Bollettino_Salesiano_200501

Bollettino_Salesiano_200501

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- 40 ANNI DAL CONCILIO
di Pascual Ch6vez Villanueva
RI GIOVANI E
I VOLTO
IL FONDATORE
Quest'anno scriverò sulla Chiesa, nostra madre nella fede.
E vorrei farlo come! lo fece Don Bosco: affinché i suoi ragazzi
imparassero ad amarla. Lo farò attraverso la presentazione
di coloro che <:ontribuirono a diffonderla e ad affermarla,
a cominciare dal suo Fondatore ...
La Chiesa
non è una
struttura
materiale, né
un 'organizza-
zione sociale,
né una gerar-
chia, tanto me-
no uno Sta-
to. La Chie-
sa è un corpo sociale,
ma di tipo specialissimo che la teo-
logia chiama mistico, il Cmpo Misti-
co , composto dal popolo di Dio
comandato da Cristo stesso. È pro-
prio per questo che la Chiesa va
amata, e perciò conosciuta, perché
non si può amare chi non si cono-
sce. Cristo l'ha amata fino al san-
gue (cfr. Et 5,25-27) . Cristo, dun-
que. Lui è il fondatore e noi le
membra di questo Corpo del tutto
peculiare che devono funzionare
perfettamente affinché esso possa
procedere , crescere. Ogg i si parla
molto , forse troppo, del Vaticano,
dei preti , della Chiesa e delle chie-
se , per lo più in base a luoghi
comuni o a pregiudizi , dettati dalla
non conoscenza e/o da una appar-
tenenza debole. Sembra che ci sia
una crescente disaffezione dei gio-
vani nei confronti della Chiesa/isti-
tuzione, della Chiesa/Corpo tanto
che in alcuni paesi è palpabile un
certo divorzio tra "Chiesa ufficiale"
e nuòve generazioni: "Cristo sì,
Chiesa no". Ma è una separazione
impossibile: i sondaggi continuano
a considerare Gesù come il perso-
naggio più interessante della Sto-
ria, anche se in qualche1 settore
della cultura la sua figura diventa
sempre più vaga e meno significati-
va. Come spiegare questo para-
dosso? L'abbiamo detto: è questio-
ne di poca conoscenza , per non
dire di ignoranza.
Vi invito dunque a conoscere
più profondamente Gesù , a con-
templare il suo volto di capo e fon-
datore della Chiesa. Le cose serie
vanno studiate e trattate con se-
rietà . Per conoscere Gesù occorre
riferirsi agli scritti del Nuovo Testa-
mento, in particolare ai Vangeli che
raccontano la sua vicenda , narrata
da coloro che hanno vissuto con
Lui e creduto in Lui , e hanno scritto
perché anche altri credessero e
avessero acceso alla salvezza.
Oggi siamo in grado di conoscere il
processo storico della composizio-
ne dei Vangeli , le loro fonti , i loro
ambiti (evangelizzazione, cateche-
si , culto) . Tutto ciò ha rafforzato la
convinzione che il valore storico del
nucleo centrale dei Vangeli non
può essere messo in dubbio da
nessuno che abbia un minimo di
istruzione. San Luca , nel prologo
del suo Vangelo , si presenta come
ricercatore serio e affidabile : "Poi-
ché molti hanno posto mano a
stendere un racconto degli avveni-
menti successi tra di noi. .. così ho
deciso anch 'i o di fare ri cerche
accurate su ogni circostanza fin
dagli inizi e di scriverne per te un
resoconto ordinato perché ti possa
rendere conto della solidità degli
insegnamenti che hai ricevuto" (Le
1,3-4). Un approccio critico delle
fonti evangeliche evidenzia l'unità
interna del messaggio del Nazare-
no che visse in un tempo e in un
luogo storicamente rintracciabili ; fu
insigne per dottrina, fatti e miracoli ;
fu crocifisso sotto il procuratore
romano Ponzio Pilato, inviò i suoi
GENNA/O 2005 8S
apostoli a predicare il Vangelo e
diffondere il Regno di Dio con la
forza dello Spirito Santo. Tuttavia,
l'identità profonda di Gesù è il suo
essere Figlio di Dio. Ne sono testi-
moni la sua stessa coscienza mes-
sianica, le profezie dell 'Antico Te-
stamento adempiute in Lui, i mira-
coli da lui realizzati e, soprattutto ,
la risurrezione dai morti , come scri-
ve Paolo (Rom 1,3).
Gesù rivelò se stesso come
Figlio di Dio , rivelò Dio come
Padre colmo d'amore e misericor-
dia, rivelò noi come figli di questo
Padre , il prossimo come fratello
nostro, il mondo come Regno di
Dio da costruire con la pace, la giu-
stizia, la solidarietà, il perdono, il
servizio vicendevole , l'amore . La
Chiesa nasce precisamente dallo
Spirito di Dio comunicato dal Risor-
to ai suoi Apostoli ("ricevete lo Spi-
rito Santo", Gv 20,22), e dal man-
dato di annunciare questa Buona
Notizia a tutti i popoli della terra
nella propria lingua (At 2,7). Qual è
dunque questa buona notizia? Gio-
vanni la sintetizza magistralmente:
«Dio ha tanto amato il mondo da
dare il suo Figlio unigenito perché
chiunque crede in lui non muoia,
ma abbia vita eterna» (Gv 3, 16). E
Marco la concretizza nella persona
stessa di Gesù: «Inizio della buona
novella: Gesù è il Cristo, il Figlio di
Dio » (Mc 1,1). Il cristianesimo per-

1.3 Page 3

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c10 non è un insieme di verità da
credere, una serie di comandamen-
ti da praticare e di riti liturgici da
celebrare. Nel Cristianesimo la
cosa più importante non è lo sforzo
dell'uomo per raggiungere Dio,
bensì la grazia di Dio che in Cristo
ha voluto farsi uomo per essere
non soltanto Dio-con-noi, ma anche
Dio-come-noi. Ecco la vera Buona
Notizia: in Cristo siamo figli di Dio,
coeredi del Regno , fratelli di ogni
uomo e donna sulla terra. A noi
corrisponde vivere secondo questa
nuova condizione. Tutti quanti cre-
diamo a questo e tentiamo di vive-
re la novità di vita che Gesù ci ha
reso possibile, formando la grande
famiglia cristiana, il nuovo popolo di
Dio, che è la Chiesa di Gesù. La
prima cosa che dobbiamo dunque
sapere è che la Chiesa ha origine
divina, che è mistero, perché parte
del piano salvifico di Dio e fondata
da Cristo per prolungare nella sto-
ria la sua azione rivelatrice dell'a-
more del Padre.
D
I Gesù è il personaggio di cui
si è scritto di più e che ha avuto
l'onore di essere immortalato
dai più grandi artisti di tutti i tempi
e dai migliori registi...
Genna io 2005
Anno CXX IX
Numero 1
In copertina:
Ded icarsi ai ragazzi
"poveri, abbandonati
e pericolanti " è il
testamento che Don Bosco
ha lasciato ai suoi figli.
Èciò che salesiani e Figlie
di Maria Ausiliatrice
stanno facendo dovunque
si trovino a lavorare.
Tl!flibJW
. ?i J]ìfff)
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dall a Congregazione Salesian a
di San Giovann i Bosco
Direttore:
GIANCARLO MAN IER I
- CHIESA
12 Chiesa e co.so.
di Silvano Stracca
CASA NOSTRA
14 La fiction "Don Bosco"
di Francesco Motto
M1ss10N1
18 Scuola agricola in Cile
di Sergio Todeschini
V1AGGI
20 Il prestigio di una scuola
di Giancarlo Manieri
INSERTO CULTURA
23 ANS
FM~
28 Cari amici vi scrivo
di Renato Butera
di Maria A ntonia Chine/lo
RuBRICHE
2 Il Rettor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Doctor f. -
30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Movimento Salesiano - 37 Laetare et
benefacere... - 38 Sfide etiche - 40 Dibattiti - 42 I nostri morti - 43 // mese - 44 Prima
pagina - 45 Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/Focus
Jesus Christ Superstar di Norman
Jewison.
Redazione : Maria Antonia Chinello
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
Nadia Ciambrignoni • Giancarlo De Nicolò • Franco Lever 00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Natale Maffioli • Francesco Motto Vito Orlando
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2. 1949
Collaboratori: Severino Cagnin • Ernesto Gattoni
Diffusione e Amministrazione: Gregorio Jaskot (Roma)
Giuseppina Cudemo • Graziella Curti Enrico dal Covalo
Carte Di Cieco· Bruno Ferrere · Cesare Lo Monaco
Fotocomposizione: Puntografica s.r.l. - Torino
~~~~~~~ tf;rin~~~~n~~~u~c'i~ii~~~Y~tfs~ ~~~g~;~io
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
Fabio Sandroni Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
È possibile leggere in anticipo
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera - Pietro Scalabrino
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
i,·
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
http://biesseonline.sdb.org
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.643
e-mail: <biesse @sdb.org>
Direttore <gmanieri @sdb.org>
Fondazione DON BOSCO
NEL MONDO - ONLUS
Ccb 32631 - Banca Intesa - Fil. Roma 12
CIN P - ABI 03069 - CAB 05064
Ccp 36885028 - CF 97210180580
e-mail: <donbosconelmondo@sdb.org>
web: www.fdbnm.org
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 135 Nazioni,
'
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS GENNAIO 2005

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di Carlo Di Cieco
IL MIO ftlOME
E' NESSUINO
Molti sono i fatti che confermano - a noi adulti - la grande
solitudine che vivono i giovani e le scappatoie che trovano per
sottrarvisi. Si fa presto a mitizzare chi sembra vivere la vita
sull'onda del successo. Il difficile compito di azzeccare
ciò che è essenziale nell'educazione.
, , p rofessore, ma non ha capito
che oggi solo pochissimi
possono permettersi di avere
una personalità? I cantanti , i calciatori ,
le attrici , la gente che sta in televisione,
loro esistono veramente e fanno quello
che vogliono, ma tutti gli altri non sono
niente e non saranno mai niente. lo
l'ho capito fin da quando ero piccola
così. La nostra sarà una vita inutile.
Mi fanno ridere le mie amiche che
discutono se nella loro comitiva è
meglio quel ragazzo moro o quell'altro
biondo. Non cambia niente: sono due
nullità identiche. Noi possiamo solo
comprarci delle mutande uguali a
quelle di tutti gli altri , non abbiamo
nessuna speranza di disting uerci.
Noi siamo la massa informe".
Sono parole di una quindicenne
romana a un suo professore , negli
stessi giorni di ottobre seguiti alla
polemica dei jeans a vita bassa delle
ragazze a scuola, e alla voglia di
indossarli con mutandine firmate da
noti stilisti . Parole rimbalzate sui
media, mescolate con un 'altra notizia
passata quasi frettolosamente : 7
giovani giapponesi si suicidano in un
pullmino, dopo aver pianificato in
internet la loro fine collettiva. Alla luce
di queste morti di solitudine , anche il
dibattito sulle disincantate parole della
studentessa italiana sarebbe meno
salottiero e più politico . Nel senso di
porsi alla comune ricerca di come
liberare l'orizzonte giovanile che
segna tempesta.
Un dato di fatto è certo e si parte di
là: la ragazza non esprime un atto
d'amore verso questa società. Piuttosto
la subisce. Come tantissimi giovani , o
insoddisfatti o atterriti dalle prospettive
che si parano loro davanti e che sono
diventate ritornelli allarmanti delle
paternali genitoriali o educative nelle
scuole e nelle associazioni.
Conformarsi alla figura di questo mondo
per avere un nome, un'identità, un
riconoscimento. Ma, ha ricordato anche
di recente il Papa, "il giusto deve
affrontare giorni tristi, perché lo circonda
la malizia dei perversi i quali si vantano
GENNAIO 2005 BS
della loro grande ricchezza". E pensano
di poter comprare tutto, anche la morte
per restare all'infinito nelle loro gaudenti
dovizie. Con l'esclusione dei più.
A questo punto , non è in questione
il jeans a vita bassa o alta: la scuola,
bisogna esserne convinti , ha ben altre
grane da risolvere. E non si tratta di
riconoscere il carattere di normalità ai -
ragazzi che seguono la moda. La
normalità non sta nel seguire la moda
o nel contestarla. Ma concentrarsi sul
vestito rischia di farci tralasciare
questioni più sostanziose, quelle che
segnano dawero la vita o le danno
senso trascendente . Il mondo
educativo nel suo complesso dovrebbe
porsi in ascolto delle parole della
quindicenne romana. Specialmente
perché sono parole che riassurpono
sensazioni di tanti ragazzi e ragazze ,
il sentire di una generazione che
incontra altre segnaletiche nella tracia
della loro crescita.
Queste segnaletiche le abbiamo poste
noi adulti. Cambiandole rispetto alle
bussole che ci hanno orientato in
gioventù. Forse ce ne siamo accorti ,
forse non ce ne siamo accorti , o
facciamo finta di non accorgerci di che
cosa abbiamo preparato ai giovani ...
Perché anche i jeans a vita bassa li
hanno inventati gli adulti per loro, n0n
se li sono inventati i giovani. Ma è più
facile ripeterci che sono lor0 diventati
più fragili. Balle gigantesche.
O È mutato il quadro di riferimento.
E la minore agibilità per la libertà-entro
apparenti briglie sciolte , è la porta
chiusa del lavoro, è la sazietà di roba
da un lato e la miseria crescente
dall'altra che, sperimentate sulla p13lle,
nonostante il grande circo mediatico del
consenso, a rendere più disincantati i
giovani. Ed è la ferma decisione a
perseguire un modello sociale centr-ato
sul primato dell 'avere. Servirebbe ..
un'inversione culturale e politica delle
nostre società benestanti che guardano
molto al profitto e poco alla morale.
Senza la forza di una tale inversione, la
nostra attenzione ai problemi giovanili o
è moralista ma inefficace, o ipocrita.

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Sbaglierò, ma la cosa emana RADICI. Rispett.le di.ret- Tuttavia la storia è storia, e
un gran brutto fetore ; ho I' im-
tore, la vicenda del man- non si cambia. La si può
pressione che ci si stia avvici- cato riconoscimento delle ra- ignorare forse, magari eli-
nando pericolosamente alla dici cristiane dell 'Europa di- menticare, o anche stravolge-
esecrata teoria sulla razza: mostra che il mondo del- re, ma sopprimerla mai. Mai!
merita di vivere solo chi è ro- l'informazione è modell ato su E, prima o poi, la verità verrà
busto, sano , senza difetti ... È impostazioni culturali laic iste alla luce e, volenti o nolenti i
roba antica . Gli spartani pas- [...] (Non ha info1mato come laicisti puri e ottusi, dovrà es-
savano a fil di spada i nati doveva n.d.r. ): le persone da sere riconosciuta come il mi-
deformi, i vichinghi li lascia- me interpellate, contrarie a lla nimo comune denominatore
vano congelare, i romani li richiesta dei cattolici , credono di questo nostro "arcipela-
scaravenravano gilÌ dalla che quel riferimento voglia go" che si chiama Europa.
rupe Tarpea... Nel secolo essere un qualcosa di prescrit-
scorso una vecchia conoscen- tivo, e che debba collocarsi in
za cli nome Hitler faceva bom- uno degli articoli del corpus
bardare i gerontocomi e liqui- giuridico. Nessuno ha mostra-
dava i bambini ebrei e rom to di sapere che il riferimento
perché non ariani con iniezio- era, in vece, da porre solo ne l
ni letali... (pare che dal '39 al preambolo, nella premessa
'4J abbia soppresso circa 70 storica al corpus g iuridico [.. .]
I,,iJ ,WLL'AVANGUAR .. mila esistenze "prive di valo- Proprio per questo molti cre-
DIA? Caro Dir. , ha re virale" : malati psichici, dono che quel riferimento
sentito che cosa sta succeden-- vecchi 11011 autosufficienti, de- esplicito confligga con il ne-
do nella terra dei tulipani? Si formi handicappati , ecc.) . Un cessario carattere laico de ll ' i-
può praticare l'eutanasia bel campionario di assassini, stituzione europea.
anche su minori di 12 anni e insomma. E così ji1rono sem-
pe1fino su neonati. Sempre al-- pre ritenuti. Ma oggi... oggi
Luigi, Perugia
l'avanguardia, questi olande--
si! Ma all ' avanguardia di che
cosa? Dicono che queste leggi
siano rigorosissime. Ci crede?
Secondo lei, come si configu-
ra questa nostra civiltà?
Cattolica, Roma
Forse è meglio che 110 11 lo
scriva come si configura se-
condo me... Avrei troppi criti-
ci pronti al tiro al bersaglio.
Le leggi poi sono così tanto
rigorose che sono state già
scavalcate tre volte! Il fatto è
che, cara signora o signorina,
se si stabilisce un principio
(che puoi sopprimere una vifa
quando soffre e te lo chiede),
è difficile poi non applicar/o a
tutti, anche se il regolamento
applicativo è severo e limitati-
vo. "L'appetito vien mangian-
do", dice il proverbio ed è
uno dei pùì veritieri del' uni­
verso mondo . Questo scivola-
re verso sempre maggior li-
bertà, cercando le eccezioni
per poter "fregare la legge",
lo chiamano "la teoria del
che si uccide senza far soffri-
re, con tecniche sofisticate,
chissà perché certe pratiche
invece di chiamarsi infantici-
dio si chiamano "morte dol-
ce" . Dietro c'è una filosofia .
La riassumo con le parole cli
un famoso bioeticista ameri-
cano , Engelhardr: "Non tutti
gli esseri umani sono perso-
ne... ma solo chi è autoco-
sciente, razionale e capace di
concepire la possibilità di
biasimare e lodare...". Com-
preso? Dunque i f eti, i ritar-
dati , quelli in coma profondo
sono non/persone. Mi sa che
ha ancora una volta ragione
il Papa , quando con doloroso
rammarico parla di una "cul-
tura della morte" . Sì, perché
in. realtà l'eutanasia è una
"distanasia" , cioè una defor-
mazione violenta del naturale
processo del morire. Oggi il
piil grande astrofisico del
mondo, il padre dei "buchi
neri", si chiama Stephen
Hawking , un handicappato
Sulla vicenda del mancato ri-
conoscimento delle "radici
m cristiane", le dirò, caro
Luigi, di essere cl' accordo
con lei: la stampa è cli stampo
laicista - su questo non ci
.
piove proprio' - ma le dirò
N CODICE INESl-
anche che non ci piango su . È
STENTE. Carissimo dir.,
mia convinzione che al cri- hai letto "Il Codice Da Vin-
stiano dovrebbe bastare la ci"? E che cosa ne dici? A me
propaganda che fa la sua ha impressionato non poco
propria vita , e può 1ranquilla- [.. .] C'è qualcosa di vero o
mente sbattersene di ogni no? Pare che si basi su docu-
altro tipo cli pubblicità. Ogni menti inoppugnabili , sempre
cristiano vero è manifesto di celati dalla Chiesa a prezzo di
se stesso: i manifesti della una serie di delitti. E anche su
Chiesa sono i cristiani'
reperti , come un quadro di
Lei ha altresì pienamente ra- Poussin (1594-1655 n.d.r.),
gione nel dire che non si trat- che si ispirò alla fotografia di
fava di una specificazione da una tomba [...] Ti prego di
porre in un articolo apposi/o farmi sapere qualcosa, attra-
del corpus iuris , ma, semplice- verso il BS , perché non metto
mente cli un "richiamo" sfori- il mio indirizzo per ragione di
co delle radici da aggiungere privacy [...].
al Preambolo. Ora come tale
Francesco, Trieste
ci poteva stare , eccome! Ma , e molti altri per telefono e fax
caro amico , ciascuno vede se-
condo il colore degli occhiali Strano che quando si scrive
che si mette. .. e, guarda caso, qualcosa contro la Chiesa
pendio". Infatti , per quanto cui è rimasto solo l'uso del pur nella fantasmagoria scre- Cattolica, subito diventa un
riguarda il nostro assunto, cervello e un parziale uso ziata che oggi invade il mer- best seller... e phì sciocchezze
cioè l' eutanasia, siamo partiti delle dita , con le quali muove cato europeo e mondiale, la ci sono scritte più le vendite
dai vecchi, malati terminali i tasti di un computer e regala scelta, chissà perché, cade schizzano in alto. Sembriamo
e.. . siamo arrivati ai neonati! al mondo teorie avveniristi- sempre sul grigio. Quasi si un popolo di rin cretiniti. Ma
L' eutanasia ai bambini vuol che.. . Buon per lui che non ha avesse paura dei colori, della siamo solo un popolo di tur-
dire che non c'è più selezione visto la luce nel' Olanda di diversità , della novità o, ed è lupinati . E non mi riferisco
naturale, ma selezione voluta. questi tempi!
peggio, delle proprie radici. agli italiani, o non solo a
GENNAIO 2005 BS

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quelli. Dunque , "Il Codice ta attualmente in Sophie, una
Da Vinci" è un romanzo, un poliziotta criptologa di Pari-
gran bel romanzo , intrigante, gi. Un po' "banalotta" latro-
ben scritto, che di storico non vata, condita cli intrighi e de-
ha nulla, è fantasia scatenata, litti la cui regia è in Vaticano
una grande caccia al nulla, (e ti pareva! ). Ma ... "contenti
che alla fine diventa anche i lettori, contenti tutti" , so- ché continuassi, come uno stu-
noioso, per chi ha una qual- prattutto Brown, anzi il suo pido a farle regali. Non mi dica
che dimestichezza con la reli- portafoglio. Che c'entra Leo- che le ragazze sono brave, sen-
gione e un medio spessore nardo? Facile: basta afferma- sibi li, dolci, fedeli... E non mi
culturale . Dov'è lo scoop? re che era uno dei Gran Mae- dica che se lasciano un amore
Nel fatto che Gesù s'ia stato stri del "Priorato cli Sion" , è sempre colpa dei maschi e
amato fisicamente da Maria l'organizzazione che deteneva cavolate del genere. Io ho spe-
di Magda/a ? Ma va! Era già l'indigesto (per il Vaticano) rimentato la inia ragazza come
nero su bianco nei "Vangeli segreto che avrebbe distrutto bugiarda, ingannatrice, sangui-
gnostici". Lo scoop, se cli la Chiesa di Roma e il suo suga, profittatrice...
scoop si tratta , ma si avvicina potere. Un acervo cli mador-
più ali' imbecillità, consiste nali assurdità ispirate al ri-
Divo, Parma
nel fatto che il famoso Graa/, trovamento cli alcuni docu- Beh... preghi Dio di non in-
oggetto di appassionata quan- menti, spudoratamente fasul- contrarle tutte cosl. Anche
to vana ricerca millenaria , li, per ammissione di chi li ha perché, tutte così non sono.
non sarebbe il calice del!' ul- compilati e ce li ha messi (tal Tutt'altro.
tima cena ma la tomba che Philippe Chérisey, morto nel
contiene i resti cli Maria 1986) nella Biblioteca Nazio-
r.'J Maddalena: lei è la vera cop- nale di Parigi. Un pamphlet
Lfl pa che contiene il Sang Real anticattolico, degno del piiì
ORGERE L'ALTRA
GUANCIA. Ricevo e
(il Sangue Reale, il Santo vieto anticlericalismo. La ci- pubblico una simpatica rifles-
Graal), cioè la dinastia , la di- liegina sulla torta consiste sione in vers i su una delle af-
scendenza cli Gesù, individua- nel fatto che Brown ha l' im- fermazioni più controverse
prontitudine cli affermare che del Vangelo:
il romanzo si basa su docu-
menti inoppugnabili. Ci vuole Porgere l'altra guancia è
APPELLI
una bella faccia tosta! Solo porsi su un altro piano
Sono un giovane trenten-
ne, semplice e sincero,
cerco amici/che di penna
che vogliano condividere
con me l'amicizia vera.
D'Agnese Lorenzo, Via
S. Gottardo 1 - 65016
Montesilvano (PE) .
Vorrei corrispondere con
amici e scambiare cartoli-
ne e/o santin i, ecc . Samir
Soliman Khalil, 9 Rue El
Raed Mohandess Moun-
nir Badir, Moharren
Ney, Alessandria, Egitto.
Cerco amici di penna per
corrispondenza. Risposta
assicurata. Balestrieri Fran-
cesco, Via Case Nuove 28
una diffusa ignoranza religio-
sa spiega come ci sia chi rie-
sce a prendere sul serio un
libro come questo. Quanto al
quadro di Poussin (I pastori
d'Arcadia) che l'avrebbe di-
pinto ispirandosi alla foto di
una tomba ritrovata a Rennes-
Le-Chateau: che ci fosse una
foto su una tomba nel 1600...
beh, ci siamo capiti! Ma ,
guarda caso, la tomba - non
la foto - esisteva sul serio,
solo che è del 1900 non del
1600! Lo strabismo fa brutti
scherzi! Ma gli "orrori" non
sono solo questi... mi ci vor-
rebbero le pagine cieli' intera
rivista per elencarli tutti. La
pianto, proprio perché non ne
vale la pena.
rispetto a chi ti perc uote.
Non è attendere inerme
la percossa successiva.
Porgi l'altra guancia quando
rispondi con intell igenza
alla violenza dell 'altro,
perché l'intelligenza ti farà
trovare
l'Amore che tutto vince.
Porgi l'altra guancia quando
rispondi con sapienza all ' i-
gnoranza
ali 'errore dell 'altro, perché
ogni sapienza viene da Dio.
Porgi l'altra guancia quando
rispondi con furb izia evange-
lica
alla maligna furbizia, perché
mite ed esaustiva è la risposta
- 30175 Marghera (VE) .
tr:.J:, Sono Vittorio, ho 40 anni'e
FRUTTATO E PIAN-
TATO. Direttore cari si-
di Cristo
Piero, Treviso
risiedo a Bari. Sono un mo [...] La vuole sapere tutta?
exallievo salesiano e cerco
amici/che con cui corri-
spondere via e-mail.
maras.vi@libero.it
Lei mi ha sfruttato più che ha
potuto poi mi ha lasciato. Ma
attenzione: aveva già p1ima di
lasciarmi un legame, e ha con-
tinuato a veni.re con me, per-
Non
.
Cl
e'
ctato
.,
11ossibile
pub-
.I
biicare tutte le lettere pe1i e-
11 ute in reda: ione. Ce ne
scusiamo. Provvederemo_a
suo tempo alla p11bbl1 caz10-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra co rrispon -
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
BS GENNAIO 2005

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LORETO, ITALIA
UN EXALLIEVO
BEATO
Al grande raduno dell'Azione
Cattolica di Loreto circa 300
mila giovani hanno partecipa-
to alla beatificazione dell'ex-
allievo salesiano di Rimini
Alberto Marvelli. Per la con-
gregazione salesiana erano
presenti il Vicario del Rettor
Maggiore, il Postulatore ge-
nerale, il presidente confede-
rale degli exallievi, con il de-
legato mondiale. Non manca-
vano diversi giovani del MGS
mescolati agli altri ad applau-
dire l'ingegner Marvelli, la
cui santità ancora una volta
sottolinea la bontà del metodo
educativo preventivo.
ROMA, ITALIA
FMA IN VATICANO
VALSALABROSO,
SPAGNA
IL GENERALE
CHÀVEZ
Il 18 agosto u.s. il Rettor Mag-
giore ha ricevuto la cittadinan-
za onoraria confe1itagli dal co-
mune di Valsalabroso, piccolo
paese della provincia di Sala-
manca in Castiglia... piccolo
ma fecondo di salesiani. Le
vocazioni infatti tra SDB e
FMA si avvicinano al centi-
naio. Ogni anno i salesiani ori-
ginari della zona si radunano
per celebrare qualche riconen-
za (un 25°, un 50° di messa o
professione, una onorificenza,
ecc.). Questa volta, per cele-
brare il 50° di professione reli-
giosa del coadiutore don Mau-
1ilio Hemandez, era presente
anche don Chavez, occasione
buona per la cittadinanza ono-
raria e... una cavalcata salutare.
Le FMA offrono da tempo
immemorabile il loro servizio
anche in Vaticano, presso al-
cune congregazioni pontifi-
cie, come anche presso gli uf-
fici di Pastorale e nelle com-
missioni della CEI (la Confe-
renza Episcopale Italiana).
Così, da più di un anno suor
Anna Maria Antonacci è in
servizio presso la segreteria
generale della predetta CEI,
mentre dall ' aprile 2004 suor
Emica Rosanna, già preside
all 'Auxilium, ricopre la pre-
stigiosa carica di sottosegreta-
rio, prima donna in assoluto ,
della Congregazione per gli
Istituti di Vita consacrata e le
Società di vita apostolica...
GENNAIO 2005 BS
SÀO LUIZ GONZAGA,
BRASILE
À.GUA, VIDA PARA
TODOS
In marcia a Sao Luiz per sen-
sibilizzare l'opinione pubbli-
ca sul problema dell'acq ua.
Organizzata dall'istituto FMA
"Nossa Senhora Auxiliado-
ra", ha coin volto scuole e
istituzioni legate alla difesa
dell'ambiente. Dedicarsi a
iniziative del genere è ormai
divenuto urgente e anzi im-
prorogabile, data l' allarman-
te situazione di inquinamento
di cui soffre non solo il Bra-
sile ma il mondo intero. La
scuola salesiana, racconta
suor Maike Loes, è passata
dunque ad altre concrete ini-
ziative oltre alla marcia,
come ad esempio la raccolta
dei rifiuti sulle sponde di
fiumi e torrenti della zona, il
rimboschimento, il volanti-
naggio , ecc.

1.9 Page 9

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redazionale
FILATELIA
a cura di
Roberto
Saccarello
Mi!kn11riornork
rJfou Q/ j1({0, di }{snuo
tFondaziont
,\\bl,aciadiGnirtajtrrllla
COLLE DON BOSCO,
ITALIA
HARAMBÉE 2004
L'annuale appuntamento di
animazione missionaria, l'Ha-
rambée (Comunità in fes ta in
ling ua swahili), quest'anno
celebrato al Colle invece che
a Valdocco, ha rad unato il
25/26 settembre più di 400
giovani da tutta Italia. A loro
il Rettor Maggiore ha parlato
della necessità di globalizza-
re la solidarietà, in un conte-
sto sociale in cui sembra che
le nazioni - quelle ricche so-
prattutto - si chiudano a di-
fesa dei propri privilegi.
Anche quest'anno si è rinno-
vata la tradizione della con-
segna del mandato e dei cro-
cifissi ai missionari partenti
per varie destinazioni - 14
salesiani , 7 Figlie di Maria
Ausiliatrice e 10 giovani vo-
lontari laici che hanno scelto
di donare tutta o in parte la
loro vita ali 'evangelizzazio-
ne ad gentes.
DUBLINO, IRLANDA
SUORE IN RETE
Suor Marie O'Bryme, FMA i.r-
landese, lavora come volonta-
ria in un Centro di Risorse per
le Donne, in una zona povera
di Dublino, condividendo il la-
voro con un gruppo di suore di
altre congregazioni. Una con-
divisione di carismi molto ar-
ricchente. Si fanno ricerche, si
insegna l'uso del computer a
chi vuole apprenderne l' uso
ma non ne ha i mezzi, si fa
scuola di educazione civica...
Tutto questo è rivolto a perso-
ne adulte, con pochi mezzi e
spesso analfabete, soprattutto
donne, che freq uentano il Cen-
tro quando i propri figli sono a
scuola. Un'opera socialmente
meritoria.
SAN NILO E LA SUA ABBAZIA
La località dove sorge oggi Grottaferrata era pres-
so l'antica via Latina e in epoca classica fu sede
di alcune ville. Una cella sepolcrale repubblicana
cristianizzata nel V secolo e tutt'ora esistente ave-
va dato al luogo il nome di Cryptaferrata. Appunto
sui ruderi di quella cella san Nilo Egumeno fondò
nel 1004 un'abbazia, in cui egli si sarebbe spento
lo stesso anno. Il discepolo di san Nilo, san Barto-
lomeo, innalzò la chiesa, consacrata nel 1025 da
papa Giovanni XIX .
L'abbazia fu sempre protetta dai papi , dei
quali molti la visitarono e abitarono. Conobbe nella
sua lunga storia incursioni , devastazioni, saccheg-
gi , ma seppe risorgere grazie all 'opera dei monaci
basiliani di rito greco, cui è affidata la cura dello
storico Monastero, centro unico di cultura bizanti-
na in Italia. La biblioteca è ricca di antichi codici ,
di incunaboli e di opere di stampa; fiorenti vi sono,
inoltre, la scuola di miniatura e paleografia greca.
A far memoria del millenario dell'Abbazia, la Città
del Vaticano ha emesso il 16 settembre quattro
artistiche cartoline di 0,62 Euro riproducenti dei
particolari di una splendida stola del XVII secolo,
detta "omoforeon" utilizzata nella liturgia della
Chiesa d'Oriente.
Il 25 settembre, poi, l'Italia ha celebrato con-
giuntamente i mille anni dell'erezione dell'abbazia
e della morte del suo fondatore attraverso un gra-
devole francobollo di 0,45 Euro . La vignetta
mostra a destra la facciata principale della chiesa
abbaziale e la riproduzione .del logo del millenario,
a sinistra un'icona conservata nel Monastero, raffi-
gurante san Nilo di Rossano. Nel bollettino illustra-
tivo del francobollo, poi, sono stati riportati articoli
a firma di padre Emiliano Fabbricatore, Archiman-
drita Esarca del Monastero di santa Maria in Grot-
taferrata, e di monsignor Luigi Renzo , vicario
generale della Curia arcivescovile di Rossano.
Per eventuali informazioni: Ufficio numismatico
del Governatorato - 00120 Città del Vaticano.
-a- 06/ 698.91337
Per saperne di più: -a- 0761/307. 124
BS GENNAIO 2005

1.10 Page 10

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lOOann,:fa
Troviamo sul BS di gennaio 1905 una nota
ch e fa riflettere. Si tratta del lamento delle Figlie
di Maria Ausiliatrice riguardo all'insensibilità
di chi "ha" e perciò potrebbe, anzi do vrebbe,
aiutare chi "non ha". L'offriamo ai lettori.
ABAETETUBA,
BRASILE
PER I RAGAZZI
POVERI
La «Carlo Marchini Onlus»
sta ultimando la costru zione
dell 'oratorio "Salvo D 'Ac-
quisto" ad Abaetetuba nel
Parà, alle foci del Rio delle
Amazzoni, con il contributo
donato dal Comando Genera-
le del! ' Arma dei Carabinieri.
E questo è davvero sorpren-
dente. Ma non più di tanto:
sapevamo eia tempo della
sensibilità sociale della "Be-
nemerita" . Il complesso verrà
costruito nel barrio Mutirao,
uno dei più degradati della
città. Un oratorio di servizi,
ovv iamente, con attività ludi-
che e di sport organizzato,
ma anche con doposcuola,
corsi di pittura, ricamo, arti-
gianato. E con cucina. Ali ' i-
naugurazione, il mese prossi-
mo, si attende anche una ra p-
presentanza dei Carabinieri
italia ni .
Scrive la superiora delle Figlie di Maria Ausiliatrice di
Contratacion: sono due mesi che non riceviamo più nulla
per i nostri cari lebbrosi, e la fa me regna sovrana in tutte
le case. Di più negli ultim i giorni sono arTivati cinquanta
nuovi ammalati, e ne sono annu nziati altri centocmquan-
ta senza sapere dove metterli, e peggio ancora senza
avere di che sfamarl i e con che coprirli , perché quasi
tutti giungono sfiniti dalle fatic he del viaggio fatto a
piedi , e presso che nudi . Sono cose che ci fa nno piangere.
E anche i loro bisogn i spir ituali quanto sono grandi !
Molti dell 'età di 20 a 30 anni non hanno ancor fatto la
prima confessione, e non sanno neppure chi li mise al
mondo. Uno di essi che morì or non è molto tempo, al
sentir la spiegazione del catechismo, mi diceva: Herma-
nita, yo non comprendo nada: como me criaron con los
marranos ? - Sorella, non intendo nulla; ma mi hanno
fo rse educato con i maiali? - Le scene poi cui dobbiamo
ass istere giornalmente ci fanno proprio piangere il cuore.
[.. .] Leggo in un giornale: dieci lebbrosi presa la fuga da
uno dei Lazzaretti volevano entrare in un paese vicino;
vi si opposero le guardie [...] I lebbros i allora dato di pi-
glio al machete e ai coltelli , ferirono gravemente la guar·-
dia ed entrarono. [... ] Li ha spinti Ja fa me.
GENNAIO 2005 BS
COXIPO,
MATOGROSSO
ORATORIO
DI SERVIZI
Sono molti gli oratori che of-
frono ai giovani non più solo
gioco e catechesi, ma anche
altri indispensabili servizi, pro-
prio come faceva Don Bosco a
Valdocco. Quello di Coxip6,
un bar-rio di Cuiaba diretto dal
coadiutore salesiano Mar·io
Bordignon e dalla FMA suor
Neura Cezar coadiuvati da una
trentina di volontar·i, è fre-
quentato da più di 500 orato-
riani, tutti molto poveri. ALl 'o-
ratorio trovano sq uadre di cal-
cio in cui inserirsi, scuola di
catechismo, corsi di informati-
ca, di mociellistica, di "capoei-
ra" (un misto di danza e ait e
mar·ziale praticata dagli schiavi
neri), riciclaggio della carta. E
ancora il complesso musicale e
la banda ritmica. Quest' ultima
soprattutto è conosciuta in tutto
lo Stato e spesso chiamata ad
animare feste e commemora-
zioni. Un gabinetto cli odon-
toiat:ria funziona due volte la
settimana con medici volontari.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Rosario La Greca
L'ARDIRE
DI MIRAR Al GIOVANI
-\\
Riceviamo e pubblichiamo da Rosario La Greca di Brolo
(Messina) una poesia dedicata a Don Bosco. La Greca,
poeta che canta i valori religiosi - come ama definirsi -
ha partecipato a numerosi concorsi di poesia a carattere
regionale e nazionale, ricevendo importanti
riconoscimenti. Alcune delle sue liriche, dedicate
ad argomenti e personaggi religiosi, sono state
pubblicate in numerose riviste e periodici.
Il tuo ardire di mirar ai giovani
era come l'impetuoso spumeggiare
dell 'azzurre acque del mare.
Un mirar gioioso ed incessante, per largire
ad ogni giovane creatura
ridenti raggi di felicità,
di tenerezza e di bontà,
per guidarli con la luce della parola
sui sentieri luminosi verso Dio
e spandere nell 'incanto dell 'innocenza,
onestà, purezza e amore.
Un mirar alto, sicuro, teso
a porgere la mano ai giovani,
per un 'infinita catena di fraternità,
colorata da riflessi d'amicizia e solidarietà,
e accrescere nei lor cuori provati
speranze di vita nuova.
E nel mirar il sorriso nell 'innocente viso
di tante amate creature,
per te fi ori candidi germogliati
in un 'aiuola di paradiso,
s'accende nei palpiti del tuo cuore
una dolce musica e fiorisce la gioia, l 'ardore,
d'operar sempre proteso ai giovani e a Dio.
BS GENNAIO 2005

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
LA COMU- CHIESA
110PERARE DA
CRISTIANI NELLA
NICAZIONE CULTUIRA DEI
MEDIA". È LA SFIDA
DEL ~,uovo
SFIDA DIREffORIO SULLE
COMUNICAZIONI
SOCIALI DEI VESCOVI
ITALIANI. LA CHIESA
LA CHIESA DEVE, INFAffl, FARE
I CON'rl CON
11LA RIVOLUI.ZIONE
CULTURALE" DELLA di Silvano Stracca
SOCIETÀ
DELL'INFORM~E:IONE,
SE VUOLE 1·'STARE
DEN1rRO LA
CONTEMPORANEITÀ".
U na "nuova sfida culturale"
quella della comunicazione
di massa "areopago del
tempo moderno", come l' ha defini-
ta il Papa. Con insidie e pericoli
che rappresentano la nuova frontie-
ra del "genio missionario della
Chiesa". "Varcare le soglie dell'a-
rena mediale comporta un ricono-
scimento sociale sempre maggiore:
rinunciarvi significa perdere rile-
vanza". La Chiesa verrebbe dun-
que meno alla propria missione se
non accettasse la sfida complessa e
affascinante dei media, sottolinea-
no i vescov i italiani in un docu-
mento dal titolo emblematico "Co-
. municazione e missione". Una sor-
ta di magna charta che propone
fondamenti e indicazioni operative
per un a svolta nella mentalità e
nell ' impegno per l'inculturazione
del Vangelo nei linguaggi med iati-
ci. "La comunicazione sociale è
una componente essenziale della
nuova evangelizzazione", scrivono
i presuli indicando nei media uno
snodo fondamentale per superare
quella separazione tra la dimensio-
ne della fede e la dimensione della
vita che costituisce oggi una delle
maggiori preoccupazioni della Chie-
sa. Perché la fede non è "autenti-
GENNA10 2005 BS
ca" e la missione della Chiesa non
è "efficace" se non riesce a incide-
re "sulle scelte, i costumi, gli
orientamenti, la politica". Il princi-
pio da cui parte il documento è ben
definito: "Ignorare il mondo della
comunicazione o semplicemente
sottovalutare le sue capacità di in-
cidere sulle coscienze significa
precludersi ogni possibilità di
evangelizzare la cu ltura moderna" .
Alla Chiesa, che esiste per comuni-
care la fede, viene perciò chiesta
una "conversione pastorale" che
include ed es ige una "conversione
cultu rale" che non riguarda so lo i
singo li ma la com unità nel suo in-
sieme. I vescov i non si nascondono
che la posta in gioco è alta. Per
La grande sfida di oggi quella
della comunicazione di massa",
afferma lo stesso Pontefice...
... usando tutti i mezzi che le
moderne tecnologie mettono
a disposizione. Il " Predicatelo sui
tetti " di Mt 10,27 mai è stato più
attuale. Ecco le paraboliche
della Radio Vaticana.

2.3 Page 13

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
I Portatili, palmari, telefonini... oggi
la Parola di Dio può raggiungerti
dovunque, è diventata in qualche
modo "tascabile".
questo chiedono con forza " un si-
stema compiuto di regole in grado
di garantire il pluralismo e un cor-
retto rapporto dei mezzi di comu-
nicazione con la politica e l 'econo-
mia, nello spirito di un autentico
bene comune". E denunciano i ri-
schi di un troppo stretto rapporto
tra media e gruppi di potere, in un
momento nel quale "ruolo e con-
trollo dei media sono diventati de-
cisivi per gli assetti sociali e civili
del Paese e per lo sviluppo della
democrazia".
"Le tecnologie e i processi della
comunicazione sociale - si dice nel
documento - sono sempre più col-
legati con il sistema economico e
commerciale, sino a diventarne per
molti versi dipendenti". Di qui l 'al-
larme per il formarsi di "gruppi
oligopolistici che propongono mo-
delli distorti dell'esistenza umana,
della famiglia e della società",
come pure per "la ricerca ossessiva
degli ascolti", la corsa all'audien-
ce, "che favorisce l'appiattimento
verso il basso e spinge la comuni -
cazione sociale a diventare sempre
più volgare". Quanto più aumenta
la dipendenza della com unicazione
dal sistema economico, tanto più
"risulta necessario introdurre rigo-
rosi criteri etici. I bilanci economici
sono importanti , ma ogni investi-
mento in questo campo dev 'essere
fatto in sintoni a con il rispetto
della dignità della persona, delle
verità fondamentali e della li -
bertà". Ed è quanto mai indispen-
sabile in tale contesto "la parteci-
pazione pubblica al processo deci-
sionale relativo all a po litica delle
comunicazioni". "Rientra nella
m1ss1one della Chiesa contribuire
all'individuazione di una sana poli-
tica delle com unicazioni sociali",
affermano i vescov i, puntualizzan-
do che "diritti e doveri devono svi-
lupparsi ali ' in terno della logica
delle responsabilità". Occorre cer-
tamente promuovere codici deon-
tologici e autoregolamentazioni,
"ma anche verificare che siano eti-
camente fo ndati e in grado di sal-
vaguardare i diritti di tutti, in parti-
colare dei più deboli". Centrale il
ruolo di garanzia delle autorità
pubbliche, affiancate però da asso-
ciazioni degli utenti . Entrambe le
istanze sono chiamate a operare af-
finc i media "conservino alta la
loro finalità primaria di servizio
alle persone e alla società". Perché,
" l' assenza di controllo e di vigi lan-
za non è garanzia di libertà, come
molti vogliono far credere, ma fini-
sce piuttosto per favo rire un uso
indiscriminato di strumenti poten-
tissimi che, se mal utilizzati, pro-
ducono effetti devastanti sulla co-
scienza delle persone e nella vita
sociale". Su questo sfondo s'i nne-
sta il direttorio, dettando criteri per
formare la com unità cattolica in
modo che i suoi appartenenti siano
in grado di operare da cristiani
nella nuova cultura. Un richiamo,
in sostanza, a trasformarsi da spet-
tatori in protagonisti. Richiamo più
urgente che mai perché, in molti
NEI MEDIA DA CRISTIANI
La prima modalità di comunicazione
della fede, anche nel villaggio globale,
resta la testimonianza: anche attraver-
so i media il fedele "non può derogare il
suo compito di testimone della fede ,
fino a sperimentare il martirio dell'emar-
ginazione e del disprezzo, perfino della
sofferenza e della morte".
I "DIFETTI" DEI MEDIA
Possono creare oligopoli e puntare
solo sulla corsa all'audience. Tendono
a fagocitare ogni tipo di relazione per-
sonale e sociale con la duplice possibi-
lità di favorire da una parte un "nuovo
umanesimo" o generando, dall'altra,
"una drammatica alienazione da e
dagli altri". Il rischio è quello di omoge-
neizzare ogni aspetto della vita o di
dare della stessa un'immagine non
reale, anche con l'utilizzo indiscriminato
dei sondaggi.
cas i, le comunità ecclesial i "stenta-
no a comunicare o non ne avverto-
no la necessità" oppure non rag-
giungono gli "standard qualitativi"
necessari per ottenere ascolto.
Il rimedio viene indicato nella
formazione degli operatori, nel
coordinamento e potenziamento
dei media gestiti dalla Chiesa su-
perando "una certa indifferenza" di
fedeli e preti, nell 'ingresso delle
istituzioni ecclesiali " nella rete
delle reti", Internet. L'obiettivo è
di avere un sito web per ognuna
delle 26 mila parrocchie italiane:
"Interfaccia virtuale della parroc-
chi a è il suo sito Internet". E ogni
parrocchi a dovrebbe avere una fi-
gura nuov a: l'animatore de lla co-
municazione e della cultura, scelto
di preferenza tra i giovani, perché
si faccia operaio dei nuovi media
"con il genio della fede". Si racco-
manda infine cautela nelle appari-
zioni di preti, frati e suore alla
radio e all a televisione, ricordando
loro che "nessuno ha il diritto di
parlare a nome della Chiesa" se
non ne ha av uto l'incarico. Invitan-
doli ad asteners i da "intervenire in
programmi di mero intrattenimento
o quando la loro presenza può su-
scitare turbamento o scandalo". E
confe rmando il no ali ' intervento in
trasmissioni che "possono essere
tacciate di supe1f icialità e futilità".
FAMIGLIA E MINORI
I mass media devono rispettare di più
"il bene complessivo della famiglia,
oggi spesso solo oggetto di interesse
per i consumi". Come pure devono
essere rispettati i minori. L'autorego-
lamentazione da parte delle emittenti,
pur lodevole , non sempre è sufficien·-
te. Servono norme rigorose dello
Stato a loro tutela.
PORNOGRAFIA
E VIOLENZA
Dura la critica al dilagare che si regi-
stra nei media della violenza, della
volgarità, della pornografia e dei
"continui attacchi all'intelligenza e al
corpo umano". Segno devastante di
una "deriva sociale e culturale è la
diffusione di materiale pornografico
in particolare attraverso le nuove tec-
nologie".
BS GENNAIO 2 005

2.4 Page 14

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••••••••
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Mercoledì 22 e giovedì 23 settembre è andata
1L'ULTIMO DON BOSCO
TELEVISIVO
di Francesco Motto
La fiction televisiva
"Don Bosco", andata in
onda su RAI Uno
il 22-23 settembre scorso,
ha riscosso ampio
successo di ascolto; nella
seconda puntata ha
addirittura superato
l'esordio della V edizione
del "Grande Fratello" su
altro canale.
Il protagonista della fiction
televisiva, l'attore Flavio lnsinna.
Q ualcuno ha trovato le ragio-
ni del successo nell'attuale
trend favorevole alle fiction
ve di indole religiosa, o nel-
l'aver il regista accontentato il "fa-
cile" palato del grande pubblico
(con la "mitica" immagine che Don
Bosco stesso ha offerto nelle sue
Memorie) , o nell 'essere egli già di
per se stesso uno dei personaggi ot-
tocenteschi ritenuti ancora attuali.
Ma l'audience non può farci eludere
una domanda: il Don Bosco presen-
tato è quello vero, o qualcuno che
gli assomiglia, o addirittura un' in-
venzione, una contraffazione. In
altre parole: quello visto in TV è il
Don Bosco della storia? La risposta
non può essere un 'alternativa fra un
o un no, ma un e un no nello
stesso tempo.
ANZITUTTO UN SÌ
Se l'importanza storica di Don
Bosco è da rintracciarsi nella perce-
zione intellettuale ed emotiva che
ebbe della portata teologica e socia-
le del problema della gioventù «ab-
bandonata» (cioè dell'enorme por-
zione di gioventù di cui non ci si
occupava o ci si occupava male),
non c'è dubbio che il Don Bosco te-
levisivo è storico. E altrettanto si
può dire dell 'essere stato presentato
come uomo/prete/educatore che si è
fatto (quasi) tutto da sé, avendo do-
vuto lottare: in famiglia per poter
studiare, in seminario per avere
mezzi economici sufficienti , a Tori-
no per vincere l'ostilità delle auto-
rità civili e religiose nei confronti
del suo modo di "essere e operare"
nelle zone più povere e malfamate,
da "prete dei giovani senza parroc-
chia", dei ragazzi "perduti", mal-
trattati, vittime di soprusi e anghe-
rie. Giovani e ragazzi che con Don
Bosco costituiscono gli elementi
portanti della struttura narrativa
della fiction . Il "don" ha reagito
energicamente a una situazione che
giudicava insostenibile, pericolosa e
ambigua, ha trovato forme miove di
opporsi al male, ha resistito alle
forze negative della società, ha con-
testato - a suo modo s'intende - i
poteri forti del tempo. Tutto ciò non
significa che la ricostruzione am-
bientale della TV sia ineccepibile,
che tutti gli episodi riportati siano
avvenuti (si pensi al ragazzo con-
dannato a morte, alla solenne basto-
natura di Don Bosco, ai volantini
falsificati dal Vicario di città, allo
"svenimento" successivo alla lettera
papale ... ), o che anche quelli avve-
nuti lo siano stati in quel modo e in
quel tempo. Ma la fiction , anche se
"storica", non è una biografia criti-
ca; il linguaggio iconico, tipico del
mezzo televisivo, è diverso da quel-
lo scritto. Pertanto il regista legitti-
mamente seleziona, privilegia, sin-
tetizza, rilegge, immagina, adatta
per trasmettere un 'idea, per suscita-
re un 'emozione, per provocare una
domanda. Una scelta onesta, quella
del regista, non necessariamente
originale e artistica.
GENNAIO 2005 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

2.5 Page 15

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
in onda la fiction "Don Bosco" su RAI Uno.
I
I bravissimi ragazzi/attori che
hanno contribuito non poco al successo di pubblico
riscosso dal film televisivo.
I
Full immersion di Don Bosco/lnsinna
nel mondo dei ragazzi "pericolanti"
della Torino preindustriale.
MA ANCHE UN NO
area torinese; viaggiò per cento città politico-religioso fra Stato e Chiesa :
italiane, attraversò Francia, Spagna, in Italia; ricercatore delle più varie :
Detto questo, non si può non tace- Belgio, Austria alla ricerca di risorse relazioni sociali (papi, re, imperato- :
re che il protagonista della fiction economiche per le grand iose opere ri, ministri, vescovi, sacerdoti, laici,
sia un Don Bosco "ridotto": il ritrat- cui non si stancava di mettere mano uomini, donne di tutte le estrazioni :
to fra l'agiografico e l'ideologico ri- in Italia e all 'estero. A Roma si recò sociali: migliaia le lettere loro indi- :
sulta debole sotto il profilo della ben 20 volte, e vi rimase complessi- rizzate); uomo capace di mobilitare :
completezza e dello spessore del vamente per oltre due anni, non e aggregare consensi in tutte le classi :
personaggio. Chi di Don Bosco do- certo da turista. E l'America Latina? sociali (grazie anche alla intelligente
vesse conoscere solo quanto ha Non c stato materialmente, ma propaganda del "Bollettino Salesia- :
visto in TV, avrebbe di lui un'im- quanto è stata presente al suo spirito, no"); fast , but not !east, iniziatore di :
magine parziale. La fiction, privile- nei suoi sogni, e quanto ha lavorato una scuola di santità. Tutto ciò è do- :
gia i primi 40 anni della sua vita, e sofferto perché i suoi "figli" vi im- cumentatissimo. Di tutto questo non
mentre gli altri 30 sono praticamen- piantassero opere missionarie dura- esiste quasi traccia nel film televisi- :
te inesistenti. Eppure, solo nella ture. La stessa casetta Pinardi, a Val- vo che è per l'appunto una fiction, :
maturità Don Bosco sentì come un docco, non fu solo un cortile e un una finzione. Poco si intravede :
dramma l'indifferenza verso la gio- piccolo internato per qualche decina anche del suo "essere" un segno :
ventù e lanciò su scala mondiale l'i- di ragazzi; divenne un complesso sconcertante di linearità e di con-
dea di doverosi interventi come ne- edilizio grandioso, capace di conte- traddizione, di tradizionale e di mo- :
cessità primordiale per la vita della nere un oratorio, un pensionato, un demo, dedito a salvare le anime e at- :
Chiesa e per la stessa s,opravvivenza ospizio, varie scuole umanistiche e tento al sociale (più che sindacalista :
dell'ordine sociale. E soprattutto di lavoro; insomma un'opera per aggressivo o pavido "buonista").
dopo la metà del secolo che ebbe la circa 800 giovani - la massima con- Certo, fare un film biografico su un :
chiara percezione della tragedia del centrazione di minori in Italia. Si personaggio della statura del prete :
popolo italiano che si allontanava potrebbe continuare: Don Bosco or- dei Becchi, trovare le corrette chiavi :
dalla fede e l'interpellante appello ganizzatore di compagnie e associa- interpretative su un santo poliedrico :
di altri popoli che non conoscevano zioni giovanili culturali, ricreative, come lui non è facile; non per nulla
la via della salvezza in Cristo. sociali; predicatore urbano e rurale; la narrativa cinematografica l'ha :
Senza questa apertura sul mondo, fecondissimo scrittore religioso, ca- piuttosto trascurato. In attesa dunque
senza questo sguardo universale, techistico, educativo, controversista; di chi abbia capacità di levarsi sopra
Don Bosco sarebbe rimasto un vali- editore e promotore di tipografie, tutta la documentazione, la fiction in
dissimo direttore di oratorio festivo editrici, librerie; fondatore di giorna- oggetto può forse considerarsi un
interparrocchiale (o "un ottimo or- li, periodici, collane letterarie per la lunghissimo flash, m~taforico e sti-
ganizzatore di Estate Ragazzi, come scuola, letture amene e teatrali; co- lizzato, su Don Bosco, il cui risulta-
ha scritto qualche spirito critico) ma struttore di chiese di risonanza na- to più fecondo potrebbe essere quel-
non un santo universalmente cono- zionale e internazionale; organizza- lo di suscitare il desiderio di cono-
sciuto, la più grande meraviglia del tore di iniziative per gli emigranti e scerlo a tutto tondo, sicuri che, ab-
secolo XIX, come l'avrebbe defini- le missioni; fondatore di due fami- bandonata l'infinita aneddotica della :
to l'anticlericale, ma in qualche glie religiose (SDB, FMA) e di due sua vita e la retorica di cui la storia :
modo "amico", Urbano Rattazzi.
organismi a esse collegati: l'opera di non ha bisogno, il santo subalpino :
Né Don Bosco operò (come viene Maria Ausiliatrice per le vocazioni ha ancora qualcosa da dire agli uo-
presentato nella fiction) nella sola adulte e i Cooperatori); mediatore mini di oggi.
O:
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GENNAIO 2005

2.6 Page 16

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redazionale
QUARTIERE
DON BOSCO, ROMA
SIMONA & SIMONA
La vicenda di Simona Torret-
ta e Simona Pari nel settem-
bre scorso, che ha fatto il giro
del mondo, ha interessato da
vicino anche la parrocchia
"Don Bosco" dei salesiani.
Simona Torretta, infatti, abita
a Roma, in via dei Salesiani,
proprio nei pressi del Tempio.
Il parroco, don Silvio Petruc-
ci, pochi giorni prima della
liberazione della giovane
volontaria aveva incontrato la
mamma in chiesa. "La fami-
glia Torretta abita nel quartie-
re da un paio d 'anni", dice
don Silvio, che poi racconta
dell'iniziativa delle nove par-
rocchie della prefettura di
zona, le quali dopo il rapi-
mento hanno organizzato
incontri di preghiera per la
liberazione delle ragazze. A
liberazione avvenuta è scop-
piata una grande gioia anche
nella parrocchia che era stata
particolarmente vicina alla fa-
miglia Torretta. Il viceparro-
co don Franco più di una
volta aveva fatto visita ai fa-
miliari di Simona nella loro
abitazione, per portare la soli-
darietà e il conforto dei sale-
siani. A dicembre la ragazza e
i familiari si sono recati al
santuario del Divino Amore
per ringraziare la Vergine
della felice conclusione della
paurosa avventura in terra ira-
chena.
VALDOCCO, TORINO
150 ANNI FA IL PRIMO
LIBRO RILEGATO
Risale a 150 anni fa la nascita
del primo laboratorio di lega-
toria della congregazione
salesiana. Don Bosco l'ha
voluto perché fosse il seme di
un sogno che aveva nel cas-
setto, la tipografia. Cominciò
da zero, indicando senza tanti
complimenti a un giovane di
darsi da fare... ma non sapeva
nemmeno che cosa significas-
ieri
se fare il legatore . Come al
solito Don Bosco non si perse
d' animo... Ci si misero in tre:
lui stesso, il giovanotto desi-
gnato e Mamma Margherita,
armata della mezzaluna d 'ac-
ciaio che le serviva per
tagliuzzare i legumi. Dopo
qualche peripezia e grandi
risate dei ragazzi che assiste-
vano ali' operazione, una serie
di fogli sparsi su un tavolo
divennero il primo libro rile-
gato di Valdocco. Era nata la
prima legatoria.
TORINO, ITALIA
LAUREA
HONORIS CAUSA
L 'Università di Torino ha con-
cesso un grande riconoscimen-
to alla congregazione sa-
lesiana e ai suoi missionari,
conferendo la Laurea Hono-
ris Causa in Farmacia al rei-
tor maggiore dei salesiani don
Pascual Chavez. "Non era più
opportuna e logica in Pedago-
GENNAJO 2005 BS
gia?", ha obiettato qualcuno .
Non è detto. Le due materie
vanno ... "a braccetto": men.s
san.a in co,pore sano; e sono
state parimenti curate dai mis-
sionari salesiani nei lazzaretti
dei lebbrosari, tra le tribù indi-
gene dell'America Latina, ecc.
con un occhio anche alla dife-
sa della biodiversità. Del resto
uno dei motti di Don Bosco,
quello delle tre "S", predicava:
sanità, sapienza, santità.
lllllll=i;i@M¾IM=i•MIM•Ui•t•-
eELLA INIZIATIVA CANC(I
Il concorso " PASSA PA~ XLI A N, MESSICO. La
ROLE DI_ PACE'.' p_er Je de ll a 2tJ2~~~n~!~~~::
s~~ole e a1 gruppi g iova- I~5erameric ana de Educa-
mh! p~omosso dall "'As- cwn Cat6lica) che coordina
ms ouco1vaze
1"0,enea
Firen ze Pro-
ll a s ua secon-
e2d.3u. 0c0a0tonc.eentcriirccaon14I ImOilmioi·nIai
d a fase che s c a de il 30 d1 studenti , il 28 settembre
marzo 2005. I progetti d " u. s. ha ele_tto come presi-
e duca z ion e a ll a p a c: iiite, per il periodo 2004-
vanno inviati a · A G S 7, don_Walter Guillén
Nazionale, Via BaldeJ
41
O.
l
. 0! 46 R o m a:
o via e-mml a gge firen-
z.e@yahoo.it
ai~~• sai !espiano ch~_ pres iede
- e a ederacwn Pana-
mena de Educaci6n Cat61i-
ca (FECAP).
Per saperne di più:
http: / /a s s o c i a z i o n i . c o m
une.firenze.it/age

2.7 Page 17

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RIO GRANDE,
ARGENTINA
Suor Gemma Pizzato è
con alcune collaboratrici
del Centro di Promozione
Nostra Signora del Rosa-
rio. Le FMA oltre alla cate-
chesi per giovani e adulti,
dopo il grande tracollo
economico della Nazione,
hanno aperto una mensa
quotidiana. Sono circa 150
i bambini che ne approfit-
tano , senza così dover
cercare il cibo sulla strada
chiedendo l'elemosina o
magari operando qualche
furtarello.
CONDOTO, COLOMBIA
L'opera FMA di Condoto,
47 anni di attività, è l'uni-
ca pres enza religiosa
femminile nella zona, con
il suo "Colegio Industriai,
Marfa Auxiliadora": ospita
quasi 400 bambine e
ragazze cui le suore, oltre
alla scuola e alla cateche-
si, dedicano forze e intelli-
genza per la loro promo-
zione umana e sociale,
ancora in ritardo rispetto
ai tempi : la donna tanto
vale quanti più figli ha,
non importa se da diffe-
renti uomini !...
BALTIMORA, USA
L'Assemblea delle donne
cattoliche in collaborazio-
ne con la Conferenza Epi-
scopale USA ha organiz-
zato nel luglio scorso un
seminario sullo scottante
tema del traffico delle
donne . Davvero un ' idea
coraggiosa e opportuna,
dati i tempi. Anche suor
Patricia King e suor Loui-
se Passero, FMA, vi han-
no preso parte a nome
della congregazione, da
sempre impegnata sul ver-
sante della promozione
della donna.
BANGALORE, INDIA
Nelle scuole FMA di Mit-
tappaly e Puthiyathura fun-
zion ano da tempo i Chil-
dren's Parlament, gruppi di
giovani d'ambo i sessi che
si sono riuniti e preparati
per diventare agenti di tra-
sformazione sociale. Grup-
pi (Parlamenti) di giovan i
raggiungono periferie e/o
villaggi per portare aiuto,
parlare con coetanei e
genitori, contattare le auto-
rità locali ... Molti capi vil-
laggio si sono mossi!
IVREA, ITALIA
Dieci fratelli del trevigiano
si sono trovati per la
prima volta al completo
dopo 59 anni. La primo-
genita, infatti , suora fran -
cescana , partì da casa
quando gli ultimi due
dovevano ancora nasce-
non avevano mai permes-
so un simile raduno , fino
al 29/08/2004. Il secondo
in piedi da sinistra nella
foto/ricordo è il coadiutore
salesiano Domenico Das-
sié , infermiere nella Casa
Generalizia.
NAIROBI, KENIA
Nelle sue visite attraverso
il mondo salesiano don
Chavez privilegia le realtà
più significative dal punto
di vista del carisma .
Eccolo tra i piccoli ospiti
del Don Bosco Centra dei
ragazzi di strada di Nairo-
bi, con le insegne di capo
masai. Poco prima, infatti,
era stato accolto dai capi
della tribù Masai e insigni-
to del titolo di capo onora-
ri o , con i contrassegni
propri del grado.
BS GENNAIO 2005

2.8 Page 18

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Un'importante scuola agricola salesiana
ANCHE CONTADINI...
di Sergio Todeschini
A Cotemu/ in Cile/
i salesiani gestiscono uno
gronde scuoio agricolo
per interni che è un
gioiello di organizzazione
dal punto di visto
sia didattico sia educativo/
mo anche dal punto
di visto produttivo.
I Veduta panoramica della grande
scuola agricola salesiana
di Catemu.
A r.rivarono a Catemu nel 1949
per fondare una scuola di
agraria. Chj? I salesiani na-
turalmente. Furono chiamati anche
in questo luogo prevalentemente di
economia agricola, per dare concre-
tezza a una forte esigenza: quella di
fonnare i giovani come tecnici per
la conduzione dei qmpi e la cura
del bestiame. Contadini specializzati
insomma! Si legge nel diario della
casa: "Il giorno 25 Marzo 1949 ar-
rivarono a questa abitazione per
prendere l'incarico della futura
scuola i Rev. Padri Crisostono Ga-
virati e Lino Cuberti.. ." La vera
anima di questa fondazione fu pro-
prio don Lino, veneto di origine,
che partì missionario nel 1934 de-
stinato ali ' ispettoria "S. Miguel
Arcàngel", nel sud del Cile. Poco
dopo venne inviato nella città di
Pto. Natales e, in seguito, a Santia-
go per gli studi teologici. Nel 1946,
ordinato prete, fu destinato a Pto.
Natales, e dopo tre anni a Catemu.
GENNAIO 2005 BS
Qui si adoperò con entusiasmo per
l'avvio della scuo la di agraria. Ma
nel vigore dell 'età si ammalò di leu-
cemia e morì nel 1958 a 43 anni.
LA SCUOLA DI AGRARIA
In origine la scuola era in una
casa colonica acquistata alla fine del
1700 dal Marchese don Vicente
Guarcia Hidobro. In seguito l'edifi-
cio venne destinato a luogo assi-
stenziale e si chiamò "Fundaci6n
Hidobro". Nel 1949 venne affidata
ai salesiani . Non mancarono le dif-
ficoltà. L'edificio, ubicato lungo la
strada polverosa, che controllava un
vasto podere agricolo, necessi tav a
di ampie ristrutturazioni . Tre stanze
vennero trasfonnate in aule, il ca-
pannone degli animali venne rifatto
dalle fondamenta. Per la ricreazione
si costruì un piccolo campo di cal-
cio con appositi servizi. Tutto que-
sto fu , annota la cronaca, frutto di
molto sforzo e di gran entusiasmo
da parte non solo dei Superiori, ma
anche degli alunni e amici dell' ope-
ra. Gli alunni passarono da 25 a un
numero sempre maggiore che au-
mentava di anno in anno. Da una
lettera documentaria inviata all '1-
spettore si conosce il numero degli
alunru immatricolati al 30 giugno
del 1950, cioè 91. Si legge nella
cronaca che si creò tra gli alunni e
Salesiani un ambiente di familiarità
e sicurezza, molto adatto per l' edu-
cazione. La frequenza, considerata
la povertà della gente, era gratuita.
Garantiva un programma educativo
di tutto riguardo, secondo la tradi-
zione salesiana, e un 'alimentazione
fmtto di ciò che gli stessi alunni
producevano: latticini, carne e ce-
reali. Una produzione perciò - nei
primi anni - destinata totalmente al
consumo interno. Accanto alla for-
mazione tecruca si andava via via
potenziando il programma culturale
e quello sportivo. A questo fine
rientrava anche il progetto, allora

2.9 Page 19

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a Catemu in Cile, la "Fondazione Hidobro".
Festa in collegio.
L'inaugurazione, il 27 novembre 2001 ,
dell 'Osservatorio meteorologico dell"' Escuela".
innovativo , di cinecultura, con
un ' ottima raccolta di pellicole edu-
cative e scientific he. Non mancava
tra gli impegni anche l ' attività di
piantumazione lungo le zone limi-
trofe all 'Istituto.
LA FORMAZIONE
Parallelamente ai programmi tec-
nico-didattici si andavano formulan-
do anche quelli educativi e formati-
vi. Nel 1959 vennero regolarizzati i
corsi: uno di avviamento e tre rego-
lari di agricoltura. Non mancarono i
momenti difficili e, considerando il
territorio cileno assai sismico, i ter-
remoti. Quello del 1965 danneggiò
tutta la struttura, dalle camerate al
refettorio, sino alla cappellina. Un
altro, devastante, nell' 85 distrusse
sciaguratamente tutti gli stabili, che
tuttavia con coraggio e tenacia ven-
nero ricostruiti e l 'attività poté con-
tinuare. In una relazione scritta dal-
l'allora direttore della casa don
Cesar Porta emergono preoccupa-
zioni varie legate al futuro di tanti
giovani che non avevano altra op-
portunità di imparare un mestiere
e/o prepararsi a una professione.
Novanta alunni per i quali - scrive
con non poco timore l'allora diretto-
re - esiste un' impossibilità concreta
che siano assorbiti in un' altra scuo-
la agricola. Proprio per questo, essi
furono accettati gratuitamente in
collegio e ammessi a frequentare le
lezioni. Egli auspicava tuttavia un a
ristrutturazione del! 'edificio, indi-
spensabile perché questi alunni non
cadano nel p ericolo di perdere la
f ormazione di cui hanno bisogno.
L'orario era così dist1ibuito: alle ore
6.30 la sveglia, poi preghiere del
mattino e messa; alle 8 la colazione
quindi la scuola, intervallata da
brevi ricreazioni; alle 12,40 il pran-
zo. A seguire, la ricreazione, lo stu-
dio intenso e accompagnato. Alle
20 cena, quindi breve ricreazione,
preghiere della sera, tradizionale
buona notte e riposo. L' orario tipico
dei collegi salesiani di tutto il
mondo che, più o meno, è durato
sino ai nostri giorni.
I La chiesa della parrocchia
di San José, affidata da qualche
anno ai salesiani.
CATEMU OGGI
Attualmente, circa 400 alunni fre-
quentano la Escuela Agricola Sale-
siana di Catemu, per lo più ragazzi
campesini, anche se non mancano
giovani provenienti da Santiago e
da Valparaiso. Data l'indigenza di
molti , l'istituto mantiene ancor oggi
la quasi gratuità, sia per i] vitto sia
per l' alloggio degli studenti. Le atti-
vità teoriche dei corsi si alternano
con quelle pratiche, indirizzate sia
alla cond uzione dei campi secondo i
cicli stagionali, sia all ' allevamento
del bestiame, assai diversificato. Tra
le coltivazioni è rilevante I' avoga-
do. Una produzione cospicua sostie-
ne gran parte delle spese per il man-
tenimento dell 'opera. Ovviamente,
l' istituto promuove, secondo lo stile
salesiano, una serie di attività come
il teatro, il gruppo folc loristico , la
banda, il complessi no, ma anche il
"Club Domenico Savio", la Cate-
chesi per cres ima e prima comunio-
ne, ritiri, corsi per animatori , ecc.
Né manca l' attività sportiva: calcio,
basket, ping-pong, nuoto, e quella
di laboratorio. Corsi di informatica,
di pittura, di agropecuaria, e ancora
il giornalino e molte altre attività
completano la vasta gamma di pro-
poste extrasco lastiche. In tempi re-
centi ai salesiani è stata affidata la
parrocchia San José, situata al cen-
tro della cittadina. Completa la
struttura un piccolo ma efficiente
osservatorio meteorologico. I sale-
siani si sono guadagnati la stima e il
rispetto di tutto il comprensorio. D
BS GENNAIO 2005

2.10 Page 20

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Tirana possiede una prestigiosa scuola
IL PRESTIGIO
DI UNA SCUOLA
di Giancarlo Manieri
Il Don Bosco di Tirana ha
fatto presto a diventare
un centro-pilota,
riconosciuto a livello
nazionale e anche un po'
invidiato dagli altri centri
professionali non solo
della capitale.
Un 'opera non piccola il "Don
Bosco" di Tirana, e anche
abbastanza complessa, che
allunga i suoi tentacoli educativi in
molti settori. La fa funzionare un
manipolo di sales iani , sei in tutto:
due italiani - un veneto e un puglie-
se - uno slovacco, un kossovaro e
un confratello laico di Timor Est. È
stata costruita grazie all 'aiuto consi-
stente della Cooperazione italiana,
attraverso il VIS (Volontariato In-
ternazionale per lo Sviluppo, ma la
"S" si può leggere anche come Sa-
lesiano), la procura missionaria di
Bonn, l 'Ispettoria meridionale e
tanti benefattori, oltre alla collabo-
razione attiva del Ministero del La-
voro albanese. Da questi il "Don
Bosco" è stato assunto come model-
lo-guida per le scuole professionali
della giovane repubblica; al punto
che lo stesso Ministro - un musul-
mano tanto per sottolineare - conti-
nua a esortare gli altri centri a visi-
tare quello salesiano per imparare
come si fa la formazione professio-
nale. E questo , davvero, non è poco.
Gli industriali apprezzano la scuola,
tant che se hanno la necessità di
assumere qualcuno lo cercano al
" Dqn Bosco". "In così poco tempo
GENNAIO 2005 BS
Squadre all 'oratorio.
già a questo livello?". "Proprio
così", risponde con la soddisfazione
stampata sul viso don Filippin, poi
continu a: "Ti dirò di più: c'è unari-
vista in città che si chiama Celsis,
cioè Chiave . È fatta di annunci, do-
mande, ricerca e offerte di lavoro .. .
una rivista commerciale, insomma.
Ebbene, in un numero si leggeva
questo annuncio: Cercasi segreta-
ria , possibilmente allieva del Don
Bosco". "Sono tanti quelli che ch ie-
dono di iscriversi?". "Troppi di.rei.
C la fila . E in maggioranza sono
musulmani. Attualmente abbian10
circa 500 all ievi che freq uentano
corsi professionali di vario genere:
idraulici, elettricisti, muratori, infor-
matici, segretarie d'azienda, sarte,
animatori/trici sociali, ecc. e in più
da un anno a questa parte abbiamo
aperto anche la media/superiore, e
si tratta, bada, dell ' unica scuola cat-
tolica della capitale a fronte delle 20
musulmane aperte dai turchi dopo la
fine della dittatura".
NONSOLOSCUOLA
Ma il "Don Bosco" non si esauri-
sce nella scuola. Un altro dei suoi
fiori ali ' occhiello è l ' oratorio. Pote-
va mancare in un'opera salesiana?
Ho visto ragazzi occupare tutti i
buchi dell'opera. L'oratorio si apre
sul quartiere Lapraka, uno dei più
poveri della città, a favore di ragaz-
zetti e ragazzotti un po ' difficili, di
quelli, per intenderci, che viaggiano
con il coltello o il cacciavite in
tasca. "Le risse sono pane quotidia-
no e a volte ci scappa il ferito, l'ar-

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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'·.
professionale salesiana e a ltre reaità,.
Corso di Judo al Centro "Don Bosco".
La sala computer.
resto, l'inseguimento... È un bel ce è naturale. Tra i rom ogni mem- caduta del regime. Sono, per buona
campo, insomma, per noi . Ci ripor- bro della famiglia ,deve contribuire parte, cattolici, ma anche estrema-
ta a Valdocco, alle origini", dice il al mantenimento. E una legge fer- mente indigenti e con tasso elevato
direttore. L'oratorio si occupa rea. Se non porti a casa qualcosa di analfabetismo. "Come ci sono fi-
anche di una categoria particolare non sei della famiglia". "E che cosa niti in montagna?", domando con
di ragazzi... in Brasile li chiamereb- inventano per contribuire e guada- una certa curiosità. Così vengo a sa-
bero "meninos de rua", nell'Ameri- gnare qualche soldo?". "Di tutto: pere che la colpa è degli ottomani.
ca spagnola "niiios de la calle"; qui raccolgono lattine vuote, frugano Per non piegarsi all'Islam durante
sono i "rom" . "Ogni anno, continua nei cassonetti dell 'immondizia per l'occupazione turca e rimanere fe-
don Filippin, abbiamo un centinaio raccattare qualche utile cianfrusa- deli alla loro religione e alle tradi-
di piccoli rom che, letteralmente, glia. Poco che sia, qualcosa deve zioni del proprio clan, sono scappati
preleviamo dalla strada. Abbiamo entrare in famiglia". "Questo signi- sulle montagne e si sono sistemati
chiesto agli insegnanti della vicina . fica che le famiglie dei piccoli rom in luoghi impervi spesso impratica-
scuola elementare di aiutarci nel re- che vedo qui hanno rinunciato al- bili. Sono vissuti di stenti, ma liberi,
cupero scolastico di questi piccoli i' entrata?". "Niente affatto. Siamo finché hanno fatto ritorno in pianu-
analfabeti...". "Non hanno una fa- noi a offrire il corrispettivo in dena- . ra, nel dopo Hoxha, non più di dieci
miglia? Mi sembra incredibile che ro e più spesso in viveri di quanto il anni fa. Qui hanno abusivamente
non li mandino a scuola". "E inve- figlio avrebbe guadagnato con il occupato i terreni demaniali, vi
suo ' lavoro'". "E dove prendete i hanno piantato quattro paletti e:
soldi?"., "Ci aiuta l'UNICEF. Ma "Questo è mio! ". Poi, un po' alla
anche i benefattori". Così il ragazzo volta e con mille sacrifici, vi hanno
può fermarsi all ' oratorio anche eretto prima capanne, poi baracche,
dopo le· lezioni a giocare, socializ- ora casette in muratura, per quanto
zare, fare amicizie, educandosi ri- modeste.
spettando tutte le etnie e a inserirsi In mezzo a questo quartiere, chia-
nel suo quartiere.
mato Breglumasi, i salesiani hanno
un pied-à-terre, e una cappellania
INFINE LA PARROCCHIA costituita da una chiesetta con an-
nessa qualche stanza per la catechesi
L'altrd settore importante dell'at- e i gruppi, più un cortile per incon-
tività del "Don Bosco" è la parroc- trarsi, fare amicizia e giocare. Ci
chia. Tirana ha 800 mila abitanti e sono ancora, sotto la responsabilità
quattro parrocchie: quella della cat- dei salesiani, un ambulatorio, un
tedrale al centro città, quella affida- asilo infantile e un centro sociale
ta ai gesuiti, quella dei francescani e che alcuni animatori preparati dai
questa gestita dai salesiani, che salesiani, gestiscono.
compreii.de la zona in assoluto più A Tirana, in definitiva, i salesiani
povera, · occupata da albanesi che aiutano a costruire l'Albania del fu-
Bonifica del terre no.
abitarorlb sulle montagne fino alla turo.
D
BS GENNAIO 2005

3.2 Page 22

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lettera .
ai giovarli
CH~C05A
PUO
CAMBIARE
LA VITA?
Carissimo/a
Il mondo si divide in due: chi guarda avanti e chi
guarda indietro.
C'è chi scrive tutto minuscolo: sono i giovani, gli
informatici, quelli che usano la posta elettronica;
e la categoria di chi risponde subito, di chi si
esprime come un orario ferroviario; di chi opta per
il cifrato o ti offre dati e notizie in codice.
Tutti gli altri sono quelli che scrivono a lettere
maiuscole con punti e virgole.
,
Il Buon Anno, per esempio, è a caratteri cubitali. E
sovrastato da fiori, da panorami, da effetti luce.
Te lo mandano in buste abbondanti, con un'af-
francatura da collezione. Sono da tenere sul tavo-
lo in bella mostra, senza conoscere la via del
cestino sempre pieno vicino a un computer.
Siamo veramente cambiati'?
Alla mia età i giochi sono fatti. Mi sento con le
~palle al muro.
E f inita l'età dei sogni, delle prospettive.
Non si emporeggia più.
La tua, invece, è l'età bella. Tra i venti e i trenta.
Non prendi decisioni, perché c'è tempo per sposarsi,
per cambiare casa, per avere responsabilità .
Ci può stare tutto, anche il volontariato, un'espe-
rienza a tempo di grandi emozioni.
So che sei stato un mese in Africa.
È laggiù che hai capito che cosa s ignifica cambia -
re dentro. Si può vivere senza denaro,
non senza amore, senza amorevolezza.
Una carezza su un volto sconosciuto può cam-
biarti la vita.
Il sorri
tono della voce fanno
di te u
imenticare.
Quant
a, se hanno la fortuna di
incontr
ne, il garbo!
La buona
on invecchia, ringiovan isce
chi la vive e
e.
È l'unica formula che ci permette di vivere una gio-
vinezza perenne.
Domanda: Il tuo mondo è avanti o dietro di te'?
Risposta: Il mondo, quello vero, quello eterno è
dentro ·
rcalo
Buon at-1no!
Carlo Terraneo
GENNAIO 2 005 BS

3.3 Page 23

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========~ = ••••••••••••••••••••••
•••••••••••••••••••••
Iniziamo con questo numero un excursus sulle principali
imprese di comunicazione sociale gestite dai salesiani
in varie parti del mondo, nella convinzione che la
comunicazione sia oggi trasversale a ogni ambito,
•••••
dalla catechesi alla predicazione, dalla scuola allo sport,
dal teatro alla politica... Siamo nell'era
.••
1NSERTO
della comunicazione globale.
.••••••••••••••••
.••••••••••••••
cvtTVRA
ANS L'ELLISSE IRIDATA
DELL'INFORMAZIONE
SALESIANA
.•••••••••••••
di Renato Butera
La congregazione salesiana ha una sua Agenzia di notizie, informazioni,
foto sul mondo salesiano... con un occhio particolare
ai temi giovanili e de/l'educazione.
..
.••••••••••••••••
••••
••••••••••
•••••••••••••••••••••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GENNA IO 2005 • • •

3.4 Page 24

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.•••• ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
.•••••••••••••••••
AGENZIA
INTERNAZIONALE
SALESIANA
DI INFORMAZIONE
.••••••••••••••••
Data re la nasc ita dell'Agen-
z ia è all o stesso tempo fa-
cil e e d iffic ile. Un pi3- ra-
dosso che ha le sue effettive ra-
gioni. Infatti, non si conosce il
momento ne l quale si com in ciò
a utilizza re l'acroni mo A NS nel-
l' uso freq uente - ma erro neo -
di Agenz ia N otiz ie Sales iane.
Q uando si pensò a un'Agenz ia
co n tutt i i cr iteri ca noni ci ri chi e-
sti, si credette opportuno lasc ia-
re lo stesso ac roni mo per dare
1977 (pubb li cata in ACS n. 287) .
Da all ora co n la stessa in alterata
fa mili ari tà AN S è l'Agenzia In-
ternazionale Salesiana di lnfor-
mazione .
LA STRUTTURA
Essa nasce come ri sposta pro-
fess ionale al piano di politica per
l' informaz ione varato da l Consi-
glio Genera le che nel novembre
del 1990 approvò il II Programma
drid , prepa rò il "Proge tto dell'A -
genz ia Sa lesiana di l nformazio-
ne111 che venne approvato in lu-
glio. Nel primo semestre del '93
si attivò la nuova Agenz ia con
personale coordinato da Carlos
Ga rrulo e strutture approvate in
giugno dal Rettor M aggiore. Nello
stesso peri odo si svolse un corso
intensivo per la fo rm az ione di 19
corrispondenti provenienti da
tutte le reg ioni salesiane. li gen-
naio '94 vide la nascita dei primi
•••••••••
co ntinuità a un nome ormai fa-
mili are. Anche se 110 11 organi z-
zata come Age nz ia, l' informa-
zione sa lesiana arrivava nell e
comunità in fo rma che ogg i po-
tre mmo defi ni re "p reistori co- in-
fo rm ati va", seco ndo lo spirito e
la fi losofia de ll a com unicazione
7990-96" del dicastero per la co-
municaz ione soc iale. li primo ca-
pito lo era ded icato alla creaz ione
di un sistema di informaz ione per
la congregaz ione sa lesiana. Era
Rettor M agg io re don Egidio Vi-
ga e consig liere per la CS don
A ntoni o Ma rt in elli . Dal novem-
prodotti info rm ativi: A NS/Agenda,
ANS/News e ANS/Mag. Q uei pri-
mi prodotti oggi sono di ventati
una serie, graz ie all a creati vità e
all'apporto dei numerosi sa lesiani
e coll aboratori che si sono succe-
duti nel lavoro: De Vanna, CM
Paul, Guglie lmi, O rl ando, Marti-
de l tempo, be n confez ionati da l- bre de l 199 1 all'april e de l '92 il nuz, Egan, Devadoss, Burguera,
la lettera de ll 'a ll ora rettor mag- dicastero, con la co ll aboraz ione Butera (sales iani); Parrozzani, Ri-
giore do n Lui gi Ri cceri " Le noti- de ll'Agenzia Intern az ionale fran- naldi, Di sabantonio, D i Cieco,
z ie d i fa miglia", del 1° lug li o co/spagnola SUNICSA di M a- Ga ldiero (coll aboratori laici). Per
.•••••••
.••••
••••••
L'ufficio del direttore.
- Una delle sale di ANS.
• • • GENNAIO 2005 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
•••••••••
Renato in postazione.
la stampa dei prodotti iniziò e
continuò a co llaborare la Tipogra -
fia Sa lesiana Pio Xl di Roma,
mentre per l' informazione in vi-
deo ci si servì della N uova Roma-
na Immagini. Attua lmente co ll abo-
ra l' impresa di produzione Video
Media Centre di M issioni Don
Bosco di Torino. Q uesto il passato
più o meno recente dell'Agenzia.
Lo sviluppo è stato enorme, dovu-
to anche all' impressionante rapi-
dità con cui si sono evoluti i
mezzi di com unicaz ione. Si è
passati, infatti, dalle 93 e-mail in-
viate per informare sui
lavori del CG24, alle ol-
tre 4000 contenenti le
notiz ie sul CG25. Oggi,
I'address book degli ab-
bonati ha superato le
5000 unità.
GLI OBIETTIVI
L'Agenzia ha come
obiettivo l'informazio-
ne riguardante la con-
gregazione e la Fami-
gli a Sa les iana, il mon-
l'RIOOl(o~.IICr,,,,,u.r.
. . .~ - • J l . , , . . . . f t t , I " ! )
I. A~.-SI
15 A""S\\t\\(J
PtfBBl.JCAZJoHE PERkX>JCA PER LA COMUNfTA SALESIANA
THE GIFT
OF HOLINESS
The "Signlficance of tbc approacbing Beatlficatlons"
Alenndrina, Eusebia and August:
9imilarities and dlfferences
in th• three new blessed
•••••••••••••••••••••••••••
Uno dei due prodotti cartacei
dell'Agenzia ANS/Mag.
do giovani le e l'ambito educati-
vo. Un secondo obiettivo è fo rn i-
re materiale informativo (foto e/o
notizie) alle 56 ed izioni in 29 di-
stinte lingue del Bo llettino Sale-
••••
siano, ai notiz iari ispettoria li e ad
111 Direttore dell 'Agenzia, Renato
Butera (al centro) e i due
impiegati, Alessandro Parozzani
(a sinistra) e Marino Galdiero
(a destra).
2005 • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • e: • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GENNAIO

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
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La sala di redazione dell'Agenzia
con gli operatori al computer.
Sala copisteria e fax.
altre riviste salesiane pubblicate mente 5 al giorno. Le pubblica-
in tutto il mondo. Materiale che zioni "veterane" dell 'Agenzia
l'Agenzia riceve attraverso la continuano a tener banco nella
rete dei corrispondenti (per altro produzione. Innanzitutto il po-
ancora da rafforzare nella sua ster con le 8 foto, il benemerito
organizzazione) sparsi nei paesi ANS/ Foto, molto apprezzato nel-
dove operano i figli di Don le case salesiane, che lo espon-
Bosco e che ridistribuisce - se- gono in postazioni strategiche e
condo le richieste - in 5 lingue nella sala della comunità. E rima-
(italiano, inglese, spagnolo, fran- sto l' unico prodotto stampato.
cese e portoghese). A questo Una notevole evoluzione ha inve-
proposito, è imprescindibile il ce avuto l'altro prodotto storico
lavoro svolto dai traduttori che dell'Agenzia, ANS/Mag, pubbli-
permette di mantenere l'interna- cato mensilmente solo sul sito-
zionalità dell ' informazione, non web con la possibilità di essere
solo per la provenienza del le scaricato e stampato in formato
notizie ma anche per la versione Word per la lettura di quanti non
multilingue di tutta la produzio- praticano con il computer. A
ne. Citarli tutti è impossibile, ci questo scopo, tutti i prodotti
permettiamo tuttavia di menzio- ANS hanno il lqro rispettivo for-
nare gli attuai i che assicurano mato in Word. E così anche per
quotidianamente il loro profes- Service, periodico per gli inter-
sionale servizio, da don Petit venti del Rettor Maggiore o di
Lambert (recentemente scompar- altri personaggi di spicco della
so) per la traduzione in francese, congregazione e della Famiglia
a don Hilario Passero per il por- · Salesiana. L' ultimo dei veterani è
toghese, don Bernard Grogan ANS/Agenda, mensile sul quale
per l'inglese, don Tadeo Martin sono annotati gli appuntamenti
per lo spagnolo.
rilevanti del mese per il mondo
salesiano e alcuni che riguarda-
I PRODOTTI
no l' ambito dell'educazione, il
mondo giovanile, la società, la
I prodotti ANS arrivano ai suoi Chiesa. L'edicola di ANS espone
fruitori attraverso la posta tradi- anche i suoi prodotti più giova-
zionale e Internet. E sono tutti ni. Tra gli ultimi arrivati Foto/Co-
disponibili in rete nel sito ver, notizia in foto che punta a
www.sdb.org/ans. L' edicola è raggiungere un ritmo quotidiano.
semplice e fruibile. Regina dei Oigita/Photo a sua volta, settima-
prodotti è la notizia, in News. nale, raccoglie 4 foto-notizie con
Ne vengono pubblicate normai- una breve didascalia descrittiva.
ANS/Video è l'informazione attra-
verso immagini raccolte e monta-
te mensilmente con il contributo
del Mediacentre: uno spot video
di alcuni minuti per presentare un
evento, un'istituzione, un'espe-
rienza di rilievo nella missione
apostolica dei salesiani. Tour e
Meeting/Point, invece, sono gli
ultimi due periodici nati per com-
pletare il ventaglio dei prodotti
informativi dell 'Agenzia Salesia-
na. Il primo è un piccolo reporta-
ge sulle esperienze o sulle inizia-
tive salesiane, il secondo è il
luogo d' incontro con quanti han-
no da raccontare esperienze si-
gnificative raccolte dalla viva vo-
ce di chi le ha vissute o suppor-
tate. Attraverso lnfo/Letter, la
news-letter che viene inviata a
quanti si sono sottoscritti per la
ricezione dei prodotti ANS, due
volte alla settimana (lunedì e
giovedì) gli utenti hanno la pos-
sibilità di essere puntualmente
aggiornati sulle pubblicazioni ed
entrare direttamente nel sito.
Quest'ultimo traguardo è stato
raggiunto dopo il restyling delle
pagine web a cura della romana
" Ipermedia Servizi", per l'attiva-
zione del servizio e la gradevo-
lezza dei colori derivati dall'iri-
de ellittica scelta come logo del-
l'Agenzia, a significare la sua in-
ternazionalità. Il futuro è aperto
e sfida un ' équipe pronta a rac-
cogliere il "guanto".
Renato Butera
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• • • GENNAIO 2005 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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NON SI NASCE ZIO,
LO 51 DIVENTA
di Jean-François Meurs
earo Doctor J, ho 35
((
anni, e sono celibe.
Devo confessare che
non amo troppo i bambini, ho qual-
che pregiudizio su di loro, li trovo
capricciosi, esigenti. Ma con mio
nipote Bruno, è diverso. Non è per
nulla aggressivo. Forse dipende dal
fatto che soffre di un ritardo nel
parlare. Allora, tutti i lunedì, sono io
che lo prendo in carico dopo la
scuola. Andiamo insieme in piscina,
poi sfogliamo degli album, guardia-
mo dei film, perché egli ha bisogno
di immagini per strutturare il pen-
siero. Dal momento che non mi
sono mai occupato dei figli di mio
fratello, che sono già grandi, ecco
che scopro le gioie di essere zio, il
gusto di ascoltarlo, ma anche di
non dargliele tutte vinte. Trovo che
Bruno è un po' superprotetto dai
suoi genitori. Il fatto di avere dei
contatti con altri adulti è importante.
Non si parla sovente del ruolo degli
zii ne/l'educazione, non trova?
Hugo, San Vito
Caro Hugo,
ti chiedi, e con ragione, perché non
si parli più degli zi i nell'educazione.
Senza dubbio perché esistono
modi molto diversi di esercitare la
funzione di zio o di non esercitarla
affatto. C'è chi ignora tutto dei pro-
pri nipoti, sia maschi sia femmine,
e chi non è andato più in là del
classico: "Beh, a scuola come va,
nipote?» , prima di scoprire brusca-
mente che ormai sono diventati
grandi! Gli stessi legami tra fratelli
e sorelle evolvono in tutte le dire-
zioni: certuni restano legatissimi tra
loro, altri diventano del tutto indiffe-
renti gli uni agli altri. Lei l'ha detto
che è stato suo nipote Bruno a far-
le scoprire la ricchezza e la bellez-
za di essere zio.
Eppure, gli zii sono quelli che hanno
tirato i capelli alle nostre mamme ,
che si non fatti graffiare da loro, che
hanno bisbigliato nel buio con i
nostri padri, raccontandosi a vicenda
le proprie performance invece di
dormire, quelli che hanno costruito
capannucce per i propri giochi o fat-
to insieme la prima "fughetta" per-
ché era urgente esplorare il mondo.
I nipoti hanno una grande curiosità e
ascoltano con immenso piacere gli
zii che raccontano le «scappatelle»
dei loro genitori. Questo li mette di
buonumore , perché li tranquillizza
riguardo alle loro chance di crescere
e diventare adulti.
Pasquale riallaccia I legami con
la propria infanzia ogni volta che
ritrova Luigi e Pietro. Eppure , an-
ch'egli ha una figlia di 8 anni, con la
quale gioca, ma con i propri fratelli
egli torna un po' bambino, ritrova il
piacere del football. "Quello che
amo è poter fare delle sciocchezze,
come allora, e ridere di cose sempli-
ci, giocare a certi giochi di società
che adoravo da bambino... insomma
poter fare tutto ciò che non è visto
di buon occhio quando si è adulti.
Quando un mio nipote mi invita a
giocare, sono subito pronto. C'è da
tener presente un'altra cosa impor-
tante e cioè che la relazione
zio/nipote è più leggera della rela-
zione genitore/figlio. Quel che voglio
dire è che non si ha la stessa mis-
sione educativa e ci sono meno
conflitti possibili. Senza contare che
i bambini più spesso obbediscono
più volentieri ai propri zii che ai pro-
pri genitori! Ad esempio io sono il
padrino di Luigi ed egli viene quasi
regolarmente ad alloggiare a casa.
Ha la stessa età di mia figlia, Elisa,
e lei è talvolta un po' gelosa quando
mi vede giocare con lui. Ma 'perso-
nalmente, trovo che sia molto impor-
tante e produttivo che mia figlia
impari a dividere il suo papà con
qualcun altro».
In certe famiglie scambiare i
figli è una tattica pedagogica ,
soprattutto durante le vacanze. Si
sa, infatti, che i ragazzi sono più
tranquilli e addirittura più saggi
quando sono altrove, ospiti in un'al-
tra famiglia, come quella degli zii.
Anzi, la presenza degli zii nella loro
casa fa da calmiere .. . è un modo di
rendere più ragionevoli i propri figli
BEH... COME V,4 VERAMENTE,
ALLE MEDIE?.. z11, IO V~DO
~ /2,
e ridurre le loro tante pretese. In
qualche posto c'è l'usanza che gli
zii e le zie non sposati organizzano
la giornata «genitori senza figli »:
prendono i propri nipoti e li portano
un giorno al mare o una serata al
cinema. Questo, mentre offre ai
ragazzi una giornata diversa di sva-
go e di ricordi dell'infanzia dei pro-
pri genitori, permette a papà e
mamma di consacrare del tempo a
loro stessi come coppia. È vero che
queste giornate particolari non dura-
no molto , perché prima o poi zii e
zie più giovani finiscono per maritar-
si . Allora , viene il tempo di favorire
le feste dove i cugini possano
incontrarsi, conoscersi e scambiarsi
esperienze e impressioni.
Essere zio è insomma è un
vero investimento importante dal
punto di vista educativo. Promette
molta fortuna, anche quando si trat-
ta di giocare un ruolo difficile. Lo zio
è a volte costretto a diventare il con-
fidente , colui al quale il nipote non
ha timore di porre tutte quelle
domande che non osa porre ai pro-
pri genitori per ovvie ragioni , o che
magari non può porre a causa, per
esempio, della separazione tra papà
e mamma, o a causa di un decesso,
ecc. Ma senza arrivare fino a questi
eccessi , lo zio diventa volentieri il
complice con il quale complottare
"contro" i genitori, per superare i loro
divieti. Può inoltre permettere delle
esperienze che i genitori rifiutano:
fare un giro in moto, ben stretto al
proprio zietto preferito... E tu , che
tipo di zio sei?
D
IJS GENNA IO 2005

3.8 Page 28

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Figlie di Maria Ausiliatrice - Lettere dalla missione
Suor Anna Maria
Ge,vasoni è una giovane
FMA italiana agli inizi
della sua vita missionaria.
Le lettere scritte agli amici
registrano i suoi primi
passi in una terra
immensa e lontana,
aperta all'annuncio
di un Dio vicino agli
uomini e alle donne.
I Port Moresby. Suor Anna Maria
con alcuni giovani in costume
tradizionale.
~< M i faccio viva ancora
~
una volta per raccon-
tarvi di questa terra e
di questa gente. Sono ormai alcuni
mesi che mi trovo a Port Moresby
(Papua Nuova Guinea) e, in questo
tempo, mi sono guardata attorno, ho
fatto domande, ho osservato la
gente. La missione delle FMA ruota
attorno alla sc uola, il College sale-
siano, che per noi in Italia corri-
sponde ai primi tre anni di laurea
universitaria. Sono quindi giovani ,
che hanno alle spalle ormai circa 13
anni di studio. Ragazzi e ragazze
sempre pronti a ridere e scherzare,
ma che prendono sul serio l'impe-
gno scolastico, soprattutto perché
per molti di loro significa sacrificio
della famiglia per mantenerli agli
studi. Infatti, oltre la retta scolasti-
ca, ci sono anche l'alloggio e il vitto
da pagare in quanto vengono da
province anche molto lontane. Circa
GENNAIO 2005 BS
80 sono ospiti interni presso la
scuola e sono un po' gli angeli cu-
stodi della missione. Infatti sono
sempre pronti a intervenire quando
qualcuno e qualcosa di sospetto si ag-
gira attorno alla missione. L'altro
giorno per esempio hanno trovato nel
giardino due grossi pitoni che "pas-
seggiavano" indisturbati. Li hanno
catturati e portati a farceli vedere,
ma avevano più paura loro di noi. ..
Comunque i pitoni sono serpenti
buoni, infatti finiranno presto in pa-
della, quando li avranno ingrassati
per bene! Mi colpisce come i ragaz-
zi non si vergognino delle loro radi-
ci, di tradizioni che possono sem-
brare primitive, di avere dei parenti
che vivono ancora nella foresta.
Sono molto orgogliosi di mostrare
agli altri come festeggiano e cele-
brano nella loro tribù e questo è un
buon punto di partenza: è a partire
dalla storia dei nostri popoli, che si
può incominciare un cammino di
condivisione e reciproco arricchi-
mento».
PUNTO DONNA
«Voglio parlarvi della donna di
Papua. Purtroppo qui, come in tante
altre patti del mondo, la donna oc-
cupa l'ultimo posto nella scala so-
ciale. Non ha voce in capitolo e vale
solo perché lo sposo deve pagare un
prezzo alla famiglia per avere una
moglie. Piccoli cambiamenti, però,
stanno avvenendo e le ragazze ades-
so, ad esempio, possono studiare se
le famiglie riescono a mantenerle
agli studi. Le giovani che frequenta-
no il College salesiano sono circa
60, brillanti e preparate in quanto
devono competere con una società
fortemente maschilista. Nonostante,
però, abbiamo ottime qualità per oc-
cupare posti quali capoclasse o rap-

3.9 Page 29

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FMA in Papua Nuova Guinea.
Port Moresby. Suor Anna Maria
all'oratorio.
I
Port Moresby. Suor Pamela Vecina, suor Anna Maria
Gervasoni e suor Leny Samson
con le ragazze del College salesiano.
presentante degli studenti non pos-
sono farlo: i loro stessi compagni le
minaccerebbero se si presentassero
come candidate. Ma loro non si sco-
raggiano affatto, anzi! Si sono orga-
nizzate in gruppo e si incontrano
settimanalmente per condividere le
esperienze, parlare delle loro diffi-
coltà, gestire i gruppi per lo studio e
le attività ricreative, proporre mo-
zioni al consiglio scolastico. Piano
piano si stanno facendo avanti an-
che con i loro colleghi maschi , che
forse si renderanno conto presto che
una civiltà non può progredire senza
la partecipazione delle donne».
«Incontrando i ragazzi durante la
ricreazione, ho chiesto quali sogni e
prospettive hanno per il loro futuro .
Tutti intendono tornare al proprio
Le Figlie di Maria Ausiliatrice si tro
vano a Papua Nuova Guinea dal
2001 ._ Attualmente, sono due le co-
munrta: a _Port Moresby, la capitale
e a Tapm1;_ nelle zone montuose in~
ierne , per I insegnamento nella scuo-
a m~dra statale, la gestione di un
pensionato e della pastorale giovani-
e.. Il progetto-sogno è quello di
aprire un pensionato per ragazze
dnsotudedna_t1i1 i· neteprrnoofesvseiornsoistelachecaaprirtar.vlea-
?Ve s, concentra il maggior numer~
dr _scuole superiori e centri universi-
t<;1rr./er le giovani donne sono tanti i
rrsc r. Le autorità hanno dovuto am-
mettere che sono sempre .,
rosi i malati di AIDS , sopia~u~~~~;
la popolazione femminile giovane .
villaggio o città per lavorare. La
Papua Nuova Guinea non è una na-
zione densamente popolata, quindi
è facile trovare lavoro. Naturalmen-
te non si tratta di lavori quali l'im-
piegato di banca o il contabile nelle
ditte, ma il falegname, il meccanico,
l'idraulico, l' insegnante e.. . davve-
ro c'è posto per tutti . Infatti, in mo-
do decisamente ridotto, qui come in
Italia si registra il fenomeno del-
)' immigrazione. La gente arriva dal-
le Filippine, dalle altre isole vicine
della Polinesia e.. . persino dall' Au-
stralia! Sono invece molto pochi, o
quasi nessuno, quelli che emigrano
all'estero» .
UN PO' DI MUSICA
AGGIUSTA TUTTO
«L'oratorio domenicale procede a
gonfie vele. Dopo i primi spaventi,
per via della mia altezza (rispetto a
loro che, per costituzione, sono
bassi di statura), sono ormai un 'a-
mica, anche per via del flauto , che
ho sempre con me. Sto pensando di
dividere i ragazzi in due gruppi per-
ché quelli che vogliono imparare
sono tanti e i flauti sono solo sette!
Ho cominciato anche ad andare la
domenica mattina per la messa in
un 'altra parrocchia, poco lontano da
noi, in un quartiere molto popolato.
Le donne della parrocchia sono
quelle che animano anche i giovani
e gli uomini a partecipare più con-
sapevolmente alla celebrazione Eu-
caristica. Sono molto disinvolte ed
impegnate, molto orgogliose del
loro incarico che svolgono con dili-
genza e grande senso di responsabi-
lità. In questa zona ci sono almeno
altre quattro chiese cristiane di varie
denominazioni e mi dicevano che
questo problema è diffuso un po ' in
tutto il Paese.
Tra le varie confessioni non c'è
rivalità, nemmeno con le parrocchie
cattoliche, ma si sta verificando una
gran confusione di "dottrine". A
volte i fedeli passano da una chiesa
all'altra senza rendersi conto delle
diversità fondamentali, solo perché
è più o meno vicina alla loro casa o
al posto dove si trovano in quel mo-
mento. Su tutte, però, vige incontra-
stata la religione tradizionale. Le
credenze dei "padri" impregnano
ancora molto la mentalità di questo
popolo, legandolo a volte a supersti-
zioni vincolanti. C'e tanto da sco-
prire, da imparare e da amare di
questo popolo. Tante cose si scon-
trano con la mia mentalità "occiden-
tale", ma ho scoperto che davvero il
Signore, con la vocazione missiona-
ria dà anche la capacità di superare
il pregiudizio e la naturale tendenza
a giudicare il diverso. Mi scopro in-
fatti sempre più desiderosa di entra-
re e conoscere questa gente, che sta
diventando la "mia" gente, piano
piano, silenziosamente, ma decisa-
mente ».
D
BS GENNAIO 2005

3.10 Page 30

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_,,...--:._. IL MESE IN LIBRERIA d. Giuseppe t,Aoron\\e
0 curo 1
Dagli archivi segreu del Vtuic
/lifta la veriuì su Pio Xli ano
IL PAPA CHE SALVÒ
GU EBREI
IL PAPA CHE SALVÒ
GLI EBREI
Dagli archivi segreti
del Vaticano tutta la
verità su Pio Xli
di Matteo Napolitano
e Andrea Tornielli
PIEMME , Casale M. (Al)
2004, pp. 2002
11 saggio mette in evi-
denza, con documenta-
zione puntigliosa, un pa-
radosso. Per alcuni an-
ni , dopo la fine della
guerra, Pio Xli è stato
lodato e ringraziato , so-
prattutto dalle comunità
ebraiche, per aver dife-
so e salvato un numero
elevato di ebrei dalle
persecuzioni naziste. Poi,
improwisamente , que-
sto giudizio si è rove-
sciato. Da benefattore
degli ebrei , Pio Xli è di-
venuto complice di Hi-
tler, cinico e indifferente
spettatore del genocidio
ebraico. Negli anni il fe-
nomeno si è progressi-
vamente esteso sino a
creare una nuova verità,
inattaccabile e indiscuti-
bile. La presente docu-
mentazione raddrizza il
dibattito mettendo a con-
fronto i documenti che
permettono di giudicare
il Papa con equilibrio.
~
AL GIORNO
365 LAMPI D'ETERNITÀ
Meditazioni per ogni
giorno dell'anno
di autori vari
ELLEDICI , Leumann (To)
2003, pp. 400
365 pagine che aiutano a
riflettere sui fatti della vita
di ogni giorno, alla luce del
mistero di un Dio che si in-
carna nella storia. Si tratta
di spunti che, vissuti nel
profondo, possono diven-
tare occasione per incon-
trare Dio in ogni circostan-
za della nostra vita. Spes-
so il nostro cuore è arido
per il continuo correre e le
tante cose da fare . Ha bi-
sogno di fermarsi a riflette-
re per acquisire una con-
sapevole coscienza della
qualità della vita e per ap-
profondirla nella visione del-
la fede e dell'amore frater-
no. Tocca a ciascuno rita-
gliarsi un tempo - anche
breve - per ritrovare se
stesso e incontrare Dio:
aiuta a custodire l'incontro
con se stessi e con il Si-
gnore della vita che aiuta a
scandire il tempo della pro-
pria storia personale.
LA CHIESA
Mistero, Santità,
Missione
del card. José Saraiva
Martins
Libreria Editrice Vaticana
Roma, 2004, pp. 118
La Chiesa è la presenza di
Gesù visibile nel tempo, il
mistero di Cristo che si fa
storia per mezzo di essa e
in essa. Il testo evidenzia
una riflessione per i cristia-
ni fortemente attuale e ne
presenta le dimensioni fon -
damentali . Si tratta di un
mistero di santità; la Chie-
sa sarà santa nella misura
in cui ogni cristiano riflet-
terà sul suo volto nel volto
di Colui che è la stessa
santità di Dio fattasi tempo
e storia. Da tale santità
scaturisce la missione, sua
ragion d'essere, quindi una
Chiesa sempre in cammi-
no, in tensione missiona-
ria . Ma la sfida che oggi
deve affrontare è quella
che la vede protagonista
nella ricerca dell'unità, che
costituisce una esigenza
propria della sua intrinseca
missione: riunire nel nuovo
popolo di Dio tutta l'uma-
nità.
I MILLE VOLTI DELLA
PREGHIERA
Come, quando, perché
pregare
di Miche! Rondet, pp. 270
DIECI CAMMELLI
INGINOCCHIATI
Variazioni sulla preghiera
di Ermes Ronchi
Paoline, Milano , 2004
pp . 174
All'inizio di un anno sarà
necessario reimpostare il
proprio rapporto con Dio
nella preghiera. Il primo
volume traccia l'ampio iti-
nerario di una vera peda-
gogia della preghiera: non
c'è un unico cammino per
la preghiera, esistono mille
modi per portare avanti il
dialogo con il Signore. Il
secondo volume spiega
che pregare è saldare il si-
lenzio delle stelle con il fra-
stuono dei giorni ; svinco-
larsi dalle catene del rumo-
re per scop ri re le nostre
musiche sotterranee; apri-
re nella trama di ogni gior-
no delle finestre su Dio; in-
dovinare la presenza del-
l'eterno Assente e saper-
sene meravigliare e saper-
la respirare . In questa
esperienza l'autore lascia
parlare figure , immagini ,
metafore, seguendo i passi
di alcuni personaggi biblici .
GENNA IO 2005 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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RISCOPRIRE
LA TENEREZZA
IL SEGRETO
DELLA LUCE
" ... COME LEONE
RUGGENTE ... ".
con se stessi
MATTUTINO
Voi. I. L'assedio del male
e con gli altri
di Gianfranco Ravasi
intorno al popolo di Dio
di Pie rre-Yves Boily
PIEMME, Casale M. (Al) pp. 384.
Paoline , Milano
2003, pp. 396
Voi. Il. Guide, entità,
2004, pp. 152
energie ed esseri. .. per
Nel corso dei millenni , l'u-
Gianfr anco Ravasi
ingannare il popolo
di Dio, pp. 206
manità ha esplorato tutti gli
di Tarcisio Mezzetti ,
aspetti della guerra e della Il segreto della luce ELLEDICI , Leumann (To)
violenza, sperimentandone
l'orrore, senza imparare
M a t tutin o
2004
quasi nulla dalla sua storia.
Maghi, esoterismo, occulti-
Diventa perciò urgente og-
smo, satanismo, panteismo,
gi fare l'esperienza della te-
tantrismo , ecc. E ancora
nerezza, della comprensio-
spiritismo, astrologia, en-
ne e del ri spetto reciproco
neagramma, ecc. In un'at-
nelle nostre società, so-
tenta presentazione delle
prattutto perché esse sono
forze diaboliche che si op-
ormai multietniche e pluri-
pongono all'avvento del
religiose. Ma come com-
Regno di Dio, in cui solo
piere , collettivamente , que-
Gesù Cristo portatore
sto passaggio? Si può
dell'acqua viva", l'autore
avere il coraggio di tentarlo
aiuta quanti vogliono distri-
nella stessa organizzazio-
carsi dalla passione di una
ne del lavoro? Si può an-
cu ltura contraddittoria e ir-
dare più lontano della non È l'ottava raccolta di medita- razionale , spesso presen-
violenza nei rapporti tra zioni quotidiane che sboc- tata come salvifica e mo-
persone, tra gruppi e tra ciano da una citazione e derna, alternativa al cristia-
Paesi? La tenerezza orga- sono contrassegnate da un nesimo. Invece rivela che
nizzativa o politica, econo- paio di caratteristiche: la pa- non è altro che un cocktail
mica e sociale ubbidisce rola Mattutino che rimanda micidiale di antiche idee
alla stessa dinamica della all'antica liturgia che com- pagane e tesi scientifiche
tenerezza intima? Sì , la te- prendeva una preghiera da falsificate e distorte . Si trat-
nerezza può rivelarsi frut- rivolgere a Dio quando ci si ta di uno svelamento del
tuosa nelle organizzazioni trova sulla frontiera tra notte mondo oscuro che avvolge
umane.
e giorno; il sudario delle te- la cultura popolare, analiz-
nebre che si ritira e lascia zando le diverse "strego-
spazio al dispiegarsi del nerie" oggi maggiormente
manto della luce sul creato: imperanti .
ecco, allora, levarsi al cielo
un canto orante. Si tratta di
quell'emozione che si prova
quando, andando presto al
lavoro, si vedono profilarsi
nel buio le vetrate già illumi-
nate di una chiesa o di un
Pierre-Yv es Bolly
convento. L'invito che le pa-
Riscoprire
la tenerezza
gine rivolgonò al lettore è
proprio quello di fermarsi in
silenzio per pochi minuti, in
con se stessi
e con gli altri
meditazione quieta e tacita .
FA VEN DIT A PER
~g~ Ri~ PON DEN ZA . I libri
che vengono segnalati s1pos-
sono acquistare presso le ~br\\
rie cattoliche o vanno ne ,es
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BS GENNAIO 2 005

4.2 Page 32

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Ll/1/E
-
~
PIU SALESIANO
CHE INGEGNERE
di .Giancarlo Manieri
Qualche tratto biografico e di
cronaca del coadiutore salesiano,
ingegnere elettronico, Mario
Miglino, nato il 4 maggio del 1942
e morto il 17 ottobre del 2002.
Il salesiano laico ingegner Mario Miglino.
,,A17 anni ho preso in mano la mia vita", rac-
contava Mario Miglino. Da allora, mai un
ripensamento, una sbandata, una diversio-
ne; ha continuato a viaggiare diritto verso la pienezza
della sua realizzazione come uomo, come insegnante,
come salesiano, i tre pilastri della sua vita, solidi, sicu-
ri , credibili che hanno sostenuto una costruzione dalle
dinamiche inconfondibili. Brescia ha goduto più di altre
case della sua presenza, della sua competenza e del-
la sua umanità ... Miglino è rimpianto da persone e isti-
tuzioni. Mai nessuno come lui , giura convinto un suo
exallievo quarantenne, era energico e gentile, docente
e amico, esigente e affettuoso, preciso e indulgente...
Mario merita appieno questo elogio. Era ordinario per
lui essere straordinario , tanto che nemmeno se ne
accorgeva. Ma se ne accorgevano gli altri. Diceva: "Le
mie giornate sono popolate da tanti visi di ragazzi e
giovani. .. che abbiamo servito al modo di Don Bosco".
Il plurale non era maiestatis, non era cioè riferito a sé
GENNAIO 2005 BS
ma alla comunità salesiana di cui faceva parte e agli
insegnanti con i quali si sentiva in sintonia tale, da for-
mare un insieme educativo. "Mi hanno contagiato",
diceva dei suoi alunni.
PROFESSIONALITÀ SÌ MA...
La scuola per Mario era il luogo del suo apostolato
come salesiano , oltre che della sua professionalità
come ingegnere. poteva "servire" i suoi giovani ,
rafforzava la sua passione di educatore. Questa com-
pletezza umano/religiosa lo aveva condotto per ben
due volte a rappresentare l'ispettoria lombarda al
Capitolo Generale. Egli "respirava" la sua vocazione ...
Mi disse , infatti, il giorno che riuscii a intervistarlo:
"Vedi, io respiro la congregazione non la casa , la
scuola non l'aula, l'educazione non l'elettronica. Capi-
sci?". Capivo, eccome. E quando tentai l'affondo sulla
sua professionalità: "Beh , Mario, so che sei andato in
Ecuador ad aggiornare in elettronica, non in pedago-
gia (e sottolineai l'inciso) , i professori delle nostre
scuole tecniche...", non mi lasciò finire : "Sbagliato! Ho
fatto prima il salesiano, poi l'educatore, poi anche l'in-
gegnere". "Ma come fai a tenere insieme la tua qualifi-
ca un po' arida con la tua vocazione di salesiano coa-
diutore? A scuola, intendo dire...". "No, che non è diffi-
cile! lo non ho mai fatto scuola come ingegnere ma
come coadiutore, mai come professore ma come ami-
co ed educatore. Andavo in classe ogni mattina con
questa mentalità". Era già molto ammalato il giorno in
cui andai a cercarlo per l'intervista. Mi ricevette dopo
pranzo nella sua modesta cameretta, seduto in una
vecchia poltrona, raccolto nel silenzio della controra.
"Allora... come va , caro ingegnere". "Prima di tutto
sono Mario. Così mi hanno chiamato i miei. I titoli è
meglio tenerli chiusi, perché ... - una pausa - allonta-
nano dal Vangelo! Dunque , mi hai chiesto come va?
Va bene! Perché mai dovrebbe andar male?". Acéi-
denti al mestiere, quando trovi gente di questo spes-
sore, pensavo. Mi aveva spiazzato. Non sapevo come

4.3 Page 33

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I
Con alcuni dei suoi alunni allo stadio Calveri di Brescia
per l'annuale meeting di atletica tra le scuole cattoliche
della città.
Con un gruppo di giovani insegnanti tutti suoi exallievi.
interloquire. Perché lui conosceva bene le sue condi-
zioni di salute e sapeva che le conoscevo anch 'io. Per
chi sa vivere la vita come un dono e una missione ,
essa è "bella" (l'aggettivo è suo), anche quando sai
che sta irrimediabilmente fuggendo da te e non c'è
modo di richiamarla indietro . "Miglino ha il baricentro
spostato verso l'alto in pianta stabile!", mi aveva antici-
pato un salesiano della comunità prima che mi avvias-
si verso la sua camera. Non so come si configuri l'e-
quilibrio in un corpo ormai prostrato, ma mi sono
accorto che quell'uomo lì, che tutti mi avevano detto
avere pochi mesi di vita, mi appariva di un equilibrio
superiore .
COADIUTORE È BELLO
Era innamorato della sua specificità vocazionale. "Sen-
za coadiutori non c'è congregazione", mi diceva sicu-
ro. Tentai con un pizzico di sarcasmo in verità un po'
maldestro: "Guarda , Mario, che ... siete una razza in
estinzione voi coadiutori". "E tu prega che succeda
qualche miracolo, se no Don Bosco sarà costretto a
dare l'addio al suo capolavoro...". "I coadiutori?". "No,
Il prof. parla cordialmente con alcuni genitori
dei suoi alunni.
la congregazione". "La congregazione?". "Ascolta, caro
giornalista dei miei stivali - a cui voglio bene perché è
il direttore della nostra più cara rivista - tu hai detto
prima, quando eravamo a pranzo , che era urgente
rilanciare la figura del coadiutore e che anche per que-
sto stavi portando avanti una rubrica sul BS riguardan-
te noi. Bene! È una benedizione. Ma...". "C'è un ma?
Non sei d'accordo su un rilancio della figura del coa-
diutore?". Immediata e sicura la risposta, come fosse il
risultato di una lunga riflessione pregressa: "No!". "Per-
ché no?". la congregazione che deve rilanciarsi ,
caro mio, non il coadiutore. Noi non siamo un pezzo
della congregazione , siamo un tutt'uno con essa. Non
siamo un'aggiunta strumentale ma un valore carismati-
co essenziale . Perciò scrivi sui coadiutori , te ne sare-
mo riconoscenti , ma per rilanciare la congregazione ,
non per rilanciare i coadiutori, hai cap ito?". Avevo
capito.
L'ULTIMA TAPPA
Qualunque cosa ti possa capitare non ti darà danno,
perché io sono il Signore il tuo salvatore (ls 43, 1-3).
Queste le parole che l'hanno sostenuto quando, ina-
spettata, è arrivata la malattia che ha accompagnato
l'ultimo tratto del suo cammino. Sapeva di "essere arri-
vato all'ultima stazione e di dover ormai scendere dal
treno", perciò decise di regalare ai giovani il suo estre-
mo tribolato tratto di strada, perché potessero trovare
la loro e con coraggio percorrerla tutta ... La sfida della
sua vita l'ha espressa nelle parole scritte ai confratelli
quando già sapeva del male : coniugare l'elettronica
con l'amore di Dio, salvaguardando il primato del
Signore e l'autonomia legittima, relativa delle realtà
culturali, professionali e civili. Mi disse congedandomi:
"Ho studiato elettronica come i miei compagni chierici
studiavano teologia: per la missione , per diventare
esperto in relazioni umane prima che in elettronica,
per percorrere con i miei alunni la via dell'educazione
piuttosto che quella della cultura". Così è morto Mario
Miglino. A 60 anni.
BS GENNAIO 2005

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrere
10 SALVAGENTI
PER ,UN ANNO NUOVO
Si tratta di un decalogo da prendere sul serio dalle famiglie ...
perché oggi più che mai la ricerca della serenità e dell'armonia
familiare per creare un clima educativo forte
è una priorità assoluta.
Sono molte le cose semplici
che si possono fare per man-
tenere l'armonia famil iare. Ne
suggerisco dieci.,
1. Alzate 1:>and"era bianca. Ogni
giorno un numer-o spropositato di
fatti spiacevol i, che non dipendono
assolutamente dal nostro controllo
(rumo re( l'auto che non parte , uno
scontro con una persona volgare,
un documento perduto , ecc.), ci
fanno letteralmente "deragliare" dai
binari della normalità. R13agire ur-
lando, battendo i pugni , mjprecan-
do o sfogandosi cor:i i più vicini nbn
cambia assolutamente il I risultato
pratico e aumenta stress e frustra-
zione. '1Alzare bandiera bianca" si-
gnifica prima di tutto scongiuraf_e
l'effetto valanga : un piccolo scatto
di nervi comincia a ingrandirsi fino
a diventare una guerra civile . Non
significa rassegnarsi , ma· vivere sa-
pendo che le cose non saranno
mai come lo desideriamo. Una
bambina di quattro anni calmò di
botto la frustrazione nascente della
mamma , che aveva appena rotto
una tazzina di porcellana, dicendo
pacata: «È la vita! ».
2. Ascoltate . L'ascolto è la pillola
miracolosa che produce risultati
garantiti. Basta pensare a quanto
apprezziamo le persone che ci
ascoltano e come si è inondati di
speranza quando qualcuno ci
ascolta perché sentiamo di essere
compresi e stimati. Chi non è
ascoltato si sente mortificato e in-
soddisfatto. Il vero guaio è che molte
persone non sono consapevoli di
essere cattivi ascoltatori . Ci voglio-
no dosi abbondanti di onestà e
umiltà, sforzo e pazienza, ma i ri -
sultati sono miracolosi : donare a
qualcuno la sensazione di essere
ascoltato ed ascoltare effettivamen-
te è un magnifico riduttore dello
stress. Inoltre lasciare agli altri l'ulti-
ma parola è quasi sempre un se-
gno di forza e di equilibrio. Significa
soprattutto che non volete imposta-
re una discussione del tipo : «Ve-
diamo chi vince ».
3. Accettate le differenze . Ogni
persona ha un suo modo di affron-
tare e risolvere i conflitti. Ciascuno
ha una sua personale scala di valo-
ri. E tutti siamo convinti che il no-
stro modo di vedere è sempre logi-
co e inco111testabile . Il problema è
che gli altni la pensano allo stesso
modo: coniuge , figli , amici , vicini di
' ca a sorio tutti convinti dell'esattez-
za delle loro opinioni . La ricchezza
e il progresso dell'umanità dipendo-
GENNA10 2005 BS
no proprio dalle differenze . Invece
di montare a cavallo e sguainare la
spada quando qualcuno vi contrad-
dice, ripetetevi : «È normale: questa
persona vede le cose diversamen-
te ». Chi rispetta sinceramente le
opinioni diverse si risparmia un
buon numero di litigi e smorza im-
mediatamente l'aggressività degli
interlocutori .
4. Le persone vengono sempre
prima . Un padre aveva sempre la
stessa reazione davanti ai piccoli
incidenti (bolli sull 'auto , piatti rotti ,
un brutto voto ... ). Diceva al figlio :
«Non importa. Tutto si può sostitui-
re , eccetto te ». È incredibile l'effet-
to rassicurante che possono av.ere
parole come queste. A coniuge e
figli piace molto sapere che la loro
persona e i loro sentimenti contano
molto di più dei beni materiali . Tutto
ciò che a prima vista sembra
importante (lavare i piatti, le pulizie,
cucinare , i programmi televisivi , la
spesa e le altre incombenze quoti-
diane) può sempre essere rimanda-
to, non così le emozioni che riguar-
dano le persone. Soprattutto quelle
dei bambini . Queste sono sempre
ancorate nel qui e adesso. Ricorda-
tevi sempre di quello che porterete
in Paradiso. Non saranno gli ogget-

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
ti o il conto in banca, ma la capa-
cità di donare ·e condividere.
5. Fate riforn imento . Viviamo a un
ritmo folle. La maggioranza delle
persone desidera il dono dell'ubi-
quità per arrivare a tutto. È vitale
alzare il piede dell'acceleratore e
trovare dei momenti di pausa: ricor-
datevi della domenica come giorno
del riposo, della gioia del vivere
insieme e del rifornimento spirituale
(non della grigia pigrizia dovuta
solo a spossatezza) . Trovate il tem-
po per leggere un buon libro, vede-
re un film, giocare con i vostri figli ,
ascoltare musica, ecc.
6. Curate la salute . L'attività fisica
e tutto ciò che mantiene efficiente il
corpo contribuisce al benessere
della vita familiare : si dorme me-
glio, si evitano crisi di nervi e mu-
gugni d'intolleranza, c'è più dina-
mismo e voglia di vivere.
7. Curate la vostra casa . La
vostra casa si modifica e cresce
con voi : è lo spazio vitale della vo-
stra famiglia. Pensate a essa con
profonda gratitudine: vi protegge
dal freddo , dal caldo e dagli intrusi .
Non è un idolo e neanche un mu-
seo . Amatela con indulgenza e
flessibilità : è il più bel posto del
mondo ed è tutto vostro e delle
persone che amate.
8. Esprimete i vostri sentimenti. I
sentimenti più espressi purtroppo
sono quelli negativi . Perciò non
perdete mai l'occasione di dire «Ti
amo». È semplice, gratuito e fa mi-
racoli. È un vero balsamo per chi lo
dice e per chi lo riceve. Cambia la
giornata alle persone: è il dono per-
fetto.
9. Date il buon esempio . I vostri
figli non faranno mai quello che
predicate, ma solo quello che vivo-
no e quello che fate voi. Chiedevi
ogni giorno : «Qual è il messaggio
che sto dando ai miei figli? »
10. Condividete le attività spiritua-
li . Poche attività uniscono la famiglia
come pregare insieme e vivere
insieme la propria fede. Fate delle
feste dell'anno un evento di gioia e
di intensa comunione, partecipate
insieme a qualche iniziativa parroc-
chiale o di volontariato.
O
I
La casa è il nido delle confidenze
e oggi anche delle relazioni...
via cavo!
I PUNTI FERMI
Nella fluttuazione attuale delle famiglie, sempre più incerte fra
passato e futuro, fra gestione della quotidianità e ricerca di una
nuova identità, credo sia importante individuare alcuni punti
fermi che caratterizzino la storia del proprio nucleo e che
costituiscano una riserva di senso per i giorni in cui la
convivenza si rivela più faticosa del solito.
La vita della nostra casa è radi-
cata su tre punti. Dico subito
che spesso ci manca il quar-
to, necessario a dare stabilità asso-
I Una bambina calmò di botto
la frustrazione nascente della
mamma, che aveva appena rotto
una tazzil')a di porcellana, dicendo
pacata: «E la vita!».
luta agli affetti familiari , ma il "mi-
racolo" sta proprio in questo: riusci- la tolleranza . È ciò che consen-
re a stare in equil ibrio anche se si te di rispettare temperamenti ed
è un po' traballanti. Le cose che or- esigenze differenti , ma anche di
mai non vengono più messe in di- arricchirci mediante il confronto con
scussione da nessuno di , i ono.
nte dal modo
la confidenza . Se è
isce e vive la
to perché in
non sempre si ha la vogli
di mettersi in comunicazi
accontentare
ica fra opinio-
altri, non è possibile che
ficoltà crei silenzi ins
all 'interno della famiglia
·hi,,.c,,,...,;,...-.,_
untare più in
evolezza che
miti della mia
zienza e perseveranza,
rvazione del
noi sa che deve darsi d
particolare e
rompere il silenzio, offre
ica maggiore
gesti confidenziali che i
il dialogo, il confronto, qu m
lo sfogo di sentimenti ed esperie
tteggiamento
rapporto fra
he l'asse ma-
ze che pesano sul cuore e tolgo
- """-~------ rella chiede
la serenità. È importante ç,b e n-
___,..__.;;;;.e-=
, il rispetto di
adulti sollecitiamo i ragazzi, ma
er possa essere
po~itivo _eh~ anche i figli rt orfl1 QQ_ ~ gag ritito ·ed- ev61 in convivialità
- :c-ru.:-- -- - - -. ,__._. . noi genitori che la casa e 1Vpbsto- - -delle differenzei -
più sicuro dove riversare ,/e roP-rie -,
ansie e tristezze, sapendo di poter a riconci 1az1one. Ogni giorno ci
contare sulla comprensione e la sono infinite occasioni di tensione e
discrezione degli altri;
contrasto; qualcuna si riesce a pre-
BS GENNAIO 2005

4.6 Page 36

▲back to top
venire evidenziando che la posta
in gioco non merita tanta conside-
razione ; altre piombano addosso
in modo improvviso o subdolo e
bisogna subirle o gestirle in modo
approssimativo. Comunque vada-
no le cose , è importante riuscire
quanto prima a buttarsi dietro le
spalle ciò che ha creato amarez-
za o risentimento, ristabilendo un
atteggiamento di reciproca com-
prensione e fiducia , che dichiari
"tu per me conti molto più di ciò
che ci ha separato". In questo , è
sicuramente Claudio il più bravo :
riesce ad arrabbiarsi alla grande
con noialtri e subito dopo ridere di
cuore su ciò che si è inserito
come elemento di disturbo nell'af-
fetto che ci lega.
Il quarto punto fermo , quello
che spesso ci manca, è la capa-
cità di condividere tutto in modo
solidale. Non è che questa sensi-
bilità sia assente; nelle situazioni
più gravi e impegnative emergono
straordinarie energie e disponibi-
lità per farsi carico dei problemi
comuni; ma altre volte si resta sul
generico e non ci si preoccupa a
sufficienza del fatto che un ideale
è vero se è tradotto nella pratica.
I tre quarti della famiglia insistono
nella convinzione che gli impegni
individuali vengono prima di quelli
comuni e che c'è qualcuno (per-
ché guardano sempre me?) che
svolgerà tutti i compiti che gli altri
non hanno "tempo" di risolvere.
Soprattutto la cura della casa
segue ancora un modello tradizio-
nale: la mamma può essere sosti-
tuita nelle varie faccende solo se
c'è un'emergenza.
Questo modo di fare è sicura-
mente una nota stonata, ma vale
la pena sottolinearla continua-
mente? Ho fatto una scelta per-
dente, ma che, tutto sommato,
ritengo valida: non rivendicare a
tutti i costi la collaborazione come
se dovessimo ogni mattina impo-
stare un'estenuante trattativa sin-
dacale. Preferisco continuare a
concedere tempo ; prima o poi
spero che qualcuno si deciderà a
dare una mano spontaneamente;
ormai gli acciacchi dell'età comin-
ciano a vedersi , eccome!
D
GENNAIO 2005 BS
MOVIMENT
SALESIANO
di Julio Olarte
Il fondatore delle suore di
Maria Auxilium è il salesiano
Antony Muthamthotil, in data
13 maggio 1976. Il carisma è
la cura delle ragazze povere e
abbandonante.
SISTERS
OF MARIA AUXILIUM
Vyasarpadi è situata a Nord di
Madras nello Stato del Tamilnadu,
Sud India. Il governo ha concentrato
in quest'area i profughi dalla Birma-
nia. Gente povera, senza mezz i di
sussistenza, senza lavoro... Si sono
sistemati in capa nne a un solo va no
dove ci vivono anche in otto per fa-
migli a. Campano da emarginati, non
co ltivano relazioni se non con gli
altri ri fugiati. Avendo lasciato in Bir-
mania tutto ciò che possedevano, si
trovano in condizioni di estrema in-
digenza. Il sa lesiano don Francis
Schlooz, allora parroco del Centro
Beatitudes, era l' unico che li visitava
con regolari tà, ascolta ndo i loro
drammi e cercando di sostentarli
con cibo e altre cose materi ali, men-
tre faceva accogliere i loro fig li negli
internati della diocesi. Finché, una
nuova sventu ra si abbatté su di loro.
Nel 1976, una furiosa inondazio-
ne spazzò via quasi tutte le loro ca-
panne e le loro cose. Essendo il loro
territori o in una zona bassa, fu com-
pletamente sommerso: ciò che era
rimasto ga lleggiava desolatamente
sull'acqua. I ri fugiati si trovarono di
nuovo senza tetto, a lotta1·e ogni
giorn o per sopravvivere, pri vi di
ogni prospettiva. Allora interven ne
di nuovo don Schlooz che cercò di-
speratamente chi avrebbe potuto
impegnarsi per i suoi diseredati . Si
offrì di farlo la Legione di Maria,
un'associazione nata per aiutare i
pi ù poveri, spec ie le ragazze abban-
donate. Egli allora cercò un prete
che potesse guidare le vo lonta rie
dell a Legione. Lo trovò in un prete
co nosci uto per la sua car ità e il suo
im pegno, che la gente affettuosa-
mente chiamava Antony.
Si trattava di don Antony Mu-
thamthotil , sa lesiano, che si mise
subito al lavmo con entusiasmo.
Tanto che, quando alcune delle ra-
gazze mani festarono l' in tenz ione di
rendere stabile questo loro impegno,
egli pensò di legarl e con voti, riu-
nendole in una comunità .. . Così è
stata fondata la congregazione delle
Sisters of Ma ria Auxilium. Era il 13
maggio 1976. Il numero delle sorelle
crebbe lentamente ma costa ntemen-
te e il 24 maggio 1999 la congrega-
zione fu accettata da ll a diocesi, di-
venendo così ufficialmente di diritto
diocesano. Attualmente, sono 52
professe perpetue, 34 temporanee,
15 novizie, 17 pre/ novizie sparse in
19 case di tre Stati del Sud India. D

4.7 Page 37

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"DON B., d.i
/
H-€ LU;I L ~ :"}
~/
Il

4.8 Page 38

▲back to top
Sf\\OE E1'\\CHE
per ragazzi, genitori, educatori
OGM
di Giovanni Russo bioeticalab@itstit
QUALCOSA NON VA?
Si aprono nuove
frontiere in ogni campo...
Nel campo alimentare
sono da tempo spuntati
gli organismi
geneticamente
modificati. E infuria la
polemica tra i fautori e
chi non ne vuol sapere.
Eppure ...
L e biotecnologie applicate al
campo dell'alimentazione
sono una realtà in continua
evoluzione e ci offrono prodotti che
per molti aspetti sono superiori a
quelli realizzati con tecnologie na-
turali. Non sono alimenti futuristici,
ma sono già ampiamente inseriti nei
nostri supermercati, anche se non
sempre si presentano con una ade-
guata etichetta informativa. Sono
alimenti che hanno subito modifi-
che tecnologiche, sicché presentano
caratteristiche che in natura non si
ritrovano, ma che possono essere
vantaggiose sia per la coltivazione
sia per la qualità dell ' alimento stes-
so. Purtroppo, come avremo modo
di vedere, insieme alle luci ci sono
delle "ombre", ossia possono pre-
sentarsi dei rischi per la salute
umana e per l'ambiente, per cui il
primo atteggiamento fondamentale
dovrebbe essere quello di un "no" a
qualsiasi atteggiamento pregiudizia-
le, e di un "sì" alla sperimentazione
in campo ma con alti parametri di
sicurezza, con una obiettiva, corret-
ta e tempestiva informazione. Qual-
cuno pensa che con questo tipo di
alimenti si potrà sconfiggere la
fame nel mondo: l'ipotesi è fondata,
ma non occorre farsi illusioni.
GENNAIO 2005 BS
VALORI IN QUESTIONE
Le biotecnologie alimentari no~
sono né buone né cattive: hanno luci
e
ombre .
Per sconfiggere
i
·t·
para_ss_1 i
delle
iante, gli OGM po~sono m1ghorare le
~ondizioni dell'ambiente, attualmente
sottoposto a pesticidi e sostanze tos-
sicChe . gli OGM s1. producono tarm,aci
! a1v~~ita come l'insulina umana, I or-
mone della crescita, l'interf_erone per
la cura di gravissime 1:1alatt1e, tarmaci
antCivoirnaliqeueasnttoitutmipooradlii.
.
alim_ent1
.
s1_
po-
trebbe migliorare la cond1z1one d1 po-
poli che soffrono la fame .
OGM UNA DEFINIZIONE
Un alimento geneticamente modi-
ficato è generalmente chiamato "or-
ganismo geneticamente modificato"
(OGM) e indica un prodotto alimen-
tare in cui sono stati inseriti geni
modificati rispetto a quelli che pre-
senta naturalmente. Di conseguenza
nella produzione il gene introdotto
manifesterà le sue nuove caratteri-
stiche. È in qualche modo come gli
antichi innesti che si effettuano in
un albero, sicché produrrà frutti in
I E se gli OGM davvero dessero
risultati migliori per la salute
umana?
E se risolvessero davvero
il problema della fame?

4.9 Page 39

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CONFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMIGLIA_
Che cosa pensi degli OGM : se1,;3-s-
solutamente contrario o li accetti . A
quCalhi ecocnodsizaiopnoi?ssiamo
tare
.
come_cit-
tadini per orientare le scelte politiche
in
questo campo?
Sei d'accordo
sulla
.
produzione
d.
I
aniCmoanlistirdaenrsagtieni icriis?chi
della
. ..
toss1c1ta ,
delle allergie e dell'impatto ambienta-
le , è pro~onibile. l'ipo~es1 d1 bloccare
ogni spenmentaz1one .
I Benché il timore sia ancora diffuso
nella gente, secondo gli studi più
recenti l'allarme non sembra
giustificato.
base ali' innesto inserito. Gli OGM
possono riguardare non solo cibi,
ma anche piante, animali, ambiente,
microrganismi vari e gli stessi esseri
umani. In altre parole un OGM è un
intervento di ingegneria genetica
che mira a modificare le caratteristi-
che naturali di un organismo, ,sicché
attraverso l'inserimento di un nuovo
gene lo stesso organismo presenti
caratteristiche diverse da quelle pre-
senti in natura.
APPLICAZIOM
Nella maggioranza dei casi il tratto
di gene inserito in un organismo, per
modificarlo, apporta delle variazioni
tali da migliorarne alcune caratteri-
stiche o che lo inducano a produrre
sostanze non appartenenti al suo nor-
male metabolismo. Nel caso delle
piante, per esempio, tali nuove carat-
teristiche consentono alla pianta mo-
dificata di aumentare le sue resisten-
ze verso i parassiti o verso alcune
malattie tipiche di quella specie o
verso diserbanti e pesticidi, ovvero
di modificare quantitativamente, in
senso positivo o negativo, il contenu-
ILe ricerche continuano e si
approfondiscono proprio per
fugare ogni dubbio sull'utilità
o meno, sulla convenienza
o meno, sulla pericolosità o meno
degli OGM.
to di sostanze alimentari (proteine,
grassi, ecc.), oppure ancora di mi-
gliorare le caratteristiche di resisten-
za alle avverse condizioni ambientali
(siccità, gelo, salinità, ecc.). Buona
parte del caglio utilizzato per la pro-
duzione dei formaggio è frutto di
OGM. Gli OGM possono intervenire
anche nella difesa dell'ambiente:
batteri e micro-alghe, geneticamente
modificati, possono assimilare, eli-
minandoli dai rifiuti, metalli pesanti
o prodotti chimici di sintesi che nor-
malmente non fanno parte del loro
metabolismo. Anche i microrganismi
possono essere assoggettati a modifi-
cazioni genetiche: alcuni batteri, ge-
neticamente modificati in maniera
opportuna, possono produrre molti
farmaci salvavita come l'insulina
umana, l'ormone della crescita, l'in-
terferone per la cura di gravissime
malattie, fannaci antivirali e antitu-
I La modificazione genetica di una
pianta permette di renderla
resistente all'assalto di insetti
e vermi nocivi.
morali in quantità massicce e a costi
relativamente bassi. Nel caso degli
animali transgenici, l'ambito d' appli-
cazione è più ampio. La modifica ge-
netica può p01tare alla fo1mazione di
prodotti naturali contenenti farmaci o
prodotti interessanti dal punto di
vista della prevenzione, come per
esempio i vaccini. Le modifiche pos-
sono essere apportate per produrre
animali resistenti alle malattie infet-
tive o neoplastiche anche dell'anima-
le stesso, ovvero per il miglioramen-
to, dal punto di vista sia qualitativo
sia quantitativo, di alim~nti come il
latte, la carne, le uova. E da sottoli-
neare la grande opportunità offerta
da piante che possono produrre vac-
cini soprattutto in quei paesi in cui
l'assistenza sanitaria è scadente (La-
monica).
ruscm
Come ogni altra innovazione tec-
nologica è fuor di dubbio che anche
gli OGM possano comportare, nella
loro applicazione, qualche rischio.
Tuttavia non va sottaciuto che, data
la delicatezza dell'argomento - mo-
difica di un genoma, con trasmissio-
ne dei caratteri acquisiti alla proge-
nie - questo rischio sia spesso so-
pravvalutato, in particolare dai
mezzi di informazione. Tutto ciò
genera, nel grande pubblico, non
sempre adeguatamente informato,
ansie e timori non sempre giustifi-
cati. I rischi più importanti possono
essere ricondotti a tre gruppi princi-
pali: la tossicità, le allergie e l 'im-
patto ambientale. Un'altra grande
preoccupazione consiste nel perico-
lo che, con l'affermarsi di una sola
specie modificata, vengano turbati i
normali equilibri, danneggiando
così la biodiversità, la cui carenza
ha portato in passato gravi danni
ecologici anche a intere popolazio-
ni. Occorre però precisare, a propo-
sito dei rischi, che la legislazione in
merito è altamente restrittiva e pre-
vede controlli, da parte di Enti al di
sopra delle parti. Tutto ciò sembra
essere sufficiente a garantire una
notevole sicurezza, cosa che spesso
non avviene per altri prodotti nuovi,
non appartenenti alla categoria degli
OGM (Lamonica).
BS GENNAIO 2005

4.10 Page 40

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DANTE di Severino Cagnin
IL RITORNO
Ritratto di Dante del Botticelli
(1445-1510).
Riscoperto del poeto
fiorentino mai rassegnato
allo sconfitto, schietto con
lo gente come con papi e
imperatori Condannato,
sfido _lo morte per vivere
libero, sicuro che il pone
non gli mancherà. Un
convegno od Assisi ne fa
emergere rattuolità nello
coerenza e nello missione
di comunicare.
I Studentesse davanti al grande
liceo delle FMA di Via Dalmazia
a Roma. Nelle scuole salesiane
Dante è amato e studiato.
D ante condannato dal tribuna-
le del/' inquisizione religiosa!
Così la stampa, smentita dai
documenti dell ' Archivio Vaticano.
Invero, il podestà di Firenze emana-
va il decreto di condanna contro il
poeta per tradimento e interesse pri-
vato: espulsione dal Comune, mi-
naccia di morte se vi fosse ritornato
senza aver riconosciuto le proprie
colpe. Poiché si dichiara innocente,
gli sono inflitti trent'anni di esilio.
Egli risponde che un uomo libero
può godere il sole ovunque, senza
macchiarsi di viltà. Gli sono confi-
scati i beni e la casa, espulsa la fa-
miglia. I documenti non ci danno un
Dante santo e perfetto, ma una per-
sonalità vivacemente attuale, decisa
a costruire una società nuova, nella
libertà che egli ha sempre cercato,
disposto per essa a dare la vita.
GENNAIO 2005 BS
FUORI DA SCUOLA?
Oggi sembra in atto il tentativo di
espellere il sommo poeta dalla scuo-
la: "Ha idee vecchie; in politica è
monarchico, in economia sta dalla
parte dei ricchi, è un moralista che
condanna e assolve come un super-
giudice!". Ma un tale giudizio è
frutto di un ' i!1terpretazione falsa e
tendenziosa! E necessario ritornare
a studiarlo, a capirne la verità, a va-
lutarne parole e fatti secondo criteri
documentati. Gli esperti affermano
che è indispensabile verificare il
contesto storico, oltre all ' analisi les-
sicale e simbolica del suo linguag-
gio: ne spicca un pensatore che sui
problemi odierni fa sbalordire, espri-
mendosi con illuminazioni che dalla
parola balzano al cuore della realtà,
trasformandola in bellezza.. A prima
vista, i suoi versi a volte oscuri pos-
sono ingenerare noia e diffidenza.
Anch'io non amavo molto il poeta,
né quando lo studiavo sui banchi né
quando lo spiegavo dalla cattedra..
Poi ho provato a scavare in qualche
parola pregnante, nel ritmo di un
verso, nei legami metrici e musicali
di una terzina. Ho sentito da allora
l'emozione dell'alba, l'inutilità del-
l'andare senza meta, la necessità
della purificazione, leggendo il Pur-
gatorio; l'orrore della vendetta, del-
1' odio suicida e la nostalgia dell 'e-
migrante per la casa lontana, nella
cantica dell 'Inferno; e ho gustato la
visione accorata degli uomini, giunti
alla meta finale faccia a faccia con
Dio nel Paradiso. "Ma.i nessun uomo
su questa terra - ha esclamato nel
gran finale del suo commento Vitto-
rio Sermonti - come questo fioren -

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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Mario Luzi in un carboncino
di Giovanni Spinicchia.
tino di sette secoli fa ha saputo farci
rimanere muti per lo stupore dell'in-
canto di queste cose, che ci lasciano
sbalorditi per la verità". E conclude:
"Così finisce, come tutti sanno, il
più gran libro scritto da un cristia-
no. Sanno i cristiani che alla fine
dei tempi, nella loro identità intera,
ripeteranno l'incarnazione di Cristo.
Questo è il mistero dei loro misteri.
E non si può concettualizzare la
quadratura del cerchio; non si può
vedere come non si vedono i propri
occhi. Succede però che un antico
poeta di Firenze asserisca di essere
salito in carne, ossa e lucco nell'alto
dei cieli, e di avere visto lassù in
Cristo-Dio i propri, i tuoi, i miei
occhi [...] e racconta di aver preso
carta e penna, e così, su due piedi,
nella smania dei giorni che se ne an-
davano, d'essere riuscito bene o ma-
le a trasmetterla, quell'esperienza, a
emendamento e salvazione dei no-
stri ceffi di poveri Cristi futuri , in
una lingua futura, nel libro ingente
che comincia: Nel mezzo del cam-
min di nostra vita. Incredibile".1
europeo".2 Nel saggio Cosa signifi-
ca Dante per me conclude: "Ho im-
parato che compito del poeta era far
affiorare la poesia dalle risorse ine-
splorate del non poetico [...] Un
grande poeta può dare a un giovane
tutto ciò che deve dargli, in pochis-
sime righe. La Divina Commedia
esprime nell'ambito dell'emozione
tutto ciò che, compreso tra la dispe-
razione della depravazione e la vi-
sione della beatitudine, l'uomo è ca-
pace di sperimentare".3 E come
Eliot, Borges, Boyde, Gilson e molti
altri in modi diversi, fino al succes-
so televisivo mondiale di Benigni e
a convegni di studio come quello di
Assisi, con interventi di noti studiosi
stranieri. Quindi sospendere Dante
dalle nostre lezioni scolastiche? So-
stituirlo con un autore più moder-
no? Ma Montale o Proust sono forse
più facili? Paola Mastrocola, vinci-
trice del SuperCampiello 2004, nei
suoi racconti ambientati tra gli stu-
denti, sembra condannare i pro-
grammi italiani, come troppo alti e
inattuali rispetto alle aspettative dei
giovani. Ma questo è solo l'appa-
renza negativa di una proposta che
esigerebbe studio serio e vitale. In
Una barca nel bosco4 la scuola con-
dannata è quella dove l'insegnante
non è preparato, ma lei che vive
ogni giorno questa esperienza vor-
rebbe dare il massimo ai propri stu-
denti. In un recente intervento, que-
sta professoressa, malinconica e
spaesata ma non vinta, afferma che
- Vittorio Sermonti legge Dante.
la scuola oggi non deve adeguarsi a
una società superficiale e diventare
un "Parco Giochi" o un Centro So-
ciale. "Se la scuola volesse fare la
scuola e basta, potrebbe puntare tut-
to sul suo specifico che sarebbe il
suo valore culturale: il fatto che la
scuola ti fo1mi culturalmente non
sarebbe già molto? Vorrebbe dire
che ti fa leggere bellissimi libri,
tanto per dirne una!".5
DANTE PROVOCA
Sono sempre più frequenti i do-
centi e i discenti che sperimentano
metodi adeguati di lettura, incon-
trandosi con gli scrittori e i loro
libri. I versi di Dante diventano
esperienza di oggi e speranza di fu-
turo. Vi si propone la medesima vi-
sione umanistica su chi soffre, su
chi è costretto a cercare lavoro lon-
tano da casa, su chi ama fino alla
morte e sulla fede in un Dio che
vuole la pace nella giustizia. Il
poeta fiorentino ha la sincerità di ri-
spondere agli interrogativi attuali: ci
fa capire che chi governa deve
avere le mani pulite, che l'esule de-
ve trovare accoglienza, che ogni fe-
de religiosa è di per sé chiamata a
costruire un mondo sempre più inte-
gralmente umano. Se noi scegliamo
alcuni versi danteschi e li leggiamo
attentamene in riferimento a situa-
zioni odierne, rimaniamo sorpresi
dalla forza della loro verità.
O
ALL'ESTERO VA MEGLIO
Eliot già cent 'anni fa sostenne che
Dante era un poeta contemporaneo,
in quanto stato uno scrupoloso,
accurato e consapevole professioni-
sta del mestiere di poeta. Aveva sa-
puto rappresentare tutto il sapere del
suo tempo, l'essenza del pensiero
Emanuele Luzzati illustratore
della Divina Commedia.
1 Il Paradiso di Dante, raccontato e letto da
Vittorio Sennonti (revisione di Cesare Segre),
ERI 200l.
2 Th. E liot, Seri/li su Dante, a cura di Roberto
Senesi, Bompiani, 2004.
3 Th. E liot, Cosa significa Dante per me,
London, 1955.
4 Paola Mastrocola, Una barca nel bosco ,
Guanda, 2004.
5 Paola Mastrocola in TU1TOL!BRt, 9.10.2004.
BS GENNAIO 2005

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule :
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco , con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di € ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" .. . Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni , con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo , per i
fini istituzionali del! 'Ente".
(Luogo e data)
(fi rma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria da l testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 111 1
00 163 Roma-Bravena
Tel. 06.65612678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
1O152 Torino
Tel. 011.5224247-8 - Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
GENNAIO 2005 ns
_ , J I NOSTRI MORTI
BERTANI sac. Luigi, salesiano,
t Ferrara, il 07/09/2004, a 84 anni
A 18 anni partiva per l'America Lat ina ,
dove è entrato in noviziato dai Salesiani in
Perù , ha compiuto gli studi teologici a San-
tiago del Cile e ha poi lavorato fino al 1969
in Perù. Tornato in Italia per motivi di salu-
te, ha lavorato prevalentemente a Codigo-
ro , Bologna e gli ultimi anni presso la
Comun ità di San Benedetto in Ferrara ,
dove si è spento dopo una lunga malattia,
che lo ha ferito nel corpo, ma non nello spi-
rito . "Uomo retto e nobile di cuore , nel
ministero della Riconciliazione e dell'Euca-
ristia, nell'annuncio della Parola" , "uomo
buono" che ha reso credibile l'amore di Dio
per l'umanità. È tornato al Padre, circonda-
to dall'affetto della Comunità salesiana e
parrocchiale che ha condiviso con lui la
Croce.
ARDENGHI sac. Mario, salesiano,
t Ferrara, il 07/08/2004, a 74 anni
Il Signore ha visitato la nostra comunità,
chiamando a sé il nostro caro e simpatico
don Mario Ardenghi , per 27 anni missiona-
rio in Rwanda. Don Mario era di Treviglio
(Bg). 1 suoi primi anni li ha vissuti in orfano-
trofio avendo perduto la mamma molto
presto. Entrato in Congregazione, percorre
tutte le tappe della formazione , poi , nel
1967, fa domanda di partire per le missioni
del Congo Belga, nell'ambito di un gemel-
laggio tra l'lspettoria Lombardo-Emiliana e
quella missione. Viene inviato nella verde,
ma poverissima terra del Rwanda. Le par-
rocchie missionarie di Kigali , di Kimihurna,
di Musha e di Kicukiro lo vedranno intra-
prendente e zelante portatore del Vangelo,
anche quando la malattia lo aveva forte-
mente indebolito nel fisico . Nel 1994 ritor-
na in Italia, nella sua lspettoria di origine.
Destinato a Ferrara, come Vicario Parroc-
chiale, vi resta fino al giorno della sua
morte .
FERRABOSCHI suor Genoveffa,
Figlia di Maria Ausil iatrice,
t Lugagnano (PC) , il 27/12/2003, a 79 anni
Di temperamento esuberante , gioioso ,
intraprendente e aperto alle relazioni. La
professione religiosa non la portò tra i gio-
vani dell'oratorio, come aveva sognato, ma
in una guardaroba tra i giovani chierici
salesiani a Chiari , dove sarebbe tornata,
come vicaria ed economa nel 1991 , a con -
cludere la sua attività apostolica. Trasferita
a Nave, sempre a servizio di confratelli e
chierici salesiani, svolse anche il compito
di direttrice. Aperta, accogliente, cordiale ,
sempre sorridente e buona, lavorò ovun -
que con generosità e delicata attenzione
verso ogni persona.
fessione religiosa, ha raggiunto come mis-
sionaria l'Australia per dare inizio alla pre-
senza FMA in quella terra. Là, ha trascorso
31 anni di vita religiosa , bellissimi , come lei
stessa era solita raccontare , impegnata
nell'assistenza alle giovani. Tornata in Ita-
lia ha trascorso alcuni anni a Roma , in
Casa Generalizia: qui il contatto quotidiano
con le Madri e il passaggio continuo delle
sorelle missionarie hanno colmato un po'
la nostalgia della terra australiana.
ANTONIOLI suor Giuseppina,
Figl ia di Maria Ausiliatrice,
t Santiago del Cile, il 29/12/2003,
a 91 anni
Giuseppina imparò presto a vivere nella
fede gioie e dolori, e questo l'ha aiutata a
maturare una personalità ricca in valori , di
cui ci ha fatto dono lungo la sua vita. Dopo
gli anni della formazione iniziale, giunse
missionaria in Cile il 19 settembre 1938. Lo
spirito di servizio e la sua generosità non
misuravano né stanchezza né ora ri,
soprattutto quando si trattava di aiutare i
più poveri. Tale caratteristica si fece più
evidente durante il periodo vissuto nella
casa di Talea , come assistente sociale ,
economa, infermiera e animatrice parroc-
chiale. Da vera missionaria sapeva affron-
tare difficoltà e fatiche , sicura che i
momenti di dolore sfociano nella gioia della
risurrezione, non solo per lei ma anche per
tutte le persone che l'avvicinavano.
BUMBALO sr. Rosalia,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Palermo, il 24/12/2003, a 91 anni
Rosalia visse e crebbe in un ambiente
familiare ricco di valori evangelici. li Signo-
re chiamò a seguirlo , oltre a lei , anche la
sorella Carmelina, FMA, e il fratello SDB.
Trascorse quasi tutta la sua vita tra i bimbi
della scuola materna in varie case dove si
mostrò sempre maestra affettuosa e acco-
gliente. Seguiva, infatti, ciascun bambino
con particolare attenzione e stabiliva un
rapporto cordiale con i genitori che ne
apprezzavano le doti umane e professio-
nali. Quando, per l'età avanzata, dovette
lasciare l'insegnamento , fu per 14 anni
portinaia. Faticò ad accettare il declino
delle sue forze fisiche e si impegnò ad
accogliere con disponibilità e interesse le
universitarie che l'avvicinavano con affetto
è cordialità.
Venuta la sera di
~ --
-
-<
quel
giorno ~esù disse:
" Pass1an10
all' altra riva!"
(Mc. 4,35)
VAVASSORl suor Elisa,
Figlia di Maria Ausi liatrice,
t Castellanza (VA), il 29/12/2003,
a 76 anni
Nata in ambiente contadino dove concre-
tezza di vita, serenità, ottimismo, fede ben
si armonizzavano tra loro, traducendosi in
gesti di delicata carità e attenzione agli
altri , suor Elisa ha imparato dai genitori l'a-
more a Dio e la coerenza agli insegnamen-
ti del Vangelo. Subito dopo la prima pro-

5.3 Page 43

▲back to top
all 'università di
Pavia. A 29 anni
inventa un siste-
ma per colorare i
preparati (i "vetri-
ni"), che eviden-
zia le strutture
nervose e, di Camillo Golgi
conseguenza, fa-
cilita le scoperte. Nel 1886 scopre i
corpuscoli sensitivi tra muscoli e
tendini e nel 1898 particolari strut-
ture della cellula, che da lui pren-
deranno nome. Studia il ciclo vitale
del plasmodio, parassita che pro-
voca la malaria. Nel 1906, per gli
studi sul sistema nervoso riceve il
Nobel per la medicina. Muore a
Pavia il 21 gennaio 1926.
-,-I
_, _, r' ,I:_\\/ ~
Savina Jemina
Saintpau/ia jonantha, fiore di
Gennaio
FIORI D'APPARTAMENTO
Le violette africane (Saintpaulia
jonantha) sbocciano tutto l'anno
e le loro tonalità danno un tocco
d'allegria in casa, soprattutto
d'inverno quando mancano altri
fiori. Si moltiplicano per talea di
foglia, staccata con un pezzo di
picciuolo. Richiedono luce pro-
lungata, ma non i raggi diretti del
sole. Per l'annaffiatura il terriccio
deve essere poroso , meglio se di
terra, foglie e torba, umido, ma
non bagnato né arido altrimenti
le foglie cadono . Una soluzione è
prendere un vaso di terracotta
(7-10 cm di dm) , chiuderne il foro
e metterlo al centro di una cioto-
la. Nello spazio libero sistemare
terriccio e violette . Riempiendo il
vaso d'acqua, questa filtra dalla
terracotta al terriccio e le foglie
centrali beneficiano dell'evapora-
zione. Concimare ogni settimana
tranne nei due mesi di riposo,
d'estate, perché gli ibridi non fio-
riscono con temperature oltre i
25°.
NOBEL ITALIANI
Sono 19 gli italiani che hanno rice-
vuto il premio Nobel. I primi , nel
1906, furono Giosuè Carducci e
Camillo Golgi. Golgi nasce a Cor-
teno (Brescia) il 7/7/1843. Insegna
IL PERSONAGGIO
DEL GIORNO
1° gennaio 1449: nasce Loren-
zo il Magnifico.
2 gennaio 1960: muore il "cam-
pionissimo" Fausto Coppi.
3 gennaio 1892: nasce J.R.
Tolkien, autore di "Lo Hobbit".
4 gennaio 1809: nasce Louis
Braille, inventore della scrittura
per ciechi .
5 gennaio 1643: nasce iI fisico
inglese lsaac Newton.
6 gennaio 1412: nasce santa
Giovanna d'Arco.
7 gennaio 1745: nasce J.E.
Montgolfier, inventore dell'aero-
stato.
8 gennaio 1642: muore Galileo
Galilei.
9 gennaio 1873: muore Napo-
leone lii .
10 gennaio 1971: muore la stilista
di moda Gabrielle Coco Chanel.
11 gennaio 1778: muore il natu-
ralista svedese Carlo Linneo.
12 gennaio 1746: nasce il peda-
gogista svizzero J.H. Pestalozzi .
13 gennaio 1941: muore lo scrit-
tore irlandese James Joyce.
14 gennaio 1875: nasce Albert
Schweitzer, Nobel per la pace
1952.
15 gennaio 1622: nasce il
commediografo francese Molière.
16 gennaio 1749: nasce lo scrit-
tore Vittorio Alfieri .
17 gennaio 1706: nasce Benja-
min Franklin, inventore del para-
fulmine.
W. Amadeus Mozart
18 gennaio 1919: don Luigi
Sturzo fonda il Partito Popolare
italiano.
19 gennaio 1736: nasce lo
scienziato scozzese James Watt.
20 gennaio 1920: nasce il regi-
sta Federico Fellini .
21 gennaio 1793: ghigliottinato il
re di Francia Luigi XVI.
22 gennaio 1922: muore papa
Benedetto XV , Giacomo della
Chiesa.
23 gennaio 1883: muore l'artista
francese Gustave Doré.
24 gennaio 1712: nasce Federi-
co Il il Grande, re di Prussia.
25 gennaio 1077: Enrico IV di
Germania è a Canossa.
26 gennaio 1880: nasce il gene-
rale statunitense Douglas Mac-
Arthur .
27 gennaio 1756: nasce Wolf-
gang Amadeus Mozart.
28 gennaio 1841: nasce l'esplo-
ratore inglese Henry Stanley.
29 gennaio 1826: nasce L. Fa-
vre (tunnel del Gottardo).
30 gennaio 1948: assassinato
Gandhi .
31 gennaio 1888: muore san
Giovanni Bosco.
BS .GENNA/0 2005

5.4 Page 44

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PRIMA PAGINA
Redazionale
Diceva Montaigne:
"Il valore dell a
vita non sta nella
,,
''PERCHE
diventerete come bambi-
ni non entrerete nel Re-
gno". I bambini , in effet-
lunghezza dei giorni, ma
nell ' uso che ne faccia-
mo: uno può essere vis-
NON SONO
ti, sono i protagonisti di
qu esto progetto di labo-
ratorio teatrale fatto per
suto a lun go e tuttavia
pochissimo". Lisa ha
avuto una vita lun ghissi-
NATA
e con i più piccoli per-
ché " sono lo specchio
della ve rità, e la verità
ma, perché intensi ss im a.
"Perché non sono nata
angelo?", diceva, ancora
ANGELO?''
non va so lo trovata ma
inseguita! ".
bimba, alla mamma . For-
se Lisa non se n' era
accorta, ma era na-
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Lisa Peota, 27 anni. Il morbo di Hodgkin
Lisa fa parte di quella
sch iera di persone che
non sono nate invano,
ta angelo : ella ha potu-
l'ha portata via, ma ella vive ancora.
che vivendo brevemente
to compiere nel giro di
pochissime stagioni ciò
che solo un essere spi-
ritual e av rebbe saputo
fare ... dato che il suo
I suoi ideali hanno mosso mamma, papà
e alcuni amici a continuare la sua favola.
Attraverso l'associazione
"Voglia di favola".
hanno in rea ltà v issuto
un a lunga vita, costruito
un a lun ga storia, intrec -
c iato un a vasta tra ma di
az io ni e relaz ioni c he
corpo, già a 20 anni , era
resterà nel cuore di mol-
stato ferocemente attac-
' ' cato da un morbo che
ti. Ell a ha vissuto senza
disperd ere nemmeno un
non perdona.
minuto del te mpo co n-
cesso le, ha bruciato in
Lisa era innamorata
fretta gli anni e le ore
della vita, della vita
presa dalla vog li a di cie-
vera, quella più serena,
lo : ha sa puto trasformare
più pulita, più tenera,
il tempo breve a disposi-
più fabulosa , qu ell a in
zione della sua creativ ità
cui gli occhi guard ano
in un a lun ga teoria di
ancora senza malizia , le
gest i di bontà, c he le
orecchie odono senza
valgono una vita. I suoi
distorsi o ni, la bo cca
bambini / protagonisti
parl a con l a saggezza
hann o portato il suo
de l l'inno ce nza , e la
semplice messagg io, ol-
mente sogna .. . favole di
tre che nella loro Giave-
gioia! Aveva un sogno,
no, anche a Mon ca li eri ,
Lisa , infatti, quello di
al Sermi g di Tori no, al
ridonare ag li adulti un
Teatro Don Bosco di
cuore di fanciul Ii, per-
Corso Francia... Papà e
ché ess i, i fanciulli,
mamm a hann o raccolto
"sono lo specchio della
il testimone. Ora c'è an-
verità, diceva, e in loro
che Barbara ... Ci augu-
ho visto e percepito
ri amo c he duri. Perché
Dio! ".
pensiamo che ne va lga
Così, per rispond ere a
la pena!
O
questo desiderio per null a segreto che per lei era
diventato un a mi ss ione, ha fondato l'assoc iaz io-
Per sapern e di più:
ne "Vogl ia di favo la", chi aramente isp irata a uno
011.93.40.339 - 347.25.20.729
dei messagg i più suggestiv i de l Vangelo: "Se non
<vogliadifavola@libero.it>
GENNAIO 2005 BS

5.5 Page 45

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RE LAX
il Cruciverba
Santuari d1ltalia
di Roberto Desiderati
Visitiamo i
luoghi di culto
del nostro aese
i più conosciuti
e i meno noti.
Rilassandoci.
A gioco completato risul terà. nelle caselle a doppio bordo, il nome di un famoso Santuario
o
Definizioni
ORIZZONTA LI. I. Ved i foto - 14. Stupefatto -
15. Andati nuovamente - 17. Brill a nello "Scor-
pione" - 20.11 decilitro - 21. Uccello egiziano dal
becco lungo e ri curvo - 22. Città fran cese sul Ro-
dano - 23. Il poeta de " La cava llina storna" - 27.
Azienda Tramviaria Mi lanese - 28. Colore
d'argill a giall a o ros,sa - 29. li patibolo per
l' impiccagione - 30. E una penisola - 32. li so-
prannome di Ernesto Guevara - 33. Relativa al
corporativismo -35. Comitato Esecuti vo - 36. La
proprietà del concime - 37. Slovenia (s igla) - 38.
Uno strumento del naviga nte - 39. Arom i in cuc i-
na - 41. Cose da null a - 42. Un decimo - 43.
L'insieme dei peta li.
VERTICALI. 1. Possono essere "a vento" - 2. Un
com une rapace -3. La dea della caccia - 4. Recipien-
te per liquidi ... gonfiab il e!- 5. Biblico nocchiero -6.
li nome di Capone - 7. Articolo roma nesco - 8. Una
spiaggia attrezzata - 9. Così è l'azienda che non può
fa rfro nteai debiti -1 O. Art. indeterm inati vo - 11. So-
no "barbare" per Carducc i - 12. La "s morfia"... che
si consul ta' - 13. Infiammazioni dell 'orecchi o - 14.
Giocattoli - J6. Città e porto del Cana le di Suez- 18.
Grossa borsa per la spesa - 19. L'A uditel ne ca lcola
gli indici- 24. Lo scrittore cli "Se questo è un uomo"
- 25. Affl iggo no i denti - 26. Anelati (poet.)- 29. Ro-
busto - 31. Bramoso - 33. Fondò l'Accadem ia dei
Lincei - 34. Antico Testa mento - 36. Copricapo a
tronco cli cono - 37. Un tipo cli società (sigla) - 38.
Nelclubbio-39. Adesso - 39. Ini z. cli Lionello.
La soluzione nel pross imo numero.
IL MIRACOLO DEL FUOCO
La chi esa sorge nel luogo dove bruciò la casa in cui avvenne il mi raco lo della
Madon na de l Fuoco. Nell ' anno 1428, nella notte tra il 4 e il 5 fe bbraio, si
svil uppò un viol ento incendio presso la scuol a pubbl ica di Forlì. Mentre
l' incendio di vorava ogn i cosa, acco rreva una moltitudine di persone ; fra le
fiam me tutti videro la "Madonna del Fuoco" e gridarono al miraco lo! La
domenica successiva fu portata, con so lenne process ione, nell a cattedrale.
Le testimoni anze di quanto detto sono negli scritti dei croni sti dell 'epoca e
nell e numerose offerte tes tamentarie alla Madonna fatte da co loro che videro
il miracolo, come: l'Arcidiacono
Ugo lino da Orvieto ( 1446), il
Vescovo Giacomo Paladini , ecc. La
"Madonna del Fuoco" è iInome che
SOLUZIONE del
numero precedente
c
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SA NT A A
,.-- A• '" u ON CO NV EN T OI R
G H 10 T T NE N I E AVE
ve nne dato all ' uni ca cosa che sorprendentemente
si sa lvò dal rogo cioè un ' inm1aginc stampata su
ca rta e co lorata a mano sostenuta da una tavoletta
di legno, ossia una xilografia. Questa per la sua
vetustà ra ppresenta il più anti co esempio cli
xi lografia in Itali a. L' immagi ne della Madonna è
conservata att ualmente nel Duomo dove è
ve nera ta da seco li. La costruzione dell a chiesa
venne iniziata nel 1797 - quando il gesuita Andrea
Michcli ni affi dò il progetto ali 'architetto Ruffillo
Ri ghini - ma subito interrotta per !.' ingresso delle
truppe napol eoniche in città. Nel 1815 vennero
ripres i i lavo ri , sulla base di un progetto elaborato
da Lu igi Mirri e completati nel 18 19. La graziosa
facc iata neocl ass ica presenta un andamento
semici rco lare. Nell a lunetta sopra l' ingresso si
trova un affresco che ricorda il Miracolo della
Mado nna , attribuito ad Antoni o Ga ndolfi.
L' interno, a pianra centra le, è coperto da una
cupola decorata a cassettoni, al centro de lla quale
una bell a lante rna consente l' ill uminazione
natural e del piccolo amb iente.
BS GENNAIO 2005

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
NATO IL DUE
APRILE
Sposata felicemente da cinque
anni , dopo il secondo anno di
matrimonio io e mio marito
abbiamo pensato che era il
momento di concepire un figlio.
Quasi subito arrivò la gravidan-
za. Non ho avuto problemi fino al
quarto mese, quando soprawen-
ne un'emorragia. Il ginecologo
mi consigliò di stare a letto. In
quell'occasione mio suocero ,
devoto di san Domenico Savio,
venne a farmi visita e mi donò
l'abitino del santo con la rivista "Il
Bollettino Salesiano", invitando-
mi a leggere le grazie pubblicate
e a indossare lo scapolare. L'i-
dea non mi interessò più di
tanto, ma conservai l'abitino.
Dopo 15 giorni persi il bambino,
provando un immenso e doloro-
so vuoto interiore. Da allora, ho
cominciato a pregare con fervore
e dopo un anno e tre mesi sono
rimasta incinta. Diversi ginecolo-
gi , consultati , dicevano che cor-
revo il rischio di perdere di nuovo
il bambino, avendo una malfor-
mazione all'utero. Questa volta
indossai l'abitino . Tutto andò
bene. Oggi siamo genitori di un
simpaticissimo bimbo , nato il 2
aprile 2003, di nome Domenico,
in onore del piccolo santo, e in
ricordo di mio suocero, Domeni-
co . Sentiamo il bisogno di rac-
contare la nostra storia per rin-
graziare pubblicamente della
grazia ricevuta.
Simini Isabella
e Nacci Giuseppe, Ostuni (BR)
a mio figlio e promettendogli che,
se fossi stata esaudita, l'avrei rin-
graziato pubblicamente. Mio figlio
in modo del tutto imprevedibile
ha iniziato a reagire, diventando
sempre più sereno. Ha ripreso a
frequentare la scuola , a farsi
degli amici. Sono trascorsi sei
anni, e ora frequenta l'Università,
è sereno, ha fiducia in se stesso.
Don Bosco ha accolto la mia pre-
ghiera.
Rabezzani Antonia, Milano
FELICE
E TURBATA
Voglio rendere testimonianza di
una grazia ricevuta per l'inter-
cessione di san Domenico Sa-
vio. Nel mese di gennaio, venni
a conoscenza d'essere in attesa
di un bimbo. Felice , ma nello
stesso tempo turbata da brutti
pensieri , ho affidato la mia crea-
tura al piccolo santo, indossan-
do l'abitino e recitando ogni se-
ra la preghiera della mamma in
attesa. Durante il corso della
gravidanza ho sentito la presen -
za di Domenico che mi sostene-
va e mi rassicurava. Il 24 set-
tembre è nato un bel bambino
che abbiamo voluto chiamare
Savio Gioacchino Pio. Mentre
ringrazio vivamente il santo,
spero tanto che continui a pro-
teggere i miei bambini Tecla e
Savio che intendo educare sem-
pre cristianamente.
Giusy La Vecchia,
Canicattì (AG)
que settimane prima della data
prevista per il parto, la salute di
mia figlia precipitò per l'insorgere
di una grave gestosi , che mise in
pericolo la sua vita e quella della
creatura che portava in grembo.
La bimba, in effetti , venne alla
luce con un anticipo di diverse
settimane; pesava solo 1,5 kg e
aveva una malformazione ali'
aorta. Era necessario un inter-
vento chirurgico. E anche la salu-
te di mia figlia era peggiorata.
Anziché scoraggiarmi, iniziai con
altre persone intense preghiere di
supplica e feci celebrare delle
sante Messe. Trascorsero mesi
di trepidazione, tra ripetuti esami
e accertamenti clinici in un alter-
narsi di speranze e apprensioni.
Ma la piccola !sabei ha compiuto
18 mesi sta bene, e non è stato
necessario alcun intervento chi-
rurgico. Grazie a Maria Ausiliatri-
ce e a san Domenico Savio , la
piccola !sabei ha compito 18
mesi e gode di ottima salute ,
come pure la sua mamma.
Berri Piera, Novara
ANCHE SENZA
CHEMIOTERAPIA
Ml HA ASCOLTATO
Nei momenti di difficoltà ho sem-
pre invocato Maria Ausiliatrice,
Bon Bosco e Domenico Savio,
e sono sempre stata aiutata. In
modo particolare ho invocato il
santo dei Becchi in un momento
difficile della vita di mio figlio. A
causa del suo carattere introver-
so e timido , trascorreva le sue
giornate in casa, non aveva amici
ed era talmente depresso da non
voler più andare a scuola. Erava-
mo disperati, anche perché rifiu-
tava l'aiuto dello psicologo. Allora
ho pregato il santo dei giovani,
chiedendogli di ridare la serenità
M. D. Mazzarello
Laura Vicuiia
GENNAIO 2005 BS
RIPRENDE VITA
Dopo una difficile operazione
all 'aorta , mio nipote Aurelio di
circa 50 anni è rimasto in coma
17 giorni. Per la sua guarigione
ho pregato intensamente il giova-
ne san Domenico Savio. Grazie
alla sua intercessione, il Signore
gli ha ridato la vita. Il professore
che l'aveva in cura ha affermato
che si tratta di un miracolo. Lo
credo anch'io. Anche il successi-
vo controllo ha dato esito negati-
vo. Intendo perciò ringraziare
pubblicamente Domenico per
questa grazia ricevuta.
Annina Ricci, Roma
SALVE MAMMA
E FIGLIA
Mia figlia, in Giappone nell'estate
2002, era in attesa del suo primo
figlio . Mi sono premurata di
inviarle l'abitino con la novena a
san Domenico Savio. Insieme
abbiamo iniziato a pregare, io a
Novara e lei a Tokyo. Tutto sem-
brava procedeva bene , ma cin-
Tre mesi fa alla mia mamma fu
diagnosticato un tumore alla
mammella sinistra. Ciò mi fece
cadere in uno stato di grande
disperazione. Poi , mentre rivolge-
vo lo sguardo al Bollettino Sale-
siano sulla scrivania, uni:! forza
interiore mi fece promettere di
recitare il santo rosario tutti i gior-
ni e invocare Maria Ausiliatrice,
Don Bosco e i santi salesiani,
finché l'operazione non fosse
stata eseguita. Così feci con spe-
ranza e fede , sempre con la
corona in mano. Un mese fa l'in-
tervento. Ha avuto successo al
punto che non è stata effettuata
neppure la terapia di radio/che-
mio normalmente applicata a
questi pazienti. Con gioia ringra-
zio i nostri santi salesiani e
adempio la promessa fatta allora
di pubblicare la grazia.
Sita dott.ssa Adelaide, Genova
Per la pubblicazione non si
Su tiene conto delle lettere non
f irmate e senza r~cap1to.
richiesta si potra omettei e
l'indicazione del nome.
Attilio Giordani.
RITROVATA DOPO
ORE D'INFERNO
Il 14 ottobre 2003 il coman-
dante dei Vigili del Fuoco
segnalava al vicesindaco di
Lecco la scomparsa di un'an-
ziana signora di 82 anni ,
dispersa sui monti della Mug-
giasca (quota 1200 m}, nel
territorio del comune di Ven-
drogno, mentre andava per
funghi con i figli. Volontari ,
carabinieri e uomini del Soc-
corso Alpino erano in zona,
ma la temperatura gelida, una
lieve pioggerellina e la fitta
nebbia ostacolavano le ricer-
che che si protrassero fino
all'una di notte. Al vicesindaco
che, ricevuta la segnalazione,
s'era portato in quota con
alcuni volontari, toccò d'incon-
trare il figlio Abele che si era
attardato nella ricerca. Gli
rivolse parole di speranza e
gli consegnò un'immaginetta
del servo di Dio Attilio Gior-
dani, ricevuta la domenica
prima durante il Convegno
exallievi di Vendrogno .
"Coraggio, gli disse, questo
santo ha già fatto tante grazie
da noi.. .". Il mattino seguente,
15 ottobre, ripresero le ricer-
che con l'aiuto di un elicottero
e dell'unità cinofila. Finalmen-
te giungeva la notizia del ritro-
vamento in un casale, infred-
dolita ma viva. Aveva trascor-
so la notte nella stalla. Il figlio
Abele , a nome dei familiari,
così ha testimoniato, scriven-
done a don Camillo Giordani:
"Sono stati momenti di panico
e di tristezza quando abbiamo
temuto il peggio per nostra
madre. Abbiamo pregato
tanto: ricevuta la foto/santino
di Attilio, abbiamo letto le pre-
ghiere sul retro, perché chi ce
l'ha data ha detto che proteg-
geva le persone scomparse.
Tutto il resto è scritto sulle
pagine del giornale. Ringra-
ziamo Dio di tutto questo che,
come si dice, è sembrato un
vero miracolo".
Colombo Abele,
Vendrogno (Lecco)

5.7 Page 47

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RENATO SCARPA
ATTORE
Classe 1939. Attore simpatico
e popolare , ha partecipato a non
pochi film : Il postino, Ribelli per
caso, Stefano quantestorie,
Uomini e no, Un sacco bello,
San Michele aveva un gallo,
Ricomincio da tre, ecc.ì/oleva
fare l'architetto. Ha partecipato
al centenario dell'opera
salesiana di Portici .
Nel dorato mondo dello spettacolo c'è più fede o più super-
stizione?
Sì, c'è una fede che fa andare avanti... Comunque la profondità
di questa fede è assolutamente individuale e non giudicabile.
Che cos'è importante per te nella vita?
Non scandalizzarsi mai ed essere sempre pronto a chiedersi "per-
ché"... Essere sempre disponibile a cercare di capire...
Ti posso chiederè quali sono i tuoi punti di riferimento?
Nell 'adolescenza ho scoperto la paternità divina e ho capito che
ogni momento è importante perché ero amato. Nei momenti difficili
e dolorosi questa "Luce" mi ha dato coraggio e accompagnato per
mano.
E nel mondo dello spettacolo?
Quando vedo il talento degli altri, la loro bravura sento tutta la
gioia di avere scelto questa professione e trovo il coraggio di conti-
nuare, nonostante le difficoltà che non mancano, anzi...
C'è un proverbio, un motto, un'idea che ti accompagnano
nella vita?
Sì, eccola: gli altri hanno i tuoi stessi diritti.
C'è una pagina del Vangelo che preferisci?
Certo. Il discorso della montagna prima di tutto, così controcor-
rente... e una frase che faccio mia: "Chi è senza peccato scagli la
prima pietra".
Quali impressioni sui salesiani di Portici?
Ci sono delle persone che ti accolgono come se ti avessero sem-
pre conosciuto... Lì alla festa del centenario dell 'opera salesiana mi
sono sentito a casa mia.
FOCUS
MADDY
Dieci anni, ,prostituta, figlia
di prostituta. E nata sulla stra-
da e sulla strada è vissuta, ci
ha dormito e mangiato. Ma
non giocato: non ne ha avuto
l'opportunità il tempo. Sul-
la strada ha trovato lavoro.
Non ha . mai conosciuto una
scuola, una chiesa, un bagno,
delle posate, dei giocattoli.
Solo luridi pagliericci in fetidi
locali di periferia dove vecchi
e flaccidi stranieri l'hanno
brutalmente iniziata a pratiche
che le facevano schifo, la face-
vano piangere e rabbrividire.
Un giorno la mamma, invec-
chiata anzitempo, se la -portò
via l'AIDS , e la sua vita peg-
giorò ancora... Finché qualche
tempo fa, alcuni volontari
della diocesi di Nairobi, che
Dio li benedica, la trovarono e
la prelevarono a forza. Urlò,
scalciando come una puledtina
impaurita, ma risultò la gior-
nata più fantastica della sua
sfortunata vita. Ora va a scuo-
la e cerca di "ricostruirsi".
Una storia una tantum finita
bene. Riuscirà a seppellire il
suo passato la piccola Maddy?
Riuscirà a dimenticare quei
bianchi bavosi che non le vo-
levano bene, semplicemente
sfruttavano il suo corpo, a
volte con cattiveria? Riuscirà a
perdonarli?
IBambine meno fortunate di
Maddy e di queste vivono la
loro vita senza che qualcuno
le salvi dalla strada e dal più
vergognoso degli
sfruttamenti.
BS .GENNAIO 2005

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M,P.
I
NEL PROSSIMO NUMERO
INSERTO CULTURA
di Pietro Saccò
L' ISCOS
DIBATTITI
di Severino Cagnin
Scuola tutto da rifare?
I
CHIESA
di Silvano Stracca
La dottrina sociale della Chiesa
GIOVANI
di Mario Scudu
Fatica è bello