Bollettino_Salesiano_200101

Bollettino_Salesiano_200101

1 Pages 1-10

▲back to top

1.1 Page 1

▲back to top

1.2 Page 2

▲back to top
- TERZO MILLENNIO
di Juan E. Vecchi
QU STIONI PE ENTI
BAMBINI LAVORATORI
La globalizzazione va forte. Ma non su tutti i fronti.
Quella "economica" si impone: trasferimento di capitali
e di imprese dove i costi sono minori, apertura dei mercati, ecc.
Ma c'è un'altra globalizzazione, davvero urgente: è quella che
deve garantire la dignità di ogni persona, a partire dai bambini,
in qualsiasi parte della terra, per solidarietà tra i poteri e i popoli.
11 Papa ha
detto ai pel-
legrini del
Senegal: "Non
vi rassegna-
te a un mon-
do in cui l'uo-
mo non è ri-
spettato nel-
la sua dignità"
(Osservatore Romano, 3
settembre 2000). Questa è stata la
consegna del 2000, anno giubilare.
La globalizzazione della solidarietà
sulla base di un nuovo uma-
nesimo va a rilento . A ciò si
riferiscono le "questioni pen-
denti" che andrò presentando
lungo il corso di questo primo
anno del lii millennio.
Le spese umane di vistosi pro-
gressi ricadono più pesante-
mente sulle parti deboli della
società. Una di queste parti de-
boli sono certamente i bambini
e i ragazzi. Sui loro diritti ci so-
no solenni dichiarazioni di istitu-
zioni internazionali. Quella ra-
gazzina, di una famosa striscia,
Mafalda, di fronte alla dichiara-
zione dell 'ONU sui diritti dei
bambini fa questo commento:
"Che non capiti con i diritti dei
bambini quello che è capitato
con i dieci comandamenti''. Cioè
che li osserva chi vuole.
Infatti tra la dichiarazione e l'ap-
plicazione c'è di mezzo la volontà
umana, perché manca l'autorità
capace di tagliare secco dove tali
diritti sono gravemente violati da
poteri locali.
Una categoria di bambini, con
i quali sta capitando una cosa
simile è quella dei minori impie-
GENNA10 2001 BS
gati nel lavoro . Il numero è tut-
t'altro che insignificante: 250 milioni
tra i cinque e i quattordici anni. Di
essi 120 milioni lo fanno a tempo
pieno e con un numero di ore gior-
naliere superiore al normale.
Non sono mancati sforzi per far ces-
sare quest'infamia. Mi piace ricordare
la "global march" contro il lavoro mi-
norile con tremila delegati di 157
paesi. Ma il fenomeno persiste. Per
proteggere i bambini non si provoca
una crisi politica tra due paesi.
Quando si leggono notizie sul lavo -
ro minorile, il riferimento immediato
è all 'Asia (61 %), all 'Africa (32%) ,
all 'America Latina (7%) . Ma non c'è
da illudersi. Lo sfruttamento della
manodopera minorile esiste anche
nei paesi avanzati, ad opera di pri-
vati , che sfruttano sfrontatamente
bambini del posto o immigrati ,
spesso in combinazione con loschi
trafficanti che , contro ogni legge
umana e divina, importano questo
tipo di manodopera.
I ragazzi lavora-
tori, deprivati del-
l'istruzione e delle
gioie della loro età
furono il primo cam-
po di lavoro di Don
Bosco : piccoli ma-
novali dei cantieri , o
impiegati nelle fab -
briche. Egli si ac-
corse che le molte
ore di lavoro, il trat-
tamento punitivo che
i ragazzi riceveva-
no quando sbaglia-
vano o non rispon-
devano adeguata-
mente ai compiti
loro assegnati , l'al-
lontanamento dal-
la famiglia e i cat-
tivi esempi stra-
volgevano irrime-
diabilmente la loro
esperienza uma-
na e compromet-
tevano il loro
cammino di fede .
Il lavoro minorile
lo impressionò a
tal punto che ne
fece un riferi-

1.3 Page 3

▲back to top
mento per l'oratorio e sull 'argomen-
to scrisse persino un breve roman -
zo. Ne è protagonista un fanciullo di
nome Pietro. Suo padre , cliente
assiduo dell 'osteria, lo mette a la-
vorare all'età di otto anni in una fab-
brica di fiammiferi. Il fanciullo però
conosce l'oratorio , comincia a fre-
quentarlo, si affeziona all 'ambiente,
dove trova tanti veri amici, e può
prepararsi alla prima comunione.
Appoggiato e compreso , egli va
guadagnando fiducia in se stesso e
raggiunge livelli di responsabilità.
Ma soprattutto sperimenta gioie e
occupazioni diverse dal sottostare a
un padrone e a una organizzazione
con il solo obbligo di produrre.
I La vergognosa piaga del lavoro
minorile interessa praticamente
tutti i paesi del mondo.
In quel tempo non c'erano po-
teri con pretese di globalizzazio-
ne. Oggi i fatti sono pubblici. E nes-
suno sa perché coloro che inter-
vengono nelle finanze di una na-
zione non possano anche prendere
in considerazione , nelle loro rela-
zioni , fatti di questo tipo.
La Famiglia Salesiana è chiamata
a mettersi dalla parte dei ragazzi
attraverso tutte le vie possibili :
quella del potere , quella della cul-
tura o formazione della mentalità
collettiva, quella delle iniziative di
prevenzione o ricupero , quella del-
l'aiuto al singolo. Ed è auspicabile
che si unisca anche alle organizza-
zioni umanitarie che già cercano di
eliminare questa infamia.
Gennaio 2001
An no CXXV
Numero 1
In copertina:
Nel mese dell a chiusu ra
della Porta Sa nta, ancora
un ri cordo va alla grande
sorpresa del l'anno giubi lare,
la GMG, cui dedichiamo
la copertina. Una
testimoni anza sign ificativa
è raccontata da una lettera
giunta in redazione.
(Foto: Osservatorio Romano)
Mensile di informazione
e cultura religiosa edi to
dall a Congregazione Sales iana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
G IANCA RLO MAN IER I
- CHIESA
12 Un consuntivo del Giubileo
di Silva no Stracca
- G10VANI
14 Utopia giovane
di Maria A ntonia Chine/lo
- M1ss10N1
18 Morelia 100
di Francisco Castellanos
- ATTUALITÀ
20 Centro del cosmo e della storia
di Carlo Fiore
- CULTURA SALESIANA
23 Il museo del Colle
di Natale Maffioli
- M1ss10N1 FMA
28 Esodo in bianco e nero
di Graziella Curti
- RUBRICHE
2 // Rettor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel mondo
- 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 // doctor J. - 30
Libri - 32 On Une - 34 Come Don Bosco - 36 Spiritualità Salesiana - 37 Laetare et be-
nefacere... - 38 Riti di passaggio - 40 I nostri morti - 41 // Mese - 42 Copertina - 43
M. D. Mazzarello a fumetti - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello •
~i ~~~t!i~i~~~f~r~'.;n~~as~~aRf0 _N~~~òOri:~~n0co Levar
Collaboratori: Teresio Bosco - Angelo Botta -
Severino Cagnin - Ernesto Gattoni -
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti -
Bruno Ferrere - Sergio Giordani - Bruna Grassini
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante -
Marian na Pacucci - Fabio Sandroni -
Arn aldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipri ano De Marie -
Guerrino Pera - Pi etro Scaiabrino - Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione:
Pier Bertene
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Edizione Cooperatori: Ufficio Nazionale, Via Marsala 42
00185 Roma· Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione : Giuseppe Cerò (Roma)
Fotocomposizione: EDIBIT - Torino
Stampa : MEDI AGRAF s.p.a. - Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet: www.sdb.org
Associato alla
Unione Stampa
Peri odica Italiana
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nei mondo in 52
edizioni e 24 lingue diverse. Raggiunge 128 Nazioni in cui
operano i salesiani.
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/65&.12.556
e-mail: <biesse@sdb.org>
e <gmanieri@sdb.org>
Conto corr. post. n. 46.20.02
intestato a Direzione Generale
Opere Don Bosco, Roma.
BS GENNAIO 200 1

1.4 Page 4

▲back to top
di Carlo Di Cieco
IL COLORE DE
Il tempo si scruta ormai poco. L'attenzione dei più è divenuta
nei suoi confronti quasi solo meteorologica. Ma pensare il tem
saper dialogare con il suo trascorrere, investigare le sue forz
misteriose rende la vita meno insipiente.
Gli adulti sono talvolta allenati
a leggere i tempi , ma vogliono
farlo esclusivamente alla luce
delle proprie esperienze di vita e
della propria sensibilità culturale.
Non c'è tra essi , normalmente ,
l'abitudine a leggere i segni dei
tempi con gli occhi degli altri e,
tanto meno, dei giovani. I giovani ,
invece, sono come cani da caccia:
nel cogliere la mutazione del tempo
corrono e annusano la selvaggina
prima del cacciatore che solo dopo
può prendere la mira e non
sbagliare.
Di sbagli , per lo più in buona
fede, gli adulti educatori ne fanno
tanti. Ma spesso perché non si
consigliano con i giovani più portati,
d'istinto, a sentire il polso del
presente. Essi lo leggono
nell'immediatezza, senza la
mediazione dell'esperienza di vita
che è preziosa ma solo in un
secondo tempo. A lettura fatta.
Capire i sintomi nascosti nel
presente aiuta a tracciare il futuro .
Di gennaio si respira di solito
l'aria del nuovo anno. In questo
gennaio del 2001 anche la prima
del nuovo secolo. Come era
prevedibile, dopo la retorica di fine
e inizio millennio, i nodi insoluti del
pianeta sono rimasti tutti lì. E senza
i giovani non si scioglieranno mai.
Si pensi al groviglio di difficoltà
che ostacolano la pace nel Medio
Oriente. I protagonisti dell'Intifada
sono giovani e ragazzi. E nelle loro
pietre ci sono tutta la durezza e
l'amarezza di una condizione che
non si scioglie in libertà e opportu -
nità. Se non si fa presto a voltare
pagina, questi giovani sono con-
dannati a ripetere le angustie dei
loro padri, a camminare nei sentieri
della morte e della violenza.
Avere fiducia nei giovani non è cosa
indolore: chiede agli adulti
cambiamenti . E le conversioni
esigono sempre un prezzo.
Può diventare un problema la
GENNAIO 2001 BS
stessa esperienza straordinaria
che tanti giovani hanno vissuto
nell'ultima Giornata Mondiale d
Gioventù. Spingerli verso alti id
per poi impedire che gli stessi
vengano calati nella storia, rendé
deludente anche una coinvolgen
esperienza.
Abbiamo ricordato due tra le più
forti immagini giovanili del 2000,
a loro modo eroiche o incredibili.
Ma non sono diminuite le immagini
dolorose della condizione ·
quotidiana di milioni di giovani.
E facile rubare ai giovani il tempo
che gli adulti modellano con la
i:,ropria impronta.
È difficile convincersi che se nel
tempo crescono l'esperienza e la
saggezza, si moltiplica a dismisura
anche la polvere che copre di
delusione la vita. E la polvere si
sedimenta anche sui bei ricordi.
Noi stessi siamo destinati alla
polvere . Il colore grigio del tempo,,
l'unico al quale ogni mortale, se n
vive una forte speranza, soccomb
Il tempo ci ruba l'infanzia che
recuperiamo nella misura della
nostra forza di speranza.
Essere adulti , allora, conserva
valore se, nei confronti dei giovan~
possiamo testimoniare qualche
speranza di senso nel tempo .
Educare alla speranza, in forma
credibile , attingendo a sorgenti di
senso sperimentate, è l'arte più
difficile dell'adulto. Nel trascorrere
inesorabile del tempo , i giovani
chiedono soprattutto in che cosa
possono sperare, per decidersi se
sperare valga la pena.
Se tutte le nostre luci sono spente e
il tempo ci ha divorato spogliandoci
della speranza, la nostra funzione
educativa ha solo rilevanza
biologica e perdiamo l'opportunità
di restare interlocutori ascoltati dei
giovani . Si invecchia quando e nella
misura in cui diminuisce la nostra
riserva di speranza.

1.5 Page 5

▲back to top

1.6 Page 6

▲back to top
J:'INCORA DESTRA E popolo cli poeti in cui tutti nomico consegnato a ogni ma- che fa in materia spirituale la
"8J SINISTRA? Caro di- hanno la proprietà di un' idea n(festazione, anche la più lon- Chiesa cattolica. [. ..] Pio IX
rettore del BS , mi riferisco ad che è simile a quella di "Ti- tana dal mondo economico, non è beato per l'umanità, è
alcune sue risposte peraltro zio" ma non è uguale , s' avvi- sembra che cominci a far "gi- beato per i cattolici. In questo
inte lligenti e centrate ma che cina a quella di Caio, ma non rare le scatole" a tutti, spe- la Chiesa cattolica appare
mi suscitano ancora qualche è quella, può essere parago- cialmente ai giovani che desi- più laica del governo israe-
perplessità. Non sono convin- nata a quella di Sempronio , derano riappropriarsi cli spa- liano [. ..]. È difficile immagi-
to per esempio che la Chiesa ma non coincide... E (g ioi- zi vuoti cli merci e soldi per nare che un vescovo o un car-
non stia col potere, oggi come sci!) sappiamo farlo solo noi! poter pensare e pregare in dinale si mettano a discutere
ieri , così come non sono con-
pace, senza essere eterodiret- sull'opportunità di considera-
vi nto che oggi si debba anco-
I'!, ra parlare di destra e di sini-
l.:J stra: sono indicazioni avìte
(sic) e hanno poca presa sull a
gente.
IUBILARE PER CHE
COSA? Caro diretto-
re, oggi è domenica... Apro la
telev isione, la radio, il giorna-
le, vado a messa e ov unque
Gianni, Verona , studente mi ento bombardato dall 'ar-
ti, e incanalati sui sentieri
della cuccagna. "Giubilare"
si deve ... e se non ha altro cli
cui giubilare, giubili di Dio!
r:,IO IX BEATO?
re santo un qualunque perso-
naggio della religione ebrai-
ca o musulmana". Per quanto
riguarda i politici laici le tra-
scri vo la risposta di un "lai-
cone" cli prima grandezza, co-
me l'opinionista Massimo Fi-
Caro Gianni, rispondo a te e
a qualche altro sullo stesso
argomento (es. un Ambrogio
cli Torino e un Peter cli Agri-
gento). Per quanto riguarda
la Chiesa che è sempre dalla
parte del potere... ti rispondo :
come a Timor Est, in Indone-
sia, in molti stati dell' India,
in Cina, in Sudan, in Angola,
in Sierra Leone, in Rwanda e
nella gran parte dei paesi
islamici in cui i preti - quan -
do ci sono - non possono
nemmeno celebrare messa , e
in Algeria, nel nord Nigeria,
nel Chapas, nel Nordeste bra-
siliano?... Devo continuare?
Quanto poi a "destra" e "si-
nistra", tu non immagini co-
me sarei contento cli poterti
dar ragione. Fammi capire:
tu non guardi mai la televi-
sione, non ascolti la radio ?
Ogni volta che compaiono i
nostri politici - cioè tutti i
giorni che Dio ha fatto - si
parla di destra e sinistra. Che
non esistano più è un pio de -
siderio tuo (e fo rse anche
mio) , ma, ahimè, non è una
gomento Giubileo. Vedendo ,.,, SCANDALO! Caro di-
in TV i filmati dei giovani rettore, ma le pare convenien-
con chitarra, si ha l' impres- te che un Papa/Re sia beato,
sione che tutto è stato pro- dopo tutto quello che ha com-
grammato ai fini economici, binato durante il nostro sacro-
insomma è un " business". Io santo Ri sorgimento? Tutti ne
non mi sogno nemmeno di han no parlato male, a comin-
andare a Roma! Mi chiedo: ciare dagli ebrei, per finire ai
giubil are di che cosa? Di reli- politici e laici nostrani, alla
gione cattolica in forte decli- stampa[ . .. ]
no di fronte all a proliferazio-
ne di re ligioni buddiste, dei T.
Stefano , Novara
di Geova, de ll ' indui smo, del- Non è questione di conve-
1' ateismo ecc.?
nienza, caro Stefano. I santi
non si fanno tenendo presente
Mario , 80023 la convenienza, ma tenendo
Secondo me, le conviene "giu- presenti la loro fede , i valori
bilare!", se non altro perché cui si sono ispirati, le scelte
un altro Giubileo di fine mil- fatte in base a quei valori, la
lennio verrà solo fra 1000 vita personale... e cose di
anni e lei a quel tempo "giu- questo genere. Non c'entra
bilerà" altrove! Avvenimenti la convenienza né la ragion
come questi, lasciarseli sfug- politica, né l'opportunità , ecc.
gire, significa perdere un ecc. Comunque stavolta le ri-
pezzo di storia! Tutto p ro- spondo con le parole di due
grammato ? Proprio non cre- personalità che non puzzano
do se da molte manifestazioni molto di Chiesa o conformi-
sono stati sorpresi gli stessi smo. Dice Sgarbi (p roprio
organizzatori. Di giovani alla lui, il critico d' arte): "Non
GMG se 1ie aspettavano da capisco come possa riguarda-
ottocentomila a un milione al re il governo israeliano ciò
ni, il quale riconosce che ciò
che avviene ali' interno di una
organizzazione "privata su
base volontaria" (!) come la
Chiesa in materia di fede, cli
dogmi, di santi [. ..], dovreb-
be essere del tutto indifferen-
te per un laico[ .. .] Un laico
può criticare finché vuole la
figura di Pio IX [. ..] non la
sua beatificazione che è un
atto squisitamente religioso".
E più avanti lo stesso Fini ri-
corda "il brocardo di Cavour
libera Chiesa in libero Stato".
Ce n'è a sufficienza. Aggiun-
go solo che i processi canoni-
ci per arrivare a "patenti" di
santità sono di una scrupolo-
sità quasi maniacale , e, ripe-
to , riguardano le virtù perso-
nali , la fede del'individuo, la
coerenza con il Vangelo, non
altro . Comunque, se vuol sa-
perlo, anche la storiografia
ufficiale non sembra più cosl
critica con Pio IX , e segni di
rivalutazione son.o emersi da
tempo. Il prof Trin.chese , sto-
rico del Risorgimento (a pro-
posito: "Risorgimento" e ba-
sta, sacro santo, anche
realtà fattua le. Eccetto che massimo. Ne sono arrivati
se scritto con la lettera maiu-
non ti riferisca al vezzo tutto quasi due milioni, il che ha
scola!) parla di Pio IX come
italiano cli sfumare, distin- fatto piangere anche il Papa
papa con una profondità reli-
guere, prendere le distan ze, cli commozione e tenerezza. E
giosa vasta e altrettanta ric-
diversificare, per cui esistono non è stato affatto un busi-
chezza pastorale. Ma non è il
un'estrema destra, una de- ness, a sentire i commercianti
solo. Chiudo , riferendole una
stra, un centro destra , un cen- di Roma, che... "sacramenta-
nota di Don Bosco al suo se-
tro, un centro sinistra, una si- no" - udito con queste orec-
gretario al termine di un in-
nistra, un'estrema sinistra, e chie! - perché hanno venduto
contro con Pio IX, da cui era
in ognuna di queste compo- al cli sotto delle previsioni.
stato ricevuto in udienza in
nenti ci sono ancora dei di- Certo! I pellegrini, giovani e
camera , essendo il Papa ma-
stinguo , delle correnti, per no, sono venuti appunto in
lato e .febbricitante: "li Santo
cui la gamma s'allunga , s' al- pellegrinaggio alla tomba di
Padre è a letto e il suo letto è
lunga, s'allunga. .. Ma que- Pietro, non a fare shopping.
così basso e povero, come
sto , ripeto , è il gioco di un Questo pesante risvolto eco-
quello dei nostri giovani. Non
GENNAIO 2001 BS

1.7 Page 7

▲back to top
ha nessun tappeto dove posa- è, invece, incitamento, anche Cara Francesca,
re i piedi [. ..] li pavimento è se indiretto, alle armi, alla IL BELLO DELLA VITA?
tutto mattoni, ma così logori gueffa? •••
È il sole che si leva ogni giorno
e sconnessi che bisogna star
Alicia, Salerno sulla tua depressione .. .
I'!, ben.e in guardia a non in-
ciampare".
~
ORTEI
TINI?
DI SOLDA·
Direttore egre-
Calma, gentile Alicia , non af-
fretti le con.elusioni. Don Bo-
sco ci ha lasciato un coman-
damento che è alla base del
suo sistema pedagogico e che
noi vogliamo rispettare per
È la rugiada che grida di gioia
ferita da un raggio di luce!
È il canto innamorato
dell 'usignolo che scrive
il morire del giorno.
È la mamma che soffre
gio, ho letto proprio in questi arrivare al cuore: sia al cuo- la sofferenza del figlio.
giorni un episodio in cui si re del problema educativo È il cuore che gonfia di
narra che Don Bosco faceva che al cuore delle persone da nostalgia quando sogna
fare cortei coi ragazzi armati educare. Si può esprimere co- d 'amore e di libertà...
da soldatini , col fucile di le- sì: "Amate ciò che i ragazzi È la pianta che sfrutta ogni an-
gno ... Mi sono meravigliata. amano". Questo non per com- fratto per abbarbicarsi alla vita.
Non mi veffà a dire, spero, portarsi come loro ma per È il fiore che beve la luce
che questo è un gioco peda- conquistarne la confidenza e per donare profumo e colori.
gogico! Bella pedagogia! Non la jzducia... perché l'educa- È il seme che spacca la roccia
zione, cara signora, è prima per generare altro seme.
di tutto - e sono ancora paro- È l' uomo che canta la vita
APPEI LI
le di Don Bosco - una fa c- quando sibilano attorno
cenda di cuore, e se non con- pallottole.
Possiedo circa 5000 imma-
ginette e molte ne ho dop-
pie. Sono disposto a scam-
biarle. Lombardo Vittorio,
via Garibaldi, 31 - 98077
S. Stefano di Camastra
(ME) - Tel. 0921.33.92.70.
Africa Orientale libri cerco
nuov i e vecchi se in buone
condizioni. Dr. Alberto
Bertozzi, via C. Lombro-
so, 22- 41100 Modena.
Cercasi per Associazione
Volontariato computer Pen-
tium (o sim ili) usati , anche
obsoleti , ma fun zionanti .
Scrivere a Filippo Incor-
vaia, Via C.le Spina, 6 -
92027 Licata (AG). Tel.
0347.13.26.487
Desidererei corrispondere
con persone che credono
nell 'amicizia sincera, nell a
quisti il cuore del ragazzo è
pe,fettamente in.utile che ti
sbatti tanto per educare: non
educherai nessuno. Il suo (di
Don Bosco) amore per i gio-
vani si è piegato fino a que-
sto, si è adattato , e può anche
immaginare con quanto sfor-
zo , a fare il gioco del soldati-
no, allora di moda, pur di
non allontanare i ragazzi, pur
di ritagliarsi lo spazio per
continuare a educarli. Dopo
un anno che stavano con lui ,
può starne certa, i suoi bir-
banti, i suoi barabit come li
chiamava, non avrebbero cer-
to più giocato a imitare i sol-
dati. Don Bosco aveva capito
che nella f ebbre dell' irreden-
tismo che aveva ormai conta-
giato tutti, non poteva fa re di-
versamente.
È l'uccello che sente tremare
il ramo e continua a cantare
sapendo di avere le ali...
Ed è il desiderio dell "'oltre",
per non arrendersi al declino
del tempo.
È la volontà di fiorire nel
deserto , di camminare
indomato nella bufera.
È la gioia di contemplare il
mondo, e immergersi nella
lettura creativa delle cose.
È l'intima evidenza di fede,
che sopra la geometria
dell'Infinito c'è la Cifra .
E la Cifra ordinatrice è
l 'amore. E l' amore fa
coincidere gli opposti.
È la sicurezza interiore
che lassù qualcuno mi ama .
È sapere che la de risione
passa e la decisone resta.
È la sicurezza che l'odio è
solo un amore a rovescio.
fraternità, e abbiano valori
profondi . Carmela Tona-
ni, via Mompiani, 9 -
20133 Milano
Mi piacerebbe tanto condi -
videre la mi a esperienza di
O:L BELLO DELLA VITA?
Carissimo direttore, sono
una ragazza di 25 anni, uni-
versitaria, amo la poesia, la
letteratura, la fi losofia, ma. ..
mi guardo attorno e non rie-
È la certezza che bellezza
è un concetto relativo,
che solo è bello ciò che è.
Come Dio.
Il bello della vita, signorina
Francesca, è la vita!
immigrata (dal sud al nord-
itali a) con giovani che co-
me me hanno dov uto la-
sc iare il loro paese e ... ri-
cominciare in un altro. Ro-
salia La Greca, via Gio-
vanni XXIII, 38 - 23889
S. Maria Hoè (LC).
sco a darmi pace: dov il
bello della vita? Dalle amiche
trovo solo derisione e scher-
no. Mi sento lo zimbello ...
debole, indifesa, senza fidan-
zato, troppo sensibile alle cri-
tiche ...
Francesca, Ve rona
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
n.u te in reda zione. Ce ne
scusiamo. Provvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS GENNAIO 2001

1.8 Page 8

▲back to top
QNITALUI . _N_E_L_M_O_N_D_O_ _ _ _ _ _ _ _ __
sei chilometri dalla loro casa:
600 persone per 140 famiglie;
l'altro è a 12 chilometri e i ri-
fugiati sono più di 800. In
NEI CAMPI
quei grandi attendamenti man-
PROFUGHI
ca di tutto, sicché le suore si
danno da fare in mezzo a un
L 'emergenza profughi non è mare di miseria.
affatto terminata nella Repub- Fanno scuola, curano i malati ,
blica Democratica del Congo. provvedono a portare ali' o-
--
Ne arrivano tutti i giorni, fan- spedale i più gravi, soccorro-
no centinaia di chilometri, a no le famiglie, vaccinano i
piedi o con mezzi di fortuna. bambini, distribuiscono cibo,
Molta gente è ancora per le vestiti e acqua; puliscono,
strade e vaga senza meta, pro- rassettano ...
venienti dalle regioni occupa- Sono davvero gli angeli del
te dai ribelli. Proprio per que- campo, aiutate validamente in
sto le suore salesiane si reca- tutto dai salesiani . Nella foto:
no ogni settimana, dal dicem- suor Maria José Lungo con
bre 1999, in due campi profu- alcuni profughi nel campo di
ghi. Uno è situato ad appena Kamakanga.
ROMA, EVENTI
GIUBILARI
UN "ORATORIO"
MUSICALE
Il Giubileo ha stimolato e ca-
talizzato le più disparate ini-
ziative e ispirato poeti, scrit-
tori, musicisti, compositori,
pittori, artigiani ... Il 4 ottobre
u.s. nel santuario della Divina
Misericordia a Roma è stato
eseguito in prima assoluta un
oratorio sacro composto dal
maestro Colafranceschi e ispi-
rato al "Diario" di santa Fau-
stina Kowalska, la mistica po-
lacca canonizzata il 30 aprile
2000. Quelle pagine di altissi-
ma spiritualità descrivono I'a-
more inenarrabile del Dio che
perdona sempre.
In un mondo come il nostro
non è superfluo celebrare il
perdono e la misericordia, an-
zi diventa imperativo. Padre
Colafranceschi, camilliano, au-
tore anche del testo, ha all'at-
tivo una numerosa produzio-
ne musicale.
LVIV, UCRAINA
CIOCCOLATA 2000!
Non c'entrano la Perugina o
la Nestlé. Cioccolata 2000 è il
soprannome dato a un libretto
la cui copertina ha il colore
del famoso dolce! Un libretto
dicevamo: si tratta di un su-
perconcentrato della dottrina
cattolica che per l'anno giubi-
lare il vescovo monsignor Sa-
pelak, salesiano, ha voluto re-
galare alla sua gente. È desti-
nato infatti ai milioni di ucrai-
ni che per 72 an ni di · seguito,
sotto il ferreo regime sovieti-
co, non hanno avuto più la
benché minima istruzione re-
ligiosa. Monsignore sa che il
buon popolo ucraino è asseta-
to di cultura religiosa, e sa
che le briciole di fede soprav-
vissute alla propaganda anti-
religiosa hanno bisogno di es-
sere nutrite con idee semplici ,
chiare e solidamente fondate.
GENNAIO 2001 BS
Un volumetto agile
che si sforza
di dimostrare che
"Parrocchia è bello!":
non è musoneria e lagna,
è invece amicizia,
allegria, solidarietà...
Sono lettere e riflessioni
di giovani per giovani che
sono venuti in contatto
con questa realtà "strana"
nei modi più impensati
e si sono trovati a casa.
Tanti spunti per i giovani ,
un linguaggio giovane ,
la voce di qualche "guru"
dei giovani ...
Ha tutto per farsi leggere.
Giacomo Ruggerl

1.9 Page 9

▲back to top
RAGUSA, ITALIA
FESTA DELLA
FAMIGLIA
L'Associazione "Famiglie Don
Bosco" è alla seconda edizio-
ne della "Festa delle Fami-
glie". Quest'anno ha optato
per un 'ospite illustre, suor
Germana, la popolare religio-
sa fondatrice e responsabile
del Punto Famiglia di Torino,
diventata famosa anche per le
sue ricette gastronomiche. Suor
Germana ha sapientemente
messo in guardia i giovani
dalle trappole mortali nelle
quali possono incappare, e ha
incoraggiato le famiglie a vi-
vere la quotidianità come via
verso la santità, non disde-
gnando - ovvio per lei - la
buona tavola e i buoni piatti
come armi potenti contro i
malcontenti e la monotonia,
perché "non a caso il buon
Dio ha sapientemente messo
il cuore vicino allo stoma-
co!". Con una simile ospite,
non poteva mancare anche la
lezione di cucina.
PETRELLA
TIFERNINA, ITALIA
sec. XII dedicata a san Gior-
gio Martire. È stato organiz-
zato dagli animatori del loca-
le oratorio, che si sono forma-
GIUBILEO DEGLI
ti nei campi scuola salesiani e
ARTISTI
continuano ad animare il pae-
se con la pass ione e lo stile ti-
Giubileo particolare in un ora- pico di un oratorio salesiano.
torio salesiano senza salesia- L ' iniziativa ha visto la parte-
ni . A Petrella Tifernina sono
stati chiamati a raccolta gli
artisti del Molise per celebra-
re il loro Giubileo nella ma-
cipazione di artisti molisani,
accorsi numerosi, che sono ri-
masti entusiasti dell 'acco-
glienza.
- - - - - ~ gnifica chiesa romanica del
Cfiirs11 ifi .San 9io~IJIO J,(anirt
f Pc/re/111 '1ìftrl11n
13 !ifgoslo J OOo
9iubilto dt9li!ifrtisli
FILATELIA
GIUBILARE
a cura di
Roberto
Saccarello
SAl'fTO 1000
c rrri. DEL VA'rlCAtm. Atnm .
PIO I X E moVANNI xxm
Ul
z
o
N
"u
~ ...
I-
"Ul
::3 SET TEMBRE 2000
La beatificazione di papa Mastai
ha suscitato polemiche. Ma gli studi più seri
stanno rivalutando il papa marchigiano.
Resta comunque una
BEATIFICAZIONE NON CAPITA
Pio IX è stato beatificato da Giovanni Paolo Il il
03/09/2000. Forse mai una causa è stata più difficile
e per certi versi sorprendente. Introdotta già da Pio
X nel 1907, venne quasi subito abbandonata per
problemi di carattere politico. Fu ripresa nel dicem-
bre 1954, e si concluse nel giugno 1956, dopo di
che ebbe inizio l'ultima parte. Il decreto sulle virtù
venne promulgato il 06/07/1985 e approvato da
papa Wojtyla. Non c'è dubbio che a Pio IX spetti
l'onore di alcuni atti magisteriali che segnarono
profondamente il cammino della Chiesa, ma la sua
apertura si manifestò anche in campo civile attra-
verso ampie riforme delle strutture amministrative
dell'allora Stato Pontificio.
Durante il suo pontificato venne adottato dal
01 /01/1852 l'uso dei francobolli . Quelli con trire-
gno e chiavi decussate resteranno in uso fino alla
fine del potere temporale. Il ritratto di papa Mastai
e il suo stemma sono stati riprodotti sul 600 lire
della terza serie dedicata il 04/02/2000 dalle Poste
Vaticane agli ultimi Pontefici giubilari. Lo stesso
francobollo - unitamente a quello da 1200 lire in
onore di papa Roncalli - è stato applicato sulla
busta ufficiale commemorativa della beatificazione,
illustrata dal M0 Ottavio Fantini con i busti dei due
nuovi beati.
PER IL BIMILLENARIO
Il bimillenario della nascita di Gesù di Nazareth che
coincide con il grande Giubileo è stato celebrato in
Vaticano con una splendida moneta d'argento da
2000 lire, plasmata da Daniela Longo. Il diritto mo-
stra il Santo Padre in preghiera, davanti all'altare
della Grotta della Natività a Betlemme, durante il
suo pellegrinaggio in Terrasanta, e la stella che in-
dica il punto esatto della nascita. Il rovescio reca
l'immagine del Bambino, di straordinaria dolcezza,
ispirata alla tela di Francesco Mancini nella Pinaco-
teca Vaticana.
Per saperne di più: ,:r 0761.307124
BS GENNAIO 2001

1.10 Page 10

▲back to top
l00annifa
Cambia la copertina del BS nel 1901 e si attrezw
con un primo timido colore, un verdino un po'
stinto, ma sufficiente a "nobilitare" la rivista.
Tale copertina - sempre la stessa - continuerà
per tutto l'anno. Il numero di gennaio è quasi
interamente dedicato alle missioni.
Presentiamo un pezzo di don Borgatello.
IN ITALIA
NEL MONDO
Arri vati una sera presso alcuni toldos di indii completa-
mente ubriachi , ci fu giocoforza pern ottare in mezzo a
loro. In uno spazio libero di 50 mt. circa, fra un tolda e
l' altro, alziamo la nostra tenda, e dopo una mi sera cena
ci disponi amo a dormire!... Tutta la notte vi è un bacca-
no che pare il finimond o. Chi ride e chi piange; chi urla
e chi rissa; e fra tanto baccano si ode di quando in quan-
do alcune note scordate di una vecchia fil arm onica suo-
nata da una mano poco esperta nell 'arte d 'E uterpe. Per
di più alcuni Indii ubriachi dan zano accompagnando il
rauco suono e la danza coi loro canti lugubri o meglio
piagnjstei ottenuto ora co l battersi le mani sulla bocca
per far uscire una voce tremola, or col muovere le labbra
colle dita, come chi suona una chitarra. Il vi so hanno pit-
turato a vari col ori e sono immascherati nel modo più
bizzarro, con penne d ' uccelli , fo glie d 'alberi e gingilli i
più strani che trovar potessero nei loro tolclos. Non es-
sendo molto snelli nel saltare e colla testa piena di ac-
quavite , la loro danza è pesante, muovono a stento le
gambe, per lo più avanzando e rin culando solamente,
ballando da soli ciascuno per suo conto, oppure, stando
fermi coi piedi , alzano e abbassano il corpo, o si conto r-
cono a destra ed a sinistra, ed accompagnano questi mo-
vimenti coi loro canti o lamenti prolungati a gui sa di una
piva napoletana. Una volta fi nita la danza, si lasciano
cadere per terra come morti .
GENNA IO 2001 BS
CICLO-
PELLEGRINAGGIO
Il CFP (Centro di Formazione
Professionale) istituto "Ber-
nardi Seteria" de l Colle ha ce-
lebrato il suo pellegrinagg io
giubilare in bic icletta, pro-
grammando lungo il percorso
in te lli genti tappe di riflessio-
ne (S. Patrignano, Rond ine,
Nomadelfia, La Vern a, ecc.) ,
per arrivare in tempo utile e
partecipare all a GMG. Alcu-
ne rifless ioni dei protagonisti
danno il senso de ll a fatica:
"Sono molto fe lice di pedala-
re insieme a voi, perché le
cose belle che incontriamo
sull a strada fa nno nascere la
voglia di vive re, di amare, e
di andare verso Dio" (Myco-
la). "(Sono) esperienze che ti
portano a legare con gli altri,
mettendo da parte le proprie
esigenze, formando un clima
d i amicizia e collaborazio-
ne . . . M i ha stu pito a R oma la
massa enorme di giovani ca-
talizzata da ll a fig ura del Papa,
pronti a mettere in luce la
loro fe de senza paure o rispet-
to umano" (Maurizio) . "Nes-
sun o come il Papa ama i gio-
vani ... Ci ha dato indicazioni
e stimoli troppo importanti ,
come: dicendo sì a Cristo dite
sì a ogni vostro più grande
ideale" (Filip po) . "Ho trovato
15 giorni che non dimenti-
cherò fac ilmente, specialmen-
te le paro le de l Papa: Ragaz-
zi, mettete a fuoco il mondo.
Siate le sentinelle del nuovo
millenni o !" (A ndrea).
ASUNCION,
PARAGUAY
CENT'ANNI IN
PARAGUAY
S i susseguono le celebraz ioni
de l centenario de lla presenza
de lle Figlie di Maria Ausili a-
tri ce nella terra guaranì, cul-
minate il 15 agos to con la vi-
sita dell a Mad re Genera le
suor Anto ni a Colombo. Du-
rante l' anno centenari o il con-
vegno pedagogico organi zza-
to dalle suore è stato di chiara-
to d i interesse nazionale da l
M inistro de ll 'Ed ucazione. Le
autorità ecclesiali e civi li pre-
senti ali ' Acto Accademico
centra l, celebrato solenne-
mente ne l Centro Cultu ra] Pa-
raguayo Japonés, hanno espres-
so il loro gra nde apprezza-
mento per l'opera delle suore.
In un paese con tanti pro ble-
mi esse continuano a educare
ragazzi e ragazze secondo il
metodo e lo stile della pre-
venti vità, aiutando li a prende-
re le di stanze da lla violenza, e
a essere fede li ai valori tradi-
z ionali del popolo parag uaya-
no: la bontà de l cuore, "l'arte,
la musica ... Nell a fo to: L ' In-
tendente dr. Burt dichiara
suor Antonia Colombo "V isi-
tatri ce Illustre" .

2 Pages 11-20

▲back to top

2.1 Page 11

▲back to top
OSSERVATORIO
Giovanni Eriman
EPIFANIA. È la festa
delle "manifestazioni"
di Dio. Il bimbo Gesù
viene riconosciuto come
"Messia" dai pastori nella
grotta di Betlemme , dai
Magi , attraverso l'offerta di
doni significativi, dai disce-
poli a Cana in occasione
del suo primo miracolo , e
da Dio stesso nel batte-
simo del Giordano. La fe -
sta è il riassunto di quattro
grandi momenti in cui Ge-
sù si manifesta come Dio.
Il quinto e più grande di
tutti sarà la Pasqua di
risurrezione .
PRIMA
••BEFANA'' DEL
lii MILLENNIO
cammino poi il luogo dove
è Gesù. E una ierofania,
una manifestazione della
divinità. Ricorda la folgore
di Zeus, e il fuoco sacro di
tante religioni . Ogni mani-
festazione del sacro infatti
viene descritta come luce.
La luce assicura la vittoria
sulla corruzione, quindi sul
male e sulla morte . Dio è
luce e splendore, è l'Astro
universale .
BEFANA. È, secondo la
tradizione, una vecchia che
vola su una scopa e porta
regali ai bimbi buoni e car-
bone a quelli cattivi. Il vo-
cabolo deriva da Epifania
volgarizzato in Pifania, Bi-
fania , Befania, Befana!
Rappresenta la cristianiz -
zazione di una figura incer-
ta e alquanto misteriosa,
forse Madre Natura che ,
giunta alla fine (dell 'anno)
vecchia e rinsecchita, offre
regali, cioè semi , che a
primavera frutteranno di
nuovo .
Capodanno
Francia
Gran Bretagna
Germania
Polonia
Portogallo
Spagna
Bonne Année
Happy New Year
Ein Gutes Neues Jahr
Szczesliwego Nowego Roku
Boas Festas
Feliz Ano Nuevo
ORO, INCENSO E MIR-
RA. Sono i doni offerti dai
Magi al Bambino . L'oro,
metallo incorruttibile, rap-
presenta la divinità del
Bimbo cui viene offerto ;
l'incenso è la sua dignità
sacerdotale che si pone
come mediatore , tramite ,
ponte tra Dio e gli uomini:
il turno dell'incenso lega
misteriosamente gli uomini
a Dio. La mirra, una delle
sostanze usate per la se-
poltura, prefigura la pas-
sione e morte di Gesù.
PASQUELLA. È un 'eco
dell'Epifania orientale. So-
prattutto nelle zone mar-
RE MAGI. Secondo chigiane del maceratese e anconetano cori di
una leggenda il primo giovani o ragazzi la
Melchiorre era re dei notte dell'Epifania gi-
Persiani , il secondo Bal- rano per le vie della
dassarre regnava sugli città e i casolari di
Indiani , il terzo campagna a cantare
la Pasquella: "Sulle
rive del Giordano I
dove l'acqua diventa
vino I per lavare Gesù
Bambino I per lavare
Gaspare sugli Arabi. Eredi di Zoroastro si tramanda-
vano uno scritto che profetizzava l'apparizione di una
stella che li avrebbe condotti al Salvatore . Sono
venerati nella cattedrale di Colonia, dove si dice che
siano i loro resti , conservati in un'urna, e ivi traslati
per ordine di Federico Barbarossa dalla ch iesa di S.
Eustorgio di Milano , dove erano giunti, provenienti
da Costantinopoli.
la faccia bella I siamo
giunti alla Pasque/la".
E la celebrazione del-
la piccola Pasqua, la
grande Pasqua arri-
verà fra qualche me-
se! Gli abitanti usava-
no offrire ai cantori
uova, frutta secca e
STELLA. Accompagna i Magi indicando dapprima il altri doni.
BS GENNAIO 2001

2.2 Page 12

▲back to top
e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e e• e e e e e e I
SFIDE CHIESA
LE SFIDE DEL
di Sivano Stracca
DEL MONDO lii MILLENNIO SONO
GRANDI E GRAVI;
AffENDONO
SFIDE DELLA LA SOCIETÀ CIVILE
E LA CHIESA
L a cifra simbolo della sfida
globale è il dollaro con cui
un miliardo di persone deve
campare ogni giorno. E metà della
popolazione del globo - tre miliar-
di di individui - vive con due dol-
lari al giorno, quattromila lire
circa. Nel 2025 l'umanità sarà cre-
sciuta da sei a otto miliardi. E quei
due miliardi in più si affolleranno
tutti nei paesi in via di sviluppo, si
contenderanno la stessa acqua e lo
stesso pane che già oggi mancano.
Tutto questo su un pianeta che, se-
condo un rapporto della FAO di
quindici anni fa, potrebbe nutrire
senza problemi più di dodici mi-
liardi di persone.
CHIESA<2'
TROPPI DISPERATI
Un universo di disperati bussa
dunque alle porte del mondo opu-
lento. Al Summit del Millennio il
cardinale Sodano, Segretario di
Stato vaticano ha ricordato: "Ogni
giorno pensiamo alla parabola del
ricco Epulone e di Lazzaro, a cui
vanno solo le briciole. Questa non
è giustizia internazionale". Gli ha
fatto eco il segretario generale del-
l'ONU, Kofi Annan: "In un'epoca
che ha scoperto i codici della vita e
la conoscenza viene trasmessa nel-
lo spazio di secondi da un capo al-
i 'altro del globo, non è più tollera-
bile che una madre veda il figlio
morire di fame". Lo stato del mon-
do offre oggi un'occasione unica di
progresso che mette tutti di fronte
a una responsabilità storica. Forse
per la prima volta l'umanità ha i
mezzi per sconfiggere la povertà e
la fame. Non provarci sarebbe de-
littuoso. Così più di 150 tra re, pre-
sidenti, primi ministri, sultani, dit-
tatori, capi tribù, riuniti a New
York per il più grande vertice della
storia, hanno approvato la proposta
GENNAIO 2001 BS
di garantire a tutti i bambini del
mondo l'educazione e dimezza-
re il numero di disperati che so-
pravvivono con appena il fatidi-
co dollaro al giorno. E la scaden-
za fissata non è neppure lontana,
il 2015. "Se questo traguardo sarà
raggiunto o meno, ammonisce il vi-
cesegretario dell 'ONU Pino Arlac-
chi, non dipenderà solo dalle Na-
zioni Unite e dagli stessi leader
mondiali. Dipenderà da tutti i citta-
dini , specie da quelli dei paesi più
fortunati ". Non sarà impresa facile.
SOGNO E REALTÀ
No, non sarà facile. A Ginevra, a
fine giugno, l'ONU ha fatto il pun-
to sulla sfida alla povertà lanciata
cinque anni prima a Copenaghen.
Brutale il risultato: si è registrato
un calo di quasi dieci miliardi di
dollari l'anno. Nel 1970 era stato
ipotizzato di impegnare lo 0,7%
del PIL dei paesi ricchi per lo svi-
luppo. II traguardo avrebbe dovuto
essere raggiunto in cinque anni.
Ebbene oggi solo quattro paesi -
Svezia, Norvegia, Danimarca e
Olanda - sono in linea con tale pa-

2.3 Page 13

▲back to top
• • • •• • • • • • • • • • • • • • • • • • ••••• • ••• ••• • • • • • • ••••••••••••••••••••••••••
rametro. Gli Stati Uniti destinano a
questo scopo meno dello 0,1 %. E
la situazione è a un punto talmente
critico che lo stesso presidente
della Banca Mondiale non esita a
qualificare come " un crimine" la
riduzione degli aiuti ufficiali allo
svi luppo da parte dei paesi più
avanzati.
Bisognerebbe rendersi conto che
l'aumento degli aiuti in un periodo
di prosperità come questo non ri-
sponde solo a un imperativo_mo_ra~
le, ma anche ali ' interesse d1 chi II
elargisce. Invece a Praga, ali' inizio
dell'autunno, il popolo di Seattle
ha celebrato il "funerale del debi-
to" tra l'indifferenza dei potenti del
G7. E l' inviato del Papa al Summit
del Millennium ha dovuto bollare
come "deludenti" gli scarsi pro-
gressi compiuti nella campagna per
la riduzione del debito e l' aumento
degli aiuti allo sviluppo.
LA GLOBALIZZAZIONE
A questo punto, nella panorami-
ca sulle sfide del futuro, irrompe
prepotentemente il discorso sulla
globalizzazione. Essa è un fatto
reale. Può potenzialmente risultare
benefica per tutti, ma solo se gli
Stati lavoreranno insieme per met-
tere i suoi benefici alla portata di
tutti gli abitanti del pianeta. Senza
tale sforzo, miliardi di persone sa-
ranno lasciate in una condizione di
povertà e di squallore. Di "sfida
fondamentale" parla l' atto finale
del Summit di New York, che de-
nuncia: "Al presente i benefici
della globalizzazione sono ripartiti
in maniera decisamente disuguale,
alla stessa stregua dei suoi costi".
Il segretario generale dell 'ONU_
Kofi Annan.
In altre parole: il fenomeno, con-
trollato dalle multinazionali e non
dalla politica, sta arricchendo i, ric-
chi e impoverendo i poveri. E in
corso l'affermazione planetaria di
un neoliberismo che esalta il mer-
cato la massimizzazione dei pro-
fitti ,' la sottrazione alle regole eti-
che e al controllo della politica.
La globalizzazione non è un fine,
ma un mezzo da valutare in base ai
risultati che dovrebbero essere lo
sviluppo, e condizioni più favore-
voli per l'avanzamento sociale,
economico e culturale delle aree
più povere. La globalizzazione, in-
somma, non si può assolvere in
partenza, ma in base alla capacità
di includere il maggior numero
possibile di persone nei suoi van-
taggi, di ridurre le distanze, di crea-
re giustizia internazionale. Non è
accettabile una globalizzazione che
ha tra i suoi presupposti il profitto
a ogni costo e la valutazione posi~i-
va della ricchezza anche se m
mano a una sola parte degli abitanti
della Terra. La situazione di par-
tenza è tragicamente ingiusta: un
18 % della popolazione mondiale si
spartisce 1' 83 % delle risorse globa-
li . U no stato che faceva affermare
ironicamente a Fidel Castro: "Tre
dozzine di ricche nazioni monopo-
lizzano la tecnologia, la scienza, la
politica, offrendoci soltanto ricette
per diventare più poveri".
Il cardinale Angelo Sodano,
segretario di Stato, con Arafat.
L'AMBIENTE E LA PACE
Per il degrado ambientale la ri-
cetta è garantire l'entrata in vi~ore
del protocollo di Kyoto, e ta~hare
entro il 2002 l'emissione dei gas
responsabili dell 'effetto .ser~a che
minaccia di travolgere Il pianeta.
Anche in questo campo la sfida è
lavorare insieme al fine di preser-
Fidel Castro: " I ricchi ci offrono
ricette per diventare più poveri".
vare le risorse naturali dalle quali
dipende il sostentamento dell'inte-
ra umanità. La lotta contro le ma-
lattie mira a ridurre, entro il 2015,
di tre quarti rispetto al tasso attua-
le la mortalità materna e di due
te;·zi la mortalità infantile sotto i
cinque anni, e di cominciare a in -
vertire la diffusione dell ' AIDS. Al
Summit di settembre è stato Bill
Clinton, al suo canto del cigno, a
mettere a fuoco realisticamente il
circolo vizioso che il mondo deve
spezzare: "Fino a quando non af-
fronteremo il legame di ferro tra
privazioni, malattia e guerra, non
riusciremo a creare la pace sognata
dai fondatori del! ' ONU". "Nell ' ul-
timo decennio - ha rammentato -
cinque milioni di persone hanno
perso la vita a causa del~e guerre.
Essi rappresentano una sfida per la
com uni internazionale che deve
difendere non solo le frontiere , ma
anche i popoli". Anche l'inviato
del Papa al Summit newyorkese _ha
messo al primo posto la promoz10-
ne della pace: "Davanti alle espio~
sioni di violenza, soprattutto nei
conflitti etnici e civili , l'ONU ha il
dovere di agire nell'ambito della
sua carta costitutiva per ristabilire
la pace". Pace e diritti umani sono
oggi sulla bocca di tutti. Eppure
vengono violati ripetutamente e
dappertutto. Dal podio di mai:mo ·
dell ' ONU il rappresentante vatica-
no ha rivendicato la necessità di
dare una "solida base etica" ai di-
ritti umani.
O
8S GENNAIO 2001

2.4 Page 14

▲back to top
Il Forum Internazionale del Movimento Giovanile Salesiano
UTOPIA GIOVANE
di Maria Antonia Chinello
Volti del mondo: la ragazza è ungherese, i giovani sono italiani.
Al Colle Don Bosco,
nell'agosto scorso,
circa 220 giovani
dei cinque continenti
si sono ritrovati
per dare vita al primo
raduno internazionale
del MGS.
L'opera di Don Bosco
e di Madre Mazzarello
ha un futuro: cammina
con i loro passi,
accarezza con le loro
mani, sceglie i più poveri.
N ella settimana, che ha prece-
duto gli appuntamenti roma-
ni della Giornata Mondiale
della Gioventù, i giovani delegati di
Salesiani e Figlie di Maria Ausilia-
trice del mondo si sono scambi ati
esperienze sull'animazione salesia-
na nei propri paesi, hanno ascoltato
testimoni del presente e del passato,
In pellegrinaggio verso
Valponasca.
GENNAIO 2001 BS
hanno visitato i luoghi dove ha avu-
to inizio il carisma e hanno tracciato
linee per meglio servire la Chiesa e
i giovani nel futuro.
RISPOSTE PER IL
DOMANI DELLA TERRA
I giovani del "senza": senza pace,
senza lavoro, senza istruzione, sen-
za famiglia, senza interl<2cutori, sen-
za fede, senza salute. E il quadro
forse un po ' negativo, risultato dalla
condivisione sulle domande giova-
nili e sulle povertà più urgenti che si
incontrano nelle realtà continentali
studiate dai partecipanti al Forum
del Movimento Giovanile Salesiano
(MGS).
In Africa, all ' instabilità politica,
alle gueITe infinite, alla coJTuzione,
all'incertezza sul futuro si aggiunge
la piaga dell 'AIDS , che decima le
nuove generazioni. La globalizza-
zione invade le città, i villaggi. Le
famiglie sono disorientate, confuse.
I valori che finora hanno retto le so-
cietà vengono meno. Il sincretismo
religioso si diffonde; la giovane don-
na è sempre più perdente, in una so-
cietà che fatica a trovare equilibrio
Momenti di riflessione al Forum.
tra modernità e tradizione.
L'Asia rivela tinte oscure che in-
cidono fortemente sul presente e sul
futuro delle generazioni . Le nuove
tecnologie, i medi a affascinano e
contribuiscono ad ampliare una real-
tà divisa: molti poveri sempre più
poveri e pochi ricchi sempre più ric-
chi . I giovani si vendono per soldi a
partiti politici affamati solo di gran-
di masse. I cristiani , ridotti a mino-
ranza, non riescono a incidere sul
sociale e a ridurre le distanze tra i
gruppi . Il dialogo tra le religioni che
compongono il mosaico asiatico è

2.5 Page 15

▲back to top
al Colle Don Bosco i primi di agosto.
Madre Antonia Colombo al Forum.
Il gruppo italiano si confronta.
difficile, c la tendenza ad arroc-
carsi su posizioni di difesa.
L'Europa si dibatte tra povertà
antiche e nuove, che si radicano so-
prattutto nella solitudine dei giova-
ni. Ci sono di sorientamento, man-
canza di lavoro. Gli adulti non han-
no più tempo per ascoltare. Si ab-
bassa sempre più, e senza supporti
formativi, la soglia dell'età in cui i
giovani fanno scelte dete1111inanti:
adulti bambini o bambini cresciuti
troppo in fretta?
L'America è impegnata a trovare
risposte a sfide cocenti. Al Nord, si
lamentano la diffusione dell ' analfa-
betismo, la mancanza di modelli in
campo politico, sociale e religioso.
Si denota l ' affermazione sempre più
forte di un fondamentali smo religio-
so che si oppone a un lass ismo in
campo morale. Il disorientamento dei
giovani non trova nel benessere e
nel consumismo alcuna risposta. Il
Centro e il Sud del continente insi-
stono sulla disgregazione familiare
Monsignor Ablondi dialoga
con una giovane argentina.
con il conseguente incremento di ra-
gazzi e ragazze abbandonati dalla
famiglia, che ingrossano le fi le della
marginalità e dell'esclusione socia-
le. La perdita dei riferimenti cultu-
rali, l'apatia sociale e politica e una
crescente disoccupazione a causa di
politiche economiche neoliberiste ed
economia globalizzata fanno sì che
un maggior numero di popolazioni
ingrossino le liste dei poveri .
UNA CHIESA GIOVANE
Due ospiti illustri hanno lasciato
ai giovani il loro messaggio di spe-
ranza. Il vescovo salesiano indiano
Thomas Menamparampil ha affer-
mato: «Davanti ad ogni necessità
umana c sempre una ri sposta, e
sempre c qualcuno che può ri-
spondere. Questo qualc uno sei tu. Il
lavoro per la pace non è un ' attività
popolare in questo tempo di eroi di
gue1n: abbiamo bisogno di appren-
dere dalla saggezza di ognuno; c
urgenza di costruttori di pace». A
sua volta il vescovo di Livorno
monsignor Ablondi ha detto ai gio-
vani che "incontrare" è una parola
chiave per loro, per vivere una vita
cristiana autentica. Non devono ac-
contentarsi di un "cristianesimo di
bricolage" . Le sfide più urgenti oggi
sono mettere Cristo al centro, co-
struire la comunione, vivere il senso
profondo della sessualità, esprimere
la gratuità come attitudine.
GUARDARE AVANTI
Il Forum si è concluso con un mes-
saggio dei giovani ai giovani . Il Ma-
nifesto sottolinea la varietà di luo-
ghi e di culture di provenienza dei
partecipanti ali' incontro mondiale,
ma nello stesso tempo ne evidenzia
l'unità nella passione per la vita,
nell'assunzione del Vangelo come
orientamento dell'esistenza, nel-
l'opzione per i più poveri e nel rico-
noscersi in uno stile proprio del
Movimento. «I giovani - recita il
testo - si sentono chiamati a impe-
gnarsi nei molteplici aspetti che im-
plica l'esperienza di una fede vissu-
ta nel quotidiano con gli occhi e il
cuore di Don Bosco e di Madre
Mazzarello, che sono i modelli in
cui si identifica il MGS».
I giovani si sono impegnati ad as-
sumere la fede cristiana nel quoti-
diano, a testimoniare la vita ass u-
mendo i nuovi linguaggi e i simboli
adeguati al mondo giovani le attua-
le. Desiderano essere presenti nel-
l'ambito socio-politico, con parti-
co lare riferimento al mondo giova-
nile; promuovere la formazione in-
tegrale; incrementare il protagoni-
smo dei giovani , rinnovare l'opzio-
ne preferenziale per i poveri
«uscendo dai muri conosciuti in-
contro agli immigrati e agli ultimi
là dove sono, rispondendo concre-
tamente ai problemi della droga,
della violenza, dell'omosessualità,
dell'AIDS, all ' apatia, alla solitudi-
ne, ali 'individualismo dei giovani».
Infine, una richiesta pressante ed
esplicita: «In tutta sincerità e
schiettezza il MGS chiede a Sale-
siani e Figlie di Maria Ausiliatrice
che facciano una chiara scelta per i
più poveri e bisognosi».
o
BS GENNAIO 2001

2.6 Page 16

▲back to top
BREVISSIME DAL MONDO
ROMA (Fonte Fides).
I missionari uccisi lungo il
corso del 1999 sono stati 32
di cui 1O sacerdoti diocesa-
ni, 7 religiosi, 9 religiose, di
quattro diverse congrega-
zioni, 4 seminaristi e 2 cate-
chisti. Di costoro 6 sono
stati uccisi in Angola, 3 in
Sierra Leone, 2 in Burundi,
2 nella Repubblica Demo-
cratica del Congo, 1 in Gui-
nea, 1 in Sudafrica, 9 a
Timor, l in India, 1 in Liba-
no, 4 in Colombia, I in
Ecuador, I nella Repubblica
Dominicana.
ROMA (Fonte Fides). I mis-
sionari nel mondo sono più
o meno 600 mila, di cui 320
mila tra catechisti, laici e
volontari; 55 mila sono i sa-
cerdoti compresi 1100 ve-
scovi; religiose e religiosi
raggiungono il numero di
circa 150 mila, mentre circa
80 mila sono i candidati al
sacerdozio.
I missionari italiani nel mon-
do sono invece 16.300, così
SANTA MARIA
DEGLI ANGELI, ROMA
LA CHIESA HA DETTO SÌ
Passano secoli prima che una
devozione venga ufficialmen-
te accettata dalla Chiesa per-
ché sia "nutrimento spirituale
del popolo cristiano".
Le grandi devozioni, quelle
più teologicamente fondate e
universalmente accettate, pos-
sono essere individuate nella
Via Crucis e nel Rosario.
Tra le due si è aggiunta, nel-
l'anno 2000, un'altra devozio-
ne, proposta solo 12 anni fa
dall'Associazione "TR 200"
(Testimoni della Risurrezio-
ne), fondata dal salesiano,
professore all'UPS, don Sabi-
no Palumbieri. Si tratta della
Via Lucis.
Essa è entrata ufficialmente
nel "Manuale del Pellegrino"
ed è stata solennemente cele-
brata in italiano il 16/17 ago-
ripartiti: 1000 inviati dalle
diocesi, 6500 religiosi, 7400
religiose, quasi 200 apparte-
nenti a istituti secolari e di
vita contemplativa.
LISBONA. A fine settem-
bre 2000 si è svolto nella ca-
pitale portoghese il più im-
portante momento di dialo-
go tra culture e religioni di
fine/inizio millennio.
Vi hanno preso parte cardi-
nali cattolici, patriarchi e
metropoliti ortodossi, ve-
scovi e alti prelati prote-
stanti, il segretario generale
della Lega islamica, il pre-
sidente indonesiano, il prin-
cipe di Giordania, il rabbino
capo safardita di Israele, i
presidenti di Senegal, Be-
nin, Gambia e Guinea Bis-
sau e molte altre persona-
lità. Si è trattato del XIII
vertice mondiale interreli-
gioso.
Il più significativo e famoso
resta quello indetto da Gio-
vanni Paolo II ad Assisi nel
1986.
sto alle Catacombe di San
Callisto, mentre in tedesco il
18/19 nella basilica di Santa
Maria degli Angeli in Piazza
della Repubblica. Qui, al cen-
tro della vetusta basilica tro-
neggiava una stupenda croce
di cristallo alta due metri, il-
luminata all'interno: quattro
tonnellate di luce, realizzata
dalla famosissima ditta Swa-
roski su disegno dell'italiano
Stefano Ricci .
Il vescovo e i cattolici di Inn-
sbruk l'hanno voluta donare al
Papa in occasione del Giubi-
leo dell'anno 2000: un monu-
mento alla "Via della Luce".
Da quest 'anno la croce di
Swaroski (oltre mezzo miliar-
do il suo valore monetario)
farà il giro del mondo, toc-
cando le maggiori chiese del
globo, per poi tornare definiti-
vamente a Roma dove avrà
una collocazione degna del
suo valore, sia artistico che
simbolico.
, CIVITANOVA MARCHE
320 CHILOMETRI IN BICI
L'Unione exallievi Don Bo-
sco di Civitanova Marche ha
organizzato il pellegrinaggio
giubilare in bici. Una trentina
di persone, assistite spiritual-
mente dal parroco salesiano,
anche lui rigorosamente in
calzoncini, maglietta e... una
assai poco tecnologica bici,
hanno pedalato verso Roma
in tre tappe, arricchite da mo-
menti di preghiera, canti e vi-
site a centri religiosi. Un
"viaggio della fede" che ha
fatto abbandonare sicurezze e
comodità, per lasciarsi "se-
gnare" dalla precarietà del
pellegrinante che cerca nella
fatica e nella preghiera le
tracce della presenza del Si-
gnore nella propria esperien-
za di vita.
Il pellegrinaggio è la forza del
cristiano che offre fiducioso
qualche sacrificio condiviso
con un grup~o di amici, per
ritrovare il senso ultimo del
vivere e dell'operare, quel
sentirsi straniero nella propria
terra, pellegrino verso la terra
del senso definitivo . L'ultima
emozione quando il gruppo
compatto ha percorso via
della Conciliazione verso la
chiesa/guida di tutte le chiese,
San Pietro, colpita dai primi
raggi del .sole mattutino: i pe-
dali si sono improvvisamente
alleggeriti , la stanchezza è
volata via, verso la grande cu-
pola di Michelangelo, il cuore
s'è adagiato tra le grandi
braccia del colonnato del Ber-
nini, la mente si è innalzata
verso Dio, nella lode e nel
ringraziamento ...
(Federico Pezzoni)
GENNAIO 2001 BS

2.7 Page 17

▲back to top
ROMA, PISANA
Si sono incontrati alla
Pisana per la canonizza-
zione dei protomartiri
salesiani i due fratelli
Nereo e Pio con Andrea,
tutti vecchi compagni di
Ivrea alla fine degli anni
'30 . Ora essi sono Pier
Loren impresario a Mel-
bourne , Andrei Sapelak,
vescovo salesiano di Lviv
in Ucraina, e don Larry
Lorenzoni , salesiano , di-
rettore di promozione e
sviluppo nella ispettoria
salesiana USA Ovest.
CGS NAZIONALE,
ROMA
Il CGS continua il suo
impegno aderendo e pro-
muovendo iniziative di
grande spessore cultura-
le. Partecipa a "Cantiere
Ital ia" del Dipartimento
dello Spettacolo per la
valorizzazione del cinema
di qualità ; continua nel -
l'impegno annuale delle
iniziative culturali speciali
legate al cinema educati-
vo e al mondo giovanile,
vera manna per tutti colo-
ro che vogliono educare
attraverso il cinema.
BRATISLAVA,
SLOVACCHIA
La giovane nazione ha
celebrato il 60° di presen-
za, e il 50° di professione
del primo gruppo di sorel-
le formate in patria e poi
vissute in clandestinità ,
dove hanno continuato il
loro lavoro attirando altre
giovani che, nel nascondi-
mento , hanno deciso di
dare la vita per i giovani.
La Madre generale e mol-
ti salesiani e le 1O comu-
nità della Slovacchia han-
no preso parte ai festeg -
giamenti.
RESISTENCIA,
ARGENTINA
Più di 400 giovani dell'i-
spettoria di Rosario sono
convenuti nell'opera sale-
siana di Resistencia dal 7
al 9 luglio per il convegno
giovanile ispettoriale, che
ha affrontato con impe-
gno e serietà i problemi
dell'attuale momento, stu-
diando come rapportarsi
con la realtà sociale at-
tuale ma, soprattutto , co-
me diventarne protagoni-
sti , applicando la pedago-
gia preventiva.
ROMA,
PIAZZA SAN PIETRO
Domenica 1° ottobre 2000 :
in Piazza San Pietro co-
perta da una moltitudine di
ombrelli multicolori il Papa
santifica 120 martiri cinesi,
tra cui due salesiani, mon-
signor Luigi Versiglia il
fondatore delle missioni
salesiane in Cina e don
Call isto Caravario , prete
novello di 27 anni e colla-
boratore di Monsignore .
Nella foto due ragazzi di
Oliva Gessi presentano al
Papa un ricordo del loro
illustre compaesano.
CAMPELLO, SPAGNA
L'ispettoria di Valencia ha
organizzato il campo
scuola dei gruppi "Ami-
gos" - preadolescenti - a
Campello, una località
balneare della provincia
di Alicante, dove i salesia-
ni possiedono una casa al
mare. Tema dell'incontro:
"2000 anni di amicizia".
Più di 300 sono stati i par-
tecipanti , ben selezionati ,
e provenienti da tutti gli
oratori e centri giovanili
dell'ispettoria.
BS GENNAIO 200 1

2.8 Page 18

▲back to top
L'opera salesiana di Morelia nel Messico compie l 00 anni
VICENDE
di Francisco Castellanos
CENTENARIE
e'Il visitatore straordinario don D. Albera, con la banda del collegio. Anno 1903.
erano buone scuole nella vo arcivescovo Atenògenes Silva e
città, ma nessuna istituzione di altre autorità civili e religiose.
educativa cristiana per i fi-
gli del popolo; la gioventù cresceva
senza religione, e numerosi adole-
scenti e giovani cadevano vittime
del vizio. Nel 1896 un gruppo di
cattolici moreliani, animati dall 'Ar-
civescovo Ignacio Ariciga, si mise-
ro in contatto con i salesiani che già
avevano due opere, una a Città del
Messico e l' altra a Puebla. Quando
le trattative si conclusero, poté co-
minciare a Morelia una nuova av-
ventura dei figli di Don Bosco.
Arrivarono 1'8 gennaio 1901 , in-
viati da don Rua, don Paolo Montai-
do, direttore, don Clodoveo Castelli
che era già in Messico, i chierici
L'AVVIO
Il collegio iniziò con tre laborato-
ri: sartoria, calzoleria e falegname-
ria. Alcuni allievi si dedicarono an-
che all'agricoltura. Il primo anno
frequentarono solo 40 ragazzi. Negli
anni seguenti il collegio andò mi-
gliorando: gli alunni aumentarono e
si aggiunsero i laboratori di tipogra-
fia e meccanica. Il collegio ben pre-
sto acquistò fama, ma per alcuni an-
ni gli scolari non furono moltissimi
soprattutto a causa dell 'endemica ca-
renza di locali. La prima cosa che si
cercò fu un luogo per la cappella.
Giovanni Bertazzo, Alberto Pattini e
Giacomo Szaforz, i coadiutori Gio-
vani Battista Bertolotti e Antonio
Ruggeri. Alla stazione ferroviaria
diedero loro il benvenuto i canonici
della cattedrale, molti sacerdoti e i
rappresentanti personali dell ' Arcive-
scovo. Dopo qualche giorno di gran
daffare per preparare i locali, hanno
potuto procedere all'inaugurazione,
il 20 gennaio, alla presenza del nuo-
GENNAto 2001 BS
È una delle città
più belle del Messico:
il duomo è un gioiello
architettonico,
i numerosi edifici
in pietra, i molti
monumenti,
l'acquedotto, le fontane
fanno di Morelia una
città da vedere.
All'inizio del XX secolo
aveva circa 50.000
abitanti: brava gente
e di profonda fede
cristiana. Lì arrivarono
i salesiani...
Fiorirono le vocazioni. Nel 1905
iniziò la costruzione della chiesa di
Maria Ausiliatrice. L'architetto Adria-
no Giombini preparò i disegni e il
coadiutore Pietro Tagliaferri diresse
i lavori . Due anni dopo, il 29 dicem-
bre, venne solennemente inaugurata,
e ben presto fu meta di numerosi
devoti , tanto da diventare sorpren-
dentemente popolare in tutta la zona
e fuori.
MOMENTI DIFFICILI
La stima e la fiducia della gente
di Morelia per i salesiani venne alla
luce soprattutto ai tempi della rivo-
luzione messicana. Nel luglio del
1914 i rivoluzionari carranzisti ave-
Le corone che portano incastonate
480 pietre preziose.

2.9 Page 19

▲back to top
di fruttuosa presenza.
L'oratorio festivo di Morelia dell 'anno 1936.
Gli alunni in divisa dell 'istituto salesiano. Siamo nel 191 O.
vano preso Morelia. Il 24 settembre
tutti i sacerdoti stranieri furono con-
vocati al Palazzo del Governo; tra i
salesiani tre erano stranieri, don Sca-
muzzi, don Croce e don Kock che si
presentarono alle autorità, com'era
stato ordinato. Essi ricevettero l'or-
dine di lasciare immediatamente il
paese. Ma i capi rivoluzionari non
avevano fatto i conti con la gente,
che non si rassegnò a perdere i suoi
padrecitos. Il giorno 25 infatti circa
duemila persone si assembrarono
sotto il palazzo del Governo, obbli-
gando le autorità a revocare l'ordine
di espulsione. Il mese seguente ven-
ne messo in atto un altro tentativo
per cacciare i salesiani, ma gli innu-
merevoli amici sparsi ovunque, an-
che tra le autorità, ottennero ancora
una volta che fossero lasciati al loro
posto a continuare il prezioso lavoro
di educazione dei ragazzi e della gen-
te povera. Non accadde la stessa
cosa per altri religiosi che dovettero
abbandonare il paese.
I I cinque vescovi presenti
all 'incoronazione di Maria
Ausiliatrice il 17 maggio 1922.
Negli anni 1915/16 aumentarono
contrasti e difficoltà, tanto che i sa-
lesiani dovettero rifugiarsi a Città
del Messico. Il solo don Croce restò
al suo posto con alcuni coadiutori.
Il collegio fu sequestrato per alcuni
mesi e i confratelli furono costretti
ad abitare in una casa privata, gua-
dagnandosi il pane col lavoro delle
proprie mani. Nel 1916 si riacquistò
il collegio e i salesiani rincomincia-
rono la loro attività educativa.
Nel periodo di Calles (1926-30),
ci fu persecuzione religiosa, ma i
collegi salesiani poterono continua-
re la loro opera educativa. Quando
sembrava che il pericolo fosse pas-
sato, fra il 1935 e il 1936, il gover-
no di Càrdenas s'impadroni dei
quattro collegi salesiani della Re-
pubblica messicana e i confratelli
dovettero ricorrere a tutta la loro in-
ventiva e creatività per continuare.
I TEMPI EROICI
Dal 1936 al 1941 per i pochi sale-
siani rimasti a Morelia furono tempi
eroici. Erano solo quattro, tre preti e
un coadiutore, ma non si scoraggia-
rono, anche se il collegio era stato
requisito dal governo, e rimaneva
loro solo il tempio. Presero in affitto
una piccola costruzione, la casita, e
vi organizzarono una scuola e un
oratorio festivo. Alcuni exallievi ri-
cordano: "Poiché il governo aveva
proibito le scuole cattoliche, noi
alunni arrivavamo a gruppetti sparsi
per non dare nell'occhio con pochi
libri e i q!:laderni nascosti sotto la
camicia". E proprio vero che le ore
disperate spesso si rivelano le ore
migliori: questi tempi infatti diedero
ottime vocazioni.
Col regime del presidente Cama-
cho ci fu più tolleranza e fu possibi-
le avere una scuola perfettamente
funzionante, benché di ridotte di-
mensioni e solo a livello elementa-
re. Nel 1951 con grande gioia si ce-
lebrarono i cinquant' anni dell'opera
di Morelia e da allora le cose anda-
rono, si può ben dire, a gonfie vele.
Nello stesso anno del cinquantena-
rio venne restituito il collegio se-
questrato nel 1936, i salesiani au-
mentarono grazie a nuove vocazioni
e a quelli che poterono tornare dal-
l'esilio; nell 'edificio rimodernato
crebbe considerevolmente il numero
degli allievi; l'oratorio festivo prese
nuovo incremento. Ma non si ri-
tornò più al regime d' internato, né
si riaprì la scuola di arti e mestieri: i
tempi erano cambiati. Si incremen-
tarono invece l'Unione exallievi, i
Cooperatori salesiani e l'Associa-
zione di Maria Ausiliatrice.
Negli anni '60, si aggiunse alla
scuola elementare il ginnasio. Gli
anni '70 furono caratterizzati dalla
crisi vocazionale, dopo l'ondata per
certi versi devastante della rivolu-
zione sessantottina. Nuovamente il
personale di Morelia si ridusse a
quattro salesiani, ma il lavoro non
diminuì; con l' aiuto di collaboratori
laici si mantennero le stesse opere.
GLI ULTIMI ANNI
La ripresa degli anni '90 ha visto
un nuovo incremento: si è potuto
aggiungere alla elementare e al gin-
nasio anche il liceo. Il collegio è
stato rimodernato e nuovi impianti
hanno completato l'opera. Moreli a
continuerà a tessere la sua storia
lungo il secolo XXI.
BS GENNAIO 2 001

2.10 Page 20

▲back to top
La più recente vita di Cristo, quella di Giacomo Biffi,
CENTRO DEL COSMO
EDELLA STORIA
di Carlo Fiore
S crivere una vita di Cristo è
una sfida. Si tratta di penetra-
re nel mistero di un Dio fatto
uomo, carne, nervi , sangue, emozio-
ni, rabbie, paure, lacrime. Ci si è
messo anche il cardinale di Bologna
Giacomo Biffi che nel suo breve
saggio volle «cogliere la realtà pro-
fonda e sostanziale del Festeggiato
dell'anno 2000»: un regalo di com-
pleanno. Gesù di Nazaret centro del
cosmo e della storia (Elledici , Leu-
mann 2000) è il titolo. Ivo Barsotti
scrive nella prefazione che il libro
«è uno dei Qiù grandi di questi ulti-
mi tempi. E la testimonianza più
alta che la Chiesa oggi al suo
Fondatore». Biffi è un cardinale
«con una marcia in più», che non
ama il protocollo misurato della
porpora. Ai suoi bolognesi un gior-
no disse: «Mangiare i tortellini con
la prospettiva della vita eterna rende
migliori anche i tortellini, più che
mangiarli con la prospettiva di an-
dare a finire nel nulla». Ma disse
anche, in altra occasione: «Bologna,
sazia e disperata», scatenando un
putiferio.
Il libro ha due parti : Identikit di
Gesù di Nazaret, in cui traccia un
GENNAIO 2 001 BS
A conclusione
del Giubileo, la sfida
del cardinale Biffi
che ha voluto presentare
«il Festeggiato»
agli uomini d'oggi.
IL'autore, il cardinale Biffi:
un concentrato di intelligenza,
arguzia e simpatia .. . anche se
spesso le sue uscite, fuori dalle
righe, fanno "arrabbiare" i laici
e mettono in subbuglio i media.
profilo originalissimo e vivace di
Cristo. E Approccio al mistero di
Cristo, in cui entra in gioco la sua
divinità.
IDENTIKIT DI UN DIO
FATTO UOMO
Fin dalle prime pagi ne Biffi rivela
la sua originalità. «Come andava
vestito Gesù di Nazaret? Si presen-
tava con un look ben diverso da
quello di Giovanni il Battezzatore»,
che vestiva un po' casual, una cin-
ghia e uno scampolo di peli di cam-
mello. Le sue frequentazioni socia-
li? Di preferenza pastori, pescatori,
contadini, braccianti, ma anche «uo-
mini di cultura superiore, scribi e
farisei ». riteneva tempo perso i
lunghi colloqui notturni con Nico-
demo. Gesù è fisicamente vigoroso,
resistente alla fatica e agli strapazzi.
Ama cominciare prestissimo la sua
giornata, si abbandona a veglie mol-
to prolungate, sopporta bene i ritmi
di un 'attività spossante. E ha un fa-
scino indiscutibile. Il grido squisita-
mente femminile della donna «Bea-
to il ventre che ti ha portato e il
seno da cui hai preso il latte! » ce ne
regala un indizio non trascurabile.
Quanto al suo identikit psicologico,
Gesù manifesta straordinaria chia-
rezza di idee insieme aJla capacità
ai di parlare a tutti, anche semplici,
delle verità più sublimi. E libero di
fronte ai suoi oppositori, profonda-
mente sensibile e compassionevole
verso le miserie umane, ha un senso
vivissimo dell'amicizia. È sicuro di
sé: resta tranquillo e impavido in
mezzo alla tempesta; ipnotizza la
foJla inferocita di Nazaret che vuole
ucciderlo. «Non è però un impertur-
babile gentleman della società vitto-
riana che si fa un punto di onore di
non lasciar trapelare le proprie emo-
zioni. Si commuove, piange in più
di un caso».
Nessuno , come lui, ha saputo par-
lare di amore, indicandolo come
anima, senso, vertice di ogni rap-
porto con Dio e come atteggiamento
fondamentale per la convivenza tra
gli uomini. Per dirla in breve, Gesù
era «politicamente scorretto», con la
sua libertà e il suo irriducibile anti-
confo1mismo. «Un 'esplosione di no-
vità senza precedenti».

3 Pages 21-30

▲back to top

3.1 Page 21

▲back to top
arcivescovo di Bologna.
PENETRARE NEL
SUO MISTERO
Ma la parte più corposa è l 'ap-
profondimento del mistero di Ge-
sù/Dio. Qui si gioca tutto e solo
sulla fede . Biffi cita il famoso epi-
sodio rivelatore: «Giunto nella re-
gione di Cesarea di Filippo, Gesù
chiese ai suoi discepoli: La gente
chi dice che sia il Figlio dell' uomo ?
Risposero: Alcuni Giovanni il Batti-
sta, altri Elia o qualcuno dei profe-
ti! Disse loro: Voi chi dite che io
sia ? Rispose Simon Pietro: Tu sei il
Cristo , il Figlio del Dio vivente"
(Matteo 6, 13-16). Che ne dice la
gente, che ne dite voi: è il nocciolo
duro del «problema di Cristo». An-
che noi, dice Biffi, ascolteremo
prima la «gente» e poi la Chiesa.
Che cosa pensa di Gesù la gente,
quelli che incontriamo nei libri, nei
giornali, nella chiacchiere quotidia-
ne, gli intellettuali, il mondo della
cultura laica? Per alcuni Gesù è un
mito , un uomo leggendario mai esi-
stito e proprio per questo , rivestito
dei caratteri della divinità. Per altri
è un 'idea divina, una fede, uno slan-
cio dello spirito umano, una gran-
dezza sovrumana, ma irreale. Per
altri ancora un uomo straordinario,
ma solo uomo , un genio religioso,
filosofico , sociale. O semplicemente
un enigma storico. «Sembra insom-
ma di capire che lo sforzo inconscio
della gente sia quello di ridurre
Gesù di Nazaret a qualcosa di già
contemplato, di risaputo, di norma-
- Il Gesù di Roger Young.
riori alla verità primordiale e sorgi-
ve del Cristo corporalmente vivo
nella sua personale identità. Qui sta
la ragione della più profonda e irri-
ducibile divisione tra gli uomini . E
questo colloca necessariamente i
credenti in uno stato di pazzia agli
occhi dei non credenti».
La divinità. È il terzo e più scon-
certante elemento della unicità di
le: l'importante è metterlo in qual-
che scompartimento previsto [...]
così non è più un caso unico e non
può turbare più nessuno». Norma-
lizzarlo, insomma.
Gesù di Nazaret, collegato profon-
damente con la sua risurrezione.
Chi nega o annacqua la risurrezio-
ne, nega pure e diluisce la sua divi-
nità. Oggi molti, intellettuali e non,
sono disposti a far credito a Gesù ,
ma--,in_@a sfera puramente umana:
CHE IO SIA?»
un grande uomo, un profeta ecce-
zionale, BP :-"l- mo «normativo» CO-
. ra .- ùdalta_ o7 Maometto o Zoroa-
La risposta di Ffotrn è la risposta
della Chiesa ie · e o ·. Gesù di
~ U:-9": pi~~"; ~sù Dio? N~ non è pos-
. sibj~__E 1a ,
ta una pazzia.
Nazaret è «il»: u caso a s .del tutto Sul1a ris ' m( e ·vmità di Cri-
imparagonabµe. · perché è lumico e sto_ 1' umam i )1racca: «Norrsi può
inclassificabile? P~r a sua messia- amvare a ul'Ft cordo generale sulla
nicità, la risurrezi ne \\c:la morte, la base di una gener· a~ijtlja di Cristo:
divinità.
o lo si rifiuta, o V.iffiti ~ lui ci si
Gesù è il Mes
inginocchia». «iJÌ~'oociolo del pro-
divina a tutte 1 · n~nt~ attese blema cristologi~~ sta proprio qui:
e aspirazioni degli uo ini. «Non Gesù è uno dei... o il?; è catalogabi-
dobbiamo aspettarciues n altro uo- le o è un caso a s'éU_ La sua comparsa
mo veramente risolutivo èlella storia nel mondo è uJ:l.i' fatto i~ortante,
umana. Il Messia è già venuto: nes-
sun ideologo, ness m liberatore, n~s-
ma commisurabile co~J 90s ri metri
di giudizio, o è un ev§pto unico, de-
suna eccezionale perso~ può ar- ei~ivo, irripeti~? (Qit~sta è la que-
rivare a incantare e a posse'òere un stione».
cuore veramente cijstiano. AMa luce li Salvatore. Ne risulta che Gesù
della messianicità di Gesù, il cristia- è veramente «il Salvatore». Non tan-
no oggi può giustamente relativiz- to a livello sociale o politico. «Il Fi-
zare ogni nuova aJ)parizione di per- glio di Dio non si è incarnato sol-
sonaggi o di ideologie sulla scena tanto per fondare la Croce Rossa In-
dell'esistenza».
ternazionale o la Società di Mutuo
La risurrezione è il pilastro por- Soccorso o la Confederazione Sin-
tante della vita di Cristo e del cri- dacale o i Gruppi di Azione Rivolu-
stianesimo stesso. Non per nulla chi zionaria. La missione del Verbo non
vuole attaccare la "chiesa, ha sempre può che toccare l'essere profondo di
attaccato la realtà della risurrezione: tutte le cose. L'incamazione, ·la pas-
due millenni di storia lo conferma- sione, la morte, la risurrezione e la
no . Crollata questa colonna, crolla il Pentecoste hanno già «vinto il mon-
cristianesimo. Il credente di tutti i do», hanno già cambiato la realtà,
tempi professa che Cristo è «vera- hanno già rinnovato la sorte e il de-
mente, realmente, corporalmente vi- stino dell'uomo. Il che ci induce a
vo. Vivo in se stesso: non nel suo sospettare che la sola visione vera-
messaggio, nel suo esempio, nel suo mente originale e rivoluzionaria sia
influsso ideale sulla storia umana; la visione cristiana dell'uomo, così
non solo nei poveri, nei fratelli , come il fatto cristiano è il solo avve-
nella comunità: sono tutte imma- nimento veramente nuovo nella sto-
nenze di Cristo vere, mirabili , deci- ria. Noi siamo già il mondo nuovo».
sive per la vita ecclesiale, ma poste-
BS GENNAIO 2001

3.2 Page 22

▲back to top
LETTERA Al GIOVANI
Carissimo/a,
so quello che vuo i dirmi
quando vieni a parlarmi:
vuoi parlare tu, vuo i che ti
ascolti! Ascolto, dì pure ...
"Non darmi risposte .
Stammi a sentire. Le mie
stesse domande possono
diventare difficili o scomo-
de se tenti una battuta di
ritorno. Ricordi Azzurro di
Celentano? Cerco qualcu-
no con cu i ch iacchiera re.
Sono un ragazzo alla vigi-
li a de ll 'esame di laurea.
Fra qua Iche mese, se
tutto va bene, sarò medi-
co. Eppure i miei mi trat-
tano come se non avessi
un corpo, come se fossi
asessuato.
GENNAIO 2001
ti primo mese del primo anno ~et terzo n:7ill~~nio...
Vorrei affrontare, in queste mie lettere md,r,zzate
a te che percorri con le tue giovani gambe
i sentieri dell'era tecno/informatica, problemi che
restano aperti e che ti impongono scelte e prese
di posizione... ma stavolta la parola la lascio a te!
Tu mi continui a ripetere
di dare un'anima al corpo .
Sono contradd ittorio e
ambiva lente. Mi comporto
come tutti. Sento il corpo
mio e solo mio. Vivo una specie di narcosi, di ubria-
catura. Il sesso ha intaccato la mia psiche.
Quello che vedo, che sento, che provo, mi dà l'idea di
un parco giochi. A sera ritorna il si lenzio, il buio è
una grande nostalgia d'innocenza .
Percepisco il mio corpo estraneo, sazio, ingombran-
te. Mi nasce la paura del corpo. La statura è stata
il mio tormento fino al liceo, per gli altri ero lo spi -
lungone: tutto gambe e braccia, dinoccolato, poco
armonico. Che fatica accettarmi. La gioia e la tri-
stezza, il timore e la speranza convivono in me. Se
non vogl io rimanere bruco, come mi dici tu, devo
darmi una mossa.
Una dieta per il mio fisi-
co non è male. Mi piaccio
e piaccio se long ilineo,
asciutto. Faccio pa lestra
per avere una muscolatu-
ra da pa lestra. I pesi non
mi sciu pano, posso accet-
tare le fatiche dell'an ima.
Amore, gioia, pazienza,
benevolenza, fede ltà,
mitezza, dominio d_i
sono i frutti dello Spirito,
mi dici citando san Paolo.
È un bel vivere. Non sono
ancora una farfal la se
concludo confidandoti,
perché conv into, che il
corpo non è un oggetto di
consumo o un oggetto di
lusso, il cui piacere o pos-
sesso t i rendano felice. Il
sesso senza amore somi-
glia più alla notte, all'alie-
nazione, a ll a morte. Il
corpo non può essere dis-
soci ato da ll a mente.
Sarebbe patologia.
GENNAIO 2001 BS
Il sesso non è fine a se stesso, non è una divinità.
Se non s'impara ad ascoltar la voce che c'è dentro
di noi, ci si può trovare sprovveduti, senza senso,
senza futuro, senza voglia di ricominciare da capo.
C'è un fiume sotterraneo che scorre si lenzioso den -
tro di noi. Disseta e vita, riappropria scelte,
decisioni e orien\\amenti . Sto imparando, non sto
dando i numeri . E la fissa: le mie domande sono
anche le mie ri sposte. Non vog li o che la mia vita
diventi un terno al lotto".
Hai pa rlato tu e... hai detto cose giuste, mi pare.
Ciao. Carlo Terraneo

3.3 Page 23

▲back to top
:••r;;;;=••:=••:::::::::=••::::==••~=
••••
Iniziamo con questo numero 1 del lii Millennio
un excursus sui principali musei salesiani sparsi
in vari continenti, alcuni dei quali, decisamente
prestigiosi, formano il vanto della loro nazione.
Al Colle Don Bosco è allestito un grande
MUSEO MISSIONARIO.
•••••••••••••••••• •••
MUSEI SALESIANI
••••••••••••••••••••••••••••
LE MISSIONI
AL COLLE
di Natale Maffioli
Non distante dalla casa
dove il piccolo
vi.ssGe i1.osvuaon,.npirB,.mo1s.caonn,.,
è stato di recente
riallestito un museo
del tutto speciale dove
è collocata una raccolta
di oggetti portati in Italia
••••••••••
dai missionari salesiani
presenti nelle diverse
parti del mondo.
Per quanto non sempre di
alto livello, le collezioni
del museo documentano
diversi aspetti della
cultura materiale e,
in alcuni casi, della flora
e fauna di numerose aree
del'America meridionale,
del'Asia, del'Africa
e de/l'Oceania.
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GENNAIO 2001 • •

3.4 Page 24

▲back to top
..............................................................................•........ ,
li, curiosità, souvenir, arredi sacri,
oggetti usati dai missionari nell'e-
sercizio della loro attività religio-
••
sa e di assistenza, conchiglie, fos-
sili, uova, farfalle, coleotteri ed
erbari. L'effetto creato dall'acco-
stamento di materiali così etero-
genei e disparati era quello di un
enorme "gabi netto di curiosità",
in cui la narrativa dell'epopea
missionaria era dispersa in un
paesaggio fantastico di meraviglie
fisiche e naturali.
SI FORMA IL MUSEO
•••••
-----
L'attuale allestimento delle vetrine.
Nel settembre 1926, dqpo la
chiusura dell'esposizione salesia-
na, gli oggetti rimasti furono con-
servati in un deposito/museo a
Valdocco, e uti Iizzati sporadica-
Lattività di raccolta e docu-
mentazione, intrapresa spon-
taneamente da alcuni missio-
nari, e portata o inviata al Colle,
venne notevolmente incentivata e
pubblicizzata in occasione della
fidati ai Salesiani. L'allestimento
del salone dell 'America meridio-
nale includeva numerosi prodotti
di interesse etnografico (tra cui
un'ampi a collezione di oggetti e
ornamenti in piume dei Bororo
•••
Esposizione Missionaria Vaticana del Mato Grosso), reperti di tipo
allestita per l'Anno Santo 1925 e naturalistico e diorami di grande
della successiva Espos izione Mis- impatto.
sionaria Salesiana organizzata a
Torino nel 1926 nell'ambito delle
celebrazioni del cinquantenario
L'ESPOSIZIONE DEL 1926
delle missioni salesiane. I Salesia- La cura nella ricostruzione di
ni avevano già partecipato in pre- ambienti e nella creazione di sce-
cedenza a esposizioni di carattere nari immaginari risulta ancora più
missionario nell'ambito delle Ma- evidente nell'esposizione torinese
nifestazioni Colombiane (Genova del 1926. In questa occasione,
1892) e della mostra di arte sacra oltre a ripresentare gli oggetti
"Missioni e Opere Cattoliche" esposti a Roma, vennero aggiunti
Maschera cerimoniale. Chokwe,
Angola.
(Torino 1898), in occasione della numerosi pezzi esclusi dalr'alle-
quale, oltre a oggetti e documen- stimento romano per motivi di spa-
tazioni varie, erano stati condotti zio. Furono aggiunte una sala de-
in Italia anche alcuni indigeni del dicata a Don Bosco e alla storia
Mato Grosso, a testimonianza delle prime spedizioni missiona-
dell ' attività pastorale e culturale rie, e la ricostruzione di alcune
svolta dai missionari nei territori capanne indigene nel giardino
dove operavano. Ciononostante, accanto alle gabbie dei numerosi
l' impulso ufficiale dato alla rac- animali esotici vivi portati I dai
colta di materiale etnografico e di missionari per l'occasione. Il 'per-
documentazione fotografica e alla corso, che si snodava attraverso
redazione di monografie di carat- due palazzine costruite per la cir-
tere etnologico e missionario in costanza, era popolato di statue,
vista della mostra vaticana superò animali impagliati, fotografie, pla-
di gran lunga le iniziative prece- stici, disegni, oggetti di uso quoti-
denti e coinvolse molti missionari diano, strumenti, armi, ornamen- Copricapo in ali di coleottero.
e missionarie attivi sui territori af- ti, saggi delle scuole professiona-
Shuar, Equador.
r • • • • • • • • • • • GENNAIO 2001 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.5 Page 25

▲back to top
. •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
mente per l'a ll est imento di mo-
stre mi ss ionarie. Sia pu re con
••••••
un ' intensità non paragonab il e al-
la campagna di racco lta de l
1925, le co llez ioni continu arono
ad accrescers i, grazie all ' invio di
materi ale da ll e mi ss ioni e da i do-
ni fatti ai superio ri in visita in ter-
ra straniera. Nonostante fosse in
di scussione un progetto di crea-
zione di un mu seo mi ssionario a
Va ldocco - trad izionale luogo di
partenza delle spedizioni missio-
nari e sa les iane - la co ll ez ione
••••
venne trasferita in bl occo al Co ll e
Don Bosco nel 194 1 per proteg-
gerIa da l peri co lo dei bombarda -
menti. fu all estita in tre grandi
capannoni dall a superficie ai cir-
ca 1300 mq, ri proponendo lungo
il perimetro e nell a parte centra le
degli ambienti oggetti e so luzioni
espositive già adottate nel 1926.
In mancanza di spazio per affron-
Figurina femminile in terracotta.
Carajà, Brasile.
tare in maniera più diffusa l' argo-
Raffigurazione di Buddha.
Thailandia.
mento dell e missioni, l' inquadra-
mento dell 'esposizione, nel senso IL RIALLESTIMENTO
spetto agli all esti menti preceden-
più letterale del termine, era dato
da alcun e massi me apposte lungo
DEL 1988
ti. G li oggetti, posti in 41 grandi
vetrine che ident ificava no ciasc u-
le pareti di ciascun a stanza. L'a l- Rimasto pressoché immutato per na un ' area geografica o culturale,
lestim ento era vo lto a susc itare
nel visitatore un fo rte senso di
meravigli a, anche grazie all 'acco-
stamento di oggetti etnografici,
mani chini e animali esotici impa-
gliati cne avevano la funzione di
«attirare, divertire e istrui re » il
pubbli co, crea ndo una base di
consenso e sostegno de ll'attività
missionaria .
pi ù di quarant' anni, il museo ven-
ne smontato verso il 1984, per
consenti re l'abbatti mento de i ca-
pannoni e la costruzione di un
nuovo edificio che avrebbe ospi-
tato i mu se i e il depos ito. Inaugu-
rato nel 1988, in occas ione del
centenario de ll a morte di Don
Bosco, il nuovo museo si presen-
tava sotto una veste diversa ri -
erano presentati in all estim enti
gradevo li da l punto di vista esteti-
co, ma priv i di appa rato espli cati-
vo. U ltima mente i superiori re-
sponsab ili hanno dato in izio a un
progetto di riorga ni zzazione e ri-
strutturazio ne de l museo rea li z-
zato in co ll aboraz ione con un 'e-
quipe di col laboratori laici e fina-
1izzato al recupero delle co llezio-
••••••••••••••••••••••••••••••••
SCSrpette per piede a "fior di loto".
Cina.
,1
Diadema cerimoniale in penne di Arara.
Bororo, Mato Grosso, Brasile.
••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GENNAIO 2001 • • •

3.6 Page 26

▲back to top
•••••••••••• •• •• •• •• •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Sedile riservato a persone di prestigio.
Repubblica Democratica del Congo.
Maschera rituale in corteccia battuta.
Rio Negro, Brasile.
ni che, per varie ragioni, non ave-
vano trovato spazio nella prece-
dente esposizione e alla creazio-
ne di una rete di contatti con i
vari musei salesiani presenti nel
materiali a noi poco familiari co-
me la fibra intrecciata, la cortec-
cia battuta, le penne di vari uccelli
e materiali preziosi come la seta o
la decorazione con la lacca.
maschili e femminili, tessuti e ri-
cami di rara bellezza; è anche
conservato un tradizionale letto
nuziale tutto decorato con lacca
rossa e figure dorate. Il Giappone
••••••••••
mondo .
Il percorso inizia dalla Patago- è rappresentato da scatole lacca-
Èessenziale ricordare il caratte- nia e dalla Terra del Fuoco, l'e- te, spade e ornamenti dei samu-
•••••••••••••••
re specificamente "popolare" del
museo missionario del Colle che
si configura come luogo frequen-
tato quasi esclusivamente da un
pubblico di non specialisti, inse-
rito come ultima tappa dell'itine-
rario dei pellegrini incentrato sul-
la figura di Don Bosco. In questo
senso gli organizzatori hanno vo-
luto dare vita ad una esposizione
che potesse rendere conto delle
trasformazioni delle culture in cui
i salesiani sono chiamati ad ope-
rare.
stremità meridionale del!'Ameri-
ca del Sud; sono esposti con
grande evidenza gli ornamenti e
gli utensili degli Shuar dell'Equa-
dor. La notevole presenza salesia-
na in Brasile è sottolineata dal-
l'abbondante materiale esposto
degli Xavante del Mato Grosso e
dei Caraja (isola Banana!); l'in-
tensa spiritualità dei Bororo, la
cui attività ruota attorno alle cele-
brazioni funerarie, è testimoniata
dalla ricca raccolta di ornamenti
di piume e oggetti legati alla mi-
tologia. Mascnere e oggetti rituali
rai . Il Sud-est asiatico partecipa
con oggetti d'influenza cinese,
come le ceramiche bianche e
blu, lacche dalla Birmania e dal
Vietnam. Seguono le vetrine de-
dicate a una delle più interessanti
culture orientali che si stanziaro-
no in epoca preistorica sulle col-
line indiane del!'Arunachal Pra-
desh, dell'Assam, del Meghalaya
e dei Nagaland: costumi tradizio-
nali in osso e fibre, ornamenti in
fibre vegetali e legno e metalli
preziosi . Le ultime vetrine sono
riservate alla cultura del popolo
•••••••
africani, bastoni scaccia mosche guerriero di Gurkha: spade, uten-
PARTICOLARITÀ
e sedili per la famiglia reale sono sili domestici; abiti, ornamenti e
allineati accanto a testimonianze recipienti in ottone geminato ci
Nelle vetrine sono ora allineati delle culture aborigene del!'Au- riportano nei fasti dell'India isla-
oggetti di grande interesse, di uso stralia. Le vetrine dedicate alla mica alla corte degli imperatori
quotidiano e rituale, densi di si- Cina presentano oggetti dedicati Moghul e al mausoleo del Taj
gnificato e di bellezza, realizzati al culto degli antenati e ai riti tra- Mana!.
con grande abilità tecnica con dizionali taoisti e buddhisti, vestiti
Natale Maffioli
• • GENNAIO 2001 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.7 Page 27

▲back to top
DURANTE IL
••CESSATE IL FUOCO''
di Jean-François Meurs
<< e aro dottor J. , sabato
scorso abbiamo vissuto
una brutta serata. A
cena nostro figlio di 15 anni ci ha
annunciato che sarebbe uscito per
andare in discoteca. Finora l'ave-
vamo autorizzato ad andare ogni
tanto a qualche serata presso
amici. Non pensavamo di permet-
tergli simili uscite prima dei 18
anni. Con calma abbiamo tastato il
terreno per saperne di più: come, e
con chi? Alcuni amici sarebbero
passati a prenderlo verso le 22.
Ignoravamo che egli frequentasse
compagni più grandi, forniti di auto
personale. Restò evasivo... "Bevo-
no alcolici, per caso?". "Natural-
mente !". "Chi guiderebbe al ritorno
e a che ora?". "Ah, non lo so!.. .".
Allora ho detto no, e mia moglie ha
approvato. Ma il tono della di~cus-
sione è subito salito. Ha replicato
che non vedeva dov'era il pro-
blema, i suoi amici erano "super",
noi invece eravamo "scarpe vec-
chie" con quel nostro ideale di fa-
miglia! Poi ha tirato fuori le peggi~r[
cattiverie, si è alzato urlando, e si e
chiuso in camera. Siamo rimasti al-
libiti, incapaci di dire una parola. La
notte non ho chiuso occhio. Al mat-
tino lui ha fatto finta di niente, ma
so che la battaglia è solo all'inizio.
Dove abbiamo sbagliato ? Come
possiamo continuare il dialogo?
Fino adesso ci confidava tutto ... ora
non ci dice che quello che gli con-
viene . Nel medesimo tempo non
posso credere che egli pensi vera-
mente quello che ha detto di noi. "
(Edoardo, Bardolino)
( SEI srcuRO )
\\
DI AVERMI Q f ,i
DfTTO 11J(TO . i ,
~_e
~f?
' :--. ....
Caro Edoardo,
hai seminato un bebè e hai rac-
colto una bomba! Ma questo non è
necessariamente un fallimento , po-
trebbe anche essere segno di riu-
scita. Forse era sincero quando di-
ceva di non vedere il problema, o
forse voleva provocarvi ; in ambe -
due i casi vuol dire che l'avete edu-
cato a una certa autonomia e si è
sentito in diritto di usarla. Anche se
ha fatto un errore di valutazione del-
la sua libertà. Momentaneamente.
Gli avete manifestato delle
esigenze e i vostri valori. Questo
costituisce una chance per lui. Pen-
so che egli si attendesse il vostro
rifiuto : non volevate chiuderlo in gab-
bia ma riaffermare le vostre ragioni ,
div~rse dalle sue priorità. Tutti i geni-
tori devono mettere in conto il con-
flitto coi figli. Questo non esclude
che progressivamente possano ave-
re più libertà e autonomia, né preclu~
de in nessun modo l'affetto. Opporsi
alle sue richieste non significa an-
nientarlo. La contestazione è indi-
spensabile per un adolescente, i ge-
nitori lo sanno, solo che quando ar-
riva, ci si sente perduti. _Ma non bi-
sogna cedere al panico. E il mome~-
to di rivedere o riaffermare le proprie
convinzioni, senza inutili rigidità.
La contestazione di vostro
figlio è come il sale nel pane : vi
mantiene svegli, vi stimola: non pote-
te snocciolare le vostre decisioni su
tutte le sue rivendicazioni , sarebbe
insostenibile, e la realtà non vi da-
rebbe ragione, al contrario potrebbe
darla a lui : "Voglio integrarmi in un
gruppo ... e voglio fare come i miei
amici ". Questo vi dà la possibilità di
continuare il dialogo educativo ; prima
di tutto voi volete per lui un minimo
di sicurezza. In secondo luogo non
conviene affrontare certe situazioni
quando non si hanno n~ l'età né I~
risorse per farvi fronte . E vero, "chi
non risica non rosica", ma i giovani
si cacciano spesso in esperienze
che poi non sono capaci di gestire e
che, portate a termine, ci si accorge
che non sono servite a niente, anzi ,
spesso sono state devastanti. Biso-
gna valutare insieme con loro quello
che sono capaci di sopportare.
Dialogare non significa che si
riuscirà a mettersi d'accordo su
tutto , o che ci si comprenderà vi-
cendevolmente , ma certo serve a
rinsaldare la reciproca confidenza e
fiducia. Volere ascoltare i propri "gio-
vanotti" è cosa utilissima, ma si de-
ve rimanere emotivamente distac-
cati. Se ci si lascia trascinare dal
sentimento si rischia di non essere
più imparziali. Si può comprendere
la contestazione di un adolescente
ma non è detto che la si debba per
forza accettare . D'altro canto non
dobbiamo costringerli ad ascoltare i
nostri infiniti "blablà", e problemi
che non li toccano, né facilitano la
realizzazione dei loro progetti. Essi
possono decidere di fare i trasgres-
sivi, ma devono sapere che le loro
trasgressioni non modificano la le~-
ge. Allora, è inutile cercare l'unani-
mità, ci sono posizioni differenti, e se
ne deve prendere atto. Spesso l'ado-
lescente non sa nemmeno lui quello
che cerca o quello che pensa.. . Se
gli adulti hanno delle certezze, le
devono mettere a disposizione.
Quanto alle cattiverie che i ra-
gazzi si sono lasciati sfuggire ,
fanno male, certo, ma vostro figlio
non potrebbe permettersi di essere
crudele se non fosse certo del vo-
stro amore. Questo è il paradosso.
Dunque bisogna cercare ogni volta
il modo e l'occasione di rimettere
insieme i cocci: una parola, un ge-
sto di buona volontà, un sorriso a
volte possono bastare ... passargli
la fune , dargli l'occasione di rende-
re il servizio e di mostrare la sua
buona volontà, affinché egli com -
prenda che è sempre di casa.
BS GENNAIO 2001

3.8 Page 28

▲back to top
ESODO IN
di Graziella Curti
BIANCO E NERO
C'è una mostra
fotografica che
sta interessando
un grosso pubblico
e narra il dramma
dell'umanità
in cammino.
L'autore delle foto
è Sebastiii,o Salgado,
exallievo salesiano
del Brasile, noto ormai
in tutto il mondo.
S ebastiao Salgado, 56enne fo-
tografo brasili ano, ha cammi-
nato per le strade del nord e
del sud catturando imm agini che
parlano. La mostra In cammino è
frutto di lunghi anni di lavoro in 40
paesi del mondo.
Nei 300 pannelli dedicati agli ulti-
mi si vedono colo,me di rifugiati ,
esiliati, creature sradicate, senza ter-
ra; gente in fuga.
Quelle di Salgado sono foto sco-
mode, che generano si lenzio e rifles-
s ione .
Fare il percorso della sua mostra
significa essere provocati da sguardi
indiscreti, da una muta disperazione
che diventa grido attraverso l'imma-
gine. Appena tenninati gli studi a
Sao Paulo, prima di approdare ali 'a-
genzia fotografica Magnum, Salga-
do lavora a Parigi come economista.
Nel 1970 fa una scoperta: «Mi sono
reso conto che le fotografie mi dice-
vano molto più cose delle pagine dei
rapporti scritti».
Per questo , dopo anni di ricerca ri-
gorosa, giunge a fondare una sua
agenzia, la Amazonas Images.
GENNAIO 2001 BS
La mostra "In cammino" di Sebastiao
Salgado è stata a Roma nei mesi di
luglio e agosto. Ora si trova a Milano
fino al 7 gennaio 2001 all 'Arengario
di Palazzo Reale .

3.9 Page 29

▲back to top
La finalità del suo lavoro è chia-
ramente spiegata in queste parole:
«Ho lavorato tra queste persone per
sei anni... per strada o nei campi
profughi e nelle bidonville dove spes-
so finiscono. Molti stavano attraver-
sando il momento peggiore della lo-
ro vita: erano spaventati, a disagio,
umiliati. Però si lasciavano fotogra-
fare, perché credo, volevano si sa-
pesse che costa stavano passando.
Quando ho potuto, ho spiegato loro
che il mio intento era proprio quel-
lo. Molti si sono addirittura messi
davanti alla mia macchina fotografi- Nel suo andare, sempre in cammi-
ca e le hanno parlato, come si parla no, come la gente che insegue con
a un microfono».
l'obiettivo, Salgado dice di aver im-
parato che «gli esseri umani si so-
IL VANGELO DEI POVERI
migliano tutti ».
madre del Sudan che, dopo giorni di
Il suo è un vangelo dei poveri, dei cammino, ha partorito per strada.
Il dramma dell'esodo è al centro
delle foto di Salgado. Un dramma
che attualmente vivono circa 130 mi-
lioni di persone costrette a sradicar-
senza casa, come quella donna in-
contrata in Mozambico, mentre gua-
dava il fiume Zambesi con un
bimbo legato sulle spalle e che gli
La cerimonia funebre per 7 conta-
dini assassinati nel Chiapas (Messi-
co), rimandata di mesi perché sul
fatto cadesse l'oblio, s'impone per
si e a ritrovarsi senza nulla in terra
straniera. Salgado dichiara di non
disse di essere diretta a Maputo, la
capitale, distante 1250 chilometri!
la desolazione degli ultimi. L'orrore
degli slum di Bombay, che si identi-
essere credente. Durante un'intervi-
fica con le immondizie e la puzza,
sta ha detto: «Da bambino, nella re- LA GRANDE DOMANDA
gione del Brasile dove sono cresciu-
sembra incredibile. Salgado conti-
nua la sua lezione di concretezza per
to, c 'era soltanto la scuola dei preti Le fotografie di Salgado non dan- riuscire a farci capire il presente.
e così ho studiato in un istituto dei no risposte rassicuranti, pongono in- Dice: «Le fotografie della mostra
Salesiani. Riconosco di avere avuto vece domande.
sono "una porzione del nostro pre-
una formazione molto buona, ma Addirittura possono sembrare pro- sente". Non possiamo permetterci di
non sono mai stato un credente». ve di un mondo maledetto, che mo- guardare dall'altra parte».
Attualmente lavora con comunità di strino solo il lato buio dell'umanità. ,E soprattutto dobbiamo chiederci:
base. Tante volte dice: «Ho trovato «Invece in mezzo a queste tenebre - «E sufficiente essere informati? Sia-
una Chiesa vicina alla gente, spe- dice l'autore - si scorge ancora mo davvero condannati ad essere per
cialmente al movimento Sem Terra. qualche punto luminoso». Ad esem- lo più spettatori? Possiamo invece
La sua religione è l'uomo. «Credo pio, inducono a pensare. Non si può influire sul corso degli eventi?»
- afferma - che l'uomo debba esse- rimanere insensibili di fronte ai Salgado non sa rispondere, ma da
re protetto e rispettato, credo che volti dei profughi albanesi che attra- buon exallievo salesiano crede che
non debba assolutamente perdere la versano il mare di notte, abbagliati «qualche risposta deve pur esistere».
sua dignità».
dalle luci. Commuove la giovane
o
BS GENNAIO 2001

3.10 Page 30

▲back to top
IL
&A E IN
1y1ES
LIBRERIA
t,Aotante
o cuto di Giuseppe
INTRODUZIONE
ALLA BIOETICA
di Marco Doldi
e Mario Picozzi
ELLEDICI ,
Leumann (To) 2000
pp. 96
È indubbio che oggi la
gente mostra interesse
per certi temi: la pro-
creazione assistita,
l'eutanasia, i trapianti.
Questa sensibilità è
presente anche tra i
ragazzi a scuola o nei
gruppi. Negli ultimi
decenni il tema della
bioetica si è imposto ,
suscitando non solo
l'attenzione degli ad-
detti ai lavori , ma an-
che dei mass-media,
così ha raggiunto la
gente comune. Si trat-
ta di una nuova sensi-
bilità che non può la-
sciare indifferenti gli
educatori, tenuto conto
anche che la Chiesa si
sente fortemente impe-
gnata su questa fron -
tiera, soprattutto quan-
do soho implicati temi
come quello della di-
gnità dell'uomo e della
difesa della vita. Il vo-
lume vuole essere uno
strumento facile per in-
trodursi nel mondo del-
la bioetica, in una vi -
sione cristianamente
corretta.
GENNAIO 2001 BS
~
~8sMfC0
L'ORDINE DEL GIORNO
La coscienza spirituale
come rivoluzione
del nuovo secolo
di Marco Guzzi
Figlie di San Paolo,
Milano 1999
pp. 176
All 'inizio del secolo XXI il
problema dei rapporti mon-
diali è prima di tutto un
"problema spirituale " che
investe tutti gli uomin i.
L'ipotesi di questo autore
è che "l'Ordine del Gior-
no", cioè un nuovo assetto
cosm ico , ci esorta sempre
più pressantemente a ge-
nerare una nuova figura di
uomo e di mondo. Infatti,
oggi più che mai si av-
verte l'urgenza di un orien-
tamento globale dell 'esi-
stenza umana, mentre
manca un qualsiasi pro-
getto, eccetto quello della
"globalizzazione economi-
ca". Eppure veniamo da
secoli in cui il rivolgimento
storico ha segnato il ritmo
stesso della civiltà. Questo
riconoscimento trasforma
l'idea stessa di rivoluzione ,
radicandola nella dinamica
della "iniziazione cristiana"
che porta alla conversione
personale .
·
MWWHl:B·M I~
Marco Guzzi
~
L'Ordine del Giorno
~
La coscienza
spirituale
come rivoluzione
del nuovo secolo
DON BOSCO NELLA
LUCE DEL RISORTO
di Adolfo L'Arco
Grafitalica Editrice,
Napoli 1999
pp. 196
"Se l'opera è di Dio, Lui la
sosterrà ; se l'opera è mia,
sono contento che cada",
soleva dire Don Bosco . Il
volume vuole essere una
testimonianza che l'opera
salesiana è suscitata dallo
Spirito , e l'autore ne de-
scrive la spiritualità ispira-
trice di sempre nuove
energie e di più attuali
realizzazioni , dentro il ca-
risma originario.
Nel caso specifico il testo,
a partire dal riconoscimen-
to ufficiale che il Movimen-
to "Testimoni del Risorto "
(fondato dal salesiano Sa-
bino Palumbieri) appartie-
ne alla Famiglia Salesiana
come nuovo .virgulto di spi-
ritualità laica nel mondo ,
rivisita Don Bosco in que-
sta specifica interpreta-
zione spirituale . Pio Xl dis-
se che Don Bosco appar-
tiene agli uomini che , su-
scitati dallo Spirito, percor-
rono il cielo della storia,
"come le grandi meteore
attraversano talvolta il cie-
lo substellare".
MIA CARISSIMA MAMMA
Cinque anni
di corrispondenza
del giovane salesiano
martire in Cina
di Callisto Caravario
(a cura di Francesco Motto)
LAS, Roma 2000
pp . 160
Il primo ottobre 2000 que-
sto giovane salesiano è
stato proclamato santo ed
entra nel Martirologio uffi-
ciale della Chiesa . Le 78
lettere alla mamma, che in
questo libro sono rese pub-
bliche , sono la testimo -
nianza più evidente della
sua totale donazione a
Dio . Il testo vuole essere
un atto di affetto dell'Isti -
tuto Storico Salesiano, nel
momento in cui sta pas-
sando dalla fase di studio
su Don Bosco a quella
dello studio dei suoi figli . Il
modo migliore di ricordare
il più giovane dei proto -
martiri salesiani è quello di
far conoscere le sue paro-
le più autentiche . Costitui-
scono intanto delle fresche
istantanee della sua vita
che ne colgono lo stato
d'animo . Nel loro insieme
permettono di formarsi
una visione più globale e
sintetica del nuovo santo
martire salesiano.
l.._,, ll ,\\IIUII II III C' \\
,. ......_ ! o ,..._ .. s..i,.......,
'"
mu,, j '
canssima
mamma

4 Pages 31-40

▲back to top

4.1 Page 31

▲back to top
~ ~ ~~
k8sToRIA
ATTUALE
SACRO
VIVERE IL MORIRE
di Sergio Messina
Effatà Editrice,
Cantalupa (TO) 2000
pp. 432
Se roo- io Mess in a
Vivere
il morire
@ EF l=ATA'
EDITR IC E
Il problema della morte è
ignorato dalla coscienza
contemporanea, eppure è
un fatto che ci tocca ogn i
giorno. Non si può vivere
ignorando la morte , per-
ché il morire e il vivere so-
no due realtà forti e porta-
trici di valori . Ignorare o
temere la morte distrugge
questi valori. Oggi molte
vite sembrano morte , per-
ché non vivono ma vege-
tano , avendo paura di tut-
to. Eppure la Bibbia ripete
per ben 365 volte : "Non
temete". È indispensabile
liberarsi da questa paura.
Se la vita è andare verso
Dio , non si può temere la
morte, ma è necessario va-
lorizzare il tempo che ci
conduce a Lui. In questa
prospettiva l'autore propone
un pensiero al giorno sulla
morte , scandagliandone i
vari aspetti : psicologici, reli-
giosi, giuridici, medici.
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA. I libri
che vengono segnal ati s1pos-
sono acquistare presso le hbre'.
rie cattoliche O vanno nch1est1
direttamente alle rispettive
Editrici.
EMINENTI
& EMINENTISSIMI
Tutto quello che si
dovrebbe sapere sui
Cardinali del '900
di Cesare De Agostini ,
PIEMME ,
Casale M. (AL) 2000
pp. 328
Nel mondo i cardinali fan-
no notizia. Nel segreto del
conclave o sulla scena del
mondo, essi hanno spesso
segnato le cronache , rico-
prendo incarichi prestigio-
si , assumendo posizioni
determinanti e discusse su
questioni d'attualità, facen-
dosi orientatori di opinioni.
Ma anche facendo parlare
di sé, o perché troppo gio-
vani o troppo vecchi , o per-
seguitati e uccisi , o rimossi
dalla carica , oppure prota-
gonisti di episodi che , in
modo controverso o equi -
voco, li hanno portati alla
ribalta. Il volume presenta
questi personaggi in toni
sconvolgenti e diretti , con
apporti dç,cumentati e ag-
giornati. E un 'opera unica
che risponde a ogni do-
manda e curiosità senza
cadere nel pettegolezzo ,
evidenziando ciò che "si
dovrebbe sapere sui cardi-
nali del '900".
Parola del Signore
IL NUOVO TESTAMENTO
In lingua corrente,
nuova versione
ELLEDICI-ABU, Leumann
(TO) 2000, pp. 640
LESSICO
DEI TERMINI BIBLICI
di Bernard Gillièron
ELLEDICI , Leumann (TO)
2000, pp. 316
Capita spesso di trovare
molti cristiani , soprattutto
quelli più impegnati diret-
tamente nella pastorale ,
che non riescono a com -
prendere anche solo lette-
ralmente il testo della
Scrittura. Indichiamo due
volumi : il primo offre una
nuova traduzione del Nuo-
vo Testamento che cerca
di comunicare al lettore di
oggi proprio quel che il te-
sto diceva agli antichi let-
tori , ma con linguaggi at-
tuali. Ed è inter-confessio-
nale . Il secondo invece in-
tende comunicare il più
grande numero possibile
di informazioni sui termini
biblici, per aiutare il lettore
a illuminare il significato
del brano dove si trova la
parola e a sottolinearne i
molteplici aspetti.
NEW AGE & NEXT AGE
di Massimo lntrovigne
PIEMME ,
Casale M. (AL) 2000
pp. 320
Il volume ricostruisce la
storia, le polemiche , la dot-
trina e le interpretazioni
del controverso fenomeno
del New Age , uno dei fatti
più caratteristici della rel i-
giosità contemporanea. Il
movimento è al centro di
discussioni e controversie :
se per alcuni è ancora vi-
vo e vitale, per altri è in cri -
si , gradualmente sostituito
da un nuovo movimento, il
Ne xt Age . Per molti rap -
presenta una sfida insidio-
sa alla fede e alla Chiesa;
per altri annuncia un mon-
do di pace e di armonia
cosmica che anche i cri-
stiani dovrebbero salutare
con favore .
_ _ Massima_Iat rn_v_ign e
New Age
_&J~ext Age_
L'autore intende dimostra-
re che il New Age , a torto
considerato movimento re-
ligioso, è piuttosto una re-
te che coagula migliaia di
gruppi diversi attorno a
poche idee comuni , gene-
rando enormi interessi di
tipo commerciale , dall'edi-
toria alla musica, dalle va-
canze ecologiche alla for-
mazione.
BS GENNAIO 2001

4.2 Page 32

▲back to top
Ll!IE
VARIAZIONI
SUL TEMA
di Serena Manoni
L'anno giubilare è terminato.
Tanti i consuntivi, da quello politico,
a quello spirituale, a quello
dell'audience e della frequenza,
fino a quello molto più banale del
business economico.
e ertamente mai nessun anno santo ha avuto le
proporzioni di questo in tutti i campi e i settori.
Passerà alla storia come il più grande e spetta-
colare evento della Chiesa di tutti i tempi , per gli
uomini e i mezzi impiegati nell'organizzazione, le ceri-
monie (solo le beatificazioni e canonizzazioni hanno
messo sugli altari un numero impressionante di fedeli,
precisamente 56 beati e ben 150 santi) , la partecipa-
zione dei fedeli di tutti i ceti (alla Via Crucis della GMG
hanno partecipato forse 3/400 mila giovani e alla messa
conclusiva quasi due milioni), per la macchina organiz-
zativa, e i volontari che richiamavano le antiche con-
fraternite sorte per il servizio ai pellegrini (sono stati
più di 70 mila!) , infine per le diverse categorie invitate
a celebrare il loro pellegrinaggio alla sede di Pietro o a
Gerusalemme (basti pensare che hanno fatto il
Giubileo perfino i pizzaioli come categoria.
IL SEGNO DI RICONOSCIMENTO
Segno di riconoscimento comune e universale è stato
il logo ufficiale che ha fatto il giro del mondo ed è
comparso praticamente in tutte le riviste religiose ma
anche in moltissimi magazine laici di ogni parte del
globo . Non solo . È stato stampato in milioni di copie
GENNAIO 2001 BS
Àpti 1/ ftttJ Ctl(JT(J
cr CÌCYtiJ
4

4.3 Page 33

▲back to top
11
su gadget di ogni tipo, magliette, medaglie, candele di
tutte le dimensioni, piatti , bicchieri, posate , monete ,
cappelli , foulard , orologi , penne , vasi , pergamene ,
quaderni , libri , segnalibri , fazzoletti , tovagliette, para-
menti liturgici, ombrelli ecc. e non soltanto per devo-
zione . Il business c'è stato e anche grosso! Le ali di
quelle colombe multicolori hanno "battuto" miliardi. In
compenso hanno
richiamato mi -
lioni di pelle -
grini , e carat-
terizzato un
anno che , a
sentire le vo-
ci di certi com-
merci anti ro -
mani , ha indotto
più alla preghiera
che allo scialacquio
~r~4n· a
V di ~
Giubileo
al ._
Catechismo inutile.
E questo è un buon
segno . Questo dan-
nato mondo dei soldi ,
CAPIREE AMARE
iLGiUSILEO
chissà, potrebbe de-
nunciare finalmente
qualche crepa. Sarà
difficile, ma almeno si
può sperare.
12
LA MOLTIPLICAZIONE DEL LOGO
Tutti hanno "giocato" col logo . Così le colombe sono
diventate portafoto (1 }, in alcuni casi si sono prodigio-
samente moltiplicate, quasi volessero intonare un pea-
na di pace attorno al globo , o danzare la vita in un
mondo di morte. Altre volte si sono trasformate in gioiel-
li (2), o in originali adesivi calamitati per i cruscotti
delle macchine (3) , o anche in bollini di riconoscimento
o garanzia, o in segnalibri (4). Qualche disegnatore di
"frodo" ha trasformato il logo in cometa che semina il
cielo di colombe di pace (5); spesso il mulinello vorti-
coso delle colombe ha raggiunto l'apice, fino a conglo-
barle in una sola fondendone i colori nel contenitore di
tutti i colori il bianco ; un auspicio , perché il mondo
diventi un villaggio solidale? (6) Non per nulla il Papa
ha parlato di global izzare la solidarietà attorno alla
croce di Cristo . Abbiamo trovato un logo in cui le
colombe sono diventate fiamme e si sono disposte in
modo da formare un fiore , un fiore di fiamme che inva-
dono di nuovo le coscienze fredde degli uomini
dell'era tecnologica (7). Altre volte sono state trasfor-
mate in medagliette (8) da appendere al collo con una
catenina quasi a voler ricordare all 'acquirente che ogni
giorno dell'anno è Giubileo, ogni giorno è propizio per
esercizi di fede , di preghiera, di carità. E abbiamo
ancora visto il logo con una sola colomba che ha
assunto i colori di tutte e cinque , augurio di unità e
fratellanza universali (9) ; l'abbiamo visto riprodotto in
legno con le colombe e i raggi della croce in intarsio
(10) mentre in altri oggetti le colombe sono diventate
blu , il blu del cielo stellato e del mare profondo , il blu
dell'infin ito ... ( 11). Perfino copertine di libri si sono
ispirate al logo del Giubileo ( 12). Una vera gara di
significati , una fiera di simboli per lanciare la Chiesa
nel lii millennio.
O
N.B.: La grande maggioranza delle "trasformazioni"
descritte sono di fonte salesiana, segno evidente del-
l'interesse per il giubileo e di vicinanza ai giovani e al-
la loro libertà di espressione.
BS GENNAIO 2001

4.4 Page 34

▲back to top
- COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrero
••E' INTELLIGENTE...
MA PUÒ FAR MEGLIO''
Nei colloqui tra genitori e insegnanti è la frase più usata.
Di solito i genitori rincarano la dose con «è intelligente
ma non si impegna» o «i suoi risultati potrebbero
essere migliori se fosse più interessato, se seguisse di più,
se non avesse la testa nel pallone ecc.».
N on basta essere intelligenti
per riuscire? C'è un gene
dell'apprendimento? Perché
mio figlio non si interessa? E so-
prattutto : che cosa fare per aiutar-
lo? Quali sono le principali cause
inconsce che possono condizionare
l'uso del potenziale intellettuale di
un bambino? Conosciamo tutti dei
bambini globalmente sereni , aperti
agli altri e interessati dal proprio
ambiente familiare , scolastico ed
extra scolastico. Quali sono le spin-
te affettive ed educative che hanno
avuto la fortuna di avere e che gli
altri non hanno ricevuto ? Possiamo
fare alcune semplici constatazioni .
Non esiste solo
l'intelligenza "meccanica".
L'intelligenza scolastica non è uno
strumento manovrabile indipen-
dentemente dal resto della
persona. L'equivoco sta
talvolta nel volere un ra-
gazzo che funzioni co-
me una macchina per
pensare , che ottenga
buoni risultati scola-
stici in modo slegato
dalla sua vita quotidia-
na, magari senza gioia,
senza piacere di im-
parare. Se la scuola e
i genitori giudicano
e misurano i ra-
gazzi solo in base a questo para-
metro, il disastro è dietro l'angolo .
Esiste una base fisiologica dell 'in-
telligenza, misurabile se si vuole ,
elastica, estensibile in modo incre-
dibile , che deve essere "svegliata"
dalla prima educazione, che dipen-
de dall 'ambiente culturale in cui si
cresce, che è molto diversificata con
colori e tonalità diverse. Ma la diffe-
renza tra il bambino che riesce e
quello che non ce la fa è la «capa-
cità » di servirsi di questo strumento.
Perché un bambino possa investire
se stesso in un attività scolastica
intellettuale deve essere disponibile
psichicamente . È questa disponibi-
lità psichica che gli permette di ser-
virsi della sua intell igenza fisiolo-
gica. Non capita forse a tutti di apri-
re un libro , leggere qualche
pagina e ron ricordare
niente? E solo che la
"testa" sta altrove ... Un problema
familiare angosciante non costringe
anche gli adulti a compiere errori
inspiegabili nel lavoro o alla guida
dell 'automobile?
Una prima cosa deve essere sem-
pre evidente : nessun bambino vuo-
le fallire o essere etichettato come
"incapace". Nel dialogo con gli in-
segnanti , i genitori devono tenere
d'occhio espressioni tipo "pigro ",
"manca di concentrazione", "non si
interessa": di solito sono segnali di
ben altri problemi.
Esiste l'intelligenza emotiva.
Una buona intelligenza fisiologica
non serve a niente se il suo benefi-
ciario non ha il desiderio di servir-
sene o se altre preoccupazioni glie-
lo impediscono. Le caratteristiche
principali di una buona intelligenza
emotiva sono quelle che caratteriz-
zano positivamente una persona: la
capacità ad accettare gli altri in
modo sereno , l'inclinazione a moti-
varsi , la forza di perseverare nelle
difficoltà grazie ad un serbatoio in-
teriore di sicurezza, la propensione
a dominare gli impulsi e ad atten-
dere con pazienza la soddisfazione
dei desideri , la capacità di conser-
vare un umore costante e di non
lasciarsi vincere dalla preoccupa-
zione senza più poter pensare , il
senso della speranza.
È importante educare una intelli-
genza completa e serena.
Dotare i figl i di risorse interiori
e spirituali è il primo impe-
gno dell 'educazione fami -
liare . I genitori devono te-
nere presenti i tre obiet-
tivi pedagogici classici :
la testa , il cuore e le
mani. Formare la testa
di un figlio significa
aiutarlo concretamente
a conquistarsi una intel-
ligenza efficiente, una

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
cultura reale , una sistemazione in-
tellettuale delle conoscenze, ordine,
memoria, equilibrio, capacità di giu-
dizio. L'intelligenza "materiale" ha
indubbiamente bisogno di "disci-
plina": scrivere, leggere, studiare,
essere ordinati , imparare , concen-
trarsi , memorizzare, esercitarsi so-
no attività che richiedono dei "no"
precisi e costosi ad alternative ap-
parentemente più gradite ai bam -
bini e che possono essere garantite
soltanto dalla presenza di un edu-
catore . Ma se questo sforzo è ri -
chiesto solo con la forza e le
minacce non servirà a niente . Il
bambino ha bisogno di regole per
inserirsi nella famiglia, nella scuola
e nella società: questo è il vero
passaporto educativo per la vita.
Ma tutte le regole devono essere
fondate sul rispetto e la giustizia. Il
bambino irrispettoso è quasi sem-
pre un bambino poco rispettato .
Le regole devono essere spiegate
e corroborate dalla dimostrazione
viva e quotidiana dei genitori. Una
mamma che si lava i denti una
volta al giorno non può pretendere
che i figli se li lavino quattro volte
al giorno. Un altro grave pericolo è
in agguato : tutto ciò che è fatto
"per forza" finisce per essere odiato
e questo , in campo scolastico , può
essere una vera sciagura che si
prolunga nel tempo e provoca infe-
licità e ferite in genitori e figli.
Formare il cuore dei figli significa
dotarli di motivazione "affettiva",
cioè il piacere di imparare, la pas-
sione di sapere, che sono indisso-
lubilmente legati al piacere di vive-
re . Devono sentire la meta propo-
sta da genitori e insegnanti come
esaltante e significativa, attraente
nel significato etimologico della pa-
rola. Una vera motivazione affettiva
sveglia interessi e curiosità, per-
mette di superare le difficoltà e sor-
regge la perseveranza. Infine è vi-
tale dotare i figli della capacità e
della voglia di fare , di provare e ri-
provare, cioè di essere attivi , pro-
tagonisti e non spettatori annoiati.
Questi obiettivi sono raggiungibili so-
lo se è consentito dall'ambiente fa-
miliare e se è ampiamente proposto
dal modello offerto dai genitori, dal-
l'incoraggiamento, dal riconoscimen-
to puntuale dei progressi fatti e dal
sostegno nelle difficoltà.
POTREBBE
FARE DI PIÙ...
Pur non avendo grossi problemi con i miei figli
(sarò blasfema, ma qualche volta quasi li vorrei un po' meno
impegnati, perché non ho più l'agilità per correre dietro a tutti
i loro impegni e a quella instancabile capacità di protagonismo),
mi ritrovo spesso alle prese con ragazzi 'sprecati',
che rinunciano a valorizzare pienamente le loro risorse
e si autoemarginano nel limbo della mediocrità.
~ - - -- - - - - - - - - - - : - - - - - - - - -- - i ·~
a:
e onfesso subito che questo
c~n!ronto con. gli adolescenti
p1gn scatena m me una rea-
zione quasi rabbiosa, perché riten-
go il loro atteggiamento un perico-
loso autogol , oltre che un danno
alla realtà alla quale appartengono;
cerco però di tenere a freno i miei
sentimenti , perché so bene che un
intervento intempestivo potrebbe
rivelarsi disastroso . Come sempre,
capire è importante per poter mi-
gliorare le cose e risolvere ciò che
non va , senza forzature che pos-
sano bloccare la crescita. E la co-
municazione è l'unico strumento
che ci rende capaci di riflettere
senza lasciarci prendere da diagno-
si frettolose e forse un po' pregiudi-
ziali; soprattutto è utile se vogliamo
condividere il cambiamento piutto-
sto che imporlo.
Dialogando con i ragazzi, ho co-
sì scoperto diverse cose : innanzi-
tutto che il disimpegno nasce quasi
sempre da un deficit di motivazione.
E a questo punto è evidente che la
questione non riguarda solamente i
nostri figli , ma coinvolge la qualità
globale della relazione educativa che
viviamo con loro.
Perché le nuove generazioni spes-
so si trascinano stancamente nel-
l'assolvimento dei loro doveri , men-
tre in altri momenti sprizzano di vi-
talità? Forse perché li obblighiamo
a fare cose in cui non credono ab-
bastanza (penso a tante lezioni di
pianoforte finanziate soltanto per-
ché io adulto non ho potuto studia-
re musica quando ero giovane), o
non sappiamo farli appassionare a
un certo itinerario (che è, ritengo , il
primo obiettivo di un insegnante
BS GENNAIO 2001

4.6 Page 36

▲back to top
quando propone un certo argo -
mento di stud io), o ancora non
facciamo spazio alla partecipa-
zione attiva dei ragazzi solo
perché si presenta un po ' scom-
posta e dispersiva (quante cate-
chesi parrocchiali sono impostate
in questo modo?).
Noi adulti non pensiamo mai
abbastanza al fatto che l'apprendi-
mento, in qualsiasi campo, non è
mai un affare puramente intellettua-
le, ma è invece - sempre e inevita-
bilmente - una sfida di tipo affettivo.
Se ci sintonizziamo con questa di-
mensione, possiamo capire come
aiutare concretamente i nostri figli :
qualche volta dovremo supportarli
perché si facciano venire un po '
più di grinta e di coraggio, verifi-
cando che la competizione può
anche essere vissuta come un'e-
sperienza interessante ; altre volte
- quando l'ansia da prestazione
rischia di travolgerli - dovremo di-
mostrare loro che non conta tanto
il risultato finale di quel che stanno
cercando di realizzare, ma la ca-
pacità di un coinvolg imento pieno
che porti a dare il massimo di sé.
,,-:--, f -
SPIRITUALITÀ SALESIANA
~,<_/.'.S/#L,.;!\\...,rr"-,,N, ...
di Piero Borelli
LA RAGIONE It,.~j\\-:-?./(tr·~-~(~~~ Èun·o dei tre pilastri del Sistema Preventivo
h_. c~ '-r-C".'--\\' _I .- ----· ·---
I-'.~.!;:-.:::",j\\,;/
I ~...Ìr·) 'I
- ~ --//
t.....:.::)p
. ,... ,;;,,.
I @;i '.;.i.
~;/-..... ..
'
~~-:~~ :
4;>.; ·:''it
di Don Bosco. Puntare sulla ragione
\\\\~ \\\\ ~ -
vuol dire puntare sulla convinzione che il \\ \\ ~ - \\ \\
,, y
\\\\ .
ragazzo è capace di autoeducarsi, di costruirsi
con le proprie mani, di capire le necessità e i problemi, di risolvere
le situazioni anche quelle difficili...
Don Bosco propone a tutti i
suoi fi gli (religios i/e, Famigli a Sale-
siana) le coo rd inate per un pro-
getto di ed ucaz ione che è tu tto ra
in vi gore. Nell a din am ica fo rma-
ti va di ogni perso na, dice, devo no
in co ntrarsi e interag ire tre va lor i
fo ndamental i: ragion e, relig ione,
am ore volezza, che ri chiamano i
va lori dell ' intelligenza, dell a fede,
e dell ' amore pil as tri fo ndamentali
di una vita pi ena.
In questo conden sato che for -
ma il Sistema Preventivo (preve-
nire per non dover repr im ere) c'è
tutta la mod ern ità di Don Bosco,
per quel ri ferim ento alla rag ione,
messa al pri mo po sto, ritenuta
componente essenzia le per la cre-
sc ita e la maturaz ione de ll a per-
son a.
La ragione è la regola di un ' uma-
ni che non si arrende all 'istinto,
che non accetta iI sopruso del più
forte, che non rinu ncia a una sua
li bertà di bene di fronte all a vio-
lenza del male.
Dice Don Bosco che l' interven-
to educativo deve essere motivato,
sempre ed esauri ente mente. In -
somm a dà fid ucia e abb i fiducia;
pa rl a al ragazzo, asco ltalo nelle
sue motivaz ioni, ai utalo a pren-
dere coscienza di ciò che è giusto
e d i ciò che è sbag l iato; fa i leva
sull a sua intelligenza; abb i pazien-
za. Non dire mai: fa' questo perché
è così, e perché te lo dico io. Il ra-
gazzo è intelligente, aiu talo a pren-
dere in mano la sua vita e a co-
strui rsi un procedimento che lo va-
lorizz i e gli dia dignità.
D Don Bosco in un tempo in cui
la ri voluzio ne francese co ntinua
nei suoi strasc ichi antic leri ca l i,
va lori zza in pos iti vo il suo mass i-
mo pri ncip io. Ci in segna a cog lie-
re ciò che è bu ono in ogni circo-
stanza, anche la meno favo revole.
In ogni caso dobbiamo espri-
mere chiaramente che vogliamo
loro bene comunque - al di là di
ciò che sanno fare - e che proprio
per questo ci fid iamo delle loro ca-
pacità; inoltre vogliamo che rag-
giungano un vero benessere, e
questo avverrà se sapranno esse-
re il meglio di se stessi, non im-
porta che cosa. Questo atteggia-
mento, che dobbiamo sforzarci di
manifestare con continuità e coe-
renza, vale più di mille prediche
sul senso del dovere, che in gene-
re servono a poco. Provare per
GENNA IO 2001 BS

4.7 Page 37

▲back to top
(
rurro E..
PfU" BELLO!
\\~ ,
~
'
PERCHE~ PER ESSERE
INNAMORATI 5/ PEVi:
ANCHE STARE CON
QUALCUNO?
)i
AflJi~ I
_j •,- . - - --"--- - -~~_lfR-

4.8 Page 38

▲back to top
I Riti di Passaggio
UNA STORIA
CHE SI RIPETE
di Nicola Follieri
Aborigeni australiani.
Psembrare anacronistico par-
lare di un fenomeno etnologi-
co in questa fase della stori a
del mondo in cui l' umanità, varcata
la soglia del terzo millennio, si inol-
tra nel mistero di una nuova età del
mondo che aprirà frontiere impen-
sate alla scienza e alla tecnica, ma si
trascinerà ancora dietro i problemi
esistenziali del vivere insieme, del-
! ' accettarsi reciprocamente, del por-
si al riparo dell 'ombrell o di Dio ...
Gli stessi insomma di tutti i secoli e
di tutti i popoli . Gli stessi che innu-
merevoli gruppi umani hanno tenta-
to di esorcizzare con impegnativi
"riti di passaggio".
UNA PRATICA
CHE SOPRAVVIVE
Vi è ancora qualcosa che non ha
conosciuto, in certe zone dell a terra,
il logorio del tempo, e che ha la
straordinaria virtù di unire indisso-
lubilmente i tre classici cicli tempo-
rali , il passato , il presente e il futu-
ro: la pratica dei riti di passaggio.
Ciò vale, sul piano etnologico, in
particolare per i popoli cosiddetti
"primitivi" del Sud del mondo: i
Samburu del Kenya, per esempio, o
Rito dei Sioux del Dakota.
Il passaggio
da un'epoca all'altra,
da un 'età ali'altra,
da una condizione
a un'altra
è sempre stato
in qualche modo
"celebrato" attraverso
cerimonie religiose,
o civili, o di clan,
e riti familiari
o personali.
Forse anche oggi...
Cerimonia Yanomani. Inculturazione.
GENNAIO 200 1 BS
i Masai della Tanzania, gli indiani
del Nord America, gli indios del-
1'Amazzonia, i Tungusi della Sibe-
ria o gli aborigeni australiani . Ma
forme rituali di passaggio esistono
anche in molte tradizioni occidenta-
li , soprattutto in gruppi "regionali",
la cui provenienza si perde nella
notte dei tempi .
La sopravvivenza dei riti di pas-
saggio in questi gruppi etnici ha per-
messo e permette tuttora la conti-
nuazione delle loro tradizioni e co-
stumi, delle loro leggi, l'unità triba-
le e la sopravv ivenza stessa dell ' uo-
mo in alcune aree del pianeta, nono-
stante le micidi ali aggressioni tec-
nolo g ic h e.
Se è vero che in Europa e nel re-
sto del mondo occidentale i riti di

4.9 Page 39

▲back to top
Samburu del Kenya.
- Masai della Tanzania.
passaggio non si compiono quasi
più, nei modi e nelle forme di un
tempo, è anche vero che sono es isti-
ti , che sono stati un caposaldo della
nostra cultura fino ali 'epoca dei no-
stri nonni, e che sopravvivono in cer-
te feste ormai del tutto desacrali zza-
te, come i compleanni.
CHE COSA SONO I RITI
DI PASSAGGIO
Con questa espres~ione , be_n nota
agli antropologi e agli etnologi, ?1 in-
tende qualificare quelle deterr;:11n~te
cerimonie attraverso le g~all _I indivi-
duo, davanti alla comunita_d1 cui fa
parte , compie_un p_assagg10, da una
condizione es1stenz1ale a un altra, da
una fase della vita a un'altra. Questa
spiegazione non è esaustiva, comu_n-
que vi si contemp_lano, per _esempio ,
la nascita, l'1nfanz1a, la giovinezza, la
maturità, la vecchiaia e la mort~. E
non solo. Si tratta anche.d1 dare 11 ri -
salto che merita a esperienze i.mpor-
tanti della vita come il matrimonio o la
maternità, 0 come il ruolo di procura-
re il cibo o di difendere la propria ~a-
sa e il proprio villaggio , per esempio_.
Inoltre la presenza degli ~nziani e
fondamentale quando un 1n121ato o
un'iniziata si sottopongono a quest1
riti. Perché essi sono i saggi , e hanno
il compito di salvaguardare , lasciare
intatta e tramandare l'identità etnica
del proprio gruppo umano d1 apparte~
nenza. Una costante essenziale d~1
riti di passaggio è poi l'elemento reli-
gioso O magico. Esso connota, per-
mea contraddistingue in modo ne~to
e p~ofondo ogni. ~ito di passa,9g10:
L'attenzione al d1v1no , in ogni rito di
passaggio , è di primaria _importanz~-
Senza questa caratteristica. la mani-
festazione stessa del rito d1 passag-
gio perderebbe ogni elfica.eia.
Tutto considerato sono riti d1 passag-
gio anche il battesimo , la cresima, la
comunione ...
PERCHÉ SCRIVERNE
La loro scomparsa è stata detenni-
nata da un progresso tecnologico
molto avanzato all ' in segna del vir-
tuale e della particella quantica, e da
una cultura della vita fo ndata su un
benessere esclusivamente materiale,
sull 'accumulo esas perante delle ric-
chezze, su un ossessivo consumi -
smo. In un tale scenari o a dettare le
regole del gioco sembra che preval-
gano la telev isione, il regno deUa
comuni cazione multimediale e il cal-
colo economico.
A questo punto emerge un inter-
rogati vo più che lecito: perché tirarli
fuori ancora questi riti di passaggio
che non servono più se non agli stu-
dios i, e agli appass ionati di etnolo-
gia o di antropologia? Rispondere a
questa domanda è impegnativo. La
perplessità intorno a un argomento
che appare specialistico, e quindi dif-
ficile o anche sorpassato, non atte-
nu a però il bisogno di saperne di più
sui riti di passaggio. Poiché par-
larne, conoscerli, capirli significa
comprendere noi stessi, la nostra
più intima natura umana, il nostro
essere nel mondo e interagire col
mondo. E vuol di.re anche penetrare
un po ' di più il mistero dell'Assoluto.
Una ragione di più per farl o, dun-
que . E non importa il fatto sorpren-
dente di trovarci ag li inizi del terzo
millennio. In quanto l'uomo vivrà
sempre, in ogn i tempo, in relazione
con i suoi simili e in special modo
con Dio.
Ricordare i riti di passaggio, fare
riferimento a essi può perciò costi-
tuire un aiuto in questa direzione:
recuperare il senso del sacro e il
senso dell ' uomo. Che, diciamocelo
francamente, si sono un po' smaJTiti
lndios del Brasile.
a tutt ' oggi, e non ci si illuda di tro-
varli a un buon prezzo in qualche
supermercato.
IL GRANDE PASSAGGIO
Conviene inoltre aggi ungere che
fa rne menzione e soffenn arsi un
momento su di essi, diventa special-
mente opportuno quando si è com-
piuto un passaggio speciale come
quello fatto attraverso la Porta San-
ta, in occasione del Giubileo.
Non suss isterebbe allora alcun vi-
zio di forma nell 'affe1mare che sia
bene tornare a parlare dei riti di pas-
saggio, in quanto si riscopriranno le
nostre rad ici e sarà più facile riap-
prezzare i valori più importanti della
vita per l' uomo, tra cui a Dio spet-
terebbe, sempre se lo permettete, il
primo posto. Nel corso deU 'anno
2001 , primo del terzo millennio fare-
mo conoscere alcuni di questi riti da
cui dipende in qualche modo molta
parte della nostra attuale cultura. O
BS GENNAIO 2001

4.10 Page 40

▲back to top
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notific hiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1- 1924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le fo rmule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di f . ... o titoli , ecc. per
i fini istituzionali dell 'Ente".
b) di beni immobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l' immobile sito in .. .
per i fini istituzionali dell'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annull o ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni, con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell 'Ente".
(Luogo e data)
(firma per disteso)
NB. Il tesramento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 111 1
00 163 Roma-Bravetta
Te!. 06.65612678- Fax 06.656 12679
C.C.P. 462002
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
10152 Torino
Te!. 0 11.5224247-8-Fax 011.5224251
C.C.P. 28904100
GENNAIO 200 1 BS
I NOSTRI MORTI
ARICCI sig. Ettore, salesiano,
t Arese il 11 /06/1998, a 93 anni
Iniziò il suo noviziato nel centenario della
vestizione di Don Bosco e tra i suoi com-
pagni di quell 'anno ci fu _anche il fu_turo
Rettor Maggiore don Eg1d10 Vigano , al
qual e restò sempre affezionatissi11;0.
Svolse il suo lavoro d1 operatore grafico
con impegno e dedizione per moltissim i
anni e senza traumi passò, quando l'obbe-
dienza glielo offrì , al delicato incarico ~i
portinaio , che svolse con scrupolo e, preci-
sione fino praticamente alla morte . E stato
un uomo che ha fatto del servizio il suo
ideale di vita.
FILIPPONI sig. Giovanni , salesiano ,
t Arese il 16/11 /1999, a 76 anni
Nel giudizio di ammissione al noviziato si
dice di lui: "Obbediente , laborioso, calmo ,
riflessivo e di pietà". Aggettivi che qualifica-
no un salesiano ideale, capace certamente
di fare grandi cose per il Signore . Credia-
mo che così sia stato il signor Filipponi.
Inviato alla scuola tecnica agraria di
Montechiarugolo , qui rimane ininterrotta-
mente per 15 anni , svolgendo il suo lavoro
con umiltà e scrupolo. Poi l'obbedienza lo
ch iama alla casa di Arese che accoglie i
giovani in difficoltà. Il suo carattere è ama-
bile ma forte e positivo , la sua attività
instancabile : uomo di poche parole e molti
fatti e di tanta disponibilità. Ecco perché ha
potuto far bene il suo lavoro anche in_ un
ambiente che richiedeva nervi saldi , fibra
forte di lavoratore e di educatore, capacità
di sopportazione e coraggio. La malatti?
grave e implacabile giunse improvvisa. E
stato curato e assistito con amore e dedi-
zione dai suoi confratelli.
GALLARATE sac. Lorenzo, salesiano,
t Arese il 23/07/1999, a 78 anni
Viene ordinato sacerdote a Lisbona in Por-
togallo . Rientra in Italia nel 1958, dopo
aver svolto il suo ministero sacerdotale
nelle case di Montodine e Chiari , viene infi-
ne destinato al Centro di Arese , dove
rimarrà fino alla morte. Ha accolto, amato
e seguito i ragazzi com e un fratello mag-
giore. Li ha incor_aggiati e aiutati nella
scuola, li ha seguiti nelle loro cns1 , 11 ha
spronati a migliorare . Negli ultimi anni è
stato sempre a disposizione di chi voleva
ricevere la misericordia del Signore attra-
verso il ministero della riconciliazione che
egli amministrava con grande gioia, sem-
pre pronto al suo posto, a disposizi~ne di
chi lo cercava . Anche vane comunita reli-
giose si rivolgevano alla sua saggezza.
sue doti migliori per la formazione , l'anima-
zione e la cultura. Ha sempre lavorato co-
me figlio di Don Bosco, promovendo in tutti
quelli che l'avvicinavano motivi di speranza
e di fiducia. Ha lasciato non poco rimpianto .
GUASTELLA sac. Raffaele , salesiano,
t Castellammare di Stabia (NA)
il 28/07/2000 , a 78 anni
Nelle prime ore del mattino don Raffaele si
è risvegliato "in un altro giorno , nuovo di
sole di orizzonti e di persone", per vivere
felic~ la sua nuova esistenza nella gioia
del Signore . Fedele alla sua vocazione ,
per pochi mesi non ha potuto celebrare 11
suo 60° di professione religiosa, ha servit?
il Signore nelle molteplici e diverse att1v1ta
del sacerdote salesiano nella scuola, nel-
l'oratorio e soprattutto nel ministero della
Parola e dei sacramenti. Le precarie condi-
zioni di salute che hanno segnato la sua
vita non gli hanno impedito di mettere a
servizio dei giovani e del popolo d1 Dio le
buone capacità di intelligenza nell'esercizio
pastorale del suo ministero.
MARTINELLI sac. Matteo , salesiano ,
t Bari il 12/09/2000, a 74 anni
L'intero cammino della formazione teologi-
ca l'ha percorso nello studentato della Cro-
cetta. Dal cardinale Fossati ha ricevuto tutti
gli ordini sacri dal lettorato al presbiterato.
L'arco della sua vita si è inoltrato con disin-
voltura naturalezza e brillanti risultati nel
settor~ scolastico delle nostre case di
Puglia. Competenza, preparazione , abilità
ed efficacia ne hanno fatto un insegnante
eccellente e ricercato, un tecnico stimato e
rispettato. Sapeva coltivare l'amicizia la più
serena e la più disinteressata. Ha portato e
fatto amare nei settori scolastici di marca
laica lo squisito spirito del metodo salesia-
no, e ha proposto con successo i mezzi for:
mativi del sistema di Don Bosco. Lo s1 puo
considerare uno dei fondatori e grandi
esperti dei campi scuola, che organizzò
con competenza e condusse con sapienza.
Venuta la ser_a d_i .
uel giorno ~esu disse .
q "Passiamo
all'altra riva!"
(Mc. 4,35)
ELLENA sac. Aldo, salesiano,
t Valsalice il 21 /12/1999, a 77 anni
Uno dei nostri insigni docenti di teologia.
Studioso serio e competente , insegnante
compreso del suo ruolo , ma_ amabile ~
pronto a indirizzare al meglio gli studenti . E
stato un impareggiabile animatore socio-
culturale in opere prestigios~ , stimato da
tutti ascoltato dalle autorità. E rimasto fino
alla 'morte a Valsalice dove ha continuato la
sua attività professionale profondendo le

5 Pages 41-50

▲back to top

5.1 Page 41

▲back to top
GENNAIO
JANVIER
JANUAR
JANUARY
JANEIRO
ENERO
IANUARIUS
Savina Jemina
EFFEMERIDI
nomo polacco Solidarnosc, guidato
1: Capodanno . Solennità di Ma-
ria Madre di Dio . Giornata della
pace .
6: Epifania.
7: Battesimo di Gesù
8: primo del mese ebraico di
Shevat.
9: Luna piena.
13: festa hindu di Makar Sank-
ranti.
14 : festa islamica di Lailat-UI-
da Lech Walesa .
15 gennaio 1991 : lettera al presi-
dente degli Usa, George Bush, e a
quello dell'lrak, Saddam Hussein,
per evitare la guerra del Golfo.
3 gennaio 1998: visita i terremo-
tati di Umbria e Marche .
18 gennaio 2000: apre la Porta
Santa della basilica di S. Paolo fuo -
ri le mura, con i rappresentanti di
altre Chiese e comunità cristiane.
Qadar .
LE MOSTRE
21 : inizio del mese Piovoso (ca-
lendario repubblicano francese) .
24: Luna nuova.
24: primo giorno dell'Anno cine-
se del Serpente.
A Treviso , La nascita de/l'Impres-
sionismo propone 160 dipinti di
Cézanne, Degas, Manet, Monet,
Pissarro, Renoir e altri maestri (Ca-
sa dei Carraresi , sino al 14 gen-
LUNARIO
naio). A Bologna , oltre 600 reperti
Il giorno 20 il Sole esce dal segno
della rassegna Principi etruschi tra
Mediterraneo ed Europa descrivo-
del Capricorno ed entra in quello
dell'Acquario. Le giornate si allun-
gano . Se il mese è freddo , meglio
no l'organizzazione, l'economia e
la vita delle comunità aristocrati -
che etrusche e italiche (Museo ci-
se con nevicate, il raccolto si pre-
annuncia buono . In campagna è
vico archeologico, sino al 1° apri-
le). A Roma , Cleopatra, regina
ancora tempo di riposo, ma gen-
naio è ideale per piantare l'aglio e
d'Egitto racconta la vita ad Ales-
sandria, la dinastia dei Tolomei , i
per potare le viti , soprattutto a
luna calante . Nei pollai , le galline
ricominciano a fare le uova. La
tradizione popolare, poi, vuole
che nella notte della Befana gli
rapporti della regina con il mondo
romano e in particolare quelli con
Cesare, Antonio e Augusto (Palaz-
zo Ruspoli , sino al 25 febbraio).
animali parlino tra loro (quindi, IERI ACCADE
non si deve entrare nella stalla) e 1 gennaio 1863: nasce Pierre de
che per la festa di sant'Antonio Coubertin , che dà inizio alle Olim-
abate, il 17, si cucinino fave cotte piadi moderne.
e focacce con anice.
4 gennaio 1643: nasce lsaac
I FIORETTI DEL PAPA
Newton che scoprì le leggi della
gravitazione.
24 gennaio 1979: riceve il mini- 8 gennaio 1935: nasce Elvis
stro degli Esteri sovietico, Andrei Presley, il "re" del rock 'nd roll.
Gromyko.
12 gennaio 1628: nasce Charles
25 gennaio 1979: prima visita Perrault , scrittore di favole come
fuori d'Italia: Santo Domingo, Mes- "Cenerentola".
sico e Bahamas.
15 gennaio 1929: nasce Martin
15 gennaio 1981: udienza alla L. King , leader del movimento per
delegazione del sindacato auto- i diritti civili dei negri.
17 gennaio 1706: nasce Benja-
min Franklin , che inventò il para-
fulmine.
20 gennaio 1920: nasce il regista
cinematografico Federico Fellini.
22 gennaio 1775: nasce André
M. Ampère , dal quale prese avvio
l'elettrodinamica.
24 gennaio 1712: nasce Fede-
rico Il di Prussia, detto "il Grande".
25 gennaio 1959: papa Giovan-
ni XXIII convoca il Concilio Vati-
cano Il.
27 gennaio 1756: nasce il com-
positore Wolfgang Amadeus Mo-
zart .
31 gennaio 1797: nasce il com-
positore Franz Schubert .
COLLEZIONANDO
Il Venezuela ha ricordato i 500
anni dell'evangelizzazione con 11
francobolli dedicati ai religiosi e
agli Ordini più attivi dell 'epoca:
domenicani, francescani , cappuc-
cini, agostiniani, gesuiti e clero
diocesano . Tra le tante emissioni
per il Natale 2000, spiccano la
"classica" ed elegante serie ingle-
se, una di Jersey e quella colo -
rata dell'isola Christmas (Natale,
appunto, in lingua inglese).
LA SCOPERTA
Utilizzando un telescopio che si è
costruito, tra il 7 e il 13 gennaio
del 161 O Galileo Galilei scopre i
primi quattro satelliti di Giove - lo,
Europa, Ganimede e Callisto - e
li chiama "astri medicei" in onore
di Cosimo Il de' Medici , allora
granduca di Toscana.
DAI PADRI DEL DESERTO
Un giorno, un uomo che aveva pec-
cato fu cacciato dalla chiesa. Allora
Abba Bessarion si alzò e uscì an-
che lui , dicendo: «Vale anche per
me: anch'io sono un peccatore»
BS GENNAIO 2001

5.2 Page 42

▲back to top
COPERTINA
Lara Cordova
Ppassa il tempo più
si rende vivo, attuale il
rico rdo dell a GMG ...
Dalla lettera di una giovane
partecipante alla GMG
mai ! Ma no, non passerà!. ..
Amo questo essere " nuo-
va", che mi ha tolto la ti-
fin o a sbiadire come ri co r-
do e a impors i come even-
to presente e co ntinu o. li
L'EVENTO
midezza, mi fa rifiutare le
scemenze, mi fa " parl are
da so la", co me una matta.
co ntra ri o in somma cli quel-
lo c he avv iene co mun e-
mente. Partec ip ando al
CHE NON
Qua ndo to rno a casa, do-
po le lezioni uni versitarie,
scesa da ll 'a utobu s e la -
grande rad uno ho creduto
a una esperi enza "forte" e
" definita" che in eso rabi l-
DIVENTA
sc iati gli amici , nei dieci
minuti che mi separa no
da casa - ma a volte al-
mente sa rebbe pr im a o
poi "fini ta": so che il tem-
po disperde anche le emo-
RICORDO
lun go app os itame nte il
perco rso - mi sorprendo a
parl are co i noti ssi mi sco-
zioni più fo rti ; questa, pur
nosc iu ti, neri e gialli, oliva-
stri e bianchi dell a GMG :
- Come va, René? Che ne
di ci di qu es ta marea d i
perso ne?
- C'est sp lendide! Que de
ge ns!
- Siamo stretti tra due mi-
lioni di ... ami ci!
- i Y somos uno !
- lt's ve ry, ve ry, very beau-
tiful !
No n credevo che si potes-
se casca re da l so nno ed es-
se re co ntenti d i non dor-
mire, avere i pi edi gonfi e
restare pertin acemente in
pied i, le membra indolen-
zite, la testa pesante, le
labbra secc he di sete ed
esse re profondamente fel i-
c i. Deve essere successo
qua lcosa di grande: un
evento che non è passato,
un 'esperienza che non
sp lend ida, affasc inante, un ica, avrebbe ce rta mente vuo le morire, una emozio ne che ti fa pa rl are con
seguito l' iter di tutte le altre, rega landomi qua lche ch i non c'è co me se ci fosse! Sto nei luoghi dell a
mese d i sensaz ion i da gustare fin ché la patin a d i mi a giorn ata co me se mi trovass i ancora a Tor Ver-
in vecc hi amento non ave sse preso i l sop ravvento. gata: negli occhi il puntin o bi anco del Papa, pic-
M a la GMG non vuole trasform arsi in ri cordo e non co lo ma gra nde, nel cuore una gio ia inco ntenibile,
sb iadisce. È lì, all a sogli a dell a cosc ienza, sempre e tutto intorn o il muro perfettamente trasparente di
v iva, sempre attu ale: mi assa le nei momenti p ili altr i due mili oni d i corp i, anzi no,
impensati, mi grida dentro di notte, mi sussurra di- di cuori!
sc reta quando prego, mi sp inge a ri spondere dec isa,
co ntro la mi a naturale timi dezza, qu and o sento
cose che non mi piacciono. E gli ami ci:
- Lara, ma che hai?
- Da qua lche mese non se i più tu!
G ià, no n sono p io! A ll o ra io co nto i mes i ...
c inqu e, se i ... Non passa ... La do lce ubri aca tura
non passa! Q uanto durerà? Speri amo che non pass i
GENNAIO 2001 BS

5.3 Page 43

▲back to top
SANTA MARIA DOMENICA MAZZARELLO
a fumetti
0Rtl1AI SONO AGLI SCOCC/OU.
NON POSSO VENIRE ... MA
RIMANGO CON VOI .
L.D.C.
G. Lubich, G. Trevisan
SAPETE DOVE TROVARMI ED
ASCOLTARMI : NELLA NOSTRA
SANTA REGOLA ... MA ALMENO
~INOA MARSIGLIA
V'ACCOMPAGNO.
CON LA FEBBRE,IL Vt4CC/Qf;'AFFATICANTE. ..
QLJAIJTE COSE AVREI ANCORA. DA
DIRVI, MA Ml SENlD MANCARE
LE FORZE .
A SAMPIEROARENA
VIENE INTERPELLA
UN MEDICO ... - ·
PIU7TOS70 , "7
VOL70, l '
'
NIENTE DI GRAVE.
UO' PARTIRE
NQLJILLA P
BS GENNAIO 2001

5.4 Page 44

▲back to top
FATEVI CORACiGIO, VERRANNO
GIORNI IN CUI lA CROCE
51 FARA' MOL1'0
PESANTE ...
... ALLORA E TEMPO DI
STRINCiERLA ANCOR PILI'
, AL OJORE E DI PR01fET-
TER LA MAGGIOR FEDEL-
TA' A C:.ESU'
CAOCIFISSO.
LA NOTTE" E' "TR4VACiLIATA PER MADRE
MAZZARELLO.LA FEBBRE CRESCE.
L 'INDOMANI NON PUO' ALZARSI.
E ' UN LE1TO
IDEALE,GESU'
A BETLEMME
NON EBBE
UNA PAGLIA
MIGLIORE .
GENNAIO 200 1 BS

5.5 Page 45

▲back to top
ARRIVA
ALL'ORF"ANATROFIO
DI 5.A.INT- CYR
IN CONDIZIONI
GRAVISSIME.
L.D.C.
II
/ ,' I
LA NOTIZIA ,TRASMESSA
ALLA C4SA-Gl:NE"RALIZIA,
SI DIFFONDI:DA NIZZ4 MONFERRA70
A TUTTE LE= ALTRE OlSE NEL MONDO.
LE PRt;;r:;/.111:RE PIU'INTENSE,
I VOTI PIU'GENEROSI,
ANCI-IE DELLA VITA , SONO OFFERTI
DALLE SUORE, DALLE ALUNNE
E DA TANTA GENTE AMICA
PER LA GUARIGIONE
DELLA MADRE
LE CURE SONO DOLOROSE
A BASE DI VESCICANTI .
QUARANTA GIORNI A LETTO.
DON BOSCO MANTIENE
LA PROMESSA E VIENE A FARLE
VISITA .
LE FIGLIE VOGLIONO AVER TUTTE
LA GR4ZIA DI ASSISTERLA .
LO FANNO A TURNO , MENO UNA,
RITENUTA INCAPACE,
E LA SUORINA NE SOFFRE.
LA MADRE VIENE A SAPERLO
E SCEGLIE PROPRIO LEI
COME INFERMIERA .
E DON BOSCO CONTINUO':
" LA PORTINAIA APRI' . 11 VJE1'JI CON ME"
LA INVl70' LA MORTE.
FIGURARSI SE QUELLA ACCE7TO'.
"Cl-li POTRE13f3E: SOSTITUIRMI 711
R ISPOSE.
LA MORTE ENTRO'ALLORA NEL
MONASTERO E RIVOLSE LO STESSO
INVITO A QUANTE INCONTRAVA :
SUORE, MAESTRE I POSTULANTI,
PERFINO LA CUOC4 .
MA TU7TE SI 5CJ.IERMIVANO DICENDO
C/-IE AVEVANO QUALCJ.IE !=ACCENDA
DA SBRIGARE.
ALLORA LA MORTE , A PASSO FER/110 /
ANDO' DALLA SUPERIORA :
"5ECUIMl''LE DISSE. ANCJ.IE QUELLA
Ct:;RCO' DI ESIMERSI.
MA LA MORTE: TENNE DURO.-
"lA SUPERIOAA-D/SSE- DEVE
PRECEDERE TUTTE NEL 13UON ESEMPIO,
AIJCHE NEL VIACiGIO ALL'ETERNITft:" ... "
BS GENNAIO 2001

5.6 Page 46

▲back to top
I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
UNA
TESTIMONIANZA
DI FEDE
Sono sposata da circa due anni
e da un mese sono mamma di
una bellissima bimba. Ma la sua
venuta al mondo è stata piena
di preoccupazioni. Ero alla fine
del sesto mese, quando un
infarto della placenta mise la
creatura in pericolo di vita per la
difficile ossigenazione , e perché
la crescita si era arrestata. Ci
rivolgemmo con fiducia a san
Domenico Savio intensificando
di giorno in giorno le nostre pre-
ghiere. Fu così che riuscii a por-
tare a termine la gravidanza
quasi entro il tempo prescritto.
La meraviglia nostra e dei medi-
ci crebbe quando , al momento
del parto cesareo , si scoprì che
ero affetta da endometriosi. La
bimba non ha avuto bisogno
neppure dell 'incubatrice ed ora
cresce sana. Ciò che io ho nar-
rato vorrei che fosse una testi-
monianza di fede.
Annamaria Brancaccio,
Giugliano (Na)
ILLESA
Stavo terminando di effettuare
una curva, quando, nel senso di
marcia opposto al mio, un 'auto-
mobile invadeva parte della mia
carreggiata. L'urto è stato vio-
lento . La mia auto è andata
distrutta. Ma la prima cosa che
ho ritrovato tra le lamiere con-
torte è stata l'immagine di Don
Bosco. Ogni giorno lo ringrazio
di tutto cuore per essermi stato
vicino e avermi protetto in quel
momento di grave pericolo.
Mara Montello, Novara
PROPRIO COME
10 DESIDERAVO
Data la mia precaria situazione
quanto agli occhi (ho già subito
un intervento col laser) ho sem-
pre sperato, nel mio lavoro, un
passaggio a "part-time" che mi
consentisse di ridurre lo sforzo
cui erano sottoposti i miei occhi.
A questo scopo mi sono rivolta
con fede e costanza a Mamma
Margherita , promettendo che
GENNAIO 2001 BS
avrei fatto pubblicare la grazia
se fossi stata esaudita. Mi ren-
devo conto che imploravo un
favore molto difficile, a giudicare
dall 'ambiente in cui mi trovo. E
invece la grazia è arrivata. Dopo
alcuni giorni mi è giunta la
sospirata notizia esattamente
nei termini che io avevo deside-
rato. Voglio proprio ringraziarne
la mamma di Don Bosco.
N. A., Genova
SENZA ALCUN
RICOVERO
Diversi mesi fa, per un'improvvi-
sa scivolata sul pavimento, ebbi
una disastrosa caduta. Per sal-
vare la gamba destra, già redu -
ce da una rottura del ginocchio ,
feci leva solo sul piede sinistro
che riportò per questo una gros-
sa distorsione della caviglia con
conseguente gonfiore del dorso .
Le persone presenti volevano
subito portarmi al Pronto Soc-
corso. Ma io , riaperti gli occhi e
nonostante l'acuto dolore , invo-
cai il venerabile Vincenzo Ci-
matti e mi feci accompagnare in
camera. Con meraviglia anche
dei medici non ci fu bisogno del-
l'ospedale , perché dopo qual -
che giorno tutto era tornato
quasi normale e non ci furono
conseguenze.
Sac. Vincenzo Giorgi SDB,
Civitanova
UN INTERVENTO
DI SETTE ORE
Conosco san Domenico Savio
da oltre 40 anni , da quando cioè
conobbi i Salesiani. Ho sempre
diffuso la sua devozione, con-
vinta della sua particolare prote-
zione sulle mamme in attesa.
Ultimamente ne ho avuto anco-
ra una prova. Una mamma at-
tendeva due gemelli : uno di loro
era in pericolo di vita per un
difetto cardiaco. Lo abbiamo
affidato con fiducia a san
Domenico Savio , facendo uso
anche del suo abitino . Il bambi-
no è stato operato appena nato :
un intervento durato sette ore .
Ma tutto è andato bene. Oggi il
piccolo Riccardo ha otto mesi e
cresce bene. Avrà bisogno di
controlli periodici ma siamo certi
che il piccolo santo continuerà a
proteggerlo .
Gina Dotti, Piacenza
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firmate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l'indicazione del nome.
Mamma Margherita.
DOPO ANNI DI
DEPRESSIONE
Erano ormai anni che soffri-
vo di accentuata depressio-
ne, che mi bloccava in tante
iniziative. Pregavo nella spe-
ranza di poterne guarire .
Ultimamente, avendo avuto
tra mano una immaginetta di
Mamma Margherita, ho co-
minciato a recitare, con sem-
pre maggior fiducia , la pre-
ghiera riportata nel retro .
L'ho recitata appassionata-
mente tutte le mattine fin-
ché .. . non sono stata esau-
dita. Adesso, infatti , mi sento
guarita. Lo devo senz 'altro
alla sua intercessione presso
l'Ausiliatrice e il Signore. Ne
rendo grazie pubblicamente.
D. R. Bagnolo P. (Cn)
SOTTO PESO
MA VIVO
Qualche mese fa ho inviato ad
una mia amica l'abitino di san
Domenico Savio . Si trattava di
un caso disperato . La signora in
attesa di due gemelli è venuta a
conoscere che uno di loro era
morto mentre l'altro era ancora
vivo. Facile immaginare il grave
pericolo sia per il bambino vivo
(che non si poteva far nascere
perché troppo sotto peso) sia
per la mamma. Ma do~o tante
ansie e tante preghiere, 11 bimbo
è nato sano , peso Kg 2,300 e la
mamma sta bene . Valga per
incoraggiare tante mamme in
difficoltà a pregare con fiducia
san Domenico Savio.
Gabriella Stefani, Bologna
BASTÒ UNA
SEMPLICE
PROTESI
Il mio nipotino Francesco , gio-
cando con un coetaneo aveva
riportato la frattura del setto
nasale. Avrebbe dovuto essere
operato. Ma noi tutti ci siamo
raccomandati a san Domenico
Savio perché l'intervento potes-
se essere evitato. Il bimbo era
ormai pronto per essere opera-
to quando ci venne comunicato
che sarebbe stata sufficiente
una semplice protesi per rad-
drizzare il nasino. Questa noti-
zia ci riempì di gioia e di ricono-
scenza verso san Domenico
Savio a cui affidiamo il nostro
bambino perché lo protegga.
Romano Maria, Roma
LA FONTE DELLA
MIA FIDUCIA
Nel giugno dell'anno scorso,
appena all'inizio della mia gravi-
danza, cominciai ad avvertire
forti dolori . C'era pericolo di
aborto e ne ero spaventatissi-
ma. I medici sospettavano che
si trattasse di una gravidanza
extrauterina. lo ormai pensavo
sempre al peggio, convinta di
non poter portare a termine la
mia maternità. Fui ricoverata in
ospedale e proprio in quella cir-
costanza una mia cugina ve -
nendo a farmi visita da Firenze,
mi portò l'abitino di san Dome-
nico Savio che io indossai subi-
to. Lo tenni stretto a me per tutti
i nove mesi, essendo diventato
la fonte della mia fiducia. Tutto
si è risolto per il meglio perché
tre mesi fa mi è nato Nicolò , un
bellissimo bambino .
Silvia Cape/lazzi, Parma
LA PAROLA
"IMPOSSIBILE"
VA BANDITA
Qualche tempo fa ho chiesto
una grazia davanti alla st_atua di
Maria Ausiliatrice che s1 vene-
ra nella nostra Parrocchia, per-
ché mi aiutasse a sistemare una
questione delicatissima riguar-
dante il mio posto di lavoro.
Malgrado tutte le circostanze
fossero negative e umanamente
parlando non _c i fos_s e_a_lcu_na
speranza, io m1 gettai a1 p1ed1 d1
Maria Ausiliatrice e l'invocai con
la fiduciosa certezza di essere
esaudito . Pochi giorni dopo, una
lettera del mio datore di lavoro
mi informava che tutto si era
risolto nel migliore dei modi. La
parola "impossibile" - diceva D.
Bosco - deve essere bandita dal
vocabolario cristiano. Questo
fatto ne è una prova.
Franchino Antonio, Viareggio
M. D. Mazzarello

5.7 Page 47

▲back to top
I Domingos das Neves
angolano, ha portato la testimonianza durante la Veglia a Tor Vergata
nell'ambito della GMG, il 19 agosto 2000. Oggi studia a Roma alla
facoltà di Diritto dell'Università Lateranense.
Tu sei angolano di quale tribù?
Sono angolano della tribù degli Umbundu del sud, uno dei sette
gruppi etnici dell'Angola.
~ E come mai hai un nome portoghese...
E il frutto della dominazione portoghese sulla mia nazione. Mi
hanno chiamato "Domingos" perché sono nato di domenica e "das
Neves" perché sono un albino: la mia carnagione è più bianca che
nera, ma sono africano. I miei mi avrebbero chiamato "Muwepalanga"
che è uno dei titoli che si danno ai domestici del capo tribù.
Come hai conosciuto i salesiani?
Quando avevo otto anni nella mia parrocchia ai cappuccini sono
succeduti i salesiani (siamo nel 1981) ed è nato l'oratorio: mi hanno
insegnato tante cose, tra cui anche dattilografia, chitarra, canto... Poi
ho potuto studiare. Ora sono in Italia per frequentare l'Università.
Parli benissimo l'italiano. Per quanto tempo l'hai studiato?
Ho fatto un corso di 15 giorni.
Quindici giorni? Sei proprio portato per le lingue!
Forse sì, grazie.
Puoi descrivere alcuni tratti religiosi della tua tribù?
La nostra antica religione era animista, all'origine c'era SUKU, un
vocabolo per dire Dio Supremo del Bene, non il suo nome proprio,
che, come per gli ebrei, era impronunciabile. Il mio è un popolo
profondamente religioso.
Onorate qualche eroe del popolo?
Sì, il re Ekuikui che ha combattuto contro i colonizzatori.
Che dici dei giovani angolani?
Non hanno orizzonti. Da 40 anni la mia patria è devastata dalla
guerra. Io stesso sono figlio della guerra e non ho mai conosciuto la
pace ...
H(!ifatto volentieri la tua testimonianza?
Sì. E stata sulla riconciliazione e perdono... io ho davvero perdonato
coloro che hanno assassinato mio fratello, perché capisco che la rina-
scita del popolo può iniziare solo dal perdono reciproco, stroncando la
spirale di odio che divide le varie etnie.
D
FOCUS
YAGUINE
EFODÉ
Rispettivamente 14 e 15 anni,
guineani. Si nascondono (ago-
sto 99) nel vano del carrello di
atterraggio di un Airbus della
Sabena. Muoiono congelati.
Quando li trovano, il più gran-
de stingeva in mano un foglio
di carta che ha commosso il
mondo. Chiedevano scusa del
loro gesto ma ne spiegavano i
motivi. Con sorprendente lu-
cidità annotavano che la loro
patria e l'Africa intera, era de-
vastata dalla guerra, dalle ma-
lattie, dalla fame. Che i ragaz-
zi, tutti i ragazzi come loro,
come loro volevano studiare,
ma erano poveri e non poteva-
no permetterselo, volevano
giocare ma non esistono im-
pianti sportivi né organizza-
zioni ... Essi chiedevano ai ric-
chi occidentali che si organiz-
zassero per aiutare efficace-
mente l'Africa a svilupparsi,
ad andare avanti. Essi erano
pronti a sacrificare la loro vita
per questo scopo. Ora sono
anche i ragazzi a stimolarci .. .
ma non molto è cambiato per
l'Africa dopo il loro sacrificio.
BS GENNAIO 2001

5.8 Page 48

▲back to top
TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
eoLoGNA c.M.P.
I
NEL PROSSIMO NUMERO
I
SPORT SALESIANO
di Giancarlo Manieri
Il Giubileo delle PGS
MISSIONI
di Giovanni Eriman
-
Missionari tra gli Shuar e Achuar
I
Q.
:::;;
(.)
czi:
ol'.)
o...J
lll
ci
o
ut5::
LL
:::>
oi
~
2
~
~
·.a8_
"u '
~
~
eu
"E '
'6
o
(J)
"u '
E
DON BOSCO
di Nadia Ciambrignoni
Biografo inedito per Don Bosco
INSERTO CENTRALE
di Natale Maffioli
Il museo di Pue rto Ayacu ch o - Venezuela