Bollettino_Salesiano_200205

Bollettino_Salesiano_200205

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- TERZO MILLENNIO
di Gaetano Scrivo, già Vicario del Rettor Maggiore
IL RETT R MAGGIORE
IDENTITÀ E RUOLO
Quando queste righe verranno lette, il nuovo Rettor Maggiore
dei salesiani sarà eletto e insediato. Il prossimo articolo di fondo,
com'è tradizione pluriennale del BS, sarà il suo.
Questo breve scritto per ricordare ai lettori il ruolo che svolge
il Rettor Maggiore e il senso del suo mandato.
S in _dal
primo
test o
delle Costitu -
zioni (1875) ,
il superiore
generale dei
salesiani è
indicato con
il nome di
Rettor Maggiore. Le at-
tuali Costituzioni, ripensate e riela-
borate secondo le esigenze del
Vaticano 11 , assicurano la continuità
delle origini , conservando nome ,
identità e funzione del Rettor Mag-
giore , presentato con tre caratteri -
stiche : collegamento a Don Bosco
come successore, ruolo pastorale
come padre, vincolo della comunio-
ne come centro di unità.
SUCCESSORE
Nel "Testamento spirituale" di Don
Bosco leggiamo : "Prima di partire
per l'eternità io debbo compiere
verso di voi alcuni doveri e così
appagare un vivo desiderio de l
mio cuore [...] Il vostro Rettore è
morto , ma ne sarà eletto un altro
che avrà cura di voi e della vostra
eterna salvezza. Ascoltatelo , ama-
telo , ubbiditelo , pregate per lui
come avete fatto per me". Queste
parole fondano la tradizione di
vedere il Rettor Maggiore "succes-
sore di Don Bosco": è una manie-
ra concreta di esprimere il vincolo
ininterrotto che allaccia al fondato-
re e lo rende presente e operante.
In quest'ottica va vista la simpati -
ca tradizione di accogliere il Ret-
tor Maggiore , in ogni parte del
mondo salesiano , con il canto :
" Don Bosco ritorna tra i giovani
ancor" .
MAGGIO 2002 BS
PADRE
Se il Rettor Maggiore è "Don Bosco
vivo oggi', non si può coglierlo nella
sua più vera identità se non come
"Padre". "Il nostro Fondatore - ha
scritto don Rinaldi - non è mai stato
altro che Padre [...] Tutta la sua vita
è un trattato completo che viene
dalla paternità del Padre celeste e
come la sua vita non è stata altro
che paternità, così la sua opera e i
suoi figli non possono sussistere
senza di essa". "Padre" Don Bosco
voleva essere considerato e chia-
mato dai suoi giovani: "Chiamatemi
sempre padre e io sarò felice". Nel
Rettor Maggiore la paternità è
caratteristica essenziale : è un "pro-
feta della bontà", un "genio del cuo-
re". "La bontà di Don Bosco - scri-
ve don Ceria - s'irradiava in ogni
parte. Era come il sole, che diffonde
luce e calore anche dove non si
vede ". Certo Don Bosco , come
superiore e fondatore, ha sempre
detenuto ed esercitato un primato di
evidente autorità giuridica, ma il pri-
mato più vero è il primato della
paternità spirituale .
CENTRO DI UNITÀ
La necessità della comunione , fu
sottolineata e richiamata con vigore
dallo stesso Don Bosco , che vede-
va nell'unità un elemento indispen-
sabile per la sua fondazione. Il 3
febbraio 1876, in occasione delle
conferenze ai direttori , così precisa-

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va il suo pensiero : "Tutti diano una
mano al Rettor Maggiore , lo so-
stengano, lo aiutino in ogni modo:
si faccia da tutti un centro unico
intorno a lui . Il Rettor Maggiore a
sua volta ha le regole ; da esse non
si diparta mai , altrimenti il centro
non resta più uno ma duplice , cioè
il centro delle Regole e quello della
sua volontà. Bisogna invece [... )
che le Regole e il Rettor Maggiore
siano la stessa cosa".
L'insieme di queste tre caratteristi-
che , dà al Superiore una tipica ori-
ginalità che risale al pensiero e
all 'esempio del Fondatore, e ha un
riferimento a tutta la "Famiglia
Salesiana": è questa una prospetti-
va radicata nella storia delle nostre
origini e connessa con la valorizza-
zione e il rilancio della Famiglia
Salesiana operati dal Capitolo
Generale Speciale e dai Capitoli
successivi. Le tre caratteristiche ne
determinano anche il compito princi-
pale: "Promuovere la costante
fedeltà al carisma salesiano per
prolungare nel tempo la missione
giovanile e popolare per la quale lo
Spirito Santo suscitò, con l'inter-
vento materno di Maria, san Gio-
vanni Bosco".
Concludo con una testimonianza.
Ho avuto contatti frequenti e pro-
lungati con tre Rettor Maggiori . Da
ispettore con don Renato Ziggiotti ;
da consigliere generale della Pa-
storale giovanile , e da vicario del
Rettor Maggiore con don Luigi Ric-
ceri ; ancora da vicario del Rettor
Maggiore con don Egidio Viganò.
Considero un dono del Signore
aver potuto sempre vedere in quel-
le personalità, sotto tanti aspetti
molto diverse , il prolungamento di
Don Bosco nella storia; di essermi
sentito costantemente avvolto dalla
loro bontà paterna; di averli sempre
visti operare in funzione della co-
munione nell'unità. Tutti e tre ebbe-
ro il conforto di vedere che le paro-
le del testamento spirituale di Don
Bosco "Ascoltatelo, amatelo, ubbi-
ditelo, pregate per lui ", erano vive
e presenti nei salesiani.
I Il nuovo rettor maggiore
dei salesiani don Pasqual Chavez,
55 anni, messicano.
Dal prossimo numero
questa rubrica sarà la sua.
Maggio 2002
Anno CXXVI
Numero 5
In copertina:
La religios ità popol are
si esprime in forme
a vo lte stupefacenti.
A Cocu ll o all a festa
del patrono
partecipano ...
anche i serpenti.
(Foto: Gianpaolo Tronca)
Mensile di in fo rmazione
e cul tura religiosa edito
da lla Congregazione Sa lesiana
di San Giovanni Bosco
D irettore:
GIANCAR LO MAN IERI
- CHIESA
12 Il viaggio bulgaro del Papa
- ATTUALITÀ
14 Maggio a Cocullo
- V IAGGI
18 Don Bosco in carcere
- M1ss10N1
20 Reportage dal Nyiragongo
di Silva no Stracca
d i N icola Fai/ieri
di Giancarlo Ma nieri
Redazionale
INSERTO CULTURA
23 Il Museo di Campo Grande
- FMA
28 Porte aperte per il lavoro
di Nata le Maffioli
di Maria Antonia Chine/lo
RuBRICHE
2 - Editoria/e - 4 Il punto giovani - 6 Le ttere al Dire ttore - 28 In Italia e nel mondo -
11 O sserva torio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Le ttera ai giovani - 27 Doctor J. - 30 Libri
- 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Famiglia Sa lesiana - 37 Lae tare e t benefa-
cere ... - 38 Sistema Preventivo - 40 Prima Pagina 1 - 41 Il mese - 42 I nostri morti
- 43 Prima Pagina 2 - 44 Versiglia e Ca ravario a fum e tti - 46 I nostri santi - 47 In
primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni Giancarlo De Nicolò Franco Leve r
Natale Mallioli - Francesco Motto Vito Orlando
;,g~~i g~~~~~1f
_Eé~~F~oo?cti~c"~ : g!~~~p~~~:e;;,udemo
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
ti8a~r~~~;n~~~su~T~r~;b~~;'g'fc~a~i1ri~ti~bY~10s~~~r~~?
Arnaldo Scaglioni · Serdu • Sil vano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco Cipriano De Marie
Vincenzo Odorizzi - Guerino Pera Pietro Scalabrino
Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione : Pier Bertene
Direttore Respon sabile : Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori : Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma · Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione : Giuseppe Corò (Roma)
Fotocomposizione: EDIBIT Torino
Stampa: MEDIAGRAF s.p.a. • Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero , coll egandosi
al sito Internet: www.sdb.org
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Tel. 061656.12.1 - Fax 06/656.12.556
e-mali : <biesse@sdb.org>
e <gmanieri@sdb.org>
Fondazione DON BOSCO NEL MONDO
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Filiale Roma 12-ABI 6070 - CAB 03212
Ccp 36885028 • CF 97210180580
11BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 53 edizioni e 24 lingue diverse. Raggiunge 128 Nazioni
in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stamp a
Periodica haliana
BS MAGGIO 2002

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di Carlo Di Cieco
UN GRANDE BUSINESS
Il business dei bambini è reale nella società mediatica odierna.
Interessano tutti, ma soprattutto le grandi
compagnie commerciali, le multinazionali. Perché ...
Ibambini , nell'età dei media, sono
diventati un grande affare e si
avviano ad esserlo sempre di
più . Non è l'affermazione di qualche
pericoloso e irriducibile
rivoluzionario , ma di un serio e
pienamente integrato istituto di
ricerca italiano. Tra i più prestigiosi
e ascoltati. E lancia ai genitori e agli
educatori l'allarme di un pericolo
nuovo nella società delle immagini e
delle intelligenze artificiali . Lo
chiamerei il pericolo del triangolo
mortale . Giocano in tre : adulti I
infanzia e adolescenza I i new
media. Televisione e internet in
testa. A morire - e si può morire
davvero - sono sempre i bambini.
E i genitori-educatori non riescono a
salvarli facilmente , perché anch 'essi
lottano una partita impari : soli
contro una rete di giganteschi
interessi economici .
I conti del grande business sono
presto fatti: esiste un mercato
globale imponente, dominato da
compagnie multinazionali produttrici
di intrattenimento elettronico, che
affina ogni giorno le sue strategie per
conquistare un mercato
estremamente goloso, quello
appunto dei minori che sono il 36%
della popolazione mondiale, ovvero
2,1 miliardi di persone su 6. Sono
stati creati 87 canali televisivi
dedicati ai bambini in tutto il mondo,
50 dei quali negli ultimi 3 anni. Se si
considera che il 70% delle famiglie
nel mondo sono dotate di televisione,
il quadro è abbastanza chiaro .
Anche sotto il profilo economico.
Negli Stati Uniti l'investimento
pubblicitario annuale per il marketing
rivolto ai bambini è di 12 miliardi di
dollari, e si stima che i bambini
americani influiscano sugli acquisti
per oltre 500 miliardi di dollari l'anno.
O Lo stesso istituto di ricerca parla
di omologazione culturale. Queste
strutture, infatti , dovendo parlare a
una platea mondiale di utenti
possibili, puntano a veicolare un
linguaggio unico. Sebbene le
MAGGIO 2002 JJS
condizioni di risposta tra i bambini
nelle varie aree del mondo ricco e
povero varino notevolmente. Anche
nel nostro paese dove permane una
divisione netta nel reddito tra Nord e
Sud .
E accade , così , che nei paesi poveri
questi media socializzino , mentre
nei paesi ricchi , a motivo del gran
numero di strumenti a disposizione,
questi mezzi sono una tentazione a
isolarsi. Questo grande business di
fruizione multimediale è anche il
contenitore dove i ragazzi si
muovono : i ragazzi in grado di
usare le nuove tecnologie saranno i
più inseriti nelle nuove logiche di
inclusione che il sistema garantisce,
mentre tutti gli altri vivranno più
probabilmente derive di esclusione.
Forse è questa prospettiva
generale di inclusione ed esclusione
che paralizza un pochino il discorso
educativo di fronte ai nuovi media: si
teme di marginalizzare i propri
ragazzi criticando l'offerta televisiva e
informatica o governandola con
discernimento. Ma certamente le
preoccupazioni di genitori e
insegnanti sugli effetti psicologici dei
media sui minori sono fondate .
Specialmente se si pensa che i
bambini non sono, come si vuol far
credere con le storie di Harry Potter,
tutti geniali e superdotati, con buona
pace dei genitori spesso essi stessi
vittime conniventi dei modelli televisivi
in modo così profondo, che non
distinguono più le proprie convinzioni
dai messaggi che sentono proporre
in forme martellanti.
Da soli non si esce dal triangolo
della morte : occorre uscirne insieme
con una forte azione di politica
culturale . Che abbia tuttavia il
coraggio di mettere in chiaro una
questione preliminare: i bambini
non possono essere anzitutto
considerati consumatori o terra
di conquista del mercato; se ci si
rassegna a questa dimensione,
ogni proposta educativa è
sconfitta in partenza.

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La valutazione viene fatta in f:'INCORA L'11 SET-
maniera estremamente rigo- ' - , / TEMBRE. <;::aro dir~t-
APPELLI
rosa attraverso esami clinici tore, posso ancora 111terve111re Raccolgo immagini , picco-
e strumentali ripetuti per sei sull ' 11 settembre o è tro ppo le, medie o grandi della
ore negli adulti e per 12/24 lontano? Proprio per questo BEATA VERGINE AD-
ore nei bambini (decr. 22 vorrei un parere: vorrei chie- DOLORATA per una mo-
agosto n. 582) . La commis- derle che cosa ha insegnato a stra per il 1° centenario
sione che valuta la morte ce- lei[ .. .]
della fondazione della fe-
rebrale viene nominata al bi-
sta in Lascari che si terrà a
sogno dalla direzione sanita-
Mario, Cremona settembre 2002. Salvatore
r,-, O AGLI ESPIAN-
Llrt,/ TI. Caro direttore, n_on
so a quale proposta coragg io-
sa si faccia riferimento (BS
dicembre 2001 , pag. 2) [.. .]
gli es pi anti avvengono da
persone con il c uore battente
e il sangue circolante, che an-
cora respirano, urinano, por-
tano avanti eventuali grav i-
danze, alle quali vengono
somministrati dei paralizzan ti
allo scopo di ev itare il mov i-
mento di arti e tronco durante
gli espi anti stessi. Solo I'en-
cefalogramma risulta piatto
[. .. ] Chi prelevava quanto gli
serviva da quei corpi palpi-
tanti avrà vi sto occhi spalan-
carsi improvvi samente dal
dolore e dal terrore [. .. ]. Bi-
sogna lasciare il sacrosanto
diritto di morire in pace [. . .]
Ho letto che dopo venti ore
dall a morte a dei cadaveri
sono state prelevate alcune
cellu le cerebrali che, debita-
mente trattate, hanno comin-
ciato a riprodursi[ ...]
ria , ed è composta da un neu-
rologo, un medico legale e un
rianimatore. Tutti e tre stila-
no il documento di morte.
Solo dopo il riscontro della
morte cerebrale i medici pos-
sono fa r presente ai fa miliari
la possibilità di espiantare
organi ritenuti "validi".
La regolamentazione al ri-
guardo è dunque molto rigida
e precisa. Per cui se lei aves-
se elementi per pro vare il
contrario ha il diritto, ma
anche il dovere morale, di
fare un esposto all'autorità
giudiziaria. Con la vita non si
scherza.
Tra le condizioni riportate
dal' articolo 3 comma I /b
della legge citata, per proce-
dere ali' intervento è necessa-
rio anche l'accertamento del-
la assenza di reazioni e sti-
moli dolorifici.. . sia sponta-
nei che provocati. .. Quindi
non si dà proprio il caso di
"occhi improvvisamente spa-
lancati dal dolore e dal terro-
re" . Per quanto riguarda il
Mi ha insegnato che il mondo
è fragile anche, e f orse so-
prattutto, quando si crede po-
tente; e che non sarà mai al
sicuro fin.ché non sarà data
priorità assoluta alla giusti-
zia , quella vera , e alla solida-
rietà, quella vera ; e f in.ché
non sarà patrimonio stabile
degli stati la cultura della
pace. La chiave per capire
quanto è successo un anno fa
è la giustizia , perché privilegi
come quelli di chi dispone
del/' 80% delle risorse mon-
diali pur essendo il 20% della
popolazione mondiale , crea-
no frustrazione e ribellione .
Ci morte nel mondo, caro si-
gnore, è il momento per i cri-
stiani di intensificare la loro
passione per la vita; c' è
smarrimento, è ora di spinge-
re l' acceleratore dell'educa-
zione; c' è violenza , è tempo di
fare lo sf orzo di capire senza
preclusioni di schieramento;
c' è sofferenza , occorre acuire
la sensibilità vero quelli che
soffrono; c'è guerra, è ora di
Piazza, Via della Libertà,
60 - 90010 Lascari (PA).
Cerco santini e/o immagi-
nette sacre di ogni genere:
santi , beati, venerabili, ecc.
In modo particolare sono
all a ricerca di san Bruno,
san Remigio, santa Matil-
de, beata Angelica. Zani-
nello Lucia, via Casette
15 Spessa - 37044 Colo-
gna Veneta (VR).
/ etto autocontrollo senza che
abbia nulla a che vedere con
la ragione umana .
E non è nemmeno, la ragione,
l' origine di tutte le afferma-
zioni; il grido di un. uomo f e-
rito non è il prodotto di un
pensiero razionale! Lo ripeto,
la ragione non è tutto, anche
se è il "distintivo" dell' uomo.
Per capire, afferrare il senso
delle cose, catalogarle, e so-
pravvivere in mezzo agli
eventi f ortuiti del tempo, l' uo-
mo traduce tutto in termini di
ragione, ma non sempre que-
Maria Piacenza
Gentile Signora , la sua lunga
lettera pone grossi interroga-
tivi alla coscienza di cristiani
a discorso sulle cellule trapian-
tate dopo 20 ore dalla morte ,
un. primario neurologo, inter-
rogato sul caso, risponde che
la cosa è priva di senso, ec-
convincersi che non con.duce
da nessun.a parte e non risol-
ve alcun problema.
sta operazione è legittima, né
sempre . gli dischiude la ve-
rità : tipico esempio quello
delle questioni che riguarda-
no Dio. In definitiva la verità
e non. Gliene do atto. Nel con- cetto che si tratti di cellule_
EDE. La fede? Per me è su.pera la ragione. Abbondan-
tempo, tuttavia, mi pare che staminali con.servate , ma cw
un po ' assurda, caro di- temente . Altrimenti sarebbe
non tutto le sia chiaro riguar- è jiwri dal nostro assunto. . rettore, perché fa a meno del- solo un.a verità umana, perciò
do alle disposizioni di legge /11 ultimo mi preme sottolt- la raoione [.. .] Noi non siamo fa llibile, un aborto di verità ,
concernenti gli espianti che
sono numerose e puntuali. Il
punto discriminante è sulla
morte "accertata" del dona-
tore. L' espianto può avvenire
solo quando è acclarata senza
possibilità di errore la perdita
irreversibile delle funzioni del-
le varie strutture del cervello
e il paziente è morto a tutti gli
effetti, anche se la respirazio-
ne e il battito cardiaco posso-
no essere man.tenuti per un
certo periodo mediante presi-
di meccanici o chimici.
neare che chi vuol "morire in.
pace" , può morire in pace,
poich'é la legge non è cqstrit-
tiva, e chi vuol essere donato-
re spontaneo può esserlo. li
silenzio è considerato assenso
per salvare quante più vite
umane possibile. E questa mi
pare una proposta di legge
coragg iosa!
Nh1~1/couiucntasecwr.ie1.mèntuosrt.tteaedPtao1Ie.0--pI11o·e,0vst1e1s1edie1b·ee·ilreCpe. emperu_ovnb.eae--
~uo tempo alla pubbhca, w-
anim0ali ! [... ]
un.a verità che in realtà è un.a
Nina, Alcamo
f regatura. La verità non ha
nulla da temere dalla ragio-
Cara Nina , valutare la fede in n.e, verissimo , ma è altrettan-
termini di ragion.e - come to vero che non si identifica
scrive un fam oso scrittore con essa . Riflettici su.. Al limi-
ebreo - sarebbe coriie voler te.. . mi riscri vi! Bye, bye!...
O comprendere l'amore come
un sillogismo e la bellezza
come un'equazione algebri-
INFORMAZIONI.
ca! Vedi , gentile amica, la ra- Caro Di rettore, non è forse
zionalità non è la misura di vero che la Chiesa è impegna-
tutte le cose, né la f orza che ta ad alto livell o nel campo,
controlla tutto della vita del- diciam o, sociale oltre che in
/' uomo: l'animale ha un per- quello reli gioso? Alcuni miei
MAGGIO 2002 BS
ne o alla risposta pe1sono/e.

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am ici sostengono di no, dico-
no che tutto questo impegno
non è così ve ro, soprattutto
oggi. [... ].Io non von-ei gran-
di di scorsi da le i, vorrei dei
numeri, così posso valutare
d a m e.
ai tuoi amici che in vece di
spendersi in maldicenze gra-
titite facciano un "giretto cl' i-
struzione" là dove vivono i
più reietti, i piiì abbandonati,
i più infelici del'umanità,
dove le con.dizioni sono le più
e san Tommaso d'Aquino ,
del cui pensiero filosofico e
teologico siamo ancora figli;
come san Giovanni Bosco la
cui pedagogia preventiva è
oggi sempre più studiata e
valorizzata; come i santi abati
Alberto, Pesaro
inumane. Là è difficile che ci
si trovino i ftlosofi, i telepre-
di Cluny in Francia , Fute/a in
Germania , san Gallo in Sviz-
Scusami se ho tagliato drasti- dicatori, i contestatori, i paci- zera, Montecassino e Fa,fa in
camente la tua interessante fisti , i no-globa/, i verdi, i Italia che hanno segnato la
lei/era ; credo comunque che rossi, gli arancioni, ecc... ma storia e la cultura delle regio-
l' essenziale sia nelle poche un prete e' è sempre che si ni dove opera vano.. . Questo
righe trascritte. Se non è così spezza per darsi!
solo per fare i primi esempi
scrivimi ancora! Ti acconten-
che mi vengono disordinata-
0 to, non ri faccio discorsi, ti do
alcuni numeri, che peraltro
Hl HA FATTO L'EU-
avresti potuto
conto tuo, ma
reperire per
non importa.
"tore
,
ROPA?
questa fre
Egregio
nes ia di
diret-
sa ntità
mente in testa.
ANTA PIGRIZIA
Nel campo cieli' educazione la non le pare eccess iva? Questo
Caro dir., non ti meravi :
Chiesa gestisce - i dati sono Papa ha fatto più santi lui che gli are di questa mia. È una
recenti - 63.125 giardini di tutti gli altri (più di 200 mi prote ta. Quando [.. .] c'è
infanzia con circa 5 milioni e pare) messi insieme [. .. ] Ep- qualcosa da fare, a chi tocca?
370 mila alunni; 89.540 scuo- pure, anche qua lche grande Sembra una maledizione, ma
le primarie con circa (l' arro- scrittore lo diceva, a chi sempre a me! Mio fratello più
tondamento è per difetto) 26 giova? I santi non fa nno sto- grande non ha voglia di far
milioni e 130 mila alunni; ria[ .. .]
nulla, né io posso obbligarlo,
35.725 scuole secondarie e
superiori con più di 14 milio-
Giulia , Marino apesrctehnédeurnma1..sbQeurleaIlobaps1t.eu,repbi.bee-
ni di alunni, senza contare Gentile Signora , i santi non colo non fa nulla perché " io
scuole, collegi e pensionati fanno storia? Questo lo seri- sono piccolo!". Ha per questo
universitari attraverso i quali veva Moravia, ma non credo il diritto di fare lo scioperato?
assiste o insegna a più di 3 che fosse convinto di quello Dal canto loro i nostri signori
milioni di studenti. Tra le che scriveva... Si sarebbe di- genitori aspettano che qualcu-
cento migliori esperienze edu- mostrato ignorante, e igno- no faccia quanto hanno deci-
cative del mondo, scelte e stu- rante certamente non era. so che deve essere fatto, e se
diate dai delegati di 180 Personalmente la considero la prendono con me, chissà
paesi, non poche sono quelle una boutade letteraria, non perché, se le cose non vanno
promosse da istituzioni catto- una nota storica cui la sua in- in porto. Io per protesta mi ri-
liche . Ancora : chi credi che telligenza e cultura non pote- fiuto[ . . .]
ci sia nella discarica più va dar credito. I santi non
grande del mondo, la Payatas hanno fatto storia? Come i
Simona , Roma
di Manila, per dare una spe-
ranza ai 30 mila esseri umani
che vivono dei rifiuti ? Un
prete, padre Norberto Vin-
cenzian . E chi credi che ci sia
santi Cirillo e Metodio inven-
tori di un nuovo a(fabeto
usato oggi da tutto l'Est Eu-
ropa, il cirillico appunto,
creando così una unità lin-
La tua lettera di protesta ,
cara Simona, mi ha fatto ve-
nire alla mente la storiella
che qualche tempo fa gira va
- e forse gira ancora - su
nel!' inferno di Kogorocho, guistica e culturale unica; co- quattro persone che si chia-
presso Nairobi, un immon- me san Bonifacio la cui pre- mavano OGNUNO, QUAL-
dezzaio mefitico piLì piccolo dicazione permise la straordi- CUNO, CIASCUNO E NES-
ma peggiore di quello di Ma- naria organizzazione politica SUNO. Quando c'era da.fare
nila? Un prete, padre Zan.o- e sociale europea di Carlo qualche lavoro, OGNUNO
telli... Potrei continuare per Magno ; come san Domenico , sperava che QUALCUNO lo
pagine questa elencazione san Francesco d'Assisi, san avrebbe fatto. CIASCUNO
parlandoti dei disperati di Benedetto , sant' lgnazio di avrebbe dovuto farlo, ma
Tijuan.a, degli indio brasilia- Loyola: domenicani, france- NESSUNO, ahimè, lo fece.
ni, dei poveri di Calcutta... E scani, benedettini, gesuiti Finì che CIASCUNO incolpò
mi riferisco alla situazione hanno letteralmente costruito QUALCUNO perché NESSU-
attuale, perché se andiamo a l' Europa molto più che qual- NO fece ciò che OGNUNO
scartabellare nella storia di siasi regnante, influenzando avrebbe dovuto fare! Applica
questi duemila anni di cristia- in maniera determinante la tu la storiella. E ricordati che
nesimo, la portata educativa cultura , il costum e, la politi- exempla trahunt - dicevano
della Chiesa assumerebbe ca, l'economia, la medicina, gli antichi - l' esempio trasci-
proporzioni inimmaginabili. l'arte. .. Come sant'Agostino na!
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS MAGGIO 2002
IE

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NEL MONDO
PALERMO, ITALIA
100 ANNI DI
PRESENZA
DARFO, ITALIA
UN EXALLIEVO DOC
A Darfo c'era un istituto sale-
sia no, una sc uo la medi a co me
tante, frequentata dai ragazzi
della c ittadina e dei borghi vi-
c iniori. L ' estate si andava in
vacanza a Cevo in Yalsaviore
e i sales iani pe r occ upare i ra-
gazzi in ventavano g ioc hi ,
passeggiate, e attivi di ogni
tipo. Una di queste era la pi-
rografia, incisione a fuoco su
legno. Un coo pera to re sa le-
siano, Luciano Seranz, che
viveva in comunità, e ra I' e-
sperto del fa i-da-te, un a mi-
niera di idee che traduceva in
lavori pratici insegnando a i
ragazz i ad avere fiducia in se
stess i e ne lle proprie possibi-
lità. Renzo Gaioni scelse,
quell'estate del 1972, la piro-
grafia, più per curiosità c he
a ltro, e scoprì subito che
MAGGIO 2002 BS
quella particolarissima atti-
vità si attagliava perfettamen-
te a lle sue capacità artistiche
e a lle sue possibilità. Ci si ap-
plicò con vera dedizione e c i
si appassionò. Così è nato un
arti sta, che ha me ritato rico-
nosc imenti e vinto non pochi
premi, partecipando a concor-
s i locali , nazionali e intern a-
ziona li . Il suo primo bozzetto
l' ha cesellato a fuoco su un
ritaglio di pioppo ... Gaione è
ri conoscente a i sales ian i, e fe-
lice dell ' attestazione di stima
riservatagli dal suo antico
maestro che, esaminando i
suo i ultimi lavo ri , esclam ò:
"Sono fe lice c he l' a llievo ab-
bia s uperato il maestro!". L ' I-
stituto a Darfo di Brescia è
stato c hiuso ne l 1993, ma lo
sp irito salesiano continua a
vivere ne i suoi exalunni che
g li fa nno o~ore ne lla vita.
Per saperne di più:
http: //digilander.iol.it/pyror
I salesiani sono a Palenno da
100 anni . Vi sbarcarono ne l
marzo 1902 e i loro primi
oratoriani furono un a qu a-
rantina di ragazzetti di via
Sampolo e circonvicine. Ma
g ià 10 anni dopo a li 'orato ri o
s'era aggiunto il collegio
zeppo di alunni che negli anni
acquisterà sempre più noto-
ri e e prestigio. D o po la
guerra diventerà liceo class i-
co formando generazioni di
profess ionisti fin o ag li anni
80, quando le circostanze por-
teranno alla c hiusura della
sc uol a; il capo luogo tuttavia
aveva già altre qualificate
presenze dei figli di Do n
Bosco: Santa Chiara (I 9 I 8)
oggi centro sociale e di acco-
g lienza per immigrati ex-
ORIA, ITALIA
DON BOSCO C'È
L'oratorio senza salesiani di
cui abbiamo già av uto modo
di parlare ne ll a nostra rivista,
continua il suo cammino:
"Non c i s iete voi, ma don
Bosco c'è", dice uno de i diri -
genti/animatori. Oria ha tre-
mila anni di storia, tanto vetu-
sta quanto g loriosa ... Dodi ci
an ni fa a qualcuno è venuto in
mente di valorizzare tanto pa-
trimonio, rinnovando e dina-
mi zzando stori a e c ultu ra, fa-
cendo ne protagonisti i giova-
ni . Così è nato SING che è
be n di più c he una assoc iazio-
trae uropei ; Ranc hibile (1937)
in via Libertà, con sc uo le di
indiri zzo c lass ico, scie ntifico,
eco no mi co, az ie nd ale; Cam-
po rea le ( 1955) con la comu-
nità alloggio per ado lescenti ;
Gesù Adolescente ( 1966) con
un grande centro di fo1mazio-
ne profess iona le.
ne mus ica le: "Sarem o Il
Nuovo Giorn o" . Il passagg io
da gruppo a oratori o è stato
quasi natu ra le. E D o n Bosco
ha fatto il suo ing resso uffi-
c iale ne ll a casa dei Yincen-
zian i, ben co ntenti di offrire i
lo ro spaz i a ragazzi che "s i
ag itano" , ma a fin di
bene ... ed è un ag itarsi co-
struttiv o fatto di attività cultu-
ra li , attività socia li e ri creati-
ve, fes te, teatro, mus ica,
canto, spo rt, e perfino cors i di
ri camo, di c ucina, di ballo di
decorazione... L 'oratorio è
orm ai un punto di rife rime nto
educati vo indi spensabile per
genitori, ed ucatori e perfino
per i professori e gli ammini -
stratori di Oria.

1.9 Page 9

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reda zi o na le
PORTICI, ITALIA
PAOLO AURICCHIO
NELLA PARROCCHIA
SALESIANA
Per lunga e cara tradi zione le
case sales iane di tutto il
mondo celebrano iI mese di
magg io con le più svariate
iniziative, alcune anche di
gra nde qualità arti stico/cultu-
rale, oltre che di fo rte valenza
devozionale. L 'anno passato
ad esempio la parrocchia sa-
lesiana di Portici, alle porte di
Napoli , ha invi tato per una
serata d i musica il cantautore
don Pao lo Auricchi o, 40 anni ,
cappell ano al carcere minorile
d i Nisida, che ha fa tto de ll a
chitarra il suo strumento di
evangelizzazione. Ha compo-
sto più di cento canzoni ,
anche se ne ha inc ise solo la
metà circa, ed è uno de i can-
tautori reli giosi pi ù conosciuti
e apprezzati .
.ALZANI ~ EDITORE
COME FRATELLI
Un libricino piccolo piccolo,
80 paginette in un formato
inconsueto (16 ,50 per 121,
ma carico di contenuto. E
frutto di un concorso di
poesia e fotografia per gio-
vani fino ai 35 anni alla me-
moria di Giovanni Barra, un
prete che fece della diffu-
sione della cultura uno de-
gli scopi della sua vita. Il
piccolo volume raccoglie
alcuni brani poetici (dei 130
componimenti arrivati) e al-
cune fotografie sul tema
della fratellanza, di vari au-
tori che parlano o dipingo-
no la guerra, l'amicizia, il
lavoro, i giovani, la povertà
sotto l'ottica unificante del-
la fraternità che dovrebbe
muovere le azioni dell'uo-
mo e della società, per una
convivenza fuori da ogni ri-
schio . Brani non accademi-
ci, genuini, affrontano lo
stesso tema con ottiche di-
verse. Una lettura veloce,
piacevole, ma anche utile.
NUMISMATICA
E FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
I
PROGRAMMA DEL VATICANO
PER IL 2002
Dal 1° marzo 2002 il Governatorato della Città del
Vaticano ha iniziato a distribuire la prima serie di
monete euro , composta da 8 valori (1 , 2, 5, 1O,
20 , 50 Eurocent, 1 Euro e 2 Euro) , riproducenti al
diritto il ritratto di Giovanni Paolo Il firmato da Gui-
do Veroi . La serie in versione fondo specchio ,
comprensiva anche della medaglia in argento, vie-
ne messa in vendita successivamente.
Il programma numismatico di San Pietro per il
2002 comprende inoltre le seguenti emissioni : due
monete celebrative in argento sui temi "L'Europa,
un progetto di pace e di fratellanza" e "Messaggio
per la Giornata Mondiale della Pace del 1° gen -
naio 2002"; due monete celebrative d'oro a sog-
getto biblico sull'Arca di Noè e Abramo .
Per quanto riguarda la filatelia , nel corso dell'an-
no è prevista l'uscita delle seguenti serie : la Ma-
donna nell 'arte ; la Cappella Sistina restaurata ; Eu -
ropa ; il Circo ; 150° anniversario del primo franco -
bollo pontificio ; Millenario della nascita di San Leo-
ne IX; lii centenario della Pontificia Accademia Ec-
clesiastica; VII centenario della morte di Cimabue;
I viaggi di Giovanni Paol? _Il _nel mondo; Santo l'.'la-
tale ; Francobolli automatIcI ; 1Quattro Evangehst1.
Per saperne di più: -a 0 761 /30 7.124
BS MAGGIO 2002

1.10 Page 10

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l00annifa
Ricaviamo il pezw seguente dal Bollettino
Salesiano del maggio 1902. È la descrizione
fatta dal salesiano Emiliano Rigrazio di un
viaggio pastorale nel territorio del Chubut.
Una pièce graziosa che ancora una volta
testimonia i tempi eroici vissuti dai primi
missionari salesiani in Patagonia.
IN ITALIA
NEL MONDO
ERMANNO NIGRJS
C'è chi si riposa non facendo
nulla, c'è chi lo fa cambiando
occupazione. È il caso di don
E quando il cuore
non ne può più
Ermanno Nigris, missionario
in Bolivia dal 1978. Così è
Pnginc sparo: di un missionario
nato il suo libro : sfruttando i
pochi tempi di relax, rubando
qualche ora al sonno ...
Non un romanzo , né una ri-
flessione filosofico/antropo-
logica, e, forse , nemmeno
un'autobiografia nel senso
classico . Il suo scritto è un
centone con sprazzi di vita
missionaria in cui non man-
cano racconti , poesie (qual-
cuna in friulano , qualche al-
tra in spagnolo , ma sempre -
-
-
-,o,~o.:N:_,_co::N:=co::,:o::u.:s::i:m:.:,:.._ _ _J
con traduzione), lettere , ri -
flessioni , cronach e, eventi di sione. E racconta con scon-
folklore. Un libro che è un certante semplicità cose a
po' lo sfogo di un'anima en- volte difficili , altre volte
tusiasta della propria voca- drammatiche, ma sempre in-
zione e della propria mis- triganti .
"Il 14 dicembre 1900 partii con D. Carrera per una
Miss ione alla Cordigliera, e rito rnammo il 1° aprile
1901. Ho visto e ho provato che cosa è andare in mis-
sione, e mi sono persuaso una volta più che la Patago-
nia è ancor lungi dall 'esser tutta cri stiana cattolica. La
escursione fu lunga assai, la più lunga che si sia fatta
finora nel territorio del Chubut. Si percorse più di 300
leghe, ossia 1500 chilometri; nella magg ior parte dei
luoghi non era ancora passato nessun sacerdote. Il
viaggio fu pieno delle solite peripezie tanto più che
io né D. Carrera avevamo gran pratica pei cavalli , e
per giunta conducevamo per nostra cavalcatura sei ca-
valli recentemente domati e due mule imprestateci, di
cui una vecchia: il cavalcarla equivaleva ad andare a
piedi ; era più il lavoro che ci dava per farla trottare
cogli altri di quello che ci serviva; l' altra il rovescio
della medaglia, giovane, bizzarra e sempre la prima a
scappare ogni volta che si riunivano per viaggiare. Vi
aggi1mga l'inesperienza nel legare il carico ed avrà
un ' idea della bellezza del nostro viaggio pe i prim i
giorni. Ma come diceva D . Bosco, e lo ripete Mons.
Cagliero: anda nd per la strà, s' arangia la sumà, cam-
minando si aggiusta il carico; così provammo l'effica-
cia di questo proverbio, e tutto andò bene. Abbiamo
quindi da ringraziare molto Maria SS . Ausiliatrice
perché quanto maggiore era il pericolo in cui ci incon-
1:ravam o, tan to più evi den te era i l modo ch e veniva in
nos tro aiu to.
MAGGIO 2002 BS
MASAYA,
NICARAGUA
ta dei ragazzi di Don Bosco
in occasione delle famose gite
autunnali , e/o in occasione di
LA BANDA
DELLA PACE
feste patronali, ecc. Anche
oggi molte opere salesiane
hanno la loro banda, come il
La pedagogia preventiva di collegio di Masaya. La foto
Don Bosco usa, come si sa, presenta i componenti dai più
molti "mezzi" per spingere piccoli delle medie ai più
sull 'acceleratore dell 'educa- grandi del liceo. L' hanno inti-
zione e renderla addirittura tolata "Banda della Pace", e
piacevole. Uno di questi è da si esibisce non so lo nell 'am-
sempre la musica e specifica- bito del collegio. In occasione
mente la banda. Don Bosco dello scorso Natale, infatti, ha
stesso l'aveva fondata all 'ora- organizzato una tournée tra i
torio di Valdocco, ed esporta- vari banio della città, ralle-
va i suoi "pezzi" nei paesi vi- g!·ando con pezzi popolari e
cini , tant'è che la gente atten-
deva con impazienza la venu-
~1 folklore Je festività più sen-
tite dell'anno.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Benna Benes
'icona è il risultato di
un dialogo tra i sale-
L siani e l'Est ortodos-
so. Paragonato agli altri ri -
tratti di Don Bosco, questo
mette a fuoco il mondo in-
teriore del santo, ne cattu-
ra l'anima invisibile. È il
primo di quattro dipinti , tre
ancora da realizzare, e
rappresenta l'aspetto pecu-
liare di Don Bosco , il suo
amore per i giovani. Il sim -
bolismo usato può servire
I La Wladimirskaia
(sec. Xli), icona russa
secondo
il canone ortodosso.
a meditare in modi nuovi la
sua vita. Le dimensioni
della figura sono intenzio-
Sotto la Madonna sette
nalmente "fuori propor-
ragazzi e, a destra, Don
zione": nello stato di gloria
Bosco che svetta su tutti ,
il santo è simile a Dio ,
stringendo il Vangelo . Il
quindi non può essere vi-
sette simboleggia la "pie-
sto nei suoi tratti umani
nezza" dell'impegno per i
esatti. La pittrice esprime
giovani. Domenico Savio
un ritratto spirituale del
attraverso le sue mani e
santo, dipinge il suo mon-
Laura Vicufia attraverso il
do interno, il suo modo di
crocifisso sembrano tra-
vivere in Dio .
smettere quanto hanno ri-
cevuto. L'iscrizione greca
La figu ra allungata espri-
accanto al crocifisso dice:
me la dignità regale , l'a-
Gesù Cristo trionfatore, e
scesa alla perfezione spiri-
si riferisce all 'Eucaristia,
tuale. Il santo è stato libe-
eredità della pedagogia di
rato dalle leggi della natura
Don Bosco. Cinque giova-
che perciò non ha potere
ni rappresentano i cinque
su di lui , perché si è dato
totalmente al servizio del
Bene, a Dio. L'icona non
DON BOSCO
continenti . Le rose ai loro
piedi vogliono riferirsi alla
presenza dei missionari
può essere guardata come
qualsiasi altro dipinto, è
IN ICONA
salesiani nella valle bulga-
ra delle Rose, e anche al
l'espressione di una fede
profonda sia del pittore
I salesiani hanno un nuovo ritratto
famoso sogno del pergola-
to. Sopra la figura di Maria
che del soggetto rappre-
sentato. Il fondo dorato
dice che il lavoro di Don
Bosco fu "lavoro di Dio".
di Don Bosco, si tratta di una pittura/icona
che viene dalla Bulgaria,
opera dell'artista Cvetomira Cvetkova,
è scritto il nome dell'icona
nell'antica lingua slavoni-
ca. Le figure sotto la Ma-
dre di Dio sono raggiunte
L'oro che forma l'orizzonte di religione ortodossa, nota pittrice di icone. dai raggi della grazia divi-
nel quale si sviluppa la vita
del santo è simbolo della
Il titolo è emblematico: "S. Giovanni Bosco,
na. Don Bosco, Domenico
Savio e Laura Vicufia han-
luce e della onnipresenza
Padre e Maestro della gioventù".
no ricevuto tanta grazia
di Dio . Ma la posizione
che hanno l'aureola attor-
dominante è quella della Madonna per esprimere la no al capo . I raggi provengono da Gesù e brillano
convinzione di Don Bosco che "tutto viene da Lei". nello spazio del mondo. Tocca alla gente accettarli,
Anche Gesù è dipinto in modo non abituale : non rifiutarli o ignorarli. Con la mano destra Gesù indica
abbraccia la Madre, ma le sue braccia sono aperte
come nella ritrattistica occidentale . Vengono supe-
rati i limiti del canone ortodosso anche nel colore
del manto , nelle aureole delle figure .
il versetto di Matteo, in bulgaro: "Chiunque accoglie
un bambino come questo nel mio nome accoglie
me". Con la sinistra, indica Don Bosco che accettò
la sfida di questo messaggio .
O
BS MAGGIO 2002

2.2 Page 12

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·····················································································-
IL MAGGIO CHIESA
UN ALTRO VIAGGIO:
PAPA GIOVANNI
BULGARO PAOLO Il NON SI
FERMA NONOSTANTE
GLI ACCIACCHI
E L'ETÀ
DIWOJTYtA 12002 registra dunque ulteriori
sforzi di Papa Wojtyla sulla via
I dell'ecumenismo nei rapporti di Silvano Stracca
con le altre Chiese e comunità cri-
stiane, soprattutto dell'Oriente, e
del dialogo interreligioso dopo la
storica visita alla moschea di Da-
masco e la giornata di preghiera
per la pace di Assisi. La Bulgaria è
infatti una " terra di incontro e di
tolleranza", come l'ha definita lo
stesso Giovanni Paolo Il, dove ac-
canto alla maggioranza di credenti
di religione ortodossa vive una
forte minoranza musulmana, circa
un decimo della popolazione, men-
B tre i cattolici sono meno dell ' 1%
degli otto milioni di abitanti. Con
il bacio di pace che scambierà a
giorni col patriarca di Sofia, delle
prime dieci Chiese dell'Ortodossia
mancheranno all ' abbraccio ecume-
nico del vescovo di Roma sola-
mente il serbo Pavle, patriarca di
Belgrado, e il russo Alessio Il, pa-
triarca di Mosca, il cui veto ha si-
nora frustrato il gran desiderio del
Papa di visitare la Russia.
UN ALTRO PASSO
13 maggio 1981.
_insistenza la pist
per scoprire i ma
E proprio nel lungo cammino di
avvicinamento a Mosca il viaggio
in Bulgaria potrebbe rappresentare
una tappa importante ai fini dell a
ripresa del dialogo fra Roma e la
maggiore Chiesa ortodossa, inter-
rottosi di nuovo dopo il segnale di-
stensivo arrivato dalla Russia con
l' invio di un ' importante delegazio-
ne del patriarcato il 24 gennaio ad
Assisi. All 'origine del "gelo" tra
Vaticano e Mosca c'è la decisione
della Santa Sede, in febbraio , di
normalizzare la struttura canonica
della Chiesa cattolica nei territori
russi, con la creazione di alcune
diocesi per assicurare migliori con-
dizioni per l'assistenza pastorale ai
MAGGIO 2002 BS
600 mila fedeli sparsi dagli Urali a
Vladivostok. Il passo ha provocato
una reazione estremamente dura
della gerarchia ortodossa che ha
considerato il provvedimento pa-
pale un ' intollerabile ingerenza
negli affari interni del patriarcato
moscovita e ha rispolverato la vec-
chia accusa di proselitismo cattoli-
co in terre da secoli ortodosse. Po-
lemica rinfocolata dalla Chiesa
russa, all 'inizio di marzo, dopo la
fugace "visita virtuale" del Papa a
I Verrà accolto dal presidente
Stoyanov e dal primo ministro
l'ex re Simeone Il , unico caso
nella storia di un re che governa
una repubblica!
Mosca, realizzata grazie a un colle-
gamento televisivo tra il Vaticano e
gli universitari di alcune città euro-

2.3 Page 13

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
ro Pontefice lasciava al popolo
bulgaro queste parole commoventi:
"Cari fratelli, ricordatevi che io ri-
marrò sempre per voi un grande
amico, in mezzo a tutti i venti e a
tutte le tempeste, ovunque mi verrò
a trovare. E se un bulgaro dovesse
smarrirsi e passare nei pressi di
casa mia, sappia che troverà sem-
pre una candela accesa alla fine-
stra. Bussi pure alla porta e gli sarà
aperto. Poco importa che egli sia
cattolico o ortodosso".
UNA CHIESA PROVATA
I patriarchi Alessio Il di Mosca
(foto) e Pavle di Belgrado sono
i soli a non aver ancora accolto
Giovanni Paolo Il.
pee, fra cui i giovani cattolici che
affollavano la cattedrale della capi-
tale russa e scandivano un invito
carico di speranza: "Ti aspettiamo
a Mosca". La manifestazione d'af-
fetto dei giovani russi ha visibil-
mente urtato lo stesso pat1:iarca
Alessio II, che ha addirittura para-
gonato la breve e commossa appa-
rizione del vescovo di Roma sui te-
lesche1mi della cattedrale a " un ' in-
vasione" e a "una nuova sfida",
che proverebbero le reali intenzio-
ni di estendere l' influenza cattolica
dietro un ecumenismo di facciata.
In questo clima difficile, dalle pa-
role e dai gesti dell'anziano ponte-
fice in terra bulgara ci si attende
ancora una volta una spinta profe-
tica per porre fine alle diatTibe del
presente, ristabilire un clima, se
non di collaborazione, di reciproca
tolleranza e proseguire il dialogo
tra Chiesa cattolica e Chiesa orto-
dossa, riconoscendo colpe ed errori
degli uni e degli altri.
PAPA GIOVANNI
È la strada tracciata a suo tempo
proprio nella piccola Bulgaria dal
beato Giovanni XXIII, per tanti
anni nunzio apostolico in mezza
Europa, approdato a Roma per il
Conclave come semplice patriarca
di Venezia, eletto Vicario di Cristo
tra la sorpresa generale, promotore
I Eugenio Bossilkov, passionista,
vescovo di Nicopoli,
primo martire bulgaro
contemporaneo a essere
innalzato alla gloria degli altari.
del Concilio Vaticano II che segnò
il rinnovamento della Chiesa cat-
tolica in nome dell'ecumenismo.
Papa Roncalli visse per quasi dieci
anni, dal 1925 al 1934, in Bulga-
ria, lasciando un ' impronta indele-
bile, per quei tempi , nei rapporti
con il mondo ortodosso. Già nel
suo primo discorso, arrivando a
Sofia come rappresentante del
Papa, anticipava un motivo ispira-
tore del suo breve pontificato:
"Non basta nutrire sentimenti cor-
diali verso i nostri fratelli separati.
Se li amate veramente , date loro
buon esempio e tramutate il vostro
amore in azione".
Nella notte di Natale del 1934,
dando l'addio alla Bulgaria, il futu-
I Una rara immagine di mons.
Roncalli, nunzio in Bulgaria
dal 1925 al 1934, eletto Papa il
28 ottobre 1958 col nome
di Giovanni XXIII.
Giovanni Paolo II troverà in Bul-
garia una Chiesa cattolica provata
da mezzo secolo di comunismo e
di persecuzione. Il compianto car-
dinale Agostino Casaroli, paziente
tessitore dell 'Ostpolitik vaticana in
quegli anni, dopo una visita a Sofia
nel 1976, scriveva nelle sue memo-
rie: "Vi trovai una Chiesa stremata,
impoverita, priva di ogni conside-
razione sociale, quasi disprezzata".
Fu però una Chiesa che seppe darci
dei martiri quali il vescovo Euge-
nio Bossilkov di Nicopoli , a1Testa-
to negli anni Cinquanta dal regime
comunista come spia del Vaticano
e dell ' America, sottoposto a un
processo farsa, condannato alla fu-
cilazione, ucciso in odio alla fede
cattolica, riconosciuto come marti-
re e beatificato da Papa Wojtyla
per la sua fedeltà fino al sacrificio
della vita. Quel sacrificio che stava
per essere chiesto anche a Giovan-
ni Paolo II il 13 maggio 1981 , in
piazza san Pietro, sotto i colpi del
turco Alì Mehmet Agca con la
complicità di tre presunti agenti
dei servizi segreti bulgari dell 'epo-
ca, a lungo sospettati d'essere i
mandanti dell'attentato. Una pagi-
na oscura del terrorismo interna-
zionale di quegli anni su cui deve
ancora esser fatta piena luce. E
contro la minaccia cieca del nuovo
te1Torismo internazionale il Papa
rilancerà sicuramente dalla Bulga-
ria, incontrando la comunità mu-
sulmana, il "Decalogo di Assisi per
la pace" , inviato a tutti i capi di
stato e di governo, che al primo
punto ribadisce la condanna della
violenza e della guerra in nome di
Dio o della religione.
D
BS MAGGIO 2002

2.4 Page 14

▲back to top
Prima domenica di maggio: la peculiare processione
SAN DOMENICO
DEISERPARI
di Nicola Follieri
Anche i serpenti possono
diventare i protagonisti
privilegiati di un
particolarissimo culto
cristiano. Succede
puntualmente ogni prima
domenica di maggio a
Cocullo, un paesino che
ha tutto l'aspetto di un
antico borgo medievale,
in provincia dell'Aquila,
a poca distanza dal parco
nazionale della Majella.
MAGGIO 2002 BS
S i tratta della celebre festa dei
serpari in onore del patrono
del paese, san Domenico
abate, monaco vissuto tra il X e l'XI
secolo, nato in Umbria, a Colforna-
ro nel 951, e morto a Sora nel Lazio
nel 1031. La ricorrenza religiosa ha
origine pagana. In Abruzzo, Molise
e basso Lazio, era praticata antichis-
simamente la devozione alla dea
Angizia che si diceva dotata del po-
tere di gmuire dal morso di ogni ge-
nere di serpenti. La cultura greco-
romana ricordava che anche Ercole
aveva di questi poteri: tra le sue mi-
tiche imprese ci fu quella dello
strangolamento di due grandi rettili.
In queste zone peraltro sono stati
scoperti numerosi reperti archeolo-
gici a forma di statuette in terracot-
ta, rappresentanti Ercole o una
donna lungovestita, la dea Angizia,
con in mano dei serpenti.
PASSAGGIO
DI CONSEGNE
Era talmente radicato questo culto
fra la gente in età pre-cristiana che la
Chiesa ha dovuto farlo proprio. Il
passaggio di consegne, diciamo così,
tra usi pagani e festa cristiana, è av-
venuto attraverso san Domenico
abate. La tradizione popolare e alcu-
ne cronache medievali riportano che i
suoi miracoli consistevano nella gua-
rigione dal morso delle serpi. A Sora,
dov'è un santuario a lui dedicato e
dove si venera la sua tomba, il santo
è invocato anche per guarire dal
morso di cani idrofobi e lupi, per pro-
teggere le persone, le abitazioni e i
coltivi dalle tempeste e dalla grandi-
ne. Infine la sua invocazione è saluta-
re contro la febbre e il mal di denti. È
un santo che, alla stregua di san Ro-
mualdo, san Pier Darniani, sant'An-
selmo e san Bruno, si impegnò per
una rifonn.a della vita della Chiesa. In
Ciociaria e nel Sangro, sorsero grazie
a lui alcuni monasteri; noto è quello
di San Bartolomeo a Trisulti. Il ca-
lendario liturgico fa memoria di que-
sto santo taumaturgo il 22 gennaio.
Ma a Cocullo lo si ricorda immanca-
bilmente ogni prima domenica di
maggio, perché proprio all'inizio di
questo mese vi era l'abitudine pagana
di celebrare la dea Angizia.

2.5 Page 15

▲back to top
di un paesino d'Abruzzo.
GLI INNOCUI
SERPENTI E IL WWF
La festa dei serpari, a dire il vero,
comincia alle prime avvisaglie della
primavera. La gente di Cocullo si
mette alla ricerca dei serpenti da
port~re in processione, fra sterpi e
sassi, appena finisce di svernare.
Chi è esperto nell 'intrappolarli è
chiamato serparo. Esiste una vera e
propria tecnica, tramandata di gene-
razione in generazione. Una volta
tale prerogativa era privilegio di al-
cune famiglie del paese. Si favoleg-
giava pure che i serpari fossero do-
tati di poteri magici, perché erano
ritenuti immuni dai morsi di serpen-
te. Il serparo deriva la sua funzione
dal "ciarallo", figura atavica di tra-
dizione medievale paneuropea (la
cattura dei serpenti sembra fosse
praticata anche a Santiago di Com-
postela e a Cefalonia), ed è abilissi-
mo nell ' acchiappare le serpi e infi-
larle in un apposito sacchetto, di-
stinguendo i rettili innocui dalle vi-
pere. Queste sono lasciate assoluta-
mente tranquille, mentre sono preda
ambita bisce e cervoni o capitoni,
secondo il vernacolo del posto. Una
volta i serpenti al termine della festa
venivano uccisi, o venduti ai turisti,
ma oggi vengono rin,essi in libertà.
Gli ambientalisti avevano inizial-
mente protestato, ma ora lo stesso
WWF partecipa alla festa annuale di
Cocullo, dopo aver constatato come
gli abitanti della cittadina abruzzese
abbiano quasi un sacro rispetto per
questi rettili .
LA PROCESSIONE
Una gran festa, dunque, quella dei
serpari, con tanto di banda e sten-
dardo comunale in giro per le vie
del paese, addobbi di ogni sorta, e
bancarelle colme di souvenir. Alcu-
ne graziose ragazze, indossando i
costumi tradizionali, recano nei ca-
nestri dolci rustici ai confetti, detti i
ciambellati, offerti a chi porta lo
stendardo e la statua. C'è anche chi
dona cesti di pane e olio in onore
del santo, per ingraziarselo o ringra-
ziarlo della protezione ricevuta.
Moltissinli i pellegrini, una folla
impressionante. Oltre ai Cocullesi,
non mancano i curiosi e tanti fore-
stieri. Persino gli emigranti fanno
ritorno al paese per questa particola-
re ricoITenza. Le autorità civili sono
presenti in pompa magna, sindaco
in testa, e militari in alta uniforme.
La gente si assiepa nella chiesa e
fuori in attesa del patrono che uscirà
già avvolto da un "mantello" di ser-
penti. Mentre rintoccano le campa-
ne la gente smania di vedere in che
modo i serpenti abbiano coperto il
volto, le spalle o il busto del santo,
perché da come la statua è stata at-
torniata dal groviglio dei rettili , si
traggono buoni o cattivi auspici . Se,
ad esempio, il viso del santo è del
tutto ricoperto di serpi, non è di
buon augurio. La tradizione vuole
poi che chi soffre di mal di denti, o
se ne voglia preservare, deve affer-
rare ·coi denti una catenella del
santo alla cui estremità è legata una
piccola campana, posta a lato della
chiesa, e farla tintirmare. Un ' altra
usanza è qUella di prendere una
manciata di terra nei pressi della
chiesa. Se viene sparsa sui campi fa
sperare in buoni raccolti, se sciolta
in un bicchiere d'acqua, libera dalla
febbre. Due reliquie del santo, un
dente o il ferro di una sua mula,
hanno poteri taumaturgici: il contat-
to sulla parte malata o il bacio del
dente favoriscono la guarigione. Il
toccare le pecore con il ferro del
mulo del santo, le protegge dai peri-
coli. La parte finale della festa con-
siste in una cerimonia pubblica in
onore dei serpari, in genere bambini
di dieci anni o anche giovani sui
trenta, i quali al te1mine del giorno
riportano, com'è d'uso, i loro amici
rettili negli stessi anfratti dove li
avevano catturati.
O
(Servi zio fotografi co
di Gianpaolo Tronca)
BS MAGGIO 2002

2.6 Page 16

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redazionale
GERINI, ROMA
LA GESTIONE
DEI CASI DIFFICILI
Situazioni nuove e poco pre-
ved ibili si presentano quoti-
dianamente a educatori e for-
matori. Ogni giorno si è alle
prese con problemi nuovi.
Non è permesso all 'educatore
"perdere le staffe", " uscire
dai gangheri", ecc. il giovane,
qualsiasi g iovane, accoglie i
messaggi educativi, diventa
recettivo, a condi zione che
percepisca un 'atmosfera sere-
na, accogliente, condi visa, ed
entra in relazione solo se si
sente accolto, stimato e sti -
molato nell a costruzione del
progetto della propria vita, e
se sente che le proposte sono
fatte "proprio per lui ": la per-
sonalizzazione degli interventi
è condi zione sine qua non del
successo dell 'educazione.
È venuto a proposito, allora, il
convegno di aggiornamento,
organizzato dal CNOS/FAP
del Lazio, su "La gestione
dei casi difficili". Il professor
Mario Comoglio, docente alla
facoltà di Scienze dell 'educa-
zione dell 'UPS , ha posto al-
l' uditorio in modo chiaro le
È urgente ri/scoprire
l' insegnante!
accompagnatore,
in grado di essere
prossimo all 'allievo
nel suo percorso verso
la maturità.
problematiche di cui soffre la
scuo la oggi: abbandono sco-
lastico, sindrome da fallimen-
to, difficoltà di inserimento . ..
Molti ado lescenti rischi ano
così di res tare al palo, di non
arrivare all a fine. Le cause
sono note: la di sgregazione
delle famig lie, il disfac imento
della com unità educativa.
Il recupero dei ragazzi diffici li
passa attraverso la trasfmma-
zione del docente da trasmetti-
1ore di nozioni a organizzato-
re dello studio del giovane.
Corso di elettronica
all 'Istituto Professionale
Salesiano "Gerini "
di Roma.
È dunque ora di scoprire o
ri/scoprire l'insegnante/accom-
pagnatore in grado di essere
pross imo all ' allievo nel suo
percorso verso la maturità.
Gianni Sirca
I Il giovane diventa
recettivo, a condizione
che percepisca
un'atmosfera serena,
accogliente, condivisa.
ROMA, ITALIA
"DAL VOSTRO
AL LORO CUORE"
Family for Family, la campa-
gna promossa dal Forum
delle Associazioni Familiari
Italiane che raccoglie ben 35
diverse associazioni e rappre-
senta circa tre milioni di fa-
mi glie, conclude il 15 di que-
sto mese di maggio la campa-
gna lanciata a suo tempo a fa-
vore delle famig lie di 17
paesi dell 'Est Europa, Bosnia,
Kosovo, Albania, Croazia ,
Macedonia, Serbia, Romania,
Bulgaria, Moldavia , Ucraina ,
Lituania, Polonia, Russia,
Ungheria, Slovacchia, Bielo-
russia e Repubblica Ceca,
oggi in piena cri si per molte-
plici cause, prime fra tutte la
guerra e l' immigrazione clan-
destina. Sono ben 100 i pro-
getti che il Forum lancia e per
i quali chiede la solidarietà
delle famig lie italiane.
Per saperne di piiì :
numero verde 800.71.40.40
BREVISSIME DAL MONDO
NEW YORK. Gli scandali ,
fi nanziari sembrano voler
caratterizzare il 2002. Ha
cominciato la Enron una
delle 7 magg iori compagnie
USA, coi suo i 60 mil a m i-
lioni di doll ari di capitale.
Po i la Allied lrish Bank, la
più impo1tante d ' Irlanda
che ha perso 750 milioni di
dollari, sembra, con affa ri
illeciti. E ancora la Global
Cross ing, compagni a che
tratta le fi bre ottiche è prati-
camente in bancarotta con
un indebi tamento di 12 mila
milioni di doll ari .
NEW YORK. Un esperto
del F inanc ial T imes parla di
movimenti di dana ro gior-
naliero pari I mili ardo e
200 mil a mili oni d i dollari ,
una impressionante monta-
gna di soldi che attivano in-
teressi e tassi per mezzo mi-
liardo di do ll ari . In tutto
questo l'etica non lia posto,
this is a problemi
SANDRINGHAM, GRAN
BRETAGNA. Per la prima
volta dal 1688 un membro
dell a gerarc hia cattolica è
stato invitato da un sovrano
inglese a predicare durante
una fun zione relig iosa. È
capitato lo scorso 13 gen-
naio quando la regina Elisa-
betta ha chi amato nell a te-
nuta di Sand ringham nel
Norfo lk a tenere un 'omelia
il cardinale O'Connor. Un
be l passo avanti sull a via
de ll 'ecumeni smo.
MAGGIO 2002 BS

2.7 Page 17

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LUGO, SPAGNA
L'Amministrazione civica
di Lugo ha lanciato alle
scuole l'iniziativa di un'at-
tività didattica particolare
per "riflettere sulla città
per migliorarla". Gli alunni
della secondaria del colle-
gio Maria Auxiliadora han-
no partecipato con intervi-
ste, visite guidate, osser-
vazioni dei monumenti
per valutarne lo stato di
conservazione, approfon-
dimenti storici , ecc. "Una
esperienza eccezionale",
dice suor Rubio.
i--
PACOGNANO VICO
EQUENSE, ITALIA
In occasione della festa di
Don Bosco 2002 , la casa
di cultura e spiritualità di
Pacognano si è arricchita
di una bella opera del
Maestro Calogero Raffaele
di Castellammare di Sta-
bia: si tratta di una grande
ceramica di tre metri per
due, che prende le mosse
dal noto dipinto del Grida,
esposto nella sacrestia di
Maria Ausiliatrice a Torino,
raffigurante Don Bosco e
Mamma Margherita che
giungono a Valdocco da
Castelnuovo .
SIRACUSA, ITALIA
Suor Concetta, FMA, pre-
sta servizio nella Casa
Circondariale di Siracusa,
dove è ben conosciuta,
stimata e benvoluta, tanto
che Alessandro , uno dei
ragazzi che lei seguiva in
carcere , le ha chiesto di
essere la sua seconda
mamma e di fargli da
madrina per la cresima.
Lei ha accettato volentie-
ri. "In ogni lettera nostro
figlio parla di lei", le han-
no detto i genitori com-
mossi.
MADRID, SPAGNA
Sono stati quasi 2000 i
partecipanti al "Cross
Municipal Don Bosco" del
barrio Carabanchel il 27
gennaio scorso. Partenza
e arrivo nel collegio sale-
siano del quartiere.
L'evento ha raggiunto la
34° edizione. I partecipan-
ti , provenienti dai collegi
salesiani viciniori , sono
stati raggruppati in otto
categorie a partire dai
ragazzini di sei anni fino ai
veterani di quaranta.
m
VALENCIA, SPAGNA
Il giorno della festa di
sant'Antonio Abate anche
a Valencia si fa una gran-
de festa come in molte
altre città della Spagna e
dell 'Italia. Decine e deci-
ne di cavalli , cani , gatti ,
tartarughe e altri animali
domestici mettono in atto
una folkloristica sfilata
dopo aver ricevuto la so-
lenne benedizione davan-
ti alla parrocchia salesia-
na dedicata al santo ere-
mita . Una tradizione
ormai radicata che risale
a 50 anni fa.
BAKU, AZERBAIGIAN
Giusto un anno fa , nel
2001 , i salesiani sono
sbarcati anche in Azer-
baigian , una nazione con
1'88 % di musulmani , il
15% di ortodossi , e in cui ,
ufficialmente, non ci sono
cattolici; una missione che
è, dunque, una sfida per i
figli di Don Bosco . L'ispet-
toria della Slovenia ha as-
sunto l'impegno di soste-
nere col personale e l'aiuto
economico questa nuova
frontiera. Nelle foto la casa
salesiana a Baku, la capi-
tale, e i primi oratoriani.
BS MAGGIO 2002

2.8 Page 18

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A Berhampore salesiani hanno un'attività del tutto
DON BOSCO
IN CARCERE di Giancarlo Manieri
Berhampore, villaggio
del Bengala occidentale,
ospita il carcere centrale
della regione. I salesiani,
presenti con una scuola
professionale, si sono
messi a disposizione delle
autorità carcerarie per
aiutare i detenuti
a risollevarsi dalla loro
condizione.
Omaggio floreale all 'ospite:
lo squisito benvenuto indiano.
I I paesaggio all'intorno è sugge-
stivo, il paesaggio umano un po'
meno. Dire Berhampore è evo-
care storie di uomini "contro". Con-
tro la legge, contro la proprietà,
contro la vita, contro il patrimonio.
Storie di carcerati insomma. Moltis-
simi i giovani. 1700 detenuti - con
una sezione anche femminile - po-
polano il carcere centrale della re-
gione. Ovviamente il clima sociale
del luogo è in qualche modo condi-
zionato dalla tetra struttura carcera-
ria. Eppure...
L'OSPITE IN CARCERE...
Ero arrivato da poco al centro sa-
lesiano di Yuva Jyoti, stavo guar-
dandomi attorno per prendere visio-
ne del luogo, fissare alcuni partico-
lari , scattare qualche foto che potes-
se accompagnare e stimolare la me-
moria quando fossi tornato a casa.
La ricognizione fu interrotta brusca-
mente dalla voce del direttore dei
salesiani: "Dobbiamo andare in car-
cere!. .. ". Ho sorriso: per la prima
volta nella vita venivo "ospitato" in
carcere. Breve il tragitto in pullmi-
no per arrivare al luogo di pena,
giusto il tempo di attraversare il vil-
laggio verso la periferia, dove è ubi-
cato il grande complesso carcerario
circondato da mura, formato da co-
struzioni anonime, basse, le infer-
riate alle finestre , i muri scrostati,
l'aspetto non propriamente allegro.
Si scende dalla macchina e ci si av-
vicina al pesante portone. Scattano
le guardie di guardia! Un' anta cigo-
lante con visibile sforzo viene spa-
lancata per farci entrare, richiuden-
I detenuti accoccolati per terra
pronti per il canto di benvenuto.
MAGGIO 2002 BS
Alle finestre i visi curiosi di altri
giovani detenuti.

2.9 Page 19

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particolare: l'apostolato tra detenuti.
dosi subito alle nostre spalle. Ci ac-
coglie un androne a volta bloccato
dalla parte opposta da un altro spes-
so portone. "Intrappolati", ho pen-
sato ... Ma il clima forzatamente un
po' formale, come si addice a luo-
ghi del genere, era tuttavia di so-
stanziale cordialità.
Rigorosa la procedura dell 'identi-
ficazione - anche se i salesiani sono
di casa! - Il rito è ogni volta lo stes-
so: dati anagrafici, provenienza,
motivo della vista, ora di entrata,
presunta ora di uscita, firma ... Poi
inizia la visita ufficiale. li direttore
del carcere accoglie gli ospiti con
cortesia tutta orientale. Poi si proce-
de al benvenuto ufficiale, secondo i
più tradizionali riti del costume in-
diano; qui solo un po' più formali,
ma pur sempre suggestivi. Si spa-
lanca, dunque, il secondo portone:
ai due lati del viale c'è schierato un
plotone di guardie carcerarie "Coi
baffi di capecchio e con quei musi
davanti a Dio diritti come fusi! " . ..
L' immagine del Giusti mi si è cac-
ciata in mente spontanea, non l'ho
cercata! Una delegazione di giovani
detenuti si avvicina: dopo l' inchino
a mani giunte raccolte all 'altezza
del viso, s'incoronano gli ospiti con
la ghirlanda rituale indiana. L'im-
paccio di chi per la prima volta si
trova di fronte a etichette sconosciu-
te e non sa come procedere è evi-
dente, e la goffaggine la fa da pa-
drona!
LA CONSEGNA
DEI DIPLOMI
Si forma un piccolo corteo e ci si
avvia verso il salone dove verranno
I
Ricevuto il diploma, il "candidato"
ringrazia e saluta alla maniera
indiana.
distribuiti i diplomi ai carcerati che
hanno terminato con profitto i corsi
professionali svolti dai salesiani. Sì,
perché la vera peculiarità dei figli di
Don Bosco di Berhampore è pro-
prio l'aver ottenuto dal governo
della Regione di andare in carcere a
insegnare ai giovani un mestiere, e a
inculcare nelle loro menti che è vin-
cente vivere secondo la legge, piut-
tosto che contro di essa. Preceduti
dall ' impettito capo del cerimoniale
in divisa d'ordinanza, bastone,
barba e baffi al loro posto (!), si
procede attraverso lunghi viali
verso il luogo della cerimonia: un
salone che trasuda degli insulti del
tempo, aiTedato di un tavolo, qual-
che sedia e un tappeto azzurro su
cui far accomodai·e i detenuti/stu-
denti. Dietro il tavolo degli ospiti,
sopra una lavagna di segnali strada-
li , era stato posto lo striscione che
qualificava il servizio dei salesiani:
Insegnamento professionale per i
prigionieri dentro il carcere, orga-
nizzato dal Don Bosco di Berham-
pore.
Entrano i candidati al diploma, e
si accoccolano alla maniera indiana
(potevano farlo diversamente?) sul
tappeto. Accompagnandosi col suo-
no di strumenti sconosciuti, cantano
nella loro lingua il grazie per chi è
venuto a visitarli. Poi i discorsi: del
direttore del carcere che dà atto ai
salesiani di un lavoro che ha dell 'in-
credibile, e ringrazia per aver intro-
dotto il footing mattutino, la banda,
I Si forma il corteo per raggiungere
il luogo della consegna dei
diplomi.
lo sport organizzato; di un giovane
Lunno/detenuto che ringrazia per la
fatica degli insegnanti che hanno de-
dicato tempo ed energie per il loro
reinserimento nella società, e hanno
il coraggio di ascoltare le loro incre-
dibili storie; del direttore dei salesia-
ni che ribadisce l'impegno educati-
vo della congregazione; dell'ospite
italiano che dichiara il suo stupore
per quanto sta vivendo ... La conse-
gna dei diplomi è semplice e sugge-
stiva, seguita da facce curiose e, ho
immaginato, forse un po ' invidiose
che affollavano ali 'esterno i fine-
stroni a sbarre del salone.
Accoglienza al carcere femminile.
IL CARCERE FEMMINILE
Prima di uscire, si fa una visita al
carcere femminile. Altro benvenuto,
altra ghirlanda, più fine e delicata,
altri inchini... e molta tristezza da
parte mia. Non si riesce a passare
indifferenti di fronte a donne giova-
nissime: chi ti fissa con gli occhi lu-
cidi, chi con uno sguai·do assente,
quasi ostile, chi con un sorriso; chi
allatta il figlioletto, chi accudisce le
misere cose, chi pulisce i poverissi-
mi giacigli del dormitorio comune.
Qualche bambina ti osserva, gli oc-
chioni spalancati come se vedesse
un extraterrestre. Poi d'improvviso
noti la gioia sui loro visi, quando ti
presentano i loro ricami, e ti rincuo-
ri .. . Un 'esperienza unica. La ghir-
landa consegnatami dalle detenute
di Berhampore la conservo gelosa-
mente.
(continua)
BS MAGGIO 2002

2.10 Page 20

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I Un fiume infuocato di lava incandescente avanza
implacabile, fuori da ogni possibile controllo,
travolgendo, polverizzando, incendiando quanto
incontra sul suo cammino. Il disastro è pressoché totale.
I 19 Gennaio 2002: dopo mesi di brontolii premonitori,
di notte, il vulcano Nyiragongo {a nord del lago Kivu,
nella Repubblica Democratica del Congo) si sveglia ...
ed è subito l'inferno.
I La marcia della lava distruttrice raggiunge il centro di
Goma {circa 400 mila abitanti). Le sofferenze della gente
sono un appello forte al mondo ; sono il grido di una
città già prostrata da anni di guerra.
I Chi soffre di più sono i bambini, come sempre,
come dappertutto.. . anche se riescono a trovare un
sorriso pur in mezzo alla sventura. Moltissimi gli orfani :
la recentissima guerra ha fatto due milioni e mezzo
di morti.
I Profughi si aggiungono a profughi. Un mare! Ma il fiume
della vita è sempre più forte di quello della morte.
L'istinto di sopravvivenza fa di gente comune degli eroi.
MAGGIO 2002 BS
I Goma è distrutta: scuole, centri sanitari, edifici pubblici,
la cattedrale... La scuola tecnica Don Bosco (ITIG),
risparmiata perché un po' più in alto delle altre
costruzioni, si riempie lentamente di sfollati.
Ne arriveranno quasi 12.000.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

▲back to top
I Anche Ngangi, l'altra scuola salesiana, è stata
circondata dalla lava, ma non assalita. Ciò che non ha
fatto il vulcano l'hanno però fatto le perturbazioni
atmosferiche da esso provocate. Ed ecco il risultato.
I Oltre 200 ragazzi sono stati evacuati e portati a Gatenga
in Rwanda, nella casa salesiana S. Carlo Lwanga.
Nei loro occhi la paura e la nostalgia: sono in una
casa amica, ma in terra nemica.
I Non basta il sorriso del direttore don Danko a far tornare
la gioia... La speranza di vita qui supera di poco
i 40 anni, la guerra li ha privati di tutto, le malattie
imperano indisturbate... " Siamo dimenticati!",
lamenta un missionario.
I Il salesiano don Danilo con gli sfollati a Gatenga.
Essi hanno bisogno di tutto, ma più di ogni altra cosa
di chi partecipi al loro dolore, e sia fisicamente vicino
alla loro sventura ...
I... chi si chini sulla loro indigenza, come suor Emma
delle FMA : in lei i piccoli ospiti, cacciali dalla furia
del monte in eruzione, ritrovano una mamma attenta e
tenera. L'11 settembre 2001 ha dominato le cronache per
mesi. Giusto! Al Nyiragongo sono bastati tre giorni
per essere dimenticato. Ingiusto!
IUn'Africa desolata. il vespaio congolese, il conflitto
angolano, i venti di guerra della Sierra Leone, gli scenari
dei bombardamenti in Somalia, gli scoppi endemici di
febbre gialla in Guinea, di meningite in Burkina Faso, di
colera in Nigeria e Mozambico, la degradazione dei diritti
umani in Zimbawe... e la pandemia di AIDS ovunque!
BS MAGGIO 2002

3.2 Page 22

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Caris s imi,
La morte ci ruba un sacco
ho la percezione di essere
di cose, ma non il cuore e i
per un certo verso il ladro
suoi legami perenn i.
che si procura quanto gli
Vi abbraccio forte.
serve per raccontare ciò
Titti è passata come un
che gli accade attorno e
fiore di campo.
dentro di sé.
La sua breve stagione ha
LETTERA Al GIOVANI La vostra bambina a soli
tre ann i è vo lata via.
il peso dell'eternità.
Sa luto Titti come "la Tit ti
Da q uel giorno guardo il
de i miraco li!". Qua nta
cielo e conto le stelle. Ce
n'è una in più se penso
a ll a vost ra fede, una in
meno se penso alla vostra
sofferenza. Non l'avete più
tra le mani, la carrozzel la
davanti al l'ascensore non
MAGG102002
Èla festa della mamma. Una bambina down
è adottata per scelta d i fede e d i cuore.
Muore dopo tre anni. Ha lasciat o un gran vuot o.
Famiglia e comunità hanno vissuto
il miracolo della solidarietà ...
La lettera vuole far rima con "mamma",
gente attorno a lei!
In noi c'è e si anima un
"paese interiore" più rea le
di que ll o vero. I suoi abi-
tanti appartengono alla
tenerezza. Milano, Torino,
Roma sono c ittà cono-
c'è, e il parco giochi senza
sciute con milioni di abi-
di lei non è più il paese
tanti. Que lla cui facc io
delle meravig li e.
riferimento è altretta nto
esistente, abitata da
Quando più di tre anni fa
vi è stata affidata Titti ,
s i è co mpiuta la vittoria
VOGLIA DI
pochi o molti che siano.
dell'accoglienza sulla
esclusione, della tenerez-
za sull'egoismo. Un giorno
TENEREZZA
vi ho chiesto chi fosse
Dio. Tutte e due mi avete
risposto: "Dio è qui, ha il
vo lto di Titti!"
Quando l'amore e la tene-
rezza si riversano s u di
noi, si risveg li a quell o che
di meglio è nascosto den-
tro di noi.
Mi confidavi: "Con lei in
Da quel giorno guardo
il cielo e conto le stelle.
bracc io mi sent ivo legge-
È la città dell'accoglienza,
riss ima. Ho trascorso
dell'affetto allo stato
questi ann i intensamente.
puro, della ~olcezza, delle
Attorno a le i ho vissuto
voci care. E la città de l
una stagione di mi racoli.
cuore.
Tanta effusione.
Da oggi anche Titti fa
Tanta ded izione.
parte di questa città invi-
Do ascolto al vost r o
sibile che nessuno può vio-
sfogo: "Nei giorni di piog-
lare e defraudare. Ha un
gia anche l'acqua del cielo Dio è qui , ha il volto di un bambino.
recapito sicuro, una casa
aveva il sapore del cielo.
accogliente, un parco gio-
Adesso, io non ce l'ho con Dio, e neppure faccio chi dove la tenerezza e l'etern ità si divertono.
domande impertinenti.
In Titti ho scoperto la cucitura che tiene assieme i
Mi affido al silenzio per percepire ciò che mi manca, brande ll i della mia esistenza: la tenerezza.
cosa mi vuol dire".
I vostri occhi sono ca mbiati: ad ogni bambino che
La vita è miraco lo per chi la dona.
sentirete chiamare mamma vedrete Titti ven irvi
La vita è speranza per ch i l'accoglie.
incontro.
la vita è vittoria per ch i l'accetta.
Ciao
la vita è il dono che Titti vi ha rive lato.
Carlo Terraneo
MAGGIO 2002 BS

3.3 Page 23

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..................... •• • •• • •
~
t===~~======:l : SALESIANI :
MDUI SCEAOMMPIOSSGIORANNADREIO •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
r.==::::::::::========::::=
I salesiani sbarcarono in Brasile per la prima volta
il 14 luglio del 1883 a Niteroi,
nello stato di Rio de Janeiro.
A capo di quella spedizione era don Luigi Lasagna.
Oggi i salesiani brasiliani sono dislocati
in 6 ispettorie mentre 9 sono le ispettorie
delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
MUSEI
di Natale Maffioli
Campo Grande, città capitale dello stato del Mato Grosso do Sul,
vanta un magnifico museo. Ci si sono dedicati con passione alcuni salesiani
come don Zavattaro, don A/bisetti, don Colbacchini, don Venture/li...
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
•••••••••••••••••
••••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MAGGIO 2002 • •

3.4 Page 24

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Scure bororo di pietra, costruita dagli uomini ma usata
dalle donne.
Visiera di penne con ornamenti formati da aculei di risso
(specie di grosso istrice).
I Oggetto rituale bororo per praticare
fori sul corpo (narici, labbra,
lobi. .. ).
N el 1948 nella casa sa lesia-
na di Goiania, stato brasi-
li ano di Goias, don Felice
Zavatta ro mise a disposizione de-
gli alunni in un' aul a di scienze
oggetti e libri che dessero loro la
poss ibilità di vedere e paragonare.
L'idea era nata, e non sarebbe
passato molto tempo, prima che il
picco lo seme avesse a dare i suoi
frutti, ma altrove. Nel 195 1 nel
Co llegio Don Bosco di Campo
Grande si allestiscono poche sa le
dove conflu isce quanto raccolto
dal Zavattaro e dove sono esposti
anche oggetti provenienti da ll e
mi ss ioni sa les iane in Bras ile: è la
prim a piccola cellul a del futuro
museo .
In quello stesso lasso di tempo i
sa les iani don Cesa re Albi setti e
don Antonio Co lbacchini ini zia-
ro no a predi sporre il materiale
che si concreti zzerà nell a più im-
porta nte opera etnografi ca pu b-
bi icata in Brasil e: l' Enciclopedia
Bororo. Durante il loro studi o
avevano racco lto una gran qu an-
ti di oggetti di uso comune dei
Bororo e di altre tri bù con le quali
i sa les ian i erano entrati in contat-
to. Tutto ciò portò all a co ll ez ione
di circa 8000 pezzi. Don Albi setti
si va lse dell a co ll aboraz ione di
don Angelo Venturelli che per
cultura fil ologica ed etnologica
era in grado di interpretare e ca-
ta loga re i materia li racco lti . Si di-
sposero le co ll ez.ioni in modo da
rendere rag ione dell a cultura de-
gli in dio, e furono denominate //
M useo dell'Indio.
L'ORCAN IZZAZION E
Nel 1976 il Museo fu trasferito
nell a sede attu ale, e ne divenne
di rettore don Pi etro Falco che ini -
ziò a fare ordin e nell a racco lta,
sepa rando le co ll ez ion i etnologi-
che da quell e zoo logiche dei ver-
tebrati , e all argando la sez ione
Aculeo che serve per dare il colpo
di grazia a una preda.
• • MAGGIO 2002 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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■ ■
••••••••••
Punte di frecce
brasiliano.
••••••
in pietra,
••••••••••••••••
rinvenute nel "pantana/ "
••••••••••••••••••••••
Fossile di Mesosauro brasiliensis
(250 milioni di anni fa).
••
del
••••••••••••
periodo permiano
•••••••••••••••••••
~
esempl ari di anim ali impagli ati,
la maggior parte appartenenti a
specie estinte o in via di esti nzio-
ne, e s' ini zia la co ll ezione di fa r-
fa lle che comprende alcuni esem-
plari tra i pi ù rari del mondo. La
••••••••
racco lta ri ceve ri co nosci menti
anche da lla pubb li ca autorità per
i va ntaggi che produce sull 'ed u-
cazione e sulla cul tura, sop rattut-
to dei giova ni . Non so lo, anche le
mi ss ioni sa lesiane del M ato Gros-
so vengo no meg lio co nosciute,
proprio grazie agri oggetti conser-
vati nel M useo e provenienti da l-
le diverse rea ltà culturali dove ta nti
anonimi mi ss ionari sa les ian i han-
no speso la loro vita con grande
sacri ficio.
Tutta la fa una vi ene insta ll ata in
uno scenario che riprod uce la na-
tura se lvaggia de l loro hab itat,
Pettine bororo.
con i suoi mammiferi, rettili, uc-
celli e pesci che stimola il visita-
tore a pors i interrogati vi anche
malaco logica con numeros i sull a questi one ecologica che ta n-
esemplari proveni enti dall a Si ci- to assilla i nostri giorni. Rari esem-
lia. Nel 1987 il mu seo viene ulte- pl ari di aquile che paiono spi cca-
ri orm ente arri cchito con 25 00 re il volo; avvolto i, anitre del Ma-
Uccello "soc6-beija-flor", così
bello da "baciare come un fiore ".
Sedile tucano.
Strombo del Brasile (collezione malacologica).
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MAGGIO 2002 • • •

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
••
•••••
r.:::;;;;;;=;;;:;;;==========================================:::;-.
Ceramica maraja.
to, serim a, martin pescatori, pic-
chi e altre spec ie di volatili sono
con le ali aperte che pa iono
ve ri , tanto sono brillanti i co lori
del piumaggio. Alligatori tra i
più grandi di tutti e poi giaguari,
lupi , cervi, tapiri, tartarughe e an-
cora molluschi, insetti e conchi-
glie di tutte le fogge e dimensioni
IL MUSEO OGGI
La visita al Museo merita di es-
sere descritta dettagliatamente.
La prima sezione è dedicata all a
paleontologia : sono circa 2500
pezzi dal Brasile, ma anche da
Itali a, Stati Uniti e Inghilterra; gli
esemp lari più interessa nti pro-
si possono notare bambole, arn e-
si per forare le labbra, pipe, uten-
sil i di ceramica, strumenti per
fare il fuoco, ventagli, cesti, vestiti
e poi archi e frecce, clave e pu-
gna li, strumenti musicali e urne
cinerarie, quanto basta a decifra-
re quell a comp lessa civiltà. Vici-
no a queste testimonianze ci so-
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
offrono al vis itatore la rara possi- vengono da Chapada do Araripe no quelle della cultura xava nte,
bilità di conoscere la magia di e da Bacia do Parana. Segue la persone vere, con oggetti di uso
tutta questa ri cc hezza storica e sez ione di archeologia, co n com un e, armi e ornamenti.
culturale.
pezzi risalenti fi no a 10.000 anni Subito dopo viene la sez ione
or sono: la racco lta co nsiste in espos itiva di ucce lli , rettili, pesci
458 pezzi prodotti da alcune po- e anfib i in 2200 unità, dove pre-
polazioni che occuparono parte dominano gli esemp lari brasilia-
degli attuali stati del Mato Gros- ni. Una sa la speciale è dedicata
••••••••••••••••••••
so do Su l, Mato Grosso, Rond6- agli in setti provenienti da diversi
nia, Sao Paulo e Amazonas. La continenti: sono 17.000 gli esem-
raccolta può essere associata a plari presentati ai vis itatori. Inte-
due diversi contesti culturali: al ressante è pure la co ll ezione mi -
gruppo dei cacciato ri, raccogli to- nera logica che vede pezzi gi unti
ri e pescatori nomad i che produ- da diversi paesi del mondo. Ulti-
cevano strumenti in pietra lavo- ma nell 'itinerario è la raccolta dei
rata per la caccia, e al gruppo mammiferi : custodisce quasi 2500
degli awicolto ri orga ni zzati in esemp lari di varie specie, alcune
com unita sedenta ri e; questi ulti- delle quali già estinte o in via di
mi confezionavano recipienti in estin zione.
terracotta per uso domestico, In una rece nte guida turistica
fabbricava no strumenti in pietra del Brasile, al paragrafo dedicato
utilizzati come armi , utens ili di all a città di Campo Grande si
ferro e ornamenti.
legge: "Da vedere il Museo don
La raccolta malacologica occ u- Bosco (già Museo dell'Indio).
pa la terza sez ione, ed è costitui - Non se ne può trascurare la v1s1-
ta da 11.200 pezzi in rappresen- ta; esso è quanto di più interes-
tanza di 196 fa migli e di mollu- sante si possa vedere a Ca mpo
schi. Grande importanza ha la se- Grande". Al Museo è annessa
zione etnologica : è qui conserva- una biblioteca specializzata in et-
ta la prima co ll ezione della cultu - nologia e antropologia, con circa
ra bororo. Questa popolazione 2000 vo lumi, la maggior parte
definiva se stessa ORARI-MOGO- dei quali irreperibili altrove o ra-
DOGE, abitanti della regione del rissimi; anche una cop iosa fotote-
••••••
I La palla del gioco chiamato
"peteca", che consiste nel lanciarla
e rilanciarla senza che tocchi terra .
pesce colorato. Non erano agri-
coltori e traevano il sostentamen-
to dalla foresta. Nell a co llez ione
ca rende l' idea delle tribù visitate
dai sa lesiani .
Natale Maffioli
• • • MAGGIO 2002 BS• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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GIÙ LE MANI
DAL MIO
IMMAGINARIO
di Jean-François Meurs
e aro Doctor J., non an-
((
drò a vedere "Il Signo-
re degli Anelli", perché
snatura un capolavoro della lettera-
tura fantastica. I soggetti di questa
epopea sono ispirati ai miti scandi-
navi{. ..} Scritto da J. Tolkien negli
anni Sessanta, non ha più cessato
di far sognare milioni di lettori {. ..}
Certamente gli effetti speciali del
film saranno sbalorditivi. Non è for-
se vero che ci annunciano cose
strabilianti a ogni novità d'oltre
oceano? E poi, come può un film
riferire tutte le sottigliezze del libro
originale, ben più ricco e ben più
denso? E perché introdurre una
storia d'amore quando nel libro ori-
ginale non c'è? Perché voler im-
porre un 'immagine a/l'immaginario
della gente? Scrivendo questo li-
bro, Tolkien ha voluto farci parteci-
pare ai suoi sogni, popolati di crea-
ture chimeriche, contrariamente a
questo film che mira unicamente
all'incasso. Tutto il merchandising
abituale è là a ricordarcelo. Questo
mi rende triste, soprattutto quando
avviene a detrimento di un 'opera
letteraria tanto favolosa {. ..} Non
lasciamo che la società dei consu-
mi trasformi le macchine per so-
gnare in macchine per far soldi!»
Romano, 17 anni , Forlì
Caro Romano,
si può condannare un film senza
averlo visto? La maggior parte dei
critici cinematografici pensano che
Jackson sia riuscito nell'impossibile
impresa di trasportare sullo scher-
mo il mondo fantastico di Tolkien: il
film è, in tutti i casi, impressionante.
Non c'è dubbio, il regista sa come
manovrare inquietanti cavalieri neri
e mostri morti/viventi , più orribili gli
uni che gli altri .
Il film pone tuttavia degli inter-
rogativi. Farsi paura a vicenda è da
sempre una deliziosa attività di bam-
bini e adolescenti . I "racconti mera-
vigliosi" integrano le loro angosce, le
loro paure irrazionali, ma anche le
loro speranze. Qui, il giovane Frodo,
anima pura della favola , lascia con
rimpianto il paese della dolce infan-
zia, ma nel mondo che deve affron-
tare, il male
possiede un
vantaggio abis-
rossa Cf-l!EDERV I
sale sul bene .
Ebbene questo
mondo rasso-
J)I NON LECiCERE
A VOCE ALTA IL
miglia al nostro, LJBRO DUf<AWTE
contrassegnato ,
LA Pl<.fJIEtJOf.JE
più di quanto lo
si voglia con-
fessare, da una
----~{1 DE.L FILtvf '?. ·
angoscia mille-
naria. Alla mi-
naccia di un
annientamento
- .G
& ~
-------.,: ft ~ ~
totale per un
conflitto nuclea-
re, si aggiunge ora quella del terrori- lo spazio , e costitu isce la sostanza
smo. Il film viene al momento giusto, del film . La dimostrazione della for-
ma sarà così convincente nel suo za dell 'amicizia appare poco con-
messaggio di speranza tanto quanto vincente. Quel che è convincente ,
lo è nella sua evocazione del male? invece, è la descrizione delle forze
È senza dubbio eccessivo ac-
cusare Jackson d'aver mirato alla
grana ! Far incontrare il cinema e
un libro non è per forza una profa-
nazione. Ma, evidentemente , biso-
gna aspettarsi le critiche dei cultori
del libro . Guai a colui che sabota
o rende insipida un 'opera ben fat-
ta. C'era questo rischio , ma, one-
stamente , non so se l'opera di
Tolkien sia stata compromessa dal
film. Quel che so è che il film non
mi ha messo voglia di leggere il
libro. Hai ragione a dire che un
libro non è un film: sono due
media dalle tendenze opposte: il
cinema è un media "duro" che
impone immagini all 'immaginario e
lascia meno spazio al sogno ,
all 'immaginazione. Lo spettatore
subisce pass ivamente . Lo scritto
invece non impone ; il lettore è più
partecipe, perché deve fare una
buona parte del lavoro. Ecco per-
ché chi ha amato un libro è quasi
sempre deluso dall 'adattamento
cinematografico .
del male : là l'immaginazione si di-
spiega anche troppo , fin quasi alla
nausea. Un messaggio d'amore ,
d'amicizia, di solidariet~, di pace
non si può imporre. E difficile ,
quando ci si butta nel vortice dell'a-
zione e della violenza, far emerge-
re i valori di dolcezza. Il grande
cinema è sovente vittima della sua
forza, della sua tendenza esibizio-
nista.
Un'altra differenza di non poco
conto : se la lettura genera spesso
delle emozioni , il cinema d'azione
privilegia le sensazioni . Questo film
rinforza tale differenza perché pun-
ta molto sulle prodezze tecn iche
che sono impotenti a creare vere
emozioni. Le sensazioni sono forti ,
ma i momenti d'interiorità sono
deboli e senza originalità. Aggiun-
go, per inciso, quanto io trovi spia-
cevole che l'audio sia tenuto troppo
alto in molte sale . Caro Romano ,
non è impossibile trasporre un libro
al cinema, e ciò può anche tornare
utile per mettere un largo pubblico
in contatto con opere che contano
L'altro rischio è di non riuscire per l'umanità. Ma niente rimpiaz-
a rendere lo spessore del libro e il zerà mai la lettura di un libro. Ed è
suo messaggio. Anch 'io sono d'ac- magnifico che ci siano giovanotti
cordo : ne "Il Signore degli Anelli " le come te che, dando prova di gran-
piccole dichiarazioni di saggezza de maturità, rifiutino di essere dei
appaiono come dei corpi estranei in consumatori senza un parere per-
mezzo all'azione che occupa tutto sonale.
BS MAGGIO 2002

3.8 Page 28

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La società moderna richiede interventi sempre più mirati
PORTE APERTE Una comunità di FMA
e di laici impegnati sul
fronte dell'occupazione
PER IL LAVORO giovanile. Il lavoro
di giorni e giorni per dare
a chi è escluso dal ciclo
di Maria Antonia Chinello
di produzione
la possibilità non solo
di imparare e fare, ma
soprattutto di crescere e
diventare protagonisti.
Nuove modalità per
formare "buoni cristiani
e onesti cittadini": il
sogno-eredità lasciatoci
da Don Bosco.
E' una frase all'entrata del Cen-
tro Laura Yicufi.a di Torrent
(Spagna). E emblematica per
chiunque vi a1Tivi, ma soprattutto
per chi vi sosta, anche solo per
qualche giorno. "SIEDITI CON
NOI SULLE SCALE, NELLE PIAZ-
ZE. UNISCI LA TUA VITA CON LA
NOSTRA". Poche parole. Indicano
la rotta intrapresa dalle Figlie di
Maria Ausiliatrice, dagli operatori e
dalle operatrici, dai collaboratori.
Una vita accanto ai giovani, com-
pagni del loro viaggio. Il Centro, di-
cono i giovani con il loro linguaggio
sintetico, è "7-24", cioè "aperto tutti
i giorni (7) per tutto il giorno (24)".
Una casa a cui approdano ragazzi
e ragazze tra i 12 e i 18 anni, e oltre,
con alle spalle storie che affondano
le radici nella violenza familiare,
nella droga, nell'abbandono scola-
stico, nella povertà economica.
MAGGIO 2002 BS
CASA NOSTRA
L'opera, sostenuta da una Asso-
ciazione appositamente costituita, si
divide in due centri, e tre percorsi
formativi , che sono però in conti-
nuità educativa tra loro. Il Centro de
Dfa che prevede un programma di
accoglienza e si rivolge ad adole-
scenti e giovani che per la loro si-
tuazione personale, fami liare, occu-
pazionale e di inserimento sociale
hanno bisogno di un rinforzo e di
un accompagnamento socioeducati-
vo individualizzato. "L'obiettivo -
spiega suor Isabel Peréz, coordina-
trice - si esprime nell'offerta di la-
boratori di espressione corporale, di
manualità e disegno; corsi di forma-
zione e di appoggio scolastico, di

3.9 Page 29

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e audaci sul sociale.
a condividere con i collaboratori e
le collaboratrici, gli insegnanti e le
docenti e a costruire la comunità
educativa. Quell'ambiente, c10e,
che favorisce la crescita e lo svilup-
po integrale della persona, condu-
cendola a ricercare con fatica e co-
raggio il proprio posto nella vita.
NON SOLO PREMI -
informatica, di taglio e confezione,
di meccanica. Ci sono anche alcune
attività culturali, come il videofo-
rum, la redazione di una piccola ri-
vista. Il desiderio è quello di arrivare
a tutto il giovane e a tutti i giovani
nella integralità della loro persona".
Il Progetto educativo del Centro
prosegue poi con il Centro de For-
maci6n. Qui si intende raggiungere
soprattutto quei giovani esclusi dal
sistema educativo e dal mercato del
lavoro. L'obiettivo è ridurre il gap
tra la domanda e l'accesso all'atti-
vità produttiva.
"Questi sono i ' grandi' del Centro
- sorride suor !sabei -. La loro esu-
beranza invade la casa, ma le loro
storie sono dure, sanno di emargina-
zione e inadeguatezza. L'ascolto e la
vicinanza leniscono le ferite, ma i
cammini per riacquistare fiducia in
sé sono molto lunghi".
In questo curricolo trova spazio
un corso di formazione al lavoro per
giovani donne disoccupate. Si colla-
bora strettamente con l'Ufficio del
Lavoro, da cui provengono le se-
gnalazioni di maggior disagio. La
finalità è duplice: raggiungere una
qualificazione professionale e con-
tribuire allo sviluppo di micro-im-
prese.
Il terzo passo del percorso forma-
tivo del Centro Laura Vicuna è il
Servicio de busqueda de empleo,
programmi di accompagnamento in-
dividualizzato o di gruppo per la ri-
cerca di lavoro.
Si attua grazie a un'ampia rete di
collegamenti sul territorio con agen-
zie, servizi sociali, enti e imprese al
fine di ricercare le possibilità di im-
piego che meglio rispondono alle
esigenze dei giovani e delle giovani.
Chi lo frequenta ha la possibilità di
studiare più da vicino le articolazio-
ni e il disegno in cui può dispiegarsi
un'azienda. Un primo passo verso
la realizzazione di piccole imprese
autonome.
La formazione è prevista non solo
per chi frequenta, ma anche per chi
è chiamato a essere "maestro", so-
prattutto, di vita. Suor Isabel e le
sue sorelle sono dunque impegnate
2001 è stato un anno importante
per la storia del Centro Laura Vi-
cufia. Due riconoscimenti ufficiali
sono giunti da parte del Conseller
de Economia, Hacienda y Occupa-
ci6n di Valencia e del Club de Ge-
rentes de Torrent.
Due premi che vanno ben al di
là di ciò che hanno assegnato.
Entrambe le istituzioni hanno rico-
nosciuto l'apporto di qualità fornito
alla comunità locale dagli operatori
del Centro. "Non solo formazione al
lavoro, ma anche continua ricerca di
innovazione di questo settore educa-
tivo", si legge nella motivazione del
Conseller de Economia di Valencia.
"Il riconoscimento - conferma
suor Isabel - è stata l'occasione per
dare rilievo a quelle persone e orga-
nizzazioni che con il loro impegno,
nell'arco di molti anni, hanno con-
tribuito al consolidarsi, allo svilup-
po e alla ricerca di distinte modalità
di formazione professionale".
Invece, il Club de Gerentes de
Torrent ha voluto puntare sull 'azio-
ne sociale portata avanti dal Centro:
mediante l'attività, i giovani sono
portati a crescere nell ' amicizia, ad
aiutarsi per far fronte alle difficoltà
del contesto in cui sono inseriti. O
BS MAGGIO 2002

3.10 Page 30

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IL
••esE
JTI
IN
LIBRERIA . ppe Moronte
o curo di G1use
DON BOSCO
L'avventura
di una vita
di Jacques Rey
(reportage)
ELLEDICI,
Leuman (TO), 2001
pp. 96
Ecco un testo origina-
le, moderno, efficace
nella sua presentazio-
ne. Attraverso una
biografia essenziale,
di tipo giornalistico,
l'autore guida sulle
tracce di Don Bosco.
Una panoramica stori-
ca, "la strada", aiuta a
capire come Don Bo-
sco visse nel 19° se-
colo in radicale cam-
biamento, e seppe ri-
spondere alle neces-
sità di una gioventù
che soffriva per la
mancanza di ricono-
scimento e di amore.
Servendosi di alcuni
"reportage", invita a
considerare uomini e
donne che oggi, co-
me Don Bosco, conti-
nuano ad attirare gio-
vani disorientati per
condurli al sole della
vita. Lo "sguardo" di
Don Bosco riporta poi
a quello di tutti i gio-
vani che camminano
sulle strade delle no-
stre città senza anima
che le nostre società
producono.
~ ~ ~ eoucATIV
MARIA ROMERO
ANIMAZIONE
CHIESA IN ITALIA
Contempl-attiva
CULTURALE
Annale de "IL REGNO"
al servizio degli ultimi. Teoria e metodo
edizione 2001 ,
Cento parole chiave
di Mario Pollo
EDB, Bologna, 2002
di Giuliana Martirani
LAS, Roma, 2002
pp.280
Paoline, Milano, 2002
pp. 404
pp. 152
Strumento di lavoro pasto-
Il libro , frutto di lunga ricer- rale con tre caratteristiche:
Donna del nostro tempo, ca, descrive quel metodo informazioni istituzionali;
Maria Romero ha trascor- particolare di animazione giubileo come elemento
so la sua esistenza in Co- educativa che è l'animazio- unificante ; domande sulle
sta Rica fra i più poveri. In- ne culturale e di cui l'auto- classi dirigenti nel paese. I
terpretando le Beatitudini , re è uno dei fondatori. dati delle tabelle, diocesi
ha saputo realizzare una Nella prima parte fa una per diocesi , quelli su asso-
giusta distribuzione dei be- breve storia dell'anima- ciazioni e movimenti eccle-
ni , guardando le persone, zione .
siali, missioni e gruppi di
gli eventi , la natura, alla lu-
volontariato, non sono sem-
ce di Dio. Entusiasta della
pre reperibili in altre pubbli-
vita, anche se messa a du-
IIMI0""10
cazioni. Si registrano in
ra prova, ha saputo coin-
particolare i cambiamenti
volgere nel proprio proget-
all'interno della GEI , con-
to schiere di ragazze e di
giovani donne, le misione-
ritas, insieme con tanti col-
laboratori che, ancora oggi ,
ANIMAZIONE
CULTURALE
Teorà e metodo
seguenti al cambiamento
dello statuto. Il giubileo ha
inciso sulle scelte delle
diocesi , stimolando iniziati-
con le Figlie di Maria Ausi-
ve, programmi pastorali,
liatrice, continuano la sua
esperienze e attivazione di
opera in più Paesi del Cen-
energie nuove , tanto da
troamerica. Questa biogra-
configurarsi come il vero
fia, arricchita ora dall'even-
progetto pastorale della
to della Beatificazione , ne
Chiesa italiana.
dipinge un ritratto appas-
sionato, intramezzato da
·-
pennellate di suoi scritti
(poemi ,
salmi) .
laudi ,
preghiere ,
Nella seconda ne descrive
i fondamenti antropologici,
individuati nel carattere
progettuale e simbolico del-
l'essere umano, nel suo
modo particolare di abitare
il tempo e di confrontarsi
con il limite della morte e
l'apertura al trascendente.
Nella terza affronta la de-
scrizione degli obiettivi del-
l'animazione culturale, che
sono organizzati all'interno
delle aree (personale, so-
ciale e religiosa) . Nella
quarta fa una sintesi del
metodo dell'animazione: Oltre a questo, nell'ambito
accoglienza del mondo delle classi dirigenti, emer-
giovanile, creazione di re- gono attenzioni verso il
lazione tra l'animatore e il clero e le élite politiche.
gruppo, crescita del grup-
po come luogo educativo,
modello di progettazione
educativa.
MAGGIO 2002 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~
MODIIMDIONIANZA
rEST
CAMPIONARIO
DEI CRISTIANI
Duecentocinquanta "tipi"
di credenti nell'Arca
della Chiesa
di Joaqufn L. Ortega
San Paolo ,
Cinisello B. (Ml) , 2001
pp. 276
JOAQU[N L ORTEGA
CAMPIONARIO
DEI CRlgTIANI
Duecantocinquanta "tipi"
di credenti
nell'Arca della ChlHa
Mentre il mondo sembra li-
vellarsi nella cosiddetta glo-
balizzazione, la Chiesa vi-
ve una straordinaria sta-
gione di pluralismo, conse-
guenza naturale di una vita
adulta vissuta in libertà. Il
campionario, disincantato
esercizio di buonumore
teologico ed ecclesiale, ve-
de la barca della Chiesa
navigare tra i marosi della
storia come una nuova
Arca di Noè sulla quale i
più diversi tipi di cristiani ,
pur sentendosi "come fos-
sili provenienti da epoche
passate" vogliono vivere
oggi , ciascuno a proprio
modo , il paradosso cristia-
no . Quale l'identikit del cre-
dente : affaticato, appisola-
to , aristocratico , brontolo-
ne, clandestino, domenica-
le, funereo , miracolista, no-
stalgico, profeta di sventu-
re, ecc. Un tentativo provo-
catorio per gli imperativi
evangelici di sempre.
~
PENSIERI
CAMPANE IN LIBERTÀ
Un sorriso al giorno ...
toglie il diavolo d'intorno
di Felice Moscone
ELLE DICI ,
Leumann (TO) , 2001
pp. 236
Oggi non basta più il rin-
tocco di una campana per
richiamare a un valore di
fede . Molti brancolano nel
buio; c'è una folla di figli
del benessere che non ha
mai vissuto una autentica
esperienza religiosa ; si ri-
scopre con sgomento che
una larga fetta di battezzati
è assolutamente "denutri-
ta". Allora come far fiorire
nel cuore umano il seme
della riflessione , la dimen-
sione della responsabilità,
la nostalgia dell'Infinito? Ci
si deve rassegnare a vive-
re una vita senza senso?
Con piacevoli storie, que-
sto libro vuole contribuire a
riaccendere qualche scin-
tilla di Cristo nella scialba
vita di "credenti in incogni-
to", tarantolati dalla fretta,
idrofilizzati nel cuore e
congelati nell'anima. Non
trovano più tempo di pen -
sare, di riscoprire la fede , e
riassaporarne la gioia.
FELICE MOSCONE
m, ~11tt.,(i "' Riflmo. tr~llt' Il clltll'ofo il 111Jrm1r,
~
cHIESIADARIETA
E soL
CHIESA E SOLIDARIETÀ
SOCIALE
Terza indagine sui servizi
socio-assistenziali
collegati con la Chiesa
cattolica in Italia
a cura di Giovanni Sarpellon
ELLEDICI ,
Leumann (TO), 2002
pp. 272
Conwha Ecdt~I. Nm:ionole
degli Orgoniuni Socio-Auilten1ioli
=- Chiesa e
~ solidarietà
=r sociale
;::ç:
::S:::::e=c::: .-T.~e.rl.=i.llt.ne.d.magil,:o. li
~ ~~
...:t: in lk,lìo
::;;;:=
=
~Sarpallon
La Consulta Eccl esiale Na-
zionale degli Organismi
Socio-Assitenziali , fedele
alla cadenza dece nnale ,
presenta il 3° censimento
nazionale dei servizi colle-
gati con la Chiesa Cattoli-
ca. I risultati servono ad
evidenziare che dalle ri-
sposte delle comunità cri -
stiane se ne può dedurre
la presenza di una Chiesa
incarnata nel territorio . Il
censimento riguarda il de-
cennio dedicato al tema
"Evangelizzazione e testi-
monianza della carità". La
Chiesa si è misurata con la
realtà del disagio , sotto le
varie forme, per riscoprire
che la carità vissuta è già
evangelizzazione, anzi ne è
la parte più visibile e com-
prensibile. Permette poi di
riflettere su aspetti nodali
della presenza della Chie-
sa a 30 anni dalla fonda-
zione della Caritas Italiana.
~
PEDAGOGIA
ORIENTAMENTI
PEDAGOGICI
ERICKSON , Gardolo (TN)
Già edita dalla SEI , ora
dalla ERICKSON , continua
le pubblicazioni la presti-
giosa rivista dell 'Università
Salesiana "Orientamenti
Pedagogici", diretta so-
prattutto a scuole e inse-
gnanti e a tutti gli educatori
sensibili alle problematiche
giovanili, a quelle del disa-
gio e della devianza, ai
rapporti giovani-adulti e al-
le loro ripercussioni sulla
formazione professionale,
all 'occupazione giovanile,
all 'alternanza scuola-lavo-
ro , all'orientamento, all 'e-
ducazione permanente. Si
tratta di una rivista "storica"
nel campo delle scienze
dell'educazione che per in-
segnanti di scuola primaria
e secondaria, docenti uni-
versitari e operatori nel
campo della formazione
giovanile appare indispen-
sabile.
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA . I l1bn
che vengono segnalati s1 pos-
sono acquistare presso le libre'.
rie cattoliche o vanno nch1est1
direttamente alle r1spett1ve
Editrici .
BS MAGGIO 2002

4.2 Page 32

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-
LA VITA
AL BS di Giancarlo Manieri
Nino Silvestro è uno di quei
coadiutori salesiani che devono la
loro vocazione al Bollettino
Salesiano, e ai quali il Bollettino
Salesiano deve una straordinaria
diffusione.
"N ino? Un signore!". È la prima cosa che ti dico-
no, quando chiedi notizie del signor Silvestro,
prima di tuffarsi in descrizioni entusiastich e,
ma sorprendentemente "comuni". Tanto comuni che tu
stesso ti sorprendi a tua volta di rimanere entusiasta.
Una virtù ha caratterizzato i suoi 50 anni di vita sale-
siana : l'accoglienza. È gran cosa , se sai che 40 di
questi anni li ha passati in una "casa di accoglienza".
Te ne rallegri per i fortunati ospiti che l'anno trovato lì ,
il sorriso largo , lo sguardo sereno , il gesto aperto nel
saluto. Nino ha passato gran parte della sua vita reli -
giosa sotto l'occhio vigile dell'Etna, ha contemplato le
meraviglie delle sue eruzioni , ne ha seguito le furie , ha
indicato agli ospiti il pennacchio che sporca il cielo ,
tirandoci poi la morale . Si è riempito di un panorama
gravido di storia e di cultura, di miti e di arte : quella
Riviera dei Ciclopi che dà asilo alle città storico/turisti-
che di Acireale e Taormina e ai borghi marinari di Aci-
trezza e Acicastello ; maestosa la cornice dello Ionio,
solcato dagli antichi Dori colonizzatori dell'isola.
Ha passato gran parte della sua vita sotto l'occhio vigile
dell 'Etna.
MAGGIO 2002 BS
Nino Silvestro: il suo sereno, aperto,
inimitabile sorriso!
CARO DIRETTORE
Nino amava la natura e le cose belle di essa, ringra-
ziando il cielo di aver creato i fiori , la montagna, i
castagni , il mare, il cielo , la congregazione e... il Bollet-
tino Salesiano! "Caro direttore nuovo del BS, scriveva
in una lettera, io sono un innamorato del Bollettino e
faccio come Don Bosco, lo do a chi lo vuole e a chi
non lo vuole. Ma quasi tutti lo vogliono. lo sono uno
che sa fare poche cose, perciò ho scelto di fare questo
servizio che è facile. Allora mi mandi un po' di cartoline
di richiesta .. . cioè un "Po ", perché io ne distribuisco un
fiume, e mi durano un soffio{. ..] Voglia gradire tutta la
mia stima . Nino Silvestro coadiutore salesiano ". A
Pasqua non mancava il suo biglietto augurale : "A lei
che scrive la rivista di Don Bosco, gli auguri di uno che
al Bollettino Salesiano gli vuole tanto bene e a Don
Bosco che l'ha inventato, tantissimo! lo lo dono a tutti
perché possa catturare qualcuno, come a suo tempo
ha catturato me. Siccome sono felice, vorrei che lo fos-
sero anche altri. Perciò mi mandi tante cartoline di
richiesta . Dio la protegga. Nino Silvestro, coadiutore
salesiano". E spesso vi allegava un santino o un librici-
no, e - a penna - un'esortazione a continuare, o il gra-
zie per un articolo particolarmente gradito ...
IL SALESIANO OPEROSO
Era uno di quelli che ci teneva più di ogni altra cosa a
essere salesiano . Fin dalle 5,30 del mattino si metteva
a disposizione dei clienti dell 'Albergo Don Bosco
"Emmaus". Tutti lo conoscevano , dava confidenza a
tutti e di tutti riceveva le confidenze. C'era chi veniva a
trovarlo e gli raccontava pene segrete e gioie evidenti.
Sapeva entrare in contatto empatico con anziani e gio-
vani , non solo con la parola viva ma anche e soprat-

4.3 Page 33

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-------------tOl1!Jl«T()RI cfl1LEcflll/1/I
tutto con la corrispondenza. Scriveva molto il signor
Silvestro : una mole imponente di cartoline, biglietti da
visita, lettere. E mai scordava di mettere , tra le frasi
augurali qualche riflessione ascetica, e di assicurare
una preghiera. Così tutti sentivano di avere un "para-
fulmine", come afferma simpaticamente qualcuno.
Un altro dei suoi amori era la "coadiutorietà". Il neolo-
gismo un po ' azzardato lo scrisse in una lettera, affer-
mando di "andar fiero" di essere coadiutore. La consi-
derava una vocazione/capolavoro . Gli incarichi avuti a
Zafferana la dicono lunga sulla considerazione in cui
era tenuto. Prima "sovrintendente al movimento", poi
"amministratore", quindi "incaricato della cappella, del-
la libreria e della buona stampa". Non aveva nemici il
signor Nino , né poteva averne : come si fa a farsi
nemico uno con il sorriso perenne sulle labbra, che ti
tratta da signore anche quando dà battaglia sui prezzi,
che ti stima e ti serve anche quando non hai le stesse
idee? A Zafferana era diventato un personaggio.
PENNELLATE
Lineamenti distesi , sorriso gioviale, braccia pronte
all 'abbraccio : tre pennellate per un ritratto. Nino questo
era, e così ha resistito per i quasi 15 mila giorni della
sua vita all 'Emmaus. Era "l'accoglienza" fatta persona.
Don Bosco lo conquistò quando nella parrocchia del
paese natale che regolarmente frequentava trovò il
Bollettino Salesiano. S'innamorò di quel prete che ave-
va regalato se stesso ai giovani; e dei suoi figli , quelli
con la talare tirata su e quelli con le maniche tirate su,
tutti per servire i ragazzi. Da allora il Bollettino Salesia-
no lo accompagnò fino alla morte. Lo confessava col
solito candore in una lettera negli ultimi tempi: " lo,
caro direttore, sono uno che al BS deve tutto: sono
nato alla vita salesiana attraverso il BS, e col BS
voglio morirei Lei intanto mi mandi le cartoline di
richiesta perché le ho di nuovo terminate. Mi scuserà.
Nino Silvestro, coadiutore salesiano". Era una banca-
rella vivente : dovunque andasse portava con sé stam-
pa da regalare : ad amici, benefattori , familiari , parenti ,
conoscenti , ammalati , carcerati. Perfino al direttore del
BS . Non gli offriva la rivista, naturalmente, ma: "Ecco
Un grande amore
Amatissimi confratelli vi confido un
profondo mio desiderio; sono nato
alla vita salesiana per mezzo
del '1Bollettino Salesiano" e desidero
rinascere nel glorioso "Paradiso
salesiano" con una copia dell'ultimo
11Bollettino" posto nella mia bara.
Grazie per questa carità.
A.Silvestro
Il ricordo lasciato da Nino
prima di morire.
- La casa di accoglienza "Don Bosco Emmaus".
un piccolo, povero pensiero. lo non scrivo bene come
lei, ma vorrei fare del bene come lei. Lo accetti mi vie-
ne dal cuore. E se mi manda qualche altra cartolina.. .".
Confesso di aver cominciato a voler conoscere questo
straordinario tifoso del BS . Non ho fatto in tempo.
Di a poco cominciò a sentire che qualcosa non fun -
zionava nella salute. Ma era pronto. Aveva scritto
riguardo alla sua fine: " Prego tutti di non chiamarla
morte ma trasferimento". E se ne andò con nella cas-
sa , come aveva deciso, l'ultimo numero del BS -
luglio/agosto 2001 - forse per leggerlo con tutto como-
do di là, non avendo fatto in tempo a leggerlo di qua.
In data 3/07/'98, mi scrisse : "Perché non prendere in
considerazione un articolo sui coadiutori?...". Non
immaginavo che l'avrei scritto per lui.
BS MAGGIO 2002

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrere
LA TIMIDEZZA NON È
UNA CONDANNA A VITA
Tempi duri per i timidi e gli introversi. La società in cui viviamo
è fragorosa e competitiva. Chi ha il dono di un temperamento
riservato rischia di non sentirsi mai a suo agio.
La paura dei contatti sociali è diffusa. Quasi metà
della popolazione ha paura dell'altra metà.
Una ricerca condotta su stu-
denti dimostra che il cin-
quantuno per cento degli
studenti ha riferito di aver paura di
parlare in pubblico ; il trentacinque
per cento ha ammesso di aver pau-
ra di fall ire ; il sedici per cento teme
di fare brutta figura di fronte agli
altri. I timidi sono paralizzati dalla
sensazione di dover fornire una
prestazione ottimale e nelle situa-
zioni sociali osservano se stessi
con occhi ipercritici . Nella loro testa
MAGGIO 2002 BS
si rincorrono domande inquietanti
del tipo : "Che effetto farò?" oppure:
"Si nota che sono nervosa?" o:
"Sono vestita in modo decente?" o:
"Non avrò riso troppo forte?" o:
"Che cosa posso dire , se c'è una
pausa nella conversazione?"
Questa ossessiva autoanalisi sca-
tena lo stress , sotto forma di au -
mento della pressione, palpitazioni ,
sudorazione diffusa, rossori. Ai timi-
di occorre una grande forza per
mascherare la propria insicurezza,
ma proprio a causa degli sforzi
spasmodici che compiono per fare
bella figura tendono a compiere
movimenti goffi , e la paura di mo-
strarsi agli altri sotto un aspetto
negativo li fa incespicare nel di-
scorso . Insomma, i timidi sono
d'impaccio a se stessi e cercando
di rimediare rischiano di peggiorare
la situazione.
Che cosa possono fare i genitori .
Anche se il modello umano preferi-
to dalla nostra società è quello di
personalità spavalde e arroganti ,
non è affatto necessario forzare tut-
ti ad essere così. Ci sono anche
timidi e riservati felici e perfetta-
mente inseriti . I genitori devono
fare attenzione ai segni che de-
notano un vero disagio . Se un
bambino è rinchiuso in se stesso ,
solitario , e soffre per un senso di
isolamento, allora devono interveni-
re . Una persistente mancanza di
socievolezza, insieme con la totale
mancanza di amici , sono caratteri-
stiche che non sono volute dal sog-
getto , ma gli sono in certa misura
imposte. I genitori devono informar-
si. Ci sono forse problemi a scuo-
la? Qualche furbastro lo sta mal -
trattando , o dei suoi compagni lo
hanno rifiutato? Ci sono stati degli
insuccessi (in casa o a scuola) che
gli stanno facendo perdere la fidu-
cia in se stesso? Non ci dobbiamo
sorprendere se , davanti ad una
situazione di tensione, qualche
ragazzo invece di reagire, di con-
trattaccare, preferisce "staccarsi" da
un mondo che lo ha ferito , e rin -
chiudersi in se stesso. Che cosa
fare , in pratica, per aiutare chi ha
difficoltà ad uscire dal bozzolo? La
ricetta contro la timidezza compren-
de diversi ingredienti.
Calore familiare . Il rapporto con i
genitori è il primo rapporto interper-
sonale che i bambini sperimentano.
La protezione, la sicurezza e la sta-
bilità sono esperienze fondamentali
su cui i figli possono costruire una
salda coscienza del proprio valore.
I bambini che si sentono amati dai
genitori credono più facilmente di
poter piacere anche agli altri , men-
tre quelli che hanno sperimentato
scarso amore o eccessiva severità
da parte dei genitori temono di
incontrare indifferenza o rifiuto an-
che nei contatti con gli estranei.

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
I
sul
f
e
so-
e
~i
ola
o
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stimano
p
essant i,
ttrattive .
sentono
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fi~u · d ba bi(lo in se stesso,
m@I - dO' e le capa , ità e dando-
se l'il s zion - de i uccesso È
i1rsrp.©Ftao.ta.~uind· r~va1gli delle ~tti-
vità in e · possa ' i cer~" e -éi .tirsi
competente. In secondo l_µego , lo
si deve attita
" cettarsi ",
facendogli capire che è amato e
apprezzato per ciò che è. Senza
mai dimenticare di dirgli che l'affet-
to per lu i rimane "qualunque cosa
capiti ".
Incoraggiamento. I bambini timidi
hanno spesso dei gen itori iperpro-
tettivi. In questo caso , il dilemma
del rapporto causa-effetto non si
lascia risolvere facilmente: il bambi-
no è tim ido perché i genitori gl i
risparmiano ogn i minima prova,
oppure i genitori tolgono fino all'ulti-
mo sassolino dalla strada del fig lio
proprio perché è timido e vogliono
risparmiargli motivi di agitazione?
Come sempre , l'iperprotettività non
aiuta. La timidezza è una forma di
paura, e le paure non si superano
evitando le situazioni che le scate-
nano . I genitori possono aiutare i
figli solo se li incoraggiano ad af-
frontare situazioni nuove.
I genitori devono essere molto
concreti, se vogliono aiutare i figl i:
non possono, per esempio, manda-
re un figlio vestito "bene" in una
s?uola in cui tutti vanno in jeans, e
viceversa. La questione dei vestiti
può diventare un tormento per dei
bambin i timid i. Quando si tratta di
brufoli , scarpe o capelli , i genitori
devono intervenire con discrezione
e cercare soluzioni senza fare predi -
che. I bambini dotati di un carattere
introverso e riservato hanno bisogno
di essere "accompagnati" un po ' di
più degli altri , di essere ascoltati
con maggior attenzione e soprattutto
di essere lodati quando fanno pro-
gressi e se lo meritano.
È POI COSÌ BRUI IO
ARROSSIRE?
Custodire la fede dei figli? Amare da Dio.
A !l'inizio i miei figli apparivano
molto diversi fra loro per
temperamento ; nel tempo ,
invece, abbiamo scoperto una buo-
na som igl ianza, perché hanno co-
struito la loro personal ità condivi-
dendo molte cose del loro cammino
educativo e delle esperienze tipiche
della vita adolescenziale. Fra le
cose che li hanno lungamente diffe-
renziati , c'era sicuramente il grado
di sicurezza con cu i si porgevano
agli altri. La femmina da piccola si
nascondeva sotto la mia gonna
quando qualcuno le rivolgeva la
parola ; il maschio invece era così
sfrontato da metterci seriamente in
imbarazzo per la sua eccessiva
"trasparenza". Nella loro reciproca
complicità, avevano però un buon
gioco di squadra: lei , più riflessiva,
guidava le scelte e le strategie nel-
la relazione con i coetanei ; lui , più
disinvolto, porgeva pensieri e paro-
le con immediata simpatia e rende-
va entrambi accetti nel gruppo dei
pari. Crescendo, hanno cominciato,
forse per contag io, a scambiare i
loro ruol i. Così adesso dobbiamo
fare i conti con una figlia che non è
proprio un'estroversa, ma sa usare
bene le sue risorse comunicative e
non rinuncia a dire la sua anche
nelle situazioni più spinose; il figlio ,
invece, sta vivendo la classica fase
dell'insicurezza adolescenziale: tal -
volta appare timido, altre volte rea-
gisce in modo un po' aggressivo ai
confronti più fastidiosi.
Come genitori non facciamo
molto perché le cose cambino :
l'esperienza ci suggerisce che la
timidezza non può essere sconfitta
con interventi diretti - magari agen-
do sulle disponibilità e le capacità
di relazione e comunicazione -; è
utile invece offrire un rinforzo
discreto alla capacità dei ragazzi di
pensare con la propria testa; quan-
to più maturano in autonomia e nel-
la capacità di essere se stessi , tan-
to più assumono con una certa
sicurezza il dialogo con gli altri. E
su questi fronti il ruolo della fami -
glia è importante, ma purtroppo
non decisivo né esclusivo. Quel
che conta di più è l'offerta, nei vari
ambienti educativi dei ragazzi , di
occasioni concrete perché possano
accrescere la disponibilità a condi-
videre la vita quotidiana e la capa-

4.6 Page 36

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cità di assumere qualche impe-
gno a favore del prossimo ; tutto
questo crea gradualmente mag-
giore dimestichezza nell 'espres-
sione dei propri sentimenti e la
necessaria coerenza fra quel che
si pensa, si dice e si compie.
La nostra scarsa propensio-
ne ad interventi mirati deriva
anche dalla convinzione che la
timidezza non sia necessaria-
mente un handicap . Un po ' di
riservatezza, una certa lentezza
nell'esprimersi non fanno poi
male : aiutano a riflettere meglio
su quel che si vuole affermare, e
consentono di fare spazio alle
opinioni altrui. La tim idezza è, per
certi ve rsi , un buon antidoto
all 'eccesso di protagonismo che
spesso ci affligge in questi tempi
in cui è così difficile entrare in
relazione profonda fra le persone.
Mi preoccupa, invece , il rischio
che la timidezza possa essere
una form a di pigrizia mentale o
una dimostrazione di orgoglio : è
sicuramente perdente chi tace
per non esporsi o per sottrarsi al
confronto con chi si muove in
modo differente sullo scenario
della vita. E per esorcizzare que-
sto pericolo , abbiamo suggerito ai
nostri figli che non dovevano ave-
re paura di arrossire ; quel che
conta è non negare un contributo
quando è in gioco qualcosa di
importante sul piano degli orien-
tamenti culturali o morali nell'am-
bito della comunità con cui abi -
tualmente si vive.
Il vero problema, secondo
noi, è aiutare i figli ad aver cura
delle esperienze e dei problemi
quotidiani : chi sente di appartene-
re a un certo mondo, chi sa di
avere davvero qualcosa da dire,
prima o poi ci tiene a pronunciarsi
sulle cose che contano , e può
anche superare il disagio di la-
sciarsi giudicare dagli altri o di
sentirsi incompreso.
E poi bisogna ricordare a se stes-
si che in un mondo che non colti-
va molto l'espressione dell'auten-
ticità, anche un modo un po' goffo
di porgersi agli altri può diventare
interessante. A ben guardare, sia-
mo tutti un po' maldestri nel met-
terci in gioco e sorriderne insieme
è una buona terapia.
MAGGIO 2002 BS
FAMIGLIA
SALESIANA
di Graziella Benghini
s.o.s.c.
Fondate l'8 dicembre 1933 a Pellaro (RC), appartengono
alla Famiglia Salesiana dal 1983. Il loro motto è quello del fondatore:
"Caritas Christi urget nos", l'amore di Cristo ci spinge (Cor 5, 14).
Sono 260. In Italia hanno 64 "missioni", in Bolivia 7.
SALESIANE O BLATE
DEL SACRO C UORE
Fondatore è il vescovo salesia-
no monsignor Giuseppe Cognata,
vista l' indigenza materi ale e spi ri -
tuale in cui versava la diocesi a lu i
affidata. Lo svilu ppo è rap ido e le
suore si in seriscono nel lavoro
ed ucativo e pa rrocch iale de i pae-
si ni dispersi sull 'Aspromonte ca la-
bro. Ne l 1936 nasco no le prime
missioni in Sicilia e nel Lazio. Nel
1939 mons ignor Cognata viene
ca lunniato, den unciato a Roma ed
esonerato da ll a ca ri ca di Superiore
e di Vescovo: pe r 22 ann i sarà
so lo "do n Cognata", sereno nell a
sua si lenziosa ob laz ione. Ne l
1962, è riab il itato da G iova nni
XX III e ri prende la direzione spiri-
tua le dell e sue suore che nel frat-
tempo hanno diffuso la loro attività
in molte regioni d' Ita li a. M uore a
Pellaro a 87 ann i il 22 luglio 1972.
Le Oblate si distinguono nella
FS per la specificità del caris ma di
oblazione: la carità che sa le a Dio
e d isce nde verso i p picco li e
bisog nos i ri chiede un eserc izio
costante di abnegaz ione e di
umil tà, in uno stile di natura lezza
e semplicità. La loro az ione pasto-
ra le si svo lge nell e parrocc hie più
bisognose e nei ce ntri rurali ,
soprattutto dove non operano altre
istituzion i rei igiose. L'esortaz ione
di Gesù, " Raccogliete i pezzetti
ava nzati perché nulla vada perdu-
to" (Gv 6, 12), è il motivo fo nda- .
menta le de ll a loro miss ione nell a
Chiesa e nell a FS. Destinatari sono
i fa nci ulli , i giovani, le fam igli e, i
più poveri ed emargi nati. Il meto-
do è quello di Don Bosco. Le suo-
re svolgono la loro opera preva len-
teme nte nell a sc uola matern a,
negli oratori e centri giovan ili , nei
laborato ri , nell a cateches i, ne i
ca mpi scuola e missioni estive, in
piena co llaboraz ione co n i parroci.
Da pochi anni è sorto un movi-
mento laicale (ALOS) per giovani
e ad ul ti, che inte ndono v ive re il
ca ri sma de ll 'ob laz ione nel loro
stato, approfondendo la sp irituali
del Fondatore.
D

4.7 Page 37

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PICCOLO MIRACOLO

4.8 Page 38

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,~-
SECONDO LE REGOLE
di Francesco Casella
Il Sistema preventivo è la via sicura per educare i giovani
secondo lo stile di Don Bosco.
~ Il Sistema preventivo
: non è un optional per i
'3 salesiani e le Figlie di
Maria Ausiliatrice:
Costituzioni e
Regolamenti di ambedue
le congregazioni lo
assumono come
peculiare e appartenente
al carisma. E la via
sicura per educare
secondo lo stile di Don
Bosco, è il suo metodo...
per certi versi si
identifica con lo stesso
Don Bosco.
SDB (SALESIANI
DON BOSCO)
La tradizione che Don Bosco ci ha
trasmessa è sintetizzata in diversi ar-
ticoli delle Costituzioni e Regolamen-
ti dei Salesiani; ecco il prospetto:
art. 20:
art. 38:
Il sistema preventivo è
componente dello spirito
salesiano
Il sistema preventivo nella
missione educativa e pa-
storale
Reg . 4: La comunità ispettoriale e
quella locale elaborino il
loro progetto educativo e
pastorale ispirandosi al si-
stema preventivo
Reg. 5: Attuazione del progetto e
Comunità educativa pasto-
I rale in ogni ambiente
I giovani animatori attraverso
intensi campi/scuola imparano
a conoscere e applicare il sistema
di Don Bosco.
MAGGIO 2002 BS
Reg. 13: Sistema preventivo e scuo-
la e centri professionali
Reg. 15 : Sistema preventivo e con-
vitto e pensionato
art. 39 : Il sistema preventivo e
l 'assistenza salesiana
art. 47: Il sistema preventivo e i
Laici associati nel lavoro
Reg. 4,5
Reg. 148: L' ispettore si interessi del-
la qualificazione e dell'in-
serimento dei laici
art. 115: Il tirocinio del giovane
confratello e l'esercizio
del sistema preventivo
Reg . 86: Le esperienze pastorali e
l' accompagnamento
Reg. 96: Durata del tirocinio e scel-
ta della comunità in cui si
deve fare
art. 136: Il Consigliere per la pasto-
rale giovanil e curi la fe-
deltà al sistema preventivo

4.9 Page 39

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L'assistenza è un punto di forza
Idel sistema: dove ci sono
giovani affidati alle cure dei
salesiani c'è l'assistente, cuore
pulsante, garanzia ed elemento
insostituibile del "gioco"
educativo.
FMA (FIGLIE DI
MARIA AUSILIATRICE)
Il prospetto delle Costituzioni e
Regolamenti delle Figlie di Maria
Ausiliatrice è il seguente:
art. 1: L'Istituto delle FMA nel
disegno di Dio e il sistema
preventivo spirito e stile di
un progetto educativo
art. 7: Il sistema preventivo co-
me spiritualità e metodo di
azione pastorale
art. 36: Il sistema preventivo e la
vita comunitaria
art. 63: Il sistema preventivo e la
missione apostolica
art. 66: Il sistema preventivo ere-
dità spirituale di Don Bo-
sco alla Famiglia Salesiana
art. 67: Il sistema preventivo e
l'assistenza salesiana
Reg. 58: esplicitazione dell 'art. 67
art. 68: Il sistema preventivo e la
comunità educante (con i
collaboratori Laici)
Reg. 57: Il sistema preventivo e la
collaborazione educativa
in situazioni locali
Reg. 59: Il sistema preventivo e i
Laici qualificati
art. 78 : Il sistema preventivo e la
sua ass imilazione durante
la formazione
Reg. 92: Il sistema preventivo co-
me corresponsabilizzazio-
ne nella formazione
I Sistema preventivo: un amore
che si dona gratuitamente per la
crescita gioiosa del ragazzo.
art. 114: Il sistema preventivo e il
servizio dell 'autorità
Reg. 108: Il sistema preventivo e il
servizio dell'autorità dell'i-
spettrice nella conoscenza
delle consorelle
art. 129: La Consigliera della pa-
storale giovanile e l'ani-
mazione per il sistema
preventivo
Selezioniamo due articoli delle
Costituzioni dei Salesiani, in riferi-
mento al carisma-spiritualità e alla
missione.
"Guidato da Maria che gli fu
Maestra, Don Bosco visse nel!' in-
contro con i giovani del primo ora-
torio un'esperienza spirituale ed
educativa che chiamò Sistema pre-
ventivo. Era per lui un amore che si
dona gratuitamente, attingendo alla
carità di Dio che previene ogni
creatura con la sua Provvidenza
l' accompagna con la sua presenza e'
la salva donando la vita. Don Bo-
sco ce lo trasmette come modo di
vivere e di lavorare per comunicare
il Vangelo e salvare i giovani con
loro e per mezzo di loro. Esso per-
mea le nostre relazioni con Dio, i
rapporti personali e la vita di co-
munità, nel!' esercizio di una carità
che sa farsi amare" (art. 20).
"Per compiere il nostro servizio
educativo e pastorale, Don Bosco ci
ha tramandato il Sistema preventi-
vo. Questo sistema si appoggia tutto
sopra la ragion.e, la religione e l' a-
morevolezza; fa appello non alle
costrizioni , ma alle risorse del!' in-
telligenza, del cuore e del desiderio
di Dio , che ogni uomo porta nel
profondo di se stesso.
Associa in un'unica esperienza di
vita educatori e giovani in un clima
di famiglia , di fiducia e di dialogo.
Imitando la pazienza di Dio, incon-
triamo i giovani al punto in cui si
trova la loro libertà. Li accompa-
gniamo perché maturino solide con-
vinzioni e siano progressivamente
responsabili nel delicato processo
di crescita della loro umanità nella
fede" (art. 38).
BS MAGGIO 2002

4.10 Page 40

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PRIMA PAGINA 1
Redazionale
L/assemblea è stata un
tour de farce co n
brevi pause e lunghe
2-6 gennaio 2002:
Il Assemblea Nazionale MGS a Mestre.
rinunciatari, di "mettersi
in gioco con tutti quelli
che hanno la passione
provocazioni che preten-
devano risposte esigenti ,
accettava no sfide ined ite,
STAND UP
educativa", perché solo
l' ed ucaz ione salverà il
mondo giova nil e e non
chia mava no in ca usa una
globali zzazione incompiu-
ta per trasformar la in glo-
MY FRl·END!
so lo que ll o. Non nascon-
dersi , fa rsi riconoscere
co me Chi esa dove ogni
ba li zzaz ione so lidale! Un
giorn o si vive, a scuola, al
co mpito imman e, eppure
acco lto co n tranquilli ,
160 giovani ed educatori arrivati in aereo,
lavo ro, all ' uni ve rsità, tra
gli ami ci è indi spensabil e.
come se fosse ormai inve- in treno, in auto da Lecce e Torino, da Cagliari
tera ta ab itudine per quei
giova ni ed ucatori ci men-
tarsi in gar,e pressoché im-
possib iIi! E cosa risaputa:
provocati , i giovani ri -
e Ancona ... Convenuti "per aprire gli occhi
sulla realtà di un mondo che cambia".
Don Antonio Domenech
e suor Giorgina Mc Pake
hanno insistito su ll a gran-
de urgenza della forma-
zione, carta vincente di
spo ndono accalora ndosi ,
og ni orga ni zzaz io ne e/o
cerca ndo capa rbiam ente
so lu zion i... fino a mettere
d' acco rdo fi losofi e inge-
istitu zione edu cativa. For-
marsi per formare più che
uno sloga n è un dovere,
gneri! Alla attenta e inte-
per essere " sa le e luce" . D
ressata asse mbl ea hanno
suggeri to percorsi possibil i
alcu ni personaggi di gran-
de spessore .. .
Riccardo Moro, economi-
sta, co l suo " essere un
movi mento eccl esiale non
sc hi erato po liti camente,
ma impegnato a offrire sti-
moli culturali alla po li ti-
ca", attrave rso alcuni in-
derogabi li doveri : "educa-
re i più giovani", giova ni
per i giova ni si sarebbe
detto con un o slogan
sfruttato qualche anno fa;
"essere protagonisti ", senza faci li deleghe, co me
dire sporcars i le mani personalmente; "governare
la globa li zzaz ione", il moderno Leviathan di cui si
co nosco no le impli ca nze economi che, ma sfuggo-
no que ll e politiche, soc iali , religios e, altrettanto
gravide di conseguen ze ad alto ri schi o.
Giuliana Martirano, docen te di geopolitica al l' Uni-
versità di Napoli, ha individuato un percorso tutto
evangelico per passare dalla globalizzazione all'u-
niversalismo: "Sta nd up per guard are i bisogni del
mondo, ma curvati perché il povero possa cingerti
il co llo e risol levarsi! ".
Don Paolo Giulietti, direttore de l Servi zio Nazio-
nale di Pastora le Giovanil e dell a CEI, ha ravvisato
la necess ità impellente per i giovani di non essere
MAGGIO 2002 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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LA GIORNATA
Se tutti sappiamo che il 1° mag-
gio è la Festa dei lavoratori , meno
noto è che dal 1994, il 3 ricorre la
Giornata internazionale per la li-
bertà di stampa , voluta dall'Une-
sco per sottolineare come una
stampa libera, pluralistica e indi -
pendente sia componente essen -
ziale di una società democratica.
LUNARIO & ALTRO
Il 1° il Sole sorge alle 5.05 e
tramonta alle 19.01 ; il 15 febbraio ,
alle 4.48 e alle 19.16. Luna nuova
il 12 ; piena il 26.
Si possono portare sul balcone
i fiori di casa, concimare rose, se-
minare o trapiantare verdure , po-
tare arbusti e piante da frutto . Dal
1° all '11 (luna piena) si imbotti-
gliano i vini da consumarsi giova-
ni ; nell 'ultimo quarto , quelli da
invecchiamento.
Verdura : asparagi , barbabietole,
broccoli , cavolfiori , cavoli , cicorie,
cipolle, crescione, fagiolini, finoc-
chi , patate, piselli , porri , rape , ra-
vanelli , sedano, spinaci e tarassa-
co . Frutta : banane , ciliegie, frago -
le e nespole.
Il 12 si festeggia l' Ascensione .
Un tempo la solennità cadeva il
giovedì 40° giorno dopo Pasqua,
e in alcune località , al termine
della Messa, il sacerdote usciva
sulla porta della chiesa e benedi-
ceva la campagna. Il 19 è Pente-
coste .
IL FIORE
Sotto il nome comune di rosa so-
no raggruppate migliaia di specie
e varietà diffuse in tutto il mondo .
È da sempre simbolo di leggiadria
(fresca come una rosa) e di spe-
ranza (se son rose, fioriranno) ;
ma anche di mollezza (dormire in
un letto di rose) e possibili contra-
rietà (non c'è rosa senza spine) .
Nell'iconografia cristiana, è il fiore
di santa Rita, la "santa degli
impossibili" che si festeggia il 22.
IERI ACCADDE
4 maggio 1949: L'aereo del To-
rino si schianta sulla collina di Su -
perga: nessun superstite.
6 maggio 1976: terremoto in
Friuli , con 976 morti.
6 maggio 1994: inaugurato l'Eu-
rotunnel sotto la Manica.
8 maggio 1828: a Ginevra na-
sce Henri Dunant, fondatore della
Croce Rossa.
9 maggio 1837: a Mornese , na-
sce Maria Domenica Mazzarello ,
cofondatrice delle FMA.
9 maggio 1946: Vittorio Ema-
nuele lii abdica a favore di Um-
berto Il.
10 maggio 1968: a Parigi , nel
quartiere Latino , le prime barrica-
te della protesta studentesca.
11 maggio 1948: Luigi Einaudi è
eletto presidente della Repubblica.
13 maggio 1792: nasce Giovan-
ni Maria Mastai Ferretti , poi papa
Pio IX.
13 maggio 1981 : in piazza san
Pietro, attentato a Giovanni Paolo Il.
17 maggio 1948: prima guerra
arabo -israeliana .
19 maggio 1906: inaugurata la
galleria del Sempione , Italia/Sviz-
zera ; con i suoi quasi 20 km è
una delle più lunghe del mondo.
22 maggio 1938: "Patto d'acciaio"
tra Italia, Germania e Giappone.
23 maggio 1926: per volontà
francese , nasce la Repubblica del
Libano.
23 maggio 1992: a Capaci , as-
sassinati dalla mafia il magistrato
Giovanni Falcone , la moglie e la
scorta .
24 maggio 1915: l'Italia entra in
guerra contro gli Imperi Centrali .
27 maggio 191 7: papa Benedet-
to XV promulga il Codice di diritto
canonico .
28 maggio 1974: a Brescia ,
strage di piazza della Loggia, con
8 morti.
29 maggio 1953: il neozelande-
se Edmund Percival Hillary e lo
sherpa Tenzing Norgay conqui-
stano la vetta dell'Everest.
29 maggio 1990: Boris Eltsin è
eletto presidente della Repubblica
Russa.
LA LENTE
La Svizzera ha emesso il suo pri-
mo francobollo con ologramma
per festeggiare i 50 anni del Re-
ga, la Guardia aerea elvetica di
soccorso. L'Onu dedica sei den-
tellati alle bellezze austriache.
Anche il Liechtenstein prosegue
con vedute in miniatura delle sue
località. L'isola di Jersey propone
una colorata serie sui battelli della
propria Marina. Le isole Cayman
vendono un francobollo "in re-
membrance" degli attentati dell'11
settembre scorso, negli Usa. Per i
collezionisti di figurine Liebig : la
Cif vende la seconda edizione del
catalogo ufficiale e l'aggiornamen-
to della prima.
LE MOSTRE
A Torino , sino al 26 maggio , alla
Galleria d'Arte Moderna, Giusep-
pe De Nittis e la pittura della vita
moderna in Europa ; e a Palazzo
Bricherasio , Palmira. Il regno di
Zenobia , storia di una regina che
lottò contro Roma. A Roma , nel
Complesso del Vittoriano , sino al
7 luglio , Paul Cèzanne. Il padre
dei moderni, antologica dell'artista
francese che ha influenzato l'arte
contemporanea. Sempre nella ca-
pitale, al Museo del Corso , sino al
30 giugno, Dal Futurismo all'A-
strattismo , un percorso nell 'arte
italiana del primo Novecento.
BS MAGGIO 2002

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1 -1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredi tà.
Queste le form ule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio all a Direzione Ge-
nera le Ope re Don Bosco , co n
sede in Rom a (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
som ma di € ... o titoli, ecc. per
i fin i istituzionali dell 'Ente" .
b) di beni immobili
" .. . Lasc io alla Di rez ione Ge-
ne ral e Opere Don Bosco , con
sede in Roma (o all' Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in...
per i fin i istituzionali dell'Ente".
Se si tratta in vece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" .. . Ann ullo ogni mia prece-
dente di sposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni , con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsias i titolo, per i
fi ni istituzionali del] 'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. li testcunento de ve essere seri/lo per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 111 1
001 63 Roma-Bravetta
Tel. 06.656 12678 - Fax 06.656 12679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10 152 Torino
Te!. 0 l l.5224247-8 - Fax 01 l.5224251
C.C.P. 28904 100
MAGGIO 2002 BS
I NOSTRI MORTI ....);,)
ZAMPOLO sig. Demare, salesiano,
t Udi ne, il 29/08/2001, a 86 anni
Con lui scompare un'altra fig ura caratteri-
stica, quella del coadiutore capo/laborato-
rio che tanto ha meritato in cong regazione,
e che restano in benedizione nella memo-
ri a di molti exallievi. La sua art e è stata
quell a del legno. Ha insegnato falegname-
ria con raff in ata competenza atti ran dosi
l'ammirazione e l'incondizionata devozione
di tanti exallievi. Tanto che neg li annuali
convegn i dell 'Un ion e, immancabi lme nte
dive ntava la figu ra centrale e un po' il re
dell a festa. Dal suo laboratorio usciron o
artigian i non solo preparatissimi nella pro-
pria professione, ma anche impegnati nella
vi ta sociale e fe rven ti nella vita cri stiana.
Un artista, il signor Zampalo, anche sulla
scena: le sue perfo rmance suscitavano ila-
rità e rasserenavano gli animi. Dai confra-
tell i era co nsiderato un saggio , capace di
dist ribu ire co nsigli non so lo tecnic i ma
anche re ligiosi.
SESSA mons. Luigi , exallievo,
t Fi renze, il 31/12/200 1, a 72 anni
Stava di rige ndo il co ro dell a cattedrale di
Santa Maria del Fiore a Fire nze il mattino
del 31 dicem bre , quando è stato stroncato
da infarto , all 'offertorio. A nulla sono serviti
gli imryiediati soccorsi e la corsa all 'ospe-
dale. E morto così monsignor Sessa, uno
dei più noti sacerdoti fio re ntini , apprezzato
in tutta Italia per la sua attività di organista,
co mpositore e di d irettor e di co ri .
Nell'omelia del funerale il 3 gen naio l'arci-
vescovo Antonel li ha ricordato : "Diceva di
appartenere a quattro famiglie: quella natu-
rale, fiore ntina, ricca della grande fede di
papà e mamma; quella della sua parroc-
chia Sacra Famiglia (tenuta dai Salesiani)
dove ha inco ntrato sacerdoti santi che gli
hanno passato la duplice vocazione artisti-
ca e sacerdotale; que ll a del Se mi nario,
dove ha insegnato per tanti anni, e quella
della sua corale, che ora è qui a piangerne
l'add io. " La ric on oscenza di Monsigno re
verso i salesiani è stata sempre grandissi-
ma e co ncreta: tra l'altro , ha curato con
amore e assiduità la manutenzione dell'or-
gano de ll a bas ili ca del Sac ro Cuo re in
Roma, quello fatto costru ire da Don Bosco,
e ultimamente di sua iniziativa lo ha fatto
pote nziare fino a rend erlo uno dei pri mi
tre/quattro organi dell a città. Pro prio con
questo ha tenuto il 24 novembre scorso un
applauditissimo concerto. Estremo gesto di
amicizia, per desiderio suo e della fam iglia
la sua salma riposa nella cappella dei sale-
siani di Fire nze , sul co lle di Tres piano.
MATTAI sig . Giovanni,
cooperatore salesiano,
t La Spezia, il 06/01/2002 , a 76 ann i
La se ra dell ' Epi fa nia Giovanni Mattai
repe ntiname nte passava da qu esta es i-
stenza terre na al la v ita eter na, se nza
disturbare, con la stessa discrezio ne con
cu i è vissuto. Cooperatore sales iano da
semp re affezion ati ss imo a Don Bosco ,
exallievo della scuola tipografica salesiana
di Sampie rd arena , ha dimostrato co n la
vita e le opere una fede adulta e matura
che gli ha perm esso di coniugare gli impe-
gni professio nali' con qu ell i religiosi e di
carità. Dedito al volontariato , è stato di pre-
zioso ai uto all a Parrocc hia d i Sest a
Godano (Val di Vara) , men tre alla chiesa
salesiana del Canal etto a La Spezia ha
donato un ese mpio quot idi ano , umi le e
grand e, di f edeltà all a preg hi era e al-
l'Eu caristia . Unitam ente ai tanti ch e lo
hanno amato e stim ato, lo ri cordano in
modo peculiare la moglie Rita, e i due fra-
telli salesian i, Antoni o e Giuseppe.
CHIESA sr. Teresa,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Giaveno (TO), il 10/06/2001 , a 92 anni
Suor Teresa era rimasta orfana di papà a
tre anni e, a quattro , perse anche la mam-
ma. Lei stessa ricorda: "Avevo solo cinque
anni qu ando fui messa in Orfanotrofio a
Torino dall e suore Carm elitane. Grazi e a
un ge nero so benefattore del mi o paese
ebbi la pensione assicurata fino ai dodici
an ni di età, poi dovetti iniziare a lavorare
com e domestica presso le stesse suore
per potermi guadagnare da vi vere . Non ne
avevo mo lta vog lia. Avrei preferito poter
ancora giocare, studi are , ma compresi che
non potevo fare diversamente".
A 18 anni , Teresa conobbe le Figli e di
Maria Ausil iatri ce, grazie ad un 'exall ieva
che la invitò all'oratorio. Trascorse 53 anni
in Francia impiegando tutte le sue energie
nelle prestazion i domestiche presso i fra-
telli salesiani di vari e Comunità. Fu esaudi-
ta nel des id eri o di con c lud ere la sua
"avventura terrena" nella terra d'origine. Le
sorelle delle Comunità di Torino Sassi e di
Villa Salus la ricord ano co me la "so rella
francese del 'merci, ma Soeut'!" quale vero
tesoro di santità e di gioia.
OLTOLINI sr. Elvira,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Triuggio (Ml ), il 15/06/2001, a 86 anni
Suor Elvi ra fu una FMA semplice , sempre
pronta a servire; ri empi va le giornate di
gesti di bontà, di attenzione ve rso ogni
so rella, confratello salesiano e ogni perso-
na che richiedeva il suo aiuto e la sua pre-
ghiera. Dopo la professione re ligiosa svol -
se il lavoro di mag lierista e guard arobiera
in case salesiane. Il su o campo prediletto
deg li ultim i anni fu la casa 'Au xil ium ' di
Chiari. Era presente, intuiva il bisogno ed
era se mpr e att ent a all e situ azioni di
pove rtà , di disag io, di accog lienza degli
imm igra ti.
Venuta la sera di
quel giorno ~esù disse:
"Passiamo
all 'altra riva!"
~
Mc. 4,~

5.3 Page 43

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PRIMA PAGINA 2
Redazionale
11 titolo di Ausiliatrice
(da auxilium, aiuto), era
conosciuto fin dal seco-
lo XVI, quando Pio V ne
aveva stabi Iito la festività
litu rg ica a ricordo della
gra nde vittori a che la flot-
ta cri stiana riportò il 7
ottobre 1571 co ntro quel-
la turca di Alì pasc ià; vit-
to ri a attrib uita a Maria
sotto la cui protezione il
Pontefice aveva posto l'ar-
mata cri stian a. Nel 1814
Pio VII ne spostò la festa
al 24 maggio, giorno del
suo ritorno a Ro ma dal
forzato esi li o francese di
Fontaineb leau.
Don Bosco la assunse
come "la sua Madonna",
LA MADONNA
CHE AIUTA
Lo sbiadito affresco
del Pontrilli (1500)
rappresentante la
Madonna della Stella,
trasferito nel
santuario col nuovo
titolo di Auxilium
Christianorum.
Così, mentre a Spoleto
il titolo declinava tanto
da perdersi a favore del-
ispi ra nd os i co n tutta pro-
l' antico " M ado nn a della
babilità a un ' imm agine
dell a " Madonna della
Stella" , ve nera ta in un a
diruta chi esetta nell e vici-
Il 24 maggio è la festa di Maria Ausiliatrice -
Maria che aiuta - che chiamano
la Madonna di Don Bosco, ma ...
Stella", a Torino trionfava,
diffondendosi a macchia
d'olio per opera di sale-
siani e Fi gli e di Maria
nanze di Spoleto c he, in
Ausiliatrice. Le ce lebra-
seg uito ad alc uni fatti mi-
zioni ce ntenarie della vit-
raco los i, il vescovo
toria di Lepa nto del 1871
Arnaldi aveva uffi c ial-
videro la partecipazione
mente ribattezzato "A uxi- -
di una folla immensa.
lium Christianorum o
Qualcuno ca lcolò 50 mila
Aiuto dei Cri stiani ", deci-
person e il 24 maggio: un
dend o anc he la costru-
numero davvero conside-
zio ne di un santuario,
revole per quei tempi.
sta nte le folle che comin-
L'a ltro magnifi co omaggio
ciava no a frequentare iI
che Don Bosco volle fare
luogo e la devozione che
alla "s ua" M adonna fu la
stava dilagando. Do n
grande pala commissiona-
Bos co ne pa rl ò, forse,
ta al pittore Tommaso
nell a buona notte del 24
Lorenzon e raffigurante la
maggio 1862, ent usi asta
gloria dell'Ausiliatrice, "in
anche lui del tito lo che
un mare di luce", circon-
gli sembrava davvero
data da ange li e santi,
approp ri ato. E già a di-
papi e vescovi, martiri e
cembre comuni cò la de-
gente comune. Un quadro
cis o ne di erigere un a
che, secondo lo stesso
Chiesa a Maria Ausiliatri-
ce: " / tempi corro no
tristi", d iceva, è dunque
indi spe nsab il e affida rsi a
1 11 santuario fatto costruire
da monsignor Arnaldi dopo alcuni fatti miracolosi
a Fratta di Montefalco (PG).
artista, per dipingerlo
come lo voleva il co mmit-
tente ci sarebbe voluta
una piazza e per conte-
Maria che ai uta. Nel
nerlo una c hiesa delle
1868 scriverà iI libro "Maraviglie della Madre di dimensioni di Pi azza Castello! Novene, tridui ,
Dio in vocata sotto il titolo di Maria Ausiliatrice", accademie, preghiere, ca nti, processioni e santuari
e nel 1872 fondò la congregaz ione de ll e Fi glie di so no ormai la coro na abituale della Madonna di
Maria Ausiliatrice.
Don Bosco.
O
BS MAGGIO 2002

5.4 Page 44

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Cl VUOI
UCCIDERE?
AVANTI ! SE NO,
LASCIACI IN
PACE!
TIRATE FUORI
TUTTE LE COSE DEI
DIAVOLI STRANIERI,
ALTRJMENT/ .. , __,r----...._::
MAGGIO 2002 BS
I DIAVOL.I S
E QUE:STE RAli
N HAWNO PAU
srRANO.
DEI BANDITf,
DOPO AVER SAPUTO PER.
CERTO CI-IE MONS . VER -
SICLIA E DON CARAVA-
RIO SONO HO/lrl, TIRA
FUORI UN DENARO, LA
PAtA DI MEZZA ~IOR~
NATA t>I LAVORO, E OR-
DINA A DEI CONTA{>(Nt
DI SEPPELLIRE I DUE
MISSIONARI,
LE TRE RA~Az.zE ,SCOR-
TATE DAI 13ANDITI, LA·
SCIANO A PIEDI Q(J~L
PoSTo. A77RAVERSAN-
DO UNA ZONA INCOLTA
E DeSOLATA,A/JR/VANO
IN UN VlllACC,/0, DOVE
MANC,/ANO CéNA I SI
RIPOSANO CJN Po: E
pt:)J RIPAR.TONO,

5.5 Page 45

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SCAPPAR.E?
MA DOVE?
ON CONOS
Joseph Au, Pier Bertone, Michele Ferrero
PER. TUTTA LA SéRA SU
I= C.I<l PER I MONTI , SU
STRADE l>IFFIGIL.'1. LE
RAC.AZZE CADONO SPES-
SO, VORREBBERO SCA P-
PARE, MA E"NOTTE E
NON (!,()NO$CONO L.4
STRADA . ARRIVANO IN
UN "FOSTO DOVE UNA
VECCHIA SI FRENDE (],{)-
RA DI LORO, E PASSANO
LA NOlTE IN UN VEC,C,f/10
TEMPIO. INTANTO I BN./-
DfTI APPROFITTANO DEL-
LA M>7TE PER PILEC,UARS/.
APPENA IL GOVERNO
SEPPE l>ELL' INCIDE!vTE
DEI MISSIONARI, HANl)O'
(j){)AJ.C(JIJO A /NVESTl4A-
!2E. LA R:Jl/ZIA ARRESTA
UN BANDITO SCESO lJAI
MONTI PER C.OMff?.Al<E
C-180, é SI FA Cf)/vDORRé
AL 1.0f;K) C{)VO. MA I Bl>J/-
DITI F<K.(l)NO, AB8AN-
DONA/v'IXJ t.E!JA<iAZZE
SOPFERENTl, MA llvT!:~R.f
NELLA LORO VER<:INITA',
BS MAGGIO 2002

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
UN GIORNO
SPECIALE
La mia storia cominciò nell'ago-
sto del 1999 quando ebbi moti-
vo di pensare che attendevo un
bambino ; insieme a una grande
gioia, anche preoccupazioni
perché in precedenza due gravi-
danze si erano interrotte . La
visita medica confermò che nel
mio grembo era iniziata una
nuova vita. Mi fu consigliato ri-
poso assoluto. Tornando a casa
mi misi al collo l'abitino di san
Domenico Savio che tenni per
tutta la gravidanza. Pregavo
intensamente e, recitando quoti-
dianamente la preghiera della
mamma in attesa, chiedevo al
piccolo santo di aiutarmi. Due
visite a distanza di un mese
confermarono le ottime condi-
zioni di salute del piccolo . Mi
venne anche comunicata la pro-
babile data del parto : il 6 mag-
gio . Recandomi un giorno alla
scuola materna, dove insegno,
per salutare le suore FMA, ven-
ni a sapere che in quel giorno
ricorreva la festa di san Dome-
nico Savio. Non mi sembrava
,
HANNO SEGNALATO
GRAZIE:
Per intercessione di Maria
Auslliatrlce e Don Bosco:
Grasso Silvio e Clerico Fran-
cesca, La Morra (CN).
Per Intercessione
di S. Domenico Savio:
Andreina Pastorino, Taggia (IM) ;
C.D ., Varedo (Ml) ; Loredana
Salvadelli, Bergamo; Roberta
Canori Venturi , San Marco
(LU) ; Crotti Natalia, Belgioioso
(PV) ; M. L. , Como; Cavagnero
Antonietta, Carmagnola (TO) ;
La Greca Orsola, Pa lermo;
Famiglia Faustin , Ziano di
Fie mme (TN) ; Cinquemani
Rosalia, Favaza (AG).
Per Intercessione
di Madre Mazzarello:
Maria Aus ilia Mastrandrea,
Catania.
Per Intercessione
di Mamma Margherita:
N.N. , Druento (TO) ; Briguglio
Concettina, Torino ; Jole Saba,
Asti; M. A. B., Torino.
vero ; e fui certa, con una sicu-
rezza difficile da spiegare , che
quel giorno sarebbe nata la mia
bambina. Continuai la preghie-
ra , le visite in chiesa , e il 27
aprile iniziai la novena a Do-
menico Savio e mi recai in chie-
sa per accendere un cero da-
vanti alla sua immagine . Il 5
maggio sera, davanti a segni
per me molto chiari, decisi di
andare in ospedale. Il medico
mi comunicò che era ancora
presto , comunque mi trattenne
in ospedale . La notte trascorre
tranquilla. Ma al mattino avvertii
che il parto è imminente . Alle
7,45 del 6 maggio diedi alla luce
una bellissima bambina.
Ivonne Cargnin,
Cardano al Campo (VA)
LA RELIQUIA
NEL TASCHINO
Nell'autunno del 1993 mi trova-
vo a Tarbes, nel sud della Fran-
cia, a poca distanza da Lour-
des , ospite della mia amica
Jacqueline e della sua famiglia.
Già dal mio arrivo avevo notato
che Jack, il marito, seguiva una
dieta rigorosa dovendo sotto-
porsi ad accertamenti clinici .
Dopo solo due giorni , il venerdì
15 ottobre, i medici che aveva-
no eseguito le analisi decideva-
no per Jack il ricovero ospeda-
liero, data la necessità di inter-
venire al più presto , cioè il
seguente lunedì 18. Jack era
sofferente per un difetto circola-
torio , dovuto alla presenza di
una "callosità" all 'interno di una
vena della gamba sinistra: l'arto
era sempre freddo e la situazio-
ne presentava rischi . Si trattava,
secondo la previsione medica,
di tentare di rimuovere la callo-
sità; oppure, in caso di impossi-
bilità, di asportare addirittura la
vena. L'intervento era delicato ,
e poteva comportare effetti col -
laterali indesiderati. lo mi trovai
naturalmente partecipe delle
preoccupazioni dei miei ospiti
che avevano da poco celebrato
le nozze d'oro. Desideravo fare
qualcosa per essere loro di
aiuto . Mi ero ritirata nella mia
camera a pregare per entrambi,
quando mi si presentò un 'im -
provvisa ispirazione: di ricorrere
V. Dorotea Chopitea V. Rodolfo Komorek
alla serva di Dio suor Maria
Romero , perché intercedesse
per loro e fosse evitato l'inter-
vento. Quel pensiero mi con-
fortò , anzi mi rassicurò del tutto.
Forte di questa speranza, scesi
a cercare Jack e gli feci una
breve presentazione della figura
di suor Romero , poi gli misi nel
taschino una reliquia della suora
salesiana, e mi sentii di "assicu-
rargli " che pregando con fede
avremmo visto la migliore solu-
zione del caso. Da buon cattoli-
co polacco , Jack mi ass icurò
che avrebbe fatto la sua parte .
Giunto il temuto lunedì 18 , il
paziente fu sottoposto agli ultimi
esami prima di essere trasporta-
to in sala operatoria. Allora fu
grande la sorpresa dei medici
che non riscontrarono più la
situazione accertata pochi giorni
prima, per cui rinunciarono a
intervenire. Jack fu rimandato a
casa semplicemente con qual -
che prescrizione dietetica. Egl i
gode tuttora di buona salute e
non accusa più i penosi disturbi
alla gamba . Una volta ancora
suor Maria aveva dato prova
della sua efficace intercessione.
Daisy E. Sullivan, Costa Rica
UNA DUPLICE
GRAZIA
Una delle mie figlie , sposata,
era stata giudicata sterile dai
medici. Insieme abbiamo comin-
ciato a pregare san Domenico
Savio facendo una novena.
Siamo stati esauditi. Ma un altro
problema si è presentato ina-
spettatamente , tale che avrebbe
potuto procurare gravi danni sia
alla nascitura che alla mamma. I
dati della tiroide risultavano alte-
rati. Ancora una volta il ricorso
fiducioso al piccolo santo rista-
bi l'equilibrio, sino alla felice
nascita della bambina . Ag-
giungo che anche la mia secon-
da figlia in un esame fatto alla
tiroide risultò col TSH alterato, il
che causò forte preoccupazione
nell 'endocrinologo, il quale pre-
scrisse altri esami. Noi pregava-
mo perché il risultato fosse tran-
quillizzante, e così fu . Abbiamo
quindi un duplice motivo per
dire , anche pubblicamente , il
nostro grazie a san Domenico
Savio.
T. M. Capurso (BA)
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lette1:e non
firm ate e senza recapi to. Su
richiesta si potrà omettere
l'indicazione del nome.
MAGGIO 2002 BS
- Mons. Luigi Olivares.
DUE GUARIGIONI
INSPIEGABILI
Avevo cominciato a sentire
un dolore intermittente al
seno destro che divenne di
giorno in giorno più forte.
Non volli parlarne ai miei tre
figli , per non aumentare le
loro preoccupazioni , e così
trascorse un mese. Una mat-
tina, dopo una notte insonne,
presi l'immaginetta di mon-
signor Olivares e la posi sul
seno cominciando a pregare.
Con mio grande stupore il
dolore cessò all'istante e non
è più tornato. Tre mesi dopo,
un venerdì sera, cominciai a
sentir male al ginocch io
destro. Il giorno seguente si
gonfiò , la domenica era livi-
do e non riuscivo più a pie-
garlo . Il lunedì andai dal
medico che mi disse di cam-
minare , ma con attenzione ,
avrebbe potuto insorgere la
flebite . Non essendo in
grado di recarmi in farmacia,
m'accordai con il medico di
iniziare la cura la mattina
seguente e tornai a casa.
Pregai monsignor Olivares ,
perché mi aiutasse anche
questa volta: intendevo re-
carmi , due settimane dopo ,
al matrimonio di mio figl io. Al
risvegliarmi la mattina se-
guente notai che potevo pie-
gare la gamba e vidi il ginoc-
chio quasi del tutto scolorito.
Andai a comperare le medi-
cine prescritte. Il pomeriggio
telefonai al medico per dirgli
come stavo . Quasi non ci
credeva. Dopo qualche gior-
no, recatami da lui per il con-
trollo , non credeva a se stes-
so, vedendo il ginocchio tor-
nato normale in cosi poco
tempo. Con commossa rico-
noscenza ringrazio pubblica-
mente .
Rita Palomba, Roma

5.7 Page 47

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IMonsignor ·
Antonio Milton SANTOS
salesiano, vescovo di Corumbà,
Brasile, già direttore di varie case,
maestro dei novizi , e direttore
del Bollettino Salesiano brasiliano.
Come hai vissuto il passaggio da direttore del Bollettino Salesia-
no a vescovo?
Ho sentito allargarsi ancor di più gli orizzonti già grandi della mis-
sione, e l'ho sentita ancor più salesiana per la opportunità che mi dà di
essere ancor più prossimo alla gente più povera.
L'esperienza nel campo della comunicazione sociale è risultata
valida per la tua attuale incombenza di pastore.
Validissima. Già un mese dopo l'ordinazione una TV e tre radio mi
hanno "aperto i microfoni", per cui ho potuto presentarmi e contattare
via etere la diocesi. Esperienza non nuova per me che a San Paolo sono
stato fondatore e direttore di un provider di Internet "Cidadanet - Rede
da cidadania". Attualmente una trentina di istituzioni religiose usano
questo provider. Si tratta del primo provider cattolico del Brasile. Per
questo e perché utilizzo il computer con videocamera per le conferen-
ze, e faccio uso dei media moderni, mi chiamano il vescovo virtuale .. .
Puoi descriverci le caratteristiche principali della tua diocesi?
La gente ha una grande fede, una grande povertà materiale, e una al-
trettanto grande spiritualità mariana. Molti i titoli con i quali si venera
la Madonna. Quando sono stato chiamato per la benedizione a un
nuovo ponte sul Paraguay, ho suggerito di chiamarlo ponte di "Nossa
Senhora do Pantana!". Per quanto riguarda il clero, quello diocesano è
scarsissimo. Ho invece solo 10 salesiani, 2 scalabriniani e un diacono
permanente. La forza della mia diocesi sono i laici. Vi sono 56 comu-
nità laicali, alcune poverissime, ma dinamiche e impegnate.
Come è la situazione dei giovani?
Difficile. Decisamente. C'è una scolarità bassa e superficiale. I no-
stri giovani non hanno la possibilità di specializzarsi in una professio-
ne, perciò c'è una forte emigrazione verso la capitale Campo Grande.
Il territorio della diocesi è anche attraversato dal corridoio della droga
che viene dalla Bolivia... Immagina i problemi.
Hai clero a sufficienza e ricambio vocazionale?
No, ahimè. Sarà uno dei campi in cui dovrò impegnarmi di più e in-
ventare strategie vocazionali nuove ed efficaci. Ho alcune congrega-
zioni in diocesi che fanno molto bene: prima di tutto le Figlie di Maria
Ausiliatrice che lavorano nella scuola e nella evangelizzazione, le
francescane, le suore dell'Immacolata Concezione, le suore di Gesù
Adolescente, le Angeline ... Ai salesiani chiedo di diffondere con tena-
cia e competenza il carisma di Don Bosco, perché lo considero vin-
~~-
FOCUS
PASHKO
14 anni, albanese, solo al mon-
do. Vive con un rene in meno.
L'altro glielo hanno rubato al-
cuni loschi figuri, non sa chi,
non sa dove. Morto il papà po-
liziotto, ucciso nella rivolta di
Tirana del 1997 e morta anche
la mamma, di cancro, solo e
disperato si alla strada. Una
sera in un bar, sfinito dalla
fame, cade nella toilette inca-
pace di reggersi in piedi. Si
svegliò la mattina in una stan-
za chiusa dall 'esterno. L' uomo
che entrò ad un certo punto lo
rassicurò che si sarebbe preso
cura di lui. Ma la sera stessa lo
consegnò a tre individui in
macchina. Qualcuno gli mise
qualcosa sotto il naso e da
quel momento non ricorda
nulla, se non che si ritrovò in
strada, con un gran dolore al
fianco, la maglietta macchiata
di sangue. E non era più in Al-
bania, ma in Grecia. Raccolto
da due poliziotti fini sce in
ospedale e scopre di non avere
più un rene. Fuggirà, appena
rimessosi un po ', verso l'Italia
con altri 30 clandestini, poi in
Belgio. Là trova un connazio-
nale che vuole aiutarlo, ma lui
sparisce .. . Non si fida più di
nessuno. Chissà dove sarà
adesso ...
BS MAGGIO 2002

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
SOCIETÀ
di Silvano stracca
I conflitti dimenticati
INSERTO CULTURA
di Zanardini/Maffioli
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Museo Misionero Ayoreo
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VIAGGI
di Giancarlo Manieri
Kolcata delle emozioni
EMARGINAZIONE
di Alfonso Alfano
Reportage da Termini