ombra.
Non te lo leverai di aosso tanto facilmente: sei il
~uo marsupio.
E il tuo biglietto da visita quando ti presenti agli
amici, alla cena, alle feste.
Quando guardi tuo figlio, osservagli le unghie:
sono tenere, int::furiranno.
Se lo ami, lo aevi aiutare a t::fifent::fersi.
Avere un figlio non significa fare bingo. È iù che
una scommessa.
Perché cresca bene occorre essere sempre In aue,
mamma e papà. D'ora in avanti siete in tre a deci-
dere. Dovete farvi in quattro in ogni situazione.
Forza, papà!
Che ti costa sorridere, curare il tono della voce,
dire di tanto in tanto: "ti voglio bene"?
Papà non si nasce. Si diventa giorno dopo giorno.
Un marito può t::feludere, il papà, no.
La voglia di maternità, di paternità è nell'aria
anche oggi.
Una nostalgia di casa pervade il mondo intero.
Le città sono invase da un'esplosione di quartieri
nuovi. Presto le straqe adiacenti pulluleranno di
grida di bambini.
Ne guat::fagnerà l'equilibrio psicologico di tutti.
La vita è vita.
Carlo Terraneo
MARZO 2005 BS

3.3 Page 23

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•••••••••••••••••••••••
, ••...................
: ,;;;;;::=========-
LA SCILI O"PCNOOGRMRTAEULGNEAISCZDAIOB"NE ••••••••••••••
1NSERTO
cutTURA
Presentiamo in questo numero il portale
della congregazione salesiana, composto di link,
documenti, foto, forum, area riservata, resoconti
e relazioni dei vari dicasteri e delle opere
in varie parti del mondo, notizie dei beati
e dei santi, ecc.
=========:::;i :
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••
di Mario Baroni
.•••••••••••••••••••••••••••••
li Portale della congregazione salesiana è presente in Internet
fin dal 1995, dieci anni dunque durante i quali l'evoluzione è stata
intensa. Molti salesiani ci hanno lavorato, ditte diverse sono intervenute.
Ora il sito www.sdb.org econosciuto nel mondo avendo
più di 1500 visitatori giornalieri.
L'ala riservata alla Comunicazione sociale alla Pisana: gli uffici dei ·1
responsabili del portale al piano terra.
_..,,;-•
.•••••••••••••••••••••
••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MARZO 2 005 • • •

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
1124 Maggio 2003 il rettore mag-
giore don Pascual Chavez inau-
gura il porta le www.sdb.org
dall e ca merette di Don Bosco a
Il materiale documentario, essendo in cinque lingue, ha bisogno di una
schiera di traduttori e collaboratori che risiedono in varie parti del mondo,
Valdocco, con queste parole: "Ve-
come da cartina.
diamo l' Intern et come una be-
nedizione, è una fo rm a di presen- gli o 1999 è stato assu nto come ANS in via info rm atica per la
za di Don Bosco nel mondo a sito della Congregaz ione (ACG pri ma vo lta tempestivamente e ab-
•••••
imitaz ione di lui che vo leva esse-
re all 'avanguardia del progresso
nel campo edu cativo ed eva nge-
li co usa ndo tutti i mezzi dispon i-
349). Don Anton io Martinelli, con-
sigliere per la Comun icaz ione, ne
è il responsab il e e don Vito O r-
lando, direttore di ANS, ne gesti-
bondantemente, faci litando la par-
tec ipaz ione di tutta la fa mi gli a sa-
lesiana alle vicende centraii.
Il 6 Aprile 2002, don Tarcisio
bil i al suo tempo. Q uesto sito è sce la rea lizzaz ione, compiuta Sca ramussa viene eletto nuovo
quindi un mezzo per estendere a dall a ditta Ipermedia Serviz i. Nel consigliere genera le per la Comu-
tutto il mondo le ricchezze de l settembre 2000, don Renato Bu- nicaz ione Socia le e nella pianifica-
nostro ca ri sma, dell a nostra mis- tera, nuovo di rettore di ANS, lo zione per il sessennio 2002-2008 i
sione e i sogni a favo re de i giova- rinnova per ev idenziare co n co- neo eletti membri del Consiglio
ni poveri affinché ess i possa no lor i diversi le varie rubric he di Superi ore dec idono di promuovere
beneficiare di queste ri cc hezze". notizie e serviz i, arricchendo lo di l'esistente sito in PORTALE con la
•••••••••••••
L'AVVENTURA ERA
comin ciata nell 'agosto 1995 , au-
tori don Paul Leung e il signor
Rom aldi con un sito che nel lu-
servizi fotog rafic i e video che ri-
cevono sempre magg ior app rez-
zamento dag li utenti. Nel 2002
gli eventi dell a morte di don Juan
Vecc hi e dell'e lez ione del suo
successo re vengono diffusi · da
fi nalità di organ izzare in Internet
una fonte centrale di informaz ioni
e comu nicazion i per rendere più
fac ile l' interaz ione fra il centro e le
ispettorie come pure per promuo-
vere i siti Salesiani (ACG 380.4 .3).
.•••••••••
•••••••••
Don Peter (a destra) è l'ideatore e Antonio, il tecnico
che ha realizzato il sito della congregazione.
I
L'inaugurazione ufficiale del nuovo portale fatta dalle
camerette di Don Bosco a Valdocco il 24/05/2003
dal Rettor Maggiore.
• • • MARZO 2005 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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. ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
'
.•••
•••••••••••••
I traduttori del materiale documentario del Portale.
I
Il consigliere generale della
comunicazione sociale,
don Tarcisio Scaramussa.
.•••••••••
Il 21 Luglio 2002 don Peter
Gonsa lves è nomi nato direttore
esecutivo del portale e dopo la
presentazione di 5 proposte tec-
nico-economiche è scelta Iper-
media Servizi per la realizzaz io-
ne. Così ANS, il BOLLETTINO
SALESIANO Itali ano e la FON-
DAZIONE DON BOSCO NEL
MONDO avran no siti separati
ammi ni strati e mantenuti dai ri-
spettivi direttori Renato Butera,
Giancarlo Manieri e Grzegorz Ja-
skot. Ma tutti sa ranno all'interno
Inizia anche un 'Area riservata (Re-
served Area) access ibile solo al
Rettore Maggiore e ai membri del
Consiglio Generale, poi estesa a
tutti i sa lesian i nel mondo che
possono raccogliere e inserire in
essa testi, foto, documenti di tutti i
formati . All'inizio e a metà di ogni
mese viene inviato un notiz iario
aggiornato (news letter), per posta
elettron ica (e-mai~ a ci rca 7000
in d iri zzi.
li 19 aprile 2004 un nuovo ser-
vizio chi amato Forum pubblico
. _._.,__ _ ·-·--"•-M---•IW-••- ""'._..e.,.....-..-,~------
;i:--"":-~:::.:-::.:...:.,:.:..·...:~~-::=:.....,_
·0-.-.·.-.-·---·---··----_-_-.. ..-..0....1,:..f.~r.-.--kK•••---_,,.,_.o-,_. ,_
...,-...,.....,..... .
La pagina di presentazione
(il chi siamo) del nuovo sito.
liere dell'agosto 2003 a 1534 visi-
tatori giornalieri con una crescita
del 225% .
.••••••••••••••••••••••••
cli www.sdb.org. Dodici tradutto- viene in augurato per commemo-
ri provenienti da tutto il mondo rare la beatificaz ione di tre mem- IN OCCASIONE
hanno curato la trad uzione di 200 bri dell a Fami gli a Sales iana: don DELL'INAUGURAZIONE
pagine statiche (che non hanno A ugusto Czartoryski, suor Eusebia
più bisogno di essere aggiornate) Palom ino e A lessa ndrina da Co- Don Tarcisio Scaramussa ha rac-
in ci nque lingue: Italiano, Inglese, sta. li forum è aperto a tutti. Il Por- co lto le idee guida del portale:
Spagnolo, Francese e Portoghese. tale passa dalle 471 visite giorna- "Finestra della congregazione sul
&ef:!Odfic•~:uie,efe,tf~~?
. ..
<iJ
.,. !il
~
A
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lld,auo
Al;OorN P~,..,..
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I-' I -~ - ·
O-~
Post•
..:Ji>v~c~
.••••
i; . - - - -
..
W D on B osco in the orld
lonB
1
.•••••••••••••
La prima home page realizzata nel 1995 da don Paul
Leung.
La home page rinnovata nel 2000 sotto la direzione
di don Vito Orlando.
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MARZO 2005 • • •

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L'équipe che cura il Portale: i tecnici Antonio e Barbara
della "Ipermedia Servizi" e i salesiani don Peter
e don Mario.
L'ufficio del webmaster.
mondo, porta attraverso cui ognu-
no può accedere ed è acco lto,
forma indispensabi le di informa-
zione e unità, spazio di formazio-
ne, serviz io al progetto di anima-
zione e govern o della congrega-
zione, sorgente di diffusione del
ca ri sma e di sensibilizzazione
della società per i giovan i soprat-
tutto i più poveri". Nel febbraio
2003 giovan i sa lesiani (action re-
sea rch) sotto l'eg ida del British
Film ln stitute e della Open Uni -
versity di Londra di età comp resa
tra i 25 e i 45 an ni sono stati invi-
tati a unirsi via Intern et al Web-
Stucly programme cli 16 differenti
scopo dell'organizzazione: l'ac-
compagna mento dei sa lesia ni ai
giovani nel mondo intero. li colo-
re rosso scuro è quello della gioi a
dell'accoglienza. Il volto sorriden-
te cli Don Bosco in basso a sini-
stra lo propone co me segno e
portatore dell'amore di Dio ai
gio va ni di oggi. Il s_ito è anche
tecnicamente ricco. E veloce nel
downloading e disponibile in cin -
que lingue, co n il vantaggio che
c iascuna pagina si apre diretta-
mente nella lingua scelta. Poss ie-
de un potente motore di ri cerca
in tutte le cinque lingue. Le sue
pagine, che con nettono l' utente
Il portale presenta, tra l'altro, varie
gallerie di foto .
dità di scambio tra zone del
mondo anche lo ntane di ciò che
può servi re all a catec hes i e all a
nazioni per indicare cinque più all e e-ma il e agli indirizzi del pastorale. Vi si trovano strumenti
importa nti criteri che dovevano sito, han no una pratica selezione di animazione in varie forme: im-
informare il nuovo portale. Èemer- di codic i.
magini, testi, presentazioni in ppt,
sa soprattutto la necess ità che sia:
brani audio e v ideo. Tutti i mate-
1. Un sito multilingue che riveli OGGI IL PORTALE
il caratte re intern az ionale della
riali sono di solito in ci nque lin-
gue e ciascuno può cerca re ciò
co ngregaz ione.
www.sdb.org offre tutti i docu- che lo interessa anche graz ie al
2. Un sito che a livell o di colori menti uffic iali della co ngregaz io- motore di ricerca per parola.
e di grafica dimostri la sua opzio- ne: quelli del Rettor Maggiore e Compaiono, inoltre, divisi per na-
ne per la gioventù .
dei dicasteri. Ovviamente alcuni z ioni , vari link che portano ai siti
3. Un sito che co ntenga infor- sono ri servati ai sdb, altri aperti ai dei divers i gruppi salesiani che
mazione ricca, accurata e agg ior- gruppi della Famiglia Salesiana. I hanno chiesto uno spazio nel
nata.
va ri dicasteri possono inserire i portale. L' ultima area agli
. 4. Un sito che sia veloce nel ca- lo ro documenti, le relaz ioni , le utenti alcuni strum enti necessari
ricamento e fac il e nell a naviga- foto e ogni sa les iano può acqui- per la navigazione e per inform a-
•••••••••••••
zio ne.
5. Un sito che rafforzi l'intera-
z ione globa le tra i sa les iani e i
membri della Famiglia Salesiana .
L'estetica del sito è semplice e
ricca di significati . li logo della
Direzione Generale Opere Don
Bosco in alto a destra specifica lo
sirl e o a sua volta inserirne cli
nuove co n le notizie della sua at-
tività pastorale. Ci sono sudd ivi -
sioni per aree di interesse e ogn i
in ca ri cato prende e/o inserisce
ciò che serve a lui o ad altr i diret-
tamente nell a sezione specifica .
Questo è molto utile per la rapi-
zioni su l sito. Questa sezione
co nti ene anche l'accesso all'area
riservata. Ogni giorno ci rca 1500
visitatori entrano nell a prima pa-
gina del portale, ma in molte zo-
ne non è ancora possibile co lle-
garsi all a rete internazionale di
co municaz ione.
O
: • • MARZO 2005 BS •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

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••
•••
COSTRETTI
A CAMBIAR CASA...
di Jean-François Meurs
earo Doctor J., mio nipote
((
Achille, 17 anni tra non
molto, mi ha chiesto se
poteva appoggiare i suoi oggetti per-
sonali nella camera dei "ragazzi", a
de/l'affidamento alternato
mi pare equa, ma non
metto in dubbio che mio
nipote possa essere di-
sturbato dai continui tra-
HO
()4LCIJL.A-•O
f, ----------- QIJ/1 SOI.IO
,.,, ,d_
A-LJ.A- srtSSA- Df.STAW-LET
DA-1.1.A cA,SA DI MIO
casa mia. Era la sua quando i suoi
genitori venivano da me a passare
una quindicina di giorni durante le
vacanze, ma la µsava ovviamente
slochi.
Elena, 67 anni,
Cremona
E,ENE, ..
PAl>RE E M Q(}éu.A
l>I MIA MA-DR.E/
anche Marco, suo cugino, quando Carissima Elena,
venivano i suoi. Spesso, ci hanno dor- La custodia alterna del
mito insieme. Achille desidera venire figlio ai genitori divorzia-
ad abitare a casa mia. Ne ha parlato ti appare come una so-
a Marco e lui si è mostrato d'accordo. luzione ideale: offre ai
Achille dice che per lui è più comodo, due l' occasione di divi-
perché ne ha abbastanza di tirarsi dere le proprie respon-
dietro le sue cose da un posto all'al- sabilità in parti uguali.
tro, da quando i suoi genitori hanno Una volta , i padri si vedevano so- di una vita propria, di spazi e tempi
divorziato, più di un anno fa e lui è vente attribuire una parte seconda- personali e quindi sentono anche di
costretto ad abitare un po' con l'uno e ria e ridotta rispetto alle mamme, dover prendere le distanze nei con-
un po' con l'altro. Difatti, dopo la nella gestione del tempo da passa- fronti dei genitori. C'è da dire che il
separazione, l'ho sempre visto con un re con i figli. Con questa soluzione, nomadismo non è cattivo in sé, li
grande zaino col quale trasloca le essi restano in qualche modo am- prepara all'avvenire, poiché è molto
cose cui tiene di più: i suoi CD, l'ap- bedue in prima linea e con precis i adatto nella vita professionale. In ge-
parecchiatura hi-fi, la divisa di football,
un vecchio jeans zeppo di firme che
rifiuta di lavare, l'orsacchiotto di
compiti educativi. Il papà non è più
il distributore automatico di giocattoli
per il figlio , con un ruolo di paternità
nerale, tutti gli adolescenti, messi in
questa situazione , inventano delle
soluzioni più o meno originali per
quand'era piccolo e qualche altra più virtuale che reale.
salvaguardare l'unità della loro per-
cianfrusaglia, oltre al dopobarba che
gli ha regalato il nonno poco tempo
prima di morire. Il lunedì, giorno del
cambio di residenza, quello zaino se
lo trascina anche a scuola: i suoi
genitori, infatti, lo tengono una setti-
mana per ciascuno. Peraltro, essi ten-
tano di fare il meglio possibile, ma sia
presso l'uno sia presso l'altro, Achille
è costretto a condividere la camera
con un fratellastro, perché mio figlio e
mia nuora si sono risposati. lo ho
accettato la situazione, perché li vede-
vo infelici. Ma adesso il problema è
Achille. Quando gli si chiede l'indiriz-
zo, non sa mai quale scegliere tra
quello del padre e quello della madre.
Personalmente non mi sento né il
diritto né la forza di assumermene la
responsabilità. Lui spesso mi dice:
"Non te la prendere per mio padre e
mia madre, hanno fatto bene. Non gli
rimprovero nulla. Però, è inevitabile
che talvolta mi senta un po' 'schizza-
to ', e preferisca la tua casa... Tu sei
d'accordo, spero". Da allora, passa da
me molto più spesso di prima e qual-
che volta ci dorme anche. Ha piazza-
to i suoi poster, sistemato la sua bian-
C'è un altro aspetto da conside-
rare : più la separazione awiene pre-
sto, più esiste la possibilità che sia
meglio vissuta dal figl io. Il ragazzo ,
.infatti , ha .più tempo per familiarizzare
con spazi diversi, assorbe più facil-
mente questa realtà anomala e saprà
destreggiarsi meglio quando arriva
l'età dei problemi , l'adolescenza. Le
cose sono certamente più difficili
quando la separazione arriva tardi
perché l'adolescente ha particolar-
mente bisogno di uno spazio intimo
nei posti dove vive . Infatti, come ben
si sa, questa età è caratterizzata da
una sorta di feticizzazione: il legame
a certi oggetti personali e ai luoghi
segnati dalla sua storia è fortissimo.
Gli è difficile rinunciare a questi riferi-
menti. Dal momento che egli investe
enormi energie nella ricerca della pro-
pria identità e nel suo sviluppo ses-
suale, questa rinuncia può diventare
una fatica supplementare. La ricerca
di un luogo tutto per sé, dove invitare
i suoi compagni, lo impegna e gli
impedisce di rispondere ad altri
appelli pure importantissimi.
sonalità. La maggior parte di loro
sceglie un domicilio principale o pre-
ferito, mentre l'altro diventa secon -
dario . Nel domicilio principale è la
camera lo spazio intimo, ed essi la
personalizzano secondo i propri
gusti , mentre l'altra camera diventa
semplicemente funzionale. Per alcu-
ni ragazzi lo spostamento e/o la
sistemazione degli oggetti personali
è importante, per altri , è sufficiente
tenerci il loro diario intimo. Non sono
rari quelli che «dimenticano» (appo-
sitamente) alcune cose di cui hanno
bisogno, per poter tornare , durante
la settimana in cui vivono nell'altra
stanza, nel domicilio principale per
recuperarli.
Se Achille ha scelto di prendere
dimora a casa vostra, forse è perché
gli è più facile negoziare il suo spazi9
con suo cugino Marco e con voi. E
possibile anche che il doversi dividere
tra due luoghi acuisca in lui il disagio
della separazione dei genitori, così il
ritrovare una relativa stabilità nella
casa dei nonni faccia in qualche mo-
do da calmiere e renda più sopporta-
cheria nell'armadio e viene a rifornirsi Non tutti gli adolescenti soffro- bile e meno traumatica questa lacera-
quando ne ha bisogno. Suo cugino no alla stessa maniera per il fatto di zione dell'unità fam iliare. Va da sé
Marco viene a volte a dormire con lui, avere due spazi di vita distinti nelle che una famiglia unita, il cui amore
come fossero fratelli. Achille è peraltro rispettive dimore del papà e della lega reciprocamente i membri in uno
molto discreto. Ne ho parlato a sua mamma. Questo potrebbe anche ri- stesso luogo e in uno stesso abbrac-
madre e a suo padre che hanno sultare positivo quando, adolescenti, cio, resta l'ideale per la crescita ar-
..
accettato questo cambio. La soluzione i figli cominciano a sentire il bisogno
••
monica dei figli.
O
BS MARZO 2005

3.8 Page 28

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jililllll
POPOLI
DEL MEDITERRANEO
di Graziella Curti
Mariella/ Pia ed Emanuela
sono tre giovani FMA
della Sictlia.
Durante i mesi estivi
hanno organizzato
e vissuto ad Agrigento/
con alcuni giovani
e volontanle del Vide5✓
un campo di lavoro
interculturale con gli
immigrati che approdano
lungo le coste dell'isola
affacciate sul
Mediterraneo.
I Agrigento. Volontari/e del
Vides-Ginestra di Catania
con le FMA della comunità.
I l Campo di lavoro, organizzato
dal Vides-Ginest:ra di Catania, si
è svolto per tre settimane, tra lu-
glio e agosto 2004, e ha interessato
11 giovani dai 19 ai 30 anni insieme
a tre FMA, suor Mariella Lo Turco,
suor Pia La Manna e suor Emanuela
Rizzo. Avendo come base la casa
delle Figlie di Maria Ausiliatrice ad
Agrigento, i volontari e le volonta-
rie hanno camminato, raggiungendo
le zone periferiche della città. L' isti-
tuto delle FMA è frequentato da
bambini e ragazzi di nazionalità di-
versa, in prevalenza marocchina, e a
loro le suore già offrono attività ri-
creative ed estive.
«Il campo di lavoro - spiega suor
Mariella - è stata un 'esperienza di
servizio, ma anche di comunità e di
preghiera. La casa delle FMA si
trova nella parte vecchia della città,
MARZO 2005 BS
in un quartiere povero e degradato,
abitato da molti immigrati».
Primo passo per avvicinarsi alla
realtà è stata studiarla. Insieme al-
l'assistente sociale dello Sportello
per cittadini stranieri si sono ap-
profonditi la normativa sull 'immi-
grazione, il percorso che I' immjgra-
to deve seguire una volta arrivato in
Italia e le varie opp01turutà che gli
pe1mettono di soggiornare nel paese.
«Un pome1iggio - racconta Gianru -
ho attraversato la via principale di
Agrigento con suor Pina e 27 ragaz-
zi di colore: li stavamo accompa-
gnando dalla stazione alla casa delle
suore. Ho avuto i brividi. Sembrava
la processione del santo patrono:
occupavamo tutta la strada e le per-
sone uscivano a guardare lo "spetta-
colo". Tralascio i commenti ascolta-
ti. Mi hanno colpito e fatto paura la
I Agrigento. Volontari/e
del Vides-Ginestra di Catania
con i giovani immigrati.
curiosità e l'indifferenza dipinte sul-
le facce. La stessa indifferenza che
apparteneva a me fino a qualche
giorno prima. In quel momento,
però, io ero con i giovani, ridevo e

3.9 Page 29

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Agrigento. Foto di gruppo.
Agrigento. Scuola di italiano.
scambiavo parole in italiano. E tut-
to questo non per eroismo, ma solo
perché ho conosciuto la loro con-
dizione di miseria e sofferenza.
Non si può far finta di nulla. Come
restare impassibili, quando Benja-
min e Julian ti raccontano che so-
no qui perché la guerra ha portato
via loro la moglie e i figli? E se ar-
rivano in Italia perché tornare nel-
la loro patria? Ciò vorrebbe dire
morire o per mano dei soldati o
della miseri .
LA RETE
DEL TERRITORIO
«Entrare in sinergia con quanto il
tenitorio già offriva - continua suor
Pin_a - è stato il secondo passo. Ab-
biamo cercato così di cogliere e ri-
spondere le esigenze non colmate e
i bisogni fondamentali degli immi-
grati, tenendo presente che quella
che si stava vivendo era un'espe-
rienza "a tempo determinato"».
Nella città sono attivi da tempo
alcuni centri, gestiti dalle Suore del-
la Comunità Porta Aperta che, con
la collaborazione di molti volontari,
hanno attivato la Mensa della Soli-
darietà e il Centro di distribuzione
Punto Giovani. «Trascorrere alcuni
giorni al Punto Giovani - precisa
suor Mariella - ha permesso di en-
trare in contatto con le diverse asso-
ciazioni che operano nel territorio.
Con loro, siamo riusciti a dare un
letto e un tetto a 45 immigrati, che
vagavano per la città senza alcun
punto di riferimento. Il Comune,
messo sotto pressione, ha dato la di-
sponibilità di un intero reparto del
vecchio Ospedale San Giovanni di
Dio. Il trasloco ha interessato stam-
pa e televisione locali. Qualcuno
probabilmente sarà stato soddisfatto
per il clamore suscitato ... A noi è
bastato vedere negli occhi dei gio-
vani la felicità e sapere che da quel-
la sera ci sarebbe stato un letto al
posto di una fredda panchina».
UNA GOCCIA
NELL'OCEANO
«La sosta aI Centro di distribuzio-
ne è stata significativa - spiega
Laura. - Ho incontrato e parlato con
gli immigrati. La prima volta ero un
po' spaventata per le storie circa la
pessima reputazione; dopo il nostro
arrivo la mia paura si è trasformata
in imbarazzo: ciò che mi era stato
detto non corrispondeva a verità!»
Dialogando con i ragazzi, si è
colto l'interesse per la conoscenza
della lingua italiana, presupposto
fondamentale per poter trovare la-
voro. Si sono così organizzati, pres-
so l'istituto FMA, corsi pomeridiani
di italiano, subito frequentatissimi.
La casa si è così trasformata in un
punto di ritrovo e accoglienza, alter-
nativo alla stazione ferroviaria.
Il fenomeno dell'immigrazione è
vario e offre diverse sfaccettatu-
re. Tunisini e marocchini giungono
in Italia con un ' unica motivazione:
trovare lavoro. Realtà diversa è
quella dei ragazzi provenienti dal-
1'Africa, i quali scappano da guerre,
miseria e sofferenze atroci e giun-
gono nel nostro paese affrontando
viaggi lunghissimi e in condizioni
disumane. «Forse è per questo -
soITide suor Mariella - che appaio-
no più disponibili e accoglienti alle
proposte ed esprimono la loro grati-
tudine in ogni modo: con le parole,
con i gesti, con gli sguardi eloquenti
e profondi ».
UNA TERRA
IN CERCA DI CASA
Il Campo di lavoro ha aperto nuo-
ve frontiere alla comunità FMA di
Agrigento. Per dare continuità all'e-
sperienza realizzata, le suore hanno
avviato corsi di alfabetizzazione per
i giovani e i ragazzi, che possiedono
un permesso di soggiorno.
«C 'è bisogno di persone che accol-
gano - conclude Annalisa. - "Uno
straniero porta sempre la sua patria
tra le braccia come un'orfana per la
quale forse cerca solo una tomba".
Quando ho letto questa frase di
Welly Sechis non l'ho condivisa.
Credevo che ogni uomo portasse
nel cuore i colori, gli odori e la me-
lodia della patria come un tesoro
d'amare e da proteggere. Mi sono
ricreduta quando ho incontrato No-
bram e gli ho chiesto da dove veni-
va. Mi ha risposto: "America, In-
ghilterra ... no problem" . "Ma per- ·
ché, ho incalzato, non ti piace il tuo
paese?" M1 ha freddato risponden-
do: "No, non è più il mio paese" . È
un ragazzo eritreo alla disperata ri-
cerca di quella tomba».
O
BS MARZO 2005

3.10 Page 30

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IL
&AESE
ITI
IN
LIBRERIA . ppe Motante
a cuta di G1use
~~~
LA GIUSTIZIA
Nuovo volto della
pace
di Adriano Sella
Monti , Saronno (Va)
2004
pp. 240
La storia dimostra che è
difficile ottenere la pace
con la guerra. Il passato
ha dimostrato che tra
pace e giustizia c'è il di-
vorzio, voluto per soste-
nere gli interessi delle
multinazionali e delle su-
perpotenze. Ma c'è l'u-
topia di una pace che si
riconcilia con la giusti-
zia, dimostrando che un
altro mondo è possibile,
a partire dal rispetto
della terra e dalla salva-
guardia del creato. Que-
sto è il messaggio del
libro. E questo è anche
il messaggio di tante
persone che hanno re-
galato agli altri la loro
vita: essere "missionari"
della giustizia nei sot-
terranei della vita e della
storia, camminando a
fianco dei poveri, ma
anche nel cuore delle
città del Nord del pia-
neta, proponendo un'al-
ternativa, creando reti
che porteranno lenta-
mente a un mondo mi-
gliore.
LA VERITÀ LIBERA
LA SPERANZA
LA VITA È AMARE
Riflessioni sul vangelo CHE È IN NOI
L'individuo è un amore
di Paolo Spoladore
di Rocco Talucci
singolare nell'armonia
Usiogope Ed. , Padova
Monti , Saronno (Va) , 2004 del creato
2004, pp. 340
pp. 124
di Raimondo Bardelli
ELLEDICI, Leumann (To)
Pur trattandosi di una pre-
2004, pp.206
~ sentazione della Parola re-
lativa all'anno liturgico in ; RO([O lAIU{(I\\',f' ' e
Questi spunti di riflessione
corso, il testo trasborda il
1
sulla personale via all 'amo-
semplice riferimento liturgi-
co per riferirsi a tutta l'esi-
stenza, in un confronto con
1:a,~IWnUfi1{" re sono nati dal dialogo
con tanti giovani che per
molti anni l'autore ha in-
la vita e la ricerca di senso.
Risponde a una serie di
domande: è questo l'unico
modo di vivere che abbia-
mo, l'unico modo di co-
~(~, !~.2t
contrato sul suo cammino
pastorale viaggiando in di-
verse parti del mondo. Egli
è convinto che solo viven-
do nell'amore si sarà vera-
struire le città, di vendere e
mente realizzati : prendere
di comprare? Di sposarsi ,
,, coscienza anche delle di-
vivere le relazioni , educare
i figli , vivere la sessualità, il
riposo , il divertimento? Di
fare politica, educare nelle
scuole, di parlare di Dio
nelle chiese? Se sì , è una
montagna di bugie. La
paura è la mano invisibile
che blocca il respiro e i
cuori , che affligge gli uomi-
ni e i popoli , somministran-
do dosi massicce di bugia e
di violenza, per tenerli nell'i-
gnoranza e schiacciarli nel
terrore. Solo la fede nel Cri-
sto risorto vince la paura.
;f.~
...:..
La voce "speranza" è mol-
to gettonata in questo tem-
po di rapidi cambi sociali,
anche per il rilievo che le
cronache quotidiane danno
a ciò che avviene: il terrori-
smo con il carico di sangui-
nose violenze e di vittime
innocenti che semina sen-
za preavviso né possibilità
di difesa; il dilagare della
depressione, considerata
sarmonie introdotte nel cuo-
re e nel corpo dall'egoi-
smo; scoprire che la voca-
zione è prima di tutto rin-
tracciare la persona che
completa la propria esisten-
za attraverso un dono tota-
le dato e accolto, che cioè
risponde alla vera esigenza
di un amore sponsale. So-
lo nella realizzazione della
propria vocazione si diven-
ta frammento prezioso nella
realizzazione del disegno
evangelico di ricapitolare tut-
come la "peste del secolo", to in Cristo.
che alimenta le angosce di
tanti individui spingendoli
anche al rifiuto della vita,
come confermano le sta-
tistiche sull'aumento dei
suicidi soprattutto fra i gio-
vani; la paura sempre più
diffusa che la gente avver-
te davanti alla prospettiva '
di impegni per tutta la vita,
con conseguenze deva-
stanti sulla stabilità dei ma-
trimoni e sulle vocazioni
sacerdotali e religiose , sem-
pre più scarse. La speran-
za basata sulla risurrezio-
ne di Cristo sostiene la vita
del credente.
RAIMONDO BAROELU
MA RZO 2005 8 S

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

▲back to top
~~~
NUOVA
EVANGELIZZAZIONE:
CHE FARE?
di Nello Venturini
Ed . Segno, Udine, 2004
pp. 210
LA SCELTA CHE NON
ESCLUDE
Buddhismo
o cristianesimo
di Dennis Gira
Paoline, Milano 2004
pp . 166
STRANIERI TRA NOI
Italia multietnica tra
accoglienza, integrazione
e paure
di Vittorio De Luca
Edigrafital , Teramo, 2004
pp. 188
I carismi nella vita della
Chiesa sono un dono pre-
zioso dello Spirito alla co-
munità cristiana . Ma, se
veri , i carismi non possono
cadere in forme di sponta-
neismo liberista, creando
confusioni e distorsioni ec-
clesiali. Occorre che ci sia
anche ch i abbia il carisma
generale dell'organizzazio-
ne dei carismi particolari.
Oggi le forze impegnate
nella pastorale, in un tem-
po di rapide trasformazioni
culturali e religiose , sono
notevolmente diminuite; ma
sono ancora consistenti . A
mancare , soprattutto, è il
loro utilizzo più felice e una
formazione capace di ren-
dere veramente nuova la
forza evangelizzatrice della
Chiesa. L'autore tenta di
indicare soluzioni pratiche
e incisive al problema della
"nuova evangelizzazione"
nei lii millennio.
FA VENDITA PER
~g~R~ k poND ENZA. 1 libri
he vengono segnalati s1pos-
e
·stare presso le hbre-
s_oenoca~~i ~he o vanno richiesti
ndirettamente a11 e n·spett1ve
Editrici.
Uno dei fenomeni rilevanti
di questo crocevia dei tem-
pi è l'incontro tra diverse
tradizioni religiose . Oggi, va-
rie religioni riconoscono il
valore delle diverse forme
di culto e di vita . Così il lin-
guaggio che scaturisce dal
contatto tra le diverse cul-
ture non è più quello della
guerra e del rifiuto . Il sag-
gio, scritto con chiarezza e
semplicità, intende rispon-
dere alla domanda se sia
possibile vivere l'identità
cristiana aprendosi al dia-
logo con le altre religioni e
in particolare con il buddi-
smo. Secondo l'autore, tale
dialogo non esclude la scel-
ta, ma semmai la rafforza e
porta in evidenza l'irrinun-
ciabile peculiarità che , per il
cristianesimo, consiste nel-
la relazione dell'uomo con
Dio e con gli altri e nel pri-
mato dell'amore.
li libro analizza la realtà del-
l'immigrazione nel nostro
Paese dagli anni Ottanta a
oggi , tra accoglienza, inte-
grazione e paure: diritto a
emigrare, immigrati e sicu-
rezza, bisogno di comuni-
care , "stranieri" nelle scuo-
le, immigrazione e volonta-
riato ... Come in una sorte
di caleidoscopio ," si intrec-
ciano le storie di italiani
prima emigrati e rientrati in
patria con quelle di lavorato-
ri immigrati che, in vario
modo, si sono inseriti nella
nostra realtà. Vi sono contri-
buti vari riguardanti sia l'e-
sperienza italiana sia quel-
la della Germania e della
Francia di fronte al fenome-
no migratorio. Si tratta di in-
terventi che aiutano a co-
gliere, in tutta la sua com-
plessità, l'impatto con l'im-
migrazione oggi, con le sue
luci e i problemi aperti.
VUOI
CONOSCERE
Dl+ILMGS
Movimento
Giovanile
Salesiano?
ADRIATICA (IAD)
(Abruzzo, Marche, Umbria)
Ezio Rossi
Tel. 071.2810265
Email: pgiad@pcn.net
LAZIO (IRO)
Raffaele Panno
Tel. 06.44483208
Email: pgiro@libero.it
LIGURIA/TOSCANA (ILT)
Valerio Baresi
Tel. 0187.777840
Email: valerio@italynet.it
LOMBARDIA/EMILIA
ROMAGNA (ILE)
Stefano Vanoli
Tel. 02.67074344
Email: svanoli@salesiani.it
MERIDIONALE (IME)
(Campania, Calabria,
Puglia, Basilicata)
Pasquale Cristiani
Tel. 081 .7809270
Email : pgime@pcn.net
PIEMONTENALLE
D'AOSTA (ICP)
Stefano Martoglio
Tel. 011 .5224238
Email: pastoralegiovanile
icp@valdocco.it
SARDEGNA (ISA)
Antonello Sanna
Tel. 070.659635
Email: pg-isa@libero.it
SICILIA (ISI)
Francesco Di Natale
Tel. 095/445656
Email : pgisi@dimtel.nU.it
NORDEST (INE)
(Veneto,
Trentino Alto Adige,
Friuli Venezia Giulia)
Roberto Dal Molin,
Tel. 041 .5498310
Email: pg.ine@donbosco
land.it
BS MARZO 2 005

4.2 Page 32

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-
IL DISTRIBUTORE
DI PILLOLE...
di Giancarlo Manieri
Il salesiano laico Rino Brotto,
impressore al Colle Don Bosco.
La sua carica umana, la sua vitalità.
Il signor Rino Brotto e il suo sereno sorriso.
, , , 1signor Rino? Beh.. . faceva il distributore di pil-
lole!"
"?!"
"Sì, cioè... Parlo di pillole di sapienza, ovviamente!
Quelle che fanno bene all'anima invece che al corpo!"
'~ questo punto si spieghi. Non credo di aver capito
bene" .
presto detto. Rino leggeva molto. Ma non leggeva
per leggere, per mero gusto personale. Leggeva per
trasmettere, per... sì, evangelizzare".
Era fatto così Rino . Man mano che andava avanti con
le pagine di un libro, una rivista , la biografia di un san-
to, fissava alcune brevi frasi che l'avevano particolar-
mente colpito e/o che immaginava utili per gli altri e le
metteva da parte in attesa di riciclarle . Erano detti,
MARZO 2005 BS
motti, pensierini, preghiere, aforismi, affermazioni , mas-
sime di santi e personaggi famosi. Poi si armava di
macchina fotografica e si metteva in ricerca del bello
educativo: faceva magari ur:,a levataccia per attendere
e fotografare l'alba, quando il globo del sole imporpo-
rava di fuoco il cielo , le cime dei monti , la valle. Oppu-
re puntava ai magnifici tramonti dell'astigiano o ai
colori dei fiori in primavera, alla luminosa obbedienza
dei girasoli, alle varietà di verde dei prati , alla fantasia
dei colori dell'autunno .. . Scattava una serie di foto e le
stampava inserendoci a commento una delle innume-
revoli frasi tratta dal suo repertorio che con pazienza
da certosino continuava ad accumulare man mano che
leggeva. Infine distribuiva il frutto della sua fatica apo-
stolica , perché di apostolato si trattava, o inviava a
qualcuno il prodotto a mo' di cartolina, o lo regalava
come un souvenir del Colle, o riduceva la foto a
segnalibro ...
UN GRANDE, CONVINTO SORRISO
Il signor Rino era un uomo solare . La sua serenità
esplodeva ovunque : molti ricordano le sue cantate
quando rimaneva da solo in laboratorio a lavorare per
le feste della comunità o del santuario. E cantava
anche, senza farsi pregare, nelle festicciole per i com-
pleanni o gli onomastici dei suoi ragazzi o insegnanti,
organizzate in laboratorio . Il sorriso l'accompagnava
come fosse il suo vestito, era per lui quasi una cultura.
Non faceva alcuno sforzo per sfoderarlo in ogni occa-
sione, in ogni incontro: sembrava che il Signore l'aves-
se "stampato" così, ·con i lineamenti sereni di chi sa
che la vita è bella anche quando non c'è il sole , per-
ché lassù, oltre le nubi, l'astro del giorno continua
imperterrito la sua azione irradiante, qualunque cosa
succeda in basso. Rino era sopravvissuto a un pauro-
so incidente nel quale tre suoi confratelli non ce l'ave-
vano fatta. Il Signore se lo prese solo vent'anni dopo,
quando la sua maturità umana e spirituale era all'apice
e lui stesso poteva ringraziare con convinzione sincera
e fede profonda Dio "perché mi hai dato ancora
vent'anni, rispetto ai miei compagni, affinché io li sfrut-
tassi al meglio".
Aveva mantenuto la promessa fatta allora, aveva sfrut-
tato fino in fondo gli oltre 7300 giorni che ebbe a

4.3 Page 33

▲back to top
I
Alla croce di San Bernolfo, innalzata a ricordo dei tre
confratelli periti nel pauroso incidente stradale dal quale
Rino e un altro confratello si salvarono.
' VICENDE .
Era un trevigiano, Rino, nato a Loria nel 1937, settimo
di una schiera di 12 figli. Nel 1949 entrò al Colle per
"imparare un mestiere" e non ne uscì più perché il
fascino di Don Bosco lo contagiò e divenne un collan-
te resistentissimo che nessun solvente riuscirà più a
sciogliere e distaccare . Rino aveva una convinzione
ben radicata , da cui probabilmente aveva tratto le
linee direttive della sua vita e della sua azione: "Dio si
manifesta attraverso il mio carattere , il mio modo di
parlare, di agire , di insegnare ... di avere pazienza .. .
Con l'esempio si semina Dio nel cuore dell'uomo sen-
za nemmeno accorgersene". I suoi manifestini , le car-
toline, le bandierine, le locandine, i block-notes e i suoi
poster semplici ed efficaci .trasmettevano messaggi di
gioia, di accoglienza, di fede genuina ed entusiasta,
senza dire delle foto , come accennammo.
Divenne l'uomo del Colle Don Bosco : gli ospiti del
santuario o della casa, giovani o adulti, facevano pre-
sto a imbattersi nella sua serenità. Nei tempi liberi
dagli impegni di laboratorio , lo potevi incontrare nei
cortili, sotto i porticati, lungo i corridoi armato di scopa
e pattumiera, intento a pulire, sistemare, ordinare,
curare : tutto doveva essere in ordine per gli ospiti , i
pellegrini , i devoti. Le sue bandierine , inventate e
stampate da lui stesso, coloravano le feste non solo
del Colle, da infatti erano partite, destinazione quasi
tutte le case della congregazione.
Toccò al suo direttore avvertirlo, quando improvviso si
manifestò il male, che la sua parabola terrena poteva
volgere in breve tempo al termine. Rimase imperturba-
bile: "Fa tu - pregò rivolgendosi a Dio - quello che è
bene sia fatto o per gli altri o per me. Da parte mia, io
accetto la Croce".
disposizione dopo che gli altri tre amici e fratelli lo
avevano lasciato: "Sono sicuro che non ne perse più
nemmeno uno", dice convinto uno dei salesian i che
l'ha conosciuto da vicino. Al Colle , presso la scuola
grafica dell 'istituto Bernardi Semeria, divenne un
"Impressore", un impareggiabile maestro di stampa off-
set. E quello fu lo strumento che usò in modo magi-
strale per insegnare ed evangelizzare . Trasmise la sua
arte a schiere di alunni, eppure costoro lo ricordavano,
il maestro Rino, soprattutto perché aveva saputo con-
segnare loro dei valori vitali , più che la tecnica per
essere dei bravi tipografi. '.'Da lui ho imparato, afferma
un exallievo, la professionalità nel lavoro , ma soprat-
tutto l'onestà nel commercio , la testimonianza corag-
giosa della mia fede di fronte a tutti, la carità verso gli
altri". La sua fama raggiunse anche il Kenia. Si recò
per ben tre volte a Makuyu , per avviare la scuola grafi-
ca di quella missione. Là, insegnava a gesti, perché la
lingua... beh, quella che parlava lui non aveva niente a
che vedere con quella del luogo. Eppure, nonostante
la brevità della permanenza e l'impossibilità di espri-
mersi a parole, non lo dimenticarono più né i confratel-
li né gli allievi.
I La prima di una serie di 16 foto di Rino, su ognuna delle
quali egli appose una frase intitolando'il tutto: " Il sogno
dei nove anni".
BS MA RZO 2005

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
UN DECALOGO
PER IL PAPA'
1. Il primo dovere di un padre
verso i suoi figli è amare la loro
madre. La famiglia è un sistema
che si regge sull'amore . Non quello
presupposto, ma quello reale , effet-
tivo . Senza amore è impossibile
sostenere a lungo le sollecitazioni
della vita familiare. Non si può fare
i genitori "per dovere". E l'educazio-
ne è sempre un "gioco di squadra".
Nella coppia, come con i figli che
crescono , un accordo profondo ,
un'intima unione danno piacere e
promuovono la crescita , perché
rappresentano una base sicura. Un
papà può proteggere la mamma
dandole il "cambio", il tempo di ri-
prendersi , di riposare e di ritrovare
un po' di spazio per sé.
2. Il padre deve soprattutto es-
serci. Una presenza che significa
«voi siete il primo interesse della
mia vita ». Affermano le statistiche
che , in media, un papà trascorre
meno di cinque minuti al giorno in
modo autenticamente educativo con
i propri figli. Esistono ricerche che
hanno riscontrato un nesso tra l'as-
senza del padre e lo scarso profitto
scolastico , il basso quoziente d'in-
telligenza , la delinquenza e l'ag-
gressività. Non è questione di tem-
po , ma di effettiva comunicazione .
Esserci , per un papà, vuol dire par-
lare con i -figli , discorrere del lavoro
e dei problemi , farli partecipare il
più possibile alla sua vita. È anche
imparare a notare tutti quei piccoli
e grandi segnali che i ragazzi invia-
no continuamente.
come lo fa, alle ragioni per cui lo
fa. La dimostrazione di ciò che chia-
miamo "coscienza" ha un notevole
peso quando venga fornita dalla
figura paterna.
4. Un padre dà sicurezza. Il papà
è il custode. Tutti in famiglia si
aspettano protezione dal papà. Un
papà protegge anche imponendo
delle regole e dei limiti di spazio e
di tempo, dicendo ogni tanto «no» ,
che è il modo migliore per comuni-
care: «lo ho cura di te ».
5. Un padre incoraggia e dà for-
za . Il papà _dimostra il suo amore
con la stima, il rispetto, l'ascolto ,
l'accettazione. Ha la vera tenerezza
di chi dice: "Qualunque cosa capiti ,
io sono qui per te! ". Di qui nasce
nei figli quell'atteggiamento vitale
che è la fiducia in se stessi. Un pa-
è sempre pronto ad aiutare i fi-
gli, a compensare i punti deboli .
6. Un padre ricorda e racconta .
Paternità è essere l'isola accoglien-
te per i "naufraghi della giornata". È
fare di qualche momento particola-
re, la cena per esempio , un punto
d'incontro per la famiglia, dove si
possa conversare in un clima sere-
no. Un buon papà sa creare la
magia dei ricordi, attraverso i picco-
li rituali dell'affetto. Nel passato il
padre era il portatore dei "valori", e
per trasmettere i valori ai figli ba-
stava imporli. Ora bisogna dimo-
strarli. E la vita moderna ci impedi-
sce di farlo. Come si fa a dimostra-
re qualcosa ai figli , quando non si
ha neppure il tempo di parlare con
loro, di stare insieme tranquilla-
mente, di scambiare idee, progetti ,
opinioni, di palesare speranze, gioie
o delusioni?
7. Un padre insegna a risolvere i
problemi. Un papà è il miglior pas-
saporto per il mondo "di fuori". Il
punto sul quale influisce fortemente
il padre è la capacità di dominio
3. Un padre è un modello, che lo
voglia o no. Oggi, la figura del pa- ·
dre ha un'enorme importanza come
appoggio e guida del figlio . In pri-
mo luogo come esempio di com -
portamenti, come stimolo a sce-
gliere determinate condotte in ac-
cordo con princìpi di correttezza e
di civiltà. In breve, come modello di
onestà, di lealtà e di benevolenza.
Anche se non lo dimostrano, anche
se persino lo negano, i ragazzi ba-
dano molto a ciò che il padre fa , a
MARZO 2005 BS

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
della realtà, l'attitudine ad affronta-
re e a controllare il mondo in cui si
vive . Elemento anche questo che
contribuisce non poco alla struttura-
zione della personalità del figlio. Il
papà è la persona che fornisce ai
figli la mappa della vita.
8. Un padre perdona . Il perdono
del papà è la qualità più grande,
più attesa, più sentita da un figlio.
Un giovane rinchiuso in un carcere
minorile confida: «Mio padre con
me è sempre stato freddo di amore
e di comprensione. Quand'ero pic-
colo mi voleva un gran bene; ci fu
un giorno che commisi uno sbaglio;
da allora non ebbe più il coraggio
di avvicinarmi e di baciarmi come
faceva prima. L'amore che nutriva
per me scomparve: ero sui tredici
anni ... Mi ha tolto il suo affetto pro-
prio quando ne avevo estremamen-
te bisogno. Non avevo uno a cui
confidare le mie pene. La colpa è
anche sua se sono finito così in
basso. Se fossi stato al suo posto,
mi sarei comportato molto diversa-
mente. Non avrei abbandonato miò
figlio nel momento più delicato del-
la sua vita. Lo avrei incoraggiato a
ritornare sulla retta via con la com-
prensione di un vero padre. A me è
mancato tutto questo».
9. Un padre è sempr~ il padre.
Anche se vive lontano. Ogni figlio
ha il diritto di avere il "suo" papà .
Essere trascurati, dimenticati o ab-
bandonati dal proprio padre è una
ferita che non si rimargina mai.
10. Un padre è immagine di Dio .
Essere padre è una grande voca-
zione, non solo una scelta persona-
le. Tutte le ricerche psicologiche
dicono che i bambini si fanno l'im-
magine di Dio sul modello del loro
papà. La preghiera che Gesù ci ha
insegnato è il Padre Nostro. Una
mamma che prega con i propri figli
è una cosa bella, ma quasi norma-
le. Un papà che prega con i propri
figli lascerà in loro un'impronta in-
delebile.
I È avvenuta forse una
femminilizzazione dei ruoli
genitoriali, anche perché molti
padri si ritrovano a sostituire
una madre.
DAL BABBO
AL PAPÀ
Un tempo lo chiamavamo babbo ... C'è qualche differenza
con papà. Il suo posto nel cuore dei figli. Necessari
complementarietà ed equilibrio papà/mamma.
, Intercambiabilità dei ruoli? Il dialogo.
eredo siano ormai lontanissimi
gli anni in cui i figli chiama-
vano il proprio padre "bab-
bo", sottintendendo con questo ap-
pellativo un atteggiamento di ri-
spetto, ma anche una certa distan-
za psicologica e affettiva. Oggi i
bambini dicono "papà", per sottoli-
neare una recuperata confidenza e
uno stile di condivisione.
Qualcuno si chiede : ma in questa
transizione la figura paterna ha per-
so o guadagnato? È avvenuta forse
una femminilizzazione dei ruoli ge-
nitoriali, anche perché molti padri si
ritrovano a sostituire una madre
sempre più assente e impegnata in
una vita sociale che le richiede
maggiore "virilità"? Si deve parlare
di una reinterpretazione dei ruoli o
di una confusione derivante da una
crisi di identità?
Come in ogni esperienza di
cambiamento , sicuramente anche
in questo caso è impossibile legge-
re la realtà in modo univoco: molte
famiglie vivono attualmente situa-
zioni di disorientamento e di so-
vrapposizione di compiti ; ma tante
altre hanno trovato un equilibrio nel
cammino per "re/inventare" la figura
paterna.
Provo a fare uno zoom su questo
fenomeno, usando uno sguardo af-
fettivo più che sociologico e dun-
que muovendomi sul terreno auto-
biografico: la prima cosa che noto,
inevitabilmente, è che la presenza
del papà e quella della mamma
sono complementari. Questo signi-
fica non solo che ogni ' èambiamen-
to è positivo se funzionale a un'ar-
monizzazione dei ruoli genitoriali ,
ma che l'identità di un padre è il
frutto delle scelte che opera insie-
me alla sua compagna di vita: se
I Un padre deve soprattutto
"esserci". Una presenza che
significa: «Voi (moglie e figli) siete
il primo interesse della mia vita».
una donna non impara a essere
meno autosufficiente e magari an-
che a fare qualche passo indietro
nel rapporto con i figli , difficilmente
il papà riesce a conquistare il giu-
sto rilievo all'interno della casa.
I ragazzi hanno bisogno di ri-
scontrare che ogni decisione, ogni
orientamento a livello educativo e
nella gestione della vita familiare è
condiviso da entrambi i genitori,
anche se forse è preceduto da un
laborioso sforzo di intesa su punti
di vista differenti. È anche impor-
tante che possano ritrovare nel rit-
mo della vita domestica un tempo e
uno spazio realmente abitati anche
dal papà e possibilmente non "inva-
ns MARZO 2005

4.6 Page 36

▲back to top
si " dalla presenza materna. Ci
sono giochi, compiti scolastici ,
chiacchierate e confronti , iniziati-
ve ed espeMenze, che è bene
possano avere il padre come
interlocutore privilegiato . Se il
genitore non è immediatamente
disponibile, sarà un'occasione per
"stanarlo" dai suoi impegni profes-
sionali, dalla Tv e dal computer,
dal bricolage o quant'altro rischia
di risucchiare le sue energie e
interessi.
Un altro "trucco": smontare i
"teoremi" dei figli che dicono che
il papà è più severo e la madre più
conciliante (o viceversa); che l'uno
è imbranato nelle faccende dome-
stiche e l'altra non sa affrontare
nessun lavoro di tipo tecnico .. . Se
impariamo a stupire i nostri figli
con sensibilità, abilità e competen-
ze inedite , li aiutiamo a superare
gli schematismi che la società
impone loro circa l'identità maschi-
le e femminile e che spesso ingab-
biano le relazioni domestiche.
Questo non deve mai portare ,
però, a un'assoluta intercambiabi-
lità dei ruoli: la madre deve fare la
madre e il padre deve essere un
padre. Nel mix di tenerezza e
autorevolezza che entrambi i geni-
tori devono cercare di interpretare,
è bene lasciar trasparire come il
gioco di squadra dell'educazione
familiare è comunque articolato su
presenze che hanno una propria
fisionomia specifica e che mediano
in modo particolare il rapporto fra
flessibilità e fermezza.
Su questo punto è giusto che noi
mamme ci diamo un po' da fare
per sottolineare ai nostri ragazzi
che il papà non è in alcun caso la
controparte di una lunghissima
trattativa sindacale che i figli de-
vono intraprendere per conquista-
re la loro autonomia e che non è
il caso che le varie richieste siano
inoltrate prima al cuore materno
per poi essere "vidimate" dal pa-
dre. La cosa più bella, da quando
il babbo si è trasformato in papà,
è proprio quel clima di dialogo se-
reno che si è creato nella casa ,
che consente di fare della com-
prensione reciproca il trampolino
di lancio per la collaborazione
nelle piccole imprese della vita
quotidiana.
MARZO 2005 BS
MOVIMENTO
SALESIANO
di Julio 01
FMC
j•
l
Il fondatore è don Dante
Vittorio forno (1916-1975).
Nasce a Porto A/egre da immi-
grati italiani. Tornata la fami-
glia in Italia, entra dai salesiani a
a Catania e nel 1933 emette i voti.
Nel '58 lascia la congregazione e vie
incardinato nella diocesi di Reggio Cala
FIGLIE DI MARIA
CORREDENTRICE
Nel 1951 a Messina, don Dante
Forno diventa direttore spirituale di
una giova ne univers itaria, Maria Sa-
lemi, che vive un a profonda sp iritua-
lità : "Ma ri a, ai pied i dell a croce Cor-
redentrice del Figlio Redentore" . Ella
è convinta che accanto al sacerdote,
portatore dell a redenzione con la Pa-
ro la e i sacramenti, occorrano ani me
generose che lo assistano come "cor-
redentrici". A Catani a, nel 1954, don
Dante pred ica gli esercizi sp irituali
alle diri genti dell'Azione Cattolica.
A ll a fine alcune dell e giova ni gli
chiedono di essere gu idate ad ap-
profo ndi re i temi trattati , proprio
quelIi cari alla Salemi, attraverso in-
contri di preghi era e giorn ate di ritiro.
Don Dante mette in contatto Ma-
ria Salemi con il gruppo di Catania.
Dopo una settimana cond ivisa, esse
decidono di stabilirsi cdme comunità
a Catania, sotto la guida dell a Salem i.
Pensano a una vita claustrale. Nel
1957 M aria red ige un breve Statuto
dell a Pia associazione delle FMC. Per
ded icarsi all a fondaz ione, don Dante
lascia i sa lesiani nel '58 e viene in-
ca rd inato a Reggio Calabri a da mon-
signor Giova nni Ferro. trasferi sce
le FMC. Il vescovo preme perché si
orientino verso attività apostoliche
esterne. Esse, allora, lavorano in una
sezione di scuola materna ma conti-
nuano a dare grand iss imo spazio al la
preghiera e all a pietà _eucaristica. _Ne l
1961 arri va no le prime professioni
re li giose e nel '63 il decreto di appro-
vaz ione dell a Pia Associazione delle
Figlie d i Maria Corredentrice. Si
aprono nuove opere. Alla morte del
fondatore si hanno presenze a Reggio
Ca labria, Vitini a, Palermo e Roma.
Monsignor Aurelio Sorrentino, nuovo
arcivescovo di Reggio, il 1° gennaio
1983 eri ge la Pia Associazione in
Congregazione di diritto diocesano.
Le FMC hanno lo scopo di "for-
mare delle persone che, in obbe-
dienza docile alla volontà del Padre,
in unione a Gesù Sacerdote, secon-
do l'esempio dell a Vergine corre-
dentrice, offrano la propr ia vita a
Dio perché la miss ione mi ni steri ale
del sacerdote produca la piena di-
sponi bili all'accoglienza dell a gra-
zia nel cuore degli uomi ni" (Cost. 1).
L'attuale Superiora Generale è Ma-
ria Sa lemi . Dell e loro 8 case, 7 si
trova no in Ita li a e 1 a Trini tad-Toba-
go. Si prepara una fo ndaz ione in
Africa. La congregazione riconosce
lo stile del suo fondatore come stile
sa lesiano. Conserva la centralità del-
l' Euca ri stia e la pred il ez ione per la
giove ntù più bisognosa.
Per saperne di più:
Tel. 0965/893.416 - Fax 0965/817.285
http://www.corredentrice.it
www.rosellastaltari.it
e-mai l cfmssc@corredentrice.it

4.7 Page 37

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I:?

4.8 Page 38

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Sf\\OE Ei\\C\\-\\E
per ragazzi, genitori, educatori
L'alcol, una vera droga quando è consumato
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Il BS era già intervenuto,
con un articolo a firma
di Mario Scudu, sul
problema dell'alcol (BS
gennaio 2004, pag. 40:
... Sono bevuto!).
Riprendiamo il tema
dell'alcolismo, oggi
fenomeno massivo anche
tra ragazzi e ragazze,
trattato stavolta dal
nostro esperto di morale,
per scoprirne i risvolti
etici.
VAL'LalcOoRlismI IoN,_.inQqUuaEngStouTednIisOzoeNrdsiEunlelaesroa--
nico, ha gravi conse
I L'uso dell'alcol, inficiando in varia
misura le capacità cognitive,
rallenta e rende meno incisiva
la volontà.
IutNe odteelvlaolipesrosnoon~I
- ·schi
n 'tà
legati all'inde-
superiori della
bolimento delle capaci
coNsceilel'nuzsao.
del\\,a1co.1
la
•t
prevaricazione
e uente.
1--- - - - - - --
deLl 'baelcnoelsisnergeraavl1~druain:n:icei ~irpriomneediilabfeiltio.
a possibili danni orga
------,
U' alcolismo può essere defini-
to come un cronico disordi-
ne compmt amentale, carat-
terizzato dalla 1ipetuta ingestione di
bevande alcoliche in eccesso rispetto
agli usi dietetici e/o sociali della co-
munità, con gravi conseguenze sulla
salute del bevitore e sulle sue funzioni
socio-economiche (Conte).
Lo stato di intossicazione cronica
appare immediatamente come una
condizione di mal attia sia per la di-
sorganizzazione cognitiva della
persona e le conseguenze sull ' am-
biente fa miliare e sociale, sia per
l' induzione di una dipendenza fis i-
ca che richiede, pena una dolorosa
crisi d ' astinenza, la continuazione
dell'abitudine tossica. Una più sot-
tile di stinzione fra vizio e malattia
si pone, invece, circa la motivazio-
ne e il contesto che fa voriscono l' i-
niziale abuso e i successivi occas io-
nali episod i d 'ebbrezza, da un lato ,
e, dall 'altro , circa la fo rza morale
MARZO 2005 BS
La caratterizzazione edonistica della società occidentale induce
in maniera pervasiva alla soddisfazione del bisogno (del piacere).
necessaria alla sopportazione dei
disagi dell ' astinenza e dei percorsi
tera pe uti ci.
L'abuso iniziale può verificarsi in
età adulta e, spesso, essere seconda-
r_io a una qualche crisi esistenziale:
una soluzione reattiva a un evento
depressivo, nev rotico, narcisistico.
L'abuso può verificarsi in età gio-
vanile: anche qui il problema sta in
una personalità non ben fo rmata o
nell ' influenza del contesto sociale
e/o del gruppo dei «pari », nell a
mancanza di un adeguato supporto
familiare, o anche in una debolezza
costituzionale del soggetto. Di fatto ,
l' incapacità di valutare il rischio
della propria condotta può consi-
derarsi l'effetto di una esaltazione
«narcisistica» delle proprie capacità,
la sfida a una normativ a familiare e
sociale nella quale il giovane non si
sente di far parte, ovvero la scelta di
un destino tragico nel quale scarica-
re i rancori della propria insoddisfa-
z10 ne .

4.9 Page 39

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in eccesso, è molto diffuso tra giovani.
I È Illusorio pensare che le bevande
alcoliche sollevino da forme
d'ansia patologiche o da fobie
sociali.
RIFLESSIONI ETICHE
Una prima riflessione etica si rife-
risce ad alcune strutture culturali e
sociali: dalla ovvia e suadente pro-
paganda delle case produttrici delle
bevande alcoliche alla caratterizza-
zione edonistica della società occi-
dentale volta genericamente, ma in
maniera pervasiva, alla soddisfazio-
ne del bisogno (del piacere) più che
alla sua elaborazione. Inoltre, si
pone forte la domanda etica circa la
liceità del benessere proprio a sca-
pito del benessere altrui. Se è inevi-
tabile che le condizioni morbose e
certe non morbose (scelte di vita,
ecc.) causino sofferenza nelle perso-
ne che ci circondano, tuttavia ciò
che qualifica in senso morale deter-
minate manifestazioni è l'indiffe-
renza al dolore altrui. Tale senti-
mento varia dall'incomprensione
del dolore, alla noncuranza, alla
beffa, fino ad aITivare all 'esaltazio-
ne del potere e del godimento.
Nell'uso dell'alcol (come per
tutte le droghe in generale) la preva-
ricazione del benessere altrui è fre-
quente: dall'esposizione di familiari
e colleghi a comportamenti inop-
portuni e disturbanti, alla permalo-
-,coNFRgNJ:~~~~:~,A
GRUPP , lcolismo è un vizio o
Secondo,te I a
unCa hmeaclaotstia'a?.pensi.
d Ile conseguenze
. ee e sociale? .
sull'ambiente fam~~~ze sulla famigli~,
_...._._-'------- -=
~
- ~~ - -
- --,
è
Per le
lecito il
conseg proprio
benesser~'?
a
.
scapito
sità e aggressività accresciute dal-
l'intossicazione, fino alle vere e
proprie offese fisiche e al patrimo-
nio. Il caso più eclatante e doloroso
riguarda l'uso dell 'alcol in gravi-
danza, dove l'esposizione del feto al
tossico può portare a futuri danni
oroanici irrimediabili e la cui re-
sp~nsabilità è appena celata dall ' i-
gnoranza di quegli effetti.
L'ILLUSORIETÀ
DEL BENESSERE
DAALCOL
Un altro aspetto importante è I ' il-
lusorietà del benessere. Illusorio è il
benessere delle bevande alcoliche
che sollevano da forme d' ansia pa-
tologiche o da fobie sociali, non ri-
conosciute precedentemente come
tali, e che, sedate dal farmaco-alcol,
del benessere altrw ~dente propagan-
Come valuti la su tt ·ci delle bevan-
da delle case produ n
de alcoliche?
lo rendono di conseguenza estrema-
mente appetibile, ne giustificano
l'uso e ne reclamano, anzi, la liceità
di fronte a tutti quelli che asserisco-
no il contrario.
Infine, i rischi legati all' indeboli-
mento delle capacità superiori della
coscienza: ideazione, volizione, as-
sunzione di responsabilità. L'espe-
rienza della sedazione del malesse-
re, di per lecita, favorisce mecca-
nismi psichici di scissione ed espul-
sione (proiezione) di aspetti inaccet-
tabili (dolorosi) di sé. Questo per-
corso psichico, che appare assai
drammatico, caratterizza lo svilup-
po evolutivo di ogni singolo uomo
e, in negativo, qualifica in varia mi-
sura gli stati di dipendenza dall'al-
col, come si mostra anche nell'espe-
rienza terapeutica: l'uso del!' alcol,
inficiando in varia misura le capa-
cità cognitive, rallenta e rende meno
incisiva la volontà.
D
I L'abuso di alcool può essere
una scelta attraverso la quale
scaricare i rancori della propria
insoddisfazione.
BS MARZO 2005

4.10 Page 40

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Oggi indietro _non si torna, tutto corre,
UNA NUOVA IDEA
DELl:UOMO
E DEL MONDO
di Severino Cagnin
Nell'evidente caos
odierno, per non essere
travolti dall'apparente
felicità dominante in
piazza e sui teleschermi,
occorre un'tdea nuova.
Questo dibattito, dopo
altri che hanno discusso
di libn; arte e problemi
attua/i vorrebbe tentare
una disamina su questioni
come la potenza della
tecnologia, il dilagare
di culture diverse, la
comunicazione di massa. ..
L a caratteristica fondamenta le
della concezione dell ' uomo
del futuro sembra essere l' al-
terità, cioè la relazione con l'altro,
il rapporto tra persona e persona.
Come nuova provocazione si pone
la contrapposizione tra essere in sé
e uscire da sé. La prima rende stati-
ca l'esistenza, dove l 'io si sente sod-
disfatto, autonomo, s.enza un pro-
getto, contento di consumare il mo-
mento presente. Uscire da sé, inve-
ce, nasce da una coscienza di limite,
come di un essere insoddisfatto. In
ogni caso, ognuno si scopre come
un essere in relazione; la relazione è
necessaria perché l'uomo è un "ani-
male sociale". Allora, la ricerca del-
MARZO 2005 BS
ILa caratteristica fondamentale
della concezione dell 'uomo del
futu ro sembra la relazione verso
l'altro, il rappo rto tra persona
e persona. Tutti conosciamo
persone disposte ad ascoltare,
dialogare, condividere...
la propria identità passa inevitabil-
mente attraverso il dialogo con l'al-
tro. Sono proprio la frequentazione
e il dialogo che, nel momento in cui
svelano l'altro, permettono di com-
prendere sempre più e meglio se
stessi, fino a specificare l'identità.
Sono princìpi teorici, ma se ne in-
tuisce la portata in famiglia , a scuo-
la, sul luogo di lavoro, in chiesa,
nello sport, in sede politica, ecc.
Tutti conosciamo alcune persone in-
tolleranti nelle loro idee "fisse",
altre invece disposte ad ascoltare,
dialogare, condividere.
L'UOMO TECNOLOGICO
Oggi la tecno logica in tutti i
campi, a cominciare dall 'info1111ati-
ca, ci appare dominante e padrona
del futuro. Mezzi di trasporto sem-
pre più veloci, ponti e grattacieli,
elettrodomestici e complessi sanita-
ri, e persino i giocattoli per bambini
sbalordiscono per l' alta tecnologia
con cui sono costruiti. Osserviamo
la pubblicità, i film di fantascienza,
i congressi mondiali, le grandi espo-
sizioni internazionali... è tutta una
gara per superare i limiti della mate-
ria. L'EXPO mondiale di Hannover
su "Uomo Natura Tecnologia", nel
2002, intendeva mostrare ai milioni
di visitatori il dominio dell 'uomo
sulla natura attraverso l'elettronica
nel terzo millennio. E gli stand dei
200 Paesi partecipanti hanno lascia-

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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ci fermiamo a pensare o seguiamo la corrente?
I Il fenomeno più ampio e
complesso dei nostri anni è
il rapido e inarrestabile mescolarsi
di genti diverse.
to di stucco per la strabiliante va-
rietà degli effetti luminosi, dei me-
gaschermi e dei suoni/rumori a sor-
presa. Ma la gente si guardava in
faccia un po ' allibita e sembrava
chiedersi il perché di tanto eccesso.
11 Planet of Vision conduceva i visi -
tatori, attraverso un percorso al buio
ravvivato da scene fantastoriche e
lampi iridati con vegetazione e fau -
na primordiale, da un 'antichità in-
verosimile fino a un Medioevo pue-
rile e insignificante (quale forza, in-
vece, avrebbe potuto avere anche
solo la contemplazione della vetrata
di una ·cattedrale!); poi, saltando il
Rinascimento, meravigliava con i
grattaceli moderni, il traffico auto-
mobilistico e il movimento aereo.
Effetti spettacolari, sì, ma non così
espressivi della vera storia della
scienza.
Una domanda si formava sponta-
nea nella mente di tutti, nel settore
della comunicazione dell'immenso
THEMENPARK, dove file di visita-
IChe fine farà l'uomo in questi
congegni, automatizzati e
comandati dai computer? Meglio
che sia un robot a passare giorni
sul fondo del mare, in una base
petrolifera o in una navicella
spaziale. ·
tori passavano da cabine roteanti a
cunicoli oscuri, a centrali spaziali e
sottomarine da cui pilotare il mon-
do. Dentro queste esperienze di tec-
nologia elettronica e psichedelica, al
lampeggiare di luci stroboscopiche,
le facce preoccupate dei visitatori
sembravano chiedersi: che fine farà
l'uomo in mezzo a questi congegni,
automatizzati e comandati dai com-
puter? Meglio che sia un robot a
passare giorni sul fondo del mare, o
in una base petrolifera o in una na-
vicella spaziale; al contrario, per
l'uomo sono più salutari il sole e
l'aria libera, i prati fioriti e i giardi-
ni dove i bambini giocano e gli
adulti scambiano battute e idee!
Poiché vivere è stare insieme, par-
larsi, stringersi la mano, stimarsi e
rispettarsi a vicenda, insomma, en-
trare in relazione non supe1ficiale
con i propri simili, secondo la teoria
dell'alterità che è recente, ma viene
da lontano.
LA NUOVA IDEA
DI UOMO
Il fenomeno più ampio e comples-
so dei nostri anni è il rapido e inar-
restabile mescolarsi di genti diverse
per etnia, cultura, religione, tradi-
zioni. Si sta lentamente compren-
dendo che, se non si accetta l' altro,
il diverso da noi, si sprofonda in
conflitti, guerre, sfruttamento, vio-
lenze. Nello stesso tempo , però, oc-
corre che tutti, per vivere in pace,
trovino l'accordo su alcuni principi
e norme di comportamento. Le mi-
noranze che abbiamo in casa ce lo
ricordano ogni giorno. Prima di
tutto è necessario che ciascuno di
noi, come pure la scuola, le case
editrici, le associazioni sportive, ar-
tistiche e culturali ne promuovano
la conoscenza. Le confessioni reli-
giose devono essere promotrici di
questo ampio processo di compren-
sione. La globalizzazione geografi-
ca ed economica, commerciale e fi-
nanziaria, porta a conseguenze che
vanno ben studiate, onde evitare in-
giustizie e sopraffazioni. Non ci si
meraviglia più di lingue e usanze
diverse dalle nostre. Al contrario, le
differenze specifiche dei popoli
stanno diventando ricchezza comu-
ne: molti studenti frequentano corsi
all'estero, la TV è già planetaria, le
squadre sportive per lo più multina-
zionali, il turismo ci porta a godere
il clima dei Caraibi, il silenzio dei
deserti, la fredda vastità delle terre
polari, i centri storici e artistici del
passato. Capire gli altri, dunque. Ma
è indispensabile anche non accettare
solo quello che ci fa comodo e ci
piace, bensì essere d' accordo su al-
cune convinzioni che devono diven-
tare patrimonio comune. La teoria
dell 'Alterità nelle ricerche di noti
pensatori moderni ci indica:
- il valore inalienabile della per-
sona nella sua individualità, comun-
que sia, senza differenze di razza, di
ceto sociale, di religione, di profes-
sione;
- l' attenzione verso l'altro che si
attua nel rispetto, nella tolleranza,
nell ' accettazione del bene di ognu-
no, nella condivisione e nello scam-
bio;
- l'uso delle risorse naturali e tec-
niche al servizio di una vita più
umana, soprattutto a favore dei me-
no abbienti, bambini, anziani, emar-
g inati;
- una nuova cultura che abbia alla
base il senso di responsabilità, con
la coscienza di partecipare così alla
vita del proprio quartiere, della pro-
pria nazione e oltre;
- un nuovo tipo di comunicazione
che diffonda la storia e la cultura
dei popoli e norme etiche per nostro
tempo .
O
BS MARZO 2005

5.2 Page 42

▲back to top
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
neral e Opere Don Bosco , con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Miss ioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali delJ 'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" .. . Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni , con sede in Torino)'
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell 'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB . li testamento deve essere scritto per
intero di mano propria da l testatore .
INDIRIZZI
Oirezione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Te!. 06.656 12678 -Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Vi a Mari a Ausiliau·ice, 32
10152 Torino
Tel. 011 .5224247-8- Fax 011 .5224760
C.C.P. 28904100
MARZO 2005 BS
. . . J I NOSTRI MORTI
RIZZO sac. Marcel_lo, salesiano
t Negrar (VR) , il 19/07/2004, a 89 anni
Don Rizzo ha mantenuto sempre nella vita
quel carattere veneziano bonario e sponta-
neo, con la parlata dialet)ale piena di verve
e di fine ironia. Lo vedevi sempre nei croc-
chi intrattenere i ragazzi a raccontare la
barzelletta del giorno: ne aveva per tutti i
gusti. Viste le sue doti intellettuali non
comuni , fu avviato agli studi universitari
conseguendo a Pavia la laurea in scienze
naturali e l'abilitazione all'insegnamento di
matematica, fisica , scienze e merceologia.
E cosi fu insegnante per quarant'anni al
Verona Don Bosco e per un decennio al
Manfredini di Este , sempre ricordato dai
suoi numerosi allievi ai quali profuse le sue
doti intellettuali , il suo umanesimo di gioio-
sa salesianità.
SURIANO sac. Agostino, salesiano
t Castellammare di Stabia (NA) ,
il 30/09/2004, a 89 anni
DI PAOLA sr. Marianna,
Figlia di Maria Ausiliatrice
t Soverato (CZ) , il 22/06/2004, a 90 anni
Suor Mariannina: un nome , un'istituzione.
Fu donna di relazione profonda, allargata a
quanti ha incontrato sul suo lungo cammi-
no. -Consorelle, salesiani, sacerdoti dioce-
sani e religiosi , exallieve, giovani e familia- ·
ri , erano presenti nel suo ricordo , nel suo
cuore, nella sua preghiera e nell'offerta di
sé. Da anni viveva ·nella sua cameretta, ma
il mondo con i suoi problemi era con lei.
Leggeva molto e seguiva la vita della Chie-
sa come quella dell'Istituto, attenta a ogni
circostanza e a ogni novità.
Donna di cultura, di fe de , di arte, amava
dipingere , ricamare e raggiungeva con i
suoi lavori chiunque vivesse circostanze
speciali. Nella sua lunga esistenza, si ricor-
dano gli incontri con sacerdoti e suore che
hanno fatto la storia delle due congrega-
zioni: il beato Filippo Rinaldi , suor Enri-
chetta Sorbone, don Regna.
Ha vissuto il comandamento del Signore:
"Andate e predicate il Vangelo", vivendo a
fondo la missione nel Medio Oriente . La
sua pass ione era la terra di Gesù . PÙr
malandato in salute , sperava sempre di
ritornare nei luoghi che avevano riempito la
sua vita. Sempre e ovunque ha portato l'a-
more a Cristo , a Maria Ausiliatrice e a Don
Bosco .
PUCCI Maria MANIERI,
mamma di un salesiano
t Senigallia (AN). 1'11 /12/2004, a 89 anni
Donna di casa semplice , senza pretese.
Piena di Dio che è sempre stato il vero
punto di riferimento della sua vita; di sag-
gezza che sapeva declamare in pillole
attraverso strofette, rime , proverbi , senten- ·
ze ma soprattutto viveva lungo la sua gior-
nata laboriosa e coerente; di servizio fede-
le, generoso , sacrificato per il marito che
ha curato per 30 anni e i figli , uno dei quali
ha regalato a Don Bosco; di forza interiore
che le ha permesso di superare grandi
prove e sofferenze intense come la morte
di due figli rispettivamente di 17 e 22 anni ;
di serena bontà che l'ha abituata a ringra-
ziare Dio e gli uomini per quanto ,riceveva
fosse anche un semplice saluto. E questa
l'eredità che ha lasciato a figli e nipoti.
MINERVINI sig.ra Franca,
cooperatrice salesiana
t Brindisi , il 15/11 /2004, a 63 anni
Donna umile e semplice , ma dal sorriso
sempre pronto per tutti. Nel suo cammino
personale di fede si è incontrata con il
mondo salesiano ed è stata subito catturata
da Don Bosco, dalla sua carità verso i giova-
ni, dalla sua attività instancabile per il bene
dei giovani, dal suo attaccamento alla Chie-
sa. Ha risposto a questa folgorazione diven-
tando Cooperatrice Salesiana per dedicarsi
con entusiasmo e competenza alla cateche-
si dei fanciulli. Pur tra non poche difficoltà di
carattere familiare , si è tuttavia messa a
disposizione del locale Laboratorio Mamma
Margherita, dove ha fatto brillare tutta la sua
abilità nel cucire . E anche questa attività
supplementare è diventata per lei una mis-
sione e un mezzo di santificazione. Troppo
presto ci ha lasciato.
LEANZA sr. Lodovica,
Figlia di Maria Ausiliatrice
t Messina, il 1°/08/2004, a 90 anni
Una vita dedicata al servizio dei piccoli
come insegnante nel la scuola materna ed
elementare a Torino, Roma, in Toscana e,
infine , in Sicilia. Anni spesi con amore al
servizio della pastorale scolastica e
responsabile dell'orç1torio . Come insegnan-
te , sapeva essere esigente , precisa, deli-
cata e attenta alle difficoltà degli alunni ;
per lei era importante non solo l'aspetto
culturale , ma la promozione integrale della
persona. Fu pure incaricata dei Cooperato-
ri a Palagonia (Catania) , servizio che svol-
se sempre con responsabilità e saggezza.
Con il declino delle forze , suor Lodovica
dovette lasciare l'insegnamento ma restò
attenta, accogliente, delicata, simpatica. La
lettura, lo studio , l'amore per l'arte e la
musica sono stati importanti fino all'ultimo
scorcio della sua vita.
PENNA sac. Giuseppe, salesiano
t Richelmy (TO) , il 24/12/2000, a 85 anni
La vita salesiana di don Giuseppe fu dona-
ta in modo particolare nell'educazione sco-
lastica in varie opere salesiane, con l'inten-
to .di formare e immettere nella società
"buoni cristiani e onesti cittadini". Tale
impegno egli lo continuò con amore e dedi-
zione fra gli exallievi. Religioso convinto e
sacerdote zelante, si prodigò nel ministero
della riconciliazione , nella presenza educa-
tiva fra i giovani e nel consiglio rassere-
nante alle persone che si rivolgevano a lui.
Molti exallievi e famiglie lo ricordano con
affetto e riconoscenza.
Venuta la sera d_i
quel giorno ~esù disse:
"Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)

5.3 Page 43

▲back to top
Il giacinto, fiore di
Marzo
FIORI .O' APPARTAMENTO
Il giacinto è presente in Italia con
sei specie spontanee; centinaia,
invece, sono gli ibridi , coltivabili
anche in casa. Comune a tutti è il
bulbo dal quale partono le foglie e
lo scapo , alto sino a 30 cm , con
numerosi fiori colorati dal bianco al
rosso e al blu . Piantato a settem-
bre e ottobre, il giacinto fiorisce da
gennaio. All'inizio va tenuto in
ambienti freschi, asciutti e non
luminosi per facilitare la crescita
delle radici . Poi , si porta in casa,
ma lontano da termosifoni o stufe
annaffiando regolarmente. La solu-
zione più semplice per ottenere
nuove piante è usare i piccoli bulbi
che si formano alla base della
pianta madre. Il giacinto prende
nome dal giovane che nella mitolo-
gia greca fu ucciso involontaria-
mente dal dio Apollo : dal sangue
caduto sul terreno , spuntarono i
fiori .
NOBEL ITALIANI
Sono di questo mese Daniele Bo-
vet , Carlo Rubbia e Dario
Fo . Daniele Bovet (Neuchatel
23/03/1907 - Roma 08/04/'92), re-
sponsabile del laboratorio dell'Isti-
tuto Pasteur a Parigi, nel 1947
diventa cittadino italiano e dirige il
laboratorio dell'Istituto superiore di
Sanità. Gli studi sul curaro sinteti-
co gli valgono il premio Nobel
1957 per la medicina. Carlo Rub-
bia (Gorizia il
03/03/1935) si
laurea alla Nor-
male di Pisa .
Guida un gruppo
di ricercatori al
Cern-Centro eu-
ropeo per le ri-
cerche nucleari
di Ginevra dove,
nell'83, con l'o-
landese Simon van der Meer, sco-
pre alcune particelle di scambio
che spiegano la teoria elettrodebo-
le . Per questi studi , entrambi rice-
vono il Nobel per la Fisica nel
1984. Rubbia diventa, poi, presi-
dente del eern e nel '94 direttore
dell' lnternational eenter tor Theo-
retical Physics di Trieste. Dario Fo
(Sangiano 24/03/1926) autore, at-
tore e regista teatrale, spesso scri-
ve e interpreta con la moglie,
Franca ,Rame . Tra le sue satire,
tutte con intenti politico-sociali ,
sono note "La signora è da butta-
re" e "Mistero buffo". Ha ricevuto il
Nobel per la letteratura nel '97.
IL PERSONAGGIO
DEL GIORNO
1° marzo 1869'. Mendeleev com-
pi la la tavola periodica degli ele-
menti.
2 marzo 1931: nasce Mikhail
Gorbaciov, ultimo presidente del-
l'Unione Sovietica.
3 marzo 1861 : Alessandro Il di
Russia abolisce la servitù della
gleba; muore il 13 marzo 1881.
4 marzo 1678: nasce il prete
compositore Antonio Vivaldi.
5 marzo 1696: nasce il pittore
Giambattista Tiepolo.
6 marzo 1475: a Caprese (Arez-
zo), nasce Michelangelo Buonar-
roti.
7 marzo 1785: a Milano, nasce lo
scrittore Alessandro Manzoni.
8 marzo 1848: muore il composi-
tore Gaetano Donizetti.
9 marzo 1857: muore san Do-
menico Savio, a Mondonio.
10 marzo 1872'. muore Giuseppe
Mazzini .
11 marzo 1544: nasce Torquato
Tasso , autore de "La Gerusalem-
me Liberata".
12 marzo 1863: a Pescara, na-
sce Gabriele D'Annunzio.
13 marzo 1781: l'astronomo Wil-
liam Herschel scopre il pianeta
Urano .
14 marzo 1879: a Ulm (Germa-
nia) nasce Albert Einstein .
Vittorio Emanuele Il
15 marzo 44 a.e .: Giulio Cesare
è assassinato.
16 marzo 1787: nasce il fisico
George-Simon Ohm .
17 marzo 1861: Vittorio Ema-
nuele Il proclama il regno d'Italia.
18 marzo 1983: muore Umberto
Il , ultimo re d'Italia.
19 marzo 1813: nasce l'esplora-
tore David Livingstone.
20 marzo 43 a.e.: nasce il poeta
latino Publio Ovidio Nasone.
21 marzo 1685: nasce il compo-
sitore Johann Sebastian Bach .
22 marzo 1832: a Weimar, muo-
re Johann Wolfgang Goethe.
23 marzo 1912: nasce lo scien-
ziato Werner von Braun .
24 marzo 1847: nasce Luigi Ei-
naudi , 1° presidente della Repub-
blica italiana.
25 marzo 1867: nasce il direttore
d'orchestra Arturo Toscanini.
26 marzo 1827: a Vienna, muore
Ludwig van Beethoven .
27 marzo 1968: muore il russo
Vuri Gagarin , primo astronauta.
28 marzo 1515: nasce santa
Teresa d'Avila.
29 marzo 1912: al Polo Sud,
muore l'esploratore Robert Falcon
Scott.
30 marzo 1853: nasce il pittore
olandese Vincent Van Gogh .
31 marzo 1596: nasce il filosofo
francese René Descartes, o Car-
tesio .
BS MARZO 2005

5.4 Page 44

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'
I'
PRIMA PAGINA
Redazionale
'I 'I
Signore ci ha d?-
nato un esemp io
fulgido e quasi
DUE VOLTE
riprese ed ebbe la presen-
za di sp irito di lasciars i
cade re a terra. Si sa lvò
conturbante di fedeltà",
scrisse di lui il Rettor Mag-
giore don Ricceri. Stefano
DEPORTATO per miracolo. li martirio
finì con la fine della guer-
ra, ed eg li poté to rn are
venne in Italia per studiare
nell a sua Praga e ri comin-
e fu "rapito" da Don Bo-
ciare. La sua fi gura crebbe
sco: fece il liceo a Valsali-
ce e la teologia all a Cro-
cetta di Torino, poi tornò
nell a sua Boem ia, a Fry-
k, la prima opera del-
Cento anni fa nasceva Stefano Trochta
(1905-197 4), sacerdote salesiano,
vescovo, cardinale. Vissuto prima
sotto il regime nazista, poi sotto
d i fa ma, tanto c he nessu-
no si meravig li ò qua ndo
Pio Xli lo vo ll e vescovo.
La sede fu Litom erice, una
diocesi con 107 preti e
l'a ll ora Repubb li ca Ceco-
quello comunista, sopravvisse
449 parrocchie! C'è da
slovacca; poi a Moravka
Ostrava, il più grande cen-
a entrambi.
rimboccarsi le maniche.
Eccome!
tro minerario del paese;
infine a Praga, di cui fu
Poi, la rivoluzione co-
primo direttore da l 1936.
munista. An che stavo lta il
Innamorato dei giovani, si
vescovo è nel mirino. Nel
spendeva per ess i, tanto
1953 v iene in carcerato,
che fu nominato assistente
processato e co nd ann ato
ce ntrale degli scout. Poi
a 25 anni per alto trad i-
cominciò la sua passione.
mento e spia (de l Vatica-
no). Amnistiato nel 1960,
L'occupazione nazista
gli viene imposto di tro-
del 1939 lo iscrive nel Ii-
varsi un lavoro. Così il
bro nero della famigerata
"s ignor" Trochta fa il ma-
Gestapo: troppo in vista ,
nova le, il muratore, l' ad -
troppo pericoloso quel
detto all e puli z ie, ecc. Ma
prete. Un brutto giorno
il fisico, già provato dalla
v iene prelevato e interna-
prim a deportazione, non
to prima a Terezìn, poi a
gli regge: è co lpito da ben
Mathausen infine a Da-
due infarti che supe ra a
chau. Le sofferenze co -
stento. Nel 1968 arriva la
min c iarono subito : a Te-
" Prim ave ra di Praga". Li-
rezìn quando il coman-
berato, può riprendere le
dante del ca mpo fa svesti-
sue funzioni di pastore
re tutti i prigionieri, notan-
de ll a diocesi. Benché sof-
do che lui aveva il pugno
ferente e stanco, si dà da
c hiuso lo co lpì viol ente-
fare : c i sono da rip arare
mente sul dorso. La mano
chiese ed edific i, da ri fa re
si aprì e... cadde a terra la
le suppell ettili sacre, da
corona de l rosario . li La-
re im postare la catec hes i...
gerkommandant la ca lpe-
Nel 1973 apprende la no-
stò e la ca lciò sp rezzante
tizia di essere ca rdin ale
da un a parte. Miracolo o meno, qualche mese già dal 1969, nominato in pectore da Paolo VI.
dopo quella corona fu recapitata alla mamma, che Un anno dopo la sua fibra cedette. Morì rim pia nto
ci recitò il rosario - per il fig lio - tutte le sere. A da tutti. Mo lti ricordavano quando, già vescovo,
Mathausen, dopo una decimaz ione, fu costretto a andavano a trovarlo i suo i ragazzi e spesso lui
ca ri ca re i cadaver i sui carr i avv iati al crematorio. diceva loro: " Ragazzi, oggi ho da fare. Sedetevi ,
Alla fin e, stre mato, si trascinava a ste nto . Un a così mi potete guard are, ma per non annoi arvi
guardia, " impietositas i", gli sparò e lo buttò su un mangiate questa roba!" , e offriva loro un cesto di
ca rro sopra gli altri cadaveri. Durante iI tragitto si dolciumi!
O
MARZO 2005 BS

5.5 Page 45

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RELAX
il Cruciverba
Santuari d1ltalia
di Roberto Desiderati
Visitiamo i
luoghi di culto
del nostro paese,
i più conosciuti
e i meno noti. 39
Rilassandoci.
42
41
44
45
A gioco compl etato risu lterà, nelle caselle a doppio bordo, il nome di un famoso Santuario
o
Definizioni
ORIZZONTALI. 1. Il capo luogo della Valleé
(sigla)- 3-9-14. Ved i foto - 13. Una sigla terrori-
stica - 15. Grossi volumi - 16. Il dio Sole
dell'antico Egitto - 18. E lettrotreno (sigla) - 20.
Grande ente petrolchimico italiano -21. Diparti-
mento francese - 22. Le iniziali de ll 'attrice Geri-
ni- 24. Un grande lago del Centro-africa - 26. Lo
sono ce1te rotelle - 29. Picco lo taxi a tre ruote -
33. Grotta, antro - 34. Nata le a Pari g i - 35. Affi-
dato al caso, incerto -37. Affermazioni che nega-
no l'esistenza di Dio -39. Onesti- 40. Scopritore
di talenti - 42. Lago de l bresciano - 43. Una ri-
sposta negativa - 44. L'importanza del danno -
45. Un po ' di roso lio.
VERTICALI. 1. I sillabari di una vo lta - 2. Vi si
co ltivano verd ure - 3. Magnes io (sigla) - 4. Altari
pagani -5. Un Andrea doge di Venezia -6. Anniba-
le se li concedette a Capua - 7. né no - 8. Pro-
nome che , se accentato, nega - 9.11 compos itore di
"Lucia di Lammermoor" -1 O. Le prime di Em inem
-11. Pertinente a una pianta muschiosa - 12. Arti-
colo romanesco - 15. Si può fare "a lla fune" - 17.
Aggredito-19. Un gra nde farao ne - 21. Buia, oscu-
ra-23. Lo era Otel lo - 25. Così è detto uno sportivo
drogato - 26. Idea fissa - 27. Famoso per le " fati-
che" - 28. Catanza ro (sigla) - 30. La madre di
Ach ille -31.11 film ... più breve! -32. "Catta", pro-
sc immia del Madagascar - 36. Art icolo francese
plurale -37. Antico (abbr.) -38. Vi sorge il sole -
41. Al centro de ll ' o1tensia.
La solu zione nel prossimo numero.
DA CANTINA A SANTUARIO
A Nizza Monferrato, provincia di Asti, la ch iesa e il co nvento erano
semplicemente chiamati "La Madonna". S i dice che la chiesa, poi detta
Madonna delle Grazie, s ia stata eretta nel 1467 da l Beato Amedeo dei Frati
Minori Osservanti, che poi nel 1476 vi eresse il convento. Della chiesa s i
trova notizia negli " Statuti di N izza" e in altri documenti di varie epoche, ed
era molto fotte la devozione popo lare che si manifestò in particolar modo in
occasione della peste del 1527. I N icesi fecero voto di erigere una cappella a
S. Gi useppe se avesse liberato la città dall'epidemia. A l Santuario non è
legata una particolare storia di
apparizioni della Madonna, ma è
stato sempre il luogo in cui i
SOLUZIONE del
numero precedente
■ v,~
''" ~
Il:: I IA.., 11-t v r
AM ED EO ■ o RI LO R IO
L I GI o AM IT TI A ■ L
TE LO ■ u RA NI o- 1., . ISO
EN I ■ < e AN NO ■ 8 AT 01
MS• IN DI ■ s EN so RI
P ■ cu D ■ CA •111 TL ET IC
OR SI ■ G IR AV OL TE I f
■ E ■ D I~ N AE •111 PI AR 10 1
Nicesi si reca va no a pregare la Vergine. Nel vicino
convento, dopo i M inori Osservanti ci sono stati i
Riformati e, success ivamente, da l 18 I7 al 1855, i
Cappuccini. TI 12 ottobre 1877 S. Giovann i Bosco
acq uistò il co nvento e la chiesa che era stata
trasfon11ata in cantina, destinando l' ex-convento
a "Casa di educaz ione per le fa nciull e" e, ne l
1878, vi giunsero le prime Figlie di Maria
Ausiliatrice e la chiesa fu riaperta al culto. Dal
1922 la Chiesa ha ass unto il tito lo di Santuario e la
statua di Maria Aus iliatrice, posta nel 1884
su ll 'altare maggiore, fu so lennemente incoronata .
Ne l Santuario vi è uno dei quadri del '500, g li
affreschi de l presbiterio sono stati eseguiti nel
1960 come pure que lli della cupola e le lunette. li
pavimento del presbiterio, in mosaico veneziano,
risa le al tempo d i Don Bosco e l'altare è del 1890.
Il Santuario, meta di pellegrinaggi, conserva la
cameretta in cui visse e morì , ne l 1881, Santa M.
Domenica Mazarello, cofondatrice delle Figlie di
Maria Ausiliatrice.
8S MARZO 2005

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
Ml POSE LA
MANO SUL
BRACCIO
Vegliavo da varie notti sulla mia
piccola Cecilia colpita da una
brutta bronchite, con febbre alta.
La curavo con supposte, met-
tendole ghiaccio sulla testolina e
con richieste di aiuto a san Do-
menico Savio. Una notte, sen-
tendomi sfinita, sentii arrivare il
sonno, ma prima invocai così il
nostro santino: "Veglia per me, e
se la febbre si rialza, svegliami".
Era l'una di notte e qualcuno mi
pose una mano sul braccio sve-
gliandomi. Mi spaventai _anche
perché ero sola in casa; mI_precI-
pitai presso il letto della mta pic-
cola Cecilia. La sua fronte scotta-
va. Telefonai al pediatra e feci
quanto mi sug~erì. Poi mi buttai
in ginocchio a ringraziare ti nostro
santino che è sempre accorso rn
nostro aiuto. E ecco la preghiera
che ho fatto: "San Domenico
Savio , aiutami . Sono una
mamma, anche se non sposata,
e sono sola a portare le conse_-
guenze di quello che per me e
stato un grande amore". Mia figli~
è guarita, cresciuta ... Ora e
sposa felice e mamma dr due
bimbi. Conosce questo fatto e
anche lei invoca il piccolo Dome-
nico l)er tutta la famiglia .
c.s.
si quattro mesi di van i t~nt_a~ivi
per rimanere _incint_a, co~tncIaI a
preoccuparmi e mr sfioro 1_1dub:
bio che non potessi avere f1gl1. Mt
confidai con una mia amica che,
vedendomi tanto scoraggiata, mi
diede l'immaginetta di san
Domenico Savio con la preghie-
ra delle mamme in attesa. Da
quel giorno cominciai a recitare
con devozione ogni sera quella
preghiera di novena. Tras?orser~
altri tre mesi senza novrta. Cosi
mi recai dal ginecologo per alcuni
controlli. La dottoressa mi consi-
gliò di sottopormi a un esa1;1e
ormonale e quIndI a una cura, I e-
sito della quale poteva essere
noto solo dopo mesi. Ricordo
d'avere iniziato la cura e di averla
continuata.. . solo per due giorni,
interrompendola subito perché mi
sentivo strana: ero sicura che
fosse avvenuto qualcosa in me.
Mi sottoposi al test di gravidanza
e con grande gioia scoprn dt
essere rimasta incinta. Credo
proprio che san Domenico S_avio
abbia ascoltato le mie preghiere.
Lo ringrazio con tutto il cuore.
Durante i nove mesi è sempre
stato al mio fianco a proteggere
la mia creatura: un bambino sano
e bello. Oggi sono una mamr:ia
felice con un bimbo di tre anni e
sono al sesto mese, in attesa del
secondo che con molta fede affi-
do ancora a Domenico Savio.
M.G. , Siculiana (AG)
REINTEGRATO
NELLO
STIPENDIO
Dopo 32 anni di lavoro mi sono
trovato in un contratto chiamato
di "solidarietà" a metà tempo e
metà stipendio. Preoccupato e
molto depresso, mi sono rivolto a
Mamma Margherita, pregandola
con costanza e fiducia . Oggi , a
distanza di due anni, sono stato
reintegrato a tempo pieno. Non
posso non ringraziar~ la mia sim-
patica e cara protettrice.
Mario Mocca, Santhià (VC)
QUALCOSA
DI NUOVO
lo e mio marito dopo un anno e
mezzo di matrimonio abbiamo
deciso di avere un figlio. Trascor-
ASOLI
SETTE MESI
Un martedì notte all'improvviso
iniziano le contrazioni. .. Ma non
era ancora arrivato il tempo del
parto. Mi portano subito all'ospe-
dale dove , al pronto soccorso,
viene deciso l'immediato ricove-
ro. Con i farmaci fortunatamente
le contrazioni si fermano , ma
dopo cinque giorni mi ritrovo in
sala parto , pronta per il taglio
cesareo. Portavo sempre con me
l'immagine di san Domenico
Savio come protettore. Mentre
mi disponevano per l'orerazione,
l'immaginetta mi scivolo via dalla
tasca della vestaglia e finì in
terra. Un'infermiera , fortunata-
mente la raccolse e, mentre la
chiude~a nella mia mano, innalzò
per me una preghiera al piccolo
santo: "San Domenico Savio,
guida la mano dei dottori. ..'.' · E
tutto andò bene . 11 bambino ,
Davide, al momento della nascita
pesava solo kg 1,40 ed era sem-
pre in pericolo. Ma con le cure e
tanta fede nell'intercessione del
santo delle culle lentamente si
riprese : dopo _tre mesi ~esava già
4,50 kg. Ora e sano e vispo.
Angela Tarraran, Rosà (VI}
- Beato Michele Rua
RICONOBBE IL
BEATO MICHELE
RUA
A seguito di numerose diffi-
coltà familiari e soprattutto per
la disavventura subita da
nostro figlio adolescente, io _e
mio marito ci siamo trovati tn
una profonda crisi di coppia e
di fede . Abbiamo sperimentato
quanto sia difficile affrontare
certe situazioni . Dopo esserci
rivolti a psicologi e altre istitu-
zioni abbiamo trovato l'aiuto
di un' sacerdote salesiano che
ci ha esortato a pregare la
Madonna e Don Bosco. Mio
marito però, è stato fortemen-
te segnato da questa traumati:
ca esperienza e aveva forti
dubbi di fede ; pur accompa -
gnandomi alla messa festiva,
si era allontanato dai sacra-
menti. La notte del 02/11 /2003
fece un sogno, in cui assieme
ci recavamo a trovare un
sacerdote alto e magro, vesti-
to di bianco, il volto _luminoso _e
i capelli brizzolati , _che mio
marito non aveva mar visto. Cr
assicurava affermando di pre-
gare molto per noi. A_vevamo
con noi anche nostro f1gl10 che
però non entrò in chiesa, ma
ci attendeva in una stanza attr-
gua , sdraiato su un l_ettino ,
dove diceva di trovarsi a suo
agio. Il sacerdote ci esortava a
B. Maddalena Morano B. Giuseppe Kowalski
GRANDE FIDUCIA
DI AVERE
UN BAMBINO
Finalmente dopo tanti anni di
matrimonio , la mia lunga e an -
sios a aspettativa di avere un
non preoccuparci per lui. Sem-
pre nel sogno , d'un tratto
scomparvero chiesa e casa. Al
loro posto un grande cancello
chiuso da un lucchetto blocca:
va il viale d'accesso . Alcuni
operai avvertirono mio marito
che il prete era morto da molti
anni . Ma poco prima dr sve-
gliarsi eccolo di nuov_o: "Conti:
nuo a pregare per voi. .. ma voi
dovete promettermi di pensare
anche a loro". "A loro chi?". In
quel momento_ comparvero
moltissimi bambini che cr offri-
vano dei doni. E il sogno ter-
minò. I miei nonni materni
sono sempre stati molto devoti
di san Giovanni Bosco. Esst
abitavano a Roma proprio nei
pressi del suo tempio a Cine-
città. Il nonno era un pittore di
soggetti sacri e io ave~o incor-
niciato i quadri pru belli ,
lasciando le tele più rovinate
in soffitta. Dopo l'incontro con
il sacerdote salesiano, avevo
restaurato una tela raffiguran-
te Don Bosco e l'avevo espo-
sta nella nostra casa di cam-
pagna assieme a un quadro
della Madonna. Ogni volta che
mi ci recavo , li pregavo, ricor-
dando i miei nonni. Un giorno
chiesi a mio marito di descri-
vermi dettagliatamente la figu-
ra del sacerdote "alto e magro
dai capelli brizzolati", e nel
contempo gli mostrai uno der
quadri del nonno, una tela
rovinata e malamente restau -
rata. Mio marito riconobbe
subito nel soggetto il perso-
naggio del sogno. La tela
ritraevà il beato Michele Rua,
del quale né io, né mio marit~
sapevamo nulla. Ho cosi
incorniciato anche quella tela,
esponendola accanto ai quadri
di Don Bosco e della Madon-
na. Ora siamo più tranquilli.
Non abbiamo risolto tutti i
nostri problemi, ma siamo ce~i
che la sospirata grazia verra:-
Posso con verità dire che sr e
aperto per noi uno spiraglio di
speranza.
F.S., Grosseto
figlio si sta realizzando , gra~ie
alle preghiere rivolte a san ~•o-
vanni Bosco e san Domenico
Savio. Ora mi sento più sicura e
vicina a loro. Spero tanto e
prego i miei santi che il bambino
che ho nel grembo nasca senza
alcun problema.
Annunziata Gatto Schembri,
Porto Empedocle (AG)
. I ubblicazione non si
Puee1ne.acopnio de/·l
+irmate e senza
erelectatep1r.1eo.noSnu
1n' .c/u.esta si. potrà omettere
l' indicazione del nome.
MARZO 2005 BS

5.7 Page 47

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11
Don
VINCENZO DONATI
marchigiano di Fano (PS),
da 55 anni missionario in diverse
nazioni: Giappone, Korea, Kenia,
Etiopia, Sudan.
Partì nel 1950 dopo la professione
perpetua.
Don Vincenzo, sappiamo che lei ha girato il mondo come missio-
nario. Adesso dove si trova?
In Sudan, un paese poverissimo, arretrato e dilaniato da 30 anni di
guerra civile... Io sto ai confini col Darfur, di cui hanno parlato tutti i
giornali, terra di profughi e derelitti che i salesiani stanno cercando di
aiutare, occupandosi della parte più debole, cioè dei ragazzi, soprattutto
quelli di strada, quelli che provengono dal correzionale, i sordomuti,
gli analfabeti...
Anche gli analfabeti?
Già! Sono più di 5000 quelli che frequentano i nostri corsi di alfabe-
tizzazione. Il nostro motto è consono al territorio che serviamo: "Sal-
vare il salvabile!", perché qui si è a questo punto, perciò lavoriamo per
il futuro della nazione che sono i giovani.
Concretamente che cosa fate?
A Wau, per esempio, abbiamo costruito e consegnato alla diocesi 6
scuole elementari per più di 4000 alunni. Abbiamo un piano di finan-
ziamento di scuole elementari per cattolici, altrimenti preda di sette e
religioni diverse. Togliamo dalla fame e dalla violenza ragazzi del
Darfur per farli studiare nella nostra scuola tecnica di El Obeid...
Ce la fate in così pochi come siete?
Non lavoriamo da soli. Nel Darfur abbiamo affidato un progetto per
le ragazze dei campi profughi a una congregazione femminile, mentre
un progetto per la promozione della donna è dato in gestione a un
gruppo religioso femminile locale; stiamo erigendo piccoli centri tec-
nici direttamene nei campi profughi... Si può dire che ogni giorno bi-
sogna inventare qualcosa per dare una speranza alla gente. Come dice-
vo, stiamo in una delle zone più disgraziate del mondo.
Ma chi finanzia tutto questo?
Migliaia di amici e benefattori in Italia e anche in Korea attraverso
la ONLUS "Amici di abuna Vincent", Via Vittorio Emanule 11, 14022
Castelnuovo Don Bosco (Asti), Tel. 011.992.70.96; ccp 39521117.
ABDULLAH
Era accucciato sulla porta
della missione. Attendeva. Pa-
dre Vincent arriva. Si fissano
negli occhi: "Abuna, ti ricor-
di?". Il missionario sfoderò il
più bel sorriso: "Certo che ri-
cordo. Sei Abdullah, del rifor-
matorio di Khartoum. Che ci
fai qui?". "Tu ci hai permesso
di frequentare la scuola tecni-
ca Don Bosco, abuna, com-
prandoci le tute e le scarpe e
mandandoci il bus ogni matti-
na per portarci a scuola. Ogni
giorno io e gli altri aspettava-
mo con impazienza il bus della
missione, perché qui ci trattavi
da uomini e venivi ·a salutarci
tutti prima che il mezzo ci ri-
portasse al riformatorio dopo
la scuola. Così sono diventato
muratore e ho potuto guada-
gnare qualcosa. Oggi , abuna,
sono venuto a qui a El Obeid
per portare i miei risparmi alla
mamma e ai fratellini che sono
poveri e non hanno nulla e... "
Abdullah esitò, quasi vergo-
gnoso, poi aggiunse in fretta
"e anche per salutare te che mi
hai salvato da una brutta
fine! ". Padre Vincent trattene-
va a stento una lacrima che
voleva a ogni costo uscire sul
ciglio e aveva una gran voglia
di abbracciare il suo Abdullah.
Vin cent Donati
ppavrambil@2002@yalwo.co.in
Il mercato di El Obeid.
BS MARZO 2005

5.8 Page 48

▲back to top
TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
FMA
di Maria Antonia Chine/lo
La frontiera degli invisibili
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di Silvano Stracca
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Cristianofobia
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CENTRO
l!VANGEUUAZION!
E CATI!CHESI
DON BOSCO
FAMIGLIA SALESIANA
di Giuliano Gadek
L'avventura di Bronislao
INSERTO CULTURA
di G.B. Bosco
L'editrice ELLEDICI