Bollettino_Salesiano_200102

Bollettino_Salesiano_200102

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Mensile - Anno CXXV - nr. 2
Soediz. in a.p. a rt. 2 comma 20/ C legge 662/ 96
Faiale di Bologna
Spedizione nr. 2/2001
Autoriu. Direz. Prov. P.T. 401 00 Bologna C.M.P.
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877

1.2 Page 2

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- TERZO MILLENNIO
di Juan E. Vecchi
QUESTIONI PENDENTI
I MALATI
Si è annunziata per febbraio l'adunanza mondiale dei malati
a Sidney. Non è la prima volta che si fa. Personalmente ho potuto
partecipare a quella di Yomosucro, nella Costa d'Avorio,
perché mi trovavo occasionalmente.
La celebrazione dei malati manifesta l'attenzione
che le comunità cristiane dedicano a loro.
" S trada va. Inaspettata, essa arriva e in qual-
facen- che parte del corpo ci tocca. Sono
do pre- innumerevoli i casi di famiglie che
dicate che il devono prendersi cura di qualche
Regno dei cie- malato, così come sono numerose le
li è vicino , persone che devono sottomettersi ai che nei vangeli hanno la malattia e
guarite gli in- lunghi trattamenti per guarire, e non la salute. Forse dopo l'annuncio del-
fermi, sana- si sa se in effetti ne verranno fuori.
la parola è il primo dei temi: ciechi ,
te i lebbrosi,
muti , storpi , lebbrosi , paralitici , feb-
cacciate i demo- Inoltre per le caratteristiche bricitanti , epilettici. Gesù si mani-
ni " (Mt 10,7). Sono preziose della nostra civiltà e dei costumi festa signore della vita donando la
parole di Gesù rivolte ai suoi disce- si sono diffusi nuovi mali: il tumore salute. La fede dei malati si accen- '
poli prima di inviarli in missione. ha avuto una crescita non prevista. de nella speranza che Lui possa
Parole destinate non solo ai 12, o ai Il mondo oggi è spaventato dalla cambiare il loro stato . Egli ha non
72 , ma a tutta la sua Chiesa lungo diffusione dell 'Aids soprattutto nel- solo parole spirituali per loro , ma
tutti i secoli.
l'Africa, dove non si ha la possibi- delicati atteggiamenti e gesti uma-
Perciò essa si è presa sempre cura lità di fermarlo per carenza di risor- ni. È consapevole che la malattia
dei malati. Sono nate addirittura se. Le più grandi discussioni etiche appartiene a quelle sequele del
congregazioni religiose per dare un odierne riguardano la salute e la vi- peccato ·che hanno ferito l'essere
senso superiore a un servizio tecni- ta delle persone: la clonazione, i tra- umano . Ma non attribuisce la ma-
co , o per completare un servizio pianti d'organi, l'eutanasia o concl~- lattia a particolari responsabilità
sociale che appariva insufficiente . sione volontaria della sofferenza, ecc. morali della persona, tranne quelle
La celebrazi one inoltre aiuta a ve- È interessante ricordare la parte che la scienza riesce a stabilire.
dere la malattia alla luce della bon-
tà di Dio .
O La salute è una delle preoccu-
pazioni principal Ldella persona .
Lo confermano i detti popolari in
tutte le lingue. Perciò è uno dei pun-
ti fondamentali che lo stato sociale
da sempre privilegia insieme all 'oc-
cupazione , l'educazione e la previ -
denza. Ogg i il numero di malati è
aumentato. L'allungamento della vi -
ta comporta nuovi rischi special-
mente in età avanzata. Inoltre i pro-
gressi della medicina in non pochi
casi sono riusciti a fermare ma non
a guarire le malattie.
La malattia viene ad essere l'espe-
rienza di ogni persona e, soprattut-
to , di ogni famiglia : al suo interno
-
sempre capita che ci sia un mem-
bro , un parente stretto, un congiun-
to che sta affrontando questa pro-
FEBBRAto 2001 BS

1.3 Page 3

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Così lo spiega Gesù ai disce-
poli che domandano se il cieco sin
dalla nascita, lo era per colpa propria
o dei suoi antenati. Gesù respinge le
due _ipotesi: tutto è per la gloria di
Dio e per il bene della persona.
È una lezione per la comunità cri -
stiana: essa deve prendersi cura
dei malati . Con la presenza umana
e spirituale dove altre istanze già
provvedono; con la cura diretta do-
ve per motivo di civiltà od organizza-
zione la società non se ne cura.
È bello vedere come nelle missioni
si sono curate simultaneamente tre
dimensioni: quella dell'annuncio del-
la parola o catechesi , quella dell'e-
ducazione o sana crescita delle
nuove generazioni e, nella misura
del possibile, quella della sanità.
Febbra io 200 1
Ann o CXXV
Numero 2
In copertina:
Uno d egli avvenimenti
più belli e luminosi
d ell ' A nno Sa nto è stato
il Gi ubil eo degli sporti v i,
c ui ha n no pa rtecipa to
anc he le PGS, Pol isportive
Giovani li Sal esiane .
(Foto: Giancarlo M anieri)
~Tf!)
IJ!:!d!1'111fJ1JJ1J
:PiifillYfflù!ìJ
M ensil e di informaz ion e
e cultura reli giosa edito
dall a Co ngregaz ione Sal esi ana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
G IANCAR LO MAN IERI
- PROBLEMI
12 l'Africa muore
di Silvano Stra cca
- M1ss10N1
14 Inculturazione degli Shuar e Achuar
di Giovanni Eriman
- DoNBosco
18 Un biografo inedito
di Na dia Ciambrignoni
- ATTUALITÀ
20 Media territorio dei giovani
di Maria Antonia Chine/lo
- CULTURA
23 li museo di Puerto Ayacucho
di Natale Maffioli
- FMA
28 Marisol della foresta
di Graziella Curti
- RUBRICHE
2 li Retto, Maggiore - 4 li punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel mondo
- 11 Prima Pagina - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 li doctor /. - 30
Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Spiritualità Salesiana - 37 Laetare et be-
nefacere... - 38 Riti di passaggio - 40 I nostri morti - 41 li Mese - 42 Osservatorio -
43 M. D. Mazzarello a fumetti - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/Focus
Tra i salesiani ci sono addirit-
tura due confratelli coadiutori che
hanno assunto questo servizio e so-
no oggi indirizzati verso gli altari per la
carità che hanno dimostrato e per la
percezione che hanno avuto i malati
dei loro atteggiamenti e sentimenti:
Artemide Zatti e Simone Srugi.
Quando in una famiglia c'è un ma-
lato , essa è chiamata a crescere
nella carità. Viene invitata a riascol-
tare la parola del Signore: "Ero ma-
lato e mi avete assistito". E l'assi-
stenza può assumere vari aspetti:
dall'aiuto per pagare i servizi medici
adeguati, fino alla compagnia, alla
preghiera ...
Redazione: Maria Antonia Chinello -
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Levar
- Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori: Teresio Bosco - Angelo Botta -
Severino Cagnin - Ernesto Cationi -
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti -
Bru no Ferrero - Sergio Giordani - Bruna Grassin i
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante -
Marianna Pacucci - Fabio Sandroni -
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Sil va no Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano De Maria -
Guerrino Pera - Pietro Scalabrino - Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione:
Pier Bertene
Direttore Responsabil e: Antonio Marti nelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma - Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione: Giuseppe Corò (Roma)
Fotocomposizione: EDI BIT - Torino
Stampa: MEDI AG RAF s.p.a. - Padova
.Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
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Associato alla
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edizioni e 24 lingue diverse. Raggiunge 128 Nazioni in cui
operano i salesiani.
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Conto corr. post. n. 46.20.02
intestato a Direzione Generale
Opere Don Bosco, Roma.
BS FEBBRAIO 200 1

1.4 Page 4

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di Carlo Di Cieco
VICINI E DISTANTI
A sfogliare il Rapporto ISTAT 2000 si trovano numeri
che spiazzano, e rivelano quanto forte sia stato il cambiamento
nella condizione dei giovani negli ultimi anni.
Perché sono cambiati e molto gli adulti.
La popolazione italiana sta
invecchiando. E si sapeva.
Si era meno riflettuto quanto
profondo fosse questo
invecchiamento . I dati statistici
ci offrono una griglia di riflessione .
Al primo di gennaio 1997
si registrava nella popolazione
italiana un indice di vecchiaia
del 119%, che significa la presenza
di 119 persone con oltre 64 anni
ogni 1oe minori di 15 anni.
E al primo gennaio 2000 ,
il rapporto era salito a 124,8%
e addirittura a 157% nel Nordest.
Un rapporto assolutamente
abnorme dovuto al forte calo
demografico che in Italia si registra
ormai da oltre 20 anni .
Anche la compensazione portata
dagli immigrati che permettono
ai residenti italiani di restare quasi
stabilmente sui 57 milioni di abitanti ,
non giova a rendere meno anomala
la condizione dei giovani dal punto
di vista del normale ricambio
generazionale .
Il processo d'invecchiamento
si registra , dove più e dove meno ,
in tutte le regioni italiane .
I giovanissimi (fino a 14 anni)
sono scesi dal 22,6% al 14%,
mentre gli anziani oltre 64 anni
sono cresciuti dal 13 al 18%.
E i vecchi oltre gli 80 sono ormai
il 4% della popolazione
complessiva. Questi sono
alcuni numeri . Se poi dai numeri
si passa all 'esame sociologico
della campionatura, i problemi
si moltiplicano. Entra in gioco
la qualità degli anziani e la qualità
dell'organizzazione sociale.
Fino a tutto il 2000 sono oltre
1.500.000 i bambini tirati dentro
le beghe di separazioni e divorzi
che occupano sempre più di
frequente gli adulti . Con tutto il peso
delle vicende legate all 'affidamento
di uno o l'altro dei genitori.
Si assiste a una condizione per cui
tanti adulti sono pendolari per motivi
FEBBRAIO 2001 BS
di lavoro e sempre più bambini sono
pendolari tra padri e madri.
E in questo stato di cose , mai come
ogg i le industrie di giocattoli hanno
fatto tanti affari . I ragazzi , anche
nelle famiglie più modeste, sono
ricoperti di giocattoli. Capita che
gli adulti comprino doni come
segni sostituivi per dire "ti amo"
che faticano a pronunciare.
Se si mettono insieme una serie
di dati che riguardano giovani
e adulti , si giunge facilmente
a una conclusione : esiste sempre
più un divario tra generazioni
perché diminuisce sempre di più
la credibilità degli adulti agli occhi
dei giovani .
E allora il rapporto giovani-anziani
diventa spinoso come lo è il dialogo
ecumenico : fatica a decollare e
soprattutto procede lento, perché
ogni tanto scoppiano episodi
emblematici di incomprensione
che mettono a rischio la fiducia
reciproca .
Le isole di dialogo giovani/adulti ·
sono sempre più ridotte .
La Rete non può certo sostituire
il rapporto diretto, caldo , passionale.
La Rete può collegare tantissime
solitudini , ma non le si può affidare
la mansione di sussidiarietà
educativa: quello che non si vuole ,
o non può più fare in famiglia,
dagli insegnanti , dagli educator-i,
nei circol i di amici dove nascono
e si rafforzano progetti per il futuro,
lo affidiamo alla Rete che unifica
lasciandoci distanti .
E poi , magari , adulti professionisti
si vantano i}erché sono riusciti
a rendere un successo il "Grande
fratello ", una moda virtuale
di cercare comunicazione ,
dove sempre più si fatica a parlare
con il proprio vicino della vita
quotidiana. I nonni un tempo
erano di grande compagnia.
Una popolazione invecchiata, oggi ,
per i giovani , può apparire un peso
e una minore opportunità.
D

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1.6 Page 6

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/1!1OME LE DETTA IL idee strampalate, salvo poi
lt:l CUORE? Direttore, so- con becera mistificazione a
no schifato, perdoni I'espres- scandalizzarsi di stupri, vio-
sione, de l modo con cui parla lenze, tradimenti, loschi traf-
mia fi gli a: non g li interessa fici e pe1fino delitti... Una
un uomo, ma le sue "forme" ... moralità immorale, una mo-
lei capisce! E non gli interessa ralità con la bava alla bocca!
nemmeno una fam iglia o de i Se amore è sinonimo cli pia-
figli . Vuo le la libertà di fare cere questo passa il convento.
come gli detta il cuore[ . .. ] I rimedi ? ... "O gran viruì dei
cavalieri antichi!". Non vor-
E come si chiamerà l' elettri-
cista donna per disringuerla
da l!' elettricista uomo? Eccet-
to che si faccia tutto col suf-
fisso "essa" come ha sugge-
rito qualcuno: ci pensi alla
elettrichessa, ali' arbitressa,
alla meccanichessa, alla por-
tieressa? ... Beh, non ti si è
ancora accapponata la pelle?
A parte gli scherzi, credo ci
Fran co, Civitanova rei dirlo ma, te lo tirano fu.ori
siano problemi più importanti
Il che vuol giusto dire "come con le tenaglie.
patrona delle missioni. Ecco da (-isolvere.
le detta il piacere!", se so
frJ /1!1 leggere ancora tra le righe!
I:,/ lt,:I \\lede, caro signore, .finché su
svelato il grande "errore" di-
NA CERIMONIA plomatico!... l asciamo che la
PROGRAMMATA? Chiesa faccia il suo percorso
ONTRO IL POTERE.
Io sono contro il potere,
Mamma Rai (m i rife risco per Caro direttore BS, ho seguito e gli stati compiano il loro. come lo era Ges ù [.. .] "I
lo specifico a Rai 2) si rac- la canoni zzazione dei due mar- le reciproche inte1fer enze gra ndi fanno sentire il loro
contano le proprie infedeltà tiri sa lesiani , mi è capi tato in sono sempre fo nte di malu- potere, ma voi non fate co-
coniugali come se si fos sero mano anche il suo libro, e mi mori.
sì! " . Lo capi sce, no? Q uesta
compiute delle opere di bene- è pure piaciuto molto. Ma, detc
mica è roba che ho scritto io.
f icenza , e i condultori di quel
programma C(tfermano di ave-
re "la bava alla bocca" (sic)
ad ascoltare come una lei, su
due piedi, senza alcun rim-
pianto o incertezza o minimo
interrogativo pianta il marito
per "fuggire" con un altro
uomo - badi che non le sto
raccontando barzellette , ma
ciò che queste mie orecchie
to questo, non mi venga a rac-
contare che il Vati cano non
abbia fatto apposta a pro-
gram mare la cerim oni a pro-
prio nel giorn o anni versa ri o
della fo ndaz ione dell a ma l-
sopportata (dal Vaticano!) Re-
pubblica Popolare C inese . Si
cap isce bene. Io sono un cat-
to li co, ma ho gli occhi abba-
stanza aperti [... ]
ftBBASSO IL MA-
"i}SCHILE. Direttore ca-
ro, ho entito con somm a gioia
che fi nirà il predomini o ma-
schile anche ne lla lingua eco-
la par condicio sarà quasi
comp letata: anche noi do nne
avremo il diritto de l femminile!
E potrò fi nalmente sentire che
" la signora sindaca ha delibera-
to", e che " l' arbi tra ha fi schia-
Ebbene propri o questo Ges ù
mi piace, non que llo incarna-
to da i potenti di oggi, Curia
romana compresa. M i farebbe
pi acere sentire il suo parere ...
Se non è in difficoltà a ri-
s po nd e re.
Romano, l'Aquila
Perché mai dovrei essere in
difficoltà? Caro signore, in-
hanno udito in una trasmis-
Cosimo, Reggio C. to...". Era ora! Non ti pare?
tanto legga bene il Vange lo:
sione che, tanto per non fa r
le parole cli Gesù non clenun-
nomi, aveva per titolo "Q ua- E allora , caro Cosimo , tolga
.loie, Ferrara "ciano il potere, in realtà,
ranta gradi all'ambra" - co-
sa vuole che imparino i ra-
gazzi? Per continuare l' esem-
pio: io non so a che cosa si
riferissero quei 40°, che cosa
in realtà misurassero se la
dabbenaggine della gente che
ascolta o quella di chi condu-
ce o di chi programma il pa-
linsesto; so solo che questi
sono i "valori" nuovi che i
mezzi di informazione - an-
che quelli statali - ci regala-
no . Se quando si parla di in-
fedeltà , di tradim ento, di di-
sonore, di adulterio, ecc . si
ha la bava alla bocca, che
cosa si ha quando si parla di
onore, di fedeltà , di giustizia ,
di amore , e di diritti dei bam-
bini ad avere due genitori
seri e responsabili , il fiele per
I' abbastanza e li apra del tut-
to, anzi li spalanchi bene gli
occhi, perché nella canoniz-
zazione dei martiri cinesi la
Repubblica Popolare non c' en-
tra proprio. Non è costume
della più smaliziata e antica
diplomazia del mondo in-
ciampare tanto pacchiana-
mente in una data, né si sa-
rebbe arrischiata in una pro-
vocazione tanto grossolana.
Allora? La scelta della data è
molto più semplice e lineare
cli quanto lei pensi. La Chiesa
tiene conto delle feste religio-
se, non di quelle civili; dun -
que al 1° ottobre, guarda ca-
so, il calendario liturgico fa
memoria cli santa Te resina di
Lisieux, che, come lei sa, e se
non lo sa glielo dico io , è la
Staremo a vedere, anzi a sen-
tire! Perché com(! minimo sa-
uno spasso!
Te l'immagini la cònsola che
consòla la povera immigrata
derubata; la perìta che .. . non
si sa se è viva o morta; la mè-
clica che medica I' ingegnera,
e la sìnc/aca eh.e sindaca il di-
scorso clell' assessora; la mec-
cànica che s' intende poco di
meccanica, e l' àrbitra che ar-
bitra così bene da beccarsi
lussureggianti riferimenti al
cervo, visto che la cerva non
è ramosa; e te l'immagini i f i-
schi del pubblico... A proposi-
to cli "pubblico", come la met-
tiamo ? Il vocabolo è maschile
ma nella magg ior parte delle
manifestazioni è fo rmato più
da donne che da uomini. Spe-
tan,t' è che eg li lo riconosce:
"Date a Cesare quel che è cli
Cesare...", semmai denuncia-
no "l'esercizio" del potere,
perché troppo spesso è pessi-
mo. Anche Gesù sa bene che
il potere è una necessità per
la vita sociale... ma sa che il
potere esercitato "moclis et
formi s" è servizio , più
meno : potere uguale servizio!
il Ma estro di Galilea era
tutl' altro che un anarchico,
come qualche sprovveduto ha
tentato cli fa rlo passare. Ha
sempre fatto capire che quan-
do il potere è malato... di po-
tere, allora sono guai per
tutti, perché diventa tirannia.
Mi viene in mente un vecchio
apologo che mostra sarcasti-
camente tutta l'ottusità e I' ar-
caso? Sembrano sfide perdu-
ro non venga .fi1ori "la pub- roganza del potere malato,
te: certe trasmissioni tolgono
ai genitori come lei e ag li
educatori come me le armi di
mano: muti e impotenti di
fronte ai ragazzi e alle loro
FEBBRAIO 2001 BS
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le /ertere perve-
nute in redazione. Ce ne
scusiamo. Provvederemo_a
5110 tempo alla pubbl1caz10-
ne o alla risposw personale.
blica" . E che cosa succederà cioè quando non è servizio, e
quando l'arbitra punisce la ne eviden zia perciò anche la
portiera perché è rovinata fra gilità... perché i poteri,
addosso alla mediana a sua caro signore, non durano , la
volta braccata dalla terzina ... storia lo insegna: niente è più

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ji·agile, niente ha vita più to planetario, sarebbe l ' inizio oggi sofisticatissimi, per sji·ut-
corta ... Si tratta del/' apologo di· un cap ito lo nuovo, un u11 - tarle adeguatamente la situa -
della pulce e dell'elefante, maginario an no zero . Però in zione tornerebbe in pochi me-
dove il pachiderma , ù1fastidi- questo caso i più beneficiati si come e peggio cli prima. Il
to dall'insetto saltatogli in sarebbero proprio i più inde- suo progetto mi pare utopisti-
groppa per entrare in tutta bitati, cioè i paesi poveri, i co anche riguardo alla fanto-
tranquillità nell'arca, lancia quali si ritroverebbero con matica "super autorità anti-
il suo monito indispettito e... molte più risorse dei paesi in- trust" che sorvegli il buon an-
stupido: "Non cominciamo a dustriali zzati... a meno che damento cli questa impossibi-
spingere!'.'. Ho letto in propo- q uesti de l No rd non continui- le operazione. I paesi poveri
sito un commento di Luigi no a costrin gere quell i de l sono wli non perché abitano
Bozzoli che amaramente sotto- Sud de l mondo a svendere le territori senza risorse, ma
lineava che "oggi il parco proprie ricchezze.. . Per rime- perché non hanno mezzi, né
deg li elefanti è ancora molto diare a questo pericolo sareb- fo rza, capacità industriale,
affollato e forse vi si possono be necessaria una autori tà mentalità progettuale ,
osservare anche esemplari che "anti trust" mondia1e.. . che pe- cultura imprenditoriale capa-
portano tatuaggi sacri". Per- rò potrebbe fac ilmente essere ci di "dominare" nel senso
ciò qualunque potere che non corrotta . . .
biblico , la loro terra, e di gio-
è servizio "anatema sit" ! La
specificazione è necessaria ,
Roberto Z. (giunta via fax)
care alla pari con le nazioni
progredite. Questo tipo di po-
per non cadere, ripeto, ne/l' a- Caro signore, non so se ho vertà non si risolve con alchi-
narchismo che è l'assenza del riassunto decentemente la sua mie socioeconomiche, fu rbi-
potere ma anche cli un sacco non breve missiva. È comun- zie politiche, aggiustamenti
di altre cose. Le lascio trovare que quanto ho capito, e a contabili, o quant' altro.
a lei, non è di.ffìcile .
questo tento di rispondere . Se Siamo davanti alla p gran-
poi avessi travisato il suo de ingiustizia e al più gran.de
pensiero , alquanto articolato rebus del'umanità che ri-
l'!,ANCELLAZIONE e complesso. .. se la prenda a chiede, più che menti raffina-
6;1 ·DEL DEBITO. Caro ridere.
tissime per inventare impro-
d irettore, Sono d'accordo sul- li suo rag ionamento, dunque , babili operazioni di carattere
la cancellazione de l debito come tale non fa p ieghe. Si economico/umanitario, una vo-
estero, ma "globale" [.. .] Se iscrive, per certi versi, nella lontà, stavolta sì planetaria ,
volessimo condonare un debi- logica - alquanto scontata - di invertire la rotta cli 180°,
to e venissimo a nostra volta del "do ut des" : condono se come vuole il Vangelo, varare
condonati, q uesta operazione vengo condonato e cli un pari programmi di mentalizzazio-
permette rebbe un azzeramen- importo (non ho capito bene ne, di educazione, cli coscien-
di che cosa una nazione ricca tizzazione e, soprattutto (qui
dovrebbe essere condonata.. . casca l'asino!) , con la dispo-
APPELLI
Per reali zzare una mosti-a d i
immaginette sacre o santi-
ni , anche esteri , e di libretti
di preghiera vecchi (sgual-
citi o sciupati non importa),
chiedo che mi si aiuti. Fr.
Cucco Vittorio, via Ca-
stellano, 2563 - 63010
CASCINARE (AP).
fo rse delle malefatte commes-
se a piene mani e sporca co-
scienza nei secoli di J:f'rutta-
mento indiscriminato dei
paesi colonizzati, e appunto
per questo poveri! Comunque
vado avanti).
Questo reciproco condono
sarebbe per azzerare tutto e
permettere poi di posizionarsi
ai blocchi di partenza in pa-
sizione a sostenere immani
sacrifici, da parte delle nazio-
ni ricche , per avviare la glo-
balizzazione delle risorse, dei
mezzi per sji·uttarle senza di-
strugger/e, della giusta ripar-
tizione... insomma la globa-
lizzazione della "par condi-
cio", cioè, per usare le parole
del Papa, la globalizzazione
della solidarietà.
Per una mostra siamo al la
ricerca d i santini e immagi-
nette sacre raffiguranti la
Madonna del Cam1ine, non-
ché i1111i. canti e pubblica-
zioni su tale devozione, sca-
polare e quant'altro. Grup-
po "Decor Carmeli", via
Bellini, 4 - 89011 BAGNA-
rità cli condizioni: ognuno,
cioè, con le proprie risorse, le
proprie capacità ... e i propri
guai! Lei afferma che in que-
sto caso i più beneficiati sa-
rebbero proprio i paesi pove-
ri. Ancora una volta non af-
fer ro il senso, perché anche
ammesso - e non concesso -
Ma questa questione non è
nuova. Una soluzione l'aveva
già posta sul tappeto la Bib-
bia qualche migliaio di anni
fa , ipotizzando anzi legiferan-
do che periodicamente venis-
se azzerato tutto , si fa cesse
riposare pe,jino la terra, per
poi ripartire "purificati" e
RA CALABRA (RC).
che il paese povero abbia ri- "nuovi" sui sentieri indicati
sorse ingenti ad esempio nel dalahvéh.
Gradi.rei corrispondere con
chi vuole allacciare amici-
zia. Germano Rubatto,
via A. Monti, 11/g - 10023
CHIERI (TO).
sottosuolo (minerali preziosi,
ferro, tungsteno , ecc.) o nel
"soprasuolo" (foreste, acque,
ecc.), se non possiede i mezzi,
È il famoso Giubileo ebraico
da cui quello appena celebra-
to ha preso le mosse. Ma non
so se oggi.funzionerebbe!
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comu ni cate
subito il cam bio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon -
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12 .556
E-mail: biesse@sdb.org
BS FEBBRA IO 2001

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IN ITALIA
NEL MONDO
LUBUMBASHI,
CONGO
UN'OPERA DEI
COOPERATORI
L a Providence è un 'opera di
accoglienza gestita dai coope-
ratori salesiani per ragazzi/e
dell a strada. Il suo scopo è
ri ed ucare i giovanj e recupe-
rarli all a società e alla fami-
glia. Quando il Rettor Mag-
giore l ' ha vi sitata, è stato ac-
col to da canti e danze di gioia
e accompagnato fino alla men-
sa che lui stesso ha quel gior-
no voluto distribuire, poi ai
pi ccoli e poveri laboratori do-
ve i ragazzi cercano di ap-
prendere un mestiere: cerami-
ca, ca lzoleri a, elettricità, fale-
gnameri a, pittura, cucito, la-
vori in alluminio.. . Tutto è
buono per sopravvivere!
Il
PUNTA ARENAS,
CILE
PREMIO NAZIONALE
A UN EXALLIEVO
Il 12 ottobre 2000 I'exa llievo
sales iano Mateo Martinic Be-
ros (foto) ha ri cev uto dal go-
verno del Cile, per le mani
del Mini stro dell 'Educazione,
signora Mariana Ay lwin, il
PREMIO NAZIONALE DEL-
LA STORIA DEL CILE. In-
tendente a M agall anes nel de-
cennio 1960/70, Martinic Be-
ros ha prodotto più di 50 vo-
lumi tra cui "Trascendencia
de la accion salesiana en Ma-
gallanes (1 887/1987)", e "Hi-
storia de la region de Magal-
lanes", tanto ponderoso (1424
pagine) quanto importante,
che si conclude con il capito-
lo: " Prospecti va Magallanes
en e/ umbra/ del siglo XXI",
con la profezia di Don Bosco,
defini to "il taumaturgo di To-
rin o".
VILLA SORA,
FRASCATI
GREST DAL 1992
Sono ormai più di 500 i ra-
gazzi che partecipano all 'an-
nuale Grest esti vo , organizza-
to dall 'opera sales iana " Villa
Sara" di Frascati , senza con-
tare la lista d' attesa. Più di ot-
tanta gli anim atori , che pro-
vengono dalle fil e del Liceo,
III e IV anno (i maturandi so-
no lasciati tranquilli a studia-
re, dal momento che devono
in quei giorni affrontare l' esa-
me di maturità). E non è fini ta
qui l 'estate oratori ana. U n
altro centinaio di giovani si
offrono volontari ogni anno
per ass istere e animare altre
realtà, come i portatori di
handi cap, una comunità dian-
ziani , i minori a rischio, i bi-
sognas i di sostegno scolasti-
co, le ragazze in difficoltà.
Tutti questi volontari vengono
coordin ati da un cooperatore
sales iano. Quali atti vità svol-
gono? Quelle classiche sale-
siane. Gli ingred ienti ci sono
tutti: sn,dio, gioco, musica,
canto, danza, sport, attività
manuali, arti marziali, e perfi-
no free climbin g, oltre natural-
mente a preghiera, riflessione,
e, per gli animatori, un intenso
periodo di preparazione.
Un altro volume sul più ecla-
tante e misterio"so processo
della storia quello a Gesù il
Galileo.
Scritto non già da un teologo,
né da uno storico, e nemme-
no da un mistico, ma, final-
mente, da un giurista, un av-
vocato , exàllievo salesiano.
Preciso , quasi pignolo come
tutti gli avvocati , Esposito
presenta gli antefatti , inqua-
dra i fatti nel contesto stori-
co, descrive i luoghi, le tradi-
zioni, le leggi , i personaggi ~-----""_'-_"""..:.::...._ ___._ll&§I
che hanno attinenza con Ge-
; presenta accusatori , giu- Conclude infine con la de-
dici, amici , traditori , s'attarda scrizione del più importante
insomma nell'ambientazione , diffusore del messaggio di
come fa qualsiasi avvocato Gesù , Paolo. Da leggere.
che conosca bene il suo me-
stiere , interroga e s'informa,
anche attraverso una lettera
aperta all 'imputato, per poi
Per saperne di più:
Il processo a Gesù
di Ubaldo Esposito
Edizioni Brenner
esplodere nella sua breve , via Monte San Michele, ·13
densa, e originale arringa 87100 Cosenza
difensiva davanti a Pilato.
Te/. 098/474.537
FEBBRAIO 2001 IJS

1.9 Page 9

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Redazionale
FILATELIA
a cura di Roberto Saccarello
-e;,,,iik;;;o-
, d,11a.Nasa1a
JI.EP\\!BIIUC,\\OI
MACERATA/
BERGEN
CONCERTO
IN GROTTA
Un nu trito gru ppo di ragazzi
norvegesi ha ricevuto ospita-
lità presso le fa miglie degli
alliev i de l Liceo sales iano di
Macerata. L ' ini ziativa, iscrit-
ta ne ll 'ambito del progetto
Comenius, ha entusiasmato i
giovani osp iti e i loro inse-
gnanti che hanno apprezzato
l'accoglienza, le lezioni e le
bellezze dell a te1Ta marchi-
g iana: i monumenti e i luoghi
più caratteristici della cittadi-
na che li ospitava, la bas ilica
di Loreto coi suoi tesori d ' ar-
te e d i fede, le notissime e
straord inarie Grotte di Frasas-
si, il paesaggistico promonto-
rio de l Conero, l' industri osa
Civitanova Marche. Nell a im-
mensa Grotta de l Vento (foto)
a Frasassi i ragazzi norvegesi
hanno tenu to un concerto pro-
vocando lo stupore dei tanti
v isitatori che ogni giorn o af-
fo ll ano le suggesti ve cavità
natura li ri camate dall 'acq ua
lungo i mille nni .
Mina Sehdev
ROMA-API$
PRO INDIA DEL SUD
L'associazione umani taria APIS
sorta per aiutare i poveri de lle
miss ioni sales iane del Tamil
Nad u, soprattutto studenti , ha
organi zzato uno spettacolo a
Palazzo Doria Pamphili , mes-
so a d isposizione con squi sita
cortes ia dall a prin c ipessa
Orietta Doria Pamphili , esti -
matrice delJ 'Associazione. Una
manifes tazione ad alto li vello,
considerati l'antichità e bel-
lezza de l palazzo, il concerto
po lifo ni co de ll a nota corale
"Jubil ate Deo", le suggestive
danze fo lk indiane, la visita
all a notissim a pinacoteca del-
la nobile fam iglia romana, e
l' es pos iz ione di oggetti di ar-
tigianato indiano. A lla mani-
festaz ione era presente il Pa-
dre Tarc isius Ratnaswamy di-
rettore del SURABI, l' Asso-
ciazione Madre indiana del-
I' APIS.
Per saperne di più:
Tel. 06.582.31.13 - 06.638.48.40
I Lo splendido foglietto delle Poste della Repubblica
di San Marino, emesso per celebrare il bimillenario
della nascita di Gesù.
ROMA NUOVA GERUSALEMME
È un vero e proprio trattato di storia, geografia
e arte il foglietto realizzato da Mariella Antonelli
emesso dalle Poste sammarinesi per celebrare il
duemillesimo anniversario di Gesù . La parte cen-
trale dei quattro francobolli da 0,52 euro (1000 lire)
che lo compongono si ispira a una serie di incisioni
di Giacomo Lauro edite a Roma nel 1612-15 e raffi-
guranti le sette chiese romane dove i pellegrini po-
tevano ottenere le indulgenze giubilari .
S'intravedono, in particolare - delimitate dalla
cinta muraria e dal Tevere - le 4 basiliche patriar-
cali S. Giovanni in Laterano, S. Paolo fuori le Mura,
S. Maria Maggiore con acanto la Vergine e il Bam-
bino, S. Pietro, con accanto l'apertura della Porta
Santa. Al centro della quartina, lo Spirito Santo
sotto forma di colomba con la frase d'inizio dell'an-
_no giubilare : "Aperite mihi portas iustitiae". All 'intor-
no della veduta romana, alcune scene che richia-
mano le forti tradizioni religiose della più antica re-
pubblica del mondo, tra cui un pellegrino sullo sfon-
do del titano .
Il blocco dei francobolli è incorniciato da una
mappa delle vie percorse lungo i secoli dai pellegrini
che si ricollega alla splendida serie dedicata nel
1999 alla via Francigena. Infine in alto a destra è la
figura del viandante di fronte al labirinto , simbolo
medioevale della Via Crucis, sotto la domanda:
"Roma altera Jerusalem . Qua via vis procedere"
(Roma nuova Gerusalemme . Per quale via vuoi
procedere?) : un segnale tratto da una lastra esi-
stente a Luni che mostrava la strada per la Città
Eterna ai pellegrini .
Per saperne di più: -a- 0761 .307124
BS FEBBRAIO 2001

1.10 Page 10

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l00annifa
Il BS di febbraio 1901 ricorda il 25° anniversario
della fondazione dell'opera salesiana in Francia.
m
IN ITALIA
NEL MONDO
LA BOCA,
ARGENTINA
UN TEMPIO CHIUSO
I Salesiani gestiscono la par-
rocchia San Giovanni Evan-
ge li sta nel popolare quartiere
La Boca di Buenos Aires fi n
da! 1877 . È stata la prima
chi esa affidata alla Congrega-
zione. Gli inizi non furono fa-
ciii , soprattutto per l'opposi-
zione di gruppi masson ici.
Piano piano tuttavia riuscì ad
affe1marsi come luogo privi-
legiato di cu lto. Innumerevoli
generaz ion i di giovani sono
passati a pregare tra quelle
pareti. Ma oggi la vetusta
chiesa è inagi bile: un violento
temporale unito a un fo rte
vento nel maggio 2000 hanno
dannegg iato gravemente la
cupola (vedi fo to) e fatto vo-
lar via parte delle tegole del
tetto. Il dan no ha richiamato
un al tro tragico evento subito
dal tempio: nel 195 1 cadde il
tetto centrale seppellendo sot-
to le macerie le persone che
in quel momento ass istevano
alle funzion i. Undici di esse
persero la vita nella tragedia .
Ora i "boq uensi" han no dec i-
so di intervenire lavorando
anche di persona per restaura-
re il loro amato tempio. Ma
sono poveri e gli interventi da
fare sono numerosi e costo-
sissi mi. Si appellano all a ge-
nerosi e all a preghiera dei
fratelli della Famiglia Salesia-
na, e di tutti i buoni cristian i
perché la loro impresa vada in
porto.
Per saperne di più:
Te/. 00.54.1 1.4303.0449;
e -m a i l :
sanjuan@sudnet.com.ar
Oratorio Salesiano di San Pietro,
a Nizza Mare.
/
A Nizza Mare i nostri buoni confrate1li si preparano a fe-
steggiare con speciali funzioni, nei giorni 5, 6, 7, e 8 del
coITente mese, il 25° anniversario della 1° fo ndazione
Salesiana in Francia, e noi crediamo far cosa gradita ai
nostri lettmi pubblicando alcuni cenni attorno ali 'Opera
di D. Bosco colà fondata. La carità dei nostri Cooperatori
di Francia ha operato meravi glie e la mano della Provvi-
denza ha fa tto crescere in albero gigantesco il piccolo
seme che D. Bosco piantava, 25 anni or sono in Nizza,
con la fondazione dell 'Oratorio San Pietro. Quest'Orato-
rio ebbe fin dai suoi principii gli incoraggiamenti e la be-
nediz ione del Santo Padre Pio IX, d.v.m. il quale, a Don
Bosco che erasi recato ad annunziargli l'apertura di quel-
la Casa, face ndogli l 'offerta di 2000 lire, disse: - Dio be-
nedica questa nuova fondazione e sia dessa come il gra-
nello di senape, che sviluppandosi in grande albero, ac-
colga tra i suoi rami un gran numero di colombi ai quali
non possa mai avvicinarsi lo sparviero [.. .] - Intanto ci
piace aggiungere che al! 'Esposizione Universale di Parigi
le Opere di Don Bosco furono premiate collettivamente
con medaglia d 'oro e l'Oratorio di Menilmontant con
medaglia d ' argento.
FEBBRAIO 2001 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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PRIMA PAGINA
Silvano Stracca
e i permettiamo anco-
ra una carre ll ata sul-
le sfide che attendo-
SFIDE
Morti di A ids daWinizio
de ll ' epidemi a: 18,8 mi-
lioni (3, 8 bambini).
no al varco Chiesa e socie-
civil e in qu esto ini zio
del te rzo mill enni o. Basta
DA VINCERE
PACE
Negli anni novanta 50
pensa_re ai cambiam enti
milioni di persone sono
verificati si nel mondo so l-
state costrette ad abban-
tanto nell ' ultimo sco rcio
don are le loro case in
del seco lo ventesimo, a co-
seguito a confl itti e guer-
min ciare da qu ello più
re civili .
apparisce nte, traumati co e
I rifugiati sono quasi 1O
im prev isto, il cro ll o del-
milioni e gli sfollati 5 mi-
l' im pero sovi eti co che
lion i.
sembrava inattaccabil e, per
Ne l decennio sco rso le
finire con la rivoluzione in-
guerre hann o ucc iso 5
formatica e l'espl osion e di
milioni di persone.
Intern et. Certo è diffi cil e
Sei milioni di persone
anche solo immaginare
sono state ferite nei con-
quali potranno essere i mu-
flitti degli ann i nova nta.
tamenti alla fine del ventu-
nesimo seco lo.
AMBIENTE
Proprio evocand o le sfi de
Ogn i anno spa ri sco no
che il futuro nasconde, 118
15 milion i di ettari di fo-
ottobre, dinanzi alla statu a
resta.
dell a M adonn a di Fatim a
Sono andati f in ora d i-
tras portata in piazza sa n
stru tt i i du e terzi de ll e
Pietro, G iova nni Pao lo Il
for este or iginariamente
ha saggiamente pa rl ato di
esistenti su l pi aneta .
un bivi o di fronte al quale si trova no gli uomini e le Un mili ardo di person e oggi non ha accesso a
donne di un'epoca tanto esa ltante quanto ricca di fonti idri che pul ite. Due mil iardi non dispongono
co ntraddi zioni : 11 l1um ani tà poss iede oggi strum enti di un sistema di smaltimento dei rifiuti.
cFin audita potenza : pu ò fa re di questo mondo un Entro il 2025 almeno 24 paesi avranno gravissimi
giardino o ridurl o a un ammasso di maceri e/{.
problemi di approvv igionamento d'acqua.
POVERTÀ
Più d i un mili ardo di perso ne vive co n un
do ll aro al giorn o, poco più di duemil a lire.
100 mili oni di ba mbini vivo no o lavorano nell e
strade.
Nel 195 0 il rapporto tra il redd ito med io fra il
paese più povero e il più ricco era circa di 1 a 35.
Ne l 1999 era diventato di 1 a 72.
SANITÀ
O ltre 30mil a bambini muo iono ogni giorn o per
cause prevedibi li.
Nel 201 O, se non avverranno fatti nuovi , la mm-
tal ità in fa ntil e sotto i 5 anni aumente rà del 75
per cento ani va ndo al 100 per ce nto nelle zo ne
più co lp ite.
La popolazione mondiale affetta da HI V ragg iu n-
ge i 38 mi lioni .
Nuov i in fetti nel 1999 : 5,6 mil ioni , di cui 4 mi-
lioni neWAfri ca subsa hari ana.
ago
8"'Tl)lno~c
Equator1a1
Uberla
~Leone
lhe Gamb;l!laaau
. •at, Helena
BS FEBBRAIO 2001

2.2 Page 12

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•••••••••••••••• •• •••••••••••• ••• •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
DENUNCIA
UNA SITUAZIONE
TERRIBILE VIENE
DENUNCIATA DAI
VESCOVI AFRICANI
RIGUARDO AL
CONTINENTE NERO
B astano i pochi cenni dello
storico T. Pakenham per rie-
vocare efficacemente "The
scramble for Africa", il parapiglia
delle nazioni europee per la con-
quista di un continente che, attorno
al 1870, nella sua gran parte a sud
del Sahara era ancora largamente
sconosciuto e politicamente "res
nullius". Neppure un secolo dopo,
nel 1945, all'indomani della secon-
da guerra mondiale, incominciava
il processo di decolonizzazione e
gli Stati africani moderni prende-
vano fonna. Nel 2000, a soli qua-
rant' am1 i dalla sofferta Indipenden-
za, schiere di delusi - gli "afro-pes-
sin1isti"- parlano di una decoloniz-
zazione troppo affrettata, di una mo-
dernizzazione dello Stato tutta artifi-
ciale, e chiedono una " nuova colo-
nizzazione" per arginare il caos.
AFRICA ALLO SBANDO?
"Il parapiglia in corso, dopo
quello deg li europei all a fine del
XIX secolo, sono gli africani a far-
lo": non hanno dubbi al Found for
Peace, mettendo sotto accusa i mil-
le avid i ex sergenti impadronitisi
del potere, spesso ·con la complici-
delle potenti multinazionali . Al
coro delle denunce si uniscono i
vescovi del continente che dipin-
gono uno scenario "fosco" de l! ' A-
frica d'oggi, dove, finito il grande
conflitto ideologico co l comun i-
smo, se ne è aperto uno non meno
sanguinoso per il contrnllo del pe-
trolio, delle mini ere di diamanti ,
delle risorse minerarie.
"Non possiamo che deplorare
senza esitazioni la sete di potere e
la temerarietà di alcuni leader afri-
cani [. ..] che hanno provocato e
continuano a provocare situazioni
di miseria di milioni di persone
[...] Condanniamo le attività dei
FEBBRAIO 2001 BS
.L'AFRICA
MUORE
di Silvano Stracca
I Un crocifisso africano ... Esprime
drammaticamente la tragedia del
continente .
gruppi ribelli che combattono i go-
verni e nel far questo uccidono e
commettono atrocità ignom iniose.
Disapproviamo i regimi autoritari e
oppressivi che negano la libertà
personale e i diritti umani fonda-
mentali". Secondo i vescovi africa-
ni " queste ingiustizie politiche pro-
vocano tensioni che spesso dege-
nerano in conflitti armati e guerre
interne, portando con sé vere con-
seguenze disastrose come la care-
stia, le epidemie e la distruzione,
per tacere dei massacri e dello
scandalo della tragedia dei r ifugia-
ti " . Sin qui la denuncia . Ed ecco le
cifre della tragedia. Quasi la metà
delle nazioni africane è in guerra.
All 'origiri.e si ritrovano dei fattoti
costanti: il ruolo dei mercanti d 'ar-
mi e l'ingerenza degli interessi
sh·anieri. I grandi gruppi peh·oliferi
e le multinazionali minerarie fo-
mentano le guerre che dilaniano il
continente. Otto delle quarantotto
nazioni a sud del Sahara harmo un
sistema democratico, ma nessuna è
immune da una conuzione deva-
stante. "I numerosi problemi eco-
nomici dell'Africa", riconoscono i
vescovi , "sono acc resci uti dalla di-
sonestà di leader cmrntti che, da
soli o in conni venza con interessi
interni o stranieri, stornano ingenti
risorse nazionali per trarne profitto
personale e trasferi scono colossali
{ondi pubblici in banche straniere.
E un vero e proprio furto anche se
mascherato con forme legali".
Nessuna regione del pianeta sop-
porta sofferenze umane maggiori
del!' Africa sub-sahariana. Su 1,2
miliardi di persone che vivono con
meno di un dollaro al g iorno, il
46% è africano. La crescita del

2.3 Page 13

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,................................................•.............. .....•........•..•..•.
reddito pro capite nel continente a
sud del Sahara era dell ' l ,5% negli
anni sessanta, dello 0,8% negli anni
settanta, e meno dell ' 1,2% negli
anni ottanta! Negli anni novanta la
regione è cresciuta più lentamente
di qu alsiasi altro gruppo di nazioni.
Sono ancora una volta i vescovi a
dar voce alla di sillusione: "Abbia-
mo combattuto per l'indipendenza
nella speranza che ci avrebbe lan-
ciato nell 'orbita dell 'abbondanza,
della sicurezza e dell 'appagamen-
to . Il fatto è che l'Africa uscita dal-
l'indipendenza è più miserabile di
quella precedente. E gli stessi afri-
cani sono, in parte, responsabili di
questa situazione". I vescovi citano
al riguardo il caso del Sudafrica
che, dopo aver lottato contro
l'apartheid, si ritrova oggi a dover
convivere con un altissimo tasso di
violenza, al punto da essere tra i tre
stati più violenti del continente.
RESPONSABILITÀ
OCCIDENTALI
"Le nazioni ricche devono sape-
re che si rendono colpevoli di
un'ingiustizia, quando fissano i
prezzi delle materie prime africane
al livello che vogliono e al contem-
po aumentano costantemente i prez-
zi delle loro esportazioni in Africa.
Si rendono spesso colpevoli di so-
stenere i conflitti tra nazioni o fa-
zioni africane allo scopo di accede-
re alle risorse materiali. Sono re-
sponsabili davanti a Dio per il loro
rifiuto di pagare prezzi stabili per i
prodotti grezzi". I dati economici
tristi. La produzione dell ' in-
tero continente, Sudafrica escluso,
non raggiunge il prodotto naz iona-
le lordo del Belgio. Nel 1997 l' A-
fric a aveva attratto solo il 4 % degli
investimenti internazionali ne i pae-
si in via di sviluppo. E il notevole
debito estero sovente supera l'inte-
ro prodotto nazionale lordo.
Secondo un rapporto della Banca
mondiale, il continente risulta es-
sere la regione più indebitata del
pianeta. Il 75 % dei 715 milioni di
abitanti non dispone di adeguate
strutture igieniche e mostra segnali
di progressivo pegg ioramento. La
speranza di vita media alla nascita
è di 51 ,5 anni contro i' 77,6 del-
l'Europa. Ma scende a 38 anni nel
Botswana, a 40 in Zimbabwe, a 42
in Uganda. Causa principale è il
dil agare dell ' Aids. L' 80% dei de-
cessi nel mondo dovuti alla " peste
del XX secolo" avvengono in Afri-
ca. Oltre 23 milioni di africani so-
no già stati contagiati. Nei prossi-
mi dieci anni 40 milioni di bambini
africani perderanno i loro genitori
a causa di questo terribile male.
IN AFRICA SI MUORE
Nel continente nero si muore di
malaria, tubercolosi, diarrea, mor-
billo, infezioni respiratorie perché
le condizioni igieniche e sanitarie
sono estremamerite deficienti. I
paesi africani hanno la spesa sani-
taria più bassa del mondo , 10-15
dollari contro i 4187 degli Stati
Uniti e i 1855 dell 'Italia. Con pic-
chi come i 4 dollari dell 'Etiopia e i
5 di Niger e Mozambico. Inoltre, la
desertificazione che minaccia la
sopravvivenza di milioni di esseri
umani, il genocidio in Burundi e
Ruanda derivato dal peggiore odio
etnico, il dramma dei "bambini/sol-
dato" della Sierra Leone, la trage-
dia dei milioni di giovanissimi pro-
fughi per fame o per guerra dalla
Somalia, dal Ruanda, ecc. Ma le
parole non aggiungerebbero nulla
alle immagini viste in decine di re-
portage televisivi. Guerre, massa-
cri, colpi di stato, odi tribali , sface-
lo delle istituzioni , dissesto econo-
mico. Ecco le radici dell 'afro-pes-
simismo. Questo continente ca-
pace solo di generare violenza",
"va alla deriva", "ha fallito", "ha
In Africa non si è piccoli
abbastanza per non lavorare.
bisogno di una nuova colonizza-
zione, ha bisogno che sia ripreso il
processo storico che solo può pro-
durre le classi socio-economiche
moderne e quindi le condizioni per
lo Stato moderno".
Solo gli africani possono spezza-
re questi circoli viziosi. Ne sono
coscienti le Chiese africane che,
mentre si impegnano attivamente
per una conversione delle coscien-
ze e una trasformazione delle loro
società e delle istituzioni che le
reggono, chiedono insistentemente
alla comunità internazionale e alle
Chiese occidentali di agire per far
cessare le interferenze esterne che
provocano, alimentano e radicali z-
zano i conflitti. Due le richieste più
insistenti: smascherare i paesi im-
pegnati nella vendita delle aimi e
nelle operazioni di spogliazione
delle risorse minerarie; denunciare
i misfatti che crea in Africa l'attua-
le sistema economico· del libero
mercato, con la sua logica che esal-
ta i più forti, con i suoi ingiusti
meccanismi nel commercio tra pae-
si ricchi e poveri, con gli interessi
del debito, con l'imposizione di
"aggiustamenti strutturali" da parte
del Fondo monetario internaziona-
le che rovinano le economie dei
paesi più deboli e depauperano le
già scarse risorse per la sanità e l' i-
struzione. Quale smà il futtJro del-
!'Africa? È una domanda per tutti.
m
IJS FEBBRAIO 2001

2.4 Page 14

▲back to top
Continua il cammino di inculturazione del Vangelo presso
"FAR FIORIRE QUEL
TRONCO SECCO'~iGiovonniErimon
.
non diedero alcun frutto le moltepli-
ci strategie messe in opera nello
sforzo di "far fiorire quel tronco
secco", come si espresse il Vicario
apostolico monsignor Comin. I mis-
sionari incoraggiarono anche l'arri-
vo di alcune famigl ie di co loni , per-
ché i Kivari (termine catalano di
Shuar) "vedessero esempi di vita
cristiana e civilizzata". Difficile, per
non dire impossibile, a quei tempi
vederla in modo diverso. Il concetto
di inculturazione era ancora quasi
sconosciuto. Eppure i missionari sa-
lesiani ebbero la preoccupazione
costante di imparare la lingua shuar
per poter c·apire più intimamente il
popolo cui volevano regalare il
messaggio di sa lvezza.
Una famiglia shuar nella foresta.
Gli Shuar sono
un popolo della foresta,
un tempo impavidi
guerrieri dell'Amazzonia
equadoregna, feroci
coi nemici ai quali
tagliavano
e miniaturizzavano
le teste con un lungo
e complesso
procedimento,
senza fargli perdere
la fisionomia.
I salesiani si sono
dedicati con intelligenza
e zelo apostolico
alla loro emancipazione
e all'inculturazione
del Vangelo.
FEBBRAIO 2001 JJS
REALIZZAZIONI
F ino a un secolo fa gli Shuar
erano un popolo fiero e sel-
vaggio che viveva libero nel-
la foresta amazzonica e conservava
intatti ·usi .e tradizioni ancestrali. I
primi salesiani ad accostarli furono
don Gioacchino Spinelli e il coadiu-
tore Giacinto Panieri. Gli approcci
furono laboriosi e per lungo tempo
Già fin dal 1903 la tipografia sa-
lesiana di Lima pubblicava il primo
catechismo in lingua shuar compila-
to da don Felice Tallachini. Iniziava
con la catechesi su Dio relegando il
kerigma all'ultima parte. Si era con-
vinti che i Kivari fossero privi della
credenza in un Essere Supremo
Provvidente e Buono. Il loro ARU-
TAM (arut = vecchio, e am = che è
sempre) veniva identificato in uno
La canoa shuar è un tronco d'albero abilmente scavato.

2.5 Page 15

▲back to top
il popolo degli Shuar.
spirito malvagio. Tuttavia cresceva
l'ammirazione dei missionari per
quel popolo tenace, valoroso, ospi-
tale, fedele, e lo studio della lingua
e della cultura shuar continuò senza
sosta. Qualche missionario se n 'era
innamorato a tal punto da non esita-
re ad affermare che la loro lingua
era più perfetta dello spagnolo , e
don Tallachini scriveva: "La lingua
dei Kivari si crea, si an-icchisce, si
contrae secondo le esigenze di cia-
scuno. Per percepirla e parlarla è
necessario kivarizzarsi".
Nel 1918 un altro salesiano, P.
Julio Martinez, pubblicava un cate-
I Le teste dei nemici venivano
rimpicciolite fino a ridurle della
grossezza di un pugno, pur
conservando la loro fisionomia.
chismo kivaro e nel 1937 don Gio- ALFABETIZZAZIONE
vanni Ghinassi editava il "Catechi-
Bolla va a vivere sulle sponde del
fiume Wichim' come uno shuar.
smo Breve: Jibaro/castellano"; men- Il lavoro di scolarizzazione inizia- Essi subito lo chiamano Yankuani
tre, ancor più tard i, negli anni qua- tò timidamente negli anni trenta or- (lo stesso nome col quale chiamava-
ranta, don Giovanni Vigna raccoglie mai s'era stabilizzato e portava co-
miti, tradizioni e costumi. di quel piosi fr . ·
umerosi pro-
popolo, analizzandoli come fonti di bler ·
nte quelli
insegnamento. Così scopre che sono -=>tt"'l:iw:u-
damen-
molto di più che racconti fantas·
sono intrisi di sapienza, sono la
bia shuar! Nascono in quegli anm
no il luminoso pianeta Venere).
Qualche tempo dopo al primo nome
ne aggiungono un altro "Jintia"
(sentiero, cammino) per il suo in-
cessante spostarsi da un gruppo al-
'altro. E Yankuani Jintia vive tra
·o, mangia come loro, veste come
canti, preghiere e letture bibliche in
kivari.
o, parla come loro. La missiolo-
a fatto progressi impensati.
I 75 anni di presenza missionaria f-~ =
tra gli Shuar, festeggiati nel 1969,, · '-'""-!Y •·"
sono sostanziati dalla pubblicazione
della prima grammatica shuar della
TODOLOGIE
=-~ ~ia TORALI
loro storia, e dall'invenzione di un
alfabeto che semplifica la scrittura e
1ue sono ormai le metodologie
,.-i.,-,.~~storali usate dai salesiani èhe ope-
permette una più amp ia e specifica
~no nella zona kivari, l ' una adatta
raccolta di miti e trad izioni.
i coloni e l'altra studiata apposita-
' ente per i nativi . Intorno agli anni
ttanta nasce il seminario di forma-
lone per gli animatori di comunità,
Sl CO
·azie all'opera instancabile di don
comu
.
ro Pellizzaro. Ormai c'è anche un
prov ·
tros Shuar, f
.- 1 rriculum studiorum completo e
ta
4 che potevano usufr
ticolareggiato. La federazione
an
1 ~istema Educativo
ar si presenta unita e compatta,
di ·o Bicultural Shuar, fon
dal padre Alfredo Germani.
a' ha perduto la sua identità, non
seppellito le sue tradizioni, non
1971 arriverà anche la prima tradu- ha modificato la filosofia della pro-
zione cattolica dei Vangeli in lingua pria vita; al contrario, grazie anche
kivari.
all'apporto intelligente dei missio-
INCULTURAZIONE
nari , ha saputo difendere la propria
cultura, ha .mantenuto riti , feste, usi
Il Concilio Vaticano II portò im-
pulsi nuovi. Ormai si parla aperta-
mente, e non più timidamente come
prima, della necessità inderogabile
per i missionari di "incarnarsi" nel
e costumi specifici, il tutto purifi-
cando e re/interpretando attraverso
la luce di Cristo, accolto non come
un concorrente ma come autentico
Salvatore del popolo shuar!
Davanti alla propria casa con gli
abiti tradizionali.
popolo da evangelizzare. "Kivariz-
zarsi", insomma. Così don Luigi
(Seguendo gli appunti di
Silvio Broseghini)
BS FEBBRAIO 2001

2.6 Page 16

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BREVISSIME DAL MONDO
ISTANBUL, TURCHIA. che ha avuto il maggior
Istanbul ha dedicato una numero di martiri nella per-
via del quartiere Sisli a secuzione religiosa messi-
Giovanni XXIII, in ricordo cana del 1915/1937, cano-
della beatificazione del Pa- nizzati il 21 maggio 2000.
pa Buono che fu nunzio in Sarà un santuario immenso,
Turchia dal 1935 al 1944, e con capacità di 20 mila per-
aveva iniziato a imparare la sone, e viene realizzato con
lingua locale per inserirsi me- aiuti e donazioni provenienti
glio nel contesto dove era da ogni parte del mondo, e
stato chiamato a lavorare. Un da ogni categoria di persone.
gesto davvero ragguardevo-
le da parte di una nazione VOCAZIONI. Negli ultimi
islamica.
20 anni i seminaristi mag-
ROMA. La lunga serie dei giori, diocesani e religiosi,
"giubilei di categoria" che
ha caratterizzato l 'anno san-
to 2000, ha visto - per la
prima volta - anche il giubi-
leo dei pizzaioli, celebrato
il 24/25 ottobre oltre che
con le devozioni proprie del-
sono passati da 62 mila a
110 mila circa. Dall'anno
1982 i novizi degli istituti
religiosi sono cresciuti da
8950 a quasi 11 mila, le no-
vizie da quasi 18 mila nel-
1' 82 a più di 21 mila nel 98.
l'evento anche con una gran-
de festa della pizza, distri-
buita gratis ai poveri di Ro-
ma e ai pellegrini.
I PRIMATI DEL PAPA.
Con la cerimonia del 1° ot-
tobre 2000 il Papa ha eleva-
to agli altari 996 beati e
ONU, BAMBINI/SOLDA- proclamato 446 santi. Com-
TO. Sollecitato dalla Santa pless ivamente i beati pro-
Sede, un documento uffici a- clamati dai vari papi della
le dell'ONU ha denunciato storia dal 1609 (anno in cui
qualche mese fa che nel . fu istituita la Congregazio-
mondo esistono, a tutt'oggi , ne delle Cause dei Santi) so-
almeno 300 mila bam bi- no stati 1799 e i santi 782.
ni/soldato, alcuni di età infe- Il che sign ifica che in 22
riore agli otto anni. Una del- anni di pontificato papa
le più grandi vergogne per Wojtyla ha proclamato qua-
l'umanità del III millennio. si il 60% de i santi e beati
proclamati dalla Chiesa in
GUADAIAJARA, MÉXI- quattro secoli . Ha fatto 92
CO. Nell ' ottobre scorso è viaggi all'estero e 13 visite
stata solennemente colloca- in Italia, c rrispondenti a 30
ta la prima pietra del "San- giJi del mondo . Ha scritto
tuario dei Martiri " in co- c irca 80 mila pag ine di do-
stru zione a Guadalajara, ci t- cumenti mag isteriali.
BOMBAV, INDIA
LA DON BOSCO
NORMAR
Padre Aurelio Maschio, il cui
nome in India viene da molti
associato a quello di Madre
Teresa di Calcutta, è stato un o
dei grandi benefattori di que-
sta nobile nazione. Dal 1937
alla sua morte, avvenuta nel
1996, egli non ha fatto che
reali zzare, con l' aiuto dei suoi
benefattori, opere per i pove-
ri : orfanotrofi, case di acco-
glienza, scuole professionali,
ospedali , lebbrosari , parroc-
chie, scuole di villaggio .. . La
sua opera ha trovato un conti-
nuatore nel Padre Giuseppe
Casti, il quale ha potuto co-
struire altri quattro centri , con-
turnando l'opera benefica del-
!' illustre predecessore. L ' ulti-
mo nato è un Istituto Tecnico
Navale per la qualifica di ope-
rai e ufficiali di macchina, che
ass icura impiego a ragazzi di
famig lie povere. Si chiama
Don Bosco Normar.
VILLA SORA, FRASCA"fl
CORALI SÌ
La musica, il canto, il coro, la
banda sono fiori all 'occhie ll o
de ll a pedagog ia di Don Bo-
sco. Molte le corali sales iane
di livello sparse nel mondo.
C i auguriamo che prima o poi
qualcuno pensi a un meeting
internazionale delle corali sa-
les iane. Nell a foto la corale di
Villa Sora, il Liceo sales iano
di Frascati ; un gruppo del
tutto orig inale, composto di
90 elementi. È nato per agg re-
gare genitori e fi gli . Della co-
rale, in effetti, fanno parte inte-
re famiglie che frequentano re-
golannente le lezioni di canto
e la seguono ne lle sue sempre
più freq uenti usc ite nei dintor-
ni ma anche fuori reg ione per
esibizioni senti te e apprezzate.
FEBBRAIO 2001 IJS
MALTA
GIUBILEO GIOVANILE
I g iovani de l MGS maltese s i
sono riuniti per ce lebrare in-
sieme il loro Giubileo il 10
g iugno 2000 .
Essi hanno sce lto come luo-
go più consono all a loro fe-
sta gli isolotti di san Paolo
che costituiscono la punta
nord dell 'omonima baia.
Un posto dav ve ro suggesti-
vo, e denso di s ignifi cato,
dove l'aposto lo de lle ge nti
naufragò du ra nte il suo viag-
g io verso l' Italia e, s i di ce, fu
morso da una vipera che non
g li recò alcun danno, anz i
eg li approfittò de lla tappa
forzata per annunciare il
Vangelo agli isolani e fondar-
vi la Chiesa.
Da allora Malta è rimasto un
baluardo de ll a fede.

2.7 Page 17

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ROMA
Si è svolto domenica 8
ottobre il Giubileo del
Movimento laicale dei
"Testimoni del Risorto",
ultimo nato della Famiglia
Salesiana , fondato dal
salesiano don Sabino
Palumbieri. Da S. Croce
in Gerusalemme a S. Gio-
vanni in Laterano , al le ca-
tacombe di S. Callisto è
stata una giornata inten-
sissima, condotta e ani-
mata dal fondatore, e
conclusa con la Via Lucis
di cui don Sabino è .. .
"l'inventore".
LEOPOLI, UCRAINA
Nella foto la figura della
Maria Ausiliatrice ucraina.
La nazione è posta sotto
il suo manto così come la
Chiesa dei martiri e dei
santi. Il quadro si trova a
Leopoli ; è una icona ope-
ra dell 'artista Roman Va-
sylyk, vice direttore del-
1'Accademia della città.
Da domenica 14 ottobre
2000 la preziosa icona
viene conservata nella
chiesa salesiana di Viln.
BARI, PARROCCHIA
CATTEDRALE
"Camminando Giubilan-
do" è stato il tema dell 'an-
no 2000 dell 'oratorio San
Giacomo di Bari. Bambini ,
ragazzi , giovani e famiglie
hanno partecipato con
entusiasmo al program-
ma, sostanziato di iniziati-
ve che hanno entusia-
smato i partecipanti. Al
centro Don Bosco , di cui
si è parlato spesso per
farne conoscere meglio la
figura e l'opera.
MAR DEL PLATA,
ARGENTINA
Gli alunni del V anno del-
l'Istituto Don Bosco di Mar
del Plata sono stati a Ba-
riloche per il loro ultimo
viaggio di studio, prima di
lasciare definitivamente la
scuola. In un clima di se-
rena convivenza e inter-
scambio sono stati portati
a termine tutti gli obiettivi
prefissati. Non sono man-
cate , oltre a intense gior-
nate di studio , anche epi-
che escursioni in monta-
gna, impreziosite da gran-
di nevicate.
SARAGOZA,SPAGNA
Il presidente del governo
regionale dell'Aragona ha
partecipato alla festa del
Xl ii Premio Don Bosco di
Innovazione Tecnologica,
organizzato dalla grande
scuola professionale sale-
siana della città. La mani-
festazione , fiore all'oc-
chiello della scuo la sale-
siana, premia l'impegno,
l'intelligenza e le capacità
tecniche e artistiche degli
studenti per i quali l'ap-
puntamento è diventato
un riferimento importante.
BELLUNO, ITALIA
La terza famiglia di Don
Bosco , quella dei coope-
ratori , continua la sua cre-
scita sia qualitativa che
numerica. Un po ' dovun-
que uomini e donne di
buona volontà emettono
la promessa che li fa
membri di questa grande
e bella famiglia, che af-
fianca salesiani e Figlie di
Maria Ausiliatrice nell 'im-
pegno educativo. Nella
foto: un gruppo di coope-
ratori di Belluno che han-
no pronunciato la promes-
sa qualche mese fa .
BS FEBBRAIO 2001

2.8 Page 18

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Un singolare biografo di Don Bosco inedito in italiano.
L'INCREDULO
CHE HA di Nadia Ciambrignoni
~1,.~., ,...,.,.~~
'
CREDUTO
D opo le opere "naturaliste",
dopo quelle che sanciscono
il passaggio al decadenti-
smo, compaiono alcuni testi a carat-
tere religioso, che testimoniano il
cammino di conversione dell 'autore
e poi vite di santi, fino ad un
"Esquisse biographique sur Don Bo-
sco", uno "Schizzo biografico su
Don Bosco" del 1903. Dato lo stu-
pore, le ricerche sono state abba-
stanza rapide e il risultato un fasci-
colo in francese ricevuto in fotoco-
pia dalla Biblioteca Centrale Sale-
siana, più una breve scheda in italia-
no che riporta soltanto uno stralcio
dell'originale.
NELLA PARIGI
ANTICLERICALE
La storia di questo "Schizzo" ha
origine nel 1903 a Parigi, in un
clima politico dominato da governi
radicalmente anticlericali, come quel-
lo del gabinetto Combes, che tra il
1903 e il 1906 varò una serie di
leggi che imponevano la forte limi-
tazione o la soppressione delle pro-
prietà ecclesiastiche e quindi, di
fatto , fecero cessare le molteplici at-
tività educative, sociali e scolastiche
rette da religiosi. Huysmans, già
convertito al cattolicesimo, vive pres-
so i Benedettini e vede ogni tanto
arrivare i ragazzi dell'oratorio sale-
siano dei Santi Pietro e Paolo, situa-
to a Ménilmontant, per servire la
Messa; colpito dall'umiltà e dalla
competenza di costoro, lo scrittore
chiede info1mazioni, venendo così a
sapere che sono "les fils de DON
BOSCO" (scritto nel testo sempre
tutto maiuscolo). Preso da ammira-
zione e curiosità, va con l'amico
FEBBRAIO 2001 BS
Quella notte dello
scorso aprile, da brava
insegnante che lavora
in ore impossibili,
preparavo la lezione
introduttiva alla cultura
decadente per la quinta
che doveva affrontare il
nuovo esame di maturità.
Il quadro europeo
imponeva una tappa
di partenza obbligata
dalla Francia e tra
i percorsi possibili
il più ricco di agganci
era quello che si avviava
dalla cosiddetta "bibbia"
del decadentismo,
il romanzo rebours"
(A ritroso) di Joris-Karl
Huysmans pubblicato
nel 1884. Ma non mi
aspettavo di trovare
quella sorpresa
rileggendo una nota
bibliografica sullo
scrittore...
poeta François Coppée a v1S1tare
l'opera salesiana in questione e ri-
mangono entrambi conquistati dal
suo profondo radicamento nel so-
ciale e da un'atmosfera molto fami-
liare. Quando poi, nel giro di pochi
mesi, si fa strada la diffamazione
La fotografia di Don Bosco ripreso
a Nizza nel 1885.
dei salesiani parigini ad opera del
"rapporto Combes", che nega loro
l'autorizzazione a proseguire l'ope-
ra di apostolato, egli decide di scen-
dere in campo a difesa dei salesiani,
prendendo in mano la penna.
Nelle 62 pagine del piccolo dos-
sier compaiono le parti salienti della
vita di Don Bosco, e gli aneddoti
che poi confluiranno nelle biografie
del Santo. A quest'epoca, comun-
que , Huysmans scrive di aver "tante
volte" sentito raccontare aneddoti
sul "celebre taumaturgo": "Sapevo
che quest' uomo era considerato co-
me un Santo". Evidente la forte ri-
sonanza che la vita e la figura di
Don Bosco ebbero anche in Francia,
come testimonia l'entusiasmo susci-
tato dal viaggio di Don Bosco del
1883, a 68 anni.
UN SANTO POLIEDRICO
Nello "Schizzo" vengono messe
lucidamente in rilievo alcune carat-
teristiche di Don Bosco, come la
"molteplicità" del suo operato, che
non si "delimita in un genere rigo-
rosamente definito... ma si ramifica

2.9 Page 19

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JORIS·KARL HUYSMAN·s
DON BOSCO
va che "Dio adatta i suoi grandi ser- Quante figure di artisti e scrittori
vitori alle esigenze dei loro tempi". insegniamo a scuola già "digerite" e
Ma ciò che più apprezza lo scrit- interpretate da ottiche più o meno di
tore è la capacità di Don Bosco di parte o di tendenza? Quante opere
"dimenticare se stesso", consuman- cosiddette "minori" ma illuminanti,
dosi nella sua missione senza rispar- come in questo caso, subiscono una
miarsi mai, la missione di "domato- sorta cli "censura" se non vanno in -
re di piccoli diavoli , pastore di pic- contro alle mode? Viviamo davvero
coli angeli".
in un contesto socioculturale libero
-
e.rispettoso di tutte le identità?
age st Pierre 40 Place du XV.!C
NI
~E
orps~
UN HUYSMANS DIVERSO
Contemporaneamente, però, è na-
ta anche una convinzione, quella che
Viene fuori insomma un ' immagi- vale la pena, forse, di tradun-e l'o-
I Il volume di Huysmans in edizione
francese del 1934, edito dal
Patronage St. Pierre.
ne di Huysmans diversa rispetto a peretta di Huysmans (esiste solo 1'e-
quella divulgata dai libri di testo dizione francese del 1934 e quella
scolastici; la ricerca dell ' identità spagnola del 1933) anche in itali a-
r.rofonda dell ' uomo, già presente in no, per più di un motivo: per l'acu-
in tutte le direzioni, spinto secondo A rebours, sfocia nella riscoperta me di alcune affermazioni, per la
i bisogni che si presentavano"; o la della fede come senso ultimo dell'e- profondità con cui l'autore coglie la
considerazione di un Don Bosco sistenza. Manca del tutto 1'entusia- figura di Don Bosco e per il suo
visto "né come un temerario smo retorico del neofita, prevale in- modo di considerarlo già con sicu-
come un rompicollo" , ma capace di vece un impianto "razionale" della rezza un Santo; inoltre per il valore
"congiungere una fede imperturba- religiosità, una spiccata tendenza, storico, nella testimonianzà dei rap-
bile a un 'estrema prudenza"; poi forse anche frutto del "tirocinio" na- porti tra Stato e Chiesa nella Fran-
l'originalità di unire " una sagacità turali sta , ali ' incarnazione de lla fede cia anticlericale dei primi del nove-
da uomo d 'affari a una saggezza da nei bisogni sociali pressanti del cento. Tra parentesi, è interessante
santo". E su questa capacità di "trat- tempo: di qui il grande apprezza- notare che proprio Don Bosco è sta-
tare di affari", affari "d u Bon Dieu" mento per Don Bosco. Nell a stessa to scelto dall'autore come evidente
naturalmente, Huysmans insiste più direzione porta l'acutezza de l giudi- segno di una possibile unione tra re-
volte, concludendo che i più illumi- zio politico, che confronta Rattazzi ligione, politica e società. Non man-
nati fondatori e fondatrici di ordini e Combes, lodando il primo come cano alcune notizie strane o errate,
religiosi dei nostri tempi (cita Marie un intelligente uomo politico sebbe- come la data di morte riportata ali '8
Javouhey fondatrice delle suore di ne anticlericale a confronto cieli ' in- Dicembre 1888, ma anche qui si po-
San Giuseppe di Cluny e Marie tollerante chi usura ciel secondo: sfu- trebbe risalire alle fonti biografiche
Sainte Euplu-asie Lepelletier fonda- ma l'immagine tradizionale dell'e- di cui Huysmans si è servito. Uno
trice dell 'ordine del Buon Pastore steta isolato dal mondo o del con- soltanto il rimpianto dello scrittore,
d' Angers), hanno proprio la spicca- vertito che lo rifiuta.
il fatto che mentre " ... La vita inte-
ta capacità di esercitare un grande Dalla preparazione di quella le- riore del buon vescovo (Francesco
buon senso nel cavarsela tra le diffi- zione sono nati così alcuni interro- di Sales) è conosciuta, quella del
coltà della vita quotidiana. È la pro- gativi .
suo figlio spirituale non lo è affat-
,
to". Questa attenzione all ' interiorità
di un "santo" da parte di un uomo
travagliato da un 'esistenza tanto
problematica fa pensare anche ad
altri celebri convertiti, senza dubbio
particolari, di questo stesso scorcio
di fine secolo, da Oscar Wilde ad
André Gide ... E interessanti sono le
sfumature simili di ricerca etica nel
nostro attuale inizio di millennio.
Viene da pensare che, forse, proprio
adesso sarebbe utile approfondire la
vita di Don Bosco con il taglio spe-
cifico della definizione dell 'imma-
gine che i suoi contemporanei ebbe-
ro di lui, per poi ridefinire con co-
raggio quali suggestioni oggi sono
I vescovi iniziatori dell'opera di Nizza. Il dipinto si trova nell 'attuale santuario
di Maria Ausiliatrice della città.
vive per noi e con noi attraverseran-
no il nuovo millennio.
BS FEBBRAIO 2001

2.10 Page 20

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di Maria Antonia Chinello
Per rispondere
alla domanda occorre
mettersi dalla parte
dei giovani, immergersi
nell'universo dei media,
attraversare la "terra
di mezzo" e trovare
nodi di contatto,
di dialogo,
di consapevolezza
critica.
MEDIA
TERRITORIO
DEI GIOVANI?
I l passaggio al III millennio è av-
venuto. Il millennium bug ha
causato meno danni di quanto ci
si aspettasse. Tutto tranquillo, dun-
que ? Ogni giorno assistiamo ali ' ac-
celerazione del progresso tecnologi-
co, che determin a cambiamenti nei
nostri stili di vita. L' irruzio-
ne di Internet
nell 'esisten-
za quotidia-
na offre la possibilità di lavorare in
casa anziché uscirne per andare in
ufficio, di fare ricerche di studio a
raggio universale, di comprare e
vendere senza recarsi nei negozi. I
giovani, spericolati internauti, cor-
rono il rischio di venire travolti
dall a tempesta di stimoli e offerte
che a valanga piovono dal pianeta
media. R ischiano l'asfissia da infor-
mazione. Tutti preoccupati, allora ?
Cerchiamo di fare sintesi tra le do-
mande, i sospetti, le acclamazioni
che si agitano attorno al terna "co-
rnunicazione e giovani". C'è, oltre
agli interrogativi, la necessità di un
dialogo educativo, che generi un
contributo positivo per vivere il fu-
turo con una dose in più di fiducia,
con una marcia in più per far avan-
zare la pace e la non vio lenza.
UN BINOMIO VINCENTE
Una delle manifestazioni più tota-
lizzanti della cultura mediatica del
"villaggio globale" è la musica dei
giovani. Il rapporto giovani/musica
è vitale. La genericamente chiamata
musica rock e la popular music so-
no diventate non soltanto un prodot-
to di consumo, ma soprattutto un
simbolo di identità, uno dei linguag-
gi più eloquenti delle giovani gene-
razioni. «La musica dei giovani è
diventata per loro così importante,
significativa e vitalmente necessaria

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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che la sperimentano come "casa" da
ab itare, clima che si ·respira, tanto
da generare un gergo proprio, che
solo loro conoscono e che permette
di di alogare in profondità». Lo af-
fe rm a Tone Presern, docente presso
la Facoltà di Comunicazione sociale
dell'U niversità Pontificia Salesiana
di Roma.
La musica è la colonna sonora
della vita: il vero rock parla sempre
della vita quotidiana nel tentativo, e
qui sta il noccio lo della questione,
di all argare le pu pille e le orecchi e e
di dare alla realtà una luce nu ova,
diversa, spesso unica voce pubblica
alternativa all a comunicazione uffi-
ciale, anche in situazion i di dittatura
mili tare (Cfr. Argentina anni 1976-
83). Conoscere questo linguaggio
offre ag li ed ucatori la possibilità di
cap ire megli o i giovani , . il senso
dell a mu sica, i loro modi di espri-
mersi e comunicare, le loro speran-
ze, i loro sogni e bi sogni.
EDICOLA TEEN:
UNA VITA FORMATO
ROTOCALCO
Un un iverso sommerso, quasi sco-
nosciuto a ed ucatori e genitori , ma
consum ato dai giovani e sostenuto
da una vivace e battagliera concor-
renza è quello dell a stampa giovani-
le. Rivi ste settimanali , mensili,
quindicinali affoll ano le edi cole del-
le città. Perché gli adolescenti com-
prano e leggono? La vita "formato
rotocalco" che cosa offre ai giova-
ni ssimi ? I suoi contenuti a che livel~
lo interpell ano adulti, genitori, inse-
gnanti , educatori ? Quale rapporto e
quale distanza ci sono tra la proposta
educativa della scuola e i sogni "a
buon prezzo" venduti dalle riviste?.
L'adolescenza è il momento degli
interrogati vi e troppo spesso le do-
mande trovano solo silenzi i baraz-
zati. Le pagine col orate delle nviste
dicono no al silenzio, e parlano èlei
grandi temi dell 'amore, dell 'amici-
zia, della sessualità in modo sempli -
ce e diretto. Attorno alla stampa gio-
vanile,. si percepisce una situ azione
Qi grave "abbandono" in cui le gio-
vani ssime vengono a trovarsi nel
bel mezzo dell a stag ione del risve-
glio dell 'affettività e dell a sessua-
lità: le risposte che la scuola non dà,
che la famiglia non sa c chj le
sforn a settimana dopo settimana,
con una grande capacità di renderle
appetibili, tanto da tener vivo un
mercato più che remunerativ o.
TV, LA GRANDE
SORELLA?
La TV è l' altro grande territo1io
dei giovani. Sullo suo schermo sfi-
lano i big dell a canzone, del cinema
e della radio, ma anche i "coetanei
di successo". È poss ibile ritrovare,
attorno all a zo na spettaco lo, due fi -
loni: i grandi protagonisti di avven-
ture difficilmente riprod ucibili , ma
che fanno sognare e sosp irare, oppu-
re quelli quotidiani , del tipo " uno di
noi". È un mondo fa ntastico, dove
emergono la bellezza, la dete1mina-
zione, il fascino e l'originalità. L'o-
biettivo è atti rare l'attenzione sugli
ingredienti che fanno il successo.
I personaggi delle serie televis-ive
d 'o ee conquistano gwsto e
sogni di giovanissLm e-g,iovaniss· i:
ci sono proprio tutti: da BaJywatch
Hawaii a Dawson Creek, da Nash
Bridges a X-Files. Muscoli maschi · e
curve femminili, sorrisi e fascino, se-
greti e passioni, impegni e progetti
per il futuro . I personaggi rispecchia-
no le inquietudini e, le incertezze
delle giovani lettrici. E questo che li
rende "vicini", "veri", "amici". Que-
sta invasione di miti inco,ntra, nella
fase di definizione dell'identità, l'esi-
genza dell ' adolescente di trovare mo-
delli a cui 1iferirsi e su cui costruire
la propria immagine futura. I prota-
gonisti, bellissimi e inossidabili, che
assano da una tournée all'altra, che
riempiono di sé i set cinematografici
e i palchi dei concerti, che dormono
in albergo e si cibano di birra e suc-
chi di frutta s o gli ideali scintillanti
proposti alle gioya ·ssime.
.
Ma dallo schenno Non compare il
vero più ordinario: dov'è seri ~
fatica del crescere? La noia, la oli-
rudine che attraversan t vita di
tant e tanti do le centi? Basta esse-
re belle e in fo rm a? Ottenere suc-
cesso in fretta e... mantenerl o? Es-
sere "frizzanti " per emergere con la
propri a ori ginalità?
ATTRAVERSO
"LA TERRA DI MEZZO"
Si fa strada una nuova forma di
cultura giovanile, la cultura dei
medi a da consumare in solitudine 11!!1
nella propria stanza. Sono sempre lllill
più numerosi i giovani che accedo-
no ai vari medi a in pri vato, e i geni -
tori sono totalmente indifferenti a
rig ardo di ciò che i loro fig li con-
su ano. Non intendi amo lanciare
un id ·, i all arme, invitiamo però i
gen ori a dialogare con i loro figli,
pro candone la riflessione, a ri-
gu~ ijo ~i quanto essi ricevono dai
med . E rimportante rendersi conto
che iviarpo in un tempo in cui
emti che ci sia un a inesauribile
possi ilità di scelta; in realtà c
una n gativa convergenza riguardo
~ enuti. Messagg i identici sono
ti;as!P-e si da ~na moltitu_dine di voci
e ,qùeste vtlét sono guidate da un
sofo mp tivo, ·1 profitto. In un siste-
ll:1'fl iveilliale così commercializzato i
citta in· più consapevoli devono
unire le forze per dar vita a una
camp gna po tica con lo scopo di
cotnbatte1re per il bene dei giovaiù.
Ch~ i tiràtti dei tentativi di diffon-
iin dere materiali pornografi ci ed eroti-
modalità nascoste, o della pres-
sione esercitata sulle giovani donne
per spingerle a cercare un fi sico
perfe tto, dobbiamo garantire che ci
siano le leggi capaci di controllare
l' industri a, e sostenerne l' applica-
z ion e.
O
/JS FEBBRAIO 2001

3.2 Page 22

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&I
FEBBRAIO 2001
L'awenimento clou dell'anno 2000 è stato
indubbiamente il grande raduno giovanile
di Tor Vergata che ha lasciato di stucco
un po' tutti, anche i più ottimisti.
Quei giovani continuano a riflettere e a scrivere.. .
Mi piacerebbe sapere
quanti sono quell i come
me, pellegrini per il mondo.
Milioni di milioni come ... le
stelle di Negroni. La pub-
blicità è ugu ale ovu nque.
Mi invita a spe nd ere e
spendere. Rende tutt i
STAMMI ASENTIRE uguali: patatine, hambur-
ger e coca cola.
Penso d i a pp a rtenere a
una gene razione li bera,
disinvo lta, non ini bita.
So no d iscendente d i
Caris s imo/a,
ecco quanto mi sc ri ve uno
Ulisse, non la fotoco pia. Il
mio peregrinare non è
dei giovan i della G MG .
verso Itaca, la casa, l'a-
"Sono uno dei ragazzi, non
p giova ni ssi mi, di Tor
Vergata: blu e j eans, ma-
g lietta più vic ina a una
pagina di quaderno che a
una T-shirt, scarpe enormi
da gi nn astica e un infinito
zai netto sull e spa lle. Viag-
gio in co ntinu ità: Parigi,
Madr id, Londra, Roma .
Non sto fermo un minuto.
Dimmi dove vai e ti dirò
chi se i, mi sento di dover
co rreggere una preceden-
te espressio ne ogg i non
più in voga. Ca mminare
per lunghe ore, sal ire s u
un treno, muoversi co n il
po llice in alto per un auto-
stop di fortuna, dormire
in qualche modo non mi
creano fast id io, a nzi, mi
danno vita, energia .
more, la patria. Viceversa,
so no in cerca d'autore.
Vivo come se non avessi
casa, ma sto cercando
tranquillità, sicurezza, un
nid o dentro cui stare.
Sono inquieto, instabile.
Non ho ancora in co ntrato
l'a more de ll a mia vit a. Mi
muovo t ra un ' infinità d i
persone, incontrate la
prima volta, co me api che
vaga no di f iore in fiore.
Non è t utto mi ele que llo
che sperim ento e provo.
A questo punto ho un va-
go desiderio di essere
cittadino del mondo, più
che italia no in senso clas-
sico. Ti chiedo, se il mondo
s i è messo a viagg iare,
perché tante precauzioni
nei confronti di ehi si
affaccia, di ch i arriva in un
Viaggio, dunque esisto .
paese non suo? Sono sba-
Incontrare, parlare, vedere mi rendono aperto. Mi gliato io a muovermi in continuità, a ll a ricerca di
sta stretta la casa; non so no nostalgico della mia un'identità a ncora inespressa, o forse tu, Don
città. Di essa porto in giro un incorreggibil e t imbro. Ca r lo, cred i di essere nel vero, perché f igli o di una
Chi mi sente mi ributta da dove so no partito: t rad izione che si ripete ma non si rinn ova?
"Sei ve neto?!". Viagg iare: a ciasc un o il suo treno.
I li bri in vecc hi ano neg li sca ffa li d i un a biblioteca.
Sono s parite le frontiere; la ca rta d'id entità mi fa Poch i so no et erni. Viagg iando im paro di più. Senza
se nti re più europeo che italia no. De ll 'E uropa non acco rg er mene divento g iorna lista , sc rittore e
siamo anco ra cittad in i. Troppe le differenze: appun- poeta.
to, i tren i.
Se parlo delle capitali, sento Parigi più a portata di
mano, Londra raggiungibil e in qualsiasi punto con la
sua metropol itana. Mi trovo più a disag io a Venez ia,
Firenze, Napoli: città che non temono co nfronti, ma
Esci dal guscio. Marco Po lo non si è all ontanato da
casa in cerca d'avventure, ma ha avvicinato il
mondo.
Con lu i la Cina è più vicina da diversi secoli.
faticose da co nquistare per chi viaggia come me.
Ciao. Carlo Terraneo
FEBBRAIO 2001 BS

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:••r.::~••=~••~••==••=••=••=••=
••••••
I salesiani sono in Venezuela dal 1933.
Un campo di lavoro laborioso e complesso,
soprattutto per la difficoltà di avvicinare
la popolazione indigena e di inculturare il Vangelo
in situazioni del tutto diverse da quelle abituali.
•••••••••••••••••••••
Una ~fida accettata, che continua a impegnare . ., .. ..
salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice ,, _.~:e:, '.::, ~ , -~ •. . -,
nel tent_a~ivo_ di salvare gli indio e le loro . ~, , -:.--.:::...: , ~ · · ·""'\\ .~
trad1Z1om e contemporaneamente "·:-~:
di annunciare il Salvatore.
· · /-- ..
·-I-.
••••••••••••••••••••••••
..
MUSEI SALESIANI ~...
IL MUSEO ETNOGRAFICO
DI PUERTO AYACUCHO
di Natale Maffioli
li museo è nato.nel 1984, ed è stato dedicato a monsignor Enzo Ceccarelli,
un vescovo salesiano che è stato vicario apostolico di Puerto Ayacucho.
Nelle intenzioni dei curatori era vivo il desiderio di far conoscere
cf agli stessi abitanti della regi<JPe, e a quanti lo avrebbero visitato,
la vita e le diversità lturali delle varie comunità
degli indio del/'~,;nazzonia venezuelana. ·
••••••••••••••••
•••••
••••••••••
Capanna degli indio,9 aroa della foresta venezuelana,
ricostruita nel museo di Puerto Ayacucho.
: i.::::=====;-:=:::=====================, ======
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS FEBBRAIO 2001 • •

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··············································-············I····························· •••••••••••••••••••••••••••••••
Yanomami. È l'etnia più antica
e numerosa della foresta
amazzonica. Agricoltori, cacciatori
e pescatori , gli Yanomami sono
oggi circa 10.000 individui
concentrati in gran parte
in Venezuela e Brasile.
Puerto Ayacucho. Il nuovo centro
divenne rap idamente il punto di
riferimento di spensatore di servizi
soc iali per gli indigeni, con un
conseguente fenomeno migrato-
rio. L'affermazione è sosten uta
dai dati demografici: il 60% de ll a
popolazione si addensa nei tre
centr i di Puerto Nuevo, Puerto
Ayacucho e Samariapo.
Questa concentrazione di po-
polazione ha, indubbiamente, avu-
to delle grav i conseguenze sull e
popolazioni dei nativi: perdi ta di
identità cu ltu ra le in alcun i gruppi
di indigeni ; problemi socia li negli
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
individui e nell e fa migli e dove,
G da tempo era ini ziata
un 'osservazione accurata
sulla cultura dei vari rag-
gruppamenti di indi geni ad opera
dei salesiani don Lui gi Cocco e
don Battista Premarini. Quest'ul-
timo aveva studiato in modo par-
ticolare i 'petroglifi' , le in cisi oni
sulle pietre che costeggiano il
corso dei diversi rami aell' Alto
Orinoco .
Nell'Amazzoni a venezuelana vi-
no composti da meno di 3000
persone come ~li Ye'kwana, i
Curripaco, i Bare e i Baniva; co-
munque la maggioranza delle
etnie non supera i 1000 soggetti.
UN TERRITORIO
SFRUTTATO
La storia del territorio amazzo-
ni co è quella di tante regioni del-
1'America latin a: sfruttamento del-
IMaschere sacre degli indio
Uhuothoj'a usate per la festa
"warime ", che si celebra ogni
tre anni in onore degli dei creatori
del popolo, e può durare anche
tre mesi.
vono circa 40.000 indi geni, rag- le risorse naturali, insed iamenti
gruppati in tribù che si differen- provvi sori che poi diventarono
ziano nell a lingua, nell a religio- definitivi. Negli anni '20 del No-
ne, nell 'orga ni zzaz ione sociafe e vecento, la regione divenne parte
nell 'economia. Alcuni di questi integrante dell'attività econom ica
gruppi supera no i 5000 individui del Venezuela, e la capita le dello
come gli Yanomami, i Piaroa e i Stato dell'Amazzonia fu trasferita
Guajibo; altri, meno numerosi, so- da Sa n Fernando de Atabapo a
• • FEBBRAIO 2001 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••
UN MUSEO
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••
•••••••••••••••••••••
PER VALORIZZARE
IL TERRITORIO
Il Museo Etnografi co si pone
dunque non come uno strumento
di evocaz ione di civiltà lontane
nello spazio e nel tempo,_ma co-
me un mezzo per va lori zza re e
salvaguardare la vita e la cultura
delle popolazioni indigene che
attualmente vivono nella regione.
D'a ltra parte l' istitu zione cultura-
le di Puerto Ayac ucho non ha la
••••••••••
stessa preocc upaz ione dei grandi
centri in tern az ionali, quella cioè
di presentare oggetti rim archevoli
per la qu alità arti stica e scientifi-
ca; l' intento è di crea re la co-
sc ienza dell a diversità cultura le,
Vaso muliebriforme, utilizzato
come contenitore di acqua.
·del rispetto che come popo li dif-
fe renti merita no e per ultimo iI
diritto che gli indi geni hanno di
sv iluppare ir loro modell o soc iale
in funzione de ll a loro sopravvi-
••••••
venza come popolo.
in una soc ietà etnocentrica, agli Il M useo conta attualmente di
indi geni è stato assegnato un un'a mpi a co ll ez ione divisa nel se-
rango inferi ore nell a strati ficaz io- guente modo: la Collezione Etno-
ne soc iale; il predomini o dell a grafica comprende 1800 pezzi
lingua naz ionale (lo spagnolo) e suddivi si nelle sez ioni dell a cera-
la sua non pi ena comprensione mi ca, dei manufatti di legno (ce-
da parte deg li indi geni, che li sti e rec ipienti vari), dei vestiti, de-
esclude dai servi zi sociali, dall ' e-
ducaz ione; la mancata assimil a-
zione di un modello di partec ipa-
zione politica legata ai partiti e ai
gli oggetti di ornamento, degli stru-
menti musica li e altri ancora. In
questa mostra son o rappresentati
più del 90% dei gruppi etnici
•••••
loro rappresentanti .
dello stato dell'Am azzoni a.
Artigianato del gruppo Ye'kwana.
I
Tipici strumenti musicali fatti con gusci di tartaruga
e zufoli di canna.
Tldrofono, strumento musicale ricavato dal guscio
del totumo, frutto tropicale.
••••••••••••••••••••••••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS FEBBRAIO 2001 • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
•••••••••••••••••••••••••
Penne yanomami da cerimonia.
IPentola di argilla. La parte
concava è trattata con la resina
dell'albero " wa 'kamalt' che la
rende perfettamente impermeabile.
Costruzione e decorazione sono
attività prettamente femminili.
Cesta finemente intrecciata dagli
indio Arawak.
•••••••••••••••••••••••••
"•••••'
La Collezione Archeologica, sti-
mata in 180 esemplari , compren-
de materiale ceramico incomple-
to, urne funera ri e, materi ale litico
(a sce con il mani co e senza, pie-
tre per mac inare fo rate al centro,
lastre ut ilizzate per mac inare con
l'a usili o di una pietra), rest i di
ossa umane sepo lte in urne di ar-
giIla. La collezione è arr icchita
"••
aa un a notevo le docu mentazione
fotografica deg li scavi archeo logi-
ci e dei petrog lifi present i in tutta
la zona.
La Collezione naturalistica co n-
siste nell a mostra zoo logica dell e
pelli e dell e ossa di quin dici ani-
mali ; infine la Collezione foto-
PUERTO AYACUCHO
grafica, la più co mpleta di tutta
La città di Puerto Ayacucho fu fondata il 9 dicembre 1924, anno centenario l'Amazzoni a perché il Museo ti e-
della battaglia di Ayacucho (Perù) vinta da Simon Bolivar contro l'esercito
spagnolo sulla riva destra del fiume Orinoco, là dove il fiume fa da confine
con la vicina Colombia. Il compito di disegnare il nuovo centro abitato fu affi-
dato a Santiago Aguerrevere , un ingegnere che aveva già progettato la stra-
da che univa Puerto Ayacucho a Samariapo (distante dalla prima circa 70
chilometri). Nel 1928 la città divenne capitale dello Stato dell 'Amazzonia ed è
ne in custodia l'a rchivio fotografi-
co del Vi ca ri ato Apostoli co di
Puerto Ayacuc ho: sono conservati
cinquant'a nni di stori a de ll o stato
de ll 'Amazzoni a venez uelana.
diventata da subito un porto fluviale di grande rilevanza, caldo, ma molto pit-
Nel 1999 il Museo è stato visi-
toresco. La vicinanza al confine colombiano ne ha fatto un importante punto tato da 3767 persone così suddi -
di transito di persone e di merci. La città è sede del Vicariato Apostolico che vise: 1254 ad ulti, 806 studenti e
comprende tutto l'Alto Orinoco.
1707 tra indigeni e altri. I visita-
I Salesiani sono presenti in questa regione del Venezuela, che si incunea tra
la Colombia e il Brasile, con diverse opere nella città capoluogo e nelle resi-
denze missionarie di prima linea: a Mavaca, la residenza più a sud , a La
Esmeralda, a San Fernado de Atabapo, a San Juan de Manapiare e a Raton .
to ri stranieri più numeros i sono
stati gli ita li ani seguiti dai tede-
schi e dagli statunitensi.
Natale Maffioli
••••••
• • FEBBRAIO 2001 BS• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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CHI SI RITIRA
DALLA SCUOLA
VUOL DIRE CHE HA
PROBLEMI
di Jean-François Meurs
S a/ve, Doctor! Vorrei sem-
((
p/icemente portare la
mia testimonianza, per-
ché possa servire ad altri. Avevo 14
anni. Un giorno con una compagna
di 16, abbiamo deciso di marinare
la scuola. Del resto non mi ci tro-
vavo bene per niente: tanti prof, le-
zioni tutto il giorno, compiti a raf-
fica . Ci prendemmo gusto: era fa-
cile! Imitavo la firma di mia madre
per la giustificazione. Un 'amica mi
aveva fornito dei certificati medici
rubati a suo padre.. . Solo che do-
po tre mesi avevo già cinque insuf-
ficienze in varie materie. Il direttore
convocò mia madre dicendosi
preoccupato della mia salute e dei
pessimi risultati: prima ero un 'a-
lunna modello. La mamma ovvia-
mente cadde dalle nuvole, e mi
passò una solenne lavata di capo,
mentre il preside programmò un
periodo di studio forzato per farmi
recuperare, il che mi permise di
riprendermi. Adesso sono al termi-
ne dei miei studi secondari. Ho avu-
to la fortuna di avere una madre
severa e un preside attento, altri-
menti avrei potuto fare una brutta
fine. Lei ha mai visto quanti giovani
bighellonano in città durante le ore
di scuola ? Sarà durissimo per loro
riprendere i ritmi normali: dovranno
fare una fatica boia, dopo che si
sono lasciati affondare dolcemente.
(Natasha, Genova)
Salute a te, Natasha...
Poni un problema non nuovo che
finalmente comincia a essere preso
in considerazione in tutta Eu ropa.
Non esistono indagini sistematiche
e approfondite sull 'argomento , ma
ci sono delle costanti.
I maschi marinano le lezioni più
delle femmine , e il fenomeno inte-
ressa soprattutto le scuole profes-
sionali. Che sia legato al prolunga-
mento dell'obbligo scolare? Alcuni ,
infatti, preferiscono guadagnare in-
vece che studiare. C'è chi dà la
colpa alle strutture scolastiche fati -
scenti , ai programmi balordi , ai
professori impreparati , agli scioperi
e all'assenteismo di alcuni inse-
gnanti , ecc.
Le ragioni insomma possono
essere tante, quello che è certo è
che i ragazzi sono meno a loro agio
delle ragazze con il sistema scola-
stico. Molti sono stati male orientati :
non erano fatti per le professionali ,
ci sono arrivati in seguito a falli-
menti ripetuti , dovuti spesso a ra-
gioni familiari , o alla crisi adole-
scenziale , o anche a fragilità affet-
tiva . Comunque si fa un torto a
questo tipo di insegnamento , quali_-
ficato spesso come "pattumiera". E
un'ingiustizia bella e buona, perché
l'insegnamento professionale è più
che val ido .
Non di rado, i giovani danno la
colpa allo stress, e all 'isterilimento
della volontà e perfino ai periodi ri-
petuti di vacanza, non solo quelle
che qualcuno si prende per conto
proprio ma anche quelle ufficiali :
più la vacanza è stata lunga più è
difficile riprendere il lavoro . Questo
capita per esempio per le vacanze
di Natale o Pasqua: dopo una setti-
mana di dolce far niente non si ha
più voglia di tornare tra i banchi .
Quali rimedi? Ridurre le vacanze
sarebbe trOP.PO semplice e poco
produttivo! È certo un problema
che va studiato seriamente. Ti dice-
vo che in Europa lo si sta facendo ;
speriamo si arrivi presto a qualche
conclusione .
Tutto questo non ci dice anco-
ra da dove viene lo stress. È un
fatto : la crisi generale e la minaccia
incombente della disoccupazione
hanno allarmato le famiglie e mes-
so sotto pressione le scuole. Biso-
gna anche fare i conti con difficoltà
particolari : certe famiglie hanno pro-
. blemi in casa : ci sono adolescenti
che devono occuparsi di un fratello
più giovane, di un familiare malato ,
o del nonno o nonna non più auto-
sufficienti . Un 'altra difficoltà è costi -
tuita dalla violenza che ha preso
piede presso molte scuole, e alcuni
studenti non osano più frequentare
perché hanno pau ra. Insomma la
scuola in genere non corrisponde a
quella che sognavano. Molti si sen-
tono obbligati a fare i "bravi " stu-
denti e a prendere bei voti , e quan-
do vengono interrogati vanno in-
contro a molte più umiliazioni di
quel che si crede.
Per lottare contro l'abbandono
scolastico, la scuola rischia di gio-
care la carta del ricatto e di reag ire
con controlli accresciuti. Certi istituti
hanno addirittura deciso di lavorare
in stretto contatto con le autorità
pubbliche e la polizia. Questa con-
certazione è benefica nella misura in
cui provoca una presa di coscienza.
Se no non serve: non si può ri-
solvere ogni cosa a suon, di articoli di
legge e di repressione. E anche ne-
cessario rispondere al bisogno ur-
gente di ascolto degli adolescenti e
comprendere a fondo che un alunno
che marina la scuola è un alunno
che ha problemi , uno · che chiede
aiuto. I genitori sono a volte mostrati
a dito dalle autorità scolastiche ,
convinte che essi non si assumano
più le loro responsabil ità. Ma essi
subiscono già fortissime pressioni
esterne e la loro missione s'è fatta
terribilmente difficile. Aspirano a un
menage fam iliare un po' più gratifi-
cante e non vogliono giocare ai
gendarmi. È perciò urgente organiz-
zare, negli istituti scolastici, degli
spazi per poter parlare liberamen-
te .. . delle camere di decompressio-
ne tra la scuola e la famiglia.
BS FEBBRAIO 2001

3.8 Page 28

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Figlie di Maria Ausiliatrice e salesiani sulle rive dell'Orinoco:
MARISOL di Graziella Curti
Maria Soledad Docampo
è una FMA missionaria.
Laureata in ingegneria
DELLA FORESTA chimica, da dieci anni
lavora tra gli indigeni
dell'Amazzonia
MAR DELLE ANTILLE
,.:; .,
'TRINIDAD E
Sotto~IO 1,'.;t
~ c As ° ~1:1m
,::i TOBAGO
r1' T
. ~
PAIN
ncia Barcelon =---...,,..,..,,,._, ,,or1noco
venezuelana con progetti
di alimentazione che,
mentre permettono
migliori condizioni
di vita, rafforzano
le radici culturali
I
e il senso comunitario.
MB
Marisol è una donna dinami-
ca: porta i segni di una gio-
vinezza energica che non si
arrende di fronte agli ostacoli. Quan-
do la incontriamo, si trova tempora-
neamente a Caracas per garantire
una buona amministrazione all'ulti-
mo progetto alimentare. Le chiedia-
mo di raccontarci la sua storia. Lo
fa semplicemente, senza filtri.
"All'origine della mia scelta di
vita c'è forse una passione per i più
pove1i e la forte creativa laboriosità
dei miei avi . La gente di Galizia è
intraprendente, coraggiosa. Quando
i miei sono emigrati in Venezuela io
ero già nel seno di mia madre. An-
cor p1ima di nascere, ho percepito il
viaggio come categoria naturale del-
la mia vita. Posso dire che in questi
anni missionari ho camminato molto
e navigato per ore, a volte per giorni
interi, sul fiume.
savana che quella fosse la mia stra-
da e volevano impedirmi di seguir-
la. In seguito c'è stata la riconcilia-
zione e varie avventure. La prima
l'ho vissuta a San Juan de Manapia-
re, nell 'Alto Orinoco, dove ho ini-
ziato con un progetto alimentare".
Un album di foto con didascalie
brevi commenta l'impresa di suor
Marisol. Le istantanee presentano il
piccolo villaggio a due ore di aereo
da Puerto Ayacucho. La terra scava-
ta per le fondamenta dei capannoni
e del mulino che servono per la con-
servazione e la lavorazione del mais
è rossa. Si può osservare il procede-
re dei lavori, l'arrivo degli aerei mi-
litari, il passaggio a catena del ma-
teriale da costruzione.
Marisol è sempre presente a indi-
care, osservare, discutere. Con lei
gli indigeni lavorano con passione.
"La prassi missionaria - spiega -
non consiste nel sostituirsi alla gen-
te, ma nell 'animazione". Non deve
essere stato facile. C'è la fatica del-
la manovalanza, perché mancano
strumenti meccanici; si aggiungono
le soste forzate, quando il fiume
s'impenna e non permette di navi-
gare. Ma, a progetto tenninato, au-
mentano le possibilità di lavoro per
la gente, le risorse alimentari sono
assicurate, la vita cresce.
LE VICISSITUDINI
DI UNA VITA
L'inizio della mia vocazione è sta-
to un po ' avventuroso. Sono scap-
pata di casa, perché i miei non pen-
FEBBRAIO 2001 BS
Suor Marisol nel viaggi missionari sull'Orinoco .

3.9 Page 29

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missionari del Vangelo e della cittadinanza.
PELLEGRINA SUL FIUME
La storia di Marisol ha una sosta
in Italia alle fonti della spiritualità
salesiana, poi di nuovo, in piena sel-
v~, tra le etnie dell'Alto Orinoco.
"E stato durissimo perché avevo il
compito di visitare i caserios indi-
geni. A volte camminavo per giorni
prima di giungere a qualche shapo-
nos (abitazione comunitaria) yano-
mami. C'erano i pericoli dei serpen-
ti, delle tigri, ma soprattutto la fati-
ca di entrare in una cultura con lin-
guaggi verbali e gestuali diversi dai
nostri. Il compito primo era quello
di portare medicine per gli ammala-
ti, schede bilingui per la scuola del
villaggio. Raramente riuscivo a far
accettare qualche consiglio alimen-
tare e a insegnare un canto ai bam-
bini. Ho preso nove volte la malaria
e mi è capitato di perdere sei chili in
dieci giorni di viaggio".
L'espressione del viso di suor Ma-
risol accompagna il racconto e fa
intuii-e lo spessore di un 'esistenza
che in certi momenti diventa dram-
matica.
Come quel giorno in cui un bim-
bo di 9 anni viene morsicato da un
serpente. Lei interviene con gesti
rapidi cercando di estrarre il veleno.
Poi, constatando l'inutilità del rime-
dio, insieme ai genitori, con la barca
a motore tenta di trasportare il birn-
I Suor Marisol a Manapiare
(Orinoco) mentre dirige la
costruzione degli impianti per
la trasformazione del mais.
I Suor Marisol, il pilota dell 'aereo
e padre Luis Arranz,
durante lo scarico del materiale
da costruzione.
bo a una missione vicina dove c'è
un ambulatorio. Il tragitto sembra
infinito e il ragazzo peggiora. L'urlo
impotente dei genitori si unisce a
quello della suora, quando il piccolo
cessa di respirare.
O come le marce forzate nella fo-
resta. "Mi mettevo sempre a capofi-
la perché mi faceva più paura la
tigre che ti assalta silenziosa alle
spalle piuttosto che i serpenti: que-
sti riesci a individuarli con il basto-
ne che ti aiuta ad aprire il cammino.
Ore di massima attenzione e fatica,
ore estenuanti. E quando arrivi non
trovi una doccia calda: solo un fiu-
me, quando c'è, per una sciacquata.
INGEGNERE
COMUNITARIO
Suor Marisol ha sempre voluto
orientare per il bene comune la sua
professionalità di ingegnere chimi-
co. Tra la gente che soffriva per fa-
me, ha cercato di realizzare progetti
che permettessero di sfruttare i pro-
dotti della loro te1rn. Dove arriva,
dopo un'analisi attenta del territo-
rio, studia il carattere delle etnie, il
loro modo di percepire la vita e poi
parte con un progetto calibrato. Die-
tro l'obiettivo alimentare c'è pure la
finalità di formare i vari gruppi al-
1'autogestione, al lavoro comunita-
rio. Quello che più interessa è di cu-
stodire le radici culturali della gen-
te, migliorando la qualità della vita
e aumentando il senso di apparte-
IUltima invenzione di suor Marisol :
riconvert ire i programmi di una
scuola professionale vicino
all 'oceano. Sfruttamento della
risorsa pesca per l'alimentazione
umana e degli animali.
nenza contro il rischio della fuga
verso la città, dove solitamente chi
abita nella foresta si perde nell'al-
cool, nella miseria e nella nostalgia.
Ora suor Marisol abita a Giiùia,
nell'est del Venezuela. Qu1 l'am-
biente è diverso: 45 mila abi tanti,
per lo più contadini e pescatori. Lei
sta progettando una scuola tecnica,
che riesca a sfruttare al meglio le ri-
sorse della zona. "Gtiiria si trova
sulle rive dell'Oceano e ha un retro-
terra fertile ... La scuola, che per ora
conta soltanto un centinaio di alunni
e alunne, deve fare i conti con il ter-
ritorio.
·
"L'idea che ho è quella di sfrutta-
re al massin10 la pesca e le risorse
della terra (frutta, verdura, ecc.). Per
il primo obiettivo ho già avuto vari
colloqui e la promessa di collabora-
zione. Il proprietario delle più gran-
di imprese di pesca della città mi ha
garantito una fornitura gratuita gior-
naliera di 4 tonnellate di rifiuti di
pesce da cui, attraverso procedi-
menti adatti, si può trarre la farina
di pesce, materia prima per ali menti
degli animali".
Alla domanda: "Lavori sola o in
équipe?". Risponde sicura: "In que-
sti progetti è fondan1entale l'appor-
to della comunità. Sull'esempio di
Don Bosco, io mi rivolgo a tutti
quanti mi possono aiutare".
Da mesi, suor Marisol sra studian-
do con la comunità delle sorelle e
dei laici il progetto secondo il meto-
do della ricerca/azione e msieme, da
brava salesiana, è a contatto conti-
nuo dei giovani del posto. Con loro
ha già realizzato recitals, dramma-
tizzazioni sacre, perché, oltre gli
strumenti dell'i ngegnere chimico,
lei sa usare la chita1Ta e trarre quella
musica della vita che rallegra quasi
come il suo sorriso.
O
BS FEBBRAIO 2001

3.10 Page 30

▲back to top
IL
••esE
ITI
IN
LIBRERIA . . eppe t,J\\oton\\e
o cuto d1 G1us
DA DON BOSCO
Al NOSTRI GIORNI
Tra storia
e nuove sfide
di Morand Wirth ,
LAS , Roma 2000,
pp. 624
El
L'autore rilegge la sto-
ria della presenza sa-
lesiana nella Chiesa e
nel mondo con il crite-
rio della fedeltà al cari:
sma del fondatore .
Mette in evidenza il
suo sviluppo straordi-
nario , le sue profonde
ramificazioni , i percorsi
significativi , le difficoltà
e le scommesse di fu -
turo . Lo scopo è quel-
lo di far tesoro di que-
sta ricca e straordina-
ria storia. I suoi prota-
gonisti sono i Salesia-
ni , le Figlie di Maria
Ausiliatrice, i Coopera-
tori , gli Exallievi , le Vo-
lontarie di Don Bosco .
Costituiscono gli allar-
gamenti e le sempre
nuove reali zzazioni del
carisma che attinge al -
la linfa della stessa ra-
dice e si diversifica in
frutti abbondanti. Il vo-
lume poi si arricchisce
di una rassegna delle
pubblicazioni che han-
no contrassegnato la
ricerca sull 'argomento
in questo ultimo tren -
tennio ; di una notevole
documentazione e di
una puntuale bibl io-
grafia aggiornata.
FEBBRAIO 2001 JJS
~E~J-truRA
CHIESA
I 500 ANNI DEL DUOMO
Torino, 21 febbraio 1998,
dell'Archivio Teologico
Torinese ,
Leumann (TO) , LDC 2000 ,
pp . 190
GLI EXULTET DELLA
CATTEDRALE DI BARI
di Gaetano Barracane ,
Mario Adda Editore,
Bari 2000,
pp. 192
~ 801 MEDIA
LA COMUNICAZIONE:
dalla cultura orale
alla cultura elettronica
di Filippo Ceretti ,
ELLEDICI ,
Leumann (TO) 2000,
pp. 142
MUSICA E
MONDO GIOVANILE
di Guido Michelone ,
ELLEDICI,
Leumann (TO) 2000 ,
pp. 128
~
VRIETLAIGIOSA OGGI
CERCANDO LIBERTÀ:
ALLEANZA NUZIALE
di Angela Anna Tozzi ,
Città del Vaticano, Libreria
Editrice Vaticana, 2000 ,
pp. 222
ANCE.LA ANNA TOT/J
CERCANDO LIBERTÀ:
ALLEANZA NUZIALE
,\\m .. , 1.,"1,.-..,"t
l SOO ANNI
DELDuo1v10
':*t1
GLI EXlJLTET DELLA
CATTEDRALE DI BARI '"'
~
"?
Il primo testo illustra i risul-
tati dei lavori di restauro
delle navate laterali del
Duomo di Torino , mante-
nendo per ogni cappella
l'ultimo assetto comples-
sivo accertabile sulla scorta
dei dati raccolti in relazione
al loro valore storico e arti-
stico, e con indicazioni per
ulteriori ricerche . Il secondo
presenta i tesori più prezio-
si dell'archivio storico della
Chiesa di Bari, gli "Exultet",
cantati nella veglia pasqua-
le , attestati già dal Il seco-
lo. Se ne ricostruiscono la
genesi , la storia e se ne
offre un prezioso commen-
to che porta alla riscoperta
delle radici culturali e reli-
giose delle origini ecclesiali.
La storia di oggi non ci sa-
rebbe senza la storia di ieri.
In queste opere di notevo-
lissimo valore artistico e re-
ligioso, il presente, il passa-
to e il futuro s'intrecciano e
si condizionano a vicenda.
Il primo testo si presenta
come una prima agile in-
troduzione ai grandi temi
della comunicazione. A par-
tire da una generale pro-
spettiva sulla ricchezza e
sulle ambiguità delle pos-
sibilità comunicative che il
mondo dei mass-media of-
fre , vengono percorse le
principali tappe che hanno
segnato la storia della co-
municazione umana: lin-
guaggio orale, scrittura,
manoscritti, stampa, foto ,
cinema, media elettroni-
ci .. . 11 secondo testo tratta
dei rapporti tra la musica e
il mondo giovanile , che
mai come in questi ultimi
anni risultano così fitti , in-
tricati e variopinti , in un
coinvolgimento fenomenale
dell'intera società contem-
poranea.
( FILIPPO CERETTI
dalla cultura orale
alla culìura elellronica
(I La
l---OM~~1(Ji 1ot\\t
M I
v~iv~ere:~
l
GUIDO MICHELONE
emondo V ...,,C t\\
I~
~ '-,o
\\.
t'\\, l
,.._____ Vivere
coni meaia
··········· ········
La vita religiosa (cioè un
impegnare la vita attraver-
so i Voti Religiosi dentro
una istituzione) è un modo
di incontrare profondamen-
te Dio nella propria storia.
Anzi - l'autrice precisa - la
vita religiosa si configura
come uno dei luoghi del-
l'esperienza di Dio , come
ambiti del cammino cristia-
no. Chi si avventura in que-
sta ricerca di libertà, attra-
verso i voti prova una forte
tensione spirituale , che è
in fondo la testimonianza
dell 'autrice . Ripensa, con
fine sensibilità femminile , il
retroterra biblico , patristico
e monastico dei Voti Reli-
giosi : l'obbedienza diventa
fiducia totale nel progetto
di Dio ; la povertà è mo -
mento di riposo essenziale
dei bisogni e della cultura
della morte ; la castità è il
senso totale del corpo co-
me carisma verginale.
NON SI FA VENOITA PER
CORRISPONDENZA. I llbn
che vengono segnalati s1pos-
sono acquistare presso le libre~
rie cattoliche o vanno nch1est1
direttam ente all e n spett1v e
Editrici.

4 Pages 31-40

▲back to top

4.1 Page 31

▲back to top
r~ ttJ'!ib°rJ1ANZA
~
TESTIMONI
~
cFoEMDEUENICAZIONE
LAI-TAU -TSUI
PAPA GIOVANNI BEATO LA BIBBIA
MAURIZIO MAIORE
PUNTA D'ARATRO
La parola agli atti
FA AUDIENCE?
Storia di un evento
processuali
di Nazzareno Marconi,
IL VANGELO
di ieri per riflettere
sull'oggi. .. La vicenda
di Mons. Versiglia
di Adolfo L'Arco,
Boria, Roma 2000,
pp. 302
Figlie di San Paolo,
Milano 2000,
pp. 136
UNTEsoRo
NASCOSTO
e don Caravario,
martiri in Cina,
Come coniugare la qualità
di Giancarlo Manieri,
della comunicazione sulla
Editrice SDB, Roma 2000,
Bibbia con le esigenze
pp. 174
dell'odierna industria tele-
visiva? La Chiesa ha mes- 1
Il vescovo salesiano ed il
so la Bibbia in mano alla
suo segretario , riconosciuti
gente ; ma forse non si so-
ufficialmente martiri della
no ancora date le informa-
Chiesa, vengono presen-
zioni necessarie a capirla,
tati in questa opera bio-
il desiderio e il gusto di
grafica originale. Non si
apri rla. Non si è ans;ora La viva esperienza ec-
tratta solo della narrazione
stimolata l'audience. E in- clesiale di Maurizio
degli avvenimenti della lo,
negabile che questo pro- Maiore ha portato alla
ro vita , ma è anche un
blema è di grande impor- edizione di questo vo-
proiettarsi nel futuro co-
tan za. L'auto re racconta lume. Si presenta co-
gliendo il senso nascosto
alcun e su e esperienze in me un vangelo rac-
delle cose che capitano. Il
lettore, attraverso la descri-
zione dell 'itinerario , segue
l'affascinante avventura dei
due martiri protagonisti. Le
domande che l'autore po-
ne a se stesso e ai lettori
sono reali , logiche, natura-
li , immediate. E le riflessio-
ni che seguono sull 'oggi
partono dai fatti di ieri.
Questo libro è un inno alle
doti e alle virtù del "Papa
della bontà". L'autore at-
tinge alle fonti della cultura
e del pensiero dello stesso
Papa; ascolta molte voci
che , espresse in vario mo-
do, consentono di compor-
re , con mille tasselli , il mo-
saico della sua vita. Le te-
stimonianze che egli cita ;
quelle oggettive e quelle
interpretative ; come anche
quelle che in apparenza o
in realtà possono sembra-
re riduttive del personag-
proposito, e afferma che
anche documenti ecclesiali
dichiaratamente moderni
possono essere letti con
interpretazioni del tutto pas-
sate. Il problema è serio
per chi voglia fare forma-
zione e informazione bibli-
ca, e il non affrontarlo può
portare al compiersi di una
scena dell 'Apocalisse che
nell'ottica del suo autore è
forse la più tragica , tanto
da spingerlo alle lacrime
(Ap 5,1-4). In conclusione:
informare e formare;
demonizzare l'audience,
né ritenere il pubblico "igno-
rante ed immaturo".
contato per temi (l 'An-
nunciazione, le tenta-
zioni, Nicodemo, Zac-
cheo ...) e ogni tema è
commentato da un ca-
so vivo di vita quotidia-
na: le difficoltà di una
coppia, la vergogna
del lavoro minorile, la
sorpresa della · voca-
zione religiosa di una
figlia, i debiti, una ma-
lattia improvvisa, i litigi
in famiglia ... ); altre vol-
te è una lettera/pre-
ghiera che commenta
il brano evangelico, rac-
contando una situazio-
ne bruciante, altre an-
ID
gio - tutti hanno potuto li-
cora una lettera con ri-
beramente esprimersi nel
NAZZARENO 1.1ARCONI
, sposta ...
corso della vasta indagine
condotta in un trentennio -
sono state inserite in un
$ {7.Jib6ia
faJltulie/lce-9
Tutte le situazioni so-
no perfettamente deci-
frabili, appartengono al-
quadro d'insieme, sono va-
la vita quotidiana, col-
lutate nel contesto storico ,
piscono proprio perché
sono sottoposte al giudizio
sono tanto reali che ti
dei decreti pontifici. Il tutto
sembrano le tue , scrit-
s'inquadra negli eventi che
te sulla tua carne ...
Con quest'opera si acco-
glie la parola di Giovanni
Paolo Il : "Va scritta e con-
templata ra storia dei mar-
tiri del XX secolo , per tro-
vare una nuova luce".
hanno introdotto la Chiesa
in profondità nei solchi della
fede e della tradizione, del-
la carità e delle opere della
misericordia, della catechesi
e dell'azione sociale.
Per saperne di più:
via Immacolata, 44
20023 Cerro
Maggiore (Ml)
Te/. 0331/ 422.653
BS FEBBRA IO 2001

4.2 Page 32

▲back to top
L/;1/E
PGS di Giancarlo Manieri
''OLTRE"
LO SPORT
Il Giubileo degli sportivi ha visto la
partecipazione massiccia delle PGS,
Polisportive Giovanili Salesiane.
Dalla curva sud dell'Olimpico,
dov'erano dislocate, sono partite
le Ola, i Viva il Papa più convinti,
le ovazioni più lunghe
e l'irrefrenabile gioia salesiana...
I l e,erano le PGS, eccome! E si sono fatte sentire
durante tutta l'eccezionale manifestazione.
Dalla curva sud saliva un clamore irrefrenabile
ogni volta che nei due immensi maxischermi compari-
vano i volti dei divi della pedata : Batistuta, Totti , Toldo,
Baggio , Zola... Pensavo (ma si è rivelato un giudizio
temerario): questi sono venuti per i divi del momento,
più che per il Giubileo. E paventavo, devo confessarlo,
l'arrivo del Papa che opinavo avrebbe ricevuto la sua
parte di ovazione più di cortesia che di entusiasmo ...
Sbagliato! Di grosso! Quando la mercedes nera del
Pontefice ha fatto il suo ingresso dal varco apposito,
l'ovazione è diventata incontenibile , il tifo incredibile ,
l'entusiasmo alle stelle. Wojtyla ancora una volta ha
sorpreso e sbalordito tutti , giornalisti compresi, che
pure sono abituati alle cose più assurde. "Che cosa
- Il Papa spettatore della partita al Flaminio.
mai avrà in corpo questo vecchio cadente per susci-
tare un tifo da star? ". L'ho detto a me stesso e l'ho
ripetuto a qualche giovanissimo "pigiessino", più tardi ,
in piazza San Pietro . "Non lo so! - mi ha risposto una
ragazzina - Comunque, guai a chi ce lo tocca!".
L'OMELIA... DA STADIO
L'hanno ascoltato anche durante l'omelia. Addirittura!
In silenzio. Tanto da suscitare qualche ammirato com-
mento da parte di alcuni giornalisti della tribuna stam-
pa. E dire che non è stata, come al solito, una predica
disimpegnata, di cortesia , di complimenti . Il Papa non
ha ceduto alla tentazione qualunquista del buonismo
oggi di moda in tutti gli strati sociali. Ha rilanciato
senza fare sconti e concessioni particolari , il tavolo dei
valori , dei doveri , delle responsabilità che riguardano
IJI'.:.""'
L'affollata curva dove erano anche le PGS.
FEBBRAIO 2001 BS
- La banda dei carabinieri in alta uniforme.

4.3 Page 33

▲back to top
giocatori e dirigenti , allenatori e accompagnatori. Allo
stadio si corre , ha ricordato , ma la grande corsa da
vincere è quella della vita, una gara che tutti possono
e devono vincere. Un concetto , questo, un po ' alieno
alle arene sportive, dove chi vince è uno solo, o tutt'al
più una squadra, gli altri perdono e così sia!
Il Papa diplomaticamente ringrazia Samaranch, il pre-
sidente del Comitato Olimpico Internazionale , Petrucci,
il presidente del Coni, Rossi , medaglia d'oro a Sidney,
ma subito dopo richiama i grandi valori che fanno
grande lo sport e l'atleta, ma pesano a tutti , perché
poggiano sul sacrificio duro, diuturno, accettato, pena
il non raggiungimento della meta. E cita, il Papa, virtù
come la lealtà, la perseveranza, la pazienza, l'ami -
cizia , la condivisione , la solidarietà ... che non sono
frequentatrici abituali degli stadi . Poi va giù forte , a
testa bassa, e, senza mezzi termini o pudichi tenten -
namenti , pronuncia quelle che oggi sono quasi paro-
lacce: conversione e temperanza .
È da non crederci , un discorso del ge,:iere è stato in-
terrotto spesso (troppo?) da applausi. Mi domandavo il
perché . E ho pensato che il motivo poteva essere il
fatto che ciò che il Papa andava dicendo erano cose ,
visti i tempi, talmente inusuali , inedite, sconvolgenti da
strappare il più incantato apprezzamento .
POI LA PARTITA
Poi lui sempre protagonista e attore , ha fatto , una
tantum , lo spettatore . Credo sia stata la prima volta di
un Pontefice romano. Ma ormai ai primati di Wojtyla ,
ci si è talmente abituati che le sue performance non
fanno più notizia, anche se sconvolgono chi ha la
fortuna di assistervi.
Alla gara della nazionale di Trapattoni contro gli stra-
nieri che giocano in Ital ia c'era così uno spettatore
d'eccezione, un vecchio portiere polacco, ora Papa...
e forse proprio per questo , chissà , non si è assistito
alle solite risse che caratterizzano con allarmante
frequenza le partite di foot-ball , e non solo quelle.
"Dovrebbero invitarlo tutte le domeniche in tutti gli
stadi! ", ha sussurrato una simpatica giornalista alla
mia destra. "Anche in quelli delle squadre minori e di
periferia, e perfino in qualche partita delle PGS!", ho
aggiunto mentalmente e, forse , un po' sfacciatamente.
Ma troppi papi calibro Wojtyla occorrerebbero. Il mer-
cato non è così prodigo!
INFINE SAN PIETRO
Terminata la kermesse allo stadio olimpico, atleti e
dirigenti pigiessini si sono ritrovati in Piazza San
Pietro, tra le grandi braccia del Bernini. Lì atleti e diri-
genti hanno ascoltato, hanno cantato, hanno pregato e
danzato la loro preghiera. Poi hanno varcato la Porta
Santa unendosi alle migliaia di pellegrini che ininterrot-
tamente facevano il loro stesso percorso . La porta è la
vita, è la meta del pellegrino , e anche dello sportivo ...
Cristo è la porta che apre l'accesso alla vita definitiva,
al senso ultimo : oltrepassare quella porta è fare il più
importante passo della propria carriera, e di tutta inte-
r;3 l'esistenza. Chissà se atleti e dirigenti hanno intuito
l'importanza di quella Porta!
(Servizio.fotografico de ll'autore)
li saluto al Pontl'.lfice da parte di Samaranch,
Petrucci e Rossi.
rUanppmreosmeenntatotivdaeldlaegplai rsr~~:~~a l_a nhazi<?nale italiana e una
en c e giocano in Italia.
Monsignor Bertone, don Maggi , delegato nazionale
salesiano, e il Presidente nazionale PGS, prof. Bracco.
BS FEBBRA IO 2001

4.4 Page 34

▲back to top
- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrere
I FIGLI HANNO
BISOGNO DI
INCORAGGIAMENTO
Incoraggiare è una parola bellissima:
significa "dare cuore".
Incoraggiare i figli significa fare un trapianto di cuore.
È un'arte magnifica e delicata.
Parliamo di una qualità rara
che passa da cuore a cuore.
Il compito preciso di genitori
ed educatori è aiutare e sostenere i
figli mentre sviluppano le capacità
e la sicurezza necessari per cam-
minare con le proprie gambe.
È importante prima di tutto ve-
dere e valutare la realtà. Quando i
bambini sognano, lo fanno in gran-
de. Nei loro sogni tutto possibile.
Non è facile guidarli con delicatezza
a valutare realisticaménte le loro ca-
ratteristiche personali \\e i loro desi-
deri . Può essere una faccenda mol-
to delicata sapere quando interveni-
re o meno , quando lodare e quando
offrire critièhe costruttive. I figli han-
no bisogno di appoggio, ma anche
di una valutazione sincera dei pro-
gressi compiuti e dei risultati rag-
giunti, insieme alla sicurezza che
tutto quello che i genitori dicono o
chiedono è per migliorare le loro ca-
pacità.
Per far questo i genitori devono
prestare molta attenzione alle ne-
cessità, ai talenti e ai desideri spe-
cifici di ogni bambino. Non si inco-
raggia "al plurale": è vitale ricono-
scere le differenze individuali, capire
come uno affronta lo sconforto o le
perplessità, come l'altro riesce a
mantenere l'interesse per un pro-
getto, chi ha più bisogno di essere
aiutato e guidato e chi invece fa me-
glio da solo. Ogni bambino è unico:
incoraggiare in modo autentico si-
gnifica tenere conto del suo tempe-
ramento , dei suoi gusti, delle paure,
degli interessi e delle capacità.
no indietro. Qualche volta è preferi-
bile aiutarli prima che vengano so-
praffatti dalla situazione, mentre in
altri casi è meglio farsi indietro e la-
sciare che risolvano da soli i loro pro-
blemi. Ma anche se li lasciamo fare,
possiamo essere presenti con una
parolar, gentile, un colpetto sulla
spalla lo un suggerimento adatto.
Il miglior inco r,aggiamento tuttavia
eonsistè nell'aiutare i figli ad ave-
're ui;ia ~isione 'positiva di se stes-
si e defle proprie capacità. Co-
struire insomma la loro autostima.
Lo si può, fare con alcuni passaggi
semplici ma importanti. I genitori de-
vono ascoltare e prendere atto dei
pensieri e dei sentimenti dei figli. Si-
gnifica dare loro del tempo , dedica-
re loro vera attenzione . È un modo
per comunicare loro che sono accet-
tati , che contano e che i loro pensieri
sono importanti .
-
Perciò la seconda cosa essen-
ziale è essere presenti. I genitori
devono aiutare i figli ad andare
avanti e allo stesso tempo essere
pronti a sorreggerli quando ru zzola-
FEBBRA10 2001 /JS
È importante costruire un ambiente
familiare in cui i figli possano sen -
tirsi "bravi", riuscire bene in qualche
cosa. E sbagliato pensare che i bam-
bini crescano più forti se vengono
"temprati " ripetutamente da valuta-
zioni negative, ordini , imposizioni e
fallimenti.
I genitori devono lasciare ai figli un
controllo sufficiente di se stessi: se
pretendono di controllarli in modo
eccessivo comunicano loro solo un
senso di inadeguatezza e di inca-
pacità . L'autonomia si incoraggia
curandçi molto il senso di responsa-
bilità. E importante che i bambini
imparino a essere responsabili e a
prendere parte alle mansioni di tutti
i giorni secondo l'età e le capacità.
I bambini devono essere incorag-
giati a oltrepassare i loro limiti e ad
allargare i loro orizzonti. Allo stesso
tempo devono sapere che i genitori
sono dalla loro, parte , anche quan-
do sbagliano. E giusto apprezzare
un lavoro ben fatto , dare un ricono-
scimento e un elogio ai bambini per
i loro piccoli progressi.
L'incoraggiamento non sfugge
ad alcune trappole. La prima, la più
pericolosa, è la stanchezza che tal-
volta assale i genitori. È facile , per
esempio, che i piccoli impieghino
più tempo a fare qualcosa da soli di
quello che impiegherebbero i geni-
tori a farlo per loro. Quando sono
più grandi può non essere una que-

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
stione di tempo , ma di sforzo: i geni-
tori possono essere stanchi di com-
battere perché i figli facciano quello
che è nel loro interesse. Soprattutto,
quale che sia l'età dei figli , i genitori
non devono mai cadere nella trap-
pola di fare le cose al posto loro.
I genitori dovrebbero organizzare
gli orari in modo che i bambini ab-
biano il tempo necessario per eser-
citarsi a fare quello che stanno im-
parando (vestirsi , lavarsi i denti , met-
tere a posto la camera) a modo lo-
ro e senza fretta. Le vite stressanti
che molti di noi conducono fanno
sembrare un prezzo troppo alto da
pagare decidere, per esempio, di al-
zarsi tutti mezz'ora o un'ora prima.
Certo, per i genitori non è sempre
possibile destreggiarsi tra i mille
doveri familiari e professionali. Ma
nel soppesare i pro e i contro pen-
sino a quanto possa essere impor-
tante questo per dei bambini , che
hanno bisogno di imparare a fare le
cose da soli e in modo tale da sen-
tirsi fieri e sicuri di sé, e non pieni
di vergogna e avviliti per la propria
incapacità di stare al passo con il
ritmo frenetico della vita.
Un'altra trappola in cui possono
cadere i genitori è proteggere i lo-
ro bambini da insuccessi, delusio-
ni o offese, scoraggiandoli dal pren-
dere iniziative . Si rischia così di cre-
scere ragazzi insicuri, dipendenti, po-
co creativi. Infine i genitori devono
stare attenti a non spingere i figli a
raggiungere gli obiettivi che loro non
sono riusciti a raggiungere. Ogni
bambino, con i suoi particolari talen-
ti , è uno spirito unico e irripetibile. In-
coraggiare non è dare, una pacca
sulle spalle ogni tanto. E aiutare i fi-
gli , con l'esempio e non con le paro-
le, a conquistare qualità spirituali co-
me la generosità, la gentilezza, la
sensibilità, la determinazione . È aiu-
tarli a credere in qualche meta e a
metterci dell'energia per raggiunger-
fa . Incoraggiare è credere nei sogni
dei figli , anche quando non si capi-
scono completamente.
A PRANZO?
UNA GENEROSA
PORZIONE DI
CORAGGIO!
Insieme alle vitamine che quotidianamente ci preoccupiamo
di somministrare ai figli durante i pasti perché crescano sani
e forti, forse dovremmo includere una bella razione di coraggio.
E' indispensabile infondere corag-
gio ai ragazzi , perché hanno
un tasso di autostima quasi
sempre al di sotto del minimo vita-
le, se si eccettuano alcuni momenti
di ipertensione in cui una brusca
impennata fa montare la testa ma
al tempo stesso causa un senso di
vertigini e di nausea.
Queste cose non acca-
dono solo a chi ha una
particolare costituzione
psicologica, che lo rende
fragile nelle piccole e
grandi prove che deve
affrontare. Capitano
anche ai più ro -
busti , e non fac-
cio fatica a inclu-
dere in questa ca-
tegoria entrambi i
figli; ma da quando sono entrati nel-
la fase adolescenziale , anche loro
appaiono talvolta poco disponibili a
credere in se stessi e vanno in tilt
non appena le richieste della realtà
esterna si fanno più esigenti .
A dire il vero, Claudio è stato
sempre bisognoso di incoraggia-
mento, anche se può sembrare il
più sicuro e disinvolto. Forse perché
è abituato alla pratica sportiva, ri-
schia di non concludere molto, se
non sente alle spalle un tifo da sta-
dio, soprattutto quando deve so-
pravvivere ad una mattinata scola-
stica, nel corso della quale non si è
sentito adeguatamente valorizzato.
Ai primi segnali di crisi, preferisco
servirgli un po' di coraggio già con
la colazione .
Alessandra, invece , raramente di-
chiara di aver fame di questo gene-
re di cibo , però non disdegna una
bella razione di incoraggiamento ,
soprattutto a metà giornata, quando
fa un bilancio della mattinata e de-
ve ricaricarsi di energie da spende-
re durante il pomeriggio . Peraltro,
lei non avverte tanto il bisogno di
questa risorsa quando affronta que-
stioni legate allo studio , ma nel mo-
mento in cui deve affrontare impe-
gni di carattere sociale ed ecclesiale,
per i quali occorrono una pazienza
infinita e una tenace perseveranza.
Da parte mia, mi affanno a cuci-
nare questa pietanza in vari modi :
talvolta suggerendo ai figli che nella
vita non è possibile gareggiare sen-
za _aver preventivamente fatto un ri-
goroso allenamento. In questo caso
l'incoraggiamento va condito solleci-
tando la volontà e alimentando la
capacità di resistenza negli impegni
e nelle prove quotidiane. Altre volte
mi sembra più opportuno accompa-
gnare un incoraggiamento con una
bella dose di solidarietà. Senza so-
ns FEBBRAIO 2001

4.6 Page 36

▲back to top
stituirmi alle responsabilità dei due
ragazzi , né tanto meno facendo
stupidi tentativi per aiutarli ad ag-
girare con vari stratagemmi un
certo compito , cerco di conse-
gnarli alla loro autonomia, facendo
in modo però che possano avverti-
re che resto sempre nei paraggi ,
pronta a dare una mano se serve ,
ma soprattutto a ritmare la loro fa-
tica.
Infine, ci sono occasioni in cui oc-
corre preparare una colazione al
sacco a base di pane e coraggio:
capitano giornate in cui non mi
sono dati la possibilità e il tempo di
mettermi in ascolto dei problemi e
delle contraddizioni, delle speranze
e delle delusioni che Alessandra e
Claudio sperimentano sulla loro
pelle . Quando devono misurarsi
con la necessità di stare da soli e
di fare da soli , credo che costitu i-
sca una buona ricarica energetica
poter ricordare che, sia pure in mo-
do misterioso, sono sempre con lo-
ro, pronta a credere in quel che rea-
lizzano anche se possono commet-
tere degli errori.
I ragazzi si sono invece mera-
vigliati nel venire a sapere che
anch 'io durante la giornata mi con-
cedo talvolta una porzioncina di
coraggio . Ho dovuto spiegar loro
che non è vero che noi adulti sap-
piamo sempre come affrontare e
risolvere le paure che inquietano il
cuore . E sono anche rimasti stupiti
quando hanno capito che neppure
una mamma può farsi coragg io da
sola : mi è sembrato però giusto
che diventassero consapevoli del ·
fatto che questa qualità si moltipli-
ca e funziona realmente quando
diviene un regalo che si scambia
con semplicità e generosità.
Non avrebbero mai immaginato
che , pu r sentendosi così bisogno-
si d'incoraggiamento, a loro volta
anche con la sola presenza rie-
scono a incoraggiare me quando
sono giù di corda. Alessandra rie-
sce sempre a smascherare i miei
pietosi tentativi di riciclare pietanze
che sono state surgelate in tempi
non sospetti , ma ancora non ha
scoperto che la stessa porzione
di coraggio gira a tavola da tanto
tempo e viene servita ora all 'uno
ora all'altro con qualche piccola
variante nel condimento.
FEBBRAIO 2001 BS
SPIRITUALITÀ SALESIANA
di Piero Borelli
RELIGIONE
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1/:-,;_;):,\\., I, ,.__ f ~c:r,,
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La Religione costituisce il 2° grande
pilastro del Sistema Preventivo.
La sua formidabile capacità educativa
Il ì:SsIi ~ , ,. i
~\\6~--~-,
,;;>,ì,
1,\\
1,\\~,
,.,.
è stata ampiamente dimostrata da Don Bosco
attraverso i risultati ottenuti anche su ragazzi impossibili.
D È ormai giustamente famosa la
triade educativa di Don Bosco : ra-
gione re ligione amorevo lezza, che
m isce late sapi ente mente dall a sua
magistrale intui zione hann o predi-
sposto pe rco rsi perso nali zza ti di
crescita e rida to digni tà ai giova ni ,
p revenendo i l male che se mp re
rov in a sull a loro vita .
Se la ragio ne mi sura il co mpo rta-
mento um ano tenendo a bada
co ndotte in se nsate, la reiigione fa
entrare nell a vi ta dei giovani il
fasc in o del mi stero di Dio che ha
crea to l' uomo e la donn a pa rtec ip i
d i un uni ve rso p ieno de ll a Sua
presenza .
Don Bosco fa crescere i suoi
giovani nella conoscenza di un
Dio/amore che non può essere ac-
ca nto nato: se nza il pensiero di Di o
la v ita è mo nca . Co lti va re q uesta
p resenza in v isib il e, attrave rso la
pregh iera, le buone letture, la me-
d itaz ione è il segreto d i un a v ita
riu sc ita .
se nso ed eq uilibri o ai co mpo r-
ta menti, in sinu a nei giova ni l'amo-
re all 'Amore e il tim ore di d isp ia-
cere questo A more.
I
La Religione, attraverso la preghiera,
le buone letture, la meditazione,
è il segreto di una vita riusci ta.
La presenza del Dio/amore
fo rnisce d i senso il creato e mette
neg li avvenim enti l' impronta di un a
provv idenza che gl i assicu ra un es i-
to pos it ivo nonosta nte l' in tru sione
p latea le del male che l' impres-
sione di aumentare ogni giorno. Per
D on Bosco edu cato re la re ligione
non è un va lo re a sé sta nte, ma
profondamente compenetrata da lla
ragione e sa ntificata da ll 'amore che
è la più grande dell e virtù, perché
è la v irt ù eterna. Un giorn o tutte
scompa ri ra nn o eccetto l'amore. La
religione dunqu e co ntrib ui sce in
mani era determin ante a quell 'equi-
li brio che fa vive re ai giova ni
l'esperienza terra-cielo.

4.7 Page 37

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4.8 Page 38

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I Riti di Passaggio
LANASCITA
di Nicola Follieri
V enire al mondo e andarsene
dal mondo hanno un signifi-
cato sociale e affettivo di
grande spessore. Sono sempre un
qualcosa che resta fissato nella me-
moria e produce delle emozioni for-
ti. Un neonato che emette i suoi
primi vagiti o una persona che esala
l' ultimo respiro sono circostanze
quasi sempre destinate a ripercuo-
tersi in partico lare ne l contesto ri-
stretto in cui avvengono: quello del
nucleo familiare . Per noi occidentali
Gli eventi della nascita
e della morte sono
un argomento ghiotto
per chi si occupa
dei riti di passaggio
a livello etnologico.
TRADIZIONI CINESI
Per far sì che il bambino diventi doci-
le, tranquillo e obbediente , i cinesi
usano fare questo cerimoniale il terzo
giorno dopo la nascita: effettuato il
primo bagno, il neonato è legato per i
polsi con una cordicella rossa. Ad es-
sa sono legate delle monete antiche
o dei minuscoli balocchi. Trascorsi
quattordici giorni , il bimbo viene sle-
gato e alle manine sono fatti indos-
sare dei braccialetti o collarini di
corda di colore sempre rosso. Alla
porta della stanza del bambino si
può trovare appeso del carbone , per
rendere la sua mente sveglia e intel-
ligente. La ricchezza e la felicità
sono propiziate dalla presenza di
una pianticella. Sul letto del bambino
inoltre, per quattordici giorni , riman -
gono appesi i pantaloni del papà.
Sull 'indumento è appiccicato un fo-
glietto su cui uno scritto invita gli in-
flussi malefici a entrare nei pantaloni
piuttosto che nel proprio figlio.
FEBBRAIO 2001 IJS
l'esperienza della nascita e della mor-
te destano sentimenti e reazioni che
vanno dallo stupore allo smarrimen-
to e prevedono una partecipazione
interiore, o anche solo formale, al-
1' evento in sé, racchi use nell a s,fera
del privato. La comunità sociale
tende a manifestare ed esprimere
questa partecipazione sul piano uma-
no con forti connotati borghesi, che
a volte sembrano assorbire anche la
componente sacramentale, religiosa
o cristiana, in cui dovrebbero essere
ascritti.
collettivo del suo ingresso nella co-
munità, è sottoposta a una serie di
cerimonie, che la rendono idonea a
farne parte. Per diversi giorni la
madre e il pupo vivono come rech1-
si, in quanto l'esperienza del parto
ha fatto contrarre loro l' impurità.
Ed ecco allora in questo spazio di
tempo l'espletamento dei riti di pas-
saggio. Con la nascita si verifica un
passaggio da un mondo (quello del-
RITI DI SEPARAZIONE
Nelle società primitive l'arrivo di
un neonato è salutato come un
evento sacro. Ciò vuol dire che la
presenza di un 'altra persona, da ac-
cogliere in seno a un gruppo umano
già consolidato, deve essere purifi-
cata. La creaturina dunque, perché
possa ricevere il riconoscimento
Non manca mai la danza sacra
per festegg iare una nascita.

4.9 Page 39

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La nascita più misteriosa e prodigiosa della storia.
la madre) a un altro (quello della so-
cietà che lo accoglie). Tale passag-
gio viene sanzionato con il cos id-
detto rito della relegazione. Succede
infatti che nei primi giorni di vita il
neonato è separato dall ' amplesso
materno e affidato a un 'altra donna.
Ma il momento più toccante dal
punto di vista etnologico, per quan-
to riguarda la nascita, è senz'altro
quello della resezione cerimoniale
del cordone ombelicale.
RITI DI AGGREGAZIONE
Fra gli aborigeni australiani per favo-
rire . l'aggregazione del neonato alla
fé!-m,gha O a! gruppo umano vi è l'uso
d1 mostrarQh degli oggetti appartenuti
ad antenati della sua fam iglia. L'og-
g~tto_che )I bambino piccolo afferrerà
o 1nd1ch_era, lo collegherà all 'antenato
anche ,_n termini di trasmigrazione
delle anime o reincarnazione. In Cina
la sc~lta degli oggetti da parte del
bambino ~uò _sig_nificare pure le sue
future incl1naz1on, o ruoli sociali Da-
vanti al . bambino sono esposti dei
g1ocatto!1 _che . rappresentano stru -
m_ent, d1 d1~€:rs1 mestieri, quello che
lu, prendera in mano per primo vati-
cina quale ?arà il suo carattere, la
sua profes?1one, la sua identità so-
ciale: Fra ' nt1 di aggregazione del
nasc1tu_ro, ch_e soprattutto in Africa o
a_nche ,n India sono tuttora praticati
s1 possono c,t~re: l'imposizione del
nome ? ba~t~s,mo (esiste un nome
che lo 1dent1f1ca come figlio , un altro
nome c~me appartenente alla tribù,
un altro e segreto con valenze magi-
co~cosm1che per scacciare il maloc-
chio, e un altro si assumerà ex novo
al momento _di diventare adulto) ; l'al-
lattamento rituale ; la prima dentizio-
ne ; la for_atura delle orecchie; la ra-
satura de, capelli.
IL CORDONE
OMBELICALE
Fra le popolazioni amerinde o del-
la Polinesia, gli strumenti adoperati
per il taglio del cordone ombelicale
sono diversi a seconda del sesso del
nascituro, quasi a volerne determi-
nare in maniera definitiva la catego-
ria sessuale di appartenenza. Se si
tratta di un maschietto, sarà un col-
tell o o una freccia a recidere il cor-
done, se si tratta di una femminuc-
cia sarà un fu so o un bastone per
ammucchi are il grano nell e giare. Il
cordone ombelicale non viene getta-
to via. Esso è conservato. Lo stesso
bambino o bambina lo tengono con
sé, insieme ai capelli o alle unghie
tagliate, per ev itare la diminuzione
o dispersione della propria persona,
energia o anima esteriore. Un pa-
rente del bambino si assume l' in-
combenza di custodire il cordone, al
fine di proteggere il piccolo e di
La festa della nascita è ancora in
vigore tra alcune tribù del Brasile.
LE ANFIDROMIE
Nell'antica Grecia, quando si verifica-
va una nascita, la sacralità dell'even-
to era espressa col cospargere la ca-
sa del nascituro di pece O si appen-
devano alla porta d'ingresso un ra-
moscello d'ulivo o un pezzo di lana a
se~onda del sesso del neonato
Ch,~nque si avvicinava alla casa er~
cosi .informato che fra quelle mura si
re~p,rava un 'atmosfera sacra, dovuta
al/ evento della nascita. Allora chi non
era della famiglia, doveva muoversi
~.on c1rc_ospezione per non contrarre
I impunta. C1~que ~iorni dopo la na-
scita s, compiva ,1 nto cosiddetto delle
anf1drom1e (dal greco: correre intor-
no). Tutti coloro che avevano assisti-
to o partecipato al parto dovevano fa-
re un bagno purificatore e un mem-
b~o della _famiglia doveva fare un giro
d1 corsa !ntorno all'altare domestico
tenendo_in braccio il neonato. Tal~
cenrr:ionia stava a indicare che il pa-
dre riconosceva il bambino e si pren-
deva la briga di allevarlo.
consolidare il legame con la fami -
glia orig inaria. Il cordone è in prati-
ca messo al sicuro, nascosto , sotter-
rato. In questo modo sono facilmen-
te riconoscibili i riti cosiddetti di
apparentamento. Riti di separazione
sono ri scontrabili nella cerimonia
del primo bagno o nel lavaggio del-
la testolina del pargoletto. Oltre ad
avere un significato igienico, il
massaggio con acqua del bambino
evidenzia il passaggio dalle braccia
della madre o dal mondo asessuato
a quello sessuato o del clan o tribù
di appartenenza. Il corpicino viene
inoltre fatto passare sopra o sotto
qualcosa. Oppure è poggiato sulla
terra, in qu anto è terra-m adre, luogo
d' origine del bambino. In Australi a
o in Africa diffusa è la credenza che
le anime dei bambini che devono
nascere si trovino sotto terra o fra le
rocce, negli alberi, nei fi ori , nei ce-
spugli .
D
8 S FEBBRAIO 2001

4.10 Page 40

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
''
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1 924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio all a Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di f. ... o titoli , ecc. per
i fini istituzionali dell'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni , con sede
in Torino) l'immobile sito in ...
per i fini istin1zionali dell 'Ente".
Se si tratta in vece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" .. . Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l 'Istin1to Salesiano per le
Missioni , con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo , per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e dora)
(firma per disreso)
NB. Il testamento deve essere scrirro per
inrero di mano propria da.I testa/ore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Te!. 06.65612678 - Fax 06.65612679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
!0152 Torino
Tel. 01 l.5224247-8 - Fax O11.5224251
C.C.P. 28904100
FEBBRAIO 2001 BS
....J I NOSTRI MORTI
GIUSSANI sac. Antonio , salesiano,
t Sesto S. Giovanni (M l) il 17/07/2000
a 87 anni.
Sensibile, accog liente, cordiale , rispetto-
so ... Non sono troppi gli aggettivi che qua-
lificano la persona e l'atteggiamento di don
Antonio nei confronti del prossimo. Era
ricco di virtù umane, come anche di fede ,
di interiorità e di sapienza; costantemente
sereno e disponile, vigile e attento, curava
con amore i confratelli e con gusto i fiori e
le piante. Nei suoi lungi anni di direttorato
nell 'ispettoria Adriatica ha lasciato l'im-
pronta di un servizio premuroso verso tutti.
Era ricercato per il ministero , l'accompa-
gnamento spirituale , il consiglio, la predica-
zione ... e quattro note di allegria. Nei rari
momenti in cui si riusciva a convincerlo a
"inforcare" la fisarmonica , sapeva intratte-
nere confrate lli e amici con genuino stile
salesiano . Ha seminato bene e lasciato nei
cuori il ricordo della sua bontà semplice e
della sua carità operosa.
MILLER sr. Jeanne,
Figlia di Maria Ausiliatrice
t Kortrijk il 13/10/2000 a 89 anni.
Figlia di una famiglia profondamente cri -
stiana che ha regalato al Signore e a Don
Bosco altri due fratelli , Josef ex missiona-
rio in Rwanda e Burundi e Vietar ex missio-
nario in Giappone e Korea . Lei stessa ,
quando in Belgio avrebbe dovuto andare in
pensione per motivi di età, dopo aver pas-
sato tutta una vita di apostolato intenso e
costruttivo come ani matrice di comu nità,
preside, segretaria ispettoriale , ha scelto,
sorprende ndo proprio tutti , la missione
come già avevano fatto i suoi fratelli sale-
siani. Ed è partita, infatti , destinata dall 'ob-
bedienza in Congo, dopo la divisione dell'i-
spettoria belga in tre nuove ispettorie. Fu
destinata alla formazione delle suore gio-
vani a La Kafubu , ed ella, come sempre , vi
dedicò tutta se stessa. In missione conti-
nuò ancora per ve nti anni il suo lavoro
apostolico, instancabile e fervorosa, stima-
ta da tutti, consorelle e persone esterne.
Nel mese di maggio del 1991 suor Jeanne
tornò nelle Fiandre a moti vo della salute.
Non voleva dare preoccupazioni e quindi
aveva scelto di continuare a vivere la sua
vocazione missionaria rendendosi utile
nella sua Patria.
AGAGLIATE Maria Luigia,
discendente della famiglia di Don Bosco
t Asti il 21 / 09/ 2000 a 93 anni.
vanni Paolo Il venne colà per il centenario
della morte del Santo, fu lei a presentare al
Pontefice il quadro di Mamma Margherita.
Disse al Papa, in quella occasione: "Delle
nostre mamme noi spesso diciamo che so-
no, o che sono state , delle sante donne. Di
Ma rrfma Margherita lo dica Lei che è
santa, lo proclami Lei". Mamma Margherita
era anche lei di Capriglio, e il processo per
la sua beatificazione è in corso.
BOTTERO sac. Angelo ,
sacerdote e cooperatore salesiano ,
t Acqu i Terme (AL} il 17/11 /1997 a 84 anni.
È morto dopo alcuni mesi di profonda sof-
ferenza , sopportata con edificazione.
Fratelli e sorelle amano rilevare la sua par-
ticolarissima attenzione e cura per i giova-
ni, secondo il più genuino spirito salesiano,
da cui proveniva. Le vocaz ioni sacerdotali
sono sempre state il suo primo pensiero,
ad esse ha dedicato parecchio della sua
azione pastorale e le ha sostenute anche
materialmente , quando ce n'è stato biso -
gno. Così come è sempre stato sensibile
alle necessità dei ragazzi più poveri e
abbandonati per i quali pregava, faceva
pregare, e chiedeva solidarietà e sostegno .
MONTANARO sig. Angelo,
exallievo e cooperatore salesiano ,
t Canelli (AT) il 15/10/2000 a 69 anni .
Di lui bastava sentire il nome perché il
cuore degli exallievi della casa salesiana di
Canelli , degli amici e conoscenti vibrasse
di riconoscenza. Dal suo forte attaccamen-
to all 'istituto dove frequentò gli studi negli
anni 1945/'50 , è scaturito un volume com -
memorativo del centenario di tale opera
dalla sua fondazione ne l 1896 fino al la
conclusione nel 1996. In esso Angelo s_cri-
veva : "I nostri ricordi di quegli anni sono
tanti , incredibilmente vivi, meravigliosi
anni , viss uti in piena armonia con i nostri
educatori e con i compagni , coi quali ab-
biamo stretto amicizie perenni , vere, frater-
ne . Possiamo ben di re di aver trascorso ,
alla scuola salesiana, i migliori anni della
nostra vita , e non solo perché eravamo
giovani". Il 12 ottobre 1996, già minato dal-
la malattia, nell'80° Congresso Nazionale
della Federazione Italiana Exa llievi Don
Bosco, a Rimini , ebbe l'onore di ricevere ,
per mano del Rettor Maggiore don Juan
Vecchi , il distintivo d'oro per il suo impegno
verso l'istituzione salesiana. Parenti e ami-
ci continuano a ricordarlo per i suoi lumino-
si esempi di fede e dedizione.
Viveva alla Serra di Capriglio , a due passi
dai Becchi , ossia dal Colle Don Bosco, Ma-
ria Luigia Agagliate. La sua nonna paterna
era Rosa Bosco, figlia di Giuseppe, fratello
del Santo. Maestra elementare, ha fatto
scuola per quarantatré anni , gli ultimi venti-
quattro dei quali a Capriglio , il suo paese
natale. E di Capriglio fu sindaco (u na delle
prime donne sindaco nella storia d'Italia)
per quasi vent'anni , un sindaco che ha fat-
to molto per il paese . Era sorella del sale-
siano (professore all 'Istituto Agrario di
Lombriasco) don Giovanni Agagliate ,
morto qualche anno fa. Partecipava molto
assiduamente alla vita della comunità sale-
siana del Colle Don Bosco , e quando Gio-
Venuta la sera di
quel giorno ~esù disse: t--- - - ~ --
i "Pass1amo
? all'altra riva!"
(Mc. 4,35)
~

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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FE, BBRAIO
FEVRIER
FEBRUAR
FEBRUARY
FEVEREIRO
FEBRERO
FEBRUARIUS
,-,
e::!
Savina Jemina
LE MOSTRE
EFFEMERIDI
7: primo del mese ebraico di Adar.
8: Luna piena.
11 : Nostra Signora di Lourdes. ·
20 : inizio del Ventoso (calendario
repubbl icano francese) .
23 : Luna nuova.
28 : Le Ceneri .
LUNARIO
Il 1° febbraio il sole sorge alle 7.23
e tramonta alle 17.19 ; il 15 feb-
braio , rispettivamente alle 7.07 e
alle 17.37. Il giorno 20 il sole esce
dal segno dell'Acquario ed entra in
quello dei Pesci . Le piogge sono
meno dannose di quelle di gennaio.
A Padova , Giotto e il suo tempo è
una rivelazione anche per chi pensa
di sapere già tutto sull 'arte del Tre-
cento : la maggior concentrazione di
cicli affrescati dell 'epoca in Europa è
godibile per la prima volta , dopo
importanti restauri , agli Eremitani ,
nella cappella degli Scrovegni e in
altre sedi (sino al 29 aprile , con
biglietto unico) . A Roma , Palazzo
delle Esposizioni , // volto di Cristo
propone preziosi manoscritti , icone e
capolavori sul tema di Antonello da
Messina, Beato Angelico, Cara-
vaggio , Mantegna, Jan van Eyck,
Rouault e Matisse (sino al 16 aprile) .
IERI ACCADE
In campagna è il momento di zap- 6 febbraio 1995: 1° incontro nello
pare , concimare , mettere a dimora spazio tra una sonda russa (Mir) e la
alberi e arbusti , e se il clima non è navetta statunitense Discovery.
troppo rigido , potare le piante da 7 febbraio 1878: muore papa Pio IX.
frutto . Nel giardino, se non ci sono 11 febbraio 184 7: nasce Thomas
più gelate, potare le rose ; seminare A. Edison . Brevettò la lampadina
pratol ine, viole del pensiero, e cicla- elettrica.
mini nelle cassette . Nell'orto si 12 febbraio 1809: nasce Charles
possono mettere a dimora patate , Darwin , teorico dell 'evoluzione della
cipolle , porri, finocchi , piselli , fave , specie.
bietole. Nel vigneto le piante "pian- 14 febbraio 1473: nasce Nicolò Co-
gono ", emettono cioè linfa traspa- pernico; sua è la teoria eliocentrica.
rente dai rami potati. In cantina si 15 febbraio 1564: nasce Galileo Ga-
continua la colmatura del le botti .
lilei che realizzò il primo cannocchiale.
I FIORETTI DEL PAPA
17 febbraio 1600: muore il filosofo
Giordano Bruno.
18 febbraio 1941 : muore il padre. 18 febbraio 1564: muore Michelan -
29 febbraio 1944: investito da gelo Buonarroti .
un 'auto , è in ospedale sino al 12 18 febbraio 1745: nasce Alessandro
marzo .
Volta, inventore della pila elettrica.
8 febbraio 1981 : incontro con il 22 febbraio 1810: vicino a Varsa-
rabbino capo di Roma, Elio Toaff. via, nasce il pianista Fryderik Chopin.
dal 12 al 19 febbraio 1982: 10° 24 febbraio 1786: nasce Wilhelm
viaggio apostolico in Nigeria, Benin , Grimm , autore col fratello delle cele-
Gabon e Guinea Equatoriale.
bri Favole.
19 febbraio 1985: udienza al pri- 26 febbraio 1802: nasce lo scrit-
mo ministro israeliano, Simon Peres tore francese Vietar Hugo.
(premio Nobel per la Pace nel '94,
con Arafat e Rabin) .
COLLEZIONANDO
24 febbraio 2000: pell egrinaggio Tra i cataloghi filatelici , il Sassone in
giubilare al Monte Sinai , in Egitto . due volum i per l'area italiana si
riconferma il più bello del mondo,
mentre l'Unificato propone tutti i
Paesi europei in tre volumi acqui-
stabili anche separati , a 33 mila lire
l'uno. Per i 2000 anni della nascita
di Gesù , Vaticano e San Marino
hanno coniato due splendide mone-
te d'argento, rispettivamente da 2000
e da 10.000 lire, raffiguranti il Bam-
bino e la S. Famiglia. Tra i franco -
bolli natalizi, belli sono quelli di
Austria (natività) , Svizzera (angelo)
e Liechtenstein (presepe) .
LA SCOPERTA
Nel febbraio del 1944 il biologo
Oswald Avery dimostra che il DNA
contiene tutte le "informazioni" sulla
vita degli esseri viventi . Purtroppo, la
sua scoperta viene ignorata per no-
ve anni , quando Watson e Crick
ricostruiscono la struttura a doppia
elica del DNA ed eseguono studi più
approfonditi . Avery viene candidato
al premio Nobel, ma muore nel 1955.
DAI PADRI DEL DESERTO
Abba Gregorio diceva : «Ecco le
tre cose che Dio chiede a ogni bat-
tezzato : dal suo cuore una fede si-
cura, dalla sua lingua la verità, dal
suo corpo la temperanza»
BS FEBBRAIO 2001

5.2 Page 42

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Teresa Bianco
ml
e aro figlio, ricordo
quando, ancora bam-
bina, mia madre mi
indicava all 'ingresso dell'a-
silo che frequentavo la fi-
gura in cartapesta di un
giovane africano con la
mano tesa: chiedeva qual-
che spicciolo per le mis-
sioni ... e quando glielo of-
frivo lui con un gesto del
capo sempre uguale an-
nuiva ripetutamente in se-
gno di ringraziamento . È
stato il primo modo per me
di conoscere missioni e
missionari e sognare l'Afri-
ca nera e l'Asia gialla.
LETTERA DI
UNA MAMMA
Al figlio che parte missionario
nell'anno 2000
Sono passati molti anni da
allora, e man mano ho
capito diversamente la
realtà missionaria: es-
sa ha perduto i con-
torni avventurosi e mi-
steriosi , sostituiti dalla
dura realtà di uomini
e donne che hanno
scelto un 'altra patria
e altri affetti. Mi
hanno fatto tremare
le difficoltà, i con-
trasti , le fatiche , i
sacrifici che essi
compivano. Ed ho
offerto sempre
qualcosa per loro, Don Massimo Bianco (col papà):
ipotizzando di po-
dalla Pisana alla Lituania.
ter alleviare anche
di un millesimo la loro fatica , di contribuire ,
anche impercettibilmente a una vita meno
dura e stentata..
Pal
Mai però avrei immaginato che un giorno le
missioni avrebbero fasciato totalmente la mia
vita e rubato il m,o affetto più caro. Oggi , in
quest'anno di grazia 2000 , in questo gene-
tliaco di Cristo , io ti ho offerto a Lui , caro
figlio . È stata dura, sai? È stata dura. Mi
sono sentita mancare la terra sotto i piedi ,
quando , con comprensibile titubanza, tu hai informato
tuo padre e me di aver aderito all 'invito del Rettor Mag-
giore e di essere pronto a partire per dove l'obbedienza ti
avesse destinato. Ho sentito addosso il peso del mondo .
Ma sono orgogliosa, figlio, di quello che hai fatto , anche se
sembra che mi manchi tutto perché mi manchi tu . Passerò giorni
a pensarti, notti a sognarti. Sentirò nella mia carne i tuoi sforzi per
adattarti alla nuova cultura, alla nuova mentalità. Mi sforzerò con te di
diventare cittadina lituana, sapendo che anche i lituani sono , come me,
figli di Dio, perché la terra è di tutti e dunque la mia terra è la loro e la loro
FEBBRA IO 2001 11S
è la mia terra. Sarà dura,
ma, vedrai, ce la farò!
Sarò con te, figlio mio, ogni
istante del giorno e della
notte, là , nella tua nuova
patria .. . nella mia nuova
patria. E ci sarà anche il
tuo papà. Tu sentici vicino,
silenziosi e discreti: non
vogliamo disturbare il tuo
impegno ; saremo delicati ,
vedrai! Tu continua a sen-
tirti libero nelle tue scelte ,
ma anche a riservarci un
posticino nel tuo cuore,
resteremo , felici di essere
dentro il tuo affetto di figlio .
Non preoccuparti della. no-
stra preoccupazione, sap-
piamo che il banchetto
della vita è fatto anche
di queste portate.
L'uomo lascerà suo
padre e sua madre
e... si unirà... al suo
Dio , e i due saran-
no uno! Così devo
e voglio rileggere la
Bibbia.
Cammina la tua stra-
da , figlio, e Dio t'ac-
compagni come ti ac~
compagnano il cuore
di mamma e papà!
Ciao. Ti abbraccio
Mamma
Teresa

5.3 Page 43

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L.D.C.
SANTA MARIA DOMENICA MAZZARELLO
a fumetti
G. Lubich, G. Trevisan
IL SUO Rl70RNO A NIZZ'A MONPERRA.70 E 'FAVOLOSO.
NON RALLEG~TEVI
TROPPO ... NON RALLE:-
Ci~TEVI TROPPO.
E INVECE PARE CI-IE SI RIPRENDA BENE. DISBRIGA
CLI IMPEGNI D'UFFICIO, VUOL l:5SERE INFORMATA
DI TUTTO , DE7rA LE7TERE ALLA SUA VICARIA .. .
.. . ABBIATE LA PIETA' NEL CUORE ,
MA REPRIMETE LA TENTAZIONE
DI COMPARIRE DEVOTE; TEMETE
LA VANITA' PERFINO NEL
FREGUENTARE
I SACRAMENTI ...
JJS FEBBRAIO 2001

5.4 Page 44

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L SUO CAPEZZALE CONTIN.
TR<1 DI Vli"A .
AMATEVI , AMATEVI
SCAMBll=VOL.ME.NTE
CAR ITA' ... U M ILTA' ...
013BEDIENZA .
FEBBRAIO 2001 8S

5.5 Page 45

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L.D.C.
ORA M l I-IA FIRMA1'0
TU1TE LE CARTE E
POSSO PAATIRE
QUANDO CI-IE
SIA , VER0?
NEI CIORNI CI-IE SEGUONO SI ACCOUIATA
DALLE FICL/E, AFFIDANDO A CIASCUNA
UN CONSIGLIO, UNA RACCOM ANDA ZIONE.
M A IN TANTA SERENIT'A'
E::'IN ACGUA 70
IL NEMICO TENTATORE...
'.
E,RACCOGL/ENDO u;; ULTIME FOR ZI=, ua STE:SSA
/f::!.70NA IL <::AN70 " Cl-l i A MAMARIACONT!;:NTOSARA" .
MARIA MAZZARELLO ER4 NATA
IL 9 MAGGIO 18.37. UNA BREVE VI TA,
LA SUA : APPENA "fqANNI.
MA FU UN INCENDIO D'AMORE
D/VAMPAN
s'ik DA ALLDRA LE
FIGLIE
CONTINUANO AD ALIMENTARLO
IN TU7TI I CONTINEiNTI.
FEDELI ALL'IDE4LE DI=. t.A LJ:JRO
MADRE E DI DON 80SC07'1:SSE
T E STIMO NIANO CON LA LORO VITA,
G IOR NO PER GIORNO, LA CARITA'
EVANGELICA AL SERVIZIO
DELLA GIO VENTU'
IN ORA70R/-CENTRI GIOVANILI,
S C UOL E D I OGNI TIPO E GRADO,
PENSIONA.TI PER STI.JDEN,I
E. OPERAtE,ODERE ASSISTENZIALI
E IN CENTRI MISS IONARI SPARSI
IN TANTI PAESI DEL MONDO.
TU7TO QUl:STO IL S IGNORE /./A F"A7TO
NASCER/: DA UN'U/#1ILE,
EROIC4 CONTA D IN ELLA .
IL 24 GIUGN O 1951 IL 5AN70 PADRE.
PIO >rii L 1/.IA PROpAMA TA SANr.4 .
CO~GGI0, CORAGG
EMPAE UNA GRAN
AIA : QUES10 E ' IL S
I UN CUORE CI-IE. A
TANTO IL SIGNOR
BS FEBBRA IO 2001

5.6 Page 46

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a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
COSA NON
COMUNE
Eravamo andate ad un super-
mercato per gli acquisti settima-
nali. All 'uscita dal negozio, non
trovammo più il nostro pullmino
nel parcheggio. Dopo aver de-
nunciato il furto alla polizia ,
chiedemmo con fede a suor
Eusebia Palomino di interce-
dere per il ritrovamento del
mezzo di trasporto, tanto neces-
sario alla nostra casa, ricca di
opere. E suor Eusebia è vera-
mente intervenuta. Una signora
anziana e suo figlio , residenti in
un quartiere periferico di Roma,
hanno visto per più giorni un
pullmino davanti alla loro abita-
zione. Con edificante generosità
si sono dati da fare per rintrac-
ciare il proprietario. In base ai
documenti trovati intatti nel vei-
colo , si sono messi in contatto
con la nostra casa ispettoriale e
quindi con noi. Il pullmino ci è ri-
tornato in ottime condizioni ,
cosa davvero non comune.
Figlie di Maria Ausiliatrice,
Roma
III
COME SEMPRE A
QUELL'ORA
Mia figlia Sonia tornava dal la-
voro in macchina , quando in
prossimità di Pavia , dove noi
abitiamo , un cane improvvisa-
mente le tag liava la strada. Per
evitarlo la macchina fece un
doppio testa-coda. Per fortuna
sulla corsia opposta non so-
praggiungeva nessun altro vei-
colo , mentre la vettura di mia
figlia andava a sfasciarsi contro
il guardrail. lo a casa , come
sempre a quell 'ora, stavo pre-
gando il mio Domenico Savio.
Entra mia figlia: "Mamma, sono
viva". E mi racconta l'accaduto.
B.A. , Pavia
MARIA TERESA
DOMENICO SAVIO
Scrivo dall 'Inghilterra perché de-
sidero raccontare la mia espe-
rienza straordinaria che credo
veramente miracolosa. Poco più
di un anno fa è nata mia figlia,
Maria Teresa Domenico Savio.
È una bambina bellissima, sa-
nissima, venuta alla luce dopo
nove anni di matrimonio , grazie
all ' intercessione di san Do-
menico Savio . Dopo tanti anni
di cure e visite in tutta Italia, ero
ormai disperata. Ci veniva detto
che non era possibile avere figli.
Ero stravolta , ma cercavo di
rassegnarmi. In quel periodo
abitavo in Italia, a Reggio Cala-
FEBBRA IO 2 00 1 BS
bria, e lavoravo presso l'Istituto
Maria Ausiliatrice , come inse-
gnante d'inglese. Furono le suo-
re a donarmi l'abitino di san Do-
menico Savio. Era l'estate del
1994. Non lo indossai subito ,
sia perché stavo spesso in
spiaggia e sia, soprattutto, per-
ché non avevo ancora una fede
abbastanza profonda. Nel gen-
naio del 1995 finalmente decisi
di indossarlo. Ebbene, nel giro
di un mese , provai la felicità
grande di essere in attesa di un
bambino. Non riuscivo a creder-
ci. Com 'era mai possibile?
Purtroppo quella gravidanza
non oltrepassò le 11 settimane.
Fu un momento terribile . Comin-
ciai ad aver paura di rivivere
quella esperienza così dramma-
tica e quindi tolsi l'abitino. Dopo
due anni mia sorella venne in
Italia per le vacanze. Le parlai
delle mie paure e lei mi disse
solo di ritornare a indossare l'a•
bitino di Domenico Savio con
semplicità e con fede. Lo feci.
Lo tirai fuori dal cassetto accan-
to al letto e lo indossai nuova-
mente. Entro un mese mi si pre-
sentò una nuova maternità. Ero
sbalordita e nello stesso tempo
molto confusa per la inia man-
canza di fede. Per me era pro-
prio un miracolo, non una sem-
plice coincidenza. La gravidan-
za è andata avanti senza alcun
problema, eccetto una difficoltà
presentatasi al momento del
parto , risoltasi poi molto bene.
Ora sono una mamma felice , mi
sento quotidianamente sotto la
protezione del piccolo Savio e
ringrazio il Signore per avermi
fatto conoscere questo ragazzo
meraviglioso. Invito tutte le
mamme ad avere fiducia in lui.
Louise Burne/1,
Middlesex, Inghilterra
A TETTO IN GIÙ
La sera del 28 Novembre 1999,
verso le ore 24,45 dopo aver
trascorso una piacevole serata
in casa di amici in località San
Cataldo siamo saliti in auto per
far ritorno a Lecce , seguiti da
altre tre auto di nostri amici.
Arrivati a metà strada, improvvi-
samente, da una piccola carreg-
giata di campagna è sbucata
una vettura a luci spente. Ho
Don Vincenzo Cimatti.
UN BRUTTO
INFARTO
Un giorno, verso le ore 8, av-
verti i improvvisamente un
forte dolore al petto . Tra-
sportato in un vicino centro
medico , fu subito chiamata
un 'autoambulanza che mi
trasferì in un grande centro
ospedaliero di Osaka, dove
ricevetti le cure per il brutto
infarto cardiaco che mi ave-
va colpito. Da quando mi sen-
tii male e durante la degenza
in ospedale non smisi di pre-
gare Don Cimatti. Sono si -
curo che è stato lui a interce-
dere per la mia completa
guarigione che, dati i miei 88
anni di età, ha del prodigio-
so. Sono passati due anni :
sto bene e continuo a ringra-
ziare il venerabile salesiano.
Spero di vederlo presto sugli
altari.
Ottavio Masiero, S08
Tokio, Giappone
B. Filippo Rinaldi B. Michele Rua
cercato di schivarla. Non riu-
scendoci, l'impatto è stato inevi-
tabile. La mia macchina si è
cappottata rigirandosi più volte
sull 'asfalto , per rimanere infine
a tetto in giù e ruote in aria. Sia-
mo stati soccorsi dagli amici che
ci seguivano , assieme ad altre
persone. lo, malconcio , sono
riuscito a tirarmi fuori dall'abita-
colo e con l'aiuto degli altri ho
liberato anche mia moglie che
era rimasta incastrata fra le
lamiere contorte dell'auto. Chia-
mata l'ambulanza , siamo stati
trasportati in ospedale, dove mi
hanno riscontrato una frattura
allo zigomo destro - mi sono
stati applicati punti di sutura
dentro e fuori il labbro superiore
- e una seconda frattura al
polso destro con conseguente
schiacciamento del tendine. A
mia moglie venivano riscontrate:
frattura multipla al perone destro,
vistosa contusione all 'anca,
tumefazioni su tutto il corpo, rot-
tura dei tendini del braccio destro
e rottura della calotta. Consi-
derando la dinamica dell'inciden-
te - i nostri vestiti erano letteral-
mente inzuppati di benzina - la
macchina poteva prendere fuoco
da un momento all 'altro , cosa
che non si è verificata. La matti-
na seguente, mia figlia minore si
recava sul luogo dell 'incidente
per capirne la dinamica: sul ciglio
della strada , posata sull'erba
umida , c'era un 'immaginetta di
san Domenico Savio (che abi-
tualmente tenevo sul cruscotto e
che era sicuramente sbalzata
fuori nel rigirarsi dell 'auto) in
direzione del luogo dell'incidente,
e lei l'ha lasciata dov'era. Otto
giorni dopo, dimesso dall'ospe-
dale, mi recavo anch'io sul luogo
dell'incidente per verificare quan-
to mia figlia mi aveva raccontato.
Meravigliato, con grande com-
mozione , notavo che l'immagi-
netta del piccolo santo era anco-
ra là. L'ho raccolta e adesso la
porto sempre con me. A noi altro
non resta che ringraziare san
Domenico Savio per averci sal-
vato la vita. Infatti, a quanto han-
no detto polizia e medici , l'inci-
dente è stato di tali proporzioni
che solo per miracolo ne siamo
usciti vivi .
Costanzo Coppola, Lecce
UNA DEVOZIONE
SPONTANEA
Ho sempre letto con interesse
sul Bollettino Salesiano le gra-
zie attribuite all'intercessione di
san Domenico Savio. Quando
perciò mi sono sposata e mi
sono accorta di essere in attesa
di un bambino , mi è venuto
spontaneo di affidarmi con fidu-
cia alla sua protezione. E ce
n'era proprio bisogno. Infatti le
cose andarono bene fino al set-
ti mo mese , poi cominciai ad
avere dei problemi e l'ultimo
periodo fu davvero duro. A peg-
giorare le cose contribuì anche
la perdita di lavoro da parte di
mio marito . Ebbene tutto si è
risolto nel migliore dei modi: il
mio bambino è nato sano e mio
marito ha trovato lavoro. Avevo
promèsso di rendere pubblica
testimonianza di questa duplice
grazia. Ed oggi adempio questo
mio dovere.
La Fratta Marisa, Vasto (Ch)
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firmate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l'indicazione del nome.

5.7 Page 47

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Monsignor Bruno Pedron
Vescovo di Jardin ,
Mato Grosso do Sul già parroco
a Rondonopoli , parrocchia
Santa Teresina, poi direttore
a Lins (San Paolo) .
Dal 21 maggio 1999 a Jardin ,
una diocesi di 70 mila kmq
con una popolazione
di circa 300 mila abitanti.
Quali sono, Monsignore, i gran.di problemi "sociali" det/a sua diocesi?
È presto detto: la mancanza di lavoro. La mja diocesi è piena di
"senzaterra", famiglie accampate alla meglio lungo le strade, aspettan-
do che il governo dia lavoro. Il governo promette terra, ma non sem-
pre riesce a mantenere. Dice di aver già sistemato 100.000 famiglie.
Non so se sia vero, so che solo nella mia diocesi ce ne sono, in attesa,
circa 2500. Un altro problema è la droga. Ci troviamo in un con-idoio
da qualche tempo diventato turistico per le bellezze naturali che ha
(aéque pulitissime, grotte, laghi...), dove sono state costruite grandi
"Posada" per safari (alberghi rustici che possiamo paragonare ai nostri
agriturismo). Ebbene col turismo sono arrivate la droga, la prostituzio-
ne, e tutto il miserando contorno...
Quali, invece, i problemi a livello religioso?
Le sette. Ce ne sono di tutti i tipi e continuano a proliferare in modo
esponenziale. La più diffusa, potente e pericolosa è quella del reveren-
do Moon, un coreano ex seminarista, che vuole le farruglie ideali (ma
lui ha più mogli...). È ricchissimo, sta comperando migliaia di ettari di
terra per farci delle fazendas, dove chiama a lavorare i giovani, che
hanno però l'obbligo di aderire alla setta. Ora si è messo a creare gran-
di impianti sportivi. Il proselitismo, date queste premesse, in un terra
con carenza cronica di lavoro, è piuttosto facile ...
Com'è la situazione dei giovani?
Sono a rischio. Le scuole statali sono cadenti e poco o niente orga-
nizzate, il lavoro manca e i giovani si arrangiano come possono. Molti
sono abbandonati e diventano ragazzi di strada, altri rubano, altri si
prostituiscono, altri spacciano o vivono di piccoli espedienti.
Ci sono indio in diocesi?
.La mia diocesi ha circa 30 mila indio di cui 25 rrula sono Terena,
che vivono di agricoltura, di picc;olo artigianato o lavorano nelle raffi-
nerie di canna da zucchero, generalmente mal pagati e peggio assistiti.
Com'è la situazione dal punto di vista ecologico?
Si cerca di preservare la natura. Comunque, distrutte le foreste, tutto
è diventato pascolo. Esistono circa 4 milioni di capi di bestiame e
grandi mattatoi. Ora corruncia anche l' industria estrattiva. Una risorsa
è il "pantana!", grandi acquitrini dove vivono coccodrilli e altri animali
acquatici. Ma anche nel "pantana)" hanno costruito motel per il turi-
smo, speriamo che non rovinino tutto.
Ci sono opere significative nella sua diocesi?
Ho tre asili per anziani e niente asili per bambini. .. Non si meravi-
gli. I bambini restano a casa e le 34 suore di 9 congregazioni che ho in
diocesi li assistono andando casa per casa. È un modo diverso di avvi-
cinare bimbi e.. . genitori. Ho un solo salesiano che ha una parrocchia.
Viviamo da poveri, insomma. Ma confidiamo nell'aiuto del Signore e
dei buoni.
O
FOCUS
NELLA FORESTA
" . .. È stata uccisa una suora,
perché era dalla parte dei po-
veri. Vado a celebrare una
messa dove hanno lasciato il
cadavere, così mi addentro
nella foresta amazzonica, a
piedi con altre persone che l'a-
vevano conosciuta e amata.
Sei ore di cammino sotto una
pioggia torrenziale, con le
scarpe in mano perché altri-
menti sarebbero rimaste nel
pantano della strada sterrata.
Ci aspettava una chiesetta di
assi e foglie che solo Dio sa
come facesse a stare in piedi.
A celebrazione iniziata arriva
una mamma con sei bimbi tutti
piccoli e si mette in un angoli-
no ... Sembrava felice. Finita
la fun zione, mi ha detto: "Scu-
si il ritardo, padre. Ho fatto
due ore di strada coi piccoli:
non capita spesso che venga
celebrata una messa così vici-
no a casa mia! ". Sono queste
le cose che ti fanno andare
avanti, nonostante tutto.
Don Giuseppe Fora/osso , SDB
BS FEBBRAIO 2001

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
BOLOGNA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
CASA NOSTRA
di Ramon Alberdi
I marti ri di Valencia
·;::o::i
"'·i;i;i
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GIUBILEO
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di Silvano Stracca
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Un bilancio
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CENTRALE CULTURA
di Natale Maffioli
Il Museo di Valsalice
VOLONTARIATO
di Giancarlo Manieri
Esperienza in Kenya