Bollettino_Salesiano_200203

Bollettino_Salesiano_200203

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Mensile • Anno CXXVI • nr. 3
SJ1"'!iz. in a .p. art. 2 comma 20/ C legge 662/96
Filiale di Firenze
Spedizione nr. 3/2002
Autori:r:z. Direz. Prov. P.T. · 50100 Firenze · C.M.P.
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877

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TERZO MILLENNIO
di Giuseppe Nicolussi, Consigliere generale per la formazione
FOR
AZI EAL 05 O
PER UNA MISURA
ALTA DELLA VITA
ORDINARIA
Questo marzo che conclude con la Pasqua è un mese
che l'attesa delle beatificazioni rende particolarmente intenso.
I santi sono gli uomini della Pasqua.
Il "Credo... Rinunzio" del battesimo è la più solenne
professione cristiana alla santità.
Non è fa-
cile nel
conte -
sto attuale vi -
vere con coe-
renza la pro-
pria profes-
sione batte-
simale . Es -
sere cristia-
ni comporta decisioni e
scelte di qualità. E d'altra parte , lo
afferma il Papa nella Novo Millen-
nio lneunte, sarebbe un controsen -
so se i battezzati si accontentasse-
ro di una vita cristiana mediocre ,
all 'insegna di un 'etica minimalista
e/o di una religiosità solo cutanea.
È sempre più urgente puntare con
convinzione a una 'misura alta'
della vita cristiana ordinaria , e
non aver alcun timore di additare la
santità come meta. Il Papa si rende
conto delle reazioni che può susci-
tare il vocabolo santità: non è forse
qualcosa di scarsamente operativo
che allontana dal vissuto quotidia-
no? Non è riservata a persone pri-
vilegiate che hanno ricevuto doni
straordinari? Assolutamente no. È
per tutti. È incarnare il Vangelo nel
tessuto quotidiano , secondo la vo-
cazione e la missione di ognuno.
O La lettera che Giovanni Paolo Il
ha consegnato a fine Giubileo può
essere considerata un manifesto
della santità cristiana per il terzo
millennio. Vi troviamo i tratti di un'e-
sperienza pienamente coerente con
il Vangelo, e la pedagogia per colti-
varla. Per Don Bosco il tema della
santità era familiare . La proponeva
senza reticenze in primis ai giovani,
conv into che in ognuno di loro ci
fosse una capacità di bene maggio-
re di quanto essi stessi potessero
pensare. Era inoltre sicuro che i
grandi ideali non spaventassero i
giovani , al contrario li spingessero
a superarsi , dando il meglio di sé .
facile farsi santi... la santità fa
vivere nella gioia, rende felici ".
Questa la sua rivoluzionaria convin-
zione che divenne anche il suo ma-
nifesto educativo. Attenzione , non
siamo di fronte a un concetto 'im-
poverito ' di santità. Lo dimostra il
fatto che non pochi che l'hanno
preso sul serio sono giunti all 'eroi-
smo della vita cristiana. Basta sfo-
gliare il calendario del Bollettino
Salesiano di quest'anno ... Il mot-
to scelto da Don Bosco , Da mihi
animas, coetera talle, è espressio-
ne di una mistica della dedizione
totale .
O La traduzione più peculiare e
sorprendente della parola santità
operata da Don Bosco è "onesti
cittadini e buoni cristiani'. "Buoni'
non significa alla buona, ma consa-
pevoli e impegnati , persone dalla
"misura alta". E "onesti cittadini"
vuol dire che sanno scommettere
su una convivenza che si coniuga
col rispetto delle leggi , la libertà e
la carità ... "Le vie della santità so-
no molteplici, e adatte alla vocazio-
ne di ciascuno", dice il Papa, e per
Don Bosco la santità è: senso di
Dio nel quotidiano , vita cristiana
fatta di lavoro , di responsabilità
concrete , e capacità di assumere
"l'affanno di ogni giorno" con la for-
za della fede ; è santità intrapren-
dente e operosa, che sa rimboccar-
si le maniche ed esprimersi nell'at-
tenzione ai più poveri , nella solida-
rietà, nella condivisione ; è vita cri-
stiana gioiosa che affronta positiva-
È facile farsi santi. .. La santità
fa vivere nella gioia, rende felici.

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mente le sfide, sempre aperta alla
speranza; è sensibilità educativa
ricca di umanità e di Vangelo,
attenta alla crescita di tutta la per-
sona ; è santità mariana, che trova
nell 'Ausiliatrice un modello e un
sostegno per la testimonianza della
fede e lo slancio della carità.
Santi non si nasce, si diventa.
L'esperienza cristiana va coltivata,
se no perde di qualità, e s'ingolfa di
mediocrità. Il Papa indica una pe-
dagogia della santità che attribui-
sce grande importanza alla vita di
preghiera, all 'eucaristia domenicale ,
alla riconciliazione , all'annuncio del-
la Parola, alla testimonianza della
carità .
I È urgente puntare
con convinzione a una misura
alta della vita cristiana.
Quale pedagogia della santità pro-
poneva Don Bosco? Ecco le sem-
pl ici strategie da lui privilegiate :
fare del bene ed essere attenti agli
altri ; essere fedeli alle "pratiche del
buon cristiano"; non lasciarsi travol-
gere dalle preoccupazioni del quoti-
diano, riservando all 'anima qualche
momento ogni giorno , ogni mese ,
ogni anno ; educare la coscienza at-
traverso l'ascolto della Parola, i sa-
cramenti , l'accoglienza degli orien-
tamenti della Chiesa ; coltivare la
dimensione comunitaria della fede:
il senso di Chiesa, l'appartenenza
alla comunità parrocchiale e altre
forme di condivisione.
Notte di Pasqua: durante il rito
del rinnovamento delle promesse
battesimali Don Bosco propor-
rebbe anche oggi ai giovani "una
misura alta " della loro vita cri-
stiana di tutti i giorni.
Marzo 2002
Anno CXXVI
Numero 3
In copertina :
La cari pedagogica
è un amore che sa creare
un rapporto educativo,
una saggezza che deve
fiorire a partire
dagli uom ini , e la passione
per l'ed ucaz ione
integrale dei giova ni .
(Foto: Cipriano De Marie)
Mensile d i informaz ione
e cultura re ligiosa edito
dalla Congregazione Sal es iana
d i San Giovann i Bosco
Dire ttore:
GIANCARLO MAN IER I
- CHIESA
12 Assisi 2002: un altro passo
- STORIA SALESIANA
14 Èlui o non è lui ?
- M1ss10N1
20 Quando esplosero le navi
di Silva no Stracca
d i Francesco Motto
di Gianca rlo Ma nieri
INSERTO CULTURA
23 Il Museo missionario di Madrid
di Nata le Maffioli
fMA
28 Sportello donna
di Maria A ntonia Chine/lo
ATTUALITÀ
38 Oratori XX I secolo
di Serena Ma noni
RuBRICHE
2 - Il Consigliere per la fo rmazione - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Dire ttore - 8 In
Italia e ne/ mondo - 11 Osserva torio - 16 Box - 17 Zoom - 18 Reportage - 22 Lettera
ai giovani - 27 Doctor f. - 30 Libri - 32 O n Line - 34 Come Don Bosco - 36 Famiglia
Salesiana - 37 Laetare et benefacere ... - 40 Sistema Preventivo - 42 I nostri morti -
43 Il mese - 44 Versiglia e Ca rava rio a fum etti - 46 I nostri santi - 47 In primo
piano/ Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Matfioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori : Ernesto Cationi - Giuseppina Cudemo
Graziella Curti - Carlo Di Cieco - Bruno Ferrero
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Roberto Saccarello - Fabio Sandroni
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano De Marie
Vincenzo Odorizzi - Guerino Pera - Pietro Scalabrino
Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori : Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2. 1949
Diffusione e Amministrazione: Giuseppe Cerò (Roma)
Fotocomposizione: EDIBIT - Torino
Sta mpa: MEDIAGRAF s.p.a. - Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, co llegandosi
al sito Internet: www.sdb.org
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.556
e-mail: <biesse@sdb.org>
e <gmanieri@sdb.org>
Fondazione DON BOSCO NEL MONDO
Ccb 3263/1 - INTESA Rete Cariplo,
Filiale Roma 12 - ABI 6070 - CAB 03212
Ccp 36885028 - CF 97210180580
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo in 53
edizioni e 24 lingue diverse. Raggiunge 128 Nazioni in cui
operano i salesiani.
Associato alla
U nione Sta m pa
Period ica Ital iana
BS MARZO 2002

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di Carlo Di Cieco
L'ASCOLTO DIFFICILE
Di solito si dice che i ragazzi non ascoltano i genitori,
gli insegnanti, gli adulti in generale. Ma non ci passa neppure
nell'anticamera del cervello di chiederci e rilevare se i genitori,
gli insegnanti, gli adulti in genere ascoltino i giovani.
" F ateci parlare", chiese nella
riunione degli Stati generali
della scuola qualche
studente. Emblematico! Parlare
non significa solo poter dire, ma
poter contare. I decisionisti e
autoritari , nel migliore dei casi ,
sentono tanti pareri ma non
modificano mai il proprio. Agl i adulti ,
i ragazzi rinfacciano a ragione
questo : che decidono solo e sempre
i grandi e il parere dei ragazzi resta
sempre ininfluente. Specialmente
nelle cose per loro importanti, ossia
quelle che riguardano la stessa vita
giovanile. Ma è nel confronto vero
che gli stessi giovani , interloquendo
con adulti che sanno motivare,
maturano e gli adulti non perdono il
tempo della storia.
Il nocciolo della questione sarà
forse nella convinzione degli adulti
che andare incontro alle richieste
giovanili non solo è scomodo, ma
spesso irrealistico. Si dà per
inamovibile e consacrato l'ordine
costituito sul piano educativo,
sociale, politico, religioso e
specialmente economico.
Ascoltare i giovani non significa
ascoltarli su ogni capriccio . Anche
gli adulti hanno i loro capricci . A
volte mortali e pericolosi per tanti.
Si pensi alla possibilità di scatenare
perfino delle guerre per meri capricci
o per interessi privati . Ma queste
debolezze degli adulti vengono
giudicate lungimiranti e benefiche.
I ragazzi fanno dei danni , ma
molto minori degli adulti perché non
hanno le leve del potere. Anzi lo
contestano e se fossero ascoltati, il
potere potrebbe essere esercitato di
più come un servizio.
Tanti politici eletti dal popolo si
trasformano in proprietari del
popolo. Soprattutto nel mondo di
oggi , i politici danno l'impressione di
operare con ben maggiore
presunzione di quanta ne possano
manifestare i ragazzi. E per di più si
MARZO 2002 BS
va dissertando di educare anche i
giovani a una crescente capacità di
prepotenza e presunzione che i ceti
rampanti credono una virtù
vincente , vero passaporto nella
società competitiva.
Ma se si ascoltassero davvero i
giovani , meditando nel silenzi0 del
cuore e nell'apertura della mente,
libera da interessi privati o da orgogli
inefficaci , si potrebbero migliorare di
molto le nostre coordinate sociali di
vita. Magari mandando in soffitta
qualcosa di troppo. Si pensi alla
scuola. Non è credibile che siano poi
tanti i giovani che pensano alla
scuola funzionale all 'impresa e al
mondo del lavoro. Eppure la società
del denaro sembra stia
scommettendo sul relegare in
soffitta una scuola che non punta al
guadagno ma semplicemente alla
capacità di conoscere e saper
ragionare . Conta invece dai primi
anni selezionare, disegnare
gerarchie, dividere buoni e cattivi ,
bravi e svogliati , arrivisti e solidali ,
predestinati e sfigati , danarosi e
indigenti. Creare due scuole,
insomma: non tanto pubblica e
privata che già di per sé, come
divisione, è un'aberrazione culturale,
ma una per chi può, per chi ci arriva
(o presume, per ingegno ma
specialmente per soldi), e una per la
massa informe che neppure Dio -
per i riformatori retrivi -
conoscerebbe per nome individuale.
Se gli adulti ascoltassero i giovani
forse dovrebbero interrogarsi a loro
volta e mettere la loro saggezza a
servizio di un disegno scolare
organico che rispecchiasse molte
delle istanze giovanili.
Significherebbe essere disponibili a
cambiare anche molto delle nostre
società. Ci sono tanti che vogliono
cambiare per rafforzare lobby di
interessi , ma c'è un modo di
cambiare che apre spazi di umanità,
di condivisione e qualità.

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Dominare una macchina è ri- re l' iniziativa, ma che la so- stenza stessa è un' obbedien-
badire la dignità, la f orza, la cietà erogatrice, poverina, deve za: non siamo noi che abbia-
superiorità cieli' uomo, è in- affronta.re costi molto alti! ... mo "liberamente" deciso di
neggiare alla sua capacità, è Nessuno lo mette in dubbio, venire al mondo . Nella vita
autogratificarsi. .. Certo tutto nessuno però vuo le sborsare soffriamo , lottiamo, mangia-
ciò dovrebbe farci riflettere soldi che non ha speso. L 'esi- mo, dormiamo, udiamo, ecc.
non poco, e dovrebbe impen- to è stato positivo, ma. .. c'era non perché lo abbiamo deciso
sierire gli educatori, i sociolo- qualche cristiano nel! 'assem- noi: la stessa volontà e
gi, i preti, i prof essori e soprat- blea, perché non s'è schiera- un' obbedienza, una risposta.
tutto i genitori, ma... non so se to? Constatarlo fa più male Riferiamoci, per fare un
tutti questi "professionisti" che pagare l'acq ua non esempio, alla "logica" : il
sono impensieriti come lei!
usata ...
pensare "secondo logica"
Lidia, Ravenna
appartiene alla libertà della
mente, nel senso che potrei
,.A BOLLETTA SALA-
,.,.TA. Abito a Ravenna.
Q ui l'acqua è dolce ma la
bolletta salata. Si deve pagare
un minimo di 90 mq anche se
non consumati. Io vivo so la e
consumo molto meno, ma per
,.,.BASSO LE MAC- anni ho pagato . . . e mi fa rab-
c.,Jc:HINEI Direttore ca- bia. V ivo con la pensione mi-
Grazie, Lidia, per il coraggio
dimostrato. Spero che il suo
esempio sia seguito dai molti
cristiani che nella nostra so-
cietà continuano a nascon-
dersi, siano essi gente comu-
ne o uomini"politici, non si sa
bene per quale motivo. .. O
forse si sa pure troppo bene!
anche pensarla "secondo il-
logica" ; però il fatto che ci
sia una logica che presiede
ad atti, movimenti, atteggia-
menti, non appartiene alla
mente, è un' obbedienza. Ma
continuiamo la disamina
esemplificativa: implacabile è
ro, io sono molto vecchia e
non capisco perché un sacco
di gente perde la testa per ve-
dere le corse delle macchi-
ne . . . Ma che razza di diverti-
mento è? Intanto, mio nipote
per andare a Montecarlo a ve-
dere uno che lui ch iama Sciu-
mi ha incidentato e ha perso
un occhio!
Ivana, Brescia
Cara nonna, in questo rito
nima, ho rec lamato più vo lte,
ma senza risultati. Ho dec iso
di scendere in piazza per di- 11,0BBEJ)IENZA?
fendere chi non ha alcun po- t.iNON E UNA VIR-
tere, raccogliere firm e d i pro- TUI Caro di.rettore, tutti par-
testa e ric hiesta. L ' aiuto di al- lano di libertà, forse perché
cuni am ici , un tavolo, tre car- ness un o si sente libero[ . . .] Io
te lloni, il permesso del com u- sono un exallievo, abbastanza
ne per la peti zione e il g ioco giovane, e un libertario fin da
incominci a.. . Sorpresa: con- piccolo: non amo restrizioni ,
tro ogni aspettativa la gente si e perciò non amo nemmeno
ferma, chiede di firmare, e l' obbedienza; don Milani di-
non solo g li anziani [... ] Mol- ceva che non è un a virtù [. . .]
APPELLI
Ciao, sono un ragazzo di
26 anni e vorrei corrispon-
dere con persone di tutte le
età, per confrontarmi scam-
biando opinione su vari
tempi. Marra Vincenzo,
Via Casa Verde, 3 -
80016 Marano (NA).
Mi chiamo A ntonia, di 35
anni. Credo nell'amicizia e
collettivo del guardare con
partecipazione emotiva lo
sport, soprattutto lo sport
estremo quale può essere
quello di bolidi che viaggiano
ti si lamentavano perché oltre
al danno materiale questa re-
gol a incita all o sc iupio indi-
scriminato: pago, quin di non
bado a sprechi , anzi! L'av-
perché va contro la libertà.
Q uindi obbedire, dico io, è ri-
nunciare alla libertà. Per in-
tenderci io non amo né i rossi,
né i neri, né i bianchi , i ca-
mi piacerebbe corrispon-
dere con chi vorrà scriver-
mi. Pasculli Antonia, Via
Generai Cadorna, 9 -
20011 Corbetta (MI).
a velocità da brivido guidati
da veri superman, credo ci
sia una sottile autogratifica-
zione. Oggi molto più di ieri
abbiamo bisogno di super-
man, perché accerchiati da
una società che ci stritola nei
suoi mille incontrollabili mec-
canismi.. . Non è per puro di-
vertimento che si di venta fa n,
tifosi, ecc. ma, fo rse, per un
bisogno, per riempire dei
vuoti, delle paure, delle insi-
curezze. Un sociologo ha
ventura non è stata lunga, in
24 ore abbiamo racco lto più
di 1300 firm e. Ne bastavano
350 per avere diritto di parol a
all 'assemblea comunale . Il
successo ha scatenato atto rn o
a me la da nza te lefonica di al-
cuni uom ini di partito. Vo le-
vano parlare. Sono stata chia-
ra: intendo rimanere dalla
parte dei deboli e de i poveri ,
se qualche partito fa la stessa
sce lta lo verificherò all ' as-
semblea. E venne il 5 ottobre.
rabinieri , i preti, né le
legg i.. . Mi cap isce?
Alfiero, Udine
No, non molto per la verità.
Intanto don Milan.i diceva che
non è "più" una virtù... E
quel!' avverbio che tu trascuri
vale molto, perché si riferiva
al tempo che stava vivendo in
cui le ingiustizie sociali sem-
bravano giustificare la disob-
bedienza civile, anzi militare;
lui, infatti, si riferiva ali' obie-
Scambio i miei santini "lo-
cali " e i miei doppioni con
i vostri doppioni e i vostri
santini " locali" . . Piccioni
Antonietta Lucia, Via
Umberto 1°, 94 - 73039
Tricase (LE).
Desidero corrispondere con
i lettori del BS e scambiare
cartoline di ogn i genere.
Francioso Giuseppe, via
Ravenna, 25 - 72017
Ostuni (BR).
scritto - cito a memoria - che
l' atreggiamento delle miglia-
ia di migliaia di persone che
corrono ad assistere a qual-
che gara sportiva è quello di
un rituale: la gente assiste al-
i' addomesticamento della mac-
china, bolide infernale che ha
qualcosa che l'uomo non ha .
C 'erav amo tutti attorno al ta-
vo lo dei bottoni . È toccato a
me aprire i d iscorsi; l' ho fatto
riferendo il problema, l' ini-
ziativa e le rich ieste di tanta
gente [.. .] Sono segui ti vari
interventi. .. Pochi stavano
con me. Q ualcuno ha vo lu to
" liscia.re" d icendo di apprezza-
zione di coscienza. .. Tu più
che libertario mi sembreresti
un po' anarchico. E temo che
nella tua testa ci sia qualche
garbuglio di troppo. Non è
che te l'hanno insegnato i sa-
lesiani? No, non credo pro-
prio. Vedi , caro Alfiero, che
tu lo vog lia o no, già l' esi-
Cerco cartoline e immagi-
nette esclusivamente ma-
riane per un a mostra di
tutte le immagini della
Madonnà venerate in Ita-
lia. Inizio Elio, via P. Pie-
monte, 14 - 73020 Caval-
lino (LE).
MARZO 2002 8S

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anche l'obbedienza alle rego- la vita va già male con le re- posso capi.re il gusto che dà
le da cui è completamente fa- gole, domandati come an- una carica, che cosa significa
sciato il tuo stesso corpo. drebbe senza. Che f aresti, comandare, e che comandare
Pensa che a cosa succedereb- come agiresti quando trovassi non è una preoccupazione, è
be se il cuore, invece di pom- uno/a che pensa sia giusto fac ile e gratifica . Cap isce?
pare, in agosto pretendesse le esattamente l' opposto di L ui sarebbe fe lice solo se vin-
ferie! O se gli occhi decides- quello che pensi tu? Senza re- cesse le e lezioni ; vincere gli
sero che "basta con il foto - gole saremmo come il mari- interessa più dell a moglie e
grafare, è ora che impariamo naio che naviga senza busso- dei fig li ... M i viene la vogli a
a camminare!". Quanto al- la. Si deve fo rse f idare del di pregare perché non vinca.
trettanto implacabili sono le naso per tro vare il porto? E
regole del traffico: prova a se ha il raffi·eddore? Non sto
Francesca , P.
viaggiare in autostrada con scherzando. Se non c'è qual- E io, Signora, l'aiuto a pre-
libertà assoluta, magari con- cuno che legifera, a decidere gare che suo nipote non sia
trosenso, per vedere se arrivi è l'individuo... così si sareb- eletto; ma non gli faccia leg-
sano a casa! E ancora, prova be in balia del più f orte , o del gere questa mia risposta ...
a disobbedire alle leggi dello più scaltro, o del più delin- anzi no, se vuole, gliela f ac-
Stato , o alle etichette, o alle quente. Ognuno si fa il suo cia pur leggere. Vede, uno
"regole di buona creanza!" ... codice di comportamento, la che si rallegra della carica,
Quindi non agitarti caro sua morale, e si creerebbe che ci aspira, e non è preoc-
amico, l' esistenza in.tera, te lo un.a giungla inestricabile. La cupato della responsabilità
ripeto, è un'obbedienza. La regola c'è per fa r migliore la che comporta, ha capito poco
questione è raccordare in vita non per rovinarla, anche o niente di che cosa significhi
equilibrio tutte le faco ltà e se gli uomini possono sba-. essere un amministratore del-
pregare Dio che continuino a gliare a fa r le regole. Adesso lo Stato, cioè servire il pub-
obbedire, decidendo a nostra prova a pensare alla questio-
volta di obbedire anche noi ne "Bene" e "Male" : con
per avere una vita equilibrata quale cognizione di causa tu
e piena e un esito non disa- potresti decidere su ciò che è
stroso di essa. Tutto ciò che bene e ciò che è male? E poi
esiste obbedisce. La vera potresti deciderlo per chi?
aspirazione di una persona Solo per te o anche per gli
non è che l' io si ribelli a se altri? E se gli altri decidesse-
stesso , e facc ia il pazzo scate- ro al contrario di quello che
nato sulle strade della co- hai deciso tu, come andrebbe
scienza e/o sui sentieri della a f inire la questione? Come
vita, ma che perpetui il suo puoi ben intuire, non c'è nes-
significato : dice Heschel: suno che ha le carte in regola
"Tutti gli esseri obbediscono per decidere sul Ben.e e sul
alla legge; l'uomo in.vece è Male, è una questione che ri-
capace di esprimere la legge guarda Dio. Diceva Dostoev-
con un canto". Riflettici.
skij ne "I .fi'atelli Karama-
zov": "Se Dio non esistesse
ROPPE REGOLE! Di-
Drettore, sento sempre dire
dai mie i vecc hi che il tro ppo
IJ stroppia, e io sono d 'accordo.
tutto sarebbe lecito", con tutte
le conseguenze. .. del caos!
A SETE DEL POTE-
RE. Direttore, ho un ni -
Ci sono tro ppe regole: a casa, pote che da sempre spasima
a scuo la, per la strada, in di essere eletto [... ] Durante
chiesa, al c inema, al ri storan- le ultime e lezioni era d iventa-
te ... In ogni luogo c'è qualcu- to quas i nevrastenico; intrat-
no che ti di ce alt! Non se ne tabile era. Nel corso di una
può più. La vita va già male d iscussione mi ha detto che io
per conto suo. Uno deve agire che ho sempre servito non
come pensa che s ia giusto. E
blico , i cittadini. Gli ricordi,
a suo nipote, che un.a volta
eletto dovrà f are, e con molta
più attenzione, quello che lei
ha fatto tutta la vita, e lui di-
sprezza : "servire". La tragi-
ca grandezza di un.a carica
pubblica poggia non sul pri-
mo elemento (essere eletto)
ma sul secondo (se rvire). Se
suo nipote non capisce que-
sto, a lei non. rimane che ingi-
nocchiarsi, levare le mani co-
me Mosè sul monte, e pregare
con tutti i sentimenti perché
lo raggiunga una son.ora
sconfitta . Se è un seguace
della religione del potere,
temo per lui che ne resti so-
praffatto ma soprattutto temo
per i poveri disgraziati che do-
vrebbe amministrare. Quando
i problemi saranno troppo
complessi che cosa fa rà? Su
questo interrogativo poggia il
paradosso del "potere che lo-
gora" . Che se poi desidera il
potere per il potere, per assa-
porarne il gusto, allora suo
nipote costituisce anche un
pericolo per la comunità , e
bisognerebbe fa re qualcosa
bas ta. Non con tante rego le
perché perda le elezioni! P.S.
messe da non si sa chi . Che
A elezioni finite ho ricevuto
razza di vita è?
Non ci è stato possibile pub- un biglietto della predetta si-
Giusy, Imola, Il media
Ma la vita che vorresti tu,
piccola, sarebbe un caos. Se
blicare tutte le lettere perve-
nute_ llZ reda zione. Ce ne
scusiamo. Provvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
gnora: "Elezioni passate, di-
rettore, e pericolo scampato:
mio nipote non ce l' ha fatta".
"Grazie a Dio!" .
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza :
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS MA RZO 2002

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VNITALIA._N_E_L_M_O_N_D_O_ _ _ _ _ _ _ _ _ __
KOLKATA, INDIA
60 ANNI IN INDIA
Qualche mese fa i giornali
parlarono a lungo di Madre
Teresa e del padre Stroscio,
un salesiano ottantenne che
l'avrebbe esorcizzata in un
momento di particolare diffi-
coltà della suora, degente al-
l' ospedale per un 'operazione
ch irurgica subita nel 1997,
non molto tempo prima di
morire. In effetti, l'incontro
col padre sales iano è avvenu-
to, e lui stesso afferma di ave-
re, per ordine de l vescovo, re-
citato una preghiera per la
Madre che passava notti un
po ' ag itate, ma dice di non es-
sere affatto un esorcista. È
anche vero che Madre Teresa
si calmò. Padre Strosc io è un
sicili ano. .. indiano, essendo
in quella nazione dal 1942,
quest' anno vi celebra " le
nozze di diamante! ", visto
che quella terra l' ha, si può
dire, sposata. È stata proprio
la santa suora a evitare che
egli venisse espulso dall'In-
dia, quando g iunse l'ord ine
per i missionari stranieri cli
tornare in patria.
MERURI, BRASILE
CENTRO
CULTURALE
TRAIBOROROS
Il l 5 luglio si è inaugurato il
centro cul turale del popolo
bororo dedicato a Padre Ro-
dolfo Lunkenbein, che met-
terà a disposizione deg li
alunni della scuo la indi gena
un ampio materiale sull a pro-
pria cultura. La data è densa
di significato. In questo g ior-
no, infatti, ri corre il 25 ° anni -
versario del martirio di padre
Rodolfo e dell'indio Simao,
ucc isi da alcuni fazenderos
che non vedevano di buon
occhio che il territorio indi-
geno fosse ridotto in riserva,
cosa che invece avverrà da
a un anno . Nel nuovo centro
si possono incontrare opere
di interesse letterario e ar-
cheologico. Accanto a suor
E lza Maria Ribeiro e padre
Francisco de Lima, animatori
delle comunità FMA e SDB,
numeros i sacerdoti , religiosi
e laici, ri cercatori dell 'Uni-
versità di Sa.o Paulo, hanno
fatto sì che l' idea di un luogo
in cui conservare e rendere
vivo il popolo bororo, diven-
tasse realtà. I locali del cen-
tro dispongono di videoteca,
sa la cli rappresentazione, bi-
blioteca, banca dati , un labo-
ratorio di informatica e un o
studio che ospiterà la radio
c o m u n i ta r ia.
LOEI, THAILANDIA
UN DONO PER TUTTI
È stata la prima esperienza di
volontariato, ma " la rifaremo
l'anno prossimo! ", affermano
sicure. Le protagoniste sono
alcune giovan i non vedenti
de l centro di Sampran (Thai -
land ia), gestito dalle FMA.
Durante la loro permanenza,
accanto alle ore di studio e
fo1mazione, le ragazze fanno
le massaggiatric i nella C lini-
ca. Durante le vacanze si
sono recate in alcuni vi ll aggi
del Nord Est del paese, presso
le comunità di Loei e Chaya-
porn, per mettersi a disposi-
zione deg li anziani bisognosi
di tali cure. stato molto
bello - ass icura suor Imelda
Barattino - la gente è stata
colpita dalla serenità delle ra-
gazze che, nonostante il loro
handicap, hanno saputo entra-
re in relazione con tutti, e por-
tare un po ' di sollievo fisico".
MARZO 2002 BS

1.9 Page 9

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·-,........... ...,. . .......
L'Opera Salesiana
dal 1880 al 1922
SÌ/friifi~-arl~•i/4 8 portata ll<Jdol~
,._ ,
C..,,-.J. q1UM1,i.,.,....,u , 1 • ~
\\ oi w- lf
,..perien,.o i,w,r1 1eot.r1
Ult:w"'l'4.Aftlc,o, A.la
V<>IM- /11
Li:,.Me11..,,,_r1 leot.M
'" "-"~• t.cr,..
LAS - IIOM.\\
NOVITÀ EDITORIALI
DELL'ISTITUTO
STORICO SALESIANO
L'opera Salesiana dal 1880
al 1922. Significatività e
portata sociale, a cura di
Francesco. Motto. 3 voli. ,
Roma, LAS 2001 , pp. 1500
(Atti del 3° Convegno di Sto-
ria dell 'Opera Salesiana nel
mondo, Roma 1- 4 novembre
2000) .
È stato scritto che Don Bo-
sco e con lui Cafasso e Got-
tolengo "non hanno inciso
che minimamente sul corso
della storia successiva" (S.
Quinzio). I presenti volumi
ne sono la solenne smentita.
Con le realizzazioni sue, e
con quelle dei suoi figli, Don
Bosco ha efficacemente
contribuito alla modernizza-
zione della società, ha dato
un reale apporto nel settore
educativo in alcune aree
geografiche, ha inciso sulla
storia di paesi , città e nazio-
ni. Ben 55 le relazioni qui
pubblicate, in 6 lingue diver-
se , con contenuti originali e
inediti. Dall'insieme emerge
il fortissimo dinamismo apo-
stolico-sociale di cui il cari-
sma delle origini si è rivelato
carico , nel periodo successi-
vo alla morte di Don Bosco.
Le grandiose dimensioni geo-
grafiche e numeriche costitui-
scono gli immediati, spiccati
e indiscutibili aspetti dell'ope-
ra salesiana nel mondo, ma
non vanno dimenticati i set-
tori di interesse e di interven-
to (sociale, economico, poli-
tico, ecclesiale, di vita reli -
giosa ... ).
JOWAI, INDIA
variegata e sempre più nume-
rosa. Dai 50 studenti del 1995
(anno in cui ha preso il vi a
UNA SCUOLA
l' iniziativa), si è giunti ag li
SERALE
attuali 230. I ragazzi hanno la
possibil ità di sostenere gli
L ' idea era venuta alle exall ie- esami governativi per essere
ve di Jowai che desideravano ammessi a una classe regola-
fare qualcosa di concreto per re. Tanti ce l ' hanno fatta a re-
quell i che si allontanavano cuperare, grazie alla compe-
dall a scuola, perché " non ce tenza e alla passione educati-
la facevano". È sorta così la va delle exallieve, molte delle
scuola serale per operai/e, quali, non potendo mettere a
baby-sitter, co llaboratrici do- disposizione il loro tempo per
mestiche, picco li venditori , l ' insegnamento, hanno soste-
ragazzi/e di strada, spazzini e nuto il progetto con contributi
inserv ienti. Una popolazione finanziari.
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
redazionale
MONETA D'ARGENTO
VATICANA
SUL DIALOGO
In periodo di gravi tensioni internazionali , a
causa del terrorismo e della guerra, assume un
grande significato la moneta d'argento da lire 2000
messa in circo lazione dalla Città del Vaticano . L'e-
missione, infatti , trae spunto dal messaggio di Gio-
vanni Paolo Il per la celebrazione della Giornata
Mondiale della Pace del 1° gennaio 2002 intitolata
"Dialogo tra le culture per una civiltà dell'amore e
della pace".
Il Papa ci ricorda che "il dialogo tra le culture
emerge come un 'esigenza intrinseca alla stessa
natura dell 'uomo e della cultura. Il dialogo porta a
riconoscere la ricchezza della verità e dispone gli
animi alla reciproca accettazione, nella prospettiva
di un 'autentica collaborazione rispondente all 'origi-
naria vocazione all 'unità dell'intera fam iglia umana.
Come tale il dialogo è strumento eminente per
realizzare la civiltà dell 'amore e della pace".
L'auspicio del vescovo di Roma deve necessa-
riamente essere accompagnato dall'impegno degli
uomini , dalla consapevolezza di una sfida che
coinvolge tutti , e alla quale tutti sono chiamati a
rispondere con entusiasmo e amore. L'aspirazione
alla pace è resa con efficacia dall'immagine sul
rovescio della moneta che mostra uomini, donne e
bambini sovrastati dalla colomba recante un ramo-
scello d'olivo e dalla leggenda "PAX". Sul diritto ,
poi , appare un ritratto del Pontefice in raccogli -
mento che si sostiene al pastorale.
Con questo pezzo (16 g d'argento 835/1000) si
chiude la monetazione papale in lire, risalente
a Pio IX.
Per saperne di più: '?l' 0761 /307.124
BS MARZO 2002

1.10 Page 10

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l00annifa
Nel BS del marzo 1902, illustrata da una foto
che per la verità non è pertinente col testo,
leggiamo una relazione di don Balzola
che permette di rendersi conto dei pericoli
e del coraggio necessari perfare il missionario.
Come al solito trascriviamo uno stralcio
che testimonia la vita da veri eroi di tanti
missionari salesiani dei primi anni del XX secolo.
IN ITALIA
NEL MONDO
[...] "Animati dalle buone speranze ci imbarcam-
mo (su canoe n.d.r.) nuovamente il 14 giugno,
senza non poca trepidazione a causa degli scogli e
delle frecce che i selvaggi da un momento all'altro
potevano scoccare dalle rive contro di noi. Un'ora
dopo, un ' altra grande cascata d 'acqua venne ad ab-
battere in parte il nostro coraggio. Per evitare mag-
giori pericoli gli uomini scesero nell'acqua e alla
meglio cercavano di guidare a mano le canoe,
quando, giunti nel forte della corrente, una povera
barca (una delle canoe n.d.r.) venne gettata con im-
peto contro uno scoglio, lanciando a tre metri di di-
stanza il povero uomo che la faceva da pilota.
Quasi non bastasse questo grazioso complimento,
un secondo, volendo raddrizzare la canoa, si ebbe
un tal colpo nel petto che lo fece immantinente
sputar sangue, ed un altro marinaio ne riportava
gravi ferite alle gambe. Dinnanzi a tale pericoli e
difficoltà cominciò a scemare il nostro coraggio, ed
era più che naturale in tutti il pensiero di far ritorno
a Cujabà, tramandando a miglior occasione l'escur-
sione tra quei disgraziati abitatori della foresta. Ma
con mia somma meraviglia nessuno osò pronuncia-
re la parola ritorno e così, dopo riparati i danni
principali, ci mettemmo nuovamente in viaggio.
MARZO 2002 BS
ORATORIO
SAN FILIPPO
DI CATANIA
FESTA D'AUTUNNO
Sesta edizione della festa
d 'autunno a Catania. Gruppi
giovanili , catechisti, volontari
l' hanno organjzzata ripescan-
do nel grande magazzino di
giochi salesiani, di giocru at-
tuali e del folklore locale, per
passare una mattinata di frater-
nità, fare famig lia. La festa
d' autunno ha sostituito in al-
cuni oratori la salesianissima
passeggiata de lle castagne,
uno dei momenti forti di svago
educativo voluti da Don Bo-
sco, che pur di farla andar be-
ne ci ha fatto su anche un mi-
racolo . . . L 'Oratorio San Filip-
po ha di stinto · le due fes te.
Quella delle castagne l'ha ce-
lebrata uscendo in gita sull 'Et-
na, dove sono convenuti anche
i ragazzi del progetto portato
avanti dall 'oratorio e finanzia-
to dalla legge 285 per il recu-
pero dei minori a rischio.
UN LIBRO ...
IL TEMPORALE
E ALTRI RACCONTI
GIUSEPPE NOTARO
IL TEMPORALE
E AL1'RI RACCON1'!
A/14 riurco di ciò ti,,~;,. o,:mmodi ,ICI
Giuseppe Notaro, fun zionario
presso l'ex provveditorato
agli studi , è entrato nella tra-
fi la degli scrittori più per vo-
cazione pedagogica che per
passione arti stica. Scrive cose
belle per scopi nobili, con un
pizzico di suspense e una pro-
sa li mpida, scorrevole, piace-
vole, sostan ziata da una mani-
festa nostalgia per i valori di-
menticati che ri vivono nei
suoi racconti velati di miste-
ro. È proprio il mistero che
aleggia ne "Il temporale".
L ' uomo non tutto comprende,
ma è attirato irresistibi lmente
da l mistero; perché nel mjste-
ro egli può trovare la soluzio-
ne ai tanti enigmi che circon-
dano la vita: prima o poi il
velo si alze rà. Un po ' onirico
dunque, ma ricco di insegna-
menti non farciti dal solito
morali smo che li deprime. Da
leggere.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Redazionale
Martedì, 11 settem-
bre del 2001 , un
giorno qualsiasi al-
la Don Bosco Prep High
Schoo/ di Ramsey , NJ : le
lezioni erano iniziate da
appena una settimana, gli .
alunni non ancora presi dal
ritmo dell'anno; una fresca
brezza appena accarezza-
ta dal sole preannunciava
l'autunno . Alle 08,50 uno
studente mi avvisa di aver
ricevuto una telefonata da
suo fratello circa un inci-
dente terribile : un aereo
finito contro una delle Twin
Towers. Siamo corsi al te-
levisore. Era vero, la torre
sembrava una ciminiera.
Mentre contemplavamo
stupefatti, abbiamo visto
l'incredibile : un secondo
aereo puntava contro l'al -
tra torre .. . e l'incredulità
divenne orrore.
Da New York la lettera di un salesiano
dellà High School di Ramsey racconta ...
UN GIORNO...
Con l'immagine del
terrificante impatto, mi
sono rivolto agli studenti
spiegando che cosa era
capitato. Ho chiesto un
minuto di silenzio, poi una
preghiera. La paura si era
materializzata, la potevi af-
ferrare attraverso gli occhi
dilatati, le labbra strette , i
muscoli del corpo tesi ... Praticamente tutti o quasi
avevano familiari o amici nel World Trade Center
(WTC) . Gli studenti che avevano genitori o parenti
nei due edifici erano in fibrillazione . Si aggiravano
scossi e smarriti per i corridoi, digitando frenetica-
mente sui tasti dei cellulari che non ne volevano
sapere di prendere le linee intasate. I telefoni della
portineria sembravano impazziti ... Nel frattempo ,
ecco un'altra "mazzata": era successo l'assurdo ,
avevano attaccato il Pentagono! Fu il caos , non
tanto fuori quanto dentro le nostre teste! Si acca-
vallavano voci impensabili fino a quel momento : le
"Gemelle" erano crollate , era in atto un complotto
terrorista, era in pericolo la Casa Bianca, l'America!
La scuola quel giorni finì lì, la paura no!
Il 12 settembre cominciarono i tragici conti :
tanti familiari dei nostri alunni risu ltavano dis·persi.
Iniziava l'attesa angosciosa per saperne di più.
Giovedì 13 abbiamo iniziato la scuola con la recita
del Rosario, decisi a seguire il programma di un
giorno scolastico regolare,
ma la lista degli assenti, il
clima generale, gli sguardi
vuoti , qualche tic di troppo
raccontavano un'altra sto-
ria . All'ultima decina della
preghiera il preside chiese
agli studenti che avevano
parenti o amici colpiti dalla
tragedia di alzarsi in piedi:
avremmo pregato per loro
le ultime dieci Ave. Ho
dovuto fare forza su me
stesso per non scoppiare
a piangere: più del 60%
degli alunni s'era alzato in
piedi! Le dimensioni della
catastrofe si stavano rive-
lando inimmaginabili. Ave-
vamo perso parenti, amici,
colleghi, e alcuni si erano
salvati per miracolo , ma
erano sotto uno choc da
cui sembrava non riuscis-
sero a uscire. Abbiamo
esposto la bandiera a stel-
le e strisce come richiamo
all 'unità, simbolo di corag-
gio e impegno a non
smarrirsi in un momento
tanto triste per la nostra
storia.
IJS MARZO 2002

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
CHIESA
I TANTI GESTI DI
PAPA WOJTY-t.A
PER LANCIARE
AL MONDO
IL MESSAGGIO PIÙ
URGENTE DI OGGI.
A ncora una volta Assisi si è
imposta davanti al mondo
come una capitale de llo
spirito con il no al sangue, alla vio-
lenza, al terrori smo, alla guerra, al-
i' oppressione, ali ' ing iustizia, gri-
dato in sieme dai rappresentanti
de lle più antiche ed importanti reli-
gioni. Un gesto profetico d ' altissi-
mo valore, fortemente voluto dal
Papa, per riaffermare dinanzi a tut-
ti, credenti e non credenti, che il
conflitto accesos i l ' 11 settembre
de l 2001 non è una guerra di reli-
gione e che non si uccide mai in
nome di Dio. Un altro gesto profe-
tico di questo Papa straordinario
per ribadire, contro ogni fanatismo
fondamentalista, che una vera fede
relig iosa vuole la libertà, la giu sti -
zia, la pace per tutti i popoli della
terra, a cominciare da quelli del
Medio Oriente martori ati da un
conflitto che dura 01mai da più di
cinquant ' anni .
NONSI
UCCIDE
NOME
OIDIO
di Silvano Stracca
IN
UNA RICERCA CHE
NON CONOSCE SOSTE
" In questo momento storico l' u-
manità ha bisogno di vedere gesti
di pace e di ascoltare parole di spe-
ranza", aveva detto Giovanni Pao-
lo II dando appuntamento per la
terza volta nella città di Francesco
dopo gli storici incontri interreli-
giosi per pregare contro la minac-
cia di una guerra nucleare e per
chiedere la fine delle ostilità nei
Balcani. Un invito accorato rivolto
ai leader delle religioni del mondo,
in particolare cristiani e musulma-
ni , per proclamare assieme che la
religione non deve mai diventare
motivo di conflitto, di odio e di
violenza, e confutare così gli estre-
mi sti d ' un campo e dell 'altro che
hanno evocato lo spettro di crocia-
MARZO 2002 BS
Giovanni Paolo Il inserisce la sua
richiesta di perdono.
te e guerre sante. L'auspicio del
vecchio Papa che ha conosciuto la
guerra e una volta l' ha definita
"avventura senza ritorno" si è con-
cretizzata sul colle di Assisi con
l'atto di "impegno comune per la
pace" pronunciato a più voci, in
differenti lingue, da esponenti cat-
tolici, ortodossi, rifo1mati , ebrei,
musulmani , induisti , buddi sti , con-
fuciani , sikh, ecc. L' uno accanto
all' altro, deposte su un tripode le
loro lampade accese e scambiato
con il Papa un commosso segno di
j ' God oI 0 ..., fatl,
you cl.ose A1ra1am d I,;
to
Lnng
your
N: an
a.me to
m1 e
escendant.
Natio,u,
i::i.:t±•p!y •adclened '
I,a.ve
c
au
I,
w0
sed t
. •v:iour
intheeou
hese du.Jd rse
of tl.ose
f1·
o utor
y
and a.J.ing re; of yow,s to sulfer
we wisli to :,our .Ol°gJVe.neu
,
DUnit ourselves
. to l!•nuine l,wtJ.er1<>ocl
witl, tlie people of t1, ,-, _
e'--OVenant.
Jenisalen,, 26 Mard, 2000
La preghiera posta dal Papa
tra gli interstizi del Muro
del Pianto a Gerusalemme.

2.3 Page 13

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
I
24 gennaio 2002: i capi delegazione delle 12 religioni
presenti ad Assisi all'incontro ecumenico di preghiera
per la pace ascoltano l'intervento del Papa.
pace, hanno mostrato come da parte
loro non si trattava solo di rifiuto
culturale o politico di uno scontro
di reljgione o di civiltà, ma di con-
vinzione che la prossimità religiosa
può smuovere profonde energie di
bene, che sono nel cuore degli uo-
mini e delle grandi tradizioni reli-
giose d'Occidente e d'Oriente.
L'IMPEGNO
DELLE RELIGIONI
Così all'inizio del ventunesimo
secolo Assisi è diventata una delle
più espressive immagini dell'impe-
gno delle religioni contro ogni for-
ma di violenza, dopo l'ombra delle
mjgliaia di vittime innocenti dell 'at-
tentato terroristico di New York,
della risposta armata in Afghani-
stan e dell'escalation tra palestinesi
e israeliani, che ha funestato l'av-
vio del terzo millennio. "Sono con-
vinto che i leader religiosi ebrei,
cristiaru e musulmani debbano
prendere l'iniziativa mediante la
condanna pubblica del terrorismo,
rifiutando a cm se ne rende parteci-
pe ogni forma di legittimazione
morale o religiosa", aveva sottoli-
neato il Papa alla vigilia del 24 gen- fice ottuagenario che i capi delle
naio andando al cuore della crisi at- religioni devono testimoniare " la
tuale e anticipando possibili po- verità morale secondo cui l'assassi-
lemiche sull ' utilità e l 'efficacia di nio deliberato dell ' innocente è
simili incontri. Già nel messaggio sempre un grave peccatç:i, dapper-
per la giornata mondiale della pace tutto e senza eccezioni". E questo il
del primo del!' anno, Giovanni presupposto necessario per il for-
Paolo II aveva precorso il pronun- marsi di una società internazionale
ciamento corale dei presenti ad As- "capace di perseguire la tranquillità
sisi condannando il terrorismo co- dell'ordine nella giustizia e nella li-
me "un vero crimme contro l'uma- bertà". L'esperienza di Assisi è
nità", riconoscendo il diritto degli ormai consegnata alla storia. Solo
Stati a "difendersi", ma precisando in seguito se ne potrà comprendere
che si tratta di un diritto "che deve, tutta la portata. Cristianj e seguaci
come ogni altro, rispondere a regole delle altre religioni si sono ritrova-
morali e giuridiche nella scelta sia ti , gli uni a fianco degli altri, per ri-
degli obiettivi che dei mezzi". E la parare a quel terrorismo che "diso-
prima regola è che la responsabilità nora la santità di Dio". Assieme
di atti criminali "non può essere hanno invocato da Dio la pace,
estesa alle nazioni, alle etnie, alle re- anche se non potevano pregare in-
ligioni, alle quali appartengono i ter- sieme perché ogni sincretismo è
roristi". E una seconda importante stato escluso. Nondimeno ad Assisi
puntualizzazione riguarda la colla- hanno scoperto di condividere il
borazione internazionale nella lotta senso e il rispetto di Dio, il rispetto
antiterroristica, che "deve comporta- per la vita, il desiderio della pace
re un particolare impegno per risol- con Dio, fra gli uomini, con il co-
vere le situazioni di oppressione e di smo, e molti valori morali. Hanno
emarginazione che fossero ali 'origi- capito che possono e devono colla-
ne dei disegni terroristici".
borare per difendere e promuovere
insieme, a vantaggio di tutti gli uo-
NESSUNO
mini , la giustizia sociale, i valori
morali , la libertà, la pace. Ciò vale
TOCCHI CAINO
particolaimente per le religioni mo-
noteiste, che vedono in Abramo il
In questo grande sforzo il Papa Padre nella fede. "Ebraismo, Cri-
ha inteso evidenziare con l'iniziati- stianesimo ed Islam", aveva affer-
va di Assisi la specifica responsa- mato programmaticamente Giovan-
bilità dei leader religiosi. "Le con- ni Paolo II al momento del conge-
fessioni cristiane e le grandi reli- do, "sono chiamate a pronunciare
gioni dell'umanità devono collabo- sempre il più fenno e deciso rifiuto
rare tra loro per eliminare le cause della violenza. Nessuno, per nessun
sociali e culturali del terrorismo, motivo, può uccidere in nome di
insegnando la grandezza e la di- Dio, unico e mise1icordioso".
gnità della persona e diffondendo Il profetico congedo è stato:
una maggiore consapevolezza del- · "Mai più violenza, mai più guer-
l'upità del genere umano".
ra, mai più terrorismo in nome
E convinzione radicata del Ponte- di Dio!".
8S MARZO 2002

2.4 Page 14

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•••••
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Un prete brianzolo acquista una foto da un antiquario
I~'E= ' LoUINON ÈLUII.l
La foto ritrovata . -
~E LUI!
:di Francesco Motto
•••
: Risolto il giallo
del "nuovo" volto
di Don Bosco.
La scoperta di una
"nuova" foto, e i vari
passi di un 'intrigante
ricerca conclusasi
- ~positivamente.
' ' M i ••
scusi, chi è secondo
lei il sacerdote al cen-
tro di questa foto? ".
I PERSONAGGI
SECONDARI
avanza ipotesi, suggerisce nomi,
tuttavia nessun elemento utile mi
viene offerto. Consu lto archivi e bi -
Alla domanda un fotografo de "La Incomincio dai quattro personaggi blioteche dell a città, e rintraccio
Stampa", due del Museo della foto - fotografati col prelato! Se riuscissi a così i dati anagrafici del fotografo:
grafia di Torino, un espositore di fo- individuarli , se risultassero cono- Stefano Terrazzino, nato a Chieri
tografie ottocentesche del Museo scenti e/o amici di Don Bosco, avrei nel 1839, capace di leggere e scrive-
del Risorgimento a Roma e altri mi fatto un passo nella giusta direzio- re, con studio fotografico in via Vit-
rispondono immediatamente: "Don ne. Si tratta di donne! Mi viene su- torio Emanuele II, al civico 2; figlio
Bosco". Non così invece vari sale- bito in mente l'accusa di misoginia d'arte: il nonno è pittore, lo zio è
siani: " Don Bosco? Mah! ... Sì, ha rivolta a Don Bosco. Ma qui non pittore, il fratello minore diventerà
qualche somiglianza, però . .. E poi, sono donne qualsiasi; dai vestiti che pittore-fotografo. La tecnica foto-
chi ha mai visto questa foto? Nelle indossano e dal fatto che si possono grafica adottata e la sala di ripresa
foto Don Bosco o è da solo, o con permettere - nei primissimi anni mi indicano che dovrei datarla non
giovani o, comunque, con salesiani; dalla scoperta della fotografia - una dopo il 1869, anche perché il "siste-
qui addirittura è con donne! ... E poi foto in uno studio privato, non può ma brevettato" del Ferrazzino non
di una foto così non vi è cenno nelle che trattarsi di signore, ricche o be- risulta nell'elenco nazionale dei
decine di migliaia di pagine scritte nestanti. Ora, chi non sa che Don brevetti ufficialmente riconosciuti
su Don Bosco". Non occoITe essere Bosco con alcune di costoro era "di dal '69 in poi. Con quale famiglia di
psicologo per sapere che ogni figlio casa" , per farsi aiutare? Il verso Chieri Don Bosco poteva essere in
di Don Bosco ha in mente un "suo" della fotografia mi dice che la foto è rapporto di tale intimità da accettare
volto del padre, quello che più gli stata scattata a Chieri: devo cercare di farsi fotografare con loro? Solo la
piace, che più gli sembra esprimere fra i residenti nella zona. Con l'aiu- famiglia dei Bertinetti: Carlo, la
la sua personalità. E fra la trentina to di suor Marina, entusiasta di moglie Ottavia Debernardi e la da-
di volti che si conservano (diversi quello che si potrebbe rivelare una migella Giacinta, sorella nubile di
: fra loro, e tutti ritoccati dai rispettivi sorta di scoop donboschiano d'ini- Carlo, abitanti a poche decine di
: fotografi), ne sceglie uno... Ma allo- zio terzo millennio, faccio pubblica- metri dal lo studio fotografico del
: ra, è lui o non è lui questo prete? re la foto sul giornale di Chieri. Ma Terrazzino. Don Bosco li aveva co-
Non mi rimaneva che studiare la nessun lettore è in grado di identifi- noscwti oltre vent1cmque anni
: foto.
care le quattro signore. Qualcuno prima, quando avevano fatto da pa-
MARZO 2002 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

2.5 Page 15

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
milanese... con sorpresa!
drini di Battesimo all'ebreo Giona,
convertito da lui stesso. Nella loro
casa Don Bosco si era difeso dal-
l'accusa di "magia bianca", avanza-
tagli dal sarto Comino e dal fratello
di Carlo, don Luigi Bertinetti. Colà
aveva subìto l'esame per l'ammis-
sione alla vestizione. Diventato sa-
cerdote, in occasione dei suoi viaggi
al paese nativo sovente passava da
quell'accogliente dimora; ne cono-
sceva il personale di servizio e gli
amjci che la frequentavano, fra cui
l 'anziana signorina Braja, sorella di
Domenico, uno dei membri della
sua "società dell'allegria". Alla loro
morte i Bertinetti lasciarono tutti i
Comparazione con una foto autentica di Don Bosco.
loro beni a Don Bosco. Avevo otti-
mi motivi per presumere che le due guenti domande: se trattasi di Don AL MICROSCOPIO
signore sedute davanti al sacerdote
fossero la moglie e la sorella di
Carlo, tanto più che la stessa foto
confenna che quest'ultima è visibil-
mente più anziana della cognata.
IL PASSO DECISIVO
Mi mancava il più, l'identificazio-
ne del sacerdote. La risposta degli
esperti e dei "tecnici" della fotogra-
fia cui a Torino e Roma mostravo la
"mia" foto di Don Bosco assieme
alle ben note altre foto del santo mi
lasciava insoddisfatto: "Sì. .. non si
può escludere .. .". Volevo la certez-
za. Mi balenò l'idea di rivolgenni
alla "scientifica" dei carabinieri per
sottoporre la foto a un serie di esami
antroposomatici e di confronti con
le foto " ufficiali" del santo, ed esse-
re in grado di rispondere alle se-
Bosco, se potrebbe trattarsi di Don
Bosco; se non trattasi di Don
Bosco. Detto fatto . Dopo un po ' di
tempo, mi vengono consegnati due
fascicoli , uno di testo e uno con fo-
tografie, ingrandimenti, sovrapposi-
zioni , tabelle, imm agi nj computeriz-
zate, ecc. Dallo studio ri sulta che
fra le fotografie confrontate la serie
di coinc idenze nei tratti fis ici del
volto, e nei caratteri funzionali di
tutto il corpo e della stessa veste che
il sacerdote indossa è impressionan-
te. Conclusione: fra le quattro possi-
bilità che solitamente si contempla-
no nei casi d'identikit di persone
(" non .compatt'bt·1e" , " aJ,F1Fil·l1e" , " com-
patibile", "compatibile totalmente =
identico") la scientifica esprime
"con ragionevole certezza un giudi-
zio di compatibilità totale= identità
tra i soggetti confrontati".
Alla "scientifi ca" rimane un solo
dubbio: l'evidente diffonnità tra i
caratteri somatici dei soggetti a con-
fronto, della morfologia dell a
bocca, che nella fotografia inedita
risulta più piccola, rispetto all a
bocca che solitamente appare nelle
foto più diffuse. A parte che in que-
sto caso il volto è di dimensioni ri-
dottissime (meno di un cm) e che la
foto è piuttosto piatta, priva cioè dei
particolari in rilievo, le apparenti
minori dimensioni della bocca si
potrebbero spiegare con l'esecuzio-
ne di un ritocco, o con un 'espressio-
ne vera di disagio dovuta ai lunghi
tempi di posa imposti dalla fotogra-
fia di quei tempi. L'ipotesi mi sem-
bra valida; non mi resta che proce-
dere alla verifica. Il microscopio di
un laboratorio di restauro fotografi-
co mi rivela i vari interventi corret-
t1v1 del fotografo-pittore, bocca
compresa. Il giallo è così svelato, la
ricerca per ora è finita: sono di fron -
te a un " nuovo" volto di Don Bosco
che, benché ritoccato come da pras-
si dell 'epoca, ci offre le sue fattezze
a 114 anni dalla morte. Pu ò essere
soddisfatto don Walter Brambilla
che ha acquistato la foto da un anti-
quario milanese; può essere ancor
più contenta la Fami glia Sales iana
che arri cchisce la gaJleri a de i " vol-
ti" de l suo fo ndatore. La storia ri ser-
111 Generale Liberati, comandante del Raggruppamento Investigazioni
Scientifiche dei Carabinieri, consegna ufficialmente il risultato dell'indagine
sulla foto al direttore dell 'ISS alla presenza del gruppo che ha condotto
va sempre dell e sorprese.
Per saperne di più si veda
"Ricerche Storiche Sa lesiane",
D
la ricerca.
n. 39, luglio-dicembre 2001 .
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MARZO 2002

2.6 Page 16

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redazionale
BREVISSIME DAL MONDO
CITTÀ DEL CAPO. Se-
condo gli ultimi dati del! 'O-
NU il numero delle persone
infettate dal] ' AIDS ha sfon-
dato il tetto dei 40 milioni.
Una cifra esorbitante e per
]' Africa, la nazione di gran
lunga più colpita, decisa-
mente devastante. La riu-
nione dei vescovi africani
ha studiato a fondo il pro-
blema, e deciso di fare tutto
il possibile per impegnare le
comunità cristiane a lottare
contro il terribile flagello .
CITTÀ DEL VATICANO.
Positive da tutto il mondo le
reazioni all 'iniziativa del
Papa su una giornata di di -
giuno per la pace in coinci-
denza con l' ultimo giorno
del Ramadan musulmano.
Personaggi appartenenti al-
i'ebraismo, all'islam, e se-
guac i di altre religioni han-
no dichiarato di unirsi vo-
lentieri a questa illuminata
ini z iativ a.
GINEVRA. La convenzio-
ne internazionale sullo stato
L'AQUILA, ITALIA
"SALFICTION 2001"
AL MIGLIOR CGS
Cinema d'autore, rassegne di
registi italiani, filmografie po-
co conosc iute, educazione al-
l'immagine nelle scuole, tea-
tro d'avanguardia ... Ecco il
cocktail del "CGS Arcobale-
no" dell 'Aquila che ha vinto
il "Sa/fiction 2001" come mi-
dei rifugiati compie 50 an-
ni. Un totale di 150 stati ha
aderito a questa iniziativa
umanitaria che risale al
I 951, tra cui il Vaticano.
L ' Alto Commissariato del-
l'ONU per i Rifugiati affer-
ma di assistere circa 21 mi-
lioni di persone.
PARIGI. Secondo la giusti-
zia francese il segreto con-
fess ionale non può equipa-
rarsi a quello professionale
ecco perché il vescovo sale-
siano Pierre Pican, che non
ha denunciato un sacerdote
accusato di pedofili a, dopo
che questi gli aveva confi-
dato in confessione il suo
peccato, è stato condannato
a tre mesi con la condizio-
nale. Per fare un esempio, i
giornalisti possono appel-
larsi al segreto profess iona-
le, se vengono a sapere no-
ti zie gravi , un vescovo no ...
Non è la prima volta che ca-
pita nella storia della Chiesa.
Alcuni sacerdoti per man-
tenere il segreto confessiona-
le ci hanno rimesso la vita.
glior cinecircolo d 'Italia. La
premiazione si è tenuta 1' 8
novembre scorso nel cinema-
teatro Don Bosco alla presen-
za del presidente nazionale
prof. Stefano Todini e del pre-
sidente regionale dott. Emilio
Chiodo. Un riconoscimento
prestigioso da parte dei ve1ti-
ci nazionali che hanno ravvi-
sato nel CGS premiato grande
valenza culturale ed educati va
ROMA / TORINO
UN 25° SPECIALE
sia a livello comunale sia na-
zionale. La sala cinematogra-
fica dell ' Istituto salesiano è
ormai di ventata uno dei punti
di riferimento dell a cultura
cittadina. I Cinefestival (ras-
segna di 25 film provenienti
da Cannes, Venezia e altri fe-
stivai internazionali) hanno
portato tantissimi giovani al
Don Bosco, universitari e ci-
nefi li che apprezzano il film
d 'autore, bello anche se osti-
co. In questi anni la sala ha
ospitato personaggi di rilievo
come il regista Enzo D ' Alatri,
il cineasta Alain Robbe-Gri l-
let, Marco Paolini , ecc .
Un 'attività poliedrica quella
del CGS Arcobaleno che è
ormai entrata anche nelle
scuole, attraverso l' organi zza-
zione di corsi di educazione
all ' immagine per i giovan i
degli isti tuti superiori . (A. Di
Muzio)
Venticinque anni di diffu-
sione e dieci milioni di copie
vendute, un bel record per la
TILC, la Bibbia interconfes-
sionale tradotta in lingua
corrente. Fu presentata a
Paolo VI nel 1976 fresca di
stampa, e subito dopo a li 'al-
lora pres idente dell a Repub-
blica Giovanni Leone. Ora,
per le " nozze d 'argento", è
stata ripresentata a G iovanni
Paolo II e a Carlo Azeli o
C iamp i dai rappresentanti di
Alleanza Biblica Un iversale,
Cei, Chiese Evangeliche ed
Editrice E/ledici, i promoto-
ri . La foto mostra l'udienza
concessa dal Papa che, fra
l'altro, nel discorso di salu -
to ha co lto e sotto lineato I'a-
spetto più singolare dell'ope-
ra: " È interessante notare
come lo studio per una com.-
prensione più appropriata
del testo sacro favorisca il
superamento di divisioni pro-
dotte nel corso della storia,
le quali traevano alimento
proprio da interpretazioni
divergenti di alcuni brani bi-
blici". Una Bibbia ecu-
menica insomma, ideata per-
ché la Parola di Dio non di-
vida più , ma uni sca: "Non si
deve fare separatamente ciò
che si può fa re insieme", ha
argomentato durante la con-
fere nza stampa monsignor
Savio, salesiano, vescovo di
Belluno-Feltre. Lo sforzo
ec umenico che questo Papa
sta portando avanti con co-
ragg io inaudito ha da un
quarto di secolo la via sp ia-
nata dalla tradu zione inte r-
confessionale della Bibbia.
MARZO 2002 BS

2.7 Page 17

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RIO DE JANEIRO,
BRASILE
La banda musicale del
collegio salesiano "Santa
Rosa" di Niter6i a Rio de
Janeiro, che ha vinto di-
versi premi e concorsi in
Brasile e all'estero, ha pre-
sentato un progetto per
una serie di "Concerti per
la gioventù " da eseguire
non presso auditorium o
sale per concerti , ma nelle
piazze, dentro i grandi ma-
gazzini , nei parchi pubblici
e in locali pubblici delle
principali città dello stato
del Minas Gerais.
BELO HORIZONTE,
BRASILE
Una simpatica iniziativa
dei giovani degli oratori e
delle scuole salesiane di
Belo Horizonte, capitale
dello stato brasiliano di
Minas Gerais , è stata
quella di "fare una bella
doccia" a Don Bosco che
da quarant'anni vigila
sulla città e ormai il tem-
po, lo smog, le scritte ave-
vano intaccato e un po'
abbruttito. All 'operazione
hanno assistito centinaia
di giovani che hanno tra-
sformato l'attività in festa.
PISANA, ROMA
Un pre-seminario di re-
sponsabili dei musei sale-
siani nel mondo ha riunito
presso la Casa Generali-
zia alcuni salesiani e laici
addetti ai lavori. I 15 rap-
presentanti dei circa 30
musei salesiani del mon-
do, provenienti da nove
diverse nazioni , hanno
fatto il punto sul prezioso
patrimonio museale sale-
siano , auspicando un in-
contro plenario in cui sto-
ria , antropologia, criteri e
strategie di conservazio-
ne e aggiornamento pos-
sano essere adeguati ai
tempi.
CAMMARATA, ITALIA
Autorità cittadine, clero e
salesiani originari di Cam-
marata (Palermo) hanno
reso omaggio al salesiano
don Salvatore Barresi per
i suoi cinquant 'anni di
apostolato sacerdotale a
favore della gioventù, nei
vari luoghi dove ha pre-
stato il suo ministero , e
alla mamma Francesca
Incannella per i suoi 100
anni. Madre e figlio, sono
stati ricevuti in Municipio
in forma ufficiale, mentre
la banda musicale suona-
va in onore dei festeggiati.
VALDOCCO, TORINO
L'associazione Primaria di
Maria Ausiliatrice (ADMA)
dal 1990 organizza una
Giornata Mariana Annua-
le . Quest'anno, con le as-
sociazioni locali di Torino
ha voluto evidenziare la
"Ristrutturazione delle
Camerette di Don Bosco"
e il 1° centenario dell 'in-
coronazione del quadro di
Maria Ausiliatrice che
sarà celebrato nel 2003.
Invitato speciale e rel ato-
re è stato il Consigliere
Règionale d' Italia don
Giovanni Fedrigotti.
BOLZANO, ITALIA
All 'Istituto Rainerum si la-
vora alacremente per le
missioni più povere, quel-
le che hanno bisogno, ol-
tre che di denaro liquido
per andare avanti , anche
di indumenti e oggetti di
prima necessità, perché
in alcune zone del nostro
bel pianeta la penuria del
necessario è quasi tragi-
ca. Il Laboratorio Mamma
Margherita non è nuovo a
queste imprese: da anni
lavora per alleviare le sof-
ferenze dei più diseredati.
BS MARZO 2002

2.8 Page 18

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I Tijuana è frontiera... Una mobilità senza eguali ne cambia
ogni giorno i connotati. Un inimmaginabile tappeto
di baracche come questa, casette da anni in via di
costruzione, stamberghe, tende ricopre la sua immensa
periferia. Tijuana è una periferia.
Ogni giorno e ogni notte gruppi di disperati col miraggio
del benessere cercano di varcare da clandestini
la frontiera d'acciaio verso San Diego, città dell'opulenza
USA. L'interminabile elenco dei morti ammonisce
sinistramente della difficoltà dell'impresa.
I Anche chi riesce a costruirsi una casa continua a
coltivare un desiderio che brucia: che si presenti
l'occasione per tentare l'espatrio. La gente è formata
da un miscuglio indescrivibile di razze;
Tijuana si configura come una città di apolidi!
I In questa realtà sono nati gli oratori salesiani di frontiera.
Ce ne sono otto sparsi nell'immenso territorio che
aiutano la gente - giovani soprattutto - a riposizionarsi
nella vita e nella storia. Un pugno di salesiani e volontari
vivono assieme l'avventura.
I Costruiti su terreni impossibili, gli oratori stanno
a testimoniare un impegno caparbio, una volontà
indomita di ridare la dignità di cittadini e lo status
di stanziali a gente che si considera senza storia e
spesso senza legge.
MARZO 2002 BS
All 'oratorio Maria Ausiliatrice s'impara informatica.
Solo la speranza di un futuro possibile e soprattutto
credibile blocca i tentativi di espatrio, le fughe verso
il miraggio statunitense, con la conseguente perdita dei
valori della propria cultura.

2.9 Page 19

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. to 15 anni
Fanno gius ono nati
da quand?Ji frontiera
g. li
oratori
una delle
·ttà
ci
in
più
caot_·ic. hdeelemondo
...
ienrgaet·s1t1ib9thrnarz.o 1987.
Lavorano distanti chilometri
gli uni dagli altri, ciascuno nel suo
oratorio, ciascuno coi suoi
ragazzi... Poi la sera si ritrovano
assieme per condividere successi
e fallimenti del giorno, per
pregarci su e riprendere lena
per l'indomani.
Si studia sodo negli oratori di
Tijuana, non si ha a disposizione
tanto tempo libero: bisogna
sfruttare tutte le occasioni per
imparare un mestiere. Al " Maria
Ausiliatrice", il laboratorio di
acconciatura femminile attira
moltissime ragazze.
I All'oratorio Miguel Magone costruito come quasi tutti
gli altri su una collina, si lavora per sistemare_lo spazio,
rinforzare gli argini, bloccare gli smottamenti che ogni
pioggia provoca, delimitare i campi e il terreno
dell'oratorio.
I All'oratorio Don Bosco si ha tempo di posare per una
foto prima di avviarsi in un'aula per le lezioni.
E subito dopo si aiuta il direttore a pulire, a finire
le costruzioni avviate, a sistemare i laboratori,
a dipingere i muri: l'oratorio è anche la loro casa...
I La parete a vetro del presbiterio della chiesa
parrocchiale salesiana che si affaccia sulla città è
emblematica: la parrocchia è la casa aperta sulle
necessità della gente, quelle spirituali e morali,
ma anche quelle più immediate e materiali.
I Per arginare gli smottamenti che le friabilissime colline
di Tijuana subiscono a ogni pioggia, sono utili i
copertoni. A Tijuana i cimiteri di macchine - scarto
degli USA - sono numerosi come le cavallette.
E il riciclo dei copertoni è quasi un'industria.
BS MARZO 2002

2.10 Page 20

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Prima tappa: Bombay, oggi Mumbai, città tentacolare di oltre
QUANDO
ESPLOSER
LE NAVI
di Giancarlo Manieri
Matunga posto simbolo.
Gli inizi: una grande
area da utilizzare.
L'uomo della
provvidenza,
padre Aurelio Maschio,
divenuto quasi un mito.
La sua organizzazione
a favore dei poveri non
solo indiani. Un'opera
immensa con scuola,
oratorio, santuario,
periodici, laboratori, ecc.
Padre Maschio
e Madre Teresa: due grandi a colloquio.
B ombay, coi suoi 16 milioni e
rotti di abitanti, mi ha accol-
to di notte, viva, caotica,
frettolosa, come se avesse premura
di risolvere i suoi 16 milioni di pro-
blemi! Formicolante di gente. Or-
mai le città del mondo, soprattutto
le grandi città, vivono senza solu-
zione di continuità: non si addor-
mentano più, sono scomparsi il si-
lenzio notturno e la mi steriosa tran-
quillità del buio; il daffare domina
l'arco delle 24 ore con traffici, com-
merci , riunioni, comw1icazioni che
non conoscono tregua. E i clacson
degli automezzi rispettano scrupolo-
samente la regola del codice strada-
le indiano che, a buon diritto, molti
conducenti scrivono sul retro dei lo-
ro automezzi: horn please, suonare
prego! Così suonano tutti senza rite-
gno. Da quanto ho sentito dovrebbe
essere una delle disposizioni di gran
lunga più rispettate.
lio cominciò il suo percorso salesia-
no a Shillong nel 1924. Ma nel '37,
a soli 28 anni di età, era già superio-
re a Bombay in una casa dove i sa-
lesiani stentavano a decollare, e an-
zi c'era aria di sfratto - erano in af-
fitto - che si materializzò poco do-
po il suo arrivo. Che fare? Con un
coraggio che per molti rasentava la
pazzia, egli comprò per pochi soldi
un grande terreno che nessuno vole-
va. Sfido! era un acquitrino puzzo-
lente del tutto inservibile, ubicato
nel quartiere di Matunga. Ci voleva
un colpo di fortuna , o meglio -
come lui amava dire - di Provvi-
denza con la "P" maiuscola per
cambiarlo!
Il santuario di Maria Ausiliatrice.
MARZO 2002 BS
MATUNGA
Matunga è stata la prima tappa di
un viaggio sorprendente e fruttuoso
nelle teITe unificate dal Mahatma.
Matunga è un nome e un program-
ma. Già dal lontano 1928 avvennero
i primi contatti coi salesiani. Poi,
quando vi giunse padre Aurelio Ma-
schio, le cose presero una svolta de-
cisiva, uno sviluppo inarrestabile che
ha fatto gridare al miracolo. Giova-
nissimo, appena quindicenne, Aure-
I
Suonare, prego! Una regola
scrupolosamente rispettata
in India!

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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16 milioni di abitanti
Oggi il collegio si presenta così.
L'opera Padre Maschio distribui sce aiuti
ai più poveri per circa 20 milioni di lire al mese.
LA GRANDE ESPLOSIONE
E , incredibile a dirsi, il colpo ven-
ne. Una notte Bombay fu scossa da
un boato apocalittico che gettò nel
panico decine di migliaia di perso-
ne, autorità comprese. Tremò la ter-
ra, e l'onda d'urto fece danni per
chilometri all'intorno. Ma non era il
terremoto, né un'insurrezione. Si
trattava di un banale incidente. C 'e-
rano nel porto alla fonda due grosse
navi da guerra della marina reale in-
glese, cariche di esplosivo. Quella
notte non si sa come, non si sa per-
ché - qualche malizioso a distanza
di anni suggerì che potesse essere il
colpo di Provvidenza atteso da don
Maschio - l 'esplosivo in effetti
esplose, polverizzando le navi. I
mastodonti del mare vennero ridotti
letteralmente in frantumi, e i relitti
si sparsero fino a 10 km di distanza.
Un problema gigantesco si presentò
alle autorità: raccogliere i detriti e
interrarli, ma dove? La soluzione la
suggerì il dinamico missionario
straniero, offrendo il suo terreno pa-
ludoso come discarica. I vantaggi si
presentavano appetibili per tutti: la
soluzione al problema del governo
sarebbe stato padre Maschio, la so-
luzione al problema dei salesiani sa-
rebbe stato il governo. Si parlò di
circa 70 mila camion di detriti arri-
vati a "bonificare" la palude com-
prata dal missionario italiano. Così
comin_ciò a realizzare i suoi sogni!
NON SI È PIÙ FERMATO
Ebbe allora inizio una delle più
straordinarie opere missionarie del-
1'India salesiana. Sopra il cimitero
delle navi oggi si allarga un grande
campo per i ragazzi, il santuario di
Maria Ausiliatrice che richiama
quello di Valdo_cco e ora accoglie le
spoglie del padre, il convitto, i padi-
glioni di una grande scuola che va
dalle elementari alle superiori per
un totale di più di tremila alunni ,
l'oratorio, la grande opera di padre
Maschio che ha a disposizione un
intero palazzo e, ultima nata, la casa
ispettoriale. Il padre, divorato dal
fuoco della carità, non si è mai fer-
mato. Dopo Matunga ha realizzato
altre quaranta opere: si tratta di col-
legi e scuole, parrocchie e chiese,
centri giovanili e oratori, centri mis-
sionari, cooperative agricole, un leb-
brosario e centri per la comunica-
zione, creando una rete di benefat-
tori che si estende in tutto il mondo.
La sua rivista raggiunge centomila
famiglie cattoliche in India. Morto
nel 1986, la sua organizzazione gli
sopravvive, perché ha continuato fe-
dele sul solco da lui tracciato; giun-
ge a distribuire, a tutt'oggi, aiuti per
circa venti milioni al mese ai più di-
seredati tra i diseredati che ogni
giorno fanno la fila alla sua porta.
TRIONFO DELLA CARITÀ
Quando ho sentito snocciolare
quelle cifre con naturalezza impres-
sionante ho chiesto: "Da dove arri-
vano tutti questi soldi?". "Di gente
buona ce n'è al mondo, non sono
mica tutti cattivi! Padre Maschio ha
lavorato bene, e perciò tanti gli vo-
gliono bene. Egli è onnai la nostra
icona. A noi basta fare come lui". Ho
pensato che l'India deve essere terra
di Dio: Gandhi, Madre Teresa, Padre
Maschio . .. È stato un accostamento
spontaneo. È prop1io vero che lo spi-
rito soffia dove vuole!
(continua)
(Servizio fotografico del' autore)
8S MARZO 2002

3.2 Page 22

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Carissimo,
l'altra sera alla fine del la
lunga conversazione ti in-
vitavo a r iflette re, a da re
tempo al te mpo, a usc ire
una volta per t utte dal t uo
mondo, anche questo fuo-
ri da l tempo. Mi facevi una
disanima sul tempo. Mi è
piaciuta la tua arringa.
Come studente di legge ti
fa onore. Ne ricordo qual-
che stralc io per tentare
una via di uscita.
Il tempo non fa che gene-
ra re fretta .
L'an i ma del tempo è la
fretta ...
A l mattino mi alzo, mi lavo,
faccio co lazione, leggo,
studio, sc r ivovado all'uni-
versità, cerco amicizie...
Aggiungi ad ogn i ve r bo,
cioè ad og ni azione il ter-
mine "fretta" e tutto
d iventa invivibil e, in sop-
portabil e.
lo vog li o vivere in un mon-
do senza tempo. Non esi-
ste il mattino, il mezzo-
giorno, la notte.
Il cuore senza tempo ha le
ali del mare e del cielo. Se
amo, vogl io amare sempre,
se vivo, voglio vivere sempre.
Il tempo mi distrugge tut-
to questo. lo se nto come
una d ittat ura, come un
nemico, come un kill er.
Il tempo è giudice severo,
non guarda in faccia nes-
suno. Tumu la tutto e tutti.
Per me il tempo è una
grande ingiustizia.
LETTERA Al GIOVANI
MARZ02002
Eccoti, caro amico/amica, in questo mese
del papà e della donna, qualche sprazzo
di pensiero su un problema che spesso,
nascosto nelle pieghe profonde dell'intimo,
agita le nostre giornate: voglio offrirti
qualche pennellata sul problema del tempo che
corre... corre. .. corre...
IL TEMPO
Qui termina la tua requi-
sitoria e comincia la mia
difesa.
Il tuo è un sogno, e vorresti
arrivare in alto, e lo fa i con
un aereo di carta, destina-
to per sua natura a preci-
pitare in terra dopo qual-
che istante di illusione.
Hai, come i poeti, un "cuo-
re di luna", come loro
cammini tra le ste ll e per-
ché non hai nessu no
accanto a te, e nemmeno
una terra da cond ividere.
"Lo stolto vive senza vita i
giorn i della sua vita". Non
sono parole mie.
Il saggio conta i giorni con
le sue dita . Accoglie il so le
che nasce, il g iorno che
muore. Accetta il vento, la
piogg ia, le stelle e le nubi.
Interroga la vita nei suoi
più alti significati. Quando
scende la sera, si accorge
d i non essere innocente,
raccog lie il suo aereo d i
carta e in esso scopre il
suo vero volto.
Il tempo non è un peso, è
una responsabilità.
Non esiste immagine più
eloquente di una donna
che porta il suo bambino
su ll e spa lle. La mamma sa
di portare l'umanità, il suo
fut uro. li tempo è s ulle
tue spa l le. li tempo ti
costruis,ce giorno dopo
giorno. E la chiave che
apre la porta della matu-
rità, della vita, dell'impe-
. gno. Il sogno ci insegna ad
amare la vita ...
e il tempo a inchinarci
davanti a lei.
Lo vuoi un suggerim ento?
Ritagliati ogni giorno
un po' di tempo per te.
Vivi il tuo tempo, non su-
birlo. Amalo e ne cono-
scerai il valore.
Tuo
Carlo Terraneo

3.3 Page 23

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!,-:;:=••==••=••=••=••=••=••=
••"
Continua la rassegna sistematica dei musei salesiani
sparsi nel mondo, soprattutto quelli missionari,
che sono la grande maggioranza e rendono giustizia
dello straordinario lavoro di evangelizzazione,
ma anche di acculturazione operato dai figli
di Don Bosco là dove l'obbedienza
li ha destinati.
t=••=••=••==••=••=••~:=••:-i••:
••••
MUSEI SALESIANI
'
~.,,~--
" ,'<:-,.
•••••••••••••••
IL MUSEO MISSIONARIO
DI MADRID
di Natale Maffioli
••••••••••••
li Museo della Procura Missionaria Salesiana di Madrid
è una di queste realtà volta a testimoniare l'avventura umana
ed evangelizzatrice portata avanti dai salesiani in questi ultimi 125 anni,
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
ed è allestito ne/l'edificio della Procura al n. 81 della Calle Ferraz.
I
•••••••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MARZO 2002 • • •

3.4 Page 24

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
zione contri bui rono ampiamente
all a qu alificazione dell 'esposizio-
ne e all a sua trasformazione in un
mu seo. Nel 1986 la Procura si
trasferì in Call e Ferraz, e un locale
fu destinato ad espos izione per-
manente. Con il passare de l tem-
po e l'accresc imento degli oggetti
esposti, si sentì l'esigenza di de-
di care spazi ulteriori a quello che
stava assumendo la fis ionomi a di
un museo vero e propri o, anche
Salone di esposizione Asia/Africa.
•••
Parlare di musei a Madrid
vuol dire riferi rs i a rea ltà del
ca libro del Prado, una delle
si con le più ampie istituzioni cul-
tura li, tuttavia hanno la loro ragion
d'essere perché testimoni delle di-
più importanti pinacoteche del verse in iziati ve che hanno riempi-
mondo, straco lma di capolavori to di la volontà di eva ngelizza-
della pittura europea in genere e zione dei missionari spagnoli.
spagnola in specie, oppure del
Museo Archeo logico. Non manca- DAGLI INIZI AD OGGI
no però piccole rea ltà, che, se da
una parte non hanno neppure lon- L' inizio è stato un poco in sor-
tanamente la pretesa di paragonar- dina: don Modesto Bell ido, dopo
essere stato membro del Con si-
glio Superiore dell a congregaz io-
ne, fu inca ricato di fo ndare la
Proc ura Mi ssionaria di M ad rid in
Ca ll e Eduardo Aun 6s. Ass ieme a
questa nacq ue un a prim a picco la
esposizione degli oggetti, rega li e
ricord i, inviati dai mi ss ionari,
specialmente spagnoli . Anche i
Rettori Maggiori de ll a congrega-
I
Tsantsa Shuar (testa di un nemico
rimpicciolita con metodi rimasti
segreti) .
•••••••
Mascherone cerimoniale
del Senegal.
Capolavori di avorio dall'India e dalla Thailandia.
• • • MARZO 2002 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.5 Page 25

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
~
,
'
I
I
f
~
'
1/.
'
'
I \\ • 1 'ti \\ ' \\ ',
•.
!
••••••••••
- 60 diverse acconciature femminili del Togo.
O&_gi il Museo è un a sp lendida oltre 2000 oggetti esposti appar-
rea lta, corona dell a Proc ura Mi s- tenenti all e pi ù diverse etni e e
sionari a, raccogli e e conserva og- culture.
getti e materiafi rea li zzati e usati
aagli indigeni, e sono documenti LA DISPOSIZIONE
parl anti dell a loro attività e cultu-
Feticcio del Gabon,
usato in pratiche di magia nera.
ra . Si tratta di prodotti di uso quo- All ' ingresso de ll 'esposizione so-
tidiano e rituale, pieni di signifi- no presentati al visitatore, in
cato e bell ezza, rea li zzati con quattro vetrin e, i prin cipali pro-
grande abili tà nei pi ù diversi ma- blemi dell ' umanità e le ri sposte
se di dimensioni modeste. In oc- teri ali, alcune volte a noi scono- che offre la religione: la diffe ren-
casione del 120° anniversa ri o del- sc iuti: cortecce di alberi , piume za razz iale, la violenza, la fa me,
la prima spedi zione mi ssionari a di ucce lli esotici, i:nateriali pre- la malattia e la morte; a tutte le
invi ata da Don Bosco in Ameri ca zios i, seta e lacca. E una sorta di inquietudini de ll ' uomo la fede
1 Latin a, si è ensato di da re forma passeggiata attraverso i .128 paesi cri sti ana può da re una ri sposta di
definiti va a museo, almeno dal dove i sa les iani svo lgono la loro spera nza. D i inestim ab il e valore
punto di ,, ista degli spaz i ad esso mi ss ione, ed è pure la presenta - è l'a mbiente dedi cato all a musi-
dedi cati, ,~ così 1' 11 novembre zione di quanto possa inculturarsi ca . Sono esposti strum enti musi -
del 2000, è stato inaugurato il il sistema educativo di Don .Bo- cali ori ginali e anti chi provenienti
nuovo all estim ento all a presenza
di monsi gnor Ximenez Be lo, sa le-
si ano, vescovo a Tim or Est e pre-
mio Nobel per la pace.
sco: non vi è cu ltura che non
possa accogli ere pos itivamente il
messaggio ael nostro sa nto, e di
questo danno testimonianza gli
dall ' Afr ica, dall 'Am eri ca Latin a e
da ll 'As ia. Sono da ammirare in
otto vetrin e le racco lte complete
di ta mburi afri cani, di flau ti ame-
••••••••••
- Il salone espositivo dell'America.
Angolo dell' Amazonia.
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MARZO 2002 • •

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
•••••••••••
Dragone in bronzo della Birmania.
Strumenti musicali.
ri ca ni e asiatici; i materia li di cui
sono fatti sono i più va ri: si va da l
legno al ba mbC1 e all a terracotta.
Questa è senza dubbio la miglio-
re mostra di strumenti musica li
indigeni che ci sia in Mad ri d.
una 'tsa ntsa' degli Shuar de ll 'E-
quador: è una testa umana, pre-
sente in divers i alt ri musei sa le-
siani e non, mini atu rizzata graz ie
a un proced imento conosc iuto
so lo da queste popolaz ioni . So no
moni anze dello stil e di vita de i
popo li presso i quali vi vevano.
M olti di questi oggetti sono di li-
vello raffi natissi mo, anche perché
le civiltà che Ii hanno prodotti
hanno un a grande tradi zione arti-
••••••
Un amp io spazio è ded icato al- esposti mo lti strum enti mus ica li, sti ca. I bronzi, le porcell ane e le
1'Afr ica: sono un migliaio i sa le- alcuni davvero curi os i, uti li zzati terrecotte sono quanto di più ele-
siani presenti in 39 paes i de l con- da ll e popo laz ioni indigene de ll a ga nte è stato rea li zzato dag li arti-
tinente nero. Nel museo trovano foresta amazzoni ca; pugnali, ar- giani cines i; oggetti di avori o, le-
posto dell e be ll e sculture in eba- chi, frecce e lance sono ca ratte- gno, bambù, decorazion i di lac-
no che dicono la delicatezza e la rizzanti gli strum enti di cacc ia ca, stoffe di seta di pinta o ri cama-
sensibi lità degli artigia ni che le utilizzati dagli indigeni . li Museo ta con fili d'oro e d'a rgento sono
hanno prodotte; una seri e di scul - poss iede diversi utensiIi e oggetti ra ppresentativi dell'attività dei la-
ture in bronzo degli antichi regni di util izzo ordinario, dimostrativi boratori ori enta li .
di Lunda, Oa homey e Monomo- dell o stil e di vita degli indigeni : Le divinità ori enta li sono pre-
tapa, e ancora scu lture in ebano attrezzi per produrre il fuoco, te li senti co n una miri ade di statu e in
dal Mozambico e da l Kenya di e tess uti artigianali, tutti fa tti di mini atura fatte d'avori o, di legno
incred ibi le be llezza e perfez ione. fibre vegeta li intessute o di cor- e di sandalo. Gli orienta li hanno
Sono esposte delle maschere da l- teccia pestata e ridotta all o spes- infuso il loro buon gusto anche
le espress ion i fantastiche usate sore de ll a carta-riso. Non manca- nei sempli ci oggetti di uso quoti-
nelle feste e nei riti re iigios i. E an- . no gli orn amenti de l capo e dell e diano e al Museo di M adri d sono
cora strum enti musica li, feticci cav igli e e dei po lsi e le cinture esposti utensili , indumenti e ca l-
per rituali di magia e stregoneri a, vari op inte.
zature. An che · le testimoni anze
orn amenti di vario genere: co lla-
del culto degli antenati sono rac-
ne, cop ricapo, braccialetti ...
SOGNI REALIZZATI
M a è soprattutto l'America Lati-
co lte nelle vetrin e assieme a tavo-
le laccate con incrostaz ioni di
na ad essere ampiamente rappre- Don Bosco, durante la sua per- madreperla dove sono raffigurate
sentata. Questa terra è stata sogna- manenza a Barce llona, sognò di le scene di una vita fe li ce.
ta da Don Bosco, e i primi mis- percorrere una sorta di it inerari o Il Mu seo Mi ss ionari o dell a
sionari sa lesian i hanno iniziato la aereo tra Valpara iso in Cil e e Pe- Proc ura di M ad ri d non vuole es-
loro attività proprio in Ameri ca del chino, quel sogno che allora pa- sere so lo un' esposizi on e di pez-
Sud. Il Museo espone nel le sue ve- reva irreali zzab il e si è invece tra- zi curi os i o prez ios i e rari, ma
trine, una per ogni nazione, una dotto in rea ltà; da l 1920 i sa les ia- vuole. anche testimo ni are l' un i-
ri cchi ssima serie di oggetti, con ni sono presenti in As ia: l' Indi a e versa li dell a Chi esa e l'a lta
una descrizione nel dettagli o dedi- la Cina sono state le prime grandi co nsiderazione in cui sono tenu-
cata a ciascu no dei pezzi esposti. nazioni a ri cevere i fig li di don te le diverse cul ture dove i sa le-
Le didasca lie sono un supporto in- Bosco. Da all ora si è creata una siani da 125 anni svo lgono la
dispensabile per situare geografi- sorta di ponte tra le mi ssion i asia- loro mi ssione per la diffu sione
••
camente e comprendere le cul ture
dei diversi popol i.
Pa rtico lare menzione merita no
tiche e la mad repatri a: ta nti mi s- del Regno di Di o.
sionari han no inviato ri cordi del-
la loro terra di mi ss ione e testi-
Natale Maffioli
----=======---
.
••••
• • • MARZO 2002 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.7 Page 27

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DUE ...
AL SINGOLARE
di Jean-François Meurs
e aro doctor J. , mi sono
((
innamorato di Sofia,
una ragazza della mia
classe. So di piacerle molto, e so-
no anche certo che lei mi ama.
Credevo che tutto fosse semplice.
Abbiamo cominciato a vederci per
fare i compiti, poi lei mi ha invitato
a casa sua e io ho accettato .
Quando sono arrivato, è venuta
proprio lei ad aprirmi. L'abbraccio,
e lei ricambia dicendomi: "Buon-
giorno, Francesco ", poi scoppia a
ridere, come se se si trattasse di
una farsa. Resto di sasso quando
vedo arrivare una seconda Sofia .
Gemelle! Che choc! Ero così con-
fuso che non sapevo più quale del-
le due fosse la mia ragazza . La
cosa si chiarì solo quando Sofia mi
presentò Carolina. Non sapevo più
che cosa pensare. Impossibile con-
centrarmi sui compiti... volevo par-
lare di ciò che mi era capitato, ma
non sapevo da dove cominciare.
Fu lei a togliermi d'imbarazzo. Si è
scusata di non avermi preavvertito.
Sono comunque rimasto sorpreso
perché Carolina sapeva chi ero, il
che voleva dire che Sofia le aveva
parlato di me, ma non mi aveva
detto nulla. Questo è il problema:
con la sorella lei parla, con me,
invece, è muta, non mi dice mai
niente di importante. E siccome la
sorella frequenta un altro liceo, io
non vengo a sapere mai niente.
Perciò mi domando: non sarà che
Sofia approfitta della situazione per
prendermi in giro? O vuole metter-
mi alla prova? Lei giura di no, ma
io non sono affatto convinto. Altri
tarli mi rodono: riuscirò a distingue-
re l'una dall'altra senza sbagliarmi?
Non è che rischio di innamorarmi
anche della sorella? E ancora:
Carolina potrà fare a meno di So-
fia? Non avrà forse l 'impressione
che io le rubi la sorella? Si dicono
tante cose a proposito dei gemelli.
Che cosa c'è di vero?
(Francesco, Pordenone)
Caro Francesco
esiste tutta una mitologia riguar-
dante i gemell i; per esempio che
essi formino una complementarità
ideale e un 'unità
di fusione che
esclude tutti gli
altri , che abbiano
un attaccamento
geloso l'uno all 'al-
tro e una rasso-
miglianza tale che
nemmeno l'aman-
te può fare la dif-
ferenza , che le
reciproche confi-
denze non abbia-
no barriere , infi-
ne , che riescano
a leggere i pen-
sieri l'uno dell 'altro per telepatia.
Molto dipende dallo sguardo che
posiamo su essi : uno sguardo stu-
pito, avido di meraviglioso contribui-
sce a far nascere il mito. Lo sguar-
do che i genitori poseranno sui loro
gemelli può essere dunque decisi-
vo: li vedono essi stessi come
uguali o come diversi?
Noi abbiamo la tendenza a va-
lorizza re le somiglianze , perché
l'idea del doppio perfetto ci affasci-
na. Essi invece possono soffrirci,
fino ad avere orrore di essere "i
gemelli". Cercheranno di distin-
guersi fino a sviluppare la gelosia,
la rivalità, il dominio dell'uno sull'al-
tro . Ma i gemelli possono anche
esagerare in solidarietà, e sottoli-
neare di fronte a tutti ciò che li fa
uguali ... fino a trarre profitto dalla
loro rassomiglianza per confondere
e "fregare " gli adulti . Insomma, i
casi sono tanti e diversi, e bisogna
diffidare dei discorsi generici. Si
può sperare in qualche principio
educativo, ma nulla più . Fino a
qualche tempo fa , i genitori erano
portati ad accentuare la rassomi-
glianza per non creare parzialità e
disuguaglianze. Il risultato? Avere
a che fare con dei siamesi "mo-
struosi ". Oggi, la tendenza domi-
nante è a "degemellizzare" attra-
verso un guardaroba differente, dei
giocattoli personali , una scuola di-
versa e degli svaghi personalizzati .
I gemelli preferiscono declinarsi al
singolare e non sempre fare i para-
goni tra loro.
Tu stesso, Francesco, fornisci
in qualche modo una prova di
questa "degemel/izzazione": Sofia e
Carolina non vanno alla medesima
scuola, e la sorpresa che ti hanno
fatto non era premeditata. Sofia
non ha provato il bisogno di riferirsi
a sua sorella di proposito nelle sue
conversazioni. Delle differenze , ci
puoi scommettere , tu ne scoprirai
sempre di più , e ne potrai trarre
vantaggio , costruendo una storia
che non apparterrà che a voi due.
Se alcune volte dei giovani posso -
no vantarsi di "prestarsi" le ragazze
senza che essi se ne accorgano ,
colui che ama veramente e in pro-
fondità non si lascerà ingannare: la
mimica, il tono della voce, e soprat-
tutto i pensieri segreti saranno suf-
ficienti.
Quanto alla gelosia , è vero che
uno dei gemelli può considerare il
fidanzato o la fidanzata dell'altro
come un intruso, un "ladro"! Tu do-
vrai rispettare il bisogno di éonfi -
denza all 'esterno della coppia, co-
me si fa comunemente tra sorelle o
tra amici. Il fatto che due nascano
gemelli omozigoti, cioè perfetta-
mente uguali, non è né una fatalità
che incombe sulla loro vita, né un
errore della natura da contrastare a
ogni costo. Possono invece richia-
mare ciò che ognuno di noi deside-
ra più di ogni altra cosa: una rela-
zione che va in profondità, perché,
ricordalo sempre, abbiamo l'esigen-
za di essere amati per quello che
c'è di unico e peculiare in noi. O
BS MARZO 2002

3.8 Page 28

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Nel CFP di Bologna esiste uno spazio per rispondere
SPORTE
di Maria Antonia Chinello
Solitudine. Fragilità.
Insoddisfazione
e nostalgia.
Determinazione.
Sono solo atteggiamenti,
pieghe della personalità,
umori? Oppure,
è possibile ritrovare un
denominatore comune?
Per esempio, la donna.
Non importa
se di origine somala,
nigeriana, cubana,
brasiliana, haitiana,
italiana ...
S ono vari e diversificati i b·atti
delle donne che si affacc iano
allo Sportello Donna aperto
dal Centro di Formazione Profess io-
nale di Bologna, proprio al centro
della città, vicino alla stazione fer-
roviaria, nodo di scambio tra il nord
e il sud dell a peni sola. Donne che
custodiscono infinite storie che gli
Lo Sportello Donna di Bologna è una magnifica realtà e una vera
provvidenza per giovani extracomunitarie.
operatori e le operatrici del CODI
(Centro Orientamento/lavoro Don-
ne Immigrate) hanno imparato a de-
cifrare, al di là dell ' itali ano stentato.
Lo Sportello, attivo dal 1999, ac-
compagna le donne immigrate nell a
ricerca di un lavoro che le renda au-
tonome.
Ne parliamo con suor Ange la Eli-
cio, responsabile naz ionale del Cen-
tro di Form azione profess ionale di
Roma. "L'attenzione all a donna -
spiega - nella dimensione persona-
le, culturale e famili are è tra gli ele-
menti che caratterizza lo Sportello.
Si tratta di attenzione all e es igenze
di orientamento e di form azione che
le donne immi grate fa nno intendere
e, a poco a poco, giungono a espri-
me re " .
MARZO 2002 BS
UNA STORIA
TANTE STORIE
Per esempio, Cenerentola. Ha 35
an ni . Divorziata. Da circa dieci anni
in Italia, da due a Bologna. Ha all e
~palle fragili esperienze lavorati ve.
E agli sgoccioli del pennesso di
soggiorno che, se non verrà rinno-
vato, significherà non inviare più
soldi ai fi gli rimasti in Somalia con
I Suor Lucia responsabile
del Centro di Formazione
Professionale in cui si è aperto
il CODI-Sportello Donna.

3.9 Page 29

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alle domande esistenziali ...
Arrivano allo Sportello donne che custodiscono
infinite storie... tutte da decifrare.
Una festa di Natale " interculturale"
celebrata allo Sportello Donna.
fM_MfGRATf IN fTALIA
I cittadini stranieri con permesso d'
soggiorno agli inizi del 2000
1
58,{~~ circa 1_.687.000 (45,8% donne
ci/ dfueeorlmel'An,nzti,a.; tma adpelar
situazione è
naz1·one .. gli.
m~lto ,
i.mmi.grati
rica el Nord sono per il 74%
masch, , mentre tra i cubani e i c
ve_rd,ani . più . dell'80% sono don:)-
f Gl~ 1mm1grat1 sono concen trati er iÌ
62 1/o n~lla fascia di età tra i 25 i 4
:nn~ (rispetto ~I 36 ,6% degli italianit
n.,c e , minori stranieri (278 mila e
19 1/o. de, residenti) hanno ormai su e-
rato in pe~centuale quelli italiani d~la
j7 stessa eta. Il panorama delle rove-
nienze:oEuropa 40, 1%, Africa 8%
Asi~ 20 1/o, America_11 ,9% e Oce~ni~
i ,2 1/o. I gruprJI _nazionali ad alta inci-
enza femminile sono : Thailandia
ECu·tba, Ca•po Ve. rde , R· DomI.ni.cana '
c;' rea, F1nland1_a, Ucraina, Repubbli ~
8 rasc,,eec. a, Russia + CSI , Bielorussia
,(Caritas, Xl Rapporto
sufi tmm,grazione - 2001)
la nonna materna. Nessun parente in
Italia e ness uno della sua tribù di
origine a cui fare riferimento. Bussa
al Centro. È la prima. Dalle sue ri-
chieste emergono chiare le linee di
intervento su cui si dovrà procedere:
cercare un alloggio, trovare un lavo-
ro, regolarizzare la presenza nel no-
stro paese. La storia di Cenerentola
promuove però altre forme di parte-
cipazione. Il CODI attiva così un la-
voro di rete con servizi, enti del ter-
ritorio che operano nello stesso am-
bito. " In questo impegno soc iale -
continu a suor Angela - in fi ligrana,
si possono leggere due motivaz ioni
· di fondo. Prima di tutto , l'esigenza
di non far dimenticare alle donne le
proprie radici culturali, ossia aiutar-
le e non soccombere all 'atteggia-
mento che le porta a mimetizzare
gli elementi della propria differenza
culturale. In seguito, l'impegno ad
attivare realtà che rispondano a pre-
cisi bisogni. Per questo, si è messo
tra gli elementi tipici dello Sportel-
lo, lo studio di metodologie perso-
nalizzate per cercare sul mercato del
lavoro quegli spazi occupazionali
che sono adatti alle donne che bus-
sano a casa nostra".
OLTRE LE STORIE
Fatti di rapporti di coppia conflit-
tuali e di violenza domestica sono
all'ordine del giorno allo Sportello.
In questi casi viene anche valutata
l' opportunità di una consulenza psi-
cologica. "La sfida che il CODI co-
glie in questo servizio è l'attenzione
all ' identità femminile, superando la
freddezza dei discorsi normativi. Lo
Sportello è consapevole che al di
degli obiettivi strumentali , al di
di ogni res istenza e difficoltà di co-
municazione immediata, il contatto
caldo e aperto incide maggiormente.
Siamo consapevoli che nelle don.ne
mai si potrà cancellare la memoria e
gli effetti di un 'esperienza dolorosa,
fatta di fatica e di fughe, di nascon-
dimenti e di sospetti". È il caso di
una giovane donna brasili ana , 32
anni, divorziata e risposata, con
quattro figli , tre dei quali del primo
matrimonio. Si trova in Itali a da sei
anni . Quando racconta la ua storia
agli operatori dello Sportello, si
pensa di orientarla all ' ass istenza de-
gli anziani. Per questo, frequenza il
corso aperto dal Centro di formazio-
ne professio nale e trova lavoro in
una casa di riposo privata. Per arro-
tondare lo stipendio, fa le pulizie e
bada ai figli di un 'altra famiglia. Ma
il cammino è faticoso: in Brasile
non ha av uto vita facile e in Italia
non si sente a casa.
ORIENTAMENTO
AL FUTURO
" A poco a poco ci facciamo cono-
scere. Il tam-tam che caratterizza la
comunicazione originaria di molte
delle donne che conosciamo . . . fun-
ziona anche nella nostra società do-
minata dalle nuove tecnologie! Nel
frattem po, stiamo costruendo una
fitta rete di contatti e di co1labora-
zione e ci stiamo organizzando per
incrociare la domanda e l'offerta di
lavoro" . L'attenzione all ' identità
culturale della donna immigrata si è
espressa in serv izio di accoglienza,
in.fo1mazione e fonnazione. Oltre ad
indirizzare le donne a scuole di lin-
gua, il CODI ne ha orientate un
buon numero a corsi di formazione
al lavoro. È un dato importante, se
si tiene conto delle scarse opportu-
nità educative adatte a questo tipo
di utenza. Il contatto con storie di
emarginazione, di violenza, di ab-
bandono, la constatazione dello
svantaggio, soprattutto culturale, sof-
ferto dalle donne ha mandato in
"crisi" gli addetti allo Sportello. Si
stanno così ripensando i progetti per
porre in termini nuovi il fenomeno
dell'immigrazione fe mminile. O
BS MARZO 2002

3.10 Page 30

▲back to top
M - - IL
ESE IN
LIBRERIA
Motonte
o cuto di Giuseppe
a~ uA,Lo~IDEA REASLTCAE.~DENZA s~ TRQENutE '
DI D ·
TRA
PAS
GESÙ E MAOMETTO
È possibile il dialogo
tra Cristianesino
e Islam?
di Daniel Mariano
Ed. Segno,
Tavagnacco (UD), 2001
pp. 202
Dopo 1'11 settembre 2001 ,
si è resa necessaria la
riedizione di questo libro
per poter meglio com-
prendere che cosa uni-
sce e che cosa divide
Oriente e Occidente. Il
dialogo tra Cristianesi-
mo e Islam è a un punto
delicato. Per la com-
prensione delle due reli-
gioni bisogna capire le
condizioni storiche dei
rispettivi fondatori. Ne
emergono dati sorpren-
denti e anche sconcer-
tanti. Maometto accusa i
cristiani di aver falsifica-
to il Vangelo : e se fosse
vero , invece, il contra-
rio? Perché si tacciono
gli scandali del profeta
dell'Islam? La divinità di
Gesù è dimostrata da
miracoli. Nessun miraco-
lo accompagna la vita di
Maometto. In Italia si co-
struiscono moschee. In
Arabia Saudita è vietato
celebrare una messa in
una casa privata. A quali
conclusioni si può arriva-
re a queste condizioni?
DIO NON È BIZZARRO
Non lasciamoci
ingannare su Dio
diJean-Noel Bezançon
ELLEDICI ,
Leumann (TO), 2001
pp. 160
"Una Chiesa che spesso
dice cose strane in lin-
guaggio cifrato. Gesù che
non potrebbe essere rico-
nosciuto come Dio se non
quando compie prodigi .
Devozioni che privilegiano
l'emozione e coltivano l'ir-
razionale . Preti che , per
essere identificati come
uomini di Dio , credono di
dover vivere in disparte
come extraterrestri. .. Dio è
dunque un bizzarro?". No .
Ma forse lo è l'idea che ci
facciamo di lui. Il libro parla
di Dio, di Gesù, della pre-
ghiera, della fede e della
vita cristiana con parole
semplici , e mai banali, per
dimostrare che quello dei
cristiani è un Dio sconcer-
tante ma straordinariamen-
te comprensivo e umano.
JEAN-NOl;L
BEZANçON
D10
NONÈ
BIZZARRO
Si tratta di una sintesi teo-
logica della fede cristiana
detta con linguaggio ac-
cessibile. Dimostra che la
religione non è necessaria-
mente "l'ambito delle cose
insolite".
L'OLTRE
Il soprasensibile
da ritrovare
di Nello Venturini
Ed. Segno,
Tavagnacco (UD) , 2001
pp. 260
Nli)l!.LO VENT-URINI
IL SOPRASENSIBILE
DA RITROVARE
Il libro, rigoroso dal punto
di vista dei concetti , è dedi-
cato ai dubbiosi e agli
sconfortati , nella speranza
che possano raggiungere
la verità. Cerca di rispon -
dere emotivamente, razio-
nalmente e per via di fede
a domande fondamentali :
hanno senso la vita e la
storia? Da dove veniamo e
dove andiamo? Ha un'ori-
gine e uno scopo il
mondo? Perché, essendo
così intensa la nostra esi-
genza di giustizia, la terra
è piena di tante ingiustizie?
Perché, avendo un così
cocente desiderio di peren-
nità, esiste la morte? In
realtà, la nostra situazione
di "terrestri" ci rende tantis-
sime volte insoddisfatti ,
sconfortati e tristi. Perciò è
necessario indagare se la
nostra speranza possa es-
sere riposta nel soprasen-
sibile. Ai nostri sensi si so-
vrappongono ragione e ri-
velazione.
LE MIE PREGHIERE
PER VOI
Una mistica tra Oriente
e Occidente
di Giovanni Paolo Il
In più un CD
con le preghiere del papa
PIEMME ,
Casale M. (AL), 2001
pp. 176 (in cofanetto)
Scrive il Papa: "Volontà di
Dio è che ogni uomo rag-
giunga il più possibile la
sua piena statura umana.
Rivolgetevi a lui, Padre
buono e provvidente, per
trovare nella preghiera non
un alibi alla inerzia e alla
passività, ma il coraggio
per proseguire nei vostri
sforzi". Questo testo trasu-
da di profonda spiritualità.
Raccoglie le più intense
preghiere del Papa per le
necessità degli uomini del
nostro tempo: per singoli,
categorie , gruppi (di ge-
stione politica, sociale,
economica) ; nelle va.rie
esigenze della vita (per i
bisogni umani e spirituali di
singoli uomini e donne) ;
per le occasione più belle
della vita liturgica e delle
feste della comunità cri-
stiana. Il CD dà un tocco
di emozione perché le
preghiere si possono sen-
tire dalla viva voce, con
commento di musica e
canti gregoriani.
MARZO 2002 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~~~
FAMIGLIA
GIOVANILE
QUO VADIS FAMILIA?
La famiglia ieri,
oggi e domani
di Graziano Borgonovo
(a cura)
PIEMME ,
Casale M. (AL) , 2001
pp.284
0,1,,,,,f.
Grcwono Bo,gonovo
QUO VADIS
FAMILIA?
PIEMMF
nc11yto11,
La famiglia costituisce un
ambito di ricerca e di rifles-
sione perché è il nucleo
portante di ogni società
umana. Essa è basata sul
sacramento del matrimonio
e costituisce un mistero
dell'amore di Dio che ab-
braccia cielo e terra. L'a-
more umano, nel suo quo-
tidiano incarnarsi , è chia-
mato a essere segno con-
sapevole dell'amore divino
da cui scaturisce. Il libro è
un viaggio sulla soglia di
questo mistero d'amore
umano e divino. Nei suoi
sedici contributi analizza le
sfide che la società e la
cultura propongono alla fa-
miglia, ne esamina il futuro
e offre importanti testimo-
nia~ze di coppie e di pasto-
ri. E un libro per chi si oc-
cupa della pastorale della
famiglia ma anche per le
famiglie e i gruppi ecclesiali
che desiderano approfondi-
re un tema complesso e di
perenne attualità.
E LORO SE NE VANNO
L'incognita del
postcresima
di Mario Chiarapini
Paoline, Milano, 2001
pp. 158
Non è un mistero per nes-
suno se nella pastorale
oggi si constata che esiste
una preoccupazione per il
fatto che "i giovani se ne
vanno" dopo la cresima. In
questo libro si riflette sul
problema evidenziandone i
risvolti : i giovani hanno sol-
tanto perso la strada o in-
tendono proprio allontanar-
si per il fatto che non ne
possono più del nostro
modo di essere e di fare?
Parliamo di loro e loro se
ne vanno ; organizziamo
convegni e loro se ne van-
no ; siamo liberali e com-
prensivi e loro se ne van-
no. E se provassimo ad
essere più esigenti e più
autenticamente veri , come
credenti e come comunità
vive, dando loro l'importan-
za che meritano ; se offris-
simo loro compiti da svol -
gere, un ambiente che ac-
coglie senza tarpare le
ali .. .? Forse non se ne an-
drebbero!
10... PER AMORE
Una lettura cristiana
dei comandamenti
di Tonino Lasconi,
Paoline, Milano, 2001
pp. 218
Il libro offre una presenta-
zione veloce, in stile gior-
nalistico, fatta a partire da
come Gesù ha vissuto e
predicato i comandamenti
per portarli a compimento.
Vuole aiutare catechisti ed
educatori (e chi è in ricer-
ca) a una visione seria e
adulta del decalogo, libe-
randolo dalle reminiscenze
catechistiche apprese da
bambini. Più che insistere
sul termine comandamenti,
si raggiunge lo scopo attra-
verso spunti esistenziali che
aiutano a leggere una legge
che è dentro il cuore dell'uo-
mo, e si realizza nella vita e
negli atteggiamenti cristia-
ni. .. mettendoli in confronto
con la presentazione che ne
fanno , per contrastq o sinto-
nia, i mass-media. E un otti-
mo strumento di riflessione
personale, di ricerca per il
confronto nei vari gruppi ec-
clesiali , per il sostegno mo-
rale della catechesi.
FA VENDITA PER
~g~~kpoNDENZA. 1 libri
che vengono segnalati s1 1\\b~!~
sono acquistare presso le h" esti
rie cattoliche o vanno n~t~iv e
direttamente alle nsp
Editrici.
PREPARAMI
LA COLAZIONE
di Giorgio Bernardelli
Centro Ambrosiano,
Milano, 2001
pp. 144
Può una malattia trasfor-
marsi in un canto d'amore?
È successo per Lucia Ron-
careggi, una ventenne di
oggi che, all 'improvviso,
è trovata a fare i conti con
un tumore. Il libro è un
viaggio nelle poesie che
prima e durant_e la malattia
lei ha scritto. E la cronaca
di una lunga preghiera a
Dio , a cui Lucia dà del tu , è
una "danza sui carboni ar-
denti del dolore" che, alla
fine, avrà un esito sorpren-
dente. Come questa malat-
tia che ha detto molto
anche a chi malato non è.
Pochi giorni dopo la sua
morte, il cardinale Martini a
migliaia di giovani legge
l'ultima lettera di Lucia: "Ho
moltissimo dolore ma sono
sicura che dietro a tutto c'è
un bellissimo disegno divi-
no per me". Poco tempo
prima aveva scritto: "Quan-
do una vita comincia I è
perché deve finire. / Quan-
do una vita finisce / è per-
ché deve incominciare".
BS MA RZO 2002

4.2 Page 32

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LII/E.
-
C'E IL SOLE
QU}\\NDO
C'E LUI!
di Giancarlo Manieri
La storia semplice di un salesiano
laico, che in poco tempo
ha raggiunto vette di umanità
al confine con la santità.
- Luigi, immagine di serenità.
"E I ga le gambe storte", sentenziò la zia Rina
quando Luigino venne al mondo come figlio
di Dio nel momento in cui il prete lo bat-
tezzò, dopo che Fortunato e Rita l'avevano messo al
mondo come loro figlio . "Ma l bel!', aggiunse con
tenerezza, gli occhi luccicanti e un gran sorriso di sod-
disfazione. Spesso sorge del contrasto tra "tre genito-
ri ": non sempre i sogni e i progetti dei due genitori
"naturali" coincidono con quelli del Genitore "sopranna-
turale". Capitò anche con Luigi Possamai.
UN ALTRO DESTINO?
Si cominciò a intravedere qualche segnale particolare
fin da quando il marmocchio a Colbertaldo cantava
con timbri d'angelo le nenie di Natale. Qualcuno pen-
sava che quel ragazzino , tutto casa e chiesa , fosse
sprecato per la zappa, la forca e il badile .. . E le ener-
gie impiegate per le scalate agli alberi da frutta , la
caccia ai nidi , le corse a ostacoli tra le zolle appena
arate, i giochi sull 'aia di casa potessero meritare altri
esiti che non quelli riservati a un onesto contadino.
Intanto aveva una gran passione Luigino, la meccani-
ca. Ci andava a nozze quando poteva mettere (meglio
MARZO 2002 BS
sarebbe dire imbrattarsi) le mani su un motore . Così
papà Fortunato, d'accordo con mamma Rita, lo iscris-
se all'Avviamento professionale. Lui da parte sua volle
fare anche un'altra cosa: cominciò a imparare l'armo-
nium; pigiava sulla pedaliera con l'ardore con cui trat-
tava i pedali della sua bici. Tutto insomma sembrava
filar liscio a casa Possamai finché , un bruttissimo gior-
no, papà Fortunato se ne andò in cielo, senza preavvi-
so, e Luigino a 15 anni si ritrovò, si può dire, capofa-
miglia. Solo allora s'accorse che quella del contadino
non era la sua strada. Ci pianse , ci pregò , si sfogò
con la mamma, e la signora Rita comprese, e lo man-
dò in collegio. Così Luigino si ritrovò al Cini di Venezia
dai salesiani , con un po ' di magone dentro perché
sapeva di lasciare i familiari - due sorelle, un fratelli-
no, la mamma e la nonna - in un mare di guai. Un al-
I Rebaudengo 1964: Luigino in una delle sue famose
rivendite, davanti alla chiesa. Quando le allestiva
per le missioni, non offriva solo libri e riviste ma anche
oggetti di artigianato provenienti da varie nazioni.

4.3 Page 33

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-------------6()11(}/tf17}R/ cfllLEglllfYI
I 2 marzo 1960,
visita in famiglia
a Colbertaldo.
I La prima professione
emessa a Verona
nel 1962.
Visita dell 'ispettore al noviziato.
tro mondo Venezia: le strade erano canali d'acqua, e i
carretti gondole, ma ci si adattò. Né perse l'abitudine
al lavoro : per non gravare sulla famiglia s'industriò a
fare il cameriere e il garzone, così poteva pagarsi vitto
e alloggio in collegio.
ECCO LA STRADA
Don Bosco , che già un po ' conosceva per via di un
vecchio quadro appeso in cucina a casa sua, gli cam-
biò i connotati! Responsabili di questa svolta radicale
furono i suoi maestri e capi laboratorio, degli strani
"preti/non preti" che oltre a insegnanti erano assistenti,
fratell i maggiori , amici , educatori , animatori dei giochi,
attori , cantori ... Li ammirava quasi più che non i "preti
veri". La loro serenità, l'allegria, la laboriosità, l'abilità e
la naturalità nel passare da un lavoro all 'altro, dall 'es-
sere capi a diventare animatori del cortile, lo conqui-
starono definitivamente. Li vedeva lavorare e pregare,
giocare e insegnare, assistere e studiare, il tutto con
una disarmante naturalezza. Eccola la strada! Lo disse
a mamma Rita. Ma lei rispose no ; recisa . Poi però si
arrese di fronte all'infinita tristezza di Luigino per quel
rifiuto . Sapeva, la brava donna, di aver m~sso al mo~-
do dei figli non per sé , sapeva che a ciascuno 010
riserva una strada tutta sua, e non voleva mettersi
contro Dio . Da quel giorno il sorriso non abbandonò
più il volto di Luigino, e la contentezza di aver trovato
la sua strada gli trasmise un fervore che , scrisse, "alle
volte mi fa star male! ". E il giorno in cui , leggendo
alcune pagine dello psicologo Le Senne , scoprì di
essere un "emotivo/attivo/secondario" cioè di avere lo
stesso identico carattere di Don Bosco, non stava più
nella pelle, avrebbe voluto urlare di felicità.
In noviziato si distinse tra tutti. Un esempio : solo a lui
il maestro concesse di fare un'ora di adorazione not-
turna, "per sentire Gesù cuore a cuore", disse lui stes-
so. La sua vita salesiana, dopo i voti temporanei la
cominciò all 'istituto Rebaudengo - Reba per tutti - di
Torino. Man mano che cresceva negli anni s'approfon-
divano la sua fede, la fedeltà a quanto aveva profes-
sato, la gioia di essere quello che era. A 21 anni vergò
per la mamma un bigliettino : "L'incontro col Signore mi
ha rallentato la corsa degli anni!". Insomma, Luigino
aveva capito tutto della vita salesiana.
LA BUONA STAMPA
Al "Reba" scoprì un altro servizio, quello di diffusore
della "buona stampa". Aveva compreso che libri e rivi-
ste erano più letti che non il catechismo , e che un
buon articolo poteva avere più efficacia di una predica.
Così cominciò ad allestire qua e là rivendite di "buona
stampa", e assieme ad altri che aveva convertito alla
sua causa , a vendere libri e riviste alle porte delle
chiese , quando la gente usciva dalla messa. A chi bor-
bottava per questa sua attività rispondeva semplice-
mente : "Ma lo dicono le nostre regole! ". Mise in croce
anche mamma Rita, finché a Colbertaldo non si trovò
più famiglia cui Luigino non avesse "appioppato" qual-
che abbonamento . Anche quando venne ricoverato
per un'appendicite, suore, infermieri, medici e pazienti
furono inondati di "buona stampa!".
L'ultima tappa della sua parabola terrena fu l'istituto
Bearzi di Udine . I superiori sapevano ormai di che
stoffa era fatto , e lo inviarono, unico coadiutore, nell'é-
quipe dei corsi di orientamento vocazionale. Risultò tra
i più simpatici , incisivi e ricercati . Era davvero maturo.
Tant'è che ormai sognava le missioni anche se non
aveva il coraggio di dirlo alla mamma. Intanto faceva
al meglio quanto era chiamato a fare : laboratorio ,
meccanica - aggiustava sempre tutto con quelle sue
manone da contadino divenute mani abili di tecnico
sopraffino - e i ragazzi lo volevano tutti , e lo cercava-
no non tanto per quello che sapeva fare , ma per quel-
lo che sapeva dire , per confidarsi , chiedere consigli ,
diventare più buoni. Era ormai l'assistente di tutti , il
salesiano super, l'amico . Faceva anche , con ottimi
risultati , il maestro di musica (quasi un autodidatta,
perché le poche lezioni della maestra cieca di Vidor
non potevano avergli trasmesso capacità mozartiane!) .
Era diventato un fiore troppo bello e profumato
perché il Signore non se ne innamorasse.. . Così ,
d'improvviso una mattina (!) se lo portò via. Avvenne
quando , inforcata la sua scalcagnata motoretta con il
pacco di " Buonà Stampa" da recapitare a una parroc-
chia una macchina lo travolse , togliendo un modello
dall~ terra, ma aggiungendo un santo in cielo!. .. O
BS MA RZO 2002

4.4 Page 34

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- coME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrere
DISCIPLINA:
LA GRANDE SFIDA
DELLA FAMIGLIA
che aveva ricevuto quando si era
comportato bene. Se non provasse
mai questi sentimenti positivi , non
vi sarebbe alcun senso di perdita o
di delusione
tesse spingerlo
dall'inten; o
il suo com-
portam fito.
La vignetta più divertente rappresenta mamma porcospino
Chesta scuIacc1·ando I·1 suo p·iccoIo porcospino con Ia Iacn.me
agli occhi e dice: "Credimi, fa più male a me che a te!"
A datta_ta, addolcita, n~gata, ro-
vesc1ata, esaltata, invocata,
comunque sia, la "discipli-
na" continua a far più male ai geni-
tori che ai bambini. La sentono,
giustamente , come la vera sfida
della famiglia attuale. Disciplina si-
gnifica semplicemente insegnamen-
to . Per i genitori perciò i figli do-
vrebbero essere semplicemente dei
discepoli. Nulla a che fare quindi
con il capitolo punizioni e castighi.
~a disciplina è I~ sec_onda cosa Pi0
importante che i genitori devono a1
f.1g11· , dopo I'amore. GI1' e1ement·I che
la compongono sono intuitivamente
semplici.
Può pretendere molto solo chi
dà molto. Tutto l'apprendimento,
anche quello dei limiti e delle strut-
ture, comincia con l'"accudimento",
dal quale i bambini imparano la
fiducia, il calore, l'intimità, l'e
e l'attaccamento nei confr
coloro che li circondano. Il n
per cento del compito di inse
ai bambini a interiorizzare i lim
basa sul loro desiderio di piacere a
coloro che li circondano. I bambini
desiderano piacere : perché ama-
no chi si occupa di loro e ne voglio-
no l'approvazione e il rispetto. Se si
considera la disciplina come un
insegnamento e la si trasmette con
grande empatia, i bambini si sento-
no bene quando osservano tale
disciplina. Sapere di essere la luce
degli occhi di qualcun altro è una
sensazione che nutre e infonde
..
calore. Quando un bambino riceve
uno sguardo di disapprovazione
per aver picchiato la sorella, speri-
menta un senso di perdita perché
perde la considerazione positiva
"\\J i l 1 ~i7•
di inse-
'. uGnlia sfacca--
no s?lo .il
corc1ato1a
tru ire una
rre molto
enitori de-
i opportu-
i _c n un bambi_no e
arti ttere ogni voi-
por J ·
to modo:
n0
o d1
s
a
d' nn"".."''
o
'
, a 9u
t0
I sbagli~ . ·
~o e il .,._ . 0 pr ·. · ~
Ima, og_~1. g.e n10 1
an_no !at10a . o e-
· Genitori• ch,fcf.,~.r en ran
_mezzo d1
c ~e
I me~t~n~
-
con I f1gl1
: "Non so
· rno e
·p
e
,.J:u!'F.'!l:~ ~
d
i
re o
il figlio per tutto il giorno e
comporta male , il genitore si sente
cattivo e in colpa se si mette imme-
diatamente a stabilire dei limiti.
D'altra parte nell 'importante que-
stione dei limiti la madre e il padre
devono lavorare insieme, come
una squadra . Questo può avvenire
solo se essi si nutrono a vicenda di
intimità, affetto e comprensione .
Molti genitori non si occupano dei
figli solo perché non si occupano di
loro stessi.
La buona disciplina è preventi-
va : i genitori devono essere chiari
e precisi , perché la disciplina è fon-
te di sicurezza. Devono decidere in
anticipo quale aspetto specifico
desiderano che il bambino modifi-
Anche il gioco della vita
ha le sue regole ...

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
chi , cercando di essere concreti e
non astratti. Non serve a niente di-
re a un bambino di essere ordinato.
Bisogna spiegargli che deve racco-
gliere le costruzioni prima di uscire.
I genitori devono dire al bambino
che cosa esattamente vogliono da
lui e mostrargli come farlo. Devono
lodare il comportamento corretto e
continuare a gratificare i figli che si
comportano bene, finché la discipli-
na esteriore non si trasforma nel
"piacere dell'autodisciplina". I bam-
bini imparano soprattutto prenden-
do a esempio coloro che li circon-
dano. La moralità nasce dal cerca-
re di essere simili a un adulto che
essi ammirano . I genitori devono
proporsi con decisione come
adulti di riferimento , guide, soste-
gno , rifugio , modello. Anche Gesù
disse ai suoi discepoli : "Imparate
da me! ". Per questo la disciplina
richiede presenza .
L'OBBEDIENZA
NON È PIÙ UNA VIRTÙ
. Cominciava così un bellissimo recital sulla figura di
don Lorenzo Milani, che tanto fascino ha esercitato
nel periodo della mia formazione giovanile.
I genitori non devono aver pau-
ra di chiedere troppo ai figli. De-
vono fornire obiettivi di ampio re-
spiro : i bambini devono sentire
l'entusiasmo dei loro adulti di riferi-
mento adulti per la bellezza e la
grandezza della vita in tutti i suoi
aspetti. Il rischio è che le regole
che i genitori attuali contrattano o
anche impongono al figlio siano
addomesticate, familiari , legate alla
specifica età, adattate al tempera-
mento del bambino. Si tratta quindi
di regole semplici e personalizzate,
senza alcuna ambizione di definire
il giusto e l'ingiusto , ma solo l'op-
portuno e l'inopportuno , ciò che fa
contenta la mamma e ciò che la
scontenta, rendendola ansiosa o
pericolosamente depressa.
Questa è una scelta importante e
gravida di conseguenze , poiché la
famiglia comincia a costruire regole
per la propria manutenzione e ces-
sa quasi del tutto di trasmettere al
figlio i valori della storia e del sa-
cro . La famiglia avvia una produzio-
ne legislativa di basso profilo cultu-
rale e valoriale ma molto pratica,
tanto da riuscire ad organizzarsi
così bene dal punto di vista delle
relazioni interne da garantire una
serena convivenza con i figli fino a
quando hanno più di trent'anni , bat-
tendo tutti i record delle famiglie dei
decenni precedenti sia in Italia sia
all 'estero.
O
La buona disciplina è preventiva ...
I genitori devono proporsi come adulti di riferimento.
Erano gli anni immediatamen-
te a ridosso del '68 ed io
provavo una straordinaria
sintonia con l'idea che l'obbedienza
non solo non possa essere consi-
derata una qualità positiva, ma
addirittura debba essere considera-
ta una tentazione subdola, perché
azzera le risorse della responsabi-
lità personale.
Partendo da questo presupposto ,
ho sviluppato gradualmente una
forte allergia alla logica della disci-
plina, nonostante rivelassi nel rap-
porto con i miei genitori una grande
disponibilità al rispetto delle regole
e delle norme piuttosto rigide che
allora regolavano la vita familiare.
Divenuta a mia volta madre,
mi è rimasta dentro una grande
perplessità nel dover chiedere ai
figli di adeguarsi a uno stile di com-
portamento che in qualche modo
poteva essere imposto dall'esterno.
Nello stesso tempo, però, avvertivo
che essi avevano una grande fame
di amore, ma anche un certo biso-
gno di disciplina. Le regole erano in
qualche modo per loro fonte di si-
curezza, antidoto alla paura di sba-
gliare e di non sentirsi accettati . A
questo non potevo non essere sen-
sibile: nessun genitore si sottrae al
confronto con i bisogni dei figli ,
può negarsi di fronte a invocazioni
educative espresse con assoluta
fiducia.
Di qui , il mio impegno per realizza-
re la quadratura del cerchio: come
dosare in modo opportuno amore e
disciplina, libertà e responsabilità,
autonomia e rispetto delle regole?
Prima esigenza: recuperare
dentro di me il senso dell'autore-
volezza , per evitare atteggiamenti
autoritari. Su questo fronte, era ine-
vitabile che sbattessi il naso su una
verità scomoda: la credibilità uno
non se la può dare da solo, ma gli
deve essere riconosciuta come
qualcosa di evidente negli atteggia-
menti e nei comportamenti abituali.
I figli , ovviamente, si dimostrano
ipercritici al riguardo , ma sono an-
che pronti a fare credito alla buona
fede dell'amore materno; il proble-
ma non è farsi scoprire in momenti
di debolezza o di errore , ma sba-
gliare di proposito per difendere i
propri interessi o tentare di barare
sulle interpretazioni un po' labili del
ruolo di genitore.
BS MARZO 2002

4.6 Page 36

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Secondo impegno: sforzarmi
di motivare ogni richiesta , di
spiegare le mie "pretese", affinché
i figli comprendano che le richie-
ste dell'adulto non sono un abuso
di potere , ma un faticoso allena-
mento per educare i bisogni e le
disponibilità dei ragazzi , per orien-
tare le loro scelte ed esperienze,
per renderli più esigenti con se
stessi . In questo compito , non è
permesso nessun alibi: manca~za
di tempo , stanchezza, difficoltà
comunicative non ci esonerano
dalla responsabilità di rendere
comprensibile ai figli il perché di
quel che stai c;hiedendo loro . Può
non piacere, ma è una verità fon-
damentale: la maturazione di una
persona avviene proponendo e
non imponendo qualcosa.
Terza scelta, la più scomo-
da: accettare il rischio che i figli
si ribellino quando non condivido-
no le regole e che rivendichino la
possibilità di partecipare alja loro
eventuale ridef inizione . E una
situazione dura da buttar giù, ma
bisogna portarne il peso, perché i
giovani possano continuare ad
usare la testa mentre cercano di
interiorizzare le regole che la
realtà esterna mette loro dinanzi .
L'autonomia resta un obiettivo
prioritario della crescita, soprat-
tutto quando un ragazzo vive in
bilico fra dipendenza e indipen-
denza.
Ultima scoperta: nella rela-
zione educativa fra genitori e
figli , il rispetto delle norme è un
mezzo, non un fine . Un atteggia-
mento rigido non aiuta i ragazzi a
scoprire che la vita chiede autodi-
sciplina, ma anche flessibilità, di-
sponibilità, tolleranza. La richiesta
di obbedienza può diventare mol-
to stupida, se non aiuta a svilup-
pare l'intelligenza e l'amore verso
la realtà in cui si vive e le perso-
ne con cui si convive. Questi at-
teggiamenti , peraltro, non si pos-
sono improvvisare : sono il frutto
maturo di una ricerca di armonia
interiore che impegna per tutta la
propria esistenza. Forse è questo
ciò che noi adulti dobbiamo testi-
moniare ai nostri figli , senza ten -
tennamenti e senza indossare
maschere di alcun tipo.
D
MA RZO 2002 BS
FAMIGLIA
SALESIANA
di Julio Olarte
HH.SS.CC.
li loro fondatore è un salesiano, don Luigi Variara (1875-1923),
che presto sarà proclamato beato da Giovanni Paolo Il.
La congregazione, nata in un villaggio colombiano, si occupa
dei poveri, degli emarginati, dei malati.
FIGLIE DEI
SACRI CUORI
DI GESÙ E DI MARIA
Sono molto conosciute in Italia
nell'ambito salesiano perché co n
deli catezza matern a si p rendo no
cura dei sa lesian i ammalati e non
più autosufficienti a Torino-Valsali-
ce, e presso l' inferm eri a dell a Pon-
t if icia Uni ve rsità Sa les iana (UPS).
Sono state proprio loro a prendersi
cura co n asso luta dedi zio ne degli
ult imi due Retto ri M aggiori , Don
Egid io Viganò e Don Juan Vecc hi,
nel corso de ll a loro non breve
malattia. A Viarigi (Prov. Asti), luo-
go natio del loro fondatore, aprono
un'opera pastorale.
La loro fondazione avviene in
Colombia nell e ci rcosta nze più
avverse, in un vill aggio ca ldissimo
e secco, chi amato "Agua de
D ios". erano racc hi us i co me in
un campo di co nce ntramento, cir-
cosc ri tto da f il o spi nato, la mag-
gio r pa rte dei lebbros i de l paese,
mo lti accompagnati da fa mili ari
sa ni . Il diciann ovenne chi eri co
Luigi Variara fu condotto da l
fa moso do n M ichele U ni a per
prendersi cu ra de i ba mbini orfa ni
e lebbros i. La "c ittà de l do lore",
co me era chi amata, si co nvertì
nella "città della speranza" .
Ispirato alla devozione del
Sacro Cuore di Gesù e all ' espe-
ri enza di do n Andrea Be ltram i,
giova ne sa lesiano che visse fino in
fo ndo il motto " Lavoro e Tempe-
ranza", anche se inab il e pe r un a
grav iss ima forma t isi, don Lui gi
fondò un'originale co ngregazione,
co mposta di suore sa ne e lebb ro-
se. Era iI 7 maggio 1905. Q uesta
pec ul ia ri tà semb ad alcun i un a
pazz ia da fa r sparire, ragione che
portò anche a dover fa r entrare le
novizie sane di nascosto, tag liando
di notte i fili sp inati della siepe di
confin e. Fin almente potero no
espa ndersi fuori de l lebbrosa ri o e
anche della Co lombia, affermando-
si nella pastorale dei malati e nella
pastorale giova nil e che avevano
vissuto nella loro prim a opera: I' A-
silo Mi chele Unia, per orfa ni leb-
bros i. Oggi sono 375 suore in 11
paesi d'Ameri ca, Europa e Africa.

4.7 Page 37

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BS MARZO 2002

4.8 Page 38

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
ORATORI di Serena Manoni
XXI SECOLO
...Comela~OSTKRlAltDrAa
elaCHIESAi
·convegno
Un convegno con centinaia di re-
sponsabili degli oratori. Perché?
C'è qualche problema?
.(Maggi) Cambiando i tempi, i
:
modi
ogru.
di vivere, le
gi.orno, e' necess
acno.noduiznionn.pi end-i
: samento, e un rilancio. Partecipano
anche dei giovani, e q'-!_esto obbliga
a risposte pertinenti. E, insomma,
un corso di formazione, per essere
educatori del m millennio.
tra la strada e la chiesa dice bene
l'immagine dell'oratorio che so-
gniamo, con un progetto, una comu-
nità e delle persone che attuino il
progetto e gli diano continuità. Un
progetto scritto da tutti, chiaro, pos-
sibile che superi sia i particolarismi
dell 'individuo che i freni della co-
munità. (Maggi) Del resto l'oratorio
è parte integrante del progetto della
Si legge che i giovani di oggi amino
mla notte, la domenica allo stadio,
gli SMS al cellulare, il capo di
biancheria griffato, la moto, la
navigazione virtuale, le chat fine.
Queste situazioni del tutto inedite
sono presenti in un convegno di
questo genere?
(Sigalini) Sono molto presenti ,
anche perché nelle stesse relazioni
c'è scritto che un oratorio non ca-
blato non è un vero oratorio. Gli
spazi della vita dove i giovani spo-
stano tutte le loro energie non sono
quelli che prepariamo noi per loro,
ma quelli che loro si cercano e crea-
no di propria iniziativa; e gli educa-
tori non sono solo quelli che vengo-
no a lavorare nel gruppo coi ragazzi
I Salesiani di tutte le età al grande
forum: "Rilanciate gli oratorf'
di Collevalenza.
A Collevalenza, in due
turni, si è svolto il più
seduti attorno al tavolo, ma quelli
che stanno nei posti in cui i giova1ù
vivono. Così, dobbiamo riscrivere i
parrocchia in cui si trova; lo caratte-
rizza l'attenzione ai giovani, co-
grande raduno di sempre
per responsabili di
nostri progetti per l'oratorio, ma munque e dovunque, superando oratorio. Più di 600
anche per fuori l'oratorio ...
Che tipo di oratorio si vuole oggi:
l'oratorio/fortino chiuso in difesa
del "buono" che sopravvive, o l'o-
ratorio/agorà aperto al territorio e
a tutti i suoi problemi; l'oratorio
affidato alla buona volontà di un
individuo o a una comunità, l'ora-
ogni steccato territoriale, etnico, re-
ligioso, politico... Vero porte tra
l'istituzionale e l' inf01male. E tutta-
via perentorio chiarire problemi di
identità, modelli educativi, e spazi
espliciti di educazione al vangelo.
Pare che in Giappone esistano cor-
si di laurea per curare la "patolo-
persone tra salesiani e
laici hanno ascoltato
e dibattuto questo
appassionante tema.
Per la prima volta erano
presenti anche i giovani
torio parrocchiale o quello territo- gia da computer". Il computer e il salesiani in formazione.
riale; l'oratorio clericale o quello
laicale?
telefonino sono "luoghi" dei giova-
ni.. . Si sta affrontando questo
Abbiamo intervistato
(Spreafico) L' immagine del ponte tema?
alcuni responsabili.
1 MARZO 2002 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

4.9 Page 39

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Interessati e attenti i giovani
invitati a partecipare alla grande assise.
I
Tra il pubblico anche i salesiani in formazione;
saranno i veri protagonisti, insieme ai giovani ,
degli oratori targati XXI secolo.
(Sigalini) Lo hanno affrontato al- ranno i ragazzi stessi a risolvere i della propria camera. Per adesso è
l'oratorio gli stessi ragazzi. In di- problemi che noi non riusciamo a un grande strumento di comunica-
versi modi. Per esempio sono tornati risolvere. (Maggi) E tuttavia, dob- zione ... che va educato. (Spreafico)
m a riscrivere i giornalini , e non sono biamo sempre far sì che il gruppo si Dopo l ' 11 settembre, aver mandato
redazioni asettiche ma frutto di mai- incontri ancora, lanci messaggi di messaggi, riflessioni, pareri , ecc. via
ling Ji st su argomenti di forum, di aggregazione, interagisca con altri Internet ha ai utato a riflettere, inter- E.r.l
chat line, di SMS. Sono loro a crea- gruppi. C'è dunque da curare il dia- rogarsi. Dunque può essere un mez- :
re i siti degli oratori... C'è solo da
fare uno sforzo maggiore per fare
del web uno spazio che veicola an-
che i nostri elementi educativi. È un
cambiamento socio/antropologico
nel modo di essere del ragazzo che
non acquisisce più per memoria ma
per interattività. Allora non c più
solo un problema di trasmissione,
ma di invenzione tipica del metodo.
Su questo bisogna che lavorino la
catechesi, l'associazione, lo stesso
sport, ecc. E non c'è da temere, sa-
logo non solo virtuale, ma reale, c'è
da elaborare messaggi e fare espe-
rienze che si possano lanciare via
Internet. .. Insomma, il cortile si di-
lata a dismisura, diventa il mondo!
(Spreafico) Non è facile indubbia-
mente capire questo "nuovo mon-
do" per cui un passo in più per co-
noscere queste dinamiche e capirle
è da chiedere a tutti i salesiani e agli
educatori in genere.
Il Papa ha più volte lanciato l'ap-
pello a prendere in considerazione
l'etica in Internet. Il convegno ha
qualcosa da dire al riguardo?
(Sigalini) Credo che non sia un
problema specifico dell ' oratorio.
L'utilizzo di internet infatti sta inva-
dendo pub, bar, sale gioco oltre a
qualche oratorio, perciò va maturato
nella comunità cristiana. Ai morali-
sti chiediamo che ci aiutino a riqua-
zo che aiuta la morale a imporsi .. . :
Il discorso del pluralismo religioso
negli oratori oggi? .. .
(Sigalini) .. . Ci sono sempre di
più oratori che distribuiscono spazi
e orari a disposizione di giovani di
diversa estrazione religiosa. Più dif-
fici le è far convergere giovani verso
cammini di fede che riscrivano l 'e-
sperienza credente, anche per altri
che vorrebbero ascoltare la parola di
Cristo. (Maggi) Potremmo essere
aiutati da chi ospita più musulmani
che cristiani, come capita nelle case
salesiane del Medio Oriente. Gli
oratori dovranno prima o poi preve-
dere spazi di educazione secondo il
sistema preventivo. Ragione e amo-
revolezza sono cardini per tutti, Il
discorso religioso, ovviamente, è un
problema da studiare, essendo una
novità completa.
drare l'attenzione evangelica a que- Il gap generazionale tra salesiani e
sti elementi. Per adesso internet lo giovani influisce in un oratorio?
vediamo come uno strumento di (Maggi) Il problema non è di età,
mobilitazione mondiale dei giovani. è di mentalità, è dello stile con cui
Dal punto di vista etico, essendo ci si mette in mezzo ai giovani. Se
I L'autorevolezza dei relatori
e la rilevanza dei contenuti
sempre utilizzato in gruppo non uno è in ascolto . . . si può ascoltare
pone problemi come quelli che anche a 90 anni! E chi ascolta è
i
•••••••invitavanoa••prendere••appunti.••••••pone••quando••è utilizzatonel chiuso•••ascoltato!•••••••••••BS
MARZO
D
2002

4.10 Page 40

▲back to top
,~.
CARITÀ PEDAGOGICA
di Francesco Casella
Dicevamo delle
numerose richieste a
Don Bosco da parte di
parroci e vescovi, ma
anche di autorità civili e
di estimatori entusiasti,
perché aprisse opere a
favore della gioventù.
Qual era il segreto di
questo successo?
Certamente il suo genio.
Ma è fuor di dubbio che
lii uno dei fattori
determinanti fu quella
che potremmo definire
"carità pastorale" o,
più salesianamente,
"carità pedagogica".
I Carità pastorale
è amare i giovani
per quello
che sono ...
L a carità pastorale inclina ad
amare il giovane, qualunque
sia lo stato in cui si trova, per
portarlo alla pienezza di umanità
che si è rivelata in Cristo, per dargli
la coscienza e la possibilità di vive-
re da onesto cittadi no come fig lio di
Dio. Il Rettor Maggiore don Juan
Vecchi descrive così la carità pasto-
rale:
"La carità pastorale comprende
tutto il servizio della Chiesa all ' uo-
mo: ann unciare il vangelo, promuo-
vere le persone, animare la comu-
njtà, compiere le opere di misericor-
dia corporali e spirituali. Il Concilio
la propone come via di santifi cazio-
ne a coloro che intendono coinvol-
gersi intensamente nella missione
della Chiesa: vescov i, sacerdoti, re-
ligiosi di vita attiva, laici impegnati.
MARZO 2002 BS
G1l,i. atteggiament,· sono:
l~~:untro con il giovane ;
, c,a ne, giovani;
I amore manifestato2
Conse_guentemente .
la pratrca richiede·
la predilezione p · · .
l'accog1·1enza· er I giovani,·
la creazione di u
.
umanità
n ambiente "ricco di
il rapport~ educativo personale3
La carità pastorale salesiana ha
un 'altra determinazione più precisa
che non la restringe, ma la definisc~
meglio: è una carità pedagogica. E
un amore che sa creare un rapporto
educativo: si esprime sull a misura
dell'adolescente e del!' adolescente
povero che deve essere aiutato ad
aprirsi, a scoprire la ricchezza della
vita, a crescere. Per questo adole-
scente povero, a vo lte scarso di co-
raggio , di educazione, di parole e di
pensiero, la carità del salesiano
deve diventare s,egno legg ibile del-
1'amore di Dio. E dunque una carità
che sa arrivare agli ultimi, ai più
umili , a co loro che hanno maggiori
difficoltà.
La carità pedagogica dimostra ar-
dore, ma anche tatto , buon senso,
misura e affetto. In una parola, sag-
gezza paterna che insegna ad af-

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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frontare la vita. Il patrimonio di ri-
flessione ed esperienza su questa
forma di carità è espresso nelle co-
stituzioni [Costituzioni SDB 20;
Costituzioni FMA 7, 66] con queste
parole: "Guidato da Maria che gli fu
Maestra, Don Bosco visse nell ' in-
contro con i giovani de l primo ora-
torio un 'esperienza spirituale ed
educativa che chi amò Sistema Pre-
ventivo". Era per lui un amore che
si dona gratuitamente, attingendo
alla carità di Dio che previene ogni
creatura con la sua Provvidenza,
l'accompagna con la sua presenza e
la salva donando la vita" 1.
ATTEGGIAMENTI
E PRATICA
La carità pastorale oltre ad esigere
alcuni atteggiamenti, richiede una
pratica adeguata che la rende visibile.
Schematicamente potremmo espri-
merla così:
La carità pastorale fa intuire e ali -
menta le energie che Don Bosco
riassume nel trinomio: "ragione, re-
ligione, amorevolezza".
I Don Bosco esprimeva gli obiettivi
della sua pedagogia con parole
incisive: allegria, studio, pietà,
lavoro.. .
Don Bosco attribuiva molta importanza agli aspetti umani
e alla condizione storica del ragazzo.
I PILASTRI
DEL SISTEMA
La ragione
II termine ragione sottolinea, se-
condo l'autentica visione dell ' uma-
nesimo cristiano, il valore della per-
sona, della coscienza, della natura
umana, della cultura, del mondo de l
lavoro, del vivere sociale, ossia di
quel vasto quadro di valori che è
come iI necessario corredo dell ' uo-
mo ne ll a sua vita fa miliare, civile e
politi ca.
Don Bosco attribuiva molta im-
portanza agli aspetti um ani e all a
condi zione storica del soggetto: all a
sua libertà, alla sua preparazione
all a vita e ad una profess ione, al-
l' ass unzione delle responsabilità ci-
vi li , in un clima di gioia e di gene-
roso impegno verso il prossimo.
Egli esprimeva questi obiettiv i con
parole incisive e semplici, quali "al-
legria", "studio", "pietà", "saggez-
za", "lavoro", "umanità".
In sintesi " la ragione", a cui Don
Bosco crède come dono di Dio e
come compito inderogabile dell 'e-
ducatore, indica i valori del bene,
nonché o-li obiettivi da perseguire, i
b
.
mezzi e i modi da usare. La "rag10-
ID ne" invita i giovan i ad un rapporto
di partecipazione ai valo ri compresi
e condi visi . Egli la definisce anche
"ragionevolezza" per q~1el ne~es~a-
rio spazio di comprens10ne, d1 dia-
logo e di pazi enza inaltera?ile in c~i
trova attuazione il non fac ile eserci-
zio della razionalità.
Oggi occorre la visione di un 'an-
tropologia aggiornata e integrale, li -
bera da rid uzionismi ideologici.
L'educatore, oggi, deve saper legge-
re attentamente i segni dei temp i per
indiv iduare i va lori emergenti che
attrao-gono i giovan i: la pace, la li-
bertà, la giu stizia, la comun ione e la
partecipazione, la promozione della
donna, la so lidarietà, lo sviluppo, le
urgenze eco logiche, la pl uralità del-
le culture, la pace e la convivenza
tra etnie diver e, l'impegno contro
lo sfruttamento di qualunque tipo
dei minori e contro le nuove forme
di schi avitù4.
( continua)
1 J. VECCHI , Spiriwalità salesiana, pp. 107-108.
2 J. VECCHJ , Spiritualità salesiana, pp. 109-1 16.
3 J. VECCHI, Spiritualità salesiana, pp. 11 6- 124.
4 GIOVANNI PAOLO, l uvenum Patris, 11 . 10.
BS MARZO 2002

5.2 Page 42

▲back to top
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
I
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule :
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" .. . Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o ali 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di € ... o titoli , ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
neral e Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in .. .
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsias i titolo, per i
fini istituzionali dell 'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testame/llo deve essere seri/lo per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pi sana, 1111
001 63 Roma-Bravetta
Tel. 06.656 12678 - Fax 06.6561 2679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Vi a M ari a Au siliatri ce, 32
IO152 Torino
Tel. OIl .5224247-8 - Fax O11.522425 I
C.C.P. 28904100
MA RZO 2002 BS
...,J I NOSTRI MORTI
CALGARO suor Rina,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Padova, il 02/01 /200 1, a 78 anni
Suor Rina nella sua infanzia e giovinezza
non conobbe il padre che emigrò in Ar-
gentina prima della sua nascita. Visse con
la madre, donna semp lice e laboriosa, e
conobbe le FMA quando lavorò presso i
salesiani di Verona. Prestò la sua opera
preval entemente nelle case salesiane
come cuc iniera. Nel 1972, desiderosa di
conoscere il padre , andò in Argentina e
con l'aiuto delle FMA di quella terra, lo rag-
giunse e tornò felice con lui. Dopo quindici
mesi , il padre mancò improvvisamente.
Queste esperienze affinarono la sua sensi-
bilità, il suo bisogno di amicizia e la capa-
cità di attenzione verso gli altri . Amava le
cose belle. Quando fu colpita dal male,
continuò a riempire le sue giornate dedi-
cando le energie a lavori di cucito, in cuci-
na, prodigandosi anche a confezio nare
indumenti per bambini che metteva a
disposizione del Centro "Aiuto alla Vita".
BARCO BOTTAZZI Adelina,
cooperatrice salesiana,
t Alessandria, il 13/06/2001 , a 80 anni
La sua vita è stata una testimonianza di
fede e di carità. La sua fede era supportata
dalla preghiera intensa, continua; il suo era
un contatto diretto e quotidiano con
l'Eucarestia. La carità era il suo stile di vita,
sempre dispon ibile , attenta, pronta a stu-
pirsi per le cose belle che la vita le offriva.
Senz'altro la ricorderemo per il suo sorriso
che sostituiva le parole e infondeva sere-
nità e coraggio . Il suo amore per Don
Bosco e la sua devozione a Maria
Ausiliatrice l'hanno accompagnata e soste-
nuta. Sempre rimarrà nei nostri cuori
come, siamo certi, noi siamo stati nel suo.
FILIPPINI ILLARE Elisa,
mamma di un salesiano,
t Solbiate Olona (VA) , il 15/09/2001 ,
a 95 anni
Devotissima di Maria Ausiliatrice e di Don
Bosco , ha lasciato un esempio di grande
disponibilità e altruismo. La comun ità sale-
siana di Torino/Valdocco, nei periodi estivi
dal 1966 al 1972 a Les Combes e la par-
rocchia di Roma - Santa Maria de ll a
Speranza - dal 1977 al 1994 hanno godu-
to della sua presenza familiare e discreta,
della sua umile disponibilità e della sua
laboriosità. Ha passato in serena accetta-
zione gli ultimi quattro anni della sua vicen-
da terrena, amorosamente assistita dai figli
e dalle cognate.
va un direttore di spirito e un formatore
d'eccezione. Umile , amava non comparire ,
ma là dove interveniva lasciava l'impronta:
questo suo modo quasi nascosto di agire
ha formato generazioni di giovani. Dove è
passato ha lasciato il rimpianto di averlo
perduto. Non ha mai perso la serenità del
vo lto e del tratto, nemmeno durante l'ulti-
ma malattia, che ha affrontato con la con-
sapevolezza dei veri credenti.
CECCHITELLI sac. Domenico,
salesiano ,
t Civitanova Marche Alta (MC) ,
il 09/11 /2001 , a 89 anni
Entrò in congregaz ione negli anni tra la
beatificazione (1929) e canonizzazione
(1934) di Don Bosco, con una scelta matu-
rata con ponderazione attenta e portata
avanti con serena decisione. Aveva 18
anni . "Ha vissuto il sacerdozio secondo il
carisma di Don Bosco, lavorando per i gio-
vani e tra i giovani , donando alla gente un
lavoro apostolico sereno e gioviale, con-
servando profondi legami con i suoi paren-
ti, offrendo a Dio con serenità e speranza
la sua lunga malattia". Giovane sacerdote,
esercita il suo carisma salesiano e la sua
professionalità di maestro elementare con i
fanciu lli della V elementare a Macerata e
ad Ancona, poi all 'Aquila. È cinquanten ne
quando viene inviato a lavorare in parroc-
ch ia come viceparroco. Sarà il suo lavoro
apostolico in varie parrocchie fino al rico-
vero nella Casa di riposo. Una forma pro-
gress iva di paralisi degli arti inferiori lo
aveva via via condizionato nel suo servizio,
peraltro sempre costante, umile e sorriden-
te. Appoggiato alle sue stampelle o su lla
sua carrozze lla restava sereno e diffonde-
va serenità. Fino alla fine . Anche quando
la sclerosi aveva ormai portato avanti i suoi
guasti , dalle sue labbra si poteva solo
ascoltare , notte e giorno , l'invocazione
della "mamma" e la presenza delle amabili
suore . Ci lascia la testimonianza della bea-
titudine degli ultimi , dei miti , dei servi silen-
ziosi e fedeli.
Venuta la ser_a d_i .
quel giorno ~esu disse.
"Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)
MURARO sac. Angelo, salesiano,
t Castel di Godego (TV) , il 30/06/2001 ,
a 81 anni
Il giudizio per l'ammissione al presbiterato,
"Assai buono e interiormente sano", è la
sintesi di tutta la sua vita sacerdotale e reli-
giosa. L'ha vissuta in mezzo alla gente
come incaricato di oratorio, parroco , diret-
tore, sempre accogliendo e orientando tutti
quelli ch e chiedevano il suo consigl io. Il
parlare semplice ma "sostanzioso" ne tace-

5.3 Page 43

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LA GIORNATA
La data della "giornata della
donna ", 1'8 marzo , non è casuale.
Nell'inverno del 1908, a New
York, in una fabbrica tessile dove
lavoravano molte donne, un in-
cendio (forse provocato dal pro-
prietario , come ripicca per uno
sciopero) uccise 129 operaie. Ne-
gli anni, la giornata ha contribuito
a valorizzare il ruolo della donna.
Oggi , a parte i mazzetti di mimo-
se venduti dai fiorai, è andato
perduto il significato della ricor-
renza ...
LUNARIO & AlTAO
.• Il 1° marzo il Sole sorge alle
6.48 e tramonta alle 17.58 ; il 15,
alle 6.25 e alle 18.13. Luna nuova
il 14, piena il 28. Il 21 è equinozio
di primavera.
Marzo è il mese per arare , van-
gare e seminare, badando alla luna
calante. Dal 2 al 13 imbottigliare i
vini dolci; dal 22 al 30 marzo quelli
frizzanti. Verdura del mese : aspa-
ragi, broccoli , carciofi, carote , ca-
volfiori , cavoli , cime di rapa, cipolle,
coste , finocchi , patate, porri , rape,
sedano, spinaci. Frutta : arance, li-
moni, mele e pere.
La Quaresima richiama digiuno
e astinenza: un tempo i contadini
dicevano che era quaresima tutto
l'anno . Attorno al 19 marzo non
mancava mai qualche perturbazio-
ne climatica , tanto che in alcune
località di parlava di "burrasca di
Sant'lseppo" [Giuseppe). Quest'an-
no, Pasqua è "bassa", cade il 31 .
Il FIORE
La margherita , pianta perenne
delle composite, comune nei prati,
segna l'arrivo della primavera. Il
fusto può arrivare a 80 centimetri
d'altezza. Un 'antica tradizione
vuole che si possa avere la rispo-
sta a un certo problema, staccan-
do i petali bianchi ad uno ad uno,
accompagnandovi una filastrocca
a domande alterne: celebre il
"m'ama, non m'ama!'
IERI ACCADDE
3 marzo 1923: negli Usa, esce il
primo numero del settimanale
Time.
7 marzo 1991: in Puglia sbarcano
i primi 15 mila profughi albanesi.
9 marzo 1857: a Mondonio ,
muore san Domenico Savio.
12 marzo 1930: in India, Gandhi
organizza la "grande marcia del
sale" contro il monopolio inglese ;
12 marzo 1939: è eletto papa
Pio Xli , Eugenio Pacelli.
14 marzo 1937: enciclica Mit
brenneder Sorge di Pio Xl , contro
il nazionalsocialismo e l'antisemiti-
smo .
15 marzo 1971: alle elezioni
indiane, trionfa Indira Gandhi.
15 marzo 1990: Gorbaciov è elet-
to presidente dell 'Urss.
16 marzo 1978: sequestro del
presidente della DC, Aldo Moro,
assassinato il 9 maggio dalle Bri-
gate Rosse che in quell'anno uc-
cidono altre 28 persone.
18 marzo 1983: muore Umberto
Il, ultimo re d'Italia.
20 marzo 2000: Giovanni Paolo
Il al Muro del pianto , a Gerusa-
lemme
22 marzo 1935: la Persia assu -
me la denominazione di Iran .
22 marzo 1946: la Trangiordania
diventa indipendente col nome di
Giordania.
23 marzo 1943: attentato di via
Rasella a Roma e rappresaglia
alle Fosse Ardeatine .
27 marzo 1968: muore in volo il
russo Juri Gagarin , primo uomo in
orbita attorno alla Terra.
29 marzo 1967: enciclica Popu-
lorum progressio di Paolo VI.
LA LENTE
Tra le serie ancora a tema natali-
zio, quella delle isole Bahamas
raffigura dipinti di Peter Paul Ru-
bens. L'Ordine di Malta propone
un tuffo nel passato con quattro
dentellati dedicati a sue antiche
uniformi e costumi . La Svezia
ricorda la spedizione antartica,
compiuta un secolo fa . Le poste
(cinesi) di Hong Kong , invece,
sottolineano che il 2002 è l"'anno
del cavallo". Le isole inglesi Cay-
man , infine, dedicano cinque fran-
cobolli ad altrettante organizzazio-
ni non-profit locali.
LE MOSTRE
A Torino , al Museo Accorsi , sino
al 17 marzo, Vittorio Amedeo Ci-
gnaroli. Un paesaggista alla Corte
dei Savoia e la sua epoca. A Mi-
lano , nei Chiostri di Sant'Eustor-
gio, è aperto il Museo Diocesano
con le collezioni delle raccolte
arcivescovili , di varie chiese e di
privati. A Padova , nel Palazzo del
Monte, sino al 7 aprile, Alle radici
dell'euro - L'albero genealogico
della nuova moneta. A Roma , alla
Galleria comunale d'Arte Moderna,
sino al 31 marzo , Mario Schifano
Tutto , omaggio all 'artista scom-
parso nel 1998.
8S MARZO 2002

5.4 Page 44

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SANil
LUIGI VERSIGLIA E
CALUSiO CARAVAR\\0
a fumetti
FATE USCIRE
LE VOSTRf MO~LI.
ON SON
TRE MOGLI.
ENTESSI:.
A J:ATTO .NU
. PfRCHE'CJ
PRIGIONIE
MONS . VE=RS/GUA E DON CARA-
VARIO .SOSPETTANO CJIE IL
P!Af/0 DEI BANDITI SIA DI POR-
TARE VIA NON SOLO I SOLDI,
MA ANCHE LE RA~AZZE, E SI
PIAZZ.ANO RISOLOTAfl,fENTE Ali.A
f'ORTA DEL.J.A BARCA . I BANDITI
ALLORA DEC-1 CONO DI f>A.R FUOG:J
ALI.A BAR.C,A . MA VERS!tiLIA
E CARA VARIO RIESCONO A
sPEC,NERE JL FUOClJ, I 8ANDm
SONO INFURIATI, E COLPISW-
NO I DUE MISSIONARI COM IL
CALCIO DEI FVC,/L/, SENZA PtE-
TA\\ 5EMPRE Più FORTE, FIN-
CHE. I DUE, SFINfTI, CASCANO
A TERRA !N'ANIMATI,
Sl~NORE
PEROONALI, P
NON SANNO
LO CHE FAN
MARZO 2002 BS

5.5 Page 45

▲back to top
TERRA, ..
CONTIN
Joseph Au, Pier Bertone, Michele Ferrero
I BANDITI RléSCO/v'O A f:;N-
TRARE NELLA BARCA.MONS.
VERS/4LJA, ''BUON PASTORE"
IN MEZZO A-I LJ.JPJ, VUOLE.
PROTE44ERE IL SUO C.RE<;~E.
DA PR/NCIPto I BANDITI
CERCANO !NUTILMl=NTE DI
CONV!lvCERE LE RAC:A~ A
SECiUl~L/ <XJN e,()ONE PARO-
LE, POI DECIDONO DI SPIN-
GERLE. RJ0/21 DALLA BARCA
CON t=ORZ.A.

5.6 Page 46

▲back to top
I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
È STATA
ACCANTO A ME
All 'età di ventinove anni un'oc-
clus·ione intestinale mi costò
ben due atti operatori nel volge-
re di una settimana. Poi le mie
condizioni si andarono aggra-
vando per un diffuso processo
infettivo , cosicché ero ormai
prossimo alla fine. Fu allora che
ricevetti dalla mia prima mae-
stra - suora salesiana - una
preghiera composta da suor
Maria Romero. Incominciai a
pregare con grande fede, invo-
cando la sua intercessione.
Come prima grazia ottenni di
uscire vivo da quell'ospedale in
cui avevo visto in faccia la
morte; ma in conseguenza degli
interventi subiti sopravvenne
un'ernia addominale postopera-
toria, estesa a tutta la linea
mediana . La mia salute ne
risentiva con crisi sempre più
ravvicinate e pericolose. Dovetti
allora ricorrere a un centro
medico negli Stati Uniti, pregan-
do suor Maria perché non mi
lasciasse mancare la sua assi-
stenza, soprattutto durante i
dolorosissimi esami. Un giorno,
mentre in barella attendevo il
mio turno , udii una voce: "Non
preoccuparti , non sentirai dolo-
re". Mi volsi indietro per vedere
chi mi parlava, ma ero assoluta-
mente solo. Di fatto , per quell'e-
same non ebbi a soffrire che un
lieve disagio e null 'altro. Dopo
l'intervento , mentre nella mia
camera ero solo con i miei pen-
sieri , colto da un momento di
sconforto, mi stavo chiedendo
perché non passasse mai un
sacerdote ... Non erano trascor-
si che pochi secondi , e mi trovai
vicino un prete al quale potei
parlare come desideravo, non
senza una forte emozione per la
coincidenza. Era un'altra delica-
tezza del buon Dio per interces-
sione di suor Romero.
Roger ZtJfiiga, Miami (USA)
quindicina di minuti; dopo però
avverte macchie oscure e altri
disturbi visivi. Si rende conto di
non poter più leggere, perché la
zona buia occupa il centro della
retina e copre più di una parola
in ogni riga della pagina. Se
guarda la mamma, non riesce a
scorgerne che i capelli: il viso è
un'ombra scura. Le visite spe-
cialistiche non fanno che confer-
mare il danno irreversibile: un
lieve miglioramento si può spe-
rare , solo se si riesce ad arre-
stare il processo di enfiagione
infiammatoria in corso. Ma è più
probabile che il danno si esten-
da. Dal punto di vista clinico, la
ragazza è dichiarata "legalmen-
te cieca". Alla mamma, venuta a
scuola per presentare il caso ai
professori , parlai di suor Rome-
ro, e le suggerii di invocarne
l'assistenza. La signora mi disse
poi che la preghiera composta
da suor Maria - che io avevo
tradotto in inglese per lei - le
aveva ridato pace, infondendo-
le nuova fiducia e speranza di
vedere la guarigione, nonostan-
te le precise affermazioni dei
medici sulla scientifica impossi-
bilità di un tale evento. Mentre
insieme con me la mamma ini-
ziava la pratica dei "quindici sa-
bati", raccomandata da suor
Maria, pregavamo perché gli
occhi di Wendy migliorassero ,
anzi guarissero. Poco prima di
Natale accadde che Wendy ri-
cuperasse capacità visiva ...
addirittura più di quanta ne
avesse prima dell'incidente.
Infatti era stata controllata pochi
giorni innanzi dall'oculista e non
aveva ancora provveduto a
cambiare gli occhiali secondo la
prescrizione. Ed ora non era più
necessario, le servivano perfet-
tamente gli occhiali precedenti.
Marta E. Canas Winston,
Salem (USA)
SALVI MIA FIGLIA
E MIO FRATELLO
ERA "LEGALMENTE
CIECA"
Il fatto risale agli ultimi mesi del
1993. Wendy, studentessa sedi-
cenne, nel mese di ottobre si
trattiene a fissare il sole per una
La mia figlioletta Silvia cadde da
un 'altezza di 4 metri. Portata
all 'ospedale priva di sensi , il
medico si mostrò preoccupato:
commozione cerebrale e rottura
del femore. Se si fosse riavuta
dalla commozione cerebrale ,
avrebbe avuto una lunga de-
genza per il femore. Presi l'im-
maginetta del venerabile Arte-
mide Zatti e cominciai una no-
vena . Con sorpresa dello stesso
medico, la bambina si riebbe il
giorno dopo dall 'emorragia
cerebrale e, ingessata, poté tor-
nare a casa, guarendo rapida-
mente. Mio fratello, colto da em-
boli a, secondo il parere del
medico era in fin di vita. Ne fui
MARZO 2002 8S
Suor Maria Romero.
PROTEGGE LA
NOSTRA FAMIGLIA
Nella nostra famiglia dobbia-
mo a suor Maria Romero mol-
ti preziosi favori; vogliamo se-
gnalarne due . • Un nipote, ul-
traqu aranten ne, nel luglio
scorso fu colto da una crisi
convulsiva di tipo epilettico
dovuta - secondo i medici - a
un tumore cerebrale del volu-
me di un'arancia. L'operazio-
ne, inevitabile e urgente , era
ad alto rischio di conseguenze
paralizzanti. Nel volgere dei
,
B. Maddalena Morano B.GiuseppeKowalski
informato per telefono da mia
cognata. Andai a visitarlo e lo
trovai senza sensi e con il ranto-
1o dell'agonia. Subito comin-
ciammo una novena ad
Artemide Zatti, e la continuam-
mo per 15 giorni. Quando telefo-
nai a mia cognata ebbi la gioia
di sentire che il giorno prima mio
fratello si era risvegliato come
da un lungo sonno e sorridendo
aveva detto che si sentiva bene.
Ringraziamo insieme il caro
santo infermiere della Patagonia
e preghiamo di pubblicare la
grazia.
Maria A. Di Giuliano,
Santa Fe (Argentina)
SALVA MIA
NIPOTINA
La mia nipotina , di quattordici
mesi , fu presa da convulsioni
terribili. Piena di fiducia nell 'in-
tercessione del venerabile Arte-
mide Zatti , presi una sua imma-
pochi giorni necessari alla pre-
parazione , il tumore risultò
ulteriormente accresciuto, co-
sicché ci appellammo all'inter-
cessione di suor Maria. I medi-
ci poterono rimuovere tutta la
massa tumorale , constatando
con stupore che il male aveva
lasciato indenni i nervi. Dopo
le immancabili sofferenze della
convalescenza il nostro con-
giunto si riprese, rapidamente ;
ora è tornato alle sue normali
attività senza accusare più
alcun disturbo. Da gennaio ha
ripreso anche la guida dell'au-
to. Una signora di 81 anni , da
tempo cagionevole di salute,
dovette essere ricoverata in
ospedale la scorsa estate per
occlusione intestinale di origi-
ne cancerosa. Sottoposta a tre
successivi interventi chirurgici ,
sperimentò l'efficace protezio-
ne di suor Maria Romero nel
superamento delle varie fasi
della chirurgia e nella convale-
scenza, che non solo non ri-
chiese alcun trattamento ra-
diochemioterapico , ma portò
la signora a un vero ricupero
di energie e di benessere ge-
nerale. Elogiata dai medici ,
risponde che il merito è tutto
della suora cui si era racco-
mandata.
Famiglia Zarruk, Miami (USA)
gine e la applicai al suo corpici-
no malato, e nello stesso tempo
cominciai a pregare con fervore
il caro infermiere della Patago-
nia. Ebbene, tre giorni dopo, tor-
nò tutto normale e ben presto si
ristabilì in piena salute. Il male
ai reni , pronosticato dai medici ,
scomparve con grande loro sor-
presa e mia immensa gioia.
Amelia Robledo de Nufiez,
San Juan (Argentina)
Ml OTTENNE
SALUTE E
LAVORO
Mi trovavo senza lavoro, ed ero
affranta a causa di forti dolori di
stomaco . Inutili le cure mediche.
In una piccola locanda chiesi se
avevano l'immagine di un santo.
Mi diedero quella del venerabile
Artemide Zatti. Cominciai una
fervorosa novena. Al nono gior-
no mi trovai senza dolori e con
l'offerta di un lavoro. Non ho
parole per ringraziare il caro in-
fermiere santo della Patagonia.
Paola Prieto,
Rio Quarto (Argentina)
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firm ate e senza r~caplto. S_u
richi esta si potra omettei e
l'indicazione del nome .

5.7 Page 47

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IMonsignor Ignazio Bedini
salesiano, arcivescovo di lspahan
(Teheran) dei Latini dal dicembre
1989, nominato quando era
direttore/parroco alla Consolata
di Teheran.
Monsignore, lei sta in una nazione musulmana. Ci si trova bene?
Assolutamente sì. Sono tra gente ospitale, cordiale, credente. In Iran
non sono un estraneo per nessuno, quasi quasi mi sento più estraneo a
Roma, dove la gente mi sembra più indifferente, più individualista...
Qual è la consistenza numerica e la situazione dei cristiani in Iran?
Su un milione e 645 kmq di supe1ficie vivono 65 milioni di abitanti ,
musulmani con un'infima minoranza di cristiani che raggiunge appena
le 100 mila unità.
A quanti riti appartengono?
Le minoranze non musulmane riconosciute sono gli zoroastriani, gli
ebrei e i cristiani dei vari riti e confessioni. In Iran sono presenti la
Chiesa Assiro/nestoriana, quella Armeno/gregoriana, quella cattoli-
co/latina, quella protestante nelle sue varie denominazioni, la Chiesa
Siro/caldea e quella Anneno/cattolica.
Come sono i rapporti tra cristia11i delle varie confessioni?
Ci sono annonia e intesa tra le varie rappresentanze religiose; ci si
aiuta a vicenda, più di quanto avvenisse prima della rivoluzione. I rap-
porti con i musulmani sono improntati al rispetto reciproco. Si respira
una certa aria di cambiamento. Il presidente Khatami è un musulmano
che vuole il rispetto di tutte le religioni, e questo crea un clima di
stima reciproca. La sua è, tuttavia, una carica di rappresentanza, un
po ' come quella del presidente italiano . ..
A quale dei due tronconi (sciiti/sunniti) appartengono i musul-
mani dell'Iran?
Agli sciiti, che sono anche nel sud del Libano, in Siria, nel sud del-
1'Iraq. I sanniti, successori dei califfi, sono per la stragrande maggio-
ranza nei paesi arabi .. . Gli iraniani sono persiani, non arabi.
Può dirci quali margini di libertà di culto si hamw iu Iran?
La legge riconosce il "diritto di culto" che significa poter pregare e
celebrare all'interno dei propri luoghi di culto. Pubblicamente non sono
consentite manifestazioni religiose. In Iran vige la legge islamica.
Lei è cittadino iraniano?
No. Non viene facilmente concessa la cittadinanza a stranieri, e le
chiese non sono ufficialmente riconosciute. I capi religiosi non musul-
mani sono considerati dei "datori di lavoro" e i preti i loro impiegati.
Gli spostamenti interni sono liberi, previo avviso al ministero compe-
tente.
È viva la religiosità nei giovani?
Molto. Hanno un gran rispetto della religione: al contrario dell 'Eu-
ropa, non si bestemmia, non c turpiloquio, è viva la presenza di Dio,
l'ora della preghiera scrupolosamente rispettata... I giovani iraniani
sono davvero "a modo", puliti, leali, credenti: Il pericolo è costituito
dai non-valori propagandati, purtroppo, dai media occidentali. Sia noi
che i capi religiosi musulmani e quelli di altre religioni, siamo convinti
che i giovani che emigrano in Europa perderanno la fede.
D
FOCUS
VICTORIA
EGLI ALTRI
Victoria è nata in Costa D ' A-
vorio. Fu mandata in Inghilter-
ra nella speranza che avesse
una vita migliore. A Londra
trovò l'inferno: fu stuprata,
sfruttata, trattata . come una
schiava dalla prozia, una
donna di 44 anni che aveva ac-
cettato di ospitarla e seguirla,
e ora sta in carcere. Nel mese
di febbraio 2000 la piccola
sfortunata morì: non era so-
pravvissuta a sette mesi di tor-
ture: i medici le riscontrarono
120 ferite in tutto il corpo. Vit-
toria non è la so la sfortunata
tra quelli che vengono in occi-
dente sognando una vita mi-
gliore. Debe, 13 anni, fu por-
tato in Italia da un am ico del
padre .. . Per tre anni fu in balia
di questo losco individuo e dei
suoi amici pederasti . Un gior-
no riuscì a rifugiarsi nell ' am-
basciata della Costa D 'Avorio
a Roma, e finì la sua obbro-
briosa schiavitù. Mary, del
Benin, entrata in Gran Breta-
gna a 1O anni, è stata ass unta
al lavoro: 17 ore al giorno
senza pause . .. Sembra incredi-
bile ma è la pura verità. Job
dalla Nigeria l' hanno fatto gi -
rare in tutte le regioni d 'Italia,
compito: chiedere l'elemosina.
La cifra minima da portare a
sera per evitare il digiuno e le
frustate era di 200 mila lire. E
lui dice che più volte ha pen-
sato di buttarsi in un fiume o
sotto una macchina per farla
finita ...
BS MARZO 2002

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
CASA NOSTRA
di Pasquale Liberatore
Fiorisce il giardino salesiano.
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INSERTO CULTURA.
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di Natale Maffioli
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Il Museo di Fortin Mercedes.
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GIOVANI
di Giovanni Eriman
Quel venerdì di gennaio.
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
Attraversando il Bengala.