Bollettino_Salesiano_200302

Bollettino_Salesiano_200302

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- MAESTRO E AM,co
di Pascual Chavez Villanueva
OLTI
osc
SANTI ...
NON È DIFFICILE
"La santità dei figli, prova della santità del Padre", lo scriveva il
primo successore di Don Bosco, il beato Michele Rua, ai direttori
salesiani, quando spedì loro la lettera/testamento del fondatore,
pochi giorni dopo la sua morte, 1'8 febbraio 1888.
e entoquindici anni di distanza
non sono riusciti a far invec-
chiare l'impegnativa affer-
mazione di don Rua /a santità dei
figli è la prova della santità del
padre. Il compito che egli propone-
va ai Salesiani, immediatamente
dopo la morte di Don Bosco, conti-
nua ad essere attuale per quanti lo
hanno come padre, ed è stato riaf-
fermato da Giovanni Paolo Il nel
recente Capitolo Generale, quando
ha invitato i Salesiani ad essere
"santi ed educatori di santi". La pri-
ma generazione salesiana , anche
se non aveva nessun dubbio sulla
santità del proprio "padre e mae-
stro", non poteva proclamarla con
certezza fin quando la Chiesa non
l'avesse riconosciuta solennemen-
te. Nel frattempo , la santità che riu-
sciva a vivere nel servizio dei gio-
vani , applicando il metodo straordi-
nariamente semplice ma altrettanto
efficace usato da Don Bosco ,
sarebbe stata l'argomento più vali -
do a favore della santità del fonda-
tore . È andata alla grande : al
seguito del padre, un gran numero
dei suoi figli fece propria quella for-
ma simpatica di santità quasi
"casalinga" che è la santità del
lavoro e del cortile .
Proprio perché siamo eredi di
santi , quanti facciamo parte della
Famiglia Salesiana siamo chiamati
a provare con una autentica e
intensa vita cristiana la vitalità del
nostro patrimonio di santità. Questo
I Raimundo Fages Buxò
Don Bosco in camera a Sarrià.
Riproduzione alterata,
cm 7x10.
sarà certamente il miglior dono che
possiamo fare ai giovani, come
insisteva don Viganò nella celebra-
zione conclusiva dell'anno centena-
rio della morte di Madre Mazzarel-
lo: vero che ci sono molte cose
da fare. Ma se ci manca questa,
non saremo evangelizzatori della
gioventù oggi. Non facciamoci illu-
sioni: la santità è la piattaforma di
lancio di tutte le nostre possibilità,
dell'efficacia della nostra amicizia e
del nostro servizio alla gioventù...
dobbiamo ritornare ad avere la
santità come progetto; dobbiamo
rilanciare la nostra santità".
Dovrebbe essere qualcosa di
entusiasmante, perché Don Bosco
ci ha lasciato in eredità una santità
originale, una santità fatta di sem-
plicità e di simpatia che rende ama-
bili, buoni, alla mano, ed è capace
di attirare la gioventù, come la
calamita attira il ferro . La Famiglia
Salesiana è depositaria di questa
vocazione alla santità che Don
Bosco ha portato nel mondo: que-
sto è stato il suo dono alla gioventù
e questo sarà "il miglior dono che
possiamo fare ai nostri giovani
oggi" . Dirò di più: la "gioventù po-
vera e abbandonata" ha diritto alla
nostra santità. Parafrasando Don
Bosco direi che è affascinante
essere santi, perché la santità è
luminosità, tensione spirituale, splen-
FEBBRAIO 2003 BS
... una santità fatta di semplicità
e di simpatia che rende amabili, ·
buoni, alla mano, ed è capace
di attirare la gioventù.

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Febbraio 2003
Anno CXXVII
Numero 2
dore, luce, gioia interiore, equilibrio,
limpidezza, amore portato sino
all 'estremo. Anche il Vaticano Il ci
ha ricordato che "tutti nella Chiesa
sono chiamati alla santità" (LG 39);
il Sinodo straordinario che lo ha
commemorato, vent'anni dopo, ha
proposto la santità come un'urgen-
za dei nostri giorni; l'attuale Ponte-
fice l'ha indicata come priorità per
la Chiesa del nuovo millennio:
"Sarebbe un controsenso accon-
tentarci di una vita mediocre, vissu-
ta all'insegna di un'etica minimalista
e di una religiosità superficiale .. . È
ora di proporre a tutti con convin-
zione questa misura alta della vita
cristiana ordinaria" (NMI) .
La santità umana è partecipazione ·
gratuita alla santità di Dio.
O Il vocabolo "santità" non deve
intimidirci , quasi volesse dire vive-
re un eroismo impossibile, riservato
a pochi privilegiati. La santità non è
opera nostra, ma è partecipazione
gratuita della santità di Dio, quindi
è una grazia, un dono prima di
essere frutto del nostro sforzo. Indi-
ca che tutta la persona (mente,
cuore, mani, piedi) viene inserita
nella sfera misteriosa della purez-
za, della bontà, della gratuità, della
misericordia, dell'amore di Gesù. È
una consegna totale di noi, nella
fede , nella speranza e nell'amore a
Gesù al Dio della vita; una conse-
gna che si attua nel concreto, gior-
no dopo giorno, con amore, sere-
nità, pazienza, gratuità, accettando
le prove e le gioie quotidiane con la
certezza che tutto ha senso davanti
a Dio, tutto per Lui è valido e im-
portante .
O
In copertina :
Ancora una copert ina
ded icata ai giova ni,
" nostra delizia e nostra
croce". Tra i grandi
prob lem i che
li affli ggono, la sessualità
è al primo posto.
/Foto: Santo Cieco)
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Dirett o re:
GIANCARLO MAN IER I
- CHIESA
12 La nuova frontiera del ciberspazio
di Silvano Stracca
- G1ovAN1
14 · Adultità cammino incerto
di Vito Orlando
- FMA
18 Destinazione Filippine
di Maria Antonia Chine/lo
- M1ss10N1
20 Ho una proposta
di Felice Molino
- INSERTO CULTURA
23 Il museo di Lisbona
di Manieri/ Maffioli
- DIBATTITI
40 TV tra spazzatura e cultura
di Se verino Cagnin
RuBRICHE
2 // Rettor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia e nel
Mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Doctor J. -
28 Prima Pagina 1 - 29 Prima Pagina 2 - 30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco -
36 Famiglia Salesiana - 37 Laetare et benefacere - 38 Sfide etiche - 42 I nostri morti -
43 // mese - 44 Viaggi - 45 I nostri santi - 46 Solidarietà - 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni • Giancarl o De Nicolò Franco Lever
Natale Maffioli Francesco Motto • Vito Orlando
Collaboratori : Ernesto Gattoni • Giuseppina Cudemo
Graziella Curti · Carlo Di Cieco • Bruno Ferrere
Sergio Giordani • Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs • Giuseppe Morante • Vito Orlando
Marianna Pacucci Roberto Saccarello • Fabio $androni
Arnaldo Scaglioni Serdu • Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco • Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Vincenzo Odorizzi - Guerino Pera
Pietro Scalabrino • Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma · Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Tori no n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Gregorio Jaskot (Roma)
Fotocomposizione: Puntografica s.r.l. - Torino
Stampa: Mediagraf s.p.a. • Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi p,
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 55 edizioni e 24 lingue diverse. Raggiunge 151 Nazioni
in cui operano i salesiani.
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U nione Stampa
Periodica Italia na
BS FEBBRAIO 2003

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di Carlo Di Cieco
NON GIOCHIAMO
A PINOCCHIO
Pinocchio è diventato e rimane ormai uno dei miti e dei simboli che
meglio raccontano l'esperienza della vita umana e il suo socializzarsi.
S iamo stati e saremo sempre
tutti un po' Pinocchio e, forse
per questo, adulti e piccini si
ritrovano nelle storie del burattino,
riuscendo a stabilire punti di contatto.
Nel tempo della vita, poi, ci sono tanti
che da burattino diventano bambini e
si scordano di essere stati burattini
allegri e inventivi. Altri rimangono
burattini o per egoismo o per
seminare gioia. Ma la favola di
Collodi , nel suo insieme, sebbene
narri la condizione di burattino, non
scioglie il mistero: se sia meglio
diventare bambini o conservare
l'animo da burattini. Quando
Pinocchio diventa bambino -
umanizzato o integrato che sia - la
favola finisce . Comincia la vita. Ma è
un'altra storia. Quella quotidiana
dove possiamo imbatterci in mostri
anche umani che, anziché morire
essi dal ridere, come il drago di
Pinocchio, nel vedérci goffi e
inesperti, ci fanno morire di pianto. Il
percorso nel tempo del ritorno a
casa, ciascuno di noi lo scrive come
vuole e può: con gli occhi , il cuore e i
sogni o del burattino o del bambino.
O È difficile parlare di questa favola in
termini pedagogici senza rischiare
una noia mortale e sbadigli a
ripetizione . Le favole sono favole e si
devono capire con il cuore , con
l'intuizione. Sono il mondo della libertà
assoluta dello spirito e ciascuno le
intende e le vive con sensazioni
speciali. Irripetibili. Non esistono
regole rigide per interpretarle. Sono
come le parabole che usava Gesù per
farsi capire da tutti: di per sé
toccavano cuore e fantasia. Poi
ciascuno provava ad applicarle in
situazioni e con sensibilità diverse. Si
pensi alla parabola del samaritano,
straordinaria e sconvolgente per i
calcoli dei benpensanti di ogni epoca.
Una figura simpatica incarnata in tanti
profili culturali quante sono state le
stagioni storiche e le condizioni
concrete delle società. Ma nonostante
questa modulazione di lettura, sempre
il cuore degli uomini ha capito la
differenza tra il samaritano e gli altri
che se ne infischiano della vittima dei
briganti . E ciascuno ha potuto
scegliere liberamente se stare con i
menefreghisti , trovandovi sostanziosi
tornaconti , oppure fare da samaritano,
rimettendoci del proprio .
Ora il paese dei balocchi dove una
parte minoritaria e privilegiata
dell'umanità è abituata a vivere, a
discapito della maggioranza meno
fortunata, sta per finire . E non si è
trattato di un mondo innocente come il
paese della favola di Pinocchio.
Sarebbe bello come in una favola, se,
con un soprassalto di coscienza, si
mettesse mano a una diversa
distribuzione delle risorse per superare
le disuguaglianze che mietono vittime
a milioni. Ma la grande restituzione
storica del maltolto resta una favola e
si preferisce mettere mano alle armi o
alla violenza per ristabilire le gerarchie
dei consumatori dei beni della terra e
del lavoro dell'uomo. A questo punto
della storia, le favole si spezzano.
Pinocchio emigra dai nostri
pensieri. Scende così la notte (due
autori di recente hanno scritto in
modo egregio delle notti di
Pinocchio) in cui girano più gatti e più
volpi nelle società degli umani di
quante stelle ci siano in cielo. E in
tanti, in bilico tra essere Pinocchio
oppure gatti e volpi, vestono con
facilità i panni degli assassini. Illusi
che la notte possa nascondere per
sempre i loro misfatti.
Se leggiamo la favola di Pinocchio
al plurale invece che al singolare, si
vede che le nostre società non
lasciano più spazi ai Pinoqchio, né da
burattino né da bambino. E sceso un
gelo pesante sugli entusiasmi. E
quando ci sono persone - giovani
specialmente - che pensano di
cambiare le cose per lasciare spazio
alle favole anziché alla borsa, scatta
una difesa spietata. I Pinocchio si
mettono in catene. O si pensa ad
infiltrare tra loro i più diversi
Lucignolo perché vadano in
perdizione con i loro progetti
alternativi di vita. Agli adulti, a questo
punto della storia, rimane di fare una
preghiera per non perdere il contatto
vitale con i giovani: "Santa Maria
Madre di Dio, prega per noi
peccatori. E donaci di restare un po'
Pinocchio adesso e nell'ora della
nostra morte".
O
FEBBRAIO 2003 BS

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-
2. Il concetto è espresso an- generazioni. "La nvzncita di de... Bastano e avanzano
che dalla tecnica mista della Dio", edito dalla Rizzo/i è un quelle profonde, quelle sul
composmone: foto/disegno , libro emblematico che confer- senso della vita... Le altre
per dire che ciò che è descrit- ma le ulteriori ricerche su sono superflue o quasi. È
to non è poesia o arte, ma una significativa ripresa del vero: è sempre bene chiedersi
nuda e cruda cronaca d'oggi. senso religioso. Tra parente- il perché di alcuni fatti che ci
Osservi, dunque , le figure del si, l'indagine non l'ho con- fanno problema, se non altro
calendario, inizi pure da gen- dotta io, gentile signora, ma per mantenere alta la guar-
naio; le mani del bimbo ad l' European Values Survey , dia, visto che nella vita ad-
esempio.. . la mano sinistra è attraverso ricercatori inter- dormentarsi e lasciarla scor-
fotografia, la mano destra è nazionali. Dunque, tra i valo- rere "come la va la va" non è
disegno: così come il volto, ri dei giovani la religione è cosa molto intelligente, però
così come ginocchio e co- presente, presentissima. Pro- ricordati che un fiume di do-
scia... Tutte le figure sono prio questo dato ha fatto un mande su ogni inezia serve ·
trattate così a tecnica mista, po' stupire detti ricercatori, solo a bloccare la persona
foto completata dal disegno. tanto da far pensare a una in- e/o a farla affogare negli
3. Il discorso non è solo de- versione di tendenza rispetto scrupoli, nelle supposizioni,
nuncia. Contiene al contrario al recente passato . Attribui- nel sospetto. Spontanei biso-
una grande speranza, quella scono, i giovani, proprio loro, gna essere, anche se non in-
cristiana: dal/' impegno di tutti molta importanza alla Chie- genui. Se vuoi aiutare qualcu-
e di ciascuno può sortire il sa, credono in un Dio perso- no, aiutalo senza tanti per-
miracolo! Osservi dicembre: nale, credono nel!'Aldilà, ecc. ché: il bene lo si fa "per se
ritrova tutti i bimbi ''fotodise- e, secondo la stessa indagine, stesso" proprio perché è
gnati" nei mesi precedenti at- i giovani italiani, ad esempio, "bene". E occorre non farsi
torno alla culla di Gesù Bam- vanno di più in chiesa rispet- coinvolgere affettivamente più
IJiill':,JALENDARIO 2003. bino. A indicare che nulla è to a 10/20 anni fa. Insomma, in là di una certa soglia. Sono
Gentile direttore, vorrei perduto, che quella nascita c'è spazio per lavorare apo- convinto che se il coinvolgi-
fare un commento al calenda- ha vinto ogni morte, ha stolicamente nel pianeta gio- mento emotivo è difficile da
rio 2003. Le tematiche af- schiacciato ogni colpa, ha as- vani e con buone prospettive controllare (l'emotività arri-
frontate sono drammatiche sicurato al Bene la vittoria fi- di successo ... Il terreno non è va come una scheggia, e col-
[...] I disegni [...] io personal- nale, e, perciò, promessa di tutto sassoso.
pisce senza preavviso), l' af-
mente avrei preferito delle
belle fotografie di ragazzini
rt1o sorridenti [...] perché sono sta-
IAI ti "salvati" [...] Penso che do-
0 vrebbero essere date delle
giustizia, garanzia di pace. E
scusi se è poco...
IAMO AL LUMICI-
CONOSCIUTO
UN RAGAZZOI
Caro direttore... ho conosciu-
fetto al contrario avvolge la
persona lentamente, è una
cosa più complessa e, in
qualche modo, più educabile.
Si può tenere a bada, insom-
"soluzioni" ai problemi, delle
NO. Caro Dir., [...] to un ragazzo, tramite una ma... L'affetto è solito annun-
speranze. Ho avuto modo di anche lei, immagino, sa bene mia amica. Da allora lui mi ciarsi con largo anticipo
conoscere missionari vera- che ormai la scristianizzazio- guarda, mi fissa... Che vorrà prima di arrivare e prendere
mente speciali, e ho tratto la ne è quasi completa [...]. Solo dire? Mi vorrà perché sono di possesso di una persona, per
certezza che i salesiani svol- poche vecchiette, come me, "buona famiglia?"... Poi ho cui ci si può, anzi ci si deve
gono una attività positiva, frequentano le chiese e le fon- conosciuto un altro ragazzo preparare ali' impatto. Con
propositiva e dinamica [...] zioni religiose, le processioni, che aveva fatto qualche gior- ciò voglio affermare che si
sensazioni che il calendario ecc. che sono sempre meno. no di carcere... L'ho rivisto in può "lavorare sul/' affetto",
non riesce a trasmettermi. Siamo al lumicino, caro diret- chiesa, dopo che è uscito. Io mentre è difficilissimo inter-
Spero che la mia franchezza tore. E non mi risponda che non voglio giudicarlo ma aiu- venire sulle emozioni, proprio
non le dispiaccia.
non è vero. I miei vecchi oc- tarlo... Però, lui mi guarda, mi per la repentinità con cui si
Beatrice@ ...
chi ci vedono ancora bene.
Altro che!
fissa. Che cosa vorrà? Forse
mi ama, e forse io voglio uno
affacciano sulla scena della
nostra storia personale e ci
Cara Beatrice,
La franchezza mi piace. Sem-
Maria, Ancona
accanto a me... Ma perché
proprio lui? Anche altri mo-
coinvolgono. Oltretutto l' e-
mozione non è stabile, come
pre. Da chiunque venga. Mi Gentile nonnina, la situazione strano interesse verso di me... viene così va...
permetta di spiegarle le scelte non è così catastrofica come Perché? Forse si sono accorti Tornando a noi, le domande
fatte per il calendario 2003. lei crede ... Eccetto che le in- che sono una ragazza a che ti fai (decisamente trop-
I. Vi sono riportate le emer-
genze ereditate dal Il millen-
nio riguardo ai minori. Quel-
le cui tutti, senza eccezioni,
devono porre la massima at-
tenzione se si vuole salvare il
salvabile. Sono ''fatti" quoti-
diani che l'occhio impietoso
dei media ci porta dentro
dagini statistiche siano solo
delle "prese per i fondelli".
Tant'è che, dati alla mano, si
parla di de-secolarizzazione,
al contrario degli anni '60
del secolo scorso in cui si
parlava allarmisticamente di
secolarizzazione, volendo in-
dicare l'allontanamento dal
modo? Forse i genitori li
spingono perché sono un
"buon partito"? Allora perché
non ho nessuno? Ne parlo o
no con le amiche? Ma se poi
tradiscono la mia fiducia? [...]
Lidia
Cara Lidia,
pe!) contribuiscono a inceppa-
re i tuoi movimenti, a ostaco-
lare le analisi, a inquinare le
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nute in redazione. Ce n.e
. o. Provvederemo_ a
casa.
sacro delle giovani (allora) Non porti centomila doman- ~~~s~~';;po alla pubblicazw-
FEBBRAIO 2003 BS
ne o alla risposta personale.

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~
~H-f
:,,,c..
\\P FLLJ
dialoga, ragiona,
"normale", non dare l' im-
L'A.P.I.S ., associazione
ONLUS di volontariato
pro missioni, cerca volon-
tari di Roma, giovani e
meno giovani, disposti a
prestare la loro collabora-
zione secondo le proprie
capacità e disponibilità di
tempo. Contatto: Sig.ri Ca-
tarinella, via Maddalena
Raineri, 9 - 00151 Ro-
ma, tel. 06.5823.3062.
Colleziono francobolli di
tutto il mondo e vorrei
scambiare i miei doppioni
con chiunque abbia fran-
cobolli da scambiare. Bat-
tistella Carlo, Via Ferro
di cavallo, 94 - 66034
Lanciano (CH).
pressione di essere "l' irrag-
giungibile", non pensare sem-
pre male, "pensa positivo". E
per quanto riguarda le chiac-
chiere che consideri si possa-
no fare su te e sul tuo modo di
agire , Don Bosco diceva di
stare allegri.far del bene e la-
sciare che gli uccelli cinguet-
tino come gli pare! Insomma,
se fai le cose con retta inten-
zione, non devi interessarti più
di tanto di quello che dice la
gente o, peggio, di quello che
tu pensi che dica...
Ricordati che intrecciare re-
lazioni esige prima di tutto la
disposizione da parte dei sog-
getti interessati a "rivelarsi" ,
aprirsi, sbilanciarsi, talvolta,
con ponderatezza certo , ma
donna a seni nudi con un velo
sui fianchi , le braccia aperte,
le stigmate sanguinanti sulle
mani ed una aureola sul capo
che fa da O alla parola MA-
DONNE! È meglio non pen-
sare alle immagini che pote-
vano esserci all ' interno. Di-
sgusto o rabbia? Non so. L'i-
stinto è stato di acq uistare il
calendario e cestinarlo imme-
diatamente, ma non ho, forse
vigliaccamente, trovato il co-
raggio di farmi vedere mentre
compravo una simile cosa.
Ma come può una persona
trovare piacere sul sacrilegio?
Come può una donna prestare
la sua immagine alla bestem-
Vorrei ricevere cartoline di anche con coraggio. Devi mia? È possibile commercia-
tramonti, fiori e cartoline aprirti se vuoi che gli altri si lizzare ciò? Evidentemente
artistiche in genere. Grazie aprano. Devi uscire dal tuo sì... È possibile perché tutti
a chi mi vorrà aiutare. guscio, se vuoi che gli altri noi lo permettiamo, è possibi-
Enzo Ancona, II trav. escano dal loro ...
le perché chi prova ad alzare
lama di pampini, 9 - Ricordati che l' amore, co- la voce viene subito zittito da
70017 Putignano (BA).
struito sui "chissà!", sui "for- un coro di preteste, di voci
Colleziono immagini sa-
cre, ritagli di giornale, fo-
to, poster ecc. riguardanti
Paolo Perego. Cesare Man-
gini, Via Monache, 41 -
70017 Putignano (BA).
se" , sui "può darsi" , sugli
eterni tentennamenti di chi
non sa mai che pesci pescare,
non dura . Ciò che dura è l' a-
more costruito sulla limpida
chiarezza di due che si sono
rivelati l'uno ali'altra pregi e
più forti che lo chiamano ipo-
crita, bugiardo, represso, o
razzista, falsodemoc ristiano,
nazifascista, criptocomunista
e simili, termini che non c'en-
trano nulla, ma fanno effetto.
Tanti pensieri mi passano per
Sono un impiegato statale di difetti, pensieri e azioni, sogni la testa: Dio, la mia coscien-
55 anni, mi piacerebbe corri- e desideri, compreso il pro- za, le guerre, i musulmani, la
spondere via e-mail con let- prio mondo interiore, compre- mia coscienza, le persone che
trici del BS per sincera ami- sa la propria fede e pratica re- soffrono, le madonne del ca-
cizia cristiana. Luciano Ma- ligiosa!
lendario, la mia coscienza... e
rini: orp.enoinu@virgilio.it Bisogna imparare ad essere io che non trovo la forza di ri-
Ho una gran voglia di co-
municare... Casella Posta-
le 74- 89900 Vibo Valen-
tia VV.
limpidi e risoluti, sereni e bellarmi e contribuisco alla
furbi. Rifletti su questi agget- distruzione dei valori più
tivi che sono tra l'altro patri- sani , che è come dire alla no-
monio .. . dei santi!
stra distruzione...
Per opere missionarie cer-
co cartoline illustrate nuo-
ve o viaggiate di ogni ge-
nere, santini, immaginette,
statuine, calendarietti, sche-
de telefoniche, francobol-
li... Chi mi aiuta? Rosario
Amendola, Vico I Orti 5
- 87031 Aiello Calabro
es.
Pietro, Verona
,.E MADONNE E I Caro amico, lascio la sua let-
l.:C:ALENDARI. Caro di- tera così come l'ha scritta,
rettore, è con animo triste che perché contiene già la risposta
mi decido a scriverle e non e mi sembra supe1fluo ogni
per porre domande o avere ri- commento. Un tempo si diceva
sposte, solo per sfogarmi. di "lasciare in pace i santi" e
Qualche giorno fa in un 'edi- prendersela tutt'al più coi
cola della mia città noto sulla fanti ... adesso succede... se te
parete dietro il banco dei la prendi coi ''fanti" rischi la
giornali una serie di calendari galera. .. per cui il bersaglio
riflessioni. Se vuoi sapere
qualcosa di più di te stessa e
degli altri, la via è unica:
sbloccati, avvicina le persone,
dedicati a una grande varietà
di "belle" ragazze abbondan-
temente svestite. Tra questi
me ne salta agli occhi uno
raffigurante in copertina una
preferito degli sfoghi più o
meno nobili del!'uomo sono
diventati i santi. Alla fa ccia di
chi ci crede.. . e sono milioni.
Chissà se ai santi sta bene!
I:,
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a ch i ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comun icate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corri spo n-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse @sdb.org
BS FEBBRAIO 2 003

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ONITALIA . _N_E_L_M_O_N_D_O_ _ _ _ _ _ _ _ _ __
CROCE AL MERITO
PRO ECCLESIA ET
PONTIFICE
Il 28 settembre 2002, il ve-
scovo di Compostela ha im-
posto la Cro ce Pro Ecclesia
et Pontifice al dott. José Luis
L6pez Mosteiro, exallievo e
cooperatore sales iano di La
Corufia. Il poliedrico avvo-
cato , nonostante i suoi 80
anni è ancora in piena atti-
vità e al suo impegno profes-
sionale, agg iunge quello di
scrittore, poeta, drammatur-
go; inoltre è in prima linea
nella Chiesa attraverso con-
ferenze, catechesi, incontri;
nella parrocchia poi è mem-
bro attivo del consiglio pa-
storale e ministro straordina-
rio dell ' Eucarestia. Tra le
altre cose, è stato lui a fon-
dare l'associazione dei coo-
peratori sales iani di La Co-
rufia, e lo si trova sempre di-
sposto a prestare la sua col-
laborazione. Una grande fi-
gura cui vanno il rispetto e il
graz ie di tutti.
■ ;t-Uitl!M1 W1 •t•S•t•1
"Il Borgo e la borgata. I ra-
gazzi di Don Bosco e l'altra
Roma del dopoguerra", mo-
DON BOSCO
deratore don Francesco Motto,
IN CAMPIDOGLIO
direttore dell 'Istituto storico
Salesiano. Un lavoro quello
Mercoledì 27 novembre una del Portelli e collaboratori
tavola rotonda presso il muni- portato avanti da storici di
cipio di Roma ha portato alla area laica che hanno av uto il
ribalta Don Bosco e i Salesia- tempo di merav igliarsi del
ni. Vi hanno preso parte, in metodo educativo salesiano e
una sala gremitissima, il Ret- dei risultati ottenuti nel diffi-
tor Maggiore don Pascual cile dopoguerra degli sciu-
Chavez, il vicesindaco della scià. Una storia orale rico-
capitale On. Emico Gasbarra, struita sulle testimonianze dei
il salesiano prof. don Giorgio protagonisti viventi che il
Rossi dell 'Università Roma Rettor Maggiore ha globaliz-
tre, il professor Alessandro zato, sottolineando le immen-
Portelli dell 'Università La Sa- se emergenze odierne degli
pienza, estensore del volume sciu.scià di tutto il mondo.
CHIERI, ITALIA
ALICANTE, SPAGNA
Un magnifico rilievo di quasi
tre metri di altezza campeggia
nella facciata del collegio di
!bi (Alicante), opera del coa-
diutore salesiano Juan Ma.n-
zana. Un concentrato della
spiritualità di Don Bosco che
col suo metodo ha operato
anche il miracolo della san-
tità. Vi sono sbalzati i simboli
fondamentali: lo studente con
il libro, e l' artigiano con gli
strumenti del lavoro, i gigli
della virtù, la croce, il pallo-
ne, l'Eucarestia, I'Ausiliatri-
ce, la Chiesa sul mare in tem-
pesta, e perfino la talare sbot-
tonata, simbolo della ji"eua
che Don Bosco aveva di fare
il bene, di giungere allo scopo
(vedi la mano che indica l'ap-
prodo definitivo!)... Davvero
un 'opera meritevole di altre
co llocazioni .
DON BOSCO E LA
SUA TERRA
L 'associazione CGS di Chie-
ri , con il plauso del Papa, del
Presidente nazionale dei Ci-
necircoli, del sindaco della
città, ha presentato al pubbli-
co lo scorso novembre tre
realizzazioni dei soci: "Chieri
e dintorni: lievito di salesia-
nità", filmato di 25 minuti, un
volume di 144 pagine e un in-
serto fotografico , il tutto per
1500 ore di lavoro volontario
di giovani poco più che ven-
tenni che, con questo progetto
mu ltimediale, han no inteso ri-
percorrere le esperienze gio-
van ili di Don Bosco, tradu-
cendo in immagini la stori a di
un ragazzo irrequieto che sco-
pre lo spirito di Giovannino
dei Becchi, producendo un
testo sulla ri scoperta degli
spazi in cui il santo dei giova-
ni visse e operò, cogliendo
con l'obiettivo fo tografico la
poesia dei luoghi abitati da
Don Bosco. Meritano anche i
nostri complimenti.
FEBBRAIO 2003 BS

1.9 Page 9

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redazionale
NUMISMATICA
a cu ra di
Roberto Saccarello
Lfi lebbra si può
vincere
ROMA, ITALIA
CAMPAGNA ANTI
LEBBRA
Il mese scorso è stata celebrata
la campagna: "la lebbra si hanno scritto pagine gloriose
può vincere". Siamo alla cin- nell'assistenza a queste perso-
quantesima edizione, il che ne sventurate. Tra essi don
vuol dire che da almeno 50 Luigi Variara, beatificato ulti-
anni si lotta contro una malat- mamente da Giovanni Paolo
tia che Raoul Follereau, uno II. Un plauso all'associazione
dei più grandi apostoli dei leb- AIFO che continua a battersi
brosi, era convinto che avreb- con grandi iniziative, perché
be potuto essere vinta in bre- finalmente tutti, gente sempli-
vissimo tempo, e non certo ce, associazioni e governi si
con una montagna di soldi. facciano carico di questo pro-
Anche i salesiani sono impe- blema, che esiste ancora solo
gnati da quasi cent'anni su per incuria, o ignoranza, o in-
questo fronte e con uomini che capacità politica...
VERONA, ITALIA
Loss Raimondo
UN EPISTOLARIO
ORIGINALE
Sono numerose le pubblica-
zioni di epistolari (di scrittori,
personaggi politici, santi...).
Poche volte, crediamo, sia
stato dato alle stampe I'.epi-
stolario di una casalinga con i
suoi non pochi figli sparsi nel
mondo (11 per la precisione),
di cui tre sacerdoti sales_iani e
tre suore domenicane. Il volu-
UNA MAMMA SCRIVE ...
LA STORIA DI UNA FAMIGLIA
4 ~L .:._·~4~~
~-=--'.7.c-.4~-7.-....::;=~.z-!.:a..:.-;--t:7.
.r.._
4-<-.;.:i4l-,..,,_~.:.,,
;&. ,..J~,t
--•C~
-•-4-
__ -...-._..~ .,."..l.f..t._.;;
:.,..,~
d'un~-
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,.,._~.-,--/:z; ..,
~~~,~~~-:.... _-~ ::à_~~-
...
'i_~.::~:t'~-.i.:--::..t,
me raccoglie le lettere scritte
...- ..... x.:.._
~ - - - - -==-- - - a uno dei figli sacerdoti, in
cui si snoda la vita di una
fdozlon,V.llodi5cri,,n,
donna che vive la sua giorna- za, una serenità, uno spmto
ta di lavoro e di preghiera, religioso che, ahimè, manca-
sottolinea avvenimenti, occu- no per lo più oggi. La lettura
pazioni e preoccupazioni, e può risultare utile a tante per-
rivela una bontà una saggez- sone.
I PRIMI EURO D'ORO
DI SAN PIETRO
Il Vaticano ha affidato a Floriano Bodini la realiz-
zazione della moneta d'argento da 1O euro e delle
monete d'oro da 20 e 50 euro, in distribuzione dal-
lo scorso dicembre.
Il pezzo d'argento che si ispira alla Giornata Mon-
diale della Pace del 1° gennaio 2002 , "Non c
pace senza giustizia, non c'è giustizia senza per-
dono", propone al rovescio una possente immagi-
ne del Cristo Risorto , speranza viva di eterna
pace, giustizia e perdono. Al diritto uno splendido
profilo di Giovanni Paolo 11, rivestito delle insegne
pontificali e assorto nella preghiera.
La stessa immagine del pontefice regnante cam-
peggia, poi, sui diritti dei pezzi d'oro, pesanti rispet-
tivamente 6 e 15 grammi. Sui rovesci sono riportati ,
invece, due episodi dell'Antico Testamento, l'Arca di
Noè e il Sacrificio di Abramo .
Con il dittico 2002 parte, così , il programma trien-
nale di monetazione aurea in euro dedicato al
tema "Alle radici della Fede", che proseguirà con
altri soggetti tratti dall'Antico Testamento.
Poiché la tiratura delle due serie risulta piutto-
sto limitata (1 O mila esemplari dell'argentea, e
2800 dell'aurea), le assegnazioni sono effettuate
secondo disponibilità dell'Ufficio Filatelico e Numi-
smatico del Governatorato (00120 Città del Vatica-
no - tel. 06.6988.3708; e-mail: ufn @scv.va)
Per saperne di più: 1:1' 0761/307.124
BS FEBBRAIO 2003

1.10 Page 10

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l00annifa
Nel numero di febbraio del BS di 100 anni fa
troviamo la solita relazione della visita pastorale
di monsignor Cagliero nel territorio del Neuquen
in Patagonia. Fermiamo l'attenzione, stavolta,
sulla descrizione dello splendido paesaggio che si
apre ai viaggiatori (monsignor Cagliero, don
Franchini e il catechista Sanbernardo) presso la
missione di Tricau-Malal: ha il sapore d'altri
tempi.
[... ] Il viagg iatore a questo punto si trova circondato da
valli e gole di monti e coste di fi umi, ove abbondano
piccole zone e superfici di ten-eno fertile, che i poveri
montanini coltivano, ed in-igano con le acq ue tratte dai
fi umi e ruscelli, che discendono dalle vic ine montagne.
Queste gole di monti, come le vallate e le rive dei fi umi,
col.tivate con tanta industria e pazienza sono coperte da
vaste praterie di alfalfares (campi di erba medica), di
grano turco, frumento e leg um i, che unitamente ad una
piccola mandra di pecore e di capre somministrano il so-
stentamento a codesti poveri ma laboriosi abitanti. A
rendere più bello e vago Io spettacolo di cui natura volle
dotare queste lontane terre, anche l ' uomo volle aggiun-
gere l 'opera sua. Accanto alle misere catapecchie coperte
di paglia e di giunco, sorgono giardinetti con fiori ed
ogni sorta di verzura. Il fresco clima, l'aria pura e le
acque cristalline e spesse volte minerali; e, ciò ch'è più ,
la religiosa semplic ità degli abitanti, trasformano queste
valli in ameni e deliziosi centri di virtù e di costumi cri-
stiani.
CAGLIARI, ITALIA
UNA VIA SALESIANA
Il 2 ottobre 2001 Cagliari ha
solennemente dedicato una
strada al salesiano don Ric-
cardo Macchioni che all 'ora-
torio San Paolo della stessa
città fu direttore in anni parti-
colarmente difficili. La sua
grande personalità, la sua
grinta, la sua energia spiritua-
le, la sua intelligenza e so-
prattutto la dedizione totale ai
suoi ragazzi hanno lasciato
una traccia indelebile nella
mente e nel cuore dei tanti
che l ' hanno conosciuto... Egli
li andava a cercare anche nei
posti più pericolosi e scabro-
si, Ii assisteva, li aiutava in
tutti i modi, li scrollava con
decisione quand 'era necessa-
rio. Il suo oratorio era stracol-
mo di giovani, e lui non
aveva più un momento per
sé... Un grande salesiano.
FEBBRAIO 2003 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Manieri/Castano
L ottò, come tanti,
per attuare la sua
vocazione , in forte
contrasto con gli ideali
del padre, venerabile della
Loggia massonica di Agri-
gento . Nel 1908 poté
emettere i voti religiosi nel-
le mani di don Rua. Poi
svolse il suo ap0stolato a
Bronte, Este, Macerata,
Trapani dove dopo la guer-
ra fondò l'opera salesiana
e il tempio di Maria Ausilia-
trice, quindi a Randazzo,
Gualdo Tadino e al S.
Cuore di Roma . In questi
anni fu salesiano esempla-
re, educatore modello,
insegnante stimatissimo .
Proprio a Roma lo raggiun-
se la nomina a vescovo di
Bova. Aveva 47 anni.
MARTIRIO
SENZA SANGUE
Si è appena chiuso (dicembre 2002) il
trentennale della morte di mons. Cognata,
salesiano, vescovo, fondatore, e - molti ne
sono convinti - santo.
Gli toccarono in sorte
una quindicina di parroc-
chie , la maggior parte
appollaiate, senza luce né
aequa tra le gole dell'A-
spromonte calabrese. Ca-
pì subito che c'era bisogno
di forze giovani e fresche
per arare l'impervio territo-
rio. Così, sei mesi dopo il
suo ingresso fondava l'isti-
tuto delle "Suore Salesiane
Oblate del S. Cuore". Non
andò tutto liscio .. . come a
quasi tutti i fondatori di
ordini e congregazioni reli-
giose. Qualche vocazione
e una fondazione andate a male sconvolsero la
sua vita e ne infamarono il nome. Dovette chiudere
d'impèrio la fondazione di Casalbruciato sulla
Tiburtina, dove alcune suore erano state fuorviate
dal proprietario della villa barone Fassino che le
ospitava. Partirono calunnie e denunce che il Vati-
cano volle azzerare ...
E cominciò il calvario . Gli fu interdetto il pos-
sesso della diocesi e del suo istituto religioso ...
"Così si viaggia meglio", disse scucendo lui stesso
i filetti rossi dalla talare. Passò 32 anni di silenzio
fino alla vigilia morte nel 1972, non senza aver
avuto la gioia di intuire la via della sua riabilitazio-
ne. Un "martirio senza sangue", il suo, una inaudita
intensità di sofferenza, una umiliazione senza
misura, una dolorosa crocifissione durata un terzo
della sua vita, lucidamente
accettata in obbedienza,
ed anche in ottemperanza
a un voto per la conver-
sione del padre che difatti
avvenne proprio nei giorni
in cui si abbatteva su di lui
la grande prova. Soffrì ma
mai si perse d'animo, mai
abbandonò la sua dolcez-
za, la finezza del tratto, la
serenità interiore e una
preghiera incessante. Gio-
vanni XXIII gli restituirà la
dignità episcopale e Paolo
VI lo riceverà in udienza...
segno sicuro che la verità
stava ormai trionfando.
Cominciano ad essere in
molti a credere che me-
riterebbe l'onore degli
altari.
BS FEBBRAIO 2003

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
LA NUOVA CHIESA E INTERNET
L'ERA DI INTERNET
INTERPELLA
FRONTIERA DEL LA CHIESA VERSO
UN IMPEGNO
IMPENSABILE
CIBERSPAZIO FINO A QUALCHE
ANNO FA
e inque trilioni e mezzo di
messaggi all'anno, che di-
venteranno più di nove in
soli quattro anni. La Rete invasa
già oggi ogni giorno da quasi tren-
tuno miliardi di e-mail, "lettere",
che si raddoppieranno nel prossimo
quadriennio. Dati impressionanti,
sfornati dall ' ultimo rapporto sull 'e-
voluzione dei servizi di posta elet-
tronica, che documentano la cresci-
ta intiinseca di Internet, la perfor-
mance vertiginosa di uno strumen-
to diventato vitale, paragonabile
alla fornitura di energia elettrica.
Una ragnatela mondiale di comuni-
cazioni, esplosa in dimensioni
quasi alluvionali, ma ancora lonta-
na dall 'apice del suo boom se,
entro tre anni, supereranno i due
miliardi e mezzo i computer con-
nessi al World Wide Web, che sfor-
nerà ogni giorno un oceano di
informazioni per i "navigatori"
della Grande Rete. Rivoluzione
delle comunicazioni, dunque, e di-
luvio delle informazioni. Una sfida
o una risorsa per la missione della
Chiesa da un capo all'altro di una
terra che assomiglia ormai a un
globo ronzante di trasmissioni elet-
troniche, un pianeta blaterante an-
nidato nel silenzio dello spazio?
LA NUOVA FRONTIERA
"Il ciberspazio è una nuova fron-
tiera che si schiude all'inizio del
terzo millennio", risponde il vec-
chio Papa sempre ali' avanguardia
nel guardare al futuro con corag-
gio. "Come le nuove frontiere di
altre epoche, anche questa è una
commistione di pericoli e promes-
FEBBRA IO 2003 BS
di Silvano Stracca
La sua figura compare sempre
più frequentemente nel web...
Come una calamita il vecchio
Papa attira folle di giovani.
se, non priva di quel senso di av-
ventura che ha caratterizzato altri
grandi periodi di cambiamento".
Giovanni Paolo II chiama tutta la
Chiesa a varcare coraggiosamente
la "soglia" di Internet. "Il nuovo
mondo del ciberspazio esorta alla
grande avventura di utilizzare il
suo potenziale per annunciare il
messaggio evangelico. Questa
sfida è l'essenza del significato
che, ali 'inizio del millennio, rive-
stono la sequela di Cristo e il suo
mandato ' prendi il largo! '."
L'anziano Pontefice invita al
'.'realismo" e alla "fiducia". Inter-
net può infatti offrire opportunità
"magnifiche" di evangelizzazione
se utilizzata con competenza e
consapevolezza della "forza", ma
anche
"debolezze"
mezzo. Soprattutto rende possibile
un primo incontro con il messag-
gio cristiano. In particolare ai gio-
vani, i più affascinati da questa
nuova "finestra sul mondo". Di
qui l'appello ai responsabili eccle-
siali a tutti i livelli p~r un utilizzo
attivo e creativo. "E importante
che escogitino modi molto pratici
per aiutare coloro che entrano in
contatto per la prima volta attra-
verso Internet, a passare dal
mondo virtuale del ciberspazio al
mondo reale della comunità cri-

2.3 Page 13

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Il Papa non si nasconde il perico-
lo che l'esperienza virtuale sosti-
tuisca "l'esperienza profonda di
Dio che solo la vita liturgica e sa-
cramentale della Chiesa può offri-
re". Internet, comunque, può rap-
presentare un supplemento e un so-
stegno "unici" sia nel preparare
l'incontro con Cristo sia nell'ac-
compagnare i nuovi credenti nel
loro iniziale cammino di fede.
I FATTI O I VALORI?
In una cultura che si nutre del-
1'effimero, ammonisce poi il Pon-
tefice, "si può facilmente correre il
rischio di credere che siano i fatti a
contare piuttosto che i valori". E
Internet "offre nozioni, ma non in-
segna valori". E "quando questi ul-
timi vengono trascurati, la nostra
stessa umanità ne risulta sminuita e
l'uomo perde di vista la sua dignità
trascendente". Ancora un pericolo
denuncia Giovanni Paolo II. "No-
nostante il suo enorme potenziale
di bene, alcuni modi degradanti e
dannosi di utilizzare Internet sono
noti e le autorità pubbliche hanno
la responsabilità di garantire che
questo strumento meraviglioso
serva il bene comune e non diven-
ga dannoso".
Una conseguenza, ma non certo
l'unica, di questa denuncia è la ne-
cessità di leggi giuste che si op-
pongano all'uso della Rete per la
diffusione di espressioni di odio,
diffamazioni, frodi, abusi erotici,
fenomeni come la prostituzione o
la pornografia infantile, e tanti altri
illeciti. La Chiesa mette pure in
guardia da certo libertarismo radi-
cale per cui in Rete si ha la totale
libertà individuale di fare ciò che si
vuole. "Quale forum in cui pratica-
mente tutto è accettabile e quasi
nulla è duraturo", osserva il Papa,
"Internet favorisce un modo di
pensare relativistico e a volte ali-
menta la fuga dalle responsabilità e
dall 'impegno personali". "In tale
contesto", si chiede Giovanni
Paolo II, "in che modo dobbiamo
coltivare quella saggezza che non
deriva dall'informazione ma dal-
l' intuizione, quella saggezza che
comprende la differenza fra giusto
ed errato e sostiene la scala di va-
lori che deriva da tale differenza?"
Altro motivo di preoccupazione è
la discriminazione tra ricchi e po-
veri. In epoca di globalizzazione il
mondo appare diviso anche a livel-
lo di tecnologie di comunicazione.
La Grande Rete rischia di segnare
un 'ulteriore linea di confine tra il
mondo industriale e i paesi in via
di sviluppo, perfino all'interno del
mondo ecclesiale.
INTERNET
DA GLOBALIZZARE...
Il novantatre per cento degli
utenti Internet fa parte del venti per
cento della popolazione più ricca
del pianeta. Il mondo telematico
sarebbe di fatto accessibile esclusi-
vamente ai popoli più favoriti. In-
vece la Chiesa mira ad una globa-
lizzazione · al servizio di tutta la
pers~ma umana e di tut~e le perso-
ne. E necessario quindi impegnarsi
perché la rivoluzione elettronica
non diventi nuova fonte di disu-
guaglianza e ingiustizia. "Come
possiamo garantire", si interroga
con passione Papa Wojtyla, "che la
rivoluzione dell 'informazione e
delle comunicazioni che ha in In-
ternet il suo motore primo, operi a
favore della globalizzazione dello
sviluppo umano e della solidarietà,
obiettivi strettamente legati alla
evangelizzatrice della
Chiesa?" E ancora una domanda
sgorga dal cuore del vecchio Pon-
tefice, una domanda particolar-
mente attuale in questi tempi di
"venti di guerra". Può Internet,
strumento concepito in origine pro-
prio in ambito militare, "servire
alla causa della pace, promuovere
quella cultura di dialogo, parteci-
pazione, solidarietà e riconciliazio-
ne, senza la quale la pace non può
fiorire?"
La risposta di Papa coraggio è
criticamente positiva, affermando ·
che è possibile e che perciò la
Chiesa, senza paura, determina-
ta ad entrare in Internet armata del
Vangelo di Cristo, principe della
pace".
I Le mailing list cattoliche, sono
sempre più numerose, anche se
sono una goccia in confronto
ad altre che fanno
conversazioni. .. sul niente.
BS FEBBRAIO 2003

2.4 Page 14

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Le incerte novità sul cammino non sempre facile
DIVENTARE ADULTI
Da qualche tempo, i
risultati di ricerche e
sondaggi sui giovani
sottolineano il rinvio del
"passaggio ali'età
adulta". Il fatto,
evidenziato chiaramente
da atteggiamenti,
situazioni e scelte, viene
letto come "adolescenza
prolungata", "famiglia
allungata", rifiuto di
crescere, di assumere
responsabilità, complesso
di Peter Pan, ecc.
Ogni età va vista come "modo di essere tipico", per valori,
sensibilità, conoscenze.
B isogna sottolineare che la
permanenza dei giovani in
famiglia trova i genitori con-
niventi, il che facilita motivazioni
utilitaristiche e di convenienza da
parte dei giovani: "tutto sommato in
famiglia si sta bene, andarmene...
chi me lo fa fare?".
Nella visione dell'età giovanile
come "condizione transitoria", le
tappe che segnano il passaggio al-
l'età adulta vengono identificate
con l'uscita dalla formazione, I' en-
trata nel mondo del lavoro, l' indi-
pendenza economica dalla famiglia,
la formazione di una famiglia , la ge-
nerazione di un figlio ...
FEBBRAIO 2003 BS
SITUAZIONI NUOVE
Fare rife1imento a queste tappe o
riti di passaggio non aiuta a inter-
pretare il cammino attuale verso l'a-
dultità. Oggi possiamo constatare
situazioni nuove circa le diverse età
della vita: il periodo dell'infanzia si
restringe perché i ragazzi hanno co-
noscenze e capacità di movimenti
autonomi impensati fino a poco
tempo fa; si prolungano i tempi del-
l'adolescenza per la durata della
formazione e la difficoltà di inseri-
mento nel mondo del lavoro; la
stessa età adulta non appare più
come la meta, il traguardo della vita
perché è provocata nella sua specifi-
ca identità dai cambiamenti e dalla
instabilità che l'attraversa (può
cambiare l'esperienza di lavoro, il
rapporto affettivo, la situazione ge-
nitoriale, ecc.). Se si guarda com-
plessivamente il percorso della vita
umana, ogni età va vista come
"modo di essere tipico", per valori,
sensibilità, conoscenze, capacità in-
novativa, ecc., che si interroga sul-
!'identità come compito a cui far
fronte.
Se non si tiene conto di tutto ciò e
si guarda ai giovani da quella che si
presume essere la meta della vita
che gli stessi adulti non riescono più
a identificare, la situazione attuale
dei giovani italiani con più di
trent'anni appare certamente proble-
matica: uno su quattro non ha una
collocazione lavorativa stabile, un
terzo vive con i genitori, due su cin-

2.5 Page 15

▲back to top
dei giovani verso "l'adultità".
que non hanno avviato una convi-
venza, e il 45% di quelli di 30/34
anni non ha generato un figlio.
... E MODALITÀ DIVERSE
Nella visione nuova della vita e
nella situazione sociale e culturale
attuale si diventa adulti con moda-
lità diverse rispetto al passato, gli
eventi che segnano il passaggio al-
l'adultità non sono gli stessi del
passato. La formazione non sempre
finisce prima dell'avvio del lavoro
(si può iniziare l'uno mentre si è an-
cora in fase di conclusione dell 'al-
tra); l'avvio del lavoro è accompa-
gnato da incertezze (scelte personali
di lavoro autonomo senza garanzie
di stabilità, lavoro dipendente flessi-
bile e precario che non dà sicurezza
economica, impieghi temporanei
che non danno garanzia di futuro);
si possono avviare espeiienze di
convivenza o si può prolungare l'at-
tesa del matrimonio (vivendo nel
frattempo una vita di coppia) ma
I Oggi si prolungano i tempi
dell'adolescenza per la durata
della formazione scolastica
e la difficoltà di inserimento
nel mondo del lavoro.
con l'idea di essere in una situazio-
ne non definitiva; si continua a vi-
vere in famiglia e di essa si godono
le garanzie e la gratificazione affet-
tiva, ma con notevole autonomia e
indipendenza perché ogni rischio di
conflittualità viene risolto con
forme di negoziazione (anche impli-
cita) che sono la base di un quieto
vivere più o meno funzionante.
Diciamo che i giovani si avviano
a ruoli di adulti non acquisendo le
condizioni tradizionali dell'essere
adulti. Ma tutto questo non lo si può
attiibuire a esclusiva scelta dei gio-
vani; bisogna vederlo alla luce delle
nuove condizioni sociali e delle vi-
sioni attuali della stessa vita. Che
cosa significa oggi diventare adulti
dal punto di vista culturale, simboli-
co? Se non consiste più nell ' assu-
mere alcuni ruoli sociali, se non è
più sentire di essere i nuovi personi-
ficatori di un modello, in che cosa è
da cogliere? Se le età della vita
vanno viste nella loro specificità,
come va valorizzata ogni età nella
costruzione sociale e nel rapporto
tra le generazioni?
L'ETICITÀ
Partendo dall ' importanza attribui-
ta alla relazione anche per l'espe-
rienza della propria identità, il pas-
saggio alla condizione di adulto è
riscontrabile quando il giovane,
nella sua esperienza individuale co-
mincia ad essere consapevole di una
eticità di cui assume una sorta di re-
sponsabilità. La sensibilità per ciò
che è etico (che per i giovani non
vuol dire tanto normativo, ma do-
tato di senso), la sensibilità per la
dignità della vita umana è ciò che
comincia a farlo confrontare con
l'adulto e questo confronto pone
entrambi in un contesto significati-
vo di relazioni con una personale
consapevolezza della propria iden-
tità umana. Quando il giovane di-
venta capace di una relazionalità si-
gnificativa a partire da una consape-
volezza e di una assunzione di re-
sponsabilità della propria identità
umana, ha maturato la sua adultità.
Oggi, come sempre, tuttavia, si rie-
sce davvero a diventare grandi solo
se si tesse una trama ordinata di re-
IL'entrata nel mondo del lavoro
è l'evento discriminante tra
adolescenza e adultità:
generalmente si lasciano i giochi,
le frequentazioni di gruppi
d'impegno e animazione...
!azioni con il mondo degli adulti,
sia pure avendo l' obiettivo di diffe-
renziarsene.
La nuova visione della vita non
toglie agli adulti la responsabilità
nei confronti delle giovani genera-
zioni, ma essi stessi devono essere
anche disposti a interagire con loro
in modo diverso, per poter valoriz-
zare lo specifico apporto dei giovani
nel cambiamento. Per gli adulti la
sfida attuale, nel processo di cresci-
ta delle nuove generazioni, è la ca-
pacità creativa e la disponibilità ad
offrire loro maggiori sicurezze nel
processo di progressiva identifica-
zione culturale, affettiva, comporta-
mentale. I giovani hanno bisogno di
poter contare su qualcuno che li
rafforzi nel cammino e soprattutto
non li faccia sentire soli.
D'altra parte, nell'attuale contesto
della complessità e del cambiamen-
to, i giovani espiimono rapide capa-
cità di adattamento ed elaborano at-
tenzioni e attitudini che consentono
di interagire con le innovazioni.
Realizzare modalità efficaci di
scambio tra saperi, sensibilità e abi-
lità significherebbe consentire ai
giovani di sentirsi corresponsabili
nella costruzione del proprio e del-
1' altrui futuro, riconoscendo loro
spazi di protagonismo e di respon-
sabilità.
BS FEBBRAIO 2003

2.6 Page 16

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redazionale
GORNO, ITALIA
IL CALENDARIO 2003:
TANTI PICCOLI SANTI
Disegnf1ndo ho avuto modo di
fare un inquietante viaggio
tra mondi paralleli che carat-
terizzano questa nostra Terra,
madre per alcuni e matrigna
per altri, come questi piccoli
costretti a vivere sulla strada,
gettati in guerre che non co-
noscono, violati nella persona
e nella dignità, schiavi co-
stretti ai lavori più umili e pe-
ricolosi, privati della loro
identità e senza nome, carce-
rati come delinquenti incalliti,
mutilati per "guarire" qualche
ricco ammalato, affamati ed
emarginati nei "sotterranei
della storia", ammalati, orfa-
ni, rifugiati ... Un viaggio tra
tanti piccoli santi che sono il
volto di Gesù; che sono "i
primi" nel cuore di Dio; che
tentano di mantenere la pro-
pria dignità in mezzo a tanta
disumanità. Sui passi di que-
sto viaggio mi è tornato alla
memoria un pezzo di Don To-
nino Bello: "Partire dagli ul-
timi, dai poveri: non è I' ulti-
mo ritrovato della inesauribi-
le furbizia clericale che cerca
spazio sul mercato della po-
polarità... Una Chiesa pove-
ra, semplice, mite, che speri-
menta il travaglio umanissi-
mo della perplessità e della
insicurezza.. . una Chiesa di-
sarmata... che sa convivere
con la complessità. Che lava i
piedi al mondo senza chieder-
gli nulla in contraccambio ... "
Umberto Gamba pittore
umbgamba@tin.it
BREVISSIME DAL MONDO
CITTÀ DEL VATICA-
NO. La Commissione Epi-
scopale della Comunità Eu-
ropea (COMECE) ha pub-
blicato sei "raccomanda-
zioni" che la futura Costi-
tuzione Europea dovrebbe
contenere: 1. Un ' invocazio-
ne a Dio; 2. Il riconosci-
mento della libertà religio-
sa; 3. Il perseguimento del
Bene Comune; 4. Il princi-
pio di sussidiarietà; 5. la
registrazione del contributo
delle chiese e comunità re-
ligiose alla costruzione del-
l 'Europa; 6. Il rispetto de-
gli statuti di chiese e comu-
nità religiose.
ROMA. 1200 operatori del-
la Comunicazione e della
cultura hanno partecipato,
nella prima decade di no-
vembre 2002, al convegno
"Parabole mediatiche" orga-
nizzato dall'apposito "Ufficio
Comunicazioni Sociali" del-
la CEI. Il Papa ha invitato i
partecipanti a puntare sulla
qualità in questo "nuovo ae-
ropago" dove dovrà misu-
rarsì l'evangelizzazione nel
III millennio.
VALDOCCO, ITALIA
HARAMBÉE 2002
L'appuntamento dell ' Ha-
rambee, a fine settembre (il
29), è stato il primo di don
Chavez come Rettor Mag-
giore. Si è trovato a suo agio
tra i giovani, come tra i vo-
lontari, lui che ha costruito
proprio sui volontari i suoi
"Oratori di frontiera" in
Messico. Don Chavez ha
consegnato il crocifisso mis-
sionario a 11 salesiani e a 12
FEBBRAIO 2003 BS
laici della 132° spedizione
della congregazione salesia-
na. Bello sapere che ormai
da molti anni i missionari
provengono non solo dall 'I-
talia (quest'anno gli italiani
sono stati solo tre) ma anche
da quelle zone del mondo
che fino a qualche tempo fa
erano considerate di missio-
ne. Un grande passo verso la
globalizzazione, che, quando
non è quella economica, ha
aspetti positivi , come si può
constatare.
TARANTO, ITALIA
LA PORTA DON BOSCO
Nel muro dell'oratorio c'era
rimasta una grande falla: l' a-
vevano praticata per far pas-
sare i camion e i mezzi per la
sistemazione del terreno da
gioco dei ragazzi... A qual-
cuno venne in mente di ri-
chiuderla non con un muro
ma con un cancello. Ci vole-
va uno sponsor. Ed ecco
spuntare all 'orizzonte l 'exal-
lievo signor Cosimo Chiffi.
È nato \\:In capolavoro. Di ac-
ciaio. E composto di due
grandi ante alte 6 metri del
peso di 5 tonnellate ciascuna.
Il cerchio centrale rappresen-
ta Don Bosco con cinque
giovani dei cinque continen-
ti. Lo incornicia un anello
che sfoggia tutt'intorno i no-
mi dei continenti. Un altro
grande anello incornicia il
primo, e stavolta i raggi sono
i nomi dei paesi di tutto il
mondo dove lavorano i sale-
siani. Chiude in alto un semi-
cerchio con la scritta Don
Bosco nel mondo, e in basso
il motto Da mihi animas,
coetera tolte. I due angoli su-
periori sono decorati dallo
stemma della congregazione
salesiana. Il timpano in ac-
ciaio che sormonta e abbelli-
sce il grande telaio è decora-
to con la croce e i segni del
Cristo dominatore A e Q
(Principio e Fine del tempo),
mentre ai lati dominano le
chiavi di Pietro sormontate
dal triregno papale. Un capo-
lavoro, dicevamo, un canto
d'acciaio a Don Bosco e alla
sua grandezza, un inno di
grazie di chi all'oratorio c
stato e ancora frequenta.

2.7 Page 17

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ROMA PISANA
Visita gradita della corale
della parrocchia salesiana
di Portorecanati alla Casa
Generalizia dei salesiani
e al nuovo Rettor Mag-
giore. Arrivati la mattina
del 17 novembre , hanno
prima di tutto reso vistita
a don Pascual Chavez ,
cantando per lui due ma-
gnifici canti di produzione
propria, hanno poi anima-
to la messa e visitato l'ar-
chivi o, emozionandosi
davanti alle lettere auto-
grafe di Don Bosco .. .
GOZO, MALTA
Il vescovo di Gozo monsi-
gnor Cauchi racconta in
un volumetto la vita di
don Luigi Mizzi "per con-
servare la memoria di un
grande salesiano e di un
grande gozitano che ha
speso tutte le sue energie
per l'ed_ucazione dei gio-
vani" . E una vocazione
maturata attraverso la let-
tura del BS . Per ora il
libro è solo in maltese, ci
auguriamo una traduzio-
ne in italiano , avendo
lavorato in Sicilia.
VARESE, ITALIA
"Don Bosco sacerdote
anticrimine", ci piace pen-
sarlo anche così . Il pro-
getto di ricerca è del dot-
tor Palumbo, commissario
di polizia e presidente
della locale Unione exal-
lievi , presentato all'Uni -
versità Bocconi nell'anno
accademico 1999/2000 .
Ultimamente, presso l'Au-
la Magna dell 'Università
Insubria di Varese ha
tenuto una lezione sull'ar-
gomento di fronte a circa
400 partecipanti . Merita
un articolo.
PALERMO, ITALIA
Le vicende del S. Chiara
di Palermo (l'oratorio anti-
pedofili) che finirono sui
giornali sembrano conlu-
se. La lettera aperta al
quartiere il 30 agosto, la
sospensione dal 1° set-
tembre, gli incontri con le
famiglie per tutto ottobre,
una riunione conclusiva
hanno permesso di riapri-
re 1'8 dicembre scorso. La
data, la stessa dell'aper-
tura del primo oratorio di
Don Bosco , è un pro-
gramma e un auspicio.
ROMA, ITALIA
Una magnifica testimo-
nianza e un grande
esempio quello delle
FMA che , radunate in
assemblea mondiale (il
Capitolo Generale) han-
no voluto esprimere con
forza inedita la loro citta-
dinanza evangelica chie-
dendo con una lettera
aperta tradotta in 25 lin-
gue a tutte le consorelle
di unirsi a loro il 4 otto-
bre 2002 con un voto di
non violenza . Grande la
risposta, inedito l'esem-
pio!
SONDRIO, ITALIA
A Sondrio la piazzetta
dietro l'istituto salesiano
si chiama dal 6/10/2002
"Piazza Don Egidio Viga-
nò, Salesiano, VII Suc-
cessore Di Don Bosco,
1925-1995'. Così la lapi-
de . Sindaco e Ammini-
strazione hanno voluto
rendere omaggio a un cit-
tadino divenuto importan-
te, che ha fatto conoscere
la città e la Valtellina nel
mondo, ed è stato un per-
sonaggio non secondario
nella Chiesa e nella
società civile.
BS FEBBRAIO 2003

2.8 Page 18

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· r=pii!MWIJ
DESTINAZIONE
FILIPPINE
di Maria Antonia Chinello
Le Figlie di Maria
Ausiliatrice nelle
Filippine
portano avanti da alcuni
anni una pastor<;1le
inculturata,
che cerca di rispondere
alle gravi difficoltà
economiche e sociali
che il paese sta vivendo.
Insieme agli altri gruppi
della Famiglia Salesiana,
le suore condividono
l'impegno educativo
nei centri di accoglienza
e di promozione.
Gli Aeta, dopo l'eruzione del Pinatubo, che li ha costretti
a lasciare la propria terra, vivono in condizioni di estrema povertà.
L e Filippine sono l'unico
paese asiatico quasi intera-
mente cristianizzato: dei
74.450.000 abitanti, 1'83% si di-
chiara credente in Dio. La religione
cristiana, portata dai missionari
quattro secoli fa, si è radicata nelle
culture e nelle religioni tradizionali,
dando vita alle attuali espressioni di
cristianesimo filippino, un esempio
d'inculturazione che non trova
uguali in tutta l'Asia. Così, alle cre-
denze negli anitos (spiriti) e nei ba-
baylan (guaritori) si mescolano la
devozione a Santo Nifio, a Jesus
Nazareno, i riti del Monte Banahaw,
le feste natalizie tradizionali, le fla-
gellazioni e le crocifissioni del ve-
nerdì santo. Oggi c'è la sfida di una
FEBBRAIO 2003 BS
nuova evangelizzazione con forte
ricaduta nel sociale. Alla viva reli-
giosità popolare che pervade tutti
gli ambienti della vita individuale e
collettiva, e alla gioiosa indole del
popolo, si contrappongono l'estre-
ma povertà e l'emarginazione.
ABBRACCIARE
L TERRIT RIO
È con questa popolazione che le
FMA condividono, insieme agli al-
tri gruppi della Famiglia Salesiana,
l'impegno educativo nei centri di
accoglienza e di promozione: Que-
zon City, Manila e le sue periferie:
Tondo e Santa Mesa; nelle scuole
serali medie e professionali per ra-
gazze e giovani donne, a Canlu-
bang, Minglanilla, Victorias Ma-
lihao, per creare una società in cui
la giustizia renda più dignitose le
condizioni di vita delle giovani e
delle donne.
Nelle Filippine oltre la metà della
popolazione è contadina e il 20%
degli abitanti possiede il 60% della
terra. Vige ancora il sistema delle
grandi tenute, per cui vaste esten-
sioni di terreno sono proprietà di un
solo nucleo familiare che coltiva ed
esporta la canna da zucchero, dando
lavoro a numerose famiglie, provve-
dendo case, scuole, ospedali, chiese.
Interi villaggi dipendono da una
sola industria che assicura tutto il
necessario affinché la fattoria fun-
zioni bene e produca.
In questi ultimi anni, a causa di
una mancata politica agraria da
parte del governo, la coltivazione
della canna da zucchero si è ridotta
e, di conseguenza, l'esportazione ha
subito una fase di arresto. Ci si
trova in un momento difficile di
transizione economica e, quel che è
triste, non si intravede una soluzio-
ne per il futuro. Le FMA sono pre-
senti nella regione agricola con due
comunità a Victorias. Le opere sono
immerse in questa realtà e hanno as-
sunto le sofferenze delle famiglie
senza lavoro, senza casa e senza

2.9 Page 19

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Mabalacat, uno dei laboratori
del "Tecnology Center for Women".
Manila, quartiere periferico di S. Mesa. Suor Josefina
Oliveros tra le alunne del "Laura Vicuna Training Center".
scuola. Soprattutto i membri della
comunità educativa della scuola
materna, elementare e media appar-
tenente alla Victorias Milling Com-
pany stanno vivendo questa insicu-
rezza economica. Da mesi i docenti
non ricevono lo stipendio. Una si-
tuazione simile si sta verificando
anche a Canlubang.
SALVARE LE RADICI
L'esistenza di gruppi etnici, so-
pravvissuti senza assimilarsi alle
altre etnie, costituisce per le FMA
ILa presenza attiva delle suore
tra i più indifesi è un motivo
di grande speranza per i fortunati
che possono fruire della loro
assistenza scolastica, spirituale
e umana.
di Mabalacat una nuova chiamata
missionaria. È il caso degli Aeta
che, dopo l'eruzione del vulcano Pi-
natubo, sempre più numerosi si
sono rifugiati, in condizioni di
estrema povertà, nei territori del-
l'antica base aeronautica, abbando-
nata dagli Stati Uniti.
Le suore di Mabiga, Mabalacat,
Pampanga, insieme alle giovani
della scuola professionale hanno
iniziato da alcuni mesi una presenza
tra di loro. Si recano alla base mili-
tare, 30 km da Mabalacat, due volte
alla settimana per conoscere le fa-
miglie e le loro situazioni. Sono riu-
scite ad attivare un'efficiente atti-
vità di promozione umana: alimen-
tazione, igiene per i bambini e le
mamme, proposta di evangelizza-
zione. Hanno aperto un ufficio per
fornire aiuto agli adulti nel disbrigo
di pratiche burocratiche. Molti di
questi indigeni, infatti, non sono re-
gistrati civilmente, perciò non pos-
sono godere di alcun beneficio,
oltre a non vedersi riconosciuti i
propri diritti di cittadini filippini.
IL FUTURO È VICINO
Le FMA filippine sono aperte a
promuovere nuovi profili professio-
nali per affrontare la rapidissima in-
novazione tecnologica che, come
tutti i paesi dell'Asia, sta invadendo
le aree del Pacifico.
Le comunità educative, suore,
laici e laiche, volontari e volontarie,
sono orientati a una continua quali-
ficazione professionale che fa loro
affrontare il presente e prevedere il
futuro, con mentalità imprenditoria-
le. A Mabalacat, suor Catherine Ur-
gello sogna persino di aprire nella
scuola una Trave! Agency, per pre-
parare le ragazze a entrare nel
campo turistico e della comunica-
zione.
«Rimane la sfida - spiega - di
creare degli ambienti alternativi allo
stile di vita dettato dalla globalizza-
zione economica in cui siamo im-
merse».
IL VIAGGIO
DELLA SPERANZA
Il fenomeno migratorio è tuttora
una nota attuale nel popolo filippi-
no. Per sopravvivere e mantenere la
famiglia, la popolazione ha bisogno
di emigrare. Secondo alcuni dati
resi noti dalle autorità governative,
in genere ogni anno entrano nel
paese circa 2 mila milioni di dollari,
corrispondenti alle rimesse di 4,2
milioni di donne emigrate residenti
all'estero come collaboratrici dome-
stiche. Sono un palliativo alla sem-
pre più fragile economia del paese.
Per essere vicine alle loro connazio-
nali, le FMA filippine hanno da
tempo deciso di accompagnarle nel
loro andare per il mondo. Sono sei,
le suore che, attualmente, lavorara-
no con le donne e le famiglie filip-
pine: Maria Corazon Beboso a
Montreal (Canada), Gloria Agagon
a Roma e Zenaida Dimaculangan a
Milano (Italia); Maria Luisa a
Osaka, Maria Luz Villanueva e Mi-
randa Anita a Tokyo (Giappone). D
BS FEBBRAIO 2003

2.10 Page 20

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N\\\\SS\\ON\\
•<' I
Da Makuyu, 2 ottobre 2002: LETTERA APERTA alla Redazione
HO UNA
PROPOSTA ...
DALKENIA
di Felice Molino
Un 'idea mi frulla per la
testa da quando gruppi di
giovani con qualche
salesiano vengono a
passare le vacanze estive
quaggiù... È bene
precisare che si tratta di
quel tipo di vacanze che
non distendono, non
riposano, non divertono,
tutt'altro, né mettono a
disposizione bagni,
docce, chioschi zeppi di
gelati, sdraio per
l'abbronzatura.... Da noi
ci si abbronza, ma solo di
fatica!
H o una proposta o un favore
da chiedere. Vorrei che, se
ancora non c 'è, venisse isti-
tuito il "Premio Don Bosco" e che
il 31 gennaio di ogni anno tale pre-
mio venisse assegnato a una perso-
na che si è particolannente distinta
nella dedizione ai giovani, nello
stile di Don Bosco. La mia proposta
nasce dal fatto che avrei già la per-
sona da proporre. Si tratta di un sa-
lesiano che mi è parso eccezionale:
don Ennio Borgogna. Premetto che
io scrivo dal Kenya, dove vivo
come missionario da 21 anni. Ho
conosciuto don Ennio tre anni fa,
quando venne a trascorrere il mese
FEBBRAIO 2003 BS
Don Ennio Borgogna prete per vocazione,
clown per amore dei ragazzi. ..
di agosto nella nostra missione, con
una ventina di giovani del suo ora-
torio. Vi ha fatto ritorno l'anno
scorso e di nuovo quest'anno por-
tando , nei tre anni, una sessantina di
giovani di ambo i sessi nella missio-
ne di Makuyu per un contatto più
diretto con i nostri ragazzi.
farà parte in piedi, parte seduto a
chiacchierare e a programmare con
gli animatori, capi scout, e poi lo ri-
trovi a lavare i piatti: · non è il suo
turno, ma quale migliore occasione
per scambiare quattro chiacchiere
con chi è di turno quella mattina? Il
Don Ennio vive con i suoi giova-
ni 24 ore al giorno e fa così non
solo quando si trova in Kenya, ma
anche nel suo oratorio, quando tra-
scorre con loro i fine settimana, una
volta in un posto, un 'altra volta in
un altro, scegliendo conventi, abba-
zie, strutture di accoglienza, case
messe a disposizione da privati...
Qui in Kenia, la mattina prestissi-
mo è in chiesa, quasi a trarre ali-
mento per la giornata che sarà lunga
e faticosa. Poi lo trovi in cucina a
preparare la colazione per i suoi
giovani che ancora dormono e quin-
di, lo vedi passare, scherzando, da
una camera all'altra, a dare la sve-
glia, munito di un registratorino che
dovrebbe trasmettere canti vari, ma
che è stato troppo bistrattato per riu-
scire ancora a trasmettere suoni che
non siano rumori. La colazione la
Poche le comodità... (questo è
il pozzo per l'acqua!).

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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del BS e al Rettor Maggiore...
Su un camion sgangherato don Ennio porta i suoi
giovani là dove frotte di ragazzi li attendono.
Spedizione 2002. In tre anni una sessantina di giovani
ci hanno regalato un mese della loro vita.
tempo incalza e non si può iniziare
il lavoro se prima non ci si è trovati
insieme per la preghiera e lì, di
fronte all'Eucarestia, don Ennio
vuole che prenda il via la giornata.
Intanto i ragazzi hanno comin-
ciato ad arrivare: qui al centro se
ne contano 500, 600, 700... ma don
Ennio, con metà dei suoi giovani, su
di un camion che raccoglie tutta la
polvere della strada sterrata che
pare non finire mai va in un centro
distante 1Okm circa dalla missione,
e i ragazzi già lo aspettano e vo-
gliono giocare con lui, lo prendono
per mano e si divertono un mondo
quando fa le boccacce o quando
cerca di far scappare fuori tutta la
sua gioia di trovarsi con loro, anche
se non può far loro comprendere il
suo italiano, né capire il loro
kukuyu.
Con loro ci sono le aspiranti e le
postulanti delle FMA che saranno
buone animatrici e interpreti, e la
giornata è tutta oratoriana, come
nella Valdocco di Don Bosco: canti,
giochi, catechismo, preghiera e un
buon piatto di granoturco e fagioli
che viene finanziato dell 'oratorio di
don Ennio e dal gruppo missionario
Amici O.K. , per più di mille ragazzi
e bambini ogni giorno. Alle 17,
quando fa ritorno a casa, è rosso di
polvere (sì, perché qui la pelle è
nera ma la polvere è rossa): sulla
camicia i ragazzi gli hanno lasciato
i segni delle loro mani sporche di
terra e di fagioli che hanno mangia-
to con le mani , insieme con lui e, a
vederlo, sembra l'uomo più riposato
del mondo. Un salto alla doccia e
poi rieccolo in cucina ad aiutare il
cuoco, perché tutto sia pronto per la
cena. Quando tutto è ultimato e cia-
scuno si trascina dietro la stanchez-
za di una giornata di sole e di polve-
re, lui chiama in cappella i suoi gio-
vani e vuole che davanti al Signo-
re venga portato il frutto della fatica
quotidiana.
Ma non è tutto finito: dopo cena
lo trovi a cantare con i suoi giovani,
a ridere, ad accennare a passi di
danza - vero! - e poi a raccogliersi
con loro in silenzio per qualche mo-
mento di adorazione personale, o
per una riflessione di gruppo o per
quello che lui chiama "deserto". E i
giovani ci stanno alle sue proposte,
perché lui le vive per primo sulla
sua pelle, giorno dopo giorno. Per
tutto il tempo che è stato tra noi,
non sono riuscito a ottenere che la
ragazza delle pulizie gli lavasse la
biancheria, neppure per una volta:
trova il tempo anche per quello e
non vuole essere da meno degli altri
del gruppo.
Ogni settimana c'è un giorno libe-
ro per una gita. I tanti gruppi passati
di qui in questi anni hanno scelto i
bellissimi parchi del Kenya o la
"linea" dell'Equatore o le pendici
del monte che il nome alla nazio-
ne, il Kenya appunto, o... Ma lui di
tutto ciò non ne vuole sapere: "Non
siamo qui per questo"; e le mete del
gruppo saranno una visita agli
slums, alla nostra casa per i ragazzi-
di-strada, o una giornata trascorsa al
Cottolengo di Nairobi a giocare con
i bambini malati di Aids.
Quando ti parla dei suoi giovani
e del. suo oratorio, si infiamma
tutto: proprio la sua vita stare
con loro". La prima volta che mi te-
lefonò dicendomi che sarebbe venu-
to nella missione con 20 giovani,
s'accorse subito che io ero perples-
so e così la mia comunità. Allora
con tutto il calore di cui era capace,
perorò la sua causa e ciò che mi
convinse fu la passione con cui
parlò dei suoi giovani, quasi fossero
suoi figli : "Guarda che i miei giova-
ni sono bravi e non vengono per
fare turis__mo ... vedrai, ne sarai con-
tento!". E appena un mese che don
Ennio ha fatto ritorno in Italia, e già
è stato capace di andare coi suoi
giovani a Lourdes per servire gli
ammalati. Più di uno mi ha detto:
"Il nostro oratorio gli deve tutto".
Non sono un esperto conoscitore di
Don Bosco, ma per quello che co-
nosco di lui, posso dire che don
Ennio ne è una degna copia. Dimen-
ticavo di dire che da qualche anno,
ha superato i 70 anni... e adesso mi
dica lei se non è il caso di dire che
in lui Don Bosco ci ha regalato un
grande salesiano!
Con tanto affetto
don Felice Molino , Don Bosco
Parish, P.O . B ox 158, Makuyu -
Kenya
BS FEBBRAIO 2003

3.2 Page 22

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LEIIERA A\\ G\\OVAN\\
IL MIO NORD IL MIO 5°0
IL MIO EST IL MIO OVEST
Carissimo,
mi ha fatto piacere sentirti dire: "sono felice; la
gioia da quando sono innamorato ha scelto casa
mia".
Ho raccolto nel mio diario le tue parole con la
stessa devozione con cui si raccoglie un mazzo di
fiori.
Eri un fiume in piena.
Ricordo un gesto per me usuale.
Il mio occhio andava sul quadrante dell'orologio e
tu coglievi l'attimo per dirmi: "Ferma lf, l,ancette,
fissa l'ora. Ho conosciuto Cristina. E come se
tutto si fosse fermato. La mia vita è stare con lei.
È il mio nord, il mio sud, il mio est, il mio ovest. Il
mio orizzonte, la mia stella, il mio sole... il mio
tutto. La mia settimana di studio all'Università e
il mio riposo il fine settimana'. Il mio mattino pre-
sto, la mia giornata alle lezioni, la mi;;i sera sui
libri.
Vivo la gioia e il dolore come due facce della atea-
sa moneta. So per esperienza che non c'è l'una
senza l'altra.
Per me c'è Cristina.
Mi hai sempre detto: la felicità è eolo una parte
dell'amore, anche la sofferenza ne fa parte.
Sottoscrivo In pieno.
L'amore non può che essere eter.no. Vivo un
momento fuori del tempo. Accetto il mistero del-
l'amore che mi fa accogliere alla stessa maniera il
bello e il brutto, mi fa vivere il coraggio e la paura,
mi fa sopportare la sofferenza della sua lonta-
nanza.
Mi puoi spegnere tutte le stelle del cielo. Sarò io a
riaccenderle una per una la aera, ogni sera, tutte
le sere.
Puoi svuotarmi Il mare; te lo riempio io a più onda-
te. Con la ragazza nel cuore vivo l'alta marea.
Se Diogene fosse ancora in giro con la sua lampa-
da per cercare l'uomo e tu lo dovessi incontrare,
digli di interrompere la sua ricerca: l'amore mi ha
fatto diventare "uomo".
Sono felice perché sono amato, perché amo, per-
ché non ai può sognare di più e di meglio, anima e
corpo non ha".,lno confini: infinita armonia è l'a-
more".
Carlo Terraneo
FEBBRAIO 2003 BS

3.3 Page 23

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IL MDUESLELOA MPRISOSCIOUNRAA=~R=~I=O==~::::, : I
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
••••••••••••••e
••••••••••••••••••••••
Anche nella capitale del Portogallo, Lisbona, i salesiani
della procura missionaria hanno allestito lentamente
un museo con pezzi provenienti dalle varie
parti del mondo in cui l'ispettoria portoghese ha inviato
i suoi missionari. Alcuni pezzi pregiati gli danno
lustro e significano lo sforzo pastorale e culturale
dei figli di Don Bosco.
MUSEI SALESIANI
'•
:..::,~·~·:·
••••••••••••••••
"'-'•:\\~··:·.
DI LISBONA
di Manieri/Maffioli
..•••••••••••
La storia del museo missionario della procura di Lisbona racconta in
qualche modo la storia di tutti quei salesiani che hanno scelto di essere
propagatori della Parola in terre lontane e tra popoli non ancora
raggiunti dal Vangelo, continuando così una gloriosa tradizione che ha
fatto del Portogallo uno dei fari del'evangelizzazione lungo i secoli.
.'
••••••••••••••
:••••••••••••••~:=:::==~:;;;:;;;=====
•••••••••••••••••••••••••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS FEBBRAIO 2003 • •

3.4 Page 24

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
quella dell'evangelizzazione, e il primi missionari sbarcarono nel-
motivo è semplice: è fuor di dub- 1'Africa Settentrionale e costitui-
bio che anche se non fosse mai rono la diocesi di Fez. E fu solo
nata la stagione del colonialismo l'inizio. Vennero poi la Guinea,
sarebbe ugualmente avvenuta l'e- l'Angola, il Mozambico, l'Etiopia,
vangelizzazione, perché il genui- l'India, il Tibet, la Cina, Timor, la
no spirito missionario non si av- Malacca, il Giappone, il Brasile.
•••••
vale delle armi per diffondere la
parola del Vangelo tra i popoli
che non lo conoscono, né ha bi-
sogno di potentati terreni per
aprirsi la strada.
I SALESIANI
I salesiani entrarono in pista
nell'ultima parte della storia co~
loniale del Portogallo . Infatti, il
CENNI STORICI
primo sbarco dei figli di Don
Bosco in terra conquistata avven-
Il Portogallo, meno di 92 mila ne in Brasile, precisamente a Ni-
km quadrati di territorio, conqui- teroi (Rio de Janeiro) nel 1883.
I Il sacrario della primo noviziato
salesiano del Portogallo, risalente
al 1897, che fu profanato durante
i disordini della prima repubblica.
stò oltremare terre la cui estensio-
ne superava di gran lunga quella
della madrepatria, tanto da dive-
nire una delle più grandi potenze
L'immenso territorio, carico di fo-
reste, fiumi e ricchezze- di ogni
tipo, si era da poco più di 60
anni dichiarato indipendente, e
coloniali in assoluto. Intrepidi na- non per sollevazione di popolo,
vigatori e pionieri senza paura - ma per volere della nobiltà: fu in-
CA.RTA. DE D. BOSC·O
~·, r • .., wr,.. ::,, ,\\l.'t'"""" >'ttil~IU!~l· ,,,. Il• ~ "
..1,, 'l't,·.1: •i,·1~; •CPllll~ M '.'ltllTW,,,11.1,. ~~...
ORrGINAL
TRADUCAO
•••••••••••••••••••••••••••••••
. ..
~t~i~
... 1, ....
r" ..·:....:t.n.,:~; .
I Lettera originale di Don Bosco
scritta al chierico Rota, che più
tardi sarà nominato superiore
della visitatoria portoghese.
e spesso anche senza scrupoli -
permisero alla piccola nazione di
assurgere al rango di grande po-
tenza economica, politica e mili-
tare, alla pari di Inghilterra, Spa-
gna, Francia. I portoghesi sempre
badarono a che nei territori con-
quistati venisse introdotta l'evan-
gelizzazione. Essi fecero onore al
loro mitico fondatore che una
leggeoda vuole fosse lo stesso
Ulisse di Itaca, il navigatore ir,:i-
mortalato da Omero nell'Odis-
sea, eroe errante che solcò terre e
mari sconosciuti fissando il desti-
no dei suoi epigoni .
Dietro ai grandi pionieri come
Enrico il Navigatore (1394-
1460), Bartolomeo Dias (1450-
1500), Vasco da Gama (1469-
1524), Pedro Alvares Cabrai
(1460-1526), ecc. andavano stuo-
fatti Dom Pedro I, figlio di Dom
Joao VI re del Portoga·llo, a pro-
clamare l'indipendenza il 7 set-
tembre 1822. I salesiani dunque
sbarcarono nelle terre portoghesi
quando ormai il dominio colo-
niale era in rapido declino un po'
dovunque e cominciavano i fer-
menti indipendentisti che avreb-
bero sgretolato definitivamente,
nel corso del XX secolo, le colo-
li di predicatori. dove sbarca-
Merita indubbiamente qual-
che cenno · storico una
vano i coloni portoghesi, sbarca-
vano anche i religiosi al seguito,
e furono proprio questi ultimi
piccola nazione Come il non di rado a mitigare i rigori
Portogallo resa grande agli occhi della colonizzazione e dello
del mondo dalle incredibili con- sfruttamento, spesso difendendo
quiste territoriali che riuscì ad le popolazioni indigene non sol-
operare in diverse parti del globo tanto con la propria autorità mo-
durante l'epoca coloniale, ma rale, ma anche con la propria
anche e soprattutto dal coraggio vita. Essi concepirono la coloniz-
dei suoi navigatori e dei suoi
grandi missionari. Con questo
non si vuole indissolubilmente le-
gare la storia del colonialismo a
zazione anche come un'opera di
elevazione culturale. Gli inizi del-
l'attività missionaria portoghese si
fanno risalire al 1226, quando i
I Idoli provenienti da Timor, scolpiti
in legno, di grande valore, tanto
da essere stati richiesti più volte
per mostre a livello internazionale.
• • FEBBRAIO 2003 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • ·• • • • e:

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•••••••••••••••• • • • • • • • • e 'ie • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • ·• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
Carro tradizionale portoghese per il trasporto
delle grandi botti di vino.
Oggetti e strumenti diversi provenienti dall'Isola
di Capo Verde
•••••••••••••••••••••••••
Un grande serpente boa, mentre s'avvolge attorno
~ una preda "umana", stritolandola tra le sue spire.
Originali figure di uccelli ricavate da corni di diversi
animali.
nie d'oltremare. Dopo il Brasile, tura del luogo, ma anche per sol- Capo Verde. Da queste zone in-
le colonie d'Africa e d'Asia resi- lecitare aiuti per l'evangelizza- fatti , provien e la maggior parte
steranno anc::ora, ma non per zione. Alcuni pezzi hanno un in- del materiale in esposizione per-
molto. In poco più di 100 anni dubbio valore storico o etnografi- ché in questi territori si è espletata
andarono in pezzi o sostituite da co o sociale.
la presenza maggiore e più quali-
•••
altre potenze - non per molto, La raccolta a Lisbona ricorda ficata dei missionari salesiani di
comunque - o rese indipendenti che la provincia portoghese dei origine portoghese.
dai moti rivoluzionari.
salesiani è stata da sempre una L'idea di creare uno spazio
provincia missionaria. Perciò l'a- espositivo per tutti i materiali ac-
IL MUSEO MISSIONARIO
pertura di questo spazio museale quisiti nacque nel gruppo missio-
ha voluto rispondere alla neces- nario che esisteva nello studenta-
DELLA PROCURA
sità di mettere a disposizione dei to filosofico di Manique (una ca-
salesiani e dei membri .della fami- sa salesiana nei dintorni di Lisbo-
Il museo della procura di Lisbo- glia salesiana, ma anche di tutti na), agli inizi degli anni sessanta.
na accoglie pezzi di storia prove- gli altri eventuali amici, benefat- E furono proprio i membri di que-
nienti dalle ex colonie, ma non tori, simpatizzanti, visitatori, sto gruppo che nel medesimo stu-
solo; dovunque i missionari por- alunni delle scuole, genitori, ecc. dentato radunarono i pezzi sparsi
toghesi si sono sparsi, hanno in- i reperti relativi alla presenza dei per approntare un'esposizione
viato in patria pezzi di artigianato salesiani del Portogallo soprattut- missionaria. Terminato il periodo
locale a testimonianza della cui- to a Timor, Macao, Mozambico e espositivo, gli oggetti vennero im-
••• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS FEBBRAIO 2003 • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Elefante in legno riccamente adornato, tipico
dell'artigianato indiano.
Dall'oriente un
pacchettati e immagazzinati. Po~
chi anni dopo l'allora studente d1
teologia Manuel Pinhal, che era
anche presidente del Circolo Mis-
sionario dello studentato, ebbe
l' idea di rimettere in piedi l'espo-
sizione in modo permanente. Ci
riuscì e la mostra rimase stavolta
aperta al pub bi ico per ci rea tre
anni. Poi fu di nuovo chiusa, e i
pezzi, diligentemente catalogati,
furono impacchettati e rimessi
nel magazzino in attesa di even-
tuali altre esposizioni.
FINALMENTE Cl SIAMO
Ma già un anno dopo, nel
1971 , lo stesso studente di teolo-
gia ricominciò a insistere presso
il direttore della Casa Don Bosco,
il padre Antonio Soares, per tra-
sportare tutti i pezzi in una appo-
sita sala, e approntare una mostra
permanente a beneficio di tutti.
In pratica fu proprio questa insi-
stenza che permise l' inizio di un
vero e proprio piccolo museo,
tant'è che proprio da allora l'e-
sposizione si cominciò a chiama-
re " Museo Missionario della Casa
Don Bosco". Esso venne inaugu-
rato nel 1973. Nei primi tempi
tutto andò per il meglio, il museo
rimase vivo e attivo anche perché
i visitatori erano molti. Poi però,
lentamente, essi diminuirono,
anche perché non era stata messa
in piedi un'organizzazione per
una adeguata promozione del
museo, né presso le scuole,
presso la gente, per cui le iniziati-
ve culturali, di propaganda e di
ricerca e sistemazione di nuovi
pezzi erano quasi nulle.
LA COLLOCAZIONE
ATTUALE
Si giunse così fino al 1999, quan-
do venne deciso di ristrutturare
completamente la casa ispettoriale.
In questa occasione per il museo fu
proposta una nuova collocazione .
Fu deciso che gli oggetti e i mate-
riali non avessero uno spazio
esclusivo, col rischio di rimanere
chiusi per lunghi periodi aprendo
solo su esplicita richiesta . Si pensò
invece di rendere fruibile immedia-
tamente l'esposizione a tutti i fre-
quentatori della casa ispettoriale e
della procura missionaria, e, natu-
ralmente, a tutti quelli che avesse-
ro chiesto di visitarla. Così fu deci-
so di distribuire i pezzi nei quattro
piani della casa ispett?riale, n_e ll~
sale più frequentate e 111 espositori
appositamente studiati. Nacquero
così la sala Mozambico, la sala
Africa la sala India, la sala Orien-
te... A1lcuni pezzi sono stati esposti
già in spazi della scalinata di ac-
cesso, per significare e ricordare_a
tutti gli avventori la presenza mis-
sionaria salesiana di qua e di là dal
mare. Si può affermare, infatti, che
la maggior parte dei pezzi esposti,
alcuni di notevole valore artistico e
culturale, furono inviati o portati
dai missionari delle ex-colonie.
È da ricordare che questo criterio
di distribuzione risponde a un con-
cetto moderno di museo, renden-
FEBBRAIO 2003 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •
••
magnifico piatto decorato in ceramica.
do vivo il ricordo, e presenti i tanti
missionari che hanno lavorato alla
evangelizzazione nei territori di
provenienza dei pezzi esposti . .
ALCUNI OGGETTI
ESPOSTI
Tra gli oggetti di maggior pregio
si devono certamente annoverare
il tabernacolo molto semplice del
1897, che appartenne alla cappel-
la della prima casa del noviziato
salesiano di Lisbona. La sua pre-
ziosità è data dal fatto che fu uno
dei pezzi profanati durante la rivo-
luzione della Prima Repubblica .
In un'apposita bacheca è espo-
sta ben protetta, una lettera origi-
nale di Don Bosco al chierico
Pedro Rota, che più tardi venne
eletto superiore della Visitatoria
portoghese .
Abbastanza inconsuete e di va-
lore sono le statue èli alcune divi-
nità timoresi, scolpite nel legno
del paese e inviate dai missionari
che operavano a Timor. Questi
pezzi sono stati insistentemente
richiesti per esposizioni di arte a
livello internazionale.
Interessanti perché ben eseguiti
molti pezzi dell'artigianato di Ca-
po Verde e sopratutto di Macao e
Mozambico. Canestri di vimini,
eleganti uccelli di osso ricavati
da corni di animali, maschere,
guerrieri, brocche, .basto~ i .d~
passeggio, pelli e raff1guraz1oni d1
animali, ecc. ..
Manieri/Maffioli
• • • •••••••••••••••••••••••
••
•••••••••••••••••••••••••••••••••••

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CHE COSA C ·avENDE''
DI BUONO LA CHIESA?
di Jean-François Meurs
e aro doctor J. , siamo
andati a passare tre
((
giorni con la mia clas-
se in un centro di spiritualità .
materialisti , che
ciò che vi inte-
ressa è la vostra
felicità concreta,
TU CHE" RJsrD
occuPI AJELLA-
Durante il tragitto, le confesso che
ho immaginato di dover fare i conti,
in quelle giornate, con un animato-
re un po ' scorbutico: lo so che è
e che la vostra
domanda preferi-
ta , riguardo alle
proposte che vi si
rr- H
bEI
,P1Ac5RcA,-ol>VEI;9,, .
V~
una cosa un po ' stupida ma è lo
stereotipo che generalmente si ha
della vita cattolica. Sinceramente,
sono contento di essermi sbagliato:
fanno, ad esem-
pio per quanto
riguarda il Van-
gelo ; è «A che
ff
il P. Hubert ci ha preso come era- cosa serve? », o
vamo, ha tenuto conto di ciò che «Quanto rende? ».
volevamo e, soprattutto, ha avuto Insomma, non si
l'arte di aiutarci a creare dei legami riesce più ad
tra noi: mai le nostre interrelazioni evangelizzarvi
erano state così feconde, mai ave-
vamo parlato tra noi come in quei
giorni. C'è, sì, stata ancora qualche
discussione un po' accesa, ma
niente di grave, molto meno che a
scuola! Passeggiando con lui mi
sono permesso di dare dei consigli
a Hubert, e l'ho fatto ridere. Questo
mi ha reso felice . Sono ripartito di
là con una fiducia rinnovata in me
stesso, e non sono stato il solo.
seguendo il mo-
dello classico dell'insegnamento
che fa ingurgitare delle verità che
potranno servire per l'al di là... (fac-
cio un po' la caricatura, ti chiedo
scusa!).
È vero: voi vivete nel mondo
del commercio e del marketing, e
questo a volte può far paura, e non
sembra essere molto nobile , per-
ché là dove domina il profitto si
religione! In questo senso voi gio-
vani avete ragione a rivendicare un
po' più di concretezza, e noi adulti
dovremmo essere più attenti all'au-
ditel, agli indici di ascolto: che cosa
desiderano trovare nella Chiesa?
Parliamo pure di scambio se non
amate la parola commercio, ma
bisogna che sia palpabile, in termi-
ni di piacere, di felicità.
Ora, ho più la fede in Dio e fiducia profila all'orizzonte , inesorabilmen- Perciò, caro Alfio, quando tu
in me stesso: credo fortemente che te , lo sfruttamento. Allora? Forse manifesti la tua soddisfazione di
ciò che farò in futuro condurrà a che non siamo anche noi degli aver potuto stabilire dei legami dif-
qualcosa di buono. Infatti, il P. esseri pieni di bisogni vitali? S. ferenti con gli altri , quando dici di
Hubert mi ha infuso una grande Paolo, che era un mercante , non conoscerti meglio, di avere vissuto
gioia di vivere, che sento di dover ha avuto paura di esprimere la sto- senza stress quelle giornate dedi-
comunicare. Forse la sua gioia gli ria della salvezza in termini di com- cate allo spirito, di aver rinforzato
viene da Dio, a giudicare dal modo mercio: Dio che raccoglie, Gesù la fiducia in te stesso, è davvero
con cui ne parla. La sua concezio- che paga il debito, la fede che fa di una Buona notizia. Ecco ciò che
ne di Dio è attraente. Mi auguro Filemone un debitore di Paolo, e lo sento di dirti e ciò in cui credo fer-
che non cambi, perché trasmette la schiavo Onesimo, fattosi cristiano, mamente: che la nostra catechesi
voglia di fare come lui.
che diventa per lui un vantaggio, deve insegnare ad apprezzare le
Alfio, 17 anni, Catania un profitto. Anche Don Bosco tene- cose buone , e l'arte di vivere cri-
va un linguaggio simile con D. stianamente; che le comunità cri-
Caro Alfio ,
Grazie di condividere con noi la tua
gioia. Mi rallegro dawero per l'espe-
rienza che hai fatto. Calza perfetta-
mente con la nuova evangelizzazio-
ne di cui si parla volentieri oggigior-
Savio: «Qui si fa commercio di ani-
me ». E lo stesso Vangelo non è
fatto di pie esortazioni e nobili con-
siderazioni, ma beni che addirittura
eccedono il potere del denaro . È
proprio così!
no. Voi giovani non siete pronti a È dunque legittimo domandar-
battervi per delle idee e delle dottri- si quanto rende la tede, che cosa
ne, ma per ciò che vi tocca il cuore. frutta. Gesù guariva le persone,
stiane devono offrire un vissuto
forte di fede; che ciò che dobbia-
mo "vendere" sono esperienza di
solidarietà concreta; che nostro
compito è lo stesso di Gesù: libe-
rare le persone dal loro passato
troppo pesante; infine che noi fac-
ciamo provvista di amicizia, di
fedeltà, per donarle.
Ma dimmi: credi proprio che, tutto liberava la gente dagli spiriti malva- Non domandateci di dirvi qual
sommato, noi adulti siamo poi così gi, dalle nevrosi , e da tutto ciò che è il senso della vostra vita, chie-
differenti? Ricordati, comunque che concretamente la tormentava e deteci invece di vivere con voi delle
non è spruzzando alcuni grandi prin- imprigionava; egli faceva uscire dal- cose di senso. E molt.o spesso, il
cipi sulla nostra vita, come si fa con la sol itudine e dalla mancanza di senso è una persona, come è capi-
le vigne, che si può raggiungere il comunicazione. Noi abbiamo, forse, tato a te: «lo vorrei fare come lui ».
cuore di ciascuno.
avuto un' idea troppo edulcorata, Poi, un giorno, scopri che ti piace
Dicono che voi giovani siate dei troppo gratuita della fede e della fare.. . come lui!
O
BS FEBBRAIO 2003

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PRIMA PAGINA 1
Giuseppina Cudemo
Soltan o Rooerto Be-
nigni poteva fare un
film come PINOC-
CHIO. Infatti, sua è la
regia e sua l' interpretazio-
ne. Perché Benigni è
PINOCCHIO con quell a
sua faccia sghemba, gli
occhi attoniti, il corpo
segaligno e, soprattutto,
quella voglia di commuo-
vere e divertire, di far
ridere e piangere grandi e
piccini . Un film che meri-
ta di essere candi dato al-
l'Oscar, anche se non ha
l'ironia e la profondità de
LA VITA È BELLA, l'a ltra
splendida opera dell'arti-
sta toscano. Benigni si è
avvalso della collabora-
zione di grandi nomi: il
premio Oscar Nicola Pio-
vani per le musiche, tutte
bellissime e fondamentali
a sottolineare e commen-
tare i vari momenti ; le
scene immaginifiche, pie-
ne di poesia, di Danilo
Donati; la sceneggiatura
dello scrittore amico Vin-
cenzo Cerami. Gli altri
interpreti sono all'altezza
del compito: Nicoletta
Braschi è una dolcissima,
favolosa Fata . Turchina;
Carlo Giuffrè dà il volto
pensoso e trasognato a
Geppetto, il vecchio fale-
gname che da un pezzo
di legno costruisce il bu-
rattino e ne fa suo figlio;
Kim Rossi Stuart dà una
grande prova di attore nel
personaggio di Lucignolo,
l'amico "cattivo" di Pinoc-
chio, pieno di protervia e
voglia di trasgredire, e tut-
ti gli altri, calati con veri-
dicità nei panni del loro
personaggio, spesso non
facile.
FEBBRAIO 2003 BS
PINOCCHIO
Regia di R. Benigni, sceneggiatura di
R. Benigni e V. Cerami, musiche di
N. Piovani; con R. Benigni, N. Braschi,
C. Giuffrè, Kim Rossi Stuart,
C. Pani, A Bergonzoni.
C.C.C. : accettabile, poetico.
La storia la conosciamo
tutti e quindi non la rac-
co ntiamo . Del film colpi-
scono in modo particolare
due momenti, che si disco-
stano dall'originale di Col-
lodi: l' inizio scoppiettante
pieno di effetti speciali con
quel pezzo di legno che
cade da un carro e rimbal-
za velocissimo sulla carreg-
giata e tra gli ango li delle
case, prende in giro i ca ra-
binieri, atterra i cittadi ni e
si ferma contro la porta di
casa di Geppetto per pren-
dere forma e vita. E il fina-
le dove Benigni immagina
che il burattino, trasforma-
·to in " ragazzi no perbene"
co ntinui a vivere nell'im-
magine della sua ombra,
che lo accompagna fino
alla scuola, sa lvo spari-
re quando lui entra. Segno
che la realtà nuova del
ragazzo-Pinocchio sop-
pianta, con l' ingresso a
scuola, il periodo spensie-
rato, e comunque pieno di
contrasti, della sua infanzia
di burattino. Una con-
clusione piuttosto enigma-
tica, secondo lo spirito di
Benigni e l' ispirazione di
Collodi. Un film che edu-
ca, nell'eterna lotta fra il
Bene e il Male, senza esse-
re didascalico e che, a par-
te qualche lieve sbavatura
merita di essere visto per la
poesia e la bellezza di cui
e permeato.
Pinocchio, del resto,
non è solo un racconto
per bambini, è un caso
letterario, un evento che
ha scomodato filosofi e
teologi, preti e cardinali ,
scrittori ed educatori per
tante di verse interpreta-
zioni. Una storia che i
salesiani non possono
ignorare.
O

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PRIMA PAGINA 2
Fabio Sandroni
A BIANCAN EVE cspcauntetonsaunldovlaelodrie-
ed ucat ivo del film,
tenti amo un ap procc io
che sappia cogliere le po- La Walt Disney si presenta come una vera
sitività dell'esperienza e e propria "agenzia educativa" alla quale
co ntribuire all a c resc ita da almeno 20 anni vengono affi~ati i bimbi
del senso critico dei nostri delle famiglie di mezzo mondo. Eper questo
fi gi i. Parti amo, allora, dal
primo lun go metragg io (il
che, come educatori, ne parliamo ...
più amato): "Biancaneve".
IPOTESI DI LAVORO
Età prescolare: dopo ogni
visione, parlare delle emo-
zioni provate , della simpatia
o antipatia dei personaggi ,
della paura suscitata dagli
elementi gotici ed espres-
sionistici durante la fuga nel
bosco della protagonista.
Fascia elementari: tentare
una divisione dei personag-
gi, distinguendoli in base al-
l'appartenenza a ciascuno
dei due mondi contrapposti
della regina e di Biancane-
ve e costruendo, per cia-
scun gruppo, una gerarchia
di importanza. Di qui, attra-
verso le caratteristiche di
questi personaggi, provare
a cogliere i valori sottintesi.
Ad un livello più accurato,
questo percorso può essere
proposto anche a studenti
delle medie inferiori.
Fascia superiori: tentare
una lettura storica sulla cul-
tura americana di fine anni
Trenta; si pensi, per l'ideo-
logia del lavoro, alla gioiosa
operatività dei nani in mi-
niera o al rapporto tra Bian-
caneve e gli stessi nani per
il ruolo della donna.
Il racconto, tratto da una fiaba dei fratelli Grimm ,
può essere riletto a qualunque età co n diversi livel-
li di significato. Ad un primo livell o la favo la deli-
mita co n estrema precisione i due mondi del Bene
e del Male. La regina Grimild e è la figu ra prin cipa-
le del mondo del male: inizialmente di un a bellez-
za algida, success iva mente d ivie ne brutta, in un a
metamorfosi ri ve latri ce della sua inter iorità. La sua
duplicità, indicatri ce di in gann o, rin v ia a molti altri
elementi che sottolineano la vera natura del male:
lo specc hi o che rim and a all a maligna vac uità del
personaggio riflesso, il si ni stro caste llo, il cupo sot-
terraneo nel quale lei sce nd e per eserc itare la
magia nera, co n un simbo lico movimento verso il
basso.
In contrapposizione a tutto questo c'è il mondo
di Biancaneve, che già nel nome evoca l' idea di
purezza. Il suo ambi ente, la casa dei nani, è il luo-
go del sogno, che lei co ntribui sce a rendere bello.
Le sue az ioni sono di segno op posto a quelle di
Grimilde: si presenta ca ntando e quando si spec-
c hi a nell' acq ua del pozzo, vede l'a more, nell a
figura del prin cipe. Po i salirà le scale e si affaccerà
all 'esterno, su un
balcone, in co ntrasto
con il movimento
verso i I sotte r.raneo
della reg in a... Ogni
personaggio Disney
è c irco nd ato dagli
esse ri che si merita.
Così, mentre la
regina ha accanto il
cacc iato re, c he le
sa infedele, un
topo durante la discesa nel sotterraneo, degli av-
voltoi e perfino uno scorpione, Biancaneve vedrà
al suo fian co il principe, i nani e i teneri animali
del bosco, indi c i del legame tra il personaggio e
l'ordin e natu ral e delle cose. Così, infatti , si può
leggere la scena che da sempre ha co lpito l' imma-
gin ario dei più pi cco li , cioè la fuga di Biancaneve
nel bosco dopo la scoperta della vera natura della
sua matrigna. La fuga conduce, attraverso un diffi-
cile sentiero, verso un modello sociale improntato
al bene, quello che l'e roina metaforicamente
instaurerà nell a casetta della foresta.
BS FEBBRAIO 2003

3.10 Page 30

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M IL
ESE
IN
LIBRERIA
tan\\e
0
cuta
d" Giuseppe Mo
1
~~ SJWt,~~fo ~ ~.[ff9f1WfE ~~ ~iflifJ'l'0N'
IL MONDO
SENZA VITA
di Geremia Soscia,
Prog . edit. mariano,
Vigodarzere (Pd) , 2002
pp. 126
UN DIO EVOLUTO
La teologia dopo
le teorie di Darwin
di John F. Haugth,
LE VESPE, Milano, 2002
pp.240
Il primo spiega i grandi
temi che si collocano tra
la fisica e la metafisica:
una tematica di rapporto
tra "scienza" e "fede"
che da sempre desta in-
teresse, e costituisce ar-
gomento di confronto tra
filosofi e scienziati: il
rapporto tra realtà stori-
ca e creazione ad opera
di Dio. Il secondo, po-
nendosi sulla stessa lun-
ghezza d'onda, affronta
in modo stimolante la
relazione tra "scienza" e
"religione", elaborando
una teoria dell'evoluzio-
ne che aiuta a conside-
rare la relazione di Dio
con la Natura e l'Uomo
in modo del tutto nuovo.
Una visione di Dio ade-
guata dal punto di vista
religioso non solo tollera,
ma richiede persino un
ampliamento delle stes-
se frontiere del cosmo
descritto nell'ipotesi di
Darwin, come una realtà
materiale in evoluzione.
FEBBRAIO 2 003 BS
L'UOMO DEL SECOLO
La vita e il tempo .
di Giovanni Paolo Il
di Jonathan Kwitny,
PIEMME,
Casale M. (Al) , 2002
pp.476
È la vera vicenda di un
Papa che ha segnato in
modo indelebile questo
tempo e la difficile transi-
zione della Chiesa verso il
lii millennio, abbattendo i
muri delle ideologie, intimo-
rendo i grandi della terra,
mutando gli equilibri di
Paesi e di governi. L'auto-
re illustra in tutta la sua
complessità la vita di uno
dei protagonisti più cari-
smatici e autorevoli del XX
secolo. Ne risulta un'inda-
gine avvincente che smon-
ta colpo su colpo alcune
delle teorie costruite intor-
no a Giovanni Paolo Il : una
sorta di "santa alleanza"
fra Stati Uniti e Vaticano in
favore dell'elezione del pri-
mate polacco; l'ipotesi di
una "trama bulgara" nell'at-
tentato, l'idea di un pontefi-
ce determinato nell'impe-
gno di contribuire alla ca-
duta del totalitarismo so-
vietico e dedito alla difesa
del capitalismo dei poten-
tati finanziari occidentali.
}O NAT HAN KW! T NY
A c,,rn di M•r<0 To,rntti
IL PROFUMO DELL'ALBA.
MATTUTINO
di Gianfranco Ravasi,
PIEMME ,
Casale M. (Al) , 2002
pp. 414
Gianfranco Ravasi
Il "mattutino" è la preghiera
dell'alba che la Chiesa ri-
volge a Dio nel silenzio dei
chiostri e nella preghiera
dei ministri. Il primo sorge-
re del sole riserva un in-
canto di luci e colori, di
profumi e fragranze che fa-
vorisce l'ingresso in un'atmo-
sfera di vigile attenzione e
di lucidità. Il segreto del
successo ormai quasi de-
cennale di questo libro
consiste proprio in un invi-
to quotidiano a fare ordine
nella propria vita, a ritrova-
re chiarezza dentro di sé,
con suggestioni , schegge
di pensiero, citazioni poeti-
che che si fanno spunti per
una meditazione che scio-
glie l'ansia del vivere quoti-
diano. Afferma un teologo
che la confusione in cui si
trovano gli uomini deriva
dal fatto che essi la sera
non sanno perché al matti-
no si sono alzati e perché
domani ricominceranno .
I NUOVI PERSEGUITATI
Indagine sulla
intolleranza anticristiana
nel nuovo secolo
del Martirio
di Antonio Socci ,
PIEMME ,
Casale M. (Al) , 2002
pp. 160
Le cifre parlano di 250 mi-
lioni di cristiani che rischia-
no la vita ogni giorno. Il
bilancio è tragico: circa
160.000 vittime all'anno in
America Latina, Nord Afri-
ca, Paesi Arabi e Asia ; 604
missionari trucidati dal 1990
a oggi in Messico, Colom-
bia, Algeria , Arabia Saudi-
ta, Pakistan , India, Cina e
Birmania. All'alba del terzo
millennio i cristiani subi-
scono ancora persecuzioni
cruente, costanti e diffuse.
Si tratta di massacri perpe-
trati non tanto per ragioni
politiche (come si vuol da-
re a intendere!) ma in no-
me della fede in Cristo.
Ne emerge un reportage
avvincente che fa il punto
sulla situazione internazio-
nale cogl iendo i nessi fra
politica, economia e cultu-
ra con lucidità ed efficacia.
Il Novecento appare dav-
vero per il cristianesimo il
secolo del martirio.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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Il CD di M. Marrocchi
(ctr. BS gennaio pag . 44)
è edito dalla ELLEDICI.
~ ~ ~ coRAGGI
DI BIBBIA
E TEOLOGIA
ANGELA DELLA TERRA
DEL FUOCO
Pioniera delle prime
missioni salesiane
di Miela Fagiolo D'Attilia,
Paoline, Milano, 2002
pp. 230
Micia Fagiolo Allilia
È la storia di madre Angela
Vallese con tre immagini ef-
ficaci: il viaggio, la luce, la
benedizione. Partita dall'Ita-
lia a fine dell'Ottocento, di-
venta cittadina della Patago-
nia/Terra del Fuoco, di cui
per 25 anni percorre a ca-
vallo e a piedi le piane deso-
late percosse dal vento, af-
frontando spesso la traver-
sata transoceanica tra l'Italia
e la missione. La luce è
segno della sua cura attenta
per chi era in difficoltà, po-
nendo sul davanzale della
sua finestra un lume per aiu-
tare chi navigava nello Stret-
to di Magellano. È segno di
speranza, ma anche simbo-
lo della sua veglia continua
nella preghiera a Dio. Pur
nelle difficoltà, suor Angela
è stata capace di benedire
persone ed eventi. Tra le
sue parole più care: "Oh,
benedetta Terra del Fuoco!".
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA. I libn
che vengono segnalati s1 pos-
sono acquistare presso le libre'.
rie cattoliche o vanno nch1est1
direttamente alle rispettive
Editrici.
GLI UNDICI
LA STANZA DELLA
COMANDAMENTI
FELICITÀ
Equivoci, bugie e luoghi di Vittorio Luigi Castellazzi,
comuni sulla Bibbia
S. Paolo, Milano, 2002
e dintorni
pp. 136
di R. Beretta e E. Broli,
PIEMME,
Casale M. (Al) , 2002
pp.204
PER LA VITA DI TUTTI
Fondamenti teologici
dell'impegno educativo
di Luis A. Gallo,
Due giornalisti si sono im-
ELLEDICI,
Leumann (To) , 2002
pegnati a raccogliere l'im- pp. 152
mensa mole di equivoci,
luoghi comuni e miti che
nei secoli si sono accumu-
lati intorno alla Bibbia. So-
no andati alla ricerca di tar-
tufi pseudobiblici, deliziosi
e maleodoranti al tempo
stesso, compiendo opera
di "demitizzazione", non
nel senso devastante di
certi autori razionalistici
che con l'acqua sporca
gettano via anche il bambi-
no, ma nel senso benefico
di una purificazione del
messaggio, per distinguere
il vero dal falso. Attraverso
questa lettura, di.vertita e
divertente, il testo sacro ri-
vela tutta la sua capacità di II primo volume aiuta a ri-
conquistare mente e cuo- flettere sulla possibilità di
re, sentimento e pietà, emo- essere felici, evidenziando-
zione e pensiero. Ma so- ne la ricerca umana lungo
prattutto brilla nella sua au- · la storia. La felicità, come
tenticità, impegnando la fe- aspirazione primaria e uni-
de e la vita dei credenti.
versale, interessa ogni
uomo di qualsiasi età e
I ROBERTO &ERETTA ELISABETTA BROLI
condizione. E ciò significa
che Egli non perde la fidu-
cia in se stesso, che la
GLI UNDICI speranza non potrà mai
COMANDAMENTI essere spenta, per cui è
una potente molla per l'esi-
stenza. Il secondo volume
evidenzia l'impegno cristia-
no nell'aiutare a crescere
secondo l'insegnamento di
Gesù: la fonte ultima dalla
quale sgorga tutta l'attività
e si fonda l'intera esistenza
dell'uomo come figlio di
Dio, e la forza propulsiva
che lo muove e sostiene
..,,.,..11 MONS. GIANFRANCO RAVASI
PI EMM E
nell'agire: lo Spirito della
vita che ne fonda la giusti-
ficazione teologica e pa-
storale.
VDB
VOLONTARIE
DI
DON BOSCO
(Cfr. 85 Ottobre 2001 pag. 36)
Vuoi saperne
di più?
ID
Vuoi
contattarle?
SICILIA
Tel. 347.080.77.58
091.671.22.20
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Tel. 011.998.81.50
0182.640.309
ITALIA
SETTENTRIONALE
N.E.
Tel. 02.670.71.709
041.593.71.11
BS FEBBRAIO 2003

4.2 Page 32

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L/;1/E
-
UN SARTO
di Giancarlo Manieri
DA IMBALSAMARE
reò" in sartoria. Abbiamo usato il vocabolo a ragion
veduta, perché dalle sue mani non solo uscirono vesti-
ti per tutte le stagioni e per tutte le categorie, ma
anche sarti che divennero i migliori della città e furono
cittadini esemplari.
SALESIANO E COADIUTORE
La vocazione venne quasi all'improvviso, inaspettata
per i parenti che ormai lo vedevano - e forse lo vole-
vano - in un negozio di sartoria di proprietà della fami -
glia a cucire vestiti e dare un po' di agiatezza a sé e ai
suoi. Sogno infranto. Leone, tornato dalla guerra,
piantò genitori, fratelli , sorelle, parenti, amici e... fumo
(!) , e scelse Don Bosco. Gli istituti salesiani di Verona
e Venezia con lui divennero scuole rinomate di sarto-
ria e tali restarono fino a che le nuove discipline pro-
fessionali , una società diversamente organizzata,
metodi di lavoro automatizzati e più convenienti, esi-
genze cambiate scacciarono dai loro laboratori i mae-
stri sarti per mancanza di apprendisti. A Leone lo Sta-
to riconobbe il merito di essere stato "ottimo" e lo fece
cavaliere , alla bella età di settant'anni , per meriti indi-
scussi. Meglio tardi che mai! Ma lui quando s'accorse
che il cavalierato veniva dato a tutti, "bestiae et univer-
sa pecora", come insinuava qualcuno , lo sentirono
brontolare: "Mi me desm6nto da cavalier!". Comunque
non si rassegnò allo sfascio e continuò il suo mestiere
in piccolo, sempre più in piccolo, fino a ridursi prima in
un bugigattolo , poi solo alla sua cameretta .. . E un
confratello tra il serio e il faceto gli soffiò un giorno:
"Caro Leone, prima avevi un laboratorio così (il gesto
indicava un capannone immenso), poi te l'hanno ridot-
to così (il movimento delle braccia si restrinse notevol-
Leone Saccomano: un grande
maestro di taglio e cucito premiato
con il cavalierato, e un grande
maestro di vita, oltre che un
salesiano esemplare.
F u fortunato il piccolo Leone, di felino non aveva
proprio nulla, né la faccia feroce , né il carattere
aggressivo; assomigliava invece molto di più a
quel Leone, frate di Assisi, che san Francesco chia-
mava "pecorella di Dio". Fortunato anche perché poté
frequentare scuole d'Arti e Mestieri allora prestigiose,
quelle di Valdocco, fondate da Don Bosco. si "lau-
FEaaRAto 2003 BS
Era convinto che facendo abiti per gli altri preparava
lentamente il suo.

4.3 Page 33

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La lingua di fuori era per Leone il segno della più alta
concentrazione!
·
mente) , poi uno così (la mossa si era sconsolatamente
ristretta) , ora ce l'hai appena così .. . Ma consolati: un
giorno te ne basterà uno così (l'eloquente indicazione
disegnava inequivocabilmente la cassa da morto). La
cosa finì in grandi risate, e il primo a riderne fu proprio
lui che continuò il suo lavoro sempre con lo stesso
Il sig. Leone ormai libero dall'assillo del lavoro, va ogni
tanto a curiosare nel museo scolastico di don Rizzo.
sp irito , la stessa precisione, la stessa competenza.
Morì a 94 anni suonati.
IL SARTO STIMATO E AMATO
Si può essere maestri nell'arte del vestire come ariche
nell'arte del vivere : maestri di buon esempio. È ciò che
era il signor Leone. Vestì giovani e adulti, operai e pro-
fessionisti, preti e suore, vescovi e autorità civili sem-
pre badando al particolare, perché "il vestito è fatto per
l'uomo". I suoi abiti sapevano esaltare la dignità della
persona più che il suo corpo , erano la cornice per
inquadrare un contenuto fatto da Dio, quindi dovevano
essere all'altezza della situazione. Era convinto che
facendo abiti per gli altri preparava lentamente il suo,
quello che avrebbe un giorno contato più di tutti al
momento in cui si fosse presentato a Dio per chieder-
gli l'abito definitivo.
Sapeva vestire e sapeva educare: era per i suoi alunni
un doppio maestro . Solare, semplice, coscienzioso ,
accurato nel lavoro. Molti gli aggettivi che definiscono i
suoi 94 anni di saggezza. Era un patriarca, una biblio-
teca vivente di onestà e sapienza alla quale si poteva
attingere a piene mani, perché era sempre aperta.
Eppure sembrava fosse lui a chiedere consigli: "Wal-
ter, ho un dubbio: come faresti qui?". E ringraziava
riconoscente del consiglio avuto, anche se chi glielo
aveva dato sapeva benissimo che: "Lui la soluzione ce
l'aveva, eccome, e certo migliore di quella che gli ave-
vo prospettato". Era fatto così.
Cl SI STAVA BENE
Nato in tempi in cui si badava a non sprecare nemme-
no le molliche, Leone non buttava nulla: pezzi di stoffa,
ritagli, e perfino il filo avanzato veniva messo scrupolo-
samente da parte , perché l'occasione di utilizzarli
sarebbe di certo arrivata. E aveva ragione. Il senso del
risparmio era connaturato in lui:
- Furlàn, magném del to pan!
- No go tam!
- Magném del mio!
- Magném, magném! E sia ringraziato lddio!
Saccom_ano non era forse un sarto di grido , ma di
sicuro era un maestro di grido. "Gli volevamo un gran
bene, più che per il mestiere che ci aveva insegnato,
per gli insegnamenti morali che ci aveva instillato". "Il
signor Leone era uno di quei salesiani che a ricreazio-
ne aveva sempre attorno un gruppo di ragazzi!'. "A me
diceva che la precisione nel lavoro mi avrebbe fatto un
gran sarto e l'onestà nella vita mi avrebbe reso un
grande uomo!'. Sono espressioni dei suoi exalunni,
divenuti stimatissimi professionisti. Lo spasso più gran-
de fu quando ebbe un confratello come vicecapo in
laboratorio. Era un avvenimento sentirli parlare:
- Sì, signor capo!
- È così, signor vice!
- Come dovrei fare, signor capo?
- Prenda quel pezzo di stoffa, signor vice!
- D'accordo, signor capo!
Ciò che creava comicità era il fatto che ormai erano
rimasti praticamente soli in laboratorio: il gergo era
ancora quello di quando il laboratorio era zeppo di
apprendisti ...
O
BS FEBBRAIO 2003

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
INGEGNERIA
DELLA COSCIENZA
Ai ragazzi si chiede di "arrangiarsi"; essi sono in un labirinto
morale in cui è difficile trovare l'uscita. L'educazione, chiave
di volta per far emergere il quadro valoriale e distinguere i veri
dai falsi valori. Quale il valore di base?
11verbo più usato con i ragazzi e
i giovani è indubbiamente «ar-
rangiati! ». Qualche volta è
espresso in modo molto chiaro, il
più delle volte sottinteso sotto for-
me larvate del tipo: quando saran -
no adulti sceglieranno da soli. .. La
vita insegnerà... Gli adolescenti e i
giovani che vengono accusati di
incoscienza sono in realtà alle pre-
se con il loro personale bricolage
morale: in qualche modo "si aggiu-
stano". Prendono il loro aperitivo
della vita piluccando dalle varie
portate della giornata valori , ingan-
ni , falsità, trappole, opportunità,
ecc. In qualche modo, compagni ,
cantanti e tv si danno un gran daf-
fare a presentare "linee e stili" di vi-
ta. Come può un adolescente orien-
tarsi nel labirinto?
L'educazione ha una meta: costrui-
re una persona adulta. In questo
compito i genitori sono indispensa-
bili e i figli sono «compagni di lavo-
ro ». Genitori e figli impegnano in
questa costruzione desideri, spe-
ranze, progetti, sogni e tempera-
menti diversi, ferite ed esperienze
diverse. I figli non devono essere
copie, "cloni", dei genitori ma "se
stessi", quelle persone uniche e irri-
petibili che sono destinate a diven-
tare. Per questo non esistono "pia-
ni" prefissati, ma linee di orienta-
mento. È proprio per questo che
occorre una guida qualificata in
adultità. Ciò che è veramente indi-
spensabile a un figlio è che almeno
uno dei suoi genitori dimostri nella
vita di tutti i giorni che cosa signifi-
ca comportarsi da persona adulta.
Solo una persona così può fare a
un figlio il dono più importante: il
"corredo" per la vita. Il cuore di ogni
tipo di progetto-adulto è quella bus-
sola speciale che chiamiamo co-
scienza etica. L'impalcatura di qual-
siasi morale è costituita da quello
che si usa chiamare "quadro di
valori".
Perché i valori diventino però
realmente la molla della vita de-
vono essere ordinati in un «si-
stema» coerente e gerarchico .
Devono cioè trasformarsi in una
specie di scheletro spirituale del-
l'uomo. La confusione e il disordine
dei valori causano notevoli guai.
Quelli che chiamiamo i «falsi valo-
ri » della nostra società non sono
altro che valori autentici impazziti o
mal coordinati. Così , per esempio,
il lavoro (valore autentico) può
diventare primato della produzione
a tutti i costi (valore sbagliato), il
diritto alla felicità diventa ricerca del
piacere, il protagonismo si trasfor-
ma in sete di successo , la libertà
diventa arbitrio, ecc. I valori sono
come le ciliegie: uno tira l'altro. Se
infiliamo la mano in un ideale
«cesto dei valori » e azzecchiamo il
valore fondamentale , tireremo su ,
attaccati ad esso, tutti gli altri valori.
Il compito del valore fondamentale
è quello di essere un motore che
mette in movimento gli ingranaggi
degli altri valori. Ecco l'esempio di
un sistema di valori per il nostro
tempo.
Valore fondamentale, per me,
è la dignità della persona umana .
Per un cristiano la motivazione è
chiara. La prima pagina della Bib-
bia afferma: «Dio creò l'uomo simi-
le a sé, lo creò a immagine di Dio,
maschio e femmina li creò ». Inve-
ce , in questo mondo , per troppi
l'uomo è solo una strana specie di
animale altamente tecnicizzato che
cerca a tutti i costi di soddisfare i
propri istinti e i propri bisogni. Un
animale che si muove tra i gratta-
cieli e usa il compute r, esattamente
come faceva una tigre che caccia-
va, con l'astuzia e gli artigli, nella
giungla primitiva. E peggio per i.
deboli e gli inermi. Scegliere come
valore fondamentale la «persona
umana» significa credere che l'uo-
mo non è riducibile a un pacchetto
di istinti : è un essere che si distin-
gue da tutte le altre creature, asso-
lutamente eccezionale perché co-
1 11 conformismo quando sono
con i coetanei è quasi inevitabile
per i nostri ragazzi.

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
stituito in modo unico. L'uomo è
spirito e corpo, intelligenza e volon-
tà, capacità di progettare , amare ,
pensare, ricreare e coordinare la
realtà in cui si trova inserito. Chi
assume questo valore fondamenta-
le possiede la chiara coscienza che
l'uomo, nonostante tutti gli attacchi ,
è il vertice dell'universo creato: tut-
to deve servire a lui , ma egli non
deve servire né essere strumenta-
lizzato a nessun'altra realtà. Non,
qu indi , l'uomo al servizio della
scienza, della politica, dell'econo-
mia, dello Stato, della produzione,
di altri uomini. Un uomo ha il diritto
di guardarne un altro dall 'alto al
basso solamente quando deve aiu-
tarlo ad alzarsi.
Infatti chi sceglie come valore fon -
damentale la dignità della persona
umana innesca una reazione a
catena che immette inesorabilmen-
te nel sistema altri tre valori di
base: il rispetto supremo per la
vita, la necessità assoluta della
pace e dell'ecologia.
E poi , come per riempire un ideale
casellario, diventano essenziali al-
cuni valori strumentali: la libertà ,
la responsabilità , la solidarietà , la
giustizia, la creatività, l'interiorità.
Ogni altro uomo, il prossimo, non è
più un concorrente da scavalcare o
da el iminare , non è uno sgabello
per la propria affermazione, ma un
essere pari ad ogni altro uomo nel-
la dignità. La frenesia del possede-
re cede il posto alla comunione del-
le persone, la ricerca egoistica ed
esclusiva dei propri interessi alla
giustizia e alla solidarietà, la sopraf-
fazione alla fraternità, la competiti-
vità all'accordo operoso.
Il tutto si trasforma inevitabil-
mente in una serie di importan-
tissimi atteggiamenti quotidiani:
amicizia, bontà, comprensione cor-
tesia, fortezza , fedeltà , gener~sità,
laboriosità, lealtà, obbedienza, ordi-
ne , ottimismo , pazienza , perseve-
ranza, prudenza, pudore, rispetto,
s~mplicità,_sincerità, speranza, so-
bneta, socievolezza, sacrificio fidu-
cia, sport, studio, riconoscenla re-
ligiosità, preghiera ecc. L'educ~tore
adulto è colui che ha ben presente
tutto il progetto e, con pazienza e
con l'esempio, aiuta i più giovani a
trasformarli nelle strutture portanti e
nelle fibre della loro coscienza
morale.
ALLA RICERCA
DI UN CENTRO
DI GRAVITÀ
PERMANENTE
.
~n tempo la chiamavamo formazione morale; poi,
d1 fronte al dilagare della soggettività e alla crisi delle certezze
si è prudentemente deciso che fosse meglio essere
molto discreti rispetto alle questioni che riguardano
·
la coscienza dei nostri ragazzi.
O ggi _nei confronti dei ragazzi
abbiamo scelto, noi adulti , il
ruolo rassicurante di sugge-
ritori di atteggiamenti e comporta-
menti che solo vagamente depon-
gono a favore di un orientamento
esistenziale consapevole. È inuti le
dire quanto questa scelta sia dere-
sponsabilizzante per le famiglie e
deleteria per i giovani , che devono
barcamenarsi ora con l'assenza
drammatica di testimoni e maestri ,
ora con la presenza caotica di mol-
teplici figure educative che manife-
stano la pretesa di risultare influenti
sulla loro identità etica.
non è più scontato, né tanto meno
omogeneo .
Affiancarli in questo cammino
non è facile, perché i ragazzi sono
molto sensibili ai tanti condiziona-
menti aggressivi della realtà ester-
na: il conformismo quando sono
con i coetanei, il mito del successo
all'interno della scuola, una spiri-
tualità di basso profilo in parroc-
L'esplosione sempre più fre-
quente di contraddizioni e tensio-
ni che alla fine dichiarano il disim-
pegno del mondo adulto e il falli-
mento del nostro contributo alla for-
mazione delle nuove generazioni,
ci spinge però, proprio a partire dal
vissuto quotidiano della famiglia , a
cercare nuove forme di attenzione
verso la formazione morale dei
bambini e dei ragazzi.
In questo tentativo di riappropriarci
di un compito lungamente disatte-
so, noi genitori dobbiamo fare
attenzione tanto al che cosa, quan-
to al come. Educare la coscienza
~ei nost~i figli, infatti, non può più
risolversi con la trasmissione di
valori sempre più usurati o differen-
temente interpretati a seconda del-
le situazioni e dei contesti in cui i
ragazzi vivono . È importante che
siano essi stessi a mettersi in ricer-
ca di ciò che può costituire concre-
tamente il centro di gravità perma-
nente di un modo di essere che
Co_me può un adolescente
orientarsi nel labirinto?
BS FEBBRAIO 2003

4.6 Page 36

▲back to top
chia , la voglia di raggiungere un
benessere effimero insinuata dalla
Tv ... Non servirebbe a molto che
la voce dei genitori si aggiungesse
alle tante altre suggestioni, per
prospettare un dover essere desti-
nato ad essere perdente rispetto al
voler essere e al poter essere pro-
messo da altri ambienti.
È invece più opportuno tentare
una proposta che comprenda, per
così dire, tanto l'aspetto del con-
tenuto quanto quello del metodo.
Nella mia esperienza, questa con-
nessione si è realizzata quando
ho cercato di far presente ad
Alessandra e Claudio che la for-
mazione della loro coscienza
sarebbe stata agevolata dal fatto
di cercare innanzitutto un baricen-
tro attraverso l'esigenza fonda-
mentale di essere se stessi .
Quest'attesa , che i ragazzi
vivono in genere con molta atten-
zione, può purtroppo tradursi in
modo un po' scomposto : ad
esempio, attraverso la tentazione
di accettarsi per quello che si è,
rinunciando a qualsiasi migliora-
mento del proprio carattere e del
modo di rapportarsi alla realtà cir-
costante. Nei miei figli, fortunata-
mente , è prevalsa un'interpreta-
zione più impegnativa di questo
bisogno: quella che evidenzia il
rispetto della propria dignità di
persona; la volontà di essere
fedeli a ciò in cui credono anche
quando questo comporta il dover
andare controcorrente e vivere
qualche conflitto con gli altri ; la
disponibilità a mantenere una fon-
damentale autonomia nella
costruzione di atteggiamenti e
comportamenti , per non tradire
ciò di cui sono intimamente con-
vinti.
Avere insistito su questo elemen-
to sicuramente non li mette al
riparo da errori, ma almeno li aiu-
ta in due cose : da un lato, sostie-
ne la capacità di mettere sullo
stesso piano le proprie e le altrui
esigenze difficile rivendicare la
propria dign ità quando non si è
pronti a riconoscere quella degli
altri e viceversa) ; dall'altro li solle-
cita a tener duro di fronte al
rischio di vivere esperienze in cu.i
ci si può ritrovare fragili e smarriti.
Non è poco, in questi tempi. O
FEBBRAIO 2003 BS
FAMIGLIA
SALESIANA
di suor Maria Chan
DQM
L'Istituto ha inizio in Thailandia nel 1952,
fondato da don Carlo Della Torre, approvato
dal Vescovo nel '54 e riconosciuto
come gruppo della f.S. il 18 luglio 1996.
flGLIE DELLA
REGALITÀ
Carlo (Cernu sco Mi , 9/7/1900),
ebbe il primo co ntatto co n i Sa le-
siani a 23 anni , graz ie al suo co n-
fesso re che gli rega il Bollettino
Salesiano. Aveva fatto la guerra in
A lbania come te nente degli Ard iti .
Torn ato a casa, o ltre a ded ica rsi al
lavo ro de i ca mpi e all a cura de i
fratelli piccoli, comin ciò a in segna-
re il catec hi smo in parrocc hi a. Fu
propri o il parroco, vistane le doti di
mente e di cuore, a spingerl o sull a
v ia del sace rd oz io . A rri vò così a
Ivrea, culla d i vocaz ioni mi ss iona-
rie, e tre anni dopo, nell 'ottobre del
1926, parti va per le mi ss ioni . Sarà
mi ss ionari o per 56 anni . Dopo il
nov iz iato a M acao, fu in viato in
Th ail andi a. Nel 1936, veni va ordi-
nato sacerdote e destin ato a Th a
Mu ang, dove resterà per 12 anni ,
prim a v iceparroco po i parroco.
Anni diffi c il i passati .tra povertà e
persec uz io ni a ca usa de l la guerra
in doc in ese .
Trasferito a Bangkok nel 1948,
aveva da tempo maturato l' idea d i
fo nd are un istituto femm inil e i cui
membri si co nsac rasse ro totalmen-
te all a parrocc hi a e all a mi ss ione.
lo ragg iun sero se i dell e giova ni
di Tha M uang già ini z iate alla v ita
co nsac rata. I co ntrast i, le in co m-
prensioni , i giu d iz i poco benevo li
lo fecero soffrire ta nto che lo co n-
v in se ro, d' accordo co n l' ispettore,
a chi edere l' in ca rd in az io ne nell a
d ioces i per essere li bero di ded i-
ca rsi al suo in cip iente istituto. Si
ri trovò senza un so ldo e senza un
tetto, ma nel 1952 poté dare ini zio
all a prim a poveri ss im a scuola. Fu
fo nte di gioia il co nstatare che
alcune giovani chi esero d i entra re
nell ' Istituto. Don Ca rl o in v a
Ro ma il pri mo Rego lame nto per
l'a pprovaz ione. Pe r sentirs i unite
all a co ngregaz ione tutte. le sodali
divennero cooperatrici sa les iane.
Dopo venti anni di lavoro
intenso e se nza rispa rmi o, senten-
dos i manca re le fo rze, chi ese ed
ottenne, nel 1976, di ri entrare nel-
la co ngregaz ione sa lesiana dove il
9 dicembre 198 1 emetteva i suo i
voti perpetui . M o ri va i I 4 apri le
1982 . L' Ist ituto rim aneva co n 4 5
so dali professe, 12 nov iz ie e 44
aspirant i. Suo fine prim ari o è l'e-
d ucaz io ne de ll a gioventù co n
sc uole, centri giovanili o altre ope-
re di ai uto d iretto o in d iretto,
usand o il Sistema Prevent ivo. Pa-
t ro ni prin c ipa li so no M ari a Im-
maco lata Regi na, la cui co ro na e
cetra ri co rd ano l'Ausili atri ce, e
Don Bosco.
O

4.7 Page 37

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BS FEBBRAIO 2003

4.8 Page 38

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Sf\\OE Ei\\CHE
per ragat.t.i , genitori, educatori
IAG
di Giovanni Russo bioeticalab@itst.it
LUCE
Osiamo, da questo
numero del BS,
addentrarci in un
terreno minato, quello
delle sfide etiche che oggi
coinvolgono a tutti i
livelli ragazzi e giovani,
genitori ed educatori.
Non vogliamo risolvere i
grandi problemi connessi
a queste problematiche,
ma solo ragionarci un
po' su e portare, se
possibile, una parola di
speranza. Cominciamo
con amore e sesso.
N e! contesto attuale la sessua-
lità è vista in maniera positi-
va, anche se non mancano
segnali negativi coinvolgenti in par-
ticolare donne o bambini. Da una
parte emerge una grande luce sul-
l'amore umano che si realizza nel-
la corporeità sessuata e che può di-
ventare cammino di spiritualità e
vocazione, mentre è pure vero che
assistiamo a una forte erotizzazione
delle relazioni e della cultura del
piacere. In realtà, al di là delle
ombre, la bellezza dell 'amore uma-
no che si realizza nel cammino ses-
suale delle persone parla della bel-
lezza dell'Amore di Dio.
L'identità dell'essere umano è es-
senzialmente amore. Ciò si realizza
nella corporeità e nella sessualità
che è dunque fonte di significati e di
valori. Nelle società attuali si rico-
nosce alla sessualità una particolare
funzione , perché contribuisce a ri-
velare il senso della vita e della vo-
cazione umana. Oggi, infatti, a di-
versi livelli si tende a riscoprire il
corpo come fonte di contenuti valo-
FEBBRAIO 2003 BS
I La sessualità rivela la tipicità
dell'uomo e lo rende capace
di amare.
riali, via di accesso privilegiata per
la comprensione della vita e della
storia. La sessualità è costitutiva
della persona, la esprime, rivela la
tipicità dell ' uomo e lo rende capace
di amare e di entrare in comunione
con gli altri.
SESSUALITÀ
E RECIPROCITÀ
Ma nelle società di oggi come
possono l'amore umano e la sessua-
VALORI IN QUESTIONE
L'amore è una forza che men~r.e ac~
coglie il dono_spinge anche ali ,mpe
gnloi
di donars1.
pudore è il
sentimento
..
p1u
.
1':'mr
diato che apre un varco ne_ll~ nve a-
zi.o1n1 ec"oirnptiomas"esdseullaatope, r"s'1omnmahatg.ain..e d. el-
l'invisibile Dio",
di incontro con
è un
Lui.
1lupoeg~o~pf~nevc1~l~etg~1~a~-i
corpo sono, dunque, mo
·
v• anLt'ia. ffetto
priamente
sessuale s1· mani·te_sta pro-
nella coni·u~ali.tà:t .E udnèleli--
game al massimo dell int1m1_a e .
nalizzato anche alla nascita d1 un
bambino.
lità essere stabili? Solo se inseriti
nell 'amore. Per essere tale la ses-
sualità va inserita nel quadro della
"persona", che non è solo corpo, ma
anche psiche e spirito. Ciò significa
che nella sessualità nulla è mera-
mente biologico, fisico , corporale,
ma tutto è dialogicità. Nella sessua-
lità tutto parla di reciprocità. Que-
st'aspetto fondamentale indica l'am-

4.9 Page 39

▲back to top
- La sessualità non è qualcosa che si ha. È ciò che si è.
bito propriamente "umano" della
sessualità, per distinguerla da una
sessualità di tipo zoologico; indica
quindi lo stretto e necessario legame
della sessualità alla relazione di
amicizia e di amore. Un dialogo che
si realizza nella diversità sessuale,
incontro - splendido - della masco-
linità e della femminilità.
La sessualità "nella reciprocità" è
inerente all'uomo in quanto capace
di comunione. La relazione con
l'altro non è nella linea di un puro
accostamento - che non potrebbe
mai diventare reciprocità -, ma è
amicizia e incontro, realtà, quindi,
che fa riferimento a quella struttura
comunionale che è il dinamismo
naturale per costruire la relazione
nell 'amore. In questo senso, la rela-
ziòne comunionale, essendo dina-
mismo della persona, fa sì che l'uo-
mo possa sentirsi profondamente
realizzato nella relazione sessuale.
Per questo, una sessualità che non
sia all'insegna della vera comunio-
ne è relazione esteriore che non
permette di "incontrare" la persona
che è nell' altro. Ecco perché l' in-
contro erotico fisico è dimensione
reale nell ' uomo, ma non è tutto
l ' uomo, cioè non esaurisce la ric-
chezza della persona che si manife-
sta nella comunione e nell 'amore.
Pertanto, la sessualità per essere au-
tentica deve essere vissuta nella
linea dell 'essere e non dell 'avere.
Ciò che conta nell'amore non è im-
possessarsi di un corpo, ma pura
gratuità che si consegna all'altro.
L'avere indica una concezione della
sessualità come qualcosa che si
"ha" e non ciò che si "è", indica
cioè che la sessualità si ottie-
ne dall 'altro come un oggetto da
possedere. In realtà la sessualità
non è qualcosa che si ha, ma è ciò
che si è: la sessualità è ciò che noi
"siamo", è la struttura intima del
nostro essere, fatto anzitutto e so-
prattutto per amare. Il che indica
che la sessualità non è mero eserci-
zio genitale, ma è modo di essere di
una personalità, e ciò può significa-
re anche che una persona scelga (ad
es. per vocazione) di non esercitare
la sessualità genitale, per testimo-
niare l'amore come valore non
esclusivo, trascendente e intramon-
tabile.
1A DIMENSIONE
"PROFETICA"
Qui emerge la dimensione "profe-
tica" della sessualità. L'uomo "è" la
sua corporeità nel senso che la sua
identità più profonda è amore. L'uo-
mo è essenzialmente amore, si ma-
nifesta come un continuo mendican-
te di amore, si sente chiamato a co-
struire nella storia anzitutto amore.
L'amore è la vocazione primigenia
del! ' uomo. La sessualità vissuta
nell'autenticità di una relazione sta-
bile, è profezia della centralità del-
1'amore nella vita dell'uomo e della
storia. La coppia che vive la comu-
nione amorosa dell 'essere "una sola
carne" testimonia che l'amore è ciò
che veramente conta nella storia, e
diventa perciò segno profetico. La
sessualità, nel contesto comunionale
e di reciprocità, indica dunque che
già nella corporeità e intimità del-
l ' uomo è inscritta essenzialmente la
nostra identità e il senso stesso della
vita e della storia. Il corpo sessuato
è richiamo "profetico" di un mes-
saggio fondamentale: che l'identità
CONFRONTIAMOCI IN
GRUPPO E IN FAMIGLIA
Se oggi l'~~?re è in crisi, non è
an.~caheanpceorcraheseenisnocrpisairllaaresedseslu"apliutàd?. -
re nella sessualità?
0
Il p_iacere sessuale è opera della
~;azione. Dove si inserisce il pecca-
~ L'amicizia è veramente il luogo del-
I amore vero?
~ La castità indica una sessualità ca-
nea d1 valore . Perché è vista come
qualcosa d1 negativo?
■. Il corpo d~lla donn~ oggi è oggetto
d1 culto _e d1 feticizzazione. Qual è il
ruolo de1 mass media?
dell'uomo, il senso della sua vita, la
verità ultima della storia sono rac-
chiusi nell'amore.
''11\\fMAGINE''
DELL'INVISIBILE
Nel cristianesimo il corpo, in
quanto "immagine" dell'invisibile
Dio, contribuisce a rivelare la natu-
ra più intima di Dio: l'Amore. At-
traverso l'esperienza della propria
corporeità sessu.ata fatta per l'amo-
re, l'uomo può scoprire la natura
più intima di Dio, che è, appunto,
Amore. Il corpo è dunque un luogo
"profetico" che rivela la "natura in-
tima" sia dell'uomo - fatto per
amare - sia di Dio, che è essenzial-
mente Amore. Ed è attraverso la
propria corporeità sessuata che il
cristiano annuncia e testimonia Dio-
Amore: gli sposi profetizzano, nel-
1'essere " una sola carne", quell'a-
more grande di Cristo per la sua
sposa (la Chiesa) amata fino alla
morte in croce; le persone consacra-
te profetizzano, nella loro verginità,
l'esclusività dell 'amore nella storia
e la trascendenza dell'amore che
mai tramonta, un amore tipico del
Regno di Dio dove "non ci sarà più
uomo o donna".
D
BS FEBBRAIO 2003

4.10 Page 40

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Dal Prix Italia di Palermo 54° edizione sulla qualità
TRA SPAZ~TURA
EQUALITA
di Severino Cagnin
Si fa un gran parlare di
TV: parole molte,
certamente troppe, a cui
aggiungo queste della
rubrica DIBATTITI, che
vorrebbero però essere
documentazioni offerte e
verificabili, idee e
proposte operative, utili
a tutti ma soprattutto a
genitori ed educatori.
T utti sono d'accordo che in
Italia la TV non va. Da un
recente sondaggio, che sem-
bra serio, un italiano su tre giudica
la TV volgare per parolacce, nudo e
situazioni imbarazzanti, in quanto
offendono la riservii.tezza personale,
esagerano su fatti criminosi e specu-
lano insistendo sulle disgrazie della
gente. Urgono maggior rispetto, più
misura, più pudore. "Da dieci anni
la volgarità in TV è così consueta e
diffusa che nessuno se ne accorge",
affe1ma Giorgio Simonelli, docente
di Storia della Radio e della Televi-
sione ali 'Università cattolica di Mi-
lano. Lo dice non come cattolico,
ma come studioso del fenomeno
che, per essere comunicazione vera
e sufficientemente valida, esige di
non manipolare le emozioni del re-
cettore, bensì di offrirgli un discorso
sul quale possa liberamente aderire
o no, in tutto o in parte. Eppure
tanti, anche persone di cultura e
buon senso, si sono adattati: non
cambiano canale o, almeno, non de-
FEBBRA10 2003 BS
cidono diversamente alla prossima
puntata. Perché la volgarità non è
solo ridere e scherzare in qualsiasi
modo; diceva il pensatore Karl Pop-
per che la volgarità è destinata a sci-
volare nella violenza. Certamente il
meccanismo psicologico è quello.
Infatti, il linguaggio ha come soste-
gno e gi ustificazione, pur incon-
scia, il rispetto per ogni persona e le
sue scelte a confronto con altre,
anche opposte.
CODICE
DI COMPORTAMENTO
Nell 'informazione, nei dibattiti e
talkshow politici e d'attualità il con-
duttore deve dare la parola a tutti,
non deviare il discorso, né intimidi-
re e umiliare chi la pensa diversa-
mente. Equivarrebbe a manipolare
l'intelligenza dell'ascoltatore e far
apparire le proprie idee come vere,
senza portarne i motivi né dialo-
gare con altri, per ottenere, magari,
spettacolo e consenso, approvazione
su opinioni mal presentate e altissi-
ma retribuzione. Al Prix Italia di
Pale1mo dello scorso settembre, si è
assistito in tavole rotonde e confe-
renze stampa a elogi e accaparra-
menti insostenibili di grandi nomi
che fanno audience, senza mettere
in dubbio il loro abituale metodo di
manipolazione e provocazione. Em-
blematica la sottolineatura di uno
dei massimi dirigenti R}\\I su un ta-
lento da lui scoperto: "E una vera
bomba! Va in giro a rompere i... alle
coppie, ha fegato, è il fenomeno te-
levisivo dell'anno". E "il fenome-
no" dice di se stesso: "Diciamo che
sono un voyeur televisivo, faccio
diventare guardone il pubblico". Ma
dopo tre anni confessa: "L'ambiente
di lavoro è schifoso, più che schifo-
so è falso, pieno di arrivismo e di
esteriorità". Il successo di attori e
dirigenti, la propaganda, gli incassi
costituiscono il motivo delle scelte.
NON SOLO SPAZZATURA
Ma, esiste anche una TV di qua-
lità. E compito e responsabilità dei
telespettatori saper scegliere tra i
tanti prodotti veramente validi ...
Non tutti si adattano al peggio. La

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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dei programmi radiofonici, televisivi e multimediali.
compagnia della TV, l ' interesse
dell ' argomento di attualità, la fi c-
tion e anche la memoria storica
sono diventate parte della vita.
Bambini, giovani e anziani stanno
per ore ,appiccicati al piccolo
schermo. E, perciò, indispensabi-
le educare alla scelta. E ancora
una volta questo è compito della
scuola, e non solo. Conoscere i lin-
guaggi, saper leggere, saper ascol-
tare, saper giudicare, saper sceglie-
re.. . sono operazioni impossibili
senza il supporto di genitori, inse-
gnanti ed educatori.
Un contributo importante per una
TV di qualità è offerto dal mondo
cattolico. Dopo la riflessione eccle-
siale su fede e cultura la Chiesa ita-
liana ha deciso di ripartire dalla co-
municazione sociale per affermare
il messaggio ,evangelico nella so-
cietà attuale. E in atto un generale
rinnovamento mediatico, in primo
luogo l'azione di coordinamento
delle forze e delle associazioni di
ispirazione cattolica con l'invito a
uscire dal silenzio, a unirsi in siner-
gia, a muoversi e intervenire. È nato
il festival cinematografico del TER-
ZO MILLENNIO sul film religioso,
presieduto da Kristof Zanussi, il
RELIGION TODAY di Trento-Geru-
salemme su cinema e religioni,
l'INFINITY FESTIVAL di Alba su
cinema e spiritualità. Continuano la
loro proficua attività l'associazione
dei telespettatori AIART e l'UNDA
che con l' OCIC hanno creato il SI-
GNIS , l'Associazione Cattolica In-
ternazionale per la Comunicazione
Sociale. Né il contributo cattolico
finisce qui.
UN INTERROGATIVO
Nella attenzione ai problemi reali
dell'uomo si incontra la svolta cat-
tolica del Congresso di Roma della
CEI. Il Papa ha detto ai cattolici ita-
liani di muoversi sul piano della
cultura, perché lì, attraverso il valo-
re della persona, si affrontano diret-
tamente le domande individuali e
sociali dell'uomo d'oggi, dal posto
di lavoro all'accoglienza dello stra-
niero, dall 'ecologia alla maturazio-
ne della propria fede. Secondo il
cardinale Ruini, è tempo in Italia di
uscire ,dal silenzio e chiudere le po-
lemiche. Bisogna intervenire nelle
associazioni nazionali, con i setti-
manali diocesani, con il quotidiano
cattolico AWENIRE, attraverso
corsi scolastici, dibattiti, meeting e
quant' altro, affrontando criticamen-
te opere, anche quando non sono fa-
vorevoli alla storia e alla cultura
cattolica. Tacere, ignorare o lamen-
tarsi ormai è diventato inutile e ne-
gativo. Quanti, ad esempio, hanno
celebrato nel 2002, in qualche
modo, nella parrocchia, a scuola,
in un'associazione o nella propria
comunità religiosa la Giornata
Mondiale delle Comunicazioni So-
ciali sul tema "Annunciare Cristo
nell'era di Internet"?
O

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Il
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
"... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolQ di legato la
somma di € ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in.. .
per i fini istituzionali dell'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" . .. Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell 'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011 .5224247-8 - Fax 011 .5224251
C.C.P. 28904100
FEBBRAIO 2003 BS
I NOSTRI MORTI.....)
FODERÀ ALAGNA mons. Michele,
salesiano,
t Marsala (TR) , 1' 11 /01 /2002 , a 89 anni
Da Marsala, sua città natale, in Brasile ,
sua nazione di elezione. Nel 1967 fu nomi-
nato vicario apostolico di Rio Negro. Il terri-
torio che doveva dirigere come pastore era
grande come l'intera Italia. Nel 1981 venne
trasferito a San Gabriel da Cachoeira ed ivi
resterà fino alla riconsegna del mandato
per limiti di età, a norma del diritto canoni-
co, il 28 febbraio 1981 . Fu un uomo di ini-
ziativa, pieno di zelo e di fervore apostoli-
co. Come direttore fece del Collegio Santa
Teresa la più grande missione salesiana
del Mato Grosso, come vescovo operò fra
decine di tribù indigene raccogliendo il
consenso attorno ai suoi progetti. Rior-
ganizzò il sistema scolastico della regione,
costruì lungo i fiumi , unica via.di comunica-
zione, 30 scuole per gli indio tucanos, mol-
tiplicò le residenze missionarie per dare
una dimensione capillare alla evangelizza-
zione . Costruì a San Gabriel un grande
ospedale e un seminario per le vocazioni
indigene. Visitò il suo gregge raggiungen-
dolo con ogni mezzo: la piroga, il cavallo,
l'idrovolante, i piccoli aerei; diffuse impianti
di radiofonia tra le missioni e la capitale
Manaus per favorire le comunicazioni.
Ancor oggi è vivo il ricordo di questo dina-
mico figlio di Don Bosco , intelligente e
generoso pastore.
AUDANO Vittorio, cooperatore,
papà di un salesiano
t Genova, 1'8/11 /2002, a 95 anni.
È la figura di un uomo semplice e disponi-
bile, nella gioia di appartenere alla famiglia
di don Bosco. Arrivato a Genova negli anni
30 dalla campagna di Motta di Costigliole
d'Asti, la terra dei vini, ha consacrato nella
parrocchia di Don Bosco il suo amore. alla
cara Sofia, con la quale ha condiviso 62
anni di vita matrimoniale in una unione
esemplare nell'affetto delicato e crescen-
te . Durante periodi difficili della guerra e
degli anni successivi, si è impegnato al
meglio nel lavoro prima nell'edilizia poi
nella fonderia , per il mantenimento della
famiglia in cui sono cresciuti due figli for-
mati all'oratoriçi, uno dei quali è diventato
sacerdote salesiano. Raggiunta l'età del
pensionamento, ha orientato tutta la sua
attenzione all'aiuto pratico nell'opera di
Don Bosco sia a San Pier d'Arena sia nella
colonia estiva di Capanne di Coscia (AL}.
Le suore salesiane lo trovavano sempre di-
sponibile nelle attività concrete della cuci-
na e dell'orto. La sua cordialità spontanea
e semplice e la sua bontà d'animo comuni-
cavano facilmente il sorriso e la sere-
nità. (A.S.)
MIA suor Onorina,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Varese, il 20/02/2002, a 94 anni
lunga vita, quella di Suor Onorina, vissuta
nel solco della salesianità, ricca di profondi.
•valori educativi e di cordiali e generosi rap-
porti con chi avv,icinava. Il suo fare spiglia-
to e intelligente la rendeva simpatica a
tutti. Fu per molti anni assistente in case di
formazione e animatrice di comunità.
·
Con coloro di cui era responsabile appari-
va esigente e un po' severa. Voleva con la
sua vita trasmettere il genuino "spirito di
Mornese".
COMPOSTA sac. Dario, salesiano,
t Roma, il 19/07/2002, a 85 anni
Fu un grande, don Dario! Una persona di
profonda umanità, un prete di ecceziona-
le zelo, un educatore dal forte carisma,
un insegnante inarrivabile . Insomma un
maestro di cultura ·e di vita . Docente
prima all'Università salesiana poi all'Ur-
baniana, ricercatore coscienzioso e scrit-
tore prolifico, fu un maestro di ortodossia.
Consultore delle cause dei santi e filo-
sofo di talento don Dario non può non
essere considerato una gloria della con-
gregazione. La sua "salesianità" ha brilla-
to dalla cattedra e dal confessionale, pro-
ponendo~i ad alunni e colleghi come
modello . E stato indubbiamente un mae-
stro di quell'ortoprassi tutta salesiana che
lo pone tra i testimoni più evidenti del
carisma. Non sarà facilmente dimenticato
né dalla schiera dei suoi ex alunni né da
quella dei suoi colleghi nell'insegnamen-
to, né dai suoi confratelli.
BRUNOLDI don Donato, salesiano,
t Lugano, il 10/10/2002, a 80 anni
Figura di sacerdote zelante, e dedito al
prossimo. Dapprima tra giovani, poi per
vent'anni a Zurigo tra gli operai italiani im-
migrati in Svizzera. Con loro condivise la
vita dura delle baracche preoccupandosi di
dare anche un'istruzione, istituendo scuole
di alfabetizzazione e di apprendistato per
aiutare il loro inserimento al rientro in Italia.
Trasferitosi successivamente a Lugano, ha
svolto il ministero sacerdotale accompa-
gnando gruppi apostolici, ma soprattutto
come cappellano dell'ospedale italiano,
dove ha prodigato le ultime energie laceri-
dosi apprezzare per la sua dedizione ai
malati, sia di giorno sia di notte, incurante
della propria salute che posponeva al mini-
stero del suo sacerdozio. La più bella testi-
monianza è l'ultimo suo scritto trovato nel
breviario in cui tra l'altro si legge: "Le ore
donate agli altri sono quelle che rendono di
più". (F. Viganò)
Venuta la sera di
quel giorno ~esù disse:
r - - -- -1
"Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)
Suor Onorina scrive: "La mia casa era la
'succursale' dell'oratorio salesiano. La mia
vocazione fu una chiamata chiara di Gesù.
Nell'Istituto delle FMA, fui accolta da
Madre Enrichetta Serbane. Conservo nel
cuore la gioia e le ricchezze spirituali sale-
siane ricevute attraverso le conferenze set-
timanali di Don Francesia, Madre Vicaria,
Madre Eulalia e Madre Vaschetti". Una

5.3 Page 43

▲back to top
Febbraio
Il 1° febbraio il Sole sorge alle
7.46 e tramonta alle 17.30; il 15,
alle 7.27 e alle 17.50. Luna nuova:
sabato 1. Luna piena: lunedì 17.
LA FESTA
Il Carnevale di Viareggio. È il più
spettacolare d'Italia, ma non il più
antico. Risale al 1873, quando per
le vie della cittadina sfilarono alcu-
ne carrozze allegoriche . I "carri"
proponevano soggetti sociali, ma
anche satira politica. Oggi, s'ispira-
no a fatti di cronaca o di politica
anche internazionale, e raggiungo-
no dimensioni considerevoli: anche
1O m di larghezza e 20 d'altezza.
L'iniziativa ha portato alla nascita
dei "carristi", artigiani inizialmente
prestati dai locali cantieri navali ,
che hanno affinato la loro abilità
nel lavorare, soprattutto, la cartape-
sta. La sfilata si svolge nelle tre
domeniche precedenti la Quaresi-
ma e il Martedì grasso.
IL NUMERO
Il d~e è il primo dei numeri "plura-
li". E anche il primo dei numeri pari
che sono suoi multipli. Lo ricordano
alcune espressioni: quando ci
abbuffiamo a tavola, mangiamo per
due, e quando camminiamo in fila
per due, abbiamo accanto un'altra
persona. Talvolta, il numero assu-
me significato riduttivo , come quan-
do facciamo due passi o raccontia-
mo un fatto in due parole. O nega-
tivo: conta come il due di briscola.
Nel canottaggio, il due con e il due
senza sono imbarcazioni mosse da
due rematori , con o senza timonie-
re. Nella nautica il due alberi è la
goletta o il brigantino, con due
alberi per le vele. Poi , due ruote
sono essenziali nella bicicletta e
due rotaie formano il binario. La
vita è spesso paragonata a due
stazioni ferroviarie o a un'esperien-
za con due porte (partenza-nascita
e arrivo-morte). Due sono i segni
zodiacali doppi: i Pesci e i Gemelli.
Giuseppe Garibaldi, invece, è l'e-
roe dei due Mondi, perché difese la
libertà dei popoli in Europa e in
Sud America . Infine, un famoso
miracolo di Gesù è quello della
moltiplicazione dei cinque pani e
dei due pesci.
DIARIO DEL XX SECOLO
2 febbraio 1970: a 97 anni ,
muore il filosofo inglese Bertrand
Russell.
3 febbraio 1969'. al Cairo, Yasser
Arafat viene eletto capo dell'Olp.
11 febbraio 1929: stipulati i Patti
Lateranensi tra Santa Sede e
Governo italiano; nasce lo Stato
della Città del Vaticano.
11 febbraio 1945, a Yalta, in
Crimea, Churchill, Roosevelt e
Stalin si accordano sul futuro del-
l'Europa .
12 febbraio 1912: l'imperatore
cinese Pu Vi abdica; tre giorni
dopo, a Nanchino, Yuan Shikai è
nominato presidente della Repub-
blica cinese.
15 febbraio 1944: un bombarda-
mento alleato distrugge l'abbazia
benedettina di Montecassino
(costruita nel 529).
17 febbraio 1937: negli Usa, il
colosso chimico Du Pont deposi-
ta il brevetto del nylon , prima fibra
sintetica.
17 febbraio 1992: a Milano ,
arrestato Mario Chiesa; nasce
Tangentopoli e debuttano i magi-
strati di Mani pulite.
18 febbraio 1967: muore il fisico
Robert Oppenheimer, uno dei
"padri" della bomba atomica.
24 febbraio 1946: in Argentina ,
Juan Domingo Peron vince le
elezioni presidenziali.
24 febbraio 1991: durante la
Guerra del Golfo, le truppe della
coalizione anti-irachena (Desert
Storm) liberano il Kuwait.
LA LENTE
Secondo lo zodiaco cinese, il 1°
febbraio comincia l'anno dell'Ariete,
e le poste dell'isola di Jersey lo
festeggiano con un foglietto. San
Marino ha emesso otto splendidi
francobolli. La Grecia ricorda la sua
antica lingua con dentelli riprodu-
centi vecchi manoscritti e incisioni.
Gibilterra ha conquistato un prima-
to filatelico mondiale: i quattro re-
centi francobolli che raffigurano la
rocca contengono microparticelle
della stessa roccia. Un'altra novità
dalla Svizzera: i prioritari adesivi ,
raffiguranti la bandiera elvetica, uti-
lizzabili soltanto per spedire cartoli-
ne in Europa od oltremare: per la
gioia di turisti e (danarosi) collezio-
nisti.
LE MOSTRE
A Treviso , a Casa dei Carraresi ,
sino al 30 marzo, "L'impressioni-
smo e l'età di van Gogh": circa
120 opere: Cézanne , Degas e
Renoir, ecc. A Padova , sino al 2
marzo, il complesso degli Eremi-
tani. (di cui fa parte la Cappella
degli Scrovegni) propone "Gem-
me, ceramiche, stampe e armi dei
Musei civici'. A Trento , al Museo
tridentino di Scienze naturali, sino
al 23 marzo, "Tutti a nanna", ras-
segna dedicata al sonno dell'uo-
mo e degli animali. A Napoli , il
Museo Diego Aragona ospita sino
al 20 marzo "Gouaches napoleta-
ne tra Settecento e Ottocento".
IL PENSIERO
La futura Costituzione dell'Europa
«non può non fondarsi sulle radici
cristiane del Vecchio Continente »
(Antonio Fazio , "Corriere della
Sera", 22 luglio 2002) .
BS FEBBRAIO 2003

5.4 Page 44

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VIAGGI/REPORTAGE
Giancarlo Manieri
VERSO GUWAHATI...
Lasciare Shillong dispiace... un piccola/grande città:
Ipiccola come abitanti grande come cultura. Prima
un saluto ai novizi. Alcuni di loro hanno assistito
alla tragedia di Ngarian, quando un gruppo
di guerriglieri ha assaltato il noviziato dell'ispettoria
di Manipur uccidendo il maestro, il suo socio
e l'assistente.
Un saluto anche a
don Vendrame l'apostolo
dei Khasi: 32 anni
di fatiche, tutti i villaggi
visitati, fondatore
del primo Oratorio
di Shillong, di 105
comunità cristiane
in 1O anni, 3 parrocchie,
il santuario del S. Cuore,
decine di migliaia
di battesimi. Un'icona
per i salesiani del Nordest
indiano.
A Shillong c'è l'unico
monumento pubblico
a Don Bosco di tutta
l'India, prospiciente
~ una strada
a lui dedicata, nel
quartiere _
Laitumkhrah. E stata
scolpita in Italia, e
fatta porre in loco
nell'ormai
lontano 1934 dal
governatore inglese
dell'Assam,
che era di religione
cattolica. Non c'è
città più degna
con te sue 12 opere
SDB e3 FMA,
l'università,
il museo, tutto in
mano ai salesiani.
L'ultimo addio alla cattedrale, poi in jeep verso
IGuwahati. Un viaggio tra contrasti lancinanti:
bellezze naturali e zone disastrate dagli elementi
naturali e dall'uomo, templi e baracche, camion
e risciò, mercatini e accattonaggio, e ancora
piantagioni di tè, foreste di caucciù, laghi, fiumi,
pascoli. ..
Poi Guwahati 600 mila abitanti, quattro volte più di
Shillong. Parrocchie, oratori, ospizi, scuote medie
e professionali, opere di assistenza e promozione
sociale, cappellanie, una libreria, scuole materne,
doposcuola, internati, oratori... Le sei presenze
(3 SDB e 3 FMA) coprono un campo di lavoro
immane. Ci ha accolto nella casa ispettoriale
il monumento al sogno dei 9 anni. ..
Servizio fotografico dell'autore
FEBBRAIO 2 003 BS
A Guwahati il primo
saluto alla cattedrale
del vescovo salesiano
Menamparampil, costruita
all'interno della casa
ispettoriale, come l'ultimo
saluto fu per la cattedrale
di Shillong, del salesiano
monsignor Jala, dedicata
a Maria Ausiliatrice.
Due vescovi amati dalla
gente, stimati dal clero
e dalle autorità.

5.5 Page 45

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
IL PREZIOSO
DONO DELLA
MATERNITÀ
Desideriamo , io e mio marito,
rendere testimonianza per quan-
to il Signore ha operato nella
nostra vita, attraverso l'interces-
sione di san Domenico Savio.
Sono una mamma di 33 anni,
alla quale era stata diagnosticata
l'impossibilità, secondo la medi-
cina, di avere dei figli. Grazie agli
amici e a un sacerdote salesia-
no, sono venuta a conoscenza di
questo piccolo santo. Con fiducia
ho subito cominciato una novena
per impetrare il prezioso dono
della maternità. E, con mia gran-
de sorpresa, ho scoperto di
essere in attesa di una bambina.
Non riuscivo a crederci, tanta era
la gioia. Ma l'opera di san Dome-
nico Savio non finì qui. Purtrop-
po la gravidanza non fu priva di
difficoltà. Per ben otto volte
rischiai di perdere la vita, e con
me la nostra bambina. I nostri
amici ci incoraggiavano dicendo
che stavano pregando per noi
Domenico Savio. Un giorno,
mentre ero in ospedale per la
seconda volta, alcuni miei paren-
ti vennero a farmi visita e mi por-
tarono l'abitino del piccolo santo
che io subito indossai. Egli mi ha
fatto superato tutto con grande
forza e coraggio. Grazie a Dio e
a Domenico, oggi io e mio marito
siamo i genitori di Maria Chiara,
una straordinaria bambina bella,
sana e forte .
Sonia Annibali, Terni
UN CONSIGLIO
INDOVINATO
Ero sposata da alcuni anni,
desideravo ardentemente di
veder coronato il mio matrimo-
nio con la nascita di un bambi -
no, ma ciò non avveniva, nono-
stante varie visite mediche . Una
domenica, confessandomi ,
espressi il mio desiderio al con-
fessore , un salesiano, il quale
mi consigliò di rivolgermi a san
Domenico Savio , portando al
collo il suo abitino e pregandolo
insieme a mio marito. Dopo un
mese con stupore e immensa
gioia mi accorsi di essere incin-
ta. Ricordo ancora oggi , come
se fosse ieri, la grande felicità di
quel momento . Oggi sono
mamma di un meraviglioso
bambino, bello e sano . La sua
nascita ci ha reso ancor più uniti
e fel ici. Ringrazio ancora Dome-
nico Savio e contino a pregarlo,
perché benedica sempre il mio
Francesco.
M. D., Terni C., Bergamo
UNA LITANIA DI
INTERVENTI
STRAORDINARI
Sento il dovere di rendere pub-
blica testimonianza dell'efficace
intercessione di san Domenico
Savio in vari casi riguardanti me
o persone legate a me . E dire
che tutto cominciò quasi casual-
mente. Dopo il fallimento della
quarta gravidanza, cominciai a
dubitare di poter diventare
mamma. Un giorno mi venne a
trovare la nonna e, consegnan -
domi una busta, mi disse: ''Tieni
sempre con te il contenuto e
abbi fede!". Era l'abitino di san
Domenico Savio. Cominciai a
pregarlo con fede . Dopo vari
mesi trascorsi in ospedale, un
intervento chirurgico e immobi-
lità assoluta, nacque Ilaria. In
seguito abbiamo voluto darle un
fratellino. Ciò avrebbe compor-
tato un grande rischio , a parere
dei medici. Mi rivolsi nuovamen-
te a san Domenico Savio e nac-
que Tonino. Oggi ambedue,
cresciuti negli anni , ringraziano
ancora il santo delle gestanti
per la sua protezione.
Mia cognata doveva subire
un intervento alla schiena. Il
medico ci disse: "C'è pericolo
per la vita ; ed anche se ne
uscisse viva è probabile che
resti paralizzata". Prima dell'in-
tervento le consegnai l'abitino di
san Domenico Savio e rimasi in
preghiera per tutto il tempo del-
l'operazione . Mia cognata ne
uscì viva, ed era già un miraco-
lo. Quando poi lasciò la camera
di terapia intensiva e riuscii
finalmente a parlarle , mi rac-
contò: "Sai, mi stavo svegliando
dall'anestesia, quando ho senti-
to qualcuno vicino a me . Ho
aperto gli occhi e un bimbo mi
ha sorriso . Ho avvertito una
forza misteriosa, e se mi aiuti ti
faccio vedere ". Le ho dato la
mano e lei pian piano si è alza-
ta . Camminava ! Ancora una
volta il piccolo Domenico Savio
è stato grande!
Rina stava molto male; con-
sulti medici , terapie varie , un
intervento ... niente! Le sue con-
dizioni peggioravano di giorno in
giorno. Era difficile visitarla per-
ché non la si poteva disturbare.
Con una scusa, riuscii a entrare
nella sua camera. Quasi non mi
Ven. Attilio Giordani.
DAVANTI ALLA
SUA TOMBA
Ho conosciuto Attilio Gior-
dani quando avevo 14 anni,
e ho sentito subito il fascino
del suo carisma. A casa mia
papà e mamma lo ammira-
vano moltissimo e dicevano
che riusciva a far sentire un
po' di profumo di paradiso a
tutti quelli che avvicinava.
Diventando adulta l'ho sem-
pre invocato e l'ho sentito
sempre vicino con quel suo
meraviglioso sorriso colmo di
tenerezza e di accoglienza.
Quest'anno, una mia figlia è
stata improvvisamente licen-
ziata dal lavoro. Abbiamo
tutti provato sgomento e
amarezza, tanto più che
aveva appena avuto un
bambino , e il suo stipendio
era essenziale per aiutare il
marito nel bilancio familiare.
Abbiamo tutti pregato davan-
ti alla tomba di Attilio Giorda-
ni. Tre giorni dopo un nuovo
posto di lavoro, vicinissimo a
casa, aspettava mia figlia. E
per di più era anche più inte-
ressante e secondo le sue
competenze.
Bianchetti Maride, Milano
riconosceva . Presi l'abitino di
san Domenico Savio che avevo
portato con me e con la sua
mano nella mia (la sinistra, per-
ché la destra era occupata dalla
flebo) le chiesi : "Rina, preghia-
mo insieme? ". Con un cenno
del capo acconsentì. lo mi sentii
come turbata e stranamente
felice . Lei non riusciva a prega-
re bene, si limitava a ripetere le
mie parole. Recitammo il "Padre
nostro" e l'"Ave Maria". Poi ripo-
si l'abitino nel cassetto del
comodino e uscii. Rina si è
ripresa. Ora sta bene. Anche se
fa la dialisi, trascorre la sua vita
serenamente in famiglia .
Recentemente ho incontrato
Graziella che con molta tristez-
za mi dice: da tre anni che
attendiamo la nascita di un figlio
eppure i medici dicono che non
ci sono problemi". lo ho pensato
subito a san Domenico Savio e
qualche giorno dopo le ho por-
tato l'abitino: "Vedrai , sarai
esaudita nel tuo desiderio". Gra-
ziella è ora in dolce attesa della
sua creatura. Chi non si affide-
rebbe con fiducia all'intercessio-
ne di Domenico Savio?
Andreina Pastorino,
Taggia (Imperia)
UN GIUDIZIO
AUTOREVOLE
Nel novembre 1998 cominciai ad
avere vari tipi di disturbi. Un
esame allo stomaco e all'intesti-
no non trovò nulla di anormale,
ma il C.T e l'ecografia all'addome
riscontrarono un tumore alla testa
del pancreas. Due mesi dopo mi
fu diagnosticato un cancro alla
milza, ma a causa della forte pro-
strazione fisica e per la poca affi-
dabilità dell'operazione stessa, si
decise per una cura a base di
medicine antitumorali, ma dopo
tre mesi fu sospesa per gli effetti
collaterali. Il 1O gennaio 1999,
insieme con don Compri, parroco
della chiesa di Shimoigusa in
Tokyo, mi ero recato a Chofu a
pregare sulla tomba di don
Cimatti per chiedere la sua inter-
cessione. Qualche giorno dopo, i
risultati del sangue e il marker del
tumore si volsero in meglio, e il 3
marzo 1999 potei uscire dall'o-
spedale . Continuai la convale-
scenza a casa e ogni 6 del mese
ho partecipato alla Messa che si
celebra a Chofu presso la tomba
di don Cimatti. Un po' alla volta
tornarono le forze e anche il peso
e l'appetito . All 'esame col C.T .
del dicembre 2001 e all'ecografia
del gennaio 2002 risulta che il
tumore è sparito . lo sono un
medico e alla luce della scienza
medica posso affermare che, es-
sendo il tumore sparito in breve
tempo senza aver fatto una cura
adeguata, il fatto risulta umana-
mente inspiegabile. lo perciò rin-
grazio di tutto cuore don Cimatti
alla cui intercessione attribuisco
quanto è avvenuto.
Dott. Sano Jun Luca, Tokio
B. Filippo Rinaldl B. Michele Rua
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
fi rmate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
/'indicazione del nome.

5.6 Page 46

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010 bened\\CO 1
I nostri oene1ottor
coon sosco)
SOLIDARIETÀ
a cura di Grzegorz Jaskot
BORSE DI STUDIO DAL
02/01/2002 al 31/10/2002
CAM ILOTIO MARIA. 368,54. CAPORALE
LUISETIA 206,58, SALA MARINA 68,19,
ACCA RDI MARIA I60,00, PEDR INI ANY
MOURAILLE 516,46 , PICOZZI CARLO
l0,00, MUSURACA MARIA 600,00, RIACE
· BENEFATTORI 50,00, PIOVANO MARIA
GIUSEPPINA 50,00
A favore di BEATO
FILIPPO RINALDI
SURA GEROLAMO 25,82
A favore di DOl'rlENfCO SAVIO
MUSURACA MARTA LUISA 250,00, MER-
CURIO MARIA 5,16, RABAGLIATI MARISA
25,00, DAL PANE ADRIANA 51,65, ANGE-
LI GU IDO FU VITO 25,82, PORTALURI
PATRIZIA 15,00, ARNALDO SARA 12,91 ,
BARAVALLE GONELLA IRMA 25,82, DAL
PANE ADRIANA 103,00, BRANCHfNJ
SONIA 5,00, STIMPFL SILVESTRI ANNA
25,82, POZZOLI GIUSSANI LIJ1GIA l0,00
A favore di DoN Bosco
DAL PANE ADRIANA 51,65, MUSURACA
MARTA LUISA 250,00, GALLI MARCELLA
l0,33, DELLACROCE LUCIA 51,65, CAMI-
LOTIO MARIA 122,66, INCORVAIA CLAU-
DIA-CATERINA 1.75, DAL PANE ADRIANA
104,00, NACCARATO FRANCESCA 52,00,
BERTOLA LAURA 260,00, NORILLER
ITALA 180,00, BONONCINI MAZZOLI EVE-
LI NA 51,64 , SEMPRONI MARIA RITA
50,00, MARINO SOFIA 65,00, STIMPFL
S!LVESTRI ANNA 25,82, REZZA CATERINA
50,00
A favore di DON Bosco
EDOMENICO SAVIO
NARESE CALOGERO E ROSINA 50,00
A favore di DONMICHELE RUA
GAIQO GIOVANNI 1.050,00
A favore di MAMMA MARGHERITA
GONELLA IRMA BARAVALLE 52,00, PIO-
VANO MARIA GIUSEPPINA 50,00, DAL
PANEADRIANA 51 ,65
A favore di MARIA AUSILIATRICE
GRAZIANI FLORA 50,00, SARACENO
ANGELA 5,00, DIEMOZ MARIA 260,00,
CHIOFALO MARIA 52,00, MAZZA FANTINI
LUCIA 46,48 , BARA VALLE GONELLA
IRMA 26,00, DAL PANE ADRIANA 51 ,00,
Pl1ROTIO ADRIANA 25,00, INCORVAIA
CLAUDIA-CATER INA 6,00, MOSCATO
ROSA 51,65, BARAVALLE GONELLA IRMA
26,00, CANTARELLA MARIO 51,64, BER-
TOGLIO RENATA E CARLO 150,00, REPOS-
Sl ROSINA E CERR I GIOVANNI 154,94,
BARA VALLE GONELLA IRMA 26,00 ,
BONONCINI MAZZOLI EVELINA 51 ,65, DE
INTINIS TERESA 155,00, DI BARTOLO GIU-
LIA 51 ,65, PIOVANO MARIA GIUSEPPINA
26,00, TRONCON CLARA 103 ,29, DAL
PANE ADRIA NA 52 ,00, MAR INO SOFIA
60,00, AQUINO DENTE MARIA 51,65, DI
FEDE DAMIANO 10,33, FONTANA EZIO
C/0 BEOSI 154,94, REZZA CATER INA
50,00, FABBRO LUCIA 100,00, MUSURACA
MARTA LUISA 250,00
A favore di MARIA
DOMl1NICA MAZZARELLO
ZAVAR INI MAR IA BETTARI 10,00.
MASTROGIACOMO ROSALIA 5I,65;
A favore di SANTA TERESINA
DEL BAMBINGESÙ
MARCONATO LUIGINA 51,65, LAZZA ROT-
TO MARIA 65,00; MUSURACA MARTA
LUISA 250,00
FONDO VOCAZIONI DAL 01.01
AL 31.10.2002
51.65, DI MEZZA MICHE LI NA 51 ,65 , DI 125,00, ORFEO MARIA 125.00. ORLAND I
NA RDO UBALDO 51.65, DI PALMA ANTO- UMBERTO 126,64, OROPALLO MICHELE
NIO E DORA 51.65. DI PALO ANTONlETTA 127,47 , ORTENZI MARCELLO 130.00.
ACETI LEONI MARIA 50,00, AGRIO MELE 51 ,65. DONINI GIUSEPPINA 51,65, DON- PALOMBELLA DONATA 130,00, PALUMBO
CARMELINA 50,00, ALAIMO ANTONIO E NARUMMA VITTOR IA E DANIELA 51 ,65, ANGELA 131,46, PANICHELLI PIERMARO-
SANTA 50,00, ALBINI FRANCA 50,00, D'ORAZIO ANTONIETTA 51 ,65, EMERIGO NE 139.47, PARISE UMBERTO F. · ANGELO
ALBONICO LI NA 50,00, ALMAS IO BRUNO CHIARINA VED. ANSALDI 51 ,65. ESPOSITO 140,00, PARMENDOLA NINO E LI NA
E CLAUDIO 50.00, ALUNNI DEL CATECHI- ROSA 51,82. EVANGELISTI JOLE 52,00. 140.00, PARTEL PIA 140,00, PASCIUTO
SMO 50,00, AMBROSIO GENNARO E MAR- FACCHIN GIULIANO 52,00, FARI NACCIO CARLO 150,00, PECORARO BERNARDINO
TINO GIOVANNA 50,00, AMENDOLA CA- TESTA MARIA 52,00, FARRO MAR IO
150,00, PEDRETII ANNA MARIA 150,00,
PASSO MARIA ROSAR IA 50,00, AMENDO- 52,00, FASULO ANNA 52 ,00, FEDERICI PELLIS SABRINA 150,00, PELUSO ANTO-
LA CATERINA 50,00, AMMAZZINI FILIPPI MICHELE 52,00, FEDRIGO GIANNINO NIETTA 150,00, PENGUE GRAZIA 150,00,
LUCIA 50,00, AMOROSO RITA 50,00, 52.00, FERRARA OSLAVIA 52,00, FERRO- PENNELLI LUCIETIA 150,00, PERGOLA
ANDREATIA AMELIA 50,00, ANDREOZZI NATO LUIGI 52,00, FILOTICO ANNA E CLELIA 150,00, PERI NA CARLA 150,00.
ALDO 50,00, ANTONELLI GIOVANNI E MARIA 52,00, FIORDO INDUSTRIE CERA- PEROTTO EUGENIO 150,00, PERRECA
CONCETTA 50,00, ANTONIONI ANGIOLI- MJCHE SRL 52,00, FONDAZIONE "VASCO LIBERATA 150,00, PERSANO · ADORNO
NA 50,00, APPRATII SCOTESE LUCIA ROMANELLI" 52,00, FORRE' PALMINA GI USEPPE 152,03, PESCE CARMELA
50,00, ARCIPRETURA DI MALETIO 50,00, 55,00, FRAOLA ANNA 55,00, FUGAZZI BEN- 152,49, PESERICO PISCAGLIA EMMA MARIA
ARCOPINTO PASQUA LE 50,00, ARENGA VENUTO 55,00, FUSCO GENNARO 55,00, 154,94, PETRELLI ANTON IO 154,94.
SIMONA E RITA 50,00, ASCIONE ORFEO GAGLIONE ROSA 55,00, GALLONE IDA PETRUCCI GIOVANNA 154,94. PIAN
MARIA 50,00, ASS. SERV ICE S.A .S. DI 55,00, GAMBARDELLA VINCENZO 55,00, PAOLO 155,00, PIA NTON I RACHELE
SBARSI 50,00, ATIAGUILE MARIAROSA E GASPARI ADA 55,00, GlANCOLA GIOVAN- 155,00, PIAZZA EBE 157,00, PICCA GIROLA-
GUIDO 50,00, BAI LILIA NA 50,00, BAL- NA 56,44, GIORDANO GIUSEPPE 57,00, MO !60,00, PICCOLO CARMELA 163,00,
LAIRA MARGHERITA 50,00, BALLERINI GIORDANO MARTINO SANTINA 58,00, PICOZZI BERTONI WANDA 175,00, PIRO
ADELMO 50,00, BANFI EUGENIO 50,00, GIOVARDI M.TERESA 60,00, GIOVENZANA ROSARIA E IRLDE 175,00, PISANI PlETRO
BARACCO PINA 50,00, BARA VALLE · DR. CARLO MARIA 60,99, GIUFFRA GIA- 178,00, POLEGGI MARIO 179,64, POZZETTI
GONELLA IRMA 50,00, BARBANTI LUCIA- COMO MAURO 65,00, GIULIANO CARME- UGOLINI 200,00, POZZETTI ZELINDA
NO 50,00, BARONE ROS ALIA 50,00, LA 65,00, GONELLA IR.i\\fA BARAVALLE 200,00, PRATI SCARDOVI ALMA 200,00,
BARONI COLOMBI ANGELA 50,00, BARO- 70,00, GORLA LUCIANO 70,00, GRANESE PRESARI OTTAVIANO 200,00, PUCA ROSA-
NIO ANNA MARIA 50,00, BASSO TINA MICHELINA 75.00, GRENDENE lLARIO MARIA 200,00, PULCINI S!L VANA 200,00,
50,00, BATTISTA ROSA 50,00, BELASIO 75,00, GRILLO ANTONINO 75.00, GROSSI PUVIAN I CARLO 203,29, RAGAZZI DI
CESARE 50,00, BELLUZZI PIERMARIO IDA 75,00, GUADAGNfN CESARE 75,00, MICENO 203,65. RAGNINI ARMANDO
50,00, BENEDUCCI ANNA 50,00, BENEZZA- GUGLIELMI TOMMASO 75 ,00, HAPNER 204,00, RAGUCCI MARIO 205,00, RAIMON-
TO ANTONIETTA 50,00, BERGOMJ DlEGO FRIEDA 75.00, IALENTI MICHELE 75,00. DI FRANCO 206,56, RANALLI GUSTAVO
50,00, BERTOLDI GULDO 50,00, BIANCHI IAMMARRO NE MARIA E MICHE LI NA 206,56, RAPACC IUOLO DON GIOVANNI
ERMIN IO 50,00, BIANCHI VITTORIO 75,00, IZZO GIUSEPPINA 75,82, KORRADfNI 206,58, RAPETII ROSA 207,00, RICCARDI
50,00, BIGAGLIA GlORGIO 50,00, BIMA ASSUNTA 75,82, LA MURA ANNUNZIATA MATILDE 207.00, RIGANELLO A. -MUTO-
DOTI.SSA CATERINA 50,00, BLANDINO 76,49, LACARBONARA GIOVANNA 77,00, PERRONE 207.65. RI NALDfNI CECILIA IDA
RAFFAELE 50,00, BOMBELLI ANTONIO LAMPEDOSO GIACINTO 77,46, LARfCCIA 208 ,00, RINALÌDO FULV IO 210,00,
50,00, BONACOSSA CATERfNA 50,00, ANNINA 77,46, LARICCIA GIOVANNA ROMEO FRANCA 210,00, ROSSATO NADIA
BONIOTII ANTONIO 50,00, BORDATO QUI- 77,47. LAURELLA MARIA 77,47, LICCARDO 210,00, ROSS I ANTON IETTA 2 I6,00,
RlNO 50,00, BOTIILLO PAGNOZZI 50,00, RAFFAELLINA NASTI 77,47, LORE NZON ROSSI RIVA ORNELLA 223,49, ROVETO
BOVER I EDOARDO 50,00, BRAMANTE FRANCO 77,50, LUSSO RINA C/0 RUATA- CAROLINA 225,00, RUGGIERO DOMENICO
PENNELLI GIUSEPPfNA 50,00, BRUNETTI SIO 78,00, MACARI AMEDEO 78,00, MAC- E EMMA 225,82, RUOPPOLO ANTONIETTA
ANNA 50,00, BRUNNHUBER COSTANZA CARI CARMEN 80,00, MACCARONI MARIA 230,00. RUSS ILLO COSTANTINI CONCET-
50,00, BRUNO MARGHERITA 50,00, CADEI 80,00 , MACCHIO NI RENATO 80,00, TA 233,82, SACCHI CECILI A 235,00,
SEVERO 50,00, CAGGIULA ANTONIO MAGLIONI GRAZIA 80,00, MAGNAGHI SALA WALTER 237,47, SALCUNI SIMONE
50,00, CALCAGNOTIO GRAZIELLA 50,00, CARLO 83.33. MAGNONI ALFONSO ROSETIA 240,00, SALLUSTIO MARGHERI-
CALDARARO SILVANA 50,00, CALDERONI 85,16, MANCÌNELLI ARGENTINA 88,05, TA 240,00, SALODINI LUCIA 240,00, SAN-
GIACOMO 50,00, CALVAN ESE VJRGILIA MANGIA ANNA 90,00, MANNARINI LUIGI DRI OLIMPIA 250,00, SANTUARIO AMORE
50,00, CAMBIANO AURELIA 50,00, CAMER- E M. ROSARIA 90,00, MANZONI SOFIA MISERICORD. 250,00, SAPONARA MICHE-
LfNGO LUIGI 50,00, CANDlLENO MARIA 90,50, MARANELLI IDA 93.00, MARCUCCI LE 250,00, SAROLI ROBERTO E FLORIANA
50,00, CAPRIOTII VINCENZO 50,00, CARI- LUIGI 93,00, MARIANO GIUSEP PI NA
250,00, SERRA TERESA 250,00, SEVERINI
NO GIOCONDA 50,00, CARLI MICHELE 95,64, MARRA ANGELA ANNA 96,48, MAR- NATALI NA 258,00, SFORZA LIDIA 258.23,
Tl~~~O~~tAS~~91±1~t:1~f t. ' 50,00, CARPIGNANO 50,00, CARREA
PAOLO 50 ,00, CARUCCIO ANTONIA
io~~~~~'f SGARRA DI CERBO IDA 258.23, SIMONET-
IG
TI MARIO 258,23, SIMONETII UBALDO
50,00, CASALE DONATO 50.00, CATAPANO SA RI FRANCESCO 100,00, MASSARI 260,00, SMITII GENOVEFFA 260,00, SOR-
CIRA 50 ,00, CAVALIERE ANGELO E MARILYNA l00,00, MASSA VELLI PAOLA RENTINO MARIA 260,00, STANGALINI
GEMMA 50,00, CAVALLARO GIUSEPPE E 100,00, MASSERIN I FUR IO 100,00, CLELIA 280,00, STEFANACCJ PAOLO
LI NA 50,00, CELLA ROSA 50,00, CERA- MASTROIANNI ROSA 100,00, MATTAC- 285 ,64 , STEFAN INI GIULIANA 300.00,
SOLI RODOLPHE ANNA GRAZIA 50,00, CHIONI MARIA 100,00, MAURI GIAN PIE- STUPPIA ELISA E ROCCO 304,00, SUGLIA.
CERULLO LUISA E PASQUALE 50 ,00, TRO 100,00, MAURI PIERINA 100,00, FILOMENA 305,00, TACCHELLA ROSA
CESARINI MAURIZIO 50,00, CETI! NICOLI- MAZZOLA MADDALENA I00,00, MAZZONI 309,87, TANGO EMANUELE 309,87, TARI'
NA 50,00, CHELI NI LI DA 50,00, CHIOC- GIOVANNI 100,00, MEDAS ELIS ABETTA GIOVANNA E MOHAMED YUSUF 309,87,
CHETII CARLO 50,00, CICCARELLI NELLO 100,00, MEINARDI GIOVANNI 100,00, TASCIO FLAVIO 309,87, TELESE ANNA
50,00, CIONI ANNA MARIA 50.00, CIRIN- MELANDRI VALESI AURELIA 100,00 , 309 ,87 , TESAURO RAFFAELLA 309,87 ,
CIONE CATER INA 50,00. CIURNELLI VIO- MEMMI GIOVANNI 100,00, MESSINI D'A· TEZZO FRANCESCO 309,87, TlBILETTI
LETTA 50,00, COGO BORTOLO 50,00, GOSTINI ANNAROSA 100,00, MIGLIARO CESARINA 309,87 , TIRONI BRUNO
COLOMB INI PIERLUIGI 50,00, COLOMBO JULIANO A. DOMENICA 100,00, MIGLIO- 309,87, TOMASELLO GINO 309,90, TOSAT-
ANGELA 50,00, COLOMBO MAR ISA RIN ORLANDO 100,00. MILAN!/ LAPENNA TO UGOLINA 309,94, TOSCANO LIDIA
50,00. COM I MARIO 50,00, CONTE TOMMA- 100,00, MINCIARELLI ENNIO 100,00, 309,94, TRA NFA GENNARO 309,97, TRI-
SO E ROSA 50,00, COPPOLA TROTTA FOR- MfNETII ROSANNA 100,00, MI NICUCCI GNETT I ANTON IO 310.00, TRINGALI
TUNA 50,00, CORBI GENNARO 50,00, NICOLA 100,00, MIRABlLE ELDA 100,00. PAOLA GERASELLA 310,58, TROTTA FOR-
COSSA RITA 50.00, CRUCIANI ADRIANA MIRALE GIUSEPPE 100,00, MlSANl US HA TUNA 311,00, TURCO VINCENZO 320,05,
50,00, CRUDELE TARRA ANTON IETTA 100,00, MISDARIS RENATA 100,00, MISSA- VAGO ROBERTO 350,00, VALENTIN) GAG-
50,00, CUCCHETII LUISA 50,00. DA ROLO GLIA GIUSEPPE 100,00, MOLISSO SALVA- GINI MARIA 35 1,64, VARTULI MARIANGE-
GIAZZON MARIA ALBERTA 50,00, DAGLIA TORE E NUNZIA 100,00, MOLTENI SCA- LA 353,29, VARTULI MAR fANGELA
DEIDDA ANNA 50,00, D'AMATO CARME- NELLI 100.00, MOND INO GIACOMO 367 .50. VECCHIARELLI PIETRO 400,00,
LO 5I,00, D'ANGELO FELICE E GINA 100,00, MONTAGNER GIANNI 100,00, MON- VENTURI MARIA MARCHETTI 410,00,
51,00, DANTE VERONICA 51 ,60, D'ATR I TAU 'Tl ARGENE 101,64, MONTEVENTI VENTURI-ANTONIO 413,17, VERCELLOTif
MILITELLO ALESSANDRA 51,64, DE FllfP- GIOVANNI IOl,65, MORETTINI M.ANTO- DANIELA 458.23 , VERDECCH IA INES
Pl PIERA. 51,64, DE MARCO GIO VANNA NIETIA 102,30. MORRA MAR IA E RENZO 470,85, VERZARO GIANFRANCO 500,00,
51,64, DE MASI ANTONIO E GIUSEPPINA
103,00, MURG IA CALZOLARl MAR INA VICINO ALICE 500,00, VIRGA PIETRO
51,65 , DE SISTO GIOVANN I 51,65 , DEL l03,00, MUSURACA MARIA 103,29, NESPO- 500,00, VITALE ORAZIO 500,00, ZAMAGHI
BALSO BENEDETTA 51,65 , DEL DUCA LO GIACOMO 103,29, NICOLOSO LO- FERDINANDO 500,00, ZAMBELU MARIO
BIANCA ROSA 51,65, DEL GATTO NUNZIA RENZINA 104,00, NIGRO MARIA ROSARIA 501 ,65, ZANCA VlTTORIO 516,46, ZANCHI
51 ,65, DEL REGNO GIUSEPPA 51,65, DEL- I04,00. NOCERA CONCETTINA I05,00, FORTUNATO 516,46, ZANETII DANIELE
L'ACQUA ELENA 51,65 , DEVANNA NOVA RESE PAOLO 110,00, NOVELLI 520,00, ZECCH INI MAURIZIO 580,00 ,
RACHELE 51,65, DI COSTANZO SOSSIA APOLLONIA CARDUCCI 120,00, OLJVARI ZIBETTI PIERO 646,00, ZORATTO GENTILE
51,65, DI GIROLAM I MARIANO 51 ,65, DI ANTONIETTA 120,00, OLIVIERO CIRO E 700,00, ZORDAN CARLO 916,46, ZUCCA-
IORIO PARDO 51 ,65. DI LAZZARO VINCEN- LUCENTE N!Zl~ 121 ,64, ORATORIO SALE- RI AUGUSTO 1.060,00, ZUCCH[Nl MONTI
ZO 51 ,65 , DI MARINO CLEMENTINA SIANO 124,00, OREFICE ROCCO l.B.G. GIULIANA 1.600,00
FEBBRAIO 2003 BS

5.7 Page 47

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Mol)signor
HOANG VAN TIEM
Nordvietnamita, fuggito nel Sud
durante il regime comunista.
Fattosi salesiano, ha insegnato
nell'istituto filosofico di Dalat.
Nel 1975, dopo la riunificazione
è rientrato al Nord come parroco
a Thanh Binh . Dal 2001 vescovo
di Bui Chu .
Monsignore, ha avuto soddisfazioni come parroco?
Direi di sì. La più bella è stata l'aver potuto battezzare circa 2200
montanari di due diverse etnie in un villaggio.
Come sono i rapporti della Chiesa con il governo?
Non sempre idilliaci. Tuttavia dalla tragedia dell ' ll settembre 2001
molte cose sono cambiate. Il governo si mostra più aperto, più pronto a
riconoscere che il nostro lavoro è a esclusivo vantaggio materiàle e spiri-
tuale del popolo. Vescovi e sacerdoti si possono muovere più liberamente.
È possibile, dunque, la collaborazione?
Più o meno. Esistono tuttora leggi restrittive. Ad esempio su un'ot-
tantina di aspiranti al sacerdozio se ne possono scegliere non più di
7/8 ogni due anni. Abbiamo 22 chierici tra la filosofia e la teologia e
58 ~acerdoti per 300 mila cristiani su una popolazione di due milioni
di abitanti. Il governo segue tutto. Ci vuole il suo permesso per ordina-
re diaconi e preti e per eleggere parroci.
Quali prospettive ha la Chiesa nel Vietnam postcomunista?
Buone, almeno spero. In Vietnam sono operativi sei seminari. La
preparazione dei candidati è buona sia a livello teologico sia pastorale.
Tuttavia temo l'avvento di una società "alla occidentale": fa perdere la
voglia di lottare, la grinta necessaria per superare le difficoltà. Temo
una società lassista; temo la perdita dei valori ancestrali che hanno
sorretto il popolo contro le tante sventure.
Quali sono i problemi più urgenti della gioventù vietnamita?
Giovani e anche anziani vivono un po' alla giornata; non esistono
prospettive_ credibili per il futuro: troppa è ancora la povertà, sangui-
nanti le fonte della guerra. Le famose bombe defolianti americane non
solo hanno ucciso gli alberi, e inquinato le acque, ma hanno anche
procurato lesioni permanenti alle persone. Molti bambini nascono an-
cora senza mani o senza braccia... Alcuni sono debolissimi, attaccati
da mali di cui non si conosce bene la natura. Eppure i nostri giovani
sono intelligenti, capaci, pieni di buona volontà. Mancano i mezzi e
allora per dimenticare, o distrarsi, o per rabbia si danno alla droga ...
Ha da raccontarci qualche episodio particolarmente toccante?
Sì, ne ho. Ve ne dico uno intanto. Ho in diocesi un convento con 45
suore, ma. . . hanno solo 15 coperte. Sto procurando loro delle coperte.. .
Sembra impossibile? Ma è così. Avrei bisogno di giacche, maglioni, scar-
pe, zanzariere, ecc. per i miei fedeli ... Spero che la provvidenza ci aiuti.
Bui Chu Bishop's House, XUfin Ngoc - Xuan Truong - Nam Dinh; Vietnam
tel. 00 84 350.886.118 - e-mllll: tgmbç@hn.vnn.vn
ADANECH
EMITIKU
Lei 15, lui 8 anni, orfani. La
mamma stata trovata morta
tra i massi del fiume, vicino
alla missione. Durante il fune-
rale diciamo alla gente: "Ada-
nech e Mit_iku da questo mo-
mento sono nostri figli". Tro-
viamo per tutti e due una ca-
panna e per Adanech anche un
lavoro sostenibile dai suoi 15
anni, e che gli permetta di vi-
vere con il fratellino come una
fam igliola. Caso emblematico
il loro: la mamma in realtà è
stata uccisa da qualcuno... da
qualche povero disgraziato che
ha voluto derubarla di qualche
ninnolo del valore di nemme-
no un euro, ma che tuttavia
poteva fruttare qualche spic-
ciolo. Questo è il volto della
povertà qui in Etiopia. Crude-
le, macabro, infamante. I due
fratellini non sanno... o forse
sì, e temono di parlare. Ades-
so, tuttavia la loro vita è rifio-
rita qui alla missione, sanno di
far parte di una famiglia che
non li abbandonerà.
BS FEBBRAIO 2003

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
Una città per un miliardo di persone
CHIESA
-
di Silvano Stracca
I
La Chiesa e la guerra
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MISSIONI
di Giovanni Eriman
Dai ghiacciai della Siberia
INSERTO CULTURA
di Natale Mattia/i
Il Museo Huancayo