Bollettino_Salesiano_200107

Bollettino_Salesiano_200107

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1.1 Page 1

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Mensile Anno CXXV • nr. 7
SP.:9'!iz. in a.p. art. 2 comma 20/ Clegge 662/ 96
Filiale di Firenze
Spedizione nr. 7/ 200 l
Autorizz. Direz. Prov. P.T. · 50100 Firenze - C.M.P.
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877

1.2 Page 2

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TERZO MILLENNIO
. di Juan E. Vecchi
NI
SFOLLATI E/O
RIFUGIATI
I grandi movimenti mondiali: fiumane di gente
che si spostano... perché obbligate. Condizioni inumane.
La Chiesa è presente, coi suoi missionari e i volontari.
Ed anche i salesiani...
in movimen-
to , masse
sempre più
numerose
di persone
si sposta-
no all 'inter-
no di una stessa nazio-
ne, in nazioni vicine o verso mirag-
gi lontani , addirittura in altri conti-
nenti . Molti per propria scelta: tra-
sporti e comunicazioni sono le ca-
ratteristiche proprie di questa civiltà
e costituiscono i motori dell 'evolu -
zione . Molti altri , tuttavia , e sono
forse la maggioranza, fuggono
l'odio, la violenza la paura che do-
mina incontrastata nella loro terra.
Il numero dei rifugiati o sfollati ha
assunto ormai dimensioni bibliche .
Basti pensare, per fermarci agli ulti-
mi anni, ai 400 mila disperati che si
sono riversati in Tanzania , ai 350
mila che hanno cercato rifugio in
Kenia , e ai 200 mila penetrati in
Uganda. Senza contare i 250 mila
costretti a fuggire da Timor Est, do-
po che molti di loro avevano già
pagato con mutilazioni, torture, ves-
sazioni il loro tributo alla madrepa-
tria. E la conta potrebbe continuare
perché gli esodi di persone dalla
propria terra sono una costante del-
la storia.
D Nell'ambito della globalizza-
zione per la dignità della persona
quella dei rifugiati è una categoria
cui prestare particolare attenzione
dalla prospettiva del diritto, della
cultura, degli stanziamenti , delle ini-
ziative pratiche immediate e di
quelle a lungo termine. Quasi sem-
pre gli sfollati vivono situazioni di
grande precarietà quanto ad acco-
wGuo!AGosro 2001 ns
glienza, lavoro e abitazione. Molti
vengono raccolti in aree o campi
appositamente allestiti , col minimo
di assistenza per sopravvivere. Altri
riescono a inserirsi nelle città, ma
la loro situazione non è molto mi-
gliore. Alcune nazioni hanno preso
iniziative legislative ed emanato
normative per regolare in qualche
modo il flusso continuo di rifugiati ,
sfollati , immigrati clandestini , fuggi-
tivi , disperati in cerca di una patria,
un lavoro , una qualsiasi sistemazio-
ne ... Esempi ne abbiamo in più
parti del mondo , ma soprattutto in
Africa. Nel Sudan , nel Ruanda, nel
Congo , nella Tanzania i flussi mi-
gratori sono fiumi in piena. Anni fa ,
durante la guerra di Cambogia, ne
è stata interessata la Thailandia .
Ed è ancora fresca la memoria del
grande esodo kosovaro e da altre
zone dei Balcani. Insomma il feno-
meno non è di poco conto a livello
di umanità.
In tali condizioni coloro che più
soffrono sono i ragazzi. L'educa-
zione familiare scompare assieme a
quella scolare, a quella religiosa ,
all 'assistenza medica, e a quella
sociale. Tra questi disperati si aggi -
rano , veri angeli custodi , numerosi
religiosi , religiose e volontari. Esiste
anche un comitato internazionale
per i rifugiati. Ma è sempre lo sfor-
zo volontario , in collaborazione con
quello ufficiale, a produrre i risultati
migliori. È un campo dove la carità
rende , mentre la burocrazia spreca
risorse e rallenta il servizio.
Sfollati, profughi , rifugiati. ..
nel mondo ce ne sono a milioni.

1.3 Page 3

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Anche salesiani e Figlie di
Maria Ausiliatrice sono stati e so-
no attivamente presenti nell 'emer-
genza rifugiati con esperienze inte-
ressanti in Europa (Albania), in Asia
(Thailandia) , in Africa (Kenia, Con-
go , ecc.). A Tirana, con l'aiuto dei
volontari , hanno riorganizzato la vi-
ta sociale e le attività formative per
bambini , ragazzi e giovani in un
campo profughi di oltre mille perso-
ne. La campagna Metti l'arcobaleno
nello zainetto ha fatto il giro dei me-
dia. In Thailandia hanno montato
piccoli laboratori e creato spazi di
incontro che sono all 'origine anche
della nostra presenza in Cambogia.
A Kakuma in Africa è tuttora un
fiorire di attività in collaborazione
con exallievi africani, volontari , e
istituzioni internazionali .
A soffrire di più sono i bambini.
O Ma sono gocce in un mare
sempre in movimento. Il secolo
della globalizzazione deve ancora
studiare soluzioni preventive per
queste situazioni in cui versano
molte persone, anche se gli sforzi
fatti vanno riconosciuti. C'è un nuo-
vo assetto internazionale da cerca-
re, dove le persone e i popoli , non i
poteri , siano gli interlocutori e il rife-
rimento per le normative , soprat-
tutto quelle che riguardano i più de-
boli o le vittime di illegittimi poteri
locali. Sul versante pubblico dun-
que bisogna lottare ancora. Ma sa-
ranno sempre le iniziative dettate
dalla carità quelle che possono
mettere meglio a frutto normative e
risorse . Rifugiati e sfollati chiama-
no. La Famiglia salesiana risponde ,
con la generosità personale dei
suoi figli e le grandi risorse del si-
stema preventivo. Speranza e au-
dacia sono le loro armi migliori.
Luglio/agosto 200 1
An no CXXV
Nu mero 7
In copertina :
I digitali: una generazione
di giovani che si sta
al largando a macchia
d'ol io e che in futuro,
ormai molto prossimo,
cos tituirà uno dei probl emi
di ordi ne pedagogico da
ri solvere a li vel lo mond iale.
(Foto: Gianpaolo Tronca)
7fl] Ì f m )
1mm
Mensi le di informazione
e cultura re ligiosa edito
da lla Congregazione Sa lesiana
di San Giova nni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MAN IERI
- ARCHEOLOGIA
12 S. Eutichio a San Callisto!
di A ntonio Baruffa
ATTUALITÀ
14 I digitali
- Soc1ETÀ
18 Dietro le sbarre
di Gianca rlo Manieri
di Serena Manoni
M1ss10N1
20 Con Dios y con el cerro
di Gianca rlo Manieri
CunuRA
23 Museo Salesiano di Varsavia
di Natale Maffioli
FMA
28 Ritrovare famiglia
di Graziella Curti
RueR1CHE
2 // Rettor Maggiore - 4 li punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel mondo
- 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 li doctor }. - 30
Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Famiglia Salesiana - 37 Laetare et be-
nefacere. .. - 38 lii Millennio - 40 Prima pagina - 41 // Mese - 43 / nostri morti -
44 Versiglia e Caravario a fumetti - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/ Focus
Redazio ne : Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Gianca rlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
g~~~~~1f;~~~;' _Eb~~~oDy~\\~c~: ~;~~~~~~~e(oudemo
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
Jean-Fran çois Meurs - Giuseppe Morante - Vito Orlando
Marianna Pacucci - Roberto Saccarello - Fabio Sandroni
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano De Marie
Guerrino Pera - Pietro Scalabrino - Gianpaolo Tronca
Pro getto grafico e impaginazione :
Pier Bertene
Direttore Responsabi le: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazion e: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione: Giuseppe Cerò (Roma)
Fotocomposizione: EDIBIT - Torino
Stampa : MEDIAGRAF s.p.a. - Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
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Opere Don Bosco, Roma.
BS LUGLIO/ AGOSTO 2001

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di Carlo Di Cieco
FANNO TENDENZA
GLI ADULTESCENTI
I neologismi dell'era informatica. Una nuova categoria poco
produttiva di adulti che hanno poco da insegnare ai giovani
e litigano su cose inutili. ..
S ul vocabolario italiano
adultescenza e
adultescenti sono parole
ancora introvabili , ma il nuovo
dizionario di lingua inglese li ha
consacrati come neologismi che
indicano perfettamente la
condizione diffusa nella società del
benessere e della rivoluzione
informatica. Con il termine
adultescente si vuole indicare una
persona che vive sperimentando e
mescolando insieme l'età adulta e
l'età dell'adolescenza. Una volta si
sarebbe detto adulto immaturo o
poco incline al la responsabil ità.
Masi tratta di una categoria
nuova di adulti , che gli educatori
dovrebbero cercare di scoprire e
approfondire , magari esaminando
se stessi , perché rappresenta la
punta dell'iceberg di una
concezione di vita e di rapporto tra
giovani e adulti che mette a
soqquadro le tradizionali categorie
sul rapporto tra generazioni .
A volte si dice che i giovani sono
lo specchio del nostro disagio
esistenziale di adulti. A volte
carichiamo i giovani di fardelli
pesanti per la loro età. A volte
lasciamo cadere su di loro la
mannaia della vendetta giudiziaria e
comunque repressiva per i delitti
che compiono con apparente
protervia. O ci spaventa la
naturalezza che ormai dimostrano
di saper opporre violenza alla
violenza delle regole imposte da
convenzioni sociali non tutte
ragionevoli . E allo stesso tempo
essi sono l'altra faccia del nostro
dialogo con la vita, con la speranza
e l'amore. I giovani ridanno vigore al
nostro smarrirci quando ci mancano
motivi di vivere . E sui giovani
puntiamo per non dover tirare un
bilancio del tutto fallimentare nelle
stagioni di vita quando si tirano i
bilanci. Come tra due amanti, anche
nel rapporto degli adulti educatori
con i giovani , si intrecciano
misteriosamente possibilità di odio e
di amore, di rifiuto e di compagnia,
di castigo e tenerezza reciproche .
È stato così sempre . Di padre in
figlio. Da maestro a discepolo. Da
esperto navigatore del mondo e
delle professioni ad apprendista che
vede schiudersi orizzonti nuovi.
Ma ora, con la rivoluzione
informatica, questi ruoli sono saltati
e non si sa più bene chi insegna a
chi e che cosa gli adulti siano
ancora in grado di insegnare che i
ragazzi non possano apprendere
sulle infinite vie telematiche . Così
che la loro conoscenza cresce a
dismisura rispetto ai progressi fisici
e psichici legati allo sviluppo
adolescenziale .
Con questi giovani più emancipati a
livello di nozioni e conoscenze, gli
adulti si possono ritrovare anziché
guide , persone sm,arrite e superate,
a corto di risorse . E breve allora il
passo che conduce a mimetizzarsi
con gli stimoli e lo stile della loro
adolescenza.
Con il pericolo reale di passare, in
un breve volger di anni , da una
generazione di padri autoritari e poi
permissivi , a una generazione di
adulti che hanno perso la propria
identità e sono regrediti . Con i
guasti sociali che ognuno lamenta.
E con le inquietudini familiari che
segnano piccoli e grandi.
Si pensi, a titolo di esempio , quale
aiuto possa venire ai giovani da una
generazione di adultescenti che si
attarda, fino alla noia e alla
paranoia del litigio e dell'insulto
culturale , sulla "parolaccia" di
Celentano in TV e non accende
altrettanti dibattiti appassionati e
intriganti sulla riforma dei cicli
scolastici . O sull 'aumento delle
tasse universitarie. O.su come
integrare (perché è possibile) la
scuola pubblica con la grande
tradizione cattolica, mandando in
soffitta vecchie dispute intransigenti.
LUGLIO/ AGOSTO 2001 BS

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l':,A UN CRISTIANO far dire alla Bibbia tutto e il Madonna, terminano con l' ac-
1.:,1 Q g~'? EVANGELICO. Sti- contrario di tutto.
cenno qualificante al'unico
di1~!~!~c~ o~ i
matissimo direttore, [. . .] do- Per tornare a noi, il gesto Mediatore, attraverso il quale qua come uno che è nessuno.
menica 8 ottobre il telegior- del/' ajjfrlamento del mondo a ogni preghiera deve passare In verità sono una ragazza
nale ha portato nelle case Maria fatto dal Papa 1'8 otto- per giungere al Padre.
che ness uno guard a, di cui
degli italian i le immagini di bre 2000 va letto nel com- Infine, quanto al "Benedetto non c chi s 'accorga. Risch io
Caro! Wojtyta inginocchi ato plesso di una vita dove gesti il frutto del tuo seno", noi l' inedia, caro d irettore. Sogno
davanti alla statua della Ma- robusti di fede ce ne sono ec- crediamo, e spero lo creda spesso di essere qualcuno, di
donna di Fatima per compiere come! E mi sarebbe pe,jino anche lei, che la redenzione avere la platea che mi batte le
1'atto di affidamento a Maria. troppo facile citare scritti e non sia cosa passata - pove- mani, che è ammirata di me.
[.. .] È utile leggere la denun- discorsi ad altissima valenza retti noi, altrimenti - ma cosa Forse perché non ho mai pro-
cia dell a Bibia contro gli ido- teologica che non lasciano sempre presente e attuale, che vato niente del genere. Sono
latri: " Non vi farete e non certo adito a interpretazioni quel sacrificio redentore di un una " troppo normale" [... ]
metterete in piedi né idoli , di "mariocentrismo".
Dio incarnato superi ogni
sculture" [... ] Il gesto sa di L'affidamento poi , egregio si- tempo e ogni spazio per collo-
Mary, Milano
marianesimo idolatra, e poi
come si può affidare o offrire
a qualcuno qualcosa che non
si possiede? L'Eterno dice:
" Il mondo e tutto quello che
contiene è mio" . [. ..] Gesù
non ha mai detto di affidarsi o
rivolgere le preghiere ad altri ,
ma di pregare il Padre nel
nome Suo. (E ancora) "Bene-
detto il frutto del tuo seno,
Gesù" non ha senso, poiché
gnore, non è in questo caso
un consegnare qualcosa che
non si possiede, come lei pro-
pende a pensare, ma sempli-
cemente una supplica che
scaturisce da una constata-
zione di sconcertante sempli-
cità: se Maria è mamma di
Gesù, che è Dio , avrà pure -
benché redenta come tutti -
(no i preferiamo dire pre-re-
denta), una capacità di inter-
carsi in un etern o presente.
Insomma nessuno vuole ruba-
re a Cristo il suo posto e
tanto meno detronizzare Dio.
Al contrario, vogliamo che
resti Dio per tutti gli uomini;
proprio per questo chiediamo
l'aiuto di cielo e terra , angeli
e santi, con un occhio parti-
colare a Maria , che è e resta
una di noi. E questo lo sa
bene anche il papa'
Credo di aver risposto a
qualcosa del genere... ma
ormai sono rroppe le lettere
che mi arrivano e non ho me-
moria di tutte il tempo di
andare a ri vedere quello che
ho detto a chi mi sollecitava
più o meno con le stesse pa-
role. Ho in mente, cara Mary,
una stupenda poesia di Emily
Dickinson che ti trascrivo
pari pari. Meditala, poi, ma-
Gesù non è più nel senso di cessione più degna, una forza
gari, riscrivi.
Maria[ ... ]
Andrea, Ribera (AG)
Egregio Signore,
la sua lunga e circostanziata
lettera, fatta di molte citazio-
ni bibliche, ripete le obiezioni
classiche che comunemente
vengono fatte alla Chiesa di
Roma. Non ho che da rispon-
d' appello più efficace della
nostra. No, non sifa di Maria
una dea, se nefa la donna più
donna , avendo meritato di es-
sere la Madre di Cristo .
Dov' è lo strappo teologico ,
dove lo scandalo?
Quanto in.oltre al discorso
delle immagini... Via! Quan-
do mai l' uomo non si costrui-
APPELLI
Ciao. Sono una ragazza di
28 anni. Se volete corri-
spondere e fare amici zia
scrivete a Selenia D'Alpi-
no, Viale Italia 165 -
57100 LIVORNO.
"Nessuno pure tu?
Allora siamo in due ,
ma non lo dire!
Potrebbero bandirci
e tu lo sai.
Che grande noia
essere qualcun.o!
Quanto volgare
gridare il nome tuo,
derle con argomentazioni al-
trettanto classiche. L' affida-
mento a Maria è un gesto del
Papa . Un gesto uno , che non
è la somma , e il culmine di
tutti gli altri. Estrapolare dal
con.testo un singolo elemento
e farne un assoluto per giudi-
care una intera esistenza non
mi pare un percorso corretto.
Si potrebbe fare altrettanto
sce modelli. Lo stesso popolo
ebraico del/' A.T. pur soggetto
alla rigidissima legge che
vietava ogni simulacro pena
la morte, quando ha speri-
mentato l'assenza di Dio non
ha resistito a costruirsene
un' immagine cl' oro ... Ma oggi
lo sappiamo bene, una statua
non è che una statua , lo san-
no anche i bambini... non ci
Sono sofferente da 17 anni
cli psori as i nell ' 80% de l
corpo. Finora ogni terapia
è stata vana. Chiedo ai let-
tori di BS se ci sono stati
portatori di psori as i e, se
sono guariti , con quale te-
rapia. Cucco Vittorio, via
Castellano, 2563 - 63010
CASCINARE (AP).
per tutto giugno,
- come fa la rana -
a un pantano che ti ammira!
r.JENZA PATRIA. Caro
,::;,/ direttore, sono un " me-
ticcio" , nato 111 Italia. Sono
cattolico, ma mi o nonno era
un animi sta, mia madre, ru-
mena, era di re ligione orto-
analizzando una sezione del
Vangelo di Marco, come ad
esempio, l'episodio del/' emor-
roissa (Mc 5,25-34). Il gesto
della donna di toccare il
mantello del Maestro per es-
sere guarita dal contatto sa
tanto di magia, preso a sé...
una magia che Cristo sembra
prenda per sprovveduti o,
peggio, per stupidi!
Giusta anche la sua osserva-
zione sulla preghiera , e cioè
di non rivolgere preghiere ad
altri che al Padre, nel nome
di Cristo. Ebbene, si sforzi di
trovare una preghiera , e una
sola, de lla Chiesa, a qualsiasi
Sono una mamma di tre
fi g li. Vorrei corri spondere
con persona di grande fede ,
perché sento il bisogno di
rinforzarmi spiritualmente.
Rodà Mirella, Via Fiume,
8 - 89030 BRUZZANO
ZEFFIRIO (RC).
dossa, mio pad re potrei forse
dire che era a metà strada tra
iI cristianes imo e I 'agnostici-
smo, anche se si era converti-
to, avendo frequentato una
mi ss ione cattolica. Venuto in
Italia si è sposato con ri to cat-
tolico perché nel frattempo lo
era diventata anche mia ma-
assecondare. Alla fine ci si
accorge che non è così: "la
tua fede ti ha salvata", non il
contatto col mantello! Insom-
ma col metodo della citazione
separata dal'insieme si può
santo rivolta , che non termini
con l' eterno ritornello "Per
mezzo di Cristo tuo figlio , che
vive e regna con Te , Padre, e
lo Spirito ecc ." . Tutte le pre-
ghiere , comprese quelle alla
Colleziono santini. Sono
disposto allo scambio. Si-
ragusa Giovanni, Via
Sorrentino, 5 - 95044
MINEO(CT).
dre, però ha dei modi di fare
che ri cordano la sua tribù (era
un Bantù Kimbondo). Se vuo-
le saperlo, io mi sento un sen-
za identità. Spesso mi doman-
do chi sono, anche perché
LUGLIO/AGOSTO 2001 BS

1.7 Page 7

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Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nut e in reda zione . _Ce ne
scus1. am0 Provvedei e. moa
suo tempo alla pubbhcaz1.o-
ne o alla risposta personale.
non sono tutto nero, ma nem- diverse. Ho letto da qualche preghi o come preghi, comun-
meno bianco, sono italiano, parte una notizia curiosa: nel que sappi che c'è chi prega
ma non sembro , sono cattoli- Belize il prodotto tipico loca- con parole, chi con sguardi
co, ma spesso mi sento più le sarebbe una birra prodotla ed efjì1.sioni del cuore, chi con
portato a certe forme africane da un americano USA in un.a gesti del corpo , chi con lacri-
di religiosità [... ]. Qual è la fabbri ca canadese che utiliz- me e sangue, chi con salmi e
mia cultura? E la mia razza? za estratto di malto olandese cantici, magari accompagnati
E i mie i antenati ?
e bottiglie inglesi! Come mé- da strumenti, chi col proprio
Marco, Milano
lange non c'è male no? An-
che se sembra un controsen-
lavoro (ce lo insegna va Don
Bosco). E c' è chi prega con le
Caro Marco, considerati cit- so, è proprio la transnaziona- pietre! Le cattedrali son.o in
tadin o del mondo! Secondo i lizzazione a f orzare la ricerca efjelfi splendide preghiere in-
più accreditati studiosi le va- di una identità propria , f orse nalzate da intere città : ogni
rie culture non sono che in- per il desiderio di non per- pietra , ogni capitello, ogni ve-
croci, miscugli, mélange. La dersi del tutto nel mare ma- trata è impregnata della fati-
nuova di versità culturale si gnum del villagg io globale. ca e della f ede del/' uomo , e
basa più su collegamenti e In somma il mondo diventa da può raccontare le vicende
meno sul/' autonomia delle un la10 sempre più simile, e umane piLì di verse.
singole culture: la razza pura transnazionale, dal/' altro sem- Quanto poi al fatto che siano
di hitleriana memoria è un ri- pre piLì di verso , nonostante poco fre quentate, fosse vero
cordo ormai aggredito dalle avanzi a larghi passi la cosid- sarebbe una gran brutta noti-
ragnatele . Cammin iamo con delta deterrirorializzazione. zia per molte ragioni, prima
gli stivali de lle sette leghe Bene: pensa solo a quanto sia .fi'a tutte perché avremmo nel-
verso il villaggio globale. Re- necessaria in un mondo cosl /' era tecnologica un uomo
sta vero che sarebbe una l' educazione. È vero, non esi- sempre più simile a un robot
sventura planetaria perdere o stono ancora standard globa- senz' anima che a un "uma-
anche solo disperdere culture li, il cammino è lungo ma è no" bisognoso di supporti
che hanno regalato autentici irreversibile. Quanto al chi "altri" che quelli clell' elettro-
geni ali' umanità e tesori in- sei... Sei Figlio di Dio' Non ti nica. Ma io credo che non sia
commensurabili alle nazioni basta?
vero. Forse i fedeli che ci
di appartenenza; ma è altret-
vanno "unicamente" per pre-
tanto vero che la rigidità dei
gare sono pochi, hanno oggi
&!,/ confini geografici, così come ,..,TILITÀ DELLE CAT- altri luoghi men.o vistosi per
quella dei confini culturali,
TEDRALI. Caro diret- raccogliersi, in questo puoi
diventa sempre più perm eabi- tore, nonostante alcune ri spo- aver ragione. Ma i v1s1 taton
le. E credo che il cammino ste lette qua e sull a sua ri- arri vano a f rotte e non solo
sia ormai irreversibile. Me ne vista, non sono ancora con- per pura goduria estetica.
la certezza il fa1to, in ap- vinto dell'uti lità delle grandi C'è gente che cerca, che vuo-
parenza di segno opposto, del cattedra li, questi enormi mo- le conoscere, che vuole ren-
sorgere e risorgere di nazio- numenti di pietra, fastosi, trop- dersi conto. Qualche mese fa
nalismi , piccole patrie, ri ven- po fastosi; ricchi, troppo ric- sono capitato in quella auten-
dicazioni regionali, acc/ara- chi ; colorati , troppo colorati tica mera viglia che è il
zione dei diritti delle mino- [... ] che stanno a cosa fare, du omo di Orvieto. Ho trovato
ranze... È comunque certo dato che sono così poco fre- dentro una guida , una giova-
che oggi le antiche origini quentati ? Ad abbellire - e nem- ne donna, che spiegava il ci-
non costituiscono più il punto meno tanto dato l' inquinamen- clo pittorico di Luca Signo-
di partenzç della defini zione to che si portano addosso - le relli come mai avevo sentito
di sé. Ce ne dà un esempio nostre piazze? Un po' poco, far e. Ho assistito sbalordito a
pe,j i'no la moda. Sai meglio no? Succhiano so lo mili ardi una lezione cli catechesi che
di me che lo stilista Kenzo ha per restaurarle [. . .] Oggi per ben poche volte avevo sentito
creato il cosiddetto "etno- pregare basta qua lche cappe l- f are così bene, con tanto con-
look" , che mescola modelli lina più racco lta e meno sfac- vinto entusiasmo. Chissà che
a.fi'icani, asiatici ed europei, ciata pe r i pochi clienti .. .
le cattedrali , costruite per in.-
quasi a voler affermare che
oggi i particolarismi sono di
Catello, Napoli
segnare, e abbandonate dal-
/' indifferenza relig iosa mo-
dom inio universale, non si Caro Catello, me/fila cosi': le derna, non si vendichino, re-
possono più dire esclusivi.. . cattedrali , quei magnifici (più cuperando tutto il loro poten-
Anche la musica ha il suo bel che "enormi") monumenti del zia/e catechistico attraverso
mélange: il genere eclettico genio umano e della f ede dei le spiegazioni cli laici non so-
'.fuji" che è una combinazio- credenti che impreziosiscono spetti che non svelano solo il
ne di generi, lingue e f orme (non "occupano" ) le nostre genio artistico ma anche la
espressive di versissime, me- piazze non sono che preghie- carica cli f ede degli autori e le
scola audacemente stili ap- re, preghiere di pietra! Vedi , verità religiose di cui, credi-
parten.enii a nazioni e culture caro Catello, io non so se tu mi, c' è una fam e inappagata.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comun icate
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denza :
IL BOLLETTINO
SALESIANO
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fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS LUGLIO/ AGOSTO 2001

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ONITALIA._N_E_L_M_O_N_D_O_ _ _ _ _ _ _ _ _ __
MADRAS, INDIA
ACCENDI UNA LUCE
Suor Mary Ann Fernando ha
studiato spirituali sales iana
a Roma, dove ha conosc iuto
il Vides. Così ha pensato che
il volontariato giovanile avreb-
be potuto rappresentare Lilla
carta vincente anche in Indi a.
Torn ata in patria, l' ha diffuso
e ora, dopo due anni di attivi-
tà, al Convegno Internaziona-
le di Rimini , ella ha potuto pre-
sentare i primi frutti del Vides-
lndi a Madras: 20 uni d'in-
tervento, raggruppate in tre zo-
ne dell o stato di Tam il Nadu:
Tanjore (6), North Arcot (5) e
Madras (9); 334 membri ; 12
fma de legate. Servi zi attivati:
programmi per promuovere
nei poveri la consapevo lezza
dei propri diri tti ; street play
(teatri nell a strada, ndr) e
danze popolari per mantenere
viva la cultu ra ciel terri torio e
comunicare ai poveri la vita e
la speranza; 11 centri di edu-
cazione per il recupero scola-
stico e l'alfabet izzazione; pro-
getto per la liberazione di
bambini lavoratori e reinseri-
mento scolastico; iniziati ve per
la promozione delle donne;
feste dei bambini , delle don-
ne, degli anziani per ridare
voce ai più escl usi dalla so-
cietà; interventi nelle campagne
per la puli zia degli ambienti ,
rimboschimento e costruzione
di canali di irri gazione.
PHNON PENH,
CAMBOGIA
DIECI ANNI
DISCUOLA
Dieci ann i fa i sales iani ini-
ziavano la loro miss ione in
Cambogia dopo la terribi le
bufera dell ' infame regime dei
Kmer Rossi, costato la vita a
due mi lioni di persone, face n-
do dell a nazione un paese di
orfan i e vedove. La situazione
era quas i allucinante. Tra le
altre cose impressionava la
morta li t~t infantile che ri sulta-
va la più alta del mondo. Sa-
les iani e Figlie di Maria Au si-
liatri ce hanno attivato molte
risorse per dare una mano so-
prattutto ai giovani: la "Don
Bosco Foundation of Cambo-
clia", accettata con entusia-
smo dal governo, ha aperto,
sostiene e coordina vari centri
di addestramento profess iona-
le, e circa duemila bambini
con un investimento, per ognu-
no, di circa 200 doll ari, rag-
giungendo anche i villaggi più
remoti. Nelle foto la scuola
per bamb ini e per ad ulti a Bat-
tambang e un 'aul a realizzata
in un container.
KAZINCBARCIKA,
UNGHERIA
FOLKLORE ZIGANO
LUGLIO/ AGOSTO 2001 8S
certo presti gio, affidata e ge- pa lco si sono es ibiti attori in
stita completamente dai coo- costume zigano presentando
peratori sales iani. Quest'anno dialoghi , canti , danze fo lk, e
si è vo luto dare parti co lare ri- quant 'altro. L' insieme dell e
li evo all a fes ta di Don Bosco manifestaz ioni ha ri scosso
il 31 gennaio, organ izzando grande successo; lo spettacolo
A Kazincbarcika es iste un ' o- tutto all' insegna delle antiche folc loristico è stato accolto da
pera sales iana caratteri stica: si rradizion i zigane del paese. grandi app lausi di approva-
tratta di una sc uola med ia e L' impronta gitana ha dato fa - zione da l numeroso pubblico
profess ionale, che gode di un sc ino all a manifestazione. Su l presente.

1.9 Page 9

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Redazionale
NUMISMATICA
a cura di Roberto Saccarello
MADAGASCAR
CHIESA GIOVANE
«La vita rel igiosa in Madaga-
scar - scrive suor Maria Tere-
sa Aiiaiios - ha il colore dell a
speranza. In un recente incon-
tro intercongregazionale, erano
presenti circa 200 tra nov izi e
nov izie di 25 istituti de ll a ca-
pita le. In tutta la nazione il
numero arriva a 600 circa. For-
ze giovani per i giovani del
loro paese. Il 60% dei malga-
sc i ha meno di 20 anni, una
risorsa ineguag li abile. Ma per-
mango no grandi squilibri: nel-
le grandi città, ci rca il 5%
de lla popo lazione è ricchiss i-
mo. Poi ci sono, indicati dalle
stati stiche, i " mediamente po-
veri" - med ici, professori, fun -
zionari - e i poveri ss imi che
fanno fat ica a so pravvivere.
In questo ori zzonte, le case
fma sono aperte a tantissime
g iovani. A Ivato il Foyer ha
accolto nuove bambine, por-
tate da ll e suore cli Madre Te-
resa. A Mahajanga le prime
g iovani del L iceo professio-
nale in contab ili e segreta-
ri ato sono state promosse a
pieni voti all 'esame statale. A
Manazary cresce la scuola
e lementare. I bambini di 2"
e lementare sanno g leggere
in ma lgascio e in francese. A
Betafo le aspiranti e le postu-
lanti sono impegnate nella for-
mazione cultu ra le e nell ' ap-
profondimento de ll a spiritua-
lità sales iana. A Fianarantsoa
si stanno costruendo le aule
per il Centro d i Formazione
professiona le.
LACORUNA,
SPAGNA
I 75 ANNI
DEGLI EXALLIEVI
G li exa lli ev i di La Coruiia si
sono radunati per festegg iare
i 75 anni di fo ndaz ione della
loro associazione. Grande fe-
sta, ma soprattutto tantissimi
ricordi degli anni fortunat i del
co llegio, degli antichi profes -
sori , es il aranti racconti di
aneddoti e avventure per boc-
ca di stimati profess ionisti, av-
vocati , giudic i, imprenditori,
professori , ecc. Il momento
c lou è stata l' intervista a tre
ex sindaci della città galiz iana
ed exalunni cie l coll egio che
han no retto l'A mm ini strazio-
ne municipale nel de licatissi-
mo periodo de lla trans izione
de m ocra tica.
I Ricorrono in questo 2001 i 1700 anni della
fondazione del più piccolo stato del mondo,
la Repubblica del Titano o di San Marino,
incastonata tra Marche e Romagna, a pochi
chilometri dalla riviera adriatica.
ARGENTO PER IL FONDATORE
Le origini di San Marino, il più antico degli
Stati d'Europa , si confondono nell'oscurità delle
lacune documentarie . Il primo riferimento è una
lettera scritta dal monaco Eugippio al diacono
Pancrazio nel 511 a.e . che informa come il monte
portasse già l'attuale nome . La tradizione fissa la
data di fondazione al 3/09/301 ad opera del taglia-
pietre Mari no , approdato a Rimini dall'isola di Arbe
in Dalmazia, per sbozzare la pietra nei pressi del
porto. Qui diffuse il Vangelo tra i suoi compagni
per i quali scavò un pozzo , visibile nel chiostro
della chiesa dei ss. Marino e Bartolomeo. Ritiratosi
in seguito sul monte Titano vi formò una piccola
comunità da cui sarebbe sorta la Repubblica di
San Marino.
San Marino, unico stato che fa risalire le sue
origini a un santo , poggia su quella libertas la-
sciatagli in eredità dallo stesso fondatore: "Relin-
quo vos liberos ab utroque homine, vi lascio liberi
da qualsiasi altro uomo". Messaggio che è stato la
pietra angolare e la bandiera di San Marino attra-
verso i secoli da quando si eresse a libero co-
mune, come altre città. Fu l'unico , tuttavia, che
riuscì a mantenersi indipendente sia con le armi
che con la diplomazia.
In questi 17 secoli San Marino è sempre stato
venerato come fondatore e protettore della Re-
pubblica. La maggior parte delle immagini che
compongono la vasta iconografia del santo lo ri-
trae intento a benedire la città sul monte che egli
sostiene con una mano. Ed è proprio questa l'im-
magine , ispirata a classici dipinti, che è stata
scelta per illustrare il pezzo d'argento da 10.000
celebrativo della fondazione della Serenissima Re-
pubblica di San Marino . La moneta, realizzata in
fo ndo specchio , è stata incisa da Uliana Pernazza.
Per saperne di più: 'B' 0761.307124
BS LUGLIO/ AGOSTO 2001

1.10 Page 10

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l00annifa
Il BS del luglio 1901 annuncia una iniziativa
audace e meritoria, prima nel suo genere, ad
opera della scuola tipografica e libreria
editrice salesiana di San Benigno Canavese:
si tratta del primo catechismo illustrato.
IN ITALIA
NEL MONDO
PISANA, ROMA
CRISTIANESIMO
E ISLAM
Molti i convegni che si succe-
dono al "Sales ianum", la su·ut-
tura per accoglienza e conve-
gni dell a Casa Generalizia de i
Salesiani , su argomenti d iversi
ma sempre di spessore: pasto-
rale, storico/sociale, ecume-
nico, spirituale ... Di partico-
lare interesse que ll o riguar-
dante il complesso e spinoso
problema dei rapporti con I'I-
slam.
Una quarantina di sales iani e
Fig li e di Mari a Ausili atrice,
provenienti da i paes i islamic i
ha dibattuto e approfo ndito
per quattro intense giornate,
guidate da esperti , il nodo
de ll e reciproche re lazioni , de l
mutuo ri spetto o pac ifica con-
vive nza, dell a scuola salesia-
na con la presenza di alliev i
musulmani , de l senso de lla
cateches i ed evangeli zzazione
in contesto islamico, ecc . S i è
preso atto che proprio l' atti-
vità educati va e l' impegno
cultura le e sco lastico de i fi gli
di Don Bosco sono la chi ave
de ll'accettazione e del rispet-
to de lla presenza salesiana in
contesto islamico.
Un saggio delle illustrazioni del catechismo: Pietro
riceve il potere di rimettere i peccati.
Chi non sa ... quale prestigio esercita l' arte in particolare
oggi colJ'iconografi a? La g ioventù, e non so lo la gio-
ventù , ne è presa fino alla follia e va perduta dietro quei
clichés, davvero talora tanto cari e graziosi . Ma se tanti
libri vengono resi più attraenti e più largamente diffusi,
per mezzo dell 'illustrazione - ed ahi quanto spesso pur
troppo a danno della religione e della morale! - perché
non aggiungere anche tale attrattiva al più eccellente dei
libri, il catechi smo della DòttJ·ina Cristiana? Questo
splendido pensiero è stato appunto attuato, con autorevo-
lissima approvazione e universale plauso, dalla premiata
scuola tipografica e libraria editrice di S. Benigno Cana-
dese [.. .] Le incisioni assommano a ben sessantadue, e
pur non soverchiano la mo le del volume. Un cenno som-
mario almeno reclamerebbero quei magnifi ci quadri [.. .]
Ma all 'attrattiva del libro bisognava pur non difettasse
un 'altra prerogativa, la modicità del prezzo. Chi non sa
quanto le vignette, se sono care e desiderate, sono pur di-
spendiose, e quanto! E bbene anche questo imbarazzante
problema venne sciolto [.. .] un volume di c irca 400 pa-
gine, in bei tipi , carta di gra na scelta, con 62 fini ss ime
foto incisioni per 40 centesimi !
LUGLIO/AGOSTO 2001 8 S
Stupende queste "Parabole
del nostro tempo" per due
motivi .
Prima di tutto perché sono ,
per l'appunto , del nostro
tempo, mordono i problemi e
le sfasatu re dell 'oggi , inter-
rogano i fatti e i dilemmi del-
la civiltà globale sotto cu i è
presente una grande assen-
za, che sembra configurare
una civiltà senza Padre .
E poi perc hé ognuna di
esse è illustrata a tutta pa-
gina da un artista del nostro
tempo , Mario Bogani , la cui
forza espressiva attualizza
emozioni e fissa attraverso la
sua originali ssima tecn ica
pittorica suggestioni e atten-
zioni sui grandi interrogativi
che ogni parabola pone alle
coscienze.
Il commento de l maestro pit-
to re è cos ti tuito da quadri
già noti ed esposti in vari e
ch iese salesiane e non , ma
I.Jg.>L11:U'fu1
111. .... 11, ..,,,..,
anche da pittu re meno co-
nosciute e al trettanto stu-
pende appartenenti a colle-
zioni private .
È un libro per capire l'oggi
del mondo .
Per richieste:
Te/. 02.93.77.2 1

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO
Anonimo
Ho letto volentieri sul Ancora una lettera, ancora da Tor Vergata.
BS le lettere dalla
GMG di giovani che
portano la loro esperienza
di quella giornata come
unica per la loro vita. Se
volete ospitare anche la
mia, posso dire che an-
ch 'io sono un 'altra perso-
na, completamente altra,
tanto altra che da quella
giornata ho stravolto com-
pletame_nte il mio progetto
di vita. E stata dura con gli
amici , dura coi genitori -
tanto che ancora non è fi-
nita - durissima con la mia
ragazza, alla quale ho do- ,
vuto dire che il cuore mi ,.
era stato rubato da un al- '
tro e che io non potevo far- kA~--=-'1:---e
ci nulla, che avrei dovuto
seguirlo per non essere in-
HO RIBALTATO felice, e perciò se lei dav-
vero voleva - come mi ri-
peteva in continuazione -
la mia felicità , doveva "la-
IL PROGETTO
sciarmi andare".
Abbiamo discusso per
ore e giorni poi lei s'è ar-
resa e ha detto che se -
guissi la mia pazza strada;
aveva capito che contro un
amore più grande non c'è
ragione che tenga , tant
che mi trovava "irragione-
vole". Le ho risposto:
quando mai l'amore è ra-
gionevole? Allora è scop-
piata a piangere , ha farfu-
gliato che capiva.. . ma
non capiva, cioè le sem-
brava di capire ma le sembrava assurdo ... si chie-
deva per quale motivo Dio mi voleva tutto per sé!
Già, per quale motivo? Se lo sapessi! E mi ha la-
sciato proprio con queste parole: "Ti capisco , ma
non capisco!". La logica dell'amore!
Chi non ha capito sono i miei genitori, ed è proprio
questo che mi fa più male. Ho l'impressione che mi
abbiano messo al mondo per loro e non per me,
sembra che io sia un valore per loro e non un valore
indipendente. Dicono che sarò infelice e non prova-
no nemmeno per un istante a C?pire che potrebbe
essere esattamente il contrario. E una battaglia che
non so quanto tempo ancora durerà, ma me la vo-
glio combattere da solo , quindi , non mi firmo , spero
che i lettori non me ne vogliano.
Sto riflettendo u qu to
desiderio di possesso dei
miei , su questo e o chiu-
dermi la strada della li-
bertà. E mi dicono che
quando sarò grande capi-
rò. Ma ho più di vent'anni:
mi domando quando di-
venterò grande per loro.
Mi fa paura questo egoi-
smo dei miei genitori che
pure passano per persone
aperte e gentili. Mi hanno
sempre detto che la strada
me la dovevo trovare io,
che uno deve farsi con le
proprie mani. E adesso
che provo a fare come mi
hanno insegnato , dicono
che sto sbagliando tutto .
Espressioni come "non
capisci nulla", le ho sentite
per la prima volta, dopo 22
anni di vita . Ma la strada
che quella notte di Tor
Vergata ho intravisto per
r:ne è stata come il giorno.
E stata la mia notte beata,
come ho sentito cantare
nella notte di Pasqua. lo
mica sono un santo , mac-
ché . Sono come tutti , ho
un fracco di difetti , ma ho
scoperto una voglia irresi-
stibile di ribaltarm i. Mi è
venuta quasi improvvisa
nell 'ora in cui moltissimi at-
torno a me dormivano, but-
tati sopra i propri sacchi a
pelo. lo invece pensavo ,
pensavo , pensavo ... O
BS LUGLIO/ AGOSTO 2001

2.2 Page 12

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Vestigia di santità vengono continuamente restituite dalle terre
SANTITA~
di Antonio Baruffa
NASCOSTA
L'agro callistiano
è la primitiva zona
cimiteriale romana.
I salesiani sopra
la tomba di un martire
quasi sconosciuto,
sant'Eutichio.
L'iscrizione poetica
di papa Damaso.
Gli scavi da continuare...
L'Istituto Salesiano San Callisto, sotto la cui area si trova
la presunta tomba di San Eutichio.
N el volume V delle "Memorie
Biografiche" di Don Bosco
troviamo descritta la visita
che egli fece alle catacombe di san
Sebastiano e di san Callisto. Era il
13 aprile 1858. Chissà se il santo
"sognatore" sognò la presenza dei
suoi figli in quell'area benedetta, pri-
mo cimitero ufficiale della Chiesa
di Roma, testimone e custode di tan-
te vestigia di antica santità.
Oggi i salesiani sono presenti nel-
1'area callistiana con quattro opere.
Oltre alla comunità delle guide delle
catacombe che occupano proprio il
palazzo costruito, guarda caso sulla
tomba dell'antico martire Eutichio,
scoperta da non molti anni, si trova
anche l'istituto San Tarcisio, che
ospita i chierici studenti di filosofia,
l'opera CNOS (Centro Nazionale
Opere Salesiane) e il VIS che pro-
muove il Volontariato Internaziona-
le Salesiano in aiuto ai paesi del III
mondo.
LA TOMBA SOTTO
L'ISTITUTO
Nel 1924 monsignor Giulio Belve-
dere, segretario della pontificia Com-
missione di Archeologia Sacra, die-
de inizio ai lavori di fondazione di
un grande edificio, noto allora come
"Casa delle Catacombe", oggi istitu-
to salesiano San Callisto. Sorse gra-
zie alla generosità di papa Ratti, che
aveva acquistato un tetTeno tra la
confluenza del vicolo delle Sette
Chiese con la via Appia Antica, a
poche decine di metri di distanza
dalla basilica di San Sebastiano. Si
trattava della cosiddetta "ex vigna
Chiaraviglio". Con quest'ultimo ac-
quisto veniva così completata l'area
del comprensorio callistiano i cui
inizi risalivano al beato Pio IX.
Lo scavo incontrò subito grandi
difficoltà per la presenza di gallerie
cimiteriali fino ad allora sconosciu-
te. Si trattava di nuclei catacombali
sorti in precedenti cavità arenarie,
fusi poi insieme con il tempo. L'au-
La disastrosa frana sul vicolo delle Sette Chiese,
che ha bloccato lo scavo.
LUGLIO/AGOSTO 2001 8S
Lucernario nel cortile,
che dà luce allo scavo sottostante.

2.3 Page 13

▲back to top
cimiteriali romane, dove c'è ancora una
, - - - - - - - - - - - ---==:-7"""---------c=--, <n
.;
au :
La lapide di San Eutichio,
ora nella basilica di San Sebastiano.
L'affresco della galleria scoperto durante i lavori
di illuminazione nel vicolo delle Sette Chiese.
spicio formulato a ll ora di proseguire
a una sistematica esplorazione de lla
piccola catacomba venne di satteso
per quasi 60 anni. Solo nel mese di
luglio del 1983 un evento del tutto
forn1ito fece convergere nuovame n-
te l'attenzione su questa dimenticata
catacomba. Durante i lavori di illu-
minazione del vicolo delle Sette
Chiese venne alla luce un tratto te r-
minale di galleria interamente affre-
scato. Tra le altre pitture si poteva
ammirare un ' interessante scena che
rappresentava l'abbraccio di san
Pietro e di san Paolo: un " unicum"
nell ' arte cimiteriale paleocristian a.
La Pontificia Commissione di Ar-
cheologia Sacra riprese gli scav i nel
1984 per una più accurata esplora-
zione dell 'area, ma vennero ben pre-
sto interrotti per la presenza di una
disastrosa frana che creava serie
problematiche statiche. L'indagine,
comunque, anche se parziale, aveva
rivelato di essere su lle tracce di un
centro cu ltuale sotterraneo, sorto
quasi certamente all'epoca damasia-
na. Ci sono testimonianze dei graf-
fiti dei pellegrini, delle tombe di de-
vozione con pitture e numerose iscri-
zioni di cui molte datate. Tra queste
un rozzo epitaffio mutilo promette il
L'entrata che porta alla tomba
di San Eutichio.
nome del martire: nella seconda ri ga
è detto che il sepolcro è ad limina
domni [Euty]c:i, vicino alla porta (del
cubicolo) di Eutichio (U. Fasola) .
Venne inoltre confermata I'apparte-
nenza del cimitero sotto l'ex vi gna
Chiaraviglio come una parte delle
catacombe di San Sebastiano. Le
success ive campagne di scavo, tra il
1994 e il 1996, sotto la direzione
della dottoressa Raffaella Giuliani ,
anche se non hanno restituito il se-
polcro, permettono di concludere
che nell'area in questione si trova la
tomba del martire Eutich io cui il
papa Damaso (366-384) dedicò un
celebre carme poetico, ora situato
nella basilica di San Sebastiano .
EUTICH/0 ...
CHI ERA COSTUI?
È sconosciuto ai documenti agio-
grafici antichi, sono stati traman-
dati gli atti del martirio, perché, in
seguito alla persecuzione di Diocle-
ziano (284-305), i documenti della
Chiesa di Roma vennero bruciati.
L'unica fonte, per fortuna attendibi-
le, è l ' iscrizione poetica in esametri
latini, di papa Damaso. Eccone una
traduzione: Il martire Eutichio poté
allora vincere I i crudeli ordini del
tiranno I non meno che i mille modi
di far male dei carnefici I e la glo-
ria di Cristo lo mostrò. Allo squal-
lore del carcere I fa seguito un
nuovo tormento per le membra: I
frammenti di coccio fan si che il
sonno non venisse; I dodici giorni
passarono senza dargli nulla da
mangiare I e, gettato in una voragi-
ne, il santo sangue I lava tutte le fe-
rite inferte I dal tremendo potere
della morte. I Di notte nel sonno i
sogni turbano la mente, I indicano
quale luogo nascondesse le membra
del santo. I Si cerca e -trovato si ve-
nera, I protegge, concede ogni cosa.
I Damaso ne ha celebrato il merito,
tu venera il sepolcro.
DalJ ' iscrizione, l'unica di Damaso
giunta fino a noi nella sua interezza,
si apprende che Eutichio, catturato e
sottoposto a inte rrogatorio, fu rin-
ch iuso nel carcere e lasciato per 12
giorni senza cibo, costretto a dormi-
re su dei cocci. Il suo corpo venne
poi gettato in un baratro. In seguito
il martire stesso ne rivelò il luogo in
sogno ed ebbe degna sepoltura. I
suppli zi vengono narrati in modo
così particolare da far supporre il
martirio ai tempi di Diocleziano.
Dalla catacomba dell'ex vigna Chia-
raviglio i suoi resti mortali furono
traslati tra la fine del! ' VIII e gli inizi
del IX seco lo nella chiesa di San Lo-
renzo in Damaso. Forse in seguito a
questa traslazione l'iscrizione monu-
mentale di Damaso trovò posto nella
cripta del martire san Sebastiano .
AD LIMINA
L'esplorazione completa di tutta
la catacomba non è ancora conclu-
sa. C'è da augurarsi che un giorno,
eliminati del tutto i pericoli che
compromettono la staticità di alcune
gallerie, possa venire finalmente al-
la luce la tomba del mrutiTe. Per ora,
si può dire, si è giunti solo alla so-
glia, ad limina, del suo cubicolo. I
salesiani, guide delle Catacombe di
San Callisto, avranno allora un mo-
tivo in più per gioire: una nuova
stella si è aggiunta a risplendere sul
comprensorio callistiano, quella del
martire sant'Eutichio.
O
BS LUGLIO/AGOSTO 2001

2.4 Page 14

▲back to top
Una nuova entità sociale ha preso corpo: giovani stregati
I DIGITALI
di Giancarlo Manieri
Si tratta della nuova
generazione dei giovani,
targati III millennio.
Il loro tempo libero passa
per lo più navigando
in Internet. Agli educatori
s'impongono
insegnamenti
e comportamenti nuovi,
e una pedagogia tutta
da inventare. Ma non
tutto è da buttare, anzi...
Un te1:1po c'erano i televisivi ,
ma e acqua passata, e non
tornerà più nemmeno come
"riciclo". Il distintivo, lo status sym-
bol della nuova generazione di gio-
vani e giovanissimi è il computer; il
nuovo orizzonte è il virtuale; e loro,
i nuovi mammiferi "abitatori" del
mondo dell 'elettronica, sono "i digi-
tali". Internet è lo spazio da occupa-
re, l'oceano da navigare, la foresta
da esplorare, la sala giochi da sfrut-
tare, la piazza per chattare, la play
station per ammazzare il tempo . ..
Esiste ormai una generazione di
ragazzi per i quali il web è la vita. La
chiamano anche la generazione degli
internauti, quelli che passano gran
parte del tempo libero sui tasti del
computer o sulle rotelle del mouse.
Internet sta creando un eno1me gap
generazionale e sta isolando gli ado-
lescenti: ammirare per gran parte
della giornata la faccia cangiante di
un monitor non deve essere un gran
belvedere. Immergersi in un mondo
virtuale a scapito di quello reale, in-
teragire con una macchina elettroni-
ca, imbastire un parlare "tecnologi-
co" che ha poco di naturale e di vero,
non dovrebbe costituire il non plus
ultra della conversazione. Ma loro, i
digitali, ci si trovano come a casa.
CHE COSA FANNO
AL COMPUTER?
La voglia di sapere come occupi-
no il tempo i digitali è presto soddi-
sfatta ... In primis la posta. Ha as-
soluta preminenza nelle attività di
ragazzine/ni, adolescenti e giovani.
La penna pesa come la vanga - am-
messo che sappiano che cosa sia - il
tasto no, e il nuovo aratro, il mouse, è
addirittura divertente. Per tirar fuori
un pensiero carino prima ci voleva-
no le tenaglie, e una buona dose di
sudore ghiacciato, ora lanciare mes-
saggini originali, pieni di pathos,
conditi di neologismi e stranierismi,
che farebbero inorridire una qual-
siasi prof., inventare nuovi linguag-
gi , tecnologici più che letterari, ma
significativi è diventata un'opera-
zione di routine . .. Quando ho chie-
sto a una ragazzina quante mail ri-
cevesse più o meno in un mese, la
risposta mi ha sbalordito: "Oh, beh!

2.5 Page 15

▲back to top
dalle nuove tecnologie. Li chiamano
1500/2000 o forse più!". Pazzesco!
La mia intera adolescenza non ha
raggiunto quelle cifre.
Chattare è il secondo lavoro dei
digitali! È un costume che sta mo-
dellando una generazione la "chat-
generation": un conversare fitto , sen-
za voli pindarici, scheletrico, privo
di eufemismi, allegorie, metafore,
anadiplosi, chiasmi, perifrasi . .. Spes-
so le confabulazioni on line richia-
mano il ciarlare delle antiche coma-
ri, con una differenza, che il "chatgo-
lare" moderno risulta incomprensi-
bile in confronto al vecchio caro
"ciacolare" . ..
Il terzo "lavoro" dei nostri digitali
è la musica. Ragazzine/i timidi e
innocui sono diventati di co lpo i più
sfrontati e temibili rubamusica del-
l'universo. S'infilano nei siti musi-
cali e finché non hanno raggiunto lo
scopo stanno con un accanimento
che se lo usassero a scuola avrem-
mo le aule zeppe di piccoli Einstein.
Un undicenne, raggiante, mi ha con-
fidato di aver lottato quattro ore per
scaricare (leggi rubare) un file mu-
sica le, in barba a tutte le leggi. E ha
vinto! "Ma come diavolo hai fatto?" .
"Questo è un segreto!", e non ha
scucito una sillaba di più.
Quotazioni da business e ha anche
il videogame. È un catalizzatore di
prima grandezza, e sta diventando
per molti una specie di ossessione.
Mocciosi di pochi anni si tuffano
con le loro Play Station nel nuovis-
simo paese dei balocchi viltuali che
sono robot, mostri super/armati, fa-
meliche faccette ingoiatutto, alieni
impossibili a bordo di improbabili
macchine volanti, uomini cama-
leonti che si trasformano in mostri,
e mostri che diventano uomini: il
mercato del! 'impossibile! E, ahimè,
nella lista entrano anche le visite
"turistiche" (?) a siti scabrosi, bla-
sfemi che .. . è meglio non parlarne!
A BUON INTENDITOR...
Pare che in Giappone ormai da di-
versi anni es istano, nell'ambito del
corso di laurea in medicina, corsi
speciali in cui s'insegna a c urare la
patologia da comp uter. Toh, i Giap-
ponesi! Ma può essere uno stimolo
per gli educatori. Certamente lo è
per quella categoria speciale che usa
il Sistema preventivo: perché arriva-
re alla patologia? Facciamo preven-
zione ... I digitali si trovano indub-
biamente di fronte a problemi inedi-
ti , primo fra tutti la globalizzazione.
La tentazione quasi irresistibile a
esplorare, nuovi Colombo e Magel-
lano , e poi colonizzare tutto il terri-
torio, a fare un unico grande villag-
gio a loro disposizione.
Dunque su questa massa compatta
di comportamenti consolidati, patri-
monio indiscusso degli adulti , si in-
nesta la frenesia innovativa dei digi-
tali, di quella generazione cioè che
ha fatto del comp uter lo spazio della
propria libertà, l'orizzonte dei pro-
pri desideri. Una generazione, scri-
ve il sociologo Di Masi, che "trova
del tutto normale vivere virtualmen-
te rapporti intensi (intellettuali , crea-
tivi, erotici) anche con persone lon-
tane nello spazio e nel tempo; che
reputa provvidenziali gli interventi
di ingegneria genetica sulla sfera
biologica degli esseri umani; che si
è assuefatta a un livello di velocità,
di suoni e di rumori impensabili per
le generazioni precedenti; che trova
sempre più difficile distinguere le
attività chiamate lavoro da quelle
chiamate tempo libero; che coltiva
sensazioni estetiche basate più sul-
1'originalità e sullo stupore che non
sulla bellezza tranquillizzante del
passato; che considera scontata la
parità dei sessi; che vive agevolmen-
te la propria sessualità come una va-
riabile indipendente della procrea-
zione; che considera la notte come
spazio da colonizzare sempre più
con la propria voglia di vivere; che
percepisce istintivamente come le
nuove divisioni di classe passino
non più attraverso sperequazioni
economiche ma attraverso sperequa-
zioni intellettuali, definite dalla man-
canza di sapere" . Gli educatori so-
no avvisati.
C'È DEL BUONO.
ECCOME!
Peraltro i giovani internauti sono
molto attenti all 'ecologia, non hanno
nessun pregiudizio di razza, colore
della pelle, classe sociale di appar-
tenenza; fanno nuove amicizie, gi-
rano il mondo senza muoversi dalla
poltrona, balbettano più lingue, an-
che se comunicano più con il rock
che con la lingua di Shakespeare. Ma
non hanno ideologie forti, dunque
sono intellettualmente vulnerabili.
Hanno i soldi di papà. Nuove sfide
etiche e spirituali si profilano all 'o-
rizzonte, dete1minate da Internet.
Papa Wojtyla più di una volta ha
lanciato l'appello a prendere in con-
siderazione "Etica in Internet".
Detto questo affermiamo di aver
fiducia nei giovani ... La loro vita è
nelle loro mani: sono loro che capi-
scono più dei loro educatori di mez-
zi moderni. E se è vero che accom-
pagnatori degli alunni nelle famose
gite scolastiche sono i proff. , è al-
trettanto vero che accompagnatori
dei proff. in un ipotetico giro infor-
matico sono gli alunni!!!
Un gran lavoro attende gli educa-
tori nel prossimo futuro...
O

2.6 Page 16

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BREVISSIME DAL MONDO
CITTÀ DEL VATICANO.
404.560 erano, secondo l' a-
genzia Zeni t, i sacerdoti ne l
mondo alla data della lettera
che il Santo Padre ha scritto
loro in occasione de l giovedì
santo 200 l , rilanciando il sa-
cramento della riconciliazio-
ne come dimensione decisiva
del cristiano. In proposito ha
richiamato le lunghe file che
giusto un anno fa al Circo
Massimo hanno caratteri zza-
to la giornata della ri concilia-
zione durante la GMG.
GULU, UGANDA. Nel ci-
mitero de ll ' os pedale de i pa-
dri comboniani a G ulu , so-
no mo lte le croc i di re li gio-
si , re ligiose e vo lontari che
hanno affronta to cosciente-
mente la morte per curare i
malati di AIDS ed Ebola. Le
più di 463 camere ospitano
ogni anno circa 18 mil a ma-
lati , le attrezzature sc ientifi-
che e l'efficienza delle sue
éq ui pe lo pongono all 'avan-
g ua rdia.
EL SALVADOR. Il terribi-
le d uplice terremoto che lo
ha devastato all ' inizio del-
1'anno ha d istrutto e danneg-
giato mo lti ss imi edific i d i
cul to. Le Chiese statuniten-
se, tedesca e spagnola aiute-
ranno finanziaiiamente la ri-
c o stru z io ne.
PISANA, ROMA
ELLEDICI, TORINO
PACCHETTO ESTATE
L 'estate all ' insegna dell ' impe-
gno: un a vacanza fatta di cose
interessanti invece che di gran-
di perd ite di tempo e nervosa
ricerca g iorn aliera di che cosa
fare, come ammazzare il tem-
p o ! L 'ed itr ice sa les iana pro-
pone per il lungo peri odo va-
canziero una seri e d i suss idi
per l 'animaz ione delle espe-
rienze esti ve de i ragazzi e
degli anim atori.
Liberi tutti è la proposta di un
periodo (lungo o corto) da
passare sulla fa lsari ga dell ' av-
ventura di un o de i più grandi
condottieri de lla stori a, Mosè .
Suggestiva la tram a con le at-
tività proposte per le va ri e
puntate de ll a stori a che può
essere utili zza ta sia per un
lungo peri odo come il G rest
che per camp iscuo la più brev i.
ASSEMBLEA PGS
Qualificante l' As emblea PGS
200 1 non solo per i contenuti
ma anche per la galleri a d i
personagg i in tervenuti. Il pre-
sidente prof. Giuseppe Brac-
co ha ribadi to la vocazione
specifica de llo sport pig iessi-
no di essere aperto al territo-
ri o e in di alogo cri tico e co-
. trutti vo con q uanti si im pe-
gnano ne l mondo giovanile e
sportiv o; e ha ri cordato che il
progetto PGS punta sulla fo r-
maz ione non . o lo deg li atl eti,
ma an che d i allenatori e diri -
ge nti che, con neo log ismi ti-
pic i, ve ngono chiamati al/e-
ducatori e dir-educatori. Il de-
legato sa lesiano don Dalma-
zio Maggi ha ricorda to l'ap-
partenenza sales iana delle PGS
e l' ispi ra zione al S istema Pre-
ventivo per aiutare i giovani a
crescere, ed essere da loro
aiutat i a conserva rsi g iovani .
Don Luc Van Looy e Madre
Giorgina Mc Pake hanno sot-
to lineato il senso de lle PGS
ne l progetto sales iano che si
es prime nel cercare il bene in-
tegrale del giovane e non solo
la sua abilità sportiva, per cui
le PGS non fi ni scono con la
partita. Il presidente de l Coni
clott. Giovanni Petrucci , da
exa llievo, sorprende sottoli-
neando che " la memori a/ri cor-
do è l' uni co parad iso da cui
non si può essere cacciati" , e
riconoscendo che bloccare ce,ti
eccessi cli consumi smo e met-
tere de lle regole come si sfor-
za no d i fa re le PGS , vuol dire
riva lu tare lo sport. Il mini stro
Giovanna Meandri da parte
sua rin grazia le PGS per ave r
sa puto fa re de ll 'educaz ione e
de ll a prati ca sporti va un 'op-
port uni tà per mil ioni di giova-
ni , ri conoscendo la fu nzione di
apri pista pe r le proposte edu-
cati ve. Don Domenico Sigali-
ni, infi ne, pone ai presenti do-
mande sugges tive e improro-
gab ili sullo sport, sul modo d i
fare squadra, sul tipo di sport
eia suggerire (griffato o popola-
re?), riflettendo che con i gio-
vani si deve giocare la propo-
sta dell a fede come caso seri o
de ll a vita, non come insieme
d i prati che, rit i ed emozioni.
Basta un deca è un cd mu si-
cale fatto da giovani per gio-
van i, con canti, musica, danze,
mimi ... debitamente accompa-
gnato da un li bretto con testi
e musica; si confi gura come
una specie di colonna sonora
per l'estate.
Lungo il cammino , in vece,
presenta un itinerari o d i pre-
ghiera per accompag nare g li
educatori lungo l'esperienza
estiva con i ragazzi. C inq ue
settim ane di cam mino prega-
to, insieme a eccezionali com-
pagni di viagg io: g li aposto li ,
o ltre a G iovanni Battista, N i-
codemo, Mari a ...
Animando s'impara , infine,
è un prez ioso vo lumetto tut-
to ded icato all 'animatore. Do-
vrebbe di ventare il vademe-
cum di ogni giovane che intra-
prende l'avventura dell ' anima-
zione. Uno strumento ragiona-
to, organizzato a schede, per-
ché quello che c'è scritto sia
più fac ilmente abbordab ile.
LUGLIO/ AGOSTO 200 1 BS

2.7 Page 17

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ALICANTE, SPAGNA
La città di Alicante ha dato
i natali a due dei martiri
salesiani beatificati lo
scorso marzo. Si tratta del
sacerdote salesiano don
Recaredo de los Rfos e
del salesiano laico Jaime
Maria Buch. Gli illustri con-
cittadini sono stati ricordati
dalla Amministrazione
della città in una busta fila-
telica con annullo specia-
le. Il timbro/annullo ufficia-
le reca l' effige dei due
martiri , il loro nome e ,
come bordo, data e luogo
della beatificazione.
COLLE DON BOSCO
Il rinnovato Tempio di
Don Bosco ha ora anche
il suo nuovo organo , uffi-
cialmente inaugurato con
due grandi concerti. Ben
note le musiche esegui-
te : Frescobaldi , Pourcel ,
Bach , ecc. in quello del 5
aprile , Hendel , Vierne ,
Mendelssohn , ecc. in
quello del 5 maggio. Il
magnifico strumento litur-
gico è della ditta Pinchi di
Foligno , ben nota in cam -
po nazionale ed europeo
per la perfezione dei suoi
manufatti.
DOLO, VENEZIA
"Hermano mio" è un cd di
canzoni in spagnolo com-
poste da don Paolo Spa-
dafora che , vivendo da
sempre con i giovani , sa
cogliere i loro gusti musica-
li, i loro desideri e bisogni
interiori. La sua "Musica
del Cuore" è ormai cono-
sciuta e apprezzata. I testi
delle sue canzoni (citiamo
anche "Dacci pace") - fatte
per risvegliare la voglia di
vivere - sgorgano da lun-
ghi silenzi davanti al
Vangelo e alla Bibbia.
www.usiogope.com
PIAZZA SAN PIETRO
Domenica 11 marzo 2001 .
La foto scattata dal log -
gione della basilica vati -
cana mostra la piazza
gremita di clero e fedeli ,
accorsi soprattutto dalle
varie diocesi spagnole
per assistere alla beatiti-
cazione del primo gruppo
di martiri della guerra civi-
le del 1936, quelli di Va-
lencia, tra i quali ci sono
32 salesiani. Ora si atten-
de che arrivino alla beati-
ficazione i numerosi altri
per i quali è ancora in
corso il processo.
JAKARTA, INDONESIA
Il sacerdote salesiano
don José Carbonell , già
ispettore a Valencia, ha
ricevuto da re Juan Carlos
di Spagna la "Croce di
Isabella la Cattolica", ono-
rificenza meritata per la
sua attività instancabile a
favore della gioventù.
Don José ha lavorato per
dieci anni nelle Filippine ,
e sedici in Indonesia/Ti-
mor, e ultimamente si è
prodigato a favore del
dialogo e della assistenza
ai profughi nella recente
guerra di Timor.
SIVIGLIA, SPAGNA
"Grande Circo Don Bo -
sco", è stata l'iniziativa
lanciata dalla scuola sale-
siana di Siviglia in occa-
sione della festa del fon-
datore dei salesiani. Una
magnifica iniziativa per
200 piccoli attori che si
sono improvvisati equili -
bristi, ballerini , clown , e
perfino animali , con or-
chestra , coro , mago , e
quant'altro appartiene
all 'economia abituale di
un circo. Ad un certo pun-
to ha fatto la sua appari-
zione Don Bosco! Il suc-
cesso è stato esaltante .
BS LUGLIO/ AGOSTO 2001

2.8 Page 18

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La popolazione carceraria è in aumento dovunque nel mondo,
DIETRO LE SBARRE
di Serena Manoni
Una umanità da salvare.
Dietro le sbarre
i detenuti, attorno a loro
molti altri operatori,
chiamati a un lavoro
difficile, a volte
pericoloso, spesso sterile:
agenti di polizia
penitenziaria, magistrati,
avvocati, volontari,
operatori amministrativi
e, naturalmente,
i cappellani...
Anche i salesiani
sono presenti,
non solo in Italia.
ee ne sono troppi, dietro le
sban-e: non vi hanno fissa di-
mora solo i delinquenti in-
calliti . A volte ci vanno a finire de-
gli insospettabili "in cravatta e dop-
piopetto", come si diceva un tempo.
Sono proprio costoro a sorprendere
e a rendere la gente sempre più guar-
dinga e sospettosa del prossimo, sem-
pre meno propensa all 'accoglienza,
all 'amicizia, alla fiducia. Gli inso-
spettabili, proprio perché "sembra-
no" gente onesta, fanno più danni dei
LUGLIO/AGOSTO 2001 8S
delinquenti riconosciuti.
Ma in carcere ci vanno a finire
perfino i ragazzetti perché la tra-
sgressione non conosce età e a vo lte
intriga talmente che spinge a com-
mettere assurdità anche in età inso-
spettabili ! Poi .. . c'è da constatare,
con non poco sconcerto, che "stan-
no dentro" anche degli innocenti.
Un mélange, il carcere, dai contorni
tragicomici . Un luogo con gli angoli
ben marcati , senza fro nzoli , sfuma-
ture, sciccherie, savoir-faire. Dal
parlare "grosso", dalla collera faci -
le, dall 'occhiata non innocente, dal-
l' amicizia diffidente. .. Un luogo,
dunque, desolato e desolante. Desti-
nato a risolvere i problemi e con-
dannato a non risolvere nulla, anzi,
in genere a peggiorare ciò che do-
vrebbe migliorare.
Nel carcere non pochi cappellani,
anche salesiani, accettano di misu-
rarsi con questa realtà, la più pro-
blematica in assoluto per l'uomo, e
di di venfre i servitori della sesta ope-
ra di misericordia corporale: "Visi -
tare i carcerati", dove visitare vuol
dire occupars i di loro, stargli vicino,
mettersi a servizio della loro sfidu-
cia per ri sanarla, sfidare il senso co-
mune per credere ancora nella loro
umanjtà, nella possibilità della me-
tànoia evangelica: fare una conver-
sione ad U, ribaltare come una cal-
zetta il proprio vissuto.
SONO UN ASSASSINO
Da un carcere. Sala/parlatorio.
Ventidue carcerati ascoltano, alme-
no pare, il salesiano/cappellano che
cerca di prepararli alla festa certa-
mente più significativa per un car-
cerato, la festa della Liberazione, la
Pasqua: vento di libertà, ceppi spez-
zati, porte spalancate, strada spiana-
ta verso la Vita pien~. Qualcuno è
più attento di altri . E un giovane.
Raccoglie l'invito a liberarsi, a sca-
ricare il barile di spazzatura accu-
mulato nel cuore...
Lei, padre, sa i dieci comandamenti ?
Beh, sì: sarebbe davvero buffo se
proprio io non li sapessi, non ti pare?

2.9 Page 19

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uomini, donne, e perfino bambini...
Bene, cosl mi risparmia parecchie
parole. Non ne ho rispettato nessuno!
Nessuno? ... Vedi, delle volte l'ani-
mo umano ...
Quando la polizia mi ha beccato
alla Spalla e ho visto il sangue, il
mio, macchiare l'asfalto, ho anche
intravisto la mia vita buttata, tutto
lo schifo dei miei giorni. E d' im-
provviso, come un lampo , ho deci-
so : dovevo sterzare...
Vuoi chiedere a Dio qualcosa di
particolare?
~M~lw~iA CR!~l~Ai,l'fA
{1~ ~RP.Cc!N,6 -..
bU1'(f<ONICD?
Ho ammazzato cinque persone .. . Ne
ho di perdono da chiedere!
Dio è più grande dei nostri crimi-
ni . .. grandi che siano! La sua bontà
è tanto più grande di tutta la cattive-
ria accumulata dall 'uomo, per quan-
to immisurabile possa apparire...
Ma qualcosa devo fare! Adesso,
qui, dove si dipana la mia vita gior-
no dopo giorno...
Ecco, questo può essere davvero l'i-
nizio di un nuovo cammino...
So cosa farò : mi metterò a disposi-
zione dei miei compagni, di quelli
che sono più in difficoltà, dei più
deboli .. .
SONO UN EX
Chiesa parrocchiale di S. Emme-
ran. Omelia della messa. Al cele-
brante viene in mente di lanciare
qualche domanda ai suoi fedeli, per
rendere più viva e attuale l'omelia.
Tra la gente c Franco, il parroco lo
conosce: l'ha incontrato in prigione.
Gli si rivolge:
I NUMERI DEL CARCERE
200 ca. sono gli istituti di pena
funzionanti in Italia.
50.000 detenuti ca. in strutture
progettate per 32 .000 .
10.000 ca. ingressi annui.
10.000 condannati a meno di 3 anni.
11.000 immigrati in carcere .
3.000 sieropositivi accertati.
800 condannati all'ergastolo.
500 minori in istituti penali
minorili .
2000 ingressi annui di minori.
1 suicidio ogni tre giorni .
1 educatore ogni
300 detenuti ca.
Ti va di raccontare la tua esperienza?
Mi va! Sono appena uscito dal car-
cere, 26 mesi di solitudine e ango-
scia, quasi 800 giorni di vuoto, sen-
za famiglia , con dentro la testa
l'immagine di mia moglie e dei miei
cinque figli . Solo tra soli è dura , più
dura di quanto si possa immagina-
re . La galera è un deserto. Popola-
to ... ma sempre deserto è! E la rab-
bia monta ogni giorno di più invece
che svanire.
Qualcuno ti ha aiutato dentro?
Nessuno. Solo il prete del carcere ...
Solo tu. Mi hai regalato qualche
sorriso che mi è sembrato sincero.
Ne l tuo sguardo ho creduto di leg-
gere un po' di comprensione .
Qualche buona notizia ti avrà pure
raggiunto!
Nessuna ... Salvo che siano buone
notizie l'apprendere che la famiglia
ha dovuto vendere il bm; il più pie-
ISTITUTI DI PENA
colo dei figli ha cominciato con gli
spinelli, l'unica femmina si è fatta
mettere incinta, e la moglie ogni vol-
ta che incontra qualcuno abbassa lo
sguardo perché sente di essere la
donna di quello che è in carcere...
Come passavi il tuo tempo?
Il tempo in carcere non passa mai...
Qualche spiraglio, qualche momen-
to di serenità l'ho avuto leggendo il
Corriere d'Italia, il Bollettino Sale-
siano, la lettera che ogni tanto il
prete mi scriveva.. ..
PER UNA DOSE
Il cappellano in carcere viene av-
vicinato da due detenuti:
Don, questo è nuovo. Vuole parlarti.
Sì. Sono Giulio... Ero in vacanza .
Ho comprato una dose . . . per prova-
re! Ma mi hanno beccato, qui a
Francoforte.
Che cosa ti hanno detto?
Chi lo sa! Non conosco una parola di
tedesco. Ma voglio avvisare a casa:
non sanno nulla. La mamma è am-
malata di cuore. Avvisi mio fratello ...
Lo farò , sta tranquillo!
Promesso, padre?
Certo. Perché non dovrei?
Storie comuni di carcerati. Storie di
piccola umanità. Storie di tutti i
giorni. Storie da un carcere. Non è
facile fare il salesiano nel carcere ...
BS LUGLIO/ AGOSTO 2001

2.10 Page 20

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Il mondo dei Mixe ha conservato momenti intensi di festa
CONDIOSY
CON EL CERRO
di Giancarlo Manieri
Sacrificio mixe sul Cerro Veinte.
I volontari , longa manus di salesiani
e Figlie di Maria Ausiliatrice.
D io è per i Mixe "Papà y Ma-
mà", perché essi lo intendo-
no perfetto, completo: a chi
è perfetto non manca nulla, né il
principio maschile né quell o femmi-
nile. Una preghiera mixe dice: "Ben-
dito Papa , bene/ira Mama. Benedi-
cimi, proteggimi con i mjei figli e le
mie cose. Donamj la sapienza, la di-
sinvoltura perché io viva bene i miei
giorru, il mio tempo, il mio lavo-
ro ... ". Nel loro linguaggio i Mix.e
parlano spesso di Zempoaltépetl, il
Monte Perfetto, la montagna dalle
Venti Cime, immagine di Dio: venti
è numero della perfezione, perché
venti sono le dita dell'essere umano,
e l'essere umano è la cosa più per-
fetta che es ista sulla terra. Dio è sul
cerro, è l'Altissimo, il Monte Santo,
la Roccia .. . Sembra di essere nel-
1' atmosfera sacrale biblica, dove do-
mina il Dio delle Alture, La Rocc ia
di Sion, E I-Elyon, l'Altissimo, ap-
punto.
DAL PERÙ
Secondo la leggenda i M ixe pro-
vengono dal Perù. Nella notte dei
tempi si misero alla ricerca di una
terra da sempre preparata per loro,
una sorta di Terra Promessa mixe,
avente precise caratteri stiche. La più
importante, anzi la fo ndamentale di
queste caratteristiche, atta a uggel-
larne l'appartenenza senza possibi-
lità di errore, è il Cerro Ve inte, il
Monte Venti [Cime]. L'esodo rnixe
ebbe termine solo qu ando questo
luogo ideale fu riconosciuto. Vi si
installarono attendendo, come tutti i
popoli, "Qualcun o" che li aiutasse a
liberarsi dalle loro limjtazioni, li
salvasse dal male e dalla sofferenza,
compisse il loro destino, li congiun-
gesse al loro Dio. Prima dell 'an-ivo
dei missionari spagnoli , il cristo mixe
era Kongoy, la cui nascita misterio-
sa era considerata garanzia della sua
provenienza divina. Eg li organi zzò
LUGLIO/ AGOSTO 2001 JJS
I Mixe sono
molto religiosi,
ma forse poco cristiani!
Una affermazione
venuta dalla bocca
di una donna mixe,
una religiosa salesiana,
la prima vocazione
venuta dal cerro
e al cerro tornata per
curarsi del suo popolo.
Suor Lupita racconta
cose meravigliose
della sua terra.
il popolo, gli insegnò a difendersi,
l 'assistette nel lavoro. Divenne in-
somma il loro re/messia. Attaccato
dagli Zaporech i, riuscì a nascondersi
in una grotta dell a montagna Venti
Cime che lo salvò dal fuoco dei ne-
mici . Dalla nuova mi steriosa dimo-
ra egli continua da allora ad assiste-
re il popolo: "Sono qui, quando
avrete problemi venite!". E i Mixe
salgono ogni an no il cerro sacro per
offrire sac ri fic i, affi nché tutto pro-
ceda bene per il popolo: la semina,
il raccolto, la pioggia, il lavoro . Ma

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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e di culto tradizionali.
La Terra: occorre chiederle il permesso per ferirla
coi solchi dell'aratro.
ogni festa, un battesimo, un matri-
monio, un anniversario è sufficiente
per andare sul cerro a sacrificare.
Alcune preghiere mixe iniziano con
l'espressione: "O Signore di Venti
Picchi ... ". La montagna è nel loro
DNA, e nessuno potrà mai toglierla
dalla loro mente, dal loro cuore,
dalla cultura mixe: è il loro sacra-
mento, manifestazione di Dio, il
segno della sua trascendenza.
LA TERRA
Tutta la terra mixe dipende dalla
montagna. Essa fornisce il cibo che
sfama e l'acqua che feconda e dis-
seta. Essa è alla base della vita, e bi-
sogna rispettarla. È il perno della fi-
losofia mixe, il cuore pulsante della
sua cultura: occorre amarla e chie-
derle il permesso per abbattere un
suo albero, per ferirla coi solchi del-
l'aratro, per dissodarla coi denti del-
l'erpice, e soprattutto prima di sfre-
giarla con le grandi ruspe che sca-
vano strade. Prima, infatti, di inizia-
re lo sterro per tracciare una nuova
via nella foresta, occorre baciare la
terra, la Madre Tierra , quasi a chie-
derle scusa di quanto si sta per fare.
E quando accadono smottamenti, fra-
ne, cedimenti del terreno lungo le
carreggiate è Madre Tierra che si
arrabbia, per la distruzione di alberi,
e le profonde lacerazioni infertele .. .
IL SACRIFICIO
Quel giorno c'era un battesimo
alla missione. Com usanza, la fa-
miglia del piccolo ha invitato al
banchetto i parenti, gli amici, i cele-
branti e la banda della missione per
rallegrare la festa: non c'è festa
senza banda. Terminata la cerimo-
nia, rigorosamente "romana", ci si
avvia verso la casa della famiglia del
nuovo membro della comunità. Gli
alunni della scuola con i loro stru-
menti protetti, si fa per dire, da co-
perte o pezzi di plastica, saltano al-
legramente sul cassonetto di un vec-
chio camion e si avviano per la ster-
rata. Dietro al primo un altro ca-
Il bus della foresta.
mioncino, non meno vecchio né me-
no arrugginito, reca gli invitati im-
portanti. Dopo tre quarti d' ora di
scossoni, e feroci cigolii attraverso
la foresta si arriva, finalmente , a de-
stinazione: una radura, una casa in
muratura, qualche capanna per gli
attrezzi agricoli, galline e tacchini
in libertà... Sul muro anteriore del-
l'abitazione era agganciato un ten-
done sorretto alle estremità opposte
da pali fissati al terreno ... Sotto, un
lungo tavolo di assi di legno coperto
da una tovaglia di plastica formava
la mensa. Vi era preparata una cio-
tola per ciascuno degli invitati, un
bicchiere e le posate. Il pranzo, il
caldo mixe lo chiamano, consiste in
un unico piatto di carne bovina an-
negata in un brodo ben pepato con
un gusto che non so descrivere, più
tortilla a volontà e ... tequila, o me-
glio mezcal. Mangiavano solo gli
ospiti, non la famiglia del festeggia-
to, che invece serviva. Ogni tanto la
banda degli scolaretti della missione
suonava con gran foga canzoni del
folklore popolare. Poi di nuovo il
caldo mixe ... che ogni tanto qualcu-
no passava a rabboccare nella cioto-
la ... Tornando a casa ho chiesto se
fosse tutto concluso. Ufficialmente
sì, mi fu risposto. "Ma può essere
che stanotte, o domani, o più in là la
famiglia, senza chiasso, salga al cer-
ro per sacrificare, secondo l'usanza,
una gallina, o un tacchino, o altro ... ".
Di più non seppe o non volle dire,
quei riti sono privati. Nessun estra-
neo vi è invitato .. . La civiltà mixe,
nonostante i camion e le macchine,
è ancora costituita da due centri pro-
pulsori: Dios y el cerro!
(Servizio fotografico dell'autore)
BS LUGLIO/AGOSTO 2001

3.2 Page 22

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LETTERA Al GIOVANI
Carissimo Don Carlo,
sto vivendo un'ossessione
accattivante, improvvisa,
mai presente prima d'ora.
M'han sempre detto che
so no cari na.
I miei occhi so no neri, be lli,
LUGLIO/AGOSTO 2001
Siamo sempre combattuti nella nostra vita
se essere coerenti o, come tanti,
vivere alla giornata, prendersi le occasioni
come capitano, senza norme o bon ton .
Vi giro la lettera scrittami da una ragazza.
Que lla sera è diventata
notte bu ia senza luna,
stella alcu na. Il mio corpo
non aveva più vita, si muo-
veva come un'ombra, una
larva accanto a quel ragaz-
zo in fiamme.
carichi, intensi. Catturano
"Lasciati andare", mi far-
senza farsi prendere. Fino
a qua lche giorno fa feli ci.
Il mio corpo: minuto, fragi-
le, filiforme.
Tutto quello che in dosso
diventa elegante, gradevo-
le a ll'occ hio. Lo d ico no
STAMMI A
fugliava, frugandomi im-
provvisame nte. Le sue
mani s i muovevano qua e
I
scompostamente.
Ero infastidita da quel
complicato ba l letto di
gesti, che cominciò a ri-
tutti, amiche comprese.
s uonarm i in testa come
Sto bene così: senza t a-
una campana assordante.
tuaggi o pi erc ing su una
Ecco perché ti parlo di os-
pelle lunare, liscia, morbida.
sessione. I miei occh i sono
Non mi faccio notare con
gelidi, la bocca d i gh iaccio,
vestiti o scarpe strampa-
il corpo rigido e ostile.
late.
Non avevo mai sentito
Mi ha dato fastidio l'ami-
nessuno dire che sono
co con cui sono uscita una sera. "Basta poco, per- una perdente, solo perché non ci stavo.
ché, oltre che bella, con
Me ne sono ritornata per i fatti miei.
due o tre t occ hi ai
La luna e le ste ll e ripresero il loro posto.
capelli, al vesti-
Un terremoto ha scosso la mia esistenza .
to, tu potresti
Ti dico, - a mesi di distanza - ancora subisco gli
essere una
effetti del le centinaia di scosse di assestamento.
bomba", mi
Non è successo niente, è vero. Non ci so no danni .
suss urra va.
Fuori è tutto come prima .
Tu per tirarm i su e rida rmi
forza mi co ntinui a ripete-
re: "Non lasciarti andare,
sii vin cente! 0.K.?"
"Guarda le tue mani: hanno
dieci dita. Tu scrivi, mangi,
acca rezz i. Tutto e sem pre
co n le dieci dita.
Ti aiutano a fare qua lun -
que cosa. Sono la cond izio-
ne per coord inars i.
Mancasse un solo dito, non
ci sarebbero armonia, sim-
metria, bellezza nell e tu e
mani. Le dita sono dieci
come i comanda menti.
Sono il decoro delle tue
mani . Occorrono tutte per
abbracc iarsi, bac iarsi,
,, osco
teners i per mano. Dovessi
pe rd ere anche un so lo dito,
nasconderesti la tua mano
per tutta la vita ."
Grazie!
Carlo Terra neo
LUGLIO/AGOSTO 2001 BS

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Il nostro viaggio alla scoperta dei musei salesiani
ci porta in Polonia, precisamente a Varsavia, la capitale
della nazione che ha dato le origini all'attuale Pontefice,
che certo passerà alla storia come uno dei più grandi
papi della Chiesa. Nella capitale polacca i salesiani
hanno allestito un museo missionario a scopo didattico, _ . _-
visitato da studenti e da gente comune. ··:;; :< ::._ ~,
~~~~~~
MUSEI SALESIANI
,'::,.·~_~:-"~~·
·:- .., ,.
IL MUSEO SALESIANO
DI VARSAVIA
di Natale Maffioli
li Museo allestito dai salesiani a Varsavia fa parte della Procura Missionaria
ubicata in via Korowodu, e nasce quasi in contemporanea con essa.
È iniziato con pochi "pezzi" che, col passare del tempo,
sono diventati sempre più numerosi e importanti grazie all'aiuto
dei missionari che la generosa terra polacca invia in tutto il mondo.
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Sruzewiec è un quartiere vici-
nissimo all 'aeroporto interna-
dando voce ad antiche civiltà e
propagandone usi e costumi. Pro-
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zionale di Varsavia; non ha
nulla di particolare se non il
nome delle vie: hanno il titolo di
danze del folklore polacco: c'è
via Poiane (i l famoso ballo la po-
lonese), via Kozak (il ballo cosac-
co), via Oberek, ma anche Via
Samba, via Rumba, via l:ambada,
ecc. E c'è via Korowodu, una
danza abbastanza sales iana (!):
prio per questo motivo si comin-
ciò immediatamente a raccogliere
oggetti provenienti da ogni conti-
nente.
L'INAUGURAZIONE
La Procura Missionaria venne
ufficialmente inaugurata il 24
mag&io 1991 , e l'anno dopo si
viene eseguita con le persone in inizio a organizzare il museo che
fila una dietro l'altra, a formare un aveva già accumulato un consi-
treno, e tutte si muovono in sin- stente fondo di reperti. La siste-
cronia seguendo i ritmi del ballo. mazione scientifica venne affida-
Solo nel 1987 è stato deciso di ta a quattro esperte del Museo et-
creare un museo missionario, nografico di Varsavia, le quali per
quando il centro missionario sa le- tre anni consecutivi si occuparo-
siano ottenne, dopo lunghe tratta- no metodicamente sia dell'inven-
tive e inciampi burocratici, il per- tario che dell'esposizione degli
messo di poter costru ire la propria oggetti. Così il 24 maggio 1995 il
Due preziosi vasi cinesi
e uno vietnamita.
casa. A qualcuno venne subito in Segretario della Conferenza Epi-
mente che sarebbe stato utilissimo scopa le Polacca monsignor Bro-
dare forza e visibilità alla Procura, nislaw Dabrowski, all a presenza
al lestendo un museo che racco- del Direttore del Dipartimento
gliesse le testimonianze concrete del Ministero dei Beni Culturali, e
dei luoghi e del lavoro che i mis- dei superiori salesiani, poté in au-
sionari sa lesiani avevano fatto e gurare la nuova realtà museale
continuavano a svo lgere in tutti i polacca e sa lesiana, con la rituale
continenti, come evange li zzatori benedizione e i discorsi di circo-
ma anche come operatori attivi stanza.
nel sociale e diffusori di cultura, Da all ora migliaia di persone
••••••••••••
Pitture etiopiche su cuoio.
La tipica casa polacca con vestiti e oggetti nazionali.
hanno visitato la grande esposi-
zione, in particolare i giovani
de ll e scuole con i loro insegnanti,
che hanno trovato la cosa parti-
colarmente istruttiva oltre che
suggestiva. Ag li alunni in visita la
direzione offre la possibilità di
vedere un fi lm/documentario delle
attività missionarie. Le scolare-
sche possono anche in contrare e
intervistare i missionari della Pro-
cura, oltre a ricevere dép li ant
espi icativi e informazioni a viva
• • LUGLIO/AGOSTO 2001 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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Sombrero, poncho, copricapo, maschere (Sudamerica). Pezzi vari di Cina, Giappone e Vietnam.
voce sulle missioni salesiane. Un una pista immaginaria, girò il
altro servizio per i visitatori è il
negozio annesso che pone in
vendita ricordi , oggetti , illustra-
zioni, libri, e tutto quanto possa
interessare. Nessuno esce a mani
vuote.
NOTIZIE UTILI
mondo: dal! 'America Latina, pre-
cisamente da Valparaiso, attraver-
l'Africa, poi l'Asia, toccò quin-
di l'Australia e l'Oceania. Anche
nel suo peregrinare attraverso le
varie parti del museo il visitatore
passa dall'America Latina all'Afri-
ca nera, senza omettere di attra-
versare la Polonia. Qui si può
••••••••
Il museo è diviso in tre settori:
ammirare una sezione dedicata
a) etnografico (America Latina, all 'arte popolare polacca . È un'a-
Africa, Australia, Asia);
rea pensata specialmente per i tu-
b) speciale (pitture,
risti stranieri che nel centro m is-
modellini delle barche, aerei, sionario non mancano. Una cu-
numismatica, arte);
riosità bene accetta è costituita
e) naturale.
dalle collezioni riguardanti il ter-
Pelli di serpente, conchiglie e
tartarughe di diversa provenienza.
Il fondatore di questo piccolo
gioiello è don Bronislaw Kant.
L' idea gliel ' ha suggerita l'ultimo
sogno missionario di Don Bosco,
quello in cui il santo, seguendo
ritorio dell'ex Unione Sovietica,
inviate dai non pochi confratelli
che lavorano da anni nelle diver-
se repubbliche.
Il reparto egizio.
Mascheroni rituali africani.
'
.
1 • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS LUGLIO/ AGOSTO 2001 • • •

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Caimano, procione brasiliano, cobra, armadillo.
Coccodrilli.
GLI SCOPI
più belle della sua storia di san- cui sta a cuore l'esposizione di
tità, di civilizzazione, di evange- opere e oggetti di altre culture e
Lo scopo per cui è stato al lesti- lizzazione. Un altro degli scopi civiltà, infine dall'acquisto di
to un Museo Missionario in Polo- del museo è quello di far cono- pezzi presso privati o presso altri
nia è evidente: fa re informazione, scere la bellezza del lavoro mis- musei che dispongono di doppio-
formazione e animazione missio- sionario e del la vocazione sale- ni. I missionari, comunque, pos-
naria. Offrire insomma ai giovani siana. A questo proposito è stata sono portare solo oggetti della
e agli adulti l'opportunità di co- allestita anche una esposizione çultura popolare contemporanea.
noscere iI vasto e sorprendente intitolata "Don Bosco e la sua E diventato, giustamente, impos-
campo dell'azione missionaria opera", che comprende diorami e sibile esportare pezzi antichi di
che ha dato alla Chiesa le pagine informazioni sulla Famiglia Sale- valore. In Polonia dopo il 1989,
siana nel mondo e in Polonia. li durante il periodo dei veloci e
percorso si snoda attraverso paesi inaspettati cambiamenti socio-
e regioni mostrando la fecondità politici, si aprì la possibilità di ac-
del carisma e la grandezza della quistare pezzi di valore dai diversi
vocazione salesiana. La Procura paesi. Marinai e stuart di aerei di
edita anche il mensile "Misje Sa- linea recavano in Polonia dai vari
lezjanskie" - Missioni Salesiane. continenti collezioni esotiche che
Ai visitatori, in ultima analisi, si il direttore del Centro Missionario
vogliono trasmettere nozioni e comprava avendo in mente la
informazioni su cultura, costumi, creazione del museo missionario.
condizioni di vita sociale, politi- La classificazione degli oggetti,
ca e religiosa degli abitanti dei dicevamo, è scientifica . Ogni
paesi missionari, così la vita ed il "pezzo" ha il suo pedigree, è per-
lavoro di missionari e missiona- ciò regolarmente schedato con i
rie. Lo slogan per i giovani visita- dati cne lo identificano e visua-
tori è: "Per le missioni potete of.:- 1izzato con una foto. Ogni ogget-
frire molto, molto di più o tutto! E to, insomma, ha la sua "carta di
molto quando offrite il vostro identità", custodita in apposito
obolo, tanto più significativo, schedario con informazioni di
quanto più è 'vostro', frutto della ogni genere. Allo schedario va
vostra personale ,fatica e del vo- aggiunto il libro dell'inventario in
stro risparmio. E molto di più sequenza numerica che contiene
quando offrite la vostra preghiera, anche una descrizione sintetica,
la vostra sofferenz~, il vostro per- ma precisa del l' oggetto. Esistono
sonale sacrificio. E tutto quando due libri diversi: uno per la colle-
qualcuno diventerà missionario o zione naturalistica, l'altro per la
missionaria".
collezione etnografica. Insieme
LE FONTI
per il momento sono inventariati
1200 oggetti. Attende di essere
catalogata tutta la parte numi-
Le collezioni provengono da tre smatica, una ricca collezione fila-
fonti: dai missionari che rientrano telica e collezioni di vario genere
nel paese d'origine per periodi di giunte al Museo negli ultimi otto
riposo, cure mediche, o per fine mesi .
Gibbone africano.
mandato. Dai benefattori e amici
Natale Maffioli
• • • LUGLIO/ AGOSTO 200 1 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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RAGAZZI
COLABRODO
e aro doctor J. , siamo
((
una famiglia felice, con
tre figli stupendi... Un
giorno abbiamo deciso di condivi-
dere la nostra felicità, adottando un
bambino di quattro anni. Tutto sem-
brava andare per il meglio. Ma du-
rante l'adolescenza è diventato un
inferno: ha cominciato a manifesta-
re un atteggiamento aggressivo, a
rubare l'argenteria, a rifiutare di la-
varsi, a sforbiciare gli abiti, urinare
sul cibo, sporcare con escrementi i
muri di casa e i letti di fratelli e so-
relle. Il fatto che se la prendesse
con loro ci ha obbligati a reagire con
vigore. A causa dei suoi schiamazzi
i vicini si sono immaginati ogni sorta
di cose. Oltretutto è un furbone: sa
fare bella figura con gli altri. Mio
marito, stanco di essere guardato
di traverso se non addirittura ingiu-
riato dai vicini, per le stranezze del
figlio, ha deciso di partire. Allora io
non ho avuto altra scelta che di
metterlo in collegio. I miei figli più
grandi si sentono sollevati, ma gli
dispiace perché lo considerano sem-
pre loro fratello, e anch 'io vivo co-
me un tradimento quello che ho fat-
to, perché è proprio lui quello che
ha più bisogno. Ma che cosa gli ha
preso? Perché dopo averlo tanto
desiderato, e avergli dato tanto amo-
re ci siamo ritrovati impotenti a fare
il suo bene? E soprattutto, perché
invece di essere sostenuti dai nostri
vicini, siamo stati demoliti? La
gente non sa che avere dei bambi-
ni è sempre un 'avventura, e che
l'adozione è spesso una sfida?
Lorena, Volterra
Cara Lorena,
i sintomi che lei descrive fanno par-
te di un fenomeno rubricato come
disturbo dell'attaccamento che co-
mincia a essere studiato, ma resta
ancora poco conosciuto ; forse per-
ché le famiglie che ne soffrono tac-
ciono , spesso per vergogna, e si ri-
trovano isolate, mentre le altre, nu-
merose , che vivono una adozione
riuscita non amano . la pubblicità
accordata agli insuccessi. Negli Sta-
ti Uniti si parla di "Emotional/y un-
fullfil/ed existence syndrome". Altro-
ve , si utilizza la metafora del fan-
ciullo senza fondo: tutto l'amore che
gli si dà sembra attraversarlo senza
che resti traccia, come l'acqua at-
traverso un colabrodo.
Nei collegi che accolgono I ra-
gazzi abbandonati o ivi collocati
dalle autorità , si parla di malattia
dell 'abbandono : ragazzi e adole-
scenti temono di attaccarsi troppo ,
perché hanno paura di essere ab-
bandonati. Si credono indegni di
essere amati e testano in continua-
zione gli educatori per sapere se
sono accettati senza condizioni. In-
vece di scegliere dei comportamen -
ti che possano guadagnare l'appro-
vazione degli adulti, come fa la
maggior parte dei ragazzi , scelgono
di essere amati a rovescio e contro
tutto , perché hanno un bisogno in-
saziabile di prove d'amore . Para-
dossalmente, sarà l'educatore pre-
ferito a diventare il bersaglio dei lo-
ro comportamenti aggressivi , pro -
prio perché il suo amore conta per
loro moltissimo. Spesso, disorienta-
to e/o scoraggiato , l'educatore fini-
sce per gettare la spugna, il che
conferma il giovane nella sua fissa
di essere abbandonato. Quello che
si instaura è un circolo vizioso che
sarà ben difficile spezzare . Anche
un figlio naturale può adottare com-
portamenti distruttivi per attirare
l'attenzione dei genitori e ricevere
prove d'amore , ma in generale , la
cosa è limitata. Presso gli adole-
scenti adottati , invece, questi com-
portamenti sono più frequenti ed
esacerbati da una storia personale
mal integrata, o compresa, e da fu-
ghe dalla realtà.
Queste turbe dell'attaccamen-
to hanno quasi sempre origine
da una rottura , temporanea o de-
finitiva, del legame tra madre e figlio
che può sopraggiungere in ogni fa-
miglia, quando per esempio la ma-
dre cessa bruscamente di allattare il
suo ultimo nato , perché uno dei figli
più grandi è in difficoltà ed esige le
attenzioni dei genitori . Questo di-
stacco forzato viene interpretato co-
me un segno che essi sono indegni
di essere amati. Se non c'è una con-
fiden za di base ben rodata e pacifi-
ca , i figli adottivi mal sopportano
l'amore della loro famiglia , anzi lo
vivono addirittura come una minac-
cia : essere abbandonati a favore
dei figli naturali . Questi ragazzi in-
somma sono talmente dipendenti
dall'amore che vivono nel terrore di
esserne privati. Per prepararsi a
sopportare questa eventualità, essi
si rendono insensibili , e scaricano
la loro paura attraverso comporta-
menti aberranti .
Il mondo esterno - vicini, co-
noscenti, amici - non si accorge,
o non capisce quanto stia in realtà
avvenendo . Giudica ciò che appa-
re, e allora piovono giudizi sbrigati-
vi : "Voi siete troppo buoni!" oppure
"Siete troppo severi!". Una pressio-
ne sociale che finisce sovente per
colpevolizzare la famiglia proprio
nel momento in cui avrebbe più bi-
sogno di comprensione e sostegno
psicologico. È per questo che alcu-
ne famiglie adottive hanno il buon
senso di mettersi insieme per con-
fortarsi a vicenda.
I genitori adottivi , scoraggiati dall'in-
successo dei loro sforzi per ricupe-
rare l'affetto e la fiducia del figlio
più bisognoso delle loro cure, si an-
gosciano, sospettano di loro stessi ,
soffrono , rimettono in questione
l'adozione. Eppure, nonostante tut-
to, il ragazzo in crisi continua ad
essere considerato e chiamato fra-
tello dagli altri figli, e i genitori con-
tinuano a volergli bene.
Queste esperienze raggiungo-
no il mistero della sofferenza di
Dio, impotente a fare il bene degli
uomini senza la loro collaborazione,
o loro malgrado. L'amore è sempre
una mescolanza di gioia e soffe-
renza . Quando la sofferenza pren-
de il sopravvento , è urgente dare
impulso alle relazioni interpersonali ,
al dialogo amoroso , che restano
l'unico antidoto per far fronte alle
crisi e riacquistare la gioia dell 'es-
sere famiglia.
8S LUGLIO/AGOSTO 2001

3.8 Page 28

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Bruxelles (Belgio): Figlie di Maria Ausiliatrice sorelle e madri
RITROVARE FAMIGLIA
di Graziella Curti
In un angolo verde
della cintura di Bruxelles
sorgono alcune
costruzioni
abbracciate tra loro.
Ospitano 1Ofamiglie
di ragazzi e ragazze
in difficoltà,
che trovano qui
la risposta alla loro
fame di tenerezza
e di incontro.
È l'internato sociale
delle FMA.
LUGLIO/ AGOSTO 2001 BS
N el Belgio del sud, le suore
Figlie di Maria Ausiliatrice
sono proprio poche. Solo 50
di cui una buona parte, sebbene vi-
vaci, abbastanza avanti negli anni.
In quest'ultimo periodo, come in
altre zone del mondo, sono state
fatte scelte di ristrµtturazione con
l'abbandono di presenze storiche,
care al cuore anche della gente. Nel
1994, il grande internato scolastico,
che ospitava circa 120 bambini, si è
trasferito dal rione di Jette a Gan-
shoren, periferia di Bruxelles. Il
cambio non è stato solamente logi-
stico, l'opera si è trasformata da col-
legio in famiglia e, con i bambini ,
vengono attualmente accolti ragazzi
e ragazze fino ai 18 anni e oltre.
Il numero degli ospiti è rimasto
elevato, ma la disposizione in ap-
partamenti autonom i con circa 15
inquilini, che hanno a disposizione
una camera personale, rende più fa-
cile quel clima di casa, che viene in-
tegrato dall ' interesse degli educato-

3.9 Page 29

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con cento figli.
SCUOLA DI PREGHIERA
EDONO .
. ,.
Accanto ai ragazzi/e accolti ali inte_r-
nato c'è qualche giovane che s?eghe
di s~guire il percorso di Preg_h:er(a e
dono cioè una vita di comurnta con
le su~re e altri volontari) scandita da
alcuni appuntamenti :
momenti insieme: a tavola, ricrea-
zion e
formazione: due ore al gi?rno:
temi biblici , pedagogia salesiana:
annuncio della fede ai bam~,rn e a1
giovani ; sono previsti_ un_ incontro
ersonale (ogni 15 g1orn1) co.~ un
~embro della comunità e venf1che
comunitarie
spazi di preghiera: . .
_
Lectio divina e cond1v1s1one , Eucare
stia, Adorazione e preghiera serale
servizio ai ragaul: aiuto nei com-
piti scolastici, arnmaz1o~e del tempo
libero (sport, teatro , gioco , canto),
catechesi o altro , secondo le proprie
capacità; assistenza notturna
ri, dai momenti di relax, di festa e
dagli incontri comunitari con gli
altri gruppi. Buona parte della gior-
nata trascorre in scuole pubbliche
diverse. Alle 16, quando avviene il
rientro, ognuno si avvia verso la pro-
pria sala da pranzo, fa una buona
merenda, circa un'ora di relax e poi
ci sono i compiti. Gli educatori, i
volontari e le volontarie seguono i
ragazzi uno per uno nelle varie ca-
mere. «In sintesi - afferma suor
Stella Petrolo - questo nuovo stile
di internato ci permette di vivere la
pedagogia di Don Bosco in modo
più personalizzato e, allo stesso tem-
po, insegnare ai giovani a vivere in-
sieme, a rispettarsi».
LA COMUNITÀ
EDUCANTE
Accanto agli ospiti ci sono educa-
trici ed educatori impegnati a vari
livelli. Esiste il gruppo della comu-
nità stabile, costituita da otto suore,
una giovane in ricerca, quattro ra-
gazze del volontariato internaziona-
le. Questi vivono a tempo pieno nel-
1'internato, hanno frequenti raduni
di verifica e di programmazione e
incontri per la preghiera e la forma-
zione religiosa, pedagogica salesia-
na. Ci sono inoltre educatori ed edu-
catrici assunti regolarmente, presenti
dalle 16 alle 21, e inseriti nei per-
corsi dell'ambiente educativo gesti-
to dalle FMA. In tutto uno staff di
26 persone su 118.
Suor Stella, attuale responsabile,
è il centro propulsore dell ' opera. Si
dice di lei: «Fa tutto quello che può
per la casa e la comunità: dalle notti
passate con i bambini malati o vici-
no a qualche adolescente in crisi,
agli incontri con i parenti o negli uf-
fici governativi per ricevere le giu-
ste sovvenzioni». Nonostante le mol-
te incombenze, per lei è iITinuncia-
bile il momento della preghiera, il
diritto cioè della comunità e degli
educatori di garantirsi tempi regolari
e profondi di condivisione della Pa-
rola, una liturgia vitale e preghiera
personale.
MOSAICO
INTERCULTURALE
Al primo colpo d'occhio, entran-
do all ' internato sociale, ti rendi con-
to di trovarti di fronte a gente di raz-
ze diverse sia per il colore della pel-
le, sia per quel linguaggio non ver-
bale degli sguardi e dei gesti che ri-
mandano ad altre culture. Sono volti
aperti e curiosi quelli dei più picco-
li; più discreti gli adolescenti e le
ragazze. Chi ha già superato i 18
anni mostra di essere proprio di ca-
sa, più collaboratore che ospite.
Qualcuno ci racconta la loro sto-
ria, con amore:
«. .. penso a te, F., piccolo cinese.
Quando sei arrivato tra noi hai pian-
to tanto per il distacco dall a tua gio-
vane mamma. Tre anni di ritardo
scolastico che sembravano ÌlTecupe-
rabili ... Oggi frequenti l' università
negli Stati Uniti, lavori per pagarti
la scuola e sei felice».
«. .. penso a te, L., per nove anni
non hai ricevuto alcun segno dalla
tua famiglia. Sovente eri scoraggia-
to, non provavi più gusto per nul-
la... che senso aveva vivere? Ma la
fiducia che ti è stata donata ha por-
tato i suoi frutti. Ora ti stai prepa-
rando a diventare educatore perché
vuoi aiutare i giovani che vivono
quello che hai vissuto tu . .. »
«... penso a te, G., a te che non sei
stata voluta, incidente di percorso
per tua madre, venuta in Belgio a
studiare. Lei è ripartita e tu sei rima-
sta presso amici. Quando eri piccola
ci dicevi: Voglio diventare medico,
ma quando lo dico agli altri ridono
di me. .. Ora hai 20 anni e sei quasi
giunta alla meta e constati: Felice-
mente, durante gli anni difficili, ho
avuto persone che credevano in me».
Le storie sono tante, e non tutte
con finale lieto, ma a Ganshoren sta
di casa la speranza.
D
BS LUGLIO/ AGOSTO 2001

3.10 Page 30

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IL
aAesE
ITI
IN
LIBRERIA . pe t,Aorante
a cura di G1useP
~~~
e
Groucho
Mari.
LA BIBBIA
E GROUCHO MARX!
Humor di Dio
di Paolo Pivetti
Piemme ,
Casale M. (AL) 2001
pp. 190
Sotto il parallelismo del
titolo si nasconde una
verità lapalissiana. La
bibbia.. . Infatti, se l'u-
morismo , l'ironia, il riso
e tutto ciò che in varie
sfumature rallegra la
vita sono valori che
appartengono alla real -
tà umana, non posso-
no non provenire da
Dio , poiché non c'è co-
sa buona nel Creato
che non sia stata fatta
da Lu i! Ed allora Dio,
forse , non vuole solo
essere amato e adora-
to. Vuo le che lo trovia-
mo simpatico , che ci
divertiamo con Lui. So-
lo l'abbandono fiducio-
so a una serena confi -
denza con Lui , come
quando aspettiamo l'en-
trata in scena del .no-
stro attore preferito,
può permetterci di co-
gliere il suo sublime
humor. Che deliberata-
mente in questo libro
perde la seconda "u"
della forma inglese di
humour, perché anche
dal punto di vista mor-
fologico sia evidente la
vicinanza dell'Humor di
Dio con l'Amor di Dio.
LUGLIO/ AGOSTO 2001 BS
GESÙ E IL DISCEPOLO
NEL VANGELO
DI SAN MARCO
Corso di Esercizi
spirituali
di Luigi Giani
Gr. Edicom ,
Cerro M. (Ml) 2000
pp.422
C'è gente che durante l'e-
state non ha tempo per una
riflessione spirituale come
rinforzo dello spirito , sosta
per un camm ino di rinnova-
mento , e possibilità di usci-
re dallo stress della vita
contemporanea. Il volume è
una guida che può soddi -
sfare questa esigenza. Aiu-
ta il credente a riflettere sul -
la scia della pista tracciata
dal vangelo di Marco, come
cammino di una vera ini-
ziazione al mistero cristia-
no ; ma è utile anche al non
credente che si pone da-
vanti al mistero della vita. Si
possono scoprire così pau -
re , ignoranza, resistenze . A
partire da alcune domande
di fondo , l'autore approfon-
disce il camm ino portando
il lettore a trovare le rispo-
ste alle proprie domande,
la soddisfazione ai propri
desideri , le certezze ai pro-
pri dubbi. E la strada si fa
più libera, il camm ino me-
no buio, la speranza più te-
nace .
LUIG I GIAN!
~ E IL
aUJ
o
V)
UJ
o:
~
UJ
I-
CESÙ
CRtJPPO u lico\\1
DEBITO DA MORIRE
Trentatré testimonianze
sulla cancellazione del
debito ed i suoi inganni
a cura di Demichelis,
Ferrari, Masto, Scalettari
Baldini & Castaldi,
Milano 2000
pp. 406.
. · {{
li libro intende fare il punto
sulla situazione del dopo il
Giubileo, che ha visto in pri-
ma fila la Chiesa, insieme a
Governi e Istituzioni inter-
nazionali, impegnarsi in un
dibattito imbarazzante e dif-
ficile. Quali sono state le so-
luzioni trovate? Quali i debiti
dei paesi più poveri can-
cellati? Solo fumo? Si vuo-
le informare il grande pub-
blico sullo stato del terzo
mondo. li problema è irrisol-
to , e tocca veramente tutti ,
perché l'umanità non può
continuare a ignorare una
grossa ingiustizi a che pre-
sto bpotrebbe trasformarsi in
un oomerang . La vera so-
luzione è che occorre ave-
re il coraggio di rimettere in
discussione le clausole fon -
damentali ch e stanno die-
tro a questo debito : le poli-
tiche del Fondo monetario e
della Banca mondiale. Sen-
za questa revisione i paesi
poveri saranno costretti a...
ANZOLETTO VOLA
NEL CIELO
di Dino Guarnirei
(lllustraz. P. Conte)
pp. 80
LA CASSAPANCA
MAGICA
di Rossana Guarnieri
(lllustraz. M. Alfaioli)
Messaggero, Padova 2001
pp. 104
Due libretti di una nuova
collana per ragazzi . Il pri-
mo immagina un bambino
volante che si aggira per i
cieli di Venezia : tutti gli dan-
no la caccia, ma qualcuno
palesemente lo protegge .
Perfino Marco Polo, il gran-
de viaggiatore dell'Oriente,
viene interpellato dal Doge,
che non sa più come fare
per mettere fine al prodigio
di un bambino che vola sen-
za avere le ali . Anche san
Francesco lo protegge, na-
scendendolo tra i rami di un
cipresso , finché viene il mo-
mento in cui Anzoletto tro-
va il suo posto...
,
A>•
Il secondo volumetto narra
la storia di una vecch ia
cassapanca che si apre e
racconta avventure straor-
dinarie, che hanno sempre
piacevoli valori istruttivi e
chiare indicazioni morali.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~~
FANTASI~
VACANZEMENTO REALTA E
E REALTA
RINNOVA
POLVERE
Romano
di Giovanni
Donna d'Olderico
Effatà, Cantalupa (TO) 2000
pp. 382
La scena si immedesima
nel diciassettesimo secolo,
dentro una realtà storica
che è terribilmente verosi-
mile. Si descrive la vita della
gente di un villaggio prova-
to da una lurma carestia, e
la vicenda narrata mescola
realtà, mistero e fantasia. Si
vede un castello dove ar-
rivano misteriosi signori.
Chi sono? Che cosa voglio-
no? Soprattutto: chi voglio-
no? Per fortuna qualcuno
se ne va. Un crescendo di
suspense. Un finale impen-
sato. Affetti e tentazioni.
Sofferenza. Mistero. Attesa,
eroismo e vita di tutti i giorni
in una storia che inizia pic-
cola tra un campo e le ca-
se, e diventa grande, apren-
dosi in orizzonti imprevedi-
bili . Chi legge questo ro-
manzo viene portato dentro
un'avventura che si vive tut-
ta d'un fiato. Sorpreso da
uno stile di scrittura origina-
le, inconfondibile, attratto in
una vicenda che sembra
nata apposta per non la-
sciare proprio nessuno in-
differente davanti ad essa.
RITROVARE SE STESSI
C'è un momento
dell'anno per fermarsi
e cercare
di Carlo Maria Martini
Piemme ,
Casale M. (AL) 2001
pp. 236
Ritrovare se stessi significa
"convertirsi ", operare una
"svolta nella vita", fare un
cambio di mentalità e di
orizzonti. .. per liberarsi del-
la schiavitù del quotidiano
e dalle cose che ci oppri-
mono ogni giorno ; per ri-
gustare il piacere delle pic-
cole cose della vita e nel
leggerle nella prospettiva
del mistero; per non dare
mai nulla per scontato e per
cercare senza sosta il volto
del Padre nei segni della
vita , ripartendo da Dio . So-
lo chi si ferma e riflette po-
trà ritrovarsi. L'estate, vista
anche come tempo di ferie
e di riposo del corpo, può
essere questa occasione
che permette ad ogni per-
sona, credente e non cre-
dente, di rivedere la pro-
pria vita e ridarle un ritmo
alla luce di scoperte dello
spirito che spesso la quoti-
dianità appanna e il ritmo
frenetico del lavoro non per-
mette .
CARLO MARlA
MARTINI
RITROVARE
SE STESSI
C'è un momen to defl'onno per fermarsi e cercare
DALL'"OFF" ALL"'ON"
Un caso di
riaccensione inattesa
di Luciano Sanvito
Edizioni Segno , Udine 2000
pp. 128
A prima vista il libro raccon-
ta una cosa da niente. Ma
a poco a poco si fa strada
la profondità di una vita nar-
rata, un manoscritto che
ognuno scrive ogni giorno ;
una finzione che si mate-
rializza in ogni momento ,
una visione che si mostra in
un continuo mistero.
UICIANO SANVITO
DALL'"OFF"
ALL'"ON"
UN CASO DI
RIACCENSIONE INATTESA
~ Edi;doni Scs:no
Tra finzione e realtà, tra
ipotesi e sogni , tra riflessi-
oni e descrizioni , il raccon-
to diventa quasi metafora
dell'esistenza. Con una pre-
cisa indicazione: ciascuno
deve imparare a diventare
se stesso , ad essere au-
tentico , a non rinunciare al-
la propria visione se ritiene
che sia essa la propria ve-
ra identità. "Sì, sei tu , con
la tua decisione, a essere
colei che svelerà il mistero".
NON SI FA VEN DITA PER
COR RI SPONDENZA . I libri
che vengono segnalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
dir ettamente al le risp ettive
Editrici.
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Tel. 011 /52.24.238
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Email : pg-isa@libero.it
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Tel. 095/43.96.41
Email : pgisi@dimtel.nti.it
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e OVEST (IVE/IVO)
(Veneto, Trentino Alto Adige,
Friuli Venezia Giulia)
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Tel. 041 / 590 .23.38
Email: ive@cnos.inet.it
Roberto Dal Molin
Tel. 095/ 43 .33 .00
Email : cspg@issz.vr.it
ID
BS LUGLIO/AGOSTO 2001

4.2 Page 32

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!/;1/E
MANI FATTE PER DARE
NON PER RACCOGLIERE I
Redazionale
Davette essere una gran
brutta giornata quel sa-
bato di luglio , quando
Piergiorgio, figlio del senatore
Frassati , proprietario de La
Stampa di Torino e ambascia-
tore d'Italia a Berlino , fu stron-
cato da una poliomielite fulmi-
nante . Ester, la cameriera
scrisse sul calendario di casa:
"Ore 7, irreparabile sventura.
Povero san Piergiorgio !". La
cosa più straordinaria doveva
capitare l'indomani quando si seppe la notizia: l'ele-
gante dimora dei Frassati fu invasa da una fila intermi-
I l nabile di gente. Con meraviglia papà e mamma videro
tra i visitatori più sinceramente addolorati e rigati di
lacrime volti di sconosciuti , povera gente, straccioni ,
barboni. E capirono solo allora la grandezza autentica
di quel figlio. Uno strano funerale: tra l'incredibile folla
erano mescolati poveri e ricchi , signori e derelitti ,
socialisti e liberali , massoni e cattolici senza distin-
zione, una volta tanto! Il primo miracolo di Piergiorgio.
Pochi sapevano che lui, ricco , circondato da
gente chic, ogni giorno correva a visitare i tuguri più
maleodoranti di Torino abitati dai più disgraziati, per
portarvi un aiuto, un sorriso , una speranza. "Aveva le
mani bucate", ma i soldi che gli scivolavano via finiva-
no nelle tasche di chi non aveva nulla. Un giovane ric-
co forse anche di soldi, certamente ricchissimo di
valori morali e spirituali , uno "ricco " che è riuscito
nell 'impossibile impresa del cammello evangelico di
passare attraverso la cruna dell'ago, e dunque, meri-
terà un posto, e che posto , nel suo Regno.
Non so a quanti altri giovani sia capitata la ventura di
laurearsi dopo morto . A lui è capitato . Proprio que-
st'anno, nella ricorrenza del centenario della nascita e
a 75 anni dalla morte il Rettore del Politecnico gli ha
conferito "post mortem" la laurea in ingegneria mine-
raria.
Piergiorgio è una sfida, vinta naturalmente, al vi-
vere comune. Nel teatro salesiano della Crocetta, il suo
quartiere, l'hanno ricordato con una serata di musica,
giochi e teatro , come sarebbe piaciuto a lui. Amava la
montagna perché amava tutto ciò che lo portava in alto,
verso l'aria più pura, verso la perfezione. I concetti glieli
aveva instillati il salesiano don Cojazzi , chiamato dalla
mamma a fargli da precettore.
L'elogio funebre più bello e azzeccato è del suo amico
LUGLIO/AGOSTO 2001 BS
116 aprile 1901 nasceva
Piergiorgio Frassati. Il 4 luglio 1925
moriva a 24 anni. Gli mancavano
due esami per la laurea in ingegneria.
A cent'anni dalla nascita
e 75 dalla morte, ricordiamo,
per i giovani universitari,
la figura di uno di loro che,
amante della montagna,
raggiunse vette immacolate
anche nella vita spirituale.
giornalista Donati , direttore de Il Popolo che da Parigi ,
appresa la notizia scrisse: "Obscuratus est vultus tuus,
Domine, Signore, [oggi] è stato oscurato il tuo volto!".
o

4.3 Page 33

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NON PERMEI
Redazionale
Una delle sorprese dell'ultimo
concistoro di Wojtyla è stata
la nomina a cardinale
dell'arcivescovo di Tegucigalpa,
monsignor Maradiaga, primo
nella storia dell'Honduras. L'hanno
vestito rosso porpora il 21 febbraio
2001, a 58 anni, questo gioviale
salesiano, presidente del CELAM,
poliglotta (parla 6 lingue), laureato
in filosofia e teologia, diplomato
a lnnsbruk in psicologia clinica
e psicoterapia, possiede il brevetto
di volo e, ciliegina sulla torta,
ha studiato pianoforte
al conservatorio.
Perché lei, eminenza?
Non per me ma per il mio paese e il mio popolo. Un
paese "povero " con un popolo "ricco ", non certo di
soldi , ma di fede . Considero la mia nomina un gesto di
bontà del Papa verso gli hondureni e per loro ne sono
fiero e riconoscente. Su 6 milioni di abitanti , 5 milioni e
700 mila sono battezzati , il 95% insomma.
Hanno fatto gran festa in città, nei collegi salesiani
e in tutto il paese...
Proprio vero! Come se avessimo vinto il campionato
del mondo di calcio. Le feste si sono protratte per
quasi un mese . Sono contento. Per loro , non per me .
La definiscono un uomo di dialogo e di comunione.
Penso che il dialogo e la comunione siano la forza
della Chiesa. È ora di superare tutte le barriere:
geografiche , di razza , di religione , ma anche econo-
miche e sociali. .. per arrivare all 'unità auspicata da
Cristo . Lavorerò per l'unità dei piccoli paesi del Centro
America. Sono sei , ma insieme formiamo una popola-
zione di 50 milioni di abitanti : sei nani che possono
diventare un gigante!
La Chiesa ha spesso criticato la globalizzazione
nei suoi non pochi aspetti negativi. Come intende
cambiare le cose?
Il mio compito di pastore non è tanto denunciare
quanto piuttosto annunciare. La risposta cristiana è
una proposta, quella stessa fatta dal Papa: globalizza-
zione sì , ma della solidarietà. E questo farà certa-
mente parte del mio programma pastorale d'ora in poi.
Quali sono, eminenza, le più gravi carenze dell'A-
merica Latina?
lo credo che la piaga più grave che affligge il mio e gli
altri paesi latinoamericani sia una educazione debole
che unita alla debolezza dei valori etici e morali , carat-
teristica del mondo moderno , formano una miscela
esplosiva. A mio parere è proprio questa grave forma
di povertà che genera violenza nella regione.
Eminenza, probabilmente lei ha letto i giornali, che
ne dice di quello che scrivono che cioè lei è uno
dei papabili?
Beh , almeno questo lasciatelo decidere allo Spirito
Santo.
O
BS LUGLIO/AGOSTO 2 001

4.4 Page 34

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1111 COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrere
I BAMBINI
HANNO BISOGNO
DI AVVENTURA
Perché i giovani fanno "bravate"? Perché i ragazzi
hanno l'irresponsabile tendenza a cacciarsi nei guai?
Perché se c'è un muretto diroccato che fiancheggia la strada
che porta alla scuola materna anche i bambini di tre anni
sentono l'irresistibile impulso di camminarci sopra? Perché c'è
una componente profondamente umana che si chiama avventura.
L' avventura non è qualcosa di
accessorio, una specie di op-
tional , ma una componente
costitutiva dell'essere autentico del-
l'uomo . È la capacità di andare
sempre oltre il già dato, di non ac-
contentarsi del già posseduto , la di-
sponibilità al nuovo , al diverso , al
non ancora conosciuto e al non an-
cora sperimentato . È la molla che
ha fatto progredire la storia. Nello
stesso tempo è un 'intensa espe-
rienza di sé, una forma di tensione,
l'insopprimibile desiderio di mettersi
alla prova sfidando le condizioni in-
certe e gli eventi che ne deriveran-
no. È il modo migliore per scoprire
se stessi e le proprie capacità.
Tutte le forme di scoperta del mon-
do da parte del bambino , l'occupar-
si giocoso di oggetti, fatti , persone ,
recano in questo aspetto avven-
turoso. C'è sempre un tempo in cui
nei bambini si risvegliano forze ma-
gnifiche : la febbre della caccia (alle
lucertole , al gatto , alle formiche ... ),
la passione per il collezionismo, la
voglia di costruire la propria capan -
na, il desiderio di curare e proteg -
gere un animale domestico , una
bambola, una pianta, l'impulso di
esplorare una angolo sconosciuto ,
di infilarsi dietro una staccionata, di
smontare un televisore, di costruire
qualcosa con le proprie mani , di
scambiare, commerciare , inventare,
di scoprire le relazioni sociali , costi-
tuire una banda, scoprire le possi-
bilità del proprio corpo e di quello
degli altri. Oggi non c'è spazio per
l'avventura, il rischio , l'ebbrezza di
"mettersi alla prova" sfidando l'oriz-
zonte . Il tempo e lo spazio dei
bambini sono organizzati , protetti ,
claustrofobici.
I ragazzi sono spettatori passivi
di false avventure altrui. Il senso
di avventura è abilmente sfruttato
dal marketing . Sigarette, alcolici, ba-
stoncini di pesce e simili fanno pub-
blicità facendo leva sull 'avventura.
La visione di film , video e programmi
televisivi , nonché i videogiochi , oggi
sempre più diffusi , non soddisfano
queste esigenf'.e o le soddisfano
solo in parte. E vero che "si è se -
duti in prima fila" , ma ciò non toglie
che il mondo appaia come un pal-
coscenico, come visto dal di fuori .
Il coinvolgimento di altri compa-
gni è difficile o impossibile. Ave-
re una macchina per amico è un tri-
ste crescere. L'avventura più gratifi-
cante consiste proprio nell 'acquisi-
zione di competenze sociali, nella
formazione di gruppi e bande , nel-
l'intrecciarsi delle amicizie, nelle ac-
canite lotte corpo a corpo , nei rischi
condivisi , nelle prime forme di vita
comunitaria, dove si esercitano la
tolleranza e la capacità di una coe-
sistenza pacifica. E,Poi la scoperta
del proprio corpo . E sorprendente
quante capacità motorie appren-
dano i bambini in questa fase e, se
alcune attività vengono a mancare,
esse non saranno in seguito più re-
cuperate, o solo con notevole diffi-
coltà. Molte persone che, per esem-
pio, non hanno imparato a nuotare
da bambini non riusciranno più a
farlo in seguito. Lo stesso vale per
l'andare in bicicletta, in sl itta o sui
pattini a rotelle , per il camminare
sui trampoli , per gli sport subacquei
e per ogni tipo di gioco con la palla.
Le esperienze corporee non vengo-
no fatte solo tramite l'attività sporti-
va . I bambini imparano in questo
periodo a fischiare , a ruttare, a far
schioccare le dita e a fare l'occhio-
lino . Gesti come strizzare gli occhi
o altre curiose distorsioni corporee ,
strane e spesso difficili , vengono
esercitati finché si è in grado di
compierli bene.

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
È un 'esplosione di vita. Se viene
compressa, programmata, mortifi -
cata prima o poi si dovrà scaricare
da qualche parte. Magari in modo
disordinato o pericolosamente ec-
cessivo.
I genitori e gli educatori possono
intervenire in due modi.
Prima di tutto devono ricordare
quanto sia importante una "pe-
dagogia dell'avventura" . Questa
non consiste affatto nel fornire ai
giovani esperienze intense che si
discostano in misura notevole dalla
vita quotidiana e puntano un po' al-
lo spettacolare, come escursioni in
canoa, scalate in montagna, rafting,
gite in barca a vela ... Tutte queste
attività possono comportare una
grande dose di avventura, ma sono
lontanissime dalla vita quotidiana
dei bambini e dei giovani. Sono av-
venture per pochi e richiedono
un'attrezzatura costosa. Né mi sem-
bra pedagogicamente corretto ac-
celerare ancor di più , con questo
"surplus di euforia", la spirale verso
la spettacolarità, l'insolito e lo stra-
vagante.
Tanto più che sono prevalentemen-
te orientate in senso maschile: fa -
voriscono e stimolano capacità che
promuovono un modello di uomo
legato alla forza e alla pericolosità
che è ora di superare. La vera av-
ventura è nella ricchezza della vita
quotidiana: in essa ci sono sfide a
sufficienza. I bambini devono poter
fare un 'intensa esperienza di sé in
luoghi di gioco, spazi liberi adegua-
ti. Mi sembra importante che il bam-
bino possa fare tali esperienze uti-
lizzando tutti gli organi sensoriali.
Odorare, sentire, toccare e prende-
re (com-prendere) rappresentano le
forme essenziali della percezion e,
elaborazione e comprensione dei
bambini .
In secondo luogo, genitori ed edu-
catori hanno l'obbligo di sorve-
glianza e responsabilità . L'impul-
so dell'avventura nei più giovani è
forte. Occorre una vera attenzione
"su misura", che tenga conto cioè
dell'età, dello sviluppo intellettivo,
dell 'educazione , delle capacità e
del carattere dei ragazzi. Ed è cer-
to che le "avventure" vissute da ge-
nitori e figli insieme resteranno in-
delebili nella memoria e nella vita.
I FIGLI E IL BISOGNO
DI AVVENTURA
Per i bambini la vita è un'avventura. Troppe raccomandazioni...
"stroppiano", l'iperprotettività tarpa le ali. Una sana audacia
insegna a essere protagonisti della propria crescita.
Uno dei ricordi
più teneri che
conservo di mia
figlia è legato ai suoi
primi mesi di vita.
Quando la portavo in
giro per strada, lei fa-
ceva sforzi sovrumani
per allungare il collo
oltre le sponde del car-
rozzino e osservare
tutto ciò che la circon-
dava. Gli occhi diven-
tavano di un azzurro
più intenso per la me-
raviglia e la curiosità.
La chiamavamo "peri-
scopio" per questa sua
voglia di guardare oltre
i confini del suo picco-
lo mondo. Anche il ma-
schio ha fatto la sua
parte ; quando ha ini-
ziato a camminare, ab-
biamo dovuto preoccu-
parci che non se ne
andasse in giro da so-
lo , perché spesso si
comportava come Mo-
sè: era convinto che gli
si sarebbe miracolosa-
mente spianata la stra-
da per consentirgl i di
passare indenne attra-
verso territori inesplo-
rati , diretto verso altri lidi , altre mete.
Non mi è mai dispiaciuto che i
figli dimostrassero una gran voglia
d'avventura, anzi ho cercato sem-
pre di agevolare la loro disponibilità
di ricerca, lottando contro le appren-
sioni di nonni, zii , amici , che mi han-
no giudicato, in più di un 'occasione,
un'incosciente. La mia reazione na-
sceva probabilmente da contatti
troppo frequenti e frustranti con
bambini "spenti", annoiati, rinuncia-
tari non per scelta, ma perché tra-
volti da una valanga di raccomanda-
zioni e di comportamenti iperprotet-
tivi da parte di genitori e parenti .
Tante volte ho verificato, con gli
adolescenti, come la rinuncia al gu-
sto del nuovo porti, quando proprio
non se ne può più di palizzate e di-
vieti, a imboccare la strada della tra-
sgressione, senza valutarne consa-
pevolmente i rischi.
Finora è andata bene : i ragazzi
hanno dimostrato di saper usare
con sufficiente saggezza la loro li-
bertà, e hanno beneficiato del clima
aperto all 'esplorazione e alla speri-
mentazione di nuove opportunità.
Mi sembra anche che, ormai alle
BS LUGLIO/ AGOSTO 2001

4.6 Page 36

▲back to top
FAMIGLIA SALESIANA
di Tommaso Natale
prese con gli anni difficili dell'ado-
lescenza, abbiano sviluppato una
certa padronanza nell'usare alcuni
criteri importanti per comprendere
se vale la pena vivere nuove
esperienze. Hanno imparato, ad
esempio, a porsi alcune domande
essenziali : vale proprio la pena
che viva quest'avventura? Quali
possono essere le controindica-
zioni e gli effetti indesiderati di una
certa esperienza? E quali i benefi-
ci , non tanto sul piano utilitaristico
(a che cosa mi serve fare que-
sto?) , quanto su quello della cre-
scita (in che cosa posso migliorare
se vado oltre il mio piccolo mondo
quoti_diano?)?
Non stento a credere che ab-
biano anche capito come far fun -
zionare il radar interiore che aiuta
durante il cammino a ritrovare la
direzione di marcia, a evitare per-
corsi inadatti , a puntare alla meta
senza troppe divagazioni. E si
· sono pian piano resi conto che
una cosa non va fatta per ingan-
nare il tempo: deve essere sem-
pre motivata e riportata all 'orizzon -
te dei valori e degli obiettivi che si
ritiene contino nella nostra vita. Se
tutto questo è importante, spero
però che tengano sempre presen-
te l'aspetto più bello di un'avventu -
ra : la possibilità di cond ividerla. Ci
sono certamente momenti e situa-
zioni in cui bisogna mettersi alla
prova da soli , per sperimentare la
propria capacità di intraprendenza
e di protagonismo; ma vuoi mette-
re il gusto di trepidare insieme di
fronte a una scoperta?
Mi mancano un po' gli anni in cui
i figli permettevano a noi genitori
di essere compagni di viaggio
verso il n·uovo , ma forse è bene
così : cominciano i reumatismi e
l'artrosi , e ci manca l'agilità ne -
cessaria per correre, arrampi-
carci, s_altare da una parte al -
l'altra. E ugualmente bello però
che ci mettano a parte dei loro
progetti e che a posteriori ci rac-
contino come è andata a finire la
loro avventura di essere giovani.
Tanto non mancano altri compa-
gni di strada, ugualmente innamo-
rati del nuovo, e pronti a condivi-
dere la fatica che sempre si vive
quando si guarda oltre se stessi.
LUGLIO/AGOSTO 2001 BS
EXALLIEVI
"Sono exallievi coloro che, per aver frequentato
un oratorio, una scuola o una qualsiasi altra opera salesiana,
hanno ricevuto in essa una preparazione per la vita
secondo i principi del Sistema Preventivo di Don Bosco
(art. 1/a Statuto Confederale)
D La "memoria storica" del movi-
mento risa le al 24 giu gno 1870,
fes ta onomasti ca di Don Bosco, al
quale un gruppo d i "a nti chi alli e-
vi", co n fili ale partec ipaz ione, por-
in do no dell e tazzi ne da caffè.
N ess un o pensava d i in iz iare un a
tradi zio ne, e ta nto meno di segna-
re la data di nasc ita d i un movi-
mento di vaste p ropo rzio ni . Fu
Don Bosco a intui rlo e vo ll e co nti-
nu arla, dedi ca ndo all a festa un' in-
tera giorn ata, e ri ca mbiand o i doni
co n un in v ito a pranzo. La prim a
"aga pe fra tern a" ebbe lu ogo il 19
lu gli o 187 4, e ini z la co nsuetu-
d in e del co nveg no annu ale che,
ancora ogg i, si svo lge nell e case
sa les iane.
D Nel 1884, questo gruppo di
"antichi allievi" (o ltre 300) ebbe
la sua prim a st ru ttura o rga ni zza -
t iva. S' imp eg nava a co nse rv are
l'edu caz io ne ri cev uta, co ntinu are
l'opera a fav ore dei giovani b iso-
gnosi, co ltivare l'a mi cizia e la soli-
dari età fra i soc i. Il pr imo statuto
fu stil ato a To rin o 1'8 di ce mb re
1911 , in occas ion e del primo co n-
gresso intern az ion ale, sotto la
sp inta del beato Filippo Rin aldi. Il
23 magg io 192 0, per l' in augura-
zio ne del mo num ento a Do n Bo-
sco vo luto dag li exa lli evi, fu defi-
nita la stru ttura o rga ni zzativa tut-
tora vigente: Unione loca le, Fede-
razione isp etto riale, Federazion e
intern azionale (Co nfederazione
M ondiale dal 1954). In qu ell ' in -
co ntro, fu dec iso di accog li ere nel-
l'assoc iaz io ne anche exa lli ev i di
reli gione non cri stia na, eliminando
di stin zio ni e sepa razio ni e co nsi-
derand o anzi un va nto del mov i-
mento e dell 'assoc iaz io ne il le-
game fratern o e il senso dell ' uni tà.
D La svolta conciliare po rtò a
preve dere nu o ve e p co ncrete
fo rm e di co ll aboraz ione co i sa le-
siani . Ne l CGS de l 197 1 si parl ò
di "Famiglia Salesiana ". Il 1974
v id e il p rim o segretari o ge nerale
laico de ll 'assoc iaz ione e i l prim o
tesor iere; ve nn ero definiti gli in ca-
richi da affidare ai memb ri dell a
presidenza , co n la no mina del
Presidente Co nfederale che resta di
pertin enza del R.M . La confedera-
z ion e fa parte del O.M .A.A .E.E .C,
organi smo che accog li e gli exa l-
li evi e le exa lli eve delle diverse
con gregaz ioni , ri co nosc iuto dall a
Chi esa nell e Organizzaz ioni Inter-
naz ion ali Catto li che (0 .1.C.). La
co nsiste nza num eri ca deg li ex al-
li ev i è di diffi c il e indi v iduazion e;
si parl a comunqu e d i c irca tre
mili oni .
D
La presidenza confederale degli exallievi con il Rettor Maggiore,
il presidente confederale e il aelegato mondiale.

4.7 Page 37

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~ DisIoccVuN;::,AALrToRQ
\\___

4.8 Page 38

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I Riti di Passaggio
VERSOI RITI
CRISTIANI
di Nicola Follieri
Bronzo gallo/romano di Dagda,
dio degli elementi naturali.
Rito di passaggio tra i Masai.
Nelle religioni
e nei contesti sociali
dei popoli del Sud del
mondo, i riti di passaggio
tendono a configurarsi
come un complesso
canale di comunicazione
e contatto, e come
un elaborato processo
d'integrazione tra
il cosmo, la o le divinità,
e il gruppo sociale
in cui ogni individuo,
uomo o donna, bambino
o adulto, è inserito.
LUGLIO/AGOSTO 2001 BS
I riti di passaggio si classificano e
diversificano a seconda del ses-
so, dell'età e del ceto, e di una
particolare situazione contingente
(nascita, matrimonio, malattia, mor-
te, ecc.). Ma lo scopo è sempre il
medesimo: evitare tutto quanto pos-
sa mettersi contro l'armonia del co-
smo e del gruppo sociale. L'espleta-
mento del rito, cui ogni singolo in-
dividuo deve sottoporsi, o vuole sot-
toporsi, codifica questa profonda
esigenza di natura spirituale e socia-
le. Spiriti, anime, antenati, energia
vitale, l'Essere supremo, dèi e semi-
dei, demoni e quant'altro possa iden-
tificarsi con il soprannaturale, se-
condo la mentalità, il modo di vede-
re di un aborigeno, di un Masai, di
un Esquimese, di un indio o di un
DAGDA
Le popolazioni galliche veneravano
Dagda come dio degli elementi natu-
rali._ Tutto ciò che concerneva la ter-
ra, 11 cielo, il mare aveva lui come si-
gnore _e a _lui bisognava rendere culto
perche gl,_ elementi fossero propizi
agi, uom,n1. Dagda, iconograficamen-
te_ rappresentato nella forma di un ful-
mine 0_di una ruota, era anche il dio
della risurrezione. Morte e rinascita
hanno sempre Dagda come artefice
e fautore. Anche il sentimento dell'a-
m,c,z,_a av~v_a lui come dio-protettore.
E fra I Celti ,_irlandesi o galli , non man-
cavano I nt1 che originassero O con-
sacrassero a_nche questo genere di
rapporti fra gli uomini.
pellerossa, bisogna propiziarseli, te-
nerseli buoni, conquistare i loro fa-
vori, assicurarsi la loro protezione.
LE "STRANEZZE"
DEI RITI DI PASSAGGIO
I riti di passaggio dunque servono
a questo. E, in un certo qual modo,
l'unico sistema che offra la garanzia
del buon andamento delle cose, del
giusto svolgersi della vita umana e
sociale. E ciò, anche se talune ceri-
monie, tradizioni e simboli possono,
soprattutto a noi occidentali, cristia-
ni e "civilizzati", apparire persino

4.9 Page 39

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assurdi , scabrosi, strani, e contrari
alla morale, alla nostra morale. Anzi
a volte disgustosi, ridicoli, se non
crudeli o ingenui. E di riti di purifi-
cazione o di espiazione, che fanno
parte del bagaglio culturale dei riti
di passaggio e della tradizione di
ogni popolo "primitivo", se ne con-
tano a iosa. L'importante è che fra il
sistema sociale, al suo interno, e
quello cosmico non vi siano discre-
panze, contraddizioni, incrinature. I
riti di passaggio, da questo punto di
vista, correggono le sbavature, gli
errori , gli intralci , le colpe, purifica-
no , fanno espiare, e riportano l'ar-
monia .
UN RITO DI GUERRA
I Celti avevano un profondo rispetto
per la vita, il creato, la natura. Di fron-
te al mistero della vita e della natura,
il villaggio o la tribù assumeva un
contegno rituale sempre e solo cora-
le. Ciò vuol dire che tutto il villaggio
partecipava ai riti di propiziazione del
divino. Un forte senso comunitario
caratterizzava l'esperienza religiosa
dei Celti. I riti che essi praticavano
erano legati ai cicli e alla forza della
natura. E la natura era identificata
con il divino in molteplici modi. Fra
questi il più diffuso era Lugh , un per-
sonaggio pieno di luce sempre segui-
to da un gallo, un caprone, una tarta-
ruga e da un serpente con la testa di
ariete. Lugh aveva una accentuata
connotazione militare. Alcuni riti in
suo onore servivano per propiziarsi la
vittoria in battaglia. Molte città in Eu-
ropa sono state dedicate a questa di-
vinità celtica. Lione, in Francia, è la
più nota.
UN RITO CELTICO
P_er propiziarsi i favori e /a luce del
d10/sole, si praticava fra i druidi nelle
isole britanniche, prima ancora che i
Romani raggiungessero /e loro coste
una cerimonia tramite la quale ci si
1ngraz1ava I favori del sole. E al villag -
g_10 celtico era assicurata armonia di
~1ta e relazioni. All'approssimarsi del-
I_alb_a, le tante persone del villaggio si
nurnvano presso una pietra, tutte var-
cando. un sentiero volto verso Est. Il
culto_s1 svolgeva nei pressi e all'inter-
no di_un cerchio consacrato, sormon-
tato 111 alto e in basso di pietre. Un
sacerdote osservava in direzione del
sole che stava per fare capolino, altri
due preparavano un bue che doveva
essere sacrificato. Al sorgere dell'a-
stro luminoso, il rito di sangue di of-
ferta al sole era compiuto. Nessuno
aveva da temere più nulla, e poteva
riprendere le sue occupazioni quoti-
diane, con la certezza che il sole gli
era benevolo.
NELLA CULTURA
OCCIDENTALE
Nel mondo occidentale cristiano i
riti di passaggio, ancora oggi patri-
monio indiscusso e indiscutibile
delle culture dei cosiddetti popoli
primitivi, sono praticamente scom-
parsi, eccetto che se ne vogliano ve-
Armi celtiche.
Calderone dei druidi
per la divinazione.
dere le tracce, ad esempio, nelle fe-
ste di compleanno , nei vari anniver-
sari come i venticinquesimi o i cin-
quantesimi, nelle feste della matri-
cola in uso ancora in molte univer-
sità, nelle feste di laurea, ecc. Certo,
ri spetto agli antichi riti , queste ceri-
monie "laiche" sono a significato
"debole", liturgie sbiadite con signi-
ficati aleatori ; ciò non toglie che
possano configurarsi proprio come
riti di passaggio.
Esistono invece tutt'ora riti a forte
valenza: sono quelli religiosi, vedi il
battesimo, la cresima, la prima co-
munione, il matrimonio, il funera-
le... Essi sono altrettanto pregnanti
e carichi dunque di senso "altro", di
percorsi nuovi che configurano cam-
bi radicali di mentalità e addirittura
di modi di vivere, e scelte da opera-
re. Un'altra questione è poi che tali
riti siano colti dai protagonisti in
tutta la loro profondità, e ancora
un 'altra è la capacità degli stessi ca-
techisti a farne percepire la ricchez-
za incredibile di senso. Spesso pur-
troppo queste cerimonie decadono a
folklore , proprio perché manca la
cultura sufficiente per andare oltre
la componente esteriore, formale e
simbolica. In questa prospettiva, il
rischio è che la ricerca e il rapporto
con il trascendente si sia relativizza-
to , ridimensionato, sv uotato. L'effi-
cacia purificatoria e salvifica è colta
sicut in quantum, per modo di dire.
Questo modo parziale di partecipare
ai sacramenti, di riconoscere nei riti,
nei segni, un qualcosa che va oltre il
rito in sé, è ormai tipico in noi occi-
den~li.
D
BS LUGLIO/ AGOSTO 2001

4.10 Page 40

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PRIMA PAGINA
Redazione
"B om di a, Ce luta".
Suor Ce luta da
Cun ha Teles è
l'anima di qu ell 'o ra torio
" molto spec iale", incasto-
nato, come un gioie ll o,
nel bairro Nova Conta -
gem, estrem a periferi a dei
Belo Hori zonte. Qu ando
scocca il primo sa luto so-
no anco ra le 7 del matti-
DALLE 7 DEL
MATTINO
gia; è uno spazio a misura
di ragazzo, invece che un
perco rso senza ca po né
coda, dove tutti vanno al-
l'arrembaggio per rivendi-
care il loro posto e ai più
debo li non rimane niente,
se non la rabbi a di sgomi-
tare per so pravv ive re in
qua lche modo, anche non
innocente!
no, ma già una moltitudi-
Il Centro è cominciato
ne di bamb ini e bamb ine
quando qualcuno, sens i-
sca lpita per entrare, e ap-
bil e al genere di problem i
pena il varco c'è, sciama-
descritti, ha attivato la ca-
no ovunque, sicuri, fe li c i,
rità evange li ca, que ll a ve-
padroni: quella è casa lo-
ra, che si muove a occ hi
ro, più che il tugurio che
aperti e fa su I serio, senza
hanno lasciato da poco .
tanti sbandi eram enti e
trovano, più che un pezzo
senza annunci su i giorna-
di pan e pera ltro necessa -
1i, quella che non si ac-
''
rio a chi ha il problema di
trovarlo, qua lcuno che gli
vuo le bene, c he perde
tempo co n loro e per loro,
che gl i in segna a vivere, a
non disperare, e Ii prepara
Dal Centro di accoglienza Chiara Palazzoli, conte nta dell 'o bolo per
bairro Nova Contagem, in Brasile,
dove centinaia di minori ogni mattina
si affollano. Èla loro casa.
mettere a posto la co -
sc ienza. L' orator io del
bairro Nova Co ntagem
insomma l' ha costruito
ad affrontare iI do-
man i. Al Centro di
acc ogli enza ess i
hanno la poss ibilità
di fare tutto qu ello
che a casa - per chi
casa ce l' ha - non
un ' Associa zione che non
dà a occ hi chius i, v uol rendersi co nto di come
ve ngo no impi ega ti i so ldi in vestit i, discute il pro-
getto, ne segue la rea li zzazione, ne va lu ta i risul-
tati . La carità non va sprecata: costa troppo: è co-
stata la vita di Cristo! E qu esta la filosofia de ll ' As-
soc iazione Ca rlo Marchini sponsor dell'opera, che
potrebbero nemm e- l' ha intito lata all a memoria di Chiara Palazzoli, 20
no sognare: gioca no, anni , una ragazza dell 'Associazione che la ca rità la
studiano, fa nno i sapeva fare, e la faceva mettendosi a disposizione
co mpiti, suo nano gli co n semp li cità di quanti avevano bi sogno dell e sue
strum enti de ll a fa n- mani e del suo cuore. ..
D
fara, grid ano, sa ltano Per saperne di piLÌ: 030.322.141
in libertà.
Quanti sono? Tanti.
Molti, mo lti , mo lti di più di qu elli che il Ce ntro
può accog li ere, il quale ri empi e al limi te di sop-
portazione i suoi spa zi, face ndo posto a circa 500
minori ogni giorno: di più proprio non ce ne stan-
no, e uno dei rimpianti dell e suore sa les iane è pro-
prio il doverne lasciar fuor i migliai a di altr i. il Cen-
tro ospita so lo i minori dai 6 ai 14 anni : azzardarsi
ad all argare anche di qua lche mese il limi te d'età
vo rrebbe dire aumentare a d ismisura le liste d'at-
tesa. Infatt i, orator io a Nova Co ntage m significa
semp li ce mente una casa al posto dell a strada, si-
gnifica una li bertà aiutata, guidata, ga rantita, quin-
di veramente libera, al posto di una libertà se lvag-
Membri dell'Associazione Carlo Marchini
in visita al centro Chiara Palazzoli.
LUGLIO/AGOSTO 2001 8S

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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LUGLIO
Savina Jemina
JUILLET
JULI
JULY
JULIO
IULIUS
EFFEMERIDI
4: primo del mese ebraico di Ta- IERI ACCADDE
muz .
5: Luna piena.
16: Beata Vergine del Carmelo .
20: Luna nuova.
20: inizio del mese di Termidoro
(calendario rivoluzionario francese) .
2 luglio 1961: muore lo scrittore
Ernest Hemingway (era nato il 21
luglio 1899) .
3 luglio 1884: sul giornale After-
noon News Letter esordisce l'in-
dice Dow Jones .
LUNARIO
6 luglio 1979: a Cesenatico, muo-
re l'artista Marino Moretti .
Il giorno 1 il Sole sorge alle 4.39 7 luglio 1887: nasce il pittore rus-
e tramonta alle 19.47; il 15, alle so Mare Chagall.
4.48 e alle 19.42. Il giorno 22 1O luglio 1888: nasce il pittore
esce dal Cancro ed entra nel Leo- metafisico italiano Giorgio De Chi-
ne. Le giornate iniziano impercetti- rico .
bilmente ad accorciarsi. Nel giar- 15 luglio 1606: nasce il pittore
dino , si continua a innaffiare, ma olandese Harmenszoon van Rijn
mai con il sole . Nell'orto , si semi-
nano carote, spinaci , indivia, sca-
role , rape e bietole . Si bruciano le
erbacce (la cenere è un fertiliz-
zante; ma attenzione al fuoco).
Nel vigneto , l'uva sta per giunge-
re a maturazione. Se già non fat-
to, risciacquare e far asciugare
damigiane e botti .
Rembrandt.
15 luglio 1959: muore padre Ago-
stino Gemelli, fondatore dell 'Uni-
versità Cattolica.
16 luglio 1872: nasce il norvege-
se Roald Amundsen, che raggiun -
se per primo il Polo Sud .
20 luglio 1903: dopo 25 anni di
pontificato, muore papa Leone Xlii.
luglio 1799: scoperta la stele di
AUGURI AL PAPA
4 luglio 1958: nominato Vescovo
ausiliare dell 'arcivescovo di Cra-
covia, mons. Eugeniusz Baziak.
16 luglio 1962: dopo la morte di
monsignor Baziak, è eletto vicario
capitolare di Cracovia.
16-17 luglio 1984: soggiorno sul-
l'Adamello e incontro con il presi-
Rosetta, durante la spedizione di
Napoleone in Egitto.
25 luglio 1956: nella baia di New
York , l'Andrea Daria, ammiraglia
della flotta italiana, viene spero-
nata e cola a picco .
27 luglio 1835: a Valdicastello, in
Versilia , nasce il poeta Giosuè
Carducci.
dente Pertini .
8-14 luglio 1987: per la prima
volta trascorre un periodo di ripo-
so a Lorenzago di Cadore , sulle
Dolomiti.
12 luglio 1992: annuncia che in
serata sarà ricoverato per accer-
tamenti diagnostici; il 15 luglio gli
viene asportato un tumore beni -
LE MOSTRE
Il Palazzo Ducale di Genova pro-
pone Viaggio in Italia. Un corteo
magico dal Cinquecento al Nove-
cento, sino al 29 luglio. Lo stesso
giorno, al Palazzo Reale di Mila-
no, si conclude Oro. Il mistero dei
Sarmati e degli Sciti, dedicata allo
gno intestinale.
straordinario tesoro dei popoli del-
9 luglio 2000: visita il carcere ro- le steppe russe. A Roma il Com-
mano di "Regina Cceli ".
plesso del Vittoriano ospita Magrit-
te. La storia centrale: per la prima
volta nella capitale un 'antologica
dedicata al surrealista belga
(1898-1967).
COLLEZIONANDO
Le Poste di tutta Europa hanno
deciso di dedicare una serie al
tema dell'acqua. A San Marino , il
concetto è sottolineato dalla cas-
saforte. La Svizzera festeggia i
100 anni dell 'associazione indu-
striale Choco Suisse con un den-
tello che, se grattato , libera un
aroma di cioccolato . Il Liechten-
stein celebra il secolo della sua
Società Storica, con due franco-
bolli : uno riproduce una croce ca-
rolingia . Il valore dell 'Austria è
dedicato a Rolf Rudiger, perso-
naggio dei fumetti . L'Onu ricorda
il 2001 "Anno del volontariato "
con sei dentelli , due per ogni se-
de New York, Ginevra e Vienna.
LA SCOPERTA
Il 25 luglio 1978 nasce in Inghil-
terra Louise Joy Brown , primo es-
sere umano concepito in provetta.
DAI PADRI DEL DESERTO
L'abate Evagrio diceva: "Il prin-
cipio della salvezza è condannare
se stessi".
BS LUGLIO/ AGOSTO 2001

5.2 Page 42

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JL JYJEBE
Savina Jemina
EFFEMERIDI
4: Luna piena.
12: festa hindu Sri Krishna Ja-
yanti.
15: Assunzione di Maria.
19: Luna nuova.
19: inizio del mese di Fruttidoro
(calendario rivoluzionario francese) .
29: inizia il calendario copto .
LUNARIO
Il 1° agosto il Sole sorge alle 5.04
e tramonta alle 19.28. Il 15, alle
5.18 e alle 19.10. Il 22 esce dal
segno del Leone ed entra in quel-
lo della Vergine. Nel giardino ,
fare le talee di geranio per il pros-
simo anno . Nell'orto, si possono
seminare gli ortaggi autunnali (ca-
rote, fagiolini, lattuga) e invernali
(porri, broccoli , cipolle bianche).
Nei campi , si può iniziare l'aratu-
ra. Maturano olive, uva e casta-
gne. Nel frutteto , fare gli inn esti.
Nel vigneto , a seconda delle re-
gioni, inizia la vendemmia. Da fi-
ne mese, è il momento dell 'uva a
maturazione precoce (come il Mo-
scato), di quella per spumante
secco e per alcuni passiti.
AUGURI AL PAPA
29 agosto 1982: visita ali~ R~-
pubblica di San Marino e a R1min1.
14 agosto 1983: visita a Lourdes.
8-19 agosto 1985: visita in Togo ,
Costa d'Avorio , Camerun , Repub-
blica Centroafricana, Zaire, Kenya
e Marocco.
15 agosto 1988: lettera aposto-
lica Mulieris dignitatem, sulla digni-
tà e vocazione della donna.
19 agosto 1989: visita a Santiago
de Compostela, per la IV Giornata
mondiale della gioventù .
6 agosto 1993: enciclica Veritatis
Splendor, sui fondamenti della mo-
rale cattolica.
15-20 agosto 2000: partecipa alla
XV Giornata mondiale della gio-
ventù, a Roma con oltre due milio-
ni di giovani .
IERI ACCADDE
3 agosto 1958: il sommergibile
americano Nautilus attraversa il
Polo Nord , passando sotto la ban-
chisa.
6 agosto 1881: nasce Alexander
Fleming, scopritore della penicil-
lina.
6 agosto 1978: muore papa Pao-
lo VI.
9 agosto 1828: nasce Lev Tol-
stoj, autore di Guerra e pace.
15 agosto 1769: nasce Napoleo-
ne Bonaparte .
16 agosto 1815: nasce san Gio-
vanni Bosco.
19 agosto 1954: muore lo statista
Alcide De Gasperi .
20 agosto 1934 : nasce l'attrice
Sofia Loren .
23 agosto 1754: nasce Luigi XVI ,
re di Francia sino al 1789.
23 agosto 1927: negli Usa, ese-
cuzione di Sacco e Vanzetti .
24 agosto 1923: i fascisti uccido-
no don Minzoni .
26 agosto 1923: muore l'attore
Rodolfo Valentino.
26 agosto 1978: viene eletto pa-
pa Giovanni Paolo I.
28 agosto 1934: nasce l'attrice
francese Brigitte Bardot.
29 agosto 1533: Pizarro uccide
Atahualpa, ultimo re inca.
29 agosto 1799: dopo 24 anni di
pontificato , muore papa Pio VI.
29 agosto 1901 : nasce il fisico
Enrico Fermi.
31 agosto 1870: nasce l'educa-
trice Maria Montessori.
LE MOSTRE
A Verona , il Museo di Castelvec-
chio ospita sino al 30 settembre
Collezioni restituite ai Musei: 300
oggetti diversissimi , restaurati ,
delle collezioni cittadine donate
alle rassegne civiche . Ad Avez-
zano (L 'Aquila) , sino al 30 otto-
bre, Il tesoro del lago: il Fucino e
la collezione Torlonia: circa 500
reperti raccontano il prosciuga-
mento di quello specchio d'acqua,
all 'epoca il terzo per superficie in
Italia.
COLLEZIONANDO
Il Belgio festeggia i 575 anni del-
l'Università di Lovanio , il più anti-
co ateneo cattolico del mondo. La
Svezia ricorda i cent'anni del Pre-
mio Nobel (oltre 650 vincitori) con
un 'emissione congiunta con gli
USA' un dentello ripropone il volto
del ~ecenate, Alfred Nobel . L'Or-
dine di Malta ha dedicato una
raffinata serie alle attuali insegne
magistrali. Il Vaticano ha coniato
una moneta in argento per la Pa-
squa, pesante 18 g (valore: 5.000
lire ; prezzo di vendita 58.000).
DAI PADRI DEL DESERTO
Un anziano disse : "La preoccupa-
zione di compiacere agli uomini fa
perdere ogni floridezza e ti lascia
scarnif icato ".
LUGLIO/ AGOSTO 2001 BS

5.3 Page 43

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma , riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio a ll a Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni , con sede
in Torino) a tito lo di legato la
somma di f . .. . o titoli , ecc. per
i fini istituzionali dell ' Ente" .
b) di beni immobili
" ... Lascio all a Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
les iano per le Missioni , con sede
in Torino) l' immobile sito in . ..
per i fini istituzionali dell'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sosta nza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" .. . Annu ll o ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nom ino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e da/a)
(firma p er dis1eso)
NB. Il /es/{/menlo deve essere seri/lo per
im ero di mano propria dal /es/a/Ore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 111 I
00163 Roma-Bravetta
Te!. 06.65612678 - Fax 06.656 I2679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. O11 .5224247-8 - Fax O11.522425 1
C.C.P. 28904100
_ J I NOSTRI MORTI
ZAPPELLI sac. Oreste, salesiano,
t Roma, il 17/12/1998, a 84 anni.
Don Oreste era un uomo limpido e fresco
come acqua di sorgente. E soprattutto era
un uomo felice . La sua vita sacerdotale è
passata tra scuola, cortile e confessionale:
Don Bosco gli deve aver battuto fragorosa-
mente le mani quando l'ha incontrato in
Paradiso , perché un salesiano vero è tutto
in questi tre sostantivi, scuola, cortile, con-
fessionale. A scuola don Oreste accoglieva
e insegnava, in cortile accoglieva e gioca-
va assistendo i suoi ragazzi , in confessio-
nale accoglieva e dirigeva le coscienze
consegnando il perdono di Dio. In ogni
ambiente ci stava da "educatore": non per-
deva occasione , sempre armato della sua
giovialità e del suo sorriso, di dire la sua
buona parola a chiunque venisse per qual-
siasi ragione in contatto con lui. Un sale-
siano accogliente , un salesiano indimenti-
cabile.
COMINI Cecilia, benefattrice,
t Nave (BS). il 22/02/2000 , a 74 anni.
Una donna forte , una instancabile propa-
gatrice di carità verso tutti , missionari, em!-
grati , famiglie povere , barboni ; una cate -
chista con l'ansia di arrivare a tutti per far
conoscere la bontà del Signore; una donna
coraggiosa che accettava anch e incom -
benze giudicate difficili e gravose , col
coraggio di chi ci crede fino in fondo. Si è
sposata a 54 anni , e anche allora non ha
mollato i suoi tanti incarichi parrocchiali ,
lascian do la sua casa aperta a tutti , pronta
ad accogliervi quelli che vi capitavano ; un
bicchier di vino c'era per tutti , "e non uscivi
mai a mani vuote: un po' di verdura, due
frutti , qualche fiore , tre uova" erano offerti
col cuore di chi sa che fare un 'opera buona
è assicurarsi il parad iso. Sempre molto
vicina ai salesiani , che ne apprezzavano
l'ardore apostolico , la carità sincera e con
SACCHI sac. Dante, salesiano,
t Calamba (Filippine) , il 24/02/2000,
a 80 anni.
Fu un sacerdote zelante , un salesiano
autentico , un uomo inimitabi le per bontà,
tratto , capacità di accoglienza. Poliedrico ,
si dedicava con passione al lavoro dome-
stico con la stessa facilità e fel icità con cui
si dedicava alla musica, al canto, al giardi-
naggio , al servizio del prossimo , ai doveri
del proprio stato di religioso salesiano. Lo
avevano soprannominato "miele", per la
sua voce chiara e vell utata che sapeva
raccontare storie senza fine soprattutto
riguardanti le missioni e i missionari, con
commenti personali , e una esilarante capa-
cità di cambiare voce per imitare quella del
personaggio che descriveva. Fu un uomo,
un sacerdote, un salesiano, un missiona-
rio ... e in ogni ruolo ha giocato ai massimi
livelli ! "Ciasc uno , diceva , è chiamato a
cantare canzoni che solo lui sa cantare":
don Dante ha cantato la sua canzone in
maniera invidiabile. Resterà a lungo nel
ricordo di quanti l'hanno conosciuto .vinta,
la forza d'animo, e la grande fede .
TRIBBlA sac. Francesco, salesiano,
t Vicenza, il 26/12/1999, a 87 anni.
Lui stesso ha lasciato un dattiloscritto di
due pagine , raccontando le varie tappe
della propria vita così come si è dipanata
attraverso le sue scelte personali prima e
l'obbedienza religiosa poi. Il foglio è datato
1997, due anni prima della sua morte , e
conclude con semplicità: "Ho rivisto in que-
sti anni l'intera mia vita in attesa di Sorella
Morte!". Vi compare una vita lineare, senza
scosse, si può dire "tutto casa e chiesa".
Raccon ta la sua vita di insegnante e di
prete, anche con incarichi di responsabi-
lità, accettati e portati avanti con la tran-
quilla coscienza di chi sa di fare la volontà
di Dio. Pochi anni prima aveva scritto la
sua "Ultima preghiera al Signore", in cui
ringrazia Dio per i benefici concessigli , per
il dono di averlo fatto salesiano , di avergli
consesso di "fare scuol a" , di averg li fatto
incontrare "confratelli degnissimi"; e dichia-
ra di essersi sempre ispirato a tre umane-
simi: l'umanesimo classico appreso a
scuola , l'um anesimo evangelico attinto
dalla Parola di Dio, l'umanesimo salesiano
attinto dalla pedagogia di Don Bosco e dal-
1' esempi o de i c onfratell i , e conclude :
"Signore , avvicinandosi il momento di pas-
sare all 'altra vita, prend imi per mano!".
ALBERTI mons. Agostino , exallievo ,
t Viadana (MN) , il 17/11 /2000, a 80 anni.
Sacerdote della diocesi di Cremona , ha
fatto della sua lunga vita un dono generoso
ed esclusivo ai giovani , soprattutto i più
bisognosi , come direttore del "Villaggio del
Ragazzo " di Viadana , in provinc ia di
Mantova. Exallievo salesiano, ne ha assi-
milato profondamente lo spirito e ha fatto
del metodo di Don Bosco il segreto della
sua azione pastorale ed educativa. Ne par-
lava spesso e ne celebrava solennemente
la festa. Ha assicurato al Villaggio una
sede idonea e attrezzata, ne ha incremen-
tato il patrimonio e ne ha fatto la residenza
di istituzioni scolastiche pubbliche a servi-
zio dei suoi giovani . Mutate le situazioni ,
cercò di adeguarvi l'Opera , ospitandovi
immigrati e istituendovi una mensa per stu-
denti e lavoratori. La stampa locale, par-
lando di lui in occasione dei solenni funera-
li , lo ha definito "un altro don Bosco" per
Viadana, e "il papà dei giovani".
Venuta la sera di
quel giorno ~esù disse: ~ - - -~
"Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)

5.4 Page 44

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SANTI
LUIGI VERSIGLIA E
CALLISTO CARAVARIO
a fumetti
MA ARRIVARONO Bi=N
f'RGGTo L-i= PRIMI=
DIFFICOL.T À. Ni=I... 1910
IN PoRTOGAL.1...0 GCof'PIÒ
L.A RIVOL-UZIONI=.
IL. NUOVO GoVER.NO
DECR.ETÒ L.'ESPUL.GIONE
DEI MISSIONAR.I STRA-
NIERI DAI TER.RITORI
D'OL.TR.EMAR.E, GET-
TANDO Ni=L.L.A DIGPE-
R.AZIONi= I R.AGAZZI
DEL. C0/..1...EGIO DI
MACAO CHE N01'1 VOL.E-
VA/>Jo PERDERE I /..ORO
PADRI E MAESTRI.
PREGARONO PER
TUTTA U/>JA />JOTTE...
IL VGGC0\\10 oFF'RÌ LORO
UNA MIGGIO/\\JI= Ni=t...LA
RI=GIONi=
Di=LL'HI=U/\\JG-GHA/\\J,
IN TERRITORIO CI/\\Ji=GG,
GUL DELTA DI=L
CHU l<"ONG,
F'IUMI= DGLLI= f'I=RLG.
SANTA MARIA,
PR.EG-A PER. NOI .. ,
L..A MATTINA RAGAZZI E
GE/JITORI ACCoMPAG1"A-
Ro1"o 11" MESTO CORTEO
I GAL..EGIA/JI F'l1"0 AL..
PoRTO, DOVE G'IMBARCA-
Ro1"o PER HONG t<'o,JG.
ltJTAtJTo Gt.J/J ._,,AT-GE'/J Gt.JIDAVA
VITTORIOG.AME/JTE L..A RIVOL..t.J-
ZIO/JE. IL.. GE'G/Jo DE'L..L..A VITTORIA
F"t.J IL.. TAGL../O DEL.. CODINO
INIPE'RIAL..E. NIA L..A Gt.JERRA,
CONII= oG/JI Gt.JERRA, AVEVA
PORTATO DoVt.J/JGt.JI= IL.. CAOG.
LUGLIO/AGOSTO 2001 BS

5.5 Page 45

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oVLJ/tJQLJE .MIGERIA, DLJQO
t..AVoQo, .MAL..ATTIE,
GCOQQEQIE DI ·sot..DATI E
DI BA/tJDITI...
Joseph Au, Pier Bertone, Michele Ferrero
1'!01'JOGTA1'!T5 TUTTO I
MIGGI01'1ARI Co1'!Tl1'1UA-
. VA1'!0 IL.. !..ORO APoGTo-
L..ATo. Co,J !..'AIUTO D5L..L..5
GUOR5 CA1'!oGGIA1'15
Co1'1TATTAR01'10 A1'1CH5
I L..566ROGI, F'l1'!CHÉ...
... L..À GITUAZI01'!5
AL..L..À 1'JORMAL..ITÀ
MACAO, 5 IL.. \\15GCOVO
L..I RICHIAMÒ oFFR51'JDO
U1'1A G5D5 PIÙ GPAZIOGA
D5L..L..A PRIMA.
BS LUGLIO/AGOSTO 2001

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
SEI GIORNI
IN COMA
INCASTRATO
TRA LE LAMIERE
UN ERRORE
TRAGICO
Mio nipote Giovanni mentre cor- Una sera il figlio di una mia
Quando arriva il Bollettino Sale-
reva con la moto è caduto ed ha amica stava per rientrare a casa
siano la prima pagina che leggo
battuto violentemente la testa. verso le 24 in compagnia di un
è quella che riporta le grazie
Ricoverato in ospedale è rima- coetaneo , quando in prossimit-à
avven ute per intercessione dei
sto in coma per sei giorni. La si- di una curva perse il controllo
santi. Questa volta mi sono im-
tuazione era molto critica tanto della macchina, uscendo di stra-
ba tt ut a nella cara figura di
da far temere per la sua vita. I da e facendo non so quanti
Mamma Margherita . Mi sono
medici erano preoccupati. Con capitomboli. Arrivati i primi soc-
allora ricordata che due anni fa
tanta fede mi sono rivolta a corsi , l'amico fu trasportato in
la pregai per una grazia che poi
madre Morano. Dopo un 'attesa ospedale con una frattura alle
in rea ltà avvenne , perciò desi-
vissuta con trepidazione, pur spa ll e, mentre lui rimaneva
dero metterne a conoscenza i
nella preghiera, il mio caro nipo- incastrato fra le lamiere , tanto
lettori. Una donna credendo di
te è prodigiosamente guarito. Si che solo dopo due ore i pompie-
è ristabilito tanto da poter conti- ri riuscirono a estrarlo. Condotto
Suor Maria Troncatti
bere un sorso di vino bianco ,
aveva invece scambiato la botti-
nuare i suoi st udi. Rin grazio in ospedale i medici riscontraro-
madre Morano e rendo gloria al no una frattura al cranio e bolle
L'ULTIMO ESAME
glia del vino con quella conte-
nente varichina per la lavatrice.
j
Signore .
Ausilia Signorelli, Melilli (SR)
DOPO TRE ESITI
NEGATIVI
Dopo aver perduto tre bambini ,
alla quarta gravidanza mi sono
affidata con fiducia a san Do-
menico Savio che ho pregato
con fervore e con amore perché
proteggesse quella piccola vita
che cresceva dentro di me.
Sono stata esaudita. Infatti mi è
nata una bella bambina. È sana
e cresce bene.
Simonetta Pienotti, Roma
LA MACCHIA
NON C'ERA PIÙ
d'aria che , se non si fossero
riasso rb ite , avrebbero richiesto
un intervento chi rurgi co assai
delicato . La mia am ica mi tele-
fonò subito per mettermi al cor-
rente della disgrazia , e io le
assicurai che insieme ad alt re
persone avrei cominciato imme-
diatamente a pregare San
Giovanni Bosco . Dopo tre gior-
ni , con grande meraviglia dei
medici , le bolle furono riassorbi-
te , e dopo otto giorni veniva di-
messo dall 'ospedale. Ora a di-
stanza di quattro mesi , desidero
che questa grazia venga pubbli-
cata in ringraziamento al nostro
magnifico e munifico santo .
Ceruti Giulia,
Verolanuova (Brescia)
Desideriamo esprimere la
nostra più profonda ricono-
scenza per una grazia rice-
vuta con l'intercessione della
serva di Dio suor Maria Tron-
catti alla quale ci siamo rivol-
ti. Nella nostra famiglia , uno
dei figl i doveva sostenere un
impegnativo esame universi-
tario, l'ultimo, il più importan-
te e particolarmente difficile.
Noi eravamo giustamente
preoccupati perché proprio
su questo esame alcuni suoi
compagni erano rimasti fermi
per lunghissimi tempi , a
causa delle ingiustificate ed
esagerate pretese del pro -
fessore . A ciò si aggiungeva
la nostra situazione familiare
seriamente grave per vari
motivi , per cui avevamo pro-
Cadde subito a terra in preda a
terribili dolori. Fu portata all 'o-
spedale moribonda. Venne
immediatamente sottoposta ad
intervento chirurgico che consi-
stette nell 'asportare tutto il tes-
suto che il veleno aveva brucia-
to, dalla gola sino allo stomaco.
I medici cercarono di sostituire
le parti tolte con tessuto prele-
vato dal suo stesso intestino ma
il caso sembrò loro disperato , e
dissero che so lo un miracolo
avrebbe potuto condu rre a buon
fine una situazione di quel ge-
nere. Appena ne fui a cono-
scenza, mi rivolsi con tanta fidu -
cia a Mamm a Margherita . Le
chiesi la grazia della guarigione
soprattutto pensando che qu e-
sta madre aveva una figlia in
giovane età , ed era priva del
sostegno del marito. In realtà
Da una radiografia al la testa
fatta a mia madre era apparsa
una macchia che aveva fatto
pensare a un sospetto adeno-
ma. Ne fummo molto preoccu-
pati. lo che ricevo mensilmente
prio bisogno che questo sco-
gIio fosse superato. Suor
Maria Troncatti ci ha voluto
aiutare , e anche oltre le
nostre aspettative : infatti l'e-
same non solo fu superato
questa mamma, dopo tre mesi
di ospedale ritornò a casa guari-
ta. I medici sono tuttora stupiti
che dopo una bruciatura di quel
genere e un trapianto di quell'e-
stensione, questa donna avesse
il Bollettino Salesiano e leggo
sempre la rubrica dei santi, mi
sono rivo lta con fiducia a Mam-
ma lo fu in modo brillante.
Famiglia G.P. , Torino
potuto ritornare a casa guarita.
Sono certissima che questo si
debba unicamente all 'interces-
ma Margherita. La TAC ha ri-
velato che non c'era più niente:
quella macchia era scomparsa.
Ringrazio di tutto cuore per que-
ERA TUTTA NERA
sione della cara Mamma Mar-
gherita.
turo molto rischioso. E così av-
Bagni A., Torino
sta grazia.
Zagare/fa Maria,
Misterbianco (CT)
IN BUONE MANI
Ho dato alla luce la mia prima
bimba , Ch iara. Al l'inizio della
gravidanza, difficile e travagliata,
ho voluto affidarla a san Dome-
nico Savio . Non sono una cri-
stiana costante nella vita di pre-
ghiera ma in me c'era la certez-
za di aver affidato la mia creatu-
ra a un grande santo. San Do-
menico Savio infatti è stato vici-
no a me e a Chiara che è nata
sana e bella. Che egli ci proteg-
ga sempre.
Non mi fu concesso subito il do-
no della maternità , perché per
ben due volte la gravidanza non
aveva avuto esito positivo . Fu
allora che un 'amica mi parlò di
san Domenico Savio e mi pro-
curò il suo abitino che io misi
volentieri al co llo. Ed eccomi di
nuovo in attesa. La gravidanza
non fu facile , ma la fiducia nel
piccolo santo non venne mai
meno. Lo pregai fino al giorno in
cui nacque una bellissima bam-
bina che ora ha otto anni. Quan-
do in seguito apparvero i segni
di una nuova matern ità, io natu-
ralmente mi rivolsi di nuovo al
mio protettore , indossai il suo
abitino e tutte le sere recitavo le
venne. La bambina nacque, ma
era tutta nera e non respirava.
Vedevo che i medici facevano
del lo ro meglio per rianimarla ,
ma la mia piccola non si ripren-
deva . lo invocavo con tutte le
mie forze san Domenico Savio
perché salvasse la mia creatu-
ra. Gli promisi anche che avrei
pubblicato la grazia. Avevo
appena formulato questa pro-
messa che la bambina cominciò
a respirare. I medici me la con-
segnarono come una vera mira-
colata. E io sapevo a chi attri-
buire questo miracolo. Ora con
commozione e riconoscenza
grande , adempio la promessa
fatta.
M. Romero Meneses Laura Meozzi
Per la pubblicazione non si
tiene conto de lle /eff ere non
fi rmate e senza r~cap1to. S_u
richiesta si potra ome tte, e
Paola Levatino, preghiere della novena. Un gior-
Chirco Rosanna, l'indicazione ciel nome.
Costamasnaga (Lecco) no si an nunciò un parto prema-
Terrenove B. (Trapani)
LUGLIO/ AGOSTO 2001 BS

5.7 Page 47

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FOCUS
Monsignor
DOMINIC JALA
Salesiano, ex ispettore
di Gawati, ordinato il
2 aprile 2000 vescovo
di una diocesi fortemente
missionaria, con più di cento
villaggi ancora
<;la evangelizzare.
E la prima diocesi salesiana
...
del nordest dell'India.
Primo vescovo fu
di monsignor Mathias.
Monsignore, ha salesiani nella sua diocesi?
Una settantina, distribuiti in 23 presenze, 12 delle quali sono parroc-
chie. Ma ci sono anche grandi opere, tra cui una scuola professionale a
Shillong, molto apprezzata anche dal governo che organizza tra l' altro
corsi per adulti e drop-out; e soprattutto un collegio universitario, tanto
rinomato da essere considerato il migliore dello Stato, con una sezione
di scienze della comunicazione, corsi di arte, studi umanistici, ecc.
Ha dato exallievi di prestigio?
Basti dire che il Primo Ministro dello Stato è un nostro exallievo.
Dov'è ubicata la sua diocesi?
Nello stato di Meghalaya, costituito dalle tribù Khasi e Garo. Tra
loro si è costituito un movimento, formato specialmente ,di giovani,
per la difesa della natura e dei diritti economici delle tribù. E purtroppo
un movimento aimato che spesso si scontra con le forze governative e
rende insicura la regione.
Immaginiamo che la sua diocesi sia multireligiosa...
Come tutte in India. Sono presenti indù, musulmani, alcune sette cri-
stiane arrivate quasi cinquanta anni prima dei cattolici, ma soprattutto
gruppi appartenenti alla religione tradizionale animista, molto ben or-
ganizzati, desiderosi di difendere a tutti i costi i valori delle loro tradi-
zionali credenze, per cui a volte diventa difficile la convivenza.
Ha clero locale o ci sono ancora molti missionari stranieri?
Dobbiamo necessariamente avere clero locale, perché le leggi proi-
biscono l'ingresso di missionari che non siano autoctoni. Alla Chiesa
occidentale dunque non si chiedono più aiuti di personale ma di dana-
ro, per fare in modo che la chiesa cattolica indiana possa continuare a
sviluppare l'annuncio evangelico.
O
ALFRED
Menya è un ragazzo keniota.
Sfortunato. Rin1asto odano, è
passato in carico al fratello
maggiore che però, stanco di
dover sfamare una bocca in
più oltre a quella della sua fa-
miglia, I'ha cacciato di casa, e
lui per sopravvivere ha impara-
to a mangiare tutto quello che
riusciva a catturai·e: gechi, ca-
maleonti, rane, lucertole, ecc.
Poi, un colpo di genio: pensò
che avrebbe potuto guadagnar-
si la vita sfruttando questa sua
capacità onnivora. Tutte le mat-
tine si reca nella foresta con la
sua fionda, cattura ogni sorta
di animaletti, poi si avv ia in
città, e spettacolo, man-
giando vivi gli animaletti cat-
turati. Le donne inorridiscono,
i curiosi e i bambini ci si di-
vertono e gli mollano qualco-
sa. Così Alfred Menya ha tro-
vato il modo, strano quanto si
voglia, per guadagnai·e ciò che
gli serve per vivere e qualcos.?
di più. Necessità fa virtù! E
comunque un mestiere che non
consigliamo a nessuno!
(Da " L' Apostolo di Maria", 4/99)
BS LUGLIO/ AGOSTO 2001

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
ATTUALITÀ
di Maria Antonia Chine/lo
Multimedialità per i ragazzi
ANNIVERSARI
di Francesco Motto
Pio IX e la "Pia Società di San Francesco di Sales"
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INSERTO CULTURA
di Natale Maffioli
Il Museo regionale mons. Fagnano
MISSIONI
di Christian Bigault
L'odissea dei Lost Boys