Bollettino_Salesiano_200407

Bollettino_Salesiano_200407

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Mensile - Anno CXXVIII - nr. 7
Si>ediz. in o.p. art. 2 comma 20/C legge 662/ 96
Filiale di Firenze
Spedizione nr. 7/ 2004
Auloriu. Direz. Prov. P.T. - 50100 Firenze · C.M.P.
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
~

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- SANTITÀ GIOVANILE
di Pascual Chavez Villanueva
I FRU I 11 DEL SISTEMA
PREVENTIVO
PIERGIORGIO
E RODERICK
È la volta di Piergiorgio Frassati italiano di Torino, e Roderick
Flores filippino, l'uno aiutato negli studi da un salesiano, l'altro,
scout, allievo di una nostra scuola tecnica di Mandaluyong.
Piergiorgio,
il figlio del
fondatore
del giornale La
Stampa di To-
rino , senatore
liberale e am -
basciatore a
Berlino e di
una nota pit-
trice, passa una giovinezza
abbastanza tranquilla, nonostante i
non facili rapporti tra i genitori . A
un certo punto spunta nella sua
vita il salesiano don Cojazzi, cui il
padre lo affida per cercare di sve-
gliarlo nello studio, dove il rampollo
non brillava molto. Proprio in que-
sto periodo Piergiorgio entra in
contatto con i problemi sociali: la
veloce e caotica industrializzazione,
l'immigrazione interna, l'incertezza
economica e la povertà di tante
famiglie . Dopo le medie, comincia a
frequentare le Opere di San Vin-
cenzo cui dedica molto del suo
tempo libero. Altro tempo è per gli
amici e le escursioni in montagna.
Gli anni di liceo presso i Gesuiti lo
affinano nel carattere e nel compor-
tamento: crescono la sua diligenza
negli studi , la sua pietà, lo sforzo
per essere un buon cristiano, il suo
impegno caritativo, le letture di
autori come san Paolo e sant'Ago-
stino. Scrive in occasione della
marcia su Roma del 1922: "In que-
sto momento grave per la patria,
noi cattolici e specialmente noi stu-
denti abbiamo un grande dovere da
compiere: la formazione di noi stes-
si.. . Non dobbiamo sciupare i
migliori anni della nostra vita, come
purtroppo fa tanta infelice gioventù
che si preoccupa di godere di quei
LUGLIO/AGOSTO 2004 BS
beni che non arrecano bene, ma
che portano per frutto l'immoralità...
Noi dobbiamo temprarci per esser
pronti a sostenere le lotte che
dovremo certamente combattere".
Si iscrive al Politecnico in Ingegne-
ria industriale per lavorare vicino
agli operai. Piergiorgio deve sudare
sui libri universitari , anche perché è
sempre molto impegnato nelle atti-
vità caritative e associative . Nel
1923, incontra Laura Idalgo che ,
data la diversità di classe sociale,
non è ben accettata in casa Fras-
sati. Piergiorgio comincia a soffrire
le prime pene d'amore, ma rimane
attivo e sereno . Fonda con i suoi
amici più cari una "società" che vie-
ne denominata "Tipi loschi' : giovani
attenti ad aiutarsi nella vita interiore
e nell'assistere i poveri e gli emar-
ginati. Matura l'idea che la profes-
sionalità di ciascuno deve essere al
servizio del prossimo. Il 1925 è il
suo ultimo anno . Nei suoi scritti e
nelle conversazioni comincia a insi-
nuarsi il pensieto della morte. Una
polmonite fulminante lo stronca il 4
luglio. Piergiorgio manifestò nella
sua breve vita una fiducia illimitata
in Dio e nella Provvidenza. Era
proiettato al servizio con totale
disponibilità ai disegni di Dio. Nei
ricordi degli amici vengono accen-
tuate la sua grande tranquillità e
fiducia nel disegno della Provviden-
za. Famosa è rimasta una sua foto
che lo rappresenta impegnato in
una escursione e sopra la quale
aveva aggiunto la dedica per un
amico: " Verso l'altd', motto che rias-
sume l'anelito di tutta la sua vita. È
stato beatificato il 20 maggio 1990.
Roderlck, Erick per gli amici,
aveva 15 anni ma, come Do-
menico Savio , era una -per-
sona spiritualmente matura. Incar-
nava alla perfezione l'idea di Don
Bosco: "Datemi un ragazzo che fre-
quenti regolarmente confessione e
comunione e non vi darà nessun
problema .. ." . Gli scout del Don
Bosco Technica/ College di Manda-
/uyong , Filippine , facevano un ac-
campamento di tre giorni. Il primo
pomeriggio del 18 agosto 1984 i
senior Roderick e Benedicto si
accorgono che due junior sono in
difficoltà, presi dai crampi mentre
nuotano. Si tuffano subito e li rag-
giungono, ma una forte ondata
spinge il gruppo al largo. A questo
"Verso l'alto".

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punto anche Erick sente il morso
dei crampi. Allora Benedicto lo
spinge a riva assieme a uno dei
due , poi torna dall'altro che si ag-
grappa disperatamente alle sue
spalle, facendo affondare tutti e
due. Erick se ne accorge e in un
impeto d'infinita generosità si rituffa
in soccorso tra le acque agitate . Li
raggiunge e li salva proprio quando
un'ondata gigantesca lo trascina
via per sempre. La ricerca del suo
corpo si conclude il 25 agosto, una
settimana dopo quel giorno fatale .
La sua morte , pur causando tanto
dolore, ha messo in luce gli aspetti
migliori della comunità educativo-
pastorale: tutti hanno capito che il
Don Bosco ha prodotto un eroe!
Com stato possibile che un ra-
gazzo "normale" si comportasse
così: mettere in gioco la propria vi-
ta per salvare quella di un altro?
Dice monsignor Panfilo, direttore,
confessore e amico di Erick: "Flo-
res non è un eroe perché sabato
scorso si è lanciato generosamente
in aiuto di chi era in pericolo. Quel-
l'azione è stata il punto culminante
di una lunga successione di innu-
merevoli gesti di altruismo compiuti
durante quindici anni di vita. È un
eroe perché si è imposto la discipli-
na di servire, di amare , di essere
generoso. Mi azzarderei a dire che
era destinato a morire da eroe ...
Dal 1977 fino alla morte Erick è
venuto alla messa qui nella nostra
cappella alle 5,30 o alle 6,30 del
pomeriggio. E ogni domenica si
presentava al confessionale... Si
serviva di questo sacramento non
solo come mezzo per purificarsi,
ma per crescere , amare il Signore
sempre di più , e perfezionarsi". Gli
piaceva fare sport, danzare, pas-
seggiare con i coetanei. A scuola
era premiato abitualmente per buo-
na condotta. Una delle sue abitudi-
ni era una visita al Santissimo nella
piccola cappella dell'istituto, prima
dell'inizio delle lezioni. È ricordato
come un ragazzo serio , di bella
presenza, intelligente. Apparteneva
alla sezione elettronica .. . e a un
gruppo che si era dato il nome
"430 SLC', come la macchina
superlusso della Mercedes Benz,
un modo per descriversi come
ragazzi che puntavano alla qualità
ed eccellenza.
Luglio/Agosto 2004
Anno CXXVIII
Numero 7
In copertina:
Estate o li mpica! Lo sport
è un va lore... e va bene
iniziare da piccoli
a praticarlo, se insegna
il sacrificio, l' impegno,
l'onestà, la fidu c ia
in se stessi. ..
Anche la C hi esa ...
Foto : Santo Cieco
Mensile di informaz ione
e cultura religiosa ed ito
dall a Congregaz ione Salesiana
di San Giova nni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
- CHIESA E SPORT
12 Vigilia di Olimpiadi
- CALENDARIO SALESIANO
14 L'Indio e il chierichetto
- VIAGGI
18 Attenti al lupo
- M1ss10N1
io Un missionario atipico
di Silvano Stracca
di Pascual Chavez Villanueva
di Barelli/ Manieri
di Filippo Manoni
28 Amici cartoneros
di Graziella Curti
- RUBRICHE
2 Santità giovanile - 4 li punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia e nel Mondo
- 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 23 Libri per le vacanze
- 24 Il mese - 26 Centenari - 27 Doctor ]. - 30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don
Bosco - 36 Movimento Salesiano - 37 Laetare et benefacere.. . - 38 Sfide etiche -
40 Dibattiti - 42 I nostri morti - 43 Relax - 44 Spiritualità salesiana - 46 I nostri santi -
47 In primo piano/ Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori: Severino Cagnin - Ernesto Gattoni
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Enrico dal Covalo
Carlo Di Cieco - Bruno Ferrere - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Fabio Sandroni - Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera - Pietro Scalabrino
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1 949
Diffusione e Amministrazione: Gregorio Jaskot (Roma)
Fotocomposizione: Puntografica s.r.l. - Torino
Stampa : Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi 1.,
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
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più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS LUGLIO/AGOSTO 2004

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di Carlo Di Cieco
LA FIACCOLA
AL LUMICINO
Estate tempo di sport. Tornano le Olimpiadi, ma i fasti di Olimpia
sono solo un ricordo o forse un pio desiderio...
Una volta erano un evento sportivo
senza uguali. Si misuravano i
nuovi traguardi degli atleti dopo
lunga e dura preparazione fisica e
psicologica. Con scarsi guadagni. Lo
spirito di Olimpia era vivo, il business
lontano. Le mani degli affari non erano
ancora calate sullo sport. Ma prima
qualche raro caso, poi negli anni '90
scandali più vasti e ripetuti , macchiando
campioni di prima grandezza, hanno
scosso la cultura del sogno e il fascino
del sacrificio per la gloria che
circondava lo sport e specialmente
l'atletica leggera.
Straordinarie figure di velocisti e
saltatori, pugili e lottatori passati indenni
nelle maglie dei controlli più o meno
bonari ai bordi delle piste, poi erano
morti ancora giovanissimi o restavano
vittime ridotte a larve umane colpiti da
strani mali. A motivo di prodotti proibiti -
si dice - ingeriti per vincere . Per
appuntarsi una medaglia olimpica sul
petto o il titolo di campione del mondo.
Via via tutti gli sport e tutte le specialità
sono entrate nell'occhio del ciclone.
Anche il nuoto. E poi il ciclismo e il
calcio, due tra gli sport più popolari
presenti anche nelle competizioni
olimpiche.
Con l'età degli affari e del denaro
sembra così finita l'età dell'oro dello
sport trasparente. Pure le Olimpiadi,
come festa di gioventù, patiscono la
crisi. Manipolazione e affari sono tanto
estesi che le storture cominciano a
mietere vittime fin dai primi anni delle
competizioni agonistiche. Tanti atleti
meritevoli, che hanno riportato
medaglie anche nelle ultime Olimpiadi,
denunciano la mancanza di risorse e di
programmazione nell'atletica che si
affida a pochi e volenterosi. E allo
stesso tempo esiste e si allarga il
tentativo di trasformare in business lo
sport che solo in quel modo - si
sostiene - potrebbe attirare
investimenti privati. Ci si trova in una
situazione analoga ai beni culturali. Per
anni trascurati e abbandonati, in
pessime condizioni, quando erano
accessibili e gratuiti per tutti , ora sono
rimessi a nuovo con investimenti privati
che scommettono sul guadagno e in
questo modo la cultura e il bello
dell'arte sono preclusi ai più che non
possono pagarsi musei e mostre.
Sembra che nella nostra società non ci
. • LUGLIO/AGOSTO 2004 BS ~-..
siano più ambiti a cui dedicarsi per il
valore che rappresentano in se stessi,
ma solo nella prospettiva del guadagno
e della resa economica che assicurano.
Il degrado del calcio è sotto gli
occhi di tutti. Ma ci si ostina a dire che
questo degrado viene dal fatto che
non tutto lo sport è ancora entrato
nell'ambito dell'impresa capitalistica,
ma è attardato nel guado che pensa
ancora allo sport come alleato
dell 'educazione e campo di
apprendimento dei valori della lealtà,
della solidarietà, della volontà, del
sacrificio per superare le difficoltà
della vita.
Si assiste con un certo sconcerto alla
distanza crescente tra gli ideali
sportivi che il Papa e altri educatori
cristiani e laici prospettano ai giovani
impegnati nello sport e il panorama
sportivo che le cronache descrivono.
Senza dire poi che vincere a tutti i
costi ha scalzato ormai anche nelle
manifestazioni sportive dei bambini il
primato della partecipazione. Del
resto , se la competizione smodata
viene instillata nella scuola e
nell 'ideale di vita, non si capisce
perché non dovrebbe rappresentare la
ragione dello sport.
E, per finire, non si può ignorare
l'assetto militare che caratterizza le
Olimpiadi di Atene 2004. Già nel 1972
a Monaco, le Olimpiadi divennero
teatro di un sanguinoso attentato
terroristico, con conseguente
rappresaglia. Ora che nei paesi
occidentali la sicurezza rasenta la
paranoia, anche lo sport è diventato
prigioniero della violenza. Una volta le
Olimpiadi segnavano un momento alto
del tempo di pace. La colomba della
pace soffre ormai del tiro a segno che
guerra e terrorismo le infliggono. Fare e
vivere le Olimpiadi come se 1'11
settembre con la scia di morti e conflitti
aperti non ci fosse ro stati e non ci siano
sarebbe un inganno.
Le Olimpiadi possono essere, in
ordine di tempo , l'ultimo treno della
pace , se risvegliano una qualche
voglia di voler cambiare stili di vita,
rendendoli più sobri e sani per tutti.
Scambiarsi la fiaccola di Olimpia,
correre insieme sulle piste e spararsi
fuori non ha senso.

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sa lo sia , significherebbe met- cativo che faccia tuttora noti- sane solo una trentina si acco-
tergli dei limiti, inscatolarlo , zia (pensate al film The Pas- stavano alla Comunione, oggi
declassarlo al rango di crea- sion). Sembra proprio che ci almeno 95! Prima appena si
tura. .. insomma togliergli prenda gusto, il Nazareno , a era sfiorati dal dubbio di aver
l' essenza: un Dio limitato è rinviare i "cervelli cercatori" offeso il Signore ci si precipi-
tutto eccetto che Dio.
sempre su nuove tracce, quasi tava a confessarsi, ora comu-
Un'idiozia la creazione ? a dire che ciò che gli interes- nioni a frotte e confessionali
S'affacci alla finestra e con- sa di più non è tanto l'anno deserti [...].
templi la meraviglia del sole preciso di nascita che serve
che infuoca man mano la solo a crocifiggerlo in un
Giuseppe, Como
terra e risveglia la vita. Scen - tempo e uno spazio ben preci- Caro signore,
àilr.JHI GLIEL'HA FAT- da in campagna, e s'incanti si, quanto piuttosto quello che la "civiltà" (virgoletto la pa-
TO FARE? Egregio di- davanti ai colori dei fiori e ha detto: la sua Parola lo af- rola) in cui viviamo , a dispet-
rettore, chi gliel'ha fatto fare gusti la carezza del vento; nel fran ca dal tempo e dallo spa- to del sostantivo e del suo si-
a Dio Onnipotente di creare il bosco ascolti il canto d'amo- zio e lo proietta nel cuore e gnificato comune, è piena di
mondo sapendo che avrebbe re dell' usignolo; al mare nel pensiero di "quelli che fu- storture, abusi, prevaricazio-
dovuto poi umiliarsi come segua il volo leggero del gab- rono, che sono e che saran- ni, squilibri e. .. di peccato
l'ultimo degli esseri al punto biano; sui monti accanto alla no". Del resto, l'autenticità (che poi è la stessa cosa!). E
da sacrificare anche la vita di sorgente del fiume canti lo di Gesù di Nazareth non ri- pare che il peccato circoli
suo Figlio? Non è sproporzio- scrosciare dell'acqua, lo siede nel giorno preciso della con più libertà e allegria pro-
nata perfino l'idea? O fo rse stormire delle fronde, i ri- sua nascita ma nella verità prio in seno alle società più
aveva ragione quel dramma- chiami d'amore degli uccelli. autentica delle sue parole.
"civili" , più fortunate ; più
turgo inglese a dire che la E ovunque, anche sulla roc- Credo che gli storici, i ricer- ricche e satolle. È un tema da
Creazione è solo l' opera di un cia, sui muri, sull' asfalto , os- catori di combinazioni astra- approfondire, una ricerca da
idiota, senza uno scopo e servi lo sforzo vincente della li , gli antropologi, gli psico- verificare, è soprattutto un
senza un senso?
vita che sfrutta ogni minima logi, ecc. avranno pane per i problema da affrontare...
possibilità per emergere, con- loro denti. .. fi no alla fine dei Questo come cappello! Per
Angelo, Torino quistare un pezzo di cielo, secoli: se Gesù è Dio , qualco- passare al nostro assunto le
Bella domanda , caro Signo-
re!
Già, chi gliel' ha fatto fare?
E se l'ha fatto di sua libera
scelta vuol dire che valiamo
non solo "qualcosa" ma ad-
dirittura la vita di Dio! E
vuol dire ancora che la crea-
tura che Egli ha modellato
"ex nihilo" - da niente - non
è un mostro, al contrario,
deve essere un capolavoro al
di sopra di ogni immagina-
bere un caldo raggio di sole!
E provi a pensare che anche
un granello di polvere è abi-
tato da innumerevoli vite in-
visibili, ma tenaci e resistenti
a ogni ·calamità! Un'idiozia
la creazione? Un po' difficile
crederlo . Se è vero che solo
l' occhio umano è più compli-
cato del più complicato labo-
ratorio nucleare della terra...
Allora non è la creazione a
essere idiota... ma, forse , chi
sa sfuggirà sempre alle curio -
sità umane e ai cavilli statisti-
ci, e la sua persona indagata,
passata al setaccio , scanda-
gliata.fin nei più insignificanti
particolari, continuerà a pre-
sentare sempre nuove sorpre-
se, inesplorate profondità, in-
sperati risvolti.
Libri che parlano di Gesù
sono una congerie infinita
visto che è il personaggio che
in assoluto ha avuto più bio-
dirò che, secondo il CDC
(Codice di Diritto Candnico,
la legge fondamenta le della
Chiesa ) il sacrilegio è la pro-
fanazione di una persona, un
luogo o una cosa sacra o
consacrata. Sacrilegio ha in-
sito nel suo significato il con-
cetto di sfregio, di disprezzo e
anche di dispetto. Secondo
me - ma è un parere del tutto
personale - a parte la gravità
della materia, questo tipo di
zione. Vuo l dire , infine, che pensa che lo sia!
grafie: non c'è autore che in peccato è anche un po'
vale la pena essere uomini, e
qualche modo non si sia in- scemo. Perché se uno è agno-
il primo a crederci è proprio
Lui, Dio, se per convincerce- flE DATE DI GESÙ.
ne s'è preso il gusto di diven- u ~gregio direttore [... ], ho
tare creatura.. . M/racolo più letto su una rivista che la po-
grande non c' è. E cosa tal- lemica sulla nascita di Gesù è
mente impensabile , talmente più viva che mai. Pare che
assurda, tanto fuori dalla non si sia d'accordo su nien-
mentalità umana che... non te ... Sembra ci siano sbagli di
può averla pensata che l' infi- calcolo, di interpretazione,
contrato , o scontrato, con lui.
Ne hanno scritto amici e ne-
mici, credenti e agnostici,
santi e scienziati, barboni e
teologi... Mi permetto di indi-
care due tra le migliori bio-
grafie, uscite di recente: Bar-
baglio Giuseppe, Gesù ebreo
di Galilea. Indagine storica,
stico, profanare cose a cui
non crede è donchisciottesco,
come prendersela coi mulini
a vento, accanirsi contro
qualcosa che non esiste, che
non ha importanza. Ma
tant'è: l'illuminata civiltà di
cui sopra ci ha anche abituati
a idiozie del genere. .. È per
nita fantasia di Dio stesso! ecc. Oggi però si torna a par- Dehoniane, Bologna 2002; questo che alla risposta ho
Un pensiero del genere , dun- lare del 25 dicembre secondo fohn P. Meier, Gesù un ebreo premesso quel cappello.
que, è un pensiero impensabi- gli ultimi studi ... Insomma, marginale. Ripensare il Gesù Per quanto poi concerne gli
le: a nessuno di noi verrebbe direttore, quand'è nato Gesù? storico, Queriniana , Brescia altri suoi interrogativi, il di-
in mente di diventare un filo
d' erba per dimostrare alle
erbe quant'è bello essere
erba! È fuori proporzione
pe1fino l' idea! Però , qui si
parla di Dio: può esistere
Aldo di Roma,
Giovanni di Piacenza,
(I vol. 2001; Il vol. 2002; III
vol. 2003). ·
Mario di Trapani e altri
t:J~io Cari Signori,
r.JACRILEGI, ECC. Egre-
ho letto anch'io e con una
direttore.. . Ci sono
scorso, o meglio la replica
non è semplice né sconta-
ta . Mi riferisco per esempio
ai tanti che si accostano oggi
alla Comunione a fronte dei
pochi di ieri... e ai pochi che
qualcosa di sproporzionato certa curiosità le ultime "su ancora i sacrilegi? E che cosa si confessano a fronte dei
per Dio ? Pensare che qualco- Gesù!" . È interessante e indi- sono? [...] Prima su 100 per- tanti di ieri... ecc. Le regole
LUGLIO/AGOSTO 2004 BS

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~
~ ~~-{ -"""-'-
APPELLI
·Sono un collezionista di
santini e vorrei scambiarli
con altre persone che come
me condividono lo stesso
interesse. Angelo Maffia,
Via Pietro Cono di Lo-
renzo, 3 - 84078 Vallo
della Lucania (SA).
VotTei conispondere con
lettori coi quali formare una
duratura amicizia. Raffaele
Bruno, Piazzale Marconi,
15 - 96100 Siracusa.
Sono Anna. Vorrei corri-
spondere con chi ama la
vita semplice, dà più valo-
re allo spirito che alla ma-
teria, si sacrificherebbe per
un amico ... e tutti quelli
che credono che si può
sempre migliorare. Roma-
nato Anna, Via Nicolai -
41052 Samone Fr. Gui-
glia (MO).
Cerco, a pagamento, P.E.M.
(Piccola Enciclopedia Mon-
dadori}, regalata a suo
tempo agli abbonati alla ri-
vista Epoca.
Te!. 02.4800.5031.
Mi chiamo Simona, sono
un 'animatrice dell 'oratorio
della mia città. Mi piace-
rebbe conoscere animatori
e animatrici di qualunque
età per confrontare la no-
stra esperienza e an·icchirci
reciprocamente. Simona
Giannese, Via Calabria,
45/B, 74100 Taranto.
Per un handicappato è una
fatica ogni giorno dire
cosa farò oggi. I giorni
sono tutti uguali ... Vorrei
fare tante cose... ma resta-
no solo desideri, sono pa-
ralizzato. Però non sono
infelice. Amo corrisponde-
re e dialogare con chi mi
scrive... Palmisano Anto-
nio, Via Massafra, Case
Popolari PA 2 - 74015
Martina Franca (TA) .
valgono ancora: il problema uno che è stato abbandonato
di sentirsi con la coscienza a due volte [... ] Ora a 75 anni
posto prima di accostare de- vivo come un emarginato,
terminati sacramenti è fonda- nella più squall ida solitudine
mentale. Forse oggi si dà più [...]
importanza all'individuo che
alla regola, per cui l' attenzio-
Giacomo, Forlì
ne si pone sulla persona, Caro Signore , la sua triste
sulla sua volontà, sulla sua storia fa riflettere su. una ci-
coscienza. A una ragazza, cui viltà (civiltà?) senza fren i ini-
era stata fatta l'osservazione bitori, su. un uomo senza re-
dalla nonna: "Ma ti sei con- gole morali, su una lenta e,
fessata ?", per essersi acco- sembra, inarrestabile deca-
stata alla comunione, ha ri- denza della carità e della ve-
sposto: "Nonna , mi confes- rità che si presentano come
serò! Ora non me la sono inversamente proporzionali al-
sentita di aver accettato l' in- la ridondanza tecnologica
vito di partecipare alla Cena che ci ha invaso. Abbiamo un.
del Signore ... senza poi ac- uomo esaltato dal progresso
cettare di mangiare. Ho agito ma mortificato proprio in
come un.a invitata educata" . quei valori che lo fanno
Un ' altra ha detto sicura: "In uomo: la convivialità, l' ugua-
coscienza mi sentivo di fare glianza nella differenza, la
la Comunione... e voi preti verità dei rapporti interperso-
dite che la coscienza è infalli- nali, l'onestà nelle relazioni
bile, quindi l' ho fatta!" .
socio/politiche, la giustizia
Un po' troppo furbe le rispo- nelle transazioni, ecc. "Dio
ste? Forse. Ma il problema ce la mandi buona", è pro-
esiste. Ora io son.o convinto prio il caso di au.gu.rarselo
che le regole vadano rispetta- con tutto il cùore, dal mo-
te, perché non son.o state fatte mento che nemmeno più in fa-
tanto per farle, ma hanno un miglia si può essere certi
senso, u.nfon.damento teologi- della verità delle relazioni e
co, una ragion d'essere. delle comunicazioni.
Prima di far e una regola ci si Alla su.a età, comunque, cre-
pensa su, si dibatte, finché si do debba prevalere la sag-
raggiunge un accordo e si de- gezza sullo sconforto, l' espe-
cide. Penso sia avvenuto così rienza sul!' insipienza, l' otti-
anche per le regole liturgi- mismo sulla sfiducia.. .Vede,
che. Ma non rifiuto il con- molto del nostro ménage
fronto e il dialogo su. questi quotidiano dipende dal no-
temi, e l'approfondimento stro modo di reagire, di af-
psicologico, teologico e mo- frontare la giornata, di impo-
rale sui comportamenti dei stare le relazioni. Personal-
credenti, e rispetto la loro co- mente sono sempre stato con-
scienza, - se di coscienza si vinto che nella vita con.ti più
tratta .
"il lavoro del posto che non
"il posto di lavoro": il che
sottintende che la situazione
r.JONO UN TROVA- che stiamo vivendo esige un
1:JrELLO. Caro Dir. appe-
na nato mia madre mi ha ab-
bandonato in una scatola di
cartone, dietro l'angolo della
strada... forse per evitare le
conseguenze di un incontro
impegno attento ai dettagli:
la tranquillità va conquistata
"pelo dopo pelo" , e questo
lavoro non finisce mai, anzi,
man mano che si invecchia
aumenta .
occasionale con un professio-
nista, subito eclissatosi [... ] I
miei genitori affidatari mi
hanno fatto credere che mio
padre fosse un tizio [. .. ], in-
vece mi hanno sempre ingan-
nato. Quando l'ho saputo ...
ho vissuto nel tormento di
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere pen~~
nute in redazione. Ce
scusiamo. Provvederemo_ a
suo tempo alla pub~licazw-
ne o alla risposta pe1 sanale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
BS LUGLIO/AGOSTO 2004

1.8 Page 8

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FAISALABAD,
PAKISTAN
NELLA TERRA
DEI CINQUE FIUMI
Una settimana in Pakistan per
osservare da vicino la realizza-
zione di alcuni progetti del-
l'Associazione WID (Women
in Development) che alla fine
della guerra con l'Afghani-
stan , aveva chiesto un aiuto fi-
nanziario. Così suor Maria
Grazia Caputo, Delegata Vi-
des, Lucilla Di Ricco e Ales-
sandra Pala, collaborau·ici ,
harmo sostato a Faisalabad,
ospiti di una giovane cattolica
responsabile dell'Associazio-
ne. Il Pakistan figura nella
lista dei "paesi ad alto ri-
schio". La delegazione ha po-
tuto v1s1tare i luoghi dove si
svolgono i progetti e incontra-
re le donne, le famiglie, i bam-
bini destinatari degli interventi
sostenuti dal Vides Internazio-
nale e dalla Regione Sardegna.
In alcuni villaggi si consegna-
no alle famiglie più bisognose
due capre. Dopo un armo e
mezzo, in cui la famiglia ha
avuto la possibilità di com-
merciare burro e ricotta e di
avere alcuni capretti, le capre
vengono consegnate a un 'altra
famiglia. Nel Centro WID si
sono iniziati corsi professionali
per ragazze povere, che posso-
no seguire corsi di cucito, di
segretariato e cosmetica. Sono
attivi corsi di recupero scola-
stico - riconosciuti dal gover-
no - e di alfabetizzazione per
su·appare i bambini dal lavoro
e dalla strada.
CACUACO, ANGOLA
IN TEMPO DI PACE
«Siamo in tempo di pace -
scri vono le FMA dell 'Angola
- e questo permette di spera-
re nel futuro: i genitori punta-
no sull ' educazione dei fig li.
Dovremmo moltiplicarci per
arrivare a tutti». La scom-
messa per l'educazione di un
popolo si traduce in impegno
per la formazione degli
animatori/trici e dei catechi-
sti. Suor Irene Arango è a
tempo pieno nell 'oratorio
Dom Bosco, punto di riferì-
mento per l' intera cittadina:
una scuola di pace e casa di
solidarietà per i giovani di
Cacuaco. Altra sfida: com-
battere l'analfabetismo e la
corruzione che, purtroppo,
ancora dilaga nel paese. La
scuola materna ed elementa-
re, la numero 853 con cui il
Ministero dell 'Educazione
l' ha uffic ialmente riconosciu-
ta, è al completo. Sono 1500
i bambini e le bambine che la
frequentano , divisi in tre
turni altrimenti non ci stanno
nelle aule, dalle 7.30 alle
20.30 di ogni giorno. E le le-
zioni si svolgono anche in al-
cuni barrio periferici.
SHILLONG, INDIA
SO ANNI NEL PAESE
DELLE NUVOLE
L 'ispettoria Cuore Immacolato
di Maria di Shillong è stata uf-
ficialmente eretta il 24/11/1953.
Nel novembre 2003 si sono
svolte le celebrazioni di que-
sti 50 anni di espansione mis-
sionaria con madre Antonia
Colombo. La posizione geo-
grafica del Nord Est dell ' In-
dia, composto da sette stati, è
molto particolare: l'area ha in
comune con il subcontinente
indiano solo un breve tratto di
confine; per il resto, le fron-
tiere si affacciano su Buthan,
Tibet, Cina, Myanmar, Ban-
gladesh. La popolazione è
formata da più di 500 gruppi
etnici con lingue, tradizioni,
culture proprie. L 'ispettoria
ha un volto giovane: quasi la
metà delle suore sono tempo-
ranee e migliaia sono i ragaz-
zi, i bambini, gli adolescenti
che vengono raggiunti dall ' o-
pera educativa delle FMA. I
festeggiamenti per il giubileo
sono stati guidati dallo slogan
Dare and Share e due sono
stati i momenti culminanti: la
festa dei giovani e la comme-
morazione ufficiale. Nel primo
grande raduno, migliaia di
giovani hanno partecipato al-
1'Eucarestia, cui ha fatto se-
guito uno spettacolo di danze
e di espressioni culturali delle
tribù di appartenenza. L ' altro
appuntamento, la fes ta del
Magnificat, è stato segnato
dal ringraziamento della so-
cietà civile ed ecclesiale. A
ricordo del cinquantesimo, la
Madre ha inaugurato, nella
casa ispettoriale, un piccolo
museo che conserva la me-
moria di alcune etnie locali e
una nuova casa di fo1mazione
a Saiden, che accoglierà pros-
simamente le postulanti.
LUGLIO/AGOSTO 2004 BS

1.9 Page 9

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PISANA, ROMA
25 ANNI DI SPORT
EDUCATIVO
Il 17/ 18 aprile alla Pisana cir-
ca 150 dirigenti delle PGS
(Polisportive Giovanili Sale-
siane) si sono riuniti per l'as-
semblea del 25° del ricono-
scimento CONI come Ente di
Promozione Sportiva. Presti-
giosi, come sempre, gli ospiti
e consistenti gli interventi, a
testimonianza della vivacità
dell 'associazionismo sportivo
di matrice salesiana. Hanno
preso la parola fra gli altri
!'on. Mario Pescante, il presi-
dente del CONI Petrucci, l'ex
arbitro di calcio Trentalange
ed altri . La tavola rotonda ha
prodotto idee originali e ap-
profondimenti sul tema caro
alle PGS e al carisma salesia-
no : "Educare attraverso lo
sport: missione possibi le".
Ovvio che i primi a crederci e
a lavorare in tal senso devono
essere proprio i salesiani e i
dirigenti.
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
NAIROBI, KENYA
JOYCE AND JOYCE
Joyce ha solo due anni e trot-
terella dietro a suor Rosaria
che tiene per mano un 'altra
bambina di tre anni. Le picco-
le sono di casa nella sede
ispettoriale di Nairob i. E le
suore tante mamme. Insieme
ad altre bambine sono state
affidate alle FMA da alcuni
servizi sociali della città, altre
strappate a situazioni dispera-
te su segnalazioni dei salesia-
ni, altre trovate per strada e
portate a casa dalle stesse
suore. Le FMA hanno così av-
viato un primo nucleo di ac-
coglienza che cerca di rico-
struire il tessuto dell 'amore e
dell'affetto dei genitori, ven u-
to a mancare, a volte anche
dopo grandi sofferenze fisi-
che e psicologiche. Per loro è
stata predisposta una palazzi-
na a due piani . Le più grandi,
quelle che hanno dai 6 agli 11
anni , dopo un tempo di recu-
pero, sono riammesse a fre-
quentare _la scuola primaria.
Ma è necessario pensare a
progetti per prepararle ad af-
frontare il futuro , soprattutto
dove non è possibile il
reinserimento nel nucleo fa-
miliare. Questa è una delle ri-
sposte che le FMA in Kenya
stanno attivando per educare i
giovani e scommettere su di
loro per il domani del conti-
nente africano.
V CENTENARIO DI PIO V
Il 17 gennaio 1504 nasce da umile famiglia a
Bosco Marengo, presso Alessandria, Michele Ghi-
sleri. Eletto Papa il 7 gennaio 1556, decide di con-
tinuare la semplice vita di frate domenicano, dan-
do per primo sia l'esempio dell'austerità sia dell'or-
todossia. Sotto il suo pontificato viene definitiva-
mente sistemato il Messale e nasce la "Messa di
san Pio V", in uso fino alla riforma del Concilio
Vaticano Il.
Pio V compie anche la definitiva edizione della Bib-
bia, detta Vulgata; ed è lui a dichiarare san Tom-
maso d'Aquino dottore della Chiesa universale.
Ma l'evento religioso/p.olitico di gran lunga più
importante del suo pontificato resta, senza alcun
dubbio, la famosissima battaglia di Lepanto del 7
ottobre 1571 con la schiacciante vittoria della flotta
cristiana sulla flotta turca (circa 280 navi per par-
te) , una vittoria che, si riconobbe , salvò la civiltà
cristiana e l'Europa dall'islamizzazione.
La serie vaticana celebrativa del V centenario
della nascita del Papa della vittoria di Lepanto trae
spunto dalla pala di Grazio Cossoli (1597), collo-
cata nella cappella del Rosario che si trova a San-
ta Croce di Bosco Marengo.
Il dipinto, celebrativo della famosa e cruenta batta-
glia svoltasi sulle coste del Golfo di Corinto di
fronte a Patrasso, mostra la Vergine del Rosario
tra i santi Domenico e Caterina da Siena, venerata
sia dal Pontefice sia dal cardinale Monelli , da Filip-
po Il e dal Doge Mocenigo.
Per informazioni rivolgersi a/l'Ufficio Filatelico del
Governatorato, 00120 Città del Vaticano, te/.
06.6988.31 .65
Per saperne di più: -a- 0761/307.124
BS LUGLIO/AGOSTO 2004

1.10 Page 10

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l00annifa
Nel numero del Bollettino Salesiano dell'agosto
1904 troviamo una lettera del famoso missionario
don Maggiorino Borgatello che scrive al Rettor
Maggiore don Michele Rua, relazionandogli sul
viaggio fatto nella parte cilena delle terre
magellaniche per ordine di monsignor Fagnano.
r
r
NEWARK,
NEW JERSEY
STELLA MARIS
In una cappella portuale dedi-
cata a Maria Stella del Mare,
non poteva mancare una pit-
tura ... marinara! Don Mario
Balbi, salesiano, che questa
cappella ha fortemente volu-
to, ha pensato che ci stesse
bene il sogno di Don Bosco
delle due colonne, che rac-
conta come la grande nave
della Chiesa, dominata a prua
dalla figura del Papa, si sa-
rebbe salvata dagli attacchi
concentrici dei nemici della
religione ancorandosi salda-
mente alla colonna dell 'Euca-
restia e a quella della Madon-
na. Gesù è il Salvatore e la
madre è la sua miglior colla-
boratrice in quest'opera gran-
diosa. La grande tela ad olio
(190 X 260 cm) eseguita
dalla pittrice Dora Bolognesi,
va ad aggiungersi all'altare in
marmo di Carrara e alla statua
marmorea della protettrice dei
naviganti. Don Mario è dal
1990 cappellano responsabile
della locale sede della "Stella
Maris", l' organizzazione cat-
tolica con sede nei maggiori
porti del mondo che si occupa
dell ' assistenza morale e mate-
riale ai naviganti.
Ultima Esperanza - porto Consuelo.
Ad Ultima Esperanza prendemmo alloggio in un mode-
sto albergo . .. dove erano tre famiglie che fra tutte ave-
van 14 fanci ulli ... nell'intento di fare un po' di bene a
questi fanciulli: ma la prima notte, nonostante la stan-
chezza grandissima, la passai bianca affatto .. . Verso
mezzanotte stava per addormentarmi quando entrarono
nell'Hotel tre ubriachi, i quali salirono schiamazzando al
piano superiore e di lì a poco tempo uno di essi ebbe l'i-
dea peregrina di trascinare fin là sopra un cavallo, col
quale si divertirono tutta la notte ... Al mattino appena
vidi il padrone che insieme a tutta la famiglia aveva dor-
mito in altra casa vicina, protestai; ma egli mi disse tran-
quillamente che il caso non era affatto nuovo nel suo
albergo .. . Ad Ultima Esperanza benedissi un cimitero
posto in un'isoletta di fronte a Porto Artur. Dieci cristia-
ni dormono già colà il sonno eterno. Uno è stato schiac-
ciato da un carro, un altro assassinato, due altri morirono
annegati, ecc. ecc. Questi che si annegarono passarono
repentinamente dal tripudio alla morte. Era il giorno
delle feste patrie, il 19 settembre 1903, e vari giovanotti
alquanto brilli si posero in mare in due barchette per fare
una gita; il mare era tranquillo, il giorno bellissimo. Non
si erano ancora scostati 100 metri quando, incomincian-
do alcuni a scherzare e a muoversi troppo nella loro bar-
chetta, questa si capovolse e tutti quei baldi giovanotti
vennero sepolti nell ' acqua. Con mille stenti i compagni
dell'altra riuscirono a salvarne alcuni, ma tre di loro vi
perdettero miseramente la vita... È sempre Iddio che ci
ammonisce in ogni istante "Estote parati! State pronti!".
LUGLIO/AGOSTO 2004 BS
BEMENEVIKY,
MADAGASCAR
GAFILO IL CICLONE
Marzo è stato un mese di-
sgraziato per il Madagascar,
il mese del ciclone Gafilo. Si
è abbattuto su vaste zone sra-
dicando alberi e portando via
come fuscelli carri, attrezzi
agricoli e capanne. Il fiume
Sambirano, al Nord del Pae-
se, è tracimato, inondando in-
teri villaggi e costringendo la
gente a rifugiarsi sui tetti del-
le case in muratura, o sugli
alberi, col pericolo di essere
spazzati via dal vento furio-
so. La missione salesiana ha
accolto nelle aule, in chiesa,
all 'oratorio circa 600 persone
che avevano perduto tutto. In
alcuni villaggi la gente ridot-
ta alla fame ha ricuperato e
mangiato le carcasse di buoi
annegati, altri si sono accon-
tentati di riso mezzo marcio
ricuperato qua e là. La scuola
della missione di Bemane-
viky ha perduto le attrezzatu-
re, ha avuto gran parte dei
banchi danneggiati, quaderni
e materiale didattico inghiot-
titi dal fango. "Siamo asse-
diati dal fango", ha detto un
salesiano al telefono. Il di-
sastro risale a marzo, ma
le conseguenze sono ancora
brucianti a quattro mesi di di-
stanza.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Carlo Di Cieco
Un vescovo salesia-
no, nel senso di
figlio di Don Bosco
e nel senso di ispirarsi nel-
IL VESCOVO
DEL DIALOGO
ha riassunto la figura del
suo vescovo in tre conse-
gne da lui lasciate come
stile di vita e sigillate nelle
lo stile pastorale a France-
ultime ore da una morte
sco di Sales . Il vescovo
avvinghiata al Signore che
Vincenzo Savio è stato Èmorto a 60 anni il vescovo Vincenzo Savio, aveva scelto di seguire
radicalmente queste due
cose , solo in apparenza
lasciando un'eredità impegnativa
fidandosi e ai suoi dioce-
sani che aveva scelto di
scontate perché sono due
per una Chiesa che voglia essere
amare in allegria: la cer-
modi forti di essere umani
e cristiani. Dal 1993 ausi-
liare di Livorno e poi alla
guida della diocesi di Bel-
"segno e strumento dell'intima unione
con Dio e dell'unità di tutto
il genere umano" (LG 1).
tezza della paternità e del-
la provvidenza di Dio, la
passione per la Chiesa, il
dialogo come metodo. "lo
luno dove ha operato tre
sono senza misura con-
soli anni , per metà vissuti
tento di Dio", ha lasciato
lottando col sorriso sulle
scritto nel suo brevissimo
labbra contro un tumore ,
testamento vergato sei
ma sufficienti a stringere
giorni prima di morire. Uno
con la gente di ogni credo
squarcio che induce noi a
e colore un vincolo che
indagare con ampiezza
non si spezzerà più. Strug-
nelle sue coordinate e nel-
gente è stata l'emozione
le sue prospettive cristia-
lasciata dalla sua testimo-
ne, in un tempo in cui Dio
nianza cristiana e vividi gli
sembra essersi ritirato in
orizzonti pastorali aperti a
disparte dalla storia degli
una popolazione che si è
uomini . Savio stesso,
sentita amata e si è fidata
pacificato nell'animo e con
di lui. Quando "don Vin-
l'occhio fissato sul dipinto
cenzo" aveva deciso di
di un Cristo del Beato
aprire la causa di beatifica-
Angelico, è morto tra i
zione di papa Luciani , il
rumori di una guerra e di
pontefice dei 33 giorni, non
una cultura dell'odio e del-
pensava che egli stesso
l'ingiustizia che contrasta-
sarebbe stato mostrato e
no il principio della pater-
non dato alla sua diocesi.
nità universale di Dio. Nel
Per segnare un passaggio
solco di due altri grandi
autorevole tra il già e il
bergamaschi quali papa
non ancora. Tanto che i
Giovanni e David Maria
suoi diocesani , ma anche
Turoldo , anche Savio ha
cardinali leader dell'episco-
operato per la giustizia e
pato italiano quali Ruini,
la pace. "Se la Chiesa dei
Scola, Piovanelli, il salesia-
poveri sembra non vince-
no Bertone e lo stesso
re, in realtà non è vero
Rettor Maggiore hanno
perché questo modo di
avuto la ch iara percezione che occorrerà, nel tem- essere di Cristo sarà comunque vincente" diceva
po, rispondere alle tante domande aperte dal pas- per telefono a dei ragazzi , 15 giorni prima di mori-
saggio di Savio nell'episcopato e nella Chiesa ita- re , ricordando il Concilio, stella polare della sua
liana da quella diocesi di Belluno ai piedi delle pastorale. Confidava a quei ragazzi che il Concilio,
Dolomiti. "Le montagne più belle del mondo - ripe-
e teva Vincenzo - con una gente disponibile a
per lui giovane salesiano , "divenne il mondo dei
miei sogni , il mondo del mio pensare al futuro". La
camminare alto come le montagne".
cosa peggiore per ricordarlo da salesiano e da
vescovo , sarebbe intristirsi o mumm ificare i suoi
Ha lasciato un vuoto enorme ma non dispe- slanci vitali e spirituali lasciati alla comune eredità
rato , da riempire di futuro secondo le belle cose dei credenti nella divinità e umanità di Gesù di
che lui aveva sperato e vissuto. Uno dei suoi preti Nazareth.
BS LUGLIO/ AGOSTO 2004

2.2 Page 12

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 4
INATTESA CHIESA
E SPORT
SONO I MESI
DELLA GRANDE DELLA GRANDE
KERMESSE
SPORTIVA:
KERMESSE LE OLIMPIADI
DI ATENE
di Silvano Stracca
I 1 Papa che nuota in piscina a
Castelgandolfo, che scappa dal-
le stanze vaticane per qualche
escursione sulle nevi della Maiella
e del Gran Sasso, che si inerpica su
un sentiero di montagna sulle Do-
lomiti o in Val d' Aosta, che scia
sull 'Adamello sotto lo sguardo di-
vertito del presidente Pertini. La
retorica di certa pubblicistica lo ha
ribattezzato "l ' atleta di Dio" nel
primo decennio di un lungo ponti-
ficato, che ha superato il quarto di
secolo il 16 ottobre dell ' anno pas-
sato, diventando anzi dal marzo
scorso il secondo per durata nella
storia della Chiesa dopo quelli di
san Pietro e di Pio IX. Più sempli-
cemente si potrebbe dire che, sin
da ragazzo e fin quando il fisico lo
ha sorretto, Karol Wojtyla ha
amato profondamente lo sport atti-
vo come espressione di vita al pari
di tanti giovani in tutto il mondo
che hanno giocato a pallone, sono
andati a sciare o a nuotare, hanno
provato ad arrampicarsi sulla roc-
cia o a vogare.
LO SPORT
COME VALORE
Il Papa ha sempre vissuto lo
sport come un valore. Lo disse
chiaramente quando, un paio di
mesi dopo l'elezione, ricevette la
squadra di calcio del Bologna, in
quella che sarebbe stata la prima di
una lunghissima serie di udienze
sportive: "Siete venuti per vedere
se sono anche sportivo? Certo che
lo sono, io ho sempre amato e se-
guito lo sport". Vero, non stava
vendendo fumo papa Wojtyla nel
LUGLIO/AGOSTO 2 004 BS
IAmante della montagna, delle
scalate, delle lunghe passeggiate
solitarie che ritemprano fisico
e spirito. Ora gli mancano:
le traversie del suo corpo
fi accato da tante prove non glielo
permettono più.
rivolgersi ai giocatori rossoblu. Per
il venticinquesimo della sua elezio-
ne, il centro televisivo vaticano gli
ha dedicato un cortometraggio inti-
tolato "Giovanni Paolo II parla allo
sport". Un collage di vecchie im-

2.3 Page 13

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
magini in bianco e nero e di recenti
filmati a colori che rimandano
come flash alla storia di una pas-
sione, dagli anni di gioventù a
quelli del pontificato.
Dalle partitelle di calcio nel cor-
tile della scuola di Wadowice,
dove Karol è nato, con il futuro
pontefice che corre dietro al pallo-
ne, con gli occhiali tenuti fermi da
un cerotto. Alle nuotate nei gelidi
laghi Mazuri, alle passeggiate ad
alta quota su sentieri innevati dei
monti Tatra, alle escursioni sulle
montagne di casa con un antiquato
paio di sci. Eccolo, piegato sulla
canoa, a riprendere fiato dopo una
lunga "pagaiata", col fazzoletto in
testa, annodato ai quattro lati. Un
gesto ripetuto chissà quante volte
quand 'era don Karol, che, nell' e-
state del 1958, venne raggiunto
dalla nomina a vescovo ausiliare di
Cracovia proprio durante una va-
canza in kayak su qualche fiume
della sua Polonia.
Fotogrammi che non possono
non colpire l'immaginario colletti-
vo. Soprattutto dei tanti ragazzi
che hanno conosciuto Giovanni
Paolo II soltanto come un papa
piegato dagli anni e dalla malattia,
inchiodato sul trono a rotelle, im-
possibilitato a muoversi, e ora in
difficoltà pure nell ' articolare le pa-
role.
LO SPORT
COME FATICA
Ma nel modo in cui questo Papa
anziano e infermo sopporta la stan-
chezza e la sofferenza, c'è molto
del giovane sportivo che è stato. Ci
sono la fatica, il rigore, l'entusia-
smo, la passione di un uomo vec-
chio e malato, eppur tenace e com-
battivo, che non rinuncia a dire
cose scomode in tema di morale, di
economia e politica internazionale,
di diritti umani, di guerra e pace.
Questo Papa sportivo ha detto non
poche cose scomode anche sullo
sport, che si preferiscono dimenti-
care. La dignità del corpo, la difesa
dei valori educativi, l'importanza
di una pratica sportiva capace di ri-
spettare le caratteristiche psicofisi-
che delle diverse età, ecc. ecc. Non
c'è, o quasi, aspetto problematico
dello sport contemporaneo su cui
Giovanni Paolo II non si sia soffer-
mato.
Ricorrente è la preoccupazione
per il rischio di derive disumaniz-
zanti nello sport moderno, così
pure il richiamo all'obbligo di una
eticità fondante lo sport. Molte di
quelle frasi dovrebbero essere te-
nute a mente da qualsiasi sportivo,
specialmente dai diecimilacinque-
cento atleti di 202 stati che si ap-
prestano a gareggiare ai Giochi
Olimpici di Atene.
IL CORPO E LO SPORT
Lo sport, per papa Wojtyla,
dev'essere anzitutto "valorizzazio-
ne del corpo, sforzo per raggiunge-
re le condizioni somatiche ottimali,
gioia di vivere, gioco, festa, e
come tale va valorizzato e forse ri-
scattato, oggi, dagli eccessi del tec-
nicismo e del professionismo me-
diante il recupero della sua gra-
tuità, della sua capacità di stringere
vincoli di amicizia, di favorire il
dialogo e l'apertura degli uni verso
gli altri".
Occorre superare, a giudizio di
Giovanni Paolo II, i pericoli che
minacciano lo sport: "Dalla ricerca
ossessiva del guadagno alla com-
mercializzazione di quasi ogni suo
aspetto, dalla spettacolarizzazione
eccessiva all'esasperazione agoni-
Il Papa riceve la maglia della
nazionale da Giovanni Trapattoni.
stica e tecmc1st1ca, dal ricorso al
doping e ad altre forme di frode,
alla violenza". "Non sono purtrop-
po pochi, e si vanno facendo più
evidenti", lamenta il "Papa dello
sport", "i segni di un disagio che
talvolta mette in discussione gli
stessi valori fondanti la pratica
sportiva. Accanto a uno sport che
aiuta la persona, ve n infatti un
altro che la danneggia; accanto a
uno sport che esalta il corpo, ce n
un altro che lo mortifica e lo tradi-
sce; accanto a uno sport che perse-
gue nobili ideali, ce n'è un altro
che rincorre soltanto il profitto".
Giovanni Paolo II sollecita per-
ciò lo sport a rinnovarsi, senza sna-
turarsi, per rispondere alle esigen-
ze dei nostri tempi. Così che sia
"uno sport che tuteli i deboli e non
escluda nessuno, che liberi i giova-
ni dalle insidie dell'apatia e del-
1'indifferenza, e susciti in loro un
sano agonismo; uno sport che sia
fattore di emancipazione dei paesi
più poveri ed aiuto a cancellare
l'intolleranza ed a costruire un
mondo più solidale e fraterno". D
BS LUGLIO/ AGOSTO 2004

2.4 Page 14

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Le due figure del calendario salesiano
uN IN DIo di Pascual Chéivez Villanueva
EUN CHIERICHETTO
ILFIGUO
DELLA PAMPA
Nacque a Chimpay il 26 ago-
sto 1886 e fu battezzato
nell'88 dal missionario sale-
siano don Milanesio. Eni. stato pro-
prio lui a fare da mediatore nell ' ac-
cordo di pace tra gli Araucani e l 'e-
sercito argentino, che consentì al
padre di Ceferino di conservare il ti-
tolo di "gran cacicco" e il te1Titorio
di Chimpay per il suo popolo. A un-
dici anni suo padre lo iscrisse nella
scuola governativa di Buenos Aires.
Dipinto di Zeffirino Namuncura
con i vestiti della sua tribù.
LUGLIO/AGOSTO 2004 BS
Zeffirino o Zefferino o
Ceferino alla spagnola,
era figlio del //Signore
della Pampa': il gran
cacicco degli Araucani
(Mapuche) Manuel
Namuncur6, sconfitto e
sottomesso dall'esercito
argentino nel 1883. La
sua breve parabola è
ricca di insegnamenti
Voleva fare di lui il futuro difensore
degli Araucani. Zeffirino però si
trovò a disagio e il papà lo trasferì
nel collegio salesiano Pio IX. Qui
cominciò l'avventura della grazia
che avrebbe trasformato un cuore
non ancora illuminato dalla fede in
un testimone eroico di vita cristiana.
Dimostrò subito grande interesse
per la scuola, s'innamorò delle pra-
tiche di pietà, si appassionò al cate-
chismo e si rese simpatico a tutti,
compagni e superiori. Due avveni-
menti lo lanciarono verso le vette
più alte: la lettura della vita di Do-
menico Savio, di cui divenne fer-
vente imitatore, e la Prima Comu-
nione, in cui stipulò un patto d 'as-
soluta fedeltà al suo grande amico
Gesù. Da allora, questo ragazzo,
che trovava difficile "mettersi in fi-
la" e "obbedire al suono della cam-
pana", diventò un modello.
Un giorno, Zeffirino era aspirante
a Viedma, Francesco De Salvo ve-
dendolo saettare in groppa a un pu-
ledro, gli chiese: "Zeffirino, cosa ti
piace di più?". Si aspettava una ri-
sposta relativa all'equitazione, arte
in cui gli Araucani erano maestri,
ma il ragazzo frenando il cavallo,
"Esser sacerdote", rispose, e prose-
guì la corsa. Ma fu proprio in questi
anni di crescita interiore che il suo
fisico cominciò a cedere. Si ammalò
di tubercolosi. Venne trasferito nel
suo clima nativo ma non gli giovò e
monsignor Cagliero pensò di portar-
lo in Italia per migliori cure medi-
che. La sua presenza non passò
inavvertita: i giornali parlarono con
ammirazione del "Principe delle
Pampas". Don Rua lo volle a mensa
con il Consiglio Generale e Pio X lo
ricevette in udienza privata, ascol-
tandolo con interesse e donandogli
una sua medaglia ad principes. Il 28
marzo dovettero ricoverarlo al Fate-
benefratelli dell'Isola Tiberina, dove
si spense 1'11 maggio 1905, lascian-
do dietro di sé una scia di bontà, di-
ligenza, purezza, allegria inimitabi-
li. Era un frutto maturo della spiri-
tualità giovanile salesiana. Le sue
spoglie si trovano ora nel Santuario
di Fortin Mercedes - Argentina, e la
sua tomba è meta di continui pelle-
grinaggi perché grande è la fama di
santità di cui egli gode tra la sua
gente. Venne dichiarato Venerabile
il 22 giugno 1972.
La mamma di Zeffirino fotografata
nel 1938.

2.5 Page 15

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di agosto sono Zeffirino Namuncuré e Domenico Zamberletti.
IL FIGLIO
DELMONTE
Domenichino Zamberletti.
Il 85 del maggio 2003,
a pagina 20, riporta un
articolo dal titolo
''Ragazzo d'altri temp(
nferito alla figura di
Domenichino Zamberletti
Ne riproponiamo alcune
linee nel quadro della
strenna sulla santità
giovanlle come frutto
del sistema preventivo
di Don Bosco.
punto che una volta rimase in racco-
glimento fino a quando una suora
non lo scosse: "Domenico, non hai
ancora finito di pregare?". già
ora di andare? Non mi accorgo del
tempo che passa", rispose sorpreso.
Per la musica aveva un ' inclinazione
particolare. Ancora piccolo, aveva
iniziato a esercitarsi sul pianoforte
dell ' albergo del Sacro Monte, tenu-
to da papà e mamma e dov 'egli era
nato. A 9 anni era organista ufficia-
le del santuario. Un giorno il padre
gli disse che a ogni festa doveva
suonare qualcosa di nuovo per i fe-
deli , ma durante l'elevazione dell 'o-
stia doveva suonare senza la musica
davanti, secondo l'ispirazione del
momento, doveva insomma far suo-
nare lo spirito, lasciando campo li-
bero a ciò che il cuore gli suggeriva.
Egli seguì il consiglio. E dovevano
nascere melodie stupende se una si-
gnora entusiasta per quanto aveva
sentito andò a chiedergli lo spartito.
Domenichino soavemente le rispo-
se: "Mah . .. non ce l'ho. La musica
mi è sgorgata dal cuore, e io ... non
ricordo una sola nota". Altra sua
passione erano i ministranti, li diri-
geva con zelo invidiabile; il suo de-
siderio più grande era forse quello
di possedere il dono dell'ubiquità:
stare ali 'organo a suonare e sul pre-
sbiterio a servire.
Tutto facile? Nemmeno per
sogno. Ciò che è facile, Domenichi-
no lo sapeva, non ha molto valore: è
come le cose che costano poco,
mentre quelle preziose costano, ec-
come! Essere buono a Domenico
costava assai: coccolato da tutti, ri-
verito dal cameriere e inservienti -
la sua famiglia economicamente era
agiata essendo proprietaria dell ' al-
bergo del Sacro Monte - poteva
permettersi una vita da nababbo. In-
vece no! Era sempre pronto a dare
una mano alle domestiche pur es-
sendo lui il padroncino. Ogni giorno
prendeva la cremagliera, poi il tram
per scendere e andare a scuola pres-
so il collegio salesiano di Varese.
Intelligente, sveglio, curioso, si ac-
corgeva dei pericoli che lo circon-
davano, ma con la guida del suo
confessore, con la preghiera, la
mortificazione e il compimento
gioioso e puntuale dei doveri riuscì
dove pochi ce l'avrebbero fatta.
Oltre che per la sua allegria e se-
renità, spiccava anche per l'intensa
vita interiore e la grande carità nei
confronti dei poveri: diversi veniva-
no all'albergo dei Zamberletti, e qui
Domenichino aveva dato disposi-
zione in cucina di preparare un piat-
to in più anche per il "Cristo affa-
mato". Questa è la santità giovanile
di cui abbiamo urgente bisogno per
dare al mondo quell'assetto sociale,
quel nuovo voJto cristiano tanto au-
spicato.
Ai primi di gennaio del 1949,
ecco i primi sintomi della malattia
che pon-à fine ai suoi sogni. Pleuri-
te. Rimase a letto fino alla morte.
Pregava e offriva la sua malattia,
che fu inesorabile. Sopportò dolori
atroci fino al 29 maggio 1950,
quando prima di spirare disse alla
mamma che lo assisteva: "Mamma
sto bene, vado in Paradiso". Aveva
solo 13 anni e 9 mesi.
D
V ide la luce sul Sacro Monte
di Varese il 24 agosto 1936,
all 'ombra del famoso santua-
rio mariano, ultimo di tre fratelli.
Amò i suoi di un amore intensissi-
mo e ne fu ricambiato con uguale
carico d'affetto, frutto di una educa-
zione squisitamente umana e cristia-
na. La preghiera lo affascinava a tal
Il collegio salesiano di Varese dove Domenico andava a scuola.
BS LUGLIO/AGOSTO 2004

2.6 Page 16

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redazionale
BORGO RAGAZZI
DON BOSCO, ROMA
SPORTELLO
ANTIUSURA
Il 17 marzo al Bçirgo è stato
inaugurato uno sportello an-
tiusura, per la precisione
"Sportello d'Aiuto per la Pre-
venzione dell 'Usura". Un 'al-
tra delle tante iniziative socia-
li di quel! 'opera salesiana.
Dopo solo due giorni di atti-
vità erano giunte agli operato-
ri già 45 telefonate. "Non c'è
da meravigliarsi - ha detto il
direttore dei salesiani don
~t1~$~~
i1:;"-'~;,;;:,~.;6ì..,;i11i111,.,_l,jj
Verlezza - lo sapevamo già.
L ' iniziativa, infa tti, è stata
varata proprio perché una
precedente indagine aveva
evidenziato la grande diffu-
sione di quella piaga sociale
che mette in difficoltà tanta
gente e sfascia tante fami-
glie". A sottolineare la soddi-
sfazione delle autorità per
questa realizzazione erano pre-
senti il presidente della Re-
oione Francesco Storace, il
~icesindaco di Roma Maria
Pia Garavaglia, il prefetto
della città Achille Serra e il
consulente antiusura del Co-
mune Tano Grasso che si è
offe1to di seguire i volontari
per prepararli al non facile
compito. I volontari sono av-
vocati del lavoro, commercia-
listi , psicologi, ecc. in tutto
una quarantina, che dal lunedì
al venerdì rispondono al . te-
lefono ai casi di usura dalle 9
alle 13.
VASTO, ITALIA
UN50°
INDIMENTICABILE
Non è passato sotto silenzio a
Vasto il pellegrinaggio del-
1' urna di Domenico Savio.
Salesiani e giovani si sono at-
tivati con entusiasmo e il re-
galo che hanno fatto alla po-
polazione a ricordo della "vi-
sita" del piccolo santo è stato
un musical nato dal cuore,
dal talento, dalla voce di al-
cuni salesiani, giovani e ra-
gazzi. L'hanno intitolato
"Passi d' infinito" e come sot-
totitolo "per volare in alto!" .
Passi per volare, certo, per-
ché si può volare anche senza
ali. È proprio questa la lezio-
ne di Domenico. Il testo reci-
tato ne ripercorre la vita, se-
condo la narrazione fattane
da Don Bosco stesso, le mu-
siche sono originali, cantate e
ballate con entusiasmo dai ra-
gazzi/e che in Domenico ve-
dono uno che ha saputo fare
scelte tanto decise e decisive
che l'hanno portato più in
alto di tutti, tracciando per i
compagni una strada percor-
ribile, dal momento che
anche lui, che non aveva
nulla di eccezionale, l'ha per-
corsa addirittura con facilità.
Le 13 canzoni inedite del sa-
lesiano don Simone Calvano
sottolineano i punti qualifi-
canti della vicenda terrena
del santo.
LUGuo/AGosro 2004 BS
~~:i~IJ BREVISSIME DAL MONDO
COSENZA, ITALIA. Nel- gretaria di una congregazio-
la chiesa del Carmine delle ne vaticana. Si tratta di suor
"Figlie della Carità" è stata Enrica Rosanna, Figlia di
celebrata il 31 gennaio 2004 Maria Ausiliatrice, docente
la "Prima Giornata dell 'E- di sociologia della religione
ducatore Professionale", or- presso la Facoltà Pontificia
ganizzata dall ' ANEP (As- di Scienze dell 'Educazione
sociazione Nazionale Edu- dell 'Auxilium, l 'università
catori Professionali). Molti delle suore salesiane.
gli educatori professionali,
gli operatori sanitari e so- QlJEl~fA, PAKISTAN. L'an-
ciali che si sono ritrovati nuncio che l'alto commissa-
per onorare il grande edu- riato dell ' ONU per i rifu-
catore dei giovani, Don giati si ritirerà a settembre
Bosco.
dai 15 campi di rifugiati che
gestiva, impegnerà ancor
CITTÀ DEL VATICANO, più i salesiani che nel paese
ROMA. Con i 6 nuovi beati hanno una presenza consi-
proclamati da Giovanni Pao- derata preziosa , offrendo
lo II domenica 25 aprile assistenza a circa 750 ra-
2004, i beati proclamati dal gazzi senza distinzione di
Pontefice nei suoi 25 anni di etnia e religione, più ad altri
pontificato salgono a 1331 , 1800 in tre scuole diverse.
mentre i santi sono 477.
Se si considera che i campi
profughi ospitano circa 200
CITTÀ DEL VATICANO, mila rifugiati si possono ca-
ROMA. Per la prima volta pire le difficoltà cui si andrà
una donna diventa sottose- incontro da settembre.

2.7 Page 17

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ALASSIO, ITALIA
Il giorno 24 aprile, il sabato
prima della canonizzazio-
ne, il Rettor Maggiore ha
benedetto una lapide/
ricordo a villa Pré-Martin ,
data in eredità a Don Bo-
sco nel 1884, dove il beato
Augusto Czartoryski passò
gli ultimi mesi della sua
vita. Ora il palazzo diviso
in appa rtamenti è stato
adibito ad abitazione per
vari nuclei familiari. Alla
cerimonia era presente il
sindaco di Alassio.
VARSAVIA, POLONIA
Dal 1°/05/2004 altri 10
paesi fanno parte dell'UE.
Non poche le iniziative
messe in atto un po '
dovunque . Tra le altre
quella de "/ bambini con
Barba", gruppo musicale
molto attivo in Polonia
fondato da Joszko Broda
(barba) , che hanno inciso
un CD di canzoni folk in
diverse lingue (anche l'i-
taliano) per offrire il loro
contributo a sentirsi tutti
membri della grande fa-
miglia europea.
datorum@libero.it
BARCELLONA,
SPAGNA
L' Istitu t o Superiore di
Scienze Religiose Don
Bosco di Martf-Codolar ha
organizzato l'annuale cor-
so di "Attualità Pastorale"
dal 13 al 15 aprile u.s. Par-
ticolarmente significativo e
intrigante il tema: "I giovani
e l'etica". La questione del-
l'educaz ione ai _v alori è
centrale in una società il
cui principio portante è il
relativismo morale. Socio-
logi, pedagogisti, pastorali-
sii hanno animato l'interes-
sante dibattito.
MAZZARINO, SICILIA
75 anni di presenza attiva
e operosa dei cooperatori
a Mazzarino. Alla solenne
commemorazione era pre-
sente anche l'assessore
alla P.I. del Comune , in
segno di ricono scimento
all'Associazione per il qua-
lificato lavoro educativo
svolto in paese in piena
corresponsabilità con SDB
e FMA. I cooperatori han-
no ribadito il loro impegno
di portatori nell'ambiente
dei valori evangelici.
CITTÀ DEL VATICANO,
ROMA
Dopo alcuni mesi di atti-
vità presentiamo il Consi-
gl io Generale rinnovato
per la nomina del Vicario
del Rettor Maggiore a
Vescovo di Geni. Al suo
posto don Chavez ha
nomin ato don Adriano
Bregolin , eletto dal Capi-
tolo Generale XXV Consi-
gliere Regionale per l'Ita-
lia e il Medio Oriente . A
sua volta don Ad riano è
stato sostituito da don
Pierfausto Frisali (1° a
sinistra in seconda fila) .
CITTÀ DEL VATICANO,
ROMA
Il Papa , nell 'udienza del
mercoledì 14 aprile, ha
benedetto e acceso la
"fiaccola della pace" che
una serie di campioni del
passato tra i quali Moreno
Argentin, Eddy Ottoz, Tiz-
zano e Alessandro Lam-
bruschini, e altri hanno
portato con una Marato-
na-Pe II egri naggio da
Gerusalemme a Betlem-
me . Chiaro il significato :
gli sportivi italiani vogliono
essere ambasciatori di
pace .
BS LUGLIO/AGOSTO 2004

2.8 Page 18

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Visita a Vilnius, capitale della Repubblica lituana,
ATTENTI AL LUPO.••
DI FERRO!
di Barelli/Manieri
Un pezzo di storia civile,
Vilnius e Gediminas, e
uno di storia salesiana,
Vilnius e i salesiani. I
salesiani della capitale
offrono un servizio a tutto
campo per la popolosa
parrocchia che gestiscono,
con un occhio particolare
ai giovoni Non c'è tempo
per poltrire.
Una sera del XIII secolo, il
granduca Gediminas, signo-
re e padrone di tutta la Li-
tuania, sta facendo tappa in un bi-
vacco durante una battuta di caccia,
non lontano dal suo castello di
Trakai. È stanco per il lungo caval-
care e cerca di dormire, ma il sonno
è agitato: gli sembra di sognare un
gigantesco lupo di ferro che in cima
a una collina ulula al cielo, incuten-
do timore a tutti gli animali del bo-
sco ... Un lupo di ferro signore di
una collina! Strano davvero. Quan-
do la mattina dopo riprende la ca-
valcata, il sogno è ancora lì nella
sua testa, vivido, insistente. E quan-
do sta per inoltrarsi nel bosco la
vede. Sì, è la collina del sogno che
si staglia solitaria contro il cielo, è
la collina del lupo di ferro! D'im-
provviso gli è tutto chiaro: percepi-
sce che il suo, destino si compirà su
quell ' altura. E lì che deve fondare
la nuova capitale.
LUGLIO/AGOSTO 2004 BS
Monumento al granduca Gediminas, signore e padrone di tutta la Lituania.
VILNIUS VEDE LA LUCE
Dovrà essere una città fortificata,
maestosa e solida da cui governare
il suo vasto Stato che si estende dal
mar Baltico al mar Nero. Così vede
la luce Vilnius, all'inizio come forte
e accampamento militare, ma via
via centro commerciale e crocevia
culturale tra Oriente e Occidente.
Alla fine del 1400, proprio negli
anni in cui vive a Vilnius il giovane
principe Casimiro (che qui è sepol-
to), la popolazione aumenta forte-
mente. Alla fine del Cinquecento si
apre la prima università della Litua-
nia, dove vengono a insegnare reli-
giosi e laici da tutta Europa. La
corte dei granduchi lituani si arric-
chisce di poeti e letterati, artisti e fi-
losofi . .. Vi si parla correntemente il
latino. Nel Seicento si stabiliscono
nella città maestranze e architetti
italiani che la abbelliscono con
chiese ed edifici in stile barocco. La
"piccola" Vilnius è una "grande"
capitale. Poi con le varie occupazio-
ni, prima quella polacca, poi quella
russa, poi quella tedesca, poi quella
bolscevica, s'avvia a un lento decli-
no che tuttavia non ha spento la
fiera "bellicosità" del lupo di ferro.
Oggi la popolazione di Vilnius si
aggira attorno ai 650.000 abitanti.

2.9 Page 19

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e ai salesiani che vi operano.
Il castello granducale di Trakai
costruito su un'isoletta del lago Galve.
I Preghiere e funzioni nella bella stagione
si facevano all'aperto,
vicino a una croce che segnava:
"Questa terra è di Cristo".
L'Unesco ha dichiarato i 255 ettari
della città vecchia area storica da
proteggere. E ne vale la pena. Del-
l'antica fortezza di Gediminas resta
solo la torre, sulla sua sommità. Do-
mina la piazza principale della città
ricordando gli antichi splendori.
I SALESIANI
Prima della seconda guerra mon-
diale i salesiani polacchi a Vilnius
avevano una bella parrocchia con
annessa scuola professionale, ma
dopo la guerra essi furono costretti
dalle autorità sovietiche a ritornare
in Polonia e tutto fu incamerato
dallo Stato.
La rinascita salesiana nella capita-
le la si rivede subito dopo l'indipen-
denza del 1991 , quando il vescovo
Steponavicius scrisse al Rettor Mag-
I Durante l'inverno il lago è un'unica
lastra di ghiaccio. I pescatori
praticano con una trivella a mano
un foro per pescare.
giore dei salesiani chiedendo aiuto e
offrendo alla congregazione la co-
struzione della chiesa nel popoloso
quartiere di Lazdynai (letteralmente
"I noccioli"), 45.000 anime senza
pastore e senza chiesa. Una bella
sfida per i figli di Don Bosco. E a
rendere più interessante la sfida, un
problema in più: la parrocchia è bi-
lingue, lituana e polacca.
Nonostante le forze dei salesiani
lituani fossero esigue, con un gesto
coraggioso e profetico, i superiori di
Roma accettarono la proposta del
vescovo di Vilnius. Dal 1993 due
salesiani "bilingui" iniziarono il la-
voro pastorale a Lazdynai. Siccome
la casa salesiana con la cappella
erano in costruzione, preghiere e
funzioni nella bella stagione si face-
vano all ' aperto, vicino a una croce
che segnava: "Questa terra è di Cri-
sto". Con il freddo invernale si cer-
cava ospitalità nella palestra di una
scuol a.
Intanto in aiuto dei due pionieri si
aggiungevano due sacerdoti che nel
frattempo si erano aggregati alla
Congregazione e poi anche un gio-
vane confratello sacerdote dalla Po-
lonia. Così con la tenacia tipica dei
salesiani (don Bosco non era forse
una "testa dura"?) la comunità par-
rocchiale è crescita, imparando a co-
noscere e ad apprezzare lo stile sa-
lesiano.
OGGI
Sono ormai passati undici anni da
quella prima Messa vicino alla cro-
ce di Lazdynai; i confratelli si sono
avvicendati. Si è aggiunto un sacer-
dote dall'Italia che attualmente diri -
ge la comunità e il BS lituano, oltre
a dare una mano in parrocchia. Oggi
la comunità è composta da 4 confra-
telli, due "locali" e due arrivati dal-
l'estero. E il lavoro non si limita al
"servizio pairncchiale". Un 'attenzio-
ne particolare la si rivolge ai giova-
ni e ai bambini che qui non manca-
no, e che non se!11pre conoscono
molto bene Gesù. E vivo e pieno di
iniziative l 'oratorio che offre spazio
e attività ai due gruppi linguistici
(così c'è il coro dei bambini polac-
chi e quello dei lituani; ci sono i
giochi domenicali dopo la Messa
sia per, i polacchi sia per i litua-
ni ... ). E attivo anche il Centro diur-
no che nei giorni feriali offre ai uto
psicologico e materiale a 15 bambi-
ni di famiglie particolarmente pove-
re (grazie a un generoso finanzia-
mento dell'associazione italiana
"L'Airone" di Albenga). Una delle
attività che riscuote più successo è
il GREST estivo: gite, giochi e mo-
menti di formazione culturale e spi-
rituale . .. Il gi·uppo degli animatori
non solo si responsabilizza pa11eci-
pando con dedizione, ma risponde
molto bene anche alle proposte più
impegnative. Si collabora con le sei
scuole dell ' obbligo presenti nel ter-
ritorio pairncchiale (a Lazdynai ci
sono più di 6000 bambini e giovani
in età scolare). Il futuro è pieno di
speranze, supportate da segnali che
promettono messe abbondante. Già
si pensa di inviare alcuni volontari
vilnensi a fare espelienza durante i
mesi estivi in qualche paese dell'ex
URSS: il lupo non dorme!
(continua)
BS LUGLIO/AGOSTO 2004

2.10 Page 20

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Un'altra organizzazione pro missioni
UN MISSIONARIO
ATI PICO di Filippo Manoni
La vicenda di un grande
missionario, che tale fu
"da lontano'~ Un modo
nuovo di lavorare,
nonostante non si risieda
sul posto di lavoro. Le
"Città dell'Amore': un
esempio di convivialità
riuscita. Il "sostegno a
distanza" come progetto
di cittadinanza attiva.
I Una copertina della rivista bimestrale
della Fondazione Padre A/essi,
Fratelli Dimenticati.
D on Antonio Alessi è uno di
quei "missionari" che tali so-
no nell ' anima più che nella
realtà del lavoro pastorale in terra di
missione. Ha fatto il missionario per
quasi 50 annj dalla sua stanza di To-
rino. Ma missionario lo è stato dav-
vero. E fino in fondo. Con la deter-
minazione dei grandi, sfoderando
una capacità organizzativa e uno
zelo da far invidia. La salute non gli
ha mai permesso di coronare il
sogno della sua vita, ma non l'ha
fiaccato nelle iniziative, non gli ha
tarpato la creatività, non l'ha intri-
stito nel carattere. Così, lo si può
dire forte e chiaro, egli fu un grande
missionario.
PRIMO
NON ARRENDERSI
Gli spiriti eccelsi di fronte alle
contrarietà, agli ostacoli, alla inca-
pacità di realizzare quanto sognano,
non si arrendono. Si concentrano,
sfoderano tutta la grinta di cui sono
forniti, cambiano le categorie della
propria vita e della propria storia,
insomma si coinvolgono in modo
diverso. Esempi ce ne sono. Anche
LUGLIO/ AGOSTO 2004 BS
Gruppo di ragazzi della Don Bosco School di Biratnagar (Nepal).
oggi. L'ha fatto Claudia Koll che da
Tinto Bras è approdata al VIS (il
volontariato salesiano) virando a
"U" la linea della propria vita. L'ha
fatto Marcello Candia, "l' uomo più
buono del Brasile", l'industriale mi-
lanese che s'è chiuso nell 'Amazzo-
nia spendendo tutte le sue sostanze
per gli indio, i caboclo, i lebbrosi, i
poveri. L'hanno fatto tanti altri ...
Don Alessi, classe 1915 , tentò la
carta missionaria. Non gli riuscì.
Anzi no: gli riuscì benissimo. Non
poté dare all 'India la sua presenza
corporea, ma le diede l'anima, l'in-
telligenza, e tutte le sue forze pur
operando a più di seimila km di di-
stanza! C'è chi si dimentica dei fra-
telli e c chi si prende cura dei .fi"a-
telli dimenticati. Don Antonio ap-
partiene alla seconda categoria di
persone, divorato dall ' amore per chi
aveva bisogno d' amore.
LE CITTÀ DELL'AMORE ,
Fu proprio lui a fondare a Vehloli,
80 km da Mumbai e a Kurkuria, 60
km da Ranch.i nello Stato del Bihar,
due "Città del!' Amore". Opportuna-
mente, lo specificativo è con la let-
tera maiuscola, ed è chiaro il per-
ché: l'Amore grande, quello capace
di impegnare tutta la vita per i fra-
telli è solo con l'A maiuscola. Le ha
volute per loro, per i più dimentica-
ti, i lebbrosi che un incredibile
ostracismo sociale relega ancora in
un angolo oscuro della società, ta-
gliati fuori dal contatto umano nor-
male, visti con fastidio , per cui più
diventi invisibile meno disturbi por-
ti! In territori inesplorati come que-
sti, l' amore ha nomi riconoscibili, si
chiama laboratori, piantagioni, ca-
sette per lebbrosi, ospedali, ambula-
tori attrezzati . .. E ha il volto di va-

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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che raccoglie migliaia di famiglie.
Ragazzi diretti alla scuola di Kachibari (Bhiar),
costruita dalla Fondazione Alessi.
I
Hyderabad: casa di Navajeevan
per ragazzi di strada, che fornisce vari servizi:
scuola, panetteria, carpenteria, ecc.
lontari, sacerdoti, religiosi, religiose,
laici, benefattori ... Le "Città dell' A-
more" vogliono sviluppare una so-
cietà conviviale in cui si guarda al-
1'uomo non al corpo che lo identifi-
ca; una convivialità che le strutture
pubbliche non hanno, o non voglio-
no, o non riescono ad avere.
IL SOSTEGNO
A DISTANZA
Padre Alessi, missionario a distan-
za, insegna il sostegno a distanza.
Insomma, come si è abbondante-
mente riferito, si può essere missio-
I New Delhi. Monsignor Alan Basi! e
don Giovanni Fedrigotti alla
inaugurazione del centro per
ragazzi di strada "Ashalajam".
nari a pieno titolo anche stando a
casa propria, mantenendo le proprie
occupazioni, vivendo la propria vita
di cittadino, appartenente a una na-
zione, a una regione, a una provin-
cia, a una città o mi borgo, a una fa-
miglia specifica. E una specie di
ubiquità cui padre Alessi chiama, a
una doppia cittadinanza, una reale e
una virtuale; e quella virtuale è tanto
reale quanto... quella reale! La le-
zione che se ne può ricavare è sem-
plice e chiara: si può essere missio-
nari doyunque, come abbiamo già
scritto. E un grido e una sfida.
Un grido di allarme e di supplica,
perché nell'era della globalizzazio-
ne le necessità crescono invece di
calare. Più la civiltà avanza e meno
essa sembra penetrare e incidere tra
i popoli più poveri; più c'è ricchez-
za in Occidente nel Nord del mon-
do, e meno ce n'è in Oriente nel
Sud del mondo; più si accorciano le
distanze, più si allungano le dispa-
rità; più i bimbi occidentali sono
protetti, più quelli orientali sono ab-
bandonati ...
IL 11PER" E IL 11CON"
Ma è anche una sfida. La più au-
dace, la più impegnativa. Si tratta di
cambiare una preposizione: per al
posto di con. Per è una preposizio-
ne facile, tutto sommato: per i pove-
ri si può fare qualcosa senza scomo-
darsi troppo, a volte perfino senza
scomodarsi affatto, senza alzarsi dal
proprio sofà, senza spegnere la TV
del disimpegno, né privarsi della in-
sipienza del Grande Fratello. La
preposizione con, invece, è capace
di mettere i brividi a qualcuno. La-
vorare con i poveri fa venire il su-
dore freddo, perché esige che rinun-
ci alle comodità cui ti sei abituato;
insomma non puoi non scomodarti:
devi rinunciare alla TV spazzatura,
alla poltrona antistress, alle mangia-
te sofisticate, alle feste mondane, ai
vestiti griffati... Ebbene, sono in
molti ad aver raccolto il grido e i
più generosi anche la sfida.
Da quando è nata la "Fondazione
Padre Alessi Fratelli Dimenticati"
per il sostegno a distanza, in più di
50 mila hanno detto sì, hanno rac-
colto il grido per "liberare i bambi-
ni" dalle grinfie immonde della stra-
da in India, in Nepal, in Nicaragua,
in Messico... Quel sostegno, dato
con lo spirito di chi vuol fare qual-
cosa "per" i più poveri, ha prodotto
frutti meravigliosi, come le due
Città dell'Amore, dove si insegna ai
bambini a coltivare, costruire, pro-
gettare, studiare, avere un tetto, gua-
dagnarsi un pane. Lungo questo
percorso arriva e si installa anche il
"con". Sono i volontari che regala-
no un po' della loro vita, o anche
tutta, per lavorare "con" i poveri. I
volontari continuano a proliferare,
sono il miracolo della carità moder-
na. Il volontariato è la nuova voca-
zione, il nuovo modo di essere
Chiesa e di fare Chiesa. È la Chiesa
del futuro, la nuova evangelizzazio-
ne. I volontari, infine, sono i nuovi
missionari.
D
Per saperne di più: 011.4033 .997;
torino@fratellidimenticati.it
BS LUGLIO/AGOSTO 2004

3.2 Page 22

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LEIIERA Al GIOVANI
Carissimo,
ci sono giorni in cui si vorrebbe che il tempo si fer-
masse: un incontro, una festa, un avvenimento.
Per un istante tutto prende luce e tutto diventa
amico. Il cielo stesso fa ritardo, perché non vuole
lasciare troppo presto la terra.
Ci sono giorni in cui il tempo non basta mai.
Il cuore fa tam tam perché ha trovato l'approdo
dei suoi sogni.
Sognare a occhi aperti è cogliere il sogno dentro
di sé. Il futuro è dentro di te, il sogno è dentro di
te. Il tuo domani ti attende come l'aurora il giorno
nuovo.
Quante volte hai giocato con la carta di giornale.
Anche una barchetta di carta affronta nei tuoi
giochi il grande mare e prende il largo.
Anche un aeroplanino di carta cavalca il forte
vento e plana adagio adagio fino ad accarezzare
la terra.
Attendi l'ora delle stelle: parlano del tuo futuro.
La notte non ti porta via i giorni che si affacciano.
Anche un piccolo filo d'erba trasmette speranza.
Accetta di diventare grande.
Non avere paura di aprire la porta del tuo futuro.
Ridimensiona le tue scuse, non ritardare il sì che
ti cambia.
Svestiti dei tuoi abiti di adolescente che non
vuole diventare grande.
Abbandona il tuo parlare quasi fossi una riedizio-
ne di Peter Pan.
Straccia le tue paure, le tue insicurezze.
Accetta di diventare un uomo libero, capace di
dire di sì.
Non sei in ritardo con te stesso,
anche se tardi a prendere sonno la sera per l'in-
quietudine dei tuoi pensieri.
Non perdere l'appuntamento con la tua vita,
anche se ti senti un fanciullo impaurito delle sue
fantasie.
Buttati nel tuo futuro;
incontrerai la tua anima e conoscerai la tua
avventura.
Camminerai a tentoni, se non dovessi cogliere la
primavera presente nel tuo cuore.
Sii come il fiore che prima si inchina alla terra e
poi si drizza verso il cielo.
Accetta di crescere: di' il tuo sì alla vita, all'amo-
re, all'impegno.
Senza questo sì tutto si ferma.
Potresti telefonare senza prefisso?
Senza questo sì non trovi risposte, non puoi met-
terti a contatto, piombi nel silenzio.
Dall'altra parte del telefono suona sempre un
fastidioso tuuu tuuu ...
Per l'ultima volta ti dico: riattiva la linea sul filo
del sì ..., voglio diventare grande.
A presto. Con affetto
Carlo Terraneo
LUGLIO/AGOSTO 2 004 BS

3.3 Page 23

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LIBRI PER LE VACANZE
Chi ho mai detto che
vacanza è sinonimo di
"ammazzare il tempo':
di "fugo dallo cultura': di
"divertimento senza
sostanza? Proponiamo in
questo pagina alcuni testi
che potrebbero
potenziare i mesi del
disimpegno.
LA SALMA NASCOSTA
di Paolo Bonacina
Cerro Maggiore, poco meno di 15
mila abitanti, è un grosso borgo del
milanese, non molto noto. Una ri-
cerca storica l'ha portato alla ribal-
ta. Nel locale convento dei frati cap-
puccini infatti fu nascosta la salma
di Benito Mussolini dal 1946 al '57.
La ricerca puntigliosa del Bonacina
ha fatto riemergere intrighi, contra-
sti, depistaggi e quant'altro: una
delle pagine più oscure e controver-
se della caduta e uccisione del capo
del fascismo. Emerge la figura di un
colto cappuccino che indica il con-
vento di Cerro come luogo sicuro
per il riposo del Duce dopo l'ecci-
dio di Piazzale Loreto e prima della
riconsegna della salma alla famiglia
per la sepoltura a Predappio. Il vo-
lume, circa 200 pagine, è edito dal
Comune di Cerro Maggiore.
PONTIFEX MAXIMUS
di Jacek Moskwa
Ancora un volume di grande for-
mato sull ' attuale Papa. Pochi altri
Pontefici hanno avuto l' onore di
tanti e così diversi profili biografici.
Le editrici ELLEDICI e VELAR
hanno edito questo splendido tomo
di 240 pagine curato dal giornalista-
scrittore Jacek Moskwa che ha se-
guito il Papa in numerosi viaggi, ed
è corrispondente per la radio e la
TV polacche. Corredato da belle
foto del Papa, sorpreso dall 'obietti-
vo in luoghi e pose alcuni noti altri
meno, il volume raccoglie 25 anni
di uno dei pontificati più lunghi e
produttivi della storia della Chiesa.
Grande il formato (29,5 X 23), car-
tonato con sovraccoperta, il volume
invita a considerare Wojtyla attra-
verso i "misteri" della sua vita: i mi-
steri personali, quelii politici, quelli
eterni. Le parole, i gesti, il pensiero,
il riposo, la spiritualità di quest'uo-
mo di Dio ne fanno uno dei più
grandi di tutti i tempi.
VACANZE ELLEDICI
Pensando ai ragazzi e ai tanti
Grest, Centri estivi, ecc. che asso-
ciazioni, oratori, scuole, parrocchie
cercano di organizzare, proponiamo
a educatori e animatori gli ultimi
sussidi per le vacanze editi dalla
ELLEDICI, ormai specialista in
questo genere di pubblicazioni. Tali
sussidi sostanziano i periodi estivi
di divertimento educativo, il mas-
simo che si può pretendere dalle va-
canze.
IN VIAGGIO CON PAOLO, at-
traverso racconti, giochi, manualità,
rappresentazioni, nain in 18 punta-
te l' avventura di Paolo di Tarso.
DITE "AMICI" ED ENTRATE,
è la vicenda de "Il Signore degli
anelli", in 16 atti per 16 giorni di va-
canza educativa, fatta di giochi, pre-
ghiere, riflessioni, canti, teatro ... c'è
di tutto per formarsi divertendosi.
Sia l'uno sia l'altro sono dotati di
"sotto-sussidi" di appoggio. In viag-
gio con Paolo ha un testo teatrale,
All'improvviso la luce , e un grande
gioco che dura diversi giorni, Il man-
tello di Paolo. Dite "amici" ed en-
trate ha un testo di canti con presen-
tazione e un CD musicale.
BS LUGLIO/AGOSTO 2004

3.4 Page 24

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Savina Jemina
in Francia e vive a Pontoise. Par-
tecipa alla prima esposizione
degli Impressionisti. Poi , dipinge
secondo la tecnica del "pointilli-
srne" . Una malattia a un occhio
ne rallenta l'attività. Nel 1891 pas-
sa all'incisione . Muore a Parigi ,
nel novembre 1903.
luglio
UN SANTO UN ORDINE
Ignazio di Loyola , fondatore dei
Gesuiti, nasce nel 1491 da nobile
famiglia basca. Intraprende la vita
militare ma nel 1521 , difendendo
Pamplona, è ferito a una gamba.
Durante la convalescenza , legge i
Vangeli e cambia vita . Si reca al
santuario di Montserrat, a Manre-
sa e a Ge rusalemme . Completa
gli studi alla Sorbona di Parigi. ,
il 15 agosto 1534, con alcuni
compagni fa i primi voti. Inizia
così l'attività della Compagnia di
Gesù (in sigla , SJ ). L'Ordine ,
approvato nel 1540 da papa Pao-
lo 111 , aggiunge ai tre voti tradizio-
nali l'obbedienza al Pontefice . Il
motto dell'ordine è: " Per la mag-
gior gloria di Dio". I suoi "Esercizi
Spirituali" sono "scritti non per
essere letti , ma per essere fatti".
Muore a Roma , il 31 luglio 1556.
UN PITTORE
Jacob Camille Pissarro nasce il
1O luglio 1830 nelle Antille Dane-
si , da famiglia ebrea. Si reca in
Francia per studio , poi rientra e
lavora con il padre sino al 1852,
quando parte per il Venezuela
con il pittore danese Fritz Melbye.
Torna a Parigi , dove frequenta
l'Ecole des Beaux-Arts . Nel 1860
inizia una relazione con Julie Vel-
lay , dalla quale ha sette figli .
Espone con Cézanne e Guillau-
min. Nel 1870, a causa della
guerra franco-prussiana, si rifugia
a Londra, dove sposa Julie. Torna
DIARIO DI MEZZO SECOLO
2 luglio 1961 : muore Ernst He-
mingway.
6 luglio 1971: muore il musicista
jazz Louis Armstrong.
8 luglio 1978: Sandro Pertini è
eletto presidente della Repubblica.
8- 14 luglio 1987: per la prima
volta, papa Wojti-ta si reca sulle
Dolomiti per riposo .
11 luglio 1982: l'Italia vince il
"Mundial" di calcio.
14 luglio 1963: A "Carosello",
compare "Calimero", il "pulcino
piccolo e nero".
14 luglio 1960: intervento dell'O-
nu nel Congo, dilaniato dalla guer-
ra civile .
15 luglio 1965: inaugurato il tra-
foro del Monte Bianco.
15 luglio 1982: muore lo scrittore
Giuseppe Prezzolini , a cento anni.
18 luglio 1976: a Seveso l'esplo-
sione di un'industria chimica pro-
voca una nube di diossina, con av-
velenamenti di persone .
18 luglio 1988: in Iran , Khomeini
accetta la risoluzione Onu e pone
termine alla guerra con l'Iraq ,
scoppiata nell'80.
21 luglio 1960: a Roma muore lo
scrittore Massimo Bontempelli.
22 luglio 1968: a 60 anni , muore
Giovanni Guareschi , "papà" di don
Camilla.
24 luglio 1980: la Knesset pro-
clama Gerusalemme capitale dello
Stato di Israele ; la decisione non è
riconosciuta dalla comunità inter-
nazionale .
25 luglio 1993: lo spagnolo Miguel
lndurain vince per la terza volta
consecutiva il Tour de France.
26 luglio 1952: in Argentina, a 33
anni , muore Evita Péron .
26 luglio 1956: l'Egitto naziona-
lizza il canale di Suez.
27 luglio 1980: al Cairo, muore
l'ex Scià dell'Iran , Rezha Palhevi .
31 luglio 2003: muore il fumetti-
sta Gu ido Crepax, autore di "Va-
lentina".
LA LENTE
Il Vaticano ricorda i 500 anni del-
la nascita di san Pio V, il papa di
Lepanto. L'Austria dedica un fo-
glietto al Mitteleuropaischer Katho-
likentag, le giornate e il pelleg ri-
naggio a Mariazell compiuti dai
cattolici d'Austria, Bosnia, Croa-
zia, Polonia, Slovacchia, Slovenia,
Rep. Ceca e Ungheria . Ancora,
emissioni sulla Pasqua, come
quella delle Isole Cayman . Dal
Belgio , francobolli su luoghi di
pellegrinaggio : Banneu x, Be au-
raing , Buggenhout e Scherpen-
heuvet. L'Ordine di Malta propone
sue uniformi del Seicento e Sette-
cento. Tra le serie per le Olimpiadi
di Atene , ecco l'espressivo dentel-
lato del Liechtenstein . Il Cif ha
edito il catalogo Unificato-Marche
da bollo, dagli Antichi Stati alla Re-
pubblica (196 pagine e 1O marche
in omaggio, 28 euro).
LE MOSTRE
A Vicenza , nella Basilica Palla-
diana , sino all ' 11 luglio , Dedalo
Minosse: i migliori progetti dell'ar-
ch itettura mondiale (il Vicariato di
Roma è stato premiato per la
ch iesa "Dives in Misericordia", di
Meier). A Dobbiaco, in Val Puste-
ria, in luglio e agosto , 24~ edizio-
ne delle Settimane musicali Gu-
stav Mahler. A Pesaro , Urbino ;
Senigallia e Urbania , sino al 3
ottobre, mostre su I Della Rovere-
Storie di una dinastia. Nella Fon-
dazione Gianadda di Martigny
(Svizzera) , sino al 27 settembre ,
Capolavori della Phillips Collec-
tion di Washington.
LUGLIO/AGOSTO 2004 BS

3.5 Page 25

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Viaggia e dipinge molto, speri-
menta nuove soluzioni al suo
"divisionismd', è attento alle avan-
guardie e in particolare all'espres-
sionismo. Muore a Parigi il 15
agosto 1935.
Agosto
UN SANTO UN ORDINE
Domenico di Guzman nasce a
Caleruega , in Castiglia, verso il
1175. Nel 1201 è sottopriore nella
cattedrale di Osma . Accompa-
gnando il suo vescovo in missione
diplomatica nel Nord Eu ropa,
avverte il decadimento della cri-
stianità; fallita la missione, si reca-
no da papa Innocenzo 111 , che non
accetta le loro dimissioni . I due ,
poi , cercano di arginare il succes-
so degli Albigesi e dei Valdesi.
Domenico dà vita a una forma
nuova di apostolato per "predicare"
il Vangelo. Nel 1215, nasce l'Ordi-
ne dei Predicatori , approvato da
papa Onorio lii , che alla base ha
lo studio, la povertà, la preghiera e
la vita comune. Sei anni dopo le
comunità sono venti, sparse in
tutt'Europa. Domenico muore il 6
agosto 1221 , a soli 46 anni. La
festa liturgica è 1'8 agosto.
UN PITTORE
Paul Signac nasce a Parigi 1'11
novembre 1863 a Montmartre, do-
ve la presenza di artisti, modelle
e mercanti d'arte influisce sulla
sua scelta di dedicarsi alla pittura.
Alla morte del padre , inizia a
dipingere "en plein air". Conosce
Camille Pissarro e Georges Seu-
rat. Espone con loro al Salon des
Artistes lndependants e nel 1886,
all'ultima mostra degli Impressio-
nisti . Diventa il maggiore espo-
nente del "puntinismo". Dopo la
morte di Seurat, guida il gruppo
neo-impressionista e dal 1908 al
'34 è presidente della Societé des
Artistes lndependants, partecipan-
do alle nove mostre del gruppo .
DIARIO DI MEZZO SECOLO
1° agosto 2001 : millesima udien-
za generale di Giovanni Paolo Il.
2 agosto 1980: strage alla sta-
zione di Bologna, 85 morti.
4 agosto 1974: strage del treno
"ltalicus", con 12 morti.
6 agosto 1978: muore papa
Paolo VI ; il giorno 26 è eletto Gio-
vanni Paolo I.
7 agosto 1957: muore Oliver
Hardy che realizzò un centinaio di
film con Stan Laurei.
8 agosto 1974: dimissioni del
presidente Nixon per lo scandalo
Watergate; gli succede Gerald
Ford.
8 agosto 1998: attentati contro le
ambasciate Usa in Kenya e Tan-
zania: 211 morti.
12 agosto 1953: l'Urss fa scop-
piare la sua prima bomba H.
13 agosto 1961 : la Germania Est
costruisce il muro di Berlino.
14 agosto 1956: a 58 anni,
muore il drammaturgo tedesco
Bertolt Brecht.
15-20 agosto 2000: XV GMG;
con il Papa, presenti due milioni di
giovani.
18 agosto 1988: a 90 anni, muo-
re Enzo Ferrari .
19 agosto 1954: a 73 anni , muo-
re lo statista trentino Alcide De
Gasperi.
21 agosto 1964: muore il leader
comunista Palmiro Togliatti.
23 agosto 1991 : Gorbaciov si di-
mette da segretario del Pcus; è la
fine del regime sovietico.
25 agosto 2000: a 99 anni ,
muore Cari Barks, "papà" di Pape-
rino.
26 agosto 1992: dalla Cecoslo-
vacchia nascono la Repubblica
Ceca e la Slovacchia.
27 agosto 1950: lo scrittore Ce-
sare Pavese muore suicida.
28 agosto 1944: nel campo nazi-
sta di Buchenwald, muore Mafalda
di Savoia, figlia di Vittorio Emanue-
le lii e moglie di Filippo d'Assia.
31 agosto 1997: in un incidente
d'auto muore Lady Diana, princi-
pessa del Galles.
~~
~raA .......... ~'~
. -=,41 ij
LA LENTE
L'Austria onora il cardinal Franz
Konig , arcivescovo di Vienna,
deceduto lo scorso marzo . L'Ita-
lia ha ricordato i cent'anni della
nascita di Giorgio La Pira e i 700
di Francesco Petrarca. L'Onu
festeggia i 50 anni della campa-
na giapponese della pace , fusa
usando monete di 60 Paesi. La
Filangenzia-De Rosa ha curato
un catalogo con testo storico-
filatelico sulle emissioni di Gibil-
terra (per informazioni : via Pri-
vata Maria Teresa 11 , 20123 Mi-
lano) . La Svizzera dedica un
simpatico francobollo alle "buone
vacanze" , che anche noi augu-
riamo ai lettori.
LE MOSTRE
A Torino , al Borgo Medioevale,
sino a settembre , mostre e spet-
tacoli per i 120 anni del comples-
so . A Domodossola e Griffa ,
sino all '8 settembre , Passione-
Passioni. Sacralità, Arte, Natura,
rassegna di artisti contemporanei.
A Pistoia , nel Palazzo del Tau,
sino al 4 settembre, Marino Marini
e il ritratto. A Tivoli, Villa Adriana,
sino al 25 settembre, Adriano. Le
memorie al femminile , sulla vita
privata quotidiana degli antichi
romani. A Ligornetto (Svizzera),
al Museo Vela, sino al 14 novem-
bre, Winckelmann e l'Egitto: la
riscoperta dell'arte egizia nel 18°
secolo .
BS LUGLIO/AGOSTO 2004

3.6 Page 26

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-
CENTENARI
di Serena Manoni
Fra Giuseppe da Co-
pertino, al secolo Giu-
seppe Desa, aveva l' i-
PER GLI
al do lore che arrivava,
però, una vo lta tornato
all a rea ltà.
diosincrasia per lo studio.
No n c'e ra verso che gli
entrasse in testa un concet-
to, peggio se compl icato, e
nemmeno poteva usc irn e,
sop rattutto in sede di esa-
mi: il poveretto sudava
freddo, diventava rosso,
s' imp appi nava biasc ican-
do qualche mezza risposta
che non soddisfaceva nes-
su no, nemm eno lui. Mi
sembra la fotografia di
qualche studente d'oggi.. .
Fo rse è per questo che i
più disperati tra gli esam i-
nandi lo invocano ... dispe-
ratamente! Vorrebbero che
avve ni sse loro quel che
avve nn e a lui quando si
trovò a sostenere l'esame
più importante, c he lo
av rebbe ammesso al sa-
cerdoz io, meta des id erata
co n tutta l'anima. L'esami-
natore, chiamato d'u rgen-
za a Rom a, lo promosse
se nza esa mi! Sfacciata for-
tuna!
STUDENTI ...
DISPERATI
Si è concluso in questo mese di luglio l'anno
centenario della nascita di fra Giuseppe
da Copertino (1603), uno straordinario santo,
finito patrono degli studenti disperati.
Ne facciamo cenno perché vari lettori
ce ne hanno chiesto informazione.
Era grande e grosso,
un po' burbero d' aspetto,
la barbaccia folta e ispi-
da: aveva le fattezze più
del contadino che del
frate, ma a modo suo era
anche un poeta. Il poco
che riusciva a dire trasu-
dava saggezza, anche se
qualcuno lo c hi amava
"frate as ino ", e così si
qua li ficava lui stesso . I
capp ucc ini che l'avevano
preso in prova gli impo -
sero di svestire l'ab ito e
torna re al seco l o. " Fu
come se mi strappassero
la pelle", confidò a qual-
cuno ricordando quell e
sue performance di gio-
ventù. I conventuali, gra-
z ie a un parente, l'acco l-
sero all a Grotte ll a nel
paese natal e d i Coperti-
no. Lo mi sero a ri gover-
nare le bestie. E lui
co min c da i muli a rico-
stru 1rs1 l'avve nire. G li
spianarono la strada una
Ma lo meritava, non
straordi nari a di li ge nza
fosse altro per l' impeg no
nel dovere, una grande
capa rbio co n cu i si app li-
umiltà, una forte determ i-
cava, benc cavasse
naz ione, una sm isurata
poc hi ragni da l buco. Lo
devozione all a Mado nn a
meritava anche per la
della Grottella, un pro-
bontà che non aveva
fondo sp ir ito dell'obbe-
uguali , per l' intens ità con
d ienza .. . e l a faccenda
cu i pregava, estrani andos i
dei vo li! Andò in estas i
da tutto e da tutti, anche
anche di fronte a papa
da se stesso, in modo così
Urbano VIII. Ma lui non
forte che il suo corpo
lo faceva apposta a vo la-
se mbrava perdere consi-
re , gli veniva sponta neo
ste nza, ed egli si staccava
nei momenti in cui più
da terra e no n c'erano
profonda e intensa era la
sa nti che lo ritirassero giù . Solo l'obbed ienza reli- preghiera. Non se ne acco rgeva nemm eno. Pro -
giosa riusciva a riportarlo a terra tra i suoi frati . I prio per no n fars i vedere, camb spesso co nven-
q uali , alcune volte, gli hanno giocato qua lc he to, e restò segregato per parecchio tempo, ma la
sc herzo di cattivo gusto, come q uando nei sua figura ha attraversato i seco li.
momenti di estasi, qualcuno gli avv icinava ai po l-
pastre lli delle mani e dei pi ed i, la fi amma di una M orì a 60 anni a Osimo, sua ultima obbed ienza, il
cande la fino a bru c iarg li el i. M a lui cont inu ava 18 settembre 1663 , e 4 ann i dopo papa Clemente
imperturbabile la sua contemp laz ione, insensibile Xlii non poté che far lo Santo.
D
LUGLIO/AGOSTO 2004 BS

3.7 Page 27

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HO SCELTO
IL NOME DI SUO PADRE
di Jean-François Meurs
C aro Doctor J, ho
((
vent'anni, _vivo sola, e
ho partonto un ma -
schietto nato da un incontro casuale
con un amico della mia età, che per
me è, appunto, solo un amico e
niente più. Non abbiamo mai sogna-
to di vivere insieme. L'idea di aborti-
re mi faceva orrore e anche a lui; l'i-
dea di diventare mamma mi faceva
piacere. Allora ci siamo messi d'ac-
cordo perché io cresca questo figlio.
Alla nascita, la pediatra mi ha fatto
la predica quando s'è accorta che
avevo dato al mio bambino il nome
di suo padre: «Che strana idea, è lei
che ha portato il bambino, lei sola lo
alleverà e avrà tutti i grattacapi!
Oggi, egli forse s'interessa un po' al
piccolo, ma domani egli può maritar-
si e averne altri». Di colpo sono pie-
na di interrogativi. Eppure, non ho
deciso da sola; il mio amico è venu-
to a trovarmi più volte durante la
gravidanza. Dice che Vittorio potrà
andar fiero di avere un padre che lo
ha riconosciuto e ha scelto di dargli
il suo nome, e che non rinnega ciò
che è nato da un incontro breve, ma
che non manca di una certa since-
rità. Una pediatra è una professioni-
sta e deve sapere meglio di altri ciò
che è bene per un neonato, ma io
amo l'idea che non ho fatto questo
figlio da sola, anche se me ne assu-
mo personalmente il carico.
Isa, Como
Cara Isa,
Accettando di far nascere questo
figlio , gli hai dato una prima iden-
tità : egli si è sentito adottato dal
tuo corpo, e messo al mondo .
Rifiutando di abortire, gli hai detto
che eri favorevole alla sua volontà
di esistere . È una prima fonte di
fiducia in se stesso . Dandogli il suo
nome , il padre gli porta in dote
un'altra cosa: l'adozione in un cor-
po sociale, in una famiglia allarga-
ta, lo iscrive, insomma, nella storia
dell 'umanità . Questo fatto ha
un'importanza radicale , perché per-
metterà a vostro figlio di rendersi
conto che fuori di voi non c'è il
vuoto. Il che vuol dire che egli
potrà un giorno separarsi da voi
senza tanti timori, vivere la sua vita
liberamente , perché voi non siete
tutta la realtà , e lui non è tutto e
solo per voi, ma ha un suo percor-
so da fare. E questa è un'altra fon-
te di fiducia in se stesso.
In materia di buonsenso, prefe-
risco il tuo. Infatti, percepisci dentro
di te che un figlio ha bisogno di due
persone per crescere: della figura
materna e di quella paterna. Proprio
questo fa la differenza nell'educazio-
ne. E, benché il ruolo del padre sarà
ridotto e deve ancora essere inven-
tato, perché egli non vive con te e tu
non sei sua moglie, tuttavia esiste
un dato inconfutabile: tuo figlio ha il
nome di suo padre. Non è cosa da
poco: indica, in buona sostanza, che
è in qualche modo tutelato, che die-
tro di sé ha qualcuno che lo ricono-
sce e sarà pronto ad aiutarlo nelle
difficoltà, che c'è una comunità che
lo fa suo, e così egli diventa sogget-
to di diritti e assume dei doveri . La
legge lo accompagnerà_offrendogli
garanzie per l'avvenire. E, ripeto, un
dato importante. Il padre, infatti, non
vivendo con la madre di suo figlio ,
non ha l'occasione di giocare un
ruolo quotidiano e se, Dio non
voglia, dovesse morire quando il
bambino è ancora piccolo, avendolo
"riconosciuto" come suo figlio , anzi
avendogli dato perfino il suo nome,
egli per legge ha ancora un ruolo e
può offrirgli non poche garanzie.
Ma il nome della madre non
può forse giocare lo stesso ruolo
di quello del padre? In effetti ,
anche lei è portatrice di una di-
scendenza e quindi di una storia.
Nei casi di figli nati da padre sco-
nosciuto, non è forse questo che
succede? È vero. In questi casi pe-
rò la legge, essendo la discenden-
za patrilineare, ricorre alla genera-
zione precedente, ai nonni insom-
ma , cioè , ancora una volta, alla
linea paterna. Tuttavia, la questione
è in ebollizione in tutta Europa.
Perché, un figlio nato fuori del ma-
trimonio pone ancora non pochi
problemi. Si stanno studiando pro-
poste di legge che per un motivo o
per un altro non vanno bene in tutti
gli Stati dell'Unione. Alcune , in
nome della uguaglianza dell'uomo
e della donna, propongono la scel-
ta libera del cognome: o quello del
I 1111 È/ 6rf N/- ,,, NON R'JTR.è1)
TOPi NON CHIAMAR.Ml \\
81tNNO (YJME CDfvlf. UNO
CHIAfvlAR.M/,,,,... Dtl roKéfvlON?
padre, o anche quello della madre,
o magari tutti e due, come già
avviene in qualche nazione. Alcune
proposte di legge vanno nella dire-
zione di una deresponsabilizzazio-
ne dello Stato , il quale rinuncia a
decidere sul cognome da dare al
figlio, lasciando il compito ai genito-
ri . Ma non è una posizione risoluti-
IJ va, sapendo che "scegliere" implica
eliminare ed eliminare è come
escludere, cioè svalutare. Si rischia
di creare in seno alle famiglie un
altro tipo di disuguaglianza tra i
sessi , problematica quanto la pre-
cedente perché può nascere da
una violenza più o meno concertata
tra i genitori o i parenti. Come si
potranno dirimere certe questioni?
Inoltre, una legislazione di que-
sto genere manda in corto circui-
to il punto di vista del figlio ; il quale
potrebbe un giorno chiedere conto
di questa scelta. Non è una esage-
razione pensare che gli uomini sof-
frano non poco per la mancanza di
chiari punti di riferimento . Insomma
i problemi nella società di oggi
,rischiano di ingigantirsi: la grande
mobilità fa sì che in pratica non si
abbia più una casa, spesso non
esiste più famiglia , i legami con i
nonni sono labili o addirittura inesi-
stenti. .. Insomma bisogna essere
cauti, andarci coi piedi di piombo.
Scalzare di punto in bianco con-
suetudini di secoli e leggi millenarie
può risultare pericoloso, può inge-
nerare caos invece che mettere
ordine, può creare problemi invece
che garanzie . Chissà che i migliori
rimedi contro la violenza, la solitudi-
ne, la disperazione non siano anco-
ra le care vecchie leggi!
D
BS LUGLIO/ AGOSTO 2004

3.8 Page 28

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Le Figlie di Maria Ausiliatrice con i più poveri
AMICI CARTONEROS
di Graziella Curti
Insieme con exollieve
ed exollievi che hanno
imparato allo scuoio di
Don Bosco /'attenzione
o chi non ho nullo,
salesiani ed FMA
costruiscono un mondo
più solidale.
Quando inizia a imbrunire,
anche a Bahfa Blanca, come
in altre città dell'America
Latina, si vedono venire da diversi
punti della periferia persone che tra-
scinano un carro a mano o trainato
da un cavallo. Sono dirette al centro
per iniziare la loro raccolta rovistan-
do tra i rifiuti. Pellegrini dell'oscu-
rità, se sono fortunati, oltre alla
carta trovano anche dei resti da
mangiare. A questo proposito, una
missionaria italiana in Argentina
scrive: «Da due anni con un salesia-
no e un gruppo di exallieve/i stiamo
condividendo la dura realtà dei car-
toneros. Sono povera gente di tutte
le età che vivono sulla raccolta e la
vendita di cartoni. Emarginati dal
sistema economico, si sono trovati
improvvisamente sul lastrico, senza
lavoro e mezzi di sussistenza. Im-
possibilitati a pagare l'affitto delle
case in cui vivevano, hanno occupa-
to terreni abbandonati per costruire
baracche con materiali scartati dalle
imprese edili, lamiere, tavole, carto-
ni, nylon ...». Il racconto di suor
Luigina Silvestrin è duro e arriva
nelle case italiane a stimolare atten-
zione e solidarietà. «Due sere alla
settimana - continua nella sua lette-
ra agli amici - presso il collegio sa-
lesiano prepariamo la cena per oltre
un centinaio di persone. Nelle altre
sere, verso le 21 i cartoneros si con-
wGuo/AGosro 2004 BS
Alberto e Sonia, che abitano in un vecchio vagone ferroviario.
centrano nel cortile del collegio,
parcheggiando i loro carretti. Atten-
dono che qualcuno dei volontari
s' interessi a loro. I più giovani ama-
no fare una partita al pallone. Du-
rante la settimana, visitiamo le loro
baracche di lamiera e di cartone.
Facciamo un po' di catechesi, curia-
mo la loro salute, insegnando norme
igieniche e facendo le vaccinazioni
necessarie, come antitetanica e an-
tiepatite. Per le famiglie con bambi-
ni piccoli, cerchiamo di provvedere
alla costruzione di alcune stanze.
Quest' ultima attività la realizziamo
al sabato con exallieve/i giovani: al-
cuni fanno blocchi e mattoni, altri
partecipano nella costruzione delle
casette seguiti da un architetto, pure
lui exallievo salesiano».
South
Pacific
Ocean
\\. ~
BOLIVIA IP-i~
~r BRAZIL
Santiago. ARGENTINA
URUGIJAY
Buenos Aires· Mo.ntevideo
CHILE
(Wfo Colon>
~o Neg,o •eohia Bianca
South
A tlantic
Ocean
Punta Arenas.
FALKLAND
IS,,,L,,.A.. NDS
-Tierra del Fuego
FIORI DI STRADA
La decisione di costruire casette
per i più poveri gli exallievi l'hanno
presa vedendo la situazione di pre-
carietà e miseria, in cui vive tanta
gente: baracche in lamiera di quat-
tro metri per tre e, all'interno, un
unico letto di tavole per 4/5 perso-
ne. Senza mobili , senza acqua. La
pioggia filtra attraverso il tetto a bu-
chi, cade sulle coperte e lascia odo-
re di umidità. D 'estate, la baracca si
trasforma in forno per via delle la-

3.9 Page 29

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di Bahia Bianca in Argentina.
miere. Se il vento soffia un po' più
fo1te, le pareti sostenute da pali ,
colpendosi tra loro, fanno un rumo-
re infernale e danno un forte senso
di insicurezza. Raccontano i volon-
tari , giovani exallievi ed exalunne:
«Tempo fa , ci siamo incontrati con
Ariel, un giovane cartonero che con
la sua bambina stava cercando fra le
borse dei rifiuti fogli , riviste, carto-
ni. Dopo una breve conversazione,
ci ha mostrato il suo carretto con un
po ' di verdura, ricevuta in dono da
un fruttivendolo. Non era davvero
in buone condizioni, ma Ariel aveva
saputo, comunque, valorizzare e se-
lezionare quanto c 'era di buono. Ho
già separato - ci confidò - la parte
migliore per dona Rosa, vedova e
senza lavoro. Lei deve mantenere
., cinque figli. Ha più bisogno di
not .».
A fine ottobre è nato Emanuel,
primogenito di Alberto e Sonia, an-
che loro cartoneros. Vivevano in
una stanzetta da cui, non potendo
pagare l'affitto, sono stati sfrattati
poco prima della nascita del bimbo.
Hanno trovato un vagone del treno
in disuso e si sono accampati lì.
«Quando sono arrivata alla nuova
dimora - scrive suor Luigina - mi
hanno detto che la sera prima ave-
vano ringraziaJo il Signore per aver
trovare un vagone libero in cui in-
stallarsi un paio di mesi prima che
nascesse la loro creatura». Alla
messa di Natale, il piccolo Emanuel
ha fatto Gesù Bambino e tutti gli
amici cartoneros erano simili ai pa-
stori, i primi ad accorrere vicino al
Salvatore.
LE SCARPETTE DI LUIS
Accompagnare i cartoneros è
un'esperienza che interpella profon-
damente la coscienza personale. Il
loro lavoro comincia la sera e spes-
so è tutta la famiglia che segue il
can-ettino dove vengono accatastati
i cartoni e altri rifiuti. Quando va
bene, dalla rivendita del materiale
raccolto possono ricavare 15 pesos,
pari a 5 euro. Sufficienti per. .. fare
la fame. Eppure hanno il sorriso fa-
cile e la mano pronta ad aiutare: «In
queste situazioni limite - scrive an-
cora suor Luigina - è necessario
saper ascoltare, fare attenzione e
fetmarsi, essere presenti interamen-
te, nonostante il senso del limite che
si sperimenta e la voglia di lottare
contro l'ingiustizia sociale. Condi-
videndo con i più poveri, ho appre-
so varie lezioni di vita. In una delle
- Nella notte in compagnia di un cartonero.
Suor Luigina Silvestrin con
Emanuel, figlio di cartoneros.
mie ultime visite alla casa di Luis
Fernandez e sua moglie Estela, mi è
successo che, dopo un incontro di
un paio d' ore, al momento in cui
dovevo rientrare al collegio, Estela
ricorda al marito che doveva dirmi
qualcosa d'importante. La notte pre-
cedente aveva pensato a me, perché
in un bidone della spazzatura aveva
trovato un paio di scarpe del tipo
che uso io. Più o meno dello stesso
numero e colore, e in buone condi-
zioni. Con delicatezza, Luis mi dice
che, se non mi offendo, me le rega-
la, perché quelle che porto sono
consumate. Rimango stupita per
quel dono e dico che forse potreb-
bero andar bene a qualche vicino,
ma data l'insistenza perché le provi,
mi appoggio a una cassetta di legno,
che prontamente ricoprono con un
giornale, le calzo. "Sono un po'
grandi" - sussurro - pensando che
qualche altra persona ne avrebbe
più bisogno di me. Ma Luis afferma
che con un paio di calzini grossi si-
curamente potrei usarle. Non ho più
scuse per resistere e per evitare di
ferire la loro sensibilità le accetto
non senza emozione. Ringrazio per
il prezioso dono e mentre torno in
bicicletta a casa, non posso trattene-
re le lacrime».
D
BS LUGLIO/AGOSTO 2004

3.10 Page 30

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M IL
ESE
1.,~.1
LIBRERIA
Moronte
o curo di Giuseppe
IL PIÙ BEL LIBRO
DEI SANTI
Dai tempi di Gesù
ad oggi
di David Self
ELLEDICI/PICCOLI/
MESSAGGERO
Leumann (To) , 2004
pp. 224
Il volume , in formato
strenna, con foto e dise-
gni, ha nove capitoli che
raggruppano i santi in
base al periodo storico
della loro vita, a partire
da quelli del Vangelo
fino agli Angeli. Ogni
santo viene ricordato
nel giorno dell'anno in-
serito nel calendario. Il
testo si ispira a tre crite-
ri: 1° i santi non sono fi-
gure del passato: la lo-
ro esperienza e il loro
esempio sono valori per
ogni tempo; 2° ci so-
no santi le cui vicende
umane assumono i con-
torni della leggenda, ma
hanno un punto di riferi-
mento per molte gene-
razioni; 3° ci sono figure
della nostra epoca non
ancora ufficialmente ca-
nonizzate, ma che rap-
presentano modelli au-
tenticamente cristiani. Il
testo ha un indice alfa-
betico, note biografiche
e un calendario che ne
porta i nomi.
LUGLIO/ AGOSTO 2004 BS
~~~
DI SEMPRE
LE MERAVIGLIOSE
STORIE DELLA BIBBIA
Con le Parole che
diventano Figure!
di Tracy Harrast-Garry
Colby
ELLEDICI-PICCOLI
Leumann (To) , 2004
pp. 160
Destinato ai bambini e ai
loro educatori , il libro rac-
conta 35 storie dell'Antico
Testamento e 28 del Nuo-
vo . La sua originalità sta
nel fatto che nel testo mol-
te parole sono sostituite da
disegni che le raffigurano ,
abbinando così la bellezza
della narrazione biblica ad
un metodo didattico che
stimola l'intelligenza del
bambino, aprendolo alla
straordinaria storia dell'a-
more di Dio per l'uomo. Al
termine di ogni storia si ri-
porta un pensiero da ricor-
dare, che sintetizza il sen-
so della storia stessa. Il
messaggio è che Dio ha
usato fantasia e potenza
perché l'uomo potesse sor-
prendersi della sua opera.
Infine, il volume invita an-
che alla preghiera per rac-
contare a Dio la gioia e lo
stupore di averlo incontrato.
IL MENDICANTE
DEL CIELO
Preghiere
di Bruno Forte
PIEMME, Casale M. (Al)
2004, pp . 278
BRUNOf RTE
Il cristiano non sta davanti
a Dio come uno straniero.
Quando prega, egli entra
nella profondità di Dio, la-
sciandosi avvolgere dal
suo mistero trinitario: an-
dare a Dio Padre per il Fi-
glio nello Spirito. Perciò
queste preghiere, dette in
forma poetica, aiutano a
mettersi in relazione col
Padre, sorgente e fine di
tutto, perché realizzano un
incontro tra Dio e l'uomo.
Sono efficaci , se si com-
piono mediante il Figlio. In
quanto im itazione di Cristo,
diventano in gresso nel suo
mistero di accoglienza nel
momento dell'incontro. Vis-
sute nello Spirito, si fanno
legame d'amore eterno che
suscita il nuovo nella mo-
notona vita quotidiana. Co-
vissuta, la preghiera ci li-
bera nell'amore e ci riporta
nell'unità del mistero di Dio
e del mistero dell'uomo in
Dio .
GESÙ
Una storia per tutti
di Luciano Pacomio
PIEMME, Casale M. (Al)
2003, pp. 194
È la storia di un uomo che
da 2000 anni continua ad
affascinare credenti e non
credenti. Si tratta di un av-
vincente resoconto degli
eventi e dei luoghi in cui si
ricostruisce la vita di Gesù
come un romanzo, ma sul-
la base delle fonti storiche
e bibliche. Ne viene così
tracciato un muovo iden-
tikit, capace di farne emer-
gere i tratti del Figlio di Dio
dal volto umano e terreno
del Figlio dell'uomo. La let-
tura risponde a domande
che coinvolgono: chi è Ge-
sù; che c'entro io con lui;
che valore hanno le sue
espressioni più forti; che
cosa di questa storia mi fa
reagire con rifiuto , dubbio,
disinteresse? ... È un invito
per chi vuole ripercorrere
in breve ma fondatamente
la vita di Gesù.
LUCIANO PACOMI
....
GESU
UNA STORIA PER TUTTI
FA VENDITA PER
~g~iikPONDENZA. I libri
che vengono segnalati s1 pos-
sono acquistare presso le ~br!ti
rie cattoliche o vanno ne t~~ve
direttamente alle nspe
Editrici .

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~~~
~El SEGNI
E STORIA
CHIARE FRESCHE
SALUTIFERE ACQUE
di Vincenzo Mercante
Edizioni Segno
Tavagnacco (UD), 2003
pp. 134
Nel libro si descrive, come
in un testo monografico in-
teressante , il valore del-
l'acqua in relazione alla
vita umana. Essa è uno di
quegli elementi che costi-
tuiscono un archetipo a cui
attingere per trovare fonti e
modalità esistenziali , so-
ciali , spirituali e religiose.
VìHcua.o Muc.u,n-1
Chiare
fresche salutifere
ACQUE
Vengono ripassati tutti i
simboli legati all'acqua
nelle filosofie , nelle cultu-
re e nelle religioni ; tutti gli
aspetti della vita che
hanno a che fare con l'ac-
qua sono presenti , come :
il richiamo al grembo ma-
terno come fonte di vita
nel liquido amniotico ; il
segno di efficace purifica-
zione e rigenerazione ; il
valore dello spirito profon-
do dell'uomo che rievoca
alla coscienza la ricca
esperienza dell'inconscio
e la fertilità creativa di cui
ciascuno è dotato .. .
VI AGGIO
A SAMARCANDA
di Eugenio Turri
Diabasis, Reggio E. , 2004
pp. 284
Un moderno esploratore di
deserti racconta i quattro
mesi di un viaggio che nel
1958 lo ha portato da
Istanbul a Samarcanda, at-
traverso un'umanità mai
come ora in bilico. Samar-
canda è la città-mito del-
l'antichità, riferimento affa-
scinante dell'immaginario
collettivo. Il viaggio, lento e
puntiglioso, mentre descri-
ve il crudo impatto con so-
cietà antiche e mondi chiu-
si nelle proprie tradizioni ,
rivela l'anima dei popoli
descritti nei loro costumi
che continuano a condizio-
nare la storia attuale nelle
vicende drammatiche che
li attraversano. Il viaggio è
un eccezionale documento
arricchito da un inedito tac-
cuino fotografico, un affasci-
nante diario-reportage che
esplora del mondo orienta-
le usi e costumi _e offre al
lettore le emozioni nate da
un profondo e costante in-
contro con l'altro e con sé.
A PIEDI
Condizione necessaria
per entrare nelle cose
di Silvio Zarattini
Messaggero, Padova
2004, pp. 270
Il messaggio è chiaramen-
te controcorrente. Nell'epo-
ca di una mobilità veloce,
coloro che vogliono ricer-
care il senso della vita ed
entrare nel cuore della
gente, scelgono di andare
a piedi, per condividere l'i-
diozia di "andare a piedi
per entrare nelle cose". È
l'unico modo per vivere in
profondità e scoprire il vero
senso dei valori umani
messi dal creatore a base
del messaggio cristiano. Il
leggere diventa un "pelle-
grinare", che fa condivide-
re la medesima esperienza
spirituale dell'autore; si di-
viene con lui pellegrini, e si
aggiunge un tassello al
mosaico che l'artista divino
continua a comporre nella
storia umana; si spiega
come entrare nel mondo
delle cose: riflessione , cam-
mino lento e faticoso , so-
sta, approfondimento ...
PROFILO DELLO
SPIRITO EUROPEO
di Lorenzo Anastasio
Ferraro Ed. , Napoli, 1998
pp. 304
È un volume per chi - so-
prattutto giovane - spesso
sa poco di storia patria e
men che meno di storia
europea. È utile soprattutto
oggi in cui gli Stati Uniti di
Europa non sono più una
irrealizzabile utopia. Dai
primi abitatori Celti, alle
popolazioni odierne, per
quanto lento e irto di diffi-
coltà, il cammino verso l'u-
nità procede. L'autore toc-
ca con competenza i temi
della democrazia, del dirit-
to, della cultura, del patri-
monio spirituale, della ricer-
IJ] ca scientifica, del canto
gregoriano, dell'architettura
nelle sue forme più esaltan-
ti , ecc. elementi che recla-
mano l'unità non la divisio-
ne. L'autore si muove bene
nelle varie epoche puntua-
lizzando ciò che le caratte-
rizza. Una bibliografia es-
senziale e un indice dei
nomi - ne sono citati un mi-
gliaio - impreziosiscono le
pagine del volume.
LANA.Sv.sto
l'lUJFILO
Dfil.LO eJ.'IRn'Ò
ltUROVl!O
BS LUGLIO/ AGOSTO 2004

4.2 Page 32

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L/;1/E
-
Il signor Mario Di Giovanni coadiutore salesiano classe 1941, morto tragicamente nel 1983.
MA CHE FATE?...
VI PERDONO!.. . di Giancarlo Manieri
Figlio di un carabiniere, orfano a 9
anni, a Valdocco trovò la strada
della sua vita; voleva essere prete,
una malattia gliene precluse la
possibilità. Divenne così un
salesiano laico, un coadiutore. Pose
ingegno, impegno e onestà al
servizio dei giovani.
Il signor Mario Di Giovanni.
Q uando l'ingegno si incontra con l'onestà, il
capolavoro è garantito. Capitò così per Mario,
una vita dedicata al dovere , fino al sangue,
condita con quella mistura fatta di intelligenza viva, di
generosità senza ripensamenti , di onestà addirittura un
po' severa, e di un senso del dovere che non conce-
deva deroghe.
Mario si trovò a Valdocco, l'oratorio di Don Bosco, a
14 anni e decise che la sua casa per l'avvenire
sarebbe stata quella, e la sua nuova famiglia sarebbe-
ro diventati i confratelli che avevano fatto la stessa
scelta e i giovani che l'obbedienza gli avesse affidato,
e Don Bosco il suo punto di riferimento per sempre.
Avrebbe desiderato intraprendere la via del sacerdo-
zio, ma una brutta artrosi non glielo permise. La cosa
non lo scoraggiò più di tanto: l'importante era rimanere
con Don Bosco e ci rimase . Come salesiano laico.
LUGLIO/ AGOSTO 2004 BS
PROVE DI IDONEITÀ...
Le sue peripezie cominciarono gi à in noviziato, quan-
do il maestro stabilì che facesse il calzolaio dei novizi,
anche se lui non l'aveva mai fatto . Ma a quei tempi si
usava così ... Ricordo che per farmi imparare a nuota-
re mio fratello senza tante cerimonie , avevo una deci-
na d'anni, mi ha semplicemente buttato in acqua:
"Avanti , nuota!". Ho imparato in cinque minuti! Mario
ce la mise tutta, quando si trovò in mano il primo paio
di scarpe che si erano scucite aprendosi sul davanti ,
come se avessero fame . Non sapendo ancora adope-
rare la lesina per ricucirle, adoperò le semenze, quei
chiodini tipici per calzature, a testa piatta e gambo
quadrato, che piantò tutt'intorno per saldare tomaia e
suola e nello stesso tempo incorniciare la scarpa. Il
risultato? Indossate, alla prima frenata un po' brusca
durante una partita di "bandiera lunga", gioco molto in
voga nei cortili salesiani , il malcapitato proprietario
lasciò le suole sul terreno e si ritrovò con le sole
tomaie ai piedi. C'era soltanto da ridere , ed effettiva-
mente finì in grandi risate e qualche battuta salace
sul debutto fallimentare di un novizio , calzolaio per
obbedienza.
Volle provare con la banda: gli assegnarono il basso.
Durante la prova di un brano, tra bassi e genis, inca-
strato- tra altri due bassi che , ironia della sorte, erano
molto più alti di lui, quasi non riusciva a muoversi,
a tirar fuori una nota. Per di più la prova non soddisfa-
ceva il maestro: "Qualcuno rallenta! Tempo! Tempo!". I
sospetti caddero sull'impacciatissimo nuovo arrivato, e
invece era un genis: al suonatore si muovevano i denti
davanti e non riusciva a mantenere il tempo. Ma Mario
ne ebbe a sufficienza e fece punto, cercando qualche
altra occupazione . Non gli parve vero di poter dedicar-
si al teatro perché, da buon salesiano, pensava che

4.3 Page 33

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-------------6()11()/tfTrJRI cfllLEcf/llAII
Il busto bronzeo lo ricorda nel luogo del delitto
dove è sorto un palazzo coi laboratori che egli sognava.
gomito a gomito 24 ore su 24. Intervenne con decisio-
ne: far finta di niente e lasciar perdere poteva signifi-
care la ingestibilità dell'ambiente , con tutte le conse-
guenze che un tale stato di cose può portare con sé.
Ma, ahimè, ci vuole poco a creare un risentimento
profondo nell'animo di chi è ancora in formazione. Del
resto nessuno sa che cosa succede dentro il cuore di
un giovane quando viene ripreso o punito, quali senti-
menti lo agitano , quali idee lo assalgono... Il mistero
dell'uomo è tutto nelle sue pulsioni e nelle forti emo-
zioni che ne strutturano il carattere e la personalità.
Ci si scervellano psicologi e psichiatri, ma il buio è
sempre fitto. Fatto sta che il signor Mario incappò
quella volta in un risentimento assurdo, il cui epilogo
fu tragico. La sera del 23 febbraio, mentre giocava a
carte con altri ragazzi e confratelli, venne chiamato da
uno dei due per soccorrere l'altro che fingeva di sen-
tirsi male. Mario si precipitò subito verso l'angolo indi-
cato, spinto dal dovere e dal sincero amore per i gio-
vani che rimproverava quando occorreva , ma che
amava in modo genuino e disinteressato . Si chinò su
di lui. .. Gli fu fatale . Colpito prima con un martello da
chi l'aveva chiamato, poi anche dall'altro, egli si acca-
sciò a terra dicendo: "Madonna mia ... che cosa
fate? lo vi perdono".
O
avesse una marcia in più a livello educativo. E del tea-
tro divenne l'anima organizzativa: palco , luci , suoni,
scene, movimenti. .. in breve divenne indispensabile.
IL MESTIERE
Ma il suo lavoro e capolavoro fu il laboratorio di mec-
canica, il suo laboratorio, quello in cui era capo, inse-
gnante, custode, manutentore , innovatore ... Schizzi,
disegni, progetti: sognava in grande. Un sogno, il suo,
cui dedicò intelligenza , cuore , energie . Seguiva uno
per uno i suoi allievi, insegnava la precisione, era con-
vinto che il lavoro fosse espressione dell'uomo, che
rivelasse la sua impronta, il suo genio, che fosse il
marchio di fabbrica della sua individualità. Nel labora-
torio trascorreva ore ed ore anche dopo le lezioni.
Quando la notte era già alta e il buio occultava finestre
e avvolgeva corridoi e aule, una luce rivelava che in
una stanza c'era ancora attività , era quella del suo
ufficio. Lui era a correggere i compiti, preparare
esercitazioni , progettare migliorie ... Così fino a quella
disgraziata notte del 23 febbraio 1983.
... E L'OBBEDIENZA
Incaricato della disciplina dell'Istituto di Fossano, uomo
retto, di assoluta onestà, rigido con se stesso e con gli
· altri, riempito dell'amore a Don Bosco e ai giovani, egli
esigeva dai ragazzi responsabilità, impegno, obbedien-
za. Spesso era costretto a intervenire perché tutto
filasse liscio e l'ambiente mantenesse quella serietà
tanto propizia allo studio, alla preghiera, alla conviven-
za armonica.
Lo fece anche con due convittori la cui condotta turba-
va il delicato equilibrio necessario in un collegio dove
un centinaio di giovani di diversa estrazione, con
caratteri spesso opposti e idee divergenti , convivevano
Mario tra i suoi ragazzi.
I!
BS LUGLIO/ AGOSTO 2004

4.4 Page 34

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COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrere
AMICI E FAMIGLIA
Le belle domande sugli adolescenti dai 12 ai 17 anni. ..
Perché i suoi amici so-
((
no più importanti della
sua famiglia?» Per
quanto i genitori siano bravi e com-
prensivi, la madre serena ed equili-
brata, il padre affettuoso e tolleran-
te, il distacco del figlio adolescente
sembra obbligatorio e inevitabile,
almeno in parte. Una certa rottura
fa parte del normale cammino fami-
liare. Secondo qualche indagine si
direbbe anzi che l'allontanamento
del ragazzo sia diventato più fre-
quente e più deciso di quanto non
fosse qualche tempo fa. Oggi i figli
sarebbero più distaccati dai genitori
di quel che erano gli stessi genitori
dagli attuali nonni. Il solco tra le
due generazioni successive si
sarebbe approfondito. A partire dal-
la pubertà, le priorità dei figli si
ribaltano: «Gli amici prima di tutto!»
E la famiglia al secondo posto.
Attraverso le relazioni amichevoli o
aggressive che vive, l'adolescente
comincia a prendere le distanze dai
genitori e scopre la "vita in società".
Con gli amici, comincia ad amare
qualcuno fuori dalla famiglia, a
rispettare altre priorità, a scoprire
altre fedeltà . È un apprendistato
necessario . I genitori non devono
preoccuparsi troppo. Una delle
caratteristiche normali degli adole-
scenti è la passione per tutto ciò
che è nuovo e non ancora cono-
sciuto . Persone, ambienti, attività.
La tendenza quindi a spostare i
loro interessi fuori della famiglia.
Non sempre questo è facile : han-
no bisogno di incoraggiamento e
appoggio . È bene parlare con loro
del mondo circostante in termi-
ni positivi, come di un continente
degno di essere esplorato, e non
come di un mondo infame e minac-
cioso.
«Passa tutto il suo tempo libe-
ro con la "sua" banda. Devo al-
larmarmi?» Come è normale che
un adolescente preferisca gli amici
alla famiglia, è altrettanto pericolo-
so che finisca per bloccarsi in un
cerchio chiuso . I genitori devono
chiedersi: «Che cosa sta cercando
altrove mio figlio? » Talvolta la ri-
sposta può essere dolorosa. I figli
non dovrebbero fuggire da una
situazione familiare troppo noiosa
od opprimente ed aggressiva, do-
vrebbero semplicemente esplorare
il mondo.
I figli adolescenti traboccano di cu-
riosità e di intraprendenza, a patto
però di avere alle spalle un rifugio
I "Perché mia figlia non mi parla
più?". Voi che volete la confidenza
dei vostri figli, donate loro
la vostra?
sicuro. L'avventura va bene , ma
occorre la certezza di poter tornare
indietro , sotto la protezione dome-
stica. Non tutti i giovani "ricercatori"
avvertono consapevolmente una
simile necessità o, se la avvertono,
la accettano. Molti la respingono
come un segnale di viltà e di debo-
lezza. Ma in fondo al cuore la sete
di sicurezza esiste, praticamente
per tutti, e i genitori devono appa-
garla . E il modo migliore di soddi-
sfare questa esigenza è quello di
non accusare il figlio di tradimento e
di ingratitudine quando si allontana
dal grembo familiare , ma piuttosto
di fargli capire che i genitori sono
sempre lì, pronti ad accoglierlo.
I genitori devono reagire con deci-
sione quando si accorgono che il
figlio sta finendo sotto qualche in-
fluenza pericolosa . Il papà deve
prendere del tempo per fare delle
cose con il figlio : accompagnarlo
alla partita, al cinema, a qualche
evento particolare. È importante
vigilare perché gli adolescenti ab-
biano dei centri di interesse perso-
nali e non siano semplicemente "a
rimorchio" dei compagni. Bisogna
proporgli delle attività e affidargli
delle responsabilità, anche se le ri-
fiuta. In questo periodo, le mamme
devono favorire, anche con un po'
di fantasia, la confidenza tra padri
e figli.
«Come posso essere sicura
che frequenta buone compa-
gnie?» Non se ne può mai essere
LUGLIO/ AGOSTO 2004 BS
I Gli amici spesso per un
adolescente sono più importanti
della propria famiglia.

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
certi. Il fine dell'educazione non è
preservare i figli dalle cattive in-
fluenze, ma aiutarli a preservarsi da
soli. Per questo è importante che
imparino a conoscere le persone e
a conoscere se stessi.
La soluzione migliore è parlarne. I
genitori devono invitare i figli a par-
lare dei loro amici, di ciò che prefe-
riscono , dei loro passatempi, della
loro musica. È importante conser-
vare e tenere aperto il contatto.
Solo così i figli sentiranno che pos-
sono fare esperienze da soli senza
essere condannati. Ma i genitori
devono vigilare: gli adolescenti im-
pareranno sulla loro pelle anche
tradimenti , meschinità, delusioni . In
quei momenti avranno bisogno dei
genitori.
MA DOVE DIAVOLO VA
QUANDO ESCE
DI CASA?
Dove vanno, che cosa fanno i nostri pargoli ormai cresciuti?
Perché gli amici sembrano più importanti che non la famiglia?
Continuano le domande sui nostri figli adolescenti ...
«Perché mia figlia non mi parla
più?» Sono parecchi gli adolescen-
ti che fanno di tutto per isolarsi , per
troncare i rapporti coi familiari , per
immergersi in un loro deserto priva-
to. In realtà per loro la solitudine
non è tanto mancanza di compa-
gnia, quanto ricerca di se stessi.
Niente di male , anzi. Sarebbe un
atteggiamento utile a molti adulti ,
che al di fuori del lavoro, della tele-
visione e della partita, precipitano
nel nulla. Sono molte le ragioni che
spingono al silenzio i preadolescen-
ti. Siate attenti soprattutto ad una
cosa: se il silenzio dei figli è una
vera chiusura al mondo o se que-
sto trattamento è riservato soltanto
a voi. Se li sentite ridere nella loro
stanza , se sono allegri e volubili
con gli amici , se continuano a par-
lare con loro al telefono, non preoc-
cupatevi troppo. Potete anche rea-
gire. L'adolescenza di vostro figlio
non deve impedirvi di vivere ed
esprimere i vostri sentimenti. Co-
municategli chiaramente che siete
feriti dal suo silenzio . Spiegategli
semplicemente, senza lagnarvi e
senza rimproverare , che sentite
una gran tristezza ad essere esclu-
si dalla sua vita. Non insistete: di
solito non lo fa apposta. Di voi è
sicuro, mentre conquistare e man-
tenere degli amici richiede molta
energia .
Ricordatevi anche che gli adole-
scenti ragionano in termini di parità.
Voi volete la confidenza dei vostri
figli , donate loro la vostra?
·Ma dove diavolo va quando esce di casa?
G razie a Dio, questa non è
una domanda che mi tocca
pormi frequentemente. I figli
sono cresciuti, per un dono misterio-
so che va oltre le nostre risorse e
capacità di genitori, dichiarando
sempre , con prontezza e un buon
grado di approssimazione, quale fos-
se la meta delle loro uscite con gli
amici. Credo che mi abbia salvato il
dover fare leva sulla necessità di rin-
tracciarli rapidamente - quando il
cellulare non era bene abituale
anche dei pargoli - qualora fosse
successo qualcosa di spiacevole ai
nonni , spesso esposti a problemi
inattesi o urgenti. O forse, molto più
semplicemente , si sono abituati da
subito a non tacere o raccontare
bugie, perché hanno visto che anche
noi adulti mantenevamo nei loro con-
fronti una costante reperibilità.
Oggi, perciò, posso dire di
vivere di rendita (confermandomi
che certi risultati bisogna costruirseli
nel tempo con pazienza e lungimi-
ranza e attraverso azioni che siano
allo stesso tempo di prevenzione e
di orientamento) , sapendo comun-
que che le esigenza e le esperienze
dei ragazzi cambiano progressiva-
mente e che, inevitabilmente , si
amplia il loro raggio di azione . E
E così, se fino a poco tempo fa era
all'incirca il quartiere il territorio pre-
ferenziale dei loro spostamenti ,
adesso mi tocca fare i conti con una
maggiore mobilità e con la voglia di
scoprire nuovi ambienti, di costruire
nuove relazioni, di sperimentare
nuove situazioni. Confesso, però,
che non avverto questa apertura di
orizzonti come un problema o,
comunque, come un peso sul piano
emotivo: un po' perché ritengo di
potermi fidare di loro (e come
potremmo vivere noi genitori, se non
fossimo capaci di questo atteggia-
mento nei confronti dei figli?) ; un po'
perché non avverto i loro amici
come una presenza estranea o
minacciosa, ma come ragazzi altret-
tanto consapevoli e responsabili; e
soprattutto, perché mi sento abba-
stanza tranquilla del fatto che Dio è
il loro abituale compagno di viaggio
e, dunque, pronto a proteggerli e a
"dar loro una dritta" qualora si tro-
vassero in qualche pasticcio.
È chiaro che qualche rischio
c'è sempre, e non soltanto per i
giovanissimi: anche noi adulti ci
rendiamo conto che non è affatto
facile andarsene in giro e condivi-
dere la vita con il prossimo. Ma
può bastare questa incertezza per
BS LUGLIO/AGOSTO 2004

4.6 Page 36

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renderci rinunciatari e diffidenti a
oltranza? Sarà perché per tanti
anni mi sono ritrovata a fare i
conti con un padre molto appren-
sivo e possessivo , non ho mai
voluto alimentare questi sentimen-
ti nei confronti dei figli ; al contra-
rio, mi è sembrato che aiutarli a
essere fiduciosi e ottimisti fosse il
modo migliore per esorcizzare la
paura dell'esterno. Ovviamente ci
vuole misura e prudenza; ma non
posso dimenticare che Gesù ha
invitato i suoi discepoli a essere,
allo stesso tempo, serpenti e co-
lombe. Un po' di semplicità credo
che aiuti a guardare intorno a sé
e oltre se stessi sapendo valutare
. realisticamente , ma anche gene-
rosamente , opportunità e pericoli,
problemi e occasioni positive. Pe-
raltro, se i ragazzi non si sentono
ostacolati ogni momento nei loro
desideri e progetti, imparano a
dosarli con una certa saggezza, a
comprendere fino dove è giusto
osare e quando invece è meglio
tirarsi indietro. Tutto questo dando
per scontato che un adolescente
non può essere infallibile: è mate-
matico che qualche volta sba-
glierà nelle scelte e nei comporta-
menti. Ma anche qui, che senso
ha fare tragedie? Dico questo non
per sminuire la portata di un'espe-
rienza fallimentare , ma per con-
vincerci , noi per primi , che anche
gli errori possono agevolare la
crescita , se affrontati con senso
critico e un pizzico di ottimismo.
E poi, qualche palpitazione ci
serve per mantenerci giovani: la
prima volta che Alessandra è usci-
ta da sola con la macchir:ia, fresca
di patente, è stata sicuramente una
serata carica di ansia. Mi ha fatto
bene, però, perché mi ha ricordato
quella volta - aveva appena dieci
mesi - che improvvisamente ha
deciso che due piedi erano suffi-
cienti e che poteva smettere di gat-
tonare per terra: la mia paralisi da
terrore perché se ne andava in giro
da sola, così esile e determinata,
fu subito sciolta dai suoi occhioni
azzurri sognanti; per la prima volta
poteva vedere il mondo non dal
basso verso l'alto. Perché anche
ora dovrei negare a lei e a Claudio
di vedere e vivere la vita anche da
altre prospettive?
LUGLIO/AGOSTO 2004 BS
di Julio Olarte
ELLA CASA
ET
n Stèf. na P · ino (VR)
n I 1921 , arrivò nel collegio sa lesia-
no di Trento nel '31 per freq uentare
la quinta elementare. Nel '37 entrò in
nov iziato al Manfred ini di Este (PD).
Un' improvvisa crescita di statura, in-
sp iegabile per i dottori , lo costri nse a
interrompere il noviziato per curarsi.
Rimessos i, il dottore gli sconsigliò la
vita comun itaria. Egli conti nuò il
camm ino verso il sacerdozio, provan-
do varie strade. Andò dai Gesuiti di
Ari ci, dove fu "prefetto" cioè ass isten-
te dei ragazzi. Ma lui faceva il prefetto
"all a sa lesia na", organizzando tornei
e gite in bici. s' innamorò deg li
Esercizi ignazian( che riuscì a combi-
nare col Sistema sa lesiano. Non se la
sentì di fars i gesu ita e il 07/07/'46 di-
venne sacerdote, come diocesa no, e
ce lebrò la sua prima messa sull 'altare
di Mari a Ausili atrice dai sa les iani di
Verona. Prestò serv izio apostolico in
diverse parrocchie prendendos i cu ra
di anziani, amm alati e soprattutto di
adolescenti, bambini adulti,
che devono operare sce lte importanti
per la vita . Di vennero centrali nell a
sua pastora le gli esercizi spirituali per
ado lescent i .
scenti andò in porto! Il vescovo intuì il
bisogno di personale dedito a questo
apostolato (don Igino da so lo non riu-
sc iva a far fronte a tutto) e lo incorag-
giò a diventare fondatore. Il 24/05/'6 1
Monsignore venne di persona a confe-
rire l'abito eccles iastico ai primi gio-
van i di Casa di Nazareth e il
25/12/'62 emanava il decreto di ere-
zione dei Servi d i Nazareth in Pi a As-
soc iazione.
ngr g ìon di di-
o, co n sede a Roma. Il
co mpito: annunciare a ragazz i e
giovani la veri tà del Va nge lo attra-
ve rso in co ntri di un giorn o, Esercizi
sp irituali di un a settim ana - seco n-
do un proprio metodo - e M issio ni
pe r giovani . Le prime professioni av-
ve nn ero il 10/0 1/'63, la prim a ordi-
naz ione sace rdota le il 24/05/'65 , fe-
sta di Mari a Ausili atrice. I Servi sono
attualmente 32 di cui 27 sacerdoti ,
1 diacono perm anente, 2 diaconi, 2
chi erici. Prestano il loro serv izio in
otto case in Ita li a.
Per saperne d i p iù: te/. 06.397.41.025
~ '1
i
dell a Vill a Sacro Cuore
(Gargagnago). Egli poté ded ica rsi tut-
to agli Esercizi e la Villa diventò pu nto
di riferimento pastorale per tutta la
diocesi. Crebbe il bisogno di servire
più gruppi, e riu scì a fondare il primo
centro ad hoc: l'Oasi dell a S. Fam i-
glia, inaugurato nel dicembre '57 a
Bosco Chiesanuova. Inoltre, il sogno
dei corsi di Esercizi gratuiti per ado le-

4.7 Page 37

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.\\
I
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"DON B.,, d.i dcl.liaeLio
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IP.ESORN.tO,.4l>TISfl(ASJPl/(AJ.l/iè4TVI.RIA.=..1ti-
. . .., . ' .
' l,
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4.8 Page 38

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Sf\\OE E'T\\C\\-\\E
per ragat.t.i, genitori, educatori
Il medico resta una figura centrale per
UNA MISSIONE
PID' CHE
UN MESTIERE (2)
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Enucleiamo una serie
di altri aspetti della
importantissima
funzione medica che
abbiamo preferito
chiamare missione. Non
mJ ci sembra una forzatura:
la professione medica in
effetti ha connotati
e sfumature che
rimandano fortemente
al problema etico,
e l'avvicinano a una
vocazione quasi
religiosa.
Un buon medico cura la pre-
parazione e l'aggiornamen-
to. Non nasce "imparato" e
sa che la sola esperienza clinica non
è sufficiente alla sua professione.
La sua mente è sempre "aperta".
Desidera conoscere, perché porta
nei suoi pensieri e nel suo cuore i
desideri dei pazienti; non un mero
desiderio di erudizione, ma un desi-
derio che porta con sé l'invocazione
e la speranza dei pazienti. Sente il
"bisogno" di conoscere, non solo
per rimanere al passo con i tempi,
ma perché lo sente come un 'esigen-
za fondamentale della sua vita;
vuole conoscere per il "suo" biso-
gno di conoscere, per il suo rappor-
wGuo/AGosro 2004 BS
I Un buon medico cura la
preparazione e l'aggiornamento.
Non nasce "imparato". Sente
il bisogno di conoscere.
VALORI IN QUESTIONE
Quella del medico non è solo una
professione, ma anche una vocazio-
ne
e
Il
una missione.
medico ha una
,,
"chiamata
da_11 a
quale non può separare la sua vita
peUrsnonbauloen.
medico
è
un
·t
appassiona o
dell'uomo , è per l'uomo, agisce a ser-
viziIlo
dell'uomo.
recesso terapeutico
.
e
.t
d1" na ura
esse~zialmente "interpersonale ' lega-
to alla relazione medico-paz1~nte.h .
Un buon medico ama la vita c .e e
in sé e nei suoi pazienti , la custodisce
e la promuove.

4.9 Page 39

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la salute fisica di ogni individuo. Ci riflettiamo.
I Il medico è il curante di ogni
uomo, a prescindere dalla
ricchezza o povertà, classe sociale
o sesso.
to personale con la natura e con la
vita.
A volte nel medico questo biso-
gno di conoscere diventa bisogno di
verità, bisogno di confrontarsi con i
valori fondamentali che emergono
nel dramma del suo teatro clinico;
un bisogno di conoscere che ha di-
namiche trascendenti, che nascono
dal profondo della sua sete di verità
e del suo personale teodramma. Per-
ciò sa "mettersi in viaggio", non il
viaggio dei congressi (sempre ne-
cessari e intrascurabili), ma il viag-
gio che avviene "dentro" di lui e
che lo spinge a essere sempre in
cammino, sempre in stato di ricerca.
Un vero medico è sempre studente,
sempre in "formazione" non per
guadagnare i punti richiesti dalle
leggi che esigono il suo aggiorna-
mento professionale, ma per questo
bisogno interno di conoscere. Così
partecipa ai congressi per raggiun-
gere soprattutto questo obiettivo
primario e, in secondo luogo, per
incontrare nuovi colleghi che possa-
no essere amici utili al proprio
avanzamento di carriera. Un vero
medico, sempre aperto all'aggiorna-
mento, sa riconoscere le competen-
ze dei colleghi e le valorizza.
NÉIAICO
NÉ RELIGIOSO
Un buon medico non è laico
(secolare), religioso. Molti, oggi,
sostengono che in linea di principio
deve essere sostanzialmente "laico".
Ma un buon medico non è per sua
natura né laico confessionale-re-
ligioso: è la persona che è, con le
sue credenze e i suoi dubbi, con la
sua fede - se ne ha una - o con la
sua indifferenza. Può essere un de-
voto credente o un ateo. Certamente
il medico, nell 'esercizio della sua
professione, porta con sé la sua vita
e non la lascia a casa. Anzi, non si
può negare che l'attività clinica sia
fortemente segnata - a livello di
motivazione personale - dalle pro-
prie convinzioni personali, ideologi-
che e religiose. Ma, a livello di
azione clinica, la professione medi-
ca esige onestà e libertà interiore,
per esercitare il ministero nel rispet-
to delle convinzioni religiose pro-
prie, dei propri pazienti e dei propri
colleghi. Un buon medico non fa
proselitismo, è teofobico. Accet-
ta la religione come realtà di fatto e
ne tollera la libertà di espressione.
Un medico insofferente alla religio-
ne dimostra di non essere un medi-
co democratico. Nella società esiste
la religione, nel senso che esistono
persone che credono, perciò ne ac-
cetta la presenza, anche quando nel
suo esercizio professionale esigerà
dai pazienti il rispetto delle sue idee
e non si presterà o collaborerà apra-
tiche che sono contrarie alle sue
credenze. Un buon medico non è
chiamato a rinunciare alle proprie
convinzioni etiche o religiose, ma
cura quotidianamente di essere nella
sua persona un uomo interiormente
libero.
UNA VOCAZIONE
QUASI RELIGIOSA
Un buon medico, però, fa della
sua professione una vocazione quasi
religiosa e missionaria. Un medico
aperto a tutti, che si sacrifica per gli
altri e per la salute pubblica, che
entra nella casa e nella vita di tutti,
un medico curante ogni uomo e in
ogni situazione, un medico venti-
quattro ore su ventiquattro disponi-
bile, perché la sua professione non è
semplicemente un mestiere, ma una
vita. Il medico possiede una religio
a prescindere dal suo essere creden-
te o non credente: un impegno
"sacro" per realizzare nella sua pro-
fessionalità fratellanza e giustizia,
perché il medico è il curante di ogni
La professione medica esige
Ionestà e libertà interiore, per
esercitare il suo servizio nel
rispetto più assoluto delle
convinzioni religiose proprie,
e altrui (/'ex ministro della salute
Umberto Veronesi).
B
uomo, a prescindere dalla ricchezza
o povertà, classe sociale o sesso.
Vede gli esseri umani come perso-
ne, segnate dalla preziosità della di-
gnità, ciò ne costituisce le basi di
una permanente empatia medica. Si
sente spinto alle urgenze dell'eser-
cizio clinico. Le urgenze dei pazien-
ti lo spingono, anzi sospingono la
sua vita e lo portano verso sentieri
che potrebbero mettere a repenta-
glio la sua stessa esistenza.
Il medico, quasi come un sacerdo-
te, è l'uomo di tutti, pronto a riceve-
re e conservare le confidenze dei
pazienti. È l'uomo della conoscenza
dell'intimo, dei segreti, della storia
più personale. E l'alleato sempre fe-
dele, che non può tradire, che non
ha interessi personali che possano
porsi al di sopra di quelli dei pa-
zienti. E l'uomo dell'aiuto, sempre
disponibile, anche di !10tte, per l'as-
sistenza dei pazienti. E l 'uomo della
compassione, che prova sofferenza
delle sofferenze altrui e vi pone a
servizio tutte le sue compente per la
guarigiope o almeno per alleviare il
dolore. E un uomo che merita ogni
rispetto, perché è il modello nella
sua persona di ciò che il sacro vera-
mente è.
D
BS _LUGLIO/AGOSTO 2004

4.10 Page 40

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I Le vacanze... per molti sono diventate malgrado tutto
IL VIRUS DELLO SPIRITO
LA SOLITUDINE di Severino Cagnin
Qualcuno dice che la
solitudine interiore è il
male del secolo. "Dibattiti"
ragiona e fa volare il
sogno di una felicità oltre
quello che piace subito.
La solitudine, virus dello
spirito, trova una finestra
aperta su una nuova
qualità della vita, creativa,
ottimista e generosa.
Anche in ferie e vacanze
estive.
I I giovani d'oggi dichiarano
di vivere una costante sensazione
di solitudine, di noia, di vuoto
e di tristezza.
T ony è un ragazzo attivo e
simpatico. Ama il j azz e il
rock aggressivo. Non gli van-
no giù tante cose della società: le
tradizioni ripetitive, la scuola senza
fantasia, la chiesa parrocchiale e
vecchia. Si Iibella con esperienze
diverse, alla ricerca di soddisfazioni
immediate. Ma non ha sicurezze.
Una sera sbanda con la moto in
curva a velocità pazzesca. Si ritrova
bloccato su un a sedia a rotelle. È
convinto però di farcela, non si ras-
segna a stare così per sempre. Medi -
ci, interventi , viaggi all 'estero... In
Ru ssia il megailluminato professore
sentenzia: "Fra tre ore risentirai le
tue gambe". Niente! "Oltre a rubar-
mi soldi - scrive nel suo libro - lei
mi ha rubato le speranze che quei
soldi promettevano. Doppio fu rto,
professore! Un minimo di dignità:
LUGLIO/AGOSTO 2004 BS
mi restituisca quei soldi , non pre-
tendo gli interessi". Ora deve pro-
p rio prendere in mano la propria
vita. Prima è un insopportabile
sconfo rto, poi qualche segno diver-
so, fino alla musica dei Velvet e su
fi no a Mozart. Trova un vecchio
pianoforte. "Non mi sento più di
questa terra quando suono o ascol-
to Bach. Lui , come Haendel e
molti altri, hanno messo la loro
vita a disposizione del servizio di-
vino. La relig ione è poesia, dram-
ma, elev azione e il taglio delle loro
composizioni contiene l'aspetto
sacro e immortale". Salire da un
abisso è strada lunga, ma ora è
coordinatore musicale di duecento
ragazzi, maestro di piano, compo-
sitore e testimone di una storia in-
credibile, in carrozzella, in scuole e
convegni 1.
L'INSODDISFAZIONE
Casi come quello di Tony ce ne
sono pochi. La TV mostra tutti feli-
ci e pimpanti. Con un ' auto o una
cena si conquistano le ragazze, e per
queste sembra basti una lacca o un
profumo per sentirsi vincenti. Ma,
se guardiamo più in profondità dob-
biamo ammettere che il male del se-
colo è l' insoddisfazione che nasce
dalla difficoltà di comunicare con
gli altri e nel sentirsi tristemente
soli in famiglia, a scuola, nel grup-
po, in vacanza, e perfi no in discote-
ca e allo stadio. In uno studio si af-
ferma: "I giovani d 'oggi dichiarano
di vivere una costante sensazione di
solitudine, di noia, di vuoto e di tri-
stezza, nonostante l' apparenza este-
riore di gioia e di felicità" 2. Le
cause sono molteplici. Il Corriere

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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I sinonimo di semiabbandono e solitudine...
I Esistono esperienze di
volontariato giovanile più
numerose di quanto appaia dalle
cronache.
della Sera ha raccolto testimonianze
di diciottenni che confessano incer-
tezze, paure sulla scuola, i genitori,
l' amore... Il matrimonio lo vedono
lontano e incerto. I fatti di violenza
e di guerra non li scuotono più. Ci
si abitua, come alla morte di amici,
al sabato sera che è troppo ... dome-
nica mattina! La politica li disgusta,
sulla laurea decideranno alJ 'ultimo
momento. Lasciando da parte molte
categorie di questi insoddisfatti
della vita, anziani, ammalati, emar-
ginati, immigrati e perfino bambini,
collocati da 4 a 6 ore davanti alla
TV o al computer, la radice di que-
sto male per i giovani è l'incapacità
di avere un progetto sul proprio fu-
turo. Sono tanto fragili da non fidar-
si di se stessi. Si rende necessario
un ricupero della cultura, come ri-
scoperta delle proprie radici stori-
che ed etiche per fondare una ipotesi
di percorso personale creativo. Tale
maturazione interiore di ciascuno è
il capitale più ricco e generativo di
felicità individuale e progresso so-
ciale.
ESPERIENZE
Le caratteristiche di tale patrimo-
nio le deduco da esperienze di gio-
vani, più numerose di quanto appaia
dalle cronache: il volontariato spon-
taneo e organizzato, le associazioni
politiche, religiose e civili, gli im-
pegni programmati nel quartiere e
in parrocchia, lo sport, il tempo li-
bero. Si parla, in alcune aree, anche
del 25 % di giovani che offrono al-
cune ore della settimana per fare
qualcosa di utile. I motivi profondi
a sostegno li interpreto dalle rispo-
ste che un noto studioso e medico
mi ha indicato3. Gli ho chiesto
come vede le forme di solitudine e
scontentezza della vita diffuse oggi
in varie categorie di persone. "La
solitudine è il naturale risultato di
modelli sbagliati. Anche se imposi-
tivi, i 10 comandamenti impartiva-
no leggi dedicate al rispetto di se
stessi e dell 'individuo. Oggi la co-
siddetta civiltà occidentale ha tra-
sformato i 1Ocomandamenti in due
soli, dedicati al modello del solo
sviluppo economico: sii ricco, sii
bello. Cercare di rispettarli porta
prima o poi o a frustrazione o a soli-
tudine. Si vive; si conosce e si di-
scute in supeificie: l'incapacità di
scendere nella profondità di noi
stessi e degli altri ci trova imprepa-
rati dinanzi alla malattia e al dolore.
Come medico colgo gli elementi di
questa solitudine e di sofferenza per
la vita: il corpo stesso trasmette
questi segnali. La bravura del nostro
mestiere sta proprio nel cogliere
questa "rivolta" interiore che, a
volte, si può esternare o con la paz-
zia o con la malattia". Gli chiedo
cosa potrebbe fare un giovane in-
soddisfatto. "Difficile fare proposte
a una generazione diversa a cui si
appartiene: questo vale nei due
sensi. Da padre dico: fai quello che
ti senti di fare nel rispetto degli altri
e di te stesso. Cerca insomma di de-
cifrare, come dice Hilmann, il codi-
ce della tua anima. Non ho la pre-
sunzione di dare consigli su come
affrontare la solitudine, la frustra-
zione e il malessere quotidiano.
Dico solo, e di questo sono ferma-
mente convinto, che ciascuno di noi
deve sforzarsi di costruire la propria
esistenza su obiettivi che abbiano al
centro la solidarietà verso gli altri
(cosa di più bello per un medico as-
sistere e curare chi sta male e sentir-
si ripagato umanamente?) e che non
siano troppo ambiziosi. E sul quoti-
diano che dobbiamo impegnarci ed
è giorno dopo giorno che costruia-
mo la nostra storia e la storia dell'u-
manità". Infine quale idea di fondo
lei vede nella attuale teoria della
Longevità per tutti? "Per caso, per
necessità o per fede siamo stati ori-
ginati per vivere sulla terra per un
determinato periodo la cui lunghez-
za è determinata dalla somma alge-
brica che si stabilisce tra il nostro
codice genetico e l'ambiente. Mi
pare sacrosanto prolungare la spet-
tanza di vita ma solamente a patto
che ciò avvenga nel migliore dei
contesti possibili. Diventare troppo
longevi nocerebbe due volte: a noi
stessi, perché il mondo si trasforme-
rebbe intorno a noi ma noi non riu-
sciremmo a fare altrettanto nei con-
fronti del mondo; agli altri, perché
saremmo a loro di peso. A ciascuno
quindi la più lunga vita possibile nel
modo migliore possibile". Un pro-
getto di vita quotidiano che si at-
tuasse nella solidarietà verso gli
altri ci potrebbe rendere felici. Nel
lavoro e anche durante le ferie e le
vacanze al mare o nei boschi. O
1Tony Carli, Tanto per rimanere uguali, Po-
listampa 2002, p. 167.
2 De Pieri S. - Tonalo G. (a cura di) , l'età in-
compiuta. Ricerca sulla forma zione del!' iden-
tità degli adolescenti italiani, LDC, Leumann
(TO), 1995.
3 Angelo Avogaro dell 'Università di Padova.
BS LUGLIO/AGOSTO 2004

5.2 Page 42

▲back to top
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Il
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l 'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di € ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell'Ente".
b) di beni immobili
"... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore .
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Te!. 06.65612678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Te!. 011.5224247-8 - Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
LUGLIO/AGOSTO 2004 BS
.....J I NOSTRI MORTI
ZANELLA sr. Elisabetta,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Roma, il 19/02/2004, a 91 anni
Le necessità familiari spinsero Elisa a cer-
care lavoro a Roma dalla natia Piazzola
sul Brenta in provincia di Padova. Accolta
dalle FMA , come convittrice, fu presto
attratta dalla vita religiosa: si sentiva ben-
voluta e respirava un clima sereno e fami-
liare sia con le suore sia con le compagne
di lavoro della Snia Viscosa. Nel 1938 fece
la sua prima professione religiosa e fu per
24 anni cuciniera in varie case. Di lei tutti
ricordano la delicatezza, la finezza del trat-
to, la proprietà del servizio, la cura dell'or-
dine e della pulizia, la serenità dell'animo.
Dal 1962 fu incaricata del servizio di porti-
neria, incarico delicato in cui si distinse per
la puntualità, la fedeltà , la gentilezza con
cui trattava le persone e rispondeva al
telefono . La sua gioia più grande fu ap-
prendere la notizia che il suo nipote don
Luigino fu consacrato vescovo in Venezue-
la. Si spense serenamente carica di anni e
di meriti.
DI NANNI sac. Natale, salesiano,
t Lecce, il 06/02/2004, a 82 anni
È stato per centinaia e centinaia di ragazzi
leccesi che lo hanno incontrato e conosciu-
to sin dal lontano 1952, un grande maestro
di vita e un esempio di salesianità genuina,
vissuta con fedeltà e coerenza, chiedendo
quotidianamente l'aiuto dell'Ausiliatrice, di
Don Bosco e del piccolo San Domenico
Savio di cui era devotissimo . Il vescovo
monsignor Ruppi nell'omelia funebre lo ha
definito "il Don Bosco di Lecce". Definizio-
ne più vera non ci poteva essere per un
salesiano che ha dedicato tutta la sua vita
ai giovani e alla parrocchia, senza rispar-
miarsi , con umiltà e dedizione assoluta.
Era diventato il punto di riferimento dei tan-
ti exallievi e cooperatori che ha guidato per
anni come delegato con entusiasmo e otti-
mismo, ma anche, per la saggezza aposto-
lica e la profondità spirituale, era diventato
guida e confessore di non pochi sacerdoti ,
religiosi e laici della diocesi. Ha lasciato un
grande vuoto.
ROSSI sac. Paolo, salesiano,
t Civitanova Marche (MC) , il 1,8/12/2003,
a 81 anni
Da ormai 15 anni andava preparandosi al-
l'incontro con Dio, da quando per la prima
volta avvertì che qualcosa non funzionava
più bene nella macchina del suo corpo. Ha
lentamente acquistato l'indispensabile
serenità necessaria per il traguardo finale ,
lasciando in un diario alcuni splendidi pen-
sieri , dopo una vita di lavoro e di apostola-
to votata all'obbedienza e al dovere. Una
forte spiritualità l'ha sempre sorretto, una
grande paternità e signorilità ha informato i
suoi approcci e i rapporti sociali. Ha per-
corso tutte le tappe della vita apostolica
salesiana: assistente , insegnante, consi-
gliere , catechista, direttore di oratorio, di
centri professionali, di opere, parroco ...
Sapeva mettere a proprio agio gli interlocu-
tori. Personalmente sereno, sapeva rasse-
renare gli altri . Coi ragazzi giocava, pas-
seggiava, çolloquiava, faceva teatro, musi-
ca, canto. E stato un uomo buono. Sono in
molti a rimpiangerlo.
MURA sig. Giovanni, salesiano laico,
t Roma, il 23/11 /2003, a 99 anni
Udì parlare di Don Bosco per la prima volta
all'età di 12 anni da un frate questuante
amico di famiglia . Fu la chiamata del
Signore per la vita religiosa. Il suo parroco
lo mise in contatto con i salesiani. Dal suo
paesello in Sardegna passò a Genzano ,
poi ad Ivrea per un periodo di formazione
che coronò con la prima professione reli-
giosa a Villa Maglia nel 1928. Desiderava
andare in territorio di missione, ma la sua
missione fu una dedizione totale al lavoro
nelle varie case dove fu mandato, dal Pie-
monte al Lazio , alla Sardegna . L'Istituto
Salesiano Teresa Gerini di Roma , dove
passò gli ultimi anni, lo conobbe fedele
nella preghiera, generoso nel lavoro ,
paziente nella malattia , umile nei servizi
quotidiani . Lui stesso lasciò scritto: "Mi
sono reso utile in ciò che potevo, ricordan-
do le famose parole di don Rina/di il giorno
della mia professione, che la casa è affida-
ta ai coadiutori' .
PINTON Tarcisio, cooperatore
salesiano,
.
t Camposampiero (PD) , il 27/11/2003,
a 79 anni
Uomo buono e generoso, dopo una breve
malattia, assistito amorosamente dai suoi
familiari e confortato dai sacramenti, ci ha
lasciati per tornare alla casa del Padre .
Sempre sereno, ha accettato la sofferenza
con tranquilla accettazione della volontà di
Dio , senza un lamento, andando anzi
incontro al Signore con letizia. Già all'età di
21 anni assisteva con dedizione i genitori
infermi e continuò ininterrottamente questa
sua missione filiale per ben 17 anni. Que-
sta sua generosità ha permesso ai due fra-
telli maggiori di seguire la loro vocazione
tra i figli di Don Bosco. Rimasto solo all'età
di 38 anni, si dedicò al prossimo , conti-
nuando ad aiutare con i suoi risparmi i
poveri e le missioni con grande carità .
Lascia in quanti l' hanno conosciuto un
ricordo indelebile.
Venuta la sera di
quel giorno ~esù disse:
~ - -- - 1
"Passiamo
all'altra riva!"
(Mc 4,3 5)

5.3 Page 43

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RELAX
il Cruciverba
Santuari d'Italia
di Roberto Desiderati
Visitiamo i
luoghi di culto
del nostro aese
i più conosciuti
e i meno noti.
Rilassandoci.
A gioco completato risulterà, nelle caselle a doppio bordo, il nome di un famoso Santuario
o
Definizioni
ORIZZONTALI. 1. La penisola con Singapore -
7-17. Vedi foto -16. Agrigento (sigla) - 19. Amata,
costosa - 2L Il lunedì "in" dopo Pasqua - 22. 1051
romani - 23. Epoche geologiche- 24. Tessuto a ma-
glia - 25. Galleggiante per l'ormeggio - 26. Recapi-
tare al centro- 27. Così in India era chiamato il "pa-
drone bianco" - 28. Il "legno" che evita il gol - 30.
Sigla per assicuratori - 32. Organizzazione Mon-
diale della Sanità-34. Sottile, magro -36. Simili al-
le fonniche, ma più grosse - 39. Ne$azion~ in russo
- 41. li magazzino per gli americam - 43. E virtuale
nei videogiochi - 44. La quarta preposizione - 45.
Complesso di idee, dottrina - 48. Prefisso che vale
"Dio" - 49. Fare, adoperarsi - 50. Un po' di odio -
51.11 Galeazzo fatto fucilare da Mussolini .
UNA PIA LEGGENDA
VERTICALI. 1. La frutta a pezzettini - 2. Schia-
va di Abramo -3. Nome di donna - 4. Caserta (si-
gla)-5. Suore francescane-6. Sbigottito- 7. Viri-
corrono i lavoratori per protestare - 8. EraAugu-
sta Praetoria - 9. Di padre ignoto - 10. Trieste -
11. Il bipede pensante - 12. Messi in agitazione -
13. Concorrente di Mediaset-14. Sigla dell'Italia
- 15. Ristora nel deserto - 18. Le basi del sapere -
20. Calche, folle - 24. La bevanda delle cinque -
25. Sudafricana di origini olandesi - 26. Un famo-
so generale Usa-29. Il cuore in alto-31. L'autore
dell 'Arlesiana -33. Dinastia cinese- 35. Rivale di
Santuzza- 37. Gli si dà lo "scacco" - 38. Afferma
a Berlino - 40. Autotreno - 42. L'io di Cicerone -
46. Particella nobiliare -47.Idem (abbr.).
La soluzione nel prossimo numero.
L'origine di questo celebre Santuario torinese è antichissima. La
tradizione dice che bisogna risalire al IV secolo, cioè all'invasione dei
Visigoti . li vescovo di Torino, Massimo, che era riuscito ad opporsi ai
barbari devastatori , propose all'adorazione del popolo un'antica immagine
della Vergine, che si trovava nella cappella dedicata a Sant'Andrea. Più
tardi, in un giorno di guerra, la chiesa andò distrutta, e della sacra
immagine non si trovò alcuna traccia. Una pia leggenda narra che essa
apparve ad un povero cieco di
Briançon, città della Francia al di
là del Monginevro . La Madonna,
dunque, gli si presentò sul finire
SOLUZIONE del
numero precedente
'A"'M"
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- - OF FE RT OR 10 ■ V EG LIA
-
del 1100, e gli disse di andare a Torino. li cieco
ubbidì , attraversò a piedi il colle del
Monginevro, e stanco e lacero a1Tivò a Torino. Si
fermò a pregare fra le rovine d'un'antica chiesa,
e qui trovò la sacra immagine e con essa anche la
vista. Sul luogo del miracolo sorse la Chiesa di
S. Andrea,di cui resta ancora il bel campanile del
secolo Xl. La chiesa attuale venne costruita su
disegno dell'architetto Guarini ali' inizio del
Settecento. La facciata neoclassica fu aggiunta
nel 1860. L'interno è scandito dalla successione
di spazi ellittici: l'aula di Sant'Andrea, la
Cappella di Santa Maria delle Grazie e il
Santuario, composto da quattro cappelle, dal
presbiterio e dal sacello esagonale, con un'alta
cupola affrescata su disegno del Bibbiena.
Meritevoli di nota sono ancora l'altare di
Juvarra, le statue delle regine Maria Teresa -e
Maria Adelaide, la sagrestia maggiore e le
migliaia di ex voto antichi e moderni che
rivestono le pareti della galleria del santuario.
BS LUGLIO/AGOSTO 2004

5.4 Page 44

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
CASA TABOR, una struttura formativa di a lto
.UN DITO PUNTATO
VERSO IL CIELO diRenatoButera
Una casa di preghiera
come «icona» del
«primato della religione»
nel sistema preventivo di
Don Bosco e
dell'accoglienza in stile
«oratoriano».
Casa Tabor, via Fossapoliti 1O-
95010 Sant'Alfio (CT).
DAL PROGETTO EDUCATIVO
DI CASA TABOR
. ..
Questa Casa di Preghiera _e d1_Spmi
tualità rappresenta, al di la ,dei su~i
limiti un piccolo segno, un icona
una 'rinnovata attenzione della co_~-
re azione nei confronti della v1 a
~pi~tuale delle comunità e del_la val~
rizzazione delle fonti del carisma I
San Giovanni Bosco.
E' necessario arrampicarsi un po'
sulle pendici dell 'Etna per rag-
giungere questa casa di Don
Bosco; ma la fatica di salire in alto è su-
bito premiata da un panorama straordi-
nario, dove anche i colori cantano la
gloria di Dio: l'azzurro del cielo, la nera
terra vulcanica, il bianco della neve e
poi il mare, il verde degli alberi e del-
l'erba, il giallo delle ginestre. Non è
forse così anche nella vita spirituale?
Quanta fatica per salire in alto, ma
poi... Già nel 1986 i salesiani di Sicilia,
riuniti in Capitolo, avevano espresso il
desiderio di realizzare un centro di spi-
ritualità, una struttura semplice dove i
giovani potessero essere accolti in
modo familiare. Ma i tempi di Dio sono
diversi dai nostri. Così solo quattro anni
fa, con l'auspicio dell'inizio del nuovo
millennio, si è potuto rendere concreto
questo progetto. Attorno ai primi due
salesiani, iniziatori dell 'opera, si è stret-
to un nutrito gruppo di laici che condi-
vidono con la comunità stabile l'espe-
rienza dell'accoglienza e l'animazione
delle attività spirituali e delle iniziative
pastorali a favore dei giovani del MGS,
della famiglia salesiana, del territorio.
Le testimonianze vive di alcuni di loro
ci aiutano a entrare nello spirito di que-
sta singolare esperienza: "CasaTabor -
testimonia Enzo, papà di quattro figli -
negli ultimi anni della mia vita persona-
le, di coppia e familiare è stato realmen-
te il monte della Trasfigurazione. È
l' occasione della riflessione, della me-
ditazione, della preghiera, del dialogo,
dell ' incontro con Dio. È la carezza di
Dio nella mia vita". " on è la soluzione
a tutti i tuoi problemi - aggiunge Ro-
berto che viene periodicamente da Mi-
lano, ormai da più di tre anni - sarebbe
semplicistico affermarlo, ma è una fer-
mata tranquilla dove scendere dall'auto-
bus veloce dell'esistenza, dove si vive
con regole semplici per chiunque, dove
ti accorgi di quanto può essere bello
fraternizzare con sconosciuti che col
tempo scoprirai diventare amici, oppure
dove stare da solo per rincontrare un
Amico che credevi lontano ma che por-
tavi dentro di te". "Un luogo - aggiunge
ancora Gianfranco che insieme alla mo-
glie e a un'altra coppia di sposi anima
l'itinerario per i fidanzati - dove grazie
ai salesiani ho trovato per me, per mia
moglie e per i miei figli Don Bosco e la
possibilità di incontrarmi in modo più
' salesiano ' e vitale con Dio e con Gesù
Cristo".
UNA MISURA ALTA
A don Enzo Volpe, responsabile del-
la Pastorale Giovanile salesiana di Si-
cilia, abbiamo chiesto di aiutarci a
comprendere il significato di questa
nuova esperienza: "Fin dal suo inizio il
Centro ha offerto ai giovani del Movi-
mento Giovanile ampi spazi di spiri-
tualità. Per le sue particolari caratteri-
stiche, CasaTabor si presta non solo
all'accoglienza, ma soprattutto alla
condivisione, e propone in modo sem-
plice e chiaro un modo di intendere la
preghiera così come la viveva e la co-
LUGLIO/AGOSTO 2004 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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, •......••••..•.•••••••.•.•.•..•.••...............•......•.••..•••..•.••.•••...........
livello pensata soprattutto per i giovani.
.••••••
••••
•••••••••••••••••
Ragazze/i della catechesi per la Prima Comunione.
Casa Tabor, dove anche i colori cantano la Gloria di Dio. :
••••
municava Don Bosco. Questo per- nia don Edoardo Cutuli che vive a Casa menta i nostri sogni; profezia nel! 'indi- :
ché una vera azione pastorale deve mi- Tabor ormai da due anni - si stanno ac- care una strada per un cammino comu- :
rare a plasmare uomini e donne spiri- cendendo nella vita dei giovani parteci- ne che vede insieme famiglie, laici, :
tuali , introduce i giovani a vivere una panti. Le équipe che curano questi in- SDB e FMA uniti dall ' opzione per Cri-
grande amicizia con Dio, un rapporto contri sono sempre formate da salesiani sto e dall 'a1nore per Don Bosco e i gio- :
fraterno con gli altri , e una relazione e laici. Si lavora in sintonia, con grande vani che Lu i ha amato senza limiti, e :
serena e matura con se stessi. E per es-
sere uomini e donne spirituali secondo
il carisma di Don Bosco, occorre risco-
senso di corresponsabilità, scoprendo
con gioia, tappa dopo tappa, la bellezza
di lavorare insieme per il bene dei gio-
:IE che noi abbiamo scelto di amare se-
guendo il suo esempio e l'eredità che ci
ha lasciato».
D
prire fa dimensione della preghiera e
del silenzio proprio al!' interno della
nostra stessa spiritualità salesiana".
Destinatari di quest'opera, dunque,
sono i giovani delle nostre opere, le
giovani famiglie, ma anche le diverse
componenti della famiglia salesiana, i
confratelli, le consorelle che cercano
un ' oasi di raccoglimento e di quiete.
Per favorire questo particolare «cli-
ma», vengono accolti più volentieri i
piccoli gruppi, o anche singoli che
chiedono il servizio di un accompa-
gnamento spirituale.
PICCOLI SEMI DI LUCE
La comunità è attualmente composta
da tre salesiani (due sacerdoti e un coa-
diutore). Al! 'inizio di quest'anno, il
consiglio della comunità, che è compo-
sto da salesiani, da laici, da cooperatori
e anche da una FMA, ha varato una
serie di iniziative significative nel
campo del servizio ai giovani. L'ultima
domenica del mese è stata riservata ai
ritiri spirituali per giovani coppie di
sposi, mentre l'ultimo sabato a un itine-
rario per fidanzati . Un gruppo viene
anche aiutato nel discernimento voca-
zionale con l' itinerario Scommettiamo
la vita. "Piccoli semi di luce - testimo-
vani ".
CON CUORE
ORATORIANO
Don Bosco voleva che nei suoi am-
bienti ciascuno si sentisse «a casa sua».
«La casa salesiana - affermano le co-
stituzioni - diventa una famiglia quan-
do l'affetto è ricambiato e tutti, confra-
telli e giovani, si sentono accolti e re-
sponsabili del bene comune» (CC 16).
Casa Tabor porta questo nome proprio
perché vuole essere, innanzitutto, casa
che accoglie. Nino, che lo scorso anno
ha accompagnato, come catechista, sua
figlia al primo incontro con Gesù Euca-
ristia, così sintetizza le caratteristiche di
questa esperienza: «Casa Tabor è: oasi
di pace che alimenta lo spirito, riconci-
lia l 'anima e riempie di speranza, facen-
doti sperimentare che è possibile vivere
in comunità e in comunione con Dio,
nonostante i limiti, gli affanni, le preoc-
cupazioni quotidiane; riscoprendo che
Dio ci ama e non ci abbandona mai;
luogo di condivisione e comunione
con i fratelli salesiani che sono amici,
ma soprattutto compagni di viaggio che
Dio ci ha fatto incontrare per farci re-
spirare insieme l'aria del quotidiano, il
clima della famiglia salesiana che ali-
Per saperne di più:
095/968023 - casatabor@libero.it
Gli ospiti che lo desiderano possono
partecipare alle spese di vitto e di al-
loggio, ma il loro contributo rimane li-
..•••••••••••••••
______________ . bero e segreto. Sulla piccola casset-
ta delle offerte, che si trova nel sog-
giorno di Casa Tabor, si trova scritto
questo messaggio:
Puoi deporre in questa cassetta la
tua offerta se desideri che questa
comunità continui ad accogliere te, i
tuoi amici e tutti coloro che busse-
ranno alla nostra porta.
Ricordati che l'offerta che lasci non è
legata alla tua permanenza qui ; per
questo ci hanno già pensato quelli
che sono venuti prima di te.
Qui cerchiamo di costruire una pic-
cola catena di amore .. .
Quanto stai per donare permetterà a
qualcun altro, che non conosci e che
verrà dopo di te, di vivere qui con noi
qualche giorno.
Per lui/lei ti chiediamo anche una
preghiera.
Accompagna la vita della nostra co-
munità con il tuo affetto e il tuo ricor-
do orante.
Il Signore Gesù ti assista e ti proteg-
ga e faccia risplendere il suo volto su
.__di te.
......,
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS LUGLIOIAGOS[O 2004

5.6 Page 46

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a cura di Enrico dal Cavolo postulatore generale
'.
HO APERTO
LA FINESTRA
E CHIESTO AIUTO
Quella mattina provenivo dalla
chiesa dove ero stata a messa,
esse ndo il primo venerdì del
mese. Giunta a casa verso le
ore 12, sentendomi un po' stan-
ca, mi sono stesa sul letto con
la finestra aperta, anche se era-
vamo in ge nn aio. Alzandomi
poco più tardi avvertii un capo-
giro . Passai in un'altra stanza
per spalancare le persiane , ma
feci appena tempo a sedermi su
una sedia e aggrapparmi a un
tavo lino che ebbi un conato di
vomito. Rim asi immobi lizzata,
incapace di sorreggerm i in
piedi . Piansi, pregai , provai ~
ch iamare aiuto, ma nessuno mI
sentì. Forse in quel periodo di
tempo mi sono addormentata o
sono svenuta - non ricordo -.
Ripresami , ringrazia i il cie lo di
non aver acceso il gas per pre-
parare il pranzo. Solitamente
venivano le mie figlie , ma quel
giorno nessuno . Rimasi fino
alle 18, quando rivolsi lo sguar-
do su un 'imm ag in etta di Don
Bosco, dicendogli : "Per piace-
re , Don Bosco, fammi allungare
il braccio perché possa aprire la
finestra". Con uno scatto fui in
piedi e, sempre appoggiandomi,
spalancai la finestra, chiamando
aiuto. Dopo un po' giunsero i
volontari del soccorso, i pompie-
ri e i miei familiari. Fui portata al
pronto soccorso e poi all'ospe-
dale, dove rimasi 15 giorni. Tra-
scorsi alcun i mesi , ora sto abba-
stanza bene ed esprimo il mio
grazie a Don Bosco.
meraviglioso santo non solo ha
aiutato Michele a guarire, ma lo
ha anche sostenuto nel soppor-
tare la lunga sepa razione dal
fratello maggiore Tommaso e
dal loro papà. Ora la nostra fa-
miglia è riu nita. Ma il più gran
dono che mi ri empie di gioia è
sentire il piccolo Michele di 4
anni che mi rivo lge domande su
Gesù, come se lo sentisse pre-
sente : "Mamma, a Gesù piace il
colore viola? Vero che Gesù è il
capo di tutti?"; ... e tante altre. I
nostri bambini conoscono e
sentono vicini Gesù e Maria.
Loredana Vana ulli,
Cannobio (VB)
SUPERA
I PROBLEMI
RESPIRATORI
Desideriamo rendere pubblica
la grazia concessa da san Do-
menico Savio a favore del no-
stro terzo figlio Massimiliano
Maria. Durante la sua degenza
in rian imazione , il santo ci ha
sostenuto e l'ha guarito da pro-
blemi respiratori. Abbiamo affi-
dato nostro figlio alla protezione
del santo durante questi due
anni di vita che sòno stati per-
fettamente normali , in tutte le
varie fasi di crescita. Conservia-
mo l'abitino di san Domen ico
Sav io , mentre gli affid [amo i
nostri tre figli.
Mario e Angela Meli/lo, Salerno
SCOMPAIONO
I DOLORI
Carmelina Bracco,
Sestri Levante (GE)
SENTONO GESÙ
E MARIA
A fine maggio il nostro piccolo
Michele cominciò ad avere feb-
bre alta. All 'ospedale non ci si
rese conto che si trattava di una
grave setticemia. Dopo averlo
trasferito a Novara, telefona, a
una mia conoscente che aveva
ricevuto una grazia da san Do-
menico Savio a favore di suo
figlio ancora piccolo , affinché
pregasse per noi. Quando por-
tammo Michele , ormai in condi-
zioni disperate , da Novara ad
Alessandria, quella mia cono-
scente, tramite alcuni nostri pa-
renti, riuscì a mandarmi un abiti-
no del santo che io la mattina
seguente appesi sopra il letto di
Michele. Da allora pregai tanto
san Domenico Savio affinché il
bimbo potesse superare questa
terribile malattia che richiese
lunghe e dolorose cure. Questo
Affetta da talassemia dalla na-
scita, subii la prima trasfusione
a soli 6 mesi di vita. Ero talmen-
te piccola che i dottori , non riu-
scendo a trovare le vene per le
trasfusioni, infilavano l'ago nella
fronte o nei piedi. lo gridavo dal
dolore, fino a perdere la voce.
Iniziò così un calvario di dolori
sia per me sia per i miei genito-
ri: una malatt ia che divorava
progressivamente l'organismo a
causa del ferro conce ntrato
negli organi vitali. A 12 anni fu
presa la decisione di praticarmi
il trapianto di midollo , avendo
riscontrato compatibilità midolla-
re fra me e mia sorel la Betty.
Prima di partire per l'ospedale
LUGLIO/AGOSTO 2004 BS
una suora, amica di famiglia , mi
mise al collo l'abitino di Dome-
nico Savio , raccomandando a
mia madre di recitare la novena.
Ella così fece per tutto il periodo
del trapianto . Fui ricoverata a
Pesaro e ope rata il 2 febbra io
1989. Pur non complessa, l'ope-
razione di trapianto si protrasse
per 5 ore fino alle 16. Il farmaco
in iettato mi fece quasi sven ire
dal dolore: non reag ivo più , va-
neggiavo e piangevo per le for-
tissime fitte alla testa, finché mi
addormentai. L'indomani matti-
na mi sveg liai girandomi ve rso
la vetrata del box steri le, in cui
mi trovavo . Vidi per terra il li-
bretto della novena che mia
madre, angosciata, aveva ap-
pogg iato sull a mia testa. lo mi
sent ivo bene: i dolori erano
scomparsi , il trapianto era riu-
scito perfettamente. Oggi ho 27
anni , sono sposata da due anni.
lo e mio marito abbiamo grande
desiderio di avere un bambino,
per completare la nostra unione,
nonostante che il mio fisico
abbia subito gravi danni dalle
radiazioni della chemioterapia
praticata. Per questo all'ospeda-
le di Cagliari mi sono sottoposta
per un certo periodo a diverse
cure che finalmente mi hanno
dato speranza di poter partorire.
Per il futuro ci rimane un ango-
scioso problema, per il quale ho
nuovamen t e supp li cato san
Domenico Savio: se un giorno
avremo un bimbo, rischierà al
50% d'essere talassemico. lo
chiedo so lo una cosa al caro
Domenico Savio : se il nostro
bambino fosse destinato a es-
sere malato, non vorrei mai pro-
va re l' emoz ione d ' essere in
attesa , per non dovere essere
messa in cond izioni di ricorrere
all'interruzione di grav id anza .
Ho supplicato e supplico san
Domenico Savio che questo
non accada mai: abort i re è
orrendo, la mia vita si spegne-
rebbe ; la malattia del mio bam-
bino consumerebbe lu i fis ica -
mente e me mentalmente. Il test
di gravidanza è positivo . .. sono
felice , ma sarà un segno del
caro Domenico?
Michela Sinula, Sassari
Beato Michele Rua.
TESTIMONIANZA
DI FEDE
Nel novembre 2001 mi fu
confermato dai medici che
mio figlio Albino , di dieci
anni, avrebbe dovuto affron-
tare un secondo intervento
chirurgico al cuore. Scorag-
giata ~ timorosa, mi confidai
con un sacerdote salesiano
che mi affidò all'intercessio-
ne del beato Michele Rua ,
primo successore di Don Bo-
sco. Ogni giorno pregavo e
partecipavo alla santa Mes-
sa. Mio figlio fu ricoverato In
ospedale il 29 gennaio 2002
(memoria mensile di don
Rua) ; fu poi operato il 31
gennaio, festa di Don Bosco,
e uscì dall'ospedale il 6 feb-
braio, memoria mensile della
festa liturgica di san Domeni-
co Savio. La ripresa post-
operatoria fu ottima. Sotto-
posto ai period ici controlli ,
ancor oggi gode buona salu-
te. Quotidianamente mi affi-
do all 'intercessione del beato
Michele Rua, affinché pro-
tegga la mia famiglia .
Maria Grazia Fu/Ione,
Taranto
M. Romero Meneses Laura Meozzi
È NATO
UN NIPOTINO
Leggendo il Bollettino Salesiano
mi domandavo chi fosse il gio-
vane san Domenico Savio , al
quale si raccomandano le mam-
me in attesa. Quando mia nuora
stava per avere con qualche dif-
fico ltà il suo bambino , pregai
anch 'io questo santo . Dopo
pochi giorni è nato Gabriele, un
amore di nipotino, sano e forte.
Intendo ora ring raziare pubbli-
camente, come ho promesso,
san Domenico Savio per questa
grazia e conoscere meglio la
sua vita.
Roberta Ciampi Tani, Firenze
Per la pubblicazione non si
riene conro delle lettere n~n
f irmate e senza r~capito. _u
1.1·.c h1..e sta si potra omettei e
l' indicazione del nome.

5.7 Page 47

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Don
MARCELO MARTINIANO
FERREIRA
Musicista, attualmente organista
a Niteroi in Brasile, nell'Istituto
salesiano Santa Rosa, dove
esiste un organo di 11 mila canne,
5 tastiere e centinaia di registri. ..
Lei è un musico: considera la musica un mezzo di apostolato?
Perché?
Altro chef Del resto, come salesiano non posso non credere ali' apo-
stolato musicale. Lei ricorderà certamente il famoso detto di Don
Bosco "Un oratorio senza musica è come un corpo senz'anima!". La
musica è uno dei linguaggi più incisivi e più compresi dai giovani.
È vero, secondo lei, che esiste anche una musica Hsatanica" e
una musica sacra?
La musica... è la musica, senza altri aggettivi. Al massimo può esse-
re bella o brutta. Nient'altro . Sono le parole che gli danno un senso o
la mens di chi la compone, o la sensibilità di chi la suona o l'ascolta.
La musica è capace di sottolineare e dare spessore a parole e immagi-
ni, più che crearle.
Comunque, la musica trasmette sentimenti ed l)mazioni fortissi-
me ... Per chi è stato educato~ capirla o per tutti?
È vero! E tutti riescono a emozionarsi perché c'è del sentimento in
tutti. Non avere sentimenti significa non essere uomini. I suoni acuti e i
gravi; i suoni dolci, il pizzicato, il contrappunto, il ritmo lento o velo-
ce, il piano, o il forte, o il fortissimo ... Sono decine e decine le espres-
sioni musicali, decine i registri. E lei non ha torto quando insinua che
occorre essere educati a capire la musica.
La strumento in assoluto più completo è l'organo. Secondo lei è
anche lo strumento che trasmette più emozioni ai giovani?
Sono portato a credere di sì. Comunque, molto dipende da chi lo
suona. Personalmente sono convinto che anche ai giovani possa pia-
cere: l'organo ha registri per tutti i gusti. Spessissimo l'idiosincrasia
dei giovani per l'organo dipende proprio dal fatto che non lo conosco-
no e dunque non sanno capirlo e gustarlo . Lo stesso discorso vale per
la musica classica: ciò che si ignora viene a nausea.
C'è un messaggio che vorrebbe lanciare ai giovani?
È semplice: studiate musica, abituatevi a capirla, sforzatevi di in-
te,pretarla. La musica è il linguaggio di Dio... e l'organo è lo stru-
mento tipico di questo linguaggio, perché in qualche modo contiene e
riassume tutti gli strumenti. Non per nulla è lo strumento tipico della
liturgia.
FOCUS
PEDRINHO
Staziona perennemente sulla
porta della casa/famiglia per
"menifios de rua" dopo che
una mano amica ce l'ha porta-
to, recuperandolo da un cuni-
colo fognario della città. Una
orribile ferita gli deturpa il
volto ancora bambino. Gliel'ha
procurata la fucilata di una
guardia degli esquadroes da
morte durante una battuta di
caccia al menino! È riuscito a
salvarsi nascondendosi in un
tombino. Non parla, Pedrinho,
guaisce. Come i cani. Gli unici
amici che ha avuto dai quattro
agli otto anni, durante la sua
permanenza in strada. Le per-
sone gli fanno paura, e ogni
volta che vede da lontano la
divisa di una guardia, corre a
nascondersi da qualche parte,
tremando come una foglia e
guaendo disperatamente, quasi
chiamasse in soccorso i suoi
amici a quattro zampe. Da
poco è nella casa dove ragaz-
zini come lui tentano un fati-
coso cammino di recupero .. .
Ce la farà a reinserirsi nella
società cosiddetta civile?
Forse. Forse troverà anche
qualcuno che, prima o poi, gli
ridarà un volto decente. Ma
chi mai gli riaggiusterà la psi-
che, chi gli lenirà le ferite del-
1'anima?
a
BS LUGLIO/AGOSTO 2004

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
SFIDE ETICHE
di Gianni Russo
Gli sguardi
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di Giancarlo Manieri
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A spasso per la Respublika
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SOCIETÀ
di Mario Scudu
Logos, eros , tekne...
INSERTO CULTURA
di Natale Maffioli
Il museo di Shillong