Bollettino_Salesiano_200402

Bollettino_Salesiano_200402

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- MAESTRO E AMICO
di Pascual Ch6vez Villanueva
I FRUTTI DEL SISTEMA
PREVENTIVO
SALVO E SEAN
Altri due frutti del Sistema di Don Bosco sono il carabiniere
exallievo SALVO D'ACQUISTO e il volontario inglese
SEAN DEVEREUX, dei quali vi presento qualche tratto.
Salvo è
un frut-
to signi-
ficativo del Si-
stema preven-
tivo , un exal-
lievo che fa
onore a tutti
gli exallievi
delle Figlie
di Maria Ausiliatrice e
dei salesiani. Uno di quelli riusciti
"onesti cittadini e buoni cristiani'.
Come cittadino ha onorato lo Stato,
servendolo con scrupolo e dedizio-
ne nell'arma dei carabinieri. Come
cristiano giunse all 'atto eroico di
offrire la sua vita per salvarne mol-
te altre. Il suo sacrificio lo avvicina
a Cristo, del quale Caifa profetò :
"conviene che uno solo muoia per il
popolo" (Gv 11 ,50) , o al grido di
Paolo ai Romani : "Nessuno muore
per se stesso! " (Rom 14,7) , e ai
Corinti: "Uno solo morì per tutti"
(2Cor 5,14). Lo stesso suo nome
sembra una profezia della sua vita.
Per questo santo exallievo, riman-
do all 'articolo di Carmine Di Biase,
a pag . 18 di questo numero. Da
parte mia, facendo una rilettura
pedagogica di D'Acquisto , la prima
cosa che mi viene in mente è che
si tratta di una vita racchiusa in un
episodio . È vero, ma certamente
non ci sarebbe stato eroismo se
non ci fosse stato un retroterra di
formazione seria e insistita ai gran-
di valori del dovere e del sacrificio,
fi li indispensabili del tessuto educa-
tivo. Allora, se è vero che non tutti
sono chiamati al martirio , è altret-
tanto vero che tutti siamo chiamati
a esservi disposti. Chi avrebbe mai
detto che in quel ragazzotto in divi-
sa si nascondesse un eroe? Cono-
FEBBRAto 2004 BS
sciamo altri casi in cui la storia dà
frustate a noi educatori , e ci invita
a intuire e sviluppare le potenzialità
nascoste di coloro che siamo chia-
mati a educare. Ancora una volta si
deve ripetere che non siamo quello
che siamo, ma quello che siamo
chiamati a essere...
Sean, nato nel 1963 a Yateley
in Inghilterra, fu allievo al
Collegio salesiano di Farnbo-
rough dal 1975 al 1982. Dopo la
laurea in geografia ed educazione
fisica a Birmingham e il master a
Exeter, divenne insegnante nella
scuola salesiana di Chertsey nel
Surrey nel 1986. In questi anni fu
membro entusiasta e attivo dei
cooperatori salesiani e degli exal-
lievi. Prese parte a molte attività
giovanili in Inghilterra e fuori. In
uno dei suoi viaggi all'estero, per
partecipare alla consulta mondiale
dei Giovani Exallievi, incontrò Gio-
vanni Paolo 11 a Roma. Dopo quel-
l'incontro prese una decisione im-
portante per la sua vita: partire per
l'Africa come volontario laico pres-
so i salesiani in Liberia. Realizzò il
suo sogno nel febbraio del 1989,
quando poté partire per la missione
salesiana di Tappita , dove prese
servizio alla St Francis School.
Quando la scuola chiuse a causa
dello scoppio della guerra civile , nel
1990, Sean cominciò a lavorare
con l'ONU , sempre come volonta-
rio , coordinando la distribuzione di
cibo prima nelle più remote parti
della Liberia, poi fra i profughi libe-
riani in Guinea . La grande scelta
della sua vita era ormai stata fatta:
si trovava in una delle nazioni più
povere dell'Africa per aiutare i bam-
bini e i ragazzi; avrebbe continuato
a farlo fino al termine del contratto
che lo legava all'ONU . L'opposizio-
ne alla guerra gli creò problemi con
i ribelli che in un'occasione lo mal-
menarono duramente . Quando nel
1992 rientrò in patria, cominciò a

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lavorare con l'UNICEF e venne
inviato in Somalia a Kismayo , 250
chilometri a Sud di Mogadiscio. Era
il settembre 1992. Una sua lettera
datata 15 novembre dipinge con
colori drammatici la triste situazione
del paese: "Senza dubbio avrete
visto in TV le immagini orribili dei
bambini che muoiono di fame. È
una triste realtà che è stata creata
dall'avidità degli uomini e non da
disastri naturali. .. La mia vita è fat-
ta di alti e bassi. Sono frustrato e
stomacato quando devo trattare
con le autorità, le guardie e gli im-
prenditori. Al contrario, tutto cambia
quando ho la fortuna di lavorare sul
campo e vedere quanto i centri di
nutrizione e i posti sanitari stanno
funzionando bene, quando entro in
contatto con la faccia più pulita del-
l'umanità". Il padre ci testimonia:
"Sean trovava orribile dover portare
aiuti agli affamati d'Africa lottando
contro tutto e contro tutti.
Parlava con tutta franchezza del-
l'anarchia di un paese dove la gen-
te stava soffrendo così tanto, e del-
1'insensibilità che lo circondava;
denunciava la corruzione dei capi e
l'egoismo profittatore . Questo può
essergli costata la vita! L'attacco
assassino nel porto di Kismayo (il 3
gennaio 1993, dopo che aveva
rifiutato la scorta armata che in
quel paese era quasi obbligatoria;
non aveva mai nascosto il suo
disdegno per la guerra e per i
signori della guerra che da questa
traevano profitto) ha posto fine a
una vita di coraggioso ideale.
Quando gli parlavamo dei pericoli e
dei rischi del suo lavoro, la risposta
era sempre la stessa: « finché il mio
cuore batte, devo fare ciò che pen-
so di poter fare, aiutare quanti sono
meno fortunati di me»". Sean, l'uo-
mo del sorriso luminoso, del corag-
gio, dell'impegno, della coerenza,
ha dato la sua vita lavorando per
aumentare le aspettative e le possi-
bilità della gente, per ridar loro
dignità e speranza! l'Africa ha
bisogno di persone come lui
impegnate a creare speranza e
f~uro .
O
I Formare ai valori del dovere
e del sacrificio ... fili indispensabili
del tessuto educativo.
Febbraio 2004
Anno CXXVIII
Numero 2
In copertina:
La povertà, le malatt ie,
l'abbandono co lpiscono
i più deboli . Ed è verso
i più deboli che
si appunta l' azione
apostoli ca e sociale
dei salesiani.
Foto : Giancarlo M anieri
- CASA NOSTRA
12 Wojtyta il maestro (1)
- C10VANI
14 Maestri e apprendisti senza
- ExALLIEVI
18 Salvo D'Acquisto
V1AGGI
20 Povero, mi hai cercato
- 1NSERTO CULTURA
23 Il Museo di Léon
lllflilm'ffJ
tJ~J!fIJilW
M ensil e di inform az ione
e cultura reli giosa edito
dalla Congregaz ione Salesi ana
di San Gi ovanni Bosco
Direttore:
G IANCARLO MAN IER I
di Savina )emina
di Vito Orlando
di Carmine Di Biase
di Giancarlo Manieri
di Giovanni Eriman
28 Una storia nascosta
di Graziella Curti
RueRICHE
2 // Rettor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 lettere al Direttore - 8 In Italia e nel
mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 lettera ai giovani - 27 Doctor J, -
30 Libri - 32 Online - 34 Come Don Bosco - 36 Movimento Salesiano - 37 laetare et
benefacere... - 38 Sfide etiche - 40 Dibattiti - 42 I nostri morti - 43 // mese - 44 Prima
Pagina - 45 Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Gianca rlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori: Ernesto Gattoni - Giuseppina Cudemo
Graziella Curt i - Carlo Di Cieco - Bruno Ferrero
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Roberto Saccarello - Fabio Sandroni
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Vincenzo Odorizzi - Guerino Pera
Pietro Scalabrino - Gianpaolo T ronca
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: UHicio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 55 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 151 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
I Associato alla
U nione Stampa
Periodi ca Italiana
BS FEBBRAIO 2004

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i
I
di Carlo Di Cieco
1
l
WARGAMES
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Da quando, teorizzata la guerra preventiva, il mondo è erftrato nella
spirale del terrore divenuto la nuova paura del XXI secolo, non è
cresciuta solo la cultura di pace che contrasta questa scelta, ma
anche il "complesso militare-industriale-ricreativo" che fa pensare
normale convivere con la guerra e la violenza.
Negli Stati Uniti i militari giocano
alla guerra da quando alcuni
anni fa il corpo dei marines
siglò un accordo con un 'azienda di
videogame per lo sviluppo del primo
gioco finanziato dal Dipartimento della
Difesa. E tre anni fa in California è
nato un centro studi con lo scopo di
creare un collegamento tra generali ,
professori universitari e industria dei
giocattoli con un finanziamento di 45
milioni di dollari .
C'è una nuova generazione di
giochi di guerra nata dopo 1'11
settembre: pupazzi e accessori legati
alle guerre in Afghanistan e Iraq che
"non si sa più se sono innocenti
passatempi patriottici o tentativi di
spacciare la guerra ai bambini".
Stanno sparendo i soldatini
tradizionali . Risiko è preistoria. Ora tra
le tante novità si gioca a fucilare i figli
di Saddam rappresentati nei piccoli
schermi da bambolotti sanguinolenti .
Si tratta di informazioni che ciascuno
può trovare su Internet e che un
quotidiano cattolico locale ha diffuso
nel momento in cui le nostre
televisioni pubbliche mandavano in
onda - con palinsesti speciali - servizi
e film militareschi per onorare i primi
caduti italiani in Iraq , cercando di
creare un clima di consenso a una
guerra che - per dirla con la S. Sede
- era ed è rimasta illegittima.
Si pensava che milioni di
bandiere arcobaleno per la pace
esposte ai balconi fossero sufficienti
per dire addio alle armi. Ma poi si è
visto che non sono bastate.
La cultura di pace non è garantita una
volta per tutte. Se resta una vaga
sensazione di massa e non scende
nel cuore e nella mente,
personalizzata, di adulti e bambini ,
alle prime emozioni di una tromba che
suona "il silenzio" per militari caduti , è
facile che rinasca una certa
ammirazione verso la guerra. Tanto
più se i capi delle nazioni in guerra
esaltano il sacrificio della vita per la
patria, e semplificano il messaggio
legando i valori di pace e libertà con i
FEBBRAIO 2004 BS
militari caduti senza mai dire ai propri
cittaaini quali interessi muovano
l'impiego militare.
La manipolazione delle coscienze e
delle menti è certamente facilitata
dall'uso spregiudicato della
comunicazione di massa. I movimenti
per la pace e gli Istituti educativi non
dispongono di questi strumenti
amplificati, di questa routine mediatica
per rendere accettabile, come è ormai
accaduto per l'aria inquinata delle
città, l'uso e l'abuso abituale della
forza nei rapporti internazionali.
Se il diritto internazionale viene
sostituito con il ricorso alla forza
unilaterale, c'è la logica conseguenza
della spirale infinita "occupazione e
terrore".
La lezione del "Principe" di
Machiavelli si materializza oggi
decretando l'isolamento dei propri
avversari dal consenso della pubblica
opinione. L'informazione manipolata,
usata con spregiudicatezza e senza
remore morali , è simile al veleno a
piccole dosi : crea assuefazione
facendo scambiare realtà e fantasia.
Da quando la moderna guerra si
combatte senza il consenso
democratico, ma con la
manipolazione e l'addomesticamento
della pubblica opinione, l'educazione
alla pace è diventata più ardua per
tutti gli educatori.
Senza disporre delle immense
risorse economiche dei cantori del
confitto permanente , a 40 anni dalla
"Pacem in terris" e dal Concilio,
l'anziano papa Wojtyta ha rilanciato
come un leone il primato della pace
quale testimonianza cruciale di vita
cristiana . Ma quanti come genitori,
insegnanti , professionisti, lavoratori o
pensionati pensano di tramandare ai
propri ragazzi lo spirito di pace
soffiato da Cristo ai suoi discepoli
dopo la risurrezione , si trovano ad
andare controcorrente . Sulla pace si
misura tuttavia la loro voglia
preventiva di far vivere tutti , rispetto
alla voglia di siglare una lista
preventiva per la morte.

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J'IA BIBBIA ALLA LET- segno ci dà una semplice renti a quella civiltà tipica di sono quelli di allora e i tempi
1,i'rERA. Carissimo diret- informazione, ci dice del/' esi- un popolo errante. Secondo il di oggi 11011 sono quelli di al-
tore, il Levitico 26,1-3 ci stenza di un ristorante attra- suo credo dovrebbero essere lora. Il che vuol dire che ciò
vieta di collocare pietre scol- verso una particolare figu- messe rigorosamente in prati- che conta della Parola di Dio
pite [.. .] a cominciare, dun- ra... Il simbolo invece evoca ca, perché sono comandi divi- è lo spirito e 11011 la lettera,
que, da Padre Pio, la Madon- qualcosa di più, richiama non ni sulle più diverse materie: esattamente come diceva san
na, ecc. [... ] Tu puoi gridare solo un'altra realtà, ma una come trattare gli schiavi, co- Paolo che anche lei cita, ma
più forte che puoi, la statua realtà "altra" , diversa , dina- me procedere coi delitti che non ho capito quale razza di
non ti sente, perciò gridi al tura superiore, una realtà non meritano la morte, coi presti- inte1pretazione gli dà. Le ri-
vento. Quando invochiamo le direttamente percepibile ma ti, con gli abiti sacri. .. Ce ne corderò , come fanalino di
immagini scolpite offuschia- forte,r,.ente evocativa, e anche sono centinaia che oggi ap- coda, che il Signore Gesù im-
mo il sacrificio di Cristo [...] una realtà divina ... il cerchio paiono del tutto improbabili pone difar fruttificare i talen-
Anche i dieci comandamenti per le religioni è il simbolo quando non strampalate; al- ti che uno ha ricevuto , pena
le vietano... E impongono della perfezione; il fuoco è il lora però erano pe,fettamente la dannazione. La capacità
l'osservanza del sabato, non simbolo dell ' amore, l'acqua centrate, e plausibili. Gli stessi artistica è un grande talento
della domenica, anche se è il il simbolo della purificazione, comandamenti sono f ormu- del!' uomo , uno dei più gran-
giorno della resurrezione [... ]. l'agnello è il simbolo di Cri- lati in modo che oggi sarebbe di. La Chiesa antica ha inse-
sto, il triangolo equilatero il un non senso praticare alla gnato catechismo a quelli che
Santina, Teramo simbolo di Dio... Tanto per lettera. Prenda il comanda- non sapevano leggere né
Cara signora, Le avevo già
risposto in privato, e mi sem-
brava di essere stato chiaro.
La sua "risposta alla rispo-
sta" ha ripetuto quanto aveva
chiarire: il triangolo non è
Dio ne è solo il simbolo , lori-
chiama; e la statua di Cristo
non è Cristo, quella della
Madonna non è la Madonna ,
mento del sabato, cui lei fa
tanto spesso riferimento. Esso
dice tra l'altro che di sabato
"non farai nessun lavoro
tu, né tuo figlio, né tua figlia,
scrivere (ed erano la maggior
parte) proprio attraverso la
pittura, la scultura, l'architettu-
ra... L'immagine aiuta la pa-
rola, la rende viva, comprensi-
già scritto precedentemente, quella di Padre Pio non è né il tuo schiavo, né la tua bile, interpretabile.L'arte por-
pari pari, senza nemmeno Padre Pio, ne sono solo il ri- schiava... ". Ma dunque si può ta a Dio. Ci fu un tale, come
fare un modesto tentativo di mando, sono un aiuto per la praticare ancora la schiavitù? ricorderà (si tratta di L'eone
capire ciò che mi sono sforza- memoria, e non si adora la Se Dio dice che di sabato il III l saurico), che per obbedi-
to di scrivere, indicandole ad statua. .. una imbecillità del mio schiavo non deve lavora- re alla Bibbia distrusse capo-
esempio che le "immagini" genere la possono pensare re , vuol dire che posso ridur- lavori immortali e si è preso
sono solo "rimandi", "simbo- solo gli sprovveduti.
re qualcun.o in schiavitù, ba- l'esecrazione del mondo·inte-
li" , "segni" non realtà. Cerco Ma allora perché Dio ha sta che non lo fa ccia lavorare ro; è stato uno che ha impo-
di spiegarglielo. Il sacro si proibito di costruire simula- il sabato! Le sembra logico? verito il mondo, che ha di-
può esprimere attraverso ge- cri? La risposta è intuitiva: il E più avanti, quando Dio strutto la Parola insegnata
sti, parole, segni, simboli , mi- popolo eletto viveva tra popo- riassume i comandamenti nel attraverso quel tipo di tra-
ti... cose che appartengono a li idolatri che adoravano per grande comandamento del- smissione particolare che si
tutte le religioni, perché fan - l'appunto idoli, statue di pie- !' amore in Deuter. 6 ss. (ma chiama, per l'appunto, pittu-
no parte del modo di appren- tra, di bronzo, d'oro, ecc. Era io non so che razza di Bibbia ra, o scultura, architettura...
dere tipico del'uomo. I segni fatale che se avessero co- usa lei, quindi non so se le ci- Generazioni di cristiani han-
sono parole e/o cose che indi- struito simulacri di JHVH sa- tazioni corrispondono) co- no imparato ad amare Dio e
cano (seg nalano) la via per rebbero stati spinti ad adora- manda che "queste parole le a conoscere Cristo attraverso
arrivare ad altre parole e re il simulacro come i popoli legherai come un segno nella l'arte. Se questo a lei non sta
cose di diverso genere. Sono vicini... Dio voleva far capire tua mano, e le porterai come bene, poco importa. Non so
indicazioni di percorso per che Egli non è fatto di mate- un pendaglio davanti agli che farci. Continui pure con
richiamare l'attenzione su ria. .. voleva distinguere il occhi, le scriverai sugli stipiti la sua interpretazione lettera-
realtà che in quel segno sono suo piccolo gregge da tutti gli della tua casa...". Mi piace- le... sperando che Dio gliela
nascoste, o dal quel segno altri... Oggi non siamo più un rebbe non poco controllare se man.di buona!
sono richiamate (come capita popolo del deserto, siamo lei porta un pendaglio davanti
per i segnali stradali, turisti- figli della civiltà tecnotroni- ai suoi occhi, ecc. E se voglia-
J"!I ci, di servizio, ecc.). Ma esi- ca; non viviamo in mezzo a mo essere proprio pignoli,
I.a stono anche dei segni di di- gente che adora statue, ma in Esodo 20,23 dice "Non.fabbri-
BREI DEICIDI••• Caro
direttore... in classe sto di
verso genere che appartengo- mezzo a indifferenti o atei, care idoli d'argento e d' oro banco con un compagno di
no al linguaggio religioso o che non adorano niente e nes- per adorarli", il che suppone religione ebraica, che è con-
al linguaggio fortemente evo- sun.o, se non i propri comodi che se li fabbrico non per ado- vinto che la Chiesa li disprez-
cativo ... Questo tipo di segni e/o i propri interessi. La leg- rarli, posso... Non le pare ? zi perché avrebbero ucciso il
li chiamiamo simboli. Il sùn- ge data da Dio a Mosé va let- Mi fermo , signora, perché mi Figlio di Dio. Ho chiesto al
bolo possiede la capacità di ta e capita per il nuovo popo- sento sommamente ridicolo a prof di religione (lui non fre-
dire quanto dice il segno e.. . lo di Mosé che siamo noi. ragionare sulla Bibbia in quenta questa ora) e mi ha
qualcosa in più: coinvolge Oggi anche il piiì ignorante questi termini di interpreta- detto che stringi stringi è pro-
anche affettivamente e spiri- degli uomini sa che una sta- zione letterale: mi sembra di prio così: sono deicidi. E il
tualm ente. Fa un percorso tua è una statua e nulla più. fa r fare a Dio una figu ra me- prof di storia è d'accordo con
che arriva jùw ali' ordine su- Del resto, signora, Esodo e schina. La Bibbia è scritta Isai (scusami ma non è il suo
periore, fino allo spirituale, e Deuteronomio sono zeppi di per tutti i popoli di tutti i vero nome) e dice che la
fin.o a Dio . Ad esempio, il leggi date dal Signore, in.e- tempi; i popoli di oggi non Chiesa in fondo non ha mai
FEBBRAIO 2004 BS

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cessato di odiare gli Ebrei lari che con la fede hanno Il discorso sulla fede merite-
[ ... ]
ben poco da spartire e anzi rebbe altro che poche righe.
Leo, Rof'/ia
sconfinano non di rado nella
superstizione o, quanto meno,
"La fede è la certezza che i
valori assoluti, orizzonte del-
Cara (o caro - non sono riu- nel folclore. Ma , vede, la [' esistenza umana e suo fon-
scito a capire se sei un lui o gente, "la gente comune", in- damento, non sono un' illusio-
una lei) Leo, suggerisci al tuo tendo , che poi costituisce la ne, ma una realtà, non sono
prof di religione che porti in stragrande maggioranza del solo un futuro, ma un presen-
classe il documento concilia- campione,_ non ha bisogno te". La fede prescinde da
re intitolato "Nostra Aetate" , dell'analisi critica per crede- analisi critiche... il santo cu-
che lo legga e poi commenta- re , proprio perché la fede ri- rato d'Ars ha f atto miracoli
telo insieme. Io ti scrivo qui fugge per definizione da inda- in nome di una santa che
la parte che può interessarti, gini scientifiche, filosofiche , non esisteva. A riprova che
e che forse può servirti a psicologiche e pe1fino teolo - chi fa miracoli è Dio, e per
ten er viva l'amicizia col tuo giche!...
ottenerli quel che conta non è
compagno !sai (che non si
chiama !sai!) : "Quanto è stato
commesso durante la Passione
(di Gesù) non può essere im-
putato né indistintamente a
tutti gli ebrei allora viventi,
agli ebrei del nostro tempo
[. ..] Gli ebrei ... non devono
essere presentati come rigetta-
ti da Dio né come maledetti
[. ..] La Chiesa inoltre deplora
gli adii, le persecuzioni e tutte
le manifestazioni del!' antise-
mitismo dirette contro gli ebrei
in ogni tempo e da chiunque".
La fede, diceva Gesù di Naza-
reth , è capace di spostare le
montagne. Noi oggi crediamo
che sia la scienza, tutt'al più,
a spostare le montagne. C'è
una notevole differen za tra le
due posizioni: là dove la fede
agisce, per così dire, "a mani
nude", la scienza arriva col
carico sofisticato dei suoi
strumenti, e... a spostare le
montagne non c'è ancora riu-
scita. Per il momento è solo
riuscita a distruggerle e non
solo quelle.
tanto il santo o la santa cui ci
si rivolge (per essere aiutati a
chiedere a Dio la grazia), ma
il carico di fede che si ha
dentro. La stessa Bibbia non
contiene grandi analisi sulla
fede , presenta invece figure di
grandi credenti, primo fra
tutti Abramo, che partì senza
assolutamente sapere dove an-
dava , affidandosi ciecamente
alla promessa di Dio .
La fede, caro signore, nasce
al di là della conoscenza e
della percezione umana , e si
Non ti pare che la cosa non
riferisce a ciò che trascende
abbia bisogno di ulteriori
commenti? Quanto al tuo inse-
APPELLI
la conoscenza; insomma è il
giocarsi la vita sulla verità di
gnante di storia... beh, manda-
gli un bigliettino con su la ci-
tazione di "Nostra Aetate" . .. e
se non te la senti di firmarlo -
dovresti! - inviaglielo "una
tantum" anonimo! E questo è
un consiglio che è la prima
volta che do, perché aborrisco
l'anonimato .
QEDE NEI SANTI?
Caro direttore, cattolico
praticante, credo in Gesù
unico mediatore [... ] e mi rie-
sce difficile capire la tanta
confusione che serpeggia tra i
cristiani riguardo ai santi cui
si attribuiscono appellativi e
meriti che possono appartene-
re solo a Dio [... ] La gente
comune non sempre percepi-
sce con chiarezza la realtà
della fede [.. .] Che cos'è la
fede? Potrebbe scrivere qual-
cosa su questo argomento?
Colleziono e scambio im-
maginette sacre che raffigu-
rano foto di statue di tutti
i paesi d'Italia. Gugliotta
Ignazio, via Aristodemo,
62 - 97016 Pozzallo (RG).
Sarò felice di ricevere im-
maginette di Gesù e Maria
ed anche qualche foto di
Romina Power. Paola Dra-
gone, C.so Piemonte, 64 -
74100 Taranto.
Invitiamo salesiani e loro
allievi a inviare mediante
posta elettronica all 'indiriz-
zo pietates@libero.it pre-
ghiere e poesie religiose in
italiano e/o in dialetto. Il
materiale ricevuto sarà inse-
rito nel sito www.pietates.it.
Sono un vecchio collezio-
nista a cui piace tutto ciò
che gli capita. Ringrazio
tutti coloro che mi faranno
la sorpresa di inviare qua-
una realtà invisibile. Quindi
valutare la fede in termini di
ragione sarebbe come com-
prendere la bellezza come
un'equazione algebrica. .. per-
ché la ragione, dispetto di
tanti razionalisti nostrani,
non è la misura di tutte le
cose, né l'origine di tutte le
affermazioni, né l'energia che
controlla tutto: il grido di do-
lore di un ferito non è il pro-
dotto di un pensiero raziona-
le , l'animale sa autogestirsi
pe1fettamente senza che ab-
bia alcunché che assomigli
alla ragione umana, il fiore
splende nei suoi colori e pro-
fuma di indescrivibili fra-
granze senza bisogno di alcu-
na logica umana .. .! Con ciò,
so di aver balbettato sulla
fede . Lascio a lei qualche
altra indagine di approfondi-
mento.
Fraiicesco, via e-mail lunque cosa. Marino An- Non ci è stato possibile pub-
Caro signore, non sempre, ne
convengo, è facile capire al-
cune · "manifestazioni" popo-
tonio, via Vittorio Vene-
to, 247 - 80058 Torre
Annunziata (NA).
blicare tutte le lettere pet:~
n.ute in recla z1.one. C
scusiamo. Provvederemo_ a
suo tempo alla ·pubbl1cazw-
n.e o alla risposta personale.
t:,
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Salesiano viene
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Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vost ra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse @sdb.org
BS FEBBRAIO 2004

1.8 Page 8

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RICONOSCIMENTI
Il Ministero dell 'Educazione
dell ' Angola ha conferito il ri-
conoscimento ufficiale alla
Scuola Don Bosco di Ka-
kuako, tenuta dalle FMA, che
nel 1999 aveva ottenuto una
menzione d 'onore da]] 'UNE-
SCO per la sua attività di
educazione alla pace. Con
tale dichiarazione, il Governo
s'impegna a sostenere econo-
micamente la scuola. Alle
suore compete la scelta degli
insegnanti e la loro formazio-
ne. I 1500 bambini e bambine
che la frequentano sono divisi
in tre turni (altrimenti non ci
stanno nelle aule), dalle 7.30
alle 20.30 di ogni giorno; e si
fa scuola anche in alcuni bar-
1io periferici. Si tratta di un
impegno forte per combattere
l'analfabetismo e la corruzio-
ne che ancora dilaga nel paese.
Sono tanti, dicevamo, i bambi-
ni, ma sono anche lunghissime
le file di attesa: a un gran nu-
mero dobbiamo dire no, per-
ché non c'è posto per tutti.
BOBRUJSK,
BIELORUSSIA
COL CANTO
«La fede sta rinascendo in
Bielorussia anche attraverso
la musica e il canto. L ' intra-
prendenza della giovane co-
munità FMA, e dei ragazzi e
ragazze che hanno condiviso
con loro gli inizi della missio-
ne a Bobrujsk, per esempio, è
NIZZA MONFERRATO,
ITALIA
UN CENTRO
GIOVANILE
COMUNALE
FEBBRAIO 2004 BS
stata premiata con la registra-
zione di " Canto per te! ", un
Cd-Rom con 11 pezzi per la
liturgia. La notizia si è presto
diffusa nella diocesi e molti
parroci hanno .invitato il coro
Magnificat a presentare i
canti ai giovani e alla gente. I
componenti del gruppo non
possiedono preparazione mu-
sicale specifica, ma cantano
bene. E il canto è un modo di
imparare e insegnare la Paro-
la di Dio.
Ha aperto i battenti da più di
un anno il Centro giovanile
comunale. L ' iniziativa "Non-
soloparole", ideata e gestita
dal Vides-Agape di Nizza
Monferrato, è approvata e fi-
nanziata dalla Regione Pie-
monte, con il supporto del-
!'amministrazione comunale.
Nato dall 'esigenza di essere
"vicini" ai problemi e alle ne-
cessità degli immigrati e degl i
anziani della zona di Nizza e
dintorni , il progetto si prefig-
ge di operare attivamente con
interventi socioculturali quali
l'accoglienza, l' ascolto e la
consulenza. Concretamente, i
volontari che hanno seguito
un corso cli formazione in me-
rito si mettono a disposizione
per il disbrigo di pratiche bu-
ROMA PISANA
EURO BOSCO
A fine ottobre 2003 è stato
celebrato a Roma, presso la
casa generalizia, l' Eurobosco,
il meeting degli exallievi
d'E uropa. Lo sforzo di questa
importante assise è quello di
far prendere sempre più co-
scienza della poderosa forza
costituita dall 'Unione, e delle
possibilità di bene che ha im-
magazzinate. La nuova Euro-
rocratiche, la compilazione di pa ha bisognoso degli exallie-
moduli per i permessi di sog- vi per essere forza cristiana,
giorno e per consulenze di .portatrice di valori , organiz-
vario genere, che si avvarran- zatrice di scambi culturali, di
no di esperti nel settore speci- esperienze di servizio e di vo-
fico. Altro obiettivo è quello lontariato, di sviluppo e soli-
di dare visibilità a iniziative e darietà. Vi hanno .partecipato
associazioni già attive nel- come relato ri ma anche come
1' ambito socio culturale, allo exallievi il ministro Giova-
scopo di favorire la fruizione . nardi, il ministro Buttiglione;
dei servizi che essi già offro- inoltre il sindaco di Roma
no e dei quali gli abitanti del Ve /troni, il cardinale salesia-
territorio non sono informati . no di Genova Tarcisio Berto-
Insomma, un volto amico e ne, il professor Zamagni, il
una mano tesa a chi ne ha bi- presidente della Provincia
sog no .
Gasbarra, ecc.

1.9 Page 9

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redazionale
NUMISMATICA
a cura di
Roberto Saccarello
LATINA, ITALIA
FESTA DEI 70 ANNI
Grande festa a Latina dome-
nica 26/10/2003 per i settanta
anni dell ' opera salesiana in
quella città. A1Tivati in mo-
menti particolarmente diffici-
li, in una zona altrettanto dif-
ficile, essi hanno saputo con-
quistare la popolazione e di-
venire punto di riferimento
spirituale e di aggregazione
giovanile, e fuci na culturale e
ricreativa per la giovane po-
polazione del luogo. Una
giornata intensa che ha visto
la partecipazione di tanta
gente, del vescovo monsignor
Petrocchi , delle autorità civili
e militar·i e della banda della
polizia di Stato. Ha concluso
la giornata la relazione del
professor Ciammaruconi e
dello storico della congrega-
zione il professor Motto che
queste testimonianze vive e
doc umenta li raccoglie, valuta
e pubblica per fissar·e negli
annali della congregazione le
tappe di un'azione educativa
che ha fatto storia.
VIENNA, AUSTRIA
SEMINARIO
EUROPEO
Dal 30/10 al 2/11/2003 ha
avuto luogo alla Don Bosco
House di Vienna il quarto se-
minar·io europeo di studio or-
ganizzato dall 'ISS (Istituto
Storico Salesiano) e dal-
1'ACSSA (Associazione Cul-
tori di Storia Salesiana). Vi
hanno partecipato 47 studiosi,
appartenenti a 10 nazioni. Il
seminar·io, organizzato a sco-
pi propedeutici, ha mirato a
offrire materiale di studio e di
raffronto agli studiosi che
nelle varie par·ti del mondo, e
particolarmente in Europa e
America Latina, verificheran-
no, in vista del Convegno in-
ternazionale del Messico
2005, l'impatto dei suddetti
orientamenti del "centro" dei
SDB e delle FMA nei loro ri-
spettivi paesi. Un analogo se-
minario per l'America Latina
avrà luogo a Bahia Bianca,
nel prossimo aprile.
DAL TITANO VERSO "ATENE"
Le Olimpiadi moderne arriveranno il prossimo
anno alla XXVIII edizione, rinnovando in un mondo
che vive ormai tra lotte spesso cruente il momento
magico di uomini che si misurano tra loro non pe r
scontrarsi ma per confrontarsi , e che in virtù dell'i-
deale sportivo possono ancora testimoniare la fon-
damentale fratellanza un iversale dei popoli . Que-
sta straordinaria possibilità, sia nelle Olimpiadi
antiche che si svolsero dal 776 a.e. al 393 d.C.,
sia in quelle moderne, che furono riprese a partire
dal 1896 grazie al barone francese Fredi de Cou-
bertin , trae origine dalla passione e dal gusto inna-
ti nell'uomo , sin dai tempi più remoti , per la com-
petizione e l'esercizio fisico. A ogni Olimpiade è
inevitabile il confronto tra i Giochi dell'antichità e
quelli del presente, visti nel loro spirito , nella loro
ampiezza, nel loro svolgimento.
Anche nella serie sammarinese che annuncia
"Atene 2004", composta da du!:l pezzi d'argento da
5 e 1O Euro, i rovesci propongono immagini legate
alle due fasi olimpiche. Per l'antichità, lo Stadion
(una corsa di velocità su un percorso di 600 piedi) , il
lancio del disco, il lancio del giavellotto, la corsa dei
carri e il pugilato; per i tempi moderni: il tedoforo, ,la
scherma, la pallanuoto, la ginnastica. Sul diritto di
entrambe le monete poi è presentata un'originale
interpretazione dello stemma sammarinese , che
diviene così parte integrante della composizione: in
alto, dalle Torri escono tre pennacchi che si unisco-
no ai cerchi olimpici; alla base, poi, dalla "Fiamma",
simbolo dell'apertura dei Giochi, si libra una fiamma
che prende la forma di una colomba. Le due mone-
te , disegnate da Carmela Colaneri , pesano rispettl-
vamente 18 e 32 grammi d'argento 925/000
Informazioni per l'acquisto possono essere
richieste all'Azienda Autonoma di Stato Filatelica e
Numismatica - Piazza Garibaldi n° 5 - 47890
Repubbl ica di San Marino.
Tel. 0549/88.23.60 - Internet:// www.aafn.sm
Per saperne di più: "B' 0 761/307. 124
BS FEBBRA IO 2 004

1.10 Page 10

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100annf fa
La cosa più originale che abbiamo trovato
nel numero di febbraio di 100 anni fa è l'esempio
di una predica nel difficile idioma kivari che un
salesiano ha dovuto imparare a memoria...
Un magnifico esempio di lezione di catechismo
davvero interessante per gente primitiva,
che tentiamo di trascrivere così come
l'abbiamo trovata.
Wfnia sciuòra yàtzuru, èiscmanscia, nuuànscia, uciìcscia: ascì
miei Kìvari fratelli, uomini, donne fanciulli tutti
antatàarum! Yùsa cikicìki puhàwai: wìnia ascì apàru.
udite!
Dio uno solo è:
nostro tutti padre.
Yùsa ti puingaraitiì, ti ca1muaitiì.
Dio molto buono è, molto potente è.
Ahù ascì takàmiawi . Wi attùmscia àhunu uciirisciàithi.
Egli tutti compose. lo, voi anche suoi figli siamo.
Yùsa nungàn, itzàn, nandùn, yasciàn nahàmiawai,
Dio terra, sole, luna, stelle, fece,
wìscia ascì nahàmiawai.
·
noi tutti fece.
Hugnik, wiscia ascì, yatzurusciàitji. Gualaquiza sciuòra,
Così noi tuttifratelli siamo. Di GualaquÌUl il Kfraro,
Indanza sciuòra, Mendez scr uora, apacisc1a,
di llldanw il Kìvaro, di Mendez il Kìvaro, i cristiani anche
ascì yàtzuru yàtzuru.
tutti fratelli fratelli.
Yùsa hi
ascì immuii; ànnerda inscia immuii;
Di Dio l'occhio tutto vede; il cuore anche vede;
ahù ascì nekàwaitam.
Lui tutto sapiente è.
Sciuòra yatzùruciru! Amue maàtciaitam? Yùsa assuéttawai.
Kivarofratello mio! Tu cattivo sei? Di-O ti batte.
Amue puìngaraitam? Yùsa wachérawai; quociat quociat zsuzsàttawai.
Tu buono sei? Dio ti ama;
molto molJo ti regalerà.
Sciuòrascia!
Uomini kìvari!
Attum nàmank, yameika puhawai, kàscin hakàttawai.
Di voi il corpo oggi vive, domani morirà.
Attum wakàni ha, attact
Di voi l'anima però, ancora
puhattawai: hakàtciàwai.
vivrà:
non muore.
FEBBRAIO 2004 BS
SCUOLE
PER LA PACE
CONCERTO
PER LA PACE
Piccoli paesi si muovono. Le
cose belle cominciano sempre
da piccole scuole, là dove
forse più gestibile è l'organiz-
zazione, meno politicizzati e
più sensibili gli scolari, più
pronti e disponibili gli inse-
gnanti. Così studenti e inse-
gnanti del "Fantoni" e del
"Rezzara" di Gorno, del "Pa-
cati" di Crusone, dell' " Ar-
naldi" di Alzano, del "Rome-
ro" di Albino (paesi del ber-
gam asco) hanno organizzato
il "Concerto per la Pace". E
quando la scuola si muove
per cantare alla Pace, vuol
dire che qualcosa di nuovo è
nell 'aria che và al di là delle
200 persone che hanno potuto
gustare il concetto dal vivo.
Delle serate sono stati prodotti
2 DVD.
SASSONE, ROMA
AGENDA FMA 2004
Circa 300 exallieve/i delle
FMA hanno partecipato all'as-
semblea mondiale che ha
eletto la professoressa Caroli-
na Fiorica, a presidente con-
federale. Nella stessa assem-
blea è stata . presentata l'a-
genda 2004. E una tra le tan-
tissime sfornate ogni anno da
ditte di ogni genere? Sì e no!
, perché è più o meno co-
me le altre, se si eccettuano
le belle citazioni in italiano, in-
glese, spagnolo e portoghe-
se. No, perché è specifica per
exallieve/i e soprattutto per-
ché parte del ricavato dalla
vendita andrà per la costru-
zione della CASA/FAMIGLIA
per bambine della strada di
Kigali in Rwanda. Sarà l'im-
presa caritativa dell'anno per
la confederazione.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Filippo Manoni
I comandamenti rac-
colgono, in dieci brevi
enunciati, ogni possibi-
le etica, costituiscono il
concentrato dell'intera mo-
ralità umana. Li scorro
veloce - li so a memoria
dai tempi del catechismo -
più volte . Li ho un po'
bistrattati nella mia vita.
Ma adesso sono preoccu-
pato per i miei due figli
Celine e Luca, 12 e 13
anni e mezzo. I quali han-
no una grande passione:
chattare. Già l'orribile neo-
logismo mi fa ribollire il
sangue, ma oggi il brutto
fa tendenza, e .quindi tran-
gugiamo anche questo ve-
leno. Tuttavia , il giorno in
cui mi capitò di sbirciare
una pagina, naturalmente
virtuale , di ·questo spette-
golare informatico dei miei
due rampolli , per poco non
mi prende un accidente.
Preoccupatissimo , ho te-
lefonato dall'ufficio a mia
moglie.
"Gli angioletti - le ho
detto - hanno imparato un
linguaggio da trivio che se
l'avessero sentito da noi i
nostri vecchi ci avrebbero
riempito di schiaffoni. Oggi
non si può fare , perché il
telefono azzurro vigila 24
ore su 24 , ma qualcosa
dobbiamo escogitare. Cara
moglie , è il peggior lin-
guaggio che si possa im-
maginare, fatto di anaco-
luti , anadiplosi, iperboli ,
ossimori , zeugmi , allittera-
zioni mescolati. al peggio-
re slang". "D'accordo , ne
parliam.o quando torni ".
Stavo per riattaccare ,
quando attraverso la cor-
netta mi giunge la voce di
Céline : "Ciao mamy. Vado
da Lory a chattare un
VENTI
COMANDAMENTI
Credevamo che bastassero
i 1Ocomandamenti biblici,
ma nell'era informatica ...
po! ". "Hai sentito ?" . "Co-
me no? Lena , bisogna
controllarl i questi nostri
fiori, per non farli appas-
sire anzitempo! ". "Hai ra-
gione. Stasera studiere-
mo insieme qualche stra-
tegia antichat. Non pen-
savo che queste conver-
sazioni virtuali .. .". La in-
terruppi: "Lena , la con-
versazione sarà pure vir-
tuale , ma le parolacce
che scrivono, i concetti
che esprimono sono rea-
lissimi. A dopo!".
La strategia l'abbiamo
enucleata in 1O coman-
damenti antichat. Ci sia-
mo aiutati leggendo qua
e là articoli e riflessioni.
La socializziamo . 1. Non
chattate mai da soli. 2 .
Non fidatevi dell'interlocu-
tore: può avere 60 anni e
farti credere che ne abbia
14. 3. Non fornite indiriz-
zo, telefono, e-mail, pass-
word. 4. Non accettate di
incontrarvi con chi chatta
se non accompagnati. 5.
Controllate costantemen-
te il linguaggio scritto o
parlato. 6. Non aprite gli
allegati inviati dai "chat-
toni", (questo neologismo
ci piace!): può esserci di
tutto, virus compresi. 7.
Non seguite link o dialer
che vi portano non si sa
dove e alleggeriscono il
portafogli di papà. 8. Non
spacciatevi mai per chi
non siete. 9. Non usate
"nickname" volgari. 1O.
Avvertite i responsabili
delle chat se contenuti e
vocaboli sono.. . da po-
stribolo! Funzionerà? Sa-
remo capaci di mettere e
far mettere in pratica
questi "comandamenti?".
BS FEBBRAIO 2 004

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
WOJTY!A 25 ANNI
DI PONTIFICATO
ILMAESTRO(l) E 14 LETTERE
ENCICLICHE
FANNO GRANDE
PAPA GIOVANNI
PAOLO Il.
di Savina Jemina
N essun altro pontefice si è
mai spostato tanto: i chilo-.
metri percorsi corrispondo-
no a una trentina di volte il giro del
mondo. Nessun altro Papa ha cano-
nizzato tanti uomini e donne, riba-
dendo che tutti possono essere
santi vivendo bene l'"ordinario
quotidiano". Nessun'altra persona-
lità, per i 25 anni di governo o di
regno, ha avuto l'onore di un fran-
cobollo d'argento. Nessuno ha mai
pronunciato tante parole di speran-
za, capaci di rispondere ai più
profondi interrogativi dell ' uomo.
Presentiamo ai lettori una sintesi
del suo magistero attraverso le 14
encicliche da lui scritte finora.
REDEMPTOR HOMINIS
(4/3/1979)
Busta ricordo
"XXV PONTIFICATUS ANNUS"
delle Poste Vaticane.
Papa Wojtylafirma la sua prima
enciclica a meno di cinque mesi
FEBBRAIO 2004 BS
dal!' elezione, avvenuta il 16 otto -
bre 1978. La frase introduttiva -
"Il Redentore del!' uomo, Gesù
Cristo, è centro del cosmo e della
storia" - è la base del suo pontifi-
cato e sembra riecheggiare il
primo versetto di san Marco: "Ini-
zio del vangelo di Gesù Cristo, Fi-
glio di Dio". Il Papa aggiunge:
"S'impone una risposta fondamen-
tale ed essenziale, e cioè: l'unico
orientamento dello spirito, l'unico
indirizzo del!' intelletto, della vo-
lontà e del cuore è per noi questo:
verso Cristo, Redentore del!' uomo;
verso Cristo, Redentore del mon-
do" 7). Più avanti, scrive che
Cristo l'uomo petfetto (. ..). Con
la sua incarnazione, infatti, il Fi-
glio stesso di Dio si è unito in
certo modo ad ogni uomo . Ha la-
vorato con mani d'uomo , ha pen-
sato con mente d'uomo , ha agito
con volontà d' uomo , ha amato con
cuore d' uomo. Nascendo da Maria
Vergine, Egli si è fatto veramente
uno di noz, 1n tutto simile a noi
fuorché nel peccato. Egli, il Reden-
tore dell' uomo!" 9).
DIVES IN MISERICORDIA
(30/11/1980)
Il Papa ripercorre l'Antico Testa-
mento e la parabola del Padre mi-
sericordioso [del figliol prodigo]
per affermare: "La Chiesa procla-
ma la verità della misericordia di
Dio rivelata in Cristo crocifisso e
risorto, e la professa in vari modi.
Inoltre, essa cerca di attuare la mi-
sericordia verso gli uomini attra-
verso gli uomini, vedendo in ciò
un'indispensabile condizione della
sollecitudine per un mondo miglio-
re e «più umano», oggi e domani
(. .. ). Quanto più la coscienza
umana, soccombendo alla secolariz-
zazione, perde il senso del significa-
to stesso della parola «misericor-
dia», (. . .) tanto più la Chiesa ha il

2.3 Page 13

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, •••..••••..••••..••..•.•....•....•......•..••......•...•.•.....•..••..•..........•...
nuova, del nuovo bene, quasi come
un annuncio dei «nuovi cieli e di
una terra nuova », i quali proprio
mediante la fatica del lavoro ven-
gono partecipati dall'uomo e dal
mondo. Mediante la fatica - e mai
senza di essa. Questo conferma, da
una parte, l'indispensabilità della
croce nella spiritualità del lavoro
umano; d'altra parte, però, si svela
in questa croce e fatica un bene
nuovo, il quale prende inizio dal la-
voro stesso: dal lavoro inteso in
profondità e sotto tutti gli aspetti -
e mai senza di esso" 27).
Altri 30 cardinali arricchiscono
la Chiesa di Wojtyta nel
25° anniversario
della sua elezione.
diritto e il dovere di far appello al
Dio della misericordia «con forti
grida». Queste «forti grida» devono
essere proprie della Chiesa dei no-
stri tempi, rivolte a Dio per implora-
re la sua misericordia, la cui certa
manifestazione essa professa e pro-
clama come avvenuta in Gesù croci-
fisso e 1jsorto, cioè nel mistero pa-
squale. E questo mistero che po1ta
in la più completa rivelazione
della misericordia, cioè di quell 'a-
more che è più potente della morte,
più potente del peccato e di ogni
male, dell 'amore che solleva l'uomo
dalle abissali cadute e lo libera dalle
più grandi minacce" 15).
LABOREM EXERCENS
(14/9/1981)
In quest'enciclica, resa nota nel
90° anniversario della Rerum No-
varum di Leone Xlii, si legge: "Il
lavoro porta su di sé un particolare
segno del!' uomo e dell'umanità , il
segno di una persona operante in
una comunità di persone; e questo
segno determina la sua qualifica
interiore e costituisce, in un certo
senso, la stessa sua natura" . E più
avanti: "Nel lavoro , grazie alla
luce che dalla risurrezione di Cri-
sto penetra dentro di noi, trovia-
mo sempre un barlume della vita
SLAVORUM APOSTOLI
(2/6/1985)
Scrivendola "nel ricordo dell'o-
pera evangelizzatrice dei santi Ci-
rillo e Metodio, dopo undici seco-
li", il Papa riafferma le sue radici
slave e affida al Signore "l'intera
Chiesa di ieri, di oggi e di domani,
la Chiesa che è in Europa e che è
diffusa su tutta la terra. Nelle tue
mani io consegno questa singolare
ricchezza, composta da tanti diver-
si doni, antichi e nuovi, immessi
nel tesoro comune da tanti figli di-
versi. Tutta la Chiesa ringrazia te,
che chiamasti le Nazioni slave alla
comunione della fede, per il retag-
gio e il contributo da esse apporta-
to al patrimonio universale. Ti rin-
grazia per questo, in modo partico,-
lare, il Papa di origine slava( ... ) E
indispensabile risalire al passato
per comprendere, alla sua luce, la
realtà attuale e presagire il domani.
La missione della Chiesa è, infatti,
sempre orientata e protesa con in-
defettibile speranza verso il futuro.
Il Futuro! Per quanto possa umana-
mente apparire gravido di minacce
e di incertezze, lo deponiamo con
fiducia nelle tue mani, Padre cele-
ste, invocando l'intercessione della
Madre del tuo Figlio e Madre della
Chiesa" (§§ 31-32).
DOMINUM
ET VIVIFICANTEM
(18/5/1986)
L'enciclica è un inno allo Spiri-
to Santo, che "agisce come conso-
latore , intercessore, avvocato, spe-
cialmente quando l'uomo, o l'uma-
nità, si trova davanti al giudizio di
condanna di quell' «accusatore»
(. . .) . Lo Spirito Santo non cessa di
essere il custode della speranza nel
cuore dell'uomo (. ..). Lo Spirito
Santo , nel suo misterioso legame
di divina comunione col Redentore
del!' uomo, è il realizzatore della
continuità della sua opera: egli
prende da Cristo e trasmette a
tutti, entrando incessantemente
nella storia del mondo attraverso
il cuore dell'uomo" . Segue un ac-
corato invito alla pace: "Nono-
stante le crescenti minacce, [la
Chiesa] non cessa di aver fiducia ,
non cessa di invocare e di servire
la pace dell' uomo sulla terra. La
sua fiducia si fonda su colui che,
essendo lo Spirito-amore , è anche
lo Spirito della pace e non cessa di
esser presente nel nostro mondo
umano, sul!' orizzonte delle co-
scienze e dei cuori, per «riempire
l'universo» di amore e di pace" (§
67) .
BS FEBBRAIO 2004

2.4 Page 14

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La realtà religiosa dei giovani in Italia ...
MAESTRI
SENZA PAROLE
APPRENDISTI
SENZA MEMORIA
di Vito Orlando
Sembra che i giovani
siano religiosi più o
meno fino all'età
adolescenziale. Il periodo
del "turbamento" è
quello che ha la più
impressionante flessione
riguardo alla frequenza
religiosa, se non proprio
al credo. Sembra che la
liturgia non comunichi
più. Alcune cause e
qualche possibile
rimedio.
Il clero è consapevole che
"la liturgia non comunica" (73%)...
Si può dire che i maestri hanno
perso il linguaggio, il rito
non diventa "memoriale",
l'informazione non produce
comunicazione ...
P er parlare della realtà religio-
sa dei giovani, in genere, si
cerca di verificarne gli atteg-
giamenti, le disponibilità, i compor- molti la fine della presenza in chie-
tamenti concreti , la pratica, ecc. Di sa, l'adolescenza si accompagna a
solito, in questa prospettiva, si ri- una drastica riduzione della pratica
portano dati che risultano piuttosto religiosa. I ricordi si perdono nel
impressionanti: una percentuale al- vago o si ammassano in un angolo
tissima (a seconda dei contesti può (o piuttosto un ripostiglio) della
avvicinarsi e anche superare il 90%) propria vita e quando si attiva qual-
vive l'esperienza del catechismo, che fonna di risveglio, perché esi-
una percentuale non di molto infe- genze esistenziali vanno a ravvivare
riore sceglie di seguire l'insegna- i ricordi, si realizzano forme sogget-
mento della religione cattolica a tive, emozionali e funzionali che
scuola. In contrasto con questi dati, appaiono approssimative e difficil-
si constata, tuttavia, che la celebra- mente riconducibili al credo che si
zione dei sacramenti segna per . era professato.
FEBBRAIO 2004 BS
UN CALO ESPONENZIALE
Ovviamente il discorso cambia se
l'attenzione va agli adolescenti e
giovani che sono rimasti in qualche
realtà comunitaria in cui hanno po-
tuto sviluppare appartenenza, ascol-
to , azione, maturazione personale e
coinvolgimento emozionale. Quan-
do ci si vuole rendere conto della
consistenza di queste presenze, non
si va molto al di là di percentuali
piuttosto ridotte (per lo più intorno
al 10%); sono pochi quelli che

2.5 Page 15

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Secondo alcuni è allarme rosso.
esprimono la disponibilità all 'impe-
gno religioso, come sbocco conse-
quenziale di un percorso meno acci-
dentato o quanto meno che ha sapu-
to conservare riferimenti sicuri e se-
curizzanti.
·Quelle precedenti possono appari-
re considerazioni sommarie, di sen-
so comune, alla base di alibi e di
rassegnazione, anche all'interno della
istituzione ecclesiale. Per capire
qualcosa in più e cercare di darsi ra-
gioni di ciò che sta avvenendo per
adolescenti e giovani a livello reli-
gioso, bisogna andare oltre. Provia-
mo a vedere le cose da qualche altra
prospettiva. Ne possiamo evidenzia-
re due: una che parte dalla realtà ec-
clesiale e l'altra dalla moderqità. In
questo ci possono aiutare ricerche e
riflessioni.
Una recente ricerca sul clero ita-
liano ha richiamato l'attenzione alla
realtà religiosa presente nella Chie-
sa di oggi. Il clero è consapevole
che "la liturgia non comunica"
(73%), che l'annuncio del vangelo
non interpella le coscienze e non ot-
tiene risposte (58%) e che non si sa
come propon-e il vangelo nella so-
cietà di oggi (57% ). Essi stessi rico-
noscono la difficoltà di avvicinare i
lontani, e che si accontentano di
aspettarli in occasione della cate-
chesi dei figli, anche se il fatto resta
occasionale per la stragrande mag-
gioranza di genitori e degli stessi ra-
gazzi.
I Una percentuale altissima
di ragazzi vive l'esperienza
del catechismo e sceglie
di seguire l'insegnamento
della religione cattolica a scuola.
POSSIBILI CAUSE
Il dato che em~rge individua
come tendenza la senilizzazione del
clero e dei praticanti, l'abbandono
dei ragazzi e dei giovani, un 'evan-
gelizzazione poco interpellante per-
ché il clero manca di un linguaggio
adatto alla società attuale, una cate-
chesi disincarnata dalle esperienze
di fede e celebrazioni che perdono
di significatività. Concretamente e
implacabilmente si può dire che i
maestri hanno perso il linguaggio, il
rito non diventa "memoriale", l'in-
formazione non produce comunica-
zione ... il tutto finisce nell 'angolo
dei ricordi ma non illumina la vita.
Guardare come stanno le cose al-
i'interno della Chiesa può diventare
pertanto importante per capire quel
che resta o perché le cose cambiano
a livello di presenza/assenza dei ra-
gazzi e dei giovani.
Non è meno importante, tuttavia,
guardarsi attorno; cercare di capire
che cosa succede nella cultura e
nella società attuale in riferimento
alla realtà religiosa. I continui cam-
biamenti e il sommarsi dei rischi
della vita attuale fanno crescere in-
certezze e paure. Da queste provie-
ne un fotte stimolo a cercare anche
risposte religiose. Ma, per la situa-
zione descritta, esse non vengono
dall'istituzione religiosa, sia perché
si fatica a coglierle sia perché non si
è in grado di offrire un codice di
senso che possa essere condiviso.
UN PERCORSO
PERSONALE
In questa situazione i singoli sono
quasi costretti (ma spesso rivendica-
no la loro libertà) a costruirsi un
rapporto individuale con la religio-
ne. In questo percorso personale si
cerca di accostare alcune dimensio-
ni dell 'identificazione religiosa co-
munitaria, etica, culturale ed emo-
zionale. Si tratta di un "bricolage"
religioso che può variare molto e
spingere a cercare facilmente nuove
realtà, esperienze, aggregazioni di
cui far parte. Siccome non vi è forte
identificazione istituzionale, da essa
si può facilmente uscire quando, per
esempio, al suo interno il "culturale
I Si può giungere a scelte
di appartenenza religiosa
tradizionale, soprattutto
se essa presenta una forte
intensità spirituale e comunitaria.
e l'emozionale" si dissociano; quan-
do un 'elaborazione di significati
non è coinvolgente. Si tratta di una
realtà provocante... è la necessità
del memoriale, dell 'incisività del
messaggio, della capacità di rispon-
dere ai bisogni profondi e a quelli
della quotidianità.
Il pellegrino che cerca espressioni
significative per la ricostruzione
dell 'identità cristiana, può giungere
anche a una scelta di appartenenza
religiosa tradizionale, soprattutto se
essa presenta una forte intensità spi-
rituale e comunitaria, come si può
trovare in movimenti cristiani al-
l'interno della chiesa cattolica.
RIMEDI CREATIVI
I giovani escono dalla Chiesa ed
entrano nel pellegrinaggio della vita
alla ricerca di senso, di costruzione
di una identità personale in cui sia
significativamente presente il reli-
gioso. Un percorso che non sempre
li porta alle appartenenze religiose
tradizionali ... ma li spinge a cercare
qualcosa di più sigf.lificativo a livel-
lo "culturale ed emozionale". Solo
attivando dei veri "laboratori della
fede", in cui dei bravi artigiani
siano in grado di far conseguire
l'arte di costruire percorsi di senso,
potranno sentire viva la "memoria"
e sperimentare la gioia di sentirsi
salvati oggi da Colui che ha dato la
sua vita e indicato la strada per
giungere a realizzare una vita piena
e ricca di senso.
D
8S FEBBRAIO 2004

2.6 Page 16

▲back to top
redazionale
C un insegnamento da trar-
re in tutto questo. Dal bene
nasce per osmosi altro bene,
Insomma, "bonum est diffi1si-
vum sui" il bene è contagio-
so, per dirla col grande filo-
sofo san Tommaso d'Aqui-
no. Va tenuto presente.
ROMA
MONTALCINO, ITALIA
CLAUDIA KOLL
E LA SOLIDARIETÀ
Quando Po vertà, Ingiustizia
e Miseria battono all a porta
della vita di qualcuno, e
quel qualcuno gli apre per
conoscerle, dopo, la sua vita
non è più la stessa. Claudia
Koll, attrice di cinema e di
teatro , ragazza immagine,
modella, personaggio da co-
pertina, ha aperto la sua
porta a quella visita, ha po-
tuto gettare uno sguardo nel
vasto mondo dei meno for-
tunati, dei diseredati, dei
~enza voce ... e ha dato una
sterzata violenta al suo per-
corso. Col VIS (Volontaria-
to Internazionale Salesiano)
ha fatto esperienze in Koso-
vo e in Etiopia, ed è riappar-
sa sul piccolo schermo e su i
media cartacei per socializ-
zare un 'altra immagine di
sé, o meglio per diffondere
l' immagine di coloro che
aveva incontrato. Così ha
gettato un po ' di scompiglio
nei media, ha portato lo
sconcerto tra gli agenti che
ne curano gli interessi e
l' immagine, e ha disorien-
tato i suoi fan. Anche nel
nuovo look Claudia ha "fo-
rato lo schermo". Troppo
nota, troppo bella e troppo
brava per non sfondare an-
che così. I due premi che
ha ricevuto lo testimoniano.
Montalcino il paese del fa-
moso Brunello , le ha confe-
rito il Premio Internazionale
La rosa di Montalcino , che
richiama il fiore che si pian-
ta tra i filari delle viti a guar-
dia della qualità del vino: se
la rosa appassisce - è uno
dei fiori più sensibili ai pa-
rassiti - vuol dire che la vite
è minacciata, e bisogna in-
tervenire per salvare la qua-
lità del vino. Montalcino
mette per tre anni a disposi-
zione uno stock di vini in
un'asta il cui ricavato (dai
15 ai 20 mila €) andrà alle
ragazze kosovare del centro
pilota "Qendra sociale Edu-
cative don Bosko" di Pristi-
na. Rapolano Terme (Siena)
da parte sua le ha conferito
il Premio Nazionale Goccia
d'Oro per aver fatto cono-
scere il dramma della popo-
lazione etiope", l'estrema
povertà e abbandono di tan-
ta gente, soprattutto giova-
ni e ragazze. n "Goccia
d ' Oro" è una specie di no-
bel del volontariato, istituito
in un paese, Rapolano ap-
punto, in cui quasi il 70%
della popolazione è, in un
modo o nell 'altro, legata al
volontariato.
La stele di Axum, 24 metri di
basalto dmissimo e 160 ton-
nellate di peso, collocata
presso il Circo Massimo, in
Piazza di Porta Capena, è
praticamente smantellata, per
essere restituita all 'Etiopia da
cui era stata fatta prelevare
nel 1937 dallo stesso Musso-
lini , come spoglia della guer-
ra d'Abissinia, ai tempi della
campagna coloniale italiana.
Al suo posto sorgerà un mo-
numento in ricordo dei mili-
tari peri ti nell'attacco terrori-
stico di Nassirija, in Iraq il 12
novembre 2003.
BREVISSIME DAL MONDO
CITTÀ DEL VATICANO . CITTÀ DEL VATICANO .
Dopo la serie di gravissimi La Chiesa sta prendendo
attentati di novembre, ancora posizione sugli OGM (gli
una volta il Papa ha segnala- organismi geneticamente
to il dialogo come l'urtico modificati) , prendendo atto
mezzo idoneo e l'unico cam- delle opinioni deJla mag-
nrino sicuro per vincere il gior parte degli studiosi ,
terrorismo. La violenza onri- che cioè gli OGM né sono
cida significa il disprezzo· immorali , fanno male
deJle persone e dell 'umanità alla salute, né ingenerano
e non è degna dell'uomo.
effetti collaterali ... E po-
trebbe essere anche un do-
CITTÀ DEL VATICANO. vere morale favorirne la
li Consiglio Pontificio Con diffusione.
Unum è il braccio operativo
deJla carità del Papa. Ai CITTÀ DEL VATICANO .
membri riuniti nella XXV Globalizzare la solidarietà
assemblea plenaria Giovanni è uno dei "cavalli di batta-
Paolo II ha ricordato che "la glia" del Vaticano e dell'in-
Chiesa non si limita a soddi- tera Chiesa. Il che, tra le
sfare le aspettative materiali altre cose, comporta di ve-
di chi è in difficoltà", la vera dere nel nrigrante il Cristo.
carità è quella che si occupa È stata una deJle conclusio-
anche delle necessità spiri- ni del V Congresso Mon-
tuali deJle persone. "Più che diale per la Pastorale dei
costruire strutture occorre migranti e dei Rifugiati, te-
annunciare Cristo". È questo nutosi a novembre in Vati-
il suo compito primario.
cano.
FEBBRAIO 2004 BS

2.7 Page 17

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KARTHOUM (SUDAN)
Suor Elizabeth Cyril , mis-
sionaria di origine india-
na, è preside della scuola
di Karthoum, capitale del
Sudan. «Ci siamo dedica-
te all'educazione. Abbia-
mo seguito, anche fisica-
mente, l'esodo dei poveri ,
cacciati verso il deserto .
Per loro e tra loro abbia-
mo costruito le aule della
scuola. La nostra giornata
si gioca sul ritmo dell'alfa-
betizzazione e dell'educa-
zione integrale.
BILBAO, SPAGNA
Il Rettor Maggiore in visita
a Bilbao, tra gli altri impe-
gni ha voluto incontrare il
gruppo dei giovani attori
che ha messo in scena il
musical "Namaskar" ov-
vero la città dell'allegria ,
storia di alcune persone
che si incontrano e si
mettono insieme per ren-
dere migliore il posto do-
ve vivono che è un subur-
bio povero di Calcutta che
richiede tutto il loro impe-
gno di cristiani.
ROMA S. PIETRO
Il professore Antonio Pi-
res, presidente della Con-
federazione Mondiale Ex-
allievi/e di Don Bosco, e il
dottor Bernardo Cannelli
presidente della Fede-
razione Italiana sono in
udienza dal santo padre
Giovanni Paolo Il in oc-
casione dell 'Eurobosco
2003. Essi hanno fatto
omaggio al Papa di un'ar-
tistica statua di Mamma
Margherita, la madre di
Don Bosco.
ROMA VATICANO
Monsignore Tarcisio Ber-
tone, già professore all'U-
niversità Salesiana, già
decano della facoltà di
diritto canonico , poi nel
1989 Rettor Magnifico
della stessa università,
nel 1991 arcivescovo di
Vercelli, dal 1995 segre-
tario della Congregazio-
ne per la Dottrina della
Fede , nominato quindi
arcivescovo di Genova il
10/ 12/2002 , nell'ultimo
concistoro del 21 /10/2003
è stato insignito della por-
pora cardinalizia.
PORT OF NEWARK,
USA
Monsignor John Joseph
Meyers il 24/09/2002 ha
consacrato la statua del-
la Madonna "Stella Ma-
ris", stella del mare, for-
temente voluta dal sale-
siano Balbi don Mario,
"cappellano del mare" nel
grande porto di Port Of
Newark. Nella foto don
Mario è l'ultimo a destra.
La statua che dominerà
il porto della città ma-
rittima è scolpita in un
blocco di marmo bianco di
Carrara .
ADDIS ABEBA, ETIOPIA
Il Rettor Maggiore dome-
nica 26/10/2003 ha pre-
senziato alla consacrazio-
ne del santuario di Maria
Ausiliatrice, nella periferia
della capitale etiopica. La
Madonna di Don Bosco
sarà così tra i ragazzi di
strada e assisterà con la
sua protezione più di
2000 alunni della scuola
salesiana di Mekanissa.
La festa si è conclusa con
il pranzo per tutti. Le pic-
cole africane (vedi foto)
sanno dove e come acco-
modarsi.
BS FEBBRAIO 2004

2.8 Page 18

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L'exallievo, carabiniere Salvo D'Acquisto,
l:EROISMO __
DELLA CARITA
di Carmine Di Biase
L'Istituto del Vomero dove Salvo
D'Aquisto frequentò
la IV elementare e la I media.
Salvo D'Acquisto, nato a Napoli
il 17 ottobre 1920, primo di
cinque figli, cresciuto in un
ambiente di sana famiglia , viene
presto a contatto con lo spirito sale-
siano: frequenta , infatti, presso le
Figlie di Maria Ausiliatrice di Na-
poli-Vomero la scuola materna, o,
come allora si diceva, l'asilo infan-
tile. Poi passa all'istituto salesiano
dello stesso rione, dove frequenta
prima la IV elementare e quindi, nel
1933-34, la I ginnasiale che corri-
sponde all 'attuale I media. Era un
temperamento generoso e riflessivo,
frntto di una educazione familiare
sana che puntava sul lavoro e sul-
1' onestà. Tale educazione lo rese di-
sponibile verso gli altri in casa così
come nella scuola. A 14 anni è un
bel ragazzo, «riservato, prudente, ri-
flessivo», come lo ricordano i com-
pagni e il fratello Alessandro. Fami-
glia e ambiente salesiano sono le
due dimensioni che, maturate nel-
1'Arma dei Carabinieri, forgiano nel
FEBBRAIO 2004 BS
giovane Salvo un carattere che si di-
mostrerà ben presto adulto e prepa-
rato al sacrificio.
NELLA BENEMERITA
La sua grande forza d ' animo lo
porta ad arrnolarsi nel 1939 nell 'Ar-
Siamo di fronte a un
exallievolcarabiniere che
sta maroando a grandi passi
verso gli altari. Non una vita
eccezionale ma un episodio
di questa vita illumina e
qualifica tutto il percorso, un
atto eroico di carità che solo
i grandi santi sanno fare.
Una vita ordinaria, dunque,
che un giorno sconfina
improvvisamente
nell'eroismo della cantò
oblativa: "Nessuno ha
amore più grande di colui
che dà la vita per i propri
amici'~
L'allievo carabiniere Salvo
D'Acquisto.

2.9 Page 19

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potrebbe essere presto beato.
Una croce segnava il luogo esatto
del martirio.
ma dei Carabinieri, in cui si distin-
gue presto per la fedeltà al dovere e
rispetto per la gente, e per il suo
innato bisogno - scrive il generale
Caruso, suo primo biografo - «di
aiutare gli altri, integrando i primi
sentimenti di adorazione verso Dio
_ e di affetto per il prossimo, con le
doti tradizionali del carabiniere: l'a-
more di patria, il coraggio, lo spirito
di sacrificio, il senso del dovere».
Nel novembre del 1940 parte
volontario per la Cirenaica e vi resta
fino al 1942, sentendo, come anno-
tava la madre, «scaturire il grande
sacrificio d} immolarsi per l 'altrui
salvezza». E l'ideale della sua vita.
Egli stesso lo scriveva alla madre:
«Bisogna rassegnarsi ai voleri di
Dio a prezzo di qualsiasi dolore e di
qualsiasi sacrificio ». Una convin-
zione della sua maturità morale che
lo porta, in un pomeriggio del 23
settembre 1943, presso la Torre di
Palidoro alle porte di Roma, a offri-
re se stesso per salvare 22 ostaggi
che già stavano scavando la loro
fossa di morte, dove sarebbero stati
sepolti dopo la fucilazione come
ritorsione a un presunto attentato. IN BUONA COMPAGNIA
Al mattino aveva ricevuto la Comu-
nione. Napoli (come Palidoro), gli Siamo , insomma , con Salvo
ha dedicato un monumento in piaz- D'Acquisto nella linea dei "martiri"
za della Carità ora intitolata al suo della Chiesa, tesi che i salesiani del
nome.
Vomero hanno difeso da sempre, in
particolare con l'associazione degli
VERSO GLI ALTARI
exallievi che dal 1981 è intitolata
proprio al carabiniere martire. Ma la
Da un ventennio la Chiesa, sensi- stessa Chiesa napoletana ha avallato
bile di fronte a tanto sacrificio, ha questa tesi che ha ottenuto il con-
iniziato presso l'ordinariato militare senso e la partecipazione di tanti
la procedura canonica per giungere cittadini e autorità, tra gli altri il sin-
alla beatificazione di questo illustre daco Rosa Russo Iervolino e l 'ex
figlio della Patria e della Chiesa. presidente della Repubblica Oscar
Ultimamente, risulta rubricato dalla Luigi Scalfaro, Antonio Bassolino,
"Congregazione Vaticana per le presidente della Regione Campania
Cause dei Santi" con protocollo n. e alte rappresentanze dei Carabinie-
198 delle "positiones". La su a ri , quando il padre Molinari ha pre-
«positio s up er vita , martyrio et sentato un ' ultima petizione per la
fama martyrii» (cioè il punto sulla beatificazione di Salvo. Sentita e
sua vita, e sul suo martirio), frutto commossa la partecipazione degli
di una indagine meticolosa condotta a lli ev i dell ' Istituto salesiano ,
dal postulatore, il gesuita Paolo accompagnati dal direttore e dal
Molinari con la collaborazione del preside, alla Messa del 24/9/2003
professor Peter Gumpel, esperto in nel santuario di Santa Chiara, dove
materia, è stata consegnata sette
anni fa alla competente Congrega-
zione vatica na. Inoltrata quattro
anni fa una "petizione suppletiva", è
emerso «con grande chiarezza che
Salvo D 'Acquisto si doveva consi-
derare martire della carità». Lo
stesso papa Giovanni Paolo II, il 9
aprile 1983, ha presentato Salvo
come «luminoso esempio di abne-
gazione e di sacrificio».
dal 1986 è traslata la salma di Salvo
(servo di Dio dal 1985). Ha celebra-
to il cardinale Giordano che ha trac-
ciato un intenso profilo sulla dedi-
zione al sacrificio di Salvo, presen-
tato dal cappellano militare come
«icona del carabiniere di ogni
tempo ».
Una conferma dell'ampia venera-
zione che riscuote il giovane eroe,
è che a suo nome sono state intito-
late ·centinaia di strade, caserme,
piazze, scuole in tutta Italia; non-
ché quattro film, oltre alla fiction
TV del se ttembre 2003; un vivo
movimento di partecipazione che
ne ha reso popolare il nome. Anche
i salesiani ne hanno valorizzato la
figura con manifestazioni e incon-
tri civili e religiosi dedicati alla
memoria di questo exallievo, salito
agli onori delle cronache, e ora
pronto per gli onori degli altari.
Siamo in trepida attesa della pro-
clamazione della santità del nostro
· Salvo, "martire della carità", come
Massimiliano Kolbe, lo slovacco
Akpor, Maria Goretti, e decine di
altri. L'intera Famiglia Salesiana
nelle sue varie espression i educati-
ve, ne attende la beatificazione per
proporlo come esempio vivo ai gio-
Raffigurazione della fucilazione.
vani di oggi.
BS FEBBRAIO 2004

2.10 Page 20

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L'attenzione su una grande opera sociale
ERO POVERO,
Ml HAI CERCATO
di Giancarlo Manieri
Un'opera gigantesca
a Chennat/Madras, un vero
villaggio con strutture
complesse e diversificate:
asilo, scuola, ospedale, casa
per anziani, lebbrosario.. .
Vt' convergono aiuti
soprattutto dall'Italia.
Vt·ve grazie alla carità
dei buoni.
Ci ha accolti una grande statua del Cristo risorto che dominava dall'alto
tutto il complesso; buon segno, ho pensato, è il Guardiano migliore!
Un ingorgo da girone infernale
ha costretto la jeep a posteg-
giare prima che giungessimo
a destinazione. Abbiamo raggiunto
a piedi l'opera voluta e iniziata dal
padre Orfeo Mantovani nel quartie-
re di Vyasarpadi (campo che porta
oltre). I guidatori indiani, ciclisti
compresi, devono avere dei nervi
d'acciaio per resistere alla nevrosi
da traffico. Ci ha accolti una grande
statua del Cristo risorto che domi-
nava dall'alto tutto il complesso;
buon segno, ho pensato , è il Guar-
diano migliore! Appena entrati, ec-
co un immenso piazzale reç:intato.
Nu lla di straord inario se non fosse
stato che la recinzione non era una
cancellata, o un muro, o una rete ma
una serie di grandi edifici che chiu-
devano lo spazio tutt ' intorno!
ORFEO MANTOVANI
"In breve, chi era e come era que-
sto padre Mantovani?" La domanda
l' ho rivolta a uno degli .accompa-
gnatori che ci pensò un poco. .. La
pausa mi offrì l'opportunità per ten-
tare una valutazione a occhio e
FEBBRAIO 2004 BS
croce. Dissi: "A prima vista doveva
essere un uomo straordinario, o un
gran furbone, o un gran santo! " . Fu
forse quest'ultimo vocabolo che
fece scattare la risposta: "Vivere
lassù - indicò il cielo - con i santi
che abbiamo, questa è la vita eterna;
vivere quaggiù con i santi che ci
stanno alle costole tutti i giorni,
questa è tutt'altra storia!". "Ho
capito", replicai ridendo. Il padre
Orfeo , in effetti, non lasc iava in
pace nessuno: superiori, confratelli,
benefattori, autorità, amici e perfino
i suoi ospiti! Questo suo t.raboccan-
te dinamismo g li ha permesso in
poco tempo di realizzare cose incre-
dibi li . Aveva sempre fretta, quasi
presentisse che avrebbe dovuto
lasciare presto questo mondo. La
morte , infati , lo colse prematura-
mente a soli 56 anni di età. Aveva
fretta anche per un secondo motivo:
si rendeva conto, notando attorno a
le inimmaginabili urgenze dell e
persone, che la morte non coltiva
sentimenti di pietà: chi non ha pane
per la sua fame, la morte non lo
tien e in vita più di que l che g li
tocca; chi ha bi sogno di medicine
per le sue piaghe, la morte non è
solita aspettare che arrivino... Lui,
che non soffriva di veder soffrire e
morire i suoi poveri, non si diede e
non diede pace finché non poté rea-
lizzare il grande complesso del! 'isti-
tuto salesiano, che assomiglia più a
un vill aggio che a un istituto , tante
sono le persone e i servizi che vi si
trovano: l'asilo, la scuola elementa-
re , la sc uola media e superiore , il
doposcuola, i laboratori per handi-
cappati, l ' opera per minorati , i1
La gioia di posare di alcuni ragazzi
delle elementari.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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a Chennai/Madras, quella del padre Mantovani.
Uno degli edifici del Don Bosco Beatitudes.
Tutt'intorno ferve la vita.
La chiesa.
pronto soccorso, l'ospedale, la casa
per anziani ... Si fa prima a dire
quello che non c'è! "Mi scusi,
padre, ma come va avanti un com-
plesso del genere?". "Ma ... lei non
crede alla Provvidenza?". Avvam-
pai di vergogna, e ammutolii: non
c'era altro da fare!
STORIE DI PICCOLI ...
Al Don Bosco Beatitudes di Vya-
sarpadi saprebbero raccontarti scon-
certanti storie di ordinaria miseria
quando non di ordinaria follia ...
unite ad altre di straordinaria carità.
La visita ai vari plessi mi ha riserva-
to non poche sorprese, cui peraltro
l'India salesiana mi aveva abituato:
i soliti piccoli inconvenienti e le
grandi realizzazioni. Qualcuno mi
ha chiesto subito , chissà perché, di
esplicitargli qualche "piccolo incon-
veniente". Gli ho descritto il pas-
seggio nervoso sul soffitto di alcune
stanze di qualche grosso geco ...
"Madonna, che schifo! .. ." ."Calma!
Quella specie di piatto lucertolone è
un inconveniente provvidenziale! ".
"?". "I gechi sono sempre pronti,
bontà loro, a fare strage di zanzare.
Ti par poco?". In uno dei padiglioni
ho trovato quasi duecento ragazzi/e,
perfettamente sani, figli di genitori
torturati dalla lebbra. ricevevano
un 'istruzione, frequentavano la
scuola e/o imparavano un mestiere.
Altre centinaia erano stipati nel! 'a-
silo; più di tremila costitui vano il
panorama della scuola, figli delle
bidonville di Chennai/Madras. Il
Don Bosco Beatitudes costituisce la
loro unica speranza di futuro.
... E DI GRANDI
Nel reparto anziani, ho trovato
un 'ottantina di ospiti in un ambiente
semplice, e povero, ma lindo e ben
tenuto: un po' di dignità per gente
che poche volte nella vita ha potuto
respirare dignità; corpi a volte sfatti
dalla vecchiezza e dalle fatiche, ma
occhi vivi e riconoscenti. È stato il
luogo dove ho ricevuto più inchini.
Il saluto indiano è sommamente
dignitoso: le mani giunte davanti
alla faccia con gli indici quasi a
sfiorare la fronte , un leggero inchi-
no e una parola, una sola, di saluto,
come il nostro ciao, o benvenuto.
Quel che mi pareva di sentire era un
gorgoglio che poteva assomigliare a
Uanakkam, ma non ci giuro, non so
nulla della lingua tamil, né ho chie-
sto spiegazioni, perché la cosa mi
pareva evidente, e chiedere che cosa
significhi l 'ev idente è fare la figura
del cretino. Ricordo che qualsiasi
persona abbia anche solo guardato,
.ho ricevuto in risposta l'inchino
indiano e il m01morio del saluto.
Poi i laboratori: quello di cucito e
ricamo, quelli di informatica, di
meccanica, di dattilografia, di fale-
gnameria... Ho avuto l'impre~sione
di trovarmi in un villaggio: "E una
cittadella cristiana... ", dissi al padre
Tarcisius che mi accompagnava. "Un
po' sì e un po' no, rispose, nel senso
che la cittadella è stata costruita con
l'aiuto generoso di cristiani, soprat-
tutto italiani, ma la popolazione che
l'abita è la più diversa come religio-
ne e condizione sociale: induisti ,
musulmani , buddisti, cristiani ... c
di tutto. Il denominatore comune
è ... ", fece una pausa, il padre Tarci-
sius, poi concluse calcando un po' il
tono: "l'indigenza". Un dubbio mi
aveva accompagnato ovunque, nel
mio viaggio attraverso le case sale-
siane dell'India. Glielo espressi:
"Senti, padre, mi viene spesso alla
mente che voi missionari siate più
degli operatori socio/culturali che
non degli evangelizzatori!". Imme-
diata la risposta: "Voler fare unica-
mente i diffusori di una dottrina, qui
serve a poco, anzi a nulla. Con la
dottrina non si prende una mosca. La
carità, solo quella piega i cuori: Nes-
suno ha amore più grande di chi
la vita.. . Io sto in mezzo a voi come
colui che serve!". Risposta breve e
convincente.
(Servizio fot ografico del/'autore)
Per saperne di piLì: beatitudes@vsnl.net
BS FEBBRAIO 2004

3.2 Page 22

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LEIIERA Al GIOVANI
Carissimo,
Il 9 novembre 1989 con la caduta del muro di Ber-
lino qualcuno scrive: "La storia è finita perché non
ci saranno più guerre".
Improvvisamente con l'attacco alle Torri Gemelle,
1'11 settembre 2001, tutti sono d'accordo nel dire:
"Nulla sarà più come prima".
Sono venuti meno due assiomi:
- la sicurezza non è sinonimo di difesa
- non c'_è muro che tenga.
La sicurezza internazionale non è costituita da
muri, da filo spinato, da cortine di •ferro, dal vallo
atlantico, da muraglie cinesi.
La sicurezza è ~n bene primario. Oggi coincide con la
sopravvivenza. E caduto il mito dell'invulnerabilità.
iorna~e a casa dopo la spesa in un affollato
supermarket, andare in uno stadio da 80.000,
frequentare l'università servendosi del metrò
senza preoccupazione alcuna è un diritto sacro-
santo e inviolabile.
Il sostantivo "sicurezza" ma come radice etimolo-
gica il latino "sine cura", che esprime l'assenza di
preoccupazione. Non è più così.
Se a morire a Ground Zero fossero stati 30 o
300 civili anziché 3000, il risultato - la deflagra-
zione emotiva - non sarebbe cambiato.
L'unica vera superpotenza del mondo diventa avvi-
cinabile, vulnerabile, fragile.
La sua fortunata collocazione geografica (due
oceani senza un confine al nord) non è più un pri-
vilegio.
Oggi viviamo nevroticamente: il battito d'ali di una
libellula può trasformarsi nel boato di uno scoppio.
Non ti sei mai chiesto come e quando un giovane
come te decide di diventare kamikaze'?
Personalmente ti sei abituato a incontrare il
I it 11
kamikaze, a viverci fianco a fianco, laddove la vita di
un uomo vale meno ài una manciata l:li dollari, dove
si è portati a vendere la pro·pria vita pur di concor-
rere alla sopravvivenza di un fratello lontano, che ti
ha visto partire su un barcone di fortuna.
La cosa più importante non è fermarsi a ripetere
che cosa non si doveva fare, ma dire che cosa si
deve fare.
La cultura della disperazione è speculare alla cul-
tura della sazietà.
Abbiamo bisogno di un nuovo modo di pensare.
Se vuoi dare ossigeno alla tua sicurezza, devi
offrire speranza.
1112 settembre ha sul tappeto gli stessi problemi
del 10 di settembre.
L'impero del denaro ha i giorni contati, se non si
apre alla giustizia sociale, a un'economia solidale.
Le Torri Gemelle diventano il simbolo delle nostre
responsabilità.
Il muro di Berlino che crolla resta una sfida, il
banco di prova del Ili millennio.
Carlo ierraneo
Se vuoi dare ossigeno alla tua sicurezza,
devi offrire speranza.
FEBBRA IO 2004 BS

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••·•• =•••=••••••••••••••••••
A Léon in Messico, la parrocchia del Santuario
di San Giovanni Bosco si propone alla popolazione
del quartiere e della città e alle autorità civili e religiose
oltre che con iniziative di grande apertura pastorale
e sociale anche per l'allestimento di un museo salesiano
alquanto particolare.
• •••••••••••••••••••••
:========:::::;-. :
•••••••••••
MUSEI SALESIANI ..
, ... ~ .....
~'\\~
IL MUSEO DON BOSCO
~
DI LEON
di Giovanni Eriman
È un museo moderno, allestito esclusivamente per insegnare e non per
conservare; un museo .didattico che consegna alla popolazione la storia
della congregazione salesiana e le meraviglie del suo fondatore.
Pochissimi i "pezzi" in mostra, moltissimi i cartelloni, le foto, le scritte, le
pitture che segnano le tappe di un percorso che vuole portare nel cuore
dei visitatori l'amore a Don Bosco e alla Famiglia Salesiana.
•••••••••••
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS FEBBRAIO 2 004 • • •

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••••••••••••• •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
••••••••••
Mamma Margherita invita
a entrare nel Museo.
I missionari salesiani sono sparsi in 121 paesi
del mondo.
ordinarie erano le scorribande a
volte tragiche di numerose gang
giovanili che si facevano guerra
tra loro, e rendeva no il quartiere
il più pericol oso e invivibile della
c ittà.
CENNI STORICI
I primi sales iani misero piede in
città nel 1958 e in qualche anno
riuscirono a trasformare radical-
mente uno dei quartieri più mal-
famati e pericolosi. La cosa do-
vette fa re non poca impressione,
se le autorità concessero a Léon,
l'uni ca città in tutto il Messico, di
erigere un grande monumento a
Don Bosco su suol o pubblico.
" Proprio perché lui sa ancora far
miracoli, soprattutto oggi con la
sua pedagogia, allora insegniamo
la sua storia, parliamo della sua
spiritualità, del suo sistema, della
famiglia religiosa che ha fondato;
facciamo conoscere le sue opere,
fotografiamo i suoi tratti più ac-
catti va nti..." Così padre Alejan-
dro giustificava lo sforzo podero-
so di approntare il museo. E così
il museo è nato, ir:i sei grand i sa le
della Parrocch ia. E giocoforza se-
guirne l' itinerario didattico pro-
posto, seguito dai numeros issimi
pellegrini del santuario, dai fede li
di altre parrocchie non solo della
città, dalle scuo le . pubbliche e
private, ecc.
11 museo è nato dall ' intelligenza
pastorale del parroco padre
Alejandro G6mez Pena e dal
suo desiderio di fa r conoscere
uno dei più grandi santi dell a sto-
ria moderna cu i la parrocchia e
la città stessa devono molto. A
una nazione giova ne, dove la
gioventù costituisce un campo
immenso di aposto lato, il santo
de i giovani ha da dire molto con
la sua vita, le sue opere e i suoi
figli. Non per nulla furono pro-
prio i salesiani a imprimere una
accelerazione alla pastorale gio-
vani le di Léon, a bonificare un Rappresentazionedelfocolare
intero quartiere, in cui le cose più
della casetta dei Becchi.
L'ITINERARIO
1a SALA. La prima sala è "cu-
stod ita" da Mamma Margherita.
Nel vano della porta della casetta
dei Becchi ell a invita a entrare ...
L'impatto è immediato con stru -
menti e oggetti dei contad ini del-
l' astigiano, e un grande cartell o
con l'inizio di questa stori a
straordinaria: " In principio era la
Madre! ... " Davvero sign ifi cative
le poche e centrate espression,i
del letterato danese Joergensen. E
stata lei, come ogni mam ma, a
insegnare al figlio la dolcezza
unita all a fermezza, il va lore del-
• • FEBBRAIO 2004 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
I
Foto di Don Bosco con la banda
dell'oratorio e, sotto, una
raffigurazione del cane grigio.
anni facevano la storia: in Europa
l'ascesa poi la disfatta di Napo-
leone lo stesso anno della nascita
di Giovannino (1815), in Messico
l' inizio della lotta per l'indipen-
denza (181 O).
2a SALA. La seconda sala de-
scrive gli anni di Giovannino stu-
dente, le sue abilità di maghetto
in erba e di esperto giocoliere, la
sua uscita dalla casa paterna per
andare a lavorare alla cascina
Maglia, l' incontro con don Calos-
so, la decisione di studiare, la sua
prodigiosa memoria. Sono in
esposizione gli oggetti e gli stru-
menti che per mantenersi agi i
studi Giovannino usava nei vari
mestieri che, necessità fa virtù,
era stato costretto a imparare: fa-
legname, sarto, fabbro, panettie-
re, calzolaio, garzone di bottega .
E anche il periodo della fonda-
3a SALA. È quella di Don Bosco
sacerdote. Espone tra l'altro una
pianeta a lui appartenuta, dono
proveniente dalle Camerette di
Valdocco. Ecco perciò l'incontro
con Bartolomeo Garelli, la cap-
pella Pinardi, Mamma Margherita
all'oratorio (1845), Domenico Sa-
vio e la sua santa morte (1857),
l'approvazione della Congrega-
zione salesiana (1869), gli atten-
tati contro questo prete scomodo
(il museo espone un pugnale, una
pistola, un randello e una botti-
glia con acqua avvelenata) e il
cane grigio come difensore. E an-
cora la fondazione delle FMA
(1872), la prima spedizione mis-
sionaria (1875), la nascita del BS
(1877) ... L'inquadramento storico
ricorda che il Vecchio Continen-
te era al le prese col manifesto
del Partito Comunista (1848), la
Chiesa proponeva il dogma del-
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
zione del la "società del l' allegria" . l'Immacolata (1854), il Messico
La col locazione storica ricorda era sotto l'impero di Massimi-
la ragione e dell'obbedienza, del che in Italia è l'era dei papi Leo- liano.
lavoro e del sacrificio, della pru- ne Xlii, Pio VIII e Gregorio XVI,
denza e della sincerità ... Si tratta delle società segrete e dei moti
della sala di Giovanni Bosco mazziniani, in Messico il periodo
bambino, del focolare domestico, dell' indipendenza (1821) e della
del sogno dei nove anni, e degli guerra del Texas (1825): i messi-
avvenimenti a livello europeo e cani furono gli unici che riusciro-
messicano che in quegli stessi no a invadere gli Stati Uniti!
v, ,-A l'Ol'I.T.A DOl'I
.., LA MnLTIPU A
Viene ricordato il miracolo
delle castagne.
Ogni pietra è un miracolo
di Maria Ausiliatrice.
I
La pianeta di Don Bosco, dono
del Rettore della Basilica
di Maria Ausiliatrice di Torino.
4a SALA. Presenta Don Bosco
"Costruttore di chiese". Prima fra
tutte quella di Maria Ausiliatrice
di cui è in esposizione un bel
plastico. Di questa costruzione
.•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS FEBBRAIO 2004 • • •

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• • • • • • • • •
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••
••
••••••••••••••••••••••
Tu puoi continuare questo sogno!
••
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
cartellone si domanda: Che cosa 6a SALA. S' intito la " Don Bosco
fa il mi ss ionario? E ri sponde: di nel mondo". È la sa la dell a sa le-
fro nte all e guerre lavora per la si an ità, dei Rettori Maggiori, del-
pace, di fro nte all a violenza lavo- 1'organizzaz ione genera le del la
ra per la giu stizia, di fronte all a congregaz ione di Don Bosco, dei
di soccupaz ione lavora per la fo r- punti chi ave dell a sua sp iritualità,
maz ione profess iqnale, di fronte del sistema preventivo co i suo i
all a emargin ~z ione dell a ···donna tre pil astri: ragione, religione, amo-
lavora per la sua dignità ... ecc. revolezza, dell 'O ratorio, visto co-
La sa la en umera le mi ss ioni sa le-- me casa che accoglie, parrocchia
sia ne in ogni parte de i ·mondo- e che evange lizza, scuo la che av-
ri corda i sogni miss ionari d i Don via all a vita, cortile per fare ami-
Bosco.
cizia. L'albero dell a sant ità sale-
siana presenta tutti i servi di Dio,
i venerabil i; i beati e i sa nt i frutti
de l Sistema di Don Bosco.
7'1 SALA. È riservata all a presen-
taz ione dei sa les iani in M ess ico,
I sogni missionari di Don Bosco.
con le loro opere, le loro rea liz-
zaz ioni um anitarie, le loro scuo-
Don Bosco ebbe a dire: "Ogni
mattone è un miraco lo dell a M a-
donna". Non mancano foto e sto-
ria de ll a chiesa di San Francesco
di Sales sempre a Valdocco, di
quell a del Sacro Cuore a Roma e
•••
dell a " Hermita " (ed ico la) sul Ti bi-
dabo di Barce ll ona dove poi sor-
gerà il sa ntuario de l Sac ro Cuore.
le, gli oratori di fro ntiera, i proget-
ti... Il Rettor M aggiore don Zig-
giotti, in visita a Léon, fu accolto
da quas i 200 mil a persone entu-
siaste. Si commosse fino alle lacri-
me ed escl amò : "Valdoèco con-
serva il corpo di Don Bosco, ma
qui c'è il suo cuo re! " .
Davvero un grande affresco,
••••••••••••••
una splendida catechesi, una pun-
La sala fa cen no anche a Don
tigliosa lezione di storia della ooh- ·
Bosco scrittore co n alcune sue
gregazione r.,el mondo e in Messi-
opere e lo scopo per cu i le ha
co, che finisce con una provoca-
scr itte .
zione: "TU PUEDES CONTINUAR
ESTE SUENO", tu puoi continuare
5a SALA. È quell a delle Mi ss io-
questo sogno! ...
ni , con la foto dell a prim a sped i-
z ione in Argentin a. Un grande L'albero della santità salesiana.
Giovanni Eriman
•••
• • FEBBRA IO 2004 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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VOGLIO DIVENTARE
UNA STAR!
di Jean-François Meurs
C aro Dottor J., ho 15
((
anni, e ho fretta di arri-
vare a 18, perché ...
coltivo un sogno: diventare celebre.
Quando un individuo è una cele-
brità, tutti lo amano. Farei di tutto
(quasi!) per andare in televisione.
Ci arrivano solo pochi eletti, lo so,
ma cercherò di attirare la fortuna . I
miei compagni mi ripetono che
sono un pazzo, che guardo troppi
romanzi d'appendice. Beh, io credo
che stano un po ' gelosi! Eh! Eh!
Infatti, a me piacciono moltissimo i
teleromanzi che hanno per protago-
nisti i giovani. Perché non dovreb-
bero piacermi? Ma non sono un
rimbambito, so riflettere, vedo le
cose con realismo: nella vita biso-
gna sapersi creare delle opportu-
nità, e io ho qualche asso nella
manica: un viso gradevole, virile e
dolce nello stesso tempo, sono ben
piantato perché faccio dello sport,
ho un carattere aperto e socievole,
senza timidezze. Le mie compagne
mi trovano "talentuoso ", capace di
attirare la fortuna . Non mi sbatto
troppo per lo studio, ma sono ben
lontano dall'essere un somaro, e la
scuola non è la sola via per riusci-
re. I miei genitori dicono di non far-
mi troppe illusioni, ma m'incorag-
giano (sono separati, ma io me la
intendo bene con tutti e due). L'im-
portante è avere fiducia in se stes-
si. lo spero che pubblicherete que-
sta mia lettera, mostrerei la rivista
ai miei compagni. Essi non credo-
no, infatti, che la prenderete in con-
siderazione. Eh! Eh! Sento che sto
per graffiare!...
Stefano, alias Jason Ford
(È così che mi faccio chiamare,
i miei compagni
mi riconosceranno subito!)
Caro Jason Stefano,
da sempre i giovani sognano di di-
ventare celebri. La differenza, forse ,
è che un tempo gli adolescenti so-
gnavano di compiere grandi gesta a
imitazione di famosi viaggiatori ,
scienziati , scrittori, missionari che
facevano una vita eroica. Il che ri-
chiedeva, tuttavia, una preparazione
seria e il massimo sforzo personale.
Oggi , molti sognano di vedere la
loro vita cambiata dall'oggi al doma-
ni. .. senza far niente. Beh , forse è
un po' troppo. O no? Insomma qual-
cosa è cambiato , il sogno si è esa-
sperato.. . La bacchetta magica degli
incantatori moderni è il rettangolo
luminoso del monitor. «Visto alla
TV » tiene il posto del diploma.
Apparentemente , più che contare
sui propri meriti personali, più che
trafficare i propri talenti , è sufficiente
avere la fortuna di essere seleziona-
to in qualcuno dei numerosi concor-
si/selezione dove i giovani si precipi-
tano, facendo la fila sotto la pioggia
anche per ore.
Ma gli adolescenti ne prendono
a volte coscienza : «I miei gen itori
non mi guardano ... preferiscono la
TV! Posso anche prendere un 1O in
matematica, per loro è normale. Se
voglio che si accorgano di me, biso-
gna che io compaia in TV! ». Sono
sempre più numerosi i genitori che
sognano di vedere i loro figli alla
tèlevisione, e cominciano a essere
anche molti gli adolescenti che
sognano a loro volta di far loro que-
sto regalo . Perché succede? Per-
ché i genitori si convincono di avere
un dovere verso se stessi, quello di
dar senso ai loro sacrifici, alla loro
avventura di coppia , soprattutto
quando tra i due dovessero comin-
ciare dei dissapori e il loro essersi
incontrati assume la fisionomia di
un errore. D'altronde , ' per loro
sarebbe un eccellente risultato se
potessero distaccarsene dopo aver
loro fatto raggiun.gere ai figli una
meta di prestigio come l'essere arri-
vati in TV. A un'età in cui il giovane
comincia a prendere in considera-
zione la sua autonomia e la sua
partenza da casa, sarebbe l'ideale:
un distacco rapido e indolore.
Secondo alcuni psichiatri , l'au-
mento del fenomeno è, in gran par-
te , legato al declino dei riti di pas-
saggio adolescenziali che una volta
erano benedetti e accompagnati
dagli adulti. O!;fgi , questi riti sono
solo più un desiderio e un'istanza
degli stessi adolescenti. Allora , gli
innumerevoli concorsi per selezio-
nare letterine, veline, conigliette,
attori, cantanti e quant'altro scim-
miottano e sostituiscono in qualche ·
modo gli antichi "riti di passaggio"
che la società tecnologica ha
lasciato cadere, istituendo una
serie di prove e imponendo nuovi
look, comportamenti stereotipati ,
ecc. Molti adolescenti anonimi si
identificano con questi eroi venuti
dal niente, e vivono i loro successi ,
i loro fallimenti , e partecipano alle
loro angosce, e si immedesimano
nelle loro avventure . Farsi conosce-
re , farsi sentire, farsi vedere, esse-
re sulla cresta dell'onda... Molti gio-
vani oggi non hanno timore di met-
tere in piazza il loro giardino segre-
to, i loro talenti nascosti , perfino il
loro corpo, senza troppi pudori. E si
confessano alla radio o in TV .
Abbiamo già trattato questo sogget-
to: l'abbiamo chiamato «bisogno di
estimità», che batte ormai il biso-
gno di intimità.
Il fatto è che la celebrità appare
come una protezione: la gente
celebre sembra immunizzata contro
gli sconvolgimenti del corpo , le
preoccupazioni psicologiche, i cam-
biamenti delle relazioni familiari ,
sociali e amicali. Essi appaiono
come forniti di tutto per affrontare
le difficoltà della vita. Quale sogno
per un adolescente tormentato da
ciò che sta avvenendo in sé a livel-
lo fisico e psicologico , familiare e
sociale, morale e religioso ... e agi-
tato dal timore che ·il futuro non sia
poi tanto migliore.
O
BS FEBBRAIO 2004

3.8 Page 28

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UNA STORIA NASCOSTA
di Graziella Curti
C'è una storia che deve
essere ancora raccontata:
quella dell'accoglienza degli
ebrei nelle case religiose
tra l'autunno 1943 e ti 1944
a Roma.
Negli anni bui del razzismo
nazifascista si è svtluppata
una rete di solidarietà per
salvare dalla morte tanti
ricercati.
Grazia Loparco, FMA, è
riuscita a ricuperare
testimonianze inedite di
grande valore umano e
storico.
Suor Maddalena Lainati, francescana missionaria di Maria,
con don Giovanni Marclìi. Dietro don Giancarlo Rocca, Presidente del CSR.
P Roma, dopo l'armistizio del-
1'8 settembre 1943, non tutti
gli ebrei avevano avuto la
prontezza di comprendere la gravità
della situazione. Si fidavano della
presenza del Papa che da sola
avrebbe dovuto scongiurare atti vio-
lenti. Inoltre, la consegna dei 50
chili d'oro richiesti da Kappler sem-
brava la promessa d 'incolumità per-
sonale. Solo alcune famiglie lascia-
rono le loro case e predisposero una
sistemazione di beni e persone, ma
la maggioranza arrivò praticamente
impreparata al tragico rastrellamen-
to del ghetto la mattina del 16 otto-
bre. Nel giro di qualche giorno,
1023 ebrei furono deportati nei
campi di stermin io. Ne tornarono
solo 15, una donna e 14 uomini, su
un totale di 2091 deportati da Ro-
ma. Fu proprio in quel tempo che si
attivarono reti di solidarietà nelle
famiglie e nelle istituzioni cattoli-
che, benché si sapesse che si ri-
schiava la vita. Oltre 4 mila per
FEBBRAIO 2004 BS
molti mesi furono ospitati nelle case
religiose, e un certo numero nelle
paiTOcchie. La Civiltà Cattolica in-
dica che si trattò di 100 case di reli-
giose, di 45 istituti maschili e 10
pai-rocchie. Indagini più recenti,
condotte su materiale di prima ma-
no, rilevano numeri maggiori. È co-
munque documentato che ali' inter-
no dei conventi si attivò un'orgarùz-
zazione intelligente, una serie di
stratagemmi messi in opera in caso
di irruzione nazifascista. Tocchi
convenzionali di campanelli; trave-
stimenti da suore di donne ebree
che venivano introdotte nelle celle e
anche nello stesso letto delle suore
per ingannare il nemico. Furono
usate frasi in codice tra suore e
ospiti per avvertire del ·pericolo.
Frasi convenzionali costituivano il
messaggio telefonico che segnalava
le retate imminenti. Addirittura, du-
rante un periodo di persistenti ispe-
zioni, gli ospiti potevano assumere
gli atteggiamenti di minorati menta-
li. Grazi~ Loparco, FMA, autrice
della ricerca che ha arricchito di
preziose tessere il mosaico ancora
incompiuto di quegli anni , afferma:
«Il clima di emergenza, le alte pos-
sibilità di rischio condiviso trasfor-
mai·ono così persone sconosciute, e
appartenenti a religioni che tende-
vano a considerarsi esclusive, in
persone solidali e capaci di rapidis-
simi segnali d'intesa, dalla cui effi-
cacia comunicativa poteva dipende-
re il comune destino».
RICERCARE INSIEME
Tra i relatori del Seminai-io, del
24 settembre 2003 , organizzato dal
CSR (Coordinamento Storici Reli-
giosi) , in cui è confluita la ricerca,
un testimone ebreo, Emanuele Paci-
fici, fedele custode di queste memo-
rie, all'epoca ragazzo dodicenne, rac-
conta la sua odissea: genitori morti
ad Auschwitz, lui e il fratello salvati
in un convento di suore. «Io ho

3.9 Page 29

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chjamato mamma - dice - fino alla
sua morte la suora che mi è stata più
vicina in quei giorni tremendi». Preso
dalla commozione, chiede a suor
Grazia di leggere l'ultima cartolina
gettata da sua madre dal treno della
morte e le preghiere scritte da suo
padre Riccardo, all'epoca rabbino di
Genova. La sua vita è ormai quasi
tutta orientata a salvare la memoria
o~~~
della Shoa, che in questi ultimi tempi
qualcuno vorrebbe dimenticare o
cancellare. E proprio per non perdere
., U~...,,;,...,~...,
...,, . .,, :/""'•·;
h#/,.,,, Jlhr,,l/""',Y,,rWJ
,µ~-,,,&y,urw,',,N,-.,;,.,,_(..,.,_,,,..,. 7 ,,;
,/{,//,,!!y, ,,,,, ·,
testimonianze orali preziose di prota-
gonisti dei fatti è stata condotta la ri-
cerca dal CSR che in questa occasio-
ne ha ottenuto la piena approvazione
degli ebrei. Non solo, ma la respon-
sabile del CDEC (Centro Documen-
tazione Ebraica Contemporanea -di
I Documento della comunità ebraica
che ringrazia per l'opera dei
religiosi.
Milano) Liliana Picciotto Fargion,
presente al Seminario, ha dichiarato
di voler continuare insieme con i reli-
giosi e le religiose la ricerca storica.
A conclusione del seminario, dopo
l'ascolto di esperienze significative di
Francescane Missionarie di Maria,
Opera don Orione, Figlie del Sacro
Cuore, Adoratrici del Sangue di Cri-
sto, il Presidente del CSR don Gian-
carlo Rocca, SSP, insieme con gli
altri componenti del consiglio, ha in-
dividuato alcune piste di ricerca per
far emergere altre testimonianze dalle
comunità religiose che ospitarono
ebrei tra il 1943/44.
È stato pure reso noto che il tito-
lo di Giusto tra le nazioni, creato
dal parlamento israeliano nel 1953
per ricordare coloro che han no sal-
vato la vita a uno o a più ebrei, è
stato attrib uito anche a una ventina
di religiosi/e. Nel viale di Gerusa-
lemme che porta al memoriale
della Shoa, i nomi dei Giusti sono
elencati sul muro dell'onore e per
ognun o di loro è stato piantato un
albero. Ma ci sarebbe un a foresta
se si dovessero ricordare i religio-
si/e che nelle retrovie delle comu-
nità hanno dato il loro contributo
per la salvezza dei fratelli e delle
- sorelle ebrei.
ISuor Grazia Loparco, FMA,
insieme con Emanuele Pacifici,
il prof. Alessandro Portelli
(Università La Sapienza di Roma)
e don Giancarlo Rocca, Presidente
del CSR (Coordinamento Storici
Religiosi).
RACCONTARE LA VITA
«A chi fa ricerca attraverso testi -
monianze orali occon-e l'arte dell'a-
scolto - sottolinea il prof. Portelli,
dell'Università La Sapienza di
Roma. E suor Grazia ha messo a di-
sposizione ore e ore di ascolto pa-
ziente per realizzare il suo contribu-
to. Non è stato faci le far raccontare
a religiose e religiosi imprese in cui
erano stati protagonisti, ma che rite-
nevano normali. Salvare la vita di
chi si trovava in pericolo era per
loro doveroso, anche a costo di ri-
schi e paure. Dopo le prime incer-
tezze e ripetuti dinieghi ecco sno-
darsi una serie di testimonianze
commoventi e anche segno di gran-
de creatività. Ad esempio, in caso di
~~ O.ii••<... 11:.,.,...,Uld.-iit
G...,.,n-1 ST..lf,jll
Qm~lo i·<lirit·io N.'r\\ 1• .1 ,..-01,i rl'li;.:1f>--i .-.J i\\ ali.. <fj•
pernl,·uz,: dello ' 1H1t1 ,!cita Ci1111 il,•I \\',1!i(·ano..'-1,uu
intt.>:nl,·tlt• ,,,1,1/..m~i 1oc·rr111 /,..J,1.i1 ,11i ,, 1,•,1oi,;..it.ivni.
Documento rinvenuto in Vaticano
- se ne fa cenno nel testo.
necessità le ebree rifugiate presso le
suore Medee avrebbero nascosto
l'accesso al solaio attiguo a una
specie di lungo dormitorio con un
grande armadio. Le suore Gianelli-
ne nascosero circa 150 ebrei con
l'appoggio di don Alberione. Gli
uomini avevano scavato delle buche
a modo di tombe nei fo ndi della
scuola dove è'era teITa battuta. Nei
momenti di pericolo, le donne li co-
privano di foglie. Le Maestre Pie
Filippini arrivarono a chiedere e ot-
tenere un camion di riso dai tede-
schi. Le tessere annonarie risultava-
no insufficienJi. Le Figlie di Maria
Ausiliatrice di via Dalmazia soffri-
rono forti restrizioni di cibo per
condiv iderlo con gli ospiti, mentre
alcune di loro andarono alla questua
tra benefattori e amici generosi per
aiutare gli ebrei. Il molto che fecero
i salesiani è documentato in una ri -
cerca di don Francesco ·Motto. È,
comunque, impossil5i le elencare gli
episodi di accoglienza dei religio-
si/e e soprattutto prevedere quelle
testimonianze che ancora mancano
all 'appello. L'impegno di questa ri-
cerca è soprattutto stato visto all ' in-
terno di quello più ampio della do-
cumentazione storica a cui molte
congregaz ioni si stanno aprendo e
che costituisce il tesoro della me-
moria a cui non si può rinunciare.
Perché solo sulla base di un passato
conosciuto e integrato si può co-
struire il futuro.
O
BS FEBBRAIO 2004

3.10 Page 30

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IL
aAESE
ITI
IN
LIBRERIA . ppe Mofon\\e
o cufO di G1use
~ ~ ~ E FEDE
RELIGIOSA
t*ECENTI
I SANTI
CHE GUARISCONO
Tutti i santi a cui
rivolgersi per ottenere
cura, salute e protezione
a cura di Paolo Baldani
PIEMME , Casale M. (Al) ,
2003, pp.456
IL CATECHISMO
SECONDO GUARESCHI
di Alessandro Gnocchi
PIEMME , Casale M. (Al) ,
2003,pp . 124
Al.rS!"tASDKO (.; N ()l c. 111
IL VALLO
DELLA PATAGONIA
I nuovi conquistatori:
militari, scienziati,
sacerdoti, scrittori
di Vanni Blengino
Diabasis, Reggio Emilia,
2003, pp. 176
ETICA PER GIOVANI 2
Appunti e spunti
per una educazione
morale
di Carlo Fiore ,'
ELLEDICI , Leumann
(To) 2003, pp . 288
Una ricerca sociologica,
sul mondo giovanile la-
scia intravedere alcune
coordinate in base alle
quali interpretare espe-
rienza religiosa e mora-
le dei giovani d'oggi . La
loro esistenza è intes-
suta di "strumenti-valo-
ri" di cui non sanno fare
a meno: telefonini , sms,
e-mail , ma anche indi-
vidualismo, nichilismo.
Molti i temi con i risvolti
sul mondo giovanile: la
nuova Europa, la pro-
creazione assistita, le
aperture ecclesiali sugli
evoluzionismi postdar-
winiani , le sfide tra ma-
terialisti e spiritualisti, il
mondo pervasivo della
New Age, il ritorno dei
fanatismi e della magia,
il sorgere di una società
"liquida" senza fonda-
menti né certezze, i rap-
porti prematrimoniali. So-
no temi affrontati con
concretezza giornalisti-
ca e in dialogo tra laici
e laicisti.
Da san Biagio invocato per
il mal di gola, a santa Lucia
per difetti della vista. Da
san Uditone di Cluny debel-
latore dell'itterizia, a santa
Flora di Beaulieu pronta ad
alleviare gli stress. Il libro
narra vita e miracoli, fede e
leggende dei santi guaritori,
per aiutare a conoscerl i e
pregarli. Sono più di 650
· questi santi e beati, per ol-
tre 150 malattie. Per ognu-
na di esse si descrivono
profili dei santi da invocare
come protettori e guaritori.
In ogni profilo viene raccon-
tata la vita rimandando a
precisi riferimenti storici, let-
terari, artistici . Non manca-
no notizie sui loro insegna-
menti spirituali e sul loro
potere taumaturgico, e il ri-
ferimento alla data del ca-
lendario. La consultazione
è facilitata da un · indice
completo dei santi e dall'e-
lenco alfabetico dei disturbi
e delle malattie.
J SANTI
CHE
GUAR15CONO
Tutti i Sami a cui ri,olgiersi
per ouencre cura. ~lut..:: t: proterion~
IL CATECHISMO Il libro descrive una vicen-
SECONDO
da storica che dalla Pata-
GUARESCHI gonia e Argentina interpel-
la la coscienza e l'immagi-
nario di ogni uomo. In Pa-
tagonia, a metà dell'800,
furono costruiti oltre 300
km di un vallo, la zanja,
degli oltre 600 del progetto
iniziale. Era nato per pro-
teggere la frontiera argenti-
na dalle scorrerie degli in-
,, dios, ma presto divenne la
base della espansione ar-
gentina verso la Patago-
nia, con l'inizio del tentati-
Non tutti sanno che Gio-
vanni XXIII chiese a Gio-
vanni Guareschi di scrivere
un "piccolo catechismo" che
riassumesse i contenuti es-
senziali della fede cristia-
na. Quel "piccolo catechi-
vo di un vero etnocidio. Il
libro narra, attraverso testi-
monianze dirette, le rapine
perpetrate contro gli indios
malones, le manovre mili-
tari dell'esercito nella pam-
pa, i gauchos, le esplorazio-
ni geografico-scientifiche, i
smo", però, non vide mai la missionari salesiani , gli in-
luce. Ma dalle sue pagine dios imbalsamati nei mu-
emergono gli insegnamenti $ei , le strategie selettive mi-
e i precetti proclamati dal rate per l'immigrazione.
"Catechismo Maggiore" di
Pio X che certamente con-
tribuì alla formazione dello
scrittore . Da questo libro
traspare la sapienza evan-
gelica che si trasfonde ne-
gli indimenticabili colloqui
fra don Camilla e il Cro-
cifisso . Vi si trovano la fonte
della fede che anima i per-
sonaggi e le radici cristiane
e cattoliche dell'intera sua
opera, e allo stesso tempo
riscopre la forza dirompen-
te della dottrina di sempre
e la sua inalterata attualità
per gli uomini di ogg i.
FEBBRAIO 2004 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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------- MITI
~ ~ pOLITICAoNE
ECONOMIA
E RfLIGI
E POLITICA
L'INVENZIONE
DI UN MEDIOEVO
AMERICANO
Rappresentazioni
moderne del passato
coloniale in Argentina
di Amanda Salvioni
Diabasis, Reggio Emilia,
2003, pp.240
11 libro descrive l'invenzione
del mito di un medioevo lati-
no-americano fatto sul mo-
dello europeo, con immagini
e simboli che l'Argentina ha
voluto costruire per fondare
la propria rappresentazione
storica. Il passato di una na-
zione prende forma allorché
lo si ripercorre nell'orizzonte
del ricordo. E se bisogna
emanciparsi da una situa-
zione imbarazzante di "stato
colonizzatore", allora il mo-
do di ripensare il passato di-
venta cruciale per ridefinire
la propria identità storica. Si
descrive ciò che è avvenuto
anche per le nazioni ispano-
americane che, dopo l'indi-
pendenza, hanno dovuto
fare i conti con l'epoca della
dominazione spagnola. Ec-
co il mito del "medioevo
americand'.
NON SI FA VENDITA PE R.
CORRISPONDENZA. I libri
che vengono segnalati s1 pos·
sono acquistare presso le libre'.
rie cattoliche o vanno nch1est1
direttamente alle rispettive
Editrici.
LE RAGIONI
DEL SERVIRE
L'impegno sociopolitico
dei cristiani
a cura di Giancarlo
Chiapello, Effatà
Cantalupa (To) , 2003
pp. 112
11 libro si presenta come un
semplice manuale che in-
troduce in un argomento
che molto spesso è poco
conosciuto e talvolta di-
storto: il rapporto tra i cri-
stiani e la politica. Il cre-
dente che non intende ade-
guarsi a una politica spes-
so ridotta a immagine (co-
me è la nostra attualmen-
te) e non si rassegna a un
qualunquistico disimpegno,
ma vuole avvicinarsi a es-
sa con un'ispirazione cor-
retta per la propria co-
scienza, troverà in queste
pagine contributi agili e so-
stanziosi, ricchi di riferimenti
ideali e storici , per farsi
un'idea di che cosa può si-
gnificare lavorare da cri-
stiani nella storia. Il tema
dà ampio spazio, accanto
alla teoria, all'esperienza
personale degli autori , dal-
la cui voce viene l'invito a
ricordare sempre che la
politica per il cristiano è
servizio all'uomo.
ALEX ZANOTELLI
SFIDA ALLA
GLOBALIZZAZIONE
di Mario Lancici
PIEMME, Casale M. (Al) ,
2003, pp. 228
M A R I O LA N CIS I
ALEX
ZANOTELLI
SFIDA ALLA
GLOBALIZZAZfONE
Con ·im'im,ruù11, n
Ghcr-,mlo Colomb<,
11111
Si narrano le passioni, il
pensiero, le inquietudini del
missionario comboniano che
ha fatto delle sue battaglie
contro povertà e disugua-
glianze una ragione di vita,
delineando, nel segno di
una fede profonda in Dio,
un'alternativa sociale, eco-
nomica e politica alla glo-
balizzazione materialista.
Con dialoghi e interviste si
snoda la ricerca dei temi e
delle tappe che hanno
scandito la vita di Zanotelli:
le umili origini, gli studi
negli States, la prima mis-
sione, la direzione di "Ni-
grizia" con le denunce con-
tro il commercio delle armi ,
la fame nei paesi poveri ,
l'esperienza nella baracco-
poli di Korogocho , la nasci-
ta della rete Lilliput, infine
la nuova sfida missionaria
nel quartiere Sanità di Na-
poli. Un libro che aiuta a
conoscere uno dei perso-
naggi più amati dal mondo
ecclesiale e politico.
Fondazione
DON BOSCO
NEL MONDO
Ente autorizzato a riceve-
re tutte le offerte per le
OPERE E MISSIONI
SALESIANE.
Gestisce:
ADOZIONI
A DISTANZA
Aiuto ai bambini più poveri
senza allontanarli dalla fa-
miglia né privarli della loro
cultura.
B
DI 101
Permettono di aiutare al-
cuni ragazzi e giovani sa-
lesiani senza mezzi per
completare la loro forma-
zione o il corso di studi in-
trapreso.
FONDO VOCAZIONI
Destinato all'aiuto di un
giovane lungo gli anni della
sua preparazione al sacer-
dozio o alla vita religiosa.
INTENZIONI
SS MESSE
Si celebrano messe or-
dinarie o gregoriane (30
messe continue, una al
giorno) secondo le inten-
zioni dell'offerente.
COME?
Le offerte vanno inviate -
indicando sempre la causa-
le - a FONDAZIONE DON
BOSCO NEL MONDO· ONLUS
ccp n° 36885028
oppure
Bonifico Banca Intesa
CIN P; n° 3263199
ABI 03069 - CAB 05064
oppure via Internet:
BancoPostalmpresa
www.poste.it sul conto
n° 36885028 ABI 07601 -
CAB 03200
http://in-impresa.iUcor-
porate/imprese/
conto: P 03069 05064
00000326163199
BS FEBBRA IO 2 004

4.2 Page 32

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-
La parabola di Francesco Fogliotti (1911 - 1999), insegnante di matematica
a Sampierdarena.
CON LA MATEMATICA
INTESTA
di Antonio Miscio
scenza di quelle due ostiche materie, la fisica e la
matematica, di cui era specialista appassionato e
maestro insigne. E tutto sempre in assoluta gratuità,
per amore di Don Bosco, dei giovani e... della scienza
esatta! Per lui insegnare era più festa che fatica, festa
goduta che annullava la fatica. Quando si ama non si
fa fatica. E se si fatica, la stessa fatica viene amata.
Sant'Agostino diceva questo dell'uomo e del suo agire
nei vari ambiti della vita. Per Fogliotti ciò era valido al
100%.
A TEMPO PIENISSIMO
Uomo straordinario e salesiano straordinario , se si
prende in considerazione il suo modo di essere nei
confronti dei ragazzi , dell'osseNanza religiosa e della
vita di comunità. Quasi novant'anni di vita al top. Gran
patriarca, grande insegnante, grande educatore.
Comincia a 26 anni la sua carriera a Vallecrosia nel
1937; poi sempre a Sampierdarena, tolta una breve
parentesi a La Spezia. Quando nel 1940 le Autorità
governative concessero l'abilitazione, Fogliotti destò
l'ammirazione di chi era venuto ad assistere alle sue
lezioni per abilitarlo. Sapeva rendere facili le cose diffi-
cili, arte preziosa, nota a ben pochi. Sono quattrocento
e più i ragazzi, e a tutti insegna matematica Fogliotti,
unico professore per dieci/dodici classi ; 40 ore , che
diventeranno 48 quando si aggiungeranno le classi
dell'ITI , poi del Liceo Scientifico. In tempi tanto sensi-
Il professor Francesco Fogliotti.
G irando le pagine dei grossi registri scolastici di
Sampierdarena e spostandosi dagli anni Qua-
ranta, fino agli Ottanta, leggiamo che da 36 a
40 erano le ore settimanali di insegnamento di France-
sco Fogliotti. Quando già la normale cattedra di mate-
matica e fisica di 18 ore è pesantissima, lui ne faceva
il doppio! Deplorabile stacanovista, se l'avesse fatto
per guadagnare il doppio . Da sparargli da parte dei
compagni di lavoro , se av~sse preteso che gli altri
facessero altrettanto. Ma in lui era totalmente assente
la tentazione di dare lezione di laboriosità. Il prqfessor
Fogliotti era contento di lavorare, di insegnare, di ave-
re davanti scolaresche che crescessero nella cono-
Sampierdarena, il collegio salesiano.
FEBBRAIO 2004 BS

4.3 Page 33

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1964, una delle classi di Fogliotti.
Un'altra classe 24 anni dopo... Imbiancato dagli anni,
ma sempre vivo, distinto, tranquillo...
bili al sindacalismo a oltranza, quasi ci si vergogna a
raccontare queste esagerazioni , se non fosse per la
grande dignità e disinvoltura con cui Francesco viveva
queste esagerazioni. Tutto normale, tutto naturale per
lui: per sei giorni alla settimana sei , sette e talvolta
anche otto ore di scuola al giorno. Lo si vedeva pas-
sare da un'aula all'altra con nella mano destra la pila
dei quaderni con i compiti corretti , e uscire con l'altra
pila dei compiti da correggere ; in una tasca dello spol-
verino i gessetti , nell'altra la cimosa. Era come una
catena di montaggio , precisa e senza soste . Arriva il
professore! dicevano gli alunni. Non arriva Fogliotti.
Era il professore per antonomasia.
PITAGORA SALESIANO
Siamo abituati a parlare dei salesiani laici come di
quelli che istruiscono sui mestieri , che sono capi labo-
ratorio , insegnanti di applicazioni tecniche , di educa-
zione fisica ... Qui parliamo di uno che ha insegnato
per tutta una vita la disciplina più acuta, la matematica
(e anche la fisica) con la naturalezza e la passione
con cui gli antichi filosofi greci trattavano queste ardite
questioni. E fu naturale per i ragazzi , per un'istintiva
intuizione , dargli il nome di colui che delle scienze
matematiche mise le fondamenta, Pitagora. Fuori della
scuola Pitagora ridiventava Francesco, un uomo ama-
bile , sorridente , sereno , umile .. . Né sono aggettivi
sprecati , per lui. Tutt'altro. Nulla traspariva delle gratifi-
cazioni che gli venivano dall'esterno, della stima che
verso di lui manifestavano ex alunni saliti in alto nella
scala sociale, onorevoli, ministri , docenti di liceo e di
università che ne sollecitavano la collaborazione alla
Rivista Scientifica di Matematica e ne apprezzavano le
soluzioni esatte e sorprendenti.
Se di Fogliotti ci fermassimo a dire ciò che abbiamo
detto, saremmo platealmente incompleti. Dobbiamo
aggiungere che fu un salesiano esemplare in mezzo a
una trentina di laici salesiani, tanti erano a Sampierda-
rena nei momenti massimi dal 1945 al 1965, e non tut-
ti esemplari. I marpioni ci sono ... anche nelle migliori
famiglie! Francesco era la personificazione della coe-
renza alle sue convinzioni di fede , della fedeltà alle
pratiche religiose , specchio di un credo quotidiana-
mente vissuto , della laboriosità salesiana condotta
senza evasioni e senza divagazioni. Tutte queste
realtà umane e spirituali arricchite da una preziosa
fedeltà ai principi del sistema educativo di Don Bosco
che da Fogliotti erano vissuti in modo naturale e lumi-
noso mediante la sua presenza nei cortili , accanto ai
giovani, nella ricreazione , persino nel gioco, nella con-
versazione, con l'essere in mezzo ai ragazzi sempre
quando lo poteva ... e, guarda caso , pare che lo potes-
se sempre.
ANCORA DOTI
Negli ultimi dieci anni della sua vita, quando la scuola
- a 80 anni e passa - non fu più logico che gli si con-
sentisse di farla (fosse dipeso da lui avrebbe continua-
to anche dopo morto!) , rimase tra i ragazzi, pronto a
qualsiasi loro necessità là dove la sua competenza
potesse essere messa a frutto con ripetizioni, con l'as-
sistenza, con spiegazioni. Come si è felicemente
costretti a constatare, un salesiano di mirabile levatura
morale , spirituale , umana, professionale. Anche la
musica fu una sua grande ricchezza. Venne a Sam-
pierdarena nel 1949, quando trionfava la vena di
Marius Charamel che fu lieto di affidargli l'insegna-
mento nella Schola Cantorum dell'Istituto, e l'allesti-
mento delle operette musicali che nelle case salesiane
costituivano i momenti più gioiosi in occasione di feste
tradizionali salesiane: l'Immacolata, il mese di maggio,
la festa della riconoscenza ... A Sampierdarena molti
godettero dell'assidua presenza al pianoforte, all 'har-
monium , all'organo del prof di matematica. Numeri e
note musicali, armonia di calcoli e di suoni erano le
armi del suo mestiere raffinato e nobilitante.
Dopo 61 anni viene dolcezza e riconoscenza ad aprire
le pagine del quaderno con gli appunti di trigonome-
tria, che Fogliotti dettò a un gruppetto di chierici, che
avevano in animo per l'anno dopo di affrontare l'esa-
me di maturità classica. Una decina di lezioni nell'esta-
te del 1942 dopo un anno di fatiche, di scuola, di stu-
di , di pericoli. A Sampierdarena con più di sessanta
salesiani e oltre cinquecento ragazzi interni.
O
BS FEBBRAIO 2004

4.4 Page 34

▲back to top
- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrere
LA MAGICA
ARMATURA
Aumentano a livello esponenziale i problemi dei più piccoli
che somatizzano tutto, incorporando nella loro persona
le difficoltà della loro famiglia. Abbiamo bambini con sempre
maggiori disturbi. Qualche semplice rimedio.
Sono stanca di vivere » ha
detto una bambina, con
((
tutta la serietà dei suoi
cinque anni , ai genitori sbigottiti .
Una bambina assolutamente nor-
male , ben inserita in una famiglia
benestante . Solo una scintilla , in
fondo , di un fuoco ben più significa-
tivo che insidia i più piccoli, oggi.
Bambini carichi di cose , circondati
di comodità, ben nutriti e ben vesti-
ti , ma soli e confusi. Sui giornali si
rincorrono statistiche sull 'aumento
dei bambini che consumano tran-
quilla~ti o affollano gli studi psichia-
trici. E alla rme sociale: ormai uno
su cinque manifesta specifici distur-
bi d'ansia. Ansia da separazione .
Ansia generalizzata. Fobie specifi-
che. Fobie sociali. «Le cause ... so-
no da ricercare tutte nella storia di
questi ragazzi e dei loro genitori.
Legati alla storia dei nostri tempi »,
dice Francesco Maria Guzzetta,
neuropsichiatra infantile. Poi spie-
ga: «Il cambiamento della nostra
società è stato segnato dal passag-
gio dalla civiltà contadina e insieme
dalla mutazione del matrimonio che
è completamente diverso oggi da
com'era trent'anni fa. E che si riflet-
te quasi sempre in maniera negati-
va sul bimbo per via di assenza di
sicurezze, certezze, serenità».
I matrimoni cambiano . I divorzi
e le separazioni esplodono. E i pic-
coli somatizzano: con crisi di pianto
disperato, agitazione psicomotoria,
pipì a letto, nausee , vomito. I più
grandi non piangono, ma per l'an-
sia da separazione non dormono ,
hanno gli incubi , svengono, sento-
no palpitazioni e senso di vertigini.
Ma non finisce qu i. Al disturbo di
ansia da separazione si alterna
quello di ansia generalizzata che in
medicina viene chiamato iperansio-
so e che nei ragazzini si trasforma
nell'iperattività neurovegetativa, ten-
sione motoria, palpitazioni , sudo-
razione e ridotta capacità di con-
centrazione per colpa di quel terri-
bile senso di «un nodo alla gola» o
di «testa vuota ». Bambini con di-
sturbi del sonno, alimentari o della
parola , bambini depressi , bambini
iperattivi , bambini "divorziati", bam-
bini ricattati , annoiati , solitari e aso-
ciali , bambini "pacco". La nostra
società ha male all 'infanzia? «Ba-
sta entrare in punta di piedi nella
vita quotidiana di tante famiglie »
scrive la pedagogista Pina Tromelli-
ni «per notare ciò che avviene die-
tro una parvenza di perbenismo ali-
mentata da adulti che paiono non
riflettere sui problemi. La famiglia in
alcuni casi è diventata un'aggrega-
zione di individui tenuti insieme da
ragion i tutte diverse ; scarso è il ri-
spetto dell'altro, specie del bambi-
no ... I grandi non hanno tempo per
far capire ai piccoli l'ordine delle
cose , il succedersi dei gesti , il per-
ché di quanto avviene. Nella fretta
quotidiana piccoli e grandi sono tra-
volti da un ciclone di incombenze.
Le attività extrafamiliari sono assil-
lanti; il mantenimento della qual ità
professionale assorbe le menti e le
energie ; la casa deve essere pre-
sentabile agli amici , ma scarsi sono
gli spazi per l'infanzia; l'immagine
individuale e sociale esige cure
continue .. . Il tempo da dedicare ai
figli è di conseguenza quasi inesi-
stente ».
Nelle famiglie "formula uno"
svanisce uno degli aspetti più
importanti del sistema preventivo.
Quello che un cinquantenne espri-
me così : «I miei genitori erano pro-
tezione , fiducia, calore. Quando
penso alla mia infanzia, sento an-
cora oggi la sensazione del calore
su di me, dietro di me e intorno a
me, provo questo meraviglioso sen-
timento di vivere non ancora per
conto proprio, ma di appoggiarsi
interamente, con anima e corpo ,
agli altri, che si addossavano il pe-
so della mia vita. Sono corso attra-
verso pericoli e atrocità come luce
che penetra in uno specchio . Que-
sto è ciò che io definisco la fortuna
della mia infanzia, quella magica
armatura che , una volta messa
addosso a qualcuno , garantisce
protezione per tutta la vita ».
FEBBRAIO 2 004 8S
I I matrimoni cambiano. I divorzi
e le separazioni esplodono.
E i figli somatizzano.

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
La magica armatura è costituita
prima di .tutto dall'orizzonte rassi-
curante di un progetto, nel quale
il bambino si sente soggetto amato,
partecipe e protagonista. Dalla
capacità dei genitori di costruire
uno spazio e un tempo "organizza-
ti": il bambino si aspetta dall'adulto
un appoggio per orientarsi in un
tempo amato e sicuro. È tutto il
contrario del disordine e della pre-
carietà che minano la pace di tante
famiglie . Il tempo per un figl io deve
essere un compagno gradito , fatto
di "prima" e "dopo" che scandisco-
no la giornata in modo da formare
un riferimento rassicurante. I bam-
bini sentono l'esigenza di tappe
certe e rassicuranti , in caso contra-
rio cominciano a piagnucolare :
«Che cosa faccio adesso? E dopo
che cosa facciamo? ». È altamente
educativa la capacità di crea re
occasioni , gesti , momenti semplici
che segnano la scansione e la ric-
chezza della giornata.
Ai bambini piace sentirsi spie-
gare : «Verso le sette papà sarà qui
e mentre io preparerò la cena , tu
potrai giocare con lui. Dopo la cena
guarderemo Tam e Jerry e poi. ..».
La motivazione più importante è
infondere tranquillità nella giornata
dei figli. Questa tranquillità si river-
serà anche sui genitori. E i bambini
imparano che il futuro è qualche
cosa che si progetta e costruisce
insieme , che non costituisce un
assillo, e si può facilmente domina-
re. Un orario anche imperfetto, inol-
tre , rende presenti i genitori anche
quando non sono in casa. La scan-
sione del tempo deve prevedere le
ore del gioco e quelle del dove-
re: i bambini devono avere piccoli
compiti (che poi vengono sempre
verificati) , alcuni momenti quotidiani
di tempo condiviso e magari an-
che dei piccoli spazi di tempo da
decidere autonomamente . I figli de-
vono però sempre sentire che esi -
ste un itinerario di crescita lungo il
quale sono accompagnati dalla ma-
no ferma di un adulto . Gli ultimi
momenti della giornata possono
diventare quelli del raccoglimento
e magari del ringraziamento : un
breve momento di pregh iera e di
quiete , qualche piccolo rito aumen-
tano la sicurezza e il calore utili a
piccoli e grandi.
FIGLI SICURI
E GENITORI INSICURI
Gli adulti maturi di oggi sono gli adolescenti di ieri. È stato tutto
un fallimento? È proprio vero che i genitori di oggi
non sanno più educare e i loro figli siano tanto malconci?
L a mia generazione (quella
che è stata adolescente nel
Sessantotto ed è diventata
adulta nei tenebrosi anni Ottanta) è
cresciuta con il peso di una grande
insicurezza. Siamo diventati grandi
mentre intorno e dentro di noi crol-
lavano tante certezze e si perdeva-
no i criteri abituali di orientamento
culturale e morale . I nostri genitori ,
che si erano affannati per allevarci
in modo sereno, sono stati ripagati
da risultati imprevisti e sicuramente
frustranti . Ma tutto questo non ha
rappresentato, in termini assoluti ,
un fallimento: molti con grande fati-
ca, hanno cercato di costruire nuovi
punti di riferimento adeguati alla
nostra spasmodica ricerca di un
senso della vita. Siamo, comunque,
approdati a un impegno teso a
dare sign ificatività al quotidiano. E
se è vero che siamo sempre in cor-
sa e che ogni giorno dobbiamo pa-
zientemente tessere e ritessere le
connessioni fra lavoro e famiglia,
amici e impegno sociale, politica e
fede , il risultato non è da buttare :
tutto sommato, la maggior parte di
noi ha un 'esistenza sostenibile.
Abbiamo perfino imparato a scom-
mettere sulla possibilità di rendere
più vivibile la nostra società attra-
verso tante forme di militanza, non
ultima quella di avere figli (una
scelta che abbiamo affrontato con
paura, ma anche responsabilmen-
te , e non soltanto perché consape-
voli che il nostro paese ha gravissi-
mi problemi demografici) e di offrire
loro la nostra travagliata esperien-
za. Ora ci dicono che non siamo
granché come genitori , che le no-
stre insic1Jrezze si sono riversate
sui figli e -~tanno condizionando in
modo irrev ·,rsibile la loro crescita.
Non è il moa.. migliore di aiutarci a
interpretare il nostro ruolo! Siamo
stati colpevolizzati , quando erava-
Scarsi nelle belle case di oggi
sono gli spazi per l'infanzia.
mo giovani , da una società che non
voleva condividere la nostra voglia
di innovazione , e rischiamo di es-
sere sanzionati oggi da chi vuole
addossarci il peso delle fragilità dei
nostri bambini.
A me non sembra che i ragaz-
zi di oggi siano così malconci co-
me si dice: se è vero che uno su
cinque è in situazione di crisi (ma
quanti lo erano cinquanta anni fa,
quando mancava la totale attenzio-
ne verso i problemi dell'infanzia e
dell'adolescenza?) , tutti gli altri, a
quanto pare , riescono in qualche
modo a far fronte all'insicurezza dei
tempi con grande realismo , impa-
rando a contare su se stessi quan-
do le dipendenze affettive rischiano
di diventare soffocanti e derespon-
sabilizzanti ; inventando nuovi stru-
BS FEBBRAIO 2 004

4.6 Page 36

▲back to top
menti di navigazione esistenziale
che siano commisurati alle diffi-
coltà familiari , scolastiche, am-
bientali; bilanciando le pressioni
esterne con la costruzione di un
laboratorio interiore che sia risorsa
e riserva di senso. Molti di loro -
penso ai miei figli , ma anche a
tanti altri che incontro a scuola, in
parrocchia e in altri contesti -
sono perfino capaci di costruire un
progetto di vita che sia adeguato
ai loro bisogni e aspirazioni e di
assestarlo progressivamente a
mano a mano che completano il
loro inserimento nella realtà socia-
le . Non c'entra proprio nulla la
famiglia con queste attitudini? Pro-
vo a formulare un 'ipotesi: se da
genitori pieni di certezze a oltran-
za è derivata una generazione
disorientata, può essere che da
adulti insicuri stiano nascendo figli
con anticorpi robusti che consen-
tano di resistere alla frammenta-
zione culturale ed etica, e perfino
di produrre nuove forme di sicu -
rezza interiore.
Ai pessimisti a oltranza è mai
venuto il dubbio che forse la loro
percezione del passato è talmente
nostalgica da coincidere con una
inutile mitizzazione di quel che è
stato e da impedire di riconoscere
il buono del tempo presente? Per-
sonalmente, preferisco pensare
che siamo genitori fragili , , ma
siamo anche persone consapevoli
di questa nostra condizione e dun-
que disposti - sia pure in modo dif-
ferenziato - a metterci in discussio-
ne, a confrontarci , a coltivare la
voglia di migliorare il nostro modo
di essere e di fare. La nostra insi-
curezza è un limite, ma è anche un
ponte, un trampolino di lancio,
un'energia di impegno e di solida-
rietà. Ci ha insegnato che non si è
genitori in modo automatico e
scontato, ma padri e madri lo si
diventa a poco a poco, con perse-
veranza e tenacia, con infinita pas-
sione e altrettanta sofferenza. Per
fortuna, i nostri figli ci comprendo-
no molto più degli "esperti"; e se
accettano di camminare insieme a
noi piuttosto che colpevolizzarci ,
vuol dire proprio che ci vogliono
bene e che continuano a fidarsi di
quel che vogliamo costruire con
loro e per loro.
FEBBRAIO 2004 BS
MOVIMENT
SALESIANO
di Julio Olarte
MSPLV
Il Movimento Secolare Padr
Luigi Variara è stato voluto e
fondato dal Capitolo Generale
Speciale del 1975 delle Figlie de,
Sacri Cuori di Gesù e Maria.
IL MOVIMENTO
DI DON VARIARA
Il Concilio Vaticano Il aveva constatare che il Movimento si este-
chiesto all e Congregazioni reli giose se anche al mondo laicale maschile,
di rinnova rsi tornando prima di tutto al cl ero diocesano e ai seminaristi. Il
all e fonti (il Vangelo, l' ispiraz ione MSPLV conta oggi 605 soci: 325
originaria), e adattando costituzioni iscritti e 280 consacrati (1 6 sacerdoti
e regolamenti ai tempi. Allo scopo, e 25 seminaristi).
chiese di ce lebrare dei Capitoli Ge- La mi ss ione è quell a di portare al
nerali Speciali (CGS). Le suore fon- mondo della sofferenza la testim o-
date dal salesiano, ora beato, don ni anza dell'amore di Gesù, offrendo
Lui gi Variara, le Figli e dei Sacri
Cuor i di Gesù e Maria, indissero co- .
il loro VII Capitolo Generale e fu
proprio questo il CGS delle riforme
secondo la m ens del Concilio.
La ril ettura degli or igi ni dell ' Istituto
formazione, edu caz ione all a fede,
sviluppo della propria di gnità . Tale
testimonianza si costruisce e ac-
cresce attraverso l'esper ienza del la
preghiera, dell'offerta di se stessi
con e come Eucaristi a, nell ' imita-
zion e di M aria che prega e serve,
ferm ò l'attenzione sul gruppo di 23 nell ' accettare la sofferenza per su-
giova ni dal quale provenivano le perarla co n la speranza, nel co m-
prime suore: esse si erano consacra- pi ere responsabi Imente e gioi osa-
te "vittime d'amore" al Sacro Cuore mente i propri doveri. In Italia es iste
di Gesù già da laiche, ancor prim a un gruppo costituito a Scafati (Na-
di decidere la fo nd az ione . D 'a ltra po! i), e sta nno per nascere i gruppi
parte nel dopo-Concilio il laicato, di Roma, Torino e Viarigi.
O
paragonato a un " giga nte addor-
mentato", ve ni va insistentemente
chi amato a svegliarsi, e a svolgere
Per saperne di più:
Carmela Esposito (te/. 08 7.86.33.53 1)
e suor Fanny Si/va (06 .8729.0252)
con rinnovato impegno e dedizione
il compito/dovere dell'evangelizza-
zion e del mondo. Dal ca nto suo, il
mondo salesiano sperava nell e ri-
sorse apostoli che di Cooperatori/tri-
ci, exallievi/e, ecc.
Il CGS delle suore di don Variara
(1975), per rispondere alle esigenze
nuove, decise la fondazione del Mo-
vimento Secolare Padre Luigi Varia-
ra (MS PLV) per far partecipe del suo
spirito le tante persone che, da seco-
lari , sentivano la stessa volontà di
consacraz ione al Sacro Cuore e di
redenzione del mondo dell a soffe-
renza e della povertà, secondo lo
sp irito salesiano. La sorpresa fu nel

4.7 Page 37

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Ml soNO rSCJ<(T'IO
AD
171
UN co1<50
5p10NACiGIO
!
\\
......
IAL BM/E.ACPKIA-CoEvr-
BS FEBBRAIO 2004

4.8 Page 38

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sf\\OE E'T\\CHE
per ragazzi, genitori, educatori
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
L'omosessualità è una
condizione della
personalità per cui un
soggetto prova
sentimenti erotici intensi
per persone dello stesso
sesso. Ha particolari
connotazioni in
relazione all'adolescenza
e alle turbe che essa può
manifestare
nell'orientamento
eterosessuale, anche se
ciò non significa che
tutti i giovani passino
per questa esperienza.
I Essere uomo o donna e sentirsi
tali : Freud ha ritenuto che il dato
psicologico prevalga su quello
genetico.
V anno ridimensionate certe af-
fermazioni fo ndate sulla pre-
sunta "bisessualità" di ogni
essere umano, per cui tutti conosco-
no fasi o cicli omosessuali. L'essere
maschio o femmina, per quanto porti
i tratti maschili e femminili dei geni-
t01i nella sua struttura psicofisica,
non compmta una bisessualità strut-
turale. Freud ha ritenuto che è fuori
dubbio la prevalenza del dato psico-
logico su quello genetico (omo-
sessuali cioè non si nasce). 'Ira le
cause dell'omosessualità hanno
particolare importanza quelle psi-
cologiche e quelle pedagogiche. Tra
le prime ricordiamo l'assenza della
fig ura patema (il superl!mento del
FEBBRA IO 2004 BS
VALORI IN QUESTION~ .
L'omosessualità non è inscritta nei
geni dell'uomo, ma è un fatto psicolo-
gicLo'opmroofsoensdsou.ale è assolutam~nte una
ersona· discriminazione e disprezzo
~ei suoi confronti sono contrari alla
di i
nità dell'essere umano .
li atti omosessuali sono
.
fuo~1
dal-
l'ordine della sessualità, che e_ per
sua natura eterosessuale . Qu1nd1 non
soDnoalcopnufnotromidialvlaismtaorsaolgeg.e~1.~0 , non
sempre C'e' la responsab1hta della
peLrseoanzaio. ni
.
omosessuah
sono
ecca
p-
minose ma lo sono anche quelle ete-
rosess~ali esercitate fuori dal conte-
sto coniugale.
complesso di Ed1jJo), oppure w1a pre-
senza patema psicologicamente rifiu-
tata dal ragazzo (padre autoritario) , o
l'assenza della figura materna (man.-
ca la base del' affetto) , o la figura
materna che sostituisce il padre. Tra
le cause pedagogiche c un'educa-
zione sbagliata, un 'educazione in cui
il ragazzo ha subito violenze sessuali.
bisogna trascurare il ruolo del-
1'irnmaginatio sessuale nella matura-
zione eterosessuale, per cui occoITe
dire che un comportamento mastur-
batorio concentrato su persone dello
stesso sesso, o le proibizioni sessuali
della società hatmo un ruolo impor-
tante nell 'orientat·e i sentimenti dei
ragazzi. Il perm issivismo sessuale e
la ricerca di esperienze trasgressive
contribuiscono anch'esse ali ' insorge-
re di personalità omosex. Sul supera-
mento dell 'omosessualità influiscono
sia elementi psicologici sia etici,
come le esperienze stravolgenti di
una conversione religiosa o altre
esperienze positive o negative che
darmo una svolta totalmente . nuova
alla vita e al pensiero. La reversibilità
dell 'omosessualità ha percorsi moti-
vati nella volontà di costruirsi una
personalità per "identificazione" con
le figure parentali e per "disciplina",
mezzo educativo insostituibile nell 'a-
bilitazione delle sconnessioni dell 'in-
sicurezza psicologica.
I L'uomo, generato da un maschio
e da una femmina , ha nella sua
struttura psicosomatica i tratti
di entrambi.

4.9 Page 39

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CHE COSA DICE
IABIBBIA?
I dati delle scienze umane sono in
sintonia con la descrizione biblica,
ritenendo che l'essere umano perso-
nale è maschio e femmina, non solo
nella differenziazione del proprio
essere sessuato come tale, ma nella
sua soggettività personale. Cioè, il
maschio ha in sé delle dimensioni
della femminilità che integra nella
comunione interpersonale con la
donna, di modo che "una sola car-
ne" si scopre uomo e persona. Vice-
versa per la donna. L'uomo, genera-
to da un maschio e da una femmina,
infatti, ha nella sua struttura psico-
somatica i tratti di entrambi. Ciò è
anche vero se autentica è l'interpre-
tazione biblica del fatto che la don-
na è stata "tratta" dall'uomo, nel
senso che la natura dell'uomo deri-
va dalla dipendenza dell'altro. Non
che ogni persona non sia completa
in se stessa. Entrambi "dipendono"
la loro identità dall'immagine divi-
na. L'oscuramento del senso di Dio
contribuisce anche all'insorgere o
all'affermarsi di turbe omosessuali.
La Scrittura rileva che l'omosessua-
lità è una delle conseguenze del
peccato, per cui allontanandosi da
Dio l'uomo non sa più riconoscerne
l'immagine in lui, cioè l'icona del-
1' amore intersoggettivo. "Il Creato-
re da principio li creò maschio e
femmina" (Mt 19,3; Mc 10,2). Se-
condo queste parole di Gesù, la ra-
I "I due saranno una carne sola"
(Mt 19,3; Gn. 2,24), vale a dire
a immagine del mistero stesso
di Dio.
CONFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMIGLIA
Quali sono i nostri atteggiamenti per-
sonali nei confronti delle persone omo-
seÈssduiaslci?riminazione
escludere
r
gI
o1:10-
sessuali dal lavoro pubblico o da im-
peCgnhieecccolseasiafali?la
comunità
..
cnst1ana
per programmare un'azione/astorale
~eNr olenpèersfoornsee
omosessuali .
vero, a volte
,
c_he
.
gli
omosessuali si sentono esclusi dalla
coNmeuinciteànctrriistgiaionvaa?ni.li.
quale
ope~a
.
d1
prevenzione o di educazione puo es-
sere programmata?
gione della differenziazione dell 'uo-
mo sessuato sta nel fatto che così
"i due saranno una carne sola" (Mt
19,3; Gn 2,24), J ale a dire a imma-
gine del mistero stesso di Dio: "Dio
creò l'uomo a sua immagine, a im-
magine di Dio lo creò: maschio e
femmina li creò" (Gn 1,27). Una
mascolinità e femminilità che, fin
dall '"inizio", aiuta ambedue ("un
aiuto che gli sia simile") a ritrovarsi
in comunione di persone. Immagine
di Dio, in quanto maschio e femmi-
na, non si accorgeranno quindi di
"essere nudi" se non quando oscure-
ranno quell'immagine. Il che signi-
fica che il peccato è, in qualche
modo, !"'oscuramento" della ma-
scolinità e della femminilità, ossia
della propria identità. Ovvero, che
1'identità è minacciata quando si
oscura l'immagine.
DIMENSIONI ETICHE
Gli atti omosessuali come vanno
valutati moralmente? Bisogna di-
stinguere la persona omosessuale
dagli atti omosessuali. La persona
omosessuale è semplicemente una
persona, per cui ogni azione contro
le persone omosessuali è da consi-
derarsi discriminazione e da con-
dannare. Le azioni omosessuali van-
no giudicate sia oggettivamente sia
soggettivamente. In se stesso, cioè
oggettivamente, l'atto è fuori dal-
1'ordine della sessualità che è per
sua natura eterosessuale. In questo
caso non può che essere un compor-
tamento eticamente disordinato. Sog-
gettivamente , tuttavia, vanno ag-
giunte alcune considerazioni. Il giu-
dizio della Bibbia non permette di
concludere che tutti coloro che vi-
vono questa condizione ne siano
personalmente responsabili. Occor-
re distinguere tra gli omosessuali la
cui tendenza, derivando da falsa
educazione, da mancanza di evolu-
zione sessuale n01male, da abitudi-
ne contratta, da cattivi esempi e da
altre cause analoghe, è "transitoria",
o almeno non incurabile, e gli omo-
sessuali che sono "definitivamente
tali" per una specie di istinto innato
o di una costituzione patologica,
giudicata incurabile. In questi casi è
validissimo il giudizio secondo cui
la responsabilità morale sarà giudi-
cata con prudenza (P ersona huma-
na, 8).
ASPETTI PEDAGOGICI
Giocano un ruolo centrale la fa-
miglia e la comunità cristiana. L'e-
ducazione spetta alla famiglia. Essa
è l'ambiente migliore per assolvere
l'obbligo di assicurare una graduale
educazione della vita sessuale; essa
possiede una carica affettiva adatta
a far accettare senza traumi anehe le
realtà più delicate e a integrarle ar-
monicamente in una personalità
ricca ed equilibrata. L'affetto e la fi-
ducia reciproca che si vivono nella
famiglia sono necessari allo svilup-
po armonico del bambino, fin dalla
sua nascita. Affinché i legami affet-
tivi naturali che uniscono i genitori
ai figli siano al massimo grado, i
genitori, sulla base di un sereno
equilibrio sessuale, instaurino una
relazione di fiducia e di dialogo con
i figli, adeguata all'età e allo svilup-
po. Anche la comunità cristiana può
fare molto attraverso la catechesi e
l'educazione morale. Ciò deve cam-
minare contemporaneamente con un
invito chiaro e deciso all 'amore
"maturo", cioè a un amore che sarà
libero quanto più l'orientamento
della volontà sarà efficace. In parti-
colare, cercate e comprese le cause,
la famiglia e l'educatore devono of-
frire un aiuto efficace nel processo
di crescita integrale: accogliendo
con comprensione, creando un cli-
ma di fiducia, incoraggiando la libe-
razione dell 'individuo e il suo pro-
gresso nel dominio di sé.
D
BS FEBBRAIO 2004

4.10 Page 40

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IMMERSI IN UN DONO
SPLENDIDO EDIFFICILE
di Severino Cagnin
Negli anni 2000 l'ONU ci
fa parlare di pane e vino, di
acqua e riso, di montagne
e prati verdi: cambia ti
rapporto uomo-natura. Alla
radice mutamenti rapidi
globak
I
Il 2004 è l'anno del riso, alimento
primo di metà del pianeta. Nella
foto un campo di riso in Cina
'I
vicino al luogo dove furono uccisi
monsignor Versiglia e
don Caravario oggi santi.
Non so se tutti si rendono con-
to del cambio radicale e de-
cisivo per l'immediato futu-
ro. Ci troviamo in un habitat, indi-
pendentemente da noi. Il sole sorge e
tramonta senza che né il governo, né
la Banca d'Italia, né io lo vogliamo.
L'affe1mazione fa ridere, ma solo ap-
parentemente. Con il sole ardono i
deserti, verdeggiano colline e orti.
Gli alberi emettono ossigeno e pan-
nelli energetici accendono Tv e fri-
gmiferi. Stiamo comprendendo che
questo dono, chiamato natura, esige
un comportamento adeguato: o ne
godiamo, o ci colpisce fino alla
morte. Alluvioni, siccità, terremoti,
esaurimento di risorse, squilibri
continentali ci investono. Oppure be-
nessere, progresso tecnologico, qua-
lità del!a vita si espandono oltre gli
oceani.
SI PARTE
DALLA CULTURA
Il primo passo è nella cultura. L'ho-
mo sapiens del terzo millennio non
FEBBRAIO 2004 BS
sente più la natura come un essere
divino da temere. Gli dèi antichi del
Sole, della luna, delle acque, del
fuoco , che parlavano con tuoni e
saette, tenevano le tribù in schiavitù
fino a esigere sacrifici di neonati e
fanciulle. Lo stregone era l'onnipo-
tente intennediario in un mondo di
magia e superstizione. Anche alcuni
aspetti delle religioni come riti, au-
toflagellazioni, bestemmie, si spie-
gano con questo modo irrazionale
di dipendenza. Poi venne lo sfrutta-
mento delle risorse naturali del suo-
lo e del sottosuolo: acqua, carbone,
petrolio, minerali... In aree tecno-
logicamente progredite si affermò
un'economia di produzione e di
scambio, dopo quella di sopravvi-
venza. Nel XIX secolo alcune aree
del pianeta si arricchirono, sfruttan-
do le risorse di altre più deboli: da
qui colonialismo ed egemonie eco-
nomiche e politiche, spesso masche-
rate da contributi e aiuti. Ma fu in-
viato il grano, non l' aratro e la
scuola agricola; medicine e non uni-
versità per medici e tecnici locali.
Il Papa ha detto che lui più sale,
più sente vicino Dio.

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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L'eccessivo benessere in paesi "svi-
luppati" creò nella seconda metà del
XIX secolo inquinamento, conflitti,
questione sociale tra operai e datori
di lavoro, degrado urbano, malavita.
E siamo all'attuale bivio: o tutto il
mondo attua un rapporto positivo
con l'ambiente, o precipiteremo in
fenomeni apocalittici: lo spettro nu-
cleare, invasioni immigratorie, ge-
nocidi per le fonti energetiche. Né
la ventata ecologica a difesa del
suolo, né le biologie macrobiotiche
possop.o risolvere il dominio di un
ambiente, che mantiene in ogni caso
le proprie leggi e sorprese. Chi si è
schierato in adorazione della natura
ha contemporaneamente votato per
l'aborto e l'eutanasia. Nasce dun-
que, da poco, il nuovo homo
sapiens, responsabile ç!i scelte fon-
date su valori morali. E indispensa-
bile ancora una volta, in questa fase
dell'umanità sul pianeta Terra, l'ac-
cettazione senza riserve né eccezio-
ni di una nuova verità sull'uomo.
Max Scheler, il pensatore studiato
da Wojtyta e completato da Cioran,
Levinas, Wittgenstein, Popper, Bu-
ber, ha dimostrato che la verità, di
cui l'uomo ha bisogno per fondare
il suo progetto esistenziale, non è
determinata dalla tradizione, né da
alcuna autorità, né dalla ragione car-
tesiana o da scelte carismatiche, ma
da una presa di coscienza motivata
di alcuni valori primari. Da qui
verrà la nuova concezione dell 'uo-
mo e della vita, comune a tutti i po-
poli e che ci sosterrà domani. Il
primo ad affermare tale fondamento
della .verità è stato Galileo, troppo
rivoluzionario e in anticipo per il
suo tempo. Nella sua lettera a Cri-
stina di Lorena afferma che noi co-
nosciamo la verità, da Dio, leggen-
do il libro della natura. Dunque,
ognuno di noi deve personalmente
riflettere sulla propria esperienza e,
guidato dalla ragione, pervenire a
val01i basilari. Ognuno è un uomo
in cammino, ma su quali sentieri?
Dietro quali principi? Libertà, soli-
darietà, non-violenza, rispetto e in-
tegrazione multietnica e pluricultu-
rale, perché? Abbiamo già capito
che globalizzazione, cibi transgeni-
ci, economia nei consumi e nello
sfruttamento delle risorse, commer-
I Ci sono escursionisti e rocciatori,
che tornano dalla montagna in
città anche con progetti culturali.
cio "equo e solidale", "guerre san-
te" e terrorismo dipendono da tale
nuova cultura dell'uomo non più
faber, ma ludens e ridens, perché
viator.
LA NATURA COME
POESIA E RELIGIONE
Il 2004 è l'anno del riso, alimen-
to primo di metà del pianeta.
L'ONU ci propone di fare del riso il
segno della nuova cultura. Infatti la
sua produzione richiede lavoro -
basta vedere come sono immerse
nell 'acquitrino cinese le donne, a
cui è vietato avere più di un figlio.
Alcuni interrogativi ci assillano:
può essere quantificato il suo costo
di produzione? I cattolici d'Oriente
potranno celebrare l'Eucarestia con
il riso, loro pane quotidiano? Nel-
l'anno 2002, a sorpresa, dopo i di-
ritti dell'uomo, l'abolizione della
pena di morte, il monopolio dei
media e altri problemi, il mondo ha
parlato di montagna; non - come
qualcuno ha scritto e telesparlato -
per pubblicizzare i centri turistici.
Si è capito che ci sono escursionisti
e rocciatori, associazioni e gruppi,
scuole e parrocchie che vivono lie-
tamente settimane bianche e torna-
no in città anche con progetti cultu-
rali. Sono nati festival cinematogra-
fici e letterari, rassegne d'arte e in-
contri con gli autori, soggiorni per
ferie ed eremi per ritiri. Dio appare
I Nell'anno 2002, a sorpresa, dopo
i diritti dell'uomo, l'abolizione
della pena di morte, il monopolio
dei media e altri problemi,
il mondo ha parlato di montagna.
ancora nel cuore di qualcuno, sul
Monte delle Beatitudini, della Tra-
sfigurazione, del Calvario, dell' A-
scensione, , sul Monte Sion, sul-
1'Athos o sul Fujiama... Il Papa ha
detto che lui più sale, più sente vici-
no Dio. Non si tratta certo di quote
s.l.m. ma dentro di sé.
Il giornalista scrittore Thomas
Me1ton, monaco trappista, lo ha
spiegato nel best-seller La monta-
gna dalle sette balze . E così tanti
altri scrittori che ci sorprendono per
la qualità del loro discorso. La mon-
tagna ·incantata di Thomas Mann
diviene la figura del proprio dolore
e del bisogno di salvezza. Ne Il se-
greto del Bosco Vecchio di Buzzati,
l'ambi.ente alpino trasfonna l'egoi-
sta colonnello Procolo in una specie
di salvatore, che offre la vita per
sottrarre alla morte l'innocente.
Aveva capito dal vento Matteo che
ogni albero è un vivente; se muore,
sentiamo che ci è mancato un
amico. E leggiamo oggi i racconti
dell'alpinista poeta Mauro Corona e
le memorie di Rigoni Stern dal suo
altopiano sulla I Guerra Mondiale,
alberi, api e uomini che pensano
con l'ebbrezza del mattino e nel si-
lenzio della sera, dopo che gitanti,
festaioli troppo fracassoni e ruba-
funghi sono scesi in città. Goethe
con Rilke, Hopkins, Emily Dickin-
son identificano sensazioni naturali
con la vita. Dice il massimo scritto-
re tedesco: Destino del!' uomo, I
come sei simile al!' acqua! I Destino
del!' uomo, I come sei simile al
vento!
BS FEBBRAIO 2004

5.2 Page 42

▲back to top
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente .per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" .. . Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di € ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
b) di beni immobili
"... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in .. .
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti-sopraindicati
" .. . Annullo ogni mi a prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni , con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo , per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e data)
(f irma per disteso)
NB. li testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via dell a Pisana, 111 1
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via M aria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 01 1.5224247-8 -Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
FEBBRAIO 2004 BS
.....J I NOSTRI MORTI
ARTALE monsignor Hermann,
vescovo salesiano,
t Napoli , il 18/09/2003, a 70 anni
Era in visita a sua sorella nella sua Napoli ,
dov'era nato. Una improvvisa emorragia lo
ha condotto in poche ore alla tomba. Era
vescovo di Huanuco in Peru dal 1959. Fu
un giornalista. L'unico vescovo giornalista
del Peru . Possedeva la grinta e la verve
della sua città natale , dove , ragazzetto,
aveva frequentato l'oratorio salesiano e si
era innamorato di Don Bosco . Un uomo
che "aveva i piedi per terra", pratico, con-
creto , senza fronzoli inutili. Affrontava le
situazioni partendo dal centro non dalla
periferia. Ma era anche un vero spirito
orante . Nella sua diocesi (44 mila kmq ,
800 mila fedeli , 50 preti di cui la metà reli-
giosi, 7 diaconi permanenti , 1000 catechi-
sti) aveva disposto che il giovedì fosse la
giornata dell ' adorazione _davanti al SS
Sacramento , per tre ore . E partito senza
disturbare nessuno. Una grande perdita.
in qualunque stagione , a qualunque ceto
appartenesse, qualunque età avesse, qua-
lunque peso trascinasse.
COLLETTA sac. Luigi, salesiano,
t Civitanova Marche (MC) , il 28/07/2003 ,
a 77 anni
Quasi tutte le case dell'ispettoria Adriatica
hanno ospitato don Lu igi e usufruito del
suo servizio come direttore dell'oratorio, o
maestro di musica, o insegnante di lettere,
o parroco, o direttore, o confessore. Sem-
pre attivo , sorridente , ottimista. Aveva una
battuta su tutto e ci rideva lui per primo.
Una bonomia mai perduta né durante gli
anni impegnativi del direttorato, né durante
i lungi anni della malattia, quando, dializza-
to, dovette drasticamente ridurre attività e
strapazzi. "Come ci siamo ridotti, caro
mio! ", di ceva ridendo a un amico pochi
giorni prima di morire. Brillante, con facilità
di parola, sapeva cogliere al volo il profilo
delle persone e aiutarle nel bisogno.
LIBERATORE sac. Pasquale,
salesiano,
t Roma/Pisana, il 31 /11 /2003, a 71 anni
Se n'è andato in punta di piedi attento a
non disturbare nessuno, com 'era sua abi-
tudine. S'è addormentato. Nel Signore. Ha
servito la Chiesa e la congregazione con
dignità , competenza , umiltà. Svolgeva il
suo lavoro delicato, importante e impegna-
tivo , di Postulatore per le cause dei santi
con tranquilla sollecitudine , nella ric erca
meticolosa di fatti , episodi , scritti, testimo-
nianze che rendessero palesi le virtù dei
candidati agli altari. Ma era anche sempre
pronto per tutti. Ti stimava, ti ascoltava con
attenzione di simpatia, ti esortava, ti spie-
gava, ti forniva le indicazioni opportune per
il tuo lavoro. Sapeva trarre dalla cultura
ag iografica e salesiana che si era fatto
stante il suo decennale incarico spunti per
la tu a vita spirituale e salesiana: un detto,
un aneddoto, un prove rbio, una riflessio-
ne.. . Superiore di opere e di ispettori e,
l'obbedienza più bella e per certi versi più
gratificante è stata l'ultima, perché lavora-
va per il "paradiso salesiano", dove ora
anch'egli vive amato da chi ha portato agli
altari.
Da almeno 1O anni collaborava con con-
vinta partecipazione al Bollettino Salesia-
no , tenendo con competenza la rubrica "I
nostri santi".
GHIANDONI sac. Giuseppe,
salesiano,
t Albano (RM) , il 16/10/2003, a 84 an ni
Il confessionale del tempio internazionale
del Sacro Cuore di Roma, quello in fondo
alla chiesa entrando a destra, era un po' la
sua casa. Lo si trovava sempre tutte le
volte che il tempio era aperto. E le persone
più diverse vi si avvicinavano a scaricare i
pesi della coscienza su un uomo di poche
parole, perché le parole le lasciava a Dio e
lui non voleva interferire : ascoltava e
assolveva, assolveva e ascoltava ... Così ,
da quasi quarant'anni. Il suo grande cuore
generoso e sereno faceva pendant col
grande Cuore di Gesù : due cuori in una
Casa, l'uno custodiva l'altro, l'uno aiutava
l'altro nel faticoso e formidabile lavoro di
regalare il perdono a chi perdono cercava,
MARTELOSSI sac. Bruno,
cooperatore salesiano,
t Castelfranco V. (TV), il 22/04/2003,
a 86 anni
Fu il prete degli exallievi. La maggior parte
della sua vita sacerdotale e delle sue fati -
che apostoliche andarono per loro e si
esplic itarono in iniziative original i che
hanno lasciato il segno. Inventò il " Trofeo
Don Bosco", una statuina con reliquia del
santo che passava di gruppo in gruppo.
Chi la conservava organizzava quell'anno
la festa di Don Bosco cui partecipavano in
massa tutti i gruppi dei paesi vicini. Siamo
alla 3ama edizione. Il "Forum per i Gex" si
esprimeva in convegni annuali per i giovani
exallievi su tematiche sociali. Le " Vacanze
con Don Bosco" erano giorni di riposo spi -
rituale in montagna per exallievi e loro
famigl ie. Il " Campusgex' era un tuffo nei
luoghi di san Francesco di Sales o di Don
Bosco per giovani exallievi. Senza contare
le pubblicazioni : opuscoli , libri, volantini , il
giornalino periodico di collegamento , ecc.
Continu ò quella ch e consid erava la sua
missione anche quando il male lo aveva
quasi immobilizzato. Un pellegrinaggio
continuo al suo cape zz ale dimostrò la
venerazione che si aveva per lui.
Venuta la ser,a d_i . \\
~
·
uel giorno Gesu disse.
q "Passiamo
all'altra riva!"
(Mc . 4,35)

5.3 Page 43

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JL JYJESE
stesso definita «agra». Ottiene fa-
ma e ricchezza , ma una malattia
reumatica lo costringe sulla sedia
a rotelle: dipinge con il pennello
legato alle mani. Muore il 3 di-
cembre 1919, dopo aver termina-
to "Le bagnanti", suo testamento
pittorico.
DIARIO DI MEZZO SECOLO
1° febbraio 1979: l'ayatollah
Khomeini rientra in Iran, dal confi-
no parigino .
Febbraio
3 febbraio 1966: sulla Luna
atterra il "Lunik IX" sovietico.
6 febbraio 1952: in Gran Breta-
gna sale al trono Elisabetta Il.
UN SANTO UN ORDINE
Il 17 febbraio è la festa liturgica
dei sette santi Fondatori dell'Or-
dine dei Servi della Beata Vergine
7 febbraio 1992: in Olanda, a
Maastricht, firmato il Trattato sul-
l'Unione Europea e stabiliti i para-
metri della moneta comune .
11 febbraio 1990: in Sud Africa,
Maria, detti Serviti (in sigla, Osm). dopo 27 anni di carcere, liberato
La nascita della congregazione si Nelson Mandela.
fa risalire al 1233, quando a
Firenze alcuni laici si dedicarono
ai poveri e ai malati, e poi si riuni-
rono sul Monte Senario per una
12 febbraio 1960: nel Sahara
esplode la prima bomba atomica
francese.
14-26 febbraio 1956: Krusciov
vita di povertà e contemplazione. denuncia il "culto della persona-
L'Ordine, approvato da papa Be- lità" di Stalin.
nedetto Xl nel 1304, è l'unico fon- 18 febbraio 1984: in Italia, nuo-
dato non da una o due persone, vo concordato tra Stato e Chiesa,
ma da sette, che sono state cano-
nizzate nel 1888. Oggi , i Serviti
svolgono attività pastorali in par-
rocchie e santuari, gestiscono ca-
se di formazione e comunità con-
firmato da Craxi e dal cardinale
Casaroli.
21 febbraio 1965: a New York,
assassinato Malcom X.
21 febbraio 1973: caccia israe-
templative, si dedicano alla predi- liani abbattono un aereo di linea
cazione e allo studio. Loro è la libico: 70 morti.
Pontificia facoltà teologica "Ma- 23 febbraio 1981: in Spagna, il
rianum". E servita era anche il colonnello A.Tejero Molina occu-
noto biblista e poeta David Maria . pa le Cortes e tenta il colpo di
Turoldo.
stato, subito bloccato da re Juan
UN PITTORE
Carlos .
24-26 febbraio 2000: pellegri-
Pierre-Auguste Renoir nasce a naggio di Giovanni Paolo Il sul
Limoges il 25 febbraio 1841, monte Sinai.
figlio di un sarto e di un'operaia. 25 febbraio 1986: nelle Filippi-
Nel 1862 si iscrive all ' Ecole des ne, crolla il regime di Ferdinand
Beaux-Arts. Conosce Monet, Si- Marcos, che fugge; eletta presi-
sley e Bazille, con i quali dipinge dente Corazòn Aquino.
"en plen air". Si lega alla modella 28 febbraio 1986: a Stoccolma,
Lise Tréhot e poi ad Aline Chari- assassinato il primo ministro, Olaf
got, che sposerà nel 1890. Nel Palme.
1868, riscuote grande successo 28 febbraio 1994: primo inter-
con il dipinto "Lise con l'ombrello". vento Nato in Bosnia; abbattuti
Poi, è inviato sul fronte franco- aerei serbi .
prussiano. Nel 1874 partecipa alla
prima mostra degli impressionisti,
ma dopo torna al genere tradizio-
nale . Compie alcuni viaggi, e in
Italia è affascinato da Raffaello e
dagli affreschi pompeiani. Lo stile
evolve verso una maniera da lui
LA LENTE
Anche l' Irlanda ha festeggiato
con francobolli i 25 anni del papa-
to di Giovanni Paolo Il. Per Nata-
le , Cipro (greca) ha riprodotto su
tre dentellati una stupenda icona.
Il Vaticano ricorda Paul Gauguin
e Vincent Van Gogh, "maestri del-
l'esteriore manifestazione del sen-
timento". La Svezia onora Anna
Lindh , "la" ministro degli Esteri
assassinata lo scorso settembre ,
alla vigilia del referendum sull'eu-
ro. L'Onu ha emesso tre valori "in
memoriam" dei suoi funzionari
uccisi a Bagdad il 19 agosto e di
quanti muoiono per la pace . San
Marino ha coniato due monete
auree da 20 e 50 euro, dedicate
alla Cappella degli Scrovegni ,
affrescata da Giotto a Padova.
LE MOSTRE
Ad Aosta, nel Museo Archeolog i-
co Regionale, sino al 13 aprile ,
Art Oéco in Italia . A Padova, nel
Museo Diocesano-Palazzo Vesco-
vile , sino al 14 marzo, I colori del
sacro. La creazione, rassegna in-
ternazionale di illustrazione per
l'infanzia, "firmata" da maestri co-
me Emanuele Luzzati e Stépan
Zavfel. A Venezia, al Museo Cor-
rer, sino al 21 marzo, Venezia fra
guerra e arte, 1866-1918, dipinti,
sculture , modelli e altro su quel
periodo. Nelle Marche, l'iniziativa
Città d'arte romane nelle Marche
tra mare e collina coinvolge Anco-
na , Camerino , Cingoli , Numana,
Osimo e Senigallia. A Roma, nel-
la Galleria Doria Pamphilj, sino al
29 febbraio , è esposta la Madon-
na Botti, opera ritrovata del fioren-
tino Andrea del Sarto.
BS FEBBRAIO 2004

5.4 Page 44

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PRIMA PAGINA
Ricevuto da Portici
Eminenza, come vor-
rebbe che fosse il suc-
cessore di papa Woj-
PER UN
Che lo amo, che ho co n-
segnato la mia vita a lui
per amore, e che in que-
CENTENARIO tyla?
Un uomo di preghiera, e
un uomo co n un appas-
sto amore voglio co nti-
nu are fino all a mo rte a
servirlo nei miei fratelli.
sio nato amore a Cristo
Gesù che non è un pezzo
da museo, da archeologia
SOLENNE
Dio è più padre o più
madre?
sacra, ma vivo, vivissimo.
Tutte e due le cose. Quan-
Il mondo oggi non ha un
leader. Quelli che ci sono
ci conducono alla guerra .
Il Papa è un vero leader.
Così vorrei anche il pros-
simo, leader co n la forza
La Portici salesiana ha concluso il mese scorso
le celebrazioni per il centenario di presenza
dei figli di Don Bosco. Tante le iniziative:
culturali, ricreative, spirituali, musicali ...
Tra i tanti ospiti, oltre al Rettor Maggiore,
do pensiamo all a sua mi-
sericordia le due rea ltà
sono co mpresenti .
Prevale l'autorevolez-
za del padre o la dol-
di Cristo.
anche il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga cezza della madre?
che è stato intervistato.
Credo che prevalga la
E come vorrebbe la
dolcezza della madre ...
Chiesa?
sempre, sempre!
Mission aria, e non "par-
cheggiata", immobil e. So-
Qual è la domanda
gno la globalizzazione
che si aspettava e invece
mi ss ionari a dell a Chiesa,
visto che i ¾ del mondo
non è stata fatta?
M amm a mi a! Se sono
non conoscono Gesù.
candidato a essere Papa,
visto che lo chiedono
Don Bosco sognava di
sempre.
fare "onesti cittadini e
buoni cristiani". Che co-
Eminenza, lei è candi-
sa significa per lei?
dato a essere successore
Buoni cr isti ani è facile.
di Giovanni Paolo Il?
Onesti cittad ini ... Beh,
No. Non so no ca ndid a-
uomini che sappiano co-
to, non abbiate timore!
struire una "c ittà nuova",
Voglio co nti nu are a ser-
per tutti , intrisa di giu sti-
vire il mi o gregge che è
z ia, libertà, verità ... L' in-
povero e ha bisogno di
dividualismo c i imped i-
inco ntrare Dio. Q uesto è
sce di realizzare il bene
il des id er io uni co della
co mun e. lo sogno un a
mi a vita.
soc ietà fraterna, una so-
cietà co nvivi ale.
Ha un messaggio per i
lettori?
Dica la verità: preferi-
Un m essagg io di fidu-
sce la compagnia dei
c ia, d i coragg io ... I cr i-
giovani, degli anziani o
dei coetanei?
(ride di gusto) Beh, sono
. un salesiano. lo attin go
I Il cardinale Maradiaga, con la maglietta
del centenario, suona il sax a Portici
in occasione della sua visita per la celebrazione
giubilare dell'opera salesiana.
stian i non sono una spe-
cie in via di est in z io ne,
no nostante le ta nte Cas-
sa ndre c he predicono il
la forza e l' entusiasmo
co ntrario. Siamo chi a-
dai giovani, e cerco di restare giova ne nel cuo- mati a essere santi per fa re il mondo p santo.
re ... Ho ri sposto no?
La santità sarà la sa lvezza del mondo. Questa è
la mi a grande convi nz io ne. E so no in buona
Se lei incontrasse il Signore, che cosa gli compag ni a: anc he don Chavez è dello stesso
direbbe?
parere.
FEBBRAIO 2004 BS

5.5 Page 45

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RE LAX
il Cruciverba•
Santuari d'Italia
234567
9 10
Visitiamo i
luohi di culto
del nostro paese,
i più conosciuti
e i meno noti.
Rilassandoci.
A gioco completato ri sulterà , nelle caselle a doppio bordo, il nome di un famoso Santuario
o
Definizioni
ORIZZONTALI. I. Sovrapposta - 11. Azione -
14. Opposto di spirituale - 15. Agenzia di stampa
moscovita -17. Modena (sigla)-19. Si accompa-
gna a l'una .. . - 21. In telefonia si contrappone al
" duplex" - 24. Il colore di un genere letterario -
26. Si stTinge per salutare - 29. C'è quella lirica -
30. Vedi foto -32. Così comincia un 'ipotesi! -33.
Attrae il ferro - 35. La fine per gli inglesi - 37. Si
sottrae per ottenere il peso netto -39. Vota... senza
testa! - 40. Un trattodell'intestino-42. La capita-
le albanese-45. Viene detta così la tosse che fa ra-
gliare! - 47. Così è un obelisco... o un uomo tutto
d'un pezzo - 48. li prefisso riferito ali 'orecch io -
49. Fiume della Russia.
VERTICALI 1. Asti (sio-la) - 2. Quello di una
struttura ne provoca il croflo - 3. Acre al centro -
4. Messaggero, banditore- 5. Quello d'oro lo con-
quistò Giasone - 6. A Padova sono i frati del"San-
to" - 7. J signori ai qua li si rivolge l'oratore - 8.
Iniz. di Toscanini - 9. Un po' di tabacco -10. Espo-
sta in pieno sole - 12. Sul pianale delle auto - 13.
Cantò le gesta di Achille - 16. Suona in Italia se-
condo Dante - 18. Anna, nota cantante - 20. Gia-
ciglio sospeso - 22. Saraceni - 23. Mortali - 25. Pa-
ri 111 casa - 27. Nome femminile bifronte - 28. Il
lungo fiume egiziano - 31. Uno stomaco dei rumi -
nanti -32 . La direzione dello Scirocco-34. Da lui
discesero i moabiti -36. Rintocca col don - 37. Un
noto 'de Tali - 38. È musquè in pellicceria - 41 . Suf-
fisso per vino - 43. Rovigo - 44. Il cuore in ... pace-
46.Jnclusive Tours .
La soluzione nel prossimo numero.
LA SANTA CASA
La fama internazionale de lla città: di Loreto è legata al Santuario mariano
dove si conserva e si venera la Santa Casa della Vergine Maria, trasportata
da Nazareth nel 1294. La casa della Madonna a Nazareth era costituita di
tre povere pareti in pietra addossate e poste come a chiusura di una grotta
scavata nella roccia. La grotta è tuttora venerata a Nazareth, nella basilica
dell'Annunciazione, mentre le tre pareti di pietra, dopo la cacciata dei
cristiani dalla Palestina da parte dei Musulmani, sono state sa lvate dalla
sicura rovina e traspmiate a Loreto
il 10 dicembre 1294. Circa le
modalità della "venuta" a Loreto
della Santa Casa di Nazareth si è
SOLUZIONE del
numero precedente
-- _, EL EITITIR O IV AG NE TI SMO
N• CIE•O PE e•
TAL
I iA CiK-S I ■ QU AL SI A S I
.., GL
111/''1
1•SIA NT
lii ll~ Nl.0.
.~UA
RI
o■
RAG
I
IM 1-N RI T ■ EN L e
SE •SIIIA E I AS S I ; T ITE
TI NITIE• -s TE T• AR A ■ N
IN CIOINIS AP EV OL ME N TE
"·'
imposta per lunghi secoli la versione popolare
del suo trasporto "per ministero angelico". La
ricerca storica degli ultimi decenni, in base a
reperti archeologici e numerose prove documen-
tali afferma che la Santa Casa di Loreto, come
del resto tante altre preziose reliquie della Terra
Santa, è stata trasportata per nave, al tempo delle
crociate. La versione popolare del trasporto "per
mano dj angeli" con ogni probabilità è nata dal
fatto che nella vicenda hanno svolto un ruo lo
chiave i regnanti dell 'Epiro, appartenenti alla
famiglia Angeli , come risulta da un antico
documento notarile, di recente scope1io. A
racchiudere come uno scrigno preziosissimo
queste reliquie fu cominciata, a partire dal 1469,
la costruzione della Basilica alla cui realizzazio-
ne parteciparono grandi artisti come il Bramante
e Antonio da Sangallo. Alle mura della Santa
Casa furono aggi unti, nel XIV sec. , una volta, un
quarto muro e un bellissimo rivestimento
marmoreo.
BS FEBBRAIO 2 004

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
SEMBRA CHE
ricoverata in condizioni gravi al-
ANCHE LEI
RINGRAZI
l'ospedale. Le donai il mio abiti-
no. Dopo pochi giorni inaspetta-
tamente, mi è nato Davide Do-
menico: era piccolissimo; pesa-
Dopo vari tentativi di avere un va 1880 gr, ma stava bene. Un
secondo figlio (il primo ha 7 an- po' preoccupati lo eravamo. In
ni) e dopo un aborto spontaneo, quel periodo conobbi altre due
ci è capitato di incontrare un mamme, anch'esse preoccupa-
sacerdote salesiano che ci ha te per i loro piccoli: le invitai a
parlato di san Domenico Savio raccomandarsi a san Domenico
e di quanti genitori ricorrono a Savio. flnalmente Davide, rag-
lui. Abbiamo cominciato tutti e giunto il peso sperato , iniziò a
tre (io, mia moglie e mio figlio) a mangiare . Aveva quattro mesi
chiedere al piccolo Domenico quando ebbe una crisi respirato-
Savio di intercedere per noi ria: aveva bronchiolite e bronco-
presso Gesù, perché ci man~ polmonite . Intensificai la mia
dasse un bimbo . Dopo pochi preghiera a san Dom_enico Sa-
mesi mia moglie è rimasta incin- vio e per la seconda volta 11
ta; ma nello stesso periodo le è Santo ha salvato il mio piccolo.
stata diagnosticata una infezio- Il 6 maggio ci siamo recati di
ne primaria da Citomegalovirus. nuovo a Torino per portare ai
I rischi che il bambino non na- ' piedi del Santo il fiocco della na-
scesse erano molto alti, e anche scita del piccolo. Anche la mia
se fosse nato , le probabilità di amica Laura ha portato a termi-
complicanze a livello di organi ne felicemente la sua matemità.
vitali erano molto elevate. Con In tutti questi episodi che s1 so-
l'angoscia nel cuore, ma anche no intrecciati tra di loro, posso
con tanta speranza , abbiamo dire che la figura di san Dom_e-
pregato san Domenico Savio di nico Savio è stata il nostro filo
intercedere ancora per noi e d1 conduttore.
aiutare il nostro bimbo a vincere
la sua grande battaglia contro il
virus. Il 12 giugno (la stessa data
Fam. Lina e Marco Mazzo/a,
Milano
della Canonizzazione di san
Domenico Savio) è nata Marta.
È una bellissima bambina, sana
e sempre sorridente: sembra
che ringrazi anche lei il Signore
per la sua nascita!
Giacomo e Marta Paradisi
IL NOSTRO FILO
CONDUTTORE
Ho due bambini. Dopo tre anni
dalla nascita della nostra primo-
genita, ebbi un 'interruzione di
gravidanza all'ottava settimana.
Non ci siamo scoraggiati. lo e
mio marito ci siamo sottoposti a
visite e cure specialistiche. Nel
frattempo mia cognata mi spedì
un abitino di san Domenico Sa-
vio. Lo indossai subito e tutte le
sere con mia figlia Elisa prega-
vamo . Abbiamo voluto anche
recarci a Torino, presso l'urna di
san Domenico Savio. Che emo-
zione nel vedere tutti quei fioc-
chi ai piedi della statua del San-
to. Gli promisi che se mi avesse
esaudito, avrei dato il suo nome
al piccolo e avrei portato il fioc-
co della nascita. Tornammo a
Meda molto sereni e fiduciosi. In
primavera mi accorsi con molta
gioia di essere incinta; ma pre-
sto fui molto preoccupata per
diverse emorragie e mi misero a
riposo. Non abbiamo mai smes-
so di pregare Domenico Savio .
Nel frattempo una mia cara ami-
ca, Laura, in attesa anche lei , fu
FEBBRAIO 2004 BS
IN PERICOLO
ENTRAMBE
Mia nipote in attesa di una bim-
ba venne a trovarsi in gravissi-
me condizioni che minacciava-
no la vita di entrambe. Le in-
viammo l'immagine di san Do-
menico Savio e facemmo cele-
brare una S. Messa, unendovi
tanta preghiera da parte nostra.
Il piccolo grande Santo ha rispo-
sto alla nostra richiesta. Infatti
Ileana venne alla luce senza
particolari difficoltà e la mamma
si riprese molto bene. Ora la
bambina è sana, frequenta la
scuola materna ed è la gioia dei
suoi genitori.
Suor Giovanna Scruzzi, FMA -
Conegliano (TV)
Per la pubblicazione non si
Su tiene conto delle lettere non
firma.te e senza r~ca.pito.
richiesta si potra omettei e
l' indicazione del nome .
NOSTRO PUNTO
DI RIFERIMENTO
Mia figlia era alla sua seconda
gravidanza, quando scoppiò
un 'epidemia di epatite virale.
Essendo lei per lavoro sempre a
contatto con persone ammalate,
eravamo molto preoccupati. lo
pregai san Domenico Savio e
tutto andò bene. Nello stesso
periodo anche mia nuora affron-
tava la sua seconda gravidanza.
Essendo sofferente di asm a,
era causa di molta preoccupa-
zione . Anche in questo caso
presi san Domenico Savio come
nostro punto di riferimento e
tutto si normalizzò. I due bambi-
ni sono nati sani , grazie a Do-
menico Savio, che imploro affin-
ché continui a proteggere i miei
nipoti.
Ida Bore/lo, Alberton
Sud-Africa
SOGNAI
E NE FUI CERTA
Dopo aver perso un bambino
sono rimasta nuovamente 1nc1n-
ta. Purtroppo al terzo mese
sembrò ch e le cose andassero
come nella precedente gravi-
danza. Ma io non mi persi d'ani-
mo: indossai con fiducia l'abitino
di san Domenico Savio che
mia madre mi aveva donato e
cominciai a pregare assidua-
mente ins ieme a mio marito.
Durante l'estate sognai san
Domenico Savio e fui certa che
sarei stata esaudita. Dagli
accertamenti appariva che tutto
procedeva bene e che il bambi-
no cresceva sano. Pochi giorni
fa è nata Lorenza. Ora il santo
dei bambini veglia sulla sua
culla. lo lo ringrazio tutti i giorni
per questo meraviglioso dono.
Quando Lorenza sarà più gran-
de, la condurrò a Torino per rin-
gra ziare il "piccolo Grande "
Santo che le ha permesso di
venire alla luce.
Nina Ciotti, Sulmona (AO)
AVEVO TANTA
TREPIDAZIONE
Dopo ben sette anni di matrimo-
nio ho finalmente ricevuto il do-
no della maternità. Avevo tanta
trepidazione, per cui la gioiosa
attesa di un bambino era offu-
scata da una forte ansia. Ma ho
cominciato a recitare il santo
rosario tutti i giorni , e ho invoca-
to tantissimo san Domenico
Savio, patrono delle mamme in
attesa . Quando giun se il mo-
mento, fu necessario ricorrere al
- Beato Filippo Rinaldi
PASSA COL
ROSSO: INDENNE
Tornavo in macchina dall'o-
spedale dopo una visita a
mia figlia. Passando a sema-
foro rosso, che non avevo vi-
sto, una macchina mi ha in-
crociato sfiorandomi per po-
chi centimetri. Fino a poco
prima che questo mi succe-
desse , ebbi sempre davanti
a me, per 3 o 4 settimane in
casa e in strada l'immagine
di don Filippo Rinaldi ; io
non capivo il significato della
sua presenza. Da quella se-
ra sparì e non lo vidi più. Deb-
bo la vita a lui . Lui sapeva
che i 4 bambini di mia figlia
Maria Grazia hanno bisogno
della nonna, ora che la loro
mamma è in psichiatria da
quasi tre mesi e non riesce a
guarire. Ma sono sicura che
don Rinaldi ci aiuterà e ci
proteggerà come ha fatto
sinora.
Maffezzoni Luigina,
Gardone (BS)
B. Filippo Rinaldi
taglio cesareo e a trasfusioni di
sangue; ma ancora una volta
tutto è andato bene e mi è nato
un bel bambino . Per questo
voglio ringraziare il piccolo
Santo .
N. N., Penne (PE)

5.7 Page 47

▲back to top
I
Suor
LAURA GAETA
Fma, missionaria in Africa
da 16 anni. Attualmente a
Yaoundé in Càmerun, responsabile,
assieme a don J.B. Beraud
del Bollettino Salesiano
dell'Africa francofona.
Suor Laura, qual è la tua occupazione a Yaoundé?
Collaboro con il père Beraud a un progetto di partenariato: si lavora
insieme nella ideazione, progettazione, esecuzione di sussidi per l'e-
ducazione alla fede, al tempo libero, alla formazione di insegnanti e
formatori ...
Esistono realtà similari in Camerun?
No, non esiste nulla che risponda a questi bisogni. Almeno per il
momento siamo l'unica realtà ecclesiale che si fa carico della forma-
zione con questi mezzi, diciamo, moderni.
Trovate difficoltà nella mentalità africana alle vostre proposte?
Le faccio un esempio, poi giudichi lei: per la cultura africana il
gioco (anche dei bambini) è una perdita di tempo. Se lei pensa che uno
dei nostri principi è educare attraverso il gioco, capirà... C'è un lungo
cammino da fare: il nostro sistema preventivo è assai lontano dalle
concezioni educative e dalle tradizioni africane.
I giovani rispondono bene a queste novità diciamo pedagogiche
di cui siete i portatori?
Altro che! Soprattutto perché il giovane sente, per la prima volta,
che l'adulto l'ascolta, lo mette al centro delle sue preoccupazioni, che
si mette dalla loro parte. Si accorge che siamo suore e preti differenti
da quelli che hanno conosciuto finora.
Lei è della redazione del BS francofono: come e dove lo diffon-
dete?
Intanto ne stampiamo 2000 copie per 10 nazioni. Ma non si meravi-
gli ... non riusciamo ancora a farlo per la gente, lo facciamo per con-
fratelli, consorelle, insegnanti delle nostre scuole, giovani impegnati ...
Ogni comunità chiede le copie di cui ha bisogno. Abbiamo in pro-
getto una grande diffusione. Questo è un seme, un inizio. Del resto
non abbiamo soldi per fare di più: non creda che in Africa tutto costi
nulla. Al contrario.
Specificamente a chi è indirizzato il BS, per chi scrivete?
Ovviamente, come salesiani lavoriamo per i giovani. Anche il nostro
BS ha come obiettivo ultimo i giovani ... intendiamo i giovani inse-
gnanti, i giovani catechisti, i giovani genitori, sì perché l'Africa, a di-
spetto degli antropologi, è una nazione di giovani.
FRANCESCA
12 anni, un padre straniero
presto scomparso da casa e la
mamma morta quando lei era
ancora piccola. Abita in casa
della zia, una donna separata
dal marito con quattro figli e
un quinto in arrivo. Si iscrive
alla prima elementare a 10
anni, smarrita, demotivata, so-
spettosa. Non frequenta, come
tutte le altre, il catechismo per
la prima comunione, anzi pre-
sto scompare. Un vicino di ca-
sa l'ha adescata con la pro-
messa di un bel vestito e lei
l' ha seguito fino a un altro vil-
laggio dove ... attende di esse-
re venduta. L'intervento del
parroco della missione, che
scomunica pubblicamente il
lestofante, fa ricomparire Fran-
cesca. Per poco. Il padre/zio
piomba, se la riprende e la co-
stringe a lavorare, a 11 anni,
come domestica in una casa.
Ma i pochi soldi che prende le
vengono subito confiscati. Na-
sce intanto alla madre/zia il
fratellino e lei lo lascia, prima
di scomparire, a Francesca che
a 11 anni si ritrova madre del
suo fratellino/nipote. Intervie-
ne ancora la missione e Fran-
cesca può tornare a scuola,
mentre il fratellino viene riaf-
fidato alla madre nel frattempo
ricomparsa. Ma... quanto du-
rerà? Ce la farà? Rispetteranno
la sua fragile , indifesa bel-
lezza? Storie di questo genere
riempiono l'Africa e non solo.
Quando nel mondo ci sarà un
po ' più di giustizia?
sdbdilla@telecom.net.et
Don Giorgio - Dilla, Etiopia
BS FEBBRAIO 2004

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
MISSIONI
di Giovanni Eriman
La revoluci6n di padre Tone
POLEMICHE
di Filippo Manoni
Ordine di sfratto
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GIOVANI
di Vito Orlando
Il difficile ritorno del padre
CHIESA
di Savina Jemina
Wojtyta il maestro (2)