Bollettino_Salesiano_200105

Bollettino_Salesiano_200105

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TERZO MILLENNIO
di Jua n E. Vecchi
.___._TIONI PENDENTI
ESSERE DONNA
La questione donna non è risolta. Se in Occidente passi
sostanziali sono stati fatti per togliere ogni discriminazione
nei riguardi del "gentil sesso", in altre parti del mondo
il cammino è ancora lungo e faticoso, e superare costumi
e culture millenarie presenta ostacoli a volte insormontabili.
P er mol-
tiss imo
tempo
la cultura e
l ' organizza-
zione sociale
si sono svi-
luppati sot-
to il segno
maschile : l'uo-
mo alla vita pubblica, la donna
all 'ambi ente domestico. È anche
vero tuttavia che da tale sede le
donne hanno influito in forma deter-
minante nella formazione delle ge-
nerazioni e ogni tanto sono state
anche protagoniste della vita pub-
blica.
La Bibbia presenta figure di
donne che hanno avuto un ruolo
determin ante nella storia della sal-
vezza, a volte intervenendo decisa-
mente negli avvenimenti temporali ,
come Ester o Debora . Sopra tutte
emerge Maria . Altrettanto si può
dire della storia della comunità cri-
stiana, spesso arricch ita da ecce-
zionali figu re femm inili : fondatrici ,
dottori della Chiesa, badesse, regi-
ne, martiri , mamme di famiglia, ecc.
L'ultimo mezzo secolo è stato tem-
po di rivendicazioni femminili , sa-
crosante , anche se a volte appe-
santite da qualche eccesso. Così la
donna è entrata nella vita pubblica
e nelle professioni che contano , an-
che in quelle un tempo appannaggio
esclusivo dei maschi . Oggi ogni di-
scriminazione sembra formalmente
superata anche se nei singoli riman-
gono residui di vecchie mentalità.
Iniziamo un tempo nel quale il "sa-
ranno due in una sola carne" potrà
essere riferito non solo al matrimo-
nio , ma alla elaborazione della cul-
tura e delle forme del vivere socia-
le . In entrambe si guadagna se il
femminile entra in dialogo e si
esprime , nella dinamica dell'incon-
tro e della complementarità.
Solenni adunanze mondiali (E/
Cairo, Pekino , New York) hanno
cercato di dare stato legale e pub-
blico a questa situazione. E, poiché
siamo in tempi di globalizzazione ,
quello che è stato deliberato dovreb-
be servire per tutti i paesi. Eppure ,
come capita nei casi di categorie
deboli, esistono ancora fenomeni di
oppressione e discriminazione che
nessuno, sembra, riesce o s'impe-
gna a far cessare.
La donna, in
più parti del
mondo, è
ancora gravemente ferita, e non po-
chi paesi hanno ancora nella costi-
tuzione sancito il suo stato di so-
stanziale dipendenza o inferiorità
nei confronti del maschio. Ebbene
per questo nuovo millennio che tut-
to fa presagire possa essere il mil-
lennio della piena globalizzazione,
l'auspicio più forte per i cristiani è
che si completi anche la globalizza-
zione della dignità della persona, e
perciò sorga davvero la luce di un
nuovo umanesimo.
O Una delle categorie più pesan-
temente e vergognosamente pe-
nalizzate è costituita dalle donne
condannate alla prostituzione sotto
le grinfie di boss senza scrupoli mo-
rali che le hanno ingannate con fal-
se promesse, rese schiave, e cinica-
mente sfruttate , scoraggiando con
metodi inumani ogni tentativo di ri -
bellione. Non mancano nella comu-
nità cristiana esempi coraggiosi di
volontari, sacerdoti , suore che a ri-
schio della propria incolumità si de-
dicano alla liberazione e riabilitazio-
ne di queste infelici , molte delle qua-
li ancora ragazze.
Una seconda categoria ignobilmen-
te discriminata, che ferisce la don-
na nella sua dignità e libertà è quel-
la che in alcuni paesi e/o famiglie le
vede sottoposte a mutilazioni igno-.-
miniose. E la cosa peggiore in que-
sti casi è che all 'origine di tal i usi e
comportamenti c'è una distorta vi-
sione "religiosa".
Una terza categoria discriminata è
quella sulla quale ricadono i lavori
più pesanti della casa e della fami-
glia. Mi ha impressionato incontrar-
le in alcuni Paesi , cariche di fasci
di legna inverosimilmente grandi , o
applicate a lavori pesanti anche per

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gli uomini. Nella maggior parte dei
casi esse sono deprivate dell'istru-
zion'e di base, cosa non necessaria
al servizio loro assegnato dalle fer-
ree leggi del clan o della tribù . Il la-
voro di coscientizzazione , educa-
zione e liberazione della donna non
solo non è ancora terminato , ma
minaccia di essere ancora lungo e
difficile.
La conclamata globalizzazione
non va oltre l'aspetto economico.
E per salvare questo si è disposti
perfino a sacrificare le cose più sa-
crosante , come i diritti civili, sociali
e re ligiosi della persona . Le reli-
gioni , anche per rimediare a queste
mostruose disfunzioni che toccano
l'uomo creatura di Dio , stanno cer-
cando un dialogo , non tanto per
confrontarsi sull'idea di Dio e sulla
forma per invocarlo, quanto piut-
tosto per incidere sulla realtà e
rimediare ai mali più vistosi che fe-
riscono l'uomo e minano la società.
In tal senso si è parlato delle reli-
gioni come grandi forze che , colla-
borando insieme, possono in qual-
che modo "forzare la pace". In que-
sto campo occorre un'azione con-
giunta tra gente di buon cuore e di
buona volontà che si impegni nel-
l'educazione e nella promozione
della donna, e interventi di pubblici
poteri nazionali o internazionali che
eliminino almeno i costumi e i feno-
meni più gravi e pesanti.
Maggio 2001
Ann o CXXV
Num ero 5
In copertina:
Politic i, vescov i,
educatori e media
sono in allarme:
troppi giovani norm aIi
fanno problema.
Quale ri cetta per
recuperarl i all' impegno
e alla lega li tà?
(Foto: Santo Cieco)
WTfl:(IPttJW
ff1 l]ìùffJ
Mensil e di informaz ion e
e cultura reli giosa edito
dall a Congregazione Sa les iana
di San Giova nni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MAN IER I
- ATTUALITÀ
12 Quelli del muretto
di Rita Salerno
- ANNIVERSARI
14 Il Vomero a quota cento
di Ca rmine Di Biase
- CASA NOSTRA
18 Spiritualità al vaglio
di Beppe Roggia
- M1ss10N1
20 Il bailamme di Tijuana
di Giancarlo Manieri
- CULTURA
23 Il Museo Mariano
- .- FMA
28 Periplo in Africa
di Morra/Maffioli
di Maria Antonia Chine/lo
RuBRICHE
2 li Rettor Maggiore - 4 li punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel
mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Prima Pagina 1 - 22 Lettera ai giovani - 27
ti doctor f. - 30 Libri - 32 Protagonisti 1 - 33 // Mese - 34 Come Don Bosco - 36 Fa-
miglia Salesiana - 37 Laetare et benefacere... - 38 Riti di passaggio - 40 I nostri morti -
41 Protagonisti 2 - 42 Zoom - 43 Prima Pagina 2 - 44 Versiglia e Caravario a fumetti -
46 I nostri santi - 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Cl)inello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori : Ernesto Cationi - Giuseppina Cudemo
Graziella Curti - Carlo Di Cieco - Bruno Ferrere
Sergio Giordani - Cesare Lo Monaco
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante
Vito Orlando - Marianna Pacucci - Fabio $androni
Arna ldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano De Marie
Guerrino Pera - Pietro Scalabrino - Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione:
Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazion e: Tribun ale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione: Giuseppe Corò (Roma)
Fotocomposizione : EDIBIT - Torino
Stampa: MEDIAGRAF s.p.a. - Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero , collegandosi
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edizioni e 24 lingue diverse. Raggiunge 128 Nazioni in cui
operano i salesiani.
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Conto corr. post. n. 46.20.02
intestato a Direzione Generale
Opere Don Bosco, Roma.
BS MAGGIO 2001

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di Carlo Di Cieco
L'ALTRO VANGELO DI LUCA
La mattina del 12 febbraio ci siamo svegliati leggendo sui giornal'
di avere tutti - uomini, donne, topi, scimmie - un unico antenato
chiamato LUCA, "Last Universal Common Ancestor".
E che la mappa del nostro genoma conta circa 30.000 geni.
E' affascinante questo risalire
a ritroso che l'uomo sta
facendo alla fonte delle
proprie origini .
Ora, l'umanità si trova come un
figlio nato dalla provetta che ha
deciso di partire e andare
a cercare il proprio padre naturale .
Scienziati rigorosi come Dulbecco
esprimono toni moderati
sull 'importante scoperta, anche
perché non è conclusa: sono molte
le zone d'ombra che rimangono
e si richiedono anni per una seria
applicazione delle nuove
conoscenze . Che nel frattempo
stanno per diventare un business
colossale .
È interessante assistere alla
sostanziale tranquillità della teologia
cattolica di fronte a queste scoperte
straordinarie che , nell'immaginario
popolare, sembrano invece mettere
a rischio il mistero di Dio: i suoi
spazi vengono sempre più ristretti
e la sua figura sembra rischiare
ancor più di essere superflua nella
nostra vita , dove la scienza
diventa invasiva.
Dio è sempre stato una delle
grandi coordinate educative:
cercarne il senso e riferirsi a Lui
come spiegazione ultima delle cose ,
si è tramandato di generazione in
generazione in tante culture dove
l'Unico è stato chiamato con un
nome diverso.
I fasci di luce della scienza sulla
nostra composizione biologica,
possono generare un improvviso
smarrimento per quegli adulti che
hanno vissuto il rapporto con Dio
come pratiche da sbrigare per non
. fare peccato.
Anche nello scambio educativo
con i giovani si rischia la sterilità
proprio su uno dei punti centrali: se
la questione di Dio non viene messa
a fuoco , di conseguenza molte altre
prospettive etiche ed esistenziali
imboccano sentieri aggrovigliati.
MA GGIO 2001 8 S
Il progredire della scienza, e le sue
grinfie sull'origine della vita
biologica sono una sollecitazione a
tornare all'essenziale anche nella
proposta di fede . Non si può vivere
nel segreto timore che alla fine del
cammino della scienza €i sial lo
svelamento di un dio quale bluff
colossale. Ma potrebbe essere
proprio questo inconscio che porta
tanti credenti a vivere in concreto
come se Dio non ci fosse. Sarebbe
invece un utile servizio alla fede se,
nel mentre gli scienziati
progrediscono nella conoscenza del
cosmo e della vita, i credenti s
affrettassero a purificare l'imm
divina che hanno smerciato,
incrostata delle loro convenienze
secolari. Tornando al Dio di Gesù
Cristo: un modo di definire
compiutamente il Dio cristiano che
solo a un superficiale può sembrare
una formula vuota ed innocua.
D Essa, invece, impegna a
rovesciare tante prospettive
nell'universo simbolico dei laici e
degli ecclesiastici.
Luca era finora ricordato come uno
degli evangelisti , quello che megllo
parla della bontà di Dio. Ora il suo
nome rischia di essere scalzato dal
nuovo vangelo delle origini che ci
parla dell'unico antenato chiamat
Luca, anziché Adamo.
Non si può continuare a dialogare
con i giovani sulla vita, senza porsi
seriamente, nel proprio cuore e
nella propria mente, fasci di
domande accese dal treno della
scienza, che con la lettura del
genoma, fa sosta in una nuova
stazione della storia.
Ma il lungo viaggio alla ricerca
delle nostre origini , incrocerà
ancora il chiaroscuro del mistero.
I passi non si potranno fermare al
biologico, ma scalare il monte della
conoscenza. Dove l'umano si stacca
qualitativamente dalle proteine in
comune con i moscerini.

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lf',ESTIRE GLI IGNU-
AJ DI. Caro direttore BS ,
le i in una risposta non ri cordo
in quale mese, ha parl ato di
rispetto e che non bi sogna in
pratica esporre troppo iI pro-
prio corpo per non cadere in
tentazione. Ebbene questa sto-
ri a della tentazione mi pre-
senta un cristianesimo ... car-
ni fobo (si dice così?), cioè col
terrore del corpo, tant'è che
es iste pure un 'opera d i mi se-
ricordia, se non ricordo male,
che di ce di " vestire gli ignu-
di". Eppure Dio non ci ha crea-
to coi vestiti, perciò non capi-
qualsiasi malsana occhiata e
ingerenza, la prima a esigere
la salvaguardia della propria
privatezza e intimità, a difen-
dere il proprio onore. Chi
"veste gli ignudi" non fa solo
un' opera di misericordia cor-
porale, veste anche se stesso
di dignità e di onore! La fac-
cenda, poi, dei selvaggi for -
zosamente vestiti nonostante il
"caldo infernale" non la rac-
colgo, per il momento, ri-
schierei cli andarci giù pesan-
te e perdere la delicatezza con
cui mi sono sforzato di ri-
spondere finora.
/'t"J L,.;,,/ O AL NATALE. Ca-
ro direttore, in una scuo-
la parmense alcuni insegnanti
elementari hanno deciso di evi-
tare tutti i riferimenti liturg ici
e dottrinali cristiani al Natale,
e di considerare la chiesa co-
me un semplice capannone per
non offendere i bambini di re-
I l ligione musulmana frequen-
tanti la medesima scuola. Ov-
vi amente il parroco non ha
concesso la ch iesa per una
rappresentazione del genere.
Censurare Gesù per non of-
fend ere A ll ah non è il modo
gi usto per ri spettare le cu ltu-
re. Non le pare?
Riccardo , Vi cenza
Mi pare. Altro che se mi pa-
re! È evidente, caro Riccar-
do, che questi insegnanti sono
per la globalizzazione - oggi
ci si riempie la bocca con
questa parola - ma la globa-
lizzazione del niente, della non
cultura , sono per una specie
di entropia delle coscienze,
un insipido sincretismo reli-
gioso che non sa né di me
di te! Vogliono ridurre i gran-
di ideali che hanno segnato la
storia di duemila anni e di
centinaia di milioni di perso-
ne a favo lette innocue. Sarà
cosl la nuova cultura omolo-
gata ? Spero proprio di no 1
Questa è globalizzazione del-
la omologazione, un impove-
rim ento senza ritorno. Forse
ce, l'uguaglianza , la fraternità
universale, l'amore di Dio per
l'uomo, valorizza l'uomo f ino
a farlo figlio di Dio. Chi può
sentirsi offeso da queste co-
se? Fossi in un paese musul-
mano certo non mi offenderei
di partecipare alla festa della
nascita di Maometto . È im-
portante l'accog lienza di chi
ha costumi, religione , ideali
diversi dai nostri , ma non a
scapito di costumi, religione e
ideali del posto in cui si è
osp itati.
Te l'immagini che andando
tra i boscimani pretendessi
che sopprimessero la loro
principale festa religiosa , per-
ché potrei offendermi? E te
l'immagini che in Arabia per
lo stesso motivo pretendessi
di partecipare a una festa
nella moschea... consideran-
dola un capannone? lo ce li
manderei costoro... per vede-
re se riportano a casa la
testa! E comunque, nella vo-
lontà tutta cristiana di "ri-
spettare ", si deve anche ave-
re la forza di farsi rispettare.
Essere ospitali non significa
abbandonare le tradizioni del-
la propria famiglia, tanto
quanto essere ospitati non si-
gnifica imporre le proprie. In
tempi di globalizzazione in
cui, in controtendenza , riaf
fiorano e si affermano le par-
ticolarità nel tentativo affan-
noso di ricercare le proprie
s~~~-:.ì~'!~~ sco. Qualche volta dico scher-
zando agli ain ici: ecco perché
la Ch iesa ha tentato di vestire
anche i selvaggi dei climi dove fermamente nella santità del
fa un caldo infernale.
matrimonio.. . Devo tuttav ia
Emiliano , Reggio E. ammettere di trovarmi spesso
non poco spiazzato di fronte
Caro Emiliano, non so mai, ad amici e conoscenti che pre-
di fronte a certe lettere, se ch i vedono per loro stessi un futu-
scrive fa sul serio o per ro da conviventi , o che già da
scherzare. Prendo per buona tempo percorrono questa stra-
la prima ipotesi, anche se mi da. Su costoro, argomentazio-
resta qualche dubbio e ragio- ni di natura religiosa non sorti-
no per poche righe sul pro- scono alcun effetto. Es istono
blema posto . "Ignudo" non è elementi " laic i" per potermi
lo stesso che "nudo". La lin- confrontare adeguatamente?...
gua italiana ha sfìunature che
cambiano senso alle .fi'asi.
Jules, Brescia
Nudo si riferisce quasi esclu-
sivamente al corpo, ignudo
penetra dentro , arriva ali' a-
nima. Nudo, tutto sommato
può far piacere ai guardoni,
ignudo non fa piacere a nes-
suno, indica la condizione di
umiliazione, di esclusione , di
emarginazione, indica il mi-
stero profondo cieli' uomo , in
tutta la sua fragilità. Perciò,
gentile lettore, vestire gli ignu-
di è una vera opera di miseri-
cordia , vuol dire proteggere
chi è debole, aiutarlo nelle
suefi'agilità, spronarlo a con-
servare e salvaguardare la
sua dignità di uomo, salvare
la sua privacy. Allora aiutare
il fra tello perché "copra la
sua nudità" è un atto profon-
damente meritorio, è spinger-
lo a custodire il suo pudore,
perché è una esigenza uma-
na... Per quanto strano ti
Esiste una categoria di perso-
ne che vogliono pochi proble-
mi, e sono amanti di una li-
bertà libera da vincoli morali
e da restrizioni religiose, per-
ché dicono che già quelle so-
ciali sono pure troppe. Vo-
gliono essere impegnati in un
la voro che renda più che in
un lavoro che maturi la per-
sona. Vogliono il contrario
della vita spericolata di Re-
nato Zero. Per costoro i moti-
vi religiosi non sortiscono al-
cun effetto semplicemente per-
ché "non esistono". Lei mi
chiede se ci sono elementi lai-__
ci che possano dare qualche
probabilità di successo, alme-
no nel problematizzare un
comportamento. Forse sl,for-
se . Cambi strategia. Non lei
deve spiegare perché è più
imiortant't! il matrimonio ri-
non si rendono conto, costo-
ro, che tutto ciò che è buono,
non può offendere nessuno. Il
Natale di Gesiì insegna la pa-
radici e riaffermare le pro-
prie origini, è strano che nel
"Bel Paese" si manifesti la
tendenza contraria.
possa sembrare, la Bibbia è
stata la prima , in assoluto
credo, a parlare di privacy e
a esortare a difenderla da
Non ci è staro possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nute in redaz ione . Ce ne
scusiamo. Provvederemo_ a
MAGGIO 2001 BS
suo tempo alla pubbl1 cazw-
ne o alla risposta personale.

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spetto alla convivenza, chieda , .ADRI IN CASA. Caro guinata. Le offro qualche ci-
che siano loro a rispondere ai f.:;·ettore, sono due volte che f ra , non mia evidentemente,
suoi dubbi... Quali sono i i ladri mi ru bano cose care. E per fa rla riflettere. li mercato
vantaggi della convivenza ri- sono due volte -che ho denun- de /Le armi cosiddette leggere
spetto al matrimonio ? Van - ciato la cosa alle autorità di - secondo Amnesty l nterna-
taggi per chi, poi? Che signi- polizia. E sono due volte che tion.al - ha messo in circola-
fi cato ha per l' uomo scegliere mi rispondono che non posso- zione 500 milioni di armi da
la "comodità" al disagio, il di- no farci nulla! Ma allora che guerra di tipo leggero . Per
simpegno ali' impegno, il pia- ci stanno a fare? Perché non tog lierle subito certi dubbi le
cere al fastidio? Con vivere si può "fare da sé"? Ci diano dirò che non si tratta di col-
che cosa dà di pùì nel campo il permesso di dife nderc i con telli, ma di Kalashnikov, Be-
delle emozioni, dei sentimen- le anni. Io credo che ci sareb- rette, micidiali fucili di preci-
ti, della passione? Che vuol bero meno top i d 'apparta- sione e compagnia. Ebbene,
dire un amore che lega "a mento. Invece se uno si difen- tutto questo "ben di Dio" è in
tempo determinato", un lega-
me che lega con corde... di
burro, ima convivenza basata
solo su.I gusto ? Non provoca
fo rse un vivere guardinghi,
una attenzione a non rischia-
re mai piiì cli tanto se no po-
trebbe tutto fi nire, una tensio-
ne continua per piacere, una
ricerca giornaliera per far
durare? Che significa in
amore il "mordi e fuggi"? È
proprio vero che l'uomo è
fatto per posarsi su ogni fio-
re? Libertà vera è da vvero ri-
nuncia a ogni legame? Le re-
gole che Legano L'individuo al
posto di lavoro sono preferi-
bili a quelle che Lo Legano
alla sua famiglia? Che senso
hanno i figli nella situazione di
incertezza costitutiva ? Il cuc-
ciolo d' uomo è dunque tran-
quillamente, senza distinguo ,
paragonabile al cucciolo di
lupo, d'orso, o di orango?
Quale educazione è possibile
in questo tipo di unione? Op-
pure l' educazione "non con-
ta"? Ogni educazione si ag-
gancia a principi forti sui
quali si regge e si alimenta;
quali principi forti reggono il
tipo di educazione che viene
de va pure in galera. Che raz- man.o a quasi altrettante per-
za di leg islazione abb iamo
prodotto?
Davide, Verona
sone e, somma infamia , alcu-
ni son.o minorenni, bande di
minorenni. Insomma pare che
ci sia un' arma ogni'l2 perso-
Gentile e bellicoso Lettore, le ne. Senza contare le armi pe-
indagini statistiche le danno santi. l i nostro mondo è im-
torto: il boia non frena asso- bottito come un uovo cli
lutamente niente. E la giusti- esplosivi... Il risultato di que-
zia .faua in casa riempie di sto gigantesco business spac-
morti, odi e vendette la convi- .ciato come difesa contro i
venza. Come risultato ci sarà cattivi (ma quanti cattivi ci
solo piiì sangue versato in sono?) è che omicidi , rapine,
una terra già troppo insan- stupri, violenze di ogni gene-
re non sono diminuiti nemme-
no di un po'. Questa masto-
APPELLI
dontica macchina per intimo-
rire i malintenzionati ha fatto
Scambio fra ncobo lli , ban-
conote, immag inette sacre,
catte telefoniche, cattoline
nuove o scritte. Inviare man-
colista e primo materiale
per iniziare lo scambio.
Carla Minati, e.so M. L.
King, 57 - 10095 GRU-
GLIASCO (TO).
flop, cioè non ha intimorito
nessun.o . Insomma è come se
si usassero i mezzi più ineffi-
caci per debellare i ma/avito-
si. Gli USA dovrebbero inse-
gnarci qualcosa: dicono che
sia La nazione più civile, più
democratica, più liberale.. .
ma è anche quella dove i
Colleziono francobolli nuo-
vi, cartoline, banconote,
fds, carte telefoniche usa-
te, santini . Ricevo e scam-
bio. Solo mezzo posta. Lu-
ca Oliva, via Coazze 151
- 10094 GIAVENO (TO).
morti ammazzati (dallo Stato)
sono addirittura pubblicizzati
per scoraggiare. Ebbene la
cosa non "scuce un baffo" a
chi ha deciso di delinquere.
lo credo che la strada sia
un'altra, quella della preven-
zione, o meglio, dell' educa-
da una convivenza fondata
solo sul reciproco "attuale"
piacersi? Il "Mi piaci fin ché
mi piaci!" può costituire una
base stabile su cui costruire
una vita capace di essere col-
ta in tutte le sue implicanze
Sono un collezionista di im-
maginette sacre. Ne ho dop-
pie. Sono disposto a scam-
bi arle. Siragusa Giovanni,
via Sorrentino, 5 - 95044
MINEO(CT).
zione preventiva. Spendiamo i
soldi per l'educazione non
per le cumi, togliamo le armi
di mano ai banditi eliminan-
do le cause che portano a fa -
re quel pazzo mestiere . Quin-
di , caro Davide, non invochi
sociali, psicologiche, formati- Sono un detenuto e mi la liberalizzazione delle armi,
ve, etiche? .. . Il piacere è un sento tanto solo! Se qual- che sono ordigni fatti per spa-
sentimento aleatorio, incerto, cuno volesse avere un rap- rare. Sul sangue vuole costrui-
cangiante, instabile per defi- porto epistolare con me ... re la civiltà? L' uomo è educa-
nizione, che cosa si può co- Antonio Cianci, Via Ma- bile, r(formabile, trasformabi-
struire col e su.I piacere? Una iano, 10 (320) - 06049 le. Grandi ladroni sono di-
vita per sé? D' accordo, e gli SPOLETO (PG).
ventati grandi santi! Quella è
altri sei miliardi cli persone?
la via.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vo stra corrispon-
denza: ·
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656. 12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS MAGGIO 2001

1.8 Page 8

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IN ITALIA
NEL MONDO
PALERMO, SICILIA
CHILDREN'S WORLD
Al Teatro Don Bosco di Pa-
!ermo Ranchibile è stato pre-
sentato nel dicembre scorso,
con la partecipazione del mi-
nistro per la Solidarietà So-
ciale Livia Turco, del Sindaco
Leoluca Orlando, di don Bai-
dassarre Meli, il gioco "Chil-
dren' s World ", che vuole in-
segnare ai bambini , diverten-
doli , quali siano i loro diritti,
per metterli in guardia contro
gli abusi dei grandi . L 'autore
è un giov ane trentenne, San-
dro Sansone, che lavora come
volontario nel! 'assistenza ai
bimbi del quartiere Alberghe-
ria, noto al grande pubblico
per la denuncia che il diretto-
re dell ' oratorio salesiano, don
Meli, ha lanciato contro gli
abusi sui minori .
I giocatori girano virtualmen-
te i cinque continenti per far
rispettare i diritti dei fanciulli,
superando prove di vario ge-
nere (canto, mimo , disegno,
cultura, ecc.).
Vince chi, avendo conquista-
to cinque cuoricini , simbolo
dei cinque continenti, torna
per primo al punto di parten-
za. Il gioco , decisamente bel-
lo, ma soprattutto utile, è of-
ferto a f, 25 .000.
li
SLIEMA, MALTA
IL CORPO
E LO SPIRITO
"Una casa sales iana senza
musica è un corpo senz'ani-
ma", diceva Don Bosco. Egli
ha amato lo sport, il teatro, la
musica e li ha ass unti come
mezzi per ed ucare. Non solo.
Lui stesso ha composto paro-
le e musica di alcune canzoni ,
ha curato il coro e la banda.
Nell a St. Patrick School di
Malta si fa educazione anche
con teatro, musica, coro e
canto. Il coro "Pepprin" dei
ragazzi della presti giosa scuo-
la salesiana per la festa di don
Bosco 2001 si è esibito da-
vanti a una folla straripante,
assieme all "'Amadeus Cham-
ber Choir", eseguendo pezzi
di Mozart, Gounod, Elgar
Lloyd Webber, Mascagni ,
ecc. È stato un successo.
DELHI, INDIA
ALL'AVANGUARDIA
La ricetta di don Dino Colussi
(nella foto con Mad re Teresa)
salesiano friulano che all'In-
di a ha regalato mezzo seco lo
della sua vita, è rivolu ziona-
ria. Ai ragazzi che toglie dalla
strada non offre un tetto , un
po' di pane e dei corsi di alfa-
betizzazione, non vuole fare
scuola di sopravv ivenza, vuo-
le invece che facc iano un bai-
zo temerario per portarli in
prima fila nel mondo avanza-
to, nella New economy.
Li mette perciò davanti a un
computer dell ' ultima genera-··
zione, li dota di libri di infor-
matica e li fa studi are fino a
consegnar loro un diploma ri-
conosciuto anche all 'estero.
Don Dino ha una certezza:
chi arriva alla fine dei suoi
corsi avanzati troverà certa-
mente lavoro .. .
E sembra che non abbia torto,
che non abbia fatto male i
suoi calcoli.
MAGGIO 2001 BS

1.9 Page 9

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Redazionale
IL TERREMOTO
INFINITO
Sabato 13 gennaio, martedì I 3
fe bbrai o ... Due date, a distan-
za di un mese, hanno messo in
ginocchio la Repubb lica cen-
troamericana di E l Salvador,
dove i sales ian i operano da
quasi 100 anni , e hanno at-
tualmente dieci presenze, al-
cune de lle quali prestigiose. Il
primo sisma ha danneggiato le
case sales iane. La grande fra-
na nella "Cordillera del Balsa-
mo" nei press i cie l Collegio S.
Cecilia, ha spazzato vi a un
gran numero cli abitazioni .
Purtroppo numerosi alunni del
collegio, abitanti nella zona,
hanno trovato la morte sotto
le macerie.
NUMISMATICA
a cura di Roberto Saccarello
·r
Y.
I NE DITO
ORANGE, USA
EDIZIONE INGLESE
DI UN LIBRO QUASI
SCOMPARSO
Il simpatico libro cli Michele
Molineris, "Don Bosco Inedi-
to", a suo tempo edito dalla
tipografia del Co lle Don
Bosco, e ora non più in com-
mercio, è stato tradotto in in-
glese da Mari o Balbi, il vul -
canico cappellano delle nav i,
che da anni, ass ieme ad altri
"ministri del culto" apparte-
nenti a varie religioni , svo lge
un intenso e proficuo aposto-
lato " navale" . Don Balbi è
deciso a diffondere il libretto,
una miniera di fatti, racconti,
foto inedite, tra i marinai affi-
dati alle sue cure, " per far co-
noscere, dice, questo impa-
reggiabile santo nella sua
veste più semplice e genuina,
quella che lo vede tra la sua
gente! " . li volume, infatti ,
presenta la famigl ia di Don
Bosco a partire dag li antenati,
per finire ai nipoti e pronipo-
ti , la sua vita attraverso rac-
conti ined iti e una serie di
aneddoti. li tutto ne ll a vec-
chia edi zione itali ana copri va
quasi 500 pagine, senza con-
tare le ciJ·ca 40 pag ine di foto-
g rafi e.
I PIÙ SIGNIFICATIVI EVENTI GIUBILARI
SULLA NUOVA SERIE VATICANA
È stata affidata allo scultore marchigiano Cecco
Bonanotte la real izzazione della serie dell'anno
XXII di pontificato di Giovanni Paolo Il che reca il
millesimo 2000. I rovesci delle otto monete propon-
gono una mirabile sintesi degli eventi dell 'Anno
Santo : il Giubileo dei bambini , con il Santo Padre
che solleva un bimbo del Terzo Mondo (f 1O) ; il
Giubileo degli artisti , con un particolare del gran-
de portone dei Musei Vaticani , realizzato dallo stes-
so Bonanotte e inaugurato il 7 febbraio 2000 (f 20) ;
la Giornata mondiale della pace, con il papa chi-
nato a baciare la terra (f 50) ; il Giubileo delle car-
ceri , con Giovanni Paolo Il aggrappato alla grata di
un carcere, oltre il quale è un recluso (f 100) ; la
Giornata del Perdono, con il Santo Padre abbrac-
ciato a un crocifisso (f 200) ; il Pellegrinaggio a
GerusalemP1e, con papa Wojtyla nell 'atto di inseri-
re nella fessura del Muro del Pianto il suo messag-
gio di richiesta di perdono (f 500) ; i Testimoni della
fede, con il Pontefice al Colosseo mentre stringe il
pastorale che si trasforma in croce, accanto a un
rappresentante della Chiesa d'Oriente (f 1000 bi-
metalliche) ; la Chiusura della Porta Santa il 6
gennaio scorso, con il Papa rivestito delle insegne
pontificali fra i due battenti (f 1000 d'argento) . Tutti i
diritti riportano lo stemma del Pontefice.
La Zecca di San Pietro batterà quest'anno anche
un pezzo d'argento celebrativo della Pasqua, una
serie dedicata alla lira e due aurei da 50 .000 e
100.000 lire con il Cristogramma e la Crux Vaticana.
Per saperne di più: 'li" 0761.307124
BS MAGGIO 2001

1.10 Page 10

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l00annifa
Ben otto fitte pagine del BS del maggio 1901
sono dedicate alle feste per l'inaugurazione
della chiesa di S. Francesco di Sales
"Sulla collina diValsalice", più cinque foto,
tre delle quali misurano cm 10 per 14,
sparse qua e là nelle 38 pagine che componevano
la rivista dell'epoca. Riportiamo un brano della
descrizione della chiesa appena inaugurata.
IN ITALIA
NEL MONDO
[.. .] La singolarità della collocazione di questa Chiesa
ardita assai - se non erriamo, senza esempio - è merite-
vole d'essere conosciuta. Ella si estolle all'altezza di un
secondo piano ed in facciata il portale in aggetto, a guisa
di molte chiese romanze, è trasformato in un balcone o
tribuna, sostenuta da mensoloni e tutto ciò senza che al-·
l'occhio si manifesti impressione sgradevole. I lavori fu-
rono affidati fino al 1898 all'intelligente costruttore P.V.
Bellia. Autore del progetto è il prof. D. Ernesto Vespi-
gnani, .eminente sacerdote salesiano, che al culto della
fede sa così bene accoppiare l' amore per l'arte.
L'architetto seppe maestrevolmente collegare la facciata
propriamente detta del tempio coi piani inferiori; poiché
bisogna tener conto che a teJTeno è situato un piccolo
teatro di ricreazione, e al primo piano trovano posto spe-
ciali locali destinati a Museo delle Missioni.
[... ]La chiesa elevasi su d'un piano costrutto in cemento
armato, sistema Hennebique; la più ardita prova che siasi
fatta sinora a Torino[ ... ] (Una) tela rappresenta il transi-
to di S. Giuseppe, il cu i sguardo è tutto nel volto di
Gesù, mentre la Vergine, inginocchiata appiè del lettic-
ciuolo, mira il casto Sposo con ineffabile mestizia .
BETLEMME,
ISRAELE
gire ancora un lungo camm ino
di sforzi e sofferenze. In tutto
questo i cristi ani non sono
nemmeno presi in considera-
I CRISTIANI...
zione, sembra non esistano:
CHI SONO?
costretti all 'angolo, dispersi ,
emarginati, vittime degli uni e
Il Nata le giubilare è stato per degli altri . Stanno assottiglian-
Betlemme e i cristiani dell a dosi , causa una forzata emi-
Palestina il più triste natale grazione. Coraggiosa e com-
degli ultimi cinqminta anni e, movente la presa di posizione
forse, del secolo, per l' acuirsi del patriarca Miche! Sabbah
dei problemi di sempre: I' inti- che, rivolto agli Israeliani , li
fada sempre più rabbiosa, la ha pregati di distruggere le
repressione sempre più impla- ch iese piuttosto che le case! ...
cabile, l' insicurezza sempre I salesiani , attivi in cinque pre-
più manifesta, la disoccupa- senze, si adoperano come pos-
zione sempre più estesa; in sono per aiutare tutti. NeLle lo-
più l' appartenenza della spia- ro scuole praticano orari fles-
nata delle moschee, il diritto a sibili , organizzano giornate di
uno Stato palestinese, i diritti recupero per i ragazzi impediti
dello Stato d 'Israele, il ritorno dagli eventi dell'intifada di ve-
di quattro milioni di rifugiati , nire a scuola, organizzano cor-
lo sgombero degli insedia- si di addestramento professio-
menti .. . Problemi enormi e nale, concedono buoni spesa
intricatissimi che fanno presa- per i più poveri ...
MAGGIO 2001 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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'
.
----.
~;
Giovanni Eriman.
=
.
utto cominciò nel
NOZZE D'ORO 1270 con una chie-
T setta dedicata a san
DI UNA CHIESA Pietro Martire e un com-
plesso conventuale dome-
nicano. Restaurata dopo
varie peripezie , tra cui un
PLURI-
CENTENARIA! tragico saccheggio ad ope-
ra dei soldati francesi nel
1512, verso la fine del '700
chiesa e stabile vennero
È stato inaugurato a Nave,
venduti alla famiglia Maz-
zoleni di Nave e, poco do-
po , alla famiglia Reggis ,
nella chiesa di Maria Ausiliatrice
che compie 50 anni, il ciclo pittorico
che ne rimarrà proprietaria
del Maestro Mario Bogani.
per circa 130 anni. L'antico
complesso era ormai di -
ventato "Villa Reggis", resi-
denza stabile di una indu-
striosa famiglia che co-
struirà nei dintorni la nora,
I Don Bosco indica
a salesiani giovani
la meta ...
ruota idraulica per preleva-
vrapposizioni e sdoppia-
re l'acqua, uno stabilimen-
menti, luci e ombre .. . otte-
to di oli medicinali , una
. nendo un dialogo pittorico
"Distilleria Agraria Coope-
semplice e straordinaria-
rativa", una grande officina
mente profondo, che con-
meccanica ...
temporaneamente diverte
e trasmette insegnamenti,
Nel 1937 l'intero comples•
distrae e fa riflettere.. . O
so venne acquistato dai L'istituto salesiano
salesiani, che lo ristruttura-
oggi.
rono dalle fondamenta per
.
farne uno "Studentato Filosofico", capace di ospitare
un centinaio di studenti e una trentina di docenti. La
vetusta chiesetta, ahimè, troppo angusta per le nuove
esigenze, scomparve inglobata nel nuovo palazzo.
Nel 1950, tuttavia, venne costruita una nuova ala di
quello che ormai era diventato un grande istituto sale-
siano, e con essa una nuova chiesa intitolata a Maria
Ausliatrice .
Ampia, linda, decorosa, la chiesa appariva tutta-
via spoglia e, forse, un po ' triste. Non s'addiceva
allo spirito salesiano. E ancora una volta s'inter-
venne per trasfo rmare stavolta l'interno ... Anni di
lavoro , ma il risultato si vede. Oggi è una chiesa che
racconta e insegna. Un grandioso ciclo pittorico la
impreziosisce facendola "narrante" e "docente". Rac-
conta da un lato episodi della storia della congrega-
zione salesiana (il sogno delle due colonne, i santi
salesiani) ; dall 'altro fissa fatti che hanno segnato
indelebilmente la storia recente della Chiesa (l 'atten -
tato al Papa) , e quadri catechistici che eternano epi-
sodi evangelici e biblici.
Con lo stile inconfondibile del pittore Mario Bo-
gani , che sa dipingere intense emozioni dosando
con maestria unica luci e colori , spazi e silenzi, ra-
zionalità e sentimento, corposità e trasparenza, so-
BS MAGGIO 2001

2.2 Page 12

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Un vescovo di prima linea parla di una tipologia
di Rita Salerno
Li chiamano
"i ragazzi del muretto":
sono i giovani che
non frequentano chiese
e oratori, ma che si
ritrovano sulle piazze
o nelle strade,
in comitiva o da soli,
con i motorini nuovi
fiammanti o nelle auto
prestate dai genitori,
inconsapevoli dei rischi
cui vanno incontro.
razione Wojtyla", il popolo della
giornata mondiale della gioventù,
quei giovani "gioiosi e rispettosi
della città e della natura, pronti al
saluto e al sorriso". Per quelli del
muretto è urgente promuovere ini-
ziative in grado di "sviluppare, in
un gioioso clima comunitario, i va-
lori autentici della vita umana e cri-
stiana", come dice il Papa.
MONSIGNOR RIBOLDI
Ma i progetti da soli non bastano,
se non sono posti in atto da "opera-
tori particolarmente preparati, in
grado di stimolare l'interesse e la
naturale generosità dei giovani". Un
invito, sempre di Wojtyla, che mon-
signor Ribaldi mette in pratica da
anni. Il vescovo emerito di Acerra è
E' facile incontrarli poco lonta-
no dalle sale .gioco, in bran-
chi nelle curve degli stadi,
schiacciati l'uno contro l'altro nelle
discoteche, di sposti a tutto pur di
provare l'ebbrezza della pasticca al-
l'ultima moda. Stazionano spesso
fuori degli oratori, senza avere il co-
raggio di entrare, indifferenti a
tutto. Lontani anni luce dalla "gene-
MAGGIO 2001 BS
È facile incontrarli! ...

2.3 Page 13

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speciale di giovani...
da sempre impegnato sul tema delle
nuove generazioni. Anzi. Dedica
molte delle sue energie a favore di
quella meno conosciuta tra le com-
ponenti dell 'universo giovanile: i
giovani detenuti. Non a caso, in oc-
Monsignor
IRibaldi,
impegnato
da anni sul
tema delle
nuove
generazioni.
do si fa giorno, i giovani che fre-
quentano la tua discoteca si ritrova-
no privi di energie oltre che di
senso? E poi, chi non vive di notte è
stupido? Chi si impegna per rendere
ogni attimo della vita luminoso agli
"casione della giornata mondiale del-
occhi di Dio è sciocco? Dovette am-
la gioventù, gli è stata affidata la ca-
techesi nel carcere romano di Re-
bibbia. "Sono andato con la gioia e
l'entusiasmo di chi sa che è la Chie-
sa ad andare incontro alla pecorella
smarrita - racconta - In fondo sba-
gliare è umano, ma risorgere è divi-
no. Si tratta di una grande responsa-
bilità, perché sono stati questi giova-
ni a chiedere di non essere dimenti-
cati. Hanno chiaro che la nostra pre-
senza va letta nel segno della condi-
visione. Che noi pastori_ vogliamo
far parte della loro vita. E un modo
di dire che ci sentiamo tutti giovani.
C'È SPAZIO
mettere che avevo ragione.
È vero che in occasione del Giu-
C'è spazio per recuperare questi bileo ha promosso un gesto signifi-
ragazzi e garantire loro un posto cativo, destinato ai giovani tossico-
nella società: "Cristo è una grande . dipendenti e a chi ha commesso
porta aperta. Occorre dire ai giovani qualche reato?
che, tra le tante porticine (la disco- Sì. Ho rivolto un appello a tutti i
teca, la droga, la strada, il muret- giovani che vivono ai margini della
to ... ) che non conducono a nulla, società, e operano nella criminalità
c'è questa Grande Porta, ricca d'a- a non sentirsi soli. A ripensare la
more. Mi emozionarono a suo tem- loro vita. Li ho invitati a deporre la
po i manifesti del Giubileo con l'im- violenza, per unirsi ai ragazzi che in
magine del Padre che spalanca le tutto il mondo sono legati dall 'an-
braccia al figlio. Ognuno di noi, nuncio di Cristo. Non più armi per
giovane o vecchio, ricco o povero, rapinare o rubare, ma volontà di in-
detenuto o libero cittadino, dovreb- contrarci per condividere l'amore di
be riflettere su questo. Invece, la Dio. Per il vostro bene. Senza di voi
tendenza è a perdersi dietro cose ci manca qualcosa.
stupide e inutili.
L'anno giubilare appena trascor-
Che dire, monsignore, dei molti so quali spunti ha offerto, per ri-
giovani che si perdono impastic- pensare la pastorale giovanile e per
candosi o ubriacandosi, e finendo avvicinare soprattutto i lontani?
sui giornali per le consuete stragi Nel caso dei giovani in difficoltà
del sabato sera?
è necessario che la nostra presenza
Il dramma è dovuto alla mancan- non sia episodica, ma parte di un
za di un progetto educativo. Amare progetto di recupero articolato nel
vuol dire dare un senso all 'esistenza, tempo. Se ci si incontra, bisogna
vivere significa sperimentare l' amo- impegnarsi a restare insieme. Solo
re di Dio. I giovani oggi trovano il così acquista un senso la nostra pre-
vuoto; spetta alla famiglia riempirli senza. I giovani d 'oggi richiedono
con contenuti adatti. Sono come energie, impegno di lungo periodo.
certe piante, belli ma senza radici. Bisogna non fermarsi alle apparen-
Sbagliare è umano, risorgere
è divino!
Dovrebbero capire che es1ste qual- ze, occorre ascoltarli. I tempi sono
cosa di meglio, di superiore, di cambiati. La ribellione o taluni gesti
grande per cui vale la pena spendere sono il mezzo per rigettare una real-
j la propria vita. Ci sono tanti ragazzi tà che non va o per conformarsi a
-" che decidono di andare in Africa un ambiente selettivo. La cosa che
.,_....,.._ _"'"I~ per portare soccorso ai diseredati. manca ai ragazzi è la relazione,
Non hanno paura dei pericoli; mar- cioè il modo di uscire dalla propria
tiri delle grandi bidonville del III e solitudine, di parlarsi, di svelarsi.
IV mondo. Mi colpì un giovane ge- Cosa che i giovani non fanno. E og-
store di discoteche intervenuto a un gi la famiglia non è luogo né di in-
convegno. Tanto lodava i locali not- contro né di ascolto. I giovani biso-
turni da aver composto una specie gna andarli a cercare, dialogare con
di poesia sulla notte, intesa come loro, provare a farseli amici. Essi
musica, incontro, silenzio. Peccato, sono sensibili non alle cerimonie
gli replicai, che il rumore assordan- ma alle testimonianze. L'empatia, il
te dei decibel ti impedisca di parlare sapersi mettere nei loro panni: que-
con il tuo vicino, e nel vuoto dei va- sta è la mia ricetta per comprender-
lori entro il quale ti agiti in realtà li. E soprattutto, bando alle critiche,
La cosa che manca ai ragazzi
è la relazione!
componi il poema della solitudine. ai giudizi drastici e alla pretesa di
Non è forse vero che spesso, quan- volerli a tutti i costi simili a noi. O
BS MAGGIO 2001

2.4 Page 14

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I salesiani sono al quartiere Vomero da cent'anni:
NAPOLI/VOMERO
A QUOTA CENTC)_"~~Nt,11~
di Carmine Di Biase
~~
N on fu un caso ehe, dopo m. -
tense, problematiche vicissi-
tudini e richieste, l'arrivo dei
salesiani nella città partenopea sia da-
tato 1/5/1901. Don Bosco fu tra i pii-
mi in Italia a stabilire "regolari con-
tratti" a garanzia del "lavoro" e della
"fonnazione" dei ragazzi più poveri.
a Napoli si sentiva forte questo bi-
sogno.
Tre coraggiosi salesiani diedero
inizio all'opera: il direttore don An-
gelo Piccono, il chierico polacco
Francesco Kruszynski e il coadiuto-
lii re Gerolamo Vallarino. Un inizio
pieno di difficoltà ma ricco di entu-
siasmo, diviso in pochi spazi ristretti
e provvisori, in cui però trovò subi-
tò posto la cappella intitolata al "Sa-
ero Cuore". In seguito sorsero l'isti-
tuto e il santuario. Così nasce il pri-
mo oratorio, mentre si viene definen-
do il volto stesso dell 'istituto e della
scuola che nel 1908 inizierà con le
elementari (negli anni 1929-30 fre-
quentò la IV elementare e la I media
Salvo d'Acquisto , che nel 1943 im-
molerà la sua vita per salvare 22
persone dai Tedeschi).
L'OR"'A"T'' ORIO
Al centro dell 'attività e dell'opera
salesiana fu , dunque, l'oratorio do-
ve confluirono immediatamente ra-
gazzi d'ogni età, ma soprattutto i
fanciulli delle elementari, perché
l'opera, destinata ai ragazzi più po-
veri e in difficoltà, non poteva non
avere una attenzione particolare
proprio ai più piccoli : erano i più
esposti e indifesi. L'interesse dei
nuovi arrivati verso i "poveri e ab-
bandonati", e il loro grande spirito
di servizio attirò subito le simpatie e
l'aiuto di autorità e benefattori, e
provocò l'arrivo di doni e suppellet-
tili per arredare l' ambiente. La du-
chessa di Vietri inviò dieci lire, la
prima offerta in assoluto ricevuta
dai salesiani, ali' ini zio della novena
di Maria Ausiliatrice, nel maggio
del 1902. Furono senza dubbio inizi
difficoltosi, ma anche fruttuosi: nel
tempo fecero confluire all'oratorio
del Vomero un'incredibile massa di
ragazzi e ragazze che continua anco-
ra, oggi, col centro giovanile. Atti-
vità di ogni tipo, ludico/sportive,
"~ ...,i
-----~ ·
r,;;,.
1 1J
1901
Fin dal 1893 ci furono
richieste, come quella del
cardinale Capecelatro,
per la venuta dei
salesiani a Napoli, dove
Don Bosco si era già
recato il 29 marzo 1880,
incontrando anche il
santo frate Ludovico da .
Casoria; e le richieste si
erano fatte via via più
pressanti, finché i figli
di Don Bosco
·
accettarono e aprirono
una presenza al Vomero.
I Decine di migliaia di giovani sono passati al Vomero ...
"Mi hanno insegnato a vivere in pienezza la vita come
cittadino e come cristiano".
MAGGIO 2001 BS
Folclore per il centenario (1980) della venuta
di Don Bosco a Napoli.

2.5 Page 15

▲back to top
cent'anni di apostolato.
Foto storica: ragazzi della scuola e dell'oratorio nel 1949.
educativo/pastorali, fonnative, espres-
sive, culturali, sia durante l'anno
scolastico che nel periodo estivo,
hanno riempito e sostanziato questi
cento anni di presenza salesiana,
meritando il plauso di autorità reli-
giose e civili e attirando la stima
della gente.
LA PARROCCHIA
La cappella e, nel tempo, il san-
tuario del Sacro Cuore, divennero
punto di riferimento dell 'oratorio e
delle famiglie, facendo assumere al
Tempio, consacrato nel maggio del
1911, un ruolo importante nella edu-
cazione morale e spirituale di tutti
coloro che sempre più numerosi lo
frequentavano. Eretto a parrocchia,
ebbe riconoscimento ufficiale con
decreto del cardinale Giuseppe Pri-
sco il 1° aprile .1915. Nel 1965, per
le sue nozze d 'oro, le manifestazioni
religiose si svo lsero nel segno pasto-
rale dei tempi conciliari, con la par-
tecipazione del cardinale Raul Silva
Enriquez, primate del Ci le, e 'del
cardinale Castaldo, arcivescovo di
Napoli. L'attività parrocchiale, in
tutte le sue manifestazioni pastorali
di "associazioni" , dai bambini agli
anziani, è stata, ed è, intensa e frut-
tuosa, con partecipate iniziative for-
mativo-religiose, a servizio della
Chiesa locale e della Diocesi, nello
spirito post-conciliare. Lo si è potu-
to rilevare soprattutto in occasione
del Giubileo del 2000, ricco di fer-
vore insolito, di iniziative e proposte
religiose per giovani e famiglie,
frutto di intensa e partecipata azione
pastorale.
LA SCUOLA
La scuola è la terza grande offerta
dei salesiani al quartiere e alla città.
Dunque, oratorio, parrocchia, scuo-
la: una triade vincente, nel segno
dell'impegno educativo, culturale e
religioso voluto da Don Bosco per
le sue opere. Dai primi passi delle
elementari, la scuola si è consolida-
ta man mano, ampliando il suo rag-
gio d'azione, prima alle medie poi
alle superiori. Dopo la parifica della
Scuola Media e del Ginnasio nel
1939, si sentì il bisogno di comple-
tare il curriculum con la costruzione
di un nuovo Istituto nel 1970, e la
conseguente istituzione del Liceo
Classico prima (1975) e del Liceo
Scientifico poi (1995). Per il prossi-
mo anno è previsto anche l'Istituto
Tecnico Commerciale IGEA, cioè
con indirizzo giuridico, economico,
aziendale. Innumerevoli le iniziati-
ve che ampliano e qualificano le va-
rie attività educative e di apprendi-
mento.
Il segreto del successo è, ancora
una volta, nel sistema preventivo
che Don Bosco ha fatto proprio e
che mira a ottenere "onesti cittadini
e buoni cristiani", uomini formati al
dovere morale e all'impegno civile,
uomini di fede e di cultura che basa-
no il proprio vivere sui valori fon-
damentali della famiglia, del lavoro,
della religione.
Il protagonismo, l'assunzione quo-
tidiana delle proprie responsabilità,
la lealtà verso la Chiesa e le istitu-
zioni costituiscono da cento anni il
patrimonio che la scuola salesiana
del Vomero cerca di trasmettere gior-
no dopo giorno ai suoi scolari e, tra-
mite loro, alle famiglie, e che trova
ampio consenso e generosa risposta
negli oltre 550 allievi, nel corpo in-
segnante, nelle stesse famiglie, negli
amici ed estimatori dell'opera, così
come nei tanti èxallievi che, sparsi
ormai in ogni parte d'Italia, ricorda-
no insegnanti e insegnamenti, educa-
tori ed educazione, facendo onore
alla Chiesa e alla Società.
BS MAGGIO 2001

2.6 Page 16

▲back to top
Il Mezzogiorno d'Italia
e le istituzioni educative
salesiane
RiiMk:soec,~- .·o s;s.1!WJ
Fbal'Ì p,t.t'~~
IL MEZZOGIORNO
D'ITALIA E LE SUE
ISTITUZIONI
EDUCATIVE
SALESIANE
Richieste e Fondazioni
(1879-1922).
Fonti per lo studio.
di Frances co Casella
(Roma, LAS , 2001 , pp. 830)
Ris coprendo la storia de lle
istituzion i educative s ale-
s ia ne ne l Sud , la Fa miglia
Salesia na me ridiona le ne
pre nde atto , impara ndo dal
passato a vive re e far vive-
re meglio il presente . Ma al
di là del fatto d'interesse s pe-
cificame nte salesia no, que-
sto qualificante volume de l
prof. Franco Casella offre
un va lido contributo alla co-
noscenza de ll a s ocietà civi-
le ed ecclesiastica del tem-
po, come a nche a lla com-
prensione del tessuto so-
ciale del te rritorio . Permet-
te infatti di compiere un
viaggio concreto e vivo ne l
Sud Ita lia , per mette rs i in
a scolto di vescovi, s acer-
doti , sindaci, nobili , autorità
e privati , uomini e donn e
che danno voce a chi non
ha voce , a chi soffre sulla
propria pe lle le dure conse-
guenze delle utopie e de lle
contradd izioni provenienti
da una unificazione dell'Ita-
lia, di "tipo a rtigianale". Si
scopre una realtà che col-
pisce soprattutto i ceti più
de boli e su ba lte rni : la gio-
ve ntù , il basso cle ro , la po-
polazione semplice travolta
dalla cris i economica, s o-
cia le, cultura le ...
MAGGIO 2001 8S
VASTO, ITALIA
del territorio, un Centro So-
ciale, una sala confe renze, una
CENTRO SOCIALE
POLIVALENTE
sala convegni, una palestra
polivalente. Con un gesto di
squisita attenzione sono stati i
L ' ll febbraio il Vicario del più piccoli a cementare nella
Rettor Maggiore, don Luc Van prima pietra i loro pensieri, i
Looy, presenti l' ispettore del- desideri, le preghiere, i so-
la provinc ia Adriatica, auto- gni . . . I grandi invece hanno
rità della regione, della pro- celebrato l' avvenimento attra-
vincia e de l comune, tanta verso i versi di un cooperato-
gente e centinaia di giovani , re sales iano, poeta, che ha
ha benedetto la prima pietra riass unto il senso dell 'opera e
di un nuovo grande comples- lanciato, in vernacolo, l' idea
so . Una realtà giovanile incre- de lla coll abo razione attiva d i
dibile anima la parrocchia sale- tutti : "Jamme,facémele chist'
siana del grosso Borgo abruz- Oratòrie!". Ne offriamo una
zese, con un oratori o sui ge-
neris, senza strutture, ma fre-
quentato da una popolazione
giovanile straripante. Così, do-
trad uzione: L'albero si rad-
drizza quando è giovane! I
Questa è sacrosanta verità ...
I Il nostro Don Bosco lo sape-
un po' di gloria! I Forza.fac-
ciamolo quest' Oratorio! I Se
siamo in tanti non costerà mol-
po tanti sogni e tanta attesa, i1
desiderio d i tutt i ha cominc ia-
va bene I e per i giovani s'è
sempre prodigato . I Va le per
to . I Pietra su pietra è stata
fatta Roma, I con tante gocce
to a prendere corpo, in una tutti questa lezione I ed ora s'è format o il mare. I Su, fa c-
domen ica fred da e ventosa, tocca a noi continuare: I ciamoci questo compare!
che non ha fermato la gioia e ognuno metterà il suo matto- Per saperne di piLì:
iI calore della fes ta. Vasto ne I e tutti assieme ci daremo Tel. 0873/60.562;
avrà, fin almente, a servizio da fare. I Su, conquistiamoci e-ma il : vastoiad@pcn.net
KHETI , INDIA
NEL PAESE
DEL SOLE CHE NASCE
I cattolici sono presenti in
Arun ac hal Prades h, stato de l
nord-est Indi a, solo dal 1993.
È stato mons ignor Thomas
Meenamparampil, vescovo
indi ano di G uwahati, a entra-
re per la prim a vo lta in questo
territorio e a inviarvi i suo i
sacerdoti. Ne l 1996, anche le
F iglie di Mari a A usili atrice
affiancano i salesiani a Bor-
duri a e di ve ntano pendolari
dell 'evangeli zzazione. Visita
alle fa mig lie de i villaggi, ca-
techesi e coll aborazione nella
Don Bosco School sono i
primi im pegni che le suore
devono affrontare. Nel 1998,
un " passo" d i circa 14 km le
porta a Kheti. Qui si apre la
scuola media e s1 stabilisce la
residenza perm anente ·de ll e
suore. Oggi, tre nostre sore lle
an imano la scuo la e l' inte rn a-
to e si ded icano all a pastora le
dei villaggi. Incontrando la
gente, semplice e a vo lte schi-
va, si coglie il grande des ide-
ri o d i aprirsi all a verità e all a
luce de l Va ngelo.
BREVISSIME DAL MONDO
LEON VJEJO. Lo scorso denti dell a Chiesa ortodos-
gennaio sono stati presentati sa, hanno partecipato insie-
dall 'Istituto Nazionale di Cul- me all a liturgia natalizia ce-
tura del Nicaragua i resti di lebrata dal patriarca di Mo-
monsignor Fray Antonio Val- sca. Incredi bile fino a poch i
divieso, assassinato nel 1550 anni fa.
per difendere gli inclios. È
considerato il primo vescovo
martire dell 'America.
CITIÀ DEL VATICANO.
L'Agenzia F ides ha pub-
blicato il nu mero dei mis-
MOSCA. li presidente Pu- sionari morti nell 'adempi-
tin nel formul are gli auguri mento del loro ministero ne l
di Natale alla nazio ne russa corso del solo anno 2000.
ha parl ato dei "perenni va- La lista comprende 30 nomi,
lori cristiani ". Il Presidente di cui tre sono morti a causa
e la mog lie L udmill a, che si del terri bile virus Ebola, che
di chiarano da sempre ere- sta facendo strage in Africa.

2.7 Page 17

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PRIMA PAGINA 1
Luigi Bonora
A llora siamo nel pri-
mo o nel secondo
anno del lii millen-
nio? Un anno fa la dispu-
ta appass ionò molti. Di co
Un salesiano rinfocola la querelle che
ha appassionato scienziati e gente comune.
La pubblichiamo per presentare un
ragionamento interessante, senza polemica.
mese manteni amo la mo-
da lità rom ana: usiamo
l' ord in ale (p rimo de l me-
se, quinto del mese ... ) e
se usiamo il numero car-
la mi a adesso, ad acqu e
din ale gli di amo il valore
lii MILLENNIO calme e bocce ferme. So-
lo per affermare che null a
de ll 'o rdin ale (il 1O del
mese o il dec imo giorno
è definitivo quaggiù, tutto
è ipotesi, cioè sempre pas-
sibil e di smentita . Solo la
ANNO 11 ...
de l mese - non sl itta di
uno -), perc non ab-
biamo il giorn o zero né il
fede non co nosce ipotes i
perch é Dio per defi ni zio-
ne non è falsific abil e
ONO?
mese zero: ge nn aio è il
primo mese de ll 'anno, in-
dica c ioè l'a rco di tempo
verificabi le.
di 31 giorni; non diciamo
Allora in che anno siamo?
i I mese 1, ma lo scriviamo
La co lpa della diatriba è il
però con il va lore del-
diverso modo di co ntare ·
l'ordina le (lunedì 01 /01 /01 ).
gli anni . I Romani e i Gre-
Il primo del mese tradotto
ci ri co rrevano all ' ordin ale
in numero arabico non è
per esp rimere i I deco rso
che zero, cioè zero giorni
degli anni. Gli Arabi han-
e un 'o ra, e ci nqu e ore ...
no introdotto lo zero per
Primam diem agens, scri-
esprimere il punto di par-
tenza, e gli hanno dato il
verebbe Cicerone. Sarebbe
coerente scrivere 1°/1°/2001
va lore di simbolo nume-
e leggere:
ri co. I simbo li num er ici
vanno in fatti da O a 9 e
so no qu ind i dieci, e co n
essi si può comporre qual-
siasi numero. Ed è lo ze ro
(a nche se sotti nteso) il punto di partenza di qu al- primo giorn o del primo
siasi numerazione (un dec imetro co mincia co n lo mese de l 2001. Questo
zero, poi il primo millimetro, ecc. fino a 1 cm. Se so lo infatti è già com-
il vostro dec im etro arri va a 1O cm date a ogni piuto e stiamo quindi vi-
millimetro il valore di un anno e vi troverete al cm vendo: il primo giorno
1O co n 100 an ni compi uti : un seco lo visuali zzato. del primo mese del se-
11 bamb ino che è nato ha O ann i ma può avere già condo anno del terzo
1 minuto, 1 ora, 1 giorno ... I Romani non poteva- millennio!
O
no esprimere numerica mente O anni perché la loro
numerazione cominciava sempre da 1 (il compiu-
to). Per es primere l' in co mpiuto ri co rrevano al-
l'ordin ale, quindi alla doma nda su ll 'età di un bim-
bo rispondevano: primum annum agens; oppure
t~rtium, quintum ... Se devi tradur re il latino vige-
s1mum annum agens, dovra i trad urre che aveva 19
anni . Ecco perché diciamo il 1900 (il secolo 1900)
per signi ficare tutto l'a rco dei 100 an ni, e invece il
secolo XX per dire la stessa cosa. Oppure il 2000,
ma il 111 mill ennio, cioè il seco lo 2000 sarà il XX I
seco lo, e iI 2 100 sa iI XX II. Non usiamo rendere
ordinale l'anno corrente, ma se voless imo far lo, ad
esemp io co n l'a nn o 2000, dovremmo dire: primo
anno del XX I seco lo. Il 200 1 in ordin ale è: secon-
do anno del XX I secolo.
Ci sono eccez ioni, ahimè! Nel contare i giorni del
BS MAGGIO 2001

2.8 Page 18

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
L'ultima fatica del Rettor Maggiore dei salesiani:
...
SPIRITUALITA ., /_r. JUANE.VECCHI
r
AL VAGLIO
Più che un documento.
Ridisegnare l'identità.
In tempi di trionfi
tecnologici emerge
prepotente la sete di
spiritualità. Dunque
è ora di "rilanciare",
di spingersi verso l'alto,
sempre di più.
di Beppe Roggia
Spiritualità
salesiaJ1a
(
TEMI FONDAMfNtAJJ
mN elle fasi critiche della storia
erompe sempre il bisogno di
ricominciare. In effetti questi
momenti si rivelano particolarmente
dolorosi e faticosi, autentiche doglie
del parto di una cultura nuova. Alla
fine del II millennio cristiano tutto
sembra sottoposto a profondi pro-
cessi di trasformazione, dalle rela- Un momento di festa per i giovani cattolici.
zioni tra le persone, ai rapporti tra
l'uomo e il mondo a quelli dell'uo-
mo con se stesso. È come se tutto e nuova prepotente domanda di reli- uno sfrano cocktail di inquietudine
tutti fossero chiamati a ridisegnare . giosità è riapparsa sul palcoscenico e speranza, rabbia e pacatezza, fidu-
una nuova identità. Sta succedendo delle culture.
cia nelle relazioni paritarie e adesio-
anche per la dimensione religiosa.
ne incondizionata a guru carismati-
La coscienza moderna non ha mai
accettato che Dio si mescolasse DOMANDA
ci. I giovani sono i principali fruito-
ri, i protagonisti e i diffusori di que-
troppo con la materia e la realtà vi- FUORI ORDINANZA
sibile. Alla divisione netta tra spiri-
sto mélange, spiazzando gli addetti
ai lavori.
to e corpo, cara ai filosofi antichi, La meraviglia più grossa è che In troppi casi oggi le comunità
Cartesio aggiunse anche quella tra questa domanda non è indirizzata ai cristiane non sono più incandescen-
corpo e mente, tra interiorità spiri- recapiti ufficiali, cioè alle chiese ti, ma presentano un vangelo pietri-
tuale ed esteriorità fisica, relegando cristiane, ma ha altri sorprendenti ficato o congelato, e perciò restano
Dio solo più nella sfera intima della punti di riferimento: i revival dei riti sul versante della sopravvivenza,
moralità e dei sentimenti. Questa religiosi stampo Antico Egitto, e dei con le chiese che si svuotano e un
mentalità diffusa che ha reso schi- misteri pagani d'epoca ellenistica, il cristianesimo per vecchi e bambi-
zofrenici molti credenti ha provoca- supermarket New Age, le consulte ni... Perché le parole degli annun-
to nell'ultimo secolo la dichiarazio- sempre più gettonate di maghi e ciat01i della Parola non toccano più
ne della morte di Dio e della fine astrologi, i gruppi teosofici, quelli l'uomo contemporaneo? Come mai
della religione, lasciando il trono di origine induista, sikh o buddista, la Chiesa risulta più una convincen-
alla tecnica e al soggettivismo asso- i gruppi di origine orientale, ecc. te agenzia di solidarietà, che uno
luto. Ma la fine annunciata non è Dunque c'è richiesta di religiosità, strumento di salvezza? Sono do-
avvenuta: contrariamente a tutte le sete di spiritualità, bisogno di silen- mande per ritrovare la forza di rico-
aspettative, in questi ultimi anni un a zio e preghiera, il tutto mescolato in minciare. Ma da dove ripa1tire? Nei
MAGGIO 2001 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

2.9 Page 19

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
la spiritualità salesiana al vaglio dei tempi.
Manifestazione del
Movimento Giovanile Salesiano (MGS).
Le spiritualità orientali fanno
non pochi proseliti in Occidente.
momenti di passaggio epocale si è Nell'agosto prossimo in Polonia è la sua completezza nella linea dei
costretti a tornare all 'essenziale, ri- programmato un convegno: Quale grandi credenti, come amava dire
andare alle sorgenti per riannodarvi spiritualità salesiana nel lii millen- Hertling.
la vita e incidere nel presente.
nio ? La spiritualità salesiana e i
LA SPIRITUALITÀ
SALESIANA
cambiamenti socioculturali con-
temporanei. Le FMA hanno pubbli-
cato g li atti della prima assemblea
internazionale sugli Esercizi Spiri-
PROFESSIONISTI DI DIO
Il Signore consacra alcuni per
renderli professionisti dell' esperien-
Sotto la spinta delle richieste dei
giovani la Famigl ia Salesiana non si
estranea dal faticoso processo in at-
to. Lo storico sales iano Desramaut
ha appena fatto uscire: Spiritualità
Salesiana . Cento parole chiave.
tuali. Ma è soprattutto il magistero
dei vari Rettori Maggiori, che ha
già profeticamente posizionato al-
cune pietre fondamentali per un ri-
lancio significativo della Spiritua-
lità Salesiana. Una riflessione parti-
colare merita il volume: Spiritua-
za di Dio, non perché rimangano
chiu si fra le pareti dei santuari in-
sieme ali ' odore dell'incenso e delle
candele ma perché siano in missio-
ne permanente, connotata di spiri-
tualità (diversamente sarebbe un
inutile consumo di energie), uniti in
lità Salesiana. Temi fondamentali comunità/comunione, e destinati a
dell ' ottavo successore di Don B- consacrare il quotidiano per dedi-
osco, don Juan Vecchi che si dimo- carsi a tempo pieno agli interessi
stra particolarmente attento ai segni del Regno. Questi interessi per i sa-
dei tempi. Il libro in questione rac- lesiani hanno il marchio DOC deJla
coglie 14 riflessioni e approfondi- carità pedagogica: il rapporto edu-
menti della spiritualità salesiana of- cativo permette ai giovani di scopri-
ferti a tutti a conclu sione del Gran- re l'amore di Dio, e rivela loro il
de Giubileo, al fine di impegnare gusto della vita. I salesiani sono
megli o le risorse personali e voca- contemporaneamente ed ucatori· ed
zio nali dei membri della Famiglia evangeli zzatori.
Salesiana. La vita nello Spirito non Tutto questo non è tuttavia scevro
è una moda dei tempi, ma un segno di tensioni, soprattutto nel rapporto
fondamentale della vocazione cri- tra persona e servizio, tra impegno
stiana, e con la preoccupazione di di lavoro e realizzazione di sé, parti-
non perdere il treno della storia. Vi- colarmente avvertito da chi vive un
vere secondo lo Spirito è sempre ~ervizio di responsabilità e autorità.
novità e originalità di vita, perché E di conforto l' assicurazione di Don
questi sono i connotati caratteristici Bosco che Maria, Madre premurosa
della Pasqua e della Pentecoste. Su e Maestra sapiente, sarebbe stata la
questo fondale della questione della guida sicura dei suoi figli. Sono 237
spiritualità oggi egli presenta magi- pagine che contengono una delle
IRaffigurazione di Krishna
(al centro), gioiosa incarnazione
del dio Vishnu, che ha dato origine
al movimento degli Hare Krishna,
che ha seguaci tra i giovani
occidentali.
stralmente Don Bosco come tipo e
modello. Qui c'è il codice genetico
dei salesiani. Don Bosco rimane il
Padre e Maestro da ammirare e stu-
diare, un culmine dell'umanità per
sintesi più tiuscite del carisma sale-
siano, un vademecum prezioso per il
"rilancio giusto" della spiritualità sa-
lesiana tra le urgenze di oggi.
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MAGGIO 2001

2.10 Page 20

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N\\\\SS\\ON\\
Tijuana è in zona di frontiera: quasi tutti immigrati, centinaia
IL BAILAMME
DI TIJUANA
Una città cresciuta a
dismisura in poco tempo.
Un 'immensa baraccopoli
su colline franose.
Un calderone dove razze
e culture si perdono.
Una snervante attesa
per passare il confine
verso il paradiso
economico
statunitense...
Con qualche morto,
anzi di più.
L'azione dei salesiani.
' ' P overo Messico, così lonta-
no da Dio e così vicino agli
Stati Uniti! " Lo scriveva
Porfirio Diaz, presidente/dittatore del-
la nazione a cavallo tra il XIX e il
XX secolo. Se c'è una città dove
l'impossibile è possibile è Tijuana.
Tentare di descriverla è perdersi nei
meandri della contraddizione. Cer-
care tradizioni a Tijuana tra immi-
grati di ogni etnia è come organiz-
zare il vuoto. Ci sono Zapotechi ,
Chinantechi, Mixe, Tlapanechi, Mi-
xtechi, Papagi, Uaqui, Totonachi ...
di Giancarlo Manieri
e chissà quanti altri. Né provengono
solo dal Messico.
Una babele che ha preso il via da
un gruppo di baracche sparse in un
territorio quasi desertico, e ha as-
sunto importanza prima come rifugio
.di gringo ubriaconi che al tempo del
proibizionismo passavano la fron-
tiera per scialare tra barili di whisky
e belle donne in barba alla rigorosa
legge della California, poi come sta-
zione di passaggio di migliaia di
spiantati, in attesa di trasloco.
TRE CITTÀ
Oggi a Tijuana si riconoscono tre
diverse città. C'è la città dei turisti,
con grandi alberghi e servizi ultra-
moderni; c'è poi la città storica,
onnai ridotta a poca cosa, i cui abi-
tanti probabilmente non sono nem-
meno più discendenti dei primi co-
loni. E c'è, infine la città delle ma-
quiladora, le industrie statunitensi
di assemblaggio che sono dissemi-
nate in tutti i quasi duemila chilo-
metri di confine, ma che qui vedono
la maggiore concentrazione. Sono
proprio le maquila che attirano fiu-
mane inarrestabili di diseredati, in
cerca di lavoro, di disperati pronti a
varcare il confine d' acciaio - che
lambisce la città e penetra per qual-
che centinaio di metri nel mare -
appena se ne presenti la minima oc-
casione, anche illegale. Proprio un
particolare di questa strana frontiera
serve a far capire il clima che si re-
spira a Tijuana, due milioni di abi-
tanti o forse più - la città cresce si
può dire ogni giorno - dispersi a
perdita d'occhio su un immenso ter-
1itorio collinare, abbarbicati con le
loro baracche/trappola perfino sulle
pareti scoscese di incredibili cafio-
MAGGIO 2001 BS
Immensi cimiteri di macchine.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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e centinaia di culture.
r
Il direttore dei confratelli di Tijuana padre Prieto Javier
con padre Raul Curiel incaricato dell'oratorio Don Bosco.
Il primo oratorio, ora abitato da una famiglia.
nes. Razionalizzando lo spazio alla
maniera di Hong Kong, potrebbe
contenere tanta gente quanta ne ha
Mexico City! Mi ci gioco la testa!
CALAMITÀ
La manodopera è a costo straccia-
to. Per questo le maquila sorgono
come funghi , altrimenti se ne sta-
rebbero rintanate negli USA. -r ser-
vizi sono quasi inesistenti: le strade
dell 'immensa bidonville, ad esem-
pio, semplicemente non sono strade,
tant'è che i tram si contano sulla
punta delle dita: non potrebbero gi -
La Chiesa di Maria Ausiliatrice
a Tijuana.
Scritta bene in vista : è essenziale
distinguersi tra centinaia di sétte.
rare tra i vicoli assurdi e le pendenze
impossibili dei caiiones, e in strade
con fosse che assomigliano più a
foffe, e fondi che sembrano letti di
un fiume. In compenso circola un
esercito di vecchissimi taxi, vetture
decrepite scartate dagli Americani,
che s'infilano ovunque facendo ve-
nire i brividi a passeggeri e passanti.
Del resto, attraverso alcuni chiassi
non si passa nemmeno con la fanta-
sia. Il paesaggio è allucinante. Vec-
chie e puzzolenti carcasse di mac-
chine, regalo cariiioso degli USA,
si estendono a coprire intere colline,
nuovo tipo di erba, tipica dell 'era
del consumismo sfrenato. Il fetore
rancido dell 'olio bruciato e la puzza
di benzina ti penetrano nelle viscere
assieme alla polvere, incontrastata
signora dei tempi di secca; il fango
invece attanaglia senza pietà uomini,
case e cose nei periodi di pioggia,
quando voragini improvvise spazza-
no via interi quartieri che gli argini,
fatti con pneumatici vecchi riempiti
di terra, non possono arginare.
L'inquinamento è semplicemente
insopportabile: gli danno man forte
le maquiladora, i cui scarti, ferro,
vernici, prodotti chimici, vetro, fila-
ti, tessuti sintetici, oli combustibili,
grassi, legno, cartoni, copertoni, e
plastica, plastica, plastica, rischiano
di cambiare la carta geografica della
zona. Le condizioni degli operai so-
no quelle di cento anni fa: dieci/do-
dici ore di lavoro per cinque/sei dol-
lari al giorno. Le organizzazioni ma-
fiose che trafficano clandestini sono
numerose come le mosche. E ci scap-
pano morti ogni giorno nella invali-
cabile frontiera protetta da cannoni,
da guardie/cecchini dotati di fucili a
guida laser, cani, camionette, retico-
lati, cavalli di frisia e corrente ad
alta tensione._.
SALESIANI A TIJUANA
In questo incredibile pullulare di
contraddizioni i salesiani hanno in-
ventato la loro presenza con il co-
raggio della fede o, secondo un ve-
dere umano, dell' incoscienza. Han-
no disseminato nel grande territorio
otto oratori; tra i due più lontani
corrono trenta chilometri! Oratori
che chiamarli di frontiera è fargli un
complimento. Il lavoro è immane, e
i figli di Don Bosco oltre che pensa-
re all'anima, com'è loro dovere,
pensano alle fogne, alle case, alla
scuola, ai vestiti, alle mense, ai la-
boratori, al pronto soccorso, come
carità cristiana comanda.. . Li coa-
diuvano gruppi di volontari che han-
no accettato fino in fondo di giocare
il gioco! Sono uomini da fargli il
monumento! Ma per loro è tutto
normale! E compiono un ' impresa
da titani: convincere la gente di
considerarsi persone e non macchi-
ne da sfruttare, nati per vivere e non
per abbruttirsi nel lavoro, destinate
agli affetti, alla pacifica convivenza,
alla comunione, e tutti, proprio tutti
figli dello stesso Padre. Hanno ac-
cettato con l 'audacia di Don Bosco
questa impossibile sfida. Ciascuno
di loro fa tanti mestieri, s'inventa di-
rettore di anime, amico, medico,
manovale, professore, architetto...
Fa davvero meraviglia. Stare una
giornata con loro è sperimentare il
miracolo. Passano da un lavoro al-
1' altro con una naturalezza sconcer-
tante. E non si fermano mai. La sera
rientrano tutti nella casa comune, e
si raccontano le esperienze della
giornata. E ne hanno sempre di nuo-
ve, sempre di diverse, sempre me-
morabili. Salesiani di frontiera. O
(Serviziofotogrqf1co de/l'autore)
BS MAGGIO 2001

3.2 Page 22

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LETTERA Al GIOVANI
Carissimo,
scrivo, non scrivo? Te lo
dico, non te lo dico? Sono
sicuro di quello che sto
per decidere o è tutto
ancora in alto mare? Mi
butto!
,
MAGGIO 2001
E uno dei mesi più belli dell'anno;
il perché non lo so; so solo che è così.
Lo percepisci, lo annusi nell'aria . .. e nel cuore.
Di colpo ti senti più generoso, più aperto,
più disponibile a seguire la strada, la tua,
a scoprire la tua vocazione.
Ho preso la decisione di
farmi sacerdote. Un po'
tardi, perché questo pen-
siero, come un galleggian-
te, ritorna d i tanto in
tanto nella mia vita d i
ragazzo, d i studente e
non solo all 'indoma ni della
mia sudatissima laurea.
Mi sta succedendo qua l-
cosa di più importante d i
un posto di lavoro, di un
signor stipend io. Quando
l'ho detto a mia madre,
non l'ho guardata neg li
occhi, ma l'ho sentita nel
cuore. So che mi ama più
di prima anche se è rima-
sta senza parole e ades-
so il suo silenzio mi pesa
come un macigno. Spero
solo che il suo sguardo
sia in d irezione del mio
cuore. Non sono santo e
ta nto meno senza frag i-
lità e lim iti.
So cosa vuol dire innamo-
rars i.
STAMMI A SENTIRE
UN RA
A5
Non è alto tradimento
accorgerei di un Amore
più grande. Continu erò ad
amare, di più e meg lio: mio
padre, mia sorella, gl i
amici, la ragazza che ho
lasciato. È come se un
uomo venuto da lontano,
anzi l'uomo del mio futuro
prendesse possesso della
mia anima, troppo tempo
latitante. Questo ipoteti-
co incontro avviene non senza sofferenze. li sog no
non è utopia. È attesa, pazienza, speranza. Da qual-
che mese è preghiera, impegno, lotta . Facile per me
dire: "Mi abbandono a te ... mi rimetto a te", ma non
sono Agostino. I pensieri dentro di me sono grandi,
certo più grand i di me: come ingegnere vorrei costru i-
re uman ità, solidarietà; come giovane del terzo mil-
lennio mi piacerebbe crescere senza frontiere, pregiu-
dizi; la mia città è la dove
abita l'uomo.
Non sto pensando a quel-
lo che sono, ma a quello
che Dio vuole che io sia.
Mi capiranno gli amici con
cui ho condiviso tempo e
d i v e r tim ento?
Giunge un momento nella
vita in cu i ci si rende
conto che se non diven-
tiamo responsabili di noi
stessi, nessuno se ne
farà carico. La vocazione
è come la fame. Se non la
soddisfi, ritorna. È una
battuta forse fuori posto
o fuori tema, ma questo
languore da tanto tempo
è dentro di me.
Ho paura. Ce la farò?
Dimmi qualcosa, altrimen-
ti salto come un tappo di
spumante, nel pieno di
una festa. Gesù, Gesù,
Gesù. So lo Tu, solo Tu,
solo Tu . Mi sento in debito
co n tanti . Non te lo na-
scondo: ho pianto.
Gesù è più forte di me,
che rimango piccolo, pie-.
colo; fragile, fragile.
Quando queste mie righe
giungono sulla tua scriva-
nia, mettile sotto il Croce-
fisso: è il suo posto, da
non vogl io muovermi. Ciao
Carlo Terran eo
MAGGIO 2001 8S

3.3 Page 23

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••••••••••••••••••••••
A Torino Valdocco, Casa Madre dei salesiani
di Don Bosco, esiste una grande e importante raccolta,
unica al mondo, dovuta alla passione di un sacerdote,
che testimonia la devozione popolare alle reliquie,
ai santi, ma soprattutto alla Madonna.
••••••••••••••••••••
MUSEI SALESIANI ':,
<-~ ,·:-,.::--."""'
·=-· ...
CENTRO DI
DOCUMENTAZIONE STORICA
E POPOLARE MARIANA
••••••••••
di Morra/Maffioli
Sotto il pavimento della basilica torinese di Maria Ausiliatrice,
nel cuore ·stesso del santuario, sono conservate le testimonianze
storiche e artistiche del culto alla Madre di Dio.
Il Centro di Documentazione
Mariana, Sullo sfondo il quadro
dell'Immacolata fatto dipingere
da Don Bosco nel 1882 dal pittore
G. Rollini.
•••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MAGGIO 2001 • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
: rr=I1=======::::::=======::====-====::;;;;;;::::::=::::;;:==:;;;;::::;;;;:~~=~====~========="=====;:;; ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
propone Dio dispone" (in questo
caso fu la Madonna a disporre) e
fu così che una istituzione che
documentasse il valore e il vigore
della pietà mariana popolare ri-
prese vita nel 1978.
Nell'ottobre del 1978, l'ingente
materiale documentario mariano,
circa 120 quintali, raccolti in lun-
ghi anni da don Pietro Ceresa, fu
trasportato da Bologna a Torino e
collocato nei locali dell'ampia
cripta del santuario di Maria Au-
siliatrice. L'Archivio Storico Ma-
riano di Bologna divenne così il
Centro Salesiano di Documenta-
zione storica e popolare Mariana
di Torino.
LA PRIMA SALA
Don Pietro Ceresa,
sacerdote salesiano,
principale artefice del Centro.
1 centro di documentazione
storica e popolare mariana
nel la sua struttura attuale si
deve a don Pietro Ceresa, un sale-
siano morto il 19 aprile 1997, ma
la sua storia inizia nel 1918,
quando nella cripta del santuario
fu inaugurato (il 23 maggio) il
Museo del culto di Maria Ausilia-
trice. Al Iora iI curatore era don
Maggiorino Bo~gatello, un_ sa_lesia~
no cne aveva vissuto ventIseI anni
nelle missioni della Patagonia e
Terra del Fuoco. Don Borgatello
visse ancora 11 anni, durante i
quali la sua opera si accrebbe e fu
valorizzata. Dopo la sua morte,
tutto entrò nell'ombra e gli oggetti
furono dispersi, anche in seguito
ai lavori di ampliamento del san-
tuario e ai tragici eventi causati
dalla seconda guerra mondiale.
Ma, coIrie si è soliti dire: "L'uomo
li Centro, che si propone di do-
cumentare la devozione e il cul-
to, sia antico che moderno, tri-
butato a Maria dal popolo cristia-
no, è suddiviso in tre grandi set-
tori: una zona destinata a esposi-
zione permanente; una zona ri-
servata alle mostre temporanee e,
infine, una biblioteca, con annes-
se raccolte di vario tipo, a dispo-
sizione di ricercatori e studiosi .
Già lungo le scale che portano
alle sale di esposizione i visitatori
possono ammirare alcuni ex voto
e dipinti devozionali, un tempo
conservati nella basilica di Maria
Ausiliatrice e scampati alla quasi
Presepio napoletano (sec. XVIII)
in legno e stoffa. (foto Mo/aro)
Reliquiario in legno e metallo con
quadro in olio su legno (sec. XIX).
totale distruzione, avvenuta negli
anni 1935-38, durante gli impo-
nenti lavori di ampliamento del
santuario .
li reparto destinato all'esposi-
zione permanente è suddiviso in .
tre settori. La prima sala potrebbe
essere intitolata: Maria nella de-
vozione popolare. -Vi è raccolto
quanto si riferisce alla vita di
Maria e di Gesù a partire dalla
natività (sia di Gesù che della
Vergine) fino ai piedi della croce.
Sono conservate delle interessanti
raffigurazioni del Natale, presepi
preziosi provenienti da diverse
parti del mondo; immagini della
Madonna in legno, terracotta, ce-
ramica e persino in pasta di sale.
Campeggia in mezzo a queste il
quadro dell'Immacolata fatto di-
pingere da Don Bosco nel 1882
dal pittore Giuseppe Rollini, lo
stesso che alcuni anni dopo affre-
scherà la cupola della basilica. Vi
compaiono preziosi cimeli ri-
guardanti la Vergine Addolorata,
fa Passione di Gesù, con un oc-
chio di riguardo alla S. Sindone.
In vetrine distinte, sono raggrup-
pate le immagini della Madonna
venerate nei principali santuari
sparsi per il mondo. Una vetrina
racchiude una grande v.arietà di
rosari, usati per la devozione pri-
.1 : • • MAGGIO 2001 8S • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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•••
••••••••••••••••••••••••••••••
vata e dalle diverse famiglie reli-
giose; vi è pure conservata una
corona del rosario usata da Don
Bosco.
SECONDA E TERZA SALA
La seconda sala è ded icata a
Maria Ausiliatrice e Don Bosco.
Vi si possono am mirare il disegno
esp licativo e il bozzetto del qua-
dro di Maria Ausiliatrice presen-
••
••••••••••••••••••••••••••••••
Don Bosco al Municipio di Torino
per l'a utorizzazione a edificare la
basilica di Maria Ausiliatrice.
La terza sala è dedicata alla de-
vozione a Maria Ausiliatrice nel ·
mondo. Una statua dell'Ausiliatri-
ce donata al superiore dei salesiani
don Egidio Viganò da un vescovo
della Cina del nord fedele a Roma,
durante il suo viaggio in Cina del
1987, è collocata in mezzo a mol-
tissime immagini della Madonna
•••••••••••••••••••••••
tati a Don Bosco dal pittore Lo-
di fattu re diverse, e nei materiali
più svariati, provenienti dalla Pale-
stina, dall'India, dall'America La-
tina e dal l'Africa.
BIBLIOTECA E MOSTRE
li Centro è dotato di una fornitis-
sima biblioteca (nella quale è con-
fluito un consistente fondo donato
dal co lonnello Armando Marini
Vergine col Bambino in terracotta
policroma (sec. XVIII?).
renzone. Sono pure esposte una
di Roma) che comprende opere
di consu ltaz ione genera le sulla
Madonna e sui santi, con partico-
lare riferimento ai sa ntuari mari a-
••
tela del pittore E. Reffo, del 1896, ni presenti in Italia e all 'estero.
. con raffigurato sa n Francesco di Possiede alcune pubblicazioni del
Sales e quella di P. G. Crid a di- Cinquecento, del Seicento e del
pinta nel 1955 co n san Domeni- Settecento, parecchie anche del-
co Savio in preghiera davanti all a l'Ottocento e del Novecento, ric-
statua dell'Immacolata. Le vetrine che di noti zie ri gua rdanti la devo-
racchiudono l'ostensorio, rega la- zione mari ana e la storia dei san-
to nel 1858 da san Giuseppe Ca- tuari, difficilmente reperibili al-
fasso a Don Bosco per la chiesa trove. Ai volumi si aggiungono le
di San Francesco di Sales; la tela annate di numerose riviste maria-
di Maria Ausiliatrice con fattezze ne, e una miscellanea di articoli
cinesi, fatta dipingere a Pechino comparsi su riviste e giorn ali non
I Bozzetto del Quadro di Maria
Ausiliatrice commissionato
da Don Bosco al pittore Lorenzone.
P~ova dei colori.
dal salesiano don Mario Acquista-
pace. Sui tavoli sono esposte le
cop ie dei progetti, presentati da
specialistici. Un ampio settore
della biblioteca è dedicato ai libri
della pietà popolare che costituì-
I Modellino della Basilica di Maria Ausiliatrice,
costnlito in scala, con 14.300 fiammiferi,
d. Frnnco Moardi di Treviglio. (fo to Mo/aro)
I Modellino della Casetta nativa di Don Bosco ai Becchi,
costruita in perfetta scala, con mattoni veri,
da Rapolla Michele di Venosa. (foto Notario)
•••••••••••••••••••••••
~ • • • • • • • • • ,1, I • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MAGGIO 2001 • • :

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
poranee. In spec iali occas ioni si
allestiscono espos izioni monote-
matiche attingendo al copioso ma-
teri ale conservato nel centro . Tro-
va no anche posto in questi am-
bi enti alcune vetrate, restaurate,
che un tempo orn avano la bas ilica
e che furono danneggiate durante
i bombard amenti der 1943 .
••••••••••
IMMAGINETTE
Vi sono poi le racco lte di mate-
riale va ri o. Il fondo che raduna le
immagi nette supera le 30.000 uni-
tà; le picco le immagini coprono
un arco di tempo che va da l 1600
I Tela di Maria Ausiliatrice con
fattezze cinesi, fatta dipingere a
Pechino dal salesiano don Mario
Acquistapace. (foto Mo/aro)
al 1900. Ve ne sono di lavorate
ad ago e a fo rbice, in perga mena
e di ca rta di pinta, con la corni ce
di pizzo di prod uzione francese,
tedesca e itali ana. Un'a ltra rac-
co lta fo rnitissima è quell a dell e
incisioni, de lle litografie e cromo-
litografie con compos izioni origi-
nali o riprodu zioni di opere dei
maggiori arti sti sia ita liani che
esteri , tutte riguardano fatti della
vita di Gesù e dell a M adonna. Il
•••••••••••••••
centro conserva anche un' interes-
sa nte racco lta di ca rto line, di ca-
lendari, di scapolari, di medaglie
e di fra ncobolli sempre legati all a
Scultura di radici d'albero
raffigurante gli antenati (Giappone).
•••••••••••••••••••••••••••
scono un patrim oni o interessa nte
da l punto di vista stori co, reli gio-
so, iconografico ed ed itoria le.
Alcun i ambienti, corri spondenti
ai locali sottostanti la pri mitiva ba-
sili ca, sono destinati a mostre tem-
devozione mariana.
Il Centro è stato intito lato a do n
Pi etro Ceresa in rico noscimento
dei suoi meriti di fo ndatore e cli
curatore per tanti anni .
M o r r a / Maffioli
•• 'l- ff' ' ' ,.,,,. .....
P'17.,i..'•
.,"ff
I.
.
'.'I,·
IJ,,
~\\
\\ i.)
,.. ~, Hl
I Le immaginette superano
le 30.000 unità e ricoprono un arco
di tempo che va dal 1600 al 1900.
(foto Mo/aro)
••
• • MAGGIO 2001 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.7 Page 27

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TORI
PIANISTI?
di Jean-Françols Meurs
e aro Doctor J., penso, e
((
non sono il solo, che la
scuola livelli verso il
--~asso, a detrimento dei più dotati.
E un 'ingiustizia! Non crede sarebbe
il caso di scrivere una Carta dei
Diritti dei superdotati, perché pos-
sano beneficiare di un insegna-
mento a loro misura, invece che
essere frenati da una massa che
non sa che farsene della cultura, e
si lascia abbruttire davanti alla tele-
visione, avallando programmi di
una insipienza vertiginosa? Chi ha
ricevuto molto deve dare molto;
non è forse la conclusione della
parabola dei talenti? Bisogna che
la scuola sia capace di fornire alla
società l 'élite di cui ha bisogno.
Siamo realisti, non si può chiedere
troppo a chi ha ricevuto poco: non
si può far suonare il trombone a un
canarino !
(Paolo, Perugia)
Caro Paolo,
non si può nemmeno far suonare
un pianoforte a un toro , ecc. ecc.
Salvo che bisogna fermare i para-
goni in tempo e rendersi conto che
i fanciulli non sono animali. Così
come i superdotati non sono mac-
chine calcolatrici o computer: sono
degli esseri umani che hanno altri
bi sogn i oltre a quelli dell'intelletto .
Non potrebbero avere degli han-
dicap , per esempio , nella loro vita
affettiva, sociale o spirituale? Non
si è superdotati in tutti i campi. La
scuola ha per missione di formare
l'uomo integralmente, cio_è svilup-
parne tutte le dimensioni. E uno dei
luoghi/ch iave della civ iltà . Per il
e fJ l HAI VISTO
A COSA SERVONO
QUM/TO /
ot..JO \\
tAVI !,,
I PROFF ?
~
I
,( - ~
~ - -~
superdotato l'incontrare ragazzi dif-
ferenti è fondamentale. Se si trat-
tasse solo di performance intellet-
tuali basterebbero i sistemi informa-
tici di programmazione didattica.
Quello che non può apprendere da
solo , davanti al computer, è la vita
di gruppo.
Il tuo ragionamento si appog-
gia su una visione naturalistica
dell'uomo e delle disuguaglianze.
Pensa alla definizione in voga di
quoziente intellettuale: un capitale
permanente che non cambia nel
corso della vita. Quello che può va-
riare, però, è lo sfruttamento par-
ziale o totale di questa intelligenza;
il lavoro pedagogico consiste nel-
l'impedire allo scolaro di essere un
parassita, e permettergli di rendere
il massimo possibile . Pensa anche
alla concezione del carattere : si na-
sce così e non si cambia più . Non
è vero : l'educazione può arginare i
difetti e canalizzare le qualità. Sba-
glia, pertanto , l'astrologia che con-
sidera il temperamento e le possibi-
1ità umane come fissate per sem-
pre da una configurazione astrale:
è una visione poco aperta all 'idea
di evoluzione e di progresso , poco
ottimista e poco degna dell 'uomo .
Oltretutto non è nemmeno giusto
convertire in vantaggi scolastici
quelli che sono vantaggi sociali e
culturali delle famiglie benestanti , le
quali hanno in più il privilegio di
decidere ciò che è valido o no per
la società. In questo caso sarebbe
un guaio essere un genio ma non
farsi riconoscere come tale da chi
ha le leve del potere. È quello che
è capitato a Mozart, quando ha
scelto di diventare artista indipen-
dente, cioè di non sottomettere più
la sua arte ai gusti dell'aristocrazia
che controllava il mercato della
musica. Quando l'imperatore e il
suo entourage si disinteressò a lui ,
Mozart conobbe la galera e una
fine tragica.
Oggi si sono sviluppate nuove
correnti pedagogiche, arricchite
da concezion i sociologiche e psico-
analitiche che stanno dimostrando
come sia possibile aumentare la
capacità d'apprendimento in tutti i
fanciulli e a tutte le età, perciò insi-
stono sull 'educabilità dell 'intelli-
genza e sulle possibilità di sviluppo
delle capacità d'apprendimento . Es-
se mostrano anche che molti sog -
getti in conflitto con la cultura, sono
in realtà in conflitto con se stessi.
Ora, alcuni adulti "mediatori" pos-
sono servire da intermediari , per ri-
conciliarli con la cultura e, conse-
guentemente , con se stessi. Fu f t i
una grande intuizione di Don Bo- mal
sco , volgarizzatore e genio della
comunicazione , quella di riconci-
liare i giovani con la cultura, la so-
cietà e la religione. Oggi s'incon-
trano professori cui piace giocare
questo ruolo . Penso a chi si rifiuta
di dire : "Con questi alunni bisogna
accontentarsi di parlare di moto e
motori", invece li invogliano a fare
teatro , perché in realtà questi gio-
vani sono assetati di cultura e di
protagonismo . C'è anche chi inse-
gna poesie ai manovali di 14 anni ,
nati in periferie "sensibili". Sorpreso
e incantato , li ho sentiti declamare
degli interi poemi in un cantiere
estivo al quale li avevano invitati , e
ci prendevano pure gusto.
Il segreto non è nella didattica
ma nel contatto. È un 'altra leva
fondamentale della pedagogia di
Don Bosco: la relazione affettiva.
Questi professori credono nelle
capacità di sviluppo dei loro allievi ,
sono esigenti perché sperano mol-
to, e li amano veramente facendosi
loro vicini e familiari . Quello che
constato è che i giovani aumentano
le capacità d'apprendimento nello
stesso tempo in cui cresce il pia-
cere e la volontà di essere felici .
o
BS MAGGIO 2001

3.8 Page 28

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Iniziativa e creatività sono richieste in missione per aiutare
I TOUBA, MALÌ. Ragazze e ragazzi
felici di trovare una casa e degli affetti
nella missione.
di Maria Antonia Chinello
DIARIO AFRICANO
e ontinua a colpire l'attenzio-
ne, anche di chi è già stato
lento, la conversazione nelle strade,
la sofferenza impressa nel volto e la
si legge visibilmente la beatitudine
di coloro che possiedono la terra.
altre volte in Africa, la viva- semplicità degli ambienti, situati Ogni volta che si torna in Africa,
cità di questi popoli, sempre in spesso in zone insalubri alla perife- si riscontrano pure cambiamenti ,
cammino lungo le strade di polvere ria delle città, sono dati caratteristici segno di quel desiderato svi luppo
o nella brousse. Le donne non sono e costanti . Impressiona in maniera che si vo1Tebbe raggiungere. Le stra-
mai so le; portano il bambino o la tutta particolare la serenità sul volto de e gli aeroporti , in genere, sono
bambina sul dorso o sul petto. L'ag- di alcune donne impegnate in lavori migliorati o sono in co rso lavori di
glomerars i nei mercati, la vita e il duri , un certo stile di vita alternati vo restauro. Richiamano l' attenzione,
lavoro duro delle persone, il ritmo a quello occidentale. Guardandole, tra l' altro, le cabine telefoniche dis-
YAOUNDÉ, CAMERUN. Suor Eleonora Fulcini in mezzo
ai giovani dell 'oratorio. Si prepara il pranzo.
MAGGIO 2001 BS
POINTE NOIRE, CONGO/BRAZZAVILLE.
Suor Giulia Russo e le giovani del Centro promozionale.

3.9 Page 29

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più poveri tra i poveri.
Un itinerario
in otto stati con etnie,
culture e religioni
pdaivneorsrea.mAi.tstreamvperresonuovi.:
dalle immense savane
alle foreste equatoriali.
Visitiamo gli avamposti
della missione africana
delle Figlie di Maria
Ausiliatrice.
L'AFRICA VI ATTENDE! .
le arale che Don Bosco sen~,
~~r~nta~o 188~ , a Parigi 1 dal cardi-
nale Lavigerie . E nota la risposta del
santo · «Eminenza, siate certo che_ se
noi p~ssiamo fare qua\\cosa _,n Afnca,
tutta la Famiglia salesiana e con me
a dis osizione dell_' e_m(nenza vost'.a.
Manderò colà i m_ie1 f1gh :• Non fu lui~
inviare i salesiani ,n Afnca, ma appe I
na tre anni dopo la sua morte , ne _
1891 sette salesiani su man_dato ~,
don Rua, lasciavano il porto d_, Marsi-
glia diretti a Orano in Alger(a· Due
cr aaNnnenci.hliePa·1unl·entiFa1rigd9li8'ie•0n-d8e1il ,M1ca,8. r9fiua3,,-1A_nau·1rsar1ni·1vc,·aa1·vt0na·cdneeo.l
Pr~getto Africa per iniz_1at1va del .
xt1f p1tolo Generale XXI dei sales,~n~ Ilo .
stesso progetto fu assunto pio1
FMA nel Capitolo Gener<;1 e
,
1982. Le lspettorie di Fr~nc1a e della
Spagna e altre successivamente , n-
s osero generosamente a ciuesto ap-
p~llo donando sorelle e coinvolgendo
le comunità educ_anti nella raccolta
dei mezzi econom1c1.
seminate lu ngo i quartieri delle città
e dei villaggi e l'uso dei cellulari,
quando appena due anni fa comuni-
care fra i piccoli centri abitati era
impossibile e impensabile. Le mis-
sionarie notano il salto epocale che i
popoli africani sono indotti a vivere
dai modelli consumistici dell'occi-
dente, come la corsa al denaro, che
produce la crescente criminalità e il
fmto. Contemporaneamente conti-
nuano a mancare del necessario per
una vita degna e sana. Ci sono, in-
fatti , persone che non hanno di che
vivere e patiscono la fame; manca-
no gli ospedali, le scuole e gli am-
bienti di educazione per tutti. L'I-
I LOM É, TOGO. La spiaggia,
luogo di duro lavoro per bambini
e giovani donne.
slam sta acquistando terreno anche
in questi paesi. Le comunità delle
Figlie di Maria Ausiliatrice e dei sa-
lesiani dell'Africa occidentale sono
circondate da moschee.
FOTOGRAMMI
TOUBA (MALÌ). La comunità è
stata aperta nel 1985. Il villaggio,
200 famiglie, appartiene alla diocesi
di San, a 530 km da Bamako. La
strada esiste fino a questa città. A
partire da qui , sembra che il tempo
si sia fermato. Suor Augustine si
bccupa dell'animazione e della for-
mazione dei catechisti in 62 villag-
gi; suor Marcelle coordina con le
donne del vill aggio un 'attività di
micro-credito per sostenere l'impre-
sa fami liare. Suor Adriana, argenti-
na, è impegnata in uno studio della
realtà delle scuole rurali di base,
sparse sul territorio della missione.
Sorte per iniziativa della comunità
dei villaggi, sono finalizzate ad ac-
compagnare la qualità educativa e la
formazione dei professori.
LOMÉ (TOGO). Il "Centro di
formazione femminile Marie Domi-
nique" accoglie ragazze o giovani
donne che vengono da vari villaggi ,
e hanno difficoltà a pagare una quo-
ta anche minima. La problematica
dell'educazione femminile è molto
sentita: c'è grande differenza di abi-
tudini e di costumi tra la vita che le
ragazze sperimentano al Centro e
quella che conducono nei villaggi.
Spesso, quando ritornano nelle pro-
prie famiglie , si sentono disorientate
e dimenticano ciò che hanno impa-
rato . La comunità, insieme agli in-
segnanti, ha deciso di uscire sulle
strade, nei quartieri, per cercarle,
sensibilizzare le famiglie e offrire
un orientamento personalizzato. Le
hanno incontrate sulla spiaggia, so-
gnata dai turisti e propagandata dal-
le agenzie di viaggio. Ma non sono
sogni, è duro lavoro per loro. Ore e
ore sotto il sole per setacciarla e poi
venderla alle imprese edili.
YAOUNDÉ (CAMERUN). Nel
1998 era vivo il sogno della "Cité
Marie Dominique". Oggi tutto è realtà
che cresce. Accanto all 'oratorio, opera
con cui le suore si sono presentate sul
territorio, la scuola materna che ha
avuto recentemente il riconoscimento
ufficiale del Governo, e accoglie quo-
tidianamente 130 bambini.
Nel CenlTO professionale ha preso
il via il Progetto di Formazione per
educatori/trici di altre scuole o di
centri di promozione della donna. Da
gennaio a giugno di quest'airno sa-
ranno accolte 12 giovani do1rne dai
20-35 airni, che frequenteranno corsi
di specializzazione. Un progetto di
grande sperai1za per incrementare la
qualità professionale e educativa dei
Centri di formazione al lavoro.
POINTE NOIRE (CONGO,
BRAZZAVILLE). È da tempo che
si attendevai10 le FMA. Finalmente
dall'ottobre 1998 sono presenti. C'è
da ringraziare la caparbietà dei sale-
siani che hanno atteso con fiducia,
orientando alcune giovani a dedi-
carsi al Signore nella scia di Don
Bosco e di Madre Mazzarello. È un
paese appena uscito dalla guerra,
con indici elevati di migrazione in-
terna e di rifugiati , soprattutto nella
capitale, Pointe Noire. La situazione
economica delle famiglie è di gran-
de sofferenza e povertà. La comu-
nità ha attività promozionali per ra-
gazze e giovani mainme in una casa
presa in affitto. Sono ambienti pic-
coli ma hanno il sapore dell 'esserci
tra la gente.
O
BS MAGGIO 2001

3.10 Page 30

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IL
MESE IN
LIBRERIA .. eppeMoton\\e
o curo d1 G1us
Cot u ., , lJI EDl.:CAZIO'\\E f JSJc "
DimtM da Ciustppe Clllit
GIOCHI
SPORTIVI
t
PICCIN
GIOCHI SPORTIVI
di A. Lombardozzi
(e altri)
Ed. PICCIN,
Padova 2001
pp. 220
Si offre una riflessione
sul gioco , che nel no-
stro contesto culturale
ha perso molto del suo
valore "umano" e "ludi-
co". La rivincita del
gioco come vero gioco
è possibile solo se chi
se ne interessa sarà
capace di difenderlo
da aggressioni ester-
ne! Gli autori ritengono
indispensabile il recu-
pero di questi valori,
perché, pur assumen-
do le discipline spor-
tive un significato rile-
vante , non trovano ri-
scontro nella letteratu-
ra. Le problematiche
sono ben approfondite,
e interessano tutti gli
operatori sportivi. Oggi
i giochi sportivi dovreb-
bero sottolineare la di-
mensione ludica. Esso ,
come espressione di
libertà e di creatività
motoria, aspetta una
rivincita contro chi ha
attentato alle sue più
esaltanti espressioni,
proponendone senza
scrupoli aspetti che lo
mortificano .
MAGGIO 2001 BS
~
~~UALE
SPIRITUALITÀ
SALESIANA
Cento parole chiave.
di Francis Desramaut
LAS , Roma 2001
pp. 704
L'opera di rifl essione si
colloca a metà strada tra il
vocabolario e il dizionario
propriamente detto , e in-
tende illuminare, attraver-
so le 100 parole chiave
della storia della spiritua-
lità salesiana , co loro che
si interessano di Don Bo -
sco e del suo metodo edu-
cativo . Si possono così
assaporare tematiche ac-
costate con una riflessione
sistematica incentrata su l-
le 100 parole ritenute le
più importanti della mis-
sione salesiana nel mon -
do. Perché spiritualità? È
come una realtà che riflui-
sce dall 'insieme vivente e
quindi cangiante di idee,
sentim enti , principi , com -
portamenti e modelli , che
dirigono più o meno chia-
ramente e più o meno co-
scientemente la vita spiri-
tuale della famiglia religio-
sa di Don Bosco. Una ca-
ratteristica : ogn i parola ne
porta all 'origine la sua
esperienza diretta. Il lavo-
ro è destinato ai membri
della Famiglia Salesiana
pressata dal suo lavoro
aposto lico .
FRANCtS DESRAMAUT
SPIRITUALITÀ
SALESIANA
Cento parole chiave
LA PROPOSTA DEL
VANGELO A CHI NON
CONOSCE IL CRISTO
di Joseph Gevaert
ELLEDICI ,
Leumann (TO) 2001
pp. 184
Joseph Gevoert
L.A PROPO$,A l>EL.
A nessuno sfugge che og-
gi la fede cristiana è più
un scelta che una apparte-
nenza anagrafica. Anche
ai cristiani tradizionali si
richiede la scelta della fe-
de. La pastorale e la cate-
chesi sono su questa lu n-
ghezza d'onda? Una ri-
sposta è possibile trovarla
in questo testo che non ha
solo un taglio missionario
nel senso stretto del termi-
ne , ma è anche uno stru-
mento di riflessi on e per
quelle comunità parroc-
chiali che vogliono coglier-
ne gli elementi che favori-
scono una catechesi posta
nell'ottica del primo annun-
cio . Conosce Gesù Cristo
chi , pur avendo partecipa-
to a diversi anni di cate-
chesi in parrocchia ha ri-
cevuto i sacramenti? Co-
nosce Gesù Cristo quell'a-
dulto che si dice cristiano,
ma non ha fatto esperien-
za autentica di vita secon-
do il Vangelo? L'itinerario
tenta di rispondere a que-
ste domande.
PENSIERI PER UNA
BUONA EDUCAZIONE
Essere adulti, educatori,
genitori per comunicare
il significato della vita.
a cura dell'AC Ambrosiana
In Dialogo, Milano 2000
pp. 204
Educare è un'arte , ha
scritto il cardinal Martini .
Si tratta di un procedimen-
to che unisce mente-brac-
cio-cuore dell'educatore , a
partire dalla dimensione
spirituale della sua perso-
na, per condurre la libertà
dell 'educanda a riconosce-
re il vero , il bello, il giusto, il
bene , ed operando di con-
seguenza. La "buona edu-
cazione" è dunque quella
che vede impegnati adulti
e ragazzi nella ricerca del
senso dell'esistenza, e nel
preparare la propria libertà
a dare risposta all 'Altro che
ha rivelato e mostrato qual
è il senso pieno della vita.
A sostegno e consolida-
mento di questa prospet-
tiva, il testo scruta la tradi-
zione della riflessione e
della prassi pedagogica
per mettersi in ascolto de-
gli educatori.
P ENSIERI
@
PER UNA
BUONA
ED U C A Z IONE
NON SI FA VEND ITA PER
CORRISPONDENZA. I libri
che vengono seg nalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
direttamente alle rispettive
Editrici.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~~ ~GALOABL~tlfzfcJNE
PROFEZIA
MANUALE DI COOPERA- IL DIFFICILE MESTIERE DOSTOEVSKIJ
ZIONE ALLO SVILUPPO. DI VESCOVO
PROFETA DEL
Linee evolutive, spunti di AA.VV.
NOVECENTO
problematici, prospettive. Cierre Ed ., Verona 2000 di Francesco Forlenza
di A. Raimondi
pp. 272
Ed. Segno, Udine 2000
e G. Antonelli
pp. 152
SEI , Torino 2001
Si tratta di una monogra-
pp. 256
fia, a più voci , di studi sto- Il più famoso romanziere
rici di vita ecclesiale , che russo nei suoi capolavori
abbracciano cronologica- narrativi aveva previsto
mente un periodo dal X al l'affermazione del comu -
XIV secolo e si riferiscono al nismo ateo e del nazismo
Lombardo-Veneto e all'Um- pagano , come ideologie
u . . . . . . . .. . - . ........
bria.
del Novecento , con mezzo
Il ministe ro del Vescovo secolo di anticipo . È que-
nella Chiesa si misura a sta, in estrema sintesi, l'ipo-
difesa dell 'ortodossia e tesi sottesa a questo sag-
della libertà ; ma la crisi gio ancora oggi straordina-
delle istituzioni ecclesia- riamente attuale .
stiche raggiunse il suo cul-
mine proprio durante quel
periodo.
FRANCESCOFOlLENZA
Per cui governare la Chie-
sa fu difficile per tutti , so -
prattutto perché l'incom-
piuta evangelizzazione la-
Questo libro nasce soprat-
tutto da una profonda pas-
sione maturata nel volonta-
riato internazionale (VIS):
quella per la Cooperazio-
ne tra le persone e tra i
popoli ; una cooperazione
per lo sviluppo umano che
raggiunga, possibilmente,
tutte le donne e gli uomini
del pianeta. L'unica cosa
che ti fa andare avanti ,
sciava sopravvivere larghe
sacche di paganesimo tra
i fedeli , asprezze politiche ,
comportamenti poco edifi -
canti del clero .
Con questi limiti si misurò
Raterio , vescovo di Vero -
na, che non perse occa-
sione per scagliarsi contro
i milites e contro il clero e
ribadire la centralità della
sua funzione di Pastore.
Ha il merito di metterlo in
evidenza in maniera bril-
confessano gli autori , è la
lante e coraggiosamente
passione nella consapevo-
controcorrente. In una otti-
lezza che il mondo si può
cambiare , che la povertà
Il difficile
ca teologica e "demonolo-
gica" Dostoevskij previde
non è un accidente della mestiere di vescovo questo universo concen -
Storia, che tutti gli esseri
trato di deviazioni politiche
umani sono uguali davanti
con l'andata al potere dei
a Dio e tutti dovrebbero
"démoni ": "Là ogni mem -
avere gli stessi diritti fon-
bro della società sorveglia
damentali di fronte a qual-
l'altro ed è obbligato alla
siasi autorità. Cooperazio-
delazione. Tutti sono schia-
ne non vuol dire solo agire
vi e nella schiavitù sono
con progetti , ma prima di
uguali. Nei casi estremi c'è
tutto vedere, analizzare ,
la calunnia e l'omicidio, ma
studiare, riflettere e capire i
l'essenziale è l'uguaglian-
problemi del mancato svi -
za". I catastrofici eventi del
luppo , per sensibilizzare
Novecento hanno sottopo-
l'opinione pubblica e riusci-
sto la lezione del roman -
re ad intervenire con po-
ziere russo a una sorpren-
litiche e strategie adeguate.
dente verifica sperimentale.
MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO
(MGS)
CINECIRCOLI
GIOVANILI
SOCIOCULTURALI
(CGS)
Tel. 06/44.70.01.45
email : cgsnaz@iol.it
POLISPORTIVE
GIOVANILI
SALESIANE (PGS)
Tel. 06/44.62.179
email : italia.pgs@pcn.net
TURISMO
GIOVANILE
SOCIALE (TGS)
Tel. 06/44.60.946
email :
tgs.nazionale@flashnet.it
MISSIONI E
VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
VIS (Salesiani)
Tel. 06/51.30.253
email : vis@volint.it
VIDES (Figlie di Maria
Ausiliatrice)
Tel. 06/57.50.048
email :
segreteria@vides.org
SERVIZI CIVILI E
SOCIALI (SCS)
Obiezione di coscienza
Emarginazione
e disagio giovanile
Tel. 06/49.40.522
email: scs@cnos.org
GRUPPI SAVIOCLUB
Tel. 06/44.50.257
email:
mspreafico@pcn.net
BS MAGGIO 2001

4.2 Page 32

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PROTAGONISTI 1
Giovanni, Stefano, Simone
L avoro, studio, fatiche
d'ogni giorno, stan -
chezza e parole , bi -
sogno di riposo e di novità.
[.. .] Arrivi : Polonia, Repub-
blica Ceca, Irlanda, Cile ,
Francia[... ]
Bandiere, tante, alcune stra-
ne, appena nate, tutte mol-
to colorate e pacifiche, inni
nazionali, veglia [...] Corse
ai grandi magazzini , sacco
a pelo, stuoia, telo di nylon ,
spray antizanzare ... K-way
o poncho? Farà freddo la
notte? Ultime telefonate ,
ultimi accordi, ancora inde-
cisioni[ ...]
Tramonto. Milioni di ba-
gliori: lucerne sul prato.
"Saluto tutti voi giovani,
perché siete forti nel Si-
gnore, la Parola di Dio di-
mora in voi , e avete vinto il
Roma 2000. Roma è il
Maligno! ".
2000, Roma e il 2000, due
Dai martiri al Papa a noi:
cifre tonde, due concetti
passaggio della Buona No-
pieni , stanno bene insieme!
vella. Qualcuno s'addor-
Benvenuti! Sacca del pel-
legrino : vademecum, libret-
ti "incontragiovani" e "Gio-
vani in preghiera", cappel-
lino, lucerna e vangelo .
Posti frugali , pasti frugali
(uno ogni 6 buoni , a volte
5, a volte 7, a volte nessu-
no!) , pass per tutti, zona
verde .
JUVENTUS
FELIX
LETTERE DA
TOR VERGATA
menta, qualcuno è sempre
desto , ha cura del sonno
degli altri , c'è chi ricerca
nell 'immensa vallata, in-
contri di voci , musiche,
danze; c'è chi trova l'atteso
intimo colloquio sotto la
tenda di luce , vicino al
Corpus Domini.
Paola ci ferma : "Have you
any questions?" È lì per ri-
Carol Wojtyta, uomo del Ancora una lettera dai partecipanti alla GMG. spondere : "Ora siete nel
nostro tempo, Giovanni Pao-
lo 11 , uomo della fede . "Non
Una ricostruzione originale, in cui palpitano
settore grigio!". Grazie per
i biscotti. Torniamo. L'alba
abbiate paura, aprite, anzi , ancora vivi i ricordi. E ancora una volta la è ormai vicina. Alba ange-
spalancate le porte a Cristo!
Cristo sa cosa c'è dentro
l'uomo. Solo lui lo sa!".
comunichiamo ai lettori, perché quei giorni
continuino a trasformarsi in azione.
lica.
Sentinella, che vedi?
D
Stadio Olimpico, 10.000 per la catechesi , su "ali
d'aquila" [... ]
lncontragiovani nelle piazze di Roma, che canta,
che suona, che balla, viva di giorno e di notte.
Circo Massimo, il "confessionale più grande della
storia". Si arriva da mille strade. Esodo per la fede ,
fiumè di anime. Umili confessori in piedi e lungo la
strada.
S. Pietro, miraggio, angeli idrofori, arcobaleno di lu-
ci, acqua e lacrime ... Porta Santa. Noi beati?
Via Crucis. Via Lucis . Via martirum . Via beatorum .
Via Coeli .
Tor Vergata. Terra promessa, epifa~ia di un pop?lo :
Elicottero bianco, palme ad accoglierlo , sguard i d1
due milioni di volti. Pietra su quelle pietre.
MAGGIO 2001 BS

4.3 Page 33

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MAGGIO
MAI
MAY
MAIO
MAYO
EFFEMERIDI
MAIUS
6: Primo giorno del mese ebrai-
co Ljar.
7: Luna piena.
, 8 maggio 1999: a Bucarest in-
1O: Vom Ha-azmaut, proclama- contra il patriarca ortodosso rome-
zione dello Stato d'Israele.
no Teoctist.
21: inizio del mese Pratile (ca- 12 maggio 2000: a Fatima beati-
lendario repubblicano francese) . fica Francesco e Giacinta.
23 : Luna nuova.
24 : Ascensione.
IERI ACCADE
LUNARIO
6 maggio 1856: nasce Sigmund
Freud , fondatore della psicanalisi.
Il 1° maggio il Sole si leva alle 9 maggio 1978: viene trovato as-
5.07 e tramonta alle 19.03. Il 15, sassinato lo statista Aldo Moro.
alle 4.50 e alle 19.18. Il 20 esce 13 maggio 1999: C. A. Ciampi è
dal segno del Toro ed entra in presidente della Repubblica.
quello dei Gemelli. Le giornate si 16 maggio 1831: nasce David
allungano. Nell'orto trapiantare Hughes, inventore del microfono.
pomodori , peperoni , lattuga e ca- 18 maggio 1990: il treno francese
voli ; seminare radicchio , barbabie- Tgv Atlantique stabilisce il record
tole, zucche, cocomeri , cetrioli ; di- mondiale di velocità: 513 ,3 km/h.
fendere le patate dalla dorifera . 23 maggio 1498: esecuzione di
Nel giardino , piantare zinnie e fra' Gerolamo Savonarola.
bocche di leone ; seminare verbe- 25 maggio 1889: nasce Igor Si-
ne e betulle ; togliere i bulbi fioriti korskij, inventore del primo elicot-
in marzo-aprile, farli asciugare al- tero.
l'ombra e metterli nella sabbia, in 27 maggio 1920: nasce don Lo-
luogo asciutto; portare all 'esterno renzo Milani, priore di Barbiana.
le piante da balcone e annaffiarle 28 maggio 1974: a Brescia, stra-
con prodotti nutritivi ; attenzione ge di piazza della Loggia, con 8
alle lumache e al "bianco" delle morti.
rose. Nel frutteto , trattamenti an- 29 maggio 1986: a Bruxelles, per
tiparassitari . Nel vigneto , elimina- la prima volta sventola la bandiera
re i germogli sterili e iniziare la dell'Unione europea.
cura contro la peronospora. In 30 maggio 1969: la legge n. 300
cantina , alla fine dell 'i mbottiglia- vara lo "Statuto dei lavoratori".
mento pulire le botti .
LA SCOPERTA
I FIORETTI DEL PAPA
L'8 maggio 1886, ad Atlanta, il far-
18 maggio 1920: nasce a Wado- macista John S. Pemberton mette
wice (Krak6w). Buon compleanno , in vendita una bibita ottenuta
Santità.
aggiungendo dell 'acqua gassata a
, 13 maggio 1981 : è gravemente uno sciroppo di sua invenzione : la
ferito dal turco Alì Agca.
Coca Cola.
12 maggio 1982: visita in Porto-
gallo , a un anno dall'attentato .
LE MOSTRE
1° maggio 1991: enciclica Cen- A Trento , sino al 1O giugno, Due-
tesimus annus, sulla questione so- milauno - Sperimentiamo il pre-
ciale .
sente per progettare il futuro pro-
25 maggio 1995: enciclica Ut pone fenomeni non sempre facili
unum sint, sull'impegno ecumenico. da comprendere come laser, celle
Savina Jemina
fotovoltaiche , superconduttori e
"casa intelligente". A Ferrara ,
Palazzo dei Diamanti ospita sino
al 20 maggio Da Canaletto a
Constable. Vedute di città e di
campagna, dedicata alla pittura di
paesaggio inglese dal Settecento
ai primi decenni dell'Ottocento. A
Roma , nell'odierna sede del Se-
nato, sino al 15 maggio, Caravag-
gio e i Giustiniani. Toccar con
mano una collezione del Seicento
riunisce 70 dei 600 dipinti andati
dispersi in musei europei anche
per le vicende napoleoniche.
COLLEZIONANDO
Per i 2000 anni di Cristo, la Gre-
cia ha emesso otto francobolli
con immagini paleocristiane del
Salvatore: sembrano icone in mi-
niatura. Piccole pergamene paio-
no, invece, i tre dentelli del Vati-
cano per i 1700 anni del batte-
simo della Nazione Armena. Le
isole autonome danesi F0royar (o
Faer 0er) dedicano quattro bei
francobolli agli scranni lignei nella
chiesa di san Olav, a Kirkjub0ur.
In Svizzera un espressivo dentel-
lo ricorda i cent'anni della Caritas .
Il Liechtenstein , infine, festeggia
la Pasqua con una serie che raffi-
gura uova-gioiello , un tempo og-
getto di dono tra la nobiltà.
DAI PADRI DEL DESERTO
L'abate Pambo chiese all'abate An-
tonio : "Che cosa devo fare?" . Gli
rispose: "Non fidarti della tua giu-
stizia, non rimpiangere il passato e
custodisci la lingua e il ventre".
BS MAGGIO 2001

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrere
CUSTODIRE LA FEDE
DEI FIGLI ADOLESCENTI
Dopo gli anni del catechismo, vissuti nell'accettazione
incondizionata di ciò che veniva proposto dall'adulto
in materia di fede, la dimensione spirituale dei ragazzi
non sfugge al "terremoto adolescenza".
Verso i quindici anni il giova-
ne, assetato di libertà e auto-
uomo. La troverà se i genitori glie-
ne avranno fornito la mappa. Certi
nomia, comincia a guardare verbi non funzionano all'imperativo .
con occhio critico al bagaglio di Non si può intimare: Leggii Studiai
idee e~e~itate. Convinzioni e prati- Pregai Vai a Messa! E sperare che
che cristiane vengono rimesse in la cosa funzioni automaticamente.
caus~, spesso a tutto vantaggio del
dubbio , della contraddizione dell'e- La prima cosa da fare è non la-
sagerazione e della confusi~ne che sciare solo il giovane di fronte al-
regnano nella sua mente : «Perché le prime grandi scelte della sua vi-
sono stato battezzato quando non ta. I genitori sono chiamati ad ac-
potev~ esprimere la mia opinione? c~ttare questo cammino con atteg-
Che differenza c'è tra risurrezione e giamento di fiducia e speranza. I
reincarnazione? Una religione vale r~gazzi hanno un estremo bisogno
l'altra: l'importante è amare. La reli- d1 trovare nei genitori una grande
gi?ne ... pass! ,, ma la Chiesa pro - capacità di dialogo , nonché una
prio non va g1u . I genitori sono bi- limpida testimonianza di coerenza
gotti! La Messa non è così fonda- tra convinzioni e scelte di vita. Per
mentale : ci si annoia, e poi ci van- questo è necessario che genitori e
no quelli che predicano bene e raz- figli riescano a discorrere tranquilla-
zolano male . L'inferno è un 'inven- mente d_i problemi religiosi . Troppo
zione .. .» . E le domande non fini- spesso invece in famiglia gli argo-
scono certo qui ... Per i genitori è menti che riguardano
u~ momento inquietante, ma bellis- fede e religione sono
simo : al terremoto resiste la casa avvolti da un gelo
costruita sulla roccia , come nella imbarazzante.
parabola di Gesù ; se i genitori sono
stati "roccia" la casa resisterà.
L'adolescenza è il momento in cui
comincia a fiorire tutto ciò che è
stato seminato prima. Se il seme
della fede è stato gettato, e coltiva-
to, comincerà a crescere. Per que-
sto l'adolescente ha diritto al suo
giardino segreto , là dove germo-
gliano i "suoi" veri _pensieri , la "sua"
vera personalità. E come se scom-
parisse .per un po ', e per i genitori
questo non deve diventare una fon-
te di apprensione (da riempire con-
vulsamente con esortazioni e con-
sigli) , ma un'attesa silenziosa. L'in-
contro con Dio è sempre misterioso
e personale.
Ora l'adolescente ha bisogno di
rompere il guscio delle "pratiche re-
ligiose", magari un po' abitudinarie,
un po ' imposte , un po ' sopportate,
per trovare il santuario interiore , la
sorgente dove s'incontrano Dio e
MAGGIO 2001 BS
zioni di una religione convenzio-
nale e normativa non bastano
più. Ha bisogno di sentire che le
strutture portanti della coscienza
morale e religiosa diventino "sue". Il
vero pericolo è che non esistano
modelli e punti di riferimento , per
cui egli è costretto a intraprendere
un suo personale bricolage della
vita. Se la sua fede è stata esterio-
rità, ritualità, norme e abitudini sarà
spazzata via dalla violenza delle
sensazioni ed esigenze della sua
vita nuova. Dietro alle provocazioni
comincia a profilarsi la ricerca di
senso che intriga l'adolescente :
come posso raggiungere il
successo e la felicità? Che cosa
conta di più? La religione e la fede
possono fornirmi una risposta o
sono un contorno di cui posso fare
a meno?
Le grandi questioni esistenziali si
presentano nell'adolescente in ter-
mini filosofici e religiosi. Non solo.
Mentre il bambino accettava senza
problemi che ci fosse una sola ri-
sposta ai suoi interrogativi , e che
questa coincidesse con la versione
dei suoi genitori, l'adolescente sco-
pre, non senza turbamento , che le
risposte sono tante e contraddit-
torie , che la fede è un itinerario
personale. Paradossalmente il gio-
vane tende a stabilire con
l'elemento religioso un
duplice rapporto: da
una parte sente la
rigidità , la ripetiti-
vità, la necessità di
misurare e dimo-
strare ciò che, per
sua natura, è in-
com men su ra -

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
bile; all 'estremo opposto, ricerca un
rapporto esclusivamente affettivo ,
irrazionale, emotivamente appa-
gante, totalmente privo di realismo.
Per questo l'adolescente ha biso-
gno di compagnia. Non gli servo-
no tanto teorie o prediche, ma per-
sone che lo "ospitino " con discre-
zione, che diventino punto di riferi-
mento. Così può scoprire che la
dolcezza, la bellezza e il gusto di
vivere non sono in contraddizione
con la fede , come non lo sono fede
e intelligenza. Soprattutto deve sco-
prire che Gesù non è una specie di
"figurina Panini" incollata su un al -
bum infantile, ma una persona viva
e parlante.
NON VOGLIO
··cuSTODIRE'' LA FEDE
DEI FIGLI ADOLESCENTI
Custodire la fede dei figli? Forse, ma ...
Viverla come ricerca e scommessa.
Imparare a credere per sé e per gli altri. Lasciarsi amare da Dio.
È importante non dimenticare
che la fede ha sempre una di-
mensione ecclesiale.
Entrando a far parte di un'associa-
zione , impegnandosi con altri gio-
vani in attività di volontariato, il ra-
gazzo progredisce nella sua ricerca
di Dio. Nello scambio e nel confron-
to con chi , come lui , è alla ricerca
di valori di riferimento , guidato e
accompagnato dagli adulti (anima-
tori, insegnanti , altri cristiani) , il gio-
vane vive un 'autentica esperienza
di Chiesa e di cristianesimo. È, in-
fatti , all 'interno della Chiesa che si
approfondisce la fede. La preghie-
ra , la vita sacramentale , l'ascolto
della Parola, la liturgia, la rifles-
sione, l'impegno concreto: così ma-
tura l'esigenza della coerenza tra
fede e scelte di vita. Questo non
vuol dire che il ruolo dei genitori si
esauris•ca con l'adolescenza, de-
mandando poi ogni responsabilità a
educatori esterni. I genitori rappre-
sentano uno dei poli essenziali nel
processo di maturazione della fede
dei figli. Durante l'adolescenza il
ruolo parentale non camb ia nella
sostanza, ma solo nella forma . Per
trovare il proprio cammino , il ragaz-
zo procederà a tentoni , inciamperà,
si fermerà, si perderà e tornerà sui
suoi passi. .. . Per un certo periodo
non ne vorrà più sapere di andare
a Messa; poi , all 'improvviso , dopo
essersi trascinato per migliaia di
sentieri tortuosi , riscoprirà il valore
dei gesti religiosi appresi nell 'in-
fanzia, adattandoli alla propria cul-
tu ra e alla propria dimensione esi-
stenziale.
·
Q uando mi è stato chiesto di
riflettere sul tema di questo
articolo , confesso che ho
provato un po ' di fastidio. Perché
l'idea di difendere la fede dei miei
figli dalle intemperie della crescita
mi sa di tradizionalismo e bigotte-
ria, e soprattutto mi sembra rischio-
sa. Potrei incorrere nello spiacevole
risultato di conservare una religio-
sità infantile e statica che non rie-
sce a entrare in sintonia con una
personal ità che cambia. Mi fa an -
che paura l'ipotesi di una fede per-
cepita e vissuta dai ragazzi come
ruota di scorta che metta al riparo
dalle tensioni del vivere quotidiano.
Troppi adolescenti vivono il sacro
come anestetico.
Ho sempre preferito invece
pensare che Alessandra e Claudio
potessero vivere la fede come ricer-
ca, rischio , scommessa. In tanti mo-
menti ho perfino provocato e ali-
mentato la loro inquietudine religio-
sa, affinché potessero temprare una
disponibilità che derivava dall'edu-
cazione familiare, ma doveva esse-
re rivisitata autonomamente, pèr di-
venire un'energia gravitazionale che
orienta la crescita e le mille espe-
rienze della vita quotidiana.
Che i figli adolescenti vivano mo-
menti di crisi religiosa è scontato, e
non serve a nulla stracciarsi le vesti
se manifestano perplessità o rifiuto.
Piuttosto , è importante stimolarli a
un atteggiamento di protagonismo
anche quando prevale il dubbio.
Pertanto , mi è sembrato giusto indi-
rizzarli all'assunzione di un impe-
gno personale che li portasse a do-
ver confrontarsi fino in fondo sulle
cose in cui cercavano di credere.
Contando sul fatto che Ales-
sandra e Claudio sono cresciuti da
sempre in parrocchia, ho semplice-
mente chiesto loro di trovare all'in-
terno della comunità ecclesiale uno
spazio nel quale potessero sentirsi ,
BS MAGGIO 2001

4.6 Page 36

▲back to top
FAMIGLIA SALESIANA
di Julio Olarte
come in famiglia, pienamente re-
sponsabili della loro esperienza di
vita, e di fede . Hanno scelto di di-
ventare catechisti dei fanciulli: una
scelta difficile, perché dovevano
loro stessi imparare ancora tante
cose , riflettere sul modo in cui far
lievitare l'amicizia con Gesù , ren-
dere più coerente la loro vita ri-
spetto alle esigenze del Vangelo .
Anche in questa decisione abbia-
mo scelto insieme la strada della
scommessa e del rischio , sapendo
che un fallimento avrebbe potuto
creare danni a loro stessi , e ai
bambini loro affidati .
Il risultato è stato che hanno
dovuto imparare a credere non
solo per se stessi ma anche con gli
altri . Hanno così sperimentato co-
me la testimonianza della fede è
possibile, anche all'interno di una
situazione di crescita che registra
una certa precarietà e frammenta-
rietà. E si sono resi conto che c'è
un filo invisibile ma robusto che
lega indissolubilmente la fede e l'a-
more. Sicuramente hanno vissuto
momenti in cui veniva voglia di
mollare tutto , perché si sentivano
inadeguati rispetto al compito che
stavano affrontando o perché veri-
ficavano qualche incomprensione
o diffidenza nei loro confronti . Fi-
nora però hanno sempre resistito a
tutte le difficoltà, anche perché la
condivisione dell'impegno catechi-
stico con altri giovani e adulti è
servita ad affrontare positivamente
difficoltà di ogni tipo.
Penso che abbiano imparato
che il cristiano non è uno che ha
raggiunto la perfezione, ma una
persona che si lascia amare da
Dio e che a sua volta cerca di met-
tersi al servizio degli altri senza
vergognarsi dei propri limiti . La loro
fede non li fa mai sentire superiori
rispetto ai coetanei. Per tanti versi
vivono come gli altri , provano gli
stessi sentimenti , condividono le
medesime speranze e soffrono gli
stessi problem i. La differenza è
che hanno avvertito una possibilità
nuova: si può coltivare l'amicizia
con Dio per osare un progetto di
vita più esigente - quello della
santità - senza pensare di dover
negare la propria adolescenza,
anzi gustandola fino in fondo .
MAGGIO 2001 8 S
COOPERATORI
125 anni fa, il 9 maggio 1876, Pio IX approvava
tacitamente l'Associazione dei Cooperatori Salesiani, il 12 luglio
successivo Don Bosco presentava pubblicamente il Regolamento.
O Oggi, i Cooperatori nel mondo
sono circa 32 mila, di cui iI 71%
don ne (cens imento '98) . Tra loro
c i sono perso ne dell e più sva ri ate
età e profess io ni : stude nt i, im-
p rend ito ri , casa lin ghe, docen ti ,
imp iegati, sacerdoti, co mmercia n-
t i, ope rai, pe nsionat i .. . Do n Bo-
sco in titolò il Regola mento: " Co-
operatori Sa lesia ni ossia un modo
pratico per g iovare al b uon co -
stum e e alla civile società"; e
sp iegò : "A ppena s'incominciò
l'opera degli Oratori nel 784 7 to-
sto alcuni pii e zelanti sacerdoti e
laici vennero in aiuto a coltiva re
la m esse che fin d'a llora si pre-
sentava copiosa nella classe de i
giovanetti pericolanti".
O La fondazione dell'Associa-
zione dei Cooperatori è stata il
p un to d'ap prodo de ll a lun ga v i-
cenda co min c iata co n Barto lo-
meo Garel li (8/12/ 1841), un ra-
gazzo senza fa m igli a appoggi,
immigrato a To rino in ce rca d i la-
voro. Do n Bosco fece d iverse
prove per orga ni zza re i suoi co l-
laboratori. Nel 1850 propose a
sette laici impegnat i di for mare
una " uni one provv i so ria"; nel
1860 presentò al suo A rcivescovo
una Soc ietà Sa lesiana composta di
ecc les iastic i e la ic i in pa rte re l i-
giosi che viveva no in comun e con
D on Bosco, in parte "esterni ", non
reli gios i che co ntinuava no a vivere
nell e prop ri e case . Lottò altri 13
ann i, fi no al '74, per far appro-
vare questa "curiosa Società".
O Il 3 aprile 1874 la Santa Sede
approvava la Soc ietà Sa les iana
co m posta so lta nto dai reli gios i .
Bi sognò o rga ni zzare a pa rte i "so-
c i estern i". D o n Bosco si mi se al
lavoro e fece d ive rse stesure suc-
cess ive, co n d iverse de nomin a-
z io ni : "As sociati alla Co ngrega-
z io ne di 5. Francesco di Sa les",
"Unione Cristiana", "Associa-
z ione di Opere b uone" e, fin al-
mente, "Cooperatori Sa lesia ni".
Pi o IX suggerì de ll e mod if iche e
approvò il Regol ame nto defi ni -
tivo. Nel 1° articolo Don Bosco
scr isse: . .. "Le forze debo li quan-
do sono unite diventa no fo rti [. ..]
No i cristian i dobb iam o unirci in
questi tem pi diffici li, per promuo-
vere lo spirito di preghiera, di
carità, co n tutti i m ezzi che la
religione somministra".

4.7 Page 37

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CHE,' CRE()(}
TALMENTE TANTb .. ,
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~ &1:I: -p~;. .
iflR-
11S MAGGIO 2001

4.8 Page 38

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I Riti di Passaggio
I RITI FUNEBRI
di Nicola Follieri
L'evento della morte di
una persona costituisce
un fatto fondamentale
dell'esistenza presso tutti
i popoli di tutte le razze
e lingue. Alcune religioni
pgalirdi.asnennoonunsu'ipmeproi.orrtaenaza
quella del nascere.
Nelle società cosiddette
IIII primitive è colto
attraverso una sanzione
socio-sacrale piuttosto
marcata.
I 1 te1mine di un ciclo vitale o il
passaggio da una dimensione
dell 'esistenza a un ' altra diventa-
no motivo di una ricca gamma di
prassi, tendenze, liturgie, tabù, con-
cezioni ultraterrene, riti di purifica-
zione, emarginazione e reintegrazio-
ne. L'esperienza del lutto consente
lo sfogo di una sensibilità elevatis-
sima da parte di vari gruppi sociali
dell 'Africa, dell ' As ia, delle Ameri-
che, della Polinesia. Il significato
che viene attribuito a una cerimonia
funebre ha una connotazione reli-
giosa, spesse volte forse ancora più
sentita, rispetto alle concezioni cri-
stiane. La manifes tazione del dolore
per la morte di una persona, la pau-
ra della morte o la consapevolezza
che la vita continui sono enfatizzate
in modo straordinario. Le consuetu-
dini e le pratiche cerimoniali varia-
no all ' interno di uno stesso clan o
tribù a seconda del sesso, dell 'età,
dello stato sociale del defunto.
I
La morte di Tony de Carlo.
Tutte le culture hanno cercato
e cercano di esorcizzare la morte.
I Tra gli Yanomami le ceneri
mortuarie di un familiare vengono
mescolate con acqua e sorbite
per assorbire con esse l'energia
del defunto.
MAGGIO 200 1 BS
UN RITO FUNEBRE
IN INDIA
Fra i K?f, antichissima tribù dell'India
settentrionale, il corpo del morto si
rd~gra a terra, così lo spirito avrà più
~crfmente accesso al regno dei mor-
ir, sotto !_erra. Per _far fugg ire gli spiriti
malrg~,, rl co~po vrene dipinto di gial-
'?· por parenti e amici urlano a squar-
ga~of~ _Per tenere lontani i demoni
~rndr rf cadavere viene riposto s~
un impalcatura di bambù. Dopo un cor-
teo fatto dr percorsi contorti perché il
defunto_non sappia più far ritorno a
casa, sr effettua il rogo. Nella boe
del defunto si può trovare una mon~~
ta che glr_sarà ~file per accedere nel
i!r~gno de, mortr. Ricorda la "moneta
Caronte".. Si ~osparge la strada dei
rnto~nr. dr riso rn modo che lo spirito
sodd_rsf! la sua fame, senza spaven-
~tar:er'i
v,v,_.
oe
Tutto ciò che apparteneva
portato lontano, considera-
puro. E fa casa vrene riconsa-
fcarraetadr_cnounovuon
banchetto
la vita.
per
far
trion-
I
Rito della cremazione nell'isola
di Bali. Il corpo viene bruciato
per liberare l'anima.
L'ANIMA DEI MORTI
Anche le interpretazioni su come
sia l' oltretomba sono le più diverse
e non meno interessanti. Tanto è ve-
ro che l'anima stessa scissa dal cor-
po, o separata da esso, oltre a segui-
re ùn tragitto ultraterreno che si dif-
ferenzia da cultura a cultura, da po-
polo a popolo, da persona a perso-
na, s'identifica in molteplici classi-
ficazioni. Può trattarsi di un'anima-
ombra, un folletto, un soffio vitale o
qu ant 'altro la sensibilità religiosa
sia in grado di esprimere. Inoltre le
anime possono essere eterne, o du-

4.9 Page 39

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rare solo per un certo periodo e poi
sparire nel nulla, o trasmigrare in
un altro corpo. Una popolazione de-
gli Urali, lungo il Volga, i Ceremis-
si, credono che l'anima muoia sette
volte e poi si tramuti in pesce. In Si-
beria, tra gli Ostiaki, una credenza è
che l' anima del defun to facc ia un
cammino sino a diventare un minu-
sco lo insetto e poi svanire senza la-
sciare più la minima traccia.
IL LUTTO
Le persone colpite dal lutto, so-
prattutto i parenti , si radono il capo,
digiunano o si dipingono, e devono
sottostare a un periodo di isolamen-
to che li situa in un ' area di confine
I MORTI PERICOLOSI
E LA REINCARNAZIONE
Se ,1 corpo di un defunto non ha rice-
vut? le _ese9uie consu ete, il morto
~vra d1ff1colta a farsi accogliere nel-
I oltretomba, allora farà di tutto per ri-
tornare, _co_~portandosi in modo osti-
~e verso ' v1v1. Le categorie dei defunti
i cu, _s1teme _il ritorno sono quelle dei
swc1d1, d1_ chi sia perito durante un
v1agg10, sia stato colpito da un fulmi-
ne, assalito da una tigre, o non abbia
ri spettato le regole del vivere sociale
ecc. I morti, tuttavia, possono tornar~
~n~he_ attraverso la reincarnazione
n . nd1a e Australia si ritiene che I~
anime, nascoste nella boscaglia o
~ 0 )f0 le pietre, si insinuino nei corpi
e e ~,ova n, _donne e, quando esse
partoriscono, ,1 nascituro è la reincar-
~az1on~ d1 un defunto. Un'altra cre-
enza e che l'anima si muti in acqua
e . sot_to forma di vapore o ru iada
ns·ef1roenra,il
corfp'o .di
u. n 1gl10
un uomo, 1·1qualge ge-
che sara' la rei·ncarna-
zione d1 un defunto , forse un lontano
pare nte .
I La grande maggioranza dei popoli
ha avuto una cura quasi maniacale
dei propri defunti in vista
di un'altra vita che è sempre
apparsa possibile.
111 defunto deve essere
riconosciuto nell'aldilà:
sopra il corpo mummificato
viene posta una maschera
che è un ritratto idealizzato.
IL FUNERALE FRA GLI
OSTIAKI DELLA SIBERIA
Il defunto è posto su una barca, men-
tre uno sciamano gli domanda la cau -
sa della sua.morte, e i parenti si diri-
gono verso_,1 luogo di sepoltura. La
tomba'. ossia la barca, è riposta sul
t~i~ ~h1acc10, attorniata dagli oggetti di .
il ~orto .avrà bisogno quando si
(e~~ fra ·' tr_apassati. Si fa un banchet-
o addio in onore e "insieme" al de-
funto. _La vedova si fabbrica un pu-
pazzo/immagine del morto e per due
ann, e_mezzo lo cura com e fosse an-
fo~~ vivo . L'oltretomba è un territorio
re_ o e_buio. Il viaggio verso il re no
dei mort,_dura fino a quando il u ~z-
zo non s, deteriora del tutto. sfccindo
una ~redenza _l'altro mondo ha tre en-
trate . un_a pe_r ! morti di morte violenta
annegati, su1c1d1 , assassinati; un 'altr~
per eh, ha commesso altri delitti o in-
temperanze e la terza per chi si è
con:iportato be~e. Un'altra credenza
fai nte_nere che ,1 paradiso sia in cielo
e ~ ~! raggiunge attraverso una scal~
a pio, , attraverso cui i morti possono
tornare sulla terra e far visita ai IVI..
Urna cineraria.
fra il mondo dei vivi e quello dei
morti. Se a morire è stato un capo,
un sovrano, il lutto copre non solo
la sfera familiare, ma tutti i suoi
sudditi, tenuti come i parenti a os-
serv are un periodo di isolamento
più o meno lungo, e a sottoporsi poi
ai complessi riti di reintegrazione
nel corpo sociale. In alcune culture ~
la durata del lutto o della vedovanza ~
si calcola come contropartita del
viaggio del defun to nel mondo del-
l' aldilà. In Nigeria, per esempio, il
lutto si porta fino a quando il defun-
to , compiuto il suo viaggio ultrater-
reno, non si riunisce con gli spiriti
suoi pari o non si reincarna. Questo
periodo è calcolato tenendo conto di
circostanze, riass umibili o nel tem-
po in cui il cadavere è trattenuto sul
feretro prima di essere sepolto o,
una volta seppellito, fi no a che non
si decomponga. Anche nel Madaga-
scar l 'ingresso definitivo nel mondo
dei morti o la conclusione del lutto
avviene dopo che il corpo si sia
completamente decomposto. La pu-
trefazione può anche essere "facili-
tata" con la cremazione. L' impor-
tante è che il defunto si sia spoglia-
to della carne e si attende che la pel-
le pezzo a pezzo vada via da sola. Il
lutto non sarebbe contemplato nel
caso dei bambini morti prima di far
parte del clan di appartenenza, privi
quindi del nome o della circoncisio-
ne o di qualsiasi altra forma di san-
zione sociale che li abbia introdotti
fra i vivi. Sono buttati in un fosso o
bruciati senza nessun cerimoniale,
in quanto li si ritiene non in posses-
so di un 'anima.
D
BS MAGGIO 2001

4.10 Page 40

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le fo1mule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di L . .. o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l'immobile sito in...
per i fini istituzionali dell'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in T~)rino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(luogo e data )
(firma per disteso)
NB. Il testame1110 deve essere seri/lo per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 11 l I
00163 Roma-Bravetta
Te!. 06.656 l 2678 - Fax 06.656 I2679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Mari a Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Tel. 011.5224247-8- Fax 011.5224251
C.C.P. 28904100
MAGGIO 2001 BS
_ J I NOSTRI MORTI
RONCO sig. Giuseppe, salesiano,
t Torino Valdocco, 1'11 /08/2000 a 69 anni.
Era nato a S. Paolo Solbrito, dove rimase
fino al termine della guerra, quando , reca-
tosi al Rebaudengo , maturò la sua voca-
zione sales iana , e chiese di entrare in
noviziato per prepararsi a essere coadiuto-
re. Al Rebaudengo tornò come vicecapo
del laboratorio di sartoria per una decina
d'anni , poi , ottenuto il diploma di ragione-
ria, fu addetto all 'economato generale
prima a Valdocco poi alla Pisana, pratica-
mente per il resto della sua vita. Solo negli
ultimi mesi , quando ancora nulla faceva
presagire la sua repentina scomparsa,
tornò a Valdocco per assumere l'incarico di
custode delle camerette di Don Bosco. Un
tipo, il signor Ronco , dal tratto elegante e
signorile, con fare affabile , parola arguta, a
volte furba e bonariamente pungente , e la
battuta facile. Pronto alle richieste di chi
aveva bisogno di lui, riconoscente e gene-
roso con ch i gli faceva un favore , il signor
Giuseppe ha sempre fedelmente servito la
congregazione nei numerosi confratelli che
passavano nella Casa Generalizia e si
rivolgevano a lui per documenti di ogni
genere.
LOSAPPIO sac. Savino, salesiano ,
t Roma, il 24/02/2000, a 81 anni.
Un vero gentiluomo, don Savino , amabile,
discreto, sensibile. Un uomo squ isito, un
sacerdote stimato dalla gente, un salesia-
no amato dai ragazzi. Fu incaricato di ora-
torio, direttore , economo , preside , parro-
co ... Ovunque il suo spirito pratico , la
signorilità del tratto, la sensibilità e delica-
tezza dell 'animo hanno lasciato il segno.
Nessuno mai l'ha visto scomposto o inner-
vosito : anche nelle difficoltà più grandi
calma e padronanza di sé facilitavano il
dialogo e predisponevano gli animi alla
soluzione dei problemi anche più gravi.
Una delle sue caratteristiche più moderne
era quella di saper suscitare collaboratori
che legava all'opera, affidando loro delle
responsabilità che li faceva protagonisti , e
perciò pienamente coinvolti nell 'impegno
proposto. Grande e audace realizzatore, è
stato il fondatore di Radio RDB che è cre-
sciuta lentamente , ha assorbito Radio
Speranza e Radio Tiburtina, e ora continua
con Radio M12. Un salesiano, don Savino ,
di cui sarà difficile·perdere la memoria.
gia e fu ordinato sacerdote. Innamorato
della liturgia bizantino-slava, ottenne di
poter celebrare anche in quel rito, e lo
faceva con vero trasporto e intenso piace-
re. Fu felice quando gli venne affidata la
cura degli immigrati russi del Brasile. Dopo
26 anni di apostolato in quell 'immenso
Paese fu chiamato presso la Casa Gene-
ralizia a Roma per occuparsi dell'Archivio
anagrafico e statistico della congregazio-
ne. Svolse il compito , come sempre, con
puntiglio e scrupolo perfino eçcessivo ,
cosa che lo teneva in tensione: "E un difet-
to essere perfezionisti!", scriveva. L'ultima
obbedienza fu l'incarico di segretario dell'i-
spettoria Romana , che mantenne fino
all'improvvisa scomparsa.
SCHINCARIOL sac. Emilio,
salesiano,
t Civitanova Alta, il 26/01 /2001 , a 86 anni.
Don Schinca, come lo chiamavano, era un
uomo buono, pur sotto una scorza un po'
burbera e un fare che a volte poteva appa-
rire sbrigativo. Era un vero salesiano , che
godeva di stare in mezzo ai ragazzi , di
essere non solo il loro temuto professore ,
ma anche il loro stimato amico e fratello
maggiore. Un insegnante nato, che univa
alla spiccata professionalità la passione
per l'educazione e la formazione . Era pron-
to e disposto a seguire i suoi alunni fuori
del l'orario scolastico, per aiutarli a recupe-
rare o approfondire le lezioni , svolte con
riconosciuta competenza e impeccabi le
precisione. Era dotato di una grande cultu-
ra unita a una altrettanto grande umanità
che traspariva proprio dal suo essere con-
tinuamente a disposizione di chi aveva
bisogno . Ma era anche e soprattutto sacer-
dote: si prestava per le confessioni , la dire-
zione spirituale , l'apostolato della predica-
zione . Un profondo affetto lo legava ai
familiari che aveva dispersi un po' dovun-
que , nel Veneto, in Argentina, negli Stati
Uniti, nel Canada; una altrettanto profonda
stima lo circondava da parte di personalità
della cultura, per la sua indiscussa prepa-
razione intellettuale.
SABATELLI sac. Michele, salesiano ,
t Sao Paulo (Brasile) , il 15/08/2000,
a 60 anni.
Se n'è andato all'improvviso , don Michele ,
quando era in visita al "suo" Brasile per
rivedere i confratelli cui era legato da
profonda amicizia, e i luoghi che lo aveva-
no visto impegnato a tutto campo nel mini-
stero. Arrivò tardi al sacerdozio: aveva 36
anni quando celebrò la sua prima messa.
Prima era stato scout nella sua parrocchia
di Torpignattara, poi istruttore elettromec-
canico. A vent'anni sentì la chiamata alla
vita religiosa e professò come coadiutore
salesiano , poi , nel 1965, chiese di andare
in missione . Fu inviato in Brasile. Là diede
un'altra svolta alla sua vita: iniziò la !eolo-

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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PROTAGONISTI 2
Gerardo Russo
Fu uomo di fede forte,
tenace, essenziale e
, r ,.
serena. Dopo anni di
A.,I&,,,,,._..,. _.~ ,.,,.~ ,.,.,,., ~
,. " .
\\
intensa e, a tratti , inquieta
ricerca di Dio, verso la fine
degli studi universitari co-
ronati con la laurea in In-
gegneria Industriale Elet-
tromeccanica, dà una ster-
zata brusca alla sua vita :
fu prete, salesiano , cate-
chista, insegnante, presi-
de ... Ma mente e cuore
erano per gli ultimi. Così
nel 1971 matura la deci-
sione di spendere la sua
vita tra i baraccati del
Borghetto Torrione a piaz-
zale Prenestino di Roma. Lo
sconcerto fu grande in molti
.confratelli , negli allievi , nei
suoi estimatori. Sembrava
impossibile per una perso-
na "posata" ed equilibrata
come lui fare questa scel-
ta. Ma era la risposta pro-
fonda e convinta al cari-
sma salesiano dell'impe-
gno per i giovani "poveri e
abbandonati" e all 'appello
del Vaticano Il per Una
Chiesa con e tra i poveri.
Fu una scelta spirituale
che divenne testimonianza
Il 26 novembre 2000 moriva
·don Giorgio Pratesi
UN UOMO
DI PACE
tri a favore dell'o .d.c. per il
servizio civile alternativo,
fu promotore di mostre e
campagne contro le armi
giocattolo, e per l'obiezio-
ne alle spese militari, e se-
minari su "Energia nuclea-
r.e: aspetti ambientali, sani-
tari e militari", e su "Edu-
cazione alla pace".
apostolica e dimensione
qualificante della sua persona.
Inserito nel 1989 nella comunità di Locri divenne
"Visse per sette anni al Borghetto fino a che tutti i presidente della Commissione Diocesana Giustizia e
baraccati non ebbero una casa. Tutti, tranne lui , che
per un errore fu escluso. Lo considerò un segno.
Chiese di tornare in comunità e fu assegnato a Fog-
gia, dove riprese la scuola, fu incaricato del gruppo
liturg ico e dei gruppi di vangelo, fu animatore del
movimento nonviolento e si inserì a Emmaus, comu-
pace. Curò una rubrica su L'avvenire di Calabria dal
titolo "Scuola di pace", e il volume : "Fino a quando,
Signore... La preghiera sfida la mafia!", e la pubbli-
cazione di tutte le vittime della mafia, nome, cogno-
me, data, luogo, lavoro... che fece scalpore a livello
nazionale e istituzionale , fu citata negli atti parla-
nità di vita e di accoglienza per i giovani in difficoltà. mentari, come segno di coscienza nuova, che sa re-
Come insegnante e preside si fece apprezzare
per la chiarezza dell'insegnamento, e per l'attenzio-
ne e il rispetto per gli alunni che amava e dai quali
era ricambiato. A loro faceva personalmente e gra-
tuitamente scuola di ripetizione . Collaborò a pubbli-
cazioni di livello specialistico per conto del Provvedi-
torato agli studi. E si pensionò anticipatamente per
lasciare posto ai giovani e dedicarsi a tempo pieno
alle attività pastorali.
agire al male e lo combatte nel cuore stesso del
fenomeno, come ci ha insegnato Gesù".
Questa passione per la pace lo fece partecipare a
manifestazioni nazionali e internazionali, a viaggi in
Iraq pochi giorni prima della guerra, in Bosnia e nel
Kurdistan turco e irakeno. Scrisse: "Occorre una
conversione profonda dell'Occidente . La radice dei
problemi non sta nel cosiddetto terzo mondo, sta qui
da noi".
E nel suo testamento lasciò come messaggio: "Per-
Come uomo di pace, a Foggia e provincia fu l'ini- seguite la pace. È facile trovarla, relativizzando le
ziatore della campagna contro le spese militari , nostre esigenze materiali e psicologiche e amando
espressa con digiuni , marce , sit-in . Organizzò incon- maggiormente il prossimo".
O
BS MAGGIO 2001

5.2 Page 42

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KINSHASA, R. D. CONGO
Sempre difficile la situazio-
ne politica nella R. D. del
Congo. La morte violenta,
qualche mese fa, del pre-
si dente Dèsiré Kabila
rimane incomprensibile:
forse un regolamento di
conti interno ai generali;
forse un complotto ester-
no; o interferenze interna-
zionali, o.. . i diamanti! Le
molte presenze salesiane
continuano il loro improbo
e sacrificato lavoro pasto-
rale e umanitario nei diver-
si luoghi , aiutando tutti
senza distinzione.
HONIARA,
ISOLE SALOMONE
Il Don Bosco Training Cen-
ter è iniziato "tra le basto-
nate"! Ha infatti incomin-
ciato le sue attività nel mo-
mento più critico del con-
flitto etnico che ha insan-
guinato le isole di Malaita
e Guadalcanal , e che solo
pochi mesi fa ha trovato
soluzione . I primi allievi?
Quattro carcerati appena
liberati - non certo per mo-
tivi umanitari, ma solo a
causa della guerra tribal~
- e 16 altri giovani abban-
donati tra i 20 e i 25 anni.
ROMA, PISANA
Gennaio 2001. Il Rettor
Maggiore conclude alla
Pisana il corso per i nuovi
ispettori. La difficoltà dei
tempi richiede oggi una
preparazione accurata per
affrontare le sfide sempre
più numerose e globali che
si presentano ogni giorno a
rendere accidentato il cam-
mino di confratelli e comu-
nità. I superiori delle ispetto-
rie salesiane hanno davanti
a sé compiti inediti che
richiedono prontezza di
riflessi, competenza profes-
sionale e carità pastorale.
ROMA, S. CUORE
Sfruttare il teatro come
mezzo educativo privile-
giato è stato da sempre
uno dei punti qualificanti di
ogni educatore che s'ispi-
ra al Sistema Preventivo
di Don Bosco. Al S. Cuore
un convegno in questo
mese approfondisce le
motivazioni e scandaglia
le possibilità, offrendo ai
partecipanti lezioni teori-
che e incontri laboratoriali
per qualificare sempre di
più gli operatori di settore.
ROMA, PISANA
Problemi nuovi per l'ora-
torio del lii millennio: In-
ternet, la civiltà tecnotro-
nica, la multireligiosità, la
multietnicità, i nuovi orari
dei giovani ... S'impon e,
senza ritardi , la riconte-
stualizzazione del gioiello
pedagogico di Don Bo-
sco , l'oratorio. Il semina-
rio svolto negli ultimi gior-
ni di novembre non è sta-
to che il preludio per due
convegni nazionali pre-
visti per il prossimo otto-
bre.
PACOGNANO, ITALIA
A Pacognano nel parco
dei salesian i lo scultore
Vingiani ha innalzato
un'opera d'arte ricca di si-
gnificato simbolico: il mo-
numento al bambino vio-
lato. La grande ala che
corona il cippo rappresen-
ta il desiderio di protezio-
ne che i bimbi sen tono.
L'inaugurazione è stata
l'occasione per un conve-
gno su "I minori in primo
piano". Essi in effetti costi-
tuiscono la grande emer-
genza dei nostri tempi ,
una questione pendente
ereditata dal lii millennio.
MAGGIO 2001 BS

5.3 Page 43

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PRIMA PAGINA 2
Redazionale
l\\.·.lES/ al gennaio 2001 il
D rtNi "BS online" (Home
~o o pagina l~~~e~i;~wd~b~~~
A
~t"
·
OSSERVAZIONI
Per raffin are la ricerc a
l' ~ ~~ti~ ~iutin;f~i r~~ ~~~~
tare www.sdb.org/bol-
A . ~
Ad esempi o, se si desi-
lettino_salesiano/fra- "-."
~ ~ derano tutti gli artico li
me_bollettino.htm ) L. ~
~ di un autore pubb li-
poss iede un suo { : '
~~ ca ti in un determi-
moto re di ri ce rca,
c he co nsente di
trovare arti co li , ru-
briche, noti z ie e
quant'altro è stato
d1.igita li zzato .
~ 41(1~a~
l1,
_,....,
..J
~
Per gli anni che
7.•••
°{"
§o7
;;;.
nato an no, va scel-
to l"'Anno" che in-
teressa nell a fine-
stra deg li anni e
l'a utore scelto nel-
la fin estra "Auto-
re"; attraverso i I
co mand o "Cerca"
vanno dal 2000
in avanti iI mo-
tare trova ciò che
interessa, lo v isu a-
li zza (e perm ette di
__l
~
r
o
si ottiene la videata
dei tito li des iderati.
stamparlo) attraverso
otto ca mpi di ri ce rca:
anno, mese, autore, ti-
tolo, personaggi, città,
nazione, argomento. Si
imm ettono dati in uno
o più ca mpi dell a fin e-
stra "Cerca tra i Bollet-
BSCOL
tini" e si il comando
"Cerca" . li risultato por-
ta a vi deo il tito lo (o i
titoli ) ri chiesti. Un nuo-
MOTORE
vo clik sul brano desi-
derato co nsente di v i-
suali zza rlo per in tero ed eventu almente scari-
car lo e stamparlo.
:j
2. Per gli anni che vanno dal 1995 al 1999 il mo-
-i
tore co nsente la ri cerca e la visuali zzaz ione dei
ri sultati attraverso una nu ova finestra. li proce-
dimento è lo stesso del precedente: basta im-
mettere dati, avviare la ri cerca e cliccare il bra-
no interessato. Anche in questo caso è possibi le
scaricare e stampare iI brano scelto.
3. Per gli anni precedenti al 1994, invece, poiché
i Boll ettini Sa les iani non sono stati anco ra digi-
ta li zzati e messi in rete per intero, il motore, at-
traverso le solite operazion i, visua li zza titoli,
argomento, anno, mese, autore, ecc. ma non
permette l'accesso al brano (che non è presente
nel sito). Per averlo è necessari o in questo caso
co nsul tare la cop ia cartacea, che le case o le
ispettorie generalmente hanno, oppure ri vo lgersi
direttamente all a redazione del BS a Roma.
BS MAGGIO 2001

5.4 Page 44

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SANTI
LU\\G\\ VERS\\GL\\A E
CALLISTO CARAVAR\\0
a fumetti
11'.JTAl'.JTo SI PEl'.JSA A ùl'.JA SPEDIZIO- ~ - - - - - - - - - - - - , ? "
l'.JE MISSIOl'.JAQIA 11'.J Cll'.JA, DA TEMPO
11'.J PIGOG!GAMMA. PEQ El'.JTQAQ\\/1
6/SOGl'.JA COMll'.JCIAQE DA HOl'.JG
l<Ol'.JG, COL..01'.JIA 11'.JGL..ESE, E MACAO,
COL..01'.JIA POIGTOGHESE.
R.SIGL
ERIORIV0
CHE 1oaut
~e MISS
NA. MA ..,
FA~
GVARDI,
FORSE è PR.o-
PRIO IL MIO
1:>ESTINO.
BBERO
C.Otvf=l...1.../
È MAL.Atv-
HA 'rl
METTERGI
ltvGLIA
E.
-- - - - ~ '----"' _______.,
-_...__
-
--- - --- :;
_.,__
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-~- -------- ~~-~- -,._- - -- ;,--~---~ - ~ .... "---
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------------ . ~-------· - --._~-.....,_.._,.._,._~ . -. / .
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, ALJ.A
, ANDARE tAJ
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A, M,W<!t/A~E. 01
I... 1-1 A l=RETT.
Nl>AA.E ALCe
899, 1i MA~410, LEONEXl/I
WJ',4ceA IL. MONIJ0,4L SAa
C,(/ORE DI &eso. /)Ot,/ VéRS/(iLJ.
M,4e$TRI) Di:! J./OVIZ/ CHE
EPARANO Coli/ /..A 00/tf(JAI/
I
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I
~
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I
MAGGIO 2001 8 S

5.5 Page 45

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Joseph Au, Pier Bertone, Michele Ferrero
,JJ;L. IB?'I DOIJ 6oSCo A\\/I=\\/A PRI=DI=TTO
CHI= I Suol SAL.I=SIAIJI SARI=66I=RO
= - - - AtJDATI 1/J CIIJA A L-A\\/ORARI= PER
I RAGAZZI Po\\/I=RI I= F'AR Co/Jo-
VES- SCI=RI= IL. \\/AIJGI:1..0. IL. SoGtJo
SALESIA
NTI DA M
DI\\/I=IJIJI= RI=AL-TÀ IL.
/3 F'I=66RAIO /906.
1NCIM
I Pt<IMI GEI MIGGIONÀl<I, Tl<E
G,ACEl<DOTI E TRE Co,ADIJ-
' TOl<I, ,AQQl\\l,AQOIJO IN ClrJA,
GJIDATI DA DorJ \\IEl<GIGL.IA. t=-"----'"""'
BS MAGGIO 2001

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
DUE
PER LA
Cl BASTA
SIGNIFICATIVE
SECONDA VOLTA
GUARDARLO
COINCIDENZE
Mi è nata una bella bambina Nei primi mesi di gravidanza mia
Sono una Cooperatrice salesia-
na molto devota di Maria Au-
con un parto normale. Ma ciò lo sore ll a ha avuto un grave di -
devo all 'intercessione di san stacco della placenta. I medici
siliatrice e di Don Bosco. A loro
Domenico Savio che già mi dissero che le possibilità di por-
devo quanto sto per narrare.
Ero affetta da una miopia molto
elevata con una forma di retino-
patia; in questi ultimi anni poi _si
aveva protetta nel mio prece-
dente parto. Questa volta , al
secondo mese di gravidanza, s1
è presentato un grave problema
tare a termine la gravidanza
erano minime e anche in caso
positivo, la mamma avrebbe do-
vuto affrontare la gravidanza in
so no aggiunte le cataratte in
ambedue gli occhi. Ho subito
a causa del distacco della pla- grande riposo ossia a let_to. Fu-
centa che mi ha costretta a letto rono per noi settimane d1 tangi-
l'intervento di cataratta all 'oc -
per 4 mesi. Ci siamo affi_dati , co- bile preoccupazione. Una notte
chio destro con correzione della
me abitualmente facciamo, a io sognai san Giovanni Boscc,
miopia: era il 30 gennaio, vigi lia
san Domenico Savio e la pla- e san Domenico Savio. Cap11
della festa di san G1ovann1
centa è tornata nella sua giusta subito che il bambino era in
Bosco e, al l'occhio sinistro, il 28
collocazione. lo perciò ho potuto buone mani e all 'indomani mi
maggio giorno in cui si sv_olgeva
dare alla luce questa nuova premurai di portare a mia sorel-
nel mio paese la processione d1
Maria Ausiliatrice alla quale par-
Beato Michele Rua
creatura senza alcuna difficoltà. la l'immagine di Domenico Sa-
Ringrazio tanto Domenico Savio vio e il relativo abitino assieme
tecipai spiritualmente mentre mi
sottoponevo all'intervento: due
coincidenze molto significative
per me Cooperatrice salesiana.
Ebbene i due interven ti sono
riusciti perfettamente e io non
finirò mai di ringraziare il Signo-
re tramite Maria Ausiliatrice e
Don Bosco. La giqia è tanta che
voglio parteciparla attraverso il
Bollettino Salesiano a tutti i let-
111 tori perché abbiano sempre fi-
ducia nei nostri protettori.
S. I. , Cisternino (Brindisi)
QUESTO!"
Ho 66 anni e appartengo alla
congregazione delle Salesia-
ne Oblate del S. Cuore. All'età
di 26 anni, mentre un giorno
insegnavo nella nostra scuo-
la elementare di Tivoli , fui
colpita improvvisamente da
emorragia cerebrale. Ricove-
rata urgentemente in ospe-
dale si capì subito che erano
scarsissime le probabilità di
guarigione. Pertanto mi fu am-
cui affido i miei bambini.
Catalina Valenzuela, Cile
all 'immagine di Don Bosco. In
una settimana la placenta inco-
minciò a riattaccarsi e grazie a
Dio mia sorella ha potuto porta-
re avanti una gravidanza nor-
male. Il 2 settembre è nato Gio-
vanni Domenico. Ci basta guar-
darlo per ringraziare ch i ci ha
ottenuto la grazia.
Mariella Piredda,
S. Antioco (CA)
ministrata l'unzione degli infer-
VERDETTO
MEDICO
DEFINITIVO
Mia nipote Marta Elena Duqu e
Lopez, dopo vari anni di matri-
monio desiderava ardentemente
avere un figlio. Sottoposta a
visita medica, le fu consigliato
un intervento chirurgico cui si
sottopose volentieri nella spe-
ranza di raggiungere l'obiettivo
della maternità. Ma , dopo di
questo , il verdetto medico fu
negativo e definitivo . lo _non_m1
rassegnai e procurai a mia nipo-
te un abitino di san Domenico
Savio con la rel ativa preghiera
che fu recitata con fede ogni
giorno. Dopo un mese ecco i _s~-
gni della sospirata matern 1ta.
Non mancarono alcuni problemi
durante la gravidanza, ma il 15
luglio nacque Manuela con im-
mensa gioia di tutti.
Suor Maria Gomez Montoya,
FMA Cali (Colombia)
mi e fu chiamata la mia mam-
ma. Quando essa arrivò si ri-
peté l'emorragia per l'emo-
zione provata. Un giorno mia
madre, mentre stava seduta
a fianco del mio letto con la
corona in mano pregando a
occhi bassi , vide avvicinarsi
un sacerdote a lei scono -
sciuto. Alzò gli occhi ma non
c'era nessuno. Sorpresa, rac-
contò a ll e mie consorelle
l'accaduto. Le suore presen-
tarono la fotografia del mio
Fondatore ancora vivente ,
ma lei disse di No. Presenta-
rono alcune immaginette tra
le quali quella del Servo di
Dio Michele Rua con la sua
reliquia. La mamma guardò
attentamente , poi con sicu-
rezza disse: questo il sa-
cerdote che ho visto". lo so-
no guarita! Il mio Fon_datore
informato della malattia e d1
come erano andate le cose,
si diceva convinto che la mia
guarigione era da attribuirsi
all 'intercessione di don Rua
poiché a lui mi aveva affida-
ta, e pertanto volle che ag-
giungessi ai due nomi_che
già portavo quello d1 Miche-
lina. Rendo questa testimo-
nianza 40 anni dopo, perché
Mio marito durante una delle
nostre solite passeggiate pome-
ridiane , accusò un dolore a una
gamba che andò man mano
aumentando, tanto che faticam-
mo parecchio per tornare a
casa . Da una prima diagnosi
risultò un'infiammazione musco-
1are : guarigione prevista in
tre/quattro giorni. Ma mio marito
anziché migliorare con la tera-
pia farmacologica prescrittagli 1
rimase bloccato a letto. I dolori
erano tali che non riusciva a
chiudere occhio. Mi ricordai allo-
ra di avere in casa una reliquia
della venerabile Eusebia Palo-
mino. Mi rivol si dunque a lei
con tanta fiducia e - incredibile !
- dalla sera alla mattina mio
marito era guarito. Ora ha sol-
tanto dei disturbi saltuari quan-
do cambia il tempo. Aggiungo
che anche il medico che pure
aveva fatto fare radiografie,
ecodoppler, ecc. ha riconosciuto
che qualcosa di misterioso era
accaduto , soprattutto per la
repentinità della guarigione.
Grazia Perrone,
Castellane/a (TA)
CONCORSO
PER IL LOGO MGS
Il MGS sta crescendo co-
me numero di appartenen-
ti come qualità, come pre~
s~nza peculiare nei van
ambiti ecclesiali ... Ora vuo-
le riconoscersi ed e,~ser~,
riconosciuto in un logo
che in qualche modo rac-
colga l'idea fondante , la
l
realtà attuale del_ Mov1~
mento stesso e I valoL1
ideali che lo informano e lo
sorreggono.
.. .
Cerca tra i suo~ giova~•
membri chi abbia _c_reat1-
vità, estro e capacita .~ra-
fica per convogliare I idea
del MGS in un logo. .
Il concorso è aperto a tutti .
MAGGIO 2001 BS
sollecitata a farlo.
Suor Rosetta G. M. Marullo,
Roncade/lo (Forlì)
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
./ìrmate e senza recapito. Su
nch,esta si potrà omettere
l'indicazione del nome.
Per informazion!:
Segreteria Nazionale
Tel 06/44.50.257
.
E-~ail: logomgs@libero.1t

5.7 Page 47

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I Monsignor FRANCO DALLA VALLE
Maestro dei novizi nell'ispett.oria di Manaus, venne chiamato a dirigere
la stessa ispettoria e, al termine del mandato, fu creato vescovo di Juina
nello stato del Màto Grosso, 123 mila kmq, 100 mila abitanti di cui
1'80% cattolici e il 20% aderenti a varie sette.
Monsignore, quali sono le bellezze della sua diocesi?
Quelle naturali: fiumi quasi incontaminati, cascate, foreste, clima
'primaverile per tutto l'anno, fertilità e ricchezza del suolo: caffé, le-
gnami pregiati, bestiame, e... diamanti!
Quali invece i problemi più urgenti?
Glieli elenco. 1° La comunicazione. Non esistono strade asfaltate e
quando piove non si va da nessuna parte: anche le strade sono fiumi e
il fango ti... affoga; pochissimi ancora hanno il telefono, e le distanze
da una patrncchia all'altra anivano anche a 100/150 km. Le diver-
genze tra i vari gruppi. Gli indio sono una decina di gruppi e occupano
la metà del tenitorio della diocesi. Hanno lingua e cultura propria e ar-
tigianato tipico; due gruppi sono di recente scoperta, e non ancora av-
vicinati. I latifondisti. Sono in genere allevatori di bestiame con
enormi estensioni ricevute dal governo a condizione di fare la riforma
agraria e distribuire le terre, ma non l 'hanno mai fatto. 4° Gli agricol-
tori. Spesso occupano il territorio illegalmente perché governo e la-
tifondisti non mantengono gli impegni. 5° Infine i garimpeiro, cerca-
tori di diamanti, che si dannano lungo i corsi d'acqua in un lavoro che
abbruttisce e spesso genera violenza.
Che cosa ha potuto realizzare in due anni di ministero?
Una scuola per tecnici in agricoltura. Utilissima, anzi indispensabi-
le. Abbiamo già realizzato 16 corsi, frequentati oltre ogni aspettativa.
Così la gente ama la tena, perché si accorge che se è razionalmente
coltivata dà molto di più di quello che sperano. Un collegio per la gio-
ventù, che va dall 'asilo fino al liceo. L'unico cattolico. I 300 giovani
che lo frequentano sono entusiasti. Una radio TV educativa che copre
l'intera diocesi, con cui possiamo fare scuola, catechesi, informazione.
Un museo d__ei popoli della foresta, un po' speciale, perché? gestito da
loro stessi. E stato iniziato da P. Angelo Spadari, salesiano. E di prossi-
ma apertura un monastero di suore di clausura, perché l'apporto della
preghiera è indispensabile per andare avanti.
Qual è la cosa di cui ha più bisogno la sua diocesi?
Un centro per la formazione di animatori della pastorale giovanile. I
ragazzi e giovani sono tantissimi ma un po ' abbandonati: non ho per-
sonale e mezzi per arrivare a tutto. Quello che ho fatto finora lo devo
anche e soprattutto all'opera dei buoni, come la fondazione Marchini.
Altrimenti sarei ancora a terra.
FOCUS
LA BISTECCA
A Natale volevo offrire una bi-
stecca ai confratelli. . . Al ma-
cellaio chiedo lo scontririo fi-
scale, ma lui non sapeva nem-
meno cosa fosse. Quando capì
che si trattava di una ricevuta,
mi chiese con riluttanza a nome
di chi dovesse fa.ifa. "Don Bo-
sco", risposi. Gli si illuminaro-
no gli occhi, gli si aprì il soJTi-
so: "Cinque mesi fa - disse -
mio figlio era il mio problema
più grande, aveva tutti i vizi,
compresi fumo e droga, dovuti
alla frequentazione di gang
della strada. Decisi di iscriver-
lo alla scuola salesiana. Ebbe-
ne è diventato un altro. Don
Bosco gli ha cambiato la vita".
Lo sconto fu generoso! A casa
andai a verificare pagelle e
giudizi su quel ragazzo. Trovai
una sua nota: "Da quando ho
incontrato Don Bosco ho smes-
so di bere alcool, di assumere
droga, di fumare, di masticare
bettle nut, di lottare con le
altre gang .. .". Una sera ero a
cena dai Fratelli Maristi: "Non
comperi carne da quel tal ma-
cellaio (il papà del nostro alun-
no), perché sospettiamo che le
mucche che ci hanno rubato
siano le bistecche che vende
lui!". Ora stiamo discutendo
se non sia il caso di aprire un
corso professionale per for-
mare i macellai "onesti citta-
dini e buoni cristiani"!
La Comunità di Honiara,
dalle "Isole Spensierate".
BS MAGGIO 2001

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
CASA NOSTRA
di Sabino Palumbieri
Eppur c'è luce
INSERTO CULTURA
I
di Todeschinil Maffioli
Q.
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Il Museo Mayorino Borgatello
(.)
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E
di Renato Butera
Bambini abusati
MISSIONI
di Giancarlo Manieri
Gli uomini del cerro