Bollettino_Salesiano_200103

Bollettino_Salesiano_200103

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di Juan E. Vecchi
QUESTIO PEN E TI
I RAGAZZI/SOLDATO
Trecentomila adolescenti, maschi e femmine,
sono nei fronti di combattimento, arruolati da governi
o reclutati da gruppi vari, senza scrupoli.
Così l'hanno stimato sei agenzie umanitarie internazionali.
L' età del
recluta-
mento
supera ge-
neralmente i
quindici anni;
ma cresce il
numero di
ragazzi /sol-
dato che hanno
solo dieci anni o anche meno.
Il coordinatore della coalizione di
associazioni che si batte su questo
fronte ha dichiarato : "L'utilizzo dei
bambini come soldati non è tollera-
bile in una società civile , occorre
porvi fine . Perciò la coalizione rivo l-
ge un appello alla comunità in ter-
nazionale perché garantisca ai gio-
vani con meno di 18 anni una rigo-
rosa protezione legale contro il loro
impiego nei conflitti armati ". Rigoro-
sa si dice, cioè con monitoraggio e
corrispondenti rich iami o sanzioni,
secondo nuovi rapporti di collabora-
zione tra i vari paesi interessati al
triste fenomeno .
MARZO 2001 BS
La mia memoria è piena dei
racconti sui ragazzi/soldato della
Sierra Leone , ai quali vengono
fornite armi da guerra con licenza
di ammazzare, e capita con terribile
frequenza che essi vengano orren-
damente mutilati dai loro avversari ,
perché non possano continuare a
combattere. I miei occhi hanno
ancora impressa una scena
nell 'Angola. Eravamo nell 'aero-
porto . Scorgemmo un gruppo di
persone , poco più che ragazzi, che
veniva spinto verso aerei militari da
trasporto. Erano il frutto di una
rusga. La rusga è un'operazione
improvvisa di reclutamento: si
setaccia senza preavviso un quar-
tiere, un paese, una piccola città e
si portano via i giovani che si giudi-
cano adatti a entrare a far parte
dell 'esercito o di un gruppo com-
battente . Si operano rusghe nelle
scuole , nei cinema , per le strade ,
nelle fam iglie ...
Il New York Times dell'11 /9/2000
riporta il racconto di Ranuka, reclu -
tata a tredici anni dal fronte etnico
tamil , e di Malar Arumugam, orfana,
assoldata quando aveva otto anni
appena. Il giornale riporta anche la
descrizione impressionante di un
reclutamento da parte dello stesso
gruppo fatto in una scuola, radu-
nando in un 'aula gli alunni e intrup-
pandoli senza pietà. Negli ultimi an-
ni si sono contati fino a sessanta
paesi che hanno utilizzato ragazzi
in eserciti regolari, e/o in gruppi ri-
belli . In alcuni casi il numero delle
ragazze superava quello dei ragaz-
zi. Si sente parlare di ragazzi/sol-
dato in riferi mento al Sudan , all 'U-
ganda, alla Liberia.
Ma se è vero che l'Africa detie-
ne il primato, il fenomeno tuttavia
esiste anche in Asia. Per esempio
in Birmania, dove la dittatura mili-
tare ha deciso di aumentare l'eser-
cito per combattere le tendenze
separatiste , arruolando ragazzini .
Né si salva l'America che conosce
in Colombia i ragazzi /sicario o in
Perù i ragazzi/soldato reclutati da
Sendero Luminoso . Non è difficile
immaginare in che modo istruttori e
comandanti preparino questi minori
alla lotta : sottomissione anche at-
traverso forme di tortura, eccita-
mento irreale , droga. Gli addestra-
menti portano il segno della durez-
za e della crudeltà, perché tali sa-
ranno le caratteristiche delle loro
missioni.
Le storie individuali sono molte e
quanto mai illuminanti . Nafta! del
I Bambini/soldato della Sierra Leone
riscattati dal vescovo monsignor
Biguzzi e portati a Roma
nel gennaio 2000 in occasione
del Giubileo dei bambini.

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Mozambico oggi ha diciassette an -
ni . È stato preso quando ne aveva
undici , mentre era in famiglia . Per
due anni sparò con il suo AK47.
"Se non l'avessi fatto , loro avreb-
bero sparato a me", disse in una
testimonianza raccolta dall 'Unicef.
Per questo negli ultimi dieci anni
sono stati uccisi oltre due milioni di
ragazzi al di sotto dei 18 anni , se-
condo i dati dell'ONU .
I In dieci anni (1990/2000) sono
stati uccisi dalle guerre oltre
due milioni di ragazzi ,
una vergogna per l'umanità.
O Non mancano reazioni. Una
coalizione di istituzioni uman itari e
vuole ottenere un "protocollo sui
bambini soldati " nell 'ambito della
convenzione internazionale sui dirit-
ti dell'infanzia. E c'è da ringrazi are
il Signore che queste forze si muo-
vano . Ma rimane l'interrogativo su
chi farà osservare questi protocolli ,
se le potenze determinanti pensano
che niente debba compromettere i
loro interessi economici .
La Famiglia salesiana in tutti i suoi
rami deve prendere coscien za del
fenomeno . Abbiamo fatto la carta
della missione sal esiana . Dove è
possibile convie'ne cercare di influi-
re tutti insieme anche presso i pro-
pri governi e rappresentanti interna-
zionali , saper presentare la questio-
ne e chiedere di verificare le situa-
zioni denunciate.
O
Marzo 2001
Ann o CXXV
Numero 3
In copertina:
Marzo,
trad iziona lmente il mese
m issionario sJ lcs iano ..
La congrcgJzione
è in fermenlo missionari o:
sempre nuove presenze
e nuove fat iche
per rea lizzare i sogni
cli D on Bosco.
lJ~PiiflW
,___,, ,..,,.,,# ,.., "f1
Mensil e di info rm azione
e cultu ra reli giosa edito
da lla Congregazione Sa les iana
di San Giova nni Bosco
Di retto re:
GIANCAR LO MAN IERI
- CHIESA
12 Un consuntivo del Giubileo
d i Silvano Stracca
- CASA NOSTRA
14 I martiri di Valencia
di Ramon A lberdi
MESSICO
20 Una parrocchia prodigio
- CULTURA
23 li Museo di Valsalice
l fMA
28 Piccole donne crescono
- ONLINE
32 Esperienza in Kenia
di Gianca rlo Ma nieri
d i N atale Maffio li
di M aria A ntonia Chine/lo
d i G iovanni Eriman
I RusRICHE
2 // Rettor Maggiore - 4 li punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel
mondo - 11 Osservatorio 1 - 17 Osservatorio 2 - 18 Box - 19 Zoom - 22 Lettera ai
giovani - 27 // doctor ]. - 30 Libri - 34 Come Don Bosco - 36 Spiritualità Salesiana -
37 Laetare et benefacere... - 38 Riti di passaggio - 40 I nostri morti - 41 li Mese - 42
Prima Pagina - 43 / martiri cinesi a fumetti - 46 / nostri santi - 47 In primo piano/ Focus
Redazione: Mari a Anton ia Chinello
Nadia Ciambrignoni Gianca rlo De Nicolò . Franco Lever
Natale Maffioli · Francesco Motto Vito Orlando
Collaborato ri : Teresio Bosco· Angelo Botta ·
Severino Cagnin • Ernesto Cationi
Giuseppina Cudemo Graziella Curti
Bruno Ferrere - Sergio Giordan i - Bruna Grassini
Jean-Franço is Meurs Giuseppe Morante
Marianna Pacucci Fabio Sandroni
Arnaldo Scaglioni • Serdu · Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco Cipriano De Marie ·
Guerrino Pera - Pietro Scalabrino - Gianpaolo Tronca
Progetto grafi co e impaginazione:
Pier Bertene
Direttore Responsabile : Antonio Martinelli
Edizio ne Cooperatori : Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma Tel. (06) 44.60.945.
Regi strazione : Tribun ale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione : Giuseppe Corò (Roma)
Fotocomposizione: ED IBIT Torino
Stampa : MEDIAGRAF s.p.a. · Padova
Don Bosco in the W orld
È possibil e leggere in anticipo
il prossimo numero , collegandosi
al sito Internet: www.sdb.org
Associmo allo
Un ione S ta m pa
Per iodica It a li ana
11BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo in 52
edizioni e 24 lingue di verse. Raggiunge 128 Nazioni in cui
operano i salesiani.
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.556
e-mail: <biesse@sdb.org>
e <gmanieri@sdb.org>
Conto corr. post. n. 46.20.02
intestato a Direzione Generale
Opere Don Bosco, Roma.
BS MARZO 2001

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di Carlo Di Cieco
VORREI LA PELLE NERA
Gli immigrati sono sempre più numerosi, e presenti in ogni angolo
del Bel Paese. Li abbiamo accanto ovunque, in strada,
nei posti di lavoro, nei negozi, nei cinema, perfino nelle chiese ...
Una sfida per gli educatori.
" V orrei la pelle nera".
Potrebbe diventare uno
slogan di ogni educatore ,
non per lanciare una moda estetica,
ma per disporsi a capire in profondità
e saper comunicare le ragioni degli
immigrati nel nostro paese, così da
contribuire a formare una società
multietnica capace di dialogare e
conoscere , anziché discriminare e
creare ghetti o capri espiatori del
disagio sociale. Sulla integrazione
culturale con gli immigrati ci
giochiamo , infatti , una buona fetta di
qualità della vita nel nostro paese nei
prossimi anni . L'esito di questa
partita garantirà anche la qualità dei
giovani e delle ragazze del prossimo
futuro . Essi guardano agli adulti
specialmente su questo punto. La
speculazione che regna in Italia nei
confronti degli immigrati e i pregiudizi
che si vogliono accreditare, invece,
come una visione equilibrata,
vengono infatti respirati
specularmente dai giovani .
Nella quinta indagine IARD sulla
condizione giovanile in Italia
emergono la confusione e
l'atteggiamento contraddittorio che si
respirano nei discorsi dei cittadini : da
un lato è molto diffusa la percezione
che la presenza di immigrati abbia
raggiunto livelli troppo alti (lo pensa il
75%), accompagnata dalla forte
convinzione (nel 54%) della
propensione degli immigrati a
delinquere ; ma, nello stesso tempo,
sono diffusi un forte sentimento
solidaristico (68%) e soprattutto una
grande apertura verso il
conferimento dei diritti di cittadinanza
a quanti vivono e lavorano
onestamente nel nostro paese
(atteggiamento condiviso dall'80%
dei giovani) .
Se poi si pensa che in Italia alla
stessa data dell'inchiesta gli
stranieri residenti erano 1.270.553 e
si confronta con il dato del 75% che
giudica troppo alto questo livello di
presenza (pari invece solo al 2,2%
del totale della popolazione
MARZO 2001 8 S
residente) , non si capisce la presa
del pregiudizio etnico , un po'
forcaiolo, che sembra dominante nel
dibattito sociale e politico . Anche
l'allarmismo dei mass media, forse
dietro spinte politiche interessate,
sembra accreditare - ma senza
fornire obiettivi riscontri - una vera
invasione di stranieri famelici e
incivili che vengono a depredare i
nostri beni , a rubare il nostro lavoro.
Questa confusione tra i giovani
(solo il 7,1% di essi non è d'accordo
con l'affermazione che nel nostro
paese ci sono troppi immigrati)
deriva anche dal fatto che ormai la
partecipazione politica è scesa ai
minimi storici . Il rifugio nel privato,
con una maggiore presenza nel
sociale , non giova a elaborare
soluzioni condivise per i problemi
comuni . Mentre si invocano grandi
riforme , allo stesso tempo -
venendo meno la partecipazione
politica - non si sa bene chi e per
conto di chi le debba realizzare .
Nella stessa inchiesta IARD si
conferma che sono diventati margi-
nali l'impegno sociale (lo giudicano
molto importante il 17,2%) e l'im-
pegno religioso (molto importante
per il 10,5%) e che al primo posto
ci sono valori forti (famiglia, amore,
amicizia) vissuti tuttavia nella
dimensione individuale e privata.
Forse gli educatori cristiani hanno
lavorato per il re di Prussia, senza
saperlo. Hanno fatto un certo argine
sulle proposte di uguaglianza e di
giustizia sociale , magari dimenti-
cando per un attimo che la verità
cristiana sulla creazione di ogni
uomo a immagine e figliolanza di
Dio era molto più esigente sulla
giustizia e l'uguaglianza, di qualsiasi
pagina del "Manifesto" di Marx.
E se alla sera della vita saremo
giudicati sull'amore , non astratto
ma concretato nelle opere di mise-
ricordia , allora sarà pure tempo di
dare slancio nuovo a una cultura
non solo dell 'accoglienza, ma della
fraternità .

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r;~~~C!·eu!·e, ~!!~~t
consiglio. Ho 19 anni e sono
innamorato d i due cose: di una
ragazza e... del computer.
Adoro cliccare e chattare. So-
no un tipo socievole, io. A vol -
te preferi sco godem1i qualche
chi acchiera on line in cui si
spazia per ogni dove e trovo
che non sia così monocorde
come quando chatto con la mia
ragazza. Quello che mi dice lo
so già a memoria da un sacco
di tempo. È una barba [... ].
Giacomo, S. Giorgio,
universitario
Anche mio nonno era "mono-
corde", mi ripeteva a ogni
piè sospinto: "Dimmi con chi
vai, ecc." Non voglio pensare
che a forza di "parlare" col
computer diventi un po' mac-
china pure ru.! Ma sono sicu-
ro che una conversazione vir-
tuale non sa dare i brividi di
fermazioni strampalare. a de- r.'JE VITTORIO EMA-
nunciare sentimenti inesisten- 1.iJNUELE Il. Mi scuso
ti ... Secondo un' indagine so- per la stranezza di questa mia
ciologica la na vigazione on ri chiesta, provocata da un con-
fine è oggi uno dei principali trasto storico sul Re dell ' Un ità
motivi cli screzi e dissapori d 'Italia che il mio professore
familiari e spesso porta perfi'- d i re ligione afferma essere
no alla rottura e alla separa- morto da buon cattolico, men-
zione. C è chi si scatena on tre il mio professore di storia
line, chi si innamora , chi si d ice che no, è morto laiciss i-
scarica, chi impreca , chi ac- mo e non poteva morire da
cusa... Non ho ancora trova- buon cattolico, essendo stato
to chi s' è fatto santo on fin e' scomunicato e non avendo
Ti auguro di 110 11 ji'nire come egli ritrattato nulla, non pote-
quel tale "internaura" inglese va ricevere i sacramenti, ecc.
(pare sia storia vera) che per Ch i ha ragione? Me lo può
le belle ji-asi , il dolce viso. e spiegare lei, da l momento che i
la sensuale voce della sua due proff. si sono limitati alle
partn er "virtuale" conosciuta affermazioni ma non hanno
chattando, ha piantato moglie prodotto documentazione? li
e figli. ha intrapreso un lungo prof. d i storia ha solo detto che
viaggio per j i'ondarsi dalla un ce110 monsignore che in ef-
sconosciuta amante on fin e fett i era stato mandato forse
e.. . s'è ritrovaro con una rac- dal Papa per confessare il Re,
chia , bisbetica, incanutita, cia- fu cacciato da l governo [...]
vattosa e banale, con tre ji'gli
e una vita insulsa. Costei
.. . Roby@ecc..
italiano. Dunque Vittorio
Emanuele è spirato dopo es-
sersi confessato e comunicato.
Non fece in tempo solo a rice-
vere·/' estrema unzione . È ve-
ro che a monsignor Marine/li ,
inviato del Papa, fii impedito
di visitare il Re probabilmen-
te per paura che il sovrano fir-
masse una ritratrazione scritta
su tu.tra la spinosa questione
romana, ma chi lo preparò
alla morte fii , come ti dicevo,
il suo cappellano. Di phì: lo
stesso anticlericale Crispi, al-
lora ministro del'interno, in
una circolare ai prefetti, scri-
veva che il Re era morto '·con
i co11f'orti della religione" . Su
questo avvenimento poi esi-
ste. guarda caso, anche una
rela:ione di Don Bosco che
riporta la testimonianza del
domestico che assistette il Re
morente, e conferma quanto ti
ho appena descritto. Questo è
quanto.
una reale: gli man.ca l'odore
del' altro , le smm:fi'e del suo
viso, i gesti a volte impercet-
tibili che però si colgono e
svelano molto di piiì che le
stesse parole. Gli manca la fi-
gura, il respiro, il colore del-
/' altro. .. che permettono let-
ture oltre le parole. On fin e
fai del gossip tufi' al più. E
pure sciaflo e piatto, tanto
che per sentire qualche sen-
sazione si è costretti a carica-
re i toni , a usare parole col
sapore del proibito , a fare af-
s'era inventato tutto pure la
foto, e aveva copiato belle
fras i romantiche, per distrarsi
da una vita senza emozioni! Il
gonzo c'è cascato. Affi·onta la
vita, caro Giacomo. Quella
vera . Per quanto brufla, sarà
sempre migliore di quella vir-
tuale. E poi Dio quando ha
voluto dimostrare quanto va-
lesse l'uomo non l'ha contat-
tato virtualm ente, s'è immerso
nella vita reale, la più disgra -
ziata. .. e ha detto che valeva
la pena viverla' Ti par poco ?
Caro Roby@, re Vittorio Ema-
f.,;,J'Mi nuele Il è morto il 9 gennaio r.,ANCHE ARMATE.
1878, dopo breve malcmia.
piacerebbe che il BS
Gli archivi vaticani, ma im- sostenesse la campagna "Ban-
magino anche quelli iraliani. che Armate" di cui allego il
conservano la relazione del testo, perché penso che si
reverendo Vale rio Anzino , debba affiancare all a benefi-
"cappellano maggiore della cenza (sempre doverosa per
Real Casa" e amico del so- un credente) anche una radi-
vrano. !I /arto che il Re fosse cale svo lta ne i comportamenti
scomunicato, per la fa ccenda di ogn uno per far che le
della presa di Roma ecc. non "stortu re" de l mercato non si
gli impedl di morire da buon trasformino in sistemi di op-
cristiano e da buon cattolico. pressione sull e popolazioni
E, secondo la relazione cita- più deboli .
ta,fu il sovrano stesso a chie-
dere cli confessarsi e ricevere
Nazza reno, Guastalla
i sacramenti, proprio perché
intendeva morire da buon cat-
tolico "approvando tutto quan-
to la Chiesa approva e ripro-
vando tutto quanto la Chiesa
riprova" . Bada , è citazione.
Proprio questa fo rmula, al-
quanto generica - secondo me
alquanto furba - ha permesso
di aggirare l'ostacolo della
scomunica, perché in pratica
non specificava, diciamo , "la
colpa politica" del Go verno
La ringraz io, caro signore,
per la sua nobile lettera che
sostiene una ancor più nobile
causa cui, ovviamente , non
possiamo che aderire . !I fo -
glio che lei ha accluso, non
riportato per evidenti morivi
di spazio , parla di banche ira-
lian e che sos1engo no I' exporr
bellico, esporremo morrei So-
no nore . Tale, purrroppo , è il
sistema in cui siamo inseriti ,
italiano che aveva scippato al
Papa la sua Città , la Roma
capitale dello Stato della Chie-
sa e del crisrianesimo mon-
diale. la dicitura in ulrima
analisi soddisfece sia la Cu-
Non ci è stato possibile pub-
blicare tu/te le lettere pe1ve-
ni; te in redaz ione . Ce ne
. mo Prov vederemo a
5CUS ta ·
·suo iempo a.Ila pubblicazio-
ria Romana che il Governo ne o alla risposta personale.

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APPELLI
O ~VERE FEDE. Caro di- L DIRITTO DI CRITI-
" " ' rettore, avere fede è la CA. Egregio direttore, lei
Exallievo cerca compact cosa più importante. Tutto il si sforza a sp iegare questo e
disk di musica sacra, gre- resto non conta, o meg lio, quello, a rispondere come
goriano, gospel e musica viene da . A questo punto meglio sa [.. .] gliene ne do
medioevale e antica. Scam- sono inutili anc he la carità, il atto. Ma "s i sforza", cioè lei
bi o con cartoline e franco- dialogo, e perfi no le manife- deve obbed ire a ord ini di scu-
bolli. Gallitognotta Mario, staz ion i esterne di culto, la deria. Lei non potrà mai cri ti-
via Legnani, 9 - 21047 cui partecipazione non ind ica care, ad esempio, la Chiesa e
SARONNO (VA).
affatto che uno abbia fede. tanto meno i suoi "alti" rap-
Desidero avere sincera ami-
cizia con persone buone,
propense al dialogo, e con
famiglie, per sentirsi meno
solo nei giorni fes ti vi.
Giuseppe D'Alessandro,
C.so Alcide De Gasperi,
15 lnt. 22 - 80053 Castel-
lammare di Stabia (NA).
Avrei desiderio di corri-
spondere con persone di tut-
te le età per sincera e dura-
tura amicizia. Tonani Car-
mela, Via Mompiani, 9 -
20139 Milano.
Anche Gesù mi supporta in
questa mia teo ria: basta avere
fede quanto un granell o di se-
napa che si spostano le mon-
tagne. Le mie sono afferma-
zioni in cui credo , anche se
qualche dubbio mi resta[ ... ]
Dino , Ravenna
E fai bene ad avere dubbi,
anzi, al riguardo fai bene ad
averne parecchi. A parte che
Gesù dice molte altre cose, e
non solo quanto tu ricordi.
Egli, mi pare, ha parlato più
di amore che di fede : "Fate
presentanti [.. .]. I monoliti
non si spezzano ...
Vesco da Taranto
Caro Vesco (ho letto bene ?) ,
un grande teologo , tra i più
grandi del XX secolo, scrive-
va non moltissimo tempo fa
(L'opposizione nella Chiesa,
Paoline 1975) che il cristiano
è un uomo e dunque, a buon
diritto, un essere critico . Fan-
no grande l'uomo il suo im-
pegno assoluto per la fede e
la capacità critica verso tale
impegno . Le due cose secon-
Cerco cartoline illustrate
nuove e/o viaggiate, carto-
line religiose, santini, fran-
agli altri quanto volete sia do Karl Rahner - di lui si
fatto a voi". Nota il verbo: tratta - possono coesistere. E
fate! Gesù sancisce, a livello afferma che pe,fino la fede e
cobolli, calendarietti , sta-
tuine religiose, ecc . Rosa-
rio Amendola, P.za del
Popolo, 1 - Aiello Cala-
bro (CS).
Ho il desiderio di fare una
mostra di immaginette sa-
cre e libricini di preghiera
vecchi, non importa se
sciupati . Chi mi aiuta?
Fr~tel Pucco Vitttorio,
via Castellano, 2563 -
63010 Cascinare (AP).
pratico , la supremazia del
fare sul credere, sul pensare,
sul giudicare . La verità cri-
stiana, caro Dino , è una ve-
rità da fare: "Chi fa la vo -
lontà del Padre mio...". Il
punto focale della fede cri-
stiana è i/fare, perché solo il
fare rivela la vera identità di
una persona , solo il fare rive-
la l'essere. Ti ricordo , per in -
ciso, la parabola del buon sa-
maritano che a questo propo-
sito è illuminante . E poi, via,
la natura della Chiesa sono
realtà da esaminare critica-
mente, perché possono essere
colte soltanto in una libera
adesione dell'uomo. La strut-
tura, lo sottolineo , badi bene,
della Chiesa è mutevole e
quindi per principio è critica-
bile, cosi come è criticabile la
struttura dei sacramenti, dei
riti, delle cerimonie liturgi-
che, ecc . Tant'è che queste
cose sono più volte cambiare
lungo i secoli. Ora se sono
Vorrei corrispondere con sei davvero convinto che non criticabili natura e struttura
persone di tutte le età per ci sia bisogno di dimostrare della Chiesa , tanto più lo
dialogare e crescere insie- "concretamente" quanto si possono essere gli uomini di
me nella fede. Pierluigi crede? Non è che con questo Chiesa. Del resto, non esiste
Ruggiero, via Giovanni mi vuoi dire che non c'è biso- secolo in cui la Chiesa non
XXIII, 118 - Ostini (BR). gno cli sacramenti, processio- abbia avuto i suoi critici dal-
ni, via crucis, preghiere, ce- !' interno. Ogg i le posizioni
lebrnzioni. .. Senti, mio caro, teologiche sono moire, e non è
tale la logica di Re "Mammo- siamo fatti di carne: dentro successo che Roma ne abbia
na" , alla cui pressa è difficile cli noi legge solo Dio ... l' uo- imposta una e condannato
sfuggire, essendo cittadini del- mo legge l'esterno , la mate- tutte le altre. È intervenuta
la società del dio denaro , una rialità del fatto: è il nostro solo là dove è sembrato che
pressa che schiaccia spietata- modo visibile di vivere che è la critica scardinasse la so-
mente le buone intenzioni, e i un libro aperto, non il nostro stanza , l'essenza della Chie-
tentativi, peraltro fiacchi, di pensare, il nostro credere , il sa , ne moc/iji'casse la natura
umanizzarla . Mi auguro che nostro giudicare... La predi- rispetto a quella voluta da
siano molte le organizzazioni ca non è efficace, purtroppo , Cristo. Lei non sente parlare
e le parrocchie che decidono è efficace il predicatore che di posizion i diverse pe1.fino
di ritirare i propri risparmi vive quello che dice .. . Sei ru nei cardinali di Curia? Sarà,
dalle banche che commercia- il Vangelo vivente . Altra via ma tu/lo questo monolitismo
no morte.
non c' è.
non lo vedo.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il camb io
di indirizzo.
Per la vostra cor rispon-
d enza :
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.1 2.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS MARZO 2001

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(IN ITALIA _ _N_E_L_M_O_N_D_O_ _ _ _ _ _ _ _ _ __
VENTIMIGLIA, ITALIA
IL SAN SEGUNDIN
D'ARGENTU
Il Comitato " Pro Centro Sto-
rico" e il Comune di Ventimi -
g li a hann o in signito s uor Eli-
g ia Gu g lie lmi , Figl ia di Maria
A us ili atri ce, de l "San Segun -
din d 'A rge ntu", nominandol a
donna ve ntimi g liese de ll ' an-
no 2000. La suora sal es iana
opera eia 25 a nni ne l difficile
quarti ere Gallardi , dove ha se-
de un o ratorio, semp re attenta
e di sponibile a tutte le esige n-
ze. li suo campo di intervento
spazia dalla cateches i allo
sport, dal teatro a lle g ite, dalle
feste al doposc uola ... È sem-
pre in mezzo ai piccoli per i
quali ab imme morabili è una
seconda mamma. Un ri co no-
scimento meritato e opportu-
no c he fa onore a le i e al suo
Is tituto.
•9;i••f•MH•ii•1;mf•) chiesto di partire per le mis-
-•-■■- • • - - - - ...... ~ s io ni. Don Vecc hi l' ha forte-
me nte vo luta: la spedi zione
ISTANTANEA SULLA cl i fin e cie l millennio doveva
1253 SPEDIZIONE
dare e lasc ia re un segno tan-
g ibil e de ll a v ita lità mi ss io na-
L ' 11 novembre sco rso c'è ri a de ll a co ng regaz ione . È
stata gra nd e fes ta a Maria stato così. La noti zia è finita
Aus ili atri ce . Un Re ttor Mag- s ui med ia naz io na li. Si è trat-
giore particolarmente emozio- tato de lla I35 ma cerim o ni a
nato ha ripetuto la cerimonia de l ge ne re in 125 ann i di spe-
de ll a co nseg na de i croce fi ss i di zio ni. Il Re tto r Magg iore,
a tutti co lo ro - e rano più di ragg iante, ha de tto parole
ce nto re iig ios i, re iigiose e co mm ove nti a ll a gente, so-
laic i pro ve ni enti da tutte le prattutto g iovani , c he g remi- ,.
parti de l m o nd o - c he hann o va no la Bas ili ca .
MOGLIANO VENETO,
ITALIA
A PIEDI PER
IL GIUBILEO
Co ntinu a no a g iungere in re-
daz ione notizie d i aute nti che
imprese, messe in atto d uran-
te l' anno santo, a ll a maniera
de i pe ll eg rin agg i medioev ali .
Da Mog li ano Ve neto è partita
il 29 lug li o 2000 alla vo lta di
Roma un a carovana di pell e-
g rini . exa lliev i e cooperatori
sales iani , che hanno vo luto fa-
re come g li anti chi rome i: han-
no viagg iato a pi edi . Un ' im -
presa/pe ll eg rin agg io che s i è
avv ic inata le ntamente alla me-
ta, facendo tappe di rifl ess io-
ne e devoz ione in zone sugge-
stiv e lungo il pe rcorso, adatte
a ll a preg hiera e alla medita-
zione, come Pomposa , Ra-
ve nn a, La Ve rna, Città di Ca-
ste ll o, Bad ia S. Salvatore, As-
s is i, Passo Co rese ... Fe rman-
dos i in piev i, co nventi , badie,
chiesette di campagna, ecc .
G li inco ntri più di vers i hann o
caratteri zzato il cammino: al-
tri gruppi di pe llegrini italiani
e strani e ri a piedi o in bici ;
co muni di s uore felici di ac-
coglie rli ; sacerdot i e re lig ios i
c he hann o vole ntieri co ndi vi-
so qual c he mo me nto di cele-
brazione e rifl ess ione ass iem e
a loro. Un 'esperien za uni ca e
indime nti cab ile, non priva di
m ome nti di stanchezza e di
qu alche compre nsibile appren-
sione, sempre supe rati co n la
vo lont à penite nziale c he ri-
c hi edeva l' impresa e c he re-
ste ne ll a memori a pe r il
resto de ll a vita. J picco li in -
conveni enti - piedi dolenti ,
vescic he, duroni , graffi , ferite
- non hanno fatto altro che
re nde re più me ritoria l' impre-
sa, più des iderata la me ta. Gli
incontri hann o rafforzato la
vog lia di a rri vare in fondo e
la fede . Romei del 2000, l' im-
presa res terà incisa a caratteri
inde le bili ne l libro del cuore e
non s i ca nce lle rà più.
MARZO 2001 11S

1.9 Page 9

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Redazionale
SANTIAGO, CILE
RICORDARE UN
GRANDE CARDINALE
Co n un mo num ento bronzeo
Santiago de l C ile ha vo luto
onorare un o de i suo i co nc itta-
d in i pi ù illustri , il ca rd ina le
sa lesiano Raùl Si lva E nri -
qu ez, mentre la Re pubb lica
ha da parte sua e messo un a
mo neta da 500 pesos co n sul
d ritto il busto de l porporato .
La statua è stata posta ne lla
" Pl aza de A rm as", la pi azza
no n so lo d i San ti ago ma d i
tutto il C il e, d i fro nte a ll a cat-
tedra le in c ui mon sig no r S ii va
fu arc ivescovo pe r 22 anni ,
guadagna ndos i l' affetto dei
fed e li e la stim a incondi z io-
nata de lle auto rità. Molta gen-
te ass ie me ad auto rità c ivili e
re lig iose hanno partecipato co n
com mossa ades ione a lla so le n-
ne ce ri monia. L' opera è fir-
mata da un noto e pro lifico
sc ulto re c ileno, Galvarino Pon-
ce Mo re !, c he ha vo lu to rap-
presenta re il cardinale in a t-
teggiamento sere no e paterno
co n la mano s inistra in pos i-
z ione di accarezza re un ba m-
bino "v irtuale" .. . li po rporato
resta vivo ne l ri cord o perso-
na le e pubb lico dei c ileni pe r
le s ue grandi prese d i pos izio-
ne in d ifesa de lla d ig nità de ll a
persona. del la vita e de lla g iu-
stizia, e per i suo i me riti re li-
gios i, soc ia li e cu ltura li.
NUMISMATICA
a cura di Roberto Saccarello
I Unitamente alla divisionale dell'anno XX
di pontificato di Giovanni Paolo Il, il Governatorato
della Città del Vaticano ha emesso una moneta da
100.000 lire (g 15) e un aureo da 50.000 lire (g 7,5).
SANTA MARIA MAGGIORE IN MONETA
La moneta presenta su un verso l'immagine di
Santa Maria Maggiore, fondata, secondo la tradi-
zione, da papa Liberio (352-366) a seguito di una
prodigiosa nevicata avvenuta nel mese di agosto .
La facciata attuale venne eretta dal Fuga nel XVIII
sec. sotto Benedetto XIV.
L'aureo, invece, reca un'immagine della Vergine
col Bambino, tratta dalla cel ebre icona della
"Salus Populi Romani" nella Cappella Paolina della
stessa basilica. La tradizione l'attribuisce a san
Luca, ma è probabilmente copia del Xlii sec. di un
originale bizantino del IX sec. Su entrambi i dritti
campeggia il profi lo di papa Wojtyta con sullo sfon-
do la Porta Santa.
La serie, realizzata da Giovanni Contri , può es-
sere acquistata anche per corrispondenza al prez-
zo di f 930.000, spese postali incluse. L'importo va
pagato attraverso vaglia postale internazionale o
assegno bancario all'ordine "Governatorato della
Città del Vaticano, Ufficio Numismatica". Il pro-
gramma numismatico aureo giubilare comprende
anch e la Basilica di S. Pietro emessa in dicembre.
Per saperne di più: "B' 0761 .307124
BS MARZO 2001

1.10 Page 10

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l00annifa
Il BS del marzo 1901 pubblica il discorso del
prof Italo Pizzi che fa il parallelo tra Don Bosco
e Giuseppe Verdi morto il 27 gennaio. Così anche
la nostra rivista ricorda il centenario della morte
di uno dei nostri grandi geni della musica.
LUBUMBASHI,
CONGO (RD)
UN BENEFATTORE,
UNA CHIESA
A Ru ashi , una delle perife rie
di Lubumbashi , sono orm ai
terminati i lavori per l' am- mente arri vato - la provv i-
pli amento dell a Chiesa di Ma- denza non ha limiti - nell a
ria Ausili atrice, rim asta trop- persona di don Vittori o Pen-
po pi ccola per i numerosi fe- na, di Lamezia Terme, non
deli che la freq uentano. In nuovo a questi gesti di grande
una nazione tra le più povere altruismo che, in occasione
e martori ate del mondo so lo del suo 50° anni versario di or-
la generosità di qualche bene- dinaz ione sacerdotale, ha vo-
fa ttore poteva consentire la luto devolvere i suoi risparmi
reali zzazione di un 'opera che per un 'opera reli giosa in terra
i fedeli des ideravano da tem- di mi ssione, e ha celto la par-
po. li benefattore è puntual- racchi a sales iana di Ruas hi .
[... ] Giovanni Bosco e Giuseppe Verdi .. . stanno degna-
mente l'uno accanto all' altro .. . Sono due fulgide glorie
d'Itali a nostra, e, cosa degna di nota, si assomi gli ano,
anche nella via percorsa, sebbene e l' una e l'altra via
siano tra loro di sparati ssime. Ma è pur vero che nacque-
ro ambedue poveri , ambedue umili , di gente contadine-
sca data al lavoro dei campi e ai traffic i minuti . Sentiro-
no potente impul so per raggiungere un 'alta meta, e quel-
l' impulso potente segui rono e quell a meta raggiunsero
[... ] Se all ' uno e all 'altro mancò, ul principi o, l'appro-
vaz ione dei potenti ... li seguì pl audente il plebi scito di
migli aia di voci popolari ; e alla loro morte, da tutti gli
angoli della terra, migli aia di voci lamentose si levarono,
e si levano tuttora e si leveranno sempre a piangerne la
perdita. Più tardi ebbero onori come principi , ma si man-
tennero umili , ebbero abbondanza ma vissero poveri , e
del soverchio fece ro larghezza altrui , e fu ron generos i in
morte più che non poterono essere in vita. E vo llero infi -
ne umile la sepoltura, cri sti anamente umile, oggi, in
tanto schi amazzo di tali che si proclamano da se stess i e
superuomini e geni e prodi gi. Se, come si legge, la spo-
gli a di Giuseppe Verdi sarà portata al sepolcro preceduta
da un a sempli ce croce, confo rme al des ideri o già espres-
so eia lui , se Gi ovanni Bosco morì umile nell a sua umil e
cell a come l'anti co poverello cli Di o, all ' uno e all 'altro ...
si può appli care la terzina de l di vino poeta... "L' anima
preclara /muover si volle tornando al suo regno /ed al
suo corpo non volle alrra bara ."
PISANA, ROMA
(Istituto Storico Sales iano).
Nomi ben noti in patri a, e non
CONVEGNO ISS
so lo presso i sa les iani , sono
confluiti con le loro ri cerche,
Provenienti da tutto il mondo, le scoperte, le pubbli cazioni ,
piL1 cli cento sales iani e Figlie le edi zioni cri tiche, ecc. per
di Mari a Ausili atri ce che si conoscere e fa r conoscere
occupano dell a stori a dell e sempre di più un a stori a che
due congregaz ioni fo ndate eia ha av uto un grande influ sso
Don Bosco, si sono riuniti il nell a Chiesa dell ' ultimo seco-
31 ottobre 2000 nella Casa Ge- lo, soprattutto nel settore gio-
neralizia della Pi sana per il lo- vanil e, propri o ciel carisma.
ro IJI Convegno Internaz iona- Gli studi continueranno per-
le sull a stori a dell ' opera sale- ché la mini era sa le iana sta
siana, organi zzato dalI'IS S dimostrandosi inesauribile.
MARZO 2001 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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OSSERVATORIO 1
Sembra di essere ai
confini del mondo.
Comunque , che im -
porta? Dove c'è bisogno si
va! Papua aveva bisogno ,
siamo andati! E non è che
sia un paradiso . Tutt'altro:
è un posto da lupi , anzi da
zanzare e malaria (al 101 %
dicono i salesiani che ci vi-
vono da anni) . La più bella
accoglienza al gruppo di
volontari della parrocch ia
salesiana di Vercelli, ani-
mati da don Leo , l'ha co-
munque fatta un 'anziana
signora che si era avvicina-
ta al don per il benvenuto :
"Tu non sei un visitar tu
sei a friend, un amico, per-
ché sei tornato a trovarci".
I ragazzi! Dove ci sono salesiani non mancano mai.
E abbiamo dato una ma-
no a costruire.
C'era da terminare, a Kun-
PAPUA!
dinawa, 1300 m s.l.m ., la
nuova casa delle suore
La Giornata Missionaria Salesiana
che a ottobre hanno inizia-
to la scuola per le ragazze .
Quest'anno , armati come
ricorda quest'anno Papua - New Guinea.
Offriamo ai lettori la testimonianza
al solito di buona volontà -
ce ne vuole tanta - andre-
di alcuni volontari di Vercelli...
mo ad Araimiri, dove esi-
steva una scuola salesiana, chiusa perché il mare si Perché vi raccontia-
mangiava cinque metri di costa all 'anno e l'acqua mo questo?
aveva ormai invaso la casa. Ora si sta sviluppando il Perché abbiamo sco- Volontari al lavoro a Kumgi.
processo inverso : il mare accumula sulla spiaggia perto che più si con-
metri e metri cubi di sabbia, e questo, dicono gli indi- divide la vita dei poveri più si arricchisce la nostra.
gèni , durerà per almeno 15 anni, così i salesiani Ci fa ricchi di senso , di amicizie conquistate e
hanno deciso ,di riaprire la scuola. Essendo tutta in mantenute , di solidarietà concreta, di mani sporche
legno , ha bisogno di tanta manutenzione , e noi per chi è nel bisogno .. . E abbiamo fiducia che altri
andiamo a dare man forte ...
ci seguano: volontari è bello!
Festa papua in costumi tradizionali.
BS MA RZO 2001

2.2 Page 12

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
LA CHIESA DI PAPA
WOJTYtA HA PASSATO
IL GUADO, È ENTRATA
NEL lii MILLENNIO
CON UN BILANCIO
INVIDIABILE
A leuni gesti de ll 'ottuagena-
rio Po1:tefice più ?e i_grandi
numeri - s1 pensi a1 trenta
mili oni di pellegrini - hanno resti-
tuito all'evento epocale del Giubi-
leo la pienezza della sua autenticità
re lig iosa legata alle radi ci bibliche:
tempo di liberaz ione e perd ono, di
gioia e pac ificaz ione . Eccone alcu-
ni : il coraggioso mea culpa pro-
nunc iato sull a tomba di San Pietro ,
nonostante perpl ess ità e ri serve di
molti , per chi edere perdono di er-
rori e dev iazioni dal Vangelo com-
mess i ne l corso de l II millenni o; la
commovente cerimonia ecumeni-
ca in San Paolo fuori le Mura, con
la Porta Santa aperta per la prim a
vo lta ne lla storia ass ieme da un
successore di Pi etro , un primate
de lla Chi esa an glicana e un rappre-
sentante di quell a ortodossa; l'au-
stero rito davanti al Colosseo,
simbolo delle antiche persecuzioni ,
in commemorazione del sangue
versato per la fede da cattolici,
protestanti , anglicani, ortodoss i in
tutti i continenti , sotto i totalitari -
smi de l secol o ventes imo; l'inten-
MARZO 2001 8 S
di Silvano Stracca
NOVO
MILLENNIO
INEUNTE
so pellegrinaggio in Terra Santa
con l' imm agine incancell abile de l
frag il e Wojtyla che infil a in una
fe ss ura del Muro del Pi anto la sua
lettera, con la promessa che mai
più i seguaci di C risto si macchie-
ranno del peccato di persecuzione
contro i fi gli di A bramo...
IMPRESSI
NELLA MEMORIA
Sarà imposs ibile non ri cordare le
lunghe fil e di gente, giunta da ogni
continente, in paziente attesa di var-
care la Porta Santa, qu as i un ' im-
mag ine di quella Chiesa posta , co-
me di ce sant ' Agostino , "fra le per-
secuzioni del mo ndo e le consola-
zioni d i Dio". sarà poss ibile di-
menticare la marea di giovani di
Tor Vergata, che hanno "spi azzato"
i pess imisti e hanno ricev uto da un
Papa al tramonto della vita il com-
pito di farsi "sentinelle del mattino"
all 'alba di tempi nuov i. Tante le
memorie del G iubileo 2000, ma
" non c'è tempo per guardare indie-
tro", ammonisce Wojtyla ne ll a lette-
ra apostolica firm ata in Piazza San
Pietro, dopo il Te Deum di chiusura.
"Ora dobbiamo guardare avanti ,
dobbiamo prendere il largo, fiducio-
si nell e parole di Gesù Cri sto".
Il Giubileo va vi ss uto infa tti "non
solo come memoria de l passato ,, ma
come profezia dell 'avvenire". E la
fo rte sottolineatura de l Papa che
traccia le con segne per la Chiesa

2.3 Page 13

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I •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
III millennio.
"Proiettarci nel futu-
ro" , "dinamismo
nuovo", "rinnovato
slancio" sono come
le parole d 'ordine
della Novo Millennio
lneunte. Non è una
lettura nostalgica. Al
contrario. La rivisi -
tazione degli avveni -
menti giubilari di-
venta progettuale per
il cammino futuro.
IL TRITTICO
Il cardinale Etchegaray, presiden-
te del comitato organizzatore del-
!'Anno Santo, ha paragonato la let-
tera aposto lica a un trittico dove la
pala centrale è costituita dal Cristo.
L' anno giubilare, inizi ato nel nome
di Cristo, non poteva trovare con-
clusione migliore che nello stesso
nome: "La nostra testimonianza sa-
rebbe insopportabilmente povera,
se noi per primi non fossimo con,-
templatori del volto di Cristo". E
alla luce di questa centralità che si
comprendono le due pale laterali
del trittico. Nella prima si leggono
gli eventi che hanno caratterizzato
il Giubileo e si sono imposti per la
grande e convinta partecipazione di
fedeli. In ogni celebrazione, dai
bambini agli anziani, dagli artisti
agli sportivi, dai disabili alle fami -
glie, dai giornalisti agli uomini di
scienza, si è sperimentata, ad avvi-
so del Papa, la grandezza della mi-
sericordia di Dio. Nella terza pala
viene prospettato un programma
per la vita della Chiesa che si apre
"ad un futuro di speranza" . L' im-
magine che domina è la stessa che
apre la lettera apostolica: "due in
altum", bisogna prendere il largo.
L' immagine della barca, nella sim-
bologia, è stata applicata con coe-
renza alla Chiesa. Il nuovo millen-
ni o la vede prendere il largo con gli
stessi sentimenti che furono un
tempo dei discepoli. C'è timore per
le grandi sfide del presente: la pace,
i diritti umani , le forme di povertà
antiche e nuove, il dissesto ecologi-
co, la deriva etica. Ma permane
grande la fiducia perché il Maestro
resta con noi e vigila anche quando
sembra che dorma. E un programma
denso ed impegnativo che presenta
di nuovo, con la medesima audacia,
gli stessi impegni che la Chiesa da
sempre propone: santità e missione.
Il tutto nella luce del Concilio Vati-
cano II: " In esso ci è offerta una si-
cura bussola per orientarci nel cam-
mino del secolo che si apre" .
IL CAMMINO DA FARE
L' invito del Papa per il post-Giu-
bileo è a "fare della Chiesa la casa
e la scuola della comunione", e a
promuovere la comunione nel deli-
cato ambito dell ' impegno ecume-
nico. "Purtroppo le tristi eredità del
passato ci seguono ancora oltre la
soglia del nuovo millennio". li
duemila ha registrato "q ual che se-
gnale davvero profetico, ma ancora
tanto cammino rimane da fare".
Scommettere sulla carità è il signi-
ficativo titolo della parte del docu-
mento che ripropone l'opzione pre-
ferenzia le per i poveri e richiama
l'attenzione sulle "contraddizioni
di una crescita economica, cultura-
le, tecnologica, che offre a pochj
fortunati grandi possibilità, lascian-
do milioni e milioni di persone ai
margini , alle prese con condizioni
di vita ben al di sotto del minimo
dovuto alla dignità umana". Serve
un a " nuova fantasia della carità",
che vada nella direzione di una fra-
terna condivisione. Frutto concreto
dell 'anno giubilare sarà un 'opera
a favore dei disabili a Roma, rea-
lizzata con le offerte dei cattolici di
ogni parte della terra. Non una lira
rimarrà nelle casse del Vaticano. In
questo scorcio iniziale del secolo,
Giovanni Paolo II chiede infine un
impegno speciale su "alcuni aspetti
della radicalità evangelica che spes-
so rendono impopolare la Chiesa" .
Cita aborto, eutanasia, biotecnolo-
gie. "Non si tratta di impon-e ai non
credenti una prospettiva di fede ,
ma di interpretare e difendere i va-
lori radicati nella natura dell ' uo-
mo" . Proprio il servizio all 'uomo
"ci impone di gridare, opportuna-
mente ed inopportunamente, che
quanti si avvalgono delle nuove po-
tenzialità della scienza, specie sul
terreno delle biotecnologie, non pos-
sono mai disattendere le esigenze
fondamentali dell 'etica".
La conclus ione della Novo Mil-
lennio lneunte sintetizza la chiave
d'interpretazione del grande Giubi-
leo data da un Papa ultrottantenne
con tanta voglia di futuro: "Andia-
mo avanti con speranza! Un nuovo
millennio si apre davanti alla Chie-
sa come oceano vasto in cui avven-
turarsi". Insomma il Giubileo è fi-
nito, lo slancio no! Se si chi ude il
simbolo della Porta Santa, per
lasciare più spalancata che mai la
porta viva che è Cristo" .
BS MARZO 2001

2.4 Page 14

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Giovanni Paolo Il dichiara beati 32 salesiani uccisi durante
MARTIRI A VALENCIA
di Ramon Alberdi*
Non è facile né scontato
in Spagna, parlare dei
martiri della guerra
civile che dal 1936
ul
naf. on ·.
contravz
ilijfioile e
perché, n
ia
tra rsi
ei
tra i ev
uano
a suscitare risonanze
contrastanti. Ma tacere
non si può. I fatti sono
fatti e non è possibile
cancellarli ...
U n di sgraziato conflitto fratr i-
cida fu que ll o della g ue rra
civile del 1936. li pro bl e ma
più grande è tutto sul come inte rpre-
tare l' aspetto religioso di que llo
scontro . E ri saputo che, dopo ave r
consultato l'epi scopato spagno lo, pa-
pa Pao lo VI dec ise ne l 1964 d i con-
gelare per un certo lasso di te mpo i
process i di beatificazione de i martiri ,
soprattutto per evitare interpretazioni
politiche che potevano strumenta li z-
zare l' approccio essenzialmente reli-
gioso del fatto del martirio.
Ve rso il 1980 si pe nsò che la s i-
tuazione fo sse cambi ata e maturata
in modo da ev itare la caduta in si-
mili inte rpretazioni. Così ne l 1983
l' attu ale Pontefi ce dispose che i pro-
cess i ini ziati ne lle vari e di oces i fos -
sero portati a termine in breve tem-
po. Ed effettiv amente non tardò mol-
to ad arri vare l'annunc io de ll a pri -
ma beatificaz ione de i ma rtiri de ll a
gue rra spagnola: ne l ma rzo de l 1987
vennero ufficialmente d ichi arate mar-
MARzo 2001 IJS
tiri tre suore ca rme litane sca lze, as-
sas in ate in Casti gli a a G uadalajara,
non lontano da Mad rid, nel lu gli o
de l 1936. Sono po i segui te diverse
altre beat ifi cazioni .
I MARTIRI SALESIANI
La causa d i beatificaz ione de i
ma rtiri sa les iani era in pied i fi n da-
g li anni ' 50. Il processo canoni co cli
quelli appartene nti all a vecchi a ispet-
to ri a tarrago nese - che ne l 1958 si
di v ise ne lle attu ali ispettori e d i Bar-
ce ll ona e Yalencia - rim ase iscri tto
ne ll a d ioces i di Va le nc ia; il processo
ini ziato nell a vecchi a ispe ttori a ce l-
tica fu trasfe rito a Madri d e que ll o
de ll ' anti ca ispettori a bet ica passò a
S ivig li a (in tota le 97 persone d i c ui
90 sales iani , 2 F ig lie cli Maria A usi-
li atri ce e 5 cooperatori). O ra il pro-
cesso de l primo g ruppo è g iun to fe-
li cemente al term ine. Co n un decre-
to de ll a Congregazione per le Cause
dei Santi, prom ul gato il 20 d icem-
bre 1999, la Santa Sede dichi arava
che quelle pe rsone furo no ucc ise "in
odium ftdei" e che "atfi-ontarono la
morte per testimoniare la propriafe-
deltà a Dio e alla Chiesa".
S i tratta de l padre ispe ttore don
José Calasanz Marqués e tre ntuno
com pagni , tra i quali fi gurano due
suore FMA e un coope ratore sa le-
s iano. La cerim oni a d i beatifi caz io-
ne avv iene in questo mese cli marzo,
prec isamente domenica 11 a San Pie-
tro. Insieme a loro verrann o beatifi-
cati a ltri ma rtiri sp agno li de lla stes-
sa gue rra. Q uesto è il merav ig lioso
evento che la Famig li a Sales iana
de ll e ispettorie di Barce ll ona e Va-
lenc ia v ive in questo mese.
Qu a ndo, ne ll a seconda metà del
seco lo II , la Chi esa d i Smirne nel-
!' As ia M ino re comuni cava all a vi ci-
na Chi esa di Fri gia la noti z ia de l
ma rti ri o de l propri o vescovo Po li -
carpo e com pagni lo faceva per con-
servare la memoria di coloro che ave-
vano portato a termine la loro bat-

2.5 Page 15

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la guerra civile spagnola.
Calasanz
Seguendo il criterio geografico i
martiri sa les iani si possono riunire
in due gruppi , quello di Valencia e
quello di Barcellona. Il gruppo di
Valencia è costituito da tutti coloro
che subirono il martirio in questa
città o poco lontano. Nel primo sot-
togruppo si incontrano nove sales ia-
ni , primo fra tutti l' ispettore don
José Ca lasanz. Vennero arrestati il
merco ledì 22 luglio. Il 16 avevano
cominciato gli esercizi spirituali
condotti proprio dal padre Calasanz.
Dopo un lungo calvario vennero tutti
ucc isi in luoghi e circostanze diver-
e, l' ispettore subì la pena capitale iI
29 lu glio. Nel secondo sottogruppo
si trovano due giovani sacerdoti
della comu nità di Alcoy (provincia
di Alicante), che per si sa lvaro-
no, ma furono presi e ucc isi nel! ' au-
tunno dell o stesso anno.
Il gruppo di Barcellona, quelli
cioè che furono trucidati in questa
città o nei dintornj , si possono class i-
fi care in quattro sottogruppi . Il primo
è formato dai salesiaru della casa di
Barcellona/Sarrià. Sono 12. Il diret-
tore, don Francisco Bandrés Sancez,
fu aITestato il 2 agosto e ucci so in un
luogo sconosciuto. Il secondo grup-
S. Vicenç d
,
15 km da Barcellona, e
costituito dalle due suore FMA Car-
men Moreno Benftez e Amparo Car-
bone![ Muiìoz. Dalla casa di Girona
proviene invece Julio Junyer Padern.
IL SIGNIFICATO DEI FATTI
Alla ribellione militare del 17 lu-
glio 1936 contro la II Repubblica
Spagnola, seguì immediatamente la
guerra. Fin dall ' inizio di que ta tra-
gedia, prec isamente nei giorni 18/19
luglio, capitarono dei fatt i che pos-
sono essere letti e interpretati come
una vera persecuzione religiosa. Non
è poss ibile, infatti , spiegarli com-
piutamente attraverso una lettura po-
litica, economica, sociale o sindaca-
le. Lo stori co inglese Hugh Thom as
è giunto ad afferm are che in nessun
momento della storia europea , e
forse mondiale, si è man(festato un
odio tanto acceso contro la religio-
ne e tutte le sue opere. E, riferendosi
ai salesiani assass inati in quell a oc-
cas ione, monsignor Olaechea, sale-
siano e arcivescovo di Valenci a,
scriveva nel 1957: Nessuna mente
sana potrà mai porre in dubb io che
furono uccisi a causa del!' odio che i
loro giustizieri avevano contro Cri-
sto. E così si sono anche pronunziati
molti altri storici e testimoni con-
temporanei.
istituto
storico
salesiano
L'ELENCO DEI NUOVI
BEATI SALESIANI
Sac. José Calasanz Marqués
Sac. Antonio Martfn Hernandez
Sac. Recaredo de los Rfos Fabrega!
Sac. Juan Martorell Soria
Sac. José Otin Aquilué
Sac. Julian Rodrfguez Sanchez
Sac. José Giménez L6pez
Sac. Alvaro Sanjuan Canet
Sac. Francisco Bandrés Sanchez
Sac. Sergio Cid Pazo
Sac. José Batalla Parram6n
Sac. José Bonet Nadal
Sac . Ju lio Junyer Padern
Sac. José Castell Camps
Sac. José Caselles Moncho
Sac. Jaime Bonet Nadal
Coad. Jaime Buch Canals
Coad. Augusto Garcfa Calvo
Coad . José Rabas a Bentanachs
Coad . Ang el Ramos Vel azquez
Coad . Jaime Ortiz Alzueta
Coad . Gil Rodicio Rodicio
Coad. Eliseo Garcfa Garcfa
Ch . Pedro Mesonero Rodriguez
Ch. Félix Vivet Trabal
Ch . Felipe Hernandez Martfnez
Ch . Zaccarias Abadia Buesa
Ch. Javier Bordas Piferrer
Ch. Miguel Domingo Cendra
Sr. Maria Carmen Moreno Benftez
Sr. Maria Amparo Carbonell Mufioz
Famiglia Alexandro Planas Sauri
BS MARZO 2001

2.6 Page 16

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MARZO 200 1 /JS
Abadia
i sacerdot
"' ,
guenza, accettarono la
·imanere fede li a Dio e
non rinunciare alla propria fede.
Per qu esto riempirono g li ultimi
giorni e le ultime ore della loro vita
di alcuni segni inequivocabili: per
esempio dichiarando più di una
volta di riporre la propria fiducia in
Dio e di credere fermamente nella
sua Provv idenza, aiutandos i rec i-
procamente con amo re fraterno
nelle sofferenze del carcere e del-
!'es ilio, applicandos i senza posa
all a preghiera, celebrando tutte le
vo lte che potevano l'Eucarestia,
concedendo il loro pe rdono a tutti ,
compresi i persecutori. Figliolo, di-
ceva il sa lesiano laico Angel
Ramos a un exalli evo c he l'aveva
denunciato co me reli g ioso, che Dio
lfo
ninienon
ai . Nessuno può capire a
la sua intelligenza, Egli
energia a chi è affaticato e rende
forte il debole [. . .] quelli che conjt-
dano nel Signore ricevono forze
sempre nuove: camminano senza af
fannarsi , corrono senza stancarsi,
volano con ali di aquila".
Questa profezia che, per il bene
della Ch iesa, si compì particolar-
mente durante le persec uzioni dei
primi tre seco li , ora da circa 60
anni, s i è fatta realtà nel la vita e
nella morte dei 3 I salesiani spagno-
li, compagni ne l martirio di don José
Calasanz Marqués, il quale, tra l'a-
prile e il magg io del 1886, aveva co-
nosc iuto personalmente Don Bosco.
Ramon Alberdi
*Storico de lla Congregazione

2.7 Page 17

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OSSERVATORIO 2
Adriano Gelmini
e hi non è rimasto in-
cantato davanti a un
pescheto in fiore?
L'Italia primaverile è un
giardino, il giardino d'Eu-
ropa , spettacolo di pura
disincantata bellezza. Ma il
pesco fiorito è un dono del-
la natura quasi universale ,
non è solo italiano.
La primavera è alle porte,
e l'occhio si prepara a godere
le immutabili sorprese della natura ...
IL PESCO
In Giappone la fioritura
del pesco è attesta con
impazienza e festeggiata
in maniera inferiore solo
alla festa dei ciliegi. È l'oc-
casione per richiamare i
valori tradizionali , come la
famiglia , la fedeltà , la pu-
rezza. La fiducia nel potere
di questa pianta è molta,
se, specialmente al primo
dell'anno , pongono un frut-
to , un rametto , o statuette
scolpite in legno di pesco
appoggiate ai davanzali
delle finestre e/o davanti
alle porte di casa per te-
nere lontani gli spiriti cattivi
e impedire loro di entrare
tra le mura domestiche.
In Cina è considerato da sempre l'albero dell'immor-
talità. La sua storia ricorda addirittura quella del
paradiso terrestre cristiano . Il libro dei monti e dei
mari che risale a tremila anni avanti Cristo parla di
un pesco gigantesco tra i cui rami si apriva la porta
degli spettri. Questa porta era custodita da guardiani
molto severi che lasciavano passare solo chi era giu-
dicato degno di accedere all 'immortalità. Una specie
di giudizio particolare. In Cina il fiore di pesco è an-
che fiore nuziale . Durante la cerimonia delle nozze
ne veniva offerto un rametto agli sposi come augurio
di vita felice , di prosperità e di fecondità. La semplice
vista del fiore di pesco aveva illuminato il monaco
Ling-Yun e ne aveva determinato la conversione.
In Egitto , per la forma della sua foglia allungata e
aguzza che ricorda vagamente una lingua umana,
era stato scelto come simbolo del silenzio.
In Italia la più antica citazione del pesco risale a
Plinio. Era presente a Pompei , come testimonia la
sua rappresentazione su affreschi murari dell'epoca.
Il pesco comunque non è originario delle nostre
regioni ma proviene dalla Cina settentrionale e fu
introdotto nel mondo greco-romano da Alessandro
Magno attraverso la Persia, da cui il nome scienti-
fico di Prunus persica.
È un albero che può arri-
vare fino ai sei metri di
altezza, il tronco grigio-
scuro , i ramoscel li giovani
rivestiti di una corteccia
liscia e lucida. Ha due tipi
di gemme, que lle foglifere
e quelle fiorifere. Queste
ultime emettono i loro
fiori prima delle foglie e
hanno un colore rosa de-
licato e fascinoso. I frutti
sono delle drupe carnose,
tondeggianti , ricoperte di
una buccia vellutata dal
colore vario e con un sol-
co caratteristico. Pesco
vuol dire giovinezza, am-
mirazione, dedizione , ma
anche prudenza nel par-
lare . È il simbolo della
primavera. Secondo il lin-
guaggio ottocentesco dei
sentimenti , regalare un
ramo di fiori di pesco
voleva dire regalare tutta
la propria ammirazione e
nello stesso tempo assi-
curarsi una totale dedi-
zione.
BS MARZO 2001

2.8 Page 18

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PARDUBICE, REP. CECA preso parte anche rappresen-
tanze dei centri giovani li de ll a
FESTA SALESIANA
DELLO SPORT
B ulgaria e della Slovacch ia.
Ma sarebbe riduttivo qualifi -
care l' incontro so lo come gio-
Nel maggio scorso sono stati co, è stato, invece, un profi-
organ izzati , per la prima volta cuo scambio di esperienze, di 0
in assoluto nella Repubbli ca sentimenti , di attività, di pro-
Ceca, i giochi salesiani dei getti. Una giornata indimenti -
giovani, una grande festa del- cabi le portata avanti al i' inse-
lo sport giovan ile, cu i hanno gna del metodo di Don Bosco .
BARI, ITALIA
PELLEGRINAGGIO
L' anno g iu bilare è per antono-
masia l' anno de i pellegrinag-
gi. Roma ha ospitato circa 30
milioni di pell egrini , la più
grande massa de lla storia del-
la Ch iesa in un solo anno. Tut-
ti i ceti, le organizzazioni , le
professioni , i gruppi soc iali ,
le fo ndazioni , gli ordini si so-
no mobilitati . Anche i piccoli
gruppi e numerosissime par-
rocch ie. (Ne ll a foto il pelle-
grinaggio di una parrocchia d i
Bari). Per d i più i pellegrin i
sono stati veri pellegrini, non
turisti e hanno prevalentemen-
te visitato le grand i basiliche
giubilari più che i mu sei , i
monumenti , o i negozi! Dal
punto di vi sta re ligioso il Giu-
bileo da poco trascorso è stato
davvero un grande successo.
CATANIA, ITALIA
FESTA D'AUTUNNO
L'oratorio S. Filippo Neri di
Catania ha fatto la sua festa
d'autunno. Al l' organizzazione
gli obiettori e il CGS , all a frui-
zione circa 300 ragazzi con i
ri spettivi genitori, che hanno
decretato il grande successo
della manifestazione tipica-
mente salesiana, risalente a
Don Bosco stesso, quando, in
autunno, organizzava la famo-
sa passeggiata delle castagne.
Anche in questa, com ovvio,
non sono mancate le caldarro-
ste oltre ai dolci , ai giochi , ai
premi e all a grande gioia che
sempre caratteri zza queste ini-
ziative ... pedagogiche !
BREVISSIME DAL MONDO
BUENOS AIRES. La città banca di cambio, ecc. ne
ha dedicato un anno fa un fanno uno dei migliori d 'I-
monumento all 'attuale papa talia in assoluto. Il volume
Giovanni Paolo II, e l'ha complessivo arriva a 127
posto sulla spianata an ti- mila metri cubi, è fornito di
stante la Biblioteca Nazio- scale mobili che arrivano in
nale. Singolare l'avveni- Vaticano, dieci ascensori e
mento, poiché raramente si altrettante scale di emergen-
usa inaugurare un monu- za, sette casse automatiche
mento a un personaggio vi- e una manuale per il paga-
vente. Ma papa Wojtyta, mento. Il costo? 40 milioni
proposto da Placido Domin- di dollari. Ben spes i!
go come personaggio del se-
colo, merita questo ed altro.
VATICANO. Giovanni Pao-
lo II ha ormai raggiunto il
CITTÀ DEL VATICANO. settimo posto nel conto de-
Michail Gorbac iov, uno dei gli anni di pontificato:
protagonisti dello scorso se- 1. San Pietro (30-64 o 67):
colo, il presidente che ha 34 o 37 anni .
cambiato il volto ali 'ex 2. Pio IX (1846-1 878):
Unione Sovietica, a suo 31 anni e 7 mesi.
tempo intervistato dal quo- 3. Leone XIII (1878-1903) :
tidiano vaticano "L'Osser- 25 anni 5 mesi.
vatore Rom ano" ha dichia- 4. Pio VI (1775-1799):
rato: «Solo Dio sa quanto è 24 anni e 6 mesi.
importante la preghiera nel - 5. Adriano I (772-795):
la storia e nella vita di un 23 anni e 10 mesi.
uomo" . Certamente singola- 6. Pio VII (1800-1823):
re la dichiarazione sull a 23 anni e 5 mesi.
bocca del capo di uno stato 7. Giovanni Paolo II
ateo per costituzione.
(1978-): 22 anni e 4 mesi a
MELBOURNE. Una ten- febbraio 2001.
nista australiana, Jelena Do-
kic, di 16 anni è stata multa-
SRI LANKA. È uno dei
paesi in cui si concentra la
ta per 2500 dollari per essere vergogna del turismo ses-
arrivata tardi a una conferen- suale. Moltissimi i minori
za stampa organizzata dopo
una partita, perché la ragaz-
za si era appartata in una
costretti a questa infamante
pratica. I salesiani del "Cen-
tro Don Bosco Negombo"
chiesa a pregare un po ' .
stanno lavorando per il re-
ROMA. Il contestato gran- cupero dei bambini/e vitti-
de parcheggio del Gianicolo me di tale turpitudine. Un
è in funzione anche dopo migliaio sono stati finora i
l'anno giubilare. I suoi 93 minori ricuperati e riabilita-
posti autobus, 723 posti ti, ma il numero di quelli
macchina, ristorante, pizze- contattati - e che la di-
ria, bar, pronto soccorso, mensione del fenomeno - si
posto di polizia, telefoni, aggira attorno ai 70 mila.

2.9 Page 19

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VALDOCCO, TORINO
Il gruppo filatelico " D.
Pietro Ceresa" ha ricorda-
to il 125° delle missioni
salesiane con una specia-
le mostra filatelica, che ha
visto esposte quattro pre-
ziose collezioni a tematica
missionaria. Tra le altre
cose anche l'annullo delle
Poste Italiane con la rap-
presen tazione di uno dei
sogni missionari di Don
Bosco ha fatto da degna
cornice alla manifestazio-
ne commemorativa.
Foto: monsignor Paletto
in visita alla mostra.
FILATELIA, TORINO
Lo stesso gruppo ha cu-
rato una mostra di filatelia
religiosa, collateralmente
alla ostensione della Sin-
done , nella chiesa di S.
Filippo Neri. Ben 34 colle-
zioni provenienti da tutta
Italia l'hanno arricchita.
La cartolina rappresenta
san Carlo Borromeo in
visita alla Sindone. Le Po-
ste Italiane hanno ripreso
gli angioletti di questo di-
pinto del Morazzone per
riprodurlo nell'annullo uffi-
ciale.
lJr11Ti'IJllti llrf .~mJrll ' ~""'""" 111.v,1 fn,111·=11 ,fA1.J-.i
t: di'l/'f>r,11,.rf() ''1111:lffltw ''ll,•n &,~w• ,f/ Tr1; ,i
Ari;:, ( l gl. Spr1111Lù, kt~llO>e, "- 111,MliLI cd ~•lfq.llO •'l\\ i \\c:, Q..o:&U ~•.o!IO 1111.:o....
TERNI
Continuano a proliferare
nel Web i siti salesiani.
Ormai anche singole par-
rocchie e oratori cercano
e creano la propria visibi-
lità sulla rete delle reti. Si
tratta di un modo nuovo di
"annuncio"? Forse . Certo
è che il prossimo futuro ri-
serverà sorprese in que-
sto campo. Nella foto il
portale del sito della par-
rocchi a/oratorio di Terni :
www.parrocchie.org /
sanfrancescosdb
CUENCA,EQUADOR
Per iniziativa di varie or-
ganizzazioni culturali e
sociali il padre Carlo Cre-
spi , salesiano, è stato di-
chiarato "Cuencano illu-
stre del secolo XX". Apo-
stolo dei giovani , il padre
fondò scuole gratuite per i
poveri , collegi , teatri , e pro-
pagò la musica, il canto, il
cinema , la stampa ... Per
queste ragioni gli è stata
conferita la "Medagl ia al
Merito Educativo" di pri-
ma classe.
MADRID, SPAGNA
Il premio Nobel monsi-
gnor Belo, vescovo di Diii,
Timor Est , visitando la
Procura Missionaria di
Madrid, ha esposto i suoi
timori per il futuro del suo
paese, e ha chiesto soli -
darietà per il suo popolo ,
prostrato da una guerra
che ha impoverito 1'85%
della popolazione , azze-
rato l'economia e creato
125 mila rifugiati. "Tutto è
da ricostruire, non dimen-
ticate Timor!".
MACERATA, ITALIA
Meeting culturale al Liceo
Salesiano. Vi hanno preso
parte docenti norvegesi ,
danesi, portoghesi e italia-
ni impegnati nel progetto
Comenius che promuove
scamb i tra alunni e do -
centi di diversi paesi euro-
pei. Anche questo è un
modo di costruire l'Europa
delle Nazioni e dei popoli
e andare verso una lenta
ma necessaria globalizza-
zione della solidarietà.
BS MARZO 2001

2.10 Page 20

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Le6n, Messico: una parrocchia giovanissima fa parlare di sé
LA PARROCCHIA
SENZA CAMPANILE
di Giancarlo Manieri
Il nuovo grande santuario di Don Bosco a Le6n, Messico .
Prima che i salesiani "sbarcas-
sero" a Le6n, Don Bosco li
aveva preceduti ed era ivi co-
nosciuto e amato. Al cune circostan-
ze provvidenziali favorirono mo lto
più tardi la loro reale presenza. La
cosa andò così .
Durante l'espropri az ione di Car-
denas (1 935/36) vennero chiusi
scuol e e co llegi in tutto il Mess ico e
allontanati i salesiani . Un alli evo
dell' aspirantato di Puebl a - Gabri e l
Moreno Maraiì6n - tornato a Le6n,
sua città natale, non si rassegnò a
lasciar morire gli insegnamenti ri ce-
vuti ne lla scuola sales iana. G li ven-
ne in mente di perpetu arli fo ndando
in città un oratori o, sul tipo di que l-
lo che aveva conosc iuto a Puebl a.
Gli and ò bene, o ltre ogni più rosea
previ sione. Il nome di Don Bosco,
che già da tempo circolava a Le6n,
agiv a come un ta lismano , e attirav a
folle di giovani . Si moltipli carono
con una velocità che aveva del pro-
digioso classi di catechismo, di alfa-
beti zzazione, di mu sica, canto, tea-
tro . C rebbero come fun ghi squ adre
sporti ve. Tutte le domeni che davan-
ti al tempi o de llo Spirito Santo,
presso cui era l' oratori o, si teneva
concerto e teatro. I ragazzi creavano
stupo re e simpati a, e Don Bosco era
ormai il santo più conosciuto e ama-
to, secondo so lo all a Lupita, la Ma-
donn a di Gu adalupe ! Un vero fe no-
MARZO 2001 BS
Inizio secolo XX:
al collegio Pio Latino
di Roma tra i
sacerdoti/studenti di
Le6n si sentiva spesso
parlare di Valdocco, un
"barrio" di Torino dove
un prete un po' speciale,
Don Bosco, aveva fatto
cose incredibili, per i
ragazzi "poveri
abbandonati".
Vollero rendersene
personalmente conto.
Ci andarono e rimasero
affascinati. Ciascuno
prese qualche idea,
qualche spunto per le
rispettive parrocchie,
ma soprattutto, tornati
in patria, cominciarono
a diffondere il nome
di Don Bosco
e il suo metodo...
meno l' oratori o senza sales iani di
Le6n ... U n fe nomeno che non pote-
va non attirare l' attenz ione.
LE BANDE
Passati gli anni più difficili , i sale-
siani eran o torn ati in Mess ico e ave-
vano ripreso a lavorare nelle loro
I Padre Alejandro G6mez Pena
(direttore/parroco) e padre Amando
Rodriguez Mena (vicario)
nel cortiletto della comunità.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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non solo in città ...
opere. Non ancora a Le6n. La quale
non era una città propriamente tran-
quilla. I suoi quartieri periferici pul-
lulavano di bande: una autentica in-
festazione che provocava maxi risse
feroci in cui spesso correva il san-
gue. Il clero si sentiva impotente e,
avendo sotto gli occhi le mirabilia
del!' oratorio salesiano senza sale-
siani dello Spirito Santo, pensarono
di premere su Torino, perché i figli
di Don Bosco aprissero una presen-
za in una città dove erano già cono-
sciutissimi e Don Bosco era di casa.
Si arrivò al 1956, quando l'allora
Rettor Maggiore don Renato Zig-
giotti volle rendersi conto di perso-
na della situazione e della possibi-
lità di inviare alcuni confratelli. La
visita fu dall ' inizio alla fine una se-
rie di inimmaginabili sorprese. Per
lui, s'intende! Il superiore generale si
trovò di fronte a una folla di quasi
200 mila persone inneggianti a Don
Bosco e ai salesiani. La cosa aveva
dell'incredibile. Tutto avrebbe potuto
immaginare ma questa partecipazio-
ne no! Non ci volle altro a convincer-
lo. Le cronache dicono che non riuscì
a trattenere le lacrime, e riportano
una espressione significativa sfuggi-
tagli di bocca: "Il corpo di Don Bo-
sco sta a Torino, questo è certo; ma
ora so che il cuore sta qui, a Le6n!"
L'arrivo dei salesiani significò
anche la trasformazione del quartie-
re. Era infestato da ben 17 bande.
Perfino il numero non era certo au-
gurale, superstizione a parte! Spa-
droneggiavano mettendo a soqqua-
dro quanto capitava a tiro, persone
comprese. Oggi le bande ci sono an-
cora, tutte. Si chiamano, per quanto
incredibile possa sembrare, "Bandas
unidas in Cristo bajo Don Bosco". I
salesiani non le hanno cancellate, ne
hanno semplicemente incanalato le
energie. Esse non distruggono più ,
I La prima cappella dedicata a
Don Bosco e l'antistante spianata,
spesso percorsa in ginocchio
dai pellegrini.
al contrario aiutano a tenere ordine.
Non fanno più inorridire i muri con
frasi oscene, dipingono graffiti per
dare una nota di colore alle vie più
povere; non fomentano più rivalità
insanabili, aiutano a comporre liti e
frenano le bande che degenerano.
Non rompono più le scatole alla
gente, la intrattengono con musica,
canto, teatro e non di rado l'aiutano.
Hanno mantenuto le antiche deno-
minazioni: "Los Angeles", "Los
Escorpiones", "Los Rayos", e non
sono sparute banducole di pochi ele-
menti ... vanno dai 20 ai 60 membri.
Sono una potenza... non più male-
detta, ma benedetta!
SORPRESE
Da pochi anni il santuario di Don
Bosco di Le6n è diventato parroc-
chia. Una parrocchia incredibile,
come lo è la sua storia. Prima di
tutto è senza campanile, perché,
dice il parroco, qui non c'è bisogno
di alcun richiamo sonoro, la gente
sa già tutto, e sa organizzarsi senza
che glielo ricordi qualche rintocco .
Questa sensibilità è, forse, dovuta al
tipo di organizza?,ione che la par-
rocchia si è data. E divisa in quattro
zone e ogni zona in sei settori. L'an-
no scorso aveva 262 evangelizzato-
ri, 68 ministri dell 'Eucarestia, 89
catechisti, circa 800 prime comu-
nioni. Il parroco ogni giorno, via e-
mail, invia il "buongiorno" a circa
300 exallievi e collaboratori. Non è
finita qui. A fianco del tempio c la
"Casa Don Bosco", che non è un
collegio, è semplicemente una "or-
ganizzazione" parrocchiale, la casa
Tre giovanissimi oratoriani
del quartiere attorno al santuario.
Il monumento a Don Bosco posto
in un pubblico incrocio a Le6n.
dei servizi sociali della parrocchia.
Ospita un ambulatorio di medicina
omeopatica e allopatica, uno studio
legale per assistere i parrocchiani,
un gabinetto psicologico. Inoltre ge-
stisce corsi di estetica per le ragaz-
ze, una sartoria, ecc.
DON BOSCO A LEON
A Le6n Don Bosco, primo e
unico di tutto il Messico, ha un mo-
numento pubblico. Un'eccezione in
una nazione governata per 71 anni
da un partito che aveva eliminato (o
tentato di eliminare) ogni forma
pubblica di religione. A Le6n anco-
ra si celebrano i martedì di Don
Bosco. Una tradizione che risale a
quando ancora non c'erano i sale-
siani. Non è una memoria, come il
31 di ogni mese. È un vero pellegri-
naggio settimanale, e sono migliaia
le persone che "vanno da Don Bo-
sco" sia nella prima cappella che nel-
la grande chiesa odierna diventata
Santuario Nazionale. Alcuni percor-
rono in ginocchio la piazza antistante
il santuarietto fino all'ingresso.
Oggi inoltre la parrocchia mostra,
orgogliosa, anche un museo Don
Bosco che illustra didatticamente
tutta l'opera del grande educatore,
viene curato con amore, contin ua-
mente arricchito dalla com unità sa-
lesiana, e visitato da tutte le scuole
e dalla popolazione della città, che
si mostra attaccatissima al prete dei
giovani.
O
(Servizio f otografico de/l'autore)
BS MARZO 2001

3.2 Page 22

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LETTERA Al GIOVANI
da esige una r isposta . I
MARZ02001
bambini non hanno molto
Nel mese della festa del Papà
da imparare da noi, ma noi
e della festa della donna, ti sottopongo la lettera
che un papà mi ha scritto, la giudico illuminante
anche per te che mi leggi ogni mese.
sì abbiamo molto da impa-
rare da loro. La piccola mi
ha fatto capire che la vita
non è nelle mie so le mani,
Carissimo,
da anni non ci vediamo.
Sono padre di tre bambi-
ne. Mi sento felice, realiz-
zato. La vita è bella. Nubi
e temporali hanno attra-
versato il mio cielo.
Non penso di essere fra i
pochi fortunati. Della mia
generazione molti si sen-
tono ancora motivati. Ho
40 anni . Non mi sento
scarico o arrivato. A suo
tempo mi dicevi: "non
guardare allo stipendio,
alla casa, allo stare bene.
C'è di più, c'è di meglio".
STAMMI
Pi
PER
A SENTIRE
ma appartiene a Dio, a l
mistero. La professione, la
carriera non hanno il dirit-
to di portarmi anche loro.
Le figlie mi rubano l'affet-
to, fanno domande che mi
fanno sa ltare il cuore. Ho
deciso di riavvicinarmi
all'Eucaristia, ma nello
stesso tempo mi sono
ripromesso di dare più
tempo alla famiglia.
C'è un proposito che
voglio mantenere, anche
se la mia professione non
sempre me lo permette.
"Farò di tutto per ritor-
nare a casa ogni sera in
A 20 anni ho vissuto l'incertezza della svolta da tempo per metterle a letto". Questi anni sono stati
dare alla mia vita : sacerdote o medico? Sono medico una faticosissima corsa per lo studio, per la pro-
dentro e fuori. Sento la mia professione pari alla tua fessione e per carriera. Ho molto imparato dai miei
di sacerdote. Le leve del mio benessere spirituale! Per maestri, professori; ho imparato da non pochi colle-
quanto mi possa donare alla famiglia e ai malati, non ghi, oggi posso dire e te lo confido : ho im parato
riuscirò mai a pareggiare il conto con quel lo che h? ancora più dalle figl ie.
ricevuto da Dio. Dio è grande: cura, precede, salva . E
Ciao. Carlo Terraneo
medico, si prende cura di tutti. Per carità sono
anch'io un povero peccatore. Te lo assicuro, in quanto
a fragilità non sono secondo a nessuno. La malattia
dell'anima ha toccato anche me. Avrei potuto essere
vittima dei tanti virus in circolazione.
Il mio apparato immunitario ha tenuto , la mia
fiducia in Dio, nella vita e nel senso da dargl i, nell'a-
more sono ancora saldi . Ho fatto tesoro di quanto
mi dicevi in un lontano Natale. Mi confidavi che avevi
chiesto a Gesù Bambino un secondo Angelo
Custode come regalo. Non perché fossi insoddisfat-
to del primo, ma perché oggi come oggi con tutto
quello che succede è necessario a lzare il livello di
guardia, di vigilanza, di discernimento.
Senza accorgerc,ene ci portano via tutto: l'amore, la
dignità, l'an ima . E come se ci avessero tarpato le ali.
Il corpo e l'anima non volano più. Ci hanno tolto il cielo.
Il segreto di questa mia apertura a Dio, al senso
da dare alla vita?
~ia figlia, la più grande!
E di questi giorni una sua domanda incalzante!
"Papà, perché non fai la comunione?" . Per lei sono
tutto, un mito! Ecco perché ti scrivo. Quel la doman- -<.:::.:,o....:;.-..:.:
MARZO 2001 IJS

3.3 Page 23

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A Torino Valsalice sorge uno dei primi
collegi salesiani, voluto dallo stesso Don Bosco nel 1872:
una scuola che nel corso degli anni è diventata
prestigiosa per la qualità e la serietà degli studi.
Valsalice ospita un museo
di particolare valore, i cui primi pezzi
risalgono allo stesso Don Bosco.
•••••••••••••• •••••••
MUSEI SALESIANI
L'HA INIZIATO
DON BOSCO
di Natale Maffioli
Sulla pagina dedicata
agli spettacoli
di un importante giornale
torinese è compreso
l'elenco dei musei
cittadini, con tanto
di indirizzo e orari
di apertura;
accanto al Museo Egizio,
al Museo Nazionale
del Risorgimento
compare anche il
11Museo di Storia
Naturale Don Bosco"
che ha la sua sede storica
nel Collegio Salesiano
di Torino Va/salice.
••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MARZO 2001 • • •

3.4 Page 24

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Tangara rossa - Centro America.
Dacnis cajana.
fece acquisto per il liceo di Va/sa- Bruno, benefattrice di Don Bosco,
lice. Così Don Bosco rispondeva che aveva ered itato la collezione,
a/l'insulto di chi gli chiudeva le era inco rsa in un forte dissesto fi-
Galletto di roccia comune -
Rupicola rupicola (L.). Ecuador.
scuole, col promuovere cioè gl'in- nanziario. Don Bosco per aiutarla
crementi della cultura" (M.B., XIV, aveva comperato la co ll ez ione. La
pp.167-168).
raccolta fu trasferita a Valsalice da
L Questo è quanto riportò don don Giuseppe Farina, assistente a
e origini di questa istituzione Ceria. Ma il sa lesiano laico Paolo Valsalice, che alla domenica si re-
si confondono con gli inizi Gaudi, conservatore del museo cava a Rivalta per la celebrazione
dell' attività della congregaz io- nel primo cinquanten nio del se- della S. Messa.
ne sa les iana; don Eugenio Ceria, co lo scorso, aveva una sua versio- Purtroppo non si sono conser-
uno degli autori delle Memorie ne dei fatti: la contessa Rita Mal- vate le schede origina li degli
Biografiche, l' imponente serie di li ana vedova del conte Alberto esemp lari della collezione (580
volumi che raccontano la vita di
uccelli) né la nota del pagamen-
Don Bosco, a proposito degli inizi
to; sta di fatto che l'acquisto della
del Museo scrisse: " ... il 15 luglio
co llezione e la sua collocazione
(1879 don Bosco) inaugurò nel
nell a scuola di Valsalice segnaro-
collegio di Va/salice un museo or-
no un punto a favore delle scuo le
nitologico, chiamandovi a presie-
sa les iane, segnatamente di quella
dere la cerimonia il senatore Siot-
cli Valdocco, che era stata chiusa
to-Pintor. Quella collezione, non
copiosa ma ordinata ed in ottimo
l'anno prim a (30 giugno 1878)
dal ministro della pubblica istru-
stato, era opera paziente del ca-
zione Michele Coppino.
nonico Giambattista Giordano, am-
mirato dai Torinesi non meno per
valentia oratoria che per virtù sa-
PEZZI RARI
cerdotali. Cultore appassionato ed
intelligente della natura, egli con-
sacrava le ore libere nel suo ritiro
di Rivalta a far ricerca di uccelli
rari, a imbalsamarli e a classificar-
li, riducendo una sala della sua
villa a museo e ordinandovi in ve-
trine un bel saggio di ornitologia
nostrana e straniera. Morto lo stu-
I dioso nel 18711 gli eredi offersero
la raccolta a Don Bosco, che ne
Strigope - strigops habroptilus -
Nuova Zelanda.
In via di estinzione.
Questa prima raccolta include-
va esemp lari preziosissimi: due
uccelli estinti, l' Ocidromo austra-
le e lo Strigope; rettili come l' Hat-
te ri a, mammiferi come l'Ornito-
rinco e due Lemuri. Negli ultimi
decen ni dell ' Ottocento la raccolta
fu ulteriormente incrementata co n
materiale naturalistico della più
diversa provenienza : nel 1889 il
cooperatore salesiano don Pietro
• • MARZO 2001 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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►••······················································································
Porta di Riva di Trento donò al bert; la raccolta di uccelli e lepi-
museo un erbario di 1200 specie; dotteri della Colombia e dell'E-
l'insieme era notevole per la pre- cuador, dono dei salesiani don
parazione e l'esattezza della de- Evaristo Rabagliati e don Luigi
terminazione scientifica. Nel 1889 Calcagno. Darla Mostra di Arte
un altro cooperatore, don Anto- sacra, Missioni e Opere Cattoli-
nio Zaccaria di Sondalo (Sondrio) che (Torino 1898) furono portate
lasciò al museo una pregiata col- a Valsalice le raccolte etnografi-
lezione di rocce e di minerali. che inviate dal! 'America Latina
Nel 1892 entrò nel museo la col- da don Maggiorino Borgatello, da
lezione etnografica esposta alla don Giovanni Balzola e da don
mostra missionaria Colombiana Lino Carbajal oltre a diversi og-
di Genova con oggetti provenienti getti prodotti dalle civiltà preco-
dalla Patagonia e Terra del Fuoco. rombiane del Messico, dell'Ecua-
Nel 1896 il salesiano don Nicola dor e del Perù .
Badariotti donò al museo un'im-
portante raccolta di coleotteri del
Brasile. Tra il 1897 e il 1898 il mu-
seo acquisì le raccolte di lepidot-
teri del cav. Giacinto Gianelli di
Salassa (TO); il prezioso erbario
ACQUISIZIONI E SCAMBI
Il materiale etnografico che era
stato esposto all'Esposizione Mis-
I -Lemure - Lemur catta - proscimmia.
, In estinzione, unicamente presente
del conte Paolo Ballada di S. Ro- sionaria Vaticana, allestita in oc-
nel Madacascar.
Sferule di Gyrolite - Poona, India.
Prismi esagonali di Vanadinite - Bou Azzer, Marocco.
•••
t • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS MARZO 2001

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:••••••••••••••••••••••• .........................................................•..•...•
••
••••••••••
l;ìcarabe~ e~?ole - Dynastes hercules L. - Perù.
E uno dei p1u grandi coleotteri.
Sparnodus micracanthus Agassiz.
Era Cenozoica - Eocene. Solca, Verona .
Nido di colibrì con uovo
e uovo di piccione.
Acary Plecostomus Plecostomus.
Alto Orinoco.
Tuatara - Sphenpdon punctatus -
Isole Stephens. E un fossile vivente.
Call!~tocypraea _aurantium -
Pac1f1co, Isole Filippine.
Trilobite - Selenopettis sp.
Devoniano - Erfud, Marocco.
casio ne dell ' Anno Sa nto del 1925
e_all a :uccessiva Espos izione M is-
s1o~a ri a Sa les iana orga nizzata a
Tonn o nel 1926, nell ' ambito de l-
1~ ce leb raz_ioni de l cin quante na-
ri o de ll e mi ssioni sa lesiane, fu di-
rottato al Co ll e Don Bosco. lnta n-
t? sa les iani esperti nell a sistema -
tica bota ni ca potenziarono le rac-
co lte botaniche c<? n ve ra co mpe-
tenza. Don A nto ni o Tonelli t ra il
19 1O. e il 19 11 , percorse 1il sud
A meri ca raccogli endo materiale
naturali stico per il mu seo. Nel
193 0 un ce rto sig. Prosdoc imo
raffo rzò la co ll ez ione cli fossi li re-
ga lando mo ltissimi ese111 plari pro-
veni enti da l Ve neto.
Ne l s_econdo dopoguerra, in
concomitanza co n lo stud io siste-
matico lungo l'a rco alpin o intra-
preso da ta nt i dil etta nti in mine-
r~logia, ~enne a~v iata un'appas-
sionata ri cerca d1 111i nerali in d i-
ve rse aree geografiche. Si ebbero
sca 111 bi con musei a live ll o inte r-
naz ionale; si fece ro vend ite ac-
quisti. In circa trent'an ni la' vec-
c_hia co ll ez io~~ d i_1_2~0 ese111p la-
n, meno s1gni f1cat1v 1, e stata sosti-
tuita al co 111 pleto, tran ne un cen-
ti naio circa di camp ion i di un
c_e rto va lore. Oggi il 111useo pos-
siede una sp lendi da co ll ezione cli
o~tre 4000 ca 111 pioni quali f icati,
d1 gran pregio e ricchi cli sti moli
d idattic i .
11 museo d i Va lsa li ce vive in
sim biosi co n la sc uo la, ed è per
questo che alcun e dell e vetrin e di
presentazio ne so no co ll ocate vi-
cino ag li ambient i sco lastici, co-
111e le espos izion i dei minerali .
Tra i l 1967 e il 1969 si trasfe rì il
materia le più deli cato in a111 bien-
te più adatto per una durevole
co nservazio~e. _Att~~ l_mente gli og-
getti s_ono d1_stnb u1 t1 in due piani :
al pri mo piano, o ltre agli stru-
rl? enti di _fisica, è esposta la co lle-
zione mineralogica e petrografi-
ca. A l secondo piano un sa lone è
ded ic~to _ai pesc i, ai rettili , agli
ucce ll_1, ~1mam mi feri e agli inver-
!ebrat1; 1_11 un co rrido io è esposto
il n:,ateri ale etnografico, ento mo-
logico e botani co; in una secon-
da sa la è disposta la raccolta d i
foss il i.
La trasformaz ione di quell a che
era una racco lta sconosc iuta in
un '.17U Seo aperto al pu bbli co,
spec ialmente giova nil e, si deve al
sa les iano don Gi useppe Broca r-
do. Appass ionato natura li sta, non-
ché vera miniera di aneddoti ri-
guard anti le vice nde de l mu seo
ha ded icato un a vita al co ntinu ~
mi gli oramento e all a co nserva -
zio ne ottimale de ll e co ll ezioni .
Natale Maffioli
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
• • MARZO 2001 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •:

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FAMIGLIE,
ATTENZIONE!
di Jean-François Meurs
e aro doctor J. , Invidio il
((
mio compagno Davide.
A casa sua tutti sono
in attività. Sua madre si occupa del-
la scuola, suo padre è impegnato
nel sindacato, la sorella maggiore
dedica un 'ora tutti i giorni ai ragaz-
zi in ritardo scolare, lui stesso è
animatore a/l'oratorio e i due fratelli
più piccoli frequentano l'oratorio e
sono scout. lo invece, se faccio
qualcosa al di fuori della scuola, è
già troppo. Di tanto in tanto vado
ad aiutare Davide a/l'oratorio, ma
ogni volta mi becco un sacco di
rimproveri: "Vai a perdere tempo,
pensa piuttosto a studiare!". Quan-
do si avvicinano gli esami, tutto si
blocca : perché io e mia sorella pos-
siamo avere le migliori condizioni
per studiare. I genitori sono stres-
sati al posto nostro. Non dobbiamo
più lavare i piatti né occuparci del
cane ... Almeno mi lasciassero il
basket, ma niente! Ho suggerito di
impegnarsi in parrocchia, o all'ora-
torio, la mamma potrebbe cucire i
costumi per il teatro, papà potrebbe
fare il tesoriere... Ma essi preferi-
scono dedicarsi alla famiglia , "si
sacrificano per noi", dicono. Eppure
non sarebbe così grave se mamma
restasse due giorni senza spolve-
rare, e se il prato venisse tosato
meno sovente. Tutto è lindo e pin-
ta, ma è un mortorio! Ecco perché
vado spesso da Davide. A casa
sua ci sono mucchi di biancheria
da stirare, piatti da lavare, e disor-
dine; ma è una casa che vive .
Quando il disordine è troppo tutti
danno una mano e in breve tutto
torna a posto. E benché siano in
molti, c'è sempre posto per altri,
mai nessuno è di troppo . Mia
madre è sempre sovraccarica di
lavoro. Ho l'impressione che io deb-
ba cercare il senso da dare alla mia
vita, al contrario di Davide che non
si deve domandare se la sua vita
ha un senso, perché l'ha già
trovato.
Doriana, Lecce
Cara Doriana,
Si dice che la famiglia sia oggi un
valore in rialzo , e che molti genitori
e figli si concentrino su di essa. Ma
di che famiglia si tratta? Una fami-
glia chiusa in se stessa, o aperta al
mondo? Una famiglia che regala un
po' del suo tempo agli altri, al quar-
tiere , a un paese lontano o che non
varca le mura domestiche? Una fa-
miglia che sa che gli altri hanno bi-
sogno di essa e ha coscienza a sua
volta di aver bisogno degli altri, o no?
Il volontariato è una dimen-
sione nascosta, ma importantis-
sima della nostra società, perché
fa posto al "tutto gratuito", a fianco
del "tutto commerciale" , afferma
che il denaro non è il primo valore ,
che il lavoro può anche essere uno
svago e una fioritura, che si è fatti
per incontrarsi e creare delle soli-
darietà. Molti giovani hanno fretta
di dare subito un senso alla loro
vita e non più tardi ; vogliono sentirsi
subito utili agli altri, ma con il prin-
cipio del "prima pensa all'esame",
si taglia tutto questo. Molti giovani
si ritrovano davanti al vuoto quando
hanno terminato i loro studi supe-
riori; hanno messo tra parentesi la
questione del senso da dare alla
loro vita, e quando vogliono rianno-
dare i loro ideali, è tardi, molte pos-
sibilità sono state bruciate , perché
si è rinunciato al piacere e alla
gioia di sentirsi utili.
Spesso la questione del tempo
non è che un pretesto facile che
nasconde altre tensioni. In effetti,
contrariamente a ciò che vorrebbe
una certa logica, il volontariato è
più in voga tra le famiglie numerose
che non in quelle che hanno uno o
due figli soltanto. Tu stessa lo con-
stati con Davide. Il tempo regalato
agli altri non è necessariamente un
tempo rubato alla famiglia. Una
mamma stimava che il tempo im-
piegato per le sue attività esterne
era ugualmente un tempo donato ai
suoi figli e a suo marito : durante
quel tempo, infatti, anche essi pote-
vano dedicarsi a ciò che loro piace-
va. Ma questo va più lontano: il
principio "prima di tutto la mia fami-
glia" è legittimo, ma ignora sovente
che il bene della propria famiglia
passa per la ricchezza del tessuto
sociale e associativo, di cui tutti
possono beneficiare. La scappatoia
del servizio sociale ha delle rica-
dute importanti per il benessere e
la buçma salute della propria fami-
glia. E un modo di battersi per l'av-
venire dei propri figli. E meglio dun-
que aprirsi all 'esterno, agli altri, che
chiudersi dentro casa propria.
Il tempo che doni agli altri non
è affatto vero che sia rubato ai tuoi
studi. Quando sei in pace con te
stessa, sei anche più disponibile
per il tuo lavoro scolastico , e gua-
çlagni del tempo, anziché sprecarlo.
E una questione di equilibrio, certa-
mente, ma la tua intuizione è giu-
sta: se tu puoi fare ciò che ti valo-
rizza e ti rende felice, tu ti ci ritro-
verai sempre. Lo sviluppo persona-
le, il tirocinio relazionale e la sco-
perta dei valori devono svilupparsi
nel medesimo tempo in cui si svi-
luppa l'apprendimento scolastico.
Che i genitori badino all 'equilibrio è
normale. Che i figli rimproverino tal-
volta ai genitori le loro assenze a
causa di riunioni troppo frequenti ,
anche questo è normale. Non biso-
gna attendere per instaurare una
cultura del dialogo e della condivi-
sione in famiglia: questo si discute,
ci si mette d'accordo. Ma se si vuo-
le fare oggi l'elogio della famiglia,
non si può dimenticare che essa è
un anello essenziale della catena
sociale.
o
BS MARZO 2001

3.8 Page 28

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C'è speranza di futuro dovunque, anche nelle situazioni
PICCOLE DONNE
CRESCONO
di Maria Antonia Chinello
Per un mese,
cinque giovani del Vides
hanno condiviso con
le FMA di Quito e
Amaguaiìa (Ecuador)
le ansie e la dedizione
a "las niiìas de la calle".
Un percorso educativo
di recupero del disagio,
che sta crescendo
lentamente,
ma costantemente.
S veglia ali 'alba e destinazione
Ecuador per C1istina, Chiara,
Federica, Renata e Betty. Lavo-
reranno, affiancando le FMA di
Quito, nel Progetto "Ninas de la cal-
le", iniziato ufficialmente circa dieci
anni fa grazie alla tenacia di suor
Elisa Cazzola, mi ssionaria italiana, e
delle sue sorelle ecuadoriane. «Nei
mesi precedenti la pait enza - raccon-
ta Renata - abbiamo pensato e orga-
nizzato le attività, i giochi, le canzoni
da fare con loro. Adesso ho pai·ecchie
ore di oceano e nuvole per immagina-
re come trascorrerà questo mese, che
facce av ranno, come ci accoglieran-
no, cosa penseranno e per avere anche
un po' di paura. Questa è la prima
esperienza all 'estero. Alle spalle ci
sono oratorio, campi PGS . Ma ora è
tutto nuovo: cultura, storia, lingua;
tutto lontano dalla realtà che cono-
sco, dalla mia realtà, ma è sfida, av-
ventura e curiosità». Parte dei dubbi
se ne vanno subito. All' arrivo l'ac-
MARzo 200 1 BS
coglienza è
affettuosa. Col-
pisce il modo in cui
le bambine e le ragazze si af-
fidano , vogliono bene senza riserve
e senza domande, spontaneamente,
sinceramente e gratuitamente. Sono
circa sessanta, dai 6 ai 19 anni . ..
DIRITTI NEGATI
Il progetto si inserisce in una real-
tà nazionale paradossale e ass urda,
comune a molte altre dell 'America
Latina. In Ecuador, povertà e ric-
chezza convivono senza che siano
in molti a indignarsi e a cercare so-
luzioni valide. Ora, con l'avvento
della dollariz zazione (la moneta na-
zionale, il sucre, dal settembre 2000
non ha più valore ed è stato sostitui-
to dall ' onnipotente dollaro USA), la
vita è ancora più dura: i camp esino
continuano a lasciare le aree rurali e
vanno ad affo llare i già sovrappopo-
lati barrio della città in cerca di una
vita migliore. Difficilmente trovano
quello che cercano e sono così co-
stretti a vi vere d 'espedienti; i giova-
ni abbandonano la scuola e l'analfa-
betismo aumenta. La loro non è una
- Foto di gruppo: suore, volontari e bambine del progetto " Niiias de la calle ".

3.9 Page 29

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più disperate, come a Quito...
scelta, ma una necessità e la povertà
non è più solo materiale, ma anche
cul turale e morale. Le fasce più ari-
schio sono le "ragazze di strada" che
vivono abbandonate e sfruttate nelle
vie di Quito; chiedono l'e lemosina,
rubano , vendono gingi lli, dormono
per strada e il passaggio alla prosti-
tuzione, verso i 10-12 ann i, è quasi
scontato.
LE STRADE
DELL'INCONTRO
«Suor Bianca, che con suor Elisa
condivide il cammino di recupero
delle ragazze ci ha accompagnato in
un paio di uscite notturne a Quito,
con l'obiettivo di avvicinare le bam-
bine di strada per creare un rapporto
di fiducia , e per parlare loro del pro-
getto, invitarle a casa e iniziare , in-
sieme, il cammino». In tutto il per-
corso educativo le giovani sono par-
te attiva e consapevole: decidono se
entrare e se continuare, in qualsiasi
momento sono libere di andarsene.
Ma non è semplice diventare re-
sponsabili di se stesse, capire che
per costruire una famiglia e una so-
cietà diverse tutti devono contribui-
re. Per molte è una realtà sconosciu-
ta. Nonostante le violenze subite da
famiglie disgregate e disperate, i1
legame resta, ed esse soffrono per
come stanno vivendo mamma, papà
e i fratelli , magari ubriachi e ladri
per strada; add irittura si sentono in
colpa di essere in questo momento
più fortunate di loro . ..
Dal mese di ottobre un gruppo di
ragazze grandi ha iniziato lo studio
a distanza: durante la settimana stu-
diano a casa, il sabato vanno a scuo-
la tutto il giorno, verificano quello
che hanno fatto da so le, e impostano
il programma per la settimana suc-
cessiva. Lavorano per produrre arti-
co li per la casa (asciugaman i, tova-
glie) e per neonati (vestitini, bava-
glini) che poi vendono; al pomerig-
gio studi ano. L'obiettivo è aprire
piccoli negozi gestiti in proprio, con
l'aiuto e la supervis ione delle suore,
per diventare economicamente auto-
nome e restituire aiuto alla Casa
Lama Vicuiìa».
LA STORIA DI "P"
E DI "M"
«Oggi, a mesi di distanza, mi por-
to dentro le loro storie. Storie di ne-
gazione, di margine, di sofferenza
eppure di tanto coraggio. P. è la pri-
ma persona che ho incontrato al no-
stro arrivo a Quito. Ci accoglie con
un grosso abbraccio. È allegra e af-
fettuosa e inizia subito a prenderci
in giro p~r il nostro spagnolo sgan-
gherato. E una delle prime arrivate e
adesso è la più grande. Vive ad
Amaguaiìa con suor Elisa che è di,-
ventata un po ' la sua mamma. E
stata allevata da una signora che per
un po' le ha voluto bene, poi quan-
do aveva 7-8 anni ha ini ziato a trat-
tarla da serva, a sgridarla, finché
l'ha scaricata alle suore. P. si è spes-
so chiesta con rabbia il perché. Ora
- Attività manuale nell'ambito del progetto.
La volontaria del Vides Renata
in compagnia di Mariceli.
ha capito che lei non è diversa dalle
coetanee, ed è una ragazza che me-
rita un futuro migliore. Si è così
spianata da sola la strada per diven-
tare una donna indipendente e soli-
dale . Per dare una mano a pagare il
costo della scuola, lava i piatti in un
ristorante il sabato. Vuole andare al-
i' università, marketing, ma ha già
detto che dovrà trovarsi un lavoro
perché l' unive,rsità costa.
Oppure M. E stata la prima ad ap-
prodare al progetto, poi ha convinto
le suore a prendere la sorella, infine
sono andate a rubare alla strada la
più piccola. Adesso c'è anche un ' al-
tra sorellin a, e M. non vede l'ora di
fare un nuovo blitz e salvare anche
lei dalla strada. Le sorelline sono
dolci, silenziose, responsabili. La più
piccola ha una grande capacità di
mimetizzarsi con l'ambiente: l'ha
appreso dalla strada, per necessità
di sopravv ivenza e di difesa. Un
giorno si è nascosta nella cesta dei
giornali. Se non mi attirava l'atten-
zione il mucchio informe, non avrei
mai creduto che una bambina, per
quanto piccola, potesse trovare na-
scondiglio là dentro. Comunica qua-
si esclusivamente con le espressioni
del viso. Ha molto apprezzato il li-
bro del Piccolo Principe che le è sta-
to regalato. Non ha fatto salti di
gioia, ma la trovavi dappertutto a
leggerlo di nascosto. Queste sono
solo due delle tante storie di infanzia
dimenticata, di affetti che sanno di
terra bruciata. Spero di essere riusci-
ta a regalare loro un po' di felicità,
di spens ieratezza. Un mese sem-
brava lunghi ssimo, invece il tempo è
fuggito via veloce. A loro il mio
grazie per g li orizzonti nuovi che mi
hanno fatto conoscere».
O
BS MARZO 2001

3.10 Page 30

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M IL
ES E IN
LIBRERIA
Motante
o cuto di Giuseppe
Josepl, Gevoert
MALE E
SOFFERENZA
INTERROGANO
Atteggiamenti
cristiani di fronte
alla sofferenza,
di Joseph Gevaert
ELLEDICI ,
Leumann (TO) 2000
pp. 172
Quali atteggiamenti i
cristiani assumono di
fronte al male e alla
sofferenza? Il proble-
ma è di grande attua-
lità, perché qualsiasi
educatore s'imbatte in
quelle domande e per-
plessità che riguarda-
no l'esperienza della
sofferenza e del male.
Le pagine di questo li-
bro si muovono attor-
no agli interrogativi
che i cristiani comuni
si pongono di fronte
alle esperienze nega-
tive della vita. Per faci-
litare la lettura, l'autore
ha preferito conserva-
re le domande anche
nei diversi titoli e tal-
volta anche nei sottoti-
toli. Il senso di tali do-
mande, spesso vaghe
e confuse , viene chia-
rito da semplici spie-
gazioni e indicazioni ,
che permettono di ab-
bozzare la visione del-
la fede di fronte a tali
realtà .
MARZO 2001 BS
~k NI~ LEMLILRAAvC1 O
~
DIO oGG1
~
rEsr1MMO~h
DEL TE
TEMPO DI MIRACOLI
Perché e quando
l'intervento di Dio
si fa più vicino
di Philippe Madre
PIEMME ,
Casale M. (AL) 2000
pp. 244
Al di là di ciò che appare
meraviglioso, il miracolo è
sempre segno della libertà
e della compassione di
Dio che mostra così tutto il
suo amore di Padre. Per
cogliere il senso e il valore
evangelico di un evento
miracoloso occorre risalire
alla sua fonte , chiedendo
all 'Autore stesso dei mira-
coli che cosa essi siano ,
quale significato abbiano ,
quale sia il loro scopo . Chi
ha fede , scopre così che
essi non scaturiscono da
fatti accidentali, ma sono
funzionali al progetto che
Dio predispone per la feli-
cità dell'uomo , che egli ha
chiamato alla comunione
con sé . E siccome l'uomo
è dotato di libertà, proprio
a lui spetta, alla fin fine , di
decidere se accogliere l'in-
tervento divino nella pro-
pria vita in tutta la sua
portata, fidandosi di Dio e
del suo amore . E questo è
autentico miracolo!
DIO
di Pietro Schirru ,
Edizioni Segno ,
Udine 2000
pp. 292
Ogni religione ha il suo
Dio. Ma il Dio dei cristiani è
uno , vivente, inaccessibile,
onnipotente , santo , padre ,
presente nella figura ma-
terna che l'amore e la te-
nerezza dimostra di avere
verso le sue creature . Co-
sì lo ha rivelato Gesù . "Par-
lare di Dio", afferma l'au-
tore, "esalta il mio spirito e
intendo farlo in maniera
semplice .. . con la ragione ,
il sentimento , e la fede in
perfetta sintonia".
La ragione , come d'altron-
de la fede , gode di una
sua autonomia e nel suo
campo è sovrana, poich é
la forza della sua logica è
indiscutibile , ma unitamen-
te alla fede può portare alla
comprensione della verità.
Dio , nel corso della storia
umana, è stato sempre in
forme diverse ricercato dal-
l'uomo, come se nel cuore
fosse congenito il desiderio
di lui . E per quanto l'uomo
voglia ignorarlo, la "sua pre-
senza" appare comunque.
IL PENSIERO DI
TERESA DI CALCUTTA
Una mistica tra
Oriente e Occidente
di Gloria Germani,
Paoline , Milano 2000
pp. 238
Si affronta per la prima
volta un 'analisi critica degli
insegnamenti di madre Te-
resa di Calcutta . Le tra-
scrizioni dei suoi discorsi
pubblici , e quelli dettati al-
la sua famiglia religiosa
rappresentano il tentativo
di comprendere a fondo la
sua figura . Ne scaturisce
uno studio che offre una
interpretazione nuova del-
la figura della fondatrice
delle missionarie della Ca-
rità : la coerenza e la pro-
fondità del suo pensiero
traggono particolare forza
dall 'incrocio di due diverse
tradizioni e culture , quella
cattolica e quella induista,
che mettono in dialogo
l'Occidente con l'Oriente ,
fino a raggiungere i più alti
vertici dell 'esperienza mi-
stica . L'autrice commenta
testi paradigmatici di questa
straordinaria testimone della
carità, con le concezioni eti-
che e religiose di Gandhi, e
il pensiero mistico dell 'an-
tico maestro Eckhart.
GLORlA
GERMANI
IL PENSIERO
DI TERESA
DICALCUTTA
Una mistica
tra Oriente e Occide1tte
NON S I FA VEND ITA PER
CO RRISPON DEN ZA. I libri
che vengono seg nalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
dir ett ament e all e ri spetti ve
Editrici.

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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~ ~ ~ E R,ELoIGslTÀ
LA GIOIA DI CREDERE
Teresa e Francesco
Ugenti "santi tra le
pareti domestiche"
di Lia Carini ,
Rogate , Roma 2000
pp . 170 + 32 fuori testo
a colori
LE RADICI DELL'AMORE
Per una spiritualità
dei fidanzati
di Cristina Menghini
e Patrizio Righero ,
pp. 168
AMICI A VITA
Il segreto dell'amore
coniugale
di Giulia Paola Di Nicola
e Attilio Danese
Effatà editrice ,
Cantalupa (TO) 2000
pp. 128
LE STAGIONI
DEL VENTO
di Carlo Blagho
Scuderi Ed. , Avellino 1999
pp. 120
SENTIERI D'ARGILLA
di Carlo Blagho ,
Editrice Delta 3,
Avellino 2000
pp . 104
Il volume racconta la vita
di una coppia di sposi che
hanno vissuto l'universale
vocazione alla santità. La
loro testimonianza cristia-
na li ha portati ad essere
membri dell 'Istituto "Santa
Famiglia", della "famiglia
paolina", che continua ad
arricchire la Chiesa: una
vita semplice, intessuta
delle cose di tutti i giorni,
senza avvenimenti straor-
dinari, se non quello della
straordinarietà di un amo-
re e di una fede che acca-
dono ogni giorno , e trasfi-
gurano cose , fatti , incontri,
persone . Non si vogliono
riproporre modelli arcaici
di famiglia, ma si descrive
la sfida a incarnare il van-
gelo nella società attuale ,
all'interno dei momenti tipi-
ci della vita familiare : l'edu-
cazione dei figli , la crescita
di coppia , il lavoro , la con -
divisione dei momenti di
gioia e di dolore , il valore
della preghiera e della spi-
ritualità familiare.
Sulla famiglia oggi si parla
a 180 gradi ; ed è normale ,
visto che è la cellula base
di una società. Questi due
testi ne affrontano sia la
preparazione (per una vi -
sione della famiglia nella
formazione cristiana dei fi-
danzati : non tanto in vista
del futuro ma come tempo
di crescita , responsabilità
e grazia") che la realizza-
zione (cogliendo il senso
integrale dell 'amore uma-
no e del matrimonio). Si
sollecita perciò l'impegno
preventivo e costruttivo da
parte di una società che si
preoccupi del futuro e rifiuti
di nascondersi dentro il
falso scudo della neutralità
scientifica, impermeabile
all 'etica e alla spiritualità.
\\ -~T,-~1~?~t~~ ,S ;~ '
>~:'.: .
I I llt ( . 1 Q.~ .., ..1. <.;;. '
LE RADICI
DELL'AMORE
f'I );. U.">J,\\ :,l~RtlU\\111~ L'llJ ;~ !cA.-.Y.\\1l
CRI. Giulia Paola Di Nicola
PA
Attilio Danese
Amici a vita
ll segre1oclc!l' amorc coniugale
@ F.ffATi\\' ED IT RICI'..
Anche il linguaggio poeti -
co , in un tempo in cui si
apprezza solo ciò che ap-
partiene al mondo scienti-
fico e tecnologico , è una
modalità efficace per orien-
tare alla "Bellezza univer-
sale ": sensibilità e grazia
che si riverberano nella
bellezza della natura come
rivelazione della prima Bel-
lezza, come spazio fisico
dell 'intimità spirituale , co-
me dimensione di apertura
dell 'anima e di raccogli -
mento , come fonte di si-
lenzio e di verginità. Ogni
bellezza offerta è per es-
sere vissuta tra gli altri ,
con gli altri , in funzione de-
gli altri e soprattutto dei
giovani: come dono, come
aurora da porre al riparo
da ogni inquietudine, com e
giubilo interiore per farne
un tesoro da consegnare
ai fratelli e al mondo.
MOVIMENTO
GIOVANILE
SALESIANO
(MGS)
CINECIRCOLI
GIOVANILI
SOCIOCULTURALI
(CGS)
Tel. 06/44.70.01 .45
email: cgsnaz@iol.it
POLISPORTIVE
GIOVANILI
SALESIANE (PGS)
Tel. 06/44.62.179
em ail : italia.pgs@pcn.net
TURISMO
GIOVANILE
SOCIALE (TGS)
Tel. 06/44.60.946
email:
tgs.nazionale@flashnet.it
MISSIONI E
VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
VIS (Salesiani)
Tel. 06/51 .30.253
email: vis@volint.it
VIDE$ (Figlie di Maria
Ausiliatrice)
Tel. 06/57.50.048
email :
segreteria@vides.org
SERVIZI CIVILI E
SOCIALI (SCS)
Obiezione di coscienza
Emarginazione
e disagio giovanile
Tel. 06/49.40 .522
email : scs@cnos.org
GRUPPI SAVIOCLUB
Tel. 06/44.50.257
email :
mspreafico@pcn.net
BS MARZO 200 1

4.2 Page 32

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L/;1/E
BISOGNA SCEGLIERLI
TUTTI EDUE! ~ di Giovanni Eriman
1 ,,1one d1 ••' 00' • ' ' • ' •
• '~
Il clan dell'Agesci che ha sede
nell'oratorio salesiano di Macerata
~~~I
~
ha passato un mese a Makuyu in
Kenia: un'esperienza sconvolgente.
Logo dell 'Associazione di volontariato dell'oratorio
salesiano di Macerata.
'S e si è cristiani non si può scegliere tra. Dio e
l'uomo... bisogna sceglierli tutti e due!'. E stato
il motto da cui si sono lasciati influenzare che
è diventato anche il motto del loro clan . Così i giovani
del Clan "Allegrezza", hanno potuto celebrare il più bel
giubileo che mai potessero sospettare. In Kenia ,
immersi per un mese in una esperienza capace di
sconvolgere la vita. Hanno trovato Roma a Makuyu , la
Porta Santa tra le sue baracche senza porte ... Kenia,
il paese della miseria contrapposto al nostro paese dei
balocchi , dove le case sono piene di "ciuffi e ciuffetti "
che stanno , su tutti i mobili , a rubarti tempo e fatica,
perché vanno spolverati, curati , trattati con delicatezza
per non spostarli , non romperli , spolverarli ... e per
trovargli un posto! Kenia, uno schiaffo in piena
Il clan "Allegrezza" prima della partenza per il Kenia
riceve il crocifisso come i missionari.
faccia ... in questa nostra faccia troppo rosea e roton-
detta ... Una medicina per gli occhi , per questi nostri cosa fare , in cui si discute all 'infinito quale diverti-
occhi spalancati sul nulla, o sullo scintillio dell'inutile.
mento scegliere , che cosa regalare alla festa dell 'a-
UN ALTRO MODO DI VIVERE
mico, quale spettacolo assaltare con gli occhi , quale
piazza frequentare, quale auto desiderare , quale
Il Kenia ci ha costretto alla meditazione sull 'essen - marca scegliere per essere se stessi , quale auto
ziale, ci ha forzato alla comunicazione gestuale, ci ha guidare per sentirsi qualcuno ...
spinti alla solidarietà convinta, non compassionevole, e In Kenia si prende coscienza degli abissi da vertigine
alla preghiera, come poche volte si prega nella vita, e che separano il nostro dal loro mondo: una massa
soprattutto ci ha tirato addosso un bel po' di vergogna : dign itosa nella povertà e ricca di fede da una massa
per queste nostre giornate tutte uguali in cui non si sa infiacchita dall'opulenza e ricca di povertà interiore ! Il
I volontari al lavoro. È il momento del pranzo.
MARZO 2001 BS
Circa 700 bambini ricevono il pranzo
nei due centri di Makuyu e Ndromo.

4.3 Page 33

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Kenia ti fa vergognare. Ci siamo domandati che
uomini , che gente sia mai questa gente che ogni
giorno si riversa in massa alla missione per un po ' di
Kederi che permetta loro di sopravvivere mentre da
noi solo i rifiuti alimentari basterebbero a sfamare
tutto il Kenia e ce ne sarebbe d'avanzo! Il nostro clan
si chiama "Allegrezza", ma ha assunto sfumature
inedite dopo l'esperienza a Makuyu . L'allegrezza che
ora ci portiamo dietro è quella del sorriso stupito dei
bambini , cui bastava la novità della nostra presenza
per essere felici .
LA LITANIA DEL KENIA
Il Kenia. Messo in ginocchio dai potenti, segnato per
sempre dalla fame , dall'AIDS , dalla mancanza dell'es-
senziale . Il Kenia dove i bambini ti vogliono subito
bene, chiunque tu sia, pronti sempre a dividere con te
la scarsa porzione di mais e fagioli , il famigerato
Kederi, loro unico pasto quotidiano.
Il Kenia... "Sono andato per dare ; non ho dato niente
e ho ricevuto molto e alla fine mi sentivo in colpa
perché gli avevo rubato le uniche ricchezze che
possedevano: la semplicità, l'umiltà, la sincerità ... e,
come se non bastasse, mi hanno pure detto I wi/1 pray
tor you!' .
- Messa missionaria, con canti e danze africane.
Il Kenia contro l'assurdità della nostra routine , la loro
disarmante voglia di vivere contro la noia delle nostre
giornate . Il Kenia ; le loro minuscole baracche di
lamiera piene solo di bimbi contro la mia bella casa
zeppa delle mie velleità. Il Kenia ; occhini pieni di
speranza e stupore contro occhi torbidi alla disperata
ricerca di vertigini distratte. Il Kenia; una ciotola di
Kederi alla missione per ogni bimbo ... ma se ne
mang ia solo qualche boccone , il resto lo si porta a
casa, alla famiglia che non ha niente da mangiare.
TORNARE... È UN PO' MORIRE!
Quando sono tornato a casa ho ripreso in mano i gior-
nali . E mi ha invaso la rabbia per gli impossibili
discorsi dei politici , le improbabili avventure dei vip, i
discorsi senza filo logico del ... "Grande Fratello ...
poco fratello e molto tranello!", i falsi tapiri , i vestiti che
costano più delle macchine , i mezzi di locomozione
che sono ormai più numerosi degli abitanti , i negozi
stracolmi di cose e i cuori stracolmi di niente .. .
Makuyu resterai viva nel cuore e nella mente .
- È tempo di giocare.
Per saperne di più: Ser.Mi.G.O.
Servizio Missionario Giovanile Oratoriano
Via Dante, 4 - 62100 Macerata
Te/. 0733/23.92.38;
E-mail: sermigo@ hotmail.com
BS MARZO 200 1

4.4 Page 34

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- coME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrere
INSE<iNAMO<iLI
A PREGARE
Ho chiesto ai miei bambini del catechismo: «Lo sapete perché
voglio insegnarvi a pregare? Perché vi regalo tutti questi libri
sulla Bibbia e insisto perché li leggiate?» La risposta di una
undicenne è arrivata, leggera, neanche fosse stata pensata a
lungo: «Perché ci vuoi bene e vuoi che abbiamo una vita felice».
L a preghiera è un gesto d'amo-
re , è il modo più incantevole
per entrare gentilmente nella
notte . Insegnare a pregare è il
dono più grande che i genitori pos-
sano fare ai figli. Eppure la paura
di parlare di Dio ai figli e di pregare
con loro è quasi uno sport nazio-
nale . Ricordate : pregare non è un
dovere, ma un piacere, un vero pro-
fondo piacere delle creature uma-
ne , perciò non deve essere an-
nunciato come una condanna ai
lavori forzati, ma come un mo-
mento di gioia condivisa , di quie-
te, di armonia. La famiglia che pre-
ga insieme è una famiglia unita.
Come per tutte le cose importanti , il
modo più semplice di insegnare ai
bambini a pregare è che vi vedano
pregare, così capiranno che Dio è
importante per loro , che merita da-
re del tempo a Gesù . Se i bambini
vedono che i genitori sono appagati
quando pregano , intuiranno che Dio
è una persona che ascolta coloro
che gli parlano.
Poi , pregate con loro , e siate
semplici e sinceri , usate parole e
sentimenti che i bambini possano
comprendere , abbracciateli , e co -
minciate con frasi come : «Gesù ,
benedici il nostro piccolo Enrico
che diventa un ometto ». I gesti so-
no importanti: un segno di croce sul
bambino seguito da un bacio pieno
di calore inserisce la preghiera nel-
la cornice appropriata. I bambini de-
vono rendersi conto che non si trat-
ta di un gioco .
Evitate di essere "stereotipati"
ricorrendo alle solite formule che si
usurano facilmente. C'è una bella
differenza tra "recitare " delle pre-
ghiere e pregare . Procuratevi libri
ricchi di preghiere originali e belle
MA RZO 2001 BS
illustrazioni: servi-
ranno per le se-
rate in cui si è
particolarmente
stanchi . Se è
possibile can-
tate insieme.
Conosco una fami-
glia che termina la
giornata cantando
davanti a una ico-
na illuminata solo
da una candela. La
preghiera è lode ,
ringraziamento , stupore , tenerezza,
allegria .
Il libro da usare di più è natural-
mente la Bibbia . I bambini impa-
rano che è il "Libro di Dio". Esisto -
no edizioni di "Bibbie per bambini "
che selezionano i brani più adatti
ai piccoli. Storie , personagg i, pa-
role della Sacra Scrittura sono
indispensabili per nutrire la pre-
ghiera e la vita spirituale. Le frasi
dei salm i, le parole di Gesù , le pa-
rabole si possono trasformare in
sorgenti di stupenda preghiera . È
uno spettacolo impagabile vedere
un bimbo che dice convinto : «Si-
gnore , guardami , proteggi mi.. . Sei
la cosa più bella che ho . Sei la
mia guida , anche di notte il mio
cuore ti ricorda. Ti ho sempre da-
vanti agli occhi , con te vicino non
cadrò mai » (Salmo 15) . I genitori
devono ricordarsi di "fare le pre-
sentazioni ": di Dio ai bambini e dei
loro bambini a Dio . Alcune tra le
domande più comuni che essi
pongono sono : Chi ha creato Dio?
Da dove viene? Com 'è? Ha amici
o è tutto solo? Perché non lo ve-
diamo? È vitale soddisfare la loro
curiosità, partendo da quello che
Gesù ci dice di Dio .
Non dimenticate che la preghie-
ra è relazione e comunicazione .
Aiutate i bambini a comprendere
che Dio vuole diventare il loro mi-
gliore amico . I bambini sono con-
tenti di avere am ici , e Dio desidera
stare vicino a loro. Potreste spie-
garlo così : « Dio vi ama molto. Vi
ha creati in modo che siate speciali
e vuole instaurare un'amicizia spe-
ciale con voi , diversa da quella che
potete stringere con chiunque altro .
Le grandi amicizie si costruiscono
giorno per giorno. Dio vuole che vi
avviciniate a Lui ogni giorno e gli
chiediate di aiutarvi a conoscerlo
meglio ».
Parlate di Dio usando le parole di
Gesù . Insegnate che pregare è
anche ascoltare. La voce di Dio è
diversa da quelle umane , ma è
reale. È come un segreto , una
confidenza. Arriva attraverso il si-
lenzio che si fa "dentro": attraverso
i pensieri , le letture del Vangelo , gli
avvenimenti della vita, i desideri ,
gli incontri della giornata.
Fate in modo che la preghiera di-
venti un appuntamento quoti-
diano, uno di quelli di cu i si sente
la mancanza quando non c'è. Com-
prendete le difficoltà. Se la piccola

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
Jessica proprio non ha voglia di
pregare si può dire semplicemente :
«Questo passerotto è stanco , sta-
sera , Signore. Ci sentiremo doma-
ni ». Tenere aperti i canali della co-
municazione tra genitori e figli è la
chiave per tenere aperti i canali
della comunicazione tra Dio e i
bambini . Abituate i bambini a chie-
dere perdono , a pregare per gli al-
tri , e fate dei "progetti di preghiera"
familiari per coinvolgere i figli nella
vita di preghiera dei genitori e per
guidarli. Quando accade qualcosa
che riguarda l'intera famiglia come
traslocare , cercare un nuovo lavo-
ro , la malattia del nonno , è bello
parlarne e poi pregare insieme ,
chiedendo l'aiuto di Dio.
Parlate tranquillamente della ri-
sposta di Dio. Specialmente quan-
do non arriva. Il momento decisivo
per guidare ad avere fiducia nella
preghiera si verifica quando la vita
tende "trabocchetti ", e sembra che
Dio non risponda alle nostre pre-
ghiere ; è un momento che i bambi-
ni osservano con molta attenzione .
Sembra una contraddizione , ma il
momento più adatto per guidare ad
avere fiducia in Dio si verifica
quando Dio non sembra molto de-
gno di fiducia . Durante quei mo-
menti di confusione e difficoltà, la
vostra risposta di fede diventa un
potente strumento di guida. Anche
se i bambini sono i più pronti ad
accettare il fatto che Dio ha il
diritto anche di rispondere «no »
per il bene dei suoi figli . Come
spiega Gesù : «Il Padre conosce
ciò di cu i abbiamo bisogno ». Infine,
mettete la Messa al culmine del-
la vita di preghiera familiare .
Deve essere un momento straor-
dinario , in cui la preghiera diventa
comunione reale con Dio e con gli
altri .
Libri E/ledici per educare i bambini
alla preghiera:
Le mie prime preghiere
Preghiere per piccoli cuori
• Salmi per piccoli cuori
Promesse di Dio per piccoli cuori
Dio chi sei?
Gesù chi sei?
Il Padre Nostro e l'Ave Maria
• Per parlare di Dio ai bambini
Ma Dio è felice
NON HO VOLUTO
••INSEGNARE''
Al FIGLI A PREGARE
In questo delicato settore io ho sempre assunto
una posizione un po' controcorrente,
ammesso che una corrente ci sia ... Vi spiego il perché.
Q uando devo parlare di un'e-
sperienza religiosa, mi viene
naturale diventare più discre-
ta, riconoscendo che quel che vivo
non è un modello da assumere co-
me punto di riferimento. Innanzitutto,
perché la mia vita cristiana non mi
sembra particolarmente esemplare -
anche se cerco di abbracciare il di-
namismo della fede con tutte le
energie disponibi li - e poi perché
credo che ognuno viva la relazione
con Dio in modo assolutamente per-
sonale , intessendo in modo sempre
nuovo e inedito questa storia d'amo-
re così intima ed esclusiva.
Proprio per questo, ho sempre
proposto con molto pudore l'e-
sperienza della preghiera ai figli .
Anche se ho cominciato presto a
confrontarmi
con loro su
questo ar-
gomento ,
sono sta-
ta molto
cauta: ho
rifiutato com-
portamenti che
potessero por-
tare a imporre
la fede , ho prefe-
rito che Ales-
sandra e Clau-
dio si rendes-
sero graduai-
mente conto fino a che punto essa
rappresenti una dimensione fonda-
mentale per la vita. Dunque, non li
ho obbligati a recitare preghiere in
momenti determinati della giornata
o a seguirmi a messa giusto per un
senso di dovere ; ho cercato invece
di sollecitarli all 'idea che pregare è
un'esigenza che ritma la nostra vita
e di cui sentiamo il desidero e il bi-
sogno, al di là delle abitudini che
possiamo instaurare. Guidata da
questo criterio, mi sono sforzata di
assecondare la loro voglia di prega-
re anche se si manifestava in modi
poco convenzionali o in luoghi per
nulla ritual i.
Certo non sono stata rinuncia-
taria nel condividere un padreno-
stro al momento della buonanotte,
ma non mi sono mai arrabbiata se
Claudio si addormentava a metà
della preghiera. Confesso anche che
mi sono arresa, dopo vari tentativi ,
di fronte alla preghiera fam iliare pri-
ma dei pasti : l'arrembaggio famelico
dei figli rendeva poco decorosa la
"pretesa" di dedicare un pensiero a
Dio , avendo sotto il naso un bel
piatto fumante . È stato invece abba-
stanza facile orientare i ragazzi a un
momento di preghiera durante una
passeggiata all 'aria aperta, di fronte
a un'edicola sacra che sbucava fra
le piante di un bosco , op-
pure cercare riparo
nella frescura di
una chiesa esti-
va e approfit-
tare di quella
quiete. Spe-
rimentando
il benesse-
re derivante
dall 'incontro
con Dio, cre-
do che ab-
Bs MARZO 2001

4.6 Page 36

▲back to top
SPIRITUALITÀ SALESIANA
di Piero Borelli
biano a poco a poco capito che Dio
si rende presente e ci fa compagnia
lungo le strade della vita, anche se
non andiamo a cercarlo apposita-
mente. Forse gli fa perfino piacere
se non lo releghiamo in uno spazio e
in un tempo predeterminati e magari
marginali rispetto alle nostre occupa-
zioni abituali ; non si offende se qual-
che volta ci scordiamo di avere un
appuntamento con Lui.
Quando i figli sono diventati
un po' più grandi, ho accettato gli
inevitabili momenti di latitanza e ari-
dità spirituale legati al confronto con
coetanei che avevano abbandonato
qualsiasi forma di esperienza reli-
giosa. Sapevo che era un rischio da
correre, se volevo che passassero
da una capacità infantile di pregh ie-
ra a un dinamismo più impegnativo
e coinvolgente. In quel periodo però li
ho messi di fronte a una nuova sco-
perta: poiché è una vita che sono
sempre in corsa e non riesco a vi-
vere tanti momenti rituali al di là
della messa domenicale, ho rivelato
loro che spesso prego mentre sono
impegnata nelle faccende domesti-
che o nel percorso da casa al lavo-
ro, perfino mentre insegno ai miei
studenti o scrivo testi al computer.
All 'inizio hanno sorriso : hanno capi-
to perché a volte succede che mi si
bruci il pranzo nel forno e come
mai sono una guidatrice distratta e
imbranata. In cambio , però , hanno
compreso la mia flessibilità rispetto
alla preghiera: non li ho allenati se-
condo i criteri tradizionali per disin-
teresse e superficialità, ma perché
volevo che anche loro potessero
scommettere su una cosa impor-
tante : vivere la preghiera come un
atteggiamento che ci accompagna
sempre, qualsiasi cosa facciamo ;
accettarla come ciò che ritma le
nostre esperienze quotidiane.
Adesso che sono adolescenti,
non so quando e quanto i miei figli
preghino ; al di là delle occasioni
comunitarie che condividono con
noi genitori e con gli amici, anche
loro difendono la libertà e l'intimità
del dialogo con Dio . Sono però
tranquilla: i loro comportamenti -
anche se qua e emergono le in-
quietudini e le contraddizioni del-
l'età - mi dicono che in genere non
manca una buona dose di nutri-
mento spirituale.
MARZO 2001 BS
AMOREVOLEZZA
La spiritualità salesiana ha il suo massimo
riferimento nel pilastro de/l'amore che
regge ragione e religione: una ragione
fredda, non compassionevole diventa odiosa,
una religione senza amore è tutto fuorché religione.
"Amerai il Signore ... amerai il
prossimo ... ": No n c'è ni ente d i
p e ni ente di meno: la v ita c ri -
stiana è tutta racc hi usa tra c ielo e
terra , in qu esto v ivere trin o: co n
D io, co n se stess i, co n il pros -
sim o. D o n Bosco c i rico rda c he
c hi lega Di o a sé, e sé all 'a ltro è
l' amore, c he eg li c hi am ava co l
termin e meno p retenz ioso e p
ge nera le cli "a morevo lezza", pe r
d ire c he do bb iam o esse re fatt i,
im pastati d i ca ri tà.
O La spiritualità salesiana parte
dalla gioia. La gio ia è fondamentale
per un cammino d i maturi e pre-
suppo ne un giu sto vo lersi be ne.
No n è narc isis mo, ma accog li en-
za. L' uo mo accog liente è l' uo mo
con Di o, ed è D io in lui che sa lu-
ta, accog lie, aiu ta l' altro. Q ues ta
co nvin zione cli fede mantiene l' uo-
mo umil e e attento all e es ige nze
a ltrui , nell o stesso tem po co ns a-
pevo le del le pmp ri e riso rse o ltre
che dei propri limiti.
O La presenza del Dio/ amore
spinge ad amare a nostra volta .
Non per modo d i d ire, ma co n tut-
te le forze che si hanno.
So lo l'a more meri ta cl i imp eg nare
tutte le forze dell 'uomo, perché
so lo l' amore ha sa lvato, salva
tutt'o ra e sa lve rà ancora e semp re
l' uo mo .
So lo l'a mo re im mette nell o spaz io
de ll ' uomo l'energ ia d iv in a capace
di riso lve re i grandi d il emmi co me
i pi cco li sc rez i q uotidi ani: so lo
l'a mo re afferr a D io e lo costr in ge
a ca mmin a1·e lo stesso ca mmin o
dell ' uomo.
O Solo l'amore, infine, offre a
ogni educatore la possibilità im-
mediata cl i pe netrare l'a nim o cle l-
l'eclu ca nclo e cli piegar lo all e esi -
genze dell'ed ucazio ne, e cl i fa rgli
am are e des id erare i va lo ri c he
fa nn o la v ita degna cli essere v is-
suta. Atto rn o all 'a mo rev ol ezza
dun q ue ru ota tutto il sistema edu-
cat ivo sa les iano.
O
Sentirsi amati vuol dire essere nella gioia!

4.7 Page 37

▲back to top
...--------·-------...

4.8 Page 38

▲back to top
I Riti di Passaggio_.
LAPUBERTA
di Nicola Follieri
E siste una "pubertà sociale",
che non è la stessa cosa di
quella fisiologica. La prima è
sancita da cerimonie particol ari che,
ancor più dei nostri class ici com-
pleanni o della nostra età anagrafi-
ca, consentono in modo pubbli co e
definitivo l' accesso all a nu ova di-
gnità di persone in cui si è ri cono-
sciuti. La pubertà fi siologica è inve-
ce interpretata come un qualcosa
che avviene per intervento sopran-
naturale, ed è strettamente connessa
con l' inizio dell ' attività sess uale . Il
passagg io ali ' adolescenza, da un
punto di vi sta fi sico, è evidenziato
---- dalle trasformazioni cui è natural -
mente soggetto il corpo del ragaz-
zo/a. In un contesto tribal e o soc iale
l' inizio dell 'adolescenza è un even-
to che ogni giovane attende attra-
verso un preciso rituale di separa-
zione, che fa abbandonare il mondo
asessuato per aggregarlo a quello
sessuale. La cosa si verifica a volte
anche in modo traumatico. Si co-
stringe il bambino a lascia.re definiti-
va.mente la madre, a trascorrere un
periodo di reclusione abbastanza
lungo, a cambiare persino il proprio
nome; i rituali cui è sottoposto sono
diversi e a volte dolorosi: gli si fa
ingurgitare del tabacco, o inalare
speciali erbe, in certi casi lo si mal-
tratta e flagella fino a fargli perdere
conoscenza. Lo scopo è "far mori-
re" il bambino, e dargli una nuova
vita, farlo risorgere adolescente.
LA PUBERTÀ SOCIALE
Ma non è il fenomeno fisiologico
in sé che determina l'ingresso a un
nuovo periodo della vita. Vi sono del-
le prove da superare per ottenere
dalla società e dal consig lio degli
anziani una sorta di legittimazione a
essere considerati adol escenti . La
MA RZO 2001 BS
Nelle società cosiddette
primitive dell'Africa,
delle Americhe o
dell'Australia,
la pubertà viene
espressamente
celebrata attraverso
vari e significativi riti
di iniziazione, un tempo
presenti anche nelle
società occidentali.
co llettività, il cl an, la tribù , il grup-
po social e adottano una singol are
procedura per far ammettere iI ra-
gazzo/a ne ll a categori a de ll a pu-
bertà social e. Per le ragazze le no-
vità de l propri o corpo, come il ri-
gonfi amento de l seno, la comparsa
de i pe li pubic i, l'allargamento de l
bac ino, sono accettate dal gruppo di
appartenenza so lo dopo un periodo
L'ol-kiteng introduce il giovane
masai nel mondo dei guerrieri.
Il passaggio alla pubertà comporta
prove a volte dure e difficili ...
L'ADDIO ALL'INFANZIA_ .
In alcune tribù australiane le 1111z1az~-
ni all'adolescenza avvengono quan o
il ragazzo ha compiuto i d1ec1 ann~
o ure intorno ai venti e oltre. Il ra
g~~zo viene letteralmente rapito, strap-
t in modo brusco dalle braccia
~:ifa madre e insediato_in un nuovo
ambiente , la foresta o 111 _una nuova
capanna, dove ogni traccia della su~
infanzia è scomparsa. S_egue u_n pe
riodo d'isolamento in cui non s1 con-
tano le prove come freddo
Spezzare il legame materno
veuofal m~~er.
to liere ogni frequentazione o_ . -
tuaine domestica precedente , I 910 -
chi le effusioni materne, la p~epara
zio~e già pronta del cibo. _S1 e co~r
morti per risorgere uom1111. _Il bam -
no, infatti, è vittima anche d1 un md~-
bolimento fisico e mentale, per pnva
lo di ogni memoria della propria in-
I zia così da essere introdotto gra-
l~alm'ente allo status di adole_sce_nte,
·t altre cerimonie (mut1\\az10111 ,
~:~~ee tatuaggi , recita e dr_ammat1z-
zazio~e di racconti mito\\091c1 , adde-
stramento alla caccia e alla lotta).
d ' isol amento in cui interdi zioni sa-
crali , abluzioni e vari altri riti si ano
stati compiuti. L'accesso all a pu-
bertà signifi ca entrare a pieno titol o
ne l propri o ruol o, ed essere in grado
di avere fi gli. All e prime mestrua-

4.9 Page 39

▲back to top
. .ed è sempre sottolineato da una
cerimonia di iniziazione...
La circoncisione è praticata fra i dodi-
ci e i sedici anni , purché il ragazzo o
la ragazza abbiano una costituzione
robusta. La cerimonia implica delle
, spese che la famiglia deve essere in
grado di sostenere. Persino il genito-
re del ragazzo o della ragazza da
sottoporre alla circoncisione è tenuto
a eseguire un rituale, detto "passag-
gio della siepe", attraverso il quale
egli riconosce di essere diventato
vecchio e si fa chiamare da tutti il
"padre di" suo figlio o sua figlia. In
questa circostanza pure il genitore
cambia categoria sociale . I giovani si
sottomettono a tutta una serie di ceri-
monie . Per esempio vengono spal-
mati di argilla bianca, indossano delle
piume , si rade loro la testa e per loro
s'immola un bue o una pecora. Se-
guono danze, banchetti e i ragazzi e
le ragazze possono anche stare fra
loro soli in intimità.
I ... in cui hanno grande importanza
pitture e tatuaggi sul corpo, oltre
a oggetti e ornamenti propri degli
adulti.
zioni e al cos iddetto " defl oram ento"
ogni popolo primiti vo attribuisce del-
le connotazioni d' impur ità. E la don-
na, se il gruppo soc iale non intervi e-
ne con cerim onie di purificazi one,
rischi a di essere estromessa o deni-
grata, con grave nocumento per la
sua dignità di pe rsona o anche per il
suo equilibri o psi chi co. Il cerim o-
ni ale previ sto per i m aschi è diverso
a seconda delle inclinazioni che il
ragazzo dimostra di avere per esem-
pi o come guerriero, cacciatore, sci a-
m ano o altro.
LE MUTILAZIONI
DEL CORPO
.
Il taglio dei capelli , la resezione_ del
re uzio , il far saltare un dente, _11 re-
~id~re l'ultima
\\o la foratura
falang e
del lobo
ddeellld'_oitroecrcrnhQ10no~-
d~I setto nasale sono pratiche cheds_
possono inquadrare nel concerto ~'.
l
n
1
di
.
separazione-aggregazione , c
fra le popolazioni dell'Afn~a
o
~~r,~ustralia. Con il mutilare un indi-
viduo di un pezzetto de_lla _sua uma-
nità si vuole significare il d1st_acco dt
un precedente stato esistenziale e a
neo-appartenenza a un altro e suc-
cessivo stato della vita umana. ~~le
passaggio non intende soltanto d,n,-
trodu zione a una fase evo_lut1va ~ -
l'esistenza, a un successivo staa~~
della crescita della persona, ma
che l'ammissione a far parte _d1 una
categoria di persone, _i guernen ,_le rt
azze da marito, g\\1 sciamani , c e
~anno assunto compiti e responsabi -
lità ben precise aWinterno e a favore
della comunità sociale .
LA CIRCONCISIONE
U na delle operazioni per significa-
re l 'avvenuto sviluppo fi sico e ses-
suale è la circoncisione. L ' interven-
to è eseguito anche senza tener con-
to dell 'avv icinar si della pubertà. In
alcuni popoli l a circoncisi one è pra-
ti cata gi à al settimo gi orn o dopo l a
nasc ita (p. e. i Dukkala del M arocco ,
mentre in A lgeri a al compimento
dei sette od otto anni) . Per l e ragaz-
ze si tratta dell 'esci ssi one del clito-
rid e o del la perforazi one dell ' imene.
Queste mutil az ioni hanno un val ore
sociale: sanciscono il mutamento del-
la personalità di un indi v iduo. L ' in-
teressamento deg li organi genitali
m aschili e femminili co invol ge l a
capacità procreati va del! ' individuo.
L a soc ietà di appartenenza ricono-
sce pubblicamente tal e prerogativa,
importante per la continuazione del-
la specie.
D
BS MARZO 2001

4.10 Page 40

▲back to top
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-7 1 n. 959, e l'Istitu-
to Sa lesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giurid ica per Regio De-
creto 13-1-1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le form ule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio a lla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di f. ... o titoli, ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l' immobile sito in .. .
per i fi ni istituzionali dell'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mi o erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Mission i, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il testamento deve essere scriuo per
i111ero di mano propria dal testarore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via dell a Pisana, 1111
00 163 Roma-Bravetta
Tel. 06.656 12678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
I stituto Salesiano per le M issioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
I OI 52 Torino
Te!. 011.5224247-8-Fax 011.522425 1
C.C.P. 28904100
MARZO 2001 BS
_ J I NOSTRI MORTI
PAGLIORITI ORFINI signora Dina,
mamma di un salesiano,
t Civitanova Marche (MC) il 15/09/2000
a 85 anni.
Minuta, sottile , sempre svelta, anche quan-
do le forze non erano più quelle di un a
vo lta, era per tutti nonna Dina, un po' la
Mamma Margherita dell'Oratorio salesiano
di Ancona, da quando l'età e gli acciacchi
la costrinsero a vivere accanto al figlio
sacerdote , direttore di oratorio e assieme
alla comu nità salesiana per gli ultimi cin-
que anni dell a sua intensa vita. I mod i
arguti ed energici, la battuta pronta, la dol-
cezza delle antiche canzoni ricordate per
filo e per segno , facevano intuire a chi si
fermava a parlare un po' con lei la sua vita,
densa di impegno e di fede , trascorsa a
Tolentino , nel lavoro serrato per la fami-
glia, per i suoi "quattro uomini" da seguire ,
nell 'occupazione anche fu ori casa, in fab-
brica prima e come sarta poi , anche come
sarta e guardarobiera presso i Salesiani di
Tolentino , per tirare avanti aiutando il mari-
to. Poi la morte di lui e la capacità di farce-
la da sola, con grinta tutta marchigiana, la
maturità e le scelte dei tre figli Maurizio ,
Cesare e Andrea, l'affetto delle nuore e dei
nipoti ... Fino ag li ultimi ann i, passati con
più acciacchi ma sempre con fede e
dignità. Tutti la ricordano affettuosamente,
pregando per lei e con lei, chiedendole di
tenere ancora su tutti, da lassù , quello
sg uardo dolc e e sca nzo nato che ci ha
accompagnato per tanto tempo.
FIORENZA suor Maria Antonia ,
Figlia di Maria Ausiliatrice ,
t Messina il 28/10/2000, a 96 anni.
Suor Antonietta nacque in una bella e
affettuosa famiglia in cui i valori umani e
relig iosi cost itui rono orientamento di vita
per lei e per la sorel la Lucilla , anche lei
FMA, morta in giovane età. Fu insegnante
di matematica e fisica. Delegata dei coope-
ratori salesiani , portò avanti il suo impegno
co n assiduità e forte senso di responsabi -
lità, lasciando in tutti il ricordo di religiosa
esemplare e attiva. Tra le sorelle anziane si
è sempre manifestata di carattere allegro e
faceto. Le sue battute scherzose e il grande
senso di rispetto e di gratitudine per tutto
quello che riceveva la rendevano amabile e
simpatica. Negli ultimi te mpi , immobile nel
suo lettino, si sforzava di non far pesare su
nessuno la sua sofferenza ; riconoscente
per ogni minimo gesto affettuoso , risponde-
va con un immancabile "grazie", accompa-
gnandolo con un grande sorriso.
ROLFO sig. Giuseppe, salesiano ,
t Torino 1'08/01 /2000 a 81 anni.
Bella figura di coadiutore salesiano , perito
industriale meccanico, passò gran parte
della sua vita nell 'insegnamento della su~
materia, finché le forze glielo permisero. E
stato un lavoratore infaticabile , sempre
impegnato non solo a trasmettere nozion i
agl i allievi ma anche ad aggiornarsi conti-
nuamente per rimanere al l'altezza della
situazione , senza mai perdere di vista lo
scopo per cui era diventato salesiano, l'a-
more ai giovani, la loro e la propria salvez-
za. Ecco perché non ha mai cessato di
interessarsi al pensiero della Chiesa leg-
gendo anzi studiandone i documenti , e la
dottrina. Venuto il dolore nella sua vita, l'ha
accettato senza traumi. Costretto sulla
sedia a rote lle, ha offerto a Dio ogni disa-
gio offrendo le sue sofferenze per la santi-
ficazione dei sacerd oti e l'incremento delle
vocazioni. Lascia un ricordo di forte e sen-
tita spiritualità e di grande disponibilità alla
volontà di Dio.
BARANELLO sac. Giovanni,
salesiano ,
t Brindisi il 26/04/2000 a 95 anni.
Don Giovanni fu un vero figlio di Don Bo-
sco. Scelse i salesiani dopo che aveva fat-
to l'esperienza del seminario minore e ivi
aveva terminato il liceo. Al noviziato si
entusiasmò del metodo di don Bosco e ini-
ziò la sua vita religiosa come insegnante e
assistente. Ordinato sacerdote nel 1936, fu
praticamente fino al 1961 direttore dell 'ora-
torio in varie case. E sempre svolse il suo
mandato apostolico con scrupolo e dinami-
smo tutto salesiano, abbinando al suo
lavoro apostol ico anche l'insegn amento .
Dopo l'oratorio la parrocchia. Si è fatto
ricordare per il suo grande impegno, il suo
zelo, la sua disponibilità verso i più deboli.
Quand'era il caso sapeva sfoderare ener-
gia e grinta e comporre liti e controversie.
Ormai anziano dedicò alla guida spirituale
e al co nfessionale le sue residue energie.
E anche stavolta s' impose. Non pochi
sacerdoti, oltre che fedeli laici, lo scelsero
come guid a. Lucido e acuto , eg li seppe
farsi ascoltare e apprezzare . Tra le sue
doti anche quella di una ve na poetica non
trascurabile , tanto da essere definito da un
letterato uno dei mig liori poeti del Molise .
Ha lasciato tra le sue carte anche l'epigra-
fe per la sua tomba: Sac. Giovanni Bara-
ne/lo, salesiano; sempre visse con l'occhio
alla morte, sospirando alla vita del cielo.
Lascia un vivo rimpianto .
MAPELLI suor Angela ,
Figlia di Maria Ausiliatrice ,
t Triuggio (M l) il 03/11 /2000 a 64 anni.
Il canto è l'icona più vera della vita di suor
Angela. Un canto vissuto con tutte le tona-
lità e ritmi. Vivace, esuberante , ha risposto
prontamente alla chiamata. Fu infermiera
per tutto il tempo della sua vita religiosa ,
fino a quando non fu colpita dal male ine-
sorabile. Da quel momento il canto della
sua vita camb iò, addolcendosi , sintoniz-
zando ne ll 'accettazione della malattia ,
armonizzando nel grazie per ogni cosa.
Venuta la scr_a d_i -~
el giorno Gcsu disse.
"Pa ss iamo
all'altra riva!"
c. 4,35)
'

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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MARZO
MMAA•• RRZS
MARCH
MARCO
MARZO
MARTIUS
mondiale dei giovani (GMG) , a
Roma .
EFFEMERIDI
9: Luna piena.
25 marzo 1987: enciclica Re-
demptoris Mater.
25 marzo 1995: enciclica Evan -
9: festa ebraica di Purim .
gelium vitae, sull 'inviolabilità della
21 : Maha Shivaratri Vrat (digiu- vita umana.
no hindu) .
20/26 marzo 2000: pellegrinaggio
22: inizio del mese Germinale in Terra Santa.
(calendario repubbl icano francese) .
25 : Luna nuova.
UN SANTO, UN ORDINE
26 : Muharram (anno nuovo isla- San Giovanni di Dio nasce in Por-
mico) .
togallo nel 1495. Dopo essere stato
LUNARIO
soldato , fa il venditore di immagini
sacre e nel 1537 si dedica alla vita
Il 1° marzo il Sole sorge alle 6.46 religiosa . A Granada, in Spagna,
e tramonta alle 17.56 ; il 15 marzo , apre il primo ospedale per i poveri ,
alle 6.23 e alle 18.11 . Il 15 la Lu- introducendo criteri innovatori per
na è al perigeo (minima distanza l'epoca. Muore nel 1550 . L'ordine
dalla Terra) , il 27 è all 'apogeo religioso non venne fondato da lui ,
(massima distanza) . Il 20 , equi- ma dai suoi compagni che s'ispira-
nozio di primavera , il Sole esce rono alle sue scelte. Il nome di Fa-
dal segno dei Pesci ed entra nel - tebenefratelli , con il quale i segua-
1'Ariete. Le giornate si allungano . ci vengono chiamati , sembra derivi
In campagna si continua a potare dalle parole che il santo ripeteva
e concimare ; si seminano barba- quando chiedeva l'elemosina per i
bietole e granoturco. Nell ' orto si suoi ammalati. Dal 1886 è patrono
piantano ancora patate e piselli ; si dei malati e degli ospedali .
trapiantano pomodori , fragole e
zucche ; si seminano ravanelli, LE MOSTRE
prezzemolo e vari tipi d'insalata. A Venezia , a Palazzo Grassi , con-
In giardino, se non ancora fatto , si tinua la grande rassegna dedicata
potano le rose e s'interrano i bulbi alla civiltà degli Etruschi. Al Museo
di tulipani e giacinti . Nel vigneto si nazionale S. Matteo di Siena, è in
ara il terreno , si conclude la pota- corso Sacre Passioni. A Roma , al-
tura , si fanno gli innesti . In can- le Scuderie papali al Quirinale , si
tina, in luna calante e con tempo conclude a fine mese Novecento-
sereno , si travasa il vino ; le botti- Arte e storia in Italia.
gl ie tappate vanno tenute prima
verticali , così che il tappo di su-
ghero si adatti al vetro; poi oriz-
zontali, in modo che non rimanga
aria tra tappo e vino .
I FIORETTI DEL PAPA
IERI ACCADE
5 marzo 1876: inizia le pubblica-
zioni il Corriere della Sera.
5 marzo 1953: muore Stalin.
12 marzo 1999: Polonia, Ungheria,
Repubblica Ceca entrano nella Nato.
4 marzo 1979: prima lettera en- 14 marzo 1883: a Londra, muore
ciclica Redemptor hominis.
Karl Marx.
25 marzo 1983: apre l'Anno 15 marzo 1929: è pubblicato il primo
Santo della Redenzione.
volume dell'Enciclopedia Treccani.
30 marzo 1985: prima giornata 18 marzo 1983: muore Umberto 11 ,
~l J'JJESE
Savina Jemina
ultimo re
d'Italia.
20 marzo 43
a.C.: nasce il
poeta latino
Ovidio .
26 marzo 1846: il belga Adolphe
Sax presenta il sassofono.
30 marzo 1853: nasce il pittore
olandese Vincent van Gogh .
LA SCOPERTA
Il 20 marzo 1800 Alessandro Volta
presenta la "pila elettrica" alla
Royal Society di Londra. Era una
semplice sovrapposizione di di -
schetti di rame e di zinco alternati
ad altri di panno inumidito ; facendo
entrare in contatto le estremità, si
verificava la "scossa" elettrica: era
nata una fonte di energia artificiale
e, incredibile per l'epoca, portatile .
Sempre in campo elettrico , il 18
marzo 1888 il fisico piemontese
Galileo Ferraris annuncia di aver
realizzato un motore elettrico a
corrente alternata. Non brevetta
l'invenzione per metterla a disposi-
zione di tutti e, quindi , per favorire
il progresso dell'umanità.
COLLEZIONANDO
Lo spirito del Giubileo è tenuto vi-
vo dai francobolli . Il Belgio ne pro-
pone il logo sulla vignetta unita al
valore con la stella, simbolo della
nascita di Cristo. Altre stelle e
candele compaiono sulla bella se-
rie natalizia della Groenlandia,
Kalaallit Nunaat in lingua locale .
Splendido il foglietto dell'Ordine di
Malta: riproduce l'Adorazione dei
pastori di Luca Signorelli.
DAI PADRI DEL DESERTO
Abba Isidoro il Prete diceva : «Se
voi praticate regolarmente il digiu-
no , non gonfiatevi d'orgoglio ; ma
se vi inorgoglite di questo , piutto-
sto mangiate carne . È meglio per
l'uomo mangiare carne che gon-
fiarsi d'orgoglio e vantarsi ».
BS MARZO 2001

5.2 Page 42

▲back to top
PRIMA PAGINA
Giovanni Eriman
U n anziano don Quin-
to Antonio Della
Bianca. Di qu elli
che sembrano sempre gio-
vani, perché cont inuano
imperterri ti a vo ler lavo-
rare anche se hanno 87
anni e stanno in ca rrozze l-
la. Dal dicembre del 1933,
vive e lavora in Ven ez ue-
la che è d iventata la sua
patri a di elez ione... tant'è
che il suo itali ano è orm ai
pi eno di spagno li smi, cosa
c he lo rend e ancor più
vivace e simpatico.
UN
MISSIONARIO
DOC
pane per la propria fame,
pane per la mente e pane,
come abbiamo detto, per
lo spirito . Ecco perché
don Quinto ha pensato
anc he a due gra ndi co l-
legi, uno fornisce studi e
formazion e a c irca 2000
ragazzi ed è diventato
famoso per il grado di
istru z ion e che ai suoi
alunni , l'a ltro accog li e
800 bambini .
Don Qu into, insomm a, è
uno di queg li uomini che
non moll ano faci lm ente.
Vuol e morire su ll a brec-
Dal 1953 don Quinto si
trova a Puerto La Cruz:
47 anni di atti v ità senza
cia, co me gli hanno ins e-
gnato i vecchi sa les iani ,
quelli , vog li o d ire, più
sosta. Scrive lui stesso:
"D ico no c he i cavo li per
in grossa rsi devo no esse re
trap iantati ... " Lui , trapian-
tato da ll ' Ita li a, ha in gran-
dito attività e opere ben più che i cavo li de l detto.
Co l crescere dell a popo laz ione (la città è passata,
ca usa petro li o, dai 12 mil a abitanti deg li anni ' 50
ai più di 900 mil a attu ali !), sono cresc iute le
necess ità dei fede li : " Mi accorsi che c'e rano mo lte
anime da cura1·e... fa mi gli e co n num erosi bambin i
da cri stiani zza re, edu ca re, istruire ... ". Così, da
buon mission ario, ha sparso la zona di chi ese. Ne
ha costruite 19 in 47 anni . Un record! Ed ora, all a
sua bella età, qu ando i coetanei sono da un pezzo
in po ltrona a godersi la pensione, lui si agita anco-
ra per costruire un grandioso santu ario alla Vergine vecchi di lui. M a perché vecchi poi? I salesiani
di Fatima.
non diventano mai vecc hi, perché hanno scelto di
stare co i gio va ni e di rimanere sempre gio va ni
Ma non si è limitato alle chiese, don Quinto. Sa- loro stess i . E dunque, que l gio va notto di don
peva che lo sp irito non vive disincarnato : le per- Quinto, benché costretto sulla sedia a rotelle da
sone hanno bisogno di pane per tre diversi bisogni: una brutta caduta, conti nua imperterrito a darsi da
fare per il bene dei suoi fedeli .
O
MARZO 2001 BS

5.3 Page 43

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UNA BARCA
LUNGO IL FIUME
Il ottobre 2000, sotto una pioggia a tratti
battente interrotta ogni tanto da pause di sereno,
papa Wojtyla ha dichiarato santi 120 martiri
cinesi ... Piazza San Pietro si presentava con
la veste delle grandi occasioni: vestita da un mare
di ombrelli multicolori che - nei momenti di tregua
dalla pioggia - si chiudevano lasciando apparire
un'immensa folla venuta da tutte le parti del
mondo per assistere alla canonizzazione.
Molti i salesiani, perché è stato il giorno di
monsignor LUIGI VERSIGLIA, vescovo di Sh iu-Chow,
57 anni, nato a Oliva Gessi (Pavia) il 5 giug no 1873,
fondatore delle missioni salesiane in Cina e di
don CALLISTO CARAVARIO, prete da appena otto
mesi, 27 anni, nato a Cuorgné (Torino)
1'8 giugno 1903. Ambedue restarono vittime di
una feroce e anticristiana banda di pirati.
Presentiamo la loro esemplare vicenda nelle pagine
del BS, attraverso un inedito fumetto disegnato
dal salesiano laico cinese Joseph Au, colorato
da Pier Bertone, tradotto da Michele Ferrero,
adattato da Gia ncarlo Manieri.

5.4 Page 44

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SANTI
LUIGI VERSIGLIA E
CALLISTO CARAVARIO
a fumetti
TU, VE.RSICiLIA, II
I HAI DE'f VOTI I
f:CCgLLENTl .
Tr NOMINO _\\
RAPPR~SErJTMJTE
DI CL.Asse.
LLJIGI \\/El<.GIGLIA, NATO IL S GILJGtJO
IB?3, FR.EGLJEtJTA L'Ol<.ATOl<.10 DI
DotJ 60GCo, DOVE GIOCA E GTLJDIA
PI urrosro TOR NO CotJ PROFITTO. tJotJ HA ALCLJNA
A CASA A PIEDI MA
INTEtJz1otJE DI DI\\/EtJTAR.E
WON V04LIO pr(J'
PRETE, MA VN G101<.t.Jo
SèNTtR.1= QUESTE
GI COMML.Jo\\/E AGGIGTEtJDo A
SiORI E.
utJA SPEDIZIONE MIGGIONAR.IA.
MARZO 2001 BS

5.5 Page 45

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DON BOSCO, LEI e-
PER. NOI PADR.E E MAE:.STRQ,. ,
A NOME DI TUTTA LA CLASSE
LE POR.40 AU4URI
E FE:UClTAZlONI,
TROPPO
,BUONI, 10
ce-Qc,o SOLO
ANIME!
NEL- 1ee7, È L-VI
A EGGERE
GCEL-TO PER
LEGGERE IL-
COMPONIMENTO
DI AVGVR/O
E RINGRA-
ZIAMENTO
A DON
13oGco
PER LA
GVA
F'EGTA.
COSA VDRR~
DIRM1 DON MSCO?
. [)I ANDARE HISSlONA-
RfO IN
PAESE
CcoINsrA?LOUNNTA-
NO E MrsrER!OSO,,,
VIENI NEL
N/0 UFFlCÀO, PER
FAVORE, VOG-L10
PARl.ARTt.
BS MARZO 2001

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
UN DOLORE
PROVVIDENZIALE
Il 24 maggio scorso , mi venne
fissata un ricovero per l'esecu-
zione di un esame specialistico
a causa di un forte dolore a un
tendine del ginocchio. Poche
are dopo il ricovero e dopo i
dovuti controlli , mi fu comunica-
to dai medici che l'esame del
sangue, aveva evidenziato delle
irregolarità in alcuni valori e che
avrebbero approfondito le ricer-
che, inoltre la pressione circola-
toria era molto alta. Gli ulteriori
accertamenti confermarono i
valori ematici alterati con valori
di circa il triplo rispetto al massi-
mo consentito . Il tempestivo
intervento farmacologico scon-
giurò danni epatici.
In sintesi , i medici affermarono
che anche un giorno solo di
ritardo avrebbe potuto essermi
fatale , sia per i seri danni al
fegato, sia per la forte probabi-
lità di un ictus : una situazione
tanto più pericolosa in quanto io
non accusavo alcun disturbo se
non quello de l ginocchio.
Questo dunque fu un dolore
spia perché io potessi accorger-
mi del grave pericolo in cui ver-
savo. Ne ebbi un'ulteriore prova
nel fatto che appena ricoverato
scomparve il dolore all'arto . La
risonanza magnetica stabilì che
il ginocchio non aveva alcun
problema. Da allora non ho
avuto più dolori al la gamba ,
nemmeno forzandola. Sono più
che certo della protezione di
Maria Ausiliatrice in questo
momento della mia vita. Sono
conv into che sia stata Lei a
darmi un dolore, per permettere
di vedere un male subdolo e
silenzioso. Per questo continuo
a pregarla e a ringraziarla per-
ché prima ancora che La invo-
cassi, mi ha protetto .
B.S. , Avezzano (AQ)
ro all 'interno dell 'attività svolta
nel laboratorio di artistica, in un
breve momento di svago , si
stava recando frettolosamente
verso i compagni che si dondo-
lavano su una grande altalena
di ferro a quattro posti, quando,
inciampando accidentalmente,
andò a finire contro il dondolo
che lo investì portandoselo sot-
to. Gli animatori intervenuti pron-
tamente, estrassero il bambino
sporco di terra e di sangue che
fuoriusciva abbondantemente
dalle orecchie , dal naso e dalla
bocca. Venne trasportato urgen-
temente in ospedale e durante il
tragitto perse i sensi e sembra-
va privo di vita. In questa dolo-
rosa situazione ci raccoman-
dammo a Maria Ausiliatrice.
All 'ospedale subito dopo la
TAC , il bambino fu ricoverato in
sala di rianimazione. Il caso
sembrava veramente tragico.
Intanto giunse la mamma in
preda all 'angoscia. All 'Oratorio
tutti pregavano Maria Ausi lia-
trice per il piccolo Danilo. Dopo
alcu ne ore , la mamma, l'unica
che aveva avuto il permesso di
restare accanto al figlio , poté
vedere il bambino aprire gli oc-
chi e chiedere di lei. Era il
primo segno di ripresa che tut-
tavia lasc iava ancora tutti co l
fiato sospeso.
Il referto della TAC segnalava,
oltre a un forte trauma cranico ,
la lesione accentuata di entram-
be le mastoidi. Inoltre, Danilo si
lamentava di vedere doppio.
Ciò ci preoccupava perché
subito dopo l'incidente già si
notava una deviazione orbitale
del l'occh io sini stro. In seguito
sottoposto ad ulteriori esami , fu
possibile ai medici dichiarare
che si sarebbe rimesso dopo
una quindicina di giorni . E così
è avvenuto .
Oggi a due mesi di distanza
sentiamo il bisogno di ringrazia-
re Colei che è sempre presente
in mezzo a noi come affermava
Don Bosco.
UNA TRAGEDIA
EVITATA
Suor Rosalia Machì e
Casimiro Sampino, Palermo
Stava per concludersi una delle
tante belle mattinate del mese
di luglio, al GR EST organizzato
dalle Figlie di Maria Ausiliatrice ,
nel quartiere Arenella di Paler-
mo, quando, quello che sembra-
va un piccolo incidente , non si è
trasformato in una tragedia. Lo
sfortunato ma miracolato prota-
gonista dell 'evento è Danilo
Gambino, un vivacissimo bam-
bino di cinque anni che dopo
aver consegnato il proprio lavo-
scuola. Porta immancabilmente
addosso la medaglia della no-
stra santa confondatrice. I medi-
ci parlano di vero miracolo e
alleghiamo le loro dichiarazioni.
Suor Apparecida F.
de Almeida, Campinas, Brasile
- Ven. Andrea Beltram i.
UNA SITUAZIONE
MUTATA
Un mio paren te, a causa di
varie vicissitudini, era diven-
tato molto depresso. Questo
suo stato d'animo aveva
creato anche forti dissapori
in famiglia e si temeva una
separazione . Fu a questo
punto ch e io mi rivolsi con fi-
ducia all 'intercessione de l
Ven. Andrea Beltram i. Non
trascorse molto tempo che la
situazione mutò comp leta-
mente perché questo mio
caro parente riacqu istò la sa-
lute e con essa tornò la riap-
pacificazione in famig li a .
Ringrazio di cuore il Sig nore
per questa grazia, ottenuta
tramite l'intercessione di don
Beltrami.
Rosa Terzolo,
Villadossola (NO)
LO GUARDÒ E
SUBITO SI CALMÒ
Sono stato sempre molto devo-
to di San Giovanni Bosco.
Conosco bene la sua vita, parlo
volentieri di lui , avve rto la sua
vicinanza , sperimento il suo
aiuto. C'è, in famiglia , chi mi
prende un po' in giro per questa
mia devozione. Ma io constato
con tinuam ente i seg ni del suo
intervento. Così pochi giorni fa ,
mentre pulivo un vecchio mobile
in garage , mi accorgo ad un
tratto di aver buttato via una
cartolina. La osservo: era la foto
di Don Bosco . La prendo con
devozione e la conservo con
me. Alcuni giorni dopo dovetti
andare in ospedale con un mio
nipote mongoloide per sottopor-
lo a degli esami medici. Proprio
mentre stavamo per entrare , fu
preso da spavento e non vo leva
saperne di varcare la sog li a.
Allora estrassi la foto di Don
Bosco e gliela mostrai. Egli la
guardò e imm ed iata mente si
calmò. Entrò tranquillo in ospe-
dale e docilmente si sottopose
all 'esame richiesto. Come non
vedere una de li catezza del
Santo dei giovani?
Sisto Cicoria,
Montefiascone (VT)
UN TERRIBILE
TIMORE
Desideriamo render pubblica
una grazia straordinaria ricevuta
per intercessione di santa Ma-
ria Domenica Mazzarello. Una
ragazza della nostra comunità
di "Maria Ausil iatrice" ha dovuto
sottoporsi a un de li cato inter-
vento chirurgico alla testa per
un sospetto tumore maligno.
Durante l'operazione chirurgica,
noi mettemmo addosso all 'am-
malata una medaglia di santa
Maria Mazzarello e iniziammo
una novena per ottenere la gra-
zi a che non si avverasse il
nostro terribi le timore. Oggi que-
sta nostra alunna è completa-
mente guarita, ha ripreso la sua
vita normal e e frequenta la
B. Maddalena Morano B. Giuseppe Kowalski
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firmar e e senza recapito. Su
richiesta si porrà omeffere
l'indicazione del nome.
MARZO 2001 8S

5.7 Page 47

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cus
IMonsignor Stanislav Hocevar
salesiano, già ispettore in Slovenia
per 12 anni, è stato nominato
arcivescovo coadiutore di Belgrado
(Fed. Jugoslava) e lavora nella sua
nuova diocesi da pochi mesi.
Monsignore, è andato volentieri a Belgrado, o ha avuto qualche
comprensibile apprensione ad accettare dalla S. Sede una obbedien-
za un po' difficile?
Viste le circostanze e sentite le urgenze, non mi sono tirato indietro,
anche se mi rendevo conto del non facile campo di apostolato che
l'obbedienza mi riservava. Ora lavoro con serenità, constatando il ri-
sveglio religioso del paese.
Come ha trovato la Jugoslavia dal punto di vista religioso?
La Chiesa è in netta minoranza in una società multireligiosa e mul-
tietnica; vive da tempo senza strutture per l'educazione, la pastorale e
la formazione. C'è da "ricostruire" tutto e dedicarsi alla formazione di
un laicato preparato e motivato.
E può dirci qualcosa anche dal punto di vista sociale ed economico?
La situazione è quasi tragica. Non c'è lavoro, le fabbriche più im-
portanti sono state rase al suolo dalla Nato. Il poco lavoro rimasto è
mal distribuito e peggio pagato, la popolazione è invecchiata, l'econo-
mia distrutta, mancano ospedali, e in quelli che ci sono mancano me-
dicine. E poi in ospedale ci possono andare solo quelli che hanno
qualche reddito, perché è a pagamento... Le scuole hanno fatto un tonfo
verticale in qualità, ecc. Si è alla sopravvivenza.
Sappiamo che lei è venuto a Roma per il Giubileo accompagnan-
do un vescovo e un gruppo di preti ortodossi. Come è stato possibile,
e c__ome hanno partecipato al Giubileo?
E stato per merito di un sacerdote italiano che un vescovo coi suoi
10 sacerdoti hanno partecipato al Giubileo per di più durante la GMG.
"p stata un'esperienza indimenticabile i cui benefici effetti continuano.
E stata una spinta vigorosa all'ecumenismo. Gli ortodossi lo conside-
rano un grande evento.
Qual è la situazione dei giovani nella sua diocesi e in genere in
Serbia?
Complessa e difficile. Non c'è lavoro e lo studio è deprezzato. I gio-
vani sono depressi e non vedono motivi per impegnarsi. Tuttavia c
evidente un risveglio religioso proprio nei giovani: le chiese si popola-
no e il desiderio di partecipazione è forte. Mancano tuttavia sacerdoti
che lavorino coi giovani.
Ci sono opere salesiane significative? I salesiani sono ben visti e
accolti?
Nella metropolia esistono un centro giovanile a Muzlja e una picco-
lissima parrocchia a Belgrado con pochissimi cattolici. Ma consideria-
mo la cosa solo un seme destinato a portare molti frutti . Del resto i sa-
lesiani sono ben visti. Sono urgenti gli oratori e chi li dirige, insomma:
avanti, c'è posto!
D
Ringraziando Concita Occhi-
pinti di averci fatto omaggio
di un suo libro di poesie. ..
IL GIGLIO
Non temere di aprirti alla vita,
non tentare di cambiarla,
né di cambiare te stessa.
Abbi cura dei tuoi anni ,
spendili bene,
risparmiati gli affanni.
Copri il tuo cuore con
calde mani
abbi fiducia e avanti.
Non aver paura
di affrontare la notte,
ti è am ica,
ti aiuta a scordare i colpi
dell a vita.
Lanciati senza timore
in questa tua rosa esistenza
ed aspetta paziente
di essere donna.
BS MARZO 2001

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
GIOVANI
di Vito Orlando
Giovani e religione
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INSERTO CULTURA
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di Juan Bottasso
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Il Mu seo etnologico di Quito
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PASQUA
di Giancarlo Manieri
Secundum Sindonem
ANNIVERSARI
di Gaetano Compri
I 75 anni dei salesiani in Giappone