Bollettino_Salesiano_200502

Bollettino_Salesiano_200502

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Mensile• Anno CXXIX• nr. 2
l'Olll llaliane 5,p.A. • S!ledlzione In A.P. - D.L 353/2003
~ - in L 27/02/200"4 n. 46) art. 1, mmma 2, DC8 PD
5pedlziane nr. 2/2005
RIVISTA FONDATA
DA I. GIOVANNI BOSCO
NIL 1877

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1• 40 ANNI DAL CONCILIO
di Pascual Chavez Villanueva
RINGIOVANIRE
IL VOLTO
UNA MADRE
PER LA CHIESA
La Chiesa è il nuovo popolo di Dio, fondato da Cristo
che ci si presenta come suo capo e sposo. Così tanto Egli l'amò
da "consegnare se stesso" per lei. Con lei ha voluto "fondersi"
fino a formare un solo corpo, il Corpo Mistico. Il posto di Maria.
11 posto che
occupa Ma-
ria in quel
corpo del tutto
speciale det-
to Corpo Mi-
stico è sin-
golarissimo.
Poiché è ma-
dre di Cri-
Il sto, non può non essere
anche madre della Chiesa. E c'è
un altro motivo : confessare che
Maria è stata assunta in cielo cor-
po e anima non significa altro che
riconoscere che questa identifica-
zione con Cristo si è realizzata in
modo perfetto. Ella, dunque, può e
deve essere ritenuta madre e
modello della Chiesa. Certo, tra
tutti i titoli, il più grande che le si
può conferire e che meglio rispec-
chia il mistero della sua persona è
quello di ''Madre di Dio". Dio la pre-
para creandola immacolata fin dal
suo concepimento. Nell'Annuncia-
zione la rende partecipe del suo
disegno di salvezza; ella accetta
senza condizioni di collaborare a
questo progetto inconcepibile per
la mente umana. Allora la misterio-
sa forza generante dello Spirito fa
spuntare in lei il Seme divino , e
Maria concepisce il Figlio di Dio .
Inizia così una maternità che
esplode nel Natale. Poco prima, la
gioia di Giovanni nel seno di Elisa-
betta le aveva fatto capire che tale
maternità non sarebbe stata una
questione privata. Più tardi , la cir-
concisione e la presentazione al
Tempio le riveleranno che il dolore
sarà un elemento costante della
sua maternità.
FEBBRAIO 2005 BS
A 12 anni, tra i dottori del tem-
pio, Gesù manifesta alla mamma di
avere una missione, affidatagli dal
Padre Celeste, davanti alla quale
sia lei sia Giuseppe sono in subor-
dine (Le 2,48-49) . Una ventina di
anni dopo, durante un banchetto di
nozze a Cana, Maria sembra met-
tere alla prova l'identità di questo
suo Figlio: quando scopre che il
vino sta per finire , provoca Gesù a
svelarsi, ad anticipare la sua "ora".
Il fatto convince i discepoli del gio-
vane rabbi che in lui si adempiono
le scritture e gli si stringono attorno.
Così nasce una nuova famiglia,
presente Maria . Poi il Calvario .
Accanto alla croce, la sua vocazio-
ne di madre nel momento in cui le
viene affidato il discepolo amato si
estende a tutti i credenti, anzi a tut-
ta l'umanità. Infine, nella Penteco-
ste, la troviamo in mezzo agli apo-
stoli, quasi loro madre, in preghiera
di attesa. Arriverà lo Spirito di Dio
in una ierofania luminosa e tonante,
segnando la definitiva nascita della
Chiesa e l'inizio di una storia nuova
che durerà fino alla fine dei tempi.
La vicenda di Maria si confonde
con quella dell'irruzione di Dio nel
mondo. Lo Spirito mai l'abbandonò
ed ella fu sempre sposa fedele. La
nascita della Chiesa Mistico Corpo
di Cristo è, dunque, frutto dello Spi-
rito Santo ma anche di Maria. Qua-
si una nuova Incarnazione.
Madre della Chiesa. L'accettazione
della volontà del Padre che la sce-
glie , la fedeltà allo Spirito Santo
che la prende come luogo della
sua dimora e la sua maternità divi-
na la consacrano Madre dei redenti
di tutti i tempi e luogh i. La sua
maternità ha il culmine nell'Assun-
zione, perché dinanzi alla Trinità
divina ella diventa interceditrice,
ausiliatrice , madre che protegge,
impetra, consola e aiuta a maturare
la coscienza della propria figliolan-
za divina, a cercare e fare sempre
la volontà del Padre, a mettersi in
cammino verso i bisognosi.
Non è stato facile · per lei capi-
re quanto le si chiedeva. Essere
D'ora in avanti, ogni carisma , ·
ogni novità in vista della salvezza,
ogni nuova nascita nella Chiesa è
frutto dello Spirito , ma c'è anche
lei , Maria. Possiamo perciò affer-
mare -con piena certezza _che ella è

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Febbrai o 2005
Anno CXXIX
Numero 2
madre naturale di Gesù è sublime,
ma dal suo stesso figlio sente dire:
"Mia madre e i miei fratelli sono
coloro che ascoltano la Parola di
Dio e la mettono in pratica" (Le
8,21 ). Le si chiede , infatti, di essere
figlia del Figlio e discepola del suo
messaggio. E Maria fa un cammino
di fede , ripetendo costantemente il
suo Fiat "Si compia in me la tua
Parola" (Le 1,38) . Così la mamma
di Gesù diventa la prima creatura
nuova, nata dalla fede e dalla
fedeltà, e quindi figura e icona della
Chiesa. Anche come credente, è
modello e genitrice di credenti , pro-
totipo del discepolo e Madre di tutti
i credenti.
Nel suo tentativo di fedeltà al fon-
datore e sposo Cristo Gesù , la
Chiesa deve fissare lo sguardo su
Maria, modello perfetto da seguire
e imitare . Solo così potrà continua-
re ,nel mondo l'opera di Gesù con
l'energia dello Spirito. È bello e
assai consolante sapere che pos-
siamo sempre contare nella pre-
sen za materna di Maria. Lei è la
nostra eredità; noi ce la portiamo a
casa come fece il discepolo predi-
letto . Si sentirà amato da Gesù
chi ha sua Madre in casa.
In copertina:
Un'a ltra grande sfida
.attende gli educatori
nell 'era dell ' informatica :
fa r capire agli educand i
che "fatica è bell o !" .
Foto: MGS Triveneto
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dall a Congregazione Sal es iana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MAN IERI
- CHIESA
12 Un secolo di insegnamento sociale
di Silvano Stracca
- G10VANI
14 Senza fatica niente
di Mario Scudu
- VIAGGI
18 La città dei tre fiumi
di Giancarlo Manieri
- M1ss10N1
20 Missionario in tre continenti
di Francisco Castellanos
- ,NSERTO CULTURA
23 FSC
- FMA
28 Cinquant'anni per l'educazione
di Pietro Sa ccò
di Graziella Curti
RuBRICHE
2 li Rettor Maggiore - 4 li punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia e nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Doctor J. -
30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Movimento Salesiano - 37 Laetare et
bene fac ere... - 38 Sfide e tiche - 40 Dibattiti - 42 I nostri mo,rti - 43 li mese -
44 Prima Pagina - 45 Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/Focus
I A Cana, Maria sembra
mettere alla prova
l'identità di questo suo Figlio:
"Riempite le giare...".
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Levar
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori : Severino Cagnin - Ernesto Gattoni
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Enrico dal Covolo
Carlo DI Cieco - Bruno Ferrere• Cesare Lo Monaco
~:~~~~~n~~~u~ ~ i~~~~~irs~~ ~i:~~ ~~~~:~io
Fabio Sandroni - Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo C:icco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e Impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma· Tel. (06) 44.60.945.
Reg istrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Ammin istrazione: Gregorio Jaskot (Roma)
Fotocomposizione: Puntografica s.r.l. - Torino
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 135 Nazioni,
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BS FEBBRAIO 2005

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di Carlo Di Cieco ·
CIFRE DA BRIVIDI
Fanno sempre una certa impressione le cifre sui tanti disagi dei
bambini e degli adolescenti, specialmente quando sono messe in
fila le une accanto alle altre.
Si scopre - dall'analisi delle cifre
del disagio giovanile reperibili
ormai dovunque - che la
sofferenza delle ragazze e dei ragazzi
del mondo è molto più estesa della
possibile immaginazione e che molto
resta da fare per rendere le nostre
società a misura di bambino, ossia più
giuste e vivibili per tutti. Con l'aiuto
dell'Eurispes proviamo a mettere in fila
alcune delle cifre del disincanto.
O Il giro di affari della prostituzione
infantile internazionale supera i 5
mi liardi di dollari l'anno e più di 4
milioni di persone sono vittime della
tratta e il loro numero è in costante
aumento. In Italia il 35% del le 50 mila
donne straniere coinvolte nel
mercato della prostituzione ha un'età
compresa tra i 14 e i 18 anni. Nel
2003 tra 18 e 25 mila minorenni
provenienti da Africa e Balcani sono
passate l'anno scorso in Italia per
finire sui marciapiedi di mezza
Europa. Nel mondo sono circa 245,5
milion i i baby lavoratori e di costoro
170,5 mi lioni sono impiegati in attività
pericolose. Ogni anno 22 mila di
questi bimbi sfortunati restano
coinvolti in incidenti di lavoro spesso
mortali. Il giro d'affari del traffico
illegale di bambini per l'espianto e il
commercio di organi ammonterebbe
secondo stime attendibili a 1,2
miliardi di dollari annui.
O E nel 2004 i bambini e le bambine
soldato sono stati circa 500 .000 in
ben 128 paesi del mondo. La
questione dei baby guerrieri
"nonostante e a dispetto di proclami ,
dich iarazion i e denunce, continua a
macchiare di vergogna e di orrore
vasti territori", denuncia il rapporto.
Ogni anno nascono 720 mila bambini
con Hiv da madri sieropositive. Nel
2003 i minori italiani scomparsi sono
stati 1.552. Tra le tipologie degli
scomparsi molto diffusa è quella dei
prigionieri dell'occulto, specialmente
in Africa, ma anche in Occidente e in
Italia si intensificano episodi di
cronaca nera legati a delitti e suicidi
nel l'ambito di sette religiose occulte.
I club satanisti su internet contano in
Italia 101 O siti. Nel 2000 se ne
FEBBRAIO 2005 BS
contavano 277. Sono oltre 30 mila i
minori stranieri non accompagnati
scomparsi in 1O paesi della UE,
compresa l'Italia.
Nel nostro paese si contano quasi
2 milioni di bambini poveri mentre
nella UE sono 17 milioni. E nello
stesso tempo la pubblicità in TV
destinata ai bambini, e che li vede
protagonisti , occupa uno spazio di
mercato pari al 3% degli investimenti.
Per la pubblicità di giocattoli nel 2003
si è mosso un giro di affari pari a 60
milioni di euro. Nel 2001 il Tribunale
dei minorenni ha esaurito 54!.174
procedimenti mentre 100.8991Sono
rimasti pendenti. Nello stesse anno
sono stati denunciati alle erocure p
minorenni 39 .785 minori. Su un
campione di 3800 adolese~9ti tr
i 12 e i 18 anni, ben il 46,8% ha
ammesso di aver picchiato e/o
minacciato qualcuno e la percentyale
sale al 56,4% in Campania. Il 28% ·
degli adolescenti italiani consuma
droga di diversa natura e
pericolosità, ossia un ragazzo su fa
uso di droghe e alcolici. Nel 2002 'I
45 ,5% delle vittime della strada
aveva un'età compresa tra i 15 e i 39•.--:-:-
anni. Gli incidenti stradali
costituiscono la prima causa di mort
per i giovani tra i 15 e i 24 anni.
Il 4-5% degli adolescenti soffre di
depression_e. Un adolescente su 5 in
Europa presenta difficoltà evolùtive,
emozionali e comportamentali e u
su 8 soffre di un vero e proprio
disturbo mentale. Il 51,6% dei
bambini di un campione di indag
di 5076 bambini tra i 7 e gli 11 a
possiede un telefono cellulare. Il
è a rischio di dipendenza da inte
O Stare al capezzale dell'infanzia
che muore non basta se non si
rimuovono le cause del disagio e
della sofferenza che non sono
anzitutto originate da cause
soggettive ma frutto dei vari co esti
familiari e sociali. E non si esce dal
disagio alimentando il mito che tutti,
prima o poi, abbiamo a portata di
mano una vita superfortunata e piena
di successo economico o
professionale.

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tardi! ... Ci rivai e le espres- ce norma di vita apostolica
sioni non cambiano. Ci ri- non si capisce niente di apo-
provi ancora e sembra scoc- stolato, e meno che niente di
ciato... Insomma il "più salesianità. Come promesso,
tardi" non arriva mai! Come non giro attorno al proble-
se si avesse paura di "ac- ma... anche se spero ardente-
compagnare" le persone. mente - anzi, ne sono quasi
Sembra che i salesiani sap- sicuro - che queste siano ec-
piano solo programmare atti- cezion.i, non la regola. Cono-
vità. Ma allora, che salesiani sco tanti salesiani per i quali
siete?
l' accompagnamento è la re-
Elena, Enzo, Piergiorgio
(da diverse città)
gola prima, giovani o vecchi
che siano. C'è di più: gli edu-
catori sanno - e i salesiani
Cari amici, ho messo il succo sono educatori - che non esi-
delle vostre lettere e opero ste un momento opportuno
l'improbo tentativo di cercare per chiacchierare con un
/I!, di rispondere. Sarò esplicito, prete: tutti i momenti sono
UERRA UMANI- mai quella che dopo che è fi- perché "menare il can per opportuni. Nessuno potrà
~ .TARIA? Caro Diret- nita ha prodotto più morti del l'aia" non è nel mio caratte- convincermi del contrario.
tore, tanti, anzi troppi hanno periodo in cui è stata combat- re. Per quanto riguarda Devo anzi fare ammenda an-
parlato della guerrra contro tuta? E ancora, umanitarismo "l'accompagnamento" cui ch'io che qualche volta mi
Saddam, definendola in mille verso chi, se prima della avete diritto, mi corre l' obbli- sono piegato ali' attività e ho
modi. Io ero e sono favorevo- guerra nella nazione, gover- go di dirvi: se non ce l'avete resistito alle persone . Meno
le a quella gue1n per elimina- nata dal pugno di ferro di un conquistatevelo, continuate a male che non mi è capitato
re i dittatori e ho anche la de- feroce dittatore vigeva la chiedere, a esigere, a "scoc- tanto spesso, se no avrei un
finizione che mi sembra la paura, e dopo, cacciato lui, ciare", a pungolare. Non ar- bel rimorso da portarmi ap-
più vera: per me è stata una ha cominciato a regnare il rendetevi; si devono arrende- presso .
"guerra umanitaria".
terrore? Sostituire la paura re loro, gli educatori, a voi
francesco@ecc.
Caro Francesco, attento alle
contraddizioni in termmt,
cioè alle "topiche". La storia
conosce guerre di conquista,
col terrore ti sembra un cam-
bio che valga la pena? Guer-
ra umanitaria, dunque. Io co-
nosco alcuni volontari che
sono in zone "calde" del
mondo (calde è ovviamente
non voi a loro. Il diritto alt' e-
ducazione è sancito dalle
leggi , quello alla formazione
spirituale e ali' accompagna-
mento è esigito dalle regole
salesiane che ogni membro
,,,,IRACOLI FINZIO-
~ NI? Caro Direttore,
Ho avuto una lunga discus-
sione con qualche amico -che
non crede assolutamente che
gue.rre coloniali, guerre per
vendetta, guerre per amore,
guerre per motivi economici,
guerre per motivi politici,
un eufemismo ... uso l'aggetti-
vo "caldo" per dire che la
vita è impossibile, c'è tutto
quello che non vorremmo,
della congregazione è tenuto
a rispettare per voto. Permet-
tete una noticina personale:
quando mi sono trovato a di-
possano esistere miracoli, e
perciò considera quelli dei
santi delle "finzioni" messe in
atto per portare sugli altari
guerre per motivi razziali e tutto il peggio che possiamo rigere una comunità, mi è ca- delle persone degne di stima e
pe1jino guerre per motivi re- immaginare). Provo afare un pitato un giorno un giovane di imitazione ma certo non
ligiosi... ma guerre umanita- paragone. Sai qual è la diffe- universitario che ha bussato capaci di sconvolgere le rego-
rie proprio no! Non esistono renza sostanziale tra un sol- al mio ufficio, è entrato, ha le naturali e cioè di fare mira-
guerre di questo tipo, come dato e un volontario medico? visto il mucchio incredibile di coli [... ] Tra i miei amici non
non esistono torture umanita- Che il soldato se trova un ri- fogli e cartelle che avevo sul sono pochi gli scettici [... ]Mi
rie, ingiustizie umanitarie... belle ferito lo cura e poi lo tavolo e, forse intimidito da può dare un'indicazione .. .
Se definisci una guerra come schiaffa in galera (quanto fogli , carte e carteggi in cui
umanitaria, ci vuole poco poi meno!)' magari per sottoporlo figuravo immerso, s'è tirato
Leonello, Vicenza
a definire un terrorismo come a tortura, e non racconto fes- indietro balbettando qualche Caro Leonello, sì, è vero, non
umanitario ... quello, per serie, come ben sai; il volon- scusa. "Dove vai? Vieni sono pochi gli scettici riguar-
esempio, di chi, avendo una tario medico, invece, lo cura pure!" . "Ma lei ha da fare ... do ai miracoli. Credo di aver
terra occupata e non avendo e basta. Questi è un buon sa- vedo'" . "Certo che ho da risposto nel corso di questi
mezzi per riconquistarla ri- maritano, l'altro è un buon fare ... con te. Vieni, siediti!". anni a qualcosa del genere,
corre ali' unico mezzo che soldato . Meglio non mescola- Abbiamo parlato . Quando se ma poiché continuano ad ar-
possiede: imbottirsi di esplo- re le carte. Non ti pare?
n'è andato, ho preparato un rivare lettere al riguardo, de-
O sivo e.. . Capisci a quali as-
surdi si va incontro? E poi,
che genere di umanitarismo
cartello e l'ho messo in vista scrivo brevemente l'iter che
sulla bacheca degli universi- si percorre per arrivare al ri-
SALESIANI ASSEN- tari. Ci avevo scritto: conoscimento di un miracolo.
ci vedi in una guerra come TI. Caro Dir. sono delu- "PRIMA LE PERSONE POI La prima cosa che si fa, è
quella contro l'Iraq che ha sa da voi salesiani... Avete LE SCARTOFFIE'" . Ho par- quella di istituire un "proces-
scatenato la più lunga e terri- sempre da fare. Vado per lato in quell'anno con tante so" attorno alla persona che
bile reazione terroristica che parlare col mio direttore di persone, come mai mi era ca- ha ricevuto il miracolo. Si rac-
mai sia stata vista sulla fac - oratorio, e lui dice adesso pitato. Sono convinto che se colgono tutti i documenti ine-
cia della terra? Che guerra è no! Non ho tempo! Più non si capisce questa sempli- renti al caso acquisendo tutti i
FEBBRAIO 2005 DS

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certificati medici possibili, le rosimile l' intervento divino o
descrizioni, le dichiarazioni, potrebbe invece configurar-
le testimonianze , i pareri pro e si altra spiegazione. L' ulti-
contro, gli scritti, ecc.
mo esame è quello dei "cardi-
Tutto il materiale, vagliato nali" , per il definitivo . Solo
dal postulatore, colui che se- dopo questa tappa si può pro-
gue l'iter della causa, passa cedere alla beatificazione o
poi alla "Consulta medica" alla santificazione dell' autore
appositamente istituita in Va- da parte del Papa, con una
ticano. Un pool di 5 speciali- cerimonia pubblica e solenne.
sti prende in esame il presun- L' iter completo può durare
to miracolo, lo studia, soppe- anni e anni. Le basti pensare Abbiamo un Cristo assogget-
sa e scevera , scandagliandone che ci sono delle persone che tato alla moda! Pensi lei!.. .
tutti i risvolti. Per essere rico- attendono da secoli di essere Il mondo è cambiato ·sì, via
nosciuto tale i medici devono proclamate beate o sante, non così tanto per il Crocifis-
dichiarare e sottoscrivere che benché nel paese dove hanno so : gliene hanno fatte dire e
il caso in questione non ha operato siano ampiamente fare di tutti i colori lungo
spiegazione, cioè che allo considerate tali soprattutto duemila anni di storia, e con-
stato delle conoscenze quel- dal popolo e venerate con tinuano imperterriti sulla stes-
/' evento non avrebbe dovuto preghiere e pellegrinaggi, e sa strada. L' hanno costretto
verificarsi. Dalla Consulta questo perché non è stato ri- sul'elsa della spada, l'hanno
medica si passa al "Congres- conosciuto alcun miracolo piazzato nelle sale delle tor-
so dei teologi". Si tratta della loro attribuito. Giudichi lei se ture, l'hanno innalzato nei la-
terza tappa di questo esame. è ragionevole pensare che bari delle legioni, l' hanno
Nove teologi discutono sìtlla tutto ciò sia una finzione.
forzato negli zaini dei soldati
natura del miracolo e sul fatto
(ricorda il Got mit uns
r.J se possa davvero essere rico-
di... "sfelice" memoria?), l'han-
nosciuto come "miracolo",
cioè se possa considerarsi ve-
~
RISTO , SUL DÉ-
COLLETEI Gentile Di-
no sbeffeggiato nelle liturgie
sataniche, l'hanno turlupina-
rettore, voglio protestare to nei riti magici, l'hanno
verso una moda in uso. Non chiamato a testimonio in pro-
APPELLI
Sono appassionata di im-
maginette sacre ed è mia
intenzione allestire una
mostra. Chiedo che mona-
steri, parrocchie, lettori mi
diano un aiuto. Con i col-
lezionisti posso contrac-
cambiare coi miei numero-
si doppioni. Mastria
Maria Giovanna, Via
Credaro 24 - 73039 Tri-
case (LE).
condivido l'uso che si fa del
Crocifisso che viene appeso
su vistose scollature femmini-
li, tanto da sembrare più un
richjamo sessuale che l'e-
spressione di un credo. Pove-
ro Cristo, utilizzato per attira-
re gli sguardi cupidi dei ma-
schj su carnj generosamente
esibite. II messaggio del Cro-
cifisso è un altro e, se non
vado errato, passa anche at-
traverso la mortificazione
della carne. O no?
cessi fasulli .. .
Ma Cristo non s'è mai arreso
e non si arrende... Chissà
che questo non sia la realiz-
zazione di quella sua profeti-
ca affermazione: "Quando
sarò innalzato , attirerò tutti a
me" (Gv 12,32), in un modo
o nell' altro, aggiungo io. E
chissà che prima o poi, que-
sta sua quasi dimenticata ma
insistente presenza in tanti
spazi della civiltà odierna
non riprenda forza e vigore ,
Giovanni@... e s' imponga di nuovo come
Colleziono immaginette di
beati/e, santi/e, Servi/e di
Dio/Venerabi li. Sarei di-
sposta a contattare altri
collezionisti per eventuali
scambi. Stangoni Chiara,
Via dei Mille, 76 - 07100
Sassari.
Faccio collezione di carto-
Jjne italiane di ogni gene-
re, ogni soggetto della no-
stra meravigliosa Italia.
Grazie a chj me ne invierà.
Cesare Mangini, Via Mo-
nache, 41 - 70017 Puti-
gnano (BA).
Già, povero Cristo! Croci-
f isso anche sul deco/leté di
ragazze procaci e/o porno-
star! Beh, però non deve me-
ravigliarsi troppo, caro si-
gnore, Cristo non ha ancora
finito di stare in Croce!
Qualcuno, un po' sarcasti-
camente, ha suggerito - l'ho
l'unica vera presenza salva-
trice, dopo il totale e concla-
mato fallimento di tanti pseu-
doliberatori nostrani che
hanno riempito di bombe e di
parole - spesso più devastan-
ti delle bombe - la nostra
lunga e travagliata storia.
Chissà!
letto su una rivista - che
l'essere crocifisso su un cal-
vario di tal fatta dovrebbe
risultare piacevole! Pessima
battuta: se t'ammazzano su
una montagna di sterco o su
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nute in reda zione. Ce ne
scusiamo. Provveder~mo_ a
suo tempo alla pubblicazio-
una di zucchero, il risultato ne o alla risposta personale.
fina le è lo stesso .
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
I l Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Pe r la vostra corrispon-
den za:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse @sdb.org
BS FEBBRA IO 2005

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VASTO, ITALIA
UN'ALTRA INAUGURAZIONE
Grande festa a Vasto il 10 ot-
tobre u.s. Presso l'istituto sa-
lesiano è stato inaugurato il
campo di calcio, novità asso-
luta, perché non l'hanno mai
avuto: si giocava in fazzoletti
di terra, ovunque si scovasse-
ro. Ora finalmente il campo
c'è ed è a disposizione di
tutta la città, come la palestra,
inaugurata nel 2003. C'erano
tutti: oltre alla marea di ra-
gazzi, ai genitori, ai dirigenti
sportivi, erano presenti a te-
Dino Saggio con i due
figli. Alla sua sinistra
la signora Giuseppina
Pepe: a suo marito,
benemerito cooperatore
salesiano, è stata
intitolato il nuovo
campo.
stimoniare l'apprezzamento
per l'opera il sindaco della
città, i presidenti della Giunta
e del Consiglio regionale, il
presidente della provincia,
vari assessori, il superiore
dell 'ispettoria. Il calcio d 'ini-
zio, dopo la benedizione im-
partita al complesso dal con-
sigliere generale della Pasto-
rale Giovanile della congre-
gazione salesiana, è toccato al
campione Dino Baggio, pre-
sente con i suoi due figli. Per
l'occasione è stata anche
inaugurata la statua di san
Domenico Savio opera dello
scultore Carlo Alberto Di Ste-
fano, posta tra la palestra e il
nuovo campo, quasi a prote-
zione dei moltissimi ragazzi
che circoleranno d'ora in poi
nell ' area.
Do,-Boseo
VILNIUS, LITUANIA
casa è stata comprata grazie
anche a una generosa dona-
OHlJoftO
2
cooperatore salesiano, ed
editi dalla ELLEDICI. Vi si
COLONIA ESTIVA
Il 15 luglio 2004, alla presen-
zione personale dell'amba-
sciatore italiano dott. Uguc-
cioni che già in molte occa-
sioni ha manifestato apprez-
·ne .
i ragazzi :::
narrano gli incontri di Don
Bosco con una ventina di ra-
gazzi alcuni noti alla storia
salesiana, altri un po' meno.
Vi si scopre il Don Bosco
za dell'ambasciatore d'Italia
in Lituania, del sindaco della
città di Ignalina e di varie
altre autorità locali civili e re-
ligiose, il nunzio apostolico
zamento per l' attività educa-
tiva dei salesiani in Lituania.
La casa, di 370 m2, è destina-
ta a ospitare vari gruppi di
bambini durante l'estate. Già
cu,.UOIO RUSSO
vero, il prete sempre prete, per le tre repubbliche balti- quest'anno (effettuati i più
l'educatore nato, quello che il che, monsignor Zurbriggen urgenti lavori di ristruttura-
metodo preventivo non lo ha benedetto la nuova colonia zione) ha ospitato otto gruppi
scrive né lo predica, ma lo ap- estiva che i salesiani della Li- di bambini bisognosi, prove-
plica; quello che segue i suoi tuania hanno acquistato nella nienti dalle parrocchie sale-
ragazzi perché li ama come se regione di lgnalina, a 150 km siane di Kaunas e Vilnius,
stesso; quello che sa creare a nord di Vilnius, in una zona per un totale di più di 200
clima di famiglia tra tanti ca- ricca di boschi e laghi. La presenze.
ratteri difficili, che sa guada-
gnare il cuore, ridonare sere-
nità a chi l'ha perduta, infon-
dere fiducia a chi non ha più
fiducia in nessuno, ammansi-
ELLEDICI, TORINO
re il ribelle, riconciliare il pe-
nitente. Un' ottima lettura, in-
DON BOSCO
somma, per chi si occupa dei
ragazzi, insegnanti, genitori ,
INCONTRA
animatori, educatori, allenato-
I RAGAZZI
ri... L'autore chiama sempre
il lettore a confrontarsi con
Originali i due libretti (72 e Don Bosco. I due volumetti ci
80 pagine) di Claudio Russo·, sembrano decisamente attuali.
FEBBRAIO 2005 BS

1.9 Page 9

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redazionale
BUENOS AIRES,
ARGENTINA
stigata. Transitano insieme at-
traverso un cortile salesiano,
con un incedere trqnquillo, il
volto sereno, lo sguardo rivol-
NUOVO QUADRO
DI DOMENICO
to alla gente. Alle loro spalle
sullo sfondo si staglia la.sago-
ma della basilica dell 'Ausilia-
E LAURA
trice. L'impegno dei figli di
Don bosco, ribadito con forza
Una versione moderna di Do- dal Superiore Generale della
menico Savio e Laura Vicufia congregazione attraverso la
è stata realizzata dal noto pit- Strenna dell ' anno passato, è
tore argentino José Marchi, quello di presentare al mondo
exallievo s~esiano, per la ba- giovanile una santità giovani-
silica di Maria Ausiliatrice di le perfettamente abbordabile,
Buenos Aires, la prima co- tanto che non pochi sono stati
struita nel mondo dopo quella gli allievi che questa vetta
di Torino. L' intento dei sale- l'hanno raggiunta con relativa
siani è quello di presentare ai facilità. Per un anno intero,
ragazzi e alle ragazze di oggi infatti, don Chavez ha presen-
una santità possibile. Dome- tato dalle pagine di quasi tut-
nico è rappresentato come ti i Bollettini Salesiani del
uno studente della media su- mondo, figure di giovani pro-
periore (stringe un libro in venienti da scuole e/o oratori
mano, simbolo dello studio e e/o parTOcchie da loro gestite
del dovere), mentre Laura è che sono stati altrettanti Do-
stata raffigurata addirittura in menico Savio o altrettante
minigonna, seppur molto ca- Laura Vicufia.
FILATELIA
a cura di
- - - - : - - ~ ~ Roberto Saccarello
ANCORA DOMENICO SAVIO
Anche Maglie, in provincia di Lecce - patria
natale dello statista democristiano Aldo Moro ucci-
so dalle Brigate Rosse il 16 marzo 1978 - , paese
dove san Domenico Savio ha compiuto il miracolo
che l'ha fatto santo , guarendo la signora Maria
Porcelli Gianfreda da una gravissima forma di
anemia, ha onorato il ragazzo di Don Bosco con
un annullo specia,le concesso dalle Poste Italiane
in occasione del 50° anniversario della sua cano-
nizzazione, avvenuta il 12 giugno 1954 a opera
del papa Pio Xli , che in quell'occasione definì
Domenico "gracile adolescente dal corpo debole,
ma dall'anima tesa in una pura oblazione di sé
all'amore so vranamente delicato ed esigente di
Cristo".
Nel ridente paese non poche sono state le manife-
stazioni in onore del ragazzo santo, soprattutto da
parte dei ragazzi delle scuole.
Il comitato organizzatore della festa ha fatto
appositamente anche stampare cinque cartoline
postali , una con l'illustrazione della nuova urna,
capolavoro di Mauro Baldessari , una con l'illustra-
zione della statua esposta nella Chiesa Madre di
Maglie, le altre due fotografano la celebrazione
eucaristica in piazza Aldo Moro davanti al Palazzo
Municipale , in occasione della Peregrinatio del
corpo di Domenico Savio il 14 maggio 2004 nel
paese del miracolo, l'ultima racqoglie cinque foto-
grafie dei momenti salienti del pellegrinaggio: l'arri-
vo , l'accoglienza delle autorità, l'omaggio delle
scuole e della gente.
Per i collezionisti: quando usciranno queste righe non
sappiamo se lo stock di cartoline con annullo sia ter-
minato. È necessario chiederlo al servizio commercia-
le filatelia della filiale di Lecce in via Cavallotti ,
-zr 0832.27.40.99.
BS FEBBRA IO 2005

1.10 Page 10

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l00annf fa
Troviamo nel BS del 1905, a pagina 45,
il ricordo di un giovane chierico, partito
missionario per il Venezuela e morto appena
arrivato.
Ci è parso simpatico e ne riportiamo il trafiletto
per i nostri lettori, aggiungendo anche la foto
che illustra tutta la pagina.
Collegio Sales,.. no di Caraca (Vcnuucla).
Venezuela per noi Italiani ha qualche cosa di specia-
le. Non potevamo infatti ignorare che essa era una
delle terre scoperte dell'immortale Cristoforo Co-
lombo, che alle sue spiagge approdava il 1° agosto
1498 , nel suo terzo viaggio. Ma per figli di Don
Bosco s'aggiungeva ancora un'altra cara e mesta at-
trattiva. Su uno dei ridenti paeselli che circondano il
maggior porto venezuelano giacciono le spoglie mor-
tali del nostro caro confratello, chierico Giuseppe
Eterno, che destinato per la Colombia colpito da ma-
lore durante l'attraversata ebbe appena tempo di
scendere in terra, ove poche ore dopo spirava, vittima
generosa della sua vocazione. Era il primo dei tanti
missionari partiti in 15 anni che non raggiungeva il
luogo di sua destinazione. I buoni .Venezuelani , pure
associandosi al nostro dolore se l'ebbero come un fe-
lice presagio e dissero che quello era seme di Sale-
siani nella loro terra e così fu, mercè lo zelo e l'ope-
rosità spiegata da alcuni ecclesiastici, che attualmen-
te occupano le principali cariche nell'archidiocesi. I
funerali riuscirono solenni quanto mai; dalla capitale
vennero l'arcidiacono della cattedrale, il dottor Ar-
teaga, e parecchi parroci dei paesi circonvicini, furo-
no adibiti carri di prima classe, e le esequie e la tu-
mulazione tutte a loro spese furono una testimonian-
za non dubbia della stima pei Salesiani che comincia-
vano appena a conoscere.
L \\IBERlO
ECO
L.\\ \\ flSTERIOS.\\
l}\\l\\1A _ -
LO~REGI ->\\
riferimento al famoso libro di
consigli e preghiere di Don
Horn,m,o illl~r,110
Bosco per i suoi giovani,
utile per ben indirizzare gli
adolescenti colti dai primi tur-
bamenti, frutto dell'età. E
l'intera pag. 441 è illustrata
t--
dalla figura di Don Bosco. A
fronte (pag . 440) si può leg-
gere: "il santo, con il volto
ilare, la veste impillaccherata
e i piedi impacciati dalle sue
UN LIBRO
scarpe salesiane a ogni tap
DON BOSCO
e tip che tenti di scalino in
scalino, tiene teso davanti a
EL 'EXALUEVO
sé, come fosse il cilindro di
UMBERTO ECO
Mandrake, il Giovane prov-
Nell'ultimo romanzo, i/lustra- veduto, e a me pare che
to, di Umberto Eco - uno dei dica omnia munda mun-
nomi più noti della cultura dis.. .". Dell'Oratorio Eco dis-
italiana - dal titolo La miste- se in un'intervista: "La genia-
riosa fiamma della regina lità dell'oratorio di Don Bo-
Loana (Bombiani 2004), sco è che esso prescrive ai
compare anche Don Bosco. · suoi f.requentatori un codice
poteva essere diversa- morale e religioso, ma poi
mente: "Eco ha (infatti) riuni- accoglie tutti". Una definizio-
to in questo libro, prestandoli ne che ci sembra pertinente,
allo smemorato protagoni- essendo l'oratorio casa che
sta, molti dei suoi ricordi per- accoglie ~ cortile per fare
sonali", tra i quali anche gli amicizia. E ovvio perciò che
anni della sua esperienza di proponga un codice morale ,
alunno dei salesiani. A pag. non per nulla esso è anche
376 il capitolo 17 è intitolato scuola che avvia alla vita e
Il giovane proweduto, chiaro parrocchia che evangelizza.
DILLA, ETIOPIA
sione hanno bisogno, come
tutti i ragazzi, di affetto e di
divertimento, ma anche e so-
LA POVERTÀ
prattutto hanno l' assoluta e
NON VA IN VACANZA improrogabile urgenza di stu-
diare, imparare un mestiere,
La povertà non ha le ferie... A prepararsi un fu turo vivibile.
Dilla, finito l'anno scolastico, Così anche i salesiani durante
è iniziato subito il lavoro esti- le cosiddette vacanze sono
vo . Il Grest. Ma non è fatto di impegnati fino al collo, per-
giochi , divertimento e spen- ché, oltre al fi n qui detto,
sieratezza (anche se non man- hanno anche da curare circa
cano), ma soprattutto di ripe- 6700 cattolici distribuiti in 15
tizioni , musica, computer, ta- stazioni missionarie periferi-
glio, cucito, teatro.. . e di un che. Insomma, se non sapete
duro lavoro nel progetto zoo- che fare per cacciare la noia,
agro-fores tale di Walleme: venite in Etiopia, qui da fare
semina, coltivazione, alleva- ce n'è a iosa. Per tutti. 24 ore
mento... Gli orfani della mis- su 24.
FEBBRAIO 2005 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Marco Pappalardo
Padre, lei gira e
incontra molti. Perché?
Una delle cose più
straordinarie della vita
sono gli incontri. lo sono
le persone che ho incon-
trato nella vita. Purtrop-
po noi non accogliamo
più: bisogna recuperare i
volti, le relazioni. ..
Che cosa la spinge
ad andare avanti no-
nostante gli ostacoli,
che sappiamo non so-
no stati e non sono
pochi?
La Parola. E la Parola
ha un volto, è Gesù. lo
sono profondamente ra-
dicato nella Parola, è
Gesù che mi spinge a
questo.
ALEX
ZANOTELLI
un testimone
dei nostri giorni
I giovani del MGS di Sicilia
hanno invitato al loro meeting a Catania
a fine agosto (2004)
il famoso padre comboniano
Alex Zanotelli, già missionario
a Korogocho, il quartiere
della grande discarica
di Nairobi, e lo hanno intervistato.
Che cosa c'entra il
Vangelo con l'econo-
mia, la finanza, le guer-
re ... ?
Abbiamo bisogno di con-
dividere non di accumu-
lare, di volerci bene non
di farci guerra. Il Vangelo
lancia la non-violenza at-
tiva. La tragedia di que-
sta società è che non
sappiamo più "buttare la
vita" per gli altri. Passia-
mo il tempo a guardarci
l'ombelico! Gesù può
darci la pace "non come
la dà il mondo". Insom-
ma ci vuole un cambiamento di rotta.
invece, pensate, le vac-
che per ingrassare han-
no a testa più dollari
dei poveri. La guerra
ammazza meno gen-
te di quanto non faccia
il sistema economico...
Il mondo è governa-
to dalla finanza, 3/400
• famiglie ricchissime che
hanno in mano la Ban-
ca Mondiale e il Fon-
do Monetario Interna-
zionale più che non i
governi.
E riguardo all'ecosi-
stema? ...
Se tutti vivessimo come il
20% della popolazione
mondiale, cioè come la
parte ricca del piane-
ta, avremmo bisogno di
quattro pianeti da sfrutta-
re per le risorse e di altri
quattro da usare come
pattumiera!
Nonostante questo
lei ha sempre il sorri-
so sulle labbra...
Perché sono uno che
crede. Credo nonostan-
te tutto, non perdo la
speranza perché è Cri-
sto la mia speranza. D
Come trovare Dio in questa società del
Bengodi?
Dio cammina con le vittime del sistema, con i
poveri, nell'inferno dei poveri che vengono
"sardinizzati" nelle baracche, nei sobborghi,
nei ghetti: crocifissi viventi. Sono proprio que-
~ti i volti di Dio, non le immagini delle Chiese.
E l'uomo che è sacro, più di ogni statua. Gesù
ha predicato un'economia di uguaglianza: e
ID
BS FEBBRAIO 2005

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
UN SECOLO DI SUL COMPENDIO
INSEGNAMENTO DELLA DOffRINA
SOCIALE DELLA
CHIESA PRESENTATO
IN VATICANO
SOCIALE IL 25 OffOBRE 2004
di Silvano Stracca
La fede non è un fatto privato
e intimistico, privo di rilevanza
sociale.
Ci sono voluti cinque anni per
elaborare un testo senza pre-
cedenti nella storia della
Chiesa, che presenta in modo orga-
nico e sistematico una sintesi di
oltre un secolo di insegnamento
sociale, dalla Rerum novarum di
Leone XIII nel 1891 sulla questio-
ne operaia agli interventi di papa
Wojtyl:a sulla guerra giusta. Punto
di partenza è il convincimento che
la Chiesa ha il pieno diritto e l'ob-
bligo di dire la parola che le spetta
sulle questioni della vita sociale,
specie oggi contro i tentativi del
laicismo imperante di relegarla in
sacrestia, in quanto "la fede non è
un fatto privato e intimistico, privo
di rilevanza sociale".
FEBBRAIO 2005 BS
0 , incarnare l'eterna verità del Vange-
t'~ot=:
lo nelle
versità
infinite sfaccettature e
della realtà sociale
di-
del
mondo contemporaneo. L'emer-
~j genza principale appare la tutela
del matrimonio con un netto no
ali' equiparazione legislativa delle
unioni di fatto con la famiglia e al
riconoscimento giuridico di quelle
omosessuali: lo Stato deve tutelare
la famiglia, altrimenti verrebbe
meno ai suoi .doveri, attraverso au-
tentiche ed efficaci politiche fami-
liari. Il diritto alla vita inoltre con-
diziona l'esercizio di ogni altro di-
ritto. No, quindi, a ogni forma di
aborto procurato e di eutanasia.
Altri temi scottanti: riproduzione e
clonazione. Evitare il ricorso alle
diverse forme di riproduzione assi-
stita, sostitutiva del!' atto coniuga-
le, significa rispettare l'integrale
dignità della persona umana. Leci-
ti, invece, i mezzi che si configura-
no come aiuto all'atto coniugale.
. Circa la clonazione, la semplice re-
i plicazione di cellule normali o di
i porzioni di Dna non presenta pro-
\\ blemi etici particolari. La clona-
I zione propriamente detta, vicever-
! sa, è contraria alla dignità della
\\ procreazione umana. In tale conte-
: sto il Compent/,io sostiene il diritto
basilare ali' obiezione di coscienza.
Il cittadino non è obbligato in co-
scienza a seguire le prescrizioni
delle autorità civili se sono contra-
rie alle esigenze dell' ordine mora-
LE TANTE SFIDE
le, ai diritti fondamentali delle per-.
sone o agli insegnamenti del Van-
La prima sfida che il "Compen- gelo. Perché le leggi ingiuste pon-
dio della dottrina sociale della gono gli uomini moralmente retti
Chiesa" si propone di affrontare è di fronte a drammatici problemi di
dunque quella culturale - delle coscienza. E in tal caso, ove siano
molte culture moderne - stretta- chiamati ad azioni moralmente cat-
mente collegata con la finalità di tive, hanno l'obbligo di rifiutarsi.

2.3 Page 13

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··································································~··················
La Chiesa ha il pieno diritto
e l'obbligo di dire la parola che
le spetta sulle question i della vita
soci al e.
TERRORISMO
Nella generalizzata situazione
d'indifferenza etica e religiosa, la
dottrina sociale della Chiesa si
trova di fronte a una seconda sfida:
la necessità di una collaborazione
fra le confessioni cristiane e le reli-
gioni mondiali nello "spirito di As-
sisi" sui temi fondamentali della
pace, dei diritti umani, della giusti-
zia economica e sociale, del terro-
rismo e, in particolare, del terrori-
smo, suicida di ispirazione islami-
ca. E profanazione e bestemmia -
si afferma - proclamarsi terroristi
in nome di Dio: così si strumenta-
lizza anche Dio e non solo l' uomo .
Nessuna religione può tollerare il
terrorismo e, ancor meno, predi-
carlo. Definire poi "martiri" coloro
che muoiono compiendo atti terro-
ristici è stravolgere il concetto di
martirio, che è testimonianza di
chi si fa uccidere per non rinuncia-
re a Dio e non di chi uccide in
nome di Dio. Il terrorismo va con-
dannato nel modo più assoluto per-
ché manifesta un disprezzo totale
de lla vita umana. Nulla può giusti-
ficarlo. Nel ribadire il diritto a di-
fendersi dal terrorismo, il Com-
pendio sottolinea però che la lotta
contro i terroristi va condotta nel
rispetto dei diritti del!' uomo e dei
princìpi di uno stato di diritto. La
responsabilità non può essere este-
sa alle religioni, alle nazioni, all5:
etnie dei terroristi. Non sono suffi-
cienti operazioni repressive e puni-
tive, ma è essenziale la ricerca co-
raggiosa e lucida delle cause che
alimentano il fenomeno.
LA GUERRA
Ampio il capitolo sulla guerra.
Quella di aggressione è intrinseca-
mente immorale. Legittima perciò
la difesa anche usando la forza
delle armi. Ma l'uso della forza,
per esser lecito, deve rispondere a
una serie di condizioni. Soprattutto
che il danno causato dall 'aggresso-
re sia durevole, grave e certo e che
il ricorso alle armi non provochi
mali e disordini più gravi del male
da eliminare. Nella valutazione
deve comunque avere grandissimo
peso la potenza distruttiva delle
armi moderne. Il giudizio sulla
guerra preventiva riprende i punti
fissati con chiarezza da Giovanni
Paolo II opponendosi al conflitto
in Iraq. Un'azione bellica preventi-
va, lanciata senza prove evidenti
che un'aggressione stia per essere
sferrata, non può non sollevare
gravi interrogativi sotto il profilo
morale e giuridico . Pertanto solo
una decisione dei competenti orga-
nismi, sulla base di rigorosi accer-
tamenti e di fondate motivazioni,
può dare legittimazione internazio-
nale al!' uso della forza armata,
identificando determinate situazio-
ni come una minaccia alla pace e
autorizzando un' ingerenza nella
sfera del dominio riservato di uno
Stato. In questo quadro si ricono-
sce il dovere dei soldati di disobbe-
dire a ordini ingiusti: Ogni membro
delle forze armate è moralmente
obbligato _a opporsi agli ordini che
incitano a compiere crimini contro
il diritto delle genti e i suoi princìpi
universali. I militari, infatti , riman-
gono pienamente responsabili
degli atti che compiono in viola-
zione dei diritti delle persone e dei
popoli o delle norme del diritto
umanitario internazionale. Tali atti
non si possono giustificare con· il
motivo del!' obbedienza a ordini
superiori.
Il Compendio, che invita gli Stati
a regolare con comprensione il
caso di chi per motivi di coscienza
ricusa di usare le armi, ribadisce
infine l'inutilità della pena di
morte, affermando che la Chiesa
vede come un segno di speranza la
sempre più diffusa avversione del-
1'opinione pubblica e i vari prov-
vedimenti in vista della sua aboli-
zione o della sospensione della sua
applicazione.
D
BIOTECNOLOGIE
"Positivo" il giudizio sulla "liceità" de/-
l'applicazione delle "nuove biotecnolo-
gie" all'agricoltura, alla zootecnia, alla
medicina e alla protezione dell'ambien-
te. Ma "forte" contemporaneamente il
richiamo "al senso di responsabilità ".
L'uomo "non compie un atto illecito
quando, rispettando l'ordine della natu-
ra, interviene modificando alcune carat-
teristiche e proprietà": Ma necessario
valutare accuratamente la reale utilità
di tali interventi, nonché le loro possibili
conseguenze in termini di rischi".
DONNA
Tutela della donna che lavora in casa,
ma anche di quella che lavora fuori. Si ri-
conosce che "il genio femminile è neces-
sario in tutte le espressioni della vita so-
ciale". Di qui la necessità di "garantire la
presenza della donna anche in ambito
lavorativo". Si denuncia ''la persistenza di
molte forme di discriminazione offensive
della dignità e vocazione della donna".
GLOBALIZZAZIONE .
Può produrre "effetti potenzialmente
benefici per l'intera umanità". Bisogna
però guardarsi dai "rischi legati alle
nuove dimensioni delle relazioni com-
mercia/i e finanziarie". La ricchezza
"esiste per essere condivisa", anche
se si ricorJosce "la giusta funzione del
profitto". E "immorale" ogni forma di in-
debita accumulazione.
LAVORO
Cambiano le "forme storiche" del la-
voro umano, "ma non devono cam-
biare le sue esigenze permanenti,
che si riassumono nel rispetto dei
diritti inalienabili dell'uomo che lavo-
ra ". Di fronte al rischio di vedere ne-
ga ti questi diritti, "devono essere im-
maginate e costruite nuove forme di
solidarietà". Si riconosce "il ruolo fon-
damentale svolto dai sindacati dei la-
voratori", mentre · si condannano
come "inaccettabili" l'odio e la lotta di
classe.
BS FEBBRAIO 2 005

2.4 Page 14

▲back to top
SENZA FATICA
NIENTE
di Mario Scudu
A genitori .ed educatori
conviene imparare e
trasmettere a figli e
alunni che "la vita non è
una scala di cristallo", si
costruisce lentamente il
successo a prezzo di non
poche fatiche, ma...
fatica è bello.
I Dopo ore passate in palestra,
un maestro di arti marziali
decise di tornare a casa in
metropolitana. Alla stazione, con La vita non è un belvedere per contemplare, ma un cammino per conquistare.
sua grande sorpresa, notò uno dei
suoi allievi che prendeva le scale
mobili. Il dolore e la delusione furo- Alcuni anni fa alla nota scrittrice cento non sui diritti da esigere ma
no grandi. Dopo tanto tempo quel Susanna Tamaro arrivò la lettera di sui sacrifici da fare per avere una
giovane non aveva capito niente se una ragazza: "Vorrei fare la scrittri- società di individui meno aggressi-
non imparato solo ·a ripetere belle ce e diventare famosa come lei. Mi vi, arroganti, cinici, un ambiente
formule, assimilare nuove tecniche, dica però subito se è una cosa lunga meno inquinato e rumoroso, città
coordinare movimenti? Diventò e faticosa. Altrimenti cambio stra- più pulite, più a misura d'uomo e di
serio e triste. Dove stava il proble- da". Due giovani diversi, una stessa bambino? La gente più volentieri e
ma? Nelle scale. Nelle scale non fatte mentalità: racchiudono bene in se più istintivamente segue il pifferaio
a piedi. Se l'allievo avesse avuto lo stessi il senso del nostro tempo e politico che promette "mari e
spirito giusto avrebbe fatto le scale sono più parlanti di un trattato di monti", "la riduzione delle tasse e
con le proprie gambe, avrebbe af- sociologia. Sembra una tendenza l'aumento dei consumi", tutto natu-
frontato la via più difficile, non la generale quella di evitare il più pos- ralmente (quasi) subito, senza sacri-
più comoda. Perché lo spirito giusto sibile ogni fatica, cancellare la paro- fici e senza intaccare i diritti acqui-
è quello che accetta le difficoltà la sacrificio, rifiutare il costo del- siti. In quel "confessionale laico"
senza fuggire davanti a esse. Eppure l'impegno. Si cerca sempre la via che è la rubrica Cuori allo Specchio
gli aveva insegnato che la fatica ac- più semplice, la più comoda e grati- (settimanale de La Stampa) tenuta
cettata quotidianamente è l'essenza ficante: il successo col minimo sfor- da Massimo Gramellini, alcuni mesi
stessa della vita di tutti i viventi. zo, come insegnano tanti program- fa, a proposito del fallimento di
Senza impegno, infatti, non si co- mi televisivi. Scriveva la Tamaro a molte coppie, a un "penitente" così
struisce niente di duraturo. Senza commento della lettera: "La vita rispondeva: "Il tuo discorso non fa
fatica non si realizza niente di vali- non è un belvedere panoramico ma una grinza, ma sovrasta l'argomento
do. Evitandola non si fa che costrui- un cammino che presenta spesso dei sentimentale e investe l'intero siste-
re sulla sabbia, 1asciando tutto in punti in salita. .. L'imparare a cre- ma che ha espulso dal suo lessico la
balia dei venti che inevitabilmente scere, il costruire richiedono sempre parola "sacrifici". La gente continua
soffieranno contro portando depres- una grande fatica".
a farne, anche più di prima, ma li
sione e la sensazione di mancanza Avete mai pensato a una campa- vive come una sconfitta e un'ingiu-
di senso.
gna elettorale in cui si ponga l 'ac- stizia, e vi si sottrae appena può.
FEBBRAIO 2005 BS

2.5 Page 15

▲back to top
. Senza fatica è come costruire con sabbia sulla sabbia.
.
Senza fatica non si conquista alcuna vetta.
Proprio perché tutte le istituzioni
guida dalla scuola alla famiglia,
dalla tv alla pubblicità, invece di re-
sponsabilizzare i cittadini propagan-
dano valori di egoismo totale". E
più avanti: "I cattivi maestri c 'invi-
tano a faticare di meno, mentre l'an-
dazzo del mondo ci costringe a farlo
di più per sopravvivere". Alle istitu-
zioni guida, qualche volta si potreb-
be aggiungere anche la Chiesa, che,
ad esempio nella preparazione ai sa-
cramenti esige una partecipazione e
un impegno più "soft" che nel pas-
sato, per timore di non avere clienti
disposti a fare "sacrifici" duraturi e
seri, nella frequentazione delle le-
zioni. Eppure Cristo aveva detto
chiaro e tondo che per seguirlo bi-
sognava caricarsi ogni giorno la
propria croce.
IN UNA SOCIETÀ
POST CRISTIANA
Non passa giorno che sulla stampa
o nei "talk show" alla TV e alla radio
non si parli della crisi della scuola e
dei giovani che la frequentano: indi-
I Fa notizia l'assottigliamento
dei fedeli nelle chiese... qualcosa
è cambiato nei comportamenti
e forse nei valori.
sciplina e aggressività, bullismo e
teppismo, menefreghismo e pressap-
pochismo, droga e violenza, scarso
rendimento e "drop out" (abbandoni
scolastici). All'Università si parla di
"mortalità accademica" con circa il
70% di studenti che non arrivano al
famoso "pezzo di carta". Stesso
gran parlare sulla crisi del matrimo-
nio con la dissoluzione di molte
coppie e i traumi conseguenti. Fa
inoltre notizia anche il progressivo
assottigliamento del numero di fe-
deli nelle chiese. I sociologi delle
varie discipline discettano sulle
cause prossime e remote, profonde
e in supetficie di queste crisi paral-
lele di alcune nostre istituzioni che
per definizione sono formative. Non
c'è analisi che non contempli anche
la paura che abbiamo oggi di impor-
ci "rinunce", di affrontare la "inso-
stenibile leggerezza" e fatica del no-
stro esistere (rapporti interpersonali
sul lavoro e in famiglia) e del nostro
lavorare quotidiano. Eppure l'idea
di "sacrificio" è centrale nel cristia-
nesimo, il cui Fondatore è morto in
Croce. Possiamo affermare che la
progressiva espulsione del cristiane-
simo e di molti suoi valori dal quo·-
tidiano (società post cristiana) ha
portato a questa non accettazione
dei sacrifici che pure sarebbero ne-
cessari per costruire qualcos;:t di du-
raturo, a scuola o in famiglia, o
nella Chiesa. Un pensiero, questo,
di un autore laico e miscredente,
Corrado Alvaro, nel suo Ultimo
Diario (1968): "La fine della.men-
talità cristiana è nel fatto che i gio-
vani non hanno più il sentimento
del sacrificio e dell'attesa del doma-
ni, ma vogliono subito tutto. È un
altro mondo, pagano e senza il
senso del divino".
Diverso è l'atteggiamento della
nuotatrice Viola Valli (5 e 10 km,
ultima impresa 2 medaglie d'oro ai
mondiali di Barcellona 2003). Alcu-
ni mesi fa, questa splendida atleta
all'intervistatore che le chiedeva:
"Il bello del tuo sport, fatica nera a
parte?", lei candidamente ribatteva:
"Perché a parte? Anche la fatica è
bella". Una risposta (e un comporta-
mento pulito, cioè non dopato)
esemplari. Un'altra mentalità, con-
trocorrente. Anche il cardinale Mar-
tini, interrogandosi (1999) sulla tri-
stezza di tanti giovani, affermava:
"Nella nostra cultura occidentale è
scomparsa ogni nozione della ne-
cessità della rinuncia, dell'austerità,
del sacrificio, dell'esercizio asceti-
co... Al di fuori di tale contesto
(dello sport) l'impostazione della
vita, sotto la pressione della tecno-
logia, evita ogni sforzo, ogni sacrifi-
cio. Tutto ciò snerva lo spirito e
causa frustrazione e angoscia... l'i-
dea che l'uomo sia chiamato a do-
minarsi, a lottare, a impegnarsi a
fondo è scomparsa, ha lasciato il
campo all'idea che l'uomo sia fatto
per godere di ogni soddisfazione,
per essere gratificato di ogni faci-
lità. Di qui una delle ragioni profon-
de di tanta tristezza nei giovani, di
tanta amarezza che preme sul nostro
tempo".
Anche la fatica può essere bella, i
sacrifici accettati (naturalmente non
per un impulso masochistico di na-
tura patologica), quando davanti a
noi (giovani e non) poniamo valori,
obiettivi, traguardi sufficientemente
grandi e totalizzanti, con un oriz-
zonte di condivisione con gli altri, e
non quelli "deboli" della semplice
soddisfazione e gratificazione indi-
viduale ed egoistica, che a lungo an-
dare non può che generare tristezza.
BS FEBBRAIO 2005

2.6 Page 16

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redazionale
CITTÀ DEL VATICANO,
ROMA
MONSIGNOR
LUIGI OLIVARES
Il 16 Novembre 2004 è stato
letto il Decreto per l'eroicità
delle virtù e della vita del ve-
scovo salesiano monsignor
Luigi Olivares che ha la
tomba nella concattedrale di
Nepi, a 50 anni dalla morte.
Quinto di 15 figli , divenne
prete diocesano nel 1896. Nel
1904 si fece salesiano. Viste
le qualità umane e spirituali,
venne inviato parroco in uno
dei quartieri più difficili della
capitale, quel famoso Testac-
cio che sembrava refrattario a
ogni forma di evangelizzazio-
ne. Era il 1910. In pochi anni
la pazienza, la carità e la
bontà del nuovo parroco cam-
biano il volto al quartiere. La
cosa non sfuggì al Vaticano
che lo volle Vescovo. Il 15
luglio 1916 fu eletto pastore
di Sutri e Nepi. Anche qui
meravigliò tutti per l' amabi-
lità del tratto, l'affidabilità del
volto, la delicatezza dell' ani-
mo, la disponibilità eroica.
Riceveva praticamente a tutte
le ore, facendosi in quattro
per aiutare tutti. Ogni volta
che andava nella capitale, se
ne tornava carico come un
mulo di pacchi, pacchetti, do-
cumenti, provviste... niente
per sé, tutto per la gente che
glielo aveva chiesto. Disse il
suo medico : "Fin quando la
Chiesa ha campioni di questo
calibro è destinata a sempre
più grandi trionfi". Nacque a
Corbetta nel milanese il 18
ottobre 1873, morì a Pordeno-
ne il 19 maggio 1943,' mentre
predicava gli esercizi spiritua-
li ai giovani del liceo.
BREVISSIME DAL MONDO
MONDO. Sempre più fre-
quente è l'allarme e profon-
da la preoccupazione per un
traffico vergognoso che sem-
bra in aumento esponenzia-
le, quello dei bambini ven-
duti per lo sfruttamento ses-
suale e il traffico di organi.
Si sta dimostrando la vera
tragedia del mondo moder-
no. La lista delle nazioni in-
teressate s'allunga a vista
d'occhio: Argentina, Brasile,
Paraguay, Uruguay, Bolivia,
Costa d'Avorio, Cambogia,
Sri Lanka, Thailandia, Sierra
Leone.. . sembrano solo le
punte dell'iceberg.
PARIGI, FRANCIA. Il mi-
nistro della giustizia francese
qualche mese fa ha annun-
ziato l'incredibile progetto,
ancora solo a livello di idea-
zione, di studiare la possibi-
lità della castrazione chimica
per i colpevoli di reati ses-
su,ali iterati. Il giornale Le
Parisien ne ha dato notizia
nel novembre scorso. Lo stu-
dio dovrebbe essere iniziato
da poco e dovrebbe durare
due anni. Un'altra sconfitta
per la civiltà moderna.
ROMA. Il cardinale Marti-
no ha messo a nudo le gran-
di emergenze africane al
simposio dei vescovi euro-
pei e africani, parlando tra
l'altro dell 'enorme cifra di
16 milioni di sfollati pro-
dotti da un decennio di
guerre, oltre a 6 milioni di
rifugiati e 3 di morti. Se si
aggiungono i milioni di per-
sone colpite da malattie en-
demiche e quelle (più di
300 milioni) che vivono in
assoluta povertà, si ha un
quadro angosciante. Inter-
venire è un obbligo morale.
PICCOLA POETESSA
PRECOCE
Eleonora, 9 anni non ancora
compiuti, ci manda una poesia
"impegnata" a rima baciata,
che merita di essere sc1itta, sia
per l'età della piccola poetessa,
sia per l' argomento che tratta.
L'ha intitolata "Il mondo è..." ,
coi puntini finali, come se vo-
lesse dire che è anche quello
che ciascuno vuole che sia!
Brava Eleonora!
- La concattedrale di Nepi.
Il mondo è giocondo
se f acciam tutti un girotondo!
Il cuore felice abbiamo
se guardiamo un gabbiano.
Non fa cciamo più guerra,
così è f elice tutta la terra.
Cantiamo una bella canzone
così mettiamo tutti in atten-
zione.
Facciamo un. "gran ballo
della f elicità"
così vive tutta la città ,
tutti sono invitati
e tutti sono eccitati;
ed in coro "Pace" ur/iam
men.tre le man.i ci stringiam!
I La facciata della chiesa
di S. Maria Liberatrice
al Testaccio di Roma,
dove don Luigi fu
parroco.

2.7 Page 17

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CULTORI DI STORIA
SALESIANA
Organizzato da ISS_ACSSA
(Associazione cultori di Sto-
ria Salesiana) ha avuto
luogo dal 30 ottobre al 1°
novembre 2004 a Bruxel-
les il seminario interna-
zionale, in lingua inglese,
dal tema: "Salesian Histo-
ry in Middle and Western
Europe. Salesian History
in Politically Difficult Ti-
mes'. Vi hanno partecipato
18 studiosi (Sdb, FMA,
EEAA, VDB), in rappresen-
tanza di 9 paesi europei. Si
pubblicheranno gli Atti.
TRAPANI, ITALIA
Cinquant'anni fa monsi-
gnor Domenico Amoroso,
salesiano messinese,
morto vescovo di Trapani
nel 1997, veniva ordinato
sacerdote. Ricordiamo
un grande uomo , un
grande salesiano , un
grande professore , un
grande vescovo . Amò i
giovani come un padre,
la sua gente come un
pastore attento al greg-
ge, i suoi preti come un
amico. Soleva dire : "Le
parole senza i fatti sono
poca cosa".
MESSINA, ITALIA
Il CEPAS (Centro Prima
Accoglienza Savio) pres-
so l'Istituto Salesiano D.
Savio di Messina è un'as-
sociazione di volontariato
che ope.ra per il su -
peramento di situazioni di
disagio economico, socia-
le , scolastico , familiare,
assistenziale, con circa 70
volontari. È raggiungibile
attraverso il "Telefono
Pronto" 090.717271 . Ani-
matore è don Romeo (in
foto col questore a sini-
stra) e volontari. (A. Zizza)
LUNGI, SIERRA LEONE
Simona Ghezzi , volontaria
milanese, anima i bambini
con la "musicoterap ia";
così fa emergere abilità,
crea unità, rasserena... A
Lungi, dove presta il suo
servizio, i salesiani dirigo-
no una scuola di 1000
ragazzi e un oratorio stra-
co Imo, dove i ragazzi
seguono corsi di alfabetiz-
zazione e possono usu-
fruire gratuitamente di una
mensa giornaliera - in
pratica il loro unico pasto.
SAN PAOLO, BRASILE
L'emergenza ragazzi in
Brasile è forte e sentita
dai salesiani che hanno
non poch i oratori , asso-
ciazioni e istituzioni che
se ne occupano a tempo
pieno. La cosa è troppo
importante per lasciarla
alla buona volontà di chi
vuol dedicarc isi , ecco
allora che l'ispettoria
organizza incontri per
preparare i giovani mis-
sionari a lavorare coi
ragazzi più difficili in
assoluto, i meninos de
rua. (ANS)
BRATISLAVA,
SLOVACCHIA
Il Rettor Maggiore, duran-
te la sua visita all'ispettoria
Slovacca il 15 novembre,
si è recato in Parlamento,
dove ha incontrato il presi-
dente Pavol Hrusovsky (al
centro nella foto) , che gli
ha espresso il grazie della
nazione per il lavoro edu-
cativo dei salesiani. Era
accompagnato da don
Vladimir Baxa, segretario
ispettoriale, don Vladimi r
Fekete , ispettore, e don
Juan José Bartolomé, suo
segretarìo .•(ANS)
BS FEBBRAIO 2005

2.8 Page 18

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....
LACllTA
DEI TRE FIUMI
di Giancarlo Manieri
Scutari è l'antica capitale degli Illiri,·
Ha un passato remoto
glorioso di capitale, un
passato prossimo da
dimenticare e un presente
in ripresa. Dopo il periodo
buio della dittatura vi
arrivarono·anche i
salesiani che oggi sono
una realtà apprezzata
dalla Chiesa locale e dalla
comunità civile.
Adriatic
Sea
Straitof
Otranto
L'ex consolato italiano ora sede
dei salesiani a Scutari.
L a storia di Shkodra inizia con
un castello e una leggenda. Il
castello è quello che domina
la città, poderoso e suggestivo. Dal-
1'alto della sua collina stende la
vista su un 'area splendida incorni-
ciata da un lago, da tre fiumi, il
Bunes, il Drin e il Kiri, e dalle mon-
tagne albanesi. La leggenda narra di
una maledizione che impediva a tre
fratelli la costruzione del castello, e
di una donna, moglie del più giova-
ne, che accettò di esservi murata
viva per superare il sortilegio, chie-
dendo solo che le fosse lasciata sco-
perta una mammella per allattare il
figlioletto , un occhio per vederlo,
una mano per carezzarlo, una gam-
ba per cullarlo. Accanto al maniero
sorse lentamente la città, che il sa-
crificio della donna rese prospera. Il
sacrifico è una necessità e un dove-
FEBBRAIO 2005 BS
re, se si vuole crescere fortunati,
virtuosi, benedetti. La città si chia-
Shkodra o Shkoder, o Scutari. Il
castello ebbe il nom~ dell 'eroina
che diede la vita per esso: Rozafa .
Traci e Illiri sono all'origine della
storia del luogo che poi subì la sorte
di tutti i centri ricchi e importanti:
fu via via preda di romani, bulgari,
bizantini, serbi, veneziani, turchi e
ultimamente è stato funestato dalla
dittatura di Enver Hoxha... Ora è fi-
nalmente una democrazia.
I SALESIANI
Scutari è la località del primo
"sbarco" dei salesiani e della loro
prima opera. Quando arrivarono,
nel 1992, dopo un primo approccio
nel '91, vennero ospitati in una casa
privata presso un signore la cui
I
Ancora visibili i buchi lasciati dai
proiettili dei ka/ashnikov durante
l'assalto del 1998.

2.9 Page 19

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oggi una città in ricostruzione e in espansione.
figlia divenne la prima FMA dopo il
comunismo: una vocazione nata
"sul campo". La ragazza, Teuta, fre-
quentò le primissime attività dei
figli di Don Bosco, partecipò ai pri-
mi incontri e alla loro gioia serena e
operosa. E s'innamorò di quella vita
"oratoriana", fatta di giochi, cate-
chesi, incontri formativi, attività
educative, canto, musica... Del resto
si comincia sempre così.
Dalla casa "privata" i salesiani
passarono poi a una casa "pubblica".
Il Municipio, infatti, concesse loro
un edificio vuoto che era stato il con-
solato italiano. Qualche ritocco per
adattarlo alle esigenze ·meno seriose
e diplomatiche dei figli di Don
Bosco e subito il fervore creativo
crebbe a livello esponenziale, inco-
raggiato dal nunzio cui non pareva
vero di avere in diocesi dei preti
tanto attivi e tanto amati. Affidò loro
la èatechesi in vari villaggi... così
nacque la necessità di avere dei testi
in albanese. Ed ecco la traduzione in
lingua locale dei catechismi. Quel
testo oggi è quello ufficiale.
CON QUALI FRUTTI?
Ho chiesto a don Michele, parro-
co in alcuni villaggi, e uno dei fon-
datori della presenza salesiana a
Scutari:
- Qual è il frutto più bello di que-
I Una delle chiesette presso un
villaggio sperduto, officiata dai
sa les iani.
La brulla collina coronata dal
poderoso castello della leggenda.
sti primi IO anni di presenza in Al-
bania? Risponde senza esitare: ·
- Due giovani kossovari sono di-
ventati salesiani, altri cinque hanno
fatto la prima professione e ci sono
novizi e aspiranti...
- E le attività pastorali sono in
espansione?
- Altro che! C'è posto anche per
te. Ci è stata affidata una parroc-
chia di circa 4000 cattolici a Berdi-
ca, 6 km da Scutari; abbiamo re-
sponsabilità diocesane per la pasto-
rale giovanile, la catechesi e la li-
turgia; conduciamo attività in molti
villaggi abbandonati; abbiamo co-
struito due chiese intitolate a Don
Bosco ... Avrebbe continuato se non
lo avessi interrotto:
- Tutto facile, dunque?
- Mica tanto! La mentalità , la
cultura, le tradizioni, la lingua ...
Siamo nel mondo slavo, non dimen-
ticarlo. Non solo è difficile capire, è
anche difficile incidere su tradizioni
ancestrali, inculcare concetti come
il perdono, la fiducia reciproca ma
soprattutto è arduo sradicare de-
cenni di ateismo obbligato che ha
indebolito la f ede, annullato l' ope-
rosità creativa dei cristiani e fatto
letteralmente sparire le chiese e la
Chiesa.
LA STORIA RECENTE
Gli avvenimenti degli ultimi anni
'90 hanno messo a dura prova l' Al-
bania. Bande di sbandati s'aggirava-
no per città e campagne... i cittadini
armati dallo Stato che, non avendo
ancora un corpo di polizia addestra-
to , ha preferito distribuire armi ai
cittadini nella speranza di fermare
111 bassorilievo di Skender Kraja
che raffigura Rozafa, la donna
murata nel castello e il suo
bambino, perché cessasse
la maledizione che ne impediva
la costruzione.
mafiosi e malavitosi che approfitta-
vano della debolezza dégli organi
preposti per taglieggiare, saccheg-
giare, estorcere... Ma il rimedio si
rivelò peggiore del male, incoraggiò
anche altri a mettersi al di fuori
della legge. Soprattutto i più poveri.
- Vuoi sapere che cosa rubavano?
Mi chiese improvvisamente don B
Michele.
llllt1
- Perché, miravano a qualcosa di
speciale?
- Proprio così: prendevano sedie,
letti, infissi, stoviglie...
- Ma va!
- Sì. Rubavano ciò che mancava
nelle loro case. Ci hanno provato
anche qui, da noi, nel '98. Cinque
novizi e il direttore sono precipito-
samente fuggiti calandosi con le
lenzuola annodate dalle finestre.
Don Rudi è caduto malamente e si è
fratturato entrambe le gambe. Han -
no sparato più di 150 colpi di kala-
shnikov . Guarda lassù, ci sono an-
cora alcuni buchi dei proiettili, li ho
lasciati "ad memoriam".
Don Michele mi raccontò ancora
dei rifugiati kossovari del ' 99, del-
1'operazione arcobaleno, delle stu-
pende iniziative del Vis ... Un peana
da immortalare. Mi disse anche dei
giovani che desiderano l'Italia per-
ché vedono i programmi dei quiz
dove si guadagnano con una telefo-
nata quello che loro non guadagna-
no in tre anni.. . Un grosso lavoro at-
tende i salesiani in Albania, campo
di apostolato di inimmaginabili pro-
porzioni.
D
(Sen,izio fotografico dell'autore)
BS FEBBRAIO 2005

2.10 Page 20

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Un libro di Pietro Corsi per ricordare ·
MISSIONARIO
DI TRE CONTINENTI
di Francisco Castellanos
Don Raffaele Piperni
0842-1930) missionario
in Europa, in Terra Santa
e in America. Uno dei
primi salesiani arrivati
in Messico, fondatore
dell'opera salesiana di
Pueblo e di quella di San
Francisco in Cal!fornia.
Un l!bro di Pietro Corsi
ne descrive la multiforme
attività.
~~
11 I I I
eentosessantatré anni fa na-
sceva a Casacalenda, paesino
del Molise che oggi ha circa
2500 abitanti, Raffaele ~ipemi: era
il 25 luglio 1842. Trascorse i suoi
primi anni nel paese natale. Nel
1853 entrò nel Seminario di Larino,
dove il 5 marzo 1862 ricevette gli
ordini minori. Arrivato al traguardo
del sacerdozio il 6 aprile 1867 -
aveva 25 anni - si fermò nella sua
terra per altri sette, dedito all'educa-
zione dei giovani, nella certezza che
avrebbe raccolto una pesca abbon-
dante... E così fu. Ma il suo paesino
natale gli stava stretto: il suo gran
cuore anelava a migliaia di giovani,
e Casacalenda in quel tempo non ne
aveva che qualche centinaio.
SPIRITO MISSIONARIO
Perciò un bel giorno piantò tutto
quel che faceva e quel che aveva e
partì verso mete lontane, spinto da
una voce più forte della sua. Voleva
FEBBRAIO 2005 BS
I Puebla, il collegio fondato da
don Piperni nel 1894, con scuola
di "Arti e Mestieri".
lasciare le certezze della sua terra,
essere audace e valoroso... e al se-
guito di quella poderosa chiamata,
la voce di Dio, che gli aveva detto
"Seguimi; sarai p escatore di uomi-
ni" nel 1874 entrò nel collegio di
Brignole/Sale a Genova, per prepa-
rarsi a diventare missionario.
Nel 1875 iniziò la sua avventura:
accettò di andare presso l'Opera
della Sacra Famiglia di Betlemme,
fondata dal canonico monsignor
Antonio Belloni. Subito gli fu asse-
gnata la sua prima grande obbedien-
za: girare l'Europa - Francia, Bel-
gio, Inghilterra e Irlanda - chieden-
do offerte per gli 01fani che l 'Opera
ospitava a Betlemme. Nella terra di
Gesù ci era arrivato per la prima
volta nel gennaio 1876. Ma non
fece in tempo nemmeno ad ambien-
tarsi, perché già l' anno dopo ripartì.
Dopo il viaggio missionario già
IIEll!OCORSI
L'AMBASCIATORE
DI DON BOSCO
IIA™EIE MARIA PlffR1'1
Copertina del libro uscito nel 2004.
detto, alla fine del 1877 era già in
America, prima in Canada poi negli
Stati Uniti, con le stesse mansioni.
Qui rimase sino alla fine del 1878.
Fu questo un tempo di ardui lavori,
predicazioni, confessioni, aiuto ai
malati; le elemosine arrivavano
come premio a queste attività e lui

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

▲back to top
un grande salesiano "girovago" e "fondatore" .
Don Piperni nel 50° della sua
ordinazione sacerdotale.
le inviava subito in Tena Santa,
dove sapeva che gli orfanelli dove-
vano mangiare tutti i giorni.
Il 7 dicembre 1878 arrivò in Mes-
sico. Vi rimase undici anni, percor-
rendo il Paese in lungo e in largo. Il
suo fu anzitutto un lavoro pastorale
(predicazioni, messe, confessioni,
ritiri, attenzione ai malati). Passava
una settimana in una città, parlava
dei suoi poveri orfanelli di Betlem-
me, poi raccoglieva le offerte. In
genere venivano dalla povera gente
che capisce molto più che non i be-
nestanti che cosa significa aver
fame ...
POI SI FECE
SALESIANO E...
Il 28 aprile 1890, finalmente don
Raffaele poté ritornare definitiva-
mente (così almeno pensava lui)
alla sua cara Terra Santa. Ma do-
vette accorgersi che il Signore non
aveva gli stessi piani che aveva lui.
Tant'è che nel giro di due anni la
sua vita cambiò totalmente: l'Ope-
ra della Sacra Famiglia, infatti, nel
1891 per espresso desiderio del suo
fondatore entrò a far parte della
congregazione salesiana di san
Giovanni Bosco, e 1' 8 ottobre 1892
anche don Raffaele divenne sale-
siano .
Pensava di non tornare più in
Messico, ma per la sua conoscenza
di quel paese e della lingua spagno-
la, i superiori lo inviarono proprio
là, come un angelo Raffaele - scris-
se don Piccono - ad accompagnarvi
i primi cinque salesiani e a fondare
l'opera a Città del Messico. Vi ar-
rivò il 2 dicembre 1892. A questa
seguì la fondazione a Puebla, dove
don Piperni rimase quasi tre anni
come direttore, dal 15 febbraio
1894 fino all' 11 gennaio 1897.
Quell' anno, per la sua conoscenza
degli Stati Uniti e della lingua in-
glese, i superiori lo inviarono a fon-
dare l 'opera salesiana nella città di
San Francisco in California, la
prima degli Stati Uniti. L' 11 marzo
1897 era già là e vi rimase per più
di 30 anni, lavorando con instanca-
bile zelo e solerzia per gli immigrati
italiani che erano oltre quindicimila
nella sola città.
Non possiamo fermarci a descri-
vere questa vicenda - potete legger-
la nel bel libro di Pietro Corsi -. Un
evento particolare merita tuttavia di
essere ricordato: il terremoto e il
successivo incendio della città di
San Francisco (18-20 aprile 1906)
II primi 5 missionari italiani partiti
per il Messico con il Rettor
Maggiore, il beato Michele Rua.
Seduti da sinistra: Don Piperni,
don Rua, don Piccono; in piedi
don Visintainer, il coadiutore
Tagliaferri, don Osella.
.
I San Francisco di California, rifatta
dopo il terremoto del 1906.
Qui don Piperni fu parroco
per 30 anni.
El
che distrusse interi quartieri, in par-
ticolare quelli degb italiani. Il gior-
po 20, andò distrutta anche la casa
salesiana unitamente alla chiesa dei
Santi Pietro e Paolo. La sciagura
non diminuì lo zelo di don Piperni,
anzi fu allora che egli esercitò la ca-
rità più squisita verso gl 'infelici ita-
liani che tutto avevano perduto nel
fuoco. Andava sotto le tende degli
accampamenti a incoraggiare, con-
solare e soccorrere le famiglie biso-
gnose ...
IL CONGEDO
Il 15 novembre 1930, alla bella
età di 88 anni, don Raffaele Piperni
lasciava questa terra. Ai suoi fune-
rali parteciparono numerosissimi
italiani ma anche tante autorità e
personalità della città di San Franci-
sco, "come mai si era visto prima".
Era il tributo reverente a quell'uo-
mo di Casacalen_da che si era fatto
tutto per tutti, per poter servire tutti,
e che giustamente era stato definito:
Missionario di tre continenti.
BS FEBBRAIO 2005

3.2 Page 22

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all'insegna
nuo~
Te la p
trend, n
new look...
Questo fa omatico NEW qu
nostro tem o, l'economia, le t enze di mercato,
~li affari, la oda.
E come tu dici: il bisticcio oggi è tra new (nuovo) e
old (vecchio).
Vestire jeans è new, portare giacca e cravatta è
old.
Dire Oh!... è new, salutare "buon giorno", "buona-
sera" è old.
Masticare chewing-gum è new, tenere uno stec-
chino In bocca è old.
Mandare un'e-mail è new, scrivere una lettera è
old.
Anche dire "mamma" è ormai old; i bambini la
chiamano per nome: Chiara, Simona, Lorena.
E tutto questo è new.
La lista può allungarsi. Alla fine di tutto questo
andazzo non sei autorizzato a concludere e a sen-
tirti inad guato, come se noi, ti sentissi utile,
sprecato su tutti i fronti della vita. Niente va
perso.
Nessuno deve sentirsi fuori dal mondo, solo per-
ché sono cambiati i tempi, le stagioni della vita.
Non è sprecata la luce delle stelle in una notte di
pioggia; non sono sprecati i colori dei fiori non
colti perché non visti o nascosti tra le fenditure
della roccia, come le stelle alpine di alta monta-
gna.
Non sono buttati al vento i talenti che qualcuno
vorrebbe sotterrare, non trafficare.
dice, a una
i, a un'espe-
i d'amore, di
ella tua vita. Riempirà
o nuovo.
ste lente di ovo che non sia stato
nuovo a eh , O o 3 a ~i prima. Non chiamo new
il giorno e oli!:! il tramonto.
Se vita è, mattino o sera è sempre novità di vita. ·
Forzai Non c'è niente di nuovo sotto la luce del
sole.
San Paolo ti dice: "In novitate vitae ambulemus -
camminiamo in novità di vita".
L'esistenza è la festa della vita, è novità.
La radice, l'albero, il frutto appartengono alla vita
a pari titolo.
Il modo è tuo come lo è stato 30/40 anni fa.
Con affetto.
Carlo Terraneo
FEBBRAIO 2005 BS

3.3 Page 23

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•••••••••••••••••••••••
• ••••••••••••••••••••
Presso l'Università Pontifica Salesiana dal 1988
esiste la Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale,
nata come Istituto (lscos). Una facoltà moderna
in un ambiente di studi di elevata qualità.
1NSfRTO
cvirvRA
••••••
••••••••
FSC
LA FACOLTA' DI SCIENZE
DELLA COMUNICAZIONE
SOCIALE
di Piero Saccò
••••••••••••••••••
Strumentazioni d'avanguardia, docenti con grande professionalità,
studenti coinvolti in ricerche e attività pratiche ne fanno il fiore
all'occhiello della congregazione salesiana.
FSC veduta esterna a Nord.
••
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t:::--=:::::================
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS FEBBRAIO 2005 • •

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
•••••••••••••••••••••••••••
L'aula grande della FSC.
Un momento di preghiera.
A chi, avvezzo all'austerità e cazione o, in sigla, FSC: gli stu- tornato a Roma dopo essere stato
gravità dei consueti am- denti, le loro aspettative e le loro inviato ad approfondire un diver-
bienti accademici, capiti di idee sono il centro attorno a cui so aspetto della comunicazione
entrare per la prima volta nella ruota tutta la vita della facoltà . E nei migliori, e già esperti, istituti
nuova sede della Facoltà di questo fin dalla sua fondazione. europei e statunitensi .
Scienze della Comunicazione So-
A guidare i docenti, che si pro-
ciale dell'Università Pontificia Sa-
lesiana di Roma, probabilmente
CENNI STORICI
pongono di form are educatori
cristiani con competenze in co-
sembrerà che ci sia qualcosa di È il 1988, anno del centesimo municazione, è la convinzione
strano nei meccanismi di questa anniversario della morte di Don che i media sia170 strumenti,
scuola di comunicazione. Veden- Bosco, quando l' Università Ponti- ormai indispensabili , che hanno
do fuori dall'istituto un gruppo di ficia Salesiana di Roma, su pro- la possibilità di fare crescere la
studenti al lavoro con luci, mi- posta dell'allora Rettore Maggiore comunità, favorendo e miglioran-
crofoni e telecamere, potrebbe don Egidio Vi ganò, costituisce l' I- do la comunicazione tra le perso-
addirittura pensare di trovarsi su stituto di Scienze della Comuni- ne. Un principio che non cam-
un set cinematografi.co. Nel sen- cazione Sociale (ISCOS), rispon- bia, e anzi si rafforza quando, il
tirne altri che scelgono le canzo- dendo a una precisa indicazione, 27 maggio del 1998, la Congre-
ni per accompagnare il talk-show scaturita dal Capitolo Generale gazione per l'Educazione Cattoli-
radiofonico del pomeriggio, ini- 22° del 1984. 11 nuovo progetto ca stabilisce la trasformazione
zierà a chiedersi quale sia la par- viene affidato ai professori don dell ' ISCOS in vera e propria fa-
ticolarità che contribuisce a ren- Franco Lever e don Roberto coltà (FSCS). Il percorso di studi
dere questo posto tanto particola- Giannatelli, insieme ad alcuni si allunga, non più un solo bien -
re. E, dopo aver fatto il giro com- giovani salesiani , Emiro Cepeda, nio ma quattro anni , durante i
pleto delle aule, si renderà conto Fabio Pasqualetti , Tadek Lewicki , quali gli allievi hanno la possibi-
della prima caratteristica della Tonino Lobefalo, Britto Berch- lità di frequentare i corsi più inte-
Facoltà di Scienze della Comuni- mans e Giuseppe Costa, ognuno ressanti dell ' Università Sal esiana,
La sala dei 100.
La sala computer.
• • • FEBBRAIO 2005 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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, ..•..............................•...........•.............•..•.........•...•.•.......
La sala multimediale.
Tirocinio giornaliero.
studiando psicologia, sociologia la Springhetti, Antonio Preziosi. cialistica), con tre indirizzi diffe-
e pedagogia oltre alle materie Negli ultimi anni al gruppo ini- renti: 11 media per la comunità"
specifiche del le scienze della ç:o-
mun icazione. Intanto nuovi do-
centi hanno conosciuto la FSCS,
sposandone la causa e diventan-
done parte integrante. Oltre a
ziale che potremmo definire dei
fondatori, si sono aggiunti altri
due salesiani, Tone Presern e
Deavadoss Sagayaraj.
(televisione, radio, teatro), "gior-
nalismo ed editoria", oppure "ri-
cerca". Nel gennaio del 2004 è
avvenuto il trasferimento nella
nuova modernissima sede: la
suor Mary Gannon FMA, statuni-
tense, docente di statistica, già
UNA FACOLTÀ
concretizzazione in pietra del
progetto comunicativo dell'Uni-
presidente di PCN, consorzio di PER I NOSTRI TEMPI
versità. Le risorse messe a dispo-
servizi telematici, c'è un bel
gruppo di laici, professionisti del-
sizione dai superiori salesiani e
Dall'anno accademico 2003/04, dall'UPS, unite alle donazioni di
la comunicazione. Con la serietà per facilitare il riconoscimento alcuni benefattori e l'impegno
degli studiosi e le comprovate degli studi da parte di altri centri progettuale degli stessi docenti
esperienze professionali, essi ar- universitari, la FSC (la S11 11 finale han no permesso agi i studenti
ricchiscono l'attività, migliorando della sigla è stata abolita in quan- della FSC di avere a disposizione
così l'efficacia formativa della to ritenuta pleonastica) adotta il un ambiente di studi davvero al-
FSC. Il gruppo dei più stretti col- progetto universitario europeo: l'avanguardia: dotato di uno stu-
laboratori è composto da Adriano offre un primo ciclo triennale che dio televisivo e uno radiofonico,
Zanacchi, Carlo Gagliardi, Carlo porta al Baccalaureato (o Laurea), un laboratorio teatrale, una reda-
Tagliabue, Paolo Restuccia, Paolo più un secondo di due anni che zione di giornalismo, sale per il
Sparaci, Alessandra Rimano, Pao- porta alla Licenza (o Laurea spe- missaggio audio e unità per il
Unità video 1.
Unità video 2.
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS FEBBRAIO 2005 • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Unità audio.
montaggio televisivo, una rete di sia teorica. Nei tirocini di radio,
computer interna attraverso la televisione, giOrnalismo, teatro ed
quale gli st.udenti possono condi- editoria, insegna a usare gli appa-
videre i loro lavori. Spazi che i recchi nella prassi , come in un
quasi 200 ali ievi possono uti Iiz- vero e proprio apprendistato la-
zare in qualsiasi momento, così vorativo . Negli altri corsi, come
come in ogni momento hanno quelli di opinione pubblica, teo-
l'autorizzazione a utilizzare, a rie sociali dei media, storia del
••••••••
scopo didattico, gli strumenti
messi a disposizione dalla Fa-
coltà, come macchine fotografi-
che di ultima generazione, nuove
telecamere digitali, o registratori
mini-disc.
cinema o del teatro, offre le co-
noscenze necessarie per dare un
contenuto alla comunkazione,
senza limitarsi alla forma. Prima
dell'ultimo anno di licenza è pre-
visto per ogni studente uno stage
formativo di almeno quattro setti-
UNA FORMAZIONE
mane presso un centro professio-
SIA PRATICA SIA TEORICA
nale, un periodo di praticantato
che può avvenire in giornali,
Lo sforzo della FSC è quello di radio, televis ioni già in contatto Scala interna.
offrire una formazione sia pratica con la FSC, o nei centri mediali
pronti a collaborare. Per gli stu -
denti è un modo di accostarsi al
mondo professionale, un periodo
di studio e verifica di quanto si è
appreso. In più è un'opportunità
di trovare sistemazione una volta
terminati gli studi. Gli allievi del-
la FSC sono laici e religiosi pro-
venienti da tutti e cinque i conti-
nenti . Tra quelli che hanno già ot-
tenuto la licenza o hanno conse-
guito il dottorato di ricerca c' è
po significativo di allievi ha intra-
preso la strada della ricerca e del
lavoro universitario presso diver-
se Facoltà di comunicazione o
nei centri per la formazione dei
sacerdoti come i seminari mag-
giori, e centri educativi. E sono
solo i primi risultati di quindici
anni d' impegno di chi crede nella
comunicazione come servizio.
Piero Saccò
chi oggi scrive per importanti
giornali, chi dirige centri di pro-
duzione multimediale, emittenti
radiofoniche, redazioni televisi-
ve, chi è alla guida di case editri-
••••••
••
FEBBRAIO 2005 BS
••
••
ci, chi lavora negli uffici di co-
municazione delle conferenze epi-
scopali in diversi paesi . Un grup-
••• •• •• ••• •• •• ••• •• •• •• ••••
Per saperne di più :
http://fsc.ups.urbe.it
fsc@ups.urbe.it
• •• ••• • • ••• •• •• •
••

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LA CILIEGINA
SULLA TORTA
earo Doctor J., Il mio
piccolo amico Paolo è
((
un divoratore di fumet-
ti. Gli piacciono da morire e ne
compera tanti e spesso. Ebbene,
c'è qualcosa che mi stupisce:
sovente negli album che legge
sono riprodotte scene molto osé,
con delle donne nude e delle cop-
pie che fanno l'amore. Ho anche
scoperto che queste pagine non lo
lasciano indifferente, tutt'altro, lo
turbano e l'attirano. Ne abbiamo
discusso insieme, ma lui sostiene
che non c'è niente di male, che è
normale che si rappresenti l'eroti-
smo, perché è una cosa naturale.
Gli ho chiesto allora quale fosse
secondo lui la differenza tra eroti-
smo e pornografia. Ha farfugliato
un po ' senza rispondere chiara-
me()fe. lo trovo che queste immagi-
ni riducono le donne al loro corpo e
ne fanno degli oggetti per il piacere
egoistico dei maschi. Per tutta
risposta egli mi ha suggerito di leg-
gere questi fumetti, perché solo
così avrei potuto capire che non c'è
poi tutto questo gran male, anzi,
potrei accorgermi che c'è qualcosa
di bello e soprattutto di vero in
quelle immagini anche se lui non
sapeva spiegarmelo. Il suo compa-
gno, invece, non ci ha messo molto
a dirmi che era una cosa del tutto
normale, e che noi femmine non
riusciamo a comprendere, perché
siamo troppo romantiche. Loro,
invece, hanno bisogno di questo, è
biologico, li fa reagire, pre[ldere
coscienza di essere uomini. Sape-
vo che quel suo amico era un
macho, ma non fino a quel punto.
Fortunatamente, Paolo non è d'ac-
cordo. Domanda: quand'è che un
fumetto è solo osé e quando inve-
ce è pornografia?
Alice, Viterbo
Cara Alice,
Il fumetto è un genere letterario,
forse più maschile che femminile :
Nei fumetti «per adulti », zuffe e
sesso sono il condimento del rac-
conto. È proprio un tale miscuglio
ad allontanare le ragazze da que-
sto gene~e di media, perché non
corrisponde alla loro concezione
del sesso e dell 'amore . Purtroppo
la società moderna sviluppa un
erotismo della vista, ad uso soprat-
tutto dei maschi. Per le ragazze,
invece, per prima cosa sviluppa un
erotismo dell'orecchio, sussurrato,
stupito, non aggressivo. Nei riguar-
di della sessualità non sempre si
riesce a percepire la differenza tra
l'approccio femminile e quello
maschile che ce rtamente esiste.
Maschi e femmine non sembrano
sulla stessa lunghezza d'onda, con-
trariamente a quel che comune-
mente si crede. Ma tutto ciò appar-
tiene alla cultura del nostro tempo,
e viene considerato cosa scontata,
frutto dell'educazione molto più che
dell'istinto. Perciò , non è vero che
sia "biologico" come afferma il com-
pagno del tuo amico.
Ho la tendenza a credere che
l'educazione inculcata alle ragazze
le avvicini più facilmente all'amore
vero. Per una donna, infatti, arrivare
all'atto d'amore esige una prepara-
zione intensa che comincia da !onta:.
no. Ti faccio un esempio un po' stra-
no, solo per spiegarmi meglio: pen-
sa a una donna che deve preparare
una torta. Ella comincia al mattino
presto: sceglie la ricetta, raccoglie
gli i,ngredienti, si procura la farina,
versa il burro, sbatte le uova, impa-
sta.. . Poi fa riscaldare il forno, quindi
mette a cuocere il dolce. Ma non
finisce qui: è necessario lasciarlo
raffreddare , guarnirlo di crema, e
alla fine, arriva la ciliegina a corona-
mento di tutto il processo ... Ecco,
l'atto d'amore viene come la ciliegia
posta alla fine in cima alla torta: una
conclusione, preceduta da tutta una
storia che richiede il suo tempo.
Invece, la concezione maschile del-
l'atto d'amore è diversa: "Perché
attendere una ciliegia, se posso
prendere il vaso nel frigo, e gustar-
ne quante ne voglio?" La pornogra-
fia, è questo: non c'è alcuna distan-
za tra la nascita di un desiderio e la
sua realizzazione. Non c'è storia,
nessuna ricerca che si sviluppa,
nessun racconto che si dipana, nes-
suna preparazione né ostacolo alla
soddisfazione: si va a cercare il
vaso di ciliege al mini-market, si
paga, ed è fatta!
So bene che la parola «eroti-
smo» non ha una buona reputa-
di Jean-François Meurs
zione, ma io voglio darle un signifi-
cato positivo: l'erotismo è un
romanzo, è la storia di un deside-
rio che cerca di incontrare il desi-
derio di un altro, sapendo che que-
sto richiede tempo, sentimenti forti
e lunga preparazione, ciò che vie-
ne chiamato talvolta romanticismo.
E dunque, penso che il tuo amico
per certi versi abbia ragione: in
molti fumetti, ma anche in molti
film ben fatti , i momenti amorosi
s'integrano in una storia, dove l'e-
roe compie un lungo percorso ...
verso una verità, verso un nuovo
coraggio, verso una crescita uma-
na, verso un impegno duraturo. In
questi casi, anche i fumetti posso-
no affinare la sensibilità. Certe
immagini possono anche creare
qualche turbamento, ma il turba-
mento non è un male in sé, quello
che è importante , è il modo con
cui lo si tratta. Sia che si arresti su
un piacere egoistico (ma allora non
c'è storia), sia che si oltrepassi e si
scopra un piacere più grande, un
piacere pulito, gonfiato d'amore, di
senso e di sentimenti. Non nego
che alcuni fumetti o molti film siano
provocanti: un tempo gli editori esi-
gevano delle immagini di nudità
femminile per attirare il cliente. Le
autrici hanno vivacemente prote-
stato per questo sfruttamento sub-
dolo . Questa tuttavia non è una
ragione per fare di ogni erba un
fascio. Come sempre , ci sono il
meglio e il peggio.
D
BS FEBBRAIO 2005

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__..
CINQUANT'ANNI
PER l:EDUCAZIONE
di Graziella Curti
1954-2004: la Pontificia
Facoltà di Scienze
dell'Educazione Auxilium
ha celebrato le sue nozze
d'oro. Mezzo secolo di
idee, di impegno
scientifico, di passione
educativa caratterizzato
da un'attenzione alla
problematica femminile.
I1131 gennaio del 1992 Giovanni
Paolo Il visita la Facoltà e dice
parole memorabili: "Siete, appunto
perché donne, capaci di riempire
lacune notevoli anche in campo
universitario".
eirca quattrocento studenti di
60 nazioni, un corpo docen-
te sempre più qualificato, 5
indirizzi di studio: sono i dati base
dell'Auxilium, un'istituzione unica
nel campo delle Facoltà Pontificie,
ma annunciata da lontano. Già nel
1947, don Pietro R-icaldone, quarto
successore di Do.n Bosco, sembra-
va prevedere gli esiti odierni quan-
do disse alle Figlie di Maria Ausi-
liatrice: "Il vostro Istituto dovrà,
col tempo, avere uno speciale
Corso Superiore in cui raccogliere
le suore, provenienti da ogni parte
del mondo; un centro Internazio-
nale in cui si dia una completa for-
mazione pedagogico-religiosa a
coloro che dovranno poi diffonde-
FEBBRAIO 2005 BS
re il Verbo catechistico" . Solo 7
anni dopo , veniva inaugurato a To-
rino lo Studentato Pedagogico che
nel 1970 sarebbe diventato Pontifi-
cia Facoltà di Scienze dell ' Educa-
zione.
Oggi, nel fare memoria di quegli
anni lontani, viene spontaneo canta-
re il Magnificat ripercorrendo le
tappe, spesso impreviste, verso una
qualificazione sempre più elevata in
campo culturale..Su questa lunghez-
za d'onda si è espresso il cardinale
Francesco Marchisano, grande ami-
co dell'Istituzione, nel suo interven-
to, interrotto più volte dalla commo-
zione, durante la celebrazione del
cinquantesimo. Ha ricordato le fati-
che di una proposta, spesso disatte-
sa, di affidare a religiose una Fa-
coltà Pontificia. Ha reso presente la
figura del cardinal Gabriel Marie
Garrone, perché a lui che si deve
questo miracolo". E ha aggiunto che
proprio a lui, che con intelligenza
ha percorso strade inedite e difficili
per giungere a un'approvazione, che
ha prodotto frutti meravigliosi nella
storia, poteva riferirsi quella cele-
brazione.
Lo stesso papa Giovanni Paolo II,
nella sua visita alla Facoltà nel
1992, ha confermato l' intuizione che
ha aperto le porte del mondo cultu-
rale al femminile: "Siete, dunque -
ha detto - appunto perché donne, ca-
paci di riempire lacune notevoli
anche in campo universitario".

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I Il cardinale Marchisano tra madre
Antonia Colombo e don Pascual Chavez
mentre tiene la commemorazione ufficiale.
I Ali' Auxilium frequentano
studentesse provenienti da ogni
parte del mondo.
NOZZE D'ORO
CON LA CHIESA
Tra i numerosi messaggi d'augu-
rio giunti per la celebrazione del
cinquantesimo dell'Auxilium, signi-
ficativo quello di monsignor Giu-
seppe Betori, Segretario Generale
della CEI, che ha identificato così la
ricorrenza "nozze d'oro con la
Chiesa". Espressione quanto mai
adeguata, se si guarda ai programmi
,dei vari curricoli, ai corsi per la for-
mazione nell 'ambito della vita con-
sacrata, alla partecipazione delle do-
centi agli organismi ecclesiali, alla
consulenza presso i dicasteri della
Curia romana. Anche il territorio e
la diocesi in cui è inserita la Facoltà
godono dei frutti di tale presenza at-
traverso la scuola per catechisti, l' a-
nimazione pastorale e liturgica,
l'aggiornamento degli insegnanti di
religione. "Cerchiamo di vivere l'u-
niversalità della Chiesa sul piano
interculturale" conferma la nuova
preside suor Ausilia Chang. "Il no-
stro impegno educativo - aggiunge
- non vuole discriminare nessuno
sia dal punto di vista del sesso sia
per le classi sociali. Vogliamo pro-
muovere la formazione del persona-
le autoctono operante nei Paesi iIJ
via di sviluppo ricercando anche
borse di studio per favorire la pre-
parazione delle consorelle e di suore
di altri istituti".
A ragione, Giovanni Paolo II
aveva affermato anni fa: "L'Auxi-
lium figura tra le Facoltà Ecclesia-
stiche, il che attesta chiaramente la
volontà della Chiesa di mettere la
donna in condizioni di recare a be-
neficio della comunità il massimo
delle sue virtualità". E ancora:
"Avete Statuti universitari approvati
dalle autorità competenti della
Chiesa, siate emule in questa vostra
opera delle grandi donne che si
sono distinte per dottrina e zelo,
come Santa Teresa d'Avila e Santa
Caterina da Siena".
L'obiettivo dell 'Istituzione è di
stare sulle frontiere educative con
particolare attenzione ai giovani e
alle donne. Punto di riferimento è
Maria, la- Maestra lasciata a Don
Bosco. L'indicazione è espressa
chiaramente nel motto della Facoltà
"Con Maria per una cultura della
vita".
VERSO IL FUTURO
Il tema della memoria ha avuto
larga parte nella commemorazione
del cinquantesimo della Facoltà, ma
la tensione verso il futuro ha conno-
tato quasi tutti gli interventi dei re-
latori. Madre Antonia Colombo, su-
periora generale delle Figlie di
Maria Ausiliatrice, che ha al suo at-
tivo più di trent'anni come docente
e preside dell 'Auxilium, ha rivolto
un discorso programmatico alla Co-
munità Accademica sempre più vi-
vace e variegata e costituita non più
solo da religiose, ma anche da laici
e laiche provenienti da diverse na-
zioni. Tra gli snodi più significativi
su cui riflettere, ha indicato il cam-
mino dell'interculturalità, la siner-
gia delle varie discipline per giun-
gere ad "un'alleanza tra saperi me-
diante la ricerca della scienza e
della sapienza nella logica dell' a-
more educativo".
Altrettanto stimolante è stato l'in-
tervento di don Pascual Chavez, Ret-
tore Maggiore dei Salesiani e gran
cancelliere della Facoltà, che ha insi-
stito sulla ricerca di una cultura uma-
nizzante, che sta alla base di una cit-
tadinanza evangelica come ci viene
richiesta dalla Chiesa e come era
stata sognata dai nost:J.i fondatori.
La tappa del cinquantesimo ha
dunque segnato un nuovo inizio
verso il processo di am1onizzazione
dei sistemi universitari internazionali
in vista dei reciproci riconoscimenti
dei percorsi formativi e nella concre-
tizzazione, giorno per giorno, del te-
soro della tradizione salesiana. D
Pontificia Facoltà di Scienze del-
l'Educazione Auxilium
Via Cremolino 141- 00166 Roma
Tel. Segreteria 06 61564226
e-mail: aux.segreteria@pcn.net
sito internet
http://www.pfse-auxilium.org
BS FEBBRAIO 2005

3.10 Page 30

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1
IL
,aA•EsE IN
LIBRERIA
Morante
a cura di Giuseppe
ENZO BIANCO
I SANTI PATRONI
D'EUROPA
Costruttori e modelli
di Enzo Bianco
ELLEDICI, Leumann
(To) 2004
pp. 112
Il volume traccia rapidi
profili dei sei patroni
dell'Europa: Benedetto,
Cirillo, Metodio, Brigida
di Svezia, Caterina da
Siena, Edith Stein, co-
struttori del vecchio con-
tinente che ora insegna-
no a noi come farne
parte. Le sei singolari fi-
gure esprimono, nel lo-
ro insieme, una teolo-
gia narrativa: un discor-
so su Dio che entra
nella storia umana e
anima la vicenda ap-
passionata di alcuni uo-
mini e donne, renden-
doli più degli altri consa-
pevoli e impegnati tra i
fratelli , per loro e per
Lui. La vicenda è sgra-
nata nel tempo, lungo
una consuetudine as-
sodata; perché nel pas-
sato, come ha afferma-
to Giovanni Paolo Il , "le
singole Chiese, le Re-
gioni e perfino i Conti-
nenti, sono stati affidati
allo speciale patronato
di alcuni santi.
~R1Arf, ~Rc~l51JbH1A ~AzL1iNE
cULTU
IN P""
E MOR
LA PASSIONE.
li libro ufficiale del film
"The Passion of Christ"
di Mel Gibson
di Fra Massimo Angelelli
Edizioni OCD, Roma, 2004
pp. 144
L'evento mediatico del
2004, scuotendo il mondo
cristiano (ed ebraico), è
stato il film di Mel Gibson
sulla Passione di Cristo.
Controverso e discusso, ma
indubbiamente una grande
occasione per rivedere,
approfondire, riflettere !'~-
vento della salvezza del-
l'uomo. Un film che lascia
attoniti, con la voglia di
confrontarsi con se stessi
e con_chi ci circonda su
quanto si è appena visto.
La pubblicazione di questo
libro vuole superare la sola
fruizione del film , per riper-
correrne momenti di me-
moria anche dopo. Anche
il libro commuove perché
in questa storia è contenu-
to il messaggio supremo
dell'amore. Le 152 foto, a
formato grande e alta qua-
lità, sono accompagnate
dal testo latino e italiano
tratto dai Vangeli a cui si ri-
feriscono .
CATECHISTI
E CATECHESI
all'inizio del terzo
millennio. Indagine
socio-religiosa nelle
diocesi italiane
di Giuseppe Morante e
Vito Orlando
ELLEDICI , Leumann (To)
2004, pp. 216
catechisti e
catechesi
all'inizio del
terza millennio
~SOOO-REUGIOSA
NfilE DIOaSI ITAUANE
Si tratta della quarta radio-
grafia dei catechisti che
operano in Italia, a partire
dalla metà degli anni '70.
Espone, analizza e valuta i
risultati dell'inchiesta con-
dotta nelle diocesi italiane
nell'anno 2003, come ini-
ziativa di una collaborazio-
ne tra esperti della Facoltà
di Scienze dell'Educazione
dell'Università Pontificia Sa-
lesiana. L'indagine aiuta a
prender coscienza del gran-
de sforzo di riflessione pa-
storale suscitato nella
Chiesa italiana nell'ultimo
decennio. Ne emerge una
radiografia che, paragona-
ta con quelle precedenti,
può rilevare le linee di ten-
denza, i _punti di forza, le
debolezze e le deficienze
che restano da integrare,
le mete per l'azione da ri-
prendere con matura rifles-
sione, conoscenza dei dati
del problema, decisione ed
entusiasmo .
EDUCARE
ALLA RESPONSABILITÀ
MORALE NEL TEMPO
DELLA
POST-MODERNITÀ
Culture, Religioni,
Bioetica, Scuola
di Giovanni Cravatta e coli.
Coop. S. Tommaso Messina
2004, pp. 248
Il volume approfondisce,
con un taglio prevalente-
mente pedagogico e didat-
tico, il problema educativo
del bene e del male. La
nostra epoca appare come
il luogo in cui sia la religio-
ne cristiana sia la ragione
umana non abbiano molti ·
discepoli per regolarsi su
ciò che è vero o falso, giu-
sto o ingiusto, bene o ma-
le. Sganciando la morale
da Dio, l'uomo l'ha affidata
alla ragione ; e si è accorto
che essa ha tante ragioni
quante sono le teste degli
uomini. A subirne le con~e-
guenze sono i più giovani.
Gli autori del testo offrono
aiuti a educare per distin-
guere "criticamente" ciò
che è bene e ciò che è
male, riflett~ndo sulla lette-
ratura , sul cinema, sulla
TV, sui mondi religiosi e
culturali , sulle visioni di vi-
ta, le canzoni ... Quante am-
biguità morali!
FEBBRAIO 2005 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~ ~ ~ EREAL•-"' ~ o s c su ooN Bo
IL VESCOVO
E MARGHERITA
Vincenzo Savio sorride
anche nella malattia
di Umberto Falena
Ancora, Milano, 2044
pp . .102
Umhertn l·olcna
IL VESCOVO
E MARGHERITA
Vinn•nzo Savio
<,Qrricle andw nella malattia
Le pagine di questo libro si
leggono con crescente emo-
zione. Il racconto in prima
persona, appassionato e
pieno di humor, è proprio
quello del vescovo Vincen-
zo Savio, salesiano. È
come averlo davanti, pro-
teso verso l'interlocutore,
con una voce un po' conci-
tata, sul volto un sorriso
mai di maniera e il raccon-
to illuminato dai grandi oc-
chi che rivelano il desiderio
di comunicare. Anche chi
non lo ha conosciuto di
persona riesce a coglierne
la statura. Con la sua lun-
ga e travagliata malattia,
monsignor Savio non ha
impoverito la sua Chiesa,
né messo in difficoltà i suoi
collaboratori. Invece ha da-
to la lezione più grande,
che segna la vita della sua
comunità ecclesiale e fa
pensare anche quelli che
ne sono fuori, o sulla soglia.
DIETRO IL GIORNALE
Elementi di storia, teoria
e pratica
di Giuseppe Costa
LAS, Roma, 2004
pp. 188
Il volume esplora la vasta
e complessa problematica
soggiacente all'attività rela-
tiva al prodotto "giornale"
quando prende forma per
comunicare notizie. I temi
dei nove capitoli spaziano
dal rapporto fra giornali-
smo, mass-media e comu-
nicazione allo stesso lin-
guaggio giornalistico; dalla
storia alla sociologia del
giornalismo, fino ai condi-
zionamenti strutturali che il
giornalismo si trascina ine-
luttabilmente dietro. L'e-
sperienza dell'autore, che
è insieme accademica e
giornalistica, fa del volume
una miniera di elementi
preziosi per chi vuole ap-
profondire la realtà della
comunicazione stampata e
insieme studiare una mate-
ria così sfaccettata e affa-
scinante come la produzio-
ne di un giornale.
Dietro il Giornale
GIOCHI DI TUTTO
IL MONDO
Oltre 100 giochi
per ragazzi al chiuso
e all 'aperto
di Orio! Ripoll ,
ELLEDICI-PICCOLI
Torino, 2004, pp. 128
GIO
01 TUTTO IL MONDO
Il gioco per i bambini è
un'esigenza umana pro-
fonda, oltre che essere
un'occasione per processi
educativi. I giochi tradizio-
nali poi sono anche un
punto d'incontro di comuni-
cazione e di espressione
delle persone e delle cultu-
re che li utilizzano. Questo
modo di intendere tale bi-
sogno umano è il motivo
principale che spiega l'in-
sieme dei vari giochi pre-
sentati in questo volume,
perché prevede una preoc-
cupazione educativa an-
che interculturale. Nel te-
sto vi sono raggruppati gio-
chi secondo elementi co-
muni (famiglia, oggetti usa-
ti, obiettivo ... ), perché al di
del luogo dove si svolgo-
no, rispondono al bisogno
di muoversi, di pensare e
di vivere, comune in tutto il
mondo. Sono giochi pen-
sati per tutta la famiglia.
VI PRESENTO
DON BOSCO
Note e commenti su dati
e fatti della sua vita
di Natale Cerrato
ELLEDICI, Leumann (TO)
2005, pp. 320
Ancora un volume su Don
Bosco. Questa volta è di
Natale Cerrato, noto studio-
so del santo, che ha voluto
offrire un ampio quadro per
introdurre alla comprensio-
ne compiuta del santo dei
giovani , visto nel suo
tempo. Non una biografia,
dunque, ma una prefa-
zione, un preambolo, uno
studio preliminare fatto di
note, commenti, chiose, sot-
tolineature sulla vita, l'am-
biente, la Chiesa, la so-
cietà, la cultura dentro cui si
è trovato a vivere e operare
il prete/contç1dino: capire
Don Bosco oggi è fonda-
mentale per l'educazione.
Il volume è corredato da
un'amplia bibliografia · che
apre gli orizzonti sulla va-
stità degli scritti che hanno
interessato il nostro santo.
NATALE CERRATO
vi presento
BoDOsNco
NOTe f cc»,\\MfNTl
SU DAJ1E fAIT1
OBIA SUA-
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA. I ltbn
che vengono segnalati s1 pos-
sono acquistare presso _le hbre~
rie cattoliche o vanno nch1est1
direttamente alle rispettive
Editrici.
BS FEBBRAIO 2005

4.2 Page 32

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Ll!IE
-
Per non dimenticare Carmelo Monaca (1923-2001 ), siciliano naturalizzato
piemontese. ·
QUEL PIEMONTESE
DI UN SICILIANO! diGiancarloManieri
I Il sindaco di San Benigno Canavese consegna una targa
per il 50° di fondazione del laboratorio al suo antico
professore. Dietro si intravede il vescovo di Pinerolo,
anche lui allievo del signor Monaca.
L'UNICA TAPPA
Come ebbe inizio la sua avventura con Don Bosco?
La guerra lo strappò dalla sua terra e lui dovette parti-
re dalla Sicilia per andare sfollato in Piemonte,· a San
Benigno Canavese , dove la Provvidenza stabilì che
rimanesse "vita natural durante". A San Benigno fondò
il primo laboratorio di elettromeccanica del Piemonte
salesiano e ci si dedicò totalmente, lavorandoci giorno
e notte. Tanto che a chi gli muoveva qualche benevola _
osservazione , preoccupato anche per il superlavoro
cui si sottoponeva, rispondeva curiosamente in dialet-
to, ma piemontese, non siciliano:
- Signor Carmelo, datti una regolata... Stai attento che
hai una sola vita! Perché lavorare tanto?
- Tilt per Don Base!
- D'a_ccordo, caro Carmelo, ma è necessario curare
anche la salute... Mica sei eterno!
- Don Base l'è grande!
E così zittiva tutti. Del resto , che cosa rispondere a
tante fede? Oltretutto, un siciliano che si esprimeva in
perfetto piemontese doveva essere un evento, il segno
di un'autentica inculturazione che lo faceva più pie-
montese di tanti piemontesi. La sollecitudine dei con-
fratelli e la loro attenzione verso di lui lo incoraggiava-
no a continuare imperterrito con i suoi impossibili ritmi
che lo .facevano crescere in professionalità, gli assicu-
ravano l'ammirazione degli altri salesiani e una grande
considerazione presso alunni e genitori , oltre a segna-
larlo alle autorità civili come uno dei migliori tecnici
della regione. Aveva raggiunto una personalità tale
Carmelo - il nome denuncia l'origine - perde il
papà a nove anni e la mamma a dodici. Quan-
do una vita inizia tra sventure del genere, o ci si
deprime assumendo un carattere dubbioso, fragile di
nervi , incerto nei comportamenti e spesso un po' scon-
troso, oppure si acquisisce una formidabile capacità di
reazione e un carattere deciso coadiuvato da compor-
tamenti ineccepibili. Carmelo appartiene alla seconda
categoria. Ebbe, tra le altre fortune , anche quella di
trovare i salesiani , entrò da loro e vi rimase fino alla
morte .
FEBBRAIO 2005 BS
Il signor Monaca nel suo splendido laboratorio, invidiato
da tutto il Piemonte.

4.3 Page 33

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------------~(),4!}/tf77JRI cfl1LEcflll/1/I
1 11 Rettor Maggiore don Juan Vecchi taglia il nastro
all'ingresso del laboratorio degli elettromeccanici,
. nel 50° di fondazione (Monaca è il primo a destra).
I
Con il nipote e il preside dell'Istituto Tecnico di Varese.
Il robottino in primo piano è frutto dell'ingegno del
signor Monaca.
che ormai quello che diceva il signor Monaca non si
discuteva, lo si eseguiva e basta.
In effetti, Carmelo aveva creato un laboratorio model-
lo, invidiato da tutti, che stornava perfino kit completi
ben sistemati in un'apposita scatola di montaggio, per
allievi di altri laboratori di elettromeccanica. Se ne
distribuirono a centinaia.
UN PRESTIGIO INALTERATO
Nel suo laboratorio regnavano l'ordine e la pulizia, il
silenzio e l'impegno, la serenità e l'efficienza. Voleva
essere all'avanguardia, secondo i desideri di Don
Bosco. E ce la mise tutta. Con risultati invidiabili. Ci
teneva che il maggior numero di persone visitasse il
suo laboratorio e lui stesso mostrava, spiegava, dimo-
strava ... Questa passione per il lavoro e questo amore
per gli allievi - ne ebbe di illustri - unito alla devozione
al suo fondatore, e all'attaccamento alle sue scelte di
vita, lo avevano mantenuto flessibile e aggiornato, dut-
tile e obbediente. Sempre pronto a rinunciare al vec-
chio per il nuovo, a cambiare metodologie e strumen-
tazioni, ad aggiornare vocaboli e applicazioni, ad
avviare nuove specializzazioni, come la meccatronica.
Uno dei pochi che seppe passare con sorprendente
disinvoltura dalla meccanica all'elettronica. Dicevano di
Un'altra ingegnosa realizzazione del signor Monaca:
il nastro trasportatore.
lui: è un settantacinquenne che ha la flessibilità fresca
e vivace di un trentenne.
La vita con le sue difficoltà giovanili, invece che incul-
cargli il pessimismo, lo aveva riempito di ottimismo e il
suo laboratorio ne divenne il centro di irradiazione.
Come si suol dire, il laboratorio era per lui cattedra e
pulpito. Forse proprio per questo ce lo trovavi sempre
e gli potevi senza timore confidare un sogno, un'ango-
scia, una speranza, una gioia, una disillusione. Egli
era felice di queste confidenze, si sentiva un po' "con-
fessore" senza esser prete e sapeva trovare per tutti
una parola appropriata di risposta.
QUALCHE SODDISFAZIONE
La medaglia di cavaliere che gli exallievi brigarono per
ottenergli , se la meritava proprio tutta. E fu una gran
festa quando lo stesso Rettor Maggiore, don Juan
Vecchi, gliela consegnò il 2 giugno del 1996.
Gli exallievi , dicevamo. Una intuizione felice lo portò a
dedicare uno spazio rilevante del suo tempo alla loro
cura. Ci riuscì così bene che senza mai esserne stato
il delegato o l'incaricato ufficiale, era tuttavia diventato
il punto di riferimento obbligato: sia lui come persona
sia il suo ufficio, diventato l'ufficio ufficiale degli exallie-
vi. si radunavano, conversavano tra loro e con lui,
si confidavano, macinavano ricordi, si concede-
vano qualche bicchierata, si aspettavano - da lui, né
andavano delusi - qualche consiglio orientativo, qual-
che incoraggiamento e, perché no, qualche benevolo
rimprovero . Afferma convinto uno dei direttori della sua
comunità:
- Avevo difficoltà a parlare di lui, perché ogni frase mi
sembrava banale ed ero persuaso che meritasse ben
altro. Allora cercavo altre espressioni e mettevo insie-
me altri concetti.
- E riusciva ad esprimere quel che pensava?
- Macché! Il risultato era il medesimo: mi accorgevo
che i concetti si rivelavano ancora inadeguati... e me
ne dispiacevo. Però, riflettevo che .questa difficoltà a
descrivere e definire Carmelo non poteva che espri-
mere la caratura umana, spirituale e professionale di
quell'uomo della prowidenza.
BS FEBBRAIO 2005

4.4 Page 34

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- COME DON Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
UN FIGLIO
ORGANIZZATO
I problemi dell'organizzazione, dell'ordine mentale, ecc.
non vanno sottovalutati nei figli. L'organizzazione aiuta
l'apprendimento e la memoria. Anche certi giochi
li favoriscono. Rilevare i punti deboli.
V ostro figlio è sempre in ritar-
do, non riesce a rispettare
una scadenza o un appunta-
mento, va in confusione se gli si
danno da are più di due cose per
volta? Se la risposta è , il vostro
ragazzo potrebbe avere problemi
nella capacità di reperire e creare
un ordine nel vasto mondo delle
sequenze, delle informazioni che
devono essere ricordate o utilizzate
secondo un ordine determinato.
Oppure è privo di senso dell'orien-
tamento, confonde la destra con la
sinistra e il più delle volte lascia in
giro o perde gli oggetti personali?
Se sì, potrebbe avere problemi nel
reperire e creare un ordine nello
spazio.
I piccoli hanno bisogno di organiz-
zare la loro mente per avviare e
orientare il loro apprendimento, il
loro pensiero, il loro modo di ricor-
dare e di produrre secondo una
sequenza temporale utilizzabile e
uno schema spaziale coerente.
Non è un'operazione istintiva e
non è semplice . Ricordare come
allacciarsi le scarpe e, più tardi,
come farsi il nodo alla cravatfa
richiede l'abilità di memorizzare e
poi recuperare sequenze motorie.
Ricordare i compleanni, la ricetta
della torta di mele o una barzelletta
piuttosto lunga sono tutte azioni
· che richiedono la capacità di me-
morizzare le cose nell'ordine giusto.
Fin dalle prime classi i bambini
vengono introdotti nel mondo del
tempo e delle sequenze a un livello
già piuttosto sofisticato. Distinguere
l'ordine delle lettere dell'alfabeto,
capire quali numeri sono maggiori
di altri e leggere l'ora rappresenta-
no pietre miliari per i bambini dai
cinque ai sette anni , che devono
anche assimilare concetti temporali
FEBBRAIO 2005 BS
come «prima», «dopo », «finché_» e
«quando». L'abilità nel capire e usa-
re questi termini dipende in parte dal
loro senso interno del tempo e della
sequenzialità. La sequenzialità è un
tratto dominante in matematica. I
problemi in più fasi e il calcolo, in
particolare le moltiplicazioni , sono
faticosi esercizi di ordinamento
sequenziale . Al tempo stesso, agli
alunni viene ricbies o di raccontare
storie, riferire avvenimenti e scrivere
brevi componimenti secondo precise
sequenze logiche.
Negli anni seguenti, mentre il cari-
co di lavoro aumenta, gli studenti
devono dimostrare anche di saper
gestire il loro tempo. Devono rispet-
tare le scadenze e portare a termi-
ne compiti di ampio respiro adot-
tando una sequenza logica di pas-
saggi. Devono essere consap·evoli
dello scorrere delle ore durante le
verifiche in classe, in modo da fini-
re nel tempo previsto e non ridursi
a fare in fretta parti che avrebbero
affrontato molto meglio lavorando
con più calma. Devono imparare a
trovare un compromesso tra velo-
cità e qualità. È molto importante,
in questo periodo, che i genitori ,
mentre sollecitano i figli ad allenar-
si, facciano lo sforzo di rilevare
eventuali punti deboli in questo
campo. Chi non impara ad avere
una mente "organizzata" rischia un
vita scolastica tribolata e scorag-
giante. L'esigenza di organizzare il
proprio tempo cresce ancora alle
superiori , anche se molti .adole-
scenti tendono a trascurarla o rifiu-
tarla.
Tutti i ragazzi devono essere
aiutati a imp~rare a gestire il
tempo , per esempio facendo loro
approntare il programma di un
pomeriggio di commissioni o l'itine-
rario delle vacanze. Con bambini e
preadolescenti è meglio usare oro- .
logi analogici e non digitali , essi
possono così seguire il movimento
delle lancette e organizzare il pro-
prio tempo in base agli intervalli
successivi scanditi sul quadrante.
Anche la scuola dovrebbe contri-
buire a questa funzione educativa,
facendo stendere ai ragazzi orari e
piani di lavoro o completare proget-
ti di lunga portata illustrandone 'via
via le varie fasi. Insegnanti e geni-
tori devono essere pronti ad
accorgersi se il bambino si diso-
rienta, si distrae o addirittura va
in crisi quando riceve istruzioni
o comandi complessi da eseguire
in più fasi. Potrebbe infatti trattarsi
di un caso di memoria sequenziale

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
inadeguata. Sarebbe bene che i
genitori incoraggiassero i figli a
tenere un diario e a controllare con
i compagni ciò che è stato loro
chiesto di fare.
F_in dai primi anni di vita poesie,
canzoncine e giochi basati sul ritmo
possono rinforzare le capacità di
ordinamento sequenziale . Le fila-
strocche sull 'alfabeto e sui mesi
deli'anno e vari altri espedienti di
tipo pratico sono particolarmente
efficaci. In generale, la musica rap-
presenta un ottimo mezzo per favo-
rire l'ordinamento sequenziale. Le
esigenze poste dalla scuola posso-
no rappresentare una vera terapia
d'urto per l'acquisizione della capa-
cità di gestire gli oggetti. A casa,
un ambiente di lavoro bene orga-
nizzato è di enorme aiuto. I geni-
tori dovrebbero essere comprensivi
e aiutare i ragazzi che hanno pro-
blemi con l'ordine spaziale a diven-
tare più organizzati. È del tutto inuti-
le ripetere lamenti e raccomanda-
zioni. È fiato sprec?to e serve solo
a mortificare i figli. E meglio aiutar-
li a fare una "mappa" delle cose
e usare etichette sui cassetti.
I ragazzi che sembrano perenne-
mente in guerra con lo spazio
dovrebbero abituarsi a verbalizzare
i fenomeni spaziali. Per esempio,
ripetersi sottovoce dove hanno
lasciato le cose: «L'ho messo nel
cassetto in basso»; e cercare sem-
pre di tradurre in forma linguistica i
concetti geometrici o la rappresen-
tazione del sistema solare o le for-
mule chimiche . Così , un soggetto
verbalmente dotato, invece di fi-
gurarsi nella mente un pentagono,
ricorderà più facilmente ct,e «pen-
ta » significa cinque e che dunque
un pentagono deve avere cinque
lati. I genitori devono anche accor-
gersi se, al contrario , i bambini
hanno buone capacità spaziali e
sequenziali . Dovrebbero aiutarli a
sfruttarle nelle arti figurative , nella
danza, nella musica e anche nella
manualità. Forse le loro doti non
aspettano altro che di essere colti-
vate.
O
I Ricordare come allacciarsi
le scarpe richiede l'abilità
di memorizzare e poi recuperare
sequenze motorie...
IN PRINCIPIO
ERA IL KAOS
Gli adulti maturi di oggì sono gli adolescenti di ieri.
È stato tutto un fallimento? È proprio vero che i genitori di oggi
non sanno più educare e i loro figli sono tanto malconci?
Proprio così : Kaos con la "kap-
pa". Perché i nostri ragazzi
amano usare questa lettera
invece della più modesta e italica
"c". Inconsapevoli lettori di Pirandel-
lo (che dette questo nome alla sua
casa) , forse ritengono di nobilitare il
loro disordine riportandolo alle origi-
ni greche del termine piuttosto che
a quelle ebraiche , in cu i il caos è
l'occasione buona per far emergere
l'armonia di Dio e la sua capacità
di costruire un mondo che davvero
rifletta la sua perfezione. Come a
dire che noi adulti dobbiamo farce-
ne una rassegnazione , quando al
mattino ci tocca affrontare camere
adolescenziali inform i, stratificate,
sconvolte da ritirate tardive e mat-
tutina carenza di energie da investi-
re nella razionalizzazione dello spa-
zio domestico.
In famiglia, peraltro, eravamo
stati un po' viziati: Alessandra, la
primogenita, ha rivelato subito di
aver ingoiato alla nascita un orolo-
gio e un contenito re dove riporre
ogni cosa in perfetto ordine . Il suo
te rritorio è stato sempre rigorosa-
mente organizzato; le sue giornate
caratterizzate da una puntualità
meticolosa e perfino un po' mania-
cale .
Devo confessarlo: questa fi glia così
precisa qualche volta mi dava sui
nervi. Sono stata immediatamente
punita per questo mio pen siero
ingrato, perché dopo qualche anno
è arrivato Claudio: improvviso come
un uragano, sconvolgente come un
tifone, disordinato in modo para-
dossalmente sistematico.
Le abbiamo provate tutte: per anni
abbiamo confidato che la conviven-
za nella stessa camera dei due
pargoli potesse creare un po' di
equilibrio; ma i figli, poiché non ap-
partengono al mbndo della natura,
I La guerra al disordine non la si
può vincere soltanto cercando
di tenere sotto controllo armadi,
cassetti, ecc...
non seguono il principio dei vasi
comunicanti e dunque abbiamo
speso tempo e fatica a dirimere le
loro infinite discussioni sulla gestio-
ne dello spazio comune . Perciò
abbiamo deciso a un certo punto di
separarli e da allora è cominciato il
tour de torce familiare: mentre
Alessandra ha trovato pace - ma la
sua stanza ha precisioni geometri-
che che non è sempre facile rispet-
tare - , i tentativi di rendere il picco-
lo più ordinato ci hanno lasciati pra-
ticamente stremati: tuttora ci alter-
niamo con la nonna per ottenere
un po' di ordine, passando dalle
lusinghe alle minacce, dai ricatti a
una pietosa ricomposizione degli
oggetti , per rendere più vivibile la
sua cameretta, riportando risultati
pressoché nulli perché effimeri.
BS FEBBRAIO 2005

4.6 Page 36

▲back to top
Claudio continua imperterrito a
trascorrere metà della sua vita
mettendo in disordine le sue cose
e l'altra metà nel cercare di ritro-
varle; nei ritagli di tempo rivendi-
ca il suo "di ritto al caos" soste-
nendo che, in realtà , è soltanto
un modo diverso di tenere in ordi-
ne la sua vita.
Il bello è che alla fine è riu-
scito quasi a convincerci : per-
ché non possiamo certo negare
che la sua stanza esprime la sua
personalità, né , tanto meno, che
lui riesce a far nascere stelle dal
caos: il suo essere disordinato,
infatti, si traduce in una creatività
suggestiva, in una flessibilità che
facilita l'adattamento a situazioni
diverse e· non sempre comode ,
nello sviluppo di attitudini e com-
petenze di "ricerca", dovendo uti-
lizzare ogni indizio per orientarsi
nel suo variegato mondo quotidia-
no e per dominare la "comples- ·
sità" che domina il suo spazio e il
suo tempo vitale.
Ciò non significa certo che questo
modo di vivere sia del tutto positi-
vo , ma semplicemente che la
guerra al disordine non la si può
vincere soltanto cercando di tene-
re sotto controllo armadi e casset-
ti. Intanto, è importante dimostra-
re ai figli che li si accetta e si vuol
loro bene comunque; allo stesso
tempo , occorre essere testimoni
credibili della teo ria che l'ordine
esteriore è il riflesso di quello
interiore e viceversa; infine vale la
pena misurarsi con i loro criteri
organizzativi ed estetici, che sicu-
ramente sono differenti da quelli
che utilizziamo noi adulti, ma non
necessariamente sbagliati. Forse,
soltanto graduati con una diversa
interpretazione di ciò che è fonda-
mentale e di quello che è acces-
sorio nella vita quotidiana. E poi
dobbiamo lasciarci prendere da
un dubbio: e se il caos dei ragaz-
zi fosse l'invocazione sommessa
che la casa sia altro da una
caserma? Confesso: il disordine
di Claudio talvolta mi irrita, ma più
spesso mi fa simpatia, perché
apre la- famiglia a divertenti av-
venture di "cacc ia al tesoro" e a
scoperte imprevedibili che rendo-
no meno monotona la vita quoti-
diana.
FEBBRAIO 2005 BS
FAMIGLIA
SALESIANA
di Julio Olarte
La Società dei "Joseleitos de
Cristo" è stata fondata dall'ex
salesiano don }osé Gumercindo \\. , ·
dos Santos (1907-1991), in Brasile, "\\ ·
il 19 marzo 1950.
SOCIEDADE JOSELEITOS
DE CRISTO . .
Don José, nato a ltabai na (B rasile),
entrò dai salesiani per studiare, e di-
ventò lui stesso salesiano nel 1926.
Nel '34 fu ord inato prete e svolse di-
verse mansioni in alcune opere sale-
siane: consigliere scolastico, cate-
chista, ma anche "prefetto" presso il
Sem inario diocesano (chiamatovi
dal salesiano monsignor Antonio de
Almeida Lu stosa), e segretari o dello
stesso vescovo. Fu anche segretario
ispettoriale. Q ueste ultime due cari-
che le sentì come un gran peso, per-
ché lo allontanavano dal contatto di-
retto co i ragazz i. Divenne, infi ne,
promotore vocaz ionale: da qualche
tempo, di fatto, aveva cominciato a
impegnarsi in questo settore, otte-
nendo buoni ri sultati. Per appoggia-
re qu_esto suo lavoro per le vocaz io-
ni fondò la rivista "Seguimi" e I'As-
sociazione " Teresine di Don Bosco".
L' incarico durò 4 anni (1941-1 944),
svolto con passione ma, anche, con
crescenti inco mprensioni co l suo
giovane direttore. Trasferito, divenne
confessore a Baturité, il che segnò il
suo destino. Il confessionale e la di-
rezione spirituale gli aprirono la stra-
da che presto avrebbe imboccato.
Infatti, dopo qualche difficoltà
per trovare un vescovo che lo acco-
gliesse come sacerdote diocesano,
don José chiese di uscire dall a con-
gregaz ione. Fu ufficialmente di mes-
so solo nel 1959. Nel frattempo, nel
marzo 1947 dava inizio all a Con-
gregazione di Sa nta Teresina, "per
evangeli zza re ed educare nell a di-
mensione missionaria della chiesa
loca le e usare attenz ione partico lare
ai più poveri ". Nel marzo 195 0 fo n-
dava i Joseleitos per "essere disponi-
bili nel servi zio eccl esiale e nell 'a- ·
more ai più poveri della terra, prin-
cipalmente .ai più picco li ", come
Giu seppe Uosé) di Nazareth che,
umile e semplice, fu obbediente all a
volontà di Di o. Nel 1960, infi ne,
fondò le Suore del Divino Maestro,
" per educare ed evangelizza re, ser-
vendo i più bisognos i". La spiritua-
lità di don José si conservò fedele a
quell a di Don Bosco e di Francesco
di Sales. L'adoraz ione eucari sti ca e
la devozione a Mari a Ausiliatri ce so-
no il foco lare che accendono questa
sp iri tualità.
I Joseleitos so no attualm ente 80
tra sace rdoti (50), diaco ni , fratelli
laici, teo logi, studenti di fil osofi a e
novizi (5). Hanno opere in 12 di o-
ces i del Bras ile. Pensano a una in
Itali a. Le Suore dell a Congregazfo-
ne di Santa Teresina so no 76 e
quelle de l Divino Maestro 59 .
Per maggiori in fo rmazioni:
joseleitos@bol.com.br

4.7 Page 37

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4.8 Page 38

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--"""'=-lll!P.mt:. .
. . . .
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SALUTE E MERCATO
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Curarsi è un diritto.
Inalienabile. Curarsi è
anche costoso. Troppo.
È giusto che le medicine
siano considerate alla
stregua di qualsiasi
altra merce e trattate
come tale?
Forse una via di mezzo...
I 1 diritto alle cure della salute è
un diritto "fontale", alla base di
altri successivi diritti, perché
coincide con il diritto della persona
a tutelare e custodire la sua vita. È
un diJitto "fontale" perché nasce
dalla fonte stessa della persona
umana, dalla sua dignità, dal valore
intangibile della sua vita. Non si
tratta di un semplice "concetto", di
un'idea che fa riferimento a una dot-
trina o a un corpus di idee. Il diritto
alla salute è un "diJ·itto umano", per-
ché coincide con la persona in quan-
to tale e col valore della sua vita. La
salute appare come un dono legato
alla vita, anzi si manifesta come una
proprietà naturale e spontanea della
vita. La salute è dunque patrimonio
della persona, della sua identità,
della sua natura. Il "diritto alla salu-
te" ha, pertanto, un nucleo etico fon-
damentale: è legato al valore intrin-
seco della vita umana, valore che si ·
presenta come dono ricevuto e come
compito da realizzare con la nostra
progettualità. Indica che la salute è
essenzialmente un valore etico, e
solo successivamente si può consi-
derare anche come stato di benesse-
re fisico , mentale e sociale.
SALUTE NON È MERCE
Poiché le risorse sanitarie sono
costose e limitate, è inevitabile la
razionalizzazione delle spese per la
FEBBRAIO 2005 BS
Lo sport, le passeggiate, lo svago,
ma anche un po' di lavoro sono un
toccasana per la salute.
cura della salute. È molto diffusa
l'idea tra gli amministratori della
sanità che la cura della salute do-
vrebbe essere considerata come
ogni altro "prodotto commerciale", i
cui costi, prezzo, di sponibilità e di-
stribuzione dovrebbero essere la-
sciati nel sistema del libero merca-
to, con leggeri interventi da parte
del governo. Attraverso il meccani-
smo della competizione si dovrebbe
ottenere un " prodotto di qualità",
dal momento che le aziende compe-
CONFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMl~LIA .
La salute è un valore etico colletti-
vo a cui tutti contribuiamo con le nho-
'
stre
tasse ,
0
un
.
bene personale c e
I libero mercato?
ogCnuhni oè
organizza ne
malato o handicappato
e dn~n
può lavorare , ha diritto alla cura e a
salLuates?alute
uma~a
.
e
na
ub
"merce" tra
d'1 cui ci
le arlatrme,oorpepsuproenseabu·11n1· colelentetivamen. te?
sdeencll1aredsa'I ncithàe
sia l'aziendalizzazione
a comportare_ rapporti
s ersonalizzati con i med1c1 , o forse
spono
.1medici
che
stanno
"?
perdendo
le
dimensioni "umane •
o
~
o
"'
terebbero per qualità, prezzo e sod-
disfazione dei consumatori. Dal loro
punto di vista, consumatori e clienti
sarebbero liberi di scegliere tra
aziende, selezionando l'"acquisto"
migliore in base ai bisogni persona-
li. In questo modo i costi dovrebbe-
ro abbassarsi e la qualità mantenersi
a un buon livello o migliorare. Le
leggi della competizione ridurrebbe-
ro errori, guasti e malasanità a van-
taggio di tutti.
Essendo il dmtto alla salute "fon-
tale", non può essere ridotto a mera
merce, ha connotazioni che non ac-

4.9 Page 39

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- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ~ VALORI IN QUESTIONE
Il ,,diritto alla salute è un diritto "fon-
tale ' ~Ila base di altri successivi diritti
perche nasce dalla fonte stessa dell~
persona umana dalla sua di ·t ,
valore intangibil~ della sua vifarn a, dal
In quanto _"diritto umano" il. diritto
alla salute viene prima di ogni valore
economico.
Le pe_rs<;>ne svantaggiate, i poveri i
portatori d1 handicap e le persone c~n
malattie croniche hanno diritto a non
bv~,sdoegrnso,
negate
.
le
terapie
di
cui
hanno
L'a~iendalizzazione della sanità
non ~ ,n contrasto con la medicina
çhe rispetta l'uomo: tutto di ende
una progettualità "solidale". p
da
Il diritto alle cure della salute è un diritto "fontale".
cettano la collocazione tra i diritti di
un,mercato totalmente libero (senza
limiti). In quanto "diritto umano" il
diritto alla salute viene prima di
ogni valore economico ed esige
l'inter"'._ento di tutela da parte dello
Stato. E come per altri diritti umani
(anzi viene prima di questi): il dirit-
to ali ' indisponibilità del valore della
propria vita, il diritto alla libertà di
pensiero, a non essere discriminato
per la razza, il diritto alla libertà di
religione, ... Le modalità gestionali
e di economia sanitaria possono es-
sere discusse, ma non a livello "es-
senziale". Che ne sarebbe delle per-
sone svantaggiate, di coloro che na-
scono con patologie congenite, di
malati cronici e di altre persone che
non possono inserirsi - proprio per
le condizioni di disabilità in cui si
trovano - nel sistema a cui si prov-
vede con le proprie finanze e il pro-
prio lavoro? Il bene comune è più
del semplice bene economico, ed è
per questo che lo Stato è chiamato a
promuovere la cura della salute non
con semplice giustizia distributiva,
ma comunitaria, quella giustizia che
nasce dalla solidarietà ontologica
che accomuna tutti i membri della
comunità politica. Per la stessa ra-
gione, lo Stato interviene in altri
campi come la sicurezza, l'educa-
zione e l' ambiente.
I Il medico è uomo tra gli uomini,
uomo di cuore, capace quindi
di provare umana compassione
per le afflizioni degli altri uomini.
AZIENDALIZZAZIONE SÌ
L'industrializzazione e il mercato
della sanità non sono necessaria-
mente antagonisti della buona prati-
ca della medicina, di quella centrata
sui bisogni reali del paziente, atten-
ta alle relazioni con il malato e con i
familiari. Il modello di mercato in
sanità può aiutare a migliorare si-
gnificativamente non soltanto la ge-
stione delle risorse sanitarie, ma le
stesse relazioni umane, se queste
vengono inserite nel modello come
centrali e non tangenziali, come
fondamentali nel tipo di medicina
che si vuole dispensare e non relati-
ve a ·un profitto a tutti i costi. Il mo-
dello di mercato non è per se stesso
un modello antitetico alla "buona"
medicina, occorre soltanto che sia
progettato come "buon" mercato,
mercato solidale, compassionevole,
attento alle persone.
Molto - o tutto - dipende poi dal
medico, che non può accettare un 'e-
conomia di mercato nella sanità,
dove i pazienti si ritrovano sotto la
disgrazia sia della malattia che li af-
fligge sia del suo costo selvaggio.
Non si può parlare di buona medici-
na o di buona pratica clinica quando
il medico diventa praticamente un
aguzzino che, sotto la maschera del
prestigio della professione medica,
effettua un tariffario per le sue pre-
stazioni che assomiglia più a un sa-
lasso che a una parcella. Né è accet-
tabile una gestione di mercato della
medicina, in cui il medico div~nta il
complice maggiore di una situazio-
ne di sfruttamento dei pazienti da
parte degli imprenditori della sanità.
Attualmente in Italia il medico che,
riducendo le prestazioni, pone in at-
tivo l 'economia dell ' azienda sanita-·
ria riceve un premio in denaro (in-
centivo finanziario). Lo stesso dica-
si per gli amministratori della sa-
nità. In questo modo, si pone l'eco-
nomia in attivo, ma al costo di pre-
stazioni sanitarie di scarsa qualità
(vedi le lunghe file prima di vedersi
accordata una prestazione). Gli in-
centivi ai medici e agli amministra-
tori della sanità hanno un valore po-
sitivo, ma non dovrebbero essere in-
centivi in denaro. Il medico è uomo
tra gli uomini, uomo di cuore, capa-
ce quindi di provare umana compas-
sione per le afflizioni degli altri uo-
mini, perciò mette al primo posto il
paziente e in secondo luogo l'eco-
nomia.
D
BS FEBBRAIO 2005

4.10 Page 40

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ELIMINARE
LA SCUOLA?
di Severino Cagnin
Come è oggi non se!Ve
e fa odiare la cultura.
Bisogna nlcreare una
scuola diversa.
LA SCUOLA RACCONTATA
AL MIO CANE
"Già al primo giorno di scuola ho iniziato corì Virgilio... ".
U n'insegnante di scuola supe-
riore con anni di esperienza,
in un piano di rinnovamento
del proprio istituto, si trova nella
"Commissione" incaricata di pro-
durre nei primi 15 giorni di settem-
bre un "Progetto Accoglienza", da
realizzarsi in tutte le classi all'inizio
del nuovo anno scolastico. Ecco al-
cune "norme": Non fare lezione i
primi giorni. Sforzarsi di creare un
clima disteso e sereno con gli
allievi. Portare gli studenti a visita-
re ambienti e attrezzature dell' isti-
tuto, ecc. Gli insegnanti di Lettere,
da parte loro, sfornano il "Progetto
Mongolfiera": con un grande cartel-
lone ovale, affisso alla lavagna, su
cui gli alunni sono invitati a incolla-
re una nuvoletta con i loro desideri
per il nuovo anno: vorrei farmi tanti
amici, vorrei non prendere insuffi-
cienze, vorrei trovarmi la ragazza ...
La nostra insegnante racconta in un
FEBBRAIO 2005 BS
libro di essere rimasta sbalordita:
sarebbero queste le novità? Era con-
vinta che molti alunni si sarebbero
vergognati di bambinate simili e
pregava Dio che nelle nuove classi
non ci fossero ragazzi troppo intelli-
genti! Che cosa avrebbero potuto
apprendere in una scuola di quel li-
vello? Così, forse, le nacque nella
fantasia il racconto Una barca nel
bosco, vincitore del SuperPremio
Campiello 2004.
Lei, controcorrente, iniziò l'anno
come aveva sempre fatto: già al
primo giorno di scuola affrontò Vir-
gilio, in latino e in metrica. Voleva
dare agli alunni un punto di riferi-
mento, un filo. Le piaceva che ci
fosse un filo, dal primo giorno di
liceo all'ultimo. Virgilio valeva la
pena! Gaspare, uno scolaro tacitur-
no, le manifesta il proposito di lau-
iearsi in Lettere Classiche, con una
tesi su un autore latino, titolare di
I
La copertina del libro di
Mastrocola "La scuola raccontata
al mio cane".
una via al paese dei suoi genitori. E
ci riesce, sostenuto da lei che lo
segue fino alla fine, anche negli
anni di Università. Il segreto e la
spiegazione di tutto è questa inse-
gnante che si sente educatrice, con
la passione di ricavare da ciascun
ragazzo il meglio di sé.
A SCUOLA
PER STUDIARE
Per fortuna, non tutte le scuole
sono "da cani", come dice il titolo
dell'ultimo suo libro La scuola rac-
contata al mio cane. Dallo studio si
possono ricavare tante soddisfazioni
e ottimi risultati, se si è convinti che
lo scopo per cui si frequenta sia
"imparare". Certo, occorrono un
metodo, gradualità di percorsi, di-
versità di livelli e di modalità... In-
somma, una scuola a misura di stu-

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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dente; accontentandosi anche di ri- nel profondo, serve a poco. Claudio
sultati non sempre ottimi e accettan- Magris, studioso e pensatore, lo
do periodi negativi. Non pochi adul- dice espressamente: "La lettura -
ti attribuiscono il successo profes- come l'amore, l'amicizia o anche
sionale allo sblocco riuscito di un solo uno sguardo sul mare o sui co-
brutto momento e perfino alla ripe- lori della stagione - dovrebbe essere
tizione di una classe. Le scienze un momento privilegiato di vivere il
dell'educazione c'informano che presente, di accostarsi all'epifania
l'apprendimento deve partire dalla della vita rivelata da una pagina,
lettura. L'analisi delle parole, dall 'e- che si legge non perché serva a un
timologia al loro significato simbo- disegno da realizzare, ma perché ci
lico e universale, è il necessario fa guardare meglio in faccia il riso o
punto di avvio. Fortunatamente la morte...".
stanno formandosi "scuole di lettu- La lettura è ritenuta, oggi, da
ra", dove una pagina viene analizza- molti, il punto di partenza e il lavo-
ta cercando di coglierne suggestioni · ro più importante della scuola. Svi-
e messaggi, a partire dal significato luppa, infatti, una visione della vita,
plurimo dei termini. Provare per e della storia; aiuta a capire da doye
esempio ad analizzare l'ultima pagi- viene e dove va la nostra esistenza.
na di Nati due volte di Giuseppe
Pontiggia, dove l'incedere incerto
del figlio handicappato, appoggiato
al muretto della strada, diventa l'a-
pertura gioiosa di una vita nuova,
quasi una seconda nascita, per sé e
per i genitori. Un'altra splendida
pagina, al riguardo, la si trova ne Il
deserto dei Tartari di Dino Buzzati,
nel sorriso dell'anziano tenente, vi-
cino alla morte, che nella camera
d'albergo alza gli occhi verso le
stelle e capisce, finalmente, che la
. vita non è noia e inutile attesa. Leg-
gere è il passaggio obbligato per ca-
pire la vita. Se la parola non scava
Nessuno più crede che la scuola sia
un puro fatto professionale e cono-
scitivo. Bene o male, uno vive come
pensa e pensa a seconda di come ha
elaborato nella propria mente - gra-
zie alla scuola - una visione perso-
nale delle componenti etiche, socia-
li, affettive e politiche del proprio
tempo. Possiamo verificare questa
fusione cultura/vita in alcuni grandi
eventi contemporanei. L'Europa uni-
ta con la sua integrazione tra genti e
culture divèrse, non potrà sopravvi-
vere senza studiare i propri legami
con il passato e, contemporanea-
mente, aprirsi a nuove forme di col-
laborazione e incontro. Una ricerca
ha evidenziato che a New York la
quarta lingua parlata è l'italiano e la
terza lingua studiata (nelle Univer-
sità) è il latino. Gli Inglesi studiano i
classici, come pochi: ci sono più vo-
cabolari di Latino a Londra che nel
resto del mondo. Il Latino è il codi-
ce genetico delle lingue europee.
I Il libro - sia esso romanzo, saggio
o poesia - deve coinvolgere
al massimo l'intelligenza e la
sensibilità del lettore (G. Einaudi).
DIVERSI E INSIEME
I grandi eventi in fermentazione,
oggi, sono l'emigrazione, la libertà
di comunicazione, la globalizzazio-
ne dei mercati, con le conseguenze
finanziarie, i livelli economici di-
vergenti, i problemi ecologici ... Non
è difficile rendersi conto che tutto,
anche le malattie mondiali come
l'AIDS, la droga, e persino la circola-
zione stradale, l'uso delle ore not-
turne, il rispetto ecologico dell 'am-
biente, tutto fa appello alla scuola.
I
Non tutte le scuole sono
"da cani"; ne è convinta
la professoressa Mastrocola.
È nell'età scolare, dalla Materna al-
l'Università, che si devono formare
persona e personalità. La scuola tor-
nerà a essere considerata maestra
di/della vita? Si stanno provando, a
livello di ricerca e sperimentazione,
dei corsi che mirano a un tipo di
formazione che potrebbe costituire
il modo .di pensare e di agire dell 'u-
manità nel prossimo futuro. In
breve, ognuno conquista la convin-
zione di essere unico e irripetibile,
ma con ineludibili doveri verso gli
altri. Il punto-forza di tale teoria
non è la tradizione, né la superiorità
economica, culturale o politica, ma 1
una diversità personale che tende a
proporre all'altro livelli di esperien-
ze e di emozioni sempre più alte,
verso i valori di un'etica, religiosa o
anche solo laica. Se la cosa·riuscis-
se, si preparerebbero gli uomini del
domani: professionisti di alto livel-
lo, genitori capaci di giusti rapporti
con i figli, insegnanti abili anche
nell'educare, giovani attenti alle
loro ricchezze affettive, medici de-
dicati ai malati, sportivi veri...
In questo clima, anche un libro
letto a scuola può far c~are la
vita sul sentiero vero. E capitato e
non raramente. Ha scritto Giulio Ei-
naudi, uomo di cultura prima che po-
litico: "Il libro - sia esso romanzo,
saggio o poesia - deve coinvolgere al
massimo l'intelligenza e la sensibilità
del lettore. Quando in un libro di
poesia o di prosa, una 1!ase, u!l~ pa-
rola, ti riporta ad altre 1mmaguu, ad
altri ricordi, provocando circuiti fan-
tastici, allora, solo allora, risplende il
valore di un testo. Al pari di un qua-
dro, scultura o monumento, quel
testo ti arricchisce non solo nell'im-
mediatc:i, ma ti muta nell'essenza".
BS FEBBRAIO 2005

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. li testamenro deve essere scritto per
inrero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.6561 2678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 -Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
FEBBRAIO 2005 JJS
....J I NOSTRI MORTI
CAMARDESE dott. Mario, exallievo
salesiano,
t Potenza, il 24/02/2004, a 73 anni
Exa llievo di Castellammare di Stabia,
Venos.a e Caserta. Ha sem pre ricordato
con affetto coloro che gli furono maestri di
cultura e di vita cristiana, gettando le basi
per il suo futuro fami liare e professionale.
E stato, infatti , un credente convinto e pra-
ticante e un ottimo padre di famiglia: cin-
que figli cresciuti nell'onestà e nel timor di
Dio. Come exallievo, ha sempre partecipa-
to alle riunione dell'Unione. Nei suoi occhi
si leggevano la gioia di vivere e la gratitudi-
ne a Don Bosco per aver avuto la ventura
di essere stato alla sua scuola e soprattut-
to di non averne mai dimenticato gli inse-
gnamenti che, anzi, ha cercato di trasmet-
tere ai suoi. Come neuropsichiatra e psico-
logo era un profondo conoscitore dell'ani-
mo umano, ancorato a una viva e fruttuosa
dimensione religiosa che ne ha fatto un
esempio da imitare. Ha curato sempre con
amore riconoscente, competenza profes-
sionale e generosa gratuità i salesiani in
difficoltà. Si è spento il 24 del mese, dedi-
cato dalla tradizione salesiana a Maria
Ausiliatrice , di cui egli fu sempre particolar-
mente devoto.
BASETTA sr. Angelica,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Orta S. Giulio (NO), il 26/06/2004,
a 95 anni
Suor Angelica considerava l'Oratorio delle
FMA del suo paese "la sua seconda casa".
Per 38 anni fu a Pavia Nido, la casa per i
bambini soli e abbandonati , felicemente
impegnata nell'educazione e nell'assisten-
za dei bambini dell'Opera. Dalle testimo-
nianze delle sorelle che l'hanno conosciuta
in quegli anni , emergono tratti comuni:
amore materno per i bambini , alcuni molto
piccoli, tutti con situazioni difficili , lontani
dalla famiglia , bisognosi di attenzione e di
affetto; il carattere allegro, la battuta pron-
ta, la capacità di sdrammatizzare e di por-
ta re una nota serena in comunità; la
fedeltà alla preghiera e l'affabilità, nono-
stante il carattere forte e pronto . Suor
Angelica è stata anche materna benefattri-
ce di tanti nomadi a cui dispensava vestia-
rio e generi alimentari. Dicono le consorel-
le: "Parecchi nomadi già adulti ritornavano
a salutare la loro benefattrice".
SENZACQUA Paolo, exallievo
salesiano,
Frascati, il 25/02/2004, a 77 anni
Il dottor Paolo, noto a Frascati sia come
sportivo (costituì uno dei punti di forza del
calcio frascatano), sia come funzionario (fu
direttore centrale della Artigiancassa) ,
apparteneva, si può dire , a una stirpe di
exallievi salesiani: molti "Senzacqua" fre-
quentarono il famoso Liceo classico di Villa
Sora, dove si formarono come persone e si
attrezzarono culturalmente sotto la direzio-
ne di salesiani che hanno lasciato un'im-
pronta di grande vivacità umana, professio-
nale e relig iosa. Tipi come don Biavati, don
Fasolio, don Gentilucci , don Poliedro, don
Pulla e molti altri temuti e nello stesso
tempo amati per il rigore dell'insegnamen-
to , la grande cultura, ma anche la carica
umana e salesiana che li distingueva. Con
regolarità e con vero piacere infatti il dottor
Paolo partecipava alle annuali riunioni degli
~xallievi, sia per reincontrare i suoi antichi
compagni , ora professionisti come lui, sia
per ricordare i professori salesiani che con
fermezza e bontà avevano istillato nel suo
cuore valori che hanno accompagnato la
sua vita familiare e professionale.
BARALE sac. Armando, salesiano,
t Taranto, il 26/05/2004, a 88 anni
Don Armando ha passato 50 anni della
sua vita apostolica presso l'istituto salesia-
no di Taranto dove era sbarcato per motivi
di salute: dalle brume del Piemonte alla
terra del sole, diceva lui stesso. Insegnan-
te di filosofia e maestro di vita, si è fatto
apprezzare da tutti e da tutti amare. A
Taranto era ormai diventato un'istituzione.
Dai suoi allievi era ricercato non solo come
insegnante, ma anche e soprattutto come
educatore e sacerdote, dai genitori come
consigliere; perché don Armando sapeva
impartire soprattutto lezioni di vita. Sempre
pronto anche con i più piccoli , li preparava
alla Prima Comunione e li invitava alla sua
messa domenicale per continuare e intera-
gire la lezione di catechismo e disporli
sempre meglio a ricevere il Signore: li inco-
raggiava , li assisteva, li confessava... Sem-
brava un duro e invece aveva un animo
gentile e sensibile. Ci mancherà.
CARBONE Federica, exallieva,
t Giza (Egitto) , il 02/07/2004, a 26 anni
Per sedici anni Federica frequentò l'Istituto
Maria Ausiliatrice di Taranto. Vi entrò per la
prima volta nel 1988 per la prima media. Ci
si trovò subito bene. Da quel momento,
nonostante il suo handicap fisico, ella non
cesserà di prendere parte con convinzione
ed entusiasmo a tutte le iniziative che la
scuola e l'oratorio organizzavano. Era una
ragazza dawero speciale: per la delicatez-
za e la finezza del tratto, per la disponibilità
verso tutti, per la gioia verso le cose sempli-
ci, per la voglia di vivere. Sapeva sorridere,
Federica, a tutti, infondendo pace e serenità
in coloro che incontravano il suo sguardo.
Con lei suore e compagne hanno condiviso
la gioia della festa, il P!=!SO del dolore, l'inti-
mità della preghiera. E stata un esempio
luminoso di serenità solare, di rettitudine, di
cordiale accoglienza . Lascia un grande
vuotò, ma anche una traccia indelebile nel
cuore di quelli che l'hanno frequentata.
Venuta la sera di
quel giorno ~esù disse:
"Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)

5.3 Page 43

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Primula acau/is, fiore di
Febbraio
Stati Uniti, in
California dove
muore nel 1989.
Renato Dulbec-
co nasce a Ca-
tanzaro nel 1914;
si appassiona di
meteorologia e
di fisica, ma pre-
ferisce laurearsi Renato Dulbecco
in medicina a To rino. conosce
altri due futuri Nobel : Salvatore
Luria e Rita Levi Montalcini. Anche
lui si trasferisce negl i USA, dove
continua studi e ricerche. Riceve il
Nobel nel 1975, assieme a Balti -
more e Temin , "per le scoperte
riguardanti l'interazione tra i virus
tumorali e il materiale cellulare". Di
Natta parleremo a maggio.
Ugo Foscolo
FIORI D'APPARTAMENTO
Al limitare del bosco o su un ter-
_reno umido le primule spontanee
annunciano l'arrivo della primave-
ra. In Italia ce ne sono oltre venti
tipi. Durante qualche gita fuoripor-
ta, alcune piantine sono asportate
poi sistemate in vasi domestici ,
con dubbi risultati di durata.
Meglio acquistare una delle centi-
naia di varietà coltivate , con tona-
lità dal bianco al rosa , dal rosso
al violetto , dal blu all 'arancio , e
steli alti anche più di 20 cm . Il
vaso, o l'angolo del giardino dove
mettere a dimora le piante, deve
essere esposto alla luce solare,
ma non diretta; il terreno va
mescolato con torba e stallatico ,
in modo che sia un po ' acido e
umido, ma senza ristagno idrico.
Quasi tutti gli ibridi sono conside-
rati annuali, ma se interrati e con-
cimati bene , vivono a lungo, tanto
che diventa opportuno separare e
piantare subito i cespi.
NOBEL ITALIANI
In questo mese sono nati Segrè,
Dulbecco e Giulio Natta. Emilio
Segrè (Tivoli 1905) diventa colla-
boratore di Enrico Fermi, poi si tra-
sferisce negli Stati Uniti e a Los
Alamos lavora per realizzare la
bomba atomica. S'interessa soprat-
tutto di fisica nucleare. Nel 1955
scopre l'antiprotone e per questo,
nel '59 riceve il Nobel per la fisica.
Rientrato in Italia, insegna all'Uni-
versità di Roma; poi torna negli
IL PERSONAGGIO
DEL GIORNO
1° febbraio 1901: nasce l'attore
Clark Gable, interprete di "Via col
vento".
2 febbraio 1882: nasce lo scrit-
to re James Joyce, autore di
"Ulysse". .
3 febbraio 1909: nasce la socio-
loga francese Simone Weil .
4 febbra io 1902: nasce Charles
Lindbergh , il primo a trasvolare
l'Atlantico senza scalo.
5 febb raio 1906: nasce il teolo-
go Dietrich Bonhoeffer.
6 febbraio 1778: nasce il poeta
Ugo Foscolo.
7 febbraio 1812: nasce Charles
Dickens, autore di Oavid Copper-
field.
8 febbraio 1828: nasce lo scrit-
tore Giulio Verne .
9 febbraio 1891 : nasce il politico
Pietro Nenni .
10 febbraio 1898: nasce lo scrit-
to re tedesco Bertolt Brecht.
11 febbraio 184 7: nasce Tho-
mas Edison , inventore della lam-
pad ina .
12 febbraio 1809: nasce lo stati-
sta Abraham Lincoln .
13 febbraio 1883: muore il com-
positore tedesco Richard Wagner.
14 febbraio 1404: nasce l'archi-
tetto Leon Battista Alberti.
15 febbraio 1564: nasce Galileo
Galilei .
16 febbraio 1907: muore il poeta
Giosuè Carducci .
17 febbraio 1781: nasce Renè
Laennec , inventore dello steto-
scopio.
Vietar Hugo
18 febbraio 1564: muore Miche-
langelo Buonarroti.
19 febbraio 1473: nasce l'astro-
nomo polacco Nicolò Copernico
(teoria eliocentrica).
20 febbraio 1482: muore l'artista
fiorentino Luca della Robbia .
21 febbraio 1677: muore il filo-
sofo olandese Baruch Spinoza.
22 febbraio 1522. muore l'esplora-
tore fiorentino Amerigo Vespucci .
23 febbraio 1685: nasce il com-
positore George Friedrich Han-
del .
24 febbraio 1468: a Gand, nelle
Fiandre, nasce l'imperatore Carlo V.
25 febbraio 1930: uccisi i mis-
sionari salesiani Luigi Versiglia e
Callisto Caravario, santi.
26 febbraio 1802: nasce lo scrit-
tore francese Victor Hugo.
27 febbraio 1960: muore l'indu-
striale Adriano Olivetti.
28 febbraio 1956: muore don
Carlo Gnocchi , il "padre dei muti-
latini".
·
BS Ff:BBRA/O 2005

5.4 Page 44

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"'>;><'<--.,r,,~ •• I""' i"~''i"'IF;', ~)j!J': "
/ s \\O
PRIMA PAGINA
Roberto Saccarello
Roma ha la particola-
rità, uni ca al mo n-
do, di essere ce ntro
di tre poteri sovrani: la
Repubbli ca Italian a, la
Santa Sede e l'Ordin e di
Malta. Quest'ultimo, sep-
pur sprovvisto, dalla per-
dita dell'isola, di un pro-
prio territorio, non ha
m ai cessato di essere
ri co nosc iuto dalla co mu-
nità delle N az io ni quale
Stato sovrano e indipen-
dente.
L'ITALIA
RICONOSCE
I FRANCO-
BOLLI
DELL'ORDINE
magg io 1966, hanno
emesso nel corso di 38
anni oltre trecento serie,
alcune delle quali godo-
no di un 'alta valutazione
di mercato. La loro tema-
ti ca è generalmente lega-
ta alla storia e all'attività
del la "Sac ra Rei igione" :
ritratti e stemmi dei
Grandi M aestr i, anti c he
vestigia, res idenze e for-
tezze, nav i, grandi perso-
nagg i, attività sanitarie e
ass istenzi ali .
L'Ordine fu istituito
dal beato Gerardo, prima
DI MALTA
Un nuovo interessan-
te capitolo per i co ll e-
della conquista di Geru-
zionisti si è ape rto il 4
salemme (1 099) da parte
Novembre scorso co n la
degli eserc iti della Prim a
co nvenz ione stipul ata fra
Croc iata co me com unità
Poste Itali ane e Ammini-
monastica dedicata a san
straz ion e Posta le del
' ' Giovanni Battista, che am-
Sovrano Militare Ordine
ministrava un osp izio per
di Malta, a seguito della
l'ass iste nza ai pellegrini
quale l' Itali a ri co nosce la
in Ter rasa nta. N el 1113
piena validità postale ai
papa Pasquale Il ne
francobolli melitensi uti-
approvò la fondazione,
ponendola sotto la tutela
dell a Santa Sede.
15
GRANI
1izzati per l'affra ncatura
di corrispondenza impo-
stata all'interno dell e
Sedi in Roma dove l'Or-
Con la conquista della
dine ese rcita le sue pre-
Terrasanta da parte del-
rogative sov ran e : il Pa-
l' Isl am, l'Ordin e si sposta
lazzo Magistrale in via
a Rodi, dove diviene un a
Condotti e la Vill a del-
potenza territoriale, ri-
1' Aventino in Piazza
conosciuta internazional-
Cavalieri di Malta. Tale
mente. Nel 1530 ottiene
corrispondenza potrà es-
in feudo dall'imperatore
sere diretta a loca lità del
Carlo V M alta, c he divie-
territorio italiano e dei ·
ne il teatro di un gra nde
cap itolo della sua storia.
quaranta Pa es i con c ui
25
l'O rdin e ha co nc luso ac-
Infine, a seguito dell'oc-
cordi postali.
cupazione dell'isola da
La Convenzione è en-
parte de i Frances i nel 1798, i Cava li eri dell a trata in vigore il 1° gennaio 2005 e da questa
Croce ottagona si stabi li scono a Roma, dove data i francobolli dello SMOM hanno il valore
rip re ndono la loro originaria attiv ità caritat iva e espresso in Euro e non più in Scudi, Tarì e
assistenziale.
Grani.
La potestà sovrana dell'Ordine di Malta si
manifesta anche attraverso l'emissione di monete
e francobolli. Le Poste Magistrali , istituite il 20
Per in fo rmazioni: Poste Magistrali, Sovrano Mili-
tare Ordine di Malta, Via Condotti n. 68 - 00187
Roma - te /. 06 .6758 1254
FEBBRAIO 2005 BS

5.5 Page 45

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RE LAX
il Cruciverba•
Santuari d'Italia
di Roberto Desiderati
Visitiamo i
luoghi di culto
del nostro aese
i più conosciuti
e i meno noti.
Rilassandoci .
A gioco completato risulterà, nelle caselle a doppio bordo, il nome di un famoso Santuario
Definizioni
ORIZZONTALI. 1. Vedi foto - 16. li duca
d'Aosta -17. Orologio... come si diceva un tem-
po! -18. Ruscelletto -19. Rispettoso del dovere -
20. Paramenti sacri - 21. Lo si porta al mare per
stendervisi - 22. U n materiale radioattivo - 23.
Le ha doppie Emma - 25. Sud ovest - 26. L' ente
fondato da Mattei - 27. Sedile, seggio - 28. Frago-
re - 30. Il regista Scorsese (iniz.) - 31. Perciò-32.
Sono usati nei sistemi d'allarme - 34. L'attestato
che l' impiegato riceve per la dichiarazione dei
redditi - 35. Cagliari (sigla) - 36. Il fisico dello
sporti vo - 37. Lo sono i grizzly - 39. Le compiono
le gi nnaste alla sbarra - 40. Infrarosso (abbr.) - 41.
La madre di Perseo-42. Un insieme di alveari .
VERTICALI. 1. Cpstringe a restare a casa - 2.
Una città francese nota per la stupenda cattedrale -
3. Prep. artic.- 4. Porta gli uomini a vendicarsi - 5.
Un piccolo inestetismo -6. Il monosillabo... che de-
lude - 7. Chiedere - 8. Le Furie greche-9. Lasuasi-
gla chimicaè"Li" -10.Fioredell ' oblio- 11. Le han-
no tutti gli uccelli-12. Nasce dal Monviso - 13. U n
lunghissimo periodo di tempo-14. Un po' di vi ltà -
15. Il dio dei venti - 20. Agrume -22. Unione Cicli-
stica Internazionale - 23. Sostituì il baratto - 24.
Corso post-universitario - 25. Topo - 27. Meridio- ·
ne-28. Tutt'altro che brutti - 29. E tu a Parigi - 31.
Un "non so che" - 32. Obbliga a fermarsi - 33. La
banca vaticana - 34. Dispari in casa - 36. Lontana
parente - 38. È assiso sul trono - 39. Guardia Na-
z ional e.
La soluzione nel prossi mo numero.
UN'OASI DI PACE
Poco lontano dall'abitato di Ponzane, nei pressi di Acqui Tenne (Al), si trova campanile è a base quadrata e svetta sull ' intero
il Santuario di Nostra Signora della Pieve, isolato, in bella posizio ne a mezza compl esso monasti co. TI romitorio possiede
costa tra la strada che collega Saquana di Cartosio e Panzone. Anche se la un ' elegante entrata in sa lita con portale in pietra
sua fondazione risale al secolo X, l'attuale edific io è frutto dei lavori di arenaria. Sul piazzale a destra si apre un 'area in
rifacimento avvenuti nel 1694 e delle successive in tegrazioni avvenu te fi no declivio delimitata da due schiere convergenti di
a inizio '900. La chiesetta è ancora custodita da pochi frati che mettono a cappelle della via crucis. Lo scenario ècompletato
disposizione dei visitatori un laboratorio di arte sacra. II paesaggio è dei più da una scala di accesso con crocifisso ed elegante
bucolici : tutto intorno si dipanano prati e boschi , spesso lacerati da pareti a fontana a base ottagonale sormontata da una
calanchi . All 'esterno la chiesa presenta un portale stah1a della Verg ine. All'alta re maggiore, entro
settecentesco con stipiti in arenaria, avvo lto da un 'edicol a. racch iusa fra due coppie di colonne e
pot1ico con archi costruito nel secolo scorso, opera sormontata da un fastigio di marm i e stucchi, sta la
- dell 'architetto e scultore Giovan Battista Solare. Il stah1a rinascimentale della Madonna; ai lati
S OLUZIONE del
dell 'altare, le statue di un vescovo e di un
numero precedente
pontefice. La volta e il catino absidale sono
·~· - ·'"'"
il Ile ,,-
-
BA I~ I TO L R I :A ND A T I
decorati da affreschi del 1859 (figure e ornati di
Tomaso lvaldi di Toleto), restaurati nel 1884. Agli
A N T AR ES •A•o L• I B IS
IO NE ■ iP IA S IC I I A TM
I 6CR A FO RC Al IT A L IA
I I CCEH
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O RAT' VA ■ '
LITA•l•SL
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1
~1N•SEEZSI TE ■A
N O
T! ■E
COROODOLRLAI
altari latera li, a colonne tortili, entro preziose
comici di stucchi bianchi troviamo quattro tele
sei-settecentesche. Ne lla chiesa si conserva pure
uno splendido reliquiario d 'argento dell ' orefice
B ern ardino Badino di Asti.
BS FEBBRAIO 2005

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
0 cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
ERA TORNATO
le ore 18 circa. La mamma aveva
IN FAMIGLIA
ancora dei capogiri e doveva
stare sdraiata. lo le consegnai d1
Con mia sorella e mia madre mi
recai per la prima volta al santua-
rio del Colle Don Bosco. Appena
giunte, andammo a pr~curarci ~n
abitino di san Domenico Savio.
Prima di allora non conoscevo
nulla di questo santo ; me ne
parlò brevemente la persona che
mi diede l'abito e il libricino. MISI
l'uno e l'altro nella borsetta e per
qualche ora mi separai da mia
madre e mia sore ll a. Dopo un
certo tempo, vo lendo sapere
dove fossero, cercai di mettermi
in comunicazione con il cellulare
di mia sorella, ma non riuscendo-
vi iniziai a recitare il rosario. Men-
tre m'incamminavo verso il san-
tuario le vidi sedute lungo la sca-
linata, poiché la chiesa era gre-
mita. Mia madre aveva dei capo-
giri e non riusciva ad alzars L
Vennero in soccorso alcuni
volontari della Protezione Civile.
un medico ci suggerì di traspo~-
tare la mamma all'ospedale p1u
vicino. Prima che l'adagiassero
nell'ambulanza, presi dalla bor-
setta l'abitino di Domenico Savio,
glielo appoggiai_ sul cuore e le
misi tra le mani la corona del
rosario, poi mi feci il segno della
croce e chiesi a due suore che
pregassero per la mamma. Men-
tre con mia sorella al volante per-
correvamo i 15 km di strada
nuovo l'abitino. Infermieri e medi-
ci l'assistevano con premura e
grande umanità. lo feci .una corsa
in duomo, che era davanti all'o-
spedale, accesi una candela alla
Madonna e intinsi un fazzoletto d1
carta nell'acqua benedetta, p_oi
tornai dalla mamma e le bagnai 11
capo con il fazzoletto intinto nel-
l'acqua benedetta. Verso le ore
21.30 portarono l'es ito degli
esami: negativo . Anche _la
mamma diceva che non sentire
più nulla. Così _la _d im isero .
Uscimmo tutti a p1ed1 dall ospe-
dale serenamente come se nulla
toss~ successo. Prima di salire in
auto mi girai verso il duomo e
l'osp~dale e ringraziai il Signore.
La mattina seguente la mamma
mi mostrò l'abitino di Domenico
Savio che da anni lei aveva
rich iesto. Era uguale a quello che
aveva tenuto nell'ospedale d1
Chieri. San Domenico Savio era
ritornato nella nostra famiglia e ci
resterà' per sempre. Anche mia
sorella, che con me al Colle_ Don
Bosco aveva preso un abitino ,
ebbe modo di esperimentare la
protezione di Domenico Sav1_0
nel periodo della sua matern1ta'.
quando dopo quattro anni d1
matrimonio diede alla luce 11 suo
bambino che chiamò Diego Gio-
vann i.
verso· l'ospedale, pur tra l'agita-
D'Ammassa Maria Grazia,
zione e l'angoscia pregammo:
Vespolate (NO)
recitai la novena di san Domeni-
co Savio, affidando la mamma
all a sua protez ione. Eravamo
PROTEZIONE
preoccupate, specialmente mia
sorella infermiera professionale.
Dopo la preghiera senti_i in me
CONTINUA
SULLA FAMIGLIA
una grande pace, per cu i d1ss1a
mia sore ll a: "Sento che la
mamma sta bene". T rovammo
facile anche il percorso, per noi
tutto nuovo, verso l'ospedale d1
Chieri. All'arrivo vidi la mamma
adagiata in bare ll a. Aveva lo
sguardo sereno. Prima che la
introducessero per vis itarla, l_e
tolsi l'abitino e le lasciai il rosan".
che poco dopo un'infermiera m1
riconsegnò. In sala d'attesa pre-
gavo di nascosto il ms~rio. _Dopo
un po' il medico c1 chiamo e c1
disse che non c'era nul la d 1_
preoccupante ma !'_avrebbero
trattenuta in osservazione. Erano
Sento il bisogno di ringrazi:3-re
apertamente san Domenico
Savio e san Giovanni Bosco
per la protezione continua con
cui hanno accompagnato la mia
famiglia e in p·articolare le mie
figlie. Conoscevo solo di_ nome
questi due santi ; ho cominciato
a venerarli dopo che me ne ha
parlato mio marito, exall1evo
sales iano. Ho affidato a san
Domenico Savio le mie figlie ,
prima che nascessero, portando
l'abitino che mi era stato dona-
to. Nei momenti di maqg1or
sconforto, ho sempre sentito la
presenza di ques_ti miei patroni:
mi hanno dato sicurezza, sug-
gerendomi le decision_i da pren-
de re. Pochi mesi prima della
discussione della tesi di lau_rea,
mia figlia uscì illes_a d_a un 1nc1-
dente , in cui ando distrutta la
B. Filippo Rinaldi
FEBBRAIO 2005 BS
p . la pubblicazione non si
_e, e conto delle lettere non
t•tiermn ate e senza r~cap1·1.0. S.u
Jn,.chi.esta si. potra omettei e
l'indicazione del nome .
Suor Eusebia P_alomino
SI RISVEGLIA
DAL COMA
11 1o agosto 2003 nostro fig_lio
Francesco di 17 anrn fu coin-
volto in un incidente stradale:
Era senza patente a bordo d1
una giardinetta, imprestata da
un'amica, scontratasi con una
"Punto". I danni riportati erano
gravi: trauma cranico e toraci-
co, compromissione_de1 polmo-
ni e di altri organi 1ntern1 con
funzioni vitali. Diagnosi : due
ore di vita. Portato d'urgenza
all'ospedale di Albano , venne
subito trasferito nel reparto d1
rianimazione dell'ospedale S.
Giovanni di Roma. Era i_rricono-
scibile: gonfio , giallo in viso,
tumefatto, con il corpo ricoper-
to di fili e dispositivi di rianima-
zione. Rimase in coma per tre
settimane . I medici nelle loro
dichiarazioni giornaliere erano
drastici : scarse possibilità di
sopravvivenza, con possibili
complicazioni improvvise e
imprevedibili. La nostra fami-
glia era distrutta. lo e mio man-
to trascorrevamo le nostre gior-
nate nel corridoio dell'ospeda-
le, aspettando di poter vedere
nostro figlio attraverso 11 _vetro
durante gli orari d1 v1s1_ta:
Parenti, amici e compagni di
scuola partecipavano _al .nostro
dolore e venivano ogrn giorno a
visitarlo, nonostante il calore
estivo. Non riuscivamo_ ad
accettare di perdere un f1gl10 d1
17 anni. Unico nostro conforto
era la preghiera e in _essa c1
siamo rifugiati. Ogni giorno
recitavamo il rosario nella cap~
pella dell 'ospedale e COSI
anche la sera prima di addor:
mentarci. Erano momenti d1
intensa unione con Dio. Una
mattina ci siamo recati a Fra-
scati , a Villa Sora, la scuola
macchina. Ora che la stessa si
è brillantemente laureata e l'al -
tra frequenta con profitto l'uni:
versità, ho promesso che avrei
testimoniato la grandezza d1
Don Bosco e del suo alunno
Domenico Savio che ringrazio e
invoco.
S. L., Pavia
salesiana frequentata da
nostro figlio. Abbiamo trovato
molta comprensione da parte
di don Francesco, un g1ovan~
salesiano molto amato dai
ragazzi. L'indomani lui con l'ex
preside della scuola, don ~1er
Fausto Frisali , sono venuti 1n
ospedale e hanno pregato
insieme con noi . Don France-
sco ci ha donato un'immagi~e
con la reliquia di suor Eusebr~
Palomino, raccomandandoc!
di metterla vicino al letto d1
nostro figlio e così ab_b(amo
fatto. Contro ogrn prev1s1one,
dopo tre settimane è iniziato un
lento e graduale risveglio dal
coma. Le condizioni di France-
sco sono andate migliorando,
tanto che dopo un mese e
mezzo dal ricovero è stato
dimesso dall'ospedale e trasfe-
rito in una clin ica di riabilitazio-
ne dove tuttora sta effettuando
le 'necessarie terapie riabilitati-
ve. 11 7 novembre è rientrato a
scuola, accolto festosamente
da insegnanti e compa~n1. Una
santa messa di ringraziamento
è stata celebrata con tutta la
sua classe . Il Preside de_ll8:
scuola con alcuni insegnanti s1
è recato presso la clinica di ria:
bilitazione per parlare con 1
medici delle condizioni psico-
organiche e cognitive di Fran-
cesco. Credo di non esagerare
affermando che nostro figlio ha
beneficiato di un doppio mira-
colo: è sopravvissuto a condi:
zioni così gravi e dopo soli
quattro mesi ha ricuperato
quasi perfettamente tutte le
sue funz ioni , tranne qualche
disturbo di attenzione. Fr~nce.-
sco oggi è cambiato: e p1~
responsabile e ri!less1v_o, s1 e
avvicinato di p1u a Dio , dal
quale è sicuro di essere stato
aiutato. La sera prega. Siamo
lieti di raccontare questa nostra
esperienza anche ai compagni
di scuola dell'ultimo anno d1
Liceo, perché pensiamo che
quanto è successo a France-
sco possa essere loro. di aiuto.
Noi genitori abbiamo 1mp~rat?
che anche nei momenti p1u
disperati non bisogna smettere
di credere, di pregare! d1 f1d8:rs1
dell'immensa bonta d1 Dio .
Siamo infinitamente grati a Dio
di averci dato la forza necessa-
ria per, affrontare questa prova
e di averci concesso la grazia
tanto invocata anche attrave~so
l'intercessione di suor Eusebia.
f genitori di Francesco
Marcoccio, Frascati (Roma)

5.7 Page 47

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Monsignor
JOSEPH PRATHAN
Thailandese di origine cinese,
ispettore della provincia che
comprende Thailandia e
Cambogia dal '98. Rieletto nel
febbraio 2004 è stato nominato
vescovo da Giovanni Paolo Il
il 9 ottobre 2004, a 58 anni di età,
e consacrato il 28 novembre.
Monsignore, ha già qualche idea di programma per la sua dio-
cesi?
Sì. Bibbia ed Eucarestia saranno le parole d'ordine per i miei preti e
la mia gente. È del resto la continuazione del programma del mio pre-
decessore. Inoltre cercherò di incrementare la diffusione delle comu-
nità di base e la preparazione di laici impegnati pastoralmente, data
anche la scarsità di preti.
A proposito di preti, quanti ne ha in dtoce$i? Quanti sono i catto-
lici...
Ho solo 43 preti, 7 dei quali del clero diocesano, gli altri sono reli-
giosi. Le suore sono una cinquantina, appartenenti a 6 congregazioni. I
cattolici sono poco più di ·6000 su 10 milioni di abitanti, sparsi in 15
province che si estendono per una lunghezza di 100 km. Tre di queste
province sono a maggioranza musulmana e sono le più turbolente.
S'immagini i problemi che dovrò affrontare.
È vescovo di Suratthani. Dove si trova? Prevede di trovarcisi
bene?
Suratthani è a 530 chilometri a sud di Bangkok... Mi ci troverò bene,
almeno credo, perché sono già conosciuto dai cattolici della dioces,i;
sono stato, infatti, invitato più volte dal mio predecessore a tenere
delle lezioni sulla Lectio Divina, che clero e fedeli hanno apprezzato
molto e desiderano continuare a seguire.
Sappiamo che alcune delle province sono un po' turbolente...
L'anno passato ci sono stati più di 400 morti. È un motivo in più per
impegnare i cattolici a essere operatori di pace ed ecumenismo. Vo-
gliamo buoni rapporti sia col buddismo sia con l'islam. Sarà uno dei
miei programmi. Un altro è quello di aiutare i più poveri, soprattutto
nel periodo delle piogge quando le inondazioni fanno disastri. Ora, e
chissà per quanto tempo ancora, sono alle prese col terribile flagello
dello tsunami che ha fatto disastri inenarrabili.
Farà qualcosa per i giovani? Qual è la loro situazione?
Pensi a droga, violenza sessuale, fragilità familiare, ecc. e s'accor-
gerà che i problemi non sono pochi. Oserei dire che sono come quelli
della gioventù occidentale. Per noi salesiani e per noi pastori urge ap-
profondire il taglio educativo della nostra azione apostolica: la speran-
za è l'educazione.
cus
ALINA
Birmana e musulmana. Solo
15 anni e una famiglia che la
esorta a espatriare per cercare
lavoro. Lei ci prova con altri
connazionali, per sfuggire alla
povertà e ai rimproveri dei
suoi. Alla frontiera thailandese
viene fermata. È clandestina,
se vuole proseguire deve paga-
re, ma non ha un soldo. Allora
i poliziotti esigono l'altro tipo
di pagamento, quello più de-
gradante e schifoso. La porta-
no in una stanzetta e nonostan-
te lei si difenda con le unghie
e coi denti la stuprano uno
dopo l'altro. Sono in sette.
Poi, invece di farla proseguire,
la rimandano indietro. E lei si
ritrova nel .suo villaggio, pove-
ra come prima e ancor più ter-
rorizzata, soprattutto quando si
accorge di essere incinta: una
paura invincibile la trattiene
dal rivelare a chiunque la sua
maledetta avventura... Cerca di
nascondere sotto l' ampia veste
la sua gravidanza e quando il
bimbo nasce l'uccide. Non se
la sentiva di subire il marchio
d'infamia che l' avrebbe ac-
compagnata per tutta la vita.
Ma da allora Alina non è più
la stessa: la sua mente ogni
tanto vacilla. Man mano che il
tempo passa, incupisce, sem-
pre più chiusa e smarrita in un
mutismo angoscioso e spesso
delirante. Nessuno sa perché,
lo attribuiscono al fallimento
dell 'espatrio. È riuscita a far-
fugliare qualcosa alla suora
che l'ha incontrata sul ciglio di
Rangoon. Chissà se si ripren-
derà. "Ma queste brutture grida-
no vendetta al cospetto di Dio",
dice convinta suor Delicia.
BS FEBBRAIO 2005

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA c.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
,
I
ANNIVERSARI
di Francisco Castellanos
Guadalajara 100
Nl:Mlà t S.11.0
FOCUS: Blflçllofl 508 NOTIZE
fOCU5
BokllonO ·
Sp1;n1-~oncro11e1,comul\\ltjOIMnlll
C1i.nctai10
Salttilllnt
cd
'.Em
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DON908CO·
VlldoccoCollt
SUSSlOI
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, ProssltnoUpd. .!
Ccl ttl Hl•lOOAfl~---·
6UCtn-l.lCrllltudar'IHtCOl'llnUt ln01llt!Wafl
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,wn., ......-,2l-l7(Roma)'IRl'IIOIMlggkn
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Il portale della congregazione salesiana
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CHIESA
di Silvano Stracca
Verso la GMG 2005
GIOVANI
di Giuseppina Cudemo
I giovani e la pace