Bollettino_Salesiano_200201

Bollettino_Salesiano_200201

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TERZO MILLENNIO
di Luc Van Looy, Vicario del Rettor Maggiore
STRENNA 2002
DUC IN ALTUM
La Famiglia Salesiana si unisce alla parola data come consegna
a tutta la Chiesa e a tutta l'umanità da Giovanni Paolo Il
nella Lettera apostolica "Novo millennio ineunte":
Due in altum, al mare aperto e verso il profondo.
La S!ren-
na e un
invito a
guardare avan-
ti, a "pren-
dere il lar-
go", resi-
stendo alla
tentazione
di essere
soddisfatti del lavoro fat-
to in passato e dell 'incredibile mol-
teplicità delle cose che continuiamo
a fare nel presente . È un invito a
scavare in profondità nel nostro
essere, a ricordare che siamo stati
"chiamati" a un compito nel mondo :
essere protagonisti , ciascuno per la
sua parte, di una storia che marcia
verso il compimento. Il Rettor Mag-
giore, durante il suo faticoso cam-
mino attraverso la malattia, ha ela-
borato un commento a questa
parola del Papa, e l'ha consegnato
alla Famiglia Salesiana. Queste
riflessioni non sono che un invito a
prendere in mano il testo di don
Juan Vecchi e godere della sua
profondità spirituale; sono il suo e il
mio augurio di buon anno nuovo ,
ma vogliono essere anche un 'esor-
tazione a vivere in profondità quan-
to nel carisma salesiano ci è stato
donato.
Il "due in altum" non è diretto
unicamente ai "dodici" , non è
neppure diretto esclusivamente ai
cristiani. Cristo ha sempre parole
per tutti gli uomini, perché "in lui è
la fonte della vita". Il Papa invita
perciò l'umanità intera a prendere
sul serio questo appello del Signo-
re , superando le diversità culturali ,
religiose, sociali , economiche, politi-
che, ecc. La parola di Cristo è "ver-
bo" per l'universo mondo. Il Padre
ha scelto i dodici e li ha dati al Fi-
glio perché li inviasse in tutti i luo-
GENNAto 2002 BS
ghi , a tutte le genti : "Erano tuoi e li
hai dati a me" (Gv 17, 9) . Queste
parole risuonano anche oggi, per
noi figli e figlie di Don Bosco, cui ha
affidato il compito di radunare i gio-
vani dei nostri tempi e indirizzarli
con mano esperta verso l'approdo
più sicuro, Cristo . Questa respon-
sabilità posta sulle spalle degli apo-
stoli 2000 anni fa, reiterata per tanti
altri gruppi di discepoli nel corso
dei tempi , e donata 150 anni fa
anche a Don Bosco e ai suoi colla-
boratori , è ora nelle nostre mani .
Attraverso il nostro operare sia
come individui che come Famiglia
spirituale , i nostri destinatari do-
vranno sentirsi amati da Dio e gui-
dati verso di Lui.
Il segreto del successo sta
nella nostra consonanza con Cri-
sto. Il suo è anche il nostro scopo:
"che abbiano la vita e l'abbiano in
abbondanza". Questo per noi in
concreto significa traghettare i gio-

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vani "verso il mare aperto e verso il
profondo", aiutarli a realizzarsi , invi-
tarli a vivere in pienezza la loro
vocazione , spingerli a scegliere la
"cultura della vita" rifiutando la "cul-
tura della morte", del "non-impe-
gno", disseminata in tanti aspetti
della nostra attuale civiltà, e signifi-
ca ancora proporre loro con forza
l'etica dell 'amore , della solidarietà,
dell 'i mpegno volontario verso gli
ultimi. Nel dono di sé senza riserve
consiste la verità della vita; nel vol-
to di chi soffre e nella situazione
del povero avviene l'incontro con
Cristo/salvezza : "Chi accoglie uno
di questi piccoli, accoglie me" (Mt
25, 40). Prendere il largo "al mare
aperto e verso il profondo" vuol dire
per noi "educare evangelizzando
ed evangelizzare educando", stan-
do in barca con il Signore Gesù,
essendo suoi familiari, aiutandolo a
gettare le reti. Senza dimenticare
che ogni nostro radunarci , ogni
incontro, ogni contatto personale o
comunitario è un gettare le reti , è
un comunicare la Parola che salva.
O Due in altum! L'invito perentorio
e diretto è rivolto alla Famiglia
Salesiana, ed è preciso : prendere il
largo, e gettare le reti. Si tratta
insomma di diventare pescatori, ma
di uomini , e, per dirla alla salesia-
na, di giovani , perché sono essi il
nostro mare , l'ambiente della no-
stra pesca. I ragazzi ci attendono
dalle tante situazioni di disagio in
cui si sono cacciati con le loro
mani , o sono stati cacciati da mani
altrui . Spesso può bastare un sorri-
so , una parola di incoraggiamento,
una spinta verso il bene ... Ma que-
sto è solo l'approccio. La pesca
esige impegno costante, perché
troppe reti sono state gettate per
catturarli , troppi lacci impediscono
loro di guadagnare il mare aperto.
Non manca nei giovani il desiderio
di arrivare al profondo, mancano le
strade , perché ostruite da ostacoli
di ogni genere. C'è bisogno di stare
loro a fianco . Per chi vuole fare un
passo in più c'è la comunità pronta
a pregare , per e con loro , a impa-
rare insieme a pregare realizzando
un'autentica scuola di preghiera. In
questo modo la luce della presenza
comunitaria si diffonde nella società
per illuminare chi vuole camminare
verso mete più impegnative.
Gennaio 2002
Anno CXXVI
Numero 1
In copertina:
L'Africa ha sempre più
bisogno di giustizia, di vera
ind ipendenza, lontana dai
giochi politici e dal le
brame neocolonia li ste
delle naz ioni ri cche, per
risorgere coi suoi tanti
va lori .. . Don Bosco
aiuti l'Afr ica .
Mensile di info rmazione
e cu ltu ra reiigiosa edito
da ll a Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
G IANCA RLO MAN IERI
- CH IESA
12 Vescovi salesiani da tutto il mondo
- M,ss10N1
14 Per i poveri con le mani dei poveri
- Soc1ETÀ
18 Così riducono le donne...
- . - CASA NOSTRA
20 La vita come esempio
- , NSERTO CULTURA
23 Il Museo delle Camerette
di Renato Butera
di Giovanni Eriman
di Giancarlo Manieri
di Antonio Gentile
di Nata le Maffioli
M1ss10N1 FMA
28 Strade di polvere
di Maria A ntonÌjl Chine/lo
R u BRICHE
2 - // Vicario del Rettor Maggiore - 4 ti punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia
e nel mondo - 11 Copertina - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Doctor /. -
30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Famiglia Salesiana - 37 Laetare et
benefacere... - 38 Sistema Preventivo - 40 Prima pagina 1 - 41 // mese - 42 I nostri
morti - 43 Prima pagina 2 - 44 Versiglia e Caravario a fumetti - 46 I nostri santi - 47 In
primo piano/ Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori : Ernesto Gattoni - Giuseppina Cudemo
Graziella Curti Carlo Di Cieco - Bruno Ferrere
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Roberto Saccarello - Fabio Sandroni
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano De Marie
Vincenzo Odorizzi - Guerino Pera - Pietro Scalabrino
Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione: Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Giuseppe Corò (Roma)
Fotocomposizione: EDIBIT - Torino
Stampa: MEDIAGRAF s.p.a. - Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet: www.sdb.org
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
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e-mail: <biesse@sdb.org>
e <gmanieri@sdb.org>
Fondazione DON BOSCO NEL MONDO
Ccb 3263/1 - INTESA Rete Cariplo,
Filiale Roma 12 - ABI 6070 CAB 03212
Ccp 36885028 CF 97210180580
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo in 53
edizioni e 24 lingue diverse. Raggiunge 128 Nazioni in cui
operano i salesiani.
f
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
8S GENNAIO 2002

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IL PUNTO
di Carlo Di Cieco
GIOVANI
OCCHI NELLA NEBBIA
Aguzzare gli occhi per penetrare la nebbia della vita e cercare di
capire ciò che nasconde. Oggi la nebbia sembra più fitta che mai.
Sono ormai in molti a sognare una via d'uscita, un ordine nuovo.
Educare è penetrare la nebbia ...
, , 11mestiere delle armi", film
di Ermanno Olmi sulla
fragilità della vita e sulla
certezza del morire è pervaso
da paesaggi nebbiosi dai quali
spuntano i tanti personaggi e
comparse mescolando realtà
e fantasia, ragione , carnalità
e sentimenti.
Per capire le mosse della vita in
gioco, occorre scrutare la nebbia
e cogliere in anticipo se a spuntare
saranno amici o nemici.
La nebbia, evocata da quel film
singolare e misterioso, è tornata
ad avvolgere il mondo dopo
1'11 settembre 2001 che ha ridato
cittadinanza attiva alle armi esiliando
la ragione . È come un ripetersi
del venerdì santo quando - narrano
i vangeli - morendo il Giusto
e Indifeso sul Golgota, assassinato
dai poteri del suo tempo - si fece
buio su tutta la terra.
Nonostante i sofisticati radar
e i raggi infrarossi che guidano
le armi omicide pure nella notte,
la nebbia calata giù sulla terra
insieme alla pioggia di detriti delle
Torri accartocciate, ha concorso alla
regressione dei diritti civili e della
pietà in Oriente e Occidente .
L'appannamento della ragione
è in agguato ad ogni tornante della
storia degli uomini. Basta poco
perché , rinuciandovi , calino le
nebbie inaugurando stagioni di
terrore e delazioni , quando ognuno
pensa per sé e la paura per tutti.
Qualche uscita di sicurezza, forse
insperata, ci sarà anche questa
volta e si tornerà a rinchiudere nella
caverna l'insipienza collettiva, in
attesa di scatenarla alla prossima
occasione. Da questa partita
giocata nella nebbia, alcuni , pochi ,
usciranno fortunati e più forti . I più
pagheranno un pesante pedaggio.
Un nuovo ordine politico ed
economico , uscito dalla nebbia dei
prestigiatori al potere, sarà salutato
come il migliore possibile . Ma gli
GENNAIO 2002 BS
esclusi resteranno la maggioranza.
C'è sempre qualcuno che grida
"Guai ai vinti". Solo un Potente si è
fatto carico fino in fondo delle ragioni
dei poveri, facendosi schiavo come
loro e si chiamava Cristo. I suoi
seguaci sono ancora frastornati da
questo evento e di frequente
sbagliano parte dove schierarsi ,
tanto sono sbigottiti e increduli che
questo loro Maestro e Signore, che
dice anche di essere Figlio di Dio, sia
morto come uno schiavo, escluso dai
circoli dove si spartiscono risorse e si
condizionano le storie di milioni di
uomini e donne.
Più che mai , educare oggi è
come avere occhi aguzzi nella
nebbia; restare convinti che la stella
polare brilli nel cielo anche quando
non si vede o le lacrime appannano
la nostra vista.
Ora che il mondo è diventato un
"villaggio" perché sappiamo che
cosa succede, siamo condannati a
convivere con i nostri affanni e con
le palesi ingiustizie che rubano la
vita di troppi. Educare significa
anche saper dire ai giovani da che
parte stare in questo "villaggio"
progredito nella tecnica e tanto
regredito in umanità.
Vivere in una società conflittuale
e violenta richiede di sapersi
orientare e aiutare ad orientare non
a partire dagli umori di Wall Street,
ma dai clamori degli ultimi che
giocano il ruolo di cavie.
I tempi di radicalizzazione culturale
sono una trappola per l'educazione.
Dal servizio alla verità, al
conformismo con il potere e le
mode dominanti , il passo è davvero
breve. Sotto il profilo educativo
torna di attualità la sensibilità di Don
Bosco. Districandosi all'interno delle
nebbie del suo tempo , i suoi occhi
sono stati capaci di guardare
lontano, mettendo insieme l'utopia
dei sogni e la realtà quotidiana per
realizzarne almeno un po'.

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OL BELLO DELLA VI· essere coraggiosa) , l' infor- selezionare, scremare e, per-
TA? Caro direttore, lavoro mazione così come ci è rego- ché no, anche a pregare, come
APPELLI
in una comunità salesiana a S. larmente ammannita dai dici - e ti fa onore - nella tua. Chiedo ai lettori del BS di
Pietroburgo. Sono russa, coo- media, soprattutto dalla TV, E ricordati sempre, che la inviarmi preghiere dialet-
peratrice salesiana.... Ho let- non è la realtà. È solo una realtà e la verità sono molto tali e di comunicarmi i
to sul BS che seguo una sua parte di essa, filtrata dal!' o- più ampie e complesse di quel- nomi dei Santi Patroni
bella risposta, giusto un anno peratore o dal montatore, o lo che qualsiasi TV presenta.. . della città o paese in cui
fa (sa qui da noi il BS arriva
un po ' in ritardo!): "Dov'è il
bello della vita?". Permetta
che le dia la mia. Ho un'ami-
ca che si chiama Vera, è inva-
lida, soffre di miopatia: mani ,
piedi, gambe, braccia, tutto il
corpo progressivamente si
atrofizzano; vive supina tutto
il giorno. Eppure Vera ha una
fede profonda, è una persona
molto dolce, sorride spesso, è
ottimista. Con lei si sta che è
D dal regista... o da tutti e tre!
In effetti per quanto riguarda
l'avvenimento cui ti riferisci ,
L VOLTO FEMMINI-
la realtà del G8 non è la LE DI DIO. Caro Diret-
morte di Giuliani, anche se tore, non ho riscontrato nes-
troppi hanno voluto che fosse sun contrasto o contraddizio-
così. La realtà del G8 è anche ne con le verità della fede in-
lo sforzo di tantissimi per segnate dalla Chiesa, riguardo
preparare al meglio quei al "volto femminile di Dio",
giorni, è la riunione del 7 lu- che io credo porti una luce
glio in cui 4000 giovani delle nella teologia, facendola ap-
associazioni cattoliche (tra parire un po ', meno misterio-
cui anche il MGS) hanno con- sa... O no?
vivono (sono il responsa-
bile del sito http://digilan-
der.iol.it/pietates). La mia
e-mail è: pietates@libero.it.
Grazie, Biagio.
Vorrei corrispondere con ra-
gazzi/e per una sincera ami-
cizia epistolare e scambio
santini e immaginette. Vito
Ventura, Via Arco Faele
Giusto, 1 - 70021 Acqua-
viva delle Fonti (BA).
un piacere! Ha una miserrima cluso con un documento da
pensione (25 dollari al me- presentare al Presidente del
Fausto , Napoli Sono collezionista di santi-
ni e immaginette di ogni
se!) ... e sorride! Non si chie- Consiglio; sono le dichiara- Caro signore,
tipo. Chi ha doppioni o chi
de dov'è il bello della vita, zioni del Cardinale di Geno- annoto alcune cose di cui lei non sa che fame mi venga
per lei la vita è bella, perché è va, di ascoltare anche il grido potrà fare l'uso che crede. in aiuto. Di Dio Pasquale
vita, anche se difficile o addi- di chi non ha voce; sono i 200 Meravigliò non poco papa Lino, Via Juvara, 60 -
rittura atroce .. . La Francesca mila pacifisti presenti, e, sì, Luciani quando, nell'ormai 93012 Gela (CL).
della sua lettera venga da noi anche i circa 3000 esagitati e lontano 1978 (pochi giorni
e troverà la bellezza della vita. violenti che hanno monopo- prima di morire), affermò con
lizzato l'attenzione della stam- la sorridente semplicità che
Tatiana, Gatcina pa per il "casino" che hanno lo caratterizzava, che Dio è
Cara Tatiana, grazie davvero
per questo piccolo gioiello! E
grazie soprattutto alla tua
amica Vera per la sua inimi-
fatto ... Tu sai quali sono state
le conclusioni dei capi di
stato riuniti ? No, immagino.
Eppure anche quello fa parte
Padre ma ancor più è Ma-
dre . Da allora interventi sul
tema andarono moltiplican-
dosi. Ovviamente Dio non è
tabile testimonianza. Dille da
parte nostra che sono le per-
sone come lei che reggono il
mondo!
del G8, anzi soprattutto quel-
lo. Remo Ricci ha scritto che
se un "Gianni lppoliti" qual-
siasi quei giorni si fosse pre-
sentato con una vistosa benda
né maschio né femmina, ma
alterità totale, né si possiedo-
no parole umane per definire
·ciò che supera in ogni parte
l'umano. E tuttavia qualcosa
Colleziono santini mariani,
di don Bosco e dei santi
salesiani. Chi condivide
questa passione si faccia
avanti. Blasi Fabrizio,
Via Ciamarella 8/7 -
10149 Torino (TO).
Sto raccogliendo immagini
della Madonna per un
album completo delle Lita-
nie alla Beata Vergine Ma-
ria. Collaborate con me.
agli occhi urlando a squar- si può dire: per quanto antro-
1,,.:J r::JB E Tv. Carissimo di- ciagola che il cardinale Tet- pomo,ja, ogni parola può
rettore, sono una ragaz- tamanzi lo aveva preso a servire a gettare qualche
Pasquale Piscitelli, Casel-
la Postale 33, 80011 Acer-
ra (NA).
za di 14 anni. Ogni giorno i
miei genitori all'ora di pranzo
accendono quel maledetto or-
digno che si chiama TV e non
si pensa più ad altro. Oggi
hanno trasmesso la morte di
un ragazzo manifestante al 08.
Ho visto, poi sono corsa in ca-
mera e ho pianto. Sono tutte
pugni, questo avrebbe ottenu-
to una esagerata udienza sui
giornali, anche se era una
bufala; la cosa sarebbe in-
somma entrata nel pacco I ve-
rità benché fosse pura inven-
zione. Conclusione: Tu, pic-
cola , continua a vedere la TV,
ma usa la testa oltre che gli
sprazzo sull'insondabile mi-
stero divino.
Intanto la Bibbia parla di Dio
utilizzando sia nomi maschili
che femminili, e, se è vero che
si sono poi affermati gli ar-
chetipi maschili, è pur vero
che il Dio biblico si presenta
fin dal suo primo approccio
Desidero ritrovare, per
eventuale incontro e ripre-
sa rapporti, le exallieve del
collegio FMA di Pescia
degli anni dal 1951 al
1957. Pallaro Maria,
45010 Papozze (RO), tel.-
fax 0426/44253.
notizie cattive, ma i miei geni- occhi: impara a discriminare, come "Colui" che partorisce Cerco amici e amiche con
tori mi dicono
dal nulla il Cielo, la Terra e cui parlare. Antonia Pa-
che è la
tutto il resto. A rigor di logi- sculli, Via Gen. Cadorna,
realtà, e che
ca, perciò, l'archetipo vin- 9 - 20011 Corbetta (MI).
non ci si può
cente avrebbe dovuto essere
fare nulla ...
quello femminile. Non solo.
Cara piccola
l 'espressione "Dio miseri- no". E ancora, quando la
anonima .. .
cordioso" o "Misericordia di Scrittura parla di Sapienza -
(mi sarebbe
Dio" - in ebraico rachàn - khokmah - che era all'inizio
piaciuto che
che si trova infinite volte nel quando il cielo e la terra non
ti fossi firma-
testo sacro, significa anche , c'erano ancora , questa Sa-
ta. Impara a
guarda caso, "grembo mater- pienza creatrice (Sap.7,12)
GENNAIO 2002 BS

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che siede in trono accanto a i campi. Così "le migliaia di l'altra delle tesi. Psicologi e
Dio (Sap.9,4) non è altri che miliardi buttati in armamenti pedagogisti brancolano nel
Dio stesso. Infine, quando avrebbero potuto essere im- buio, mentre i medici proprio
nella creazione di Adamo ed piegati nella colonizzazione di per mancanza di studi seri
Eva Dio si dona come "sof- altri pianeti", afferma in una propendono per la tesi del-
fio" per renderli vivi, il voca- missiva debordante, Andrea la scelta personale del!' indi-
bolo ebraico - ruàh - è anco- di Senigallia, "il che ci avreb- viduo... La trasmissione di
ra femmini le. Si potrebbe per- be permesso di avere un pro- Emanuela Falcetti su Rai 1
ciò affermare che il femminile gresso molto più rapido e "Istruzioni per l'uso" alle 6,15
sia il luogo dellà rivelazione avanzato, già in grado di sod- di venerdì 6 luglio 2001 tratta-
del "Volto di Dio". Del resto disfare le esigenze alimentari va proprio questo argomento.
anche Cristo si rivelò attra- del doppio della popolazione 11 cattedratico intervenuto so-
verso Maria.
mondiale attuale e, ancor più , steneva, per l'appunto, il prin-
Detto questo, occorre non di- di possedere la tecnologia cipio della scelta personale.
menticare che Dio resta il sufficiente a trasmigrare li punto di vista morale,
"mistero nascosto nei seco- verso altri possibili mondi. .." . come lei sa, ha come base di
li", e che nessuna proiezione,
né patriarcale matriarca-
le , può alzare il velo in cui
Egli è avvolto: "Tu vedrai le
mie spalle, ma il mio volto
non lo potrai mai vedere!
(Es . 33,23) . Dio dunque resta
de l tutto al di fuori del raggio
di indagine umana : "Quanto
il cielo sovrasta la terra ,
tanto le mie vie, i miei p ensie-
ri sovrastano i vostri pensie-
ri" (l s. 55,9) . Insomma nessu-
na proiezione antropommjtca
può definirlo, per cui si può
Utopie? Forse, ma non stento
a credere che potrebbero es-
sere vicine alla realtà . La sua
teoria , invece, avrà come
esito non la sopravvivenza del
più forte, ma la distruzione
de l!' umanità . Ha dimenticato
che le armi di oggi sono "ato-
miche, chimiche, batteriologi-
che" e che una guerra del ge-
nere non avrebbe né vincitori
né vinti, ma solo morti? Caro
signore, riquadri un po' le sue
idee, per carità; se siete fn
molti... povera umanità!
partenza e di confronto "la
legge naturale ordinaria" che
vuole maschi e femmine con
funzioni diverse e ruoli com-
plementari, per cui: se l'omo-
sessualità è una scelta libera
dell' individuo, costui deve as-
sumersene tutte le conseguen-
ze: egli è moralmente imputa-
bile. Se al contrario si tratta
di una malattia, vanno studia-
ti e testati farmaci adatti a
curarla nel migliore dei modi.
Se è invece una deviazione di
affermare con la teologa
natura psicorelazionale, è da
M .G. Faso/i, che il femminile
r:, di Dio non è che un altro
L nome per dii-e il suo mistero.
I'!! ::4 UERRA NECESSA·
a.:-# RIA? Egregio Diretto-
IVERSITÀ! Egregio
Direttore, in alcuni paes i
c'è già il riconoscimento del
matrimonio tra omosessuali .
Che cos'è l'omosessualità,
una deviazione sessuale o no?
considerare se essa è momen-
tanea o permanente, e vanno
ricercati i fatto ri da cui tale
anomalia può dipendere. In
base alle risposte si forma e
formula il giudizio morale.
Finora la Chiesa ha seguito
re, io sono convintissimo del- Un peccato o no? Una malat- la tesi più universalmente ac-
la necess ità de ll a guerra. Le tia o q ualcos'altro? . .. Che cettata, quella della scelta in-
guerre sono un po' come la cosa dice la scienza?
dividuale di essere omoses-
lotta delle fiere nella savana:
servono alla selezione natura-
le . . . Solo che le bestie hanno
suale. E dunque ha conside-
Paolo di Salerno , rato tale libera opzione lesiva
e molti altri della legge naturale. Ma non
gli artigli e noi i fucili. Ognu- La materia è "sub iudice". si è chiusa a riccio su questo
no combatte con le am1i che Per molti l'omosessualità è quadro. Il giorno in cui la
ha, e il più fo rte sopravvive! una scelta personale. Per scienza dovesse arrivare a
Carlo , Trento
altri si tratta invece di una
deviazione psicorelazionale.
scoperte decisive a f avore di
una tesi specifica, potrebbe,
Non sono sicuro, caro signo- Altri ancora propendono per ovviamente, modificarsi il giu-
re, che lei si renda conto di un'autentica patologia. La dizio morale, perché sarebbe
quello che dice. . . Mi scriveva verità è che la materia, forse ben diverso il grado di impu-
qualche mese fa un sociologo per la difficoltà che compor- tabilità di un individuo mala-
da Salerno che "gli uomini ta, non è mai stata studiata a to da quello di un individuo
combattono al posto delle fondo , e dunque del tutto in- pe,feffamente sano, come lei
loro idee" . Trovo l' espressio- sufficienti sono i riscontri può ben comprendere. Ripeto
ne felice e carica di insegna- scientifici a favore di una o tuttavia che la materia è cer-
menti. Se imparassero, gli uo-
tamente delicata e va studiata
mini, a combattere con le idee
invece che coi cannoni,
avremmo una diversa civiltà
ed esiti decisamente migliori
di quelli che ab.biamo, in tutti
No n ci è stato possibile p~b-
blicare tutte le l~ttere pe1v:~
nute in redaz ione. Ce
scusiamo. Provvederemo_ a
suo tempo alla pub/Jl1cazw-
con attenzione, la qual cosa,
purtroppo, sembra non si stia
facendo. PS. Ho già dato una
breve risposta in materia nel
numero di novembre 2000 .
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12 .556
E-mail: biesse@sdb.org
BS GENNAIO 2002

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QNITALIA . _N_E_L_M_O_N_D_O_ _ _ _ _ _ _ _ __
IL SOGNO
CONTJNUA
Il Colle ril anci a ! Dall a "caset-
ta natia" Don Bosco continua
a chi amare chiunque abbi a bi-
sogno de l suo sorri so, de lla
sua allegri a impegnata, de l
suo consiglio centrato, de l
suo cuore amante, de ll a sua
mamma servi zievole, per ri-
leggere la propria vita, ri con-
cili arsi con essa, sperimentare
la comuni tà, il gruppo, la fra -
ternità. Al Colle c'è posto per
tutti , ma soprattutto per chi è
in ri cerca, per chi ha vogli a di
ripensarsi, per chi sogna in
grande , per chi vuole capire i
giovani o stare con loro, per
chi vuole capire i pro pri fi gli ,
per chi vuole approfo ndire il
cari sma salesiano, per chi
vuo le parlare, confrontarsi,
sfogarsi, ri costruirsi. . . Un
giorno, due, tre o più ... al
Colle tutto è possibile . Sarai
accolto, accompagnato, indi-
ri zzato, o lasc iato tranquillo,
come sceg li ...
Per saperne di più:
Te!. 01i /9877. 111 ; e-mail:
info@colledonbosco.it
POMALLUCAY,
PERÙ
JL CARDJNALE
MARTJNJ E LA OMG
Il cardin ale di Milano si è reca-
to in Perù a Pomallucay, per
inaugurare il complesso di
Santa Teresita, un 'opera socia-
le che l' archidiocesi ambrosia-
na ha fin anziato e donato al
Padre Ugo De Censi, per acco-
gliervi gli anziani poveri e ab-
bandonati dell a zona. Il cardi-
nale è stato accolto da più di
500 oratoriani . L ' hanno segui-
to e ascoltato in più di 5000
durante la celebrazione della dell 'evento: "Non ho mai visto
messa, quas i altrettanti l' hanno nulla di simile!", ha esclamato
accompagnato nel megaspetta-· con un fil o di commozione. A
colo in cui si sono esibiti cirq Cauhish il porporato ha fatto
1300 attori. La conclusione di tappa per benedire l' imponente
Martini , letteralmente sbalordi- statua (tredici metri di altezza!)
to, ri assume la straordinarietà del Cristo delle Ande.
LATINA, ITALIA
VETRATE IN
CATTEDRALE
La chi esa di San Marco di
Latin a, offic iata dai sales iani
fin da l 1933 e ogg i cattedrale
dell a bell a c ittà de ll 'agro ro-
mano, da qu alche mese ha
inaugurato le vetrate nei
grandi fin estroni che abbeli i-
scono la facc iata. I soggetti ,
o pera di G abrie ll a Caldani
della Diaf anis di Rom a, sono
fo rtemente signifi cativi per
la ge nte de l luogo: la prima
vetrata presenta la picco la
santa di ori g ine marchig iana
martiri zzata a Nettuno, gros-
so borgo de ll a provinc ia, agli
ini zi de l seco lo XX : Mari a
Go retti. Que ll a centra le è de-
di cata a San Marco , tito lare
de ll a Chiesa , e patron o de ll a
città. La terza non poteva che
rappresentare Don Bosco at-
torni ato da g iovani di di ve rse
razze e continenti a indi care
l' uni versalità de ll a sua opera,
la g lobali zzaz ione del suo si-
ste ma preventivo, che tende
a c reare in ogni parte cie l
mondo onesti c ittadini e
buoni cri sti ani.
GENNAIO 2002 BS

1.9 Page 9

▲back to top
a cura del direttore
PISANA, ROMA
COMMISSIONE
PRECAPITOLARE
U prossimo mese ha inizio il
25° Capitolo Generale de i Sa-
lesiani: circa 250 membri con-
verranno da tutto il mondo
presso la Casa Generalizia
de lla Pisana per eleggere il
nuovo Rettor Maggiore e i
suoi consiglieri e per affrontare
con uno stud io serio e appas-
sionato i problemi dell 'oggi
de lla congregazione, la situa-
zione delle com uni sparse
nel mondo, la loro capacità di
incidenza nel terri torio, la loro
testimonianza di una vita al
servizio dei giovani, la loro
"visibilità" di fro nte al mondo,
il loro vivere, lavorare e prega-
re insieme, come comunità ap-
punto più che come singoli . La
grande assise è stata preparata
da un lavoro immane fatto in
ogni casa, in ogn i ispettoria, e
poi a livello centrale. Nella
foto una fase del livello centra-
le: la commissione precapitola-
re composta di 16 persone ha
selezionato in 15 giorni di duro
lavoro tutto il materiale arriva-
to, organi zzandolo per temi e
argomenti. Su questo docu-
mento i capitolari lavoreranno
per rilanciare la comunità sale-
siana nel III millennio.
UPS, ROMA
UN GRADITO
REGALO
Una magnifica confez ione di
caffè colombiano fermata da
un nastro co i colori della ban-
diera nazionale e accompagna-
ta dal biglietto da visita de l
capo de llo Stato è stata recapi-
tata al Rettor Maggiore, am-
malato e assistito amorevol-
mente dalle suore d i don Va-
riara nel! ' infermeria dell 'U-
niversità salesiana, da parte de l
Presidente della Repubbl ica
dottor Pastrana, tramite l'am-
basciatore presso la Santa Se-
de, dottor Pedro Leone Esco-
bar, exallievo e cooperatore
salesiano, legato in amic izia
con don Vecc hi da quando si
sono trovati a d iscutere ass ie-
me in Vaticano su "Secolari-
smo e nuove religioni". L'am-
basciatore restò allora ammi-
rato dell a grande cultura d i
don Vecchi, de lla sua saggez-
za pedagogica e de lla sua vi-
sione ecumenica de l mondo.
FILATELIA
a cura di Roberto Saccarello
IL ROSARIO
E I CAVALIERI DI MALTA
"Il rosario è un modo piissimo di orazione e di
preghiera a Dio, modo facile, alla portata di tutti ,
che consiste nel lodare la Vergine ripetendo il saluto
angelico per centocinquanta volte , quanti sono i
salmi di Davide, interponendo a ogni decina la pre-
ghiera del Signore, con meditazioni illustranti l'inte-
ra vicenda del Signore Gesù Cristo". La bolla Con-
sueverunt di san Pio V, da cui è tratta la definizio-
ne, rappresenta una pietra miliare nella complessa
storia della devozione mariana, le cui origini si
fanno risalire al XIV secolo.
DI papa Pio VI Ghisleri, proveniente dall'ordine
dominicano, è da ricordare ancora la Bolla Salva-
toris Domini in occasione della vittoria di Lepanto,
che istituiva la festa liturgica del 7 ottobre a ricordo
del trionfo delle armate cristiane su quelle della
Mezzaluna. Numerosi sono i successivi interventi
del magistero in materia: Leone Xlii si può dire me-
ritatamente "papa del Rosario" al pari di Pio V: por-
tano infatti la sua firma dodici lettere encicliche e
due lettere apostoliche sui temi della devozione ;
Giovanni XXI II esplicò il suo ministero sul salterio
mariano a più riprese con discorsi ed encicliche, tra
cui la Grata Recordatio del 1959: Giovanni Paolo Il
ha invitato più volte il
popolo cristiano a reci-
tare il Rosario per impe-
trare la pace.
I Cavalieri di Malta in
segno di particolare
venerazione verso la
Vergine del Rosario a
ornamento del loro
stemma, dedicano alla
devozione mariana
un francobollo da 1O
scudi e un foglietto
da 20 scudi riprodu-
centi "La Madonna
del Rosario con i
santi Domenico e
Caterina" di Filippo
Naldini . Il dipinto, ri-
salente al 1782, è conservato nella
Chiesa dei santi Pietro e Callisto in Civitella d'Aglia-
no (Viterbo) .
Per saperne di più: -a- 0761 /30 7. 124
BS GENNAIO 2002

1.10 Page 10

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l00annifa
Il BS di gennaio 1902 riporta in un trafiletto
a pag. 14 la notizia dell'inaugurazione
dell'Istituto della Sacra Famiglia di Ancona,
che perciò compie cento anni.
IN ITALIA
NEL MONDO
";1f!}'~:t
- --·--
A nche da questa c ittà capitale delle Marche ci si
scrive che furono benedetti i locali destinati a scuo le
di coloro che frequentano l'oratorio festivo. U na
parte di questi locali medesimi, in attesa che sia edifi-
cata la Chiesa, che dovrà essere anche a vantaggio
del pubblico, si adopera come Oratorio dei giovanet-
ti. È un principio che consola, che apre il cuore ad
una bella speranza, e frena i soverchi desideri, fino a
tanto che non si abbia a vedere alta dal suolo, e co-
perta quella C hiesa cli cui per ora non si scorgono
che le fondamenta. Quell'Eminentissimo card inale
A rcivescovo nel medesimo giorno che si benedissero
i primi locali , vi si vo ll e recare colà, e tutto radiante
di consolazione trattenersi con famig liarità co' suoi
figli , che frequentano le scuo le diurne dei figli di D.
Bosco, legalmente approvati per l'insegnamento. È
una nuova vita che si diffonde in quel quartiere, ed
aspettiamo con ansia quel fan1oso giorno, in cui i Sa-
lesiani potrar no estrinsecare tutta la loro vigoria a
vantaggio del la nostra gioventù.
Anche sua Eminenza sentiva questo lieto avvenire, e
lo annunziava ai giovan i come godeva che quel loca-
le fosse eretto per loro. Il suo dire era come quello di
un padre che si trattiene coi figlioletti; e tutto l'udito-
rio prendeva parte a lla s ua gioia ed alle sue speranze.
GENNAIO 2002 BS
GENZANO, ITALIA
RIAPRE IL
NOVIZIATO DI SAN
LUIGI VERSIGLIA
Dopo due ann i dall a chiusura
per irìadeguatezza del nov i-
ziato di Lanuvio, è stato ria-
perto nel s_ettembre scorso iI
Nov iziato nell ' ispettoria ro-
ma na, ri portandolo in quella
che fu la sua sede pri mitiva,
Genzano di Roma.
Il primo nov iziato dell 'Italia
centrale fu aperto nell a bella costruire i servi zi igienici!
cittadina dei Co lli Albani nel Ora, nell a totalmente rinnova-
l 896, e primo maestro fu I'al- ta costruzione c tutto, e
lora prete novello - proprio l'anno di nov iziato è ricom in-
così! - do n Luigi Versiglia, di ciato con IO giovan i che a
appena 23 ann i. Colui che settembre saranno sa les iani .
morirà poi marti re in Ci na, si In memoria del primo glorio-
trovò a gestire una casa nuova so e indimenticato maestro
con 34 persone tra superiori e oggi santo, il noviziato di
novizi, in cui l' ingegnere co- Genzano è intitolato a San
stru ttore aveva dimenticato di Lui gi Versigli a.
Andrés Torres Que1ruga
PECCATO
E PERDONO
Pad1é è 11rge11te
e 11eCL's,ario
un (wnhìamcnto
11clfc1 Con}('s.,iom'
?fillill
[;-:,!;,◊
In poco più di sessanta pagi-
ne ecco un piccolo trattato
sul tema più antico e sempre
nuovo del peccato e del per-
dono : peccato e perdono
sono temi di quotidiana at-
tualità che investono la vita
di tutti gli uomini, santi com-
presi. Una ventina di pagine
per "dire" il peccato , quasi al-
trettante per "dire" il perdono ,
un'appendice per riportare
alcune perplessità, doman-
de, problemi di lettori , cu i se-
gue una risposta puntuale,
precisa di esperti. Infine , una
nota bibliografica per chi
vuole approfondire il tema.
Poche pagine, dunque , ma
preziose per tutti , per dare
una svolta alla prassi peni-
tenziale di ciascuno.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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COPERTINA
Maria Rosaria Fiorelli
D'improvviso sei in un
altro mondo. Non
AFRICA,
inutili futilità, delle monta-
gne di cianfrusaglie che
incontri l'Africa so-
occupano le nostre case.
M O N A M O U R ! gnata, quella dai paesaggi
immensi. Ti ritrovi subito in
Soprattutto perché sai che
non è vero che la fame
una città immensa e im -
spegne i sogni , o frena la
mensamente caotica: case
Un mese d'Africa
voglia di conoscere, capi-
di una sola stanza, strette,
spoglie, i muri imbiancati a
con gli "AMICI DEL SIDAMO":
re , cambiare la realtà ;
soprattutto non è vero che
calce o coperti di fango , molti ricordi, grande nostalgia, i poveri non sanno di
case addossate le
altre per sostenersi
une alle
a vicen- -
e ...
il
resto
della
vita
per
riflettere.
essere poveri. Sì, la vita è
dura, al limite della
da, il tetto in lamiera che
sopravvivenza , ma essi
ripara dalla pioggia non
sanno gioire delle cose
certo dal terribile sole afri-
semplici , sanno ricono-
cano. Non un filo d'asfalto ;
scerne il valore, sanno
al suo posto galline, muc-
che , capre , cani. .. avvoltoi,
iene e rifiuti ovunque.
qual è l'essenziale ... e tu
sei costretto a spogliarti di
te stesso , delle tue sicu-
rezze , dei tuoi punti di rife-
L'imperativo della gente,
bambini compresi , è "lot-
tare": contro la fame , l'a-
nalfabetismo , la prostitu-
rimento , delle maschere
dietro cui sei solito coprire
le tue fragilità .. . L'Africa ti
mette a nudo.
zione (regalo dei bianchi!).
A te che vai un solo mese
chiedono un po ' di solida-
rietà e qualche timido
"give me .. ." guardando il
tuo orologio, o il keway , o
anche solo il fazzoletto. I
piccoli ti si attaccano alle
braccia e ci starebbero per
ore , forse per sentire l'ef-
fetto di un brivido d'affetto;
Al ritorno è forte la ten-
tazione di dimenticare.. .
ma non ci riesci: quei sor-
risi , quegli sguardi , i vestiti
stracciati, le mani sporche,
i piedi scalzi, le capanne
di cicca, le loro strazianti
E nasce il mal
le ragazzine ti intrecciano i
capelli ogni giorno e ti
chiedono se hai una casa,
un lavoro , la tv ... E tu un
po' ti vergogni di avere tut-
to quello che loro sognano
soltanto .
A Mekanissa incontri i
salesiani che ti immergono
subito nel lavoro : pitturare
aule , cucire tende , pulire
sempre attorno.
stanze, sistemare l'orto, scavare buche ... poi inse-
gnare inglese, italiano, pirografo , chitarra, disegno,
cucito, e cento altre cose .. . Poi animare qualcosa
come 1300 bambini e ragazzi.
Ma un mese è troppo breve per capire l'Africa.
Tornata a casa sai poco del continente nero ... sen -
ti però dentro di te quegli sguardi , quegli occhi ,
quei nomi, quegli affetti , quei sogni che gli occhioni
spalancati dei bimbi rendono vivi e frementi. .. Ora
s~i che la povertà non è più una parola astratta,
s'e fatta voce, volto , vita, verità quotidiana. Così
come l'ingiustizia del nostro superfluo, delle nostre
lii

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
CHIESA TRA STORIA,
ECURIOSITA
di Renato Butera
SU INIZIATIVA DEL
REffOR MAGGIORE
DON VECCHI, SI
SONO RIUNITI ALLA
PISANA I VESCOVI
SALESIANI DEL
MONDO
E' stato un viaggio nel cuore
della Chiesa, con la visita in
San Pietro e l'udienza ponti-
ficia, e del ca.risma salesiano, con la
processione di Maria Ausiliatrice a
Torino e la visita alla "casetta" e al
Santuario del Colle. Questo avveni-
mento ci dà l'opportunità di riferire
su un "fenomeno" di consistenza
ormai notevole, passando attraverso
dati statistici, notizie storiche e cu-
riosità più o meno interessanti.
A PARTIRE DAL 1884
L'anno 1884 segna per la storia
della congregazione salesiana l' ini-
GENNA/O 2002 BS
zio di una nuova modalità di servi-
zio dei figli di Don Bosco alla
Chiesa: il ministero episcopale. Il 7
dicembre di quell ' anno, nella basi-
lica di Marià Ausiliatrice a Torino,
Giovanni Cagliero riceve la consa-
crazione episcopale. Da quel gior-
no, una lunga schiera di sales iani
ha assunto il più alto grado dell ' or-
da sacerdotalis.
Nei circa 118 anni che vanno
dalla nomina del primo vescovo, al-
l' ultima (quella di monsignor Fran-
cesco Panfilo il 25 giugno 2001), la
congregazione ha avuto complessi-
vamente 200 vescovi , dei quali 10
cardinali. Ad essi vanno aggiunti
12 prefetti e amministratori aposto-
lici che hanno guidato circoscrizio-
ni missionarie nei loro inizi; le ulti-
me sono Gambela, in Etiopia, e
Baku , nell' Azerbaijan. In tutto
sono, quindi, 212 prelati.
Attualmente i vescovi sono 106.
Il 69% si trova in America Latina,
il 3% in Africa, il 13% in Europa e
il 15% in Asia. Risiedono in 39 na-
zioni. Consistente la presenza in
Brasile, dove guidano 24 diocesi.
Questo quadro sottolinea ulterior-
mente la dimensione missionaria
della congregazione anche nella
condizione episcopale.
Data la locazione delle sedi dio-
L'abbraccio del cardinale
Maradiaga col Rettor Maggiore
ammalato.

2.3 Page 13

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,.•......•.......••.......••••........•..•........•..•..............•.••.•......•.....
Gruppo di studio con la presenza
della Madre Generale FMA.
Monsignor Louis Kébreau,
vescovo di Port-au-Prince, Haiti.
cesane, è notevole la varietà di cul-
ture e tradizioni delle popolazioni
rappresentate, ma anche delle pro-
blematiche inerenti. Si spazia dai
vescovi latino-americani, con il
loro impegno per ia promozione
sociale e politica dell 'uomo in una
società impoverita da eventi natu-
rali e contrasti politici; ai pastori
dell 'Asia, dove lo stesso impegno
si unisce a quello per la promozio-
ne del dialogo interreligioso, inter-
culturale e della libertà religiosa;
all 'esiguo numero di vescovi in
Africa, dove la plantatio Ecclesiae
è caratterizzata dall'opera di evan-
gelizzazione unita alla promozione
dei diritti umani, e dove l'impegno
di pacificazione dei popoli e delle
etnie non ha tregua; ai pastori del-
l'Europa, impegnati nel dialogo
con le nuove culture e nella rievan-
gelizzazione di un continente di
grande tradizione cattolica sempre
più scristianizzato. Continenti dove
la pace è spesso fragile, e dove
molte nazioni sono pervase, al loro
stesso interno, da fazioni in crisi,
da lotte tribali, etniche e fratricide.
STATISTICHE
I dati statistici che possediamo ci
danno la seguente distribuzione se-
condo il titolo e l'incarico svolto: 6
cardinali, 12 arcivescovi, 63 vesco-
vi residenziali, 15 vescovi ausiliari,
9 eparchi e vicari apostolici. Il ve-
scovo più anziano è monsignor
Francisco José lturriza Guillen, ve-
scovo emerito di Coro (Venezue-
la), con la sua veneranda età di 98
anni; il più giovane è monsignor
Flavio Giovenale, vescovo di
Abaetetuba (Brasile), di 47 anni.
Anche il trend delle nomine è in
costante crescita: si passa dalle 2
nomine del decennio 1941/1951,
alle 43 del decennio 1991/2001.
L' anno di nascita più frequente è il
1942 (quindi 59 anni) con 7 vesco-
vi. L'età media è di 67,5 anni,
mentre l'età media alla nomina ri-
sulta di 51 ,5 anni .
C'è, infine, da far rilevare che lo
status episcopale ha dato consi-
stenti frutti di santità con un vesco-
vo santo, il martire monsignor
Luigi Versiglia, e i quattro vescovi
"servi di Dio", monsignor Luigi
Olivares, il cardinale Augusto
Hlond, monsignor Ottavio Ortiz, e
monsignor Antonio de Almeida
Lustoza. Di monsignor Stefano
Ferrando è stato intt·odotto il pro-
cesso di canonizzazione. Infine, è
da considerare in questo elenco il
venerabile monsignor Vincenzo
Cimatti, quale prefetto apostolico
di Miyazaki (Giappone).
LA SALESIANITÀ
Da questa rapida carrellata tra
storia, dati statistici e curiosità, si
evince che lo spirito salesiano non
è un 'eredità esclusiva dei figli di
Don Bosco, ma, come frutto dello
Spirito, appartiene a tutta la Chiesa
Universale. Lo ha sottolineato
anche il pontefice Giovanni Paolo
II nel suo saluto all'udienza del 23
maggio scorso, facendo rilevare
"la perenne attualità del progetto
educativo di Don Bosco (... ) che
ha animato la carità pastorale di
tanti vescovi salesiani", i quali,
anche a costo del martirio, "si sono
impegnati riell' evangelizzazione
spesso in luoghi considerati di
frontiera".
il frutto maturo della ecclesia-
lità di Don Bosco - come ha di-
chiarato il Rettor Maggiore, don
Juan Vecchi, nell 'omelia della con-
celebrazione eucaristica del 24
maggio, nella basilica di Maria
Ausiliatrice di Valdocco - che è
per noi onore grande e legittima
soddisfazione. Ma è anche, per
tutta la nostra Famiglia, un invito
pressante a divenire sempre più at-
tenta, docile e pronta alla voce dei
Pastori della Chiesa".
O
(Servizio f otografico ANS)
BS GENNAIO 2002

2.4 Page 14

▲back to top
I giovani dell'Oratorio delle Ande stanno costruendo
PER IL POVERO
CON LE MANI
DEL POVERO
di Giovanni Eriman
,,Lasocietà insegna a guar-
dare avanti, a chi sta me-
glio. Tu impara a guai:-
daiti indietro, a chi sta peggio! ". E
uno degli slogan che il padre Ugo
De Censi continua a ripetere ovun-
que, e ogni volta che lo senti, lo
fissi e ti accorgi che il primo a met-
terlo in pratica è proprio lui. Don
Ugo è un salesiano anomalo: ha il
permesso di vivere fuori comunità
con i giovani dell'Operazione Mato
Grosso (OMG), arrampicato tra le
montagne di Chacas, dove la po-
vertà trasuda anche dalle pietre, e da
dove i giovani indigeni sono in fuga
per andare a ingrossare le fila dei
"senza arte né patte" in città. Ha
fatto di tutto per trattenerli lassù,
per convincerli che Dio non ha la-
sciato le Ande, e che è possibile
tirar fuori il pane anche dalle deso-
late petraie della Siena.
SU LE MANICHE
Ma ai poveri non li convinci con
le parole, i bei discorsi, le prediche,
le suppliche, i trattati , le conferenze
stampa, e nemmeno con gli articoli
sui giornali. I poveri sono imper-
meabili a ogni propaganda. Bisogna
che prima "fai", poi "parli". Don
Ugo, è la prima cosa che ha capito,
perciò ha cominciato col "fare".
Non da solo, perché sarebbe andato
incontro al fallimento in meno di
un mese. Ha smosso i giovani,
quelli che stanno bene, convincen-
doli che per stai· meglio dovevano
provare a stai· peggio, dovevano
sposare un po ' di povertà, rimboc-
GENNAIO 2002 BS
L'ultimo sogno
di don Ugo De Censi
si sta realizzando,
nel nome di Don Bosco.
La ricerca di lavoro per
dare dignità a un popolo
abbandonato. Tanti
progetti tante
realizzazioni. Lo sforzo
immane di "tirarli fuori"
con le loro mani.
carsi le maniche e sporcarsi le
mani, dovevano "sgobbare" d' esta-
te sotto il sole cocente, d'autunno
con il vento gelido che ti frusta la
faccia, e d'inverno con il freddo
che ti morde il corpo. Questo il
prezzo da pagare per far credere ai
poveri che c'è per tutti un futuro,
che la vita vale la pena!
Con quelli che l'hanno seguito, i
giovani dell'OMG, ha cominciato
la sua catechesi e le sue lezioni di
vita .. . Sono nate in pochi anni le
"Case Don Bosco" con i talleres,
cioè i laboratori d'intaglio del
legno e di manufatti di alpaca, con
scuole per piccoli e grandi, con l'o-
spedale per i poveri, ecc. Per i ra-
gazzi, manco a dirlo, ha creato l ' O-
ratorio delle Ande; volante, perché
non era proprio possibile ubicaifo
in un posto preciso, là dove la Sier-
ra è cosparsa di villaggi dentro
un'enorme estensione. Quanti sono
gli oratoriani? Quindicimila circa, e
sono proprio loro la forza attuale di
Don Ugo, il suo esercito. Con i più
grandi, quelli appartenenti all'Ora-
torio Maggiore, come lo chiama
lui, fa attività per i poveri. Poveri
per i poveri, insomma. Al sabato,

2.5 Page 15

▲back to top
un rifugio a 4200 metri sull'Huascarém.
La cima Nord dell'Huascaran.
Si è portato su il materiale a spalle!
per esempio, regalano il loro tempo
per costruire casette per le vec-
chiette e i vecchietti dei tanti villag-
gi delle Ande.
Poi ha pensato ai Rifugi. S'era ac-
corto, don Ugo, che nei mesi estivi
turisti europei e nordamericani, in
numero sempre crescente, chiedeva-
no di fare escursioni verso le vette
immacolate delle Ande. Ha fiutato
l'affare. Per i suoi poveri, natural-
mente. Poteva essere una fonte di
guadagno: col rifugio viene la guida
alpina, il portatore, il custode, il for-
nitore . .. Detto fatto! In poco tempo
ne sono sorti due, costruiti con
campi di lavoro di centinaia di gio-
vani dei suoi oratori "maggiori"
oltre che dei volontari dell'OMG,
portando su (molto "su" poiché il ri-
fugio Perù è a 4665 m di quota, e il
I Molti tecnici volontari con la loro
competenza hanno contribuito
alla riuscita dell'i mpresa.
rifugio Ishinca a 4350 ml) il mate-
riale a spalla.
ORA L'HUASCARAN
L'accampamento è a 4200 metri,
poco meno dell'altezza del Monte
Bianco. L'Huascaran è la più presti-
giosa e la più alta montagna del
Perù, la quarta assoluta del continen-
te americano. Costituisce la maggio-
re attrattiva peruviana per gli alpini-
sti: le bellezze della Cordillera Bian-
ca sono incomparabili ... il Rifugio
"Don Bosco Huascaran" è l'ultimo
sogno di don Ugo. Due caratteristi-
che hanno i suoi sogni: prima di tutto
bisogna ripararsene perché sono con-
tagiosi, se uno di loro ti cattura non ti
molla più, finché non ne inizi la rea-
lizzazione. Poi, appena la fase prati-
ca si è messa in moto, lui comincia
subito a sognare altro, ed è meglio
che gli stai lontano se non vuoi che ti
inondi di progetti e proposte cui è·
difficile dire no.
Don Ugo sa da sempre che lo sfor-
zo più importante da fare non è
quello di regalare un pesce ma di in-
segnare a pescare. Lo sforzo di que-
sti 30 anni passati in Chacas è stato
proprio convincere i poveri ad accet-
tare di gestire la propria povertà, per
farla "rendere". Insegnare a vivere
non della carità altrui, ma del lavoro
delle proprie mani; ridare dignità al
povero. Il sogno più bello del prete
del Chacas è che i poveri aiutino i
poveri. Compito quasi impossibile,
pensavano in molti . Avevano torto!
Montanaro di razza e per passione,
padre Ugo ha in testa e nel cuore le
cime: lassù, lontano dai miasmi
della pianura, l'aria, le erbe, i colori
dei fiori, i brividi del vento, la mar-
cia sicura del llama , il volteggio
maestoso dell 'aquila, tutto invita ad
andare "oltre", a sforare il mistero di
quella bellezza per attingere le vette
inaccessibili della virtù, i picchi ver-
tiginosi dello spirito, le dimore altis-
sime del biblico "Dio delle alture".
TRENT'ANNI D'AMORE
Trent'anni di passione d 'amore,
passata attraverso le gambe e le
mani. Un amore montanaro. Del
resto ogni amore è montanaro, o
non è; ogni amore tende all'alto, al
profondo, alle altezze; di più, tende
all'oltre. Lui ha usato le gambe ogni
giorno per "salire" a trovare i suoi
poveri, o correre in patria a trovare
aiuti per loro, a scuotere le coscien-
ze, a prendere per il cravattino i gio-
vani, dicendo loro che era ora di fi-
nirla di perdere tempo a pensare che
cosa fare per ammazzare il tempo:
Andassero con lui: aveva tempo da
riempire per tutti. Il frutto? Trenta-
sei "Case Don Bosco", l'Oratorio
delle Ande, sei scuole pedagogiche,
un seminario diocesano, un ospeda-
le, tre case per bambini 01fani, una
casa per disabili e handicappati, otto
cooperative per la vendita dei ma-
nufatti, due centrali idroelettriche,
alcune canalizzazioni, tre rifugi ... E
i puntini vogliono dire che non è fi-
nita, che lui non si ferma finché ha
del fiato!
BS GENNAIO 2002

2.6 Page 16

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redazionale
offerto .. . delle illusioni ! (foto
3). Beh, ognuno dona quello
che ha e sa fare! Ricordate il
" Giocoliere della Madonna",
l'opera musicale di Massenet
che racconta del gi ullare che
scandalizzò i seriosi frati di
Cluny, offrendo alla Madonna
i suoi giochi, e mentre sta per
essere cacciato in malo modo
dagli indignati monaci, la Ver-
gine si anima e scende ad
asciugargli il sudore? .. .
Dopo la celebrazione, gli arti-
sti han no sostato in piazza
(foto 4 ), poi hanno offerto un o
strabiliante spettacolo nel tea-
tro de l Colle. B iglietto d ' in-
COLLE DON BOSCO gresso f. 25.000 e sala stracol-
MAGIA AL COLLE
5" EDIZIONE
ma. Il ri cavato è andato ai
bambini di Mago Sales ... Sì,
perché don Sil vio ne ha adot-
Nel 2001 , l'annuale radu no tati quasi 600 (avete letto
de i "Maghi " presso il santua- bene!) in tutto il mondo. Egli
ri o de l loro protettore e patro- continua a programmare i suq i
no - Don Bosco - ha av uto spettacoli proprio per loro. E
ospite anche don Larry Loren- rim asto memorabile lo show
zoni , il salesiano matemati co e di fronte a Mad re Teresa di
un po' mago che ha fatto me- Calcutta. All a fin e lui ha chie-
ravi gli are anche il Papa coi sto all a santa suora qualche
suoi trucchi! Celebrando iI 50° spicciolo, quasi volesse farsi
di ord inazione sacerdotale, è pagare l'esibizione.
stato lui a presiedere la messa
dei maghi (foto 1), una liturgia
un po ' fu ori de lle ri ghe, a dir
la verità, consona alle caratte-
ristiche de l! 'assemblea, com-
posta da più di 200 persone tra
maghi , illusionisti, giocolieri,
clown provenienti da tutta Ita-
lia (foto 2) e radunati dall ' ini-
ziativa di Mago Sales, il sale-
siano don Silvio Mantelli , co-
nosciuto in tutto il mondo,
specialmente nei territori di
missione, anche i più irrag- 5
giu ngibili. All ' offertorio, con Madre Teresa gli ha offerto
gesto di squisita carità hanno l' unica banconota che possede-
va: dieci rupie (poche lire). Lui
l' ha presa, l'ha riposta nel suo
taccuino "magico" e, dopo gli
opportuni scongiuri, l' ha ria-
perto strappando un oooohh! di
meraviglia a!Ja santa donna
(foto 5), che si vedeva restitui-
re 100 dollari . Il mago le ha
suggerito di riprovare. Lei l'ha
fatto, e ... hop! altri 100 dollari!
Allora ci ha preso gusto e ci ha
provato altre tre volte: santa e
furb a Madre Teresa che avreb-
be continuato per chissà qu anto
ma, ahi mé, dopo 500 dollari la
mag ia s'era esaurita. Peccato!
GENNAIO 2002 8S
BREVISSIME DAL MONDO
ROMA. Nel maggio scorso
un episodio inedito della
vita di papa Wojtyla è stato
rivelato dall'agenzia Zenit.
Giovane seminari sta, nel
1945 un ufficiale della Ar-
mata Rossa, Vasilyi Siro-
tenko, colto e amante della
storia, decise, contravve-
nendo agli ordini di Stalin,
di salvare dalla morte un
giovane semin arista che lo
aveva aiutato a tradurre dei
libri sopra la caduta del-
1' impero romano. S i trattava
di Caro! Wojtyla. L ' episo-
dio è narrato dallo stesso
p r o ta g o ni sta.
BAMIYAN, AFGHANI-
STAN. Ricordate le due
grandi statue di B udd a (la
più alta mi surava 50 m) ri -
salenti al III e V sec., di-
strutte da i talibani , nono-
stante le proteste di tutto il
mondo? Ebbene, secondo il
Times, ispiratore del proget-
to è stato il re de i terroristi
Osama Bin Laden di cui il
capo dei talibani , il moullah
Omar, era succube. Il regi-
me, come si ricorderà, ha
decretato la pena di morte
per chi si converte al cri-
s tian e s im o.
PALAZZO DI VETRO
DELL'ONU. Una forte e
coraggiosa affermaz ione è
stata fatta davanti all 'as-
semblea generale dell'ONU
da un a do1rna a nome del
Papa: "La promozione della
donn a con la sua dignità e i
suoi diritti è indispensabile
perché il mondo possa be-
nefic iare dei vantagg i de ll a
globali zzazione ed ev itare i
suoi effetti negativi" .

2.7 Page 17

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PINEROLO, ITALIA
L'8 settembre nella Basi-
lica di Maria Ausiliatrice
hanno professato 23 novi-
zi accompagnati dallo
sguardo attento e sorpre-
so di molti giovani prove-
nienti dalle varie ispettorie
di origine dei candidati.
Altri 19 prenderanno il lo-
ro posto a Pinerolo. Qual-
che settimana prima, il 6
agosto , a Contra di Mis-
saglia 1O ragazze diven-
tavano ufficialmente FMA,
di fronte a una chiesa
stracolma di parenti e di
giovani.
VALDOCCO, TORINO
La 131 ° spedizione missio-
naria ha preso le mosse ,
come sempre, dalla basili-
ca di Maria Ausiliatrice,
dove ormai da 13 anni si
svolge l'Harambée, il gran-
de raduno dei volontari
che durante l\\istate hanno
fatto esperienza di volonta-
riato in qualche nazione.
35 i missionari partenti (25
salesiani e 1Olaici) , prove-
nienti da 11 paesi e diretti
in 15 diverse destinazioni.
Con questi ultimi sono
partiti dal santuario ben
10.103 missionari.
ROMA, PISANA
Importante seminario in-
ternazionale sul volonta-
riato , cui hanno partecipa-
to salesiani e laici prove-
nienti da 23 nazioni di
quattro continenti. Si sono
cercati criteri e linee ope-
rative comuni per rilancia-
re e animare il volontaria-
to salesiano, questa nuo-
va forma di apostolato lai-
cale che tanto sta a cuore
alla Chiesa e che la con-
gregazione salesiana ha
assunto quasi ad arricchi-
re il carisma.
SANTO DOMINGO,
REP. DOMINICANA
Il presidente della Repub-
blica Dominicana ha con-
ferito l'Orden del Mérito de
Ouarte, Sanchez y Mella,
nel grado di Oficial a
Rosario Pilonero, salesia-
no coadiutore siciliano, ma
residente nel paese carai-
bico fin dal 1950.
Specializzato in floricoltu-
ra, ha educato generazioni
di giovani. Secondo alcu-
ne stime , sembra che
1'80% dei tecnici dominica-
ni specialisti in questo set-
tore sia stato suo alunno!
ROMA, PISANA
Riunione di Salesiani e
Figlie di Maria Ausiliatrice,
che sono a contatto nel
mondo con le più diverse
realtà, anche a livello reli-
gioso. Occorre prendere
atto del fenomeno e stu-
diare le strategie più op-
portune per una conviven-
za armonica e costruttiva
in società con culture e re-
ligioni proprie . Sono stati
sette gli incontri sui diversi
contesti pastorali in cui
operano SDB e FMA (isla-
mico, ortodosso, afroame-
ricano , amazzonico , ma-
puche, andino) .
QUITO, EQUADOR
Padre Antonio Polo è stato
decorato "Al Merito " dal
presidente Dr. Gustavo N.
Bejarano. Il sacerdote sale-
siano ha organizzato per le
zone rurali , a beneficio
della popolazione indigena,
cooperative diverse e tra
loro collegate che hanno
permesso di costituire
imprese: casearie , di alle-
vamento, agricole, di rifore-
stazione, ecc. Uno svilup-
po guidato ha permesso in
poco tempo di elevare
notevolmente il livello delle
famiglie interessate.
BS GENNAIO 2002

2.8 Page 18

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Annuale festa popolare a Sulmona, nella parrocchia
~
COSI RIDUCONO
LE DONNE
DICUI
SI SERVONO
di Giancarlo Manieri
Don Benzi, perché e che cosa l'ha
spinta a pensare a un'organizza-
zione come quella intitolata a
Papa Giovanni?
Non ho pensato a nessuna or-
l i i ganizzazione. Ho incontrato i pove-
ri, e i poveri mi hanno fatto ri/com-
prendere il Signore. La comunità
Papa Giovanni è stata fondata dai
poveri, non da me. Io ho cercato di
non perdere la coincidenza con Lui
che veniva attraverso loro, e ho co-
minciato a camminare con loro, e
così è venuto fuori quel che è venu-
to fu01i.
Quando le è venuta l'idea?
Ero assistente della Gioventù
Cattolica a Rimini e padre spiritua-
le in seminario. Proprio incontran-
do i più giovani ho capito che erano
te1rn di nessuno, e di chi per primo
la occupava. D'altra parte l'adole-
scenza, se per molti è il momento
della nascita alla vita adulta, per
altri, molti anche questi ahimé, è il
momento della loro morte: muoio-
no prima di nascere, perché non
trovano motivi validi per tirar fuori
da tutte le immense potenzialità
di grazia che non sanno di avere.
Manca per questi figlioli una comu-
nità nella quale ci siano spazi che
permettano di esprimere la loro
realtà migliore. Sono abbandonati a
se stessi, sbandati, senza padre,
madre, patria, gruppo, e perfino
banda... orfani della peggiore orfa-
nezza. Io ho fatto come uno che per
GENNAIO 2002 BS
Fine estate... Alcune
realtà parrocchiali
organizzano la festa
popolare, quasi a
chiudere il vecchio anno
pastorale per iniziare
con rinnovata energia
il nuovo. Molte non
organizzano solo la sagra
paesanq a base
di folklore, giochi,
spettacoli e abbuffate,
ma cercano di dare ·
un senso a questo
ritrovarsi. Così ha fatto
la parrocchia salesiana
di Sulmona. "Oltre me",
è stato il tema della festa
2001, e don Oreste Benzi,
prete delle prostitute,
è stato il personaggio
chiave per rifletterci.
L'abbiamo intervistato.
strada s'imbatte in un incidente: il
codice ti obbliga a fermarti per por-
tare soccorso. Così ho fatto , ben sa-
pendo che nei giovani di 13 ... 16,
18 anni i valori o i disvalori diven-
tano pressoché definiti vi, come ci
ricorda la Bibbia in Proverbi 22:
Una delle fortunate pubblicazioni
di don Benzi dal titolo provocatorio.
I
Secondo le statistiche,
più di 400 mila prostitute "battono"
i paesi d'Europa.

2.9 Page 19

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dei salesiani; c'era don Benzi.
I Don Benzi ha intavolato
un colloquio col pubblico presente,
rispondendo a numerose domande
e obiezioni.
I Il vescovo di Sulmona·, monsignor De Falco,
ha ringraziato don Benzi della sua presenza in città
e della sua opera per risolvere i problemi più grandi
della società.
"L'adolescente dalla strada che avrà
intrapreso in gioventù non si sco-
sterà nemmeno nella vecchiaia". Io
sapevo e so che sulla strada un gio-
vane incontra di tutto, eccetto Cri-
sto, allora ho sentito il dovere di ri-
I Don Benzi parla a Sulmona
nell'ambito della festa popolare
salesiana.
spondere al loro diritto, facendo in
modo che sulla strada incontrassero
anche Cristo.
E com'è nata invece l'attività a
favore delle prostitute?
Era il 1989. Mi trovavo come al
solito alla stazione di Rimini accan-
to ai barboni, per attaccare bottone,
farmeli amici, e convincerli a fre-
quentare qualche centro. A un certo
punto mi si avvicina una donna.
Aveva l'aria sfatta e il portamento
da vecchia: "Padre, stasera... nessu-
no! Manco 10.000 lire!". Poi ag-
giunge: "Però, voglio bene alla Ma-
donna!". Apre un impresentabile
portafoglio: non aveva un soldo,
però mi ha mostrato un'immagine
bellissima e ben tenuta della Ma-
donna. "Gli voglio bene alla Ma-
donna!", ripeté. Le ho detto: "Beh,
stasera ti do io 20 mila lire. Però fai
la brava!". Aveva quarant'anni e
sembrava ne avesse settanta... Così
gli uomini ridUC!)nO le donne di
cui si servono! E il dramma non
tanto delle prostitute quanto di tutti
quelli che tacciono su queste trage-
die. Luther King diceva: "Non ho
paura della cattiveria dei malvagi,
ho paura del silenzio degli onesti!".
Questo è stato il mio primo incontro
con una prostituta.
Ha incontrato anche ragazze?
A Modena alla Bruciata, dove tra
un mare di prostitute mi sono trova-
to di colpo davanti una nigeriana
giovanissima che mi fissava. La
fisso a mia volta e lei sussurra:
"Padre, benedicimi, benedicimi!".
Ho pensato tra me e me: attaccherà
questa benedizione? Poi mi sono
detto che il fatto che una benedizio-
ne attacchi o no, non era affar
mio ... "semmai è tuo, Signore! Io a
questa qui gliela do la benedizione.
Pensaci tu!". Adesso lei quando
m'incontra mi dice: "Io sono la tua
prima figlia!".
In questo suo viaggio verso la terra
della sventura umana, ha trovato
dei compagni?
Sì, tanti. Siamo ormai 1500, una
associazione internazionale di dirit-
to pontificio formata da laici, sposa-
ti, laici con voti, sacerdoti, ecc.
Può raccontarci una storia tra le
più disgraziate o commoventi che
ha vissuto?
Quella di Eveline, per esempio,
una ragazza di Senigallia, incontrata
sulla strada che mi diceva di non
voler più continuare. "Allora vieni
via!". "Non posso - mi ha risposto
piangendo - i miei protettori si sfo0
gherebbero sui miei genitori, e io
gli voglio bene ai miei due vec-
chie!ti. Non posso". Poi è scompar-
sa. E stata ritrovata al Cesano sette
giorni dopo: sette giorni di tortura,
per due giorni bruciata a fuoco
lento, e poi portata sul posto dove
era costretta a prostituirsi. Ci ho
pianto. Ho detto durante il funerale
che non sapevamo materialmente
chi l'aveva uccisa, ma certamente
i killer erano tutti i clienti che la
sfruttavano a pagamento.
D
BS GENNAIO 2002

2.10 Page 20

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Un volume rilancia la figura eccezionale di un salesiano,
LA VITA
COME ESEMPIO
di Antonio Gentile
Don Angelo Gentile,
una vita spesa per
la formazione. Superiore
e docente dell'ottavo
successore di Don Bosco
e di molti vescovi. Uomo
di grande umanità
e saggezza, sacerdote
e amico di tutti.
Dal Gargano, terra di partico-
lare fascino , balcone sul Ta-
voliere, s'affaccia Rignano.
Ti fissa dall'alto come l'aquila. Se
ti avventuri a risalire la strada che
ora dolce ora ripida ti avvolge
nelle sue spire e in pochi minuti ti
porta a guadagnare sempre più
quota, avverti l'emozione di chi si
stacca daT paesaggio stagnante
della piana e s'immerge nell'azzur-
ro di un cielo fasciato di sole.
Lassù ti ritrovi a dominare la valle
ricca di vita e di opere fino al più
lontano orizzonte.
Poco più che un borgo, Rignano,
: ma familiare per qualsiasi salesiano
: ci capiti: ha regalato a Don Bosco
: 17 vocazioni salesiane, e numerose
: altre religiose in varie congrega-
zioni maschili e femminili. Qui è
nato don Angelo Gentile, un capo
cordata, un pioniere che ha aperto la
strada attirando altre persone col
suo esempio.
IL FORMATORE
Quasi trenta anni della sua intensa
vita salesiana don Angelo li ha vis-
suti come "formatore" di giovani
chierici e teologi. Lo inquadra bene
il suo allievo e amico, don Scrivo:
"Don Angelo è stato uno dei forma-
tori più caratteristici, più conosciuti,
nei luoghi più delicati, nei centri più
vitali della fo1mazione culturale, in-
tellettuale, spirituale, salesiana ...
Girando oggi per le varie case è dif-
ficile non trovare qualcuno che
abbia avuto il tocco della sua for-
mazione". Il Rettor Maggiore don
Vecchi, anche lui suo allievo e
amico, ha scritto: "Mi affido al ri-
cordo, che risale a oltre quaranta-
cinque anni fa, quando allo Studen-
tato Teologico di To1ino-Crocetta lo
ebbi superiore e docente. Ricordo la
sua finezza e la signorilità del tratto:
gentile di nome e di fatto, una genti-
lezza che era poi anche delicatezza,
rispetto, attenzione, amabilità ... Ri-
cordo la chiarezza del suo esporre,
la sua capacità di stare amabilmente
in mezzo a noi, di pacificare con na-
turalezza, di placare gli ardori gio-
vanili di noi chierici, impegnati ad
affrontare i problemi della vita ...
Don Angelo era il consigliere scola-
stico, l' amico, il confidente, il punto
di riferimento, colui che scioglieva,
dipanava, risolveva, mediava".
La copertina del volume
di testimonianze su don Angelo.
UNA GRANDE UMANITÀ
Di don Angelo colpiva la sua
grande capacità umana di atten-
zione alle persone e di amicizia
profonda e discreta con tutti. Il car-
dinale Castillo Lara, suo allievo, ne
~ ~ ~ ~GW) Gé:NTILC:
,MJ,l;.f'Cl~l'4-~
o;t watFAMM.WUi&:titt..S'IJC)P,._Cu.,
~~ONflOATOTUn'tiL'ç.,tDN.A.001411lSC0
.u.A~At.L'1-"4CU111.00tèlOICO
I
,.,. GJK,MtVmo wnott..Slll ~
I
P.:lt~i'~C.,UILl>~ K.CMil~O
t&:HAOfUAtO~Sltr."Qt~
ao.l~IL $CUIC
I La stele dedicata a don Gentile
nel suo paese natale nell'anno
giubilare.
GENNAIO -2002 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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•••••••••••••••••••••••••••••••••
maestro in cattedra e nella vita.
••
••
••
••
••
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••
••
••
••
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••
••
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••
••
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•••••••••••••••••••••••••••••••••
Udienza dal Papa in occasione
dei 50 anni di professione religiosa.
Don Angelo nominato direttore
a Cagliari (2/10/1955).
coglie i tratti pm t1p1camente essere contemporaneamente padre e nare gli animi, appianare le situa-
umani: "Era gentile, profondamente fratello maggiore. Si accostava a te zioni di conflitto, scavalcare le crisi.
e radicalmente gentile nei modi, con discrezione, ti chiedeva scusa Affrontò i tempi della contestazione
nelle parole, nell 'animo. Gli vole- del disturbo: in "quel momento cade- sessantottesca non con il ragiona-
vamo bene. Perché era mite, since- vano tutte le barriere e lo sentivi mento filosofico per approvare o
ro, leale, tollerante e tanto paziente. dentro i tuoi problemi. ·stava dalla negare quanto stava succedendo, ma
Ha lasciato ovunque l'impressione parte dei chierici studenti, li difen- con la sua fedeltà ai valori .di sem-
di uno che ha saputo incarnare l'a- deva, li aiutava, li incoraggiava, li pre e la sua grande comprensione
morevolezza salesiana, e non si è dirigeva... I problemi che inevita- per i disagi del tempo.
mai rispaimiato in fatto di donarsi bilmente nascevano da una convi-
agli altri." Sapeva superare i puntelli
di una disciplina formale, per asse-
venza internazionale, dall'incontro
di culture, mentalità e modi diversi
MOLTI I TESTIMONI
condare quelle richieste che appa- di vivere, operare, pensare - c'era- I suoi exallievi sparsi in tutto il
rentemente sembravano lontane no studenti cinesi, irlandesi, austra- mondo, non pochi vescovi, arcive-
dalla vita di un centro di studi teolo- liani, sudamericani .. .. - portati a lui scovi, cardinali, superiori maggiori,
gici. Conosceva bene i giovani, don si risolvevano quasi d ' incanto.
attestano l'eccellenza della sua vita
Angelo, e sapeva che qualche volta
e delle sue opere. Molte di queste te-
in loro si risveglia il fanciullino bi-
sognoso di piccole ma importanti ri-
PER TUTTE LE STAGIONI
stimonianze sono raccolte nel volu-
me: "Don Angelo Gentile un esem-
sposte di affetto, così si sforzò di Don Angelo non conosceva le di- pio la sua vita", prima fra tutte quel-
verse lingue dei suoi studenti, ma a la del Rettor Maggiore don Juan
tutti parlava con il linguaggio uni- Vecchi. Tutte sottolineano I'inesti-
versale del cuore, sostenuto da una mabile capacità di partecipare empa-
ragionevolezza tanto rigorosa quanto ticamente alla vita di ognuno, facen-
discreta. Era, insomma, una di quelle dosi prossimo nelle difficoltà, nelle
presenze che si desideravano attorno, scoperte, nei turbamenti, nei crucci;
perché con lui si poteva scherzare, si ma anche negli studi impegnativi di
poteva evidenziare con un granello quegli anni, che egli riusciva a ren-
di ilare malizia qualche tratto "parti- dere vivi, interessanti, desiderabili.
colai·e" dei professori per riderci su, È stato padre e fratello, con eleganza
benevolmente. Anche lui ci rideva, e discrezione. La sua presenza ha
sdrammatizzando e trovando sempre rafforzato la vocazione di non pochi
il modo di giustificare . ..
giovani chierici...
Nominato vicario dell'Ispettore, La stele che Rignano gli ha dedi-
divenne per tutti quasi un'icona. Ve- cato, .con il suo profilo quasi so-
niva cercato, interpellato, quasi pre- vrapposto a quello di Don Bosco,
gato di una risposta, di un parere, di testimonia e riassume la qualità
Impegnato a giocare a monopoli
un consiglio. Sempre rispettoso, della sua testimonianza di uomo e
con i suoi chierici (Messina 1965). egli sapeva intervenire per rassere- di salesiano.
O
' • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GENNAIO 2002

3.2 Page 22

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Caris s ima/a,
Che cos'è successo per-
ché, correndo og ni giorn o
su e giù per l'A 14, l'a uto-
strada che da Rimini
po rta a Bari, io debba ra l-
lenta re prima di entrare in
ga ll eria? Non l'avevo ma i
fatto prim a de ll '11 set -
te mbre. Che cos'è suc -
cesso perché nei confron -
ti di un imm igrato che in
staz ione ad Ancona mi
chiede il treno per Fa -
briano mi sfugge di pensa-
re a un attentato per via
di una va ligia che fa corre-
re dietro di sé?
LETTERA Al GIOVANI
GENNAIO 2002
L'impegno di queste mie brevissime lettere
è quello di farmi sentire vicino e di suggerirti,
senza pretese, qualche piccola regola
per imparare a vivere meglio.
Voglio augurarti BUON ANNO in modo semplice
e informale, partendo dai pensieri che abitano
dentro di noi.
Non avevo mai avuto la
compagnia di questi pen-
sieri.
Per qua nto te mpo ancora
l' im migrato marocc hin o
tenterà di venderm i qua l-
che ciaQfrusag lia? E quan-
te volte ancora il ragazzo
"lavavetri" mi ch iederà d i
pulire il parabrezza senza
prende r si un sor ri so,
se nza la paura di essere
mandato via? lo sono in
auto, al d i qua de l vetro,
ho una casa, uno stipen-
dio, t ante sicurezze. Lu i a
pochi centimetri da me è
lontano da casa, forse vit-
t ima d i q ua lc he ragg iro,
uno che farebbe meg li o a
non farsi più trova re tra i
piedi. Anche lui sogna una
casa, uno stipendio, una
fa miglia, un ba mbino che lo
chiami papà.
5E HAI
PAURA. • •
Il mio sistema d'allarme
entra più spesso in funzione. È co me se una bandie-
rina rossa venisse posta dava nti ai miei occh i
quando devo prendere l'aereo, andare allo stad io o
prendere il metrò. Anche il mio genere di letture è
cambiato. Se ti dico che trovo !'"Apoca lisse" affa-
scinante, non è perché vog lia essere catastrofico o
apoca littico, ma perché mi dà una chiave di lettura
pe r i fatti del giorno. Di settimana in settimana la
leggo e ri leggo come una lettera di avvertimento. La
assimilo a piccole dosi come si fa con le pastig li e
che si prendono una al giorno per il ma l di testa, per
la glicemia. È un antidoto
alla pa ura.
Dall'11 settembre la paura
ha le dimensioni delle torri
gemelle. La deflagrazione è
avvenuta in ogni psiche. La
pau ra di nascere, di mori-
re, d i vivere c'è sempre
stat a. Da ll'11 settembre la
pau ra ha una corporeità,
visib ili tà. Non è so lo
un'ombra. È la notte che
tiene lontano la luce, e ra l-
lenta la corsa dell'aurora.
l'enorme drago rosso"
(Ap 12,3). A l di di tutto,
1'11 settembre mi ha aper-
to gli occhi, e alcuni pen-
sieri stanno ri-orientando
la mia vita. Te li elenco
come mio personale augu-
rio di buon anno:
mett it i sempre ne i
pa nni deg li altri, anche ·
di ch i colpisce e non ti
vuole bene.
Sii sempre tu a fare il
primo passo se vuoi la
pace.
Se ha i paura, cerca la
compagnia dell a pazien-
za e de lla speranza e
diventerai un'inguaribile
ottimista.
In ogni situazione di vita
non stancart i mai di
d i re : "V ie ni, S ig nore
Gesù !"
Carlo Terraneo
GENNAIO 2002 BS

3.3 Page 23

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:• •r.=••.c========l
••
Nel mese "salesiano", volentieri presentiamo
ai nostri lettori la nuova sistemazione
del "MUSEO DELLE CAMERETTE", un percorso
che ci restituisce un Don Bosco vivo, parlante
e ci mostra il suo itinerario di fondatore, di santo,
di amico dei giovani...
•••••••••••••••••••••
MUSEI SALESIANI ...
-:_., :.......:--.
~'\\~
':~,
LE "NUOVE" CAMERETTE
di Natale Maffioli
Valdocco, la Casa Madre della Famiglia Salesiana, ha un cuore che si trova
al secondo piano del corpo di fabbrica che "invade" il cortile a fianco
della basilica di Maria Ausiliatrice.
In queste stanze Don Bosco è vissuto per quasi quarant'anni
e ha concluso la sua vicenda terrena all'alba del 31 gennaio 1888.
.
.•••••
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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
era appa rte nuto, e {:ercando di Nella prima stanza, usata da
ricomporre i loca li così com'e- don Bosco come camera e ufficio
rano all ' indomani della sua dal 1852 al 1861, sono stati co l-
morte. Negli ultimi settant'an'ni locati gli oggetti che ordin aria-
si so no succed uti diversi all esti- mente ingomb ravano la sua scri-
menti; l'u ltimo più che a far visi- vania; su una parete sono stati
tare degli ambi enti ed es ibire posti iI ritratto di san Domenico
delle cose, è stato finalizzato a Savio del pittore Caffaro Rore e il
un incontro con Don Bosco cartell o con le parole ispiratrici
uomo di Dio, gra nde ed ucato re dell ' azione di Don Bosco: "Da
dei giova ni , artefice di presenze mihi an imas cetera ta lle'' (Dammi
nu ove nella Chi esa, aposto lo le anime e tieniti il resto) perché
im pareggiab il e del Regno. Tutto in questo amb iente è avvenuto il
ciò offrendo documenti della primo co ll oquio importante tra i
sua att ività, e disponendo gli og- due, e qui ha preso le mosse la
getti appa rte nuti gli negli am- congregaz ione sa les iana. Nella
bienti dove presumibilmente si teca sono state poste due cop ie
trovavano quando il sa nto era dei verbali redatti il 26 gen naio
ancora in vita.
1854 e il 18 dicembre 1859: il
primo, scritto da Michele Rua
LE NOVITÀ
(non era ancora sacerdote), è la
••••••••••••••••••••••••••••••
I Galleria: talare, soprabito con
mantellina , bastoni e cappelli
di Don Bosco.
La sto ri a degli amb_ienti ~ tor-
mentata, fatta d1 agg iunte
success ive e di ri struttura-
zioni. Bisogna anche tener pre-
sente che i primi successori, don
Ru a, don Albera, don Rin aldi
hann o occupato le stesse stanze .
Solo dopo la beatificazione di
Don Bosco, nel 1929, è nata I' e-
Ovviamente non si è proceduto
solo a una nuova disposizione
delle suppell ettili e del vestiario,
m9 si è anche adeguato iI com-
plesso all e norm e di sicurezza, si
è dotata la struttura di ascensore,
si è creata un a via di fuga in caso
di sini stro. L'occas ione era propi-
zia anche per un a revisione dell o
spaz io del grande sa lone attiguo
alle camerette, così si è provve-
duto ad abbattere il solaio per ri-
portare il volume come in anti co,
con lo sp iovente del tetto a vista.
Un'altra innovazione consiste
nell ' eliminazione di tutte le dida-
scal ie apposte sugli oggetti, sosti-
cronaca dell ' incontro di Don
Bosco con quattro giova ni dell 'O-
ratorio per fare una promessa o
un voto al Signore: " A coloro che
sigenza di attrezza re il luogo per tuite con dei video cne forn isco-
la visita, espo nendo qu anto gli no si ntetic i testi espli cativi.
Opere e manoscritti del santo.
•••••••••••••
Ambiente usato da Don Bosco come camera e ufficio
dal 1852 al 1861 .
Cappella di Don Bosco con paramenti e suppellettili
da lui usati.
• • • GENNAIO 2002 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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===~==;===~~==:::::::===================~:'::::;;:=;;;;;;;::;;;;,i
------ 1 - Cameretta con il letto dove il santo è morto.
- La sua camera amm obiliata.
fanno questa prova e che la fa- a un nuovo percorso, si passa Bosco; a destra in una teca, sono
•••••••••••••••••••••••••••••••••
ranno in seguito è stato dato il nella stanza dove Don Bosco è esposte tre te le: la prima, un
nome di Saresiani"; il secondo è morto; in realtà era l'ufficio dove ovale, è stata dipinta nel 1886 dal
l'atto costitutivo de lla congrega- lavorava, ma negli ultimi tempi di pittore bresciano Enrico Benzoni,
zione salesiana.
malattia fu trasformato in camera la seconda da Giuseppe Rollini
per dare la possibilità a un sale- nel 1888, e la terza da Paolo Gai-
La stanza successiva è occupa- siano di occupare la stanza atti- dano nel 1889. Nella teca di fron-
ta dall'altare usato da l santo negli gua e di assisterlo. Subito accanto te, invece, è mostrato il volto di
ultimi anni di vita e benedetto dal vi è la camera da letto usata da Don Bosco così come appare in
cardinale Gaetano Allimonda, al- Don Bosco dal 1861 al 1887, ar- diverse foto, eseguite tra il 1861 e
lora arcivescovo di Torino. In due redata con i mobili dell'ufficio il 1888; l'u ltima lo ritrae sul letto
teche di fronte al mobile sono del santo.
di morte.
conservati gli oggetti di uso litur-
Don Bosco ha intuito quanto
gico: paramenti, calici, candela-
bene poteva fare con la diffusio-
bri, messali sicuramente usati da UN PROGETTO PRECISO
Don Bosco. Sul retro si apre una
ne dei buoni libri: ne scrisse dav-
vero tanti, li stampò e li diffuse
gal leria dove il santo, oramai im-
pedito di scendere in corti le,
usava passeggiare. In una vetrina
sono esposti alcuni suoi oggetti
La visita a questi ambienti stori-
ci è scandita secondo una precisa
sequenza che fa risaltare la perso-
nalità del santo, il suo dinamismo
per ogni dove. Nello spazio suc-
cessivo sono esposte alcune sue
opere; alcune riproduzioni di ma-
noscritti e di bozze corrette di
•••
da passeggio, assieme al la talare pastorale, la sua missione nella suo pugno mettono in evidenza
e al soprabito; sono stati collocati Chiesa, la sua creatività educati- la preoccupazione di fornire ai
in basso perché iI visitatore possa va, i progetti coraggiosi, le intense lettori un testo senza errori oltre
rendersi conto de lla statura di relazioni, il lavoro instancab ile che passabile dal punto di vista
Don Bosco, che era alto un metro che caratterizzarono gli ultimi de- letterario. Fu un grande catechi-
e 62 centimetri!
cenni. Nel grande safone si è ac- sta, non solo con la parola e gli
Ritornati nel la cappe Ila, graz ie co lti da una serie di ritratti di Don scritti: egli vo lle che gli edifici
- Ritratti e fotografie di Don Bosco.
- Altare, pulpito e confessi onale usati da Don Bosco.
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. .••••••••
..:=••=::....:.::==••~=••=••==••=••==••=••==••=••==••=••==••=••=-~••=••==••=••==••=••==••=••==••=••==••=••==••=••==••
•;,,
.
•••••••••
-
Bozzetto del quadro di Maria Ausiliatrice; paramento
della beatificazione; particolare dell'urna.
Cappella per le celebrazioni comunitarie; sul fondo
il dipinto del Rollini , a destra i ritratti di don Rua
e don Rinaldi.
stess i e gli arredi fossero una Roma l' architetto Va lad ier per la la beatificaz ione del nostro nel
chiara esposizione de lla dottrina chiesa di sa n Rocco al porto Ri- 1929.
cristiana. Così in un appos ito spa- petta. Ne lla chiesa di san Gi ovan- Al fondo del sa lone sono espo-
zio sono es ibiti , ass ieme a quelli ni Eva nge lista l' architetto Edoardo sti alcuni mobili di uso liturgico:
dell 'Orato ri o, i progetti de ll e sue Arbori o Mell a ri propose, invece, il pulpitino dell a " bu ona notte" (il
"fabbri che" sacre: l a bas ili ca di uno stile fr utto di una commistio- saluto che Don Bosco dava ai
M ari a Au sil iatri ce e la chiesa di ne di elementi romanici e di ver- suoi ragazz i prima che andassero
sa n Gi ova nni su corso Vi tto ri o ti ca lismo goti co. Si era all'epoca a dormire), il pulpito donato da
Emanuele'.'· L' architetto Antoni o dell a rin ascita deg li stil i medioe- san Giu seppe Cafasso, un confes-
Spez ia offrì per la pri ma un pro- vali; i vi cini valdes i avevano co- sion ale e l'a ltare usato da Don
getto nell a pi ù trad izionale fo rm a struito il loro tempio ispirandosi Bosco nel suo appartamento. La
architettoni ca: chi esa a croce lati- all e forme gotiche.
co llocaz ione di questi elementi
na, di gusto barocco, con una
facc iata che si rifaceva a modelli
pall adia ni, ri visti con un 'ottica
neocl ass ica, come aveva fatto a
Fuori di questa sezione si può
ammirare il mode ll etto degli af-
freschi che decorano la cupola
dell a basili ca, opera del Ro ll ini e
rea lizzati nel 1889. Lo spaz io vi-
vuol sotto linea re l' importanza
data da l santo ai sacramenti del-
l' Euca ri stia e dell a Ri conciliazio-
ne, nonché all 'apostolato dell a
predi caz ione.
cino è occupato da sculture e di - la sala attigua è occ upata da
•••
pinti: una statu a in ca rtapesta
de ll a M adonna Consolata, la
prima che fi gurò nell a cappell a
Pin ardi, e una in gesso di san
Francesco di Sa les, che Don
Bosco mi se nell'omonim a chiesa
in sostituzione dell a te la ova le
con una raffiguraz ione del santo
patrono che si pu ò vedere acca n-
to al bozzetto dell a pa la maggio-
re de ll a basili ca di M ari a Au sili a-
tri ce di Tomm aso Lorenzone. La
visita prosegue con un a sezione
ded icata all a glorifi cazione di
Don Bosco: l' urn a di legno inta-
gli ato e dorato (disegnata da ll 'ar-
chitetto sa lesia no Giuli o Va lotti e
rea li zzata dall a Scuola Profess io-
una cappell a per la ce leb raz ione
eucaristica di gru ppi . Il di pinto
dietro l'a ltare è una sorta di ex
voto per l'approvazione dell e co-
stitu zioni de ll a Congregazione
salesi an a, fatto rea li zza re dal pit-
to re Rollini nel 1880 e donato al
santo dagli exa lli evi. Nell e teche
addossate all e mu ra perimetrali
son o co ll ocati i ritratti di Santa
Mari a Domeni ca M azza rello, di
M àrgherita O cchi ena, mamma di
Don Bosco, di don Ru a e di don
Rin aldi , di un sa nto alli evo del-
1'oratori o Besucco Francesco, di
M ari anna Ru a, mamma di don
Ru a; del pittore Rollini, pittore di
Don Bosco ed exa llievo dell ' ora-
••••••••••••••••••
nale Sa lesiana di San Benigno torio e del teo logo Bore!, uno dei
Canavese) e il grande paramenta- primi aiuti del nostro sa nto.
•••••
le con rica mi d'oro su laminato
d'a rgento (donato da ll e Figli e di
Natale Maffioli
M aria Au si liatrice) appro ntati per (Servizio fotografico di Guerin o Pera)
• • • GENNAIO 2002 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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GUARDARE
ALLE QUALITÀ
di Jean-François Meurs
e aro dottor J. , ho letto
((
con una certa emo-
zione la testimonian-
za di Vincenzo . Mi sono confron-
tata con l'omosessualità il giorno
in cui mio figlio è venuto a dirmi:
"Credo di essere omosessuale!".
Per me non era mai stato un pro-
blema fino ad allora, perché non
c'ero dentro. Uso la parola "pro-
blema ", perché nella mia testa
risuonano le parole "devianza" e
"anomalia ". Ho subito provato un
grande senso di colpa, come tanti
genitori in casi del genere . Ho
cercato la spiegazione all'interno
della coppia e nelle relazioni con
i figli; operazione che mi ha
distratto dall 'essenziale : essere a
fianco di mio figlio in un momento
difficile, imparare ad accettarlo,
non contare su un miracolo per
cambiarlo, ma aprirgli delle stra-
de. Ai genitori che si sono con-
frontati con /'omosessualità , non
so dare consigli, parlerei di porte
da aprire : guardate le qualità di
vostro figliol a: sono forse meno
figli a causa della loro "diversità "?
E credete che sia per loro impos-
sibile vivere i valori che gli avete
trasmesso? Sono più chiusi
rispetto agli altri, al dono di sé,
alla vita spirituale, ai valori evan-
gelici? La loro vita è forse total-
mente infeconda?
Te resa, Livorno
Cara Teresa,
in effetti, la condizione omosessuale
non dovrebbe essere estranea all 'a-
more, che è l'essenza dell'avventu-
ra umana. Due film come "Filadel-
fia" o "Quattro matrimoni e un
funerale" che sono piaciuti ai giova-
ni , lo lasciano intuire. Il primo rivela-
va agli occhi degli spettatori , a volte
sorpresi , la tenerezza, l'aiuto reci-
proco e la fedeltà di una coppia
omosessuale dove uno dei partner,
colpito da AIDS, veniva licenziato
dal lavoro a causa della sua malat-
tia. Le qualità umane di questa cop-
pia permettevano a un avvocato di
evolversi verso una maggiore sensi-
bilità personale , il che si rivelò
benefico nei suoi rapporti con la
moglie e i figli. "Quattro matrimoni e
un funerale" raccontava il percorso
di un giovane don-
giovanni, e di un
gruppo di scapoli
che hanno giurato
di bandire il matri-
monio . Non cre-
devano alla fedeltà.
Il giorno del funera-
le di uno di loro ,
sentendo il discorso
dell'amico, il prota-
gonista si rende
conto, non senza
una punta di gelo-
sia, che questa
coppia era affiatata
e fedele. Si può
sempre imparare ,
da chiunque , in
qualsiasi situazione.
Questi film non
presentavano de-
gli eccentrici, dei
"pazzi" , delle 'caricature di esseri
umani che provocano solo il rifiu -
to , ma degli uomini normali nei
quali ci si può , in parte , identifica-
re. I film , ovviamente , non prova-
no niente , ma possono allertare la
sensibilità, aiutare ad avere un
diverso approccio al problema , a
porre domande e aprire possibi-
lità: anche gli omosessuali potreb-
bero insegnare qualcosa alle cop-
pie eterosessuali , testimoniare ,
nonostante tutto, una buona qua-
lità di amore. Insomma, può capi-
tare anche che certe coppie omo-
sessuali sappiano sviluppare una
qualità relazionale e spirituale che
spinge verso l'alto . Una parte di
bellezza non è loro rifiutata, non
più che agli altri. Lezioni di amore
oblativo non si possono mai ri-
fiutare , da qualunque parte pro-
vengano . Questo , secondo me ,
dovrebbe essere il punto di vista
dell'educatore .
La realtà è però meno bella.
Certamente non c'è da fare l'elogio
dell'omosessualità, contrariamente
a quello che una certa moda ha
potuto far pensare , affermando che
gli omosessuali sono spesso più
creativi, moderni e aperti che non
gli eterosessuali . Non è giusto met-
tersi a credere questo. L'omoses-
sualità in sé non ha proprio niente
di invidiabile ; in più è sovente at-
traversata dagli incontri casuali ,
dall 'adescamento , dall 'instabilità
della coppia, dall 'infedeltà.. . Ma
questo è spesso colpa delle condi-
zioni in cui sono lasciati , privi del
loro entourage familiare , e della
stessa famiglia. Non di rado sono
costretti a investire il loro potenzia-
le affettivo in maniera distorta. E
dunque, signora Teresa, approvo
la sua volontà e preoccupazione di
tener aperte le porte. Non si tratta
di fare come se tutto fosse uguale ,
sullo stesso piano, o come se tutti i
comportamenti umani fossero equi-
valenti , ma di dare a ciascuno
_uguali possibilità.
I genitori non condannino i lo-
ro figli a vivere la loro sessualità
nei ghetti , costringendoli a trovar~
soddisfazioni affettive sui luoghi di
adescamento , a vivere in un mon-
do confinato che presto diventa un
inferno. Non si ha mai il diritto di
costringere chicchessia a condizio-
ni di vita che conducono alla de-
gradazione e alla distruzione.
Soprattutto non in nome della
morale, o con la scusa di salva-
guardare la morale . Il condannare
senza appello, il provocare soffe-
renze , il voler creare ingiustizie
non vedo in che modo possa fare
onore alla morale .
D
BS GENNAIO 2002

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sMH!lfitiMI
STRADE DI
POLVERE
di Maria Antonia Chinello
Un manipolo di donne
coraggiose opera su
frontiere di avanguardia.
Le strade dell'isola rossa,
al Sud del mondo, sono
solcate dai passi
delle Figlie di Maria
Aaz.upsoilvieartir.,icaez.ginw.cvoanntzr.,o
alle donne.
Compagne di viaggio
dz.ni ucanmpmopi.noolo. sempre
L a Toyota ananca a fatica, ma
sicura, guidata dalle mani
espe1te di suor Antonia, mis-
sionari a della prima ora, da 17 anni
in Madagascar, che conosce le buche
"come le proprie tasche". Ogni gior-
no , lei e le "sorelle", a volte molto
prima del sorgere del sole, affronta-
no la lingua di terra rossa che collega
la loro casa con la piccola cappella
dei salesiani : 45 minuti, se tu tto va
bene. "A volte capita che a due chi-
lometri dall a meta bisogna tornare
indietro; le pi ogge rendono imprati-
cabile la via. Al tre mattine non si
parte nemmeno". È la prima corsa
del giorno. Altre ne segui ranno per
raggiungere le sei parrocchie affidate
all 'animazione della sua comunità,
fo rmata da tre suore oltre lei: Krysty-
na, Saveria e Soanivo.
Manazary è un villaggio di circa 3
mil a abitanti sulla sommi tà del
monte, poco distante dalla cim a co-
nosciuta come "l'ombelico del Ma-
dagascar". Un orizzonte ampio. A
perdita d 'occhi o si contano le co lli-
ne, e campi coltivati rincorrono le
GENNA IO 2002 ns
distese delle risaie. Risorse che non
bastano alla fame dei bambini che
sbucano dalle povere case di fango,
al rumore del motore della Toyota.
IL PRODIGIO
DELLA LUCE
"Quando siamo arriv ate qui , nel
1994, la gente ha saputo che cos 'era
la luce elettrica. I primi giorni si af-
facciava no curiosi alle nostre fine-
stre per scoprire il ' prodigio'. Mai
visto niente di simile prima". Si:amo
attorno al tavolo, il ti cchettio dell a
piogg ia ci fa compagni a, e i ricordi
si snodano mentre le fo tografie pas-
sano di mano in mano. Ecco la
prim a domenica di oratori o. Anche
qui, come in altre case del Madaga-
scar, le "suore che giocano" fungo-
no da calamita per i bambini. Dal
gioco, alla catechesi, ali 'alfa betizza-
zione! E la casa delle suore diventa
la casa di tutti. Le mamme incomin-
ciano a fidarsi di quell e donne vesti-
te di bi anco.
Poi, tre anni fa, la scuola. Ne lla
Repubblica Democratica del Mada-
gascar, l' istruzione non è obbligato-
ria. La sorpresa è grande. Ma altret-
tanto grande e coraggiosa è la deci-
sione delle suore di avviare qui ,
quas i all a fi ne del mondo, una scuo-
la elementare che sia centro di cul-
tura per in nalzare il livell o del vil-
laggio. "Nelle scuole pubbliche e
private del paese - spiega suor Sa-
veria - le classi possono anche rag-
giungere 50, 70, 90 allievi, e più .
Noi abbiamo tenuto duro , e ne acco-
gliamo al massimo 30 per classe.
Ali ' inizio alcuni genitori hanno
fatto resistenza. Ma ora capiscono,
colgono la ' qualità' dell ' insegna-
mento, e sono orgogliosi che i loro
fi gli frequentino la nostra scuol a".
Una caparra sull 'educazione e sul
domani che si gioca anche negli in-
contri e nelle visite alle famiglie.
Suor Soanivo, malgascia, è accolta
con saluti di gioia. Una carezza ai
bambini, uno scambio veloce di bat-
tute con le giovani intente a "batte-
Suor Marie Terese e Madame
Cecile a lvato.

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Suor Julienne con un gruppo
di animatori di Betafo.
re" la farina, la sosta presso un 'an-
ziana che ha accolto come figlie due
orfane, il dialogo con un papà alle
prese con la costruzione della casa.
Storie di tenerezza e di solidarietà
silenziosa.
L'ORATORIO
DI AMBATOLAMPY
È giorno di festa ali 'oratorio di
Ambatolampy, uno dei quartieri cin-
tura di Antananarivo, la capitale del-
l'isola rossa. Casupole di latta,
legno, mattoni si stringono, cercan-
do di strappare alla vista scampoli di
cielo. I viottoli di tena rossa segna-
no la geografia della fatica e della
sopravvivenza della gente .che, sedu-
ta a terra, vende le poche cose che
possiede. Suor Marie Terese Afiafios
è di casa. È tra le ultime arrivate
come missionaria qui , dopo anni di
servizio in Africa Ovest. Non parla
ancora correttamente la lingua, ma
quanto sa basta per stringere amici-
zia con i bambini e le mamme. In-
contriamo Cecile, una donna non
più giovane, che negli anni della
pensione ha deciso di dedicarsi allo
sviluppo e alla promozione dei più
poveri. Con l 'aiuto di organizzazioni
straniere, ha avviato progetti e otte-
nuto che si aprisse una scuola di al-
fabeti zzazione nel quartiere. .
Ma non le bastava. L'incontro con
suor Maria Teresa e con tre coppie
di giovani sposi ha fatto nascere l'o-
ratorio, che ha occupato via via
spazi privati come la casa di Roxa-
ne e Michelle, la scuola pubblica, la
panocchia e la casa della municipa-
lità. Laboratori di cucina e pasticce-
ria, di attività manuali, taglio e cuci-
to, dattilografia e alfabetizzazione
impegnano i pomeriggi di vacanza
dei bambini e dei preadolescenti.
LA SCOMMESSA
DI BETAFO
Le note della piccola orchestrina
si perdono nei campi che circonda-
no il centro della cittadina di Be-
tafo. Qui hanno sede la pan-occhia,
l'oratorio dei salesiani, la scuola e
l'internato delle FMA. Oggi si con-
clude l 'oratorio estivo: quattro setti-
mane di animazione comune tra
suore e sacerdoti, coadiuvati da un
gruppo di vivaci animatori e anima-
Suor Marie Terese nelle strade
del quartiere Ambatolampy.
trici per circa trecento ragazzi e ra-
gazze. "Abbiamo vinto la scommes-
sa di strapparli, almeno per un
mese, al duro lavoro dei campi, cui
li costringe la famiglia per arginare
lo spettro della fame e della povertà.
- racconta suor Valérine, la coordi-
natrice - . Quest'anno le piogge
sono state abbondanti e purtroppo
gran parte del raccolto è andato per-
duto". La gente vive vendendo i
raccolti della campagna. Fin dalle
prime luci dell'alba, il popolo mal-
gascio cammina da un mercato al-
l'altro. Di valle in valle. Non impor-
ta con quale tempo. Tutti in viaggio:
grandi e piccoli, donne e uomini.
Ognuno con il suo fardello sulle
spalle, in testa, al braccio.
Qui l'educazione è scelta contro-
con-ente. Decidere di mandare un fi-
glio o una figlia a scuola significa
investire tempo e denaro, per risul-
tati che non sono immediatamente
convertibili in pane da mangiare.
Bisogna anche fare i conti con le di-
stanze. "Per venire incontro alle esi-
genze di chi abita nei villaggi più
interni, abbiamo aperto un internato
- dice suor Teresa Leonik -. Le gio-
vani condividono con noi tanti mo-
menti della giornata, oltre la scuola.
Cerchiamo di ricreare quell'ambien-
te di famiglia che le fa sentire accol-
te così come sono. Ci sono anche le
più piccole, quelle che frequentano
la scuola elementare". Oltre all 'i-
struzione di base, a Betafo è aperta
anche una scuola professionale, che
si sta ponendo come trampolino di
lancio perché le giovani, una volta
tornate nel loro ambiente, possano
esercitare ciò che hanno appreso.
C'è allora la continua ricerca per
verificare la domanda di lavoro del
mercato. Le suore - Marjeta, Norma,
Nunziatina, Teresa e Valérine - sanno
che la missione ha i tempi lunghi. D
BS GENNAIO 2002

3.10 Page 30

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IL
&AesE
ITI
IN
LIBRERIA . . eppe Motante
a cuta d1 G1us
o l, I
GATTI
manuale di
TmE0o1r0aGlIeA
MANUALE
DI TEOLOGIA
MORALE
di Guido Gatti
ELLEDICI ,
Leumann (TO) 2001
pp. 472 ('"
Dopo un approfondi-
mento dei fondamenti
psicologici e teologici ,
l'esperienza morale del
cristiano viene analiz-
zata nelle tematiche
dell'etica del vissuto
religioso, della comuni-
cazio'ne, della cultura,
della vita fisica , della
morale sociale ed eco-
nomica, della morale
sessuale e matrimo-
niale. In una cultura in
trasformazione, in cu i
si afferma sempre di
più il principio del sog-
gettivismo nelle scelte
della vita quotidiana,
diventa fondamentale
per tanti cristiani un
serio punto di riferi-
mento oggettivo . L'au-
tore , un esperto, offre
una sintesi aggiornata
che può essere utile
non solo agli speciali-
sti, ma anche ai laici
che vogliono avere
punti fermi per la loro
vita di fede , illuminata
dalla legge di Dio.
~ ~
ÈecVoENROAMIA?·
pER TUTTI
~
~'J1f/4rMONIALI
ECONOMIA DI CARTA
Il gioco d'azzardo
dei mercati finanziari
a cura di Mani Tese
Monti , Saronno (VA) 2001
pp. 128
Mani Tese è un organismo
di cooperazione internazio-
nale che favorisce rapporti
tra i popoli , fondati sulla
giustizia, sulla solidarietà e
sul rispetto delle diversità.
Come tale , invita a riflette-
re sugli effetti degli attuali
mercati finanziari , che - li-
beralizzati - hanno portato
a una fortissima crescita
dell'economia finanziaria ri-
spetto a quella reale . Ogni
giorno sui mercati dei cambi
vengono scambiati 1800
miliardi di dollari , di cui più
del 95% è collegato ad atti-
vità di natura speculativa.
Questo genera un forte
clima di incertezza econo-
mica e di instabilità. È ur-
gente, perciò, introdurre mec-
canismi di controllo per e-
liminare la speculazion e,
promuovere la crescita e la
stabilità economica, distri-
buire in maniera più equa il
gettito fiscale .
UN FIGLIO ALL'ALTRO
CAPO DEL MONDO
L'adozione a distanza
in Italia
di Giuseppe Caffulli
Monti , Saronno (VA) 2000
pp. 188
GIUSIPPI W,UW
/'adozione
adislonza
in trofia
ili
L'autore guida il lettore in
un viaggio ideale alla sco-
perta della forma di aiuto al
Sud del mondo più diffusa
in Italia. Dopo aver dato
uno sguardo alla storia del
sostegno a distanza, pre-
senta alcuni casi che dimo-
strano quanto variegato e
vivace sia il fenomeno . Il
messaggio che traspare,
soprattutto dalle testimo-
nianze, è che gli "adottanti"
non compiono una sempli-
ce elemosina, ma un vero
atto di giustizia che modifi-
ca il proprio stile di vita. Il
testo è arricchito da una
serie di documenti che ne
precisano la natura anche
giuridica; nonché da un va-
demecum degli enti che si
occupano di adozioni a di-
stanza nel nostro Paese.
L'azione a distanza è un
gesto d'amore grande, per-
ché permette di aiutare
senza ch iedere nulla in
cambio .
S.O.S. COPPIA
Voci di allarme e risposte
di aiuto
di Rosina Costa Tosco
Effatà Editrice,
Cantalupa (TO) 2001
pp. 144
Si tratta di riflessioni che
scaturiscono da una corri-
spondenza epistolare. Le
lettere prospettano casi
concreti di coppie che pre-
sentano veri e propri sinto-
mi di un disagio acuto o
cronico , causato da situa-
zioni diverse e particolari ,
spesso vissute come prive
di sbocco. Nella vita di
quasi tutte le coppie esisto-
no "sofferenze" più o meno
evidenti . Sembra proprio
che oggi il matrimonio non
realizzi il ".. . vissero felici e
contenti" delle fiabe ma che
si avvicendino difficoltà di
dialogo e recuperi comu-
nicativi, incomprensioni e
chiarimenti , dissonanze e
consonanze, alti e bassi, li-
tigi e riconciliazioni. .. L'au-
trice è stata interpellata da
molte coppie in difficoltà:
ne ha accolto i segnali di
allarme, le grida di aiuto, le
richieste di consiglio.
ROS INA COSTA TOSCO
s.o.s.
COPPIA
Voci di allarme e risposte di aiuto
Hl'ATA' El} EDl11UCF.
GENNAIO 2002 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~ ~ EREALTA
8R1STIANA
~
~fb'iYfzArvtENTO
UN PAPA A SORPRESA
Romanzo
di Adriano Monnet
Paoline, Milano 2001
pp. 458
Come si fa un papa? Come
si vive da papa? L'autore di
questo romanzo non si di-
scosta molto dalla storia.
Anzi dà l'impressione di in-
ventarne profeticamente un
esempio attuale, molto vici-
no ai problemi del mondo.
Il papa è un uomo come
tanti ; che nasce in una fa-
miglia comune , che è sere-
no e allegro, ma non per
questo si fa meno attento
alle esigenze del prossimo.
Svolge con coraggio l'inat-
tesa e straordinaria missio-
ne sapendo di essere con-
siderato , da oltre un miliar-
do di persone, legittimo le-
game tra terra e cielo .
Per essere maestro di ve-
rità, affronta l'ostilità di chi
gli è vicino , la velenosa at-
tenzione dei mass-media,
l'odio delle multinazionali
mantenendosi fedele alla
Parola della salvezza. Alla
fine .. .
IN CAMMINO VERSO
LA LUCE
di Nino Baglieri,
ELLEDICI ,
Leumann (TO) 2001
pp. 144
È la storia di un disabile.
Chi vive nella disabilità può
realizzare pienamente se
stesso. Un incidente sul la-
voro può portare alla di-
sperazione e all 'isolamen-
to , ma grazie alle cure pre-
murose dei familiari e al
sostegno spirituale di adulti
e giovani di varie realtà ec-
clesiali , si può riscoprire il
senso della vita e prendere
sempre più coscienza di
avere una missione da
compiere : testimoniare Cri-
sto crocifisso e risorto a
tutti , in particolare ai fratelli
che soffrono. Si descrive
qui una rinascita spirituale
che fa realizzare cose
straordinarie: imparare a
disegnare e a scrive.re con
la bocca, a comporre i nu-
meri telefonici grazie a
un'asticella, a utilizzare il
computer.. . avendo di mira
un solo scopo: mettersi in
comunicazione.
IN CAMMINO VERSO
L'AMORE
SCOPRI
IL TUO FIDANZAMENTO
Nella preghiera,
un percorso di riflessione
per i fidanzati
di Michele Giura,
pp. 128
GUIDA per chi anima gli
incontri di preparazione
al matrimonio
pp.256
Effatà Editrice,
Cantalupa (TO) 2001
Un valido strumento per i fi-
danzati nel loro cammino di
preparazione al matrimonio :
avvicina la coppia alla pre-
ghiera, alla riflessione sulla
Parola di Dio ; fa conoscere
l'insegnamento della Chiesa
sull 'amore e sulla famiglia;
favorisce la coesione dei
partecipanti agli incontri di
riflessione e di preghiera;
offre momenti per una cre-
scita personale. La guida al
testo aiuta a interiorizzarne
il percorso. L'opera si pone
a metà strada tra il divulgati-
vo e lo scientifico e sottoli-
nea gli aspetti umani, biblici,
teologici , spirituali della rela-
zione coniugale. Nasce dal-
l'esigenza di formare quanti
operano nel settore della
pastorale familiare.
In cammino verso l'amon,
Scopri il tuo fidanzamento
ELLEDICI
IL CAPITELLO
ED. PICCOLI :
Tre editrici
per un prodotto!
La collaborazione di tre
editrici ha fatto nascere
il Cd-Rom "Alla scoper-
ta del Cristianesimo",
per avvicinare il bambi-
ni alle radici e alla sto-
ria della religione fon-
data da Gesù . Si fa
strada in modo sempre
più vistoso e accatti -
vante un modo nuovo
di fare catechesi e di
raccontare Gesù . Il
computer, che i bimbi
di oggi maneggiano
con la disinvoltura con
cui noi un tempo ma-
neggiavamo la penna,
fornirà loro in maniera
più vivace e in modalità
interattiva, anche ricor-
rendo al gioco , indica-
zioni preziose sul po-
polo di Gesù , sulla sua
vita e morte, sulla Chie-
sa da Lui fondata . Un
prodotto da sfruttare al
meglio dai catechisti ,
educatori , maestri , par-
roci e, perché no , dalle
famiglie.
ID
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA. I libri
che ve ngono segnalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
dir ettamente all e ri spetti ve
Editrici .
BS GENNA IO 2002

4.2 Page 32

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-
UNA PIAZZETTA
SUL LAGO
di Marta Rossi
Paolo Mocchetti, un uomo di quelli
che non si dimenticano facilmente.
Ha meritato che gli fosse intitolata
una piazza a Genzano di Roma,
dove ha "lavorato" di più come
animatore di giovani, fondatore
dello scoutismo genzanese, uomo
tutto dedito al servizio dei ragazzi.
m e hi vuol godersi un angolo delizioso dei Colli
Alb~ni è sufficiente che si porti nella isç,lata
piazzetta Paolo Mocchetti, a Genzano . E un
balconcino che si apre su uno dei laghetti più graziosi
e famosi d'Italia, un chilometro e mezzo quadrato di
incomparabile bellezza. La piazza è poco più che un
fazzoletto. Delimitata a nord da un muro per un tratto
conquistato dall'edera, e da una tettoietta che forma
un'edicola; a sud il muretto è sovrastato dal verde di
piante d'alloro e alti carrubi selvatici. Olmi , pini , casta-
gni , querce vestono il panorama. La ringhiera, un po '
malridotta in verità, è a Est: ti affacci e il lago , laggiù ,
è un occhio spalancato che ti fissa calmo e sembra
invitarti a contemplare la verde maestà delle colline ,
interrotta, di fronte , dal dirupo di Nemi e, nell'estrema
destra, da Genzano: una visione che arriva dritta al
cuore. Forse è per questa serenità romantica che ,
soprattutto all 'imbrunire, il piccolo e un po ' abbandona-
- La targa sulla piazza.
to belvedere ospita le effusioni di qualche coppietta,
proprio sotto gli occhi della Madonnina Ausiliatrice che ,
protetta dalla piccola tettoia e incorniciata da una finta
nicchia, vigila sulle vicende del giorno, e non disdegna
le firme degli innamorati sul muro che la ospita.
Piazza Mocchetti! "Carneade! Chi era costui?'. Uno che
ha lasciato il segno . Non solo sulla lapide che qui lo
ricorda, ma soprattutto nel cuore dei suoi tanti exallievi,
e nelle opere realizzate che continuano a prosperare.
- Laggiù, il lago è un occhio spalancato che ti fissa .. .
GENNAIO 2002 BS
- L'edicola di Maria Ausiliatrice in Piazza Mocchetti.

4.3 Page 33

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rJ/1()/tfT()RI cfllLEcflllAII
La Madonnina non disdegna
la firma degli innamorati. ..
Gli scout all 'inaugurazione della piazza Paolo Mocchetti.
UNA BIOGRAFIA SEMPLICE
Nato in un paesino della provincia di Perugia il 27
ottobre 191 O da una famiglia di agricoltori , Paolo Moc-
chetti è stato uno dei tanti coadiutori della famiglia
salesiana, ovvero quei laici che hanno scelto di vivere
a servizio del Signore, seguendo Don Bosco, senza
divenire sacerdoti. Dopo i voti religiosi nel 1927, tra-
scorse qualche anno tra Gualdo Tadino , Roma San
Tarcisio e Lanuvio, con le mansioni di provveditore e
assistente all'oratorio. Conseguiti il diploma di agraria
e l'abilitazione all'insegnamento dell'educazione fisica,
venne trasferito a Genzano , dove rimase ininterrotta-
mente per ventidue anni, fino al 1964. Un gran nume-
ro di exallievi lo ricordano per la dinamicità, la capacità
di accoglienza, le doti di organizzatore soprattutto nel
settore giovanile al quale, da buon salesiano, rivolgeva
tutte le sue forze e le sue attenzioni .
Iniziò con l'organizzazione del piccolo clero che vole-
va ineccepibile nel servizio dell 'altare , poi fu la volta
della filodrammatica dei piccoli : bisognava vederli
recitare i suoi ragazzetti: quanto sussiego , quanta
serietà , e quanta allegria! Lui non li mollava mai:
spronava, incoraggiava, raddrizzava, rimediava come
un padre , solerte e attento a ogni necessità. Quindi
inventò la "Cynthianum", la polisportiva per i giovanis-
simi , e si dedicò con passione e scrupolo alla prepa-
razione atletica dei ragazzi , senza però mai dimenti-
care la loro anima! Gli affidarono anche il cinema , ed
egli cominciò a curare con attenzione pedagogica la
qualità delle pellicole, perché fossero formative: sape-
va di essere un educatore, non il gestore di una sala
di divertimento.
GLI SCOUT ALL'ORATORIO
Ma il suo capolavoro, per il quale è ricordato e bene-
detto , è stata la travagliata fondazione dello scoutismo
genzanese . C'era un gruppo di oratoriani infatuato di
Baden Powell e del movimento da lui fondato . Legge-
vano i libri scout come fossero romanzi ... e sognava-
no di sfilare in fazzolettone e uniforme per le vie di
Genzano. Provarono a parlarne col direttore dell'orato-
rio. Il suo no suonava senza appello .. . E loro , che si
consideravano ormai un po ' scout, si ritrovavano al
"belvedere", a contemplare malinconicamente il lago ,
sognando a occhi aperti guidoni, brevetti , distintivi, urli
di squadriglia, e soprattutto qualche santo in paradiso
che convincesse il direttore dell'oratorio. Il santo ce l'a-
vevano a disposizione proprio lì. Il signor Paolo prese
a cuore il loro desiderio , da vero figl io di Don Bosco
cominciò ad amare quello che loro amavano e garantì
per loro : li avrebbe seguiti , educati , in qualche modo
diretti .. . E ottenne quanto chiedeva. Così gli scout
fecero il loro ingresso al l'oratorio salesiano. Correva
l'anno 1946. Da grande lavoratore qual era, sudò tutta
una notte per mettere in piedi la prima sede scout del-
la città! il gruppo scout, oggi "Genzano 2", ha ancora
I quel locale che, manco a dirlo, è intitolato a Mocchetti,
così come il "belvedere" che fu, si può dire, la prima
sede "extra moenia!'.
All "'operazione scout" aggiunse un tocco di colore :
invece del lupetto di legno infilato sull'alpestok, pro-
curò un lupo vero , che fu la mascotte del gruppo per
diversi anni. E fece di più : convinse il direttore dell'ora-
torio a fare l'A.E . dei suoi ragazzi. Lui ne divenne il
nume tutelare, il garante , il provveditore, il cripto/capo
che teneva saldamente le redini in mano e faceva in
modo che tutto filasse liscio: pensava ai campi , alle
divise, ai trasporti , al materiale ... non faceva mancare
niente. Ma compariva poco , perché non voleva scaval-
care in nulla il direttore dell'oratorio.
IL SUO CARISMA
Il suo carisma e il suo carattere persuasivo accompa-
gnarono i cento scout, come tutti gli altri oratoriani fino
a quando nel 1964 fu spostato a Frascati , come inse-
gnante di educazione fisica . Qui divenne famoso per
gli addobbi in occasione delle feste parrocchiali. Ma si
rivelò anche un ottimo propagandista, impegnandosi
con eccellenti risultati nella diffusione della buona
stampa. Così divenne anche un tifoso del "Bollettino
Salesiano" che offriva a tutti, decantandone i pregi!
Insomma, ogni tanto il signor Paolo metteva in mostra
una dote in più .. . Chissà quante ancora ne aveva in
serbo! Sempre a Frascati , istituì il club degli "Amici
Missioni Don Bosco" con lo slogan Aggiungi un posto
a tavola. Mensilmente , in una tabella esposta in Chie-
sa, rendeva conto delle offerte ricevute e del loro inol-
tro. La sensibilità verso le missioni lo accompagnò fino
alla fine quando, entrando nell'ospedale dove sarebbe
morto, diceva al direttore che lo assisteva: "per il mio
funerale non voglio fiori , i soldi risparmiati mandateli
alle missioni".
BS GENNAIO 2002

4.4 Page 34

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COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
I REGALI SEGNO
D'AMORE?
La fiaba "vera" dei bacini. L'amore è fatto di piccole cose.
La gratuità è essenziale perché ci sia amore. La persona è
insostituibile. Nessun regalo può comprarla.
L a bambina stava preparando
un suo pacco di Natale.
Avvolgeva una scatola di
costosissima carta dorata . Con la
lingua fra i denti , impiegava una
quantità sproporzionata di carta e
"Che cosa fai? " la rimproverò
aspramente il padre. "Stai sprecan-
do tutta la carta! Hai idea di quanto
costa?". La bambina con gli occhi
pieni di lacrime si rifugiò in un
angolo stringendo al cuore la sua
scatola. La sera della vigilia di
Natale , con i suoi passettini da
uccellino, si avvicinò al papà anco-
ra seduto a tavola e gli porse la
Il dono di sé.
ta e aprì pian piano la scatola. Era
vuota! La sorpresa sgradita riacu-
tizzò la sua irritazione ed esplose :
"E tu hai sprecato tutta questa car-
ta e tutto questo nastro per avvol-
gere una scatola vuota!? ". Mentre
le lacrime tornavano a far capolino
nei suoi grandi occhi , la bambina
disse : "Ma non è vuota , papà ! Ci
ho messo dentro un milione di
bacini! ". Per questo oggi , c'è un
uomo che in ufficio tiene sulla scri-
vania una scatola da scarP.e. "Ma
è vuota" dicono tutti. "No. È piena
dell 'amore della mia bambina"
risponde lui.
scatola avvolta di preziosa carta da
regalo: per te, papi", mormorò. Il
padre s'intenerì . Forse era stato
troppo duro . Dopo tut-
to quel dono era
per lui . Sciolse
lentamente il
nastro , sgro-
vigliò con
pazienza la
carta dora-
L'amore esige dei segni con-
creti, fisici, visibili. I doni sono un
segno visibile dell'amore. Quasi tut-
to ciò che è stato scritto sull 'amo-
re indica che il punto principa-
le di questo sentimento è
nel dare. Per alcuni fare e
ricevere dei regali , segni
visibili dell'affetto , · è il
migliore modo per
dimostrare che si ama.
Un dono è qualcosa che si può
tenere in mano dicendo : "Mi vuole
bene", oppure : "Mi ha pensato ".
Non importa il suo reale valore. Le
mamme ricordano i momenti quan-
do i figl i regalavano loro dei fiori .
Esse si sentivano amate, anche se
erano fiori banali. I bambini sono
soliti fare dei piccoli regali ai loro
genitori e ciò dimostra che il dare
dei doni è importante per chi ama.
I regali non devono essere necessa-
riamente costosi e dati ogni settima-
na; il loro valore non ha niente a che
vedere con il costo, ma molto con
l'amore. I doni possono essere di
ogni tipo, colore e dimensione. Pos-
sono essere acquistati , trovati o fatti.
Il marito che raccoglie sul bordo del-
la strada un fiore da regalare a sua
moglie compie un atto di amore ,
tranne se la moglie è allergica ai pol-
lini. Chi ha la possibilità, può acqui-
stare un biglietto di augur.i da cinque
euro , mentre chi non ha il denaro
può realizzarlo , prendendo un foglio
di carta, ritagfiandolo a forma di cuo-
re e scrivendo Ti amo. Più sono una
"sorpresa", più sono graditi. Tuttavia
il rito del donare è complesso . In
questo rito si incrociano linguaggi
diversi : quello del dare e del chiede-
re, del donare e del ricevere.
Troppo spesso l'oggetto diven-
ta la soluzione più semplice, ubbi-
disce a una richiesta inconscia di
bilanciare un rapporto tra persone
che si avverte squilibrato. Un dono
per essere tale dovrebbe essere
totalmente gratuito. Troppe volte,
invece, maschera una necessità
ricattatoria : non è gratuito , richiede
qualche altra cosa in cambio. Lo fa
notare anche Gesù : "Se date a
coloro da cui sperate ricevere , che
merito ne avrete? Anche i peccatori
concedono prestiti ai peccatori per
riceverne altrettanto ...".
La storia comincia subito male. Il
bambino, ci dicono gli esperti , vie-
ne accompagnato nel suo cammino
da un oggetto d'amore (la figura
materna) e da un oggetto-sostituto
(l 'oggetto transizionale, il succhiotto
o qualcos'altro) . Se la presenza
della figu ra materna è scarsa, il
bambino concentra la sua attenzio-
ne sugli oggetti inanimati per sosti-
tuire la madre, e comincia a "mette-
re " dentro a questi oggetti tutto il
Bene che non riesce più a trovare

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
nel volto umano . Gli oggetti non
sono più per lui un sostituto occa-
sionale della madre , ma diventano
"la madre". L'oggetto diventa per lui
più importante della persona.
Purtroppo anche i genitori si
abituano a farsi sostituire da
"cose". Se i ragazzi crescono
vedendo ogni richiesta affettiva
soddisfatta attraverso il dono di un
oggetto, saranno portati a idolatrare
gli oggetti a scapito delle relazioni.
I regali rischiano di diventare
pedine di scambio necessarie
all 'adulto per lenire i propri sensi i
colpa. Se un genitore, con un po ' di
coraggio , invece di comperare un
oggetto costruisse alternative che
implicano la propria diretta disponi-
bilità, si accorgerebbe che molte
volte la richiesta di un dono altro
non è che la richiesta di una pre -
senza affettiva. La ripetuta richiesta
Papà , ricordati del motorino può
semplicemente essere un 'invoca-
zione : "Papà, ricordati di . me !". Il
regalo è dunque spesso la forma
più semplice ed efficace per tacita-
re questa richiesta. I doni , spesso ,
si fanno proprio perché non richie-
dono molto , solo i soldi . Nella
nostra cultu ra il linguaggio del dono
rischia dunque di ridursi a scambio,
a baratto tra oggetti e rassicurazio-
ni. Genitori e figli perdono la possi -
bil ità di parlarsi , intendersi , com-
prendersi . Resta solo uno scambio
meccanico. Resta, alla fine, solo un
po ' più di solitudine, impacchettata
con un nastro d'argento.
C'è un dono che è il migliore
segno di amore che esista. È il
dono di sé, il dono del tempo,
della presenza. Essere presenti
con il cuore e fisicamente , quando il
coniuge e i figli hanno bisogno di
affetto, è il più bel dono che si pos-
sa fare . Un marito un giorno mi rac-
contò che per i funerali della madre
il datore di lavoro di sua moglie le
aveva concesso solo due ore di per-
messo . Sua moglie gli disse : "Mio
marito ha bisogno di me per più di
due ore, oggi non verrò in ufficio".
"Attenta, potrebbe essere licenziata".
"Mio marito è più importante del
lavoro". Così lei restò tutto il giorno
con lui. Per fortuna non perse il
lavoro, ma quel marito non ha mai
dimenticato il dono della vicinanza di
sua moglie, in quel giorno.
D.
PER ASSAPORARE
LA FESTA E DIRE
••TI VOGLIO BENE''
La "temperatura" in occasione delle grandi feste.
Un regalo può essere una cosa importate, che fa bene alle
relazioni. L'effetto sorpresa, la gratuità, l'originalità, ecc.
Servono i regali costosi?
L a "temperatura" familiare non
presenta , in genere , bruschi
rialzi in occasione delle grandi
feste (natale , compleanni, promo-
zioni ... ). Non abbiamo , dunque ,
grossi problemi quando dobbiamo
mediare l'esigenza di possedere le
cose , il piacere di usarle , con la
disponibilità a circoscrivere i desi-
deri e i bisogni personali in ragione
di altre necessità o come antidoto
allo spreco.
Pur rispettando quest'orientamento
educativo di fondo , riteniamo che
l'esperienza di dare o ricevere un
dono resta qualcosa di speciale, un
gesto che fa bene alle relazioni
familiari e le arricchisce di maggiore
affetto, soprattutto s~ non si riduce
ad un rituale sociale ritmato dall'e-
sterno, ma rispetta un impulso che
nasce dall 'interiorità di ciascuno di
noi. Per questo , in casa abbiamo
privilegiato alcune scelte particolari ,
usando un codice non scritto ma
profondamente condiviso .
La prima regola è quella di
scambiare regali non solo in occa-
sioni canoniche , ma gustando
!"'effetto sorpresa". Non c'è niente
di più bello di vedere spuntare dal
nulla qualcosa quando meno uno
se l'aspetta . È un modo per dire
che la quotidianità può indossare
gli abiti della festa senza chiedere
particolari autorizzazioni. La secon -
da impegna ciascuno di noi ad
essere protagonista nel dare e nel
ricevere , senza che la reciprocità
possa, però , dare adito a contratta-
zioni. La gratuità, il non aspettarsi
nulla in cambio devono essere
sempre evidenti e portare ad un
atteggiamento di sincera ricono-
scenza, indipendentemente dal
valore dell 'oggetto che si è donato .
Vietatissimo anche fare confronti
con il regalo ricevuto dal compagno
di classe o dall 'amica del cuore : un
regalo non vale più di un altro solo
perché è più costoso o maggior-
mente gettonato dalle mode del
momento .
È importante anche la disponi-
bilità a regalare qualcosa di origi-
nale, che sia stato ideato e possi-
bilmente anche costruito con le
proprie risorse di fantasia, di tem -
po, di denaro . Non importa se certi
manufatti sono orripilanti nel gusto
BS GENNAIO 2002

4.6 Page 36

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o nella realizzazione: risultano
comunque più espressivi degli
oggetti confezionati in serie e
onnipresenti in tutti i mercati e
supermercati. Anche i figli hanno
imparato ad usare grande carità
verso certe mie creazioni culinarie
•, malriuscite , perché sanno che le
ho preparate comunque con il
cuore e con grande fatica , drib-
blando fra telefono , computer e
riunioni di vario tipo . Quarta rego-
la: cercare, se è possibile, di pun-
tare su doni condivisibili , da gode-
re insieme. Quando Alessandra e
Claudio erano piccoli, i giochi da
tavolo erano puntualmente prefe-
riti a quelli che comportavano un
uso individuale e inevitabili conte-
se sul possesso e sull 'utilizzo .
Ora che sono più grandi , può
essere molto gradevole regalarci
il piacere di una gita insieme o
una rimpatriata serale al cinema,
anche perché è sempre ben
apprezzata la possibilità di vivere
un'avvent111'a nuova.
Infine, la norma più impor-
tante che è stata anche la più dif-
ficile da approvare e applicare:
mai fare regali come ricompensa
a una "prestazione"; suona come
un ricatto . I figli hanno protestato
vivacemente riferendo che gli
amici sono regolarmente "retribui-
ti " con regali costosi quando han-
no buoni voti a scuola, ma noi
siamo stati sempre inflessibili: ci
sta bene festeggiare tutti insieme
la fine dell 'anno scolastico con
qualcosa di piacevole , ma non è
possibile retribuire un dovere
assolto in modo più o meno scru-
poloso . Anche perché il profitto
scolastico dei nostri ragazzi ci
porterebbe alla rovina economica,
se tentassimo di quantificare il
costo di un regalo a seconda del-
le valutazioni nelle varie materie.
Piccolo test di verifica per confer-
mare l'idea che un dono non può
avere effetto retributivo: offrire un
gesto di attenzione (un "regalino-
ino-ino", o anche l'offerta di una
pietanza particolarmente gradita)
proprio quando i figli lo meritano
di meno. È il momento migliore
perché sia chiaro che un regalo
deve comunicare un'idea sempli-
ce e fondamentale: ti voglio bene
sempre e comunque.
GENNAIO 2002 BS
FAMIGLIA
SALESIANA
di Corrado Bettiga
L'Associazione è formata da donne
laiche impegnate nella comunità cristiana
e cristiane nella società civile, e costituisce nella Chiesa
un'Associazione Privata di Fedeli, riconosciuta il 13/5/1968.
LAS DAMAS SALESIANAS
D Il fondatore, il salesiano don
Miguel Gonzales, aveva preso atto
dell e attività sociali che un gruppo
di donne stava sviluppando co n
generosità, decisione e competen-
za accanto al Tempio Nazionale di
Don Bosco in Al tamira-Ca racas, e
le ha invi tate a cost ituirsi "come
mov imento apostoli co di promo-
zione umana e di evange li zzaz io-
ne... ", indiri zza ndo le per se nti eri
origin ali che co ndi vidono co n la
Fami gli a Salesi ana gli elementi
co muni di vocaz ione, mi ss ione
giovanil e e metodo educativo.
D Il Rettor Maggiore don Egidio
Viganò nella Lettera di ri co nosc i-
mento ufficiale di appartenenza alla
FS (29/12/1988) dice che la loro
presenza come Associazione laica le
"manifesta l'ampiezza e la ri cchez-
za di irradiamento del carisma sale-
siano nella Chiesa e viene ad arri c-
chi re in maniera ori gin ale tutta la
nostra Famigli a". Nell' Associazione
si vi ve la mi ss ione sa les iana nell e
dim ensioni dell a donaz ione de l
sacri fic io, dello slancio generoso al
servizio deg li altri . Il nutrimento
sp irituale è fa tto di Euca ri stia, di
devozione a M ari a Ausili atri ce e a
Don Bosco. Le anima un consiglie-
re sp irituale sa lesiano.
D Le Damas Salesianas amano e
cercano la sa lute fi sica, morale e
sp irituale pa rtico larmente dei biso-
gnos i, attraverso il servizio di
dispensa ri medi c i, odontologi ci e
fa rm aceuti ci. Si sentono missiona-
ri e laiche soc ialmente impegnate,
e apostol e dell a Nuova Evangeliz-
zaz ione, curando parallelamente la
form azione umana e cri sti ana, par-
tendo dai va lori di fede, di gni tà e
diritti umani . Il Volontariato ca rat-
teri zza la prestaz ione person ale,
l' orga nizzazione sul m ode llo di
impresa garantisce la co ll aboraz io-
ne ca pi Ilare e l'efficac ia degli inter-
venti attraverso le mi croimprese.
D Operano con sensibilità femmi -
nile per l'educazione e la promo-
zione dell a donna, attente ad alcu-
ni settori : la pro moz ion e dell e
donne indi gene, il ri cupero dell a
popolazione femminile in ca rcere,
la ri abilitaz ione dell a donna emar-
ginata e sfruttata. Il loro è un " Pro-
getto Impresa " di servizio soc iale,
modern o e sa les iano che ga ranti-
sce i dive rsi programmi di svilup-
po co n do nn e che in vece di
" donare" 'Isi donano". Sono attu al-
mente più di 3500 appartenenti ai
di versi strati soc iali, e sono diffuse
in 27 Paes i co n oltre 140 Centri .
So no strutturate a livell o intern a-
zionale1 naz ionale e loca le. Si
muovono nell e direttri ci program-
matiche di autocosc ienza laica le,
autogesti one imprendito ri ale, auto-
f in anz iamento.
D
DAMAS SALESIANAS con il fond atore (seduto) padre Miguel Gonzalez .

4.7 Page 37

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4.8 Page 38

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pRSE\\5\\J,-EEurM•1A\\\\IO
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 1 Iniziamo una serie di articoli dedi-
cati al Sistema Preventivo che
guadaQna sempre p_iù credito' pres-
~o ogni genere d1 istituzione educa-
tiva . Del ~esto questo 2002 potrem-
mo ?ef1rnrlo .anno salesiano: esso
DISCOLI,
di Francesco Casella
ve~ra , infatti, la beatificazione di
altn membri della Famiglia Salesia-
na, la celebrazione del XXV Capi-
tolo Ge~erale SDB, e quella del
XXI Capitolo Generale FMA.
DISSIPATI
E BUONI
Il Sistema Preventivo
è il fiore all'occhiello
della pedagogia salesiana,
oggi sistematizzato,
studiato, analizzato,
schedato e, soprattutto,
sempre più diffuso.
Don Bosco ci ha creduto
El fino in fondo, non tanto
alla sua stesura teorica,
quanto alla sua
applicazione pratica.
L a proposta educativa di Don
Bosco, ben prima dello scrit-
to Il sistema preventivo nella
educazione della gioventù (1877), si
era sviluppata nei decenni prece-
denti , con le sue caratteristiche assi-
stenziali, pedagogiche e sociali, at-
traverso la sua riflessione e la prassi
educativa con i giovani.
I primi incontri con i giovani a
Torino, l'Oratorio, l'ospizio, le sue
attività di pubblicista, i rego lamenti
per interni ed esterni , i cenni storici
relativi ai primi oratori e alla con-
gregazione, le biografie giovanili
(Domenico Savio, Michele Mago-
ne, Francesco Besucco, Valentino),
le direttive date ai direttori di opere
costituiscono nell'insieme tappe
progressive f-iella sua riflessione pe-
dagogica 1• E significativo ciò che
Don Bosco scrive nel 1862 in Cenni
storici intorno ali' Oratorio di S.
Francesco di Sales:
"Per conoscere i risultati ottenuti
da queste scuole, dagli Oratori e
dalla casa detta Oratorio S. France-
GENNAto 2002 BS
sco di Sales bisogna dividere in tre
classi gli allievi: discoli, dissipati e
buoni. I buoni si conservano e pro-
grediscono nel bene in. modo mera-
viglioso. I dissipati, cioè quelli già
abituati a girovagare, poco a lavo-
rare, si riducono anche a buona riu-
scita coll'arte, coll' assistenza, col-
f' istruzione e colf' occupazione. I di-
scoli poi clan.no molto da fare ; se si
può ad essi far rendere un po' di
gusto al Lavoro, per lo più sono gua-
dagnati . Coi mezzi accennati si po-
terono ottenere alcuni risultati che
si possono esprimere così: 1° che
non diventano peggiori; molti si
riducono a far senno, quindi a gua-
dagnarsi il pane onestamente; 3°
quelli stessi che sotto la vigilanza
parevano insensibili, col tempo si
fanno, se non in tutto almeno
qualche parte, più arrendevoli" 2.

4.9 Page 39

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ELABORAZIONE
PROGRESSIVA ...
Man mano che l'azione educativa
di Don Bosco si ampliava, cresceva
per lui la necessità di adeguamento,
di regolamentazione, di animazione.
La fondazione della Congregazione
Salesiana portò i primi religiosi,
educati e plasmati da Don Bosco, ad
essere dei coprotagonisti nell 'azione
educativa e assistenziale attraverso
la condivisione della vita e del lavo-
ro , dell 'ascolto e della consultazio-
ne. Il coinvolgimento di azione e ri-
flessione crebbe con il dilatarsi del
numero dei collaboratori, delle isti-
tuzioni e con il conseguente molti-
plicarsi degli incontri, dei dibattiti e
delle deliberazioni nelle assemblee
decisionali o consultive. Da tutto ciò
deriva che la progressiva elaborazio-
ne di esperienze e di fonnule riflesse
è insieme personale e istituzionale,
individuale e comunitaria. Ed è pro-
prio in questa tradizione "storico-vi-
tale" che possono trovare posto
scritti non redatti immediatamente
da Don Bosco, ma da lui voluti o
ispirati in unità con un 'esperienza
comune, come per esempio la lettera
del 10 maggio 18843.
... TANTE APPLICAZIONI
È importante rilevare, poi, che
l 'intento pedagogico di Don Bosco
si è tradotto in molteplici applicazio-
ni che hanno richiesto metodologie
diverse corrispondenti alla varietà
delle iniziative: oratorio, associazio-
ne, cultura popolare, ospizio, semi-
nario ecclesiastico, collegio, comu-
nità dei religiosi ed ucatori. A fonda-
mento di tutta questa realtà vi è una
co tante attenzione alla dimensione
assistenziale, sociale, "politica" che,
già presente nei primi trent 'anni di
attività di Don Bosco, si fa notevol-
mente insistente sia negli sc1itti che
nelle parole negli anni '70 e ' 80 del-
l'Ottocento, e in particolare con la
nascita nel 1877 del Bollettino Sale-
siano4. Nel 1883 diceva ai coopera-
tori di Torino:
"Lavorate intorno alla buona
educazione della gioventù, di quella
specialmente più povera e abbando-
nata, che è in maggior numero, e voi ~
riuscirete agevolmente a dare gloria -
a Dio, a procurare il bene della Re-
ligione, a salvare molte anime e a
cooperare efficacemente alla rifor-
ma, al benessere della civile società;
imperocché la ragione, la Religione,
la storia, l'esperienza dimostrano
che la società religiosa e civile sarà
buona o cattiva, secondo che buona
o cattiva è la gioventù" 5.
Fin dall ' inizio l'opera di Don
Bosco è conosciuta e apprezzata da
quanti sono sensibili all 'assistenza
dei giovani poveri e abbandonati e
non solo in Italia, ma anche in Eu-
ropa e in America6.
( continua)
1 P. BRAIDO, Don Bosco Educarore, p. 6.
2 Giovanni Bosco, Cenni srorici inrom o a/-
/' Orarorio di S. Francesco di Sa les, in P.
BRAIDO, Don Bosco edu ca/ore, pp. 148- 149;
è interessante, tuttav ia, consultare tutto lo stu-
dio critico, pp. 93- 15 1.
3 P. BRAIDO, Don Bosco educarore, pp. 8-9;
per l'ed izione criti ca della lettera da Roma ,
cfr. pp. 344-390.
4 P. BRAIDO, Don Bosco educatore, pp. 6-7 .
5 BS 7 ( 1883) 104.
6 P. BRAIDO, "Poveri e abbandonati, perico-
lanti e pericolosi" , pp. 190-203; Y. LE
CARRÉRÈS, Les salésiens de Don Bosco à
Dinan 1891-1903. Un e ceuvre naissante bri-
sée par le Sénat. Prefazione di G. Cholvy.
Roma, LAS 1990; F. BoDRATO, Episrolario.
Introduzione, testo critico e note a cura di
Brenno Casali . Roma, LAS 1995; L. LASA-
GNA, Episrolario. Introd uzione, testo cri tico e
note a cura di A. Da Si lva Ferriera. Voi. I:
1873- 1882. Roma, LAS 1995; ID.,
Epistolario . Voi. Il: I882- 1892. Roma, LAS
1997; ID., Epistolario. Voi. III: I 892- I 895.
Roma , LAS 1999; F. MOTTO (a cura cli), Inse-
diamenti e iniziative salesiane dopo Don
Bosco. Saggi di sroriograjìa. Roma , LAS
1996; ID. (a cura cli ), Parma e don Carlo
Maria Barcuta Salesiano. Roma, LAS 1999;
Gi orgio Ross i, L' istruzione prof essionale in
Roma Capirale. Le scuole prof essionali dei
Salesiani al Castro Pretorio (/ 883 -1 930).
Roma, LAS 1996; S. ZIM NIAK, Salesiani nella
Mitr e/europea . Preisroria e storia della pro-
vincia Ausrro-Ungarica della Società di S.
Francesco di Sales (1868ca - 1919). Roma,
LAS I997 ; G. BARBER IS, Lettere a don Paolo
Albera e a don Calogero Gusmano durante la
loro visita alle case d'America (/ 900-1903).
Introduzione, testo critico e note a cura di B.
Casali. Roma, LAS 1998; A. D'ANG ELO, Edu-
cazione cattolica e ceti medi . L' lstitlllo Sale-
siano "Villa Sora" di Frascari (1900-1950).
Roma , LAS 2000; M. ISAÙ SOUZA PONCIANO
Dos SANTOS, Luz e So;nbras lnternatos no
Brasi/. Sào Paulo, Salesianos 2000; A. DE
ANDRA DE SLLVA, Os Salesianos e a edu caçiio
na Bahia e em Sergippe - Brasi/, 1897-1970.
Roma, LAS 2000; P. ALB ERA - C. GUSM ANO,
Lettere a don Giulio Barberis durai1t e la loro
visita alle case d'America (1900-1903). Intro-
duzione, testo critico e note a cura di B. Casa-
li. Roma, LAS 2000; Francesco CASELLA, li
Mezzogiorno d' Italia e le istituzioni educati ve
salesiane. Richiesre e Fondazioni (1 879-
1922). Fonti per lo studio. Roma, LAS 2000.
BS GENNAIO 2002

4.10 Page 40

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PRIMA PAGINA 1
F?oberto Saccarello
IL SACRO
magg io 1777 . D a questa
casa l'Ordin e non doveva
più uscire. Esso è stato
MILITARE ORDINE ininterrottamente conferito
ai capi dell a Famiglia
Rea le dell e Due Sici li e.
COSTANTINIANO Anche dopo la perdita del
trono la Santa Sede non
DI S. GIORGIO
es itò a ri co nosce re la
legittimi dell a co ntinua-
zio ne dell ' Ordin e, co n la
nomina di un ca rdin ale
Viene considerato il più antico degli ordini
esistenti a carattere religioso e si propone la
propagazione della Fede e la difesa della
Chiesa. Le sue origini si facevano risalire al
protettore nell a persona di
Su a Eminenza Ranu zz i
de' Bianchi , e ad ap pro-
vare le success ive varia-
zio ni agii Statuti.
miracolo della "Santa Croce" che Costantino Perduti i beni materia-
vide nel cielo con la scritta "In hoc Signo li, devoluti da Garibaldi
vinces" presso il Ponte Milvio in Roma. allo Stato co n decreto
del 12/9/1860, l' Ordine
Croce e placca
di Cavaliere di Giustizia
del Sacro Militare
Ordine Costantiniano
di San Giorgio.
ha co ntinuato a eserc itare la sua opera benefica a
favore di malati e bisognosi. Le attività ca ritative
e assistenzia li dei Cava li eri si sono estese sotto
l'attuale Gran M aestro, S.A.R. Don Ca rl os di Bor-
11 più anti co documento autentico relativo all 'Or-
dine ri sa le al 11 90, ed è lo statuto riformato
dall 'i mperato re d'Oriente Isacco IV Co mmeno.
L'Ordin e venne chi amato "Costa ntini ano" per
afferm are la di scendenza dinastica dall ' imperatore
Costantino, di "San Giorgio" per onorare il patrono
della cava ll eri a cristian a. Quando i Commeni, nel
1453, rip ararono in Itali a, l' Ordin e vi venn e
anch'esso trasferito co n la fam igli a fondatrice, e
Leon e X autorizzò i Commeni a continuare a esser-
bone. I Ca vali eri e le Dame app artenenti all a
Sacra Mili zia sono circa duemila in tutto il mon-
do, di c ui oltre mill e in Ita li a. La Co mmi ss ion e
per l' Itali a, presied uta dal Co nte dell e Pàstene, si
riunisce presso la Bas ili ca Cos tantini ana di Santa
Cro ce al Flaminio, a Rom a, dov e ogni seco ndo
sabato del mese, all e 17.00, viene ce lebrata dal
vescovo Gran Priore una santa messa molto parte-
cipata dai Cava lieri che indossano, per l'occas io-
ne, il tradizion ale mantello ornato dell a Croce di
Costantino.
D
ne i cap i. Estintasi intorno al 1570 la famig li a
imperial e bi za ntina, papa Paolo lii Farn ese trasferì
l'Ordin e all a propria famiglia. Ini ziò, così , una
nuova fase storica, pur nella continui tà, diventando
Ordine fami li are dinasti co della casa dei Farnese di
Parma e Pi acenza, che lo dotarono di beni, i cui
I
redditi erano destinati a scopi ben efici. Nel secon-
do decennio del '700, estintas i anche casa Farn ese,
beni e titolarità passarono al fig lio di Elisabetta Far-
nese, Carlo lii di Borbone, re di Napoli e di Sicilia .
Clemente Xl sanzionò il trasferimento co n la Bolla
Militantis Eccles iae del 26 giugno 171 8.
Il 6 ottobre 1759, quando Carlo lii di Borbone
lasciò il trono di Napoli e Sicilia per ascendere a
quello di Spag na, i beni che possedeva in Itali a
passarono al figlio Ferdin ando, co mpreso l'Ordine
Costa ntini·ano di San Giorgio che papa Pio VI gli
ri co nobbe co n la Boll a Rerum Humanarum del 27
I Il Santo Padre si intrattiene con il gran maestro
Don Carlos di Borbone-due Sicilie durante la visita
pastorale alla basilica di Santa Croce al Flaminio.
GENNAIO 2002 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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Savina Jemina
IL FIORE
Il bucaneve è simbolo della vita e
della speranza perché è uno dei
primi a sbocciare. Detto anche
"stella del mattino", nella tradizio-
ne cristiana viene associato alla
Candelora.
LA GIORNATA
Il 1° gennaio , da 35 anni , in tutto
il mondo cristiano si svolge la
Giornata mondiale della Pace.
Istituita da papa Paolo VI 1'8 di-
cembre 1967, è stata da lui cele-
brata la prima volta il Capodanno
successivo. Il tema di quella del
2002 è : "Senza perdono non c'è
pace".
BUON ANNO
Martedl 1° gennaio 2002 è Ca•
podanno secondo il calendario
gregoriano . Per altri computi , lo
stesso giorno corrisponde a:
giuliano: 19 dicembre 2001.
copto: 23 kiyahk (quarto mese)
1718.
ebraico: 17 teveth (decimo me-
se) 5762.
islamico : 16 shawwal (decimo
mese) 1422.
persiano: 11 dey (decimo mese)
1380.
cinese: 18 dell'undicesimo mese
del 2001 , anno del serpente.
LUNARIO & ALTRO
A Capodanno il Sole sorge alle
7.30 e tramonta alle 16.40 ; il 15
gennaio, alle 7.10 e alle 17.05.
Verdura del mese: broccoli , car-
di, carote , cavolfiori , cavoli , cipolle,
finocchi, indivia, patate, porri , ra-
dicchio rosso e sedano. Frutta del
mese: arance , mandarini , limoni,
pompelmi , datteri e kiwi .
Un tempo , la mattina di Capo-
danno le donne non uscivano di
casa : era considerato segno di
sfortuna vederne una per strada
prima di un uomo; al contrario,
era ritenuto un augurio incontrare
un ragazzo .
IERI ACCADDE
1° gennaio 1959: in vigore il
Mec, Mercato comune europeo.
1° gennaio 2002: in 12 Paesi
europei inizia a circolare l'euro.
3 gennaio 1954: inaugurati i pro-
grammi televisivi italiani .
4-6 gennaio 1964: viaggio di
papa Paolo VI in Terra Santa.
8 gennaio 1921: nasce lo scrit-
tore siciliano Leonardo Sciascia.
9 gennaio 1979: a Roma muore
l'ingegnere Pier Luigi Nervi.
11 gennaio 1946: nasce la Re-
pubblica popolare d'Albania.
11 gennaio 1999: a Milano ,
muore il cantautore Fabrizio De
André .
14 gennaio 1968: terremoto nel-
la valle del Belice, con 236 morti.
14 gennaio 1976: esce il primo
numero del quotidiano La Repub-
blica.
15 gennaio 1907: a Smirne, na-
sce l'armatore Aristotelis Onassis.
16 gennaio 1979: lo scià Reza
Pahlevi è costretto a lasciare l'Iran .
17 gennaio 1991: inizia l'opera-
zione Desert Storm, contro l'Iraq ;
22 gennaio 1901: dopo 62 anni
di regno , muore la regina Vittoria.
22 gennaio 1904: muore la bea-
ta Laura Vicufia.
22 gennaio 1922: muore papa
Benedetto XV ; gli succede Pio Xl.
23 gennaio 1948: assassinio del
Mahatma Gandhi.
24 gennaio 1959: Giovanni XXIII
annuncia il Concilio Vaticano Il.
27 gennaio 1901 : a Milano ,
muore Giuseppe Verdi .
30 gennaio 1933: Hitler è eletto
Cancelliere .
LA LENTE·
Le Poste di molti Paesi hanno
emesso splendidi francobolli a
tema natalizio. Eccone alcuni di
Belgio, Liechtenstein , Svizzera,
isole Far 0er e Nuova Zelanda.
LE MOSTRE
A Torino , a Palazzo Bricherasio ,
sino al 27 gennaio, L'Espressioni-
smo. Presenze della pittura in
Germania 1900-2000, su uno dei
fenomeni culturali più articolati del
Novecento. A Roma , al Vittoriano,
sino al 3 febbraio , Klimt, Koko-
schka, Schiele: dall'Art Nouveau
all'Espressionismo: la ricostruzio-
ne di un'atmosfera a cavallo tra
Ottocento e Novecento.
BS GENNAIO 2002

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1 924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" . .. Lascio all a Direzione Ge- ·
nerale Opere Don Bosco , con
sede in Roma (o all ' Istituto Sa-
lesiano per le M issioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di f ... . o titoli, ecc. per
i fini istituzionali del! 'Ente" .
b) di beni immobili
" .. . Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all ' Istituto Sa-
lesiano per le Missioni , con sede
in Torino) l' immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell 'Ente" .
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" .. . A nnull o og n i mi a prece-
de nte dispos izione testamenta-
ria. Nomino mi o erede uni ver-
sa le la Direz ione Genera le Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l' Istituto Sales iano per le
M iss ioni , co n sede in Torin o)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini isti tuzionali dell 'Ente".
(Luogo e dara)
(firma per disreso)
NB. Il resra111e1110 deve essere scrirro per
inrero di ma110 propria dal resrarore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Vi a della Pi sana, 1111
00 163 Roma-Bravella
Tel. 06.656 12678 - Fax 06.656 12679
C.C.P. 462002
I stituto Salesiano per le Missioni
V ia Mari a A usil iatrice, 32
10152 Torino
Tel.0 11.5224247-8- Fax 0 11.522425 1
C.C.P. 28904 100
GENNAIO 2002 IJS
. , _ J I NOSTRI MORTI
TORAZZA sr. Anna,
Figlia di Maria Ausiliatrice
t Torino il 21 /01 /2001, a 55 anni.
"L'avventura di essere innamorata di Gesù
è il dono più grande e più bello che mi è
stato dato e la certezza di incontrarlo pre-
sto faccia a faccia, per vivere persa in Lui
per l'eternità, mi riempie di gioia e mi fa fe-
lice". Queste parole, scritte da suor Anna
nell 'aprile del 1997, mentre da anni sta
combattendo contro il male che la mina,
esprimono l'orientamento costante della
sua esistenza: un amore appassionato a
Gesù e, in Lui , alla vita.
I primi vent'anni della sua vita religiosa sono
donati con gioia alle ragazze e alle sorelle
come maestra eleme ntare e assistente,
mentre custodisce e matura in cuore il de-
siderio della vita missionaria. La volontà di
Dio, invece, le indica come campo della sua
missione l'economato ispettoriale. Per lunghi
anni si dedica a questo servizio con in-
telligenza, dedizione e grande attenzione al-
le persone. I nuovi progetti, le ristrutturazioni
delle case devono essere fatti per poter vive-
re meglio la vita di sorelle e per adeguare gli
ambienti alle urgenze dell'oggi, alle esigenze
dei giovani, dei bambini, perché anche loro
po ssano trovarsi di casa , e in una bella
casa! I laici che collaborano con lei sentono
il rispetto per le loro competenze, la stima e
anche l'incitamento a fare sempre meglio.
SBARDELLOTTO sr. Angela,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Vittorio Veneto (TV) il 25/02/2001 ,
a 94 anni.
Nata da una famiglia profondamente cri-
stiana, era l'ottava di undici fratelli. Suor
Angelina ha vissuto la sua consacrazione a
Dio con la radicalità dei piccoli e dei sempli -
ci. Serviva con la gioia in cuore le sorelle e
per lunghi anni i confratelli salesiani a
Gorizia, Pordenone e Udine. Se aveva una
predilezione, questa era tutta per il nipote
salesiano missionario in Bolivia per il quale
offriva preghiere e sacrifici. Si può dire che
anche lei avesse un cuore missionario.
Suscitavano grande simpatia il suo sg uardo
sereno e la sua battuta ilare che regalava a
quanti l'avvicinavano.
VAGLIENTI sr. Giuseppina,
Figlia di Maria Ausllatrice,
t Giaveno (TO) il 18/03/200 1, a 88 anni.
Rimase orfana di padre quando era ancora
adolescente , e dovette aiutare la mamma
casalinga a recuperare in qualche modo lo
stipendio del papà che faceva il ferroviere.
Andò a lavorare a quattordici anni. Aiutò
volentieri il fratello minore a portare avanti
gli studi , e non si arrestò davanti ai sacrifici
quando si trattò di seguire la chiamata del
Signore. Abilitatasi in seguito in lettere ita-
lian e e in francese , insegnò dal 1946 al
1995. Suor Giuseppina era una donna
intelligente e preparata , un 'educat ri ce
modello , una sorel la la cui compagnia
arricchiva in tanti modi. Trascorse gli ultimi
cinque anni a Vill a Salus con le so rell e
ammalate. Godeva di poter "fare la segre-
ta ria delle anziane e più inferme di lei ".
Pregare e offrire, offrire e pregare per tutti :
era diventata la sua principale e felice
"nuova occupazione".
TRUCCO sig. Esterino, exallievo,
t Paesana (CN) il 23/09/2000, a 70 anni.
Un male che non perdona l'ha aggredito
quasi senza che egli se ne accorgesse ,
mentre era ancora in attività, pieno di ener-
gia, impegnato nella sua professione di far-
macista. In pochi mesi lo ha tolto all'affetto
dei suoi cari e dei suoi clienti/pazienti. Ha
lasciato tra i suoi ricordi una audiocassetta
su cui i familiari, per fargl i piacere, gli ave-
vano inciso uno dei canti da lui preferiti che
gli ricordava gli anni belli e proficui della
frequentazione dell 'oratorio e della scuola
salesiana di Saluzzo, "Don Bosco ritorna".
Buono di carattere , moralmente ineccepibi-
le, stimato da tutti soprattutto per quel suo
essere sempre pronto a dare un consiglio,
a fornire una medicina, e a informarsi poi
se la medicina aveva sortito gli effetti spe-
rati ... Ha lasciato un grande vuoto, e non
solo nei suoi familiari.
MAGNI sac. Dante, salesiano,
t Roma il 18/08/2000, a 79 anni.
Cominciò come meccanico , a 17 anni, ma
quella non era la sua vocazione . Lo senti-
va e glielo fece capire un cooperatore sale-
siano. Così , a 20 anni suonati decise di
dare una sterzata secca alla vita, ed entrò
a Ivrea come aspirante, ma dopo appena
un an no, data la maturità riscontratagli , era
già al noviziato di Villa Maglia. Il 1° luglio
1951 fu un giorno di "grande felicità", come
lui stesso disse ; era diventato prete. Due i
grandi periodi della sua vita apostolica
come prete e salesiano. Il primo in
Piemonte . Fu incaricato degli aspiranti
coadiutori e della formazione dei giovani
coadiutori, e lasciò un'impronta indimenti-
cabile. Fu anche ispettore della allora
ispettoria Centrale, ma la malferma salute
non lo aiutò a finire il mandato: così pensò
di far meglio a dimettersi. Cominciò allora il
periodo romano della sua vita. A Roma fu
delegato del CNOS-FAP , conso lidandone
la struttura nel modo che dura anche oggi
a servizio dell ' Italia salesiana ; a questa
affiancò il VIS. Trascorse gli ultimi 17 anni
di vita come apprezzato e ricercato confes-
sore per le comunità dei giovani salesiani
d' Italia, e morì quando a Roma si stava
concludendo la GMG , la mattina del 18
agosto 2000.
Venuta la sera di
uel giorno Gesù disse:
q "Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)

5.3 Page 43

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PRIMA PAGINA 2
Umberto Gamba
Invitato a fa re alcuni
ri tratti dei person agg i
" m ig liori " de l mondo
sal esi ano, mi ero prepara-
to a in co ntrare gli amici
di sempre che erano di
casa al mio oratorio: Don
Bosco, Dom eni co Savi o,
Mamm a M argheri ta e
qualch e altro che avevo
conosciuto strada face ndo
e che mi aveva parti co lar-
mente co lpito : Laura
Vi cun a, Versigli a e Ca ra-
va ri o... Qual è stata inve-
ce la grande sorpresa
quando mi sono trovato in
un incredibil e "giardin o",
in co mpagni a di decine di
perso nagg i: sa nti , bea ti ,
venerabili e. .. am1 c1
vari!! !
IL GIARDINO
SALESIANO
Per qualche attimo ha
prevalso lo sgomento di
non riuscire. Come rende-
re fi sionomie dai tratti così
diversi e intensi, dall e
caratteri stiche così peculia-
ri ? Poi, un pensiero mi ha
fol gorato: mi fa rò coraggio,
mi rimb occ herò le mani-
che, ci metterò tutta la mia
pass ione, ma... vog li o
ca utelarmi : ini zierò il lavo-
ro lasc iando per ultim o
Don Bosco : mi desse una
mano, se vo leva che prima
o poi arri vass i a lu i ! Un
pi cco lo ri catto? No, una 2002: un calendario sulla santità salesiana.
ri chiesta di aiuto.
Il percorso pittori co è stato
Riflessioni di un pittore.
lungo e labori oso e i ritrat-
ti dei 52 personaggi non sempre mi hanno dato sod- .b ili di imparare
di sfaz ione al prim o tentativo: M amma M argherita, vi e nuove verso la
Domeni co Sav io, Laura.. . erano già nell a mi a reali zzazione com-
immagin az ione, ma spesso non li ri con oscevo sul piuta dell a mi a
disegno che avevo appena termin ato! All ora riparti - vocaz ione di uo-
vo co n un altro foglio bianco, gli inchiostri di china mo e cri stiano. O
e.. . la caparbi età di riu sc ire! Volevo fare ri tratti nei
quali fosse possibile cog li ere evocazioni, raccogliere Per saperne di piLÌ:
ri cordi , ri conoscere amic i...
Um berto Ga mba
Te /. 035/ 70701 9
È stato duro... e bellissimo! Ho voluto info rm ar- e-mail:
mi su alcuni tratti essenziali delle person e che mi umbgamba @tin.it
acc in gevo a dipin ge re e
ho sco perto sp ezzo ni
merav iglios i di vite dona-
te! Li ho senti t i subito
prossimi, spesso ho pre-
gato con le loro parole...
Ho avvertito le loro
ansie, percepito la fo rza
dell a loro fede, la deter-
minazione dell a loro
volontà, la grandezza
dell a loro ca rità... Li ho
sentiti prima maestri, poi,
alla fin e, mi sono trovato
co n loro co me un fa mi -
li are, un ami co.
E mi sono sentito incorag-
giato, co me geni to re e
insegnante, a rubare qual-
che idea, qu alche esem-
p io, qu alche parola per
usa rl a in fa miglia, a scuo-
la, con gli ami ci ... e ho
ringraziato Dio per averci
rega lato uomini, donne e
ragazzi che hanno reso la
te rra, questa nostra ca ra
terra, un po' più ·,.g, iardino
e un po' meno giungla...
E mi auguro, ma ne sono
certo, di poter presto
aggiungere altri fi ori a
questo "giardin o sa les ia-
no" per avere altre possi-

5.4 Page 44

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SANT\\
LU\\G\\ VERS\\GL\\A E
CALLISTO CARAVAR\\0
a fumetti
MAMMA,
CHE BELLO, PER LA
PRIMA VOLTA PARLO
DI uESlllNCiNESE.
m
t..'11 1'.1O\\/.E'MBR.E' /9.2'( GBAR-
CA\\/A A MACAO. AD ACCo-
Gt..l.E'Rt..O C'.E'RA PROPRIO
Do1'.I BRAGA. D.E'GTl1'.IATo A
GHA1'.IGHAI P.E'R IMPARAR.E'
IL. Cl1'.1.E'G.E', DOPO GùAL..CH.E'
M.E'G.E' F'AC.E'\\/A GIÀ CAT.E'-
CHIGMO Al PICCOL..I At..t..l.E'\\/1
D.E't..l..A GCùot..A. GI f".E'C.E'
CoGÌ B.5'1'.1\\/O1...E'R.E' CHE',
GùA1'.IDO P.E'R I DIGORDl1'.II
GoCIAL..1 GCoPPIATI 11'.1 CITTÀ,
Do\\/.E'TT.E' PARTIR.E' P.E'R
TIMOR, L..AGCIÒ 1'.I.E't..t..A PIÙ
PRof"o1'.IDA CoGT.E'R1'.IAZIO1'.I.E'
I GùOI GIO\\/A1'.II AMICI.
LASCIARSI ...
OIE. TRLSTéZZA.
TI PR.E'T.E'.'----:=:!==
A1'.IDRAI
11'.1-CHOW
L..G.E'R.E' I..
GuANDO TORNÒ, NEL 1929
Fu DEGTINATO A GH/u-CHOW,
DOVE \\/ENNE ORDINATO PRE-
TE DA MONGIGNOR \\/ERG/GLIA
IL /8 MAGGIO /929. DoPo
LA CELE/3RAZIONE EGLI
A/313RACCJÒ IL Guo \\/EGCO\\/O. 1'4-'...U:,::,,,,...----1...:!1!::..._~~
GENNAIO 2002 BS

5.5 Page 45

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DI MONGIGNOR
\\/ii:RGIGLIA GI GCoPRI\\/A
Gii:MPR.fi: GuAL..CoGA
DI NuO\\/O. uNA NOTT.fi:
DON F'oCHii:GATo PAG-
GANDO DAVANTI AL-L..A
GuA CAMERA, uDÌ
GTR.ANI RuMORI. DOPO
L..A GuA MORTE IL.
Gii:GRii:TARIO DON L-A-
Rii:NO TRO\\/Ò IN UN
CAGGii:TTo Dii:L..L..A GuA
GTANZA Dii:GL..I GTRu-
Mii:NTI DI Pii:NIT.fi:NZA
GPoRCHI DI GANGuii:.
Nii:GGuNO GoGPii:TTA\\/A
Guii:GTO AGPii:TTo
Dii:L..L..A \\/ITA GPIRITuAL..ii:
Dii:!. \\/ii:GCO\\/O.
Joseph Au, Pier Bertone, Michele Ferrero
NASCON-
1SUOI STRIJ-
ANCHE DON CARA\\/ARIO
A\\/ii:\\/A uNA \\/ITA GPIRI-
TuAL..ii: INT.fi:NGIGGIMA.
L..ii: Guii: CON\\/ii:RGAZIONI
ERANO Gii:MPR.ii: ii:L..ii:\\/A-
Tii:. POCHI GIORNI PRIMA
DI MORIR.ii: ii:GL..I CHIAC-
CHl.fi:RA\\/A CON uN GAL..ii:-
GIANO F'uORI Dii:L..L..A
CHl.fi:GA DI GAN GluGii:PPii:
A Ho-GAI. NON PoTii:\\/A
PR.fi:\\/Ji:D.fi:R.fi: CH.fi: PRO-
PRIO L..Ì GAR.fi:BB.fi: GTATO
Gii:PoL..To APPii:r.JA Dlii:CI
GIORNI DOPO. lr.JF'ATTI
.fi:RA GTATo CHIAMATO
A GHlu-CHOW PER
ACCOMPAGNARE IL. Guo
\\/ii:GCo\\/o Nii:L-L..A \\/IGITA
PAGTORAL..ii: AL-L-A MIG-
GION.fi: DI L..lr.J-CHOW.
BS GENNAIO 2002

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
Venerabile Monsignor
Vincenzo Cimatti
UN VERO MIRACOLO
Desidero che sia pubblicata la
seguente guarigione ottenuta
per intercessione del Ven.
Monsignor Vincenzo Cimatti
a Tokyo nella parrocchia di
Shimoigusa. Nell'aprile del '99
il sig . Fujita di 57 anni, impiega-
to in una grande ditta di costru -
zioni , durante un banchetto
sente un po ' di capogiro.
Pensa che dipenda dall 'alcol
bevuto . Partecipa ad un 'adu -
nanza e dopo aver conversato
per due ore circa, verso le 21 ,
monta su un ta x i e si avvia
verso casa. Però avendo perso
completamente la memoria,
fino alla sera del giorno
seguente non si sa dove sia
andato e che cosa abbia fatto.
Dal la ricevuta che poi gli è
stata trovata in tasca risulta
che andò a comprarsi un vesti-
to ma non si sa dove l'abbia
lasciato. Andò anche a man-
giare in un altro ristorante , ma
lui non si ricorda di niente.
All'apparenza sembra normale
e anche il modo di parlare
sembra normale. Al mattino
seguente non si presenta al
lavoro . Tutti ne sono preoccu-
pati ma come fare a rintracciar-
lo? Finalmente verso le 18 si
riesce a far squ illare il suo
telefonino (forse lo avrà acceso
senza neppure accorgersene).
Era la moglie che gli telefona-
va . Il conducente del taxi lo
prende e capisce la situazione.
UNA GRANDE
PACE VENNE
INME
Noi siamo molto legati alla
Famiglia Salesiana : la nonna è
stata cooperatrice , mio padre e
gli zii sono exallievi , di cui uno è
sacerdote, tutti devotissimi dei
santi salesiani , in modo particola-
Lo porta a casa e poi di corsa
in ospedale (erano ormai le 22)
dove constatano una emorra-
gia cerebrale . Cominciano
subito le cure ma intanto erano
trascorse già 30 ore dall'inizio
del male. Le cure gli procurano
un fortissimo mal di testa .
Continua ad essere privo della
memoria. Parla ma non si
rende conto né di quello che
dice né di dove si trovi. I medici
fanno sapere che se l'emorra-
gia non si arresta, sarà neces-
sario un intervento chirurgico
molto pericoloso perché
potrebbe ridursi allo stato
vegetativo. La moglie in serata
telefona al parroco Don
Gaetano Compri chiedendo
preghiere. Il parroco le suggeri-
sce di raccomandarlo a Don
Cimatti che essi conoscono
molto bene . Nel pomeriggio
comincia a tornare la memoria
e subito dice di avvisare la ditta
per una questione di cui dove-
va rendere conto. Dall 'esame
col CT risulta che l'emorragia si
è fermata .Un po ' alla vo lta la
memoria si fa più chiara .
Riesce a conversare regolar-
mente con i parenti e gli amici.
A dieci giorni dall'accaduto,
dall'esame del CT risulta che il
sangue fuoriuscito si è riassor-
bito. Riesce a parlare molto più
speditamente. Prega per la sua
guarigione. Il suo rapporto con
i visitatori diventa sempre più
normale , senza dare segni di
stanchezza. Riceve la
Comunione dal viceparroco
Don Nosa\\. Nei giorni successi-
vi , la ripresa si fa sempre più
rapida e visibile. Egli si interes-
sa al suo lavoro e scherza
anche volentieri. Vado a visitar-
lo e gli lascio un'immaginetta di
monsignor Cimatti perché inter-
ceda per lui. A 20 giorni dall'ac-
caduto l'esame del CT dice che
l'episodio è ormai concluso .
Viene dimesso dall'ospedale e
riprende il suo lavoro normale
in ditta. lo sono convinto, e così
chiunque ha segu ito il caso ,
che si tratti di un vero miracolo
avvenuto per l'intercessione di
monsignore Cimatti.
Don Gaetano Compri,
S08, Tokio
re di san Domenico Savio. Mi
sono sposata nel luglio 1999 e a
fine agosto ho avuto la grande
gioia di essere in attesa di un
figlio . Lo zio mi procurò subito l'a-
bitino benedetto che indossai in
permanenza. Naturalmente mi
sono sottoposta a tutti i controlli
con puntuale regolarità. Superato
l'ultimo mese il mio medico, stra-
namente , non mi suggeriva
eventuali decisioni da prendere.
Intanto era passato anche il
sospirato giorno 6! Ormai era la
mattina dell'11 maggio quando
mio suocero, dopo aver pregato
il nostro santo, decise di condur-
mi in ospedale "imponendo" l'in-
tervento col taglio cesareo. Fu
veramente la decisione giusta:
ancora un'altra ora e sarebbe
stata triste per il bambino e per
me. Il bambino (pesava più di 4
chili) fu trattenuto per un mese in
incubatrice e isolamento . Si
pensi alla mia grande tristezza!
Ho avuto la forza di invocare
Domenico Savio dicendogli:
"Pensaci tu! ". Una grande pace
venne in me e le mie preghiere
furono più serene. Oggi, alla vigi-
lia del 1° compleanno , voglio
esternare il grazie più intenso a
san Domenico Savio per il mio
piccolo Domenico che cresce
sano e forte.
Lai Francesca e Lobefaro Pino,
Bari
DOPO
LA SFUDICIA
LA GIOIA
Mia figlia, sposata da quindici
anni e con forte desiderio di
diventare mamma, ha dovuto
subire ben cinque interruzioni
involontarie di gravidanza. Ormai
in lei sembrava svanita ogni spe-
ranza. Anche quando ebbe nuo-
vamente i segni della maternità,
l'accolse con molta sfiducia. Ma
noi questa volta ci rivolgemmo a
san Domenico Savio perché le
facesse il dono tanto desiderato.
Il primo risultato delle preghiere
fu la pace in mia figlia che ripre-
se e). sperare. Ed è stata premia-
ta. E nato, infatti, senza gravi dif-
ficoltà, Francesco che ha riempi-
to tutti di gioia.
Pracchia Maria, Lagnasco
(Cu neo)
UNA RISPOSTA
RICEVUTA
L'aiuto che mesi fa avevo chie-
sto a Mamma Margherita, per-
ché agevolasse il futuro occupa-
zionale di mia figlia Sabrina, è
stato concesso. Già da un mese
è stata chiamata dalla Camera
di Commercio di Bergamo per
essere assunta. Pu r essendo
una chiamata limitata all'arco di
un anno, è già molto per i tempi
che corrono. lo sono contento e
riconoscente. Mia figlia è uscita
da quella forma di depressione
che tanto mi preoccupava. Deve
stare in giro tutto il giorno, ma
questo non mi preoccupa più di
tanto , perché è una ragazza
giudiziosa. L'aiuto di Mamma
Margherita è stato determinante
e non finirò mai di ringraziarla ,
soprattutto quando guardo il suo
viso e leggo nei suoi occhi la
sua grande bontà materna.
Francantonio Vezzini, Cremona
PER STIMOLARE
ALLA FIDUCIA
Desidero raccontare la mia storia
sia per ringraziare pubblicamente
san Domenico Savio sia per
dare ad altre donne l'incitamento
a non arrendersi, ma ad affidarsi
alla provvidenza divina. Ero spo-
sata da cinque anni e non riusci-
vo a ottenere il dono della mater-
nità, anzi, secondo un dottore ,
non l'avrei mai avuto. In un viag-
gio fatto in Sicilia, la signora pres-
so cui abitavamo mi diede l'abiti-
no di Domenico Savio . Era il
novembre del 1993 quando ini-
ziai con fiducia la novena. Non fui
ascoltata subito, ma a distanza di
un anno esatto ecco l'evento
tanto atteso. La gravidanza fu
particolarmente difficile, con una
permanenza a letto di circa sette
mesi a causa di due minacce d'a-
borto, ma pregando con perseve-
ranza e indossando \\'abitino, alla
fine, con parto cesareo, mi è nato
Matteo. E dopo ventidue mesi mi
è nata anche Chiara. Adesso ho
due bimbi stupendi: conservo
nella loro camera l'abitino che ho
indossato, quale segno della pro-
tezione del piccolo santo.
A.A., Caprara (Pe)
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firmate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l'indicazione del nome.
GENNAIO 2002 BS

5.7 Page 47

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FOCUS
Monsignor Giuseppe Zen
vescovo coadiutore di Hong Kong
dal 1996, già insegnante
di filosofia e teologia al seminario
di Shanghai e ispettore
dell'ispettoria cinese, notissimo
per le sue prese di posizione sui
diritti umani che gli hanno meritato
un premio.
Monsignore, da 6 anni Hong Kong è tornata alla madrepatria.
Che cosa è cambiato rispetto a quando e,:a un protettorato britannico?
Le premesse erano che niente dovesse cambiare per 50 anni: "un
paese due sistemi", in realtà si sta forzando per realizzare "un. paese
un sistema". Molte libertà sono ... un ricordo.
Come mai la ricca ex colonia non è stata presa d'assalto dai ci-
nesi dell'interno? Resiste l'autonomia di cui godeva?
Beh, non si uccide una gallina dalle uova d'oro! Aprire indiscrimi-
natamente a tutti significherebbe in fondo proprio questo. Fondamen-
talmente gli ordinamenti democratici sono rimasti e le frontiere sono
state mantenute, per non provocare una catastrofe, cioè l'emorragia
degli investimenti stranieri, delle banche, la caduta verticale del com-
mercio e perciò la fuga dei capitali ...
La domanda d'obbligo per un salesiano: qual è la situazione dei
giovani, quali i loro valori? In che cosa si differenziano dagli occi-
dentali?
Il governo fa grandi proclami a favore dell'educazione .. . ma l'im-
portanza viene data solo al progresso tecnico/informatico trascurando
l'educazione ai valori. I giovani sono in grave disagio morale, conse-
guenza forse del grosso agio materiale. I cinesi, soprattutto quelli ric-
chi del continente, hanno imparato che Hong Kong è un paradiso ri-
spetto al resto dell'immenso territorio e quindi c'è l'assalto ai suoi
beni, aumentano la con-uzione, la malavita, il commercio illegale con
annessi e connessi...
Come vede il futuro per i cristiani?
I cristiani sono stabili. Sono anche dei buoni cittadini. Vanno indubbia-
mente educati sempre di più e sempre meglio ad essere fennento, a lavo-
rare per il bene comune, per la giustizia, per la legalità, per la libertà.
Che cosa possono offrire di originale i salesiani in quell'area
dell'Asia?
Noi salesiani abbiamo a Hong Kong strutture di servizio non di po-
tere, e questo è ben visibile e noto al governo centrale. Abbiamo for-
mato una serie di exallievi che oggi hanno in mano posti di responsa-
bilità anche nell'amministrazione dello stato. E tuttavia siamo una
spina nel fianco: far bene il proprio mestiere, cioè essere bravi inse-
gnanti ed educatori vuol dire incidere nella società, preparare la so-
cietà di domani, ecco perché non tutto va lisciò. Ma conviene anche al
governo centrale che noi prepariamo degli "onesti cittadini!".
O
MAZEN
Semplicemente sconvolgente
quanto è capitato l'estate scorsa
in un sobborgo di Gerusalem-
me. Mazen, un giovane palesti-
nese poco meno che trentenne,
è seduto al bar. .. Si chiacchie-
ra, sorbendo qualcosa, come si
fa in tutti i bar di questo
mondo. Ma di colpo succede
l' inferno - in Israele l'inferno è
di casa - aiTiva una macchina e
si blocca proprio davanti al lo-
cale; ne scende un colono
ebreo, estrae ali 'improvviso
una pistola e fa fuoco sugli av-
ventori. Un proiettile trova la
fronte di Mazen.... Un episo-
dio di quest'odio infinito che
separa due comunità che condi-
vidono la stessa terra. Uno dei
tanti. Ma stavolta finisce diver-
samente da sempre, in maniera
sorprendente, anzi incredibile. I
familiari di Mazen r'con un
gesto spiazzante donano gli or-
gani del giovane per salvai·e
altre vite. Così cuore, fegato e
reni vanno a salvare quattro
israeliani, nei giorni in cui al-
cuni compagni dell'ucciso si
fanno kamikaze per continua-
re la catena violenta che
non porta da nessu-
na paite...
(
IJS GENNAIO 2002

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M. P.
NEL PROSSIMO NUMERO
UNIVERSITARI...
di Gianni Ghiglione
Obiettivo su un mondo poco conosciuto
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GIOVANI
di Vito Orlando
Peter Pan . Giovane adulto cercasi
INSERTO CULTURA
di Natale Maffioli
I pittori di Don Bosco
MISSIONI
di Giancarlo Manieri
Viaggio nella terra del Mahatma