Bollettino_Salesiano_200305

Bollettino_Salesiano_200305

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Mensile • Anno CXXVII • nr. 5
St,ediL in a.p. art. 2 comma 20/C legge 662/96
Fllialedifinlnze
Specfwone nr. 5/2003
Autorizz. DireL Prav. P.T. 50100 fi"'"28 C.M.P.
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877

1.2 Page 2

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- MAESTRO ED AMIC0 - - - - - - -1
I
di Pascual Chavez Villanueva
I MILLE VOLTI
DI DON BOSCO
IL DESIDERIO
DEI DESIDERI
L'unico vero grande desiderio dell'uomo: vedere Dio. La nostalgia
e la ricerca non finiscono mai ... Eppure la vera grande conquista
dell'uomo non è la visione, ma l'ascolto. Il privilegio della visione
lo ebbe solo Mosè, secondo la Bibbia. Don Bosco e la sua
concezione di Dio.
Vedere Dio "con i propri occhi"
(/s 52,8) è l'anelito più
profondo dell'uomo nella Bib-
bia. Ciò nonostante , l'uomo sa mol-
to bene che il vero Dio è "un Dio
nascosto" (/s 45, 15) , "che nessuno
ha visto né potrà vedere mai " ( 1
i l Tim 6, 16; 1 Jn 4, 12) ; il solo cercare
di sbirciare qualcosa di quel Mistero
infinto può costargl i la vita (Es
33,20; Lv 16,2 ; Nm 4,20) . L'attuale
vita del fedele trascorre tra il ricordo
di un tempo passato, quello di Ada-
La nostalgia di Dio, alimentata
dalla coscienza di non conoscer-
lo se non per averne sentito parla-
re , è alleviata dalla ricerca ansiosa
di luoghi e spazi dove lo si suppo-
ne presente : entrare nel tempio ,
partecipare al culto, è già un modo
di avvicinarglisi , di "cercare il suo
volto" (Sa/ 24,6) , "contemplare il
suo potere e la sua gloria" (Sa/
63,3) . Ciò malg rado , il credente
percepisce con chiarezza nel suo
intimo che è inutile coltivare l'illusio-
mo , quando godere della sua pre- ne di potere in qualche modo vede-
senza era un fatto quotidiano (Gn re l'Invisibile : non è la visione, ma
2,8) e la speranza di rivederlo "così
come è" ( 1 Jn 3,2; Ap 22,4); intanto
deve accettare di vivere senza
vederlo , il che significa camminare
la vita sentendone la mancanza.
l'ascolto il modo di entrare in
contatto con Dio che non ha
immagine ma ha parola; al contra-
rio gli idoli, dèi con volto , bocca,
mani , piedi , sono solo simulacri che
I Michele Schemboche
Don Bosco in ginocchio.
Torino , 1880 .
Originale, stampa al brom uro
d'argento, cm 10,4x15,4.
non respirano , che non parlano ,
che non si muovono , che non
gustano, che non creano, totalmen-
te e irrimediabilmente falsi. Il Dio
vero è inimmaginabile, ma percetti-
bile : suo volto è la Parola; il cre-
dente aspira ad ascoltarlo più che
a vederlo : dovrà rinunciare a esse-
re uno che lo vede, dovrà convertir-
si a essere uno che lo ascolta.
"Ascolta , Israele" è il suo credo e la
sua preghiera (Ot 6,4) .
O Soltanto di un uomo si dice
nella Scrittura che vide "l'imma-
gine di Dio" (Nm 12,8) , "le sue
spal le, ma non la sua faccia" (Es
33,23) ; quell'uomo è Mosè che
parlò con Dio "faccia a faccia ,
come parla un uomo con il suo
amico" (Es 33, 11) ; non riuscì tutta-
via a vedere direttamente Dio ,
an·che se ha avuto il privilegio , uni-
co , di stare alla sua presenza. Dio
non glielo permise, coprendogli gli
occhi con la mano (Es 38, 18-22).
Vuol dire che nessuno può vedere
Dio se Dio stesso non gli si mostra.
Se è vero che Dio si è già impe-
gnato a lasciarsi vedere dai puri di
cuore (Mt 5,8), ciò non è altro che
un avvenire che Egli prepara alla
fine per i suoi fedeli (Ap 22,4).
La visione di Dio non è, dunque,
alla portata del credente, anche se
costituisce il suo anelito più profon-
MAGGIO 2003 BS
I Non è la visione, ma l'ascolto
il modo di entrare in contatto
con Dio.

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do. Ciò malgrado, Dio ha impegna-
to la sua parola e ha impegnato la
sua onnipotenza a lasciarsi vedere
un giorno (1 Cor 13, 12). Chi lo sa,
chi lo crede e in ciò si riafferma ,
può già vivere "come se vedesse
l'Invisibile" (Heb 11,27) . Questa è la
prodezza degli amici di Dio, di quei
credenti che , senza ancora vederlo,
sanno già stare davanti a Lui come
davanti a un amico, faccia a faccia .
I Solo di Mosè, si dice nella
Scrittura che vide l'immagine
di Dio: "Le sue spalle ma non
la sua faccia! ".
O Don Bosco apparteneva a quel
tipo di credenti per i quali è ovvio
contare su Dio nella vita , i quali
sanno che "la presenza di Dio nella
vicenda umana non è semplicemen-
te quella di un ospite o di un testi-
mone esterno" (E. Viganò) . "Così
profondamente impressa portava l'i-
dea della presenza di Dio , che
neanche la molteplicità di impegni
che reclamavano la sua attenzione
turbava sia pur minimamente l'inti-
ma e perpetua unione con Lui. Al
contrario , sentire Dio sempre pre-
sente, mentre lo manteneva allerta
e attento all'unico fine di servire Lui
solo , era per Don Bosco fonte di
perenne allegria nel mare immenso
delle sue occupazioni" (E. Ceria) .
A questo padre e maestro va tutta
la nostra attenzione, tutta la nostra
fedeltà, perché anche la nostra
giornata passi nell'arco delle venti-
quattro ore come se vedessimo
l'Invisibile, realizzando così l'anelito
supremo della nostra vita e di ogni
vita .
O
Maggio 2003
Anno CXXVII
Numero 5
In cop ertina:
Secondo le ricerche,
sembra che i giovani
siano sempre più invisibil i
nei ga ng li de ll a v ita
soc iale. In realtà ess i sono
presenti ... in altre
fo rme che in passato.
(Foto: Cipriano Demarie)
ti. Jl:,rif11w
11 ! ~J!Ij[JPJ
Mensil e d i info rm az ione
e cultura reli giosa ed ito
dall a Congregaz ione Sa les iana
di Sa n G iova nni Bosco
Direttore:
GIAN CARL O M ANIERI
- G,ovANt
12 Gli invisibili presenti
di Vito Orlando
M1ss10N1
14 Sacra è la coca
di Giancarlo Manieri
- TESTIMONIANZE
20 Ragazzo d'altri tempi
di Serena Manoni
- , NSERTO CULTURA
23 li Museo antropologico padre Crespi
- FMA
28 Fatti di cittadinanza
- SFIDE ETICHE
38 Mio figlio artificiale
di Natale Ma ffioli
di Graziella Curti
Il
di Giovanni Russo
RuoRtCHE
2 Il Rettor M aggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel
Mondo - 11 O sservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 18 Prima pagina 1 - 19 Prima pagina
2 - 22 Lettera ai giovani - 27 Doctor J. - 30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco -
36 Movimento Salesiano - 37 Laetare et benefacere - 40 Dibattiti - 42 I nostri morti -
43 Il mese - 44 Viaggi - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/Focus
Redazione: Mari a Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarl o De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori: Ernesto Calloni - Giuseppina Cudemo
Graziella Curti - Carlo Di Cieco - Bruno Ferrero
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Roberto Saccarello - Fabio Sandroni
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Vincenzo Odorizzi - Guerino Pera
Pietro Scalabrino - Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2. 1949
Diffusione e Amm inistrazione: Gregorio Jaskot (Roma)
Fotocomposizione: Puntografica s.r.l. - Torino
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi 1,
al sito Internet:
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Direttore <gmanieri@sdb.org>
Fondazione DON BOSCO NEL MONDO
Ccb 32631199 - Banca Intesa
Filiale Roma 12 -ABI 03069 - CAB 05064
Ccp 36885028 - CF 97210180580
e-mail: <donbosconelmondo@sdb.org>
11 BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 55 edizioni e 24 lingue diverse. Raggiunge 151 Nazioni
in cui operano i salesiani.
li Associato alla
'
Unione Stampa
Periodica Ita liana
BS MAGGIO 2003

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di Carlo Di Cieco
OCCHI
SUL NUOVO GIORNO
È sempre difficile, per non dire impossibile, ripartire da zero.
Eppure qualcuno sembra crederci... Ma non sarà la guerra a far
sorgere "cieli nuovi e una nuova terra". Un'educazione che
,,s olo coltiva il mito della forza è mortifera.
l'amore genera la
forza, della violenza, della
meraviglia" e quindi la ricerca sopraffazione, della razza e del
e l'ascolto. E questo non vale denaro. Darebbe rapidamente i suoi
solo per l'arte, ma anche per l'efficacia frutti mortiferi . Del resto non sono mai
del dialogo educativo. Specialmente in mancati neppure nel passato. Ma
un tempo in cui le nostre società
sicuramente per quanti credono in altri
sembrano voler ricominciare da zero,
valori - e i cristiani sono tra questi -
dopo aver sepolto senza rimpianti ,
una simile prospettiva di morti e
memorie buone e cattive del passato.
giustizieri annunciati segna l'anno zero
Ma da zero, è difficile se non
di un lungo esodo educativo. Si deve
impossibile ripartire in ogni tipo di
cercare dove andare a piantare le
rapporto umano. Non può accadere tra tende per raggiungere la terra
uomini e donne negli intrecci d'amore , e promessa. Se l'educatore non può
neppure tra genitori e figli che si
prospettare un futuro credibile ai
accorgono di aver perso le vie
giovani, deve trovare conveniente
dell'armonia originaria vera o presunta. tacere . Ora è il tempo della marcia nel
Non accade neppure nel confessionale deserto. Non mancano le parole nel
cattolico: al dolore per i peccati si
tempo della comunicazione globale.
accompagna sempre l'espiazione che, Mancano gli esempi significativi perché
naturalmente, mantiene vivo il ricordo. un giovane colga la pena di vivere.
"Il mio errore - cantava il salmista - mi
è sempre davanti".
O C'è in giro una forte voglia di fare,
tipica dell'economia capitalista: fare
Il tragico sociale dei nostri tempi è
impresa, fare soldi, fare esperienze,
che gli adulti , nel momento stesso in
fare progetti specialmente se sono
cui non hanno più nulla da ricordare
degli affari, fare qualcosa che produca
dei grandi valori e ideali che hanno
benessere fisico e psichico, fare feste,
scontrato ed esaltato le loro
fare commercio, fare mercato, fare
generazioni nel "secolo breve" col
chiacchiere, fare viaggi, fare
quale sembra ci sia solo voglia di
esperienze esotiche o da brivido, fare
regolare i conti , non hanno neppure
sport estremi , fare coppia, fare regali e
niente su cui convocare la speranza
compere, fare beneficenza, fare belle
dei giovani . Anzi credono di forgiare le mangiate, fare esperienze sessuali ,
nuove leve dell'umanità facendole
farsi di alcol e droghe le più disparate e
passare attraverso il vecchissimo
a portata di portafoglio e ceto sociale.
battesimo del bagno di sangue tipico
Anche la comunicazione televisiva di
della guerra e del regolamento dei
questi tempi privilegia il fare, gli
conti . All'inizio del nuovo secolo e del
spettacoli del fare in un mondo di affari .
terzo millennio che tante suggestioni
La voglia di "essere" si è dileguata
aveva alimentato, coloro che più
dalle grandi categorie dell'esistenza. E
contano in un mondo basato
accade con maggiore facilità nei
sull'economia delle disuguaglianze,
giovani di incontrarsi con adulti che
non hanno avuto migliore idea da
fanno i genitori, che fanno i maestri,
presentare di una guerra. E non una
che fanno un mestiere (dalla politica
guerra qualsiasi, ma una prospettiva di alle arti) con sempre meno
guerra di almeno 30 anni, per
preoccupazione di "essere".
sradicare - si dice - il terrorismo che
ormai ha attecchito così in profondità
nei paesi del Terzo Mondo che solo
una lunga stagione di conflitto armato
potrà recidere.
Ma che il deserto possa finire è una
speranza fondata. Tra coloro che
hanno visto in anticipo la luce del
nuovo giorno, si deve mettere don
Juan Vecchi. Una figura salesiana da
O In un tale contesto ci si può chiedere riscoprire ora, mentre il movimento per
quale credibilità possa avere qualsiasi una nuova globalizzazione sta
discorso educativo che non sia
diventando !'habitat dove poter
mistificatore. Certamente si può
ricostruire. E un'occasione
sempre mettere in cantiere una
prowidenziale che non bisogna
educazione che coltiva il mito della
lasciarsi sfuggire.
MAGGIO 2003 BS

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,:,WPROPOSITO
""1DI CARCERE. L'o-
dore, più che altro. Pungente,
acre, stantio. Si constata che
questo angolo di mondo da di-
menticare esiste davvero, e
basta poco per arrivarvi. Il
paesaggio bellissimo e solare
si lascia fuori, come tutto il
resto. Si viene identificati, do-
tati di pass, si ripongono gli
effetti personali nell' armadiet-
to e si porta via la chiave,
unico legame con l'esterno,
con la nostra identità e le no-
stre certezze. Inizia l'attesa.
Questo tempo dilatato, senza
forma né dimensioni, senza
parametri. Si pensa che chi ha
tanto tempo lo userà al me-
glio. Ma il tempo qui non è
una scelta, e la continua attesa
logora chi ha ancora energie
per pensare. Il pensiero si
scioglie, evapora, preso in un
vortice di assurdità. Pagare,
devono pagare, sì, certo. Chis-
sà che cosa hanno fatto ... il
benpensante si riaffaccia. De-
vono scontare la pena. Ovvio,
ma io in che cosa credo? Nel-
/' inferno dell'assurdità o in
una possibilità per la vita?
E i parenti, quelle madri,
mogli, sorelle, fratelli e i
figli ... che dire dei bambini?
Di solito sono piccoli, sporchi
e spaventati. Non riconosco
quello che vedo alla televisio-
ne. Parlatori lucidi, muri im-
biancati di fresco. Qui vedo
solo sporcizia e desolazione.
La solitudine di chi ha perso
molto, per inseguire non si sa
che cosa. Il regno degli ultimi
che furbescamente hanno cer-
cato di arrivare primi. Pove-
racci, truffatori, drogati, spac-
ciatori, assassini, ladri, italia-
ni, albanesi, mar·occhini, russi,
greci ... Qui si tocca con mano
l'immigrazione, quella colpe-
vole del protettore e del ven-
ditore di morte, ma accanto
c'è quella silenziosa del dise-
MAGGIO 2003 BS
redato che ha inseguito un so- f'IA RELIGIONE E LA infedeli. Mentre le Crociate,
gno e si è svegliato nella ver- ....GUERRA. Direttore, è cui tutti si rifanno , quando si
gogna. Già, l'umiliazione di pur vero che la religione è parla di guerre religiose, non
chi si trova recluso. Non se ne stata la causa di tante guerre, erano pellegrinaggi armati
parla mai, ma esiste. Si pensa tra le più cruente, lungo il per convertire con la forza i
alla cronaca, ai giornali, a corso dei secoli e millenni [...] musulmani, ma spedizioni per
quello che ci vogliono far leg-
gere. Pochi si . occupano dei
liberare Gerusalemme e apri-
Francesca, Napoli re vie commerciali - sempre il
problemi di questi emarginati. Ma no, signora!ina, la sua in- dio denaro fra i piedi - verso
Lavorando in un carcere co- terpretazione, che ho riassun- il favoloso oriente nel momen-
me insegnante ho visto occhi to in una riga, mi appare la- to in cui l'Europa era in. crisi
grandi e tristi, sguardi cattivi cunosa, per non dire sempli- depressiva... Questo, guarda
e pieni di odio, nostalgia per cistica. La religione non è caso, è anche il parere di sto-
quello che non si sarà più, an- mai stata la causa diretta - rici di parte musulmana. "I
goscia per chi è lontano. La come lei scrive - delle guer- mondi religiosi omogenei, af-
privazione dei diritti, l' allon- re , e di nessuna guerra, è ferma Ahmad 'Abd al Waliyy ,
tanamento dai parenti, la man- stata invece spessissimo il sono solo un' interpretazione
canza del coniuge, dei figli, pretesto per scatenarla. At- dei nostri tempi" . E dunque,
dei genitori segnano. Molti ri- tenta, signora/in.a, non le sto cara signora!ina, è la guerra
tornano perché è difficile per scrivendo mie personali con- a usare la religione, non vice-
chi ha sbagliato non ricadere, vinzioni, le sto riportando ri- versa.
ma molti chiedono solo cerche di storici di primo pia-
un 'occasione.
Non si possono incolpare le
istituzioni, fanno ciò che è
giusto; non si possono incol-
pare i cittadini, hanno paura.
Ma io come individuo posso
no. Sa, vestire le guerre dei
f.2 paramenti sacri, fa comodo,
l:J ... offre motivazioni forti per
EPPELLIRE COME?
Non sono favorevole
qualsiasi impresa, giustifica i alla sepoltura tradizionale,
sacrifici, e soprattutto mette a con il suo marciume masche-
posto la coscienza. E vuole rato dai fiori. E nemmeno alle
solo sperar·e che un giorno si che, avendo a portata di ma- varie tecniche di conservazio-
possa vedere l'assurdità di no motivazioni che possono ne, perché se risuscitassimo
non concedere a tutti coloro far scattare eroismi fino alfa- esattamente come siamo, do-
che sbagliano una possibilità natismo, non si forzino le vremmo m01ire un'altra volta.
concreta. Comunità meno re- cause , gli scopi,fino a far ap- Ciò che è provvisorio appar-
strittive e più 1ispettose del- parire religioso quel che reli- tiene al provvisorio. Il corpo è
1' altro, più attente ai segni di gioso non è? Di esempi ce ne il luogo in cui abitiamo e Dio
cambiamento di ciascun indi- sono a iosa.
ci ha promesso un luogo
viduo. Come c1istiana posso Gli obiettivi sociali e politici nuovo! [.. .] Meno superficia-
solo auspicar·e che l'esempio ed economici sono un'altra lità e più fede è quello che
del Papa che è andato in mez- cosa e perciò si tengono a de- serve. Il luogo sacro è dentro
zo ai detenuti venga seguito. bita distanza , anche quando di noi. Quali sono le proposte
Non per redimere nessuno, sono quelli veri: morire per delle parrocchie? Un luogo
ma per ascoltare chi è solo, banali motivi economici (pe - pulito accanto alle chiese per
per aiutare senza chiedere trolio,foreste, miniere...) oltre le ceneri, l'aspersione o la
nulla chi ha perso tutto, anche a essere poco gratificante per conservazione privata?
se stesso.
i soldati - cui non va mai
Anonimo
G. L. insegnante carceraria
nulla - è fa cile che fomenti in-
sofferenza e ribellioni. Per la
Ho trascritto la lettera così
Impossibile commentare la sua bassa forza che è poi quella come lei l'ha inviata, eccetto
lettera , sarebbe come com- che sostiene il peso della la lunga poesia iniziale, inti-
mentare un commento . Solo la guerra sono necessarie moti- tolata "Risurrezione", peral-
ringrazio per questa testimo- vazioni alte, meglio se tra- tro non molto significativa, a
nianza forte , equilibrata di scendenti. Lo vuol sapere? mio giudizio, perché le con-
chi vede, sa e vuol far riflette- Anche la famosa battaglia di fesso che qualcosa mi sfugge
re chi non vede e non sa e Lepanto, prototipo di tutte le del suo ragionamento.. . tant'è
crede di vedere e sapere leg- guerre religiose, stringi strin- che mi fa sospettare che ci sia
gendo sulla stampa o senten- gi - lo afferma lo storico Car- un po' di nebbia nel suo argo-
do parlare i nostri politici, dini - era una lotta per la mentare, e soprattutto nella
che poi riguardo al carcere conquista di una via privile- sua cultura teologica riguar-
non sono d' accordo su niente. giata del commercio, Cipro . E do ai "novissimi", cioè alle
la stessa Jihad che con ottusa cose ultime. Forse è conve-
Non ci è stato possibile pub- tenacia viene tradotta come niente riiscoperchiare il "di-
blicare tutte le lettere perve- "guerra santa", ha a che ve- menticatoio", il recipiente do-
n~t e in reda zione . Ce ne dere, invece, con la lotta inte- ve ha messo in stand-by le no-
scusiamo. Provvederemo_a riore non con la guerra agli zioni del catechismo della
suo tempo alla pubbhcazw-
ne 0 alla ris11osta personale.

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-
~
prima comunione. Ne potreb- perdoni - il significato dell' e- il suo patrimonio genetico.
be sortire una qualche illumi- spressione "il luogo sacro è Tale patrimonio, come lei sa,
nazione in più rispetto a quel- dentro di noi", e che cosa vo- è composto di valori, motivi,
le che ha scritto. Provo a glia concludere, fatta questa toni, sfumature, direzioni utili
dirle rapidamente qualcosa. affermazione...
a scavarne i significati, inda-
Quel che conta, caro lettore
garne le pieghe di senso. Sono
anonimo, non è la sepoltura
convinto che ciascuno abbia
se è fatta in un modo o in un
la sua strada, segnata, per
altro. la religione cattolica
scoprire i tanti "perché" che
ha preferito fino ra il cimitero
costituiscono il mistero della
perché, contrariamente a
vita ("perché" si è venuti al
quanto molti pensano, ha il
mondo senza averlo chiesto,
massimo rispetto di "frate
"perché" si ha un sesso anzi-
asino"; il motivo è lapalissia-
ché un altro , "perché" si è
no: il corpo , secondo la pro-
bianchi invece che neri, per-
messa del Signore, è destina-
ché si soffre, perché c'è il
to alla risurrezione... e scusi
male.. .). l ' indagine permet-
se è poco!
terà di scoprire il posto che ci
Detto questo, che serve a ca-
è stato riservato, e dunque
e, pire alcuni atteggiamenti
della Chiesa nel trattare i de-
funti, non è però detto che
siano proibiti degli "aggiusta-
anche il compito, la vocazio-
ne, il senso del proprio "es-
serci", la direzione da ùnpri-
mere al proprio vivere . Forse
menti" a seconda delle sen-
ARTE COME SER- non si può pretendere di cam-
sibilità, delle culture, o delle
VIZIO. Egregio diret- biare le cose a tutti i costi, ma
esigenze : un luogo o un altro, tore, sono un giovane artista certamente ciascuno ha il do-
conservazione o incenerimen- che vede il mondo oltre l'im- vere sacrosanto di socializza-
to, non rivestono l'importanza maginabile. Mi sono accorto re quello che della vita ha ca-
che lei sembra attribuire a che alcuni grandi geni a un pito e trovato attraverso lo
queste cose. Inoltre, le ricordo certo punto han no dato una sforzo personale. È dunque un
a mo' di inciso che Dio non svolta alla loro vita secondo dovere mettere a disposizione
ha promesso un "luogo", tre direzioni: ribellione, suici- di tutti il risultato delle pro-
semmai uno "stato" nuovo di dio O rassegnazione. Perso- prie ricerche, affinché qualcu-
vita. Non afferro bene - mi nalmente ho scelto la prima no ne possa trarre giovamen-
perché non sono tanto debole to. Questo è già siifficiente per
da rassegnarmi, né tanto co- dare alla vita personale un
APPELLI
Ho una piccola raccolta di
santini. Gradirei fare degli
scambi con santini locali e
doppioni. Berardi Angeli-
na, Via Boscone 1508 -
47023 Cesena (FO).
raggioso da suicidarmi. Ho
scelto la via della pittura [...].
Anche se le mie mostre non
hanno portato, credo, a mi-
glioramenti o svolte [...] con-
tinuerò a dipingere [...]: sarà il
mio contributo per cercare di
far capire ciò che è veramente
senso compiuto, trarne motivi
di ringraziare Dio per il fatto
che non siamo inutili, e trova-
re la forza di continuare a
percorrere i sentieri quotidia-
ni, offrendo la nostra piccola
luce che basta a dar senso al
cammino e a lanciare nel
Cedo dischi, compact disc, importante.
santini antichi e moderni,
mondo un grumo di speranza
"Dialkan" a chi speranza cerca.
cartoline illustrate, franco-
bolli. Marino Liberato, Caro "Dialkan", non può che
(""1~ Via Molini Idraulici, 10 - procurarmi intima soddisfa- . .PROPOSITO DI•••
80058 Torre Annunziata zione la sua "presa di posizio-
Vera, Giorgio, Susy
(NA).
ne" a favore della vita. lei fa 82, Fausta che mi chiedono se
Vorrei corrispondere con
amici coetanei della terza
età. Marra Giovanni,
P.zza B. Tanucci, 2 -
50134 Firenze.
parte del novero di quelli che
contribuiscono a far prendere
coscienza che l'esistenza va
comunque "accettata" e ma-
gari "affrontata", e senz' altro
"esplorata" , tentando di pe-
Dio potrà mai perdonare
"certi" sbagli e "certi" pec-
cati.. . Perché mai me lo chie-
dete ? È una delle più conso-
lanti e assodate verità del cri-
stianesimo . Il perdono di Dio
Sono una ragazza di 35
anni, cerco amici e amiche
di penna da tutto il mondo .
Pagnini Tina, Casella Po-
stale 318, 51100 Pistoia
Centro.
netrare nelle sue fibre più inti-
me attraverso la scienza, la
poesia, la musica, la pittura...
formidabili strumenti d' inda-
gine che permettono di alzare
almeno parzialmente il velo
sui tanti misteri che formano
non è una speranza, è una cer-
tezza, la più certa delle certez-
ze. Il perdono non c'è solo per
coloro che non lo vogliono...
Ma il suo perdono è più gran-
de del nostro peccato , e di
qualunque nostro peccato.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
I l Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comunicate
subito il cambio
di indirizzo .
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS MAGGIO 2003

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(!N ITALIA _ _N_E_L_M_O_N_D_O_ _ _ _ _ _ _ _ __
PISANA, ROMA
MARCHINI IN RAI
Il Rettor Maggiore ha ricevu-
to lo scorso dicembre l' Asso-
ciazione Carlo Marchini che
co i suoi oltre tremila soci
aiuta e segue 12 opere dei sa-
lesiani e delle Figlie di Maria
Ausiliatri ce del Brasile. La
Marchin i era stata invitata a
partecipare alla trasmissione
"Cristianità" di Rai lnterna-
tional ass ieme al Vicario del
Rettor Maggiore. Don Van
Looy ha presentato la filoso-
fia dei salesiani riguardo alla
gioventù ; l'Associazione dal
canto suo ha fatto conoscere
l' intensa attività in appoggio
alle opere apostoliche e socia-
li dei salesiani che operano in
situazioni di disagio e po-
veq à.
AGRIGENTO,
SICILIA
che in una settantina di pagi-
ne tra citazioni , tavole a colo-
ri , lettere ali ' autore, riflessio-
ni , ripercorre le tappe di don
A UN ANNO DALLA Vecchi nell 'agosto 1996 du -
MORTE
rante la sua vaca nza sicili ana.
E vi annota la toccante espe-
A un anno di distanza dall a rienza um ana avuta con !'VIII
scomparsa di don Juan Vec- successore di Don Bosco che
chi, un po' dovunque è stata perdurò anche in seguito con
ricordata la sua figura di stu- scambi cli lettere. Il volumetto
di oso, di superi ore, di uomo. di ri cordi personali rivela
Un exallievo lo ha com me- aspetti inediti del compianto
t
morato attraverso un libretto Superiore.
LOUVAIN-LA-NEUVE,
BELGIO
CASA-DONO PER
UNIVERSITARIE
Si tro va in Belgio, a Lou-
vain-la-Neuve, città uni versi-
taria nata circa vent'anni fa,
dopo il distacco dalla celebre
Lovanio fiamminga. La casa
per studenti (kot in lingua lo-
MAGGIO 2003 BS
cale) os pita attualmente 3
FMA, 5 ragazze e una venti -
na di bambini stranieri per il
doposcuola. Scrive suor Be-
ned icte: "Benché la nostra sia
un a micropresenza, ci per-
mette il contatto con almeno
200 studenti attraverso incon-
tri regolari con gli osp iti dei
13 kot cristian i" . In casa, ra-
gazze e suore hanno un pro-
getto comune, una sala co-
mune per intrattenersi e pren-
dere i pasti insieme. Viene
condiv iso tutto: dalla pulizia
della casa fino al doposcuola
dei bambini. L 'obiettivo di
questa presenza è quello di
essere una comunità di pre-
ghiera e di accoglienza per
permettere ai giovani di aprir-
si alla dimensione del dono,
ai poveri.

1.9 Page 9

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FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
redazionale
ROMA, ITALIA
ANCORA VESCOVI
SALESIANI
In novembre do n Calogero
La Piana e in dicembre don
Angelo Amato. Don Lillo -
così lo chiamavano tutti -
passa da ispettore salesiano
dell a Sicilia, a vescovo della
diocesi di Mazara del Vallo
(Trapani ), una città multietni-
ca, aJla foce del fiume Maza-
ro, un' imponente flotta pe-
schereccia, forse la più im-
portante d'Italia, manodopera
tunisina, pu nto d'imbarco ita-
liano più vicino ali ' Africa,
città zeppa di chiese, monu-
menti e problemi, antica ten-a
di fenici , e via via di romani,
bizantini, saraceni, normanni ,
aragonesi . .. Basta a far capire
la realtà che si troverà a fron-
teggiare don Lillo.
Don Angelo passa da ordina-
rio di teologia dogmatica al-
l'Università Pontificia Sale-
siana a vice del notissimo car-
dinale Ratzinger nel delicato
ufficio di Segretario della
Congregazione per la Dottri-
na della Fede, uffic io che fu
già del salesiano monsignor
Tarcisio Bertone, inviato a di-
1igere la diocesi di Genova.
Anche monsignor Amato non
avrà vita facile, in un posto
che per la natura delle cose è
sotto gli occhi dei media, mo-
nitorato, si può dire, 24 ore su
24.
MACERATA, ITALIA
OMAGGIO A MARIA
Magnifica quest'opera del M0
lacomucci, insegnante di di-
scipline pittoriche nell ' Istituto
Statale d'Arte di Macerata e
noto artista con all ' attivo nu-
merose "personali" e premi.
L'acquaforte (285x440 mm)
che presentiamo in questo
maggio mariano s' intitola "La
Porta della Speranza". La
rar·a finezza inventiva e rap-
presentativa e la cura del par-
ticolar·e, davvero straordina-
ria, ne fanno una delle più si-
gnificative incisioni sul san-
tuario di Loreto degli ultimi
decenni .
Per sapern e di più:
0733.23.39 .84
MAESTRI DELLA PITTURA
SUL TITANO
Ricorrono quest'anno gli anniversari di tre gran-
di pittori: il Parmigianino, Van Gogh e Gauguin.
Gerolamo Francesco Maria Mazzola, detto il Par-
migianino, una delle figure più originali del manieri -
smo ital iano, raggiunse l'estrema perfezione stilisti-
ca nel 1531 , quando a Parma gli venne commissio-
nato l'affresco della Chiesa della Steccata, in cui è
collocato anche il "Ritratto di giovane donna". È
proprio quest'opera che appare sul francobollo di
1,55 con cui San Marino fa memoria del V centena-
rio della sua nascita.
Per celebrare poi il 150° anniversario della nasci-
ta di Vincent Van Gogh, è stato emesso sul Titano
un francobollo da 0,62 riproducente un "Campo
di grano con volo di corvi ", una delle ultime tele
dipinte dall'artista olandese.
Anche il centenario della morte di Paul Gauguin
è stato ricordato dall'antica Repubblica con un den-
tellato da 0,52 che propone "Vahine no te vi-
Donna con mango", dai colori e dagli elementi eso-
tici propri dell'arte del pittore francese.
Per informazioni : A.A.S.F.N. della Repubblica di
San Marino - tel. 0549.8823.50, www.aasfn.sm.
Per saperne di più: "B' 0761 .307124
BS MAGGIO 2003

1.10 Page 10

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l00annifa
Dal dicembre 1902 il BS racconta, mese
dopo mese, la lunga visita pastorale di
monsignor Cagliero nel territorio del
Neuquen, una autentica avventura
meritevole di una sceneggiatura
cinematografica. Togliamo un brano di
questa relazione dal BS del maggio 1903,
proprio per mostrare ancora una volta le
condizioni dei missionari di allora ...
La notte ci sorprende e spaventose tenebre c'invol-
gono per ogni parte. Per di più un freddo intensissi-
mo ci penetra fino alle midolla... Nondimeno vo-
gliamo arrivare alla casa desiderata ... ma il vento,
le tenebre, e più ancora i frequenti fossi e pantani
ci consigliano altrimenti, e ci fermiamo.
Sono le ore 23 ... e noi intirizziti dal freddo , in per-
fetto digiuno fin dal mattino, e sbalorditi dal vento,
cerchiamo almeno come riposare un poco sdraian-
doci per terra e ricoprendoci nel miglior modo pos-
sibile. Per colmo di sventura un ' ora dopo incomin-
cia a piovere dirottamente, ed allora, bagnati come
pulcini, non sappiamo più cosa fare. Alla pioggia
succede subito un vento così forte e gelato da met-
tere in serio pericolo la nostra già malandata salute.
Senza roba per coprirci e senza nessuna bibita spi-
ritosa per riscaldarci rimaniamo tutta la notte in
mezzo alla valle, tremando di freddo e circondati
dalle altre vette rivestite di bianca neve.
All' alba don Gavotta ed i soldati, che ci accompa-
gnavano, si vedono nella necessità di galoppare
fino alle otto per ritrovare e ricondurre i cavalli,
scappati durante il temporale... Di ritorno il povero
missionario, sentendosi venir meno, si avvicina e
domanda aiuto. Ci affrettiamo a soccorrerlo... of-
frendogli alcuni sorsi di acqua e di vino che rima-
nevano nella borraccia, ed alcuni pezzi di pane e
due uova, che troviamo nel canestro.
MA GGIO 2003 BS
MAKALLÉ, ETIOPIA
I docenti del corso
2002 di Makallé.
AGGIORNAMENTO
IN AFRICA
Una quarantina di insegnanti
dei centri professionali sale-
siani, assieme ad altri prove-
nienti da scuole tecniche go-
vernati ve del T igray, hanno
partecipato a un corso di ag-
giornamento tecnico didattico
di 400 ore patrocinato e fi -
nanziato dal VIS (V olontaria-
to Internazionale per lo Svi-
luppo) . La fame di manodo-
pera qualificata è endemica in
Africa e i salesiani sono im-
pegnati a tutto campo per pre-
pararla, con iniziative come
questa che ser vono a dare
ancor più visibilità e slancio
al le loro scuole quotate e ap-
prezzate dall ' autorità locale.
Parti colare rilievo è stato dato
du rante il corso ali ' aspetto
metodologico/didattico, con
specifici spunti di pedagogia
salesiana, ispirati al metodo
preventi vo di D on B osco.
ELLEDICI, TORINO
Ecco due CD-Rom editi dalla
ELLEDICI. Il primo, su Don
Bosco, è composto da canti
inediti proposti dal MGS del-
l'ispettoria Meridionale che
ripercorrono alcuni momenti
significativi della vita del
santo dei giovani con canzo-
ni chiare , ben curate , bene
armonizzate, e conclude con
"Don Bosco parla ancora" a
sottolineare che la sua
avventura educativa è tutt'al-
tro che conclusa.
Il secondo è di Carlo Russo
di cui l' Editrice aveva già
pubblicato "Autostrade verso
il cielo". Il titolo è intrigante
"Cercando ... non la felicità,
l'amore, come ci si aspette-
rebbe, ma il bello della vita",
che forse è proprio la via più
breve e immediata per trova-
re felicità e amore. Due
dischi giovani , composti da
giovani per giovani ; ideali
per incontri, meeting, campi-
scuola , riunioni di gruppo ,
ecc. Musica e parole adatte
anche per assemblee liturgi-
che (specialmente il primo) ,
e per pensare (soprattutto il
secondo) .

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Fabio Sandroni
A nche Peter Pan e Wen-
dy, personaggi nati dal-
PETER PAN
esplodere. Uncino, alter
ego del padre di Wendy,
la penna di James M. Bar-
nella sua precipitosa fuga
rie a cui si ispira il cartoon
Il lungometraggio del 1953
finale dal coccodrillo con
di casa Disney, raccontano
l'evoluzione di due preado-
Le avventure di Peter Pan si potrebbe
in mano la sveglia, lascerà
i suoi abiti a Peter che per
lescenti attraverso metafore
collocare idealmente alla fine
sconfiggerlo, ha per un at-
che rinviano , più o meno
scopertamente, ai grandi
temi del tempo e del sogno;
di una "trilogia dei sogni", iniziata
nel '50 con Cenerentola
timo rinunciato a volare/
sognare. Nel "lietofine",
pertanto, l'eterno fanciullo
anche qui, malgrado l'appa-
e proseguita nel '51 con Alice
vivrà una "parziale" cre-
rente semplicità vengono
utilizzati molti elementi sim-
bolici già incontrati.
nel paese delle meraviglie:
in essa ricorrono le tematiche
scita, mentre il padre di
Wendy accetterà di prolun-
gare l'infanzia della figlia
Il film inizia con /a ri-
cerca dell'ombra perduta
di Peter Pan : la presenta-
zione di tutti i personaggi
passa con insistenza attra-
verso la rispettiva ombra e,
nel caso della protagonista
Wendy Darl ing , l'ombra
legate nel circolo tempo del
desiderio-sogno-tempo della realtà.
con un emblematico ab-
braccio familiare sulla so-
glia di quella finestra, ora
aperta, che riconcilia i so-
gni dell'infanzia con le re-
sponsabilità dell'età adulta.
Se Cenerentola ave-
va rischiato
viene anche incorni-
di non arriva-
ciata all 'interno di una
re in tempo
porta. Le stesse ombre
alla prova della
sono sottolineate durante
scarpina, punto di
il volo verso L'Isola Che
incontro tra i suoi
Non C'è e, più volte , torna-
sogni evanescenti di adole-
no come elementi
scente e le sue concrete aspi-
iconografici di insi-
razioni a divenire compiutamente
stita rilevanza (nella
donna, se Alice stava per perder-
grotta del Teschio,
si nel mondo dei suoi sogni cui tenta
durante la danza
invano di applicare la razionalità prima
degli indiani , nel confronto con i pirati ... ). C'è in
di fuggire con una corsa affannosa,
pratica un lato sfuggente - che Wendy dovrà ricu- Wendy dovrà confrontare le proprie istanze adulte
cire, come avviene per l'ombra di Peter - che va con il perenne infantilismo del suo alter ego folletto,
riunito a completare i personaggi ; un lato che ha a e solo dopo aver in parte riconciliato le due anime
che vedere con la sfera dei desideri e, per questo potrà tornare a casa dal suo viaggio/sogno , conqui-
percorso , è necessario saper sognare, perché solo stando definitivamente la fiducia del padre. Anche
chi sogna può volar. Il padre di Wendy , che in lui, infatti, riconoscerà che il tempo come ansiogeno
apertura teme di essere in ritardo e all 'inizio della è solo una malattia degli adulti, mentre il mondo
sequenza successiva osserva un orologio da tasca,
rimprovera la protagonisJa, ricordandole che è
dell'infanzia non è solo un rifugio , ma un necessario
patrimonio di completezza per ogni personalità.
ormai tempo di crescere . E lui a introdurre il tema
del tempo che , nel volo/sogno verso l' Isola, viene
eluso dallo spostamento delle lancette del Big Ben;
nel ritorno finale, però, esso si ricomporrà nelle dis-
solvenze tra il paesaggio dell'isola, illuminato dalla
luna, il quadrante dello stesso Big Ben e quello
della pendola di casa , a significare la conclusione
UTILIZZO OID~TTICO uali orologi sono rap-
Fascia elementar,~: Quanti_~'?q Come perché? Quali
Pfi.nreessetrnetastoi?noC.ahpi .elirfteme.anqeu.g.aqlQi1aucha:ilui soeg?.get,ti vengono pre-
Fascia medie m enon.
uali varianti? Chi è cre-
di un viaggio interiore e simbolico , che avviene
sentati più volte nel_f1I~ , coi\\qrestato "bambino"? Per-
attraversando le tante finestre certamente metafori-
che , ora aperte ora chiuse , che compaiono nelle
sequenze iniziali e finali.
sciuto alla t,n_e del film · _Chalar"? Perché allora Peter,
ché "s~lo c~, sogna puo .v c~ lie di non volare?
nella sfida f1n_ale con ~nc~~oC~nfrintando nelle prime
Fascia medie supenon . . ne dei ersonaggi con le
Anche Capltan Uncino è ossessionato dal tem-
due sequenze la presentaz1~biame~ti di ciascun per-
po : sempre assediato dal coccodrillo/sveglia, ten-
terà di eliminare il folletto proprio con una bomba a
orologeria che suonerà fragorosamente prima di
scene finali , descrivere ' ?~ggetti ricorrenti per dedur-
sonaggio . Raggruppa_re g \\ gruppo allude .
re il tema comune cui ogn
ID
JJS MARZO 2003

2.2 Page 12

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I giovani sono l'investimento sul futuro della società,
GLI INVISIBILI PRESENTI
di Vito Orlando
Sempre sotto l'occhio dei
mezzi di comunicazione
eppure invisibili, ma non
è vero, sono presenti in
maniera diversa,
l'impegno sociale e il
volontariato li vedono in
prima linea. La socialità
ristretta e il distacco
dalle istituzioni.
I n questi ultimi anni sia le ricer-
che sia la lettura della quotidia-
nità sociale offerta nella stampa
hanno evidenziato l'assenza dei gio-
vani dalla scena sociale, la loro
presa di distanza dalla politica, il
loro disincanto, il loro rendersi "in-
visibili". In effetti il vissuto giova-
nile non ha offerto elementi facil-
mente controllabili e individuabili,
capaci di far cogliere la loro imma-
gine pubblica, e di rendere decifra-
I Le ricerche hanno evidenziato
l'assenza dei giovani dalla scena
sociale.
MAGGIO 2003 BS
Viene evidenziata l'importanza della socialità ristretta
delle relazioni interpersonali.
'
bile la loro attenzione alle questioni
importanti del vi vere attuale.
In verità, a ben guardare compor-
tamenti , valutazioni ed esperienze
vissute dai giovani, le cose stanno
anche diversamente. Vi sono spazi,
atteggiamen ti e adesione a valori
che esprimono una loro presenza,
una partecipazione e attenzione
diversa ai problemi della colletti-
vità. Motivazioni politiche e di soli-
darietà sono alla base della parteci-
pazione dei giovani a movimenti ,
associazioni, volontariato, mobilita-
zioni a volte occasionali ma dal
chiaro contenuto sociale e politico
(vedi i no-global , gli ecologisti, i
pacifisti .. .)
UNA ADESIONE
EMOZIONALE
Anche se l'adesione e in genere il
coinvolgimento si realizzano sulla
base di spinte emozionali, i giovani,
attraverso reti di appartenenza, di
vicinanza, di prossimità, di socialità
ristretta, vivono un relazionarsi che
esprime il bisogno di identificazio-
ne, di appartenenza, di condivisio-
ne, di non estraneità con l'altro, di
difesa di valori importanti per la
vita e la co nvivenza sociale. Nel-
1' ultima ricerca (q uinto Rapporto
IARD) viene evidenziata l'impor-
tanza della socialità ristretta , delle
relazioni interpersonali. come se
intorno alla famiglia si andasse pro-
gressivamente struttura ndo un
nucleo forte di valori tutti riferiti
all'intorno sociale immediato della
persona. Nucleo che pervade di sé e
qualifica l'intero sistema valoriale
delle giovani generazioni".
L'area della società ristretta è a
cavallo tra spazio interno ed esterno
alla persona ed è qui che viene col-
locato il punto focale di attenzione
dei giovani per la costruzione del
loro sistema di vita. A partire da
questa garanzia ci si apre anche ai
valori più esterni e all ' impegno
politico. I valori "della vita colletti-
va: l' eguaglianza, la solidarietà, la
libertà e la democrazia", sono visti

2.3 Page 13

▲back to top
ma che tipo di inve~timento?
piuttosto come "elementi costitutivi
della propria identità personale".
Questo può anche significare che la
conquista di questi valori, da far
valere come diritti personali, diven-
ta condizione di sicurezza e rassicu-
razione che solo l'intorno sociale
più vicino e tranquillizzante può
garantire".
UN AGGREGARSI DIVERSO
Questa garanzia dell'intorno, per
trovare un punto di forza nell 'incer-
tezza di vita attuale, viene vista
come un modo nuovo di realizzare
un riconoscimento dell ' altro e di
conseguenza di me per l' altro. Il
fatto di vivere questa socialità ri-
stretta è un aspetto positivo che si
può ricollegare alla ricerca della
prossimità messa in campo per atti-
vare reti di relazioni. Se si rientra in
questa prospettiva e la si riconosce
come una possibile strategia per
accrescere la visibilità e la presenza
nel sociale anche immediato, non
bisogna tanto sottilizzare circa la
possibilità di interpretare o meno
come "virtù civiche" l'uguaglianza,
la solidarietà e la democrazia, anche
se restano agganciate ai valori della
vita individuale.
I Vi sono spazi che esprimono
una partecipazione e attenzione
dei giovani ai problemi della
collettività.
I ~e_ll'app_rendi~tato dell~ vita,
1 giovani esprimono esigenze
individuali.
Gli stessi estensori del Rapporto
riconoscono che "vi è un sempre
maggior rilievo dato alla vita di rela-
zione ed ai rapporti interpersonali,
ma tali rapporti vengono vissuti ed
agiti nel proprio intorno immediato;
le dimensioni del collettivo,
dell'impegno pubblico, delle cosid-
dette «virtù civiche» si spostano
sempre più sullo sfondo degli sche-
mi valoriali che guidano i comporta-
menti giovanili".
L' altro è anche colui che viene
coinvolto nella socialità ristretta, con
il quale realizzo una situazione di
prossimità; socialità ristretta e rete di
prossimità è anche un modo di ren-
dere la società vicina per darle quel
volto umano che a livello macro non
riesce a realizzare.
UNA CITTADINANZA
SOCIETARIA
Per poter valorizzare la prossimità
come strategia politica per una base
nuova di cultura civica, si richiedono
condizioni per la possibile sua attua-
zione.
La condizione è che si elabori un
quadro di riferimento chiaro e si
accompagni il processo. Non si può
d'altra parte pretendere che la cultu-
ra civica possa essere un contenuto
condiviso e coerente della socializ-
zazione. La sua via di attuazione è
piuttosto legata all'azione di aggre-
gazioni sociali a cui si aderisce per
scelta e che potenziano le soggetti-
vità individuali. Se queste aggrega-
zioni attivano processi, potenziano
le sfere intermedie (tra il pubblico e
il privato) e stimolano i partecipanti
a realizzare una propria identità
aperta alla visione e realizzazione
del bene comune, possono attivare la
pratica di una "cittadinanza societa-
ria", in grado di sviluppare una
nuova cultura civica su basi fiducia-
rie e di ricostituire un tessuto sociale
con regole di convivenza civile con-
divise.
L'esperienza della socialità ristret-
ta non ha portato i giovani ad avvici-
narsi al pubblico né a superare la
distanza dalle istituzioni, che ai loro
occhi appaiono delegittimate,
destrutturate, poco funzionali agli
stili di vita, alle esigenze di soggetti-
vità e di libertà attuali.
Nell'apprendistato della vita, i gio-
vani fanno fatica a conciliare libertà
e ricerca di senso che esprimono esi-
genze individuali, con scelta e
responsabilità che sono richieste
dalla socialità, da cui sanno di non
poter evadere. Allo stesso modo non
sembrano molto lineari nella connes-
sione vicino/lontano, per cui oscilla-
no fra appartenenze localistiche e
spinte universalistiche quando devo-
no assumere un ruolo di protagoni-
smo sociale.
La socialità ristretta e la prossimità
sembrano essere le vie più ricercate
per sperimentare la coniugazione tra
queste complementari dimensioni
della vita. La via del volontariato e
l' occasione offerta del servizio civile
possono essere un'opportunità
importante per rafforzare l'interdi-
pendenza individualità/socialità in
una prospettiva nuova di intervent9
e di coinvolgimento nel sociale. E
chiaro tuttavia che solo un maggior
riconoscimento sociale dei giovani e
un loro coinvolgimento nella collet-
tività locale, nazionale ed europea
.può renderli " cittadini solidali,
responsabili, attivi e tolleranti in
società pluralistiche".
D
BS MAGGIO 2003

2.4 Page 14

▲back to top
Kami, sulle Ande della Bolivia a otto ore
SACRA E' LA COCA
di Giancarlo Manieri
BRA Z IL
-·-----Bollvla
...: .:..::--
e- Padre Serafino Chiesa.
omparve su un "Venerdi" di
Repubblica e più o meno
losi, e la cui età media non supera i
40 anni ? Come definirlo un territo-
contemporaneamente su Fa- rio in cui l'escursione termica passa
miglia Cristiana, don Serafino, fac- dai +30° di giorno ai -10° di notte?
cione ridente incorniciato da una Dove non ci vivono i lupi ma ci
gran barba, berretto dei campesini sono almeno 30 mila persone? Brut-
calcato in testa e stola multicolore to affare per un missionario in cura
sul camice bianco da prete. L'aver d'anime, trovarsi in mezzo a gente
creato una centrale idroelettrica su disperata che l'anima certamente ce
una montagna maledetta a 3900 l' ha più a posto del corpo, più nutri-
metri di altitudine, scavando la roc- ta che la pancia! La domanda è ve-
cia col solo martello pneumatico e nuta spontanea: "Padre, come hai
risuscitando vecchie turbine che fatto a fare tutto quello che dicono
altri avevano di smesso perché or- che hai fatto? Come hai fatto a sca-
mai da museo, gli ha dato le creden- vare la montagna, riattivare macchi-
ziali di imprenditore. Ma lui è don, ne rottamate, riavviare un 'attività
ed è missionario: cura i corpi per defunta?". "Ho trovato una ONG
curare le anime.
italiana, la COPI di Milano, un
pugno di tecnici di buona volontà in
UN'IMPRESA COLOSSALE pensione, la ditta De Pretto di Schio
che ci ha dato macchine. . . A corti
Ho detto montagna maledetta ... discorsi adesso la centrale di Kami
Come chiamarla una montagna in funziona e sulla montagna maledet-
cui i minatori che scavano tungste- - ta sòno tornati la speranza e il sorri-
no e stagno uno su quattro si prende so. Abbiamo inaugurato esattamen-
la silicosi e uno su dieci la tuberco- te un anno fa, a maggio 2002".
MAGG10 2003 BS
Un piemontese
inculturato tra i
campesini boliviani, gli
ultimi degli ultimi: vive
con loro, lavora con loro
e per loro, mangia quello
che mangiano anch'essi,
mastica coca come loro.
Ha realizzato un
miracolo a Kami, a quasi
4000 metri di altezza
sulle Ande boliviane.
INTERROGATIVI
Serafino è don da cima a fondo e,
dicevamo , ha pensato anche all' ani-
ma dei suoi fedeli . Come? Con la
radio per esempio, perché andare in
giro per visitare un centinaio di vil-
laggi dispersi su un 'area di mille
kmq, servendosi di sentieri difficili
anche per le capre, è impresa titani-
ca: "Io sono grosso, ma non so fare
miracoli! Radio Don Bosco ha un
grande ascolto, e io ci faccio di tut-
to: prograrruni di alfabetizzazione,
consigli per l'agricoltura, catechesi,
preghiera .. .".
"Don Serafino, dì la verità: è faci-

2.5 Page 15

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da La Paz, il luogo di un miracolo...
Campesino al lavoro.
L'arido paesagg io di Kami.
le predicare il Vangelo m un am-
biente così?".
"Molto più facile che insegnare
ad arare aggiogando i buoi sul collo
e non per le corna!".
"Spiegati, ché si capisce poco ... ".
"La cultura campesina porta a
credere che la forza del toro sia
nelle corna, quindi l'aratro va legato
alle corna, punto e basta!":
"Ah! E come hai fatto a fargli
cambiare idea?".
"Semplice. Ho comprato una
vacca - non ho preso una delle loro,
non me l'avrebbero mai data - l'ho
aggiogata come in occidente e gli
ho dimostrato ... ".
"Permetti una domanda indiscre-
ta? È vero che mastichi coca?".
"Tutti qui masticano coca, qui la
coca è sacra, dovresti scriverla con
la maiuscola. Masticare coca è un
I Tra i campesini e i minatori
la coca si mastica: fa bene
per l'altezza ed è segno di
profonda comunione e amicizia.
segno di amicizia, un elemento di
profonda comunione, un segno di
appartenenza ... ".
"Ho capito. E ti dispiace dirmi,
così in sintesi che cosa hai realizza-
to a Kami?".
"Allora, prima di tutto non sono
solo, ci sono con me altri due con-
fratelli, i volontari, ecc. Poi Kami è
una località tra le montagne che ri-
sale . .. ".
"Alt, don! Non cominciare da
Adamo ed Eva. Snocciola i numeri
che facciamo più in' fretta e ci capia-
mo meglio".
QUESTO ED ALTRO
ANCORA
"Come vuoi. Ti ho già detto di
Radio Don Bosco. Ma non ti ho
detto che serve un'utenza di cento-
mila abitanti. Vado schematicamen-
te. Dunque ... (Conta sulle dita) .
Un progetto agricolo con sette
tecnici specializzati che girano tra i
contadini, insegnando in pratica i
metodi migliori per 1icavare almeno
sette volte di più di quel che 1icava-
no loro.
Un progetto artigianato che
lavoro a circa 200 donne, vedove e
ragazze madri, che fanno maglie di
lana che si vendono anche all'este-
ro.
Un progetto strade con l'aiuto
della procura missionaria di Bonn,
perché qui le strade non esistono
proprio. Ne abbiamo già realizzato
più di 200 chilometri in posti im-
pensabili.
Un progetto università, con tre
facoltà, una di Comunicazione So-
ciale agganciata alla Università Cat-
tolica dei Gesuiti di La Paz; una di
Agronomia con l'Università Statale
di Cochabamba; la terza di Magiste-
ro dell ' università Cattolica di Co-
chabamba.
Un progetto laboratori, dove si lft!II
frequenta per imparare un mestiere. llliiil
Abbiamo messo in piedi un labora-
torio di falegnameria, uno di mecca-
nica e uno di panificazione.
Un progetto elettrificazione, at-
traverso il quale abbiamo portato la
luce elettrica a una ventina di vil-
laggi.
Un progetto assistenza, creando
una specie di "mutua" per l'assi-
stenza sanitaria, oltre all'opera forse
più colossale, quella della centrale
elettrica scavando tutta la monta-
gna. ..".
"E ... c'è un progetto diciamo da
prete?" .
·
"Altro che! Ed è quello cui tenia-
mo di più, quello per cui ci siamo,
io e gli altri miei confratelli. Cate-
chesi, servizio liturgico, sacramenti,
visite pastorali, campi scuola per ra-
gazzi, oratorio ... ".
"C'è qualcosa che sente partico-
larmente la sua gente?".
"Sì, la mancanza della presenza
fisica del prete. Don Bosco ci aveva
proprio azzeccato: l'amorevolezza è
il motore di tutto!".
"Ultima domanda: Come fate a
tener dietro a tutto?".
"Bah! Sarà la grazia dello stato!".

2.6 Page 16

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redazionale
MOSSA, ITALIA
ANNIVERSARIO
Mossa, un paesino della pro-
. vincia di Gorizia, ha solenne-
mente 1icordato lo scorso ot-
tobre il centenario della na-
scita di don Mario Marega,
salesiano missionario in
Giappone dove ha dato il me-
glio di sé. Un uomo poliedri-
co che madre natura aveva
abbondantemente dotato, se
poteva con perfetta padronan-
za spaziare dalla conoscenza
delle lingue estere al disegno
tecnico, alla pittura e alla mu-
sica, dalla matematica alle
scienze naturali. Don Mario
seguì fedelmente l' esempio
del suo maestro e superiore
monsignor Cimatti che ripete-
va di "giapponesizzarsi" per
entrare nel cuore della gente e
svolgere il proprio compito di
I Don Marega riceve
l'onorificenza di cavaliere
d'Italia dall'ambasciatore
italiano a Tokio.
Don Marega ...
"giapponesizzato''.
pastore in modo efficace.
Fondò a Oita un asilo, il più
bello e spazioso della città.
Studiò e pubblicò volumi im-
portanti sugli albori del cri-
stianesimo nell a terra del Sol
Levante, sui martiri cristiani
di quella nazione, raccoglien-
do volumi di documenti sulla
mitologia nipponica, ecc. Co-
struì infi ne la chiesa di Megu-
ro a Tokio. È considerato uno
dei maggiori cultori italiani di
storia giapponese. Non per
nulla fu insignito dal!' amba-
sciatore italiano della meda-
glia di Cavaliere d' Italia.
Don Giovanni Fedrigotti
durante la commemorazione ufficiale.
MAGGIO 2003 BS
ROCCIAMELONE.
ALTA VAL DI SUSA
PELLEGRINAGGI
E CAPPELLANI
Domina il Rocciamelone dal
1899. Si tratta della statua
della Madonna donata alla
montagna dalle offerte di 130
mila bambini d' Italia. L ' allo-
ra papa Leone XIII ne dettò
l'epigrafe dedicatoria che
chiama la vergine "nive can-
didior", più bianca dell a neve
deUe cime. Lassù in vetta a
3538 m fin dal 1358 è collo-
cato un trittico bronzeo raffi-
gurante la Madonna col Bam-
bino al ce1rn-o, il Batti sta a de-
stra e san Giorgio a sini stra,
ed è precisamente da quel-
1' anno che ini ziarono pelle-
grinaggi divenuti leggenda1i ,
cui partecipavano sovrani ,
duchi e varia nobiltà oltre na-
turalmente al popolo. Si con-
figura come il più antico pel-
legrinaggio d'Europa, e dura
tutt ' oggi. Non pochi sono
stati i cappellan i salesiani
estivi che sul Rocciamelone
si sono prestati e si prestano
per il servizio liturgico e pa-
starale. Tra i più affezionati
don Giuseppe Capra.
BREVISSIME DAL MONDO
LIMBURGO. A 90 anni è
morto il 31 gennaio 2003 il
famoso PADRELARDO
(padre Werenfried Van
St.raaten) fondatore nel 1947
dell 'Associazione "Aiuto al-
la Chiesa che soffre", cono-
sciutissimo in tutto il mondo
per le sue innwnerevoli ini-
ziative, anche a favore della
Chiesa ortodossa. Hanno
mandato messaggi di cordo-
glio praticamente gli episco-
pati di tutto il mondo.
PERUGIA. A Montemorci-
no è nata la "Casa della te-
nerezza", una struttura sorta
per i1ùziativa della diocesi di
Perugia in aiuto ai matrimo-
ni in crisi. Le coppie che
pensano di separarsi hanno
la possibilità di 1ivolgersi a
questo centro, dove potrarmo
soggiornare e trovare tutto
l'aiuto possibile per salvare
il loro matrimonio.
CITTÀ DEL VATICANO.
I numeri della Chiesa catto-
lica nel 2001: 4.649 vescovi,
405.067 sacerdoti (266.448
diocesani e 138.619 religio-
si), 29.204 diaconi penna-
nenti, 54.970 religiosi pro-
fessi non sacerdoti, 792.317
suore, 31.512 membri di isti-
tuti secolari, 139.078 mis-
sionari laici e 2.8 13.252 ca-
techi sti , 51.973 monache
contemplative. L'ammario
precisa che tutte le categorie
sono in aumento eccetto i re-
ligiosi che sono diminuiti ri-
spetto all 'anno prima di 111
unità. Il numero dei candida-
ti al sacerdozio è passato da
110.583 nel 2000 a 112.244
nel 200 1, con un aumento
del 1,5%.

2.7 Page 17

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COLLE DON BOSCO,
ITALIA
I salesiani del Colle orga-
nizzano il pellegrinaggio
del compleanno , bella ini-
ziativa estesa a tutti , pro-
prio tutti. E sono già centi-
naia da tutta Europa i gio-
vani che hanno detto sì.
Per i più coraggiosi l'hap-
pening comincerà con
una camminata di 35 km ,
da Valdocco al Colle. Il
Rettor Maggiore darà ai
partecipanti il suo mes-
saggio "mandato". Appun-
tamento da non perdere:
011 /9877.111 ; 348/7518.905
BRESCIA, ITALIA
Don Andrrea PAGLIARI ,
sdb, nel 1958 fu inviato a
Brescia "per pochi giorni" a
sostituire il confessore. I
pochi giorni a conti fatti
furono più di 14 mila, 39
anni! Don Andrea lasciò il
segno e nessuno è dispo-
sto a dimenticarlo a 5 anni
dalla morte. Così in parroc-
chia gli hanno dedicato un
altorilievo in bronzo di Gian-
pietro Adeni-Ginebache che
lo ritrae con la sua imman-
cabile bicicletta, che gli ser-
viva per arrivare prima dove
c'era bisogno di lui.
CASTELNUOVO
DON BOSCO, ITALIA
È il 14 luglio 2002. Nella
sua prima visita come
Rettor Maggiore ai luoghi
di Don Bosco , don
Pascual Chavez è stato
ricevuto a Castelnuovo
Don Bosco dal Sindaco a
capo dell 'intera giunta
comunale. In una breve e
partecipata cerimonia è
stata conferita al Rettor
Maggiore la cittadinanza
onoraria del paese da
dove partì la grande av-
ventura salesiana.
ROMA, ITALIA
Da gennaio in avanti (cfr.
foto) non si è mai fermata
la macchina della pace in
opposizione "pacifica" a
quella della guerra. Il cul-
mi ne si è avuto nella
straordinaria manifesta-
zione mondiale del 15
febbraio , che ha raccolto
più di cento milioni di per-
sone attorno alle bandiere
arcobaleno . Anche il
MGS ha dato la sua ade-
sione ufficiale e procla-
mato il suo no deciso,
senza se e ma, alla guer-
ra.
VALDOCCO, TORINO
La sua prima festa di
Don Bosco come Rettor
Maggiore don Chavez ,
com 'era giusto , l'ha cele-
brata a Valdocco , nella
Casa Madre, nel santua-
rio di Maria Ausiliatrice
che Don Bosco stesso
costruì , presso l'urna del
Santo. Egli ha celebrato
per la Famiglia Salesiana
e lanciato dal pulpito il
messaggio al MGS, ricor-
dando ai giovani le paro-
le del Capitolo: "Siamo
con voi nella ricerca del-
l'Amore ".
SCUTARI, ALBANIA
L' 8 febbraio il Rettor
Maggiore era a Scutari
presso i salesiani per la
consacrazione della chie-
sa dedicata a Don Bosco.
Numerosa la partecipa-
zione di popolo e auto-
rità, oltre al vescovo con-
sacrante Massacra ed
altri . La prima cerimonia
nella nuova chiesa è
stata la promessa di 7
sette cooperatori salesia-
ni. La festa è stata lieta-
mente chiusa dal corpo di
ballo della scuola delle
FMA.
BS MAGGIO 2003

2.8 Page 18

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PRIMA PAGINA 1
Redazionale
Padre, lei conosce i
salesiani vero?
Come no? lo sono exallie-
vo delle Figlie di Maria
Ausiliatrice. Exallievo dell a
" materna" , co me si dice
adesso. Insomma sono an-
dato all 'as il o di Genazza-
no di Roma tenuto fino al
'48 dal le FMA.
Dunque lei era presen-
te alla posa in loco della
statua di Don Bosco in
Vaticano?
Ci ca pitai per caso. Ero
uno studentello di 16/ 17
an ni che frequentavo il
co ll eg io intern az ion ale
degli agostiniani . Mi me-
ravigliai non poco del po-
sto riservato al vostro san-
to, propri o sopra San Pi e-
tro, e seppi che il progetto
fu del ca rdin ale Pace lli
allora segretario di Stato,
ce rtamente co n l'ava ll o e
la spinta di Pio Xl che di
D on Bosco era più che
devoto.
Che cosa ricorda di
quel giorno?
Una statua enorme imbra-
cata da co rd e dentro un
caste llo di grosse travi che
arrivava fino all a ni cc hi a:
ho visto co rd e, pul egge,
DON BOSCO
IMBRACATO!
Da anni padre Carlo Cremona, agostiniano,
dai microfoni di Rai uno dà la sveglia
agli italiani alle 5,40 del mattino,
annunciando con tratti arguti e simpatici
il santo del giorno. Egli era presente,
quando la statua di Don Bosco "prese casa"
in Vaticano sopra quella di San Pietro
e il quadro di Pio IX. L'abbiamo intervistato.
ve rri ce lli e operai, le mae-
stranze del Vaticano, i
marm orari di Ca rrara ...
Ma non ho potuto ass iste-
re materialmente all ' issag-
gio. In quel momento
hanno chiuso tutto.
Che impressione le ha
fatto quella statua?
Mi è semb rata mastodon-
tica. Poi, quando l' ho ri vi-
sta lassù, in loco, non
sembrava più quella, data
la perfetta proporzione
co l resto . Immagini lei: un
co losso di sei metri co m-
preso il piedistallo, scolpi-
to in un uni co blocco di
marm o che pesa la bel-
lezza di 22 tonnellate . E
mi pare che dicessero che
il blocco grezzo da cui il
Ca noni ca ri cavò que l ca-
polavoro pesasse addi rit-
tura 65 tonnellate. Mi
hanno anche impressiona-
to le due figu re sco lpite
co n lui , il giovane indi o
co n la sua pelliccia .. . di
marmo, e l' altro, fo rse il
piccolo Domenico Sa-
vio ... beh , piccolo mica
tanto co i suoi tre metri e
60 cm di altezza ! Il bloc-
co l' aveva no tirato sul
sagrato co n due gra ndi
argani gi rati a.. . be nzin a
umana, dopo aver fatto
uno scivo lo d i leg no a
copertura dell a scalinata.
C'erano giovani al
momento dell'inaugura-
zione? Che cosa direbbe
ai giovani d'oggi?
Erano tantissimi. Tra le 20
mil a persone presenti più
della metà eran o giova ni .
Ai giovani di oggi direi di
studiare bene questa figu-
ra di sa nto e di .. . lasciarsi
in ca ntare da lui , co me si
lascia rono incantare a suo
tempo i giova ni dell ' Ora-
torio di Valdocco.
MAGGIO 2003 IJS

2.9 Page 19

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PRIMA PAGINA 2
Redazionale
Maestro, sappiamo che
lei è stato un autore di
musica da film. Com'è
RIECCOLO
Come mus ic ista mi accin-
go a riproporre i 150 sal-
mi con la maturità di chi
avvenuta la sua conver-
sione verso la musica
sacra?
MARCELLO
vuo l dire co se nuove
attin gendo anche a form e
musi ca li c lassi c he; tu tto
Non ho dovuto "convertir-
mi " a ness un genere di
musi ca perché la mu sica
GIOMBINI
questo co n l' impegno e la
volon tà di fornire a chi
"prega ca ntando" · un
di per sé non è sac ra
materi ale ass ai vario e
né profa na; le note so no
semp re qu ell e, qu ell a è
l' arm oni ~, qu elli gli stru -
menti ... E iI testo poetico
Autore conosciuto di musica da film, si è fatto
un nome tra i giovani cattolici per la sua
innovativa musica liturgica, a cominciare dalla
adatto a diverse occasioni
liturgiche.
Nel suo sito www.mar-
che rende la musica sacra
o profa na.
famosa messa beat del 1966, e poi coi 150
salmi e numerose composizioni.
cellogiombini.it c'è una
sezione sulla numerologia
e sul suo significato eso-
I suoi 150 salmi asso-
terico. Si dedica anche a
migliano ben poco ai cor-
questo genere di ricer-
rispondenti salmi ebraici.
che?
Chi le ha ispirato quelle
Beh, i numeri nell a Bibbi a
parole?
hann o un a grandissim a
Non ho trascritto le parole
importanza simbolica!
dei sa lmi, li ho interpreta-
Propri o per questo ho seri
ti . Crede che avrei potuto
scrivere tutta quella musi-
E motivi pe r fa rn e un cam-
po di ri cerca.
ca e quei testi se non fo ssi
stato "guidato"? D a chi ?
Provi un po' a indov in ar-
lo ...
Per chi ha scritto il
nuovo CD ROM? È musi-
ca per giovani o per tutti?
Premesso che i giovani
Ha trovato contrasti
non suonano più chitarre e
nei musicologi e nei com-
si ri conosco no nell a musi-
positori, diciamo, ufficiali
ca c lassica, w orld o new
di allora e di oggi?
Age assa i più
A quei temp i ebbi poc hi
che neg li anni
ma ostinati " nemi ci" . La loro reazione fu giusti -
'70, direi che la
fi ca bil e poiché la M essa dei Gi ovani rappre-
se ntò un ve ro e prop ri o affronto al modo di
PAROLA di DIO cP--NTO dell 'UOMo
musi ca del CD è
per tutti , ed è
co nce pire la mu sica sac ra! M a non era così
adatta all ' uso li-
nelle mie intenzioni : avevo voluto proporre un
modo di ca nta re più consono al mondo giova-
nile, dato che il Concilio prevedeva .una parte-
cipazione assembl eare attiva. Avevo addirittu-
ra coniato anche una sorta di sloga n: " Prendi
la chita rra e prega!", dato che la chitarra per i
giovani di quegli anni rappresentava un mez-
zo di aggregazione e di espressione.
Ha poi osservato un lungo silenzio. Ed
oggi ricompare con un CD edito dalla LDC:
Parola di Dio/ Canto dell'uomo. Come mai?
Un a mi a app ass ionata ri ce rca sull a mu sica
bibli ca mi ha " ri chi amato" in ca usa, ma sta-
volta co me musicista, dato che per i testi ho
orm ai una valid a e ispirata co ll aboratri ce.
i nuovi Salmi di
e Marcello
LJIOMBINI
testi di
Maddalena Romeo Boni
turgico . Ci son o
ca nti assembl ea-
ri , so listi ci, inni ,
co ri poli fo ni ci e
" a ca ppell a" . Ho
fatto un parti co la-
re uso dell ' Orga-
no a ca nne e
anche di strumenti
etni ci quali l'.Arpa
celtica, il Bagpipe,
il Fl auto di Pan, il
Fidi le, I' Accordeon
e diversi tipi di
strumenti a percus-
sion e.
BS MAGGIO 2003

2.10 Page 20

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cwuern&M11
RAGAZZO
di Serena
Manoni
D'ALTRI TEMPI
L o si potrebbe presentare con
la piccola talare da chieri-
chetto, ma si rischierebbe il
"motteggio" più o meno sprezzante
dei pari età di oggi. Oppure attra-
verso la sua passione per l'organo e
la chiesa ... Ma i "nostri" attuali tre-
dicenni infatuati di musica elettroni-
ca non gli darebbero udienza nei
luoghi del loro svago o tra i ritmi
delle loro canzonette. Eppure siamo
convinti che Domenichino Zamber-
letti abbia molto da insegnare alle
giovanissime generazioni con cellu-
MAGGIO 2003 BS
lare incorporato. La sua schiettezza,
la sua gioia limpida e contagiosa, la
sua allarmante spontaneità - che lo
spingeva a cantare, suonare, decla-
mare poesie ai clienti dell'albergo
di suo papà, e poi, con la più impen-
sata semplicità, dopo l'inchino di
prammatica, a chiedere la ricom-
pensa: "Ecco qua, ho finito . Beh,
battetemi le mani!" - questo suo
brio schietto e senza fronzoli infor-
matici oggigiorno sarebbero una
manna. Per tutti.
INTELLIGENTE E VIVACE
Domenichino, benché amasse con
tutto se stesso la chiesa, la messa, la
Madonna del Monte, non era per
niente un bigotto, e tanto meno un
ragazzino serioso o triste. Sprizzava
gioia da tutti i pori, ed era furbo e
tutto pepe. Lo dimostrò abbondante-
mente in più di un' occasione, come
quella volta, quando con uno strata-
gemma rinchiuse un gruppo di chie-
richetti venuti dalla città - Varese -
che avrebbero voluto scalzare i suoi
per sostituirli nel servizio del san-
tuario. Si presentò loro offrendosi
con raffinata cortesia di far visitare
la grande e misteriosa cella campa-
naria; quelli accondiscesero affol-
landosi attorno a lui per seguirlo
fuori del santuario fino al seicente-
sco campanile del Bernascone, dove
con fare innocente li invitò ad entra-
re per mostrar loro le grandi campa-
ne, e le enormi corde che servivano
per suonarle a distesa. "Ecco lassù,
guardate!". E quando tutti erano col
naso in aria per ammirare campane e
batacchi, egli sgattaiolò veloce verso
il portone, l'attraversò e lo rinchiuse
a doppia mandata, lasciando gli
ospiti a sorbirsi per un ' ora la loro
dabbenaggine. Solo lui sa come avrà
poi fatto a tenerli buoni, una volta li-
berati.
Domenichino Zamberletti
(24 agosto 1936-29 maggio 1950).
Il 29 maggio di 52 anni
fa moriva un ragazzino
la cui breve vita fu un
capolavoro. Oggi si
stenta a presentarlo agli
scafati giovanissimi dei
nostri tempi, sempre
armati di walkman e
cellulare, sempre intenti
a lanciare chissà a chi,
chissà quali SMS.
Un ragazzo che la preghiera non
intristìva ma rallegrava, anzi, più
lunga era più felice egli appariva, e
meglio passava la sua giornata:
"Mamma, anche se tu mi picchias-
si .. . non mi abbandonerebbe questa
gioia" . Davvero storia di alai tempi,
sto1ia di più di cinquant' anni fa .. .
eppure Domenichino, così lo chia-
mavano tutti, ha qualcosa da inse-
gnare a questi nosl1i figli tecnologi-
ci, pieni di cose ma, spesso, vuoti di
valori, lui che profuma di antichi
valori. E poi, perché antichi? Me-
glio dire perenni.
Del resto noi non crediamo troppo
al vuoto di valori dei nostri ragazzi,
crediamo invece, un po' di più, alla

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Il collegio di Varese ai tempi
di Domenichino.
Santa Maria del Monte, il paese
costruito attorno al Santuario.
mancanza di spessore valoriale dei
genitori; se i figli mancano di valori
vuol dire che s'è svuotato il serba-
toio della famiglia... e della società.
Istituzioni che fanno acqua da tutte
le parti.
ARMONIE
Naturalmente portato alla musica,
spesso Domenichino sedeva all' or-
gano, e suonava con tanto trasporto
e grazia da catturare l'attenzione dei
compagni con armonie improvvisa-
te per lì. Non per nulla a soli nove
anni era pratican1ente diventato
l'organista ufficiale del Sacro Mon-
te, nonché il maestro del coro. Un
fanciullo prodigio, si potrebbe dire.
Un giorno una signora volò verso
l'organo dove il piccolo aveva sfor-
nato uno dei suoi pezzi improvvisa-
ti, rapita da quella dolcissima melo-
L'organo del Santuario,
suonato da Domenichino.
dia: "Dov'è lo spartito, vorrei co-
piare la musica dello stupendo mo-
tivo che ho sentito poco fa!". "Lo
spartito? Mah! Non c'è. E io non ne
ricordo più nemmeno una nota!". E
non erano pochi a rimanere imbam-
bolati e increduli quando, cercando
l'organista del santuario, si trovava-
no di fronte quel frugoletto biondo,
alto un soldo di cacio e perenne-
mente sorridente.
IN COLLEGIO
Quando andò in collegio presso i
salesiani di Varese per frequentare
le medie, divenne ben presto un
modello per tutti. Sensibile, genero-
so, aperto, pronto a dare una mano a
chi ne avesse avuto bisogno. Un
collegiale perfetto insomma. Tre
suoi vecchi compagni di scuola
l'hanno ricordato dai microfoni di
"Radio Missione Francescana". Di
lui hanno messo in evidenza la lu-
minosità del volto, il grande racco-
glimento durante la preghiera in
cappellina dove spesso si ritirava
anche in tempo di ricreazione, e la
gioia che sprigionava dovunque si
trovasse e in ogni circostanza. I suoi
familiari a loro volta ricordano l'in-
credibile forza dimostrata durante la
malattia, quando, lentamente consu-
mato dalla leucemia, era lui che
confortava coloro che salivano a
trovarlo al Sacro Monte, dove abita-
va, figlio del più noto albergatore
del luogo, e rimanevano scioccati
nel vederlo ridotto in condizioni
pietose dal terribile male, eppure se-
reno. Dopo che ebbe lasciato la casa
salesiana a causa del terribile male
che lo aveva colpito, i suoi compa-
gni e amici ne sentivano tanto la
mancanza che decisero di recitare il
"Rosario" tutti i giorni, perché la
Madonna che egli tanto amava ope-
rasse il miracolo di restituirlo alla
loro compagnia.
E] In collegio aveva fatto presto a
conquistare un grande ascendente.
Non solo e non tanto per la sua in-
telligenza e le sue capacità musicali,
canore o scolastiche, quanto piutto-
sto per quella infinita bontà che lo
rivestiva dalla testa ai piedi. Riusci-
va a toccare il cuore degli altri, rive-
lando così l'amabilità inarrivabile
del suo. Ogni mattina, prima della
scuola l' appuntamento era in cap-
pella, davanti al quadro dell' Ausi-
liatrice con Don Bosco e Domenico
Savio. Domenichino sembrava col-
loquiarci con quei tre, come con
grandi amici. Molti ragazzetti anco-
ra oggi, nonostante le diavolerie
dell'informatica, si creano un amico
immaginario col quale parlano nei
momenti di solitudine, quando
hanno qualche problema da risolve-
re, qualche confidenza da fare, qual-
che pena da confidare... Domeni-
chino, il suo amico era Domenico
Savio. Con lui parlava, si sfogava,
si confidava.
E l'amico lo prese con sé pro-
prio l'anno in cui veniva procla-
mato Beato e nel mese della loro
comune maestra, Maria Ausilia-
trice. Era poco più piccolo di lui:
morì, infatti, di leucemia il 29
maggio 1950, non aveva ancora
compiuto i 14 anni.
O
BS MAGGIO 2003

3.2 Page 22

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LEifERA Al GIOVANI
FIORIRA
Carissimo Don Elio,
grazie della tua amicizia, della lunga chiacchierata
tra la polvere e la sabbia di quella cittadina
a 150 km da Addis Abeba.
Non esito a definirlo "Il tuo giardino".
In quel deserto sono fiorito.
Con te mi sento come con me stesso;
un male improvviso ti ha portato via dieci anni fa.
Mi hai dato una frequenza e su quella sono sinto-
nizzato.
Da tanti anni.
Sono tue confidenze.
Dovunque tu sia, qualunque sia il tuo deserto,
sappi che c'è un giardino in fiore nel nostro cuore.
Non occorrono studi o conversioni di vita per per-
~epirl0.
E sufficiente fare per i poveri, per Dio
ciò che di solito facciamo per conto nostro
e per noi stessi...
Il tuo segreto è vivere illuminato, sano, innamorato,
perché Dio è come il sole, l'aria, l'amore.
Eureka, eureka!
Hai trovato "il tesoro nascosto" del campo.
Dove cercare Dio'?
Non lontano da te: siamo assediati dai poveri.
Sono i pilastri della nostra vita spirituale.
Se li accogli, impari ad amare Dio senza fatica.
Se li ami, dimentichi te stesso senza rimpianti.
Se vivi con loro, respiri ossigeno puro, assapori il
Pane della vita,
ti disseti alla fonte dell'Acqua viva.
Ti ricordo povero.
Vedo ancora le tue ciabatte.
"Basta che mi vengano dietro" come "i miei poveri".
Buono, affabile, entusiasta, esplosivo.
La tua vita in mezzo ai poveri è stata una immer-
sione in Dio,
una vera adorazione interiore,
una vacanza che non finisce più.
Ho paura di sciuP.are tutto con i miei pensieri.
Ti lascio due parole: "Il deserto fiorirà".
Due rotaie per arrivare a destinazione.
Coltiva il giardino dentro di te.
I fiori dell'aiuola richiamano i colori della terra, il
profumo dei sentimenti, la bellezza della vita.
Caro giovane amico/a,
ho conosciuto Don Elio, sacerdote, missionario,
salesiano.
Ho scritto di lui per te.
Per me.
Elio è ognuno di noi.
Aff.mo
Carlo Terraneo
MAGGIO 2003 IJS

3.3 Page 23

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••••••••••••••••••••••
i===;;;::;;;;=;;;::;;;;;;;;;;;;;==il : Un importante museo ora acquisito dal Banco Centrai
di Cuenca (Ecuador) è stato iniziato e sviluppato
da un grande salesiano italiano, il padre Carlo Crespi
nato, terzo di tredici figli, nel 1891 a Legnano (Ml)
. e morto nel 1982 a Cuenca, dove spese il meglio di sé.
•••••••••••••••••••••
•••
••••
MUSEI SALESIANI ·~>
--~~
"'-.·''·.:-..
••••••••••••••••••
MUSEO ANTROPOLOGICO
PADRE CARLOS CRESPI
DICUENCA
di Natale Maffioli
Una storia che viene da lontano. Caiiari, Inca e, infine, i conquistadores
spagnoli intrecciano le loro vicende nella regione di Cuenca. L'arrivo
dei salesiani e in seguito del padre Crespi. Il museo e la sua vicenda:
dalla scuola salesiana Cornelio Merchan al Banco Centrai.
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Facciata del museo del Banco Centrai , succursale di Cuenca,
dove sono esposti i diversi pezzi archeologici, etnografici e artistici
che appartenevano al padre Crespi.
:•••L=======~==:=~===================:;;=:=::;;;;::;;;:==
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MAGGIO 2003 • • •

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
della loro terra ai cronisti spagnoli
descrivendo i templi dorati ed
altre meraviglie; difatti, quando i
conquistatori giunsero a Cuenca
trovarono solo rovine e la città at-
•••••••••••••
tuale fu fondata nel 1557.
La popolazione e l'importanza
di Cuenca si sono accresciute du-
rante l' epoca coloniale, e hanno
raggiunto una situazione di relati-
va importanza durante i primi
anni dell'indipendenza dell'Ecua-
dor. La città è divenuta la capitale
(assieme a Guayaquil e a Quito)
di una delle tre province che
hanno composto la repubblica
nascente.
PADRE CRESPI
E I SALESIANI
I salesiani giunsero a Cuenca
Anonimo del sec. XVIII: La Vergine
della Misericordia.
nel 1893 e vi fondarono una casa
Ritratto del padre Carlos Crespi. dedicata al Sacro Cuore. Tra i vari dell'Università di Padova, dove si
•••••••
La storia del Cuenca, una delle
principali città dell ' Ecuador,
comincia molto prima del-
1' arrivo di conquistatori spagnai i,
rei igiosi che si avvicendarono
nella gestione e nell' insegnamen-
to, uno dei più significativi fu cer-
tamente padre Carlo Crespi .
Carlo era nato a Legnano (Ml) nel
1891. La sua vocazione sacerdo-
tale e salesiana maturò nel colle-
gio salesiano Sant'Ambrogio di
laureò nel 1921 , e al conservato-
rio. In Ecuador giunse nel 1923, e
si impegnò nella produzione di
una pellicola che descriveva gli
usi e i costumi degli Shuar, una
popolazione indigena dell' alta
Amazzonia. Successivamente col-
laborò al la preparazione del la
persino prima degli Inca. La città Milano. Dopo il noviziato a Fo- grande Mostra Internazionale
era originalmente un insediamen- glizzo e gli studi teologici, fu or- Missionaria, tenuta in Vaticano, a
to dei Cafiari chiamato Cuapon- ainato sacerdote nel 1917. Si illustrazione delle missioni catto-
deleg, e si ritiene che sia stata fon- iscrisse alla facoltà di scienze liche; nei tre grandi padiglioni
data intorno al 500 a.C. li termine
messi a sua disposizione il padre
Cuapondeleg si può tradurre con
"terra grande quanto il cielo".
Meno di mezzo secolo prima
dell'arrivo dei conquistadores, gli
Inca, dopo un'aspra guerra, ave-
vano sottomesso i Canari, occu-
pato Cuapondeleg e il territorio
circostante. Nonostante l'architet-
tura inca subentrasse a quella dei
Canari, i loro successi in campo
agricolo e le loro conoscenze
astronomiche non furono abban-
donate; era una consuetudine de-
gli Inca quella di assorbire la cul-
tura dei popoli sottomessi. Subito
dopo la sconfitta dei Canari, il
comandante inca, Tupac Yupan-
••
qui, ordinò la costruzione di una
grande città, chiamata Pumapun-
go, "il portello del puma", la cui
magnificenza doveva superare
•••••"
quella della capitale Cuzco. Gli Antonio Salas, sec. XIX: Vergine
indio hanno tramandato la storia
Madre .
Anonimo del sec. XVIII: Vergine
Regina e Madre.
: • • MAGGIO 2003 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 4

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Anfo(e della cultura inca.
•••••••
Monumento al padre Crespi dello scultore Wolfram
Palacio Collman (1989).
Crespi racco lse pi ante, strumenti
di guerra, pezzi di cerami ca e
tanti altri prodotti dagli indigeni
ecuadoregni che aveva stipat i in
35 grandi casse durante il vi aggio
in mare durato 25 giorni . Fu un
grand e su ccesso.
Nel 1927 giunse a Cuenca do-
ve iniziò, o per meg lio dire conti-
nuò, un ' intensa attività didatti ca
e di raccolta di materi ale che in Tripodi della cultura tocalshapa.
seguito si co nfi gurerà come un
museo .
IL MUSEO
La vita del Museo fondato da l
••
padre Crespi è decisamente movi-
mentata: nel 1935 la sua co llezi o-
ne vantava già diversi pezz i ar-
cheol ogici (a l termin e dell a vita di
questo grande salesi ano si potran-
no contare più di 5000 esempl a-
I
Anonimo del sec. XVII/XVIII:
La Vergine coi santi dell'Ordine
mercedario.
ri ); in seguito si arri cchì di una
raccolta di quadri, che aumentò alimentato il mercato anti quaria le
fino a raggiungere il numero di internaz ionale. M o lti pezz i sareb-
187 pezzi ; la co llezi on e di scultu- bero di certo andati ad arri cchire
re annovera ben 132 opere, più le co ll ez ioni pri vate, depauperan-
un' ingente quant ità di ce ramica do il pubbli co e la naz ione di un
d'epoca coloni ale. La paziente e benefi cio senza eguali .
perseverante opera di don Crespi Il 19 luglio 1962 il mu seo corse
è stata anche di natura soc iale e il rischio di essere divo rato da un
culturale: la sua impresa ha con- incend io che di stru sse la scuo la
Compotera, anfora per alimenti.
servato all a naz ione un patrim o- Corn elio Merchan che lo ospita-
nio che, altrimenti, avrebbe varca- va. La fo rtun a ha vo luto che so lo
to i co nfini dell o Stato e avrebbe pochi pezz i andassero perdu ti.
2 003 • • • BS MAGGIO 1 • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
•••••••••••
Serie di anfore della riserva archeologica.
Sedile zoomorfo a forma di cane.
L'opera di ri costruzione riprese ne. Nel 1980 il museo fu ced uto
immediatamente e così pure il al Banco Centra i de l Ecuador che
riallestimento del settore esposi- corri spose all a casa salesiana
tivo.
dieci milioni di sucres, una som-
ma da uti li zza re nelle urgenze,
UN MUSEO IN CAMBIO
DI UNA SCUOLA
soprattutto ed ucative: completare
l'opera di riedificazione e di rial-
lestimento della scuola Cornelio
••••••••••••
Le scarse risorse finanziarie,
una scuo la da ri costru ire dopo
l'incendio e da ril anciare nei suoi
Merchan.
Il padre Carlos morì il 30 ap ril e
del 1982, dopo aver dedicato tut-
programmi, l' impossibilità di ade- ta la sua vita a favore del la gio- Anfore antiche.
guare il museo alle nuove esigen-
ze di sa lvaguardia e di sicurezza
degli ambienti hanno fatto sì che
la comunità sa les iana prendesse
un'importante e dolorosa decis io-
ventù di Cuenca e de ll a cultura
del l'Ecuador.
IL BANCO CENTRAL
Il Museo di don Crespi è forma-
to da una sezio ne archeologica;
questa è composta da un consi-
stente numero di reperti; l'acq ui-
sto da parte del Banco ha com-
portano una disam ina dei pezzi:
5000 di questi sono stati ricono-
sciuti origina li , un buon numero
di scarso va lore o falsi.
I 187 esemp lari che compongo-
Le opere di scultura sono, dice-
vamo, 132; anche in questo caso
prevalgono soggetti sacri: Cristi ,
Madonne e santi. L' esecuzione
ri entra nell a catego ri a delle opere
devozionali.
La racco lta etnografica è costi-
tuita da un bel gruppo di cerami-
che co lonia li: 50 orci e 216 tra ti-
nozze, giare, o lle, cantari e altri
esemp lari de ll o stesso genere.
Con l' acq ui siz ione del Museo
Crespi, il Banco Centrai del Ecua-
•••••••••••••••
no la ga ll eri a di dipinti sono dor vuole conservare e arri cchire
opere di diversa natura: tele, ta- la consistenza del patrimonio
vo le, opere su metallo, su vetro e cultu ra le naz ional e. Una grande
su pietra . I temi narrati sono, nel- biblioteca, affiancata all e racco l-
la stragrande maggiora nza, sacri: te, offre ulteriori possibilità di ap-
scene dell 'Antico e Nuovo Testa- profondimento e studio. Anche se
mento, santi e Madonne, martiri il ri su ltato de ll ' opera indefessa di
e angeli. L'epoca di esecuzione don Crespi non è più osp itato tra
delle opere spazia dal XVII I al le mura della casa sales iana, tut-
XIX secolo. Integrata con le ulte- tavia la sua ered ità, come era di
riori acq ui sizio ni del Banco, il sicuro nelle sue intenzi oni , rim a-
nuovo allestimento presenta una ne a favore della co ll ettività di
Anonimo del sec. XVIII/XIX:
Vergine Regina e Madre.
esauriente panoramica della pit- Cuenca e a servizio dell'intera
tura ecuadoregna.
naz ione.
• • • MAGGIO 2003 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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GIARDINIERI
DI IMMAGINI
e aro Doctor J. , troppo,·
((
questo è davvero
troppo! Eppure non
credo che si arriverà a chiudere il
rubinetto delle immagini violente
che dilagano sui nostri piccoli e sui
nostri adolescenti. Dopo anni di
discussioni sull'influenza o meno di
queste immagini sulla condotta dei
giovani, è sempre più difficile nega-
re il loro impatto reale e negativo.
Dovunque, sento il medesimo ritor-
nello da parte degli insegnanti: «I
bambini della scuola materna non
obbediscono più, urlano come
ossessi; alla scuola primaria non
riescono a restare tranquilli per più
cinque minuti, sono perennemente
in procinto di muoversi, di bisticcia-
re per sciocchezze e le angherie
aumentano; nella secondaria non
sanno più concentrarsi, si sfogano
con la volgarità e il vandalismo ".
Questo è davvero troppo. È tempo
di mettere un freno. I genitori e gli
educatori si sono lasciati intimidire,
essi devono far sentire la loro voce
per ristabilire un po' d'ordine.
Edith , Padova
Cara Edith,
La necessità di «mettere un freno»
è invocata in molti campi: la corsa
agli armamenti , il gigantismo eco-
nomico, le ricerche sulla clonazio-
ne, le biotecnologie. Occorre sem-
pre domandarsi fin dove si può arri-
vare in questa direzione, prima che
si utilizzi la parola freno, o limite sia
per un piccolo che per un grande
Paese. Perché si vuole questo limi-
te? Verso dove si vuole andare?
Ciò detto, personalmente sono
del parere che mettere dei limiti
sia necessario e urgente. Ma sono
altrettanto convinto che la censura
non può pretendere di risolvere tut-
to da sola. Il dibattito attuale attor-
no alle immagini violente o sconve-
nienti, trasmesse un po ' da tutti i
media, non può essere risolto con
l'interdizione di diffondere certi
spettacoli giudicati "malsani".
Saremmo rassicurati, forse, ma è
come giocare al gioco dell'albero
che nasconde la foresta.
Voglio dire che oggi , la discussione
sulle immagini e/o sugli spettacoli
trasmessi è inseparabile da una
riflessione generale sulla qualità
della vita. È l'insieme delle nostre
relazioni con le immagini che invo-
ca una evoluzione , e questa non
può essere guidata che dal deside-
rio di vivere in pace con l'insieme di
un ambiente naturale visivo che noi
avremo sempre più difficoltà a con-
trollare. In questo caso , quelli che
sognano di risolvere tutto ponendo
dei limiti rischiano di smontarsi rapi-
damente.
L'influenza che esercitano le
immagini su ragazzi e adolescen-
ti va posta sullo stesso piano del-
l'influenza che esercita su di loro il
cerchio familiare o il gruppo di ami-
ci. Voglio dire che non è l'immagine
da sola che influisce sulla condotta
di una persona : è invece il modo
con cui noi ci appropriamo delle
immagini, il modo in cui le interpre-
tiamo. Ora, questo avviene sempre
a partire da una storia personale.
Che cosa c'è in noi che ci fa paura,
che ci mette rabbia, che suscita il
nostro risentimento?
Ma parlare così è ancora focaliz-
zarsi sul negativo, sulla zizzania.
Non dimentichiamo che esiste
anche il buon grano, non dimenti-
chiamo insomma di "pensare positi-
vo": che cosa c'è in noi che ci ras-
sicura, ci fa piacere, tranquillizza il
nostro spirito, ci stimola e ci mobili-
ta?
San Francesco di Sales osser-
vava che gli uomini preferivano
camminare nel fango piuttosto che
nei giardini, allora cominciò a parla-
re della preghiera come della
introiezione di immagini buone e
belle. In un 'epoca segnata dalla
brutalità, delle guerre, dalle care-
stie, da lacerazioni religiose, ecc .
egli usa un linguaggio fatto di
immagini dolci (senza essere sdol-
cinate), amabili, rasserenanti. Ha il
coraggio di paragonare la preghiera
a una passeggiata in un bel giardi-
no. E insiste sulla necessità di con-
cedere all'anima affaticata un po' di
silenzio , di solitudine, di pace; e
perché impregni tutta la giornata, la
preghiera deve finire con qualcosa
di speciale che san Francesco
di Jean-François Meurs
chiama "piccolo bouquet", qualcosa
che possa accompagnarci nell'arco
delle ventiquattro ore.
Proibire è fare il vuoto, ma non
basta: occorre popolare questo
vuoto di immagini positive. E per
questo, è necessaria tutta l'immagi-
nazione per creare "delle aiuole di
immagini" benefiche. Mi ricordo,
quand'ero fanciullo, di una giornata
in cui facevo il matto. La «punizio-
ne » che mi hanno dato è stata di
andare a sedermi in giardino
davanti a un 'aiuola di fiori. Mia
madre sapeva che un 'aiuola fiorita
attirava una moltitudine di farfalle.
Questo spettacolo mi ha acquietato
e ha risistemato le idee. Il proble-
ma è come aiutare i fanciulli a
cogliere immagini positive, ad avere
momenti di gioia. A tal proposito
dobbiamo domandarci quali siano i
nostri tempi di preghiera, se faccia-
mo mai una "passeggiata" tra le
parabole, se raccontiamo mai epi-
sodi del Vangelo che è "Buona
Novella". Insomma, sappiamo pre-
gare con le immagini? Insegnia-
mo ai nostri ragazzi a pregare
davanti alla TV?
Penso a quel vecchio soldato
che alla fine della sua vita scrive:
«Guardando la televisione durante
la mia degenza in ospedale mi
capitava che anche nei programmi
più banali e insipidi, se scorgevo,
magari solo per un istante, un po'
di natura, un uomo che si applicava
a un'attività artigianale, o un angolo
di fattoria con qualche cavallo, ave-
vo dei momenti di piacere, di sollie-
vo, addirittura di felicità".
Non c'è tempo per abbattersi,
bisogna operare un rimboschi-
mento dell'anima e occorre colti-
vare i nostri giardini interiori.
BS MAGGIO 2003

3.8 Page 28

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Religiose e religiosi partecipano oggi attivamente
FATTI DI
di Graziella Curti
CITTADINANZA È ormai abituale vedere
una partecipazione
numerosa di religiose
e religiosi alle
manifestazioni che si
realizzano a livello
mondiale, nazionale
e locale in favore della
giustizia e della pace.
Quali i motivi di questa
scelta? Per quale
finalità?
1° gennaio 2003: pace in tutte le terre, manifestazione organizzata
dalla Comunità Sant'Egidio e dalla USG, USMI (più altri organismi).
A l Forum mondiale di Porto
Alegre (Brasile) nel gennaio
scorso, le religiose/i hanno
registrato una forte presenza (4000
circa). Una quota record, all'interno
dell'assemblea dei centomila parte-
cipanti. Lo stesso afflusso si è veri-
ficato in occasione delle manifesta-
zioni mondiali a favore della pace
nel febbraio scorso e si ripete rego-
larmente per incontri o manifesta-
zioni sulle tematiche di solidarietà,
giustizia. È stato chiesto a frate! Al-
varo Rodriguez, presidente dell' U-
nione Superiori Generali (USG), il
perché di questo nuovo stile di par-
tecipazione diretta a fianco della so-
cietà civile. "Mi pare che la presen-
za nelle manjfestazioni - ha risposto
- sia un segno molto chiaro che la
nostra opzione è per la vita, per i
poveri e per coloro che soffrono. Mi
piace molto il termine inglese pace-
maker, credo che definisca molto
bene l'atteggiamento che dobbiamo
MAGGIO 2003 BS
vivere sempre, come educatori, pa-
stori, servitori. Un no alla guerra
deve tradursi in un sì alla vita" .
La stessa motivazione è stata data
dalle 25 Figlie di Maria Ausiliatrice
che hanno partecipato al Forum di
Porto Alegre. Hanno sottolineato
che ad attivare il motore della co-
scienza delle religiose/i è il fatto
che condividono il sentire dei pove-
ri: quei poveri che vivono ai margi-
ni delle città, che abitano attorno a
una montagna di spazzatura, che su-
biscono le pesanti conseguenze di
un sistema che mette l' economia al
primo posto dove invece ci dovreb-
be stare il bene comune.
L' essere presenti è un'occasione
da non perdere per un confronto su
scala mondiale e perché ciascuna
suora, tornando alla propria comu-
nità, può farsi portavoce e testimone
di una possibile azione comune al-
ternativa alla globalizzazione capi-
talista. E la gente intuisce tali moti-
vazioni. Allora chiede, insieme alla
riflessione e a progetti solidali,
anche questo tipo di visibilità ai re-
ligiosi/e. Chiede compagnia nella
difesa dei diritti umani. Al termine
della marcia per la pace, a Roma,
alcune suore si sono sentite dire:
"Sorelle, venite sempre a questi ra-
duni, non solo oggi. Quando la
gente scende in piazza, vuol dire
che il popolo soffre".
LA RIVOLUZIONE
DELL'ACQUA
Riccardo Petrella è professore al-
l' Università Cattolica di Lovanio e
Anche le FMA hanno partecipato
alla manifestazione della pace.

3.9 Page 29

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a manifestazioni della società civile.
segretario Generale del Comitato
Internazionale per il Contratto Mon-
diale dell'Acqua. Si deve a lui e ad
alcuni suoi collaboratori se il tema
vitale dell'accesso all'acqua è entra-
to a far parte, oltre che del dibattito
politico e scientifico, anche della ri-
flessione e azione capillare della
gente. La passione di Petrella è nota
ormai anche alla maggior parte di
religiosi/e che hanno partecipato ai
suoi inconlli nelle varie parti del
mondo. Affollatissimo è stato il suo
intervento a Roma nel febbraio
scorso a cui è seguito il I Forum
mondiale dell'acqua a Firenze nel
mese di marzo. Molte le iniziative
concrete che religiosi/e hanno
messo in atto: convegni locali; gior-
nate di documentazione e studio che
si sono spesso tradotte in unità di-
dattiche nella scuola o nei circoli
culturali. In alcune comunità si è
preso l'impegno di autodelimitazio-
ne dell'uso dell'acqua e si sono
esposte le bollette di pagamento.
Molte congregazioni stanno facendo
opera di divulgazione del problema
attraverso i propri strumenti infor-
mativi. I missionari/e, che vivono a
contatto diretto con popolazioni in-
tere che non hanno accesso all'ac-
qua e ne registrano le mortali conse-
guenze, stanno muovendosi per sol-
lecitare interventi da parte di asso-
ciazioni di volontariato e sensibiliz-
zare su nuove forme di gestione
111 prof. Petrella dell'Università
Cattolica di Lovanio parla sul tema
dell'acqua, il grande dibattito
politico e scientifico del momento.
pubblica delle risorse idriche, fon-
data sulla partecipazione dei cittadi-
ni. Sono tre gli scenari che il profes-
sor Petrella delinea per i prossimi
15/20 anni.
Il primo è quello in cui 3 miliardi
di persone non avranno accesso al-
l'acqua potabile, con le relative
conseguenze. Il secondo è uno sce-
nario di compassione: saranno i ric-
chi a fare gesti di assistenza sociale
verso i più poveri. Il terzo è quello
del vivere insieme, fondato sulla
giustizia e la solidarietà. Per questo
si battono religiosi/e. Per questo,
appunto, stanno realizzando prati-
che di sensibilizzazione nella scuo-
la, nei gruppi di volontariato, nei
movimenti e organizzazioni della
società civile. Per questo si compro-
mettono anche in manifestazioni, in
marce, in campagne dando visibilità
e forza alla loro utopia di umanizza-
zione.
PER LE STRADE
DELLA RETE
Anche sulle strade web i religiosi/e
aumentano ogni giorno di più. Mi-
gliaia sono i siti gestiti dalle congre-
gazioni e non si limitano ad essere
vetrine autoreferenziali, ma aprono
finestre sul mondo, segnalano pro-
blemi, campagne, convegni, gruppi
e movimenti impegnati nella dire-
zione della pace, giustizia e solida-
rietà. C' è chi cammina virtualmen-
te, ma non per questo meno real-
mente, a fianco delle donne chiaren-
done i problemi, segnalando moda-
lità di intervento contro le violenze
nei loro confronti. C'è chi, attraver-
so agenzie on fine, dà voce a perso-
ne e popoli che vengono ignorati
dai media ufficiali. C' è chi rende at-
tivo un osservatorio sui giovani o
costituisce oratori in rete. C'è chi
accompagna con la posta elettronica
il cammino di vita di centinaia di
persone.
Non mancano richiami al digiuno
e alla preghiera come quando, in oc-
casione della visita al Papa del
primo ministro irakeno Tareq Aziz
nel febbraio scorso, in poche ore,
sulla rete è passato un messaggio
che invitava i missionari/e a sosti-
tuire il pranzo con un'adorazione
I L'agenzia FEMMIS tenta di dare
voce alle donne del Sud
del mondo che voce non hanno.
personale e comunitaria. Nello stes-
so comunicato si definivano i mis-
sionari come "esercito disarmato,
ma pronto a tutto, capace di unirsi
con tutte le donne e gli uomini di
buona volontà pur di difendere i di-
ritti di ogni razza e ogni religione".
Per dare maggior visibilità all'impe-
gno, si proponeva pure di esporre la
bandiera arcobaleno alle finestre
degli istituti.
Tutti i giorni, comunque, per le
strade web corrono appelli, segnali
di cittadinanza, eco di quelle Beati-
tudini tanto paradossali, ma vere
che sono uscite dal cuore del Figlio
di Dio. Insomma, anche sulle strade
elettroniche, religiosi/e camminano
accanto a uomini e donne di tutto il
mondo, come cittadini secondo il
Vangelo. È una marcia che include
le differenze etniche, religiose, poli-
tiche. Vuole la pace senza se e
senza ma. Non ammette esclusioni.
Soprattutto, è stato detto, la parteci-
pazione dei religiosi/e alle manife-
stazioni e movimenti non vuole es-
sere fine a se stessa, ma, secondo le
regole della cittadinanza evangelica,
vuole portare ad una vita coerente,
profumata di fatti.
BS MAGGIO 2003

3.10 Page 30

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SANTITÀ
~ '1/A¼9fNA
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TEMPI E
LA MADONNA
DI DON BOSCO
L'immagine
di Maria Ausiliatrice
della basilica di Torino
tra storia, arte
e spiritualità
di Paola Farioli ,
ELLEDICI ,
Leumann (To) , 2002
pp. 164
La Basilica di Maria Au-
siliatrice, fatta costruire
da Don Bosco, è un
segno tangibile della
spiritualità mariana che
ha sostenuto la sua
grande opera educativa.
Il tempio è uno spazio
solenne che racchiude
le più significative me-
morie salesiane, punto
di riferimento fondamen-
tale per la devozione
mariana. L'autrice rac-
conta come si è svilup-
pata la venerazione per
l'Ausil iatrice, a partire
dall'Europa centrale fino
a espandersi nel conti-
nente e nel mondo. La
pala dell'altare maggio-
re , del Lorenzone, è
stato uno dei principali
veicoli in questa azione
di diffusione. Nel libro si
descrivono le motivazio-
ni del progetto iconogra-
fico nonché le tecniche
adottate dal pittore, per
rendere più incisiva e
parlante l'immagine .
VITA DI DOMENICO
SAVIO
di San Giovanni Bosco.
Trascrizione
di Teresio Bosco,
ELLEDICI ,
Leumann (To), 2002, pp. 200
LA SOCIETÀ
DELL'ALLEGRIA
di Mario Carollo,
Grafitalica,
Napoli , 2001 , pp. 152
Don Bosco, piangendo di
commozione , scrisse la
breve vita di un alunno del
suo Oratorio, morto poco
meno che quindicenne :
san Domenico Savio. Oggi
è conosciuto come il "san-
to delle culle". Nel testo,
accanto alla vita scritta da
Don Bosco e trascritta
nella lingua di oggi, ci sono
le notizie e i fatti che i 28
testimoni giurati racconta-
rono durante la causa della
sua canonizzazione . Il se-
condo libretto descrive
come Giovanni Bosco , se-
minarista a Chieri, fondò la
Compagnia dell'Allegria.
L'autore ne descrive la sto-
ria, il significato apostolico,
le caratteristiche cristiane.
Domenico è il frutto più au-
tentico di questa spiritualità
se a un amico dell'Oratorio
ne sintetizzò lo spirito con
una frase lapidaria: "Qui
facciamo consistere la
santità nello stare allegri ".
L'IMMACOLATA CONCE-
ZIONE PROMESSA DI
PUREZZA
di Jean-Claude Michel ,
L. E. Vaticana ,
Roma, 2001 , pp. 70
PELLEGRINI
DEL CUORE
Riflessioni su 31 santuari
mariani
di Fernando Di Stasio,
Ed . Segno,
Udine, 2002, pp. 96
Il primo volume aiuta a ri-
flettere sulla purezza origi-
naria di Maria che per gra-
zia è preservata da ogni
peccato, ed anche dalla
corruzione del corpo nel
"sonno della morte". Così
Dio vuole purificare ogni
credente perché tale "gra-
zia" è promessa nel batte-
simo quando ci si riveste di
Cristo. Si deve entrare con
fede nella contemplazione
del mistero e lasciarsi gui-
dare verso la somiglianza
con Cristo. Il secondo vo-
lume descrive i santuari
mariani che sono luoghi
santificanti e santificati ,
perché Dio vi si è mostrato
con l'abbondanza delle
sue grazie . La Chiesa con-
sacra questi luoghi perché
il popolo vi si raduni in pre-
ghiera e si unisca al sacrifi-
cio eucaristico. Il pellegri-
naggio ai santuari mariani
aiuta a entrare in uno stato
di conversione in libertà di
spirito .
... ~-·
ICONOGRAFIE MARIANE
Da Collodi a Luzi
di Stefano Profeti ,
Gruppo Edicom ,
Cerro Maggiore (Mi) , 2002
pp. 240
STEFANO PROFETI
Iconografie
mariane
DA COI.LODIA l.l!Z-1
GRUPPO EdiCOM
Maria di Nazareth , nella
sua duplice connotazione
di Vergine e Madre, è pre-
sente nella letteratura ita-
liana del Novecento in per-
sonaggi femminili creati
non solo da autori di ispira-
zione cristiana, ma anche
da quelli che non dichiara-
no una loro matrice religio-
sa o la rifiutano . Essi trat-
tano con abilità e in manie-
ra tutt'altro che esornativa
una materia così ardua,
aiutati dalla struttura delle
invocazioni lauretane. Così
le icone e le evocazioni
trovano il loro più congruo
significato simbolico. In
queste espressioni artisti -
che e letterarie vengono
coniugate religiosità e ten-
sione verso gli strumenti
dell 'espressione artistica.
Riferimenti biblici e dimen-
sione storico/culturale so-
no le matrici entro cui si
precisa il progetto letterario
relativo alla Madre di Cri-
sto .
MA GGIO 2003 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~E~
5pf RfTUA
CULTURAL
PREGHIERA E VITA
Collana dell'Istituto
di Spiritualità dell'UPS
È il primo fascicolo di una
nuova serie che ha lo sco-
po di offrire ai membri della
famiglia salesiana, sulla
scia degli insegnamenti
degli ultimi Superiori Mag-
giori, degli spunti per una
riflessione sufficientemente
ampia e ben fondata su te-
matiche connesse al vissu-
to spirituale e alla missione
educativa e pastorale sale-
siana. In questa riflessione
si aiuta a meditare sulla
preghiera che deve anima-
re il quotidiano, se si vuole
rispondere alla propria vo-
cazione in un mondo seco-
larizzato, che dedica sem-
pre meno spazio a Dio.
S Quademidi
· Spirirualità "'"'" ""'
...._. Salesiana
PREGHIERA
EVITA
La ricca proposta, realizza-
ta con il contributo di diver-
si esperti , si colloca nel
cuore della cultura attuale
e la contesta dal suo inter-
no, per farne risaltare il bi-
sogno di una presenza
dello Spirito che animi la
missione tra i giovani e il
popolo.
NON SI FA V ENDITA PER
CORRISPONDENZA. I libri
che vengono segnalati s1pos-
sono acquistare presso le libre'.
rie cattoliche o vanno nch1est1
dirett amente alle rispetti ve
Editrici.
FUTURO DELL'UOMO E
SPERANZA CRISTIANA
Strumenti di riflessione
e di lavoro
a cura del Servizio Nazio-
nale Progetto Culturale
della CEI,
ELLEDICI ,
Leumann (To), 2002
pp. 142
Il volume riprende i temi
del IV Forum del progetto
culturale e li sviluppa in un
più ampio confronto. Nella
prima sezione si fa il punto
su alcune grandi tendenze
in grado di dar forma al fu-
turo , a partire dai suoi
aspetti più concreti. La se-
zione successiva ospita tre
documenti che propongo-
no tre percorsi di approfon-
dimento: lo statuto antro-
pologico della persona, le
frontiere di interazione tra
tecnologia e corpo umano,
la questione della "catena
generazionale". La terza è
sezione di suggestioni, di-
battiti , schede di libri e di
film che propongono un
modo alternativo di affron-
tare i problemi. 11 materiale
è destinato alla lettura
personale , ma può essere
utilizzato per momenti di
incontro e di lavoro.
-c-,.-~- ~
S,it 'llll)....-..Ufl!l•-l'l>""t-
Futuro
deesllp'UeOrdMnOld
cristiana
ARMIDA BARELLI
Un'esperienza di mistica
apostolica laicale
di Maria Rosaria
Del Genio,
Libreria Editrice Vaticana,
Roma, 2002, pp. 228
A circa cinquant'anni dalla
sua morte che cosa dice
ancora oggi Barelli ai laici
del XXI secolo in un'Italia
profondamente cambiata,
in un mondo diventato vil-
laggio globale, in cui la
missione è ancora andare
lontano tra i popoli , ma è
soprattutto l'accogliere qui?
Che cosa può dire alle città
multietniche in cu i usi , co-
stumi, religion i devono tro-
vare un rispetto reciproco
e un modo di dialogare
perché gli uomini siano ri-
spettati nella loro dignità?
Dagli scritti emerge la figu-
ra di una donna che non
ha avuto paura delle diffe-
renze , non ha avuto paura
di confrontarsi, ha accolto
e imparato a leggere i se-
gni del mondo nuovo. Tut-
ta la sua missione è stata
animata da uno spirito so-
prannaturale con cu i si in-
carnava nella storia dei
suoi fratelli. La sua intensa
attività rimanda alla fedeltà
a un carisma aperto ai
segni nuovi di una storia di
cui il Risorto è il Signore .
VUOI
CONOSCERE
DI+ IL MGS
Movimento
Giovanile
Salesiano?
ADRIATICA (IAD)
(Abruzzo, Marche, Umbria)
Ezio Rossi
Tel. 071.2810265
Email: pg.iad@tiscalinet.it
LAZIO (IRO)
Roberto Colameo
Tel. 06.44483208
Email: rcolameo@pcn.net
LIGURIA/TOSCANA (ILT)
Gianni D'Alessandro
Tel. 0187.777840
Email: giandal@libero.it
LOMBARDIA/EMILIA
ROMAGNA (ILE)
Stefano Vanoli
Tel. 02.67074344
Email: svanoli@salesiani.it
MERIDIONALE (IME)
(Campania, Calabria,
Puglia, Basilicata)
Pasquale Cristiani
Tel. 081.7809270
Email : pgime@pcn.net
ID
PIEMONTE/V ALLE
D'AOSTA (ICP)
Stefano Martoglio
Tel. 011 .5224238
Email: pastoralegiovanile
icp@valdocco.it
SARDEGNA (ISA)
Antonello Sanna
Tel. 070.659635
Email: pg-isa@libero.it
SICILIA (ISI)
Francesco Di Natale
Tel. 095/445656
Email: pgisi@dimtel.nti.it
TRIVENETO EST e
OVEST (IVE/IVO)
(Veneto, Trentino Alto
Adige, Friuli Ven . Giulia)
Ivan Brotto,
tel. 041 .549831 o
Email: pg.ive@donbosco
triveneto.it
Roberto Dal Molin,
tel. 045.8070794
Email : csg@issz.vr.it
BS MAGGIO 2003

4.2 Page 32

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LII/E
-
MAESTRO D'ARTE
di Giancarlo Manieri
Demare Zampollo, come risultava
dai documenti fino al 1934, o
Zampolo, come si firmò dal '34 in
poi, fu maestro d'arte in laboratorio,
sul palcoscenico, nella vita.
era morto da dieci anni - e in collegio fa conoscenza
con l'allegria salesiana mista a tutto il resto : studio ,
lavoro, pietà. La cosa più interessante che notò fu che
c'era aria di festa, come afferma lui stesso con una
certa meraviglia e incredulità ... I collegi di allora non
erano famosi per la loro spensierata allegria! L'attirò
subito il teatro , lui tanto timido e introverso. Così
com inciò a fare l'attore per imparare la disinvoltura, e
il falegname per imparare il mestiere. Entrò anche nel-
la banda e imparò a suonare il contrabbasso. Ce la
metteva tutta. Tutti i componenti , del resto, ce la met-
tevano tutta: suonavano con tanto giovanile entusia-
smo che un giornale locale scrisse in una circostanza
che la banda dei salesiani suonava l'Aida come se
suonasse La Marianna la va in campagna! Lo zio Car-
lo non voleva credere ai propri occhi quando venne a
trovarlo, e manifestò una gran soddisfazione: Demare
era una marmotta e voi l'avete svegliato! In famiglia
Il signor Demare Zampolo o Zampollo.
A l fonte battesimale l'ha portato "la comare",
com'era d'uso, tre giorni dopo che era venuto al
mondo il 24 agosto 1915, terzo di quattro fratelli
ben divisi , fifty-fifty, per non far torto a nessuno, prima
le due femmine - prima le donne! - poi i due maschi:
a casa Zampolo usavano fare le cose per benino. Il
nome gliel'han dato da far strabuzzare gli occhi al par-
roco : "Demani' che non si trova in nessun calendario
né sacro né profano. Da dove l'avranno cavato fuori?
Dall'America naturalmente, multietnica, multiculturale ,
multi religiosa ... multitutto! La zia d'America riuscì non
si sa come ad imporre quel nome che in realtà sem-
brava più un cognome e il bimbetto si chiamò così vita
natural durante! Se l'etimo di Demare era "dal mare"
beh , lui veniva dal Polesine, che poteva assomigliare
a un mare solo nei tempi delle alluvioni. Le quali arri-
vavano spesso. Purtroppo!
IN COLLEGIO
A 11 anni entra al "Don Bosco" di Verona per impara-
re un mestiere e diventare utile all'azienda agricola di
famiglia . È lo zio Vittorio a portarcelo - papà Dante
MAGGIO 2003 BS
I tempi eroici del laboratorio di falegnameria.

4.3 Page 33

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L'ultimo mestiere...
L'insostituibile macchietta.
erano in sollucchero, avrebbero avuto in casa un fale-
gname , un attore e un suonatore : " Troppa grazia
sant'Antò!'. Ma avevano fatto i conti senza l'oste . In
questo caso l'oste si chiamava Don Bosco, cui dovette
piacere quel ragazzotto pieno di entusiasmo e capa-
cità, e... lo accalappiò.
MAESTRO D'ARTE NON SOLO
Al noviziato ci arrivò un anno dopo aver fatto doman-
da, forse , raccontava lui stesso con una punta di
bonaria malizia, per via della retta che lo zio pagava
sempre puntualmente. Erano una trentina i novizi,
metà dei quali alla fine indossarono la talare nera e la
berretta "col pompon", all'altra metà , gli diedero la
medaglia dei coadiutori. Verona lo ri -accolse stavolta
non più come allievo, ma come maestro. Maestro del
legno e di vita. In poco tempo diventò un seguito inse-
gnate, un ascoltato consigliere e un insostituibile mac-
chiettista. Sul proscenio, infatti , i suoi giochi di parole
esaltavano la platea : " Fame un par de màneghe I
fàmele per la me dona Menega I fàmele per domene-
ga !", Fammi un par di maniche , fammele per la mia
Menica, fammele per domenica.
In piena guerra, nel 1943 fu inviato all'Istituto Bearzi di
Udine per iniziare il laboratorio di falegnameria. Non
immaginava che ci sarebbe rimasto per tutta la vita.
Cominciò senza niente: niente laboratorio , niente
attrezzi , niente legno. Solo nove alunni . Si rimboccò le
maniche e andò a raccattare pialle, seghe, raspe, mar-
telli, chiodi e legno presso ditte e negozi di ogni gene-
re . Partì con quel poco e nel volgere di alcuni anni il
suo laboratorio divenne conosciutissimo, non solo per
la sua bravura come maestro falegname , ma anche
per le sue capacità teatrali e musicali . Tant'è che veni-
va imitato dai suoi allievi sia come serietà professiona-
le sia come macchietta: durante la settimana tutti a
ripetere le mie mosse e i miei versacci!, che erano
diventati celebri e ne volevano godere anche le par-
rocchie vicine . Mi hanno fatto fare et pajazo anche
davanti a don Viganò. Era il Rettor Maggiore. Segno
evidente che era diventato indispensabile all 'allegria
del Bearzi , ma che era anche ben conscio di "fare il
pagliaccio", e lui l'accettava per la gioia di tutti.
Demare era davvero capace di tutto, perfino di accom-
pagnare il canto gregoriano col contrabbasso, facendo
ovviamente inorridire i puristi. Ma lui ci dava dentro
senza troppi ragionamenti , se non quello di rendersi
B utile e interessare di più i ragazzi alla preghiera. Que-
sto suo "darsi" in ogni circostanza, questa sua attività 111:i&i
a favore di tutti gli valsero le insegne di cavaliere pro
Ecclesia et Pontifice.
FINO ALLA FINE
Forse la più grande sofferenza della sua vita fu l'assi-
stere all 'inarrestabile deperimento del "suo" laborato-
rio . I tempi avevano ormai cambiato il volto al lavoro e
conseguentemente all'insegnamento. Morivano certe
professioni , ne nascevano altre. Sartoria e falegname-
ria furono le prime a cadere e lui si ritrovò praticamen-
te senza lavoro. Allora quasi senza volerlo si trasformò
in "rigattiere": cercava di custodire e conservare tutto
ciò che veniva scartato, ammucchiandolo nel suo ex
laboratorio e lo regalava a chi glielo chiedeva. Nel
contempo divenne il prezioso factotum dell'istituto, il
riparatore di tutti i danni che man mano si creavano in
giro . Più il cortile . Lo frequentava assiduamente sia
per stare vicino ai ragazzi e parlare con loro sia per
stare accanto a Don Bosco e parlare con lui. Ci parla-
va sul serio mentre con qualche attrezzo curava i vasi
di fiori attorno al suo monumento in cortile . E forse
qualcuno avrà pensato: quello parla da solo come i
matti, scrisse divertito. Rastrello , ramazza e carriola,
dunque , gli ultimi attrezzi della sua lunga carriera per
pulire il cortile , approfittando anche con un sorriso o
una battuta di ripulire la bocca di qualche ragazzetto
che, si sa, nella foga del gioco non controllava più di
tanto le parole.
Così era Demare. Nato in agosto, nello stesso mese
morì 86 anni dopo: "Quando avverrà che un salesiano
soccomba e cessi di vivere lavorando per le anime,
allora direte che la nostra congregazione ha riportato
un grande trionfo!" (Don Bosco).
BS MAGGIO 2003

4.4 Page 34

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COME DoN Bosco
il genitore
di Marianna Pacucci
QUANDO LE PAROLE
CONTANO: LA RICERCA
DEL RITMO
Disciplina, una parola che fa venire l'allergia... ritmo è meglio,
suona più familiare ai ragazzi, è qualcosa che fa appello
all'interiorità e non è meno impegnativo.
eredo di aver già detto in
un'altra occasione che il ter-
mine "disciplina" provoca in
me una reazione allergica, perché
mi ricorda non tanto l'esigenza
sacrosanta di rispettare le regole
della convivenza, quanto il rischio
che la casa si trasformi in una
caserma. E nonostante i figli abbia-
no bisogno di "sponde" che possa-
no arginare e canalizzare la loro
vivacità, mi sembra terribile pensa-
re di poter, anche involontariamen-
te, smorzare la loro naturale vitalità.
Per risolvere questo problema sen-
za cadere in tensioni e contraddi-
zioni che inevitabilmente accresco-
no il margine di errore nell'educare
(e di conseguenza i sensi di colpa
di noi genitori) , ho cercato di rifor-
mulare la questione consultando il
"vocabolario invisibile" in cui è rac-
chiuso il lessico familiare che dice
che tipo di identità e di esperienza
cerchiamo di vivere quotidianamen-
te .
Alla voce "disciplina" ho tro-
vato un garbato rinvio: vedi "rit-
mo". Mi sono così ricordata che in
passato io stessa ho provveduto a
questa sostituzione , rendendomi
conto che i ragazzi necessitano
spesso di proposte finaliz zate ad
accrescere in loro il senso dell'ar-
monia, rendendoli disponibili a dan-
zare la vita con gioia, anche quan-
do le situazioni da affrontare
appaiono poco gratificanti.
Perché a suo tempo avevo effet-
tuato questo cambio? Prima di tutto
perché ero e sono convinta che
quando si comunica con i figli è
importante usare il loro linguaggio.
"Disciplina" è sicuramente un termi-
ne estraneo alla loro sensibilità, "rit-
I È impossibile educare un figlio
che non senta di avere
degli obblighi nei confronti
della famiglia.
mo" suona invece più familiare,
soprattutto quando i ragazzi sono
abituati ad ascoltare musica in tutte
le ore del giorno e della notte.
Inoltre mi è sembrato che la ricer-
ca del ritmo sia più facilmente
condivisibile rispetto all'assun-
zione di una disciplina, che quasi
sempre viene imposta dall'alto e
dall'esterno . È qualcosa che fa
appello all 'interiorità adolescenzia-
le, proprio nel momento in cui mag-
giormente c'è bisogno di sperimen-
tare la propria autonomia e si ha
paura di apparire semplici esecutori
della volontà altrui.
MAGGIO 2003 BS
Seguire un ritmo, peraltro, non
è affatto meno impegnativo che
adeguarsi a delle regole: credo
però che sia più evidente in questo
sforzo la capacità di creare sintonia
fra la propria realtà e quella del
mondo, senza dover rinunciare a
se stessi ma neppure estraniandosi
dal fluire del tempo che coinvolge
tutto quanto il contesto in cui abi-
tualmente ci si muove.
È un modo per valorizzare le pro-
prie possibilità, assumendo l'etica
del dovere come una libera scelta
I Nonostante i figli abbiano bisogno
di "sponde" che possano arginare
e canalizzare la loro vivacità, mi
sembra terribile pensare di poter
smorzare la loro naturale vitalità.

4.5 Page 35

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l'educatore
di Bruno Ferrero
e non come un obbligo normativo;
è fare pace fra il voler essere, il
poter essere e il dover essere, che
proprio negli anni dell'adolescenza
si ritrovano spesso alla base di
conflitti e lacerazioni dolorose.
E poi - ma non mi sembra affatto
un aspetto di poca importanza e
dunque trascurabile - nella ricerca
del ritmo intravedo la possibilità
che ciascuno possa contribuire alla
costruzione di un modo comune di
esprimersi. La famiglia è un po'
come un'orchestra: nessuno ha un
ruolo esclusivo , anche se in qual -
che momento è chiamato ad esibir-
si come solista ; tutti concorrono
alla realizzazione di ·una sinfonia
che è possibile produrre efficace-
mente solo se si segue un ritmo
comune .
Questa, forse, è la cosa più
difficile da realizzare nel dialogo
fra le generazioni; soprattutto quan-
do i figli sono adolescenti , vorreb-
bero vivere sull 'onda di ritmi più
scatenati ; non amano i "lenti" che
invece sono congeniali all'età e agli
acciacchi di noi adulti . Ma proprio
qui sta il bello : nella capacità di
incontrarsi grazie al fatto che una
parte sia pronta a rallentare e l'altra
ad accele rare un po ', pe r salva-
guardare il rec iproco piacere di
danzare e potersi ritrovare insieme
ad interpretare un leit motiv che
accompagni - dando loro unità e
continuità - tutte le esperienze e le
fasi della vita.
D
I Non si tratta di usare la forza
per costringere i ragazzi
a un determinato comportamento,
ma di costruire dei ragazzi forti .
ALCUNE REGOLE
SULLE REGOLE
Il problema dei genitori sono i figli adolescenti, che escono non si sa
con chi, passano la notte non si sa dove, tornano non si sa quando ...
e a volte non tornano. Le riflessioni di un educatore sulle regole.
Sono una mamma come
tante. Una mamma che ,
((
quasi tutte le sere, vede i
figl i adolescenti uscire e non sa se li
vedrà tornare. Regolarmente , dopo
aver detto loro: "Ciao, non fate tardi ,
state attenti! .. .", arriva il pensiero lan-
cinante e sconvolgente : "Torneran-
no?". Sì, magari per tornare, tornano.
Ma come? Quando? A che ora? Con
chi sono stati? E quello che guidava
l'auto in che condizion i era? Avrà
bevuto o fumato qualcosa? Finora
sono stata fortunata : sono sempre
tornati , anche se alle 4, alle 5 o alle 6
del mattino. E noi genitori a casa ad
aspettare! C'è chi dorme ugualmente,
sfiancato dalla giornata di lavoro . E
c'è chi non ce la fa e rimane , con
gli occhi sbarrati, nel buio della stan-
za ad aspettare quel rumore benedet-
to, quella chiave che, fin8:lmente, gir?·
nella toppa della porta. E tornato! E
quasi mattina, la notte l'hai già persa,
ma tuo figlio è a casa!
Ma è vita , questa? Quanto dovrà
durare? Fino a che punto noi genito-
ri resisteremo , prima di dar fuori di
matto? E poi liti a non fin ire , musi
lunghi , prediche, pianti, ricatti. .. Dove
abbiamo sbagliato ? Perché i figli
ricambiano così il nostro tentativo di
dar loro quello che noi non abbiamo
avuto? Ai nostri figli abbiamo dato
molta fiducia, rispetto e libertà. Ma la
fiducia ce l'hanno ricambiata con il
più completo menefreghismo ; il
rispetto l'hanno tolto a noi che siamo
ridotti ormai al rango di servi di tutti i
loro bisogni; la libertà si è trasforma-
ta in egoism o allo stato puro. Non
c'è niente e nessuno che venga pri-
ma di loro. Non ci sono più doveri,
ma solo diritti . La famiglia, il senti-
mento, il cuore ... per loro non hanno
più importanza ... Come educatori,
abbiamo fallito! »
Per molti genitori il fallimento
può essere evitato solo da un
sistema educativo "forte". Anche se
~
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O. Non s't o c
omJJjlCtare _a
dodici ann i. ,cred
s1a- riecess-é('
rio ricordare alcune semplici consi-
derazioni.
Il numero di regole dovrebbe
essere il più possibile limitato.
Questo è un ambito della vita in cu i
"meno è meglio". Le troppe regole
non saranno ricordate , irriteranno i
figli e renderanno un incubo la vita
dei genitori se vorranno farle rispetta-
re. Le regole devono essere finalizza-
te ad un obiettivo . Normalmente, si
ritiene che sia importante evitare ciò
che può risultare deleterio, a livello
fisico , emozionale o sociale, per il
benessere dell'adolescente, e pro-
muovere ciò che aiuta l'adolescente a
raggiungere obiettivi importanti . Chi
vive in modo responsabile dice "no" a
ciò che è distruttivo e "sì" a ciò che è
costruttivo .
Le regole dovrebbero essere il
più possibile chiare.
Le regole ambigue creano confusione
sia per gli adolescenti sia per i geni-
tori. L'espressione Torna a casa a
un 'ora ragionevole sarà interpretata
BS MAGGIO 2003

4.6 Page 36

▲back to top
dai genitori in modo diverso da
come fanno gli adolescenti. Torna a
casa alle 22,30 è un'affermazione
chiara. L'adolescente può infrange-
re la regola, ma non c'è confusione
sul sign ificato della regola stessa.
Quando la regola è presentata in
modo chiaro, un adolescente è con-
sapevole, quando la infrange. Può
cercare di dissimulare il proprio
errore . Può anche affermare che
l'errore non si sia verificato . Può
formulare argomentazioni sul moti-
vo per cui lo ha fatto . L'adolescente
sa però che la regola è stata infran-
ta . Se invece la regola è ambigua,
l'adolescente solleverà obiezion i in
merito al fatto che i genitori sosten-
gono che l'abbia infranta. Le regole
poco chiare aprono la strada per le
discussioni. Gli adolescenti saranno
allora propensi a entrare in scena e
recitare divinamente .
Le regole dovrebbero essere il
più possibile eque. È la condizio-
ne più difficile : genitori e figli non
hanno lo stesso concetto di "equità"
di una regola. Con un dialogo aper-
to, nel tentativo di comprendere l'u-
no il punto di vista dell'altro, è pos-
sibile giungere a un accordo su ciò
che è "giusto".
L'adolescente sente con passione il
problema della giustizia. L'adole-
scente affronta i valori , la morale, la
logica e la ragione. Se il suo senso
di giustizia viene violato , l'adole-
scente reagirà con ira. Se il genito-
re sospende la discussione, decreta
una regola in modo arbitrario e rifiu-
ta di affrontare l'ira dell'adolescente,
il figlio si sentirà rifiutato e, in segui-
to, se la prenderà con il genitore. Si
dovrebbe compiere ogn i sforzo per
ascoltare l'opinione dell'adolescente
sull'equità nel porre regole. Se l'a-
dolescente riconosce che la regola
è giusta, probabilmente non si ribel-
lerà, quando i genitori la faranno
applicare.
Le regole dovrebbero sempre avere
delle conseguenze. È importante
che queste conseguenze siano
sempre determinate con coerenza
e sempre prima che sia stata com-
messa la violazione della regola.
Dovrebbero essere imposte con
amore e anche con una certa "spor-
tività", in modo che un ragazzo pos-
sa dire con tranquillità agli amici :
Oggi, non posso uscire: sono con-
segnato in casa.
MAGGIO 2003 BS
MOVIMENTO
SALESIANO
di Julio Olarte
"MG"
MONDO GIOVANI
DoN Bosco
Presentiamo un primo gruppo
di qu elli che abb iamo quali f icato
come appa rte nent i al "Movimento
Salesiano" ma no n all a Famiglia
Salesiana, pe rché non ri co nosc iuti
" uffic ialm ente" mem b ri d i essa.
Costo ro s' isp irano a Do n Bosco,
v ivo no in co muni one di intenti ,
fanno pro pri o il metodo boschiano
dell a prevent iv ità e la qu as i tota-
1ità c hi ede di essere acco lta nell a
FS. Co me il M ondo Giova ni (MG).
Ragusa (Sicilia) 1974: il salesia-
no Don Michele Emma è da anni
impegnato nell a pastorale giova ni -
le ispettor iale co me in ca ri cato de l
Ce ntro di Orientamento Scolasti co
Profess io nale. D all a sua vasta
es peri enza emergono due co nv in-
z ioni ti p iche di D o n Bosco: 1° /
va lori spirituali e religiosi costitui-
scono il mido llo dell'educazione.
Il giova ne stesso de ve essere
l'aposto lo dei suoi compagni". Un
gruppo d i giova ni co ndi v ide que-
ste co nv in zio ni: nasce il mov imen-
to Mondo Giovani (M G).
Sicili a con "cellul e" in altre regio-
n i d' Itali a. Si so no costitu it i in
"Ce nt ri M G" co n un a sca letta d i
grup pi: le mascotte per ragazz i
dell e elementari ; i giovanissimi per
le scuo le medi e; i Giovani dai 18
anni in su, di v isi a lo ro vo lta in
Giovani, Giovani-adulti, Nuove
coppie; Famiglie o A G-MG (Asso-
c iaz ione Ge ni to ri M o ndo Gi ova -
ni ).
Anima il movimento la "Comu-
nità di Diaconia", associaz io ne
pu bbli ca di laici, eretta nel 1995 .
Sono un a cinqu antina. O ra si pro-
f il a la Fraternità MG-DB: comu -
nità di co nsac rati , ce li b i e sposati ,
in form azione dal 1993, quando si
emi se ro i primi voti .
Sotto gli occhi del gruppo,
pe rò, no n c'e rano i giova ni che
fre qu entava no le opere sa lesiane,
ma "gli altri " . La sce lta si presentò
obb li gata: fa r presente Don Bosco
e il suo metodo soprattutto dove
non es istono opere sa lesiane, e far-
si prese nza v iva e atti va nell a
Chi esa loca le. La "presenza" più
che le "opere". Essi stessi sarebbe-
ro diventati presenza d i Don Bosco
dove non c'e rano i suoi figli .
Sono circa 800. A nnu alm ente
rinnova no la loro adesione al MG .
Sono prese nti in 30 c ittà dell a
Il fondatore don Michele Emma.

4.7 Page 37

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-o
G
~
"DON B.,, d.i dd.\\taeJ,io
LAVORA
A-Na;e
.q DOf18f/(A
,
11
.
o })

4.8 Page 38

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Sf\\OE E"f\\CHE
per ragazzi, genitori, educatori
La procreazione assistita è un'altra quaestio sub iudice
MIOFIGUO
ARI'IF'ICIALE
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
IAl'inseminazione artificiale
la Chiesa preferisce
la procreazione naturale o quella
"assistita". L'inseminazione
artificiale è accettata solo
a "certe condizioni".
La famiglia nella bufera:
per la prima volta si può
procreare senza il
classico rapporto di
coppia. Un figlio della
tecnologia, un non-
rapporto a più persone.
Quanti i genitori? Le
condizioni per accettare
la procreazione assistita.
Perché no in vitro.
I Non tutto è lineare nella scienza,
e non sempre essa è libera
da interessi di tipo economico,
commerciale o politico.
L a famiglia e la coppia oggi
sono inserite in un contesto
scientifico e tecnologico che
si manifesta per la sua positività e
bellezza, con interventi che miglio-
rano la qualità della vita, sostengo-
no la salute umana e an·icchiscono
di nuove dimensioni la persona.
Non mancano però le "ombre" : non
tutto è lineare nella scienza, e non
sempre essa è libera da interessi di
tipo economico, commerciale o po-
litico. Nello spirito etico di Don
Bosco e della Famiglia Salesiana, il
confronto dialogico tra le diverse
posizioni deve essere sempre privi-
legiato, soprattutto quando è fonda-
to su ragioni robuste, ma non si può
abdicare alla propria coscienza e ai
valori (anche quelli della fede) co-
struiti con sacrificio nell ' arco della
nostra vita.
MAGGIO 2003 BS
LA PROCREAZIONE
ASSISTITA
La possibilità di procreare un
bambino con vie diverse dal rappor-
to coniugale, vale a dire con l' ausi-
lio della medicina e delle biotecno-
logie, è una realtà da almeno 50
anni. L' uso di queste tecnologie ha
avuto origine ovviamente con le
prime applicazioni su animali, al
fine di "produrli" a scopo commer-
RIFERIMENTI ECCLESIALI:
CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA
~ELLA FEDE, Oonum vitae, 22 febbraio
~9~:-techismo della Chiesa Cattolica~
Città del Vaticano 1992, nn. 2373
237G9.IOVANNI
PAOLO
11,
,.
Evange JUm
vitae, 25 marzo 1995.
VALORI IN QUESTIONE ,
L'artificiale nella pro~rea~1one e
chiamato a rispettare I unita della
coppia e la difesa del nascituro...
La non scissione tra atto urnt1vo e
proLcarevaittaivoè. un
valore
intang1b• 1-1e
e
·
i_n-
disponibile, sopr_attutto quando fragile
e indifesa (embnodn_ale) .a significativa
La presenza I un
.
quantità di malformazioni o malattie
conLg'aebnoitreti.vità
alta:
il
_su?ces_so
,
e
·
~ar~
al 15-20%, quindi tutti gli altn embnorn
0 feti si perdono.
ciale e di mercato. Successivamente
queste metodiche sono state appli-
cate all ' uomo, in particolare alle
coppie sterili . Si trattava di insemi-
nazioni artificiali per fare in modo
che un rapporto sessuale di coppia,
con l'aiuto della tecnica, potesse es-
sere fertile e quindi portare alla na-
scita del figlio desiderato. In questi
primi tentativi, ancora oggi utilizza-
ti , la medicina aveva semplicemente

4.9 Page 39

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che alimenta un serrato dibattito.
F[{'OND!/2/0N[ IN P,QOVDTI/
I Feroce ci pare la vignetta
di Frangipane sulle nuove
tecniche di fecondazione.
il compito di "aiutare" un atto fisico
sessuale posto dalla coppia ad esse-
re fecondo. Solo questo tipo di pro-
creazione si potrebbe chiamare pro-
priamente "procreazione assistita",
perché il ruolo dell'équipe medica
consiste unicamente nell"'assisten-
za" di un atto coniugale posto pre-
cedentemente dalla coppia.
LA PROCREAZIONE
INVITRO
La svolta avviene nel 1978, quan-
do nasce la prima bambina concepi-
ta in vitro (Louise Brown). La na-
scita di questa creatura è avvenuta
senza alcun rapporto sessuale da
parte dei genitori: l'ovulo della
I La procreazione in vitro non
è quasi mai senza conseguenze...
Il figlio "in provetta"
non soddisfa nessuno.
madre e lo spermatozoo del padre si
sono incontrati in provetta. La pos-
sibilità di mettere insieme in provet-
ta ovulo e spermatozoo di persone
che non sono marito e moglie ha
portato non solo alla scissione del-
1' atto sessuale dalla procreazione,
ma soprattutto alla presenza di
"terze persone" nella procreazione:
chi dona il seme, chi dona l'ovulo,
chi presta-affitta il suo utero, ecc.
Questo tipo di procreazione ha cam-
biato (sconvolto?) la necessità di
due soli genitori nella procreazione
di un figlio, al punto che qualcuno
ha parlato di "cooperativa di geni-
tori".
LA POSIZIONE
DELLA CHIESA
Il Magistero ufficiale della Chiesa
si è occupato di procreazione assi-
stita da decenni. Non sono attendi-
bili le posizioni - anche in seno al
cattolicesimo - che la Chiesa è con-
traria a ogni intervento "artificiale"
in materia di procreazione. Ciò è
verificabile nei documenti ufficiali,
a partire dagli interventi ai medici
di Pio XII e soprattutto nei recenti
documenti Donum vitae ed Evange-
lium vitae. La Chiesa accetta la
procreazione assistita a tre condi-
zioni. Prima di tutto deve svolgersi
all ' interno di una coppia legata da
un vincolo stabile come quello ma-
trimoniale. In secondo luogo deve
compiersi attraverso un normale
rapporto sessuale e non evitando il
rapporto coniugale. Terzo, non deve
comportare interventi invasivi o ri-
schi rilevanti per l'embrione o il
feto (sono i tre criteri proposti dal
·coNFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMIG_LIA ar·
I valori
tengono
morali
solo aIl
della famiglia aphp
a Coppia o anc e
al
naE~ccitourrroe?tto "d1' 5porre" del futuro della
vitaPdoeslsinaamsocitupraor?lare
d1
un
r lio
ig
"ad
ognIil
costo"?
notevole
"
di
spreco .
embrioni"
, ià un
nella procreazione ,n vitro e g
da la morale.
~=::i~r :~~ fatto che_ ngua~ accettabile il coinvolgi·
ferza persona (dona;ore
I di seme, ovuli , prestito d1 utero, .. .) .
La fecondazione in vitro ha portato
Ialla presenza di terze persone
nella procreazione: chi dona
il seme, chi dona l'ovulo,
chi presta/affitta l'utero...
un specie di "cooperativa
di genitori".
Donum vitae). Attualmente queste
tre condizioni si verificano solo nel-
1' inseminazione artificiale tra mari-
to e moglie, conseguente a un rap-
porto sessuale. Perciò ogni altro in-
tervento che preveda una terza per-
sona, un danno all ' embrione o al
feto o che non preveda l'atto ses-
suale è inaccettabile.
LE RAGIONI DEL NO
Negativo è il giudizio sulla pro-
creazione in vitro, non nel suo esse-
re "artificiale", ma in tutta una serie
di problemi che sorgono in seguito
al tentativo di realizzazione di que-
sta tecnologia: l'insuccesso di que-
sta metodica; l'enorme spreco di
embrioni; l'alta abortività, dal mo-
mento che il successo è solo del 15-
20%; la frantumazione antropologi-
ca e affettiva del legame sessualità-
procreazione; la pres_enza di terz~
persone, nel caso d1 ~onatore ?,1
ovuli o di spermatoz01; una pm
grande proporzione di ma(formazio-
ni o di malattie congenite ; gli effetti
economici degradanti, che non sono
indifferenti. Si pensi alla compra-
vendita di ovuli, di spermatozoi, di
affitti di utero, ai costi strumentali
delle strutture biomediche deputate
alla realizzazione della Fivet. Ce
n' è abbastanza per una presa di po-
sizione in senso negativo da parte
della Chiesa che da sempre difende
la vita.
O
BS MAGGIO 2003

4.10 Page 40

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Dopo il messaggio del Papa per la 37° Giornata internazionale
MEDIA LIBERI
SE SERVONO
di Severino Cagnin
Sui gravi problemi
dell'informazione e sullo
specifico dei loro
periodici
intervengono i direttori
di alcune testate
cattoliche.
p,;1110 Direttore
cario Cblavazza
REDAZIONI
T01i no,
M ilano, Roma
lI
E norme potere dei giornali. Ma
quando si è sicuri della verità
di una notizia? Quando si è
VE<limre si impegna a pagai.e Iecopie l'.\\On recapi~ste
oratori
sono
.
entra.ti
.
m
cassa
. tegrazione
m
e. per
2. 600
s1·
pr·epara
certi che "concorda con i dati logici
e sperimentali dell ' uomo", come af-
ALCUNI DATI
ferma il Dizionario Italiano Ragio- il direttore. Egli - conclude Del Il messaggio per la 37° Giornata
nato? Oppure nei mezzi di informa- Colle - non ha alcun motivo per internazionale delle comunicazioni
zione sociale si adotta come regola chiedere un permesso all'autorità sociali afferma che TV e giornali
solo la veridicità, ossia la verità religiosa (o d'altro genere) ; natural- devono liberarsi da interessi ristret-
come la vede e la comunica il re- mente deve essere pronto a soppor- ti, da pregiudizi nazionali, etnici,
sponsabile del giornale? Il direttore tare le eventuali conseguenze di razziali e religiosi e da false ideolo-
del settimanale IL NOSTRO questo rifiuto di censura preventi- gie di ogni tipo. Il problema è grave
TEMPO , Beppe Del Colle, ha ri- va". Aggiunge poi argutamente che sia per gli operatori sia per i lettori.
sposto con un aneddoto: "Molti la veridicità diviene verità passando Anche in Italia, dove la tiratura dei
anni fa ebbi un contatto piuttosto per la coscienza del responsabile.
quotidiani è di medio livello rispet-
burrascoso con un altissimo dignita- Dino Boffo, direttore del quotidia- to ad altri paesi, il loro potere sul-
rio della Chiesa, che rimproverava no AVVENIRE, si rifà al "patto di 1' opinione pubblica è tale che "la
al mio giornale di non aver tenuto fiducia" della testata con i propri realizzazione personale degli uomi-
abbastanza conto dell'opportunità lettori, per cui è così scontato che ni e donne di oggi, la pace e la feli-
di pubblicare o meno la notizia su "diventa persino banale esigere che cità del mondo dipendono in gran
una questione politica di rilievo, in- un giornale, cattolico o no, dica la parte da questo" . Riportiamo da
teressante l'autorità religiosa; a suo verità, (. ..) È però altrettanto vero fonte autorevole i dati sulla tiratura
giudizio l'avremmo dovuto inter- che ogni giornale seleziona a modo di alcuni quotidiani italiani da gen-
pellare prima di renderla pubblica. suo le notizie che pubblica, sulla naio a dicembre 2002. Dal confron-
La mia posizione fu questa: quando base della propria griglia di giudizio to risulta che nessun quotidiano ha
un giornale è sicuro della veridicità della realtà: un filtro tanto più seve- incrementato le copie, eccetto IL
di una notizia, e (per una pubblica- ro e irriproducibile - quasi un codi- SOLE 24 ORE e IL GIORNALE. IL
zione cattolica) questa non tocca ce genetico giornalistico - quanto CORRIERE DELLA SERA è calato
problemi di dogma teologico o di più caratteristici sono la sua identità, del 4,5%, LA REPUBBLICA del
norma morale, l'unico titolare del i valori di riferimento, lo spessore 3,4% e LA STAMPA del 7,8%. AV-
diritto-dovere di giudicare circa del messaggio che risulta dalla com- VENIRE ha denunciato invece un
l'opportunità di pubblicare è e resta binazione di notizie e opinioni".
lieve aumento. Il direttore ne spiega
MAGGIO 2003 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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delle comunicazioni sociali.
il motivo per "la specialità nel pro-
pon-e un punto di vista sempre ori-
ginale sull 'attualità, la cultura, i
grandi fenomeni del nostro tempo.
Non ha altri interessi, se non la per-
sona che poi è il centro di gravità di
ogni vera iniziativa cattolica. Ed è
la comunità cattolica a costituire a
un tempo l'editore e il pubblico di
AWENIRE, in un confronto sincero
con tutte le voci vive della nostra
società".
IL POPOLO , settimanale della
comunità ecclesiale di Pordenone, si
propone uno specifico che il diretto-
re Bruno Cescon definisce giocale,
cioè locale e globale. "Il pubblico
che ci legge sa che interpretiamo la
vita di un ten-itorio, di una regione,
di un paese e del mondo dentro
un 'area precisa. Il che non significa
essere meno liberi, al contrario
rende liberi i lettori di scovare le
furbizie, di smascherare la finta
neutralità del proprio giornale (... )
Il nostro settimanale si lascia guida-
re solo dalla dottrina sociale, dai
fatti, graditi e sgraditi alle autorità
locali e nazionali. Per noi contano la
pace, gli interessi della gente, l' assi-
stenza, la scuola, le strade, gli ospe-
dali , il tempo libero".
Il più diffuso e antico settimanale
cattolico, FAMIGLIA CRISTIANA ,
ha nel titolo (che non ha mai voluto
modificare) lo specifico del suo im-
pegnativo lavoro: "Abbiamo sempre
mantenuto la stessa identità e mi s-
sione che consiste nel formare , in-
formare e servire la famiglia , tutta
la famiglia e tutte le famiglie, al di
là del loro stesso 'credo' religioso e
politico. Siamo un vero settimanale
di informazione e affrontiamo ogni
tema che riguarda la famiglia, la-
sciandoci guidare fin dalla scelta
degli articoli dall' ispirazione cristia-
na che ci contraddistingue già dal
nome della testata. Non siamo
schierati con nessuno e la politica ci
interessa nella misura in cui interes-
sa e coinvolge le famiglie. "
Tale identità del periodico, fonda-
to nel 1931 da don Giacomo Albe-
rione, ora Beato, che ha diffuso il
Vangelo con i mezzi moderni, com-
porta rischi e scelte che possono es-
sere interpretate in modo favorevole
o critico. A chi pensa che FAMI-
GLIA CRISTIANA, e il suo mensile
JESUS , simpatizzino per la sinistra,
così risponde il direttore don Anto-
nio Sciortino: "Grazie a Dio e al so-
stegno dei lettori, godiamo di quel-
]' autonomia che ci pennette di esse-
re liberi nell ' esprimere i nostri gi u-
IL POPOLO
SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI CONCORDIA - PORDE~O~
;.-----, Visite specialistiche al Civile Pordenone. Nuova collaborazione con 1 medici
: Attese fino a un .
ntO Dagli oltre 300 giorni ai rapidissimi esami del san
A uesc bibliche nei no-
stri ospednli. nono-
lnte!VÌSta aMons. Mruçlll.lO
,::::}
t:ull\\Sia. Mn
stOUl3pllt'W
mumdèllu
.;.,., ,fon n?'1P
~~~~~~\\t~~;:1.j~à1~~~
sare ai 360 giorni - un anno
vero e proprio - di n.ttc.~1 al
r i..a .. nl'r In c hirorlliP. delle
vescovo ausiliare di Naz.aret
Gior1111i se11~1 spem11w
,.1:.,,,11,rmfl fm11ikme
dizi e nel criticare governi e politici,
indipendentemente dal loro colore e
dal loro schieramento. Così abbia-
mo sempre fatto. Non siamo né di
sinistra né di centro né di destra. È
la famiglia l' unica cosa che ci sta a
cuore, e per essa ci impegniamo e ci
battiamo".
DIRE LA VERITÀ
È basilare che i media dicano la
verità vera, non quella che manipo-
la l'informazione in ossequio alla
testata, al proprietario, all 'istituzio-
ne politica o religiosa di riferimen-
to. Questo va detto con chiarezza,
senza alterazioni né omissioni, evi-
tando quegli astuti trucchi lessicali e
semantici che inducono subdola-
mente nel lettore le idee del padrone
e creano un consenso occulto. A
volte basta la scelta di un aggettivo
o di un verbo per deformare piutto-
sto che informare. Nel messaggio
per la 37° Giornata il Papa afferma:
"L'esigenza morale fondamentale di
ogni comunicazione è il rispetto per
la verità e il servizio ad essa. La li-
bertà di cercare e di riferire quello
che è vero è essenziale per la comu-
nicazione umana". Pari-ebbe logico
che il lettore scegliesse l'offerta mi-
gliore, ma spesso non avviene: pre-
valgono il fascino della pubblicità,
lo scoop a sorpresa e perfino la bu-
fala prefabbricata... L'unica globa-
lità possibile per il nostro mondo è
un ordine sociale "fondato sulla ve-
rità, costruito grazie alla giustizia,
nutrito e animato dalla carità e
messo in atto dalla libertà" (Pacem
in terris, 167).
O
BS MAGGIO 2003

5.2 Page 42

▲back to top
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Il
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Mi ssioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
"... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di ... o titoli , ecc. per
i fini istituzionali dell'Ente".
b) di beni immobili
" .. . Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l 'immobile sito in .. .
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" .. . Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo , per i
fi ni istituzionali dell 'Ente".
(Luogo e data )
(firma per disreso)
NB. li testamento deve essere scriuo per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via delJ a Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Te!. 06.656 12678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
V ia Maria Ausili atrice, 32
10152 Torino
Te!. 011.5224247-8 - Fax 01J.5224760
C.C.P. 28904I00
MAGGIO 2003 BS
....J I NOSTRI MORTI
GALLI sr. Carolina,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Villavivencio (Colombia) , il 27/02/2002,
a 75 anni
Suor Carla fu una missionaria a tempo
pieno . Nel 1953 pa rtì per la Colombia.
Dopo alcuni anni trascorsi a Bogota, final-
mente giunse a Guadalupe come assisten-
te delle figlie dei lebbrosi di Contrataci6n e
più tardi a Guacamayo. A quei bambini
bisognosi di affetto, di appoggio e del calo-
re di una famiglia diede il meglio di sé in
una donazione totale. Con grande sempli-
cità, originalità e senso dell'umore seppe
creare un vero clima di famiglia secondo lo
stile mornesino caratteristico dell 'ardore
delle missionarie della prima ora. Il periodo
più lungo di attività missionaria lo visse a
Granada. Le terre di missione dell 'Ariari
videro suor Carla "samaritana" instancabile
che percorreva strade e viottoli , attraversa-
va fiumi per medicare ferite, asciugare
lacrime, donare pane e vestiti ai bisognosi ,
promuovendo le donne emarginate e difen-
dendo i loro diritti anche nei Consigli comu-
nali.
BERTA sr. Ines,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Giaveno (TO) , 1'11 /03/2002 , a 89 anni
La famiglia di suor Ines trae origine da un
ceppo solido. La nonna paterna era nipote
di don Vittorio Alasonatti , il primo collabora-
tore di Don Bosco. Dei suoi nove figli , tre
divennero FMA e tre sacerdoti. Ines imparò
dai suoi genitori a vivere la fede , l'amore , il
lavoro . Un sogno, come racconta lei stes-
sa, orientò la scelta religiosa verso l'istituto
delle FMA. " Una zia missionaria, morta a
ventisette anni per il tifo contratto lungo il
viaggio, disse a mia madre: Sono venuta a
chiederti di lasciare venire Ines a continua-
re il mio lavoro appena incominciato . lo,
continua suor Ines, non avevo mai visto le
FMA e neppure conoscevo le zie missiona-
rie. Ebbi così la certezza che la scelta giu-
sta fosse l'Istituto delle zie salesiane". Una
lunga vita di consacrazione al Signore vis-
suta all'insegna della fedeltà , nel servizio
gioioso, silenzioso , umile delle mansioni
casalinghe.
FALCONI Sig. Piero,
cooperatore salesiano,
t Cagliari , il 09/01 /2002, a 86 anni
Il nostro grazie al Signore per la persona e
l'opera generosa del signor Piero Falconi.
Ha vissuto la sua salesianità attingendola
dal "ceppo" familiare (un suo zio, l'avvoca-
to Antonio Giua, si era confessato da Don
Bosco, si fece cooperatore e si prodigò per
la venuta dei salesiani in Sardegna) ed
esprimendola, fino all'ultimo, con l'attacca-
mento fedele e convinto all'opera salesia-
na. Ricordiamo in particolare il suo impe-
gno a favore delle missioni con la raccolta
di materiale audiovisivo e il suo servizio
all 'interno della parrocchia San Paolo in
Cagliari. Servizio fatto di accoglienza ,
segreteria, apertura e chiusura della chie-
sa e altri incarichi, portati avanti con sem -
plicità e dedizione . Il delicato compito del-
l'accoglienza gli ha fatto inco ntrare tante
persone. Molti hanno trovato in lui ascolto ,
comprension e, pazienza. Seguiva con inte-
resse le gioi e, le speranze e le difficoltà
della "sua" famiglia spi rituale. Negli ultimi
anni la salute non gli ha permesso di conti-
nuare il suo prezioso servizio. Ha accettato
la malattia con fede , offrendo le sue soffe-
renze per le vocazioni , per la famiglia sale-
siana e per quanti si affidavano alle sue
preghiere.
BOSCHETTI sr. Angela,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Contra di Missaglia (LC) , il 19/03/2002 ,
a 78 anni
Suor Angela da giovane ha frequentato l'o-
ratorio di Milano Via Tonale e la Parrocchia
S. Agostino, tenuta dai Salesiani. La sua
formazione religiosa ha avuto subito un
certo stile. Educatrice nella scuola materna
per circa trent'anni , ha avvicinato moltissi-
mi bimbi e genitori. Sapeva accogliere con
simpatia ed aiutare con serena gratuità
soprattutto i più bisognosi di particolare
attenzione. Nelle comunità in cui è passa-
ta, le consorelle la ricordano disponibile e
servizievole con l'atteggiamento suo pro-
prio del "vado io" sorridendo.
CRUCCAS sac. Oreste, salesiano,
t Cagliari , il 29/01 /2002, a 72 anni
Affascinato dalla figura e dall'opera di Don
Bosco, all'età di vent'anni inizia il suo cam-
mino formativo . Ha vissuto il suo servizio
educativo nei confronti dei giovani in varie
case del Lazio e della Sardegna. Fino al
2000 lo troviamo insegnante di lettere nella
scuola media di Cagliari Don Bosco .
Docente apprezzato ed esigente, stimato e
ben voluto dai suoi allievi , si trovava sem-
pre bene tra i ragazzi . Per motivi di salute
lascia l'insegnamento, ma continua il servi-
zio educativo attraverso la preghiera e la
testimonianza. La malattia non lo ha piega-
to . Nella sua silenziosa sofferenza le
poche parole che pronunciava erano gia-
culatorie di affidamento a Gesù , Giuseppe
e Maria.
BROGGI suor Maria,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Contra di Missaglia (LC) , il 19/05/2002,
a 87 anni
Di suor Maria sono da ricordare soprattl.)tto
la sua bontà e il suo sorriso accogliente.
Le case dei Salesiani di Treviglio , Campio-
ne del Garda, Faenza e Como erano non
solo racchiuse nel suo cuore come un
carissimo ricordo , ma sulle labbra, perché
le piaceva rievocare con simpatia or l'uno
or l'altro confratello nella loro instancabile
dedizione alla gioventù e al ministero
sacerdotale .
Venuta la ser_a ~i .
uel giorno Gesu disse.
q "Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)

5.3 Page 43

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Magg
(giovedì). Prende nome dal cin-
que in lingua greca il Pentateuco
(per gli ebrei , Torah, Legge) , che
indica i primi cinque libri della Bib-
bia : Genesi , Esodo , Levitico ,
Numeri e Deuteronomio. La sto-
ria, invece, ricorda le Cinque gior-
nate di Milano: dal 18 al 22 marzo
1848, i milanesi scacciarono gli
austriaci. Da questo numero deri-
vano la cinquina nel gioco del lot-
to , mentre in numismatica è la
moneta d'argento da cinque tor-
nesi , coniata a Napoli dagli Ara-
gonesi.
" '"'"''" " ' 'SavinaJemina
INDIGENOUS ART
·■ ·
LUNARIO
Il 1° il Sole sorge alle 5.12 e tra-
monta alle 19.31 ; il 15, alle 4.54 e
alle 19.48. Luna il 1°; luna piena il
16; altra luna nuova il 31 .
LA FESTA
Il mese è ricco di ricorrenze. Si
comincia con il giorno 1, Festa
del Lavoro, e si continua con i
"Calendimaggio", d'origine paga-
na. Spettacolare quello di Assisi ,
ambientato in epoca medievale. Il
primo giovedì a Cocullo (AQ) si
svolge la processione dei serpari,
(Cfr. BS maggio 2002) . A Cagliari
sant'Efisio, patrono della Sarde-
gna. Nei giorni 7 e 8, al santuario
di san Michele sul Gargano, si
ricorda l'apparizione dell'arcange-
lo al vescovo san Lorenzo Maio-
rano . Importanti le feste di san
Bernardino da Siena (il 20) , san-
ta Rita da Cascia (22) e san
Filippo Neri (26) . Maggio è
soprattutto il mese della Madon-
na. La pratica di "cantar maggio"
in onore della Vergine si diffonde
dal Seicento per opera dei dome-
nicani ; nel 1795, il gesuita Dionisi
propone il "mese di Maria", con
rosa ri o o litan ie in casa e sul
lavoro.
IL NUMERO
Maggio e il mese n° 5. Cinque
corrisponde ai sensi, alle dita del-
la mano e del piede. Per alcuni
Pad ri della Chiesa indica armonia,
perché è la somma del due (l'uo-
mo e la donna) e del tre (la Tri -
nità) . Il rosario, poi , è formato da
cinque decine di "Ave Maria", riu-
nite nei cinque "misteri" gaudiosi
(lunedì e sabato) , dolorosi (mar-
tedì e venerdì ), gloriosi (mer-
coledì e domenica) e luminosi
DIARIO DEL XX SECOLO
1° maggio 1991 : papa Giovanni
Paolo Il firma l'enciclica Centesi-
mus Annus, nel centenario della
Rerum Novarum.
4 maggio 1949: in un incidente
aereo sulla collina torinese di
Superga, muore la squadra di cal-
cio del Torino.
5 maggio 1936: le truppe italia-
ne entrano ad Addis Abeba ; il 9
nasce l'impero.
6 maggio 1976: terremoto in
Friuli : 976 morti e 52 .500 senza
tetto .
8 maggio 1982: durante le prove
del GP del Belgio , muore Gilles
Villeneuve, pilota della Ferrari.
9 maggio 1978: ritrovato il corpo
dello statista Aldo Moro, assassi-
nato dalle BR.
12 maggio 1926: il norvegese
Roald Amundsen e l'italiano
Umberto Nobile sorvolano il Polo
Nord con il dirigibile "Norge".
14 maggio 1991 : Jang Qing ,
moglie di Mao Tze Dong, si suici-
da in carce re.
24 maggio 1915: l'Italia dichiara
guerra all'Austria-Ungheria.
26 maggio 1993: creato un Tri -
bunale internazionale per indaga-
re sui crimini di gue rra nell 'ex
Jugoslavia.
28 maggio 1913: in Francia, un
aerostato ragg iunge i 10.081
metri d'altezza.
28 maggio 2002: al vertice Nato,
a Pratica a Mare , per la prima
volta partecipa anche la Russia.
LA LENTE
La Svezia onora santa Brigida a
700 anni dalla nascita; l'Olanda
ricorda il 150° della nascita di Vin-
cent van Gogh , con un foglietto
che raffigu ra dieci dipinti dell'arti-
sta; l'Austria ha emesso un sim-
patico dentello per inviti e augu ri
matrimoniali; l'Onu sottolinea l'im-
pegno a salvaguardia dell'arte
autoctona. Sul versante naturali-
stico e nell'àmbito di Nordia 2003,
l'Islanda propone un foglietto con
un uccello dell 'isola. Bello , ma
distribuito solo a Roma, il libretto
per la mostra "La Repubblica ita-
liana nei francobolli": ripropone il
francobollo della serie "Democrati-
ca" da 100 lire, emesso nel 1946,
con il titolo in obliquo.
LE MOSTRE
A Torino, Palazzo Bricherasio,
sino al 18 maggio , la rassegna
"Gli artisti del Faraone", vita degli
artigiani che lavorarono nelle Valli
dei Re e delle Regine. Nel Museo
Regionale di Scien ze Naturali ,
sino al 9 giugno, "Zoologia fanta-
stica", sugli animali inventati : dal
minotauro all 'araba fen ice , allo
yeti. A Trento, sino al 25 gennaio
2004, il Museo Tridentino di
Scienze Natu rali , "Pianeta rosso",
dedicata al pianeta Marte. A Fer-
rara , nel Palazzo dei Diamanti,
sino al 15 giugno, "Shakespeare
nell'arte". A Roma , nel Comples-
so del Vittoriano, sino al 6 luglio,
"Ritratti e figure. Capolavori
impressionisti' .
IL PENSIERO
"La fede che non
dubita non è fede"
(Rudyard Kipling)
BS MAGGIO 2003

5.4 Page 44

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. Il viaggio di lavoro continua verso il Sud dell'India:
SILICON VALLEY E QUI
di Giancarlo Manieri
I
La Bangalore salesiana ospita esclusivamente opere formative e sociali.
Nella foto: la facciata della chiesa di nostra Signora di Lourdes che ha,
nel deambulatorio, il centro per la formazione dei catechisti.
Capitò nel 1996 proprio a Ban-
galore. Quell ' anno il grande
circo dell ' elezione di Miss
Universo - organizzata nella città -
non fu un successo. Almeno non
globale. La coscienza religiosa e
spirituale dell ' India si ribellò al bu-
siness che esponeva allo sguardo
cupido di centinaia di milioni di
guardoni in tutto il mondo qualche
tonnellata di corpi umani seminudi
da vagliare, soppesare, misurare,
esporre. .. "Jt is a show for corrupt
people" , è uno spettacolo per cor-
rotti, ha sussurrato senza mezzi ter-
mini un distinto signore, indiano
dalla testa ai piedi : turbante, man-
tella e sandali. E le prime a manife-
stare contro pare siano state proprio
le donne di Bangalore. Una vera ri-
bellione. "Voi che siete contro la
donna/oggetto, come la mettete con
questa esibizione?". Risposta: un
gesto sconsolato, la confessione che
non potevo farci proprio nulla. Mica
potevo dire loro che tutta la questio-
ne va al di là di ogni considerazione
morale, perché col business non c' è
morale che tenga, e lo show, come
l'aveva chiamato, è per l'appunto
Bangalore è il presente
tecnologico e informatico
dell'India, è il suo
futuro, è l'orgoglio della
nazione. La Silicon
Valley è qui. Perfino la
Silicon Valley americana
parla indiano. A
Bangalore i salesiani
hanno 9 presenze. Sei ne
hanno le FMA.
solo un business, un grande affare e
di fronte ai soldi la dignità della
donna va a farsi benedire! Che figu-
ra ci avrei fatto? E questa è stata la
prima presentazione che ho avuto di
Bangalore.
CITTÀ DEL FUTURO
"Perché proprio a Bangalore, e
non per esempio a New Delhi, è
stata organizzata l' elezione della
Miss mondiale?" Nel tono della ri-
sposta del mio interlocutore ho
colto una punta di malcelato orgo-
glio: "Perché Bangalore è la Silicon
Valley indiana. E anche quella ame-
ricana è zeppa di ingegneri informa-
Scuola serale parrocchiale.
MAGGIO 2003 BS
La schola cantorum della parrocchia.

5.5 Page 45

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la prima tappa a Bangalore.
I A Bangalore, così come nelle
grandi città indiane, convivono
tradizione e modernità, passato
e futuro ...
tici indiani. Here is the business!
Più di cinque milioni di abitanti po-
polano la città che è una delle più
prospere dell'intera nazione: grandi
spazi verdi, alberghi da favola, case
da sogno, palazzi sontuosi, negozi e
negozietti a decine di migliaia e -
manco a dirlo - traffico feroce: ca-
mion, autobus, taxi, moto, bici, ri-
sciò, bici/risciò, moto/risciò, ecc.
strangolano lo spazio e il silenzio.
CITTÀ DEL... VATICANO!
La terza e non meno sorprendente
caratteristica di Bangalore è il "Pic-
colo Vaticano". "Questa sì che è
nuova! Che cosa vuoi dire?". "Pro-
prio qui vicino a dove stiamo pas-
sando, comincia una zona che si
può definire sacra. È una specie di
enclave che racchiude le case di
moltissimi ordini e congregazioni
religiose sia maschili sia femminili.
Per esempio ci sono i domenicani, i
francescani, i gesuiti, i camilliani, i
carmelitani, ecc.". Anche i salesiani
hanno una presenza consistente. Ge-
stiscono ben nove opere, che som-
mate alle sei delle Figlie di Maria
Ausiliatrice formano una forza/la-
voro apostolica di grandi possibi-
lità. C'è di più. La presenza a Ban-
galore ha una caratteristica che la
distingue da quelle sparse nei grandi
agglomerati indiani. In una città che
ospita le più prestigiose e moderne
industrie elettroniche e informatiche
della nazione, i figli di Don Bosco
hanno scelto di non occuparsi di
scuole tecniche e/o professionali per
preparare i futuri manager, ma di
privilegiare l' assistenza agli ultimi,
ai più deboli, ai meno fortunati.
La Bangalore salesiana ospita,
dunque, esclusivamente opere for-
mative e sociali. Hanno avuto il co-
raggio, i salesiani, di scegliere il
campo di lavoro più ingrato, memori
dei ragazzi abbandonati della Tori-
no del 1800 che avevano preso
d' assalto la città industriale in cerca
di un qualsiasi lavoro . .. Ecco allora
un centro di riabilitazione e di pre-
venzione HIV/AIDS; ecco la cura
dello sviluppo delle trìbù, ecco I' a-
silo e l' assistenza per i ragazzi di
strada, l'impegno per i ragazzi e i
giovani delle aree rurali, l' assisten-
za nello slum. Le suore a loro volta
gestiscono pensionati, attività pro-
mozionali, visite ai villaggi, curan-
do, esse sì, anche le scuole profes-
sionali. La presenza nella Silicon
Valley si rivolge non tanto alla città
tecnologica e informatica, ai figli
dei benestanti, quanto piuttosto alla
popolazione giovanile senza mezzi
che non manca mai nelle aree più
vive e attive, attratta come le mo-
sche dal miraggio di facili oppo1tu-
nità lavorative e guadagni.
LE DUE COLONNE
Dicono che Bangalore si regga su
due colonne. La prima è l'esercito:
le grandi industrie elettroniche,
informatiche, e di natura strettamen-
te strategica, come quelle che co-
struiscono missili, satelliti e vettori
sono, in gran parte, in mano all ' e-
sercito. La seconda colonna è la
Chiesa: la città ospita ben 146 ordi-
ni e congregazioni religiose. "Sem-
bra incredibile!". "Ma è così! 38
sono maschili e 101 femminili!" . Il
calcolo non mi tornava, ma ho evi-
tato di chiedere spiegazioni alla mia
guida. Ho riflettuto che quelli man-
canti potessero essere congregazioni
laicali. mi sbagliavo. Di fronte
al numero dei gruppi religiosi fem-
minili non ho potuto fare a meno di
pensare alla classica storiella di Dio
che non gli tornano mai i conti
quando tenta di computare quanti
ordini di suore esistano.
A Bangalore abbiamo preso il
treno per Tirupattur! Salire su un
treno indiano è un ' esperienza che
non si dimentica. Chiamarlo affolla-
to e dire poco. La più varia umanità
si riversa su quella lunga casa mobi-
le che percorre grandi distanze, por-
tando un numero incredibile di pas-
seggeri da un posto all'altro. Un
viaggio bellissimo attraverso un fal-
sopiano che discende lentamente
verso la pianura, interrotto ogni tan-
to da colline di giganteschi massi,
come se qualche antico sconvolgi-
mento li avesse accumulati un po '
qui un po ' là per variare la monoto-
nia del paesaggio. Una campagna
ferace dove piantagioni di riso e di
mais riempiono gli spazi coltivabili
e boschetti di alberi da cocco con-
tornano laghetti, cascine, campi, ca-
panne, fosse e anfratti. Altissime
palme sembrano fare da sentinelle
alle coltivazioni. Pennellate di ta-
merici e acacie abbelliscono ancora
di più il già bel panorama che,
lento, si dipana sotto i miei occhi
avidi di vedere e fotografare.
(continua)
(servizio foto grafico del!' autore)
BS MAGGIO 2003

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
UN SUCCEDERSI
DI GRAZIE
protezione perché ho sperimen- a Maria Ausiliatrice, pregando-
tato la potenza che gode presso la che tutto si risolvesse con il
Dio nel concedere grazie a chi lo minor danno possibile, essendo
Mia moglie , dopo numerosi
aborti spontanei , si sottopose a
lunghe cure mediche ma inva-
no . Persa ogni speranza nei
mezzi umani, decidemmo di affi-
darci a san Domenico Savio.
Fatta la novena, il test di gravi-
danza risultò positivo. Fu così
invoca. Invito altre mamme a
fare la novena e chiedere l'abiti-
no nelle difficoltà che incontrano
durante la gravidanza o crescita
dei loro bambini.
N. N., Treviso
anche probabile l'asportazione
di un'ovaia. Dopo una settimana
di ricovero in ospedale , mia
figlia venne operata: le fu aspor-
tata solo la cisti, di natura beni-
gna. Ringrazio Maria Ausiliatrice
adempiendo la promessa di
pubblicare la grazia ricevuta.
che nacque Ambra Dominique
(il secondo nome è proprio in
onore del piccolo santo) e in
UNA
MALFORMAZIONE
Lanza Brilli, Carpeneto (AL)
seguito Elena Sofia. Tale spe-
AL CUORE
ciale protezione ho constatato
NULLA
anche in altri momenti difficili : Mia nuora e mio figlio aspetta-
mia mamma cardiopatica termi- vano con gioia un bambino . Mia
nale, giunta in fin di vita nume- nuora si sottopose alle ecogra-
È IMPOSSIBILE
A DIO
Beata Laura Vicuiia.
rose volte, dopo aver indossato
con fede l'abitino di san Dome-
nico Savio, guarì fino a giungere
a una vita quasi normale. Mia
nipote Sefora alla tenera età di
sei mesi circa fu colpita da una
fie richieste. All 'ottavo mese si
notò qualcosa che preoccupa-
va: il cuoricino del bambino
aveva una grave malformazio-
ne. Tenuta costantemente sotto
controllo medico , si decise il
Sposati da otto anni , eravamo
felici, ma anche un po' tristi per-
ché desideravamo un figlio , che
non arrivava: le cure mediche
erano lunghe , e ogni attesa
LAURA, UN PUNTO
DI RIFERIMENTO
Ho conosciuto la vita di
Laura Vicuiia durante gli
anni 1958-1960, mentre ero
meningite rarissima. I dottori
disperavano che si potesse sal-
vare date le sue gravi condizio-
ni. Ma per le preghiere rivolte al
nostro Domenico, ci fu un ricu-
pero che meravigliò gli stessi
taglio cesareo. Per il bambino il
cardiologo si tenne pronto con
l'ossigeno e per un eventuale
intervento chirurgico, che appa-
riva probabile. Noi cominciam-
mo a invocare Maria Ausiliatri-
veniva delusa. La nostra spe-
ranza era sostenuta dalle paro-
le: "Nulla è impossibile a Dio" e
dall'intercessione di san Dome-
nico Savio. Dopo l'ennesima
cura è giunta la desiderata gra-
studentessa nel collegio
"Maria Ausiliatrice" di Valle-
crosia. La sua figura attirò
subito la mia attenzione, per
una certa somiglianza con la
mia situazione . Ho comincia-
medici curanti: una guarigione ce e san Domenico Savio per- vidanza, durante la quale ho to allora a pregarla e ad
perfetta e senza alcuna conse- ché ci dessero forza e aiuto . indossato sempre l'abitino di approfondirne la conoscenza
lt
guenza. Come non avvertire
una profonda riconoscenza per
una così palese e continua pro-
tezione celeste?
Cardane Fabrizio, Potenza
Con sorpresa dei dottori e del
personale medico , il parto è
stato normale , il bambino ha
potuto respirare da solo. Dopo
quindici giorni di terapia cardio-
logica il bambino è stato dimes-
Domenico Savio che la mia cara
nonna mi aveva consigliato di
portare. Durante tutti i controlli
lungo l'arco dei nove mesi , non
si è mai verificato alcun proble-
ma, perciò ero sicura che
attraverso letture. Ne è deri-
vata quindi una grande
devozione ininterrottamente
coltivata. Ho sempre avverti-
to la sua assistenza nei
periodi difficili (lutti familiari ,
so e ce lo siamo portati a casa. Domenico Savio mi protegges- malattie, difficoltà che appa-
Ora ha sette mesi , cresce e sta se particolarmente. Lo stesso rivano insormontabili) , ed ho
UN PERICOLO
SUPERATO
molto bene. Siamo tutti convinti medico che ben conosceva la
di avere ricevuto una vera gra- mia storia era meravigliato del
zia. Riconoscenti , non cessere- buon procedere della gravidan-
insegnato anche a mio figlio
ad invocarla. Desidero pub-
blicamente ringraziare que-
Mia madre è stata operata con
urgenza all'esofago. Le compli-
cazioni non sono state poche e
mo mai di pregare questo picco-
lo santo e l'Ausiliatrice.
Bagnasacco Michelina
za . Nel marzo 2001 è nato
Antonio , bello e sano , che ha
portato tanta gioia in famiglia. lo
e mio marito desideriamo espri-
sta cara piccola Beata per il
sostegno che mi ha sempre
dato.
a un certo punto il quadro gene-
e Giuseppe, Loranzè (TO) mere la nostra gratitudine al pic-
M. T. A/berti,
rale dell 'ammalata era tale da
colo santo nella speranza che
Cambiano (TO)
non lasciare molte probabilità di
tante altre mamme abbiano a
sopravvivenza. Fu in tale circo-
stanza che noi siamo ricorse
UN ESITO
conoscerlo.
all'intercessione di suor Euse-
MIGLIORE
Sotera Maria Grazia,
bia Palomino. Oggi insieme a
DEL PREVISTO
Nicolosi (CT)
tutta la famiglia desidero ringra-
ziare la ·nostra Venerabile , per- Mia figlia di 18 anni da qualche
ché la mamma ha superato tutti tempo accusava uno strano
i pericoli , sta bene e si nutre gonfiore al ventre. Un'ecografia
SCONGIURATA
senza difficoltà.
evidenziò una grossa cisti di
UNA GRAVISSIMA
Sr Anna Migliore Fma,
Cinisello Balsamo (Mi)
EFFICACE
INTERCESSIONE
natura sconosciuta. Dopo due
giorni di ricovero in ospedale e
di analisi varie, si capì trattarsi
di una cisti alle ovaie. Mi rivolsi
CRISI
Compio un dovere di coscienza
nel ringraziare pubblicamente
Don Bosco (oltre che la Beata
Victoire Rasoamanarivo) , per la
soluzione della gravissima crisi
che ha colpito il popolo malga-
V. Dorotea Chopitea V. Rodolfo Komorek
implorare dal Signore il dono
della pace". Così è stato. Anche
col contributo della nostra
Comunità di Noviziato.
Dopo mesi di attesa e di paure
scio. Ciò è avvenuto secondo la
Sac. Salvatore Artizzu,
per minacce di aborto (come mi
preghiera elevata dal Santo
sdb, Mahajanga
era successo per gli altri due
Padre domenica 3 marzo dopo
bambi(li) è nato Giacomo Dome-
l'Angelus: "Confidando nel
nico. E frutto dell'intercessione
carattere non violento del popo- Per la pubblicazione non si
di san Domenico Savio, che ho
pregato con tanta fiducia. Ora
continuo ad affidarlo alla sua
lo malgascio, invito le comunità
cristiane della Grande Isola a
elevare ferventi preghiere per
tiene conto delle lettere non
fir mate e senza r~capuo. S_u
richiesta s1 potra omettei e
MAGGIO 2003 JJS
l'indicazione del nome.

5.7 Page 47

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I.
CARLO CLIMATI
Giornalista e scrittore,
vive a Roma dove è nato;
co llabora con Avvenire,
Agenzia Sir e altre testate.
Il BS ha recensito il suo ultimo
libro "Il popolo della notte"
nel dicembre 2002.
Abbiamo visto dal suo sito Internet www.carloclimati.com che
lei ha scritto sui giovani. Da dove nascono la sua esperienza riguardo
ai giovani e la sua voglia di scriverne?
Ho avuto molte esperienze soprattutto nel campo del volontariato.
Mi considero, semplicemente, un loro amico, una persona che crede
molto in loro. Non mi piace la "giovanologia", che è lo stile freddo e
distaccato di chi studia i giovani dal!' alto di una cattedra, senza mai
scendere tra di loro.
Lei è anche un musicista. Dove e quando ha imparato? E dove e
quando ha esercitato?
Quando avevo 14 anni, sono stato ricoverato in un ospedale per cu-
rare la scoliosi. Per alcuni mesi ho dovuto portare il busto di gesso,
poi, negli anni successivi, quello normale. Questo mi impediva di par-
tecipare ad alcune attività. Allora, ho cominciato a studiare musica.
Ho suonato il basso elettrico in vari complessi e ho fatto molti concerti.
Sono riconoscente alla musica, perché mi ha aiutato a vincere la soli-
tudine in quel periodo difficile della mia gioventù.
Il suo giudizio sui giovani d'oggi è positivo o negativo?
Positivo. I giovani sono molto più intelligenti e profondi di quanto si
possa pensare. Leggono, riflettono, dialogano e sono spesso impegnati
in iniziative benefiche. I media, invece, parlano di loro solo quando
fanno qualcosa di brutto. Ma questo non è il vero volto dei giovani.
E il suo giudizio sulla musica che consumano i giovani?
C'è buona e cattiva musica. Ci sono ottimi gruppi. Ma anche cantanti
che invitano alla violenza, alla droga, al razzismo. E non sono certa-
mente dei modelli da seguire.
Secondo lei, quale forza di persuasione hanno i media? Di con-
dizionare i giovani, o essi sanno vivere liberi e fare scelte controcor-
rente?
Molti giovani, sicuramente, sanno usare la testa. Altri rischiano di ca-
dere nella trappola della massificazione, nella ragnatela di un mondo
materialista e consumista. Bisogna aiutarli a sviluppare il senso critico
nei confronti dei messaggi che giungono dai mezzi di comunicazione. I
media, spesso, considerano i giovani delle macchinette fabbricasoldi,
dei clienti a quali rivolgere spot pubblicitari e programmi televisivi di
basso livello. Bisogna avere coraggio di elevare il livello delle proposte
da fare a ragazzi e giovani: essi hanno un cervello, un'anima e tanta
voglia di dare un contributo positivo alla società.
FOCUS
"T"
Festa d'inizio dell' oratorio.
Il parroco organizza una serata
per discutere sul ruolo educati-
vo degli oratori. Tra gli altri,
invita un'assistente sociale,
mia cara amica che da di versi
anni lavora in un centro che si
occupa dei bambini con pro-
blemi relazionali, a tenere una
breve relazione. Al termine
dell 'interessante esposizione,
ella, che chiamerò "T", mi si
rivolge con un sorriso: "Allora
ho citato correttamente Don
Bosco?". "Certo!". Aveva letto
da poco "Memorie dell ' Orato-
rio" che le avevo regalato. La
settimana dopo a Valdocco ac-
quisto un libretto contenente i
discorsi più belli di Don Bosco
in materia di educazione e
glielo faccio pervenire. Dopo
qualche tempo lei mi chiede se
ho qualche altra cosa sull'ar-
gomento educazione. Le invio
il fascicoletto "Questi nostri
figli adolescenti". Ieri sera in
pairncchia, al termine della se-
rata di catechismo, il nostro
"Don" annuncia che "T" ha
una comunicazione da farci.
Lei si alza, è un po' emoziona-
ta e mi sembra che le tremi la
voce quando annuncia, con
sorpresa di tutti, che è stata ac-
cettata a fare il periodo di veri-
fica vocazionale tra le FMA a
partire dal 31 gennaio!
(ricevuta via e-mail)
JJS MAGGIO 2003

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
F I RENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
Una città degli studi
-
I
c.
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INSERTO CULTURA
o
di Natale Maffioli
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Museo del Guaico in Equador
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MEDIA
di Silvano Stracca
Resistere alle pressioni
MISSIONI
di Giovanni Eriman
Hic sunt leones