Bollettino_Salesiano_200401

Bollettino_Salesiano_200401

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Mensile Anno CXXVIII nr. 1
Spediz. in a,p. mt..2
Filialeclihlze
camma
20/C
legge
662/96
.,.liziane nr. 1/2004
Aulorizz. DiNz. Pn,v, P.T. • 50100
·I
·I
·I
·I
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NIL 1877

1.2 Page 2

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SANTITÀ GIOVANILE
di Pascual Chévez Villanueva
I FRU I 11 DEL SISTEMA
PREVENTIVO
LAURA E PAOLA
Quest'anno rifletterò ogni mese su qualche magnifico frutto
scaturito dall'applicazione del Sistema di Don Bosco.
A gennaio due ragazze straordinarie, Laura e Paola.
LaU(a Vi-
cuna na-
ta in Ci-
le nel 1891 ,
coetanea di
Maria Goret-
ti, ha saputo
come lei ren-
de re testi -
m on i a n z a
di una vita tradotta nel-
la difesa della propria dignità uma-
na e della propria fede cristiana.
Ambedue sono state capaci di fare
scelte incredibili per la loro età,
respingendo gli attacchi di uomini
depravati per conservare l'integrità
del corpo e l'innocenza dell'anima.
A Marietta questo rifiuto costò la
vita, e Laurita ha dovuto sopportare
_aggressioni e umiliazioni inenarrabi-
li. Quello che le rende modelli da
imitare è l'amore portato fino al
sacrificio totale di sé, che nel caso
di Laura aveva come scopo la con-
versione della mamma. La biografia
di questa ragazzina cilena ci rivela,
infatti , che due anni pri ma di morire
ella aveva offerto al Signore la vita
per la mamma che , per sfamare le
sue bambine , aveva accettato di
convivere con il proprietario di una
estancia (fattoria) .
Fu la morte del papà (Laura aveva
sei anni) e la situazione di emer-
genza creatasi che costrinsero la
famigliola a emigrare a Junfn de los
Andes , in Argentina, dove iniziarono
dolorose traversie, ma dove Laura e
la sorellina più piccola ebbero la
ventura di accostare le Figlie di
Maria Ausiliatrice e di trovare una
seconda famiglia in cu i crescere
serene e appagate. L'esperienza
del collegio (1900-1904) offrì a Lau-
ra l'opportunità di scoprire l'amicizia
GENNAIO 2004 BS
con Gesù , e la "vita di grazia". La
prima comunione diventò per lei ,
come lo era stata per Domenico
Savio , un momento fondamentale
dell'esistenza, con tre propositi
sempre rispettati: 112 Dio mio, voglio
amarti e servirti per tutta la vita; ti
dono l'anima, il cuore e tutta me
stessa . 2 12 Voglio morire piuttosto
che offenderti; perciò intendo morti-
ficarmi in tutto quello che mi potreb-
be allontanare da te. 312 Propongo
di fare quanto so e posso perché tu
sia conosciuto e amato; e per ripa-
rare alle offese che ricevi ogni gior-
no dagli uomini, specialmente dalle
persone della mia famiglia. Fu que-
sto incommensurabile amore a Dio
che la portò a valutare come situa-
zione di male l'unione illegale della
mamma con un facendero e a
maturare la volontà di offrirsi a Dio
per la sua convers ione. Nuovi
agguati da parte del losco conviven-
te le provocarono una malattia dalla
quale non si riprenderà più. Prima
di spirare confiderà alla mamma il
suo grande segreto : aveva offerto
tutte le sue sofferenze e la vita
stessa perché lasciasse per sempre
quell'uomo. E mamma Mercedes, in
lacrime, giurò che l'avrebbe fatto . Il
22 gennaio 1904 Lauretta moriva
con la certezza di aver riportato la
mamma sulla retta via.
Quasi sessant'anni dopo, a
Napoli , il 24 ottobre 1963
nasceva Paola Adamo, fi-
glia di Claudio e Lucia, architetti. Il
papà è il progettista della chiesa di
S. Giovanni Bosco di Taranto, dove
la famiglia Adamo vive, ed è pro-
prio in quest'opera salesiana che si
svolge la vita di Paola . Papà e
mamma sono cooperatori salesiani
e catechisti e sono loro a preparare
la loro meravigliosa bambina all 'in-
contro con Gesù . Sin da piccola
mostrò grande sensibilità e intelli-
gen za. All 'età di 9 anni iniziò un
diario segreto , in cui scrisse una
frase che ci apre il panorama inte-

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rio re di questa adolescente : " Se
credi in Dio hai il mondo in pu-
gno" . C'è chi mette in dubbio che
si possa essere santi a questa età,
noi invece crediamo che le grandi
scelte inizino precisamente in que-
sta stagione della vita: il tempo dei
boccioli. Lo pensava anche Don
Bosco; è precisamente questa la
preventività. Quanti l'hanno cono-
sciuta sono rimasti conquistati dalla
sua spontaneità, dal suo amore alla
vita e alle cose belle. Una ragazza
straordinariamente normale, con le
sue gioie e le sue croci, con i suoi
sogni e le sue delusioni. Paola è
un modello affascinante per la san-
tità vissuta nel quotidiano: a casa,
in chiesa, a scuola, con gli amici.
Gli ambienti dove trascorreva la
sua giornata sono stati illum inati
dalla sua presenza e sono diventati
luoghi di crescita umana e spiritua-
le dove si è sentita amata e ha
imparato ad amare , dove ha fatto
scelte coraggiose , mettendo Gesù
al centro, dove ha capito che la vita
è grazia e va vissuta come grazia.
Sprizzava tenerezza per i genitori
ed era felice di suonare la chitarra
e cantare per loro, di voler bene
alle sue compagne, anche a quelle
che mostravano un po' di malevo-
lenza verso di lei. Diceva: "Se Dio
è la sorgente di tutte le cose, solo
Lui ci potrà fare davvero felici!".
Morì a 15 anni , il 28 giugno del
1978, stroncata da un'epatite virale.
Poco tempo le bastò per capire
quello che canta il salmista: "Inse-
gnaci a contare i nostri giorni e
giungeremo alla sapienza del cuo-
re". Nella sua cameretta c'era una
biografia di Don Bosco: ne leggeva
qualche pagina la sera. Chi è, dun-
que, Paola? Una ragazza di oggi,
con la santità di oggi, fatta di doveri
verso Dio e gl i altri , di donazione
serena ma cosciente, di amore per
i genitori. Non ha fatto miracoli né
atti eroici , ma ha compiuto fino in
fondo il suo dovere, per amore e
con amore.
La strenna 2004 del Rettor
Maggiore:
RIPROPONIAMO A TUTTI
I GIOVANI CON CONVINZIONE
LA GIOIA E L'IMPEGNO
DELLA SANTITÀ
COME "MISURA ALTA DI VITA
CRISTIANA ORDINARIA".
Gennaio 2004
Anno CXXVIII
Numero 1
In copertina :
" I giovani e lo sba ll o",
ti tolo frequ ente
su giorna li e ri viste;
si stenta a crederci.
È la grande sfida moderna
per genitori ed ed ucatori,
ma anche un prec iso
impegno per le istitu zioni.
Foto : Santo Cieco
Mensile di info rmaz ione
e cultura religiosa ed ito
dalla Congregaz ione Salesiana
di San Giovanni Bosco
D i r et t o re:
GIANCARLO MAN IERI
- CASA NOSTRA
12 Un salesiano artista
di Giovanni Eriman
- ORATORIO
14 Oratorio mon amour
a cura di Filipp o M anoni
- STORIA SALESIANA
18 Don Bosco inedito
di Francesco Motto
- vlAGGI
20 L'uragano sulla pelle
di Gianca rlo M anieri
- ,NSERTO CULTURA
23 Il Museo della vita contadina
- FMA
28 Università pro poveri
di N atale M affioli
di Graziella Curti
- RUBRICHE
2 li Rettor Maggiore - 4 li punto giovani - 6 l ettere al Direttore - 8 In Italia & ·nel
mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 l ettera ai giovani - 27 Doctor f. -
30 libri - 32 On line - 34 Come Don Bosco - 36 Movimento salesiano - 37 laetare et
bene fa cere - 38 Sfide Etiche - 40 Giovani - 42 I nostri morti - 43 li mese - 44 Prima
pagina - 45 Relax - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/ Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori: Ernesto Cationi - Giuseppina Cudemo
Graziella Curti - Carlo Di Cieco - Bru no Ferrere
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
ì'.faarr;~~;n~~iu~f~'~~b~~;~lc~a~i11i~t};bYi0s~~~r~~f
Arna ldo Scaglioni - Serdu - Silva no Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Vincenzo Odorizzi - Guerino Pera
Pietro Scalabrino - Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
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il prossimo numero, collegandosi f,'
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Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS GENNAIO 2004

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di Carlo Di Cieco .
EDUCARE
È TRASFORMARE
Non c'è mai stato un santo, a memoria d'uomo e neppure una santa,
di qualsiasi tradizione religiosa, che abbiano lasciato
le cose immutate.
In forma dirompente o con
gradualità, i santi hanno sempre
prodotto trasformazioni interiori o
contribuito a mutare abitudini sociali.
E vi sono riusciti anzitutto con
l'esempio. Proprio come si legge nel
Vangelo di Gesù Cristo, per i cristiani
l'unico maestro che cominciò a fare e
a insegnare.
Uno stile di vita che si riscontra nei
santi. Di loro, uomini e donne per gli
altri, si raccontano le opere, le storie.
Le parole che essi tramandano
appartengono a un'esperienza di vita.
Il contrario della società del consumo
mediatico dove le parole sono
valanga, gli spazi di silenzio
inquietano, le testimonianze di vita
rarefatte . Nella commercializzazione
della parola anche il compito educativo
è diventato fortemente sofferente,
tanto che una società definita della
comunicazione ha reso più difficile che
mai tra genitori e figli comunicare
parole ed esperienze.
D Si pensi a due esempi attuali di
santi: Don Bosco e Madre Teresa dei
poveri. Distanti per tempo e luogo di
vita, vicinissimi e simili per prospettiva
di vita ed esperienza spirituale.
Entrambi mistici, che hanno
sperimentato cioè le profondità della
vita spirituale con la fatica interiore che
prende a volte la ricerca di Dio che
sembra nascondersi. Entrambi che si
sono rimboccati le maniche prima di
dar vita a istituti religiosi : Don Bosco
ha cominciato a raccogliere giovani
poveri e abbandonati per dare loro
dignità sociale e istruzione e Teresa a
raccogliere malati abbandonati e
morenti sui marciapiedi per farli morire
con dignità. Don Bosco che si è posto
concretamente la questione di dare
dignità al lavoro dei giovani in un
tempo in cui, con la prima
industrializzazione scattavano i
meccanismi sociali di sfruttamento ed
esclusione sul lavoro; Madre Teresa
che, con la sua azione, ha posto una
spina nel fianco di un sistema
economico mondiale che produce
poveri e disparità mostruose.
D Da questo vivere con gli ultimi e
disperati della società, assaggiando la
GENNAIO 2004 BS
loro solitudine e il disprezzo sociale
conseguente, l'uno e l'altra hanno
messo mano a risposte concrete a
bisogni reali .
Don Bosco e Teresa hanno sostenuto
l'idea che tutti possono diventare santi ;
che la santità è un progetto di vita che
dà gioia e pertanto concorre a rendere
le società meno dolenti e diseguali.
Anche l'educazione dei giovani è un
obiettivo accessibile ai più e lo stare
dalla parte dei poveri e con i poveri
anche, purché si scelgano politiche per
l'uomo e non per il profitto .
Il fatto che di tanto in tanto ci vengano
posti dei modelli di vita del calibro di
Don Bosco e Madre Teresa, lascia
pensare che i bisogni dei tempi sono
tali da richiedere una concentrazione
di impegno in quei versanti che essi
hanno particolarmente curato.
L'attualità dell'educazione non è
tramontata perché nel mondo si
continua a nascere e morire e le
generazioni si danno il cambio.
Urgente oggi , quando - per dirla con il
Papa - i poveri sono legione, diventa
lo schierarsi per la giustizia. Madre
Teresa con la sua opzione
preferenziale per i poveri ci sfida a
costruire un mondo capace di vincere
la piaga della povertà frutto di un
peccato sociale grave.
D I santi - alcune figure in particolare -
possono benissimo essere posti anche
nella riflessione civile, accanto a coloro
che hanno speso la vita per la giustizia,
la pace, il riscatto da ogni tipo di
sfruttamento. Ci si accorgerebbe del
paradosso che nel tempo si è creato:
aver pensato di mettere gli uni contro gli
altri personaggi che hanno lottato per la
stessa causa dell'uomo, pur partendo
da ispirazioni ideali diverse. Attaccare i
santi nei musei è un rischio che incombe
sempre: far loro festa lasciandoli sul
muro. Madre Teresa ha fatto irruzione
nel tempo global. E si è messa all'opera
indicando una direzione da prendere in
un tempo in cui poveri ed emarginati
sono stati definiti ''vuoti a perdere" da un
sistema che crea ricchezza ma per una
minoranza. Discuterne con i giovani
preserva la memoria di mondi altri
possibili .
D

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1.6 Page 6

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Se poi, come penso, la notizia cioè l'avvocato a tempo pie- carriera venivano dopo la fa-
lei l'ha appresa da un "Con- no, "sono delle fregature! " miglia. Si sa bene quanto i
trocorrente" di Adriana Zar- (sic!) Infatti dopo tanta fatica bambini fossero sacri agli
ri, sempre in vena di dare le- per fare carriera, se arriva un occhi di Gesù di Nazareth. e
zioni anche al Papa e di figlio, bisogna pensare a lui, con quanta scioccante durez-
prendere per ignoranti i preti, non più a se stessi [... ] Che za egli si sia scagliato contro
le dirò che la cosa non mi gliene pare?
coloro che osavano scanda-
sorprende più di tanto. Per
intenderci, si tratta di un' al-
Giulio... (anch'io)@, ecc.
lizzarli, fino ad augurar loro
il suicidio; e come il bambino
tra topica. "Controcorrente" Che cosa dovrei dirle? Pove- fosse per lui il modello del
sì - qualche volta è utile agi- retti i figli di chi considera la Regno dei cieli. I figli insom-
tare lo stagno, svegliare i dor- carriera come la meta supre- ma non erano fregature, pro-
mienti,fare del baccano - ma ma della realizzazione di sé. prio no! Essi erano il centro
"controlastoria" no! Mi spie- Vede, gli antropologi dicono della vita di relazione. Oggi il
go. Non so dove l'Adriana, che il valore fondamentale del- centro sembra diventato il
che ha il vezzo di fare affer- /' uomo - maschio o femmina . "sé", con tutte le conseguen-
I Ben Gazzara, in abito
talare, interpreta
Don Bosco nel film
di Leandro Castellani.
mazioni da scoop senza citare non e' è distinzione - sia la so- ze che comporta questo ribal-
la fonte , abbia raccattato la pravvivenza: dentro ognuno di tamento dei valori, compreso
notizia. Il citato Innocenzo lii noi e' è un'energia primordia- il "fastidio" di avere tra i
(1198-1216) non solo non ha le, un anelito debordante che piedi chi potrebbe attentare o
detto quel che la teologa gli fon.da tutti gli altri, e da cui quanto meno rallentare il
fa dire, ma ha scritto esatta- tutti gli altri dipendono: per- successo personale nella pro-
mente l'opposto . Infatti, in petuarsi, vin.cere la morte, su- fessione! Non le sembra un
fr1 ABITO DEI PRETI. un.a delle sue lettere , catalo- perare la barriera del tempo. po' meschinella la cosa? Non
&,;I Caro dir., [.. .] ho letto gata come "Epistola l" (per È possibile solo attraverso i è che, putacaso, la nostra so-
con non poca sorpresa che in inciso papa Innocenzo ha figli: "A che serve volare co- cietà abbia perso "il ben del-
pieno Medio Evo i preti co- scritto circa seimila Bolle e me un gabbiano dentro I' az- !' intelletto?". Conviene, a lei
minciarono per la prima volta un buon numero di Epistole) zurro , se non si generano come a me, pregare eh.e se
a vestire l'abito ecclesiastico egli impone che si proibisca altri gabbiani, che ne genere- davvero l'ha perso (il ben,
[...] ma che un papa, precisa- ai chierici di deporre l'abito ranno altri ancora e ancora ecc.) si dia da fare per ritro-
mente Innocenzo ID, l'avreb- ecclesiastico per qualsiasi per volare dentro l' azzur- varlo il più presto possibile.
be proibito, perché i preti do- pretesto e di indossare vesti ro?", scriveva Oriana Falla-
vevano vestire come tutti gli dai colori sgargianti, o che ci. Altrettanto espressivo è il
altri. La teologa che ha scritto non sian.o di una pe,fetta de- ragionamento di Alcibiade -
la notizia diceva pure che cenza. E tali direttive rimase- il fa(IWSO generale ateniese -
certe cose i preti non le sanno ro rigidamente le stesse per "Il mio figlioletto deve essere
nemmeno loro. Ma è proprio tutti gli anni del suo pontifi- molto, molto potente se co-
vero?
cato, che furono ben diciotto. manda a sua madre, che co-
La citazione può trovarla manda a me, che comando a
Romano, Perugia nella Storia della Chiesa delle tutti gli ateniesi!".
Beh, che i preti siano uguali a Edizioni SA/E, Torino 1968, Dal canto suo la Bibbia chia-
tutti gli altri non ci piove. Per volume X, pag. 36; e per ciò ma i figli una ricchezza e ima
quanto riguarda tutto il resto, che concerne l'abito ecclesia- benedizione: "Ecco, dono del
caro signore, non ho fatto un stico può leggere L'abito reli- Signore sono i figli. Come
balzo sulla sedia, perché or- gioso. Studio storico e psico- frecc e nella mano del guer- ,,.A BANDIERA AR·
mai sono rotto a tutto . Vado sociologico dell'abbigliamen- riero tali sono i figli della l.;COBALENO. Egregio
per ordine e l'informo che to religioso, Claretianum, giovinezza. Felice l' uomo che dir., [.. .] Prendo spunto dal
forse ho ritrovato dove lei ha Roma 1977. Se poi vuole sa- ne ha riempito la sua fare- numero di settembre del BS,
letto la notizia e chi è che pere che cosa io ne pensi del- tra". Di conseguenza la steri- "Due note, Vasto per la pace"
!' ha scritta.
l'abito ecclesiastico, son.o lità era una grande disgrazia, Oratorio salesiano, dove ap-
Allora, se il "pieno Medio stato sempre convinto che sia anzi una maledizione, la peg- pare la bandiera arcobaleno.
Evo" corrisponde al V secolo il monaco a fare l'abito , a giore. Riti particolari, visite, Dal giornale "Il Tempo" ap-
a - quando cominciarono ad patto che sia sarto, non vice-
andare di moda gli abiti corti versa.
introdotti dai barbari e gli ec-
clesiastici continuarono a
portare i precedenti abiti lun- IGLI FREGATUREIII
ghi, purché fossero "modesti
Egregio direttore, ho letto
e senza orpelli", come san- in un giornale che l'avvocato
cirà più tardi nell'816 il Con- di Giulio Andreotti, la signora
cilio di Aix-la-Chapelle al o signorina Giulia (anche lei!)
can.. 124 - allora la teologa Buongiorno, ha dichiarato in
ha ragion.e, se no... ha preso una intervista che i figli per
un.a "topica".
lei che fa il mestiere che fa,
gran.di feste, riunioni e di-
scussioni infinite per dargli
un nome che fosse un pro-
gramma di vita, e banchetti,
offerte, preghiere circondava-
no ogni nascita. L'impegno
primo di un genitore era im-
parare l'arte di educare. Tut-
te le società hanno sempre se-
guito questo schema gerarchi-
co, per cui il lavoro, la politi-
ca, il divertimento, lo sport, la
prendo che tale bandiera è l'i-
cona del movimento gay [...]
I salesiani ignorano l'origine
di questa bandiera? E se lei
ha condiviso la manifestazio-
ne dell'oratorio di Vasto, mo-
stra di non sapere il significa-
to di questo simbolo.
Ettore, Roma
Caro Ettore, cerco di dare
una "dritta" alle tue informa-
GENNAIO 2004 BS

1.7 Page 7

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Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere pen;~~
nute in reda zwn e. Ce
scusiamo. Provvederemo_ a
suo tempo alla pubblicazw-
ne o alla risposta personale.
zioni, eh.e... non sono comple- Cinque dei sette colori del- più probabilmente significa
te! L'origine della bandiera /' arcobaleno compaiono an- che è invidiato. Non ci si sca-
in oggetto ha sorgenti lonta- che nella "Flag of Race" glia contro qualcuno, se non
ne... lontanissime, si radica (bandiera delle razze) del- è scomodo, se la sua vita non
addirittura nel biblico libro /' Associazione per i diritti ci- dà fastidio proprio per le scel-
della Genesi al capitolo 9, vili del reverendo lesse Jack- te controcorrente che opera.
dove l'arcobaleno diventa il son.
"Mal comune mezzo gaudio" ,
segno del!' alleanza che Dio Nel 1978 (17 anni dopo la dice un proverbio: se tutti
stabilisce con le sue creature sua prima comparsa) a San siamo nella melma, non ci si
dopo il castigo del diluvio: Francisco in California il accorge che esiste anche il
"Vi dò un segno del!' alleanza movimento gay adottò la prato fiorito ... Il gregge non
che ho stabilito tra me e voi... bandiera arcobaleno, chia- gradisce pecore nere; l' anti-
Ho messo un segno tra le mandola "Rainbow Flag " ; conformismo infastidisce so-
nubi..." .
venne commissionata all' ar- prattutto la coscienza! Sem-
La bandiera di stoffa ha fatto tista Gilbert Baker che prese bra incredibile, ma in realtà
la sua comparsa in Italia come modello la "Flag of gli amici, il gruppo, la so-
nella prima marcia della pa- Race". Prima del ' 78, infatti, cietà, ecc. ci vogliono tutti
ce il 24 settembre 1961 , ope- il movimento gay aveva co- omologati, tutti dentro gli
ra del filosofo Aldo Capitini, me simbolo il "Lambda" (la schemi, tutti allineati sulle
quello che ideò la marcia Pe- lettera elle greca) e ancor posizioni del gruppo, del
rugia/ Assisi. Si era ispirato a prima il triangolo. Inutile clan, del partito, della banda,
quella dei pacifisti anglosas- qui spiegarne i significati: della cricca... Chi va contro-
soni che nel 1958, guidati dal esula dal nostro assunto. corrente contravviene alle re-
noto filosofo Bertrand Russe/, Questo è quanto. Tiri lei le gole, si fa pecora nera e viene
organizzarono una manifesta- conclusioni.
rifiutato dal gregge. Oggi
zione antinucleare. I suoi co-
Q lori sono il segno della convi-
vialità nelle differenze per
ARE
anche l'anticonformismo è
omologato. Se qualcuno si
SESSO? Caro permette di svettare più in
quella nota proprietà fisica
Direttore... sto con un ra- alto, crea problemi al resto
che ci facevano vedere a gazzo ... cammlllamo insie- del gruppo , suscita invidia,
scuola di restituire la luce me, con grande gioia per es- sconvolge l'uniformità del-
bianca quando i colori del- serci trovati ... e forte deside- /' anticonformismo conformi-
/' arcobaleno, disegnati su un rio di "essere una cosa so- sta, infastidisce, e allora vie-
disco rotondo, venivano fatti la" ... Non è facile resistere .. . ne bollato come... un fesso!
ruotare velocemente. Infatti, sappiamo di essere una ric- Ma, può giurarci , si tratta più
la bandiera originale aveva chezza che chiede il massimo di rabbia da invidia e mecca-
impressa al centro la colom- rispetto ... Ieri sera lui riceve nismo di d(fesa che non di di-
ba "bianca" (noti la finezza!) un messaggio da un' amica sprezzo. Il "fesso" che si ap-
di Picasso , poi sostituita dal- comune: "Più trombi e più ti piccica come un francobollo
la scritta. La bandiera di Ca- carichi!"... Ci siamo rimasti sulla schiena degli altri, in
pitini è oggi conservata a male ... Io continuo a pensar- realtà lo si sente su se stessi.
Collevalenza e viene usata ci: perché chi sceglie la ca- La castità, ci pensi, pe1petua
ogni anno nella ormai famosa stità continua a essere consi- la giovinezza. Mi ha favorevol-
marcia.
derato un fesso?... Perché mente colpito, leggendo Fran-
fare sesso è come fare ginna- çois Mauriac , quanto egli scri-
stica, fare la spesa, farsi una ve di alcuni anziani sacerdoti
APPELLI
bibita? ... Mi scusi il modo di che aveva conosciuto: "Nei
(Un altro let1ore mi scrive la esprime1mi, ma sono molto volti scavati e stanchi ho visto
sua gioia per aver trovato ar- arrabbiata.
occhi di adolescente" . È vero
traverso questa minirubrica la
sua "anima gemella". Che di-
re? Gli Appelli 11011 sono certo
fall i per questo genere di ri-
ch ieste, tani' è che evito di met-
tere quelli di lettoriltrici alla ri-
Lettera firmata
Cara signorina, potrei farle
un lungo elenco di lettere e di
testimonianze come la sua.
che si rischia il ridicolo se si
proclama che la castità è un
valore, ma rifletta: tutti colo-
ro che l'hanno dichiarato so-
no stati uomini e donne di va-
cerca della propria "metà". In
ogni modo, non posso che au-
gurare "ogni ben di Dio" a co-
loro cui è capitato questo even-
to. E mi auguro che l'amore
trovato sia vero, unico, indi-
Non è vero che la gioventù
sia tutta come i media voglio-
no che sia (ho scritto voglio-
no non descrivono). Provi a
verificare quanto le dico: chi
lore immortale . Gliene cito
due su tutti, il Mahatma Gan-
dhi e Madre Teresa di Cal-
cutta! Ma la lista è lunga!
Del resto anche lei può intui-
struuibile) .
è oggetto dei "frizzi e lazzi" re che il rapporto sessuale
da parte di "quelli che seguo- lega al partner, riduce lo spa-
Desidero COITispondere con no la corrente" per le cose zio della propria libertà, ren-
quanti come me credono nel che fa (o non fa) non vuol de più supe,ficiale l' approc-
valore dell'amicizia. Arena dire che è dispreuato, molto cio con gli altri...
Linda, Via M. Stabile, 6
_q
p~ p
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse @sdb.org
BS GENNAIO 2004

1.8 Page 8

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SIRACUSA, SICILIA
UNA VISITA
SPECIALE
Il Rettor Maggiore, don Pa-
scual Chavez, ha fatto visita
alla signora Antonina Giusto
!annuso, la donna che cinquan-
ta anni fa - precisamente il 29
agosto 1953 - ha visto il qua-
dro di gesso che teneva al ca-
pezzale del letto, raffigurante
la Madonna, versare lacrime.
L 'evento fece parlare i giornali
di tutto il mondo. Oggi Siracu-
sa è la città della Madonna
delle Lacrime. Un ardito e ma-
gnifico santuario a forma coni-
ca custodisce il quadro della
lacrimazione, che coi suoi 74
metri .di altezza sembra proteg-
gere dall'alto la città.
MALTA
I salesiani a Malta hanno ce-
lebrato, come già scritto, il
centenario della loro presen-
za nell'isola degli antichi ca-
valieri. Un ' altra delle loro
originali realizzazioni per com-
memorare degnamente il rag-
giunto traguardo è stato il
magnifico quadro di Don Bo-
sco fatto eseguire dal noto
pittore maltese, cavalier Pao-
lo Camilleri Cauchi, quotato
anche all 'estero. Non pochi
suoi quadri sono in collezio-
ni pubbliche e private soprat-
tutto in Australia e Canada.
Due suoi bozzetti si trovano
anche nella Pinacoteca di arte
contemporanea del Vaticano.
Scrivemmo già di tre sue
grandi tele per la chiesa della
parrocchia salesiana di Bova
Marina.
GENNAIO 2004 BS
MADRID, SPAGNA
A PRANZO
DAL PRINCIPE
Suor Amaya Razquin è una
missionaria doc . Spagnola
di origine, lavora da più di
trent'anni in Bolivia dove è
riuscita a realizzare opere
magnifiche a favore dei più
poveri, in particolare delle
ragazze e giovani donne cam-
pesine. Grande sostenitore
di questo impegno di soli-
darietà verso gli impoveriti
boliviani è stato sempre il
governo di Navarra che ha
risposto con aiuti generosi,
dimostrando di apprezzare
un lavoro che promuove la
gente rendendola capace di
autonomia e dignità. Suor
Amaya ha avuto particolari
soddisfazioni, come un pran-
zo a fianco del principe Feli-
pe di Borbone, che si è con-
gratulato per il lavoro che
l'Istituto delle FMA com-
pie, e addirittura ha scritto
una dedica di ammirazione
per l'opera delle FMA in
Bolivia.

1.9 Page 9

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a cura del direttore
L . c - - - -_.!.:._
ragazzi" . Essi hanno sul
groppone qualche migliaio
di anni, eppure non sono
diventati roba da museo.
Bocci si rivolge proprio ai
più moderni tra i moderni, i
ragazzi. Per loro ha scritto
il bel volume , arricchito
dalle illustrazioni di Luisa
Gaia. Quei comandi sono
sempre vivi , perché ogn i
essere vivente a qualsiasi
religione appartenga ce li
ha scritti dentro, come un
marchio di fabbrica. È per-
ciò facile ottenere "la pa-
tente di circolazione per le
strade della vita", basta se-
_ _ _ _ ___. guire i suggerimenti scritti
nel profondo misterioso di
ciascuno e stare attenti a
PEP I RAGAZZI
non perdere punti! La vita
cristiana è una scommessa
Valerio Bocci, direttore di e un'avventura tra le più
"Mondo Erre", ha lanciato avvincenti che esistano pro-
la sua provocazione: "I 1O prio grazie a quelle 1O pic-
comandamenti spiegati ai cole leggi.
HARAMBÉE 2003
L'Harambée ha 15 anni. È di-
ventato il più importante ra-
duno di animazione missiona-
ria organizzato dal VIS e ar-
ricchito dalla consegna dei
crocifissi ai missionari par-
tenti . Un 'altra carattenstica
dell'appuntamento è quella di
portare a questa solenne ceri-
monia sempre più laici. In
tutto sono partiti 55 missiona-
ri per questa 133" spedizione
(17 SDB, 6 FMA e 32 laici;
questi ultimi hanno dunque
superato i religiosi). In tutto
55 persone per 22 Nazioni dei
5 Continenti.
NUMISMATICA
a cura di
Roberto Saccarello
ARGENTO DI SAN PIETRO
PER L'ANNO DEL ROSARIO
" Il Rosario è un modo piissimo di orazione e di
preghiera a Dio, modo facile alla portata di tutti,
che consiste nel lodare la Vergine ripetendo il
saluto angelico per centocinquanta volte, interpo-
nendo a ogni decina la preghiera del Signore, con
meditazioni illustranti l'intera vita del Signore". La
bolla Consueverunt di san Pio V, da cui è tratta la
definizione, rappresenta una pietra miliare nella
storia della devozione mariana. Di papa Ghislieri ,
è da ricordare ancora la bolla Salvatoris Domini,
per la vittoria di Lepanto, che istituiva la festa litur-
gica del 7 ottobre proprio a ricordo del trionfo delle
armate cristiane sulla Mezzaluna.
Leone Xlii si può dire meritatamente "Papa del
Rosario" al pari di Pio V: portano infatti la sua firma
dodici encicliche e due lettere apostoliche che svi-
luppano i temi della devozione. Giovanni XXIII
esplicò il suo magistero sul salterio mariano a più
riprese con encicliche e discorsi; fra le prime è da
ricordare la Grata recordatio del 1959, in cui racco-
manda la devozione del mese di Ottobre. Giovanni
Paolo 11, infine, ha proclamato l'anno del Rosario
(dall'ottobre 2002 all'ottobre 2003) e con la Lettera
Apostolica Rosarium Virginis Mariae ha integrato i
tradizionali tre cicli di misteri - della gioia, del dolore,
e della gloria - con un nuovo ciclo: i misteri della
luce, che riguardano la vita pubblica di Cristo.
La Città del Vaticano ha emesso il 14 ottobre
scorso una splendida moneta d'argento da 5
euro plasmata da Roberto Mauri. Il diritto mostra
il Pontefice regnante raccolto nella recita del rosa-
rio, il rovescio l'immagine della Madonna di Pom-
pei. Fondato dal beato Bartolo Longo, il santuario
dedicato alla Vergine del Rosario a Pompei venne
consacrato 1'8 Maggio 1891 e dichiarato "pontifi-
cio" da Leone Xlii con il breve Qua Providentia del
13 marzo 1893.
Per eventuali informazioni:
Ufficio numismatico del Governatorato -
00120 Città del Vaticano. Te/. 06.698.91337.
Per saperne di più: 'l1" 0761/307. 124
BS GENNAIO 2004

1.10 Page 10

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l00annifa
Anche nel gennaio 1904 il BS si presenta con la
copertina rinnovata, come da foto. All'interno, a
pag. 8 troviamo un'interessante lettera di don
Rua, il beato Michele Rua, successore di Don
Bosco, ai cooperatori. Di questa trascriviamo per
i lettori un'interessate considerazione sugli
emigrati italiani in America.
logica condotta dall'autore
sul territorio della casa sale-
siana di Bet Gemal. La ricer-
ca - 1O anni e 8 campagne
archeologiche - era connes-
sa con la questione storica
della sepoltura del protomar-
tire Stefano. Strus, docente
di sacra scrittura all'UPS, ha
confrontato la questione sto-
rica con i dati archeologici. Il
L ~ ~,;.;::.::.~--"-"'"~ - ~ libro, arricchito di contributi di
altri scienziati, offre rigorose
BET GEMAL, ISRAELE analisi e materiale vario: arte-
ARCHEOLOGIA
fatti tra cui ceramica, monete,
iscrizioni. L'autore dà un'inter-
Andrzej Strus, Khirbet Fattir pretazione storica dalla quale
- Bet Gemal. Two Ancient risulta un quadro d'insieme a
Jewish and Christian sites favore dell'ipotesi della sepol-
in lsrael, Roma, LAS 2003. tura di Santo Stefano a Bet
Il libro, in inglese, raccogli e i Gemal, anche se mancano
risultati della ricerca archeo- ancora prove dirette.
DILLA, ETIOPIA
[... ] Memori delle raccomandazioni di D. Bosco i
Salesiani sparsi nelle varie Repubbliche d 'America,
rivolsero sempre tutte le loro sollecitudini verso gli
emigrati. Trovandosi in mezzo di loro, di leggieri
poterono rendersi conto della loro condizione, so-
vente tutt'altro che comoda e fortunata, e conobbero
il grave rischio che corrono di perdere il prezioso te-
soro della fede. Oltre ciò che fanno per gli emigrati
dell 'America del Sud, oltremodo copiosa è diventata
per lodola messe negli Stati U niti. Colà si volse da
alcuni anni l' emigrazione italiana; quindi più che in
ogni altra parte, colà è sentito il bisogno di sacerdoti
italiani. Animati dall 'esempio di altre zelanti Con-
gregazioni religiose, che li precedettero, i Figli di D .
Bosco presero cura primieramente della parrocchia
degli italiani in S. Francisco di California; più tardi
fo ndarono la parrocchia di S. Brigida in New York,
e l' anno scorso accettarono quella dell a Trasfigura-
zione nella medesima città. F u specialmente dovuta
alla loro attività la fo ndazione del periodico L' Ita-
liano in America, assai largamente diffuso tra gli
emigrati. Per opera loro furono iniziate varie Società
di Mutuo Soccorso e varie associazioni per i giovani
e per le fanciulle per mezzo delle quali la gioventù è
tenuta lontano dai pericoli, e si tiene salda nel sen-
tiero della pietà e della virtù.
GENNAIO 2004 BS
LA NUOVA CHIESA
Nel maggio scorso è stata be-
nedetta la nuova Chiesa dedi-
cata a Maria Ausiliatrice per
la comunità di Dilla. Vi han-
no partecipato migliaia di fe-
deli. Alcuni erano gi unti a
piedi dopo una camminata di
4 ore e più. È stata festa gran-
de, con preghiere, liturgie, can-
ti e danze alla maniera africa-
na. L' inaugurazione di una
chiesa è sentita dall' altissima
sensibilità religiosa africana
come un evento unico. (Nell a
foto: don Giorgio Pontiggia,
uno dei papà dei tanti bambi-
ni orfani ospitati dai sales iani
a Dilla).
MOSSOUL, IRAQ
GREST
Nonostante la guerra, gli attac-
chi, le imboscate, l'insicurez-
za, la paura, i salesiani anche
quest'anno si sono recati a
Mossoul, in Iraq per continua-
re l'oramai tradizionale "Estate
Ragazzi". E anche quest'anno
circa 700 ragazzi/e hanno
partecipato con entusiasmo
alle più diverse attività ap-
prontate da un nutrito gru ppo
di animatori che si era coscien-
ziosamente preparato con alcu-
ni stage alla non facile impre-
sa. Ma i salesiani continuano a
sognare di mettere definitiva-
mente piede in Iraq con un ' o-
pera stabile.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Nogales, 320 mila abitanti, edifici e baracche.
Molte baracche. Città di operai delle maquil/adoras
(assemblaggi) e di disperati in attesa di
un'occasione per attraversare il confine ed entrare
clandestinamente in Arizona. Città dai mille
problemi: stupri, uccisioni, rapine, alluvioni,
inquinamento ...
C'è qualcosa di nuovo a Nogales,
nello stato di Sonora (Messico):
sono arrivati i salesiani.
UNA LUCE
PER NOCiALES
Non c'è ancora alcuna struttura, ma ci sono già
due salesiani, don Osvaldo Gorzegno e
don Francisco Muratalla, nella foto con i coniugi
Patrizia e Marco Antonio Martfnez (ai due lati)
che hanno aperto il cammino ai salesiani
verso la nuova opera...
... che sarà composta di parrocchia, oratorio
di servizi e centro di animazione pastorale.
Preparerà animatori per tutte le parrocchie e oratori
della città. Si completa dunque il quadro degli oratori
di frontiera dopo quelli di Ciudad Juarez, Tijuana,
Mexicali. A Nogales li attendono gli stessi problemi.
Sono le 5 del mattino. Don Osvaldo sul campanile
(un semplice arco) della parrocchia di Cristo Re
che domina la città, e che lo ospita
temporaneamente, suona l'alba della nuova
presenza: " Don Bosco llega a Nogales! ", Don Bosco
arriva a Nogales!
L'incontro con Consuelo Dabdub, figlia di un .
exallievo dell'Istituto salesiano di Betlemme. E lei
che ha fatto costruire a Nogales una chiesa dedicata
a Maria Ausiliatrice. Già esisteva in città anche
un " Oratorio Domingo Savio". La strada, insomma,
era tracciata da un pezzo per i figli di Don Bosco.
BS GENNA IO 2004

2.2 Page 12

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=Messaggi ••••••
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• t
Don Franco Parachini
è un salesiano che vive
e lavora presso
in acquerello
la Pontificia Università
Salesiana, ed è un
artista. Ai suoi messaggi
: di Giovanni Eriman
·••••••- -- - -- - - -- - - - - - - - - - - - -- -- - - - ~
"cromatici" dedichiamo
una riflessione.
Carichi di pathos i personaggi.
Molte volte bastano linee curve in-
tersecantesi come in Sale della terra
o Sale della terra e luce del mondo
a dare movimento, a indicare la
strada, a esortare alla meta.
Don Franco non è un virgulto
artistico spuntato per caso. Si può
invece affermare che sia un figlio
d'arte. Un giro veloce nei percorsi
della sua famiglia e troviamo Pietro
(1860-1931) decoratore di garbata
finezza che ha lasciato la sua im-
pronta su chiese nel milanese, in al-
cune palazzine di Torino (Wild,
Bocca, Abegg) e nella Villa Agnelli
a Villar Perosa. Alfredo (1884-
1964), Achille (1888-1970), Lidia e
altri ancora gli artisti di casa.
L' artista dipinge per il piacere in-
: • Il coraggio della vita verso...
La ••
tecnica che usa è l'acque-
rello, i colori sono tenui, ma
luminosi. In quasi tutti i qua-
dri domina il giallo in diverse sfu-
mature che donano luce, grazia e
delicatezza alle composizioni, ~i
può dire che le timbri, le firmi ... E
come se personaggi e paesaggi fos-
sero catturati dal Sole che tutto av-
volge e su tutti imprime il suo sigil-
lo. Una composizione Luce del
mondo svela chi è questo Sole del-
1' Universo. Spira nelle composizio-
ni un'aura di tranquilla spiritualità,
un clima di appagante dolcezza,
: quasi una nostalgia di cielo, di pace,
: di fraternità cercata e pregata.
: Essenziali i tratti che nulla tutta-
: via tolgono alla comprensione com-
piuta del quadro, alla chiarezza
:profonda del messaggio.
Luce del mondo.
GENNAIO 2004 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

2.3 Page 13

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1••···················································································
teriore di esprimere la sua fede, la
sua visione della vita, il suo deside-
rio di dimorare in un mondo reden-
to, di fare cielo sulla terra.
Ma don Franco dipinge anche per
rispondere alla sua vocazione di
••••
prete e salesiano. Egli sa bene che
tutto è buono per far del bene, che i
talenti avuti in dono vanno restituiti
"con gli interessi"; interessi che poi
sono tutti a favore di chi questi stes-
si talenti ha saputo valorizzarli e
porli a disposizione della gente.
Ecco allora che il salesiano/artista
con i suoi acquerelli onora un ami-
co, fa festa a un parente, copertina
••
un libro, impreziosisce una rivista,
fa il soggetto per una cartolina ...
Natività.
Si è anche deciso ultimamente Chiesa del paese.
per una mostra che per quasi un
mese la Libreria Leonina di Roma
ha ospitato.
efficace del Sole di giustma cui
tutto l'universo obbedisce e s' in-
Sono interessanti le sue svet-
tanti chiese, scure, quasi nere, co-
me se intendesse dire che in realtà
la costruzione, di mano umana, non
è la cosa principe della fede: più
importante è la testimonianza viva
dei cristiani che per la stessa fede
hanno dato la vita fino al sangue, e
il rosso che pavimenta il sagrato e
il teITeno attorno ne dà la visione.
Ancora una volta il giallo dello
sfondo piegato a marrone dal san-
gue raffigura la Presenza viva ed
china.
Non poche le composizioni. Dal ti-
tolo di alcune si può facilmente evin-
cere che il suo impegno di prete/arti-
sta è espresso in due direzioni: arte
da fruire e arte da cui imparare. I
suoi quadri, insomma, educano, inse-
gnano, parlano, fanno meditare. Ba-
sti riflettere su alcuni titoli, oltre a
quelli già accennati: La salvezza, La
famiglia, Orientamento, Il coraggio
della vita, Verso la chiesa, La croce,
Pane di vita , ecc.
~m• •
~ - - - - - - -- - - - - - - ••.•••••••••••••••••
Sale della terra e luce del mondo.
~ - - - - - - -- - - - - - ~ ·••••
La Madre.
Verso la chiesa.
'------- -- - - - - - -- - ~
La famiglia.
•••••••••••••••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GENNAIO 2004

2.4 Page 14

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Il 24 luglio 2003 è stata approvata
ORATORIO
MONAMOUR
Intervista a cura di Filippo Manoni
Su una legge lungamente
attesa e sempre sospirata
dagli operatori che
gestiscono e/o dirigono
i numerosissimi oratori che
costellano l'Italia da Nord a
Sud senza dimenticare
le isole, abbiamo inte1V1stato
1/ primo firmatario della
stessa, /'on. Luca Volonté.
L'Oratorio è: Casa che accoglie.
quelle attività volte - come dice il
comma 2 dell'art. 10 "a promuovere
la realizzazione di programmi, azio-
ni e interventi, finali zzati alla diffu-
sione dello sport e della solidarietà,
alla promozione sociale e di inizia-
tive culturali nel tempo libero e al
contrasto dell'emarginazione socia-
le e della discriminazione razziale,
del disagio e della devianza in am-
bito minorile,favorendo prioritaria-
mente le attività svolte dagli Orato-
ri e dagli enti che svolgono attività
similari".
C'è stata battaglia per l'ap-
provazione o tutto è filato liscio?
Onorevole, è stata approvata il - che riconosce il valore sociale
24/07/03 la cosiddetta "legge sugli degli oratori e quindi ne favorisce
oratori". In due parole, di che si lo sviluppo. Con questa legge lo
tratta?
Stato, finalmente, prende atto della
Si tratta dell'applicazione del formidabile azione di educazione
principio di sussidiarietà:
sociale e civile svolta nel corso dei
- lo Stato democratico ha bisogno secoli dagli oratori, la giudica posi-
di cittadini responsabili, cioè educati tiva e perciò la incentiva finanzia-
ai valori civici, religiosi e alla socia- riamente.
lità;
- lo Stato riconosce che nella so- Quale definizione dà la legge
cietà c'è una risposta positiva al suo di "oratorio"?
bisogno che è quella fornita dagli Nella legge esiste una definizione
oratori;
di attività "utili" per lo Stato che
- lo Stato valorizza e incentiva vengono svolte nell'oratorio, sono
l'ambito educativo (gli oratori) do- quelle attività finalizzate a favorire
ve si formano i cittadini che hanno lo sviluppo, la realizzazione indivi-
responsabilità sociale, senso civico duale e la socializzazione dei mino-
e religioso.
ri, degli adolescenti e dei giovani di
In altre parole, è una legge - la qualsiasi nazionalità, residenti nel
prima nella storia della Repubblica teITitorio nazionale. In particolare
GENNAIO 2004 BS
... Parrocchia che evangelizza.

2.5 Page 15

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dal Parlamento italiano la "legge sugli Oratori".
... Scuola che avvia alla vita.
... Cortile per incontrarsi e fare amicizia.
Di chi l'opposizione più dura?
Fin dalla prima idea di inserimen-
to nel calendario dell'Aula a Monte"
citorio, abbiamo preso atto del con-
senso sulla nostra Proposta di
Legge di gran parte dei Gruppi Par-
lamentari di maggioranza e opposi-
zione. Praticamente tutti, tranne i
due gruppi di ispirazione comuni-
sta: Rifondazione Comunista e i
Comunisti Italiani. Tutto però e fila-
to liscio se pensiamo che nessuno in
cinquant'anni aveva avuto il corag-
gio di far riflettere il Parlamento
sulla straordinaria opera di costru-
zione educativa di intere generazio-
ni di cittadini italiani svolta dagli
oratori. Nel Parlamento Italiano e
nel Senato della Repubblica, del
resto, non sono pochi gli exallievi
degli oratori sia salesiani sia parroc-
chiali (pensi agli oratori milanesi e
non solo).
Quali sono, schematicamente,
i vantaggi per gli oratori parroc-
chiali e/o salesiani?
Oltre ai vantaggi previsti nelle
leggi 28 agosto del 1997, n. 285 e
dell '8 novembre del 2000, n. 328,
la Legge n. 206 del 2003 prevede
che "si devono considerare a tutti
gli effetti opere di urbanizzazione
secondaria, quali pertinenze degli
edifici di culto, gli immobili e le at-
trezzature fisse destinate alle atti-
vità di oratorio e similari... le mi-
nori entrate dei Comuni sono rim-
borsate dallo Stato con apposito
decreto... per tale prevzszone è
stanziato un fondo di 2,5 milioni di
euro/annui dal 2003 al 2005... per
realizzare le finalità della presente
legge , lo Stato, le regioni , gli enti
locali , nonché le comunità monta-
ne possono concedere in comodato
- agli oratori - beni mobili e im-
mobili, senza oneri a carico per la
finanza pubblica" . Infine, anche
"le Regioni possono riconoscere,
nel!' ambito delle proprie compe-
tenze il ruolo delle attività degli
oratori".
Ci sono oratori che non ci
rientrano? Quali sono i requisiti
necessari per rientrare nei benefi-
ci della legge?
· Rientrano nei benefici di legge
tutti i soggetti (oratori o enti di di-
verse confessioni religiose) che
svolgono le attività previste dal
2: comma 2 della legge e richiamate
nella Risposta n. Perciò, tutti gli
oratori legati alle parrocchie e tutte
le attività similari legate agli Enti
Ecclesiastici della Chiesa Cattolica
sono compresi nei benefici della
legge.
Che cosa occorre fare, da su-
bito?
Ciò che occorre fare "da subito" è
attivare tutte le procedure previ-
ste dalle leggi n. 285 del 1997, n.
328 del 2000 e dell'attuale legge
del 1° agosto 2003, n. 206. Attivare
colloqui anche tramite delle federa-
zioni di oratori con le amministra-
zioni comunali e con quelle regio-
nali può certamente favorire una
corr~tta applicazione della normati-
va. E nell 'interesse dei vari oratori,
occorre ripeterlo, che si prendano
contatti con le sedi competenti ...
perché - se posso permettermi una
bonaria osservazione - uno dei di-
fetti di molti, moltissimi oratori è
che non sanno sfruttare appieno le
leggi favorevoli o perché non le co-
noscono o perché non hanno molta
fiducia nei benefici che ne potranno
ricavare e non per se stessi ma per i
giovani verso i quali è diretta l'ope-
ra educativa, o perché, indaffarati in
mille cose, pure sacrosante, dimen-
ticano o relegano in secondo ordine
i contatti che contano , quelli istitu-
zionali con l'amministrazione civi-
le, che sono invece decisamente im-
portanti.
Che lei sappia, c'è qualcosa di
simile nel resto d'Europa, o siamo
gli unici ad aver legiferato in que-
sta direzione?
Non sono personalmente a cono-
scenza di alcuna legislazione in
questa materia in altri Paesi europei,
ma spero che le ragioni che hanno
dato vita all'idea sulla Legge per gli
oratori possano trovar seguito anche
in Europa. Infatti in Italia come in
alcuni Paesi europei ampia e bene-
vola è stata l'opera degli eredi di
san Filippo Neri prima e di san Gio-
vanni Bosco poi.
BS GENNAIO 2004

2.6 Page 16

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redaziona le
MARIA
NELL'EDUCAZIONE
.·· DI GESÙ CRISTO
E DEL CRISTIANO
1. la pedagogia interroga
alcune fonti biblico-teologiche
AUXILIUM, ROMA
STUDI SU MARIA
C'è fermento alla facoltà di
"Scienze dell 'Educazione"
dell'"Auxilium" di Roma che
si è mobilitata, chiedendo la
collaborazione di altre Uni-
versità, per un lavoro diffici-
le, delicato e suggestivo,
quello di studiare e socializ-
zare la figura di Maria come
"Educatrice". Una ricerca,
questa sul ruolo educativo
della Mamma di Gesù, che fa
onore alle FMA. Partita già
nell'aprile del 2000 con
scambi tra facoltà di diverse
Università, il lavoro è conti-
nuato attraverso contatti, ap-
profondimenti, pre/seminari e
seminari, sfociati in una prima
pubblicazione (vedi foto) nel
2002, in una seconda nel
2003 . Un altro seminario e un
altro convegno testimoniano
della volontà decisa del-
l'Auxilium a continuare uno
studio che può rivelarsi fon-
damentale per tutti gli educa-
tori cattolici e gli operatori di
pastorale giovanile.
UPS, ROMA
ANNO ACCADEMICO
2003/2004
Solenne come al solito l'inau-
gurazione dell 'anno accade-
mico all'UPS. La cerimonia
iniziata nella chiesa parroc-
chiale salesiana di Santa Ma-
ria della Speranza con la litur-
gia presieduta dal Rettor Mag-
giore, Gran Cancelliere del-
l'Università, è stata animata
dal coro interuniversitario del
maestro Palombella. Nell'au-
la Paolo VI poi le prolusioni
del nuovo Rettor Magnifico,
professor Mario Toso, e la le-
zione di introduzione all'anno
di monsignor Crepaldi, nel
quarantesimo della Pacem in
Terris; quindi la consegna
della medaglia all'ex Rettore
e ai docenti emeriti. A con-
clusione, la premiazione degli
studenti migliori di tutti i
gradi accademici.
Cltll,IO PAM'l .1MANllf.LA MAIUNEW
LAIINDON■
RINNOVATA
mleterl • certezze
t ()
9•
II
t
&&
t
·1
'
SINDONE
Due importanti libri sulla Sa-
cra Sindone presentano l'in-
tervento conservativo cui il
prezioso lino è stato sottopo-
sto nell 'estate precedente. Il
testo di Mechthild Flury Lem-
berg, Sindone 2002, l'inter-
vento conservativo (ODPF),
è redatto in tre lingue (italia-
no, inglese e tedesco) e illu-
stra l'intervento compiuto nel
2002 che ha portato alla ri-
mozione dell'impianto dei re-
stauri di Chambé1y del 1534
e alla sistemazione del sacro
lino su una nuova tela di sup-
pmto. Nel volume l'autrice,
principale artefice dell 'inter-
vento conservativo, ha steso
il resoconto dettagliato delle
fasi di lavoro descrivendo nei
pruticolari, con oltre 150 fra
fotografie e schemi inediti, le
fasi di rimozione delle toppe
e del telo d'Olanda, l'elimi-
nazione dei residui inquinanti
e l'ancoraggio della Sindone
su un nuovo suppo1to d( lino
neutro. L'altro volume, La
Sindone rinnovata, misteri e
certe:u.e (Progetto Editoria-
le), è opera di due studiosi
della preziosa Reliquia, Giu-
lio Fanti ed Emanuela Mari-
nelli che presentano le certez-
ze che sono state raggiunte
dalle più moderne ricerche
scientifiche e discutono in
modo oggettivo i misteri non
ancora svelati, illustrando le
ipotesi più verosimili che
possono essere fornite alla
luce dei dati acquisiti. Ven-
gono anche espresse alcune
perplessità in merito all 'inter-
vento dell'estate 2002.
BREVISSIME DAL MONDO
MADRID. Hanno riscosso
un grande successo i quattro
giorni della "Fiera religio-
sa" di Madrid, la più impor-
tante d'Europa, svoltasi a
fine ottobre, dove sono stati
esposti moltissimi prodotti
riguardanti la Chiesa, il tu-
rismo religioso, le editrici
cattoliche, l'artigianato, le
confraternite, mobili e sup-
pellettili per le chiese, ecc.
mentre lo stesso giorno del-
l'apertura vestiva l'abito
dell'ordine un'altra giovane
albanese.
MADRID. Alla giornalista
spagnola Pilar Requena è
andato il "Premio Interna-
zionale di Giornalismo Re
di Spagna 2003" per il do-
cumentario "Il Papa venuto
dalla Polonia".
SAPE, ALBANIA. Nel set-
tembre scorso è stato inau-
gurato il primo convento di
carmelitane scalze in Alba-
nia. Costruito con l'aiuto
dei cattolici, ne hanno preso
possesso quattro carmelita-
ne croate, e due albanesi,
CITTÀ DEL VATICANO.
Il Papa ha stabilito che la
memoria della Beata Madre
Teresa di Calcutta venga
celebrata il 5 settembre di
ogni anno, giorno della mor-
te della "mamma dei po-
veri".
GENNAIO 2004 BS

2.7 Page 17

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PALAZZOLO ACREIDE,
SICILIA
Non è frequente che un
hotel sia intitolato a un
santo - a meno che non
appartenga a una congre-
gazione relig iosa . A
Palazzolo Acreide , una
trentina di chilometri da
Siracusa , un exallievo ,
Gaetano Carestia (in foto
col figlio , l'ispetto re e il
Rettor Magg iore), ha inti-
tolato il suo albergo a
Don Bos.co, facendo fon -
dere anche una magnifica
statua bronzea del santo
di cui il signor Gaetano è
un vero fan .
ROMA, UPS
L'Ateneo Salesiano ha
celebrato i 30 ann i della
sua attività come Pontifi-
cia Università. Il titolo le è
stato assegnato, infatti , il
24 Maggio 1973. Le Po-
ste Italiane hanno con -
cesso l'annullo speciale
su 1000 esemplari a testi-
monianza dell'importanza
dell'evento. Da allora l'U-
niversità si è arricchita
con la nuova facoltà di
Scienze della Comun ica-
zione Sociale.
TORINO, VALDOCCO
I superstiti - 15 su 33 - del
gruppo di sacerdoti sale-
siani ordinati 50 anni fa ,
nel 1953, dal cardinale
Maurilio Fossati , arcive-
scovo di Torino . In 1O si
sono ri trovati presso la
Casa Madre per festeggia-
re il loro lungo servizio
sacerdotale. A loro si sono
uniti tre altri sacerdoti più
giovani che celebravano il
25° di ordinazione. Ha pre-
sieduto Monsignor Bortola-
so, "uno del gruppo", vica-
rio apostolico emerito di
Aleppo .
HONG KONG, CINA
Lo scorso dicembre sono
terminate le celebrazioni
per 1'80° anniversario del-
l'arrivo in Cina delle FMA
nel Vicariato di Siu Chow,
a Canton. La commemo-
razione ufficiale si è
avuta nel salone dell'Our
Lady's College, la grande
scuola di Hong Kong ,
dove si sono ritrovati in
320 per "fare memoria di
una storia ricca di sacrifi-
ci ma anche di soddisfa-
zioni". Molto commovente
il grazie a tutte le missio-
narie .
CHENNAI, INDIA
Le Figlie di Maria Ausili a-
trice non si stancano di
lavorare per la pace in
ogni parte del mondo .
Molte ormai le occasioni,
ufficiali e non , in cui
dichiarano la loro ferma
convinzione che solo la
pace potrà risolvere i pro-
bIemi del mondo , non
certo la guerra. Pace vuol
dire ripudio di ogni discri-
minazione, vuol dire giusti-
zia, integrazione , ecume-
nismo.. . Nella foto : il semi-
nario sulla pace promosso
dalle FMA nel 2002.
LATINA, ITALIA
Per i 70 anni di presenza
e attività apostolica dell'o-
pera sale siana si sono
mosse anche "Le Bene-
merite" dell'associazione
nazionale carabinieri di
Latina. Hanno organizza-
to una "serata d'onore"
con la partecipazione di
num erosi cantanti lirici,
attori , ballerine .. . Né sono
mancati i bambini e la
loro gioia. Presenti auto-
rità e numeroso pubblico;
il ricavato della serata è
stato offerto per le neces-
sità dell'oratorio.
BS GENNAIO 2 004

2.8 Page 18

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••••
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Spigolando fra le lettere inedite del quarto volume
·oonBosco di Francesco Motto
Alcune fra le molte
novità presentate dal
. curatore.
inedito
''E' un piemontese che ri-
corre ad un piemontese
per dare pane ad alcuni
poveri piemontesi. Veda V E. che
preambolo! La sostanza poi si ridu-
ce a pregare la sua carità a voler
promuovere lo spaccio di cartelline
di beneficenza che le unisco in nu-
mero di dieci". Indirizzata al cardi-
nal Bilio è una delle 179 lettere ine-
: dite del nuovo volume dell 'epistola-
: rio di Don Bosco edito dall 'ISS.
: Messaggio diretto, preciso, senza
fronzoli, tipo "prendere o lasciare",
: indirizzato per di più a un "principe
: della Chiesa" con cui non aveva
: particolare dimestichezza. Inutile
: aggiungere che il cardinale acquistò
i biglietti della piccola lotteria e
: come lui centinaia di altri corrispon-
: qenti che ben conoscevano come le
: finanze di Valdocco segnassero co-
stantemente zero per il costo del
: mantenimento di 850 di giovani,
: l'acquisto di nuovi immobili, il ri-
: scatto di numerosi chierici salesiani
: dalla leva militare, le spese delle
nuove fondazioni, le missioni e così
: via.
••
Un importantissimo
triennio
Il triennio 1873- '75 segna un mo-
mento cruciale della vita di Don
Bosco. Sono gli anni dell'approva-
zione definitiva delle Costituzioni
salesiane, dell'inizio dell'epopea mis-
sionaria in Argentina, dell'allarga-
mento della cerchia dei benefattori e
delle vocazioni mediante il progetto
dei Cooperatori e dell'Opera di Ma-
ria Ausiliatrice, della notorietà na-
zionale per la sua attività di raccor-
do fra Stato e Chiesa. E sono anche
anni di grandi delusioni: la mancata
concessione dei "privilegi", la cre-
scita dei gravi motivi di dissenso
con monsignor Gastaldi, la sfavore-
vole conclusione della succitata lot-
teria per cui tanto aveva lavorato, i
ripetuti fallimenti di una fondazione
salesiana a Roma, la morte di perso-
ne care... Si comprende dunque
come poter ora disporre, per un pe-
riodo così breve eppur ricco di av~
venimenti significativi, di ben 38
lettere inedite al Papa e alla Segre-
teria di Stato, di una quindicina di
lettere a cardinali e vescovi, di al-
trettante ad autorità civili, nazionali
e locali e di 37 a donne si possa
considerare un bel tesoro per una
sempre migliore conoscenza del
santo educatore di Torino. Spigolia-
mo dunque fra le pagine del volume
alla ricerca di qualche inedito tas-
sello del "mosaico Don Bosco".
Monsignor Gastaldi... Celebre
il dissidio con Don Bosco.
f'.J '";;r;/ff?f:..~, .. .. , _ ...
. ~- ~•1,:11r. ~ I ~•,,:!(,,
' ..
'
~:• ~ '-" •••• .., , ,.,,
, .,,--/, ~,./" / J~,I ,, ,n,,,., ,_,:~_-.=·
Fiducia
nella Provvidenza

2.9 Page 19

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1••·····································~···················
dell'Epistolario appena pubblicato.
col vaglia entro chiuso. Mi giunse altre me[da]glie ordinarie si posso-
in tempo opportunissimo. In quel no dare alla famiglia sua e a quella
momento aveva ricevuto un dispac- della sig.ra marchesa e a chi giudi-
cio da Novara che mi annunziava cherà. Questa ricetta si compone di
che un ottimo nostro chierico mae- un Pater al SS.mo Sacramento con
stro erasi presentato alla leva mili- una Salve Regina portando la me-
tare persuaso di essere riformato. daglia indosso fino alla cessazione
Invece fu fatto idoneo e immediata- del pericolo". Don Bosco corre un
mente incorporato. Non sapeva più bel rischio, si direbbe. Più prudente
dove rivolgermi per completare la invece con la signora Emma Bran-
somma richiesta di Jr. 2500 [per ot- cadoro la cui figlia era ammalata:
tenerne l'esenzioneJ, quando mi "In Torino si prega al(altare di
giunse la sua lettera che completò Maria A[. ..]. Speriamo. E vero che
precisamente quello che mi manca- Dio ama gli angeli, e tale è la sua
va ancora. Benedetta la sig.ra zia e bambina, ma mi sembra che la glo-
Don Bosco che scrive.
••••••••••••••••••••••••••••
benedetto Lei che ne fu organo di-
retto!".
Fiducia nella Provvidenza signifi-
ca fiducia in Dio che si serve di
strumenti umani. Ecco allora Don
Bosco scrivere alla contessa Callori
di Torino a proposito dell'acquisto
di un immobile. a Valdocco: "Il Ru-
ria del Signore voglia la conserva-
zione della medesima". E alla noti-
zia della guarigione replicava: "In-
tanto stava con fede aspettando...
Ed ora [.. .] trovo la sua lettera che
mi assicura avere lddio ascoltate
le nostre preghiere. Dio sia bene-
detto".
Datane comunicazione al Cardinale :
Antonelli e allo stesso I [f. 1vJ :
Santo Padre si era rimasti intesi col :
Presidente dei Ministri , che termi- :
nata la discussione della legge sulle :
corporazioni religiose, appena co-
minciate .le ferie della Camera dei :
sig. deputati si sarebbe definitiva- :
bicone è passato. Il compromesso è Al primo posto però per impor- mente concretato il citato progetto :
fatto . Non ci mancano che danari tanza ci sono i beni spirituali, quelli sulle basi ivi stabilite".
per fare l'istrumento della nota ca- che danno la vera gioia. Lo scrive al Concludiamo con una lettera :
sa. Finora non ho ancora un soldo; giovane marchese Antinori che gli piuttosto "originale" che, portata in :
tutta la fiducia è in Lei e qualche aveva confidato le sue pene spiri- tribunale, contribuì a salvare dalla :
. poco in alcuni altri. Vedremo: fac- tuali e materiali: "Ognuno ha la sua prigione un certo Davide Lazzaret- :
cia quanto può".
Una sincera fede è quella che osa
parte. Questa è una valle di lacri-
me, è un esilio, un carcere. Si può
ti, discusso riformatore sociale. ed
ecclesiale dell'epoca, successiva-
farsi autentica profezia, come nella dunque sperare qui felicità? Niuna. mente ucciso in uno scontro a :
lettera alla sig.ra Marina Pavese: Dunque ai beni eterni, ai beni stabi- fuoco con la polizia: "Abbiamo in- :
"Siccome il colera continua a mi- li, che non dipendono dal capriccio teso qualche sinistra voce su~ :
nacciarci così io le mando l'antico- degli uomini, alla virtù della reli- conto del signor David Lazzaretti
lerico per Lei, sua figlia e per la gione dobbiamo attaccarci".
che cioè sia stato incarcerato. Se :
sig[ra] Marchesa Santi: due specia-
mai potesse giovare la mia parola :
li medaglie per Lei e sua figlia; due
per la prefata signora cui prego
... Politica
in suo vantaggio io sono disposto a :
pronunziarla ben di cuore, giacché :
porgere li miei umili ossequi. Le Sono oltre una quindicina le lette- avendo il piacere di conoscerlo
re inedite che trattano di "politica nella scorsa primavera , anzi aven- :
ecclesiastica". Limitiamoci a quella dogli io dato ospitalità in questa :
al presidente del Consiglio Min- mia casa per alcune settimane, ri- :
ghetti, dove Don Bosco fa la sua conobbi una persona veramente
professione di fede politica: "Sebbe- dabbene, desiderosa di fare del :
ne io viva affatto estraneo alle cose bene al prossimo, noncurante dei :
politiche, tuttavia non mi sono mai propri interessi, purché possa gio- :
rifiutato di prendere parte a quelle vare agli altri. Se avrà occasione :
cose che in qualche maniera possa- di rivederlo lo riverisca per parte
no tornare vantaggiose al mio paese. mia, lo conforti coi sentimenti refi- :
Per questo motivo nello scorso giosi che la sua carità saprà ispi- :
marzo essendomi recato a Roma mi rarle, e se posso in qualche modo :
feci premura di presentarmi al Sig. giovare conti pure sul suo Obbl.mo :
Ministro Lanza per istudiare un servitore Sac. Gio Bosco".
modo possibile con cui mettere i ve- Ai lettori il sogno di cercare nel :
scovi al possesso delle loro tempo- nuovo volume conferme e novità :
ralità. Sua Eccellenza, gradì l'idea della propria immagine di Don Bo- : _
I
Il cardina.le Antonelli, Segretario
di stato Vaticano al tempo
dell'Unità d'Italia.
[...]. Mi fece allora vedere quattro sco. Sarà un'indagine affascinante
proposte del Consiglio di Stato[. ..]. e, perché no, intrigante.
O :
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GEN~A/O 2004

2.10 Page 20

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A Madras/Chennai la sosta più emozionante
L:URAGANO
SULLA PELLE
di Giancarlo Manieri
La storia del bramino
Ramaiah. Un ghetto pieno
di speranza. La cultura della
segregazione e quella della
riabtlitazione. Uomini
e storie nel centro
di riabilitazione lebbrosi
di Chennai
I C'è serenità nel loro volto, c'è
grande gratitudine per la visita
degli stranieri alla città del dolore
che per loro resta un paradiso.
- Tra i lebbrosi di Vyasarpadi.
P erché la lebbra? La domanda
preme con forza nella mente
e gonfia il cuore quando ti
trovi per la prima volta in un luogo
isolato, recintato, abitato da esseri
umani che di umano hanno il cuore,
l'anima, la mente, ma non il corpo.
I perché si affollano, premono, si
accavallano. Sono di natura politica,
economica, religiosa, sociale, cultu-
rale ... Meglio non pensarci. Meglio
per il momento. guardare e ascolta-
re. Le storie· sono tante e meritano
di essere conosciute. Come quella
del bramino Ramaiah.
DA RAMAIAH A PIETRO
Il bramino Ramaiah viveva la sua
vita insegnando. Era contento del
suo lavoro e della sua posizione.
Quando un giorno gli comparvero
GENNAIO 2004 BS
sulla pelle delle macchioline bian-
che non ci badò più di tanto, e con-
tinuò la sua vita e i suoi impegni
senza pensarci. Ma venne presto il
tempo in cui s'accorse che le mac-
chioline, prima quasi u1consistenti,
s'erano allargate, e bruciavano, tal-
volta i dolori erano acuti soprattutto
nelle mani e nei piedi. Allora capì.
E fuggì. Venne a Vyasarpadi , dove
un salesiano italiano, il padre Man-
tovani, aveva ottenuto 18 ettari di
terra che aveva trasformato in un
grande giardino attrezzato per i leb-
brosi, un paradiso per questi rifiutati
e senza speranza. Ramaiah perse
poco a poco mani , vista, piedi, ma
non perse mai la fid ucia nella vita.
Negli anni '60 padre Mantovani or-
anizza un primo centro a TAMA-
iAM vicino l'areoporto. Nel 1964
compra il terreno di Vyasarpad1 -
18 ettari.
· ·. le
O gi vi lavorano 4 co_ngreg~~10111.
F.11.A. (Figlie di Man_a Aus~l~atnce) ,
le S.M. (suore di Mana Aus1liatnce) ,
le S.C.B . (serve di S. C8:rlo) , le S.D.
f (suore degli
Gli ospiti si
aabvbv~1ncd1onannaot1)~.
20?:..
sono quelli messi p~gg10 , nhuta I
anche da altri centri e che non
avrebbero un luogo dove andare .
I
A Vyasarpadi il bramino Ramaiah
insegnava ai figli sani
dei lebbrosi...
Era un malato diverso, un lebbroso
che cantava, pregava, sorrideva a
tutti, e tutti aiutava. Incoraggiando-
li, istruendoli .. . Riconosceva tutti
dalla voce, e per tutti aveva una pa-
rola di speranza, per i più piccoli

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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del viaggio, la visita ai lebbrosi.
I
Eppure nel lebbrosario non si sta
con le mani in mano. Il lavoro
è addirittura uno dei metodi di cura.
I
A volte la malattia costringe a letto tutto il giorno:
le ferite che procura arrivano all'osso e poi
inesorabilmente cominciano a distruggere anche quello.
una carezza. Continuò a insegnare
ai bambini non lebbrosi, figli degli
ospiti di Vyasarpadi fino all'ultimo.
Quando il male se lo portò via, il
"paradiso dei lebbrosi" divenne un
po' più povero e un po ' meno feli-
ce. Da poco tempo si era fatto bat-
tezzare e aveva preso il nome di
Pietro.
PERCHÉ?
I fattori scatenanti sono molti,
racconta padre Tarcisio, il salesiano
che ogni mattina arriva al lebbrosa-
rio per la messa, le confessioni - ma
quali mai peccati possono commet-
tere persone senza mani, piedi,
occhi, col volto sfigurato, con pia-
ghe ovunque e che, nonostante tut-
to, si danno da fare tutto il giorno,
s'applicano in mille piccoli lavori
coi loro moncherini doloranti, per
cercare di tenere in ordine il loro
villaggio, per guadagnare qualcosa,
per sentirsi ancora utili. Mi parlano
dell 'insegnante/scimmia! Un leb-
broso istruito che faceva il catechi-
smo ed era infaticabile. Mostrava
talmente di credere a quel che inse-
gnava, che nel breve periodo passa-
to a Vyasarpadi, prima della morte,
convertì al cristianesimo almeno 30
persone: se il maestro/lebbroso era
talmente sfigurato che il volto aveva
assunto più l 'aspetto di una scim-
mia che di un essere umano, da qui
il soprannome, - se il maestro/scim-
mia era così bravo, così sereno, così
felice, così sicuro, vuol dire che ciò
che insegnava era la verità. E se una
religione può far felice un reietto
della società non può che essere
vera.
Perché dunque la lebbra?... Oggi
la chiamano "hanseniasi" o "morbo
di Hansen", ma sempre lebbra è! E
1'avere reso più accettabile il nome
non ha reso meno devastante la ma-
I Padre Tarcisius li conosce uno
per uno e li incoraggia, li sprona,
li aiuta, li dirige...
lattia né meno impressionante il
fatto che nell'era antibiotica ci si af-
fanni ancora attorno a un morbo che
ha tutte le carte in regola per essere
debellato. La lebbra viene da lonta-
no, se è vero che la più antica de-
scrizione della malattia risale al VI
secolo avanti Cristo, proprio in Ita-
lia, definita "Kushta", cioè "roden-
te", forse perché dilaniava la carne
come un animale roditore. Fu sem-
pre percepita talmente repellente da
essere catalogata come maledetta:
"Tu sei morto al mondo ormai, ripo-
ni la tua speranza in Dio", recita la
formula di espulsione del lebbroso
dalla società. Si brancola nel buio
quanto alle cause scatenanti: estre-
ma debilitazione? Mancanza di igie-
ne? La malnutrizione? L'abbando-
no? Forse tutte assieme. È un fatto:
se c ancora è perché la lebbra è
una malattia tipicamente umana, il
suo bacillo non è coltivabile, non si
può iniettare in cavie animali per
studiarne un rimedio specifico.
VYASARPADI
A Vyasarpadi ho trovato un am-
biente sereno, operoso. Ho visto
lebbrosi al lavoro, li ho visti darsi
da fare ai fornelli , pulire i viali, tra-
sportare vasi, falciare l'erba, innaf-
fiare i fiori. . . Ho pensato che era
di casa la speranza.
(Servizio fotografico dell' autore)
Per saperne di più : dbbeat@xlweb.com
BS GENNAIO 2004

3.2 Page 22

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I
LE1ìERA Al GIOVANI
s
.
I
Cariaaimo7a,
ho condiviao con te una lunga atteaa all'areopor-
to di Malpenaa prima di imbarcarci per Parigi.
ç i aiamo ricordati la legge delle tre "P" per chi ai
mette in viaggio: pazienza, preghiera, peraeveran -
une za.
La vita di ognuno è un'atteaa,
proapettiva. Il
preaente non baata a neaauno.
All'inizio di un anno nuovo ci ai incoraggia col
guardare avanti.
Ci manca aempre qualcoaa. Guai ae non aveaaimo
proapettive, non metteaaimo la aperanza nel
bagaglio delle noatre eaperienze.
La aperanza poggia aul fiato dei bambini, ricorda
un proverbio ebraico.
La pazienza rende poaaibile la aperanza, aiuta a
capire la rotta della vita.
ii fa decollare in un primo momento in una aitua-
zione terra-terra, in cui in una previaione di futuro
prevalgono le coae, il lavoro, il aucceaao . ..
In un aecondo momento ti accorgi che invece ti
manca qualcuno: un'amicizia, un affetto, una vita
da riempire, una peraona .
I
La preghiera ti cambia gli occhi e le proapettive.
Quando voli ad alta quota, il cielo ti libera da ogni
nube ingombrante.
Tutto di~enta ficcolo aulla terra e gr~~ diventa-
no le t l!J e aapi razioni.
no. E tu deeidi di at tenderlo, ae p1!Fceplaci che ti
manca, di incontrarlo in ogni caao.
Non c'è povero o ricco che ti impediaca di dire:
"per Qualcuno ao o qualcuno".
,
A chiudere la rott a dei noatri penaieri rimane l'ul-
t ima " P", la peraeveranza.
Ogni traguardo è a tua port ata ae aei coatante,
etodic0.
Ogni atagione detta · auoi emirii,
L fretta non por:ilta lo ano. pri avera il aole
d'eatate non por a vita.
Abbi fiducia. Oggi, domani e aem w e.
Buon anno.
Carlo ierraneo
Neaauno è neaauno.
Il cielo dentro di te non è vuoto. Lo abita Qua cu-
,, I Il ' ' ,
No~.c,.è pe:rsqna al mon~o che ti impedisc·a di dire:
" P.Elf Qualcuno sono qualcund" 1
I
,I
GENNAIO 2004 BS

3.3 Page 23

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••••••••••••••••••••••
•••••••••••••••••••••
In questo terzo anno dacché abbiamo iniziato
la descrizione dei numerosi musei salesiani nel mondo,
termineremo la nostra rassegna. Cominciamo nel
"mese di Don Bosco" l'ultima parte del nostro itinerario
con il "Museo della vita contadina" posto nella casa
-:::::========i :
•••••••
di Giuseppe e in un salone ricavato nel cortile.
•••••
·-
~·, ' ..._...
~'-~
~:--:---..:'-
IL "MUSEO" DELLA VITA
CONTADINA
••••••••••••••
di Natale Maffioli
Sul colle dei Becchi, accanto al tempio, alla casetta dove ha vissuto
Giovanni Bosco e a particolare complemento del grande Museo
Missionario, esiste un'altra realtà museale, forse un poco dimessa, ma non
meno importante perché ci introduce in quella che era la vita dei
contadini in questa plaga del Piemonte ai tempi di Don Bosco.
•••••••••••••••
••••••••••••••••••••
••••••••
• ••••••••• ••• •••• ••••• •••••• •••• •••••• •••• • • • • • • •• • • • • • • •• • • • • • • • •• • • • • • •
BS GENNAIO 2004 • •

3.4 Page 24

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Mola per arrotare roncole, falci
e falcioni.
È la cantina di Giuseppe con botti. Le murature sono
dei tempi di Don Bosco. A sinistra serie di botti (botaJ) .
11 Museo dell a vi ta contadina
nell 'Ottocento astigiano ha vi-
sto la luce in occas ione del
centenario dell a morte di Don
Bosco ha vissuto gli anni dell'in-
fa nzia e dell a pri ma giovin ezza e
il monumento che ri cord a i gio-
chi del giovane saltim banco sono
Bosco nel 1988 ed è co llocato in a ric hi amare all a memoria i
un ambiente interrato acca nto sogni e le prime esperienze apo-
all a casa costruita da Giu seppe, stoli che di Giovannino.
Il forno di Giuseppe.
fratello di Don Bosco. Fu vo luto
da i sa les iani e rea lizzato con la
tenace e amorosa ri cerca degli
oggetti da l salesiano laico Teres io
Chiesa . Con molt issime fotog ra-
fi e, documentò i luoghi e gli og-
getti usati da i contad ini all 'epoca
di Don Bosco e, rastrellancio i ca-
sc inali dell 'astigiano, ne racco lse
più di settecento; li cata logò, li
descrisse e li espose nel Museo.
Tutti gli anni, Don Bosco sa liva
ai Becchi con un numeroso gru p-
po di ragazz i de ll'oratori o e fe-
steggiava la festa dell a M adonna
de l Rosari o con i poc hi ab itanti
de ll a borgata . Poco di scosto da ll a
casa di Giuseppe vi è il sa ntua-
ri etto di M ari a Ausiliatrice, un
graz ioso ed ific io di forme goti-
che, progettato da ll 'architetto sa-
les iano Giu lio Valotti e inaugura-
to nel 1918 con le offerte dei
bambini dell e naz ioni europee in
guerra. La casetta dove G iova nni Pentolame vario.
• • GENNAIO 2004 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 1

3.5 Page 25

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
I
Strumenti di cantina. Sulla mensola: mastelli (sebber) ,
brenta (brinda) da 50 litri ; a terra: barilotto (bar/et) ,
bigoncia (arb1) , premiuva (piston).
I Per l'imbottigliamento del vino si usavano macchine
tappatrici di vario tipo, semplici e un po' grossolane
ma efficaci.
••••••••••
IL MUSEO
bocca è chiusa da un portello di ta. Le immagin i sono commentate
pietra.
anche con oggetti di uso comune
Il M useo è ospitato in un vasto L'esposizione propone foto e nel le cuci ne del tempo: pento le in
ambiente ricavato sotto l'a ia de ll a disegn i che ill ustrano i momenti terracotta e in rame, contenitori di
casa di Giuseppe; anche quest' ul- di vita e gli attrezz i tipici dell'atti- diverso tipo e per i più diversi usi,
timo edificio, con annesse le can- vità contadi na. Un disegno rico- posate e stoviglie, ferri da stiro e
ti ne, è stato adibito a sede esposi- strui sce alcune scene dell a vita di · zangola per la confezione del
t iva.
.
Giovann ino ai Becchi ; accanto burro. Un' ulteriore serie di foto
L'amp io sa lone accoglie il visi- sono esposte de ll e ca lzature, uno documenta la sem ina del grano, la
I
tatore es ibendo la magg ior parte
dell e sez ioni in cui si compone il
M useo. Il primo impatto si ha con
il vecchio forno, costruito per le
esigenze della fa miglia Bosco;
ne l 1986 f\\J qui trasportato dal
cortiletto interno: la ca lotta in
cotto è una perfetta semisfera, la
scalda letto, una specc hiera con
brocca e catino.
La campagna era la vera ric-
chezza del contad ino; il M useo
esibisce foto delle più diverse atti-
vità: la coltivazione del granotur-
co, la sua raccolta e span nocchia-
tura e la preparazione della polen-
sua maturazione e mietitura. G li
oggetti vanno da ll 'aratro all'erpi -
ce, dalle zappe ai rastrelli, vanghe
e tridenti; non mancano le falci, il
rullo per trebbiare il grano, il va-
glio e le diverse misure di capacità
del racco lto.
All a cura dell a sta lla sono con-
La modanatura. Da destra : sgranatrice per granturco
(sgrunatriss) , mulino a mano (mulinet) , trebbiatrice
per grano (màchina da bate) con ventilabro (glosse).
- Finimenti per cavalli e asini.
• • • • • • • .• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GENNA IO 2 004
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••

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•••••••••••••••••••••••••r;::::=••=••==••=••==••=••=••==••=••=••==••=••=••==••=••=••==••=••=••==••=••=••==••=••==••=••=••==••=••=••==••=••=••=;i•••••
Strumenti per la coltura del grano.
Strumenti per la lavorazione del terreno.
nesse le attività per la produzione
del foraggio. Anche qui alcune
fotografie mostrano l' interno di
una stalla, carri con aggiogati ca-
questa parte del Piemonte nel XIX
secolo, ecco allora esposti utensili
per la produzione del filato di ca-
napa o lana che fosse: il pettine
Una ripida scaletta porta al la ca-
mera di Giuseppe e al solaio,
dove erano ospitati per la notte i
ragazzi che seguivano Don Bosco
••••••••••
valli e bovini . Gli attrezzi esibiti per la canapa, l' arcolaio, il fuso e nelle passeggiate autunnali .
sono taglia foraggio, carriole e la conocchia . Accanto a questi Nella grande cucina vi è anco-
portantine, giogo per buoi, muse- sono collocate la pialla, la scure ra il camino originale attrezzato
ruole e altri finimenti per il traino e alcune seghe di diverse dimen- di tutto punto; una tavola di rag-
dei carri.
sioni .
guardevoli dimensioni circondata
L'illuminazione delle case e da sedie impagliate occupano lo
VITA E CULTURA
CONTADINA
delle stalle è documentata da una spazio centrale; tutto attorno so-
serie di lumini e lampade a petro- no allineate una madia per impa-
lio e ad acetilene.
stare il pane, una piattaia e lo
La vita dei contadini era sostan-
zialmente autarchica, almeno in
Una delle colture più diffuse e
importanti per l'economia astigia-
na era (ed è tuttora) quella della
vite. Il museo documenta, con
scolapiatti .
I MOBILI
•••••••
foto e con i più diversi attrezzi,
l'impegno dei contadini nella col-
tura e nella produzione del vino.
Le foto illustrano i momenti sa-
lienti della coltivazione dalla po-
tatura all'irrorazione con lo zolfo
e il verderame. Gli strumenti sono
pompe e soffietti e poi brente, ba-
Una sezione del museo è de-
dicata ai mobili appartenuti alla
famiglia Bosco: nella stanza uti-
lizzata da Don Bosco nelle sue
permanenze ai Becchi, sono cu-
stoditi un letto, un sofà e un
quadro del l'Addolorata (prove-
niente dalla cascina Maglia) . Il
ri! i, bigonce e premiuva.
corridoio a uso ufficio, che Don
Passando per un' apertura rica- Bosco uti Iizzava per ricevere gli
vata nelle mura fondamentali pe- ospiti, conserva una scrivania,
rimetrali si entra nella cantina un sofà e uno scaffale con dei
della casa di Giuseppe. Lì, a bella libri.
posta, sono allineat i torchi, botti Uno stanzone raccoglie una
I Sulla bigoncina: soffietto per
apicoltura. Lo si usava per
insufflare il fumo nelle arnie
e tener buone le api mentre
si smielava.
e botticelle, il tino per la pigiatu-
ra delle uve, damigiane e botti-
glie delle più diverse forme.
Per una scala si sale alle stanze
superiori della casa di Giuseppe .
La stanza-salotto è stata adattata
a camera da letto e arredata con
un grande letto a due piazze, una
culla di legno, un a cassapanca.
madia e una cassapanca apparte-
nute a Margherita Occhiena, la
mamma di Don Bosco, un con-
fessionale, usato da Don Bosco
nella cappella del Rosario, un seg-
giolone e una pala d'altare della
medesima cappella.
Natale Maffioli
••••••••••••••••
• • GENNAIO 2004 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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UCCIDERE LE PAROLE
CHE UCCIDONO
di Jean-François Meurs
F requento un istituto salesiano
e desidero esporre delle
osservazioni in merito al-
l'abbigliamento e al linguaggio dei
giovani, poco consoni all'ambiente
scolastico. I. ..I Inoltre, trovo il lin-
guaggio usato dai ragazzi estrema-
mente turpe e volgare, tanto da
giungere al blasfemo e alla be-
stemmia. Vituperi, turpiloqui, vergo-
gnose e inaudite trivialità di ogni
sorta proliferano anche tra gli allievi
più giovani, senza che alcuno sem-
bri curarsene o provveda. Così si
formano dei maturi scaricatori di
porto, adatti a/l'osteria e non all'im-
pegnativo mondo del lavoro. Sono
del parere che il primo insegna-
mento da parte di una scuola con-
sista nella correttezza e nel decoro
del linguaggio: la vitalità espressiva
di una persona si fonda sulla
sapiente e abile eloquenza aperta
al dialogo e al confronto, non sulle
scurrilità e sugli insulti sboccati che,
rjspondent{ alla legge del più" forte,
pongono a tacere con la violenza
l'interlocutore. Questo e ciò che si
predica. Se, come, , si potrebbe
obiettare, nelle famiglie 'vengono
adottate o tollerate tali espressioni
indecenti, almeno si controlli il les-
sico nel pubblico ambiente scolasti-
co. Aspetti simili si osservano an-
che nei film presentati dalla scuola:
scene licenziose e violente, con
spargimento di sangue, immagini
oscene, linguaggi vituperosi. Ecco
la realtà che si mostra ai giovani e
che poi viene da questi imitata!
«Sotto le tue ali»
Facevo notare lo scorso dicembre
che l'uso di un linguaggio grossolano
era soprattutto un fenomeno appar-
tenente ai maschi. Tuttavia, oggi si
sente con sempre maggior frequen-
za un modo di esprimersi violento
e/o osceno anche nelle ragazze.
Siamo ormai in allarme rosso!
Per quanto concerne il lin-
guaggio, capita un fenomeno prati-
camente inevitabile ed è questo :
parole e immagini standardizzate
dall'uso assomigliano ad attrezzi
che a forza di essere usati fanno
venire calli e duroni alle mani . Il
che in parole povere vuol dire che
a un certo punto si diventa insensi-
bili , capita insomma come se si
chiudesse l'audio e si inaridisse la
fonte delle emozioni. Per ricuperare
la ricettività emotiva e far vibrare di
nuovo le corde del sentimento oc-
corre scegliere le parole e le imma-
gini giuste, selezionare i concetti ,
insomma mettere in moto la propria
creatività. Ora, una cosa è certa:
non c'è niente di meglio per risve-
gliare l'attenzione dormiente che
ricorrere al sesso e alla violenza.
Chissà perché, queste cose attira-
no subito l'interesse di tutti. La loro
carica emotiva è dirompente. Non
c'è dunque da meravigliarsi che un
certo tipo di linguaggio sia il luogo
di numerosi cambiamenti e di rilan-
ci dell'attenzione e dell'interesse.
Genitori ed educatori devono sape-
re che questo è un campo di lavoro
denso di possibilità.
Il cinema accentu;;i decisc;1.mente il
fenòmeno : esso.' 'pretende che 'il
parlare sbocçato voglia significare
aderenza allà realtà , ma è un'illu-
sione . No, il cinema non si accon-
tenta ' di imitare la realtà, esso la
esaspera e vi aggiunge violenza
gratuita, accentuando anche il ca-
rattere crudo delle parole. E i gio-
vani , purtroppo , assumono questo
linguaggio triviale, perché credono
che è così che si parla quando si
vuole essere alla moda. Questa
menzogna, ahimè, dà origine a una
cultura sempre più cruda.
Le parole hanno una capacità
«catartica» . Chiamare le cose col
proprio nome, senza falsi pudori
permette di rimetterle al giusto po_-
sto e di dar loro il giusto peso. E
ben per questo che alcune trasmis-
sioni , molto stimate dai giovani ,
parlano della sessualità e della vio-
lenza senza tanti tabù : si può dire
tutto senza ritegno . L'intenzione è
lodevole: è meglio, infatti, parlare
delle cose della vita senza ipocrisie
piuttosto che imporre silenzi che
colpevolizzano . Salvo rimpiazzare
una ipocrisia con un'altra, quando
si fa finta che tutte le parole siano
equivalenti , il che distrugge il lin-
guaggio e la comunicazione . Esi-
stono, invece , diversi modi per par-
lare di sesso. C'è chi lo fa con
pedanteria e leziosità tanto da far
sorridere, e c'è chi è crudo e senza
fronzoli ma fa sghignazzare l'udito-
rio; c'è poi chi è preciso e scientifi-
co, ma suscita ben poche emozio-
ni; e chi usa un linguaggio malizio-
so e salace ; c'è infine chi parla di
sesso come fosse un'arma letale.
I difensori del linguaggio senza
tabù dicono che le parole non
sono atti e che esprimersi con le
parole evita di passare all'atto . La
differenza è enorme, è simile a
quella che c'è tra minacciare di
uccidere e farlo realmente . Ma io
insisto: le parole fanno male , feri-
scono a morte , soprattutto nel
periodo pell'infanzia e dell'adole-
scenza! E vero, la vita è dura, ed è
più utile prepararsi ad affrontarla
senza troppe ingenuità. Ma non ci
sono ragioni per renderla ancor più
dura e più mortifera, usando un lin-
guaggio non educativamente cor-
retto . Nessuna educazione può fare
a meno di campagne per sensibiliz-
zare giovani e vecchi ad usare un
linguaggio appropriato . I giovani
vivono troppo da nemici e non
abbastanza da compagni , anche se
dicono il contrario. Nelle attività che
faccio coi giovani , riservo sistemati-
camente una giornata per uccidere
le parole che uccidono. I benefici
non si fanno attendere : i giovan i
escono dalla difensiva, il clima va
verso la confidenza. Sento ancora
Mehdi confidare al gruppo dopo
qualche giorno: «Vorrei davvero
poter parlare come voi ». Tutti dob-
biamo ogni giorno inventare qual-
cosa per uccidere le parole che
uccidono.
BS GENNAIO 2004

3.8 Page 28

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...
l:IJNIVERSITA
di Graziella Curti
DA VOCE Al POVERI
. Suor Caterina Cangià e suor Enrica Rosanna durante una pausa del simposio.
P adre Francesco Pierli, già su- Frequentato da missionari/e e lai-
periore generale dei Combo- ci l'Istituto dell'Apostolato Sociale
niani , aveva da tempo un'i- attualmente offre un programma di
dea fissa nella mente: preparare due anni per un Diploma in Scienze
agenti di pastorale sociale per l 'A- dello Sviluppo , e un programma di
frica, abbinare fede e giustizia per tre anni per un Baccalaureato nello
una vita migliore nel Continente. stesso ambito. Interessante è il me-
Ha dato vita al suo progetto nel todo seguito perché la trasformazio-
1994 fondando l'Istituto dell ' Apo- ne della società venga promossa
stolato Sociale, di cui è direttore, al partendo dalla situazione concreta
Tangaza College di Nairobi. Lui lo in cui la gente vive. La strategia
definisce il fiore all ' occhiello del usata è quella del Pastora! Circle
Sinodo Africano, perché proprio du- che comporta l'inserzione, cioè la
rante quell'evento ci si era resi condivisione di vita con la gente;
conto di una contraddizione molto l'analisi sociale e culturale; la rifles-
visibile: da una parte, la crescita sione teologica; la programmazio-
continua dei cristiani e dall 'altra ne/azione. «Il messaggio di fondo di
l'impressionante aumento della po- questa esperienza - afferma padre
vertà e deterioramento delle struttu- Pirli - è che i poveri devono avere
re sociali africane. Era dunque ne- una voce pari alla vastità del loro
cessario abilitare operatori sociali numero nella costruzione di una so-
con una buona base teologico/cultu- cietà senza emarginati. Noi credia-
rale perché potessero diventare pro- mo che ogni comunità cristiana
tagonisti dello sviluppo del proprio debba essere un attore sociale signi-
Paese.
ficativo dato che l'amore di Dio e
GENNAIO 2004 BS
Il Tangaza College di
Nairobi esprime da quindici
anni Il valore della
collaborazione tra istituti
religiosi diversi e la volontà
della Chiesa di preparare
agenti pastorali per
/'apostolato sociale
e l'educazione dei giovani.
Il metodo di questa
istituzione accademica è
quello di abbinare ricerca
e azione sul campo per una
vita migliore del Continente
Africano.
quello del prossimo sono interdi-
pendenti». Tra i docenti dell'Istituto
di Apostolato Sociale c'è anche una
Figlia di Maria Ausiliatrice, Elena
Rastello che attualmente, insieme ai
Salesiani, lavora nell 'Istituto di Pa-
storale Giovanile.
MEZZOFONDO
AFRICANO
Suor Elena è missionaria in Afri-
ca da 13 anni. Vi è giunta subito
dopo la laurea in sociologia dell 'e-
ducazione e con la voglia di correre
nel servizio dei più poveri. La velo-
cità fisica l'aveva acquistata nelle
gare di mezzofondo internazionali a
cui aveva partecipato con la Nazio-
nale italiana di atletica leggera. In
Kenya e in Tanzania, dove ha vissu-
to anni di servizio ai giovani con
stile salesiano, ha dovuto sincroniz-
zarsi con il ritmo lento della gente.
È stato un tempo sofferto, ma forte-

3.9 Page 29

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I giovani, una splendida nota
di colore durante il simposio.
Animazione durante il simposio.
mente produttivo. Ora, dopo vari
passaggi di animazione comunita-
ria, insegnamento e volontariato ne-
gli slums, di contatti con varie agen-
zie della società civile ed ecclesiale,
è approdata, come direttrice dell'I-
stituto di Pastorale Giovanile, al
Tangaza College di Nairobi, l'istitu-
zione universitaria sorta nel 1988
come consorzio di congregazioni
religiose, con più di 800 studenti e
vari corsi di laurea. Quest' ultimo
impegno ha avuto una lunga gesta-
zione e fa parte di un sogno cullato
da tempo e finalmente realizzato dai
salesiani/e in Kenya. Essendo da
molti anni presenti in Africa Est e
apprezzando l 'efficacia del Tangaza
College per i curricoli di Teologia,
Educazione, Ministero sociale, Co-
municazione sociale, Stuqi africani,
i Figli di Don Bosco sentivano l'esi-
genza di preparare giovani missio-
Il Tangaza College di Nairobi
nel Kenia.
nari/e provenienti da tutto il mondo,
religiosi/e delle varie nazioni africa-
ne e laiche/i locali come ministri di
pastorale nella Chiesa e nella so-
cietà civile, particolarmente a servi-
zio dei giovani.
L'inaugurazione dell'Istituto è av-
venuta due mesi fa e conta più di
quaranta iscritti.
METODO
DELLA RICERCA/AZIONE
Secondo suor Elena che ha prepa-
rato, insieme con alcuni salesiani e
altre Figlie di Maria Ausiliatrice, il
piano di studi, vale la pena sottoli-
neare alcune peculiarità di questo
Istituto, molto simile a quello del-
!'Apostolato Sociale. L'internazio-
nalità degli studenti permette un di-
scorso interculturale e nello stesso
tempo inculturato nella te1Ta e nelle
tradizioni in cui si compirà il servi-
zio pastorale. I docenti, provenendo
da varie parti del mondo, consento-
no un insegnamento aperto alle
istanze culturali più avanzate. La
contemporaneità degli studi teorici
con l'azione diretta in vari campi
come le patrocchie, gli slums, le or-
ganizzazioni della società civile per-
mette agli studenti di verificru·e l'as-
similazione di quanto appreso e di
valutarne l'impatto con la vita reale
della gente. «In molte zone povere,
specie nelle bru·accopoli - conferma
suor Elena - saltano i principi etici
a cui siamo soliti riferirci, saltat10
anche i criteri di appattenenza so-
ciale, religiosa, ecc. La miseria e il
degrado sono talmente forti, le in-
giustizie così pesanti che non si
hanno più parole per deplorare. Ci
si trova a dover inventare modalità
nuove di approccio, cammini di ini-
ziazione diversi, ci si sente interpel-
lati dal Vangelo in modo radicale e
si cerca insieme una strada di mise-
ricordia che non esclude».
Gli stessi docenti sono impegnati
a coniugare insieme ricerca cultura-
le e partecipazione sociale attraver-
so il collegamento con organi della
società civile. In particolare, danno
il loro contributo di riflessione e in-
tervento attivo per quanto riguarda
il diritto alla terra, problema fortis-
simo per chi abita nella cintura delle
città e potrebbe vedersi scalzare im-
provvisamente dai bulldozer la sua
bru·acca senza poter replicare nulla.
Nella sola Nairobi si contano 130
slums con una popolazione di più di
due milioni. Si stanno mobilitando
campagne per il diritto all 'acqua e
per la difesa della donna e del bam-
bino. Ultimamente è stato realizzato
un incontro infonnale di organizza-
zioni religiose che lavorat10 contro
l'AIDS. Insieme con il Consiglio
Mondiale delle Chiese e la Caritas
Internazionale, che avevano promos-
so il dialogo, sono stati resi noti al-
cuni dati che riguardano il Kenya
dove i contagiati sono 2,2 milioni; si
contano 600 mo1ti al giorno per la
malattia e ci sono di conseguenza
1,45 milioni di 01fani. «Sposare lari-
cerca accademica con l' azione e l'in-
tervento diretto sulla realtà - conclu-
de suor Elena - è il segreto di una
pastorale giovanile che forma buoni
cristiani e onesti cittadini».
BS GENNAIO 2004

3.10 Page 30

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L IL J&YAIESE IN
IBRERIA
t,Aorante
O cura di Giuseppe
FIABE, PARABOLE
DI DIO
di Frasa,
Tavagnacco (Ud) ,
Segno, Udine , 2003
pp. 180
Il libro cerca di annoda-
re il raccordo tra Dio,
l'uomo e la fiaba. Dio è
il vero autore delle fia-
be. Per secoli esse ci
hanno permesso di nu-
trirci di verità bibliche .
In molte fiabe ci sono
delle similitudini con in-
segnamenti morali e spi-
ritual i propri della Bib-
bia. Il Signore, con fa-
vole e racconti narrati-
vi ha donato la sua pa-
r;la di sapienza e di
verità. In un mondo do-
ve si cerca in tutti i mo-
di di cancellare l'imma-
gine di Dio, non ci si
deve meravigliare che
la luce del creatore
è comunicata con lin-
guaggi semplici che "i
piccoli" possono com-
prendere. Le fiabe, ana-
lizzate con questa mo-
dalità di interpretazio-
ne dall'autore di questo
saggio, sono quelle clas-
siche: Pinocchio, Bian-
caneve, Cappuccetto Ros-
so Cenerentola, La Bel-
la 'addormentata, la Si-
renetta .
GENNAIO 2004 BS
~ ~ I TBIBA LICA ~ D E L LVIA TA
ATTUAL
SENSO
LA MESS
LI AMÒ SINO
SUI SENTIERI DI GIONA FILOSOFIA E MISTICA
ALLA FINE
Percorsi di riflessione... IN BERNARDO
Teologia e spiritualità
di Giuseppe Ruta,
DI CHIARAVALLE
dell'Eucaristia
Coop. S. Tommaso,
di Claudio Giorgini,
di Giuseppe De Rosa,
Messina, 2003, pp. 120
Massimo, Milano, 2003
ELLEDICI-Civiltà Cattolica,
Leumann (To) - Roma
2003, pp. 230
STORIA DELLA LITUR-
GIA EUCARISTICA.
di Marcel Metzger,
ELLEDICI, Leumann (TO)
2003, pp. 128
GIOCARE CON DIO.
Lectio divina per giovani
sul libro di Giona
di Sergio Stevan ,
Monti, Saronno (Va) , 2002
pp. 64
pp. 160
È una riflessione molto at-
tuale: la vita cristiana ha
una sua mistica che costi-
tuisce un'intima comunione
d'amore col Dio di Gesù
Cristo. La prima parte ap-
profondisce il rapporto d'a-
Sono due testi che aiutano
a riflettere sull'atto di culto
più importante della litur~ia
della Chiesa: la celebrazio-
ne dell'Eucaristia. Essa co-
stituisce per i cristiani la
Pasqua del Signore come
"precetto festivo" . Perché il
rito non diventi un fatto
meccanico è necessario
che ogni cristiano l'ap-
profondisca nelle sue pro-
fonde dimensioni bibliche,
teologiche, storiche, liturgi-
che, mistagogiche e spi-
rituali. Queste dimensioni
s'intrecciano, s'intersecano
e si completano a vicenda,
pur essendo stati_, ! du~
libri , scritti da auton d1vers1.
Il succo spirituale che ne
deriva ai cristiani è quello
di approfondire nella fede il
grande mistero dell'Eu?ar!-
stia. "Il cristiano non puo vi-
vere senza l'Eucaristia".
Il primo volume intende
promuovere con meto~i ap~
propriati un laborato_no d!
fede-cultura per giovani
che vogliono riflettere sulla
propria vita di fede . al_l~
luce dei personaggi b1blic1
di pressante attualità: non
more tra l'uomo e Dio, i di-
versi gradi di tale rapporto ,
le conseguenze a livello di
comportamento. La secon-
da affronta il tema della
legge dell'amore com~ ar:ii-
cizia e conoscenza d1 Dio.
L'amore è infatti la sintesi
del pensiero e della dottri-
na di san Bernardo. Per
questo il santo si pu? collo-
care in una prospettiva sto-
rica che riguarda l'evolu-
zione dell'amore e si può
ritenere iniziatore di un
movimento che si svilup-
perà nei secoli successivi.
I due termini del titolo non
sono contrapposti, perché
nel santo la mistica coin-
volge l'uomo nella sua to-
tale realtà "umana".
si può rinunciare ad an-
nunciare il messaggio, per-
ché in un modo o in un
altro il progetto di Dio si
realizza anche contro la
volontà dell'uomo. 11 se-
condo offre quattro schemi
di preghiera-riflessione sul-
lo stesso profeta. Al di là
del significato letterale de!-
la singolare parabola b1bl1-
ca, queste riflessioni cate-
chistiche e spirituali aiuta-
no a immedesimarsi nel
cammino interiore della pro-
pria vita, per trovare la luce
ed essere fedeli al piano di
Dio.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~ ~ ~ ecosM ru E
PERSONE & PAROLE/3
di Cesare Cavalieri ,
Ares Edizioni, Milano, 2003
pp. 340
Si tratta della raccolta dei
pezzi di una rubrica setti-
manale di AVVENIRE che
cerca di leggere, nella cro-
naca, non solo i fatti , ma
anche i sentimenti . I fatti
sono i più diversi: dai vari
gradi del processo relativo
all'assassinio del commis-
sario Calabresi , all'attenta-
to dell '11 settembre 2001
assunto a spartiacque del-
la geografia politica mon-
diale. Con attenzione privi-
legiata sono analizzati temi
come il divorzio , l'aborto, i
giovani , la famiglia, la mu-
sica leggera, i puntigli orto-
grafici e grammaticali della
lingua. Argomenti di vita
vissuta letti nei protagonisti
della nostra ultima storia.
Lo scrivere e il ricordare
come rendere reversibile il
tempo". Ma se questo ten-
tativo è impossibile, il con-
frontarsi con esso segna la
differenza tra l'uomo e l'a-
nimale.
NON SI FA VEN DIT A PER
CORRI SP OND ENZA. I libri
che vengono segnalati s1pos-
sono acquistare presso le libre'.
rie cattoliche o vanno nch1est1
direttam ente all e ri spettive
Editrici.
PAROLE
NEL VENTO
di Aimone Gelardi ,
Messaggero, Padova, 2003
pp. 222
Mai fatto caso alla quantità
di parole che ognuno pro-
ferisce durante la giorna-
ta? Alcune toccano temi ri-
levanti , altre sono inutili o
dispersive. Raccoglierle in-
sieme è servito all'autore
come un filo conduttore
per interpretare tutta una
serie di esperienze umane
sulle quali tutti avrebbero
qualcosa da dire, ma non
sempre su di esse hanno
avuto il tempo per riflette-
re. Sono brevi meditazioni
su temi di scottante attua-
lità, presentate con gar-
bo e dirette all'essenziale.
"Quando restiamo soli nel
vento della nostra vita,
l'eco delle parole ritorna,
ed esse restano a turbina-
re nella nostra mente su-
scitando rimpianto, nostal-
gia e ricordi , facendo rivi-
vere volti ed emozioni di
ieri". Se le tante parole
pronunciate che si perdono
nel vento riescono a far ri-
vivere il passato, non è
inutile risentirle e conser-
varle .
CARO PADRE ...
Lettere e testimonianze
di vita
di Raniero Cantalamessa,
Piemme , Casale M. (Al)
2003, pp.256
Raniero
Cantalamessa
In oltre cinque anni di tra-
smissioni televisive, l'auto-
re ha raccolto decine di te-
stimonianze di ospiti e vip
e migliaia di lettere di tele-
spettatori. Sono confiden-
ze fatte a cuore aperto,
confessioni appena sus-
surrate, voci controcorren-
te e riflessioni appassiona-
te, specchio di un 'Italia che
non vive soltanto nell'atte-
sa del weekend da consu-
mare in poltrona davanti
alla TV, ma di un 'altra Italia
che s'interroga sui valori,
cerca un senso, chiede
consiglio. Tra le storie ordi-
narie e straordinarie di stu-
denti e professori, càsalin-
ghe e professionisti , laici e
credenti, genitori e figli , fan-
no capolino le vicende e gli
interrogativi di personaggi
noti che, attraverso i collo-
qui con padre Raniero, han-
no messo a nudo perples-
sità interiori, sentimenti ,
coscienza personale.
VUOI
CONOSCERE
DI+ IL MGS
Movimento
Giovanile
Salesiano?
ADRIATICA (IAD)
(Abruzzo, Marche, Umbria)
Ezio Rossi
Tel. 071 .2810265
Email: pgiad@pcn.net
LAZIO (IRQ)
Raffaele Panno
Tel. 06.44483208
Email: pgiro@libero.it
LIGURIA/TOSCANA (ILT)
Valerio Baresi
Tel. 0187.777840
Email: valerio@italynet.it
LOMBARDIA/EMILIA
ROMAGNA (ILE)
Stefano Vanoli
Tel. 02.67074344
·Email: svanoli@salesiani.it
MERIDIONALE (IME)
(Campania, Calabria,
Puglia, Basilicata)
Pasquale Cristiani
Tel. 081.7809270
Email: pgime@pcn.net
PIEMONTENALLE
D'AOSTA (ICP)
Stefano Martoglio
Tel. 011 .5224238
Email: pastoralegiovanile
icp@valdocco.it
SARDEGNA (ISA)
Antonello Sanna
Tel. 070.659635
Email: pg-isa@libero.it
SICILIA (ISI)
Francesco Di Natale
Tel. 095/445656
Email : pgisi@dimtel.nti.it
NORDEST (INE)
(Veneto ,
Trentino Alto Adige,
Friuli Venezia Giulia)
Roberto Dal Molin ,
tel. 041 .5498310
Email: pg.ine@donbosco
land.it
BS GENNAIO 2 004

4.2 Page 32

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t/;1/E
-
La singolare figura di un salesiano laico, il signor Francesco Lucca (1921-2001)
~
'ECOSCIESI
MA 'A CAPA NOI diGiancarloManieri
Claudicante, taciturno, gran
lavoratore, spiritualmente
inarrivabile... Ecco un coadiutore
da imitare.
I Il signor Lucca, seduto, la mano destra appoggiata
sulla gamba offesa quasi a proteggerla. Era un gesto
abituale. Camminando teneva la mano in tasca e aiutava
la sua gamba a camminare.
,,scusi, mi racconta qualcosa del signor Luc-
ca?'. Colgo un moto di lieta sorpresa: "Per-
ché no?'. Attendo che inizi : "Dunque...".
Pausa per raccogliere le idee. "Dunque.. .". Altra pausa,
poi: "Beh, veramente.. . Non saprei che dire, era un san-
to, un mistico... mah.. . non so...". Compresi in seguito
perché dopo una prima reazione positiva, tutti si trovas-
sero in difficoltà. Il signor Lucca era un tipo discreto, anzi
silenzioso, appartato, quasi solitario. Con difficoltà moto-
GENNAto 2004 BS
rie : una poliomielite infantile l'aveva reso un po' scianca-
to, riducendogli la gamba destra più corta e più sottile.
Ma al signor Lucca funzionavano perfettamente la testa,
la volontà e il cuore: '"E coscie sì, ma 'a capa no!", sole-
va dire. Completavano il quadro una volontà di ferro, una
bontà incredibile, uno spirito di preghiera non comune.
IL MESTIERE NON SOLO
Papà e mamma si convinsero a fargli imparare un
mestiere che gl i permettesse di lavorare seduto . Tro-
vato: sarà calzolaio. Ma a Francesco questa occupa-
zione su misura andò sempre stretta: gli pareva fatta
apposta per sottolineare la sua diversità. Quando
com inciò a frequentare l'oratorio a Torre Annunziata
intravide una strada che poteva dargli più soddisfazio-
ni. Senza far sapere nulla a nessuno, cominciò a pen-
sare al "convento".. . per cercare libertà! Sembra una
battuta da medioevo, ma per lui si rivelò più vera di
quanto si potesse immaginare. Per realizzare il suo
progetto partì da lontano: chiese di essere assunto
come servitore presso l'istituto salesiano. Gli dissero di
, e lui ci arrivò su un carretto di quelli che i contadini
usano per lo stabbio, scaricò le poche cose e comin-
ciò la nuova avventura della sua vita come sguatte-
ro .. . ma lì dicevano "famiglia", perché i salesiani usa-
vano considerare i dipendenti come facenti parte della
famiglia. Bello, per un contadino che conosceva bene
la parola servo, mentre l'altra al suo orecchio suonava
proprio strana. Bello, ma lui aspirava a diventare fra-
tello non famiglia . E ci riuscì , nonostante la menoma-
zione alla gamba che allora era un impedimento serio
per diventare religioso . Fu coadiutore e calzolaio ma,
come dicevamo , non si esaltava per questo suo
mestiere, benché lo facesse con coscienza e precisio-
ne. Zitto zitto, quasi senza che gli altri se ne accorges-
sero, imparò da solo a suonare il piano e l'harmonium,
a dispetto della gamba lesa. Doveva costargli un note-
vole sforzo azionare le pedaliere dei mantici. A un cer-
to punto i confratelli seppero di avere in casa un musi-
co, uno che suonava, non strimpellava come generai-

4.3 Page 33

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-------------tOl1/Jl~77JRI cfl1LEcf/11;f/l
I
L'istituto salesiano di Torre Annunziata dove Lucca
fu calzolaio, maestro di musica, organista, ripetitore
di latino e matematica, portinaio...
Il signor Lucca (terzo da sinistra), giovane confratello
in una gita comunitaria.
mente fanno gli autodidatti. Anzi , continuando a perfe-
zionarsi con tenacia tutta contadina, riuscì a prendere
un riconoscimento e divenne il "maestro" di musica .
Non gli bastò. Sempre nella più assoluta discrezione,
cominciò a prepararsi per un'altra meta: voleva diven-
tare sacerdote. Gli ostacoli stavolta erano doppi, oltre
alla menzionata menomazione fisica gli mancava
anche la necessaria cultura latina e greca, obbligatoria
per accedere agli ordini maggiori. Non si dette per vin-
to e iniziò le due ostiche lingue. Era uno sforzo troppo
al di là delle sue forze. Eppure ... non doveva andar
poi tanto male, se alcuni chierici facevano riferimento
a lui per confrontare le versioni di latino e greco.
DEBOLE NEL FISICO MA...
La sua giornata di salesiano laico fu , per anni, davvero
sorprendente: aggiustava scarpe - prima per i novizi poi
per gli aspiranti - accompagnava i canti al piano o
all'harmonium, teneva lezioni di solfeggio e di chitarra,
impartiva qualche ripetizione di latino e di matematica.
A un certo punto chiese anche che venisse tentata
un'operazione al suo ginocchio: gli avevano detto che
sarebbe diventato più efficiente. Pensava che, invece di
reggersi in continuazione la gamba con una mano men-
tre nell'altra aveva il bastone, invece di sudare sette
camicie per muovere i mantici dell'harmonium, sudarne
altre sette per convincere l'ispettore a soprassedere al
suo handicap per diventare prete, potesse avere la via
più libera e la vita più sopportabile. Ma l'operazione non
gli portò alcun giovamento ... per non dire che gli peg-
giorò la situazione; così fu costretto con non poca soffe-
renza a rinunciare alla sua aspirazione. Continuò, nel
. nascondimento, a fare il salesiano a tutto campo ; non
smise di studiare, leggere, suonare, fare ripetizione ,
insegnare, aggiustare scarpe. Quando a tutto questo
aggiunse la mansione di portinaio, fu felice perché pote-
va parlare con la gente, approfittare per qualche buona
parola ai ragazzi, dare un incoraggiamento, un consi-
glio, una bonaria tiratina d'orecchi. Debole nel fisico, era
un gigante nello spirito, un religioso di umile obbedienza
e somma carità: non chiedeva mai nulla di speciale per
sé né a tavola , né in chiesa, né in qualunque altro
posto o circostanza, rifiutando ogni attenzione. Tanto
era restio a chiedere qualcosa per sé quanto generoso
e premuroso nei riguardi degli altri.
I Un giorno di festa con i ragazzi. Il signor Lucca è
a capotavola, serio... come a dire che quel posto non
era per lui, lui che desiderava sempre passare
inosservato e occupare gli ultimi posti.
QUALCHE ESEMPIO
Quando i ragazzi che andavano da lui a imparare chitar-
ra ripetevano gli esercizi che "il maestro" aveva asse-
gnato, lui li seguiva in silenzio con la corona in mano,
recitando il rosario. Un giorno a Pompei incontrò il
vescovo; gli si avvicinò claudicando per baciargli la
mano, com'era uso a quei tempi, ma monsignore lo pre-
cedette e fu lui a baciare la mano a Francesco. Sorpre-
so e quasi atterrito egli non seppe far altro che scoppia-
re in pianto e meritare, in risposta, anche l'abbraccio del
prelato. Quando non si reggeva ormai più, il suo ufficio
divenne la chiesa e il lavoro fu la preghiera. Per ore.
Tante. Troppe. "Beh, forse è anche giusto tirarlo fuori di
...". "Lasciatelo stare, è il nostro parafulmine!". "Signor
Lucca, ma che ci stai affa' sempre accà?". "Sto bene
qui, col Signore!". E se lo tiravano via per fargli cam-
biare aria e averlo un po' tra loro, lui li seguiva come
uno che scendesse dal Tabor dopo aver goduto degli
splendori della Trasfigurazione.
BS GENNAIO 2004

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
50 REGALI
Al VOSTRI FIGLI
PER UN ANNO NUOVO
Sono proposte da non sottovalutare che la fantasia materna
e paterna di ognuno può adattare, rifare, re/inventare ...
1. Abbracciatevi e giuratevi amore
eterno davanti a loro.
2. Mantenete sempre le promesse.
Non mentite mai.
3. Lasciate che i nonni li vizino un
po'.
4. Fate agli altri ciò che vorreste
che loro facessero agli altri.
5. Preparate delle buone risposte a
«Come nascono i bambini? »
6. Faranno sempre quello che fate
e mai quello che dite . Siate dei
modelli.
7. Date loro l'abitudine delle buone
letture.
8. Abituateli a terminare quello che
hanno incominciato. Spiegate che i
grandi risultati si ottengono con la
fatica e la perseveranza.
9. Fate in modo che sentano quan-
do dite ad altri tutto il bene che
pensate di loro.
1O. Raccontate la vostra vita .
Soprattutto di quan<:lo avevate la
loro età.
1'1 . Aiutateli ad inserirsi in un grup-
po, una squadra, una banda musi-
cale .
12. Siate fermi e manfenete i vostri
valori e principi personali: saranno
il loro punto stabile di riferimento.
13. Leggetegli ad alta voce i libri
che preferite.
14. Lasciate che affrontino le con-
seguenze Cllelle loro azioni. Non
potrete essere il loro frangiflutti per
sempre .
(
15. Chiedetegli ogni sera com
andata la giornata.
16. Prima di punirli assicuratevi che
abbiano ben compreso i 3 perché:
perché è proibito, perché devono
rimediare e perché non lo devono
più fare.
17. Assicurate loro che sarete sem-
pre lì per loro, qualunque cosa sia
capitata .
18. Componete insieme una canzo-
ne stupida e cantatela a squarcia-
gola.
19. Date loro la possibilità di tenere
chiusa la porta di camera loro.
20. Insegnate loro a riconoscere gli
errori senza dare la colpa ad altri e
a sopportare le sconfitte.
21 . Non dimenticate mai il bacio
della buonanotte anche se sono già
addormentati (o hanno più di
trent'anni).
22. Non rimandate a domani quello
che vorreste fare con loro oggi:
domani non arriva mai.
23. Dite loro che li amate. Riditelo.
Ancora.
24. Proibite le parolacce in vostra
presenza.
25. Rispondete alle loro domande.
O smetteranno di farvene .
26 . Non andate mai a dormire la-
sciando un conflitto aperto.
27. Abbiate cura di voi stessi e del-
la vostra salute . Per loro siete
importantissimi. ·
28. Non dite mai: «Hai visto? Ave-
vo ragione io! » Lo sanno già.
29. Insegnate loro a nuotare, scia-
re, cucinare , stirare , cucire e bal-
lare .
30 . Inventate dei riti familiari. A
tavola date a ciascuno il «suo »
posto .
31 . Insegnate a distinguere il bene
dal male. Fate esercizio insieme.
32 . Non sottostimate mai le loro
paure , ansie , dubbi , preoccupazio-
ni.
33. Insegnate loro a trovare la stel-
la polare e i quattro punti cardinali.
34. Abbonateli al loro giornalino
preferito.
35 . Dite sovente le frasi magiche:
«Sono fiero di te », «Ho fiducia in
te », «Ce la farai! »
36 . Amateli così come sono. Que-
sto è il regalo più bello.
37 . Dite più spesso :«Perché io
sono tuo padre/tua madre, e
responsabile di te . Punto ». È una
ragione più che sufficiente.
GENNAIO 2004 BS
I Abituateli a terminare quello
che hanno incominciato.
Non rimandate a domani quello
che vorreste fare con loro oggi.

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
DONI
DELLA BEFANA
Quali regali ai nostri figli?
Quando i miei due figli erano
piccoli , dopo Natale c'era in
casa un grande fermento
pe rché cominciava l'attesa della
befana . Loro cercavano indizi che
potessero aiutarli a capire quale
sorpresa stavamo preparando; noi
genitori ci sforzavamo .invece di
interpretare attese e desideri, ma
anche di prepararli a eventuali
cambiamenti : ci sembrava giusto ,
infatti, cogliere le loro speranze ma
non assecondare capricci. Non
amavamo, ad esempio , r'egalare
qualcosa che servisse soltanto a
non farli sentire diversi dai coeta-
nei; cercavamo sempre di scegliere
Amateli così come sono. Questo
è il regalo più bello.
giochi che fossero in qualche modo
stimolanti per l'apprendimento o
che favorissero la socievolezza
perfino nei freddi pomeriggi inver-
38. Fate degli esercizi in casa per-
ché sappiano che cosa fare in caso
di incendio, pericolo, terremoto.
39. Mostrate loro a mai abbassare
le armi finché la partita non è total-
mente terminata.
40 . Mettete loro qualche sorpresa
nello zainetto.
nali. Soprattutto, desideravamo che
i nostri regali fossero segno di
affetto e non soltanto oggetti che
procurassero loro un immediato be-
nessere: proprio per questo talvolta
offrivamo qualcosa da fare insieme
in quei giorni di festa o un'espe-
rienza nuova da realizzare.
41. Date l'esempio: usate i cestini
per i rifiuti e fate la raccolta diffe-
renziata.
Sono ormai passati un po' di
anni da allora ; oggi giochiamo a
42. Date loro l'abitudine di scusarsi carte scoperte, chiedendo loro aper-
e chiedere perdono.
43. I genitori calm i e sereni hanno
tamente che cosa può risultare utile
o interessante; talvolta affidiamo
dei figli calmi e sereni. Ricordatelo. anche loro l'incarico di acquistare
44. Invitateli in pizzeria o al cinema. questi oggetti , perché comprendia-
Uno alla volta.
mo che non siamo più in grado di
45. Lasciate che siano altri a svela- sintonizzarci del tutto con le loro
re il mistero di Gesù Bambino e del · esigenze e con i loro gusti. Non è
topo dei dentini.
che non abbiamo più voglia di per-
46. Non paragonateli mai a nessun dere tempo per queste cose; credo
altro.
che abbiamo raggiunto la consape-
47. Lasciate segreti i loro segreti.
volezza che i regali sono una cosa,
48. Non tentate di apparire infallibili i doni un'altra. I regal i hanno una
ai loro occhi.
consistenza materiale e seguono
49. Siate i genitori che avreste scadenze rituali ; fanno piacere, ma
voluto avere voi.
in tondo non cambiano la vita. I
50. Pregate con loro tutte le sere.
doni , invece, sono legati alla sfera
della ferialità; non possono essere
51 . Trovate insieme, genitori e figli, in alcun modo quantificati ; sorpren-
altri 50 regali.
dono perché uno non sa neppure
Quest'anno regalerò ai figli
il gusto del futuro.
quando e come li ha ricevuti , ma si
accorge che hanno misteriosamen-
te qualificato la sua esistenza. Pro-
prio perché sono impalpabili, è diffi-
cile dire, su due piedi, quali doni in
tutti questi anni abbiamo offerto ai
nostri figli : la verità più probabile è
che reciprocamente abbiamo cer-
cato di essere dono l'uno per l'altro
camminando insieme, con sempli-
cità e nell'autenticità che si può
vivere in famiglia. Una presenza, lo
dico senza retorica, vale più di tan-
te cose.
Mi rendo conto, però, che i
tempi stanno mutando: dapprima
abbiamo guidato i nostri bambini
camminando avanti a loro, per indi-
care l'esigenza di avere sempre
una direzione di marcia; mettendo
a loro disposizione la nostra espe-
rienza e riflessione abbiamo cerca-
to di aiutarli a mantenere la rotta
BS GENNAIO 2004

4.6 Page 36

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verso se stessi e verso il mondo.
Poi c'è stato un lungo periodo in
cui abbiamo cercato di stare loro
accanto, perché potessero sentir-
ci come compagni di viaggio at-
tenti e solidali . Ora dobbiamo ral-
lentare il nostro passo perché loro
possano procedere in avanti con
maggiore slancio e crescente au-
tonomia , perché il loro senso di
responsabilità e di intraprendenza
possa svilupparsi pienamente e
offrire prove convincenti. A questo
punto del cammino , poiché è be-
ne che i nostri figli abbiano un
bagaglio che consenta loro di pro-
cedere spediti, credo che sia be-
ne rinunciare a una miriade di
pacchettini, intriganti ma forse
anche inutili. Non m'interessa, in
questo momento, prospettare loro
particolari valori o proporre atteg-
giamenti e comportamenti concreti
cui ispirare la loro vita. Neppure
metterò in scatola un insieme di
buoni esempi: ormai i ragazzi sono
grandi; hanno imparato ad accet-
tarci e a volerci bene con le nostre
fragilità e incoerenze, con le tante
povertà e omissioni che sono se-
gno di una condizione adulta che
è sempre, inevitabilmente, attra-
versata dà tensioni e sofferenze,
da delusioni e rimpianti.
Penso che invece porterò un
solo dono , e non avrò neppure
cura di confezionarlo in modo at-
traente , perché si tratta di qualco-
sa che è tanto più affascinante,
quanto più si presenta in modo
ordinario. Quest'anno regalerò
ai figli il gusto del futuro . Stan-
no vivendo il tempo delle scelte e,
come tanti ragazzi della loro età,
potrebbero restare impigliati nel
presente, per la paura e la diffi-
coltà di guardare lontano, o pun-
tando su un domani che sia solo
una riedizione dell'oggi. Spero
che questo dono li aiuti a mante-
nere l'entusiasmo e la freschezza
dell'adolescenza, la voglia di so-
gnare in grande per agire nel pic-
colo, la capacità di essere perse-
veranti nei loro progetti senza
lasciarsi condizionare dalla paura
di sbagliare e dalla tentazione di
adattarsi alla realtà, la disponibi-
lità a mettersi al servizio del mon-
do con generosità e con compe-
tenza.
GENNAIO 2004 BS
MOVIMENT
SALESIANO
di Julio Olarte
OTV
L'Opera dei Tabernacoli Vive
si ispira alla cooperatrice
salesiana Vera Grita, che è in /in
spirituale con un'altra cooperatrice,
la portoghese Alexandrina Da Costa,
la cui beatificazione è vicina.
OPERA DEI TABERNACOLI
VIVENTI
Sono pochissimi i gruppi che, co-
me questo, mettono in risa lto la li-
nea co ntemplativa e mistica invece
che quella attiva e dinamica del ~a-
risma. Ed è proprio questa peculia-
rità che susc ita qualche perpl essità e
res istenza. Vera Grita fu insegnante
di scuola elementare. Da quando a
Savona, il 4 luglio 1944, venne ca l-
pestata dall a fo ll a che fuggiva per un
bombardamento, le les ioni riportate
la segnarono irreparabi lmente. Ave-
va 21 anni . Nel 1940 si trasferì a Sa-
vona dove, nell a parrocchia sales ia-
na di M ari a Ausili atrice, partecipava
all a messa e frequentava la confes-
sione. Nonostante la malattia, ac-
cettò di in segnare in scuole periferi-_
che: Rialto, Erti, A lpicella, Deserto d,
Varazze. Dal 1963 fu suo confessore
il sales iano don Giovanni Bacchi ;
quando divenne cooperatri ce sale-
siana (1967), si affidò a don Gabriel-
lo Zucconi.
li 19 settembre 1967 iniziò l'e-
sperienza mistica . M entre pregava
davanti al Tabern acolo, ri sentì la
"Voce" che già una vo lta aveva sen-
tito ad Alpicell a, otto anni prima e
che la invitava a vivere a fondo la
gioia e la dignità di fi gli a ~i .J:?io,
nell a comun ione con la Trinita e
nell'intimità eucaristi ca del Tabern a-
co lo. 11 Il vino e l'acqua siamo noi: lo
e tu tu e lo. Siamo una cosa sola
[.. ./ lasciami lavorare, non pormi
ostacoli [...] la volontà del Padre
mio è questa: che lo rimanga in te, e
tu in Me. Insieme porteremo gran
frutto". Fu il primo di 186 messaggi
che costItuI sco no l'Opera dei Ta-
bernacoli Viventi che Vera, lottan-
do co n il timore di essere v ittim a di
un in ga nn o, sc ri sse in obbed ienza
a don Zucco ni .
Vera morì a due anni dall'inizio
della sua esperienza mistica. Nei
messaggi sono espl icit i i riferimenti a
Don Bosco e al suo "da mihi ani-
mas" che tendono a rinnovare nei
sa les iani il senso dell ' unione co n
Di o e la fiducia in Maria Ausili atri-
ce, per donare Dio attraverso u~
apostolato instancabi le che cooperi
all a sa lvezza dell' uman ità. L'Opera,
secondo i Messaggi, viene affidata
per la sua realizzazione e diffusion~
ai figli di Don Bosco: " Ho scelto !
Sales iani poiché ess i vivono con 1
giovani ma la loro vita di apostolato
dovrà ~ssere più intensa, più attiva,
più sentita".
(L' 77 febbraio 200 7, dedicato a Vera e
a don Zucconi, si è dato iniz io al Cen-
tro Studi "Opera de i Tabern aco li Vi-
venti" M ilano, via Copern ico 9, te/.
02.67.07.40.57).
Vera Grita (Roma 3/7/1923 - Pietra
Ligure 22/12/1969).

4.7 Page 37

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_.-------"------
BS GENNAIO 2004

4.8 Page 38

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sF\\OE e.,,cHE
per ragazzi, genitori, educatori
L'autoerotismo è uno dei fenomeni più diffusi
AMORSUI
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
VALORI IN QUESTl~~E
La sessualità è una realta i~terp_~~-
sonale da vivere nella rec1pro~~f~
L'autoerotismo la pone fuori da
dinLa'amuistomeoro.tismo
."
"costru isce
el
n.
gio-
vane un'immagine fantasiosa inter-
personale della sessualità e lo chiude
in se stesso.
ft
L'autoerotismo, attraverso _la an a~
sia erotica può sollecitare dmam1sm1
omo ed et~rosessuali , ma anche per-
verPsuiornei smseanndiaocaulni.
atto
.
oggettivamen-
te fuori dall'ordine proprio della ses-
sualità, soggettivamente_la persona
non è sempre responsabile.
O ggi entrano giornalmente in
gioco fantasie erotiche in-
tense, sollecitate da trasmis-
sioni audio/video, pornografia, In-
ternet... Il fenomeno dell 'autoeroti-
smo non corrisponde più alle vec-
chie definizioni di eccitazione mec-
canica dei genitali (masturbazione).
In ogni caso l'eccitazione sessuale è
ricercata, esulando quindi dalla
spontaneità di espressioni dell'emo-
tività sessuale. In altre parole, quan-
do parliamo di autoerotismo indi-
chiamo un evento psicologico della
persona che desidera appagare uno
stimolo sessuale individualmente,
sconnettendolo dall'espressione del-
la sessualità come realtà di recipro-
cità e valore interpersonale. Se vo-
gliamo approfondire l'argomento
che sta interessando non solo gli
adolescenti ma anche gli adulti, è
necessario scoprire i motivi che por-
tano alla diffusione della pratica, le
conseguenze e le implicazioni eti-
che, e a quale livello sia possibile
un intervento educativo.
GENNAIO 2004 BS
Negli oratori e centri giovanili
così come nei gruppi, il clima
indotto dalla passione forte
e controllata degli educatori verso
i giovani favorisce la formazione
alla dignità e al rispetto della vita,
del corpo, del sesso come valori
portanti della persona.
NEIRAGAZZI
È tipico dell 'età preadolescenziale
scoprire sensazioni nuove a livello
genitale. I ragazzi si accorgono che
quanto raccontavano i compagni_o
gli amici più grandi non è più sol-
tanto una descrizione, ma un 'espe-
rienza che li coinvolge e fa percepi-
re un piacere particolare. La sessua-
lità, infatti, è fonte di piacere ed è
realizzazione della personalità che
però non si manifesta solo attraver-
so i genitali, ma coinvolge tutto
l'essere, e produce dei valori, quelli
del "progetto" della loro vita. Il pia-
cere sessuale da solo può diventare
violenza - come nel caso della pe-
dofilia o dello stupro - o anche
commercio e "vendita" del proprio
corpo, come nella prostituzione. Ma
se è un 'esperienza di comunione
Da Ovidio a Conone a
Pausania, da Bacone a
Rousseau a Freud. . . il
mito di Narciso ha
interessato più di due
millenni di cultura
occidentale ed è stato
variamente associato
all'autoerotismo.
profonda e dono di sé a una persona
con cui si è legati da una relazione
stabile e riconosciuta come il matri-
monio, può rendere davvero felici.
L'autoerotismo è un fenomeno pre-
sente nella vita dei ragazzi, non solo
perché si scoprono sensazioni nuo-
ve e piacevoli, ma anche perché in
questa età della vita le pulsioni ses-
suali si vanno strutturando sempre
più con la pubertà, che è il ciclo di
maturazione della sessualità secon-
do la mascolinità o femminilità in-
scritta nei cromosomi. Se da una
parte è normale sentire le pulsioni
sessuali, dall 'altra non è moralmen-
te corretto per il cristiano assecon-
dare il piacere sessuale attraverso la
masturbazione, perché equivale a
usare la sessualità come un surroga-
to , mentre essa è qualcosa che ci
realizza veramente se inserita in un
progetto di dono di sé a una persona
che si ama e a cui ci si dona total-
mente fino a formare "una sola
carne", come dice la Bibbia. L' au-
toerotismo spinge la persona a chiu-

4.9 Page 39

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e più studiati non solo a livello giovanile.
I La sessualità è fonte di
realizzazione della personalità
e coinvolge tutta la persona.
I La sessualità va inserita in un progetto
di dono di sé a una persona cui ci doniamo
fino a formare "una sola carne".
dersi in se stessa e ad appagare uno
stimolo sconnettendolo dall'intima
espressione della sessualità come
valore interpersonale e matrimonia-
le. E questo, a volte, fino a togliere
alla persona la libertà di non farlo.
Occon·e far vivere con serenità e
senza eccessivi sensi di colpa l'e-
sperienza autoerotica adolescenzia-
le, anche perché potrebbe incenti-
varsi il fenomeno, proprio a causa
della tensione del senso di colpa,
che verrebbe scaricata con nuovi
atti masturbativi. Bisogna invece
essere attenti alle conseguenze, per-
ché il gioco solitario mentre da una
parte costruisce nel giovane un'im-
magine fantasiosa "interpersonale"
della sessualità, dall 'altra può favo-
rire dinamismi omo ed eterosessua-
li, come anche vere e proprie per-
CONFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMIGLIA
Il fenomeno autoerotico è s_oltanto
un problema psicologico . o coinvolge
anche la responsabilità etica delle per-
sonQeu?anta
influenza
ha
la
.-
_soc1et\\con
l'erotizzazione dei rapporti u~ani.
I mass media e Internet giocano un
ruoCloomsoeloainuetagraetiivora?gazzi.
a
superare
.
,1
proNbelellma ac?oppia
certe
.
ch1u~ure
~u.to-
erotiche sono solo espress1on~ d1 ,m_-
maturità affettiva o anche d1 d1fflcolta
relazionali?
versioni e manie. Il fenomeno au-
toerotico non educato è ali' origine
di molte turbe affettive della perso-
nalità adulta. Il giovane deve essere
guidato a vivere la propria sessua-
lità come un'apertura agli altri,
luogo di comunicazione di sé e di
donazione reciproca, non una merce
di scambio o luogo solitario di sod-
disfazione del piacere.
NELL'ADULTO
L'autoerotismo è presente fra gli
adulti, anche sposati. Le cause po-
trebbero ricercarsi nel fatto che la
maturazione del giovane è ritardata
da fattori sociali che lo legano più a
lungo alla famiglia (prolungamento
degli studi, mancanza o incertezza
del lavoro...). Ma nel soggetto adul-
to non si tratta tanto di un semplice
gesto, quanto di un'abitudine acqui-
sita, sintomo di un problema irrisol-
to, di una sessualità alla ricerca di
compensazioni e di surrogati, o di
difficoltà relazionali nella coppia.
Per formulare un giudizio sulla re-
sponsabilità etica occorrerà distin-
guere la singola azione dal compor-
tamento radicato e abitudinario. La
psicologia aiuta a vedere come alcu-
ne difficoltà affettive siano sempre
presenti e, in certi casi, l'immaturità
affettiva possa prolungarsi oltre
l'età giovanile, per cui le abitudini
contratte influiscono sul comporta-
mento, attenuando il carattere deli-
berato dell'atto, e far sì che, sogget-
tivamente, non ci sia sempre una re-
sponsabilità diretta. Tuttavia, in ge-
nerale, l'assenza di responsabilità
non deve essere presunta, ciò signi-
ficherebbe misconoscere la capacità
morale delle persone.
PREVENTMTÀ
Pensata, convinta, efficace deve
essere l'azione preventiva. Essa aiu-
ta a evitare carenze affettive pro-
fonde. Negli oratori e centri giova-
nili così come nei gruppi, il clima
indotto dalla passione forte e con-
trollata degli educatori verso i gio-
vani favorisce la formazione alla di-
gnità e al rispetto della vita, del
corpo, del sesso come valori po1tanti
della persona. L'obiettivo è quello
di creare comunità di vita cristiana,
dove accogliere i giovani sbandati,
soli, insicuri, aiutandoli a inserirsi
nello studio e nel lavoro, a occupare
il tempo libero offrendo esperienze
di incontro, di gioia, di impegni atti-
vi, fornendo loro occasioni per
nuove relazioni affettive e di solida-
rietà. È un fattore non trascurabile
che si affianca all'azione della fami-
glia e della scuola, e influenza la
formazione della persona. Infine, la
pedagogia sacramentale: la riconci-
liazione rende più forti grazie al
dono dello Spirito invocato su di
noi; e l'eucaristia edifica il nostro
corpo secondo il progetto del Padre,
per una gioia piena che viene river-
sata da Dio nei nostri cuori.
D
BS GENNAIO 2004

4.10 Page 40

▲back to top
I Un problema che sembra farsi sempre
... SONO BEVUTO!
di Mario Scudu
Terra Promessa descriveva la ricerca di ideali, la tensione verso
un futuro nuovo, le illusioni, i sogni, le aspirazioni dei giovani di allora.
L a fortunata canzone di Eros
Ramazzotti, Terra Promes-
sa, descriveva la ricerca di
ideali, la tensione verso un futuro
nuovo, le illusioni, i sogni, le aspi-
razioni dei giovani di allora. Tutt'al-
tra musica nell ' estate 2003: è scatta-
to infatti in Italia l'allarme della
crescita esponenziale del fenomeno
dell'alcolismo giovanile e delle dro-
ghe cosiddette leggere. Sapevamo
già tutto, ma l'abbiamo colpevol-
mente dimenticato un po' tutti: ge-
nitori, politici, amministratori, uo-
mini di chiesa e di scuola.. . Abbia-
mo rimosso il problema, affibbian-
dogli l'etichetta di "fenomeno tipico
della fase adolescenziale, con la
complicità della cultura del consu-
mismo e di una certa ideologia di
stampo radical/libertario". Problema
individuato e definito. Tutto a po-
sto. E invece no! Leggendo vari ar-
ticoli sull'alcolismo giovanile, mi è
venuta in mente un'altra canzone,
altrettanto famosa (e degli stessi
anni), Vita spericolata , di un altro
GENNAIO 2004 BS
profeta , ascoltato, idolatrato, osan-
nato, cantato e imitato da migliaia
di giovani: Vasco Rossi. Sembra
che oggi moltissimi giovani, attra-
verso il crescente consumo di alcol,
droghe e sesso irresponsabile, ab-
biano deciso di vivere una vita spe-
ricolata e maleducata, una vita che
se ne frega di tutto sì, una vita esa-
gerata, piena di guai, in cui ognuno
vive la propria alienazione ('ognuno
col suo viaggio ' eufemismo per dire
evasione, allucinazione o ' trip ' da
droga).
ANNEGARE
IN UN BICCHIERE
Recita un proverbio giapponese:
"Prima l'uomo beve un bicchiere,
poi il bicchiere beve un bicchiere.
Infine il bicchiere beve l'uomo".
Nel campo delle droghe (e l' alcol è
una droga) è proprio vero che a un
certo punto non è più l'uomo che
comanda ma il bicchiere. E inizia
così un penoso processo di auto
"Siamo ragazzi di oggi",
cantava a San Remo, nel
lontano 1984, un
impacciato Eros
Ramazzotti, "pensiamo
sempre all'America,
guardiamo lontano",
"camminiamo da soli,
nella notte più scura,
anche se il domani ci fa
un po' paura", e poi,
quasi un 'invocazione;
"finché qualcuno ci
darà, una Terra
Promessa, un mondo
diverso, dove crescere i
nostri pensieri".
schiavizzazione con la conseguente
graduale autodistruzione. L'allarme
alcolismo giovanile è scattato in
Europa e anche in Italia. La confer-
ma che anche i nostri giovani sono
sulla strada del graduale suicidio da
alcol, come i loro colleghi del cen-
tro e nord Europa, è venuta da una
ricerca dell 'Università Vita-Salute
del S. Raffaele di Milano. L'inchie-
sta fu fatta su un campione di 2362

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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più pressante e pericoloso: l'alcolismo giovanile
studenti delle scuole superiori attra-
verso questionari anonimi, con do-
mande sull'uso e abuso di droghe e
alcol e sui comportamenti sessuali a
rischio di contagio Hiv-Aids. Deso-
lante il risultato. E non stiamo par-
lando di extra terrestri, ma dei gio-
vani che troviamo per strada, sui
mezzi di trasporto, sui banchi di
scuola, nei super mercati. Qualcuno
ha confessato di essersi ubriacato in
un mese ben 17 volte, spesso da
solo. In alcuni casi, con un pericolo-
sissimo mix di marijuana e alcol. Il
42% ha usato droghe almeno una
volta. Il primo contatto con sostanze
stupefacenti illegali è individuabile
a circa 14 anni e mezzo. La ma-
rijuana è la droga più diffusa tra _i
ragazzi (80% degli intervistati). E
una droga anche se viene chiamata
leggera. Aggettivo che è fuorviante
(come la pubblicità ingannevole
sulle sigarette, chiamate light, leg-
gere!) .
LA MIA CLASSE
Per chi ha deciso liberamente o
trascinato dal branco, il connubio
I La sfida è quella dell'educazione
al valore della libertà. Occorrono
corde di sicurezza, ganci salvavita,
assistenza e accompagnamento...
marijuana/alcol è facile. Come inse-
gnante (Torino Nord) ne ho avuto
conferma dai miei allievi (16-18
anni). Erano in vena di confidenze
(o di inconscia auto esaltazione?), e
uno di loro ha candidamente svelato
che il suo gruppo (o branco?) di cin-
que amici aveva speso per il capo-
danno 2003 quasi 100 per l'erba,
poi abbondantemente innaffiata di
alcol. Risultato? Uno sballo fino al
vomito. Non c'è male come inizio
d'anno. In questi ultimi anni, in-
somma, si è aggiunta prepotente-
mente anche la droga alcol. Che fa
paura! Ho detto droga a ragion ve-
duta: crea assuefazione, distrugge
l'organismo (con gradualità diversa,
ma lo fa) e rende schiavi proprio
come le altre. L'alcol è droga, non
una sostanza innocua per fanciulli
innocenti o adolescenti di primo
pelo. Una droga presente e sottova-
lutata, quotidianamente pubblicizza-
ta e abbondantemente consumata.
Una droga che distrugge, cellula
dopo cellula, la vita di giovani e
non, che riempie prigioni e ospeda-
li, uccide su strade e autostrade. Un
flagello sociale! Una rivista ameri-
cana l'ha battezzata legai drug , dro-
ga legale, senza eufemismi o cir-
conlocuzioni di parole. E l'alcol è il
killer numero uno dei giovani ame-
ricani.
LIBERTÀ DAL BICCHIERE
I ragazzi bevono per sentirsi gran-
di, abusano di alcol per essere ac-
cettati dal gruppo, si ubriacano per
essere trasgressivi e muoiono da im-
becilli, perché non sono più padroni
di se stessi. In realtà non bevono,
piuttosto sono bevuti dall'alcol. Si
stanno poi diffondendo mode peri-
colose, come gareggiare in vere e
proprie maratone alcoliche: una
forma di bulimia che porta a bere
fino al vomito, per poi ricominciare.
Un altro fenomeno, chiamato binge
drinking, consiste nell'assunzione
esagerata e compulsiva di alcol,
fatta spesso-in solitudine. Una sorte
di sindrome di cui soffre anche il
5% dei maschi italiani e il 2% delle
femmine: tre o quattro volte al mese
ci si stordisce con l'alcol. I giovani
così non sanno di andare incontro a
I "Prima l'uomo beve un bicchiere,
poi il bicchiere beve un bicchiere.
Infine il bicchiere beve l'uomo".
I ragazzi bevono per sentirsi
grandi, ma...
conseguenze terrificanti (una vita
piena di guai). L' abuso di alcol pro-
voca un aumento della mortalità in
molte malattie, dalla cirrosi epatica,
allo stesso alcolismo, alle psicosi di
origine alcolica, alle miopatie alco-
liche, polinevriti, gastriti, apoplessia
cerebrale e cancro; ed è all'origine di
comportamenti devianti e violenti, di
suicidi, crimini familiari, esclusioni
sociali e di incidenti stradali mortali
(le cosiddette stragi del sabato se-
ra) . Le cause? Molteplici. Tra cui il
disagio esistenziale e la fragilità psi-
cologica di chi affronta l'insosteni-
bile leggerezza della propria vita
con mezzi pericolosi come l'alcol.
Il fatto poi di vivere in una società
consumistica, che spesso ti mette a
disposizione il denaro ma non l'e-
ducazione ai valori facilita l' abuso
alcolico. E }a pubblicità. Inutile na-
sconderlo. E un martellamento pres-
sante, subdolo, suadente, senza
scampo. Fatto sui figli di una cultu-
ra edonista, radicale e individuali-
sta, dove i desideri sono legge, dove
prospera la cultura del rischio e del
tutto è lecito, dove l'imperativo è la
libertà di auto/determinazione ... fi-
no all'auto/distruzione! Una cultura
religiosamente indifferente, dove
l'adorazione dell'io ha scalzato l' a-
dorazione di Dio. La sfida è proprio
quella dell'educazione al valore
della propria libertà fino al corretto
e responsabile comportamento da-
vanti al bicchiere da bere, per non
correre il pericolo di essere 'bevuti'
perdendo così la propria dignità e la
vita.
D
BS GENNAIO 2004

5.2 Page 42

▲back to top
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule :
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" .. . Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Tori_no) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e da ta)
(firma per disteso)
NB . li testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8 - Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
GENNAIO 2004 BS
_ , J I NOSTRI MORTI
IAFOLLA sig. Luigi,
exallievo salesiano,
t Sulmona, il 15/09/2003,
a 84 anni
Ex allievo salesiano di Caserta e poi di
Frascati Villa Sara. Con affetto ricordava i
suoi Superiori: don Fanara suo direttore a
Caserta e poi don Muzio, don Barale, don
Fasoglio e tanti altri di Frascati nonché il
clima di famiglia che in quegli Istituti si
respirava . A un giovane salesiano che
voleva sapere, negli anni ruggenti della
contestazione giovanile , come aveva tra-
scorso gli anni di Collegio, rispose senza
esitazione: "Sono stati gli anni più belli
della mia vita". La formazione cristiana
familiare rassodata nella casa di Don
Bosco l'accompagnò sempre nella vita.
Finché poté, partecipò volentieri ai conve-
gni degli exallievi. Fu sempre credente
convinto e praticante. Confortato dalla pre-
ghiera e dai Sacramenti si spense nel gior-
no della festa della Madonna di cui era
stato sempre devoto.
IACOANGELI sig. Tiziano, exalievo,
t Genzano (RM) , il 19/02/2003, a 82 anni
Già presidente dell 'Unione exallievi del
Lazio negli anni 70/80, tutti parlavano bene
di lui. Esemplare nel condurre le riunioni ,
trascinatore di iniziative , capace di genero-
sa e disinteressata dedizione. La sua paro-
la era sempre ascoltata o letta con rispetto.
Patriarca e profeta, nei suoi occhi si legge-
va la giovinezza degli anni trascorsi alla
scuola di Don Bosco che ha testimoniato
per tutta la vita con ottimismo e perseve-
ranza , fed ele agli insegnamenti ricevuti e
pronto a diffonderli attorno a sé con l'e-
sempio e la parola . Era anche un abile
scrittore e un profondo conoscitore dell'ani-
mo umano , ancorato a una profonda
dimensione religiosa che ne ha fatto un
esempio da imitare. Ci mancherà.
GALIETI suor Ascensa, Figlia di
Maria Ausiliatrice,
t Roma, il 28/01 /2003, a 74 anni
Ascensa porta scritta nella storia della sua
vocazione una profezia di Padre Pio. Lotta-
va con se stessa e non si decideva a rea-
Iizzare il progetto di Dio su di lei. Una
sorella con il marito si recarono da Padre
Pio e quando finalmente riuscirono a in-
contrarsi con il santo frate , il cognato gli
parlò anche di lei. Padre Pio uscì in questa
espressione: "Dica a sua cognata di stare
tranquilla, verrà anche la sua ora". Fu inse-
gnante di scuola materna per ben quaran-
tadue anni e visse la sua missione con
semplicità e umiltà, tra gioie e dolori, ma in
una spiritualità profonda, in compagnia di
Maria.
Casa-madre; ed è grazie a lei che si è
potuto allestire in quella casa il prezioso
"Luogo della memoria". Ebbe fin dall'inizio
l'incarico della manutenzione della casa, di
cui seguì le molteplici ristrutturazioni,
facendosi apprezzare da ingegneri , impre-
sari , geometri , capo-mastri, muratori , ope-
rai. Per questi ultimi, specialmente i giovani
immigrati, aveva attenzioni di madre che
arrivavano al cuore. Non c'era guasto o
necessità che non la trovasse sollecita e
capace di riparare, per cui la chiamavano
scherzosamente "l'ingegnere".
GIACOMETTI suor Amalia, Figlia di
Maria Ausiliatrice,
t Livorno, il 23/02/2003, a 79 anni
La ricordano soprattutto a Firenze, dove ha
dato prova di un amore senza sosta che si
traduceva in un'azione instancabile: sape-
va mettere mano a tutto, dalla guardaroba
e sartoria alla cucina, dall'ordine del cortile
alla cappella. Era veramente quel "burbero
benefico" che rispondeva con sollecitudine
alle richieste di ciascuna sorella . Il suo
cuore era sempre attento ai più poveri e a
quanti erano in difficoltà. Lo zelo per le
missioni le dava ali ai piedi per recarsi da
amici e conoscenti a chiedere doni per
allestire il mercatino missionario che ogni
anno rendeva più ricco e attraente . Go-
deva nel fare il catechismo e per molti anni
è stata vicina a ragazzi e ragazze che
attraverso lei hanno imparato a conoscere
e pregare Gesù e la Madonna.
GERACE Pantaleone, cooperatore
salesiano,
t Montauro, il 02/03/2003, a 87 anni
Fu un convinto lettore e sostenitore del BS
il signor Pantaleone. Un uomo esemplare
che ha saputo trasmettere ricchezza di
sentimenti e di valori perenni a quanti lo
hanno conosciuto e frequentato. La sua
vita è stata una costante realizzazione degli
impegni battesimali che sempre hanno
informato le sue azioni , una vita vissuta,
dunque, nell'osservanza del Vangelo. Man-
cheranno a parenti e conoscenti la sua gio-
vialità, il suo sereno sorriso, i suoi esempi ,
il suo ottimismo, tipici di chi è vissuto a con-
tatto con la pedagogia salesiana. Molti i
suoi interessi (la squadra di calcio seguita
con affetto, la banda, le letture ... ) che lo
hanno fatto apprezzare da tutti.
Venuta la sera di
quel giorno ~esù disse:
"Pass iamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)
TRAVASINO suor Maria, Figlia di
Maria Ausiliatrice,
t Nizza M. (AT) , il 10/02/2003,
a 89 anni
Suor Maria visse l'inizio della sua vita reli -
giosa a contatto con le Superiore , allora
residenti nella Casa-Madre di Nizza. Fu
sempre orgogliosa di ave r potuto racco-
gliere dalla loro voce le preziose testimo-
nianze delle origini dell'Istituto e diventare
la custode della memoria storica della

5.3 Page 43

▲back to top
~.L J'JJESE
ne, prende le distanze dall'impres-
sionismo ed elabora temi come
l'Estaque, la montagna Sainte-Vic-
toire, la moglie, le bagnanti, opere
apprezzate dagli artisti , ma non
dalla critica. Il successo arriva
con la "personale" del 1895. Dal
1900, ammalato di diabete , vive
quasi sempre ad Aix e si concen-
tra su "Le grandi bagnanti'. Muore
il 23 ottobre del 1906, a 67 anni.
Gennaio
UN SANTO UN ORDINE
San Giovanni Bosco , da tutti
chiamato familiarmente Don Bo-
sco, nasce a Castelnuovo d'Asti il
16 agosto 1815 e muore a Torino
il 31 gennaio del 1888. Dal 1846
è nel rione Valdocco, dove racco-
glie ragazzi e giovani e dà vita
all'Oratorio. Nel 1864 fonda la Pia
Società di San Francesco di Sales,
i salesiani (in sigla Sdb); poi, con
suor Maria Domenica Mazzarello
(1837-1881) , le Figlie di Maria
Ausiliatrice (Fma) e, infine, la Pia
Unione dei Cooperatori. Il suo pen-
siero si può condensare nella fra-
se: "Mi basta sapere che siete gio-
vani , perché vi ami". E sapendo
che non sempre è facile trattare
con i ragazzi, egli puntò sulla fidu-
cia nelle loro capacità e sul grande
amore, sostenuto dalla fede: "Con
i giovani occorre applicare il meto-
do preventivo e non repressivo".
Non a caso , i salesiani sono da
tutti considerati schietti , disinvolti ,
entusiasti, e quanti hanno vissuto
l'esperienza dell'oratorio ricordano
con gioia quel periodo.
UN PITTORE
Paul Cézanne nasce il 19 gen•
naio 1839, ad Aix-en-Provence,
figlio di un negoziante di cappelli
poi banchiere. Vive tra Aix e Pari-
gi , frequenta i pittori impressionisti
ed espone al Salon des Refusés.
Le opere di questo periodo hanno
toni cupi e pesanti impasti di colo-
re . Durante la guerra franco-prus-
siana del 1870, con Hortense
Fiquet, sua modella e poi moglie,
si reca in Provenza, all 'Estaque.
Tra il 1872 e 1'82 , vive la fase
impressionista, ma partecipa alle
mostre del gruppo soltanto nel
1874 e '77. Poi, anni di pausa. Inti-
DIARIO DI MEZZO SECOLO
1° gennaio 1959: entra in vigore
il Mec, Mercato comune europeo.
3 gennaio 1954: in Italia, inau-
gurati i programmi televisivi.
4-6 gennaio 1964: viaggio di
papa Paolo VI in Palestina.
6 gennaio 2001 : papa Giovanni
Paolo Il conclude il Giubileo del
2000 .
11 gennaio 1966: Indira Gandhi,
figlia di Nehru , è capo del gover-
no indiano.
11 gennaio 1979: in Cambogia,
governo del dittatore comunista
Poi Pot.
14 gennaio 1968: terremoto nel
Belice, in Sicilia; 236 morti , 56
mila senzatetto. ·
15 gennaio 1993: a Palermo, cat-
turato il mafioso Salvatore Riina.
16 gennaio 1979: in Iran , lo scià
Reza Pahlevi è costretto a lascia-
re il Paese.
17 gennaio 1991 : inizia "Desert
Storm", intervento Onu contro l'Iraq.
18 gennaio 1975: a Casale
Monferrato, Mara Cagol fa evade-
re dal carcere il marito Renato
Curcio, fondatore delle BR (ripre-
so il 18 gennaio 1976).
21-26 gennaio 1998: visita pa-
storale di Giovanni Paolo 11 a
Cuba.
24 gennaio 1959: papa Giovanni
XXIII annuncia il Concilio Vatica-
no Il.
24 gennaio 2002: ad Assisi ,
giornata di preghiera per la pace
nel mondo.
26 gennaio 1957: l'India annette
il Kashmir.
27 gennaio 1973: a Parigi , ac-
cordi per il Vietnam; l'esercito Usa
si ritira.
28 gennaio 1982: a Padova, i
Nocs liberano il generale america-
no Dozier e catturano cinque bri-
gatisti.
28 gennaio 1986: esplode lo
Shuttle "Challenger"; morti i sette
astronauti.
30 gennaio 1972: in Irlanda del
Nord , a Londonderry, 14 manife-
stanti cattolici sono uccisi dai sol-
dati inglesi .
LA LENTE
Sono sul mercato francobolli a
tema natalizio: Liechtenstein
(episodi evangelici) , Belgio (san
Nicola) , isole Far 0er (i teologi
Thomas Kingo e Jesper Rasmus-
sen Brochmand, del '600) , Sviz-
zera (decorazioni dell'albero) e le
caraibiche Isole Cayman (addob-
bi). Tra le emissioni per la beatifi-
cazione di Madre Teresa di Cal-
cutta, ecco la cartolina dell'Ordine
di Malta.
LE MOSTRE
A Torino, a Palazzo Bricherasio,
L'impressionismo di Armand Guil-
laumin. A Genova, il Palazzo Du-
cale ospita sino all '11 gennaio,
Bilbao a Genova: la cultura cam-
bia le città . A Trento , al Museo
dell'aeronautica "G. Caproni", sino
al 25 gennaio , Pianeta rosso. In
viaggio verso Marte. A Firenze, a
Palazzo Strozzi , sino al 22 feb-
braio, Perù, 3000 anni di capola-
vori. A Roma , a Palazzo Ruspali,
sino al 15 gennaio , Cristina di
Svezia: le collezioni reali: la prima
mostra in Italia dedicata alle ric-
che raccolte del Paese . Poi , al
Museo del Corso, sino al 18 gen-
naio , Fabergé. L'orafo degli zar.
oltre cento gioielli e oggetti pre-
zios i, comprese alcune famose
"uova" pasquali.
BS GENNAIO 2004

5.4 Page 44

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PRIMA PAGINA
Redazionale
CARABINIERI ...
SENZA CARABINA!
Abbiamo intervistato il col. Pezzolet che dal 1997 è Direttore Responsabile della rivista
li carabiniere, in merito all'iniziativa umanitaria di un ufficiale dell'Arma.
Colonnello, la rivista //
Carabiniere che lei dirige è
per tutti i cittadini o solo
per la cerchia dei membri
l.111\\lll
possa fondare una ONLUS per aiu-
tare i più svantaggiati, e possa fare
esperienze di volontariato missio-
nario all'estero. È un'eccezione o
dell'arma e familiari?
fa parte della vostra struttura sta-
li Ca rabiniere è un peri odi -
tutaria?
co che ri sa le al 1872, nato a
uso in te rn o all ' Ist ituz io ne.
Dal 1983 per l'ampiezza del
Parola d'ordi~e!
SOl\\OlRIETl
Molti uffic iaii, maresc ialIi, briga-
d ieri e ca rabin ieri si adoperan o
concretamente in quell a che, con
panora ma in fo rm ati vo, l a
termin e un po' generi co, si usa
rivi st a è st ata definit a dal-
definire " benefi ce nza", sia eco-
l 'O rd in e de i Gi or na li st i
nomi camente sia personalmente.
" mensile di grande inform a-
Il Ten. Co l. Italo Govern atori è
z ione e cultura profess iona-
stato il primo, co n l'approvazio-
le" . Al mo mento, 1'80% dei
ne e il plauso dell'Arma, a per-
nostri lettori non è militare.
co rrere questa v ia dell a fo nda-
zi one di una O NLU S a favore
Che cosa vuole trasmettere
dei poveri del lii mondo, dopo
guesta vostra pubblicazione?
esse re st ato vo l o n ta ri o in
E un o strum e nt o co n c ui il
An go la presso un a m issi o ne
Comando Generale del l' Arm a
sales iana.
pro po ne l' Istituzion e no n so lo
co me ga rante d i sicurezza pubb li ca e pri vata, ma Parliamo del calendario: ci può dire qual è la
anche co me portatri ce di cul tura, mirata ai valo ri tiratura?
e all ' informaz ione equi d istante, d i arri cc himento Il Ca lendari o dell ' Arm a tira circa 1.200.000 copie;
spiritu ale e professi onale per i militari e per tutti i la sua stori a ini z ia nel 1928 e le ann ate vanno a
letto ri . E tra i va lori fo nda mentali f igurano la soli- ruba, sia da parte degli estim atori, sia nel mercato
darietà, il senso della giustizia e lo spirito di ser- de i co ll ez io ni sti . C'è da r il eva re che i c ittadini
vizio.
· ammi ra no l'Arma dei Carabinieri e considerano una
d imostraz io ne d'a ffetto rec iproco e un pun to d i
Abbiamo letto nel numero di ottobre il lancio orgog lio possederne il ca lendari o.
della campagna abbonamenti, dove, invece del
solito gadget, si promette a chi rinnova che parte L'anno passato ha avuto una risonanza quasi
del ricavato andrà ad alcune associazioni (Lumbe-
Lumbe, VIS, VIDES, Marchini) che si occupano di
solidarietà. Perché?
Il ca rabini ere non è so lo un profess ioni sta vi c ino
all a gente per debito di servi zio, ma anche e sop rat-
tutto un uomo che ha scelto di rea li zza rsi in un a
vita di sacrific io e di ded izione, anche nel credo d i
quei prin cipi di solid ari età, d isponi bilità e serviz io
del prossimo che, da prim a della scelta dell' unifo r-
me, egli ha profondamente rad icati nel suo bagagli o
pari a quella di certi calendari illustrati con le più
note soubrette del momento ... E parlava di solida-
rietà in modo non convenzionale e decisamente
brillante. Quest'anno, quale sarà il tema?
Sa la stori a de ll ' Arm a suddi v isa in 19 decenni ,
c he si p rese nta no grafica mente co me stralc i di
giorna li co n cro nac he e i l lu straz ioni d ' epo ca,
nell e quali sono anche acce nnati gli avver:iim ent i
dell a più ampia storia naz io nale.
umano e spiri tua le.
Probabilmente costituisce una sorpresa per molti Per ricevere gratui tamente una cop ia de " Il Carab iniere" :
la libertà con cui un ufficiale della "Benemerita" 06483780, da l lunedì al venerdì, h. 14-17.
GENNAIO 2004 8S

5.5 Page 45

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RELAX
il Cruciverba•
Santuari d'Italia
s67
9 10 11
di Roberto Desiderati 23
27
Visitiamo i
luohi di culto
29
del nostro ~aese
i ~iù conosciuti
32
e i meno noti. 39
Rilassandoci.
43
A gioco completato ri sulterà, nelle case lle a doppio bordo, il nome di un famoso Santuario
o
Definizioni
ORIZZONTALI. 1. Lo studio delle interazio ni
tra magneti e corpi attraversati da corrente - 12.
Caserta - 13. Organizzaz ione dei paesi esportato-
ri di petrolio -14. Abbrev. di italiano - 15. li no-
me di London (j= i) - 17. Suona dolce in Italia -
18. Qualunque - 23. Articolo per... uomini! - 24.
Ch iesa in cui sono conservate particolari reli-
quie; - 26. Ragioniere - 27. Vedi foto - 29. Pro-
fondi -30. Nota del redattore -31. Enna-32. Nel
caso che -33. Tutela i diritti d ' autore- 35. Aiutate
- 39. Colorate - 41. Società dell ' Iri che controlla
le telecomunicazioni - 42. Altare pagano - 43.
Compiere senza averne coscienza.
VERTICALI I.Abili nel comporre o risolvere
cruciverba e rebus - 2. Massacn -3. Legno mol-
to dlffo -4. Nome di donna - 5. Esprimere un pa-
rere - 6. Pronome - 7. Calmate - 8. Terzo.. . per i
latin i - 9. Il procuratore che indagò su Clinton e
1O. S lanciati guerrieri africani -11. Periodo geo-
logico-16. L'El famosa peruna battaglia - 19.Ri-
tualità al centro - 20. Cattura - 21. Paese
dell'Irpinia - 22. Lo lancia la nave in pericolo -
24. Simbolo dello stagno - 25. Dispari in etade -
28. Vanno... con le une - 33. Cos.ì firmava il "pa-
pà" di Bonaventura - 34. Si spendono in Giappo-
ne-36. Severo, ma non troppo! -37. Lo "zio' che
impersona il popolo americano -38. Il Gillan can-•
tante deiDeep Purple-40. North Carolina-41. La
Spezi a .
NON SOLO SCAVI
La soluzione nel prossimo numero.
Nel 62 dopo Cristo, Pompei fu colpita da un devastante terremoto ; sini-
stro preludio di quanto sarebbe avvenuto nel 79, a llorché la città fu letteral-
mente cancellata dalla terribile eruzione del Vesuvio, sepolta sotto una im-
pietosa coltre di ceneri e lapi lli . Pompei è certamente un fatto culturale di
eccezionale importanza, tuttavia essa non è solo scavi e memorie. È anche
una Pompei mistica che richiama ogn i anno migliaia di fedeli e di pellegri -
ni . È una storia recente legata a un immagine sacra arrivata nel villaggio,
allora di trecento abitanti, su un carro di letame. La fondazione del Santua-
rio si deve a Bartolo Longo, il fondatore della mo-
derna Pompei , che era nel 1872 in veste di am-
ministratore delle proprietà della contessa De Fu-
sco. L' otto maggio 1876 dette inizio alla costru-
zione del santuario su progetto di Antonio Cuva .
I lavori furono completati nel 1883, ma la deco-
razione e la consacrazione avvennero nel 1891 ..
La facciata, su disegno di Giovanni Rispoli, fu
tenni nata nel 190 l con la posa in opera della sta-
tua della Vergine del Rosario di Gaetano Chiara-
monte. La torre campanaria, a lta 82 metri, su cin-
que piani , fu costruita su disegno di Aristide Leo-
nori e ultimata nel 1925. L'attuale tempio è frut-
to dell 'ampliamento del 1939, eseguito su pro-
getto di un prelato ingegnere, don Spirito Chiap-
petta. La chiesa, a croce latina su tre navate, è do-
tata di un organo magnifico. Sull 'altare maggio-
re vi è un ' antica tela raffigurante la Vergine, con
ai lati i misteri del Rosario dipinti da Vincenzo
Paliotti.
HS GENNAIO 2004

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
PIÙ DI QUANTO
SAPESSI FARE 10
Desidero segnalare la protezio-
ne di Mamma Margherita in
occasione di un esame universi-
tario di mia figlia. A settembre le
mancava un unico esame ,
avendo già completato quelli
del primo anno universitario .
L'aveva ripetuto già alcune
volte, ma senza successo: per-
ciò era piuttosto demoralizzata
e stanca. Ho pensato di affidarla
a Mamma Margherita, perché la
sostenesse , donandole fiducia
in se stessa più di quanto non
sapessi fare io, sua madre. E la
fiducia in se stessi è un dono
degno di essere implorato. Ha
superato l'esame tanto temuto e
ora punta a passi futuri , con
maggior ottimismo. Mentre con-
fido ancora nella protezione di
Mamma Margherita, rendo testi-
monianza per la sua attenzione
materna verso tutte le necessità
della mia famiglia , piccole e
grandi.
Pia Donaggio, Chioggia (VE)
a me. Come al solito , anche
quel pomeriggio immancabil-
mente si fece sentire un male
insopportabile alle orecchie . lo
nella mia semplicità di ragazzi-
no, misi il santino sotto il cusci-
no e dopo un pianto dirotto mi
addormentai . Seguì un sonno
profondo . La mia sorpresa al
risveglio fu di vedere sul cusci-
no una goccia di sangue uscita
dall'orecchio che ormai non mi
doleva più. Corsi da mia madre
e le raccontai l'accaduto. Ella mi
guardò e sorrise. Da quel giorno
non portai più berretto, né ebbi
male alle orecchie , se non un
leggero fastidio di qualche
secondo, il tempo di ricordarmi
di una preghiera a San Domeni-
co Savio. Sentivo il bisogno di
offrire questa testimonianza pro-
prio perché sono trascorsi tanti
anni e io non ho più sofferto
male alle orecchie . Una cosa è
certa : tengo sempre con me
quell 'immaginetta con la reli-
quia, perché mi è stata prezio-
sa .
Goffredo Dander, Arabba (BL)
DUE VOLTE
IN STATO
COMATOSO
Mia madre, novantenne, fu rico-
verata in un ospedale di Torino
per un intervento di protesi al
ginocchio. All'inizio tutto andò
per il meglio, ma dopo una setti-
mana subentrò .una polmonite
batterica, malattia subdola e
pericolosa. Mia madre peggiora-
va e per ben due volte cadde in
uno stato comatoso. In famiglia
pensammo di rivolgerci al beato
GUIDATA NELLE
MIE SCELTE
Michele Rua . Ebbene , mia
madre con grande meraviglia
dei medici gradualmente si
riprese. e fu dimessa dall 'ospe-
dale. E trascorso un anno e
attualmente, vive la sua vita
quasi normalmente.
Desidero rendere pubblica la
grazia, ricevuta due anni fa da
san Domenico Savio, quando
io, in tarda età , ebbi il dono
della mia prima gravidanza. Fu
un 'esperienza bellissima , ma
nello stesso tempo durissima
Musso Elisabetta, Chieri sia per minacce di aborto , sia
per il Citomegalovirus, contratto
nei primi mesi e pericolosissimo
HO SEMPRE
CON ME
QUELL'IMMAGI-
NETTA
per il feto. Messa subito al cor-
rente del pericolo e di un possi-
bile aborto (che io però non ho
mai voluto) , mi affidai a san
, Domenico Savio. Ho portato
fino al momento del parto il suo
Ero un ragazzino di 8/9 anni abitino . Lo pregavo a lungo ,
(ora ne ho 51) e avevo sempre perché potessi essere guidata
male alle orecchie . Mia madre in tutte le mie scelte. Dopo
disperata non sapeva più che esami specifici, mi fu comunica-
cosa fare tra olio caldo, borse di
pappa di lino caldo e impacchi
di ogni sorta. Mia madre ne
parlò al parroco , il quale le
diede un'immaginetta con la
reliquia di san Domenico
Savio. Mia madre la consegnò
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firmate e senza r~captto. s_u
ri chiesta si potra omette, e
GENNAIO 2004 BS
l' indicazione del nome.
to che il bimbo che aspettavo
era sano e non aveva contratto
il mio virus. È nato infatti un bel-
lissimo e sanissimo bimbo, che
ora ha quindici mesi e che conti-
nuo ad affidare alla protezione
del mio Santino.
Filomena, Ave/lino
HO UN ANGELO
CUSTODE
Il mio primo figlio , secondo le
previsioni di alcuni medici ,
avrebbe potuto essere molto
malato ; ma san Domenico
Savio aveva esaudito le mie
preghiere : infatti nacque un
bambino perfettamente sano ed
io ero felice . Per alcuni mesi
allontanai il pensiero di avere
altri figli , temendo che potesse-
ro nascere malati. Però, quando
andai a Torino per ringraziare
Domenico Savio della grazia
ricevuta, davanti alla sua urna
mi accadde una cosa non previ-
sta. Inginocchiata davanti al suo
altare, non riuscivo più a smet-
tere di piangere: la mia mente si
purificò e il mio cuore si riempì
di speranza e amore. Pregai il
piccolo santo intensamente,
come non avevo mai fatto ; gli
chiesi di perdonarmi il mio egoi-
smo e di farmi dono di un altro
figlio: io avrei accettato volentie-
ri la volontà di Dio. Dopo poco
più di un mese, ero in attesa di
un altro bambino. Tutti ne furo-
no stupiti, poiché il primo aveva
solo otto mesi. Ma non così io.
Oggi il mio secondo bambino ha
quasi cinque mesi e sta benissi-
mo. È per me certo un po' fati-
coso avere due piccoli, ma ho
un Angelo Custode che mi
aiuta! Ho voluto che questo
secondo figlio si chiamasse
Domenico, perché il ricordo di
quanto è avvenuto durasse per
tutta la vita.
Debora e Gianni Facchini,
Brescia
UN PERMANENTE
INVITO
A RINGRAZIARE
Pur essendo trascorsi sei anni
di matrimonio , ancora non
avevo avuto la gioia di una gra-
vidanza. Mi tornò alla mente la
voce di mia nonna che ,
quand'ero piccola, mi racconta-
va dell'abitino di san Domenico
Savio. Lo chiesi e appena rice-
vutolo lo indossai e iniziai una
novena. Non passò molto
tempo che rimasi incinta. Oggi il
mio piccolo ha quasi quattro
anni. Nella sua culla spicca l'a-
Attilio Giordani
CALÒ COME
UN SIPARIO
Dopo alcuni accertamenti, mi
fu diagnosticato un tumore
mal igno al seno . Il chirurgo
che mi aveva visitata mi con-
sigliò di farmi operare per
asportare tutto il seno , più
svuotamento ascellare e in
un secondo tempo di assog-
gettarmi a un ciclo di che-
mioterapia. Non so descrive-
re la disperazione che s'im-
possessò di me. Sembrò che
un sipario calasse sul mio
futuro . Avvertivo il bisogno di
parlare con qualcuno. Lo feci
con il fratello del servo di
Dio Attilio Giordani. Egli mi
assicurò che si sarebbe
rivolto all ' intercessione di
suo fratello . Da quel giorno
io sentii dentro di me che ce
l'avrei fatta, perché ero sicu-
ra che qualcuno mi proteg-
geva. Oggi, dopo aver supe-
rato l'intervento e aver fatto
la chemioterapia, posso dire
che quel sipario è come se
fosse scomparso.
C.G., Pavia
bitino da me indossato e grazie
al quale lui è nato. Costituisce
un permanente invito a ringra-
ziare .
Quartaro Silvana, Torino

5.7 Page 47

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oc
Monsignor
LILLO LA PIANA
Già insegnante presso la facoltà
di Antropologia teologica
del S. Tommaso di Messina.
Dal 1999 al 2002 ispettore
della provincia religiosa di Sicilia.
Ora vescovo a Mazara
del Vallo (TP).
Monsignore, quali sono i dati della sua diocesi'?
La diocesi conta 260.000 anime ripartite in 77 parrocchie. Miei colla-
boratori nell'apostolato sono circa una settantina di sacerdoti diocesa-
ni e 25 appartenenti a congregazioni religiose. Gli istituti religiosi pre-
senti sono 29, dei quali 21 femminili e gli altri 7 maschili.
Come pensa il suo servizio in diocesi?
Mi piace pensare che l'elezione a pastore di un territorio ecclesiasti-
co assomigli un po' a un matrimonio che si contrae tra la diocesi e il
suo Vescovo. Le parole-chiave, allora, che "informano" questo specia-
lissimo sacramento sono unità, collaborazione, attenzione, cura pasto-
rale ...
Quali sono, monsignore, le caratteristiche diciamo più appari-
scenti della sua Chiesa locale?
Mazara del Vallo è il territorio che ospita la maggiore concentrazione
di immigrati di religione islamica di tutta Italia. A questo punto indo-
vino la prossima domanda che vorrebbe farmi: "Sono un problema?".
Esatto: sono un problema?
Le rispondo di no, anzi sono convinto che Dio parli anche attraverso
di loro, quindi sono una risorsa. Ci credo e mi adopererò per dimostra-
re che questa convinzione è giusta e che collaborare è l'unica via per
costruire una società più giusta e fraterna, una società davvero cristiana
insomma.
Dunque, lei crede nel dialogo?
Altro che! Il dialogo è da sempre il miglior strumento per crescere
insieme e ricercare giorno per giorno la volontà del Signore, anche se
lo chiamiamo con nomi diversi, Dio o Allah.
Si sente ancora un figlio di Don Bosco?
Sempre di più. Ogni volta che incontro i giovani è per me una gioia e
una festa. A loro ho inviato uno dei miei primi messaggi come vescovo
e li ho invitati a scelte radicali in nome di Gesù, senza lasciarsi incanta-
re da falsi bagliori e falsi ideali.
LAILUNA
Ha poco più di 13 anni. Papà
e mamma sono "desapareci-
dos", arrestati un brutto giorno
dalla polizia di Saddam e mai
più ricomparsi. Lei non è riu-
scita più a dimenticarli e da
quel giorno li ha sempre cerca-
ti, scrutando i volti di tutti
quelli che incontrava, girova-
gando spesso attorno alle pri-
gioni ... Ora, dopo la caduta
del dittatore e il saccheggio
dei palazzi del potere, sono
spuntate centinaia e centinaia
di videocassette in cui sono
state riprese le torture e/o le
esecuzioni di quelli che erano
stati arrestati perché conside-
rati nemici del regime e fatti
sparire. Tali riprese servivano
da prova che gli ordini erano
stati eseguiti. Sono visioni rag-
gelanti e tanto mostruose da
far vomitare, ma a lei, Lailu-
na, si è raggelato il cuore e
un'ombra dura d'incancellabi-
le tristezza staziona perenne-
mente sul suo viso adolescente.
È decisa a continuare la ricerca.
Chissà per quanto tempo!
BS GENNAIO 2004

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
ONLINE
di Antonio Miscio
La matematica in testa
GIOVANI
di Vito Orlando
Giovani sotto analisi
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CHIESA
di Lorenzo Bortolin
Wojtyta il maestro
INSERTO CULTURA
di Giancarlo Manieri
Il Museo di Léon