Bollettino_Salesiano_200109

Bollettino_Salesiano_200109

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CXXV·nr.8
2 , - 20/C legge 662/96
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877

1.2 Page 2

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TERZO MILLENNIO
di Juan E. Vecchi
UE TIONI PENDE TI
I POVERI
"Li avrete sempre tra voi", disse Gesù.
La predizione si è avverata. Il numero dei poveri
non è diminuito con lo sfruttamento delle risorse della terra
e dei mari, né con le nuove tecniche di produzione,
né con la tecnologia informatica ...
L~mis~.-
na p1u
che un
problema
economico è
soprattutto
un proble-
ma etico di
giustizia e
di solidarie-
tà che oggi coinvolge
l'ordine internazionale. Il Summit
del Millennio fatto a New York ha
proposto due fondamentali obiettivi
per il nuovo secolo: la pace e il
superamento della miseria. Il cardi-
nale Sodano, inviato del Papa, di-
chiarava: "La povertà di un miliardo
di persone è uno scandalo" (Avve-
nire 10 sett. 2000). Il mondo è divi-
so irrimediabilmente in aree ricche
e aree povere, e troppa gente rima-
ne vittima degli ingranaggi perversi
di questa ingiusta bipolarità.
I paesi ricchi hanno una orga-
nizzazione sociale efficiente e
grandi riserve pecuniarie per soste-
nere costose ricerche di fonti alter-
native, ma continuano ad accapar-
rarsi aree del terzo e quarto mondo
per estrarre materie prime a prezzi
stracciati , imponendo le loro leggi
di commercio . È immorale che le
grandi imprese investano di prefe-
renza proprio là dove le esigenze
ecologiche sono minori, la mano
d'opera è meno esigente, e dove la
necessità impellente assieme allo
spaventoso indebitamento costrin-
gono quei paesi ad accettare con-
tratti di sfruttamento delle risorse a
condizioni infamanti . È vero che le
grandi istituzioni finanziarie occi-
dentali prestano denaro, ma certo
non gratis . Tant'è che il debito dei
paesi poveri , invece che diminuire,
aumenta, perché ciò che viene loro
SETTEMBRE 200 1 8S
prestato non è sufficiente nemme-
no per pagare gli interessi al pre-
statore . Che dire poi quando quel
denaro viene usato per comprare
armamenti , invece che per finan-
ziare lo sviluppo? Siamo di fronte a
una spirale odiosa, fatta sulla pelle
dei più poveri , che non fa certo
onore all 'Occidente . Ma queste, si
dice, sono le leggi del "libero com-
mercio", c'è poco da fare. E il pae-
se debitore deve stringere sugli sti-
pendi , ridurre i piani di sviluppo, rin-
carare i prezzi , diminuire i servizi, e
abbandonare irrimediabilmente alla
fame i più deboli.
È vero: il debito non è l'unica
causa della povertà. A questa
sciagura concorrono anche la cat-
tiva amministrazione, la corruzione,
l'impiego sconsiderato delle risorse .
Ma esso provoca una spaventosa
disoccupazione, azzera i finanzia-
menti per l'educazione e la ricerca,
e cancella i piani di sviluppo socia-
le . Durante il Giubileo in qualche
Sinodo continentale, si è molto di-
scusso del debito dei paesi poveri.
Nazioni forti e grandi istituzioni fi -
nanziarie si sono dimostrate dispo-
ste a condonarlo a una quarantina
di paesi. Qualcosa, molto poco , è
andato in porto soprattutto a favore
di quei paesi dai quali non si poteva
attendere alcun pagamento nem-
meno a lunga scadenza, mentre si
continuano a esigere interessi da
quelli che , sacrificando il proprio
sviluppo, hanno anche una minima
possibilità di pagare.
C'è un racconto di Garcìa
Marquez che uno studioso di eco-
nomia prende come parabola di
questa situazione. Ne "L'incredibile
e triste storia della candida Eren-
dira e della sua nonna senza cuo-
re", una vecchia megera mantiene
florida sua nipote fintanto che co-
stei , attraverso prestazioni del suo
corpo, le può corrispondere del de-
naro. Nel 1964 il debito del Brasile
era di 2,5 miliardi di dollari; oggi, a
forza di chiedere prestiti per pagare
gli interessi, è arrivato a 243 mi-
liardi. Nel 1999 ha pagato 65 miliar-
di di dollari di interessi, quest'anno
ne pagherà 144, e potrà impiegarne
soltanto 33 nell'area sociale. Ed è
un paese nel quale , secondo la

1.3 Page 3

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parola del suo stesso Presidente e
della Conferenza episcopale, il
50% della popolazione è sotto la
soglia della povertà.
O Il Brasile è come la candida
Erendira, può ancora dare , e la
nonna senz'anima continua a
mungerlo . Non è l'unico caso tra i
paesi a medio sviluppo. Condonare
è un atto "giubilare". Ma in clima di
mondializzazione, sarebbe molto
più indicato studiare nuove condi-
zioni di giustizia in questo settore
per evitare l'usura a livelli mondiali.
La dottrina sociale della Chiesa
(cfr. l'enciclica di Paolo VI, Popu-
lorum Progressio) mira a unire i
popoli uniti nel proposito di uno
sviluppo congiunto . E possibile co-
struire un mondo nuovo sull'umane-
simo che viene dalla Redenzione .
Tutti possiamo e dobbiamo influire
perché qualche cosa cambi o per
lo meno venga riconsiderata . Nel
secolo della globalità la miseria
collettiva sfi da la carità della comu-
nità cristiana . "L'eliminazione della
povertà è per il genere umano un
imperativo etico, sociale , economi-
co e politico" (Kofi Annan).
Goma, N'gangi (RDC):
i volti della povertà.
Settembre 200 1
Anno CXXV
Numero 8
In copertina:
Se ne dicono ta nte
sui giova ni d'oggi;
tanti sono i convegni
di studio, i semina ri ,
le tesi ... La verità è,
come sempre, nel mezzo:
il giova ne alato
e a lato !
(Foto: Cipriano De M arie)
(fJ
11lf11J1iln'D
JJJ1~~11JJuW
Mensi le di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Sa les iana
di San Gi ova nni Bosco
D i r etto re:
GIANCARLO MAN IER I
ANNIVERSARI
12 Pio IX e la congregazione salesiana
di Francesco Motto
VOLONTARIATO
14 Avventurieri di Speranza
di j ea n François Meurs
- M1ss10N1
18 L'odissea dei Lost Boys
SocinÀ
20 Il giovane alato
di Christian Biga ult
di Vito O rlando
INSERTO CULTURA
23 Il Museo Monsignor Fagnano
di Nata le Maffioli
ATTUALITÀ
28 Multimedialità per i ragazzi
di M aria Antonia Chine/lo
RuBRICHE
2 // Rettor Maggiore - 4 li punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel mondo
- 11 Osserva torio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 // dodor }. - 30
Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Famiglia Salesiana - 37 Laetare et be-
nefacere... - 38 Riti di passaggio - 40 Prima pagina - 41 // Mese - 42 Protagonisti -
43 I nostri morti - 44 Versiglia e Caravario a fumetti - 46 I nostri santi - 47 In primo
piano/ Fo cus
Redazione : Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrig noni • Giancarlo De Nicolò • Franco Lever
Natale Maffioli • Francesco Motto • Vito Orlando
Collaboratori : Ernesto Gattoni Giuseppina Cudemo
Graziella Curti • Carlo Di Cieco Bruno Ferrere
Sergio Giordani . Cesare Lo Monaco
Jean-Fra nçois Meurs · Giuseppe Morante Vito Orlando
Marianna Pacucci • Roberto Saccarello Fabio Sandroni
Arnaldo Scaglioni Serdu Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco Cipriano De Marie
Guerrino Pera - Pietro Scalabrino Gianpaolo T ronca
Progetto grafico e impaginazione:
Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori : Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma• Tel. (06) 44.60.945.
Regi strazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amm inistrazione: Giuseppe Cerò (Roma)
Fot ocomposizion e: EDIBIT Torino
Stampa: MEDIAGRAF s.p.a. • Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
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Ccp 36885028- CF 97210180580
BS SETTEMBRE 2001

1.4 Page 4

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di Carlo Di Cieco
--A STANZA DEL PADRE
Le tragedie che vedono coinvolti giovani sempre più giovani
sembrano in aumento a livello esponenziale ...
Comunicazione al tramonto?
Mentre a Cannes "La stanza
del figlio" di Nanni Moretti
vinceva la Palma d'oro,
sui quotidiani e i telegiornali del
nostro paese lievitavano cronache
di massacri familiari tra genitori e
figli. E violazioni dell'infanzia per
abusi firmati da adulti solitari e in
compagnia; intrecci di morte per
amori delusi o per paura: dal
giovane insegnante che spara
all'allieva di cui si era innamorato,
a una sedicenne assassinata
dall'ex fidanzato, al datore di lavoro
che stupra la lavorante sedicenne,
al ragazzo quindicenne che spinge
sotto il treno un bambino di 8 anni
prima molestato.
O Brutte scene di vita quotidiana,
mentre da un convegno di psicologi
riunito in contemporanea a questa
esplosione di cronaca rosa/nera
veniva l'allarme: occorre
recuperare la figura paterna;
i bambini sono depressi perché
frutto di genitori depressi.
Una tra gli esperti parlava di
"collasso della comunicazione"
tra genitori e figli. Moretti, attraverso
il racconto di come il dolore modifica
i rapporti familiari , svela anche un
aspetto meno considerato ma pure
attuale : le zone d'ombra o perfino
inesplorate che esistono anche
dentro le famiglie più unite.
O Il fatto è che questa pioggia
di episodi che sembrano assediare
la famiglia aprendo seri interrogativi
sulla sua capacità di comunicazione
circolare, è impietosa come le
cronache che angustiano sempre
di più la pubblica opinione.
E non si capisce bene se esista
un allarmismo strumentale nel
documentare la fragilità dell'istituto
familiare, oppure se sia maggiore un
certo smarrimento collettivo nel
vedere che neppure la famiglia
tradizionale riesce a resistere
nel generale crollo di antiche
convenzioni sociali condivise .
Ma nella società del commercio
SETTEMBRE 200 1 BS
e del consumo dove tutto diven
merce di scambio e ciascuno vie
valutato per la capacità di produrre
profitto e accumulare ricchezza,
non crea nessuna pena il posto
di cenerentola sociale al quale è
relegata la questione educativa.
Anzi più si lascia ai margini tale
questione più si può agire
indisturbati sul fronte politico
ed economico.
"L'educatore stesso deve essere
educato", scriveva un maestro che
poi , banalmente, qualcuno incluse
tra i maestri del sospetto. Ma diceva
una cosa tanto giusta che ora,
in tutti i documenti della Chiesa
e delle istituzioni che rifondano il
proprio carisma si parla di
educazione permanente dei propri
aderenti. Applicandolo nel concrei
della vita quotidiana, si scopre
l'assenza drammatica non solo
dell'educazione permanente pe
fare i genitori e gli insegnanti
educatori , ma della formazione1
semplicemente .
O Non è tutto. L'educazione non è
una cosa a parte dalla società.
Va pensata e realizzata dentro un
contesto economico che determina
potentemente la qualità della vita.
La famiglia dell'età preindustriale
non può venire riproposta. E le
nuove sfide alla famiglia vengono
dalla comunicazione. Non in
astratto ma da una comunicazione
che è diventata espressione di una
nuova fase economica. Non se
davvero lamentarsi e rimpiange
bei tempi di una volta, quando
va ripetendo - c'era ancora
l'educazione.
Per ritrovare parole di sens
tra genitori e figli , sarebbe be
entrare più di frequente nella
del figlio , prima di possibili tra
E fermarsi un attimo anche n
stanza del padre e della mad
Perché da soli non bastano
per arginare il cambiamento
o vivificarlo.

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1.6 Page 6

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h NCORA PIO IX.
C,iJ Da un anno continuo a
ricevere la perplessità di alcu-
ni lettori sull a beatificazione
di Pio IX. Pubbl ico la risposta
data a uno di essi, sperando
possa servire anche ad altri.
A ... .. ...... . @hotmail.com
da biesse@sdb.org
continuato a scrivermi a pro-
posito del Sillabo ne prenda-
no nota.
4. Quanto alla Questione Ro-
mana, essa non era un.a fac-
cenda meramente politica;
era invece religiosa, e se ne
accorse anche un in.sospetta-
bile Prouclhon, patriarca dei
rivoluzionari, il teorico che
Germania in viarono un mes-
saggio: "Il nome di Pio IX è
degno di ri spetto e di amore:
conosciamo i benefici che fin
dal principio del suo ponti fi-
cato egli ha offerto ai nostri
fratelli! ".
6. Noto che all'indagine di
molti lettori, tanto pignola
nel rilevare le malefatte del
I'!, ~
RAZIE CON SCU·
SEI Grazie davvero
per le tante, e tante lette-
re che continuano ad af-
follare il mio tavolo e a cui
non potrò mai dare rispo-
sta, perché dovrei appli-
carmi solo a questo lavo-
ro, lasciando tutto il resto
e probabilmente non mi
Gentili lettori,
1. Devo ribadire non per
"sbrigatività " ma per dare
testimonianza alla verità che
"i santi non si fanno tenendo
presente la convenienza ". E
se questo suscita clamori e
perplessità, beh, quando mai
azioni della Chiesa non han-
no suscitato clamori e per-
plessità? 1 suoi metri di giudi-
zio, sempre ma soprattutto in
casi di lunghi e pignoleschi
processi di beatificazioni, s'i-
spirano alla fede prima che
alle leggi e alle convenzioni
degli Stati, e se appaiono lon-
tani dalla ragionevolezza uma-
na, è perché sono orientati
dalla Scrittura: "Dio conside-
ra pazzia quel che il mondo
crede sia sapienza!" (} Cor.
3,19); "Anche noi parliamo
di sapienza, ma non si tratta
della sapienza di questo mon-
do " (] Cor. 2,6).
gridava D io è male!. Egli
scrisse: "Deponete i papi dal
loro trono temporale e il cat-
tolicesi mo degenera in prote-
stantesimo, la religione di
Cristo si disciogl ie in polve-
re ... ". Più avanti, parla di
" cattolici imbecilli non atti a
comprendere che nelle cose
della vita il temporale e lo
spirituale sono solidari come
l' ani ma e il corpo". Infatti,
oggi il Papa uno Stato indi-
pendente ce l'ha, il più picco-
lo del mondo, m.a sufficiente a
impedirgli "di diventare il
cappellano di chiunque!" (c.s.).
5. Pio IX fu un pontefice
accetto al mondo ebraico fi -
n.o al punto che nel 1847 il
rabbino capo del/' Università
Israelitica di Roma, Mosè
Kazzan, dedicò un. salmo e
un.a preghiera al " Glorioso
immortale Pio I X " che diceva
tra l'altro: " D io degli eserci-
Papa in questione, sfugge che
egli promosse centri di for-
mazione professionale per ra -
gazzi abbandonati, o,fan.otro-
fi, giardini di infanzia, dormi-
to ri per barboni, forni che
vendevano sottocosto per i
più indigenti, case popolari,
dispensari medici gratuiti per
i poveri, ecc. L 'elenco sareb-
be lungo e sorprendente...
7. Del resto anticlericali im-
penitenti come A. Brofferio e
R. Borghi riconobbero a Pio
!X rettitudine e sincerità cli
sentimenti. Recentemente lo
hanno fatto storici del calibro
di G. Spadolini, C. ]emolo e
G. Sale.
basterebbe ancora il tem-
po. Devo anche ringrazia-
re i tanti che mi inviano
poesie (Rosa da Palermo,
Viti/io da Bari... ), racconti
di guerra (Roberta da
Trieste) , notizie e com-
menti attuali come quelli
sull 'anno del volontariato
(Giuseppe di Torre S. Pa-
trizio) , e anche lettere im-
probabili o impossibili (Ni-
cola da Roma) .. . Sono
centinaia, giacciono in al-
cuni faldoni in attesa!!!
Chiedo vivamente scusa
di non avere spazio e
tempo per soddisfare le ri-
chieste, nemmeno quelle
minime. Assicuro comun-
que che tutte vengono
lette ed esorto gli scriventi
a continuare a farlo nono-
stante il mio non voluto si-
lenzio. È un modo per di-
re che ci siete e che nulla
vi sfugge ...
2. C'era qualche motivo per
mettere in discussione l'ope-
rato "politico" di questo
Pontefice, ma la sua azione
pastorale e spirituale non fu
mai in discussione. Papa Ma-
stai aveva perso la fiducia nei
politici perché aveva speri-
mentato quanto le loro pro-
messe e i loro proclami fosse -
ro falsi e contraddittori, ma
nemmeno per un. secondo va-
cillò nella sua fede in Dio.
3. Fu il Papa del Sillabo, un
breve documento che nella
sostanza "avvisava che il sol
dell'avvenire si sarebbe rive-
lato puro veleno, e il Sillabo
fu veramente profetico" (Rin.o
Camilleri). Faraoni scrive:
"Se l'avessi mo ascoltato an-
che nel suo Sillabo, che con-
dannava errori ed eresie del-
l'uomo, non avremmo avuto
le guerre, le stragi , i genocidi
del secolo XX". (Papa Pio
ti , quando un popolo pone
tutto il suo orgoglio nell ' ope-
rare rettamente gli concedi un
re buono, un principe che ti
rappresenti degnamente". Si
riferiva a Pio IX, del quale
scrisse: "Dimostrò la sua
pietà per un popolo avvilito,
em igrato, disperso e persegui-
tato! " . E nel salmo dedicato a
papa Mastai si esprimeva
liJ così: "S i dica alle isole più f'!1AN REMO ADO-
remote con quanta gloria go-
LESCENTI. Caro ret-
verna Pio IX, come ammini- tore, che ne dice del Festival
stra la giustizia con esattezza, di San Remo che lancia dei
come brilla di splendore tutto ragazzini ? Non le pare un
il mondo per lui! ". Proprio a vero stupro, questo dare in
Pio IX tra le altre cose si de - pasto a mezzo mondo una
ve la fine del ghetto ebreo che band di preadolescenti cu i,
venne abbattuto il 17 aprile forse, compete più giocare che
1848. I giudei furono ricono- presentarsi sul palcoscenico
scenti per questo gesto, e in dei divi, gareggiare con loro,
segno di gratitudine un israe- vincere e dunque proporsi di-
lita di Livorno morendo la- vi al posto loro?
sciò al Papa 30 mila scudi
che il Pontefice donò subito
Luigi, Roma
meriterebbe la denuncia cli
Rai, case discografiche, pa-
tron, ecc. Carrà compresa, la
cui professionalità almeno in
questo caso ha fatto flop! lo
non so quale carriera avran-
no fatto da quando scrivo
queste righe a quando esse
vedranno la luce; so però che
quando lei parla di stupro,
anche se la parola è forte, il
concetto s'avvicina alla ve-
rità. Mi domando, con un cer-
to timore: sapranno i genitori
proteggerli dall'assalto di le-
noni e profittatori ? E parlo
dei media, mica di qualche
malintenzionato! Parlo dei ge-
stori delle discoteche che ten-
teranno di accaparrarseli a
suon di milioni, degli anima-
to ri di feste mondane che li
vorranno per esibirli come og-
getti rari, ecc. E sapranno,
IX, Roma 1952; notare la da- agli ebrei poveri di Roma. Il Caro signore, opino che sia soprattutto, ecco perché tre-
ta!) Spero che quanti hanno 21 settembre 1858 gli ebrei di sfruttamento di minore che mo, difenderli dall'assalto dei
SETTEMBRE 2001 BS

1.7 Page 7

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Non ci è stato possibile p~b-
blicare tutte le lettere
nute in reda zione.
pe1ve-
Ce ne
1-- - - - - - - - - - - -1
sscuuo.S't;ae.mn•'poo. Palrloavvpeudbeb.rl,e'cma.zow. a-
ne o alla risposta personale.
r:,ILLOLA IN FUMO.
soldi ? L'adolescenza è un'età , . . Egregio direttore, sono
che ha i suoi ritmi , le sue f e- un exallievo con il vizio del
sticciole, il suo mondo, che ha fu mo, ma non me lo avete at-
poco a che vedere con quello taccato voi. In collegio anda- "cachet" che tenga! Lei è la
che fascia S. Remo. Forzare vo a tappam1i in bagno per prova che la pillola è solo
l' età è come f orzare la natu- essere lasciato in pace con la un'operazione commercia/e.
ra , non sai qual è l' esito. Poi mia nicotina. Ma adesso a 47 Ho amici che hanno smesso
ci vogliono i Crepe! di turno anni suonati ho capito che era da un giorn o al/' altro, senza
per cercare di capire certi sfa- meglio sorbire le ire del presi- nessuna pillola, ma con una
sci che appaiono incompren- de piuttosto che la puzza dei "bestiale" f orza cli volontà.
sibili, e invece probabilmente servizi unita a quella della si- Perciò, se proprio vuole un
son.o comprensibilissimi: stia-
mo vivendo i giorni disgra-
ziati di Navi Ligure! L ' esibi-
zione dei Gazzosa puzza di
operazione commerciale lon-
tano un miglio.. . a vederla
con la testa. Ma allora p er-
ché nessuno se ne accorge?
Perché in Italia spesso si va a
garetta. Sto cercando di smet- consiglio, risparmi i suoi ri-
tere con le pillole antifumo sparmi.
che dovrebbero fare effetto
UJ,/ dopo qualche mese, ma per
me è passato qualche an no, e
niente, eccetto un bel po ' di
, , ,A CHI LEGGE LE
LETTERE? Caro Di-
soldi. Sono spec iale?
rettore e amico, ma perché ti
sprechi tanto? Mi hai detto al-
Ilario, Messina 1' ultimo incontro che quell a
naso , ma.. . pecunia non olet -
i soldi non puzzano , quindi
nessun.o s'accorge della j ì·e-
gatura (per i minori, natura/-
men.te). Come educatore sono
preoccupato , altro che se lo
sono!
Non glielo so dire. A mio pa-
rere lei è normalissimo. Butto
qualche riflessione che spe-
ro non dispiaccia a nessuno.
Dunque, pillole o pasticche, o
compresse, o cachet (come si
chiamarono per qualche tem-
dell e lettere è la rubrica che ti
impegna di più. E chi te lo fa
fa re? Sei sicuro che siano
davvero tanti a leggerle? Fai
una prova no? Infila, una tan-
tum, qualche strafalcione e
controll a quanti reagiscono. ..
po, fo rse per amore di esoti-
Simone, Roma
APPELLI
Se avete francobolli e non
sapete a chi darli o con chi
scambiarli, o per corri-
spondere con un vero
amico, scrivete a Fabio
Gottardo, Via Gioberti,
63
35030 VILLA-
GUATTERA DI RUBA-
NO (PD).
Se sei un collezionista di
francobolli nuovi , carte te-
lefoniche usate, santini e
cartoline nuove e vuoi
scambi are i tuoi doppioni
con i miei, io sono: Piatto
Maurizio, Via Olevano
115/B - 10095 GRU-
GLIASCO (TO).
Gruppo di animatori e vo-
lontari raccoglie materiale
smo), ho l'impressione che
servano a poco. E sa perché?
Ho letto su una rivista medica
che la f amosa pillola antifu-
mo di provenienza statuniten-
se (cli là vien.e di tutto e il con-
trario cli tutto), non è altro
Caro Simone, ci ho pensato
un po' alla tua stramba pro-
posta poi mi sono detto che
f orse valeva la pena, e così
nel numero di maggio ho mes-
so giù veloce veloce che vo-
gliamo il contrario della "vita
che un farm aco antidepressivo spericolata di Renato Zero",
che si chiama Zyban.. Questo come se mi fosse scappata in-
Zyban agirebbe sui neurotra- nocentemente... Le reazioni?
smettito ri che combattono i Ta nte, caro amico, più di
sintomi cli astinenza, ecc . In.- quelle che pensassi. C'è chi
somma, ha capito? L' immar- ha scritto, chi ha telefonato,
cescibile pillola è uno psico- chi mi ha avvicinato pe1fino
farma co . Ora io ho sempre in redazione, dove non avevo
creduto eh.e il fum o f asse tut- detto proprio nulla e con.fare
t'al più un vizio e che i vizi circospetto mi ha sussurrato
non venissero combattuti con che avevo preso un.a gran to-
gli psicofarma ci, come se f os- pica! Quante? Qualche deci-
sero delle patologie! Ammetto na, su un solo errore (a
che ci sia una dipendenza psi- tutt'ogg i sono 23 segnalazio-
cologica nel tabagismo, ed è ni via posta, via e-mail, via
questa la vera calamità... La fax, una pe1fino con un SMS) .
dip endenza psicologica però Sono tante, se è vero che per
da collezione (francobolli, non si combatte con un ansio- uno che scrive 200 non scri-
carte telefoniche, cartoline, litico o un an.tibuggerotico (!) vono. li che mi assicura , in-
santini) nuovo e usato per
aiutare una cooperativa di
disabili e i padri delle mis-
sioni Consolata. No dana-
ro. Spedire a: V.S.E., Ca-
sella Postale 27 - 10050
COAZZE (TO).
per dirla con Gigi Proietti , e tanto, che la rubrica, che sto
non si risolve in due mesi. A portando avanti con non poca
volte ci vogliono anni , altre fatica, è letta , altro che se è
volte ci vuole il confessore più letta , e che i lettori son.o at-
che il medico, ma soprattutto tenti e non. si lasciano scap-
è in.dispensabile la volontà pare proprio nulla . È un in-
f orte ed esercitata del sogget- coraggiamento , ma anche un
to di smettere, se no, non e' è ulteriore impegno.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon -
den za :
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS SETTEMBRE 2001

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QNITALIA . _N_E_L_M_O_N_D__ O _ _ _ _ _ _ _ _ __
MESSINA, ITALIA
PER I MARTIRI
SALESIANI
"Santità e missionarietà sale-
siana" è stato il titolo dell a
grande fes ta commemorati va
in onore de i martiri cines i (2),
di que lli polacchi (6), e di
que lli spagnoli (32), e levati
ag li altari in questi ultin1i due
anni. Ha fatto da cornice la
cattedra le di Messina dove so-
no confluiti sales iani , Figlie di
Mari a Ausiliatrice, exallievi/e,
cooperatori /trici, Volontari e
Don Bosco, Apostole della
Santa Fami glia, per pa1tecipa-
re alla celebrazione presieduta
dal consig liere per le miss ionj
don Luciano Odorico. 11 po-
meri gg io è stato dedi cato alle
commemorazioni ufficiali , te-
nute rispetti vamente da suor
Graz ie lla Curti e don Odori co.
Canti , musiche, danze hanno
interv allato la grande manife-
stazione, prima e unica nel
suo genere, eseguiti dai giova-
1u del MGS della Sicilia.
CHANGARA,
MOZAMBICO
RITMI DI VITA
A Changara, nel nord ovest
del paese, c'è una miss ione
delle FMA inserita in una
realtà di povertà, marginalità,
denutri zione, degrado, caren-
za di acqua, luce, tecnologie...
I cristi ani sono 2500 su una
popo lazione di circa 23 mil a
abitanti . Il punto di riferimen-
to per i cattoli ci è padre Al-
berto, un mi ssionario spagno-
lo de i Pad ri di Burgos, ma in
un raggio di c irca 50 km ci
sono altri 20 vill agg i, costituì-
ti ognuno con un responsabile
e alcuni catechisti e maestri.
Alle FMA spetta il lavoro di
animaz ione de lla catechesi, di
sostegno di alcuni servizi, tra
cui il progetto di nutrizione
de i bambini , corsi di forma-
zione professionale per le
donne, e l' internato con 40
ragazze. Le suore sono impe-
gnate anche in strutture pub-
bliche come l' ospedale e la
scuo la statale de lla città. È
questa realtà di intenso impe-
gno su più fronti , di comunio-
ne nell a di versità che ha col-
pita un gruppo di giovani vo-
lontari itali ani recatosi a
Changara per un po' di volon-
tari ato. " L ' unità delle suore
de ll a comunità, così di ve rse
per età, storia, cultura è un se-
gno im portante non solo per
la gente di Changara, ma an-
che per no i, scriv ono; è un se-
gno di futuro. C i ha colpito
l' organi zzazione della comu-
nità parrocc hiale: anche se
parroco e suore venissero a
mancare, tutto procederebbe,
perché fo ndato sul ministero
de i laic i".
BUDAPEST,
UNGHERIA
LIBRERIA
DON BOSCO
SETTEMBRE 2001 BS
La cadu ta de l comunismo ne-
gli anni '90 ha permesso la ri-
presa de lle attività salesiane in
tutta l' Ungheri a, ma non ha
re integrato quanto essi aveva-
no prima che la nazione ve-
ni sse bolscev izzata. La grande
tipografia e 1' Editrice Don
Bosco de ll a capitale, fi ore al-
1'occhiello dei salesiani un-
gheres i, non sono mai state re-
stituite. Ma ess i hanno voluto,
a costo di non pochi sacrifi ci,
ripri stinare quel patrimonio
culturale. La generosità del
Rettor Magg iore, dei benefat-
tori e il personale sacrific io
de i confratelli hanno fatto il
mi raco lo. D all ' ap rile scorso i
salesiani hanno di nuovo la
loro Libreri a Don Bosco, che
ha anche una sezione itali ana
e una tedesca, d ivenendo così
l' unica libreria cattolica del-
1' intero Centro Europa che
offre materiale anche alle mi-
noranze linguisti che. Capita
un fatto curioso ed esaltante:
le altre editric i cattoliche e
perfino quelle protestanti di-
vul gano gli "ottimi" prodotti
de ll a Libreria Don Bosco, la
cui clientela va crescendo
sempre di più. È già iniziata la
di vul gazione soprattutto ca-
techi stica anche nei paes i cir-
convic ini ab itati da minoranze
catto liche. Don Bosco ripren-
de la sua marcia con il vigore
e la qualità dei primi tempi .. .

1.9 Page 9

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Redazionale
San Maseimo
vet('OVO diTorino
lft~\\\\ (i>1 P11Kl~l
Alla nostra civiltà compute-
rizzata manca ormai l'esem-
pio di uomini che sappiano
dare alla propria vita un 'im-
pronta autenticamente spiri-
tuale .
Per questo diventa ancora
più valido l'esempio dei
santi.
La loro parola, a volte sua-
dente, altre volte tagliente ha
formato generazioni di cri-
stiani.
Famosi restano i sermoni di
san Massimo di Torino che
rivelano la sua tenerezza di
pastore ma anche la sua
caparbietà nell 'esigere la
pratica dei doveri religiosi , il
suo coraggio nel denuncia-
re l'ipocrisia, il perbenismo ,
l'usura, il mercimon io, l'ille-
galità ...
Credeva nel suo servizio
episcopale e considerava
suo dovere salvare il suo
gregge dal la decadenza
morale, dalla corruzione e
dagli ultimi residui pagani.
Un libretto che si legge d'un
fiato , scritto da uno dei colla-
boratori del BS.
VALENCIA, SPAGNA
INUMAZIONE A
SAN ANTONIO ABATE
Sette de i 32 martiri sa les ian i
del gru ppo d i Valencia, beati-
ficat i da G iovanni Paolo J1
I' I I marzo ne l gruppo de i
233, sono stati inumati la
mattina de l 30 april e 200 I
ne ll a parrocchia di San Anto-
nio Abate, presso un altare a
loro ded icato. I confrate lli
de ll a comunità valenciana uc-
cisi da i comu nisti erano 11 e
la guerra li sorprese propri o
quando erano in ritiro spiri-
tu ale ne l collegio. Soltanto di
sette di ess i si conservano i
resti, que lli stess i che verran-
no deposti presso il nuov o al-
tare, ded icato a tu tti i martiri
sales iani de ll a guerra civile
del 1936. In prev isione, dun-
que, anche que lli de l gruppo
di Mad rid e di S iv igli a ver-
ran no a suo tempo inumati in
qu esto luogo.
Ecco i nomi dei sette beati:
] osé Ca lasanz, Antonio Mar-
tfn, Recaredo de lo R fos, Ju -
lian Roddguez, ] osé Jiménez,
Augustfn Garda, Alvaro San-
juan..
NUMISMATICA,
ECC.
a cura di Roberto Saccarello
ARGENTO VATICANO
PER RESURREZIONE E GIUBILEO E...
Per la prima volta nella storia monetaria, la Città
del Vaticano ha celebrato la Resurrezione con un
pezzo in argento del valore nominale di 5000 lire,
battuto in 16.000 esemplari "fondo specchio". La
raffinata moneta è firmata da Floriano Bodini , autore
delle argentee 500 lire emesse Oltretevere nel
1998, in occasione dell'ostensione della Sindone. Il
diritto reca un'intensa immagine di Giovanni Paolo
Il , rivestito di ampio piviale e inginocchiato davanti
all 'angelo dell'Eucarestia; il rovescio , una rappre-
sentazione del trionfo del Risorto.
La Zecca Vaticana ha messo in circolazione
anche la serie dell'anno XXII di Pontificato di papa
Wojtyta, che comprende 8 monete (1 O, 20, 50, 100,
200, 500 , 1000 bimetalliche e 1000 d'argento) del
Cecco Buonanotte, dedicate ad alcuni dei mo-
menti più significativi del Grande Giubileo del 2000.
Infine per la Pasqua 2001 ecco la solita emissione
filatelica di una busta con annullo speciale: "Sur-
rexit Christus alleluia" e, sotto il logo delle Poste
Vaticane, un particolare della "Resurrezione" del
Perugino .
Per saperne di più: 'fi' 0761 .307124
BS SETTEMBRE 2001

1.10 Page 10

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l00annifa
Il BS di settembre 1901 ricorda con un articolo
di ben quattro pagine il 25° anniversario
di fondazione del Bollettino Salesiano.
Questo settembre 2001 dunque la nostra rivista
ricorda il suo 125° di vita editoriale.
Una bella tappa.
IN ITALIA
NEL MONDO
omt i1BLI aATròìié'O
OllOLLET~lXO S.U,ESLLVO J/ENSU.\\LE
Ifa ~llrf,.,t,•, ,\\"• 1',. iNfll,.
SAMPRAN ,
THAILANDIA
L'UNIONE
FA LA FORZA!
L ' oratori o di Sampran è l'e-
spress ione della collaborazio-
ne tra FMA , Suore del S.
Cuore Imm acolato di Maria,
sa lesiani , nov izi, novizie, ge-
nitori e giovani animatori . Da
circa sette anni , queste varie
componenti hanno deciso di
unire le forze per di ventare
più visibili , e offrire una pro-
posta educativ a più rob usta
ed efficiente, coordinando
l' intervento pas torale. Oltre al
tempo libero, l' oratorio offre
laboratori di info rmatica, dan-
za, musica, sport. Lo freq uen-
tano bambine e bambini di re-
ligione buddi sta. "Il Sistema
Preventi vo, scrive suor Imel-
da, ci insegna ad aprirci all a
realtà circostante, a vivere da
cittad ine attive, a ri spondere
con nuove strategie educative
ai bi sogni dei piccoli e delle
fa mi glie del quartiere".
Coi sensi più giocondi del nostro cuore salutiamo questo
mese di settembre che ci ricorda come 25 anni fa, la no-
stra Pia Società giovane ancora di esperienza e debole
più ancora di forze, metteva mano ad una nuova impre-
sa. Avevamo in quei tempi ancora D. Bosco con noi che,
con i suoi savi consigli e con i lumi a lui ispirati dal
cielo, ci guidava nell ' arduo e faticoso arringo, e ci spin-
geva a lavorare con lena, augurandoci i frutti più lieti e
abbondanti [... ] Si aveva in quei tempi in mano la pub-
blicazione del Bibliofilo Cattolico, che usciva da qualche
anno in servigio della nostra tipografia e libreria di Tori-
no, e questo nel settembre del 1877, comparve coll 'ag-
giunta di Bollettino Salesiano. Dapprima fu ben piccola
cosa. Erano quattro paginette che... portavano notizie
dei nostri missionari d 'America ... E D. Bosco continua-
va a dirci: - Voi non sapete ancora come quest' opera è
voluta da Dio, e quanto bene deve produrre in mezzo
alle nostre popolazioni ... - Ed ora che noi vediamo come
obbediente l'avvenir rispose alle sue previsioni e che,
scomparso il Bibliofilo restò solo il Bollettino Salesiano,
e rapidamente diffondendosi per tutta Itali a, dalle Alpi a
Sicilia, e poi tradotto in francese e quindi nello spagnolo,
poi in inglese, tedesco, polacco, ed ungherese ...
100 E NON LI
DIMOSTRA
Una festa della memoria che
prende avvio lo scorso 8 di-
cembre con una "Camminata
giovani le" per le vie della cit-
e che culmina il 28 gennaio
con la grande commemora-
zione nello stadio Venustiano
Carranza (20 mila posti). Il
centenario dell ' arrivo delle
prime quattro FMA a Moreli a
ha assunto i toni del coinvol-
gimento cittadino. Infatti , og-
gi come all ora il Co legio Ma-
ria Auxiliadora è punto di ri-
ferimento sicuro per un 'edu-
.cazione di qualità. Le autorità
civili hanno espresso il loro
ringraz iamento per l'apporto
di sinteressato che le suore
hanno dato all a vita culturale
di Moreli a. I volti dell a cate-
na ininterrotta di giovani don-
ne che, in un secolo, hanno
frequentato l' istituto, sono
esposti nell a mostra foto grafi-
ca. I fotogramm i sono ingial-
liti solo dal tempo, perché i
ricordi per tante sono ancora
vivi. Le celebrazioni centena-
rie prevedono un calendario
denso di appuntamenti : un
congresso sul sistema preven-
tivo, una commemorazione
con tutta la Famiglia Sales ia-
na, scambi cultu rali e sportivi
tra le scuole FMA della regio-
ne, e una giornata con le
suore nati ve del luogo e i loro
fa mili ari .
SETTEMBRE 2001 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Serena Manoni
Ne aveva sentito par-
lare per la prima
volta dal salesiano
don Giorgio Bruni in Vati-
cano. Così l'ha presa la
curiosità di vedere coi pro-
pri occhi una realtà che le
appariva più che altro una
favola, triste magari , ma
pur sempre favola. Non ci
ha pensato molto , con l'en-
tusiasmo tipico dei giovani
ha deciso che valeva la
pena di raggiungere i qua-
si tremila metri di altitudine
di Chacas, dove vivevano i
più poveri tra i poveri. Abi-
tuata a lavorare l'oro per
una società che nell'oro ci
nuota, si è ritrovata in
mezzo a una moltitudine
che lotta giorno dopo gior-
no per ricavare col sudore
della propria fronte il ne-
cessario per tirare avanti.
Una realtà dove sembrano
banditi i sogni , i grandi
progetti , e ogni idea di bel-
la vita!
È stato un mese... da
sballo, non nel senso che
comunemente gli danno i
giovani, ma esattamente
nel senso contrario . Di
punto in bianco, Emanuela
si è trovata "sballata", ca-
tapultata in una realtà che
mai avrebbe immaginato
potesse esistere. L'ha con-
fessato candidamente, ag -
giungendo di essersi per
smarrita ... Ma è durato
poco . Vistasi in gioco , ha
cominciato a giocare ! Ha
capito di essere in un am -
biente poco idoneo per
commuove rsi , o compas-
sionare , in un posto fatto
non per essere visitato, ma
per rimboccarsi le mani-
che. Così ha fatto. Da par
suo. Si è messa sotto chie-
dendo che le facessero fa-
re quello che sapeva fare
meglio : disegnare, scolpire,
creare ... E ha subito con-
quistato la stima, la sim-
patia e l'affetto della gente.
TRA I POVERI
DICHACAS
Emanuela
nella casa degli orfani a Nafta (Lima).
Emanuela, la ragazza del logo
Jubilaeum 2000, ha voluto aprirsi
a una realtà diversa da quella occidentale.
Eccola dunque immersa per un mese
in una esperienza shockante, a Chacas,
nella parrocchia di padre Ugo De Censi,
dove ha scoperto un altro mondo
e un altro modo di vivere.
La povertà rende audaci ,
si sa. I poveri di Chacas,
incantati dall 'abilità delle
sue mani , dalla semplicità
del suo tratto , dalla bel-
lezza delle sue creazioni
le hanno chiesto , senza
tanti complimenti o giri di
parole , di rimanere per di-
ventare la loro maestra e
trasmettere loro i segreti
della sua arte. Così l'han-
no messa in crisi. "Ho al-
largato i miei orizzonti,
dice adesso Emanuela, e
non è detto che non ci
torni. Quello che ho visto
e vissuto lo conservo ge-
losamente nel cuore, per-
ché il ricordo non svanisca
col tempo ma rimanga vi-
vo. I poveri di Chacas mi
hanno insegnato a dare il
giusto peso alle cose. Ora
non ingrandisco più i miei
problemi che là mi sono
sembrati addirittura ridico-
li , mentre qui pensavo mi
schiacciassero . Mi sono
resa conto che quelli degli
altri , e per altri intendo i
miei amici di Chacas, so-
no macigni al cui confron-
to i miei sono piume in
balia del vento."
Nella piazza di Chacas
con alcuni bambini.

2.2 Page 12

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Giusto un anno fa veniva beatificato, tra non poche polemiche,
PIO IX "FOND'110REu
DELLA SOCIETA
SALESIANA?
di Francesco Motto
L'espressione
''fondatore" più che una
ragion d'essere storica,
ne ha una ideale
e apologetica.
Ad attribuirgli tale
enfatica carica è stato
Don Bosco stesso, che
non si fece scrupolo
a scrivere che "le basi"
della Società Salesiana
erano dovute a Pio IX
mpersona.
E' stato detto che Pio IX fu il
fondatore di varie congrega-
zioni dell 'epoca. Per la "Pia
Società di San Francesco di Sales"
più che "confo ndatore" egli è stato
" padre", amorevole ed es igente. In-
fatt i, l 'idea e I' i11iziale realizzazione
di una "Congregazione degli Orato-
ri" è ben anteriore alla prima udien-
za papale (1858). La stessa grave
preoccupazione di Don Bosco di
conciliare vita "religiosa" ed esi-
stenza "civile" sembra sia stata do-
minante in lui già nei primi anni
'5 0, così come la soluzione pare do-
vuta a colloqui chiarificatori col mi-
ni stro anticlericale Rattazzi. Altret-
tanto si potrebbe forse sostenere per
altre scelte qualificanti che Don Bo-
sco, per avere maggior asco lto dai
consultori e "gi udici " dell e Congre-
gazioni romane, tende " proiettiva-
mente" ad attribuire al Papa. D 'altro
canto la "paternità" papale della so-
SETTEMBRE 2001 BS
Il Papa in preghiera.
cietà salesiana sembra fuori disc us-
sione, tanto significativi sono stati i
consigli di Pio IX a Don Bosco, tan-
to "p rotettivi " gli interventi papali
in suo favore, tanto numerose le ec-
cezioni da lui concesse alla prassi
dell 'epoca e alla tradizione degli
istituti religiosi durante i lunghi ne-
goziati che portarono ali' approva-
zione delle costituzioni salesiane.
ALLE ORIGINI
Tenuto in considerazione il "gene-
re letterario" qui accennato, è suffi-
ciente leggere il resoconto dell e
udienze papali del febbraio/marzo
1858 , così come le descri sse 16
anni dopo lo stesso Don Bosco:
"Q uesto incomparabile Pontefice
mi accolse nel modo pilì benevolo;
mi fece minutamente esporre i pri-
mordi di questa istituzione, e ciò
che mi aveva mosso a cominciarla,
che si faceva e come si faceva. Di
poi soggiunse: 'Mio caro, avete
messo molte cose in movimento; ma
voi siete uomo e se Dio vi chiamas-
se, ove ogni uomo deve andare,
queste vostre imprese dove andran-
no a finire?'. Beatissimo Padre,
risposi, è questo lo scopo della mia
Pio IX, Vittorio Emanuele Il
e Garibaldi.

2.3 Page 13

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papa Giovanni Mostai Ferretti.
venuta ai Vostri Piedi, è questo il
soggetto della lettera del mio Arci-
vescovo. Supplico V S. a volermi
dare le basi di una Istituzione che
sia compatibile nei tempi e dei luo-
ghi , in cui viviamo. 'L' impresa non
è tanto dijjtcile. Si tratta di vivere
nel mondo , senza essere conosciuti
dal mondo. Se però in quest'opera
avvi il volere di Dio , esso ci illumi-
nerà. Andate, pregate, e dopo alcu-
ni giorni ritornate e vi dirò il mio
pensiero'. Passata una settimana,
ritornai dal S. Padre, che in veden-
domi tosto prese a parlare così: 'Il
vostro progetto può procacciare as-
sai bene alla povera gioventù.
Un'Associazione , una So cietà, o
Congregazione religiosa sembra ne-
cessaria in mezzo a questi tempi lut-
tuosi. Essa deve fondarsi sopra que-
ste basi: una società di voti sempli-
ci, perché senza voti non vi sarebbe-
ro gli opportuni legami tra soci e
tra superiori e inferiori. La foggia
di vestire , le pratiche di pietà non la
fac ciano segnalare in mezzo al se-
colo. Le regole siano miti e di facile
osservanza. Si studi il modo che
ogni membro in faccia alla Chiesa
sia un religioso e nella società civi-
le sia un libero cittadino. Forse sa-
rebbe meglio chiamarla So cietà an-
zi che Congregazione; perché sotto
a questo nome esisterebbe meno os-
servata'".
Come di no,ma, due furono le fasi
attraverso cui si giunse ali 'approva-
zione della soc ietà salesiana e delle
Pio IX consegna le Regole
a Don Bosco.
sue costituzioni e in entrambe la par-
tecipazione del Papa fu qualificante
e risolutiva. La prima si concluse
con l'approvazione nel 1869, e a
Don Bosco che si lamentava di al-
cune limitazioni per le ordinazioni
sacerdotali di salesiani, il Pontefice
disse: "Facciamo un passo per vol-
ta [. ..]. Quando le cose vanno bene,
la Santa Sede suole aggiungere e
non mai togliere". Così avvenne.
Dopo S anni, nel 1874, il Papa rese
definitiva l 'approvazione che uno
dei quattro cardinali della commis-
sione giudicante voleva ancora tem-
poranea per il persistere deU 'oppo-
sizione di alcuni vescovi e per le os-
servazioni "pesanti" da parte di con-
sultori pontifici.
APPOGGIO DECISIVO...
I tempi per le due approvazioni
furono eccezionalmente brevi, pro-
prio per il deci sivo appoggio papa-
le. Non si deve , infatti, dimenticare
che la procedura specifica non era
ancora ben dete1minata, per cui gra-
vi ragioni militavano a favore di un
serio controllo sui nuovi istituti, in
sintonia d 'altronde con la linea di
riforma della vita religiosa intrapre-
sa dalla Curia Romana fin dall 'ini-
zio del pontificato di Pio IX. Inoltre
in Italia il neonato Regno era in
aperta rottura con la Santa Sede, an-
che per la soppressione di molte
gloriose istituzioni religiose. Vi si
aggiunga che il testo delle Costitu-
zioni salesiane si staccava dalle esi-
genze tradizionalmente avanzate dal-
la Santa Sede, e che la precisione
formale di alcuni articoli era poco
attenta alle esigenze canoniche. Don
Bosco, praticamente redattore unico
del testo , non aveva alle spalle una
specifica formazione giuridica che
lo potesse soccorrere in determinati
frangenti . mancò l'opposizione
di alcuni prelati, i quali talora si
sentirono 'spiazzati dalla sottovalu-
tazione che Don Bosco dava alla
fo rza obbligante delle loro "animad-
versiones', e scavalcati dal valore
esorbitante che l'educatore subalpi-
no dava a decreti, indulti , privilegi,
deroghe temporanee che il Papa gli
concedeva. Si capisce così il motivo
per cui nel 1868 Don Bosco fece di
Giovanni Mastai Ferretti
collegiale a Volterra.
tutto per accelerare l 'approvazione:
"Ho fatto questa anticipazione spe-
cialmente p er due ragioni: affinché
quel Pontej,ce, che aveva in certo
modo fondata e diretta questa so-
cietà, fosse Colui stesso che alla
medesima desse la definitiva appro-
vazione ed eziandio affinché avessi
potuto lasciare ai miei soci questa
Società consolidata e definitiva-
mente approvata prima della mia
morte che si va a grandi passi avvi-
cinando".
IN SCOMODA
POSIZIONE
La storia registra dunque la gran-
de condiscendenza del Papa verso la
congregazione salesiana, senza però
che Egli mai annullasse le compe-
tenze altrui. Anzi, nella scomoda
posizione in cui si venne a trovare
(non volendo scava lcare gli organi-
smi vaticani competenti, ma nello
stesso tempo volendo aiutare Don
Bosco che aveva fretta di conclude-
re le pratiche in corso), Pio IX sem-
pre lo invitò a trattare con le legitti-
me autorità e a inoltrare formali do-
mande ai dicasteri interessati: "Co-
minciate adunque ad informare di
ogni cosa il cardinale Prefetto dei
Vescovi e Regolari; e intanto dite a
monsig. Vite/leschi che me ne parli
ed aggiusteremo tutto".
E fu grazie a queste "correzioni di
rotta" imposte dalla Curia Romana
che la Pia Società di San Francesco
di Sales mise basi "stabili e sicure"
per il futuro.
BS SETTEMBRE 2001

2.4 Page 14

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Volontari è bello! Un modo per mettere a frutto il proprio tempo
AWENTURIERI
DI SPERANZA
di Jean François Meurs
Sulla loro t-shirt
bianca spicca il volo di
una colomba della pace.
La scritta in blu dice:
"Creatori di speranza"...
Sono in quindici
tra giovani e adulti.
Stanno per imbarcarsi
per Haiti, con una
puntata a Santo
Domingo. Le valigie
sono zeppe di paure
e di speranze.
Il gruppo di volontari partiti dal Belgio per una esperienza
di lavoro e condivisione ad Haiti.
Pottano con dei medicinali
per affrontare gli imprevisti,
giochi da regalare ai più pic-
coli, provviste per i giorni di ma-
gra... e il sogno pazzo di vivere in
modo diverso, in questo "altrove"
dove sicuramente capiterà di incon-
trare fratelli sconosciuti. Hanno un
desiderio, quello di rendersi utili.
Non sono partiti allo sbaraglio: per
un anno intero si sono preparati al-
l'impatto con una realtà che sapeva-
no sarebbe stata dura, avendo un
programma preciso: ridipingere il
fabbricato di accoglienza del Centro
Don Bosco di Thorland, partecipare
all ' animazione dei ragazzi , incon-
trare persone e fare esperienza di
gruppo.
.
. imo e tuttavia
Reginaldo .e po:er1:~oi genitori sono
mi ollre dei rega :.-
negli USA ed ea/
t~·~vestcaonnzeunsecnuzgainiol-
in una casetta
· mai a mez-
luminazione. Non ~an2~a del cibo lo
zogiorno ,_. e quan
ollre a1 piu poveri
d?i _1ui ·
È
·
un
tipo lor-
li "scou-
midabile . V?glio ilnv'.argdle1id~~acciàletti
bc1h'deoup,,o,trea. gnli.vennedeareraper strada. Sono
lelice di aiutarlo. (Bruno)
SANTO DOMINGO,
POI THORLAND
Prima tappa Santo Domingo. Gio-
vanni, l' autista inviato dai salesiani
a riceverli, fa una certa impressione
quando tira fuori il fucile e lo pone
bene in vista: sarà la loro guardia
del corpo. La prima lezione che im-
VoOte l'Égllse
Tt.11 l tJ ffh I
North
,lt/antfo
Ooeon
Carihhean
Sea
.
. Cap -Ho711 en
Oone l},S
GonQv~
0
1
O~l.f Doa auno,
HAITI e
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ç> uanotf]ln
S1.- M/chel J
de l'A talaye
011.\\.
Pli!tlon BaJ011 -
Vleux Bourg
de Jéfé le
1 ,t 1t1d•
ruvc m/J r
R ••o~ux
/A, e d Ha1nau11 .,
RT- A
Léog8r,e,•
agp6ru,• Poi t" "6
Ooivo rand
601,,,_i .
SETTEMBRE 2001 BS
DOM !NfCAN
REJ>uor,rc
ft ,..,,.,
All uV In I
North.Atlantic Ocean
DOMINICA N
Caribbean Sea

2.5 Page 15

▲back to top
durante le vacanze ...
parano è "adattarsi alle circostan-
ze": dovranno, infatti, restare più
del previsto nella Repubblica Domi-
nicana, perché la frontiera con Haiti
è chiusa causa elezioni. Le giornate
impreviste sono messe a frutto in-
contrando 300 giovani dominicani
riuniti in un week-end di approfon-
dimento della fede. Al difetto di non
poter comunicare, causa la lingua, si
supplisce con la musica, e la danza:
il ritmo della "merengue" trasforma
il contrattempo in un 'occasione po-
sitiva, e scopre una capacità di acco-
glienza che desta meraviglia.
Il presidente di Haiti, l'ex salesiano
Aristide.
Infine si arriva a destinazione, a
Thorland, accolti festosamente dai
NONSOLOLAVORO
salesiani don Ducange e don Wim.
Haiti custodisce ancora delle bellez-
ze naturali, ma il paesaggio umano
è di altra natura: la povertà deborda
ovunque, la circolazione è frenetica
e
boli
ospiti
vengono
aggrediti
.
dal
rumore, da odori nauseabondi, e as-
sillati da piccoli venditori di cian-
frusagl ie inutili e da mendicanti bam-
bini . La vita sarebbe insopportabile
se non fosse per le amicizie che
vanno intrecciandosi molto veloce-
mente tra i giovani, e l'alone di
inossidabile gioia di vivere che sem-
bra possedere gli abitanti di Haiti.
Stavo seduta per terra in disparte.
Un giovane mi avvicina: che hai?
Sei triste ? Stai male? Ho risposto
no. E allora sorridimi e facciamo
conoscenza. Ti va? Così siamo di-
ventati amici. Racconta Alina.
Thorland è un posto privilegiato,
protetto, e Francesco trova ingiusto
che non si possano accogliere più di
200 giovani, perché non ci sono che
tre salesiani per accuparsene. Aveva
notato che bastava mettere il naso
fuori per rendersi conto degli im-
mensi bisogni dei ragazzi haitiani.
La mattina appresso di buonora si
è già al lavoro. La facci~ta si copr_e
di bianco. All 'interno s1 spalma il
verde e il rosa . I giovani haitiani
vengono a godersi lo spettacolo ~on
facce stupite. Portano della musica,
e i pennelli cominciano a danzare
sulle pareti ... si rischia una simpati-
ca bagarre. Ma il lavoro non si bloc-
ca. Aurelia e Geremy, che stanno
dipingendo la faccia di Don Bosco e
di Domenico Savio sulla facciata,
diventano delle star. Molti curiosi li
seguono ammirati. Diventa imba-
razzante quando si sentono chiedere
con disarmante semplicità di tenere
per loro dei corsi di disegno. A sera,
ci si riunisce per revisionare la gior-
nata: sgombrare il campo dalle pic-
cole tensioni accumulate , ascoltare
il racconto dei contrattempi , ma
anche delle soddisfazioni avute. Poi
padre Ducange comunica le sue im-
pressioni e risponde alle domande.
L' ultimo giorno è dedicato ai brico-
lage per i picc<?li dai tre ,a! dieci
anni. E un'eccez10ne, perche Il Cen-
tro accoglie solo ragazzi/e dai 10
anni in su.
Le giornate sono lunghe ma ben
-- - .- d si attarda -;;oca~ \\ riempite, bisognerebbe coricarsi
\\
Il piccolo R1ccar o_ . al mare . D1
re tutto il giorno in r~1~~e lo avvicina
presto. Ma si ha voglia di prolunga-
tanto in tanto un g ma lui continua a
aiJ~ con aria contrariata,
lanciare il pallo~e Ta
a La sera il - Uno scorcio della Haiti più povera.
~assetta di 1------,---.--------;:-.---,-----,
birichino ripren e
er tornare a
piccolo lustrascarp~aie con gli stra-
casa: ha preferito _s se non porterà a
nieri e tanto peg~~rà mangiato quel
casa un sold? · dormito quella notte?
giorno? E avra
(Francesco)
I Jean-François Detournais,
autentico motore dell'avventura
haitiana.
re la serata in terrazza, chiacchie-
rando, commentando, e schiamaz-
zando attorno a una partita di Whist.
Il contatto con la realtà locale è
stato approfondito da una visita in
macchina alle scuolette della bidon-
ville di Port-au-Prince. Disagio da-
vanti alle risa di alcuni abitanti e al-
la collera di altri; sofferenza intima
durante la visita all 'orfanotrofio
delle piccole sorelle di M. Teresa:
fanciulli ammalati di carenza di af-
fetto più che di AIDS o di tuberco-
losi e curati con mezzi del tutto in-
sufficienti. È stato un vero incubo la
scoperta di due ladri lapidati per
dalla folla inferocita. C'è comunque
un filo si speranza tra tanta miseria:
è costituito dalle 200 piccole scuole
del padre Bohnen, dalla scuola di
Arti e Mestieri Don Bosco che
fonna e educa i giovani, alla casa
"Lakay" del padre Stra che recupera
i ragazzi di strada.
ADDIO
Il vertice della commozione lo si
raggiunge, più che sulle alture di
Kenscoff, dove Haiti ostenta i suoi
magici paesaggi, o nella gioia di
nuove amicizie, durante la veglia fi-
nale fatta insieme nella sala ridipin-
ta e trasformata dalle decorazioni
preparate dagli amici haitiani. Musi-
ca, ballo, canzoni, scambi di doni e
le buone portate di Mamma Sexy,
animatrice del Centro e cuoca d 'ec-
cezione ... Non si va a letto quella
sera, ci si lascia con gli occhi pieni
di lacrime e di ricordi solo la matti-
na, quando è ormai giunto il mo-
mento della partenza...
O
BS SETTEMBRE 2001

2.6 Page 16

▲back to top
BREVISSIME DAL MONDO
REPUBBLICA DOMINI-
CANA. La Chiesa intervie-
ne a Santo Domingo, deva-
stato tre anni fa dall ' uraga-
no "Gorge", coordinando
un progetto di costruzione
di 300 case, finanziate dalla
Caritas dominicana, da
quella spagnola, da organi z-
zazioni non governative e
altri per circa 2,5 milioni di
doll ari. Un intero quartiere
che si chiamerà "Nuevo Ce-
pillo". Il costo totale, che
prevede altre 132 abitazioni
anti ismiche e tutte le infra-
strutture arriverà a 31 milio-
ni di doll ari.
RIO DE JANEIRO. Don
Nazareno Panciotti è stato
ucc iso il 2 1 fe bbraio u.s.
con un proiettile alla nuca
dopo un macabro gioco.
Aveva fondato un ospedale
e una scuola per i più poveri
dei poveri a Jaurù, in Brasi-
le. I mandanti ? Gente che
non sopportava che il sacer-
dote insegnasse alla gente a
lottare contro la corruzione
di narcotrafficanti , latifon-
di sti , profittatori , ecc.
CITTÀ DEL VATICA-
NO. L ' Agenzia di informa-
zione missionaria de lla San-
ta Sede ha pubblicato la li-
sta de i martiri dell 'anno
2000, tra i qu ali si contano
19 sacerdoti, 6 suore, 3
seminaristi e 2 laici. È I' A-
fri ca il continente più biso-
gnoso di aiuti materiali, mo-
ra li e spirituali , ma risul ta
anche essere il più pericolo-
so per i mi ss ionari. Nel cor-
so de l 2000 ben 17 di loro
hanno perso la vita in Afri-
ca. Secondo una rice rca
condotta da studiosi prote-
stanti , i martiri de l 2000
(cattoli ci, ortodossi, prote-
stanti ed evangelic i) rag-
giungono l 'incredibile c ifra
di 165 mila.
UNIVERSITÀ
GREGORIANA, ROMA
MAGDEBURGO.
GERMANIA
PASTORALE VIA SMS
Il Centro Gi ovanil e Don Bos-
co opera in un contesto di mi-
noranza cristiana. Le tre suore
salesiane presenti lavorano in
stretta conness ione con I' Uf-
ficio Diocesano di Pastorale.
Suor Lydia, animatrice della
comunità, comuni ca una ini-
ziativa simpatica e all ' altezza
dei tempi (!): "Oggi i giovani
si servono del cellulare per
mandare messaggi e fare gli
auguri di buon comp leanno,
fi ssare appuntamenti con gli
amici, raccontare le loro cose.
Un breve testo e la cosa è fat-
ta! L'Ufficio di Pastorale di
Magdeburgo ha deciso di uti-
lizzare la SMS per annunciare
la Buona Notizia ai giovani.
Durante la quaresim a la gior-
nata viene punteggiata con
messaggi biblici di pochi se-
condi . Il messaggio del mer-
co ledì delle Ceneri ad esem-
pio diceva: Il Regno di Dio è
vicino, cambiate vita e crede-
te in questo lieto messaggio!
Altri giorni sono stati lanciate
alcune provocazion i: Quando
prego? Oppure: Sto vivendo
nel presente? e così via, fino
a c irca 200 messaggi g iorn a-
lieri, con l' invito a ri spondere
e a mettersi in contatto sem-
pre attraverso una SMS dal
proprio cellul are".
450 ANNI DI PRESTIGIO!
L'Univers ità Gregoriana, fo r-
se la più prestig iosa tra le uni-
versità pontificie, presso la
quale anche tanti sa les iani
hanno studi ato, celebra i 450
anni di attività accademica.
Fondata da sant'Ignazio di
Loyola nel lontano 1551 co-
me "Scuola di grammatica,
d' umanità e di dottrina cri-
stiana, gratis", si è coperta di
gloria nel corso di cinque se-
coli e mezzo . Divenne Uni-
versità sotto papa Pao lo IV
nel 1556; Gregorio XIII gli
fomì una degna sede in quella
che si chiamerà "Piazza del
Collegio Romano". Alcune ci-
fre bastano a dare un'idea di
questa vetusta istituzione. Tra
i suoi studenti essa annovera
20 santi (come san Lui gi
Gonzaga, san Camilla de Lei-
li s, san Massimili ano Maria
Kolbe, san R oberto Bell arn1i-
no, ecc.) e una quaranti na di
beati . Ben 16 sommi pontefici
vi han no compi uto i loro stu-
di. Oggi l' uni vers ità ne i suo i
17 dipartimenti e faco ltà con-
ta oltre 3200 alunn i prove-
nienti da 116 diverse nazioni ,
ass istiti da 330 professo ri di
40 paes i del mondo. Tra di
essi 150 sono ges uiti . Gli altri
docenti sono sacerdoti , reli-
g iosi , la ici, e un buon numero
di donne. La biblioteca è for-
nita di o ltre 900 mila volumi
e 3500 period ici (pro prio alla
Gregoriana es iste la più com-
pleta raccolta di stud i marxi-
sti e de l pensiero sov ietico
dopo quella di Mosca), ed è
in rete con le biblioteche di al-
tre 13 università dell 'Urbe,
mentre, via Internet, è collega-
ta con quelle di ala·i 40 paesi
del mondo. Stampa una novan-
tin a di Libri ali 'anno e più di
600 articoli editi da case ed itri-
ci di diverse nazioni , inoltre 22
peri odi ci in 5 lingue.

2.7 Page 17

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a cura del direttore
LIMA, PERÙ
Il Papa ha nominato ve-
scovo della diocesi di Juli,
attorno al lago Titicaca ,
20 mila kmq e 3880 m di
altitudine, il salesiano don
Elio Alevi Perez Tapia ,
55 anni. Lo descrivono al-
legro e servizievole e
sempre motivato ai mas-
simi live)li in tutto quello
che fa. E stato direttore,
maestro dei novizi , parro-
co . In questo momento
era vicario dell 'ispettoria
del Perù.
NUORO, ITALIA
Educarci alla pace è il
titolo del seminario orga-
nizzato dal Liceo Lingui-
stico Europeo "Maria Im -
macolata", cui hanno par-
tecipato docenti ed edu -
catori. Così anche la
scuola diventa fucina di
pace . Le Ft0A ne sono
orgogliose : "E una tappa
importante - spiega suor
Anna Razionale - perché
da tempo stiamo rifletten-
do su pace e non violen-
za che , sole , possono
cambiare il mondo".
SAN FRANCISO, USA
" Per la prima volta nei
miei 50 anni di sacerdo-
zio ho celebrato per un
gruppo di diavoli, incredi-
biImen te devoti!", dice
don Larry Lorenzoni , sa-
lesiano, invitato a presie-
dere l'Eucaristia per i San
Francisco Demons prima
del loro incontro con i Las
Vegas Outlaws ... diavoli
contro fuorilegge , insom -
ma, in uno stadio da 200
milioni di dollari, gremito
all 'inverosimile.
GENZANO, ITALIA
Singolare il convegno
exallievi 2001 sia per il
numero dei partecipanti ,
oltre 140, sia per la pre-
senza di don Gobbi (62
anni di professione reli -
giosa) e di tanti suoi "ra-
gazzi" ora maturi exallievi
e seriosi profession isti .
"Forte " anche il tema :
"L'exallievo come educa-
tore che vive e opera nel-
la società dell'opulenza in
spirito di temperanza".
ALTIPIANI DI
ARCINAZZO
Suggestivo il luogo carico
di storia lo stabile incasto-
nato tra i boschi , e com-
pletamente ristrutturato .
La casa di montagna del-
1' ispettori a romana è
pronta ad accogliere
gruppi per ritiri , meeting ,
giornate di approfondi -
mento, seminari , periodi di
preparazione agli esami ,
e tutti quelli che hanno
bisogno di pace, tranquil-
lità e... servizi efficienti.
Te/. 0775 59.82.24
ISOLE SALOMONE
L'ispettore don Fujikawa
in visita alle Isole Salomo-
ne , la cui missione è una
dependance dell'ispetto-
ria giapponese, viene ac-
colto trionfalmente e scor-
tato dalla guardia d'onore
in alta uniforme! Egl i ha
fatto il giro di tutte le co-
munità, ovunque accolto
calorosamente . Tra le
altre cose ha tagliato il
nastro (di ferro , con forbi -
ce in acetilene ) di uno
shop di meccanica.
BS SETTEMBRE 2001

2.8 Page 18

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Un'avventura incredibile che dal Sudan, attraverso l'Etiopia
L'ODISSEA DEI
LOSTBOYS
Il campo dei "Lost Boys" di Kakuma.
"I ragazzi perduti" furono vio-
lentemente strappati ai geni-
mente, udimmo il crepitio delle mi-
tragliatrici e il fragore assordante
tori dalla guerra scoppiata nel delle bombe. Iniziò un fuggi/fuggi
paese più di dieci anni fa. Vagaro no generale, mentre la gente ali' intorno
attraverso quattro nazioni, bambini veniva falciata senza pietà". Erano le
dai cinque ai dodici anni . Ormai uo- avv isaglie d i un'odi ssea che li avreb-
mini , non hanno più alcuna possibi- be costretti a percorrere più di mille
lità di tornare al loro paese. Così chi lometri in terreni tra i più ostili
trasmigrano dal caldo inferna le del del mondo. Lui , Abit, aveva solo cin-
deserto africano alle fredde c ittà de- que anni. "Ho perso i miei genitori.
gli Stati Uniti. Al momento di la- Chi mi ha aiutato è stato un uomo di
sciare le capanne di fa ngo di Kaku- nome Ajak. Camminavamo solo di
ma loro dimora per nove anni , non notte per sfitggire ai pericoli; i piedi
sapevano nulla delle città dove sa- mi facevano male, le labbra mi bru-
rebbero andati, né delle persone che ciavano per l'arsura: c'era poca
avrebbero incontrato; sapevano so- acqua e come alimento le foglie degli
lo, ma era sufficiente, che non ci alberi. Alcune tribù ci hanno attacca-
sarebbe stata la guerra, avrebbero to lungo il cammino, ma Ajak mi ha
potuto andare a scuola, non avreb- sempre protetto. Non l'ho più incon-
bero avuto più fame.
trato". Come migliaia di altri sudane-
si affamati, stremati , al limite della
UNA STORIA
sopravvivenza, Abit riuscì ad attra-
COMMOVENTE
versare la frontiera verso l'Etiopia,
dove la UNHCR, l'Agenzia delle Na-
La toria dei "Lost Boys" è in as- zioni Un ite per i Rifugiati , aveva alle-
soluto una delle più impressionanti. stito quattro campi profughi. Quelli
Negli anni '80 decine di mj gliaia di che durante il cammino non sono riu-
giovani sudanesi persero i genitori a sciti a tenere il passo, soprattutto i più
causa dell'interminabile guerra civi- piccoli, sono finiti tra le fauci delle
le che insanguinò il paese. Abit bestie feroci. Nessuno si prendeva
Deng Biar dice che non dimentiche- cura di nessuno: si era già troppo oc-
mai quel giorno del 1987 in cui le cupati a pensare a se stess i! "Quando
forze governative attaccarono il suo siamo arrivati, nudi come quando
villaggio: "Era il tramonto, e stavo mamma ci ha fatti , ci hanno dato ve-
coi miei genitori attorno al fuoco stiti, alimenti, e finalmente acqua di
perché faceva ji·eddo. Improvvisa- rubinetto, non dijzume" .
SETTEMBRE 2001 BS
di Christian Bigault
Sono arrivati in Kenya
nel 1992. I coccodrilli
tentarono di mangiarli.
Soldati e banditi li
presero come bersaglio.
Camminarono per
centinaia di km in mezzo
a una foresta inospitale,
unici compagni malattia
e fame. A Kakuma si
prepararono per
l'ultima avventura.
Sono circa 3.800
rifugiati sudanesi che dal
novembre 2000 al luglio
2001, si sono stabiliti in
varie città americane.
DA UN CAMPO
ALL'ALTRO
Il campo di Pinyundo fu la casa di
A bit e di altri 17.000 ragazzini per i
quattro anni successivi. Al campo
hanno potuto ricominciare a studia-
re, menando una vita quasi normale,
ma nel 1990, i "Lost Boys", a causa
di un altro conmtto, furono costretti
a un nuovo massacrante esodo. Men-
gistu Hai/e Mariam, il dittatore
marxista dell'Etiopia, abbandonato
dai suoi alleati, nel '9 1 fu obbligato

2.9 Page 19

▲back to top
e il Kenia, si conclude negli USA.
D
ClPIH
r.,..
l!IMf"(
~ll!OClffl>l"•'fll
- I giovani si costruiscono da sé le loro case.
- Le regioni della grande odissea.
dai ribelli del Tigray a lasciare il
potere. L'anarchia conseguente spin-
se i "Lost Boys" a tornare verso il
Sudan. "Quelli che cacciarono Men-
gistu ci hanno inseguito", racconta
Abit, che ricorda la situazione di-
sperata degli sfollati sulla riva del
fiume Gilo, dove a migliaia vennero
a trovarsi tra il fuoco dei soldati
etiopici e le acque pullulanti di coc-
codrilli famelici. "Poiché molti,
specialmente i più piccoli, non sa-
pevano nuotare , per permettere il
passaggio a tutti venne tesa una
fune da una sponda all'altra, ma
parecchi furono risucchiati dalla
corrente o ghermiti dagli alligato-
ri". I fuggiaschi continuarono fino a
Pochala, presso la frontiera sudane-
se. "Eravamo stremati e senza pro-
tezione - ricorda Abit - ma in salvo.
Si nutrirono di foglie, fino a quando
arrivò la Croce Rossa. Durò poco.
Sei mesi dopo, quando ricomin-
ciarono gli attacchi aerei, molti ra-
gazzi si gettavano a terra, pregando
che si aprisse per inghiottirli. Dopo
due giorni di terrore , la fanteria go-
vernativa attaccò Pochala e la pre-
se. I "Lost Boys" dovettero di nuo-
vo mettersi in fuga, una colonna in-
terminabile, diretti a Sud. Costeg-
giando le grandi paludi, entrarono
nel pericoloso "bush" sudanese.
"Corremmo per giorni senza fermar-
ci - continua Abit - mentre dal cielo
continuavano a bombardarci. Per
dormire ci inoltravamo nel bush. Il
pessimo cibo e l'acqua sporca fece-
ro ammalare alcuni di malaria, altri
di diarrea. I più deboli caddero
preda di leoni e iene. Ma la cosa più
terribile fu che alcuni, morti di stenti
durante la marcia, furono mangiati
dagli altri per sopravvivere".
ORDINARIA ATROCITÀ
Gruppi di miliziani sbandati attac-
carono la carovana umana. Tut ha
visto il suo amico Mabil Mach mori-
re al suo fianco durante un attacco
notturno. "Aveva solamente nove an-
ni, e non potemmo nemmeno seppel-
lirlo". Jacob fu più fortunato: aveva
tredici anni quando si prese una pal-
lottola in pieno petto presso Kapoc-
ta. Una macchina della Croce Rossa
lo trasportò in un ospedale di fortu-
na. Si salvò. La settimana scorsa, la
pallottola venne alla luce attraverso
la foto a raggi X: l'aveva tenuta in
petto per nove anni! 11 piccolo eser-
cito continuò la sua fuga verso
Narus, 150 km più in sulla fron-
I
Pranzo per i rifugiati allievi della
scuola professionale di Kakuma
tenuta dai salesiani.
tiera. Vi rimase per cinque mesi, poi
finalmente poté entrare in Kenya. Si
installarono a Lokichoggio fino a
quando, otto mesi dopo, le Nazioni
Unite li trasportarono a Kakuma
distante 100 km, un posto deserto,
caldo e secco, riparato, si fa per di-
re, da cespugli di spine. Furono re-
gistrati 12.000 ragazzi che comin-
ciarono a costruirsi capanne per abi-
tarvi.
In questi otto anni, i "Lost Boys"
si sono organizzati in turni di lavoro,
cucina, bucato, hanno frequentato la
scuola, hanno composto tra di loro
le dispute. Molti parlano ormai un
eccellente inglese. Ma si rendono
conto che Kakuma non può essere il
loro futuro. La vita è dura, le razioni
scarse, si mangia una volta al gior-
no, }'.acqua pochissima. Ritornare
nel Sudan è impensabile. "Se torno
anche solo per una visita, lo SPLA
mi prenderà per fare la guerra",
dice Peter. Gli Stati Uniti hanno ac-
cettato di accogliere i "Lost Boys"
perché quello di Kakuma costituisce
il problema di rifugiati più grave del
mondo. La nuova situazione costi-
tuirà una grande sfida per loro che
non conoscono niente della com-
plessità della vita del mondo occi-
dentale. Hanno vissuto di granoturco
e fagioli, ora si troveranno nel paese
dei supermercati, del commercio via
e-mail e delle grandi automobili ...
Abit ha adesso 18 anni e vuole stu-
diare duro per poter tornare un gior-
no nel suo paese, ed essere sicuro
che la sua futura famiglia non sarà
mai più cacciata via.
O
BS SETTEMBRE 2001

2.10 Page 20

▲back to top
L'educazione dei giovani oggi è una sfida aperta, come
IL GIOVANE ALATO
di Vito Orlando
mercoledi
24gennaio
2001 ore 18
111 manifesto del seminario
organizzato dal Borgo Ragazzi
Don Bosco sul problema del
minore alato, sponsorizzato
dall'Assessorato alle politiche
sociali di Roma.
SETTEMBRE 200 1 BS
I giovani sono spesso tenuti " a lato", al margine della società...
eppure hanno ali per volare ... e volare alto!
N ell ' ultimo secolo del secon-
do millennio i giovani sono
stati lentamente separati dal
mondo degl i adul ti, e del lavoro,
fi no a sentirsi in " parcheggio" in
strutture sco lastiche che hanno per-
so il ritmo della vita in società, tra-
sformandosi in luoghi di disagio più
che di crescita e di fonnazione alla
vita futura. L' adolescente e il giova-
ne si trovano di fatto "a lato", ai
margini con sempre meno spazio
per contare in una società monopo-
lizzata dagli adulti. Il ri schio è che
ne vadano totalmente fuori. Come
rimedi are al pericolo? Esiste un mo-
do di valorizzarli come risorsa? Una
cosa è certa, occoITe dotarli d i ali
robuste perché possano dare slancio
nuovo alla loro vita e a quella della
società in cui vivono.
UN'ATTENZIONE NUOVA
Il nuovo millennio ri chiede una
migliore com prensione dei giovani
e una rinnovata capacità di accom-
pagnamento educativo lungo un
cammino non privo di incertezze
ma anche di sorprendenti novità. Il
concetto di gioventù sta cambiando.
Si parla di "gioventù espansa". I
confini anagrafic i diventano sempre
più labili e dilatati . Quindicenni e
quarantacinquenni , padri e figli,
condividono simboli e stili di vita,
modi di essere e di pensare, ricerca
di comfort e di funzionalità. I giova-
ni ci stanno comodi : hanno impara-
to ad adattarsi, a sfruttarne le oppor-
tunità. Cresce, però, la loro incertez-
za perché non è facile capire dove
stanno andando e scegliere di con-
seguenza i percorsi giusti. Desiderio
di autonom ia, cioè di " avere le ali", e
nuove dipendenze, cioè il pericolo di
essere "messi a lato", sono due ele-
menti contraddittori nell'esperienza
giovanile attuale. Con l 'età cresce il
desiderio di indipendenza, eppw-e
restano nella famiglia di origine
anche o ltre i 30 anni. Necessità, o
calcolo? È un bel dilemma. Forse
ambedue le cose. Certo, diventare
adulti significa assumere responsa-
bilità, rinunciare ai comodi della
casa paterna. Prevale l'individuali-
smo , si è ripiegati sul privato, cen-
trati sulla propria soggettività.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

▲back to top
lo è sempre stata. Occorre raccoglierla.
Strano destino quello
dei giovani: vivono con
gli adulti, imparano
a fare le stesse cose,
abitano una società
che ha fatto della libertà
un culto, del lavoro un
idolo, del benessere un
mito. Hanno ali per
volare alto... ma il loro
posto è ben delimitato,
ed essi sentono di essere
"a lato", tenuti ai
margini... Varie
istituzioni educative,
come il Borgo Ragazzi
Don Bosco di Roma,
studiano il problema,
e avviano progetti...
GIOVANI IN STAND-BY?
Qualcuno affenna che siamo di
fronte a una generazione che non
vuole crescere, che ama sostare sulla
soglia dell 'età adulta, una generazio-
ne in "stand-by". Non perché man-
chino progetti, sogni, speranze, ma
perché le loro attenzioni sono priori-
tariamente 1ivolte al privato e alle
relazioni interpersonali. Per altri, i
giovani sono passati da un "ideali-
smo attivo" a un "civismo adatta-
tivo". Non vivono un vuoto di valori
o un 'assenza di ideali, perché quelli
che hanno assorbito (democrazia,
giustizia sociale. . .) li danno per
scontati: non è necessario combatte-
re per la conquista di quello che si
ha già. Semplicemente si cerca di
attivare strategie per superare i pro-
blemi di tutti i giorni. Le conflittua-
lità e le tensioni di questo adatta-
mento vengono attutite dalle reti di
protezione e di sicurezza familiari.
NON MANCANO
LE NOVITÀ...
L' atteggiamento di attesa e l'as-
senza di conflitti evidenziano il pre-
valere del carattere pacifico, colla-
borativo e comunitario dei giovani.
La ricerca di microsoc ialità parteci-
pati va e solidale (sul modello fami-
liare) incentiva la comunicazione,
attutisce le disparità sociali , favori-
sce l 'accoglienza del diverso ... Sono
ali per spiccare il volo; si tratta di
imparare a usarle. I giovani targati
m millennio sono cresciuti mano-
vrando telecomandi, maneggiando
video e televideo, DVD, play-sta-
tion, CD-Rom, SMS, e navigando
senza meta per il mare virtuale di
Internet, alla scoperta di altrettanto
virtuali mondi incantati, con la vo-
glia di intessere nuove relazioni ...
Esperti utilizzatori del telematico e
del multimediale, hanno trovato
nuovi spazi di esperienza, nuove
fonti di conoscenza, motivi diversi
di interesse, e nuove mete. Ma non
è finita. La generazione "tecnotroni-
ca" vive una dimensione temporale,
spaziale e relazionale che la colloca
in pieno nel processo di globalizza-
zione. Spazio naturale della vita dei
giovani sta diventando il "villaggio
globale". Essi possono anche vivere
in aree geografiche lontane ma i lo-
ro "nuovi areopaghi" hanno conno-
tazioni sopranazionali. Tutto questo
si può riscontrare facilmente nella
musica, nella moda, nello sport e
anche nella festa, nelle aggregazioni
e nel volontariato. I giovani stanno
sperimentando la nuova condizione
della cultura moderna e dell 'identità
proprio nel doppio riferimento loca-
le/globale che apre nuovi orizzonti
alla loro realizzazione personale e
nuovi scenari a livello mondiale.
Sono altre ali per volare, come è fa-
cile constatare!
AIUTARLI A VARCARE
LA SOGLIA
Come aiutare i giovani a usare le
ali che hanno, a rompere la barriera
dell ' incertezza, a recuperare il senso
etico e il coraggiq delle scelte per
un futuro nuovo? E anzitutto impor-
tante superare la logica del "fai da
te", e l'atteggiamento di attesa ap-
poggiandoli nella fatica di recuperare
il senso del passato per riannodarlo a
un futuro fatto di traguardi significa-
tivi. Anche il presente va aperto a o-
rizzonti che facciano avvertire la
necessità di un impegno per la pro-
mozione di nuove condizioni nell'e-
sperienza umana dei popoli. Il vo-
lontariato internazionale è una via
giovanile per globalizzare la solida-
rietà. La contestazione alle caratteri-
stiche che sta assumendo la globa-
lizzazione dei mercati fa intravedere
la consapevolezza dei rischi cui va
incontro il mondo globalizzato. Il
globale e il locale vivono certamen-
te una tensione dialettica nell 'espe-
rienza giovanile; appaiono come ri-
ferimenti di vita non privi di qual-
che incertezza e anche di rischi di
disorientamento perché non si è an-
cora in grado di armonizzarli. L'uno
e l 'altro sono visti dai giovani sem-
pre più come indispensabili a un
quotidiano che si immerge in realtà
senza confini, ma avverte anche il
bisogno di una relazionalità più di-
retta, di una appartenenza più im-
mediata, di un radicamento tenito-
riale in cui riconoscere la propria
identità.
O
Meeting, seminari, convegni ...
I ragazzi sono in primo piano nelle
preoccupazioni degli educatori.
Nella foto , da sinistra, il direttore
del Borgo Ragazzi Don Bosco
Maurizio Verlezza, l'assessore
Amedeo Piva, Giuliano Vettorato
organizzatore e relatore del
seminario, l'autore dell'articolo
docente di Pedagogia sociale,
Guglielmo Malizia docente
di Politiche dell 'educazione.
BS SETTEMBRE 2001

3.2 Page 22

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I
I
LETTERA Al GIOVANI
Carissimo Carlo,
Ti vengo addosso con una
domanda a bruciape lo,
una domanda importa nte
che attende una risposta.
Ho 18 anni.
Mia madre dice con affet-
to (forse perché, come
fig lio, sente di portarmi
ancora in grembo): "Ha
solo 18 anni".
Mio padre molto più sbri-
gativo e fretto loso ripete
"Ha già 18 anni".
Gli amici , più giovani di
me, quelli da cui mi sto
allontanando per via della
SETTEMBRE 2001
Un appuntamento decisamente importante
per i giovani è senz'altro quello annuale
del compleanno che essi celebrano
con particolare solennità e gioia,
accompagnate da sogni e progetti.
L'abitudine di mandare gli auguri mi ha fatto
ritrovare sul tavolo questa lettera semplice
e fresca, ma di grande spessore interiore.
18 anni: inaugurazione di un progetto di vita.
HO COM uro
18
~i~,J-;
:,'
dato un bacio come un fra-
tello ad una sorella.
L'innocenza di quel mo-
mento ha dato rad ici
profonde al nostro lega me.
Avere la ch ia ve di casa :
entrare, uscire. Le chiavi
della macchina non so no
più esclusive di mio padre.
Spero presto di averne
l'autorizzazione.
Sono cresciuto in Oratorio.
L'Africa era il mio sogno
missionario di bambino.
Un'esperienza - sia pure
di breve durata - è a por-
tata di mano.
scelta dopo gli esami di
stato, così parlano di me:
"Ha ormai 18 anni".
Al momento ti confido che
Dio, per il mio servizio mis-
sionario, mi dà appunta-
A te mi presento senza
mento, qui a Mi lano, la
avverbi, se nza aggettiva-
città del mio quotidiano.
zion i, allo stato puro: "Ho
18 anni".
Qui mi aspetta l'università.
Qui ti aspetto per co n-
Non so come mi percepisci tu.
frontarmi.
Se come mia madre: ''l'e-
terno bambino", o come se mpre mi ha voluto mio
padre "un ometto", con qualche anno in più della
mia età, o infine come certi amic i, eterni Peter Pan,
che non vog liono crescere, entrare nella vita.
"Diciotto": un numero da mettere al Lotto. Lo sento
vi nce nte. Lo suggerisco a tutti.
Da oggi l'u ltima parola resta a me.
Mi sento in gioco su tutti, come un flipper.
Devo stare attento a non andare in buca subit o.
Tutto quello che tocco fa punti: amore, università,
lavoro, esperienza, scelta.
Se parlo, mi apprezzano, se tacc io, mi stimano..
Come sono cambiato,
so lo perché ho compi u- O!
to 18 ann i!
~
Ho votato per la prima
vo lta. Non so che cosa
ho combinato con cin-
que schede tra le mani
dentro que lla cabina di
legno scuro. Il mio parti-
to è il lavoro e non certo
la prospettiva di andare
ad aumentare i venti
milioni di disocc upati in
Qui mi dirai: coraggio, il mondo è
nel le tue mani. Conoscendoti mi
saluterai come mia madre: "Hai
solo 18 anni", co me mio padre: "Hai
già 18 a nni", co me gli amici del l'a-
Europa.
Ho compiuto a gennaio i
miei anni . La ragazza mi
ha regalato un portachia-
vi. Ero emozionato ... Le ho
dolescenza: "Hai ormai 18 ann i".
Nella vita non si può crescere sen-
za la mamma, senza il babbo,
senza gli amici.
Carlo Terra neo
SETTEMBRE 2001 BS

3.3 Page 23

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•••••••••••••••
Al grande missionario salesiano della Patagonia
è dedicato il Museo della missione salesiana
della Candelaria, fondata nel 1893 a 500 metri
dal Rio Grande dal "capitan bueno".
La zona era prevalentemente abitata dagli Ona,
indi "forti e ben formati, predisposti ad apprendere"
in prevalenza cacciatori nomadi di guanachi.
Monsignor Fagnano aveva già avuto modo di salvarli
da una strage quando, pochi anni prima nel 1886,
partecipando come cappellano a una spedizione
militare, riuscì a fermare il generale Lista
che aveva ordinato di farne strage per
aver gli Ona tentato di opporsi ai bianchi
attaccandoli coi loro antiquati archi.
...
MUSEI SALESIANI '.;,~~......:•,,
"-~
~:-,,.
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
MUSEO MONSIGNOR FAGNANO
DI NOSTRA SIGNORA
DELLA CANDELARIA
di Natale Maffioli
Dedicato a un grande missionario, raccoglie testimonianze, storia, scritti,
manufatti degli indio abitatori della Terra del Fuoco. Le alterne vicende del
museo, l'abbandono e la ripresa. li suo ampliamento e l'organizzazione.
La Missione della Candelaria:
veduta generale.
••••••••••••••••••••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS SETTEMBRE 2001 • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
(che ci si fermerà per due anni co ntenenti materiale di pietra e
come direttore), i lavori sub irono oggetti lavorati dagli indio lo en-
una forte accelerazione, e iI Mu- tusiasmò a tal punto che decise
seo poté cons iderarsi app rontato di esporli immediatamente in uno
già un an no dopo la sua venuta, dei loca li del complesso, ridando
tanto che il 27 maggio 1913 aprì così vita a un piccolo museo. Nel
i battenti. Profrio l oro due, don 1948 Francioni venne trasferito
BorgateIlo e i coad iutore Beno- presso il collegio salesiano di
ve, aal 1928 in poi diedero gran- porto San Julian, ma vi ritornerà
de impulso alle ra ccolte del mu- cinque anni dopo, riprendendo
seo di Punta Arenas.
subito l'opera che aveva iniziato
Sul finire del 1914 don Borga- precedentemente, trasferendo le
te! lo lasciò la missione e iI posto raccolte nella prima cappella
di direttore venne occupato da della missione che era stata ab-
don Zenone. Per il museo iniziò bandonata. Toccò al Rettor Mag-
un periodo di abbandono. Il 24 giore don Renato Ziggiotti, in visi-
febbraio 1917 l'a ntropologo Bo- ta alla Candelaria, inaugurare il
•••••••••••
I Monsignor Giuseppe Fagnano,
fondatore della missione,
cui è intitplato il museo.
I
narelli che lo visitò n~ riportò
delle impressioni negative. All'in-
cu ria si aggiungevano i furti: il 30
apri le 1920, infatti, la cronaca
della casa registra il furto di alcu-
ni oggetti dene raccolte. Molti re-
perti della cu ltura degli indio
Ona non fu rono mai esposti e ri-
nuovo museo intitolato "Museo al
Padre bueno". Era il 23 aprile del
1956. Alcuni anni dopo, per deci-
sione unanime, esso verrà dedica-
to al fondatore della missione,
monsignor Giuseppe Fagnano .
In occasione della celebrazione
del centenario della missione,
D on Giuseppe Fagnano era
giunto in Argentina nel
masero malamente amm ucchiati
nel deposito.
venne decisa la costruzione di un
nuovo locale, più adatto alle esi-
genze del museo. La nuova strut-
1875 con la prima spedi - ... E LA RIFONDAZIONE
zione di missionari salesiani gui-
tura fu inaugurata non molti anni
fa, il 7 ottobre 1997, dall'attuale
data da don Giovanni Cagliero Il 13 giugno 1946 giu nse alla responsabile del dicastero del le
che sarà il primo cardi nale sale- Missione della Candelaria il coa- missioni salesiane, don Luciano
siano. Divenuto rappresentante diutore Marino Francioni. La sco- Odorico.
pontificio nel la Patagonia, co l ti- perta di alcuni bauli e cassoni Il nuovo Museo vuole presenta-
tolo di Amministratore Apostoli-
re la storia dei missionari salesia-
co, Fagnano esplorò in lungo e in
ni, delle Figlie di Maria Ausiliatri-
largo le terre affidate alle sue
ce che hanno lavorato accanto ai
cure. Sull'Isola Grande, nella Ter-
salesiani, oltre che di alcuni per-
ra del Fuoco, 1' 11 novembre 1893
sonaggi caratteristici degli inizi.
fondò la Missione della Candela-
Documenta inoltre usi e costumi
ria (Nostra Signora della Candelo-
degli indio che hanno abitato la
ra) per gli indio Ona che andaro-
Terra del Fuoco, la fauna e la
no ad abitarla. Egli si dimostrò un
flora della regione.
instancabile realizzatore: la Mis-
sione fin da principio ebbe una
scuola, un osservatorio meteoro-
logico e un museo.
GLI INIZI,
L'ABBANDONO ...
Il museo fu iniziato dal salesia-
no laico Angelo Gaudenzio Be-
nove. Giunto alla Missione sul fi-
· MUN SE:!"1 0n
JO SE fAC A, O
Plltt'l,AOll IIIJII llf Ili/~' HO!ffll S.\\ NTO
\\f10).Tfll , , , 1·1,•/1 li' \\ll fl ll
1111 I, n , 111m 1fa s: , w t ,111 \\.\\l(W~
UI IIH J H
11• 1\\ •II H,
nire del 1903, da subito iniziò a
ordinare il non poco materiale,
raccolto in vario modo, che at-
••••••
I tendeva una sistemazione. Quan-
do alla missione della Candelaria
La cattedrale di Punta Arenas
dove è sepolto monsignor
arrivò don Maggiorino Borgatello
Fagnano .
La tomba di monsignor Fagnano.
• • • SETTEMBRE 2001 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
scere le diverse attività delle Fi-
glie di Maria Ausi liatrice a favore
della Missione. ,
Al primo piano, in nove vetri ne,
con il supporto di diorama e di ri-
costruzioni del paesaggio, sono
esposti esemplari imba lsamati del -
la fauna avico la e dei mammiferi
della Terra de l Fuoco e dell a zo-
na australe. In altre otto vetrine
fornite di supporti, si può apprez-
zare uno scavo, visto da tre punti
di vista differenti, con de l mate-
riale litico, e altri oggetti di pietra
lavorati dagli indio Tehuelche.
Non manca no le curiosità: in una
vetrina so no esposti i mezzi di
comunicazione utilizzati nei cen-
•••••••••••••••••••
Il diorama delle tre spedizioni missionarie verso la Patagonia
organizzate dallo stesso Don Bosco.
In trenta vetrine sono esposte,
con il supporto di fotografie e di
oggetti, le armi e i manufatti litici
degli indio della Terra del Fuoco.
In altri spazi, sempre al piano
terra, è invece presentata la storia
di alcuni personaggi che vissero
••••
ali'epoca della fondazione della
Missione come Popper, Piedra
Buena, Ramon Lista (i/ genera le
'
di cui all'occhiello introduttivo).
In alcune vetrine sono fatte cono- Arpioni per la caccia e la pesca.
Pinguini.
~ --., ~,
..~.,,.-..u I ·S
l'ORGAN IZZAZIONE
I
DEL MUSEO
Il Museo si dispiega su un
piano terra e su un primo piano.
Negli spaz i espositivi del piano
terra è racco ntata la storia di Don
Bosco, dei suoi sogni sulla Pata-
gonia e sono presentate le imma-
gini de lle prime tre spedizioni
missionarie inviate dal santo in
A rge nt in a.
I
La sala degli uccelli imbalsamati prima della nuova disposizione.
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS SETTEMBRE 2001 • • •

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
La nuova disposizione delle sale.
Il museo è fornito anche di una sala per conferenze.
to ann i di vita dell a Miss ione. Al- venimenti dell a Mi ssione sa lesia-
tri spazi espos itiv i sono ded icati na. Non manca la biblioteca con
•••
ai mollu schi , agli insetti e ai foss i- un a rara co ll ez ione di opere de-
li dell a zona.
dicate all a stori a, all a geografia,
all a fa una e all a fl ora, e agli indi o
ANCHE UNA BIBLIOTECA
che hanno ab itato la Terra del
Fuoco. Prez iosa è la fototeca che
La Terra de l Fuoco ha avuto docu menta i cento anni di vita
uno svi luppo graz ie anche all a de ll a M iss ione.
scoperta del petro li o. Un ca pitolo Non tutti gli oggetti di proprietà
del museo è dedi cato all a stori a del museo sono esposti; una par-
dell a sua ricerca e dell a sua sco- te degli utensili prodotti dag li in-
perta.
dio fueghin i è conservata nei de-
Il mu seo non si qualifica so ltan- pos iti, attrezzati allo scopo, che
to per ~li spaz i espositivi. La possono essere esaminati dagli
struttura e dotata di una sa la dove stu dios i.
vengono proiettati video sugli usi Il mu seo è visitato da un nume-
e i costumi degli indio, e sugli av- ro considerevole di persone e di
•••
La t~satura delle pecore.
scol ar~sche; si dedica p~rticolare
attenzione a queste ultime: una
conoscenza dell a stori a, non re-
mota, dell a loro terra è importan-
te per la form azione culturale dei
giova ni .
Il des ideri o dei curatori del
museo è che l' istituzion e continui
a fa r conoscere il lavoro, alcune
vo lte eroico, dei mi ssion ari sale-
Donne alla filatura.
siani e dell e Fi gli e di M ari a Ausi-
liatri ce in queste terre sognate da
Don Bosco .
Natale Maffioli
••••••••
• • SETTEMBRE 2001 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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LA ROSA NON
HA UN ••PERCHÉ''
di Jean-François Meurs
,'C aro dottor J. , mi è diffi-
cile parlare di questo
episodio della mia vita .
Avevo 16 anni e mezzo, ora ne ho
uno di più. Tutto è stato così velo-
ce che non so nemmeno più se ero
del tutto cosciente, quando ingerii
quella bottiglietta di valium . Ma mi
ricordo ancora benissimo che cosa
provai: uno straordinario senso di
poteoza, un coraggio estremo, e
anche collera, odio e una enorme
spossatezza... Mi sono risvegliato
in ospedale! Mio padre stava spie-
gando al medico che la mia ragaz-
za mi aveva piantato, allora quello
ha detto che la cosa non era grave,
sarebbe passata presto. Era ciò
che mio padre voleva sapere. lo fa-
cevo finta di sonnecchiare, e avrei
voluto che mi domandasse come
stavo. Niente. Quando fui riportato
a casa, il suo solo commento fu
che era la prima volta che capitava
una cosa del genere in famiglia ,
che non si fanno sciocchezze si-
mili, ed era meglio che nessuno lo
venisse a sapere. Mia madre,
sconvolta, domandava solo di es-
sere rassicurata . Da parte mia, mi
chiedevo se mio padre non fosse
più "fuori" di me, lo guardavo come
se lo vedessi per la prima volta.
Comunque non è cambiato niente,
e io continuo ad essere un tipo
strano. Qualche giorno fa un amico
mi ha confidato che a volte gli ve-
niva in mente di farla finita. Perché
l'ha raccontato proprio a me? Mica
sa nulla di quello che ho passato!
Del resto non saprei come aiutarlo.
Non perché ci sono passato ho le
parole adatte, anch 'io ci capisco
ancora poco.. .
Nino, Terracina
Caro Nino,
Non sempre si sa perché si vuole
morire . Talora ci si meraviglia di
essere vivi . Non so se questo capiti
soprattutto ai giovani; ciò che so è
che le cifre lasciano intravedere
che il suicidio è una delle cause
principali di mortalità giovanile. Non
tutto si conosce : quante cose non
vengono rivelate! Quanti incidenti
stradali non sono che suicidi ma-
scherati! Si tratta di un atto di co-
raggio o piuttosto di vigliaccheria?
Molti , soprattutto anziani , dicono
che è vigliaccheria di fronte alle
difficoltà della vita. Ma per i giovani
il suicidio è spesso una sfida, un
gesto coraggioso , un modo estre-
mo di salvare la dignità. Il film
"L'attimo fuggente" presenta il sui-
cidio come un gesto "nobile" ritua-
lizzato , anche se teatrale. In una
scuola dove un'alunna aveva de-
ciso di suicidarsi , alcuni compagni
ne parlavano ricorrendo alla meta-
fora dell 'uccellino che voleva vo -
lare . Il volo , ahimè , non ebbe luo-
go : lei finì sfracellata sulla scoglie-
ra. Bisogna riflettere su questa ter-
ribile realtà!
Perché i giovani giungono a
questo punto? Perché si è rag-
giunto il limite , si sta male nella
propria pelle , si ha un gran deside-
rio di cambiamento e di novità ... O
perché non ci si sente accolti ,
ascoltati , o si teme l'avvenire, si
preferisce a una vita piatta un
attimo di gloria, una ubriacatura di
velocità ... O ancora perché la so-
cietà non si attende nulla da noi e
non ha progetti esaltanti da pro-
porci. E se il grande desiderio di
morire non fosse che il rovescio di
un altrettanto grande desideri o di
vivere impossibile da soddisfare? E
se fosse , addirittura, il rifiuto di tutte
le morti che fanno parte della vita
stessa: inganni , delusioni , rinunce ,
separazioni?
Si devono cercare le vere
cause che sono sempre molto più
profonde e numerose di quanto
possiamo immaginare . Anche tu ,
Nino , mostri di esserne convinto. In
quasi tutti è presente questo infi -
nito , spasmod ico desiderio che
qualcosa cambi! L'idea di poter
ruò DAR.fv1 I uw
f,4~54MID ?,,
~ -J..
togliere il disturbo , levarsi dalle
scatole quando uno vuole , è un
potente analgesico , magari mo-
mentaneo ma pericoloso . "J." mi
scriveva che portava sempre nella
borsetta dei barbiturici pronti all'uso
e delle lamette : per lei era rassicu-
rante pensare di avere a portata di
mano una via di fuga definitiva, nel
caso in cui la tens ione del vivere
diventasse insopportabile.
Come mai gli adolescenti mettono
in atto con tanta frequenza e deter-
minazione questo proposito sui-
cida? Forse immaginançi che la
morte non sia definitiva? E possibi-
le. O perché l'adolescente è un im-
pulsivo? Può darsi. Spessissimo la
decisione è presa in pochi minuti .
Solo la prevenzione può risolvere il
problema.
Dunque, che fare? Che dire al
tuo amico? Sai per esperienza che
la sola soluzione è poter parlare
con una persona competente , e
capace di ascoltare, aiutare, inter-
venire efficacemente. Ecco ciò che
bisogna dire a chi chiede un consi -
glio . Da parte tua, devi dare un po '
d'amicizia. Chi si rivolge a te non
ch iede convinzion i incrollabili, o
risposte preconfezionate. Al contra-
rio , se s'accorge di sconvolgerti, di
porti grandi interrogativi , se sente
che le sue domande modificano le
tue , allora saprà di essere "fe -
condo " creativo in qualcosa. Mi
cap isci? Si dice che la rosa non
ha un perché . È vero . Ma ha un
senso e diventa feconda quando
rallegra col suo profumo la camera
di un malato. Sarà , dunque , pure
impossibile spiegare il senso pro -
fondo di quel meraviglioso fiore , ma
quando non c'è, il suo profumo ci
manca.
O
BS SETTEMBRE 2 001

3.8 Page 28

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.
MULTIMEDIALITA
CON EPER I GIOVANI
di Maria Antonia Chinello
II
Per ordinare attraverso e-commerce
il libro e il Cd-Rom visitare il sito
http ://www .multidea.it
oppure scrivere direttamente a
sisternet@theta .it
S uor Caterina è da anni impe-
gnata in un campo di avan-
guardia per la formazione dei
giovani. Sorella rete, come è stata
soprannominata da un rotocalco a
tiratura nazionale, vive quotidiana-
mente la realtà di questo nome, fa-
cendo del suo lavoro una missione,
SETTEMBRE 2001 BS
È uscito
"Teoria e pratica
della comunicazione
multimediale",
di Caterina Cangià.
Un volume di circa 400
pagine, destinato
ai docenti della scuola
di ogni ordine e grado
e agli studenti
dell'ultimo anno dei licei
della comunicazione
e dei corsi universitari.
tessendo relazioni umane e stabilen-
do link con tutti. "Il Signore - sorri-
de - mi ha dato il dono di parlare ai
più piccoli e di saperli ascoltare". Il
suo sogno è quello di scrivere un li-
bro sulla comunicazione interperso-
nale per e insieme ai piccoli della
scuola materna ed elementare.
Docente di Pedagogia della Co-
municazione all'Università Pontifi-
cia Salesiana, suor Caterina crede
nella capacità di tutti di apprendere
gli strumenti per navigare nella
complessità attuale. Giovani, bam-
bini, adulti sono per lei gli amici di
viaggio privilegiati. La incontriamo
nel suo ufficio coloratissimo, accan-
to alle stanze dove si aggirano im-
pegnati bambini e insegnanti de "La
Bottega d'Europa", la scuola in cui
si impara l'inglese facendo teatro e
lavorando al computer. Qui è sem-
pre possibile scovare un angolo e
sedersi a fare due chiacchiere.
Ci racconti la genesi di questo
nuovo libro?
Ho voluto nascondere il contenu-
to del libro e del Cd-Rom nel titolo.
Si dice, di solito, che chi teorizza
non può anche "fare". In quest' otti-
ca, lo studio è visto come staccato
dall 'esperienza e dalla realtà. Quasi

3.9 Page 29

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Continua ad essere salesiana fino in fondo ...
che le grandi visioni siano incapaci
di catturare le illuminazioni del
quotidiano, lì dove avviene la prati-
ca e l'insegnamento.
In questo libro la teoria e la prati-
ca sono valorizzate allo stesso mo-
do, dialogano e si arricchiscono a
vicenda. Come dire, teoria, ricerca,
quotidiano management della classe
e vissuto esperienziale vanno felice-
mente a braccetto.
Quasi un 'opera prima nell'oriz-
zonte della multimedialità?
Il libro e il Cd-Rom non sono
un manuale né un trattato; non spie-
gano singoli programmi né descrivo-
no le ultime novità hardware. Offro-
no, invece, grappoli di suggerimenti,
utili per tradurre la nostra necessità
di comunicare in linee, suoni e colo-
ri, da veicolare poi ofjline e online.
Il contenuto del libro è raccolto
attorno a cinque capitoli, nel primo
dei quali la comunicazione multi-
mediale viene collocata all'interno
dei processi comunicativi interper-
sonali e di massa, sulla falsariga dei
principali modelli teorici di comuni-
cazione. Nel secondo si tratta della
comunicazione dall'ottica di chi ri-
ceve un messaggio multimediale ojf-
line e online, ovvero della "fruizione
della comunicazione multimediale".
Viene presentato l'impatto che essa
ha sulla persona nell'atto del co-
noscere e del sentire. Poi, vengono
delineate le fasi della progettazione
di un "testo" multimediale, dall ' idea
ai dettagli della produzione. Una
tappa chiamata anche "carta-e-
penna", questa. Il quarto capitolo si
concentra attorno alla fase realizza-
tiva, con numerose considerazioni
su li ' immagine sonora, sull 'immagi_-
ne visiva e su quella audiovisiva. E
la fase che segue le attività carta-e-
penna; è l'eseguire il lavoro vero e
proprio alle macchine, con la prepa-
razione dei testi , dei suoni, delle im-
magini e di tutti i materiali che ser-
viranno. Un capitolo, insomma, da
vivere al computer. Le esemplifica-
zioni trattano della realizzazione di
messaggi multimediali offline , men-
tre nel quinto capitolo lo stesso ar-
gomento è presentato dall 'ottica
della comunicazione online. Qui la
comunicazione multimediale si
tesse con tematiche più ampie quali
creatività, informazione, svago, po-
litica e commercio.
E il Cd-Rom?
Il Cd-Rom rispecchia perfetta-
mente la struttura del libro dato che
è stato pensato come supporto per
una facile consultazione dei mate-
riali. È suddiviso anch 'esso in cin-
que parti chiamate, per coerenza,
"capitoli". Offre schede-sintesi di
ogni punto trattato, oltre ad un nu-
mero adeguato di slides riferite ai
concetti principali, nel caso si vo-
lessero utilizzare i materiali per
eventuali lezioni o presentazioni.
Sia le schede-sintesi che le slides
sono stampabili su carta o su lucidi
per lavagna luminosa. Oltre a que-
sto, il Cd-Rom offre esemplificazio-
ni con immagini, parallelamente
alle tematiche trattate.
Ma, davvero la multimedialità è
per tutti?
Certamente. La persona è per na-
tura multimediale, capace di sentire,
produrre, utilizzare strumenti diver-
sificati per comunicare. E poi non è
difficile "fare" multimedialità. Pro-
prio per sfatare questo mito, nel Cd-
Rom, al quarto e quinto capitolo, in-
vito ad esercitarsi con impaginazio-
ne, brani, colori, racconti, simboli.
Insomma, a creare un prodotto mul-
timediale. E questo non è tutto.
Le realizzazioni completate po-
tranno essere tradotte automatica-
mente nel linguaggio proprio dei siti
web, l'HTML, e inviate per suggeri-
menti , pareri e anche complimenti
ai siti-laboratorio di Tuttoscuola
(http://www.tuttoscuola.com) e di
Multidea, una nuova casa editrice che
promuove produzioni in questo cam-
po (http://www.multidea.it). Così il
dialogo che inizia con il libro e si co-
lora con il Cd-Rom, vive poi online.
Un'ultima curiosità. Perché libro e
Cd-Rom ruotano attorno alla
metafora del girasole?
Questo fiore, il comune girasole,
alto, ampio e luminoso, cresce per-
ché non può fare a meno di interagi-
re - a modo suo - con una fonte di
luce. Così, si potrebbe pensare a un
fiore-disco che intende allargare il
campo delle amicizie per navigare
insieme nella rete.
Una multimedialità tecnologica-
mente impostata migliora la comu-
nicazione, in particolare quella che
avviene in un contesto formativo
scolastico e professionale. Il libro e
il Cd-Rom sono compagni di viag-
gio per quanti si aprono, o sono già
sensibili, a un uso efficace della
multimedialità e a una sua valoriz-
zazione consapevole e feconda. Non
resta che provare.
JJS SETTEMBRE 2001

3.10 Page 30

▲back to top
m==:=,,.,;~ IL MESE IN L1sRE~!~odi G\\usePP• t;101onle
~~~
BIOETICA E
PSICOLOGIA
DEL NASCERE
di Vittorio Zavattoni ,
ELLEDICI, Leumann
(TO) 2000
pp. 110
BIOETICA X GIOVANI
di Marco Doldi
Piemme, Casale M.
(AL) 2001
pp. 190
Il problema è scottante. Il
primo dei due testi propone
una sintesi aggiornata delle
problematiche che riguar-
dano l'etica della riproduzio-
ne umana, segnalando · il
punto di vista cattolico, ma
senza voler proporre crocia-
te e sottolineando che
quando si tratta di temi etici
bisogna tenere distinti i va-
lori e le verità oggettive
dalle responsabilità sogget-
tive. Il secondo offre una
raccolta di temi importanti
della bioetica e della morale
cattolica oggi : clonazione,
sperimentazione genetica,
trapianti , aborto, contracce-
zione, fecondazione assisti-
ta, eutanasia... Confrontarsi
e approfondire queste sfide
per raggiungere una vera
crescita in comportamenti
tanto complessi è problema
degno di essere affrontato
nell'ottica cristiana.
SETTEMBRE 2001 BS
IL MISTERO DI CRISTO
Piccolo vademecum
di Cristologia
di Thomas Keating
Piemme ,
Casale M. (AL) 2001
pp. 200
GESÙ VOLTO DI DIO
Riflessioni
per il nostro tempo
di Franco Giudice
Paoline, Mil ano 2001
pp. 160
Il problema della "salvez-
za" va riproposto in manie-
ra esplicita, vista la diffusa
confusione esistente . I due
testi ne offrono una pista. Il
primo presenta la reden -
zione operata da Gesù ,
che nella Chiesa ne è il
prolungamento nel tempo ,
partendo dall 'esperienza li-
turgica e dalla preghiera
contemplativa. Il secondo
evidenzia come da sempre
l'uomo è alla ricerca di un
senso ultimo, nel desiderio
di trovare un orizzonte nel
quale comprendersi , per-
ché scopre che le tante
concezioni attuali del divi-
no generano progetti eva-
nescenti. L'offerta salvifica
aiuta a scoprire nella vicen-
da di Gesù il volto stesso di
Dio , e fa ritrovare un'impo-
stazione di vita che salva-
guarda la dignità e richia-
ma l'impegno.
IL VANGELO
DELLA GIOIA
Una proposta cristiana
per il terzo millennio
di Giorgio e Paola Bertella
Ed. Messaggero,
Padova 2001
pp. 104
II
I I I t I I• l I<, l, 1
I I I I I I I! I I
I
: : : i1L :\\l,AlJGELO
:::oEU.A :G1,01A
Il I I I I I I I ! I I 1 I< 1 1
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I Il I I I I I! I I Il
I 1 I, I
1I I I I I I I t I
I I 11 I I i l I I t I I•
I
t I,
I I I I I I I Il I 1
I
11 11 1 I I I I I I I I ! ! ,
1 I I I I I I I I I I I••,
Il male oscuro del nostro
tempo è la depressione,
frutto di una società consu-
mistica e affannosa che
manifesta i volti della tri-
stezza. Cristo offre il vange-
lo della gioia. Gli autori vo-
gliono dire ai loro figli (e a
quanti non sono più sicuri
della strada intrapresa) , che
la vita cristiana è ancora
praticabile , non è molto lon-
tana dalle esigenze attuali,
e - soprattutto - è fonte di
gioia. "Il cristianesimo non è
una religione di riti , liturgie
e imposizioni etiche", ma
un incontro con Gesù . Chi
gli crede trova la sorgente
della gioia. Si tratta perciò
di una specie di catechismo
spirituale pervaso di confi-
dente entusiasmo. Con la
sua visione gioiosa, il cri-
stianesimo è una vita mo-
dellata sulla adesione alla
persona di Gesù .
SERVIRE DIO
O IL DENARO?
I cristiani e i mercati
finanziari
di Stephen Green
Effatà Ed ., Roma 2001
pp. 128
Sempre di più oggi anche i
cristiani si devono misura-
re con i problemi finanziari
e le leggi di mercato, e non
sempre hanno le idee chia-
re : ubbidire a Dio o al dio-
denaro? Il mercato finan -
ziario fa parte del regno di
Dio? I cristiani dovrebbero
averci a che fare? Può un
cristiano essere chiamato
a lavorarvi? O il mercato è
semplicemente il tempio di
mammona, da evitare e
denunciare in quanto rap-
presenta il volto intollera-
bilmente avido e materiali-
sta del capitalismo? Il libro
non è un manuale sul
mondo della finanza, né
una predica sul denaro, ma
ha lo scopo di osservare i
mercati da una prospettiva
di fede . Infatti l'interesse
per l'economia cresce e i
cristiani sono chiamati a
mettere a frutto i loro talen-
ti. A quali condizioni?
NON SI FA VENDITA PER
CO RRI SPONDE NZA. I libri
che vengono segnalati si pos-
sono acquistare presso le libre~
rie cattoliche o vanno nch1est1
di re tt amente al le rispettive
Ed itri ci.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

▲back to top
ETICA PUBBLICA
E PLURALISMO
di Cultrera, Pariotti ,
Schiavello, Viola
Messaggero , Padova 2001
pp. 160
DON ANGELO GENTILE
Un esempio. La sua vita
a cura di Antonio Miscio
e Antonio Gentile
stampato in proprio , 2001
pp. 320.
NIENTE È FINITO
Testimonianze e ricordi
di Ernesto Balducci
Piemme ,
Casale M. (AL. ), 2001
pp. 208
I CATTOLICI
L'autore di questa rubrica Il ruolo culturale ed eccle-
SI DOMANDANO
si riconosce in questa bio- siale di questo insigne te-
di Natale Campana,
grafia, perché ne ha cono- stimone del nostro tempo
Ed. Segno , Udine 2000
sciuto il personaggio, quan- emerge dai suoi scritti sulla
pp. 216
do - suo allievo di teolog ia rivista "testimonianze", da
- ne ammirò ampiamente lui stesso fondata nel 1958
le doti di mente e di cuore. ed in questo testo raccolti .
Don Angelo Gentile è stato
un salesiano che ha vissu-
to con coerenza e dedizio-
ne la vocazione nella fe-
ERNESTO deltà alla vita salesiana e
nell'attaccamento alla fa-
BALDUCCI miglia naturale e al paese
natale , culla di tante voca-
zioni. Ha testimoniato fi-
nezza e signorilità del trat-
to ; ha mostrato rispetto e
-I"""~
@l!dblool-
amabilità con le persone ;
ha vissuto rapporti familiari
e coerenti cogli studenti
salesiani di cui è stato insi-
gne maestro ; ha evidenzia-
Pluralismo, globalizzazio-
ne .. . Sono processi cultu-
rali che incidono sul modo
di vivere , per cui anche i
cristiani spesso sperimen-
tano una religiosità confu-
sionale . Il primo di questi
testi precisa che per essere
equilibrato il processo di
globalizzazione esige una
nuova capacità di interven-
to politico che faccia valere
un'istanza di giustizia a tutti
i livelli e possa far sperare
in un uso senza sperequa-
zioni , nel rispetto delle va-
rie culture, nella difesa del-
l'ambiente e nel controllo
delle biotecnologie. Il se-
condo presenta la lezione
della storia: quando ven-
gono meno i valori costitutivi
della vita, l'uomo cerca la
superstizione come sicurez-
za e reazione al vivere ma-
terialistico. Rompendo con
to chiarezza e profondità di
dottrina nell'insegnamento
teologico ; ha mostrato se-
renità laboriosa e capacità
di governo. È quanto dimo-
stra questa biografia.
Si staglia una figura assai
ricca e complessa , prota-
gonista della storia del no-
stro Paese nella seconda
metà del Novecento : dagli
anni di "attesa" prima del
Concilio all 'età dell'ecume-
nismo ; dall'epoca dell'im-
pegno politico dei cattolici,
alla difesa dei valori della
pace e della cultura: inse-
gna che il vero criterio per
discernere i carismi è la
loro fedeltà al messaggio
cristiano. Autonomia e plu-
ralismo costituiscono il fon-
damento della sua rifles-
sione che difese in ogni
circostanza e in ogni mo-
do , anticipando valori che
la Chiesa oggi difende con
impegno e lungimiranza.
Dio e con la Chiesa si cade
nel vuoto di senso.
MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO
(MGS)
CINECIRCOLI
GIOVANILI
SOCIOCULTURALI
(CGS)
Tel. 06/44.70.01 .45
email : cgsnaz@iol.it
POLISPORTIVE
GIOVANILI
SALESIANE (PGS)
Tel. 06/44.62.179
email : italia.pgs@pcn.net
TURISMO
GIOVANILE
SOCIALE (TGS)
Tel. 06/44.60.946
email :
tgs.nazionale@flashnet.it
MISSIONI E
VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
VIS (Salesiani)
Tel. 06/51 .30.253
email: vis@volint.it
VIDES (Figlie di Maria
Ausiliatrice)
Tel. 06/57.50.048
email :
segreteria@vides.org
SERVIZI CIVILI E
SOCIALI (SCS)
Obiezione di coscienza
Emarginazione
e disagio giovanile
Tel. 06/49.40.522
email: scs@cnos.org
GRUPPI SAVIOCLUB
Tel. 06/44.50.257
email :
mspreafico@pcn.net
BS SETTEMBRE 200 1

4.2 Page 32

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LII/E
EMOZIONI... VIRTUALI
di Gianpaolo Tronca / Giancarlo Manieri
E' dunque una forma di comunicazione destinata
ad espandersi ?empre di più , ad arricchirsi di
nuove icone ... E, probabilmente , un'altra fatica
per gli adulti , e per gli educatori , un altro scoglio sulla
via dell 'approccio con la generazione dei digitali (cfr.
BS Luglio/Agosto, pagg. 14115) i quali sono già una
marea che continua imperterrita a crescere a dismi-
sura in ogni angolo del mondo , e sta conquistando
lentamente anche il cosiddetto lii mondo.
Alberto è un ragazzino di dieci anni , di un quartiere
popolare romano . Ha un computer da quattro anni e,
dice lui , da due anni fa scuola al nonno , 53 anni, e
alla nonna, 51 anni.
Sono allievi attenti.
Sì, sì!
E imparano facilmente?
Se te lo dico, tu glielo riferisci?
Terrò la bocca cucita, lo giuro!
Beh , sono imbranati, che più imbranati non si può!
SETTEMBRE 2001 BS
Mica ci credo tanto!
Ti dico che non ne capiscono niente . lo devo parlare
facile facile perché se no devo ripetere 1O volte. E
devo inventare altri nomi.
Per esempio?
Per esempio il drive devo chiamarlo cassettina per il
disco, invece di slot devo dire casella...
Ho capito. Va bene. E dimmi un po': tu navighi?
Certo che navigo! Vado in giro per il mondo a parlare
con questo e con quello.
Non dirmi! E come fai ad intenderti con un giappo-
nese.
Oh stupido! Mica ci parlo delle cose difficili! Uso gli
emoticons e ci capiamo! .. .
A sì? Noi usavamo il Morse ...
E che roba è?
Lasciamo perdere ...
o

4.3 Page 33

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Si chiamano smiley, emoticons
(Emotional lcons) o più
semplicemente faccine. Sono lo
strumento che i pionieri di Internet
hanno inventato per comunicare
gli stati d'animo, usando solamente
i caratteri della tastiera. Si tratta
di un linguaggio nuovo, peculiare
degli internauti, diffuso soprattutto
tra i più giovani, ma non solo.
E sono proprio i giovani
ad arricchirlo continuamente,
a comunicarselo e a diffonderlo.
:-/ = Hum,
sono scettico
o indeciso.
:-1 = No comment,
sono basito.
:-P = Prrrr! Linguaccia
o pernacchia!
:-* = Smack, baci.
+:-) = Il Prete.
0:-) = Il Santo.
):-) = Il Diavolo.
*:o) = Il Clown.
(:-D
(:+)
:-!
== Grande bocca.
== Grande naso.
== con la
sigaretta.
:-'\\ == Influenzato I
candela dal
naso.
:---) == Devo soffiarmi
il naso.
:-F == Serve
un dentista.
8-# == Morto.
(:•) == Pelato.
:-lll == Grassissimo.
:•ll == Con il rossetto .
:•\\ == con i batti .
:•l· == con il pizzetto.
:•U == Con i mustacchi.
B·l ==Coni Ray Ban .
@:•) == Con il turbante .
== Con \\'apparecchio.
:-J == Sono felice
scherzavo. '
;-) = Ehiii, occhiolino
ammiccante
compiicità. '
= Sorriso
sarcastico
malizioso. '
:-D = Ah ah ah
sto ridendo
a crepapelle.
... .( = Sob, sono triste.
= Sigh , piango.
:-o = Ooohhh, sono
motto sorpreso,
stupore.
!-( = Pugno
in un occhio .
:*) = Ubriaco /
pagliaccio .
%) = Sono ubriaco.
%-\\ = Sbronzo.
(:I = Testa di rapa.
>>:•) = Odioso.
:-w = Lingua biforcuta
<:•) = Domanda
stupida.
:/) = Non
è divertente.
:-1:-1 = Déjà vu .
(@@)= Stai
scherzando !
:-T = Bocca cucita.
.. = Sputacchiando.
Il
= Fischiando.
;-(*) = Vomitando.
#:-) = Spettinato.
&:-) = Riccioluto.
]:-> = Diavoletto.
=·····l = Pinocchio ;
bugiardo .
@.••••• - u
' - na rosa
per te.
--■·-J == Punk.
;-JJ e = o/letto bianco.
:-% = 8anchiere.
C=:•)= Cuoco.
+<:-/ = Frate I Suora.
-:o == Neonato.
P-J = Pirata.
. mi ha inviato una e-.
. f lia di un amico,.
i complimenti
1~sifA Una
mail
rdaigaauzziutnn~~, !i~g~ua~li~
facendom
di \\eggere
i anche
_con
Alla fine la
Che sarà
per il BS c e a da tre lettere ma1usco i amo? il che
firma, pr~ced~~~avo , un sopranndo~e\\aot~nera età della
mai , m1 om . improbabile , . a a ono conclu-
tuttavia era propno he cosa? Le ncerc~e s~ ~ero · era un
scrivented, oppi;~ino mi ha svelato"~h; ~is i~ advan~
se quan o q . che voleva dire .
ando trovai
semplice acrornmpfù facile la s?l_uz1onte d~la e-mail di-
,, Mi venne
rche 11 teso
. . RL·
~~·~\\tra misteriosa _siq~~ ~:n voleva incontra~~~: ·
ceva che il giovarn~f:e Real uve, e non sbag ,a ...
o inai che volesse
p
BS SETTEMBRE 2001

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrere
LE PREDICHE
NON SERVONO
A NIENTE!
Parlare con i figli non ai figli, usare un linguaggio appropriato
e corretto, lasciarli esprimere e ascoltarli attentamente,
fare meno prediche possibile... sono alcuni segreti
di una buona educazione.
N ella sua immaginaria lettera
a una bambina che sta per
nascere , lo psichiatra Paolo
Crepet afferma: "Cosa hai sentito
finora del mondo attraverso l'ac-
qua e la pelle tesa della pancia di
mamma? Cosa ti hanno detto le
tue orecchie imperfette delle nostre
paure? Riusciremo a volerti senza
pretendere, a guardarti senza riem-
pire il tuo spazio di parole , inviti ,
divieti? Riusciremo ad accorgerci di
te anche dai tuoi silenzi , a rispet-
tare la tua crescita senza gravarla
di sensi di colpa e di affanni? Riu-
sciremo a stringerti senza che il
nostro contatto sia richiesta spa-
smodica o ricatto d'affetto?". Tutti
coloro che danno consigli ai geni-
tori cantano un ritornello sempre
uguale : "E soprattutto ci vuole dia-
logo in famiglia". Facile da dire, ma
quasi irrealizzabil e, se tutti i best-
seller per genitori descrivono ineso-
rab ilmente bocche cucite e orec-
chie sigillate.
Il problema è tutto in una prepo-
sizione : i genitori parlano moltis-
simo ai figli , pochi sanno parlare
con i figli. Comunicare bene con i
figli è un 'occasione educativa im-
portantissima. Significa insegnare
le regole di base di una buona co-
municazione, e l'arte di risolvere i
problemi. E ottenere un risultato più
che apprezzabile : i bambini che
sanno comunicare vanr.10 megl io a
scuola, hanno meno difficoltà ad
allacciare amicizie e sono più sicuri
di sé . Troppo spesso i genitori in-
cominciano male . Il primo errore è
quello di usare un linguaggio infan-
tile con i bambini. E importante
usare sempre un italiano corretto .
Dire "cane" è facile come dire "bau-
bau ". È probabile che un bambino
cominci col dire "bau-bau ", ma un
genitore dovrebbe aggiungere : "Sì ,
è un cane". In genere non sono so-
lo i genitori ; anche nonni , zii , zie ,
parenti e chiunque si incontri per
strada cedono a questa tentazione .
Un bambino allevato a base di
gnam gnam, miao, bombi e brum
brum non si abituerà facilmente a
prendere sul serio le parole dei
genitori. E molti genitori continue-
ranno per anni a rivolgersi ai figli
come a dei minorati mentali. E
quando i figli saranno adolescenti
avranno l'amara sorpresa di trovare
le porte comunicative sbarrate.
La vera comunicazione familiare è
tra interlocutori che si rispettano e
si amano con fiducia e confidenza.
I genitori devono guardare i bambi-
ni negli occhi , per esprimere atten -
zione e interesse. Più passano gli
anni più il contatto visivo si perde,
per cui alcuni genitori arrivano addi-
rittura al punto di ordinare ai figli di
guardarli in faccia mentre parlano .
Lasciate i bambini liberi di espri-
mersi. Quando i vostri figli incomin-
ciano a parlarvi di storie che li ri-
guardano o di cose loro capitate ,
prendetevi un po' di tempo e
ascoltateli. Questo è il modo mi-
gliore per insegnare ai bambini che
siete interessati a ciò che dicono .
Ascoltare vostro figlio significa
scoprirne la logica. Solo così po-
tete aiutarlo e guidarlo verso un
punto di vista differente in cui può
ravvisare dei vantaggi non visti pri-
ma. In questo modo un padre e
una madre gettano i semi del ragio-
namento ; non ordinano e non pre-
dicano: i bambini sono condotti per
mano a vedere da soli sia il pro -
blema che le possibili soluzioni.
D'altro lato, vi sono dei momenti in
cui serve essere schietti: "Ho un
problema e mi domando che cosa
ne pensiate: quando sto cercando
di mettere in tavola, e volete che vi
aiuti a fare i compiti , non ottengo
niente di buono a fare due cose
alla volta . Che cosa pensate che
dovremmo fare ?"
Non si ottengono informazioni utili
se tutte le forme di comunicazione

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
sono tentativi per correggere , mora-
lizzare, giudicare, criticare, coman-
dare, minacciare, far la predica e
simili. Ci sono anche genitori che
tentano di risolvere tutto facendo
del sarcasmo, ironizzando o urlan-
do . In questo caso i bambini pen-
sano semplicemente che i loro ge-
nitori hanno perso il controllo e
stanno diventando ridicoli o patetici.
MA QUANTO
ROMPI, MAMMA!
Lunghe litanie di raccomandazioni ai figli...
Tacere o contestare? Mai perdere di vista
il bisogno di accompagnamento.
Parlare con i figli significa cerca-
re insieme a loro delle idee su
quanto si possa fare per risolvere
un problema o per migliorare una
situazione. Così i bambini hanno
una parte creativa nella costruzione
dell'armonia familiare e si rendono
conto di dare il proprio contributo a
tutto il complesso , perché una di-
scussione è un processo mediante
il quale si cerca di arrivare alla so-
luzione, la migliore possibile di tutti
i problemi che stanno di fronte . Se i
genitori accettano le idee del bam-
bino, le esaminano insieme a lui ,
analizzano con lui la soluzione pos-
sibile, pongono domande, come
"Allora, cosa può succedere?", "Co-
me ti sentirai dopo?", "Come si
sentirà l'altra persona?", il bambino
trova in loro un senso di camera-
tismo e di complicità che lo aiuta a
risolvere i problemi della vita.
Porre delle domande orientative
è ancora uno dei metodi migliori
per insegnare a pensare, e la diffi-
cile arte dell'equilibrio. È irragione-
vole pretendere che un figlio abbia
solo idee "giuste ". Dirgli che ha
"torto" e che noi abbiamo "ragione"
serve solo a renderlo reticente
(come succede a noi, del resto.)
Questo vuol dire parlare al bambi-
no. Alcuni pensano che tutto que-
sto significhi arrendersi a lui , rinun-
ciare a ogni guida e direzione da
parte dell'adulto. È vero il contrario :
se non riusciamo a sederci allo
stesso tavolo dei figli a parlare di
problemi correnti , se non li lascia-
mo esprimere la propria opinione ,
allora faranno davvero il comodo
loro e perderemo qualsiasi influen-
za sul di loro. La collaborazione
deve essere conquistata ; non si
può esigerla. Il modo migliore per
ottenerla è parlare liberamente di
quel che ognuno pensa e sente e
ricercare insieme le condizioni idea-
li di rapporto reciproco .
O
Q ualche anno fa mi sono ac-
corta, quasi improvvisamen-
te, che la vita familiare a
volte rischiava di diventare monoto-
na: mi toccava dire ai figli sempre
le stesse cose , fare gli stessi rim -
proveri e lagnanze. Mi sono quasi
ridotta a chiedere loro di essere un
po ' più creativi nelle trasgressioni ,
per avere la possibilità di cambiare
disco ... Stanca di questo ruolo di
rompiscatole , a un certo punto ho
pensato che potevo permettermi
due soluzioni alternative.
La prima, tacere. Costa molto
mettere un freno ai propri impulsi
quando si avrebbe voglia di sfogare
un po' di reazioni negative di fronte
alle intemperanze dei ragazzi , però
funziona. I figli si sentono spiazzati
dal silenzio e sono costretti a un la-
voro interpretativo che li aiuta quasi
sempre ad arrivare da soli a capire
quel che non va nel loro comporta-
mento. Niente male, come strategia
educativa. La seconda possibilità è
esercitare quella che io chiamo la
"dissonanza creativa". I figli manca-
no di originalità nelle cattive abitudi-
ni, negli errori, nella pigrizia? Bene,
è il momento giusto per passare
dalla contestazione statica delle loro
mancanze alla proposta di traguardi
più esigenti, prospettati come un af-
fare pieno di fascino e di convenien-
za. L'essenziale è farlo senza retori-
ca e premettendo sempre due paro-
le magiche: "se vuoi".
Scelgo fra i due comportamenti
a seconda delle occasioni e delle
mie possibilità psicologiche : se so-
no stanca, ad esempio, preferisco la
strada del silenzio, che rappresenta
anche un bel risparmio di energie
vocali e mentali. Lo stesso dicasi
quando vedo che la prole è allertata
o irritabile: mai andare allo scontro
se i figli hanno una riserva ~i ri-
sorse maggiore della mia. E im-
portante però, in questi casi , che
capiscano che il mio silenzio non è
segno di una indisponibilità, di una
BS SETTEMBRE 2001

4.6 Page 36

▲back to top
FAMIGLIA SALESIANA
di Maria Antonia Chinello
rottura della comunicazione e del-
l'affetto. Piuttosto, cerco di rende-
re chiaro che li sto invitando a una
sorta di caccia al tesoro, perché
scoprano qualche verità in più su
se stessi e sul modo in cui devono
costruire il loro futuro. La seconda
possibilità la riservo invece alle si-
tuazioni in cui vedo che i figli sono
annoiati , o in crisi di autostima, o
si sentono un po' stretti nel loro
orizzonte quotidiano. Allora mi fac-
cio avanti e offro loro un ulteriore
spiazzamento che li porti ad allar-
gare il .loro mondo interiore, a fare
nuove scommesse su se stessi, a
puntare un po ' più in alto nelle loro
scelte e compo rtamenti . Qualche
precauzione in questa strategia:
non perdere mai di vista il bisogno
di accompagnamento e di solida-
rietà che i ragazzi vivono quando
si è un po' più esigenti nel presen-
tare determinate aspettative.
Verifica dei risultati: anche se
i figli continuano a pensare che
sono un po' "rompi. .. ", sono dispo-
sti a rial zare le mie quotazioni
quando vedono in azione i genitori
dei loro amici , ben più prodighi
nell'elargire prediche e consigli di
vario tipo . Inoltre, stanno imparan-
do a farmi risparmiare energie: Il
maschio è bravissimo nel giocare
di anticipo e nel fare a se stesso le
rimostranze che sono pronta a
mettere in atto nei suoi confronti.
Quando si rimprovera da solo per
qualche fesseria che ha combina-
to, riesce a spiazzarmi e mi co-
stringe a perdonarlo, consolarlo ,
darmi da fare per rimetterlo in
marcia con una rinnovata credibi -
lità e grinta. La femmina usa un'al -
tra tattica: con un perfetto scambio
di ruol i, mostra indulgenza e com-
plicità per le mie distrazioni e pa-
sticci , che ormai diventano sem-
pre più frequenti . In questo modo
acquista un bel credito perché a
mia volta io non le faccia prediche
e scelga piuttosto la strada della
comprensione .
Il bello di questo modo forse
un po' confusionario di andare
avanti è che alla fine riusciamo a
ritrovarci tutti un po ' più maturi e
soprattutto abbiamo la possibilità
di regalarci l'un l'altro un sorriso
proprio quando rischiamo invece
di dover mostrare i denti.
SETTEMBRE 2001 BS
EXALLIEVE/1 FMA
Èun gruppo laicale cui aderiscono uomini
e donne educati in un'opera delle FMA indipendentemente
dalla loro appartenenza religiosa, culturale, sociale ed etnica.
Possono essere accolti nel'Associazione quelli
che ne condividono i valori, dopo un adeguato cammino formativo.
D Le exallieve delle Figlie di Ma-
ria Ausiliatrice nascono in un po-
meriggio di marzo 1908. A Tor ino,
un gru ppo di ex oratoriane, gui -
da to dal bea to Fi li pp o Rin ald i e
suor Caterina Arr ighi, dec ide di or-
ga nizza rsi in assoc iaz ione per
co ndi vidern e lo sp iri to e d iffo n-
dern e i va lori. Si fo rm a un Consi-
gli o Dirett ivo provvisori o e si pen-
sa a un a Co nfe deraz ione Intern a-
zionale. Qu esto intraprendente ma-
nipolo cli donn e inve nta stra de cli
educaz ione spicc iola che raggiun -
go no giova ni, bambin i, madri di
fa migli a, operaie, insegnanti e co n-
tad ine. Vengono istituite scuole se-
rali per " massa ie" e per itali ane
emigrate, sc uole profess ionali po-
po lari gratuite; b ib liotec he circo -
lanti e co mpagnie cl i teatro.
D Nel 1911, a Torino, si svolge il
Convegno Generale c he il
via a un a cresc ita, quantitat iva e
qualitati va ci eli ' As soc iaz ione. Nel
192 1 si edita Unione, l'orga no in-
fo rmativo, ogg i in tre Iingue, che
co llega le ce ntinaia di migli aia di
exa ll ieve/ i . N el 1988, centenario
della morte di Don Bosco, l' Asso-
ciazione viene uffi c ialmente ri co-
nosc iu ta co me Gruppo dell a Fami-
gli a Sales iana e si ce leb ra il
Congresso Mo ndiale a Rom a co n
gl i exa l li ev i/ e d i Don Bosco. Le
Assemblee Confe derali del 199 1 e
'97 eleggono il Consigli o Centrale
secondo il nu ovo Statuto, e rice r-
ca no ori entamenti di animaz ione e
di impegno aposto li co che es pri-
mano un senso di appartenenza e
una maturità laica le più evidenti.
D L'Associazione conta oggi più
di 40 mila membri in Itali a, e mi -
li oni nel mondo, anche tra i non
cristi ani. È diffusa in tutti i co nti-
nenti dove co ll abora all ' opera
educativa dell e FMA e sostiene le
op ere anche quando non ci so no
p iù le suore. Esse re exa lli eve/vi
vuol dire condivid ere qualcosa in
pi ù di un'a m ic izia o un rico rdo.
Si gni fi ca l' impegno cli ri propo rre
co n la propri a vita i va lori che
fa nn o l' uomo deg no del suo no-
me. L' As soc iazione è e sarà sem-
pre una risposta all 'a pp ell o dell a
Chiesa c he chiede la partec ipa-
zione dei laici alla sua miss ione.

4.7 Page 37

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M0L.fO
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BS SETTEMBRE 2001

4.8 Page 38

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I Riti di Passaggio
NELLA VITA
CRISTIANA
di Nicola Follieri
Anche il cristianesimo,
la più grande ed evoluta
religione del mondo,
presenta "raffinati"
- -- riti di passaggio, carichi
di valori e ricchi di
senso... Daremo
ragione del fatto in
questo e negli
articoli successivi.
I Il costume e la tradizione
culturale si sono appropriate
di cerimonie religiose
importanti per la vita
del cristiano.
Q uando una fam iglia è allieta-
ta dalla nascita di un bimbo,
lo si porta in chiesa per-
ché riceva il sacramento del
· Battesimo. Al! 'età di ca. otto anni il
bimbo farà la sua prima confess ione
(sacramento dell a Penitenza), poi
riceverà la Prima Comuni one (sa-
cramento dell 'Eucarestia). Qualche
anno dopo, più grandi cello o già
adulto, gli impartiranno la Cresima.
Se poi incontrerà l' anima gemella,
insieme celebreranno il Matrimo-
nio; se invece si sentirà chiamato a
una vocazione sacerdotale, riceverà
il sacramento dell 'Ordine. Soprag-
giunta la tarda età, o in caso di ma-
lattia seria, il sacerdote potrà recar-
gli l'Unzione degli infermi. In po-
che battute, nell 'arco di una vita,
l'uomo ha instaurato un rapporto
spiritualmente fecondo col Dio dei
cristiani, attraverso dei segni carichi
di senso: i sacramenti, appunto, ce-
rimonie religiose che accompagna-
SETTEMBRE 2001 BS
I Presso i popoli della foresta
qualsiasi cerimonia religiosa
è l'occasione per sfoggiare
i migliori ornamenti
che si possiedono.
no la nascita, l' infa nzia, l 'adole-
scenza, l' età adulta e senile della
persona. Riti di passaggio a tutti gli
effetti.
I Battesimo nella tribù dei . .
Chavante. Numerosi i t1::n.tat1v1
di inculturare nella trad1z1one_
tipica degli indio i sacramenti
della vita cristiana.
LA PAROLA
"SACRAMENTO"
Il vocabolo viene usato più volt_e da
Tertulliano (11-111 secolo) . San Girola-
mo (IV secolo) , traducendo _la _Vulga-
ta, parla di sacramento in ~,ferimento
al battesimo o all'Eucarestia, quando
il Nuovo Testamento riporta in greco
la parola mysterion. Con quest'e-
spressione s'indica il prog~tto segre-
to che Dio ha ,n serbo per I uom_o , per
la sua salvezza, attraverso ,1 Cristo _ri-
sorto . Dal lii al VII secolo nella Chie-
sa latina i due termini , sacrame0tum
e mysterium, sono sinonimi , _inter-
scambiabili. Con sant'Agost1no ,1 ter-
mine "sacramento" è accostat~ ali~
nozione di rito sacro , di "segno VISI:
bile , che rende manifesta una realta
invisibile (la Grazia che Dio cor;iunica
all'uomo) . Nell'XI seco_lo_san Pier 09:~
miani elencherà dod1c1 sac'.ament1.
oltre a quelli noti, egli parla d1 consa-
crazione episcopale , consacrazione
del re , dedicazione delle ch1e~e, ca-
nonicato, profession_e . monastica ed
eremitica e delle religiose . In _questo
elenco mancava l'Euca'.~stia. La
Chiesa riconoscerà defin1t1va~ente,
poco più tardi , nel _Xli sec~lo, 1 sette
sacramenti che tutti conosciamo .

4.9 Page 39

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- Quando una famiglia è allietata dalla nascita di un bimbo ...
Preparazione alla cresima
tra gli Yanomami.
LA DIMENSIONE
SACRAMENTALE
Il costume e la tradizione cultura-
le si sono letteralmente appropriate
di tali ceri monie religiose, così im-
portanti per la vita di un cristiano.
Persino le isti tuzioni civili hanno
voce in capitolo, ad esempio quan-
do si tratta di celebrare un matrimo-
nio o un funerale. Entrano poi in
gioco altri fattori: il folclore, la su-
perstizione, il consumismo. Da
un 'ottica antropologica le tappe del-
la vita sono cadenzate da questi sette
sacramenti, riconosc iuti dalla Chie-
sa come unici ed essenziali canali di
comunicazione con il mistero divi-
no. Essi conservano un significato
eminentemente reli gioso e di fede,
più ancora che tradizionale o cultu-
rale, rituale o ritualistico. Con il
Battesimo si diventa ufficialmente
cristiani e si acq ui sisce il diritto di
ri cevere gli altri segni sacramentali,
a meno che non intercorrano im pe-
dimenti previsti. Ma la prati ca di
questi riti o cerimonie religiose sem-
bra risentire di uno sco llamento fra
la prassi sacramentale e il loro spe-
cifico contenuto di fede. Basta pren-
dere come esempio il matrim onio.
Chi lo celebra in chiesa, lo fa per-
ché è (o dovrebbe essere) consape-
vole che solo Dio è garante di una
fedeltà senza incrinature. Ma le ra-
gioni sono anche più fragili: lo vuo-
le la mamma, si usa, è suggestivo ...
Un sacerdote, a contatto con coppie
di fi danzati e di giovani sposi, così
commenta: "Noi offriamo loro un
sacramento ed essi vengono a chie-
derci un rito" . La dimensione sacra-
LA PAROLA "TABÙ" .
La arala "tabù" proviene dalla ~1ngua
parlata in Polinesia._ Sta 8: s1gnif~carfi
ciò che non si fa , c10 che e pro1b1to.
peiorneehe,radzeiol ntaalbeù,
non
.il p1..u
ha una motiva-
deIlevolte porta
~on sé giustificazioni che hanno uni
nesso con il sacro e il ma9_1co , con I
su erumano, quindi con c10 che non
si ppuò controllare o preved~re ,. che
non rientra nella norma e puo m1.nac-
ciare l'uomo , costituire u~ pencol_o
er la sua salute e la sua in: olum1ta.
~ e si varca la soglia del tabu , la c,?n-
seguenza è la contam1naz1one o !,im-
purità della persona "contaminata .
LA PAROLA "RITO"
.
La
rita
~arsatala
"rito" deriva dal sanscnt~
a indicare qualcosa ~1 uni
forme e costante , che .~on puo P.re-
. d re da un ordine g1a prestab1l1to.
sLca1npeeculiarità
della
nozione
d'
I
n·to
s ta
nella sua "inutilità", allo stato puro
non ha un riscontro pratico. con la
realtà, ne è solo una espre.ss1one for-
male , esteriore , estetica: s1i:1bohca. I'.
rito trova però la sua logica in un con_
testo religioso o es1stenz1ale, .':1a.puo
anche intercettare gli amb1t1 p1u diver-
si· una premiazione sportiva, pe.r
. evmas.eeronmtadp1.i.oaui,nrlai'tai pndea1.rvtpeuar.sasQadugia9nu1·d0no, cqsa1u·.neftsaite1nr''e.fes,bne·i-l-l
condo una casistica 1nf1nita di vana I I
culturali , religiose e antropol~f1i~~i~:
determinano , scandiscono e. u c . .
znaenl arislepettatoppdei
della
valori
vita degli 1nd1v1du1
, trad1'z·1on·i e legg. i.'
in cui si identifica la .vita della comunita
religiosa o sociale d1 appartenenza.
mentale, dunque, pare a volte affie-
volirsi. Dov rebbe invece identificar-
si in un'esperienza umana dai con-
tenuti fort i, e in un 'esperienza pro-
fo nda di fede vissuta.
ESPERIENZA DI CHIESA
I sacramenti sono colti più da una
prospettiva profana e storica che re-
ligiosa e metafisica. Prevalgono l'a-
nonimato , il ritualismo disincarnato,
il linguaggio ripetitivo e astruso di
gesti, simboli e parole. Il rischio è la
disaffezione. L' aspetto celebrativo e
liturgico, già ridotto ali 'essenziale,
sembra non andare oltre il profumo
dell 'incenso, la luce della candela,
la cortina del rituale. Quello che i
gesti, i simboli e le fo rmule espri-
mono risulta spesso di difficile ac-
cesso all a mente e al cuore dei fede-
li, nonostante l'aumentata sensibi-
lità dopo il Vaticano II. Pare avere
ancora il sopravvento una "religione
dei riti". A quando una " religione
della vita", che gli stessi sacramenti,
o riti, segno visibile della misteriosa
vicinanza di Dio, esprimono con
pienezza totale? Diventa possibile
raggiungere questo obiettivo nella
misura in cui si fa esperienza di
Chiesa, si prende coscienza di fare
parte di un a comunità di credenti ,
che vivono in comunione fraterna e
in stretta relazione con Dio nel
nome, nella grazia e nel mistero del
Cristo che salva.
D
BS SETTEMBRE 2001

4.10 Page 40

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PRIMA PAGINA
Redazionale
Dovunque, nel mon-
do - l~alia _compre-
sa - sI registra una
Un capolavoro della ELLEDICI,
la prima enciclopedia delle religioni
un a co nversazione... il
prim o studi ato tentativo,
chi ssà, per un a possibil e
ava nzata quasi espone n-
presenti in Italia...
futura ini ziaz ione.
ziale delle sette re ligiose di
Vuol dire che c'è un biso-
SINCRETISMO ... ogni tipo e provenienza,
ispirantisi a questa o quel-
la reli gione. I nomi di al-
gno inarrestab ile di religio-
sità. Toglierl a all'uomo è
un po' come togli ergli la
cuni g uru so no diventat i
quasi popol ari e co nqui-
ONO?
pe ll e. E questo ha fatto la
fortun a di sette e "settine",
sta no sempre
di orga ni zzaz ioni pa rarel i-
giose o paraspiritu ali che
negli ultimi anni hann o
co min ciato a pullulare,
Centro StudS~~~UR
e uove Religioni
semp re più num ero se e in sistenti .
Fascia to e quas i strango lato da bit, cip,
DELLER
ENCICLOPEDIA
pixel, led, circuiti integrati, fib re ottiche, e
qu ant'a ltro l' uomo si ribell a e tenta di
liberarsi dalla morsa della tecn ica ri fugian-
. EllGl()NJ dosi nel misterico, nell'iniziatico, magari
nel satan ico ...
UNO STRUMENTO UNICO
in Italia
Il ponderoso volume, edito dall a ELLEDICI
e co mpil ato dai migli ori spec iali sti italiani
del settore (quell i del CESNUR), presenta in
oltre 1200 pagi ne il panorama comp leto
de ll e reli gioni operanti in Ita li a, la loro
origi ne, il fondatore, la stori a dell a loro
es istenza e diffu sione, e perfino il recapito
itali ano del picco lo vat ica no di ogni reli-
gione pi cco la che sia, col nome del respon-
sabi le, il numero te lefo nico, la e- mail , e
l'eve ntua le sito web . Senza dimenticare la
bibliografia essenziale. Un a pl etora sorpren-
dente e diramata da i nom i a vo lte impronun-
ciab ili, sigle improbab ili , con gruppi teosofici,
gnostici, satanici, logge massoni che, ecc.
L'organizzazione poi è di tutto risp etto, co n
ce ntri di in fo rm azio ne e diffu sion e, ce ntri
cu ltu ra li , ricreativi, soci ali, med ici; co n pale-
stre d i arti marziali , yoga, kamasutra e via
disco rrendo ... Pochi sa rebbero arri vati a pen-
sa re che tanta sete di esotismo avesse conta-
giato gli ita li an i, per altr i ve rsi così tradiziona-
list i. L' impres si o ne è que ll a di un a epid emi a
abbattutasi sul " Bel Pa ese", e ti chi ed i perché
più visibil ità, co mpli ci i med ia, in nome
dell a "pa r co nd ic io" . No n è infreq uente l' inco ntro
mai le grandi reli gioni figli ano tanti sottop ro-
dotti . Che si tratt i di sete di divino?
per strada, al mercato, alle fermate degli autobus, ai A CHI PUÒ SERVIRE?
giard ini , di gentilissimi signori o giovani coppi e che A moltissimi operatori: ai parroci per esempio, ai diret-
offrono co n co mpitezza una rivista, un libri cino, o tori di oratori o, agli insegnanti, ai professori di reli -
suggeri scono domande cui non sa i, o non vuoi gione, all e istitu zion i ed ucative, alle fa miglie.. . M ai
rispond ere: un approcc io accettabil e per ini ziare nulla di così esaustivo era stato prodotto in Ita lia. D
SETTEMBRE 2001 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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SETTEMBRE
SEPTEMBRE
SETEMBRO
SEPTIEMBRE
SEPTEMBER
Savina Jemina
EFFEMERIDI
2: Luna piena.
17: Luna nuova.
18: Rosh Hashana, Capodanno
ebraico .
18-22: "Sansculottides", ultim i
cinque giorni del calendario rivolu-
zionario francese .
23: inizio di Vendemmiale, primo
mese rivoluzionario francese .
27: Yom Kippur, festa ebraica
dell'Espiazione.
LUNARIO
Il giorno 1 il Sole sorge alle 5.36 e
tramonta alle 18.44. Il 15, alle
5.50 e alle 18.20. Il 21 equinozio
d'autunno . Il 22 il Sole esce dal
segno della Vergine ed entra in
quello della Bilancia. Nel giardi-
no, fare talee di rose , ortensie e
fucsie. Nell'orto, trapiantare ortag-
gi invernali e cavoli . A dimora le
piante da frutto. Si vendemmia .
I FIORETTI DEL PAPA
19-25 settembre 1978: viaggio
nella Repubblica federale tedesca.
29 settembre-8 ottobre 1979: viag-
gio in Irlanda, all 'Onu e negli Usa.
14 settembre 1981: enciclica La-
borem Exercens , sul lavoro del-
l'uomo.
14 settembre 1998: enciclica Fi-
des et Ratio.
3 settembre 2000: beatificazione
e dei papi Pio IX Giovanni XXIII.
5 settembre 2000: Dichiarazione
Dominus lesus sull 'unicità e l'uni-
versalità salvifica di Cristo e della
Chiesa.
IERI ACCADDE
3 settembre 1982: assassinio
del generale Carlo Alberto Dalla
Chiesa.
5 settembre 1864: nasce Louis
Lumière che, con il fratello , inven-
ta il cinematografo .
6 settembre 1887: nasce l'archi-
tetto "Le Corbusier".
7 settembre 1860: Garibaldi en-
tra a Napoli , con il suo esercito .
9 settembre 1940: nasce John
Lennon , uno dei quattro Beatles.
13 settembre 1922: A Al- 'Azi-
ziyah , in Libia, si raggiunge la
temperatura di 58°.
17 settembre 1961: nel Congo ,
viene abbattuto l'aereo sul quale
vola lo svedese Dag Hammar-
skjbld, segretario generale del -
l'Onu .
19 settembre 1985: muore lo scrit-
tore Italo Calvino .
23 settembre 1939: a Londra
muore Sigmund Freud .
28 settembre 1973: il comunista
Berlinguer parla di "compromesso
storico ".
COLLEZIONANDO
A Belgica 2001 , l'esposizione in-
ternazionale svoltasi a Bru xelles ,
il Belgio ha emesso un foglietto
per i 500 anni della Posta euro-
pea e molti francoboll i come i due
congiunti con il Marocco sulla tol -
leranza religiosa. L'Austria ricor-
da i 50 anni dell'Unchr, l'Alto com-
missariato delle Nazioni Unite per
i rifugiati , premio Nobel per la pa-
ce nel 1954 e nell ' '81 . L'Ordine
di Malta propone quattro bei fran-
cobolli che riproducono recenti
monete dello SMOM. Il Vaticano
ha coniato due monete d'oro da
nominali 50 e 1O mila lire (ma
vendute a 31 O e 620 mila) : ripro-
ducono una croce medievale e un
cristogramma , le lettere greche
XP sovrapposte, iniziali di Cristo.
LE MOSTRE
A Torino , Palazzo Bricherasio
ospita sino al 26 settembre Abori-
gena. L'arte australiana contem-
poranea, opere dalla collezione di
Gabriele Pizzi , gallerista di Mel-
bourne . A Verona , al Museo di
Castelvecchio , sino al 30 settem -
bre, Collezioni restituite ai Musei:
vetri romani , ceramiche rinasci-
mentali , armi bianche , medaglie
napoleoniche, strumenti musicali
africani e altro ancora. A Roma ,
al Vittoriano , dopo oltre vent'anni
di chiusura, è riaperto il Museo
centrale del Risorgimento: cimeli ,
dipinti, armi , monete, autografi e
filmati, dalla fine del XVIII secolo
alla conclusione della prima guer-
ra mondiale .
DAI PADRI DEL DESERTO
L'abate Pastor diceva: "Mai il male
ha scacciato il male . Dunque, se
qualcuno ti fa un torto , fagli del be-
ne, così da distruggere la sua mal-
vagità con la tua buona azione".
BS SETTEMBRE 2001

5.2 Page 42

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Silvia©
·
A Tor Vergata, n no-
stante quell'a o-
sfera irrepetit11e,
ero triste, tanto che chie-
si a Dio di prendermi con
sé. Il motivo? Un ragazzo
che non potevo più avere :
il fuoco dell 'amore non si
spegne mai completamen-
te. Soffrivo in silenzio . Gra-
zie alle mie doti teatral i riu-
scivo però a non far tra-
sparire nulla, per non gua-
stare quell 'atmosfera così
speciale . E nessuno si ac-
corse di niente . Alle tre del
LETTERE DA
TOR VERGATA
portarono di peso sotto la
tenda adibita per le emer-
genze , adagiandomi su un
lettino. Non sentivo più le
gambe e non connettevo
molto .
Allora ricordai quanto
poco prima avevo chie-
sto a Dio , e mi assalì
l'atroce sensazione che mi
avesse presa sul serio, e
da un momento all 'altro
dovessi lasciare tutto pro-
prio , a Tor Vergata. Ini-
ziai a piangere disperata-
mente. Mi diedero un tran-
quillante perché la situa-
zione era diventata critica.
Nel chiudere gli occhi sfi-
nita da una tempesta di
lacrime e dolori , sentii una
voce vicina, calda, diretta
che mi sussurrò all 'orec-
chio : "L'hai capita la lezio-
ne ora ?'. Riaprii immedia-
tamente gli occhi : tutto era
scomparso. Al mio fianco
c'era solo il dottore, un
francese, che mi guardava
preoccupato e mi stringeva
una mano. Certo non pote-
va essere stato lui a dirmi
quanto avevo sentito. Attor-
no non c'era nessun altro.
Allora richiusi gli occhi e
riposai ... il corpo e l'ani-
ma. Avevo capito che non
stava a me far finire un
viaggio che Dio aveva di-
M l HA FATTO segnato e che non era
giunto a termine. E sentii il
RINASCERE
cuore che com inciava a
riassorbire tutto l'amore, la
fede , l'allegria, la serenità
pomeriggio per il gran cal -
do e la spossatezza mi ad-
Il flusso da Tor Vergata
non si è ancora interrotto. Continueremò
che Tor Vergata quella se-
ra mi stava regalando. Il
Papa era già arrivato, e
dormentai. Mi risvegliai con a darne conto ai lettori finché riceveremo tutti avevano acceso la lo-
un enorme peso sullo sto-
maco tanto che a fatica riu-
lettere che giudichiamo interessanti.
ro candela: 2 milioni di
candeline , spettacolo da
scivo a respirare. Died i la
brivido .. . e brividi mi acca-
colpa al caldo , e bagnai la bandana sul capo. Non rezzavano la pelle. Mi riaddormentai senza quasi
giovò a nulla, anzi il peso continuò ad aumentare . rendermene conto e quando la mattina dopo mi sve-
La testa mi girava, le gambe sembravano invase da gliai , il cuore palpitava di una gioia inedita: l'inizio di
milioni di form iche impazzite , gli occh i vedevano una nuova stagione della mia vita. ho capito che
solo pagliuzze dorate accendersi. Sopraggiunse la vita va vissuta fino al punto più profondo ...
anche un gran fiatone. Spaventatissimi , gli amici mi
D
SETTEMBRE 2001 BS

5.3 Page 43

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P.ER SOSTENERE
OP.ERE SALESIANE
Notific hiamo che la Di rezione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-7 1 n. 959, e l'Istitu -
to Sa les ia no per le Miss ion i
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1- 1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le fo rmu le:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" . .. Lascio all a Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all ' Istituto Sa-
les iano per le M issioni , con sede
in Torin o) a titolo di legato la
somm a d i f:. .. . o titoli , ecc. per
i fi ni istituzionali dell'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lasc io all a Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, co n
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
les iano per le Miss ioni , con sede
in Torino) l' immobile sito in . . .
per i fini istituzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l' uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" . . . Annu llo ogni mia prece-
dente di spos izione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Isti tuto Sales iano per le
Missioni , con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qu als iasi titolo, per i
fi ni istituzionali dell 'Ente".
(Luogo e dm a)
(fi rma per disreso)
NB. Il resrame1110 deve essere seri/lo per
inrero di mano propria dal resrarore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Vi a della Pisana, I J 11
00 163 Roma-Bravetta
Te!. 06.65612678 - Fax 06.656 12679
C.C.P. 462002
Istituto Sa lesiano per le Missioni
Via Mari a Ausili atrice, 32
10 152 Torino
Te!. 0 11.5224247-8-Fax 011.522425 1
C.C.P. 28904 100
.....J I NOSTRI MORTI
MARTON sac. Dino, salesiano ,
t Mogliano, il 06/02/2001 , a 84 anni.
Ha servito la congregazione prima in atti-
vità pastorali poi nella Direzione Generale.
Fu direttore e formatore attento e legato
alla tradizione , che voleva rispettata per-
ché aveva formato santi. Si è fatto volere
bene, soprattutto perché, oltre ad essere un
uomo di fede schietta e genuina, era una
persona coerente , che metteva in pratica
personalmente e con puntiglio quello che
chiedeva agli altri. Raccontava volentieri la
sua vita, e faceva trasparire dalle parole la
stima e l'amore per i suoi familiari e la sua
terra. Era un uomo attento agli avvenimenti
della sua congregazione , della Chiesa e
del mondo. S'informava minuziosamente di
tutto , voleva essere il primo a sapere e non
mancava di commentare le notizie . Un
uomo che prima di agire voleva capire, per
cui spesso i suoi interventi cominciavano
con una domanda. Leggeva molto, e uno
dei grandi crucci degli ultimi tempi fu pro-
prio quello di non poter più dedicarsi alla
lettura perché la vista non lo supportava
sufficientemente . Dalla Casa Generalizia
ha inondato il mondo salesiano delle sue
letterin e di ringraziamento per le offerte
che i benefattori facevano per le missioni ,
inviava gli abitini di san Domenico Savio ,
immaginette sacre , libretti edificanti. Era
conosciuto sem plic eme nte come Don
Dino. Così si firmava.
DRAGO sac. Carlo, salesiano,
t Castello di Godevo (TV) , il 04/12/2000,
a 97 anni.
Le date di questo patriarca sono eloquenti:
97 anni di età, 78 di professione , 70 di
sacerdozio . Fu insegnante di teologia allo
Studentato teologico di Monteortone e in
quello filosofico di Cison. Ma don Carlo fu
soprattutto un maestro d'anime , specie al
confessionale, dove usava parole semplici
e profonde che ridavano fiducia e serenità
ai suoi penitenti. Sapeva accogliere le
preoccupazioni e i drammi di chi si rivolge-
va a lui per collocarli nella giusta luce e dar
loro il giusto peso e valore. Sapeva infon-
dere speranza. Fu una grande sofferenza
la sua quando la progressiva sordità lo
costrinse a rinunciare al confessionale e
alla direzione spirituale. Restò lucido e fre-
sco fino alla fine , attento al tempo che
viveva e alle problematiche nuove che
emergevano esigendo risposte adeguate .
Leggeva molto e con attenzione, tanto che
spesso si trovavano le sue chiose a fianco
dei brani soprattutto quando si trattava di
citazioni sbagliate. Era un amante del can-
to gregoriano: ci metteva l'anima. Dirigeva
con ampi gesti della mano e con quel suo
vocione si librava tra una clivis e un quili-
sma, talvolta incurante del coro. La sua era
una vera passione che a volte sorvolava le
finezze solesmensi ma rivelava , anche
attraverso l'espressione del volto, tutto l'in-
canto estatico dell'anima.
questo nome lo ha accompagnato per tutta
la vita. Non era solo un omaggio da parte
dei suoi numerosi ex novizi e amici ,
memoria di una tappa importante della sua
vita, ma una missione che ha continuato
come confessore e direttore spirituale di
confratelli e consorelle, e di tantissimi fede-
li che trovavano in lui un 'accoglienza aper-
ta e fiduciosa , come di un vero amico e
padre. L'ictus lo aveva costretto a lasciar la
scuola e il lavoro, e lo aveva ridotto sulla
carrozzella, ma non l'aveva vinto: il sorriso
continuava ad aleggiare sul suo viso, non
mancava mai l'interesse per le vicende
della comunità, la sua conversazione era
brillante, il suo consiglio essenziale , ma
ricco delle esperienze che aveva maturato
a livello ispettoriale come segretario ed
economo , a livello pastorale come curato
di Chiari - S. Bernardino . I suoi funerali
sono stati un plebiscito di preghiera e di
ringraziamento.
GUERRA suor Maria,
Figlia di Maria Ausiliatrice ,
t Padova, il 04/12/2000, a 70 anni.
Suor Maria fu guarita, in giovanissima età,
per intercessione di Don Bo sco da una
seria malattia . Rispo se , così , generosa-
mente alla chiamata alla vita religiosa.
Trascorse tutti i suoi anni nell'Istituto "Don
Bosco" di Padova dove è stata assistente
delle giovani interne , e per molto tempo
maestra dei bambini della scuola elemen-
tare . Le tante exallieve , ed exallievi , che da
lei hanno imparato le prime lettere dell'alfa-
beto la ricordano con affetto e stima per la
sua non comune capacità didattica ed edu-
cativa. Anche i genitori hanno sempre tro-
vato in suor Maria aiuto e comprensione
nelle situazioni difficili che la vita spesso
presenta .
CASCONE suor Francesca,
Figlia di Maria Ausiliatrice ,
t Catania, 1'01 /01 /2001 , a 95 anni.
Suor Franceschina conobbe Don Bosco
attraverso un'omelia sul santo e ne fu affa-
scinata. Decise così di farsi suora e di far
arrivare le fma nella s,ua città: Ragusa. E
così fu . Si dedicò all 'insegnamento nella
scuola materna , e avvicinò sempre con
simpatia i ragazzi e i giovani che frequen -
tavano la catechesi e l'oratorio . Quando fu
trasferita nella casa di riposo "Don Bosco"
di Catania, suor Franceschina, ricca del
bagaglio della sua esperienza , si inserì
nella nuova comunità come serena rispo -
sta alla volontà di Dio , e trovò nella pre-
ghiera, nel sacrificio nascosto, la sua pace .
VERDERIO sac. Vittorio, salesiano ,
t Arese (Ml) , il 16/12/2000 , a 84 anni.
Data la forte fibra e la volontà decisa, fino
all'ultimo è stato sempre presente e attivo.
Da quando era stato maestro dei novizi ,

5.4 Page 44

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1 - - - - - - /'JE/... 191? QOMA DECIGE DI
AFFIDARE Al GAL..EGIA/'JI 11
DIG1QETTI DE/... \\/IC,AQl,A,o
DI C,A,J,o,J Co,J CAPIIA/...E
GHILJ-CHOW, LJ,J 1EQQl10QIO
DI 3'{ MI/...A l<Ma.
DA AU.oRA t.E MISSIONI
PROSPERARONO I= t.E PRE-
SENZE ANDARONO RAFFOR-
ZANDOSI, FINO A DlvENiARE
UNA GRANDE ORGANIZZA-
ZIONI=, CHE PRESio DIVENNE
AUiONOMA, CON vESCovo
PROPRIO.
/'JO/'JOG1,A,J1E /...A GLJA
IGI/...LJTTA/'Jz.A, Fu GCE/...10
DO/'J \\/EQGIG/...IÀ CHE I/...
e GE/'J/'JAIO 1921 VE/'J/'JE
Co/'JG,ACQ,A10 /'JE/...1...À
CATTEDQ,A/...I: DI CA/'J10IJ.
Fu LJIJA GRAIJDE FEG,,A.
E6-NO D
'DRE :TU
E E 6-UI
ER06-R
SETTEMBRE 2001 BS
l<.ESiÒ IL. PADRE PREMUROSO
DI=/ SUOI CONFRAiEt.t./1 !.',AMICO
DEI GIOVANI, IL. CONFORiO DEGLI
AMMAt.Ail. auESil Ut.ilMI A
vot.TE VENIVANO t.EGAil At.
LETTO PER IMPEDIRE CHE
DIFFONDESSERO t.A MALATTIA.
MIA
ÉLEG-A
CATENA,
'ANDARE

5.5 Page 45

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BISOGNA PREN-
DE RE LE COSE CHE
APPARTENli<JNO A
QUEI "NON CINESI"!
LE PERSO-
NE PER BENE ENTRA-
NO DALLA PORTA.I
MALEDUCATI SCAVALLA-
NO I MUR.I. CHE INTSJ.
ZIONI AVETE?
Joseph Au, Pier Bertone, Michele Ferrero
LA CliJA E=RA liJ F"E=RME=iJTO
RI\\/OLUZIOiJARIO E= XE=iJoF"oBo
DA DE=CE=iJiJI. MOLTE= LE=
DIF"F"ICOLTÀ PE=R I MISSIOiJARI.
ALCUiJI STUDE=iJTI ADDE=STRATI
APPoSITAME=iJTE= CE=RCARoiJo
DI SOBILLARE= AiJCHE= GLI
,,!I.LU,J,JI DE=LLÀ SCUOLE=
SALE=SIAiJE=. SE=iJZA RIUSCIRCI.
PQo\\/AQoiJo AiJCHE À
DAQ FASTIDIO AL.
Cot..t..EGIO FEMMliJIL..E,
SCA\\/AL..C,A1'1Do
ADDIQITTUQA
IL.. MUQO DI CliJTA.
MA TQo\\/,AQ01'10
PA1'1E PEQ I L..OQO DE1'1TI.
1-E QAGAzzE 1'101'1 SI
FECEQO liJTIMOQIQE, A1'1ZI
MISEQO liJ DIFFICOL..T À
Gl..l AGITATOQI.
DON BRAa-A,
IN CLASSE NON 51
POSSONO APPENDERE
IMMAG-INI SACRE.
RO 51érNO-
Mf PARE STAIV-
IA NO PREPARA-
DI MERENDA.
I POI NE
TQA I COL..L..ABOQ,ATOQI DI M01'1SIG1'/0Q
\\/EQSIGL..IA C'EQA U1'1 GQA1'1DE
MISSIOiJAQlo, D01'1 BQAGA.
t..A SUA FAMA PQESSo AUToQITÀ
E PoPot..o FECE DA PAQ,AFUL..Ml1'1E
AL.I-E CASE SAL..EGIA1'1E DI GHIU-CHOW.
NTINUA
BS SETTEMBRE 2001

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
UNA SERIE DI
MIRACOLI
traverso il naso. Col passar dei
giorni ci siamo resi conto che la
paralisi non c'era, la bambina ha
Stavo per partire come sempre
e andare in negozio, mentre mio
marito Gastone usciva a prende-
re il cavallo dal recinto per por-
tarlo nel suo box . La nostra
bambina Stella seguiva il papà.
Tutto avvenne in un attimo: l'ho
sentito gridare, sono uscita di
corsa, ho visto una scena indi-
menticabile. Gastone aveva
Stella in braccio, priva di sensi e
cominciato a parlare e anche
l'occhio sinistro si è riaperto sen-
za evidenziare lesioni. Dopo tre
mesi di ospedale ora la bambina
è a casa e tutto lascia sperare
per il meglio. Questa serie di mi-
racoli la dobbiamo a Marìa Ausi-
1iatri ce e a san Domenico
Savio che non abbiamo mai ces-
sato di invocare durante quei
lunghi mesi di dolore e spavento.
in un mare di sangue. Di corsa
all'ospedale. Durante il tragitto
Adriana e Gastone Ma/tara,
Treviso
mi sono accorta che non respi-
rava più . Le ho praticato la
respirazione bocca a bocca, e
ho sentito che riprendeva a
IL CUORICINO
CONTINUAVA
respirare. Al pronto soccorso fu
A BATTERE
subito intubata e trasportata in
elicottero all'ospedale di Treviso. Allo scadere dell ' und icesima
Quando noi genitori arrivammo settimana di gravidanza , ho
in macchina, lei era già in sala avuto una forte emorragia al
operatoria: tentarono di ricostrui- punto che il medico riteneva che
re il cranio colpito dal calcio del sarebbe stato molto difficile por-
cavallo . Dopo l'intervento , dura- tare avanti la gravidanza. Dal -
to due ore , le condizioni della 1'ecografia risultò il distacco
bambina peggioravano e la della placenta , ma il cuoricino
pressione endocranica aumen- della mia bambina continuava a
tava sempre più . Per evitare battere e a voler rimanere in vi-
lesioni mortali , il giorno seguen- ta. Dopo alcuni giorni il primario
te fu sottoposta a un nuovo visitandomi mi disse che io ero
intervento chirurgico. Le previ - ormai in fase di aborto spon -
sioni erano pessime: se l'inter- taneo. Tornai in quello squallido
vento non fosse riuscito , la bam- letto d'ospedale come se mi fos-
bina sarebbe morta o sarebbe se crollato il mondo addosso.
rimasta paralizzata nella parte Intanto il giorno precedente una
destra con gravi problemi del lin- mia amica mi aveva portato un
guaggio e della vista. Il nuovo abitino di san Domenico Savio.
intervento durò otto ore . Nei Lo avevo riposto, un po' scetti-
giorni successivi la situazione ca , nel mio comodino senza
sembrò stabilizzarsi e la bambi- dargli troppa importanza. Ma
na cominciò a uscire dal coma. proprio quella notte sognai il
Era viva, ma non sapevamo in piccolo santo così come lo ave-
quali condizioni. Cominciò a vo visto nell'immaginetta. Ciò mi
muoversi , a parlare, a vedere .. . indusse a indossare subito l'abi-
sembrava proprio di assistere a tino , confidando nel suo aiuto.
una serie di miracoli. Pensava- L'ecografia del giorno successi-
mo che il peggio ormai fosse vo mostrava la bimba in vita ,
passato . E invece ci si accorse nonostante i dubbi di tutti. Sono
che dal naso era in atto una per- rimasta in ospedale con una
dita del liquido cerebrale, dovuta flebo attaccata al braccio giorno
al la rottura dell ' etmoide . Fu e notte , senza potermi alzare ,
messa subito in isolamento con per 19 giorni , ma senza che la
terapia intensiva per evitare la situazione migliorasse soprattut-
meningite. Ma i tentativi per to a causa dell 'ematoma che
chiudere la fistola risultarono aveva causato il distacco del
inutili . Un nuovo intervento al la sacco amniotico dall ' utero .
testa sarebbe stato oltremodo Tornai a casa senza troppe spe-
pericoloso . Dopo un consulto ranze . Stetti tre mesi a letto ,
medico si decise di operarla avendo sempre con me l'abiti-
attraverso il naso. Un intervento no , sino a quando la placenta si
di questo genere non viene ese- ricostruì e il sacco si riattaccò.
guito su bambini così piccoli.
Trasferita all'ospedale di Pavia
la bambina fu operata con suc-
cesso . Si ritornò a Treviso dove
fu sottoposta ad altre cure e
controlli per evitare che diven-
tasse idrocefala. Costretta a ri-
manere a letto, distesa, per due
mesi, abbiamo potuto finalmente
rialzarla pian piano per permet-
tere l'innesto osseo praticato al-
PARLANDO ,
DI LUI GUARI
È da circa cinque mesi che sof-
fro di depressione. Solo chi lo
ha provato può comprendere lo
strazio di questa malattia sia per
chi ne è colpito sia per i parenti
costretti ad assistere impotenti.
Ero ormai tanto stanca e sull'or-
lo della disperazione quando un
giorno , facendo catechesi ai
miei ragazzi , ho parlato loro di
san Giovanni Bosco . Ne ho
parlato con tutto il cuore. E, non
so perché, tornando a casa mi
sono sentita meglio . Ho notato
poi che tale miglioramento non
si è limitato a quel momento ,
ma è continuato nel tempo .
Ven. Teresa
Valsè-Pantellini
Infatti ho ripreso a lavo rare in
famiglia e ora mi si apre la pro-
spettiva di un futuro migli ore .
UNA
MALATTIA RARA
Tutto è cominciato con quella
mia affettuosa presentazione
del santo dei giovani , perciò , in
Dodici anni fa ero in Kenya e ringraziamento , desidero che il
dopo la nascita del mio pri- caso venga pubblicato.
mogenito fui costretta a rien-
trare in Italia, perché non mi
M. L. , Cuneo
sentivo bene . Dopo molte
indagini mi fu diagnosticata
una malattia rara e incurabi-
le: la sindrome di Sj6gren .
La madre Em i lia Anzani ,
allora ispettrice FMA di Pa-
dova, mi consigliò di rivolger-
mi con fiducia alla venerabile
suor Teresa Valsè-Pan-
tellini , per ottenere la grazia
della guarigione . In questi
dodici anni l'ho sempre pre-
gata con fiducia , sostenuta
anche dalle preghiere delle
suore della comunità di Ro-
sà. Riconosco l'intercessione
di suor Teresa Valsè, perché
a quest'ora è già un miracolo Desidero far conoscere che ,
che io sia ancora viva e qualche tempo fa , un mio nipote
possa accudire ai miei du e e un suo amico furono coinvolti
fig li , anzi per la secondoge- in un incidente automobilistico .
nita , nata dieci anni fa , a Mio nipote ne uscì solo con
"parer medico" non avrei po- qualche livido e molta paura ,
tuto affrontare quella nuova ma l' amico fu ricoverato per
maternità. Riconoscente e molto tempo in ospeda le, in
fiduciosa nella venerabile pericolo di vita , trattandosi di
suora, ringrazio per tutto ciò trauma cranico. In tale occasio-
che ho già ricevuto e conti- ne ho invocato con fede l'inter-
nuo a pregarla per ottenere cessione del venerabile Rodol-
continuità nella guarigione .
fo Komorek e, dopo vari mesi ,
Pegoraro Marisa, Rosà (VI)
ora si può dire che il caso si sia
risolto positivamente . Per que-
sto desidero ringraziarlo dalle
Finalmente dopo nove mesi di pagine del Bollettino .
"travaglio" - è proprio il termine
Giuseppina Rossitto,
più adatto - è nata Benedetta in
Avola (Siracusa)
piena salute . Prossimamente la
porteremo nella basilica di
Maria Ausiliatrice per ringraziare
il piccolo grande santo di cui io Per la pubblicazione non si
conoscevo a malapena il nome tiene conto delle tenere non
e di cui ora conosco bene la firma te e senza recapito. Su
potente intercessione .
richiesta si potrà omettere
Paola Calabresi Della Rovere, l'indicazione del nome.
Genova
SETTEMBRE 200 1 BS

5.7 Page 47

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ocus
Monsignor
OSCARVIAN
Salesiano, Vicario
Apostolico del Petén
in Guatemala.
I fedeli della sua
diocesi si chiamano
"Keq'chi" sono
i discendenti diretti
degli antichi Maya.
Monsignore, che tipi sono i suoi "Keq'chi"
Hanno il culto della comunità, a cominciare da quella più piccola, la
famiglia, che è l 'istituzione clou del mio popolo. Molti parlano so lo la
lingua locale, il Keq' chi appunto, perché stentano ad aprirsi agli altri,
avendo un senso altissimo dello loro cultura, e delle tradizioni della
loro antichissima comunità.
Come stanno a livello economico?
Sono molto poveri, perché non hanno tena propria. La loro terra è
infatti in mano ai grandi latifondisti, discendenti dei militari degli anni
'40/'50, che ricevettero grandi privilegi dalla dittatura allora imperante.
Che cosa è il Petén?
È m1.a zona della biosfera maya. Non ci può abitare nessun altro po-
polo. E foresta. Il Petén è, infatti, il secondo polmone dell 'America
Latina dopo l'Amazzonia. Metà terra è foresta e metà è coltivabile. Il
clima è caldo umido.
Si può configurare come una specie di paradiso ...
Al contrario! C'è poca salute, ci sono pochi ospedali, poche scuole,
pochissime fabbriche, niente giornali, pochi telefoni, e vie di comuni-
cazione quasi inesistenti. Se questo è il paradiso, meglio starne lonta-
no! Il Petén è un dipartimento dimenticato di 36 mila kmq e un milione
e mezzo di abitanti, benché costituisca un terzo dell ' intero Guatemala
che ha 108 kmq con 11 milioni di abitanti.
E per quanto riguarda l'evangelia,azione?
La distanza dei villaggi, che chiamiamo aldea, tra loro è una diffi-
coltà, ma la gente - contadini e indigeni - è molto religiosa. La litur-
gia è tutta in Keq' chi perché è la sola lingua che conoscono tutti. Un
grave problema è costituito dalle sette, sempre più numerose e ricche
di mezzi.
Qualche cerimonia particolare? ...
Il "Mayajak" fatta di preghiere, danze maya, cibo, luminarie, incen-
so, doni .. . Ma spesso sono danze struggenti che ricordano le antiche
glorie e la terra ora depredata.. .
D
ROSAICO
Rosa si alzò alle tre del mat-
tino, preparò la colazione per il
marito e i suoi 9 fi gli, rassettò
casa, poi prese con i due più
piccoli (4 e 7 anni) e lasciò
1'aldea Don Bosco per recarsi
a Carcha alla riunione trime-
stral e di pastorale giovanile
keq' chi tenuta dal padre Fox.
Tempo del viaggio: due ore in
canoa, mezz 'ora a piedi, e sette
ore in bus attraverso strade im-
poss ibili. Costo del biglietto: il
salario di un giorno. Durante la
sua assenza alla casa e ai figli
ci avrebbe pensato il marito.
La domanda mi venne sponta-
nea: "Ma chi te lo fa fare? Sei
povera, con nove figli da accu-
dire, e hai avuto il coraggio di
assumerti un servizio costoso e
assorbente ... ". "Da me dipen-
de la pastorale del mio villag-
gio. Mi hanno eletto, e devo
fare il mio dovere, non posso
deludere la gente qualsiasi co-
sa costi!". L' ha detto con incre-
dibile semplicità, come se fos-
se la cosa più n01male del
mondo! E mi è venuto sponta-
neo pensare a certi esempi di
casa nostra.. .
H. H. Quesada
Capanna di un villaggio
in Swaziland.
8 S SETTEMBRE 2001

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
CASA NOSTRA
di Renato Butera
Il sangue scorre ancora
MISSIONI
di Vicente Santi/li
Piante medicinali peruviane
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20
EUROPA
t
di Savina Gemina
Lira addio, decolla l'Euro
INSERTO CULTURA
di CompriI Maffioli
Il museo monsignor Cimatti