Bollettino_Salesiano_200304

Bollettino_Salesiano_200304

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Mensile · Anno CXXVII · nr. 4
Soediz. in a.p. art. 2 comma 20/ C legge 662/96
Faiale di Firenze
Spedizione nr. 4/ 2003
Auloriu. Direz. Prov. P.T. · 50100 Firenze· C.M.P.
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877

1.2 Page 2

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- MAESTRO ED AMICO _ _ _ _ _ __,
di Pascual Chévez Villanueva
I MILLE VOLTI
DI DON BOSCO
COI PIEDI
PER TERRA, MA...
Fu un uomo pratico Don Bosco, radicato sulla terra ... Eppure non
ha mai abbandon~to il cielo! Scoprendo così per i suoi figli un
modo nuovo e originale di diventare santi
,, Don Bosco fu l'uomo di
Dio nell'epoca moderna,
così come Elia lo fu nel
suo tempo. Questa è la qualifica
che gli si confà" (W. Nigg). Anche
se può sembrare un'esagerazione,
questo giudizio di un biografo del
Santo, protestante per di più, coin-
cide con l'immagine che di Don
Bosco conserva la tradizione sale-
siana: "profondamente uomo di
Dio, ricolmo di doni dello Spirito
Santo, viveva come se vedesse
l'Invisibile" (Cost. 21).
O Con ciò rimane fissato il miste-
ro personale di Don Bosco, la ra-
dice ultima della sua attività prodi-
giosa e la miglior definizione della
sua sorprendente santità: "In Don
Bosco, a differenza di altri santi,
l'umano non era scomparso, assor-
bito dal divino, piuttosto aveva con-
servato il suo peso specifico, la sua
autonomia relativa" (C. Colli). Dota-
to di un temperamento pratico e
con l'innato realismo della gente di
campagna, era naturalmente incline
all'attività, e veramente "sarebbe
difficile trovare un altro santo che ,
nella misura di Don Bosco, abbia
coniugato e fatto coniugare il verbo
lavorare" (E. Ceria). Lavorare instan-
cabi Imente era per lui il modo di
collaborare con Dio alla salvezza
della gioventù, il compito della vita:
"Il Signore mi ha mandato per i gio-
vani - lasciò scritto - perciò biso-
gna che mi risparmi nelle altre cose
estranee" (MB 7, 291).
I Anonimo
Don Bosco a Nizza nel/'85 (posa A).
Nizza, 1885.
Riproduzione da originale,
cm 45x60.
O Egli viveva sotto quella "pres-
sione" divina che caratterizza la
vita di ogni inviato, di ogni profeta,
una tensione che lo obbligherà a
mettersi al servizio dei giovani "fin-
ché mi rimarrà un fil di vita" (MB
18, 457). "Il segreto di tutto questo
sorprendente lavoro, della straordi-
naria espansione e del successo
inimmaginabile della sua opera, sta
precisamente in quella costante
unione con Dio, mai interrotta, che
convertì la sua vita in una preghie-
ra continua" (Pio Xl). Don Bosco
sapeva stare davanti a Dio quando
era attorniato da giovani , e seppe
incontrare Dio tra i giovani ai quali
era stato destinato: "mistico attivo,
coglie e sperimenta Dio, non solo
in certi momenti della preghiera
esplicita, ma nell'esercizio stesso \\"'-\\.
dell'azione apostolica; lo tocca e lo
sente mentre partecipa e collabori... ,,
all'attuazione del suo disegno salvi-
fico" (P. Brocardo).
Se Giovanni Paolo Il dice che
nella «ferialità» che Dio ci chia-
ma a raggiungere la maturità della
vita spirituale che consiste proprio
nel vivere in modo straordinario le
cose ordinarie" , si deve affermare
che Don Bosco è un esempio per-
fetto. Egli infatti ha avuto la rara
I E lui nin piedi, sui due piedi, come
se fosse cosa di un momento,
ascoltava tutti, comprendeva tutto,
rispondeva a tutti, e sempre con
lo stesso raccoglimento profondo.

1.3 Page 3

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capacità · di "scoprire Dio nella
realtà quotidiana", di parlare con lui
parlando coi suoi giovani, così da
vivere costantemente in una pro-
fonda unione col Padre , convertirsi
in un vero contemplativo nell'a-
zione. Questa fu l'impressione di
quanti lo conobbero , sorpresi al
vedere un uomo attento a ciò che
succedeva attorno a lui e immerso,
allo stesso tempo e senza appa-
rente difficoltà, nel mistero di Dio.
Facendo ricorso alla sua esperien-
za personale, Pio Xl, il Papa che lo
proclamò santo, ha esclamato: "Lì
c'era gente venuta da tutto il mon-
do, dall'Europa, dalla Cina, dall'In-
dia, e lui in piedi, sui due piedi ,
come se fosse cosa di un momen-
to, ascoltava tutti , comprendeva tut-
to, rispondeva a tutti , e sempre con
lo stesso raccoglimento profondo,
si potrebbe dire che non prestava
attenzione a quanto succedeva;
sembrava che il suo pensiero fosse
altrove, era con Dio".
Ap rile 2003
Ann o CXXVII
Numero 4
In copertina :
Sono sempre numerosi
i giova ni che pensano a
vacanze alternati ve
offrendo i I loro tempo
estivo alle mi ss ion i. Si
tratta indubbi amente di
un costu me da
incrementare
ulteriormente.
Mensile di informazione
e cu ltura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MAN IERI
- CHIESA
12 La Chiesa e la famiglia
di Silvano Stracca
- G10VANI
14 Vie nuove...
di Vito Orlando
- M,ss10N1
18 Esperienze in Guatemala
- VIAGGI
20 L'anima dell'India
di C. Aquili e V Savini
di Giancarlo Manieri
- ,NSERTO CULTURA
23 Museo dos Povos da Floresta
- FMA
28 Una scelta che cambia
di Manieri/Maffioli
di Graziella Curti
RusRICHE
2 // Rettor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 /n Italia & nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Doctor J. -
30 Libri - 32 On Une - 34 Come Don Bosco - 36 Famiglia Salesiana - 37 Laetare et
benefacere - 38 Sfide etiche - 40 Prima Pagina 1 - 41 Prima Pagina 2 - 42 / nostri
morti - 43 // mese - 44 Dibattiti - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/ Focus
È vissuto "come se vedesse
l'Invisibile".
·
O Per descrivere l'elemento es-
senziale della santità di Don Bo-
sco i salesiani hanno fatto ricorso,
felicemente, a un'espressione bibli-
ca; hanno lasciato così che sia la
stessa Parola di Dio a definire l'at-
tuazione di Dio in Don Bosco san-
to. Secondo i suoi figli, Don Bosco
ha fatto esperienza di Dio , durante
un vita ricolma di preoccupazioni,
perché è vissuto "come se vedesse
l'Invisibile". Difficilmente si sarebbe
potuto trovare una forma più felice
per descrivere l'originalità della
santità di Don Bosco; qui radica,
senza dubbio, la sua sorprendente
attualità.
O
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori : Ernesto Gattoni - Giuseppina Cudemo
Graziella Curti - Carlo Di Cieco - Bruno Ferrero
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Roberto Saccarello - Fabio Sandroni
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Vincenzo Odorizzi - Guerino Pera
Pietro Scalabrino - Gianpaolo Tro nca
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2. 1949
Diffusione e Amministrazione: Gregorio Jaskot (Roma)
Fotocomposizione: Puntografica s.r.l. - Torino
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
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Ccb 32631/99 - Banca Intesa
Filiale Roma 12 -ABI 03069- CAB 05064
Ccp 36885028- CF 97210180580
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 55 edizioni e 24 lingue diverse. Raggiunge 151 Nazioni
in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS APRILE 2003

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di Carlo Di Cieco
EDUCARE
AL CAMBIAMENTO
Com'è cambiata l'educazione. La sfida, che riguarda chi si trova
ad affrontare l'educazione oggi si chiama globalizzazione.
Esiste un'etica della globalizzazione? Se sì,
allora molte regole vanno cambiate
Un tempo si educavano i giovani a
inserirsi nel sistema, ora occorre
educarli a cambiare il sistema
economico per renderlo più giusto. In
questa formula sintetica le Figlie di
Maria Ausiliatrice, eredi autorevoli
assieme ai salesiani del sistema
educativo di Don Bosco, racchiudono il
grande progetto di aggiornamento
dell'azione educativa da loro intrapresa.
In piena sintonia con le indicazioni del
Papa che, nell'ultimo messaggio per la
Giornata mondiale della pace , indica
l'urgenza di sostituire l'attuale
"disordine" mondiale per dare agli
uomini e alle donne la possibilità di
vivere in libertà, giustizia e sicurezza
fondate sull'etica e sui diritti umani.
Sono segnali di una straordinaria
partita sulla qualità della vita nel futuro
che si sta giocando nel mondo, e che
accorti educatori non debbono lasciarsi
sfuggire. La partita va sotto il nome di
globalizzazione e divide quanti la
intendono senza regole e a dominanza
economica liberista e quanti pensano,
invece, che ci voglia un'etica mondiale
per la politica e l'economia, rimettendo
in onore insieme alla sobrietà pure la
solidarietà, quale nome nuovo della
pace.
Le proteste contro la globalizzazione
che si sono accese nei diversi
continenti , prevalentemente nel segno
della nonviolenza, hanno originato
un'alleanza nuova di giovani e adulti
che resistono attivamente e non
accettano passivamente il nuovo
sistema economico globalizzato.
Rispetto al famoso '68 che tanti ancora
temono , nel movimento Mondiale del
Social Forum c'è questa novità: i giovani
non sono lasciati soli e la bandiera del
cambiamento viene portata insieme a
tanti educatori e genitori.
Mentre crepitano armi di ogni tipo
con l'obiettivo di imporre la legge del
più forte , non è ancora garantita, a
livello planetario, l'accettazione del
nuovo sistema che autorizza il 20%
degli abitanti a consumare 1'80% delle ·
risorse mondiali.
E la partita educativa sta tutta qui:
schierarsi per facilitare l'accettazione
sempre più ampia di un sistema che
APRILE 2003 BS
genera ingiustizia e bambini gonfi di
benessere ma bisognosi di farmaci
antidepressivi , o accorgersi
dell'urgenza di fare qualcosa per
arginarlo prospettando possibili
alternative .
In questa partita è in gioco anche
buona parte dell'eredità educativa
umanistica e di quella che si ispira alla
migliore tradizione cristiana.
Molti religiosi e religiose con i propri
organismi dirigenti hanno ormai
maturato la convinzione che la difesa
della fede oggi passi attraverso la
disponibilità a morire per la giustizia e
a vivere in solidarietà. Si tratta di una
conversione storica che non può
restare inosservata a quanti si
dedicano all'opera educativa. Essa
significa e reclama allo stesso tempo
una nuova responsabilità nell'essere
genitori o educatori.
Come nell'anno liturgico si vivono di
tanto in tanto "tempi forti" per registrare
l'impegno e la conversione interiore,
così oggi per l'educazione è il tempo di
una sfida forte, non comune. Si può
vivere con una certa dignità anche in
tempi di globalizzazione e nella
stagione informatica, ma non si può
accettare di vivere rinunciando alla
propria umanità. Occorre vagliare se
sia possibile ancora definire e
condividere regole per vivere da umani
nella nuova età del mondo, oppure
convincersi che i nuovi dei costruiti e
propagandati nell'era tecnologica, non
avranno da noi nessun grano di
incenso, a nessuna condizione.
Quanti vogliono fare educazione
hanno finito di vivere di rendita e di
routine . Tante istituzioni educative
hanno "avuto" finora molte cose.
Hanno creduto di poter contare sulla
forza del possedere tanti beni mobili e
immobili, e cose che danno lustro e
potere nelle società dell'avere. Per
loro è suonata la campana per tornare
a "essere" qualcosa di significativo, un
lumino di speranza, nella grande
partita per salvare la terra e la qualità
della vita. Pena farsi ingoiare,
restando come città morte che
parlano solo agli archeologi.
O

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1.6 Page 6

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a lei per tutti. Dunque do- osceni, tutto l'opposto: quei risposta biblica di Dio la co-
vremmo proprio rinunciare a cmpi nudi, straziati dalla nosci: "Nessuno tocchi Cai-
qualsiasi tentativo di inse- paura e dal cielo che gli cade no!" , e questo non perché ha
gnare a distinguere, a legge- addosso, vogliono dire che da fatto bene a fa re quello che
re la realtà, e chiudere le Dio nudi siamo usciti e a Dio ha fatto, ma perché altri
porte ad ambiti che fanno nudi torneremo, col solo vesti- sono i metodi per riparare al
parte del quotidiano e che,
ahimè, vengono quasi sempre
presentati in maniera distor-
ta? Come se Domine lddio
l'avesse fatta grossa a creare
Q to delle nostre opere buone; e delitto .
che fuggire dalla vita , come
non pochi hanno fatto (He-
mingway, Lucentini, Levi...),
ATANA O DIAVO-
non ha risolto né il loro pro-
LO O... Nel BS manca
l'uomo nudo ... Magari avreb- blema né quello degli altri , e qualcosa di molto più impor-
be dovuto inventare, la sua perciò non è stato un aiuto a · tante della psicologia, della
inarrivabile fantasia, qualche migliorare, semmai un incen- pedagogia, della politica e
diavoleria (!)per farlo nasce- tivo a "rifiutare" questo do- altre stupidaggini del gene.re.
re vestito! Spero.che si renda no della vita che è il capota- Voi cercate di fare i moderni
r., conto eh.e fare del nudo un voro di Dio contro la tragi- tacendo sul diavolo [... ]. Il
ERCHÉ QUELL'ILLU- tabù vuol dire in realtà pro- cità del nulla. Mi permetta Vangelo ne parl a più di 60
,.,, STRAZIONE? Egre- pagandarlo, incentivarlo, dar infine di aggiungere che la volte [.. .]. Se si nega il diavo-
gio Direttore, ho letto sul ragione a chi lo esibisce con sua interpretazione della pit- lo è come negare Dio , nessun
"Corriere della Sera" un arti- malizia e per scopi inconfes- tura di Ganassi mi sembra sacerdote lo predica più e per
colo dal titolo : "Davide , un sabili.
fuori da ogni schema . Per colpa loro i giovani si perdo-
ragazzino nelle vie della vol-
garità . Violenza e volgarità
sui muri della città. E i bam-
bini sono vittime inconsape-
voli", dove l'autore denuncia
i rischi a cui i giovani, ma
anche chi non è più giovane,
vanno incontro a causa del
continuo bombardamento di
scene di nudo di tutti i tipi, di
tutti i generi e di tutti gli ar-
gomenti. Secondo lei, non sa-
rebbe il caso che il suo Bol-
lettino si astenesse, per con-
trastare l'andazzo coITente,
dal pubblicare scene in cui il
nudo è come un pugno in un
occhio? Mi riferisco all'arti-
colo a firma di Carlo Di
Cieco dal titolo : "Disagio di
vivere". Ebbene, l' immagine
che lo coITeda mi sembra del
tutto fuori luogo, con quell 'e-
sposizione [... ] di c01:pi posti
in posizioni sguaiate. E quello
il modo di rappresentare l'A-
pocalisse? Che fine ha fatto il
ghigno della bestia che, come
in certe scene dantesche, sim-
boleggia il peccato? A me
sembra che l'artista abbia vo-
luto rappresentare solo certe
parti anatomiche, infischian-
dosene di peccati e di pene
eterne.
Antonio
Caro Signore ,
(anche Ciriaco, suor Emilia,
don Simon e Harison mi
hanno scritto a proposito del-
1'illustrazione di Ganassi nel
BS dicembre 2002). Rispondo
L' Apocalisse, nel testo di Di rendersene conto, rilegga del-
Cieco - lo legga bene - non l'Apocalisse il Sesto Sigillo
mi sembra "fuori luogo" . Al (Ap. 6,12.17), poche righe ma
contrario . E quei nudi non dense , chissà eh.e non trovi
a sono certo atti a suscitare la
concupiscenza, così come
l' illustrazione del pittore Ga-
nassi non è una ricerca di le-
qualche lume per l'esatta ese-
gesi del dipinto.
ziosità lascive! Del resto il L DETERRENTE••• Lei
Giudizio fi nale, e/o l' Apoca- non sarà d' accordo . Ma io
lisse sono ritratti in moltissi- sono per la pena di morte! Bi-
me chiese a cominciare dalla sogna dare esempi [.. .]. Sono
Cappella Sistina in Vatica no. convinto: l'antica legge oc-
Nel duomo di Orvieto i nudi chio per occhio è il miglior
del Signorelli non suscitano deteITente, e non solo, ma se-
le proteste di nessuno, come condo me lo spettacolo pub-
del resto quelli in centinaia blico di una esecuzione non
di altre chiese.
dispiace, anzi diciamo pure
No i siamo educatori, ed è no- che fa piacere alla folla, non
stro dovere affrontare nei si .dimentichi che "homo ho-
modi dovuti anche i temi più mini lupus! ", l'ho studiato
scabrosi. Scorra bene l' arti- proprio quest'anno a scuola e
colo di Di Cieco , e mi dica se sono d'accordo[ ... ]
al termine di quella lettura
lei resta turbato più dal nudo
Mario , Verona
che dal contenuto. La fine, Non dire stupidaggini, ragaz-
quella di ogni singo lo indivi- zo! Ti invio la foto del pubbli-
duo e quella dell'intero uni- co che assiste a.una impicca-
verso, ambedue ineluttabili , gione. In Iran. È stata ripor-
ci inte1pella come individui e tata da un giornale della ca-
come umanità, e deve trovar- pitale qualche mese fa. Vedo
ci preparati. Quel "fotogram- solo volti spaventati , o tristi, o
ma" degli ultimi istanti del preoccupati. Certo non leggo
mondo "fissa, nell'attimo di- il piacere dello "spettacolo".
struttivo, il senso della svol- Nessuno ha il diritto di rubare
ta", dice l' occhiello iniziale, la vita di un altro, nemmeno lo
dando il percorso interpreta- Stato. Il patibolo di Cristo ha
tivo di quanto è scritto e illu- abolito ogni altro patibolo! E
strato.
tutte le statistiche dimostrano
Stia dunque tranquillo , caro che la morte non è un deter-
amico , non siamo degli sprov- rente contro il delitto. Caino
veduti che seminano desideri uccise suo fratello Abele... La
no . .. praticano le messe nere
e scrivono il numero satanico
666. E quanti sono attratti
dalla magia e dallo spiriti-
smo? ... Nella rivista voi par-
APPELLI
Scambio amicizia e santi-
ni ... Sanzaro Rita, via
Gramsci, 65 - 96010 Sor-
tino (SR).
Cerco l'immaginetta di
una serva di Dio o venera-
bile di cui conosco solo il
nome (Luisa) . È italiana e
dovrebbe essere vissuta
nei primi decenni del ' 900.
Chi sa darmi una risposta?
Olivia Mangano, via An-
drea Aradas, 35 - 00134
Roma.
Raccogliamo per le mis-
sioni francobolli, carte te-
lefoniche, cartoline, santi-
ni ... V.S.E. - Casella Po-
stale n° 27 - 10050 Coaz-
ze (TO).
Cerco il seguente libro:
"Morte e giudizio ossia il
pellegrino nella Valle di
Giosafat", pubblicato a
Torino in form a anonima
da Marietti nel 183 8, per
studi o. .. Daniele Bolo-
gnini, corso Sebastopoli,
63 - 10134 Torino -
011.318.7098.
APRILE 2003 BS

1.7 Page 7

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late di musei, di sport, di ac- mare al migliore dei suoi di far lavorare (il cervello più
quisto libri invece che del alunni, che la santità ali' ora- degli occhi!) ... Mi piacerebbe
diavolo .. .
torio consisteva nello stare sapere quanti anni hai. Co-
Francesca, 16 anni
molto allegri.
Infine: che i giovani si perda-
munque, cara ragazza, essen-
ziale nella vita è "realizzarsi
Cara Francesca, faccio finta no per colpa dei sacerdoti è come persona", non come
che tu abbia davvero gli anni un po' azzardato scriverlo, bambola. Non lo dimenticare.
che dichiari, anche se il lun- perché oggi i giovani sono i E tra la persona e la bambola
go scritto, che ti ho tagliato, clienti meno numerosi che i la distanza è abissale. Fossi
sembra denunciare un' altra sacerdoti hanno. Cerca altro- in te non darei troppe colpe
età. Ti dico subito che la psi- ve il motivo. E poi chi te l'ha ai genitori che ti forzano ad
cologia, la politica, la peda- detto che si perdono? I giova- andare in giro con un pizzico
gogia non sono stupidaggini, ni che praticano le messe di "proprietà" (ma ho la ten-
ma sono "strumenti" che in- nere sono pochissimi, una tazione di scrivere "dignità")
dagano e cercano di miglio- percentuale che si avvicina in più. Ho l'impressione , e te
rare la vita dell'uomo sulla allo zero e altrettanto dicasi lo dico con schiettezza, che tu.
terra ...
di quelli infatuati di magia e
Chi ha occhi per vedere e spiritismo; secondo le statisti-
cervello per ragionare s' ac- che sono gli adulti che si de-
corge con dolorosa sorpresa dicano a questi intrugli. Con
che il Male/Satana è presente buona pace di chi crede il
ovunque, e tutte le volte che si contrario.
parla di ingiustizia , di san-
gue, di miseria, di piani di
guerra, di odi, violenze e so-
praffazioni si parla di lui, il
satana biblico. E a questo
punto potrei sentirmi tran-
quillo, e chiudere la lettera.
Ma ti voglio dire ancora
qualcosa. Intanto, per la pre-
cisione, nel Vangelo di infer-
no si parla in Mt 5 ,22; 10,28;
18,9;23,15. In Mc 9,43. In Le
12,15. Del diavolo Matteo ne
parla una volta, Luca una
volta , Giovanni una volta.
Demonio è nominato due
volte in Matteo e una in Luca.
Satana si trova tre volte in
Matteo, quattro in Marco e
tre in Luca. Ma, vedi, come
educatori noi preferiamo in-
~ l'!,OSMOLEA.
UNA
Caro
BAM·
direttore
terventi che puntino sul posi- [...] gli voglio chiedere un pa-
tivo invece che sul negativo, rere... perché io sono sempre
sull'intima gioia di fare il in questione con i miei geni-
bene più che sull'orrore del tori, perché voglio essere
castigo per chi fa il male . come le mie compagne che
Don Bosco non ci ha insegna- gli piace la minigonna, i ve-
to ad andare alla ricerca dei stitini aderenti, la griffe, il
giovani posseduti dal demo- farsi guardare. Perché io no?
nio, ma di quelli "poveri e Così si conquistano gli uomi-
abbandonati e pericolanti". E ni, non crede? Sì, forse lei
se è vero che parlava spesso non se ne intende, ma per noi
del demonio - com'era l'uso ragazze è essenziale la con-
dei tempi - è altrettanto vero quista di un uomo, se no resti
che faceva giocare e giocava zitella [...] uno che ti cura, e ti
lui stesso coi suoi ragazzi, li carezza come la sua bambola
conduceva a lunghe passeg- [...] Non è bello questo?
stia giocando un gioco peri-
coloso per il tuo futuro di
donna. La natura, a vedere la
foto che hai accluso alla tu.a
(ma non so a che epoca risa-
le!) , ti ha già abbondante-
mente dotata di quel che ti
serve. Non forzare la natura
per estorcerle surrettiziamen-
te ciò che non ti serve, non
"conciarti" in maniera inna-
turale, e ricordati che tutto
ciò che è forzato non è stabi-
le, e rischia di portarti a con-
seguenze che ti faranno pian-
gere. Scriveva qualche mese
fa quel bel tipo di Beppe Se-
vergnini - un giornalista in
gamba, ti assicuro! - sul
"Corriere della Sera": "Se
certe ragazze (veramente lui
scriveva donne) si lasciano
trattare come bambole, poi
non si lamentino se le buttano
via appena esce un nuovo
modello!" . Sottoscrivo. Devi
avere il coraggio di pensare
che forse, tutto sommato, i
tuoi genitori non hanno tutti i
torti. Ne. hanno molti di più
coloro che a certe "boutade"
delle proprie figlie non muo-
vono un muscolo, impassibili
come statue, in omaggio a
una mal compresa modernità
o una male inte1pretata psi-
cologia de ll'educazione che
chissà dove hanno appreso , e
di cui conoscono una sola re-
gola "laisser faire laisser
passer"... in omaggio alla
loro macroscopica imprepa-
razione.
giate che duravano anche
giorni, programmava feste
(dell'uva, delle castagne.. .)
organizzava teatri, canti, ac-
cademie. .. tanto da far escla-
Carolina , Catania
No, non è bello per niente! lo
non me ne intendo, ma ho due
occhi e un cervello che cerco
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nute in redazione . Ce ne
scusiamo. Provveder~mo_ a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vos tra corrispon-
denza :
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656 .12.556
E-mail: biesse @sdb.org
BS APRILE 2003

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IN ITALIA
NEL MONDO
BUSCATE, ITALIA
missionario in India, sulla si-
nistra, e suor Emilia Musatti
Figlia di Maria Ausiliatrice,
sulla destra, a rappresentare le
Sta bene, nel! 'anno del rosa- due grandi famiglie che Don
rio questo bel dipinto dell'ar- Bosco lanciò alla conquista
tista Gian Calloni, eseguito dei giovani del mondo. Il di-
per il Centro Gioventù Don pinto in compensato 1O delle
Bosco di Buscate e benedetto dimensioni di 111 X 155 cm,
il 20 settembre 1992 dal Ret- eseguito con i finissimi colori
tor Maggiore don Egidio Vi- francesi, mostra un Don
ganò. Il quadro ritrae Don Bosco sereno e deciso, attor-
Bosco con la corona in mano niato dalla gioia di ragazzi e
che arriv a anche nei piccoli ragazze. Il secondo quadro
centri di provincia e raccoglie raffigura lo stesso Don Bosco
subito attorno a sé i ragazzi, a Valdocco davanti al tempio
con l' unico scopo della loro di Maria Ausiliatrice, il terzo
salvezza... la corona del rosa- presenta Madre Mazzarello,
rio la dice lunga al riguardo. la cui festa ric01Te il 13 del
Egli ha vicino un buscatese, il prossimo mese di maggio.
MILANO, ITALIA
GABERADDIO
È stato il salesiano don Ga-
briele Corsani a celebrare il 3
gennaio u.s. i funerali del can-
tautore Giorgio Gaber, stron-
cato da un male incurabile a
capodanno. Gliel' ha chiesto
la moglie, Ombretta . Colli,
che don Gabriele ha accom-
pagnato spiritualmente dopo
la scoperta del male incurabi-
le che aveva assalito il marito.
Là dove nel 1965 si erano
sposati - l'abbazia cistercense
di Chiaravalle - Ombretta ha
voluto anche celebrare la ceri-
monia del distacco definitivo .
Un grande, Giorgio Gaber,
una star assoluta del tea-
tro/canzone, uno fuori dagli
schemi, che "aveva la nostal-
gia per una realtà aperta alla
qualità degli affetti e dell'a-
APRILE 2003 BS
more" ... e sono parole del-
l'Osservatore Romano, il gior-
nate vaticano. Un critico a
volte feroce dei costumi, del
perbenismo, dell'opportuni-
smo, dell'ipocrisia... ce n'è per
tutti. Un uomo, tuttavia, sem-
pre in ricerca. La conclusione
dell'omelia di don Gabriele
riassume in una battuta il per-
corso del famoso signor G:
"Ora, Giorgio, hai fi nalmente
incontrato quel Dio da te tanto
cercato " .
Una strada nei dintorni di
Praga prima e dopo l'eson-
dazione della Moldava che
nel settembre scorso mise
a dura prova la città e i din-
torni. (Nel BS di gennaio
2003 per una svista macro-
scopica avevamo attribuito
i danni al Danubio, che
scorre a circa 300 km da
Praga. Ce ne scusiamo).

1.9 Page 9

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redazionale
cpi,oscenza di radici stari-
i ene e culturali. Come sarà
pòssibile , soprattutto per i
.gidvani, recuperare radici
·storiche significative su cui è
sfato costruito l'Occidente,
pe.r evitare profonde fratture
culturali ed impoverimento
generale della cultura? Po-
trà esistere una continuità
tra storia passata, presente
e futura? Il volume ne offre
una sintesi con delle piste di
ricerca e di approfondimento
personale , attraverso l'anali-
si del contesto storico-cultu-
rale dell'Occidente. Le infor-
PER CONOSCERE
L'OCCIDENTE
Un percorso storico cultu-
rale dall'antichità greco-ro-
mana ad oggi
di Francesco Casella, LAS,
Roma 2002, pp . 398.
mazioni che vi si possono
trovare non inclinano verso
l'erudizione, ma intendono
rendere consapevoli della
ricchezza culturale e spiri-
tuale , come anche della
complessità delle epoche
storiche, potendo accedere
L'Europa che si sta costruen- con facilità alle numerose
do sembra attestata sulla trattazioni specifiche di ogni
storia presente e manca di singola disciplina.
NUMISMATICA
a cura di
Roberto Sacca.rello
VAT PICOASNT E
· •
D
CITTÀ DEL
VATICANO
L'ANNO
DEL ROSARIO
Giovanni Paolo II il 16 ottobre
2002 ha indetto l'anno del ro-
sario. Il 2003 che si sta lenta-
mente dipanando è stato dun-
que dedicato a questa antichis-
sima pratica devozional e. Il
gesto del Papa è servi to a ri-
lanciare non solo l a recita del
rosario, ma anche gli studi e l e
ricerche sulla sua genesi , e
scritti di approfondimento o di
spiegazione soprattutto dopo
che Giovanni Paol o II l'ha ar-
ricchito di cinque nuovi miste-
ri, quelli della luce, che identi-
ficano cinque momenti fonda-
mentali della vicenda umana
del Figlio dell ' uomo (il Batte-
sin10, Orna, la predicazione
del Regno, l a Trasfig urazione,
l'Eucarestia). Segnaliamo il li-
bretto del salesiano Giarmi
Ghiglione "Rosario un tesoro
da scoprire": comunica alcu-
ne impressioni dei giovani
sulla preghiera in questione,
puntualizzando poi il pensiero
della Chiesa, cercando attra-
verso delle idee/forza una de-
finizione del rosario e inse-
gnando a pregar lo.
GLI ARTISTICI EURO
DELLA REPUBBLICA
DEL TITANO
Per la seconda emissione delle monete divisio-
nali in Euro, la Repubblica di San Marino ha pre-
sentato una confezione rinnovata rispetto a quella
che era l'impostazione originale. E stata infatti
aggiunta alle otto monete divisionali (precisamente
quelle da 1 - 2 - 5 - 1O - 20 e 50 centesimi e quel-
le da 1 e 2 Euro) uno splendido pezzo in argento
da 5 Euro, esegu ito magistralmente dall'incisore
Lorenzo Frapiccini.
Il diritto presenta lo stemma stilizzato di San
Marino; il rovescio ha incisa una rappresentazione
allegorica dell' Indipendenza , della Tolleranza e
della Libertà, valori da sempre distintivi della più
antica Repubblica del mondo.
Le richieste per eventuali abbonamenti e per
prenotazioni vanno indirizzate nel modo seguen-
te: Azienda Autonoma di Stato Filatelica e Nu-
mismatica - 47890 Repubblica di San Marino.
Pe r contatti telefonici , invece , i.I numero è:
0549 .88 .23.60
Per saperne di più: 'B' 0761/307.124
BS APRILE 2003

1.10 Page 10

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l00annifa
Nel BS di aprile 2003 continua la chilometrica
relazione di don Gusmano che dura da un anno
sulla visita di don Paolo Albera in Brasile. Qui
troviamo una notizia curiosa riguardante il
monumento all'Ausiliatrice alto 38 metri (solo la
statua in rame battuto e dorato,Jatta a Milano,
misura 6,30 metri), e posto in cima a una
collinetta che si raggiunge attraverso un viale
di 1200 metri. Il visitatore è stato accolto dai
religiosi e dai 420 giovani interni.
TORINO, ITALIA
lare progetto di adozione che
da un anno vede correre, sul
filo della tenerezza, biglietti
NONNE E GIOVANI
IN RECIPROCITÀ
con i cuori da una parte, mes-
saggi scritti sulle immaginette
dall 'altra e rende possibile
Spesso sono immobili o cam- quella solidarietà inter-gene-
_,
minano a stento, ma lo sguar- razionale di cui spesso si
do di tutte racconta una sto- parla, ma che non è sempre
ria. Una storia fatta di cortili, fac ile vivere. Nella sede del
di aule scolastiche, di educa- Vides è appeso al muro un
zione sotto tutti i cieli. Sono grande cartello con una scrit-
le suore FMA ospiti della ta: C' è posta p er te. Al di
casa di riposo S. Giuseppe di sotto della scritta si trova una
Torino che sono diventate le buca delle lettere. Le ragazze
nonne delle bambine e delle trovano lì i messaggi della
ragazze del Vides -Main delle loro suora e affidano alla stes-
Vallette. Si tratta di un sin go- sa buca i loro bigliettini.
È costume di questi giovinetti di montare ogni mattina,
dopo colazione, i 1200 metri di viale che conducono al
monumento, cantarvi una lode alla Vergine e poi ridi-
scendere allegramente. Questo passeggio mattutino è qui
chiamato passeggio igienico e lo è veramente. Quella
prima mattina fu invitato anche D. Albera. Ed ecco a un
certo punto del cammino, un assistente ferma quell 'onda
giovanile fluttuante, il direttore tira una cordoncina e tra
gli evviva di tutti appare una lapide colla scritta: Passeg-
gio D. Albera. Tanto era qui atteso il nostro caro supe-
riore! Cantata ai piedi della Madonna la consueta lode, si
disposero sul pendio della collina a mo ' di anfiteatro. Di
fronte era stato preparato un bellissimo padiglione, ove
si fa salire D. Albera, e poi si comincia una bellissima
accademia in onore della Madonna, ricordando i portenti
da essa operati nella teITa della Santa Croce e dell'Im-
macolata Concezione, com chiamato il Brasile. Quel
confratello che primo salutò D. Albera, nello slancio del
suo dire, non esitò ad affermare che neanco la vecchia
Europa può vantare un sì grandioso monumento alla
Vergine Ausiliatrice ... e disse che i trecentomila mattoni
formanti quella torre rappresentano l'affetto di altrettanti
brasiliani per Maria Ausiliatrice.
APRILE 2003 BS
Il MISTERO
DELL'INCARNAZIONE
Orlffl!Otnonli pe, t',nic,,i, dìds>Nita
IL MISTERO
DELL'INCARNAZIONE
Orientamenti per l'azione
didattica
a cura di Maria Luisa Maz-
zarello e Maria Franca Tri-
carico ,
ELLE DI Cl-CAPITELLO ,
Torino , 2002 , pp . 64.
Si tratta di una guida didatti-
ca per insegnare religione
nella scuola attrave rso la
lettu ra di tre opere d'arte ,
universalmente riconosciu-
te , che hanno un contenuto
biblico . È il primo fasc icolo
tematico di una collana dal
titolo "Insegnare la Religione
con l'Arte', e viene offerto
agli insegnanti della Scuola
Elementare. Ad una introdu-
zione di carattere metodolo-
gico , fa seguito l'ese gesi dei
tre dipinti (L 'Annunciazione
del Beato Angelico ; La Nati-
vità di Jacopo Torriti , L'Ado-
razione dei Magi di Giotto),
mediante la quale s i colgono
i contenuti biblici , ulterior-
mente evidenziati da un pa-
rallelo tra testo figu rativo e
testo scritturistico. Così, l'ar-
te cristiana, attraverso segni-
simbolo, comunica i contenuti
del cristianesimo e porta
anche a riappropria rsi di un
ricco patrimonio culturale da
cui riaffiorano le radici della
civiltà dell'Occidente.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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"'
.
OSSERVATORIO
Redazionale
Un colonnello della
"Benemerita" va a
passare le sue va-
canze in Angola ... Vacan-
LUMBE I.UMBE
UN CiRIDO
ze si fa per dire: si ritrova
immerso fino al collo in un
lavoro tanto esaltante
PER LA VITA
con un nome intraducibile,
quanto scioccante , full im-
forse "evviva, evviva" , un
mersion a Lixeira - per la l'Africa dei baobab, delle giraffe, dei grandi grido alla vita nonostante e
cronaca, l'italiano traduce il
fiumi dalle acque chiare, delle foreste
contro la morte, un grido di
vocabolo con la parola
immondezzaio - . E Lixeira
incontaminate, l'Africa dei tam tam e delle
speranza contro ogni spe-
ranza. La speranza oggi a
immondezzaio lo è di fatto, avventure nella giungla; l'Africa dei Tarzan ... Lixeira si chiama, dunque,
oltre che di nome. Appun-
to! È una baraccopoli co-
è tramontata. Ora c'è l'Africa di Lixeira.
Lumbe lumbe, l'ultima con-
sistente iniziativa, dopo "Un
struita con pezzi di plasti-
goal per l'Angola" (Cfr. 8S
ca, avanzi di legno, car-
casse d'auto, cartoni e
quant'altro di scarto dà l'i-
dea di una certa consisten-
za; un paesaggio tragico,
settembre 1999, pag. 36)
sponsorizzato da Tutto-
sport, Torino calcio e Inter,
affinché Lixeira non sia più
immondezzaio.
abitato da più di 300 mila
disgraziati che al colonnel-
lo suddetto e alla quindici-
na di altri volontari che con
lui hanno preso parte a
queste particolari vacanze
angolane ha provocato co-
E quest'anno è nato
un calendario/provoca-
zione. Com'è? Inutile de-
scriverlo, basta fissarsi
qualche immagine come
queste ...
nati di inorridita meraviglia.
Una baraccopoli in cui go-
verna incontrastata la mi -
seria con lo stuolo dei suoi
repellenti compagni: la fa-
me, lo sfruttamento, la de-
linquenza, la prostituzione,
il furto , la violenza ma
anche, all 'opposto, l'eroi-
smo , la santità. Una mi -
scela capace di produrre
delinquenti e santi in ugual
maniera, e che in genere
produce ambedue le cose.
ID
I salesiani hanno rega-
lato loro la vita . Ma da
soli non basterebbero , se
non fossero coadiuvati di
anno in anno da gruppi di
volontari. Chi , come Italo,
carabiniere da sempre , è
abituato a vederne di cotte
e di crude e a cercare solu-
zioni anche a casi im-
possibili, si rende conto che
bisogna fare qualcosa di
più. Così nasce Lumbelum-
be, un'associazione ONLUS
BS APRILE 2003

2.2 Page 12

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 4
CHIESA
26 GENNAIO 2003:
SI È TENUTO A
MANILA (FILIPPINE)
IL QUARTO
SIMPOSIO
MONDIALE
DELLE FAMIGLIE
~
MANONE DA
ROTTAMARE
di Silvano Stracca
N o a tutto ciò che indeboli-
sce la famiglia, cellula fon -
damentale della società,
aveva anticipato programmatica-
mente Giovanni Paolo II, pochi
giorni prima di Manila, parlando ai
rappresentanti dei 174 Stati che in-
trattengono rapporti diplomatici
con la Santa Sede. "L'avvenire del-
l'umanità passa attraverso la fami-
glia", ha ripetuto ancora una volta,
da quasi diecimila chilometri di di-
stanza, alla grande folla riunita sul-
l'immenso parco monumentale
della capitale filippina, dove otto
anni or sono si ritrovarono attorno
al Papa quattro milioni di giovani.
Una coincidenza significativa. I
giovani di allora sono le nuove fa-
miglie del millennio appena inizia-
to. Ed è soprattutto a loro che si ri-
volge la Chiesa per affrontare la
sfida di riaffermare la centralità
della famiglia in una società che
registra una crisi diffusa e radicale
di quest'istituzione. "Testimoniate
con convinzione e coerenza la ve-
rità sulla famiglia". Un messaggio
forte quello che l'anziano Pontefi-
ce ha affidato ai coniugi cristiani di
oggi, senza mai dimenticare le dif-
ficoltà, le insidie, le tensioni, le
sofferenze e la stessa stanchezza
che possono nascere nella vita di
coppia.
UN BENE GRANDE
La famiglia fondata sul matrimo-
nio, ha incalzato Giovanni Paolo
II, un bene grande, sommamen-
te apprezzabile, necessario per la
vita, lo sviluppo e il futuro dei po-
poli. Essa è l'ambito nel quale la
APRILE 2003 BS
Il cardinale Lopez Tru/11/o,
presidente del Pontificio
consiglio per la famiglia.
persona umana è concepita, nasce,
cresce e si sviluppa. La famiglia,
quale formatrice per eccellenza di
persone, è indispensabile per una
vera ecologia umana". Una verità
che è anche una responsabilità. Di
qui la raccomandazione alle fami -
glie cristiane: "Testimoniate con la
vita di ogni giorno che, pur tra
tante difficoltà e ostacoli, è possi-
bile vivere in pienezza il matrimo-

2.3 Page 13

▲back to top
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
nio come esperienza colma di sen-
so. Siate protagoniste nella Chiesa
e nel mondo".
E da Manila lo sguardo si è allar-
gato al mondo. "I Parlamenti che
approvano leggi ingiuste e danno-
se", ha denunciato il presidente del
Pontificio consiglio per la fami-
glia, il cardinale colombiano Al-
fonso Lopez Trujillo, "violano i di-
ritti delle famiglie , il loro diritto a
rispettare la vita e a chiedere un' e-
ducazione integrale per i loro fi-
gli". Un'autorevole nota vaticana,
negli stessi giorni di Manila, riba-
diva più marcatamente ancora che
"devono essere salvaguardate la tu-
tela e la promozione della famiglia,
fondata sul matrimonio monoga-
mico tra persone di sesso diverso e
protetta nella sua unità e stabilità, a
fronte delle moderne leggi sul di-
vorzio".
NON Cl SONO
ALTERNATIVE
Alla famiglia "non possono esse-
re giuridicamente equiparate in
alcun modo altre forme di convi-
venza, né queste possono ricevere,
in quanto tali, un riconoscimento
legale", aggiungeva la nota nel ri-
chiamare i cristiani a dissentire da
una concezione del pluralismo in
chiave di relativismo morale. Ine-
quivocabile è risuonato da Manila
anche il "sì alla vita!" in sintonia
con le ferme parole pronunciate
dal Papa, giorni prima, dinanzi a
un'eccezionale platea di diplomati-
ci: "Rispettare la vita e le vite:
tutto comincia da qui , perché il più
fondamentale diritto umano è il di-
ritto alla vita". L'aborto, l'eutana-
sia, la clonazione umana "rischia-
no di ridune ·1a persona a un sem-
plice oggetto: in qualche modo, la
vita e la morte a comando! Quando
sono prive di ogni criterio morale,
le ricerche scientifiche che mani-
polano le sorgenti della vita sono
una negazione dell'essere e della
dignità della persona".
All'indomani di Manila, ripren-
dendo il tema della "Giornata della
vita" in Italia, Giovanni Paolo II ha
messo in guardia perentoriamente,
pur senza menzionarle, contro le
offerte commerciali di semi e ovuli
per la fecondazione assistita, non-
ché di "uteri in affitto" proposti a
chi vuole un figlio a ogni costo,
anche fuori del matrimonio e in
contesti di omosessualità. Il princi-
pio che "della vita non si fa merca-
to", ha rilevato con amarezza, "non
è purtroppo sempre rispettato e vi
sono situazioni in cui la persona
umana diventa strumento per inte-
ressi economici, politici, scientifi-
ci, soprattutto quando essa è debo-
le e non ha la forza di difendersi".
SONO NECESSARIE
DELLE LEGGI
A volte "una certa logica mercan-
tile, alleandosi con le moderne tec-
nologie, può approfittare di desideri
umani in buoni, come quello di
diventare madre e padre, per spin-
gere a volere un figlio 'a ogni
costo'." In realtà, la vita umana
"non può mai diventare 'oggetto':
dal concepimento alla morte natura-
le, l'essere umano è soggetto di in-
violabili diritti, di fronte ai q~1ali la
libertà deve sapersi fe1mare. E per-
tanto indispensabile che gli Stati si
diano, su tali complesse materie,
leggi organiche e chiare, fondate su
solide basi etiche".
Contro l'uso ambiguo di termini
La predilezione del Papa per
i bambini... Egli la manifesta
in ogni parte del mondo.
Rispettare la vita e le vite: tutto
comincia da qui.
in materia di famiglia, vita e que-
stioni etiche, anche da parte di isti-
tuzioni come l'ONU, la Santa Sede
ha lanciato, in concomitanza con
Manila, un 'offensiva culturale pub-
blicando un "Lexicon" familiare,
una sorta di enciclopedia di quasi
mille pagine con 78 voci-chiave
trattate da decine di esperti di tutti
i continenti. Niente enunciazioni di
principio, nessun richiamo di ordi-
ne astratto. Ma una serie di rifles-
sioni che affrontano in profondità
alcuni nodi della cultura dominan-
te. Quella cultura "laicista", emer-
sa alle conferenze internazionali
del 1994 al Cairo sulla popolazio-
ne e del '95 a Pechino sulla donna,
che attraverso un abile maquillage
di espressioni occulta aspetti scioc-
canti della realtà.
Per esempio, non si parla mai di
aborto, ma l'interruzione della gra-
vidanza diventa "diritto di scelta".
Non si pronuncia mai la parola con-
traccezione, ma si ricorre a "cresci-
ta familiare insostenibile". Non si
accenna mai alla pillola, ma si fa ri-
ferimento a una vaga "economia
domestica". Si usa equivocamente
il concetto di "discriminazione", per
cui in nome della non-discrimina-
zione vengono diffusi i progetti
delle unioni di fatto, di quelle omo-
sessuali, ecc. Un campionario di di-
sinformazione che il nuovo "Lexi-
con" cercherà di arginare e sma-
scherare.
D
BS APRILE 2003

2.4 Page 14

▲back to top
Sui giovani si continua a scrivere e a parlare
GIOVANI
MIGRANTI DELLO SPIRITO
di Vito Orlando
Sempre nuove analisi si
aggiungono alle analisi
che cercano di
individuare le strade più
idonee per capire
i giovani e inserirli
vitalmente - da
protagonisti - nel
contesto sociale ed
ecclesiale...
IQuelli che coltivano interessi
spirituali esprimono una visione
più positiva e una più grande
soddisfazione della vita, aperta
all'ottimismo e a una maggiore
stabilità.
L e analisi presentano un pano-
rama molto diversificato del-
la situazione religiosa dei
giovani. L'elemento cardine della
diversificazione è identificabile nel-
l'individualità delle scelte, dei per-
corsi, delle disponibilità, delle espe-
rienze, delle credenze. Un vissuto
religioso, quindi, che presenta di-
mensioni e intensità diverse e che,
per molti giovani, non ha maturato
una posizione definitiva. Per questo
motivo, nell'ultima ricerca 1ARD1 si
afferma che nella popolazione gio-
vanile "continua a esserci una zona
inte1media di ampiezza variabile
popolata da giovani che esprimono
una religiosità a bassa intensità,
un'adesione non pienamente con-
vinta alle credenze, un coinvolgi-
mento parziale nella pratica e nel-
l'impegno religiosi". Anche riguar-
do alle credenze si mette in luce che
"la piena adesione alla credenza
APRILE 2003 BS
monoteista riguarda solo una mino-
ranza degli intervistati e che la mag-
gior parte dei giovani tende ad af-
fiancare a tale credenza una o più
credenze parallele estranee alla tra-
dizione religiosa del nostro Paese".
NOMADISMO RELIGIOSO
Adagiati, quindi , in posizioni non
definitive e forse anche per questo
assetati di senso, i giovani non ap-
paiono attivi ricercatori di verità. Si
riscontra in essi una certa tendenza
a costruirsi un 'identità religiosa per-
sonale, ma non riescono a darle una
consistenza, perché instabili circa
tutto quello che esprime legame e
continuità e nomadi, fisicamente e
spiritualmente, rispetto alla comu-
nità di appartenenza. Questi atteg-
giamenti fanno dell 'identità cattoli-
ca, che molti (73.8 %) ancora si ri-
conoscono, un "' identità rifugio",
più di riferimento e di identificazio-
ne culturale, "senza approfondimen-
to interiore, spirituale ed etico". In
qualche modo, i giovani cercano di
adattarsi la religione su misura, a
uso individuale. "Una religione, si
legge nella ricerca CENSIS, di conso-
lazione e non di responsabilità, che
vuole una fruizione personale, indi-
vidualistica". Una fede che mette in
gioco i sentimenti, il coinvolgimen-
to emozionale e che agisce come
una sorta di "solletico spirituale",
ma trascura i valori che servono a
sostenerla nel tempo, come la "fe-
deltà, la costanza, la coerenza delle
scelte, l'assunzione di responsabi-
lità". I giovani vivono così una con-
tinua "migrazione spirituale da
un'esperi.enza a un'altra", in cerca
di nuove emozioni e per placare un
po' la sete di senso e di trascenden-
za che avvertono comunque nella
loro vita2.

2.5 Page 15

▲back to top
non solo nelle sedi istituzionali. Anche lo Chiesa ...
1 1giovani vivono una continua "migrazione spirituale
da un'esperienza a un'altra" per placare
la loro sete di senso.
I Le ricerche più recenti sottolineano l'efficacia
della partecipazione associativa per la costruzione
di un'identità religiosa personale.
INDIFFERENZA
In una forma forse un po ' esaspe-
rata, in una precedente ricerca del
CENsrs3, era stata evidenziata una
realtà, per alcuni aspetti, molto pro-
blematica: il 66% dei giovani erano
apparsi alieni da interessi di tipo
spirituale (circa otto adolescenti su
dieci di 15-17 anni rientrano in que-
sta situazione) e con un orizzonte di
vita di tipo immanentista, mentre il
34%, in fonne diverse, esprimeva
un 'attenzione al trascendente e una
disponibilità alla pratica religiosa,
seguendo correnti spirituali nuove e
tradizionali. Il fatto di coltivare in-
teressi spirituali , tuttavia, non appa-
riva di rilevante significato a livello
di comportamenti e atteggiamenti di
vita: non vi era molta differenza tra
i due gruppi rispetto alle grandi
paure della vita (solitudine, soffe-
renza, morte), né emergevano parti-
colari segni di distinzione di fronte
alle grandi domande esistenziali,
etiche e affettive. Bisogna, tuttavia,
sottolineare che quelli che coltiva-
vano interessi 'spirituali esprimeva-
no una 'visione più positiva e una
più grande soddisfazione della vita,
aperta all'ottimismo e a una mag-
giore stabilità.
Anche se la situazione religiosa
dei giovani appare incerta e proble-
matica, le ricerche recenti sottoli-
neano ancora l'efficacia della parte-
cipazione associativa per la costru-
zione di un 'identità religiosa perso-
nale perché in essa si ha la possibi-
lità di curare interessi spirituali e di
vivere esperienze religiose signifi-
cative. Appare anche rilevante la di-
sponibilità a un discorso religioso
che bisogna saper interpretare e far
evolvere verso forme di identifica-
zione e di appartenenza.
Come si può comprendere l'at-
tuale situazione religiosa dei gio-
vani? Che cosa può aiutarci a in-
terpretarla, a guardare con reali-
smo e anche con speranza al vis-
suto e alle disponibilità religiose
dei giovani?
GRANDI CAMBIAMENTI
Anzitutto non si deve dimenticare
che la situazione attuale è il punto
di arrivo dei profondi cambiamenti
che si sono verificati a livello sç,cio-
culturale negli ultimi decenni: rico-
noscimento del pluralismo e della
diversità, delegittimazione delle ge-
rarchie e dei fondamenti, crisi dei
valori e degli orizzonti di senso, a
vantaggio di una relativizzazione
che ha intaccato i sistemi di signifi-
cato e le finalità educative, reso
marginale la visione religiosa ri-
spetto alla cultura e alla vita intera.
Le conseguenze a livello religioso
hanno portato sempre più a una pri-
vatizzazione del discorso religioso
per le difficoltà e la disaffezione
della socializzazione religiosa da
parte delle famiglie. Anche l 'azione
educativa della Chiesa ha puntato in
questi anni al rafforzamento dell'i-
dentità, al radicamento dell'apparte-
nenza e a rendere più coscienti circa
il rapporto fede e vita, nella convin-
zione che un quadro teorico facili-
tasse la possibilità di fare dei veri
cristiani. A distanza di tempo tutto
questo è apparso non molto efficace
e poco significativo per i giovani.
La distanza attuale dei giovani dalla
religiosità ordinaria suscita inteITo-
gativi e apprensioni. La loro assen-
za crea disagio anche a coloro che si
sono impegnati a contestualizzare la
loro azione e che spesso hanno la
sensazione di non raggiungerli, di
non riuscire a parlare alla loro vita,
di annunciare un vangelo che resta
"fuori contesto", che non viene
colto come annuncio di salvezza.
Forse abbiamo bisogno di una rin-
novata capacità di attenzione all'og-
gi per non distaccarci dalle condi-
zioni reali di vita e di ridiventare ca-
paci di rendere significativo per
l'oggi il patrimonio di salvezza, che
apra orizzonti nuovi e faccia nasce-
re la nostalgia e il gusto di qualcosa
di vivo, di vero. Senza dimenticare
che i giovani , come ev idenzi ano le
ricerche, sentono il bisogno di "te-
stimonianze forti, credibili e quoti-
diane"; sono interessati e coinvolti
dall 'esempio e .dalla coerenza di
vita di qualcuno , molto di più delle
stesse manifestazioni a qualunque
livello. Anche se le GMG restano il
segno più rappresentativo di una
fede da migranti dello Spirito. D
1 C. Buzzi, A Cavalli, A. De LiUo (a aura di) ,
Giovani nel nuovo secolo, Quinto rappmto LARD
suUa condizione dei giovani in Italia, Bologna,
Il Mulino, 2002.
2 CENSIS , 1 giovani e la cultura nel'era della
comunicazione , Roma, 2002.
3 CENSIS (2002) , Giovani lasciati al presente,
Milano, Franco Angeli , 2002.
8S APRILE 2003

2.6 Page 16

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redazionale
SLIEMA, MALTA
A QUOTA CENTO
Cent'anni di lavoro apostoli-
co per i salesiani anche nell'i-
sola dei monaci guerrieri do-
ve nel 1903 sbarcò il padre
O'Grady, irlandese, inviato
come direttore della prima pre-
senza salesiana. Malta accol-
se i figli di Don Bosco a Slie-
ma perché si occupassero dei
giovani in difficoltà. E che si
trattasse di giovani per niente
facili è fuor di dubbio, basti
pensare che il complesso loro
affidato fu il primo istituto di
Don Bosco a chiamarsi Rifor-
matorio! Ovviamente una tale
denominazione non s'addice-
va né tanto né quanto al siste-
ma educativo applicato dai ~ - - - - - -..:.::_=-_ _J
salesiani, per cui presto venne
cambiata; ma la cosa dimo- bellezze naturali e artistiche,
stra con quali giovani dovet- ecc. Non mancano ovviamen-
tero fare i conti i salesiani ap- te nel pacchetto educativo gli
pena sbarcati nella famosa iso- ingredienti propri del sistema
la. Oggi la St Patrick' s è una preventivo: il teatro, la musi-
scuola rinomata e un centro di ca, il canto, la danza coreo-
educazione di prim 'ordine. I
ragazzi che lo frequentano -
tra cui anche un gruppo di in-
terni - entrando nell 'istituto
sottoscrivono un programma
di vita personalizzato. Essen-
do poi Malta un'isola turistica
per eccellenza, l'istituto ha
dato anche vita a un modulo
di studi turistici che prepara i
giovani all'accoglienza del vi-
sitatore e all'organizzazione
del suo soggiorno per quanto
riguarda il management, la ri-
cezione, i pasti, il servizio ca-
mera, il piano delle visite alle
grafica. La St Patrick' s Sale- ; sunto come terapia educativa
sian School vanta il pritno· privilegiata per un'educazio-
"Drama Therapist" dell 'isola,' n(, a tutto campo capace di
che analizza il futuro dei ra- costruire e/o ricostruire la per-
gazzi attraverso il teatro, as- sonalità.
BREVISSIME DAL MONDO
CITTÀ DEL VATICANO. rità russe che si ponga ter-
Il Papa fin dai primi di gen- mine alla crisi con la Santa
naio ha dispiegato un'attività Sede, astenendosi dall 'e-
diplomatica senza prece- spellere dalla federazione
denti, nel tentativo di evitare sacerdoti cattolici dichiarati
la catastrofe della guerra senza ragione non graditi.
contr'o l'Iraq. Uomini della In un anno una decina di sa-
diplomazia vaticana avevano cerdoti sono stati espulsi e
,contattato i governi interes- ad alcuni ecclesiastici stra-
sati dell'area del Golfo e nieri è stato negato I 'ingres-
quelli che sarebbero stati so dopo che erano usciti
coinvolti nell 'azione militare dalla Russia per un breve
per far conosce.re il punto di periodo di riposo o per una
vista del Pontefice e proporre visita ai parenti.
credibili alternative.
SANTIAGO DEL CILE.
NEW YORK. Sotto l 'albe- Il Sinodo della Chiesa di
ro di Natale nella scorsa fe- Santiago ha stilato il pro-
stività sono apparsi giochi gramma pastorale 2003-
"proibiti" non perché aves- 2005. Il titolo è emblemati-
sero qualche difetto perico- co: "Evangelizziamo il cuo-
loso per la salute materiale re della Grande Città". San-
dei bambini ma perché - e tiago ha urgente bisogno di
la cosa è ben più graye, una " nuova evangelizzazio-
avevano qualche difetto :pe- ne" per le famiglie, i quar-
ricoloso per la moralità ... tieri, i collegi, i luoglù di la-
Quegli oggetti, infatti, gfo.: voro, e per le relazioni
clù e vestiti sono stati co- umane, economiche e socia-
struiti in laboratori del li. In una parola i pastori
Terzo Mondo sfruttando della capitale hanno scorto
manodopera spesso minori- la necessità di rievangeliz-
le e/o abusiva. Il profitto, zare la cultura. La domanda
ahimè, non ha morale.
che preme è: quante altre
città "cristiane" avrebbero
CITTÀ DEL VATICANO, bisogno delle stesse cure
Il Papa ha chiesto alle auto- pastorali di Santiago?
APRILE 2003 BS

2.7 Page 17

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ROMA, 1TALIA
Il Cnos/ Fap, l'ente che
promuove e coordina le
attività di formazione pro-
fessionale dei salesiani
in Italia il 9 dicembre u.s.
ha celebrato il suo 25 °
anno di attività . Il 2003 è
un anno di rilancio con
iniziative e convegni che
riproporranno il cammi -
no percorso finora e
programmeranno quello
futuro. Nella foto l'attuale
Consiglio direttivo nazio-
nale de ll 'As sociazione
Cnos/ Fap.
Don Bos
e i Salesi
nella Re
UH.!OHE EXM.u E ~-
REPU88UCA SAN
REP. DI SAN MARINO
Gli exallievi della Repub-
blica del Titano in occa-
sione dell 'ottantesimo
della presenza di Don
Bosco a San Marino
hanno curato una bella
pubblicazione che in 336
pagine racconta l'intensa
storia dei salesiani e del
loro lavoro pastorale .
Quasi una cronaca fatta
di carteggi, letture, appun-
ti , racconti , spunti , foto ,
cronache, il tutto accura-
tamente documentato ,
fino ai nostri tempi e alla
nuova opera.
ROMA, PISANA
Come ogni anno la Dire-
zione generale organizza
corsi di formazione per i
nuovi ispettori : la funzione
di governo e animazione
è tra le più difficili e ingra-
te. Un primo corso a
novembre 2002 (foto) ne
ha radun ati 17, intanto in
gennaio ne sono stati
nominati altri 12. La sca-
denza sessenn ale fa sì
ch e ogni ann o un certo
numero di ispettori deb-
bano essere rinnovati o
eletti essendo le ispettorie
oltre 90.
PORDENONE, ITALIA
Un gruppo di exallievi/e
del Don Bosco di Porde-
none ha realizzato la
commedia "I ru,steghi" di
Carlo Goldoni. E stata un
vero successo : il teatro
del collegio era stracol-
mo. Molti non sono potuti
entrare, e sono state ne-
cessarie delle repliche ,
ma stavolta all'Auditorium
Concordia, il teatro citta-
dino, e altre a Caneva, a
Prata , a Riese Pio X, A
Cordenons. L'ottava repli-
ca a Brugnera nel feb-
braio 2003.
I salesiani sono cittadini
onorari di Mogliano ... e
l'onore se lo sono guada-
gnati sul campo , quello
educativo e quello scola-
stico. Molti sono i loro
meriti in 120 anni di atti-
vità. Il Rettor Maggiore,
che partecipava alla festa,
a sua volta ha consegnato
al sindaco la medaglia di
Don Bosco , di alto valore
simbolico, quasi a suggel-
lare col paese una "sim-
biosi" che continuerà an-
cora per molto!
CATANIA, ITALIA
La collana "Organi del
Canavese" ha inciso un
CD a Pino Torinese per
le Edizioni Leonardi di
Milano. LEOCD 016 con-
tiene un brano composto
dal cardinale sale siano
monsignor Giovanni Ca-
gliero (1838-1926). Si
tratta, precisamente, del-
la "Pastorale prima" per
organo . Molto probabil-
mente si tratta di una del-
le poche composizioni del
Cagliero incise su CD.
Una rarità.
BS APRILE 2003

2.8 Page 18

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Un gruppo di giovani del Vis/Lazio ha passato
IL CUORE E'
Due ragazze ricordano
l'esperienza estiva che
nel luglio 2002 le ha
portate per un mese nella
Repubblica del
Guatemala a offrire un
po' del loro tempo di
vacanza a chi tempo di
vacanze non ne ha mai
avuto eprobabilmente
avrà mai.
Ne sono nate due
testimonianze preziose
che offriamo alla
riflessione dei lettori.
APRILE 2003 BS
QUEL SIMPATICO
'P'AsRASSITA ignorina, il viaggio se 19
ricorderà per un pezzo! E
di Vanessa Savini
tornata in compagnia di
un simpatico parassita malarico di
nome Vivax". Questo il commento
del dottore, letti i 1isultati delle ana-
lisi durante la degenza all'ospedale
Gemelli di Roma, reparto malattie
infettive, dove ero stata ricoverata al
ritorno dall'esperienza estiva in
Guatemala. Tra i tanti amici che mi
sono fatta in quella lontana terra di
missione, solo questo mi ha seguito!
Dove mai l'avrò incontrato? Forse
sulla "saltafossi" di padre Bosco,
oppure in quel minuscolo villaggio
sperduto nella foresta che per rag-
giungerlo abbiamo dovuto chiedere
un passaggio in piroga a una niiia di Che cosa ci riserverà il futuro?
sette anni! In mezzo a un caldo
soffocante dovunque ci infastidiva-
no nugoli di insetti piccolissimi e "perché hai messo alla prova la mia
pestiferi, la cui compagnia non ci ha f ede che aveva bisogno di una scos-
mai lasciato. E uno di loro ha pensa- sa. Me l'hai fatta crescere, matura-
to bene di prendere casa nel mio re. Sai, non è per niente facile dire
corpo: non gli è parso vero di fare ogni giorno amen, essere cristiani
amicizia (interessata!) con una ra- fino in fondo, accettare di aver
gazza straniera dalla pelle rosea che paura, ritrovarsi in una stanza d' o-
viaggiava immersa nel verde mozza- spedale, isolata, perché la malattia
fiato dei loro territori di caccia. Così che hai contratto è infettiva". Sul
me lo sono riportato in Italia!
letto di degenza m'è tornato in
mente sant' Agostino: "Dio non può
O All'inizio mi aveva fatto solo permettere un male se non per tra-
un po' d'impressione. Avevo letto sformarlo in un bene maggiore". Il
e sentito molte volte parlare della mio caro parassita mi ha anche fatto
malaria, ma era cosa lontana che ritrovare il gusto della preghiera,
sembrava non potesse mai riguar- del colloquio sincero, e cordiale con
darmi; e il terribile insetto portatore gli altri, spesso aiutata, si fa per
era per me uno straniero che mai sa- dire, da un 'afa da 40° e oltre. Nel-
rebbe venuto a bussare alla mia l'ambiente missionario si usa dire
porta; invece... Beh, adesso che che prendersi la malaria sia un buon
l 'ho conosciuto, quasi quasi ringra- inizio, il battesimo della vita mis-
zio il piccolo impertinente parassita: sionaria. Che cosa mi riserverà il fu-
turo? Il battesimo intanto l'ho fatto.
Non è escluso che possa incontrare
Immersa in un verde mozzafiato.
di nuovo il mio vivace "Vivax" .

2.9 Page 19

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la sua vacanza estiva in Guatemala.
RIMASTO
UN BAGAGLIO
CARICO DI... diChiaraAquili
Sono partita col bagaglio di una
che va a fare un 'esperienza
missionaria, poche cose, dun-
que, e abbastanza essenziali. Sono
tornata con la valigia stracolma e il
cuore gonfio . .. Non di cose, s'in-
tende, ma di ben altro. Se avrete la
pazienza di leggere le poche righe
che ho scritto vi sarà chiaro il gene-
re di carico riportato. Certamente
andare in missione non è come an-
dare alle Hawaii: parti in qualche
modo preparata ad altro che alla tin-
tarella, ti senti pronta a osservare
non per distrarti ma per ritrovarti,
per ripristinare un colloquio un po '
più amichevole con Dio. Abbiamo
fatto tante cose in Guatemala, perfi-
no qualche visita turistica, i primis-
simi giorni. Poi però ci siamo tuffati
nel lavoro apostolico e di animazio-
ne. Tra la gente.
O Gli indigeni soprattutto. E
sono arrivate la condivisione, la ri-
flessione, la preghiera. fai presto
a scoprire Dio vicino. Lo senti quasi
respirare con t~, e ti accorgi che
tutte le cose funzionano meglio, che
riesci a conciliare anche ciò che ti
appare inconciliabile: il fare quoti-
diano a volte convulso con il dialo-
go intenso con Dio. Perché speri-
menti che fare e pregare non sono
antitetici. Quello dunque che sono
riuscita a sperimentare in Guatema-
la è che mentre si fa (si gioca, si
canta, si danza, si mangia, si ride, si
parla, si viaggia, si lavora .. .) con-
temporaneamente e senza forzature,
anzi quasi spontaneamente, è possi-
bile inviare una SMS - col cellulare
dell 'anima - a Dio, un pensierino ri-
conoscente, un piccolo atto d ' amo-
re, una richiesta di aiuto , di perdo-
Tuffati nel lavoro apostolico di animazione.
I A messa, sotto un caldo
terrificante, con gli indigeni, nella
loro lingua.
no , di forza ... Talvolta anche qual-
che lacrima, o magari un principio
di collera che in Lui subito s 'ac-
quieta in bonaccia. Insomma è pro-
prio bello! Mai mi sono sentita sola.
Ed è stata questa ritrovata capacità
di dialogo spirituale il primo in-
gombro della mia valigia al ritorno.
O L'altra cosa che ho portato
con me l ' ho compresa quella volta
che partecipai alla messa, sotto un
caldo terrificante, con gli indigeni,
nella loro lingua. Durava da due
ore. In Italia avrei forse già dato in
escandescenze. Là, no. Vedevo bam-
bini che mangiavano, che andavano
a sedersi in braccio al sacerdote -
sì, proprio così! - suonavano (o ten-
tavano di suonare) gli strumenti del
coro, sputavano le bucce di non so
che frutto, facevano i palloncini con
le gomme americane, vociavano,
piangevano ... Alcune donne allatta-
vano senz 'ombra di pudore, altre
andavano su e giù cullando i picco-
lini ... Una piazza, insomma, un
mercato. Ma tutto questo caos non
mi dava alcun fastidio, non mi pro-
curava distrazione, anzi quasi mi
gustava. .. E mi sono chiesta:
"Chiara, come fai a sopportare tanto
rumore, tanta 'diversità' dalle com-
passate funzioni della tua città? Per-
ché questa diversità ti piace e la di-
versità di casa ti irrita?". E questo è
stato il secondo ingombro della mia
valigia. Ora dovrò riflettere e inizia-
re a cambiare qualcosa della mia
~L
0
BS APRILE 2003

2.10 Page 20

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Una fuggevole visita .alla capitale, templi, edicole,
L'ANIMA DELL'INDIA
di Giancarlo Manieri
- Monumento al Mahatma Gandhi, a New Delhi.
L' India è grande. Per l'esten-
sione del suo teITitorio, per
la diversità delle razze e dei
popoli, per la quantità e sontuosità
dei templi... Ma la fanno grande
anche alcune figure di uomini le cui
idee e imprese hanno fatto il giro
del mondo, e sono diventate punti
di riferimento per tanta umanità.
IL MAHATMA
SOPRA TUTTI
L'India è anima prima che storia.
La grande anima dell'India si incar-
na in una persona che può a buon
diritto essere messa alla pari con i
più grandi uomini di ogni tempo.
Un grandissimo uomo e un grandis-
simo credente: è morto - ammazza-
to - quando stava recandosi alla
preghiera della sera; è morto pro-
nunciando il nome di Dio. L'India è
impregnata di spirito in tutte le sue
manifestazioni pubbliche e private,
ogni giorno. Non sono poche le per-
sone, benvestite o straccione, mini-
stri o accattoni, bramini o paria che
la mattina presto, quando si recano
alle occupazioni della giornata,
sono già segnate in fronte con il
hindi, un bollino rosso al centro del-
la fronte, poco sopra il seno frontale
Al centro della vita la
religione... I templi sono
numerosi quanto le
chiese in Occidente. Il
grande ciclo naturale
nascita, vita e morte ha
alla base la Trimurti
e come conseguenza la
reincarnazione. Gli
animali sacri. La grande
anima dell'India, il
Mahatma Gandhi.
alla base del naso. È il segno ine-
quivocabile che prima di dirigersi al
lavoro si è diretto al tempio per la
preghiera mattutina.
Gandhi, dunque. Egli non era un
politico, era piuttosto e prima di
ogni altra cosa un uomo religioso.
Ed è stato un religioso che ha fatto
meglio di tanti politici, che ha sapu-
to trascinare un 'intera nazione costi-
tuita da una congerie di popoli fino
a conquistare l'indipendenza senza
mai, si può dire, sparare un colpo.
Un'impresa ineguagliata. Ha dimo-
strato senza possibilità di equivoci
che la non violenza è più efficace
della violenza, che l'amore per la
- Sosta presso il tempio degli Hare Krishna.
APRILE 2003 BS
- Il tempio dei Brama Kumaris.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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santuari, animali sacri... il Mahatma.
La suggestiva tomba del Mahatma,
avvolta nel silenzio solenne di un parco.
Ci si toglie le scarpe prima di avvicinarsi all'area sacra
che conserva le ceneri della Grande Anima.
pace è più forte che non la frenesia
per la gueITa. Una lezione, ahimè,
non appresa né in patria né fuori,
una saggezza andata a male.
IL SACRARIO
DELLE CENERI
Quella mattina ci recammo, dun-
que, in quel tempio all'aria aperta,
meta ininteITotta di devoti, di esti-
matori, di turisti di ogni cultura e
religione, addirittura di credenti e
atei . .. Le grandi anime appartengo-
no a tutti. Anche i gesti più incon-
sueti a volte li compi come se fosse-
ro i più naturali: con estrema natu-
ralezza mi sono tolto le scarpe
prima di avviarmi verso il sacrario,
I Una delle cupole piramidali
del sontuoso tempio di Shiva
a Madras.
e le ho messe assieme a decine di
altre, di ogni tipo, ma soprattutto
sandali, poi ci siamo avvicinati sen-
za alcun disagio , con rispetto misto
a timore reverenziale a quel mauso-
leo appartenente all ' intera umanità
per rendere onore a chi aveva sapu-
to dare al mondo intero una lezione
unica nel suo genere. Tanti altri
"pellegrini", silenziosi, compresi,
raccolti: avanzavano verso la gran-
de pietra di marmo nero che custo-
disce le poche ceneri della grande
anima dell'India. Davanti alla pietra
il pensiero è corso spontaneamente
all'altra grande pietra bianca che
custodisce un altro corpo minuto
dei un 'altra grande anima dell 'In-
dia: la Madre Teresa di Calcutta.
II silenzio è d' obbligo, ma non
pesa: di fronte all ' intensa sacralità
di certi luoghi il parlare ha il sapore
di una colpa. Nessuno ha voglia di
rompere la suggestione, di far spa-
rire l'incanto di un silenzio sacro
che avvolge cose e persone. Ho
pensato alla stoltezza degli uomini
che preferiscono il rumore insan-
guinato delle armi al silenzio sacro
della pace.
I TEMPLI
Ogni città indiana conta i suoi
templi come ogni città italiana le sue
chiese. Fanno da splendida cornice a
un 'India in cui la religiosità debor-
da. Dopo la grande suggestione del
tempio Bah' ai del Fior di Loto (Cfr.
BS marzo 2003) che rappresenta il
tentativo di unificare tutte le religio-
ni, abbiamo visitato quello di Hare
Krishna , più contorto, più strano,
direi, ma indubbiamente con una sua
aura di suggestione. Hare Krishna
Krishna Krishna , Hare Hare Hare
Krishna .. .. Ci ha accolto una nenia
insistente, alquanto dolce, che per
ti consegnava qualche suggestione
miticizzante. La ripetizione insisten-
te, quasi ossessiva ha però presto
fatto calare l'interesse mistico a fa-
vore del sospetto di una propaganda
occulta più che di una preghiera in-
sistente.
Il grande tempio di Shiva a Ma-
dras è semplicemente sontuoso. Cir-
condato all 'esterno del recinto sacro
di "bancarelle" di vendita sul tipo
delle nostre, ma con pochi articoli:
quasi unicamente raffigurazioni o
statuette di ogni dimensione degli
dei venerati nel santuario, la com-
plessa costruzione ispira un certo ti-
more reverenziale. Del resto l'aura
di serietà e raccoglimento è una
delle caratteristiche proprie dei tem-
pli induisti.
Nell ' originale tempio dei Brahma
Kumaris a New Delhi vive una co-
munità monastica, prevalentemente
femminile, che insegna ad andare
"oltre" ogni religione per arrivare a
Dio come Anima Suprema. Essi
fanno della meditazione la spina
dorsale della loro vita e della vita
comunitaria il modo più sicuro per
aprirsi alle vibrazioni spirituali ed
entrare nella nuova età dell ' oro che
sta per venire.
E ancora tempietti, edicole, cippi,
statue da ogni parte .. . Davvero l'In-
dia è tutta un tempio, in India tutto
è religione.
D
(Servizio fotografico dell' autore)
BS APRILE 2003

3.2 Page 22

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LEIIERA Al GIOVANI
AFRICA MIA
Carissimi Massimo e Francesco,
Atterrando ad Accra, capitale del Ghana, leggo
con commozione la grande scritta che domina
l'aeroporto: "La porta dell'Africa".
Sono entrato da quella porta e ho vissuto come
sempre emozione e commozione, esperienza e
sorpresa.
Andando in Burundi e in Angola come volontari
pensate a un'Africa viva.
Questo grande gigante sta morendo per inquina-
mento: AIDS, sete, fame, violenza, asfissia, corru-
zione. I paesi poveri hanno elenchi Interminabili.
Vedrete l'Africa in ginocchio ai piedi delle "multi-
nazionali".
I suoi abitanti hanno un solo nome: "Lazzaro".
Vivono delle briciole dell'opulenza dell'Occidente,
dell'Europa.
,
Questa è la vecchia Africa. E l'Africa ereditata da
secoli di schiavitù.
È l'Africa nera come la notte; le stelle poche e
rarefatte. Vi sembreranno lontane, molto più lon-
tane di quelle che vedete da Roma, Milano, Parigi.
C'è un'altra Africa.
Occorrono occhi nuovi. Le stelle sono più lumino-
se. Culleranno l'anima vostra perché avrete il
tempo per accorgervene.
In Africa la aera ai parla molto di più. C'è più casa,
più famiglia, più calore.
Vi sentirete vivi. I sentimenti torneranno a essere
grandi, reali. L'amicizia, la cordialità vi verranno
incontro come cerbiatti ... gazzelle, cigni.
La paura vi accompagnerà sempre, ma vi farà un
grande regalo: il coraggio.
Presto direte: mia cara Africa, quasi fosse l'amo-
re della vostra vita.
L'Africa è viva, perché l'avete scelta. Non la chia-
merete "terzo mondo", perché per voi non è secon-
da a nessuno.
Non arriverete, fra qualche settimana, fuori
tempo massimo, perché non vi siete tirati fuori
come i "grandi della terra".
Basta un po' di buona volontà per avere una cat-
tedrale, una scuola, un ospedale, una fabbrica,
una casa per tutti. Baster~bbe sospendere per un
eolo giorno i conflitti in attò.
L'Africa ritorna a essere viva, se ad atterrare nei
suoi aeroporti non sono uomini in divisa, i militari,
ma medici, volontari, educatori, sacerdoti, profes-
aionistl in maniche di camicia.
Il sole non vi mancherà un solo giorno.
I bambini vi illumineranno per mesi e mesi.
L'entueiaamo crescerà di anno in anno.
Alla fine direte: Africa mia, vita mia!
Aff.mo
Carlo Terraneo
APRILE 2003 BS

3.3 Page 23

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: ~====~=;;:::::;:;:;;:=1 =====;;=====:;;i : •••••••••••••••••••••••
••••••••••••••••••••••
Il Museo di Juina nello stato di Rondonia è stato
intitolato al padre ANGELO SPADARI. Sua la prima idea
di raccogliere testimonianze e oggetti della cultura
dei popoli della foresta. Monsignor Franco Dalla Valle
l'ha fortemente voluto, la museolo_ga dott.ssa Camilla De
Palma glielo ha organizzato. Estato inaugurato
nella Pasqua 2001. Si tratta del
MUSDEAOFLDOORSESPTOAVOS :•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
MUSEI SALESIANI
di Manieri/Maffioli
Un museo non tradizionale che risponde ai c;anoni moderni: è vivo
e interattivo. Più che conservare, produce! E piazza, palcoscenico
e pulpito dei popoli della foresta che lo usano per presentarsi al mondo,
diffondere i loro valori, le tradizioni ancora vive.
Una cultura che ha molto da insegnare.
Il museo di Juina.
L=========~===;:;:==;;;;;;;;====;;;;;;;;==========:=;;;;;;=
••••
•••••••••
:••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS APRILE 2003 • • •

3.4 Page 24

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••• •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
no, cominciò a fa rsi portare dai
suo i alIievi del le " pi etre" che egli
scrupolosam ente cl ass ificava e
ge losamente custodiva. Fu lui che
scoprì a Rondoni a la "cassiterite",
materi a prim a dell o stagno, che
oggi costitui sce la magg ior ri c-
chezza dell o Stato. Durante le va-
ca nze faceva spedizioni lungo i
fiumi , vi sitando tribù indi gene e
raccogli endo oggetti dell a loro
vita quotidi ana, ma anche parol e
degli idiomi abori geni. Ha potuto
così organi zzare un museo biolo-
gico/ m ineralogico/ antropo logico
che tuttavi a non è mai stato vera-
mente sfruttato ai f ini sco lasti -
ci ai fi ni turi sti c i. A questo ma-
te ri ale, in scato lato e trasferito a
suo tempo a M anaus, monsignor
Dall a Vall e pensò per inizi are a
Juina un museo che potesse far
I Un "cacikl" rappresentante
della tribù Rikbaktsa parla
all'inaugurazione del museo.
co noscere le numerose tribù
dell a sua dioces i. Chi ese di poter
prel evare da quell e co llez ioni,
parte dell e qu ali erano state do-
nate all o Stato, tutto ciò che ri-
guard ava gli indigeni - soprattut-
I
Alcuni indigeni suonano i flauti
della foresta alla festa
di inaugurazione del museo.
L'ORCAN IZZAZION E
E' nato dal cuore pastorale di
monsignor Dall a Va ll e, ve-
to qu elli di Rond oni a - che erano
pressoché sconosciuti.
L' apporto dell a dottoressa Ca-
mill a De Palma è stato dec isivo
per l'orga nizzazione del museo
secondo i ca noni moderni. Part i-
scovo sa les iano dell a nuova
co larm ente fe li ce è risultata la
d iocesi di Juina, sensibili ssimo ai
pi anifi caz ione deg li spaz i, il cui
valori che ogni cultura, anche la
più d imenticata, poss iede e che
propri o per questo va mantenuta
viva e fatta co noscere. 11 "Mu seo
dos Povos da Floresta" no n è la
teca dell a cultura ind igena cri-
sta llizzata, ne è piuttosto la piaz-
za, dove gli indigeni si reca no a
presenta re la loro vita attuale, più
che gli oggetti esposti .
PADRE ANGELO SPADARI
L' idea di un museo dei popo li
indi geni venne al pad re Spada ri ,
itali ano d i Acq ualunga Badona
nel cremonese, sa les iano, presto
pa rtito per le mi ssioni . Era diret-
to re del co ll egio Don Bosco di
Porto Ve lho (196 1-1 968) e stim a-
to insegnante di sc ienze naturali ,
chimi ca e fisica quando, resos i
conto dell ' importanza di co nser-
vare le testim oni anze dell a terra
che aveva eletto a su a seconda
patria e dei popo li che l'abitava-
Parla il rappresentante della tribù
M(mky.
Ventaglio fatto con ala di uccello
arara.
•• • • • APRILE 2003 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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(
•••••••••••••••••
(t,.
Rito di preparazione alla
di accompagnamento.
••••
danza
•••
con
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
gli strumenti
Cassiterite, la materia prima dello stagno.
possono presentare la loro cultu-
ra, la lingua, le cerimonie rive lan-
done il senso profondo, coadiu-
vati in queste perfo rman ce da
tecni ci (museo logi e antropologi)
che ne ass icurano il carattere di
seri età sc ientifi ca.
avanti il lavoro con pass ione,
convinti che costitui sca un ba-
lu ardo che potrà non solo difen-
dere ma sviluppare la loro cultura
e perpetu are la loro sopravviven-
za. Lo sforzo che stanno facendo
è di va lori zzare la loro vita di uo-
mini dell a foresta, di " costrin -
•••••••••••••••••••••••••••••••••••
LE VISITE
gere" i visitatori, le autorità, gli
Cittad in i, studenti delle scuo le
diocesane e stata li, autorità, turi -
sti visitano questa ori ginale istitu-
zione. Attu almente è l' unico mu-
seo del genere de ll 'i ntero M ato
Grosso, e ciò è motivo di orgo-
gli o per gli indigeni che portano
IUn anziano rikbaktsa col tipico
ornamento oggi usato solo dagli
anziani. La striscia che sorregge
il cerchio di legno è formata dalla
progressiva dilatazione del foro
praticato nel lobo.
scopo principale non è quello di
contenere vetrine per l'esposizio-
r, e di oggetti obsoleti, ma fornire
alle tribù aree dove i loro rappre-
sentanti possono sp iegare ai visi-
tatori come vengono confezi onati
oggetti e strumenti d' uso, co-
stru endoli sul posto. Aree pi ù so-
miglianti a laboratori, i cui manu-
fatti , una volta realizzati , si prefe-
risce vendere più che conserva re.
Non sol o, ma nel museo gli indio
•• ••••••• ••••• •• •• • ••• •• •• •
••
Casco per
•••• •••
la festa
•••••
e
per la
••••
guerra.
•••••
Ascia da guerra.
• ••• ••• • • •••
BS
APRILE 2003
•••••••

3.6 Page 26

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r;;;=••===••=~=••==••===••:=::-=••::;;~:::;:;;=••===••==••===••===••==••===••===••==••===••==:;;::::=••=:::, :
•••
entrato nel museo, da esso sono
invece usciti prima alcuni indige-
ni al suono di flauti aborigeni,
••••••••••••
poi sei anziani della tribù dei Ca-
noeros nei vestiti del loro popolo,
ornati e dipinti per la festa, che
hanno eseguito una danza rituale
in mezzo alla gente. Dietro di
loro otto donne con recipienti
colmi di "chicchia", bibita tipica
indigena, e di Beju, focacce di fa-
rina di manioca. Dopo la festa gli
stessi indi hanno accompagnato
la gente davanti alle vetrine di
esposizione e hanno dato il nome
agli oggetti esposti, spiegandone
uso e significato, infine tutti alla
boutique per acquistare pezzi di
artigianato indio.
l'AREA ESPOSITIVA
L'esposizione comprende colle-
zioni di padre Angelo, oggetti di
uso comune, vocabolari delle tri-
bù. Hanno uno spazio nel museo
i Canoeros, i Munky, gli Anawe-
né Nawé, i Cinta Larga, gli Zor6,
gli lrantxe, i Rikbaktsa ... si atten-
Ornamenti per il naso.
de l'avv icinamento di almeno al-
tre sei tribù che avranno il loro
•••••••••••
alunni delle scuole a " in culturar-
si" in qualche mondo in un mon-
do differente, per comprenderlo
nei suoi più nascosti risvolti, per-
cepirne i valori e arricchirsi di
nuove opportunità. L'aprirsi ad
altre culture significa, infatti, al-
largare i propri orizzonti, accetta-
re la diversità, diventare più tolle-
spazio da poter curare. Avranno
un posto anche i ceringueiros,
cercatori di gomma, i garimpei-
ros, cercatori di diamanti, i made-
reiros, cercatori di legni pregiati.
Il museo è dotato di sala confe-
renze e sala proiezioni; una volta
al mese viene presentato un argo-
mento: l'artigianato, l'alimenta-
zione, la religione, le cerimonie,
••••
ranti, più umani. Data la grande le feste, le preghiere, le poesie.. .
varietà di razze, tribù e idiomi, il La biblioteca ospiterà il materiale
museo di Juina si pone come una cartaceo riferentesi ai popoli del-
cattedra "sui generis" di antropo- la foresta, e un laboratorio lingui-
logia, e si propone come motore stico per lo studio delle lingue in-
culturale per promuovere nuovi digene. Le cose più preziose che
inserimenti, accogliere nuovi po- ora ospita sono gli ornamenti tipi-
poli (almeno sei tribù devono an- ci delle feste e gli antichi vestiti
cora avvicinarsi).
matrimoniali dei capi tribù che
••••••••
GLI EVENTI
Ornamento fatto con unghia
di armadillo.
Il museo è stato inaugurato il
15 apri le 2001 con una grande
festa. Per gli intervenuti non si è
trattato di visitare delle sale di
esposizione, ma di partecipare a
una giornata all'insegna della
cultura della foresta. Nessuno è
======-
sono personalizzati, nel senso che
i vestiti non si tramandano, ma
ogni capo ha i suoi che resteran-
no per sempre solo suoi, tant'è
che vengono riconosciuti col suo
nome. Per ora l'area museale com-
prende otto sale, ma molte altre
sono in progetto per completare
l' impresa.
Manieri/Maffioli
~==::;;;::=:::;;;:.
••••••••••••
• • • APRILE 2003 8S • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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LADRI
DI IDEE!
di Jean-François Meurs
,'C aro Ooctor J., quando
osservo gli altri li trovo
creativi, inventivi. Ho,
per esempio, un amico la cui
immaginazione va a 200 all'ora,
non gli basta mai il tempo per fare
tutto ciò che vorrebbe. Lo trovo
sempre entusiasta, e altrettanto
pieno di energia. lo, invece, man-
co di immaginazione, sovente mi
annoio, e ho un sacco di dubbi ed
esitazioni ogni qualvolta devo lan-
ciarmi in qualche nuova impresa.
Ho l'impressione di essere una
perdente. A scuola, quando si trat-
ta di fare un tema o commentare
una poesia, mi assale l'angoscia di
non riuscire e ho sempre paura di
essere interrogata. L'unica cosa
che credo di saper fare discreta-
mente è suonare il piano seguen-
do una partitura. In quei momenti,
dimentico tutte le mie paure e mi
sento addirittura ispirata. Altrimen-
ti, mi sento handicappata, e quan-
do penso al futuro, mi assale la
paura. Perché oggi per trovare un
impiego si testa la creatività di una
persona. Come si fa a essere dei
creativi? Questa cosa la si può
imparare?".
Valeria, 15 anni, Cassano
Cara Valeria,
Tutti siamo dei creativi, la creati-
vità è insita in noi come qualità
innata, anche se non sempre sia-
mo al top per poterla esprimere!
La creatività passa attraverso fasi
di declino e anche di completa ste-
rilità, prima che possa riprendere
un nuovo ciclo creativo . È un po'
come la natura che si riposa d'in-
verno, per poi sfavillare di nuovo
con l'arrivo della primavera. Biso-
gna avere pazienza . Alla tua età,
avresti torto a pensare che non hai
alcun talento , che non inventerai
mai niente. Molte persone -
soprattutto gli adulti - possono
testimoniare che questo sentimen-
to di improduttività è presente nel-
l'individuo principalmente durante
l'adolescenza.
Può essere vero che l'erba ti
sembri più verde nel prato del vici-
no, ma questo non ti dispensa dal
compito di esplorare il cam-
po della tua personalità
(non riesco a credere che
tu sia già riuscita a scoprir-
QUESTA§
CREATI VITA' .I. ,
ne e testarne tutte le poten-
zialità). La tua capacità di
interpretare la musica dimo-
stra che , quando sei in
"palla" , riesci a liberare la
creatività che è nascosta
dentro di te. La creatività
comincia già quando scegli
si.., MA NON$
il pezzo che vuoi interpreta-
SE Jj_ PVBBJ-JCO -.
re, o i film che andrai a
vedere: tu decidi ciò che è
Clii: LD VEDE SARA
D'ACO)RDOI,,
bello e i valori per i quali
vuoi vivere.
Insomma sei in grado di stimolare lezza del paesaggio. Quando mi
la tua immaginazione osservando trovo davanti al mio computer non
intensamente , leggendo molto, sempre capisco come si avviano
ascoltando con pazienza, coltivando certi programmi , alcune operazioni
e stimolando la tua curiosità. Non da fare mi vengono spontanee, in
credere che gli artisti e gli inventori altri momenti mi armo del dizionario
creino i loro capolavori a partire da e vado a consultare , cerco di sco-
niente. Prima hanno "ammucchiato" prire ciò che non so, di entrare in
molto, senza sapere a che cosa possesso di informazioni precise,
potesse servire. Poi un giorno han- scientifiche.
no potuto attingere dal loro tesoro
cose vecchie e cose nuove , cose
già viste e cose mai viste. Ho senti-
to un muratore dire che era stato un
ladro di idee durante tutta la sua
vita: osservando gli altri lavoratori si
era appropriato dei trucchi del
mestiere, un'abilità che gli permette-
va al presente di risolvere ogni pro-
blema.
In alcuni momenti, parlando
con gli amici , vorrei cambiare tut-
to, rivoltare il mondo. In questi casi
si buttano là un sacco di idee sen-
za logica apparente magari pure in
contraddizione le une con le altre -
questa operazione si chiama brain-
storming. Ma le idee contrarie fan-
no nascere nuove idee che si rive-
lano a volte feconde. Personalmen-
Esistono sentieri privilegiati te preparo con molto piacere, as-
per liberare la propria creatività . sieme alla mia équipe, dei corsi di
Ciascuno ha il dovere di scoprirli ed animazione per i giovani. Il brain-
esplorarli. Da parte mia, anch 'io storming fornisce più idee di quante
sono un ladro di idee: leggo molto se ne possano realizzare. È così
su qualsiasi argomento. E sogno... che si riesce a fare cose che non si
tante cose! Questa fase di mero erano mai fatte, né si credeva di
"approvvigionamento" potrebbe ap- saper fare.
parire a tutta prima un periodo pas- Lungi dall'essere riservata a un'éli-
sivo della propria vita, ma in realtà te, la creatività è prima di tutto un
non è così. Chi è riuscito ad accu- modo di vivere il quotidiano, un'età
mulare idee ed esperienze è garan- dello spirito. Un minimo di fiducia in
tito per il futuro , perché potrà mar- se stessi favorisce la creatività,
ciare molto più spedito che non così come un clima di benevolen-
altri. A volte penso a ciò che sto za. Si ha dunque ben ragione di
leggendo, a come potrei servirme- apprezzare "l'amorevolezza", una
ne e cerco di farne tesoro. Ma la delle colonne del sistema preventi-
maggior parte delle volte non pen- vo di Don Bosco che è volta a
so a niente, semplicemente vivo a creare questo clima di fiducia in cui
fondo il piacere di quello che sto prospera la creatività e fa crescere
facendo, gusto - diciamo - la bel- l'autostima.
BS APRILE 2003

3.8 Page 28

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La legge sul servizio civile nazionale anche
UNA SCELTA
CHE CAMBIA
LA VITA
di Graziella Curti
L a legge italiana 64/2001 che
ha istituito il Servizio Civile
Nazionale su base volontaria
è purtroppo passata un po' in sordi-
na. Tuttavia, la pubblicità del passa-
parola, quella di alcuni interventi
del capo della Stato e dei vescovi
italiani ha dato comunque i suoi
frutti. Attualmente si contano più di
settantamila ragazzi/e che hanno
aderito alla proposta. Il presidente
della Repubblica, Carlo Azeglio
Ciampi, ha ripreso la legge in modo
efficace, sottolineando che la parte-
cipazione al servizio volontario gio-
vanile è «strada da seguire con con-
vinzione, per costruire quel futuro,
che sarà quello preparato già oggi
dalle proprie scelte». Così la pensa-
I La cartolina che propaganda
il servizio civile volontario. Per
svolgerlo con le FMA il contatto
è 06. 575.00.48;
videsitalia@videsitalia.it
APRILE 2003 BS
no anche salesiani e Figlie di Maria
Ausiliatrice, impegnati da sempre
nel campo educativo. «Dato che la
legge 64 apre spazi anche per le ra-
gazze - sottolinea suor Silvana
Contri - ci siamo date da fare per
valorizzare al massimo questa op-
portunità e tuttora, nel solo Piemon-
te, abbiamo ben 41 volontarie pre-
senti nelle nostre comunità». Lei la-
vorava già da anni in questo settore,
insieme con i salesiani. Attualmente
è responsabile della segreteria per il
Servizio Civile delle salesiane di
Don Bosco in Piemonte. La sua
giornata trascorre tra i contatti di.retti
con le volontarie, negli incontri di
formazione, che prevedono percorsi
di cittadinanza, solidarietà, metodo-
logia pedagogica. Sono frequenti
pure i contatti con le comunità in
cui operano le volontarie per garan-
tire un inserimento positivo, e con
gli uffici centrali di amministrazio-
ne per l' inoltro dei Progetti e della
relativa documentazione. Alla radi-
ce di tutte le energie spese in questo
compito c'è una convinzione: "Il
servizio civile è soprattutto un ser-
vizio che dobbiamo ai giovani,
prima che un dono che loro fan110 a
noi, in vista della loro crescita
umana, professionale e solidale. Per
questo occorre investire nell'accom-
pagnamento personale".
UN VENTAGLIO
DI OPPORTUNITÀ
Da una rapida lettura della rela-
zione, che ogni volontaria deve pre-
sentare dopo i primi due mesi di
servizio civile, si rileva la varietà
degli ambiti in cui ognuna può sce-
gliere di vivere la sua esperienza.
111 presidente Ciampi, ha
sottolineando che il servizio
volontario giovanile è "strada
da seguire con convinzione".
Sono più di quaranta le
giovani che hanno scelto
il volontariato civile
nazionale e operano
all'interno delle presenze
delle Figlie di Maria
Ausiliatrice in Piemonte.
Ragazze dai 18 ai 26
anni, presenti nelle
scuole, nei centri
giovanili e oratori
per l'accompagnamento
e il recupero.
Un anno di cura per gli
altri, che diventa crescita
personale.
Sci:ive Stefania Cardane che dal set-
tembre scorso fa il suo servizio
presso il Vides Laurita di Torino:
«In questa struttura, lavoro per sei
ore al giorno con ragazze extraco-
munitarie uscite dal giro della stra-
da, mandateci dalla questura o dal-
l'ufficio stranieri. Ho iJ compito di
sostenerle in un cammino di crescita
umana, sociale e professionale. Aiu-
to una psicologa che ogni giorno
propone attività laboratoriali per ac-
quisire autostima e capacità pratiche
richieste dal mondo del lavoro».
Elena Molina e Silvia Borra sono

3.9 Page 29

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per le ragazze comincia a dare i suoi frutti.
volontarie all'Istituto Maria Ausilia-
trice di Alessandria. Elena è a
tempo pieno nella scuola elementa-
re: «Questo anno di servizio civile
rappresenta per me una buona op-
portunità di mettere a frutto i miei
studi (diploma di liceo psico-peda-
gogico) lavorando costantemente a
contatto con i bambini e potendo
trarre utili insegnamenti dalle mae-
stre, religiose e laiche, con cui colla-
boro». Silvia presta servizio soprat-
tutto nella scuola materna, nell'ac-
coglienza dei bambini, nelle attività
ludiche e didattiche, nel servizio
mensa. Entrambe sono presenti per
qualche ora nella portineria della
scuola dove «sono necessarie preci-
sione e, allo stesso tempo, gentilez-
za nell ' accogliere e indirizzare le
persone che si presentano alla porta
o che telefonano». Loredana Calca-
gno presta il suo servizio all'Istituto
Virginia Agnelli di Torino, nella
scuola elementare: «Faccio attività
di recupero e di sostegno nelle ore
curricolari. Insieme alle insegnanti
di classe, abbiamo concordato un
piano di lavoro e siamo in contatto
con alcune logopediste per seguire
in maniera adeguata i bambini. Mi
piace immergermi nel mondo dei
piccoli in modo da capire meglio
che cosa pensano, quali emozioni e
sentimenti provano». Anche dalle
relazioni di Valentina e di Elisa ven-
gono sottolineati i vantaggi personali
di un lavoro educativo che porta
anche alla valutazione e crescita di
se stesse. In particolare, Chiara Ber-
retta, presente nella scuola Nostra
Signora delle Grazie di Nizza Mon-
ferrato, apprezza gli incontri forma-
tivi che garantiscono un buon coor-
dinamento: «Settimanalmente, la di-
rettrice organizza un incontro con
noi volontarie per esporre e risolve-
re i problemi insorti, fare alcune ri-
flessioni insieme, informarci sulle
novità di calendario, indirizzarci nei
lavori più urgenti e fornirci consigli
pratici nel rapporto coi ragazzi.
Ogni incontro viene documentato
con la stesura, da parte mia, del ver-
bale». Una scuola di responsabilità e
di crescita, dunque, che conferma la
scritta della pubblicità sul servizio
civile nazionale: "Una scelta che
cambia la vita tua e degli altri".
ALLE RADICI
DI UN PERCHÉ
Suor Silvana che ha chiara la
mappa delle giovani volontarie di
servizio civile rileva che la scelta di
un anno d'impegno viene fatta so-
prattutto per dare un senso ai tempi
lunghi dell'attesa di un'assunzione
nel lavoro, e intanto acquisire crediti
formativi. A volte si tratta anche di
universitarie che vogliono fare tiro-
cinio educativo e guadagnare qual-
cosa per raggiungere un minimo di
autonomia economica. Infatti ricevo-
no dallo Stato un mensile lordo di
433 euro. Queste le motivazioni di
partenza del volontariato civile fem-
minile, poi, col passare del tempo,
vengono scoperte altre opportunità
che arricchiscono la decisione stessa.
Nelle relazioni delle volontarie
sono espresse alcune positività.
«Ritengo - scrive Chiara - che le
attività svolte mi abbiano permesso
di apprendere nozioni utili alla for-
mazione della mia figura educante.
Nell'affidarmi il compito di vendita
dei buoni/mensa mi è stata data la
responsabilità di rispondere a livello
economico del mio servizio e ciò
non può che responsabilizzarmi».
Anche Valentina Agrosi legge in
modo positivo il suo servizio: «È
un'esperienza che, oltre a fare di me
uno strumento di aiuto per i bambi-
ni, sta contribuendo a forgiare la
mia persona rendendola migliore,
più attenta alle esigenze degli altri,
quindi più completa». Tutte le vo-
lontarie trovano buono il tipo di ac-
coglienza loro riservato dalla comu-
nità religiosa, dove, a volte, trovano
anche alloggio. Si sentono "a casa",
pur non ignorando le difficoltà del-
l'ambiente educativo e la fatica di
costruire relazioni con persone
nuove, diverse spesso per età e cul-
tura. Imparano, come dimostra Ste-
fania, che è utile camminare insie-
me: «Sono stati due mesi intensi,
poiché anche la responsabile della
comunità è subentrata recentemente
e insieme abbiamo dovuto fare un
lungo periodo di "rodaggio" che è
ancora in corso». Non rimane che
augurare buon cammino a tutte le
ragazze che hanno intrapreso questo
servizio, definito dai vescovi italiani
"una preziosa eredità per la forma-
zione della persona e come contri-
buto al bene comune".
O
Giovani in servizio civile nelle case FMA del Piemonte,
con la responsabile suor Silvana Centri.
Il servizio volontario è un'esperienza che forgia
la persona e la rende più attenta alle esigenze degli altri.
BS APRILE 2003

3.10 Page 30

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-
IL
MESE
IN
L1sRERI.A di GilJS8PPe t,J\\oronte
0 curo
M.ui, D1 F11co M.uoru
~~~
VERSO UNA
GLOBALIZZAZIONE
ETICA?
Conoscere, capire
e valutare il più
importante fenomeno
del nostro tempo
di Maria De Falco
Maretta,
ELLEDICI ,
Leumann (To) , 2002
pp. 176
Si analizza il fenomeno
della globalizzazione che
accende vivaci confron-
ti , e talvolta scontri di
idee in modo che venga
capito senza condizio-
namenti . Esso procede
a una forte velocità, dan-
do vita a un unico ocea-
no economico che espo-
ne gli ambienti piccoli
alle onde enormi della
concorrenza. Il mondo
appare un unico merca-
to. Cosl non si realizza il
sogno dell'uomo? I pae-
si industrializzati non do-
vrebbero essere conten-
ti dell'ascesa di tanti
Paesi in via di sviluppo?
La pace globale non è
già a portata di mano?
Allora perché si sono or-
ganizzate tante manife-
stazioni anti-global? Il
volume risponde a que-
ste e altre domande.
L'apparato didattico del
libro è completato da
un'antologia di opinioni
di personaggi della cul-
tura mondiale.
APRILE 2003 BS
GESÙ
da Betlemme al Golgota
di Roger Caratini ,
Le Vespe , Milano, 2002
pp. 684
Nel rispetto rigoroso delle
fonti l'autore riconosce l'e-
sistenza terrena del Mes-
sia. Due personaggi imma-
ginari testimoni dell'epoca
raccontano e commentano
le vicende storiche di Ge-
sù. Il primo è un pagano
razionalista, imbevuto della
cultura romana del suo
tempo . Il secondo è un vec-
chio idolatra convertito al-
l'ebraismo. Dai loro incontri
e racconti emerge la figura
straordinaria e drammatica
del Messia, i suoi insegna-
menti e le sue opere, il
messaggio di amore e di
fr!3-tellanza che andava pre-
dicando. Lo scopo : rico-
struire la vita del Figlio del-
l'Uomo, collocandola nel
quadro politico, sociale e,
per certi versi , crudele in
cui si svolse, incollando tra
loro i poveri frammenti di
verità umana che le memo-
rie dei discepoli di Cristo
avevano potuto conservare.
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA. I libri
che vengono segnalati s1 pos-
sono acquistare presso I~ hbre'.
rie cattoliche O vanno nch1est1
direttamente alle rispettive
Editrici .
FAMIGLIA O LAVORO?
Famiglia e lavoro: un
matrimonio possibile
di Luigi Ghia,
EFFATÀ,
Cantalupa (To) , 2002
pp. 224
COSA SAREBBE
IL MONDO SENZA
I NONNI?
Istantanee di vita
familiare
ç!i Marianna Bentivoglio ,
ANCORA , Milano, 2002
pp. 168
_ _,.---,----...-;:-7
fs:.
,l/11rlmomllM1i,..,1llo
Cosa .wu·c•bbe
il mondo
seuza i noutti?
J,1,1111,w,, 1/I riffi ft1mlfln,.,.
Nel primo testo , al di là
delle difficoltà di concilia-
zione e delle singole situa-
zioni problematiche, l'auto-
re afferma che il rapporto
famiglia-lavoro rappresen-
ta una sfida che vale la
pena affrontare con corag-
gio. Il testo , frutto di inda-
gini , è indirizzato a quanti
riflettono sulla famiglia e a
quelli che sono alla ricerca
di spunti per impostare o
revisionare il proprio pro-
getto di vita. Il secondo
aiuta a riflettere sul ruolo
dei nonni nella famiglia at-
tuale. Certo, afferma l'au-
trice, il mondo senza nonni
non è paragonabile al
mondo senza il buon Dio ;
mancherebbero però delle
figure importanti. È quello
che racconta in questo
testo una nonna che si de-
dica con generosità al vor-
tice organizzativo di un
clan familiare con ritmi im-
prevedibili .
IL SEGRETO DI MADRE
TERESA.
Il diario e le lettere inedite
dei colloqui con Gesù
riportati alla luce
dal processo
di beatificazione
di Saverio Gaeta,
PIEMME ,
Casale M. (Al) , 2002
pp. 196
Madre Teresa sarà "bea-
ta" in ottobre . Alla luce dei
documenti viene per la
prima volta svelato il suo
segreto : la misteriosa de-
cisione di lasciare il como-
do convento di Nostra Si-
gnora di Loreto, per recar-
si a vivere , con pochi spic-
cioli in tasca, fra i disere-
dati dei bassifondi di Cal-
cutta. Tale scelta non sca-
turì da un'improvvisa intui -
zione , ma fu ispirata da
misteriosi dialoghi interio-
ri. .. Intraprese così una
delle più straordinarie av-
venture di solidarietà mai
viste prima al mondo. L'e-
sistenza di questa picco-
la-grande donna che var-
cò le porte delle più impor-
tanti istituzion i e calpestò
il_ fango delle bidonvilles,
riceve nuova luce da que-
ste belle pagine.
SAV ERIO GAETA
IL
SEGRETO
DI
MADRE TERESA
11 dltrl'«' o lo h.HhH•ti lni'ldil~
<hl t.l)lln,tul ro n \\'!aCI rlptnt~tl 1111 hu•~
<I.ti p,nt:C!JIIO ,Il )\\.-ll llflt'l'llln n -,

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~ ~ ~ ~
~l~~~HIERA
GIOVANILI
Al VALORI
GIOVANl'fRIA
365 TESTI PER
50 RISPOSTE
UNA VIRTÙ
MISSION
PREGARE LA BIBBIA
SULL'AMORE
ALLA SETTIMANA.
L'ANIMAZIONE
OGNI GIORNO
E L'AFFETTIVITÀ
100 giochi, attività
DI STRADA
di Luciano Pacomio,
di Marco Doldi ,
e riflessioni per educare Incontrare i giovani là
PIEMME ,
PIEMME ,
la coscienza, sviluppare dove sono
Casale M. (Al) , 2002
pp. 412
Casale M. (Al) , 2002
pp. 192
i valori umani
e i comportamenti etici
con bambini e ragazzi
di Paolo Gambini ,
ELLEDICI ,
Leumann (To) , 2002
L'acqua di una minuscola
sorgente, goccia dopo goc-
cia, scava la pietra e ne
modifica la forma. Allo
stesso modo la Scrittura,
versetto dopo versetto,
scava in profondità, e tra-
sforma il nostro cuore di
pietra in un cuore di carne.
LUCIANO PACOMIO
365 TESTI PER
PREGARE
LA BIBBIA
OGNI
GIORNO
Dalla Genesi all 'Apocalis-
se : ecco un modo per ac-
costare ogni giorno una
pagina della Bibbia, medi-
tandola con l'aiuto di un
breve e illuminante com -
mento, sollecitati da una
breve preghiera e da un
versetto biblico da tradurre
in impegno concreto. Tutti ,
laici e consacrati , credenti
e persone in ricerca, po-
tranno attingere a quella
Tanti giovani vivono storie
d'amore , basate sull 'attra-
zione fisica. Ma i giovani
vogliono l'amore o s'accon-
tentano del sesso? Può
esistere l'amicizia fra un ra-
gazzo e una ragazza o è
solo il passaggio per arriva-
re ad altro? Perché amore
e sentimenti possono fini-
re? Sono molte le doman-
de circa le relazioni affetti-
ve che i giovani si pongo-
no . Sentimenti e dubbi s'in-
trecciano in dialogo franco
e senza ipocrisie sull 'amo-
re , l'affettività, la sessualità,
l'amicizia. Il libro offre ri-
sposte, semplici e circo-
stanziate, senza aggirare i
problemi, invitando coloro
che sono in cerca di riferi-
menti chiari a incamminar-
si su una strada di relazioni
interpersonali e affettive
non banalizzate o ridotte a
puro consumo, ma vissute
in pienezza nella dimensio-
ne della verità e dell'amore
autentico .
MARCO DOLDI
50 risposte
sull'Amore
e l'Affettività
di Laura Bianco e Silvia
Carboneli ,
illustrato da Rosa Maria
Curto ,
ELLEDICI ,
Leumann (To) , 2002
pp. 128
Allegria, bontà, dialogo, ac-
coglienza, coraggio , rispet-
to, responsabilità, onestà,
solidarietà, sincerità, grati-
tudine ... Il libro presenta i
materiali necessari alla co-
struzione di una persona
felice , reali zzata e saggia e
di una coscienza solida e
illuminata. Una virtù alla
settimana propone agli edu-
catori una serie di attrezzi
pedagogici per promuove-
re valori umani ed etici a
partire da testi biblici con
alcune riflessioni chiarifica-
trici. Il libro descrive 52 va-
lori e virtù sempre in rela-
zione a situazioni quotidia-
ne familiari , scolastiche o
pp. 142
Oggi emerge il bisogno di
andare nei luoghi dove i
giovani s'incontrano, pas-
sando dalla logica dei ser-
vizi in attesa degli utenti a
quella che porta i servizi
nel territorio. Il testo, nato
da un 'esperienza della dio-
cesi di Livorno, si inserisce
in questa riflessione , e
offre i principi dell'anima-
zione nella pastorale gio-
vanile, col significato mis-
sionario di "educazione alla
fede nei nuovi luoghi di in-
contro dei giovani". Entra
nello specifico offrendo un
modello di accompagna-
mento degli adolescenti
nella loro ricerca di senso
della vita nel loro contesto,
attraverso l'esperienza del
"Progetto Strada" per aiu-
tare a comprendere nella
concretezza nei dettagli i
passi necessari alla realiz-
zazione dell'intervento. In
appendice riporta l'espe-
rienza di Don Bosco, vero
precursore dell'animazione
di strada.
r.: ~AOLO GAMBIN
animazione di
1
fonte di straordinaria sa-
sociali , assimilate con gio-
pienza, riceverne ossige-
chi , manualità, canzoni , sto-
no, e sicuro orientamento
rie , drammatizzazioni , ricet-
nella vita quotidiana. Avvi-
te, gite, chiacchierate... È
cinata così, la Bibbia offre
un libro interattivo pieno di
il dono di una parola pro-
idee, molto utile per le fa-
fonda nella confusione su- ..,
miglie, gli educatori , gli in-
perficiale della vita di oggi.
segnanti , i catechisti...
BS APRILE 2003

4.2 Page 32

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LII/E
-
~
SAGRESTANO E BELLO
di Giancarlo Manieri
Giuseppe Francesco Pavan fu
sagrestano per più di sessant'anni.
Una figura indimenticabile,
preziosissimo per la parrocchia che
ha usufruito del suo servizio. Uno
di quei salesiani laici che hanno
conquistato il cuore della gente e la
stima incondizionata dei superiori.
Pepi in talare e cotta alla porta della "sua" chiesa.
Nacque in una povera casa contadina, su un
materasso di "scartossi", quei sacconi grandi e
grossi riempiti con le foglie delle pannocchie di
granturco che appena ti muovevi facevano un rumore
della malora! Ma mamma Luigia quell 'otto maggio
1909 aveva orecchi solo per i vagiti del suo maschiet-
to in ... dirittura d'arrivo! Fu il secondo. Dopo di lui ne
vennero altri nove, una bella nidiata di cinque femmine
e sei maschi. Con tutti i nomi che giravano per casa
mica potevano chiamarlo con i due ricevuti al fonte
battesimale Giuseppe Francesco , c'era da smarrirsi.
Così tagliarono corto, e fu per tutti Bepi.
DA CONTADINO A SALESIANO
La fanciullez za la passò in compagnia della terra e
degli strumenti per lavorarla, delle bestie e della verga
per guidarle . Fino a vent'anni . Qualche approccio ado-
lescenziale con l'altro sesso andò male, forse perché
non era iniziativa sua ma della ragazzina cui quel gio-
APRILE 2 003 BS
vanottone faceva gola: Ciò, mula, fila via! E la mula,
obbediente non si fece più vedere, così lui dopo il ser-
vizio militare pensò bene di rinunciare a tutte le mule
di questo mondo, e a 24 anni entrò nell'istituto salesia-
no per le vocazioni missionarie di Trieste. La vita in
collegio? Molto freddo , da cui si difendeva con altret-
tanta allegria ; poco mangiare ma in compenso molta
musica, quasi si potessero alleviare i morsi della fame
masticando canzoni ! Resistette e manco male , se
arrivò al noviziato con tutte le carte in regola. A dir la
verità una idiosincrasia ce l'aveva, quella per il latino :
no xe per mi! In compenso si accollava tutti i lavori
che poteva, e i superiori lo qualificarono con un "ha .
molto senso pratico e ottimo spirito religioso". Niente
male per professare .
UN GRANDE EQUILIBRIO
Cominciò da sagrestano . E da sagrestano morì. Una
vita in veste e cotta che usò come se si trattasse di
cotta e stola! La sacrestia, il presbiterio, la navata del-
1959. Gli sposi non mancavano mai di ringraziarlo
per l'inappuntabile servizio.

4.3 Page 33

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"Chierichetto " tra i suoi chierichetti. ..
In comunità Pepi era "al centro", punto di riferimento
ed elemento di comunione.
la chiesa divennero il suo regno , il campo del suo apo-
stolato , la sua cattedra e il suo pulpito . Si ritrovò a
istruire e animare i chierichetti , com ovvio ; lui abitua-
to fin da piccolo a guidare le bestie non trovò difficoltà
a inquadrare i piccoli ministranti che a volte, data l'età,
non potevano non essere un po' turbolenti . Nei
momenti liberi dal lavoro di sacrestia, faceva il guarda-
robiere , il provveditore, il cantiniere, il barista, l'infer-
miere, il bigliettaio .. . al cinema s'intende, non in auto-
bus !
Era inappuntabile . Un sagrestano che non dimenticò
mai che servire il Signore comportava non soltanto
pulire, spolverare, preparare, conservare , lucidare,
ecc. ma anche e soprattutto pregare. La prima dote è
comune a tutti i sagrestani di questo mondo, fa parte
del mestiere, la seconda, un po ' meno . Ma Bepi pre-
gava, eccome! Sempre in tonaca nera e cotta bianca.
Quella era la divisa del suo "ministero" e lui ci teneva
a presentarsi "bardato". L'intervallo tra una messa e
l'altra non lo impiegava comareggiando con quella o
con quell 'altro, ma col Signore. Se in quei momenti
entrava un chierichetto, ne era felice perché questo lo
sollevava dal lavoro e gli permetteva di continuare il
colloquio silenzioso e sereno con Dio. Allora le uniche
parole che gli uscivano erano per il ministrante : " Vésti-
te e sana la campana". Considerava dovere inderoga-
bile la raccolta delle offerte, ma non passava muto tra
i banchi ; presentando la borsa c'era sempre una paro-
la soprattutto verso coloro con i quali era in amicizia:
Son contento de vedérte ; o per chi era in difficoltà:
Come la sta?... E la marna? o per chi non si decideva
mai a scucire uno spicciolo : Fioi, xe un ano e no xe
vedi ancora gnente! O a chi faceva confusione: No far
scagaz qua dentro! Ne aveva anche per il predicatore
chilometrico : Dài, no la tiri tanto longa! Ma sapeva dir-
lo con tanta amabilità che ti dispiaceva se non ti dice-
va nulla.
UN LAVORO DURATO UNA VITA
In comunità Bepi , che a Trieste - paese che vai. .. lin-
guaggio che trovi - era diventato "Pepi ", faceva da
ago della bilancia. Stima e affetto lo circondavano
anche e soprattutto perché era uno che sapeva ridurre
le tensioni , minimizzare i contrasti , smorzare i toni e
calmare le acque magari con un semplice Lassémo
perder, detto con tanta naturalezza che faceva davve-
ro da calmiere , rasserenando l'ambiente. E quando
qualcuno era un po' troppo logorroico - c'è sempre chi
non riesce a mettere i ceppi alla lingua - lui con un
pizzico di furbizia indulgente : La sparagni el fià per
quando sarà ai ultimi! Per il resto lasciava che scher-
zassero con lui , che lo prendessero in giro, lo stuzzi-
cassero . Insomma faceva volentieri da scarico del
gruppo!
Su certi principi tuttavia non mollava. Così quando in
chiesa qualche sposa si presentava in abbigliamento
non consono alla sacralità del luogo e della cerimonia,
lui con grazia le poneva sulle spalle uno scialle legge-
ro , ben ricamato : Semo in cesa; su l'altare, picia, va
ben cusì... ". Obbedivano perché il servizio era impec-
cabile , e con lui tutto funzionava come un orologio
svizzero. L'ordine del resto era il suo modo di non
cadere in agitazione , sprecando ore come fa qualcuno
per ritrovare la roba che l'avevo messa lì, mi pare.. . o
espressioni come ma qui non si trova mai niente!
Era diventato un mito : quando la gente della parroc-
chia veniva in chiesa magari dimenticava il saluto al
Signore, mai a Pepi . E quando si ammalò e dovette
essere ricoverato all 'ospedale, fu una processione tale
di parrocchiane col sacchetto/dono in mano che i
medici , meravigliati , s'informavano chi fosse mai quel
personaggio tanto riverito . No , non era un deputato o
un imprenditore di successo ... Era solo un "cavaliere"
che l'onorificenza ... Tachémela de drio che fe meio! E;
tornato a casa, i confratelli salesiani s'informavano:
"Pepi , quando torni in ospedale?", perché mai avevano
avuto a tavola tanto ben di Dio.
Coi suoi chierichetti, poi, era il re . Li salutava ovunque
li incontrasse, li istruiva, li cercava, s'informava delle
loro cose, li premiava e tirava loro le orecchie .. . Si
fece , così, tanti amici e tanti meriti. Gli ultimi anni,
impedito ormai nelle occupazioni , si dedicava alla pre-
ghiera, preparandosi all'incontro definitivo. Ed era
commovente vedere tante persone che uscendo di
chiesa gli facevano una carezza, quasi fosse una reli-
quia vivente. E lo era diventato, dopo 61 anni di servi-
zio senza risparmio. Morì la mattina del 24 maggio,
festa della Madonna di Don Bosco ... un regalo di Lei
alla fedeltà indefessa del suo Bepi/Pepi.
O
BS APRILE 2003

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
QUALCHE PUNTO come obiettivo di attraversare la
vita insieme, come una forza unica.
FERMO DELL'AMORE
FAMILIARE
Una decisione così importante de-
ve essere rinnovata ogni giorno,
soprattutto nei momenti difficili. «lo
voglio te , non le tue prestazioni, i
tuoi servizi, le tue risorse economi-
che, ecc.»
Esistono alcuni pilastri che reggono la costruzione della famiglia.
Spesso hanno bisogno di una revisione e di qualche rattoppo.
È molto utile allora fermarsi a riflettere sui principali
punti di riferimento dell'amore familiare.
L'amore è fatto di piccoli pas-
si: una famiglia felice è il risultato
di un 'evoluzione . Richiede molta
pazienza, tempi lunghi , definizione
J di responsabilità e ruoli anche per i
più banali dettagli della vita. Chi
1~ amministra le finanze , chi porta fuo-
ri il cane , chi cucina, chi ripara le
u cose quando si rompono, chi guida
durante i lunghi viaggi , chi segue i
figli negli studi , chi fa la spesa?
Non è molto romantico , ma creare
l'amore familiare è un processo di
armonizzazione di persone che
hanno il diritto di avere idee, desi-
deri , bisogni e caratteri anche mol-
to diversi . Ognuno deve «fare spa-
zio» agli altri nella propria vita.
Solo l'amore può creare una forza di attrazione reciproca.
11primo pilastro è che ogni com-
ponente della famiglia ami se
stesso. Sembra un controsenso ,
mentre è un elemento cruciale del-
la vita di ciascuno. Anche Gesù ha
indicato l'amore per se stessi come
misura dell'amore per il prossimo.
Essenzialmente , amarsi significa
credere nel proprio valore, valutarsi
in modo positivo e sentire di conta-
re molto. Una legge di base sulla
dinamica dell'amore afferma che gli
altri ci vedono e ci trattano esatta-
mente come noi vediamo e trattia-
mo noi stessi . Chi pensa di essere
uno zerbino, scoprirà amaramente
che gli altri lo usano per "pulirsi i
APRILE 2003 BS
piedi ". Amarsi è la via migliore per
capire come amare. Chi è rispetto-
so verso se stesso , provoca un
comportamento di rispetto e di sti-
ma negli altri.
Tutto è partito con un «Sì, lo
voglio!». La vita a due è una scel-
ta : non è una canzone d'amore,
qualcosa di istintivo o una specie di
poesia. Significa che due persone
hanno deciso , in modo libero e
adulto, di unirsi fisicamente , emoti-
vamente , mentalmente e spiritual-
mente per creare una nuova realtà
«noi » da due realtà separate «io».
Hanno formato una squadra che ha
In ogni caso la vita familiare è
sempre una magnifica occasione
di crescita, una «scuola di vita» in
cui imparare a conoscers i e a
migliorare. La vita familiare amplia
orizzonti e prospettive, ;:i.umenta le
risorse individuali , aiuta a superare
problemi e difficoltà, rende più forti ,
migliori , più saggi e «più veri ». È
un programma intensivo, ventiquat-
tr'ore su ventiquattro , di qualifica-
zione interpersonale, dove si impa-
rano , vivendole, alcune delle disci-
pline più importanti della vita.
La prima è il condividere. Senza la
condivisione, la vita familiare è
semplicemente un raggruppamento
di individualità egoistiche. Condivi-
dere è l'essenza del lavoro di grup-
po, per mantenere la dinamica
«noi»: si estende al corpo, alle emo-
zioni , ai pensieri, al tempo, allo
spazio e agli oggetti personali. La
seconda lezione è la pazienza.
Ogni persona si muove, cresce e si
evolve secondo il proprio passo e il
proprio ritmo in qualsiasi campo ,
fisico , emotivo , intellettuale o spiri-
tuale. Tutte le forzature provocano
guai. La terza è la riconoscenza .
Significa imparare ad apprezzare i
componenti della famiglia per tutto
ciò che sono e per tutto ciò che

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
fanno. La quarta è l'accettazione
çegli altri esattamente come sono.
E importante concedere agli altri la
stessa comprensione incondiziona-
ta che si esige per se stessi , impa-
rando a convivere con caratteristi-
che che magari urtano . La quinta,
importantissima, è il perdono. Non
è mai facile , ma è l'unica possibilità
se si vuole che l'amore familiare
duri nel tempo.
In tutto questo la comunica-
zione è essenziale. Il dialogo è la
linfa v[tale, l'energia della vita fami-
liare. E scambio di vita, il ponte tra
realtà profonde che altrimenti ri-
schiano di sprofondare nella solitu-
dine . Niente provoca un dolore più
intenso dall'essere fisicamente vici-
ni ma emotivamente lontani.
Un dialogo sincero, fatto guardan-
dosi negli occhi, con calma e inten-
sità, è lo strumento necessario per
scoprire i bisogn i e i desideri reci-
proci e soprattutto per concordare
le soluzioni soddisfacenti per tutti.
Perché non mancheranno i mo-
menti difficili e le divergenze e sarà
vitale imparare a usare l'arte della
trattativa , grazie alla quale nessu-
no deve perdere e nessuno deve
vincere .
Solo così si possono affrontare effi-
cacemente i cambiamenti improvvisi
e le prove che non mancano mai.
Tenersi stretti lungo i tornanti della
vita approfondisce la relazione fami-
liare.
Il segreto della felicità familiare è
ricordarsi che l'amore va nutrito e
alimentato come ogni realtà viva.
Ogni componente della famiglia
deve donare tempo , attenzione,
sforzo, sollecitudine alla relazione.
Se invece si dà per scontato che
continuerà così com 'è, è possibile
che avvizzisca e muoia.
Non basta elargire nutrimento una
volta all 'anno, per gli anniversari o i
compleanni. Occorre farlo sempre,
quotidianamente , come una dolce
abitudine che non costa fatica . È
necessario provare e dimostrare il
piacere di vivere insieme , di ri-
crearsi e divertirsi insieme.
Perché tutto possa funzionare
occorre infine una robusta spiri-
tualità . In fondo la famiglia è so-
prattutto una realtà spirituale.
FONDAMENTA
O CENTRO DI GRAVITÀ
PERMANENTE?
Nonostante i cambiamenti culturali, per la famiglia si esigono
ancora dei fondamenti stabili, una direzione condivisa ... L'amore,
la comunione di intenti, l'attenzione verso tutti, il senso di
appartenenza danno stabilità.
T radizionalmente , quando si
parlava dell'amore coniugale
e dell 'esperienza familiare si
sottolineava il bisogno di fonda-
menta stabili , che impedissero alla
casa di traballare a ogni terremoto
che colpisse la vita quotidiana, le
relazioni educative , le dinamiche
affettive.
Non so se oggi questa immagine
abbia ancora un senso, di fronte ai
tanti cambiamenti culturali e sociali
che hanno reso più incerta la realtà
domestica; però sicuramente resta
urgente più che mai l'esigenza di
non vivere la vita familiare in modo
discontinuo, affidandosi a sentimenti
momentanei, a stati d'animo labili , a
convinzioni superficiali, ad aspettati-
ve e bisogni individuali.
Se cercare un radicamento co-
mune è sempre più arduo in tempi
di complessità e di pluralità, può
essere possibile almeno individuare
una direzione di marcia condivisa,
che possa integrare origini e storie
di vita diversificate , attitudini e
impegni frastagliati. Per questo, in
assenza di fondamenta solide, cre-
do che ci si possa almeno sforzare
di costruire nell'ambito della propria
famiglia un baricentro che consenta
in concreto di assecondare i dina-
mismi della vita seguendo una
medesima orbita.
Questa nuova immagine permette
anche una ricerca paziente e per-
severante delle leggi gravitazionali
che rendono possibile vivere insie-
me. Quel che abbiamo scoperto in
casa nostra in tutti questi anni è
molto semplice da capire, un po'
meno scontato da realizzare.
Prima di tutto, solo l'amore
può creare una forza di attrazio-
ne reciproca. Questo è vero fra
noi adulti , perché dopo tanti anni di
matrimonio è quasi inevitabile a
livello emotivo sperimentare la ridu-
zione del desiderio e della disponi-
bilità verso il coniuge, ma si può far
lievitare la capacità di condividere
le responsabilità in modo solidaristi-
co anche quando un problema non
lo si vede nel medesimo modo. Ed
è una risorsa importante anche nel
rapporto fra genitori e figli, perché
incombe sempre il rischio che le
differenze generazionali scavino un
solco incolmabile che renda impro-
I Una famiglia felice è il risultato
di un'evoluzione. Richiede molta
pazienza, tempi lunghi.

4.6 Page 36

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ponibile il dialogo, la collaborazio-
ne, il regalarsi l'un l'altro ragioni e
speranze di vita.
Non si può camminare verso
uno stesso traguardo, se non si
è disposti a mettere in comune la
dimensione, dello spazio e quella
del tempo. E vero che ciascuno di
noi ha interessi , impegni, vincoli,
opportunità, responsabilità partico-
lari , ma è anche importante sfor-
zarsi di cercare un ritmo che
armonizzi quel che si vive quoti-
dianamente, sottraendosi a una
logica puramente individualistica
dell'esistenza. Fare questo è molto
faticoso , perché è inevitabile che
uno sia più impaziente di andare
avanti o abbia maggiore attitudine
alla corsa, mentre l'altro è più len-
to, non vuole che gli si metta fretta
o soffre di qualche affanno. Ma nel
rallentare per aspettarsi l'un l'altro
e nell'accelerare per non rimanere
indietro, si scopre il piacere di sta-
re insieme, la gioia di essere com-
pagni di viaggio , il benessere di
coabitare nello stesso luogo fisico.
Se conta molto raggiungere la
meta, è anche vero che il percorso
ha la sua importanza. Costruire un
benessere relazionale attento ai
bisogni e alle possibilità affettive di
ciascuno significa creare una pie-
na corresponsabilità nel momento
in cui occorre decidere come or-
ganizzare la convivenza familia-
re , risolvere i problemi quotidiani ,
compiere scelte più impegnative.
Non è vero che in famiglia si abbia
il dovere di rendere l'uno conto
all 'altro di ciò che fa e dove va ,
perché occorre mantenere sempre
il controllo della situazione, soprat-
tutto da parte dei genitori nei con-
fronti dei figli. Lo scambio di infor-
mazioni e di collaborazioni nasce
invece dalla volontà di costruire un
senso di appartenenza attraverso
ciò che giorno per giorno si vive.
Essere fedeli a questo impegno
può sembrare talvolta faticoso, ma
è - credo - l'unico modo per pas-
sare dalle storie individuali alla sto-
ria familiare, per rafforzare il senso
di stima e fiducia reciproca, per
convincersi che ciò che si fa con
l'altro e/o per l'altro è sempre un
guadagno.
O
APRILE 2003 BS
FAMIGLIA
SALESIANA
di Julio Olarte
IN MOVIMENTO
VERSO ...
In questa
rubrica abbia-
mo presenta-
to dicianno-
ve dei ven-
tu n gruppi
che appar-
tengono uf-
f ic iaImen-
te alla Fami- '
glia Salesia-
na, perché ri- ,.
co nosciuti ta li
dal superiore ge-
nera le dell a co n-
gregaz ione fondata
da Don Bosco, il Ret-
tor Maggiore. Non ab-
biamo presentato i Sa lesia-
ni (SDB ) e le Fi gli e d i Maria
Aus ili atri ce (FMA) perché noti all a
maggior parte dei lettori del BS.
Ci resta ancora di dar conto dei
gruppi che si ispira no a Don Bosco,
pur non appartenendo ufficialmente
all a F.S . A lcuni hanno in oltrato
ri chiesta di appa rtenenza . Ebbene,
tutti questi gruppi , insieme a miglia-
ia e migli aia di persone, anche non
cri sti ane, che nella loro vita privata
e profess ionale si isp irano a Don
Bosco, fo rm ano una vera rete d' in-
flusso sa lesiano sulla società . Quan-
ti sa ranno? È pratica mente impossi-
bile tentare una quantificaz ione. Si
può pensa re a mili oni ... Questa
massa che possiamo immagin are a
cerchi concentrici co n un nu cleo
forte e una periferia necessa ri amen-
te più debo le v iene indicata gene-
ralmente come "Movimento Salesia-
no", e c i piace pensarl o co me un
rosone, il rosone salesiano.
Se tu, caro lettore/ trice, non ap-
partieni a un gruppo " ufficia le", ma
se i uno/a di quelli che, sebbene a
pe rso-
nale e pri-
vato, s' interessa
alla mi ss ione di Don Bosco, appli ca
il sistema preventivo, cerca di vive-
re e fa r v ivere una sa ntità gio iosa,
di spargere attorno a sé ottimi smo,
fiducia in Dio, onestà, e soprattutto
se i uno/a che ama i giovani e cerca
con co raggio e tenacia di spargere
un po' di bontà nei luoghi della vita
quotidi ana (fami gli a, scuola, lavo-
ro ... ), e aiu ta giova ni più in d iffi-
co ltà, ce rtamente fa i parte dell a
"compa gnia" di Do n Bosco. A ll a
mi ss ione sa lesiana si partecipa con
la simpatia, l'a iuto conc reto nell e
forme poss ibi li , e co n la propri a
co ll aboraz io ne fatt iva nei ca mpi
su ggeriti dall a necess ità e dall a
ca rità.
Abbiamo ind ividuato una trenti-
na di gruppi che, pur non facendo
parte della F.S., si ispirano a Don
Bosco e al suo carisma e ne con-
dividono il metodo. Ebbene dal
prossimo numero del BS ne inizie-
remo la presentazione in questa
rubrica.
O

4.7 Page 37

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p~SfO
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BS APRILE 2003

4.8 Page 38

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Sf\\OE E1\\CHE
per ragazzi, genitori, educatori
La questione dell'embrione non è risolta ...
COMEME
NON C'E' NESSUNO!
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
Senza misconoscere le
riflessioni di carattere
religioso, ci soffermiamo
su alcuni dati di
carattere scientifico,
medico, genetico circa
l'identità dell'embrione
umano. La, genetica ha
studiato l'embrione
umano dal suo
concepimento e ha
notato che la sua
identità fondamentale
coincide con quella
realtà biologica chiamata
genoma ...
I L'embrione è un individuo, non
mero materiale biologico: ha
la dignità di essere umano,
è assolutamente unico
e irrepetibile.
IJ' embrione sin dal primo
istante (quando cioè è an-
cora allo stadio di una sola
cellula: embrione unicellulare) pre-
senta una sua precisa individualità.
Cioè, ci troviamo di fronte a un 'en-
tità biologica che ha una sua precisa
"individualità" corporea, ben riscon-
APRILE 2003 BS
trabile all' analisi dell' esperto che lo
osserva. Ora, oggi noi siamo molto
attenti alla nostra "individualità
corporea", cioè alla nostra identità,
non diciamo più "io ho un corpo",
ma "io sono il mio corpo". C'è
nelle nostre culture una grande at-
tenzione al fatto che essenzialmente
siamo un corpo, curiamo estetica-
mente il corpo con lo sport, i co-
smetici, la moda (body sculpture,
body building, ecc .). Il fatto che
l'embrione ha una sua individualità
somatica ha anche un valore teolo-
gico : Dio ha talmente amato la no-
stra corporeità, al punto da sceglie-
re di incarnarsi, di farsi corpo come
noi, perché noi come corpo potessi-
mo conoscere Lui.
ASSOLUTAMENTE
UNICO E IRRIPETIBILE
L'embrione umano si n dal primo
istante si presenta assolutamente
unico e irripetibile. Cioè, ogni em-
I . .nata da uno spermatozoo e
un ovulo che appena quattro
giorni dopo la fecondazione
sono tutt'altra cosa.
CONFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMIGLIA .
L'embrione o il feto sono per noi
semplicemente "bambini" non ancora
n~S?iamo
convinti
che
tra
le
.
minacce
attuali alla vita, c'è anche quella alla
vitaCnhai sacletrni tep?uò
difendere
r
meg ,o
I
a
vita del nascituro se non la madre
chLe'aloboprotortaprinocgurreamt?bèo?fo~se un~?sem-
plice "interruzione d1 gravidanza .

4.9 Page 39

▲back to top
c'è una battaglia in atto per riconoscerlo umano.
VALORI IN QUESTION~
La vita è un valore indisponibile per
se stesso, ha un valore. assol~to
ancLh'eesnisetlepnizùacrdimi inoaglr~n~iendg1livu1doumoi,n.if.i.n
daLlle'asbuoertoorpigrionciuèran~eol
~1s~gno d1
e disporre
01~i
de
a
vita di un individuo in
L'utilizzo per scopi
fase n_asce~te .
scient_1flc1 d1 em
~
bn.oni. e· una viole.nza. nei confronti
della vita nascente 1nd1fesa.
brione umano è "unico", non esiste
sulla faccia della terra la possibilità
che nasca un embrione identico a
quello, non è mai esistito in passato
uno identico a lui, e non esisterà
mai nel futuro uno che possa essere
come lui. Insomma, ogni singolo
embrione non ha alcuna possibilità
statistica di essere riprodotto. Ora,
ciò costituisce quella che chiamia-
mo la dignità dell ' uomo: ogni uomo
è un unico, ogni uomo può dare al
mondo ciò che nessun altro potrà
mai dargli, ogni uomo per la sua ir-
ripetibilità è degno dell'amore degli
altri perché potranno ricevere da lui
ciò che nessun altro potrà mai dare
loro. E questa unicità e irripetibilità
ha anche un valore teologico: come
Dio nella sua identità più profonda
è assolutamente unico e irripetibile,
così ha talmente amato l'uomo da
iscrivere nella nostra carne - nella
nostra struttura genetica - la Sua
immagine. L' uomo quindi nella
carne fisica è a immagine di Dio,
assolutamente unico e irripetibile.
I Dio ha talmente amato la nostra
corporeità, al punto da scegliere
di farsi corpo come noi.
UN UOMO TUTTO
PRESENTE IN CODICE
L'embrione umano sin dal primo
istante presenta la cosiddetta legge
ontogenetica di sviluppo. Cioè tutto
ciò che l'embrione da quel momen-
to in poi è, tutta la sua storia biolo-
gica è già tutta presente "in codice".
Se dal 14°- 16° giorno si formerà la
stria primitiva - vale a dire il primo
abbozzo di cellule del cervello -, se
dopo cinque mesi avrà già tutti gli
organi strutturati, se dopo nove
mesi nascerà, se all'anno circa cam-
minerà, se a una certa età spunteran-
no i capelli bianchi, ecc. tutto ciò è
già inscritto in codice nel genoma
dell'embrione. Tutto ciò che si for-
merà successivamente è già presen-
te nell'embrione sin dal primo istan-
te. Non è quindi accettabile l'ipotesi
che l'embrione è un essere umano
"in potenza", in potenza non è l' em-
brione perché l'embrione è già tutto
ciò che è, ma in potenza è soltanto il
suo sviluppo. Cioè ci troviamo non
di fronte a un essere umano in po-
tenza (che sarà persona), ma in atto
(che è già persona), di fronte a un
essere umano che ha già in tutte
le future potenzialità di sviluppo.
Se alcune convenzioni internazio-
nali affermano che l'embrione è vita
umana solo dal 14°-16° giorno dal
concepimento, questo non è scienti-
ficamente fondato, ma è ideologica-
11suoi capelli biondi, il colore dei
suoi occhi, la forma del suo viso ...
tutto è già scritto nel genoma
dell'embrione.
mente legato a filosofie di conve-
nienza. Infatti, se l'embrione è vita
umana sin dal concepimento non
sono più possibili né la procreazio-
ne artificiale che spreca molti em-
brioni la pura sperimentazione
sugli stessi. E questo avrebbe gravi
ripercussioni economiche sul mer-
cato della procreazione assistita e,
in qualche modo, frenerebbe la ri-
cerca scientifica.
SOLO A CAUSA
DEL CERVELLO?
Infine, pensare che l'embrione è
vita umana solo dopo il 14°- 16°
giorno equivarrebbe a sostenere che
l'uomo è uomo solo perché ha un
cervello; questa è pura filosofia e
non dato sperimentale, e quindi è
metodologicamente non corretto da
parte della scienza. Se poi l'uomo è
uomo solo per il cervello che ha, la
nostra identità dipenderebbe dalla
capacità di pensiero che ciascuno
possiede, e non sarebbero più degne
di rispetto le persone con deficit
mentale congenito o conseguente a
malattia .
In breve, i dati scientifici suggeri-
scono che l'embrione umano è vita
umana nascente fin dal concepimen-
to, per cui non sono eticamente soste-
nibili l'eliminazione o lo spreco che
si verificano tipicamente nella pro-
creazione artificiale o nell'aborto. O
BS APRILE 2003

4.10 Page 40

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PRIMA PAGINA 1
Giuseppina Cudemo
Presentiamo due film che meritano l'attenzione degli educatori; restiamo convinti che
attraverso la fiction cinematografica sia possibile fare educazione, eccome!
f ansi a di salvare il
suo ragazzo da una
vita c he potrebb e
ERA
gui rs i di cronaca ga ngste-
risti ca, in un cresce nd o
dramm ati co di fu ghe, ra-
svol ge rsi nel c rimin e e
nell ' ill ega lità spin ge il
padre, un ga ngste r suo
MIO PADRE
pin e e ucc isi oni nel ten-
tativo di spe rato da parte
del ga ngster di sa lvare il
maIgrado (interpretato
fi gli o, il giova ne Mi chae l
spl end id amente da Tom Regia: Sam Mendes. Interpreti: Tom Hanks, Tyler che lo seg ue e lo asse-
Hanks), a vendi ca rsi del- Hoechlin, Paul Newman. Cenere: drammatico. co nd a nell e imprese, da
l' uccisione di sua mogli e
un destin o di vi o lenza e
e del seco nd oge nito da
di bru ta li tà. Il ri tmo è ser-
parte deg li affili ati del-
rato, la reg ia ben o rche-
l' o rga ni zzaz ione mala v i-
strata e l' interpretaz ione
tosa di c ui anc he lui fa
deg li atto ri mag istrale. La
parte. Nel f ilm - un lun-
stori a, narrata in mo do
go, drammati co fl as hback
avv in ce nte, offre apprez-
- il ragazzo ri co rd a in
zabili spunti d i rifl es si o-
riv a all 'ocea no, la vi ce n-
ne, ma la vio lenza dell e
da ch e l' ha visto protago-
imm ag 1n1 indu ce a sco n-
nista insi eme a suo pa-
sigli arn e la visi one ai
l I dre. Il film è un susse-
bambini.
La trilogia de " Il Signo-
re degli Anelli" è ri cca
di tanti personaggi e
IL SIGNORE
suoi malefi ci effetti . Non
manca un a impos sibil e
stori a d'amore tra l' uomo
DEGLI ANELLI: situazioni che è facile
smarrirsi nell a vi ce nda.
Aragom e la bell a Arwen,
divisi dal destin o perché
Frodo, inge nu o " hobbit"
l' uno è umano e mortale e
(creatura per metà uomo),
misteri osamente chi amato
all a missione di sa lva re il
Le due torri
l'a ltra è elfa e immortale.
Il film rende egregiamente
la coralità del libro di
mondo, scava lca mari e
Tol ki en, mentre gli effetti
monti fra mille peri coli, per Regia: Peter Jackson. Interpreti: Elijah Wood, speciali ne materi ali zzano
di struggere l'a nell o del Viggo Mortensen, Sean Astin, Christopher Lee, la fa ntas ia e il ca rattere
potere negli anfratti del
M onte Fato e ca nee Ilare
Liv Tylor. Cenere: fantastico.
fi abesco . Una grande pro-
fu sione di immagini, suoni
per sempre il peri co lo del
e mezzi spi egano l'afflusso
M ale che inco mbe sull ' u-
di spettatori. Affasc in ano
manità. La stori a si conclu-
le sequenze dedi cate al
derà co l terzo episodi o
pae sagg io che di ve nta
l' anno prossimo . Qu esta
esso stesso un personag-
second a parte narra le
gio, bu ona l' interpretaz io-
vi cende dei co mponenti la
ne, avvincente la stori a. Vi .
Compagnia dell'Anello (co-
co nsigli amo di vedere pri-
stretti a dividersi nel primo
ma il film precedente per
epi sodi o dell a saga) stre-
segui re bene la stori a che
nuamente impegnati nell a
ha ri svolti dec isamente
ri cerca dell e osc ure porte
signifi ca ti vi per l' uom o e
di Mordor, dove di strugge-
la sua etern a lotta co ntro
re il fa mi gerato anell o e i
il male.
APRILE 2003 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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PRIMA PAGINA 2
Fabio Sandroni
CENERENTOLA f operazione, nata al-
l' insegna del marke-
ting, ha generato un
UTILIZZO
DIDATTICO
prodotto ricco ed equilibra-
to c_h~ h~, meri t_ato_ ~arie
Una ragazza, perseguitata dall'invidia
1
~~i~~f~: ana! 1s1. G,a _nell incipit, I~ di altre donne, riuscirà a coronare i propri
1~es,g~~efl~e spd!I sogni e a ~posare un prin~ipe, grazie all:aiuto di
castello, in alto, contraddi- alleati del mondo animale e fantastico.
Scuola_materna: Quali per-
sonaggi sono buoni o catti-
vi? Da che cosa lo capisci?
Elem. e medie inf: Quali
o_g~etti e situazioni ricorrenti
s, incontrano nel film? Quali
colon ricorrono con maggio-
stinto dai colori chi ari, e
quello della casa, più in
basso, sui toni prevalente-
mente scuri. Questa con -
re frequenza? Quali perso-
naggi animai, assomigliano
p_er tratti fisici o per le situa-
zioni affrontate a personaggi
uman, del cartoon?
trapposizione di spazi e
Medie superiori: Analisi
colori viene continuamente
ri chiamata nel film : Cene-
rentola vive in alto, in una
torre, circondata da anima-
letti anch'ess i azzurri o di
de!la prima sequenza, fino
ali ,~contro con Gas-Gas.
Quali scene metteresti insie-
me perché presentano analo-
gie d, simboli e/o significati?
color marrone; quando
sarà costretta a lavare il
SPUNTO PER
pavimento del piano terre-
DIBATTITI TEMATICI
no, si consolerà cantando
Fascia superiori: Che
con voce aggraziata la
cosa si deduce dal film sui
canzone, " straziata" dalle
sorellastre, sull'usignolo,
animale dell'aria e la sua
immagine, riflessa nelle
bolle di sapone, volerà ver-
modelli della società ameri-
cana anni '50?
Ragazze del biennio: Qual
è il vestito che vorrebbero
indossare? Quali i sogni
delle ragazze di oggi? Cre-
so l'alto. I suoi sogni, come
dono ancora nella possibilità
l'abito confezionato dai
topini, si costruiscono in
soffitta e qui lei si rifu gia
per co ltivare la speranza di
realizzarli, riusce ndo a
di realizzare un sogno? Chi
è la loro "matrigna"? Esiste
ancora la capacità di sacrifi-
care l'oggi per realizzare il
domani? Che modelli di
donna emergono dal film?
sopportare tutte le vessa-
zioni di matri gna e sorella-
stre. Certo dovrà affrontare iI co nfronto co n le sue sco nfitte graz ie al vestito che la Fata donerà all a
antagoni ste che, seco ndo la logica della gerarchi a protagonista; anche il vest ito, che rinvi a sia all ' i-
fa miliare, la vorrebbero intrappolata nei suoi sogni . dentità sessua le sia ai sogni della ragazza, è un
E proprio il motivo dell'intrappolamento ritorna
nel film fin dalle immagini iniziali, in cui la grata di
una fin estra-prigione inco rni cia le tre antagon iste di
Cenerentola, gatto compreso; un 'analoga grata get-
terà poi la sua sinistra ombra sull a protagonista al
suo primo confronto con la matrigna; nel finale poi,
la matri gna chiuderà Cenerentola in soffitta e i topi-
motivo importante del film. Cenerentola al risveglio
porta una cam ic ia da notte ce leste, e quando si
spogli a per lavarsi i topini maschi vengono all onta-
nati: è in età " da mari to". Il suo ca nto sognante vie-
ne in te rrotto dall 'oro log io: è tempo di vestire un
nuovo ruolo, co n un'identità vera, non simulata. Il
co rpo di Cenerentola è, infatti, l' uni co ad apparire
dotato di femminilità: il vestito lo inco rni cerà e non
ni rec uperera nno la chi ave, in una seq uenza ric- lo imbottirà, come invece goffamente avverrà per le
chissima di citazioni hitchcock iane. Per richiamare sorellastre. Q uando giungerà il tempo di co ncretiz-
con insistenza il motivo della trappola, la sceneg- za re i des ider i, Ce nerento la, co n l'a iuto dei suoi
giatura utilizza il mondo dei corri spondenti animali piccoli aiutanti, riuscirà a li berarsi dalla torre-trap-
dei personaggi umani: ecco quindi il topi no Gas- po la dei sogni e scenderà al piano terra, spaz io del-
Gas continuamente alle prese con i tentativi del la realtà, a rivend icare la sua capac ità di indossare
gatto Lu c ifero di catturarlo prevalentemente co n la. sca rpetta che ha saggia mente co nservato: una
delle tazze, utensili-simbolo della quotidiana pri gio- piccola parte dei suoi sogni che solo lei potrà ca l-
ni a di Cenerentola; oppure il gatto, a sua volta za re, così come ha saputo indossare l'abito della
intrappolato in un vestito come le tre "cattive", Fata, per diverJire compiutamente donna.
O
BS APRILE 2003

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all' Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell'Ente".
b) di beni immobili
" .. . Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente" .
(Luogo e data )
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Te!. 06.65612678 - Fax 06.6561 2679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8-Fax 011.5224251
C.C.P. 28904100
APRILE 2003 BS
....J I NOSTRI MORTI
CARPINO GIANGRAVÈ Angela,
cooperatrice,
t Roma, il 9/10/2002 , a 89 anni
Devotissima del rosario, ci ha lasciati nel
mese del rosario. La sua grande fede era
ben nota a quanti l'hanno conosciuta e fre-
quentata , ed ella ha saputo trasmetterla
con semplicità e convinzione a figli e nipoti ,
ma anche alle persone con le quali aveva
più frequenti rapporti . Manifestava una
commossa gioia al pensiero che ben tre
membri tra i suoi parenti fossero stati chia-
mati alla vita sacerdotale e religiosa. Era
una donna che pregava molto e offriva le
sue sofferenze per tutti coloro che ne ave-
vano bisogno . Ricordava continuamente al
Signore in particolare sua figlia, suora tra
le FMA, perché rimanesse sempre fedele
alla sua vocazione , e gli altri suoi figli con
le rispettive famiglie e tutti i parenti. La
signora Angela si distingueva per operosità
e generosità, non faceva mai mancare il
suo aiuto a chi ne aveva bisogno e aveva
una capacità comunicativa non comune .
Aveva da tempo preparato un abito sempli-
ce da indossare quando fosse morta. Il suo
ricordo rimane indelebile.
LAMA sig. Lamberto,
salesiano laico,
t Roma, il 17/12/2002, a 91 anni
Fu un personaggio veramente unico nella
storia della congregazione, per il suo servi-
zio quasi esclusivo prima nella Procura
salesiana di vicolo della Minerva in Roma,
poi nella Casa generalizia di via della Pisa-
na. Coadiutore consacrato anima e corpo
al suo compito di autentico factotum della
comunità ("maggiordomo", provveditore ,
autista, cantiniere, cuoco , spedizioniere ... ),
in tempo di guerra gli furono affidati delicati
e pericolosi compiti di protezione di giovani
a rischio di cattura o di ex gerarchi fascisti
condannati a morte . In ragione del suo
lavoro, ebbe modo di coltivare sincere ami-
cizie con numerosi Rettori Maggiori, Eco-
nomi Generali , Procuratori e Vescovi sale-
siani , nonché con molte personalità civili e
religiose (futuri papi Pio X l I e Paolo VI
compresi ). Da tutti gli venne sempre rico-
nosciuta estrema signorilità e squisitezza
di tratto . A distanza di mezzo secolo lo
ricordano con immensa simpatia gli ex-
ragazzi del piccolo Oratorio salesiano
presso la Procura . Di questa salvò varie
carte che sprovveduti Procuratori rischia-
vano di distruggere , e la storia salesiana
gliene sarà sempre grata . Con la sua
morte la Direzione gen erale perde non
solo uno dei coadiutori che più a lungo
hanno messo generosamente tutto loro
stessi al servizio dell'intera congregazione ,
ma anche un confratello tanto umile nella
sua vita , quanto ricco di sincero spirito
salesiano (F. Motto).
convinta e solerte cooperatrice salesiana
· la cui associazione ha animato per molti
anni , membro attivo del laboratorio
"Mamma Margherita" e, ancora, responsa-
bile della cappella dell 'Istituto che teneva
pulita e ordinata perché fosse degna dimo-
ra del Signore . Aveva nel cuore le missioni
che ha sempre aiutato con generosità. La
sua morte ha certamente lasciato un
vuoto. Molti salesiani e laici la ricorderanno
con simpatia e riconoscenza.
NOCCHETTI Valerio, exallievo,
t Roma, il 22/04/2002, a 60 anni
Gli exallievi del Borgo ragazzi Don Bosco
lo ricordano con affetto e riconoscenza,
perché negli anni trascorsi in seno all 'Unio-
ne prima come vicepresidente, poi come
presidente e infine come tesoriere, ha
insegnato a tutti come vive un cristiano:
provvidenziale la sua saggezza, esemplare
la carità che lo ha sempre animato, convin-
ta e fedele la pratica religiosa. Ha insegna-
to come vive un cittadino : nota a tutti la
sua onestà nei confronti dei doveri verso lo
Stato e l'Amministrazione comunale. E
ancora ha insegnato come vive un exallie-
vo: grande la sua disponibilità verso i gio-
vani , la sua bontà e generosità, il suo aiuto
pronto e generoso verso chi era nel biso-
gno . Minato dal male, ha insegnato , infine,
a soffrire nel silenzio, accettando con fede
la volontà di Dio. Ha lasciato in tutti coloro
che lo hanno conosciuto e frequentato un
grande rimpianto : "L'affetto ci fa piangere ,
ma la fede ci fa gioire nel pensarlo con
Dio".
MEREU PINNA sac. Giovanni,
salesiano,
t Lanusei (NU), il 20/12/2001 , a 85 anni
Dopo la formazione salesiana avvenuta
nella terra di Don Bosco, è stato per vari
anni stimato insegnante in varie case . del
Piemonte , Lazio e Sardegna. Dal 1971 si
trovava nella casa salesiana di Lanusei
con l'incarico di confessore, insegnante di
l~ttere e rettore del Tempio a Don Bosco.
E stato il salesiano della "cattedra e del
confessionale ". Era ricercato come guida
saggia e prudente, in particolare da sacer-
doti della diocesi di Lanusei. Ci ha inse-
gnato a vivere : da salesiano , con la sua
bontà e generosità , da sacerdote con la
disponibilità, la saggezza e la carità frater-
na. Ci ha insegnato a morire nel silenzio e
nell'accettazione della volontà di Dio.
, - - - --
Venuta la ser_a dJ ,
quel giorno ~esu disse.
-1
"Passiamo
all'altra riva!"
- - - - - (Mc. 4,35)
PALTRINIERI sig.ra Giovanna,
cooperatrice,
t Legnago (VR) , il 24/12/2002, a 82 anni
Conosciuta e stimata da tutti , la sua "buo-
na fam a" ha superato i confini dell a sua
Legnago per diffondersi in tutta l'ispettoria.
Donna di forte caratt e re e solidissimo
impegno cristiano , da sempre impegnata
nella FEVOSS per l'assisten za ai malati ,

5.3 Page 43

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Aprile
LUNARIO
Il Sole Il 1° sorge alle 6.04 e tra-
monta alle 18.53; il 15, alle 5.39 e
alle 19.11 . Luna nuova il giorno 1;
piena il 16.
LA FESTA
Questo mese la festa per antono-
.masia Pasqua, il 20 , la solen -
nità più importante per i cristiani.
"Se Cristo non è resuscitato , è
vana la vostra fede", scriveva san
Paolo ai cristiani di Corinto . Per
l'occasione in molte località , si
svolgono solenni processioni e
sacre rappresentazioni . Quelle di
Sordevolo e Romagnano Sesia, in
Piemonte, e a Città di Castello e
Gualdo Tadina, in Umbria, richia-
mano e coinvolgono migliaia di
turisti . Le celebrazioni più impo-
nenti e seguite si svolgono, però,
a Roma, presente il Papa. All 'a-
spetto religioso si affiancano tante
tradizioni popolari , come i carri
allegorici detti "pasquali " a Bor-
mio, in Valtellina, e lo scoppio del
carro , a Firenze. Molti anche i
dolci , come la colomba, la fugas-
sa veneziana, la gubana friulana,
la schiacciata senese , il fiadone
abruzzese , la pastiera campana,
l'agnello di pasta di mandorle lec-
cese , le cuddure palermitane o le
uova dipinte di Piana degli Alba-
nesi . Il giorno 21, poi , si ricorda la
fondazione di Roma e il 25 ,
soprattutto a Venezia, si onora
San Marco.
IL NUMERO
Il mese d'aprile è indicato anche
con il numero quattro, concreto e
pratico . Quattro sono le stagioni,
le fasi lunari, i punti cardinali, gli
elementi (aria, terra, fuoco e ac-
qua), le operazioni aritmetiche
(addizione, sottrazione, moltiplica-
zione, divisione) o le zampe dei
mammiferi terrestri. Il senso prati-
co si ritrova nel linguaggio quoti-
diano: fare quattro passi , parlarsi
a quattr'occhi , farsi in quattro , dir-
ne quattro a una persona, fare il
diavolo a quattro, ecc. Il numero è
importante per i cristiani. Quattro
sono i Vangeli (Matteo , Marco ,
Luca e Giovanni) , le virtù cardinali
(prudenza, giustizia, fortezza e
temperanza) e le "tempora", pe -
riodi di tre giorni ciascuno (merco-
ledì , giovedì e sabato) nei quali i
cattolici sono invitati a pregare di
più e a maggiori gesti di peniten-
za. Le tempora cadono nella pri-
ma settimana di Quaresima, nella
settimana di Pentecoste, nella pri-
ma settimana di settembre e nella
terza settimana di Avvento. dal
numero derivano le parole quar-
tiere e quattroruote, cioè l'auto-
mobile. Nel linguaggio del compu-
ter si scrive 0100 .
DIARIO DEL XX SECOLO
2 aprile 1982: scoppia la guerra
per le isole Falkland -Malvinas ; si
chiuderà dopo 74 giorni , con la
resa degli Argentini.
3 aprile 1926: in Gran Bretagna,
prodotta la prima calza che non si
smaglia.
4 aprile 1950: a Washington , fir-
mati gli accordi che creano la
Nato.
6 aprile 1909: lo statunitense
Robert E. Peary raggiunge per
primo il Polo Nord.
10 aprile 1963: papa Giovanni
XXIII pubblica l'enciclica "Pacem
in terris".
11 aprile 1910: pubblicato il
"Manifesto tecnico della pittura
futurista".
15 aprile 1912: affonda il "Tita-
nic"; muoiono 1503 persone.
18 aprile 1903: il Panama si
stacca dalla Colombia. Gli Usa
ottengono in affitto il terreno dove
costruire il Canale.
18 aprile 1906: terremoto a San
Francisco; muoiono 700 persone.
18 aprile 1948: in Italia, alle ele-
zioni , vittoria della Democrazia
Cristiana sul blocco unito delle
sinistre; inizia il "centrismo".
21 aprile 1967: in Grecia un col-
po di Stato instaura il "regime dei
colonnelli ".
28 aprile 1945: Mussolini è cat-
turato dai partigiani e ucciso.
30 aprile 1945: a Berlino, suici-
dio di Adolf Hitler.
LA LENTE
Le poste di San Marino onorano
tre grandi pittori: Parmigianino
(500 anni della nascita) , Van
Gogh (150 anni della nascita) e
Gauguin (cent'anni dalla morte).
La Svizzera ha emesso il primo
francobollo in Braille: la stampa in
rilievo dà a tutti l'idea di che cosa
significhi non avere la vista. Il Lie-
chtenstein propone tre simpatici
valori dedicati alla viticoltura, che
nel principato risale all'anno 800.
Il Belgio dedica un allegro fogliet-
to e un francobollo a Néron , per-
sonaggio dei fumetti creato da
Mare Sleen , pseudonimo dell'ot-
tantenne Marcel Honoré Nestor
Neels. Agli amanti della natura,
infine , piaceranno la serie dell'I-
slanda dedicata ai fiori estivi e
quella di Madelra, sugli uccelli
dell'isola portoghese.
IL PENSIERO
Gesù è una figura misteriosa, diffi-
cile da spiegare solo con l'umano.
Regge da 2002 anni, non vedo
paragoni in giro (Enzo Biagi).
BS APRILE 2003

5.4 Page 44

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Con il Progetto culturale della Chiesa Italiana
PAROLA D'ORDINE
CAMBIARE
di Severino Cagnin
L a Chiesa italiana vuole rin-
novarsi, ed è logico che in-
vochi un cambio sia a livello
di idee che a livello operativo a par-
tire da Roma, cuore nevralgico della
cristianità, per arrivare a diocesi,
parrocchie, pievi, oratori, associa-
zioni ... Un rinnovamento da attuar-
si insieme, non frutto di spunti indi-
viduali o di gruppi speciali. Le trac-
ce sono indicate in una pastorale at-
tenta alla cultura, in cui "la persona
di Gesù Cristo viene proposta come
evento risolutivo della storia, mo-
strando fino in fondo la valenza cul-
turale della sua presenza e del suo
messaggio, la capacità di incidere
sul modo con cui un uomo, un po-
polo vedono ed esprimono la realtà.
Cristo, infatti, è venuto nel mondo
per rivelare e restituire all'uomo la
sua piena umanità" 1. Si fa, perciò,
pressante l'invito a sviluppare un' a-
nalisi attorno all'uomo come perso-
na inserita in una società, condizio-
nato da un'economia, raggiunto da
ogni tipo di comunicazione, solleci-
tato da una sempre più ardita ricerca
scientifica. Ciò costituisce una sfida
radicale per la pastorale, che esige
una vera e propria "conversione" ri-
spetto ai metodi di un cristianesimo
di abitudine e di costume, e di una
religiosità popolare e devozionale,
quando non intimistica e individua-
le. .. Una pastorale missionaria, in-
somma, per incontrare tutte le perso-
ne, interpellare e coinvolgere i lonta-
ni, e raggiungere gli ambienti dove
la gente vive, opera e soffre, come la
famiglia, la scuola, il tempo libero, il
lavoro, la comunicazione sociale, le
pubbliche istituzioni, gli ospedali e il
mondo sempre crescente dell'emar-
ginazione.
CHIESA-UOMO-CULTURA
È importante precisare il termine
"culturale" che compare nella deno-
minazione ufficiale del nuovo pro-
getto. In senso ecclesiale cultura
non è solo "quanto concone alla
formazione dell' individuo sul piano
intellettuale e morale e ali' acqui-
sizione della consapevolezza del
ruolo che gli compete nella so-
cietà", il termine ha anche specifici
contenuti antropologici e teologici,
e non può non inglobare nel suo si-
111 cardinale Poupard presidente del
Pontificio Consiglio per la cultura
con Giuliano lll!ontaldo, presidente
di Raicinema. E sempre più
urgente promuovere il dialogo
interculturale ...
Dal Convegno Ecclesiale
di Palermo (1995) è
partito un "Progetto
Culturale della Chiesa
Italiana" che prevede per
il decennio 2000/2010 un
cambio di idee, di
programmi, di interventi
operativi, progressivo e
ormai definito in
documenti ufficiali.
gnificato più esaustivo l'intervento
storico e salvifico di Cristo: "Il Van-
gelo si fa cultura nel momento in
cui, nella persona di Cristo, rive-
lando Dio all'uomo, svela l'uomo a
se stesso" 2. Non sono quindi esclu-
se dal significato le esperienze tipi-
I Occorre una pastorale missionarja che raggiunga tutti
I settori dell'umana convivenza. E perciò indispensabile
valorizzare l'Insegnamento della religione ...
APRILE 2003 BS
I ... moltiplicare i centri culturali,
le università, le Facoltà di Scienze
della Comunicazione ...

5.5 Page 45

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si propongono una novità e un cambiamento.
j ;g;__
! · .'1"-W.ld,W;\\.l""'l'Wl.
MAILçA'ITQtJCllSiMO
I
. .~INTERNO
e sviluppare biblioteche,
riviste di cultura, periodici
e quotidiani.
... realizzare incontri di fede ...
camente religiose, come la preghie-
ra, i sacramenti, e tutte le forme pa-
storali di educazione e formazione
alla fede. Il che vuol dire che si è
impegnati a elaborare una cultura in
senso cristiano, propria di una an-
tropologia cristiana che ne sta alla
base.
NOVITÀ IN ATTO
Peraltro, emergono già tendenze e
iniziative nuove, provenienti sia da
gruppi ecclesiali particolarmente
vivi e immersi nel sociale sia anche
da scuole teologiche attente ai segni
dei tempi. Ne indichiamo alcune
che ci sembrano adatte a una pasto-
rale capace di interpellare la società
italiana nel decennio indicato dal
convegno ecclesiale di Palermo.
Religione più che fede, cioè una
presa di coscienza atta a superare
una pratica religiosa ancora preva-
lentemente di tipo devozionale, a
favore di una prospettiva che non
sminuisce o elimina forme di soli-
darietà e di aiuto ai più poveri, ma
inserisca l'impegno socio/politico
dei cattolici nel contesto della visio-
ne cristiana dell'uomo e della storia
(si confronti la parabola evangelica
del Buon Samaritano)3.
Una seconda tendenza riguarda il
rapporto con la verità e la cultura,
dove bisogna superare la sfiducia e
l'incertezza, il pericolo del soggetti-
vismo e del sincretismo per riaccen-
dere l'anelito verso la verità assolu-
ta e la passione per la verità in sé.
Un'attenzione particolare va, poi,
attribuita alla realtà fisi ca e mate-
riale, superando la sfasatura neopla-
tonica tra corpo e anima. L'esalta-
zione delle qualità fisiche, come av-
viene nella pubblicità, nei concorsi
di bellezza e/o nei vari spettacoli te-
levisivi non dà risposta alle aspira-
zioni della persona. Così la concen-
trazione dell'io su se stesso, un in-
dividualismo che diventa narcisi-
smo, la prevalenza dell'emozione
nella preghiera e dello spettacolo
nella liturgia sono i limiti di certe
forme di religiosità attuale che rive-
lano in radice una progettualità sfo-
cata e una cultura religiosa debole.
Si rischia di perdere la memoria
(quanto i giovani conoscono della
storia civile e religiosa dei loro
nonni?) e la tensione al futuro , ca-
dendo in una fruizione emotiva del
momento, anche quando si pongono
in atto manifestazioni di notevole
capacità formativa.
SCELTE PREFERENZIALI
I documenti e l'intensa ricerca at-
tuale elencano cinque concreti inter-
venti per promuovere la cultura in
prospettiva cristiana. Non sono uni-
.ci, ma da Palermo in poi sono quelli
indicati come prioritari e già in fase
di realizzazione. Tutti i cattolici ita-
liani sono chiamati ad applicare e
continuamente verificare:
valorizzare a fondo la scuola
cattolica e l' insegnamento di reli-
gione nelle scuole statali e in quelle
paritarie e dipendenti dall'autorità
ecclesiastica4;
realizzare incontri di fede per
operatori culturali con la formazio-
ne di esperti in antropologia e nuo-
va proposta cristiana;
moltiplicare i centri culturali
con dibattiti e incontri per tutti su
tematiche attuali: vanno ripresi ci-
neforum, teatro, libroforum e telefo-
rum, sfruttando anche le inimmagi-
nabili risorse offerte da Intemet5;
promuovere, e non evitare, un
dialogo interculturale con laici e
altre religioni, sapendo accettare le
differenze e tendendo a integrarsi e
collaborare senza perdere la propria
identità;
riscoprire e sviluppare bibliote-
che, riviste di cultura, periodici e
quotidiani (si pensi al quotidiano Av-
venire), emittenti come SAT 2000,
vincendo la pigrizia e la paura, accet-
tando tutto ciò che coopera al bene,
purché valgano i principi del con-
fronto, del dialogo e del rispetto di
tutte le parti.
Il cammino non è facile e, lo si
deve ammettere, non è ancora del
tutto chiaro, né da tutti accettato,
ma ciascuno deve cominciare a
muovere i primi passi, con la mente
e con il fare.
1 Comunicare il Vangelo in un mondo che cam-
bia. Orientamenti pastorali dell'Episcopato ita-
liano per il primo decennio del 2000, ELLEDI-
CI giugno 2001, n. 113 .
2 Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes, 22.
3 In Verso un sistema educativo integrato, a
cura di Severino De Pieri, parte II Relazione
di Giuseppe Betori , Segretario generale della
CEI, Franco Angeli 2002.
4 Congregazione per l'Educazione Cattolica,
Le persone consacrate e la loro missione
nella scuola, Liberia Editrice Vaticana 2002.
5 Pontificio Consiglio delle Comunicazioni
Sociali, La Chiesa e internet, Libreria Editri-
ce Vaticana 2002.
BS APRILE 2003

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
GRAVI
MALFORMAZIONI
Ringraziamo di cuore san
Domenico Savio per la nascita
di Cristina, che durante la gravi-
danza tutte le ecografie presen-
tavano con una grave malfor-
mazione al cervello. Lascio im-
maginare la nostra preoccupa-
zione e la grande pena con cui
vivevamo le nostre giornate.
Fiduciosi nell 'aiuto del piccolo
santo , l'abbiamo invocato con
fede e con insistenza. Il parto è
avvenuto nelle migliori condizio-
ni e con grande meraviglia dei
medici e nostra, la bambina è
nata sana e bella.
Fam. Greco, Torino
EVITATO
L'INTERVENTO
Sono mamma di tre exallievi
salesiani. Desidero testimoniare
d'aver ricevuto una grazia per
intercessione di mamma Mar-
gherita. Alcuni mesi fa fui rico-
verata d'urgenza per diverticoli-
te acuta, con la prospettiva di
un intervento urgente. Mi sono
rivolta con fiducia a mamma
Margherita e dopo pochi giorni
la mia situazione è migliorata,
tanto che sono stata dimessa
senza essere sottoposta ad al-
cun intervento, ma solo con l'ap-
plicazione di una terapia da pra-
ticare tutti i mesi . Ringrazio la
mamma di Don Bosco e affido
tutta la mia famiglia alla sua
protezione.
Crosetto Secondina,
Rivarossa (TO)
RITORNÒ UN
BIMBO NORMALE
Due anni fa, dovemmo combat-
tere la gelosia del nostro nipoti-
no Stefano nei confronti della
sorellina Francesca, nata quan-
do lui aveva due anni e tre me-
si. Stefano soffriva moltissimo
quando la mamma lasciava la
casa per andare al lavoro; ancor
più rabbioso diventava nel
momento in cui ella, rientrata a
casa, si prendeva cura della pic-
cola Francesca prima che di lui ,
avendo ella più bisogno, stante
la sua età. Verso i tre anni
cominciò a scatenarsi contro la
mamma senza che nessuno riu-
scisse a calmarlo. Come nonna
e mamma soffrivo non poco,
vedendo mia figlia dibattersi in
una così difficile situazione.
Così decisi di rivolgermi all'inter-
APR/LE 2003 BS
cessione di san Domenico
Savio, protettore delle mamme,
perché venisse in nostro aiuto.
Trovai presto le parole giuste,
che guarirono il piccolo Stefano:
liberato dalla gelosia sfogò le
sue lacrime tra le mie braccia.
La mamma rimase meravigliata
di questo improvviso cambia-
mento di Stefano che era torna-
to a comportarsi come un bimbo
normale.
R.C., Strambino (TO)
DI NUOVO
MAMMA
Dopo la nascita di Elisa, ebbi un
aborto spontaneo e non riuscii
più a rimanere incinta. Desidera-
vo ardentemente un'altra gravi-
danza. Decisi perciò di chiedere
l'aiuto di san Domenico Savio,
protettore delle mamme. Con
l'aiuto di mia cognata potei avere
un abitino del santo e subito ini-
ziai a pregarlo, recandomi anche
a Torino nella Basilica di Maria
Ausiliatrice per chiedere presso il
suo altare il dono della maternità.
E mi fu concesso. Nonostante
un'infezione alla placenta (per
cui il mio bambino, Davide Do-
menico, è nato con due settima-
ne di anticipo, trascorrendo quin-
di due settimane in incubatrice),
egli oggi sta bene e cresce sano
e bello.
Minatti Mazzo/a Lina, Meda (Ml)
UN'IMPORTANTE
TESTIMONIANZA
Ero in attesa di un bambino
quando, al quinto mese di ge-
stazione , mi fu segnalata una
grave malformazione del feto .
Mi fu consigliato di abortire. lo
invece cominciai a invocare con
fede l'aiuto di san Domenico
Savio: lo pregavo incessante-
mente, indossando il suo abiti-
no. Il mio bambino è nato. Ha sì
una malformazione , ma sta be-
nissimo , è sano e forte . Vorrei
che questa mia testimonianza,
oltre che a ringraziare Domeni-
co Savio , servisse anche di
incoraggiamento per le mamme
in attesa.
Maria, L'Aquila
UN DUPLICE
DONO
Già in passato mio figlio era
stato salvato da san Domenico
Savio. Ora anche mia nuora ha
potuto sperimentare la sua effi-
cace protezione . Essendosi tro-
vata in pericolo di vita, per com-
plicazioni dopo un parto cesa-
reo , tutto si concluse bene dopo
l'invocazione pressante al pic-
colo santo da parte di tante per-
sone. Alla nascita di Emanuele
è seguita quella di Rachele e
questa volta con un parto nor-
male. Noi continuiamo a invoca-
re il caro Domenico , affinché
faccia crescere in salute, in san-
tità e in grazia i due bambini.
Corrado Luigina, Torino
SORRETTI E
ILLUMINATI
Durante la primavera scorsa, la
nostra famiglia ha vissuto con
soddisfazione una giornata di
grande gioia comune che , tutta-
via, nel giro di poche ore si è
trasformata in un grande e im-
previsto dolore. Tutti , ciascuno
a modo suo, ci siamo rivolti al
Signore chiedendo con insisten-
za di aiutarci a capire e, se
quella fosse stata la sua volon-
tà, ad accettare. Sotto la pres-
sione del dolore abbiamo chie-
sto l'intercessione dei santi
nostri protettori , e in particolare
di san Domenico Savio. Dopo
appena qualche giorno la situa-
zione si è evoluta in meglio, le
difficoltà si sono ridimensionate
e infine sono svanite. Pieni di
gratitudine testimoniamo d'es-
sere stati sorretti e illuminati.
M.N. , Piacenza
RITORNA
LA SERENITÀ
Per un'assurda manovra politica,
alla cooperativa di cui era socia,
mio marito furono sottratti gli
appalti di lavoro, vinti con regola-
re gara e con regolare documen-
tazione. Decine di posti di lavoro
andati a monte, stipendio ridotto
a 1/ 3 e circa 30 famiglie sul
lastrico. La situazione, presenta-
ta come momentanea, non ap-
pariva tale. Allora cominciai a
pregare intensamente Maria
Ausiliatrice , promettendo che
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firmate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l'indicazione del nome.
Mamma Margherita.
TRA LA VITA E LA
MORTE
Mio marito è stato operato di
carcinoma al polmone. L'in-
tervento era andato bene ma
per complicazioni improvvi-
samente intervenute, egli è
stato tra la vita e la morte. lo
avevo con me un'immaginet-
ta di mamma Margherita
che mi ero procurata durante
una mia precedente visita al
Colle Don Bosco. Mi racco-
mandai dunque a lei per la
situazione grave in cui si tro-
vava mio marito . Il pericolo è
stato superato. Ora mio ma-
rito è uscito dall'ospedale, è
a casa ed è convalescente.
Esprimo tutta la mia fiducia
nella santa mamma di Don
Bosco perché mi ottenga la
guarigione definitiva.
Maria Caponetto, Torino
se tutto fosse tornato come pri-
ma, avrei pubblicato la grazia sul
Bollettino Salesiano. Quante
lacrime, quanta paura, ma anche
speranza per ben sette mesi , fin-
ché una mattina giunse l'attesa
notizia : il lavoro riprende . Ho
avuto quasi una conferma della
grazia ottenuta per l'intercessio-
ne di Maria Ausiliatrice quando il
lavoro riprese a pieno ritmo, pro-
prio il 31 gennaio, festa di Don
Bosco. Per questo ringrazio Ma-
ria Ausiliatrice e il santo dei gio-
vani per la serenità ritornata.
Stefania Auzzas, Sassari

5.7 Page 47

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redazionale
FOCU
don
PETER ZAGO
Già direttore in varie case
dell'ispettoria delle Filippine dove
è stato anche ispettore.
Responsabile dal 1998 di due
opere "a rischio" della
congregazione, a Quella
in Pakistan.
Don Peter, sappiamo che è ora in una zona ad alto richio...
Già. Rischio di guerra, visto che sono in Pakistan, a Quetta, vicino al
c?~fine af'.g~ano, e proprio dei profughi afghani mi occupo con la cornu-
mta che dmgo. Sto occupandomi di un progetto di alfabetizzazione.. .
Perché? Questi bambini...
Sono tutti assolutamente analfabeti... E appartengono a varie etnie,
rese famose dalla guerra non ancora conclusa: Pashtum Hazara
Uzbek,_ Tajid._N?n. solo, ma_sono ~ccampa_ti qui a Quetta rigo;osament;
per etma. Noi ama.amo tutti e tutti accogliamo al vecchio seminario di
Haiderabat. .
Che cosa avete in programma?
Abbiamo già la parrocchia e lo Youth Center con la scuola che arri-
ve!~ a~ av~r po~to per circa ; 20_0 bambini, al mattino per i cristiani,
gh mdu e 1 parsi, e al pomengg10 per i musulmani delle varie etnie.
Sono tanti, ma consideri che il Pakistan ha un milione e mezzo di rifu-
giati.
•Echi fa scuola?
Si scelgono come maestre donne delle varie tribù per far scuola ai
ragazzi della loro etnia. Stiamo puntando molto sulla promozione
della donna e questa è una vera rivoluzione in un paese musulmano.
Com'è la situazione?
È un grande interrogativo. L'attuale presidente, Musharaff, fa di
tutto pe~ mantenere l' o_rdine e modernizzare il paese, ma deve ved~rse-
la con il fondamentalismo. Ha molti avversari ed è a rischio. E un
uomo di larghe vedute che ha capito come la modernizzazione del
pa~se ha vie ob_bligate. ~el resto egli ha studiato per sette anni a Kara-
ch1 ~la_ S~ P~t1:1ck , che e una scuol~ cattolica. Comunque tra la gente
molt1ss1rm c1 nspettano e sono ammrrati del nostro lavoro altri ovvia-
mente ci guardano con sospetto e ci considerano khafir, b~ste~ato1i,
insomma infedeli!
Quanti salesiani ha con lei?
Sei, di sei diverse nazionalità!
È vero che lei ha due incarichi?
Già. Sono anche l'incaricato della nostra opera di Lahore, che è una
grande scuola tecnica con 7 laboratori (falegnami, meccanici, saldatori,
automeccanici, elettricisti, manutentori per apparecchi di aria condi-
zionata). Più un internato e l'oratorio festivo.
Non sarà un po' troppo?
Ma non lavoriamo per noi. Tutto ciò che è speso per i più poveri è
guadagnato per il cielo.
BABY
"Ho fatto i regali di Natale ai
parenti, ma ho riservato i mi-
gliori a Baby. Per lui ho speso
più che per tutti gli altri messi
assieme, ma è l'amico più caro
che ho". "Che cosa gli hai re-
galato; si può sapere?". "Certo.
Un lettino nuovo di Gucci, che
non è poi costato tanto, poco
più di 600 euro. Ma vedessi
che bello! Un cuscino di seta a
piume d'oca circa 250 euro,
poi un borsone di pelle porta-
cani . ..". "Come?". "Sì. Che
male c'è se amiamo i cuccioli?
Poi un giacchettino antifred-
do/antipioggia in goretex e
piumino d' oca di Vuitton e i
soliti giochi!". "Lo tratti bene
il baby, forse anche troppo,
non ti pare?". "Ma sai, è la
prima volta che gli faccio dei
regali; ho voluto trattarlo bene.
Vedessi com'e contento quan-
do scorrazziamo nel parco!".
"Scusa, Rosy, mi viene un
dubbio: quanti anni ha il tuo
baby". "Oh beh, ha solo 8 me-
si!". vero che non ci vedia-
mo da una vita e che tu sei
sempre stata un po' matta,
ma... Chi è mai questo fenome-
no che a 8 mesi scorrazza con
te nel parco? ...". "Baby? Ma è
il mio barboncino!". "Ah!
Rosy, vieni con me in Ango-
la... hai bisogno di una mazza-
ta in testa! E che mazzata!".
lii
'
BS APRILE 2003

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
SFIDE ETICHE
di Giovanni Russo
Mio figlio artificiale
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
Silicon Valley in India
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INSERTO CULTURA
di Natale Maffioli
Il Museo di Cuenca (Equador)
MISSIONI
di Giovanni Eriman ·
Kami profumo di incredibile