Bollettino_Salesiano_200204

Bollettino_Salesiano_200204

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Mensile· Anno CXXVI • nr. 4
s-h. ili •.P. CNt. 2c:o- 20/C legge 61,2/9'
flllolediflrènltt
~ AulariD. D·lra-.4l/'2lo0v0.2P.T. 50100 Finlnze C.M.P.
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NIL 1877

1.2 Page 2

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- TERZO MILLENNIO
di Antonio Martinelli, Consigliere per la Comunicazione sociale e la Famiglia Salesiana
COMUNICARE CHE COSA
MICROFONI DI DIO
La santità fiorita tra le mura delle case salesiane:
una suora, un sacerdote, un coadiutore saranno dichiarati beati
proprio in questo mese. Un'altra suora è ormai vicina
al traguardo. Un dono da diffondere.
11dono della
santità im-
pegna : nel
saperla imita-
re , nel farla
apprezzare e
amare , ma
soprattutto
nel diffon -
derla. Dif-
fondere la santità è far
parlare i santi con i fatti della loro
I l esperienza quotidiana. Non hanno
bisogno di "esagerazioni " perché
siano resi simpatici agli occhi della
gente . È vero che i santi vengono
considerati degli eroi , ma quello
che hanno vissuto e operato rientra
nella più assoluta normalità.
Artemide Zatti è un salesiano lai-
co , semplice, genuino che ha com -
piuto il suo dovere di infermiere in
modo così completo da meritare il
titolo di "dottore" dai primari dell 'o-
spedale . Non solo per la sua pro -
fessionalità , ma per l'ordinaria
. straordinarietà del suo amore per
gli ammalati .
Luigi Variara è un salesiano che
ha dovuto resistere alla tentazione
di "abbandonare il campo"... È sta-
to straordinario nella continuità, e
nella capacità di sopportare le
avversità connesse con il lavoro a
favore dei più poveri e abbandonati
dalla società: i lebbrosi .
Maria Romero è una FMA, missio-
naria in una terra che non era la
sua patria, considerata però parte se profonde delle persone si rac-
della sua storia . Ha trattato il so - colgono attorno ai valori di sempre:
prannaturale come un dato della il significato del vivere, la gioia del
vita quotidiana, mettendolo a dispo- cuore e la speranza nel bene . In un
sizione di giovani e adulti , incontrati mondo che può contare sulla conti-
sulle strade del suo quartiere.
nua novità che la tecnica mette a
Eusebia Palomino è una suora disposizione per soddisfare i biso-
nata povera, vissuta nella povertà, gni quotidiani , uomini e donne per-
immessa in una attività povera: la dono l'orientamento , si sentono
cucina. Tra odori e sapori ha affina- spaesati a casa propria . Tutto si
to la sensibilità per un amore gran- appiattisce verso il basso, la tavo-
de e generoso verso tutti , riceven- lozza dei colori si stempera e tutto
do in cambio da Dio il gusto della diventa grigio ...
contemplazione e della generosità. O I santi "quotidiani " hanno la
O C'è poi da apprezzare, far
appr~zzare, e comunicare la san-
tità. E vero : oggi si guarda ai santi
come a persone un po ' "aliene".
Forse perché non si riesce a co -
gliere il legame tra la santità e i de-
sideri più diffusi del cuore. Le atte-
funzione di far riscoprire i fili invisi-
bili della vita, per cui tutto può es-
sere riscattato e acquisire senso .
Parlare dei santi è far rinascere il
gusto di vivere ; raccontare le loro
esperienze è raccontare realtà di
tutti i giorni . Potrebbe sembrare
banale, oltre che scontato , ricorda-
re che l'umanità si affatica nella
t ricerca della gioia, della felicità . Si
l~ costruiscono rapporti , si lavora fino
alla stanchezza, si accumulano
cose e strumenti , denaro e averi , si
cercano soddisfazioni e realizzazio-
ni personali , si barattano ideali e
valo ri pur di avere un po ' di piace-
re. Spesso i credenti parlano dei
santi con il volto triste e corruccia-
to . Così non fanno pubbl icità alla
santità, ma nemmeno alla vita.
I Don Bosco voleva una santità
gioiosa, perché potesse essere
facilmente diffusa e accettata
dai giovani.

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Aprile 2002
Ann o CXXVI
Numero 4
In cop ertina :
Uno degli strumenti
educativ i nel sistema
preventivo di Don Bosco
è il gioco: i sacrifi ci dell a
preparazione, le regole
che impone, ecc. sono
formidabi l i pedagoghi.
(Foto: J.F. M eurs)
Mensil e di in formaz ione
e cu ltura reli giosa ed ito
da ll a Congregaz ione Sa les iana
di Sa n Giova nni Bosco
Direttore:
G IANCA RLO M AN IERI
ILa santità vola
leggera e s'insinua
nelle pieghe più
segrete della vita ...
dove spesso
è difficile scorgerla.
O Non è cosa facile, oggi, ripete-
re la parola della speranza. La
dilatazione del tempo presente to -
glie spazio e valore al passato, alla
tradizione e alla memoria. A volte
abbiamo paura di fermarci a pensa-
re . Preferiamo cercare distrazioni.
Eppure sono l'ascolto e la memoria
a dischiudere il futuro , ad aiutare a
vivere il presente non solo come
tempo di soddisfacimento dei biso-
gni, ma anche come luogo dell'atte-
sa, del manifestarsi di desideri che
ci conducono oltre, legandoci agli
altri uomini , compagni nel viaggio
della vita. I santi sono l'immagine e
la realizzazione della speranza. Tut-
ti i santi hanno parole di speranza:
sono una parabola della speranza.
Occorre presentarli alla gente per
suscitare speranza, non per fare di
loro creature lontane dalla vita.
O È fondamentale, perciò, amare
la santità e i santi. Ricollego que-
sto impegno alle indicazioni della
Strenna 2002 : Due in altum, cerca-
re il mare aperto e scandagliare le
acque profonde dello Spirito . Come
credenti siamo sospinti oltre i picco-
li cabotaggi. Lasciarsi guidare dal-
l'ardimento , non dalla paura. La
vita di fede oggi chiede il coraggio
dell 'annuncio e della realizzazione
nuova.
- CASA NOSTRA
11 Un medesimo carisma
- Es ERIENZE
14 Mora mora, vasà!
- ATTUALITÀ
_18,..M. etti una sera a cena
V1AGGI
20 Yava Jyoti, luce per i giovani
di Pasquale Liberatore
di M arta Ross i
di Gianca rlo M anieri
di Gianca rlo M anieri
INSERTO CULTURA
23 Il museo di Fortfn Mercedes
di Natale M affioli
FMA
28 A servizio degli ultimi
di Graziella Curti
RuoRtCHE
2 - // Consigliere per la C.S. - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Dire ttore - Il In Italia
e nel mondo - 16 Box - 17 Zoom - 22 Le ttera ai giovani - 27 Doctor f. - 30 Libri -
32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Famiglia Salesiana - 37 Laetare et benefa-
cere.. . - 38 Sistema Preventivo - 40 Prima Pagina - 41 // mese - 42 / nostri morti -
43 Osservatorio - 44 Versiglia e Caravario a fumetti - 46 / nostri santi - 47 In primo
piano/ Focus
Redazione : Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrig noni • Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori : Ernesto Gattoni - Giuseppina Cudemo
Graziella Curti - Carlo Di Cieco - Bruno Ferrere
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Roberto Saccarello - Fabio Sandroni
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Sil vano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano De Marie
Vincenzo Odorizzi - Guerino Pera - Pietro Scalabrino
Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione : Pier Bertene
Direttore Responsabile : Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori : Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amm inistrazione : Giuseppe Corò (Roma)
Fotocomposizione : EDIBIT - Torino
Stampa: MED IAG RAF s.p.a. - Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet: www.sdb.org
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Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 53 edizioni e 24 lingue diverse. Raggiunge 128 Nazioni
in cui operano i salesiani.
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Fondazione DON BOSCO NEL MONDO
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Filiale Roma 12 · ABI 6070 CAB 03212
Ccp 36885028 CF 97210180580
Associmo aita
Unione Sta mpa
Periodica Italiana
BS APRILE 2002

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di Carlo Di Cieco
LA POLITICA DEL PADRE NOSTRO
Con il tempo, si è scivolati in una generale disaffezione dalla politica, coprendo
con il disimpegno verbale una sostanziale e inconfessata preferenza per scelte senza spessore;
pensando così di imitare Don Bosco e la sua "politica del Padre nostro".
S embra che la politica sia
uscita gradualmente ma
inesorabilmente dall'orizzonte
educativo, tanto che in anni recenti
gli stessi vescovi italiani hanno
sentito il bisogno di promuovere
scuole di formazione politica.
La politica è stata sostituita tra
molti educatori con il qualunquismo,
il ritiro nel privato , o con la paura
legata ancora agli anni della
contestazione studentesca.
Sul piano educativo permane una
debolezza congenita: l'educazione
alla politica o non esiste o si
confonde con le interminabili liti
legate alle scelte partitiche. Molti
genitori e insegnanti temono di
toccare questo tasto . E alcuni
esponenti politici pare siano giunti
a promuovere segreterie telefoniche
dove denunciare gli insegnanti critici
con le istituzioni . Sembra che
educare alla politica scotti più
che educare alla sessualità.
Ma pensare di poter costruire
una società più libera, solidale,
rispettosa dell'ambiente è fare
politica. Iscriversi a un partito è un
modo esplicito e forte - importante
per la nostra Costituzione - ma non
unico e prevalente di fare politica.
I volontari fanno una politica nuova.
In Italia c'è stato un prete educatore
straordinario, don Milani , che ha
ridato dignità pienamente
umanistica alla politica, definendola
in modo non convenzionale , e libera
dai lacci ideologici. Fare pol itica
significa lavorare insieme per uscire
insieme dai problemi comuni .
A questo punto è facile cogliere
la lungimiranza di Don Bosco sulla
politica del "Padre nostro" che,
se tornasse in auge nella Chiesa,
piacerebbe certamente ai giovani
e ridarebbe vigore agli educatori.
Proviamo a dare scampi di
riflessione su questa politica
seguendo la traduzione
interconfessionale del "Padre
nostro" in lingua corrente
del Nuovo Testamento .
APRILE 2002 BS
"Padre nostro che sei nei cieli":
la fraternità universale boccia ogni
discriminazione di razza, sesso,
cultura, censo .
"Fa che tutti riconoscano te come
Padre": non ci sono idoli di nessun
genere per chi riconosce Dio
come Padre; neppure il denaro,
il successo, il potere o altri leader
contano di più .
"Che il tuo regno venga ":
è la grande profezia da annunciare
e conta più di tutti gli imperi.
La venuta del Regno si annuncia
con la liberazione degli schiavi e con
l'asciugarsi di ogni lacrima.
"Che la tua volontà si compia anche
in terra come in cielo ": è la bussola
per il dialogo tra generazioni ,
tra classi sociali , tra Stati e anima
critica della globalizzazione,
riconoscendo il primato della volontà
salvifica di Dio su furbizie
e prepotenze di ogni risma.
"Dacci oggi il nostro pane
necessario": bando agli sprechi,
alla cultura del consumismo,
scelta di sobrietà e lotta alla fame
di milioni di uomini.
"Perdona le nostre offese come
anche noi perdoniamo a chi ci ha
offeso": il perdono va a braccetto
con una scelta esistenziale di non
violenza che richiede grande forza
e coraggio interiore.
"Fa che non cadiamo nella
tentazione ": i pericoli della vita
sono in agguato. Anche quello
di peccare, ossia di pensare di essere
ciascuno di rtoi l'ombelico del mondo.
"Ma liberaci dal Male ": il Male
con la maiuscola bussa dentro
e fuori di noi , lo sperimentiamo:
sotto forma di odio , malattia, morte,
guerra e violenza di ogni genere.
L'alleanza con Dio è urgente per
la nostra liberazione.
Geniale allora questa "Politica
del Padre nostro", lontana
dall'educazione qualunquista, carica
di senso di responsabilità, finestra
sul mondo, terribilmente solidale e
altruista. Cioè cristiana.

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Padre nostro
che sei nei cieli
J
7
~
........
~)
+¼(~,Mi,." "~

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mente tagliato per ragioni cli ovunque ad appestare I' a- l'opposto di quanto predica il
spallo , la voce del profe ta : ria". Proprio cosi' mi ha detto famo sissimo ejfaro latino:
"Mi scaglierò contro di /oro un giom o una gran bella ra- mors tua vita mea; Cristo in -
come orsa derubata dei suoi gazza che aveva deciso, con- fatti dice mors mea vita tua!.
nati".
tro ogni previsione dei suoi A_ questo punto, fors e, gentile
di entrare in convento... di signora non resta che conclu-
r:,RETE MIO ~lt;;LIO?
,,,. MAIi Mio f1g ho si è
clausura , per cli più. Con ciò ,
signora, non voglio affermare
che in convento si realizzi que-
dere che ciascuno facc ia
suo mestiere.
il
laureato da poco, e proprio sto ideale, perché il male è...
mentre poteva aspirare a una
CatTiera ne ll 'ambito de l lavo-
"dietro l'angolo" anche Il.
Voglio solo dire che la scelta
~ , . , .GESNPAE.RDIEirNettZoAre
INSE-
caro io
/'IETTERA APERTA.
,.,~ GLI INDUSTRIALI E
A CHI COMMERCIALIZZA
PRODOTTI. .. Sono un par-
roco di campagna. Parlo
senza pretese [... ] Non vi è
lec ito usare a que l modo la fi-
ro [... ], ci ha piantato me
fsaumo ,
padre , la
frate [... ]
raoazza'
b
'
Lui dice
pe1'.
che
l' ha fatto perché è "affamato
d ' amo re"[ ... ]. Mi scus i, ma
non__ è un ' idi ozia? Rompere
tutti I legami con chi gli vuole
un bene dell 'anima[ ... ]
Mariella , Udin e
fatta da suo figlio non è cosi'
idiota! Beh, adesso mi tolga
una curiosità . .. Leggendo la
sua accorata e lunga lettera,
che per esigenze di spazio ho
riassunto , ho trovato qualche
difficoltà a vederla nel ruolo
che lei ha scritto di avere. Mi
dica , insomma lei è la mam-
credo che sia necessario cl~e i
ragazzi _imparino dagli esempi
concreti a non fare certe cose
(corsivo d. r.). Se vedono un
film in cui un o ammazza e
viene catturato, impara no a
non am mazza re, -se vedono un
carabin iere che mette in oale-
ra un ladro, impara no non
gura della donn a, per lanciare
sul mercato i vostri prodotti
[. .. ]. Non c i vuo le molto a ca-
pire con quali sentimenti pos-
sono crescere fanc iulli e prea-
dolescenti che si ab ituano a
vedere fig ure di donna usate
per ve ndere merce [... ]. Una
legge che intende tutelare i
minori c 'è. La legge Mi oli ori
ma non c e,, chi. la facciba os-'
serv are [... ] È giusto preoc-
cuparsi più della nettezza ur-
bana che di quella dello spiri -
to? Il poeta Giovena le in
piena . società pagana, ' ha
en unciato una norma. di valo-
re perenne: "A l fa nciullo si
deve _i l massimo rispetto!".
Oggi, m piena società "c ivile"
si segue un 'altra nonna: "Ba-
sta pagare! " [... ] e se mi az-
zarda_ss i a togliere quelle
sfacciataggi ni diseducanti sa-
rei passibile di denuncia!
Questa è civi ltà? E le A mmi-
nistrazioni non muovono un
dito [... ] Quelli che hanno il
dovere di far ri spettare la
legge [... ] dicono che i mao i-
strati oggi asso lvono sulla
base del " mutato senso del
pudore" , criteri o poco gi uridi-
co per la verità. Non se ne
esce, insomma...
Un parroco in Sardegna
Caro don , non ho nulla da
aggiungere, se non darle ra-
gione. Siamo disarmati. Ci ri-
mane la coscienza... o, come
lei ha opportunamente ricor-
dato, e io le ho proditoria-
ma o laftdanzata di ... ?
Ho !etio di un giovane genia-
le che cl' improvviso lascia la
r■'J sua carriera universitaria per
IBBIA E JIHAD.
scegli ere una comunità mo-
l,,;J nacale (parlo di un giovane
de, nostri giorni). Gentile si-
gnora Mariella, anziché chie-
dersi perché mai un giovane
abbia rl coraggio di fare una
scelta idiota (secondo lei!) ,
dovrebbe chiedersi perché un
Egregio direttore, ho let-
to un po' esterrefatta, la noti-
zia che il professore filosofo
Galimberti afferm a che la
Bibbia è la mad re di tutte le
jihad, e che Dio ha un vo lto
violento e che tolto Dio ...
gro vanolto "affamato d' amo-
Angela, Taranto
re" non dovrebbe scegliere
una comunità il cui statuto è Cara signora , f orse l' ine.ffa-
I~ fi'aternità, la cui regola è
I accoglienza, il cui distintivo
b,le professore non è molto
f errato in teologia quanto lo è
è l'uguaglianza, la cui iden- in fi'losofia. E fo rse, non so
tità è l'appartenenza, il cui quanto incolpevolmente, di-
precetto è la carità, cioè la mentica che in Occidente le
pe,fezione clell' amore. Per- immagini di Dio più diffuse
ché, insomma, dovrebbe sce- sono due, o meglio tre, e tutte
gliere un mondo in cui la e tre sono ben lontane dall' a-
legge suprema è la lotta per il vere le caratteristiche di vio-
potere, la ricerca dei soldi lo lenza di cui parla. La prima è
sgomitare per arrivare prù;w, q?rella del Bambino Gesù in
I~ legge della giungla per di- una mangiatoia , con relativo
f endersi dal!' amico, dal vici- con.tomo di bue e asino.. .
no, da l fratello.. . "Ho scelto Non so che cosa ci possa ve-
un gruppo cli sorelle dove la
lotta è contro il male, in.vece
che contro le persone ; ho
dere cli violento il prof sud-
detto. L'altra è quella del
Dio-Crocifisso sul Golgota ,
scelto ·di stare in una comu- un.o che subisce violenza non
nità dove sono tutti primi, in- che la fa. La terza immagine
vece che vivere in una società
do ve per uno che vince cento
è quella del Sacro Cuore
Costituisce, tra i cristiani, ·1;,
altri perdono, e le carcasse devozione largamente più dif-
degli sconfitti sono seminate fusa , cui fa riscontro un' ico-
nografia fo rs' anche un po'
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nut e in reda zione. Ce ne
scusiamo . Provvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
retro, ma certo effi cace : quel-
la di un Dio il cui cuore pal-
pita cl'. amore per tutti, fin o a
sangumare, quella di Uno del
quale si può dire esattamente
rubare ... lnsomma bisogna
provocare de lle ingiustizie,
magari piccole piccole, per
impara re la giustiz ia [.. .] bi-
sogna che i ragazzi vedano al-
meno un po ' d i disonestà per
imparare l'onestà... O no?
Sono confusa.
Landina , Napoli
Ci vada piano, cara signora
con ? li esempi. Ciò che affer-
ma e pen coloso. Lei mi fa ri-
cordare l' episodio di un atlo-
re , tale Levenson , o qualcosa
del genere - non sono forte in
questo campo - il quale rac-
APPELLI
Il gruppo " Decor Canneli"
per una prossima mostra è
alla ricerca di immaginet-
te, foto , santin i della MA-
DONNA DEL CARME-
LO, sue chiese, santuari
canti , preghiere, scapolari '.
ecc. Decor Carmeli via
Bellini, 4 - 89011 B~gna-
ra Calabra (RC).
Sono un ragazzo di 13 an-
ni e cerco trenini e lettrici
anche non funzionanti. Al~
fredo Marello, Via Romi-
ta, 8 - 12050 Cuneo.
È bandito il premio nazio-
nale di poesia " Monte
Netto" a tema libero. Pri-
mo premio€ 1500. Parte-
cipazione gratuita, scaden-
za 31 magg io 2002. Info:
030/97.48.683.
APRILE 2002 !JS
ne O alla risposta personale.

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contava che la mamma, quan- tu hai dato un senso (" Qual- mo che cos' è: spesso si affac-
do lo accompagnò per la cuno" te l' ha regalato pro- cia alla soglia della nostra
prima volta a scuola, disse prio a questo fine!) non solo, razionalità e prende per qual-
alla maestra: "Se mio figlio ma sei capace di dare senso, che istante il sopravvento.. . E
si comporta male, lei riempia di creare significati in ogni sono i momenti peggiori del-
di botte il suo vicino di ban- istante della tua esistenza. In l'uomo perché succede di
co, cosl lui impara con l' e- questo consiste la tua iden- tutto. La sua razionalità è
sempio!" . Signora esimia, non tità: rappresenti qualcosa di spesso limitata da una vo-
si possono commettere ingiu- unico, sei una goccia pensan- lontà corrotta, la sua parte
stizie per far capire ai nostri te nel!' oceano della vita, non spirituale spessissimo non cu-
ragazzi l'ingiustizia! Bisogna, un ammasso informe di tessu- rata, dimenticata. L'antidoto
caso mai, imparare sulla pro- ti. L'uomo con la sua capa- è costituito proprio dal fatto
pria pelle (mi sto riferendo cità può salvare o distruggere di essere in rapporto con Dio,
alle "botte", ovviamente), non il pianeta in cui vive, le po- quindi dalla sua parte spiri-
su quella degli altri: gli esem- tenzialità della sua anima so- tuale che costituisce il sigmfi-
pi, direbbe il vecchio san no una miniera in.esauribile e cato essenziale della sua vita.
Tommaso, devono essere "ad ha un' imprevedibile facoltà Dice un autore che "se l' uo-
hominem" .
di sviluppare il suo universo mo avesse continuato a cam-
interiore: "Vi è più potenzia- minare orizzontalmente, e i
O lità nella sua anima che in conigli avessero imparato a
L SIGNIFICATO. Egre- qualsiasi altro essere a noi camminare verticalmente mol-
gio direttore, [... ] Mi do- noto", dice un filosofo con- ti dei mali del mondo non esi-
mando spesso quale significa- temporaneo. Nessun albero sterebbero". Un paradosso
to ha la mia esistenza. Mi ac- può asciugare una lacrima , e per dire che lo sviluppo ra-
corgo che tutto o quasi va il tuo cane fedele può forse zionale dell' uomo non è an-
male da Nord a Sud, da Est a leccarti una f erita ma mai dato di pari passo col suo svi-
Ovest dovunque, lei sarà ben potrà regalarti il suo sorriso, luppo psichico e spirituale e
d 'accordo con me che c'è né dirti "Io ti amo e per te che - anche secondo Rita
ovunque guerra, morte, dolo- morirei!" . Guarda il cielo e, Levi Montalcini - a livello di
re. E l'uomo è proprio niente; per questo è bella la fede , sentimenti l'uomo è ancora
sta solo qui a soffrire e puoi perderti a pensare che ali' età delle caverne. Per
nient'altro. Come vede sono "lassù Qualcuno mi ama" . come è fatto l'uomo, se non è
un po ' leopardiano, ma ... [... ] Non dimenticarlo: l'essenza più che umano allora e meno
dell'uomo non si esaurisce che umano... La sua patente
Simon, Verona in ciò che egli è ma in ciò di nobiltà è costituita dal
Prova a pensare se capita che può essere .
fatto che egli , unico tra gli es-
mai che una f ormica resti stu-
seri viventi, ha la forza e il
t"'J pefatta difronte a un tramon-
to, se un albero sorrida rico-
desiderio di superare se stes-
ROPPE COMPLICA- so . Allora, caro signore, tiria-
noscente al vento che l'acca- " ZIONI. Direttore, per- moci fuori dalla tana, che
rezza. .. No , Simon, l'uomo ché tante complicazioni? Già non è la nostra dimora natu-
non "sta solo qui a soffrire e la vita è dura per conto suo rale , e cerchiamo di volare,
nient'altro" . L'uomo è cir- con tutto quello che giornal - perché la dimora ultima è
condato da un universo stra- mente succede. Io ci ho den- lassù, secondo i desideri e i
colmo di significati, e lui stes- tro una convinzione che non bisogni più segreti coltivati
so è una immensa sorgete di mi ha mai abbandonato: l'uo- nel silenzio da ciascuno . Ciò
significato. Tutte le volte che mo come ogni altro animale è che caratterizza l'uomo ri-
la tua vita incide anche mini- sostenuto dalla forza dell ' i- spetto agli altri animali è
mamente nell'ambiente in cui stinto che è sufficiente per far- questa tensione verso l' im-
vive, quando cogli una rosa e lo sopravvivere. L 'istinto è la possibile, verso un'altra con-
ne orni la tua cameretta, vera forza della vita. A segui- dizione, un' altra dimora.
quando fai scattare un grazie re l'istinto non si sbaglia mai. Scri ve un teologo che "vi è
per un dono ricevuto, quando
un tuo atteggiamento fa a sua
.. .Romano
un solo modo per purificare
l'aria intossicata del nostro
volta atteggiare le labbra a Caro signore, per quale oc- mondo, quello di vivere al di
un sorriso sul volto di una culta ragione lei si mostra dei nostri bisogni e interes-
qualsiasi persona, quando ti cosl innamorato degli anima- si", cioè al di della nostra
dedichi a liberare la piantina li ? Io voglio loro bene, ma parte animaie. Né dimentichi
dai rami secchi e dalle foglie cum grano salis! L'uomo è un che abbiamo una fede e con la
morte, tu hai creato dei si- essere in oscillazione tra tre luce di quest'altra forza di
gnificati, sei intervenuto nel forze: l'animale , il razionale inimmaginabile valore noi
corso normale del tempo e in e lo spirituale. Ali' uomo non cerchiamo di percepire gli
quel segmento di tempo che basta il razionale per essere aspetti più preziosi del miste-
hai avuto in sorte di occupare se stesso. L' istintuale sappia- ro che splende in tutte le cose.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza :
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS APRILE 2002

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(!N ITALIA ._N_E_L_M_O_N_D_O_ _ _ _ _ _ _ _ __
ROMA, ITALIA
UNA CENA
DI BENEFICENZA
La solidarietà esiste e ass ume
forme sempre nuove e sor-
prendenti . Si "infurbi sce".
Imbastisce pi acevoli incontri
per invogliare ad essere gene-
rosi, seguendo il vecchio effa-
to di "unire l'utile al dilette-
vole". Così è capitato a Ro-
ma, dove il responsabile del
Centro cooperatori di via Dal-
mazia ha organizzato "Da
Edoardo" - noto ristorante ro-
mano - una superba cena.. .
che poi era in realtà una sera-
ta di beneficenza a favore di
Guwahati, India, dove il pa-
dre Edmundo Gomez sta co-
struendo, tra non pochi sacri-
fici, una casa di accoglienza
per i ragazzi di strada. Alla
serata hanno partecipato "glo-
rie" e "asp iranti glorie" dello
spettacolo e della musica, una
stella del ca lcio come Panca-
ro, e molti altri , tranquilli
osp iti anonimi che sapevano
di passare una serata all'inse-
gna di un doppio gusto, quel-
lo ri servato al palato e quello
della generos ità, nella consa-
pevolezza di fare un 'opera
buona, di aggiungere un mat-
tone alla costruzione di una
casa per chi ha come casa so-
lo la strada.
CHENNAI, INDIA
SCRIPTA VOLANT
Anche gli scritti si volatiliz-
zano se non vengono conser-
vati come si deve. Il titolo un
po ' provocatorio, e contrario
all ' antico detto, è quell o del
seminario promosso dal-
1'ACSSA, Associazione Cul-
tori Storia Salesiana che si è
tenuto in India. L 'associazio-
ne vuole diffondere la cultura
della conservazione della me-
moria storica, esortando al
compito di conservare la do-
cumentazione di quanto si è
fatto e si va face ndo nella con-
gregazione, perché la stori a si
fa coi documenti. La cura
degli archivi è fondamentale e
ha riflessi sull ' intera congre-
gazione, non solo, ma incide
anche sulla storia del paese
dove si è incarnati e si lavora.
I 40 religiosi salesian i e i 7
non salesiani hanno apprezza-
to lo sforzo degli organizzato-
ri , impegnandosi a diffondere
nel proprio ambiente la cultura
dell ' archi viazione.
APRILE 2002 BS

1.9 Page 9

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redazionale
NUMISMATICA
E FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
2EURO
PAMPLONA,
SPAGNA
LA MEDAGLIA
D'ORO DI NAVARRA
Un prestigioso riconosc imen-
to è stato conferito ai sa lesia-
ni d i Nava rra, con decreto
dell ' Amministrazione Auto-
noma de l 22 ottobre 200 1. A
Pampl ona il pres iden te de l
governo regionale dott. Mi-
guel Sanz ha consegnato per-
sonalmente, il 3 dicembre, la
medagli a d'oro al direttore
del collegio salesiano della
città all a presenza di oltre 400
persone "per il contributo
de ll a scuola profess ionale sa-
lesiana allo sv iluppo indu-
str ia le de lla comunità autono-
ma, e alla formazione umana
e integrale delle molte mi-
gli aia di giovani navarri che
hanno freq uentato e frequen-
tano le sue aule e i suo i labo-
rato ri ". La scuola salesiana
ospita quasi mille alunni.
MILANO, ITALIA
FOI-FORUM
ORATORI ITALIANI
Il 23 settembre 200 I è data da
ricordare: è nato un organo d i
collegamento nazionale degli
oratori ita li ani . E così sco-
priamo che sono davvero
tante le realtà eccles ia li che
operano nel settore de lla for-
mazione e de ll ' ani mazione
de i g iovani : MGS , AGESCI,
ANSPI, COR, CSI, CTG,
FOCR, FOM, O DL, PGS e
altri ancora. U na quantità di
organismi ed ucativ i che spes-
so però si ignorano a vicenda,
o non si conoscono affatto, e
che ora hanno fin almente de-
c iso d i d ialogare insieme per
ave re più incidenza nella
rea ltà sociale g iovanile. La
sfida è alta: educare in manie-
ra popolare in una società in
cui educare è sempre più ne-
cessario ma anche sempre pi ù
d iffic ile. Riusc iranno i nostri
eroi?. . . Noi scommett iamo
per il (Marco Pappalardo).
GLI EURO DI SAN PIETRO
È stata affidata allo scultore Guido Veroi , auto-
re di alcune tra le più belle monete di questo pon -
tificato , la realizzazione della faccia nazionale
degli euro vaticani. Tutti e tre i modelli utilizzati (1
e 2 euro ; 50 , 20 e 1O euro-cent ; 5 , 2 e 1 euro-
cent) propongono il profilo del Pontefice, sovrano
dello Stato della Città del Vaticano ; Giovanni Pao-
lo Il si allinea con gli altri monarchi europei: la
regina Beatrice d'Olanda, re Alberto Il del Belgio, il
granduca Henri del Lussemburgo . Diversamente
da Juan Carlos, riprodotto solo sui valori da 1 e 2
euro , avendo la Spagna riservato gli altri tagli alla
cultura e all'arte.
Per la prima volta nella plurisecolare moneta-
zione papale, attorno al profilo non è posta la
legenda con il nome del pontefice e l'indicazione
dell 'anno di pontificato , ma la semplice scritta
CITTÀ DEL VATICANO e dodici stelle simboleg-
gianti l'Europa. Oltretevere si prevede una massic-
cia richiesta di confezioni della nuova moneta, poi-
ché si apre un nuovo interessante capitolo per i
numerosi collezionisti dei tondelli vaticani.
Ricordiamo che il Governatorato del Vaticano
ha realizzato nel corso del 2001 le seguenti conia-
zioni: Divisionale 2000 "Memoria e storia. Il Grande
Giubileo del 2000"; moneta d'argento da f 5000
cel ebrativa della Pasqua di Resurrezion e; dittico
d'oro da 50.000 e 100.000 dedicato al Cristogram-
ma e alla Crux Vaticana; Divisionale 2001 "La Lira
attraverso le monete dei Papi"; moneta d'argento
da f 2000 (fior di conio e fondo specchio) celebra-
tiva della Giornata Mondiale della P.ace 2001 .
Per saperne di più: -a- 076 1/307.124
BS APRILE 2002

1.10 Page 10

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l00annifa
IN ITALIA
NEL MONDO
Abbiamo scoperto nel BS di aprile di cento anni fa
una chicca che vale la pena socializwre.
Trattasi di un lungo articolo - quattro pagine -
intitolato "Spigolature agrarie" che parla,
con competenza scientifica, di concimi chimici
e della loro utilità in agricoltura, corredato
di una nota a piè pagina che riporta consigli
"per gli agricoltori" . Ed è proprio questa nota
che ci sembra decisamente interessante.
La riproduciamo, completandola con l'immagine
di una delle piante nominate . .. Chissà che non
serva contro l'epidemia di afta epizootica che ha
imperversato mesi fa sull'Europa, o contro il male
della "mucca pazza!", che per un periodo ha
messo in ginocchio la bistecca fiorentina.
MADRID, SPAGNA
no vi hanno partecipato i cen-
tri giovanili salesiani dell ' i-
spettoria madrilena, montan-
JUVENALIA
do uno stand dove i giovani
hanno es ibito giochi , e attività
"Juvenalia" è il titolo di una creative come il maquillage,
rassegna di diverse attività, ri- le costru zioni , il disegno, ecc.
servata a ragazzi e giovani di Una media di circa 1500 gio-
ogni estrazione, appartenenti vani visitatori al giorno pas-
a gruppi e associazioni. Viene sano per i vari stand e vengo-
ogni anno lanciata e organiz- no informati sulle attività che
zata dal Governo della Regio- ivi si svolgono o guidati a
ne Autonoma di Madrid. An- provare essi stess i ad essere
che nell 'edizione di quest'an- creativ i.
___,~ ~ - -----=~
PER GLI AGRICOLTORI
Possiamo salvare polli e bovini co ll 'infuso di timo ser-
pillo, rigano, armill a, popo lino, che si offre profumato,
spontaneo, a quintali , in tutti i pae i d 'Italia, nei luoghi
aridi , al contadino, il quale deve far lo raccogliere, essic-
care, immagazzinare dai suoi bambini.
Questo rimedio semplice, ministeriale, immediato, ven-
tenne, fu premiato a Pietroburgo, Perugia, Casale, Na-
poli, Roma, Nizza, Tolone, Marsiglia, Lione, Parigi,
Londra, Foligno, Ostenda.
·
CURATIVO - Lavare la piaga con acqua pura in pres-
sione, indi imbeverla d'infuso .
PRESERVATIVO - Dare a digiuno una bibita d'infuso.
"Basta una volta".
L ' infuso si fa riempiendo pigiata una botte di fieno timo,
coprirlo la sera d 'acqua bollente ed usarlo il mattino.
Per ogni dubbio o difficoltà scrivere al Cav. Dott. Mo-
ranti, Milano - 21, Corso V.E., che si presta gratis.
SENZA, NON ESISTI
È una triste realtà il grande
numero di bambini che " non
esistono" per le autorità civili ,
se non possiedono un docu-
mento di identità: non posso-
no, infatti , frequentare alcuna
scuol a. Casi di questo genere
rion sono infrequenti. Suor
Cepeda, FMA, e un gruppo di
universitari , aderendo al pro-
getto di una docente, si sono
adoperati per fornire a Enér-
cida Véloz e ai suoi sette
bambini (vedi foto) , i docu-
menti necessari alla loro iden-
tificazione. Le ricerche sono
state fatte negli archi vi sia
dell a parrocchia sia dell 'ospe-
dale, e presso le istituzioni ci -
vili , poi code per i timbri , i
certificati, la consulenza di
esperti di diritto civi le .. . Ma
ora i fi gli di Enércida possono
andare a sc uola.
APRILE 2002 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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·
·
········~······················
Salgono gli altari dtreellaemsiannetnittài
··········
figure
salesiana
····················
latino-americana.
··
··
UNIFICATI
DCAARUINSMMAE~D-==E==-=S===I=M-===O=---
di Pasquale Liberatore
Un salesiano, sacerdote
e amico dei lebbrosi:
Luigi Variara;
un salesiano laico,
instancabile infermiere:
Artemide Zatti;
una Figlia di Maria
Ausiliatrice, fondatrice
di opere sociali:
Maria Romero Meneses.
: Espressioni di
: un 'unica spiritualità
: e significativamente
LUIGI VARIARA
15/01 /1875: nasce a Viarigi (Asti) .
20l 12/1887: "quel dolce sguardo
ARTEMIDE ZATTI
12/12/1880: nasce a Boretto
(Reggio Emilia) .
09/02/1897: immigrato a Buenos
Aires con la famig lia.
19/04/1900: entra nel seminario
salesiano di Bernal.
04/03/1902 : a Viedma per curarsi
la tbc.
1904:
promette alla Vergine
d1 prendersi cura degli
ammalati , se guarirà.
:
:
accomunate dalla stessa
data di Beatificazione:
di Don Bosco ... "
29/05/1894: parte per Agua de Dios
(Colombia) .
1911 :
1915:
gli si affida l'amministra-
zione della farmacia.
è nominato
24/04/1898: ordinazione
responsabile
: il 14 aprile 2002. ••••
:M entre :
:
:
:
:
:
:
:
:
:
:
:
:
:
:
siane
non poche case sale-
dell'America latina
cmZnummcrDcsqcssdiuatmhoineeuaoauoii.nenlite;qatonnts,dattrLrdisuteeceeia,aiuieVns,ugadgnopcnnareRaAiigdvllàrehrrutrooiioiimgn,ieouMcevvormfausovKavneaoeèrasaearisdaltnagioreroarstvni,itlmefoditcroeiigliaaagetaevhg,aloetge'gtmioilaarRollfdtiunDiiienaaneaioeznack,bccdiaindzmnoao,umoolbisoalietmsnLauerncrrzDla;taairaoudirpiboctoi-oZsilndiuafcteiinu,tnalueiàdtnoViaetrlctaltoeoositmi.dtfrBniCcvairoelifguioa,oeoo,dianoVnluicbstiilOdisadnuarac'buptcaiiriziroa,nnrncnnortictioaoioeNDiffonaRmssazreesrmrntaeadeiaecrriii-ooe------.--i--,i
sacerdotale a Bogotà.
07/05/1905: inizio della
Congregazione delle
Figlie dei SS. Cuori.
1511211922: a Cucuta (Colombia)
per curarsi.
01 /02/1923: morte a Cùcuta.
18/08/1959: si introduce la causa
di beatificazione.
02/04/ 1993:
14/ 04/ 2002 :
è dichiarato venerabile.
beatificazione.
tcn(osooulboocboreinRntoneDmreoolencr1ohB8eè8ov7msa)c,oodraat(aliVcnnoaeornlista1atrr9tait7o8lgod)i.iorcreont--i
VARIARA: IL CORAGGIO
DELL'INEDITO
ndieeIinrelee,dbidbtoaronfsuiR: apdbeoarngliUiasntaiilael'soniaergnfaiunliaizlzcpautioora--
•• •• ••• • ••• •• •• •• • •• •• • •• •
1934:
dell'ospedale di Viedma.
in Italia per la canoniz-
zazione di Don Bosco.
19/07/1951: cade da una scala
e si scopre un tumore
al fegato .
15/03/1951: morte.
22/03/1980: introduzione della
causa di beatificazione.
02104/1993: è dichiarato venerabile.
14/04/2002 : beatificazione.
prplprnpgocoaeeiaeiasu.tacstrgrttieioeeitAòeaàiggpn.glrlididreoianniEeinaobncfspbatbnpeosoerbatreometVroeristvsspddoaieoniarrraav,ceniotleafoeonlanuarr'nnsIaatadlsiftpnlaooerplslozauioniescatooritreduhatgignloeasielgoevivrinecpelooatgdoc,rldntleutioonlaoi'dastparurdptirellrralniitaseeebrsaciozdtoitctotlicieoo:o:meoncnll;dntouofaaiuaeae------
• • • • • • • • • • • • • • • • • BS APRILE 2002

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
I Agua de Dios: don Variara con
altri confratelli sotto il busto
in legno di Don Bosco scolpito
da un lebbroso.
Contratacion a Mosquera , a Bogo-
, a Baranquilla, a Tariba. Ai suoi
infermi Variara diede il meglio di
sé, sorretto dall ' inventiva, dalle doti
umane, dalla passione per il canto.
Tra le sue prime realizzazioni, dopo
il teatro , fu la banda. Essendo riu-
scito ad avere gli strumenti di un
battaglione dell'esercito , ne insegnò
l'uso ai giovani lebbrosi, accostan-
do con disinvoltura le sue labbra
agli strumenti che loro usavano . Fu
un 'iniziativa di inimmaginabile effi-
cacia in quel luogo di dolore, che
strappò lacrime di commozione allo
stesso Presidente della Repubblica.
Costruì un orfanotrofio, stendendo
la sua mano in ogni angolo della
Colombia mediante un giornalino;
si chinò su ciascun ammalato con
amore materno, più che paterno.
"Ai bambini prestava persino i ser-
vizi più umili e ripugnanti, curando
le loro piaghe. Ai più invalidi, che
venivano chiamati "decaduti", face-
va la toletta personale come una
mamma", si legge negli atti proces-
suali. Il coraggio dell'inedito si ma-
nifestò ancor di più nella fondazione
delle "Figlie dei Sacri Cuori di Gesù
e di Maria". Egli diede la possibilità
di emettere i voti anche a ragazze
lebbrose o figlie di lebbrosi che in
nessun'altra congregazione avrebbe-
ro potuto realizzare l'ideale della
consacrazione. Anche questo seme
fu innaffiato da non poche sofferen-
ze, dovute a dolorose incomprensio-
ni e a facile scetticismo sul futuro
dell 'Istituto. Ma il seme crebbe rapi-
damente, e oggi è un albero di 375
religiose diffuse in L1 nazioni di
America, Europa e Africa, e dedite
alla pastorale della salute.
Todo viene de Dios
A don Variara non fu rispaimiata
neppure l'umiliazione della calun-
nia, artefice un giovane che poi ri-
tratterà e chiederà perdono. Egli
l'accettò con dignitoso silenzio.
"Quando ne venne a conoscenza -
dice un testimone - senza pronun-
ziai·e parola andò in chiesa, e rimase
per lungo tempo davanti al taberna-
colo". Gli fu invece rispai·miato di
ammalarsi di lebbra, ma ci fu un
momento in cui ciò sembrò avverar-
si: alcune screpolature della pelle
indussero a diagnosticai·e il temutis-
simo morbo. Fortunatamente la dia-
gnosi risultò infondata. In quella
circostanza, egli si limitò ad escla-
mare in perfetta serenità di spirito:
"Todo viene de Dios y todo va a
Dios". E Dio ha benedetto l'opera
di questo suo servo compiendo per
mezzo suo il miracolo più difficile:
accettare la sofferenza con gioia.
Agua de Dios prima della venuta di
don Variara era la cittadella del do-
lore. Egli insegnò il segreto per tra-
sfigurare il dolore in gioia. E il mi-
racolo si compì. A una donna in
carrozzella, il corpo roso dalla leb-
bra, un giornalista chiese: "Come
sta?". "Sto molto bene in questo pa-
radiso! ". Oggi Agua de Dios è la
cittadella della speranza.
Variara, non variare!
Conquistato da uno "sguai·do insi-
stente di Don Bosco", era partito
dall 'Italia e approdato ad Agua de
Dios, dove consacrò tutti i 28 anni
che gli restavano da vivere. Interse-
cò quattro santi nella sua vita: Don
Bosco, don Rua, don Rinaldi e don
Beltrami. Da ciascuno ricevette una
spinta speciale. Don Beltrami gli
trasmise quello spirito di immola-
zione da cui egli trasse un carisma
nuovo per le sue suore. Don Rua si
prese cura della sua anima fin dal
noviziato: ricevendo i suoi voti reli-
giosi, gli aveva sussurrato ali ' orec-
chio " Variara, non variai·e". Ed egli
fu fedele a questa consegna. Il se-
greto della sua santità sta nel non
essersi mai arreso di fronte alle dif-
ficoltà .
La banda di don Variara tra i lebbrosi di Agua de Dios.
Don Variara tra i suoi lebbrosi.
• • • • • APRILE 2002 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • t

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
•••••••••
vuta preparazione con i titoli di far- in persona. Alla lettera! Da parte :
macista e infermiere. Responsabile dei superiori fu raccomandato un
in pratica dell 'ospedale, ne curò il giorno di non superare, nelle accet- :
trasferimento in una nuova sede; al- tazioni, il numero di 30 ammalati. :
largò la cerchia dei suoi assistiti Lo si sentì mormorare: "E se il 31 ° :
raggiungendo, con la sua insepara- fosse Gesù in persona?". Da parte :
bile bicicletta, tutti i malati della sua non c'erano dubbi : trattò ciascu-
città, specialmente i più poveri - no con la stessa tenerezza con cui :
sarà ricordato in tutta la Patagonia avrebbe trattato Gesù stesso, offren- :
come l'amigo de Los pobres - senza do la propria camera in casi di :
mai esigere compensi, ma sempre emergenza, o collocandovi anche un :
generosamente ricompensato. Tra i cadavere in momenti di necessità.
suoi prediletti una povera muta e un Spesso la suora guardarobiera si :
ragazzino handicappato: quasi sim- sentiva interpellare: "Ha un vestito :
boli della sua grandezza. Ha cono- per un Gesù di 12 anni?". Per i suoi :
sciuto la strettezza dei debiti , ma la
provvidenza non gli è venuta mai
ammalati
detenuto,
andò anche in carcere. Un
infatti , ricoverato in ospe-
••
meno. Ha amministrato tanto dena- dale era riuscito a scappare e ne fu :
ro, ma la sua vita fu poverissima: incolpato Zatti che conobbe così la :
La "calle" (via) intitolata a Zatti
a Viedma.
per il viaggio in Italia gli si dovette- prigione per un paio di giorni. Lo :
ro prestare vestito, cappello e vali- andò a prelevare un a moltitudine di
gia. Amato e stimato dagli ammalati persone che - banda in testa - lo :
ARTEMIDE ZATTI:
che a volte preferivano lui ai medi- riaccompagnò al suo ospedale. :
ci; amato e stimato dai medici che Giunse anche per lui il momento :
CON DON BOSCO
COMUNQUE
gli conferivano la massima fiducia, della malatti a (un tumore al fegato)
e si arrendevano ali' ascendente che che lo condusse all a morte. Scrisse :
scaturiva dalla sua santità: "Quando egli stesso il suo certificato di morte :
Artemide ebbe modo di temprare
il suo carattere sin da bambino. L'e-
migrazione in Argentina, a 15 anni ,
fu una conseguenza necessaria della
povertà della famiglia. La sua voca-
zione sbocciò dalla lettura della vita
di Don Bosco, dopo aver fatto ami-
cizia con un salesiano "calamitan-
te", come era il panoco don Cavalli
sto con Zatti, non posso fare a meno
di credere in Dio", esclamò un gior-
no un medico che si proclamava
ateo.
E se fosse Gesù in persona?
Il segreto di tanto ascendente? Ec-
colo: per lui ogni ammalato era Ge-
e si preparò serenamente ali' incon- :
tro co l Signore, che lo chiamò nella :
mattina del 15 marzo 1951. Oggi a
Viedma c un nuovo ospedale. :
Porta il suo nome e, ben visibile, il :
suo volto sco lpito nella pietra. Ogni :
ammalato che entra è accolto dal
suo sorriso.
D :
che lo seguì per tutta la vita.
Resto con Don Bosco
In questo salesiano laico rivive la
celebre espressione del Cagliero che
davanti ai dubbi di alcuni suoi com-
pagni se farsi "frate" o meno, escla-
con significativa immediatezza:
"Frate o non frate , io resto con Don
Bosco" . Anche per Zatti ci fu un
momento in cui, dovendo rinunziare
al sacerdozio per una malattia inter-
venuta, si trattò di scegliere tra sale-
siano laico o non salesiano. Lui non
ebbe bisogno di riflettere a lungo
per capire che sacerdote o no , inten-
deva restare con Don Bosco. E ci
restò, vivendo in pienezza l'origina-
le vocazione del "coadiutore". Con-
sacrò la sua vita ai malati, in ringra-
ziamento ali'Ausiliatrice per essere
stato guarito da una malattia allora
inguaribile, la tbc. Si procurò la do- Zatti con gli infermi dell'ospedale (1924).
) • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS APRILE 2002

2.4 Page 14

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I giovani continuano a sorprendere ... per la loro generosità.
.
'
MORA MORA, VASAI
di Marta Rossi
Gruppi numerosi di
giovani scelgono di
passare le loro vacanze
non a St. Moritz, alle
Seychelles o alle
Bahamas, ma tra i
disperati del mondo.
Nell'estate 2001 solo
dalle ispettorie salesiane
d'Italia sono partiti una
ventina di gruppi per un
totale di 232 persone.
Una formidabile
esperienza di
formazione.
Sugli spalti (si fa per dire) a far da tifosi mentre
all'oratorio (scuola di ljeli) si svolgono le olimpiadi, organizzate dai volontari.
Q uando in TV vedevo le scene
delle guerre tra etnie in Afri-
ca, quando mi capitavano
sotto gli occhi immagini di
bambini con le pance gonfie e le
mosche sugli occhi, mi si stringeva
il cuore, ma consideravo quel mon-
do tanto lontano dal mio. Quasi ir-
raggiungibile. Calpestando la terra
rossa del Madagascar, guardando il
suo cielo terso, ho capito che con
quelle "strette al cuore" Dio mi sta-
va spianando la strada.
UN'ESPERIENZA
INDIMENTICABILE
Sono partita carica di scatole
piene di cose, medicine e quant'al-
tro potesse aiutare quelle persone.
Sono tornata a mani (e valigie)
vuote, ma con il cuore traboccante.
Con la mia personale "macchina fo-
tografica" (di quelle speciali che
non si trov ano in commercio perché
scattano le foto con il cuore), ho fis-
sato molte immagini: visi, mani,
piedi, pance gonfie, ossa sporgenti,
denti neri, zecche tra i capelli, pulci
sotto i piedi, case di fango e paglia,
ma anche un cielo stupendo , l'aria
buona, le risaie, il silenzio, la pace.
Il mio sguardo spesso si perdeva nel
cielo, tra le nuvole e il sole di gior-
no, tra le stelle e la Croce del Sud di
notte. Mi incantava, mi toglieva il
fiato. Tornando non ho più provato
quella sensazione di "contemplazio-
ne", di estasi davanti a un cielo che
mi ha aperto il cuore e la mente.
Il gruppo di volontari dell'ispettoria romana
che ha fatto l'esperienza estiva in zona di missione.
APRILE 2002 IJS
La statua di Don Bosco sulla piazza(!) del villaggio
di Amboditanimena è stata portata da Genzano di Roma.

2.5 Page 15

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Un esempio dal Madagascar.
Madagascar splendido! li lago di ltasi.
I La casa di "ciclone", un tipo originale
con 22 figli, che abitano da soli in tuguri intorno.
Nella foto gli otto figli più piccoli.
Senza di lui non sarei tornata tra-
boccante. Senza di lui non avrei vis-
suto appieno la mia esperienza, sa-
rebbe rimasta lì, tra quei bambini,
tra quelle case. Invece ce l'ho anco-
ra qui, nel mio cuore. Aprire la sua
porta non è facile, ha la serratura di-
fettosa, difficile, ma basta toccare il
"tasto giusto" e tutto riaffiora, sem-
bra successo ieri ...
LA PREPARAZIONE
Le settimane che hanno preceduto
la partenza sono state cariche, piene
di attesa, di ansia, di piccole ma, per
me, grandi paure. I momenti di vera
e propria fibrillazione si alternavano
a un certo orgoglio per il "salto nel
buio" che stavo per compiere, mo-
menti di emozione, quasi di lacri-
me, alternati a momenti di sconfor-
to, di nostalgia. Il calore della gente
intorno a me, le promesse della pre-
ghiera quotidiana per noi che parti-
vamo, fatta da chi restava qui (ma
con il cuore ci avrebbe accompa-
gnati), come unico contatto, hanno
caricato ulteriormente il pre-parten-
za. Ma è l'aereo, il decollo , lo " stac-
co" da terra e l'aeropo1to sempre
più piccolo che ti fa capire che stai
svoltando, che stai prendendo una
strada diversa, sconosciuta, che ti
porterà lontano. Già! Fin dove?
L'aereo atterra: "Assistenti di
volo, disarmare gli scivoli .. ." . Ini-
zia l'avventura. Tutto in Madaga-
scar ti fa sentire lontana. Da casa,
dalla famiglia, dagli amici, dall'oc-
cidente, anche da te stessa. Eppu-
re. .. ti senti protetta, a tuo agio,
senza " lacci" e puoi provare a spic-
care il volo, senza paura. Sai che,
abbandonandoti nelle mani di Dio,
ce la puoi fare. E da quel momento
tutto ti è familiare, le case, la gente,
l'acqua sempre fredda, l' onnipre-
sente riso, la terra rossa, la mancan-
za di TV, del computer, del cellula-
re. La gente è splendida, gentile con
i " vasà" (stranieri), ai quali cerca di
trasmettere la propria filosofia di
vita, "mora mora, vasà" (piano, pia-
no, straniero!). E a te non rimane
che adattarti, lasciarti andare, perde-
re la concezione del tempo, guarda-
re sempre di meno 1'orologio, abi-
tuarti a scandire le tue giornate con
il sole, le nuvole, la pioggia. Farti
aiutare dalla luna e dalle stelle, dal
tuo orologio "biologico", dalla na-
tma stessa. Pensi: se ci riescono
loro , posso farlo anch ' io! E così im-
pari a vivere il Madagascar, impari
a fare tua questa terra, i suoi costu-
mi, i suoi usi. Senza azzardarti mai
a violarli in una minima parte.
TUTTO COME PRIMA ...
ONO?
E poi? E poi torni a casa, alla tua
vita di sempre, dai tuoi familiari ,
dagli amici; alla tua piccola abituale
realtà quotidiana. Ma sei diversa,
cambiata. Rafforzata da un 'espe-
rienza che non ti lascia come prima.
Mi sono chiesta come avrei potuto
sfruttare questo scossone. Ho capito
che, intrappolata dalle etichette e
dall 'opulenza occidentali, non è fa-
cile provare a cambiare. Ho capito
che viviamo convinti che la felicità
la si possa trovare in una macchina,
in un cell ulare, in una vacanza. Poi
non ci basta, e vogliamo di più. La
"semplice" automobile non va bene,
non fa tendenza. E allora parte la
corsa alla macchina potente. Il
I Veronique, la prima oratoriana
conosciuta dai volontari
al loro arrivo. Ha fatto subito
amicizia.
"semplice" cellulare non va bene,
c'è bisogno di quello piccolo, colo-
rato, che "wappa". Il "semplice" te-
levisore non basta, urge quello
super piatto, che si appende al muro
come un quadro , o si attacca al sof-
fitto come un lampadario. E se il PC
non è dell'ultima generazione, se lo
stereo non ha il dolby, se il vestito
non è griffato...
Sono riflessioni banali, lo so.
Anche io avrei pensato la stessa
cosa sentendo un discorso così. Il
segreto sta nel cercare di trovare
una dimensione più "normale", di
vivere cogliendo l'attimo, di impa-
rare a rispettare gli altri e l'ambien-
te. Imparare a essere se stessi, a sen-
tirsi felici con le piccole cose, a
farsi scaldare il cuore anche solo da
una bella giornata di sole. E ringra-
ziare il cielo per quello che hai.
Ecco che cosa ho imparato dal mio
Madagascar, a saper dire GRAZIE
perché sono felice, GRAZIE perché
ho la mia famiglia, i miei amici.
GRAZIE perché ci sono.
D
BS APRILE 2002

2.6 Page 16

▲back to top
redazionale
CANNARA, ITALIA
UN CROCIFISSO UNICO
A Cannara, ridente paesino
della provincia di Perugia,
nella chiesa della "Buona
Morte" fino al 1970 annessa
ali 'Istituto delle Figlie di
Maria Ausiliatrice, esiste un
Crocifisso risalente alla se-
conda metà del XV secolo,
dalle caratteristiche uniche. Si
tratta di una statua fatta con
cinq ue strati di tela di lino in-
coll ati e sovrapposti, ricoperti
poi con stucco e infine dipin-
ti. Il corpo, leggerissimo, ri-
sulta ben proporzionato di
fronte ma quasi piatto nella
parte dorsale che aderisce alla
croce. Il venerdì santo di ogni
anno il Cristo viene smontato
dalla croce e posto in un cata-
falco per la processione. Le
braccia, snodabili , vengono
fatte aderire al corpo per dare
l' impress ione di un cadavere.
Intere generazioni l'hanno ba-
ciato in segno di devozione
nella notte dell 'adorazione,
dopo la processione, e prima
che fosse di nuovo "crocifi s-
so". La chiesetta, ora dipen-
dente dalla parrocchia e gesti-
ta dalla confrate rnita della
Buona Morte, tutt ' ora esisten-
te, conserva le tracce dell a
gestione sa lesiana: la statua di
Maria Ausiliatrice che si usa
per la processione del 24
maggio, i quadri di Don Ba-
sco e di Maria Mazzarello, e
il quadro di Domenico Savio.
Mario Scaloni
UPS, ROMA
FORMAZIONE
PERMANENTE
PER MISSIONARI
La Facoltà di Teologia del-
!'Univers ità Pontificia Sale-
siana, appogg iata dal dicaste-
ro delle Missioni Sales iane,
ha organizzato un corso di
fo1mazione pemianente per
miss ionari e missionarie che
sta ri scontrando un crescente
interesse e sempre più nume-
rosa partecipazione. Si è
ormai giunti alla sesta edizio-
ne. Il corso è stato frequenta-
to da una medi a di 65 mi ss io-
nari, provenienti dai 5 conti-
nenti , nati e operanti in varie
decine di naz ioni e apparte-
nenti all a più variegata realtà
eccles iale. Si è convinti che le
"missioni" funzionano bene se
i "miss ionari " hanno una ro-
busta formazione nei moltepli-
ci aspetti del loro es igente
apostolato! Sono tre mesi (fin e
settembre - dicembre) arric-
chenti per l'intensità e la va-
rietà del programma, proposto
da oltre trenta professori di di-
verse uni versità, e per la possi-
bilità di esperienze dirette con
l' universalità della Chiesa.
Gianfi·anco Coffe/e
tJllteJUctJ
SAVIO
Eo1210Ne
UNA NUOVA BIOGRAFIA
DOMENICO SAVIO
È ANCORA ATTUALE
160 an ni fa, il 2 aprile 1842,
in una piccola frazione pie-
montese chiamata San Gio-
vanni di Riva presso Chieri
nasceva un bimbo che mam-
ma Brigida chiamò Domeni-
co . Si tratta di san Domenico
Savio che tutto il mondo cri-
stiano oggi conosce come il
primo santo di 14 anni. Dopo
una semplice e splendida vita,
infatti , egli morì il 9 marzo
1857. Un altro santo, Don
Bosco, di cui Domenico era
stato alunno, scrisse piangen-
do di commozione la sua pic-
cola biografia che dilagò per
il mondo. Durante il processo
di beatificazione, 28 persone
(q uasi tutti compagni e amici
di Domenico) raccontarono
sotto gi uramento fatti e avve-
nimenti che Don Bosco non
conosceva. Nacque così una
biografia più vasta e più ricca
del ragazzo santo. In queste
pagine è presentata questa
biografia nuova che incanta
come il profumo di un fiore.
Autore Teresio Bosco, già ab-
bondantemente conosciuto co-
me scrittore rigoroso e piace-
vole di innumerevoli opere; il
suo Don Bosco, una biografia
nuova, è tradotta in 34 lingue.
APRILE 2002 BS
BREVISSIME DAL MONDO
CITTÀ DEL VATICANO.
Il Papa ha esortato i vescovi
di Taiwan, in visita ad lirni-
na, a farsi "araldi dell a ri-
conciliazione" tra Pechino e
Taipei. Una posizione certa-
mente più avanzata di quel-
la di molti governi occiden-
tali e non.
CASA GENERALIZIA.
Per la morte del Rettor
Maggiore Juan Edmundo
Vecchi sono giunte alla Pi-
sana più di 700 e-mail di
partecipazione, 50 fax, 70
lettere, 280 telegrammi ...
nomi illustri della società
ecclesiale e civile hanno in-
viato le condoglianze, tra
gli altri il Papa, i cardinali
Sodano, Re, Ruini, il Presi-
dente del Consiglio Berlu-
sconi , l 'ex presidente della
Repubblica Scalfaro, il pre-
sidente della regione Lazio
Storace, il sindaco Veltroni
e ancora Francesco Rutelli,
Gianni Agnelli, Antonio
Fazio, Giulio Andreotti e
centinaia di altri.
ROMA. Centinaia di presti-
di gitatori e illusionisti han-
no chiesto al Papa, nel-
1' udienza di mercoledì 30
gennaio, che Don Bosco ve-
nisse " ufficialmente" pro-
clamato patrono dello loro
categoria. Si sono presentati
coi I.oro vestiti di scena, i
trucchi, i brill antini, i coni-
gli che escono dal cappello.
Uno degli organizzatori è il
salesiano don Mantelli, me-
glio conosciuto come Mago
Sales che da molti anni or-
ganizza al Colle la festa dei
maghi. (Cfr. BS gennaio
2002 , pag. 16)

2.7 Page 17

▲back to top
a cura del direffore
CORDOBA,SPAGNA
Cento anni di attività pa-
storale ed educativa, cen-
to anni di presenza sale-
siana, cento anni di siste-
ma preventivo, cento anni
di benemerenze per i sa-
lesiani della bella e impor-
tante città della provincia
Andalusa, che ha dato i
natali ai famosi pensatori
Averroé e Maimonide, cui
la filosofia e la teologia
occidentali tanto debbo-
no. Il 13 dicembre 2001 il
Vicario del Rettor Maggio-
re ha concluso le solenni
celebrazioni centenarie.
VIENNA, AUSTRIA
Don Ludwig Schwarz, sa-
lesiano , è stato nominato
vescovo ausiliare di Vien-
na e consacrato il 25 no-
vembre 2001. Specializ-
zato in filologia e archeo-
logia classica è stato ret-
tore del seminario inter-
diocesano di Horn , poi
ispettore di Vienna, quindi
professore di patristica
latina e letteratura latina
all'Università salesiana di
Roma, infine direttore na-
z ion aie delle Pontificie
Opere Missionarie in
Austria .
PRISTINA, KOSOVO
Il Kosovo è stato uno dei
campi di impegno cultura-
le , civile e religioso dei
salesiani , soprattutto do-
po la disastrosa guerra
che ha insanguinato la re-
gione, e non ancora risol-
to i problemi. A Pristina ,
dove i figli di Don Bosco
gestivano pastoralmente
una parrocchia , stanno
sorgendo , finanziati dal
VIS (Volontariato interna-
zionale salesiano) , una
scuola professionale e un
centro giovanile.
AGUAS DEL LINDÒIA,
BRASILE
Circa 500 insegnanti han-
no partecipato al VII Con-
gresso Nazionale delle
Scuole Salesiane, tenuto-
si nell 'estate 2001. Con-
ferenze , tavole rotonde ,
lavori di gruppo e labora-
tori hanno caratterizzato
l'incontro. L'argomento
della globalizzazione e
del ruolo dell 'educazione
e della scuola hanno ca-
talizzato l'attenzione e il
dibattito degli intervenuti
con gli esperti, e tra loro.
Un successo .
LEAUVÀA - SAMOA
Tre ragazze della scuola
primaria tenuta dalle FMA
sono le vincitrici del con-
corso dell 'UNDP (United
Nations Development
Program) , per la creazio-
ne di un logo per comme-
morare il 2001 Anno In-
ternazionale del Volonta-
riato. Il premio è stato
consegnato personalmen-
te alle alunne dai rappre-
sentanti dell 'ONU . Una
grande emozione e un po'
di sano orgoglio per alun-
ni , insegnanti e suore .
SZCZECIN, POLONIA
È stata presentata in tutto
il mondo salesiano la
nuova "Ratio", il testo cioè
che fissa le linee guida
della formazione e i criteri
del discernimento voca-
zionale per la congrega-
zione salesiana, chiamata
a rispondere alle nuove
sfide del mondo contem-
poraneo. Il documento è
stato presentato in 13
paesi del mondo a ispet-
tori e delegati della forma-
zione. Nella foto: superiori
e formatori della Polonia.
BS APRILE 2002

2.8 Page 18

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Un rinnovato impegno per i giovani all'alba del lii millennio.
METTI UNA SERA, di Giancarlo Manieri
ACENA
Un venerdì di dicembre
a casa di un amico.
Il figlio piccolo in un
angolo del salotto
smanetta sulla tastiera
del computer in una
solitudine popolata
di amici virtuali.
Un problema in più
per genitori ed educatori.
Psicologi, pedagogisti,
professori, venite in
W soccorso! ~
n,
O.,a
,,M arco, un frugolo di 10
anni, non mi calcola
nemmeno un po ' quan-
do entro in casa, invitato a cena da
un caro amico. È catturato dal com-
puter, piazzato in un angolo del sa-
lotto, teso e preso nell'atteggiamen-
to che avevano i bimbi di un tempo,
quando la nonna raccontava le fia-
be. Digita sui tasti, Marco, con i due
indici. È veloce, segno di una fre-
quentazione giornaliera della mac-
china; poi, i gomiti puntati ai bordi
del tavolo, le mani raccolte a sor-
reggere il viso, il mento nell ' incavo
delle palme e gli occhi fissi al moni-
tor, attende impaziente... Quando
una scritta compare sullo schermo,
ricomincia frenetico il balletto sui
APRILE 2002 BS
tasti. Mi fermo un attimo a guardar-
lo, tento anche di interessarlo:
- Ciao, Marco. Che fai di bello?
- Chatto!
-Cioè?
- Parlo con gli amici!
La risposta è stata rapida, secca,
di quelle che, lo capisci subito, vo-
gliono decretare la fine di una sec-
catura, tipo: non rompere, ho da
fare! Guardo il papà che fa un gesto
rassegnato e forse anche un po '
sconfortato. La mamma, indaffarata
in cucina, non partecipa.
MARCO E IL COMPUTER
Ovvio che l'argomento quella
sera è Marco. Di lui, nel corso della
conversazione vengo a conoscere
alcuni particolari che mi lasciano
perplesso: racconta un sacco di frot-
tole, il bimbetto. Qualche giorno
prima, essendosi imbattuto, via
chat, con una ragazza di 14 anni, ha
raccontato senza un filo di vergogna
né un attimo di perplessità che lui
ne aveva 16 di anni, e che avrebbe
tanto desiderato conoscerla, che gli
scrivesse qualcosa di carino! Lo
sfogo di papà Umberto giunge ap-
passionato: che cosa sta succedendo
a questi nostri figli della chat gene-
ration? Anche noi raccontavamo
balle, ma mai così sfrontate! ".
Ormai un bambino su tre possiede
un computer, ma fra qualche mese
si arriverà al 50% e oltre. Una mac-

2.9 Page 19

▲back to top
Importante convegno all'UPS.
china è il nuovo compagno dei no-
stri figli, e Internet è la nuova piaz-
za, il luogo del passeggio per con-
versare... Solo che Internet pennet-
te molti più sotterfugi che non il
corso o la piazza, molte più bugie e
faccia tosta. Non diventano più
nemmeno rossi i nostri pupi, male-
dizione! Sembrano impermeabili ai
sentimenti. Il prof. di latino a suo
tempo mi faceva tradurre puer men-
dax ter negavit atque erubuit, e
prendeva la palla al balzo, predican-
do che le bugie, più che le gambe
corte e il naso lungo che sono
"modi di dire", fanno la faccia rossa
che è un "modo di diventare"! È tra-
montato anche il rossore! ... Conti-
nuiavamo a parlare a voce alta, per-
ché Marco sentisse, ma Marco non
faceva una piega, probabilmente
non sentiva proprio; rintanato "den-
tro" alla sua stanza virtuale, non
aveva orecchi se non per i suoi vir-
tuali amici. Continua lo sfogo di
Umberto, e così apprendo che il fru-
goletto si aumenta o diminuisce
l'età a seconda dell'amico/a con cui
parla. Quelle conversazioni, dun-
que, risultano del tutto improbabili,
spesso decisamente false, condotte
sul filo della fantasia, o. per meglio
dire della menzogna.
E GLI EDUCATORI?
Allora che cosa deve fare un po-
vero disgraziato di genitore? Ho ot-
tenuto soltanto che non si blindasse
in camera. Se vuole usare il compu-
ter deve farlo in salotto. Però, appe-
na ci si avvicina alla postazione per
sbirciare qualcosa o sentire meglio,
scattano le ire infantili: "Fatevi i
fatti vostri! Mica io vengo a con-
trollare quello che fate voi! Ho il di-
ritto alla privacy, io! " . Ma chi gliele
ha suggerite queste cose? Che cosa
fare? Perché non è finita: Marco
non ci racconta mai nulla. Non ve-
niamo mai a sapere con chi parla, se
non per caso. Qualche sera fa era
furibondo: si era "dichiarato" a una
"ragazza" di 61 anni! Quando l'ha
scoperto l' ira si è trasformata in un
torrente di parolacce, tant'è che
stavo per mollargli quattro ceffoni
come si deve .. . in barba alla legge!
Circa un mese fa s 'era intestardito:
voleva andare a Prato per incontrare
gli "amici di tastiera".
- Ma sei matto?
- Papà, Luca è andato a Fabriano,
perché io non posso andare a Prato?
- Perché hai dieci anni, accidenti!
- Il nonno dice che suo papà a 1O
anni conduceva le pecore sui Si-
billini ...
- Oh, insomma! Ma perché non vai
all'oratorio, ché almeno lì ti fai
degli amici?
- Io ne ho tantissimi di amici ...
- In carne e ossa, intendo!
- Ce l'hanno anche i miei la carne e
le ossa...
in demolizione, come la ses-
santunenne!
- Papà, non capisci nulla, oh!
Aveva ragione, non ci capivo più
nulla. Certo non posso bloccare il
progresso per difendere mio figlio
dalle sessantunenni che chattano !
Qualcuno, spero, ci darà una mano...
Capisco il mio amico e tento anche
una difesa d'ufficio: d 'altronde la
chat è una specie di liquido amnioti-
co che protegge dalle difficoltà che
si possono incontrare nella vita reale.
Certo la motivazione tiene poco. Ma
anch'io ero in difficoltà e si capiva.
Sì, come si fa a convincere i giovani
che il vero problema non è il reale
ma il virtuale? E che la vita non è
virtuale ma reale? Esiste un decalogo
della Società Italiana di Pediatria ri-
volto ai genitori. Sarà valido?
- Navigare solo in presenza di
adulti
- Non sistemare il computer nella
camera del bambino
- Saper usare il computer almeno
tanto quanto vostro figlio
- Proteggere il bimbo dai siti non
adatti
- Parlare con lui dei suoi viaggi
virtuali
- Esortare a non dare informazio-
ni su di sé
- Evitare che abbia una casella
mail con password.
L' abbiamo letto insieme. Ma il
problema dei tanti Marco presenti
ormai un po' dovunque resta, e il
mio problema di educatore è ancora
più serio.
D
BS APRILE 2002

2.10 Page 20

▲back to top
Da Calcutta a Berhampore via Krisnagar, continua un viaggio
YUVA JYOTIJ LUCE PER
I GIOVANI
di Giancarlo Manieri
Quattro ore, da Calcutta
verso l'interno, per
vedere una delle opere
più straordinarie dei
salesiani in India.
Quasi un 'avventura
che ha lasciato segni
indelebili nel cuore.
Meccanici/riparatori al lavoro.
I
Yuva Jyoti è davvero una luce
sul cammino senza futuro di tanti
giovani.
L a nazionale che da Calcutta
porta a Krisnagar e a Berham-
pore è una strada presa d'as-
salto dai "bisonti" della strada. Il
che non toglie nulla alla straordina-
ria bellezza del paesaggio dominato
da piante e alberi tra loro diversissi-
mi , corsi d'acqua, laghetti e stagni,
piantagioni di riso, di tè e di iuta, e
da splendide edicole alla dea Kalì,
la cui particolarissima architettura, i
colori, e la perfetta manutenzione
contrastavano fortemente con il re-
sto delle costruzioni: suggeriva l'i-
dea di un edificio vestito a festa, ri-
spetto agli altri che indossavano
APRILE 2002 BS
panni di lavoro o... di accattonag-
gio! Ma, si sa, presso tutti i popoli
di ogni regione del mondo, da che
mondo è mondo, al proprio dio è ri-
servata - com ovvio - "la parte
migliore".
TAPPA A KRISNAGAR...
A Krisnagar un convitto accoglie
i ragazzi dei numerosi villaggi vici-
niori che presso i salesiani trovano
possibilità di andare a scuola, arric-
chirsi di un mestiere e imparare ad
autogestirsi (lavano i propri panni,
cucinano, riordinano, puliscono...).
Ci sono arrivato a tarda sera. Mi
hanno accolto, oltre alla cordialità
squisita dei salesiani, anche le rane!
Saltellavano tranquille sotto il porti-
cato quasi fosse casa loro, senza
preoccuparsi troppo degli ospiti. Fa-
cevano giusto un salto indispettito
verso il bordo del porticato quando
stavi per pestarne qualcuna, segno
inequivocabile di un 'abituale fami-
liarità coi residenti umani. Il sonno
è stato accompagnato dal grido insi-
stente di un non qualificato uccello
notturno che doveva avere una gran
voglia di compagnia per gridare
tanto: alle tre di notte non se l'era
ancora fatta finita.
La mattina presto sveglia e via. Ci
attendevano altre due ore di macchi-
na prima di Berhampore, dove i sa-
lesiani sono impegnati in un \\tttività
sorprendente e straordinaria. E poco
più che un villaggio Berhampore,
ma è zeppo di giovani. La maggior
parte di essi vive alla giornata, s' in-
dustria come può, s'inventa lavori
dai più strani ai più comuni per
sbarcare il lunario, e quelli che non
trovano niente da fare o intristisco-
no inutilmente aspettando una qual-
siasi occasione, o si danno a inizia-
tive poco ortodosse... Non per nulla
la zona è densa di delinquenza al-
l'ingrosso e al minuto, e ben fornita
di luoghi di detenzione, tutti im-
mancabilmente zeppi di "clienti"
per lo più giovani.
... POI A BERHAMPORE
In una regione povera di industrie
ma ricca di materiale umano, i sale-

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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denso di insegnamenti.
Il "riscatto " viene dal lavoro. Lavori da noi quasi
dimenticati a Berhampore sono in auge.
Intervista coi giovani detenuti... raccontano tristi
esperienze e ringraziano i salesiani per il coraggio
e la dedizione con cui li accolgono.
siani hanno pensato a un'opera co-
raggiosa e... pericolosa! Troppi i
giovani allo sbando, quelli senza
prospettive e senza futuro, troppi i
teppisti di piccolo cabotaggio ma
anche quelli d'alto mare! L'idea che
ha fo lgorato don Scaria è stata quel-
la di un lavoro di prevenzione uni to
a un lavoro di recupero: portare i
giovani sbandati e nullafacenti dai
salesiani e .. . mandare i salesiani in
carcere! Lo scopo è lo stesso: inse-
gnare un mestiere, far scuola di va-
lori, educare alla prevenzione, lavo-
rare al recupero ... Un'idea un po'
temeraria, ma il coraggio dell ' inco-
scienza a volte fa miracoli. Giovani
che vogliono tirarsi fuori da una
vita grigia e senza futuro, o che vo-
Bimbi dell'oratorio di Berhampore.
gliono ritrovare sent1en smarriti, o
anelano a rimettersi in carreggiata, a
"ricostruirsi", ce ne sono più di
quelli che possiamo immaginare.
Certo non è facile in un contesto
dove i ragazzi che non vanno a
scuola la;ora:no per non più di
10/15 rupie per dodici ore di "servi-
zio". Basta pensare che una rupia
vale, più o meno, come 50 delle no-
stre vecchie lirette, corrispondenti
oggi a tre centes imi di euro! Del
resto Io stipendio di un impiegato, e
anche di un insegnante, non supera
spesso le 200 mila lire, il che signi-
fica 103,29 euro mensili, e per gli
operai arrivare a 60 euro mensili è
già un sogno.
UNA BENEDIZIONE
DIDIO
La "stazione culturale" creata dai
salesiani a Berhampore si chiama
Yuva Jyoti, luce per la gioventù ...
In effetti, lì i giovani che la frequen-
tano vedono per la prima volta un
po ' di luce nel loro futuro . Attenzio-
ne: non sto parlando dei giovani mi-
gliori del Bengala Occidentale, al BI
contrario, sto parlando di giovani llal
non/incensurati, di detenuti o ex de-
tenuti. Ogni giorno, infatti, arriva a
Yuva Jyoti in treno un considerevo-
le numero di ragazzotti, ospiti di
luoghi di detenzione ubicati anche a
60 chilometri di distanza, che hanno
chiesto e ottenuto il permesso dal
governo di frequentare la scuola sa-
lesiana ... Viaggiano, badate, senza
scorta, e la sera, immancabilmente,
se ne tornano in galera. Tutti. Nel
collegio vanno a frequentare corsi
per autoriparatori (un lavoro sicuro,
dato l'enorme parco macchine e il
loro pessimo "stato di salute"), per
elettricisti, saldatori, meccanici "do-
mestici", panificat:xi, manutentori,
ortolani, tecnici di serre, sarti...
Non c'è bisogno di calzolai, dato
che in India la calzatura che va di
più è il sandalo di plastica o quello
che ti ha regalato mammà alla na-
scita! Oggi Yuva Jyoti onora il suo
nome: è davvero una luce, perché a
scuola s' impara anche il mestiere di
vivere, con corsi di psicologia prati-
ca, di formazione del carattere, di
a u t o s t i m a ...
Ma, dicevamo, Yuva Jyoti è famo-
sa per un altro motivo ... (continua)
(Servizio fotografico de/l'Autore)
BS APRILE 2002

3.2 Page 22

▲back to top
Non puoi spogliarti del la
tua persona lità, non od ia-
re la tua stessa vita per
fare esperienza altrove.
Le mie braccia sono sem-
pre spalancate in attesa
di stringerti al mio cuore.
LETTERA Al GIOVANI
Mi permetto una sola
parola, come fossi una
Ho letto tutto d'un fiato
la tua lettera . Le tue pa-
APRILE 2002
Pasqua è appena passata, ma la gioia
della resurrezione non contamina tutti:
c'è chi non ha risolto i suoi problemi,
chi vorrebbe fuggire lontano, chi,
mamma.
Non sei ch iamato, bambino
mio, a conquistare la vita,
qua nto piuttosto a la-
sciarti generare da essa.
ro Ie sono altrettanti
affamato di tenerezza, cerca disperatamente
Nel tuo cuore troverai la via
proiettili contro la vita, il
di soprawivere...
più breve per arrivare a me.
mondo, l'uomo, la regola.
Non c'è terra, non c'è casa
Ti senti schiavo, f in dal la
più ambita da abitare che
nascita .
quella del proprio io.
Droga, denaro, ribellione,
Occorre accettare il peso
rabbia sono le tue catene.
C'è un verbo in tutta que-
sta apoca li sse che ti lasci
PUNTO
del proprio essere.
Abbi cura di te. Per me sei
tutto.
sfuggire come un tuo
accorato, prolungato
S .0.S.: "pa rtire , andare
DI VISTA
Non diffondere tristezza.
In te ci sono risorse e
tanti motivi per essere
lontano da tutti e tutto
fe lice.
per nascere di nuovo, vivere senza preg iu dizi o lega- Non temere di apparire troppo diverso o troppo
mi o dittature.
ugua le agli altri: sii te stesso.
Ti sento per certi ve rsi intangibile dal momento che Non fuggire, devi solo scendere o salire: scendere
avverto il tuo io messo a morte dal rifiuto, dall'in- nel mistero e nella ricchezza del tuo cuore o salire a
giu stizia, da lla ribellione di te stesso.
Dio, e troverai il tuo cuore nuovo.
Ti sei dato la morte prima di morire. Ma non è così.
Forse vo rresti farme lo credere.
Concludo come sacerdote.
Ti sento so lo, ma affamato di amicizia, tenerezza.
Lasciami parlare come farebbe un padre.
In t e vive un bambin o povero e orfano da far cresce-
Non credere di cam min are più in fretta ce rcando di re. Senti il bisogno di ripartire da zero.
andare lontano, quasi fuggiss i da me che mi consu - Vivi ne ll a cond izione di farlo e vuoi dimostrare a
mo d'amore per te.
tutti che sei in grado di riu scirci.
Ti chiedo sc usa se mi intrufolo nei tuoi se ntimenti e
ti do co nsig li senza esserne richiesto.
Un po' d i umiltà potrebbe guarirti, non t i farebbe
male.
L'umiltà vera non dispera mai.
Ti smantella so lo per ricostruire nu ovi approcci di
vita . ,Nasce da lla prova, da lla sofferenza, come la
tua . E il grembo della gioia.
L'umiltà nei giorni di rabbia, purifica i tuoi pensieri;
nei giorni di stanchezza dà riposo al tuo cuore;
nei giorni di fragilità e peccato chiede misericordia;
nei giorni di gioia glorifica il Signore.
Sursum corda. Non abbatterti.
La vita è amore. Non prendertela se ti dico che ti
vog li o bene.
Tuo
Carlo Terraneo
APRILE 2002 BS

3.3 Page 23

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========-=== ========:::;, : •••••••••••••••••••••••
••••••••••••••••••••••
••
La nostra indagine di questo mese di aprile 2002
prende in considerazione il museo regionale missionario
di Fortfn Mercedes nella Patagonia argentina,
dove i salesiani sono sbarcati stabilmente
nel lontano 1895, e attualmente gestiscono
una scuola elementare e secondaria anche per interni,
una parrocchia, un oratorio,
un santuario dedicato a Maria Ausiliatrice
con annessa casa per pellegrini.
MUSEI SALESIANI '' ,
~ ........ ~ ....
~¾'•
·,'--_~
•••••••••
IL MUSEO REGIONALE
DI FORTIN MERCEDES
di Natale Maffioli
Fortfn Mercedes è un centro di cultura e di spiritualità.
Soprattutto spiritualità salesiana. Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice
si prodigano da più di un secolo per tener viva la memoria delle imprese
••••••
dei primi missionari. Qui è sepolto il "santino" della Pampa argentina,
Zefirino Namuncura, figlio di un cacico (capo) mapuche.
Inaugurazione del museo rinnovato,
con il conslgllere gei:i)rale dell'America Cono Sud.
•••••••••••••••••
.•••••••••••••••••••••• =-==============-"=-===============--======
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS APRILE 2002 • •

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=·····················································································~··
••••••••••••••••••••••••••••••••
I
La grande passerella della sala 1:
sotto di essa la ricostruzione dell'ambiente naturale
(flora e fauna) della Patagonia.
Fino ad -i::icontrare l'enorme mandibola di una balena.
E' poco più che un villaggio
Fortfn M ercedes, ubicato
nell a prov incia argentina di
Buenos Aires. Le sue ori gini ri sa l-
gono al 1833 , quando il generale
Juan M anuel de Rosas fondò un
pi ccolo stanziamento militare sul-
no per il fo rtin o, ma chi si dedi
con pass ione all ' eva ngeli zzaz io-
ne dell a zona fu don Pietro Bona-
cina. Per espli cito mandato di
monsignor Cagliero visitò fre-
quentemente le fattor ie sorte su
entrambe le rive del ri o Co lorado.
IL MUSEO
Un primo abbozzo di museo
nacque nel 1925. Don Lui gi Pe-
demonte aveva racco lto materi ale
per illustrare l'attività dei missi o-
nari sa lesi ani : in un pi cco lo am-
le rive del rio Co lorado e lo chi a- La presenza di numeros i ragazz i, biente espose minerali ed esem-
mò Fortfn Colorado. Successiva- alcuni dei quali orfani, rese ne- p lari di fa una e fl ora patagonica;
mente, nel 1858, per proteggerl o cessari a la fo ndazione di un co l- un a sezione era dedicata all e
megli o dagli attacchi degli indige- legio con intern ato. L' opera ebbe armi e agli strumenti di vita quo-
ni, fu trasferi to nel posto attuale. Il ini zio il 16 luglio 1895 . Negli an- tidi ana dell e antiche popolazioni
nome si deve a un fatto miracolo- ni success ivi l'opera cambi ò so- della zona. Tutti gli oggetti (spe-
so: durante un'ep idemia che im- vente desti naz ione: fu scuola cialmente quelli dell a sezione na-
perversò nell a regione, il fortino agrico la, aspirantato sales iano e turalisti ca) furono cata logati da
fu preservato da l contagio, e si at- novi ziato, studentato di fil osofia Rafael Orsi professore un iversita-
tribuì questo fatto al favo re dell a per giovani sa lesi ani e, per un rio. L' accresc imento de l materia le
Vergine; ciò spinse ad ampli are certo tempo, teologato.
determin ò la necess ità di acqu is ì-
l'a ntica cappell a che fu dedicata
alla Beata Vergine del la Mercede,
patron a dell'esercito argenti no. A
quel tempo Fortfn M ercedes era
costituito da nient'a ltro che tre
povere fattorie difese da una pa-
li zzata .
I SALESIANI
I sa les iani giunsero nell a zona
una prima vo lta nel 1879 con
monsi gnor Gi acomo Costama-
gna, cappell ano dell a Expedici6n
de /' Desierto. Giunsero ·in seguito
don Giuseppe M aria Beauvoir
con don Domenico Mil anesio. In
un pri mo tempo fu proprio la
cappell a dell a Vergine dell a Mer-
cede a serv ire da res idenza ai
primi mi ss ionari. In ta nti passaro-
111 condor "Martin" che visse
negli anni venti del secolo scorso
assieme agli aspiranti
di Fortin Mercedes.
I
Il nandù, una specie di struzzo.
Sulla parete il disegno di alcuni
guanachidelChubut.
• • APRILE 2002 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
I
La "Ruca" o casa degli araucani, popolo nomade,
che perciò abitava in tenda formata da pelli di guanaco
o altri animali.
I
Una grande ammonite pietrificata di Covunco (Neuquén)
che ha 150 milioni di anni. Misura quasi un metro
di diametro ; è la più grande finora trovata in Patagonia.
re nuovi spazi con conseguenti bre 2000. Nel 1966 l' antico fo rti-
spostamenti, fin ché nel 1993 si no era stato ri costruito; ora fa
determin ò la costru zione di un pa rte integrante del Mu seo, ne
nuovo edificio che potesse ospi- costi tui sce una sorta di zona
tare adeguatamente le co ll ezioni , d' accogli enza.
e che fosse in sintoni a con gli Il M useo si compone di cinque
edifi ci già es istent i. La nuova grandi sa le: una di accogli enza,
sede del Mu seo Regionale e Mi s- un a seconda ded icata all a flora e
sionari o fu inaugurata il 1° otto- all a fa una; la terza espone testi-
moni anze dell a popo laz ione che
aveva abitato la zona, e ancora
foss ili e memorie de lle varie cam-
pagne di conqui sta da parte del
govern o argent ino nonché testi-
moni anze dell a prim a presenza
dei sa lesiani. La quarta sa la è de-
dicata al cardinale sales iano Gio-
vanni Cagli ero, alle Fi glie di M a-
I
Il zorro (volpe) fueghino, la cui
specie è estinta, è uno dei due
unici esemplari esistenti al mondo.
ri a Au sili atri ce e ai tanti perso-
naggi sa les iani che hanno fatto la
stori a sp iritu ale e materia le del
terri tor io. Il compl esso compren-
de infine un ' ultima sa la ri servata
alle espos izioni temporanee.
I Ricostruzione del "Rehue"
o luogo sacro degli aborigeni
della Patagonia, dedicato
a "Futa Chao" il Gran Padre.
Sull e pa reti estern e de l museo
sono stati affrescati alcuni ep isod i
dell a vita di Don Bosco e dei pri -
mi sa les iani che, giunt i al seguito
dell 'esercito conqui statore, si
son o dedi cati all a cura materiale
e spiri tuale dell a popolaz ione in-
digena. Infine, acca nto all a re-
ception è stato all estito un am-
biente per la proiezione di film ati
conness i con l' attività de l Mu seo;
alcune immagi ni sull e pareti e
I Il puma o leone americano...
sembra stia passeggiando
per la sala del museo.
sull e vetrate rendono ragione del-
la va li dità dell a presenza sa lesia -
Esemplari della fauna patagonica. na suI territo ri o.
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS APRILE 2002 • •

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Inginocchiatoio, quadro e talare di monsignor Cagliero.
La statua di Zefirino Namuncura col poncho
che gli ha regalato la mamma, e a destra l'urna
dove furono posti i suoi resti mortali.
PARTICOLARI ...
La prima sala dedicata a fa una
e flora presenta un 'esau riente do-
cumentaz ione espos itiva dell a re-
gione patagoni ca. I visitato ri ca m-
minano su un a passerell a soprae-
levata che ricorda il ponte di
un' im barcaz ione, come se non
dovessero disturba re gli ab itanti
di un hab itat inconta minato. Per
rendere più veros imile l'ambien-
taz ione del materi ale esposto,
sulle pa reti so no stati dipinti alc u-
ni scorci del ca ratteristico pae-
saggio patagoni co. Al centro del-
l'ambiente, sospesa con tira nti al
soffitto, s' incontra l'enorme mandi-
bola di una ba lena. Sul pavimento
sono presentati esempl ari tipici
della fa una del territorio; alcuni di
questi sono davvero preziosi .come
la volpe fueghina, una specie
esti nta di cui esistono due sol i
esemplari in tutto il mondo, e uno
è propri o quello del Museo. Com-
paiono poi esempl ari di nandù, di
puma, di diversi volatili, ca ratteri-
sti ci all'ambiente patagonico.
Sopra l' ingresso dell a seconda
sala è co llocato un condor imbal-
Mu seo sono state poste alcu ne.te-
stimoni anze legate a Zefirino Na-
muncura, figli o del capo (cacico)
indigeno M anu el; un giova ne,
Zefirino o Ceferino, che ha fa tto
propri o l' idea le di sa nt ità che fu
di sa n Domenico Sav io, e ora
anche lui è avv iato all 'onore
degli alta ri .
Lo sloga n de ll a quarta sala è:
" Un sogno che diventa rea ltà" .
Q ui sono conservate le testimo-
ni anze dell 'att ività dei sa lesiani :
al centro in una teca esagonale è
custod ita la cappa cardinali zia, il
pastorale, e la mitri a de l ca rdina-
le Cagli ero. Nell e vetrin e tutto at-
to rn o sono esposte testim oni anze
dell 'attività di tanti mi ssi onari e
missionari e sa lesi ani che hanno
••••••••••••••
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••·
La cappa cardinalizia
di monsignor Cagliero.
samato: è il Condor M artfn; la speso la propri a vita per la pro-
stori a di questo vo lati le è legata a mozione umana e cristi ana dei
Fortfn Mercedes: catturato, si patagoni : oggetti di uso comune
adattò all a cattività ambi entando- e personali di don Pi etro Bonac i-
si compl etamente nell a vi ta dei na, di Artemi de Zatti, il coadiuto-
giovani : li seguiva a passeggio e re sa lesi ano da poco procl amato
giocava con loro durante re ri- beato dal Papa; di don Domeni co
creazioni. Al termin e dei su oi Mil anesi o, di don Zaccari a Gen-
giorni fu imbalsamato, ed è dive- ghin i, di don Vachina, l' apostolo
nuto il simbolo del Mu seo .
de l Chubut. E anche arredi dell a
Nell a terza sala, quell a dell e te- cappella della M adonna dell a
stimoni anze dei primi tivi abitanti M ercede e del tempi o di M aria
dell a Patagoni a, sono state ri co- Au siliatri ce. L'ultima sala poi è
stru ite alcune loro caratteri sti che dedicata, come accennammo, al-
abitaz ioni; sono in mostra le ar- le espos izioni temporanee del
mi , gli strumenti e altri oggetti ti- tanto materi ale di propri età del
pi ci de ll 'attività indi gena. Non Museo che non trova spazio nell e
manca no in questa sez ione esem- teche dell a parte permanente.
pl ari di foss ili e minerali di gran-
de interesse. In questa parte del
Natale Maffioli
•••
• • • APRIL E 2002 BS • • • • • • • • • • • · • • • • • • • • • • • • · • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • !

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E ADESSO...
GIOCHIAMO!
di Jean-François Meurs
e aro Doctor J. , avevo
((
deciso di andare a vi-
pio una .sera alla settimana,
o ogni due settimane , o solo
sitare Monica, una col-
lega che aveva lasciato il lavoro.
Telefono per un saluto, e lei ci invi-
nelle serate invernali , o...
Insomma la frequenza e le
modalità non hanno impor-
TOCCA 1
À ME.,.
ta a cena. Ci andiamo tutti e quat- tanza. Ciò che è importante
tro: io, mio marito, Matteo 8 anni e è che non sia assente , per-
Antonina 12. Terminato il pasto, ché fa parte dei tesori che i
Monica ci propone di giocare tutti bambini non dimenticheran-
insieme, grandi e piccoli. Siamo no più.
rimasti sorpresi, ma questo era per
loro del tutto naturale. Le loro figlie, Questo appuntamento
17 e 14 anni, sono andate a pren- col gioco cancella o rende
dere dei giochi di società. Poiché più accettabile l'altro tipo di
eravamo numerosi - loro hanno relazioni che i genitori han-
anche un ragazzo di 1O anni, no abitualmente coi figli :
Andrea - ci hanno proposto un gio- "Hai finito i compiti? Hai ri-
co che consiste nel costruire cia- assettato la camera? Mi fai vedere C'è di più: occorre variare i
scuno una torre con pezzi di legno la pagella? Non andare a letto tar- giochi: ogni fanciullo è differente e
di tutte le forme ricevuti dagli altri di! ... ". È un momento di grande si arricchirà attraverso il gioco alla
giocatori; ero attonita nel vedere gratuità: nessuno è giudicato, né sua maniera: in logica, in ricchezza
giocare mio marito, non l'avevo deve rendere conto a qualcuno. di vocabolario, in abilità manuale, in
mai visto così accanito. Matteo era Giocare in famiglia è creare uno rapidità, in immaginazione ... Il gioco
radioso e Antonio attentissimo e spazio riservato al piacere senza è preceduto e seguito dal dialogo :
allegro, lui che non gioca mai se altri pensieri. Ci si scambiano striz- prima si sceglie il tipo di gioco, si
non da solo col suo PC. E ho an- zatine d'occhio, si creano simpati- anticipa il piacere , si ricordano le
che osservato la grande complicità che complicità, si mettono in atto regole. Dopo non ci accontenteremo
che esisteva tra i nostri amici e le tentativi di seduzione ... Si grida di felicitarci con i vincitori , e consola-
loro figlie , si stuzzicavano, ma si anche, ma per scherzo ; ci si eccita, re quelli che hanno perduto, perché
felicitavano anche a vicenda . Ter- si prepara un buon colpo , s'impara sarebbe ridurre il gioco al risultato
minato questo gioco, il loro figlio a essere furbi , a non scoprire le finale : "Bravo!" o "peccato!". Si deve
Andrea ha chiesto di giocare a proprie carte; si fanno alleanze, si invece commentare, riconoscere
nascondino, fuori, al buio, al lume gioisce per una riuscita momenta- che stato bellissimo giocare insie-
di candela. Infantile come gioco, nea, s'impara a perdere ... Insom- me", e apprezzare le qualità dei sin-
ma ci siamo divertiti un mondo. ma genitori e figli sono finalmente goli: "Mi mostrato un buon colpo",
Rientrando a casa, Matteo ci ha sullo stesso piano . E quanta ric- "Avevi ragione a metterti d'accordo
fatto un rimprovero : "Voi non avete chezza di situazioni!
con lei", "Come hai fatto a indovina-
t
mai il tempo per giocare con me!".
lo mi domando dove abbiamo sba-
gliato, considerando che giocare è
l'occupazione dei nostri figli, non la
nostra. A casa di Monica giocare è
una tradizione, mentre da noi, sem-
pre sovraccarichi di lavoro, non c'è
questo spirito! Forse sarebbe bello
Spesso i genitori giocano col
figlio fino a sei anni. Dopo di che ,
lo persuadono a giocare da solo
con le sue costruzioni o la sua
macchinina. L'intenzione è lodevo-
le: "Bisogna che impari a essere
autonomo , industriandosi da solo o
cercando l'aiuto dei compagni". Ve-
re?". I "grandi" possono incoraggiare
e insegnare ai più piccoli a riflettere,
i più giovani danno l'apporto della
loro spontaneità. Giocare, come di-
ce Montagne, confrontare il pro-
prio cervello contro quello altrui". Il
gioco è un potente fattore d'integra-
zione familiare e di comunione.
proporre di quando in quando una ro . Ma si dimentica che il bambino Non è raro che si aggiunga
serata di giochi in famiglia
ricerca già per conto suo il contat- qualche altro piacere approfittando
Marinella, Vercelli
to, lo scambio ; il pericolo è che si della circostanza: un piccolo des-
separi troppo presto dalla famiglia , sert, una bibita tonificante , un bic-
Cara Marinella,
e viva in parallelo con essa. Duran- chiere di vino da gustare. Allora, ci
lo credo che esista una "cultura del te il gioco ci si raccontano delle sto- si rende conto che giocare insieme
gioco" in certe famiglie - poche a rie , ci si stuzzica, si comunica , in- è una festa . Certi giochi appro-
dire il vero - che si riservano del somma: una "cultura del gioco" è fondiscono l'interiorità, quando met-
tempo per giocare insieme . Magari spesso presente là dove esiste una tono in contatto con il fuoco, la not-
rubando quello dedicato alla TV, "cultura del dialogo e dello scambio". te, la luce , la natura, ma anche la
benché bisognerebbe saper gestire Non è troppo tardi perché anche voi solidarietà, la collaborazione, la con-
anche quello riservato al lavoro. possiate arricchire la vostra cultura divisione. Addomesticano le emo-
Perché il gioco è importante. Con familiare di momenti ludici, ma è più zioni, iniziano al linguaggio simboli-
quale frequenza? Mah , per esem- utile iniziare fin dall'infanzia.
co e ai grandi valori umani.
O
BS APRILE 2002

3.8 Page 28

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Maria Romero Meneses, una Figlia di Maria Ausiliatrice
A SERVIZIO
DEGLI ULTIMI
di Graziella Curti
Più volte eletta cittadina
onoraria e donna
dell'anno a Costa Rica,
dove ha lavorato
per più di quarant'anni
tra i più poveri,
Maria Romero, Figlia
di Maria Ausiliatrice,
è la prima donna
del Centro America
che raggiunge gli onori
degli altari.
M aria nacque in Nicaragua,
la terra dei vulcani e dei
laghi. Da prese il suo ca-
rattere vulcanico per le continue ini-
ziative e nello stesso tempo calmo,
come le acque lacustri, per quel
senso di pace che riusciva sempre a
trasmettere. Venne alla luce all 'ini-
zio del secolo scorso, in una fam i-
glia benestante di Granata. Studiò
con gusto pianoforte e violino, men-
tre frequentava il Collegio delle
FMA. Temperamento di artista, sa-
peva disegnare molto bene ed era
brillante sia nella scuola, sia nelle
relazioni : caratteristiche fondame n-
tali per essere salesiana. A 18 anni,
Maria iniziò il suo cammino per di-
ventare Figlia di Maria Ausiliatrice.
San José di Costa Rica divenne il
campo della sua missione in cui pri-
vilegiò i più poveri, i ragazzi e le ra-
gazze della strada.
Un giorno, una sua alunna le rac-
contò di una sua visita in un quar-
tiere di periferia dove "le famiglie,
bambini, vecchi, giovani vivono in
catapecchie di cartone, con pavi-
mento in terra battuta, senza mobi-
APRILE 2002 BS
li ... ". Questo bastò a suor Maria
:::maogia-
perché fosse presa, come dicevano
'"iOsser-
le amiche, dalla mania dei poveri. E
. 'iioccu-
subito inventò le missionariette, ra-
gazzine del Collegio che andavano
.., ·-aiutandoli
•_; hè\\G\\{s'à fa-
a due a due, come i discepoli , nei .
iA ~~àndava
sobborghi ad aiutare e a fare cate:,t:fi .. ..
chismo. Nacquero così decine e de'.:/' l'.il ,
.: .re~ e venne
:J°r~ppo di signo-
cine di oratori festivi dove arrivav·~- r{ ·. occor .. ~ enza tetto. E lì
no migliaia di ragazzini per pregare,· stè$s :_. in c t ;1è1, .disegnatrice
giocare, ricevere abiti e cibo. Ma pe( §,,:.gcazi
isegnò il suo pros-
suor Maria non solo scelse i poveri .'_· si. ·: '!lic-: ro . ,/ tin grande cerchio ,
e si consacrò ad essi, riuscì a con- ...: . e _,, scritto nel centro il
vincere i più ricchi ad essere solidah(}:P ·
con chi non aveva nulla.
-)/¼~{
it;,i's:sociazione che avrebbe
~i S:AYNE, cioè Asociaci6n
· '·' ,,:;_
é};itados. Segnò i quattro
LE CITTADELLE DI MARIA3¼J
f'l
;~Inali e scrisse i nomi delle
di San José dov 'era più ur-
Dopo la Casa de la Virgen, c11· -:, -
re case ai senza tetto: stava-
era dimora per i poveri con dispeùi
. •sorgere le Cittadelle di Ma-
sario medico, scuola di orientamen~ a Ausiliatrice.
to sociale e casette per le ragazze' E subito , da grande organizzatri-
povere ed abbandonate, Maria ave- ce, pensò, oltre ai prestiti bancari
va un altro sogno da realizza.re. Le anche a una sorta di azionariato po-
persone che lavoravano alle opere polare per far partecipare i ricchi
sociali avevano visto anche le case alla costruzione delle cittadelle:
in cui vivevano gli assistiti. Se case creò dei buoni da 100 e più colon.es.
potevano chiamarsi: non c'erano E poi pensò anche a una sorta di
- S. José de Costa Rica: opera sociale Suor Maria Romero.

3.9 Page 29

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missionaria, in questo mese sarà "beata".
Suor Maria Romero al consultorio medico.
Suor Romero ripresa di fronte al duomo di Milano,
durante il suo viaggio in Italia.
Il laboratorio di cucito organizzato
da suor Romero.
tutor del progetto: le signore del-
1'Associazione si sarebbero occupa-
te di tutta l'organizzazione e i signo-
ri, avvocati, ingegneri, industriali ... ,
si sarebbero invece occupati della
costruzione stessa delle cittadelle.
Oggi tutte queste opere sussistono, e
sono gestite da schiere di laici che,
insieme con alcune suore salesiane,
hanno raccolto il testimone profetico
di suor Maria, e continuano a orga-
nizzare la speranza.
·
FIORETTI QUOTIDIANI
Tutto era semplice nella vita di
suor Maria. Si rivolgeva con l'ab-
bandono di un bimbo alla sua Regi-
na, come chiamava la Madonna, e
al suo Re, Gesù. Era tale la sua fi-
ducia che neppure le molte situazio-
ni difficili che dovette affrontare
riuscirono a intaccare il suo amore
aperto e franco , la sua voglia di vi -
vere, la sua allegria. Per lei, i piccoli
miracoli quotidiani entravano a far
parte dell'ordinaria amministrazio-
ne. Un giorno, doveva pagare 500
colones per il pane dei ragazzi, ma
la cassa era vuota. Arrivò il fornaio
con le ceste co lme e ... la fattura.
Maria senza allarmarsi gli disse:
"Aspetti un momento". Poi pregò la
Madonna chiedendole: "Metti la tua
mano, Madre mia, mettila prima
della mia". Si aprì la porta ed entrò
una cooperatrice che le disse con
gioia: "Ho potuto vendere quel ter-
reno, prenda". E le consegnò una
busta. Nella busta c'erano 500 colo-
nes. Così capitò per i biscotti. C'e-
rano dieci scatole da cento porzioni.
I piccoli erano mille. Suor Maria si
raccomandò molto con la suora
della distribuzione che non ne desse
alle mamme, perché i biscotti erano
contati . Ma, questa si lasciò impie-
tosire e li distribuì a tutti. Al termi -
ne, si accorse di aver esaurito una
sola scatola.
Quando lei chiedeva qualcosa alla
Madonna, la Vergine sorrideva e lei
a sua volta trasformava questo sorri-
so in tanto benessere per i più pove-
ri. Le testimonianze dicono che Dio
le concesse il dono della bilocazio-
ne, le diede la forza di muovere le
coscienze, di guarire i mali interni e
anche le malattie fisiche.
SMS PER IL CIELO
In una biografia recente, suor
Maria è stata definita contemplatti-
va. Era veramente così. Le sue gior-
nate si snodavano in una attività in-
tensa, ma dato che il suo cuore di-
morava in Dio, lei riusciva a essere
insieme Marta e Maria. Ai suoi
tempi non esisteva il cellulare, e
tanto meno gli SMS, ma lei anche
in questo fu originale e profetica.
Alla sua morte, si sono ritrovati
moltissimi foglietti volanti con i 11!'-'1
suoi rapidi messaggi per il cielo. DAI
Alcuni sono dichiarazioni d' amore
per il suo Re e per la sua Regina;
altri sono pensieri sullo stile evan-
gelico di comunione; i più numerosi
recano laudi, alla maniera france-
scana, per le bellezze del creato e
tutte le opere di Dio. Essendo un ' ar-
tista, suor Maria usava tutte le mo-
dalità di espressione che conosceva
per rendere più belli i suoi messag-
gi. Spesso suonava, cantava o scri-
veva poesie, coltivava fiori.
All ' alba, molte volte, si metteva
all'organo e intonava la canzone na-
poletana preferita O Sole mio per
onorare il suo Sole, il Dio della vita.
Un giorno, alcune ragazzine ospiti
de la Casa de la Virgen , guardando
dalle finestre, la videro parlare con
le rose e, fatto meraviglioso, i fiori
tutti tesi verso di lei benché non ci
fosse vento che potesse determinar-
ne l'inclinazione. Anche alla fine
della sua vita, in riposo per qualche
giorno vicino all 'Oceano, disse: "Io
vedo Dio in ogni goccia di questo
mare. Come deve essere bello mori-
re di fronte al mare !".
Messaggio ricev uto. Poche ore
dopo , i parenti trovarono suor Maria
addormentata per sempre. Era il 7
luglio 1977.
D
BS APRILE 2002

3.10 Page 30

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IL
&AESE
fTI
IN
LIBRERIA . . eppe Moronte
o curo d1 G1us
~~~
FREMITO DI LUCE.
MATTUTINO
di Gianfranco Ravasi
PIEMME ,
Casale M. (AL) , 2001
pp . 396
Il "mattutino" era il can-
m to di lode che nei mo-
nasteri si intonava al -
l'aurora. Le brevi medi-
tazioni qui proposte
sono una sorta di litur-
gia "laica" (dal greco
la6s, cioè popolo) . So-
no riflessioni dedicate
a credenti e atei , ad
anziani e giovani. Que-
sto costituisce il sesto
volume di una "piccola
biblioteca dello spirito"
le cui riflessioni (sin dal
1992 pubblicate sul
quotidiano "Avvenire")
sono state raccolte se-
guendo lo snodarsi dei
mesi e dei giorni: sug-
gestioni , schegge di
pensiero, illuminazioni
interiori sono ispirate
dalle fonti più svariate
(autori del passato e
scrittori moderni , mae-
stri dello spirito e pen-
satori agnostici , voci
tenere e proteste ap-
passionate) . Sul cam-
mino talvolta faticoso
della vita, queste paro-
le meditate accendono
una scintilla di luce .
APRILE 2 002 JJS
PICCOLE STORIE
CAMBIO DI STAGIONE CAMMINARE INSIEME
DI FEDE
Trasformazioni, sfide e Psicologia pastorale
di Piera Egidi Bouchard
risorse della famiglia
di Mihaly Szentmartoni
Effatà Editrice,
di Giorgio e Luigi Ghia
San Paolo,
Cantalupa (TO) , 2001
Monti Ed .,
Cinisello B. (Ml) , 2001
pp. 96
Saronno (VA) , 2001
pp. 254
pp. 152
Storie che fanno trasparire
la verità della Parola che il- Il testo rivolge uno sguardo
lumina la vita dell'uomo ; amico e aggiornato sul
una lezione che si rinnova contesto storico sociale
nella varietà delle situazio- della famiglia ... un'istanta-
ni , dei personaggi , delle nea che ritrae la situazio- ,
occasioni di emozioni e di ne, fa capire quale valenza
meditazione, di intrepida fi- e quale significato abbia
ducia o di ritrovata speran- nel contesto culturale che
za. Non si tratta di storie di ci circonda. È un'analisi dei
religione o di ch iesa, ma di mutamenti per afferrare le
una attenzione verso le trasformazioni che portano
persone segnate dalla vita, moglie, marito e figli su lidi
per indicare una via di sal- diversi e inconcepibili solo
vezza. Sono "storie di fe- dieci anni fa , con particola-
de": annunciano che, no- re attenzione all 'evoluzione
nostante ogni apparenza del ruolo della donna, del
negativa, Dio risponde ai mercato del lavoro e delle
problemi dell'uomo.
responsabilità domestiche.
È una porta spalancata sul Tra le caratteristiche della
futuro , in vista di orizzonti nuova evangelizzazione en-
Piero Egidi Bouchard
possibili perché la famiglia tra anche un nuovo modo
Piccole storie
di fede
è viva, ma cambia e si di fare pastorale. In tale di-
vuole intuire in che direzio- rezione questo testo trac-
ne : riduzione delle nascite, cia un programma e man-
nuovo ruolo genitoriale di da un messaggio per una
educazione , cura persona- nuova pastorale della co-
le e degli anziani , comunità munità cristiana: consulen-
di vita familiare.
za; direzione spirituale ;
confessione; assistenza dei
malati , dei moribondi , delle
persone in situazione di
handicap ; guida alle perso-
@ EffATA
EOITKJCF.
ne in difficoltà. La novità
sta nel dialogo interdiscipli-
nare tra la psicologia e la
Emergono così , da storie
apparentemente ordinarie,
pagliuzze di sapienza e fili
di speranza per imparare a
vivere con fede e di fede .
Ne risulta un semplice ma
efficace aiuto per chi vuole
riflettere sul senso dell'esi-
stenza, ma senza presun-
zioni , perché "Dio parla
nella vita umana".
FA VEN DITA PER
teologia, con la descrizione
delle situazioni psicologi-
che sottostanti alle diverse
impostazioni pastorali . In
una situazione di staticità
parrocchiale, l'affrontare in
modo nuovo alcune situa-
zioni pastorali può costitui-
re anche un chiaro segno
di rinnovamento della stes-
sa vita ordinaria della co-
munità.
~g~~kpoNDENZA I libri
che vengono segnalati s1pos·
sono acquistare presso le ~br:;i
rie cattoliche o vanno ne J~ve
direttamente all e nspett
Editrici .

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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LA FUNZIONE
DI INSEGNARE
NELLA CHIESA
nella legislazione attuale
di Angelo Giuseppe Urru
pp. 230
VESCOVO,CHISEITU?
di Cosmo
Francesco Ruppi ,
pp. 122
VIVEREIN , Roma , 2001
Il compito di insegnare è la
missione propria della
Chiesa e non solo della
gerarchia. Nel primo volu-
me è sviluppato il trattato
sull 'attività missionaria del -
la Chiesa del nostro tem-
po. Vengono chiariti i ruoli
dei laici nella predicazione,
nella catechesi , nell'evan -
gelizzazione e nell'uso dei
mezzi della comunicazio-
ne. Si sottolineano partico-
larmente i diritti e le re-
sponsabilità dei genitori
nell'educazione dei propri
figli . Nel secondo si parla
del ministero proprio del
Vescovo , come successore
degli Apostoli , figura chiave
nella vita e nella missione
della Chiesa. Ruolo che
non è sempre chiaro agli
occhi dei fedeli. Se ne de-
scrivono le funzioni ministe-
riali per farne comprendere
la responsabilità nell'anima-
zione missionaria della vita
della Chiesa locale.
CHIESA DE L
NOSTRO TEMPO
di Camilla Ruini ,
PIEMME
Casale M. (AL) , 2001
pp. 444
Camillo Ruini
CHIESA
DEL
NOSTRO
TEMPO
Il
PIEMME
IW1olo11t
Le tematiche esaminate
dal Consiglio Permanente
della CEI , qui presentate
dal suo Presidente , riguar-
dano la fede cristiana e i
suoi contenuti a confronto
con la domanda religiosa
in un mondo che cambia,
ipotizzando possibili rispo-
ste per i credenti . Nel nuo-
vo contesto la Chiesa cerca
il modo di comunicare la
fede , con un rinnovato slan-
cio missionario. Questa è
anche la precipua finalità
del "progetto culturale",
orientato in senso cristiano ,
le cui caratteristiche vengo-
no attentamente analizzate
e gli sviluppi stimolati e ri-
lanciati : il confronto con la
cultura, visto anche nell'ot-
tica di una qualificata pre-
senza cristiana nei mezzi di
comunicazione sociale ; le
problematiche etiche ; il te-
ma della famiglia ; i proble-
mi emergenti dalla situazio-
ne sociale, economica e
politica .. .
NAVIGARE
NELLA BIBBIA
Dizionario biblico
illustrato
a cura di
Silvana Colombu ed altri ,
Claudiana ELLEDICI ,
Torino , 2001
pp. 240
È rivolto ai ragazzi , ma ap-
pare interessante anche
per giovani e adulti. Pre-
senta 95 voci. Sebbene a
struttura alfabetica, le paro-
le sono collegate tra di loro
con un filo rosso di riman -
do, per cui va al di là di una
semplice consultazione . Gli
argomenti sono integrati
con pagine di illustrazioni
raffinate , evocative di ulte-
riori informazioni , con delle
finestre che ricordano quel-
le interattive del mondo del
computer e che sono pen-
sate per indirizzare come
una bussola la navigazio-
ne, offrendo a chi legge in-
dicazioni di tempo e luogo,
di rimandi al testo biblico ,
nonché di sugg erimenti per
proseguire la lettura.
È una scelta meditata di
nozioni-base che il lettore
è in grado di accrescere e
collegare in sequenze te-
matiche con interessi co-
gnitivi e spirituali.
VUOI
CONOSCERE
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Emai l: pg-isa@libero.it
SICILIA {ISI)
Francesco Di Natale
Tel. 095/43 .96.41
Email: pgisi@dimtel.nti.it
TRIVENETO EST
e OVEST (IVE/IVO)
(Veneto, Tre ntino Alto Adige,
Friuli Venezia Giulia)
Ivan Brotto
Tel. 041/ 590.23.38
Email : ive@cnos.inet.it
Roberto Dal Molin
Tel. 095/ 43.33.00
Email : cspg@issz.vr.it
8S APRILE 2002

4.2 Page 32

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LI/VE
-
IL RE DEI diGiovanniEriman
GIOCHI
A I Bociu va associato il bunker, al bunker il
Bociu: il Bociu sta al bunker come l'impiegato
all 'ufficio, il meccanico all 'officina. La vita che il
Bociu non passava a scuola o tra i ragazzi la passava
nel bunker: se non lo trovavi in cortile, era sotto . A
fare che cosa? A inventare giochi per i suoi ragazzi. Il
bunker era un po ' officina, un po ' magazzino , un po'
esposizione , un po ' ufficio , un po ' pista di collaudo .. .
Per entrarci ci voleva l'accredito . Del Bociu natural-
mente . Ma chi era infine costui? Semplicemente un
salesiano laico , il coadiutore Giuseppe Nidasio , "il
salesiano più singolare ch e abbiamo conosciuto ",
affermano molti exallievi di quegli anni.
DI PIÙ NON SI PUÒ
Amava i suoi ragazzi , il Bociu, come pochi sapevano
amare: a loro aveva dedicato ogni istante della sua
vita, dalla mattina alla sera e spesso anche dalla sera
alla mattina. Anche quando andava in famiglia per un
po ' di riposo , i ragazzi ce li aveva sempre nel cuore,
nei pensieri e nei discorsi . Così, ad esempio , a Natale
capitava che i Nidasio si radunassero dallo zio prete,
parroco a Bergoro di Busto Arsizio . Beh , credete che
in quelle occasioni di raduni interparentali si parlasse
di parenti , di affari , di fastidi , di matrimoni , di lavoro? .. .
Sbagliato! Si parlava di ragazzi , anzi no , dei ragazzi ,
quelli del Bociu. E ancor meglio , per dirla tutta vera,
era il Bociu che parlava dei suoi ragazzi e dei giochi
che inventava per loro, dei soldi che ci volevano per i
materiali e le riparazioni, del tempo che bisognava ru-
bare al sonno .. . E tutti gli anni , immancabilmente, fini -
va allo stesso modo: lo zio parroco lasciava un certo
cqssetto della scrivania aperto con un mucchietto di
soldi in banconote e spiccioli: "Pepìn, tira su quel che
te voeret, prendi quel che vuoi! ". Lui , regolarmente ,
arraffava fino all 'ultimo spicciolo . Per i suoi ragazzi.
Naturalmente.
Poi dal bunker uscivano giostre , altalene, carelot (spe-
cie di go kart artigianali in cui il motore era un ragaz-
zo) , trenini , trampoli e mille altre diavolerie con le quali
intratteneva alunni e oratoriani. "Ad ogni ragazzo il suo
gioco", soleva ripetere. Non amava i ragazzi/spettatori
che per lui erano solo dei perditempo , voleva vedere
tutti impegnati. Quando compariva in cortile, nei rari
momenti in cui non era carico di giochi come un biroc-
cio, aveva attorno a sé un nugolo di ragazzi che parla-
vano tutti insieme, chiedevano cento cose diverse, spin-
tonavano per conquistare il posto più vicino a lui ; egli
cercava di rispondere a tutti con una calma e una pa-
zienza che non si sa proprio dove andasse a prenderle.
APRILE 2002 BS
Simpatico disegno del Bociu
per il suo 90° compleanno.
A Milano gli exallievi che passavano
al Sant'Ambrogio per un saluto
ai salesiani~ cercavano tutti
"el Bociu". Era il monumento
vivente dell'Istituto e dell'oratorio.
Di lui si trovano poche foto e sono
rimaste poche cose, ma la sua
figura è ancora viva nel cuore di
tutti coloro che l'hanno conosciuto.
Il signor Nidasio col suo immancabile " spolverino",
così lo ricordano i suoi ragazzi.

4.3 Page 33

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-
()/1!}/tfT!JRI cfllLE.f/11;1/I
Quand 'era carabiniere ...
senza averne la vocazione!
Capitan " Bociu"
con l'espressione di circostanza!
Carico d'anni e di meriti!
CARNEVALE E OLTRE
A carnevale il Bociu era doppiamente re . Non solo era
l'ideatore e il realizzatore di carri , maschere , cortei ,
canti , scherzi e di tutto l'apparato scenografico di cir-
costanza, ma lui stesso si "travestiva" per l'occasione :
diventava generale. Non perché gli piacesse coman-
dare , ma perché voleva che tutto procedesse senza
intoppi. Si metteva a capo di quella pittoresca proces-
sione di maschere che attraversava le vie del quartie-
re , e senza tante remore , con gesti imperiosi e piglio
autoritario fermava il traffico per far passare l'allegro
corteo di centinaia e centinaia di ragazzi vocianti , anzi
urlanti che si divertivano da morire. Quelle "cerimonie"
preparate a puntino non le dimenticavano più e alcuni
ne parlavano a distanza di decenni. Nei panni di gene-
rale dei carabinieri del resto ci si trovava a meraviglia,
lui che il carabiniere l'aveva fatto sul serio dal 1916 al
'19. Un tutore dell 'ordine un po ' speciale . Lui stesso
raccontava divertito un aneddoto occorsogli quando si
provò ad arrestare e tradurre in questura un ladrunco-
lo. Quel giorno il "carabiniere a piedi" Giuseppe Nida-
sio che faceva la ronda in bicicletta, si presentò al
capo senza bici , il che era normale, e senza l'arresta-
to, il che non era affatto normale:
- Beh , dov'è il malandrino?
- Fuggito , capo!
- Come sarebbe a dire?
- Sì. .. ecco , quando sono arrivato qui, l'ho perso di
vista per un attimo, mentre appoggiavo al muro la
bici e aprivo il portone. Il furbastro mi ha fregato la
bici e... se l'è squagliata!
- Ma in questi casi , si spara, per intimidazione . Hai
una pistola no?
- Sparare? Per una cosa così. ..
- Ho capito! Lei , caro Nidasio , faccia il sacrestano
invece che il carabiniere!
Ma non era un giullare il Bociu. Era un uomo serio, un
professionista preparato , un insegnante severo , un re-
ligioso pieno di Dio. Maestro tipografo , a scuola pur
col sorriso sulle labbra e la sua proverbiale pazienza
sapeva essere severo ed esigente . Ci teneva a che i
suoi ragazzi apprendessero bene e lavorassero me-
glio. Ci teneva a fare da guida ai visitatori , mostrando i
lavori realizzati dai suoi alunni e spiegando con com-
petenza le diverse fasi per arrivare al prodotto finito.
El Bociu non era uno che lavorasse senza scopo. Suo
scopo era far del bene al ragazzo, farne un ragazzo
come voleva Don Bosco, un onesto cittadino e un
buon cristiano . Il catechismo lui non lo faceva impara-
re a memoria ma lo metteva in pratica perché tutti ve-
dessero e imparassero . Poi ci pregava su e non poco.
Tant'è che qualcuno l'ha definito un trinomio : "scuola,
gioco, chiesa". Bello! Anche se difficile : per armonizza-
re tre cose che appaiono così diverse ci vuole un san-
to. Lui , a detta di molti suoi exallievi , santo lo era, "un
po' a modo suo ... o meglio no, a modo di Don Bosco
che aveva inventato una santità allegra!". Alla fine del-
la vita lo vedevano passeggiare col rosario in mano e
il suo solito sorriso per ore.
ANCHE CELENTANO
Un giorno si presentò all 'oratorio il "Molleggiato". Pro-
prio lui , l'Adriano nazionale. Ci capitava quand'era a
Milano sia per fare le prove col suo Clan, sia per veni-
re a messa la domenica. Allora chiedeva una messa
"privata", perché non gli andava di mescolarsi alla fol-
la: tutti guardavano lui invece che seguire la celebra-
zione , e si sentiva a disagio. A volte l'accontentavano.
Quel giorno venne perché voleva rivedere Nidasio:
"Dài, prete, fammi incontrare il Bociu", ripeteva ar sale-
siano che lo accolse. E mentre quello l'accompagnava
verso il bunker il cantautore continuò: "Sai ,• qui ho
imparato le cose importanti della vita! ". Al bunker si
sono abbracciati come due vecchi amici. Anche per il
famoso artista rivedere i luoghi della sua infanzia
quando abitava a due passi dall'oratorio, in via Gluck,
voleva dire rivedere e salutare chi era l'anima dell'ora-
torio , El Bociu, uno che una volta conosciuto non lo
scordi più .
O
BS APRILE 2002

4.4 Page 34

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COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
EDUCARE LA
RESPONSABILITÀ
Il camper e il sabato sera. Come educare i figli del piacere.
La coscienza è lo strumento più importante.
L'esistenza dei doveri.
L'obiettivo è aiutare i figli a for-
marsi una coscienza. Dotarli cioè
dello strumento più impqrtante per
vivere da esseri umani. E questo il
vero "centro di gravità" della perso-
na. Una indispensabile bussola in-
teriore per il viaggio della vita. Molti
adolescenti, oggi , sono semplice-
mente "scombussolati" o, come
spesso si afferma, "incoscienti".
La coscienza è la zona più intima,
più profonda, più segreta dove l'uo-
mo vede le cose con la sua intelli-
genza, dove esegue la sua valuta-
zione : "Questo è bene ... quello è
male; questo è giusto .. . quello è
ingiusto". Il Concilio definisce la
coscienza "nucleo più segreto e
sacrario dell'uomo, dove egli si tro-
va solo con Dio, la cui voce risuona
nell'intimità propria". Per il credente
responsabilità significa che ogni
uomo "risponde " direttamente a
Dio. Per i non credenti il riferimento
più comune finisce per essere la
forza pubblica.
"Ho una figlia di sedici anni
che, come tutti i suoi ami-
ci , da qualche tempo
chiede con insistenza di poter an-
dare il sabato sera a ballare in di-
scoteca. All'inizio noi genitori abbia-
mo traccheggiato, rimandando il
permesso, poi abbiamo dovuto ce-
dere. I primi week-end sono stati
terribili: finché la ragazzina non tor-
nava a casa, non riuscivamo a dor-
mire, in prossimità del sabato il cli-
ma in famiglia si faceva irrespirabi-
le. Bisognava trovare una soluzio-
ne, non potevamo morire di ansia o
costringerla a non frequentare i
suoi compagni. Così mi è venuto in
mente il camper di mio marito .. .".
L'intuizione è brillante. Il sabato se-
ra verso mezzanotte la signora
prende il camper, la figlia vestita da
discoteca monta a bordo e assieme
si dirigono verso il locale . par-
cheggiano, la ragazza si unisce agli
amici mentre la madre s'infila la
camicia da notte e si mette a letto
con il suo bel libro fino a quando si
addormenta. All 'alba la ragazza
APRILE 2002 BS
Per iniziare la costruzione di
una cosa così delicata occorrono
delle solide "impalcature": per que-
sto i bambini devono scoprire l'esi-
stenza dei doveri. I doveri non so-
no vessazioni autoritarie, non morti-
ficano , ma fanno la grandezza del-
bussa alla porta del camper, la l'uomo. Tutti si affannano a spiega-
mamma si sveglia e insieme torna- re i "diritti", ma senza il riferimento
no a casa, felici e contente.
ai doveri, i diritti sono scatole vuo-
Lo psicologo Paolo Crepet, com- te. Un diritto esprime il minimo. Un
menta così l'episodio: "Chiedo alla dovere chiede il massimo. 11 dovere
signora:_ F~no _a q~ando durerà_que~ si inserisce in una dinamica di svi-
sta stona_. C! sara un giorn~ 1~ c~i lu po, di crescita. Nella costruzione
n~n potra_E.!,u ~ortarn 1:1a :.f1€)Jia__i_n
discoteca
pe/ r'. ~ qu~II~
, e stessi ·
-□
· diventano dei
ti d1 orienta-
notte c - - -':--:-----;,-"""' s1 fldera d1
lei? S
noma e re-
nto sicu-
te e
sponsaibile, quin I ca~ace di sii-
en
n:arsi l2 Stimarsi voler.si bene vuol imR.Q!'Jante
bia-
dire a 1er éf
on graao no n-pi:oge =......,..,,-.
elle
d1 au
eF GOA- idee- sai SY.O- .
indi-
tare
l~an.~m,,
figlia
e-quel-. chirfo- iijJte:.v-i .
c1 e p una
-'E:S~;::~
--I-l:a::eiJ;)1r1o-
a ~- a
-
P,_E.W,s-o-r-i-a -~□.e
aElcorap oco
c
d
h-e conos?e
o che lo c1r-
conaa, costfuir-si come individuo au-
Educare i figli alla responsabi- tonomo se nessuno fa mai dei pro-
lità è per i genitori un compito "logi- getti per lui, se nessuno gli dà delle
co" e importante, reso difficile oggi indicazioni o gli prospetta delle pos-
dal fatto che i ragazzi sembrano sibilità o gli indica delle strategie di
soltanto "figli del piacere" abituati comportamento non soltanto in rap-
ad avere tutto e subito, convinti che porto a se stesso e alle proprie esi-
la trasgressione sia libertà, il dove- genze, ma anche in rapporto agli
re una prepotenza e la moralità altri , alle esigenze della famiglia, del
una forma di debolezza.
gruppo, della comunità.

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
I genitori sanno che la prima tecni-
ca da usare per tutto questo è of-
UN CAMMINO
frire un modello da seguire . In
secondo luogo devono parlare,
spiegare ma soprattutto essere
LUNGO LUNGO
molto concreti. Gli ambiti di re-
sponsabilità devono essere accura-
Educare i propri figli a diventare responsabili
tamente stabiliti. Certo , alcune re-
delle proprie azioni e della propria vita non è affatto facile.
gole costituiscono altrettante proibi-
zioni , destinate come sono a tenere
Ma è indispensabile.
bambini e adolescenti lontano da
parole o comportamenti potenzial-
mente distruttivi, a livello fisico o
emozionale , per se stessi o per
altri. Occorre essere molto chiari per
quello che riguarda i doveri scolasti-
ci , i rapporti con gli amici e l'altro
sesso, il motorino, l'auto, la gestione
del denaro, l'alcool, le droghe.
Q uando i miei due figli erano
piccoli, esprimevano spesso
una richiesta che mi riempi-
va allo stesso tempo di gioia e di
trepidazione : "Mamma, possiamo
aiutarti?". Era il loro modo di ren-
dersi disponibili nelle faccende do-
mestiche , per dimostrare la capa-
ce di starsene tranquillamente di-
stese sui letti "rifatti "...
Nonostante tutto, le prestazio-
ni dei figli mi facevano piacere, e
non perché una madre ha necessa-
riamente un fondo di masochismo
in qualche angolo della sua perso-
nalità. La verità è che mi rendevo
Ma in una famiglia sana, ognu-
no ha certi doveri che devono
essere compiuti affinché la vita si
svolga bene. È necessario che gli
adolescenti abbiano vere responsa-
bilità, che facilitino la vita degli altri
componenti della famiglia . Queste
responsabilità varieranno da fami-
glia a famiglia, ma possono riguar-
dare la sorveglianza di un fratellino ,
l'aiuto a preparare la cena, a lavare
l'automobile della famiglia, prender-
si cura di un an imale domestico ,
occuparsi del giardino, passare l'a-
spirapolvere , spolverare o fare il
bucato. Don Bosco era molto chia-
ro sulla laboriosità: "Ricordatevi che
la vostra età è la primavera della
vita. Chi non si abitua al lavoro al
tempo della gioventù , per lo più
sarà sempre un poltrone sino alla
vecchiaia, con disonore della patria
e dei parenti , e forse con danno ir-
reparabile dell'anima propria". I ge-
nitori dovrebbero sempre accompa-
gnare le dimostrazioni positive di
cità di essere all'altezza della situa-
zione anche se erano alti come
due soldi di cacio , nonché anche
una strategia furba perché liquidas-
si un po' più in fretta il mio ruolo di
casalinga per avere più tempo di
giocare con loro.
Che fossi contenta del loro darsi da
fare , è facilmente comprensibile.
Un po ' meno scontata invece la
mia ansia: ma le prestazion i dei
pargol i erano talvolta veramente
terribili . Ho dovuto raccattare file di
posate ben lavate e asciugate, ma
deposte con grande disinvoltura sul
pavimento della cucina ; mettere
pietosamente gli asciugamani del
bagno nella cesta della biancheria
sporca perché amorevolmente uti-
lizzati per lavare i sanitari ; ripassa-
re di nascosto i vetri delle finestre
perché arricchite da strane impron-
te di manine, finite per caso men-
tre l'obiettivo ufficiale era quello di
tirarli a lucido; districare lenzuola e
coperte che facevano a pugni inve-
perfettamente conto del fatto che i
bambini devono gradualmente as-
sumere delle responsabilità commi-
surate alle loro energie, possibilità
e disponibilità, se si vuole che pian
piano diventino protagonisti consa-
pevoli di situazioni più complesse e
impegnative . Il risultato di questa
gara di resistenza - che ha avuto
le sue gratificazioni immediate, oltre
che la fatica di rimediare ai piccoli
guai domestici dei figli - è che
adesso vivo di rendita: non devo
fare prediche perché i ragazzi ese-
guano con diligenza e puntualità i
compiti di scuola; sono tranquilla
sulla loro capacità di amministrare
le relazioni con gli amici in modo
sufficientemente responsabile; pos-
so contare sulla costante fedeltà
negli impegni religiosi ed ecclesiali;
soprattutto li vedo abbastanza se-
reni nei periodi in cui devono com-
piere delle scelte che orientano la
loro vita presente e il rapporto con
il futuro .
responsabilità dei figli con manife-
sta.zioni di fiducia e di stima e l'am-
pliamento dei loro "diritti". Di certo
:., un adolescente ha responsabilità
più ampie di un bambino di otto
anni . A queste responsabilità si ac-
compagna la libertà di andare a
dormire più tardi , di trascorrere
tempo lontano dalla famiglia, ecc..
Anche se forse nessuno si sentirà
di imitare Don Bosco che , nel
1849, affidò a Giuseppe Buzzetti
tutti i soldi della comunità di Val -
docco. E Giuseppe Buzzetti aveva
da poco compiuto diciassette anni.

4.6 Page 36

▲back to top
Ovviamente tutto questo non
si è realizzato in modo automa-
tico , né sempre con un ritmo
lineare. Qualche volta i figli si
sono chiesti - e mi hanno quasi
rimproverato per questo - se vale
la pena essere rigorosi con se
stessi quando le altre persone
invece cercano di farla franca di
fronte agli impegni quotidiani o
imboccano comode scorciatoie.
Credo abbiano anche sofferto ,
specie negli anni della preadole-
scenza, perché si sono sentiti un
po ' soli nell 'amministrare certi
valori : i compagni talvolta li deri-
devano perché li ritenevano inca-
paci di trasgressione - con una
confusione netta fra questa e la
capacità di dimostrarsi autonomi
rispetto alla famiglia -; alcuni
adulti che avevano il ruolo di edu-
catori non sempre sono stati dav-
vero solidali con la loro fatica di
percorrere strade in salita.
Noi genitori invece abbiamo sem-
pre fatto avvertire loro concreta-
mente che facevamo il tifo quan-
do incontravano delle difficoltà ;
che comunque eravamo contenti
del loro sforzo per essere respon-
sabili , facendo attenzione più
all 'impegno che ci mettevano che
non ai risultati conseguiti ; che
eravamo pronti a sostenerli quan-
do la posta in gioco si faceva più
esigente .
Soprattutto, abbiamo sem-
pre cercato di confermarli nel-
l'idea che quel che conta non è
tanto un 'etica del dovere, quanto
la ricerca di un equilibrio interio-
re , la costruzione di una pace
con se stessi che vale molto più
dei successi esteriori e del con-
senso degli altri , la consapevo-
lezza che la vita ti impegna con
te stesso , ma soprattutto con gli
altri e per gli altri.
Responsabilità come esperienza
di solidarietà verso il prossimo :
forse abbiamo insistito tanto su
questo, che adesso dobbiamo rin-
correre i figli fra una riunione in
parrocchia e un impegno di volon-
tariato , fra la partecipazione alla
vita della scuola e l'animazione
del gruppo dei coetanei. Anche
se hanno meno tempo per stare
con noi, diciamolo sottovoce, ci
sta bene così .
APRILE 2002 BS
FAMIGLIA~
SALESIANA
di Julio Olarte
- v - 11~ 11111~ m 1~ 11111
iI I
Fondate da un cooperatore salesiano, il cardinale Giuseppe Guarino,
Servo di Dio, è il primo ramo in assoluto nato da/l'albero della FS
piantato da Don Bosco.
APOSTOLE
DELLA SACRA FAMIGLIA
Giuseppe Guarino, siciliano,
ordin ato sacerdote nel 1849 e
vescovo nel 1872, divenne arc ive-
scovo di M ess in a nel 1875, dove
si im pegnò in un lavoro pastora le
su mo lti fro nti e in profondità, tut-
to nell o st il e di Don Bosco e di
sa n Francesco di Sa les. Q uesta
sin to ni a sp irituale e aposto li ca lo
fece ammirare, e cercare Don
Bosco e la sua opera. S' in co ntrò
co n Don Bosco so lo attraverso la
corri spondenza episto lare. II ca rdi-
nale lo inco raggiò, lo sostenne nei
mo menti difficili , lo raccoma ndò
al Papa, lo difese presso le Con-
gregaz ioni romane. E all a fi ne
divenne "cooperatore salesiano".
Con grande gioia riuscì ad ave-
re i Salesiani nel 1879 e curò co n
entusiasmo la loro affermaz ione e
di ffusione nell ' Iso la, così co me
anche quella delle FMA. Finché, a
partire da un gru ppetto parroc-
chiale di Fi gli e di Maria, anche lui
fo nda nel 1889, a Messi na, le
"Piccole Serve della 5. Famiglia" ,
oggi "Apostole de lla 5. Famiglia":
era no tre suore co n lo scopo di
sa ntif icars i prati ca ndo la ca rità in
tutte le fo rm e poss ibili , cosa che
Il fondatore cardinale Guarino.
hann o in co minciato co n l'edu ca -
zione morale e civ il e dell e figli e
del popolo.
Dopo la devastazione della
Sicilia, a ca usa del terribil e te rre-
moto de l 1908, anc he la p icco la
co munità; provata oltre mi sura dal
di sastro generale, ini zia un rapido
dec lino. Nel 1957, la Santa Sede
in viò co me superi ora una Fi gli a di
Mari a Ausi li atri ce, co n la quale l' I-
stituto iniziò di nuovo una promet-
te nte es pansione e si agga nciò
all 'a lbero sa lesiano.
Oggi so no 92 suore co n opere in
Italia (Sicili a, Ca labri a, Lazio) e nel
Bras il e.
D
Le suore della Casa Generale.

4.7 Page 37

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ì
BS APRILE 2002

4.8 Page 38

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pfStE\\S\\J~EENtJ1\\\\~\\JO
OLTRE
di Francesco Casella
LA RAGIONE
I L'amorevolezza si traduce
nell'impegno dell'educatore
a seguire passo passo il giovane
nel suo cammino evolutivo.
stra vita e della nostra società. La
meta è quella di costruire la propria
personalità avendo Cristo come rife-
rimento sul piano della mentalità e
della vita" 1• Non comprenderà mai
Don Bosco educatore né la sua pe-
dagogia - soleva affermare don Al-
berto Caviglia - chi non parta da
questo principio metodologico della
coscienza chiara del fine ultimo e
della sua costante presenza lungo
tutto il cammino da percorrere2•
PER DARE SENSO
Il traguardo a cui tende l'opera educativa di Don Bosco è Cristo l'uomo nuovo.
La carità pedagogica
di Don Bosco prende
le mosse dalla ragione,
come si è detto, ma si
alimenta attraverso la
religione e assume forma
concreta attraverso
l'amorevolezza. Si tratta
del trinomio che regge
tutto il sistema educativo
del santo dei giovani.
APRILE 2002 BS
ILa religione
l secondo te1mine, "religione",
indica che la pedagogia di Don
Bosco è costitutivamente tra-
scendente, in quanto l'obiettivo
educativo ultimo che egli si propo-
ne è la formazione del credente. Il
traguardo cui tende l'opera ed ucati-
va è Cristo, "l'Uomo nuovo"; ogni
giovane è chiamato a maturare in
Lui e a sua immagine. Il CG23 indi-
ca con chiarezza qual è la "meta
globale", ossia "il tipo di uomo e di
credente che deve essere promosso
nelle concrete circostanze della no-
Molto interessanti sono le parole
di Don Bosco ad ex-alunni sacerdo-
ti, affinché si adoperassero a "dare
senso alla vita" 3 dei giovani:
"Il Signore che ci vuole tutti felici ,
con questi .flagelli [provocati dal
colera] intende di farci conoscere la
preziosità della vita eziandio tempo-
rale. E voi, miei cari fig liuoli, ab-
biate di mira nelle vostre prediche
di parlare sovente de lla morte. Oggi
giorno non si fa alcuna stima della
vita . Chi si suicida per non soppor-
tare i dolori e le disgrazie ; chi arri-
schia la vita in due llo; chi la sciupa
nei vizi; chi la giuoca in arrischiate
e capricciose imprese, chi ne fa
getto affrontando pericoli per segui-
re vendette e sfogare passioni. Pre-
dicate adunque e ricordate a tutti,
che noi non siamo i padroni della

4.9 Page 39

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nostra vita. Dio solo ne è il padro-
ne. Chi attenta ai proprù giorni fa
un insulto al Signore , è la creatura
che fa un atto di ribellione contro il
suo Creatore. Voi che avete ingegno
troverete idee e ragioni in abbon-
dan za e modo di esporle, per indur-
re i vostri uditori ad amare la vita e
rispettarla, nel gran pensiero che la
vita temporale bene impiegata è fo-
riera della vita eterna" 4•
Per Don Bosco l'uomo formato e
maturo è il cittadino che ha fede,
che mette al centro della sua vita l'i-
deale dell' uomo nuovo proclamato
da Gesù Cristo e che è coraggioso
testimone delle proprie convinzioni
religiose. Non si tratta di una reli-
gione specu lativa e astratta, ma di
una fede viva, radicata nella realtà,
fatta di presenza e di comunione, di
ascolto e di docilità alla grazia.
Don Bosco soleva dire che "le co-
lonne dell 'edificio educativo" sono
l'Eucaristia, la Penjtenza, la devo-
zione alla Madonna, l'amore alla
Chiesa e ai suoi pastori. La sua edu-
cazione è un "itinerario" di preghie-
ra, di li turgia, di vita sacramentale,
di direzione spirituale: per alcuni, ri-
sposta alla vocazione di speciale
consacrazione; per tutti, la prospetti-
va e il conseguimento della santità 5.
IL TERZO PILASTRO
L'amorevolezza
Si tratta del punto di vista meto-
dologico. Occorre un atteggiamento
quotidiano, che non è semplice
amore umano né sola carità pastora-
le. L'amorevolezza si traduce nel-
l'impegno dell 'educatore quale per-
sona totalmente dedita al bene degli
educandi, presente in mezzo a loro ,
pronta ad affrontare sacrifici e fati -
che nell'adempiere la sua missione.
Tutto ciò richiede una vera disponi-
bilità per i giovani, simpatia profon-
da e capacità di dialogo . In questo
contesto è tipica ed illuminante l'e-
spressione: "Qui con voi mi trovo
bene: è proprio la mia vita stare con
voi" 6. Con felice intuizione esplicita:
quello che importa è che " i giovani
non siano solo amati, ma che essi
stessi conoscano di essere amati" 7•
In tale prospettiva vengono privi-
legiate le relazioni personali. Don
Bosco ama usare il termine ''.fami-
liarità" per definire il rapporto cor-
retto tra educatori e giovani. Il qua-
dro delle finalità da raggiungere, il
programma, gli orientamenti meto-
dologici acquistano concretezza ed
efficacia, se improntati a schietto
"spirito di famiglia" , cioè vissuti in
I Il fine ultimo della sua pedagogia
è far fiorire il giovane fino
alla santità.
ambienti sereni, gioiosi, stimolanti.
A questo proposito vanno almeno
ricordati l'ampio spazio e la dignità
dati da Don Bosco al momento ri-
creativo, allo spo~t, alla musica, al
teatro, al cortile. E lì, nella sponta-
neità e allegria dei rapporti, che l'e-
ducatore sagace coglie modi di in-
tervento, tanto lievi nelle espressio-
ni , quanto efficaci per continuità e
per il clima di amicizia che si realiz-
zano. L' incontro, per essere educati-
vo, richiede continuo ed approfon-
dito interesse che porti a conoscere i
singoli personalmente.
Si tratta di un ' attenzione intelli-
gente e amorosa alle aspirazioni, ai
giudizi di valore , ai condizionamen-
ti, alle situazioni di vita, ai modelli
ambientali, alle tensioni, alle riven-
dicazioni , alle proposte collettive.
Si tratta di percepire l'urgenza della
formazione della coscienza, del sen-
so familiare, sociale e politico, della
maturazione nell'amore e nella vi-
sione cristiana della sessualità, della
capacità critica e della giusta dutti-
lità nell'evolversi dell'età e della
mentalità, avendo sempre ben chia-
ro che la giovinezza non è solo mo-
mento transitorio, ma un tempo
reale di grazia per la cosh·uzione
della personalità8•
(continua)
Don Bosco vuole costruire nel giovane una personalità cristiana
matura e responsabile.
1 CG23, n. 112-115.
2 Egidio VIGANÒ, La nuova edu cazione, in
Atti del Consiglio Generale, 337 (1991) 31.
3 P. BRAIDO, "Prevenire" ieri e oggi con
Don Bosco, pp. 286-292.
4 BS 8 ( 1884) 115-116.
5 GIOVANNI PAOLO, luvenum Patris , n. 11.
6 MB IV 654.
7 Lettera da Roma, IO maggio 1884, in Co-
stituzioni e Regolamenti, p. 246. Per un ap-
profondimento criti co del testo, cfr. P. BRAI-
oo , Don Bosco educatore, pp. 344-390. '
8 GIOVANNI PAOLO, /uven.um Patris, n. 12.
BS APRILE 2002

4.10 Page 40

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Ieri so no arr ivat i a Ga-
tenga (Rwa nda) 146
bambini in fuga da ll ' in-
fe rn o d i Goma. Abbiamo
spa lancato loro le porte e
il cuo re. La loro c ittà è
sotto un bombardamento
di fuoco, ceneri infuocate,
lap illi , lava, fum i mi cid ia-
li ... un a città che mu o re.
Q ui no n c'è p spaz io,
né mezzi, siamo all 'emer-
genza, anzi all a sopravvi-
ve nza, ma resta il nostro
cuore, che ha anco ra ta n-
to spazio...
A Goma stanno arriva ndo
anche dei mili tari, ma pili
per sacc heggiare che pe r
aiu ta re, mentre il vul ca no
co ntinua a scuotere la ter-
ra e a in fa ngare il cie lo,
o ltre che po lve ri zza re
q uanto in co ntra sul suo
ca mmin o.
Lettera da Coma
IL VULCANO
MALEDETTO
La lava per miracolo si è
fermata attorno ai depo-
siti d i ca rburante dell 'ae-
ropo rto. Siamo in appren-
sione: le nostre due opere
sono v ic ini ss im e; se
sa ltano sarà una traged ia:
Goma, forse mezzo milione di abitanti
tra residenti e rifugiati, è stata investita
dall'ira del Nyiragongo venerdì 18 gennaio.
la sc uo la profess ionale "Piove sul bagnato".. . e piove fuoco dal cielo.
osp ita 1300 sfo ll at i ! La
fa mi gli a di Chri st ian
Ka lul e, il sa les iano di
Goma, ha perso t utto ...
Così m igli aia d i altre fa-
Circondati anche i salesiani che a Goma
hanno due opere: una scuola tecnica
secondaria e un centro di formazione
professionale ...
mig li e. U n fiu me di pro -
fughi si è ri ve rsato ve rso il lago Kivu po i ve rso il
Rwa nda, po i è to rn ato indietro perché il ri chia mo
de ll a prop ri a te rra e de ll a prop ria casa è più fo rte
de ll a pa ura, de ll a fame, e pe rfi no de ll a mo rte:
preferi scono v ive re in tota le preca ri età nell a loro
te rra p iuttosto c he essere co nfi nati in un campo
per rifu giati in Rwanda. Reg n?, sovrana, la disor-
ga ni zzazone.
dove doveva esse re la
propria ab itazio ne ma
spesso è costretto a torna-
re sui suo i passi urlando
di do lo re: le lame de ll a
lava so li d if icata o le bru-
ciature d i quell a ancora
non raffreddata li fa nn o
des istere.. . Il nostro ce n-
tro d i Nga ngi è protetto
da ll o sciaca ll agg io de i
so li ti delinq uenti da grup-
petti di nostri giovani .
Pregate per noi.
Stiamo cercando di aiutare tutti. Ma ... abbiamo
pochi mezzi, e più di ta nto no n ri usc iamo a fa re.
Essere impotenti in casi di emergenza estrema fa
rab bi a. Il prob lema magg iore no n è il cibo, ma
l'acqua potab ile. V iviamo co l rischi o/colera incom-
be nte come un a spada d i Damoc le sul capo. La
lava ha in vaso mezza c ittà .. . è ancora ca lda e
fumante ... Q ualcuno si avvia a pied i verso il luogo
La scuola sales iana di Ngangi dopo il disastro.
APRILE 2002 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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parola latina usata prima di
"salix", ha dato il nome al Vimina-
le . A Gerusalemme , la festa dei
Tabernacoli (o delle Capanne) ,
era appunto il "giorno dei salici".
LA GIORNATA
Il 23 è la Giornata internaziona-
le del Libro . Una ricorrenza da
rivalutare , perché gli italiani leggo-
no pochi libri e quotidiani. Secon-
do un'indagine de // Sole-24 Ore,
il maggior numero di librerie si
trova nella provincia di Rimini.
LUNARIO & ALTRO
• Il Sole Il 1° sorge alle 5.56 e
tramonta alle 18.32; il 15, alle
5.33 e alle 18.47. Luna nuova il
12 aprile ; piena il 27.
È il momento per innesti e tra-
pianti , per seminare le verdure e
sistemare le piante che fioriscono
d'estate. Dal 31 marzo al 1O apri-
le (luna piena) è consigliato im-
bottigliare i vini da consumare
"giovani"; dal 20 al 30 aprile (pri-
mo quarto) quelli più frizzanti .
Verdura del mese: asparagi ,
broccoli , carciofi , carote, cavolfio-
ri , cicoria , cime di rapa , cipolle ,
coste , finocchi , patate novelle,
porri , ravanelli , sedano e spinaci.
Frutta : arance, banane, limoni ,
fragole , mandarini , pompelmi.
• Il 1° aprile è il giorno degli
scherzi. All'origine ci sarebbe la
fuga , il 1°/4/1634, del duca Fran-
cesco di Lorena, prigioniero di
Luigi Xlii , dal castello di Nancy :
avendo attraversato a nuoto un
fiume , sarebbe sfuggito alle guar-
die come un "pesce". Per altri , sa-
rebbe un riferimento al cibo con -
sentito nel periodo quaresimale, o
un modo per "esorcizzare" quella
data, considerata infausta . Il 1°
aprile di quest'anno è il "lunedì
dell'Angelo", Pasquetta.
IL FIORE
A Venezia, il giorno di san Marco,
i fidanzati regalano alle ragazze il
"bocolo", bocciolo di rosa . Aprile
è soprattutto il mese della palma
e dell 'olivo , piante collegate alla
Pasqua, oltre che del salice, cui i
Celti dedicavano il periodo dal 15
aprile al 15 maggio. Il "vimen ",
IERI ACCADDE
aprile 1939: fine della guerra
civile in Spagna ; già il 27 feb-
braio , Gran Bretagna e Francia
avevano riconosciuto il Governo
di Franco.
2 aprile 1842: a Riva di Chieri
(Torino) , nasce san Domenico
Savio.
3 aprile 1922: in Russia, Stalin
diventa segretario del Pcus , il
Partito comunista sovietico .
4 aprile 1968: a Memphis , as-
sassinato il leader pacifista M.
Luther King.
5 aprile 1891: a Santiago del Ci -
le, nasce la beata Laura Vicuna.
11 aprile 1987: a Torino , si sui -
cida lo scrittore Primo Levi.
12 aprile 1961 : il russo Yuri Ga-
garin è il primo uomo nello spazio .
13 aprile 1986: papa Giovanni
Paolo Il visita la sinagoga di Roma.
14 aprile 1912: affonda il transa-
tlantico Titanic. ·
15 aprile 1452: nasce Leonardo
da Vinci .
16 aprile 1889: a Londra, nasce
Charlie Chaplin.
21 aprile 753 a.C.: fondazione di
Roma .
23 aprile 1564: nasce il dram -
maturgo William Shakespeare.
25 aprile 1911: a Torino , muore
suicida lo scrittore Emilio Salgari.
25 aprile 1969: bomba alla Sta-
zione centrale di Milano.
25 aprile 1974: in Portogallo , la
"rivoluzione dei garofani " pone
fine alla dittatura.
26 aprile 1919: Gabriele D'An -
nunzio inizia l'Impresa di Fiume.
26 aprile 1937: guerra civile
spagnola, bombardamento tede-
sco di Guernica.
27 aprile 1996: in Italia elezioni
politiche anticipate, vince l"'Ulivo";
presidente del Governo è Roma-
no Prodi.
28 aprile 1945: fucilato Mussoli-
ni . I sovietici entrano a Berlino. Il
30 suicidio di Hitler.
28 aprile 1986: esplode la cen-
trale di Chernobyl , in Ucraina.
30 aprile 1975: in Vietnam , fuga
degli americani e resa ai vietcong .
LA LENTE
San Marino dedica otto valori ai
"valori della vita": splendide foto-
grafie in miniatura, ciascuna do-
minata da un colore (cosa che fa-
cilita l'uso dell 'euro) . Il Belgio ri-
corda i 150 anni dell'Università di
Anversa, nata appunto nel 1852
come istituto dei Gesuiti. La Gran
Bretagna e molti Paesi del Com-
monwealth festeggiano i 50 anni
di regno di Elisabetta Il. Simpatici ,
infine , i 12 valori delle Isole Cay-
man, revival dei mezzi di traspor-
to dello scorso millennio : dai ...
piedi al Boeing 767.
LE MOSTRE
A Torino, palazzo Bricherasio
Palmira. Il regno di Zenobia, dedi-
cato alla donna che lottò contro
l'impero romano . A Venezia è di
nuovo visitabile la casa dove, nel
1707, nacque Carlo Goldoni. A
Gorizia , a conclusione del mille-
nario della città, sino al 30 aprile il
Castello e la Biblioteca statale
isontina ospitano Divus Maximilia-
nus - Una Contea per i Goriziani
1500-1619: dipinti , oggetti , libri e
incisioni , comp resa una di 52
metri raffigurante il-corteo trionfale
di Massimiliano I d'Asburgo .
BS APRILE 2 002

5.2 Page 42

▲back to top
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-7 1 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1- 1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le fonn ule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lasc io a ll a Direzion e Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all ' Istituto Sa-
les iano per le Missioni , con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di € ... o titoli , ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direz io ne Ge-
nera le Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all ' Istituto Sa-
lesiano per le Missioni , con sede
in Torino) l' immobil e sito in .. .
per i fini i tituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Ann ull o ogni mi a prece-
dente di sposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede uni ver-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l' Istituto Sales iano per le
Mission i, con sede in T o rino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e da ta)
(ji"nna per disteso)
NB. li testa111e1110 deve essere seri/lo per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Vi a della Pisana, I I 11
00 163 Roma-Bravetta
Te!. 06.656 12678 - Fax 06.656 12679
C.C. P. 462002
Istituto Salesiano per le M issioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10 I 52 Tori no
Te!. O11.5224247-8 - Fax O11.5224251
C.C.P. 28904 100
APRILE 2002 BS
__,J I NOSTRI MORTI
$CIALDONE dott. Antonino ,
exallievo,
t Gaeta, i'08/11 /2001 , a 76 anni
È scomparso dopo una breve malattia,
lasciando la famiglia e gli amici profonda-
mente afflitti. Un uomo pieno di bontà e di
pietà, che amava profondamente la
Madonna e Don Bosco e che a partire
dagli anni '30 del secolo scorso non ha mai
cessato di frequentare i salesiani, che da
poco tempo avevano aperto la loro presen-
za a Gaeta. Fu uno dei promotori , nel
1958/59 , del Comitato per l'erezione della
statua di Maria Ausiliatrice sul Monte
Orlando. Per vari anni a più riprese diresse
la locale Unione exallievi , sempre stimato
e amato da tutti. Era dotato di grandi talen-
ti , tra i quali eccelleva la musica che ha
curato con passione dirigendo la corale
della Sorresca e scrivendo egli stesso
brani di musica sacra e canti che poi inse-
gnava e/o faceva eseguire nelle feste di
famiglia . Altro campo di lavoro educativo è
stato il teatro ; fu lui a riunire nella compa-
gnia "Il Piccolo Teatro" exallievi, ex-orato-
riani ed amici. Ha lasciato un grande rim -
pianto.
TONNINI sac. Stelvio, salesiano,
t Roma, il 17/09/200 1, a 76 anni
Cominciò con l'Azione Cattolica all'oratorio
salesiano al Testaccia, dove s'innamorò di
Don Bosco e lo seguì , regalandogli la sua
vita. La sua avventura da salesiano, dopo
le innumerevoli vicende belliche , iniziò
come assistente all 'oratorio Pio Xl di
Roma, dove cominciò a spendersi per i
giovani , con una dedizione assoluta, di cui
rendeva conto giornalmente al "Capo ",
come talvolta diceva riferendosi al Signore.
La cura "capillare" dei giovani diede i suoi
frutti , formando persone qualificate come
cristiani e come professionisti. Comprese
alcune vocazioni. Un omone dal carattere
gioviale , a volte un po' sbrigativo, perché
non amava i fronzoli , ma sempre profonda-
mente attento a che il lavoro pastorale
ri sultasse professionale. L'altra metà della
sua vita salesiana la dedicò alla parroc-
chia: per 24 anni fu un grande formatore,
oltre che un grande organizzatore. La
morte giunta quasi all 'improvviso ha lascia-
to un grande vuoto nei confratelli e nelle
anime a lui affidate ma non lo ha trovato
impreparato.
BEGHIN sr. Maria,
Figlia di Maria Ausiliatrice
t Rosà (VI) , il 21 /05/2001 , a 87 anni
Maria ebbe modo di conoscere Don Bosco
attraverso il Bollettino Salesiano e si sentì
irresistibilmente attratta da questo santo
dei giovani. Dopo la professione le fu affi-
dato il compito di aiuto infermiera nei due
istituti di Padova dove si prodigò con
amore e sacrificio. In seguito per la poca
salute dovette lasciare l'ufficio . Travagliata
da vari mali anche gravi, suor Maria visse
serena e fiduciosa questa volontà di Dio
spesso pesante . Non si perse mai d'animo,
lottò con coraggio e serenità contro il male ,
e finché poté non rifiutò mai di prodigarsi
per le consorelle nelle varie case dove
l'obbedienza man mano la destinava.
MONTECCHIO sig. Arnaldo,
salesiano ,
t Torino, il 27/11 /2001 , a 89 anni
Il Signore lo ha chiamato a sé per conce-
dergli il premio di una vita spesa per il
bene delle anime. Fu la vera mano laicale
secondo lo spirito di Don Bosco . Alla
Congregazione seppe donare con genero-
sità quelle ricchezze umane e spirituali di
solidarietà e amicizia che aveva appreso
nella sua numerosa famiglia. Salesiano
convinto, entusiasta e sereno lasciò in chi
lo avvicinava amicizia profonda, ottimismo ,
simpatia e impegno di crescita umana e
spirituale. Dal 1938, per più di sessant'anni
è stato addetto al Bollettino Salesiano. Ad
esso ha dedicato tutto il suo cuore e la sua
mente, per far conoscere Don Bosco e la
sua grandezza nel mondo e nelle missioni.
Amava Don Bosco e lo servì con un lavoro
generoso e sacrificato nella diffusione del
Bollettino Salesiano , per comunicare e
diffondere il carisma della congregazione.
Suo impegno e sua unica ambizione era
che tutto funzionasse bene perché confra-
telli, exallievi, benefattori e amici si sentis-
sero sempre più legati a Don Bosco . Per
vari anni lavorò anche fra i giovani
dell 'Oratorio festivo di Valdocco. Ad essi
seppe comunicare con animo sempre gio-
vane il suo entusiasmo per le cose di Dio ,
senza essere nostalgico del passato. Negli
ultimi anni la malattia diminuì le sue possi-
bilità di lavoro materiale, ma intensificò il
suo cammino spirituale di preghiera e di
donazione attraverso la sofferenza di un
corpo che ultimamente sentiva di più le
conseguenze di una vita donata senza
ri sparmio per lo sviluppo della Congrega-
zione e per il dono di nuove vocazioni.
MENEGHETTI sr. Romilda ,
Fig lia di Maria Ausiliatrice,
t St.-Cyr-sur-Mer, il 28/05/2001 , a 86 anni
Romilda è la maggiore di una famiglia di
cinque figli , quando viene a mancare la
sua mamma. Dopo il nuovo matrimonio del
papà, la famiglia aumenta ancora di sei
figli . Nel suo ruolo di sorella grande ,
Romilda acquista il senso della responsa-
bilità, il gusto del lavoro fatto bene , e l'abi-
tudine di dedicarsi con generosità agli altri.
Sente molto presto la chiamata del
Signore . La sua vocazione missionaria
viene assecondata, ed ella si ritrova prima
in Francia poi in Algeria dove, nella clinica
di Bcme, lavorerà per oltre trent'anni come
guardarobiera, aiutante cuoca e incaricata
dell 'amministrazione. Al suo rientro in
Francia, conserva l'anima missionaria e la
sua cucina diventa luogo di offerta, di pre-
ghiera e centro di raccolta di ogni ben di
Dio a favore delle mission i.
Venuta la sera di
uel giorno Gesù disse:
q "Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)

5.3 Page 43

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OSSERVATORIO
Antonino Blandini
Per Maria Grazia Cu-
tul i tutto iniziò a Ca-
tania, la sua città: la
vita e la carriera. Frequen-
tò dalla prima alla quarta
elementare presso l'Istituto
"San Giovanni Bosco" del-
le Figlie di Maria Ausiliatri-
ce di via F.lli Mazzaglia, a
Barriera. La sua abitazione
sorgeva vicino al santuario
del "S. Cuore", con annes-
so oratorio, affidato fin dal-
l'origine ai salesiani. Fre-
quentò anche l'oratorio , e
ricevette i sacramenti nella
parrocchia/santuario . Le
suore la ricordano per il
carattere risoluto , l'intelli-
genza, la disponibilità, l'im-
pegno . In famiglia la chia-
mavano teneramente "Gra-
ziolina", e lei era sì sensi-
bile, ma sapeva anche es-
sere severa e puntigliosa,
tenace e riservata.
"Telecolor" e "La Sicilia" fu-
rono la sua gavetta profes-
sionale . Una grande forza
di volontà, un certo amor
proprio, una buona dose di
autoironia la prepararono
al grande balzo di cronista
nelle zone di guerra.
NEL RICORDO DI
MARIA GRAZIA
te meritato il suo "pezzo di
paradiso " che Don Bosco
prometteva ai suoi ragazzi
che facevano fino in fondo
il proprio dovere . Anche il
celebre e celebrato Igor
Man , anch 'egli catanese,
ha definito la giovane col-
lega una di "quelle ragaz-
ze che hanno una grinta
di ferro e un carattere
sanguigno come l'Etna",
mentre i colleghi del "Cor-
riere" la qualificavano co-
me "una donna di ferro e
un fascio di nervi".
O
La commovente ceri- 19 novembre 2001, sulla strada maledetta
monia funebre in duomo
che ha visto la partecipa-
zione di migliaia di perso-
di Kabul cade in un'imboscata
Maria Grazia Cutuli, di Catania,
ne tra cui il parroco sale- exallieva delle Figlie di Maria Ausiliatrice,
siano della sua parrocchia
di origine, ha messo in lu-
ce le grandi doti di questa
giornalista impegnata in zona di guerra,
sorretta da grandi ideali...
grande giornalista, exallie-
va , colta, esigente verso se stessa, nemica della
mediocrità e della superficialità. Il suo impegno più
profondo si estendeva ben al di là di quello profes-
sionale che pure amava tanto , perché la sua vera
vocaz ione , come aveva ribadito ella stessa non
molto tempo prima di morire, era quella di aiutare i
più deboli e di tornare a dedicarsi alle missioni
umanitarie nelle region i più derelitte e misere del
mondo .
La bara di Maria Grazia
arriva a Roma.
lii
L'arcivescovo metropolita, monsignor Bomma-
rito , ha messo in evidenza la formazione salesiana
di questa coraggiosa donna-simbolo del giornali-
smo italiano che , con il suo sacrificio, ha certamen-
Catania: aula della scuola delle FMA frequentata
da Maria Grazia.
BS APRILE 2002

5.4 Page 44

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APRILE 2002 BS
MONS , VERSft;UA. S
DON CMAVARIO SO-
NO TRASCINA TI A RJ.
VA,E DERUBATI DEJ..LE ·
LORO CO.Sé:UNA BOR·
SA ,e RXHI t>ENA~I.
I BANDITI LJ /.E4ANO
INSIEME, POI PEN-
SANO A COSA T:ARE.
!3RVCIANO I ltBRI [)!
PRE~HIERE E I SA-
CRI INDUMeNTI, E
aETTANO lvf:LRUME
LA CROCEE l..'ALTA'<.J·
NO, flOl,IXJPOAVéR.
DECISO DI TENERSI
LE RA4AZ2E E I DOE
M/5S!ONARJ, COSTRIAJ.
CONO C.L/ ALTRI A
TORNAR.E /Alb!BT1W,
, LV&:SCO
RAVARIO 51
CONFESSAN
VICEND.

5.5 Page 45

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Joseph Au, Pier Bertone, Michele Ferrero
NO, _
PAOLA RIC-OR!)A: I
QUESTD /:Ulv()
BANt>m CERCAVAM:J
S"rR.UMENTO DE- DI Ct:WV!NCERCI C()N
C.LJ STAANIERI.
NON PUOI A-
VEA.u,.
PAROLE DOLCI, MA
NON RIVSOiROA/0 AD
IN4ANMARCI. IO HO
NOTATO L'ESPRF:S·
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/)ISSE : "PP.ECtAT5
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BS APRILE 2002

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
SALVA IL NOSTRO
NIPOTINO
La mia amica Lubertina festeg-
giava l'arrivo del nipotino Ivano.
Aveva due mesi quando si
manifestarono convulsioni ,
asma e crescenti difficoltà di
respirazione. Ricoverato all 'o-
spedale locale , fu posto sotto
cappa di ossigeno , ma si
aggravò ulteriormente. Fu allora
portato d'urgenza all'ospedale
della capitale del Neuquén. Fu
all ora che presentai alla
mamma desolata l'immagine del
caro Artemide Zatti , e comin-
ciammo insieme una novena
con viva fede in lui che aveva
salvato tante vite. Ma ci giunge-
vano dalla capitale notizie sem-
pre più scoraggianti. Conti-
nuammo con fede la nostra
novena, ed ecco che, dopo sei
giorni di cure con stupore dei
medici il bambino tornò a respi-
rare normalmente. Al termine
della novena la mia amica poté
ritirarlo piena di gioiosa gratitu-
dine verso l'amatissimo "santo
infermiere della Patagonia ",
come noi amiamo chiamare il
venerabi le Artemide Zatti.
Lubertina Ramfrez
e Paolina Enrico
CON L'ACQUA
DELLA MADONNA
Sono venuta in pellegrinaggio
dal Nicaragua , dove vivo, all a
casa di suor Maria Romero in
Costa Rica, per rendere grazie
al la serva di Dio che mi ha otte-
nuto un grande dono dal Signo-
re. Ero da qualche tempo in
cura per una serie di disturbi , di
cui il 6 giugno 1994 fu identifica-
ta la causa: la presenza di un
angioma epatico vescicolare di
natura cancerosa. Lo specialista
mi spiegò che tale forma tumo-
rale non era operabi le, e che
non c'era per me altra possibi-
lità curativa che qualche riguar-
do alimentare. Inoltre mi prescri-
veva analisi ematologiche varie,
e un esame ultrasonico prima
del prossimo controllo , fissato
per il 19 ottobre successivo. In
preparazione a tale esame mi si
richiedeva di bere quattro bic-
chieri d'acqua: d'accordo con
APRILE 2002 BS
mia cognata decisi di bere quel-
la che chiamiamo "acqua della
Madonna", attinta alla fonte
nella Casa in cui visse suor Ra-
mero a San José. Bevendo io
pensavo intensamente a suor
Maria, alla sua opera in aiuto di
tanti fratelli ; e mentalmente
vedevo il suo volto sereno e il
suo sorriso rassicurante. Mi pre-
~entai a tempo debito all'esame
ultrasonico , e quando ebbi i
referti di questo e degli altr i
accertamenti mi recai dallo spe-
cialista il quale , fra il sorpreso e
l'incredulo , mi disse : "Ho una
buona notizia , lei non ha più
nulla; è totalmente scomparso
ogni indizio del suo male ".
Grazie , cara suor Maria!
Emilia U/liana Ver6n Esqufbel
Managua (Nicaragua)
QUELLA SERA
Uno dei miei figli , tornando una
sera da una gita con la sorella e
alcuni amici , ebbe un grave inci-
dente d'auto che gli causò ema-
toma epidurale, otorragia bilate-
rale , epistassi e stato di inco-
scienza. Appena informata del
suo ricovero in ospedale , men-
tre accorrevo al suo capezzale
mi rivolgevo con intense suppli-
che alla Vergine e alla sua de-
vota apostola suor Maria Ro-
mero , sulla cui santità avevo
letto un artico lo quella sera
stessa, prima di coricarmi. Mi
proposi di iniziare la pratica dei
"quindici sabati", sempre racco-
mandata da suor Maria, per
ottenere la guarigione del ra-
gazzo. Sottoposto a craniotomia
per il drenaggio dell 'ematoma,
l'infermo ebbe in realtà un de-
corso postoperatorio abbastan-
za sodd isfacente , tanto che
giunsi a chiedermi se per caso i
medici non avessero esagerato
sulla gravità del caso. Ma dovet-
ti ricredermi quando potei osser-
vare il collo infiammato e tume-
scente di mio figlio , segno evi-
dente che il processo di ricupe-
ro era iniziato da una situazione
assai seria sotto ogni aspetto .
Alla conclusione dei quindici sa-
bati ebbi la bella notizia che i
medici dimettevano mio figlio
dall 'ospedale : poteva completa-
re in casa la convalesc enza ,
Don Vincenzo Cimatti V. Teresa Valsé Pantellini
Ven. Artemide Zatti.
SUPERATE
TRE OPERAZIONI
Mio marito fu sottoposto a
tre operazioni , giudicate
urgenti dai medici : due ernie
laterali e la prostata . Dopo
gli interventi, il suo stato
peggiorò talmente che i me-
dici persero la speranza di
salvarlo. Cominciai con fer-
vore una novena al venera-
bile Artemide Zatti che già
mi aveva aiutato in diverse
occasioni con grazie notevo-
1i. Al quarto giorno della
novena, i dottori notarono in
mio marito una ripresa in -
spiegabile, e a novena finita
il mio consorte poté tornare
a casa completamente guari-
to. Prego il Signore affinché
possiamo presto onorare
come santo questo infermie-
re, così pieno di carità verso
gli ammalati.
Maria Teresa K. in Dadomo
Necocea (Argentina)
non essendo più necessario
sottoporsi a esami e controlli.
Allora ho iniziato i quindici saba-
ti per ringraziamento - come
insegnava suor Maria.
Mireya Aragon de Hanon
Managua (Nicaragua)
ALLA FINE
DELLA NOVENA
Scrivo pieno di emozione e gra-
titudine verso il venerabile
Artemide Zatti. In un incidente
stradale avevo riportato una
frattura grave e dolorosa al la
colonna vertebrale. I medici pro-
nosticavano grandi conseguen-
ze e una lunga degenza. Essen-
do devoto e ammiratore di Arte-
mide Zatti , presi la sua immagi-
ne e iniziai una novena con il
proposito d'avvicinarmi di più a
Dio. In poco tempo sparirono i
dolori e potei tornare al mio
lavoro. I medici, meravigliati do-
po aver fatto le lastre , dissero
che la mia colonna vertebrale
era in perfette condizioni. Non
potevano spiegarsi un tale ricu-
pero. Uno di loro mi disse: "Lei
deve aver pregato qualche
santo". Quel giorno mi confessai
e m'accostai all' Eucaristia che da
un certo tempo avevo trascurato.
Sergio Martinez,
Cordoba (Argentina)
IL VIRUS FU
DEBELLATO
Maria Alejandra, una bimba di
sei anni sana e vivace, fu colpi-
ta improvvisamente da febbre
alta e forti dolori addominali ,
seguiti da disidratazione e ma-
lesseri vari, mentre invano il pe-
diatra tentava di portarle sol-
lievo. Dopo il ricovero in ospe-
dale , le analisi cliniche portaro-
no a diagnosticare epatite vira-
le , per cui dopo le cure del caso
la bimba veniva dimessa. Ma
nuove inspiegabili complicazioni
sopraggiunsero: per il mancato
contro llo da parte del fegato ,
l' ammonio sa li va al cervello
compromettendone la funziona-
1ità , inoltre causava una pro-
gressiva disidratazione dell 'or-
ganismo a danno dell 'apparato
renale. Le condizioni della pic-
cola continuavano a degenerare
per problemi respiratori che
imponevano il ricovero in tera-
pia intensiva. Mentre ulteriori
esami davano esito negativo,
sul corpicino sofferente veniva
posta una reliquia del la serva di
Dio suor Maria Ra.mero , che
tutta la famiglia pregava insi -
stentemente . Dopo dieci giorni
di angoscia , nella notte del 1°
settembre si verificava un
improvviso miglioramento : il
fegato si riattivò e le varie fun-
zioni si normalizzarono in breve
tempo. Più tardi si venne a sco-
prire il virus responsabile di tutto
(l 'Epstein Barr) che aveva attac-
cato con inusuale virulenza il
fisico di Maria Alejandra. Dopo
altri dieci giorni di cura nel
reparto di infettivologia, la bam-
bina veniva dimessa e tutta la
famiglia, insieme con i medici ,
poteva ringraz iare la santa
suora per la sua intercessione.
A. Arguedas Mohs
Tres Rfos (Cartago)
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
fi rmate e senza r~cap1.to. S~t
richiesta si potra omette, e
l'indicazione del nome.

5.7 Page 47

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Signor Mario MIGLINO
Coadiutore salesiano, ingegnere
elettronico, preside dell'ITI
salesiano di Brescia. Eletto come
delegato a due Capitoli Generali
il XXI del 1976 e il XXIII del 1988,
il capitolo del centenario di
Don Bosco. Intervistato non
lasciava quasi finire la domanda ...
Qual è stata la migliore "stagi011e" della sua vita, a livello, dicia-
mo professionale?
Le quattro estati passate in Equador a tenere corsi di aggiornamento
per il personale insegnante di materie elettroniche. Ho scoperto una
realtà dove non i soldi, o la nobiltà delle origini, ma Jl lavoro dà di-
gnità alla persona; ed è grande la dignità del lavoro! E stata una ma-
gnifica lezione per me.
Quale esperienza della sua vita di salesia110 considera?...
L'esperienza dei Capitoli Generali cui ho partecipato, perché mi
hanno fatto sentire e vivere il respiro universale della congregazione e
la sua grande forza educativa e pastorale. Ma avrei anche un piccolo
appunto ... piccolo piccolo, lo dico: mi è sembrato che la figura del
coadiutore sia un po' marginalizzata; pochissimi erano presenti, come
fossero forze di seconda scelta... Ma forse non è così.
Q11ali rimedi suggerirebbe per?...
Deve venir fuori la specificità dei salesiani laici. È una magnifica
vocazione. Deve emergere la loro "indispensabilità" per la completezza
del carisma. Senza coadiutori non c'è congregazione. Deve essere una
convinzione profonda di tutti, compresi ispettori e direttori.
Q11indi, seco11do ki va rilanciata lafig11ra ...?
No, no! Non parlerei di rilancio del coadiutore, mi sembra riduttivo.
Parlerei invece di rilancio a tutto campo della congregazione, così
come Don Bosco l'ha sognata, voluta e fondata: comunità forti di fra-
telli laici e sacerdoti che si vogliono bene e si spendono per il bene,
soprattutto dei ragazzi .. .
Mi potrebbe fare un esempio di..?
Se in una comunità viene a mancare il prete, ci si dà da fare perché
ci sia. Altrettanto deve accadere per la figura del coadiutore. E indi-
spensabile come valore carismatico non strumentale: io non voglio es-
sere indispensabile a Brescia perché sono preside dell'ITI, ma perché
sono coadiutore salesiano. Io non faccio scuola sentendomi ingegnere,
ma sentendomi coadiutore salesiano. Questa è la mia vera e insostitui-
bile dignità. Mi capisce?
Pe,fettamente, gratie! E che ne dice della sua vita?
Bella. Lo è stata e lo è, anche se, come saprà, sono affetto da tumore.
Bella. Per esperienze, amicizie, lavoro, professione... Per i confratelli,
i giovani ... L'amore di Dio non mi ha mai abbandonato e io, nel mio
piccolo ho lasciato che il Signore mi amasse!
D
cus
TUT
Tut, 22 anni, è un giovane del-
la tribù Nuer, uno spilungone i
cui piedi escono fuori da ogni
letto. Ha l'AIDS Tut, ed è ri-
dotto a uno scheletro che at-
tende la morte, assistito dalle
suore di Madre Teresa. Oggi
l' ho trovato immobile, gli oc-
chi vitrei, il respiro quasi im-
percettibile. L'ho chiamatq_:
"Tut, sono qui, il tuo papà! ". E
orfano, il mio spilungone e
come padre non ha che il mis-
sionario; "Sono qui", ripetevo
mentre scacciavo le mosche
dalla sua faccia, che tornavano
sempre alla carica. Non ri-
sponde, lo lascio pregc\\lldo.
Dopo qualche ora torno aPsuo
capezzale. Era sveglio e s01Ti-
dente, pulito e cambiato. Ave-
va passato la crisi. Quando mi
ha visto si è messo a piangere,
mormorando : "Abba konjo, il
padre è buono! ". Detto da lui,
01mai prossimo alla morte .. .
la cosa mi ha colpito come una
fucilata: ecco che cosa l' Afri-
ca sofferente vuole dal missio-
nario, non grandi opere ma
tanto amore. E io so, dopo 50
anni di missione e mille peri-
pezie, che amare è la cosa più
bella e difficile del mondo.
Vincenzo Donati
BS APRILE 2002

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
INSERTO CULTURA
di Natale Maffioli
Il Museo di Campo Grande.
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
Don Bosco in carcere.
I
c.
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zN
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V)
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..!:
CHIESA
di Nicola Fai/ieri
Cocullo dei serpenti.
MISSIONI
di Giovanni Eriman
Reportage dal Nyiragongo.