Bollettino_Salesiano_200303

Bollettino_Salesiano_200303

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- PADRE E MAESTRO
di Pascual Chavez Villanueva
I MILLE VOLTI
DI DON BOSCO
UN UOMO
COME DONO
Per tutti Don Bosco fu un dono del cielo: per la Chiesa, per i
salesiani da lui fondati, per gli innumerevoli ragazzi che ha
conosciuto personalmente e per i milioni che sono venuti dopo di
lui fino ad oggi, e per i tanti rami della famiglia salesiana ...
T utto ciò che vogliamo sapere
sullo "spirito salesiano" lo
troviamo incarnato in Don
Bosco. Egli è il modello, il padre, il
maestro. Tutti abbiamo bisogno di
persone su cui modellare la vita.
Per noi egli è la via alla pienezza
umana e alla fedele sequela di
Gesù . Anche se le circostanze sto-
riche nelle quali viviamo sono molto
diverse dalle sue, la sua immagine
e il suo progetto continuano ad
essere di una vibrante attualità.
Fu veramente un padre per
tanti ragazzi che non avevano nel-
la vita nessuno cui aggrapparsi , .e
sperimentare la paternità di Dio. Lo
fu per i Salesiani che accanto a lui
hanno scoperto il senso dell'esi-
stenza, e come lui hanno imparato
a viverla donandosi ai giovani. Con-
tinua ad esserlo ora che lo vedia-
mo impareggiabile padre di una
grande famiglia spirituale.
Se la paternità di Don Bosco evoca
la paternità divina, la sua immagine
di maestro ricorda alcuni tratti del
Maestro Divino che è stato la sua
guida dal sogno dei nove anni in
poi. Ha imparato da lui il linguaggio
da usare con i giovani : "Non con le
percosse, ma con la bontà". Soltan-
to così potranno essi sperimentare
l'amore di Dio. Si sa che Don Bo-
sco ha approfondito questo aspet-
to, fino al punto di scoprire che
"non basta amare , è necessario
che i giovani si sentano amati".
Non è forse un colpo di genio defi-
nire l'educazione "una questione di
cuore"?
MARZO 2003 BS
Noi lo consideriamo "padre e
maestro" ... ma anche i giovani , in
particolare quelli più bisognosi di
sperimentare la bontà di Dio, insie-
me a tutti coloro che hanno la mis-
sione di educarl i: genitori, maestri ,
educatori, pastori ...
Come tutti i grandi , egli è stato
uomo di una sola grande causa: i
giovani: essi hanno costituito la sua
missione, il suo cruccio quotidiano.
Per loro ha sviluppato tutte le sue
risorse umane, per loro si è andato
trasformando sotto l'azione dello
Spirito. Dicono che quando Dio
manda nel mondo un grande santo
gli affida la missione con cui si san-
I Gustavo Luzzati
Don Bosco a 71 anni (di tre quarti) .
Sampierdarena, 16 marzo 1886
Originale, stampa al bromuro
d'argento, cm 9,8x13,6.
tificherà. Così è stato per Don Bo-
sco che nell'educazione dei giovani
e nella ricerca della loro salvezza
trovò la propria santità. E non tanto
come premio alle sue fatiche e pre-
mure che pure sono state tante ,
ma soprattutto come conseguenza
di una unità della sua persona che
lo portava ad essere contempora-
neamente tutto per Dio e tutto per i
giovani ; pieno di "sogni", e nello
stesso tempo ancorato a un reali-
smo impressionante.
In questo nostro tempo che si ca-
ratterizza per l'assenza della figura

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Marzo 2003
Anno CXXVII
Numero 3
del padre, Don Bosco si offre anco-
ra come modello di padre con tutta
l'amorevolezza del Sistema Preven-
tivo e la propositività del "Da mihi
animas", sapendo che i giovani
hanno bisogno in primo luogo di
amore, ma che ciò si traduce nell'e-
ducazione, in modo che possano
maturare e affrontare con successo
la vita che si presenta sempre più
competitiva.
Tutti abbiamo sempre bisogno
di modelli. ..
O Avere Don Bosco come padre
e maestro comporta conservare il
dono di Dio. Lasciare che sia lui a
guidare la nostra vita, sforzarci per-
ché la sua esperienza spirituale
guidi la nostra ci farà vivere sotto il
comando della grazia divina, speri-
mentando l'azione di Dio in noi . Chi
abita nella casa di Don Bosco, chi
impara alla sua scuola vive il dono
di Dio e saprà come ringraziare .
Dio ha proposto alle sue creature
un cammino di forte impegno per
sperimentare la sua vicinanza, e
fare esperienza della sua benevo-
lenza; accettare il magistero di Don
Bosco, la sua paternità, è il modo
salesiano di sentirsi tra le braccia di
Dio . Qui si radica la capacità di
allegria, tipica del metodo salesia-
no, di realizzare la santità.
Riconoscere in Don Bosco un dono
di Dio obbliga a considerarlo stru-
mento e mezzo per la nostra espe-
rienza di Dio, impone di apprezzar-
lo maggiormente e di conoscerlo
meglio, di prendere sul serio il suo
insegnamento e vivere con radica-
lità la sua paternità.
O
1 1giovani hanno costituito la sua
missione e irsuo cruccio
quotidiano.
In copertina:
Siberia: un' immensa
distesa d i ghiacc io,
cond izioni di vita
diffici li ssime, trad izioni
mi llenarie... Nell ' immenso
terri torio siberiano
lavorano i sa lesiani.
Mensile di inform azione
e cultu ra reli giosa edito
dall a Congregazione Salesiana
di San Gi ovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
- CHIESA
12 La Chiesa e la guerra
di Silvano Stracca
- G10VANI
14 Ti amerò per sempre... forse!
di Vito Orlando
- REPORTAGE
20 Dalla terra del grande ghiaccio
di Giovanni Eriman
INSERTO CULTURA
23 Il museo di Huancayo
- FMA
28 Mille giorni per Ma.in
di Maffio!i/Herrera
di Graziella Curti
V1AGGI
44 Capitale di un "continente"
di Giancarlo Manieri
RuBRICHE
2 I/ Rettor Maggiore - 4 I/ punto giovani - 6 Le ttere al Direttore - 8 In Italia e nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 18 Prima pagina 1 - 19 Prima pagina 2
- 22 Lettera ai giovani - 27 Doctor f. - 30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco -
36 Famiglia Salesiana - 37 Laetare et benefacere... - 38 Sfide etiche - 40 Dibattiti -
42 I nostri morti - 43 I/ mese - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Anto nia Chinello
Nadia Ciambri gnoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlan do
Collaboratori: Ernesto Cationi - Giuseppin a Cudem o
Graziella Curti - Carlo Di Cieco - Bruno Ferrere
Sergio Giordani - Ce sare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Roberto Saccarello - Fabio Sandroni
Arn aldo Scaglioni - Serd u - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Vincenzo Odorizzi - Guerino Pera
Pietro Scalabrino - Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
001 85 Roma - Tel. (06) 44. 60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Gregorio Jaskot (Roma)
Fotocomposizione: Puntografica s.r.l. - Torino
Stampa: Mediagraf s.p. a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
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Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.556
e-mail: <biesse@sdb.org>
Direttore <gmanieri@sdb.org>
Fondazione DON BOSCO NEL MONDO
Ccb 32631/99 - Intesa Bei
Filiale Roma 12-ABI 03069- CAB 05064
Ccp 36885028 - CF 97210180580
e-mail: <donbosconelmondo@sdb.org>
11 BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 55 edizioni e 24 lingue diverse. Raggi unge 151 Nazioni
in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS MARZO 2003

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di Carlo Di Cieco
MASTROVIDEO
E IL CUORE
A questo punto della storia del mondo, almeno nei paesi
del benessere, si sta giocando una partita difficile e incerta
sul piano educativo tra Mastrovideo e il cuore.
"Mastrovided' significa tutto ciò
che attiene alla
comunicazione elettronica e
informatica, da Internet ai videogiochi ,
l'area conoscitiva privilegiata delle
nuove generazioni. "Cuore" è l'asse
portante dell'educazione preventiva
nata, sviluppata e verificata nell'era
prima dell'elettronica, regno
dell'apprendimento "cartaceo". Come
metodo e come forma, Mastrovideo -
favorito anche da una globalizzazione
sregolata - sembra uscire vittorioso: una
partita solitaria in videogioco, o con un
amichetto accanto prende anima e
corpo di un adolescente come non
accade più per altri messaggi. Il
patrimonio della memoria sia civile sia
religiosa se passa nei canali del mondo
informatico ha buone garanzie di riuscire
a inchiodare l'interesse dei ragazzi .
hanno segnato la propria gioventù.
Educatori e genitori sono chiamati ad
amare i ragazzi dell'era elettronica,
quelli che gareggiano per stabilire un
record con i videogiochi e con la
realtà virtuale. E occorre scoprire
come adattare l'amorevolezza su loro
misura. Questo significa "cuore".
Amare si può anche in questa epoca
di rovesciamento, ma per farsi capire
si devono adattare forme e maniere
rispetto al patrimonio educativo
tramandato. Per rovesciare le
previsioni della sfida in corso, tutte
favorevoli a Mastrovideo, bisogna
avviare una grande e collettiva
ri/scrittura del linguaggio
dell'amorevolezza e codificarla per
renderla di nuovo patrimonio
comunemente condiviso.
Sono ancora tanti i lettori di libri , ma
pure questo antico comunicatore di
sogni e cultura sta emig rando
rapidamente on line. Pinocchio non
c'è più e i burattini sono al macero.
Questo rende più difficile la
comunicazione tra le generazioni degli
anni Ottanta e Novanta, cresciute con
l'elettronica e la presente categoria
degli adulti educatori . Costoro
conoscono certamente i videogiochi ,
internet e altri strumenti elettronici, ma
- se escludiamo la programmazione
delle guerre - non hanno un "pensare
informatico". Cresce in qualche modo
la divaricazione conoscitiva tra giovani
e adulti, si diversificano e allontanano
i rispettivi mondi di riferimento
culturali, i compagni delle favole
di infanzia, producendo una
estraniazione non voluta e non
Specialmente in un tempo in cui
l'elettronica dischiude inedite e
vastissi me possibilità di conoscenza
e comunicazione, sono cresciuti a
dismisura anche la produzione e il
commercio di violenza legalizzata.
Una violenza globalizzata che si
somma alle tante forme di micro e
macrocriminalità tradizionali. La realtà
che viene rappresentata ampiamente
nel mondo di Mastrovideo è
fortemente violenta, tanto che la
violenza, il sopruso, la vendetta
sembrano connaturali alla condizione
umana, anzi qualificanti di una vita
che valga di essere vissuta. Chi
assalta la diligenza dispone della
legge. Sono tornate alla grande le
antiche compagnie di ventura perché
il mestiere delle armi è tornato a
rendere bene.
cercata, ma oggettiva. Con la
conseguenza che anche sul restante
piano esistenziale diventa più difficile
la reciproca comprensione.
Tutto il radicato mondo educativo
sarà spazzato via se non si risveglia
avviando una forte resistenza, che sul
piano del rapporto individuale si
Ed è a questo punto che si apre la
sfida al sistema preventivo. Rispetto
alla ragione e alla religione, è giunto il
tempo dell'amorevolezza, terza
caratteristica del metodo di don Bosco.
chiama amorevolezza e su quello
sociale non violenza.
Anche nel tempo in cui sembra avere la
meglio il potere delle tenebre, solo
l'amore è credibile. E può sciogliere la
Vale sempre la premessa che i ragazzi tempesta. Nel pericolo della
anzitutto devono essere amati e si
robotizzazione dei cittadini, declassati
devono sentire amati. Il duro, oggi per al rango di consumatori, ci si deve
gli adulti , può essere l'amare questi
ricordare che abbiamo un cuore.
ragazzi, non i ragazzi con lo stile di vita Rimettendolo in funzione secondo le
e i riferimenti esistenziali e culturali che regole classiche dell'amore.
MARZO 2003 BS

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questo è quanto! Del resto na parecchi. Mi astengo dal- gli insegnamenti. Non per nul-
ero certo che "messe priva- /' elencarli perché dubito che la si dice di qualche onest' uo-
te" non esistessero più, dopo possano far presa su tutti. E mo non credente che cercava
il Concilio, ma vedo che alcu- la storia me lo conferma. At- Dio senza accorgersi di aver-
ne deviazioni sono dure a mo- tenzione: non nego che ab- lo trovato, e che era cristiano
rire. Le porgo i miei migliori biano valore, non dico che senza sapere di esserlo.
auguri per un anno senza le siano falsi, o inutili, sempli- Ciò non toglie che Cristo
aberrazioni di cui è stata te- cemente constato che si im- Gesù sia la Parola definitiva
stimone e, in qualche modo, pongono con difficoltà. Allo- del Padre, che ciò che Dio
vittima.
ra? Gesù diceva che un albe- voleva rivelare sia stato in
ro lo si riconosce dai frutti . Lui compiutamente rivelato, ·
Eccolo il più eloquente e per- che insomma l'istituzione fon -
WJ":!IVELAZIONE•.• Caro ciò stesso il più vero dei cri- data da Gesù, la Chiesa, sia
direttore, nel BS di otto- teri. La questione non è tan- criterio di verità, perché Lui
bre 2002 uno studente parla di to teorizwre sulla verità, stesso è il criterio supremo di
un compagno di scuola musul- quanto piuttosto ''fare" la verità , anzi Lui stesso è la Ve-
mano che gli muove critiche verità, lo affermava Gesù rità. Più si diventa Cristo più
sul modo cattolico di "aggior- stesso. L' ortoprassi in questo si diventa veri, e più si è sicu-
rtJESSE PRIVATE? nare" le S. Scritture secondo i contesto viene prima del!' or- ri di realizzare la propria
"'I Egregio Direttore, [..] tempi, snaturandole quindi todossia! Tanto per esemplifi- umanità fino alla pienezza,
io e mio marito, cooperatori dalla loro esatta formulazione care: Madre Teresa di Cal- cioè fino a Dio .
salesiani, ci siamo trovati in originale. E sta bene la sua ri- cutta è stato criterio pieno di
una casa salesiana [...] Sul sposta. Mi chiedo però che verità ben più che non una
r.J, mezzogiorno, volendo prega- cosa sarebbe successo, se lo qualsiasi tesi di teologia, e
l;J re prima del pranzo, siamo studente in questione avesse come lei Don Bosco, France-
PUÒ AMARE? Ca-
ro Direttore, forse dipen-
entrati nella cappella attigua detto al musulmano che per i sco D'Assisi, Teresa Cabri- derà dalla mia situazione per-
al chiostro, dove un gruppo di cristiani la Rivelazione si è ni... Così come le centinaia di sonale, da quanto mi sta suc-
cooperatrici si stava preparan- compiuta con Gesù Cristo, e il migliaia di martiri: conse- cedendo, ma alcune domande
do per la messa. [...] La si- Corano è un 'invenzione di gnando la vita alla Verità mi inquietano da tempo: si
gnora che capeggiava il grup- Maometto... Se la ns/ religione sono diventati essi stessi cri- può amare? Si può parlare di
po senza nemmeno farci par- è l'unica vera, quella musul- terio di verità. Il cristiano amore stante i suoi disastri
lare ci ha perentoriamente in- mana non lo è... Oppure ci praticante che ad ogni osta- giornalieri? Che cosa è in
vitati a lasciare la cappella, sono religioni sorelle in tutto, colo ha reazioni per niente realtà l'amore? Per soddisfare
adducendo la scusa che si visto che c'è un Dio solo?
cristiane è piuttosto criterio l' amore è necessario il sesso?
trattava di una messa privata
(?) [...] Non mi era mai capi-
Aldo@ ...
di falsità, o, come meglio di-
rebbe Popper, di falsificabi-
In amore non posso forse re-
golarmi come mi pare? Posso
tato di incontrare una persona Caro Aldo@, credo che qual- lità, nel senso che se la sua concedermi senza misura?
che ancora non avesse fatto siasi studente cristiano alla esperienza (la vita) concreta
proprio il senso della condivi- domanda posta · secondo la non verifica la sua fede , vuol
Lettera firmata
sione [.. .]
tua formulazio ne non possa dire che la falsifica ... E que- Cara sig.na, ho riassunto così
Gemma , Novi Ligure
non rispondere che la Rivela-
zione si è compiuta con Gesù
sta è una iattura. Per la fede
s'intende!
la tua lettera, togliendo tutto
il resto e trasformandola in
Ahimè, Signora, non trovo Cristo, quindi non c' è stata La seconda idea che vorrei domande , le stesse che in
parole per rispondere alla alcuna altra Rivelazione divi- brevemente lanciarle è che il qualche modo hai formulato
sua, e questo le assicuro è un na. Nel contempo, però, biso- bene è criterio di verità sem- in modo diretto o sottinteso.
bel cruccio. Ma, alcuni eventi gna che lasci al compagno pre, dovunque e da chiunque E ti offro qualche spunto di
fanno rimanere a bocca aper- musulmano la libertà di affer- venga. Dio ha disseminato un riflessione per eventuali per-
ta e senza fiato, perché sem- mare che la Rivelazione si è po' dovunque spezzoni di ve- sonali risposte. Si può
bra impossibile che possano compiuta 600 anni dopo Cri- rità: nelle religioni, nelle isti- amare, anzi si deve. È un or-
accadere. Posso solo augu- sto, e precisamente con Mao - tuzioni, nelle stesse persone. dine di Dio oltre che un biso-
rarmi che non esistano più metto! Col che voglio dire Non credo si possa dire a un gno impellente della natura e
"messe private" perché sono che ciascuna religione poggia musulmano o al credente di della persona umana. Sul/' a-
una contraddizione in termi- su plinti di base che per i pro- un'altra religione che ciò in more, come sai, è stato scritto
ni. Cristo non è morto per un pri fedeli sono veri e per ciò cui crede è tutto sbagliato e di tutto e il contrario di tutto.
gruppo, un club, una tribù, stesso inattaccabili. Del re- perciò lo è anche quello che È difficile parlare di amore
una banda, e nemmeno per sto, se non lo fossero , tutta fa! L' effato della salvezza perché è facilissimo sconfina-
una nazione o un continente: l'impalcatura filosofico/ teolo- non è "il cristiano si salva e re. È difficile maneggiare l' a-
è morto per tutti gli uomini. gica e la stessa religione qualunque altro si danna", more perché è facilissimo ri-
Proprio tutti. E il sacrificio crollerebbero. Là domanda di ma chi fa il bene si salva e trovarsi in compagnia del
eucaristico è il memoriale di fondo può essere formulata chi fa il male si danna . Cia- solo piacere. È difficile defi-
quel sacrificio universale. Da come segue: quali sono i cri- scun uomo che fa il bene ap- nire l'amore perché la sua
ciò discende che nessuno può teri per riconoscere la vera partiene virtualmente alla ·grandezza arriva dove non
arrogarsi il diritto di caccia- religione?
Chiesa di Cristo, perché an- arrivano i nostri tracciati. Ed
re nessuno da una messa. E La teologia cattolica ne sfor- che senza saperlo ne segue è anche difficile controllare ·
MARZO 2003 BS

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{jJJ
~
,-~ ,,,._ - (
APPELLI
gere dal/' amore senza farsi timento ha una soddisfazione
soffocare da esso, vigilare appropriata e adatta alla sua
Raccolgo calendari tasca- perché resti il respiro della crescita esponenziale. Forse
bili, punti alimentari, san- vita non perché ne diventi il l'ho fatta un po' lunga . Beh,
tini, schede telefoniche, ta- killer, contemplare l'amore non mi creda sulla parola. Ci
gliandi di controllo, punti non lasciarsene accecare... mediti un po' su.
benzina o supennercati, In somma, anche se posseduto
ecc. non per me ma per
r.'f aiutare le missioni. Finca-
I.:,/ to Roberta, Via Argine
dalla passione, l'uomo deve
restare se stesso, non debor-
dare, non ridursi a uno strac-
ANCHE ARMATE.
Caro Direttore, mi piace-
Destro, 19 - 35020 Cor- cio, non perdere il controllo ... rebbe che il BS sostenesse la
rezzola (PD).
È, dunque , gentile amica , una campagna contro le "Banche
Mi chiamo Lucia, ho 22
anni. Cerco am1c1 di
penna, soprattutto apparte-
nenti ali' area salesiana,
che sappiano anche dirmi
una buona parola. Lucia
Pastore, Via Lucera, 43 -
71100 Foggia.
questione di scelte personali
"esigenti" , affinché l'amore
non cambi natura, non si in-
quini quando arriva il mo-
mento più delicato, quello
della soddisfazione. Sì, per-
ché un amore senza soddisfa-
zione è sterile, secca il cuore
invece di irrorarlo. Qual è al-
Armate", perché penso che si
debba affiancare alla benefi-
cenza (sempre doverosa per
un credente) anche una radi-
cale svolta nei comportamenti
di ciascuno, per far sì che le
"storture" del mercato non si
trasformino in sistemi di op-
pressione sulle popolazioni
Desidero ricevere e/o lora il problema? Questo: più deboli .
scambiare immaginette e troppe persone pensano che
santini - cartoline varesot- la via della soddisfazione
Neno , Guastalla
to e comasco. Luciano dell'amore sia unica, il Caro signore, la ringrazio
Galbusera, Viale 4 no- sesso. Mi permetto di dissen- per la sua nobile lettera che
vembre, 151 - 21040 Ci- tire. Il sesso ha una specifica sostiene una ancor più. nobile
slago (VA).
tutta sua, è fornito di un causa, cui ovviamente non
Se avete immaginette e
santini dimenticati tra i
cassetti o in mezzo ai libri,
spediteli a chi li raccoglie
con cura. Referendario
Angela, Vico Addario, 10
- 93012 Gela (CL).
dono , una ricchezza, una gra-
zia che lo rendono "un'altra
cosa". La peculiarità del
sesso, come ben sa, è la sua
possibilità generativa. Da qui
deriva la sacralità unica del
contatto sessuale che tanto
più grande e sacro diventa
possiamo non aderire . Il fo-
glio che lei ha accluso - e che
per ovvie ragioni di spazio
non posso riprodurre - parla
di banche italiane, ne fa an-
che un elenco, che sostengo-
no l' export bellico soprattutto
verso paesi poveri: esportano
Salesiani ed allievi salesia- quanto più è completo, quan- morte, insomma. Sono note!
ni sono invitati ad inviare to più. è messo in grado di Tale, purtroppo, è il sistema
mediante posta elettronica produrre ciò per cui è stato in cui siamo inseriti, tale la
ali' indirizzo pietates@libe- creato. Per questo la cultura logica di "Re Mammona"
ro.it preghiere e poesie re- universale l'ha riservato alla che parla di diritti umani, fa
ligiose in italiano e/o in coppia eterosessuale. E in guerra a chi si dota di armi
dialetto; il materiale rice- questo senso generare è atto da guerra, ma continua im-
vuto sarà inserito nel sito sommo d'amore , anche se perterrito a lucrare, venden-
sopra citato.
non è l' amore.
do armi a quegli stessi paesi
Concludo. Nessuno potrà mai che poi combatte! A questa
chiederti di seppellire l' amo- logica illogica non è facile
l'amore perché ha le stesse
proprietà della droga: ine-
bria a tal punto che si perdo-
no le coordinate razionali e
si... "sragiona!". Ma proprio
per questo è sublime possede-
re l'amore , ed è vincolante
non cambiargli i connotati,
non confonderlo con altri
sentimenti, non adulterarlo
con surrogati. Soprattutto è
re, di rinunciarvi, di dimenti-
carlo. Ma ti si può chiedere,
anzi addirittura esigere l' at-
tenzione ai metodi, alle scelte
delle espressioni concrete
dell'amore. Perché l'amore è
troppo grande e importante
per lasciarlo alla discrezio-
nalità di ciascuno, privo di
ogni regola; ed è troppo im-
pegnativo per lasciare alla
sfuggire, essendo cittadini del-
la società del dio denaro, che
come una pressa schiaccia
spietatamente le buone inten-
zioni e i tentativi, peraltro
fiacchi, di umanizzarla. Mi
auguro che siano molte le or-
ganizzazioni e le parrocchie
che decidono di ritirare i pro-
pri risparmi dalle banche che
commerciano morte.
un'arte saper scegliere le pubblicità di legiferare su di
coordinate giuste per la sua
soddisfazione, e mantenerne
costante il livello. Il che vuol
dire : riempirsi d'amore non
ubriacarsene, lasciarsi avvol-
esso. In somma, non tutto di se
stessi si può impegnare con
chiunque. "Est modus in
rebus", dicevano i latini ... vo-
lendo intendere che ogni sen-
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le l~ttere pervi~
nute in redazio ne. Ce
sscu·uo.sit.aemmpoo· Parlloavvpeudbber1,e.cmaozw· a-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Pe r la vost ra corrispon-
den za:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse @sdb.org
BS MARZO 2003

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ONITALIA . _N_E_L_M_O_N_D_O_ _ _ _ _ _ _ _ _ __
LUENA,ANGOLA
SPERANZE PER
L'ANGOLA
Luena è una città martire. Fi-
no a un anno fa campo di
scontri tra le parti avverse,
funestata ancora da episodi di
violenza, ingrossata da fiu-
mane di profughi che conti-
nuano a fuggire la fame e le
avversità della foresta. Sale-
siani e Figlie di Maria Ausi-
liatrice compiono sforzi im-
mani per alleviare le soffe-
renze dei più di 6000 rifugiati
del campo che gestiscono
insieme; le suore inoltre ani-
mano alcuni oratori, curano
la catechesi, fanno scuola a
più di 500 bambini, e nel frat-
tempo si danno da fare per
ultimare un complesso scola-
stico e dare ulteriore slancio
al loro impegno apostolico e
sociale.
ZWAY, ETIOPIA
LA SCOMMESSA
DELLA SCUOLA
Procedono a pieno ritmo le
attività delle suore salesiane a
Zway in Etiopia: la scuola
materna accoglie circa 400
bambine/i, la scuola di alfabe-
tizzazione ne ha oltre 250 tra
preadolescenti e adolescenti.
Sono ragazzi/e che ce la met-
tono tutta per ricuperare il
tempo perduto e inserirsi nel
corso normale di studi, cioè la
quinta elementare. La scuola
tecnica, poi , è frequentata
anche da un centinaio di gio-
vanotti, e l'oratorio, coi suoi
corsi d'inglese, da almeno
400 ragazze... Solo l'educa-
zione è in· grado di cambiare
il futuro dell'Etiopia, le Figlie
di Maria Ausiliatrice ne sono
convinte: la scuola è la loro
grande scommessa.
PUNE, INDIA
CASA MARIA
SHARAN
II I I
IIIIIII
Le FMA della comunità
Maria Sharan di Pune lavora-
no in un campo delicato e dif-
ficile, quello di giovani donne
analfabete importate dal Ne-
pal, vendute come schiave del
sesso per i numerosi bordelli
della città. Le suore hanno
accolto un buon numero di
ragazze dai tre ai dieci anni di
età, figlie di queste prostitute
forzate e, attraverso di loro,
cercano di agganciare le mam-
me. Le bambine restano sem-
pre presso l'istituto che le ac-
coglie, sarebbe un delitto man-
darle anche solo temporanea-
mente presso le proprie ma-
dri, e si comprende il perché.
Sono invece le mamme ad
essere invitate a venire a tro-
vare con regolarità le proprie
figliole che nella casa di ac-
coglienza vengono aiutate ad inserirsi nella società attraverso la scuola e l'educazione morale e religiosa.
MARZO 2003 BS

1.9 Page 9

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redazionale
NUMISMATICA
acura di
Roberto Saccarello
NELL'ALTOPIANO
BOLIVIANO
A ovest del Lago Titicaca si
trova Carabuco, zona rurale
a 3868 metri sul livello del
mare, al c ui centro urbano
fanno capo 34 piccole comu-
nità con una popolazione
totale di 9500 abitanti di
etnia aymara, discendenti
dell'antica com unità pre-
incaica degli ayllu . Qui, il 2
Febbraio 2002, si è dato ini-
zio a un a nuova presenza
delle FMA, per un ' attenzione
particolare alla donna ayma-
ra che soffre per la sottomis-
sione assoluta all ' uomo, ed è
considerata spesso solo come
forza lavoro. La sua speranza
di vita è di appena 45 anni; la
sua partecipazione in politi-
ca o nella presa di decisioni
fuori dalla famiglia è quasi
nulla. Le suore dovranno af-
frontare la sfida di un'educa-
zione bilingue, dato che la
comunità aymara ha conser-
vato la propria, e hanno in
progetto di organizzare l'edu-
cazione degli adulti in orari
adeguati per vincere l'analfa-
betismo, soprattutto femmini-
le. Un altro obiettivo della
Casa de la Virgen de Copa-
cabana è quello di valorizza-
re 1'arte dei tessuti, così ric-
chi e originali nei colori e
nelle forme dei bellissimi
poncho, chompa e aguayo.
Ma sono in studio altre
forme di educazione al lavo-
ro autogestito per sradicare
la povertà.
"L'ascesi del sistema pre-
ventivo viaggia su un bina-
rio: l'instancabile lavoro
apostolico che trova la sua
sorgente nella carità pasto-
rale e la bontà del farsi
amare, sostenuta dalla tem-
peranza che implica umiltà,
mansuetudine, equilibrio e so-
brietà". La citazione basta a
presentare il contenuto del
libretto che ragiona non sul
metodo di Don Bosco ma
sulla sua spiritualità, sulla
ispirazione di fondo, argo-
mento mai affrontato se non
per cenni da altre più pon-
derose pubblicazioni. Lo
scritto è alla portata di tutti
e può risultare utilissimo per
salesiani, educatori, collabo-
ratori laici, che possono sco-
prire il sostrato del sistema
di Don Bosco, la sua ispira-
zione di fondo, rivelando co-
sì il "senso" ultimo del meto-
do salesiano.
GLI SCUDI
DEL GRAN MAESTRO
Le prime monete dei cavalieri gerosolimitan i
vennero battute a Rodi: furono dei grossi, del peso
di circa quattro grammi, chiamati "gigliati" perché
recanti al rovescio i celebri gigli di Francia. Un forte
impulso e una innovazione alla monetazione del-
l'Ordine vennero, poi, dati dal Gran Maestro Jean
de la Vallette-Parisot, durante il periodo maltese,
con uno dei più bei pezzi d'argento coniati dai Cava-
lieri , il 4 Tarì recante da un lato lo stemma dell'Ordi-
ne e dall'altro la testa di san Giovanni Battista.
Nel 1978, con la perdita di Malta , dopo cinque
secoli di ininterrotta monetazione , cessarono le
coniazioni dell'Ordine di Malta.
Solo nel 1961 , in virtù delle sue prerogative sovra-
ne, lo SMOM (Sovrano Militare Ordine di Malta) ha
ripreso a battere moneta con valore nominale
espresso in Scudi, Tarì , Grani.
La serie emessa per l'anno 2002 si compone di
due pezzi d'oro (uno da 5 e l'altro da 1OScudi) , e di
due pezzi d'argento (1 e 2 Scudi) , incisi da Franco
Pioli . Sui rovesci dei due aurei sono riprodotti il
Gran Maestro che riceve da san Giovanni Battista
lo stendardo dell'Ordine e una raffigurazione del-
l'assistenza medica dei Gerosolimitani agli infermi.
Su quelli dei due pezzi d'argento è, invece, raffigu-
rato san Giovanni Battista che apre le braccia ai
malati e la Croce di Malta. Su tutti i diritti, poi, com-
pare il busto del Gran Maestro fra' Andrei Bertie in
abito religioso.
Il prezzo, comprensivo delle spese di spedizio-
ne, è di 232 ,00 euro per la serie completa, e di
47,00 euro per i soli pezzi in argento. Per le infor-
mazioni: S.M . Ordine di Malta, Via Bocca di Leone,
68 - 00187 Roma; tel. 06.6758.1211 .
Per saperne di più: -n- 0761/307. 124
BS MARZO 2003

1.10 Page 10

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l00annifa
Nel BS del marzo 1903, continua la descrizione
dell'avventuroso viaggio di monsignor Cagliero
attraverso il territorio patagonico del Neuquen.
Ne riportiamo un altro brano con la foto che lo
illustra.
II vecchio ed intrepido artigliere con quattro dei suoi più
robusti servitori (peon.es) ci volle accompagnare per aiu-
tarci a guadare in differenti punti il Trilauthue ed affron-
tare la salita della Loma del Viento: ripida montagna così
chiamata perché i venti sono i soli padroni di quelle alte
cime. Non era possibile viaggiare in breack, ed il povero
Monsignore ancorché non avesse più confidenza nel
cavallo, per la grave caduta sofferta nel 1887 in quegli
stessi dirupi, dovette servirsi, suo malgrado, del nostro
fido alazém (cavallo color canella) per serpeggiare tra gli
enormi massi di pietra del torrente e guadagnare le roc-
ciose vette della Loma del Viento . Si viaggiò dalle sette
del mattino fino alle tre del dopo pranzo. Da quelle favo-
lose altezze si gode un incantevole colpo di vista e sem-
pre nuovi stupendi panorami: picchi e corone di monti
tinti d'azzurro, che paiono fendersi e precipitarsi nell ' a-
bisso. La salita della Loma del Viento fu per noi quello
che fu per Annibale il valico delle Alpi; ci rimanevano
però da superare altre non minori difficoltà: le cime del
Trol6n! ... continuazione della Loma del Viento . Passando
per la gola di un crepaccio di montagna, detta Mallfn
Redondo, abbiamo dovuto affrettare il passo per evitare il
pestilenziale Huecu, luogo dove gli animali sbalordisco-
no, fremono e cadono. Attribuiscono questo fenomeno
alla qualità di erbe nocive od alla esalazione pestifera del
terreno. Sull 'imbrunire eravamo giunti all 'ultimo picco
del Trol6n. Quivi sostammo e, presa stanza fra macigni e
dirupi difesi dai venti, ci diamo tosto attorno per accen-
dere il fuoco e preparare la cena che doveva tenere luogo
di pranzo, non potuto fare tutto il giorno.
MARZO 2003 BS
MACEIO, BRASILE
sua diocesi ha certo perduto
un dinamico pastore , ma i
suoi "ragazzi di strada" della
MONSIGNOR
Casa Don Bosco di Macei6,
AMARAL LASCIA
da lui fondata, non hanno per-
duto il loro padre e protettore.
Il 27 luglio 2002 monsignor Lui glielo ha solennemente
Edvaldo Amara! , dopo 27 promesso. E c'è da credere
anni di servizio apo stolico che manterrà la parola data:
episcopale, è "tornato salesia- sono troppe le bocche da sfa-
no ", come ama simp atica- mare , ve stire , alloggiare,
mente dire, offrendo le sue troppi i problemi da risolve-
dimissioni da arcivescovo di re ... I "suoi" ragazzi hanno
Macei6 per raggiunti limiti di ancora bisogno del suo aiuto
età, in ottemperanza al cano- e lui ha ancora bisogno del-
ne 401 §1 del Codice di Dirit- ! ' aiuto dei buoni per conti-
to Canonico. Ora vive nella nuare a fare del bene ai più
casa ispettoriale di Recife. La poveri tra i poveri.
CATANIA, ITALIA
EXALLIEVI NEL
SOCIALE
"Telefono contro la solitudi-
ne" si chiama la più bella rea-
lizzazione degli exallievi del
San Filippo Neri di Catania,
che va avanti da ben 11 anni.
Ha la sua base operativa nella
sede dell'Unione e sopporta
un carico di lavoro notevole:
le più di 1100 telefonate del-
1' anno 2002 stanno a testimo-
niare la validità anzi la quasi
indispensabilità ormai di que-
sta iniziativa. Persone in diffi-
coltà perché disperatamente
sole sono sempre più numero-
se in una società che tende
sempre più verso la spersona-
lizzazione, e in cui i rapporti
sociali sembrano rarefarsi
ogni giorno di più a favore
dei rapporti di lavoro e di
TUTTI I GIORNI DALLE ORE 16 ALLE ORE 20
095/ 43.93.55
UNA PAROLA. DI CONFORTO
NEL. MARE DEllA SOUTUD!NE
UN AIUTO SPIRITUALE
A CH/ SI SENTE ABBANDONATO
u AlllEVI DH IIICI . I. fili'" 1111 . cmm
ITAMPAl8 ACURA !El 1111/ANII mi urrn1 cru
affari. L'iniziativa va avanti
perché una ventina di operan-
ti volontari si prodigano a
turno per quattro ore, dalle 16
alle 20 di tutti i giorni feriali ,
pronti a rispondere ad ogni
chiamata. Si tratta di una ini-
ziativa come poche che fa
onore agli exallievi salesiani
catanesi.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Fabio Sandroni
Ultima frontiera per la
Disney è la produ-
MONSTERS
sono elementi metaforici,
non tanto del difficile transi-
zione, attraverso la
consociata PIXAR , di car-
toon digitali. Su questo ver-
&CO.
to tra le due età quanto
dell'accesso a un mondo
interiore che frequentemen-
sante possiamo intravedere
te viene chiuso nella cre-
le linee espressive che la Continuiamo a ragionare come educatori scita: il finale, invece, sem-
multinazionale ha intrapreso
al term ine della crisi durata
su qualche film della Disney ...
bra indicare l'importanza di
ricostruire e di tenere sem-
circa due decenni dopo la
pre aperto il varco verso
morte di papà Walt.
la dimensione dell'imma-
Sono cartoon per bimbi
ginario, custodito dal
dell'ultima generazione,
sempre divertenti , attenti
a sviluppare una proposta
valoriale rispettosa di tutte
le culture e a cogliere tut-
te le sfumature del "politi-
camente corretto", per
operazioni ispirate a un
marketing mondiale; in
più , risultano arricchiti da
spunti e ammiccamenti al
pubblico adulto più cinefilo,
con citazioni colte e ironi-
che e perfino intrusioni nei
territori del metalinguistico.
nostro bimbo interiore .. .
Un'ulteriore interpretazio-
ne chiama in causa le
frequenti scene in cui
assistiamo a uno spetta-
colo nello spettacolo: la
simulazione con cui ini-
zia e con cui si risolve
l'intreccio, il modo in cui
vengono condotte le
performance
nelle
camerette dei bimbi, le
frequenti citazioni cine-
matografiche e gli stessi
backstage finali. L'oc-
chio e la porta, anche a
Esempio significativo
questo livello, richiama-
è "Monsters & Co." di
no al passaggio tra i
Peter Docter in cui prota-
due mondi dell' aldiqua
gonisti sono proprio i
e dell'aldilà dello scher-
mostri con il loro mondo e
mo e l'intera pellicola
i suoi problemi politici ,
induce a una riflessio-
sociali, economici ; il più
ne sull'energia delle
grave, l'approvvigionamen-
emozioni, di cui ha bisogno
to energetico, è risolto gra-
il cinema per sopravvivere: saper far ridere è più
zie alle urla dei bimbi spaventati, procurate da una importante di riuscire a far paura... E la drammatica
task-torce di "spaventatori" specializzati per entrare distruzione delle porte di quei bimbi che non si emo-
nei sogni dei piccini del nostro mondo... Il singola- zionano più è un severo monito che la settima arte fa
re contrappunto tra i due mondi, quello di Mostro- a se stessa.
O
poli e quello della realtà, scandito dai continui pas-
saggi dei personaggi che avvengono attraverso le
porte e le ante degli armadi delle camerette dei
bimbi, fornisce un primo approccio a una lettura cri-
IPOTESI DI LAVORO
Per i più grandi si può proporre uno schema in quattro
punti :
tica. Entrambe le realtà si temono (emblematica la
prima scena in cui, in una simulazione "scolastica"
un aspirante spaventatore, apparentemente orribile,
entra in una cameretta ove viene travolto dalle urla
del bimbo, che poi si rivela essere un ben più
inquietante "mini-robot"), ma impareranno a convi-
Ambienti - il mondo immaginario e il mondo reale.
Personaggi - i buoni e i cattivi; gli umani e i mostri;
loro presentazione e comportamenti.
Oggetti ricorrenti - le porte; gli occhi.
Le situazioni - i passaggi repentini da un mondo al-
l'altro; la fine dell'età dello spavento; chi ha paura
e di chi? ...
vere felicemente solo quando avranno sperimenta-
to il "contatto fisico". La conoscenza e l'esperienza
diretta sono l'unica strada per la convivenza tra le
culture.
L'inizio del film con i titoli di testa e l'ultima inquadratura
hanno in comune l'attraversamento di una porta. La
prima sequenza e i titoli di coda sottolineano l'azione
della rappresentazione (il cinema che parla di sé e
delle altre forme di spettacolo) ; il riso e la paura: qual è
Viene affrontato il tema del passaggio tra
infanzia e maturità. Anche in questo caso le porte
quella cosa che per continuare ad esistere ha bisogno
delle nostre emozioni?
BS MA RZO 2003

2.2 Page 12

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 4
BANDO CHIESA
I GESTI DEL
VECCHIO PAPA
ALLA GUERRA CHE TRASCINA
A STENTO IL SUO
CORPO SONO
ANCORA PIENI
DI ENERGIA
di Silvano Stracca
MARZO 2003 BS
I Un'immagine impietosa nella
feroce ironia di Gorge Grosz
(1893-1959) sui disastri
della guerra.
~
-..:=-.::.
-.
·:.rsr .=::·--
~9--
-.--.-
terrorismo e alla guerra, "avventu-
ra senza ritorno" come la definì al-
1'epoca del conflitto nel Golfo.
Ancora una volta, come nel
1991, il vecchio Papa è rimasto
pressoché l'unica autorità mondia-
le ad opporsi all"'ineludibilità" del
ricorso "riparatore" alle armi in
Medio Oriente. E a dare voce al
desiderio e all'impegno di pace di
milioni e milioni di persone, che
non si rassegnano all 'escalation
terrorista e alla morte bellica. In
radicale antitesi con il leit-motiv
della "guerra inevitabile" contro
l'Iraq, il vescovo di Roma non si è
stancato di ripetere come il conflit-
to si possa e si debba evitare con
l'impegno di tutti. Senza mai am-
mainare la bandiera del dialogo,
del negoziato e di ogni altro possi-
bile mezzo per ricercare un'intesa
in armonia con i principi del dirit-
to internazionale.
In un momento drammatico, in
cui gli "arconti" di questo secolo
sembrano sordi al richiamo ai prin-
cipi e alle responsabilità, papa
Wojtyla non si è mai rassegnato ad
essere "voce che grida nel deser-
to". Come se si trattasse della sua
ultima testimonianza dinanzi ali 'u-
manità, quasi del suo martirio spi-
rituale per quanti soffrono a causa
di ogni genere di conflitti.
L a sera della vigilia di Natale
Giovanni Paolo II si è af-
facciato alla finestra del suo
studio su piazza san Pietro. E ha
acceso un cero posato sul davanza-
le. Il "lume della pace". Per dÌre il
suo fermo "no" alla violenza, al
IL RICORDO DEL PAPA
BUONO
"Il volto di Cristo", ha gridato il
giorno di Natale, "continua ad
avere un tratto dolente, di vera
passione, per i conflitti che insan-

2.3 Page 13

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························································~·····························
guinano tante regioni del mondo e
per quelli che minacciano di esplo-
dere con virulenza. Di fronte a
quest'orizzonte rigato di sangue la
Chiesa non può cessare di far sen-
tire la sua voce". E quasi a eviden-
ziare come la passione per la pace
caratterizzi il cammino della Chie-
sa soprattutto negli ultimi qua-
rant'anni, Giovanni Paolo II ha
posto la sua richiesta di un impe-
gno "permanente" contro la guerra
in continuità con il magistero pro-
fetico di Giovanni XXIII nei giorni
terribili della crisi dei missili a
Cuba, che portò l'umanità sull'orlo
di un conflitto nucleare.
In quella congiuntura internazio-
nale carica di tragiche prospettive,
papa Roncalli pubblicò l' 11 aprile
del 1963, Giovedì Santo, un docu-
mento davvero storico, la "Pacem
in terris", indirizzandosi, per la
prima volta da parte di un pontefi-
ce, non solo ai cattolici ma "a tutti
gli uomini di buona volontà", per
scongiurare lo scoppio di una guer-
ra atomica tra le due superpotenze
di allora. Giovanni XXIII si mostrò
così profeta per la Chiesa e per il
mondo non lasciandosi vincere
dalla tentazione dello scoraggia-
mento. E la "Pacem in terris" co-
stituì un decisivo momento di rot-
tura nel clima di "guerra fredda" di
quegli anni, riaffermando il fonda-
mentale valore della pace come
aspirazione della gente di ogni
parte della terra a vivere in sicurez-
za, giustizia e speranza.
UN SECOLO
DI INVOCAZIONI
La ferma fiducia di quel grande
Papa nel valore della pace e nella
possibilità di realizzarla rappre-
sentò il punto di approdo dell'at-
teggiamento che la Chiesa ha as-
sunto nel corso del secolo XX e
che culminò con la condanna asso-
luta della guerra da parte del Con-
cilio. Una "mentalità completamen-
te nuova", come si esprime il Vati-
cano II, che superava vecchie pro-
blematiche della "guerra giusta" e
indicava .una crescita della coscien-
za cristiana circa l'assoluta immo-
ralità della guerra, "delitto contro
Dio e contro la stessa umanità".
I Oggi la guerra nella sua
freddezza tecnologica
è immensamente più spietata
che in passato.
·
Di pari passo con la sensibilità
ecclesiale per la pace è andata cre-
scendo la risonanza nei popoli del
mondo dei ripetuti pronunciamenti
della Chiesa contro l'ideologia
della guerra. Dalle commosse pa-
role di Benedetto XV contro ''l'i-
nutile strage" del primo conflitto
mondiale agli accorati appelli di
Pio XII durante la catastrofe della
seconda guerra mondiale culmina-
ta con la Shoà e Hiroshima, al
grido di Paolo VI all'Onu nel
1965: "Mai più la guerra!". "Mai
più la guerra", incalza Giovanni
Paolo II pochi mesi dopo la con-
clusione del conflitto del Golfo
"che distrugge la vita degli inno-
centi, che insegna ad uccidere e
sconvolge egualmente la vita degli
uccisori, che lascia dietro di sé uno
strascico di rancori e di odi, ren-
dendo più difficile la giusta solu-
zione degli stessi problemi che
l'hanno provocata". "Bisogna an-
dare risolutamente verso l'assoluta
proscrizione della guerra", torna ad
affermare dopo l' 11 settembre
2001 l'anziano pontefice, che pro-
pone un gesto del tutto nuovo nella
storia del rapporto tra Cristianesi-
mo ed Islam, invitando i cattolici
ad unirsi spiritualmente alla con-
clusione del digiuno musulmano
del Ramadan, per mostrare dinanzi
al mondo che tra le due religioni
c'è un clima di rispetto e tolleranza.
LA PACE È POSSIBILE
Nel medesimo spmto papa
Wojtyla convoca di nuovo - come
nel 1986 contro lo spettro di una
catastrofe atomica - una grande
preghiera interreligiosa per la pace
ad Assisi, il 24 gennaio di un anno
fa, per ribadire che mai per nessun
motivo le religioni devono diventa-
re fonte di conflitto e che i credenti
di tutte le religioni sono tenuti a far
argine insieme alla discriminazio-
ne, all'intolleranza, al fondamenta-
lismo, alle lotte fratricide. La Chie-
sa non si accontenta dunque di
condannare la guerra, ma vuole la
pace: Proclama che la pace è "pos-
sibile", anzi "doverosa", perché è
il più grande bene umano , la
somma di tutti i beni messianici.
Come la pace è sintesi e simbolo
di tutti i beni, così la gue1rn è sintesi
e simbolo di tutti i mali. E non si
può mai volere la guerra per sé stes-
sa, perché è sistematica violazione
di sostanziali diritti umani. Potranno
esservi al limite casi di legittima di-
fesa di beni irrinunciabili. Però, il
contrasto all'azione ingiusta, non di
rado doveroso, deve restare nei limiti
strettamente necessari per difendersi
efficacemente. Potranno anche esse-
re necessarie coraggiose azioni di
"ingerenza umanitaiia" e interventi
volti al ristabilimento o al manteni-
mento della pace in situazioni a gra-
vissimo rischio.
Mentre una guerra "preventiva" -
come è stata teorizzata per combat-
tere il terrorismo internazionale - è
senza dubbio una guerra di aggres-
sione e non può rientrare nella defi-
nizione di guerra giusta. "La guerra
è sempre una sconfitta dell'umanità,
ha affermato il Papa il 13 gennaio
dinanzi ai rappresentanti di 174
Stati, mai la guerra può essere con-
siderata un mezzo per regolare i
contenziosi tra le nazioni".
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2.4 Page 14

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TI AMERO- PER SEMPRE... Uno dei grandi interrogativi di oggi è costituito
FORSE!
di Vito Orlando
Giovani e famiglia: la
situazione attuale. Una
realtà affettiva debole,
cioè episodica; una vita
di coppia più ricca di
intercomunicazione ma
anche più fragile. C'è
sempre più bisogno di
adulti/guide.
] I l L e indagini più recenti sui gio-
vani confermano la centralità
della famiglia nella loro vita:
1'85,9% la ritiene la cosa più impor-
tante e 1'84% è orientato a sposarsi.
Insieme alla famiglia, la realtà affet-
tiva è ht dimensione esistenziale più
ricca di soddisfazioni. Il nucleo di
valori che definisce un vissuto grati-
ficante è arricchito dall'amicizia. La
voglia di autorealizzazione e il lavo-
ro completano il quadro valoriale su
cui i giovani fondano il loro sistema
di vita. Un sistema apparentemente
ben strutturato e sicuro, dai contorni
definiti e protetti. Vi è però qualco-
sa di problematico che si annida nel
profondo di ognuno: una notevole
insicurezza e "la sensazione di sen-
tirsi soli". Due aspetti possono ali-
mentare l'insicurezza e la solitudine
dei giovani: l'esperienza affettiva e
la vita di coppia.
Per i giovani la realtà affettiva è la dimensione esistenziale
più ricca di soddisfazioni.
PROWISORIET À
La realtà affettiva, pur essendo
ricca di soddisfazioni , è vissuta co-
me un episodio, una realtà dell 'og-
gi ... perché il domani è aperto a
possibili nuove esperienze. Questa
evenienza non permette di coltivare
MARZO 2003 BS
rapporti duraturi su cui investire la
propria esistenza e che possano dare
un significato diverso al vissuto af-
fettivo. L'idea di un "amore per
sempre" sembra diventata piuttosto
anacronistica. La provvisorietà, l'in-
certezza del futuro stanno diventan-
do per tutti una connotazione della
vita sottoposta a continui cambia-
menti. La definitività del lavoro o
della relazione affettiva è sempre
più minacciata, e ai giovani è pro-
posta un'ambigua flessibilità che
accumula confusione e incertezza.

2.5 Page 15

▲back to top
dal trinomio giovani, famiglia, affettività.
Anche per questi motivi, nell'espe-
rienza familiare permane, e sembra
addirittura incrementarsi, una cultu-
ra protettiva volta alla reciproca
gratificazione affettiva che non pro-
muove il processo di svincolo e di
autonomia dei figli. La scarsa pro-
pensione dei giovani a lasciare il
nucleo familiare d'origine, tuttavia,
non sembra dipendere soltanto da
difficoltà oggettive, vi sono piutto-
sto motivi utilitaristici e di conve-
nienza. Si tratta quindi di una scelta
più che di una costrizione. Tanto più
che nella casa dei genitori i giovani
godono di un'ampia libertà e non
trovano ostacoli né per la propria
vita sociale e neanche per quella af-
fettiva. Si realizza così una relazio-
ne affettiva e strumentale tra giova-
ni e genitori. La "famiglia lunga - si
afferma nell'ultima ricerca IARD -
offre aiuto e protezione in cambio
di una dipendenza relativa, più for-
male che sostanziale, soddisfa pie-
namente i bisogni economici, cultu-
rali e psicologici del giovane", ma
vede anche una notevole complicità
dei genitori "restii ad incoraggiare i
figli a rendersi indipendenti".
AD USUM DELPHINI
Il prolungamento della transizione
ai ruoli adulti provoca un adatta-
mento etico frammentato: i giovani
adottano criteri diversi di moralità,
a seconda delle esperienze a cui li
applicano. La sfera sessuale, per
esempio, ha perso ogni prescrittività
sociale e anche religiosa e il singolo
rivendica la piena autonomia di giu-
dizio di un'area vista come etica-
mente neutra. Il rinvio della scelta
di sposarsi ha fatto anticipare i com-
portamenti sessuali ed ha anche ral-
lentato ia connessione tra sessualità
e rapporto di amore: anche un rap-
porto affettivo senza progettualità
futura condivisa può far ritenere eti-
camente accettabile una relazione
sessuale. Sulla base di questa evi-
denziazione del sistema affettivo, il
matrimonio, pur essendo visto come
la situazione in cui può esprimersi
meglio la relazione affettiva e la
stabilità... non è vissuto come defi-
nitività, per cui è sempre avvolto da
una certa precarietà.
I giovani adottano criteri diversi di moralità, a seconda
delle esperienze a cui li applicano.
LA VITA DI COPPIA
Questi elementi prefigurano carat-
teristiche diverse rispetto al passato.
Anche perché si stanno verificando
notevoli cambiamenti nei ruoli. Il
cambiamento del ruolo femminile a
livello sociale modifica anche la re-
lazione all'interno della famiglia.
Nella giovane coppia vi sono note-
voli differenze sul modo di cogliere
la realtà e orientare le scelte; sono
diversi gli interessi culturali, è fra-
gile la base di comunicazione e dia-
logo. Si attribuisce valore diverso a
fattori che possono determinare la
riuscita del rapporto: sono prevalenti
per entrambi rispetto e comprensio-
ne reciproca, fedeltà e capacità di
comunicazione. Le donne accentua-
no gli elementi legati alla capacità
di gratificazione emotiva. Alla base
dell'intesa si ritengono necessari la
comunicazione, l'impegno, la con-
divisione, la fiducia . .. tali elementi
nutrono l'intimità e aprono alla
"qualità della relazione". Cresce, in-
somma, l'interesse per forme di re-
lazione più ricche, ma anche più
fragili. La famiglia sembra non es-
sere più "il progetto comune" su cui
investire le migliori risorse della
propria esistenza, ma una conviven-
za che non deve disturbare troppo i
progetti personali che sono piuttosto
esterni alla realtà familiare. Anche
per questo la giovane coppia non
giunge facilmente alla scelta di ave-
re un figlio, perché diventerebbe un
vincolo ed esigerebbe rinunce.
UNA REALTÀ
PROVOCANTE
Abbiamo delineato soprattutto le
tendenze, ma per molti giovani sono
realtà di fatto. Non si può assistere a
questa forma di deriva senza sentirsi
coinvolti in un ' opera di sostegno e
di rinnovamento. I giovani esprimo-
no una notevole dose di pragmati-
smo nella difficile costruzione di un
nuovo sistema di significati e sono
ormai abituati ad avviarsi su scor-
ciatoie, non trovando chi li accom-
pagni nei passaggi critici della loro
vita, e li aiuti a individuare e a per-
correre le vie più faticose della
"coltivazione" di rapporti e di pro-
getti che richiedono un faticoso ap-
prendistato. C'è bisogno di adul-
ti/guida che sappiano attivare
strategie per sostenere l'instabilità
dei giovani e aprire la loro vita a
orizzonti di novità e di responsa-
bilità nei confronti della propria e
dell'altrui esistenza.
8S MARZO 2003

2.6 Page 16

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redazionale
CHIERI, ITALIA
NELLA TERRA
DI DON BOSCO
Da quando è stato eletto nel
Capitolo generale XXV, il
Rettor Maggiore non si è più
fermato: il mondo è la sua
casa. Il Messico, l'Italia, la
Spagna, la Francia, il Brasi-
le, la Polonia... La sua agen-
da è fitta all'inverosimile. La
sua presenza nelle opere più
disparate porta il calore di
GEVELSBERG.
GERMANIA
UNA INIZIATIVA
DI LIVELLO
La missione cattolica italiana,
guidata dal salesiano don Ca-
taldo Ferrarese, si è presenta-
ta alla ribalta della città tede-
sca, il 13 novembre 2002, con
un concerto del pianista Ro-
berto Issoglio di Torino che,
unitamente all'orchestra "Mar-
kisches Kammerorchester" di
Don Bosco, la gioia del suo
metodo, la ricchezza del suo
carisma. Eccolo, nella foto,
sempre salesianamente sorri-
dente, in compagnia di un
gruppo di animatori di Chie-
ri, la cittadina dove Don
Bosco ha svolto i suoi primi
studi e ha imparato tanti me-
stieri. Una delle sue prime
uscite, del resto, non poteva
che essere nelle terre di Don
Bosco, lui che ne è il IX suc-
cessore.
Schwelm, ha eseguito due
opere di Bach e Mozart oltre
a brani di Telemann, Men-
delssohn, Reger e Britten. Il
successo è stato decretato
dalla partecipazione numero-
sa e attenta del pubblico e
sottolineato dalla stampa lo-
cale. La missione presso i mi-
granti con il suo doposcuola, i
corsi di lingua italiana, le ini-
ziative culturali e religiose,
l'assistenza spirituale racco-
glie il consenso della gente e
delle autorità.
COLONIA VIGNAUD.
ARGENTINA
100ANNI
La colonia venne fondata
(1890) da Ernesto Vignaud,
exallievo dell'oratorio di
Buenos Aires e cooperatore
salesiano, e completamente
occupata da famiglie pie-
montesi emigrate. Fu lo stes-
so Vignaud a premere sull'i-
spettore salesiano don Vespi-
gnani perché mandasse i sa-
lesiani per i tanti giovani ita-
liani che popolavano la zona
che si estendeva per ca. 75
kmq. Il 7 aprile 2003 don
Antonio Chirali e un giovane
aspirante, Tommaso Young,
entravano nella minuscola abi-
tazione (due stanze) per loro
preparata. Iniziarono a lavo-
rare, ma subito i ragazzi fu-
rono troppi, e per le feste
tutta la popolazione della co-
lonia si riversava lì. Il lavoro
divenne improbo per un solo
prete. Così l'ispettore raf-
forzò i pionieri con un altro
sacerdote, un altro aspirante
e un coadiutore. Dalle due
stanze del 1903 si è passati al
grande istituto agrotecnico di
oggi, con internato ed ester-
nato, parrocchia, oratorio,
cappellanie e il santuario del
sacro Cuore, il cui architetto
fu lo stesso don Ernesto Ve-
spignani.
BREVISSIME DAL MONDO
ROMA. Ottobre 2002. Ma-
ria Leone Ehrhard, trappista,
che fu abate alle Tre Fon-
tane di Roma, durante la se-
conda guerra mondiale, è
stato dichiarato dallo Stato
di Israele "Giusto tra le na-
zioni" alla memoria. Egli
coraggiosamente aprì la sua
Abbazia agli ebrei che corre-
vano il rischio di essere de-
portati, salvandone molti.
CITIÀ DEL VATICANO.
Il 7 ottobre 2002 è stato ca-
nonizzato il fondatore del-
l'Opus Dei, Josemaria Escri-
va de Balaguere, alla pre-
senza di 42 cardinali, 470
vescovi provenienti da ogni
parte del mondo, e un ocea-
no di folla calcolata nell 'or-
dine delle 300 mila persone
da 84 paesi del mondo. Ciò
che più ha meravigliato i
cronisti è stato il fatto di
aver notato un impressio-
nante numero di giovani, si
parla addirittura del 40%
del totale.
MOSCA. Ottobre 2002 L 'ar-
civescovo di Mosca monsi-
gnor Tadeusz Kondrusie-
wicz ha chiesto alla Chiesa
ortodossa russa di chiarire
in modo definitivo la parola
"proselitismo"... per poter
spianare la strada all'ecu-
menismo che deve procede-
re fino a quando "insieme
daremo gloria a Dio e aiute-
remo a costruire una nuova
civiltà".
MARZO 2003 BS

2.7 Page 17

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a cura del direttore
PISANA, ROMA
I proff. Franco Lever, Ro-
berto Giannatelli ed Emiro
Cepeda sono dal Rettor
Maggiore dei salesiani (fine
maggio 2002) per presen-
tare "La comunicazione, il
dizionario di scienze religio-
se e tecniche'. 1400 voci ,
135 collaboratori italiani e
stranieri , 1248 pagine di
approfondimento del feno-
meno comunicativo nella
prospettiva delle scienze
umane . Un 'opera che fa
onore alla facoltà di Scien-
ze della Comunicazione
dell'UPS.
NAVE, ITALIA
Presso il Centro salesia-
no è stato inaugurato il
dipinto del Rettor Maggio-
re , don Pascual Chavez,
IX successore di Don Bo-
sco, ultimo degli otto altri
dipinti che compongono
la galleria dei Superiori
Generali della congrega-
zione salesiana da Don
Bosco in poi. Ne è autore
il pittore Nino Garni. La
tecnica utilizzata è la tem-
pera acrilica a velatura su
tavola in legno composi-
to , telata e preparata a
mano .
CARACAS, VENEZUELA
Da quasi un anno si sono
conclusi i lavori de l pro-
getto: Verso la costruzio-
ne di una Memoria Stori-
ca della Spiritualità delle
FMA in America Latina
che ha coinvolto le comu-
nità del continente ameri-
cano , per non perdere la
memoria di un cammino
fatto di luci e di ombre, di
fatiche e di lentezze, ma
sostanziato dalla fedeltà
al carisma e dall'opzione
per i poveri. Il cammino
continua , e gli orizzonti
apostolici si allargano ...
RECIFE, BRASILE
Durante la sua visita a
Recife il Rettor Maggiore
ha celebrato l'Eucarestia
nel santuario del "Sagra-
do Coraçao" assieme al
vescovo salesiano mon-
signor Valerio Breda .
Nell'occasione , il presule
gli ha consegnato la
medaglia del centenario
di erezione dell'ispettoria
del Nordeste che vanta
15 presenze salesiane
con opere sociali, scuole
di ogni tipo , parrocchie ,
oratori, villaggi rurali,
ecc.
BRATISLAVA,
SLOVACCHIA
Dopo 40 anni di clandesti-
nità, le FMA lavorano ora
in pieno sole nell 'ex re-
pubblica a regime comu-
nista, e con sempre mag-
gi or soddisfazione da
parte delle autorità civili e
religiose. Da più di un an-
no collaborano anche col
più diffuso settimanale cat-
tolico della nazione, cu -
rando la rubrica giovanile,
una intera pagina dedica-
ta agli itinerari educativi di
ragazzi, adolescenti e gio-
vani.
MAPUTO, MOZAMBICO
I 50 anni delle FMA in
Mozambico sono stati fe-
steggiati con una nuova
presen za a Moatize ,
scuola elementare e pro-
fessionale , catechesi par-
rocchiale, pastorale gio-
vanile . La casa è dedica-
ta a suor Vera Occhiena,
parente di Mamma Mar-
gherita, uccisa a Maputo
(cfr. foto) 20 anni fa , il 31
maggio 1982. Una donna
eccezionale che dedicò
tutto alla missione. Qual-
cuno allora parlò di marti-
rio.
BS MARZO 2003

2.8 Page 18

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Padre Carmine Cabiddu
U no dei miei vicini di
casa si chiam ava
Sento, c ioè Ben e-
DON
BOSCO
re li gioso da lui fondato),
sono mo lto benvoluti dal-
la popo laz ione, sia per
detto . Aveva un bel nome
ed era una brava person a.
Tuttavia gli altri lo sfuggi-
RITORNA
un a profezia sul Brasile,
fatta da llo stesso santo .
Don Bosco ebbe una v i-
vano a causa del mestiere
sione: un a grande città
che esercitava: faceva I'e- Un libretto di padre Carmine Cabiddu, che sorgeva in mezzo all a
sattore e riscuoteva le tas-
se gove rn ative. Natural-
mente tutti lo sfuggivano
per questa sua mansione
ingrata per lui e sgradevo-
c.p. edito nell'ottobre 2001,
dall'editrice extracommerciale dei Padri
Passionisti di Alghero, dal titolo
"Racconti Missionari", riporta a pagina 66
foresta dell 'Amazzonia.
Infatt i Brasilia, l'attuale
cap itale del Brasi le, è sta-
ta costruita in mezzo alla
c itata foresta . I primi mis-
le per gli altri . Per questo il racconto seguente col titolo sopraccitato. sionari sa lesia ni arri varo-
motivo non frequentava
no in Brasile ai primi del
più la chiesa e cercava d i
1900 e, in poco tempo,
"affogare" la sua tristezza
aprirono sc uo le nell e
nell 'a lcol. lo, ca pita la si-
prin c ipa li c ittà di questo
tuazione, un giorno andai
gra nde Paese. Il mio ami-
a trovarlo . D ap prima si
co Sento frequentò la
meravi gliò dell a mia v isita
scuo la med ia nel co ll eg io
inaspettata, po i ne rim ase
sa lesiano di Sa lvador, al
co ntento e, presto, di ven-
tempo della second a
tammo buoni am1 c1,
guerra mondia le. Un gior-
scamb iandoc i frequ enti
no, il direttore del co ll e-
visite . Qualche giorno do-
gio, fece arrivare un
po mi chi ese se potesse
cam ion ca ri co di generi
considerarmi suo f iglio
ali me ntar i, per sfamare i
adottivo, pur avendo altri
c irca duecento ragazz i
sei figli. Risposi che c
che si trovavano . Quan-
sarebbe stato per me un
do si trattò di paga re, il
grand e privi leg io e che
poveretto era disperato
accettavo volentieri. E co-
perché non aveva tutta la
la nostra ami c iz ia si
somma necessa ri a. Decise
co nsolidò. Ogni tanto mi
di ch iedere una dilazione
portava ge neri alim entar i
.~ ..~.;;r ,..,.
d i alcuni mesi . Sca ri cata
e rega li . Al le mi e rimo-
la merce, chiese all 'autista
stranze rispo se che tutti i
genitori si sentono fe l ic i
::.
~
""' ,.
-to ·~..
l'a mmontare de l debito .
GIi fu risposto che era sta-
quando posson o rega lare
to pagato da un altro
qu alcosa ai propri fig li. Per farmi co ntento inco- sace rdote in conta nti . 11 di retto re rim ase merav i-
minciò a freq uentare le funzion i religiose. Un gior- gli ato, perché nessuno all ' infuori di lui, trattandosi
no lo invitai a leggere una delle letture e approfit- di una grande somm a, aveva d ispon ibilità finanzia-
tai dell 'occasione per spiegare ai presenti che dob- rie . Ch iamò a raccolta tutti i re ligios i che si trova-
biamo vo ler bene a tutti, anche se alcun i rivestono vano nel co lleg io, ma nessuno aveva preso l' inizia-
degli incari chi che possono ge nerare co ntrast i. tiva.
In oltre, riscuotere le tasse era un lavo ro onesto, Poco dopo l'autista, vedendo un quadro appeso alla
anzi questo era i l lavo ro di un o degli aposto li , parete, indicò il sacerdote che aveva sa ldato il debi-
Matteo, scelto da Gesù . Un gio rno , trovandosi a to. Il direttore rimase merav igli ato, in quel quadro
casa mia, vo ll e racconta rmi un fatto straord in ario c'era la fotografia di Don Bosco, morto da più di cin-
successo quando era ancora ragazzo e studi ava in
un collegio salesiano della c ittà di Salvador, ca pi -
tale dello stato brasiliano di Bahia.
quant'ann i. Era avvenuto un miracolo. Tutti capirono
che il santo era ritornato sulla terra per aiutare i suoi
mi ss ionari. Il mio amico era stato testimone oculare.
Lo ringraziai per la sua deposizione. I salesiani, che
In Brasile vi è una grande devozione per san in seguito andai a trovare a San Sal vador, mi confer-
Giovanni Bosco, sia perc hé i salesiani (l' ordine marono la verid icità del fatto.
MARZO 2003 BS

2.9 Page 19

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PRIMA PAGINA 2
Giuseppe Palumbo
Intorno alla fine della
prima metà dell ' Otto-
cento, un giovan e sa-
DON
BOSCO se è convinto che l'alle-
gria faccia bene all'uomo;
infatti già da giovane stu-
EL'ALLEGRIA cerdote, Don Bosco, ri-
mane sconvolto nel ve-
dere i giova ni in carcere.
dente, a Chieri, aveva
fondato la "Soc ietà del-
1' Allegria" . Come mai
11 sacerdote co mprende
subito che la ca us a di
questi drammi è la po-
vertà. Allora si rimbocca
le m anich e e non si
risparmia; rac cog lie que-
sti "stracci umani " scarta-
ti e rifiutati, e ritenuti uti-
Il racconto inedito che riportiamo,
ancora su Don Bosco, si è classificato
primo nella sezione Narrativa-Saggistica
della XXI edizione del Concorso Letterario
Internazionale 1999 "Premio Santa Rita".
L'autore è un exallievo salesiano di Andria.
questa fiducia incondizio-
nata nell'allegri a? Don
Bosco è nato povero ed
ha sperimentato sulla sua
persona come l' allegria
sia il rimedio naturale
contro la miseria, contro
le debolezze umane, con-
li solo per essere sfruttati ,
tro l' ozio, contro i vizi,
e li fa gioc are, preg are,
contro il male, contro il
divertire. Provvede ai lo-
peccato. Emerge così,
ro bisogni più elementa-
sempre più, l' umanità di
ri, dando un ' istruzione,
questo prete, ed è bello
un t etto , un lavoro, un
scopri re come iI segreto
piatto di min estra calda .
educativo di Don Bosco
Don Bosco non pensa in
in fondo non sia altro che
pic colo e, sorprendendo
l' intuizione di un contadi-
amici, nem ici , parenti ,
no che dopo sacrifici e
co noscent i, sacerdoti, rea-
tanto studio ha compreso
1izz a oratori, scuole e
che per essere felici e per
chiese. Fonda anche una
diventare santi basta esse-
" Congregazione ". Cosa
re allegri.
non semplice co nsiderati
i tempi! Don Bosco è
riuscito nella sua grande
opera grazie ai pilastri
del suo " Sistema Preven-
tivo" che erano e so no (e
saranno) : Ragione, Reli-
gio ne ed Amorevolezza.
Il Nostro ha un a immane
fiducia nei suoi ragazzi .
Se si riesce ad evitare che costoro vadano in pri-
gione - pensa - probabilmente si può osare
anche di più. Forse si può tentare di far diventare
" santi " i ragazz i.
Non si deve trascurare
il fatto che Don Bosco ha
subito anche
degli atten-
tati; forse e' e-
ra chi non
AHociad one AMICI DELL.:UMDAIA .
Co,n.,,..e11c,..e11
voleva che i
ragazzi di Don
Bosco fossero
«Premio Santa Rita »
allegri; forse
e' era eh i te-
meva l'allegria.
Don Bosco, co-
munque, ha
E come riuscire in questa impresa? Con la pre-
avuto ragione .
ghiera? Sicuramente, ma non basta. Con la Ragio-
Ha realizzato
ne, la Religione e l'Amorevolezza? È fuor di dub-
fra i suoi ra-
bio, ma non basta. Con l' istruzione e il lavoro?
gazzi la San-
Certo, ma non basta . Don Bosco a tutto ciò
tità da una
aggiunge un "o lio" che, oltre ad esaltare tutti gli
spremuta di
altri ingred ienti , rende possibile fra i ragazzi il suo
preghiere, di
grande progetto . Questo "olio" è l'allegria! Il frutto
giochi, di po-
del suo progetto si concretizza in un ragazzo,
vertà, di igno-
Domenico Savio, per il quale la santità consiste ranza, di ragione, di religione, di amorevolezza e
nello stare allegri . Che soddisfazione per Don di allegria; ciò ci rende consapevoli dell 'esistenza
Bosco! E non è azzardato considerare Do-menico di una nuova pedagogia : quella dell'allegria. li ter-
Savio un nuovo Don Bosco! Il sacerdote piemonte- zo millennio ne ha bisogno.
O
BS MARZO 2003

2.10 Page 20

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II salesiani sono in Siberia a Yakutsk dal 1994...
Si occupano dell'oratorio ma anche dei cristiani
della loro grande parrocchia, sparsi all'intorno
in un raggio di un migliaio di km. Il territorio del grande
ghiaccio comprende circa tre milioni di kmq, sette
volte la Francia.
IUn lavoro non facile il loro che si scontra con tradizioni
consolidate. Gli Yakuti sono ancora in gran parte
animisti, oltre che per tradizione ancestrale anche
per contrapposizione politica: i Russi sono europei
e cristiani, i Siberiani asiatici e animisti. Qui uno
sciamano invoca lo " Spirito del Fiume".
I La vita quotidiana degli Yakuti si dipana tra caccia
e pesca lungo tutto l'arco dell'anno. L'estate in Siberia
dura solo due mesi con giornate senza notte, e tuttavia
il territorio permette solo poçhe altre coltivazioni
al di fuori di cavoli e patate. E vita veramente dura.
IGli animali più utili sono le renne. Non servono solo
per i viaggi. Le loro corna, ad esempio, che ricrescono
ogni anno, vengono tagliate quando sono ancora molli
sia per mangiarle sia per ricavarne medicine:
contengono enzimi immunitari, tanno bene
al metabolismo, curano l'impotenza.
MARZO 2003 BS
ILe renne si allevano anche per il lavoro e la macellazione.
A fine inverno si celebra la grande festa di questo
prezioso animale, che dona generosamente tutto
se stesso: il proprio lavoro, le corna per le medicine,
la carne per l'alimentazione, il pelo per le caldissime
pellicce ...

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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IOgni anno in gennaio si svolge una grande
manifestazione artistica, una gara di sculture (di ghiaccio
naturalmente!), che è contemporaneamente una grande
festa. Oltre a costituire uno svago per grandi e piccoli,
fa parte integrante della cultura siberiana: non si riesce
a immaginare un inverno senza questa festa.
ID'estate le feste assumono diverso aspetto
e colorazione. I vestiti sono luminosi e sgargianti, quasi
ad imitare lo splendore del Sole. Sono poche
le possibilità di svago da queste parti, e quando arriva
una festa, viene celebrata con grande ardore. Quasi
sempre finisce in colossali sbronze collettive.
IYysakh, festa del sole, è la massima delle feste.
La parrocchia salesiana di Yakutsk è intitolata a " Cristo
Sole di Giustizia" . Il titolo è stato appositamente scelto
per lnculturarsl In una regione dove Il culto del Sole
e primario. Spesso nelle campagne si trovano stele
del Sole (foto).
II pochi cristiani siberiani festeggiano Gesù come Il vero
Sole. A Natale si ripete l'antica tradizione del presepio
nella parrocchia salesiana. I figli di Don Bosco
continuano li loro apostolato con gli ingredienti tipici
del metodo: musica, canto, teatro, sport, catechesi,
preghiera.. .
ILa famiglia è "debole" a causa dei frequentissimi
divorzi. Spesso I ragazzi sono abbandonati a se stessi
e se ne prendono cura I parenti. In Siberia moltl sono
gli orfanotrofi (!) di Stato che curano questi "abbandonati"
fino al 17 anni. Poi essi sono liberi, e spesso cadono
preda dell'alcol.
ILa casa dei salesiani è aperta a tutti, cristiani e non.
Il saleslanq laico Frantlsek Spanlk lavora al centro
giovanile. E un artigiano del legno e d_el ferro e tiene
corsi professionali presso l'oratorio. E uno di quel
coadiutori che dove c'è un guaio di qualsiasi genere
riesce sempre a trovare la soluzione.
BS MA RZO 2003

3.2 Page 22

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LEiiERA Al GIOVANI
IL MIO CAVALLO
DI BATTAGLIA
Carissimo Cristian,
Non so da dove partire, se dalla tua bambina -
cinque anni sono pochi per evidenziare furbizia - o
dalle tue convinzioni. Il tema che vi accomuna è la
sincerità.
Comincio con la tua Sonia esuberante, chiacchie-
rina, pronta e acuta.
- Sonia, ma tu le dici le bugie al papà e alla
mamma'?
- Per forza - mi sorprende rispondendo.
- Ma perché dici le bugie'?
- Perché quando dico la verità, la mamma non ci
crede ... se dico una bugia al papà, lui mi crede.
Per il papà non ci sono vie di fuga. La coerenza
non gli permette di barattare. Il compromesso o
la convenienza non sono roba per lui.
Non accetto - dice - che la mia bambina possa
dire una bugia. Mi chiedo perché la dice. lo le crfdo
anche se so che non mi racconta la verità. E lo
sforzo che faccio con lei: provo a vedere se riesco
~ trovare un pizzico di verità in quel che dice.
E una tecnica ricca di meravigliosi risultati.
Trovo più utile percorrere la via della comprensio-
ne, della fiducia.
Fa più risultati lo sforzo di scoprire la verità
anche sotto le mentite spoglie della bugia, che
non ricorrere alla bugia come moneta per compra-
re soddisfazione o momentaneo trionfo.
Ho potuto constatare che la curva della mia cre-
dibilità presso gli altri è fortemente salita e quel-
lo che più conta è cresciuta in me stesso la gioia,
la serenità, l'approccio con la gente.
Ho capito che iuando giudico qualcuno in modo
critico, in realta non rivelo niente di lui, scopro
invece il mio bisogno di criticare, il mio rifiuto nei
suoi confronti.
Questa è la scommessa, questa è la mia sfida.
Ha detto la verità la mia Sonia, quando ti ha riba-
dito con forza che io le credo anche quando mi
dice la bugia.
La bugia è un modo diverso di dire la verità. Si
tratta di scoprirla.
lo ne faccio la prova e posso dirti di esserci riu-
scito.
La sincerità è il mio cavallo di battaglia.
Complimenti, Cristian, io sto dalla tua parte.
Tuo aff.mo
Carlo Terraneo
MARZO 2003 BS

3.3 Page 23

▲back to top
=========-i : ••••••••••••••••••••••
Continua la rassegna sistematica dei musei salesiani
sparsi nel mondo, soprattutto quelli missionari che sono
la grande maggioranza, e rendono giustizia dello
straordinario lavoro di evangelizzazione ma anche di
acculturazione operato dai figli di Don Bosco là dove
l'obbedienza li ha destinati.
MUSEI SALESIANI
-~.
~~;_'<·
"-''~
~--,.,
••
IL MUSEO PADRE RASETTO
DIHUANCAYO
di Maffioli/Herrera
•••••••••••••••••••
Un altro museo creato dall'intelligenza e dall'amore per la cultura di un
sacerdote salesiano, don Vincenzo Giovanni Rasetto, che ha curato le
prime collezioni con le sue stesse mani, imbalsamando personalmente
esemplari di flora e fauna del luogo.
La città di Huancayo.
•••
.••••••••
:•••••••• 1..=:======::::::;;::====;;;__
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MARZO 2003 • •

3.4 Page 24

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• • • • • • • • • • • • •
•••••••
•••••••
••••••••••••••••••••••••••••••••
LE ATTRATTIVE
DIHUANCAYO
Il capoluogo conserva notevoli
attrattive turistiche : la Capii/a de
la Merced, il luogo dove, nel
•••••••
•••••••
•••
1830, si riunì l' assemblea costi-
tuente del Perù indipendente, e vi
è conservata un'importante colle-
zione di pitture di stile di Cu-
squeno. Il Convento de Santa Ro-
sa de Ocopa, situato a 25 chilo-
metri da Huancayo; è stato co-
struito 250 anni fa come avampo-
sto nell'evangelizzazione dell'A-
mazzonia. La sua biblioteca cu-
stodisce 25 .000 volumi, alcuni
dal XVI secolo; vi sono inoltre un
museo di storia naturale ed una
chiesa, ricostruita nel 1905, che
contiene alcuni preziosi altari di
legno intagliato.
••••
I salesian i giunsero a Huancayo
nel 1923 ed aprirono una scuola
ed un oratorio. Nel 1973 l'attività
didattica fu arricchita da un Ceramiche della-cultura chancay.
museo e fu il salesiano don Vin-
cenzo Giovanni Rasetto ad ini-
ziarlo. Don Rasetto era nato a To- l'attività didattica prima a Lima,
rino nel 1913. Diventato salesia- poi a Cusco, Huancayo e Ayacu-
no nel 1929 fu assegnato alla cho. A sessant' anni , smesso l' in-
••••••••••••••••
Padre Vincenzo Rasetto, Iniziatore
del Museo.
11 dipartimento peruviano di
Junfn (43.384 km 2 e oltre
100.000 abitanti) è situato
nella regione centrale delle Ande .
Nei suoi confini sono comprese
sia una porzione di giungla sia
missione del Perù. Ordinato sa-
cerdote nel 1938 iniziò subito
segnamento, decise di dedicarsi a
tempo pieno alla sua passione: le
scienze naturali. Per anni il Ra-
setto aveva trascorso il suo tempo
libero a catturare rari esemplari
di uccelli, di insetti e di mammi-
feri, che aveva imparato ad im-
balsamare e che utilizzava per la
sua attività didattica. Nel 1973
don Rasetto decise di fondare un
parte della sierra. Il suo capoluo-
museo di scienze naturali che ac-
go è la città di Huancayo, posta a
cogliesse l'abbondante materiale
3.271 m sul livello del mare e
che aveva raccolto. Il salesiano
collocata nel bel mezzo della
aveva compreso che la scuola e
valle di Mantaro, sulla sponda si-
lo sport non erano sufficienti a
nistra dell'omonimo fiume. Il di-
colmare il divario formativo che
•••••••••••••••••
••
partimento un tempo era abitato
dagli Huancas, una popolazione
feroce che fu conquistata dall'in-
ca Pachacutec nel 1460. Huan-
cayo allora fu trasformata in un
Tambo (in Europa si sarebbe detta
una stazione di posta) sull'impor-
tante asse viario denominato Ca-
minos del Inca. Nel 1534 la re-
gione fu occupata dagli Spagnoli
al comando di Francisco Pizarro
e nel 1571 fu fondata la città di
Huancayo.
MARZO 2003 BS • • • • • • • • • • • • • • • • •
••
Ceramiche della cultura inca.
• ••••• ••• •••• •• •• • ••
••
separava il Perù da tante altre na-
zioni scientificamente più avan-
zate .
IL MUSEO RASETTO
L'inizio del museo fu necessa-
riamente modesto: gli esemplari
erano esposti in un locale di 60
m2. Dal 1977 si creò una nuova
disponibilità: fu liberato un salo-
ne di 1000 m2, un tempo utiliz-
zato dagli studenti interni. Intanto
• • • • • • • • ·• • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
••

3.5 Page 25

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• •••••••••••••• ••••• •••••••••••••••••••••
~=:;::;;;:;;::=;:;;;;;;;;;;;;;::;;;;;;;;;;:;::=::;;=====;;;:;;;;:::::=========:::;;;;;;;::=::::::::=::;;:::::=::::::=::=;;;:;;;;;;;:;::===============i1 :
Condor andino.
I Un vitello con due teste. (Il museo ospita anche altri
errori genetici naturali, come un pulcino con quattro
zampe e quattro ali, un maiale con due corpi, otto zampe
e una testa, ecc.).
chì di tre elementi di straordinario
valore: Jesus Leon Gonzales, Ar-
••••••••••••••••••
mando Carrasco Coronado e Da-
vid Motta Perez; i primi due, pro-
fessori in scienze naturali ed
esperti tassidermisti, realizzarono
tutta una serie di diorami, il terzo,
un archeologo, catalogò tutti i re-
perti conservati nel museo.
Il museo può oggi offrire a tutti
i visitatori, soprattutto agli stu-
denti, più di 7000 esemplari di
uccelli, mammiferi, rettili e inset-
ti ; 250 campioni dell'erbario, 800
Mummia chancay.
le collezioni di don Rasetto au-
mentavano; alle sezioni zoologica
ed entomologica se ne erano ag-
giunte altre : quella archeologica,
l'etnografica, la numismatica, la fi-
latelica, un erbario e una piccola
biblioteca che si arricchiva conti-
nuamente grazie alle donazioni di
benefattori italiani. Senza dubbio
un anno importante per il museo
fu il 1979, quando il piccolo grup-
po dei curatori del museo si arric-
•••• • •• • ••• •• • •• ••• •• • ••• ••
Esemplari
•••• •• •
di uccello carpentiere.
• • •• • •• •• • •• • •
Caimani.
reperti archeologici, 600 minerali
e 500 conchiglie e una collezio-
ne filatelica con più di 10.000
esemplari , per non parlare della
biblioteca che conserva più di
1000 volumi specialistici. L'e-
sterno del museo è umile e sem-
plice come lo era iI carattere,
schivo, di don Rasetto, ma all'in-
terno vi è rappresentata l' infinita
varietà di quanto vi è sul territo-
rio peruviano : è la più completa
raccolta di quanto si può trova-
re, di vivente e di inanimato,
sulla sierra .
• • • • • • • • • • • • • • BS MARZO 2003
•••••••••••
••••••••••••••••••

3.6 Page 26

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••••
assieme ad uno scheletro di bale-
na e ad alcuni crani umani repe-
riti durante gli scavi archeologici;
insetti maestri nel trasformismo
per adeguarsi al variare dell'am-
biente, scarafaggi verdi fosfore-
•••••••••••••
scenti, una infinità di cavallette,
di grilli, di formiche, di farfalle, di
mantidi religiose e di tantissimi
altri insetti. Una sezione è dedi-
cata agi i abitanti del mare. Ac-
••••••
canto al corallo azzurro è collo-
cata una gran varietà di stelle ma-
rine, di molluschi e di conchiglie;
pesci palla e ricci di mare con un
corpo rotondo a forma di palla e
con tante spine da sembrare un
porcospino. Gli uccelli sono
esposti accanto ai loro nidi, alcu-
ni dei quali davvero curiosi sia
per la forma sia per la ricchezza
della tessitura . Trova posto nel
••••
La vetrina delle farfalle.
museo una gran quantità di pap-
pagalli, di alcioni, di condor e di
colibrì; non mancano alcuni
esemplari di più domestici galli-
RICCHEZZA
nacei, di civette e di pellicani.
DI COLLEZIONI
Gli esemplari di animali messi in
mostra spaziano dai mammiferi
Il primo ambiente del museo è ai rettili: leopardi, lontre di fiume,
dedicato alla storia naturale; sono orsi, scoiattoli, volpi, tartarughe,
esposte ossa di animali domestici coccodrilli e serpenti. Altri esem-
plari provengono da ogni parte
I del mondo : dal Giappone giun-
Esempio di lotta per
la sopravvivenza: il serpente
e la mangusta.
gono i molluschi, dall'Africa al-
•••••••
cuni tipi di ragni, pesci dalle Fi-
lippine, echinodermi dall'Italia e
pietre dal Marocco.
Un ampio spazio è dedicato al-
l'archeologia che presenta reperti
scavati in ogni parte del paese e
rappresentativi della grande cul-
tura inca, ma i più significativi
sono quelli legati ai più antichi
abitanti del territorio, gli Huan-
cas. Un posto d' onore è dedicato
ad una importante reliquia della
famiglia salesiana, la cappa epi-
scopale di monsignor Giovanni
Cagliero, il primo vescovo e car-
dinale salesiano e apostolo della
••.
Tipici uccelli peruviani.
Patagonia. L'abito è passato in di-
verse mani finché nel maggio del
1984 è giunto tra le collezioni
del museo .
Maffioli/Herrera
=========================-
.•••••••••
• • MARZO 2003 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.7 Page 27

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L'AMICIZIA
COME RELIGIONE
di Jean-François Meurs
Per la riflessione di questo me-
se, porto alcune testimonian-
ze di una classe di giovani di
17/18 anni dopo tre giorni di ritiro.
Un'esperienza di gruppo che riba-
disce che l'amicizia è uno dei
valori più affermati tra i giovani.
Anzi , assume le caratteristiche di
un assoluto: la vogliono eterna,
perfetta, universale, luminosa, tra-
sparente: l'amicizia è una religio-
ne. Essi preferiscono illudersi piut-
tosto che confessare che è minac-
ciata o che non esiste. Quando
scoprono la verità, vanno in tilt, e
tutto è rimesso in questione. Se
l'ateismo può anche essere preso
in considerazione , dire che l'amici-
zia non esiste sa di bestemmia.
Meglio così : è la prova che Dio,
che ci ha fatti per l'amicizia, è una
persona per bene!
Per me i valori più importanti
sono l'amicizia, la confidenza, il
rispetto, l'ascolto, la gioia, l'umori-
smo, l'aiuto reciproco, il supera-
mento di sé. Quando siamo tra ami-
ci, ci sopportiamo volentieri, ci fac-
ciamo confidenze reciproche, sap-
piamo migliorarci, scendere nel
profondo di noi stessi. Quando ab-
biamo degli amici, tutto è possibile.
Lara
Le ragazze sono particolarmente
sensibili all'ipocrisia che distrugge
l'amicizia. Sono le prime a denun-
ciare i maschi, ma, a loro dire,
sono anche abili a dissimulare i
sentimenti e a fingere. Molte tra
loro, dopo aver lasciato esplodere
la loro collera o la loro delusione,
aggiungono: "Grazie, ragazzi , per
la vostra semplicità", "Meno male
che c'eravate, senza di voi non
avremmo saputo che cosa fare!".
Voglio che la mia vita sia costrui-
ta su valori come la sincerità, la lar-
ghezza di vedute, e un 'amicizia
eterna. Gli "Ipocriti", io li radio dalla
mia vita, non esistono più, non mi
toccano. Voglio una vita dove pos-
sa incontrare gente onesta che non
gioca coi sentimenti. Una vita con
vere amicizie, insomma.
Barbara
Ecco ciò che mi
ha meravigliato:
siamo arrivati con
buono spirito; si
voleva fare di que-
sto ritiro un'occa-
HO PERDUTO LA, (
CARTA D'IDENTITA,
fv1/ HANNO RUBA-
TO L.A BIGI, HO
tvtA NON
J:,:'11/v'JPORTA:
HO SEMPRE
MfCJ//
sione per migliora-
re le nostre rela -
zioni. Ma , per ra-
gioni che ignoro,
questo spirito di
~ ' PAìTO O/LECG/t
CfJN 3 ESA!vf f,,. :';\\
gruppo si è lenta-
mente disgregato,
man mano che
J
~
procedeva il ritiro.
È un vero peccato
che certe persone non riescano a Per le ragazze, l'amicizia deve
essere sincere, non avrei mai essere dichiarata. È palpabile nel
immaginato una tale ipocrisia . Ciò colloquio che crea e mantiene la
che mi ha deluso di più, tuttavia ,
è il fatto che questa ipocrisia è
tanto ben dissimulata che si rie-
sce a dare l'impressione che sia-
mo un gruppo unito. Questo mi
abbatte fortemente . Mi rendo con-
to che le relazioni sincere sono
cosa rara. Non siamo capaci di
comunicazione , il contatto, e nella
durata. Il silenzio nel quale i ragaz-
zi spesso si rifugiano crea disagio.
Per essi , l'amicizia consiste in
momenti forti , intermittenti; in azioni
fatte assieme. L'amicizia è essere
utile .
vivere in società.
Elodie Il mio progetto di vita è avere un
impegno dove io possa aiutare gli
I ragazzi sanno esprimere con mol- altri, non avere l'impressione di
ta chiarezza e determinazione il essere inutile. Ciò che spero so-
loro desiderio di essere persone di prattutto è di conservare le mie
cui ci si può fidare . Tra loro la fran- amicizie assodate, e non essere
chezza è un valore molto apprez- lasciato solo.
zato .
Thomas
Bisogna farla finita con le baruf-
fe, le offese. Vorrei costruire una
vita senza «maschi» , una vita
dove le relazioni con la famiglia e
gli amici siano veramente impor-
tanti.
Malik
Alcuni di noi, purtroppo, si servo-
no degli altri. Fortunatamente sono
una minoranza. Il mio progetto di
vita sarebbe di sapermi orientare
tra coloro che amo, scoprire nuove
amicizie, conservando tuttavia le
vecchie e più fedeli!!! Vorrei, per-
ciò, privilegiare le relazioni sociali.
Proprio questa considero la cosa
più importante. Meritare la confi-
denza, rispettare le persone, non
essere ipocrita, questi concetti per
alcuni devono essere continuamen-
te ribaditi!
Steve
lo voglio portare gioia, buon
umore nella vita di coloro che mi
circondano e che, spero, mi cir-
conderanno, anche se so che la
vita non sempre lo permette. In
tutti i casi, spero di riuscire... E il
mio più grande progetto di vita per
il momento è conservare i miei
amici.
Mauro
L'amicizia dà sicurezza, e assicu-
ra pace e armonia. È vero che
i giovani nella loro testa costrui-
scono i propri amici a loro imma-
gine e somiglianza, come degli
specchi di se stessi. È solo un po'
per volta che scoprono il valore
dell'alterità, e si convincono che la
distanza e la differenza non nuoc-
ciono all'amicizia. L'amicizia ci
parla di Dio.
O
BS MARZO 2003

3.8 Page 28

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La vita di santa Maria Domenica Mazzarello
MAIN MILLE GIORPENRI diGraziellaCum
··
I Suor Caterina e il grafico
lavorano alacremente
alla realizzazione
del CD.
Due anni di gestazione.
Mille giorni di lavoro in
équipe per rileggere la
storia di Main, la donna
che tradusse al
femminile i sogni di Don
Bosco. Attraverso un CD
multimediale interattivo,
le Figlie di Maria
Ausiliatrice hanno
voluto narrare
l'avventura della loro
fondatrice, che continua
nella loro vita.
,f
L' ho pensato, la prima
~~
volta, dieci anni fa . E
''
oggi questo progetto
che presenta in modo nuovo, trasfi-
gurato, attraverso tutte le possibilità
che le nuove tecnologie permettono,
la vita di Maria Domenica Mazza-
rello è realtà». Queste le prime bat-
tute di un'intervista a suor Caterina
Cangià, l'ideatrice e regista del CD
multimediale in nove lingue, il cui
contenuto si snoda attraverso stu-
pendi videoclip musicali, il pellegri-
naggio virtuale sui luoghi dove la
Santa è vissuta, la lettura attenta ed
evocativa della storia di famiglia e
persino un gioco che permette di
memorizzare gli eventi più impor-
tanti di una vita.
MARZO 2003 BS
Un carisma per flauto e orche-
stra, questo è il titolo del CD, si
esprime con una metafora. La regi-
sta è fortemente convinta che il ca-
risma è l'unica partitura suddivisa
in parti diverse per strumenti musi-
cali di ieri e dell'oggi storico e cul-
turale. Legni, ottoni, tastiere, per-
cussioni, voci, archi e strumenti et-
nici attualizzano il carisma sulla
melodia interpretata con semplicità
e passione da Maria Domenica.
«C'è il cuore di Don Bosco nella
partitura suonata. Sono sicura che i
giovani sono in ascolto di questi se-
gnali. Da qui prenderanno il "la"
altri strumenti».
Dello stesso pensiero è madre An-
tonia Colombo, la superiora genera-
le, quando nell'introduzione al li-
bretto del CD scrive: «L'esistenza
di Maria Domenica, ritmata sul
cuore di Dio, è testimonianza che
continua nel tempo a contagiare
altre giovani esistenze perché sco-
prano la loro irripetibile vocazione e
imparino a suonare il loro specifico
strumento armonizzandolo con l'in- ·
sieme». Dal punto di vista comuni-
cativo sono due i poli su cui si gioca
l'equilibrio del CD. Da una parte la
vivacità del linguaggio dei video-
clip. Nove canzoni originali percor-
rono l'esistenza e i sentimenti di
Mai:n presentando i giorni di ven-
demmia; le ore della festa; il ritmare
del tempo; la coralità delle sorelle.
Il secondo polo è costituito dalla
documentazione storica che riguar-
da le origini dell 'istituto, la carrella-
ta delle superiore generali e delle
sorelle sante che hanno connotato e
connotano il fluire e il concretizzarsi
del carisma fino ad oggi. Il potere
evocativo dell'immagine rende affa-
scinante anche la parte storico-do-
cumentativa, memoria e radice di
futuro.

3.9 Page 29

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in lingue e linguaggi per l'oggi.
Uno dei momenti della
rappresentazione teatrale del CD.
Videata di una delle canzoni
presentate nel CD.
I NUMERI DEL CD
Sono stati 1000 i giorni di lavoro,
senza contare quelli della gestazio-
ne nella mente della regista e crea-
trice; 14 persone hanno curato la
programmazione, la grafica, le ri-
prese video, il montaggio, le musi-
che; 8 sono stati i traduttori per le
lingue del CD: italiano, francese,
inglese, spagnolo, portoghese, tede-
sco, polacco, portoghese/brasilia-
no, arabo. Altri 8 traduttori hanno
fatto da supervisori; 26 le voci del
coro, senza contare coloro che
hanno realizzato la stampa del li-
bretto e del CD per la Casa Editrice
MULTIDEA. Ma i numeri rimango-
no freddi se non gli si dà un 'anima.
Appunto quell'anima che ha conta-
giato tutte le persone che hanno la-
vorato per la realizzazione di questo
CD. Prima di mettere mano al com-
puter, alla videocamera o alla tradu-
zione si sono lette la biografia di
Maria Domenica Mazzarello. Alcu-
ne di loro sono state a Mornese per
potersi immergere nella terra della
Santa. Chi non ha potuto compiere
questo viaggio, l'ha messo in pro-
gramma per i prossimi mesi.
Una particolare vicinanza con
Mai:n l'ha potuta sperimentare Ro-
berto Gori, il giovane compositore-
direttore d'orchestra, che da più di
10 anni lavora con suor Caterina, e
ha metabolizzato in pieno il cuore
del carisma salesiano. Prima di
comporre ognuna delle nove splen-
dide canzoni, rifletteva sui nuclei di
meditazione preparati dalla regista
che pure confluivano nel testo dei
canti. Ne sono scaturite melodie fi-
nissime che, insieme alle immagini
dei videoclip, riescono a donare una
biografia attuale e insieme trasfigu-
rata di Maria Domenica Mazzarello.
DEDICATO A CHI?
È stato chiaro già in partenza che
la storia multimediale di Mai:n fosse
destinata a un grosso pubblico. La
fatica della traduzione in otto lin-
gue, la scelta di immagini di tutto il
mondo confermano il preciso obiet-
tivo dell ' autrice: «Ho voluto fo1te-
mente tenere presenti i cinque conti-
nenti, non solo geograficamente, ma
nelle realtà più significative ed evo-
cative della ricchezza di una storia
che continua anche oggi nelle scelte
educative delle sorelle». Proprio per
questo, protagonista non è solo
Maria Domenica Mazzarello, ma
tutte le Figlie di Maria Ausiliatrice
di ieri e di oggi, come si legge nel
sottotitolo della copertina del CD.
«Lei e noi - aggiunge suor Cateri-
na -. Lei flauto e noi orchestra.
Realizzare questo lavoro è stato
per me provare un innamoramento
verso la persona della mia fondatri-
ce. L'ho riscoperta nella sua terra.
Tra i filari delle viti. Nei lunghi e
dolcissimi tramonti di Mornese. Ho
capito quale influsso può aver
avuto l'ambiente naturale sulla sua
personalità dolce e forte ad un
tempo. Mornese è un ambiente che
non può inasprirti».
Nei testi delle canzoni sono rac-
colte in forma poetica le intuizioni
che l'autrice ha percepito in questo
viaggio della memoria lungo il
cammino di Ma'in. «Penso che la
sua preghiera fatta vita, la capacità
di dialogo educativo, la freschezza
dei rapporti, il continuo ricorso al
cuore siano l'esito naturale di quella
pratica materna che Maria Domeni-
ca ha imparato nella sua grande fa-
miglia, dove si prendeva cura dei
più piccoli, dove i gesti della mater-
nità erano pane quotidiano e tessuto
delle relazioni». Un tesoro così
grande doveva essere fatto con'?sce-
re in lingue e linguaggi nuovi. E ap-
punto ciò che si erano proposte le
Figlie di Maria Ausiliatrice. Vista la
meravigliosa realizzazione, viene
confermata la dedica. Prima di tutto
il CD è destinato alle nuove genera-
zioni di gi9vani e di sorelle di tutto
il mondo. E dedicato alle exallieve e
a tutti i membri e simpatizzanti
della Famiglia Salesiana.
Mai:n, come Don Bosco, ci dice:
«Voi compirete l'opera che io inco-
mincio: io abbozzo, voi stenderete i
colori». Mai:n c'invita a riscoprirla
attraverso un prodotto che utilizza,
sì, le nuove tecnologie, ma nel quale
"a prevalere sono l'evocazione e il
simbolo .. . e che offre una pista aper-
ta che rimanda oltre". Segnala le
strade del rinnovamento. Insegna a
camminare, a inventare, perché agire
è il verbo della speranza.
D
Per richiedere il CD
Multidea srl, Via S. Maria della Spe-
ranza 11 - 00139 Roma
e-mail: multidea@multidea.it
sito web: http://www.multidea.it
BS MARZO 2003

3.10 Page 30

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M IL
ES E IN
LIBRERIA
t,Aorante
a cura di Giuseppe
~~~
LE NOTTI
DI PINOCCHIO
Riflessioni per giovani
provocazioni per adulti
di Luigi Guglielmoni
e Fausto Negri
ELLEDICI ,
Leumann (To) , 2002
pp. 190
Libro originale ed attua-
le. Si riflette sulle notti
del famoso burattino. Il
tema della notte è attua-
le e affascinante. Pinoc-
chio vive la notte (cioè il
buio) della coscienza, del-
la violenza, dell'onestà,
degli affetti, dei desideri,
della fede. In parallelo,
oggi , i giovani conside-
rano la notte uno spazio
di libertà e di relazioni al
di fuori degli schemi, dei
condizionamenti, delle ipo-
crisie. Cercando di uti-
lizzare tutti gli elementi
simbolici presenti nel
testo, gli autori del libro
offrono vari spunti di ri-
flessione e alcuni salu-
tari stimoli. Per una mi-
gliore utilizzazione del
materiale sono state in-
serite, alla fine di ogni
capitolo e nelle note, ul-
teriori considerazioni e
documentazioni utili agli
educatori, come statisti-
che, domande, piste di
ricerca nella letteratura,
nell'arte, nella musica.. .
MA RZO 2003 BS
GLI ANGELI CHI SONO? EUCARISTIA
ECCO LO SPOSO,
di Kathleen Long Bostrom TENEREZZA E SOGNO USCITEGLI INCONTRO
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Leumann (To) , 2002
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pastorali sul sacramento
pp. 76
Paoline, Milano, 2002
del matrimonio
IL PARADISO CHE
COS'È?
ELLEDICI ,
Leumann (To) , 2002
pp. 284
di Francesco Pilloni
Effatà,
Cantalupa (To) , 2002
pp. 272
pp. 76
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UN MUSULMANO
Le domande dei bambini ...
Aspetti sociali e pastorali
Non sempre gli adulti san-
di Giancarla Perotti Barra
no dare le risposte adatte.
Effatà,
Parlare degli angeli ai bam-
Cantalupa (To) , 2002
bini è sempre un dono d'a-
pp. 160
more e di speranza. Bam-
bini e angeli sono realtà vi-
Il primo testo propone la vi-
cine. Il primo volumetto ri-
sione sponsale dell'uomo -
sponde a queste domande
creato da Dio uomo/donna
(che sono anche di tanti
a sua immagine - e il rap-
adulti) . Il secondo testo,
porto tra Dio e l'uomo, Cri-
semplice e incantevole, par-
sto e la Chiesa. La lettura
la del paradiso a grandi e
è antrolopogica, teologica
piccoli. I bambini sono mol-
e pastorale. La comunità
to incuriositi dal paradiso:
"Com'è fatto?"; "Dove si
trova?"; "Che cosa faremo
lassù tutto il tempo?"; "Po-
trò tenere con me il mio
gattino?". Per aiutare a tro-
vare le risposte, l'ultima
parte dei due volumi forni-
sce molte notizie sugli An-
geli e sul Paradiso, con
fonti di riferimento biblico. I
due volumetti, splendida-
mente corredati da piace-
voli illustrazioni e disegni,
sono a cura di Elena Ku-
charik .
Cristo nell'eucarestia non è
presente solo come amico,
confidente, consolatore. Sa-
rebbe riduttivo per la fede
e la vita. L'eucaristia è l'e-
stremo tentativo di Dio di
rivelarsi; appello silenzioso
per i discepoli, affinché tra-
sformino la società in cor-
po di Cristo. A chi lo acco-
glie gli si apriranno gli
occhi , gli si infiammerà il
cuore e ritornerà in comu-
nità per annunciare la sua
"risurrezione". Con essa i
cristiani sanno di incidere
sul futuro della storia; sono
consapevoli che dalla loro
cristiana appare come luo-
go di tutte le vocazion i. Il
secondo offre uno studio
su un argomento attuale e
diffuso, descrivendo tutti gli
aspetti concreti del proble-
ma. È strumento interes-
sante per chi vuol cono-
scere l'Islam nella visione
della coppia e della fami-
glia, negli aspetti storici e
culturali. I testi si rivolgono
a chi è interessato al ma-
schile/femminile , alla fami-
glia ed in particolare agli
operatori pastorali che ac-
compagnano il cammino
delle coppie.
decisione di spezzare il
proprio corpo e offrirlo co-
me pane consacrato all'u-
manità, dipende anche se
la storia sarà il volto del
Dio della tenerezza oppure
il Dio mercato che accu-
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4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~ eoucAl 1Ro I
IL SEGRETO DI
DON MILANI
di Mario Lancisi
PIEMME ,
Casale M. (Al), 2002
pp. 208
LA FAMIGLIA E IL SUO
PROGETTO EDUCATIVO
di Lorenzo Macario
EDB, Bologna, 2002
pp. 48.
I SILENZI DELL'ANIMA
Una madre, il figlio
e l'alcol
di Silvana Di Nauta
Paoline, Milano, 2002
pp. 166
LA COMPAGNIA
DELLA FEDE
di Eugenio Fizzotti
pp. 64
PER UNA LAICITÀ
APERTA
di Mario Toso
Lussografica,
San Cataldo (Cl), 2002
pp. 96
A due domande importanti
deve rispondere un genito-
re : che tipo di uomo voglio
che diventi mio figlio? Co-
me devo comportarmi per-
ché lo diventi? Il testo ri-
sponde proponendo una
serie di riflessioni e di
esempi concreti della vita
familiare . Si intende aiuta-
re i genitori a discernere la
loro immaturità, a prender-
ne atto e a cercare di pro-
cedere verso un migliore
equilibrio, insieme al figlio
Si presenta uno straordina- che viene educato. Nel se-
rio ritratto attuale di questo condo libro si descrive la Nel primo libro si dice che
luminoso profeta nelle te- storia di una donna, con un una vita illuminata dalla
stimonianze di alcuni per- matrimonio sbagliato alle · fede deve proporsi come
sonaggi che ne hanno su- spalle, un figlio difficile e visione globale e respon -
bito il fascino: Luigi Ciotti, una triste realtà con la sabile ricerca di senso. So-
Andrea Riccardi , Silvano quale fare i conti quotidia- lo così Dio non appare un
Piovanelli, Oliviero Tosca- namente. Alle sue paure, "totem accigliato" che ca-
ni , Sergio Castellitto, Jo- errori, solitudine, subentra stiga o un amuleto che
vannotti. Insegnava che il riscatto , perché decide di promette surrogati di teli-
l'unica cosa decente da ribe llarsi e di uscire dal si- cità. Da un punto di vista
fare è stare in alto, cioè in lenzio per intraprendere il psicologico, l'educazione re-
grazia di Dio, mirare in cammino che la porterà a ligiosa è stimolo a far ma-
alto, per noi e per gli altri, e scoprire un nuovo modo di turare la persona in senso
"sfottere" crudelmente non vivere l'amore.
autonomo per scelte re-
chi è in basso, ma chi mira
sponsabili. Il secondo volu-
in basso. Con parole forti e
me riflette sul tema della
appassionate infiammava il
laicità, che oggi per l'emer-
cuore dei suoi giovani
gere di diffusi bisogni reli-
esortandoli a farsi poveri
giosi , e per problemi scot-
per arricchire di senso la
tanti quali: scuola statale e
vita. Scelse la povertà radi-
privata, eutanasia, manipo-
cale . I suoi sono i tratti di
lazioni genetiche, ecc. sem-
una vita spesa per affer-
bra in crisi proprio come
mare la solidar.ietà nei con-
"etica laica". La laicità, se
fronti dei poveri, il prezzo
non è aperta alle tradizioni
del sapere come emanci-
etiche e religiose, anche
pazione personale e socia-
se deve essere vissuta me-
le, il primato della coscien-
diante coscienza critica,
za nell'etica e nella dignità
non pone che artifici astrat-
di ogni uomo.
ti e pericolosi.
·
MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO
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MISSIONI E
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E-mail: vis@volint.it
•v1oes (Figlie di Maria
Ausiliatrice)
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segreteria@vides.org
SERVIZI CIVILI E
SOCIALI (SCS)
Obiezione di coscienza
Emarginazione
e disagio giovanile
Tel. 06.4940522
E-mail: scs@cnos.org
GRUPPI SAVIOCLUB
Tel. 06.4450257
E-mail:
mspreafico@pcn.net
BS MARZO 2003

4.2 Page 32

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-
OFRANCESE
O RELIGIOSO
di Antonio Miscio
Un coadiutore nella tempesta delle
leggi anticlericali francesi... Le
scelte dolorose per essere quello
che era: un francese e un religioso
salesiano.
,'E' qui Marius Charamel di Giovanni e Maria
Francoeur, nato a Grenoble il 20 luglio
1880? Deve venire con noi in questura !" .
Così , due questurini che si erano presentati in portine-
ria . Siamo al 9 luglio 1940, la guerra contro Francia e
Inghilterra era scoppiata da poco più di un mese e
Charamel , francese , era un ipotetico nemico. Vani i
tentativi di spiegazione, le implorazioni; vane la mera-
viglia e l'incredulità del direttore e dei confratelli. Cha-
ramel, il maestro di musica e di banda, il professore di
francese, l'autore di pregevoli .lavori per l'apprendimen-
to della lingua francese , il compositore, viene portato
via. Così è la guerra con le sue assurdità.
I Sampierdarena. A sinistra i due cortili degli artigiani,
a destra il cortile dell'oratorio. La chiesa di S. Gaetano
fu distrutta dalle bombe nel 1943 e ricostruita nel 1955.
MARZO 2003 BS
Sampierdarena 1934. Marius Charamel sfila con
la sua banda.
IN CARCERE
Si viene a sapere che Marius è stato rinchiuso nel car-
cere di Marassi a Genova.. . lui, un francese di fatto ita-
liano , ma che per il fatto stesso di essere entrati in
guerra con la Francia diventava un
pericolo per l' Italia. Le leggi di
guerra in certi casi riescono anche
a diventare ridicole. Ma chi era in
realtà questo "pericoloso" (!) coa-
diutore salesiano? Fuggito nel
1901 dalle inique leggi che l'anti-
clericale Combes stava per emana-
re e cioè la soppressione delle
"corporazioni religiose", la confisca
dei beni ecclesiastici (figurarsi se
poteva mancare una ordinanza del
genere!) , il divieto alle congregazio-
ni religiose di insegnare, Marius
Charamel, assieme ad altri salesia-
ni francesi approda in Italia, mentre
nella sua patria vengono chiuse e
messe all'asta le case dell'ispetto-
ria salesiana di Parigi, secolarizza-
te, angariate con spietatezza e
costrette a mille sotterfugi per far
sfuggire all 'annientamento le atti-
vità dell'ispettoria di Marsiglia. Egli ,
poco più che ventenne, messo
davanti all 'alternativa dalle autorità

4.3 Page 33

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della nazione che aveva fatto del trinomio "Liberté,
égalité, fraternitè' la sua bandiera, di essere o francese
o religioso, non volle rinunciare a nessuna delle due
qualifiche e decise di restare francese - fuori della
Francia - e religioso.
ECCO LA STRADA
Ad Este si getta nel lavoro che gli piaceva di più , la
musica, e allestisce una fanfara che ben presto diven-
ta l'anima di tutte le feste. Lui stesso diventerà un lea-
der indiscusso tra i ragazzi, giudice delle vertenze ,
amico e insegnante ricercato . E non dimentica mai di
essere francese . Tanto che quando nel 1914 la patria
si trova in pericolo egli corre al suo posto di combatti-
mento. Ma tornerà in Italia che ormai aveva eletta a
seconda patria. Resterà a Sampierdarena fino al 1940,
riverito maestro di musica che dirige con entusiasmo
l'inno patriottico "Il Piave mormorava..."; che guida, lui
repubblicano convinto , la "Marcia Reale" quando le
autorità vengono in visita all 'Istituto; che quasi si diver-
te, ridendosela probabilmente sotto i baffi, lui figlio del-
la Terza Repubblica, quando fa eseguire dalla sua
ba11da. l'inno del Re d'Italia, o, addirittura "Giovinezza,
giovinezza" ... Tutto questo patriottismo non gli scon-
giura la galera... Forse i questurini che quel 9 luglio
vennero a prelevarlo per portarlo a Marassi non lo
sapevano, ma dovevano certamente saperlo il prefetto
della città, il questore , i comandanti delle varie armi
che sempre nelle feste di collegio erano tra gli invitati,
e sedevano in prima fila ad ammirare con gli occhi e
con le orecchie le perfette esecuzioni di Marius Chara-
mel , il barbuto maestro che tutto poteva sembrare
eccetto che un nemico dell'Italia, a tutti poteva assomi-
gliare eccetto che a un uomo pericoloso. L'avevano
ammirato tante volte, eppure ... . La guerra è cieca, sor-
da, insensibile, senza ricordi, senza emozioni, ottusa
nei suoi giudizi, unilaterale nei suoi ragionamenti. ..
Insomma cacciato dalla Francia perché relig ioso,
incarcerato in Italia perché francese! Bel destino! Ma
non lo internano in un campo di concentramento, si
accontentano di esiliarlo in un istituto salesiano fuori
dalla Liguria. Così lo ritroviamo, il nostro , presso i
salesiani di Lugo di Romagna, una specie di confino, a
fare ciò che sapeva fare meglio: tirar su la banda,
Sampierdarena 11 aprile 1940. Il visitatore don Orto
con i confratelli della casa.
I Sampierdarena 1939/40. Il V corso artigiani
con i superiori e i capilaboratorio. Inconfondibile
Marius Charamel.
insegnare musica, insegnare francese ... blandamente
sorvegliato a distanza dai carabinieri.
SEMPRE RICORDATO
A Sampierdarena tutti lo ricordano : la sua banda, i
suoi gesti, la sua barba, la sua musica, la sua erre
moscia, le sue indiavolate partite in cortile, la sua brio-
sa conversazione , la finezza dei suoi scherzi , la sua
intramontabile allegria ... Era diventato una leggenda. E
dava esempio anche di preghiera con la sua puntua-
lità, il suo raccoglimento : mani giunte e occhi chiusi
per sprofondare meglio nel colloquio intimo e intenso
con Dio.
Marius non poté più rivedere la sua Francia che aveva
sempre nel cuore, anche se in Italia sapeva farsi italia-
no con gli italiani: Sampierdarena, infatti, era diventata
un po' la sua terra, perché aveva profuso il meglio di
sé, acquistando quella notorietà e quella stima che lo
salveranno dai campi di concentramento. Proprio a
Lugo di Romagna morì 1'11 aprile del 1943. Le esigen-
ze della guerra imposero prudenza anche di fronte al
suo cadavere: né la stampa laica, né quella salesiana
dettero particolare risalto a questa dipartita. Solo "La
Stampa" di Torino ne tratteggiò la figura indicandone la
dote principale: "Nella musica vocale e strumentale
quale maestro di canto e di banda egli eccelse e fu
degno di stare con Dogliani, con Antolisei, con Pagel-
la, con Musso, costituendo quella schiera di musicisti
salesiani che tanto onore recava all'arte. Era un lavo-
ratore eccezionale: lascia molte composizioni di indole
sacra e per banda molto appezzate". Ma venne ricor-
dato anche per le sue "Tavole sinottiche della Gram-
matica Francese", per il libretto "Brevi elementi di sol-
feggio parlato", e brani di musica sacra che a Sampier-
darena si continuò per molto tempo a eseguire, oltre al
bozzetto musicale in due atti: "In collegio: chi la fa l'a-
spetti". Tutti questi lavori sono stati editi dalla celebre
Tipografia Salesiana di Sampierdarena. Di lui scrisse il
Rettor Maggiore don Ricaldone, e ci pare sia l'elogio
più bello: "Fu unico Charamel. Del suo stampo ne con-
cedesse altri il Signore alla congregazione".
D
BS MARZO 2003

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
GLI ANZIANI
IN FAMIGLIA
Ce ne sono; in molte famiglie. Sono davvero un problema
o sono una benedizione? La "nonnità". Imparare a convivere.
11nonni. .. personaggi che con
l'età hanno imparato a essere
sempre migliori, e con
l'esperienza si sono arricchiti
di saggezza.
11 nonno era molto vecchio. Sten-
tava a camminare , la vista gli si
era indebolita. Non udiva, fatica-
va a mangiare. Sporcava la tova-
glia. Il figlio e la nuora s'infastidiro-
no tanto che lo cacciarono dalla
tavola comune e gli prepararono un
seggiolone a parte, dietro la stufa.
Un giorno, mentre gli porgevano la
minestra, il vecchio non afferrò a
tempo la scodella, che cadde e
andò in pezzi. La nuora diede in
smanie e disse che da allora in poi
gli avrebbero dato da mangiare in
una ciotola di legno, come alle be-
stie. Il vecchio sospirò e chinò la
testa. Il dì seguente Michele , il ni-
potino, seduto in terra accanto al
nonno, cercava di unire tra di loro
alcuni piccoli, sottili , ricurvi pezzi di
legno ... «Che fai Michele? » gli
chiese il babbo. Michele rispose:
«Vorrei fabbricare una ciotola.
Quando tu e la mamma sarete vec-
chi mi servirà per darvi da mangia-
MARZO 2003 BS
re ». L'uomo e sua moglie si guar-
darono e scoppiarono in lacrime.
Questa storia, presente da tempo
immemorabile nei libri di lettura del-
le elementari , dice una "fastidiosa"
verità: come sempre succede, i pic-
coli imparano solo quello che vivo-
no. Anche come si devono trattare
gli anziani. Ma gli anziani di domani
saranno gli attuali quarantenni.
La nostra è la prima genera-
zione che dovrebbe insegnare ai
figli una cultura dell'anzianità.
Anche se incontriamo persone
anziane che vivono con serenità l'a-
vanzare dell'età, dobbiamo ricono-
scere che il «lavoro di invecchiare»
non è facile come sembra. Questo
percorso tortuoso e caotico è disse-
minato di trabocchetti , di ambiguità
e di contraddizioni, di angoscia e di
serenità, di amarezza e di gioia, di
sicurezza e di timore, di attività e di
passività, di ripiegamento su se
stessi e di apertura verso gli altri.
Per continuare a mantenersi in pie-
di, per rimanere "persone" gli anzia-
ni hanno bisogno di coloro che
compongono l'ambiente sociale e
familiare . Invece scatta inesorabile
l'esclusione . La maggioranza, in ef-
fetti , risolve il tutto all 'i nsegna di
«sono inutili e costano caro ». A me-
no che vengano usati come babysit-
ter gratuiti. Se è difficile invecchiare
è altrettanto difficile convivere con
le persone anziane . Gli anziani
sono fragili , hanno bisogno soprat-
tutto di pazienza e di tolleranza,
due virtù oggi sconosciute.
In una cultura superefficientista co-
me la nostra, più che uno stadio
normale della vita, l'anzianità sem-
bra una ferita, un torto, una colpa.
Per troppi ha la tetra apparenza
della sala d'aspetto della morte. Le
persone anziane hanno bisogno
della tenerezza delle persone care .
Sentono come un torto crudele l'es-
sere tagliati fuori dalla vita di fami-
glia: un'esclusione che li mortifica
(nel senso etimologico del termine).
Le persone anziane sono scrigni di
esperienza: tutte le volte che muore
un anziano muore una biblioteca. Il
primo grande dono che fanno gli
anziani in una famiglia è proprio
quello della trasmissione. Non solo
di beni materiali , ma soprattutto di
quello che rende migliore la vita.
L'hanno pagato caro, dopo tutto.
Così è nata la "nonnità".
La maggioranza dei nonni è costitui-
ta da personaggi che con l'avanzare
dell'età hanno imparato a essere
sempre migliori , che con l'esperien-
za si sono arricchiti , che col proce-
dere verso il loro tramonto hanno
accumulato dentro di sé un tesoro.
Quel tesoro chiamato dagli speciali-
sti , e non solo da loro, "spirito di
famiglia". Che è un insieme di
memorie, di illusioni forse, di se-gre-
ti , di stile di vita, di consuetudini, di
aspirazioni, di speranze. I nonni, fra
l'altro, possono trasmettere ai nipoti
quel complesso di storie e di ricordi,
detto "romanzo familiare", che per i
bambini ha un fascino straordinario.
Lo possono trasmettere meglio di
chiunque altro, me-glio dei genitori,
perché i nonni l'hanno vissuto.
Così il nonno può arrivare a rap-
presentare per il nipotino anche la
stabilità degli affetti familiari. Può
parlare , da testimone, dei tempi
lontanissimi in cui la mamma era
una bambina e il papà uno scolaro,
di quando al posto del supermerca-

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
to di
i prati , di quan-
do al
osilo c'era uno
mma e il papà
_ . o faFe-1 bagno e dove si
eran cono · ti. a queste cose il
moi ·cava a sensazione che
su
iglia esista da sempre e
e
co. tinuare a esistere ,
·
la percezione
affetti. Impor-
agazzini del
i come sono
,
ica e trabal-
1
_, più di_Q_Qni
IQne els~o
>rè nza/ fei
n
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t
~rano
s
fonte di
f.
SI
.
Ecco come i nonni sono visti
da un bambino delle elementari:
«Una nonna è una signora che non
ha bambini suoi e che vuole bene
ai figli degli altri. Il nonno è una
specie di nonna al maschile. Porta
a passeggio i bambini e parla con
loro di caccia e cose del genere.
Le nonne non hanno altro da fare se
non esserci sempre. Sono così vec-
chie che non possono fare lavori
faticosi o correre. È già tanto se ci
portano in macchina al supermerca-
to, dove c'è il cavallo finto, e hanno
sempre un sacco di monetine pron-
te. Se ci portano a spasso, rallenta-
no quando vedono per terra le foglie
o i bruchi. Non dicono mai "muoviti!"
Di solito sono grasse, ma non così
grasse da non riuscire a piegarsi per
allacciarti le scarpe. Le nonne hanno
gli occhiali e della buffa biancheria.
Possono togliersi i denti e le gengi-
ve. Le nonne non devono essere
intelligenti, visto che devono rispon-
dere solo a domande come "Perché
Dio non è sposato?" e "Perché i cani
non vanno d'accordo con i gatti?" Le
nonne non usano con i bambini un
linguaggio da piccoli , come fanno
invece le persone che vengono ogni
tanto a trovarci, perché è difficile da
capire. Quando ci leggono le storie,
non saltano le parti e non se la
prendono se gli chiediamo di rac-
contare sempre la stessa.
Tutti dovrebbero cercare di avere
una nonna, perché le nonne sono
gli unici adulti che hanno un po' di
tempo ».
UNA GIOIA FATICOSA
Nonni in famiglia .... sono utili, forse anche necessari,
benché non ci si possano nascondere alcune
difficoltà generazionali che non sempre contribuiscono
alla crescita armonica della famiglia. Ma il confronto
è sempre utilissimo e, è sicuro, la diversità arricchisce.
S iamo, per scelta più che per
mera necessità, una famiglia
composta da più genera-
zioni, che da tanti anni ha accetta-
to di convivere sotto lo stesso tetto.
A suo tempo, è stata una decisione
maturata in modo, per così dire ,
naturale: perché privarci della pos-
sibilità di condividere il tempo e gli
impegni quotidiani , sapendo che
l'affetto è capace di commutare le
differenze in complementarietà?
Che senso avrebbe avuto inibire il
valore e il dono della reciprocità
educativa che passa dall'uno all'al-
tro e rende ciascuno protagonista
di un comune travaso di sensibilità,
di conoscenze, di esperienze?
Per molti anni abbiamo godu-
to, insieme, del fatto che i bambini
ricevessero attenzione e sicurezza
dai nonni e che questi ricavassero
energia e vitalità dai più piccoli. Noi
adulti ci sentivamo i mediatori di una
storia comune in cui una linfa segre-
ta assicurava a tutti benessere, sta-
bilità, serenità. E pensavano a quan-
to tempo riuscivamo a risparmiare
nel corso di una giornata non do-
vendo correre da un capo all'altro
della città per chiedere o prestare
aiuto, per regalarci l'un l'altro un po'
di compagnia.
Nessun equilibrio , purtroppo, dura
in eterno: a poco a poco sono so-
pravvenuti gli acciacchi crescenti e
insolubili degli anziani e una diver-
sificazione crescente delle esigen-
ze e delle attese individuali. La
convivenza si è fatta molto faticosa:
non sono venute meno l'attenzione
e la sollecitudine verso i bisogni
degli altri componenti la famiglia ,
certamente però è divenuto sempre
più difficile armonizzare i ritmi della
quotidianità, soddisfare i bisogni di
ciascuno, individuare le priorità da
soddisfare momento per momento.
Ma la cosa più difficile, al mo-
mento, non è tanto gestire l'ordina-
L'affetto è capace di commutare
le differenze in complementarità.

4.6 Page 36

▲back to top
ria amministrazione , quanto riu-
scire a guardare in avanti, sapen-
do che le responsabilità di noi
adulti diventano sempre più esi-
genti e impegnative e che incom-
bono conflitti dolorosi fra il ruolo
di madre, di moglie, di figlia.
In questa situazione, che è comu-
ne a tanti nostri amici e che cia-
scuno cerca di amministrare co-
me meglio può, ci sono purtroppo
- è inutile nasconderlo - molti
momenti di stanchezza, di sfidu-
cia, di disorientamento, insieme
alla voglia di non mollare, di non
venire meno a qualcosa che non
è soltanto un dovere, ma il segno
di una fedeltà matura che non
viene vissuta solo nel patto matri-
moniale, ma in tutto l'arco della
storia di una famiglia .
In questi ultimi anni, che purtroppo
sono stati per tutti noi poco gratifi-
canti, abbiamo però imparato due
cose: famiglia lo si è sempre e
comunque; famiglia si deve cercare
di diventarlo giorno per giorno guar-
dando in faccia la realtà e cercando
di accettarla per quello che è.
Non mancano strategie per
migliorare le cose: il confronto e
la solidarietà degli amici; la ricerca
di nuove soluzioni che possano
costruire un bilancio più equilibra-
to fra bisogni e risposte; il tentati-
vo di non intrappolarsi nei proble-
mi e di continuare ad investire
risorse per dare qualità alla vita
domestica o quanto meno per
consentirle di procedere in modo
pressoché normale.
Ma soprattutto la fede in Dio: non
solo per chiedergli la forza per an-
dare avanti, meno che mai per
estorcergli risposte di senso a que-
stioni per le quali forse non esiste
soluzione neppure nei piani della
divina provvidenza. Piuttosto, per
ottenere la grazia di vedere le cose
da un'altra prospettiva e per poter
gustare il mistero dell'amore fra le
generazioni anche quando è di-
ventato molto fragile.
E per ringraziarlo, perché a diffe-
renza di tante altre famiglie, in cui
i più giovani manifestano insoffe-
renza verso gli anziani , in casa
nostra i ragazzi vivono con gene-
rosità e perseveranza un eserci-
zio di pazienza che, indubbiamen-
te, è un bel contributo alla loro
crescita.
MARZO 2003 BS
FAMIGLIA
SALESIANA
di Julio Olarte
CSMA
Il loro fondatore è un ex-salesiano polacco,
don Bronislao Markiewicz (1842-1912).
La congregazione di San Michele Arcangelo
è stata riconosciuta ufficialmente come gruppo
della Famiglia Salesiana il 21 dicembre 1999.
I MICAELITI
I Micaeliti hanno l'Arcangelo
Michele come protettore. Si dedi-
ca no all'ed ucazione de ll a gioventù
più povera co l sistema preventi vo,
e hann o fatto propr io il motto di
Don Bosco " lavoro e temperanza".
Attual mente sono 360, e operano
in 8 paesi di Europa, 6 d'America,
in Papua Nu ova Guinea e in
A ustra li a. Bronislao, superata la
crisi ado lescenzia le, divenne prete
nel 1867, a 25 ann i, ed esercitò il
mini stero sacerdota le ricoprendo
diversi in caric hi pastora li . Aveva
una sp iccata sens ibi lità verso i l
soc iale. Nel 1885 so rprese tutt i
recandosi in Itali a in cerca di un
Istituto che gli faci li tasse una vita
di maggiore donazione. Q uasi per
caso trovò i sa lesia ni al Sac ro
Cuore di Roma, e chiese di essere
accettato in co ngregazione.
Il 25 marzo 1887 professò nel-
le mani di Don Bosco, e ini z iò la
sua vita salesiana di insegnante e
assiste nte. Q uasi subito com in ciò
a prendere corpo l' idea di fo ndare
l'opera sa les iana in patria._L'occa-
sione gliela diede la grave malattia
(tuberco los i) c he lo costr in se a
rimpatr iare per la conva lescenza
(1892). Fu fatto parroco di
Miejsce, un vi ll aggio poverissimo
di 800 anime . Visto lo stato di
mi se ri a e abba nd ono di alcu ni
orfani , li ospitò nella ca non ica che
di ve nne " Casa Don Bosco". Don
Ru a gli in v alc uni chi erici per-
ché si occupassero dei suoi giova-
ni (erano ormai 75), e per avviare
i laboratori. Ma qualcosa non fun-
zio come i super iori avrebbero
vo luto, e da To rino arrivò un visi-
tatore, don Mosè Veronesi , il qua-
le forse non comprese a fondo
la situazio ne e
lasciò disposi-
zioni giudicate
"troppo itali a-
ne". Don Broni-
slao da parte
sua co nt inu ava
a richiamarsi al -
i' origin ale sp iri-
to d i Don Bo-
sco, tuttavia la sua perso na e la
sua opera creavano orma i divisio-
ni e co ntrast i, come capita un po'
a tutti i profeti e innovatori.
Per appianare le cose, nel 1898
don Rua lo scioglieva da qua lsiasi
vinco lo con la co ngregaz ione sale-
siana. Inta nto l'organizzaz ione che
egli andava strutturando, la " Società
Temperanza e Lavoro", era pratica-
mente diventata una comu nità re li-
giosa, con ramo maschi le e femmi -
nile. Fu il principe Michele Rad -
ziw il a suggerire che si chi amasse
"Congregazione di San Michele
Arcangelo", il che piacque al fo n-
datore: i tempi assai diffic ili richie-
devano davvero la protezione ange-
1ica. Nel 190 1 don Bronislao fu
invitato dal suo Vescovo a rientrare
in co ngregaz ione, ma egli preferì
rim anere diocesano per dedicarsi
totalmente all a sua fondaz ione, di
cu i chi ese il riconoscimento . L'ot-
tenne, ad experim entum, il 5
novembre 1902 . Nel 1911 don Bro-
nislao si ammalò gravemente. Inuti li
i tentativi di salvar lo; morì il 29
ge nn aio 1912, senza riuscire a
in viare a Roma la petiz ione per
l'approvazione della congregaz ione
che verrà nel 1921 . Nel 1928 otten-
ne l'approvaz ione diocesana la
congregaz ione femminile. Il ricono-
scimento ufficiale dei Micaeliti
come gruppo della Famiglia Sale-
siana è del 21 dicembre 1999. O

4.7 Page 37

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pIi,NNOS\\VSA,TIAl.<CI ftPPFIAll,iCUUA5NAA<.N.,/.vORRMNOflO
~ _v,
~
SI srosi,RANf'IO.,,
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jj=' ~~~- FARE
AV,/U'IAAR0V1A5TAf.
A
5/Mlt..E
·
.
·
BS MARZO 2003

4.8 Page 38

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Sf\\OE Ei\\C\\-\\E
per ragazzi, genitori, educatori
È proprio necessario essere "originali"?
SEI UN GENIO?
EIOTID
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
CO
I Tanti Einstein? Forse, ma uno solo
è l'originale, le altre risultano solo
copie da manipolazione umana,
con tante incognite.
L a clonazione umana non è
un evento futuristico e fanta-
scientifico. Molti centri la-
vorano in questo campo e ogni tanto
annunci choc fanno ritenere che la
meta sia stata raggiunta nonostan-
te l 'esecrazione quasi unanime di
scienziati, governi , autorità civili e
leader religiosi. Dopo il successo
con la pecora Dolly, sappiamo che è
possibile realizzare la clonazione
anche con l'uomo. La società ame-
ricana "Advanced Cell Techono-
logy" ha annunciato un anno fa di
averla effettuata, anche se agenzie
di stampa hanno affermato che si
trattava di pura pubblicità per far
avanzare in borsa i titoli dell ' azien-
da. È del 28 dicembre u. s. un altro
annuncio di avvenuta clonazione
"primo passo per l' immortalità" da
parte della setta dei "raeliani". Or-
mai è certo: non ci sono limiti tecni-
MA RZO 2 003 B S
La clonazione è una
conquista scientifica ma
anche un problema etico.
Né si può separare l'etica
dalla scienza. Senza
l'etica salterebbero le
relazioni parentali, i
ruoli, l'originalità
dell'essere, la sua
diversità, l'uguaglianza
fondamentale tra gli
esseri ...
ci all ' intervento. Ma il successo non
è assicurato alla coppia infertile,
perché alle percentuali di per
scarse della procreazione in vitro
(1 5%) si aggiunge l' omogeneità ge-
netica, il che vuol dire che embrio-
ni identici (cloni) hanno scarse pos-
sibilità di giungere alla fine della
gravidanza.
DUPLICARE IIlTLER O
STALIN?
Perché tanta paure? Per la terrifi-
cante idea della "duplicazione" di
personalità come Hitler o Stalin? Nes-
sun uomo di scienza può affermare
che questo potrà mai avvenire. Ma al-
lora perché tanti allarmi? Perché la
clonazione non comporta alcun inter-
CONFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMIGLIA
Vorresti per te essere un clone?
N~lla clo~~zione non è forse ·vero
che I uomo gioca a fare Dio"?
In un~ società democratica ~i può la-
psceiraIrae
libero .spazio
clonazione di
easlls'ueorimuomda'1nsi?ci.enza
Non_pensi che con la clonazi~ne si
inaspnsca~o le già tante discrimina-
zioni tra
naf!) .
gli
uomini
(clonati
e
non
e/o ·
La clonazione "terapeutica" pur
c?tn nobili fini, non strumentaliz~a la
v1 a nascente?

4.9 Page 39

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La clonazione e suoi problemi.
vento di spermatozoi (sic!), ma sem-
plicemente si duplica una cellula del
proprio corpo, ciò significa che il
bambino non sarebbe figlio biologi-
co di due persone, ma la copia iden-
tica di colui che ha fornito la cellula
da cui è stato estratto il nucleo. Può
considerarsi etico essere figlio bio-
logico di una sola persona ? Si trat-
terebbe di una alterazione struttura-
le della natura dell ' essere umano
che è figlio di due genitori. Essere
"copia" del proprio padre? Quindi
essere "gemello" del proprio padre
("padre" e "fratello")? Ciò non è
etico, sia perché verrebbero frantu-
mate le relazioni familiari (che pe-
raltro sono all 'origine del nostro
equilibrio psicologico), sia perché
non si capirebbe più che cos'è una
famiglia e quali sono i ruoli paren-
tali, sia perché ogni uomo ha diritto
a nascere in modo "naturale" .
È ETICO ESSERE UN
DUPLICATO?
La persona clonata non s,arebbe
biologicamente "originale". E etico
essere un "duplicato"? Tutta la na-
tura è basata sulla diversità , e così
anche le relazioni sociali. Una per-
sona è riconosciuta come tale per
ciò che è, e cioè la sua unicità
anche biologica (la "diversità" bio-
logica tiene l'equilibrio dell 'ecosi-
stema, vedi tra l'altro il caso ince-
sto che è poco "produttivo" della
vita) . Può essere etico sconvolgere
le leggi della natura oltre che quelle
VALORI IN QUESTION_E .
G"à dal punto di vista genetico ogni
~ di~iduo umano nasce assolutamen-
I te
unico e
La vita
irripetibile .
nascente ha
un
suo
d" ·tto
in
ad essere concepita conf~rm~mente
alla "natura umana" , cioe unica. . .
La clonazione inf~ange _le .relazioni
I'""-
''-'
--""
"'-------------
Tutta la natura è basata sulla
diversità, e così anche le relazioni
sociali.
di fratellanza e i ruoli famili~~L ·t ',,
cheLanev1·taassèicfuornadalataspseucl1l·a1c1'dfa1veersl1a
a .'
n-
teria di giudizio soggettivo; e il mi-
proIldculozinoeneè.
un
,,
"prodotto
b1•~ 1og1· co ,
in
quanto tale già strumentalizzato da
chi l'ha prodotto.
glioramento non terapeutico apre la
strada alla costruzione dell ' uomo ad
opera di un altro uomo; la costru-
zione di uomini migliori di altri in-
frange il principio di uguaglianza
sociali? E con quali conseguenze fra gli esseri umani.
sul futuro dell'evoluzione e sulla
sopravvivenza della storia? La vita 1A CWNAZIONE A
si diffonde e si evolve proprio gra- SCOPO TERAPEUTICO
zie alla "diversità", che con la clo-
nazione verrebbe turbata. È la Anche a scopo strettamente "tera-
paura di "effetti imprevedibili" per peutico", per il prelievo delle cellu-
la possibile grande quantità di uo- le staminali, la clonazione fa pro-
mini prodotti da una sola persona. blema, perché richiederebbe l'utiliz-
Non si deve poi trascurare che sono zo di embrioni clonati da sacrificare
sempre possibili errori da labora- per il beneficio di altre persone. Si
torio , nel caso dei geni controllabili può sacrificare una vita nascente per
solo a distanza di tempo, che po- salvare un ' altra vita? Merita rispetto
trebbero portare all 'insorgere di al- chi non la pensa in questo modo,
cuni danni irreversibili sulla natura perché il pluralismo e il dialogo
umana.
sono valori da salvaguardare, ma ci
La clonazione apre anche la stra- chiediamo: quale rispetto merita
da al "miglioramento" (eugenica) una vita umana nascente e in che
dell'uomo. Ma "chi" stabilisce gli posto sta? Al lettore il giudizio. Chi
standard per dire quale tipo di uo- scrive confessa l'abisso di fronte al
mo è migliore? "Chi" stabilisce la mistero della vita nascente e pone
giusta statura della natura umana? un giudizio di astensione da ogni in-
Il concetto di miglioramento è ma- tervento che non ha altra finalità
che quella terapeutica dello stesso
- A te, piacerebbe essere un clone? soggetto nascente.
D
BS MARZO 2003

4.10 Page 40

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C'è un dibattito aperto che ogni tanto s'impenna
LA FEDE
1 '! ' .I } .
I"
5'
'
'
ELO SCHERMO
di Severino Cagnin
Fede e cinema sembrano
due esperienze che non
hanno nulla a che vedere
l'una con l'altra, ma non
è così; spesso si "
11111!;: I I I _f!,,I I t I I I I I I I I I I I I I I I I I l
affrontano sulla cultura
F ede e cinema stentano ad ap- della vita, sull'eticità
parire parti di un unico insie- delle azioni, sui valori
me. L'invenzione dei Fratelli · che propongono... Un
Lumière crea spettacolo, finzione,
divertimento, evasione e, anche
nuovo corso di
quando affronta argomenti storici programmi e interventi
e/o ideologici, li esprime con una
forte carica emotiva. La fede, inve-
in campo cattolico.
ce, tocca della vita i nodi radicali,
capaci di dare un senso a ciò che la
ragione non riesce a spiegare, e pro-
pone percorsi su cui la capacità ope-
rativa umana non ce la fa a procede-
re con le proprie gambe. Al di là di
ogni scelta personale, la fede nel-
1'Essere Trascendente è un rischio,
su Parabole Medianiche a Roma
nel novembre 2002 il sociologo
Zigmunt Baumann - può venire sol-
tanto dalla rinascita di una cultura
che fornisca risposte alle domande
fondamentali dell'uomo".
sì, ma anche un potere in più, una
forza attraente e trascinante, un LA SVOLTA CATTOLICA
dono di senso. Occorre perciò lan-
ciarsi oltre il puro confronto critico
tra i due argomenti: "La salvezza -
ha ricordato al Convegno della CEI
Dal Concilio Vaticano II negli
anni '60, la Chiesa cattolica ha ope-
rato una svolta: assieme al supera-
mento dell'atteggiamento negativo
verso il cinema, ha cominciato a
proporre valutazioni critiche sui
film (dopo il Per tutti del Centro
Cattolico Cinematografico, è venuto
l'Accettabile, il Discutibile e il Rac-
comandabile, ecc.). Negli ultimi de-
cenni, poi, si sono moltiplicati con-
vegni, meeting e associazioni di
ispirazione cattolica con studiosi ed
esperti, e una bibliografia di notevo-
le livello. Il criterio di valutazione si
è spostato dall'effetto morale che il
film (e più spesso l'immagine filmi-
ca) poteva suscitare nello spettatore,
soprattutto giovane o non preparato,
alla interpretazione culturale dell' o-
MARZO 2003 BS
pera cinematografica in rapporto
alla vita reale con i suoi problemi,
gli errori e' le possibilità nel bene e
nel male. Dal moralismb che nelle
sale parrocchiali del Nuovo Cinenia
Paradiso faceva "tagliàre" le SGolla-
ture e i baci, si è passati a una valu-
tazione etica dei diritti umani e
della libertà delle persone. A,lcuni
film esigono un pubblico capace di
leggerli e ragionarci su. Dopo tale
acquisizione, le recensioni cinema-
tografiche sono entrate a pieno tito-
lo nella stampa quotidiana e perio-
dica, lo studio della realizzazione di
un film e dei criteri di valutazione
ora è presente nei manuali e nei pro-
grammi scolastici e, a pa1tire dalle
panocchie e dai centri culturali cat-
tolici, si sono diffusi i gruppi dei ci-
neforum, cioè di dibattito e com-
mento su opere che lo meritano per
motivi artistici, etici, storico/ideolo-
gici, socio/culturali, ecc.

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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e costringe a confronti serrati.
OLTRE LA POLEMICA
Attualmente la Chiesa spinge su
questa linea, superando l'atteggia-
mento di difesa, di polemica o di si-
lenzio di fronte alla Rroduzione fil-
mografica mondiale. E utile specifi-
care alcune modalità concrete con
cui attualmente si accosta l' argo-
mento dal punto di vista critico/eti-
co, con il massimo rispetto di ognu-
no, regista o spettatore che sia, ma
con il diritto di pensarla in proprio,
secondo personali convinzioni, e di
esprimerle senza timore. Anche qui
la verità ci farà liberi.
Il primo gruppo di opere che toc-
cano molta gente trattano esplicita-
mente un argomento religioso. Si
pensi ai film su Papa Giovanni,
Padre Pio, Madre Teresa , o alle nu-
merose fiction sui santi; così come
ai dieci film sulla Bibbia che l'ita-
liana LUXVIDE ha piazzato in tutto
il mondo. Giovanna d'Arco costi-
tuisce un esempio ricco di rappre-
sentazioni: dalla spettacolare hol-
lywoodiana di Fleming a quella teo-
logica di Dreyer, alle recenti versio-
ni storiche e psicologiche. Serie ce-
lebri sono quelle su san Francesco
e, ancor più, su Cristo. Certo si tratta
di elaborazioni molto diverse, si
pensi a Pasolini, Zeffirelli, Rosselli-
ni, D 'Alatri fino alla fallita ipotesi
scandalistica de L' ultima tentazione
di Cristo e al musical giovanile
spettacolare di Jesus Christ Super-
sta,: La gamma di scelta è ampia
tanto quanto la possibilità di ap-
profondimento critico.
LA CHIESA IN BALLO
Un capitolo a parte spetta ai film
di denuncia di errori, veri o presun-
ti , della Chiesa. In tal caso diventa
indispensabile smontare ogni gene-
ralizzazione e/o esasperazione emo-
tiva, cose che non servono alla co-
noscenza, e forzano la libertà di giu-
dizio dello spettatore. I vari Galileo,
Giordano Bruno, Giovanna d'Ar-
co .. . fino a Giuda vanno visti nel
loro contesto storico e, riconosciuti
gli eventuali errori, vanno smasche-
rate le esagerazioni e le tendenzio-
sità. Recentemente tre film hanno
fatto parlare di sé come accuse
aperte di errori di parte cattolica.
Dopo una prima perplessità seguita
da incerti interventi di stampa e isti-
tuzioni cattoliche, il polverone si è
calmato. Ora si vede più chiaro, si
condanna ciò che c'è da condanna-
re, ma si contestano i non pochi er-
rori sia storici sia teologici presenti
nei filmati. Il periodico di formazio-
ne pastorale "Settimana" affronta
l'impatto con Amen di Costa-Ga-
vras che addebita a Pio XII la man-
cata condanna del nazismo, L' ora di
Religione di Marco Bellocchio, in
cui si rifiutano alcuni ecclesiastici e
alcuni famigliari falsamente creden-
ti, e Magdalene, digressione stori-
co/teologica su di un istituto statale
- è bene precisarlo - di correzione,
gestito da suore secondo i criteri
(statali) allora vigenti. Il periodico
consiglia di discutere i tre film in ci-
neforum, affrontando gli argomenti
in modo critico e obiettivo. E
un ' occasione per proclamare quanto
ha fatto la Chiesa in difesa degli
Ebrei, per sottolineare che il film di
Bellocchio condanna una religiosità
falsa e antievangelica, per ribadire
riguardo a Magdalene il chiaro in-
tento manipolatorio.
L'ambito delle tematiche religiose
si è aperto ormai e spazia a 360
gradi. Non rifiuta confronti, affronta
i più vari argomenti. Numerosissimi
i registi di fama che trattano senza
soggezioni anzi con competenza le
tematiche sopraccitate. Si pensi a
Kieslowski, ma anche ai Bergman,
Antonioni, Fellini, Rossellini, Spiel-
berg, Bresson, Tarkowskij... Il
nuovo festival pontificio ha chiama-
to e premiato pure Nanni Moretti,
D 'Alatri, Anghelopulos. Anche
l'extraterrestre ET, Harry Potter e
Pinocchio ci fanno parlare di Dio: la
Fatina Azzurra non è la Grazia divi-
na che ci salva da questo triste in-
gannevole paese dei balocchi, come
ci suggerisce il cardinal Biffi? E
anche la dolce fidanzata e sposa, nel
suo Illustrissimi, del vescovo Albi-
no Luciani e ora di Roberto Be-
nigni?
D
BS MARZO 2003

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disceso)
NB . li lesramento deve essere scrirto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Te!. 06.65612678- Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Te!. 011.5224247-8-Fax 011.5224251
C.C.P. 28904100
MARZO 2003 BS
.....J I NOSTRI MORTI
DELLA SALA sac. Modesto,
salesiano,
t Roma Pisana, il 21 /11 /2002 , a 63 anni
Uomo semplice , umile , senza pretese se
non quella di avere un posto di lavoro per
rendersi utile ai confratelli e un incarico ,
quale che sia, sacerdotale per rendersi
utile alle anime. Il suo apostolato prima
come insegnante elementare, poi via via
come incaricato di oratorio, viceparroco,
addetto di segreteria, "cappellano volante"
è stato sempre all'insegna dell'obbedienza.
Gli piaceva la compagnia, la conversazio-
ne fraterna, accettava la battuta nei suoi
confronti, s'interessava al lavoro e alla
salute dei confratelli , sempre pronto alle
loro esigenze. Sensibilissimo, sentiva e
soffriva i momenti grigi, i disguidi , i malinte-
si , ma era capace di non farli mai esplode-
re , anzi di riderci su bonariamente. Sempre
allegro, anzi quasi ingenuo nella sua alle-
gria , era animato da una forte carica di
umanità e una grande spinta spirituale che
rendevano piacevole lo stare con lui.
GIUDICI suor Giovanna,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Milano, il 21 /02/2002, a 64 anni
A Milano, suor Giovanna tornò definitiva-
mente nel giugno del 2000, dopo un'espe-
rienza missionaria di quindici anni in Etio-
pia in cui era stata pioniera e operatrice in-
stancabile. Prima a Dilla, in seguito a
Zway, con altre tre suore italiane , mise in
atto le risorse di un cuore appassionato al
Regno. In tempi non facili - in Etiopia ser-
peggiava la guerriglia - seppe trovare le
vie giuste per suscitare interessi , incanala-
re energie giovani, attenta a promuovere i
doni nativi e a ricondurli al Signore di ogni
bene. In quella terra, solo apparentemente
arida, l'oratorio era gremito di ragazzi , fun-
zionavano scuole di taglio e cucito, e l'am-
bulatorio era diventato indispensabile.
Suor Giovanna arrivava a tutto senza af-
fanno , con la familiarità e la distinzione di
tratto che le erano proprie, e che le attira-
vano aiuti impensabili e simpatie. Non si fi-
nirebbe mai di parlare di lei, attiva e serena
anche nella malattia, che ce l'ha portata
via in poco tempo.
AIARDI suor Maria Antonia,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Roma, il 21 /02/2002, a 67 anni
Suor Maria è stata dal primo anno della sua
professione collaboratrice qualificata in
ambito amministrativo. Chiara e determinata
nel lavoro, ha saputo stabilire un rapporto
responsabile a livello professionale con i
consulenti e con le econome di tutto il
mondo che ha orientato e pazientemente
seguito, perché potessero coniugare compe-
tenza e salesianità. Sensibile ai bisogni delle
missionarie, fu molto presente alle vicende
della guerra del Kosovo e particolarmente di
Scutari , una casa che aveva visto i sacrifici e
la gioia dei primi frutti. Anche dopo l'inter-
vento chirurgico, ha espresso il desiderio di
"andare a vedere come andavano le cose".
Dignitosa anche nei momenti di dolore, per
la perdita dei suoi genitori, a distanza di soli
due anni l'uno dall'altro, ha saputo nel rive-
larsi del male incurabile accettare la soffe-
renza in silenzio, con tanta pace e una sere-
nità edificante.
DI TRANI suor Vincenza,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Cerignola (BA) , il 28/02/2002, a 91 anni
Suor Vincenzina era la quinta di una fam i-
glia numerosa. Contro la volontà dei suoi
familiari , espresse il desiderio di donare
interamente la vita al Signore e, aiutata da
un sacerdote salesiano, raggiunse la casa
delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Torino
"Madre Mazzarello". Coronato il suo so-
gno, partì per la Patagonia, dove trascorse
gli ann i più belli della sua giovinezza.
Tornò in Italia solo nel 1980. Dal 1982 ha
vissuto a Cerignola come aiutante nella
portineria della scuola, rendendosi disponi-
bile per i piccoli lavori che le venivano
richiesti . Quando il declino delle forze fisi-
che non le permise più di essere piena-
mente attiva, continuò a sentirsi parte viva
della comunità, offrendo il prezioso contri-
buto di una preghiera intensa e avvalorata
dalla serena accettazione della sofferenza.
D'AURIA suor Maria Luisa,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Roma, il 14/02/2002, a 78 anni
Fin da giovani, Maria Luisa si dedicò a
tempo pieno nell'apostolato: Azione Catto-
lica, Terz'ordine francescano , Figlie di Ma-
ria e corale della parrocchia. Diventata
FMA, fu insegnante di lettere in alcune
scuole di Roma e della Sardegna. Sensibi-
le , intelligente , arguta, priva di luoghi co-
muni, viveva con grande intensità ogni
gioia e ogni dolore e non faceva mistero
del suo bisogno di attenzione da parte delle
sorelle in comunità. In un periodo più inten-
so della sua vita si occupò anche delle
condizioni di emarginazione dei giovani
nella periferia della città dove si recava alla
domenica, con le educande , per fare "corsi
di socializzazione ai baraccati e catechi-
smo ai bambini".
La catechesi fu la sua principale "passio-
ne" e seguì battezzandi e cresimandi con
dedizione godendo intensamente di intro-
durli alla vita di grazia e alla comunione ec-
clesiale , interessandosi delle loro neces-
sità umane e spirituali. Nella diocesi e nelle
parrocchie organizzò e sostenne le scuole
per catechisti e vi dedicò tempo, energie e
competenza, fino agli ultimi giorni. Si senti-
va "figlia della Chiesa" e non tralasciava
occasione per richiamare la comunità a
partecipare attivamente alle iniziative.
Venuta la sera di
quel giorno ~esù disse:
"Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)

5.3 Page 43

▲back to top
verso le tre del pomeriggio. Tre
sono le virtù teologali : fede, spe-
ranza e carità. In campo laico, tre
sono i colori primari, indispensabi-
li per i film e per la tv (rosso, ver-
de e blu) e tre i moschettieri amici
di D'Artagnan (Athos , Portos e
Aramis) . Tra i proverbi "Chi fa da
sé, fa per tre". In matematica, c'è
la regola del tre semplice e quella
del tre composto.
LUNARIO
Il giorno 1 il Sole sorge alle 7.02
e tramonta alle 18.12; il 15, alle
6.37 e alle 18.30. Luna nuova il 3;
luna piena il 18.
LA FESTA
11 19 marzo ricorre la festa di san
Giuseppe artigiano e in molte
località si svolgono manifestazioni
religiose e folcloristiche. La loro
origine risale, talvolta, a riti precri-
stiani, legati alla fine dell'inverno
e all'inizio della primavera. Nella
cittadina laziale di Itri , famosa
anche come patria di Fra Diavolo,
si bruciano enormi falò in onore
del santo patrono. Si inizia a rac-
cogliere la legna una ventina di
giorni prima (un tempo ogni fami-
glia regalava le ultime fascine per
sottolineare la fine del freddo) .
Mentre i fuochi sono accesi, si
mangiano legumi, salsicce e "sep-
pe/e" (frittelle che a Napoli chia-
mano "zeppole" a Roma, "bigné").
IL NUMERO
Marzo è il mese numero tre, cifra
considerata perfetta. Per gli anti-
chi romani , esistevano la triade
capitolina (Giove-Zeus, Giunione-
Era e Minerva-Atena) , tre Grazie
(Eufrosina la lieta, Ag/aia la splen-
dente e Talia la fiorente), tre Furie
(Erinni per i greci) e tre Moire
(Cloto filava la vita, L~chesi la
distribuiva, Atropo la tagliava, de-
cretando la morte). Il numero ri-
corre spesso nella Bibbia e nella
liturgia cristiana. I cristiani adora-
no la Trinità: Padre, Figlio e Spiri-
to Santo. Nel Vangelo, tre aposto-
li (Pietro, Giacomo e Giovanni)
sono testimoni della trasfigurazio-
ne di Gesù. Pietro rinnega Gesù
tre volte; Gesù muore sulla croce
DIARIO DEL XX SECOLO
1° marzo 1938: muore il poeta
Gabriele D'Annunzio.
3 marzo 1910: a New York, vie-
ne costituita la Fondazione John
D. Rockfeller, per promuovere la
scienza .
3 marzo 1996: in Spagna, il par-
tito popolare vince le elezioni e
José Maria Aznar diventa primo
ministro .
4 marzo 1979: resa nota l'enci-
clica "Redemptor Hominis" di Gio-
vanni Paolo Il.
5 marzo 1953: nell'Urss, muore
Stalin ; emerge Nikita Krusciov,
che diventa primo segretario del
Partito a settembre.
12 marzo 1925: a Pechino ,
muore Sun Yat-sen, primo presi-
dente della Repubblica e capo del
Kuomingtand ; gli succede Chian
Kai-shek .
12 marzo 1938: l'Austria è inva-
sa dalle truppe naziste e annessa
al Terzo Reich; è l'Anschluss.
12 marzo 1950: in Belgio, plebi-
scito favorevole alla monarchia.
13 marzo 1930: negli Usa,
annunciata la scoperta del nono
pianeta del sistema solare; viene
chiamato Plutone.
16 marzo 1978: a Roma, dopo
l'uccisione della scorta, è seque-
strato Aldo Moro , che viene
assassinato 55 giorni dopo.
17 marzo 1991: Gorbaciov pro-
pone di trasformare l'Urss in una
federazione di repubbliche sovra-
ne.
22 marzo 1968: nell 'università
francese di Nanterre nasce il
"maggio francese".
29 marzo 1927: in Florida,
Henry Segrave stabilisce il record
mondiale di velocità su auto:
327,959 km/h.
31 ' marzo 1914: gli aerostati
Zeppelin conquistano il record
d'altezza: 3065 metri.
LA LENTE
Malta dedica cinque francobolli a
personalità locali; tra loro, il gesui-
ta Athanasius Kircher, morto nel
1665, e l'arciprete Saverio Cas-
sar, deceduto nel 1805. L'Ordine
di Malta ha emesso una nuova
serie su uniformi storiche. L'Irlan-
da ricorda i cent'anni della morte
dell'arcivescovo Thomas Croke.
L'isola pacifica di Nauru festeggia
il centenario della presenza della
chiesa cattolica. Cipro , in vista
dell'adesione all'Unione Europa,
propone una serie dedicata al
mito di Europa. Il Vaticano ha
coniato una moneta in argento da
1O euro sul tema "Non c'è pace
senza giustizia" e due splendidi
pezzi aurei da 20 e 50 euro, su
"Alle radici della fede".
IL PENSIERO
"I valori religiosi ed etici del cri-
stianesimo stanno iscritti nel codi-
ce genetico del Vecchio Continen-
te e rappresentano uno dei tratti
imprescindibili sia della sua storia
sia della sua specifica individua-
lità". (Valerio Castronovo, "Il Sole-
24 Ore", 17 luglio 2002).
BS MARZO 2003

5.4 Page 44

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Tappa a New Delhi: una città per più di un miliardo
CAPITALE
DI UN ''CONTINENTE''
di Giancarlo Manieri
New Delhi, una città
cosmopolita, attraversata
dai brividi della miseria e
dai balenii dell'alta
tecnologia, zeppa di
baracche e microchip...
un acervo di
contraddizioni insomma,
ma anche una voglia
inarrestabile di
risolverle, in tutti i modi
possibili. Una città
frenetica.
L' India è più simile a un
continente che a una na-
zione. Da Nord a Sud da
Est a Ovest le differenze assomma-
no a valori impensabili: etnie, men-
talità, costumi, culture, tradizioni;
centinaia le lingue (quelle dichiarate
ufficiali dal governo - caso unico al
mondo - sono addirittura sedici;
molte le religioni (induismo, buddi-
- Il tempio Bahai del Fior di Loto.
smo, islamismo, jain.ismo , parsismo,
zoroastrismo, sikhismo...). Templi di
inimmaginabile bellezza e statue di
ogni dimensione sembrano punti di
riferimento imprescindibili per un
miliardo e più di abitanti. A Delhi
respiri passato e presente, antichità
e modernità, miseria e ricchezza, ar-
retratezza e tecnologie avanzatissi-
me, baracche e grattacieli, risciò e
satelliti, pugnali e missili... Su
Delhi pesano 3000 anni di storia te-
stimoniati da non meno di 1500 mo-
numenti.
Tanta cortese attenzione, e tanta
evidenza gestuale a un occidentale
potrebbero apparire un po' teatrali,
ma in India svelano l'anima profon-
da di una religiosità incarnata. "Na-
masté", cioè "Mi in.chino al divino
che è in te!", indica il percorso
umano e spirituale di ogni individuo
che deve saper vedere in ogni essere
vivente - e non solo le tanto cele-
brate "vacche sacre" - la scintilla di
divino che l' ha originato e di cui è
portatore. La vita, ogni vita è sacra.
L'india ha la cultura della vita.
Il tempio protetto da un magnifico
parco ...
MARZO 2003 BS
L1ORIGINE DI UN SALUTO
"Namasté...", un sussurro a mani
giunte e capo chino, è contempora-
neamente un saluto di benvenuto,
un augurio di pace e prosperità, un
atto di ossequio, un gesto umile e
grande di accoglienza, e forse
anche, almeno a volte, una richiesta
di aiuto, un ringraziamento, una
preghiera... In poche altre parti del
mondo salutano così con tanta un-
zione, si sarebbe detto una volta.
IL TEMPIO DEL FIORE
Simbolo di un sincretismo forse
unico al mondo che potrebbe trasfor-
marsi in ecumenismo universale è lo
stupefacente tempio Bahai del Fior
di Loto che si erge maestoso e solita-
rio al centro di un grande parco.
La storia di ieri, di oggi e, c'è
davvero da augurarselo, di domani
sono concentrate in questa sorpren-
dente costruzione, un gioiello di
marmo di un bianco abbagliante che

5.5 Page 45

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di persone, in cui gli opposti coincidono.
I
Le scuole professionali di Delhi
sono ricercate per la qualità dello studio
e dell'educazione che impartiscono.
Accolti ad Ashalayam da cento
occhi sgranati per la curiosità e la meraviglia.
ha la forma del più bello dei fiori,
secondo la cultura indiana, il fior di
loto appunto che galleggia circon-
dato dai suoi petali. L'idea che
vuole esprimere è semplice e gran-
de: aspira ad essere il simbolo del
cammino del genere umano verso
l 'Unità e la Verità, attraverso l 'in-
contro di tutte le religioni nel "No-
me Supremo". A Lui l'originale co-
struzione è dedicata; essa perciò raf-
figura e significa l ' Unità di Dio,
l'Unità di Religione e l'Unità del
genere umano. Forse è un'utopia.
Ma bisogna ricominciare a credere
all'utopia... anche all'utopia di que-
sta idea della religione Bahai che,
purificata dal sincretismo un po '
vago che la pervade, non può non
essere una aspirazione universale.
I Al luogo sacro si accede tutti
rigorosamente scalzi, anche
gli occidentali.
SALESIANI A DELHI
Una tournée attraverso le case sa-
lesiane della metropoli mi ha pre-
sentato l'altro volto della città.
Delhi possiede sei presenze salesia-
ne con circa 35 confratelli che som-
mati a nove FMA dislocate in due
presenze costituiscono una forza/la-
voro apostolica di tutto rispetto che
opera nei campi tradizionali del ca-
risma: scuole elementari, medie e
superiori di ogni tipo, parrocchie,
oratori, convitti e, fiore all'occhiello
della presenza nella capitale, assi-
stenza ai "ragazzi di strada".
La raggiungemmo a fatica, la casa
di Ashalayam, Casa Speranza, dopo
aver faticato le proverbiali sette ca-
mice per trovare la direttrice nell'in-
credibile traffico che avvolge come
un serpente continuo l'intera fascia
viaria della capitale, stringendola in
una morsa di veicoli che rasenta
l'inverosimile. Ci hanno accolto can-
tando, anzi no, suonando, prima di
tutto, a distesa la classica campana
che ha fatto acco1Tere i ragazzi da
tutti gli angoli del complesso. Si
sono schierati disciplinatamente da-
vanti agli ospiti e hanno modulato il
benvenuto in lingua hindi. Letteral-
mente raccolti per strada, senza af-
fetti, senza istruzione, senza fami-
glia, questi ragazzi hanno ritrovato
tutto, compresa la speranza, nella
Casa Speranza. "Per la prima volta,
ci ha detto uno dei salesiani educa-
tori, entrati qui questi ragazzi hanno
potuto sognare... perché, vede, ai più
poveri sono proibiti anche i sogni".
"Qual è il sogno più frequente che
fanno, secondo lei?". "E presto det-
to: quello di avere un futuro diverso,
o meglio quello di avere un futuro ,
perché molti di loro non l'avrebbero
avuto". Tra le facce tipicamente
orientali di Casa Speranza, ho scor-
to due limpidi so1Tisi di .. . Casa Ita-
lia! Elena e Luisa, nell'ambito del
progetto Erasmus dell'Università di
Padova, avevano scelto di svolgere
il loro tirocinio con i ragazzi di stra-
da di Ashalayam. Cento bambini
senza storia, quelli ospitati, che tra
quelle povere mura tenute in piedi
dalla carità dei buoni, hanno rico-
minciato a tessere la trama della loro
vita con qualche speranza di arrivare
da qualche parte.
Difficile parlare delle altre pre-
senze, tutte volte •ai più poveri,
senza distinzione di razza o religio-
ne, con istituti scolastici a indirizzo
primario e professionale frequentati
da ragazzi, adolescenti e giovani di
ambo i sessi che presso i salesiani e
le suore si recano prima per impara-
re a leggere e scrivere, poi per im-
parare un mestiere. Ogni indiano sa
che il futuro è nel lavoro, non un la-
voro comunque fatto ma qualificato,
perché i tempi richiedono sempre
maggiore professionalità. A questa
professionalità sia lavorativa sia
umana e spirituale si dedicano con
amore i salesiani di Delhi.
(continua)
(servizio fotografico dell'autore)
BS MARZO 2003

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
UNA PROTEZIONE
PROLUNGATA
Rimasta incinta, molti anni fa,
dopo neppure un mese di gravi-
danza ebbi minacce di aborto .
Per consiglio del medico rimasi
a riposo. Al quinto mese ritornai
al lavoro . Una mia collega mi
donò l'abitino di san Domenico
Savio. L'indossai e cominciai la
novena. La gravidanza proseguì
senza problemi fino al partçi
avvenuto senza difficoltà. E
nata Erika, che ho posto subito
sotto la protezione di Domenico
Savio. Oggi Erika è una giovane
sana, di 22 anni e insieme con
me rende grazie a san Domeni-
co Savio, che in tutti questi anni
ci ha sempre aiutato.
Marinoni Ernestina
Claudia, Cormano (Ml)
IL CUORE
RIPRESE
A BATTERE
La piccola Krizia, a due giorni
dalla nascita, mentre era sottopo-
sta a un prelievo di sangue, nel-
l'ospedale di Agrigento , venne
stroncata da una crisi cardiaca.
L'infermiere continuò a pompare
ossigeno, finché dopo qualche
minuto il cuoricino di Krizia ripre-
se a battere . Poi una corsa
disperata in eliambulanza all'o-
spedale di Enna. La vita della
bimba era appesa a un sottilissi-
mo filo . In quei momenti terribili
noi ci affidammo a san Do-
menico Savio; consegnammo
un'immaginetta del santo all'infer-
miere perché la deponesse sotto
il cuscino della bambina. Quando
il medico disse : "La piccola è
fuori pericolo", noi scoppiammo
in un lungo pianto liberatorio .
Dopo ventidue giorni di terapia
intensiva la piccola Krizia è stata
dimessa dall'ospedale ed è tor-
nata a casa, accolta festosamen-
te dall'intero rione di Villaseta
Marino.
Salvatore e Francesca -
Agrigento
(liberamente ripreso da
"Gente" p. 82, su segnalazione
di un lettore )
QUELLO
SGUARDO
STUPITO DEI
MEDICI
Dopo la nascita del mio primo
figlio Angelo ho desiderato
avere un altro figlio, ma proble-
mi familiari me lo impedivano.
Risolti questi , eccomi in attesa
MARZO 2003 BS
di un bambino, ma al secondo
mese di gravidanza intervenne
un aborto spontaneo. Dopo
INNAMORATI DI
DON BOSCO
quella bruttissima esperienza
trascorsero sei anni. Mi accorsi
di essere nuovamente incinta.
Anche questa gravidanza pur-
troppo finì al 5° mese. Mi senti-
vo distrutta. A settembre per la
terza volta rimasi incinta. Parlai
con il mio parroco e con le
suore FMA che mi regalarono
un ' immaginetta di Domenico
Savio , dicendomi di pregare
molto . Al 3° mese mi sorprese
un ' emorragia. Mi portarono
d'urgenza all'ospedale. Pregai
con tutta me stessa san Dome-
nico Savio, affinché non abor-
tissi. Sottoposta a ecografia,
vidi i dottori guardarsi con gran-
de stupore . La dottoressa mi
chiese se davvero avevo avuto
emorragia. Feci notare i miei
vestiti sporchi di sangue . Mi
disse che da nessun esame
risultava che avessi avuto un'e-
morragia . Mi fece poi vedere
sul monitor dell'ecografia il mio
bambino e lo vidi tranquillo . Ho
avuto nel corso della gravidan-
za il mese un po' difficile. Mi
dissero che il bambino era
senza massa muscolare. Conti-
nuai a pregare san Domenico
Savio perché lo facesse nasce-
re sano e perché, se ciò non
La nostra famiglia si può chia-
mare "salesiana", perché i miei
genitori erano cooperatori, mio
marito ed io siamo exallievi, un
nostro figlio è sacerdote salesia-
no . Siamo tutti innamorati di
Don Bosco. Nel mese d'agosto
è stato diagnosticato a mia
sorella un tumo re al seno . Ne
fummo molto preoccupati , tanto
più che dello stesso male sono
morte mia madre e un 'a ltra
sorella. Subito ci siamo rivolti a
san Giovanni Bosco, mettendo
l'ammalata sotto la sua partico-
lare protezione. È stato neces-
sario asportare il carcinoma, e il
chirurgo in quell 'occasione ci
spiegò che il nodulo era senz'al-
tro maligno , però si doveva
attendere l'esito dell'esame isto-
logico sui linfonodi. Solo se que-
sto fosse risultato negativo
sarebbe seguita la guarigione.
Nei dieci giorni d'attesa abbia-
mo intensificato le preghiere .
Alla fine l'esito dell'esame
risultò negativo. Per questo ren-
diamo grazie a Don Bosco che
continua a camminare al nostro
fianco .
Maria Pia Zaccaria Martelli,
Novara
fosse stato, mi aiutasse a vive-
re accettando la volontà di Dio. ·
Ogn i volta che guardo il mio
bambino, di nome Domenico in
ringraziamento al Santo, ringra-
zio lui e il Signore d'avermelo
donato e di avermelo donato
sano .
Silvana Cicala, Taranto
UN PERICOLO
EVITATO
Al quinto mese di gravidanza, in
seguito ad ecografia, il medico
diagnosticò che la grandezza
della testa del bimbo risultava
inferiore rispetto al corpo, e ogni
volta che mi sottoponevo ad eco-
grafia c'erano sempre problemi
al riguardo . Immaginarsi la mia
preoccupazione. Iniziai a prega-
re con fede san Domenico
Savio, e indossai il suo abitino.
Ora mi è nato un bel bambino,
sano. Voglio ringraziare tanto il
piccolo caro santo per questa
grazia ricevuta.
Maria Taravella,
Palizzi Generosa (PA)
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lette1:e non
firmate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l'indicazione del nome.
DUE INTERVENTI
CHIRURGICI
Ancora adesso mi prende l'an-
sia ripensando alla difficile
situazione in cui si è trovato mio
figl io Roberto, di dieci anni e
mezzo , che ha dovuto subire
due interventi chirurgici , prima
per peritonite e dopo 48 ore per
gastroenterite. Devo ad una mia
amica se ho iniziato a pregare
san Domenico Savio con fidu-
cia e senza disperarmi. Potevo
vedere solo per mezz'ora mio
figlio, attraverso una piccola
finestra , che mi lasciava intrave-
de re Roberto monitorato da
cento strumenti, steso su un let-
tino, legato mani e piedi e tenu-
to in coma farmacologico . Sono
convinta che san Domeni co
Savio ci ha salvati e Lo ringrazio
per avermi dato la forza di supe-
rare quei momenti.
C. R., Bari
Suor Eusebia
Palomino.
FATTI INSPIEGABILI
La mia amica Kraus Luxardo
Geltrud di 85 ann i è stata
colpita da trombosi all'occhio
sinistro cui si è aggiunto
anche un glaucoma e un
edema della cornea. Con
l'andar del tempo è stato
coinvolto il nervo trigemino
che ha causato forti dolori. Il
medico le ha prescritto il
ricovero in clinica oftalmica
per decidere se asportare
l'occhio. La sera precedente
al ricovero io feci giungere
alla signora una reliquia di
suor Eusebia Palomino e
le raccomandai di metterla
sull'occhio malato, cosa che
lei ha fatto. Intanto io ho
chiesto alla mia comunità di
pregare per la signora . La
mattina seguente, come sta-
bilito, ella si recò in ospedale
per la visita decisiva circa
l'asportazione dell'occhio.
Visitandola , il medico non
nascose la sua meraviglia
perché la pressione dell'oc-
chio da 32 era scesa a 16, e
la cornea era diventata tra-
sparente, rendendo così inu-
tile l' intervento e lo stesso
ricovero. Si parlò della reli-
quia. "Ci sono fatti inspiega-
bi Ii", dovette ammettere il
medico.
Suor Anna Venegoni,
Cinisello Balsamo (Mi)

5.7 Page 47

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Dott.
BERNARDO CANNELLI
«Con due "n" e due "I" precisa
al contrario del vino e del paese
in provincia di Asti. .. e per di più
sono astemio!». E il nuovo
presidente nazionale degli
exallievi. Di professione fa il
"medico di famiglia".
Quando è stato eletto, dottore, e perché?
Il 27 ottobre 2002, in seguito alle dimissioni a metà mandato del
dott. Paolo Zeni. Avevo già ricoperto la vicepresidenza per 4 anni
sotto Renzo Romor. Porterò a naturale scadenza questo mandato che
termina nel 2004.
Da chi viene eletto il presidente degli exallievi?
Dalla presidenza nazionale, la quale a sua volta è eletta dal consiglio
nazionale (un'ottantina di persone, mentre la presidenza è composta
da 11 persone).
Quanti siete?
Beh... Difficile dirlo. Iscritti effettivamente siamo 14 mila circa, ma
gli exallievi, come sa, sono centinaia di migliaia, per non dire milioni!
Siete movimento o associazione?
Bella domanda. Entrambe le cose. Il movimento è più legato alla
memoria, l'associazione è un gruppo con un regolamento che si rico-
nosce nello statuto mondiale dell'Unione. All'associazione si chiede
ovviamente, molto di più che non al movimento... L' associazione po~
trebbe essere il veicolo per condurre fino alla cooperazione, quindi a
una promessa formale...
Si spieghi meglio.
Il cooperatore è una scelta di vita, precisa, che richiede altrettanto
preciso impegno cristiano... L'exallievo, tanto per capirci, potrebbe
anche non essere cristiano. Noi non abbiamo promesse, solo una tesse-
ra che ci qualifica come appartenenti. Ciò non toglie che l'associazione
possa prendere impegni e iniziative molto qualificate e qualificanti ...
• ... per esempio?
Organizziamo corsi formativi, forum, meeting, convegni. Abbiamo
ad esempio realizzato un forum sul lavoro, un meeting sulla famiglia...
• ... e in prospettiva?
Abbiamo due appuntamenti cui teniamo molto: il primo nel prossi-
mo 5/6 aprile è un grande pellegrinaggio delle famiglie a Loreto, il
pellegrinaggio del sì; poi dal 28 ottobre al 2 novembre l'Eurobosco
alla Pisana con tema "I giovani e l'Europa" in cui contiamo di portare
parecchie personalità; e ancora il Forum a Como...
Qual è il problema che vorreste risolvere a breve?
Quello dell'identità: chi è l'exallievo? Solo quello che ha frequentato
le scuole salesiane, o anche l'ex oratoriano, l'ex MGS? E quali rap-
porti tra MGS ed exallievi? Sono questioni ancora dibattute all'interno
dell'associazione. Speriamo prima o poi di giungere a una soluzione
per poter unire il più possibile le forze per fare il bene. Come voleva
Don Bosco.
RHUMA
Gioca sulla via, Rhuma,
quattro anni e un pugno di me-
si, gioca come può giocare una
bimba povera, alla sua età:
senza troppi pensieri, senza
Barbie o altri costosi giochi
occidentali, gioca con alcuni
coetanei gli innocenti trastulli
dei bimbi poveri. Suo padre
Alì sta per tornare al lavoro
nella botteguccia dove fa il
commesso per poche decine di
dollari al mese, mamma ras-
setta la povera cucina: hanno
consumato da poco l'unico pa-
sto del giorno: una porzione di
riso scondito. C'è anche suo
fratello , 18 anni, che non è an-
cora riuscito a trovare un lavo-
ro , ma il suo pugno di riso ce
l'ha lo stesso. E proprio lui,
Najib, che sente il cigolio im-
provviso dei freni di un'auto
che si blocca, e subito dopo il
pianto disperato di sua sorella
e lo sgommare della grossa
jeep che riparte a gran velocità
con Rhuma a bordo. Sgomen-
to, costernazione, angoscia,
grida disperate, maledizioni,
pianti. .. succede di tutto in
poco tempo sulla via. Perché
mai l'avranno rapita? Chi sono
i rapitori? Che cosa vogliono
da Alì Akmad, uno che non ha
mai fatto del male a una
mosca? Una settimana dopo
sulla soglia di casa giace un
sacco.. . dentro ci sono i poveri
resti di Rhuma. L'avevano
aperta, le avevano asportato il
cuore, i reni e un occhio... Ma-
ledetti trafficanti!
I Potrebbe toccare a chiunque
di loro; potrebbe succedere
ovunque ...
BS MARZO 2003

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
ESPERIENZE MISSIONARIE
di V. Savini - C. Aquili
Esperienze in Guatemala
ONLINE
di Giovanni Eriman
I
Pepi il sagrestano
:C;l;.
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Nz
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ii:
25
uo
iui.:.
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INSERTO CULTURA
di Natale Maffioli
Il Museo dos povos da floresta
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
L'anima dell'India