Bollettino_Salesiano_200307

Bollettino_Salesiano_200307

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- MAESTRO ED AMICO . . . - - - - - - - - ,,
di Pascual Chévez Villanueva
I MILLE VOLTI
DI DON BOSCO
EREDI
DI UN SOGNATORE
Una caratteristica peculiare di Don Bosco: era un santo come
tanti altri santi, e... un sognatore come pochi altri. Sognare
è una forma di credere. I sogni di Don Bosco come rivelazioni
di eventi. Sogni per costruire l'avvenire, dunque premonitori.
Sogni in funzione della salvezza dei giovani.
I Stefano Ferrazzino
Don Bosco fotografato con una
famiglia di Chieri.
Chieri, fine anni '50.
Don Bosco "si caratterizza tra
i santi anche per essere sta-
to un santo sognatore" (E.
Viganò). Chi si avvicina alla figu ra
storica del santo dei giovani rimane
sorpreso dalla quantità di sogni che
lo hanno accompagnato durante
tutta la vita e dall'importanza che
lui stesso concedeva loro. Del pri-
mo sogno, avuto quando era anco-
ra un ragazzino di appena nove
anni , è arrivato a confessare di
esserne rimasto "profondamente
impressionato per tutta la vita" (MO
22) . E uno storico recente com-
menta che quel sogno precoce "ha
condizionato il modo di vivere e di
pensare di Don Bosco. E, in parti-
colare, il modo di sentire la presen-
za di Dio nella vita di ognuno e nel-
la storia del mondo" (P . Stella) .
Non è un caso che sia stato tra gli
anni 1853 e 1863 - il periodo in cu i
sarebbe maturato come apostolo ,
educatore, scrittore che pubblicava
.i propri libri , e sacerdote fondatore
- che ha avuto i sogni più audaci.
O Sognare era per Don Bosco,
senza dubbio, un'altra forma di cre-
dere , un modo nuovo di vivere
"come se vedesse l'Invisibile". Il
santo "era totalmente aperto al
soprannaturale e la sua comunica-
zione con quel mondo si manifesta-
va particolarmente nei sogni" (W.
Nigg) ; questi erano il ponte natura-
le con cui si manteneva aperto al
trascendente , il suo modo di libe-
rarsi dalla realtà per sottomettersi
al progetto salvifico di Dio. "I sogni
di Don Bosco non contenevano
vagh i o sibillini presagi , ma rivela-
zioni chiare e precise di eventi
nascosti nelle profondità del futuro"
(E . Ceria) . Come buon credente ,
sapeva che la fede è "la prova del-
le cose che non si vedono ancora"
(Eb 11 ,1); sognare fu il modo, tutto
suo, di credersi oggetto di un man-
dato divino che lo motivava a crea-
re quanto aveva visto solo in
sogno .
O Don Bosco ebbe la certezza di
chi sa contare su ciò che è ancora
nascosto, l'evidenza di chi sa pre-
sentire ciò che è ancora avvenire:
"vedeva nella mente cose che per
lui erano già un fatto" (W. Nigg) . Il
credente può certificare la realtà
che non vede ancora, per il fatto
che gli è stata promessa da Dio; la
sua fede non crea realtà inesistenti,
che sarebbero pure illusioni , poiché
si tonda sulla realtà invisibile di un
Dio che promette, e che si è impe-
gnato a creargli un avvenire nella
misura non già del bisogno del cre-
dente , ma dell'immaginazione di
Dio . La realtà di quanto si sogna
non dipende dalla sua visibilità, ma
dalla voglia che Dio ha di inventar-
la. Don Bosco ha visto in sogno ,
anticipato, il progetto concreto che
Dio gli aveva preparato; sognando
LUGLIO/AGOSTO 2003 BS
I Sognando, si azzardò .
a immaginare l'avvenire
e ad accettare la sfida
di trasformarlo In realtà.

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si azzardò a immaginare l'avvenire
e ad accettare la sfida di trasfor-
marlo in realtà.
Tutti i sogni di Don Bosco
sono, in definitiva, un unico grande
sogno : quello dei nove anni ; tutti ,
come quel primo, hanno avuto per
"oggetto uno stesso tema, modula-
to con variazioni diverse: la salvez-
za della gioventù" (W. Nigg) . Che
tale fosse il tema dei suoi sogni
non può meravigliare chi ammette
che quella era l'unica ragione della
sua vita. Del resto le sue stesse
parole lo confermano: "Chiamateli
sogni , chiamateli parabole, date
loro qualsivoglia altro nome che vi
garbi, io sono sicuro che, racconta-
ti, faranno del bene" (MB 1,256) .
I Tutti i sogni di Don Bosco hanno
avuto per oggetto uno stesso
tema, modulato con variazioni
diverse: la salvezza della gioventù.
O Siamo figli di un santo sogna-
tore e realizzatore dei propri sogni.
Per questo siamo chiamati a colti-
vare ancora sogni apostolici e a
rafforzare la nostra immaginazione
per trasformarli in realtà nella mis-
sione che realizziamo tra i giovani
di oggi. Don Bosco sognatore ci
invita a ricuperare la capacità "sale-
siana" di ascoltare, come i grandi
protagonisti della storia biblica , "in
sogno" la voce della gioventù che
ci chiama e il comando di Dio che
ci invia. Staremmo allontanandoci
dalla nostra origine, perdendo così
originalità, smetteremmo di essere
famiglia del Santo sognatore, nel
momento in cui non volessimo più
sognare nuove missioni tra i giova-
ni e non ci svegliassimo più per
rea lizzarle .
O
Luglio/ Agosto 2003
Anno CXXVII
Nu mero 7
In copertina:
Il secolo XXI può
diventare iI secolo
delle guerre dell 'acqua
più che quell o delle
guerre del petrolio.
G ogg i se ne avvertono
i sintomi. Q uali rimedi ?
(Foto: M anieri/Demarie)
M ensil e di informazione
e c ultura re ligiosa edito
da lla Congregaz ione Sa lesiana
d i San G iovanni Bosco
D ireltore:
GIANCARLO MAN IERI
- EMERGENZE
12 La grande sete
di Silva no Stracca
- G1ovANI
14 Abitare il tempo, vivere la notte
di Vito Orlando
- ANNIVERSARI
18 Don Bosco e don Orione
di Antonio Lanza
- CASA NOSTRA
20 Prete dei giovani ...
- 1NSERTO VACANZE
23 Film per l'estate
- FMA
28 Don Bosco al femminile
di Fra ncesco Motto
di Cudemo/Ciambrignoni
di Graziella Curti
- RUBRICHE
2 I/ Rettor Maggiore - 4 li punto gio vani - 6 lettere al Dire ttore - 8 In Italia e
nel Mondo - 11 Osservatorio - 16 // mese - 17 Il mese - 22 l ettera ai giovani -
27 Doctor /. - 30 libri - 32 On Une - 34 Come Don Bosco - 36 Movimento Salesiano
- 37 laetare et benefacere - 38 Sfide etiche - 40 Anniversari - 42 I nostri morti -
43 Box - 44 Viaggi - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/ Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni Gianca rlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto • Vito Orlando
Collaboratori: Ernesto Gattoni Giuseppina Cudemo
Graziella Curti · Carlo Di Cieco • Bruno Ferrere
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
iraa;;;~~~n~~~u~T~,~~b~~,;'~fc,'~a~ ~;~~t~~by~ts~:Jr~~f
Arnaldo Scaglioni Serdu • Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini • Vincenzo Odorizzi - Guerino Pera
Pietro Scalabrino - Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e Impaginazione: Pier Bertone
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1 949
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 55 edizioni e 24 lingue diverse. Raggiunge 151 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS LUGLIO/AGOSTO 2003

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di Carlo Di Cieco
EDUCAZIONE
MONDIALIZZATA
È tempo, forse ormai scaduto, di pensare a un'educazione globalizzata
in una società globalizzata in cui, almeno per ora, sembrano in realtà
globalizzati solo i commerci e le guerre ... I problemi che si pongono
all'educazione in questo scenario sono di inimmaginabile complessità.
S e non si vuole vivere come gli
struzzi con la testa sotto la sab-
bia, occorre chiedersi quale pie-
ga stia prendendo la storia del mondo
dopo due guerre micidiali in due anni ,
realizzate contro il diritto fondativo del-
le Nazioni Unite e con le armi più sofi-
sticate mai viste . Mai del tutto sepolto,
il mestiere delle armi, impastato di
affari e commerci , è tornato di moda,
rilanciato dai teorici della guerra pre-
ventiva che tengono in ostaggio le
democrazie. E così , le nuove compa-
gnie di ventura anziché andare in giro
uccidendo con spadoni e bombarde,
buttano sulla testa della gente bombe
a frammentazione di una tonnellata, e
tengono in serbo per i paesi più recal-
citranti al nuovo ordine unilaterale,
non solo sanzioni economiche ma
anche l'atomica.
O È l'aspetto barbaro della
mondializzazione dove - per dirla con
la Santa Sede - il diritto della forza ha
esiliato la forza del diritto, rendendo
fragili e inutili, in un sol colpo, pure
tante teorie educative. Sulle macerie di
Baghdad dopo quelle di Kabul, Jenin o
Betlemme, ci si può ora chiedere quali
parole di credibilità si possano dire
ai giovani che valgano non solo tra i
grattacieli di New York, ma anche
all'ombra delle favelas , tra le tende
dei beduini, o intorno ai Grandi
Laghi dove si muore tracimati da
interessi estranei alla vita
quotidiana della gente. Nella
globalizzazione, tornata a dare
insperata dignità alla barbara guerra
quale chiave di accesso ai beni di
sopravvivenza, si pone la questione di
proporre parole educative che abbiano
il respiro della mondializzazione
alternativa a quella garantita dalla
prepotenza militare.
O Si tratta di immaginare una .
educazione non servile e funzionale al
modello di umanità di quelli che girano
il mondo imbracciando fucili ,
sottomettendo popoli e tradizioni per
garantirsi risorse a buon mercato. Una
educazione che crei anticorpi a questo
stile di sopraffazione commercializzata
come normale nella comunicazione
LUGLIO/ AGOSTO 2003 BS
mediatica. Una educazione che renda
ragione allo sventolare le bandiere
dell'arcobaleno che non sia pura
civetteria passeggera.
O Trovare queste parole educative nel
moltiplicarsi delle macerie materiali e
culturali serve anche ai tanti adulti che
hanno investito la vita sulla rettitudine
e la giustizia e si ritrovano, ora, per lo
più come dei pugili suonati se
incrociano dialoghi di prospettiva con i
giovani . Si vede, infatti, nonostante
l'investimento enorme, una reale
difficoltà pure nella trasmissione della
fede cristiana che appare sempre più
irrilevante nelle categorie di moda che
muovono la società.
I vescovi stessi cominciano a interro-
garsi su quali siano i limiti dell'impe-
gno formativo della Chiesa nel rende-
re significativa la proposta cristiana
davanti ai giovani. E se porsi qualche
interrogativo è saggio sul piano della
fede , non lo è meno sul piano eduçati-
vo in generale. Occorre individuare l'o-
stacolo che si è posto di traverso e
rimuoverlo.
O Chi pensa di non affidare ai missili la
sorte del nostro futuro, recintandolo in
fortini supertecnologici assediati da
nuovi odi e nuovi rancori degli esclusi,
si deve incamminare nel sostegno a
nuove politiche di pace e di
riconoscimento della dignità di quanti
le attuali guerre intendono escludere o
sottomettere. L'attitudine a una
compassione universale (nel senso di
una partecipazione responsabile a
tutto ciò che è umano, senza regalare
briciole di beni invece di riconoscere
diritti) contro il senso di fatalità, può
diventare la base condivisa di un
discorso educativo di respiro mondiale.
Che resista alla propaganda ·
suggestiva.
O Sono sorti laboratori di scienza e
politica l'.)er manipolare e asservire gli
uomini. È tempo di far sorgere
laboratori di educazione e cultura per
tracciare nuovi percorsi di riscatto,
solidarietà e liberazio e.

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li divengano "sbronzi" di casco. La bici in genere era
violenza. Le cause della mi- senza freni e di capitomboli
seria, purtroppo, sono impu- ne abbiamo fatti a decine, ma
tabili ali' ingordigia dei paesi nessuno se la prendeva più di
a forte economia, come tanto né genitori né altri.
anche a politici incapaci e Escoriazioni, graffi, abrasioni
lt@I
f.hs@@&
corrotti, all' introduzione for-
zata delle leggi del capitali-
smo in economie ancora
quasi tribali, l'. introduzione
erano all'ordine del giorno; a
volte fratture di ossa e denti
spezzati erano il risultato del
nostro scalmanarci, ma nessu-
!A o/) -~·
di colture intensive a base di no si sognava di denunciare
concimi chimici in terreni qualcuno o qualcosa. Ci az-
quasi infecondi che ha con- zuffavamo tra compagni, e si
tribuito a impoverire ancora arrivava a casa pieni di livi-
il suolo fino alla desertifica- di . .. e la mamma ti dava una
rJRA NO ESÌ. Gentilis-
u ~imo Direttore, ecco la
cartolina che ho pensato e
realizzato . .. Gliela mando, se
le sembra utile ...
Ruggero, Pescara
Può essere utile a tutti per
questo te la riproduco . Mi hai
fatto pensare a quel tale che
scriveva: "Si vive una sola
cosa, che ti appare cosl
ovvia, non funziona. Prima di
tutto non rientra nell'interes-
se e quindi nemmeno nei pa-
linsesti dei media . Essi pensa-
no al guadagno, al successo,
all' autocelebrazione e all' au-
topromozione. Il rischio di
fa re flop con certi argomenti
è elevatissimo.
In secondo luogo, per quanto
zione... Te ne conto una che
fo rse non sai: quando gli
agricoltori occidentali si sba-
razzano delle eccedenze in-
viandole in paesi ad econo-
mia debole, creano scompen-
si di mercato tali da incidere
drasticamente in negativo.
Scrive un esperto che "g li
aiuti di emergenza hanno un
effetto distruttivo nei paesi
destinatari". Incredibile, ma
sciacquata, seguita da una
spruzzatina di alcool che frig-
geva da farti urlare, e lei:
"Via, non piagnucolare ... mi-
ca ti ammazza! ".
Ci ingozzavamo di dolci, pa-
ne e bu1To e a volte perfino
pane e lardo; sorbivamo be-
vande piene di zucchero .. .
ma, dicono, gli obesi e i dia-
betici erano meno di oggi in
volta, ma se si vive bene, strano ti possa sembrare non vero. Che se poi a tutto que- proporzione, e tra i compagni
basta e avanzai". Seneca, il è così scontato, come mostri sto aggiungiamo la pandemia della mia classe non ce ne
noto filosofo dell'antica Ro- di credere, che nel mondo si dell'A IDS , dell'Ebola, della
ma, riguardo alla vita diceva trovino un milione e 360 mila malaria, ecc. ti accorgerai
che è come una favola, non persone disposte ad autotas- che i tuoi 15 euro servono a
importa quanto è lunga ma sarsi di 15 euro al mese. E ben poco, ammesso che arri- APPELLI
quanto è ben raccontata. E, comunque ci sono ogni mese vino a destinazione. Per fini-
in fatto di citazioni, termino privati e grandi organizzazio- re ti dirò che il problema
con una di Leo Buscaglia : ni che offrono contributi per della fam e ben prima di esse-
"La vita è il dono che Dio vi aiutare i poveri; molti soldi re un problema di aiuti ali-
ha fatto . Il modo con cui la arrivano alla FAO che opera mentari è un problema cultu-
vivete è il dono che voi fate a per avviare a soluzione que- rale, un segno della vita
Dio".
sto problema. Ma la fame disumana che tutti, ricchi e
persiste. Implacabile. Per- poveri, stiamo conducendo:
r.J ché? La verità è che i proble- quindi un fatto da prendere
ACILI SOLUZIONI? mi vanno ben oltre le bocche come sintomo di una crisi di
, . .Direttore, il vostro "Bol- da sfamare. L' intreccio per- civiltà".
lettino" ha riportato delle verso delle calamità è tal-
cifre sul numero dei m01ti per mente complicato che gli
fame nel mondo [...] Se ogni
giorno nel mondo muoiono
aiuti alimentari non risolvono
nulla. Si tratta, prima di ogni
~ /1:JOVIMVEI?
MAI SIAMO
In molti mi hanno
46 mila persone di fame, se ci altra cosa, di un discorso di scritto su questo argomento,
fossero 1380 mila persone in giustizia globale, di onestà nel corso di questi anni. Mi
occidente che si prendessero politica, di trasparenza, di sono deciso a mettere insieme
cura di loro, tassandosi per 15 equa distribuzione delle ri- le suggestioni ricevute via let-
al mese, questo non si veri- sorse, di accordi multilaterali tera e/o e-mail che offro ai let-
ficherebbè e la fame nel fra stati, di presa di coscienza tori, senza pretendere nulla,
mondo avrebbe soluzione. Mi del fatto che non è giusto sapendo che alcune argomen-
sembra cosl ovvio [...] Baste- conveniente che poche super- tazioni sono deboli, ma ... può
rebbe che i media sposassero potenze controllino il mercato servire per discutere.
il problema e bombardassero mondiale, condizionino le
le persone [...]
scelte, impongano le politiche
Il direttore
Lucia, TO monetarie, e che dieci o dodi- Da bambini, andavamo in
ci multinazionali pianifichino macchina senza seggiolino
Magari fosse cosl semplice lo sfruttamento delle risorse per baby, senza cinture di si-
come la metti tu. Ti porto al- del pianeta. In questa situa- curezza e senza air bag. In
cune ragioni sul perché la zione è logico che molti popo- motorino ci andavamo senza
Cedo i miei settimanali di
Grand Hotel in cambio di
un orologio a "cu-cu" o
altro. Tarantino Teresa,
Via Vittorio Veneto 247 -
80058 Torre Annunziata
(NA) .
Desidero corrispondere per
scambio di cartoline e ami-
cizia. Risposta assicurata.
Capobianco Attilio, Via
E. Brusa, 51 - 10149 To-
rino.
Sono un'insegnante in pen-
sione e mi piacerebbe fare
amicizia con persone della
mia città che, come me, ab-
biano molti interessi. Bai-
danzi Emma, Via M. Ber-
rino, 13 -10148 Torino.
Sono un uomo di 42 anni e
desidero corrispondere e
fare amicizia con signore
della mia stessa età inte-
ressante a uno scambio di
opinioni anche su cose re-
ligiose. Franco Conti, Via
A. Vespucci, 41 - 00100
Roma.
LUGLIO/ AGOSTO 2003 BS

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sono. Ci dividevamo una Co- Quando andava bene, si tor- preso l'aids o chissà che cosa.
ca Cola tra 4/5 amici, attac- nava a casa sporchi, sudati, Mio nonno fumava come un
candoci alla stessa bottiglia, e puzzolenti e manco si faceva turco che aveva le dita brucia-
nessuno è mai morto infettato la doccia perché era ora di te ed è campato 91 anni tondi
da chissà quali germi. Beve- cena (e l' orario era sacro), tondi.
vamo l'acqua dalla canna del ma siamo rimasti sani come i Nonostante tutto questo
giardino, dal rubinetto di ca- pesci. I giocattoli nuovi li ri- "casino" molti dei miei com-
sa, dalla fontana in strada, o cevevamo una volta all'anno, pagni sono professionisti di
direttamente dal fiume , ma alla Befana o tutt'al più per il fama, parlamentari, dirigenti,
nessuno di noi è morto di compleanno, non ogni volta alti funzionari, ricercatori, in-
tifo. I flaconi dei medicinali che si andava al supermerca- formatici di talento, impren-
non avevano delle chiusure to. E le nostre vite non sono ditori ...
che ci vogliono gli studi per state affatto rovinate perché
aprirli, ma nessuno è stato ri- non ci compravano tutto Però adesso dicono che era
coverato per la lavanda ga- quello che volevamo. Del tutto sbagliato... Dunque
strica.
resto i regali ce li facevano noi siamo cresciuti sbaglia-
Alcuni studenti che non stu- con amore non per sensi di ti? Senza tutti gli svaghi di
diavano venivano irrimedia- colpa.
oggi come cavolo facevamo
bilmente bocciati. Anche alle Il sabato sera si andava a letto ad essere felici? Senza tutti i
elementari. Nessuno ci resta- presto, perché la domenica controlli e i divieti di oggi
va scioccato. Un mio amico l'appuntamento importante era come cavolo siamo sopravis-
che ha ripetuto la seconda e ,la la messa, e spesso la confes- suti?! Senza tutto l'agnosti-
quinta elementare è diventato sione e la comunione; l'appun- cismo di oggi, come cavolo
professore universitario, cat- tamento domenicale era co- non siamo cresciuti rimbe-
tedratico di fama, e non mi munque sacro e ineludibile. cilliti e miscredenti?
pare che sia un frustrato! Se Niente night, discoteca, nottate Secondo gli igienisti, i catte-
tornando da scuola raccontavi "matte", corse notturne in dratici delle diete, i luminari
alla mamma che la maestra ti moto o macchina. . . Eppure del bon ton dovremmo essere
aveva dato un ceffone... lei ne non soffrivamo complessi, non morti 77 volte, ma siamo vivi
aggiungeva subito un altro, eravamo infelici, non ci sem- e vegeti. Come mai?
perché era sicura che ti eri brava di essere dei castrati.
comportato male e che la mae- Non usavamo gel, non porta-
r.f stra avesse assolutamente ra- vamo orecchini o piercing,
fiAI gione. Non valevano spiega- non ci ornavamo di tatuaggi
NCORA SU MES-
SE PRIVATE. Caro di-
zioni di sorta. Non per questo ma ci sentivamo lo stesso "à rettore, contrariamente a quan-
siamo cresciuti traumatizzati e la page": non eravamo dei pa- to tu affermi (vedi il BS di
bisognosi dello psicologo.
lestrati, non facevamo jog- marzo a pag. 6) le messe pri-
Uscivamo da casa, quando ging, body building, spinning, vate esistono, un sacco di
non c'era scuola, a giocare stretching, body pump, shoot preti dice privatamente la
tutto il santo giorno; i genitori exercise; non imparavamo il messa, almeno qui a Roma, o
non sapevano dove ci fossi- dojo, lo judo, il ju jutsu, il ka- la dice solo per pochi o nes-
mo cacciati, ma non gli veni- rate , il kendo, il kung fu e non sun fedele. A questo punto mi
va un infarto. Non esistevano so che accidenti altro, ma uno pare anche giusto, poiché si
i cellulari, così non scoccia- straccio di ragazza la trovava- possono celebrare queste mes-
vamo nessuno e nessuno ci mo lo stesso, ci sapevamo di- se, che in una messa di grup-
scocciava.. . La mamma fendere senza problemi, e un po venga invitato ad allonta-
stava bene lo stesso nono- mio compagno ha gareggiato narsi qualcuno che non c 'en-
stante che non chiamasse due alle olimpiadi di Melbourne. tra[ ... ]
volte ogni mezz' ora. Non Se ti comportavi male, scu-
Mario . Roma
avevamo i videogiochi, la
Playstation, il Nintendo , i
DVD, il walkman, Internet;
avevamo semplicemente
degli amici, e ci divertivamo
un sacco ugualmente. Passa-
vamo pomeriggi interi a gio-
care: c'inventavamo dei gio-
lacciate e scapaccioni accom-
pagnavano i rimproveri... ma
nessuno di noi ha mai denun-
ciato i genitori al telefono az-
zurro, e nessuno li ha mai
messi in galera per questo.
Sapevamo che quando i geni-
tori dicevano "NO", signifi-
Ripeto, senza dilungarmi,
quanto ho già risposto ad al-
tri. La messa "privatamente
celebrata" è abissalmente di-
versa dalla messa nella quale
si "caccia via" qualcuno per-
ché "privata!".
chi con i bastoni, i sassi, i cava proprio NO, non c'erano
bottoni, le bilie... Giocavamo santi e Madonne che interce-
pure con le lucertole o i lom-
brichi (poveretti loro!), ma
nessuno inòrridiva per queste
stramberie, o le proibiva per-
ché pericolose o dannose.
dessero!
Spesso fumavamo di nasco-
sto, raccogliendo i mozziconi
di sigarette che trovavamo
per strada ... Ma nessuno s'è
Nbloicnacrie. ètustttaetoleploesttseirbeilepepruvbe--
nute in redazione. Ce ne
. Provvederemo a
scusiamo. alla pubblicazio-
suo tempo ·
/
ne o alla risposta persona e.
I.:,
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS LUGLIO/ AGOSTO 2003

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qNITALUI. . _N_E_L_M_O_N_D_O_ _ _ _ _ _ _ __ _ _
LA CORUNA,
SPAGNA
UN GRANDE
BENEFATTORE
PORTO ALEGRE,
BRASILE
UNA PRESA DI
COSCIENZA
Centomila persone prove-
I l nienti da tutti i paesi del
mondo hanno partecipato in
febbraio al Social Forum
Mondiale di Porto Alegre, tra
cui più di 30 mila giovani. A
Davos i potenti, a Porto Ale-
gre i poveri della terra. L 'ini-
zio del 2003 ha segnato un 'al-
tra tappa della presa di co-
scienza da parte del Sud del
Mondo di rivendicare più giu-
stizia ed equità. In più di
1700 seminari si sono tocca-
ti i temi più scottanti del
mondo. È vero: il Forum non
ha fermato la guerra in Iraq,
la fame, lo sfruttamento. .. ma
certo più gente è convinta dei
propri diritti e della necessi-
di colmare le gravissi-
me disparità che dividono il
mondo.
•Wi••t•S!•lt•1;J1~t•>
tori
del Santuario Basilica ~ Ausiliatrice CONGRESSO ADMA
Associati ADMA Primaria
e ADMA loèali cli Torino e dintorni
INVI110
al IV Congi:esso1Internazionale
di Maria Ausiliatrice
Si tiene a Torino i prossimi 1-4
agosto il "IV Congresso Inter-
nazionale di Maria Ausilia-
trice". Vi partecipano mem-
bri dell'Associazione omoni-
ma provenienti da tutto il
mondo. È il congresso del cen-
tenario dell 'incoronazione di
Maria Ausiliatrice nel grande
Iscrizione: so,oo per avere il _"materiale del Con•
"eper ricevere gli Kl1'l dopo il Con~, per 001·
=eallespesediprepaw.ioneesvolguncntodelCon_-
6, gresso; per partecipare alle riunioni e alle_~lebrazioru.
Per i vari pasti (3 pr.uizi, 2 cene, 5spunu pellegri-
nagglo a Mornese e Colle Don Bosco): o,oo €.
quadro del Lorenzone che.,
come già scrivemmo (BS giu-
gno 2003 pag. 10) avvenne per
mano del cardinale Richelmy il
24 maggio 1903 con una gran-
diosa cerimonia che radunò
npernottamento ela prima colazione In casa propna. circa 200 mila persone. A que-
Informaziont: In sacrestia della Basilica OIn poruneria,
Vili Marta Ausiliatrice n• 32 -Tonno.
sto importante appuntamento,
aperto a tutti i gruppi della Fa-
L==~~=========ll Iscrizioni entro e non oltre. .
11 31 maggio 2003 presso ADMA Prunana.
miglia Salesiana, sarà presente
il Rettor Maggiore don Pascual
Chavez. Per saperne di più:
tel. 011.52.24.216; adma.tori-
no@tiscalinet.it
LUGLIO/A GOSTO 2003 BS
Il 24 fe bbraio è stato conse-
gnato dal vescovo di Santiago
de Compostela monsignor Ju-
lian Barrio al signor Heliodo-
ro Vicente Rodrfguez, mem-
bro dell ' Associazione di Ma-
ria Ausiliatrice di La Corufia
l'alto riconoscimento "Pro
Ecclesia et Pontifice". Il si-
gnor Rodrfguez è un invento-
re molto noto (ha al suo attivo
una quarantina di brevetti
tutti molto utili, tra i quali
spiccano l'Imp er-Sol sostanza
che impermeabilizza e dà re-
sistenza al cemento, Oxi-No
trattamento antiossidante per
le barche, Vitamin-Sol bevan-
da senza colesterolo, ecc.)
che ha devoluto la gran parte
dei proventi delle sue inven-
TORINO, ITALIA
REMAKE
Il 13 maggio ultimo scorso
presso il Teatro Don Bosco di
via Sassari a Torino è stata
proiettata la copia restaurata
delJa pellicola "Terre Magel-
laniche" girata dal grande sa-
lesiano esploratore don Al-
berto Maria De Agostini, "un
vero capolavoro per la cine-
matografia del settore". La
preziosa pellicola che fissa
zioni in beneficenza per le ne-
cessità del culto cattolico. Tra
i beneficati anche la sua par-
rocchia salesiana di La Co-
rufia .
per la prima volta su celluloi-
de la bellezza selvaggia della
Patagonia, è conservata dal
"Museo Nazionale della Mon-
tagna". Proiettata per la prima
volta nel 1933, questo cimelio
cinematografico rivede la lu-
ce del proiettore dopo set-
tant'anni: un avvenimento che
fa memoria.

1.9 Page 9

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redazionale
NUMISMATICA
a cura di
Roberto Saccarello
GIOCHI PER
STAR MEGLIO
di Renata Bronzino
ed Elio Giacone
edito dalla ELLEDICI
Esistono giochi di tutti i ge-
neri. Autori diversi si sono
cimentati nell'inventare e
proporre passatempi adatti
ai bambini che di giochi "si
nutrono". Ma, era sottinte-
so, si avevano in mente
bambini sani immaginati in
cortile, in spiaggia, nel sa-
lotto di casa, in treno, nei
giardini pubblici... Mai in
una corsia d'ospedale, o
sul letto di casa. Ecco final-
mente un testo di giochi
per bambini ammalati che
vuole offrire loro diverti-
mento, serenità, svago ...
vuole, in definitiva, che
guariscano il più in fretta
possibile ... giochi che, chis-
sà, potrebbero far bene
anche ai sanil
ANCONA, ITALIA
CLOWN
PERLA PACE
Ad Ancona, una giornata per
ascoltare Enrico Caruso, uno
dei clown che hanno accom-
pagnato Patch Adams nel mar-
zo 2002 in una spedizione
umanitaria negli ospedali af-
ghani, documentata dal toc-
cante film "Clown in Ka-
bul". Tre i momenti: una
proiezione al mattino ha pre-
ceduto un confro nto con i 500
studenti del locale Istituto
Tecnico Statale; uno spettaco-
lo per i più piccini al pome-
riggio; una seconda proiezio-
ne la sera. L ' iniziativa, cui
hanno partecipato gli assesso-
ri alla cultura e alle politiche
giovanili del capoluogo mar-
chigiano, è stata promossa
nell 'ambito del progetto "Sen-
tieri di Cinema" e della
"Settimana di Educazione
alla Mondialità", da CGS
Dorico e Opera Salesiana di
Anco na .
VILNIUS, LITUANIA
colare, desta ammirazione l'im-
pegno·di don Jacek come cap-
CITTADINANZA
pellano nazionale del movi-
mento "Fede e Luce" ispirato
li Presidente della Repubblica
della Lituania ha conferito la
cittadinanza lituana a due sa-
lesiani di Vilnius: don Ales-
sandro Barelli (di Torino) e
don Jacek Paszenda (polac-
co). L 'alto onore è stato con-
da·Jean Vanier che si occupa
dell 'assistenza di giovani
handicappati. Don Alessandro
Barelli, 34 anni, proveniente
dall 'ICP, ha ottenuto la citta-
dinanza anche grazie all ' ap-
prezzamento del suo lavoro di
cesso in considerazione del responsabile del Bollettino
qualificato lavoro apostolico Salesiano lituano, che pro-
nella parrocchia salesiana e in prio quest'anno ha festeggiato
alcune scuole statali. In parti- i suoi 75 anni.
Mezzo secolo fa la fiabesca incoronazione
di Elisabetta Il nell'abbazia di Westminster.
DIO SALVI LA REGINA!
L'Inghilterra vive il 2 giugno del 1953 una delle
più festose giornate della sua storia: Elisabetta , la
giovane donna che nel febbraio dell'anno prece-
dente è salita al trono succedendo al padre Gior-
gio VI, viene solennemente incoronata reg ina di
un impero che si estende su un quarto della
superficie terrestre e nel quale vivono seicento
milioni di sudditi. La fastosa cerimonia giunge al
suo culmine quando l'Arcivescovo di Canterbury,
dopo il rito dell 'unzione e della consacrazione,
depone sul capo della Sovrana la storica corona di
sant'Edoardo, pronunciando le parole del rituale:
"Che lddio ti incoroni con la corona di gloria e di
giustizia ".
Sono trascorsi cinquant'anni da quella piovosa
mattinata primaverile, ma Elisabetta siede ancora
saldamente sul trono più prestigioso del mondo.
Impeccabile nel suo triplice ruolo di "Regina del
Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord,
e degli altri suoi Reami', di Governatore temporale
della Chiesa d'Inghilterra e di Capo del Com-
monwealth .
Si presenta ricco il programma numismatico per
il cinquantenario dell'incoronazione. Che è un po'
la logica continuazione di quello varato lo scorso
anno in occasione del "Golden Jubilee of Acces-
sion", il mezzo secolo di ascesa al trono, rappre-
sentato in particolare dalle eleganti 5 Sterline di
Londra, illustrate da Jan Rank-Broadley con il pro-
filo e il ritratto a cavallo di Elisabetta Il (figura 1).
Per il "Coronation Jubilee" la Zecca Reale Britan-
nica ha battuto, con lo stesso nominale, un pezzo
inciso da Tom Phillips che mostra sul diritto il pro-
filo stilizzato della Regina e sul rovescio le prime
parole del "God save the Queeri', l'inno più solen-
ne e noto al mondo, la cui melodia risale al XVII
secolo. (figura 2) .
La serie è distribuita in Italia dalla lntercoins
(Via Carducci, 9 - 20123 Milano) tel. 02.8900.404.
Per saperne di più: "B' 0761/307. 124
Il
BS LUGLIO/ AGOSTO 2003

1.10 Page 10

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l00annf fa
Sei pagine listate a lutto del BS di agosto 1903
tessevano l'elogio di Leone XIII, il papa
della "Rerum Novarum", morto il 20 luglio verso
le 16 a 93 anni, dopo 25 di pontificato, lui
che doveva essere un papa di transizione.
Altre quattro pagine,fitte fitte, ne raccontano
gli ultimi giorni e gli ultimi istanti. Trascriviamo
la parte finale di questo secondo articolo.
Il ritratto riportato è quello stesso pubblicato
a tutta pagina dal BS.
Ili
Dopo mezzodl, l'Augusto Vegliardo cominciò a perdere
ad intervalli la conoscenza: il respiro gli si fece affanno-
so, e l'affollamento del catarro gli occupò il petto. Entra-
rono allora a baciargli devotamente la mano i singoli
della famiglia segreta, poi quelli della famiglia nobile e i
nipoti Lodovico, Riccardo e Carnillo, i quali, nel com-
piere l'atto pietoso, furono dal Pontefice conosciuti e be-
nedetti [...]
Ma è giunto l'istante fatale. Alle 15,50 Papa Leone XIII
fu preso da un nuovo insulto di catarro. Entrarono allora
tutti i cardinali che si trovavano in anticamera, i dignitari
di corte, i famigliari, circa una sessantina di persone e
tutti si inginocchiarono, mentre il Penitenziere Maggio-
re, il sig. Cardinale Vannutelli Serafino, continuava a re-
citare le preghiere dei moribondi. Il Papa aveva gli occhi
socchiusi e il respiro lentissimo. I nipoti gli baciavano
singhiozzando la mano. Tutti gli astanti piangevano ...
L'agonia fu brevissima. Alle 16, reclinando leggermente
il capo, fra l'immensa commozione dei presenti, il mera-
viglioso Pontefice che per ben cinque lustri aveva con la
santità e colla dottrina richiamato lo sguardo e l'ammira-
zione del mondo alla Cattedra papale, cessava serena-
mente di vivere. L'Ero.mo Card. Vannutelli, inginoc-
chiatosi presso il capezzale della salma, intuonò le pre-
ghiere dei defunti, cui tutti i presenti risposero singhioz-
zando.
LUGLIO/AGOSTO 2003 BS
BAGHDAD, IRAQ
ORATORIO ESTIVO
L 'esperienza estiva di Baghdad
è stata fino al 2002 una gran
bella realtà: la scorsa estate,
infatti, vi hanno partecipato
circa 2000 giovani provenien-
ti da tutte le parrocchie della
capitale, in un tripudio di
gioia e di festa. "Una cosa
mai vista", ha commentato
stupito il parroco della chiesa
caldea, ammettendo che "solo
Don Bosco è capace di radu-
nare tanti giovani senza pro-
blemi". Quest'anno in cui la
guerra ha portato lutti e scon-
quassi nelle strutture, nelle
persone e nelle coscienze,
questo appuntamento di lu-
glio è ancor più desiderato,
sia dai giovani che l'attendo-
no con impazienza e lo prepa-
rano per tutto un anno, sia dai
salesiani che hanno tutte le
intenzioni di continuare l'e-
sperienza anche in vista di
una presenza stabile a Bagh-
dad in progetto da tempo, e
che può diventare esecutiva
prima di quanto si pensi.
Nella foto : l' ispettore don
Gianazza con alcuni animato-
ri dell ' oratorio di Baghdad.
perché le emozioni sono un
patrimonio dell'uomo che ne
svela l'identità. L'immagina-
rio può diventare protagonista
nella costruzione e ricostru-
zione del sistema psichico
CURARE
umano. L'uomo parla attra-
verso l'immaginario, che è
CON
una forma di linguaggio per-
fettamente comprensibile e
'lMMAGlNARlO decifrabile, senza bisogno di
traduzioni o spiegazioni di
sorta, perché è già di per
stesso traduzione e spiegazio-
ne, esso infatti si serve di
simboli universali legati alle
6 - - - - - - - - ~ emozioni dell'individuo. Cu-
rare con l'immaginario può
CURARE CON
L'IMMAGINARIO
risultare una terapia risolutiva
per la sofferenza umana. Il
libro, scritto da due speciali-
"L'immaginario è il teatro
delle nostre emozioni". .. Dun-
que va scandagliato e curato
sti, vuole perciò anche segna-
lare un metodo peculiare di
cura che potrebbe sortire ef-
fetti sorprendenti.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Redazionale
~ Lf 6
TEMPO DI GREST, CAMPI SCUOLA
E... VOLONTARI
L uglio e agosto sono due mesi di fuoco, non
solo per il calore del sole che generalmente
picchia impietoso sui luoghi e sulle persone,
ma anche per le iniziative coinvolgenti e a volte tra-
volgenti che vengono messe in atto un po' dovun-
que da associazioni, gruppi, parrocchie , oratori. .. In
questo senso due mesi di dissipazione possono
diventare due mesi privilegiati per ricaricarsi di
energie fresche e sentimenti buoni e ripartire verso
un anno di .. . grazia. Non è più monopolio italiano
la kermesse dei Grest e dei campi scuola. Ovun-
que ormai, sia all'Est sia all'Ovest, le grandi vacan-
ze sono diventate per i salesiani preziosi momenti
di animazione e di formazione .
Nelle foto presentiamo le vacanze/attive o vacan-
ze/formative in Ucraina. Difficile pensare che potes-
sero essere organizzate fino a qualche tempo fa .
Ma oggi sono una splendida realtà. Ecco dunque le
"Vesèli Kanìku/y' , le "vacanze in allegria' di Lviv in
Ucraina. I salesiani coinvolgono in questa kermes-
se estiva le parrocchie dell'intera regione di Leopo-
li. Così lo stile di Don Bosco viene esportato in
zone "vergini" del mondo, con momenti di intratteni-
mento, di catechesi , lavoro di gruppo, passeggia-
te .. . Così i salesiani insegnano che l'essere cristia-
ni non è affatto una cosa noiosa, non toglie il gusto
della vita, non mortifica l'esuberanza giovanile ma
le dà una direzione; che il cristianesimo non è una
serie di no, ma una serie di sì: sì alla vita, all'amo-
re , alla gioia, alla pace, alla fraternità. Tutto questo
è possibile in sinergia: ecco perché gruppi di
volontari partono da altre nazioni per dare man
forte a queste grandi imprese estive di formazione.
Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice sono impe-
gnati a preparare giovani che sappiano essere ani-
matori secondo il cuore di Don Bosco e, affascinati
dalla sua persona e dal suo stile, lo seguano nel
donarsi per il bene dei giovani.
D
-~
-...-e<J f9.fe
k~ f;
r
'
/
~
/
La ELLEDICI ha preparato anche quest'anno
i sussidi per i Grest estivi e i campi scuola.
BS LUGLIO/ AGOSTO 2003

2.2 Page 12

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LA GRANDE SETE di Silvano Stracca
È l'emergenza del nuovo
millennio. Più di un
miliardo di uomini non
ha acqua da bere.
Un terzo dell'umanità
beve acqua infetta.
Oltre cinque milioni di
persone muoiono ogni
anno per malattie legate
alla mancanza d'acqua.
"No water. No future".
Nel 1995 il vicepresidente
della Banca mondiale fece
una previsione inquietante:
"Se le guerre del XX secolo sono
state combattute per il petrolio,
quelle del XXI lo saranno per l' ac-
qua". A marzo, presentando il verti-
ce di Kyoto sull'emergenza idrica
nel mondo, il segretario generale
dell'ONU, Kofi Annan, ha rilancia-
to l'allarme: "L'acqua diventerà una
crescente fonte di tensioni e conflitti
tra nazioni". Una miccia già accesa.
Guerre locali per l'acqua, combattu-
te tra poveri per il possesso di pozzi
o il controllo di acquedotti in co-
struzione, sono in corso in Africa
come nel Sud America e possono
scoppiare in Medio Oriente e in
Asia centrale.
Oasi come queste
sono destinate a sparire?
LUGLIO/ AGOSTO 2003 BS
3000 litri il consumo settimanale di una famiglia di 4 persone in occidente.
Con lo stesso quantitativo una persona in zona arida può vivere 3 anni.
CRISI E CONFLITTI
In futuro la crisi dell' oro blu assu-
merà dimensioni planetarie. E gli
Stati faranno di tutto per accaparrar-
selo. Da Occidente a Oriente, da
Nord a Sud. Cina e India si conten-
deranno l'acqua dell 'Himalaya. Il
corso dell 'Eufrate sarà all'origine di
conflitti tra Turchia, Siria, Iraq e
Curdi. "Nessuna regione del piane-
ta", sottolinea il rapporto ONU per
il summit di Kyoto , "sarà risparmia-
ta dall'impatto di questa crisi che
tocca ogni aspetto della vita, dalla
salute dei bambini alla capacità
delle nazioni di sfamare i propri cit-
tadini". L'acqua, comune e indivisi-
bile ricchezza di tutti i popoli è dun-
que un bene in via d'estinzione.
L'acqua sinonimo di vita. Anche se
buona parte degli stati dell'Asia,
dell'Africa e del Sud America sono,
al momento, incapaci di fornire alle
loro popolazioni l'acqua potabile
indispensabile. Secondo l'ONU
circa un miliardo e duecento milioni
di persone non hanno accesso ad
acqua pulita. Nel 2025 quarantotto
paesi, quasi due miliardi di persone,
dovranno fare i conti con la man-
canza d' acqua. Dieci anni dopo il
numero degli assetati salirà a tre mi-
liardi, e fra trent'anni, a meno che
non si prendano urgenti contromisu-
re, metà degli abitanti del pianeta
potrebbe soffrire per carenza d'ac-
qua. La "grande sete" è, insomma,
un 'enorme bomba a orologeria
piazzata sotto la nostra civiltà. Biso-
gna disinnescarla.
SFRUTTAMENTO
DISSENNATO
Eppure, guardando il mappamon-
do , sembra che la terra trabocchi
d 'infinite distese d' acqua. Ma per il
97,5% si tratta d'acqua salata. L'ac-
qua dolce, da cui dipende l'umanità,
è solo il 2,5 %. Per tre quarti però
condensata nelle calotte glaciali e
per il resto presente sotto forma di
umidità nel terreno o in falde sotter-
ranee inaccessibili. L'uomo, in defi-
nitiva, può far assegnamento su
meno dell'l % dell'acqua dolce
della terra. La impiega per irrigare
(70%), produrre (20%), bere e lava-
re (10%). A volte usa il progresso
tecnologico per deviare fiumi, co-
struire giganteschi sbarramenti,

2.3 Page 13

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I Laudato si', mi' Signore,
per sora aqua
la quale è molto utile, et humile,
et pretiosa, et casta
(san Francesco).
pompare le falde acquifere oltre i li-
miti del ricambio naturale. Poi ci
sono gli sprechi. Enormi nei paesi
occidentali. In Italia, secondo stime
approssimate per difetto, su 213 litri
consumati ogni giorno pro capite,
solamente tre servono per bere, ses-
santa vanno nello sciacquone, altret-
tanti nella lavatrice e nella lavasto-
viglie, il resto viene usato per docce
e innaffiare piante da fiori. Il bic-
chiere della terra appare perciò
mezzo yuoto, piuttosto che mezzo
pieno. E quindi inevitabile temere
che scoppino conflitti e dispute in-
ternazionali per le risorse idriche
con la crescita della popolazione
agli oltre otto miliardi del 2050 e
con lo spettro dell'effetto serra, che
prenderà la forma degli eventi cli-
matici più estremi. Tra cui la siccità.
Come uscire dalla crisi? Il futuro
dell'acqua è un problema giuridico
e politico internazionale. Non a
caso, alla fine dell'anno passato, le
Nazioni Unite hanno voluto ribadire
che "il diritto degli uomini all'acqua
potabile è fondamentale per la vita e
la salute. L'acqua potabile sicura e
in quantità sufficiente è un requisito
per la realizzazione di tutti i diritti
umani". Il vertice di Kyoto doveva
concretizzare tali enunciazioni.
L'appuntamento è coinciso con un
momento in cui i discorsi sulle
guerre tornavano drammaticamente
d'attualità in Iraq. Poteva essere
l'occasione per prendere coscienza,
a livello mondiale, di quanto sia ur-
gente che l'acqua diventi una fonte
di cooperazione, un fattore di pace e
non di ulteriori tensioni. Così non è
stato. Per carenza, ancora una volta,
di impegno e volontà politica. E in
Giappone non si è andati oltre l'af-
fermazione che l'accesso all'acqua
è "un bisogno" dell'uomo. Invece di
riconoscere il principio che si tratta
di "un diritto umano e sociale ina-
lienabile", essendo l'acqua "patri-
monio dell'umanità". Proprio per-
ché "patrimonio dell 'umanità" il
summit doveva fissare - e non l'ha
fatto - limiti precisi al grave feno-
meno della "privatizzazione" del-
1'acqua e dei servizi ad essa legati,
che da una decina d'anni sta trasfor-
mando la scarsità dell'oro blu in
uno dei business commerciali più
redditizi. Uno scontro tra due cultu-
re. Una che pensa all'acqua come
un dono della natura, un "dono di
Dio" per cristianesimo, islam e altre
religioni. E l'altra che la considera
una merce. Condivisione dei beni e
mercificazione sono all'opposto.
"Gli uomini sono posti da Dio",
ammonisce il Papa, "come ammini-
stratori della Terra, per coltivarla e
custodirla".
O
I Quando le belle fontane
delle nostre città resteranno
senza acqua ... vorrà dire
che l'emergenza ha raggiunto
punte insostenibili.
SCHEDE
L '"ORO BLU"
Oltre un miliardo e mezzo di persone
- il 18% della popolazione mondiale
- non ha accesso all'acqua potabile.
In Africa, con il 13% della popolazio-
ne umana, c'è solo 1'8% dell'acqua
disponibile. L'Asia, con il 60 % della
popolazione della terra, dispone sola-
mente del 36% dell'acqua. Più di 5
milioni di persone muoiono ogni anno
per malattie dovute alla mancanza di
acqua pulita, a impianti fognari inade-
guati e a un'igiene scadente.
POVERTÀ D'ACQUA E
STRESS IDRICO
Sono "povere d'acqua" quelle aree
nelle quali si dispone di meno di mille
metri cubi d'acqua pro capite all'an-
no. Si considerano "sotto stress idri-
co" le aree in cui la disponibilità d'ac-
qua è inferiore a 1700 metri cubi.
Circa il 41% della popolazione del
pianeta (2,3 miliardi di persone), vive
in aree "sotto stress idrico". 1,7 mi-
liardi vivono in aree "povere d'acqua".
Il controllo dei fiumi è causa di conflitti
armati, e sarà sempre peggio.
LA RIPARTIZIONE
DELLE ACQUE
Il 70% della superficie terrestre è co-
perto dall'acqua: il 97,5% salata, il
2,5% dolce. Il 70% delle riserve di
acqua dolce si trova nelle calotte gla-
ciali. Gran parte del resto è sotto
forma di umidità del terreno o si trova
in profonde falde acquif~re inaccessi-
bili. L'uomo può avere accesso a
meno dell'1% delle risorse mondiali
d'acqua dolce. I consumi d'acqua:
70% agricoltura, 20% industria, 10%
abitazioni. I sistemi d'irrigazione agri-
coli perdono il 60% dell'acqua a
causa dell'evaporazione e di disfun-
zioni.
TROPPI SPRECHI
50 litri d'acqua al giorno è il minimo
per la sopravvivenza. Il 40% dell'ac-
qua potabile consumata nelle case
viene utilizzato per lo scarico del
water. 60 litri d'acqua bastano per
una doccia di cinque minuti, 120 ne
occorrono per un bagno in vasca. 20
gocce perse al minuto da un rubinet-
to equivalgono a uno spreco di 400
litri d'acqua al mese. 3000 litri il con-
sumo settimanale di una famiglia di 4
persone che .fanno la doccia tutti i
giorni. Con lo stesso quantitativo, in
zona arida si può vivere 3 anni.
IGIENE
Nel mondo oltre 2,5 miliardi di perso-
ne vivono senza servizi igienici. Vi
hanno accesso in Asia e nel Pacifico
il 29% della popolazione, in Africa il
34%, in America Latina il 63%. Ven-
tuno delle 37 principali malattie che
mietono vittime nei paesi in via di svi-
luppo sono causate da mancanza
d'acqua e igiene.
BS LUGLIO/AGOSTO 2003

2.4 Page 14

▲back to top
Qualcosa è cambiato nelle abitudini dei giovani:
ABITARE IL TEMPO Dal desiderio di
ritrovarsi al rischio di
perdersi dei giovani. Il
VIVERE LA NOTTE forte desiderio di vivere
la notte come territorio
libero ,dalle grinfie dei
di Vito Orlando
grandi. Il tempo libero
come evasione
e intreccio di relazioni.
Quale risposta agli
abitanti della notte?
La notte è diventata giorno per i giovani, la notte è da essi abitata.
Le recenti ricerche sui giovani
indicano che quelli tra i 18 e i
24 anni, più degli altri, avver-
tono la seduzione della notte. Sono
quelli che stanno uscendo da tempi
della vita fortemente strutturati e si
aprono a possibilità di autogover-
narsi, che sentono il proprio io va-
gabondare tra il dovere stringente e
il piacere di vivere allentando un
po' i freni.
La seduzione della notte si colle-
ga al desiderio di evasione che
caratterizza l'uso del tempo libero,
sempre più alieno da prospettive di
impegno e orientato a iniziative di
facile e immediata realizzazione. Il
tempo libero, secondo quanto ci
dicono le ricerche, sta diventando
sempre più il tempo dei sogni, delle
relazioni, dello stare insieme, del
girovagare insieme, della condivi-
wGuo/AGosro 2003 BS
sione dell'ebbrezza della musica e
del ballo. Questo tempo libero quo-
tidiano, che resta per i giovani un
fattore importante di identità e
socialità, si apre a dimensioni del
vivere che trovano nell'accoppiata
notte-musica le occasioni più accat-
tivanti e qualificanti.
l'AWENTURA DELLA E
NELLA NOTTE
La notte! Una dilatazione del
tempo della vita da condividere con
gli amici, con i quali si cercano di
realizzare sintonie profonde nella
musica e nel ballo. Vivere la notte
come spazio di libertà, di sogno, di
evasione rispetto a quel tempo ordi-
nario segnato da modelli organizza-
tivi del sociale imposti e che si sop-
portano a fatica. La vita libera inizia
quando si sono spenti i riverberi
della vita sociale diurna; quasi a
cavallo tra il vecchio e il nuovo
giorno che si vuole iniziare nella
invisibilità, ma che lo spuntar del-
1' alba, la luce del nuovo giorno,
riporterà a quella visibilità da cui
comunque non si può sfuggire. Il
fascino e l 'avventura della notte
diventano così "la cartina di torna-
sole della vita diurna nella sfera pri-
vata e pubblica".
Viver la notte, dilatare il tempo
della vita correndo il rischio di per-
dere se stessi. Questo sta diventan-
do, purtroppo, la tragica conclusio-
ne di qualcosa che nasce dal deside-
rio di incontrarsi, di divertirsi, di
esprimere la propria vitalità nel
ballo, di immergersi nelle armonie
assordanti dei suoni, di vivere in un
tempo destrutturato. Il tutto viene
inquinato da quanti sfruttano il desi-
derio di libertà per proporre delirio
e sballo e pi:_ovocare livelli diversi
di vissuto. E il percorso verso il
rimbecillimento che priva di capa-
cità di pensiero autonomo e porta a
buttarsi, privi ormai di consapevo-
lezza, ve:rso un ignoto da cui, a
volte, la ltragedia non consente più
di far ritorno.
Vivere la notte diventa spesso un
ritmo insostenibile, senza l'ausilio di
ciò che illude circa la capacità di
poteri superiori, di possibilità di pre-
varicazione del limite. Alcol e ecsta-
sy sono i traditori in agguato di chi
vive la notte come illusorio rimedio
al male di vivere nella visibilità del
giorno; sono essi che spingono a

2.5 Page 15

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· la notte è diventata giorno e il giorno notte.
I
La notte risponde al desiderio
dei giovani di incontrarsi,
di divertirsi ballando...
sa qualità della vita. Oggi non sono
molti i giovani che, per il loro
tempo libero, cerc~no qualcosa che
richiede impegno. E anche vero, tut-
tavia, che molto spesso devono
andarselo a cercare lontano perché
le opportunità non sono poi tante.
LA NOTTE PROVOCA Gli
ADULTI
buttarsi oltre il limite per sperimen-
tare ebbrezze da cui non si trova
spesso la forza di tornare indietro.
La voglia di qualcosa di diverso
rende disponibili alla trasgressione.
Il guaio è che c'è chi sfrutta senza
scrupoli questa disponibilità.
CHE COSA FARE?
È urgente cercare e proporre un
modo diverso di "abitare il tempo ...
di vivere la notte", aiutando a colti-
vare il senso da riconoscere e acco-
gliere. Si può farlo non cercando
rimedi, ma prevenendo disponibilità
al rischio. Il tempo libero, da tempo
I
Un grande desiderio di evasione
caratterizza l'uso del tempo libero
da parte dei giovani.
di evasione e di svago fine a se stes-
si, deve essere colto come opportu-
nità per relazioni coinvolgenti signi-
ficative, per apprendimenti cultura-
li, per sperimentare il bello, per sco-
prire profondità nascoste da parte di
chi non sa andare oltre l'abitudina-
ria quotidianità. Il bello, il bene, il
profondo, la relazione significativa
con l'altro sono orizzonti del vivere
che portano ad ebbrezze diverse e
che possono aiutare a superare l'il-
lusoria prevaricazione del limite
nella trasgressione.
Il mondo adulto è più preoccupato
di mercificare i desideri giovanili
che di offrire possibilità di arricchi-
mento e di valorizzazione positiva.
Si aspetta piuttosto che si giunga a
cercare qualcosa che colmi il vuoto,
più che ad offrire opportunità che
aiutino a provare il valore di qual-
cosa che, attraverso un modo diver-
so di vivere il tempo libero, riesca a
colmare desideri e a soddisfare
bisogni. Sono pochi i giovani,
secondo le indicazioni delle ricer-
che recenti, che vengono orientati a
una valorizzazione del ter:npo libero
per approfondimenti culturali con
letture, manifestazioni culturali, tea-
tro, cinema, mostre, concerti, ecc.;
che vengono stimolati e guidati a
scelte di solidarietà, di volontariato,
di disponibilità a coinvolgersi nelle
tante lotte per il riconoscimento dei
diritti e la promozione di una diver-
Anche la notte, che di per sé
risponde al desiderio dei giovani di
incontrarsi, di divertirsi ballando, di
aumentare gli spazi di espressione,
ecc. può trovare un modo di attuarsi
che non faccia perdere il gusto e la
coscienza delle scelte libere e
responsabili.
"Vivere la notte" sembra essere
divenuto un modo diverso di "abita-
re il tempo" da parte dei giovani e
sembra voler dire che solo la notte
offre loro la possibilità di vivere
intensamente. Quanto, tuttavia, la
ricerca di spazi di libertà fuori dai
modèlli organizzativi ufficiali è
segno di una integrazione sociale
problematica, di marginalità occu-
pazionale ... ? è manifestazione di
una valenza culturale e simbolica
non riconosciuta e che rischia di
restare sterile proprio perché cerca
forme di espressione che restano
invisibili ai più e tollerate come
forme di esuberanze giovanili?
Il "vivere di notte" dei giovani
diventa, pertanto, anche una forte
provocazione agli adulti e al modo
di funzionare del sistema sociale,
che offre sempre più spazi precari e
marginali ai giovani, che sfrutta le
loro risorse ed energie, senza offrire
gratificazioni per quello che sono
già in grado di realizzare. Bisogne-
rebbe trovare il modo di offrire ai
giovani la speranza che il "giorno"
non è solo spazio di sfruttamento e
di dipendenza, ma anche di protago-
nismo per una vita "altra", che è
possibile realizzare trovando il
coraggio di scelte che fanno essere
dentro, perché si può essere diversi.
BS LUGLIO/AGOSTO 2003

2.6 Page 16

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Savina Jemina
ug
LUNARIO
Il Sole. Il 1° sorge alle 4.40 e tra-
monta alle 20, 16; il 15 alle 4.50 e
alle 20.1O. Luna piena il 13; nuo-
va il 29.
LA FESTA
Varie ricorrenze religiose danno
vita a eventi ricchi di folclore . Il
giorno 2, a Siena, si corre il primo
Palio, dedicato alla Madonna di
Provenzano (il secondo, si svolge il
16 agosto, per l'Assunta). La
seconda domenica (il 13) a Mintur-
no (Latina) per la Madonna delle
Grazie si svolge la "Sagra delle
regne', cioè dei covoni di grano. Il
15, a Palermo si conclude "U fisti-
nU', in onore di santa Rosalia. Il 16
ricorre la Madonna del Carmine: a
Trastevere , a Roma, per la Ma-
donna "de noantrl' grande festa dal
sabato successivo alla ricorrenza. Il
terzo week-end del mese a Vene-
zia, festa del Redentore, con fuo-
chi artificiali, solenni celebrazioni e
regata di gondole. Il 25, grandi
manifestazioni a Pistoia e Caltagi-
rone per san Giacomo Maggiore.
IL NUMERO
Luglio è indicato con il numero
sette, che corrisponde anche a
quello dei giorni della settimana.
Sette sono pure i colori, le note
musicali (ideate da Guido d'Arez-
zo nel sec. Xl), le stelle dell'Orsa
Maggiore, i colli sui quali è sorta
Roma, i primi re di questa città,
oltre che le meraviglie del mondo
antico (piramidi, giardini pensili di
Babilonia, faro di Alessandria,
colosso di Rodi, mausoleo di Ali-
carnasso, tempio di Diana a Efe-
so e statua di Giove a Olimpia).
Nelle sinagoghe ebraiche ci sono
i candelabri a sette braccia. Sette
sono i sacramenti, i doni dello
Spirito Santo (sapienza, intelletto,
consiglio, fortezza , scienza, pietà
e timor di Dio), i primi diaconi, le
virtù (tre teologali e quattro cardi-
nali), le opere di misericordia sia
quelle spirituali sia quelle corpora-
li, i vizi (superbia, avarizia, lussu-
ria, invidia, gola, ira, accidia).
DIARIO DEL XX SECOLO
6 luglio 1907: Convenzione di
Ginevra per proteggere i prigio-
nieri di guerra.
1O luglio 1967: esce Serafino
con Adriano Celentano come pro-
tagonista.
14 luglio 1963: nasce Calimero
il pulcino piccolo e nero di Nino
Pagot.
16 luglio 1945: si sperimenta ad
Alé;lmogordo (USA) la prima bom-
ba atomica.
17 luglio 1936: Francisco Fran-
co dà inizio alla guerra civile spa-
gnola.
17 luglio 1989: si stabiliscono
relazioni diplomatiche tra S. Sede
e Polonia.
20 luglio 1944: Hitler sopravvive
a un attentato nel suo quartier
generale.
21 luglio 1969: Neil Armstrong è
il primo uomo a mettere piede
sulla Luna.
25 luglio 1909: prima trasvolata
della Manica, fatta da Louis Blé-
riot.
25 luglio 1943: Mussolini viene
esautorato e arrestato.
26 luglio 1948: Gino Bartali vince
il suo secondo Tour de France.
26 luglio 1956: speronato da
una nave svedese , affonda l'An-
drea Daria.
29 luglio 1900: assassinio di
Umberto I; gli succede Vittorio
Emanuele lii.
29 luglio 1981 : nozze di Carlo
d'Inghilterra con Diana Spencer.
31 luglio 1950: abdica Leopoldo
lii del Belgio, gli succede re Bal-
dovino.
LA LENTE
Vaticano e Polonia hanno emes-
so il primo francobollo in argento
925/1000 e un foglio di 25 franco-
bolli tutti diversi per i 25 anni di
pontificato di Wojtyfa. Per l'Anno
del Rosario , l' Ordine di Malta
ripropone in uno splendido fogliet-
to un dipinto di Luca Signorelli.
San Marino riproduce su tre
schede telefoniche opere d'arte
che raffigurano il diacono patrono.
La Grecia onora i quattro arcive-
scovi ortodossi d'Atene , dal 1923
al 1998: Chrysostomos, Chry-
santhos, Damaskinos e Sera-
pheim . Il Blelgio propone simpati-
ci fumetti per la Croce Rossa.
LE MOSTRE
A Torino, alla Fondazione Accor-
si , sino al :~7 luglio La donna nel-
la pittura italiana dei Sei e Sette-
cento: oltre cento dipinti sui ruoli
femminili nella società barocca. A
Padova, inaugurata la sala multi-
mediale della Cappella Scrovegni,
la prima al mondo del genere . A
Vicenza, nella Basilica Palladia-
na, sino al 27 luglio, Mito contem-
poraneo: Futurismo e oltre, dipinti
e sculture dei primi 40 anni del
Novecento. A Roma , sino al 31
luglio, le Scuderie del Quirinale, la
Galleria Nazionale d'Arte Moder-
na e l'Académie de France di Vil-
la Medici propongono Maestà di
Roma. Da Napoleone all'Unità
d'Italia: oltre 500 opere di Cano-
va, Corot, Hayez, Thorvaldsen e
altri.
IL PENSIERO
"Noi vediamo un uomo, un papa,
Karol Wojtyfa, la cui passione, il
cui tormento è rivelare al mondo
ciò che di più grandioso può
esserci sulla terra: l'amore di Dio"
(Domenico Del Rio).
LUGLIO/AGOSTO 2003 BS

2.7 Page 17

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'- ---,,J\\./ì._
U\\J\\,'"x_,
nella creazione e il primo dopo la
domenica, ricordo della resurre-
zione di Gesù. Nella liturgia catto-
lica si chiama ottava il periodo di
sette giorni dopo la Pasqua, la
Pentecoste o il Natale. In musica,
invece , l'ottava è l'intervallo di
otto gradi della scala diatonica.
LUNARIO
Il Sole: Il 1° sorge alle 5.08 e tra-
monta alle 19.52; il 15, alle 5,25 e
alle 19,31. Luna piena il 12, nuo-
va il 27.
LA FESTA
La solennità dell'Assunzione, nata
in Oriente nel sec. VI, è con il lai-
co Ferragosto alla base di manife-
stazioni come il secondo Palio a
Siena, la "Inchinata" a Tivoli
(Roma) , la "Pantasima" nel Reati-
no e nell'Aquilano, la Festa dei
Candelieri a Sassari. A Messina,
la festa profana dei "Giganti', miti-
ci fondatori della città, è seguita
da quella religiosa, con la vara,
"macchina" alta 15 metri, che rap-
presenta la morte e l'assunzione
della Vergine. Infine, la Quintana
ad Ascoli Piceno in onore di
sant'Emidio (prima domenica) , la
Giostra del Saracino ad Arezzo
per san Donato (ultima domenica)
e la Perdonanza a L'Aquila (i
giorni 28 e 29).
IL NUMERO
L'8 è l'unico numero che si può
leggere al contrario. Per i Dogon
africani, le famiglie discendono da
otto antenati, quattro fratelli e
quattro sorelle. Per i Giapponesi,
le loro origini sono riconducib ili
alle otto grandi isole dell'arcipela-
go. Otto sono spesso le colonne
delle moschee e molte chiese e
battisteri hanno la pianta ottago-
nale per ricordare l'ottavo giorno,
simbolo di una nuova èra, perché
è il primo dopo il riposo di Dio
IERI ACCADDE
1° agosto 2001 : millesima udien-
za generale di papa Wojtyfa.
2 agosto 1990: Saddam Hus-
sein invade il Kuwait.
6 agosto 1945: lanciata la prima
bomba atomica su Hiroshima e, il
9, su Nagasaki.
8 agosto 1963: assalto al treno
Glasgow-Londra, bottino un
miliardo di sterline.
9 agosto 1903: Giuseppe Sarto è
eletto papa con il nome di Pio X.
13 agosto 1996: Gorbaciov ria-
bilita le vittime di Stalin.
14 agosto 1901: a Bridgestone
(USA) , Gustave Whitehead compì
il 1° volo a motore.
15 agosto 1914: dopo 30 anni,
ultimato il canale di Panama, lun-
go 81,6 km.
15 agosto 1947: la Gran Breta-
gna concede l'indipendenza a
India e Pakistan.
15-20 agosto 2000: due milioni
di giovani alla XV GMG con il
Papa a Roma.
21 agosto 1964: muore Palmiro
Togliatti, segretario del Partito
comunista italiano.
26 agosto 1910: a Skopje , in
Macedonia, nasce Agnes Gonxha
Bojaxhiu , Madre Teresa di Calcut-
ta .
26 agosto 1920: negli USA, con-
cesso il diritto di voto alle donne.
26 agosto 1978: Albino Lucani è
eletto papa con il nome di Gio-
vanni Paolo I.
29 agosto 1982: muore l'attrice
svedese Ingrid Bergman.
31 agosto 1928: in Germania,
"prima" de L'opera da tre soldi di
Bertold Brecht.
LA LENTE
Anche la Finlandia festeggia i
700 anni della nascita di santa
Brigitta (1303-1373) , nota anche
come Bridget o Birgitta. Il Nicara-
gua ricorda la canonizzazione di
san José Maria Escrivà, fondatore
dell'Opus Dei. Tra le serie a tema
natalizio, solo ora riusciamo a
riprodurre il bel foglietto emesso
dalla Palestina (Anp). Lo Sri
Lanka onora il Convento della
Santa Famiglia. Quanto mai d'at-
tualità, il francobollo dell'Onu,
sede di New York, sulla pace e il
tete-beche per i cento anni del
primo volo aereo. Emissione con-
giunta di Svezia e Spagna per
due premi Nobel per la medicina:
gli spagnoli Santiago Ramon y
Cajal (1852-1934) e Severo
Ochea (1905-1993).
LE MOSTRE
A Padova, nel restaurato Palazzo
della Ragione, sino al 19 ottobre,
La grande svolta - Anni 60 ripro-
pone quel "mitico" periodo intrec-
ciando arti visive, design e archi-
tettura. A Faenza, nel Museo del-
le ceramiche, sino al 26 ottobre,
Il secolo d'oro della maiolica:
"pezzi" italiani dei secoli XV-XVI
dal museo russo Ermitage. A
Roma, al Museo del Corso, sino
al 31 agosto, Movimento Arte
Concreta 1948-1952, un appro-
fondimento sul gruppo nato a
Milano nell'immediato dopoguerra.
IL PENSIERO
"La profezia dei Lumi secondo cui
la scienza avrebbe rimpiazzato la
fede, è stata smentita dai fatti.
Ora (... ) si torna alle religioni dei
Libri o ai loro surrogati" (Regis
Debray).
BS LUGLIO/AGOSTO 2003

2.8 Page 18

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l:Mit!#M:Nll
La congrE~gazione degli orionini
AOGNUNO
LA SUA STRADA
di Antonio Lanzo
a Valsa/ice, ai suoi piedi". Don
Orione ebbe la singolare fortuna di
frequentare l'Oratorio di Valdocco
negli ultimi due anni di vita di Don
Bosco, e nell 'anno successivo alla
sua morte; egli fu anche suo peni-
tente. I brevi intimi incontri col
Santo della gioventù lasciarono ri-
cordi indelebili nel suo animo e se-
gnarono una traccia profonda che
gli fu di guida per tutta la vita. Stan-
do così le cose, sorge una domanda:
come mai il giovane Orione non si
fermò allora tra i salesiani?
I Monumento a don Luigi Orione,
anche lui, come Don Bosco,
raffigurato con i ragazzi.
San Giovanni Bosco e
il beato Luigi Orione
furono due grandi
personaggi con grandi
affinità... Seguirono
strade diverse, ma
ambedue erano divorati
dallo zelo per la Chiesa e
per i giovani. La Piccola
Opera della Divina
Provvidenza di don
Orione compie i cento
annz.
R icordando gli umili inizi
della "Piccola Opera" ci si
imbatte subito nella figura di
Don Bosco, dal momento che don
Orione riconosce la sua Opera "nata
LUGLIO/AGOSTO 2003 BS
UN SALESIANO
MANCATO?
Ne spiegò lui stesso le ragioni al
salesiano don Ernesto Carletti:
"Don Bosco era già morto, quando
io, dopo la quarta ginnasiale, andai
a Valsa/ice per gli Esercizi Spiritua-
li, che precedevano la domanda al
Noviziato Salesiano . Che è, che non
è, io, che non avevo mai avuto dub-
bio sulla vocazione a farmi Salesia-
no, proprio in quei giorni pensai di
entrare nel Seminario della diocesi.
Ritenni ciò una tentazione del de-
monio. E la combattei con tutte le
forze. Ero agitatissimo. Volli con-
sultare Don Bosco, la cui tomba era
in mezzo al giardino sottostante.
Tutta la notte restai a piangere e
pregare sulla tomba del Padre
amato. E restammo d'accordo così:
se proprio dovevo entrare in semi-
nario; dovevano avverarsi tre segni
(entrare senza fare domanda per
iscritto - non mi sarei mai lasciato
prendere la misura per la veste - e
la 'conversione' di mio padre)". I
segni si avverarono, ma Orione, pur
essendo accettato senza domanda,
sentiva quasi ripugnanza a entrarvi
e indossare la talare. "Mi sembrava
Don Bosco e don Orione.
- continua il racconto a don Cadetti
- di aver mancato di riguardo a
Don Bosco per non essermi fatto
salesiano. L' ultima notte che passai
a casa, invece di dormire, non feci
che piangere. Finché mi addormen-
tai. E sognai. Mi pareva di essere a
Torino, all' Oratorio, nel cortile di

2.9 Page 19

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compie felicemente un secolo di vita.
quei di quarta. Ecco che alzai gli
occhi e vidi aperto improvvisamente
l'azzurro del cielo, ed apparire una
luce bianchissima, che si avvicina-
va, e discenderne Don Bosco in per-
sona, splendente come non lo avrei
mai immaginato . Teneva spiegata
tra le braccia una veste talare. In
un attimo me la indossò. Don Bosco
non disse una parola. Solo mi
guardò con un sorriso dolcissimo.
Poi tutto scomparve. Mi svegliai
tutto in un pianto; finalmente ero
certo che Iddio mi voleva per il se-
minario". Portò in seminario lo spi-
rito di Don Bosco, gloriandosi d'es-
serne stato discepolo, fino a firmar-
si, in qualche compito scolastico:
"Ch. Giov. Luigi M. Orione-Bosco".
TRACCE DI SALESIANITÀ
Varie ascendenze spirituali si ri-
conoscono nell'opera di don Orio-
ne, pur definito "un prodigioso a
solo dello Spirito Santo" da Silvio
Tramontin, ma certamente, fondata
l'Opera, don Orione la considerò
quasi un frutto e un prolungamento
della formazione ricevuta a Torino:
"lo e tutti i figli che la Provvidenza
mi ha dato, siamo tutta roba di Don
Bosco" - scriveva. Si capisce che il
diritto di primogenitura, in questa
parentela spirituale, lo rivendicava
per sé e lo faceva valere nelle picco-
le divergenze che, a volte, avveni-
vano col suo vicario don Sterpi: "lo
sono più vecchio di voi (solo di due
anni!) e so queste cose più di voi,
ché io sono stato da Don Bosco e
voi no". Per questo desiderava fosse
tenuta presente, anche visivamente,
la figura del suo maestro; e appena
questi fu dichiarato Venerabile, ne
acquistò un'immagine, e scriveva al
suo vicario: "Oggi è giunto il busto
di Don Bosco, e sento che mi fa
bene"; e lo pose nel piccolo atrio
d'ingresso della Casa Madre a Tor-
tona.
La venerazione e la riconoscenza
nutrita per il Padre durarono immu-
tate nei confronti dei suoi figli. Nel
1924, dopo non semplici trattative
per il passaggio alla Piccola Opera
del collegio "San Giorgio" di Novi
Ligure, sapendo che anche i salesia-
ni erano interessati ad avere un isti-
tuto in quella città, prima di firmare
il compromesso, si premurò di sten-
dere uno scritto che lasciasse loro la
porta aperta nel caso intendessero
prendere la gestione del collegio:
"Dichiaro che sarò ben felice di ce-
dere il passo ai salesiani e ritirarmi
da Novi per non creare dualismi
non solo, ma soprattutto a titolo di
gratitudine pel bene grande che ho
ricevuto dal venerabile Don Bosco
e dagli stessi salesiani miei mae-
stri... Don Bosco era così; don
Orione non può e non dev'essere
che così, se vuole essere sacerdote
di Cristo e discepolo non indegno di
tanto Maestro", confermando a don
Luigi Bistolfi, suo antico compagno
all'Oratorio di Torino: "Sai bene
che, se sono sacerdote, dopo Dio e
la Madonna, lo devo alla carità del
Ven . Don Bosco e dei Salesiani".
RICONOSCENZA
Avvicinandosi il momento della
canonizzazione del Maestro, don
Orione sentì che stava arrivando il
momento di rispondere in qualche
misura al debito di riconoscenza
contratto col suo grande benefatto-
re, e nel gennaio 1933 scriveva: "Il
giorno stesso in cui avverrà in San
Pietro la solenne proclamazione del
I La tomba di Don Bosco
a Valsalice, presso la quale
pregò don Orione.
Don Orione a Buenos Aires
nel 1936 con un ragazzo cieco.
nuovo santo, sarà benedetta e posta
la prima pietra di una nuova chiesa
a san Giovanni Bosco". I lavori ini-
ziarono come promesso, e già nel
gennaio successivo veniva aperta al
culto la cripta del tempio elevato in
onore del nuovo santo. E don Orio-
ne sentì un motivo in più per seguir-
lo come guida sicura e patrono. An-
cora, a pochi mesi dalla morte, ri-
chiesto di un permesso che riteneva
di non poter concedere, si scusò: "lo
penso a Don Bosco, e penso che
Don Bosco non lo permetterebbe. E
don Orione, dove appena può, deve
seguire lo spirito di Don Bosco". Il
31 gennaio 1940, celebrando l'ulti-
ma festa di Don Bosco, fu assai
largo nei ricordi del tempo passato a
Valdocco e confermò la ragione del
suo grande attaccamento al santo,
ripetendo, ancora una volta, la gran-
de promessa fattagli da Don Bosco
nell'ultima confessione: "Dopo
avermi confessato, mi disse queste
testuali parole: Noi saremo sempre
amici. Quante volte mi sono trovato
in mezzo a peripezie, altrettante
volte mi sono sentito confortare da
queste parole che mi rimasero scol-
pite nel cuore: Noi saremo sempre
amici!". Un santo gli aveva assicu-
rato la sua amicizia, don Orione non
volle esser da meno nel professargli
perenne riconoscenza.
O
BS LUGLIO/AGOSTO 2003

2.10 Page 20

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Uno studio destina1to a restare una pietra
.IL PRETE DEI GIOll4NI
iNEL SECOLO
diFrancescoMotto4-
. .,....,....,.. DELLE LIBERTA
Pi N,·o l3rnido
facilmente comprensibile che l'au- Dopo 50 anni dal suo
tore utilizzi, ad esempio, gli studi di
Pietro Stella degli anni settanta e ot-
primo scritto su Don
tanta del secolo appena trascorso, è Bosco, uno dei massimi
Don Bosco
prete dei giovani
nel secolo delle libertà
ancor più apprezzabile quando
fonda molte delle sue pagine sui ri-
sultati delle recentissime ricerche
studiosi del santo, Pietro
Braido, professore alla
condotte nell'ambito del Centro Pontificia Università
I - ll
Studi Don Bosco, e soprattutto del-
l'Istituto Storico Salesiano di cui è
Salesiana, raccoglie in
stato fondatore, primo direttore, e unità tutta la sua lunga
impareggiabile animatore. Dunque ricerca con due volumi
si tratta di un'opera molto seria, do-
cumentatissima, scientifica, messa a
magistrali sul prete
disposizione di chi intende decisa- dei giovani.
mente aggiornarsi sulle più recenti
LAS HOM A
conquiste della riflessione storica
salesiana sulla complessa figura di
Don Bosco.
blematiche a esse sottese o da esse
emergenti, sul significato degli eventi
più importanti, quali la famiglia, il
UNO STUDIO, PIÙ CHE
paese di nascita, gli studi, il primo
Oratorio, lo sviluppo delle istituzio-
I l ~itolo _è: "Don Bosco, prete d~i
giovani nel secolo delle li-
UNA BIOGRAFIA
Va detto che siamo di fronte a
ni salesiane oltre i confini torinesi e
piemontesi prima, italiani ed euro-
pei dopo. In tale prospettiva qualun-
bertà". Non è ovviamente possi- un'opera completa ed esaustiva: la que tipo di lettore, anche solo inte-
bile presentare in questa sede un' o- vicenda umana e spirituale del per- ressato a un periodo della vita di
pera tanto vasta (1435 pp.), articola- sonaggio Don Bosco è presentata in Don Bosco (il "don Bosco giova-
ta in ben 35 capitoli; ai lettori del tutte le sue sfaccettature, in tutte le ne", il "don Bosco prete diocesano",
BS basteranno alcuni semplici flash fasi della sua esistenza, nei diversi il "don Bosco fondatore", il "don
che ne indichino il valore e il signi- contesti politici, sociali, culturali, Bosco anziano"...) o a una dimen-
ficato. Anzitutto l'autore, da cono- religiosi in cui si è trovato a vivere sione pmticolare della sua vita (cul-
scitore della letteratura di Don Bo- e in cui ha dovuto operare. In qual- turale, pedagogica, spirituale, cari-
sco e su Don Bosco che forse non che modo, dunque, l'opera è di ca- smatica, missionaria...) potrà trova-
ha uguali, ha utilizzato una serie di rattere biografico, anche se l'autore, re un ' ampia sintesi nelle pagine de-
fonti manoscritte e a stampa tanto anziché soffermarsi sugli infiniti dicate al soggetto di suo interesse,
nutrita che è difficile sostenere che episodi della vicenda biografica del e, nelle note a pié pagina, le indica-
ne abbia trascurata qualcuna. Certo, santo (al riguardo non mancano zioni bibliografiche più aggiornate
come ogni studioso, ha fatto delle altre pagine, iniziando dalle ben per ulteriori personali approfondi-
scelte, ma evidentemente selezio- note Memorie Biografiche per finire menti. E a quanti poi non avessero
nando il meglio della letteratura a all'ampia biografia di don Francis la materiale possibilità di avere sot-
disposizione; il meglio non solo, ma Desramaut: Don Bosco en son tomano le fonti primarie (si pensi
anche la più aggiornata bibliografia temps-1996), preferisce concentrar- solo ai 38 volumi delle Opere Edite,
che spesso, anche se non sempre, si sui contenuti essenziali delle ai volumi dell'Epistolario, e alle
: corrispondono. Pertanto se risulta esperienze di Don Bosco, sulle pro- migliaia di pagine di Ricerche Stari-
LUGLIO/AGOSTO 2003 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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,.•.......................•••..•...••• .••• .••.•................•.•......•.......•..•..
miliare nella letteratura domboschiana.
I Presentazione dell'opera di Pietro Braido (al centro)
con Francesco Motto (a sinistra) organizzatore
dell'incontro e lo storico Pietro Stella (a destra),
uno dei presentatori dei due volumi del professor Braido.
I Università Pontificia Salesiana.
Una veduta dell'aula gremita
di persone, intervenute
alla presentazione.
che Salesiane), don Braido ha pen- stesso Don Bosco o il suo maggiore quelle già note. La storia la fa lo
sato bene di . offrire direttamente oppositore, monsignor Lorenzo Ga- storico, dunque guai a restare anco-
ampie citazioni anche letterali delle staldi. Altrettanto si potrebbe dire rati a interpretazioni che ormai
stesse fonti, di modo che il lettore- delle situazioni locali e di quelle sanno di retorico, di non sufficien-
fruitore trovi con facilità quanto di nazionali (ed internazionali) che temente documentato, di inattuale e
suo precipuo interesse.
spesso furono alla base delle sue dunque di definitivamente superato. a l
opzioni operative: la creazione del- Quanti per vocazione, dovere o af- g
UNA "STORIA CRITICA 11 1' oratorio festivo, il suo sfociare fetto dovessero presentare Don
nella complessissima opera di Val- Bosco a un qualsiasi pubblico, da :
I due volumi presentano altresì docco, la fondazione di altre case, quello giovanile a quello di alta cui- :
un'infinita sequenza di persone con
cui Don Bosco entrò in contatto:
dai famigliari ai suoi educatori, dai
politici piemontesi a quelli naziona-
li, dalle autorità religiose torinesi a
quelle romane, dai benefattori locali
a quelli italiani, europei ed extraeu-
ropei, dai confratelli salesiani di To-
rino, a quelli delle altre case sale-
siane. Di molti di loro traccia un
breve profilo con vigile attenzione e
scientifica acribia, priva di incon-
trollate precomprensioni e di ingiu-
stificate predilezioni per l'uno o per
l'altro dei personaggi, fosse pure lo
le pubblicazioni, la costruzione di
chiese e collegi, la fondazione dei
Salesiani, delle Figlie di Maria Au-
siliatrice, dei Cooperatori salesiani,
le missioni, il Bollettino Salesia-
no.. . L'"essere e l'operare di Don
Bosco" presentato dal Braido sfocia
in una sorta di storia d'Italia, di sto-
ria della pedagogia, di storia delle
istituzioni religiose dell ' Ottocento,
di una storia delle missioni e così
via, per cui i volumi si prestano a
varie letture trasversali. Ovviamen-
te lungo le pagine dei due tomi tra-
montano definitivamente molti
tura, da quello salesiano a quello in-
teressato solo a qualche dimensione :
della sua opera, troveranno nelle
pagine dei volumi qui presentati
quasi un ' enciclopedia di informa-
zioni, dati, riflessioni, analisi, indi-
cazioni di lettura, prospettive.
DESTINATA A DURARE
C'era bisogno di un studio simile?
"Ai posteri l ' ardua sentenza", direb-
be il poeta lombardo. Di certo posi-
tiva è quella data da illustri profes-
sori dell'Università salesiana della
miti: di un Don Bosco santo in tutte Pontificia Facoltà Auxilium di
le sue scelte quotidiane, di un Don Roma di fronte a un foltissimo
Bosco dalla vita tracciata da un gruppo di docenti, studenti e amici
sogno da lui percepito fin dall 'ini- di Don Bosco. L'Istituto Storico Sa-
zio in tutta la sua significatività, di lesiano non poteva meglio onorare
un Don Bosco onnisciente, capitano il suo ventesimo anniversario di
d'industria e taumaturgo ad ogni fondazione e l 'intera Famiglia Sale-
costo, di un Don Bosco inappunta- siana non può che essere grata a don
bile in tutti i suoi scritti, anche au- Braido che lascia a essa, quasi testa-
tobiografici.. . e così via. Come mento di un 'intera vita spesa nello
ogni storia, anche quella di Don studio e nell 'insegnamento, a servi-
Bosco avanza con noi e si precisa zio dell 'educazione, un opus maxi-
Il tavolo dei relatori.
sempre meglio attraverso l'analisi
di nuove fonti e la rilettura critica di
mum destinato
nel tempo.
a
rimanere
a
lungo
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS LUGLIO/ AGOSTO 2003

3.2 Page 22

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LE1iERA Al GIOVANI
I?
Carissimo Cristian,
mai come queet'an
nomi diversi e sotto b
peace maklng, peace bui
peace keeping.
L'aggettivo è cosl importan e
stesso concetto di pace.
Anche la parola "guerra" si è arricchita di aggetti-
vi nuovi: guerra giusta, guerra preventiva, guerra
intelligente.
A differenza della pace, che è diventata pace
armata, la guerra è rimasta guerra, anzi guerra
sporca, sempre guerra fredda.
Che dire?
Se taci, diventi complice. Se parli, sei fuori dal
mondo.
Che fare?
Non affidarti alla sola intelligenza.
Ogni secolo ha la sua astuzia, il suo tranello.
Il cavallo di Troia non ha chiuso l'epoca delle guer-
re.
Purifica la tua memoria.
Il Novecento è il secolo breve, perché ai è vissuto
di meno, ai è morti prima.
Non è eolo il secolo di Auschwitz e di Hiroshi-
ma.
\\
E anche l'epoca di Primo Levi, di Massimiliano
Kolbe, di Gandhi, di Papa Giovanni.
piventa responsabile.
E necessario farei carico della vita, della pace,
della giustizia.
·
Mi servo di uno slogan che tu conosci: " Meg lio
attivi oggi, che retroattivi domani". Che dirti?
I quattro quinti dell'umanità vivono in sofferenza:
guerra, fame, sfruttamento, violenza.
Tu mi dici: le statistiche non risolvono le situazio-
r pagina,
lldarletà.
che ml el one davanti. Non rifiu-
o con la vi'l;a e le sue battaglie.
dlohiarazione di guerra o di pace.
Ione di "buona volontà".
Se Il mondo è malato, lo vo!3lio guarire.
Se la mia patria è ferita, la voglio curare.
Se la mia città è bieognos,1, la voglio soccorrere.
Se l'uomo accanto a me è abbandonato, voglio
stare con lul.
Dove c'è un "ee", io metto un "eì". Non voglio una
divisa per andare a soccorrere quello che un'altra
divisa ha sconvolto. Do la rnla gratuità.
In queste poche righe, Cristian, avverto in te
tanta voglia di vivere, tanto futuro...
Da parte mia ti prego di i;cuearmi, ee incoraggio
la tua provocazione, il tuo -sogno.
Il sogno è dei giovani.
Leonardo sognava di vola rti.
Oggi tu sei in lieta di attesa, per volare dove c'è
bisogno della tua preeenw.
Carlo Terraneo
LUGLIO/ AGOSTO 2 003 8 S

3.3 Page 23

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VACANZE
Indichiamo alcuni titoli di film che potete trovare nelle videoteche,
tenendo conto del livello artistico, della loro visibilità, dell'attualità
delle tematiche trattate e della godibilità della trama e della conduzione.
Potranno utilmente allietare le vostre vacanze.
FILM PER L'ESTATE
CHE COSA SCEGLIERE
di Giuseppina Cudemo
ILARIA ALPI. IL PIÙ CRUDELE DEI GIORNI
Regia: Ferdinando Vicentini Orgnani. Interpreti: Gio-
vanna Mezzogiorno, Rade Sherbedgia , Erica Blanc,
Angelo Infanti.
Un fatto drammatico relativamente recente è il tema di questo
film italiano coraggioso e scomodo: l'uccisione della giornali-
sta del TG3 Ilaria Alpi e del suo operatore Mi.ran Hrovatin,
avvenuta il 20 marzo 1994 a Mogadiscio. Anche se non sono
stati scoperti i mandanti (reticenze, connivenze e interessi in
gioco), la reporter, parte dei cui taccuini pieni di appunti
compromettenti sono spariti, aveva scoperto notizie scottanti
sul traffico di armi e sullo smaltimento di rifiuti tossici in
Somalia. È questa la tesi del film , che, molto fedele alla
verità, racconta nell'intrecciarsi incalzante di tre linee naiTati-
ve il susseguirsi di indagini, incontri con personaggi impor-
tanti e non, momenti sospesi fra intuizioni ed evidenze prova-
te, vissuti dalla giovane giornalista e dal fedele cameraman. Il
tutto accompagnato da un attento approfondimento psicologi-
co dei protagonisti, che ce li rende ancor più vicini di quanto
la cronaca, a suo tempo, abbia fatto. L 'interpretazione di Gio-
vanna Mezzogiorno e di Rade Sherbedgia (attore serbo di
paiticolare espressività) è intensa e appassionata. Belli i pae-
saggi africani spogli e assolati, attenta la regia.
BS LUGLIO/AGOSTO 2003

3.4 Page 24

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L'UOMO DEL TRENO
Regia: Patrice Le Conte . Interpreti: Jean Roche/art,
Johnny Hallyday.
Una grigia stazione di provincia, un treno che scarica un pas-
seggero solitario e triste, l'incontro casuale con un altro uomo
solo in una farmacia. L ' uno è l'apatico Milan, ex stuntman e
povero in canna che progetta di rapinare la banca locale di
a tre giorni, con l'aiuto di due complici piuttosto malmessi.
L'altro è Manesquier, un professore cli liceo in pensione, iro-
nico e garbato, che ha passato la vita con sua madre, i suoi
libri, un improbabile amore. Entrambi vivranno insieme i tre
giorni che li separano da un momento decisivo: Milan dalla
sua ultima rapina, Manesquier da un delicato intervento al
cuore. Scopriranno che la loro insoddisfazione esistenziale
nasconde il desiderio di una vita diversa: l'uno vorrebbe vive-
re la vita dell 'altro. Il rapinatore sogna la pace, la musica, i
libri; il professore raffinato l'avventura e il rischio. Fino all'i-
natteso finale. Una storia che è un po' la metafora della vita:
come direbbe Woody Allen, si ha "un solo rimpianto: quello
di non essere qualcun altro".
Il film è ben fatto, giocato sul filo di una sommessa malinco-
nia e sui dialoghi mai forzati e ovvi. L ' ironia frizzante di
Manesquier (uno splendido Jean Rochefort) fa da contrappun-
to al riserbo e alla tristezza di Milan, misterioso e senza sto-
ria, quasi fosse venuto dal nulla. Bella la fotografia, che esalta
una provincia francese piovosa e piena di atmosfera, poco
vista sugli schenni. Pregevole l'ironia con cui è trattata la sto-
ria: in questo film, pur malinconico ed esistenziale, si sorride
molto.
IL CUORE ALTROVE
Regia: Pupi Avati. Interpreti: Neri Marcorè, Vanessa
lncontrada, Giancarlo Giannini, Nino D'Angelo.
È un 'opera di indubbia poesia sull'amore e sulla capacità di
affrontare la vita sorridendo, malgrado tutto. Siamo negli anni
Venti, Nello è un professore di greco e latino, timido e un po'
impacciato, che il padre (uno splendido Giancarlo Giannini),
proprietario della sartoria papale, spedisce da Roma a Bolo-
gna, nella speranza che finalmente incontri la ragazza che fa
per lui. In effetti, Nello l'incontrerà e se ne innamorerà perdu-
tamente. Solo che lei è cieca (per un incidente), bellissima,
superficiale e spregiudicata. Il film si gioca su questo incon-
tro fra due universi all ' opposto: lui, impacciato, patetico e
dolce nella sua passione d'amore; lei imprevedibile, inquieta,
quasi spietata nella sua incoscienza. Staranno insieme solo
poco tempo, fino alla guarigione di lei che sposerà il chirurgo
che l' ha operata.
Neri Marcorè dà a Nello dolcezza e impacciata ma arguta
intelligenza, in un 'interpretazione fatta di trasognata ironia e
candore non privo di vivacità e passione; Vanessa lncontrada
è Angela: bella e brava nel tratteggiare l' immagine di una
donna imprevedibile, umorale e capace di farsi amare senza
muovere un dito. Nino D ' angelo è il barbiere napoletano
compagno di stanza di Nello, prodigo di consigli e di saggez-
za popolana, un po ' cinico e sfrontato e un po' sentimentale e
sollecito verso l'amico sfortunato. Vi consigliamo questo film
per la delicata poesia della storia , così insolita di questi tempi,
per la regia magistrale, per gli interpreti sensibili e appassio-
nati. Da sottolineare la capacità di Pupi Avati di regalarci il
sorriso, malgrado l'epilogo triste: della vicenda. Si sconsiglia
ai bambini.
IO NON HO PAURA
Regia: Gabriele Salvadores. Interpreti: Giuseppe Cri-
stiano, Mattia Di Pierro, Diego Abatantuono.
Un film di profondo significato umano, la storia di un bambi-
no che scopre il male prop1io in quel padre che per lui è stato
sempre meraviglioso. E la scoperta del valore dell'amicizia,
della solidarietà, della gratuità del donare, anche rischiando la
vita. Tratto dal romanzo di Niccolò Ammruùti che ha scritto
la sceneggiatura, il film racconta di un ragazzo di dieci anni,
che scopre la presenza misteriosa di un coetaneo in una
LUGLIO/AGOSTO 2003 BS

3.5 Page 25

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profonda buca del terreno, vicino a un casolare abbandonato.
Pian piano capisce che in quel buio senza speranza ha nasco-
sto un piccolo sequestrato proprio quel padre che lui crede un
uomo senza macchia e senza paura. E non capisce perché l'ha
fatto , che senso ha precipitare un bambino indifeso nelle
viscere della terra, averlo tolto ai genitori .. . Se lo chiede, spa-
ventato e inconsapevole del male, anche se ha ascoltato i
grandi parlare di riscatto.
Bellissima e lirica la regia di Salvatores, così sensibile ai temi
dell'infanzia e dell ' adolescenza come momento di passaggio
sofferto all'età adulta attraverso la dolorosa perdita dell 'inno-
cenza. Ben delineati i caratteri: quel gruppetto di adolescenti
con le sue dinamiche di gruppo e il suo leader seguito, ma
poco amato; il gruppo di malviventi di cui Diego Abatantuo-
no, invecchiato ed imbruttito ad arte, è il capo rozzo e violen-
to, in un ' interpretazione di grande bravura, il personaggio
dolente della madre, connivente suo malgrado, pieno di slanci
e di rassegnata tristezza. E quella campagna lucana, assolata e
solitaria nello stridio delle cicale, con il grano che ondeggia in
immense distese punteggiate di papaveri che ci rimarrà certa-
mente nel cuore. Piena di verità e di profondità psicologica è
la figura del ragazzo, Michele, che si fa amare per la sua
coraggiosa partecipazione al dramma del coetaneo rapito e per
l'amore verso il padre, intatto anche quando scopre con dolo-
rosa meraviglia la sua povertà umana. Ne sconsigliamo la
visione ai ban1bini più piccoli.
IL PIANISTA
Regia: Roman Polanski. Interpreti: Adrien Brody, Tho-
mas Kretshmann , julia Rayner.
Un film di grande drammaticità sulla Shoah, che ha la forza e
la valenza in più di essere una storia vera. L'odissea del gio-
vane e affermato pianista Wladylaw Szpilrnan, ebreo polacco,
costretto a interrompere l'esecuzione radiofonica di un nottur-
no di Chopin quando i tedeschi invadono la Polonia nel 1939,
e quindi a vivere una dolorosa e ingiusta vicenda di umilia-
zioni e sofferenze: prima l'esilio tra le mura del ghetto con la
famiglia, poi la lotta per sopravvivere agli stenti e alla fame,
la fuga da un treno diretto ai lager (da cui non scamperanno i
suoi cari) , l'attesa spasmodica della fine della guerra in un
appartamento e poi tra le macerie disabitate del ghetto. Sarà
proprio un ufficiale tedesco che lo aiuterà a sopravvivere
negli ultimi giorni prima della liberazione, fino al ritorno alla
vita e alla dignità umana, quando potrà riprendere il concerto
interrotto anni prima. Un film estremamente realistico nella
sua cruda verità, che capovolge la logica unilaterale delle pel-
licole di questo genere: sottolineando la dissoluzione di una
società devastata dalla guerra, ma eterogenea, ci mostra ebrei
talvolta spietati e nazisti pronti a gesti di umanità. Bellissime
e tragiche nella loro drammatica evidenza le scene di una
Varsavia invasa, con le uccisioni estemporanee e a freddo, la
mo11e per inedia dei vecchi e bambini, a cui assiste attonito il
giovane pianista, prima attonito e poi disilluso, di fronte alla
follia del Nazismo. Stupenda l' interpretazione di Adrien
Brody; matura e partecipe la regia dell 'ebreo polacco Polan-
ski, che ha vissuto personalmente la tragedia del ghetto e che
ci con questo film l ' opera migliore della sua maturità.
Meritatamente ha avuto la Palma d 'Oro a Cannes e l'Oscar.
Non adatto per la drammaticità ai bambini.
LA FELICITÀ NON COSTA NIENTE
Regia: Mimmo Calopresti. Interpreti: Beppe Servillo,
Francesca Neri, Valeria Bruni.
Con questo film il regista calabrese è orientato alla ricerca di
un equilibrio interiore e personale, attraverso un'indagine psi-
cologica attenta e puntuale di una crisi esistenziale profonda.
Sergio, architetto 45enne di successo, sceglie di lasciare tutto,
spinto dall ' inquietudine: nulla gli basta più, ha smania di
esperienze nuove e trasgressive. Deve fare i conti con le rea-
zioni brusche degli amici e dei conoscenti ed è anche tormen-
tato dal ricordo pressante di un operaio morto in un incidente
sul lavoro. Tiene duro fino a quando capisce che la vera feli-
cità sta nelle piccole cose: nel sorriso del suo bambino, nei
gesti quotidiani, nella possibilità di tornare al suo lavoro.
Molto approfondita la psicologia dei personaggi: Sergio, tor-
mentato da un inconscio senso di colpa; la moglie, che cerca
di capirlo, anche se non condivide il suo modo di vivere; l'a-
mico che non lo scusa, ma lo accusa di comportamenti sba-
gliati e poco adatti alle varie situazioni; la psichiatra che capi-
sce subito come Sergio potrà superare le sue ansie, solo
facendo affiorare quel tormento interiore che non vuole accet-
tare. Situazioni e sentimenti di tutti, sui quali spesso preferia-
mo soprassedere. Sergio invece, è pronto ad andare fino in
fondo, a mettere in gioco ogni cosa, a perderla per poi poterla
riconquistare. La sua ricerca di stabilità e sicurezza è propria
di tanti quarantenni della sua generazione ed è molto ben rap-
presentata.
Un film, quindi, che dice molto sull 'inquietudine e sulla ricer-
ca di valori.
BS LUGLIO/AGOSTO 2003

3.6 Page 26

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DUMBO
di Nadia Ciambrignoni
L'apertura di Dumbo (1941) è su una notte di temporale che
solo dopo un po' lascia spazio alla luna piena. Rombo di
aerei in lontananza e arrivo a sorpresa di una schiera di cico-
gne in formazione che sgancia fagottini di neonati (e non
bombe! Segnale di pace in anni di guerra?). L'ultima sequen-
za riporta il sereno, anche meteorologico sulla vicenda dell'e-
lefantino, e il cerchio si chiude.
~ N-on
-- -
potendo
- - -- -- . ni di ~azio altri film che
rece;.sira P:~:~-~;~oro va lore artistico_e I~ te-
varrebbe la pe0a I ve er
coinvolgenti, vi indichia mo
matiche attuali e, _com~~q~e,proposito di Schmidt (di
brevemente solo i t1t? i._ .
e Jean Oardenne), La
fl9!' Alexander Payne), Il 0 (cli Lu~za assato (di Aki Kau-
~~(cf; f~ca 25a ora (di ?Pike Lee), L
Jendruscolo), Essere
rismaki), P(ov_on,o m~~~ert) Ararat (di Atom Egoyan). O_v-_
e avere (di Nico as . , . , . sembra no adatti ai bambini
viamente quelli cons1g/Jat1_ non ci è all'a ltezza di comprende-
/a cui capacità interpretativa non .
re eventi e ragionamenti comple~s~s'.'1.:._ _ _ _ _ _ _ _ __
Il cerchio, il volo e il viaggio sono le tre linee di lettura.
La storia narra dell'esclusione dal cerchio dei propri simili di
un elefantino "diverso", perché nato con le orecchie troppo
grandi: dentro il cerchio del circo, del tendone, della specie
stanno gli "uguali", fuori i "diversi"; dentro i "conformisti",
fuori gli altri. Solo la mamma e il topino Timothy amano
Dumbo com'è. La prima perderà l'integrazione nel gruppo e
sarà ritenuta deviante e segregata nel carrozzone MAD
ELEPHANT, "Elefante pazzo". Timothy, invece, appartiene
alla stirpe tradizionalmente antagonista agli elefanti, ma sarà
proprio lui, dissimile eppure solidale, a condurre il riscatto di
Dumbo. La strategia del topo è geniale: trasformare il "vinco-
lo" dell'elefantino, quelle orecchie troppo grandi, in una
"risorsa". Il volo appare quale naturale impiego delle orecchie
che sembrano ali: non legare e comprimere la diversità, ma
adoperarla come carta vincente per ciò che può dare. Il grup-
po dei corvi, versione disneyana dei neri americani, diventa la
scuola di volo per Timothy e Dumbo, con la trovata della
"piuma magica", espediente di " pizzicologia" che serve a
infondere sicurezza allo spaventato cucciolo.
Padrone di una nuova tecnica, ma ancora legato alla piu-
ma magica, Dumbo intraprende così il suo ultimo viaggio,
quello trionfale della propria affe1mazione: nel bel mezzo del
rientro a sorpresa con il volo nel cerchio circense, l'elefantino
scoprirà di saper volare davvero, senza l 'aiuto della piuma
magica. Scompare quindi l'angoscia, sempre sottolineata con
espressive inquadrature dal basso, con cui Dumbo ha dovuto
affrontare le precedenti continue prove pericolose. Il montag-
gio finale racconta in sintesi il successo accordato a Dumbo
dal "business" dello spettacolo, come ambiguamente testimo-
nia il simbolo del dollaro stampato sulle foto delle prodigiose
orecchie.
L'altra faccia del viaggio è, infine, l'esplorazione dell'in-
teriorità attraverso il sogno e il subconscio. Il primo cenno è
la persuasione ipnotica che il topino esercita sul direttore del
circo dormiente. Poi la sequenza degli Elefanti Rosa, dopo
l'imprevista ubriacatura: qui le tre piste tematiche si congiun-
gono, con bolle sferiche che catturano i personaggi in un
mondo fantastico, dove tutto è conformato agli elefanti. Cen-
trale è l'incubo dell'accerchiamento e dell ' inadeguatezza alle
richieste del conformismo sociale; finché gli ultimi elefanti
rosa diventano nuvole intorno a un albero, e riapprodiamo al
tema del volo, all ' inizio della sequenza dei corvi. Il finale
vede un Dumbo raggiante volare in braccio alla mamma di
nuovo libera e inserita nel circo, ma sempre in un mondo a
parte, una "esclusiva", lussuosa carrozza ferroviaria che viag-
gia in coda ai carrozzoni degli altri animali: mamma e cuc-
ciolo sono di nuovo insieme, felici, ma rimangono comunque
diversi dal resto del "gruppo".
LUGLIO/AGOSTO 2003 BS
UTILIZZO DIDATTICO
Scuola materna. Chi sono gli amici di Oumbo? Chi i nemici?
Quali canzoni del film ti piacciono di più? Che cosa dicono le
parole? Come inizia e finisce il film?
Elementare e Media. In quali sequenze compare un cer-
chio? In quali ricorre il tema del volo? E quello del viaggio?
Quali elementi ti fanno riconoscere le tematiche descritte.
Quali sequenze illustrano meglio l'amicizia Oumbo /Timothy?
Su che cosa si fonda?
Superiori. Quali scene sceglieresti per seguire l'itinerario di
formazione di Oumbo?
Quali oggetti o forme geometriche sono più ricorrenti? Con
quali significati? Psicologia, subconscio, sogno: analizza la
sequenza degli elefanti rosa. Trovi segnali che tradiscano
l'anno di produzione di Oumbo, il 1941? Trovi riferimenti alla
storia di quell'anno cruciale per gli Stati Uniti e per l'Europa?
ATTITI TEMATICI
Superiori. Persistenza del conformismo anche ai nostri gior-
ni: esiste ancora la possibilità di essere "Dumbd'? Preferiamo
le orecchie troppo grandi ma uniche di Oumbo o i cellulari
sempre più piccoli e seriali?

3.7 Page 27

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LA NOSTRA ARCA DI NOÉ
Lillo ha scritto un ritratto per presentarsi ai suoi compagni di classe.
Egli ha scelto di parlare di se stesso servendosi degli animali.
di Jean-François Meurs
T imido come il cervo, possie-
de l'arte di ritirarsi quando si
sente aggredito; e come la
tartaruga, egli si rifugia nel suo
carapace quando le cose si metto-
no male, e lì, dentro al guscio, ma-
stica tutta la sua collera. Del lupo,
egli prova l'attrazione per la solitu-
dine, ma più ancora lo conquista il
legame sociale, la coesione che
cementa il branco. Questo conta
molto per lui.
Ha la pretesa di avere la vista
penetrante e la capacità di osser-
vazione del falcone. Soprattutto
per ciò che riguarda le persone.
Riesce a capirle. Non gli manca il
buon umore della scimmia, la sua
voglia spontanea di ridere e diver-
tirsi. Come l'orso, si fa un dovere
di proteggere i suoi simili, in parti-
colare quelli che ama. Al pari del
gatto, adora far le fusa e perfezio-
na sempre di più la sua arte del
"farniente ".. . Poi, improvvisamen-
te, tale e quale una pantera, sen-
te il bisogno di sfogarsi e di spen-
dere delle energie. Dell'elefante,
ha il difetto di essere un po' astio-
so... almeno tanto quanto la
memoria gli permette. Dell'uomo,
infine, possiede l'apparenza fisica .
Ma è tutto!
Il mondo animale parla molto ai
ragazzini e agli adolescenti , ma
anche ai giovani e agli adulti! Le
connivenze, le preferenze, le repul-
sioni di ciascuno dicono molto su
quello che siamo o su ciò cui aspi-
riamo , sulle nostre tendenze, sui
desideri, sugli «istinti » che ci spin-
gono ad agire e modellano i nostri
comportamenti, sulle nostre antipa-
tie, e su ciò che temiamo al disopra
di tutto.
Così, nella classe di Lillo, ho incon-
trato ... molti animali (!) che compio-
no le loro evoluzioni con grazia e
libertà: sogni, slanci dello spirito,
voli di intelligenza, gusto di libertà,
desiderio di vincere le pesantezze
di codici e regolamenti. E non c'è
da meravigliarsene.
Un gran numero di ragazzi si
identificano col cane: sono avidi di
amicizia , disponibili per i giochi
sociali, compagni fedeli. Non sono
cattivi, eccetto che tocchiate coloro
che essi amano. Ribadi-
scono con forza la loro
appartenenza al gruppo.
Non ci si trova male
soPRA1TU'TIO, 'fJON l.ASO/A~7
SALIRE LA Cl)PPIA DI PULCI ·~
nemmeno coi gatti, indi-
pendenti, aristocratici o
di grondaia, affettuosi ,
con la scienza innata
della pigrizia; in breve,
essi coltivano l'arte di
vivere zen! Nascondono
il loro mistero dietro i
loro occhi plissettati che
vi osservano. I ragazzi
inoltre amano il ghepar-
do, la pantera, il leone,
o la tigre per la loro
rapidità che li pone fuori portata dei zione, sottolinea i tre mondi : quello
loro nemici, apprezzano il loro degli uccell i nel cielo , quello delle
aspetto nobile e forte , il loro lato bestie dei campi e delle bestie sel-
ancora selvaggio. Nel cavallo , vagge , e tutto ciò che è inafferrabi-
apprezzano la natura domata, uma- le agli occhi, brulica e striscia sulla
nizzata, ma priva di servilismo.
terra.
C'è sempre la scimmia, piena di
buon umore, che mette tutta la sua
intelligenza nel giocare, con una
fantasia che non sembra avere del-
le regole . È occupata a divertirsi e a
vivacizzare la giornata. I caprioli
discreti e innocenti esistono per la
bellezza pura e gratuita. La mucca
non si monta la testa, si accontenta
di esistere, economizza la sua ener-
gia, rumina una saggezza antica.
Senza complessi, qualche ragazzo
L'Arca di Noé non è forse costruita
a tre piani? Come non pensare
alla simbologia: l'uomo è un'arca e
tutti gli animali sono in lui. Gli
uccelli che simboleggiano la via
dello spirito, l'intelligenza, i sogni,
le idee. Le bestie della campagna
e le bestie selvagge che rappre-
sentano i sentimenti, le forze ad-
domesticate , ma anche le risorse
vergin i ancora inesplorate, non
sfruttate che rappresentano la sua
apprezza anche il porco; il messag- originalità. Infine , tutto ciò che bru-
gio è ch iaro: chi non ha qualche lica e striscia sulla terra e che
volta la vogl ia di lasciar parlare la nuota e galleggia nelle acque: rap-
natura, di cancellare un'immagine di presenta ciò che ci fa pau ra e ci
sé troppo pulita, troppo liscia, di sfugge, ciò che noi non controllia-
rifiutare di essere addestrato alla mo ma che riproduce una parte
buona educazione?
enorme della nostra vita.
Molti detestano il tradimento, la
menzogna, la bruttezza, la cattive-
ria, la puzza: il ragno sornione die-
tro la sua trappola, il serpente che
sorprende strisciando, il topo legato
alle tenebre e alla sporcizia, la stu-
pidità suicida che gira intorno come
un pesce rosso , l'assillo della
mosca che non ti lascia più in
pace , lo scorpione che infetta, la
zanzara che disturba e prude. Tutto
ciò che genera il rigetto. Il bisogno
di essere accettato dagli altri è
Dio chiede ad Adamo , prima di
formare la coppia , di «dare un
nome» a tutti gli animali. E noi non
finiremo mai di mettere delle parole
sui nostri sentimenti, le folgorazioni
delle nostre intelligenze, le nostre
sensazioni , le nostre repulsioni, le
nostre difficoltà, le nostre speranze
e i nostri sospetti, le nostre fortune
e perfino i nostri difetti.. . Noi non
avremmo mai finito di addomesti -
enorme.
carci , per meglio sigillare delle al-
leanze con il nostro io e con gli altri.
Tutto questo è fantasia? La È più facile arrivarci avendo la natu-
Genesi, quando racconta la crea- ra come complice...
BS LUGLIO/ AGOSTO 2003

3.8 Page 28

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--
La formazione professionale in Lombardia presso
DON BOSCO
AL FEMMINILE
di Graziella Curti
Una donna: Iside
Ma/grati, Figlia di Maria
Ausiliatrice,
a cent'anni di distanza,
ha ridato vita al sogno
educativo del Santo
dei giovani.
accogliere ragazzi e ragazze prepa-
randoli a un lavoro sicuro. Nasce
così, dopo tante strade in Regione
negli uffici di competenti e tecnici,
la Scuola di Panetteria.
I testimoni di quei giorni raccon-
tano l'euforia degli inizi, quando il
profumo del pane e dei dolci inva-
deva la casa; quando gli alunni/e di-
plomati riuscivano a trovare un 'oc-
cupazione o addirittura tentavano di
aprire un negozietto proprio che da-
va loro il senso della riuscita e del-
1' autonomia. Venivano personalità
anche dall 'estero che si congratula-
vano e ammiravano il livello profes-
sionale della scuola.
Le "Fornarine" in costume con i loro prodotti.
H anno da poco celebrato il
venticinquesimo della scuo-
la professionale fondata da
suor Iside a Cinisello Balsamo. Lei
ci ha lasciati da dieci anni, ma una
delle sue creature più amate conti-
nua ad aprire porte di significato ai
giovani che si preparano al lavoro.
Si tratta dell 'Istituto Mazzarello, at-
tualmente pure Centro regionale
della formazione professionale sale-
siana per la Lombardia. Negli anni
'60, un cartello indicatore, piantato
in mezzo al cantiere, aveva attirato
la curiosità della gente di quella cin-
tura milanese in forte crescita. Dice-
va così: "Istituto Maria Mazzarello
delle salesiane di don Bosco/Co-
struzione di un complesso edili-
zio/Centro educativo sociale e pro-
fessionale femminile per le figlie
dei lavoratori". Un'informazione
sintetica, che toccav~ però i punti
sensibili del pubblico. Espressione
LUGLIO/AGOSTO 2003 BS
del genio comunicatore di Iside
Malgrati che non venne meno a ciò
che era promesso.
Lei alla formazione professionale
ci credeva davvero. Oltre le sue nu-
merose realizzazioni in questo
campo, alcune sue parole ce lo con-
fermano. " Chi lavora - diceva - è
signore del mondo; chi è tecnica-
mente qualificato è signore del la-
voro". Oltre a Don Bosco, suor
Iside si ispira a Maria Domenica
Mazzarello, la prima che aveva ca-
pito e tradotto al femminile l'ansia
educativa del fondatore. A lei dedi-
ca l'intera opera e crede, con la
stessa sua saggezza contadina, alla
dinamica del piccolo seme che può
dar vita a un grande albero. Perciò,
accanto ai classici corsi, che ritiene
di dover aprire subito e anche in ora
serale, per rispondere ai bisogni del
territorio, scopre una professione
molto richiesta sul mercato che può
LA CORDATA
L'opera di questa donna geniale
non è stata monocorde. Da buona
salesiana, ha voluto raggiungere
tutta la persona nei suoi molteplici
interessi. Le sue idee avevano le
mani, cioè si traducevano in realiz-
zazioni concrete. Ha dato vita a Pri-
mavera, il rotocalco per adolescenti
fondato negli anni '50: una delle
sue creature più amate per la cui
sussistenza ha faticato e pianto. Ha
fatto nascere la Scuola Europea, una
rarità per quei tempi in cui l'idea
dell'unione europea costituiva il
sogno di una piccolissima élite di
persone. A proposito del riconosci-
mento di tale scuola, si è fatta lun-
ghe attese in alcune anticamere di
onorevoli, magari per sentire soltan-
to vaghe promesse che tuttavia non
riuscivano a scoraggiarla. In con-
temporanea, uscivano dalla mente
di suor Iside altre realizzazioni di
futuro che tentavano di coniugare,
secondo le nuove realtà, il carisma
salesiano. Una di queste è l'Istituto
d 'Arte per la Grafica, che per circa

3.9 Page 29

▲back to top
le Figlie di Maria Ausiliatrice.
I 1963: suor Iside Malgrati con
il cardinale Giovanni Colombo,
allora arcivescovo di Milano,
in occasione dell'inaugurazione
della scuola di Cinisello Balsamo.
15 anni ha preparato giovani donne
a entrare come professioniste in un
campo che allora era agli inizi, ma
del quale si poteva prevedere la
forte espansione soprattutto nel ter-
ritorio milanese.
Comunque, c'è una caratteristica
di suor Iside che voglio sottolinea-
re: la sua utopia non l'ha mai vissuta·
in solitaria. Per scalare la grande
montagna dell'educazione dei gio-
vani, lei ha sempre ritenuto utile la
cordata. Nel suo team di lavoro po-
teva annotare come consulenti e be-
nefattori norni importanti. Amicizie
che lei coltivava, come faceva Don
Ragazze al corso di Simulimpresa.
Corso di panificazione: allievi/e con il signor Alberto Rampinini, panettiere.
Bosco, con le sue finezze, il suo ac-
corgersi del volto dell'altro, la sua
volontà di una politica educativa a
favore dei giovani, mai autoreferen-
ziale o strumentalizzante. La sintesi
dei suoi intenti è indicata in queste
sue parole: "E compito delicato e
responsabilità grave degli educatori
sviluppare le qualità e le attitudini
di ogni giovane che si prepara alla
vita".
EDUCAZIONE:
UTOPIA NECESSARIA
Ci possiamo chiedere se oggi, in
un mondo globalizzato, l'educazio-
ne è ancora un'utopia necessaria.
Sembra proprio di sì. Jacques De-
lors, famoso pedagogista francese,
scrive: "L'educazione ha altri scopi,
oltre a quello di fornire una forza la-
voro qualificata all'economia: essa
deve servire a rendere gli esseri
umani non il mezzo, ma il fine che
giustifica lo sviluppo". Lo stesso
pedagogista definisce l'educazione
EJ utopia necessaria. Certamente, og-
gi, bisogna aprirsi alle esigenze del
cittadino elettronico, è importante
acquisire i nuovi linguaggi, entrare
a pieno titolo nel nuovo ambiente
culturale, coniugare i valori di
fondo, immutabili, nelle categorie
tecnologiche che stanno trasforman-
do la vita di tutti.
È quello che si sta facendo oggi a
Cinisello, dove suor Iside ha posto
il seme tanti anni fa. Il Centro di
Formazione Professionale continua
a osservare il mercato del lavoro.
Offre servizi al territorio e alle im-
prese; predispone progetti orientati-
vi rivolti soprattutto a giovani ap-
partenenti a fasce deboli in ricerca
di possibilità lavorative. Particolare
attenzione viene posta alla situazio-
ne femminile. La certificazione di
qualità, ottenuta nel 2002, conferma
non solo la buona organizzazione
del Centro, ma l'attenzione alla per-
sona, tipica .del sistema educativo
salesiano. "Purtroppo - scrivono le
educatrici - a lavorare tra i banchi,
nei laboratori, ci si sente coperte
corte per reggere agli strattoni op-
posti dell'etica e del mercato". Ma
allora entra in campo l'utopia ne-
cessaria: l'educazione. Quell'utopia
che ti fa comunque camminare, per-
ché non ti senti mai arrivato.
BS LUGLIO/AGOSTO 2003

3.10 Page 30

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_
__,,1,,. IL
&A E IN
1Y1ES
LIBRERIA
Motante
acuta di Giuseppe
~ N H l f ~ ' ~RTAUf/!R1STIANA ~CEU~~URALI
GIOVA
MO
1NTER
COME GESÙ
Incontri per adolescenti
e giovani
di Umberto De Vanna,
ELLEDICI,
Leumann (TO), 2003
pp. 140
MAGISTERO
DELLA CHIESA
Etica e bioetica
di Raimondo Frattallone,
Coop. S.Tommaso,
Messina, 2003
pp. 134
INTERCULTURA
PACE E CINEMA
di M. Contadini-
G. Bevilacqua-D. Pela,
ELLEDICI ,
Leumann (TO), 2002
pp. 344
IL MURO FIORITO
Racconti, favole,
detti ...
di Matteo Pinton ,
lsg ediz., Vicenza , 2002
pp. 94
POESIA RELIGIOSA
DEL TERZO
MILLENNIO
di AA.VV. ,
Lorenzo Ed.,
Torino, 2003
pp. 80
Il primo testo offre una
serie di aforismi , favole ,
apologhi, parabole ... co-
me pennellate di interio-
rità, guizzi di intuizione
ed emozioni immediate
che vengono dal cuore
della storia e del mondo
senza la mediazione di
grandi ragionamenti. Pri-
mato del sentimento sul-
la ragione che fa intuire
dei valori di vita autenti-
ca. Il secondo offre una
raccolta di poesie "reli-
giose" che, oltre a espri-
mere un desiderio di ri-
cerca e di conoscenza
di vita, condivide esi-
genze spirituali diverse
che danno all'anima un
ampio respiro e creano
spazi per vivere serena-
mente la propria vita.
Queste espressioni poe-
tiche dicono le ansie
e le incertezze dell'esi-
stenza che sente il biso-
gno di dare credibilità ai
vuoti oscuri che a volte
attanagliano la vita.
Gli animatori della pastora-
le giovanile, per i campi
formativi estivi o le pro-
grammazioni della pastora-
le giovanile all'inizio di un
nuovo anno pastorale, pos-
sono servirsi di questo ma-
teriale per far approfondire
dai giovani la propria fede .
La CEI, in Comunicare il
Vangelo in un mondo che
cambia, sollecita a creare
laboratori di fede che valo-
rizzino le energie giovanili
come sequela del Signore
Gesù. L'itinerario è come
un invito a conoscerlo da
vicino e confrontarsi con
lui. Non è una nuova bio-
grafia di Cristo, ma la pre-
sentazione coinvolgente di
quegli aspetti della sua vita
più imitabili e simpatici e
sorprendenti. Gesù è il
compagno di viaggio che
ama come loro l'amic.izia e
la notte. Con questo amico
ci si può incontrare.
\\L \\GLmRo llEl.l. \\ ClllfS \\
I 11( I I·. HIOI.fl( \\
In questi anni, sui problemi
dell'etica e della bioetica,
c'è abbondante ricerca di
tutte le discipline che non
sempre ha portato risposte
chiare circa le domande in-
sopprimibili della propria
esistenza. Anziché rispo-
ste definitive, le scienze
hanno sollevato profondi
interrogativi sul significato
di ogni conquista scientifi--
ca. Questo libro, confron--
tandone i risultati alla luce
del Magistero e della Paro-
la, presenta una pacata
valutazione cristiana delle
teorie e delle loro implica-
zioni nella prassi quotidia-
na, corredandole con una
presentazione dei problemi
sollevati dalla ricerca sul
tema della vita, e in parti-
colare della sua qualitÈI.
C'è quindi lo sforzo di fon-
dare la morale su basi sta-
bili e durature, piuttosto
che affidarsi alle mode dBI
momento .
Ecco uno strumento di la-
voro rivolto a educatori in-
terculturali attratti dal lin-
guaggio filmico. L'intenzio-
ne didattica di fondo è
rappresentata da un percor-
so teorico-pratico che parte
dai concetti di identità e di
alterità, e giunge a toccare il
tema della pace e della
guerra, passando attraverso
le realtà di popolo ed etnia.
11 lavoro è suddiviso in tre
sezioni; ciascuna formata
da una parte teorica e da
una pratico-didattica. La
parte teorica è composta da
un saggio introduttivo che
intende offrire un quadro di
riferimento del tema trattato.
M.(OHIADIHI G.BEVIUCO\\JA0.Pru
La parte pratico-didattica è
composta da piste temati-
che, seguite da schede fil-
miche in cui sono segnala-
te e commentate alcune
sequenze narrative, e pro-
poste di attività didattiche
interdisciplinari.
LUGLIO/AGOSTO 2003 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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ADOLFO BARBERIS
Il cuore e il sorriso
di un Padre
di P. Giuseppe Accornero,
San Paolo,
Cinisello B. (Ml), 2002
pp. 224
IL CUORE
DELLA COLOMBA
di Paolo Galloni,
Fara Ed., Santarcangelo
di R., 2002
pp. 222
SOGNI D'EMERGENZA
di Michele Ruele,
idem,
pp. 170
GIONA IL VILE
di Filadelfo La Lumia,
C.U.E.C.M., Catania, 2001
pp.238
Filndelfo La Lumia
Giona il vile
La lettura porta alla sco-
perta di un poliedrico per-
sonaggio: don Adolfo Bar-
beris (1847-1967) , maestro
e consigliere del clero, fon-
datore del "Famulato Cri-
stiano", opera che ha
come finalità quella di mo-
ralizzare il servizio dome-
stico. Attualissimo! Il suo
grande calore umano gli
veniva da una grande
fede. La biografia lo collo-
ca, come intelligente figlio
della Chiesa torinese (è in
corso la sua causa di bea-
tificazione), nel contesto
storico ed ecclesiale, politi-
co e sociale del suo
tempo. I passaggi impor-
tanti della sua vita, i perso-
naggi che incontra, gli
eventi che gli toccano in
sorte non nascono all'im-
prowiso, ma sono inseriti
nella trama di una storia
che è insieme quella civile
e religiosa dell'Italia e del
Piemonte a cavallo tra l'Ot-
tocento e il Novecento.
Sono romanzi. Il primo ti-
tolo distilla lentamente l'es-
senza profonda di ogni
uomo: possibilità di riconci-
liarsi con se stesso e con i
propri nemici e, insieme,
impossibilità di sfuggire
alla Storia e alle conse-
guenze delle proprie azio-
ni. È un percorso di demi-
stificazione delle banalità e
degli inganni, di riscoperta
personalizzata di alcuni
fatti semplici (ma quanto è
complessa la semplicità!),
di identificazione e scoper-
ta di sé. Il secondo descri-
ve un Ulisse (il protagoni-
sta) mai partito dalla sua
Itaca, mentre tutti viaggia-
no inseguendo il proprio
destino. Da fermo, sogna
la sua uscita di sicurezza,
alla ricerca di qualcosa che
possa dare forma al caos
che appare come una infi-
nità di variazioni in una
specie di rotta di un viag-
gio di senso.
C,U,E ,C. M.
È una novità letteraria nel-
l'ambito della Scrittura: Gio-
na nel suo cammino verso
Ninive, coi tratti di un ro-
manzo filmico . La ricchez-
za del vocabolario, la poe-
ticità delle immagini, la
scorrevolezza del testo. La
dialettica tra l'uomo bor-
ghese e la volontà di Dio
dà al testo una triste pano-
ramica di universalità uma-
na. Jahwè manda Gio-
na, un borghese/comune,
a convertire i Niniviti. Egli
rifiuta e scappa in nave.
Jahwè scatena una tempe-
sta e Giona, ritenuto re-
sponsabile, viene gettato
in mare. Ingoiato da un ce-
taceo viene deposto su
una spiaggia, vicina a Nini-
ve. incontra milioni di
uomini nudi distesi con la
pancia in giù , spogliati
della loro personalità. Si
tratta di un'allegoria biblica
riletta nel presente.
SI FA VENDITA PER
~g~RISPONDENZA. I 11~~1
che vengono segnalati s1 p -
sono acquistare presso le ~~;:;i
rie cattoliche o vanno nc 'ive
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Puglia, Basilicata)
Pasquale Cristiani
Tel. 081 .7809270
Email: pgime@pcn.net
PIEMONTE/V ALLE
D'AOSTA (ICP)
Stefano Martoglio
Tel. 011 .5224238
Email: pastoralegiovanile
icp@valdocco.it
SARDEGNA (ISA)
Antonello Sanna
Tel. 070.659635
Email: pg-isa@libero.it
SICILIA (ISI)
Francesco Di Natale
Tel. 095/445656
Email: pgisi@dimtel.nti.it
TRIVENETO (IVE/IVO)
(Veneto,
Trentino Alto Adige,
Friuli Venezia Giulia)
Igino Biffi,
tel. 041 .5498310
Roberto Dal Molin,
tel. 045.8070794
Email: mgs@donbosco
triveneto.it
BS LUGLIO/AGOSTO 2003

4.2 Page 32

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t/;1/E
Un coadiutore conosciuto
IL GRAFINFORMATICO
di Giancarlo Manieri
Giuseppe Pellitteri lo consideravano
un 'enciclopedia vivente, un talento
come pochi, un grande
professionista, uni formatore
e un innovatore. Veniva consultato
e seguito; era stinriatissimo
all'interno del sue, istituto
ma anche a/l'esterno.
I
Il prof. Pellitteri in atteggiamento di ascolto durante
uno dei numerosissimi convegni cui partecipava
o organizzava.
Dalla Sicilia al Piemonte, dal Colle alla Poliglotta
Vaticana (1945-49) , poi a Milano, di nuovo al
Colle, infine a Valdocco (dal 1972 alla morte) .
Queste le tappe di una vita incredibile, vissuta all'inse-
gna di una operosità al limite dello stacanovismo ,
sempre all 'avanguardia, senza mai perdere un colpo! Il
prof. Pellitteri , salesiano laico, ha il curriculum di un
genio dell'arte tipografica. Organizzatore senza uguali
(in Vaticano ideò e realizzò la tipoteca) , esploratore
storico-critico del carattere tipografico, uomo di cultura
e di azione, divulgatore, scrittore, professore universi-
tario, inventore di neologismi che fanno storia, edito-
re ... e si potrebbe continuare. Nel 1963 pubblica l'A-
tlante Tipologico, opera unica nel suo genere che
prende in esame 500 anni di stampa ed è diventata la
Bibbia delle attività editoriali. Nel 1969 tocca ali 'Enci-
clopedia della Stampa opera monumentale in 9 volumi
di importanza fondamentale per il settore, e a seguire
numerosissime altre pubblicazioni. Fondatore del
CITS, collegamento internazionale per l'istruzione tec-
nica nella comunicazione sociale . Proprio per opera
sua, l'arte della stampa è assurta a livello universitario.
Suo è il termine grafinformatica per significare il pro-
gresso irrinunciabile della grafica conseguente all'intro-
duzione dell'informatica.
LUGLIO/AGOSTO 2003 BS
TALENTI A SERVIZIO
Pellitteri fu uno di quei rari esempi nella cui persona si
armonizzano in modo impareggiabile abilità analitica e
capacità sintetica, operosità frenetìca e calma olimpi-
ca, competenza teorica e attitudine pratica, professio-
nalità superiore e semplicità colloquiale. Fu insegnante
di tipologia della Stampa ei di tecnica della composizio-
ne nella scuola grafica universitaria del Politecnico di
Torino. Ottenuta la libera docenza insegnò anche alla
Cattolica di Milano. Un motto, che non poteva essere
che di Don Bosco, ha caratterizzato la sua immisurabi-
le attività professionale: ".. . voler essere all'avanguar-
dia del progresso". E lo fu. Sempre. Indiscutibilmente.
Anche se in certi periodi della sua vita si costringeva a
lavorare dalle 14 alle 20 ore al giorno, roba da guin-
ness dei primati , e finito il lavoro di ufficio o di inse-
gnamento, diceva spesso ai suoi collaboratori: "Ades-
so vado un po' a riposare", e andava a stampare. La
sua ultima fatica fu l'avvio della collana "Espressività
editoriale" per la divulgazione della grafinformatica.
Era un coraggioso, Pellitteri , tutto il contrario di quei
"laudatores temporis actl' che fanno del passato un
idolo: "S'è fatto sempre così!". Quando si trattò di ade-
guarsi alle esigenze dei tempi (era stato inviato da
Col prof. Testa, pubblncitario di fama internazionale.

4.3 Page 33

▲back to top
in tutta Italia e fuori, non insegnava un mestiere ma una professione.
poco a Milano) affrontò deciso il suo superiore: "Signor
ispettore, mi dia una scavatrice e un camion e.. . via
tutto: questa robaccia non serve più". A Valdocco
cominciò con un bugigattolo e finì con un palazzo.
DOTI
Il segreto della sua riuscita, oltre all 'ingegno persona-
le, è dato dalla capacità di saper coinvolgere nei pro-
getti , anche in quelli minimi , i suoi collaboratori , gli
esperti , le organizzazioni di settore , e soprattutto gli
allievi. Li faceva sentire protagonisti : "Sono stato uno
dei tanti suoi scolari e mi sembrava che fossi il suo
prediletto , fino a quando non mi sono accorto che i
miei compagni dicevano la stessa cosa di se stessi.
Quando ti chiedeva di aiutarlo in qualche progetto
innovativo ti faceva sentire come se fossi un pezzo
indispensabile". Un altro prova a fare l'elenco delle
sue benemerenze e realizzazioni: "Nel 1975 aveva
ottenuto la Libera Docenza, nell '89 il Diploma ad
honorem in Scienze e arti della Stampa; nel. .. No, non
credo di riuscire a parlare di tutto ciò che ha detto e
realizzato, eccetto che lei abbia la pazienza di ascol-
tarmi per qualche giorno!". Di Don Bosco fu chiesto
quando pregasse, data la sua frenetica attività lungo
tutto l'arco della giornata. La domanda, che mi parve
legittima, l'ho rivolta a un salesiano che gli è vissuto
accanto. Si meravigliò: "Guardi che era sempre pun-
tualissimo alle preghiere comunitarie, ai raduni, ai riti-
ri ... Darei la stessa risposta data per Don Bosco :
quando mai non pregava? Sono convinto che facesse
il suo lavoro come una preghiera". Un altro motto
domboschiano informò la vita del professor Pellitteri :
"Operare come se si dovesse vivere sempre e vivere
come se si dovesse morire ogni giorno".
Nell'Aula Magna della Facoltà di Ingegneria
al Politecnico di Torino il 21 giugno 1989.
Il grafinformatico.
- "Adesso vado un po' a riposar.e! ", e andava a stampare.
DICEVANO DI LUI...
Noto in Italia e anche fuori , restò tuttavia umile pen-
sando molto agli altri e poco a se stesso , vivendo
poveramente senza indulgere a comodità di nessun
genere. Di lui scrisse un giornale: "Pellitteri ha addos-
so poche tracce dei suoi anni , sconfigge il tempo con
l'entusiasmo". Era vero, perché fino all'ultimo continuò
a lavorare. Il male che lo aggredì se lo portò via a 72
anni il 28 maggio 1992. Ecco alcuni giudizi colti qua e
là, parlando con l'uno o con l'altro tra coloro che gli
erano vissuti accanto: "Le matite che ha consumato
messe in fila sarebbero lunghe quanto il Po". "Era
soprappeso perché era sovraccarico di energia!".
"Sapeva spiegare con cinque parole quell'astruso ter-
mine che aveva coniato: grafinformatica? Vuol dire
che l'informatica ci rende tutti grafici!'. E si dichiarava
felice perché la moderna tecnologia non solo non ave-
va ucciso la sua arte di stampatore ma l'aveva subli-
mata: "Un uomo oggi può essere contemporaneamen-
te autore , tipografo ed editore di se stesso", la qual
cosa si chiama , data la mania inglesizzante della
nostra lingua "desk top publishing", editoria elettronica
personale.
BS LUGLIO/AGOSTO 2 003

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
I COMANDAMENTI
IN FAMIGLIA (2J
N on uccidere» impone il
((
quinto comandamen-
to . I dieci comanda-
menti sono leggi religiose date a
una nazione che aveva già leggi
civili: che bisogno aveva allora Dio
di ripeterle sul Sinai? Il fatto è che
il significato del quinto comanda-
mento va ben oltre la sua applica-
zione puramente letterale e legale.
Esso insegna in realtà: non distrug-
gere lo spirito divino che sta in cia-
scun essere umano. Oggi, il mondo
è stranamente pieno di "assassini
dello spirito", proprio mentre molti
ostentano al balcone le bandiere
della pace. Il comandamento proibi-
sce di "mortificare" le persone, il
che significa essere cauti con le cri-
tiche e con le ferite gratuite, evitare
i pettegolezzi, la rabbia ... e le per-
sone rabbiose. In famiglia significa
anche prestare vera attenzione.
Non bisogna mai sottovalutare l'im-
portanza di essere buoni ascoltato-
ri. Spesso mogli o figli si sentono
come dei vecchi mobili di casa,
ignorati e quindi senza valore. Non
è mai il caso di risparmiare con i
complimenti. Ricordatevi sempre:
tirate su, non buttate giù, protegge-
tevi sempre a vicenda.
Il sesto comandamento è diven-
tato immeritatamente il più famoso
e citato. Eppure invita semplice-
mente al rispetto del mistero e del-
la bellezza della sessualità, cioè
della "base" umana e spirituale del-
la famiglia. I più giovani oggi sono
sotto pressione e hanno bisogno di
capire il senso vero e la preziosità
della sessualità dai loro genitori, i
quali hanno il difficile compito di
dosare bene espansività e pudore,
fare buon uso dell'intimità, delle
affettuosità, delle parole e anche
del giusto equilibrio nel coltivare
l'attrazione reciproca. È complicato,
a volte, cercare di aiutare i figli sen-
za cadere nel complesso dello 007.
Estremamente arduo, oggi , è far
capire che l'infedeltà sessuale non
è affatto «una cosa naturale». Vive-
re intensamente l'amore familiare è
il mezzo più efficace per affrontare
le tentazioni e superarle.
Il settimo comandamento chie-
de di riconoscere l'umanità di un'al-
tra persona e i diritti che gli deriva-
no dall'essere nostro pari. La prima
cosa che non si deve rubare è la
dignità dell'altro. Mostrare rispetto a
qualcuno significa trattarlo sempre
con sincerità e onestà. Evitare
quindi la tendenza a "sfruttare" il
prossimo. La proibizione di rubare
insegna che tutti i nostri rapporti
prevedono il dare e l'avere. Se
prendiamo qualcosa, dobbiamo
dare in cambio altrettanto; altrimenti
stiamo rubando. Se amate la vita,
apritevi al ricevere e restituire amo-
re: salutate le persone con un sorri-
so (anche se non le conoscete) .
Non si deve rubare la gioia alle
persone, né il loro buon nome, né il
loro tempo. Per questo è essenzia-
le rispettare le cose di tutti, inse-
gnare ai bambini il valore dell'aiuto
familiare e del servizio e a ricam-
biare l'affetto, misura per misura, a
non approfittare mai della buona
fede o dell'ingenuità altrui.
Il divieto di pronunciare falsa
testimonianza imposto dall'ottavo
coma,ndamento chiede alle perso-
ne di conquistare la fiducia degli
altri con coerenza e sincerità. Mette
anch1:! in guardia dal danneggiare
la reputazione di una persona,
compresa la propria. Dio dice che
non basta essere brave persone,
ma bisogna mostrarsi come tali.
I
I.a fiducia è il terreno senza
il quale i semi dell'amore non
lnanno spazio per germogliare.

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
Invita a lavorare s I carattere e fare
in modo che sia conforme alla
reputazione. Essendo affidabili e
schietfi con ,'altro,Jproteggerete il
vostro btJon or:m ~ e darete dimo-
strazione di coerenza e attendibi-
lità. È importante, in fam iglia, man-
tenere sempre le promesse , non
e agerare mà su se stessi, essere
o~esti sulle proi::irie emozioni, dimo-
strare di avere ei valori, sia morali
sia spirituali , e non chiedere mai
a@li altri di rinunciare ai pr opri. La
fiducia è il terreno senza il quale i
semi dell'amore on hanno spazio
per germogliare. Questa è una
generazione senz fiducia. Compo-
sta da tanti est anei , diffidenti e
"sigillati" nella loro privacy.
Il nono e il cimo comanda-
m n sono in a titesi con la cultu-
ra attuale (soprattutto con i mes-
saggi pubblicitari) : proibiscono di
desiderare.
I Dieci Comanqamenti non sono
una raccolta d proclami legali.
Hanno un significato universale ed
eterno: vogliono indicarci la via del-
la serenità. «Chi è un uomo ricco?
- recita un famoso precetto rab-
binico - Colui che possiede molto
denaro». Ma la vera risposta è :
« Colui che si accontenta di quello
che ha». L'uomo ricco che desidera
più di quanto possiede è in realtà
povero . Nulla gli basta mai , deve
cercare s~mpre di più e di meglio.
Non ha appagamento interiore, e
senza appagamento non può es-
serci gioia. Gli ultimi due comanda-
menti sono contro la cupidigia e la
competitività. L'avido crede che il
mondo sia una torta molto piccola,
e che tutto quello che gli altri han-
no lo privi dei suoi diritti , della sua
fetta. Vede la vita come una gara a
chi arraffa di più. Chi crede in Dio
sarà soddisfatto sapendo che tutto
quello che ha è una Sua be -
nedizione, e compirà ogni sforzo
perché il Suo dono funzioni bene,
invece di sbirciare continuamente
da dietro lo steccato del vicino per
vedere che cosa si perde. Credere
in Dio significa immaginare se stes-
si come una candela. Una candela
può accenderne altre diecimila sen-
za che la sua luce perda d'inten-
sità. Siamo fatti per fare felici gli
altri, non per cercare di portare via
la loro felicità.
O
SE DIO RISCRIVESSE
I COMANDAMENTI
OGGI.~.
e mandasse un mes-
saggio di posta elet-
■■■
tronica a tutte le fa -
miglie del mondo, che cosa avver-
rebbe? Molti lo cestinerebbero su-
bito , dichiarando che la cosa non
gli interessa affatto (e non escludo
che in questo gruppo possano ritro-
varsi anche alcuni che vanno abi-
tualmente in chiesa). Altri probabil-
mente lo aprirebbero con curiosità
e forse anche con un po' di interes-
se , ma si renderebbero conto
immediatamente che , stranamente,
Dio ha rinunciato a compilare un
elenco completo dei comportamenti
che ognuno dovrebbe testimoniare
nell'ambito della convivenza dome-
stica. Il suo invito sarebbe sempli -
cemente quello di amare gli altri
senza condizioni e di rispettarne la
loro autenticità, lasciando alla sen-
sibilità e alla libertà di ciascuno
come esprimere al meglio tale esi-
genza.
Perché, a pensarci bene, il bel-
lo della famiglia è proprio lì: nel
saper proporsi con creatività e rea-
lismo alcuni traguardi , contando sul
miracolo di moltiplicare i propri
talenti in funzione dei bisogni di tut-
ti e non soltanto a partire dalle
risorse e dalle disponibilità indivi-
duali e soprattutto superando la
logica del dovere, che è sempre un
po ' anemica quando in gioco ci
sono gli affetti più profondi dell'esi-
stenza.
Se si parte dal presupposto che l'a-
more vale più di ogni legge, l'inter-
pretazione di ogni comandamento
raggiunge una concretezza che
ricade nella responsabilità e nella
storia particolare di ogni nucleo
fam iliare. Penso ad esempio a
come si possa tradurre differente-
mente in ogni casa la celebrazione
delle feste o quali attenzioni com-
porta l'estensione del "non uccide-
re", "non dire falsa testimonianza".
E come queste esperienze cambia-
no qualitativamente a mano a
mano che crescono i protagonisti.
I Vivere intensamente l'amore
familiare è il mezzo più efficace
per affrontare le tentazioni
e superarle.
Con Alessandra e Claudio sia-
mo passati dal semplice rispetto
degli altri nelle cose minute della
vita quotidiana (come la scansione
dei tempi dedicati al lavoro, al ripo-
so, al gioco; l'utilizzo corretto di
ogni oggetto; il sapersi muovere in
ogni situazione in modo sobrio ;
l'accontentarsi di quel che si è e si
ha senza pretendere di imitare gli
altri) al graduale riconoscimento e
cura degli interessi personali, fino a
una solidarietà concreta perché
ogni esigenza potesse essere risol-
ta in modo valido senza perdere
mai di vista il bene comune . Pian
piano i ragazzi si sono abituati
anche all'idea che ci vuole coraggio
e perseveranza per dire la verità in
ogni occasione , per tutelare la
BS LUGLIO/AGOSTO 2003

4.6 Page 36

▲back to top
dignità dei più deboli, per agire
guidati da un sentimento di giusti-
zia e da un atteggiamento di
comprensione che portino a non
badare soltanto alle proprie esi-
genze ; per comprendere che la
libertà individuale non finisce , ma
inizia dove comincia quella degli
altri.
In questo cammino anche
per noi adulti si sono posti dei
passaggi impegnativi: dimostrare
sempre, anche pubblicamente , il
rispetto reciproco e l'accettazione
del coniuge e dei figli con le loro
qualità e difetti; tutelare e onorare
le qualità di ciascuno e fare spa-
zio a una realizzazione positiva di
tutto ciò che ciascuno si porta
dentro come speranza di pienez-
za umana; accettare di compor-
tarci in modo trasparente nelle
situazioni in cu i poteva divenire
facile e comodo adottare una
doppia morale o agire in modo
incoerente; non esercitare alcuna
forma di violenza, né di ricatto per
ottenere qualcosa o conseguire
un risultato ; continuare a pensare
con la nostra testa e a vivere la
nostra vita senza lasciarci condi -
zionare dai modelli culturali domi-
nanti o abdicare alle convinzioni
pedagogiche più serie; saper con-
dividere momenti di gioia anche
quando ci sentivamo interiormen-
te afflitti. .. Tutto questo con qual-
che inevitabile tensione , ma
anche con una sensazione gene-
rale di benessere , collegata alla
capacità di darsi delle regole che
nascono dall'interiorità e non
sono imposte dall'esterno.
Una sera, ormai moltissimi
anni fa, durante i piccoli riti della
buonanotte con i bambini si parla-
va proprio di questa straordinaria
esperienza che gli ebrei avevano
vissuto sul Sinai ; Alessandra mise
fine al piccolo dibattito familiare
con una delle sue solite afferma-
zioni: "Ognuno vuole essere una
persona... e anch'io voglio essere
trattata come una persona in ca-
sa; anzi voglio io per prima com-
portarmi come una persona": non
poteva esserci traduzione più bel-
la per affermare in quale modo
devono essere vissuti i comanda-
menti in famiglia.
O
LUGLIO/AGOSTO 2003 BS
MOVIMENf
SALESIANO
di Julio Olarte
La prima "signora" che
si rimboccò le maniche per
dare una mano a
Don Bosco fu Margherita
Occhiena, la sua mamma,
a cominciare dal 1846.
una iniziativa delle cooperatrici salesiane
Dopo la morte di Mamma Mar- necessità: non mancano Laboratori
gherita, molte donne conti nuarono che si curano degli extracomunitari
ad affiancare Don Bosco e i salesia- e di chi è ne l bisogno; un a sa n
ni nell e case, pri ma a favore de i Vin cenzo fo rmato sa les iano, in-
ragazzi dei co llegi spesso in grand i som ma! La car ità è v issuta co n
ristrettezze economiche; in segui to te nerezza e so ll eci tu din e per ri-
prestando la loro opera co ncreta . spa nde re ai bisogni emergenti; la
anche per aiu tare le miss ioni . Per be nefice nza è fatta co me so li da-
queste raccog lievano so ldi e cose rietà . Le "signore dei Laboratori"
utili che facevano pervenire all' uffi- stanno vo lentieri anche nei cortil i,
c io ce ntra le di Torino e aiutavano acca nto ai ragazzi, per in segnare
nelle mostre m issionarie, allora con la presenza e l'esempio la bel-
molto popo lari . Si chi amavano lezza del dare e de l dars i, e co n-
zelatrici o patronesse. L' ini ziativa vincere che la giovinezza è la sta-
subì nel tempo un ce rto ca lo, ma gione più adatta a "buttars i" senza
co n l'apertura de ll e case sa les iane risparm io sui sentieri del bene.
all a presenza fe mmin ile, ve rso gli
anni '70, comin ciarono a organi z-
zars i veri e propri Laboratori. L' in-
cremento fu tale che si pensò a un
co nvegno nazionale. 11 pri mo si
rad unò a Roma nel 1990 e l' ultimo,
sesto della serie, è stato ce lebrato
nel corso dell 'an no giubi lare 2000.
Dal loro zelo nascono significati-
ve opere di carità : vi sono Labora-
tori che curano direttamente alcune
opere in m iss ione sia attraverso il
lavoro e/o il sacrific io personale, sia
co n il vo lontariato sul posto in
ospedali, scuole, oratori, case fami-
glia, ecc. L'età non conta, di loro si
Dalle stesse appartenenti viene potrebbe dire quello che Raoul Fol-
descri tta la vita dei Laboratori: "Vi lereau diceva di se stesso : " Da 50
si co nfez ionano pa ramenti sacri, ann i ho sempre 20 anni". Il Conve-
tovag lie per alta ri , tun iche per pri- gno l'Jazionale, è un modo di allar-
me co munioni, abitini per battesi- gare il ragg io d'azione, conoscersi,
mi, corredini per neonati; vi si pra- scambiarsi esperienze, co nfrontare
tica no tag lio, cucito, unc inetto; si opi nioni , approfondire te mati che
prod uco no l iq uori e ma rme ll ate, attuali, sentirsi membri di una stessa
ecc. Anche i cooperatori pensiona- grande famigl ia, all argare le oppor-
ti co ll aborano: intarsio, costruzioni tuni tà per costruire un domani di
di oggetti util i, e quant'a ltro l' in- pace e giustiz ia. Non c'è una stati -
ve nt iva e la necess ità su ggerisco- stica di addette o di gru pp i, ma i
no. Le "Ma mme Margherita" ce r- Laboratori esistono in gran numero
cano di prevedere e preveni re le e so o aperti a tutti.
O

4.7 Page 37

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ID

4.8 Page 38

▲back to top
--~..-.~rr.m-
Quando il ragazzo chiede alla sua partner
PROVA D'AMORE?
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Un altro dei temi
scottanti di grande
attualità è quello dei
rapporti prematrimoniali
che molti giovani
rivendicano come libera
espressione del proprio
amore. Troppo spesso
non si mette in conto la
possibilità della rottura
del rapporto, e dunque la
vanificazione di un atto
che è il suggello
El definitivo dell'amore.
D alle indagini statistiche con-
dotte fra i giovani, risulta
una notevole diffusione dei
rapporti prematrimonali, o almeno
una certa facilità nei comportamenti
sessuali, soprattutto tra i ragazzi,
per i quali il sesso sembra diventato
mero strumento di piacere, quasi
VALORI IN QUESTIONE
Ld'atto genitale deve svolgersi nel
qu~ ro del matrimonio.
L atto sessuale richiede un •
d~finitiva e stabile che nel ma autn_rone
mo cn·str·ana si conf•igura come ,,.nmd .o-
solubilità.
m 1s-
~- I ra~porti sessuali coinvolgono le
rmensron, valoriali della famiglia
non ancora presente
Tali rapporti es~ludono general-
me?te la nascita di figli, se arand
nell a~o sessuale l'unione d~la pro~
creazione.
privo di risvolti etici, sociali, reli-
giosi e, spesso, anche emotivi. Si
sostiene che la libera espressione
della propria sessualità - nel senso
di esercizio della genitalità - può
essere di aiuto nello sciogliere la
i·! vita umana dalle costrizioni in cui
g viene relegata dalle convenzioni so-
l ciali, -religiose e culturali, per con-
durla finalmente all'originaria e
creativa primitività. Questo tentati-
vo di giustificazione in realtà si
fonda su ragioni psicologiche più
profonde, e cioè su quei fattori
esterni ed interni che influiscono
sullo sviluppo della personalità.
I L'esaltazione quasi ossessiva
del fascino femminile veicola
un forte consumismo dell'eros
che spesso declassa la persona
a mero oggetto di piacere.
LUGLIO/AGOSTO 2003 BS
CONTESTI SOCIALI
FORTEMENTE
EROTIZZATI
Tra i fattori esterni hanno un certo
rilievo: la crisi di valori della nostra
I Non appare credibile che
la c:osiddetta "prova d'amore" sia
il comportamento più corretto
pel' raggiungere una intesa più
vera e profonda tra i partner.
società, della famiglia, della conce-
zione della libertà, della religione
vista spesso come un insieme di
norme di altri tempi, di una sessua-
lità considerata solo come uno stru-
mento di soddisfazione personale e
in una dimensione esclusivamente
genitale, l'esaltazione del fascino
femminile che veicola un forte con-
sumismo dell'eros (pensiamo alla
pubblicità sempre più erotizzata,
alle sfilate che servono più a esalta-
re le fattezze di un corpo che quelle
di un vestito, film è trasmissioni te-
levisive che sembra non possano
reggersi senza esibire nudi forte-
mente erotizzanti, ecc.), l'impossi-
bilità di trovare una sistemazione
coniugale prima dei trent 'anni e che
rende estremamente difficile la
"continenza" anche fra quelle cop-
pie che credono nei valori cristiani;
non va trascurato il silenzio a volte
colpevole a volte imbarazzato con
cui genitori ed educatori affrontano
tutto ciò che si riferisce alla sfera
sess uale.

4.9 Page 39

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la cosiddetta "prova d'amore".
DIFFICOLTÀ INDIVIDUA-
U E RAGIONI
Tra i fattori interni ricordiamo: il
piacere sessuale appare all'adole-
scente prima che abbia raggiunto la
maturità personale, un piacere gra-
tuito, uno spazio in cui il ragazzo
può ritrovare la propria libertà indi-
viduale; la carenza di rapporti affet-
tivi e di relazioni interpersonali non
superficiali; la fragilità psicologica
dovuta alla perdita di solidi punti di
riferimento quali la famiglia e la
parrocchia; un atteggiamento di ri-
valsa nei confronti dell 'adulto.
Spesso i giovani adducono tra i
motivi per i rapporti prematrimonia-
li una più profonda ed esaltante co-
noscenza di sé e del partner, e un
luogo per raggiungere una migliore
maturità e una intesa più profonda e
gratificante. Ma quali sono i criteri
e i requisiti perché si possa definire
un gesto maturante? Anzitutto la
piena considerazione della decisio-
ne (motivi di fondo, conseguenze,
responsabilità nei confronti della
vita nascente) . Poi deve essere chia-
ra la finalità del gesto: non momen-
tanea, frutto dell 'impulsività o del
solo sentimento, non deve riguarda-
re solo un aspetto della personalità,
ma la persona nella sua totalità ed
anche nella sua prospettiva futura;
la capacità di interessarsi a qualcosa
al di là del proprio corpo, al di là di
un atteggiamento egoistico e narci-
sistico, al di là di se stessi insomma.
CONFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMIGLIA
Perché u~ legame tra fidanzati do-
vreb~e. sfociare nei rapporti prematri-
mornalr?
Perché dunque dovrebbe essere
fedele un rapporto tra coniugi, esclu-
dendo esperienze extraconiugali?
Qua~to conta ancora nella n~stra
forQmuaazniotonesi_la'emdouclaibzeiorindei
alla castità?
fronte a u~a
cultura che erotizza ogni relazione?
■. Qu~nt~ conta veramente il mess~ -
19a1z0,_odn1eCdr1~sctoopspuialla? sessualità nella r~-
I Fattori interni ed esterni
influiscono sullo sviluppo
psicofisico ...
cato e dalle sue conseguenze. È li-
bertà "ferita" che trova nel corpo
UNA VALUTAZIONE
umano motivo di divisione piuttosto
che di comunione, stimolo alla con-
ETICA
quista dell 'altro piuttosto che al
dono di sé all'altro. La libèrtà, il
Per una valutazione della moralità dono , l'amore non sono quindi tute-
oggettiva dei rapporti prematrimo- lati dalle usurpazioni dell'egoismo.
niali, occorre dire che un amore Nella grazia del sacramento del ma-
grande tra due amici, veramente trimonio l'uomo può superare ade-
tali, non sfocia necessariamente nel guatamente le strumentalizzazioni
bisogno di una relazione sessuale dell'egoismo e donarsi totalmente
genitale. Il dono sincero di nel- nell 'amore.
1'amicizia porta piuttosto al "biso-
gno" dell 'altro, alla gioia di "stare"
con l'altro, alla condivisione di sen-
QUALE EDUCAZIONE
timenti e passioni per la vita e per la SESSUALE, DUNQUE?
storia, a un affetto che è gusto della
vita e oblatività. Inoltre, l'uomo non
è nell'innocenza originaria. La li-
bertà interiore del dono è storica-
mente segnata e appesantita dal pec-
L'educazione sessuale deve quin-
di condurre i giovani a prendere co-
scienza delle diverse espressioni e
dei dinamismi della sessualità, di
valori che devono essere indirizzati
positivamente. Se la libertà dell'uo-
-~ mo è ferita dal peccato, solo una ge-
~ stione dei rapporti coerenti con la
[ virtù della castità aiuterà a corri-
'3 spandere alla verità. La castità non
significa affatto né rifiuto né disisti-
ma della sessualità umana; significa
piuttosto energia spirituale, che sa
difendere l'amore dai pericoli del-
l'egoismo e dell'aggressività e sa
promuoverlo verso la sua piena rea-
lizzazione.
D
ILa carenza di relazioni
Interpersonali non superficiali
e la perdita di solidi punti
di riferimento spesso condizionano
la comprensione più vera
e profonda dell'eros.
BS LUGLIO/A GOSTO 2003

4.10 Page 40

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&iii!irl#M:MII
L'lspettoria del Medi10 Oriente ha compiuto
~
DALLA TERRA DI GESU...
EOLTRE Centoanniinun
di Giovanni Eriman
ribollire senza fine di
fatti tragici. Il Medio
Oriente è stata
certamente un 'area
U martoriata da eventi, la
ispettoria del Medio Orien-
te sorge nel 1902 dopo che
cui complessità ha inciso
già da 11 anni i salesiani a livello mondiale.
erano sbarcati a Betlemme, chia- I salesiani hanno
mati dal canonico Antonio Belloni,
fondatore della "Opera della Sacra
resistito alle bufere. La,
Famiglia". Egli, preoccupato per il terra di Gesù è quella
futuro della sua istituzione, decise
di consegnare le opere di Betlem-
me, Cremisan e Beit Gemal ai sale-
con la più alta presenza
dei figli di Don Bosco.
siani e don Rua accettò. Cominciò
da allora la storia della congrega-
zione in Medio Oriente. Che non
fu affatto tranquilla. Pochi i
periodi di pace vera. Al con-
trario i tempi difficili non
hanno mai cessato: lo sfal-
damento dell'impero ot-
nnU Ttoumrcahnioa,, llaa nparsicmitaa gdueellra- ~ ~~
ra mondiale, le difficoltà
della fusione con la fami- LJ
glia religiosa di don Bel-
loni, le rivalità italo-fran-
1902-2003
cesi a causa del protettora-
I Don Belloni, di cui ricorre
in questo 2003 il centenario
dulla morte.
to francese sulla regione , il conflit-
to italo/turco, la seconda guerra
mondiale, la contrastata nascita
dello Stato di Israele, le guerre
conseguenti, l'intifada...
Eppure i salesiani sono ancora
nella terra di Gesù e in altre cinque
nazioni: l'Iran, il Libano, la Tur-
chia , l'Egitto, la Siria, e c'è in pro-
gramma l'Iraq: 18 presenze e circa
140 confratelli, compresi i teologi,
formano l'organigramma. A riprova
della bontà della loro azione, un
confratello coadiutore, Simone Sru-
gi apostolo a Beit Gema!, è avviato
agli onori degli altari. I salesiani te-
stimoniano il loro carisma attraver-
so continue iniziative. Come dimo-
stra il reportage fotografico da Na-
zareth.
I La casa salesiana di Nazareth ospita la primaria e la scuola tecnologica.
Gli allievi superano i 500. Si trova sulla più alta collina della cittadina di Gesù
çhe sovrasta proprio la basilica dell'Annunciazione.
E il luogc;, più bello per vederla.
LUGLIO/AGOSTO 2 003 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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cento anni, carichi di avvenimenti.
I La basilica di "Gesù Adolesi.ente" è una delle poche
al mondo con questo titolo. E stata fatta cos~ruire
dal direttore del piccolo Seminario di Versaille, quando,
nel 1904, fu ospite dei salesiani francesi che gestivano
l'orfanatrofio.
I Mancava ancora un cortile. Con l'aiuto di benefattori,
e con i risparmi della scuola è stato finalmente
realizzato, ricavandolo dal terreno non utilizzato attorno
alla scuola. Venne inaugurato nel 2002,
centenario dell'ispettoria.
Il
I Molti gli amici e i benefattori della scuola che hanno
dedicato il loro tempo per la realizzazione del progetto.
Sono coloro che da molti anni ormai lavorano
per lo sviluppo di un'opera che riconoscono essenziale
per i loro figli.
I Nazareth si è dunque rinnovata. Ai tempi di don Belloni
che aveva comprato i terreni, era un orfanotrofio.
Oggi è una scuola che dà titoli riconosciuti dallo stato
di Israele. Il collegio ospita ragazzi/e di religione
cristiana e musulmana.
I Israele ha bisogno di pace. I salesiani, anche attraverso
lo sport educativo, fanno opera di pace e di unità.
La bandiera olimpica, portata da ragazzi cristiani
e musulmani, indica la volontà di convivere
e la ricchezza della diversità.
I Il vicario del patriarca latino di Gerusalemme,
monsignor Boulos Marcuzzo, benedice i ragazzi,
i genitori e... il cortile, perché sia davvero palestra
di pace. Sullo sfondo il basamento preparato
per accogliere la statua di Don Bosco.
BS LUGLIO/ AGOSTO 2003

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
"... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell'Ente".
b) di beni immobili
"... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore .
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Te!. 06.65612678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Te!. 011.5224247-8-Fax 011.5224760
C.C.P. 28904100
LUGLIO/ AGOSTO 2003 BS
__,J I NOSTRI MORTI
CICCARELLI sac. Pietro, salesiano,
t Torino, il 20/08/2001 , a 86 anni
La vita dura della prima parte del secolo
scorso contribuì a formare in lui uno spirito
tenace , una volontà robusta, una sensibi-
lità acuta dei problemi sociali. Signorile nel
tratto , ricco di doti umane , delicato con
tutti, trascorse la sua vita di salesiano ,
intensa e fruttuosa , in varie case e con
incarichi di varia responsabilità, fino alla
animazione come ispettore di due ispetto-
rie. I tanti che l'hanno conosciuto a fondo
hanno continuato a scrivergli per consigli e
aiuto; lo testimonia la fitta corrispondenza
che ha lasciato . L'ultima parte della sua
attività la dedicò alla SEI come rappresen-
tante dei superiori, ma non smise mai il
ministero: confessioni, predicazioni, confe-
renze , tridui , novene, corsi di esercizi. .. La
casa Beltrami di Torino accompagnò i suoi
ultimi tempi passati soprattutto nell'orazio-
ne per prepararsi al grande incontro.
BELDÌ sr. Francesca,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Giaveno (TO), il 07/04/2002, a 78 anni
Nata e cresciuta a Torino, dopo aver con-
seguito la laurea in materie letterarie e l'a-
bilitazione all'insegnamento della lingua e
letteratura francese, fu educatrice e inse-
gnante sensibile, delicata, attenta agli altri,
disponibile e accogliente, elegante nel trat-
to , spontanea ed espansiva, "esagerata-
mente ottimista" fino a sembrare ingenua!
Si prese cura di tutte le sue allieve, soprat-
tutto di quelle più bisognose di attenzioni e
in situazione di disagio . Negli anni '60
lavorò nel Centro S.A.S. (Scuola Attiva
Salesiana) con altre insegnanti e con i
salesiani per la realizzazione di libri di
testo, validi culturalmente e sicuri nei con-
tenuti e nei valori, da proporre alle scuole
cattoliche. Suor Franca preparò e pubblicò
i testi di francese per la scuola media:
"Nos amis de France", aggiornando perio-
dicamente i contenuti e curandone le riedi-
zioni.
TRIACCA sac. Angelo Maria,
salesiano,
t Roma, il 04/10/2002, a 67 anni
Un grande salesiano ci ha lasciato, una
figura di eccezionale levatura culturale,
religiosa e salesiana. Umanissimo, nono-
stante l'atteggiamento un po' serioso che
caratterizzava il suo portamento. Nel
descrivere la sua poliedrica personalità
dovremmo usare non pochi superlativi. La
sua grande intelligenza, la fedeltà adaman-
tina alla Chiesa, l'alta professionalità scien-
tifica l'hanno condotto ad essere un consi-
gliere ascoltato anche in Vaticano. Acuto e
perspicace in tanti campi dello scibile , i
suoi amici ed estimatori lo consideravano
una specie di enciclopedia vivente . Ha
passato tutta la vita nell'insegnamento uni-
versitario e nella ricerca, amato e stimato
oltre ogni dire sia dai colleghi che dagli
allievi , ai quali offriva anche il consiglio,
carico di saggezza e la direzione spirituale.
Il male incurabile che o colpì non fiaccò il
suo spirito. SI preparò lucidamente alla
morte, accompagnato dall'affetto e dal rim-
pianto di tutti. Alcuni aspetti della sua
opera sono passati alla storia.
VETTORATO sr. Maria, Figlia di
Maria Ausiliatrice,
t San Cristobal (Venezuela) , 1'08/05/2002,
a 92 anni
Se n'è andata mentre si celebravano i
festeggiamenti per il 75 ° del "Colegio
Marfa Auxiliadora" di San Crist6bal e del-
1'arrivo delle prime FMA nel Venezuela.
Radicata nel cuore di questo popolo, testi-
mone dei suoi primi passi nella vita religio-
sa, vi era arrivata a soli ventisei anni di età.
Dei suoi sessantasei anni di vita religiosa,
quarantasei li visse in questa casa, conqui-
standosi l'affetto e la stima della gente .
Non senza motivo nell'anno 2001 , il "Con-
sejo Legislativo de la Regi6n" le ha conferi-
to un'onorificenza nominandola "Donna del
Tàchira". Dovunque è passata ha lasciato
la testimonianza di una donna piena di Dio
e di passione per le giovani. Le amò di
vero cuore quando frequentavano la scuo-
la e riempivano i cortili delle case salesia-
ne o come exallieve che seguiva con solle-
citudine e interesse. Dalle sorelle è ricor-
data come la donna dai mille dettagli, sem-
pre attenta ai bisogni di ciascuna, acco-
gliente, capace di creare l'unità e la comu-
nione.
RAVASI sac. Luigi, salesiano,
t Civitanova Alta (MC), il 07/08/2002,
a 80 anni
La povertà dei tempi e il dolore per la per-
dita di entrambi i genitori hanno segnato la
sua prima giovinezza e forgiato il suo
carattere. Chiamato alle armi nel 1942 in
Grecia venne fatto prigioniero e inviato al
campo cli concentramento in Germania. Un
gerarca cattolico lo aiutò a rientrare in Ita-
lia, ridotto a pelle e ossa. Fu allora che
decise di dare una sterzata a u alla sua
vita ed entrò a Ivrea, l'aspirantato missio-
nario dei salesiani. Fu inviato in Argentina
dove compì noviziato, tirocinio e teologia e
dove fu ordinato sacerdote nel 1960 a 38
anni. Per 11 anni svolse in quella nazione
il suo apostolato finché non tornò in Italia.
Laborioso, preciso, puntuale ed energico,
un uorno forte insomma, "tanto criticone
quanto caritatevole" come lo definivano i
suoi amici. Distaccato dai soldi , sempre
povero in canna, consegnava quanto gua-
dagnava col suo apostolato e regalava
quanto gli veniva regalato. Preciso e pun-
tuale, preparava con cura e scrupolo le
sue omelie lasciate in una serie di quader-
ni. Agiiredito dal male, passò gli ultimi
tempi della sua vita a Villa Conti di Civita-
nova, c;urato dalle suore e dal direttore e
abbandonato alla volontà di Dio.
Venuta la ser_a d_i .
quel giorno ~esu disse.
"Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)

5.3 Page 43

▲back to top
redazionale
lo!), perché viene inviato gra-
tis, il che di questi tempi più
BREVISSIME DAL MONDO
che una temerità costituisce
quasi un'incoscienza.
VATICANO. Giovanni Pao- Croce di Isabella la Cattoli-
Sono coraggiosi i piccoli re- lo II ha ormai raggiunto il 4° ca" al papa Giovanni Paolo
dattori del! 'Aeroplanino di posto nel conto degli anni di II per la sua energica con-
carta, senza troppe paure si pontificato:
danna della guerra contro
sono fatti ricevere ed hanno l. San Pietro (30-64-67): 34 l'Iraq.
intervistato personaggi notis-
o 37 anni.
MILANO, ITALIA
NON ESISTONO SOLO
LE BABY GANG
Chi ha detto che i ragazzi
sanno fare solo cose da ragaz-
zi? Che sono inesperti, super-
ficiali, tutto sport e palestra,
walkman, play station, gelati
e poco altro? Aeroplanino di
Carta è una rivista trimestrale
di 86 pagine fo rmato 15 X21
"interamente pensata e realiz-
zata da ragazzi di 11/14 anni
ma anche.. . oltre". Così la di-
simi della cultura, dello sport,
dello spettacolo ecc. Non ci
credete? Sinceratevene sul
loro sito www.aeroplanino.it
dove vi fanno sentire addirit-
tura alcuni brevi brani di in-
tervista, per esempio a Roma-
no Prodi, al cardinale Martini,
a Vittorio Gassman, a Paolo
Villaggio, a S.A.R. (Sua Al-
tezza Reale) Vittorio Ema-
nuele di Savoia, a Marcello
Lippi... Ma sono andati a
conferire con Claudio Capel-
lo, Giorgio Gaber, Maurizio
Costanzo, Michail Gorbaciov
e infiniti altri (I 'elenco com-
pleto lo trovate nel sito).
,
AEROPLANINO di CARTA
~ ~ S . . a .1-va.n.tcUG. . . . . . i-rr •.olON
2. Pio IX (1846-1878): 31 CITTÀ DEL VATICANO.
anni e 7 mesi.
Il cardinale Joseph Ratzin-
3. Leone XIII (1878-1903): ger non esclude a breve ter-
25 anni e 5 mesi.
mine un compendio del Ca-
4. Giovanni Paolo Il (1978): techismo della Chiesa Catto-
25 anni, ottobre 2002. lica - pubblicato nel 1992 e
5. Pio VI (1775-1799): 24 diffuso nel mondo in 8 mi-
anni e 6 mesi.
lioni di copie - che inglobi
6. Adriano I (772-795): 23 anche dei ritocchi significa-
anni e 10 mesi.
tivi su argomenti di grande
7. Pio VII (1800-1823): 23 attualità come i concetti di
anni e 5 mesi.
"guerra giusta" e sulla "pena
di morte".
CITTÀ DEL VATICANO.
"Non ci si può rassegnare CITTÀ DEL VATICANO.
come se la guerra fosse ine- Il Papa ha posto a una set-
vitabile". "La pace non è tantina di scienziati, filosofi,
tanto una questione di strut- economisti, sociologi e giu-
ture quanto di persone". Il risti di tutto il mondo il pro-
Papa è stato davvero l'unico blema della globalizzazione,
uomo di pace in questo senza rifiutarla ma affer-
oscuro periodo dell 'umanità mando con forza che manca-
in cui sembra che la logica no dei meccanismi che la
della guerra abbia prevalso rendano adeguata ed effetti-
quella della pace.
va per tutti. Finché dà bene-
citura con cui viene presenta-
fici solo ai più ricchi e pena-
ta nel sito Internet. Quell' ol-
CITTÀ DEL VATICANO. lizza i più poveri, la globa-
tre finale vuole significare il
I 35 membri dell'Accademia lizzazione è malata.
supporto di alcuni giornalisti,
delle Scienze Sociali fondata
l' aiuto e l'animazione della
struttura salesiana dell 'Istitu-
to Don Bosco dove Aeroplani-
lJ:O è nato , e qualche altra cosa !
E una cosa seria. Eccome! In-
1 tanto è giunto felicemente al
suo 11 ° anno di vita e sembra ~ - -- _ _ _ _ __ _J
goda ottima salute, pur tra le
inevitabili difficoltà, soprattut-
11 volantino
che annuncia
to economiche (manco a dir-
e documenta il
"Premio Saint-Vincent
di Giornalismo".
Fiore all'occhiello della rivi-
sta che esce trimestralmente
in circa 3000 copie e ha più di
7000 lettori è stato - caso
unico nel suo genere - il con-
ferimento da parte del Presi-
dente Ciampi del "Premio
da Giovanni Paolo II nel CITTÀ DEL VATICANO.
1994 ha già prodotto tre vo- La Chiesa continua a pun-
lumi sulla globalizzazione, a tualizzare la profonda diffe-
riprova della cura e dell'im- renza tra la spiritualità New
portanza che il Papa attribui- Age e quella cristiana,
sce a questo problema tipico astratta la prima nel suo in-
della società attuale. Eccone contro con la natura e nel
i titoli: "La dimensione so- suo ecologismo dove con-
ciale della globalizzazione", fluiscono spiritismo, occulti-
"Globalizzazione: preoccu- smo, teosofia, magia bianca
pazioni etiche e istituziona- e nera, panteismo e neopa-
li", "Globalizzazione e disu- ganesimo e che cerca di
guaglianze".
sconfiggere "la profonda in-
felicità della felicità contem-
MADRID. Il partito della poranea"; concreta quella
"Sinistra Unita" ha presenta- cristiana nel suo incontro
to a fine aprile una proposta personale con Cristo Reden-
di legge per chiedere che il tore, salvezza dell'uomo e
Governo conceda la "Gran del mondo.
Saint-Vincent di Giornali-
I Ogni tanto quelli
dell'Aeroplanino si
permettono di regalare
anche qualche CD-rom.
smo", ricevuto all 'Hotel Bil-
lia della cittadina francese nel
maggio del 2000. Bravi ra-
gazzi ! Il BS non poteva non
parlare di voi.
Per saperne di piiì :
338.74 .40.206;
Via Copernico, 9 - 20125 Milano,
luogo@libero.it.
BS LUGLIO/AGOSTO 2003

5.4 Page 44

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Visita a Yellagiri Hills, sulla montagna
IL RE DELLA
MONTAGNA <1>
di Giaincarlo Manieri
Gli spaccapietre prima
di tutto. Attraverso
la pianura verso
la montagna. Un uomo
scomodo... forse
un profeta.
Certamente un
benefattore, un amico,
un sacerdote,
un realizzatore di sogni.
Un salesiano atipico
che ha saputo compiere
cose straordinarie.
Ai piedi di un albero senza nome protetti da una tettoia di fortuna
ecco gli spaccapietre... un'intera famiglia.
Usciti dalla cittadella salesia-
na degli studi siamo partiti
per Yellagiri Hills. La mon-
tagna si stagliava in lontananza ai
bordi della grande pianura di Tiru-
pattur. Subito fuori dal cancello un
"quadro d'altri tempi: sotto una tet-
toia di fortuna alla base di un gran-
de albero, attirò la mia attenzione
I Si spolverarono un po'
e mi guardarono solo un attimo,
prima di ricominciare a martellare.
LUGLIO/AGOSTO 2003 BS
un mucchio di grosse pietre e tre
persone, lui, lei e il figlio, poco più
che un bambino. Più somiglianti a
maschere che a uomini, la polvere
bianca ne esaltava i contorni: so-
pracciglia, labbra, mani, braccia e le
pieghe dei poveri vestiti che aveva-
no ne risultavano imbrattati. Si da-
vano da fare attorno alle pietre, cer-
cando di spaccarle e sagomarle.
- Spaccatori di pietre?
- Proprio così.
- Per chi lavorano?
- Per il comune.. . Servono per la-
stricare le strade, ricavarne vasi.. .
- E quanto li pagano?
- Qualche rupia al giorno
- Sufficiente per vivere
- Per loro, sì.
- Ma ... lavorano anche i due più
piccoli? .. .
M'ero accorto di altri due bambi-
ni - sette/otto anni? - che a qualche
metro di distanza facevano incredi-
bilmente lo stesso mestiere. Un cen-
no , mostrando la macchina fotogra-
fica, e un assenso quasi impercetti-
bile mi confermarono che avevo il
permesso di usare lo strumento. Si
spolverarono un po' e mi guardaro-
no solo un attimo, prima di ricomin-
ciare a martellare: mi fu sufficiente
per scattare qualche foto. Per un
tratto di strada mi restò dentro la vi-
sione di quella famigliola, trasudan-
te polvere e fatica. Di poveri è
pieno il mondo, pensavo, troppo
pieno. Apprezzai ancor più che in
quel luogo una grande struttura sa-
lesiana si proponesse come àncora
di salvezza: far crescere cultural-
mente una popolazione vuol dire se-
minare speranza.
VER~iO LA MONTAGNA
La jeep correva, per quanto glielo
consentiva il traffico, verso la linea
d'orizzonte chiusa dalla montagna.
Mi preparavo alla visita di un altro
miracolo dell'ingegno e della carità,
un miracolo che aveva un nome,
père Guézou - si pronuncia ghezù
con la zeta dolce - mi precisarono.
Guézou "con la z dolce" era un
francese, e tanto per sottolineare la
sua "francesità", era un salesiano
atipico, capace di grandi cose che
realizzava senza badare troppo alla
burocrazia sia quella religiosa sia
quella civile, senza attendere l'esito
delle discussioni, i tempi opportuni,
ecc. "Se si attendono i permessi la

5.5 Page 45

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del padre Francis Guézou nel Tamil Nadu.
I Stridente il contrasto tra dentro e fuori:
la "cittadella salesiana" tenuta pulita dagli stessi ragazzi
e giovani dei dintorni che la frequentavano ...
I
. . e il resto del paesaggio che soffriva di una povertà
endemica. Molte le abitazioni come questa
della famigliola degli spaccapietre.
gente fa in tempo a morire parec- coltivati e delle innumerevoli specie
chie volte. La carità non sopporta di alberi, l'azzurro intenso delle
regolamenti!". Gli abitanti della acque del lago, quello più grigio del
montagna gli devono tutto, e lo con- fiume che a tratti abbagliava riflet-
siderano il loro benefattore e salva- tendo i raggi del sole, i colori delle
tore. Un uomo dal cuore grande, case, delle baracche, delle strade,
père Guézou, bruciato dall'impa- dei villaggi ... a perdita d'occhio. La
zienza di risolvere problemi irrisol- montagna appariva selvaggia. Fino
vibili. Sentivo snocciolare il raccon- a qualche anno fa era una zona di-
to delle sue gesta, mentre la jeep menticata dove marcivano 14 vil-
alle propaggini della montagna ini- laggi, abbandonati a se stessi ... fin-
ziava ormai l'ascesa. La curiosità di ché non arrivò il padre Guézou!
conoscere un uomo singolare era
ormai ai più alti livelli.
UNA STORIA SINGOLARE
Man mano che si procedeva verso
la cima, la pianura dilatava i suoi
orizzonti, offrendosi in tutta la sua
splendida vastità, ricca di bellezza:
la gradazione di verde dei campi
Il quale aveva cominciato la sua
avventura nelle petraie del Kerala.
Vi era arrivato nella stagione delle
piogge, che l'acqua veniva giù
come Dio la mandava! Quella sera
la mandava a rovesci! Aveva in
tasca solo 20 rupie e le spese per
comprare due ombrelli, uno per sé
l'altro per il confratello che l'ac-
. compagnava. Glieli rubarono dopo
poche ore. La prima cosa che scoprì
fu il correzionale, strapieno di pic-
coli criminali e/o mendicanti, figli
della strada e del malessere, che per
vivere avevano un solo sistema, an-
dare contro la legge! Quasi giornal-
mente il correzionale - ma assomi-
gliava molto di più a un carcere -
accoglieva nuove reclute. Dove li
stipavano? Il padre scoprì l'alluci-
nante verità: quando non c'era più
I Ma i salesiani confidano
che il lavoro duro e l'aiuto
dei benefattori potranno operare
il miracolo...
un buco dove cacciarli, risolvevano
la situazione caricandoli a forza sul
cassone di un camion per abbando-
narli nella foresta.
- È una barbarie!
- Non abbiamo altre soluzioni!
- Ma è contro ogni legge civile, mo-
rale, religiosa, sociale , interna-
zionale; è contro la giustizia, la
carità ...
- Padre, se non ti piace, pensaci tu!
Raccolse la sfida. Gli diedero un
primo gruppo e un posto dove al-
loggiarli. Era un campo con qual-
che baracca debitamente circondato
da filo spinato e custodito da agen-
ti. Lui svelse il filo spinato .e licen-
ziò le guardie. Il mattino dopo, dei
60 piccoli delinquenti non ce n'era
più uno. Ma il dado era tratto: al
Governo non pareva vero che qual-
cuno si accollasse la cura di quegli
scalmanati senza Dio legge e il
giorno dopo ne arrivarono altri 200.
I piccoli malandrini credevano che
i salesiani fossero poliziotti senza
divisa: la diffidenza era palpabile,
l'occhio sospettoso, i rapporti for-
mali. Perse qualche battaglia, il
padre, ma vinse la guerra: il rifor-
matorio diventò un collegio. Mon-
signor Mathias s'era accorto che
poteva contare tra i suoi sacerdoti
un autentico pezzo raro, un pioniere
e, forse, un profeta. Non esitò a ser-
virsene per un'altra operazione im-
possibile. Senza tanti giri di parole
gli disse di andare a cristianizzare
la montagna abbandonata di Yella-
giri Hills. Ma questa sarà la prossi-
ma storia.
(continua)
(sen!_izio fotografico dell'autore)
BS LUGLIO/AGOSTO 2003

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
SONO SUCCESSE
COSE DI CIELO
Nella notte del 24 maggio in
Fortaleza (Brasile) , nella scuola
che ospitava 250 bambini , è
divampato un incendio, causato
dal corto circuito di un ventilato-
re sulla parete della biblioteca.
Le fiamme sono salite fino al
tetto di brasilite e si sono inca-
nalate nello spazio tra la parete
e il tetto, senza alcun danno alla
biblioteca, piena di libri, tavolini
e giocattoli. Vicino al ventilatore
stava appeso un quadro di
Maria Ausiliatrice molto invo-
cata dai bambini. Il fuoco non
l'ha toccato. Non c'è stato biso-
gno di usare l'estintore. Al matti-
no alle ore 7.00 un vigile
esclamò : "Stanotte qui sono
successe cose di cielo ... !". Noi
commossi ringraziamo la nostra
buona Mamma celeste.
Sr. /sonni Petronilla, F.M.A,
Fortaleza (Brasile)
GUARITA
DA ATRESIA
ESOFAGEA
Sono un'exallieva salesiana del
Venezuela e desidero ringrazia-
re Maria Ausiliatrice, san Gio-
vanni Bosco e santa Maria Do-
menica Mazzarello per aver sal-
vato la mia nipotina Mariangela
nata con un 'atresia esofagea.
Dopo alcuni interventi chirurgici
mal eseguiti nei primi giorni di
vita, i medici non davano molte
speranze anche per l'insorgen-
za di varie complicazioni. Si uni-
rono a me nella preghiera tante
altre persone. Superate tutte le
complicazioni , la bambina veni-
va portata in Italia dove fu sotto-
posta ad autotrapianto (traslo-
cazione del colon per ricostru-
zione dell'esofago) . Dopo aver
superato anche qui non poche
difficoltà, la bambina è guarita
definitivamente. Oggi ha otto an-
ni e diffonde tanta gioia. Adem-
pio la promessa di pubblicare la
grazia .
Laura Manzotti, Arceto (RE)
I MESI VOLAVANO
Avevo alle spalle undici anni di
matrimonio, ma aspettavo inva-
no il dono della maternità. Un
giorno incontrai casualmente
una nostra ex vicina di casa.
Saputo della mia situazione, mi
consigliò di procurarmi l'abitino
di san Domenico Savio e di
pregarlo con fede : ciò che io mi
sono proprio preoccupata di
LUGLIO/AGOSTO 2003 BS
fare . E il miracolo è avvenuto
davvero! I mesi di attesa sono
veramente volati, e io avvertivo
in me una forza e una gioia mai
provate. Oggi , grazie a san
Domenico Savio, sono mamma
felice di Sara.
Maria, Mariano (Parma)
TAMPONATI
MA ILLESI
Viaggiavamo in macchina , di
notte, verso Salerno. All 'improv-
viso, accompagnata da un gran-
de botto, avvertiamo una forte
spinta da dietro che ci proietta
in avanti. Il camion che ci segui-
va - l'autista poi dirà che non ci
aveva visti - ci aveva investiti in
pieno. L'impatto violento aveva
completamente schiacciato la
parte posteriore del l'auto. Una
valigia ci ha fatto da scudo. Ma
lo scudo vero è stata l'immagine
di Don Bosco che noi avevamo
in macchina. Tutti siamo convin-
tissimi che è stata la protezione
di Don Bosco a salvarci.
Lamonaca Lucia, Milano
SUBITO
ASCOLTATA
Mio figlio Davide era affetto da
una grave tiroidite ghiandolare,
con febbre alta, curata con corti-
sone. Ho inyocato Maria Ausi-
liatrice oltre che Don Bosco, e
dopo due giorni è scomparso
tutto. Ci siamo recati con nostro
figlio nella Basilica di Maria
Ausiliatrice a Torino per ringra-
ziare poiché pe r no i quella è
stata una vera grazia.
Balocco Franca,
Acqui Terme (Al)
LOMISI
AL COLLO
DELLA MAMMA
Mi chiamo Antonella e sono una
bambina di 1Oanni; frequento la
classe va D nella scuola Gio-
vanni XXXIII. La mia mamma
dopo un'operazione , ha avuto
gravi complicazioni ed è rimasta
molto tempo in ospedale . lo
sentivo molto la sua mancanza
e temevo che tardasse a guari-
re. Avendo sentito parlare del-
1' abiti no di san Domenico
Savio, che guarisce tutte le per-
sone, ho cominciato a pregarlo
tutte le sere. Un giorno presi da
mio fratello l'abitino e lo misi al
collo della mamma, sperando
che guarisse presto. Lei si sentì
subito meglio : quanto fui felice
quel giorno! Ma lo fu i soprattutto
quando uscì dall 'ospedale e
tornò a casa. Vi prego di pubbli-
care questa grazia perch é le
persone sappiano che cosa può
fare san Domenico Savio , che
non cesso di ringraziare per
aver guarito mia madre.
Scatigna Antonella,
Martina Franca (TA)
UN BIMBO
SANISSIMO
Desidero ringraziare san Do-
menico Savio per avere con-
cesso a mia figlia Valeria (insuli-
na-dipendente dall'età di 12
anni) un bimbo sanissimo . I
medici erano seriamente preoc-
cupati che il bimbo potesse
avere delle gravi malformazioni,
poiché al momento del concepi-
mento la mamma era molto
scompensata. Valeria ha indos-
sato l'abitino del piccolo santo
per tutta la gravidanza, pregan-
dolo quotidianamente con fervo-
re. La sua fede è stata premiata
perché, nonostante i seri timori
dei sanitari , Francesco è nato in
perfette condizioni di salute ,
anche se con il cesareo. San
Domenico Savio ha protetto mia
figlia, salvandola da una proba-
bile morte per complicazioni
sopravvenute al momento del
parto.
Ada Miccichè, Catania
TIMORE FUGATO
Dopo due aborti spontanei ,
avevo ormai perso ogni fiducia.
Temevo che la terza gravidanza
si concludesse come le altre ,
visto che si erano ripresentati
alcuni problemi. Confidai i miei
timori alla madre superiora della
scuola, presso la quale lavoro;
essa mi parlò dell'abitino di san
Domenico Savio e me ne fece
dono . Da qual momento l'ho
portato sempre con me, affidan-
domi all'intercessione del picco-
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle letter_e non
firma te e senza recapito . Su
richiesta si potrà omettere
l' indicazione del nome.
- San Luigi Versiglia.
A CONTATTO
CON LA RELIQUIA
Il 28 febbraio dovetti sotto-
pormi a un'operazione pres-
so l' ospedale "S. Lu ca" a
Malta. Prima che mi ricove-
rassi , mio cugino don Char-
les Cini , salesiano , mi con-
segnò un'immagine di mon-
signor Versiglia, esortando-
mi a mettermi sotto la sua
protezione . L'operazione
durò sei ore per asportarmi
parte del grande intestino.
Dopo l'operazione mi sentii
molto male , con forti dolori.
Trascorsi tre giorni in riani-
mazione in pericolo di vita.
Mia sorella allora prese la
reliqu ia di monsignor Versi-
glia e la pose sul mio corpo
malato, mentre ambedue
pregavamo che il santo mar-
tire intercedesse per me in
quel momento difficile. Subi-
to una grande pace pervase
il mio essere e mi sentii me-
glio. Ora sono guarita e sono
certa che è stato san Luigi
Versigl ia a inte rcedere per
me. Lo stesso chirurgo mi ha
ripetuto più volte che nell'e-
volversi dei fatti c'è stato l'in-
tervento di qualche grande
santo.
Lolly Grech, Gozo, Malta
M. Romero Meneses Laura Meozzi
lo santo. Ora si trova nel lettino
del mio bambino . Egli è nato
sette mesi dopo una gravidanza
decisamente buona. Di questo
voglio ringraziare attraverso le
pagine del Bollettino Salesiano
san Domenico Savio.
Frio/i Valeria, Parma

5.7 Page 47

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FOCU
I Commendator
GIUSEPPE CANESSO
salesiano laico,
responsabile della tipografia
dell'Osservatore Romano.
Sig. Canesso, sappiamo che qualche anno fa ha ricevuto una
onorificenza prestigiosa. Di che si tratta?
Assieme ad altri grafici italiani mi è stato conferito il titolo di "Ca-
valiere di Gutemberg", da una associazione che ormai è estesa ovun-
que e premia chi si è distinto nell ' arte della stampa. Come il mio nome
sia arrivato al Gran Maestro dell'Ordine di Gutemberg, beh, questo
non lo so.
Dove si è formato?
Al Colle! Quella scuola d'arte grafica è famosa in tutto il mondo. Ha
formato tecnici e dirigenti di azienda, manager di altissimo livello.
ho imparato a coltivare valori sia spirituali sia umani sia professionali e
mi hanno insegnato a non accontentarmi mai, a mirare sempre al me-
glio del bello!
Dove ha insegnato prima di approdare alla prestigiosa tipografia
vaticana?
Prima ho insegnato fotoincisione al Colle come "disegnatore cromi-
sta", poi alla SAF di Valdocco con i coadiutori Spiri, Salia, Maccario e
durante le vacanze, in Ecuador, con l'indimenticato Mario Gottardello,
per la riqualificazione professionale del personale della scuola salesia-
na di Cuenca e Quito .. . Poi tornai al Colle come direttore tecnico.
Secondo lei le nuove tecnologie hanno in qualche modo messo in
· discussione la figura tradizionale del tecnico tipografo?
Non credo, anzi gli facilitano il lavoro, almeno quello fisico. Ma è
vero che gli aumentano quello intellettuale, dandogli però nel contem-
po maggior soddisfazione rispetto al passato. Il tipografo di oggi rap-
presenta una evoluzione di quello di ieri, ma "i fondamentali", come si
dice nel gergo sportivo, restano quelli.
Le faccio la domanda più difficile: lei è salesiano ... come ci si
sente salesiani in Vaticano? E specialmente nel suo mestiere?
Cerco di fare come faceva san Francesco di Sales e come suggeriva
Don Bosco che l'ha preso a modello: "Prende più mosche una goccia
di miele che un barile di aceto .. .". Metto a disposizione dei miei col-
laboratori il bagaglio di esperienze che ho accumulato e soprattutto sto
sempre in mezzo a loro. Mi sono trovato bene in Vaticano perché sto
nel cuore attivo della Chiesa... Anche se non sono tra i ragazzi, sono
contento di contribuire a diffondere attraverso la carta stampata gli in-
segnamenti della Chiesa. E mi consola il pensare che Don Bosco sa-
rebbe contento di vedere i suoi salesiani in Vaticano a servizio del
Papa, lui che il Papa lo amava così tanto.
ABEL
Un perizoma lacero è tutto il
suo avere. Dieci anni l'età.
Non ha casa, non ha padre né
madre, non ha parenti, ma ha
un padrone ... e un lavoro. La-
vora a Korogocho, il grande
immondezzaio di Nairobi in
Kenya. Che fa? Cerca. Sele-
ziona tutto ciò che può avere
un valore anche minimo, me-
tallo soprattutto, ma anche
cuoio, tela, bottoni ... Li ficca
in una lercia busta di plastica e
la sera li porta al padrone. Sa
che, se vuole mangiare un
unico pasto "indecente", il pa-
drone deve essere soddisfatto
di quanto Abel gli ha portato.
Se lo è guadagna un tozzo di
pane di mais, un frutto e qual-
che volta una porzione di
carne in scatola proveniente
chissà da dove. Tutti i giorni
così. Campa sporco tra la
sporcizia, le piccole mani di
bambino ferite e butterate dal-
l'infame cercare. Tossisce la
notte, dimagrisce sempre di
più. Farà la fine di Jane,
Stephan, Mutabi e tanti, tanti
altri: un giorno lo ritroveranno
stecchito nella discarica, e là
lo seppelliranno, senza una la-
crima, una lapide, un fiore ...
era nessuno da vivo ed è ancor
più nessuno da morto. Sembra
una favola per strappare una
lacrima ed è cruda realtà.
BS LUGLIO/AGOSTO 2003

5.8 Page 48

▲back to top
TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
Il re della montagna 2
CNOS~
~
CASA NOSTRA
di Lucio Leghellin
I
Q.
CNOS 25 anni
:E
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azwN:
ii:
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E
STORIA
di Francesco Motto .
Leone Xlii e Don Bosco
INSERTO CULTUBA
di Natale Mattia/i
Il Museo di Stefenelli in Argentina