Bollettino_Salesiano_200202

Bollettino_Salesiano_200202

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Mensile - Anno CXXVI - nr. 2
Soediz. in a.p. art. 2 comma 20/C legge 662/96
Faiale di Firenze
Spedizione nr. 2/2002
Autorizz. DireL Prov. P.T. 50100 Firenze· C.M.P.
\\.
RIVISTA FONDATA
DA 5. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877

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- TERZO MILLENNIO
di Antonio Doménech, Regolatore del XXV Capitolo generale SDB
CAPITOLO GENERALE XXV
UN MOMENTO DI GRAZIA
Il 25 febbraio ha inizio il XXV Capitolo Generale
della congregazione di Don Bosco:
231 salesiani in rappresentanza di 17.000 confratelli
si radunano per affrontare le sfide del millennio.
''Ne' '
cuore
del-
l'evento giu-
bilare è giun-
ta una sca-
denza previ-
sta dal no -
stro Proget-
to di vita, le
Costituzioni, per aiutarci
Capitolo a crescere come singoli e comunità
in simbiosi con la Chiesa, e a ri-
Generale spondere ai segni che il Signore ci
... ". Così scriveva il Rettor Mag-
25
giore un anno e mezzo fa, nella let-
tera di convocazione del CG25, cui sessennio, eleggere il Rettor Mag-
partecipano , oltre al Consiglio Ge- giore e i membri del Consiglio
nerale, gli ispettori e i delegati delle Generale . Nel periodo di prepara-
95 ispettorie nelle quali si struttura- zione ogni ispettoria offre i suoi
no le presenze salesiane nel mon- contributi di ricerca e di studio che ,
do. Il Capitolo Generale è il princi- raccolti ed elaborati da una com-
pale segno dell'unità della congre- missione, formano il documento di
gazione nella sua molteplice diver-
sità ; è l'incontro fraterno nel quale i
salesiani compiono una riflessione
comunitaria per mantenersi fedeli al
Vangelo e al carisma del fondatore,
secondo i bisogni dei tempi e dei
luoghi. Impegna tutte le ispettorie
per un periodo di tempo non breve,
quasi due anni tra preparazione e
celebrazione , ed esige uno sforzo
non comune per verificare l'identità
carismatica della congregazione e
la significatività della presenza sale-
siana nella Chiesa e nel mondo .
Il primo Capitolo Generale,
convocato e presieduto da Don
Bosco stesso l'anno 1877, era
composto di 26 capitolari; questo
del 2002 ne ha 232 , ed è il più
numeroso dei 25 svolti finora. Il CG
si raduna normalmente ogni sei
anni , per fare il punto della situazio-
ne, tracciare le linee per il prossimo
FEBBRA IO 2002 BS
lavoro dell 'assemblea capitolare.
All 'inizio del millennio la congrega-
zione vuole raccogliere e rilanciare i
frutti dell'esperienza e del dinami-
smo dell 'anno giubilare, secondo
l'invito del Pontefice. Il tema centra-
le è la comunità salesiana vista in
tre aspetti fondamentali: la vita fra-
terna, la testimonianza evangelica e
la presenza animatrice tra i giovani.
Le comunità salesiane vivono
le stesse condizioni che vivono le
famiglie ; la loro vita religiosa e l'a-
zione pastorale sperimentano le dif-

1.3 Page 3

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ficoltà e le sfide dei grandi cambia-
menti attuali ; molte comunità sono
piccole ma devono animare una
sorprendente pluralità di opere edu-
cative e apostoliche; i ritmi di vita,
gli orari, le esigenze di lavoro sono
le più diverse ; i rapporti con perso-
ne e istituzioni si sono moltiplicati .. .
Queste situazioni esigono di ripen-
sare le forme di vita comunitaria, di
cercare nuovi modi per vivere com-
piutamente la vita religiosa e sale-
siana nonostante i contesti poco
favorevoli; di acclarare le condizioni
che possono favorire la testimonian-
za e la profezia, e verificare che
l'ambiente diventi appello vocazio-
nale, scuola di spiritualità, fattore di
comunione e animazione . Il primo
servizio ai giovani e ai tanti laici che
condividono lo spirito e la missione
di Don Bosco è l'essere discepoli di
Cristo , coinvolti in una forma di vita
alternativa capace di riempire le
attese più profonde del cuore uma-
no ; ma questo esige un notevole
sforzo di ripensamento dello stile di
vita comunitaria. È ciò cui vuole
invitarci il Capitolo Generale.
Un altro compito importante
del Capitolo Generale è l'elezione
del successore di Don Bosco . La
congregazione, presente in 128
nazioni, s'inserisce in culture molto
diverse. Cresce soprattutto in Asia
e in Africa con abbondanti vocazio-
ni che apportano la ricchezza delle
loro diverse culture. Questo esige
grande cura dell 'identità e dell'unità
del carisma e dello spirito salesia-
no , e, allo stesso tempo , somma
attenzione all 'inculturazione. Ecco il
perché è della massima importanza
che la guida sia sicura , illuminata,
all 'altezza dei tempi. Il Capitolo per-
ciò farà un discernimento attento e
scrupoloso per eleggere il IX Rettor
Maggiore della sua storia. A set-
tembre anche le Figlie di Maria Au -
siliatrice celebreranno il loro Capito-
lo Generale. Questi momenti forti
nella vita delle due congregazioni
comportano per tutta la Famiglia
Salesiana un motivo di gioia e di
crescita nella comunione.
I L'apertura del Capitolo Generale XXIV
il 18 febbraio 1996. Nella sessione
del 20 marzo è stato eletto
Don J. Vecchi come VIII successore
di Don Bosco.
Febbraio 2002
Ann o CXXVI
Numero 2
In copertina:
Sociologi, psicologi,
pedagogisti con tinuano
a indaga re la difficoltà
del crescere dei giova ni
di oggi, i qua li sembrano
preferire un a perenn e
adolescenza .. .
(Foto: Chiara Fantini)
Jj~)J)lff)
'/~J(}JJJ1!J
Mensile di in formazione
e cul tura re ligiosa edito
da lla Congregazione Sa lesiana
cl i Sa n Giova nni Bosco
Direttore:
GIANCA RLO MAN IERI
- CHIESA
12 La Chiesa a consulto
- G10VANI
14 Giovane adulto cercasi
- UNIVERSITARI
18 Un "campus" scoperto
di Silva no Stra cca
di Vito Orlando
di Gianca rlo M anieri
VtAGGI
20 Nella terra del Mahatma
di Gianca rlo Manieri
INSERTO CULTURA
23 I pittori di Don Bosco
di Natale Maffioli
FMA
28 li grande mercato
di Graziella Curti
R BRICHE
2 - // Regolatore del Capitolo - 4 // punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia e
nel mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Doctor ].
- 30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Famiglia Salesiana - 37 Laetare et
bene facere... - 38 Sistema Preventivo - 40 Prima pagina 1 - 41 // mese - 42 I nostri
morti - 43 Prima pagina 2 - 44 Versiglia e Cara vario a fumetti - 46 I nostri santi - 47 In
primo piano/ Focus
Redazione: Maria An tonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori: Ernesto Cationi - Giuseppina Cudemo
Graziella Curti - Carlo Di Cieco - Bruno Ferrere
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Roberto Saccarello - Fabio Sandroni
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco Cipri ano De Marie
Vince nzo Odorizzi - Guerino Pera - Pietro Scalabrino
Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00 185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2. 1949
Diffusione e Amministrazione: Giuseppe Corò (Roma)
Fotocomposizione: EDIBIT - Torino
Stampa : MEDIAGRAF s.p.a. Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero , collegandosi
al sito Internet: www.sdb.org
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
lei. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.556
e-mail: <biesse@sdb.org>
e <gmanieri@sdb.org>
Fondazione DON BOSCO NEL MONDO
Ccb 3263/1 - INTESA Rete Cariplo,
Filiale Roma 12 - ABI 6070 - CAB 03212
Ccp 36885028 - CF 97210180580
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo in 53
edizioni e 24 lingue diverse. Raggiunge 128 Nazioni in cui
operano i salesiani.
~
Associaro alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS FEBBRAIO 2002

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di Carlo Di Cieco
NON FAREMO
LA NOSTRA GUERRA
Le contraddizioni dell'animo umano. Dichiarare di volere la pace
e fare in realtà la guerra. C'è molta retorica nelle dichiarazioni
di intenti di tutti e di ciascuno ... Vincere la pace resta l'ideale
degli educatori? La civiltà dell'amore resta l'ideale della Chiesa.
Da giovane, ogni generazione
ha rivendicato e cantato le
sue utopie per un mondo
migliore. "Mettete fiori nei vostri
cannoni "; "meglio l'amore che la
guerra". Poi, una volta cresciuta e
arrivata nelle cabine di regia la
stessa generazione ha combattuto
- a malincuore (tutti dicono) e con
spirito afflitto s'intende - la sua
brava guerra. Con la scusa di voler
ripristinare il diritto violato .
Ai figli di ogni generazione
combattente, si lascia in eredità il
bottino di guerra, con l'augurio di
non doversi trovare costretti , da
sciagurate circostanze simili a
quelle dei padri , a imbracciare essi
pure il fucile. Neppure la nostra
generazione di adulti che si erano
entusiasmati chiedendo
"l'immaginazione al potere" è
sfuggita a questo rito inquietante
che si tramanda dalla notte dei
tempi . Al pacchetto di ideali per un
mondo nuovo che avevamo
tramandato , possiamo aggiungere
ormai - con orgoglio o vergogna ,
scelga ciascuno - anche l'esempio
maschio di una bella guerra (anzi 4
in un decennio) . Con tutta la
retorica del caso che giustifica
persino la militarizzazione della
libertà e della società civile.
Ma la retorica che in tempo di
guerra pervade tutte le cariche dello
Stato, e si diffonde a cascata in
tutte le pieghe della società, non
serve a formare o a educare. E
appare una triste prospettiva quella
di dover incoraggiare i giovani a
credere nella pace soltanto come
spazio residuo tra una guerra e
l'altra. Finora, quando una guerra
termina, se ne celebrano gli
anniversari e i veterani sono indicati
quali eroi nazionali. Cade nella
smemoratezza, invece, il nome di
quanti prima e durante la guerra, di
FEBBRAIO 2Q02 BS
fronte ai bombardamenti e alle
atrocità, hanno levato alto e chiaro il
cartello : "not in my name - non in
mio nome". E per loro è già tanto se
qualche zelante non li accusa di
vigliaccheria o di essere scappati di
fronte al nemico vero o presunto,
quando uccidere si può .
Nel tempo di pace gli educatori
non si possono permettere il riposo
del guerriero che si prende una
vacanza in attesa di scatenare un
nuovo conflitto . Vincere la pace per
scacciare la guerra dalle
consuetudini umane resta un
grande ideale per ogni educatore . E
anche per ogni giovane. Si dice che
siano finite le ideologie e gli
entusiasmi non abbiano un perché
sufficiente.
Ma pare proprio che , invece,
tantissimo resti da fare. In un
mondo globalizzato delle esclusioni ,
la pace, come grande festa
condivisa della vita, rappresenta
l'unica vera idealità per cui
spendersi. Essa sintetizza la
qualità, l'estensione e la profondità
della solidarietà e della fratellanza.
E gli educatori sono ch iamati a
ricostruire una cultura nuova,
scarsamente cantata nei poemi e
nei libri di storia, di come sia bello e
interessante un mondo di pace.
Paolo VI lo chiamava "civiltà
dell'amore". Si tratta di una
rivoluzione copernicana che viene
ostacolata con maggiore intensità e
risorse di quanto non abbiano fatto
gli avversari di Galileo per
conservare l'idea della centralità
della terra nel sistema solare. C'è
da chiedersi , e i giovani senza
dircelo lo pensano , quanti tra gli
adulti del nostro tempo siano
disponibili e preparati a costruire
un'etica mondiale che preveda un
pianeta abitabile e una convivenza
solidale. In un tempo di gravi
conflitti e di pianificazioni di grandi
interessi economici , ridisegnati con
la forza prima che con il diritto,
ciascuno di noi che sia genitore
oppure educatore, si potrebbe
interrogare se un maestro di vita
possa educare alla guerra, suprema
discriminazione tra gli umani ,
appellandosi seriamente al
cosiddetto realismo.
È tempo di mettere
responsabilmente mano ai
cantieri di pace, con gli educatori
in prima linea, in ascolto delle
utopie giovanili per la vita.

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LlJ ,,.,É PRETI NÉ CHIE·
SE! Signor Direttore,
forse non le piacerà questa
mi a, però io la penso così , e
lo scrivo. Penso c ioè che non
c affatto bisogno di preti ,
emo zioni di questa esperi enza
[... ] In m igliai a abbiamo dia-
logato, parlato di pace e di un
mondo in cui tutti possano ri-
spettarsi e amarsi... I giova ni
non sono solo quelli de i gior-
fatto che la globalizzazione
in realtà ha un grosso difet-
to: non è globale! Se è vero -
com'è vero , ahimè - che i
paesi po veri diventano sem-
pre piLì poveri , vuol dire che
chiese, messe, benedizioni
per essere un credente. Que-
sta storia di med iazioni , e re-
nal i, c i s iamo anche noi!
qualcosa non funz iona nel
Maria , Roma
meccanismo della globalizza-
zione. Il movimento antiglo-
go le messe dall a Chiesa, ecc.
Bra va, Maria! Hai ragione bal prova esattam ente a dire
[... ] mi pare un a moltiplica-
zione inuti le di peccati. [.. .]
eia vendere: i giovani sono quello che non funziona:
altro eia quelli dei giornali 1. Le economie più. deboli
E ho anche un mare di dubbi
che scri vono con un occhio hanno collassato , schiac-
su dei mali inspiegabili , vedi
al/' il1formazione, con l' altro ciate dalle economie dei
per esemp io l' handi cap men-
all'audience, e con tutti e due paesi ricchi, le uniche vera-
tale, e non solo quello[ ... ]
ai soldi. Tu a 18 anni sei an- mente globali, spinte dalla
Avv. Assunta, R.
elata a Schio, Marta a 20 in dottrina liberista che domi-
Madagascar, Sara a 19 in na l'O ccidente e non solo
lo invece, cara "avvocato" (o
avvocatessa , veda lei! ) non
riesco a credere alla "priva-
tizzazione" della religione, è
come dire che Dio dopo che
mi ha creato mi ha buttato in
un ambiente - per lo più osli-
le - a tirare avanti la vita , e
la f ede, eia solo, come un
cane. Che se ne fa Dio di
"monadi vaganti" nello spa-
zio e nel tempo ciascuno col
suo "proprio" Dio? Che sen-
so avrebbe aver creato "fa-
miglie" cli animali , cli pianre,
cli popoli ? Perché le razze, le
etnie, /'uman ità, se poi cia-
scuno nella questione piLì im-
portante, la propria compiuta
realizzazione e salvezza , è ab-
bandonato a se stesso? Che
razza cli elio è un elio "pri va-
lo", che non ha luogo dove
adorarlo insieme, non ha me-
diatori che in qualche modo
possano essere punto cli rife-
rimento spirituale, e amalga -
ma per il popolo? Che dio è
un elio senza un popolo, un
dio disperso nella mente del-
le creature , un elio senza r(fe-
rimenti sociali , un elio della
privacy, un elio che a lei sug-
Angola , Giovanni a 21 in Ni-
geria , ecc. (mo ltissimi ecc.) .
/rei tranquillamente scriv(!re
egoismo) a consumarsi di
rabbia e paura . La religione
è comunità, è il modo con cui
le persone imparano a met-
tersi in relazione reciproca
Questi coraggiosi quanto
oscuri (ma sarebbe meglio
dire oscurati) impegni cli soli-
darietà , questi duri sacrifici
fatti col sorriso su.Ile labbra e
il cuore che scoppia cli com-
sotto lo sguardo cieli' unico
Dio . Quanto al secondo punto
mozione, questi supermarket
della carità , non hanno spa-
della sua lettera: la questione zio nei quotidiani, troppo oc-
alla quale rispondere, signo-
ra , non è perché Dio permette
cupati a far conoscere le tinte
forti del sangue, gli urli bef-
che ci sia "l'handicap menta- fardi ciel male, le curiosità
le" nel suo mondo, ma quale malsane cli di vi e divetti della
tipo cli comunità do vremmo high society, o le scempiaggi-
di ventare perché il ritardo ni fatte di niente del Grande
mentale non finisca per costi- Fratello. Fai bene a gridare
tuire un ostacolo al godimen- forte: "Ci siamo anche noi",
to cli una vita gratificante da e io , con queste 400 mila
parte di tu/li. La religione copie del BS cerco cli darti
non mai privata ; pensi a fu- una mano.
D nerali, matrimoni, ecc. Al
centro c'è sempre I' uomo/co -
munità non il single; la paro-
L MOVIMENTO AN-
TIGLOBAL. Caro Diret-
la stessa, religione, deri va tore, mi puoi spiegare in due
dalla parola latina "religio", parole che cosa è mai questo
dal verbo "religare", è un movimento antiglobal, che
"legame": la religione ci le- non c i capisco un tubo, e che
ga tra noi e con Dio per fo r-
mare la famiglia del Pa-
dre/Creatore...
il mio pan-oco di ce che è
buono e m io padre dice che è
una ... la parola non posso
quell o .
2.L' inquinamento ormai "glo-
bale" dovuto soprattutto al-
i' ingordigia occidentale che
continua imperterrita , no-
nostante gli allarmi degli
scienziati , a inquinare con
le sue emissioni di gas vele-
nosi, l'atmosfera allargan-
do sempre più il buco del-
!' ozono .
3. La deforestazione selvaggia
che le grandi compagnie
occidentali praticano senza
il minimo scrupolo.
4.11monopolio delle medicine,
coperte da brevetti che le
rendono costosissime e pra-
ticamente impossibili per
l' economia cli famiglie che
possiedono solo quello che
hanno addosso.
5. Lo spreco scellerato delle ri-
sorse idriche in Occidente e
la completa mancanza cli tali
risorse nei paesi più poveri.
6. La totale mancanza di igie-
ne e profilassi in moltissimi
paesi del lii/IV mondo, che
noi riempiamo anche dei no-
stri rifiuti, soprattutto quelli
tossici, in cambio cli pochi
dollari. .. e fa cciamo chias-
gerisce una cosa, a me il con-
scriv e rla!
sate paurose se il comune
4,:1 trario? Non s'accorge che Jl!,11 SIAMO ANCHE
tutto nel mondo porta verso il
NOI. Caro Direttore,
Engelberl, I~media vuole costruire un depurato-
re, o se c'è un'antenna di te-
pubblico, verso l'insieme, il semb ra che i g iorna li si occu- Caro Engelbert , non mi chie- lefonino vicino a casa no-
gruppo, la comunità? Tani' è pino dei giovani solo quando dere la luna nel pozzo . Posso stra... Niente da dire, ovvia-
che per ricuperare in qualche fanno qualcosa di male: se dirti perché è nato, quali pro- mente se è vicina a quella di
modo un po' cli privatezza ab- ucc idono i genitori, se fanno blemi dovrebbe o vorrebbe un altro, e nientissimo se è
biamo dovuto inventare le v io lenze ne i cortei.. . Io ho 18 affrontare, ma non analizzare nel lii o IV mondo, anzi!
leggi sulla privacy. Dio non anni e sono appe na tornata da le mille anime che lo compon- Ti basta? Il movimento anti-
abbandona nessuno nella cel- un 'esperien za be lli ssima: l' in- gono e lo "inquinano" , i global - quello non violento,
la ermetica del proprio io, contro internazionale dei gio- metodi cli lotta che ogni grup- quello cui aderiscono asso-
non mura gli individui nella vani che si tiene a Schio [... ] po adotta. In breve il movi- ciazioni di volontariato, mis-
prigione del proprio ego (po- Porto ancora ne l cuore le mento in questione nasce dal sionari, associazioni cattoli-
FEBBRAtO 2002 8S

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che, parrocchie, ecc. - com-
batte contro queste ingiusti- APPELLI
radio, ecc. Qui è un inferno
che non ti redime, non ti fa
zie. E mi pare sacrosanta bat-
taglia. Le frange estremiste
sono tutt'altra cosa... e chi sa
che non si tratti di provocato-
ri proprio per gettare cattiva
luce su una battaglia pe1fet-
tamente cristiana!
ef'!,I/OLF'EFCECREESNSZOE.
PER
Gentile
Direttore, [.. .] sono andata a
vedere la sede del VIS a
Roma e sono rimasta impres-
sionata e affascinata dal
mondo delle mi ssion i... Nell a
Desidero avere sincera
amicizia con persone buone
e con famigl ie della regio-
ne Umbria, per sentirmi
meno sola. Morlupi
Maria, Via Marzabotto, 8
- 06050 SPINA (PG).
Desidero scambiare le innu-
merevoli immagini che pos-
siedo. Raccolgo anche san-
tini con reliquie e biografie
di santi giovani e di fonda-
tori . Di Dio Pasquale Lino,
Via Juvara, 60 - 93012
GELA (CL).
capire di aver sbagliato, inve-
ce ti butta sempre più nel
vizio, nello sconforto , nell a
rabbia, una rabbia infinita...
Impari cose ben peggiori di
que lle che sapevi quando sei
entrato. Chi ha la sventura di
incontrare la gale ra, dopo non
ce la fa più a fa re l' uomo one-
sto .. . Questo sto sentendo
che mi capita .. .
Lettera fi rmata
Capisco, e non so che cosa
far ei per riportare in alto la
tua autostima, caro ji-atello
mia vita di tutti i g iorn i vedo Cerco di A. Mondatori carcerato. Credo di poter af-
il superfluo e sento la soffe- "G uida ag li aeroplani di f ermare che ognuno di noi è
renza dell'eccesso... Vorrei tutto il mondo" Modelli ci- chiamato a lottare contro un
partire e dare ai uto a gente che vili e modelli militari. Ma- mostro terribile, quello che fa
vive in modo indegno per una rino Antonio, Via Vitto- di un evento una condizione.
persona ... Ma forse siamo noi rio Veneto, 247 - 80058 E questa è l'unica vera batta-
che non siamo degni di essere TORRE ANNUNZIATA glia che vale la pena di in-
chiamati persone . . .
(NA) .
gaggiare, direi di più, è la
Laura, Firenze
Cara Laura, ti fa on.ore que-
sta tua "sofferenza per l'ec-
cesso"... L'a vessero in tanti
alla tua età , avremmo certa -
mente un. mondo migliore o,
quanto meno, una gioventù a
prova di consumismo: meno
perduta dietro ai riflessi
"sberluccicanti" (il neologi-
smo l'ho sentito da una tua
coetanea) ma vacui del nien-
te eretto a sistema. Coltiva
con scrupolo e passione que-
sta tua sensibilità sociale ,
non così frequ ente in ragazze
come te ; aguzza il tuo sguar-
do solidale verso chi è men.o
fortunato; non lasciarti por-
tar via da nessuno questo
stupendo sentimento che ti
allarga gli orizzonti della
mente e del cuore, impeden-
doti di rin.chiuderti nel picco-
lo guscio del tu.o piccolo io,
come se il mondo intero si
Chiedo che qualcuno mi
scriva... Come detenuto
ho davvero bi sogno di
conforto e di sostegno mo-
rale. Ringrazio fin d 'ora
chi lo farà. GALLO Gio-
vanni, Via Limaccio, 2 -
67039 SULMONA (AQ).
pio ne sei anche tu che nutri
sentimenti cosl nobili e alti. E
ci sono anche altri che, come
te, sognano un mondo solida-
le, e si fann o essi stessi soli-
dali. Vai , Laura, vai e non de-
mordere: ogni vittoria ripor-
tata in questo campo, piccola
che sia , è una vittoria del
bene sul male, della vita sulla
morte, della speranza sulla
disperazione, della luce sulle
tenebre. Coltivati , sarchia il
terreno, cura i germogli , in-
naffia le radici, e sarai un
magnifico fi ore, ben più pro-
lotta cui siamo chiamati come
appartenenti al genere uma-
no. Tutti possono sbagliare:
"L' uomo giusto pecca sette
volte al giorno" , afferma si-
cura la Bibbia, ma quando lo
sbaglio, diciamo, "occasio-
nale" diventa norma , si tra-
sf orma cioè da evento casua-
le a condizione normale, a
stile di vita , allora si crea il
mostro. C' è un' attenzione da
porre: l'impegno metodico ,
giornaliero di far emergere il
nostro lato buono, perché, di-
ceva Don Bosco , in ogni gio-
vane "havvi un punto sensibi-
le al ben.e" .Caro amico , van-
ne alla ricerca di questo lato
buono di te, dentro le infinite
strade del ' anima e costrin gi-
lo, il bene, a presentarsi ogni
tanto "in pubblico", a uscire
dagli anfratti nascosti del tuo
cuore, e non temere: Dio ama
anche le persone che hanno
"stra.volto" la propria vita.
esaurisse dentro.
fumat o dei "fi ori del male"
Ma permettimi anche di esor- che impoveriscono la vita di
tarti a non perderti nel pessi- tanta gente.
mismo: guarda , sì, con senso
critico ma anche con serenità
1'!J questo nostro mondo: è vero
6,:.J assomiglia a un.a grande di-
ALERA••• Caro diret-
tore, sono in galera per-
scarica di valori .. . eppure, ché ne ho fatte tante [. .. ] Qui
stanne certa , sotto la cenere non è vero che si sta meglio
il fu oco resiste, conservato che fuori perché si mangia, si
dalla cenere stessa. Un esem- vede la TV , si ha un letto, la
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nute in reda zione . Ce ne
scusiamo. Provvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza :
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
8S FEBBRAIO 2002

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(!N ITALIA _ _N_E_L_M_O_N_D_O_ _ _ _ _ _ _ _ _ __
I
I
GATCHINA,
S. PIETROBURGO
SCUOLA GRAFICA
DI PRESTIGIO
Un passo delle Memorie Bio-
grafiche (X VII,30ss) racconta
di un sogno in cu i Don Bosco
vede i suoi figli lavorare a S.
Pietrob urgo. Ora i salesiani ci
sono. Precisamente a Gatchi-
na. E non è stata loro iniziati-
va, quasi a voler forzare la
reali zzazione del sogno; sono
invece state le stesse autorità
ex -sovietiche a chiedere ai sa-
les iani di aprire una scuola
nei dintorni di S . Pietroburgo,
offrendo loro anche il locale.
A settembre 1993 ri sale il
corso di grafica, frequentato
da 19 allievi. Oggi le doman-
de sono il doppio della di spo-
nibilità dei posti, e i sales iani
continuano a impegnarsi per
portare " l' anima salesiana nel
corpo russo" . Gatchina è una
gran bella realtà dell ' oggi
della congregazione in Rus-
sia. (Nell a foto : Inauguraz io-
ne della scuola di grafica ne l
1994 e il plesso scolastico)
CITTÀ
DEL VATICANO
UDITRICE
AL SINODO
La Madre Generale delle
FMA, Antonia Colombo, è
stata invitata come uditrice
a ll a I ouassemblea de l Sinodo
dei vescovi. È intervenuta in
aula parlando con competen-
za di evangeli zzaz ione sotto il
profil o educativo - "evange-
li zzare educando" insomma -
sottolineando ancora un a vo l-
ta l' indispensabilità del cari-
sma sales iano ne lla Chiesa
del III millennio. Un altro dei
temi toccati dalla Madre, par-
ticolarmente attu ale e caro
alle FMA, è stato quello della
" valorizzazione della donna
in reciprocità con l' uom o", e
ancora, la globali zzazione
dell a solidari età, punto/forza
de l Papa. Una tran che emo-
zionante dell e g iornate sino-
dali è stata, per madre Co-
lombo, l ' invi to a pranzo con
Giovanni Pao lo li.
CIVITANOVA
MARCHE, ITALIA
EXALLIEVI IN
BICICLETTA
FEBBRAIO 2002 BS
L 'Unione exalli ev i di C ivita-
nova Marche ha organi zzato
un pellegrinaggio in bicicletta
a San Giovanni Rotondo, in
due tappe; (un a per quelli più
in forma!). Direttore spiritua-
le de l singo lare tour è stato il
parroco sales iano di San Ma-
rane, anche lui ri gorosamente
in bic i e divi sa. Partico lar-
mente sentita la tappa di L an-
ciano, c ittà del miracolo euca-
ri stico, mentre a Termoli i c i-
cli sti hann o fatto sosta e me-
ditato, cond otti dal vescovo,
su "La costante del cammina-
re per incontrare Dio". I par-
tecipanti hanno percor o i
320 chilometri che li se para-
vano dalla meta, non per puro
sport, né per g iovanile spirito
di avventura, ma prec isamen -
te per incontrare Dio, ne lla
umile persona del famoso fra-
tice llo francescano .

1.9 Page 9

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redazionale
FILATELIA
a cura di Roberto Saccarello
NIZZA MONFERRATO,
ITALIA
UN INCONTRO
INDIMENTICABILE
Su iniziativa del VIDES , buo-
na parte dell a cittad inanza, e
sopra ttu tto i giovani , si sono
incontrati con padre Kirito
Sesana, scrittore, giornalista,
mi ss ionari o comboniano in
Sudan dal 1977, dove si occu-
pa dei bambini di strada. Sug-
gestivo il tema dell ' incontro:
"Considera il mondo da un
altro punto di vis/a . Quale?".
Ha detto il pad re: "Oggi il
mondo è pronto ad abbando-
nare l'Afri ca come un conti-
nente inu tile . .. No n c'è spe-
ranza? No, se si legge la sto-
ria attraverso le stati stiche
econom iche, gli indici di bor-
sa, il profitto . Ma ce n'è mol-
ta se si guarda alto all 'oriz-
zonte!". L 'A fri ca è un conti-
nente zeppo di va lori etici,
sociali , e spirituali in cui molti
possono attingere".
Per saperne di più:
www.peacelink.it/amani
ASTI, ITALIA
INCONTRARE
L'EURO
L'Euro è da questo mese la
sola moneta in circolaz ione
nei 12 paes i d'Europa che
hanno ade ri to al trattato sull a
moneta unica. Alcuni ci sono
arrivati impreparati, altri in-
vece sono già " bene addestra-
ti ", come gli sco lari di Asti.
A lle FMA era venu ta l' idea di
organizzare il Mercatino de l-
!'Euro, con fi nte monete in
tu tto simili ai valori oggi in
circo lazione, per prepara re i
picco li al camb io. Le banca-
relle, offerte da ll a Camera di
Commercio, esponevano bi-
giotteria, giocatto li , merceria,
profumeria, prodott i tipici. li
mercato, all estito nei loca li
delle suore sales iane, ha ri -
chi amato centinaia di bimbi
di tutte le scuole della città
che hanno aderito all ' iniziati -
va interdisc iplinare, per ri-
spondere al Concorso Nazio-
nale lanciato del Mini stero
de ll a Pubbli ca Istru zione. Sia-
mo certi che i picco li arti gian i
si muovono sicuri tra i vari
valori de i centes imi.. . Grazie
alle suore!
I PAPI E LA LIRA
La Città del Vaticano ha salutato definitivamente
la Lira con la serie divisionale 2001 , XXXIII di pon-
tificato di Giovanni Paolo Il. Sui diritti delle sette
monete (f .10/20/50/100/500 e 1000 bimetalliche),
disegnate da Luciana Cretara e incise da Roberto
Mauri , sono riportati i profili di tutti i Pontefici che
hanno battuto la lira a partire da Pio IX.
L'ultimo Papa/Re, infatti, con editto del 18 giu-
gno 1866 introduce nello Stato Pontificio il sistema
decimale per adeguarsi alla monetazione del Re-
gno d'Italia. Il bonario ritratto di Papa Mastai , rea-
lizzato da Carlo Federico Voigt, è tratto dalle
argentee 5 f. del 1866. Con la fine del potere
temporale , nel 1870, cessa la monetazione pontifi-
cia e i profili dei successivi tre Pontefici - Leone
Xlii , Pio X e Benedetto XV - appaiono solamente
su medaglie.
L'onore di riprendere a battere moneta tocca a
Pio Xl , primo Sovrano dello Stato della Città del
Vaticano, costituito a seguito dei Patti del Laterano.
Il severo profilo di papa Ratti , modellato da Aurelio
Mistruzzi, è appunto ripreso dalle 5 f . del 1939; di
Giovanni XXIII dalle 500 f. d'argento del 1959 ; di
Paolo VI dalle 500 f. d'argento del 1963 ; di Gio-
vann i Paolo Il , dalle 500 f. d'argento del 1979.
Per saperne di più: 'ff 0 76 1/30 7. 124
8S FEBBRAIO 2002

1.10 Page 10

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l00annifa
Nel numero di febbraio del BS di 100 anni fa
troviamo un articolo di don Carbajal dal titolo:
"Come si caccia un leone puma in Patagonia".
Stralciamo qualche tratto della lunga e
interessantissima descrizione.
IN ITALIA
NEL MONDO
LANUVIO DI ROMA
gio 2001" . Migliaia di nov izi
salesiani sono passati per La-
nu vio ... Lui certo non si ri -
AI signor Giu, eppe Mura, corderà di tutti , ma tutti si ri-
coadiutore sa lesiano, è stata cordano d i lui , de ll a sua gran-
conferita la cittadinanza ono- de dispon ibili verso di loro,
raria della c ittad ina di Lanu- della sua semplicità e discre-
vio, all a presenza del Consi- zione, della sua labori osità, e
gli o Comunale, di numerosi soprattutto della sua fed eltà a
exa lliev i, e di un a fo lta rap- Don Bosco, insomma de ll a
presentanza de l comune di sua piena sales ianità da cui
Centurie (Sic ilia), geme ll ato non pochi hanno tratto inse-
con Lanu vio. È stato il sinda- gnamenti di vita. Il signor
co Rossano De Santi s a con- Mura continua la sua attività
segnare al signor G iuseppe la non più a Lanu vio, ora chiu-
targa ricordo: "A l caro Giu- sa, ma a Genzano, dove il
seppe Mura per fa generosa Novi ziato è stato trasferito
presenza nella comunità di dal settembre 200 1. A lui
Lanu vio durante 46 anni di centinaia di confrate lli sparsi
permanenza presso l' Istituto un po ' dovunque in Itali a e
Salesiano. Lanuvio 18 mag- fuori sono debitori ...
[. .. ] Eravamo in sei: tre am1ati di carabina, e tre con
boleadoras, un maneador (laccio corto) e I' inseparabi-
le fa concito (colte llo). Il fu cile era un sovrappiù , per-
ché la cacc ia non doveva farsi con a rmi da fuoco .
Quattro cani esploravano il teITeno seguendo ora alc u-
ne traccie (sic), or altre, ora inseguendo un gatto selva-
tico, ora una vo lpe, quando non fossero corsi d ietro a
un pichy od avesse ro fatto impazientare un zorrillo , la
cui puzzolentiss ima arm a, nel fu ggire da l cane, aveva
ammorbato l'ari a per due o tre c hilometri . L 'ansia era
grande [... ] Al primo latra to dei cani spronavamo i ca-
valli dirigendoc i al s ito indicato [.. .] Di repente udim-
mo i latrati di due cani c he s i trovavano sotto la bar-
ranco, e da tutti si levò il grido: Al !éon! ... al !éon!...
al!ì està... fos perros ladran. .. al!ì està [.. .] I nostri
cavalli volarono e giungemmo sull 'orl o della arranca
[... ] un abisso di 20 metri di altezza rendeva difficiJe
ogni discesa [... ] Visto che nulla poteva farsi, rivol-
gemmo il cammino ad altra parte, dove i cani latrava-
no; e là tosto vedemmo che tenevano assediato un
gatto selvatico sopra un a lbero.U n compagno sparò il
suo maser (corsivo d .r.) e lo uccise. I leoni non com-
parvero e noi dovemmo rincasare senza quella preda.
COLLE DON BOSCO,
ITALIA
PELLEGRINAGGIO
DEI MARTIRI
La molla che ha fatto scattare
il cic lopellegrinaggio dal Col-
le Don Bosco fin ne l Sud del-
la Spagna sono stati i 322
martiri (di cui 32 sales iani )
beatificati undi c i mes i fa , I' 11
marzo 200 1, e le parole del
Papa dette ne ll a memorabile
performance di Tor Vergata
"Forse a voi non verrà chie-
sto il sangue..." . Le persone
che hanno partec ipato hanno
offerto la loro fat ica per ren-
dere testimonianza al corag-
gio di questi ero i dell a Chiesa
del novecento, e per attingere
da questo coraggio la fo rza di
rim anere quotidianamente fe-
deli ag li impegni del propri o
battes imo. Il motto del pelle-
grinaggio la d ice lunga: "Pe-
dal are insieme per costruire
in s ie me".
FEBBRAIO 2002 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
I
,
Redazionale
N ella stazione ferro-
viaria di Schio
scendono dal treno
i primi salesiani inviati da
Schio ha ricordato con molte iniziative
la venuta dei salesiani nella città.
Era il 27 ottobre 1901
gno profondo nella vita e
nell 'educazione di gene-
razioni di persone di
questa città.
don Rua, primo successo-
re di Don Bosco . L'autun-
no già si fa sentire nell'in-
A SERVIZIO
■ Oggi i salesiani a Schio
sono presenti con un
DA CENTO ANNI dustriale città ai piedi delle
Piccole Dolomiti , _in provin-
centro di formazione pro-
fessionale, il palazzetto
cia di Vicenza. E definita
dello sport, e l'oratorio, e
la Liverpool d'Italia per
sono punto di riferimento
l'industria tessile, e in par-
ticolare laniera, che la
identifica.
e aggregazione per mol-
tissimi immigrati che oltre
allo spazio/gioco trovano
A inizio secolo , frotte di
la possibilità di studiare,
giovani lasciano la campa-
gna o la montagna , e
scelgono la fabbrica nella
speranza di una vita meno
dura. Alessandro Rossi ,
senatore del Regno d'Ita-
lia, nei suoi soggiorni a
Torino ha modo di cono-
scere e apprezzare l'ope-
ra di Don Bosco e vuole
ripetere l'iniziativa educati-
va nella sua Schio , in
qualche modo simile nei
problemi giovanili alla To-
rino di metà Ottocento .
L'opera di Don Bosco
era già conosciuta in
molte famiglie , grazie al-
di organizzare le attività
tipiche della loro cultura o
religione, e incontrare per-
sone amiche che rendono
la loro vita meno dura.
Come Don Bosco . Il 1O
settembre scorso, il Con-
siglio Comunale della Cit-
tà nel corso di una solen-
ne seduta ha conferito al
rettor maggiore don Juan
Vecchi la Cittadinanza
Onoraria, per quanto fatto
da tanti salesiani, sacer-
doti e laici in un secolo di
storia , a servizio dei gio-
vani scledensi e delle loro
famiglie .
la diffusione del Bollettino
Salesiano effettuata da al-
cun i convinti cooperatori
presenti in zona. L'oratorio
visse, nel tempo , varie pe-
ripezie: fu scuola, ospeda-
le militare durante la gran-
de guerra, centro di atti-
vità educative della città...
ma non perse mai la sua
identità di "casa per i gio-
vani " e punto di riferimen-
to riconosciuto. Si può di-
re che tutti i cittadini scle-
densi a buon diritto posso-
no definirsi exallievi di
IUn ospite illustre
all'oratorio
per il centenario,
l'allenatore della
nazionale Giovanni
Trapattoni.
questo oratorio . E se oggi
la città può vantare un diffuso associazionismo, è
dovuto anche al fatto che quanto seminato con le
antiche "Compagnie", o altro tipo di aggregazione,
ha portato frutto.
Altrettanto si può affermare per quanto riguarda
la prevenzione del disagio , e di quanto degrada
il vivere sociale. Don Bosco ha lasciato un se- Calcetto al Palasport.
BS FEBBRAIO 2002

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
IL VESCOVO DEL CHIESA
1/27 OTTOBRE 2001:
lii MILLENNIO L'ULTIMO SINODO
DEI VESCOVI
HA LANCIATO
L'EPISCOPATO NEL
di Silvano Stracca
NUOVO MILLENNIO
Per un mese duecentocinquan-
ta rappresentanti dell 'episco-
pato di ogni angolo del pia-
neta sono stati chiamati a dare una
risposta, nel Sinodo convocato a
Roma da Giovanni Paolo II, agli
interrogativi di fondo sulla consa-
crazione, la vita e la missione del
vescovo del ventunesimo secolo in
quanto segno e sintesi di tutte le
vocazioni nella Chiesa. Soprattutto
del vescovo " in cura d 'anime", per
riprendere un ' antica e bella espres-
sione, ossia di quanti alla guida di
una delle innumerevoli diocesi cat-
toliche sperimentano più acuta-
mente sulla propria pelle il crollo
dei valori , la diffusa crisi del sacro,
le diverse forme di negazione del
Dio vivente nel nostro tempo.
FEBBRAIO 2002 BS
L'IDENTIKIT
Chi è dunque il vescovo del III
millennio? Nell'omelia dell ' inau-
gurazione del Sinodo, il Papa ri-
sponde con le parole dell'apostolo
Paolo al discepolo Timoteo: "Tu
sei uomo di Dio, tendi alla giusti-
zia, alla pietà, alla fede , alla carità,
alla pazienza, alla mitezza. Com-
batti la buona battaglia della fede".
L'identikit di un uomo non di pote-
re, come viene ancora considerato
il vescovo da molti, ma di un servi-
tore del Vangelo. Un padre e pasto-
re libero, semplice, povero, in
mezzo ai suoi sacerdoti e al suo
popolo. Sale, luce, fermento , ani-
ma della Chiesa in modo che possa
compiere la sua difficile missione
nel mondo d'oggi. Un profeta di
giustizia, come lo sono stati tanti
vescovi che hanno pagato di perso-
na nel ventesimo secolo, come

2.3 Page 13

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
monsignor Romero nel Salvador.
Un testimone della fede sino al
martirio come i numerosi pastori
vittime del nazismo o del comuni-
smo e quelli che tuttora soffrono
per la loro fedeltà a Roma nella
Cina continentale.
Un tessitore d ' unità dentro e fuori
la chiesa. Un annunciatore di pace,
di riconciliazione, di fraternità, di
amore e, soprattutto, di speranza ad
un ' umanità cui, dopo l'apocalisse di
Manhattan, sono venute meno le
fondamenta stesse sulle quali pog-
giavano le sicurezze della civiltà del
benessere e della tecnologia. Un
uomo di preghiera che non si esime
dal riflettere sul momento della sto-
ria che attraversiamo. Con la con-
vinzione che sia scoccata l'ora di
voltare pagina e leggere i risvolti
della nostra società capitalistica, per
la quale la morte di innocenti, le si-
tuazioni di miseria, malattia, violen-
za hanno spesso costituito un puro
dato statistico.
EPOCA DRAMMATICA
In questo senso il Sinodo dei ve-
scovi dell 'ottobre scorso è stata
un 'occasione privilegiata per un
esame di coscienza in un momento
di smarrimento anche nella Chiesa
e per una presa di consapevolezza
delle povertà che affliggono il pia-
neta e costringono più della metà
della popolazione sulla faccia della
terra a lottare per la sopravvivenza.
"Non possiamo non ascoltare l'eco
di tanti drammi collettivi", scrivo-
no i vescovi del Sinodo nel mes-
saggio rivolto alla Chiesa e al
mondo alla fine dei loro lavori.
Nelle loro parole c'è " l'orrore del
terrori smo" che " null a può giustifi-
care" e da condannare "in maniera
assoluta". Ma ci sono anche le
" strutture di peccato", più volte de-
nunciate dal Papa, che costringono
un miliardo e duecento milioni di
persone a vivere con meno di un
dollaro al giorno. Ogni pastore dei
tempi nuovi deve portare nella sua
bisaccia i dolori del suo gregge.
Fame e povertà, mal aria e Aids,
analfabetismo. Bambini abbando-
nati, donne sfruttate. Business del-
la droga e delle armi. Masse di ri-
fugiati e di migranti messe in moto
dalle guerre, dall ' oppressione poli-
ti ca, dalla discriminazione econo-
mica. Persino l'intolleranza e Io
sfruttamento della religione per
scopi violenti. Ma ciò che sconvol-
ge "maggiormente" i nostri cuori ,
scrivono ancora i vescovi del Sino-
do, il disprezzo della vita, dal
suo concepimento al suo termine, e
la disgregazione dell a fami gli a. Il
no della Chiesa all'aborto e all 'eu-
tanasia è un sì alla vita, un alla
bontà originaria della creazione, un
sì" che interpella la coscienza di
tutti, non solo dei credenti, è " un
alla famiglia".
MAESTRO TESTIMONE
ANNUNCIATORE
In questo contesto il Sinodo deli-
nea i tratti ideali del vescovo "ser-
vitore del Vangelo". Innanzitutto la
sua risposta alla "chiamata univer-
sale all a santità", che per i vescov i
"si realizza nell 'esercizio del mini-
stero apostolico, con l'umiltà e la
forza del Buon Pastore". Una for-
ma molto attu ale di santità, di cui il
mondo ha bisogno , è l'apertura a
tutti che deve essere un tratto di-
stintivo del vescovo, chiamato og-
gi più che in passato a "rendere ra-
gione della speranza" con pazienza
e coraggio.
Ecco, poi, il vescovo che annun-
cia, celebra, insegna, testimonia
l'amore di Cristo; che fa della
chiesa "la casa e la scuola della co-
munione" sull 'onda della calorosa
raccomandazione del Papa a con-
clusione del grande Giubileo del
duemila; che sa essere "padre e
fratello dei poveri" e non esita,
quando necessario, "a farsi voce di
quanti sono senza voce perché i
loro diritti vengano riconosciuti e
rispettati".
Ecco, sopra ogni altra cosa, il ve-
scovo maestro della fede che vigila
"quale sentinella e profeta" sul suo
gregge per smascherare falsifica-
zioni ed abusi. Mai dimenticando il
preoccupato monito di Giovann_i
Paolo II al termine del Sinodo: "E
importante che il vescovo abbia
coscienza delle sfide che oggi la
fede di Cristo incontra a causa di
una mentalità basata su criteri
umani che, a volte, relativizzano la
legge e il disegno di Dio". Il ve-
scovo soprattutto, sono ancora pa-
rnle del Papa, "deve avere il corag-
gio di annunciare e difendere la
sana dottrina, anche quando ciò
comporti sofferenze. Egli, infatti,
ha il dovere di proteggere i fedeli
da ogni genere di insidi a, mostr::in-
do in un ritorno sincero al Vangelo
di Cristo la so luzione vera per i
compless i problemi che gravano
sull ' umanità". Il serv izio che il ve-
scovo del ventunesimo secolo è
chiamato a rendere al suo gregge,
sottolinea con forza Giovanni
Paolo II, "sarà sorgente di speranza
nella misura in cui rispecchierà
un 'ecclesiologia di comunione .e di
mi ss ione. La forza della Chiesa è
la comunione, la sua debolezza la
divisione e la contrapposizione".
(Servizio fotografico
de/l'Osservatorio Romano)
BS FEBBRAIO 2002

2.4 Page 14

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Il pianeta giovani continua ad essere all'attenzione di sociologi,
GIOVANE ADULTO diVitoOrlondo
ERCASI
Molti giovani adulti rispondono ai requisiti dell'adultità solo a livello
anagrafico ; per il resto sembrano navigare nel mare di un 'eterna adolescenza.
G li under quaranta stanno di-
ventando un problema e ri-
chi amano fortemente inter-
rogativi sul diventare ad ulti , sull a
fatica di superare la sog li a di un ' in-
fa nzia sognatrice, comodamente
espansa in un 'adolescenza che non
si vuole abbandonare. Siamo in pie-
na sindrome di Peter Pan. Sul feno-
meno e soprattutto sui suoi protago-
nisti si sono fatti dei fi lm, e scri tti
libri e canzoni; su di esso ritornano
spesso la stampa quotidi ana e le ri-
viste; anche gli psicologi sono inter-
pellati a vari livelli.
ATTENZIONE DEI MEDIA
Il film di Gabriele Muccino L' ul-
timo bacio, nel grov iglio di amic izie
e passioni , fughe e ritorni , inquietu-
dini e abbandoni , pone decisamente
il problema dell 'identità di una ge-
nerazione che sembra non essere in
grado di giungere a scelte definitive
nella sua vita. Di Peter Pan si era
occupato anche Steven Spielberg
nel suo Hook Capitan Uncino. Né si
I È necessario transitare attraverso
le stagioni della vita, senza
baloccarsi in un'eterna primavera.
può dimenticare la canzone di Ben-
nato L'isola che non c'è . Una venti-
na di " trentenni mammoni" raccon-
tano della propria diffico ltà di deci-
dere il distacco da mamma e papà
nel li bro di Paolo B ianchi Avere 30
anni e vivere con la mamma. Anche
questi protagonisti hanno confessa-
to tu tta la loro incertezza, le loro an-
sie, la supe1iicialità del loro mondo
attraversato da fa ntasmi , e priv o di
una consistenza es istenziale. Questi
trentenni non se la sentono di vivere
relazioni impegnative, hanno diffi-
coltà a staccarsi dal caldo nido del-
l' ambiente fam ili are, non hanno vo-
glia o si sentono incapaci di rinun-
ciare ai comodi agi della casa pater-
na. Sono abituati a una vita che non
an1mette rinunce e si spaventano
alla so la possibilità che la vita possa
ric hi e de rle .
FEBBRAIO 2002 BS
La chiamano più
comunemente sindrome
di Peter Pan. Si tratta
di un fenomeno sociale
nuovo, rilevante per il
suo significato e la sua
portata. Si è venuto
precisando come un
insieme di atteggiamenti
e comportamenti
identificati come
"adolescenza
prolungata ". Coinvolge
trentenni e ultra
con la paura di crescere,
di diventare adulti,
anche se ostentano una
falsa sicurezza di sé.
VIETATO CRESCERE
L'egocentrismo infanti le e il rifiu-
to di responsabilità li portano a ri-
fi utare progetti e scadenze di vita;
preferiscono vivere secondo quel
che pi ace al momento, liberi da ogni
condi zionamento e avvertono il di-
sagio di adulti che ricordano loro il
senso del dovere, l'impegno, la re-
sponsabilità, la capacità di affronta-
re i problemi e di saperli risolvere. I

2.5 Page 15

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pedagogisti e, soprattutto, dei media .
La sindrome di Peter Pan è una realtà,
anche se non rig uarda la generalità dei giovani.
Occorre trova re qualche antidoto
al virus devastante della sindrome di Peter Pan.
trentenni e ultra appaiono piuttosto presente, si accontentano degli atti-
chiusi in orizzonti individualistici; mi che non fanno storia, non hanno
possono anche anivare, per scelta e voglia di entrare in una storia. Intenti
un po' anche per pressione fami lia- a contemplare se stessi e a curare
re, a decidere di sposarsi , ma è una l'immagine di sé, entrano in conflit-
decisione che ha insito il virus della to con la realtà di cui non sopporta-
reversibilità: se non va, si può sem- no contrarietà e dolori. Ra llentano i
pre tornare indietro. Questo stesso percorsi della propria vita, vogliono
virus può portarli alla scelta della prendersela comoda, senza imporsi
non generatività perché questa im- rigide esigenze e scadenze per esse-
pegnerebbe (o dovrebbe far lo) in re pronti a cogl iere le opportunità e
modo irreversibile.
a non lasciarsi sfuggire le possibi-
Il quadro è piuttosto fosco. Biso- lità; intenti ad accumulare esperien-
gna precisare subito che si tratta di ze più per curiosità che per speri-
tendenze che possono essere riscon- mentarne il significato e il valore.
trate in un numero ridotto di sogget-
ti. In quanto tendenze, possono tro- QUALCHE MOTIVO C 1È
vare sviluppo in situazioni genera-
zionali non certo esaltanti. È urgente Come spiegarsi questa paura di
riflettere su questi sviluppi e trovare crescere, questa adolescenza infini-
qualche antidoto a questi virus deva- ta? Vi è chi fa riferimento alla realtà
stanti. Non vogliono saperne di di- sociale attuale, ai suoi ideali, all 'o-
ventare adulti. Nel profondo sem- mologazione, al divismo, agli stereo-
brano impauriti dalla vita. Non ama- tipi , alla propaganda di una vita fatta
no il tempo che scone e che vorreb- solo di successo e di piacere. Il clima
bero quasi fermare. Schiacciati sul culturale e i modelli propagandati
non sono tali da stimolare a realizza-
re un'identità personale. Viene co-
"·~ munque fortemente chiamata in
';; causa la famiglia e in modo partico-
·:.. lare la precarietà della paternità e
" dell'autorità. Il giovanilismo degli
adulti, il farsi "amico e compagno-
ne" dei figli, alla lunga produce diso-
rientamento perché privano i figli di
figure adulte di riferimento nella cre-
scita. Il forte indebolimento della fi-
gu ra patema ha fatto prevalere lo
sviluppo del polo affettivo ed emoti-
I La vita è una battaglia da accettare
per crescere... non uno sforzo
per rimanere bambini.
vo, più legati alla figura e al ruolo
della madre. L'indebolimento dell'e-
sigenza della nmma ha portato a svi-
luppare più il capriccio che la re-
sponsabilità. L'atteggiamento della
famiglia timorosa di educare, di in-
tromettersi nella libertà dei figli ; la
scelta dell'estrema tolleranza senza
interventi di co1Tezione, l'assenza di
autorità/autorevole da parte dei geni-
tori sono al i' origine dell'infantilismo
e della vagiia di pro lungare I'ado le-
scenza. I genitori che hanno paura di
educare o scelgono di non educare in
nome di un falso rispetto della libertà
dei figli perché hanno paura di ferire
la loro libertà, "disertano il loro com-
pito di genitori". Questo diventa
ancor più grave quando si aggiunge
la mancanza di un minimo di esem-
plarità nel cammino di realizzazione
di ch i deve saper assumere responsa-
bilità e un progetto di real izzazione
personale e di reciprocità relazionale
ed affettiva.
A differenza dei trentenni , i ven-
tenni sono immersi in un contesto
più incerto, soprattutto dopo i tragi-
ci avvenimenti dell ' 11 settembre
scorso. Stanno vivendo lo sfalda-
mento del mito globalista, ma non
hanno la forza d i promuove eventi
generazionali significativi. Hanno
acquisito competenze comunicative
prima sconosciute e si fanno presen-
ti alle grandi manifestazioni; amano
muoversi in contesti più controllabi-
li (territorio, ambiente urbano, grup-
pi, club . ..) in cui sperimentano ed
esprimono nuove forme di disponi-
bilità. Sono su nuove piste di ricer-
ca di senso, ma non hanno sempre
certezza della rotta. Invocano silen-
ziosamente chi li sappia incontrare
sul loro cammino, li attrezzi con
una bussola e li aiuti a saperla ado-
perare.
O
BS FEBBRAIO 2002

2.6 Page 16

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MAURIZIO DI GIACOMO
DON MILANI
redazionale
DON MILANI
UN LIBRO RAFFORZA LA
TESI DI DON VECCHI
Don Lorenzo Milani, il prete
educatore, scomodo ma ob-
bediente , Indro Montanelli,
specchio dei conservatori il-
luminati italiani, lo voleva ad-
dirittura santo, e anzi, si me-
ravigliava che a distanza di
25 anni dalla morte, la Chie-
sa non lo avesse ancora ca-
nonizzato. L'inedito di Mon-
tanelli è uno dei numerosi
che vengono rivelati ai lettori
dal volume che Maurizio Di
Giacomo, sempre attratto
dalla lungimiranza sociale e
pastorale di don Milani, ha
scritto dopo anni di ricerca
per i tipi dell 'editore Boria. Il
titolo, semplice ed essenzia-
le, Don Mi/ani, è completato
da un sottotitolo eloquente:
tra solitudine e Vangelo. Il
prete di Barbina, nonostante
le difficoltà di essere capito
dentro la sua stessa Chiesa,
non ha cessato di operare
con spirito evangelico. Anzi
proprio per questo ha com-
promesso la sua possibile
carriera condividendo la scel-
ta dei poveri.
Il volume è una piacevole
narrazione fondata da docu-
menti, tanti , alcuni inediti e di
grande significato. Al term ine
della sua lettura, il libro, per
curiosa combinazione con-
MILANO, ITALIA
IL MIO DIO
CANTA GIOVANE
Matteo Zambuto è un cantau-
tore, pres idente dell ' Associa-
zione " Il mi o Dio canta gio-
vane" che per statuto pro-
muove e sosti ene la canzone
di ispirazione reli giosa.
In una soc ietà secola-
rizzata al mass imo
ferma l'intuizione di don Juan
Vecchi , Rettor Maggiore dei
salesiani, su don Milani.
Si tratta della prima posizio-
ne ufficiale che un'istituzione
importante sul piano educa-
tivo e scolastico come quella
dei Salesiani ha espresso su
don Milani. Contenuta nel
libro-intervista a don Vecchi
pubblicato nel 1999 dalla El-
ledici con il titolo I guardiani
dei sogni con il dito sul mou-
se. "Quanto a don Milani -
afferma don Vecchi in quel-
l'intervista programmatica -
ogni educatore gli deve mol-
to . Ha realizzato uno stu-
pendo esperimento di fron -
tiera e una interessante
prova pedagogica, riponen -
do una grande speranza
sulle risorse dei ragazzi e
puntando a collocare l'inse-
gnamento scolastico entro la
vita degli allievi e gli avveni-
menti del mondo".
grado, in cui tutto è vo lto al
business economico, un 'asso-
ciazione che non guarda al
soldo ma ali ' uomo, anzi all 'a-
nima dell ' uomo è una novità
sorprendente, e meritevole di
d i f f u sione .
Lo facc iamo indicandone an-
che il sito web: http://digi-
land e r . io l .i t/ i Im io di o-
cantagiova ne/index.htm .
BRESCIA, ITALIA
Figlie di Maria Au siliatri ce,
una rete in Brasil e che garan-
ONORE AL MERITO!
ti sce ass istenza ed educazione
L a più alta onorificenza con- - e spesso anche lavoro - a
ferita dal Lions Clubs Inter- mi gli aia di bambini. Sono in-
nazionale, la "Melvin Jones fatti ormai più cli 3000 i pic-
Fellowship", è stata conferita co li che vengono seguiti nei
a Valerio Manieri , segretario vari centri di accoglienza, gra-
dell ' As sociazione " Marchini " zie appunto ali ' A ssociazione
di Bresc ia che in dieci anni di di cui Man ieri è segretario.
attività è riuscita a creare, Nell a foto, il governatore ciel
graz ie ali ' aiuto di migliaia di distretto Lion s 108 Celia Sitta
soci e all a coll aborazione dei Freddi con segna il premio a
mi ss ionari salesiani e delle Valeri o.
BREVISSIME DAL MONDO
ROMA . È in pieno svo lgi-
mento il " Corso Universita-
rio cli Ed ucatore Profess io-
nale" che il Consorzio Zen it
ha organizzato in collabora-
zione con la Facoltà di
Scienze dell 'Eclucazione del-
1'UPS . " Per ri spondere alla
sempre maggiore richi esta di
educatori espe1ti nell a pro-
gettazione, programmazio-
ne, pianificazione e gestione
di interventi socio-educativi
e formati vi" soprattutto a fa-
vore dei pi LI svantaggiati.
Per saperne cli più :
055/50.341: sepfi@tin.it
logo con i credenti di altre
reli gioni .
ROMA. Una trentina di
parlamentari appartenenti a
tutti i partiti politici hanno
firm ato una mozione per
chiedere al Governo che si
impegni a presentare al No-
bel per la Pace 2002 la can-
didatura dell a Comun ità di
S. Egidi o, le cui beneme-
renze in questo campo sono
davvero grandi , e abbrac-
ciano il mondo intero. A lla
Comun ità appartengono og-
gi circa 60 mila persone in
ogni parte del Globo.
ROMA. Dopo lo choc ONU. Secondo gli scienzia-
dell ' I I settembre anche i1 ti dell 'ONU entro la fine
Vaticano si è mobilitato, e del seco lo il ri sca ldamento
una commi ssione di 15 car- della Terra dovuto ai gas di
dinali e di 29 vescov i sta scari co potrebbe aumentare
preparando un documento di 4 grad i, il che signifi che-
sull a "spiritualità ciel di alo- rebbe che il raccolto globale
go" , in cui si offrono ai cat- di molti alimenti potrebbe
tolici ori entamenti sul dia- diminuire ciel 30% e oltre.

2.7 Page 17

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TEGUCIGALPA,
HONDURAS
Il cardinale Maradiaga ,
salesiano , che giornali e
riviste in cerca di scoop
hanno promosso papabi-
le , in una simpatica per-
formance , mentre suona il
suo strumento preferito. Il
cardinale, allegro, aperto ,
e sensibile non rifiuta, se
viene , sollecitato , di par-
tecipare a un canto, rac-
contare un aneddoto , o
imbracciare il suo sax per
rallegrare un 'assemblea .
Sa coniugare sales iana-
mente allegria e santità.
PISANA, ROMA
Sono molti nel mondo i
vo lo ntari che offrono il
proprio lavoro ai più pove-
ri , per aiutarli , ma anche
per essere aiutati. Chi ha
fatto il volontario sa che ,
se è vero che attraverso il
proprio servizio si dà qual-
cosa ag li altri, è altret-
tanto vero che si riceve, e
non poco . All a Pisana,
nell 'ottobre 2001 un con-
vegno internazionale ha
fatto il punto per organiz-
zare sempre meglio i
volontari per le missioni.
MONTEVIDEO,
URUGUAY
L'Uruguay salesiana com-
memora 125 anni della
presenza nella nazione. I
figli di Don Bosco sono ar-
rivati fin dal 1876. Oggi i
salesiani contano 22 pre-
senze dislocate in parroc-
chie, oratori , scuole uma-
nistiche e tecniche , cap-
pellanie , collegi, case per
la gioventù , scuole preuni-
versitarie, centri di avvia-
mento al lavoro, mense
quotidiane per i poveri, un
museo storico , centri di
produzione agricola ...
PALERMO, ITALIA
Febbraio: gli oratori fe-
steggiano il carnevale
dove con serate di sketch
e danze, dove con sfilate
di carri allegorici in lieta
competizione co n altre
organizzazioni , dove con
giochi e stand gastrono-
miei , e dove ancora con
l'antica abitudine del pro-
cesso al pupazzo e la
condanna al rogo, a signi-
ficare che sta per comi n-
ciare un periodo in cui è
necessaria più la riflessio-
ne che la dissipazione.
RÌMAC, PERO
A Rìmac, dove arrivarono
i primi salesiani e FMA
11 O anni or sono, è stato
costruito e consacrato un
tempio a san Giovann i
Bosco. Ampio , moderno,
funzionale . Ed è stata
scelta una data emblema-
tica per la sua consacra-
zione , il 16 agosto ann i-
versario della nascita di
Don Bosco e giorno cen-
trale dei festeggiamenti
per l'anniversario dell'arri-
vo dei salesiani in Perù.
L'AQUILA, ITALIA
Al sindaco e alle autorità
in visita allo stand allestito
dal VIDES dell'Aquila· per
la giornata del volontaria-
to , è stato presentato il
progetto "Noi protagoni-
sti", un piano d'intervento
per ragazzi di 14/17 anni
a rischio di abbandon o
scolastico e familiare. Il
progetto pone al centro il
ragazzo come protagoni-
sta perché esprima tutte
le sue potenz ialità e si
senta utile alla società,
alla fam iglia e alla Chiesa.
BS FEBBRAIO 2002

2.8 Page 18

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Un nuovo campo di lavoro si è andato delineando
UN CAMPUS
di Giancarlo Manieri
SCOPERTO
Dal mondo universitario
verranno i dirigenti
di domani: è perciò
un ambito che esige
di attrezzarsi perché si
tratta di giovani adulti
ormai fuori dal percorso
pedagogico
adolescenziale,
anche se i sociologi
parlano di adolescenza
prolungata ...
I problemi sono molti.
Per capirne di più
abbiamo intervistato
l'unico incaricato
salesiano che fa questo
nuovo mestiere
a tempo pieno,
don Gianni Ghiglione.
I La copertina del progetto
educativo stilato per gli
universitari del Piemonte/
Valle d'Aosta.
Collegi Universitari Salesiani
FEBBRAIO 2002 BS
I salesiani per i giovani universitari
che sempre più numerosi prendono
stanza nelle loro strutture fanno
gli educatori o gli albergatori?
Sl, le richieste di ospitalità sono
numeros issime e non tutte possono
essere soddisfatte: in alcuni pensio-
nati abbiamo liste di attesa per anni !
È anche vero che da parte di molti
giovani c'è la semplice richiesta di
un letto e una stanza dove poter stu-
di are, punto e basta; pochi scelgono
le nostre strutture per poter conti-
nu are un a formazione cristiana. Tut-
tav ia, il clima um ano caratteri stico
dell ' ambi ente, la vi cinanza e la cura
di sa lesiani e di compagni motiv ati,
e una serie di attività tipi che del si-
stema di Don Bosco catturano e
co in volgono la maggior parte. È
provato. Si tratta di creare occas ioni
di incontro comunitario con tutti i
suoi dinamismi umani e relazionali
e con le attività che caratterizzano
la tradizione salesiana. In questo
ambi to l'attenzione (molto spesso
disattesa) alle strutture è importante.
Sono convinto che i res ponsabili dei
Collegi Universitari Salesiani
(CUS) hanno buona volontà e otti-
me intenzioni , vogliono cioè essere
'educatori ' tra i giovani. Spesso
però non si sa come e che cosa fare:
il mondo universitario non è come
quell o delle scuole superiori! Un
punto importante è la chi arezza ini-
ziale nel presentare ciò che il coll e-
gio "è" - non lo chiamo pensionato,
come puoi notare - e ciò che chiede
a chi vuole fe rmarsi. Se questo
passo è fatto bene, crea serenità e ·
voglia di costruire insieme.
Quali sono le difficoltà principali
del lavoro con gli universitari?
Alcune sono di tipo strutturale: gli
orari delle lezioni che vanno dalle
Matricole a Valdocco
con do.n Gianni Ghiglione.

2.9 Page 19

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in questi anni per salesiani: gli universitari.
È vitale offrire spazi di formazione
ai giovani universitari.
8.00 del mattino alle 8.00 della sera,
per cui c'è sempre un via vai a tutte
le ore; ci sono nell ' arco dell 'anno
delle pause con la possibilità di dare
esami e allora molti tornano a casa.
Tutto questo determina una variega-
ta frammentazione nelle presenze.
Altre difficoltà provengono dalla
pesantezza dello studio per cui tutto
il resto passa in secondo piano; se
poi a questo si aggiunge una certa
dose di pigrizia giov anile verso
quanto sa di formativo e di impe-
gno, il quadro è delineato. Ma c'è
anche la difficoltà dei salesiani a
entrare in questo mondo abbastanza
nuovo , a inventare strateg ie ed ucati-
ve basate sull 'autorevo lezza delle
persone, sulla qualità delle proposte
e sul coinvolgimento dei giovani
nella gestione del collegio a tutti i
livelli ...
So che hai risolto queste difficoltà
attraverso un progetto, l'unico
finora esistente. Quali sono le
linee portanti?
A Torino giovani universitari e re-
sponsabili dei cinque CUS presenti
(per un totale di circa 300 posti
letto) hanno elaborato un "Progetto
educativo", costruito sui pilastri del
Sistema Preventivo. Esso viene
consegnato al momento dell ' iscri-
zione e studiato da tutti per un anno,
in modo che ognuno sappia a che
cosa punta la presenza salesiana con
loro. Poggia su tre aree: l'area del
personale: la crescita armonica della
persona, l 'autonomia e la responsa-
bilità del soggetto; l'area del socia-
le: l ' acquisizione di capacità rela-
zionali, la cura del carattere, la let-
tura attenta e critica di fatti e opi-
nioni , la partecipazione attiva alla
vita del CUS; l' area del senso: lari-
cerca di valori per la propria vita, la
cura della rifless ione, il servizio,
l'offerta di momenti espliciti di pre-
ghiera e di celebrazione. Utopia?
Forse. Ma Don Bosco ci ha inse-
gnato a puntare in alto e sognare in
grande!
La pastorale universitaria rientra a
pieno titolo nel carisma salesiano?
Perché no? Don Bosco ripeteva
spesso: "Basta che siate giovani
perché io vi ami assai!", intendendo
con questo che tutti i giovani sono
oggetto del suo affetto e della sua
attenzione. Oggi, ci dicono gli
esperti, l 'adolescenza si prolunga
fino ai 25 anni e oltre. Dunque ...
Del resto la pastorale universitaria
cerca di attuare lo stile del carisma
salesiano , come un equilibrato do-
sagg io di pazienza ed esigenza. Con
i giovani vogliamo essere paz.ienti
(rispettosi dei loro tempi di matura-
zione, delle loro esigenze e diffi-
coltà), ma anche esigenti (desiderosi
di farli crescere, eliminando tutto
quello che sa di pigrizia, di chiusura
e di egoismo).
Gli Universitari, si sa, di giorno
studiano e di notte... vivono! Credi
possibile conciliare gli orari dei gio-
vani con quelli dei salesiani?
Se un giovane vuole stare al passo
con gli esami, di notte dorme! Le
lezioni occupano buona parte della
giornata e lo studio è obbligatorio
nelle ore serali e notturne. Per gli
educatori il tempo della sera è il più
propizio per dialogare, vedere e di-
scutere un film, trovarsi a pregare
un po ' ... Questo non vuol dire che
non restino spazi per "respirare",
tutt' altro . Urge educare i giovani a
saper gestire il loro tempo, e qui si
aprono spiragli per proposte educa-
tive secondo il nostro stile e la no~
stra tradizione.
Ti pare possibile coinvolgere i gio-
vani in iniziative formative di spes-
so re? È applicabile il Sistema
Preventivo?
Io coordino il lavoro educativo
svo lto dai vari responsabili e pro-
pongo iniziative, corsi, gruppi , atti -
vità di servizio, incontri culturali,
ecc. Ritengo di vitale importanza
offrire spazi di formazione, specie
in questo momento in cui l'Univer-
sità rischia di diventare quasi esclu-
sivamente un centro di servizi e non
più un laboratorio in cui i diversi
"saperi" entrano in dialogo per for-
mare personalità libere e aperte.
"Contro una cultura dell' addestra-
mento, contro una logica dell' effi-
cienza è urgente ricuperare una spi-
ritualità, una dimensione etica e va-
loriale che salvi la dignità della
persona umana", dice il progetto.
U mondo giovanile universitario è
una realtà ricca e disponibile; sento
tutto questo come un dono e una
sfida per i salesiani: questo nuovo
campo pastorale è un motivo di spe-
ranza e di futuro per noi, per la
Chiesa e per la Società.
O
BS FEBBRAIO 2002

2.10 Page 20

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Un lungo viaggio in India del direttore del B5 per raccogliere
NELLA TERRA
DEL MAHATMA
di Giancarlo Manieri
"Se non sai dove vai,
finira i da un'altra
parte! " (La wrence).
L'India è tutt'ora
nell'immaginario della
gente per alcune
caratteristiche: la
povertà, la guerra per il
Kashmir, Madre Teresa
di Calcutta, i templi
indù, i bramini, gli Hare
Krishna, i marajà,
Sandokan e le tigri della
Malesia ... Ma l'India è
anche altro, molto altro!
D iceva a suo tempo Petronio:
"Lascia le tue terre e cerca
altre sponde! E ti si apriran-
no orizzonti nuovi!". E Omero par-
lando di U lisse nell'Odissea: " Vide
le città di molti uomini e ne conob-
be i pensieri" . Sono questi i senti -
menti che hanno guidato il m io
vi agg io in India. Del resto scoprire
nuovi orizzonti e conoscere gli uo-
mi ni, i loro pensieri , le loro realiz-
- "Lascia le tue terre.. . ti si apriranno orizzonti nuovi! "
zazioni fa parte de l mj o lavoro at-
tuale. L'Indi a che conoscevo era
quella dei libri di Salgari che da pic-
colo, come molti della mi a genera-
zione, divoravo: l'Ind ia misteriosa
de i Thu gs, della dea Kalì , dei ma-
rajà, de ll e tigri del Benga la, de i pi -
rati di Mompracen ... Un Paese in-
somma che non ha null a a che vede-
re con quell o reale.
Bombay è stato il primo impatto.
Co i suoi 16 mi lioni e passa di abi -
tanti mi ha presentato l'Indi a di
oggi: popolosa, di versifica ta, con-
traddittoria: povertà e ricchezza, ba-
racche e grattac ieli, capanne e tem-
pii superbi, analfabetismo e cultura
ad altiss imo li vell o, agglomerati im-
possibi li e parchi riposanti ... e il
traffico!
IL TRAFFICO
Un traffico incredibi le, convu lso,
caotico. Ne ho av uto la prova du-
rante il vi agg io in jeep da Calcutta a
Kri snagar. Avevo pensato a un tra-
gitto tranqu ill o in cui riposare occhi
e membra. Sbagliato. Sono stati 200
chilometri di pass ione. Più vo lte ho
pensato a quanto avessero ragione i
v iaggiatori medioeva li che prim a di
- Un traffico incredibile, convulso, caotico.
FEBBRAIO 2002 BS
- Centinaia e centinaia di camion dovunque.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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testimonianze di prima mano.
partire facevano testamento ! Man
mano che a veloc ità fo lle lungo la
carreggiata ci sfi oravano i camion,
mi sfiorava pure il pensiero che io il
testamento non l' avevo fatto, e fo r-
se avevo fa tto male ! Sembrava che
" i bisonti della strada" ti venissero
contro , in vece che incontro; devia-
vano solo ali ' ultimo momento, pro-
prio quando anche l 'autista della
jeep, bontà sua, aveva lui pure dec i-
so di deviare, così che i due auto-
mezzi, riportandos i ciascuno verso
la propria corsia, quas i si strofina-
vano a vicenda, e tu ti sorprendev i a
ripetere giac ul atorie alla Madonna
del Buon Viagg io che, fo rtunata
Lei, andava a piedi , o, al massimo a
dorso d ' asin a! A centinaia, a mi-
gli aia i camion occupano/attraversa-
no le strade dell ' India all o stesso
modo che i bisonti le verdi praterie
indiane . L'accos tamento mi appari -
va pe rtinente, anche se gli indiani
dei bi sonti appartenevano a tu tt'al-
tro Paese e paesagg io! I camion
avevano sostituito gli anim ali nell a
giungla di oggi, la strada. Ce n'era-
no in mezzo all a carregg iata, ai
bordi di essa, mess i per dritto, per
traverso, in sosta, in riparaz ione, ro-
vesciati sui greppi , in rottamazione,
vecchi e ca rcasse arrugginite poste
qua e là, quas i mode rne sculture...
M i sono chi esto più di una vo lta:
quello che ci fa lì in mezzo? U pro-
nome era ri ferito a qualche cami on
abbandonato in mezzo alla carreg-
giata, che costringeva a slalom im -
poss ibili . N iente ci faceva. L' autista
s'era evidentemente stufato di gui-
dare, aveva bloccato il mezzo ed era
sceso per "sgranchirsi" . Tu tto . Se
alla descrizione fatta si aggi unge
che la quas i totalità deg li chassis
appari va di età veneranda, dando
l' idea che avevano resistito per
tigna agli insulti del tempo e agli
scontri , il quadro della situazione è,
forse, completo! Ah , no! Mancano
ancora l'assordante sferragliare e le
maleolenti coltrine fum ogene pro-
vocate da una carburazione carbura-
ta... a naso !
Con i cam ion in India competono
le bici. Nel numero ovviamente! La
nazione produce biciclette di tipo di-
verso: normali , da tiro, da viaggio,
da soma !.. . Specialmente nei villag-
Con i camion in India competono
le bici. ..
gi vedi un popolo in bi ci, tanto che
pensi di stare in Cina, secondo l'im-
magin ari o co lletti vo occ identale. In
alcuni vill aggi di pi anura hai l ' im-
press ione che siano di poco inferi ori
al numero delle persone. Con le
bici/risciò si porta la gente a passeg-
gio, con la bi ci/tax i la si porta a de-
stinazione, le bici/carrette trasporta-
no pesi incredibili , le bici/nom1ali
spostano da un posto alJ 'altro le per-
sone che ne poss iedono una.
IL PAESAGGIO
Quas i ov unque il paesaggio indi a-
no è stupendo. Verso l' inte rno del
Bengala Occ identale sulla strada
nazionale, oltre al già citato traffico,
mi hanno accompagnato i paesagg i
sublimi della fo resta bengalese, ta-
gliata a tratti da immensi campi di
riso con contorno di acqu itrini , la-
ghi , fo nti, fi umi ... Ovunque in mez-
zo all 'acqua giacevano a marcire
fasc i di verghe di juta. Compl etava-
no il paesagg io, soprattutto a corni -
ce degli specchi d ' acqua, palme, ba-
nani , alberi da cocco, mango, e i
lunghi e verdi arbusti dell a j uta.
La natura appari va incontaminata,
in netto e stridente contrasto con le
dimore dell ' uomo. L'acqua in alcu-
ni lu oghi - come il Bengala appunto
- è tanta ... anzi troppa ! Qu alche
anno fa ha fatto anche 10 mil a
Palafitte!
.. . normali, da tiro, da viaggio,
da soma!
morti. La fo resta è dominata dai gi-
ganteschi alberi di teek, e da quelli
di caucciù, ass ieme a papaia, guavà,
jack fruii e i già ricordati banani,
mango ecc.
LA GENTE
Il paesaggio intristiva un po' quan-
do la strada attraversava un villaggio.
Si presentavano, i vill aggi, come ag-
glomerati senza vie secondarie, dove
tutto o quasi si esauriva nelle case
che costeggiavano da ambo i lati la
strada, spesso l'unica vera strada.
Quando questa affiancava un fi ume,
le abitazioni quas i sempre di legno -
erano costrui te con la parte anteri ore
poggiante sull a sponda mentre il
resto si protendeva nel fi ume, pog-
ooiante su grossi pali di legno ... Pala. -
fitte , insomma! Chi ha dell a fantasia
vi vace, prov i ad imm ag inare il colo-
re dell 'acqua sottostante, e tutto il
resto. Q uanto più incontaminata ap-
pariva la natura tanto più contamina-
to era lo spazio occupato dall ' uomo:
fa ngo, legno, rottami d' ogni tipo,
cocci, plastica, rifi uti ...
Eppure la gente ti impress ionava:
gli occhi buoni , il portamento mo-
desto, il gesto pacato, il sa luto cor-
di ale, il sorriso amichevole. Li ve-
devi a volte acc ucciati in posizione
fecale a parlare tranquillamente.
Non ti piantavano gli occhi addosso
come ho visto in Africa. Non ti se-
guivano, non ti molestavano con la
richiesta di elemosina. Sembrava
che non esistessi. Scendevi dalla
vettura per scattare qualche fo to, e
loro continu avano tranquill amente a
comprare, a vendere, a camminare,
a parlare, a lavorare ... L'India mi è
apparsa in grande fe nnento di pro-
gresso.
(continua)
(Servizio foto grafico dell'Autore)
BS FEBBRAIO 2002

3.2 Page 22

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LETTERA Al GIOVANI
Carissimo/a,
Hai vissuto un periodo di
forte intensità. Mi confid i
che non hai più " un minuto
di tempo " per t irare il
fiato. Lo dici con sofferen -
za e rimpianto. Hai mai
visto il cartello "Tutto
esau ri to" in a lcun i r isto-
ranti in tempo di ferrago -
sto? Non ti è mai capita-
to di non trovare un solo
po sto libero in Eurostar,
perc hé arri vi a prenotare
all'u ltimo momento?
Tutto vero. È anche ve ro
che lo stress com incia a
farti compagn ia; l'insoffe -
renza e gli scatti di nervi
aumentano in modo im-
pressionante. Rilassati!
FEBBRAIO 2002
È il mese adatto per un sorriso in più . ..
Spesso lo stress diventa insopportabile,
la noia appiattisce la giornata,
pensieri negativi incorniciano il nostro fare .. .
"C'è un tempo per ridere!"
RILA' SSATI
Vengo da una visita a un
amico in ospedale. Am-
ma la nd om i se riam ente -
mi racconta - a 50 ann i
ho cap ito che devo pren-
dermi cura di me stesso
oltre che della mia sa lute.
Vog lio prendermi qua lc he
pausa, curare l'amicizia,
avere qua lche interesse.
Lo stress da lavoro mi ha
fatto a mmal are. Il tempo mi farà guarire.
~a cura più adatta per guarire è tirarsi fuori.
E stato calcolato che med iamente nel la nostra
mente passano circa 50.000 pensieri al giorno.
Tanti. A lcuni di questi pensieri so no positivi, molti
altri negati vi votati all'irritaz ione, al pessim ismo.
Lasc ia cade re le preocc upazioni. Una ri sata, un a
pausa di buon umore, una serata con gli amici fanno
tornare il bu on sa ngue.
Ho rivisto dopo anni G ... Insegna. " Ho fatto la
scelta della scuola" - mi racconta - I ragazzi mi
FEBBRAIO 2002 8S
hanno risvegliato. Stando
con loro ho ripreso a sor-
ridere". Pensa positivo: è il
primo passo pe r guarire
dall'eccesso di nervosi -
smo, irritazione. Rilassati.
Il li vello di frustraz io ne
può essere azzerato.
Perché arrabbiarsi per un
ritardo dovuto al traffico,
perché mandare di t ra ver-
so la gi ornata per una pa-
rola non fel ice o un com -
mento velenoso di un'a mi-
c a ? Lascia perd ere , ne
~uadagna la salute.
E igiene mentale conce-
dersi qualche ora di buon
umore, rega larsi una gior-
nata fu ori casa . Bastano
pochi secondi al giorno per
mettere in atto una stra-
tegia di serenità e incomin-
ciare una giornata al l'in se-
gna della ri lassatezza .
Sorrid ere, essere se reno,
lieto anche nella sofferenza
è segno di vita vera . "Le
st elle sple ndono solo ne l
buio". A ricorda rmelo è una
suora di clausura.
Il so rri so dà equilibrio e
luce alla tua giornata .
Donalo e ti sentirai so lle-
vato da tanti pensieri.
Non perderl o. I tuo i occ hi
si spegnerebbero all'istan-
te. A nche carnevale può
essere vissuto così, come
momento di seren ità.
Ciao
Carlo Terra neo

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.••••••••w•••••••••••
.
C'è un museo non catalogato come tale,
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
perché è tutt'ora una chiesa officiata, anzi una basilica,
quella di Maria Ausiliatrice di Torino.
Essa ospita i quadri ordinati da Don Bosco stesso
a vari pittori del suo tempo. Sono pochi pezzi
ma preziosissimi, se non a livello artistico culturale
certamente a livello storico e affettivo.
Ne diamo conto, essendo
"storia di casa nostra".
MUSEI SALESIANI
I PITTORI
DI DON BOSCO
di Natale Maffioli
Nella basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco sono ospitate
opere di Lorenzone, Carcano, Fino, Bonetti, Rollini, commissionate
da Don Bosco stesso ai rispettivi autori.
•••••••••••••••
••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS FEBBRAIO 2002 • •

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....................... -••--······ · ···· • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •-=• •==-====---
J
COLLOCAZIONE
Maria Mazzarello); .lo ornava un
dipinto opera di Gtovanni_ Batti-
Nel giugno del 1868 era già al sta Fino . li sogget:to raffigurava
suo posto il quadro maggiore'. sant'Anna che insegna alla picco-
mancavano all 'appello gfi altri la M aria a leggere. A si nistra della
quattro dipinti che dovevano de- porta prin cipale, vi era un _altar~
co rare altretta nti altari minori, rna dedicato da Don Bosco a1 Sacri
nel giro di sette ann i, entro il Cuori di Gesù e M ari a; il quadro
1875, l'impresa era portat~ a sopra l'a ltare si doveva ~[ pen:
compime nto. La pala m~gg1ore nello del pittore torinese Giovanni
co n l'Aus ili atrice, opera d1 Tom- Bonetti, mentre gli affreschi eh~
maso Lorenzone, i 11 ustrava iI tito- decoravano le pareti era no stati
lo dato al santuario e co ndensava approntati dal Giuseppe Rollini
con un' iconografia nuova quello (1842-1904). L' altare, dopo essere
che Don Bosco aveva in cuore stato intitol ato a san Francesco di
circa la devozione e la protezio- Sales, recentemente. è statp dedi-
ne della Madre di Dio. L'altare cato a san Domeni co Savio.
nel transetto sinistro era (ed è tut-
I
Quadro dell'altare Maggiore
con l'effigie di Maria Ausiliatrice,
opera di T. Lorenzone.
tora) dedicato a san Giuseppe,
"Sposo della Madre di Dio",
anche questo dipinto era stato
approntato dal Lorenzone. li tran-
TOMMASO LORENZONE
11 Lorenzone era nato a Panca-
!ieri (TO) il 13 febbraio ,1824;
setto destro aveva un altare dedi- aveva studiato ali 'Accademia Al-
••••••••••••••
La consacraz ione della chiesa
di Maria Ausiliatrice di Tori-
no, avvenuta il 9 giugno
1868, poneva fine al periodo,
lungo e irto di di~ic_oltà, della ~o-
struzione dell ' ed 1f1 c10 e ne apriva
un secondo: quello della sua de-
corazione. Ini ziava per Don Bo-
sco la preoccupazione - che sap-
piamo essere stata viva durante la
preparazione della pala dell ' altare
cato a san Pi etro (oggi è dedicato
allo stesso Don Bosco); la pala
era stata dipinta dal pittore mil a-
nese Filippo Carcano; iI soggetto
era la consegna delle chi avi sim-
boliche da parte di Gesù al suo
successore. Procedendo verso iI
fondo, si inco ntrava l'a ltare dedi-
cato a sa nt'Anna (ora a santa
bertina e si era distinto come pro-
Iifico produttore $Opratt~tto d!
quadri a soggetto sacro, d1 grandi
e pi cco le pale d'altare. So.no fa-
mose quell e co nservate ·· nelle
chiese torinesi dedicate a san
Francesco da Paola, sa n Filippo,
sa n Gaetano e san Secondo. Pur-
troppo la sua vena artisticç:1 non
fu sempre così vivace, e ' anche
dai contemporanei fu considerato
un pittore che, a u~ cert? punto'.
maggiore, con l' immagine del~
non fu in grado d1 uscire dagli
I'Ausi Iiatrice circondata dagl 1
apostoli e dagli evangelisti - del-
l' allestimento iconografico, e del-
la ricerca di pittori che sapessero
trad urre sulla tela e sugli intonaci
le sue idee in fatto di devozione.
Certamente Don Bosco aveva in
mente un preciso piano iconogra-
fico: voleva, attraverso i dipinti
posti sugli altari e le devo~ioni
che vi si espletavano, comuni care
dei contenuti, presentare al fede le
non solo dei santi cui indiri zzare
le propri e preghiere, ma degli
esempi da seguire. Don Bosco
stesso nella descrizione che fece
dell ' apparato decorativo della sua
••
chiesa in un numero delle Letture
Cattoliche del 1875, intitolato
"Ma ria Ausiliatrice col racconto
di alcune grazie", diede ampie
spiegazioni del suo programma,
com mentando le decorazioni sia
ad affresco che su tela.
Pala dell'altare di san Giuseppe
di T. Lorenzone.
Quadro dell'altare di san Pi~tro
di F. Carcano.
i
• • FEBBRAIO 2002 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •••••••••••••••••••••••••••••••••••••

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FILIPPO CARCANO
Il dipinto dell a Consegna delle
chiavi a sa n Pietro del Carcano
ha avuto un iter megli o docu-
1 mentato. Con tutta probab ilità,
Don Bosco si rivolse al du ca mi-
lanese Tomm aso Ga ll arati Scotti
perché gli suggeri sse un pittore
all 'a ltezza dell 'opera che voleva
1 per la sua chiesa. Il duca gli pre-
sentò Fili ppo Carca no come il
piL1 capace interprete dell e sue
idee. Il pittore inviò un bozzetto
ini ziale; Don Bosco, com e ebbe
a scrivere al duca iI 5 settembre
1868, lo esaminò attentamente e
diede alcuni suggerim enti in mo-
do che il di pinto non co ntenesse
so lo la figura di sa n Pi etro ma
pu re quella di sa n Fra ncesco di
..•••
Sa les . Come seconda so luzione
I propose anche "Un dipinto solo
per 5. Pietro che riceve le chiavi
del Sa lvatore; e fare un dipinto
L'altare di San Pietro
prima della ristrutturazione
degli anni '30 del '900.
••
ova le che rappresenti 5. France-
Dipinto per l'altare di sant'Anna
di G.B. Fino.
sco di Sa les; com e seconda rio e
da porsi in basso al dip into m ag- Mi chele Ru a perché so ll ec itasse
giore"4. Il 28 settembre successi- "la cornice de l quadro di 5. Pie-
vo Don Bosco, in una lettera al tro 116. Il 27 giugno success ivo
Ga ll arati Scotti, ri to rnò sull e sue informava il duca Ga ll arati Scotti
angusti schemi di un a pittura de- idee suggerendo un nuovo sog- che " Il quadro di 5. Pietro è a suo
vota intri sa di sentimenta li smo. getto, avendo come modell o la posto, la cornice lo aggiustò be-
M orì a To r'ino nel 1901. Come fotografia di un dipi nto che aveva nissimo" .
ebbe a scrivere lo stesso Don avuto tra le mani : proponeva di
Bosco, il qu adro dell 'Ausili atri ce, va ri are i personaggi, ma po i la-
ultimato nel 1868, è "lavoro ben sc al du ca il compito di sce~lie-
espresso, proporz ionato1 natura- re la soluzione più adegu ata . 11
le; ma il pregio che non mai per-
derà è /1idea religiosa che genera
qu adro era già pronto il 2 1 april e
1869; in quell'occas ione Don
una divota impressione ne{ cuore Bosco scrisse da M ornese a don
di chiunque la rimiri"1• La tela
per l' altare di san Giuseppe, inve-
ce, è al centro di un pi ccol o gial-
lo: Don Bosco nel 1868 presenta
il lavo ro del Loren zone al suo
posto sopra l'a ltare nel transetto
sini stro, mentre in una lettera del
14 ottobre 1873 a don Ru a scri-
ve: " Tra D. Cagliero e D. Savio
pensate al quadro di 5. Giuseppe
che è presso al Sig. Lorenzone fi-
nito1 e non manca più che della
cornice poi si metta a posto"2 .
Come poteva descri ve rl o nel '68
se è stato t~rminato nel '73? Forse
sull 'a ltare, al momento dell a con-
sacraz ione dell a chiesa, era stato
posto il dipinto all o stato di ab-
bozzo. Sta di fa tto che l'alta re fu
inaugurato il 26 april e 18743.
I Affresco di G. Rollini sulla
volta dell'altare dei Sacri Cuori
di Gesù e Maria.
I Pala dell'altare
dei Sacri Cuori di Gesù e Maria
di G. Sonetti.
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS FEBBRAIO 2002 • •

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.•••••
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r.::=============================================~
'
J~·~ !i&/,,.;, () ti !?t!tJ
GIOVANNI SONETTI
Il pittore Giovanni Sonetti si era
formato all 'Accademia Albertina
di Torino dove aveva frequentato
i corsi di pittura sul finire degli
anni Sessanta del 1800. Aveva
partecipato al concorso per il
"Disegno di Figure" del 1869 ri-
sultando ventunesimo, e a quello
del 1870 vincendo una medaglia
d'argento. Partecipò ancora al
concorso del 1871, e nei saggi
fuori concorso è tra i 'Menzionati
con assegno d' incoraggiamento' 9.
Dal 1876 al 1879 partecipò
anche alle esposizioni della Pro-
motrice delle Belle arti di Tori-
no10; un suo quadro, esposto nel
1876, fu acquistato dal Gran Ma-
gistero dell' Ordine Mauriziano. Il
dipinto per la nostra chiesa è
•••••••••·••••••••••••••
d ~ ~ , ~~ /:Jn~
dunque un' opera giovanile; è la-
voro di notevole impegno e di
Santino con preghiera autografa di Don Bosco inviata
a don Francesia.
buon risultato; anche se la com-
posizione non brilla per origina-
lità, l'effetto d' insieme è di gran-
de vivacità: specialmente negli
••••••
•••••••••••••••
Filippo Carcano era nato a Mi- quest' ultimo ne trattenne uno ri-
lano il 25 settembre 1840; entra- mandando gli altri due con l'im-
to all'Accademia di Brera ebbe porto di f. 107. Attualmente la
come maestri Hayez e Bertini; fu tela si trova nella cripta di san
a Parigi e Londra nel 1860. Ritor- · Pietro della Basilica di Maria Au-
nato in patria si distaccò progres- siliatrice.
sivamente dal mondo accademi-
co al punto che i suoi dipinti eb-
bero quasi unicamente acquirenti
inglesi ed americani. Fin verso il GIOVANNI BATTISTA FINO
1880 il pittore si dedicò quasi
prevalentemente alla composi- Del pittore Giovanni Battista
zione di scene di genere: esem- Fino si hanno poche notizie;
plari sono Una partita a bigliardo nacque a Torino nel secondo de-
e Scuola di ballo; dopo quella cennio del 1800; dipinse soggetti
data le sue ricerche si concentra- religiosi , storici e quadri di figura
rono con successo sulla pittura di ed espose a più riprese alla Pro-
paesaggio. Partecipò a numerose motrice delle Belle Arti di To-
esposizioni nazionali ed interna- rino8. Il quadro per la chiesa di
zionali. Morì a Milano il 19 gen- Maria Ausiliatrice non è opera di
naio 1914. La Consegna delle pregio; il pittore non si discosta
chiavi è dunque un' opera giova- da uno schema iconografico lo-
nile; il Carcano è ancora alla ri- goro; i personaggi sono scarsa-
cerca di un suo linguaggio, ma si mente definiti sia dal punto di
rivela già orientato verso quel lo vista fisionomico che psicologi-
che si può definire un protodivi- co. li quadro di sant' Anna del
sionismo anche se è molto atten- Fino fu sostituito nel 1893 con
to ai dati del reale. Il dipinto è fir- uno dedicato ai martiri Avvento-
angioletti che sorreggono la nu-
vora del piccolo Gesù, dove il
pittore dimostra una notevole in-
ventiva e padronanza tecnica . La
pala fu tolta dalla sede originaria
nel 1891 quando l'altare fu dedi-
cato al patrono della congrega-
zione san Francesco di Sales; so-
stituita con una tela del Reffo fu
inviata a Caserta da don Michele
Rua, il primo successore di Don
Bosco, a decorare l' altare mag-
giore della cappella dell'Istituto
salesiano di quella città .
Natale Maffioli
1 (G. Bosco, 1868).
2 (E. Ceri a, Epistolario di Don Bosco, Il, let-
tera 11 23).
3 (F. Giraudi, 1948, p. 72).
4 (Epistolario di Don Bosco a cura di F.
M otto, lettera 1211 ).
5 (dr. Epistolario di Don Bosco a cura di F.
M otto, lettera 1222).
6 (Epistolario di Don Bosco a cura di F.
••••••••••••••••••••
mato. Una curiosa notizia l'ap-
prendiamo da una lettera del pit-
re Solutore e Ottavio, approntato
dal pittore Enrico Reffo (1 831-
M otto, lettera 1302).
7 (Archi vio Centrale Salesiano) .
8 (d r. E. Bellini, 1998) .
tore a Don Bosco del 20 aprile
1873: il santo aveva inviato al-
l'artista tre biglietti di una lotteria,
1917). Attualmente la tela si
trova nel matroneo di destra
della Basilica.
9 (d r. Archi vio Stori co dell'Accademia Al-
bertin a di Torin o, ca rtelle 9- 1O).
===~=~ :10 (dr. E. Bellini, 2000).
FEBBRAIO 2002 BS- • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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MISERICORDIA
E MORALE
di Jean-François Meurs
e aro dottor J. , se ben
((
capisco il suo pensie-
ro, lei afferma che nel
campo dell'amore ci si deve con-
frontare con le stesse difficoltà e
con le stesse ricchezze, sia che si
tratti di amore eterosessuale come
anche, almeno in certi casi, di
amore omosessuale. È per scelta
che ci si impegna a vivere una
affettività nella realtà del dono di
sé, tutti, compresi coloro che han-
no inclinazione verso l'omosessua-
lità. Esiste però un inghippo: l'omo-
sessualità contraddice la legge
naturale, e le manca una dimensio-
ne importante, la fecondità . E poi,
non è forse anche il segno di una
immaturità, una specie di blocco
dell'evqluzione di un individuo,
chiamato ad aprirsi all'altro sesso
facendo l'esperienza della differen-
za? Non c ne/l'omosessualità una
componente egoista, o almeno nar-
cisistica? Trattandosi di giovani,
come può situarsi in tutto questo
un educatore, lui che ha il compito
di accompagnare per far crescere,
non per avallare tutto?
Carlo, educatore, Roma
Caro Carlo,
ciò che dici fa problema in effetti.
Non poco. Ora, come sempre
quando si tratta di umanità, non è
possibile dare una risposta soddi-
sfacente e soprattutto definitiva. Ma
vale la pena di rifletterci e di porre
qualche punto fermo. L'argomento
della legge naturale deve essere
utilizzato con discernimento. Lo
stupratore obbedisce alla legge del-
la sua natura. La legge naturale, è
anche la legge del più forte , come
capita nel mondo animale. La legge
umana impone dei limiti per privile-
giare la solidarietà, la quale non è
che abbozzata in natura. La ses-
sualità è ancora un enigma e obbe-
disce alla cultura della società da
cui è nata. Se ci si attiene alla
natura, bisognerebbe anche spie-
gare perché essa "si sbaglia" milio-
ni di volte, poiché le cifre che si
fanno , parlano di un omosessuale
ogni 20/25 persone .
La sessualità, secondo i mora-
listi, ha tre funzioni: la relazione ,
il piacere e la fecondità. La coppia
omosessuale ha effettiva-
mente un limite : la fecondità
non è possibile . Indubbia-
mente , questa è una gran-
de sofferenza per colui eh~
scopre di avere questa incli-
nazione, e per i genitori che
devono rinunciare alla gioia
di poter coccolare dei nipoti.
lo farei osservare che que-
sta sofferenza è spartita
con non poche coppie ete-
rosessual i sterili , ma che la
sterilità non fa della loro unione un
matrimonio di secondo ordine . È un
limite che non costituisce un osta-
colo assoluto a una pienezza della
coppia. In quello che concerne la
mancanza di maturità o il blocco
dell'evoluzione, lei fa senza dubbio
allusione alla psicanalisi che , al
seguito di Freud , afferma che cia-
scuno ha dei desideri omosessuali
e che l'amicizia più casta nasconde
dei sentimenti inconsci che non
sono -neutrali ; questa omosessua-
lità è funzionale: permette alla
ragazza o al ragazzo di assimilare
più facilmente le regole e i compor-
tamenti che convengono al proprio
sesso .
L'omosessualità è il frutto di
un blocco dell'evoluzione norma-
le, il segno di una carenza di matu-
rità? Ammettiamolo. Ma dobbiamo
anche ammettere che l'eteroses-
sualità non è automaticamente il
segno di una più grande maturità.
In un racconto a fumetti un perso-
naggio, oggetto di disprezzo perché
aveva la reputazione di "non amare
le donne", replicava : "Quando si
vede ciò che gli uomini fanno alle
donne, si è talora fieri di non amar-
le!". Non pochi uomini impongono i
loro desideri egoisti e si specchiano
delle loro numerose conquiste per
rassicurarsi sulla loro virilità, trat-
tando le donne come oggetti , men-
tre alcuni omosessuali sanno mo-
strarsi delicati e rispettosi delle
donne, e a volte perfino più aperti
al mondo femminile . Molti adulti
"normali" hanno delle reali difficoltà
relazionali all'interno della coppia.
Sono immaturi quelli che picchiano
le loro donne, pesantemente imma-
turi i pedofili che sovente sono
anche incestuosi; immature le don-
ne che prendono marito solo per
soddisfare il loro desiderio di mater-
nità. Chi può in questo campo pre-
tendere di essere arrivato alla pie-
na maturità? L'umiltà è d'obbligo.
L'educatore è sensibile ai casi
particolari e alla marginalità. Non
è il profeta che proclama verità uni-
versali e intransigenti . Tiene conto
delle capacità di ciascun giovane e
del contesto nel quale vive. Sa che
non è capace di raggiungere sem -
pre e immediatamente l'ideale mo-
rale, e proprio per questo introduce
delle tappe intermedie. Se propone
una sfida troppo grande , il giovane
si scoraggerà, bisogna proporgli
qualcosa di esigente, ma alla sua
portata. Bisogna tollerare gli smarri-
menti , proporre di nuovo, incorag-
giare. Questa non è una morale al
ribasso , ma una morale che intro-
duce la progressività, perché tiene
conto delle difficoltà del cammino. Il
Papa parla di "legge della gradua-
lità". Una morale che metta la mise-
ricordia nel suo motore è tanto più
necessaria nel campo della ses-
sualità, anche per quelli che sco-
prono di avere questa inclinazione
per la quale, dice il catechismo uni-
versale , non c'è colpa.
Si può ricordare quanto Péguy
diceva a proposito della vita cristia-
na: ciò che dà origine a un cristia-
no non è il livello della sua vita
morale, è il fatto che tenda la mano
a Dio e agli altri. Gli omosessuali
non sono più lontani dal regno di
quanto lo siano gli eterosessuali:
Gesù rimette le persone in marcia,
prima di rimetterle "in regola". La
sofferenza, che scava, può giusta-
mente creare un posto per acco-
gliere Dio.
O
BS FEBBRAIO 2002

3.8 Page 28

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Benin: le Figlie di Maria Ausiliatrice e il
IL GRANDE MERCATO
di Graziella Curti
Le fillettes placées, piccole venditrici al mercato.
A Cotonou, lungo
la laguna, si allineano
e s'incrociano più
di trentamila banchi
vendita.
In mezzo ai colori e agli
odori del più grande
emporio dell'Africa
Ovest, si aggirano
centinaia di bambine.
Portano sulla testa
povere cose da vendere.
Sono le ricercate
dalle FMA.
Siamo al mercato di Dantopka,
la parte più viva e co lorata di
Cotonou, città con altissimo
tasso di inquin amento a causa dei
gas prodotti da una mi scela di ben-
zina a basso costo. Sono più di qu a-
rantamila le moto taxi che sostitui-
scono i mezzi di traspo1to pubblici e
mandano fiumi grigiastri al cielo.
Oggi, nella solita routine degli ac-
quisti e delle vendite, si celebra una
nascita. Un gruppetto di persone:
missionarie FMA, gente del posto
che s'interessa ai problemi del disa-
gio giovanile, sono pronti per il ta-
glio del nastro di una baracca-con-
tainer che deve servire come centro
di ascolto e scuoletta di alfabetizza-
zione per bambine a rischio, che la-
vorano al mercato.
UNA STORIA SEMPLICE
Suor Antonietta racconta: "Da
marzo a giugno con l'équipe che ho
costituito: tre donne con il compito
di animatrici e Roger, sociologo ed
educatore, in veste di consulente
nella conduzione del progetto, ab-
biamo condotto un 'indagine per in-
dividuare la zona di maggior pre-
FEBBRAIO 2002 BS
senza delle vidomegon o .fillettes
placées. Ci siamo rese conto che il
luogo in cui queste ragazzine sono
numerosiss ime è il mercato. Nige-
riani , beninoises, togolesi, burki-
nabè sono presenti in questo spazio
che costeggia la laguna di Cotonou.
Moltiss imi di questi venditori (la
stragrande maggioranza sono vendi -
trici) hanno una o più bambine a
servizio. Esistono poi ragazzine "er-
ranti" che vendono in giro quello
che trovano, e a sera cercano un
luogo in cui donnire pagando 50
franchi (150 lire).
Nella nostra ricerca abbiamo indi-
Suor M. Antonietta Marchese
conversa con alcune collaboratrici.
viduato anche le diverse tipologie
de ll e "padrone" (qui le chiamano
tanties) di queste ragazzine. Alcune
sono "umane", altre invece sono di-
spotiche e anche crudeli; tutte le
sfruttano in quanto le fa nno lavorare
dal mattino alla sera senza compen-
so, dando solo loro qualcosa da
mangiare e di che vestirsi".
Da questa prima indagine è nata
tra le FMA, presenti in Benin da
quasi dieci anni , l'idea di umanizza-
re la situazione di queste bambine e
ado lescenti.
LA BARACCA ROSSA
Le sorelle missionarie e autoctone
sanno bene che non è facile sradica-
re la tradizione delle ragazzine po-
ste a servizio e destinate, spesso, al-
la prostituzione, ma si sono propo-
ste di rendere migliori le loro condi-
zioni di vita, di offrire ascolto e al-
fabetizzazione, aiutarle a mantenere
memoria delle proprie radici ... Al-
cune, infatti, non ricordano più nem-
meno il nome della propria famiglia,
o la loro età.
Si è così aperta una baraque pro-
prio nel parcheggio del mercato di

3.9 Page 29

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"Progetto fillettes placées": aiuto alle bambine.
Il mercato di Dantopka sulla laguna di Cotonou (Benin). Suor Vilma Tallone all'interno della bélraque a Dantopka.
Dantopka, luogo di passaggio di co lte anche perché non esiste nulla ranza di Don Bosco, quando, nei
centinaia di jtllettes. "Ci alterniamo di simile sul campo. Radio Tokpa, primi tempi della sua opera, andava
- dice suor Maria Antonietta - dal una emittente che è all'interno del a cercare i ragazzi al mercato di
mattino alle 8.30 alla sera all e ore mercato, ci ha chiamati per illustra- Porta Palazzo a Torino.
18 per ascoltarle, aiutarle e, nei casi re il nostro progetto alla gente dello
di maltrattamento, cerchiamo di tro- stesso mercato e alla popolazione in LA PORTA
var loro una sistemazione alternati- genere, e abbiamo concordato di of-
va. In questo senso siamo collegate frire periodiche infonnazioni".
DEL NON RITORNO
col Foyer per ragazze in difficoltà
della nostra Comunità e con altre,
poche, istituzioni. Le animatrici la-
vorano anche sul terreno , percorro-
no i vari étalages del mercato per
incontrare le ragazzine, parlare con
le tutrici, sensibili zzare il pubblico
per aiutare a creare una nuova men-
talità. Siamo agli inizi e le difficoltà
non mancano, ma la gente ci ha ac-
La baraque inaugurata è solida,
spostabile, ben aerata, anche se è
posta abbastanza vicino a una disca-
rica ... All ' interno ci sono una venti-
na di posti a sedere con banchi e
panche. Loro, le fillettes, si alterna-
no a piccoli gruppi durante i mo-
menti in cui possono fermarsi un
po ' . Molte arrivano alla baraque,
depositano il loro carico che porta-
no sull a testa (sapone, o sacchetti
con acqua da bere, o pane, o ananas,
Il Benin (chiamato Dahomey fino
al 1975) è una stretta fascia di terra
che si eleva e si allarga verso il
nord, nel Golfo di Guinea. Stretto
tra il Togo, a ovest, e la Nigeria a
est, dalle sue coste, lunghe circa
120 km, sono partiti, nei secoli bui
della tratta dei neri, circa 30 milioni
di schiavi diretti verso il Brasile e le
isole delle Antille: Cuba e Haiti.
Oggi , sulla riva dell'Oceano Atlan-
tico, c'è Ouidah, la città della me-
o banane ... ) e s i mettono a scrivere
o a parlare. Altre vengono diretta-
mente dai loro posti vendita. È solo
un inizio, che comporta ancora tanti
ostacoli, battute di arresto, ma le
FMA hanno nel cuore la stessa spe-
moria, che conserva la route des
esclavages, la via della schiavitù e
l 'antico forte portoghese (uno dei
cinque), trasfonnato in mu seo. Ci
siamo andate e, in un silenzio rotto
solo dal frangersi delle onde e dal
vento tra le piantagioni di cocco,
abbiamo percorso anche noi quella
sottile linea rossa di terra, due chilo-
metri, che unisce il forte al mare.
Siamo arrivate alla Porta del Non
Ritorno, dichiarata dall'Unesco pa-
trimonio del] ' umanità, meta di pel-
legrinaggi internazionali per non di-
menticare. In questo stesso luogo,
nella seconda metà del 1800 sono
giunti i primi missionari e missiona-
rie. In occasione del Giubileo, la
Chiesa del Benin vi ha costruito un
altare. Due segni della storia per
I Il monumento ai primi missionari
costruito accanto alla Porta
del Non Ritorno.
fare memoria, perché, come diceva
Primo Levi, chi non conosce il pas-
La Porta del Non Ritorno a Ouidah. sato è destinato a ripeterlo.
D
BS FEBBRAIO 2002

3.10 Page 30

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-..._:a..I.- IL
MESE
IN
LIBRERIA . pe t,Aorante
a curo di G1useP
R I f\\! \\ > l \\
,. "'' "'", ,\\ I ,\\ I I I I I I' I
U N SANT - I i nt~t,~1 c 1n ~ 1
A[fç; I6RN
~002,
1\\ N J n1>01 ,. CIJfUOs11
P!EMME
-
UN SANTO
AL GIORNO
Aneddoti , curiosità,
notizie 2002
di Rino Camilleri ,
PIEMME , Roma 2001
pp.416
Decisamente accatti-
vante, il vo lume pre-
senta i santi del calen -
dario , uno al giorno e
tutti i giorni , con linea-
menti biografici non
convenzionali. Il tratto
più pregevole è, a no-
stro avviso , l'aver dato
spazio sì ai grandi per-
sonaggi da sempre
presenti nella devozio-
ne popolare, ma anche
ad altri , alcuni dei quali
completamente scono-
sciuti al grande pubbli-
co dei devoti (Baronto,
Zebinas, Memoria, Ma-
gino, Friardo, Ciarano,
Neosnadia, Artman-
no... ). A ciascuno l'au-
tore dedica una pagi-
netta, come a tutti gli
altri del resto , dove fa
emergere la straordi-
naria umanità, la san-
tità quotidiana, la fatica
ma anche la gioia con
cui è stata vissuta dai
protagonisti la parentesi
terrena, senza dimenti-
care qualche aneddoto
che rende il volume
davvero fruibile.
FEBBRAIO 2002 BS
~
~
GIOCARE IN FAMIGLIA
Tempo di comunicazione
a cura di Roberto Papetti
Effatà Ed. ,
Cantalupa (TO) 2001 ,
pp. 160
BAMBINI VIOLENTI
alle radici di un fenomeno
di Helmut H. Erb
ELLEDICI ,
Leumann (TO) 2001 ,
pp. 94
Il primo dei due volumi
tratta del gioco con le sue
potenzialità e i suoi poteri ,
con il suo essere genetica-
mente inserito in ogni esse-
re umano e di ogni età, ma
con la sua magica dimen-
sione infantile. Ad esso si
guarda con gli occhi spe-
ciali della famiglia, che co-
stituisce il primo luogo in
cui il bambino lo sperimen-
ta. L'autore , dopo alcuni
saggi iniziali , tratta i se-
guenti temi : il mercato dei
giocattoli , i giocattoli intelli-
genti , il rapporto con la TV
ed il Computer, gli spazi ed
i tempi per il gioco, le fun-
zioni del gioco per la cre-
scita. Il secondo volumet-
to , davvero attuale e inte-
ressante , affronta dal punto
di vista educativo il proble-
ma della violenza che è
dappertutto e che incide
sulla condotta anche dei
bambini. Che cosa possia-
mo fare di positivo?
UN PICCOLO ADULTO?
Genitori ed educatori di
fronte al preadolescente
di L. Ferraroli , B. Ferrero,
M. Delpiano
Monti Ed .,
Saronno (VA) 2001 ,
pp. 132
16 VIRTÙ PER
DIVENTARE GRANDI
di Gimmi Rizzi
ELLEDICI ,
Leuman (TO) 2001 ,
pp. 152
pe,
Educare significa accom-
pagnare i ragazzi nella loro
crescita; compito impegna-
tivo per tutti specie nella
preadolescenza. L'autore,
in modo divertente e con-
creto , tocca le relazioni fa-
miliari , la religiosità, il com-
portamento. Vuole dire che
il ragazzo tra i 1Oe i 14 an-
ni è il contrario del piccolo
adulto che molti vorrebbe-
ro. Nella sua educazione il
ruolo primario spetta alla
famiglia. Il secondo volu-
metto orienta nella com-
prensione dell'impresa del
crescere, per cui bisogna
acquistare certe virtù che
faranno poi l'uomo adulto.
Si descrivono operativa-
mente queste virtù , come
un aiuto a comprendere in
che cosa consistono . Ser-
vono soprattutto in relazio-
ne alla vita cristiana rela-
tiva al sacramento della
confermazione.
BUSSARE PRIMA
DI ENTRARE
Perché gli adolescenti
si comportano
da adolescenti
di Cristina Armosino
Monti Ed .,
Saronno (VA) 2001 ,
pp. 102
L'adolescente non è più un
bambino e non è ancora
un adulto, è per l'appunto
un adolescente, e come
tale deve essere trattato .
Capirlo , essere in grado di
comunicare con lui non è
possibile senza identifi-
carsi con quanto egli è,
senza comprendere il suo
mondo. L'autore offre sa-
pienti suggerimenti agli
educatori per trovare luce
e motivazioni per il loro dif-
ficile mestiere educativo .
Anche perché oggi viene
prestata grande attenzione
al mondo degli adolescenti
che stanno strutturando
un'identità personale in un
periodo caratterizzato da
cambiamenti sociali e cul-
turali.
Il loro universo desta una
certa apprensione che si
trasforma in una acuta
consapevolezza delle diffi-
coltà per decifrare i mes-
saggi che essi trasmettono
con la loro vita.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~ ~ v,rADIFÉDE- -
ALL'AMOR
QUALCOSA DI NUOVO
Libro delle coppie in ...
formazione
di M. Mirabella, S. Corrado,
M. Tortalla
Casale M. (AL) Piemme,
2001 pp. 126
LA TENDA
Educazione all'Amore
di Gabriele Cingolati
Roma, Tendopoli
S. Gabriele, 2001 ,
pp. 208
Il primo testo è una spe-
cie di diario di bordo alla
scoperta del bene e dell'a-
more: una proposta di vita
per scoprire il bello di es-
sere in due a camminare.
Attraverso numerose atti-
vità si è invitati a riflettere
su se stessi , incontrare Dio
e le parole dei grandi te-
stimoni della fede . Il se-
condo è un libro-ingaggio .
Avvia e verifica l'esperien-
za di due innamorati. Inna-
morarsi è un valore natura-
le, innamorarsi come cri-
stiani è anche un evento
soprannaturale. Cristo , in-
namorato di ogni giovane
che s'innamora, in questo
suo insegnamento esprime
l'amore per la Chiesa sua
sposa. L'autore procede a
colpi di sfide e di provoca-
zioni per fidanzati e sposi
che "gestiscono" l'amore di
Cristo. Sono mazzate nella
cultura del libero amore.
VIVERE LA FEDE OGGI
di F. Peyronm ,
P. Angheben , F. Gioda
Effatà Ed .,
Cantalupa (TO), 2001 ,
pp . 192
fr.iocctsto Puyron
Piolo Anght!bci:n
Fr.anco Gk>di
La catechesi aiuta a pren -
dere coscienza che Dio-
amore è vivo e presente , e
che vivere la fede è rispon-
dere alla chiamata per
un'esistenza immersa nel-
l'amore più grande che si
possa desiderare? Alla do~
manda risponde l'autore d1
queste pagine che suscita-
no il desiderio di mettere
Gesù al centro della pro-
pria vita e impegnarsi a
camminare verso la pace
del cuore , con decisione e
fiducia. Da Abramo a Mo-
sè, dai pastori di Betlemme
all 'apostolo Paolo, dal pro-
feta Elia alla Samaritana:
le figure della Bibbia che
hanno tracciato la strada
della fede in Dio , una via
scavata nella quotidianità.
Sulle orme di queste ed
altre testimon ianze conte-
nute in questo libro , si ri-
scoprono il valore e l'im-
portanza della fede .
VEND ITA PER
Ncg~~k~~NOENZA. 1 libri
egnalat1 s1 pes-
che vengo_no s resso le libre-
srioenocaattcoqruiciShe\\arOe
vPanno n·ehiesti
al le rispettive
direttamente
Editrici.
IN CAMMINO
Testimonianza
di vita cristiana
di Roberto Martarelli
Piemme ,
Casale M . (AL) , 2001 ,
pp. 328
L'autore che ha potuto
confrontare la propria fede
con ambienti e culture di-
verse, ha maturato una
sua originale esperienza,
lucidamente testimoniata.
Racconta la scelta che con
la sua famiglia ha fatto di
trasform are la propria casa
in luogo di accoglienza in
cui molte persone in situa-
zione di disagio sociale e
affettivo hanno potuto tro-
vare sostegno e conforto .
Così egli fa della propria
vita un dono e una testi-
monianza credibile della
fede cristiana. Il libro è il
resoconto appassionato di
un 'esperienza avvincente
a cui attingere speranza e
valori preziosi per la vita
di oggi .
ROBLRlO Mi\\R 1/\\R[I l I
IN CAMMINO
Prt1f111,u,1e ctl
lu1q1 N gn
Il protagonista ha sempre
voluto affermare che , gra-
zie alla fede , ogni momen-
to dell'esistenza può essere
fatto per riempire il cuore
di gioia e di stupore.
MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO
(MGS)
CINECIRCOLI
GIOVANILI
SOCIOCULTURALI
(CGS)
Tel. 06/44.70.01 .45
email: cgsnaz@iol.it
POLISPORTIVE
GIOVANILI
SALESIANE (PGS)
Tel. 06/44.62.179
email : italia.pgs@pcn.net
TURISMO
GIOVANILE
SOCIALE (TGS)
Tel. 06/44.60.946
email:
tgs.nazionale@flashnet.it
MISSIONI E
VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
VIS (Salesiani)
Tel. 06/51.30.253
email : vis@volint.it
VIDES (Figlie di Maria
Ausiliatrice)
Tel. 06/57.50.048
email:
segreteria@vides.org
SERVIZI CIVILI E
SOCIALI (SCS)
Obiezione di coscienza
Emarginazione
e disagio giovanile
Tel. 06/49.40.522
emai l: scs@cnos.org
GRUPPI SAVIOCLUB
Tel. 06/44.50.257
email :
mspreafico@pcn .net
BS FEBBRAIO 2002

4.2 Page 32

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WLl!VE
-
STRAORDINARIO diGiancarloManieri
NELL'ORDIN
Il signor Lisi Mario era uno di quei
salesiani laici taciturno, silenzioso,
che poteva anche apparire
scontroso, ma aveva un cuore d'oro,
e un amore per la congregazione
quasi esagerato.
S e si fosse fatta l'indagine nella sua ispettoria sul
salesiano più conosciuto, senza alcun dubbio il
suo nome sarebbe comparso tra i primissimi
posti, se non al primo. Era da tutti conosciuto, ammira-
to, amato, per le molteplici attività che hanno caratte-
rizzato la sua vita salesiana. Sorpreso una volta in
sacrestia ad "aggiustare" i fiori , gli ho detto : "Lisi, ma
quanti mestieri hai imparato". "E chi li conta?!" , ha
risposto con quel suo mezzo sorriso ... perché lui
misurava e sapeva controllare anche il sorriso . Non
ricordo di averlo mai sentito ridere in modo sguaiato.
UN UOMO POLIEDRICO
Poliedrico il signor Lisi: ha fatto l'assistente di oratorio,
il guardarobiere, l'infermiere, il provveditore, il regista,
l'attore, il cantore solista, il truccatore , il giardiniere ,
l'ortolano , il "presepista" , l'addobbatore , il pittore' e,
all 'occorrenza, il cuoco ... Tuttologo? Sì , ma non di
quelli del pungente apologo di Conrad Lorenz sugli
L'Istituto salesiano di Loreto dove Lisi ha passato
gran parte della sua vita.
FEBBRAIO 2002 BS
animali della foresta, in cui un coniglio, un uccello, uno
scoiattolo, un pesce, un'anguilla insegnavano ciascuno
la sua materia, finché per amore di par condicio, ven-
ne deciso che tutti insegnassero tutto, col risultato che
leader del corso era diventata l'anguilla, mentalmente
ritardata, che faceva ogni cosa a metà. Lisi quello che
faceva lo faceva da professionista. Aveva mani d'oro,
un cuore dello stesso materiale sotto la ruvidità appa-
rente della scorza, una voce tenorile limpida, diventata
baritonale in vecchiaia, e una duttilità unica: passava
con stupefacente disinvoltura da un lavoro all 'altro ,
con risultati a dir poco sorprendenti . Agli aspiranti di
Loreto, coi quali stette molti anni , insegnò la recitazio-
ne , l'addobbo , il trucco , la pittura di scene . Li curò ,
inoltre, nelle loro malattie : si presentava per l'iniezione
con ago e siringa già pronti e un sorrisetto sarcastico :
"Girati , ché ti buco ... e sta pronto quando tiro via l'a-
go : attappa subito se no ti esce il cervello!". "Sor Lisi,
la testa è da un'altra parte!". "Ah sì? Toh , non me n'e-
ro accorto! Allora , girarsi! - concludeva fintamente
imperioso - ché ti rimetto a posto la testa!". Scherzava
volentieri , e ti voleva un bene dell 'anima. Era un bur-
bero benefico, sempre pronto a ogn i tua esigenza.. . E
se ne avevi combinata qualcuna, ti serviva come sem-
pre con scrupolo e coscienza, ma subito dopo aggiun-
geva il "fervorino": solo due parole , magari , ma azzec-

4.3 Page 33

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'(}lf[)ltAT{)R/ cfllLE.f/11;1//
I Lisi era protagonista
anche delle grandi sfilate
di carnevale per le vie di Loreto.
- Lisi nella parte del Re Burlone.
- Uno dei suoi presepi.
cate, che ti arrivavano al cuore. Le sentivi solenni , e ti
dispiaceva che anche lui era venuto a sapere della
marachella!
LA LITTORINA
Possedeva sotto la scorza ruvida una comicità nasco-
sta che a volte esplodeva in scherzi , studiati a puntino ,
in modo da non fare mai male , né far alterare le "vitti -
me", anzi da renderle più allegre. Come quando con -
vinse un gruppetto di giovani a indossare i vestiti più
belli , giacca, cravatta, mocassini , per una misteriosa
passeggiata ... che si rivelò poi essere una lunga scar-
pinata sulla più alta montagna delle Marche! O quando
a qualche ragazzetto un po' ingenuo si presentava col
martello pneumatico munito di punteruolo: "Olà tu ,
Tuff (era il buffo soprannome che appioppava a tutti) ,
giù i pantaloni che facciamo la punturina! ". O quando
in cortile correva senza sosta a movimentare la massa
dei ragazzi (lo chiamavano "la littorina", in onore della
nuova motrice delle Ferrovie dello Stato entrata in fun -
zione al posto dell'asmatico ciuf ciuf) , soprattutto se
s'accorgeva che la ricreazione languiva.. . In quei casi
inventava dei giochi e poi scatenava apposta grandi
bagarre, allo scopo di animare i ragazzi , interessandoli
alla cagnara che ... dirigeva da maestro . Non pochi
salesiani , presenti a quelle pantomime , raccontavano
poi gli sforzi fatti da Lisi per non scoppiare a ridere e
- Lisi già truccato , trucca gli altri attori.
recitare bene la parte dell 'arrabbiato . E gli riusciva ,
perché era un attore nato. In scena faceva e sopporta-
va di tutto ... Come quella volta che , nella parte del
"Re burlone", dell 'operetta omonima, si beccò in testa
un paio di padellate che un salesiano attore in vena di
scherzi improvvisamente gli rifilò "fuori copione" con
gran fracasso , facendo sbellicare attori , e spettatori ,
compresi il maestro del coro che restò con la bacchet-
ta in aria piegandosi all 'indietro dalle risate , e il mae-
stro di musica che si piantò sui tasti con un accordo
che ... sembrava una risata fuori registro!
NON SOLO!
Ad Amelia , prima tappa della sua "carriera" di religio-
so, faceva il catechismo all 'oratorio . Era esigentissimo.
A chi sapeva meglio , dava dei "buoni " valevoli per la
premiazione di fine anno . I suoi alunnetti erano sem-
pre tra i migliori . Quando approdò a Loreto, dove rima-
se per il resto della sua vita diventando un'istituzione,
non cambiò nulla dei suoi modi , restò sempre uguale
a se stesso!
Ma, descritto così , Lisi sarebbe descritto a metà. Per-
ché era anche un uomo di fede . Una fede vera, vissu -
ta sì nel servizio , ma anche nella preghiera, nella
meditazione, nella cura della chiesa, nell'addobbo flo-
reale dell'altare, nell'annuale composizione del prese-
pio, nella preparazione degli arredi liturgici ... Lisi non
si fermava mai. Negli ultimi tempi l'unica sua ricreazio-
ne era il tempo che passava in Santa Casa: ore! Mai
l'avresti sospettato. Da tempo immemorabile ogni gior-
no scendeva in basilica a pregare nella Casetta della
Madonna che sembrava diventata un po ' anche la
sua. Tornava più pronto e sereno per riprendere il
lavoro.
Una volta in sacrestia lo interpellai : "Lisi , mi servireb-
be ... ", non mi lasciò finire : "Ma che , sei tutto tuff?
Adesso sto servendo il Signore! ... ". "Va beh, ma non
ti si trova mai una volta libero!". "Te lo devo insegnare
io la faccenda del pane, lavoro e paradiso.. . a voi stu-
diosi! Ma che studiate le gnàcchere?". Quando lavora-
va per il Signore, sembrava indisponibile per altro . In
realtà lui si ricordava sempre di quello che gli avevi
chi esto e, terminato il servizio al Signore, correva a
servire te.
O
BS FEBBRA IO 2002

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco ======= l'educatore
di Bruno Ferrero
QUANDO ARRIVA La paura viene quotidianamen-
te rinforzata dal terrorismo dei
L A P A U R A mezzi di comunicazione. Purtrop-
po. Una serata davanti alla tv o alla
consolle di un videogioco può tra-
"Ho paura dei leoni, dei pipistrelli e delle verifiche di matematica",
confessa Laura, 9 anni. "Ho paura di quasi tutti gli animali"
mutarsi in una vera overdose di
incubi veri e finti . I bambini in fondo
riflettono le paure dei genitori e
le fa eco Dario, di 8 "e pure di mio padre che mi urla". degli adulti che li circondano : sono
lo specchio dell'atteggiamento cari -
II II I
Inuovo nel quartiere, un vecchio
acero con i rami secchi. Possono
anche spaventarsi per espressioni
usate così , senza pensarci . Una
co di preoccupazione , pessimismo
e ansietà di genitori e parenti . Un
ragazzino che esce di casa riceve
tante raccomandazioni come se
partisse per la guerra. Un disagio
confermato dalle pesanti statistiche
che documentano un consumo
bambina di tre anni chiese a sua sempre più alto di medicinali contro
madre : "Mamma stai veramente ansia e depressione somministrati
cadendo a pezzi, come hai detto anche a bambini e adolescenti.
alla zia?". Talvolta un bambino
prende un modo di dire alla lettera.
La scuola produce ansia e spesso
viene citata con altri eventi spaven-
tosi , come la guerra. "Ho paura
degli assassini e delle note sul
registro " dice un bambino di 1O
anni. Ed Erica, 9 anni : "Una storia
che mi fa paura è quella di non
essere ammessa alla quinta". Una
delle armi più usate dalla scuola è
l'insuccesso. "L'andar male a scuo-
la" può veramente far paura anche
agli adolescenti. Può far germoglia-
re , per esempio, l'angoscia di esse-
re abbandonati e rifiutati , sia da
compagni e insegnanti a causa del-
la propria inettitudine e incapacità,
sia dai genitori a causa della pro-
pria negligenza e del proprio disim-
pegno.
Anche la famiglia è un 'incuba-
Quando un bambino ha paura,
va preso sul serio qualunque ne
sia il motivo . La paura è negli occhi
di chi la prova e abbiamo bisogno
di vedere il mondo dal punto di
vista dei bambini . Frasi del tipo:
"Non fare la sciocca", "Non è nien-
te", "Cresci! ", "Che cosa sono que-
sti piagnistei " hanno solo l'effetto di
sminuire una bambina facendo cre-
scere le sue paure in modo sotter-
raneo . Eppure ai bambini piace gio-
care con il concetto di paura. Si
divertono a scappare all 'Uomo Ne-
ro e il brivido provocato dalle storie
che incutono timore e dai film del-
l'orrore li elettrizza. È anche questo
un modo per esorcizzare le paure,
ma funziona solo se al di là dell'in-
cubo ci sono braccia accoglienti e
una casa sicura.
trice di incubi: c'è il timore concre- L'ancoraggio a un punto di
to della violenza dei genitori , della sostegno stabile, "a prova di bom-
loro morte , del divorzio. "Ho paura . ba" è la strada migliore per contra-
di papà quando è infuriato nero", stare la paura, e quindi giungere a
"di quando mamma e papà litigano neutralizzarla . Per l'adulto maturo
e si picchiano", "di mio padre quan- tale sostegno è nella sua stessa
do lo guardo".
persona, e può consistere nell'amo-
Vivere con una paura vera annien- re per gli altri , in una fede . I ragazzi
ta giorno per giorno il senso di hanno bisogno di un appoggio
sicurezza e la fiducia in se stesso esterno , nei confronti del quale
di un bambino . La paura scardina devono nutrire i due sentimenti fon-
l'ambiente solidale di cui un bambi- damentali dell'affetto e della fiducia.
Molte delle cause di reale
paura nella vita dei bambini
no ha bisogno per crescere , esplo-
rare , imparare e lo lascia perenne-
mente in apprensione, con un'ansia
I genitori , di norma . Costoro sono
la prima e più formidabile arma che
ogni giovane possa impugnare per
possono sorprendere i geni- generica che può rovinare dalle combattere la paura, tutte le paure.
tori. I bambini possono essere vera- fondamenta il suo modo di interagi- Se i genitori sono due , come di
mente spaventati da cose che sono re con gli altri e di far fronte a nuo- solito accade, il punto di riferimento
bazzecole per gli adulti : un cane ve situazioni .
per il figlio è la coppia . La quale
FEBBRAIO 2002 BS

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
naturalmente è tanto più valida
quanto più è affiatata, unita e
armonica .
L'armonia familiare sembra
che costituisca l'unica base sicu-
ra per l'evoluzione del figlio . In un
clima familiare disteso , sereno ,
tranquillo , il ragazzo ha modo di
esporre i suoi problemi e di poterli
eventualmente discutere con
serietà. Una possibilità determinan-
te per il superamento delle sue
angosce. Che siano in gioco pro-
blemi scolastici , o sessuali , o socia-
li , o esistenziali , ciò che conta è il
poterne parlare in un 'atmosfera di
rispetto e di comp rensione , senza
banali superficialità e soprattutto
senza osservazioni ironiche o criti-
che offensive. Un punto sul quale i
genitori devono andare d'amore e
d'accordo , se vogliono dare una
mano al figlio. Se , per esempio ,
uno dei due drammatizza , magari
col condimento di lamentele e di
fosche previsioni , e l'altro prende
tutto alla leggera e butta ogni cosa
sul ridere , è poco probabile che il
ragazzo trovi un sostegno per il
superamento dei suoi disagi.
L'ambiente familiare deve fare
attenzione alle fobie e alle ansie
ingiustificate. Il figlio di genitori
controllati ed equil ibrati sta meglio
di quello che vive in un ambiente
gravato da genitori apprensivi e tre-
mebondi. È buona cosa spiegare e
far vedere a un ragazzo ciò che
serve per evitare le malattie, le nor-
me igieniche , le precauzioni da
prendere nelle diverse circostanze ,
ma non è cosa altrettanto buona
insegnare la paura. La solidarietà e
la benevolenza dei genitori sono la
più efficace prevenzione e la più
valida cura di tutti i disturbi , derivati
dal timore , che colpiscono l'adole-
scente . Questo è ancor più vero
quando i guai nascono dai proble-
mi scolastici. La scuola può esse-
re vissuta dai ragazzi come un
nemico, e qualche volta lo è davve-
ro . Per questo l'atteggiamento dei
genitori dovrebbe trasmettere ai figli
due princìpi di base . Primo , che
davanti al nemico non si scappa,
ma si combatte. Secondo , che non
si combatte solo per vincere , ma
anche e soprattutto per affermare
se stessi e per difendere la propria
dignità.
ERA COSÌ BELLO AVER
PAURA DEL LUPO!
Costa fatica confrontarsi con le paure dei ragazzi, perché i
bambini non dovrebbero avere mai timore di niente, se vengono
rafforzati e confortati dall'amore dei grandi.
e,ero quasi riuscita, quando i
figl i erano piccoli , a rassi -
curarli da quelle ansie che
talvolta provavano quando si senti -
vano impotenti di fronte ad una
realtà di cui percepivano le con -
traddizioni nascoste e i pericoli re-
moti . Il massimo che ci concedeva-
mo in casa era una sana paura del
lupo cattivo , che aveva un effetto
salutare quando i capricci dei miei
figli oltrepassavano la soglia della
sopportazione familiare . Ma di que-
sto personaggio era più frequente
che ce ne scordassimo, perché c'e-
rano ben altri trucchi per rabbonire
le loro esuberanze.
Adesso che sono cresciuti
sento imbarazzo, perché mi accor-
go che i timori dei ragazzi sono
anch 'essi cresciuti e sfuggono al
mio controllo e alle possibili strate-
gie risolutive . Inoltre, mi tocca chie-
dermi se , in qualche modo , le loro
insicurezze sono il riflesso di senti-
menti e atteggiamenti che noi adulti
comunichiamo loro, anche involon-
tariamente. D'altronde, quale geni-
tore non ha paura al pensiero degli
incontri che i figli possono fare al
sabato sera quando se ne vanno in
giro fino a tardi con gli amici , ma
anche a mezzogiorno quando tor-
nano da scuola? Chi di noi non
pensa, talvolta, che le barriere edu-
cative possano rivelarsi insufficienti
a proteggere i ragazzi da relazioni
sbagliate con i coetanei? E in
quanti sfuggiamo alla dolorosa con-
statazione che il futuro grava su di
noi come un 'incognita spesso
minacciosa?
Questi pensieri sono , in fondo ,
legittimi e non dobbiamo vergo-
gnarcene. Però dobbiamo chiederci
se in questo modo partecipiamo a
quel lavorio subdolo della società
contemporanea, che vuole i giovani
insicuri , apatici , chiusi nel privato e
nel particolare, incapaci di guardare
oltre il presente ; quella società che
rende noi adulti sempre più pos-
sessivi e iperprotettivi. Una compli-
cità del genere , credo che non ce
la possiamo proprio permettere!
BS FEBBRAIO 2002

4.6 Page 36

▲back to top
Inoltre, mi rendo conto , nel
rapporto con figli adolescenti ,
che le paure più terribili non so-
no quelle che vengono dall 'ester-
no , dalla qualità della vita socia-
le , ma quelle che i ragazzi si
portano dentro : il senso di inade-
guatezza di fronte agli impegni
quotidiani , l'incapacità di affron -
tare i problemi in modo costrutti-
vo , il sottrarsi a confronti impe-
gnativi circa i valori da vivere, il
rifiuto di solidarietà verso chi vive
una sofferenza o un disagio. Alla
ricerca di antidoti e anticorpi per
esorcizzare le mie paure e quelle
dei figli , sono lentamente appro-
data ad alcuni punti fermi .
Primo : sicuramente non è facile
convivere con le incertezze della
vita, ma questo è uno stimolo im-
portante per non fare troppo as-
segnamento su sicurezze psicolo-
giche di basso profilo. Quando si
diventa un po ' esigenti nel porsi
domande e nel cercare risposte ai
problemi di ogni giorno , è ovvio
che ci si complica la vita, ma è
anche possibile costruire qualco-
sa di solido che serva nei mo-
menti di disorientamento, di delu-
sione, di stanchezza.
Secondo : è vero che molte situa-
zioni creano disagio , ma non bi-
sogna mai lasciarsi prendere da
sentimenti di impotenza. La qua-
lità della nostra esistenza dipen-
de in gran parte dalla responsabi-
lità con cui decidiamo per che co-
sa conta vivere ed , eventualmen -
te, morire. E le risorse della soli-
darietà sono in genere sufficienti
quando abbiamo bisogno di con-
ferme sulle cose per cui vale la
pena spendersi fino in fondo .
Terzo : le risorse dell 'amore
famigliare rappresentano sempre
una riserva di coraggio verso ciò
che fa paura ; aiutano i figli a
valorizzare e apprezzare le pro -
prie energie e a non sentirsi mai
soli di fronte alle difficoltà e agli
imprevisti . Tutto questo non dis-
solve magicamente le paure , ma
consente di discriminare quali
sono le ragioni reali di appren -
sione e quali invece fittizie ;
soprattutto, rende evidente che
la vita - grazie a Dio - non ci
mette mai di fronte a prove
superiori alle nostre effettive
possibilità.
O
FEBBRAIO 2002 BS
FAMIGLIA
SALESIANA
di Corrado Bettiga
TR2000
Il Movimento è nato come un momento di incontro tra laici
accomunati da un unico ideale e desiderio: vivere più da vicino,
nella quotidianità e nella realtà di ogni giorno,
il Vangelo della Resurrezione.
TESTIMONI
DEL CRISTO RISORTO
-I!!, li M ov im ento è costituito
?a l[IJ gruppi l?cal_i org~nizzati
In tre settori : giovani, adulti
che co mprende anche le vo lonta-
ri e laiche, e volontariato. I settori
so no rapprese nta ti ciasc un o a li-
ve ll o naz ionale da un coordin ato-
re che fa ri ferim ento al Coordina-
to re Generale. Un settore di note-
vo le rili evo è qu ello dei giovani.
Fondatore è il sa les iano don Sabi-
no Palumbieri . li 9 di cembre 1984
nasce i I progetto Pasqu ale: i I TR
2000 . li movim ento, co nta oggi
65 0 membri riuni t i in 16 gruppi
loca li . M aestro e modello è Don
Bosco . I membri del M ovi mento
s' impegnano a vivere e testim oni a-
I Il fondatore del TR2000,
don Sabino Palumbieri,
con Madre Teresa di Calcutta,
cui ha regalato la "Via Lucis".
re la Pasqua del Si gnore nella rea l-
tà di ogni giorno, nell ' esperienza
familiare, professionale, sociale ed
ecclesi ale.
al!!, La spinta missionari a ha
f(~ portato il movimento in
Perù e Ruanda con real iz-
zaz ioni nel ca mpo medico : poli-
ambulatori, con formazione di gio-
vani tecni c i loca li. L' orizzonte si
apre verso Cuba e Madagascar. li
braccio operativo è costituito nel-
l'a ssoc iazion e "Volontari per il
mondo". Nel 1988 nasce l' idea di
una celebrazione, sul modello del-
la Via Crucis, incentrata sull a Ri-
surrezione: è la Via Lucis dal Se-
pol c ro alla Pentecoste. Celebrata
nel settembre 1992 nell a basili ca
del Santo Sepol cro a Gerusalem-
me, nel 1993 per le strade di Mo-
sca, e a Roma durante le Giornate
della Gioventù .
-I!!, li ri co nosc im ento di TR
f!~ 2000 come Gruppo appar-
tenente al la FS è avvenuto
il 25 marzo 199 9. Nell a lettera al
Coordin atore Generale, il Retto r
M aggio re don J. Vecc hi afferm a-
va: " N o n c hi edetevi c he cosa
possa no fa re i Sales iani per voi,
quanto invece che cosa voi pote-
te offrire all o sviluppo dello spiri-
to di Don Bosco nel mondo ... Da
parte vos tra sappi ate guard are,
operativa mente, ai gruppi laic i
dell a fa mi gli a sa les iana, con i
qu ali stabilire rapporti e costruire
co muni o ne... Ci si attende, per-
c iò, dall ' Ass oc iaz ione TR2000
un a proposta con creta di spiritua-
lità dell ' azione nello stil e di Don
Bosco, illuminata dalla lu ce della
Pasqua".
O

4.7 Page 37

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~ -: A \\-c\\AMolNA\\I~IcNAo.C'Mf'f~O~RLÀ?
\\I
i./,
~ 1(
f t.\\.'A\\Of~~f\\A~)T\\tC\\tl,'OrfzlL.l2....0A~4l1'fOA
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CO,', r....;;,A.JI'

4.8 Page 38

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TUTTI LO VOGLIONO
di Francesco Casella
Don Bosco: il suo grande
attivismo, il suo amore
per i più poveri,
il suo preoccuparsi per
il lavoro dei minori
e per la loro anima,
il suo adattarsi ai tempi,
il suo dispiegare una
pedagogia della santità
giovanile e, allo stesso
tempo, del recupero
sociale, lo pongono fra
i grandi del secolo XIX,
sia come prete sia come
educatore.
O ltre le case effettivamente
aperte, a Don Bosco gi unse-
ro più di trecento ri chi este di
fo ndazione, tutte documentate nel-
!'Archivio Sales iano Centrale 1, che
non si poterono esaudire, ma che te-
stimoniano l'interesse di vescov i,
sacerdoti , ammini stratori della cosa
pubblica, laici, cooperatori e bene-
fattori verso l'opera educativa da lui
intrapresa a favo re de i giovani " po-
veri e abbandonati" o "pericolanti e
pericolosi". In un discorso - che
ebbe risonanza anche in Germani a -
dell 'avvocato torinese, mili tan te
cattolico nel consiglio comunale,
Saverio Fino (1 874-1 937), che nel-
l' istituto salesiano di Bologna aveva
svolto il tema " Per l'umanità di un
santo", si può già percepire la gran-
dezza di Don Bosco e la sua sensi-
bilità verso i problemi del suo seco-
lo. Ecco alcune affermazioni e con-
vincimenti :
"[Don Bosco fu] l'onesto e indefes-
so lavoratore in un secolo mamifat-
turiero, come è stato il secolo XIX, e
sarà il santo protettore del secolo
XX, che si in.alba .fra l'urlare degli
FEBBRAIO 2002 8 S
I Le istituzioni educative
non sempre si mostrano all 'altezza
nell'educare le giovani
generazioni. ..
scioperi, il fìschio delle sirene, e il
balenio de l pensiero oltre gli spazi";
"Don Bosco nasce, si può dire, con
lo stigma de lla modernità.. . dando
l'esempio di sapere adattarsi ai
tempi moderni e voler usare per le
battaglie sociali tutte quelle armi
che i nuovi tempi gli o.ffi"i vano ... No i
possiamo bene a ragione ricordare
come per geniale intuizione egli ini-
ziasse così a metà del secolo X!X
quella grande opera di elevazione
della massa proletaria col!' educa-
zione del popolo, con l' assistenza
nei suoi bisogni morali e materiali ,
con la fo rmazione di coscienze lavo-
ratrici, che la sapienza di un Ponte-
fice saluterà poi col nome di demo-
crazia cri stiana... Mentre ancora
presso di noi era in fasce la grande
industria ... quel!' uomo già prepara-
va alle generazioni nuove le fa langi
d'artigiani istruiti nella loro arte
elevando a decoro il mestiere come
una professione; e quando erano
cose ignote a noi le istituzioni che
fio rivano nella Germania special-
mente, egli diffondeva quelle scuole
profess ionali, che dovevano ali' in-
dustria preparare il necessario e va-
lido coefficiente della mano d'opera
istruita"; "Don Bosco ha dato l' ar-
tigiano alt' industria" 2.
UN REALIZZATORE
GENIALE
In effetti Don Bosco fu tra i primi
e più geni ali reali zzatori cl i istituzioni
e scuole educati ve popolari non solo
di arti e mesti eri , ma anche umani sti-
che, che perm isero, in epoca di gravi
cri si soc iali , una formazione cultu -
ra le cri stianamente isp irata in schie-
re di giovani . Si pu ò dire che con
Don Bosco il problema de ll 'assi-
stenza all a gioventù esposta ai ri schi
dell 'emarginaz ione in una società in
trasform az ione non so lo politica,
ma anche economica e sociale di-
venta opera attiva, di fo rte slancio
mi ssionario , per fo rnire un 'arte, un
mestiere, una cultura adatta a inseri-
re i giovani ne l mondo complesso
de lle soc ietà industriali o in via di
sv ilupp o 3 .
Con la sua molteplice azione pre-
ventiva in favo re de i giovani Don
Bosco appare negli ambienti eccle-
siastici e civili , moderati o conser-
vatori, come il più efficace riso luto-
re in campo cattolico di un proble-
ma che era ritenuto molto grave. E
questo perché le due dimensioni ,
quella pedagog ica e quell a sociale,
accompagnano costantemente la ri-
fless ione e l'esperi enza di Don
Bosco, e ciò spiega come ne ll a sto-
ria "si siano avute accentuazioni
diffe renti , talora q uasi antitetiche
de lla sua fig ura: operatore soc iale,
apostolo de lla gioventù operaia,
promotore di un a pedagog ia di
"santità giovanile"; fi lantropo ri vol-
to preferenzialmente al ricupero

4.9 Page 39

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I ... Eppure, oggi come ieri e come
sempre l'educazione resta
la pedina fondamentale
per la crescita umana e sociale
della gioventù.
I Le odierne scuole professionali
salesiane preparano ancora,
in ogni parte del mondo, "falangi
di artigiani istruiti nella loro arte".
UN GENIO
DELL'EDUCAZIONE
Il tratto peculiare della genialità
di san Giovanni Bosco è legato a
quella prassi ed ucativa che egli stes-
so chi amò "Sistema preventivo".
Questo rappresenta, in certo modo,
"il condensato della sua saggezza
pedagogica e costitu isce quel mes-
saggio profetico, che egli ha lascia-
to ai suoi e a tutta la Chiesa"5•
LA CARITÀ PASTORALE
della gioventù "marginale", "pove-
ra, e abbandonata" , "perico lante e
pericolosa" oppure "padre e mae-
stro" di tutti i giovani senza sostan-
ziali distinzioni di situazione econo-
miche e culturali; uomo dall' azione
eminentemente pratica ed empirica
o portatore di un riflesso sistema
ed ucativo, pastorale, spirituale, il
"sistema preventivo". Effettivamen-
te questo è Don Bosco e il suo mes-
saggio con ciò che dice, opera, co-
munica verbalmente e emotivamen-
te, dentro e oltre le istituzioni ed u-
cative e scolastiche ' salesiane ' con-
cretamente promosse e attuate"4.
Per Don Bosco ed ucare comporta
uno speciale atteggiamento dell'edu-
catore e un complesso di procedi-
menti, fo ndati su convi nzioni di ra-
gione e di fede , che guidano l'azione
pedagogica. Al centro della sua vi-
sione sta "la carità pastorale", che
eg li così connota: "La pratica del si-
stema preventivo è tutta poggiata
sopra le parole di san Paolo che
dice: la carità è benigna e paziente,
soffre tutto , ma spera tutto e sostiene
qualunque disturbo"6• ( continua)
I ARCHI VIO SALESIANO CENTRALE, Fondo Don
Bosco. Microscheda1ura e descrizione, a cura
di A . T orras. Roma 1980, pp. 62 -95 . Per un
modell o di anali si, cfr. F. CASELLA, Il Mezzo -
giorno d' Italia e le istilUzioni edu cati ve sale-
siane, pp. 25- 123 .
2 Conferenza della dal/' Avv . Saverio Fin o ,
Consigliere Comunale di Torino, nella Com -
memorazione di D. Bosco , 1en111Gsi nel/' !sti-
tu./0 Salesiano di Bologna, in BS IO ( 1908)
294-300; P. BRAIDO, Poveri e abbandonali ,
pericola111i e pericolosi", p. 221.
3 G. D E ROSA, E1à Co ntemporanea . Milano,
Minerva Italica 1989 , p. 2 13.
4 P. BRAIDO, " Poveri e abbandonati , perico-
lanti e pericolosi ", p. 184 .
G IOVANNI PAOLO Il, fuvenum Parris, n. 8.
6 G. Bosco, Il Sis1ema Preventivo nel/' edu-
ca:ione della gioven11.ì , in Costituzioni e Re-
golamemi, p. 238 . Per un approfondimento
critico del testo, cfr. P. BRAIDO (Ed.), Don
Bosco edu catore, pp. 205-266.
BS FEBBRAIO 2002

4.10 Page 40

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PRIMA PAGINA 1
Marian Stempel
~1 tr I La grande assise
dei salesiani che
i::::::: 25 ini z ia i l 24 feb -
braio è variegata e co m-
pos ita. I membri, parteci -
pa nti di diritto, eletti da lla
base o invitati, sono com -
p less iva mente 231 . li pi ù
anz iano ha 74 anni, il più
giova ne 27 . L'età med ia si
aggira attorn o ai 52 an ni .
163 ca pito lari partec ipano
per la prima vo lta , 50 in-
vece hanno preso pa rte al
cap ito lo precedente, que l-
lo de l 1996 che ha eletto
do n Ju an Vecc hi a Rettor
Maggiore; 30 hanno pa r-
tec ipato al CG23, 14 al
CG22, 11 al CG21, 4 al
CG20 e 1 al CG l 9 de l
DATE, DATI,
DOTI
anc h'ess i partec ipanti di
diritto, 116 delegati eletti
da i co nfrate lIi, e 7 invitati
da l Rettor Maggiore. I co-
ad iutor i prese nti al Capi-
to lo so no 11 prov enienti
da 7 d iverse nazio ni ; è
presente anc he un di aco-
no perma nente. Alc uni
de i de lega ti, 14 per la
prec isione, p rove ngo no
da zone d i m iss io ne, uo-
mini che si portano d ietro
sto ri e.. . da li bro d i stori ai
A l ca pito lo sono prese nti
de legati di etn ia indigena,
fond atori d i m iss ione,
pres id i, professo ri un iver-
sitari, in segnant i, music i,
pittori, vig nettisti, scrittor i,
poeti .. .
1965. Dei 231 membri
del CG25, 4 hanno parte-
cipato ad altr i 4 capito li
lI
Capitolo generali; so lo 1 ha preso
pa rte a 5 ass ise: non esi-
stono "mostr i sac ri " sem-
Generale pre eletti, nessun ex-con-
sigli ere ge nerale e so lo 9
25
r l È tra i capitolari
\\.\\...1 anche l'ispettore
I::::::: 25 guari to per inter-
ce ss io ne del coad i utore
Artemide Zatti. 11 mi ra -
co lo, ri co nos c i uto sia
da ll a co mmission e med i-
ex- ispettori sono presenti,
ca che da qu ell a teo log i-
a ri prova del grande ri-
ca, ha aperto la strada
ca mb io neg li in car ic hi. I
Congregazione salesiana:
deg li altar i al pr imo sale-
più numerosi tra i parteci -
pa nt i, ben 48, hanno
un'età compresa tra i 55 e
25 Capitoli Generali in 127 anni di storia ...
siano laico no n m art i re.
La p rese nza d i Rosa rio
Carlos Bosio, il " m ira co-
i 59 anni , seguiti da i 44 che hanno da i 50 ai 54
ann i e da i 35 che hanno da i 45 ai 49 an ni .
lato ", re nderà la pross ima festa della bea tificaz io-
ne partico larmente so lenn e e commove nte. D
elI Il vecchio continente è presente con 129
~
capitolari provenienti da 19 pa es i; I' Ameri-
i:::·.::: 25 ca partec ipa co n 55 delegati d i 17 paesi ;
l' As ia ne ha in viati 40 da 8 dive rsi paesi; l'Afr ica 6
da 5 paesi diversi; l' Australia 2 . Per nazioni i capi -
to lari son o così ripartiti: 47 sono ita li ani , 28 spa-
gno l i, 26 in d iani, 14 po lacc hi , 12 argent ini , 11
brasil iani , 8 be lgi, 5 fi li pp in i, 5 tedesc hi , 5 messi-
ca ni , 4 co lombiani , 4 cechi, 4 statunitensi, 3 fra n-
ces i; 18 nazi oni han no due rappresentanti, e 16 ne
hanno uno. Per quanto riguarda le lingue, l' ital ia-
no è parl ato o cap ito da 215 cap ito lari ; l' inglese da
132, lo spagno lo da 127, il francese da 109, il por-
toghese da 44 , il tedesco da 43 , il po lacco da 16.
L La composizione per funzioni e ruoli vede
el la prese nza dei 14 M embri del Co nsigli o
i::::::: 25 Generale, memb ri d i dir itto , 94 ispettor i
L'Aula Magna dove si svolge il CG25.
FEBBRAIO 2002 JJS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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LA GIORNATA
L'11 febbraio , festa della Madon-
na di Lourdes, la Chiesa celebra
anche la decima Giornata mon-
diale del Malato, istituita da papa
Wojtyta il 13 maggio 1992. La pri-
ma è stata celebrata a Lourdes,
1'11 febbraio '93.
LUNARIO & ALTRO
Il 1° febbraio il Sole sorge alle
7.25 e tramonta alle 19.21 ; il 15,
rispettivamente alle 7.09 e alle
17.39. Luna nuova il 12; Luna
piena il 27 . In campagna risiste-
mare il terreno per la semina,
vangare le aiuole, pulire il vigneto
e le rive dei fossi . Seminare le
verdure invernali . In giardino ,
ben protetti , si possono piantare
rose, gigli e arbusti ; nei vasi, vio-
le, begonie e garofani.
Verdura del mese : barbabietole,
carciofi, cardi, carote, cavolfiori, ca-
voli , cipolle, finocchi , patate, radic-
chio rosso, rape, sedano, spinaci e
zucche. Frutta : arance, kiwi, man-
darini, mele, pompelmi e pere.
Il 2 febbraio è la festa della
Presentazione , o Candelora. In
molte chiese si benedicono i ceri,
poi portati a casa e accesi duran-
te temporali e grandinate, come
richiesta di protezione. Carnevale
termina martedì 12.
IL FIORE
La primula sboccia appena il cli-
ma è più tiepido ; è simbolo della
primavera. Alcuni ne raccolgono
le foglie per consumarle in insala-
ta, o cucinate come gli spi11aci, o
aggiunte nei minestroni. E una
pianta officinale : infusi di petali e
rizomi essiccati sono usati contro
emicranie, tosse e bronchite . Il
succo delle foglie serve come co-
smetico contro macchie e rughe ;
le foglie calde, invece , curano le
contusioni. La famiglia (Primula-
cee) comprende circa 500 specie .
IERI ACCADDE
1 febbraio 1958: primo satellite
artificiale Usa.
6 febbraio 1952: sale al trono
inglese Elisabetta Il.
7 febbraio 1878: muore papa
Pio IX.
10 febbraio 1939: muore papa
Pio Xl ; gli succede Pio Xli.
10 febbraio 1947: a Parigi, trat-
tato di pace tra Alleati e nazioni
sconfitte, Italia compresa.
11 febbraio 1858: a Lourdes, la
Madonna appare a Bernadette
Soubirous .
11 febbraio 1990: il leader nero
Nelson Mandela viene liberato
dopo 27 anni di carcere.
12 febbraio 1922: viene eletto
papa Pio Xl, Achille Ratti.
13 febbraio 2000: in California,
muore Charles Schulz , il "papà"
dei Peanuts.
16 febbraio 1959: Castro è pre-
sidente di Cuba
18 febbraio 1898: a Modena,
nasce Enzo Ferrari.
20 febbraio 1948: in Cecoslo-
vacchia, i comunisti al potere.
21 febbraio 1962: Fanfani pre-
siede il primo governo italiano di
centro-sinistra.
24 febbraio 1946: in Argentina ,
Peron presidente della Repubblica.
28 febbraio 1994: primo inter-
vento militare Nato in Bosnia.
LA LENTE
Per la Giornata della Pace (1 °
gennaio) il Vaticano ha coniato
una moneta d'argento da 2000
lire, l'ultima in lire. Per il passag-
gio all 'euro, San Marino ha emes-
so una serie che lo riproduce sullo
sfondo delle vecchie valute euro-
pee . Gli Usa , come l'Italia, onora-
no Enrico Fermi con un franco-
bollo. Agli appassionati della natu-
ra, infine , piacerà l'emissione di
Gibilterra dedicata ai rapaci.
LE MOSTRE
A Padova , sino al 17 febbraio,
nella Cappella degli Scrovegni:
visite guidate al restauro del ca-
polavoro di Giotto ; nel Palazzo
del Monte , sino al 7 aprile, "Alle
radici dell'euro . L'albero genealo-
gico della nuova moneta". A Bo-
logna , Palazzo di Re Enzo sino
al 24 febbraio, "Petronio e Bolo-
gna. Il volto di una storia", dedica-
ta al patrono . A Roma , Galleria
d'Arte Moderna sino al 31 marzo,
"Mario Schifano Tutto", omaggio
all 'artista scomparso nel 1998; al
Museo del Corso sino al 24 feb-
braio , "La campagna romana da
Hackert a Balla".
BS FEBBRAIO 2002

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosci uta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1 -1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità .
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di ... o titoli , ecc. per
i fini istituzionali delJ 'Ente".
b) di beni immobili
" .. . Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o ali 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" . .. Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testam enta-
ri a. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Mi ss ioni , con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e da ta)
(firma per disteso)
N B. Il testamento deve essere scri110 per
i111ero di mano propria dal testarore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via dell a Pisan a, 111 I
00 163 Roma-Bravetta
Tel. 06 .656 12678 - Fax 06.656 12679
C. C.P. 462002
Istituto Sa lesiano per le Missioni
Via Maria Ausili atrice, 32
10 I 52 To rino
Tel. O11 .5224247-8 - Fax O11.522425 1
C.C.P. 28904 100
FEBBRAIO 2002 BS
....J I NOSTRI MORTI
CECI sig. Giuseppe,
cooperatore salesiano
t Roma, il 29/05/2001 , a 50 anni
Abbiamo la responsabilità di interpretare ,
accrescere , tramandare il bene che i nostri
morti ci hanno lasciato . Giuseppe ha
lasciato a noi un bagaglio notevole di
altruismo , onestà, sano attivismo , solida-
rietà ... Una cara persona con cui non si
poteva non andare d'accordo anche quan-
do idee politiche o bandiera sportiva erano
diverse . Sempre pronto a lavorare con
entusiasmo per organizzare qualcosa per i
ragazzi , per l'oratorio, per i salesian i. Allora
non si badava a sacrifici , si facevano le ore
piccole , si cercava sempre il meglio: coi
ragazzi non si può sbagliare, non si pu9
barare , non si può dare cattivo esempio. E
partito all'improvviso, Giuseppe, l'amico di
tutti .. . "l'affetto ci fa piangere , la fede ci fa
gioire!" nel pensarlo con Dio.
QUAI AUDANO Sofia, cooperatrice
t Genova, il 16/08/2001 , a 88 anni
Da San Daniele del Friuli , dopo la morte
del padre nella prima guerra mondiale, si è
trasferita nel 1924 presso gli zii a San Pier
d'Arena che è diventata la sua dimora defi-
nitiva. Di formazione molto religiosa, si è
sempre sentita legata alla vicina opera dei
salesiani , e in particolare alla lunga serie di
confratelli che si sono avvicendati nella
parrocchia e nell 'oratorio. Prim a dama
patronessa dell 'oratorio poi cooperatrice,
sempre attiva nella vita della parrocchia,
ha dato tutta se stessa in particolare per i
due figli , uno dei quali ha regalato a Don
Bosco come sacerdote. Negli ultimi anni,
nonostante l'aggravarsi dei suoi problemi
di salute , si è dedicata con ineguagliabile
generosità e affetto al marito sempre più
bisognoso di assistenza. Negli ultimi giorni ,
come un vestito ormai logoro, si è prepara-
ta per l'incontro col suo Signore, avvenuto
serenamente la notte dell'Assunta.
GARBATI sig. Enzo, exallievo,
t Loreto (AN), il 01 /06/2001 , a 62 anni
Ha realizzato nella famiglia , nella scuola e
nella società ciò che Don Bosco chiedeva
ai suoi exalunni. Enzo fu un insegnante
competente e scrupoloso , un marito e un
padre modello , un onesto cittadino e un
buon cristiano. Credeva nella famiglia
come cellula prima e insostituibile della
società e come "chiesa domestica", e alla
famiglia ha dato il meglio di . A scuola
era diventato un punto di riferimento per
tanti giovani che in lui trovavano guida e
sostegno , non so ltanto a livello didattico
ma anche umano e morale . Aperto ai valori
umani e intriso dei valori cristiani, ha porta-
to anche nell'impegno di amministratore la
sua testimonianza di fede e di coerenza,
meritando la stima di tutti, amici e avversa-
ri. Ha preso parte sempre con passione
alle in iziative "oratoriane" che continuava-
no a prosperare nella città della Madonna:
la corale degli exallievi , la filodrammatica,
le riunion i. Eletto presidente degli exallievi ,
ha dedicato impegno ed energie perché
l'Unione crescesse prospera e fedele agli
insegnamenti del sistema preventivo.
PODEBRADSKA suor Marie,
Figlia di Maria Ausiliatrice
t Kolin (Rep. Ceca), il 15/12/2000 ,
a 75 anni
Da giovane frequentò un corso catechisti-
co a Praga e negli anni 1955-1965 insegnò
la re ligion e nelle scuole statali a Jicin e
dintorni , anche se si era sotto il regi me
comunista. Nel 1965 fu costretta a lavorare
in fabbrica, ma di nascosto continuava l'a-
postolato tra i ragazzi. Nella sua parroc-
chia un sacerdote salesiano seguiva un
gruppo di ragazze che aspiravano alla vita
salesiana, lei ne faceva parte. Clandestina-
mente facevano insieme gli esercizi spiri-
tuali , s'incontravano con i salesiani per
nutrirsi dello spirito di Don Bosco . Il 20
luglio 1966 fece in privato la promessa di
dedicare la vita a Dio. Nel 1968 si trasferì
in un paesino come domestica nella casa
parrocchiale. Si prendeva cura della chie-
sa, del giardino , e insegnava il catechismo .
Per parecchie famig lie fu un punto sicuro
di riferimento. Continuò a frequentare gli
incontri delle giovani che volevano abbrac-
ciare la vita salesiana. Dal 1984 fu a pieno
titolo Figlia di Maria Ausiliatrice.
FIORIN suor Maria,
Figlia di Maria Ausiliatrice
t Damasco , il 08/01 /2001 , a 81 anni
La conoscevano semplicemente come
"suor Fiorin". Durante la seconda guerra
mondiale prestò servizio in un ospedale
mi litar e, poi fu missionaria in Medio
Oriente . Prima a Heliopolis, quindi all'ospe-
dale di Damasco come assistente delle
aspiranti e postulanti e segretaria dell 'o-
spedale italiano, retto dalle FMA. La qua-
lità del servizio sanitario è ben presto nota
e diventa meta di visite diplomatiche da
tutto il mondo. Ha relazioni amichevo li
anche con il defunto presidente Assad . Il
segreto stava nella sua capacità di amici-
zia, accoglienza, ascolto, servizio. Amava
tutti e si lasciava amare. Negli ultimi anni ,
la sua piccola stanza fu sala di riunioni,
luogo di confidenze , ufficio informazioni ,
sede di orientamento. Vi sono entrati mini-
stri e ambasciatori , medici ed esperti, ricchi
e poveri , cristiani e musulmani. I suoi sono
stati funerali di "Stato": la polizia ha scorta-
to il corteo dall 'ospedale alla parrocchia
latina e da questa al cimitero cattolico .
Venuta la ser_a d_i .
uel giorno Gesu disse.
q ''Passiamo
all 'altra riva!"
(Mc . 4,35)

5.3 Page 43

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PRIMA PAGINA 2
o
Giovanni Russo
11 discorso bioetico è di
grandissima attualità, e
diventano se mpre più
urgenti la riflessione e il
dibattito su l tema a tutti i
livel li , perché i progressi
della scienza non finisco-
no di inquietare, oltre che
inorgoglire gli uomini. La
clonazione, la fecondazio-
ne artifi ciale, i cibi tran-
sgeni ci, la manipolazione
genetica presentano aspet-
ti fo rtemente problematici
rigu ardo alle app li cazio ni .
In pratica una radicata
vis ione della vita ne resta
del tutto sconvo lta, e non
è chiara una visione sosti-
tutiva . Urge, perciò, ve-
derci ch iaro, e qui si parla
soprattutto di c hi arezza
etica, urge che il dibattito
sull e possibili co nseguen-
ze per la vita dell ' uomo,
particolarmente le più
sconcertanti, s' all arghi e si
approfondi sca.
QUALCUNO
Cl AIUTI!
Bioetica: un Master all'Università salesiana ...
L'Istituto Teologico San Tommaso,
sede della Scuola di Bioetica e Sessuologia.
riferim ento per aiutare
quanti ce rca no di ori en-
tars i nel campo, oggi in-
c redibi l mente vas to e
ce rtamente an c he intri-
ga nte, dell e nuove fron-
tiere dell a vita.
. 11 corso è stato pensato
per qu anti ce rcano un a
forma zione scientifica sul-
la bioeti ca, cioè med ic i,
avvo cati, amministrato ri
di facoltà, infermieri, bio-
logi, veterinari, farmacisti,
insegnanti, dirigenti scola-
stici, sacerdo ti e suore,
educatori e animatori pro-
fession an direttori di ora-
tor( parroci...
Per sapern e di piLÌ:
www.bioetica.itst.it
e-ma il: bioeticalab@itst.it
La Scuola Superiore di
Specializzazione in Bioe-
tica e Sessuologia dell'U-
niversità sa lesiana di Mes-
si na ha rea li zzato, all o
scopo, un Master di spe-
cializzazione biennale,
per rispondere al grido
si lenz ioso che si alza or-
mai da tante parti . Attor-
I no a no i i detriti d i una
civi ltà che semb ra aver
La Scuola di Bioetica e Sessuologia
dispone di un catalogo del settore
perso le coord inate etiche
di circa 60.000 titoli.
si acc umul ano ogni gior-
no di più: drogh e, alcol ismo, AID S, sessu alità
distorta, spo rt drogato, vivisezione incontrollata,
euta nasia e cento altre devianze affollano il vivere
umano. Occo rre c he le implicanze di questa
debacle a li ve ll o soc iale, po li tico, econom ico, ma
soprattutto etico/ morale siano soci ali zzate, rese
sempre più evidenti al maggior numero poss ibi le
di persone.
I Il laboratorio di Bioetica ,
struttura per la consulenza
delle famiglie e dei giovani.
Il Master di Messina, istituito in collaborazio-
ne con la Facoltà di Medicina dell ' Università
Catto li ca di Roma, vuole proporsi come punto di
L'aula in cui si svolgono le lezioni del Master.
BS FEBBRAIO 2002

5.4 Page 44

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QUEL T
COME FA
PERE CH
VESC
IPAGA
NON LO FERMARONO
NEMMENO DEGLI INCON- ~--'--"-'1.1.-'
TRI t.JN Po' STRANI CON
IND/11/Dt.JI CHE. .. VOLE-
VANO SAPERE TQoPPo.
wm LA BARCA NAVIGA lU/1/CrO
IL FIUME. LA SERA
SI
FERMANO A CENARE PRES-
SO UNA CHIES,6., Il GIORNO
Dopo IL. v~covo PA FERMA-
RE: i.A 8<WCA LUN40 LA RIVA,
WTTI SCENDONO, E C!.A-MMI-
NANO PER UN-rRAiTV Dt STRA-
PA ARRIVANO A oN VtLLA4-
QIO, C 'E MOl.iA CGNTE E C'G'
C.OAIR:ISIOIIIE. VI,/ T4/.l: CON
UN R./éli.-E &Ut..LE SfAL.LE,
SEMBRA UN BANl>rrO' os~-
VA I Ml59oNARI , DVE DI
LORO St PANNO AVANTI
Vl:RSO t:;L/ STRAN!E;RJ, F=l§-
5,ANO IL VG:Scovo, NON DI-
CONO UNA PAROLA,
DOPO AVER. MAN4IATD,7VT-
77 RIPARTONO CON LA BARCA .
FEBBRAIO 2002 BS
' AN-
DIHRO.
ESI
~
HOW S'IMBAQCÒ
Gt.J t.JIJA Glt.JIJCA
COIJ TQI:
GIOVAIJI
CATECHIGTE
MAQIA, PAOLA
E CLAQA, t.JIJ
QAGAZZO, Dt.JE
MAEGTQI E
t.JIJA AIJZIAIJA
.-=:o..-, GIGIJOQA, PEQ
Q/GALIQE IL
Flt.JME FINO

5.5 Page 45

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Joseph Au, Pier Bertone, Michele Ferrero
' < - - - - - - - - - 1 L.A GluNC.A QIG.ALÌ IL
F'luMEi GEiNz.A INCI-
DENTI F'INO .A L.AI-
T.Au-TGul. Qui \\/EiN-
NEii<.O F'EiQM,ATI D.A
UN GQuPPo DI Pli<..ATI.
G Tf A
I VOSTRI FRA TEL·
LI 500 DENA
BS FEBBRAIO 2002

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
QUANTA GIOIA
DOPO TANTA
PAURA
ne del nostro padre e maestro ,
citato co n rispetto dal giovane
magistrato della pubblica ac_cusa
che chiese l'assol uzione piena.
bat rice pe rché sembrava non
essersi acclimatato al freddo . lo
non ho mai smesso di invocar~
il mio piccolo protettore e tutto e
Ero al settimo mese di gravidan-
za quando tramite esami del san-
gue scoprii di aver preso_la toxo-
pl as mosi. Il mond o m1 cadde
addo ss o. Erav amo di spera ti
anche perché avevo letto le con-
seguenze di questa malattia sul
feto. Che cosa avevo fatto al mio
bimbo senz a vo lerl o? Mia zia
venuta a sapere il fatto mi p_ro-
curò un abitin o di san Domenico
Savio. Fu il dono più bello che 10
abbia mai ricevuto. Me lo tenevo
sempre addosso nella speranz~
che il Santo mi risparmiasse c10
che temevo tanto. Promisi che se
tutto fo sse andato bene l'avrei
chiamato Do men ico. E così è
stato. Ora ho un bi mbo di sette
mesi sano e vivace. Quanta g101a
La seco nda ca usa, anch'essa
sconcertante per l'audacia delle
contestazi oni , si è invece pro-
tratta tutt a in sede istruttona 1
con sentenza finale d'appello d1
non luogo a procedere per.ché "il
fatto non sussiste", e si riferiva
ad abuso d'ufficio , in correità e
co ntinuità, in danno dell' En te
c he avevo se rvi to con t an t a
abnegazione. Ebbene, la prim a
sente nza, che stabilì il non luogo
a procedere perché il fatto non
era più pr ev isto d al la legge
come reato, fu emessa il 6 _mag-
g io , memoria lit urg ica d1 sa n
Dome nico Sav io ; la seco nd a
se ntenza porta la data de l 31
ge nnaio , sole nni t à di san
Giovanni Bosco.
Beata Laura Vicufia.
LA TEMPERATURA
SCESE SUBITO
È da qu ando avevo do~ic i
anni che porto co n me I 1m-
mag ine di Laura Vicufia .
Ora des id ero rin g raziar la
per un a grazia ri cev uta re-
ce nte m e nte . Mi a madre
rischiava di perd ere la vita a
causa di un'infezione ad un
rene . I medici non sapevano
andato per il meglio. A due mesi
gli hanno diagnosticato una cra-
niostenosi. Ma ancora una volta
l'abitino di Domenico Savio (che
io tenevo sempre sul suo cusc1-
no) ha co mp iu to il mir aco lo:
infatti altri dottori hanno assicu-
rato che la sua testa cresceva
benissimo. A 9 mesi poi è cadu-
to dal seggiolone facendo un
vo lo di più di un metro: niente
lividi ni ente rotture pu r avendo
batt~to la testa. Tutte coi nciden-
ze? lo non ci credo . Qualcu no
lassù lo ha protetto e mi auguro
che conti nu i a farlo.
Donatella Covino, Cori (LT)
FINALMENTE
dopo tanta paura!
Eliana C., Bergamo
DUE DATE
DUE GRAZIE
Sono un exallievo dell 'orato rio
lI
salesiano catanese "San Filippo
Neri " e desidero ringraziare san
Giovanni Bosco e san Dome-
nico Savio per due grazie rice-
Prof. A vv. Antonino Blandini,
Ca tania
più che cosa fa re per ab-
bassare a temperatura che
era gi unta sino a 41 °. Sem-
brava proprio che p_i~ pren -
deva medicine e p1u la si-
tu az ion e si aggravava . A
quel punto io mi rivo lsi con
fiducia a Laura, recitando la
preghiera che era _di etro la
sua imm ag ine. Il giorno do-
po la te mperatura era scesa
a 36°. Desidero aggiungere
che c'è stata un'altra circo-
ESAUDITA
Ero affl itta da un grave disturbo
ormai da tanti ann i. Un males'.
sere insopportabil~ c_he_ no n m_i
lasciava in pace ne d1giorno ne
di notte . Di notte , anzi , no n
pote ndo res tare coricata, ero
costretta a ri maner seduta su l
lett o per ore e ore. All ora ho
deciso di riporre t utta la r:1 1a
fiducia in Mamma Margherita ,
e ho com inciato a invocarla con
vute per loro intercessione e re-
lative a due lunghe vicende pro-
cessuali che mi hanno danneg-
giato e amareggiato. La macchi-
B. Filippo Rinaldi
stanza in cui ho potuto spe-
rim entare la sua intercess io-
ne : s i è rea lizzato un mi o
desiderio cui tenevo tanto e
una fede che non c redevo d1
avere... osere i dire "eccezi ona~
le". Sono stata esaudita, perche
il malessere è del tutto scom-
na della giustizia è lenta e costo-
sa. Q uan ta res ponsab il ità da
parte di chi ha la denunz_ia facile
e di chi prese nta perizi e erro-
UNA VINCITA
AL LOTTO?
Sono un a exal lieva della Casa
che è destinato a ri percuo-
ters i su tutta la mia vita .
Perciò ho da ring raziare
doppiamente Laura Vicuiia.
parso e in modo inspie~abi le.
Immagi na rs i la mia g10 1a e
sopratt utto la mia riconoscenza.
Perciò desidero che quanto ho
nee. La prima causa, arrivata al Madre d e lle FM A d i T orin o.
dibattimento e decisa con l'asso- Og gi fes t a d i sa n G iova nni
luzion e perché il fatto non sussi- Bo sco desid ero pa rtec ip are a
L. S. Chiaravalle (CZ)
ricevuto sia noto anche ag li altri.
C. V. Collinas (CA)
ste si riferiva ad abu so d'uff1c10, tutti i lettori del BS la mia gioia
in ~orreità, in danno di un istituto
culturale pubblico, intitolato a un
illustre e benemerito sacerdote
salesiano. Il P.M . di tal e proces-
so in cui fui difeso dall 'avvocato
ca'tanese An tonino Magnano,
gi à vice presi de nte mo nd_iale
deg li exallievi e d1stint1vo doro,
si qualificò con fierezza, nell'ulti-
ma udienza in cui era intervenu-
to , com e exalli evo e rimase
meravigliato del castel lo accusa-
torio prodotto in sente nza GUP .
lo con il conforto del procurato-
re', mi ero affidato all 'intercessio-
per un a grazi a ricevuta: Ne l
TUTTE
novemb re scorso a se guito d1
un malo re, fu diag nosticato a
COINCIDENZE?
mio marito un tumore al cerve llo
di probabile natu ra maligna. Pu r
nel la profo nda an~ oscia_ deri-
vante da questa not1z1a, m1 sono
rivo lta c on fi du cia a l beato
Filippo Rinaldi , padre_ di _noi
exalli evi. Dopo alcu ni g1orn 1 fu
effettuato l'intervento di neuro-
chirugia e, co n grande _merav1'.
glia degli stessi ch1ru (gh1, non SI
trovò un tum ore bens1un asces-
so da infe zione batt erica. I
medici dissero che questo risu l-
tato era una "vera vincita al
lotto", ma io sapevo da dove era
Oggi il mio Anto nio compie un
anno e sta bene graz ie a_san
Domenico Savio . E nato 1n un
peri od o molto diffici l~ per me:
era morta da poco mia suocera
e io mi trovavo a casa sua a
dover fare da madre al frate llo
di mio marito , rimas to solo 1n
quanto già prece den_temente
era morto il papà. lo minacciavo
un parto pre matu ro già al
mese d i g rav id a nza , qu~ ndo
mia sore ll a m1 fece avere I ab1t1-
no del Santo che subito indos-
sai . Così il mio bambino è nato
HANNO SEGNALATO
GRAZIE:
Per intercessione
di Maria Ausiliatrice:
M. Torrisi , Acireale.
Per intercessione
di Don Bosco :
Teresa Giannini, Patagonia (CT).
Per intercessione
di san Domenico Savio :
Tortorici Maria Concetta, Paliz-
zi Generosa (PA) ; C.S., Maz_-
zarino (CL); Paola De March11
Conegliano Veneto (TV); Nocchi
Nadia, S. Paolo D'Argon (BG).
scatu rita quell a "vincita". Ora_ a
distanza di tre mesi, mio manto
ha ripreso il suo lavoro e nono-
stante de bb a rimanere sotto
a 9 mesi fin iti . Ma appena nato
hanno dovuto metterlo in incu-
Per intercessione della
Ven . Teresa Valsè Pantellini :
Zucchelli Giovanni, Parma.
co ntrol lo medico , si ri tiene che
non ci sarà alcuna consegue nza
nega tiva .
Maria Teresa Fa/letti, Torino
Per la 11ubblicazione non si
tiene. conto dell.e.l.e.uer.e noSun
firmat e e senza , ~capito. .
richiesta si parra omettei e
Per intercessione della
SdD Mamma Margherita:
G.R., Paullo (Ml) .
FEBBRAIO 2002 BS
l'indicazione del nome.

5.7 Page 47

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FOCU
Monsignor Giuseppe
Bausardo
già direttore e preside all'Istituto
Industriale e Professionale
di Road El Farag a Il Cairo.
Nominato Vescovo
e consacrato il giorno
di Pentecoste, 3 giugno 2001 .
Monsignore, lei era preside di una scuola salesiana in Egitto.
Quante scuole abbiamo?
Due e abbastanza prestigiose, una al Cairo IPIA (Istituto professio-
nale per l'industria), e ITI (Istituto tecnico industriale), con 500 alun-
ni; un'altra ad Alessandria, IPIA, elementari e medie con 1200 alunni.
In tutte e due esistono corsi rapidi pomeridiani con un giro di circa
2000 alunni ogni anno.
Si dice che siano rinomate. Come si sono guadagnate questa
fama?
Perché impartiscono, oltre a formazione tecnica e professionale,
anche formazione umana, morale; perché ha laboratori ali' avanguardia
di elettronica e meccanica con macchine computerizzate. E per il siste-
ma preventivo. La frase di Don Bosco, noi l'abbiamo adattata: "Buoni
credenti e onesti cittadini" perché siamo in un paese musulmano e
non è permesso fare evangelizzazione. Del resto le nostre scuole sono
frequentate anche da musulmani e ortodossi.
E come fate per la preghiera?
Prevediamo spazi per la preghiera degli alunni musulmani nell'Istituto,
dove essi, accompagnati dall'insegnate di religione islamica, si radunano.
Può indicarci la consistenza dei cristiani, e come si trovano in un
paese islamico?
La comunità cristiana locale è costitutita da copti ortodossi (e.ca 10
milioni), copti cattolici (e.ca 200.000) e latini (e.ca 10 mila). Non esi-
stono troppi problemi di convivenza: l'Egitto è un paese tollerante. Le
nostre scuole sono bene accolte per il loro livello, ma anche le scuole
dell'intera diocesi, gli ospedali e i dispensari. Le scuole cristiane arri-
vano a più di cento in Egitto.
Quanto è vasta la sua diocesi? Quali i problemi?
La mia diocesi è tutto l'Egitto: i latini sono sparsi un po' dovunque.
I problemi principali credo siano quelli di tutte le diocesi del mondo:
quello ecumenico prima di tutto. La convivenza collaborativa con i fra-
telli separati e i copti cattolici va spinta avanti. I giovani sono il 50%
della popolazione: immagini quale campo per la formazione, quali diffi-
coltà per il lavoro. Come da ogni parte molti pensano ad emigrare.
Com'è la pratica religiosa in genere in Egitto?
Abbastanza elevata. Quello che tiene uniti è la liturgia. Ma anche
qui è iniziata una forte spinta alla secolarizzazione.
D
JEAN
Quarantuno anni, vedova di
Frank (46), uno dei pompieri
che hanno perso la vita nel
crollo delle Twin Towers in
quel maledetto 11 settembre
2001. Gli ha lasciato 10 figli ,
il più grande ha 15 anni, la più
piccola soltanto uno. Frank fa-
ceva parte del Movimento
Neocatecumenale della par-
rocchia di San Colombano di
New York. Dopo il disastro,
sperò sempre che Frank, chia-
mato urgentemente al lavoro
dal ten-ibile attentato, potesse
tornare a casa. Il 2 ottobre gli
comunicarono che il suo eroi-
co marito aveva perduto la
vita per soccorrere chi era ri-
masto sotto le macerie. Tornò
a casa e lo annunciò ai figli:
"Il Signore ce l'ha dato il Si-
gnore ce l 'ha tolto; sia bene-
detto il Signore. So che Dio
lavora per il bene di quanti lo
amano. Ai terroristi che hanno
tolto la vita del nostro Frank
non posso che dire: Padre,
perdonali perché non sanno
quello che hanno fatto! Il Si-
gnore ci aiuterà".
BS FEBBRAIO 2002

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
INSERTO CULTURA
di Natale Maffioli
Il Museo missionario di Madrid
CASA NOSTRA
di Francesco Motto
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Don Bosco inedito
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ORATORI XXI SEC.
di Giovanni Eriman
Oratori lii millennio
MISSIONI
di Giancarlo Manieri
Qu ando esplosero le navi