Bollettino_Salesiano_200404

Bollettino_Salesiano_200404

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- SANTITÀ GIOVANILE
di Pascual Ch6vez Villanueva
l FRUTTI DEL SISTEMA
PREVENTIVO
NINNI E XAVIER
Questo mese fermiamo la nostra attenzione su Ninni Di Leo
(Palermo 1957-1974), e Xavier Ribas (Barcellona 1958-1975),
coetanei anche nella santità della vita.
Ninni vis-
se una
storia
normale fino
al giorno in cui
il male lo col-
pì e la soffe-
renza lo for-
giò come
l'oro nel cro-
giuolo. Frequentava l'Isti-
tuto per geometri e andava bene in
tutto tranne che in italiano . La
materia preferita era la geografia :
ne aveva una vasta conoscenza ,
ma arrivò secondo nella gara d'isti-
tuto e fu contento per la vittoria del
suo compagno , perché "lui oltre lo
studio lavora come panettiere col
padre". Altruista per natura, non
pensava mai a sé.
A 12 anni cominciò a frequentare
l'oratorio salesiano Ranchibile, a
Palermo. Due i riti della domenica: al
mattino la preghiera e l'immancabile
Messa, al pomeriggio, con l'orecchio
incollato alla radiolina , l'lnter. Amava
la musica, il ballo, la pallacanestro
(era alto 1,82) e il calcio-balilla. La
malattia, non in agenda, arrivò nell'e-
state 1973. A luglio fu colpito da
un'improvvisa crisi: mal di testa,
vomito, viso livido. Una gran corsa
all'ospedale col cuore in gola e la cri-
si passò, ma il verdetto dei medici fu
terribile: leucemia. Si tentò l'impossi-
bile: Ninni e la mamma si recano
all'ospedale a Parigi. Là egli diventò
il ragazzo più ricercato, svago e
conforto degli altri bambini che come
lui lottavano contro la morte. A qual-
cuno leggeva e traduceva la vita di
Domenico Savio che teneva sotto il
cuscino, ad altri insegnava a soffrire
e offrire. Faceva ridere il suo modo
goffo di parlare il francese, ma tutti
restavano ammaliati dal suo sorriso.
In quell'ambiente, dove non pochi
APRILE 2004 BS
erano atei , egli si metteva a pregare
con la mamma. Ninni amava pregare
soprattutto in compagnia perché
"dove due o più sono uniti nel mio
nome, io sono in mezzo a loro". Fa-
ceva spesso la Comunione ma non
voleva che diventasse un'abitudine :
voleva gustarla ogni volta.
coscienza della sua vocazione cri-
A Parigi dopo un primo periodo, stiana e irrobustisce la volontà di
passò a una fase di terapia intensiva rispondervi con radicalità. Il frutto
e dolorosa nella camera sterile, isola- sarà un progetto di vita che in bre-
to dal mondo. Un giorno il primario,
vedendolo soffrire molto "Sfogati, gli
disse, dì le parolacce! Possibile che ~
non ti ribelli mai? Che cosa hai fatto
a Dio?". La risposta di Ninni fu lapi-
daria e un po' comica: "Che cosa
c'entra Dio? Il Signore non ha forse
sofferto tanto? E poi a dire le paro-
lacce non c'è alcun piacere, uscireb-
bero sterilizzate dalla camera steri-
le". Il soggiorno a Parigi terminò
quando ebbe termine anche la spe-
ranza di guarigione. Tornò nella sua
Palermo per passarvi gli ultimi mesi
di vita. Aveva ancora voglia di vivere,
studiare, giocare a pallacanestro,
ascoltare musica, ballare... A una
festa in suo onore si lanciò ancora in
pista con entusiasmo, tra lo stupore
di tutti. Fu l'ultimo ballo. Il 23 gennaio
1974 volava in cielo, il viso disteso,
sereno e un chiaro sorriso sulle lab-
bra.
X avier trascorre l'infanzia in
famiglia dove, nelle ore libere
dalla scuola, dà una mano
nel piccolo negozio dei suoi. A 15
anni conosce il Centro Giovanile
Salesiano di Martf-Codolar che a
poco a poco diviene il suo punto di
riferimento nel processo di crescita
umana e cristiana. Ecco la valenza
formativa di un oratorio e/o di un
gruppo quando funzionano a dove-
re! Xavier, infatti, s'inserisce in un
gruppo formativo dove prende
l
Volare alto, librarsi nel cjelo
limpido e terso di Dio... E stato
l'ideale di Ninni e di Xavier.

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April e 2004
An no CXXVIII
Numero 4
ve lo porterà a fare grandi passi nel
suo cammino di maturazione spiri-
tuale.
n19 luglio 1974 scrive nel diario: "Il
mio impegno si può riassumere così:
attuare nei diversi ambienti (famiglia,
scuola, amici , negozio dei genitori,
gruppo) ciò che esige la fede ... una
dedizione quotidiana alla preghiera -
che per me consiste nella lettura del-
la Parola e nel ricordare fratelli e ami-
ci- e una revisione della mia vita o di
un evento particolare". Una traduzio-
ne aggiornata, come si vede , del pro-
getto di vita di Domenico Savio! Pro-
ponibile a tutti! Il gruppo di cui è ani-
matore lo spinge a impegnarsi mag-
giormente verso i più piccoli e a pro-
digarsi in un quartiere popolare come
membro di un circolo sociale pro-
mosso dal Centro.
È relativamente facile vivere la
fede cristiana all'interno di un gruppo
formativo. Più difficile è attuarla in·
famiglia, dove i rapporti e la fiducia
non sono privi di difficoltà per un ado-
lescente, e nella scuola statale, dove
ci sono compagni poco sensibili al
tema religioso e di fede superficiale.
Xavier sa di dover manifestarsi come
vero cristiano: è una fatica, ma anche
uno stimolo. Egli si propone di dialo-
gare a casa, di vincere la sua timi-
dezza a scuola e di impegnarsi nel
sociale, ma nel nome di Cristo. E lo
dice chiaro e tondo a tutti. Vita nor-
male quella di Xavier, ma in essa Dio
fa sentire la sua voce: "Guardando la
mia vita e senza sapere perché,
giacché non c'è niente di straordina-
rio in essa, sembra che Dio mi abbia
attratto e chiamato. Da parte mia sto
tentando di seguire il cammino nono-
stante le difficoltà", scriveva il
18/9/1974. Questo appello si fa più
pressante nell'incontro formativo del-
l'estate 1975: "Credo che Cristo mi
abbia chiamato; devo rispondergli.. .
Se Lui non fosse con me, sarei un
povero ragazzo, solitario e ignoran-
te.. . Con il suo aiuto voglio vivere
sempre di più come cristiano... Que-
sto è lo scopo della mia vita. "
(29/711975) .
Xavier soddisfa pienamente la sua
voglia di pienezza in Dio il giorno
4/1 0/1975, festa di San Francesco
d'Assisi. Ritornando da una gita in
montagna con tre amici, Xavier cade
improwisamente e muore, per entra-
re nella domenica senza fine . D
Copertina:
il dibattito sui giovani
e la fede è sempre vivo:
s'interroga la Chiesa,
s'interrogano gli operatori
di pastorale, gli educatori,
i socio/agi...
Foto : Cipriano Demarie
- cHIESA
12 Wojtyta il maestro (3)
- GIOVANI
14 La fede giovane
- CAsA NOSTRA
18 Alt re stelle nel firmamento
- viAGGI
20 Oltre la tempesta
- ~ NS RTO CULTURA
23 Museo di Lombriasco
Mensil e di informazione
e cul tu ra reli giosa ed ito
dall a Congregaz ione Sales iana
di San Giova nni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MAN IERI
di Sa vina }emina
di G iuseppina Cudemo
di Enrico Dal Covo/o
di Gianca rlo M anieri
di Natale M affioli
28 Una scuola senza confini
di M aria Antonia Chine/lo
- RuBRICHE
2 11 Rettor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia e nel
Mondo- 11 Osservatorio- 16 Box- 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Doctor f. -
30 Libri- 32 On Line- 34 Come Don Bosco- 36 Movimento Salesiano- 37 Laetare et
benefacere... - 38 Sfide etiche - 40 Casa Nostra - 41 Dalle missioni- 42 Prima Pagina -
43 11 mese- 44 l nostri m orti- 45 Relax - 46 l nostri santi- 47 In primo piano/ Focus
Redazione: Mari a Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto- Vito Orlando
Collaboratori : Severino Cagnin • Ernesto Gattoni
Giuseppina Cudemo • Graziella Curti - Carlo Di Cieco
Bruno Ferrera - Cesare Lo Monaco - Jean-François Meurs
Giuseppe Morante - Vito Orlando - Marianna Pacucci
Gianni Russo - Roberto Saccarello - Fabio Sandroni
Arn aldo Scaglioni - Serd u - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco · Cipri ano Demarie
Chiara Fantini - Vincenzo Odorizzi - Guerino Pera
Pietro Scalabrino- Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
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È possibile leggere in anticipo
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Il BOLLETIINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 55 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 151 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Sta mpa
Periodica Italiana
BS APRILE 2004

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di Carlo Di Cieco
CAMBIAMENTI
È sempre più urgente lavorare insieme perché il volto della società
cambi radicalmente, che i paesi ricchi e industrializzati si pongano
il problema di quelli poveri ed emarginati, che l'educazione educhi
davvero le masse giovanili alla pace, alla giustizia, alla convivialità
senza manipolarli. Il futuro passa attraverso un percorso educativo
che fornisca ai giovani strumenti per orientarsi.
' ' T utte le risorse politiche delle
forze conservatrici del XX
secolo sono state impiegate
al fine di permettere ai ricchi di
convincere i poveri a utilizzare i propri
diritti politici per mantenere i ricchi al
potere". Si tratta di un'osservazione di
un leader laburista inglese che , se
approfondita senza pregiudizi, trova
una catena infinita di riscontri nei fatti
storici del secolo appena trascorso.
Ma è un paradosso ormai comune
anche in questi sanguinosi inizi del
terzo millennio.
D Quando la dottrina sociale della
Chiesa con papa Giovanni pose i
quattro pilastri (giustizia, libertà, verità,
amore) a fondamento della pace,
metteva le premesse di una rivoluzione
senza odio di classe - ma pur sempre
di una rivoluzione -che prendesse le
mosse dalla semplice constatazione
che i poveri sono legione e che non
sono frutto del caso o della loro
inefficienza. L'acuirsi del bisogno di
fare guerre infinite per mantenere
privilegi di minoranze e le attuali
disparità tra i vari popoli e all'interno
delle stesse nazioni, con lo specioso
pretesto della sicurezza (e ad essa
sacrificando le libertà e altri diritti
fondamentali), è il pericolo maggiore
che corre la credibilità della proposta
educativa ai nostri giorni.
D l giovani sono il barometro del
cambiamento per loro stessa natura.
Ma la loro voce, sotto il profilo del
cambiamento, viene o repressa o resa
tanto lieve da perdersi nel nulla. A ben
guardare, quando i giovani ci chiedono
di fare meglio o altrimenti, noi adulti non
li ascoltiamo. Anzi per evitare il pericolo
che contestino l'andamento delle cose
ereditate, o vengono ingolfati di consumi
e di visioni del tutto materialisti e di corto
respiro, o vengono disinformati dallo
stesso sistema che essi vorrebbero
cambiare. Con il cinico risultato che la
guerra la teorizzano e la dirigono gli
adulti ma la fanno combattere ai giovani.
Se si spulciano i programmi politici dei
partiti si trova ben poco per i giovani. E
quello che si trova non ha una
coerenza interna a un discorso di vero
cambiamento che la generosità dei
giovani richiederebbe . Si tratta di
politiche frammentarie , non di visioni
APRILE 2004 BS
organiche di cambiamento per una
giustizia, una libertà, una verità e un
amore più grandi come i giovani
sognano e sperano fino a quando
impattano con le grandi delusioni del
mondo lavorativo o dei compromessi
esistenziali .
Allora si dice che un giovane è
diventato grande.
D Il grave non è tanto che siano molti
(come sempre) i giovani disponibili a
lasciarsi manipolare, ma che la
maggiore preoccupazione dei sistemi
sociali punti a rendere i giovani
manipolabili. La cosa peggiore che
possa capitare a un giovane è di essere
ridotto alla condizione di chi è pronto a
cedere alla forza o all'inganno. Riuscire
a manipolare un giovane o a piegarlo
con la forza ai nostri desideri è come
rubargli la gioventù anzitempo. E di
venditori che vanno dicendo di fare il
bene dei giovani, oggi ne è pieno il
mercato, questa mostruosa piazza
globale dove tanti incrociano i passi ma
dove gli affari, stranamente, riescono a
pochi.
D Più che mai, un futuro migliore
passa non solo attraverso
l'informazione, ma anche attraverso
un percorso educativo che fornisca ai
giovani gli strumenti per orientarsi in
mezzo alla saturazione del mercato
informativo. Se nessuno nasce
imparato e ci sono voluti decenni per
creare coordinate efficaci nell'età
industriale, è scontato che occorra
essere accompagnati anche nell'età
informatica a essere piloti della propria
vita. Nei secoli passati si poteva
incorrere nell'errore di non conoscere a
motivo delle limitate strumentazioni di
tempo e di spazio nella comunicazione
degli eventi fuori dalla portata degli
agglomerati urbani. Ora si può
incappare nell'errore non per
mancanza di strumenti per la
conoscenza, quanto piuttosto per le
manipolazioni della verità e per le
bugie o mezze verità che possono
riempire questi strumenti.
Attrezzarsi contro la manipolazione
della verità che i diversi poteri coltivano
con cura gelosa, diventa la sfida più
importante nella formazione educativa
di grandi e piccoli.
D

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1.6 Page 6

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la terra dei palestinesi, e dun- che se Europa e Stati Uniti partita in oratorio porti i suoi
que lascio fuori Israele, nel volessero risolvere la que- frutti buoni come è avvenuto
cui territorio non ci sono pa- stione avrebbero le carte per col suo fidan zato. La cui rea-
lestinesi. Ora attenta: le aree farlo e in brevissimo tempo. zione alla libertà liberticida
marroni sono quelle autono- Tu continua a coltivare desi- dei festaioli di quella sera è
me in cui abitano e comanda- deri di pace, prega Dio che da considerarsi normale in
no i palestinesi. Le aree un agiti un po' le coscienze dei uno "cresciuto all'oratorio",
po' pùì gialle sono quelle in potenti e metta un po' d'or- come lei scrive, che perciò è
cui c'è, diciamo, un controllo dine in "questo guazzabuglio stato educato col Sistema
bipartisan, come dicono oggi, del cuore umano".
Preventivo, e intuisce, o sa
sia palestinese sia israeliano.
bene che certi comportamenti
Le zone bianche invece sono
~ sotto il totale controllo di
I..:J Israele. Tu ti domanderai:
sono contro il buon senso,
RATORIO AMBIEN- contro la salute, contro il
TE PROTETTO? Egre- sentire religioso e, buon' ulti-
perché ci sono gli israeliani gio Direttore, col mio fidan- mo, contro la legge. L'auto-
nella terra dei palestinesi? zato siamo stati a una festa controllo e /' autocensura, ca-
Giusto interrogativo. Il per- (non oratoriana n.d .r.) ben ra signorina, sembrano oggi
ché te lo svelano i tanti riuscita fino a mezzanotte. categorie "aliene" . Chi non è
triangoli grigi, che rappre- Dopo succede che tutti si stato abituato a lottare "con"
sentano gli insediamenti mettono a fumare ... e non si- (legga "contro") se stesso,
israeliani in territorio pale- garette! Il mio fidanzato e io vale a dire a scegliere contro
stinese (si tratta di villaggi educatamente salutiamo e ce i propri istinti primordiali o,
che Israele ha costruito ille- ne andiamo. Lui è stato dra- se vuole, selvaggi, cavernico-
galmente e che sono collegati stico... addirittura, secondo li, palafitticoli; chi non è
O da strade "by-pass" che pas- me eccessivo nella sua rea- stato educato a fare a meno
L MURO DELLA DI- sano, ovviamente, nei terreni zione verbale. Io invece riten-
SCORDIA. Caro diretto- privati dei palestinesi ma go che a 28 anni siamo abba-
re, se non chiedo troppo vor-
rei che mi spiegasse perché
un muro - e mi riferisco a
quello costruito dagli Ebrei
per difendere il loro territorio
dagli attacchi dei kamikaze -
non potrebbe essere una cosa
buona e anzi ottima, se final-
mente spartisce il territorio
creando un confine e permet-
tendo a due popoli di vivere
ciascuno sul suo. A me pare
una cosa da fare, ma un mio
compagno di scuola mi dice
che sono scema [... ].
Simona, Roma
sono riservate a uso esclusi-
vo degli israeliani. Capisci il
pasticcio? Adesso però non
chiedermi di spiegarti queste
stranezze, perché la cosa è
talmente complicata che nes-
suno ci cava le gambe, nem-
meno i diretti interessati . Per
darti una spiegazione biso-
gnerebbe cominciare ... dal-
l' Antico Testamento! Parlo
sul serio. A questo punto, co-
minci a renderti conto di che
cosa in realtà significhi co-
struire un muro(?). Non è un
muro, insomma , cara Simo-
na, sono tanti muri, alcuni di
stanza grandi per rispondere
di comportamenti, diciamo,
anomali. E gli ho fatto notare
che certe feste ormai finisco-
no si può dire abitualmente
come è finita la nostra. Non ci
siamo trovati d'accordo. Lui è
cresciuto in oratorio e io no .
Il mondo salesiano che mi ha
presentato mi piace. Voglio
però essere sicura, ed ecco la
domanda: [..] l'oratorio può
essere considerato un ambien-
te protetto?
Elisabetta ... @tin.it
Cara signorina, l'oratorio,
Mi piacerebbe conisponde-
re con italiani che hanno
voglia di comunicare e fare
amicizia. Youssef Massab-
ni, Kussur Kabbani 1112,
Damasco - Siria.
Sono una ragazza che ama
la semplicità. Mi piacereb-
be corrispondere con ragaz-
ze che come me credono
neli 'amicizia per scambio
lettere e idee. Rizza Vero-
nica, Vico Giovanni Pugli-
si 10, 97015 Modica (RC).
Avete per caso dei punti
scaduti di qualsiasi tipo? In-
Cara Simona, non sei scema, cemento, altri di altro gene- negli intenti di Don Bosco, è
stai tranquilla. Forse un po' re; e la Cisgiordania rischia un ambiente educativo. La
ingenua, ma vedo che hai di trasformarsi in uno Sta- fattispecie di educazione che
buoni sentimenti, che desideri to/gruviera. Te l'ho fatta si cerca di impartire in detto
viatemeli e io vi rimborserò
le spese postali e una carto-
lina di ringraziamenti. Bol-
lasina Terenzio, Via Fiori
che tutti gli uomini vivano in
pace e per questo sei disposta
a sopportare peifino dei
muri. Se fosse cosl semplice,
anch' io sarei del tuo parere.
Ma la realtà del muro in Pa-
lestina non è cosl lineare e
decifrabile come credi. Ti
invio la cartina di Israele
dove puoi renderti conto di
semplice per farti capire le
linee generali del problema,
il quale, ahimè, è ben. pùì
complicato di quanto puoi
immaginare (rivendicazioni,
interessi, sicurezza, estremi-
smo, terrorismo , corsi d' ac-
qua, sopravvivenza, profu-
ghi. .. C'è di tutto). Ci si
stanno scervellan.do le diplo-
ambiente è quella "preventi-
va". In tal senso un oratorio
può dirsi protetto: cioè custo-
dito, difeso, tutelato da un
ombrello educativo, da atti-
vità formative , da comporta-
menti "sani", da attenzioni
spirituali. Sarebbe davvero
sconcertante che in un am-
biente di questa fatta , in oc-
10, 20010 Inveruno (MI).
Sono una persona sola e
vorrei corrispondere con
persone che come me cre-
dono nei valmi più forti: la
fede, l' amicizia, la frater-
nità.. . Venturiero Lucia,
Casella Postale VRC 634,
Bari Centrale.
che cosa significhi il famoso mazie di tutto il mondo e non casione di una qualche festa VoiTei corrispondere con
muro di cui tutti parlano. Ti n.e vengono a capo. La col- "a mezzanotte tutti gli altri si ragazze/i residenti in Sici-
metto solo la cartina della pa? Non so a chi darla ... mettano a fumare , e non siga- lia. Maria Paola Rusi-
Cisgiordania, cioè di quella forse un po' a tutti : israelia- rette...". Non c'è nemmeno gnuolo, Via Cesare Fani,
che, secondo gli accordi in- ni, palestinesi, ma anche , ec- da pensar/o alla lontana. Mi 94, 00139 Roma.
ternazionali, dovrebbe essere come, all'Occidente.. . Penso auguro che l'educazione im-
APRILE 2004 BS

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di piaceri pericolosi, a ragio- problemi (sono pochi, pochis- ciamo schifati: "Che schi-
nare sulle conseguenze di simi, si contano su una mano) fo!", di fronte a certi pro-
certe scelte, è fa cile che si e non fanno altro che an- grammi, ma li consumiamo
comporti come lin robot: una noiarsi, e vanno in cerca di comunque . Così lo scopo di
macchina supertecnologica avventure per dare un po' di chi ce li prepara e forn isce è
che si dà da fare finché ha sale al proprio insipido quoti- raggiunto. Perché ai "padro-
"carica in corpo", poi, termi- diano , e ingeriscono tranquil- ni del vapore" non interessa
nate le batterie, è solo un am- lanti per tranquillizzare il lo- se consumiamo gustando o se
masso di ferra glia , esposto a ro niente, e si riempiono di consumiamo imprecando, a
tutti gli scempi. E non basta- cose che non pesano per rie- loro interessa il semplice e
no 28 anni sul groppone per quilibrare la loro bilancia puro consumo e stop, tanto
rinsavire: ci sono imbecilli a vuota. Se li interroghi si la- sanno bene che "accidentia
tutte le età. Perciò , gentile mentano di tutto. Non sono non migrantur" , gli accidenti
Elisabetta, a volte serve qual- fe lici come appare dall'ester- - che gli mandiamo - non
che scossa, qualche parola no. C'è chi, invece, di proble- hanno capacità migratorie,
forte , qualche atteggiamento mi ne ha anche troppi, dalla quindi non colpiscono.
"contro" ... Ma , sono convin- mattina alla sera, e anche la Lei ha peJfettamente ragione
to che più di ogni altra cosa notte. Tra costoro, anche se sul tipo di disastro morale che
serva recuperare la valenza sembra assurdo , si trova più combinano certi programmi
t./valoriale del vivere: non tutto
è lecito, e di ciò che è lecito
non tutto è educativo. Insom-
ma c'è bisogno di educazio-
ne. Ma l' educazione è un' ar-
te , non bisogna dimenticarlo .
Per educare efficacemente,
occorrono artisti, e per diven-
tare artisti occorrono impe-
gno, informazione, dialogo,
attenzione , sacrificio, e alle-
namento, allenamento, alle-
namento.
J"30NO SCONFIT-
TA... Caro direttore, mi
facilmente chi ti dice di esse-
re felice. Perché ha sempre
qualcosa da risolvere, perché
misura in continuazione quan-
to vale, quanto coraggio ha a
disposizione , quanta pazienza
lo sorregge, quanta creatività
possiede, quanta forza d'ani-
mo lo supporta, quanta grinta
lo fa procedere nonostante
tutto e magari contro tutto ...
Perché, infine, Dio è laforza
dell'uomo: "Beati quelli che
hanno in Te la loro forza "
(SI. 84 ,5); Egli, Dio , "si ral-
legra nella tua forza" (SI
21 ,l). Non ti arrendere dun -
TV. Contro tale scempio tut-
tavia abbiamo poche armi, e
chi questi programmi li ap-
pronta, lo sa. Della TV, di In-
ternet, dei lettori audio-video,
dei telefonini oggi nessuno (o
quasi) fa più a meno . Stante
questo dato che è macrosco-
pico, il resto viene da sé: le
compagnie mediatiche lo sfrut-
tano unicamente a loro van-
taggio.
Si dice che a causa dei piccoli
schermi (TV, computer, cellu-
lare.. .) tutti siamo diventati
un po' guardoni, nonostante
sento amareggiata... sconfit- que.
che molti se ne angustino e
ta... non protetta da chi do-
magari ne siano disgustati.
vrebbe proteggermi... mi
J"3 sento sfruttata nel lavoro.. . In
CJ realtà vorrei quel poco che mi
Chi fa i programmi sfrutta pro-
TUFA PELL'IMMO- prio questo "guardonismo"
RALITA Caro Diretto- (perdoni l'orripilante neolo-
serve per vivere meglio, non re... sono stufa della smisurata gismo) degli utenti: calenda-
voglio la luna...
immoralità e impudicizia che ri, sfilate, pubblicità, letteri-
Anna, Catania
la TV addirittura si vanta di
approntare... Adesso poi con i
ne, veline, semaforine ... e via
svestendo. Si è rimasti in
Cara Anna, sorridi alla vita e calendari "attistici" che da pochi a parlare di valori. Ep-
non ti stancare mai di spera- gennaio hanno inondato le pure, abbiamo un potenziale
re. La speranza non deve mo- case e prima le vetrine... Ma infinito. Di fronte al vuoto,
rire. Se muore, tutto non ha insomma, per chi ci prendono? ciò che vuoto non è conta di
più senso. Il bello della vita è
la lotta, la fatica del crescere ,
più, pesa di più. Noi che cre-
Anna Maria , Asti diamo ancora ai valori, vo-
del non arrendersi, dell' af-
gliamo essere certi di conta-
frontare ogni giornata col
proposito di non lasciarsi
affondare dalle onde che 24
ore su 24 agitano il mare del-
l' esistenza. C' è chi vive senza
Ci prendono per babbei, cara
signora.. . e per potenziali
consumatori. Il bello (o forse
è meglio dire il brutto) è che
per certi versi lo siamo sul
re/pesare di più, vogliamo es-
sere più incisivi. È vero, oggi
il niente è talmente tanto che
avvolge nel suo nulla ciò che
è qualcosa. Ma, stia certa, se
serio dei babbei, perché non il qualcosa che abbiamo e do-
siamo solo consumatori po- niamo è "il bene" potrà suc-
Non ci è stato possibile p~b­
blicare tutte le lettere pel v:~
nute in reda zw ne . Ce .
scusiamo. Provvederemo. a
suo tempo alla pubbllcauo-
tenziali, siamo piuttosto con-
sumatori reali... di tutto quel-
lo che ci ammanniscono. Ma-
gari ne parliamo male, li
mandiamo a quel paese, di-
cedere che perdiamo qualche
battaglia, ma alla fine vince-
remo la guerra. È garantito.
E la garanzia è di quelle
buone, viene dall'Alto.
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
de nza :
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse @sdb.org
BS APRILE 2004

1.8 Page 8

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SELARGIUS,
SARDEGNA
IN CARCERE
L ' oratorio salesiano di Selar-
gius, attraverso la sua com-
pagnia teatrale ha offerto ai
giovani detenuti della Colo-
ni a Penale di f s Arenas la
commedia brillantissima in
dialetto "Su Sabatteri" - il
ciabattino -. Presentatrice,
Carlotta di otto anni! Spetta-
tori attentissimi e diverti-
ti , 50 giovani detenuti , lO
age nti di polizia penitenzia-
ria e altri 60 visitatori, per
90 minuti di spensierato di-
vertimento. Un 'esperienza
indimenticabile per gli ora-
toriani, i detenuti e gli stessi
agenti di custodia.
APRILE 2004 BS
PISANA, ROMA
CONSIGLIERE
PER L'ITALIA
Don Pierfausto Frisali è stato
chiamato dal Rettor Maggiore
a ricoprire la carica di Consi-
gliere per l'Italia. Sostituisce
don Adriano Bregolin, dive-
nuto Vicario del Rettor Mag-
giore. Prima delegato per la
Pastorale giovanile dell ' ispet-
toria romana, poi direttore e
preside al glorioso liceo di
Villa Sora a Frascati, infme,
per qualche mese, ispettore
della provincia romana. Ora,
come Consigliere generale,
coordina nove ispettorie italia-
ne e una del Medio Oriente
con circa tremila confratelli
che operano in tutti i settori
della pastorale salesiana (scuo-
le, formazione professionale,
panocchie, oratori, centri spe-
ciali, case famiglia, ecc.). Un
lavoro diversificato e comples-
so che don Fausto dovrà segui-
re con particolare attenzione
dati i tempi e le circostanze.
LA MISSIONE VA
Le isole Salomone, un po '
dimenti cate dalla comunità
internazio nale, costituiscono
un a nazione la cui organiz-
zazione è ancora tribale e
dove i capi tribù sono i veri
governanti , a volte in con-
trasto cruento tra loro con
prevedibili conseguenze: mol-
ti, infatti, sono i conflitti et-
nici ancora in atto. I sa lesia-
ni ci sono da pochi anni con
una sc uol a tecnica, una par-
racchia e alcuni centri mis-
sionari. Il loro sforzo è quel-
lo di offrire ai giova ni con-
vinzioni superi ori alle usan-
ze tribali. Un programma
ambizioso e indispensabile.
La parrocchia tra l'altro ge-
stisce scuole di alfabetizza-
zione e fornisce assistenza
sanitaria e di pronto soccor-
so . Numerosi i gruppi di vo-
lontari che si recano alle So-
lamon per dare una mano ai
sa les iani.

1.9 Page 9

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redazione le
NUMISMATICA
a cura di
Roberto Saccarello
LORETO, ITALIA
UN RITIRO
PARTICOLARE
Il 28 agosto i sacerdoti con
cinque anni di messa, radunati
per fare il punto della loro
formazione e del loro aposto-
lato, dopo cinque anni dal-
l'ordinazione, hanno ricevuto
la visita del Rettor Maggiore.
"Non potevo mancare", ha
detto loro. Ed era facile in-
tuirne la ragione: essi rappre-
sentano il futu ro della congre-
gazione, quelli che meglio
sanno interpretare le esigenze
e le istanze dei giovani di
oggi. Per l'occasione il Supe-
riore ha potuto inaugurare nel
parco il percorso della "Via
eU t), hLLitVI E
,d· l"lL,ILlLll\\ t:('.Tl1l't L(lt:rw
~~ l!fllV/~1\\l Lltl iU.:.(' hiLLtlmfll
l t~ìll<l•f\\1 ~Cll'< I:J)(f/;l:t H•U t lì! Wf1(l
>tfHI> llt [' tll./:liiJW
,/:lt t•tllf: 1tt:l:/:
Ullt l•U t, t•tll•t•
Lucis". Così la casa per ritiri ,
posta sul colle del Colle di
Loreto, offre soprattutto ai
partecipanti a corsi di esercizi
spirituali e ritiri sia la Via
Crucis sia la Via Lucis, itine-
rari significativi e fortemente
evocativi della incomparabile
vicenda della salvezza che ri-
scatta il dolore e la sofferenza
dandogli come meta la risur-
rezione.
LA SCUOLA
EDITRICE, BRESCIA
Abbiamo trovato interes-
sante il libro "Le carte dei
diritti", interessante e so-
rattutto utile. L'uomo a
partire dal codice di Hamur-
rabi e dal Decalogo fino ad
arrivare alle Carte dei diritti
(dell 'uomo , del bambino,
dei lavoratori. .. ) ha fatto un
cammino straordinario. In-
giustizie di ogni tipo , violen-
ze , massacri gli hanno sug-
gerito la necessità impre-
scindibile di mettere ne-
ro su bianco alcune regole
per inculcare il rispetto, la
stima, la dignità che merita
lfi persona e ogni persona.
E un libro didattico , rivolto
alle scuole, ma è prezioso
per quanti sono interessa-
ti alla tematica dei diritti
umani.
MEDAGLIE VATICANE
SUL ROSARIO
Giovanni Paolo Il, un Papa che ha posto il suo
ministero petrino sotto la speciale protezione della
Vergine, con la Lettera apostolica (Rosarium Virgi-
nis Mariae) ha proclamato "Anno del Rosario" il
periodo che è andato dall'ottobre 2002 all'ottobre
2003 e ha rivolto un calorosissimo appello al
popolo cristiano affinché venisse riscoperta da gio-
vani e adulti questa grande pratica di preghiera,
particolarmente efficace per la salvaguardia della
pace e dell'istituto familiare.
Per ricordare degnamente il 25° anniversario
del suo pontificato, perciò, è stata coniata dalla
Città del Vaticano una serie di medaglie dedicata
alla contemplazione del Santo Rosario. l 20 miste-
ri della più popolare devozione della Chiesa e,
medaglia no 21 , la Madonna in trono con il Bambi-
no seduto sulle ginocchia e la colomba dello Spiri-
to Santo, sono stati magistralmente interpretati da
Floriano Bodini, un'artista molto apprezzato oltre-
tevere. ln particolare i 5 misteri della luce, introdot-
ti dal Pontefice in occasione dell'Anno del Rosario,
che rivelano il cuore cristologico della preghiera
mariana : il battesimo di Gesù , le nozze di Cana,
l'annuncio del Regno, la Trasfigurazione, l'istituzio-
ne dell'Eucarestia.
La serie è realizzata in argento 92511000 e in
ottone dorato e costa, rispettivamente , 1000€ e
500€ ; è possibile anche l'acquisto dei singoli cofa-
netti dei misteri (6 medaglie) a 300€ e a 150€ . Le
medaglie sono in vendita presso l'Ufficio Pellegrini
e Turisti (Piazza San Pietro, 00120 Città del Vati-
cano, tel. 06/69.88.23.50)
Per saperne di più: -a- 0761/ 307. 124
BS APRILE 2004

1.10 Page 10

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lOOannffa
Dal BS di aprile 1904 estrapoliamo parti della
relazione di don Gusmano sulla visita di don
Albera alle case d'America. Qui siamo in
Ecuador, dove il Visitatore dovette entrare
quasi clandestinamente perché un decreto del
1896 esiliava i salesiani dala Nazione.
ALASSIO, ITALIA
L'AMBULATORIO
INFIERMIERISTI CO
Le suore del "Santa Marta" si
ritirano e l'Ambulatorio /nfer-
mieristico che tenevano aper-
to con grande dedizione ri-
schiava di chiudere. Si è atti-
vata, così, l'Unione delle
exallieve/i FMA per salvare il
prezioso servizio, chiedendo
l'aiuto e la collaborazione di
tutti a cominéiare dall 'Ammi-
nistrazione comunale. Ottenu-
to un appartamento al centro
della cittadina, è partito il
Progetto, su base volonta-
ria. Ora vi lavorano 7 infer-
miere professionali, volonta-
rie, 23 exallieve impegnate
nell 'accoglienza dei pazienti,
mentre 4 exallieve pensano
alle pulizie. Lo slogan scelto
"Abbiate grande carità, ama-
tevi l' un l' altra", è di santa
Maria Domenica Mazzarel-
lo . Nella foto : l'inaugurazio-
ne dell'Ambulatorio da parte
del sindaco, architetto Marco
Melgrati.
Guayaquil è bellamente disposta sulla sponda del
fiume Guayas, da cui prende il nome; ed offre un
magnifico panorama. È città importantissima per
l'Equatore, e conta più di 60.000 abitanti. Tutto
ciò che deve andare a Quito o all'interno della Re-
pubblica trova qui la sua naturale entrata; il com-
mercio quindi vi è fiorente; e l 'influenza che eser-
cita è massima, tale che ha deciso più volte della
sorte dell 'equatore: e le sommosse hanno sempre
principio nel suo seno. La città, fatte poche ecce-
zioni, è tutta costrutta in legno, financo le Chiese
e Chiese vaste coi loro alti campanili. Ne abbiamo
viste varie. Abbiamo anche ammirati vari palaz-
zi .. . soprattutto l'immenso edificio del collegio
Rocafuerte .. . Un mese e mezzo dopo ... ci fu co-
municata la notizia ch'era scomparso, incenerito
dal fuoco che aveva distrutto 26 isolati, più varie
Chiese, ospedali e altri pubblici edificii .. . Al no-
stro collegio detto La Filantropica, ci attendevano
750 giovanetti in bell'ordine schierati;... il clima
di Guayaquil è assai pesante e debilitante, specie
nei mesi di pioggia, l'inverno di questi paesi; ma i
nostri pare comincino ad acclimatarsi, aiutati dalla
generosità con cui si sottopongono ai sacrifici pur
di aiutare quella gioventù, quant ' altra mai biso-
gnosa d 'una educazione cristiana.
APRILE 2004 BS
LE LACRIME
DI GUNTHER
di Morgana di Sant'Elia
www.edizioniginevra.net
Gunther, cane pastore tede-
sco, diventa erede universa-
le di una ricca nobildonna
che gli lascia 68 milioni di
euro. Davvero un bel roman-
zo, in cui è il cane stesso a
snocciolare il suo pedigree e
raccontare le peripezie della
sua vita, ciò che la padronci-
na vuole da lui, ciò che gli
viene insegnato. .. Sotto i
suoi occhi "canini" passa
una travagliata umanità: vita,
virtù e miracoli della padrona
e della sua famiglia, i loro
pregi e difetti, i divertimenti e
le passioni , la loro sensibilità
e la ferocia di altri. Il roman-
zo, edito dall'Editrice Gine-
vra (P-Box 118, Marina di
Pisa-56013), diventa una ri-
flessione, ben scritta e ap-
profondita sulla vita, sui vi-
venti e sui diritti sia dei cani
sia degli uomini, con un oc-
chio particolare a quelli dei
bambini più poveri ed emar-
ginati. L'autrice, che fa parte
di coloro che amano gli ani-
mali ma anche le persone,
sostiene l'opera del missio-
nario salesiano padre Erne-
sto Saksida, che a Corumba
in Brasile ha fondato la Cida-
de Dom Bosco, dove ha rac-
colto e mantiene tanti ragaz-
zi di strada, insegnando loro
un mestiere perché possano
avere un futuro. La scrittrice
devolverà parte dei proventi
proprio a questi sventurati
ragazzi.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Filippo Manoni
19 CHIODI
PER NASSIRIYA
Una scultura forte-
mente evocativa
quella del Bassani ,
dove 19 grandi chiodi fis-
sano il ricordo doloroso di
19 vittime dell'insipienza
umana che crede ancora
di pacificare il mondo con
la forza del terrore o con
quella della guerra: forme
di dissuasione che, l'espe-
rienza insegna , non dis-
suadono nessuno. "Abis-
sus abissum invocaf' , sen-
tenzia l'antica sapienza
salmica, come dire che
odio invoca odio, violenza
reclama violenza, terrore
attira guerra e guerra atti-
va terrore ... È uno degli
insegnamenti in assoluto
più dimenticati.
Lo scultore Fernando Bassani ha scolpito
"LA CROCE DELLA MISERICORDIA",
nel ricordo del mercoledì di passione
dei 19 carabinieri italiani uccisi in Iraq
il12-11-2003.
to in blu . l due bracci as-
som igliano vagamente a
due bare che il blu rende
ancor più tragiche. Su
queste tragiche bare sono
piantati 19 grossi chiodi.
Senza nome, perché i
poveri cristi , crocifissi co-
me il figlio di Maria, riem-
piono la storia.
"Per non dimenticare"
- Nassiriya 12-11-2003 è
scritto sulla targhetta, allo-
gata in cima al braccio
verticale al posto dell'anti-
ca dicitura trilingue "Que-
sto è il re dei Giudei".
Bassani ha composto una
grande croce di 2,50 m di
altezza e 1 ,70 di larghez-
za del braccio orizzontale;
all'incrocio del braccio ver-
ticale con quello orizzonta-
le ha incastonato il suo
precedente capolavoro
"Secundum Sindonerrl' , un
sofferente e contemporaneamente nobile viso del
Cristo sindonico, scolpito dopo l'inquietante foto tri-
dimensionale eseguita al Volto dei volti nel 1977
nei laboratori americani , che evidenziarono soffe-
renze inedite. Sul legno dorato i segmenti delicati
e leggeri delle braccia e delle gambe che danno
compiutezza al volto sindonico in bronzo e alleg-
geriscono la composizione . Due raggi ricurvi ,
come lame di luce , nascono dalla base, rappre-
sentante il mondo, in cui è incastonata la croce, e
s'aprono invocanti verso l'alto. Incornicia l'opera
uno sfondo !igneo ancora a forma di croce, colora-
E solo lui, quel volto
tumefatto del Crocifisso
dà senso ai milioni di chio-
di piantati sulle innumere-
voli croci disseminate in
ogni angolo della terra.
Quel volto lum inoso e
quella croce abbagliante
sono il prototipo di ogni
altra croce , l'invocazione
forte , la supplica insistita
per dire l'assurdità, per
sottolineare l'inutilità della
violenza ai fini della giusti-
zia, per urlare la dispe-
razione dell'inutilità degli
schemi umani impastati di veleno e proditoriamente
contrabbandati come giustizia.
Ancora un capolavoro nel capolavoro , frutto della
ipersensibilità di un "poeta" della forma . Tale è
Bassani che trasferisce sul metallo e/o sul legno -
come stavolta - i suoi sentimenti , dà vita al manu-
fatto , vi trasferisce la passione, il dolore, l'amore.
Dà forza alla passione , all 'amore che indaga i
misteri del dolore umano di fronte al mistero del
dolore divino "Mistero nascosto nei secoli".. .
È meditazione da non mancare in questa Pasqua
2004.
BS APRILE 2004

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
WOJTYtA EVANGELIZZAZIONE,
ECUMENISMO,
ILMAESTR0<3> UNITA DEl CRISTIANI
AnORNO
ALL'EUCARESTIA!
ECCO LE PRIORITA di Savino Jemina
EVANGELIUM VITAE
(25 MARZO 1995)
N ella sua undicesima encicli-
ca, Giovanni Paolo II ripro-
pone " il valore e l'inviola-
bilità della vita umana", e lo fa
con tono quanto mai accorato.
Scrive: "Con l'autorità che Cristo
ha conferito a Pietro e ai suoi suc-
cessori, in comunione con i vesco-
vi (...) dichiaro che l 'aborto diret-
to, cioè voluto come fine e come
mezzo, costituisce sempre un di-
sordine morale grave" 62) e
"confermo che l 'eutanasia è una
grave violazione della legge di
Dio" (§ 65). Alla base di tanto
impegno, la constatazione che:
"L'uomo è chiamato a una pienez-
za di vita che va ben oltre le di-
mensioni della sua esistenza terre-
na, poiché consiste nella parteci-
pazione alla vita stessa di Dio.
L'altezza di questa vocazione so-
prannaturale rivela la grandezza e
la preziosità della vita umana an-
che nella sua fase temporale (.. .)
l
"All'alba del nuovo millennio,
come non sollecitare
dal Signore ... la grazia
di predisporci, tutti, a questo
sacrificio dell'unità?".
APRILE 2004 BS
Nello stesso tempo, proprio questa
chiamata soprannaturale sottolinea
la relatività della vita terrena del-
l'uomo e della donna. Essa, in ve-
rità, non è realtà «ultima», ma
«penultima»; è comunque realtà
sacra che ci viene affidata perché
la custodiamo con senso di re-
sponsabilità e la portiamo a perfe-
zione nell 'amore e nel dono di noi
stessi a Dio e ai fratelli. (... ) Pur
tra difficoltà e incertezze, ogni
uomo sinceramente aperto alla ve-
rità e al bene, con la luce della ra-
gione e non senza il segreto influs-
so della grazia, può arrivare a rico-
noscere nella legge naturale scritta
nel cuore il valore sacro della vita
umana dal primo inizio fino al suo
termine, e ad affermare il diritto di
ogni essere umano a vedere som-
mamente rispettato questo suo
bene primario. Sul riconoscimento
di tale diritto si fonda l'umana
convivenza e la stessa comunità
politica" 2).

2.3 Page 13

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
UTUNUMSINT
(25 MAGGIO 1995)
Dedicata all'impegno ecumenico,
l'enciclica ricorda che "Dopo il
Concilio Vaticano II e ricollegando-
si a quella tradizione, si è ristabilito
l'uso di attribuire l'appellativo di
'Chiese sorelle' alle Chiese partico-
lari o locali radunate attorno al loro
Vescovo. La soppressione, poi,
delle reciproche scomuniche, rimo-
vendo un doloroso ostacolo di ordi-
ne canonico e psicologico, è stato
un passo molto significativo nel
cammino verso la piena comunio-
ne" 56). "La Chiesa di Dio è
chiamata da Cristo a manifestare ad
un mondo ripiegato nel groviglio
delle sue colpevolezze e dei suoi
biechi propositi che, malgrado tutto,
Dio può, nella sua misericordia,
convertire i cuori ali 'unità, facendoli
accedere alla sua propria comunio-
ne" (§ 93). "All'alba del nuovo mil-
lennio, come non sollecitare dal Si-
gnore, con rirmovato slancio e più
matura consapevolezza, la grazia di
predisporci, tutti, a questo sacrificio
dell'unità?"(§ 102).
FIDES ET RAT/0
(14 SETTEMBRE 1998)
Come disse il cardinale Ratzin-
ger, il perché del documento emer-
ge nella frase iniziale: "Il problema
centrale dell'enciclica è la questio-
ne della verità, la questione fonda-
mentale, ineliminabile, che attra-
versa tutti i tempi e le stagioni
della vita e della storia dell 'uma-
nità". Nell ' introduzione, infatti, il
Papa osserva: "La fede e la ragione
sono come le due ali con le quali lo
spirito umano s'innalza verso la
contemplazione della verità. È Dio
ad aver posto nel cuore dell'uomo
il desiderio di conoscere la verità
e, in definitiva, di conoscere Lui
perché, conoscendolo e amandolo,
possa giungere anche alla piena
verità su se stesso". E nella conclu-
sione annota: "Diversi sistemi filo-
sofici, illudendolo [l 'uomo], lo
hanno convinto che egli è assoluto
padrone di sé, che può decidere au-
tonomamente del proprio destino e
del proprio futuro confidando solo
in se stesso e sulle proprie forze.
La grandezza dell'uomo non potrà
mai essere questa. Determinante
per la sua realizzazione sarà sol-
tanto la scelta di inserirsi nella ve-
rità, costruendo la propria abitazio-
ne ali 'ombra della Sapienza e abi-
tando in essa. Solo in questo oriz-
zonte veritativo comprenderà il
pieno esplicitarsi della sua libertà e
la sua chiamata all'amore e alla co-
noscenza di Dio come attuazione
suprema di sé"(§ 107).
ECCLESIA
DE EUCHARIST/A
(17 APRILE 2003) .
La quattordicesima e più recente
enciclica riguarda "l'eucaristia nel
suo rapporto con la Chiesa". Più
breve delle precedenti, sostituisce
la lettera ai sacerdoti per il Giovedì
Santo per "coinvolgere più piena-
mente l'intera Chiesa in questa ri-
flessione eucaristica, anche per rin-
graziare il Signore del dono del-
l'Eucaristia e del Sacerdozio" (§
7). I sei capitoli centrali sono: il
«Il problema centrale
dell'enciclica è la questione
della verità... che attraversa tutti
i tempi e le stagioni della vita
e della storia dell'umanità»
(cardinale Ratzingef).
La quattordicesima e più recente
enciclica riguarda "l'Eucaristia
nel suo rapporto con la Chiesa".
mistero della fede, l'Eucaristia edi-
fica la Chiesa, l'apostolicità del-
l'Eucaristia e della Chiesa, l'Euca-
ristia e la comunione ecclesiale, il
decoro della celebrazione liturgica,
alla scuola di Maria donna 'eucari-
stica'. Il Papa osserva: "La Chiesa
vive dell'Eucaristia. Questa verità
non esprime soltanto un'esperienza
quotidiana di fede, ma racchiude in
sintesi il nucleo del mistero della
Chiesa" (introduzione). Esprime lo
"stupore" eucaristico: "Contempla-
re Cristo implica saperlo ricono-
scere dovunque Egli si manifesti,
nelle sue molteplici presenze, ma
soprattutto nel Sacramento vivo
del suo corpo e del stio sangue" (§
6). "Nell'Eucaristia abbiamo Gesù,
abbiamo il suo sacrificio redentore,
abbiamo la sua risurrezione, abbia-
mo il dono dello Spirito Santo, ab-
biamo l'adorazione, l'obbedienza e
l'amore al Padre. Se trascurassimo
l'Eucaristia, come potremmo rime-
diare alla nostra indigenza?" (§
60). "Nell'umile segno del pane e
del vino, transustanziati nel suo
corpo e nel suo sangue, Cristo
cammina con noi, quale nostra for-
za e nostro viatico, e ci rende per
tutti testimoni di speranza. Se di
fronte a questo Mistero la ragione
sperimenta i suoi limiti, il cuore il-
luminato dalla grazia dello Spirito
Santo intuisce bene come atteg-
giarsi, inabissandosi nell'adorazio-
ne e in un amore senza limiti"
62).
D
BS APRILE 2004

2.4 Page 14

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C'è allarme, secondo alcuni, sulla fede dei giovani.
LA FEDE GIOVANE di Giuseppina Cudemo
Ogni anno è Giornata
Mondiale della
Gioventù: o in grandi
raduni generali, o nelle
varie diocesi del mondo
la domenica delle Palme.
Un appuntamento che
dal 1986 non ha'più
cessato di interessare i
giovani, ma anche
l'opinione pubblica.
Eppure non cessa
l'allarme sulla fede
giovane. I sociologi sono
al lavoro.
l giovani esprimono la loro appartenenza ecclesiale attraverso
meeting, happening e feste collettive (Campobosco '99 - Polonia).
A bbiamo ancora negli occhi
quell 'oceano di ragazzi pieni di
gioia che, incuranti del caldo
torrido, pregano, cantano, agitano le
braccia verso "l' uomo vestito di bian-
co", capace di mobilitarli da ogni ango-
lo del pianeta. Stiamo parlando delle
GMG, il "concilio dei giovani", quasi
un "miracolo" che ci interpella sulle
nuove generazioni e sul loro bisogno di
credere. Molte domande sorgono spon-
tanee: che cosa spinge tanti ragazzi ari-
spondere all'invito del Papa? Chi sono i
partecipanti a questi raduni? Quanto
sono simili ai loro coetanei? La moda e
l'esibizione hanno invaso anche il
campo del sacro, oppure questi happe-
ning nascondono un profondo desiderio
di Dio?
UNA RICERCA
Risponde una ricerca che il sociologo
Franco Garelli ha svolto su due campio-
ni rappresentativi di giovani italiani che
hanno preso parte alle due ultime Gior-
nate Mondiali della Gioventù, quella
del 2000 a Roma e quella del 2002 a
Toronto, per rilevare come è stato vis-
suto quell 'evento, il rapporto con fede e
APRILE 2004 BS
Chiesa, le ripercussioni nel quotidiano.
Ne viene fuori uno spaccato della fede
"giovane" vario e articolato, che offre
motivi di speranza. Certamente ogni
giornata ha un suo volto proprio, ma c'è
un filo rosso che le lega: esse non sono
frutto di un bisogno di spettacolarizza-
zione della fede. I giovani cercano punti
di riferimento in un tempo come il no-
stro, incerto e spesso fuorviante, ed
esprimono la loro appartenenza eccle-
siale attraverso meeting, happening e
fes te collettive. C'è oggi, infatti, l'esi-
genza di condividere una fede vissuta
nella ricchezza del confronto con altre
razze e culture, che promuova la pace e
la solidarietà e si interroghi sui mali del
mondo. È proprio di questi ragazzi vi-
vere delle esperienze forti, condividen-
do fede e ideali comuni negli eventi
collettivi che rappresentano occasioni di
verifica e ripensamento. La ricerca evi-
denzia che questi giovani vivono la loro
fede come "sequela", come fedeltà alla
proposta di un modello di religiosità di
cui accettano la mediazione. Se la mag-
gioranza di essi integra tale modello
nella propria realtà esistenziale e lo
concretizza nelle scelte di vita quotidia-
na e di impegno, altri vivono più super-
ficialmente e freq uentano gli ambienti
ecclesiali senza un vero coinvolgimen-
to, altri ancora vivono la propria reli-
giosità, privilegiando l' aspetto della ri-
cerca e della sperimentazione più che
quello della fedeltà all 'ortodossia. E c'è
anche una minoranza che rimane ai
margini e resta incerta e sulle difensive .
L 'esigenza religiosa dei giovani si
muove tra istanze percepite non più in
l
Quale modello di religiosità
esprimono? Quello del
"pellegrino", che è in cammino,
non può mai dire di essere
arrivato.

2.5 Page 15

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Secondo alcune ricerche ...
La modalità di espressione della fede dei giovani
è soprattutto la testimonianza, attraverso gesti
e comportamenti, cui si attribuisce particolare valore.
La croce delle Giornate Mondiali della Gioventù
al Colle Don Bosco nel1999: i giovani di Parigi
la passano a quelli di Roma.
contraddizione fra loro, che mescola-
no l 'aspetto religioso con quello espe-
rienziale, nell'individualismo espressi-
vo e nella spettacolarizzazione mas-
smediatica.
PROWISORIETÀ
Garelli e la Suu équipe hanno eviden-
ziato che questi momenti hanno come
protagonisti i giovani più impegnati e
attivi che vivono un processo articolato
di socializzazione religiosa e rispondo-
no a una Chiesa che cerca nuovi stru-
menti e linguaggi iJer dialogare con loro
ed essere vicina e partecipe dei loro bi-
sogni. Nello stesso tempo emergono i
mutamenti della sensibilità religiosa
giovanile che si pongono in un rapporto
dialettico con la cultura dominante.
Così questi ragazzi attribuiscono grande
importanza al clima che vivono in que-
ste manifestazioni, oltre che ai contenuti
che esse esprimono. Vogliono vivere
l
Dio è percepito come una figura
amica, presente nella loro
quotidianità.
insomma una spiritualità " incarnata".
Ma quale modello di religiosità espri-
mono? Quella del "pellegrino", che è in
cammino, non può mai dire di essere ar-
rivato e considera ogni esperienza una
tappa del proprio itinerario di fede. La
modalità di espressione della loro fede è
soprattutto la testimon ianza, attraverso
gesti e compmtamenti, cui si attribuisce
particolare valore. Nei piccoli gesti
quotidiani e nelle più grandi scelte di
vita, nell 'impegno in parrocchia e nel-
l'attività sociale i ragazzi esprimono le
proprie convinzioni religiose con slan-
cio e senza disagio. Dio è percepito
come una figura amica, presente nella
loro quotidianità, in un rapporto signifi-
cativo e in continuo divenire. Egli è tal-
mente vicino a loro da mostrare un
volto umano e da essere cercato nella
vita di tutti i giorni. Tutto questo riman-
da al loro bisogno di una religiosità più
vicina all'uomo in cui la dimensione
esistenziale prevale su quella delle
norme e dei riti. Ecco allora che la pre-
ghiera non viene vissuta come momen-
to distinto dal resto della vita quotidia-
na: essa è piuttosto il sottofondo di ogni
attività. Infatti c'è in questi ragazzi la
difficoltà, e talvolta il rifiuto, a indivi-
duare e isolare ambiti di vita quotidiana
etichettabili come "religiosi" in senso
stretto.
LA COMPONENTE
AFFmiVA
Un altro aspetto da sottolineare è la
componente affettiva espressa dal senso
di appartenenza e di fraternità proprio
delle GMG: grazie alla forza unificante
di questi momenti, i ragazzi reinserisco-
no la propria fede in due millenni di
storia, in una comunità ecclesiale che si
esprime nel tempo e nello spazio. Al
centro di questa relazione vi è il Papa,
figura universale, ma anche uomo del
suo tempo, capace di interpretare le loro
istanze e di stimolarne con i suoi mes-
saggi la testimonianza di fronte al
mondo. Questi ragazzi si sono affermati
come forza sociale viva e portatrice di
novità e non più come problema socia-
le, valorizzati dalla missione loro affi-
data di "mettere fuoco al mondo", fa-
cendosi interpreti di un desiderio di
rinnovamento sociale e culturale. È
emersa anche in loro una dimensione di
gioia, di capacità a saper unire l'impe-
gno e la fede con la voglia di entusia-
smarsi e godere delle cose belle della
vita, ecco perché in questi eventi si
canta, si balla, si è in festa. Insieme a
questo c'è la "fiducia", una conferma
del cammino di fede per quelli che ne
avevano iniziato già uno e uno stimolo
per quelli incerti, insieme alla spinta a
prendere decisioni importanti per esem-
pio sul! 'orientamento degli interessi o
sul dedicarsi agli altri, mentre nasce una
nuova capacità a vivere con maggiore
slancio, entusiasmo e impegno ogni
momento della propria esistenza. I ra-
n- gazzi, attraverso questi eventi, hanno
scoperto un tipo di religiosità che sa su-
scitare in loro entusiasmo e passione e
un' occasione di sperimentare una
"Chiesa viva" e una "fede giovane", vi-
cina alla loro sensibilità e al loro entu-
siasmo.
D
BS APRILE 2004

2.6 Page 16

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redazione le
BREVISSIME DAL MONDO
TAIPEI. È nata a Taipei pellegrinaggi alla tomba del-
una rivista cattolica che si l'apostolo Giacomo.
propone come luogo per il
dialogo culturale, religioso CITTÀ DEL VATICANO.
e sociale per tutti i cinesi La discussa pellicola di Mel
del mondo. È pensata per Gibson "The Passion of the
un pubblico non cristiano, Christ'' è stata vista dallo
ma recepisce valori cristia- stesso Giovanni Paolo II, lo
ni . È diretta da due sacerdo- ha confermato il portavoce
ti. Per ora la pubblicazione JoaqulnNf!varro-Valls. Ov-
stampa 10 mila copie.
viamente il Papa non ha
espresso giudizi per la stam-
SANTIAGO DE COMPO- pa, perché non è costume del
STELA. Il 2004 è un altro Vaticano prendere posizioni
anno giubilare per Compo- su opere d'arte. Tuttavia, se-
stela. Il 31 dicembre scorso è condo indiscrezioni, l'im-
stata aperta la porta santa. Da pianto del film non sarebbe
tutto il mondo sono previsti dispiaciuto al Pontefice.
IL BEATO
LUIGI VARIARA
UNA FOTO STORICA
Pubblichiamo la foto del
Beato Luigi Variara, recente-
mente ritrovata da don Vito
Fabbian assieme alla lettera
scritta dal nipote Pietro Va-
riara al salesiano don Angelo
Montanaro Vacca. La stessa
lettera spiega la foto.
Torino , 29 marzo 1979
Rev.mo Don Angelo,
sono stato ricoverato al-
l' Ospedale di Bordighera per
edema polmonare acuto e
sono il "nipote" del Salesia-
no Don Luigi Variara: certa-
mente Ella mi ricorda.
Gradirei offrirLe un ricor-
do personale di quel doloroso
periodo della mia vita - se-
condo soltanto alla perdita
dei miei Genitori ed al mio
internamento in Germania
nel 1943-1945 - inviandoLe
la qui unita fotografia di fa-
miglia che avevo sottoposto
al Re.do Don Castano per il
libro "Un Grande Cuore" e
che Egli prescelse.
Siamo nel primo trimestre
APRILE 2004 BS
del 191 l a Torino: don Va-
riara è in Italia; l' unico Suo
viaggio fra la partenza in
veste da "chierico" e la sua
morte.
l componenti la fotografia
sono (questo il libro di Don
Castano non lo dice):
In piedi: don Variara (36
anni) e Suo Fratello Celso
(32 anni), mio padre;
seduta: mia Mamma Rosalia
(detta "Lia") - 35 anni - con
in braccio chi le scrive, allo-
ra sui sei mesi di vita.
Nel comporre il Gruppo ,
come del resto allora si
usava, il fotografo fece spo-
stare mia Mamma, ma non
ebbe l'avvertenza di spostare
anche gli arti inferiori appog-
giati su un cuscino in legno e
velluto. Così, a ben guardare,
sembra che la mia Genitrice
abbia le gambe storte!
Nel ringrazimLa per la Sua
Assistenza mi è gradito rivol-
gerLe, unitamente a mia mo-
glie, un pensiero devoto e me-
more. Ci affidiamo entrambi
- cardiopatici - alle Sue
Buone e Sante Preghiere.
Suo dev.mo
Piero Variara
AUGURI
Con la bella "MADONNA
DEL SABATO SANTO" del-
l' artista Gian Calloni faccia-
mogli auguri di Pasqua ai no-
stri lettori, affinché sempre
più Sabato Santo sia presente
nella vita di ognuno, come
preludio al sabato senza tra-
monto .

2.7 Page 17

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a cura del direffore
CIVITANOVA MARCHE,
ITALIA
Don Alessandro Canu è
salesiano da 70 anni e
sacerdote da 60. Salesia-
ni , giovani e parrocchiani
di San Marone presso cui
presta servizio da 15 anni
gli hanno fatto grandi fe-
ste : la sua saggezza, la
sua affabilità , la grande
intelligenza ed esperienza
ne hanno fatto un punto
di riferimento sicuro per la
popolazione. Giovani e
vecchi , coppie e singoli lo
cercano per consigli o per
il ministero.
OAKLAND, USA
Grandi feste a don Ga-
briele Zavattaro per il suo
90° compleanno. Eccolo,
felice nella sua sedia a
rotelle , in compagnia di
don Larry Lorenzoni della
casa ispettoriale di San
Francisco, don Jesus Pe-
rez (missionario) e della
volontaria signora Rita
Malatesta. Don Zavattaro
è una delle figure più
conosciute dei salesiani
degli .Stati Uniti, e non
solo. E stato per 25 anni
economo dell'ispettoria
USA Ovest.
SIERRA LEONE
l Saveriani arrivarono in
Sierra Leone nel 1954. l
Salesiani sono arrivati
dalla California più di
trent'anni dopo. Quest'an-
no, 2004 , la parrocchia
che i Salesiani hanno ere-
ditato dai Saveriani assie-
me a una dozzina di
scuole elementari , com-
pie l'ambito traguardo del
giubileo d'oro. Tutto è
cominciato dal nulla e
oggi i risultati sono lusin-
ghieri: otto parrocchie e
17 scuole (Foto : alunni
della scuola di Tagrin) .
SANTERAMO, ITALIA
È comparsa a Santera-
mo in Colle una cover
specialissima per telefo-
nini con la figura di Don
Bosco ... Non poteva che
essere inventata da un
oratoriano altrettanto
speciale : si tratta infatti
di un fior di professioni-
sta che ha ormai la
veneranda età di 13 (tre-
dici!) anni . A Raffaele ,
oratoriano doc, i compli-
menti della redazione del
Bollettino Salesiano che
gli augura una vita di
successi.
FERRARA, ITALIA
La parrocchia salesiana
"S. Benedetto" dopo un
anno e mezzo di rifles-
sione , ha solennemente
presentato ai laici impe-
gnati nelle varie associa-
zioni e servizi di anima-
zione il Progetto Educati-
vo Pastorale , con la par-
tecipazione del vescovo
monsignor Carlo Caffar-
ra . Durante la liturgia
della Prima Domenica di
Avvento il Progetto è
stato poi consegnato ai
fedeli . Un esemp io da
imitare .
SLIEMA, MALTA
l salesiani di Malta hanno
organizzato la fiera del
libro usato 2003, una gran-
de esposizione di migliaia
di libri di tutti i generi per
chi vuole acquistarli ?
prezzi più che modici. E
stata inaugurata dalla si-
gnora Donna Gioia, moglie
dell 'Ambasciatore USA a
Malta. Il successo è anda-
to oltre ogni previsione .
Nella foto : la signora Don-
na e l'organizzatore P.
Charles Cini.
BS APRILE 2004

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00
................................................................. '
o
o
o
o
Il papa Giovanni Paolo Il proclama tre nuovi beati
o
o
o
o
o
o
di Enrico Dal Covolo
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
o
: Il ''firmamento
: salesiano" si affolla: altri
: tre splendidi personaggi
: vanno a far compagnia al
: gruppo ormai consistente
: dei beati e santi di
: famiglia.
o
o
o
Augusto Czartoryski da sacerdote
salesiano.
IL PRINCIPE
Principe polacco, rinunciò ai pri-
vilegi del "sangue blu" per farsi
prete e salesiano. Augusto Czar-
toryski nasce a Parigi il 2 agosto
1858, in esilio, dal principe Ladi-
slao e dalla principessa Maria Am-
paro, figlia della regina di Spagna.
A 6 anni, perde la mamma. Compie
i suoi studi a Parigi e a Cracovia,
avviato alla carriera diplomatica,
come si conviene al suo rango. Ma
è di costituzione gracile e la sua sa-
lute presto s'indebolisce. La tbc lo
costringe a passare da una stazione
climatica ali' altra per curarsi. Quan-
do nella sùa vita appare Don Bosco,
accolto trionfalmente a Parigi
nel1883 , il principe, "che non aveva
a cuore le armi e le corazze di quer-
cia o di rame" e che ne aveva "le ta-
sche piene" - sono parole sue - di
o
o
o
rosa ai più poveri. Non c'è nulla che
o
attiri come la testimonianza dello
o
o
spendersi senza risparmio, senza
o
misura, senza condizioni; non c'è
nulla che affascini come il servizio
ai più poveri, ai più umili, ai più bi-
sognosi" (don Pascual Cluivez). Il
25 aprile 2004 è la volta di don Au-
gusto Czartoryski, suor Eusebia
Palomino e Alessandrina Da Co-
o
: • Augusto Czartoryski da principe.
sta. Una nuova tema di beati ci
viene proposta, altri modelli per la
o
Famiglia Salesiana e per i giovani
o
del mondo. Tre modi di vivere il
: l 12 aprile 2002 vennero beati- cristianesimo, tre strade per rispon-
o
ficati l'apostolo dei lebbrosi dere alla chiamata, tre scelte per af-
don Luigi Variara, il salesiano frontare la vita, tre vite per dire
: laico infermiere, Artemide Zatti e qualcosa alla società, anche a quella
la suora missionaria FMA Maria
: Romero , "accomunati dal dono
gioioso di sé e dalla dedizione gene-
di oggi, beata ma anche un po'
beota nella sua smania individuali-
sta.
l
La Dama con l'ermellino
di Leonardo, acquistata dalla
famiglia Czartoryski, e ora
a Cracovia nel museo omonimo.
APRILE 2004 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • . • • • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
appartenenti alla Famiglia Salesiana.
LA PICCOLA SUORA
dicevano: una santa", e la voce
dei piccoli è la voce di Dio! Nel
Nata il 15 dicembre 1899 vicino a 1931, alla vigilia della rivoluzione,
Salamanca in Spagna, Eusebia Pa- suor Eusebia si offre al Signore, per
lomino vive un'infanzia povera, ma la salvezza della Spagna e del :
felice e piena di fede nella mode- mondo. Per tre anni, vive di indici- :
stissima casa in cui babbo, mamma bili sofferenze. Muore il 10 febbraio o
e sorelle alternano il lavoro e la pre- 1933. La sua è davvero una santità :
ghiera. Proprio papà le ha insegnato fatta di piccole cose, le più ordina- :
il catechismo che le consente di ri- rie, le più quotidiane.
o
cevere la Prima Comunione. Da al-
o
- Suor Eusebia Palomino.
feste e ricevimenti mondani, è con-
qui stato da quel piccolo vivacissimo
prete e non lo molla più: vuole ser-
vire come e con lui i ragazzi poveri.
Don Bosco tentenna e rimanda, e
Augusto chiede consiglio a Leone
XIII: "Andate da Don Bosco! ", è la
risposta. Al Papa non si dice di no!
Così il principe, a 29 anni, diventa
il più umile dei novizi e il santo,
quasi morente, gli benedice l'abito
talare. Presto la malattia si riaffac-
lora scocca la scintilla di un intenso
amore al Dio che le dona "tanta feli-
cità". Supera tutte le difficoltà e di-
venta Figlia di Maria Ausiliatrice
(1924). Destinata alla casa di Val-
verde del Camino, vi è incaricata
della cucina e di varie incombenze
comunitarie, alle quali si presta con
amabilità servizievole e gioiosa di-
sponibilità. Ali'oratorio segue le
bimbe più piccole, ma si ritrova
spesso circondata anche dalle gio-
vani e dagli stessi adulti, attratti dal
suo spirito di preghiera e di fede
convinta e convincente. A tutti parla
con avvincente semplicità di Gesù,
della Madonna, dei santi, delle mis-
sioni, del paradiso. Tutti si stupisco-
no del fascino incontenibile che
esercita: "Son davanti a lei come
citrulle incantate! " . Ma le ragazzine
L'EROICA
o
CONTADINELLA
o
o
o
Alessandrina Da Costa nasce il o
3 marzo 1904 a Balasar in Portogal- :
lo. Una contadinella vivace, scher- :
zosa, affettuosa. A 14 anni, salta :
dalla finestra nel giardino per salva- :
re la sua purezza dalla passione di o
un uomo penetrato in casa. Cinque :
anni dopo, la ferita riportata allora :
si è trasformata in paralisi totale: :
eccola, così, inchiodata a letto per o
oltre 30 anni, curata dalla sorella :
maggiore. Offre la sua vita per la :
conversione dei peccatori e la pace :
nel mondo. Per quattro anni (1938- :
42), rivive la passione di Cristo tutti :
i venerdì durante tre ore. Chiede e o
ottiene da Pio XII la consacrazione :
del mondo al Cuore Immacolato di :
cia nella sua vita, debilitandolo.
Maria (31 /10/1 942). Dal 1942 alla :
Egli arriva comunque al sacerdozio
il 2 aprile 1892, assente volontaria-
morte (13/10/1955), non ingerisce o
o
più alcuna bevanda né alimento al- o
mente la sua famiglia che ha tentato
l'infuori della comunione quotidia- :
invano di farlo recedere. Un anno
na. Suo direttore spirituale fu dal :
dopo, a 35 anni, muore ad Alassio il
sabato di Pasqua. La sua vita fu una
1944 al '48 il salesiano don Umber- oo
to Pasquale che lei definisce mio ci- o
lotta per la vocazione. Dovrà pur
reneo nelle ore più tragiche della :
dire qualcosa ai giovani d'oggi que-
mia vita. Fu lui a raccogliere il suo :
sto rampollo appartenente al mondo
prezioso diario. Nelle sue mani di- :
dorato delle corti (la sua famiglia
venne cooperatrice salesiana: "Sen- :
tra l' altro deteneva il famoso quadro
to un 'unione grande con i salesiani o
di Leonardo da Vinci, la Dama con
e i cooperatori di tutto il mondo. o
l'ermellino), che rinuncia ai privile-
Quante volte, fisso il mio attestato :
gi del rango, alle vesti sfarzose, alle
di appartenenza e offro le mie soffe- :
sciabole da cerimonia, alle feste di
renze, per la salvezza della gio- o
corte, alla caccia, ai viaggi di piace-
ventù!". Alessandrina è il messag- :
re e di rappresentanza, alla galante-
gio di cui hanno bisogno i cristiani :
ria femminile per piombarsi tra i
laici di oggi. Molte volte prevalgo- :
cortili in mezzo a ragazzini che più
no, anche in chi crede, sentimenti di :
plebei non si può e condividere con
scoraggiamento, apatia, disinteres-
loro gioie, giochi, sogni e fatiche . ..
se, insieme alla ricerca di surrogati :
Se non dice nulla vuol dire che la
ed evasioni. La giovane Alessandri- :
civiltà sta sterzando pericolosamen-
na è lo stimolo, la motivazione per :
te verso l'indifferenza, il vuoto,
nobilitare - soprattutto presso i gio-
l'inconsistenza spirituale. E sarebbe
Alessandrina Maria Da Costa,
vani - ciò che la vita presenta di do- o
un gran brutto segno.
cooperatrice salesiana.
loroso, di triste.
D:
o
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS APRILE 2004

2.10 Page 20

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Sono ormai passati 75 anni dalla prima
OLTRE LA TEMPESTA
di Giancarlo Manieri
l
L'attuale direttore del BS lituano,
Salezieciu zinios,
don Alessandro Barelli, anzi
Kunigas Aleksandras Barellis.
so che spontaneamente propendevo
per la prima delle ipotesi, avendo in
mente certe rievocazioni di casa no-
stra. L'impatto con la bella sala
della commemorazione al Centro
Italiano di Cultura fu sorprendente:
zeppa di gente. Ma non c'erano solo
vecchioni. Tutt'altro. "Vuoi vedere
che non ci ho proprio azzeccato?",
mi sono subito detto. E quando ho
ascoltato la storia della cara rivista
lituana, ogni sospetto si è disciolto
come neve al sole. Del BS lituano
parlò una signora, a me ovviamente
sconosciuta, ma si chiamava Al-
dona: di buon auspicio, dunque, il
nome anche se legato a un cognome
impossibile. Interessante l'incipit,
con le parole di Don Bosco che sta-
biliva il senso della stampa del BS:
"Uno strumento per far conoscere
la nostra attività e per riunire dei
cristiani autentici a lavorare con il
Anno 1927: esce dallo
tipografia di Voldocco il
primo numero del
Bollettino Solesiono in
lingua lituono. Un evento.
Sono passati 75 anni Tre
quarti di secolo festeggiati
con gronde risonanza al
Centro Italiano di cultura
di Vilnius.
medesimo spmto e per un unico
fine . .. Il mondo si è impregnato di
materialismo, e per questo dobbia-
mo far vedere che cosa ·di buono
facciamo . .. Se ci nascondessimo a
pregare giorno e notte. .. se la gente
non lo vedesse non ci crederebbe.
La gente vuoi vedere fin quasi a
toccare". Verissimo. Sembrano pa-
role di oggi e sono dell877.
NASCE IL BS ...
U n curioso pensiero mi ha at-
traversato la mente in quel-
la fredda mattina del 24
febbraio quando a Vilnius una coltre
di neve imbiancava la capitale della
Lituania trasformando il panorama
abituale. A 75 anni in genere si
hanno i capelli bianchi. Saggezza e
vecchiezza. . . La saggezza corregge
la vecchiezza e la vecchiezza non è
più una malattia quando è informata
dalla saggezza... Beh, voglio pro-
prio vedere se questa giornata di
"compleanno" assumerà il tono
della vecchiezza o quello della sag-
gezza, se è la celebrazione nostalgi-
ca dei fasti di un tempo, o la pro-
grammazione di un balzo verso un
futuro da costruire; insomma, se è
l mero amarcord o punto di partenza
per più ambiziosi traguardi. Confes-
Il nunzio apostolico monsignor
Peter Stephan Zurbriggen durante
il suo intervento.
APRtLE 2004 BS
Fu merito di don Antonio Skeltys,
il primo salesiano lituano che un
caso del tutto fortuito portò a stu-
diare dai salesiani a Torino. Fu lui
che patrocinò prima la costruzione
di un collegio apposito per i ragazzi
lituani a Perosa Argentina, poi la
fondazione di un periodico, il BS
appunto o Salezieciu zinios - Voce
Salesiana - che raccontasse di Don
Bosco e delle sue meravigliose in-
traprese, delle sue scuole e delle sue
missioni ... Tutta manna per gente
abituata prima della guerra mondia-
le a essere tenuta sotto scacco dalla
occhiuta polizia zarista. . Quelle
prime fortunatissime copie ebbero
tanto successo che il flusso migrato-
rio dalla Lituania alla Torino sale-
siana ebbe un'impennata, nel con-
tempo saliva il livello del flusso di
notizie e informazioni dal monta-

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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pubblicazione del BS in lingua lituana.
La chiesa e la casa dei salesiani di Vilnius,
quartiere di Lazdynai.
I
li coro della scuola elementare " Zerucio" di Lazdynai
canta in un intervallo della manifestazione
al Centro Italiano di cultura.
gnoso Regno Sabaudo alla nazione
senza montagne. Ma la vera meravi-
glia fu che dal1927, anno di fonda-
zione della rivista, al 1940, anno
dell'occupazione sovietica - 13
anni alla faccia della cabala, - usci-
rono ben 77 numeri del BS, anzi
dell'SZ. Faceva colpo quel periodi-
co che veniva da lontano ma parla-
va la lingua dei padri, perché a seri-
vedo erano dei giovani, i chierici
teologi lituani, i quali poi, appena
ordinati sacerdoti, partivano per le
missioni lasciando ovviamente su-
bentrare altri compagni nell 'incari-
co. Questo spiega sia la vivacità
della rivista sempre zeppa di noti-
zie, relazioni, e foto in bianco e
nero, sia l'incidenza tra le giovani
generazioni lituane. L'ultimo nume-
ro di questa prima fortunata toumée
l
La giornalista Skaidre Vainiskaite
presenta il suo excursus sulla
stampa cattolica in Lituania.
editoriale uscì nel maggio/giugno
1940. Poi l'eclissi: i salesiani piom-
barono di colpo nell'illegalità. L'oc-
cupazione sovietica congelò ogni
attività in entrata e in uscita. A Vy-
tenai, casa piena di vita e di opere, i
salesiani ricevettero l'ultimatum di
andarsene nel giro di sei ore! Da al-
lora il paese del santo principe Casi-
miro divenne un "oltre cortina".
... E RINASCE
Giusto dieci anni dopo, nel 1950,
la Voce Salesiana, tornò a far capo-
lino sul proscenio della storia litua-
na. Molto più flebile di prima, a dir
la verità. La forzata ibernazione l'a-
veva inaridita. Le 21 mila copie di
un tempo erano solo un sogno. Ora
arrivavano a stento a 5000, suffi-
cienti tuttavia a riaccendere la spe-
ranza. Il rimpianto maggiore era che
al rinato SZ veniva interdetto l'in-
gresso in patria, la "cortina di ferro"
non faceva passare nemmeno uno
spillo, ma all'estero presso profughi
ed emigrati, "l'indimenticata lingua
madre fece versare lacrime di com-
mozione". Non c'erano più i chieri-
ci a vivacizzarlo, l'invecchiamento
si faceva sentire, tanto che negli
anni ' 80 le copie calarono a poco
più di 3000. Ma non affondò. Toccò
a don Mecislao Burba prima e a don
Francesco Gavenas poi, il quale già
l'aveva diretto per qualche tempo
nel 1971, prima di partire per il Bra-
sile, riprenderlo in mano e rivitaliz-
zarlo. Don Gavenas iniziò col rac-
contare la storia e le storie degli
anni bui del comunismo, le peripe-
zie di don Skeltys patriarca dei sale-
siani lituani che fabbricava scope,
pascolava mucche e celebrava la
Messa di notte al lume di candela
nelle casette dei contadini; e le av-
venture di don Sileika, don Burba e
tanti altri in patria e all 'estero.
La caduta del muro di Berlino
segnò anche la caduta della cortina
di ferro , e il BS poté tornare in pa-
tria e continuare a vivere ... "di ele-
mosine", ma aveva la grinta del suo
redattore. Don Gavenas non si
sognò di mollare nemmeno per un
minuto: cercò, chiese, forzò, girò,
scrisse, implorò.. . fino alla fine ,
quando il 7 febbraio dell 'anno giu-
bilare se ne andò da questo mondo
carico di anni, di fatiche e di meriti,
con l'orgoglio di non aver mai get-
tato la spugna. Quando nel novem-
brel998 venne a Roma per la riu-
nione dei direttori dei Bollettini Sa-
lesiani del mondo, era il più vecchio
ma aveva la vis operandi di un gio-
vanotto e nessuna intenzione di la-
sciar perdere. Un giovane sacerdote,
venuto dall'Italia, ha raccolto la sua
eredità e ha continuato a far risalire
la fama del BS lituano. I personaggi
che si ritrovarono alla "festa di
compleanno", l'ambasciatore italia-
no, il nunzio apostolico e giornali-
sti, professori, manager, scuole, gio-
vani testimoniano la buona salute
del rinnovato Salezieciu zinios che
ha cominciato la corsa verso i 100,
e già pubblica 4000 copie per nu-
mero (5000 nel2004).
D
(Servizio foto grafico dell' autore)
BS APRILE 2004

3.2 Page 22

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LE.IIE.RA Al GIOVANI
Al VISTO
GELO?
Carissimo,
personalmente sono devoto all'Angelo custode.
Sapermi accompagnato da questa presenza
misteriosa e suggestiva mi rende euforico, ottimi-
sta.
Ho l'abitudine di dire che ho non uno, ma due
angeli. Le circostanze della vita me lo suggeri-
scono.
Hai mai visto un angelo? In carne e ossa?
fante espressioni linguistiche ti fanno dire di sl.
Basta una cortesia, un moto di condivisione, un
gesto di bontà ... e ti arriva un "sei un angelo".
Lo incontri in ospedale, in ufficio, al mercato, in
chiesa, un po' ovunque, vicino o lontano. Apri gli
occhi e lo vedi ogni giorno nella tua vita.
Se sei d'accordo,
tu apprezzerai tre categorie di persone: il missio-
nario, il volontario, il medico;
tu detesterai tre difetti: l'ingratitudine, la gelosia,
l'egoismo;
tu stimerai tre virtù: il coraggio, la sincerità, la
generosità;
tu controllerai tre comportamenti: il tuo caratte-
re, il tuo linguaggio, la tua condotta;
tu combatterai tre guerre: l'ingiustizia, la violenza,
la povertà.
stai chiedendo tre cose: perché vivere, perché
donare, perché fare del bene?;
stai scegliendo tre strade: l'impegno, la solida-
rietà, il servizio.
C'è bisogno di purificare l'aria, di abbassare gli
indici di inquinamento, di uscire dalle crisi profon-
de e ricorrenti della giustizia, della pace, della
solidarietà.
Che cosa intendo per bontà, che ruolo gioca la
solidarietà oggi, che ne sai dell'"angelo della
situazione"?
A rispondere mi aiuta sant'Agostino: "Se nessu-
no me lo chiede, lo so, ma se qualcuno non me lo
chiede, non lo so più".
Ti confido con tutto il cuore:
sì, ho visto un angelo in carne e ossa: una suora.
In terra di missione, in fogo.
È l'angelo di tanti bambini che in lei cercano una
mamma, una maestra, un angelo, per l'appunto.
Tuo aff.mo
Carlo ferraneo
Se, viceversa, dovessi confidare di non credere, di
non aver mai visto un angelo, sono sicuro di poter
indovinare che cosa stai cercando, quali sono gli
interrogativi che ti Interpellano, dove stai andan-
do.
Stai cercando tre cose: l'amicizia, la confidenza,
l'amore;
APRILE 2004 BS

3.3 Page 23

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••••••••••••••••••••••
Presentiamo un altro splendido museo scolastico.
Si tratta di quello dell'istituto salesiano di Lombriasco.
Nel piccolo centro, a poco più di trenta chilometri
a sud di Torino, sopravvive l'unica scuola a indirizzo
agricolo (Istituto Tecnico Agrario) tenuta dalla
congregazione salesiana in Italia. A Lombriasco
i salesiani misero piede la prima volta 11 Oanni fa.
••
MUSEI SALfSIANI
IL MUSEO SCIENTIFICO
«DON BOSCO»
DI LOMBRIASCO
di Natale Maffioli
•••
Un po' di storia salesiana
di Lombriasco. Scuola agricola
da 90 anni. L'erbario Gresino
prima vera raccolta
dell'incipiente museo.
La sistemazione definitiva
risale al 1992. Il grande
ambiente a tre anelli che
custodisce le esposizioni.
Gli "scherzi di natura".
:••••••••••••••••••••••••••••••
Anche questo di Lombriasco
è un museo didattico.
Museo Don Bosco presso l'istituto salesiano
di Lombriasco.
·~~~~~~~~~~
~~~. ~~~~~~~~~~~~==
• • • e • • • • • • • • • • • • • • • e • • • e e • • • • • • • e • • • • • • • • • • • • • • • • • • e • • • • • • • • • • e • e e • e e • • • • • • BS APRILE 2004 e

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
presentano nello spazio il legame
che unisce tra loro i tre regni
della natura: alle pareti, bassori-
lievi in legno esemplificano ele-
menti appartenenti ai singoli re-
gni. Nello stesso atrio, accoglie i
visitatori una coppia di leoni im-
balsamati.
Nella prima sezione del Museo
sono rappresentati i mammiferi,
sono esposti circa 200 esemplari.
L'etichetta didattica riporta, per
ogni esemplare, la classificazione,
Ingresso del museo: coppia di leoni.
la diffusione, le abitudini, la ripro-
duzione, il cibo . Lungo la parete
di sinistra, sei vetrine ospitano
circa 300 specie di uccelli; anche
Stava finendo il secolo XIX
quando i salesiani giunsero a
Lombriasco, un piccolo pae-
Le intense campagne di raccolta,
condotte dal salesiano don Gia-
como Gresino (1859-1946) a par-
qui ogni esemplare è corredato di
indicazioni circa la diffusione, le
abitudini, il grido, la nidificazio-
se della pianura cuneese, non tire da fine Ottocento, e i proficui ne, il cibo. Interessante è la cop-
lontano da Saluzzo e da Racconi-
gi. La prima destinazione dell'o-
pera, ospitata nel vecchio castel-
lo, fu per l'accoglienza dei giova-
ni polacchi che desideravano di-
ventare salesiani. Tra il 1905 e il
1908 l'opera si trasformò e dal
1913, con l'acquisto della casci-
na Macra con 30 giornate di ter-
reno confinanti con il parco del
scambi con istituzioni e speciali-
sti, da cui era stimato sia per l'ac-
curatezza delle determinazioni
sia per il profondo senso critico,
hanno permesso la costituzione
di un erbario che, per la parte
crittogamica, conta oltre 19000
esemplari. Nel 1992 l' insieme
omogeneo del materiale zoologi-
pia di Callo cedrone. Notevole
un Galletto peruviano, in via di
estinzione, e una Palamedea fe-
dele. Di seguito, in cinque vetri-
ne, è esposta la collezione ento-
mologica, con farfalle esotiche
(150 specie) e italiane (300 spe-
cie), insetti esotici e italiani (600
specie). Interessanti alcune scato-
le dedicate al mimetismo degli in-
castello, la casa diventò sede di co, mineralogico, entomologico, setti. Di rilievo entomologico rac-
una Scuola Teorico-Pratica di fossile, ornitologico e botanico colte complete di cerambicidi,
Agricoltura. La scuola divenne trovò, finalmente, una sede ade- carabidi e farfalle diurne italiane.
così il centro di tante iniziative fi- guata con l'istituzione del Museo Chiudono la parete sinistra quat~
nalizzate all'incremento dello spi- Scientifico. Le raccolte sono cu- tra vetrine con rettili, anfibi e
rito associativo e cooperativistico stodite in un unico ambiente pre- pesci. Anche qui, ogni esemplare
e alla diffusione delle più moder- ceduto da un atrio. Qui ci sono è accompagnato dalla sua etichet-
ne tecniche di coltura e di alleva- tre anelli compenetrati che rap- ta con indicazioni didattiche. La
mento. Dal 1937 la si modificò in
Istituto Tecnico Agrario e, dopo la
guerra, alla Scuola Agraria si af-
fiancò l' Istituto Tecnico per Geo-
metri.
•••••
MUSEO SCIENTIFICO
Accanto alla scuola, e per
schietti motivi didattici, si svilup-
parono le raccolte che formeran-
no il Museo Scientifico "Don
Bosco". A incrementare le raccol-
te provvidero anche i superiori
salesiani che depositarono nel-
l'incipiente museo !"'Erbario Gre-
sino", una delle più importanti
collezioni crittogamiche, per nu-
mero di esemplari e località rap-
presentate, soprattutto per quanto
concerne la Liguria e il Piemonte . La vetrina degli uccelli.
Coppia di fenicotteri rosa (Ticino).'
• • APRILE 2004 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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: •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
~~~~~~~~~~~~~~~==========================================================~
••••••••
Tridacna di 80 cm.
Pirite cubica della Spagna.
Chiudono la parete tre vetrine
dedicate alle rocce . Sono espo-
sti 200 esemplari didatticamente
presentati (tipo, caratteristiche,
formazione, provenienza, uso),
distinti nei tre tipi: eruttive, me-
tamorfiche, sedimentarie. La ve-
trina conclusiva riguarda la for-
mazione del suolo (pedogenesi)
con una presentazione indiriz-
zata specificatamente agi i sco-
lari.
FAUNA E FLORA
Nella zona centrale del Museo,
ai due lati estremi, sono disposte
sei vetrine riguardanti una colle-
Doppia testa di un vitello.
zione di conchiglie (tre vetrine
- Vetrina delle farfalle esotiche.
con 600 specie), vita del mare dalla parte opposta, sei vetrine
(una vetrina), i fossili (due vetrine contenenti esemplari vegetali pro-
con 300 esemplari esposti); e, venienti della collezione Gresino
parete destra è riservata ai mine-
(licheni, muschi, alghe, funghi,
rali e alle rocce . Aprono la serie
erbario morfologico). L'insieme
due vetrine didattiche. Le seguenti
più cospicuo dell'erbario è con-
otto vetrine contengono campioni
servato in magazzino . Sulle pareti
di minerali, divisi nelle otto classi.
minori della sala giganteggiano
Ogni campione è accompagnato
due pannelli murali, rappresen-
da un cartellino riportante: nome,
tanti rispettivamente le ere geolo-
etimologia, formula chimica,
giche e l'evoluzione e i cinque
composizione chimica, sistema
regni dei viventi. Su colonne è
cristallino, durezza, peso specifi-
collocata una serie di pannelli
co, uso, provenienza.
Gli esemplari esposti sono circa
che illustrano le fasi principali
della deriva dei continenti e della
un migliaio. Notevoli per dimen-
formazione geologica dell'Italia.
sione, bellezza e importanza, un
È presente anche un pannello
gruppo di cristalli di fluorite di
murale sull ' evoluzione e sistema-
Zogno (20 cm il lato dei cristalli),
tica degli invertebrati . Al centro
una drusa di Vanadinite del Ma-
del museo, in una vetrina cilin-
rocco, fluorite di Cumberland, si-
drica, divisa in due semicilin-
derite & pirite e bismutinite di
dri da un camminamento, sono
Brosso, quarzo di Cavallaria. Uno
esposti i principali ecosistemi con
spettacolare cristallo di piropo di
esemplari di fauna e di flora. Gli
Martiniana Po (CN) .
Voliera: animali del bosco.
ambienti ricostruiti sono la mon-
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS APRILE 2004 • •

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
- Okemite, minerale proveniente da Poona (India).
Vitello a sei zampe.
ne di Ca pod ipo nte (BS), modell i-
ni in sca la di dinosauri , l'appara-
to boccale degli insetti (perfetti
modelli ingrand it i, in res ina), la
dentatura mammiferi (modelli in
res ina), esempi di geodi (ameti-
sta), di minerali flu orescenti, di
cr istall o di Piropo di M artini ana.
Sopra le vetrinette, grafi c i a to rta
did attici rappresentano la suddi-
l<~ }{iffnra)!ci-Ciyrlrtlk: iJi:m•lltl l flr•f'rt.
l li-l St<hntrN'i.'l (ò.rc.c;.inonb (U. d c L es d.) O Yc l n l k
(n. ('('lznb.)
P11Ufll tò""'ltuml• 11. cl•• l.t-Jd. In Dull. Soc. lloi. fnnec
LX~~!:..l~:t:r-IH) hl t.blllrh:~ ~\\dtnllltl, 10\\'Q 'l'orro, In .:r-::\\1
N\\lcel.~< rupo;·~oltlbU• h·rrkooln - t:Mtulfl p1Lbl~tlnnll:
"''
lllliUI: m:'li. Xl l.
10.,R. X
visione del Regno animale, degli
Inve rtebrati , degli Artropodi , dei
Minerali , dell e Rocce. La parte
superi ore di tutte le vetrin e latera-
li è co rredata da di afanìe didatti -
che co n la presentaz ione dei re-
perti esposti nelle vetrin e sotto-
stant i. Non manca nel Museo una
sez ione con gli "scherzi di
natura" un v ite ll ino a se i za mpe, -
Vetrina dei minerali di quarzo.
l
Psora gresinonis, specie
di lichene a cui fu dato il nome
di don Gresino in riconoscimento
della sua attività crittogamica.
di c inque giorni di razza pezzata,
esempio di m ostruosità morfologi-
ca e una doppi a testa di vitello
(n ato co n due teste: razza pi e-
montese, 1940 circa), un poll o e
•••••
tagna e le va li i, il bosco, la palu-
de, il giard ino. Tra gli esemp lari
presenti: aquil a, bianco ne, mar-
motta, lepre, civetta, gufo, fa lco,
ghepp io, poiana, lodo laio, spa r-
un pul cino a tre zampe. Arri cchi-
sce il museo un completo schele-
tro di pitone perfettamente e mi-
nuz iosamente ri costru ito in tutte
le sue 360 vertebre, e un bradipo
••••••
v iero, perni ce, gazza, ga llo fo r-
portato in Italia dall 'Amazzoni a e
ce ll a, coturni ce, palmipedi e di -
tenuto in cattività qu alche anno a
versi esempl ari d i t rampo lieri , ci-
Lom briasco. Nell 'a ll estimento del
cog na, pavone, donnola, ermelli-
Museo è stato curato in modo
no, ca mosc io, scoi attolo, fa ina,
parti co lare l'aspetto didatti co. È la
marto ra, volpe, tasso.
racco lta di una scuol a, e se anche
Le vetrin e lungo le pareti sono
sono ammessi visitatori esterni , è
inte rva ll ate da 7 vetrin ette mo no-
pur sempre finalizzata all a forma-
••••••
tematiche che ospita no oggetti
dell 'era neolit ica (dal Lago di
Ledro) e incisioni rupestri ca mu-
Stibinia (Antimonite, Russia).
z ione scient ifica degli allievi .
Natale Maffioli
• • • APRILE 2004 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.7 Page 27

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5
di Jean-François Meurs
C aro Doctor J. , essendo
io un educatore che
((
lavora in un centro gio-
vanile, come tale ho sempre consi-
derato importante fare il mio lavoro
senza arrabbiarmi, al contrario cer-
cando di mostrare sempre una
grande dolcezza. Sapersi controlla-
re, rimanere calmo l'ho sempre
considerata un 'attitudine adulta e
responsabile, perché ho sempre
saputo che la collera era un vizio e
che perciò essa era dannosa,
distruttiva. E tuttavia non si può
negare che alcune circostanze par-
ticolari possono indurci a perdere il
nostro sangue freddo! Porto un
esempio che mi riguarda. Frequen-
tava il centro un giovane che ne
combinava di tutti i colori, mettendo
tutto sottosopra. Mi ha messo in
croce per un intero mese, assor-
bendo tutto il mio tempo, ma
soprattutto si mostrava crudele e
ingiusto verso gli altri. Alla fine non
ne potei più e persi la pazienza.
Una collera fredda m'invase e un
giorno lo presi per la collottola e lo
misi al muro scuotendo/o energica-
mente con rabbia. Con mia grande
sorpresa, egli non si è difeso, al
contrario, la mia sfuriata l'ha calma-
to. Per strano che possa sembrare,
mi è apparso più sollevato, tant'è
che tutto finì lì, come se l'avermi
visto finalmente perdere la calma -
che non perdevo mai - /'avesse
rassicurato. Allora ho pensato che,
in effetti, i giovani possono essere
rassicurati scoprendo i nostri difetti.
Anche noi educatori siamo degli
esseri umani con dei sentimenti,
perciò possiamo avere reazioni vio-
lente, proprio come loro. Questo
non giustifica, evidentemente, le
ingiurie e le percosse. Ma capisco
che bisogna talvolta smetter/a di
essere gentili, per esseri veri.
Antonio, Napoli
Caro Antonio ,
noi coltiviamo a volte idee contrad-
dittorie. Da una parte sogniamo una
perfezione che consisterebbe in una
grande padronanza di sé, il che
suppone che tutte le emozioni siano
bandite. Il modello di perfezione, in
questo caso, è la macchina, il robot
che non è soggetto ad alcun sbalzo
di umore : niente collera , niente tri-
stezza, niente paura. Ma anche
niente tenerezza, niente amicizia,
niente perdono. Ora, è questo che
ci rende umani. .. l sentimenti, le
emozioni possono essere a volte un
handicap per la loro violenza che
perturba il ragionamento e il com-
portamento, ma sono anche delle
carte vincenti, costituiscono la so-
stanza della nostra identità umana,
la natura della nostra anima, il
motore della nostra esistenza. L'im-
possibilità di provare delle emozioni
disturba anche il buon funziona-
mento della ragione .
Attraverso la tavolozza delle
nostre emozioni , la collera mobilita
rapidamente l'energia ne~essaria
alla nostra sopravvivenza. E perché
noi proviamo rabbia che siamo
capaci di reagire di fronte alle ag-
gres::;ioni da qualunque parte venga-
no. E attraverso le emozioni che tro-
viamo la forza di definire i nostri limi-
ti e di proteggere il nostro territorio.
Perché la collera costituisce un vero
e proprio segnale d'allarme che indi-
ca che qualcosa di essenziale man-
ca al nostro equilibrio. Essa nascon-
de sempre un bisogno non soddi-
sfatto o un timore. Passato il perio-
do della fanciullezza , noi crediamo
che ci sia interdetto di esprimere la
nostra collera, e non ci troviamo a
nostro agio di fronte alle sue manife-
stazioni: «Posso ancora essere sti-
mato se mostro la mia collera? » e
«Posso ancora essere una persona
amabile , nonostante che io faccia
irritare qualcuno? ». Ma noi sappia-
mo bene che ovunque nel mondo
esplodono delle collere che hanno
conseguenze tragiche e queste con-
seguenze ci fanno credere che sia
la collera a essere distruttiva. Allora,
preferiamo rinnegarla, anche a
costo di negare i nostri bisogni
essenziali. Certuni finiscono anche
per cadere ammalati: lo stress dovu-
to alla nostra frustrazione comporta
un calo delle nostre difese immuni-
tarie . Non avere la possibilità di
manifestare il proprio malumore, la
propria irritazione può voler dire cor-
rere il rischio di sprofondare nella
depressione.
Ahimè, noi non conosciamo
bene le parole che ci permettono
di esprimere la nostra collera , le
nostre paure, i nostri bisogni e non
ci va di confessare apertamente il
nostro disagio con espressioni co-
me «ho paura di questo», «ho biso-
gno di quest'altro», «ciò è al di
sopra delle mie forze ».. . Occorre
trovare le parole e il ·coraggio di
esprimere la propria collera in mo-
do che sia capita da chi deve capi-
re, altrimenti non serve che a sti-
molare l'aggressività dell'altro. Per
questo motivo bisogna saper osser-
vare la propria collera, e avere il
coraggio di dire chiaro e tondo
quello che proviamo, pur senza vio-
lenza e senza dramm i. A volte
potrebbe essere necessario confes-
sare: «sono troppo in collera per
parlarti e ascoltarti in questo mo-
mento. Prima di ogni altra cosa ho
bisogno di ascoltare e comprende-
re la mia stessa collera».
Ma credo anche che sia una
gran bella cosa imparare a osser-
vare e controllare la propria collera,
eventualmente sorta dentro di noi
per un torto subito o un danno rice-
vuto e questo allo scopo di essere
anche in grado di perdonare. Tutta-
via, lo ripeto , la capacità di indi-
gnarsi per non tollerare l'intollerabi-
le, per prendere la difesa dei fratelli
che sono ingiustamente trattati, è
una cosa buona. Del resto, Gesù
stesso non ha forse sofferto di san-
te collere?
D
BS APRILE 2004

3.8 Page 28

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Una scuola delle Figlie di Maria Ausiliatrice
UNA SCUOLA
di Maria Antonia Chinello
SENZA CONFINI
Ginevra è situata sulla
riva sud-occidentale del
lago omonimo, terza città
della 5 vizzera in ordine
d'importanza dopo Berna
e Basilea, capitale del
Cantone di lingua
francese, che da essa
prende nome. Nel 1863
Henry Dunant vi fondò la
Croce Rossa, nel 1920
venne scelta come sede
della Società delle
Nazioni e nel 1945
divenne sede europea
dell'ON V.
A Veyrier, a soli trenta minuti
dalla città, immersa nel ver-
de degli alberi e nello spac-
cato dei monti, a ridosso del confine
con la Francia, sorge La Salésienne.
È una scuola primaria e materna co-
nosciuta, riferimento sicuro a chi
capita di smarrirsi, percorrendo le
stradine dei villaggi disseminati
lungo il confine svizzero-francese.
Ma ancora di più, una garanzia di
educazione di qualità, tramandata di
generazione in generazione. Infatti,
sono in molti qui e nei paesi vicini
ad essersi seduti sui banchi in questi
52 anni di servizio educativo.
Suor Giuseppina Puggioni è di ori-
gine italiana. Quando ha fatto do-
manda come missionaria, il suo so-
gno, confida, era di andare in Africa.
Da 26 anni invece si trova qui in
Svizzera, e missionaria lo è lo stesso,
in questa che è ormai la patria del
APRILE 2004 BS
cuore. È la direttrice didattica della
scuola e coordina, con dolcezza e
grande competenza, un corpo docen-
te di 40 insegnanti. Insieme con lei,
nove sorelle che compongono la
comunità, cercano ogni giorno di
fare della scuola una famiglia in cui
ognuno si senta amato. <<La Salésien-
ne - racconta suor Giuseppina - fa
parte dell' AGEP, l'Associazione del-
le Scuole Private di Ginevra. La
nostra scuola accoglie 300 bambini e
bambine, dai 3 ai 12 anni, di razze,
culture, religioni, nazionalità che
abbracciano i cinque continenti. Le
ultime statistiche rivelano che sono
65 i paesi di provenienza, e mai
abbiamo avuto problemi di convi-
venza».
UN PROGETTO
AMBIZIOSO
Il dialogo e la valorizzazione del
diverso stanno alla base del progetto
educativo della scuola. Lo sanno gli
insegnanti e lo accettano i genitori,
l
Alcuni alunni della scuola primaria
dell'istituto La Salésienne
a Veyrier, trenta chilometri
da Ginevra, gestito dalle FMA.
scegliendo la scuola a volte con anni
di anticipo, perché la lista d'attesa è
sempre molto lunga. Ci vorrebbero
altri ambienti, nuove costruzioni per
esaudire il desiderio di prolungare il
ciclo scolastico con la scuola media
inferiore. Per questo, il comitato dei
genitori è all 'opera per inventare ini-
ziative e cercare fondi. «Prima dei
muri, però- continua suor Giuseppi-
na - vogliamo costruire insieme un
ambiente sereno, felice, di qualità.
L'impegno di tutti, a partire dagli
insegnanti, di cui alcuni non sono
cattolici, è di esprimere la scelta pri-
vilegiata dei piccoli e far cogliere
loro che c'è sempre una strada aper-
ta per incontrarsi, dialogare e supera-
re le difficoltà». Per questo, il calen-
dario annuale è denso di occasioni di
formazione: la scuola dei genitori,
le attività per i bambini, i raduni per
gli insegnanti, le feste musulmane,
ebree e cristiane, le celebrazioni ecu-

3.9 Page 29

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in Svizzera modello di interculturalità.
meniche che chiamano a raccolta tut-
ta la comunità scolastica. E d'estate,
il Campo Don Bosco, un oratorio
quotidiano della durata di un mese.
Le suore, Giuseppina, Antonia,
Rosetta, Teresa, Maria, Albina, Cla-
ra, Maria e Antoniette, hanno impa-
rato nei lunghi anni di permanenza in
questa città ricca e interculturale che
la strada per l'evangelizzazione pas-
sa per la via dell 'ascolto delle storie
delle famiglie, ·della comprensione
del dolore e delle sofferenze nasco-
ste, della vicinanza e della testimo-
nianza piccola della vita quotidiana.
Gli orari si dilatano: c'è chi arriva
quando è ancora buio al mattino, e si
addormenta sui banchi della piccola
cappella, insieme alle suore che pre-
gano; oppure chi, alla sera, fa com-
pagnia a suor Maria in portineria,
mentre aspetta il ritorno del papà o
della mamma dal lavoro.
«Ginevra è una città interculturale,
essendo sede di molte organizzazioni
mondiali- afferma un papà - . In tut-
ti gli ambienti si fa esperienza di tale
realtà. Per noi adulti, a volte, questo
può generare indifferenza e abitudi-
ne. A La Salésienne, invece, si vivo-
no il rispetto e la valorizzazione del-
le differenze. Emerge la ricchezza
che ogni bambino e bambina portano
con sé. C'è anche un altro tipo di
Suor Giouseppina Puggioni,
direttrice didattica, con un clown.
La clownerie è un metodo
fortemente educativo, che aiuta
a conoscere il proprio corpo,
a superare la timidezza,
a "sciogliersi acquistando
un perfetto dominio di sé,
a socializzare" .
Un gruppo di genitori, insegnanti e allievi della scuola FMA, assieme
alla direttrice della scuola e quella della comunità religiosa.
convivenza che viene insegnata sen-
za tante parole. È l'esperienza della
diversità sociale. Ginevra ha un teno-
re di vita medio-alto. Sono contento
che le mie figlie vivano insieme a chi
è povero e soffre. Sono aiutato da
questo ambiente nell'educare alla
solidarietà: a casa Io farei solo con le
parole. Qui a scuola, parlano i fatti».
CRESCENDO INSIEME
Trascorrere una serata insieme con
le suore, al termine della giornata, è
come sfogliare l'album di famiglia,
le cui fotografie sono i nomi e i volti
dei bambini e delle bambine incon-
trati. Sara è etiope e ha tre anni. La
mamma è infermiera e, faticosamen-
te, sta cercando di assicurarsi un pre-
sente meno pressato dal fattore eco-
nomico. Marie e Cova abitano lonta-
no e ogni giorno arrivano con papà
Baptiste, l'autista della scuola, che
con cura le accompagna e le custodi-
sce nel percorso; c'è Jonathan, che
porta a scuola la vivacità dei suoi
dieci anni e un po' birichino lo è; ci
sono Annie e Ursula, attese ogni
mattina da suor Rosetta con un buon
pane e una tazza di latte caldo. E poi
Richard, Alessia, Elisa, Martin ... Le
storie continuano e richiamano alla
memoria chi ha già terminato la
scuola e telefona, scrive, ritorna per
far vedere alle suore le fotografie
delle nozze, il diploma conquistato
con ottimi voti; far conoscere il pro-
prio ragazzo o la propria ragazza,
raccontare gli impegni sempre più
carichi di responsabilità nel civile e
nel sociale.
li miracolo di La Salésienne nasce
dal sacrificio e dalla tenacia di suor
Antoniette Tornay, che a novembre
compirà 100 anni. A scuola e in pae-
se ci si sta già organizzando per la
festa di compleanno: il sindaco e le
autorità cittadine, le famiglie degli
exallievi e delle exallieve, degli ami-
ci e dei benefattori hanno già segna-
to in rosso la data sul calendario.
Suor Antoniette è della Svizzera
francese, di Levron. Ricorda quando,
giovanissima, è arrivata a Ginevra
con le suore. Abitavano vicino alla
stazione e la scuola, anche se molto
piccola, era frequentata dalle figlie
degli emigranti italiani . Poi, nel1951
la ricerca di uno spazio più grande, e
l'approdo a Veyrier per continuare
l'avventura dell'educazione intercul-
turale.
In tempi in cui si addensano timori
per nuovi e antichi conflitti mondia-
li, parlare di accoglienza significa
sfidare e dare radici al futuro . A La
Salésienne ci si crede fino in fondo e
i fatti lo raccontano. Qui c'è posto
per tutti; non ci sono frontiere e ogni
giorno si scrive pace sul cuore della
terra, di tutte le terre.
O
BS APRILE 2004

3.10 Page 30

▲back to top
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RINNOVATA
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ILLUSTRATO DEl
PAPI
di John N. D. Kelly
Piemme, Casale M. (Al)
2003, pp. 872
È la storia del papato,
una finestra spalancata
su un mondo forse poco
conosciuto. Si apre da-
vanti agli occhi del letto-
re una lista di nomi di
quasi 300 papi intorno ai
quali ruotano 2000 anni
di storia, sconcertante
e rassicurante, oscurata
da ombre e rischiarata
da luci, attraversata da
vicende _politiche e reli-
giose. E la descrizio-
ne dello sviluppo di un
germe che sotterrato
muore, germoglia e cre-
sce fino alla maturazio-
ne. La Chiesa è una co-
munità in cammino, che
si sviluppa tra lotte e cri-
si, sempre viva e creati-
va. Essa si presenta co-
sì nella sua realtà invisi-
bile e visibile, santa e
peccatrice, fragile e for-
te. Se la gloria di Dio è
l'uomo vivente, la gloria
della Chiesa è il Cristo
risorto, che col suo san-
gue la lava e la purifica:
"io sono con voi tutti i
giorni" (Mt 28,20}.
GESÙ
di Machael Keene
ELLEDICI, Leumann (To)
2003, pp. 160
IL CRISTIANESIMO
Stesso autore, editore,
pagine.
l due volumi fanno riscopri-
re la religione cristiana (il
2°) e il suo fondatore (il
1°). Gesù è la persona più
influente della storia, an-
che se è rimasto solo 30
anni sulla scena pubblica.
Ciò che ha lasciato costi-
tuisce il fondamento su cui
poggia il cristianesimo e
che ha attirato seguaci in
tutto il mondo. Da oltre
2000 anni rimane figura
centrale nella storia uma-
na; e il cristianesimo, fon-
dato sul suo messaggio,
ha indotto innumerevoli mol-
titudini ad accettarlo come
Figlio di Dio e Salvatore del
mondo. Oggi il numero di
cristiani nel mondo probabil-
mente supera i due miliardi,
cioè il 30% della popolazio-
ne mondiale. l due volumetti
descrivono con semplicità
divulgativa gli aspetti princi-
pali (origini, storia, verità di
fede) della più diffusa reli-
gione del pianeta.
LA LECTIO DIVINA
NELLA COMUNITÀ
CRISTIANA
Spiritualità, metodo,
prassi
·
di Giorgio Zevini
Queriniana, Brescia
2001, pp. 158
LA LECTIO DIVINA
NELLA VITA
DEL CRISTIANO
di Giorgio Zevini
ELLEDICI, Leumann (To)
2003, pp. 42
Il primo è un testo più com-
pleto e il secondo un fasci-
colo più operativo che aiuta-
no i credenti a entrare sem-
pre di più in questa pratica
che può nutrire di fede bibli-
ca la loro vita. La "lectio",
praticata in origine nella vita
dei monaci , oggi viene sem-
pre più aperta a tutti i fedeli
e rappresenta una vera gra-
zia di Dio cui iniziare con
cura ogni cristiano. Certo
essa richiede una catechesi
biblica fondata sul testo
sacro, ma lo studio della
Parola apre la strada a una
spiritualità che lo Spirito
Santo fa comprendere e vi-
vere a coloro che l'accolgo-
no con fede e la vivono con
amore e disponibilità. l due
volumetti ne offrono la me-
todologia che nasce da una
lunga esperienza vissuta
con gruppi biblici.
PER UN PRESENTE
CHE ABBIA FUTURO
Vita consacrata oggi:
più vita e più consacrata
di José Marfa Arnaiz
Paoline, Milano
2003, pp . 254
La rifondazione degli Istituti
religiosi è ricominciata. Ai-
fondare è tornare al cari-
sma dei fondatori versando
il loro buon vino negli otri
della realtà socioculturale
ed ecclesiale del nostro
tempo. Il volume descrive
gli elementi indispensabili
per la riformulazione del ca-
risma e le linee orientative
per poterlo realizzare . Ana-
lizzando ciò che non fun-
ziona nella vita consacrata
si evidenzia che ha biso-
gno di scoprire i segni di
vitalità insiti , di farli emer-
gere e saperli individuare,
avere la capacità di artico-
lare la proposta che si na-
sconde in essi , formularla
in modo nuovo ed evange-
lico. In tale prospettiva si
descrive un presente che
certamente avrà futuro nel-
la vita della Chiesa, dal
momento che nella sua
storia la vita consacrata è
spesso decaduta e spesso
risorta .
APRILE 2004 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

▲back to top
~~ riftft,~~NIO ~ ~L~t~kRIVA
~
sOCIALE
DANZA NUZIALE
DISAGIO GIOVANILE
TESTIMONI
Itinerario teologico
E SUICIDIO
DELLA CARITÀ
e catechistico per coppie di Mari Neva
Le conferenze
e famiglie
Paoline, Milano
di San Vincenzo a Torino,
di Francesco Pilloni
2003, pp . 148
150 anni di storia.
Effatà, Cantalupa (To)
Volume l - L'800
2002, pp.208
Si analizza il fenomeno del di Maurizio Ceste
suicidio giovanile, dando Effatà, Cantalupa (To)
importanza a un corretto ac- 2003, pp. 508
costamento sociologico e
medico-terapeutico e affer-
mando la necessità di un in-
tervento educativo volto alla
prevenzione. In più contiene
una visione e una interpre-
tazione della civiltà umana
attuale. Il percorso che si
spalanca agli occhi di edu-
catori e pastori è drammati-
co e insieme fecondo. Si
sostiene che, a partire da
questa base oscura che
nega il senso della vita (che
sostanzialmente è un suici-
I~ \\.VflfNt rvt· o.h S.tn \\'tnù•ltJ(J ~ lorinn.
l;IJ:annl do~ ;o.t!.orU
dio) , è possibile dire una pa-
rola definitiva che può supe-
Il testo offre la sintesi teo-
logico-pastorale del matri-
monio cristiano nel conte-
sto di una teologia nuziale,
da cui vengono sviluppate
linee catechetiche di ap-
profondimento per opera-
tori di pastorale nei corsi
rare il pessimismo che per-
vade in modi complessi e
contraddittori il pensiero dif-
fuso di questa cultura della
morte. Il tono teorico di al-
cuni passi è reso più umano
dall'irruzione dei giovani, ai
quali è concessa voce.
È la storia piemontese del-
le conferenze di San Vin-
cenzo de' Paoli dentro la
realtà del suo tempo , e in-
terpreta gli avvenimenti de-
gli ultimi 50 anni dell'800,
facendo comprendere co-
prematrimoniali. Sulla base
me la San Vincenzo si sia
dell'itinerario teologico si
innestano le 9 schede che ___________________Mario Neva
collocata nel contesto civi-
le e religioso , contribuendo
utilizzano come filo condut-
tore l'icona del mistero nu-
ziale. Ogni scheda propo-
Disagto giovanile
e suicidio
allo sviluppo delle attività
sociali e assistenziali della
città. Le "conferenze" rie-
ne uno spunto visivo , a cui
scono, nel tempo, a man-
seguono degli approfondi-
tenere una propria chiara
menti , un riassunto , delle
identità, sia nella Chiesa
domande per la meditazio-
sia rispetto agli altri movi-
ne di coppia e di gruppo, la
menti ecclesiali, rifuggendo
preghiera finale . Il volume
dall'impegno politico diretto.
è completato da un glos-
Chi le interpreta appare co-
sario con la terminologia -
me testimone silenzioso vi-
adottata e da una scheda
cino al proletariato della
che descrive possibili mo-
nuova città industriale: le
dalità di utilizzo. Un Cd-
vittime del colera, i giovani
rom allegato al testo offre
degli oratori, spazzacamini
la presentazione multime-
e ammalati di ospedali , cit-
diale (con diapositive digi-
tadin i comuni , i poveri visi-
tali animate) dei vari conte-
nuti del volume.
~g~~kpFoANVDEENNDZITAA.
PER
l libri
tati sistematicamente .
che vengono segnalati SI pos-
sono acquistare presso le hbre~
n.e cattoliche o vanno· ncht1le1Vstel
di re ttamente all e n spe
Editrici.
Fondazione
DON BOSCO
NEL MONDO
Ente autorizzato a riceve-
re tutte le offerte per le
OPERE E MISSIONI
SALESIANE .
Gestisce:
ADOZIONI
A DISTANZA
Aiuto ai bambini più poveri
senza allontanarli dalla fa-
miglia né privarli della loro
cultura .
Permettono di aiutare al-
cuni ragazzi e giovani sa-
lesiani senza mezzi per
completare la loro forma-
zione o il corso di studi in-
trapreso.
FONDO VOCAZIONI
Destinato all'aiuto di un
giovane lungo gli anni della
sua preparazione al sacer-
dozio o alla vita religiosa.
INTENZIONI
SS MESSE
Si celebrano messe or-
dinarie o gregoriane (30
messe continue, una al
giorno) secondo le inten-
zioni dell'offerente.
COME?
Le offerte vanno inviate -
indicando sempre la causa-
le - a FONDAZIONE DON
BOSCO NEL MONDO· ONLUS
ccp no 36885028
oppure
Bonifico Banca Intesa
CIN P; no 3263199
ABI 03069 • CAB 05064
oppure via Internet:
BancoPostalmpresa
www.poste.it sul conto
no 36885028 ABI 07601 -
CAB 03200
http :Ili n-impresa. it/cor-
porate/imprese/
conto: P 03069 05064
00000326163199
BS APRILE 2004

4.2 Page 32

▲back to top
-
Salvatore Trazzera 1913- 1979 al Santa Chiara di Palermo.
L'ANIMA MUSICALE
DI UN EBANISTA di Giancarlo Manieri
Salvatore Trazzera fu un salesiano
laico degno di memoria, un
religioso modello, un'anima
semplice, un educatore concreto
che voleva bene a Dio, prima di
tutto, poi ai confratelli, ai ragazzi,
agli exallievi; artista de/legno e del
contatto umano.
- Il suo sorriso che sfoggiava da mane a sera.
UN SALESIANO ECCEZIONALE
Se le circostanze mescolavano le cose in modo tanto
perfido che qualche divergenza o il principio di un
alterco venivano a turbare la sua allegra imperturbabi-
lità , egli rimediava prima che il sole tramontasse,
secondo l'insegnamento paolino. Così la volta in cui si
trovò per puro caso in disaccordo col suo direttore, lo
videro la sera presentarsi con una bottiglia di "quello
buono": "Signor Direttore, sono qui per brindare ...
ehm .. . al futuro della congregazione , e al nostro del
Santa Chiara! ". l confratelli una volta di più costataro-
no che il dissapore non aveva incrinato nemmeno un
po' l'amicizia e la venerazione per il superiore.
Era l'uomo dell'amicizia, una qualità che non avreb-
be barattato con nulla al mondo. La cercava, la con-
I l signor Trazzera fu un maestro a triplice titolo: del
legno, della banda, della barzelletta. Un sorriso
solare lo accompagnava dalla mattina alla sera "e
presumibilmente anche la notte", sottolineava qualcu-
no, il che dava un tocco di accattivante serenità alle
sue lezioni , ai suoi incontri e perfino alle sue (finte)
"arrabbiature", come quella volta che , ligio fino allo
scrupolo ai suoi impegni , non sapeva come far uscire
prima i ragazzi dalla lezione di musica per un imprevi-
sto impegno comunitario. Trovò una giustificazione
"piantando su " una scena madre sull'infingardìa dei
ragazzi che non avevano alcuna voglia di imparare il
solfeggio, sbagliavano il tempo, non distinguevano una
biscroma da una semiminima ... "Basta così non si
può continuare. Oggi , tutti a casa!". Ma fu una arrab-
biatura così poco arrabbiata che nessuno ci credette.
APRILE 2004 BS
l
Un gruppo di salesiani coadiutori. Il secondo da sinistra
è il signor Calogero Romano, il terzo il signor Salvatore
Trazzera.

4.3 Page 33

▲back to top
l
La banda del "Santa Chiara", magistralmente diretta
dal suo maestro, il signor Salvatore Trazzera,
nell"'esercizio delle sue funzioni". Siamo nel lontano 1955.
-
Il laboratorio di falegnameria del signor Trazzera.
quistava, la coltivava con attenzione meticolosa. Sem-
pre pronto a risolvere e pacificare. Un giorno un alun-
no un po' scanzonato ebbe sentore che con ogni pro-
babilità lo avrebbero bocciato. Non resse alla rabbia e
allo sconforto e, senza troppo rifletterei, fuggì di colle-
gio alla volta di casa. Caso volle che per strada incon-
trasse suo padre:
- E tu , chi ci fa' fora d'u colleggiu?
- Papà ... Basta col collegio, non ce la faccio a resiste-
re ... tanto mi bocciano!
- Figlio, chista ccà jè la vita. A li voti si vinci, a li voti
si peddi.. E quando si perde, non ci si arrende (intanto
avevano ricominciato a camminare in senso contrario,
verso l'istituto). Bisogna essere pronti a tutto, figghiu
miu. La vita niente ti regala. Tutti 'cosi tu t'ha conqui-
stari ...
La paternale continuò per un pezzo con timidi accenni
di difesa del figlio , il quale non s'era accorto che sta-
vano rientrando in collegio. Attraversata la portineria,
incontrarono il signor Trazzera:
- Babbo, perché mi hai riportato? ... C'è il maestro!. ..
- Signor Maestro, 'stu figghiu disgrazziatu du colleggiu
mi scappò.
- Ah! E adesso come si fa per non farsi accorgere
della marachella? Beh, saluta tuo padre e vieni con
me ... Eccoci qua! Entra dalla porticina del teatro, te
l'apro io e mescolati agli altri. Se il consigliere ti vede
e ti domanda dove sei stato, una volta tanto ti permet-
to di dire una bugia, tu digli che sei venuto da me. Ma
nun fari cchiù certi spirtizzi!
Il "consigliere" era il salesiano addetto alla discipli-
na, del quale gli alunni dei collegi avevano un certo
timore.
- Grazie. Siete unico signor maestro.
- Vai, vai, su!
Il ragazzino se la cavò con niente, ma sul signor Traz-
zera piovve una paternale coi fiocchi che il maestro
parò, da par suo, con l'ombrello del sorriso. Al solerte
"consigliere", in effetti, non era sfuggita la monellata.
Come con i ragazzi , egli era premuroso con gli exallie-
vi. Per loro non mancava mai una cartolina d'augurio a
Natale e Pasqua, e a quelli che si sposavano faceva
sempre pervenire il suo dono: una confezione di vini,
un libro, un quadro, assicurando sempre le sue pre-
ghiere, perché la loro vita trascorresse felice sotto la
protezione del buon Dio.
Era l'uomo della convivialità. Sapeva trasformare i
momenti di tensione in momenti di gioia e allegria, con
una battuta, un motto di spirito, e più spesso una bar-
zelletta ben scelta e ben raccontata, con quel suo fare
semplice e concreto e quel suo darsi d'attorno in labo-
ratorio , a scuola di musica, come consigliere addetto
alle attività sportive. Ma soprattutto con gli exallievi.
Era un piacere osservarlo assieme a loro, quando con
spontaneità salutava le loro mogli o si abbassava a
stampare un bacio sulla guancia dei figli non senza
una carezza. Dove c'era lui c'era pace , si respirava
aria di distesa allegria, di aperta convivialità. Ed era
per questo che lo invitavano in ogni circostanza, ma
l'exallievo che ricordava quei tempi usò l'espressione:
"lu mintìamu unni jègghiè, comu lu prezzemulu, lo
mettevano dappertutto, come il prezzemolo".
Era l'uomo della provvidenza. Quante scale, quante
visite, quante telefonate, quanto cercare e insistere per i
suoi ragazzi, per aiutarli a trovare un posto di lavoro. Li
segnalava a imprenditori , ad artigiani affermati, ad alti
dirigenti, a burocrati , a politici. .. E quasi sempre faceva
breccia e otteneva quello che chiedeva. Al maestro
Trazzera pochi riuscivano a resistere, pochi negavano
l'aiuto. Le porte si aprivano sia per la qualità della scuo-
la salesiana, sia per il prestigio indiscusso dei suoi inse-
gnanti e capi laboratorio come i vari Andaloro, Romano,
Tomaselli e, per l'appunto, Trazzera. La stima e l'affetto
continuarono anche dopo. A più di 20 anni dalla sua
morte, la giunta comunale votò all'unanimità di intitolar-
gli una via, accanto al Gesù Adolescente: Via Salvatore
Trazzera, salesiano.
Un giorno uno dei suoi exallievi è vittima di una rapi-
na. Due balordi, coltello alla gola, gli intimano di con-
segnare il portafoglio: "Prendetevi pure tutto ... Solo di
una cosa vi prego, ridatemi la foto che vi è custodita.
È quella del mio maestro e benefattore. Ci tengo più di
ogni altra cosa". l due malandrini spariscono con tutto
il bottino. Ma dopo qualche giorno egli si vede recapi-
tare il portafoglio vuoto, ma con la foto del maestro al
suo interno. Un altro dei suoi exallievi, interrogato su
di lui, proprio in vista di questa breve testimonianza
scritta, è stato sintetico ed esplicito, ha detto solo:
- Trazzera? A livellu di me patri lu mintu!, a livello di
mio padre lo metto!
Ed è la migliore testimonianza che abbia raccolto. D
BS APRILE 2004

4.4 Page 34

▲back to top
- coME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrere
IL VALORE • «Ma contro tutto ciò soffia il
vento del nostro tempo che vuole
DELL'INTIMITÀ la pubblicizzazione del privato, per-
ché in una società consumista ,
dove le merci per essere prese in
Il pudore che non c'è più. La difficoltà degli adolescenti di oggi
considerazione devono essere pub-
bl icizzate, si propaga un costume
a "raccogliersi" e ricuperare il significato di vita interiore. che contagia anche il comporta-
mento degli uomini, i quali hanno la
sensazione di esistere solo se si
C ' era una volta il pudore .
Era un'evidenza e un mi -
stero, una virtù , una forza,
mettono in mostra , per cui , tra
,p0mini e merci , il mondo è diventa-
w una "mostra", un 'esposizione
una risorsa . Il pudore è un istinto di
pubblicitaria che è impossibile non
autoconservazione, di protezione
visitare perché comunque ci siamo
contro tutto ciò che può minacciare
d~ Rtro. Quel che vale per le merci,
l'intimità e la dignità dell'individuo .
i:dfatti , vale anche per gli uomini
Non si riferisce soltanto alla ses-
che , vendo rinunciato per le esi-
sualità, ma a quelle pareti che con-
genze conformiste della nostra
sentono di distinguere l'interiorità
s~cietà alla loro specificità, sostitui-
dall'esteriorità , la parte "discreta",
scono l'individualità mancata con la
"singolare", "privata", "intima" di cia-
pubblicità mell'immagine. Ciò produ-
scuno di noi. È insomma la senti-
ce una metamorfosi dell'individuo
nella della piccola fortezza interio-
che ormai si riconosce solo nella
re , del giardino segreto dove la questo passaggio si sente irrime- propria immagine, e perciò non cer-
persona è veramente se stessa. diabilmente esRosto allo sguardo ca ~;> se stesso , ma la pubblicità
Prendere a prestito il gergo militare degli altri: il pudo r-e è ~ n tentativo / che costrL:Jisce-41 la s a immagine .
per descrivere il processo psicologi- di mantenere la ropf ia sogget- Accade però che la parola pubblici-
co dell'adolescente non è eccessi- tività, in modo da essere segreta- . taria, oltre a aBolire la parola
vo. Sia a livello fisico che a livello mente se stessi in presenza degli segreta, çJ tle U i)1tima, quella
psicologico, il ragazzo scopre in sé altri.
nascosta, relega m un angolo, dove
dominano il f. GGoglimento e il silen-
zio, ma forse anche la solitudine, le
parole di preghiera , le parole d'a-
more, le parole d'amicizia, le parole
di rabbia, le parole umane». Così il
filosofo Umberto Galimberti.
• Un'analisi terribile e impietosa:
conformismo e consumismo stanno
portando a termine la loro opera,
sgretolando a suon di trasm issioni
televis ive , confessionali laici e rivi-
ste per adolescenti che con sempre
più insistenza irrompono con "indi-
screzione" nella parte "discreta" del-
l'individuo per ottenere non solo
attraverso test, questionari, campio-
nature , statistiche , sondaggi d'opi-
nione, indagini di mercato, ma an-
che e soprattutto con intime con-
fessioni , emozioni in diretta, storie
d'amore , trivellazioni di vite private
che sia lo stesso individuo a conse-
gnare la sua interiorità, la sua parte
discreta, rendendo pubblici i suoi
l
Fra le cose belle della vita
familiare c'è la consapevolezza
che le cose non dette spesso sono
più importanti di quelle che
costituiscono oggetto ordinario
di comunicazione.

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
sentimenti, le sue emozioni, secondo
quei tracciati di "spudoratezza" che
vengono acclamati come espressioni
di "sincerità", perché in fondo: << Non
si ha nulla da nascondere, nulla di
cui vergognarsi >> . Le uniche cose di
cui ci si vergogna finiscono per esse-
re il dolore, la malattia, la povertà:
proprio quelle che invece avrebbe-
ro bisogno di conforto, solidarietà e
partecipazione affettiva. Il resto è
da mostrare, esibire, pubblicizzare.
Ancora meglio se si tratta di esa-
gerazioni, irregolarità, anormalità.
Dopotutto è una questione di spetta-
colo!
• Non è facile aiutare i ragazzi
della generazione del «Grande
Fratello>> a ricuperare il significato
di intimità e vita interiore. È neces-
sario aiutarli prima di tutto a perce-
pire la bellezza e la grandezza dei
sentimenti "normali": l'amore per i
genitori e per la famiglia, la fedeltà,
l'amicizia, l'impegno, la religione. E
insieme, il valore dell'interiorità, del-
l'essere profondamente presenti a
se stessi, saldi nella propria identità
che nessuno può violare . Occorre
aiutare i figli a essere fieri della loro
originalità, a non sentirsi in obbligo
di "sembrare" o "appartenere". È
importante insegnare ai ragazzi il
rispetto per l'intimità propria e altrui :
la dignità della persona è un valore
assoluto. In una società sempre più
"sbracata", è vitale ritrovare, soprat-
tutto in famiglia , il senso della di-
screzione e della delicatezza. Solo
i genitori possono realmente far
comprendere ai figli che il riguardo
per i sentimenti e le emozioni , ma
anche per le ferite altrui, non è
affatto "ipocrisia". C'è un esercizio
con un nome simpatico che può
essere utile a grandi e piccoli: si
chiama raccoglimento. Consiste
proprio nel "raccogliere" i pezzi di
sé che esperienze e situazioni quo-
tidiane possono aver disperso, e
rimettere in sesto il proprio baricen-
tro. Molti adolescenti lo fanno quasi
istintivamente tenendo un diario
che raccoglie confidenze , rabbie,
lacrime, gioie e sfoghi , altri hanno
bisogno di un adulto che li accolga
semplicemente , ma sinceramente ,
senza giudicarli e senza dare con-
sigli. Perché possano formulare e
cap ire tutto ciò che si accumula
"dentro".
D
SOTTOVOCE
Il non detto ha la sua importanza nel ménage familiare
e nei rapporti genitori/figli. Anche gioie e successi meritano
un po' di silenzio. Il valore dell'intimità non è quantificabile.
F ra le cose belle della vita fa-
miliare, credo ci sia la consa-
pevolezza che le cose non
dette spesso sono più importanti di
quelle che costituiscono oggetto
ordinario di comunicazione . Voglio
dire che la dimensione dell'implicito
alimenta una sensazione di intimità
che è gratificante perfino quando si
fa fatica a decodificare i sentimenti,
i pensieri, le attese individuali.
Qualche volta non sappiamo fare
attenzione a questa dimensione
sotterranea delle relazioni affettive;
poiché ci sembra che ci sia meno
gusto in ciò che viene soltanto ab-
bozzato rispetto a quello che emer-
ge in pienezza, sentiamo l'esigenza
di parlare a voce alta, di esibire
gesti inequivocabi li, di mettere in
piazza una parte del nostro vissuto
quotidiano che altrimenti potrebbe
languire nello scorrere piatto della
quotidianità e nella superficialità
collettiva. Quando scegliamo di agi-
re così , è però inevitabile che av-
vertiamo una perdita irreversibile:
ciò che non sappiamo custodire nel
silenzio, rischia di essere dissipato
e reso inutilizzabile per la costruzio-
ne del futuro ; la vita familiare esce
sempre mortificata dalle mancanze
di pudore.
• Questa esperienza dolorosa
tocca la relazione di coppia , ma
ancor più il rapporto fra genitori e
figli: e se è giusto non rinchiudersi
mai nell'individuale e nel privato per
poter accedere al confronto con gli
altri, è sicuramente sbagliato rinun-
ciare a quella riservatezza che dà
profondità e autenticità a ogni storia
d'amore. Penso che perfino all'inter-
no della casa qualche volta sia bene
non condividere tutto a ogni costo.
Non si tratta di occultare verità poco
gradevoli o creare ambigue forme di
complicità; però dobbiamo saper
fare i conti con il fatto che ciascuno
ha la sua sensibilità e una particola-
l Raccogliere i pezzi di sé che
esperienze e situazioni quotidiane
possono aver disperso... Molti
adolescenti lo fanno quasi
istintivamente tenendo un diario
che raccoglie confidenze, rabbie,
lacrime, gioie e sfoghi...
re resistenza alle situazioni e agli
eventi che ci impegna a tute lare i
momenti della vita segnati dalla fra-
gilità, dall'errore, dal fallimento, con
gesti di solidarietà discreta. E se
BS APRILE 2004

4.6 Page 36

▲back to top
può essere normale circondare la
sofferenza di pudore, ritengo che
anche le gioie e i successi meriti-
no un po' di silenzio: per non mon-
tarci la testa e ancor più per non
umiliare gli altri familiari che hanno
bisogno di più tempo per tagliare
un traguardo o per raggiungere
una condizione di duratura sere-
nità. Ovviamente tutto questo non
deve nascere da un istinto difensi-
vo che nasconde atteggiamenti di
pigrizia o di orgoglio. La costrtJzio-
ne e la tutela dell'intimità non pos-
sono coincidere con un comporta-
mento rinunciatario. Tacere non
vuoi dire affatto che ci si rifiuta di
mettersi in discussione.
• Del resto, esiste un test effi-
cace per verificare se un silenzio
è soltanto opportuno o veritiero:
quanto i membri di una famiglia
crescono in dignità attraverso la
pubblicizzazione di un''esperienza
o di uno stato d'animo? La comu-
nicazione di un sentimento o di
un'opinione è in grado di fare bene
a tutti o finisce col danneggiare
qualcuno in particolare? La riser-
vatezza è una risorsa o un limite
per la crescita dell'identità comu-
ne? È bene riflettere su tutto que-
sto, ma ancor più condividere con
il partner e con i figli una valutazio-
ne di fondo sull'argomento e
rispettare con grande fedeltà il loro
punto di vista. È una garanzia per
la fiducia reciproca che deve inter-
correre fra i membri di una fami-
glia; è una risorsa per la credibilità
necessaria a coloro che vogliono
trasformare la quotidianità in un
patrimonio di memoria storica.
D'altronde, con il passare ineso-
rabile del tempo e la crescita dei
figli, diviene possibile custodire l'i-
dentità della famiglia proprio valo-
rizzando continuamente le risorse
accantonate attraverso il senso
dell'intimità. Lo dico per esperien-
za: ora che Alessandra e Claudio
stanno diventando sempre più
autonomi nella costruzione della
loro biografia, il senso di apparte-
nenza alla famiglia si va giocando
proprio sulle cose dette sottovoce
che, nella loro apparente debolez-
za e insignificanza sonora, sono
quelle che maggiormente ci danno
la speranza di poter dare senso al
frastuono del mondo esterno. D
APRILE 2004 BS
MOVIMENTO
SALESIANO
di Julio Olarte
Cançao Nova (Nuova
Canzone) è riconosciuta
civilmente come Fundaçao
}oao Pau/o Il e, canonicamente,
è un'Associazione Pubblica di
Fedeli Laici, di diritto diocesano,
riconosciuta a Lorena (Brasile) ne/1997.
l MISSIONARI ARDORINI
• Fondatore e attuale superiore è
don Jonas Abib, 67 ann1, nato in
Brasile nel 1936. Emette dai salesia-
ni i primi voti nel 1955. Nel '65 è
ordinato sacerdote. Il suo itinerario
apostoli co/sp irituale ha come punto
di partenza e riferimento la spiritua-
lità salesiana. Durante l' ultimo anno
di teologia, disturbato da diversi ma-
lanni, partecipa a una Mariapo/i dei
Focolarini . radica nel suo cuore
!'" incontro personale con Dio". Da
prete partecipa agli incipienti "Cur-
si/las de cristianidad" che provoca-
no una sterzata nella sua vita e nella
sua spiritualità. Dal 1968 comincia a
prom uovere gli "Incontri dei giovani
con Cristo". Ricoverato in ospedale,
vittima di una tubercolosi, anche
riesce a organ izzare un " Incontro"
con i giovan i malati . Ristabilitosi, nel
1971 riceve l' imposizione delle
manj, il "battesi mo nello Spirito San-
to" . E la svolta.
• Nel 1972 comincia a portare gio-
vani a fare "esperienze ai preghiera
nello Spirito Santo". Gl i incontri
prendono consistenza e, nell'ottobre
1974, fonda l'Associazione Cançao
Nova che nel '78 diventa Comunità
Cançao Nova . La linea è ormai ch ia-
ra. Nel 1975 il Vescovo di Loren a ri-
chiama la sua attenzione su l n. 44
della Evangelii Nuntiandi: " Le con-
dizioni attuali rendono sempre più
urgente l' insegnamento catechistico
sotto forma di un catecumenato, per
numerosi giovani e adulti che, toc-
cati dalla graz ia, scoprono il vo lto di
Cristo e provano il bisogno di donar-
si a lui", e l' invita a com inciare dai
giovani. Per lui è un mandato. Nella
festa di Cri sto Re 1977, alla chiusura
di un corso di catecumenato, lancia
la sfida: "Chi vuoi lasciare famiglia,
casa, studi per vivere in com unità?".
Così, il 2 febbraio 1978 con 12 gio-
vani nasce la ricordata Comunità
Ca nçao Nova. L'ansia di annunciare
Cristo porta la comun ità a servirsi
sempre di più dei mezzi moderni;
nel 1980 viene acquistata Radio Ban-
deirantes che diventa Radio Cançao
Nova . In aprile don jonas lascia la
comunità sa lesiana per il nuovo
aposto lato .
• la Comunità oggi conta circa 600
membri divisi in due gruppi . Il primo
è la Comunità di Vita, composta da
uomini e donne singoli (alcun i con
impegno di celi bato), da famiglie e
da sacerdoti che vivono insieme o
divisi in gru ppi indipendenti. Sono
più di 500. Il secondo gruppo è la
Comunità di A/lenza, sono circa 70
persone che gestiscono indipenden-
temente la propria rea ltà di vita e di
lavoro. Il campo pred iletto di aposto-
lato sono i mezzi di comun icazione:
12 staz ioni di radio che trasmet-
tono via satellite in Brasile, Nord
america, Europa Est e Nordafrica;
4 staz ioni di TV e un sito Web
(www.cancaonova.com) con circa
30.000 accessi giornalieri . Gestisco-
no anche due opere educative, una
casa di cu ra e un servizio sociale.
Per saperne di più cliccare sul Sito web.

4.7 Page 37

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BS APRILE 2004

4.8 Page 38

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Sf\\OE Ei\\CHE
per ragazzi, genitori, educatori
Un'altra grande sfida etica del nostro tempo è l'aborto;
IL FIGUO STOPPATO
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Una domanda preme
sulla coscienza di tutti:
l'interruzione volontaria
della gravidanza,
l'aborto insomma, è solo
un problema psicologico
della donna o è una
questione di etica?
L a locuzione interruzione della
gravidanza oggi va sostituen-
do la parola aborto. La prima
indica un fatto chirurgico, la seconda
ha un significato etico. La nostra so-
cietà preferisce evitare espressioni
che facciano riferimento a significati
di natura morale. L'interruzione di
gravidanza cui ci riferiamo è quella
procurata e voluta, non considerando
l'aborto spontaneo, dovuto a cause
patologiche. Dal ·punto di vista etico,
questa pratica è vista in genere in
modo negativo: la vita è considerata
un bene in se stesso e la nascita di
nuovi figli anicchisce famiglia e so-
cietà. Anche la storia più antica do-
cumenta la presenza dell 'aborto pro-
curato, con l'aggravante di mezzi
meccanici rudimentali per l'espulsio-
ne del feto, o con sostanze ricavate
da piante medicinali a funzione abor-
n tiva. documento più antico di etica
biomedica, il Giuramento di Ippo-
crate (rv-v sec. a.C.), si pronuncia
contro l'aborto volontario: "non
somministrerò a una donna un pes-
sario abortivo". lppocrate, medico,
certo conosceva l'esistenza della pra-
tica abortiva nella sua società, ma il
suo modo nuovo di praticare la me-
dicina lo porta a una valutazione
etica di esclusione dell ' aborto. Egli
passa da una visione magica e rituale
della medicina, a una visione che
fonda la pratica medica su dati di
scienza e coscienza. La medicina ip-
pocratica è la medicina del rispetto
della qualità e della dignità della vita
nascente.
APRILE 2004 BS
VALORI IN QUESTIONE .
L'interruzione volontaria della gr~vl-
dmaanzcaoinnovnolgèe
un
i
mero
valon·
fatto tecmco,
f on d am entali
l' - - - - - - - - - - - - - ---1
Anche lei era un embrione... nato
da uno spermatozoo e un ovulo
che appena quattro giorni dopo
della convivenza umana.
Per il cristiano la dignità
de~la
.
VIta
~rmeascniandèereundavllaolorsetadiniodisnpaosmcebnlltee
a
o
la fecondazione sono già tutt'altra
cosa.
terminale.
Dio ama
l'uomo ,
l_o
conosce
e
scru~
ta il suo cammino sm dalla VIta prena
ILGRJDIZIO
DELIABffiBIA
L'ebraismo legge la problematica
dell'aborto volontario a partire dal-
l'esperienza di un Dio che libera
Israele, ridonandogli una vita nuova.
È il Dio creatore che lo ama siri dal
grembo materno e lo chiama a essere
segno profetico nella storia. Ancora
informe nel seno materno, l'uomo è
!:"lta scienza evidenzia che in ogni
vita
una
nascente
realtà che
chi atrgoivàiapmreosedniti_frIonn.ct?edl~~
ce tutte le successive potenzlahta di
sviluppo.
. d.
"feto
L'aborto volontano . l un .
malformato" è eliminazione di una
vita umana disabile, che esige cura e
compassione .
. · ne
L'aborto volontario di per se nma
un male, ma non tutte le d~~ne sono
soggettivamente responsabili.

4.9 Page 39

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la polemica è sempre attuale.~--------~~~
CONFRONTIAMOCI IN
visto dagli occhi di Dio e tutto è
scritto nel suo libro; i suoi giorni
GRUPPO E IN FAMIGLIA .
8neLt'eacbnoirctao
è
o
una semplice
comvolge altn
interruzt~­
problemi .
sono contati quando ancora non ne
esiste uno (Sl 139). Dio conosce e
scruta il cammino dell'uomo, lo con-
sacra a sin dal seno materno e lo
chiama al suo servizio (Ger 1,5). È
Se l'uomo non può disporre della
vita umana in genere, vale questo
anche per la vita nascente?
l dati della scienza fanno emergere
l'identità di un soggetto umano con
tutte le sue potenzialità in codt~e.
Dio l'artefice della vita. Dice la
madre dei Maccabei: "Non so come
siete apparsi nel mio seno; non io vi
ho dato lo spirito e la vita, io ho
dato forma alle membra di ciascuno
di voi" (2 Mac 7,22-23); e Giobbe:
Può pertanto l'uomo giudicare la.vtta
nascente come vita in potenza dt cui
ognuno può disporre?
.
8 La difesa della vita nascente e
compito solo della madre che port;
in grembo il bambin,? ?.della. coppta ;,
Ci sono limiti al dmtto dt aborto '
"Di pelle e di carne mi hai rivestito, in una società pluralista?
di ossa e di nervi mi hai intessuto"
(Gb 10,11 ). In Israele l'uccisione del
feto era gravemente sanzionata. 11 possibilità statistica di essere ripro-
cristianesimo guarda con amore la dotto; è una entità biologica che ha
vita nascente. I "Vangeli dell' infan- una sua precisa individualità somari-
zia" indicano la nascita di Giovanni ca; presenta la cosiddetta legge onta-
Battista e di Gesù come luoghi in cui genetica di sviluppo e cioè tutto ciò
si manifesta la profezia della storia che l'embrione da quel momento in
della salvezza. Il frutto del concepì- i poi sarà è già codificato e iscritto.
mento è già, in via prenatale, luogo ; Tuttavia, alcune convenzioni interna-
d'incontro e d'accoglienza (Maria ed · zionali affermano che l'embrione è
Elisabetta): Giovanni esulta nel : vita umana solo dal 14°-16° giorno
grembo della madre per la presenza : dal concepimento, quando si forma la
di un altro bambino nel grembo di i stria primitiva, il primo abbozzo di
Maria. Tutto il messaggio di Cristo è , cellule del cervello. Infatti, dicono,
un messaggio d'amore per la vita ; poiché prima della formazione della
piccola e indifesa, per i bambini a ~ stria può darsi il caso che si formino
cui è rivelato il regno di Dio. Così, le ! più embrioni (un embrione può dare
prime comunità cristiane (libro della : origine a due gemelli identici), e poi-
Didache) hanno condannato l'aborto ché una vita per essere umana deve
volontario.
' essere individuale, prima del periodo
della stria primitiva non ci sarebbe
l DATI DELIA SCIENZA
~ vita umana propriamente tale. Ma
l'argomento non sembra giustificare
La genetica mette in evidenza che
alla fmmazione dello zigote si forma
un essere con un suo preciso genoma
umano che è assolutamente unico e
irripetibile, l'embrione non ha alcuna
l'abotto: anche se da un embrione
possono nascerne due, ciò non dimi-
nuisce il senso di responsabilità mo-
rale nei confronti di quell'embrione,
semmai l'aumenta. Né ci sembra giu-
stificato parlare di "pre-embrione" o
di "embrione in potenza", perché tale
terminologia filosofica non è scienti-
ficamente adatta all 'embrione che è
già nel suo genoma (anche se "in co-
dice") tutto ciò che è.
L'embrione è un individuo, non
mero materiale biologico: ha
la dignità di essere umano,
è assolutamente unico
e irripetibile.
lA SOCIETÀ OGGI
Le trasformazioni sociali ed etiche
hanno influito sulla consapevolezza
morale dell'aborto. Una società sem-
pre più violenta, una mentalità contro
la vita (antilife mentality), la pratica
dell'aborto clandestino, la rivendica-
zione di un "diritto all'aborto", la non
accettazione del bambino non voluto
I
l suoi capelli biondi, il colore dei
suoi occhi, la forma del suo viso...
tutto è già scritto nel genoma
dell'embrione.
·
o del feto malformato hanno cambia-
to fortemente la prospettiva sul senso
dell 'aborto. La società oggi è propen-
sa a concedere il diritto di decisione
alla gestante (anche minorenne), di
considerare la gravidanza come un
problema individuale della donna.
Sono risapute le conseguenze soprat-
n tutto sulla psicologia della donna.
caso dell'aborto "terapeutico" per
salvare la madre è un problema che
oggi, grazie a nuove tecnologie bio-
mediche, si pone raramente. In caso
ad es. di gravidartze extrauterine (ec-
topiche) è possibile rimuovere l'em-
brione e riportarlo in utero. Diverso è
il caso dei feti malformati. Un senso
di "pietà" per queste creature e la
nuova consapevolezza sociale del be-
nessere e della qualità della vita in-
fluiscono nella valutazione morale.
Giocano un forte ruolo la componente
emotiva della madre e la sofferenza
che la nascita di un bambino malfor-
mato potrà comportare per la farni-
glia e per la società (costi sanitari).
Se nessuno di noi giustificherebbe
l'uccisione di bambini già nati e che,
in seguito a malattia o incidente, su-
biscono un handicap, per le stesse ra-
gioni non dovremmo ammettere l'a-
borto di feti malfmmati. D 'altra parte
nella società a volte è paradossale la
protezione della diversità e dell'han-
dicap, il reinserimento sociale del di-
verso attraverso l'abbattimento delle
barriere architettoniche, e poi non
proteggere la stessa diversità a livello
prenatale.
D
BS APRILE 2004

4.10 Page 40

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CASA NOSTRA
Il Direttore
• Il 19 dicembre 2003 il
Papa ha nominato don Luc
PROMOZIONI
Van Looy, vescovo di
Gent, importante diocesi
E CAMBI
del Belgio Nord. Don Luc è
stato solennemente consa-
crato nella sua cattedrale il
1o febbraio, presenti anche
il Rettor Maggiore e mem-
bri del Consiglio Generale ,
oltre ai genitori novantenni.
Don Luc proviene da un
lungo cammino in congre-
gazione : missionario in
Corea, ispettore della
medesima provincia, Con-
sigliere Generale per le
Missioni , poi per la Pasto-
rale Giovanile, infine Vica-
l
Lo stemma araldico
del nuovo
vescovo di Gent.
rio del Rettor Maggiore .
Monsignor Luc ha scelto
Gent, meta del suo cam-
come motto del suo servi-
mino apostolico; a sinistra
zio episcopale "In nomine
cinque abeti che richiama-
Patris', le parole iniziali del
no il bosco dello stemma
segno della croce , quasi a
salesiano (cioè Don Bo-
ribadire che tutto inizia da
sco) , ben radicati a terra,
e tutto si conclude: nel
come a dire che la sua
segno di croce è il com-
provenienza salesiana non
pendio dell'intero cristiane-
verrà mai meno , tant'è
simo.
che le quattro stelle che
occhieggiano tra gli alberi
• Lo scudo araldico che Monsignor Luc Van Looy.
rappresentano altrettanti
costituisce il suo stemma,
simboli presenti nello
sormontato dal cappello episcopale con cordini e stemma della congregazione: san Francesco di
fiocchi su quattro strati (segno di dignità arcivesco- Sa/es da cui la congregazione prende il nome; il
vile) , è diviso in due campi, a destra il grifone di cuore della carità pastorale (l 'educazione è una
questione di cuore, diceva Don Bosco) ; l' ancora
della speranza (che l'educatore mai deve perdere,
perché in ogni giovane c'è un punto sensibile al
bene) ; la stella della fede , perché è la fede che
muove il dire e il fare del fedele cristiano, dell'edu-
catore e, tanto più , del pastore.
• La diocesi di monsignor Luc è una delle più
vaste delle Fiandre con 1.400.000 ab itanti , 425
parrocchie , 622 preti , 64 diaconi , 456 religios i,
2430 rel igiose e più di 800 scuole . Un cam -
po davvero vasto e complesso da dirigere e ani -
mare .
l Don Luc e don Adriano in udienza dal Papa dopo
la sua designazione a vescovo. In quell'occasione
Giovanni Paolo Il ha consegnato a Van Looy l'anello
episcopale, da parte sua il Rettor Maggiore gli ha
regalato la storica croce pettorale che Don Bosco
regalò a monsignor Cagliero.
• Il Rettor Maggiore ha chiamato a succedere a
don Van Looy don Adriano Bregolin, già ispettore
di Verona, eletto dal Capitolo Generale XXV a
Consigliere Generale per l'Italia. Eredita la grande
responsabilità di essere il vicario del Rettor Mag-
giore, un compito delicato e non semplice, fatto più
di lavoro e preoccupazioni che di onore.
APRILE 2 004 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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i'''"
SFIDE
di Vincenzo Donati
Don Bosco è ancora vivo, anzi è sempre più vivo,
11 suo metodo si trova sempre più spesso a misurarsi
con casi impossibili .. Quel che vi racconto accadde
11 31 gennaio di qualche anno fa.
I n tutti i luoghi dove c'è un 'ope-
ra di Don Bosco oggi se n'è ce-
lebrata la festa con canti, di-
scorsi, rievocazioni, recital... in
tante lingue. Ebbene, io sono sicuro
che in nessun luogo - sono un pre-
suntuoso? - Don Bosco è rimasto
così profondamente soddisfatto co-
me qui a Khartoum. Oggi , infatti,
abbiamo accolto quasi 200 giovani
ospiti delle prigioni governative per
un corso di addestramento profes-
sionale. Primo atto, per rompere il
ghiaccio, qualche ora di relax. Fa
parte del metodo! Ed è bastato quel
breve periodo a far cadere dalle nu-
vole i secondini. Abbiamo usato gli
ingredienti di sempre: il calcio, l'al-
bero della cuccagna, la fisarmoni-
ca... Quando si trattò di cominciare
le lezioni i giovanotti si sentivano
già a casa loro e i secondini non cre-
devano a.i loro occhi. I più smarriti
sembravano proprio loro, presi da
meraviglia e stupefazione! E quando
a sera i ragazzotti sono ordinatamen-
te risaliti sui camion militari per tor-
nare alle "patrie galere", un anziano
poliziotto mi si avvicinò con aria da
cospiratore: "Vorrei andare in Ame-
rica per imparare a domare così co-
me sapete far voi, senza urlacci, be-
stemmie e manganello, questi avanzi
di galera!"."Perché in America? Ba-
sta andare da Don Bosco ... che è
qui! ". Pensava che abitasse in Ame-
tica - qui quella nazione è un mito -
il "grande stregone" che sapeva in-
segnare come farsi amici degli inso-
lenti, ribelli, scostumati, intempe-
ranti, intrattabili, capaci solo di far-
tela appena ti giri e di riempitti di
frasi inipetibili 24 ore su 24! ... Ec-
coli là, invece, che dal camion in
partenza continuano a salutare soni-
dendo. Incredibile!
AWENNECHE
Qualche tempo prima ci avevano
contattato alcuni dirigenti delle car-
ceri per chiederci se eravamo dispo-
sti a istituire corsi per i giovani
ospiti delle prigioni governative ... I
responsabili della "riabilitazione"
avevano da tempo alzato le mani,
constatata l'impossibilità a istituire
corsi scolastici per tipi refrattari a
ogni disciplina. Provarono coi preti,
quelli un po' speciali che c'erano a
Khartoum, i preti di Don Bosco.
Così un governo musulmano che
per un nonnulla abbatte le chiese,
impedisce le celebraZioni pubbliche
e la catechesi e dà filo da torcere
alle opere cattoliche, chiede la col-
laborazione dei salesiani nell'opera
di recupero di ragazzi "poveri, ab-
bandonati e... pericplosi" . Come
s'era sparsa la fama? E presto detto:
i figli di Don Bosco avevano in pre-
cedenza accettato 50 ragazzi di stra-
da da un'organizzazione statale. La
sfida era reinserirli; nella famiglia,
nella società, nel lavoro ... e l'opera
educativa era riuscita così bene da
invogliare i dirigenti delle carceri a
ripetere l'esperimento coi ragazzi
ancor più difficili. Con una clauso-
la: "Non possiamo darvi alcun con-
tributo finanziario!". Tanto per cam-
biru·e! Comunque, la finanza dei sa-
lesiani è la Provvidenza: quando li
abbiamo fomiti di scarpe e di tute,
abbiamo visto occhi umidi di pian-
to. E ancora una volta abbiamo
vinto la sfida.
O
BS APRILE 2004

5.2 Page 42

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PRIMA PAGINA
Il Direttore
E' costruita sull'asse
Ovest/Est, dove l'al-
tare è a Ovest e
l'i ngresso a Est, come il
tempio di Gerusalemme
e San Pi etro, ma contra-
riamente all a quasi tota-
lità delle gra ndi cattedra-
li il cui orientamento è
sull'asse Est/Ovest. La
cosa non è senza signifi-
cato: dove mu ore il
sole sorge un altro Sole,
Cristo, e allora "Non
avranno più bisogno
di luce di lampada di
lu ce di sole", "Non ci
sarà più notte", il so le è
definitivamente all 'occa-
so e il nuovo Sole non
ha tramonto. La Chiesa
si stacca dalla tradizione
della penombra legata
soprattutto alle cattedra li
romanich e e da quella di
una luce rigenerata, poli-
cro ma, propria delle
grandi vetrate gotiche,
per affermare un a lu ce
bianca che è sempre nel
fulgore del mezzogiorno,
che riassume e senso
a tutti i co lori. La Parola,
venuta quasi furtivamen-
te nel silenzio e al buio,
ora, vinte le tenebre,
domina il tempo e lo
spazio.
• Tre grandi vele, gonfie
di ve nto, imprimon o
movimento alla luminosa
struttura. Chiaro il senso :
la Chiesa non è chiu sa
A VELE
SPIEGATE
Il 26/1 0/2003 è stata finalmente inaugurata
la chiesa in ricordo del Giubileo del 2000,
capolavoro di uno dei massimi architetti
moderni, l'ebreo Richard Meyer. Non poche
le particolarità che la rendono unica
nel suo genere.
nell ' imm ob ili smo, ma
traghetta i millenni ve rso
la grand e Lu ce che non
ha tramonto. E dunque,
no n è un a Chiesa orgo-
gliosamente arroccata
nell a sua ve rità, ma un a
Chi esa mi ss io naria ve-
leggia nte verso la Verità
Suprema. Come nelle an-
t iche catted rali , anche in
questa non c'è risparmio
di ricerca, di gen io, di
materiali , di vert igin e. Il
fatto di essere nell ' ultima
periferia di Ro m a, a To r
Tre Teste, costruita in
mezzo ai grand i co ndo-
mini, punto di riferimen-
to lumin oso per i palaz-
zoni che la attorniano
per i 3/4 della superfic ie,
è q uas i un invito ai
condomi ni a sa li re a
bordo e ve leggiare in-
co ntro all a Verità.
• l'avveniristica struttu-
ra non è altro dalla
Chi esa, no n è rivoluzio-
ne dei suoi dogmi ,
dev iazio ne dai suoi per-
cors i. Tutt' altro . È riaffer-
mazione della ver ità del
Cristo Salvatore. All'in-
te rn o campegg ia, nel
bia nco accecante del tut-
to, so lo un grande cro-
cifisso del '600. Si sta-
glia tra cementi cand idi
e vetri perfettamente tra-
spa renti, avvo lto e quasi
cattu rato dalla Lu ce del
Padre. L'lta lcem e nti ha
inventato un im pasto di marmo d i Carra ra e di
biossido di titan io che si auto-puli sce oss idando
gli inqu in anti atmosferici, perché la struttura non
sia intaccata dallo smog. Entrando, l' ed if icio
t
sembra avere il cielo per soffitto.
O ltre all a se ice ntesca croce, emergono dal bian-
co i segni della liturgia catto li ca in t ravert in o
romano rosato: l' altare, l'ambo ne, il battistero, il
segg io presidenziale . .. Anche il pavimento è in
travertino . La Chiesa è " sca nda losamente bella" ,
come l'ha defin ita Pietro Negri su Famigli a Cri-
stiana. È da visitare.
D

5.3 Page 43

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Aprile
UN SANTO UN ORDINE
San Giovanni Battista de la
Salle , fondatore dell 'Istituto dei
Fratelli delle Scuole cristiane,
nasce a Reims il 30 aprile 1651
da famiglia nobile. Studia alla
Sorbona. Morti i genitori , inter-
rompe gli studi e si occupa dei
sei fratelli minori: l'esperienza lo
segna: diventa sacerdote . Rinun-
cia a privilegi e prebende e fon -
da l'Istituto per formare inse-
gnanti e per carcerati. Nonostan-
te le incomp rensioni , le opere
crescono in fretta perché unisco-
no serietà a spirito apo_stolico .
Muore il 7 aprile 1719. E cano-
nizzato da Leone Xlii . Ancor
oggi l'Istituto è formato "esclusi-
vamente da religiosi laici, consa-
crati a Dio per attendere al mini-
stero apostolico educativo".
UN PITTORE
Edouard Manet nasce a Parigi il
23/01 /1832. Indirizzato alla carrie-
ra di ufficiale di marina, convince
il padre magistrato a !asciarlo
dipingere . Frequenta il Louvre .
Viaggia in Italia, Olanda, Germa-
nia e Austria. Nel 1861 espone al
"Salon". Trae spunti dall'arte spa-
gnola, specie da Velazquez e
Goya. Nel 1863, sposa Suzanne
Leenhoff e presenta al "Salon des
Refusés" la Colazione sull'erba,
suscitando polemiche che aumen-
tano quando, nel '65, vi espone
0/ympia . Si ritrova leader degli
impressionisti , ma non partecipa
alle loro mostre. Ultimo capolavo-
ro è Al bar delle Folies Bergère.
Muore a Parigi il 30 aprile 1883.
DIARIO DI MEZZO SECOLO
4 aprile 1968: a Memphis (Usa) ,
assassinato il pastore battista
Martin Luther King.
5 aprile 1963: istituito il "telefono
rosso" tra Usa e Urss.
9 aprile 2003: durante l'interven-
to "lraqi freedom" , le truppe Usa
entrano a Baghdad.
1O aprile 1963: papa Giovanni
XXIII firma l'enciclica "Pacem in
terris".
11 aprile 1987: a Torino, si suici-
da lo scrittore Primo Levi , 67 anni.
12 aprile 1961: il russo Yuri Ga-
garin è il primo uomo lanciato nel-
lo spazio.
13 aprile 1986: papa Giovanni
Paolo Il si reca alla sinagoga di
Roma.
14 aprile 1987: accordi di Gine-
vra, per il ritiro russo dall'Afghani-
stan .
14 aprile 2003: è completata la
"mappatura" del genoma umano.
15 aprile 1990: a New York,
muore l'attrice Greta Garbo, 84
anni .
17 aprile 1971: il Pakistan si
spacca e nasce il Bangladesh.
22 aprile 1957: in Giordania, re
Hussein instaura una monarchia
filo-Usa.
25 aprile 1959: papa Giovanni
XXIII annuncia il Concilio Vatica-
no Il.
25 aprile 1969: iniziano gli atten-
tati terroristici in Italia; le prime
bombe a Milano, alla stazione cen-
trale e nello stand Fiat alla Fiera.
25 aprile 1973: in Portogallo, la
"rivoluzione dei garofani" pone fine
alla dittatura.
2 7 aprile 1992: mentre è in corso
la "pulizia etnica", nasce la Repub-
blica federale di Jugoslavia, com-
prendente Serbia, Montenegro e
Kosovo .
2 7 aprile 1994: in Sud Africa, è
eletto presidente Nelson Mandela.
2 7 aprile 1996: alle elezioni anti-
cipate, vittoria deii"'Uiivo" e suc-
cessivo governo presieduto da
Romano Prodi.
30 aprile 1975: dopo 35 anni di
guerra civile , il governo sudvietna-
mita si arrende ai vietcong .
LA LENTE
Lo Sri Lanka festeggia i 25 anni
del pontificato di papa Wojtyta. Il
Nicaragua ricorda i 100 anni di
presenza dei Fratelli delle Scuole
Cristiane. L'Austria onora Riccar-
Savina Jemina
do Muti, che ha diretto il Concerto
di Capodanno 2004. Poi, il "Cata-
logo Vaccari di francobolli e storia
postale 1850-1900" propone carti-
ne degli Antichi Stati, note stori-
che e valuta ogni dentellato, va-
rietà e falsi in tutte le condizioni
(nuovi, usati, multipli, su lettera,
ecc.): 270 pagine a soli dieci
euro. San Marino ha dedicato tre
schede telefoniche al tema della
pace.
LE MOSTRE
A Genova, Palazzo Ducale, L'Età
di Rubens. Dimore, committenti e
collezionisti genovesi, sino all'11
luglio. A Trento, sino al 30 mag-
gio, le mostre interattive Mobilità.
Fermate il mondo .. . voglio salire
e Survival Festival: obiettivo sicu-
rezza. A Venezia, alla Collezione
Guggenhein sino al 16 maggio
L'era di Michelangelo. Capolavori -
del disegno dall'Albertina di Vien-
na e alla Biblioteca Marciana,
sino al 14 giugno, Rotte mediter-
ranee e baluardi di sanità- Venezia
e i lazzaretti mediterranei. A Ro-
ma , al Vittoriano, sino al 27 giu-
gno , circa 200 opere dell 'artista
Pau/ Klee.
BS APRILE 2004

5.4 Page 44

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio all a Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
b) di beni immobili
" .. . Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in .. .
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" .. . Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino rr:Ìio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
·partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB . Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, l ll l
001 63 Roma-Bravetta
Te!. 06.65612678- Fax 06.656 12679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Te!. 01 1.5224247-8 - Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
APRILE 2004 BS
1 NosTRI MoRTI
FEDRIGOTTI sac. Giovanni,
salesiano,
t Roma, il 02/01 /2004, a 60 anni
Un uomo aperto , intelligente , buono , dal
carattere solare che un male incurabile ha
sottratto troppo presto alla congregazione
e alla Chiesa. Grande la passione con cui
faceva il salesiano, l'educatore , il prete , il
superiore. La parola facile , sostanziata da
profonda cultura e da grande entusiasmo,
inchiodava gli interlocutori in un ascolto
attento e soddisfatto. Ma lui diceva ciò che
pensava senza nascondere nulla, anche
se il grande rispetto per gli altri a volte lo
frenava dal prendere decisioni che avreb-
bero potuto lacerare il tessuto comunitario
o l'amicizia personale. La serenità gli tra-
spariva nel volto e si riversava nel canto,
sfoderato in ogni occasione, un canto che
era allegria e preghiera e, nei suoi intenti,
fattore di comunione e seme di fraternità.
Come ha scritto un amico sacerdote ,
senza di lui "appare certamente povero e
inaridito il cortile della nostra vita".
INCANNELLA Crocifissa BARRESI,
mamma di un salesiano,
t Cammarata (AG) , il29/05/2003,
a 102 anni
Fervente devota dell'Ausiliatrice e di Don
Bosco, mamma Crocifissa ha lasciato se-
renamente questa terra dopo una lunghis-
sima e laboriosa esistenza vi ssuta all'inse-
gna della fede , del lavoro, della carità.
Sempre pronta ad aiutare chi ne aveva
bisogno e attenta alla educazione dei figli,
uno dei quali ha regalato con gioia a Don
Bosco. Ormai anziana, recitava a memoria
domande e risposte del vecchio catechi-
smo "li cosi di Dio" , pregava fervorosa con
le formule antiche in dialetto, sapeva gra-
ziose poesie e racconti educativi che non
mancava di recitare a chi glielo chiedeva.
Fu una eccellente donna di casa, intenta
e sfaccendare dalla mattina alla sera per il
marito i sei figli . Una fede profonda l'ha
sempre sostenuta e il rosario, recitato
devotamente ogni giorno, fino all'ultimo, è
stato uno dei punti fermi della sua vita di
fede . Mamma Crocifissa è l'esempio di una
vita cristiana a tutto tondo, con le sue gioie
di cui ringraziava il Signore, le sue pene
serenamente accettate, le difficoltà affron-
tate con coraggio e ottimismo.
BROCARDO sac. Pietro, salesiano,
t Roma, il 19/11 /2003, a 90 anni
Un grande figlio di Don Bosco. Mancheran-
no la sua saggezza, il suo gioviale sorriso,
la sua visione chiara e moderna della vita
e del nostro tempo, il suo perenne ottimi-
smo ... Profondo conoscitore degli uomini,
ha saputo essere un direttore di coscienza
attento ed equilibrato, ricercato da ge nt~
semplice e da professionisti affermati. E
stato sempre all 'avanguardia , anche da
anziano e da vecchio: sempre giovane nel-
lo spirito, costantemente aggiornato, atten-
to agli avvenimenti e ai cambiamenti dei
tempi si è mantenuto aggiornato per non
perdere occasioni preziose di capire e con-
sigliare nel modo più adeguato i molti che
gli chiedevano consiglio, preparato a cam-
biare quello che appariva ormai sorpassato
e a mantenere quello che andava mante-
nuto. Professore, direttore d'anime, scritto-
re , il suo volume "Don Bosco profonda-
mente uomo e profondamente santo" è
apparso a molti con tratti autobiografici: lui
stesso era profondamente uomo e profon-
damente santo. Indubbiamente uno dei
grandi salesiani del nostro tempo.
CAVAGLIÀ sr. Maria, Figlia di Maria
Ausiliatrice,
t Roma, il 17/12/2002, a 91 anni
Suor Maria, unica femmin a fra cinque
maschi, era nata e cresciuta in una casci-
na poco distante dal noviziato di Pessione .
Ancora piccola, aveva sperimentato la
potenza d'intercessione della preghiera:
qu ella comunità aveva ottenuto in poche
ore da Maria Ausiliatrice la guarigione della
mamma giunta in fin di vita. Adolescente
lavorò come tessitrice a Chieri e, attratta
dallo spirito delle FMA , maturò la sua
vocazione guidata dalle suore del novizia-
to. Con seguito il diploma di maestra di
scuola materna, fu educatrice apprezzata.
Privilegiava i poveri , gli emarginati , gli
immigrati e, soprattutto per questi ultimi ,
era intraprendente nel cercare lavoro e
aiuti di ogni genere, bussando senza ver-
gogna alla porta di persone che potevano
collaborare a fare del bene. A tutti regalava
la parola di fede e di speranza e sapeva
dimostrare viva riconoscenza .
CASALONE sr. Francesca, Figlia di
Maria Ausiliatrice,
t Quito (Ecuador). il 19/04/2003, a 82 anni
La vocazione missionaria di Francesca è
stata alimentata dalla sua mamma e dagli
esempi lasciati nella parrocchia da madre
Angela Vallese , sua compaesana. La sua
vita missionaria si svolse in Ecuador e in
Colombia sempre nel campo della forma-
zione delle giovani che chiedevano di
diventare FMA. Dal 1987, a Quito , si è
dedicata con entusiasmo alla causa di
canonizzazione di suor Maria Troncatti fino
al 2002, quando ha chiesto di lasciare que-
sta responsabilità per il venir meno delle
forze fisiche.
Venuta la ser a di
quel giorno Gesù disse: ·'-----~
" P assiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)

5.5 Page 45

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RELAX
il Cruciverba •
Santuari d•ltalia
di Roberto Desiderati
Visitiamo i
luohi di culto
del nostro paese,
i più conosciuti
e i meno noti.
Rilassandoci.
A gioco completato risulterà, nelle caselle a doppio bordo, il nome di un famoso Santuario
o
Definizioni
ORIZZONTALI. l. Vedi foto- 15. Il ferro quan-
do è ossidato -16. L'accordo sulla limitazione de-
gli atmamenti strategici - 18. Lecce (sigla)- 19.
Apice del successo - 20. Copricapo di vescovi e
prelati- 22. Esempio (abbr.)- 23. Trasmette Do-
menica In- 25. Dispari in,moto - 27. Non è certo
povero - 28. Svelto - 30. E meta nel deserto- 32.
Simbolo chimico dell'elio- 33. A Parigi vuoi dire
immagine- 35. Trasmesse- 39. Congiunzione in-
glese- 41. Fu ministro nel governo Giolitti- 42.
Scritture pubbliche- 44. Cavalleggeri ungheresi -
48. Il supremo dio egizio - 49. Spelonca - 50.
L'azione con cui ci si imbratta di fango.
VERTICALI l. La congregazione fondata da
Don Bosco- 2. Marte per i grect- 3. Numero in bre-
ve- 4. Gli Uomini blu deldeserto- 5. Identico- 6. Il
compenso dell'esattore - 7. Perfide - 8. Prep.
sempl.- 9. Il greggio nel Texas- l O. Direttore Tec-
nico - 11. Il sottoscritto - 12. Vendono vino - 13.
Giardinetto -14. Il personaggio di Lewis CatToll-
17. L'entità che per Lao-Tse ha originato il cosmo-
21. Giaggiolo- 24. Ambite prede dei sub- 25. Espo-
sizione- 26. Il... telefono della giungla- 28. La capi-
tale del Liechtenstein- 29. Catania- 31. Voto di suf-
ficienza- 34. Mantova- 36. Prep. art.- 37. Precede
Antonio di Padova- 38. Il monte su cui sorge Geru-
salemme- 40. Esame clinico computerizzato - 43.
L'inizio del trotto -45. Un po ' di sale- 46. Stato Ci-
vile- 47. Importante fattore del sangue- 49. Socie-
tà Anonima.
La soluzione nel prossimo numero.
SECOLI DI LAVORI
Sulle origini del Santuario di Oropa vi sono molte teorie, tra cui quella
legata alla leggenda di Sant'Eusebio (morto nel3 70), vescovo di Vercelli.
La storia, inoltre, riporta la presenza, agli albori del culto oropense, di due
priorati: San Bartolomeo, a valle dell ' attuale complesso, e Santa Maria, a
nord della "Basilica antica". Il 18 aprile 1470 fu nominato primo rettore
del Santuario, il canonico Pietro Generis; il Complesso corrispondeva, in
principio, all ' attuale chiostro deUa Basilica Antica, la cui grande area era
racchiusa da una parte da edifici
ricettivi, di proprietà delle
famiglie abbienti biellesi, e
dall'altra dal colle Oretto.
SOLUZIONE del
numero precedente
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-- ......,.,
A
N
La Chiesa, consacrata il 19 febbraio 1295,
occupava il sito di quella attuale (ultimata nel
1640 c.a.), sebbene di dimensioni certamente
ridotte. Il Seicento fu caratterizzato da un 'ascesa
della situazione socio-religiosa e politico-
economica che condizionò anche Oropa, che
diventò così simbolo celebrativo, non solo del
potere religioso ma anche della Casa Savoia.
Ali' inizio del secolo, s'incominciò a parlare
della realizzazione deUa "Basilica Antica", in
ragione dell'aumento dei pellegrini e del voto
fatto solennemente dai consiglieri di Biella
affinché la Santa Vergine intercedesse presso il
Padre per la salvezza della città dalla peste. Già
nella seconda metà del XVII secolo si pose il
problema di ingrandire il santuario, prima con la
costruzione del piazzale contornato da edifici,
poi con la seconda rotonda e infine con il
campanile. Nell ' agosto del 1960 fu compiuta la
solenne consacrazione del nuovo Tempio.
BS APRILE 2004

5.6 Page 46

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l NOSTRI ANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
UN GIORNO LESSI
Sono una mamma di 35 anni.
Da tempo desideravo avere il
dono della maternità. Dopo la
perdita della terza gravidanza,
cominciai a scoraggiarmi ed
entrai in crisi profonda. Un gior-
no lessi sul Bollettino Salesiano
l'efficacia dell'intercessione di
san Domenico Savio. Mi pro-
curai subito l'abitino e la novena
da recitare. Dopo pochi mesi
ero nuovamente in dolce attesa.
Nonostante le mille difficoltà in-
contrate, il 28 gennaio è nato
Emanuele, un bel bambino che
ora gode ottima salute. Ringra-
zio e continuerò a pregare Do-
menico, affinché benedica e
protegga il mio piccolo e tutti co-
loro che chiedono la sua inter-
cessione.
B. A. , Vasto (CH)
LA RELIQUIA
SOTTO IL
CUSCINO
Mantengo la promessa fatta
tempo fa a san Domenico Sa-
vio, a cui mi sono rivolta perché
a mio figlio fosse concesso il
dono della paternità. Ho pregato
tanto e, a testimonianza della
mia invocazione, ho voluto met-
tere sotto il suo cuscino la reli-
quia del nostro piccolo santo.
Oggi con immensa gioia posso
anch'io abbracciare l'amatissi-
mo mio nipotino, il piccolo Ro-
berto, un grande dono tanto im-
plorato e atteso . Ringrazio di
cuore san Domenico Savio e gli
affido Roberto al quale inse-
gnerò ad amare Dio e Maria SS .
T. P., Arezzo
QUALCUNO TI HA
PROTETTO
Ho ancora davanti ai miei occhi
la dinamica dell'incidente dal
quale mi ha salvata Maria Ausi-
liatrice . Sono le ore 11 . Esco
dalla scuola elementare di San
Severo (Fg) , dove insegno, e mi
accingo ad attraversare la stra-
da sulle strisce pedonali. Un'au-
to si ferma. lo proseguo il mio
cammino. Pochi passi mi sepa-
APRILE 2004 BS
rano dal ciglio del marciapiede
opposto. Ma sopraggiunge in
velocità un'altra auto che , aven-
do fatto un sorpasso sul lato
destro, mi trascina e scaraventa
lontano. La mia testa è una
pozza di sangue. L'investitore e
la persona che gli è accanto
cercano di tamponare la terribile
ferita con fazzoletti e di corsa mi
accompagnano al Pronto Soc-
corso. l medici provvedono alle
prime cure: sette punti di sutura
alla ferita lacero-contusa, inie-
zione antitetanica, espanso
ematoma nella zona destra del
lombo-sacrale , della gamba,
della fronte e dell'occhio. Poi si
esegue l'esame della "tac-cra-
nio". L'équipe medica esclama:
"Un miracolo ... non ci sono le-
sioni cerebrali, ma trauma crani-
co con presenza di bollicine d'a-
ria. Qualcuno lassù ti ha protet-
ta". In me si fa strada la certez-
za che a salvarmi sia stata Lei,
la Madonna di Don Bosco, Ma-
ria Ausiliatrice di cui sono devo-
ta. Gli esami successivi confer-
mano che il fisico è esente da
qualsiasi conseguenza negati-
va. Trascorro le mie giornate di
degenza recitando decine di
"Ave Maria" a Colei cui devo la
mia salvezza.
Magda Falcone,
San Severo (FG)
NON PASSA
GIORNO
Sono la mamma di una bambi-
na di 5 mesi. Dopo aver vissuto
la terribile esperienza di un
aborto spontaneo, al terzo mese
di una nuova gestazione fu evi-
denziata un'altissima probabilità
che la creatura che mi cresceva
in grembo fosse affetta da seri
problemi cromosomici e cardia-
ci. Mi aggrappai alla preghiera,
recitando il rosario ogni giorno ,
e decisi di portare al collo l'abiti-
no di san Domenico Savio. In
novembre è nata la mia bimba,
sana e tranquilla . Non passa
giorno che la mia famiglia non
ringrazi il piccolo santo patrono.
Russe/lo Ileana, Favara (AG)
SENTIVO IN ME
UNA GRAN
FORZA
In seguito a risonanza magneti-
ca, ho saputo di avere un me-
ningioma al cervello . Da mesi
accusavo fortissimi mal di testa
e nausee che duravano 2-3
giorni. Fui ricoverato in neuro-
chirurgia. Le rassicurazioni del
medico non valsero a calmare
la mia paura, soprattutto in vista
di complicazioni. Fatti i dovuti
accertamenti , fui avvertito che
mi avrebbero operato. Durante il
periodo del ricovero ho avuto
modo di avvicinarmi alla pre-
ghiera , grazie .a un frate cap-
puccino e all'interessamento di
persone care che hanno wega-
to e fatto pregare per me. E così
che ho ricevuto dalle suore
salesiane di Firenze una reliquia
del beato Filippo Rinaldi che
mia moglie ha posato sulla mia
testa, il giorno precedente all'in·
tervento . Ho provato una gran
forza d'animo che mi ha prepa-
rato positivamente all'operazio-
ne. Questa è durata meno del
previsto; dolorose le ore suc-
cessive all'intervento. Ma io sen-
tivo dentro di me una gran for-
za, una sensazione di vero rin-
novamento e di un benessere
ritrovato. l miglioramenti del mio
stato complessivo si potevano
leggere nell'espressione del mio
volto, una sensazione di raffor-
zamento spirituale e un rinvigo-
rimento generale attraverso le
segu enti tappe : dal letto, alla
carrozzina, ai primi passi e alla
dimissione in soli cinque giorni.
Minnucci Emanuele - Firenze
A PERMANENTE
RICORDO
Dopo alcune gravidanze conclu-
sesi infelicemente , sempre più
desideravo la nascita di un
bambino. lo e mio marito ci sia-
mo sottoposti a non pochi esami
medici, ma senza alcun risulta-
to. Frequentavamo ambedue un
corso biblico parrocchiale. Fu
che conoscemmo suor Lucia
Maistro, Figlia di Maria Ausilia-
trice , un vero dono di Dio nel
momento delicato che stavamo
attraversando. Quando lei sep-
pe della nostra pena, ci consi-
gliò di ricorrere all'intercessione
di san Domenico Savio. Ini-
ziammo subito una novena a
questo santo giovinetto , e con
mia somma gioia mi accorsi ,
dopo non molto tempo, di esse-
re realmente in attesa del sospi-
rato figlio . La gioia tuttavia fu
subito attenuata dal timore :
secondo i medici , il bambino
avrebbe potuto nascere amma-
Beata Laura Vicuiia.
SUPERA TUTTO
La mia prima figlia Sara era
affetta fin dalla nascita da
allergia al latte, a cui si sono
aggiunti nei primi anni di cre-
scita altri disturbi: allergie
varie e bronchiti asmatiche.
Costretta a frequenti assenze
dalla scuola e a vivere in
casa, diventata asettica, non
poteva andare dagli amici
senza sentirsi venir meno il
respiro. Una zia carissima
affidò Sara alla protezione
della beata Laura Vicuiia ,
promettendo di pubblicare la
grazia in caso di guarigione.
Ce ne informò e ci esortò ad
affidarci alla Beata. Nel luglio
1997 decidemmo di trasferir-
ci negli Stati Uniti , a causa
del lavoro di mio marito. Ero
terrorizzata al pensiero di un
peggioramento per Sara.
Invece, le bronchiti asmati-
che si fecero rare e poi
scomparvero completamen-
te. A due anni dall'arrivo, dai
test praticati risulta che tutte
le allergie alimentari sono
superate. Sara ha potuto ini-
ziare a mangiare tutti gli ali-
menti che prima le erano vie-
tati. Ringrazio la piccola Lau-
ra per aver esaudito le nostre
preghiere; sono infatti ferma-
mente convinta che quanto è
avvenuto, lo si debba alla sua
intercessione.
Sciutto Giulia, Daphne, USA
lato. Noi non ci perdemmo d'a-
nimo e continuammo a pregare
con maggior fiducia. Le difficoltà
non furono poche , con alterni
periodi di speranza e di preoc-
cupazione . Ma alla fine ci è
stato fatto l'inestimabile dono di
un bambino perfettamente sa-
no . Lo abbiamo chiamato Ga-
briele Savio , a permanente ri-
cordo del suo santo protettore.
Maria Dos Anjos Pereira e
Ademir Cangussu S. Dantas,
S. Paolo, Brasile
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettel:e non
firmate e senza recaptto. Su
richiesta si potrà omettere
l' indicazione del nome.

5.7 Page 47

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redazionale
FOCUS
Monsignor
PATRICIO BUZON
Salesiano,
già ispettore di Cebu nelle
Filippine Sud. Aveva partecipato
come delegatq al Capitolo
Generale 24. E stato nominato
vescovo di Kabankalan
il 27 dicembre 2002.
Monsignore, che tipo di diocesi è Kabankalan?
È una diocesi di circa 700 mila fedeli con 29 parrocchie e 45 preti,
una delle quattro dell'isola di Negros (le Filippine hanno 7000 isole).
Ed essendo l' area più montagnosa, Kabankalan è anche la più povera.
Esistono differenze tra il Nord (Luzon) e il Sud (Negros) della
sua Nazione?
È d~fficil_e p~lare ?i dif.ferenze tra il Nord e il Sud delle Filippine,
perche la SituaziOne e praticamente la stessa in tutto il Paese, che è ru-
rale e po~ero. La d~ffere~za si, ~vvert~ nelle gr"!~di città e nelle campa-
gne. Mamla, la capitale, e nell Isola di Luzon e Il contrasto tra Mruùla e
il resto delle città è davvero elevato.
Quali sono i problemi principali e le urgenze da risolvere della
sua diocesi?
Negros è la capitale dello zucchero delle Filippine. Le piantagioni di
cruma da zucchero coprono la maggior parte dei terreni coltivabili, i quali
purtrop~o sono per la q~asi ~otalità in mano a poche famiglie, sfacciata-
ment~ .ncche.. La gran maggwranza del popolo non possiede nulla. Que-
sta dis~guaglianza è sorgente di inunensi problemi a Negros. L'estrema
poverta porta numerose conseguenze: moltissimi i reati inerenti alle di-
spute sulla terra, senza contare le rivolte èomuniste e le contestazioni di
gruppi esn:emisti. Dur~te la presidenza di Cory Equino, il governo ha
:rarato la nforrna _agrana, ma la sua applicazione è stata minima e quasi
u~efficace. La C~~sa ~a preso ~e difes~ del popolo e lo ha aiutato orga-
mzzand~ comumta cnstlane di base m tutte le parrocchie. Attraverso
quest~ ~I~c?le comunità, il popolo ha avuto I'opportunità di reclamru·e i
propn dmttl, ottenendo anche qualche successo.
Quali i problemi dei giovani? E delle famiglie?
C'è vita e fermento nella diocesi. Sono rimasto tuttavia un po' sor-
preso nel constatare che i giovani sono attivi solo durante il periodo
de~le vacanz~. La ragione è che i leader sono prevalentemente universi-
tan che studiano nella grande città. Così sono assenti per gran parte
dell 'anno. Ecco, dunque, la sfida che ci si presenta: curare la forrna-
zi~me di leader tra i giovani che rimangono a lavorare nelle fattorie.
Riguardo poi alla situazione delle famiglie, esse sono molto numerose:
molti i bambini ma è anche elevato il tasso di mortalità a causa di ma-
latti~ _e malnutrizi_o~e. La Chiesa sta lavorando per la pianificazione
farmhare e le med1cme a base di erbe.
Qual è la situazione delle vocazioni?
Attualmente la diocesi ha 13 teologici e 35 filosofi. Abbiamo una
media di 2/3 ordinazioni ogni anno. Le prospettive sono abbastanza
buone perc,~é ~a nostr~ gente è se~plice e profondamente religiosa.
Anch~ se c e bisogno di rafforzare il nostro programma di promozione
vocazwnale.
NSUMBU
Ha solo 8 anni . .. o è meglio
dire aveva! Nsumbu non c'è
più, perché, secondo un 'in-
comprensibile tradizione o cre-
denza, o superstizione, o non si
sa che cosa della sua e di altre
tribù del Congo, gli è capitata
la disgrazia di essere conside-
rato un piccolo e malefico stre-
gone. Stregone a 8 anni! Così
una mattina i vicini di casa, cui
probabilmente era capitato
qualche piccolo accidente, han-
no creduto che quel bimbetto
innocuo potesse essere un es-
sere funesto e di buon mattino
hanno fatto irruzione nella sua
misera casa, l'hanno affenato,
gli hanno versato addosso una
tanica di benzina e gli hanno
dato fuoco, sordi alle urla di-
sperate del piccolo e alle sup-
pliche della madre. Nsumbu
non è un caso isolato: in Con-
go è quasi una tradizione con-
siderru·e i bambini degli esseri
negativi , capaci di sortilegi e
stregonerie. Soprattutto i bam-
bini di strada, i più poveri. Au-
torità e polizia fanno finta di
non vedere e così la tragedia
dei bimbi stregoni continua a
macchiare la società e una ma-
ledizione inenan abile incom-
be su bimbi innocenti che tut-
to possono essere eccetto che
malvagi.
l
Ragazzi a rischio ospitati
in una casa salesiana adatta
aloro.Ragazzico~possono
essere stregoni malefici?
BS APRILE 2004

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
CASA NOSTRA
di O/arte/Motto
Domenico un esempio
ON LINE
di Giancarlo Manieri
-
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L'uomo delle altezze
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INSERTO CULTURA
di Natale Maffioli
Il Museo di Verona
MISSIONI
di Giovanni Eriman
Tre esse per la foresta