Bollettino_Salesiano_201008

Bollettino_Salesiano_201008

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Mensile - Anno CXXXIV - nr. 7
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 7/2010
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
Luglio/Agosto 2010
NEL 1877

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2010 S T R E N N A
di Pascual Chávez Villanueva
IL VANGELO
AI GIOVANI
La magna charta del Regno
Nel Vangelo di Matteo, il pri-
mo discorso in cui Gesù
presenta il Regno di Dio co-
>> Nel vangelo di Luca troviamo
anche l’opposto delle beatitudini,
che qualcuno ha definito “maletudi-
mincia con una parola che ni” (Lc 6,24-26). Non si tratta di ma-
va diretta alla mente e al cuore dei ledizioni, Gesù vuole la salvezza di
suoi ascoltatori di allora e di ogni tutti, ma di seri avvertimenti, varianti
tempo: “felici… felici… felici…” ri- dei medesimi atteggiamenti di fondo:
petuto nove volte. Si tratta delle co- l’orgoglio e l’autosufficienza. Maria
siddette “beatitudini”. L’annuncio del l’aveva denunciato nel Magnificat:
Regno consiste dunque in una pro- superbia, potere, ricchezza (cfr. Lc
messa di felicità. Non sono un codi- 1, 51-53) impediscono di accogliere
ce morale o un nuovo decalogo. Co- il Regno come dono. Gesù ammoni-
me scrissi in una lettera all’inizio del sce, con la massima serietà, circa la
mio mandato, “tutto è unificato nella possibilità di non accogliere il Regno
centralità del Regno: per questo è e per ciò di rimanere nelle tenebre
stata definita ‘la magna charta del- della solitudine e del fallimento. Più
2
Le beatitudini:
la proclamazione del Regno’, in di uno si domanderà perché allora la
cui la paternità di Dio non si caratte- vita cristiana è vista da molti come
ecco la rivoluzione rizza per il suo dominio; al contrario, fonte di obblighi, osservanza di nor-
permanente del Vangelo,
ecco le frasi che scardinano
tutte le certezze,
il suo dominio viene determinato
dalla sua paternità. Così nel Regno
dei cieli non vi sono né schiavi né
servi, ma figli” (ACG 384, p. 24). Nel-
me, giogo da cui liberarsi. Abbiamo
presente la polemica in seguito al-
l’autobus inglese con la scritta: “Pro-
babilmente Dio non esiste; non ti
le regole della santità
(Anonimo).
la stessa lettera indicavo, però, che preoccupare e goditi la vita”. Sem-
spesso ci si dimentica di questa pro- brerebbe che occorra togliere di
spettiva, e quel che Gesù dice in se- mezzo Dio per essere felici. Da dove
guito sembrerebbe una radicalizza- viene un’opposizione così radicale
zione della Legge antica, impossibi- alle ‘beatitudini’? Il Vangelo dà la ri-
le da portare a compimento; inve- sposta. Analizzando le beatitudini, ci
Il discorso della montagna
(Beato Angelico 1395-1455).
ce Gesù sta presentando come sa- si rende conto che i cammini che
rebbero il mondo e la convivenza Gesù presenta non sono quelli che il
umana se prendes- mondo offre. Basta leggere la 1° let-
simo sul serio le tera di Giovanni: “Tutto ciò che vi è
sue parole e colla- nel mondo, la concupiscenza della
borassimo nella co- carne, la concupiscenza degli oc-
struzione del suo chi, lo sfarzo della ricchezza non
Regno. Allora nel viene dal Padre, ma dal mondo” (1
mondo non solo Gv 2,16). E c’è un invito per i giova-
non vi sarebbero ni: “Scrivo a voi, o giovani, perché
assassini ma nem- siete forti e la parola di Dio dimora in
meno offese o di- voi” (1 Gv 2,14b). Questo non signifi-
sprezzo; né adulte- ca che bisogna disprezzare il mon-
ri né furti; e avrem- do, e/o fuggire da esso. Al contrario:
mo tanta fiducia vi- “Dio ha tanto amato il mondo, che
cendevole che non ha dato il Figlio suo unigenito” (Gv
vi sarebbe bisogno 3,16). Facendo allusione a questo,
di nessun tipo di Paolo VI lasciò scritto: “La Chiesa
giuramento. È “l’u- deve amare il mondo. Ma ciò non si-
topia del Regno”, gnifica essere simili ad esso, diven-
che oserei definire tare mondani. Amare il mondo signi-
“il sogno di Gesù”. fica conoscerlo, studiarlo, servirlo”.
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS

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In tutte le chiese le beatitudini
vengono ancora proclamate
a gran voce. Messe in pratica,
rivoluzionerebbero il modo
di vivere e di operare.
>> Possiamo ancora approfondire
il significato delle beatitudini. Nel
Nuovo Testamento la prima beatitu-
dine non compare nella predicazio-
ne di Gesù, ma ben prima. Si trova
nell’incontro di Maria con Elisabetta
che si congratula dicendo: “Beata
te che hai creduto, poiché si com-
pirà quel che ti è stato promesso da
parte del Signore” (Lc 1,45). E l’ulti-
ma beatitudine evangelica è nell’in-
contro di Gesù risorto con Tomma-
so: “Beati quelli che non hanno vi-
sto e hanno creduto” (Gv 20,29). È
straordinariamente significativo che
ambedue le beatitudini abbiano co-
me contenuto lo stesso atteggia-
mento: la FEDE. Essa permette di
comprendere e di accogliere le al-
tre. Solo dal punto di vista della fe-
de possiamo comprendere che il
cammino della nostra vera realizza-
zione passa attraverso la croce e la
morte, per giungere alla pienezza
nella risurrezione. Don Bosco fu
particolarmente sensibile al caratte-
re gioioso della vita cristiana e nel
“Giovane Provveduto” richiama l’at-
tenzione dei giovani sull’inganno di
cui si serve il demonio per allonta-
narli dalla pratica religiosa, facendo
credere che è fonte di tristezza,
noia e frustrazione. Niente di più fal-
so. La vita cristiana, in quanto se-
quela di Gesù, è l’unico cammino
verso la vera felicità. Così predicò
instancabilmente Don Bosco e così
fu compreso dai suoi ragazzi, con
Domenico Savio che arriva a conia-
re il tipico motto salesiano: “Noi fac-
ciamo consistere la santità nello
stare sempre allegri”.
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Luglio/Agosto 2010
Anno CXXXIV
Numero 7
Mensile - Anno CXXXIV - nr. 7
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 7/2010
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
Luglio/Agosto 2010
NEL 1877
In copertina:
Anche il giardinaggio
è educativo.
Non sembri strano.
Le piante vivono:
coltivare una pianta,
un fiore è come
coltivare la vita…
Foto: Fabiana Di Bello
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
CHIESA
12 Le encicliche sociali (11b)
di Maurizio Schoepflin
CASA NOSTRA
14 Il Manfredini di Este / I salesiani di Taranto di Serena Manoni
VIAGGI
18 Rod el Farag
di Giancarlo Manieri
MISSIONI
20 Una terra devastata
di Guido Pedroni
IL TEATRO DI DON BOSCO
23 DB secondo Marescalchi
di Michele Novelli
FMA
28 Piazza Grande insieme si può
3
di Maria Antonia Chinello
RUBRICHE
2 Il Rettor Maggiore – 4 Ribalta giovani – 6 Lettere al Direttore – 8 In Italia & nel Mon-
do – 11 Osservatorio – 16 Box – 17 Zoom – 22 Lettera ai giovani – 27 Bagliori – 30 Li-
bri – 32 On Line – 34 Come Don Bosco – 36 Arte Sacra – 37 Laetare et benefacere… –
38 Sfide etiche – 40 Dibattiti – 41 Note sulle note – 42 I nostri morti –
43 Il mese – 44 Prima pagina – 45 Relax – 46 I nostri santi – 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori: Severino Cagnin - R. Desiderati
Graziella Curti - Enrico dal Covolo - Bruno Ferrero
Cesare Lo Monaco - Giuseppe Morante -Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Arnaldo Scaglioni - Silvano Stracca - Maria Antonia Chinello
Fotoreporter: Santo Cicco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Progetto grafico: Laura Tononi
Impaginazione: Puntografica s.r.l. - Torino
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Luciano Alloisio (Roma)
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
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web: www.fdbnm.org
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 57 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 131 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

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RIBALTA
G IOVANI
di Gionata Di Cicco
IL MATTATOIO
TELEVISIVO
I giovani di oggi, la mia generazione, catturata troppo spesso
dalla voglia di apparire, protesa al successo facile, un po’ malata
di esibizionismo. Un esempio tra i tanti, la velinomania!...
LLa terra è viva, si muove respira,
emette ceneri grigie mostrando
scenari talvolta catastrofici per la vita
di noi piccoli grandi uomini. Vista
dall’alto della sua possanza l’enorme
colonna di fumo sull’Islanda ha messo
Un mondo rappresentato sostituisce la
vita reale nell’immaginario collettivo.
Come il film “The Truman Show”.
Nonostante la durezza della vita, si è
diffuso in una parte preoccupante
dei giovani della mia generazione un
a nudo l’impotenza umana di fronte
mondo di valori dettati da una
alle forze naturali. Noi uomini siamo
smodata voglia di apparire e
scintille sotto i cieli, c’è chi arde per un
diventare famosi, una visione del
momento prima del viale del
mondo fratricida, fatta di sgambetti,
tramonto, e tanti i cui nomi non sono
concorrenza sleale, diffamazione. Si
scolpiti neanche su una lapide. Eppure
vive per l’audience, per il pubblico,
nonostante la piccolezza straordinaria
cioè la moderna plebe del panem et
delle nostre civiltà, vedo ancora tanti
circenses. A stare in TV i giovani
dei miei coetanei scannarsi nei Reality possono guadagnare soldi tra serate in
5 Show televisivi, tutti i giorni, messi uno discoteche, donne e paparazzi, per un
contro l’altro da prestigiatori e po’ di anni sulla cresta dell’onda della
conduttori televisivi. Immagini a raffica
notorietà. Si crea una gioventù
di giovani che innalzano l’orgoglio di
arrogante, materialista, pronta a
una razza che celebra la propria chiamare invidioso e bandire chiunque
superbia sugli schermi. La stessa ansia
non faccia parte del loro modo di
d’esistere un tempo era dipinta nelle
vestire ed esistere.
caverne. È una gioventù di ragazzi individualisti
Da anni nella tv spazzatura viene ed esibizionisti, dove ognuno si fa gli
triturata la carne di migliaia di giovani.
affari suoi. Una gioventù fan
Per uno che ne arriva ce ne sarà un
di Re Mida.
altro l’anno seguente a far gridare
Perfetta per chi ha nel denaro la sua
orde di teenager. A esserci sempre, ragion d’esistere. La rispettabilità e il
inamovibili per venti o trent’anni, son
prestigio sociale di un uomo, come
sempre gli adulti, gerontocrati
spesso è accaduto nella storia, sono
ricoperti di trucco, col loro stabile stati associati allo sfarzo. Il giovane san
successo e potere. E guai a toccarli
Francesco si spogliò di questa terra
nei loro possedimenti, a criticare i loro
fatta di beni e oro. Il suo esempio
presunti intenti pedagogici, vedresti i resta, ieri come oggi, tanto ammirato
pifferai magici spalancar le fauci pronti
quanto poco compreso.
a divorarti! E gli altri giovani, quelli
L’ipnosi collettiva della TV seduce
fuori dai set televisivi? Come vivono? mostrando che un ragazzo su mille ce
Essere giovani nella società di massa
la fa, e questo basta perché valga la
sta diventando sempre più difficile, pena di mettersi a nudo nel prossimo
con una disoccupazione in molte zone reality. Dal cielo d’Islanda una fumata
d’Italia altissima e una precarietà sul plumbea ha fatto parlar di sé tutte le
posto di lavoro che solo un cieco
TV d’Europa, censurando per un
potrebbe non vedere. Tra quelli che attimo i salotti televisivi. Le piramidi e
vivono fuori dalla TV ogni tanto le vanità dei faraoni e degli imperi del
qualcuno molla e leggi: “suicida a 35 passato ci han lasciato solo i ruderi dei
anni. Dopo 7 anni di lavoro precario loro fasti. Che ne sarà delle ambizioni
viene licenziato”. Una notizia veloce,
della velinocrazia tra mille anni?
non ci si fa quasi caso. L’orizzonte degli eventi è solo sotto le
La vita oggi si costruisce dentro gli
luci della ribalta televisiva, o si potrà
studi televisivi. E lì tutti son belli, felici
impostare la vita sui valori della
e di successo! Le lacrime e i dolori fan
fraternità, dell’amore, della pace, e
parte dello spettacolo, sono pagate.
della giustizia sociale?
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

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LE TT E R E AL D I R E TT O R E
de o perché sei mio padre; 11° ebrei e proseliti, cretesi e arabioltranza. Ma perché non si
non litigare con la mamma o la (At. 2, 5-11). È chiara e senza punta a questo con tutte le for-
nonna davanti a me; 12° non equivoci, mi sembra, la mul- ze del cuore, dell’intelligenza e
cercare di avere ragione anche tietnicità della Chiesa appena della creatività che ci caratte-
quando hai torto. 13° Non nata. O no? Caro signore, la rizzano?
aver paura di parlarmi di Dio Chiesa non conosce barriere di
qualche volta. Dicono che il 13
porti disgrazia… Io mi augu-
ro che a te porti fortuna: per-
sonalmente non sono super-
stizioso.
nessun genere, checché se ne
dica o sparli… Ciascuno li sen-
tiva (gli apostoli) parlare nella
propria lingua. Si fa presto a ti-
rare le somme: quello che dob-
IPOCRITI IN CHIESA.
Caro direttore, sono una ra-
gazza di prima superiore
biamo cercare è un mondo sen- […] mi è capitato di conosce-
L IBERALE. Caro diret-
tore, […] anche un
uomo molto in alto nel-
za steccati, liberato dalle bar-
riere, etniche, sociali, econo-
miche...
Come si fa a non notare la
straordinaria ricchezza di que-
re un amico più grande […] e
un giorno l’ho invitato in chie-
sa (io sono praticante anche se
non proprio sempre sempre)
[…] Mi ha risposto: “No, as-
la politica non crede che sia sto formidabile progetto, il più solutamente: non vengo perché
opportuna in Italia una so- grande, il più innovativo, il più è piena di ipocriti”. Secondo
cietà multietnica. […] E non rivoluzionario mai concepito, lui lo sarei anch’io che ci
U N CONSIGLIO. Ca-
ro direttore, sono un
neopapà […]. Da tem-
dimentichi che è un liberale,
un amante della libertà […] per
la quale si batte e la predica
ovunque si trovi perché è il
bene più grande […].
che tende all’unità, al “Cristo
universale”, come direbbe il fi-
losofo Teilhard de Chardin.
“Digitus Dei est hic! / Qui c’è
il dito di Dio”, perché la piccola
vado! Cosa potrei risponder-
gli? Puoi aiutarmi? […]
Lucia, Bergamo
Cara Lucia, come sai, in gene-
po leggo il BS che a casa
mia arriva da una vita (lo
Mariano, Trento
e fragile mente umana non
avrebbe saputo strutturarlo,
re a una persona è possibile ri-
spondere in due modi… Te li ac-
leggeva anche mio nonno Caro signore, probabilmente anzi nemmeno immaginarlo. cenno senza tanti commenti o
6 exallievo di Valsalice). […] non si è accorto della contrad- Oggi ce ne rendiamo meglio digressioni pseudofilosofiche.
Mi permetto di chiederti un dizione tra il non credere op- conto, data la paura della cri- 1° Se vuoi fare la cattiva potresti
consiglio un po’ strano, però, portuna una società multietni- si ma anche, ahimè, la deca- dire al tuo amico: “Ma dai, non
sono strano anch’io, perciò ca e l’amore alla libertà per la denza degli antichi valori che ci ti preoccupare, vieni pure. È
la cosa non ti preoccupi. Se quale si batte… A questo pun- costringe a ritirarci nel nostro piena di ipocriti, sì, ma il posto
tu fossi mio figlio, che cosa to non le sembra che quel tale bozzolo, a chiuderci a palla per un altro lo troviamo sem-
mi chiederesti? […]
sia amante della “sua” libertà come i ricci: chi tenta di avvi- pre!”. Capisco che è un po’bi-
Mirko, Torino
ma ami poco quella degli altri
e affatto quella degli immigra-
cinarsi si punge. Che razza di
cristianesimo è mai questo e che
richina come risposta, ma an-
che non del tutto fuori dalle ri-
Caro neopapà, è molto bella la ti? Ho interpretato bene? Per- razza di libertà è mai questa. ghe. Forse. 2° Se invece vuoi
rubrica pedagogica tenuta da ciò vorrei ricordarle che il cri- Ghettizzare il cristianesimo è fare la brava cristiana, potresti
Ferrero e Pacucci a pagina 34 stianesimo è multietnico per una bestemmia, considerare gli affrontare l’argomento in que-
del BS. Da parte mia… beh, sto definizione. Pensi all’evento uomini a seconda del colore sti termini: “Vedi, se in chiesa
al gioco e provo a ricordare della Pentecoste. Poiché lei si di- della pelle è tutto fuorché cri- potessero entrarci solo quelli
quanto ho letto in una rivista, chiara cattolico e praticante stiano. “Fuori gli stranieri – mi che non hanno peccati, cioè
che riportava i consigli di un penso che si sia almeno una vol- scrive un lettore – delinquono, solo i santi, sarebbe come se un
figlio al padre. Li enumero, ma ta imbattuto in quel testo degli rubano, sono sporchi, inquina- ospedale accettasse come pa-
non so se corrisponde alla nu- Atti degli Apostoli che descrive no… via di qua, sciò, a casa zienti soltanto persone perfet-
merazione data dall’autore. la Chiesa nascente: Siamo loro!”. Possibile che abbiamo tamente sane!”. Ti invito a ri-
Caro papà, 1° non viziarmi; 2° parti, medi, elamiti e abitanti del- un occhio tanto miope da non fletterci un po’e, se ti va, a far-
non fare promesse che non sei la Mesopotamia, della Giudea, vedere un’altra soluzione e un ci riflettere il tuo amico “più
in grado di mantenere; 3° non della Cappadocia, del Ponto e cervello tanto raggrinzito da es- grande”!
correggermi davanti agli estra- dell’Asia, della Frigia e della sere incapace di inventare altre
nei; 4° rispondimi quando ti Panfilia, dell’Egitto e delle par-
faccio domande anche se sono ti della Libia attorno a Cirene
imbarazzanti; 5° non avere (noti la pignoleria della loca-
paura di essere severo con me lizzazione), stranieri di Roma,
quando c’è bisogno; 6° non es-
‘‘ sere incoerente; 7° non fare al
mio posto le cose che posso
fare da solo; 8° non risponde-
Non ci è stato possibile
pubblicare tutte le lettere
re alle mie domande scioc- pervenute in redazione. Ce
che; 9° non prendertela se ti ne scusiamo. Provvedere-
dico “ti odio”, tanto non è mo a suo tempo alla pub-
vero; 10° non dire mai di es- blicazione o alla risposta
sere infallibile perché sei gran- personale.
vie invece che la facile espul-
sione? Un figlio delinquente
lo si caccia forse di casa? Se
vedo un frutto marcio sopra un
melo, taglio forse l’albero? Se
la fonte è sporca risolvo ce-
mentando la sorgente? Eppure
ormai la quasi totalità degli Sta-
ti del mondo parla di lifelong
learning che poi sarebbe – tol-
ta la moda snob dello stranie-
rismo – la FORMAZIONE
PERMANENTE, l’educazione a
Q UALE FEDE... Caro
direttore, […] io ho
sperimentato che cre-
dere in Dio fa bene. Alla psi-
che soprattutto […] dà una
grande capacità di affrontare
le angosce interiori e i proble-
mi. […] Proprio per questo
credo e invito tutti a credere.
Romilda, Roma
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS

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APPELLI
fede che sa superare ogni osta-
colo; solo essa sa accettare
l’incomprensibile.
I Cerco il libro intitolato
“Storia di quattordici ra-
gazzi” di Camilla Del Sol-
dato, edito da Le Monnier.
Qualcuno può aiutarmi?
Antonietta Ortolano Mar-
tin, Via dell’Agnellon 3,
33076 Pravisdomini (PN).
I Sono Angela di 33 anni.
Vorrei corrispondere con
ragazzi dai 30 ai 35 anni
che come me credono nei
veri valori della famiglia.
Angela 333/2332981.
I Da quattro anni ho perso
la mia compagna e mi tro-
vo in un periodo di tristez-
perso la fiducia nel doma-
ni. Vorrei amicizie leali e sin-
cere con persone che sap-
piano donare e ricevere
affetto ed allegria. Renato
Iudica, Via G. Arimondi 48,
90143 Palermo.
I Sono una ragazza di 25
anni, studio lingue stranie-
re, desidero ricevere per la
mia collezione: francobolli,
santini e cartoline da tutto
il mondo. Mi piace corri-
spondere in italiano, ingle-
se, francese, tedesco e
spagnolo. Scrivetemi: Ama-
dori Laura, Casella Postale
280 BLS, 48015 Milano Ma-
MISERICORDIA O
GIUSTIZIA? Caro di-
rettore, […] Dio è giu-
stizia o misericordia? È più
giustizia o più misericordia?
[…] Io voto per la giustizia. La
misericordia mi dà l’impres-
sione che troppe persone pos-
sono approfittarsene e farla
franca, non le pare? Ci pensi. Il
mondo ha bisogno di giustizia,
è quella che manca. Chi è mi-
sericordioso passa sopra a trop-
pe cose (ingiustizie, rancori,
atti di banditismo…) e il mon-
do va sempre peggio.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
za. Ma ho 49 anni e non ho rittima (RA).
A CASA TUA Riccardo, Mola (o Nola?)
Per me mancano l’educazione e
la fede. Sono convinto che chi è
misericordioso non può non es- Il Bollettino
Cara signora, mi permetto di Qualcosa che è comunque al di sere giusto. Anzi, chi è miseri-
esprimere qualche dubbio sul- là della nostra portata e la cui cordioso ha una marcia in più,
le motivazioni profonde della esistenza o non esistenza è del è più che giusto. Oltre, cioè più
Salesiano viene
inviato gratuitamente
7
sua fede. Mi pone qualche in- tutto indipendente dalle nostre in alto della giustizia c’è la
terrogativo sapere che sia legata opinioni. […] Tale convinzione misericordia. Ricorda la fac-
(la sua fede) all’igiene della psi- nasce non da un ragionamento cenda del figliol prodigo e del
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
che, al fatto che credere la fa ma da un desiderio, il conside- fratello maggiore che avrebbe di Don Bosco a chi
star bene. Ecco, mi domando e rare la non esistenza di Dio voluto più giustizia? Suo padre,
le domando: “E se stesse male? come buona notizia. […] Ri- che non stava ai canoni della
Non crederebbe più?”. Insom- mane comunque assurdo voler giustizia umana, fa scandalo.
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
ma ho l’impressione – mi dica ridurre in termini di slogan “Mio fratello ha sbagliato? i giovani e le missioni.
se sbaglio – che lei creda in Dio pubblicitario un tema su cui Deve pagare. Punto. È a dir
in ragione del suo benessere e hanno meditato per millenni i poco scandaloso l’amore di un
benestare. Non le pare una fede più grandi pensatori e sul qua- padre che non è calibrato sul-
un po’troppo interessata? Vede,
la fede non è una terapia psi-
cologica, né una medicina, né
un palliativo, né un… anticon-
cezionale che inibisce alle sco-
rie quotidiane di venire alla luce
e propagarsi rovinando il suo
le l’uomo non è in grado di
dare, da solo, una risposta de-
finitiva […].
Marco,
San Giovanni in Persiceto
Caro signor Marco, perdoni
l’osservanza esteriore dei co-
mandamenti”. Il che però, si-
gnifica soltanto che Dio ama an-
che quando si è distanti dai co-
mandamenti. Di Gesù dicevano:
“Quello va a mangiare con i
peccatori!”. Le faccio notare
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
equilibrio psicofisico. Penso se della sua lunga lettera ho ri- che non dice che va a mangia-
che si debbano ricercare moti- portato soltanto alcuni stralci. re con i peccatori convertiti, ma
vazioni un po’ più solide al Le idee, da lei espresse, peral- con i peccatori incalliti e per
credere. O no?
tro condivisibili, sono già da se- niente pentiti; proprio con quel-
coli patrimonio della filosofia li va. Lo scandalo è essere ama-
MANIFESTI ATEI.
Caro direttore, tempo fa
un gruppo di atei […]
cristiana, a cominciare dai pa-
dri della Chiesa. È fuor di dub-
bio, comunque, che il discorso
su Dio è ben più complesso: ap-
pena si inizia a ragionare di Lui
ti quando si è peccatori. Un let-
tore mi scrive inviperito oltre che
scandalizzato perché papa Rat-
zinger accoglie o dà udienza al
tal divorziato, al talaltro co-
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
voleva fare affiggere […] ma- ci si imbatte subito nel suo mi- munista, ecc. Il Papa, a ben giu- Casella post. 18333
nifesti che negavano l’esisten- stero insondabile… Inutile che dicare, non fa altro che quello 00163 ROMA Bravetta
za di Dio, sottolineando tale af- ricordi l’episodio di s. Agosti- che ha fatto Gesù stesso. Se la fax 06/656.12.643
fermazione come buona notizia. no e del bimbo che pretendeva sente di dargli torto? Faccia E-mail: biesse@sdb.org
Ma […] non ha senso fare af- di mettere tutta l’acqua del pure, ma dà torto a Cristo, non
fermazioni categoriche su un mare nella sua buca… è la c’è scampo.
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

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& IN ITALIA
NEL MONDO
FOGGIA, ITALIA
MICHELE
IL CORAGGIO
DELLA FEDE
Il musical, frutto di un con-
corso che l’ispettoria ha lan-
ciato a livello nazionale, pre-
senta la vita del primo suc-
cessore di Don Bosco. È sta-
to realizzato a Foggia dai
giovani dell’oratorio salesia-
no “Sacro Cuore” e messo in
scena a Caserta il 18 aprile
u.s. durante la festa dei Gio-
vani della ispettoria Meri-
dionale alla presenza del
Rettor Maggiore. Il palazzet-
to, gremito, ha più volte ap-
plaudito i protagonisti che
hanno saputo presentare un
prete poco conosciuto ma
carico di fascino e di cari-
sma. Grande anche la soddi-
sfazione della trentina di
giovani attori e del pittore
Luigi Moreo realizzatore
della miglior opera artistica
riguardante don Rua, in que-
sto anno centenario della sua
morte. In maggio il musical
è stato presentato alla città
dove è stato realizzato.
BRESCIA, ITALIA
MARATONA
IN BRIANZA
Domenica 21 marzo u.s. ha
avuto luogo la maratona del-
8
la Brianza: 100 km di percor-
so. Cielo imbronciato e piog-
gerellina di stagione, ma la
gara va. Dopo 10h e 33m ar-
riva al traguardo il salesiano
coadiutore Annibale Gurini.
È 87°, ma primo assoluto
della sua categoria MM 60, e
perciò campione d’Italia. An-
nibale, presidente della podi-
stica Reba, è trascinatore en-
tusiasta, un salesiano che sa
coinvolgere l’ambiente in cui
opera, l’oratorio salesiano
Rebaudengo.
BOLZANO, ITALIA
GIOVANI SCIENZIATI
CRESCONO
La selezione italiana del
XXII concorso europeo per
giovani scienziati è stata
vinta dal diciannovenne Se-
bastian Cincelli, alunno del
liceo scientifico salesiano
Rainerum di Pordenone. Egli
ha realizzato con il suo team
di liceali Eurex (Eurosocial
Rovers for Exploration), una
serie di robot in grado di
eseguire una mappatura in
luoghi ostili per l’uomo
(grotte, aree inquinate, cuni-
coli, ecc.). La sua invenzio-
ne ha sbaragliato gli altri
124 istituti concorrenti ed è
così stata scelta per parteci-
pare proprio in questo mese
alla finalissima di Lisbona
(24-29 settembre). Il Raine-
rum per due anni consecutivi
ha vinto il concorso Eurac.
Onore al merito.
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS

1.9 Page 9

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BRESCIA, ITALIA
LA MARCHINI
PRO HAITI
L’Associazione Carlo Mar-
chini Onlus ha deciso di de-
volvere la somma ricevuta
dal 5‰ dell’anno 2007 a fa-
vore della ricostruzione delle
opere salesiane (FMA) di
Haiti. Un gesto nobile di
un’associazione benemerita
che da anni aiuta con finan-
ziamenti mirati le missioni
salesiane per progetti a favo-
re dei più poveri. Per i bam-
bini di Haiti l’Associazione
in aprile aveva stanziato cir-
ca 150 mila euro.
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
redazionale
9
IN QUESTI DUE MESI ESTIVI L’URNA DI DON BOSCO
SOSTA NELLE ISPETTORIE DI HAITI,
CENTRO AMERICA, MESSICO
FRANCOBOLLO CELEBRATIVO
DELL’OSTENSIONE 2010
NEW DELHI, INDIA
to dal presidente dell’India,
Pratibha Patil, il 2 marzo
2010, il premio Awards per
PREMIO
il film da loro prodotto (e fi-
A DUE SALESIANI
nanziato sia dalla Chiesa cat-
tolica, sia da Signis, sia dai
I salesiani indiani don Giu- salesiani), dal titolo signifi-
seppe Kizhakechennadu (pro- cativo Yarwng/Radici, che
duttore) e Joseph Pulintha- parla delle popolazioni triba-
nath (regista) hanno ricevu- li di Tripura.
Un francobollo è stato dedicato dalle
Poste Italiane alla solenne Ostensione della
Sindone, avvenuta a Torino dal 10 aprile al
23 maggio u.s. cui ha partecipato anche
papa Benedetto XVI.
Il francobollo riproduce il celebre dipinto
realizzato attorno all’anno 1620 da Girolamo
della Rovere ed esposto nella Galleria
Sabauda. Rappresenta in basso la sepoltura
di Cristo e in alto tre angeli che reggono il
Santo lenzuolo completamente dispiegato,
reliquia preziosa per la cristianità, misterio-
sa per la scienza, sfida per l’intelligenza,
come la definì papa Wojtiła.
Il valore è di 60 centesimi di euro, ed è
entrato in commercio lunedì 22 marzo. È
stato stampato dall’Istituto Poligrafico e Zec-
ca dello Stato in carta fluorescente non fili-
granata.
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

1.10 Page 10

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Il numero del luglio 1910 ospita una lettera
di don Bernardo Vacchina che avvisa
il Rettor Maggiore don Filippo Rinaldi,
oggi beato, di una calamità abbattutasi
sulla missione di Rawson in Argentina,
chiusa nel 2004 dopo 112 anni di attività,
che ancora ospita il piccolo “Museo
Don Bosco” con una bella collezione di
fauna e artigianato locale.
LA CASA
DELLA GIOIA
di Cristina Tessaro,
Edizioni Pro Sanctitate
“Sposi fedeli cercansi”. Oggi
è quasi come dire “sposi santi
cercansi”. Teresa e Francesco
Ugenti sono due sposi come
Dio comanda. Lei e lui af-
frontano sempre insieme la
vita, senza paura, forgiati nel
carattere e nell’anima del du-
ro lavoro quotidiano. Amati e
quasi venerati per la loro mo-
destia, per l’aiuto che presta-
vano a tutti, per la fede genui-
na che li sorreggeva. Si sono
conosciuti durante una festa,
e festa rimarrà la loro unione
per sempre nella loro “casa
della gioia”. Tirar su sei figli,
riuscendo ad andare d’accor-
do, è quasi un primato al gior-
no d’oggi ma la fede di mam-
ma Teresa e i sacrifici di papà
Francesco fanno miracoli:
hanno fatto studiare i figli,
uno l’hanno regalato al Si-
gnore. Una saga familiare, in-
somma, con giorni lieti e
giorni tristi, grazie e disgra-
zie… L’autrice ha scritto un
libro solare che se lo inizi ti
viene voglia di arrivare fino
in fondo senza interruzioni.
10
VERONA, ITALIA
mazione scrive “una bella pa-
gina della storia italiana”. È in-
dubbio che per il corpo docen-
UN MINISTRO
A SAN ZENO
te “è essenziale un grande spi-
rito di squadra e una grande
passione educativa”, diversa-
Rev.mo sig. D. Rinaldi, dopo lo schianto per la
morte dell’indimenticabile nostro padre D. Rua,
un altro dolore è venuto a tormentare il nostro
cuore.
Mentre mi trovavo in viaggio verso Buenos Ai-
Il 12 marzo ultimo scorso il
ministro dell’istruzione, on.
Mariastella Gelmini, ha visita-
to il grande istituto salesiano di
San Zeno a Verona, scuola
professionale, istituto tecnico
mente è difficile, per non dire
impossibile favorire la trasmis-
sione e la crescita di valori ci-
vili, morali e religiosi negli al-
lievi. La scuola, ha detto il Mi-
nistro è “un vero e proprio
res, appena due giorni dopo la mia partenza, un industriale e università con tre ascensore sociale” per gli alun-
vorace incendio distruggeva la bella chiesa della indirizzi: Scienze della Comu- ni al di là del loro ceto e delle
missione e la miglior parte del nostro collegio,
essendo stati inutili tutti gli sforzi dei nostri e
della popolazione per soffocarlo. Il danno s’ap-
prossima alle cento mila lire!
Così il Territorio del Chubut ove si contano varie
cappellanie protestanti, ha perduto il miglior tem-
pio cattolico; e i nostri poveri orfani devono vive-
re agglomerati in catapecchie, chi sa con quante
nicazione, Ingegneria elettrica
e Ingegneria meccanica. Il mi-
nistro ha elogiato i ragazzi tro-
vandoli fortemente motivati, al
contrario di altri che le capita
di visitare che “non solo non
lavorano ma neanche studia-
no”. Chi fa il proprio dovere,
chi si occupa della propria for-
risorse economiche delle ri-
spettive famiglie. L’esortazio-
ne a creare sinergia tra i vari
settori e con l’università, e a
incrementare “l’alleanza scuo-
la famiglia” è stato un altro
momento forte del discorso
che ha trovato d’accordo i sa-
lesiani e giovani.
privazioni! Dio ci aveva dato tutto: Dio ce l’ha
tolto; benedetto il suo santo nome!
Bisognerà dunque incominciare un’altra volta e
sarà la terza, perché nell’anno 1899, appena fini-
to l’edificio, venne l’inondazione che distrusse
ogni cosa.
[…] Voglia il buon Dio tra la gioia universale
asciugare anche le nostre lagrime, elevandosi una
nuova casa in quel lontano Territorio e ridonando
un asilo ai nostri fanciulli ricoverati, figli an-
ch’essi di questa Patria, quantunque poveri e de-
relitti.
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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O SSERVATORIO Anna Rita Delle Donne
ALICE E GLI ALTRI (33)
Divagazioni (mica tanto) su una consuetudine
che non muore nonostante la crisi: le vacanze.
“B eh, quest’anno non potete dirmi di
no”, dice Alice ai genitori sfoderando
un sorriso disarmante. “Beh, ricordati
che quello che possiamo o non possiamo fare,
lo decidiamo noi, signorina”, risponde papà
Giulio sorridendo a sua volta. “Ma
papà… – si lamenta Alice – tra tre
mesi compirò diciotto anni”. “Appun-
to, tra tre mesi”, interviene mamma
Stefania. “Mamma, pure tu?...“. La
voce di Alice s’incrina. “E poi, che
cosa cambierebbe se avessi diciott’an-
ni? Pensi davvero che potresti partire
e via? Sai bene quali sono le regole:
le decisioni si prendono insieme, ma
alla fine io e mamma avremo sempre
11
l’ultima parola, per lo meno finché vivrai in questa ai genitori delle altre ragazze e abbiamo chiesto
casa”, dice serio papà Giulio. “E allora, credo pro- loro di non parlartene perché volevamo farti una
prio che non ci vivrò ancora a lungo”, risponde sorpresa”, spiega papà Giulio. “Alla faccia della
Alice imbronciata. “Beh, certo questa è una scelta sorpresa, mi stava venendo un colpo”, dice Alice.
che dovrai fare da sola, in questo io e papà non Beh, abbiamo pensato a un piccolo scherzo”,
potremo mettere bocca. Se deciderai di andare a dice mamma Stefania. “Spiritosi!”, commenta Ali-
vivere per conto tuo una volta finita la scuola, sai ce. “Comunque, ci sembrava un’ottima occasione
bene che potrai farlo. Certo sarà dura lavorare e per ribadire alcuni dei concetti base su cui è fon-
studiare insieme, ma in molti lo fanno…”. “Uffa, data la nostra piccola comunità. Ogni sacrosanta
basta! – la interrompe Alice. – Stavamo parlando parola di ciò che abbiamo detto prima io e mam-
delle vacanze. Non ho mai fatto vacanze da sola ma è assolutamente vera”, conclude papà Giulio.
con le mie amiche, e quest’anno Chiara, Sara e Lo so, lo so; però, che cavolo! Grazie!”, taglia
Viola vanno per una settimana in un villaggio in corto Alice. “Cavolo a parte, prego!” risponde
Sardegna, la seconda di agosto, non costa molto e ridendo mamma Stefania. “Ci abbiamo pensato e
poi prometto…”. “Riprendi fiato, va bene!”, la alla fine abbiamo deciso che questo è stato un
interrompe a sua volta papà Giulio. “Cosa?”, chie- anno difficile per te. Tutto sommato poi, i voti non
de Alice confusa. “Papà ha detto va bene, Alice”, sono stati malaccio e così ti abbiamo organizzato
risponde mamma Stefania. “Ma come? Semplice- la vacanza”. “Certo, me lo potevate dire prima e
mente va bene? Senza terzo grado, precisazioni, in modo diverso, mi fate sempre sudare tutto”,
puntualizzazioni?”, chiede incredula Alice.
dice Alice ridacchiando. “Non credere che sia un
caso, questo – ribatte papà Giulio – fa parte di una
>> Già, semplicemente va bene, risponde papà precisa strategia”. “Quella di essere sempre e
Giulio ridendo sotto i baffi. “Voi però siete strani comunque rompiscatole?”, chiede Alice. “No,
continua Alice. – Certe volte proprio non vi capi- quella di farti capire che nella vita niente è gratis,
sco. Prima tutte quelle storie: decidiamo noi finché nemmeno i regali. Non bisogna mai dare per scon-
vivi in questa casa…”. “È vero! Abbiamo deciso tato nulla, tanto meno pretendere qualcosa. Ogni
noi”, dice mamma Stefania. “Sì, ma non avete cosa ricevuta è un dono e bisogna sempre esserne
chiesto niente, non sapete nemmeno dove andrò”, grati. Non dimenticarlo mai, Alice”, dice mamma
dice Alice sempre più confusa. “Ragazzina, il viag- Stefania. “Anche volendo, come potrei?”, chiede
gio lo abbiamo organizzato io e mamma, assieme Alice prima di correre ad abbracciarli entrambi. ٗ
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

2.2 Page 12

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CHIESA
LE ENCICLICHE
SOCIALI (11b)
CARITAS IN VERITATE
di Maurizio Schoepflin
tavia opportuno ricordare che, come SOLUZIONI ADEGUATE
hanno affermato più volte gli stessi
Stemma araldico di Benedetto XVI. Sommi Pontefici e come sostengono Riguardo al tema dello sviluppo, af-
unanimemente gli specialisti, il ma- frontato nel secondo capitolo, il Papa
DECISAMENTE
ATTUALE L’ENCICLICA
DI PAPA RATZINGER
CHE AFFRONTA
gistero ecclesiale non ha il compito
di proporre soluzioni pratiche e/o stra-
tegie operative per risolvere le que-
stioni sociali: “La Chiesa non ha so-
luzione tecniche da offrire”, scrive il
Papa (9), riecheggiando parole già
pronunciate da Paolo VI e Giovanni
propone varie e rilevanti riflessioni.
Spicca tra tutte quella in cui viene sot-
tolineato con chiarezza come “non sia
sufficiente progredire solo da un
punto di vista economico e tecnolo-
gico” (23). Ciò, tuttavia, non esclu-
de che si debbano cercare soluzioni
12
SENZA INCERTEZZE
Paolo II, la sua missione è quella di adeguate alle nuove emergenze so-
I GRANDI PROBLEMI
SOCIALI DI OGGI .
annunciare Cristo e la sua Parola, ed ciali: è in questo contesto che “la di-
essa è certa che tale annuncio abbia gnità della persona e le esigenze
la capacità di illuminare e
della giustizia richiedono che, so-
guidare gli uomini di
prattutto oggi, le scelte economiche
buona volontà sulla via
non facciano aumentare in modo
Nel pre-
ceden-
te arti-
colo de-
dicato alla Caritas
in veritate, sono
state messe in eviden-
za le linee essenziali,
soprattutto per quanto ri-
guarda i concetti e i valori
fondamentali della dottrina so-
ciale della Chiesa, che si basa sul-
l’antropologia cristiana ispirata al
Vangelo. In questo secondo inter-
vento l’attenzione è posta su alcuni
argomenti specifici del testo, allo sco-
po di enucleare i principali contenu-
ti del pensiero sociale espresso
nella Caritas. Seguendo lo
scritto ratzingeriano, segnalia-
mo alcuni dei contributi più ori-
ginali offerti dal Santo Padre al-
della pace e della giu-
stizia.
eccessivo e moralmente inaccettabi-
le le differenze di ricchezza e che si
continui a perseguire quale priorità
l’obiettivo dell’accesso al lavoro o del
suo mantenimento, per tutti” (32). Be-
nedetto XVI ritiene che queste due
mete – diminuzione delle disugua-
glianze e sconfitta della disoccupa-
zione – debbano essere perse-
guite non soltanto in nome di
valori religiosi, ma proprio
per rispondere a precise ra-
gioni economiche: sono infatti
gli stessi economisti – afferma
il Pontefice – a rammentarci
che l’aumento della povertà e
dell’insicurezza sociale crea
condizioni negative per la so-
cietà; e “anche su questo pun-
to c’è una convergenza tra
scienza economica e valuta-
zione morale” (id).
l’uomo di oggi, sempre più
alla ricerca di idee e di soluzio-
ni capaci di superare gli enormi
ostacoli che quotidianamente
Benedetto XVI, un papa
mite come carattere,
ma forte nella fede e chiaro
gli si presentano dinanzi. È tut-
nelle idee.
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS

2.3 Page 13

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I MEDIA, LA BIOETICA
L’attenzione del Pontefice si ap-
punta poi su altre due delicate que-
stioni che caratterizzano la nostra
epoca, quella dei mezzi di comuni-
cazione sociale e quella della bioeti-
ca. Riguardo ai media, l’enciclica
I media possono costituire
conferma la tradizionale posizione
un valido aiuto per far crescere
la comunione della famiglia
umana e l’ethos della società.
della Chiesa contraddistinta da un
apprezzamento critico: “I media
possono costituire un valido aiuto
per far crescere la comunione della
DIRITTI, DOVERI,
famiglia umana e l’ethos della so-
cietà, quando diventano strumenti
ECOLOGIA
Benedetto XVI ribadisce
la centralità e l’integrità
di promozione dell’universale par-
Nel quarto capitolo, papa Ratzin-
ger fa un esplicito richiamo ai di-
ritti e ai doveri di cui l’uomo è de-
tentore, chiarendo che gli uni senza
gli altri non possono sussistere. Si
legge a questo proposito: “La rela-
zione sta nel fatto che i diritti indi-
viduali, svincolati da un quadro di
doveri che conferisca loro un senso
compiuto, impazziscono e alimen-
tano una spirale di richieste prati-
camente illimitata e priva di cri-
teri” (43). Per una chiara riprova
dello stretto legame che tiene uniti
diritti e doveri basta prendere in
considerazione il concetto stesso di
della famiglia, fondata
sul matrimonio tra un uomo
e una donna.
lo sfruttamento delle risorse non
rinnovabili, con la partecipazione
anche dei Paesi poveri, in modo da
pianificare insieme il futuro” (49).
Ma non sarà possibile andare verso
un domani in cui il rapporto fra uo-
mo e ambiente sia armonico se non
avremo il coraggio di operare effi-
caci cambiamenti nel nostro modo
di vivere. Papa Ratzinger, citando
espressamente l’enciclica Centesi-
mus annus di Giovanni Paolo II,
tecipazione nella comune ricerca di
ciò che è giusto” (73). A proposito
della bioetica, Benedetto XVI affida
il suo pensiero a parole particolar-
mente drammatiche: “Le scoperte
scientifiche in questo campo e le
possibilità di intervento tecnico
sembrano talmente avanzate da im-
porre la scelta tra le due razionalità:
quella della ragione aperta alla tra-
scendenza o quella della ragione
chiusa nell’immanenza. Si è di
fronte a un aut aut decisivo. La ra-
zionalità del fare tecnico centrato su
se stesso si dimostra però irraziona-
le, perché comporta un rifiuto deci-
13
vita e il suo valore: la Caritas in afferma con chiarezza che si impo- so del senso e del valore” (74).
veritate riafferma con decisione ne sempre di più l’esigenza di L’enciclica Caritas in veritate, coe-
che la vita è un diritto inalienabile adottare nuovi stili di vita “nei rente con la più recente tradizione
e che la generosa apertura verso di quali la ricerca del vero, del bello e dell’insegnamento sociale della
essa è un dovere imprescindibile. del buono e la comunione con gli Chiesa, non offre indicazioni tecni-
In tale contesto, Benedetto XVI ri- altri uomini per una crescita comu- che e operative per risolvere i pro-
badisce la necessità che gli Stati ne siano gli elementi che determi- blemi della società contemporanea,
varino “politiche che promuovano nano le scelte dei consumi, dei ri- ma suggerisce una visione dell’uo-
la centralità e l’integrità della fami- sparmi, degli investimenti” (51). mo e del mondo entro cui tali indi-
glia, fondata sul matrimonio tra un
cazioni possono e debbono essere
uomo e una donna, prima e vitale
trovate. Tuttavia, il documento pon-
cellula della società, facendosi ca-
tificio risulta ricco di spunti atti a
rico anche dei suoi problemi eco-
ispirare una prassi sociale orientata
nomici e fiscali, nel rispetto della
verso il bene comune. Ha detto a
sua natura relazionale” (44). E an-
questo riguardo il cardinale Paul Jo-
cora, il Pontefice affronta la que-
sef Cordes: “La Chiesa è stata costi-
stione ecologica e al suo interno
tuita da Cristo per essere sacramen-
pone il problema dello sfruttamen-
to di salvezza per tutti i popoli. La
to e della ripartizione delle fonti di
sua missione specifica la strappa ad
energia: “L’accaparramento delle
un malinteso ricorrente: secolariz-
risorse energetiche non rinnovabili
zarla fino a farne un agente politico.
da parte di alcuni Stati, gruppi di
La Chiesa ispira, ma non fa politica
potere e imprese costituisce, infat-
… Non possiamo leggere la dottri-
ti, un grave impedimento per lo
na sociale fuori dal contesto del
sviluppo dei Paesi poveri… La co-
vangelo e del suo annuncio. La dot-
munità internazionale ha il compi-
to imprescindibile di trovare le
strade istituzionali per disciplinare
Il cardinale Paul Josef Cordes
che ha commentato la Caritas
in veritate.
trina sociale, come mostra questa
enciclica, nasce e si interpreta alla
luce della rivelazione”.
ٗ
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

2.4 Page 14

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CASA NOSTRA
OPERAZIONE
MANFREDINI di Rodolfo Bogotto
Il Manfredini – “casa dei
cittadini e porto sempre
pronto ad accogliere”,
secondo le parole
del sindaco della città,
il dott. Piva – si è rifatto
il look.
14
Il noto collegio salesiano di
Este, ricco di campi da gioco e
di verde – i figli di Don Bosco
sono “sbarcati” nella città più
di 130 anni fa – ha proceduto al re-
stauro della sua sezione storica, la
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS
Ca’ Pesaro, che aveva bisogno di
interventi ormai non più procrasti-
nabili per salvare un patrimonio
artistico di tutto rispetto.
Il sostegno economico della Re-
gione, della Provincia, di alcuni
comuni, della Cassa di Risparmio,
dell’Ente Autostrada, di altre fon-
dazioni e di benefattori ha permes-
so di procedere con i lavori fino
alla completa ristrutturazione, du-
rata peraltro un quinquennio, che
ha riportato il Manfredini all’anti-
co splendore.
>> La sua storia comincia attorno
ai primi anni del diciottesimo se-
colo, quando tal Zuanne Pesaro, di
origine marchigiana, acquista dalla
vedova di Manfredo Manfredini
10 campi in parte prativi e in
parte alberati con relativa casa
dominicale e altre abitazioni”. Lì
viene costruito un “grandioso pa-
lazzo con adiacenze”, su disegno
dell’architetto Antonio Gaspari. Il
palazzo, viene poi affrescato dal-
l’artista svizzero Davide Antonio
Fossati verso il 1831/32, su com-
missione dell’allora proprietario
Lonardo Pesaro.
Dopo vari contatti con Don Bo-
sco succedutisi nel corso degli an-
ni, nel 1878 la villa gli venne of-
ferta ed egli l’acquistò, attraverso
il cavalier Benedetto Pelà. Furono
i salesiani a costruirvi poi anche
una chiesetta a uso interno, fatta
decorare in tempi più recenti dal-
l’artista estense Lino Dinetto (Cfr.
BS giugno 2009, pag. 36)
>> Nel corso degli anni il Manfre-
dini ha saputo cambiare pelle, per ade-
guarsi alle mutate condizioni sociali
e alla trasformazione del territorio, al-
lineandosi con coraggio alle esigen-
ze e alle richieste del momento.
L’antica opera è così passata dal-
le elementari al ginnasio, dal liceo
classico allo scientifico, e ultima-
mente al CFP (Centro di Formazio-
ne Professionale), avendo di mira
sempre e solo i giovani, per educar-
li a essere – come voleva Don Bosco
– “onesti cittadini e buoni cristiani”.
Il che permette di affermare con
convinzione che “il Manfredini è
qualcosa di più di una semplice
scuola”, come ha ricordato il dott.
Casarin, presidente dell’Ente Auto-
strada Padova-Venezia.
ٗ

2.5 Page 15

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SALESIAMO di Serena Manoni
Il teatro non è morto:
sta risorgendo
attraverso la veste
del musical e impegna,
come ai tempi
di Don Bosco, ragazzi
e ragazze e giovani.
È ancora educativo
e formativo.
E vale perché…
costa fatica!
ATaranto gli animatori del-
l’oratorio salesiano in occa-
sione del 50° anniversario
della sua fondazione hanno
prodotto un musical, interamente
realizzato dalla collaborazione di
ragazzi, giovani e adulti della co-
munità salesiana. Roba fatta in casa,
dunque, ma di qualità, a constatare
la quantità di repliche, la commo-
zione e l’entusiasmo degli spettato-
ri, l’elogio di chi l’ha gustato pur
senza rinunciare all’occhio critico.
>> Il titolo dice molto “SaleSia- ranto c’è un don Gianni, e non
mo”… in evidente assonanza con manca un Domenico Savio… al
salesiano, ma con riferimento spe- femminile, la meravigliosa Paola
cifico ai contenuti: se un oratorio Adamo, morta – come Domenico –
non è lievito e sale nel territorio do-
ve opera, serve a poco, può tutt’al
a quindici anni e che se non ha
scritto propositi come i suoi, ha
15
più essere un ricreatorio, ma certo detto e vissuto con convinzione:
non corrisponde al carisma.
“Chi crede nel Signore ha il mon-
SaleSiamo è storia di oggi ma do in pugno”. Anche lei fu capace
anche di ieri: i giovani di cui si di accettare la morte come una
narra sembrano quelli dell’oratorio grazia e non come una disgrazia.
di Valdocco ai tempi in cui lo diri-
geva il fondatore, Don Bosco. An- >> Ma il musical ha tutti gli in-
che nel musical dei giovani di Ta- gredienti che conosciamo a me-
moria e che fanno la storia del tea-
tro oratoriano: c’è l’animatore,
braccio destro del direttore dell’o-
ratorio, c’è il giovane lavavetri ex-
tracomunitario che suona l’armo-
nica, c’è la banda dei bulli, c’è il
ragazzetto esuberante, c’è l’anima-
tore di nome Michele che ha una
evidente somiglianza con il brac-
cio destro di Don Bosco, don Mi-
chele Rua, che sarà suo primo suc-
cessore… Ragazzi come tanti, co-
me sempre; storie come tante, co-
me sempre.
E poi canzoni, coreografie, bal-
letti… E lo sbocciare di sentimenti
inattesi, di percorsi nuovi e più im-
pegnati per cui ci sta tutta la can-
zone:
Non ti meravigliare, ragazzo mio,
i giovani sono sempre gli stessi,
le situazioni sono sempre le stesse,
anche se i tempi cambiano”. ٗ
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

2.6 Page 16

▲back to top
BOX
redazionale
MARA SEDNAYA, SIRIA
volo del mio ufficio!”. Erano
10.000 dollari (don Georges
NOSTRA SIGNORA
non aveva dimenticato nulla!).
DELLA GLORIA
Un altro: “Don, dimmi che co-
La località è a 30 km da Da-
masco. Si tramanda che l’ico-
na della Madonna conservata
a Sednaya sia quella dipinta
dall’evangelista Luca. Sed-
naya, poco più di un villag-
gio, riveste tuttavia un grande
sa ti serve!”. “Qui abbiamo
solo le mura. Mancano i mo-
bili”, provò a dire don “G”. E
di lì a pochi giorni arrivarono
tutti i mobili. Un terzo: “Ma
qui manca tutta la rubinette-
ria!”. L’indomani davanti al-
valore spirituale ed è diventa-
l’ingresso c’era un camion
to meta di pellegrinaggi, ma i
con tutto ciò che occorreva.
pellegrini che vi arrivano non
Un giorno che mancavano
sono solo cristiani (cattolici,
80.000 lire siriane per estin-
ortodossi, copti, ecc.) ma an-
guere un debito, si presenta
che musulmani. Tante le don-
uno sconosciuto e offre per la
ne islamiche che vengono a
casa 100.000 lire. Ora tutto è
chiedere alla Madonna la gra- potrebbe essere adibita a casa ziative per realizzare il sogno. a posto. La casa può ospitare
zia di poter avere un figlio… di ritiri?”, si domandò don Episodi da manuale punteg- 35 persone in 19 camere.
Sednaya tra l’altro è conside- Georges. Furono gli stessi giarono i lavori per adeguare “Don Georges… come te li
rata il Vaticano siriano, vi ri- giovani animatori, tra cui an- e terminare la costruzione. spieghi gli aiuti arrivati quasi
siede il patriarca siro-ortodos- che la sorella dei proprietari Come quello di un benefattore miracolosamente al tempo
so. E proprio accanto alla se- della villa, a spargere la voce locale: “Don Georges, hai di- giusto?”. “Forse perché ho in-
de patriarcale è sorta da qual- e a darsi da fare con mille ini- menticato questa roba sul ta- titolato la casa a Nostra Si-
che anno una casa salesiana
gnora della Gloria, come mi
di accoglienza per ritiri e
convegni di gruppi di tutte le
ha suggerito una veggente”.
16 confessioni cristiane. La casa
è stata acquistata confidando
nell’aiuto di benefattori che si
sono fatti vivi con singolare
tempestività, alcuni senza
nemmeno conoscere il sale-
siano incaricato della costru-
zione, don Georges Fattal.
Era la villa di una famiglia
benestante che, iniziata la co-
struzione, l’aveva poi abban-
donata. Il posto era splendido,
isolato, raccolto: “Perché non
BREVISSIME DAL MONDO
ROMA, ITALIA. Il gior-
nalista Saverio Gaeta, au-
tore di numerosi saggi di
ambito religioso, ha ap-
profondito in un libro l’af-
fascinante tematica del
volto di Gesù impresso
nel lino conservato a Ma-
noppello (CH) che la tra-
dizione, ma anche stu-
di approfonditi, sembrano
confermare sia quello del-
la Veronica. Il volume L’e-
nigma del volto di Gesù
pubblicato in contempora-
nea con l’ostensione della
Sindone a Torino, sembra un
giallo religioso.
CITTÀ DEL VATICANO.
Lo scorso aprile la Santa Se-
de ha pubblicato una guida
sulla procedura da usare nei
casi di abuso di minori da
parte di sacerdoti. Non un
nuovo documento ma una
sintesi chiara di procedure
operative già da tempo defi-
nite, perché anche i laici si
rendano conto di come agi-
sce e sanziona la Chiesa cer-
ti crimini.
CITTÀ DEL VATICANO. Al
giornale tedesco Stern che ha
accusato papa Ratzinger di
aver coperto gli abusi sessuali
del fondatore dei “Legionari
di Cristo”, ha risposto il di-
rettore della Sala Stampa Va-
ticana: “È paradossale!...
Tutti sanno che è stato pro-
prio il cardinale Ratzinger a
promuovere l’inchiesta cano-
nica contro Marcial Maciel”.
CHINHOYI, ZIMBAWE. La
Chiesa locale, nella persona
del vescovo Dieter Scholz,
ha denunciato l’estrema
indigenza della Nazione,
dove il tasso di disoccupa-
zione è all’80%, il più alto
del mondo.
TORINO. Circa 1.100 stra-
nieri appartenenti alle co-
munità etniche residenti a
Torino (africani, albanesi,
brasiliani, cingalesi, filippi-
ni, nigeriani) hanno visita-
to la Sindone accompagna-
ti da don Fredo Olivero,
della Pastorale Migranti
della diocesi di Torino.
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS

2.7 Page 17

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a cura del direttore
ZUMBAHUA, ECUADOR
Sabato 27 febbraio, l’am-
basciatore italiano presso
la Repubblica dell’Ecua-
dor, on. Emanuele Pigna-
telli, ha consegnato la
Stella della Solidarietà In-
ternazionale” al missiona-
rio salesiano don Pio Ba-
schirotto Capuzzo, nativo
di Roveredo di Guà in pro-
vincia di Verona, che dal
1974 opera sulle Ande.
Grande animatore, sospin-
to da uno zelo impareggia-
bile, ha promosso decine
di progetti a favore degli in-
dio e dei più poveri.
POTENZA, ITALIA
È in corso la causa di
beatificazione del servo di
Dio monsignor Augusto
Bertazzoni, morto a 96
anni nel 1972. Tra il 1885
e il 1887 ha frequentato
l’oratorio di Valdocco, do-
ve poté incontrare Don
Bosco, a cui dedicò un al-
tare nella cattedrale di
Potenza. Fu amico di don
Orione e don Calabria,
ambedue santi. Fu per 17
anni parroco e per 36 ve-
scovo pieno di zelo e
bontà. Lo chiamavano il
“Pastore buono”.
17
SAN NICOLÁS,
ARGENTINA
Più di 400 giovani argentini
si sono incontrati per riflet-
tere sopra le attuali neces-
sità dei giovani, e come
Don Bosco ha risposto a
quelle del suo tempo. A loro
il Rettor Maggiore ha pre-
sentato la strenna 2010,
quindi tutti si sono avviati in
pellegrinaggio verso il san-
tuario della Vergine del Ro-
sario di san Nicolás de los
Arroyos, dove preghiera e
festa si sono intrecciate a
suon di musica, com’è nello
stile salesiano.
FORLÌ, ITALIA
Incontro a Forlì dei ragaz-
zi del Centro di Formazio-
ne Professionale (CFP)
dei salesiani con il presi-
dente della Provincia Bul-
bi e l’assessore Merloni.
L’iniziativa vuole avvicina-
re i giovani – italiani e
stranieri – all’istituzione e
favorire la legalità in un
momento difficile come
quello odierno in cui le
statistiche fanno emerge-
re il distacco e l’allontana-
mento dei giovani dagli
amministratori e dalle am-
ministrazioni.
CISTERNINO, ITALIA
Il 31 gennaio u.s. nella
piazza dedicata al fondato-
re dei salesiani Don Bo-
sco, è stato inaugurato un
altro monumento al santo
dei giovani che si va ad ag-
giungere alle migliaia già
erette in ogni parte del
mondo. A Cisternino, circa
13 mila abitanti, nella pro-
vincia di Brindisi, i salesia-
ni operano da tre quarti di
secolo con una parrocchia
molto attiva, il centro gio-
vanile e varie cappellanie.
CALUSO, ITALIA
L’Associazione “L’Alfa e l’O-
mega de Joanne Bosco” di
Caluso ha portato in scena
rappresentazioni teatrali sa-
cre con un cast di un centi-
naio di persone. Tra l’altro
ha rappresentato in varie
regioni d’Italia il musical sul-
la vita di Don Bosco “Andia-
mo ragazzi” di cui il BS ha
parlato nel gennaio 2009.
L’ultima performance è sta-
ta la “Lauda della Crocifis-
sione” di Iacopone da Todi
sabato 27 e 31 marzo.
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

2.8 Page 18

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VIAGGI
ROD ELFARAG
di Giancarlo Manieri
L a sveglia al Cairo è mattiniera.
Anche troppo. Verso le quat-
tro, infatti, i mille minareti
della megalopoli egiziana in-
Un grande istituto,
imponente come
La maschera d’oro
di Tutankhamon, il faraone
fanciullo.
vitano all’unisono alla preghiera, costruzione, complesso
senza troppe sottigliezze sonore e
vocali. Svegliato di soprassalto, sta-
vo per alzarmi in tutta fretta creden-
do fosse ormai giorno fatto, ma
quando, come da inveterata abitudi-
ne, ho dato uno sguardo all’orologio
ho realizzato che l’alba… dormiva
ancora tranquilla tra le braccia di
Morfeo. “Ormai sono in piedi, chi
dorme più?”, mi sono detto. Così,
mi sono fermato a riflettere ancora
un po’, attendendo con pazienza il
come organizzazione,
stimato dalle autorità
civili e religiose…
I suoi 84 anni lo rendono
maestoso come fama,
un po’ arrugginito
come struttura.
vecchio prof di greco, salesiano col-
to e devoto che ti faceva studiare
anche se non ne avevi voglia.
La Madonna se ne stava lì, buona
buona, le mani nel gesto dell’acco-
glienza, gli occhi abbassati quasi a
salutare chi le passava accanto. Era
ridotta un po’ malino: mostrava
l’età della casa o giù di lì. “Beh, de-
ve aver ‘parato’ parecchi fulmini”,
ho pensato. Le tenevano compa-
gnia due rondinelle che stazionava-
18
no sull’aureola e sul capo nei mo-
silenzio degli altoparlanti musulma- menti di quiete e sparivano quando
Nelle case salesiane non manca
mai l’Ausiliatrice, ma si trova quasi
ni... Mi è venuto in mente il vecchio
c’era gente e chiasso. Così Lei non
sempre anche l’Immacolata…
parroco di un santuarietto umbro era mai sola. Lungo il ballatoio era-
Questa doveva avere l’età
del collegio…
che una volta sbottò contro i genitori no sistemate le aule così come sotto
di un bimbo che accompagnava la il corrispondente porticato del pri-
celebrazione con strilli non molto mo piano.
religiosi… Si addormentò placida-
mente solo durante la predica! A me FERVET OPUS
la predica dei muezzin… m’aveva
svegliato!
Intanto per la comunità salesiana
venne l’ora della meditazione, se-
L’ISTITUTO
guita dalla celebrazione eucaristi-
ca, poi dalla colazione… Tutto re-
Quando l’aurora cominciò a inon- golare, eccetto a colazione dove ho
dare con un barlume di luce la città creduto di sbucciare una pera… il
dei faraoni, ero sul ballatoio del ter- bel colore giallo la denunciava ma-
zo piano dove si trovava la mia ca- tura al punto giusto, ma il sapore
mera; mi aggiravo in esplorazione, era lontano mille miglia dal frutto
badando a non far rumore, anche se che gustavo in Italia… “Che tipo di
la città tutt’intorno era già in fer- pera è questa?”. “È un tipo di pera
mento: rombo di motori, stridore di che… non è una pera”, mi ha ri-
freni e suoni di clacson dalle più sposto don Renzo. Poi con un sor-
bizzarre tonalità annunciavano il ri- riso: “Si chiama gauafa”. “Che
torno del caotico tran-tran giornalie- vuol dire?”. “Ah, non chiedermelo:
ro. Davanti alla statua dell’Immaco- è il nome del frutto”.
lata al secondo piano, dove il Il cortile intanto si riempiva di
ballatoio fa angolo con l’ala una moltitudine di scolari. Salii al-
ovest dell’istituto, mi fermai lora al secondo piano per “dominare
un attimo. Nelle case salesia- la situazione” e feci un altro incon-
ne non manca mai l’Ausiliatri- tro particolare. Proprio a ridosso
ce, ma si trova quasi sempre anche della balaustrata ecco una bella sta-
l’Immacolata. “La Madonna è il no- tua in bronzo di Don Bosco. Che
stro parafulmine”, usava dire il mio c’è di strano? In tutte le case sale-
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS

2.9 Page 19

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A colazione ho creduto di
sbucciare una pera… Don Cagnin
fa finta di non vedere e ridacchia
sotto i baffi!
Tutti gli scolari erano riuniti
sotto le bandiere egiziana
e italiana in attesa
per l’ascolto dell’inno
LE LEZIONI
nazionale.
Quella salesiana di Rod el
Farag è una scuola italiana.
siane del mondo c’è alme-
In effetti, ho sentito parlare
più italiano che arabo. I pro-
19
no un monumento al fon-
fessori, alcuni di naziona-
datore… Sì, ma quel Don
lità italiana, altri egiziani,
Bosco lì aveva una parti-
facevano scuola nella lin-
colarità: oltre al solito ra-
gazzo che poteva essere o
gua di Dante e Manzoni e
i ragazzi rispondevano
La targa murata a ricordo
dell’inaugurazione dell’istituto,
non essere Domenico Sa-
nella stessa lingua. Il caldo
nel 1926.
vio, c’era una ragazzina
egiziano non permetteva di
che tentava di afferrargli
chiudersi in classe come da
la mano. Indubbiamente
inusuale!
noi. Porte e finestre delle NOTA STORICA
aule erano spalancate e chi
Quando la folla degli
passava sotto il porticato Al Cairo i salesiani sono arrivati
alunni riempiva or-
poteva tranquillamente la sera del 31 dicembre 1926… A
mai il cortile, ecco
ascoltare la spiega- dir la verità ne arrivò uno solo, don
il fischio del pre-
zione e/o l’interro- Michelangelo Rubino che fu ospita-
side. Cinque mi-
gazione e “con- to da padri comboniani. Fino a no-
nuti dopo tutti
gli scolari era-
Un monumento particolare di
trollare” l’at- vembre esplicò tutte le pratiche per
Don Bosco: cerca di aggrapparsi tenzione o meno arrivare alla costruzione di un com-
no riuniti sotto
a lui anche una ragazzina!
degli scolari. Mi plesso che potesse ospitare la casa
la bandiera egi-
ha colpito il fatto religiosa e la scuola professionale.
ziana e quella italiana in attesa del- che pur passando vicinissimo a chi E ci arrivò. Don Renzo mi ha mo-
l’inno nazionale, che non tardò a faceva e a chi seguiva la lezione, gli strato in un androne a pianoterra nei
spandere le sue note nell’ampio cor- unici a distrarsi erano… professori o pressi dell’inizio della scala che
tile dell’istituto, ascoltato da tutti in professoresse. Lo giuro! L’espressio- porta ai piani superiori – oggi aiuta-
perfetto silenzio.
ne esclamativa ci sta bene perché in ta nel servizio anche da un ascenso-
In Italia non si usa più. Di qualco- Italia nessuno ci crederebbe! Tant’è re – una lapide, composta solamente
sa del genere me ne parlava mio pa- che io stesso ho pensato: “Sì, sono da una data e due parole: 4/11/1926
dre: era in auge soprattutto nel tren- proprio in un altro mondo”.
Presente CADORNA.
tennio fascista. Dopo la guerra e la Ho continuato per un po’ a girel- Non avevano tempo da sprecare
democrazia, alcune di quelle ceri- lare qua e là, senza ancora entrare in lunghe epigrafi celebrative. Ciò
monie si sono liquefatte come neve in nessuna classe. L’avrei fatto nel che contava per quei primi salesiani
al sole e sono sparite definitivamen- pomeriggio. Ma sarà materia di era rimboccarsi le maniche e comin-
te dalla circolazione.
un’altra puntata.
ciare a lavorare senza indugi. ٗ
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

2.10 Page 20

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3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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glienza e l’ottimismo dei salesiani
che continuano a lavorare senza ce-
dere né alla stanchezza né allo sco-
raggiamento, ci sono apparsi esempi
forti che possono anche essere inter-
pretati come segnali di una volontà
indomita di riaccendere la speranza e
riavviare i motori per ripartire. La lo-
ro stessa presenza, continua e fedele,
sollecita e feconda, è la migliore te-
stimonianza di quella carità apostoli-
ca che non cede di fronte agli ostaco-
li, piccoli o grandi che siano, soppor-
tabili o tragici, come il devastante
Sopravvivere è la parola d’ordine... ed ecco il mercato sopra le macerie.
terremoto di gennaio che ha spazzato
via uomini e cose; una presenza quel- no di tutto, cercano di svolgere atti- complesso viaggio attraverso la de-
la salesiana capace di adattarsi anche vità di mercato sopra le macerie, o in solazione e la dolorosa sorpresa che
alle situazioni impossibili.
orrendi bugigattoli semi crollati che si legge sui volti di tutti, terremotati
tutto sono meno che sicuri. Ma alla e no. Siamo idealmente ancora lì, in-
INCONTRARE, PARLARE… fame non si comanda, né gli si ri- sieme ai nostri fratelli sofferenti con
chiedono certificati di garanzia per la la consapevolezza di aver compiuto
Uno degli obiettivi del viaggio era sicurezza. Abbiamo visto ragazzini un pellegrinaggio verso luoghi resi
quello di poter parlare con le persone giocare sopra incredibili mucchi di sacri dal dolore… Come se fossimo
oltre che verificare de visu la situa- macerie, incuranti del rischio che a Gerusalemme, come se percorres-
zione reale del Paese, degli abitanti e correvano. Giocavano ignari – ma simo la via Crucis verso il luogo del
soprattutto dei bambini e ragazzi che come e perché impedirglielo? – so- martirio di Gesù.
costituiscono l’anello debole della pra un cimitero. Molti, infatti, affer- I bambini di Haiti sembrano im- 21
società haitiana. Perché occorre capi- mano che sono ancora oltre 100.000 plorare di poter comportarsi da
re prima di fare, ascoltare prima di i morti rimasti sotto le case crollate; bambini non da adulti. Proprio a
rispondere. Port-au-Prince e Jacmal, un milione sono gli orfani; impres- loro va il nostro primo pensiero. I
a sud, sono le città che abbiamo visi- sionante il numero delle abitazioni giovani sono disponibili al dialogo
tato. Nella capitale (ma non solo lì) precipitate su se stesse e dei negozi sul futuro della loro città. Siamo
decine di migliaia di persone vivono distrutti. Si parla del 20% del totale. convinti che occorra coinvolgerli
in tenda. Per sopravvivere s’inventa- Da 300 a 500 mila sono i senzatetto. perché insieme si possa impostare
Il crocefisso è restato in piedi
accanto alla cattedrale abbattuta:
due immagini di dolore.
Cifre che tutti conoscono ormai, ma
che ripetiamo affinché non siano di-
menticate. Abbiamo sentito il vocia-
re della gente che dalla strada sale
un lavoro di sostegno, di animazio-
ne, di educazione e, non v’è dub-
bio, di ricostruzione. La “Carta
dell’unità” della Famiglia Salesia-
verso l’alto, come un’eco o un’invo- na è fondamentale perché si possa-
cazione. Sembra il prolungamento no creare reti di collaborazione e di
sonoro delle grida mute delle pietre
che hanno immagazzinato l’agonia
di tanta gente e ora ne restituiscono i
gemiti inenarrabili. Abbiamo provato
una grande trepidazione e un forte
senso di impotenza di fronte alla
atroce sventura di tante vite sospese.
Avremmo voluto camminare scalzi,
come Mosè vicino al roveto, perché
il luogo che calpestavamo aveva
odore di sacro.
condivisione, e si possa acquistare
maggior forza e coesione al fine di
ricostruire un ambiente che educhi
e responsabilizzi. È vero, l’antica
isola degli schiavi è in gravissima
difficoltà, ma è altrettanto vero che
la volontà di superare questo dram-
ma è senza tentennamenti, sia da
parte degli haitiani, sia da parte di
tutte le congregazioni religiose e le
organizzazioni ecclesiali presenti
COME IN UN
nell’isola. Tra loro ci siamo anche
noi della Comunità della Missione
PELLEGRINAGGIO
di Don Bosco, sperando nella prov-
videnza che dona la forza di vivere
Il viaggio era iniziato il 28 feb- concretamente una comunione fat-
braio. Ora siamo in luglio, ma quella tiva, con gli stessi obiettivi e con il
Un’altra chiesa sventrata dal sisma
e un altro crocefisso piantato
visita non è finita, non può finire; ha
medesimo stile educativo che ci ca-
sulla sventura di un popolo.
tutte le caratteristiche di un lungo e ratterizza.
ٗ
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

3.2 Page 22

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LETTERA
G AI IOVANI
C’È UNA STRADA TRACCIATA
PER CIASCUNO
Ci prego
Carissimo,
Per camminare occorrono due gambe: la preghiera
camminare fa bene alla salute.
e l’umiltà. La prima per accorgerti di Dio, la
Chiedilo ai dietologi.
seconda per prenderne coscienza.
Camminare aiuta a pensare. Peripatetici erano
Pregare è rendersi conto che Dio è presente: è con
i filosofi della Grecia.
te, cammina con te, ti chiama, ti parla e – perché
Camminare è l’immagine dell’uomo che vive.
no? – ti ascolta.
“Homo viator” è l’espressione latina della
Viceversa non pregare è non rendersi conto che
concezione cristiana.
siamo davanti a Dio.
Si è in viaggio.
Senza sale non c’è sapore, senza sole non c’è vita,
Verso chi, o verso dove?
22 Dio e l’amore sono l’iter di questo meraviglioso
senza acqua non c’è fiore,
Pregare è respirare, palpitare, vivere, camminare.
viaggio.
Cosa succede quando preghi?
Tra le mani abbiamo un libro di sole due pagine: 1. Metti ordine al saccheggio della mente
io e Dio.
da parte di tutti gli invasori.
Sulle labbra non abbiamo che due monosillabi:
2. Vieni in soccorso allo scoraggiamento,
io e Tu.
al dolore, ai dispiaceri.
Io per Dio sono solo e sempre un tu.
3. Riscaldi il cuore, che ritorna ad essere il roveto
Siine certo.
ardente della tua esistenza.
Dio per me è sempre e solo un Tu. Fidati, hai una La preghiera è pesca miracolosa.
vita per verificarlo. Cammina in questa direzione. Ricordi la pagina del Vangelo in cui Pietro e
compagni hanno passato la notte in bianco senza
pesci?
Alla parola di Gesù la rete si gonfia per
Sunny Minj
i centocinquantatré pesci.
Centocinquantatré sono i motivi per pregare.
Pontico scrive a proposito un libretto sulla
preghiera di centocinquantatré capitoli.
Ti invito a fare altrettanto.
Se poi oggi ti capita di uscire ti invito a fare
due (anzi centocinquantatré) passi.
Per te io prego.
Te lo dico con sincerità e grande affetto.
E tu?
Per il tuo cammino, la tua vita, il tuo presente,
il tuo futuro?
– Prova a parlare con Dio!
– Ci parlo.
Tuo Carlo
carloterraneo@libero.it
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS

3.3 Page 23

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IDLI TDEAOTNROBOSCO PcdrhieesDehonantipaBamosssoacdtooo. nlaAvmitailcaapreroMduarrreescoaltcrhadi,uurnresatecsetridtoeatetr,aulni esdaulecsaiatinvoi ,seucnoonsdcoriltotosrteile e il carisma
DB
SECONDO
MARESCALCHI
di Michele Novelli
“Chi, un giorno, vorrà scrivere la storia
del teatro educativo
23
e della filodrammatica in Italia dovrà
riservare un posto di prestigio
a questo autentico e benemerito
commediografo salesiano”
(G. Toffanello)
Don Bosco e don Amilcare
Marescalchi suo “cantore”
attraverso la stampa (il teatro,
la poesia, la canzone…)
Don Amilcare in mezzo a
un gruppo di attori in uno dei tanti
teatri da lui messi in scena.
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

3.4 Page 24

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Don Marescalchi fu nel
settore, quali Su la scena, Teatro
campo del teatro
nostro, Boccascena,
filodrammatico un pioniere Controcorrente, Palcoscenico,
tra i più informati e
Teatro dei Giovani. Come critico,
competenti, dalla penna agile e si avvalse d’una eccezionale
dall’instancabile lavoro. Le sue
conoscenza del repertorio teatrale
composizioni erano di preferenza italiano, frutto di una serie di anni
per i giovani che voleva divertire consacrati all’accurato studio dei
ed educare cristianamente. Critico testi, per cui poté dare alle stampe
teatrale, diede la sua
una Guida con 1600 recensioni.
collaborazione a giornali e riviste e In essa emerge un critico che sa il
preparò una raccolta di recensioni fatto suo, non ha simpatie o
su numerosi lavori teatrali, per
antipatie, esprime sempre
guida alle filodrammatiche
schiettamente il suo pensiero
cattoliche. Per la preparazione di senza perifrasi o circonlocuzioni.
accademie scrisse raccolte di
Era ed è, il suo, un teatro con
dialoghi, monologhi, poesie
personaggi sempre rivestiti
d’occasione. Come autore, aveva dell’armatura di Dio. Marescalchi
esordito in seconda ginnasiale con godeva di chiara fama anche
uno sgorbio, il titolo del quale era molto in alto, e pochi mesi prima
“Un servo imbecille” che, dopo la
prima rappresentazione, cambiò in
“Un autore imbecille”, riferendosi
ironicamente a se stesso.
Comunque, il teatro aveva
accalappiato il giovane Amilcare.
Poi, rispondendo alla sua
che si spegnesse a Villa Sora nel
1959, la Presidenza del Consiglio
dei Ministri gli aveva conferito un
cospicuo premio di cultura in
riconoscimento della sua
ultracinquantenne attività
letteraria.
Sopra, la copertina del noto
La vittoria di Don Bosco”,
testo del nostro autore e musiche
del venerabile don Vincenzo
Cimatti, editrice la Libreria
Salesiana di Roma nel 1936.
Soto, la seconda edizione stavolta
della SEI di Torino.
24 vocazione religiosa, fu sacerdote
salesiano e i suoi pulpiti furono
la cappella, la cattedra e il
STORICO DEL TEATRINO 1939. Si tratta di una ricostruzione
fedele delle vicende teatrali del
palcoscenico, nella più genuina
Visto che gli studi sull’eredità
primo Oratorio di Don Bosco,
tradizione salesiana, se è vero,
carismatica del teatro salesiano
attingendo alle Memorie
com’è vero, che Don Bosco e
sono scarsi e approssimativi,
Biografiche. Non possedendo
i suoi successori tennero e tengono diventa una piacevole sorpresa
informazioni di studi antecedenti in
in gran conto il teatro come
imbattersi in cinque corposi articoli proposito stupisce la meticolosità
strumento di cultura, di
che Marescalchi scrisse sul
delle sue intuizioni poi riprese dai
educazione e di ricreazione.
giornalino dell’Opera di Macerata successori, don Bongioanni e don
Don Marescalchi fu attivissimo
(“Parva Scintilla”) nei quattro
Stagnoli, nel collocare le origini del
collaboratore di molte riviste del numeri del 1938 e nel primo del “Teatrino” in quei “fazzoletti” e in
quelle “teste di legno” che Tomatis
manipolava per intrattenere i
giovani mentre erano in fila per
confessarsi, a tarda sera.
Marescalchi commenta: “Chi
avrebbe mai sognato, allora, che
da quei due poveri fazzoletti di
Tomatis sarebbero balzate – come
per incanto – le gaie schiere dei
nostri filodrammatici, che
agiscono… presso i cento Oratori
festivi sparsi per tutto il mondo;
presso Collegi, Scuole professionali
e agricole, piccoli Seminari,
Orfanotrofi, tra poveri
lebbrosi…?”. Netta è la
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS
Ancora don Marescalchi con i suoi
attori a Villa Sora di Frascati.

3.5 Page 25

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convinzione che quella di
Don Bosco fu una intuizione
educativa precorritrice dei tempi.
Gli ultimi tre articoli il Marescalchi
li riserva agli scrittori salesiani, a
cominciare, ovviamente, da
Don Bosco. Nell’elenco dei
salesiani commediografi il nostro
dimostra una conoscenza
approfondita. Nomi che alla quasi
totalità degli stessi salesiani
appaiono sconosciuti: Il Guidazio
(I tre martiri di Cesarea pubblicato
anonimo), don Arturo Conelli
(Giulio, dramma spettacoloso),
Alberto Pioton (“Domenico, o la
conversione del discolo” l’ultima
produzione a cui assistette Don
L’istituto salesiano di Macerata, dove don Marescalchi dimorò
e scrisse dal 1938 al 1940.
Bosco a Valdocco... e pianse di
emozione e di gioia nel veder
riprodotto – nel protagonista –
l’allievo prediletto, Domenico
Lo farà a Frascati, dopo la triste
pausa dei suoi cinque anni di
manicomio. Una mente così
LA FILODRAMMATICA
A CAPOCROCE
Savio). Chi sa poi che don Andrea fervida e brillante dovette pagare
Dopo il ricovero, ripresosi, don
Beltrami fu autore di un “Tommaso lo scotto di una sofferenza inaudita. Amilcare era stato inviato a Frascati
Moro”? Altri nomi sono stati
Nel 1940 fu ricoverato e poi
Villa Sora come insegnante. Lì
consegnati all’oblio: Angelo
trasferito in diverse case di cura per ovviamente si dedicò anche alla
Burlando, don Giuseppe Ulcelli, infermi mentali. Lo strazio durò
Filodrammatica del locale oratorio
don Paolo Ubaldi (il suo Job fu
cinque anni. Lui stesso, in un libro salesiano di Capocroce. Fece
25
musicato dal Pagella). E ancora
autobiografico (“Cinque anni in
interpretare diverse
don G.B. Francesia e don G.B.
manicomio”) ne descrive gli aspetti rappresentazioni e cominciò anche
Lemoyne di cui il Marescalchi
più sconcertanti, sia per le strutture a collaborare con la Rivista
lascia un giudizio lusinghiero. Tra i ospedaliere in stato di abbandono, ‘Filodrammatica’ fondata da Luigi
contemporanei, don Marescalchi sia per il trattamento riservato agli Gedda e diretta da Turi Vasile,
cita don Giovanni Minguzzi, don infermi. È una visione lucida, senza mentre fu esperto relatore in diversi
Rufillo Uguccioni, don Alberto
risentimenti, ma preziosa per
convegni nazionali sul teatro. È
Caviglia, don Giuseppe Gaggero, l’angolazione presa dall’autore:
proprio Marescalchi che riporta
don Luigi Terrone... Non ebbe
“Ero chiuso da solo, sotto chiave, alcune corrispondenze sulle
tempo però di “scodellare” altri
in camerata, al padiglione Livi,
manifestazioni locali. Nel ’48 ad
lavori dalla sua pentola ribollente. a Volterra!”.
esempio, si presentarono alla
ribalta tre filodrammatiche: quella
di Capocroce (La collana del
Principe Incas con regia di don
Aldo Conti); quella di Villa Sora
(Il divo del cinema); infine la
‘Concordia’ (Yvonik); quest’ultima
– scrive Marescalchi su
‘Filodrammatica’ del gennaio 1948
fu funestata da un tragico
incidente: all’ultima scena, il
giovane protagonista venne colpito
al petto dagli spari del fucile da
caccia. Il ferito fu trasportato
d’urgenza al Policlinico di Roma
ove fu operato ed ebbe anche una
Un gruppo di piccoli attori mentre
recitano una pièce teatrale di
don Marescalchi.
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

3.6 Page 26

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Nella seconda e nella terza
edizione scompaiono gli
pseudonimi. La seconda edizione
è edita dalla SEI nella Collana
Teatro dei Piccoli. Alla terza
edizione, del 1936, viene
premesso un Prologo in versi
martelliani ed edito dalla Libreria
Salesiana Editrice di Roma.
Insieme a Giovanni, il protagonista
è Arimane (ampio mantello nero,
lunga zazzera, cappello a cencio).
È il genio del male in lotta aperta
L’istituto salesiano di Frascati Villa Sora che ospitò don Marescalchi
per 14 anni.
con quel fanciullo destinato a
grandi cose (“Ma io tenterò ogni
mezzo per sbarrargli la via”).
trasfusione di sangue donato dallo (1 atto); Le suorine dei poveri
Ad Arimane Giovannino racconta
stesso don Conti. Si usò la
(1 atto). Ma soprattutto La vittoria il suo sogno dei nove anni e come
penicillina la quale scongiurò il
di Don Bosco, scene drammatiche si senta chiamato a seguire la voce
grave pericolo di setticemia”.
in due parti e quadro finale, edito di Dio per salvare i giovani. C’è lo
Concludeva don Marescalchi:
dalla Libreria Editrice di S. Benigno scontro vocazionale, lo stesso con
“Non vi fidate mai a ‘sparare’ dal Canavese nel 1911 e rappresentato cui avrà dovuto fare i conti
palco, neppure a salve. Può
la prima volta a Genzano il 3 luglio chiunque è stato chiamato alla
riuscire fatale”!
1910. Una certa sorpresa suscita il consacrazione: “Vocazione stolta
fatto che don Amilcare usò lo
che ti priva della luce, del sole, dei
LE OPERE
26 Di opere teatrali il Marescalchi
pseudonimo di Gualtiero di
gaudi legittimi che il mondo offre
Roccabruna. Anche l’inno allegato, ai tuoi verd’anni”. Insinuazioni,
La Visione” di don Vincenzo
queste, più che adeguate alla
ne scrisse 42, di vario genere,
Cimatti, è firmato M. De Vincentis. condizione di un Giovannino
privilegiando il repertorio
Il testo è in 2 parti: LA VISIONE e Bosco a metà dell’Ottocento,
giovanile. Tra quelle di chiaro
LA LOTTA. I personaggi sono:
di sicuro impatto emotivo per tanti
stampo salesiano merita ricordare: Giovanni e i fratelli Giuseppe e
giovani che s’interrogano sul loro
Domenico Savio (3 atti); Maria di Antonio, Arimane, Coro di Angeli, futuro. Dopo un primo scontro in
Magdala (3 atti); Il segno della
Goustin, Emilio, Virginio, Peppino. cui Arimane è costretto alla ritirata
Croce (3 atti); Jesus (4 atti); Il
quando Giovanni invoca il nome
Pubblicano (2 atti); Don Bosco
di Maria, tutta la seconda parte è
fanciullo (1 atto); Colui che vide
un susseguirsi di attacchi, conflitti
(4 atti); Quando Dio chiama
e sconfitte di Arimane che, invano,
(2 atti). Molte (37) furono le
cerca la collaborazione di uno dei
traduzioni di opere teatrali
fratelli, Antonio, in contrasto con
specialmente dal francese: Guerra
l’altro, Giuseppe, più affine a
di spie (3 atti); Osteria dei Quattro
Giovanni. È sorprendente il
Venti (3 atti); Oggi si ride (3 atti);
parallelismo della storia con
Io l’ho ucciso (3 atti); Il miracolo di
la famosissima operetta del Cimatti
Bernardetta (1 atto); Martiri
(che qui collabora con le
(3 quadri); Il mantello di San
musiche): Marco il pescatore.
Martino (1 atto); Maria dei bimbi
L’esito è diverso: Marco viene
(3 atti); Nostra Signora del mare
convinto, suo malgrado, a cedere
alla tentazione, salvo a ravvedersi
Sopra, la quarta edizione di “Voci
del cuore”, una raccolta
straordinaria in 592 pagine
di dialoghi, scenette, poesie,
strambotti, canti, stornelli, per tutti
i gusti e tutte le circostanze.
Sotto, Copertina di “Letture
Drammatiche” – Teatro dei Giovani
alla fine della storia; Giovanni non
cederà mai, ottenendo una sua
VITTORIA di cui anche noi
continuiamo a trarne i frutti. Siamo
ancora nel 1910, cento anni fa, ma
già viva era la convinzione della
– del Natale 1959. Al suo interno
a pag. 81 un ricordo commosso
del direttore, Marco Bongioanni,
santità di quell’uomo donato da
Dio a una moltitudine di giovani.
su due pagine, di don Amilcare,
morto tre mesi prima.
Michele Novelli
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS

3.7 Page 27

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B FFFFFFFFF AGLIORI serena.manoni@libero.it
JOSÉ
EROE 15ENNE
Il Messico a partire dal 1917
diventa territorio di guerra e
di persecuzione cristiana; si
succedono tre “presidenti”,
nell’ordine Obregon, Car-
ranti. Visse sotto il regime go-
vernativo del presidente Calles,
il più terribile dei tre e quando
questi diede inizio alla persecu-
zione, il ragazzo si presentò dal
José Sanchez del Rio
(28/03/1913-10/02/1928).
ranza e Calles alla guida dello generale Mendoza, capo della sconsacrato, tirò il collo a tutti i
Stato, che con decisione e altret- Cristiada, il quale lo ritenne galli e le galline, gesto questo
tanta arroganza si dichiarano troppo giovane per arruolarsi. che gli procurò percosse da par-
“nemici” della Chiesa cattolica Ma José ribadì: “Se io non sono te dei suoi carcerieri. Lui rispo-
appoggiati in questo loro dise- in grado di portare un fucile, se alle percosse dicendo: “La-
gno da finanza e massoneria. potrà servirsi di me in molti mo- sciatemi vivo per la fucilazione,
Accanto all’esercito dello Stato, di, come custodire i cavalli, la- perché voglio morire martire
determinato a far terra bruciata vorare in cucina, portare l’acqua per Gesù”. La spietatezza dei
27
dei cristiani, si costituisce con e le munizioni”. Davanti a tanto soldati governativi fu tale che
coraggio l’esercito dei Cristeros coraggio, il generale si arrese e José dovette assistere all’impic-
all’inizio composto da pochi nemmeno il tentativo della ma- cagione di altri prigionieri catto-
elementi ma destinato a ingran- dre riuscì a dissuaderlo dal suo lici, ma lui continuò incessante-
dire le sue file opponendosi con proposito; in una lettera lui le mente a pregare perché nessuno
azioni eroiche ai governativi. scrisse: “Non lasciarmi perdere cedesse il passo alla paura. Il 10
Questa pagina di storia e di san- l’occasione di guadagnarmi il febbraio del 1928 alle 11 di not-
gue è conosciuta come la “Cri- paradiso con così poca fatica e te fu condotto al cimitero e andò
stiada” cioè la lotta per Cristo così presto”. Dopo poco tempo verso la sua fine cantando “Ch-
e, come tutti gli altri eserciti che fu arruolato per la battaglia di ristus vincit, Christus regnat,
le guerre ricordino, conta molti Cotija, era il 5 febbraio 1928; il Christus imperat”, parole queste
martiri, alcuni dei quali papa cavallo del generale Mendoza che infuocarono ancora di più la
Giovanni Paolo II ha elevato venne ucciso e José che gli era rabbia dei soldati come se non
agli onori degli altari.
accanto, gli offrì il suo ma en- bastasse quella che avevano già
trambi vennero fatti prigionieri. in corpo. Colpirono José a pu-
᭿ Ricordiamo qualcuno di que-
gnalate. “Avanti, ancora un po’
sti ragazzi, Joaquim Silva di 27 ᭿ I soldati di Calles tentarono e poi sono con Gesù. Lo vedrò!
anni, Manuel Melgarejo di soli di estorcergli rivelazioni sui Staremo sempre insieme Lui e
17 anni che caddero in battaglia Cristeros ma José non parlò, co- io!”. Un colpo di pistola al capo
al grido di “Viva Cristo re! Viva sì venne rinchiuso in una chiesa lo finì. Aveva solo 15 anni. Per
la Vergine di Guadalupe!”. José del paese trasformata in un pol- decreto di papa Benedetto XVI,
Sanchez del Rio fa parte di laio. Dopo una notte trascorsa José Sanchez del Rio è stato
questi eroi, martiri caduti per di- nella preghiera e consapevole beatificato nella cattedrale di
fendere Cristo e la fede, che a del suo imminente martirio, Guadalajara in Messico il 20
soli 13 anni apparteneva alla l’indomani mattina il giovane, novembre 2005, solennità di
Gioventù cattolica sezione aspi- accortosi di essere in un luogo Cristo Re.
ٗ
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

3.8 Page 28

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F MA
PIAZZA GRANDEdi Maria Antonia Chinello
INSIEME SI PUÒ
Un progetto che vuole
diffondere la giustizia e il rispetto
della vita, rendere ancora più bella la
fare di una delle vallate
storiche d’Italia uno
valle e dare senso all’essere cristiani.
Ne parliamo con Annalisa Casta-
gna, exallieva e salesiana coopera-
spazio in cui incontrarsi
trice, insegnante di lettere nell’Isti-
tuto Tecnico Industriale locale, ap-
e sentirsi parte di una
comunità. Con i fatti.
passionata di storia della Prima
Guerra Mondiale, camminatrice ed
esploratrice instancabile delle Alpi
del Veneto e Trentino, amante della
Annalisa Castagna.
e suor Angela Schivardi.
natura e della bellezza delle cime.
centrale di San Clemente. Anche le
strutture sono pensate soprattutto in Quando è nato il progetto Piazza
28
questa direzione. Si contano infatti Grande?
Valdagno in questi anni sta
lentamente trasformando il
suo ruolo di leader dell’in-
tera valle, situata a qualche
tre case di riposo su una popolazione
di 26 mila abitanti, ma anche due pa-
lazzetti dello sport e strutture sporti-
ve private e pubbliche. Il fenomeno
“Piazza Grande” è nato nel 1997
come servizio telefonico empatico.
Nel 2002, ci si è confrontati con
l’urgenza immigrazione, captando il
chilometro da Schio, abitato ai piedi migratorio costituisce il 10% della bisogno di comunicazione. È inizia-
del massiccio del Pasubio, uno dei popolazione, ma manca una cultura ta così la scuola di italiano. I volon-
luoghi della memoria e del sacrifi- che favorisca il processo di “società tari e le volontarie sono in gran par-
cio di molti soldati che nel combat- multietnica”, perciò il coordinamen- te insegnanti, di cui qualcuna in
timento morirono per difendere l’I- to delle associazioni di volontariato pensione, ma ci sono anche giovani
talia. Con la crisi del tessile, la citta- sta lavorando e privilegiando progetti che svolgono il loro tirocinio presso
dina ha perso il suo punto di riferi- che si muovono in questa direzione. il Consultorio o accudiscono i bam-
mento che per oltre un secolo era Il Vides, con alle spalle il sostegno di bini mentre le mamme sono a scuo-
rappresentato dalla fabbrica Marzot- due comunità FMA, opera per pro- la di alfabetizzazione. Il Progetto
to, che impiegava più di 2 mila ope- muovere una cultura di solidarietà, comprende anche lo Sportello Don-
rai. Negli ultimi 20 anni si è passati testimoniare i principi evangelici, na, in collaborazione con Caritas-
dalla monofabbrica alla diversifica-
zione delle attività produttive. Sono
sorte industrie meccaniche, elettro-
niche e chimiche ma, a causa della
crisi, alcune di queste hanno scelto
di dislocare la produzione, lascian-
do dietro di sé disoccupazione e di-
sagio sociale.
Valdagno sta invecchiando, gli in-
terventi culturali sono soprattutto per
una fascia di popolazione adulta o
anziana. I giovani frequentano i bar
o, una esigua minoranza, l’unico ora-
torio rimasto, legato alla parrocchia
Veduta dal Monte Pasubio.
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS

3.9 Page 29

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Progetto Dialogo; il servizio di con-
sulenza e segreteria nel Consultorio
“La Famiglia”.
A chi è rivolto?
Il Progetto raggiunge giovani, pre-
adolescenti e adolescenti. Ma anche
donne, giovani coppie, anche in diffi-
coltà, moltissimi stranieri, che pro-
vengono prevalentemente da India,
Marocco, Tunisia, Ghana, Senegal,
Costa d’Avorio, Niger, Kenya, ma
anche da Romania, Moldavia, Serbia
e Brasile. L’accoglienza è continua
in quanto legata ai flussi migratori e,
Scuola di italiano.
mentre richiede da parte dei volontari
flessibilità e pazienza, diventa segno monica. Promuove anche cicli di in- siano di tipo economico, legale, me-
di attenzione alla persona e risposta a contri, scuola per genitori e altre ini- dico. Anche questa attività ha biso-
bisogni concreti. Quest’anno sono già ziative di formazione. Suor Angela gno di una continua collaborazione
più di 90 coloro che frequentano la oltre il servizio di ascolto e accom- con gli enti proposti come il Comune
scuola di italiano, due giorni a setti- pagnamento pedagogico, è respon- o l’Unità Locale Socio Sanitaria di
mana, al mattino. Abbiamo scelto co- sabile della qualità e coordinatrice pertinenza. È fondamentale lavorare
sì, per rispondere soprattutto alle don- del gruppo degli Operatori profes- in rete per evitare doppioni di servizi
ne con bambini in età scolare o picco- sionali (psicologi, psicoterapeuti, as- o improprie sostituzioni.
li, ma comunque si accolgono tutti sistente sociale, consulenza legale
coloro che si presentano.
esterna). Ha lavorato e lavora perché Che cosa ti sta regalando questa
l’Accreditamento che la struttura ha esperienza?
E il consultorio a che cosa ri- raggiunto sia mantenuto e perfezio- L’esperienza del Progetto Piazza 29
sponde?
nato; tiene i contatti tra Operatori e Grande, ormai collaudata da anni, mi
Il Consultorio “La Famiglia”, di Direttivo e segue la formazione.
ha messo in contatto, insieme con
cui è responsabile suor Angela Schi-
tutti gli altri volontari e volontarie,
vardi, una FMA, è riconosciuto dal- Quali sono le problematiche che con la realtà dei migranti e con i pro-
la Regione, e opera sul territorio già affrontate più di frequente allo blemi che la loro vicenda umana ci
prima che sorgesse quello pubblico. Sportello Donna?
suggerisce. Abbiamo conosciuto le
Svolge un servizio gratuito di pre- Lo sportello donna è condotto in loro storie, le loro aspirazioni, le im-
venzione, sostegno e cura nei ri- collaborazione con la Caritas-Proget- mancabili delusioni e abbiamo con-
guardi di singoli, coppie e nuclei fa- to Dialogo. Qui si incontrano donne statato la verità del Seme. Siamo
miliari per aiutarli a discernere gli in difficoltà, straniere e non, che si consapevoli che il nostro servizio è
elementi di difficoltà e sostenerli presentano per chiedere aiuto, soste- solo un piccolo seme di speranza ma
nell’assunzione responsabile delle gno, lavoro, cibo. Non mancano se- abbiamo la fiducia del seminatore.
proprie scelte al fine di uscire dalla gnalazioni di maltrattamenti familiari
situazione di disagio e divenire re- e richieste di sostegno psicologi- Quali sono i sogni nel cassetto
sponsabili della propria crescita ar- co per superare isolamento, disagio, per il prossimo futuro e per quello
solitudine. Si è in non tanto prossimo?
contatto con l’As- Continuare ad operare nella logica
sessorato alle Pari del seme, coinvolgendo volontari,
opportunità e con volontarie e non in una cultura del-
gli assessori delle l’accoglienza e del rispetto della per-
politiche sociali e sona, nell’ottica dell’ultima enciclica
giovanili. Lo spor- del Papa. Il sogno è una società mul-
tello ha la caratte- tietnica rispettosa della diversità,
ristica di ascoltare considerata valore e non minaccia. Si
ed indirizzare alle vorrebbe procedere sulla strada del-
strutture competenti l’integrazione per conoscere le cultu-
qualora i problemi re presenti nel territorio, imparare
stili di vita, tradizioni, modi di pen-
sare, filosofie. Intanto vorremmo co-
Volontari
e volontarie
minciare con un coro multietnico che
canti in tutte le lingue il rispetto della
del Vides.
vita e la dignità delle persone. ٗ
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

3.10 Page 30

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M L IL
ESE IN
IBRERIA
a cura
di
Vito
Orlando
IRNETLEIRGEIOSSSOE
INTERCULTURA
LECTIO DIVINA
DIO OGGI
VOLTI VELATI
COME IL LIEVITO
Con lui o senza di lui
Frammenti di vita, cultura NELLA PASTA
cambia tutto
e spiritualità persiane
20 incontri catechistici
Comitato per il Progetto di Franco Ometto
sulle più belle parabole
Culturale CEI (a cura di), Ed. del Noce,
con il metodo
Cantagalli, Siena, 2010
Camposampiero (PD), 2010 della Lectio divina
pp. 236
pp. 230
per gli adulti e i ragazzi
di Cesare Bissoli
Il convegno internazionale
ELLEDICI, Leumann (TO)
su Dio, tema che sempre af-
2009, pp. 159
fascina e interroga lo spiri-
to umano, ha suscitato par-
L’autore, già professore pres-
tecipazione e interesse ol-
so l’UPS e attualmente coor-
tre ogni aspettativa. Il libro
dinatore nazionale del Set-
raccoglie le relazioni tenu-
tore Apostolato Biblico, con
te nelle quattro sessioni te-
il metodo della “lectio divina”,
matiche: “Dio della fede e
offre un sussidio chiaro, sem-
della filosofia”, “Dio della
plice e autorevole per far
GENITORI DEL SÌ
cultura e della bellezza”,
capire a fondo le parabole di
GENITORI DEL NO
“Dio e le religioni”, “Dio e le
Gesù. Valorizzando le im-
Educare in famiglia
scienze”. Il lettore potrà go-
magini e le situazioni di vita
di Nino Sammartano
dere di queste “parole su
che emergono dalle para-
Effatà Editrice,
Dio” e valutarne tutta l’utilità.
bole, i 20 racconti coinvol-
Cantalupa (TO), 2010
Sono parole per tutti e pro-
gono e affascinano, facendo
30 pp. 160
poste all’attenzione di tutti,
credenti e non credenti, per
cogliere anche la realtà del-
la nostra vita. Ogni singola
Non è possibile ridurre capire che davvero “con lui Nella nostra società multi- “lectio” si snoda in due mo-
l’educazione alla sfera o senza di lui cambia tutto”. culturale dobbiamo fare il menti: l’ascolto della Parola,
dell’interesse privato: Filosofi, teologi, storici del- possibile per conoscere la che aiuta a comprendere il
stanno emergendo i gua- l’arte e della cultura, scien- cultura, le tradizioni, la reli- senso del testo e la sua at-
sti che questo atteggia- ziati di orientamento diver- gione degli immigrati. Solo tualità, e la risposta alla Pa-
mento ha prodotto e pro- so si confrontano con quan- un’attenzione dialogica con rola, con il confronto e la pre-
duce. È come se fosse- to affermato da Benedetto la cultura e la ricchezza ghiera. Tutto questo per por-
ro venute meno le con- XVI: “la priorità che sta al di dell’animo di ogni uomo ci tare alla consapevolezza che
dizioni sociali e culturali sopra di tutte è di rendere consentirà di riconoscere ogni discorso che parte dal-
che mettono a rischio la Dio presente in questo mon- che sono molti gli elementi la vita non può che conclu-
possibilità per i giovani di do e di aprire agli uomini comuni e vi sono anche fi- dersi nella quotidianità.
compiere un sereno per- l’accesso a Dio”.
nezze specifiche che apro-
corso di crescita e ma-
no la nostra attenzione a dif-
turazione personale. Si
ferenze significative ed ar-
parla, oggi, di “emer-
ricchenti dell’esperienza
genza educativa”; circo-
umana. Quando un esperto
la la sfiducia circa la pos-
d’islamistica ci sottopone
sibilità di educare, anche
con rispetto e sensibilità in-
se è un compito a cui
terculturale le credenze dei
non si può venir meno.
musulmani, è anche in gra-
Questo coinvolge so-
do di svelarci aspetti inatte-
prattutto i genitori. Que-
si e sconosciuti della men-
sto libro può aiutare
talità iraniana che aiutano a
mamme e papà, a saper
sfatare luoghi comuni e pre-
orientare e svolgere la
giudizi devianti. Questi vol-
loro opera educativa, im-
ti velati consentono di guar-
parando ad essere i ge-
dare con serenità la vita, l’a-
nitori del sì e i genitori del
more, il dolore, la morte… il-
no, sapendo valutare gli
luminati dall’antica saggez-
atteggiamenti da assu-
za persiana.
mere e quelli da evitare
nel rapporto con i figli.
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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SULL’AMORE
GE IVOAVNAGNEI LO
VITA CRISTIANA
BINIBTEBRIAPREETAZIONE
DONARSI
UN VANGELO DA URLO L’ESSENZIALE
PENSARE
Variazioni
riflessioni sui Vangeli
per la vita
DENTRO LA BIBBIA
sul tema dell’amore
della gioia
del cristiano
di Armido Rizzi
di Luciano Settimio, Effatà di Domenico Sigalini
di Pietro Principe
LAS, Roma, 2010
Cantalupa (TO), 2009
ELLEDICI, Leumann (TO) Editrice Vaticana
pp. 211
pp. 208
2009, pp. 199
Città del Vaticano, 2010
pp. 158
Non si tratta di un libro sem-
Trasmettere la novità evan-
plice da leggere, ma molto
gelica ai giovani di oggi non
proficuo e comunque alla
è semplice. Monsignor Si-
portata anche di chi non
galini, per la sua lunga espe-
ha fatto studi specialistici
rienza con i giovani, come ex
sulla Bibbia. Lo stesso tito-
direttore del servizio di Pa-
lo deriva dall’intento del-
storale Giovanile della CEI,
l’autore di invitare a fare un
e ora come vescovo di Pa-
esercizio interpretativo del-
lestrina e Assistente gene-
le scritture alla luce della
rale dell’Azione Cattolica,
teoria ermeneutica. Si trat-
lancia un salvagente ai gio-
ta di saggi su Dio, l’uomo, il
vani che cercano i lidi au-
mondo e su alcuni temi ge-
tentici dell’umanità e dell’a-
nerali che esprimono la pas-
more. Il libro raccoglie gli in-
sione dell’autore di cogliere
terventi sulla rivista Dimen-
la rivelazione di Dio dentro
sioni Nuove, in cui ogni mese
il linguaggio simbolico, nar-
offre una pagina di vangelo
rativo, profetico, sapienzia-
che illumina le contraddizio-
le, ecc. Dio e uomo si in-
L’amore è musica che av- ni e le attese dei giovani di È un testo disarmante nel- contrano e alla luce di alcuni
31
volge la vita e lascia svilup- oggi. Il tutto è frutto del quo- la sua semplicità ed “es- passaggi biblici l’autore sot-
pare la storia anche quando tidiano ascolto dei giovani e senzialità”. Ciò che si pro- tolinea la libertà di Dio che
la si mette in sordina o vi è della partecipazione ai sogni pone, nelle sue due parti, è si impegna verso l’uomo
il tentativo di rinnegarla. Il vo- di chi ha un’esistenza in- veramente l’essenziale di nella fedeltà indiscussa di
lume è una sorta di omaggio certa. Il linguaggio è quello ciò che il cattolico deve co- una promessa di amore, a
alla “musica” vitale che è maturato nell’ascolto dei gio- noscere e praticare. Nella cui la libertà dell’uomo è
l’amore, musica travolgente, vani e nella partecipazione ai prima parte sono riportate chiamata a corrispondere,
sottofondo per vivere, perché loro sogni: immediato, sin- le preghiere e alcune for- sulla base dell’esperienza di
l’amore è vita. Il testo pre- cero, capace di trasmettere mule dottrinali della tradi- essere lui stesso persona li-
senta questa “musica vitale” gioia e voglia di vivere.
zione cattolica; nella se- bera e autonoma.
a partire dalla precompren-
conda vengono proposti i pi-
sione della totalità dell’uomo:
lastri della fede: il credo, i
dimensione corporea, psi-
sacramenti, i comanda-
chica e spirituale. Sono tre le
menti, secondo la presen-
parti del libro: la prima pre-
tazione del Catechismo del-
senta la crisi occidentale
la Chiesa Cattolica, che
della ragione e la nuova con-
viene spesso riportato in
cezione come accoglienza
brevi citazioni. Non tutto si
dell’altro; nella seconda l’a-
esaurisce qui. Dopo ogni
more è presentato come
preghiera e altri contenuti
compimento della libertà; la
della pagina vi è anche uno
terza: amore dono di sé fino
spazio bianco ove sono
alla morte. In contrapposi-
tracciati dei righi: è un invi-
zione a una concezione d’a-
to a fare un po’ di silenzio
more in cui prevalgono pas-
per guardarsi dentro, fare
sione e sentimento.
una riflessione, evidenzia-
re una parola chiave, scri-
vere un pensiero, “rumina-
re” il testo con lo stile della
NCvatmoeOcOlenqiNRcnguhRtioseenSItSaoaoIrPlevlseOFaepAnNrrgiensDnspoVaEserlEoNatictNtilZhvieDAeiseli.IibsETIprtAdelioibdirtsirriePrsiicecocEith.natRaeot--
lectio divina”.
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

4.2 Page 32

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ON LINE
Un breve profilo di padre Felice Mansueto Bollini
(01/04/1910-20/11/1999), missionario in India.
UN TORNADO MA…
CI VOLEVA! di Giorgia Frisina
Un grande missionario il padre
Felice Mansueto Bollini, che operò
in India, nella regione dell’Assam,
per 67 anni. È certamente stato
un grande salesiano e un grande
apostolo che ha lasciato un’impronta
indelebile del suo passaggio.
32
mesi passati nei campi di concentramento di Deoli e 19
mesi nella nostra scuola di Sharanpur, con mia grande
gioia potevo ritornare in Assam. Iniziai il mio lavoro mis-
sionario a Barpeta, fra le tribù di Boro”. E proprio qui
cominciarono la sua vita avventurosa e il suo infaticabile
lavoro di missionario, intento anno dopo anno a costrui-
re piccole chiese e scuole per l’istruzione dei ragazzi,
ad aiutare i poveri e gli ammalati, a evangelizzare quelle
terre ancora lontane dal vangelo.
Don Felice Mansueto Bollini.
Quando iniziò la più terribile guerra che mai l’uma-
nità abbia sopportato, la seconda guerra mondia-
le, don Felice era già in India, nell’Assam: un ita-
liano in terra ancora sotto il dominio inglese; Ghandi
aveva offerto appoggio morale alla Gran Bretagna, e
questo bastò perché i missionari italiani fossero conside-
rati nemici, essendo alleati della Germania di Hitler.
Così il padre Bollini fu internato, insieme a molti altri
missionari, nei campi di concentramento di Deoli e
Dehara-Dun, dove nel 1943 fu ordinato sacerdote. Pro-
seguì la teologia nei campi di concentramento inglesi.
Dopo il rilascio dalla prigionia, dal 1° aprile 1944 al
novembre 1945 ricoprì la carica di amministratore della
scuola dei salesiani di Saharanpur nell’Uttar Pradesh.
Dal suo diario: “In principio di novembre 1945, dopo 21
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS
PROFILO ESSENZIALE
Felice era nato a Castellanza (provincia di Varese) il 1°
aprile 1910, in via Marnate 31 (ora via Marconi), alle
3.30 del mattino. Riferendosi a se stesso e alla sua vita,
egli si è sempre descritto utilizzando il termine
buddhu”, che, in uno dei tanti dialetti parlati nella regio-
ne nord-orientale dell’India, l’Assam per l’appunto, signi-
fica “burlone”. Felice, Mansueto e… Burlone! Manco
male! Ma nella realtà se non fu l’opposto, poco ci man-
ca. Nella scuola del paese frequentò le elementari e,
terminata la sesta, all’età di dodici anni, lasciò la scuola
e cominciò a lavorare in una fabbrica tessile. Oggi ci si
scandalizza, perché era un minore. Ma allora era la
regola. Il suo lavoro consisteva nel candeggiare i tessuti.
Durò poco, perché dentro sentiva imperiosa un’altra
chiamata. Come scrisse nella domanda di ammissione
al noviziato, aveva confidato al suo confessore il deside-
rio di diventare missionario. Così, a 18 anni, diede una
sterzata ad U alla propria vita e s’incamminò per un
nuovo sentiero. Ricordava: “Fui molto colpito dalla figura
di don Umberto Mombellu, il prete coadiutore nella mia
parrocchia; era molto devoto e la sua condotta esempla-
re; decisi quindi che sarei diventato anch’io prete”. Fu
proprio don Umberto ad accompagnarlo in seminario a

4.3 Page 33

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Annus Sacerdotalis
Il padre Felice con un gruppo di studenti.
Milano, ma la fortuna volle – fortuna per i salesiani,
ovviamente – che non ci fosse posto (vallo a raccontare
oggi!), per cui il prete deviò verso la casa salesiana di
Ivrea. Don Ambrogio Rossi, il direttore, sebbene anche il
suo collegio fosse al completo, si diede d’attorno e riu-
scì a trovargli un posto. E Felice arrivò all’istituto missio-
nario “Cardinal Cagliero” di Ivrea il 29 dicembre 1928.
Studiò come aspirante per quattro anni, poi fu accettato
per le missioni dell’Assam. Il 23 ottobre 1932 partì dal
porto di Genova e il 30 ottobre arrivò a Bombay; da lì
proseguì per Shillong, dove arrivò il 4 novembre. Proprio
33
In alto, il padre Bollini e la comunità
di Shillong dell’anno 1993.
In basso, eccolo tra i musicanti della “Don Bosco Band
di Shillong”; il secondo personaggio seduto alla sua
destra è il salesiano coadiutore sig. Giovanni Colombi.
quel giorno moriva don Umberto. Il suo ricordo lo
accompagnerà per tutta la vita: “Sarò sempre ricono-
scente al Signore per avermi dato la vocazione missio- del padre. Il quale dal canto suo non si lasciò intimori-
naria e a don Umberto per avermi aiutato a realizzarla”. re dallo squallore delle abitazioni, né dai pericoli della
Era iniziata per lui una straordinaria esperienza, destina- foresta, e si buttò a capofitto nel lavoro, tanta era la
ta a maturare e arricchirsi nel tempo. Dopo i due anni di determinazione che non si fermò neanche durante la
filosofia fu inviato a Guwahati per il tirocinio pratico. temporanea invasione cinese del 1962.
Imparò sul campo a fare il salesiano. Nel 1939 tonò a
Shillong per iniziare la teologia presso lo studentato teo-
logico del Sacro Cuore.
L’ULTIMA FASE
Nel 1976 tornò a rivedere l’Italia e i suoi parenti, ma
ripartì per l’India l’8 settembre dello stesso anno. Il 22,
VIA DALL’ASSAM
poté iniziare il suo nuovo lavoro: costruire con due fratelli
Nel novembre del 1946, quando il governo chiese ai mis- indiani, esperti di agricoltura, una scuola agricola a
sionari di lasciare l’Assam, padre Felice fu mandato a Umran, 35 km da Shillong. Riuscì nell’impresa, cavando-
Golaghat a rimpiazzare padre John Bennet. “Presto ven- sela in modo egregio. Nel febbraio del 1986, papa Gio-
ne anche l’ultimo giorno e la separazione. Nessuno dei vanni Paolo II visitò Shillong, capitale della regione
presenti immaginava che non ci saremmo più riveduti. Ci Meghalaya, in occasione del centenario della venuta dei
lasciammo alle grida di ‘Arrivederci a presto! Vieni a pas- primi missionari, i salvatoriani tedeschi. Riflettendo sugli
sare il Natale con noi! ’ I bambini erano quelli che faceva- inizi della sua vita missionaria, padre Bollini constatò con
no più fracasso. Senza che io lo sapessi, ponevo termine comprensibile soddisfazione: “Allora Shillong era l’unica
alla prima fase della mia vita missionaria”.
diocesi di tutto l’Assam, ora ce ne sono ben otto. I
Don Felice rimase a Golaghat nell’alto dell’Assam dal Vescovi sono tutti indiani ed ex allievi delle nostre scuole.
1946 al 1969. Golaghat, a quel tempo, era un borgo di Se n’è fatto di progresso in questi 50 anni!”. Nel 1990 le
qualche migliaio di abitanti, ubicato alla confluenza dei primavere trascorse dal nostro “don” erano già 80 e la
fiumi Diiang e Doisiri, nella provincia di Sibsagar. La fatica nel lavoro non era più un optional di cui ci si pote-
sua residenza era situata a nord della città. La ferrovia va non curare. Trascorsero nove anni in cui Felice si
divideva la proprietà in due parti. La missione si trova- dedicò all’insegnamento, alla direzione spirituale e alle
va nella foresta, ed era costituita da piccoli fabbricati confessioni. Nel 1999 morì, dopo 67 anni di vita in India,
coperti di lamiera: la chiesa, la scuola e la residenza di cui 36 di vita missionaria attiva. Anzi, attivissima. ٗ
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

4.4 Page 34

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COME DON BOSCO
l ’educatore
di Bruno Ferrero
COME BUONI mai in grado di sopportare quelle se-
rie della vita. E appassirà.
GIARDINIERI ᭿ Provvedere l’acqua. Il terreno
può essere fertile, ma se non viene
Dedicarsi al giardinaggio significa apprendere innaffiato nulla può crescere e pro-
sperare. La comunicazione è per gli
l’arte di coltivare la vita. Non solo quella delle piante, esseri umani ciò che l’acqua è per i
ma anche e soprattutto quella della nostra famiglia vegetali. Alcuni genitori sottovalutano
e dei nostri figli, che può sbocciare come un fiore l’importanza della comunicazione e
nutrito dalle cure amorevoli e dal grande fertilizzante
non vi prestano una attenzione suf-
ficiente. Comunicare con i figli signi-
della consapevolezza e della riflessione. fica in primo luogo ascoltarli: sforzarsi
cioè di capire che cosa intendono dire
realmente senza interpretare le loro
Dedicarsi al giardinaggio. Con- fasi diverse. Abbandonata a se stes- parole a proprio vantaggio, secondo
cretamente significa:
sa, muore.
i nostri schemi e pregiudizi o per di-
mostrare di avere ragione.
᭿ Avere un progetto. Non c’è nien- ᭿ Preparare il terreno. Bisogna of-
te di meglio che contribuire allo frirgli uno spazio dove può essere se ᭿ Preoccuparsi della luce. Per po-
sbocciare della vita. “Donare la vita” stesso. Per ogni pianta occorre il ter crescere in tutta la loro forza e bel-
è qualcosa che riempie la vita di sod- posto giusto: la famiglia è il luogo dei lezza le piante hanno bisogno di luce.
disfazione e felicità. Una pianta non sentimenti, il posto dove si sta bene Ogni pianta va alla ricerca di una fon-
è né buona né cattiva: vuole appas- insieme, “la nostra casa”. Per cre- te luminosa e se questa è insuffi-
sionatamente e soprattutto vivere! Ma scere, un figlio ha bisogno di sentire ciente, la pianta cresce sclerotica. La
senza un progetto preciso nulla suc- che i suoi genitori lo hanno voluto, lo luce che serve alla mente e al cuo-
34 cede. Nell’esistenza, come nel giar- amano così com’è, l’accettano con le re degli esseri umani è un insieme di
dinaggio, abbiamo bisogno di sape- sue qualità e i suoi difetti, che sono cultura, apprendimenti, senso morale,
re quale direzione vogliamo seguire. presenti, che l’accompagnano, che lo arte, virtù, sensibilità, intelligenza,
In pratica, per essere felici bisogna rispettano e che lo “inquadrano”. Un sentimenti. E senso religioso. Certo,
innanzitutto volerlo e questo deve di- bambino che ha un padre incapace si può vivere anche con poca luce,
ventare un obiettivo prioritario e con- di spedirlo a dormire la sera non pen- ma in questo caso la “pianta” avrà
sapevole. Solo quando stabiliamo gli sa che suo padre possa proteggerlo. uno sviluppo stentato, al di sotto del-
obiettivi e diciamo di sì a ciò che il È impossibile. «Se mio padre non è le sue potenzialità.
loro perseguimento comporta ci ac- neppure capace di farsi obbedire da
corgiamo che le nostre esistenze si me, che ho cinque anni, come potrà ᭿ Lavorare con entusiasmo. L’arte
trasformano. Una volta stabiliti gli difendermi dai ladri di cui ho tanta del giardinaggio è gioia pura e l’entu-
obiettivi, fatene una lista mettendoli paura di notte?». Una pianta cresce siasmo è il nutrimento della gioia per-
nero su bianco e riuscirete a portar- bene se è “disciplinata”, sostenuta, ché porta l’energia che fa stare bene.
li a termine positivamente.
puntellata, diretta. Un bambino ha bi- La vera felicità non è vincere, ma agi-
sogno di essere “recintato”, rassicu- re, progredire. «Bisogna stare attenti,
᭿ Prendere decisioni. Far cresce- rato, protetto e puntellato. Qualche tuttavia, a non limitarci al generare;
re qualcosa di vivo, significa pren- volta “potato”: chi non impara a sop- educare è altrettanto bello: un pro-
dersi una gran bella responsabilità. portare i piccoli “no” e le
cesso in cui si ap-
Un essere vivente ha enormi capa- modeste frustrazioni
prende molto, in
cità di sviluppo. Ogni organismo vi- familiari non sarà
cui si sperimen-
vente è unico e cresce secondo di-
namiche personali. Il rispetto dell’al-
tro è essenziale. Per progredire bi-
sogna imparare a concentrarsi sulla
situazione, e poi non esitare, ma agi-
re. Una pianta è un “oggetto” in cor-
so d’opera per sempre, sia pure con
Anche il giardinaggio
è una disciplina educativa:
insegnarlo ai piccoli non è uno
sprecar tempo ma un altro modo
di trasmettere valori.
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
SEMINARE, ZAPPARE,
INNAFFIARE,
POTARE… SPERARE
Una educazione al giardinaggio non è un passatempo
o uno spreco, tutt’altro.
S tano nuove dimensioni della propria
umanità. Si cresce l’altro crescendo se
ono figlia della città e, confes-
so, non ho proprio il cosiddetto
stessi» scrive Vittorino Andreoli. Ogni
“pollice verde”. La mia casa è
giardiniere è fiero delle sue piante. però dotata di un minuscolo giardino
«Sono stato veramente contento ieri – piccolo miracolo dell’urbanizzazio-
sera: per la prima volta sono uscito con
mio padre. Mi ha presentato agli ami-
ci ed ha detto di me che ero un bravo
figliolo» (Andrea, anni 17).
ne intensiva delle periferie – dove con
fatica stanno quattro alberi, ormai più
vecchi che adulti, e un po’ di piante
capaci di resistere con alterne vi-
cende al freddo e al vento di tra-
᭿ Liberarsi dalle erbacce. Terreno,
acqua e luce sono elementi essenziali
ma non sufficienti. Il bravo giardinie-
re sa di dover difendere le piantine te-
nere dalle erbacce che rischiano di
soffocarle. I bravi genitori cercano di
proteggere i figli dalle cattive influen-
ze. La crescita è un processo gra-
duale. L’autonomia si acquisisce pas-
so dopo passo. Il che non significa
però che si debba essere iperprotet-
tivi. Come succede nei giardini, una
volta eliminate le erbacce si rimane
stupiti da come tutto il resto venga di
montana. Pur se non è bellissimo,
questo piccolo scenario naturale è la
luce dei miei occhi, quando al matti-
no faccio colazione; nelle giornate di
pioggia, mi regala anche un profumo
che mi fa illudere che da qualche par-
te, oltre il balcone, ci sia una parvenza
di campagna. Alessandra e Claudio
sono cresciuti, d’estate, su questo faz-
zolettino di terra: era bello farli giocare
con libertà in un pezzetto di verde di
fatto limitato, ma allo stesso tempo in-
finito per la loro fantasia. In verità,
hanno sempre preferito l’acqua al ter-
reno, che non poteva concorrere in al-
35
I ragazzi si appassionano
facilmente alle cose belle.
Il giardinaggio è una di queste.
conseguenza: la bellezza è lì, pronta cun modo con la sabbia delle vacanze
a espandersi in un attimo!
al mare; però non disdegnavano le fo-
glie, i rametti, le piccole bacche, per menticanze nel rapporto con le di-
᭿ Esercitare la pazienza. Il giardi-
naggio insegna a rispettare le tabelle
di marcia, a trasformare un’idea in un
progetto con obiettivi chiari, ad ana-
lizzare il terreno per capirne le carat-
teristiche, a utilizzare gli attrezzi giu-
sti, a nutrire con cura le piante e ad
aspettare con calma il momento del-
la fioritura. Se rispettiamo questa ta-
bella di marcia anche negli altri ambiti
della vita vedremo finalmente sboc-
ciare. Non posso obbligare il mio
giardino a crescere più velocemente.
Allo stesso modo, anche l’evoluzione
di ogni persona ha i suoi tempi. Da ri-
spettare. E monitoriamo la nostra
sostenere le loro improbabili avven-
ture di bambini.
᭿ Devo dire, purtroppo, che non
abbiamo mai provato con serietà a
occuparci di questo giardinetto, spes-
so affidato al caso. Nel frattempo,
però, ci siamo dedicati, in modo co-
munque occasionale e disordinato, a
seminare a primavera fagioli e len-
ticchie in minuscoli vasetti sul da-
vanzale del bagno; a zappettare in-
torno ai germogli del basilico e della
menta sul balcone della cucina; a in-
naffiare e potare i gerani, perché non
fossero soffocati dalla loro stessa esu-
beranza. Tutti tentativi sempre e si-
verse esigenze delle piante, in nome
di impegni e responsabilità ritenuti più
importanti. Ma anche, o forse so-
prattutto, un deficit inavvertito di spe-
ranza: ci mancava la capacità di at-
tendere senza stancarci, mantenen-
do la fiducia nella verità che tutto ciò
che viene dall’amore non potrà mai
seccarsi miseramente. Ho cercato di
travasare nei figli una sana capacità
di meraviglia nei confronti della natura;
credo di averli orientati, nel tempo, a
uno sguardo contemplativo, capace
di scorgere nella perfezione della
natura l’impronta e la bellezza del suo
Creatore; posso dire con sufficiente
sicurezza di aver trasmesso loro il ri-
energia per comprendere che cosa ci stematicamente segnati dal più tota- spetto per l’ambiente, complice anche
fa passare dallo svegliarci ogni matti- le insuccesso: mancanza di compe- la scuola che li coinvolgeva di tanto
na con il sorriso al desiderare che la tenza e di regolare attenzione, pas- in tanto in iniziative e campagne
settimana sia finita già al martedì. ٗ sione superficiale, drammatiche di- ecologiche.
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

4.6 Page 36

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᭿ Ora che sono grandi, mi sem-
bra di aver suscitato in loro con una
certa efficacia la consapevolezza
che, in questa vita, l’esperienza e
il dono della generatività hanno ine-
vitabilmente bisogno di persone pa-
zienti, pronte a prendersi cura di ciò
che deve crescere ed è ancora fra-
gile per provvedere da solo a se
stesso. Non sono invece del tutto si-
cura di aver testimoniato loro con
chiarezza e coerenza che, nel giar-
dinaggio come in altre questioni ben
più fondamentali, è necessario es-
sere perseveranti nel servizio ver-
so la vita e le sue esigenze ed es-
sere pronti a non mollare mai, an-
che quando non si riescono a scor-
gere i germogli del nuovo che sta
nascendo. Allo stesso modo, temo
di aver creato qualche fraintendi-
mento sul problema dell’innaffiatura
(non ci piove sul fatto che ogni es-
sere vivente ha bisogno di essere
nutrito: ma quanto? Il troppo e il
troppo poco restano spesso un
mistero nelle mie misere perfor-
36 mances di giardiniera), così come
ho lasciato pericolosamente in-
compiute le lezioni sulla potatura:
mantenere sempre un sostanziale
atteggiamento di delicatezza nei
confronti di una pianta che viene su
selvaticamente o sforbiciare a tut-
to campo, per sagomare in modo
armonioso rami e foglie? Confesso
che non ho ancora risolto tali que-
stioni, né in riferimento alle piante
della casa, né tanto meno come
metafore di impegni educativi più
cruciali. Mi cimento ancora qualche
volta con il giardinaggio, ma ho ca-
pito che forse è meglio aspettare,
speranzosa, gli anni della pensio-
ne: forse – se riuscirò finalmente a
disporre di un po’ di tempo libero e
avrò qualche impegno in meno e
qualche anno in più – potrò prova-
re ad imitare mia madre, che ha
sempre piantine fiorite e rigogliose
alle quali parla ogni giorno come
fossero le amiche del cuore e che
carezza come se fossero anch’es-
se parte della sua discendenza.
Quanto ai figli, per il momento fan-
no azione di recupero e di peni-
tenza, collaborando alla redazione
di una rivista che si occupa di pro-
blemi ambientali. Chissà se riusci-
ranno a mediare teoria e prassi, sa-
pere e saper fare, speranza e rea-
lizzazione concreta.
ٗ
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
Donna fine e culturalmente attrezzata,
amante dell’arte fino a diventarne
un’esperta. Studiosa di teologia,
correttrice di bozze, collaboratrice
di diversi giornali, poetessa...
VERA ELISA RUGGERI
VOLERE È DIVENTARE
Ha lavorato nel silenzio, for-
te solo della sua fede e del de-
siderio di tornare utile a qual-
cosa o a qualcuno purché ap-
partenga alla categoria degli ultimi, de-
gli invisibili, dei rifiutati… Ha com-
pilato nel corso degli anni degli album
che raccolgono le sue pitture a sog-
getto sacro, realizzate con tecniche e
stili diversi. Non di rado i suoi lavo-
ri sono elaborati con forme geome-
triche semplici che l’avvicinano allo
stile orientale iconico. Ha partecipa-
to ad alcune collettive di pittura e di
poesia, ma come anonima, restia
com’è a fare dell’arte una fonte di red-
dito o di affermazione personale: ha
scelto di rimanere libera dal mercato…
il che si configura oggi quasi come un
miracolo.
>> La sua arte parla alla mente
ma soprattutto al cuore. I suoi
dipinti inducono forti emozioni,
poiché sono i traguardi di un per-
corso interiore ma anche esteriore a
volte sofferto, contrastato, spesso
incompreso, ma sempre accettato e
rilanciato con pertinacia. La Rug-
geri afferma con candida e forte
convinzione: “Dove non mi hanno
insegnato un maestro e/o una scuo-
la, mi ha insegnato la vita”. E la
vita è sempre stata e sempre sarà la
migliore insegnante che esista sulla
terra dei viventi. Ama tre cose al di
sopra di tutto: la preghiera, lo stu-
dio, l’arte, magnifica fusione capa-
ce di fare dell’uomo un capolavoro.
>> Il crocifisso che presentiamo
mostra un corpo distrutto non
solo dalla sofferenza del martirio,
ma da una angoscia interiore atro-
ce, che lo costringe a prendere atto
– come uomo – del proprio falli-
mento: “Mio Dio, mio Dio, perché
mi hai abbandonato”, e ancora:
Non sanno quello che fanno!”.
Ammettere questo è ammettere sia
la sconfitta sia qualcosa di grande
che da quella sconfitta sarebbe
nato. Pesa su quel corpo abbando-
nato, che sembra sfasciarsi inesora-
bilmente, tutto il dolore del mondo.
Croce abbracciata, per amore di
coloro che sul patibolo ce l’hanno
mandato innocente. Le macchie di
sangue non fanno che aumentare la
tragicità della scena senza perso-
naggi, su sfondo nero/lutto: il lutto
del mondo. Sembra un corpo senza
più un alito di vita, perché essa è
stata tutta donata… Dovrà pensarci
il Padre a scioglierlo dai lacci della
morte, per far comprendere a tutti
che il fallimento, in realtà, è stata
la sua più grande vittoria.
ٗ

4.7 Page 37

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LAETARE
ET BENEFACERE…
37
AFORISMI di Franco Scillone
1) I remi si lamentano perché loro lavorano
e la barca se la gode. Ma se la barca
ha l’acqua alla gola, addio barca e remi!
2) Se vuoi avere il meglio della vita,
incomincia a riflettere che già la vita stessa
è il meglio che hai.
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

4.8 Page 38

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SFIDE ETICHE
per ragazzi, genitori, educatori
IO! di Sabino Frigato s.frigato@ups.crocetta.org
GLI ALTRI...
NON ESISTONO
PROPRIO Il vizio capitale della
superbia, devastante
a livello sociale, è
ovunque presente,
tenace, implacabile,
quasi indomabile;
risulta un pericolo
a tutte le età e si
annida in tutti gli strati
Vuoi sapere, non se sei, visto
che lo sei – lo siamo! – ma
quanto sei superbo? Sotto-
poniti a questo minitest.
Il vizio capitale della superbia,
rappresentato dallo scultore
Carlo Previtali di Bergamo.
38
sociali sotto tutti i cieli Vuoi sempre aver ragione?
di tutte le epoche
Ti piace metterti in vetrina?
Tagli i ponti quando ti criticano?
della storia umana.
Le figuracce ti distruggono?
che può instaurare è solo dall’alto in
Ti racconti sempre come un prota- basso. Gli altri? Solo pedine da usa-
gonista “vincente”?
re per la propria affermazione. Il su-
Su tutto dici la tua criticando tutto perbo è un ambizioso affamato di ri-
e tutti?
conoscimento, ma anche un presun-
Del parere altrui te ne freghi?...
tuoso, un vanaglorioso, un millanta-
tore, un arrogante, un ipocrita e, per
Beh, può bastare! Come ti senti completare, uno smisurato egoista:
dopo il test? Per consolarti sappi basta a se stesso e non vuole dipen-
che da Adamo ed Eva la superbia ha dere da nessun altro. Ovviamente
sempre tenuto banco. Pensa a quel dispensa consigli a tutti, ma non ne
fatidico pomo: cos’è stato se non accetta: lui sa!
uno stupido gesto di superbia: “farsi Nel superbo, purtroppo, ciò che
come Dio”. La voglia di elevarci di può far bella la vita – stima di sé,
almeno un gradino al di sopra degli qualità umane, capacità di autono-
altri è talmente radicata in ognuno mia, fiducia in se stessi, volontà di
di noi che fin dall’antichità la super- realizzarsi, ecc. – viene esasperato
bia è detta “madre” e “regina” di nella ricerca di una irraggiungibile
tutti gli altri vizi.
quanto irrealistica superiorità. Ma,
nonostante le apparenze, la vita del
L’IDENTIKIT
“super” non è né facile, né felice.
La mancanza di riconoscimenti lo
Il superbo, anche se non allo stato sprofonda nell’invidia. Dalla padel-
puro, è una persona tremendamente la alla brace. Ha scritto Salvatore
antipatica e insopportabile. La sua Natoli: «Lucifero cade per la super-
presunta superiorità sprizza disisti- bia, ma si danna nell’invidia». Non
Jean-Auguste-Dominique Ingres
(1780-1867) ha dipinto l’imperatore
Napolene sul trono, in tutta la sua
superba magnificenza. Un ritratto
che bene esprime il titolo del
presente articolo.
ma da ogni poro quando non anche
disprezzo. Solo lui sa cosa e come
devono fare tutti gli altri: i politici, i
calciatori, gli economisti… e perché
no anche il Papa. L’unica relazione
è difficile capirlo. Come sopportare
chi fa ombra? Il confronto, quando
è perdente, rode l’animo e quell’in-
sopportabile senso di inferiorità
spinge a cercare nuovi riconosci-
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS

4.9 Page 39

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menti e affermazioni anche a costo
di svendersi al “potente” di turno.
La grandezza del superbo è…
artificiale.
L’esperienza insegna che superbo si
accompagna a servile. Un ritratto
esasperato, al di sopra della realtà?
Forse sì, forse no! In ogni caso uno
specchio in cui guardarsi dentro.
ed evoluto guardava i “terroni” che
lo invadevano? Sentirsi superiori a
qualcuno è un virus che intacca
ovunque. Ad esempio, chi abita nei
I TANTI VOLTI
quartieri bene malgiudica chi vive nel
degrado di certe periferie. Le tifose-
DELLA SUPERBIA
rie in nome della propria superiorità
si disprezzano reciprocamente. In
Ma la superbia è soltanto delle per- molti paesi, ancor oggi, la donna vie-
sone singole? Non proprio. Il vizio si ne considerata qualcosa di inferiore
annida pericolosamente allo stesso da usare e abusare. Sul lavoro non IL SENSO DELLA
tempo in gruppi, società, culture. manca l’arroganza dell’incompeten- MISURA E DEL LIMITE
Per quanto tempo abbiamo coltivato te capetto voglioso di carriera. Per
il mito della superiore civiltà europea completare il quadro: quanta violen- Dal momento che un po’ tutti – chi
da esportare e imporre ai “selvaggi” za generata dall’arrogante superiorità più, chi meno – dobbiamo fare i con-
degli altri continenti? Ma l’arro-
degli interessi economici, politi- ti con questo disastroso sentimento,
ganza della superiorità degli uni
ci, militari di una parte di mon- esiste una qualche strada per conte-
sugli altri viene
do sull’altra?
nerne gli effetti perversi e così non ro-
fuori ovunque: dai
È vero: la superbia infetta il vinare la vita a se stessi e agli altri?
discorsi di certi
cuore umano da sempre. Ma Una constatazione: il superbo è la per-
politici, dai muri
oggi, con l’aria che tira, non sona meno realistica di questo mon-
delle città e so-
è che siamo diventati tutti un do. Gli manca l’unica cosa di cui ha
prattutto dalla
gente comune,
po’ più arroganti, intolle-
ranti: più superbi? Pare di
veramente bisogno: il senso della
misura e del limite: gli manca l’umiltà
39
cioè da noi tutti. Ad
sì! Ognuno rivendica l’as- di accettarsi serenamente per quello
esempio, come stia-
solutezza del proprio io. che è e si ha: capacità e limiti, successi
mo guardano gli ul-
Non si accettano né re- e insuccessi. È un problema di auto-
timi arrivati in casa
gole, né limiti: “io mi ge- stima. Una corretta stima di sé nasce
nostra? Né più né
stisco io”. È l’esaltazione dalla conoscenza e dall’accettazione
meno come ieri il
dell’ego e del diritto alla di quello che si è e non si sarà mai; di
nord industrializzato
propria autorealizzazione. quello che si ha e non si avrà mai.
Solo così si matura come persone ca-
paci di relazioni accettabili. Se il su-
perbo si chiude nella sua presunta su-
periorità, la persona umile, realistica,
al contrario, sa guardare oltre il pro-
prio ombelico per relazionarsi gli al-
tri alla pari, nel senso che sa dare sen-
za imporre; sa ricevere senza sentir-
si sminuito; sa comandare senza umi-
liare; sa obbedire senza servilismo; sa
gestire responsabilità e ritirarsi al
momento opportuno senza risenti-
menti; sa valorizzare gli altri senza in-
vidie o gelosie. In definitiva, l’umi-
le è la persona matura, per nulla per-
fetta, ma consapevole del proprio li-
mite, come delle proprie possibilità.
Dal momento che la superbia è un
vizio molto democratico che non ri-
sparmia nessuno, vale la pena ricor-
dare che «chi si innalzerà sarà ab-
bassato e chi si abbassa sarà innal-
Uno degli animali che si usano come emblema della superbia è il pavone…
Anche se con quel vizio il poveretto ha poco a che vedere: lo show della ruota
è più un’invocazione d’amore che di forza.
zato» (Mt 23,12), perché «Dio resi-
ste ai superbi, ma dà grazia agli
umili» (Proverbi 3,34).
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

4.10 Page 40

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D IBATTITI
Giornate Mondiali
REALTÀ O
FANTASIA? di Severino Cagnin
2 luglio 2010, World Ufo
Day. Di Ufo si continua
a parlare nonostante
la scienza continui a
sottolineare che sia
una gran bufala. C’è
chi li ha visti, chi li ha
fotografati, chi li ha
40 ripresi con la
telecamera…
E c’è chi dice che certi
governi nascondano le
prove in improbabili
laboratori segreti, ecc.
Ed ecco oggi anche la
giornata mondiale
dedicata agli UFO.
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS
Il 2 luglio 1947 lo schianto di
un Ufo nel deserto vicino alla
città di Roswell nel sud degli
Stati Uniti aprì lo studio sugli
extraterrestri o alieni che dir si vo-
glia. La stampa annunciò in prima
pagina addirittura la cattura di un
disco volante; a loro volta le auto-
rità civili e militari dichiararono
che si trattava di un pallone sonda
dell’aeronautica militare. La cosa
non finì lì. La questione era: inge-
nue invenzioni o gravi pericoli per
l’intero pianeta? Da quella data in
poi il problema crebbe fino a dive-
nire oggi argomento di spettacolari
film, romanzi di fantascienza, se-
rial televisivi, di convegni e della
prima giornata mondiale, promos-
sa da associazioni potenti cui han-
no aderito molti paesi, come anche
l’Italia con il CUN, il Centro Ufo-
logico Nazionale.
>> Sembra che gli uomini abbiano
bisogno del mistero, sentano la ne-
cessità di credere in Qualcosa o
Qualcuno, in un Essere superiore per
sperare salvezza oltre le proprie for-
ze. Lo insegnano
credenti e atei con
una fede, politica
o scientifica, arti-
stica o sportiva,
anche se i surro-
gati non danno ri-
sposte. Le doman-
de sulla vita non
dipendono dalla
cultura o dal ceto
sociale: spesso un
bambino, un po-
vero, un incolto
danno le risposte
giuste; al contrario
il frastuono mass
mediale e lo stress per il business
creano manicomi, ospedali e carce-
ri. Così, dal confronto tra le stati-
stiche di Svezia e Burundi, o da quel-
lo tra Trieste e Lecce. La magia eli-
mina la religione in un mondo sen-
za valori, che si illude di controlla-
re il futuro. Superstizione o Provvi-
denza? Il G.R.I.S. (Gruppo di Ri-
cerca e Informazione Socioreligio-
sa) ha comunicato che in Italia eser-
citano la professione più di 20.000
maghi, 7000 pubblicizzati in stam-
pa e Tv. Secondo le statistiche, in una
città di circa 100.000 abitanti ce ne
sono un centinaio. A Roma se ne
contano circa 1700, il che vuol dire
che sono più numerosi dei preti! Ma
la cosa più incredibile, e per certi
versi più spettacolare, è che tali in-
dividui sono frequentati anche da po-
litici e intellettuali, per quanto stra-
no possa apparire. In alcuni paesi ex-
traeuropei vanno crescendo perico-
lose sette sataniche e neo pagane.
>> Gli Ufo avvicinano a Dio? Su-
gli Ufo crescono posizioni sempre
più opposte... La Chiesa non sta
dalla parte di nessuno e si mantie-
ne alla larga dall’intervenire. Pa-
dre Gino Ciolini, agostiniano di
Firenze e noto teologo, ne La fede
pensata scrive: “L’atto creativo è
uno solo e Dio può aver creato al-
tri mondi e altre entità […] Dio ha
dato all’uomo l’intelligenza per
esplorare anche oltre la Terra.
Scuotere le fondamenta del Miste-
ro avvicina l’Uomo a Dio”.

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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SU QUESTA
PANCHINA
OTE SULLE NOTE
di Jacopo Ratini
Per l’odio, la violenza, la superbia
c’è una risposta semplice, forse banale,
ma sicuramente efficace: l’amore.
Ventisette anni, da Roma,
look sbarazzino, Jacopo Ra-
tini, dopo anni di gavetta
troppo didascalica, un mon-
do ideale in cui i giovani af-
frontano il futuro con ottimismo
tra serate nei locali ed esibizioni
e, di fronte a problemi all’appa-
in premi minori, trova improvvi-
renza insormontabili, lungi dal
samente la strada del pieno rico-
preferire scorciatoie fraudolente, si
noscimento. Quasi di seguito, in-
rimboccano le maniche “dandoci
fatti, arrivano prima la selezione
dentro” con fiducia. Le argomen-
tra i finalisti di Sanremo Web e
tazioni dense e sostanziose sono
poi l’ambìto successo al Premio
rese “facilmente digeribili” dal lin-
Musicultura. Jacopo è pronto per
il grande passo: selezionato dal
guaggio fresco e ironico che fa il 41
paio con melodie semplici e ac-
Sanremo Lab giunge sul palco
cattivanti e con arrangiamenti
dell’ultima edizione del Festival
briosi e minimali che privilegiano
della Canzone Italiana nella se-
suoni morbidi e ritmiche poco in-
zione Nuova Generazione. No-
vadenti.
nostante l’eliminazione al primo
turno, ottiene plausi dalla critica
>> La musica è subito incalzan-
e dà alle stampe il suo primo al- >> Le parole delle sue canzoni di- te Su questa panchina è una
bum Ho fatto i soldi facili.
pingono, a tratti forse in maniera sorta di sfida lanciata ai mena-
gramo che predicano l’impossi-
SU QUESTA PANCHINA di Jacopo Ratini
bilità di una relazione sincera, e
sono convinti sia da ingenui il-
Il mondo canta storie che parlano
d’orrore, noi non lo ascolteremo
Il mondo fa la guerra noi tutti giù per
terra giocheremo a biglie
E basta un tuo sorriso che mi sento già
così sereno
Oggi partiamo, oggi voliamo e mano nel-
la mano andiamo lontano
Questa paura di stare bene insieme / è
ludersi di poter vedere il bene
un giorno trionfare. Il suggeri-
mento è di mettersi in gioco per-
sonalmente per dimostrare come
sia possibile trarre da ogni mo-
Dipingimi la faccia coi colori dell’arco-
baleno
Sorridi ancora perché il tuo sorriso por-
terà il sereno
Ci conosciamo, ci siamo detti “ti amo” e
non è successo nulla di strano
Questa paura d’amare che ci gira intorno
una bugia degli uomini per non soffrire
Ora siam di nuovo qua, come qualche an-
no fa, su questa panchina
Il mondo canta storie che parlano
d’orrore, noi non lo ascolteremo
Il mondo fa la guerra noi tutti giù per
terra giocheremo a biglie
mento vissuto con entusiasmo
gioie impagabili.
Noi scorgiamo questa possibili-
tà grazie alla melodia saltellante
e scanzonata del ritornello che,
quasi come una filastrocca d’altri
/ è solo una bugia per non guardarsi
dentro
Ora siam di nuovo qua, come qualche an-
no fa, su questa panchina
Il mondo canta storie che parlano
d’orrore, noi non lo ascolteremo
Ho voglia di scrivere ancora una lettera,
come non si fa più.
Ho voglia di leggere ancora una favola,
come non si fa più.
Ho voglia di riavere cose di un tempo,
tempi, si muove allegra sopra un
tappeto tenue di piano, chitarre e
ritmica senza spigoli. Poi ci ada-
giamo con la melodia più distesa
e poco articolata della strofa che
Il mondo fa la guerra noi tutti giù per che non tornano più.
fa fluire serenamente le conside-
terra giocheremo a biglie
E guardo gli occhi tuoi perché negli oc-
chi tuoi si vede il cielo
Ho voglia di avere qualcosa che ho per-
so, che ho perso.
Il mondo canta storie che parlano
d’orrore, noi non lo ascolteremo
razioni dei due amici/amanti sul-
la panchina. E, piano piano, il
mondo terribile che ci circonda
ci fa meno paura.
ٗ
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 02-09-1971 n. 959, e la
Fondazione Don Bosco nel
mondo (per il sostegno in parti-
colare delle missioni salesiane),
con sede in Roma, riconosciuta
con D.M. del 06-08-2002, pos-
sono ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
in Roma (o alla Fondazione
Don Bosco nel mondo, con sede
in Roma) a titolo di legato la
somma di …, o titoli, ecc., per
i fini istituzionali dell’Ente”.
b) di beni immobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
42
in Roma (o alla Fondazione Don
Bosco nel mondo, con sede in
Roma) l’immobile sito in… per i
fini istituzionali dell’Ente”.
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l’uno o
l’altro dei due enti sopraindicati
“… Annullo ogni mia preceden-
te disposizione testamentaria.
Nomino mio erede universale la
Direzione Generale Opere Don
Bosco, con sede in Roma (o alla
Fondazione Don Bosco nel
mondo, con sede in Roma) la-
sciando ad essa quanto mi appar-
tiene a qualsiasi titolo, per i fini
istituzionali dell’Ente”.
(Luogo e data)
(firma per disteso
e leggibile)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 – Fax 06.65612679
Fondazione Don Bosco nel mondo
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612658 – Fax 06.65612679
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS
I NOSTRI MORTI
ANTONINI sac. Camillo, salesiano,
† Arese (MI), l’8/07/2007, a 99 anni
Don Camillo era un galantuomo: sincero, one-
sto, sereno, sempre pronto a dare una mano
a chi ne aveva bisogno. Era di una calma in-
teriore invidiabile. Lui stesso scriveva: “Dob-
biamo essere sereni per mantenere ordine
nella nostra vita: meditazione e preghiera per
non avvelenare la nostra vita e la salute…”.
Fu maestro di novizi a Montodine, inculcando
nei candidati alla vita salesiana le pratiche
della tradizione e quello spirito tutto partico-
lare del carisma che coniuga insieme pietà e
gioia, santità e allegria, spirito di sacrificio e
ottimismo. Sapeva educare partendo dalla si-
tuazione personale dell’educando ed esal-
tando le sue peculiarità di carattere per ren-
derlo “un pezzo unico”, perché ciascuno ha
la sua strada. Fu anche direttore… paterno e
materno, attento alla formazione personale di
confratelli e allievi. Parroco ad Arese, seppe
coinvolgere i laici nella conduzione della par-
rocchia, sempre a disposizione di tutti. È mor-
to carico di saggezza, di anni.
CHIARI sac. Romeo, salesiano,
† Varazze (SV), il 18/09/2008, a 83 anni
Una vita per i giovani. Grande la sua disponi-
bilità ad aiutarli in ogni momento. Non solo i
suoi alunni di scuola media ma tutti quelli che
lo cercavano per un consiglio, una buona pa-
rola, un ricordo al Signore. Un tumore ha se-
gnato per quattro lunghi anni la sua vita,
minato la sua fibra, reso eroica la sua testi-
monianza. Era un ottimista che sapeva inco-
raggiare, rispettando le idee altrui ed espo-
nendo con serenità e umiltà le proprie per
non offendere nessuno. Voleva bene a tutti,
era amante dell’ordine e soprattutto sapeva
stare con i ragazzi che esortava con la clas-
sica parolina all’orecchio, e quand’era ne-
cessario li rimproverava, non con grande
amorevolezza. L’oratorio è stato indubbia-
mente uno dei suoi grandi amori.
BEDETTI sr. Rosalia,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
† Torino, il 12/01/2010, a 77 anni
Per 21 anni fu missionaria in Colombia e in
Venezuela, tra gli indigeni Yanomami, do-
nando molte ore di assistenza e accompa-
gnamento negli studi alle ragazze interne ed
esterne, tante lezioni di catechismo e attività
scolastiche, maestra di lavoro in vari labora-
tori di cucito, sartoria, ricamo. Intanto perfe-
zionò la sua preparazione professionale, fre-
quentando corsi per acquisire i titoli per l’in-
segnamento nella scuola elementare.
Considerò utile questa qualifica soprattutto
per la catechesi e le attività apostoliche che
prediligeva. Ritornata in Italia, continuò a do-
narsi con amore per i giovani e le giovani, nel-
la catechesi e nella scuola primaria.
CAMPARI sr. Santina,
Figlia di Maria Ausiliatrice,
† Orta San Giulio (NO), il 16/01/2010,
a 88 anni
Suor Santina attribuisce l’origine della sua
scelta per le FMA ad un “incontro” visibile,
forse un sogno, in cui le apparve Don Bosco
e le disse: “La Vergine Ausiliatrice ti vuole e
ti farà un dono, quello di saper soffrire per il
bene delle anime”. Allora disse il suo sì, per-
ché ebbe l’intuizione che l’origine di quel so-
gno fosse divina e questo rimase il più bel ri-
cordo della sua giovinezza, un segno che
trasformò tutta la sua vita. Fu educatrice dei
bambini della scuola materna alle dipenden-
ze del Comune di Malesco, e lasciò un ri-
cordo molto gradito nelle famiglie, nei picco-
li alunni e anche negli amministratori, che la
considerarono seguace coscienziosa dello
stile educativo di Don Bosco e vera benedi-
zione per il paese.
ZANON sig. Luigi, salesiano laico,
† Castello di Godego (TV), il 20/02/2010,
a 77 anni
Un temperamento forte il signor Zanon, che
la sclerosi laterale amiotrofica del sistema
nervoso ha portato alla morte. Da ragazzo
gli bastò sentire parlare di Don Bosco per
innamorarsene e farsi salesiano. Al Rebau-
dengo divenne un sarto qualificato e fu in-
viato in Spagna dove per 30 anni lavorò so-
prattutto a Madrid con ragazzi a rischio. Di-
venne un educatore esigente ma attento a
prendere il ragazzo in situazione. La Spa-
gna divenne la sua seconda patria, i ragaz-
zi la sua vita. Intelligente e arguto usava
ogni astuzia per educarli: dalle battute di
spirito ai soprannomi bonari, dai castighi ra-
gionati alle prese in giro. Organizzato, me-
todico, puntuale alla preghiera, osservante
spirito critico, a volte diventava pungente,
altre volte brontolone ma sempre con ironia
e umorismo. Ha accettato e sopportato la
malattia affidandosi totalmente a Dio.
GUALDRINI mons. Franco,
exallievo salesiano,
† Terni, il 22/03/2010, a 87 anni
È cresciuto all’oratorio salesiano di Faenza
fino a quando è entrato in seminario. Ha poi
studiato al Capranica di Roma, del quale è
diventato in seguito rettore. Nel 1983 è stato
nominato vescovo di Terni. Un pastore atten-
to alla crescita della comunità cristiana, pie-
no di zelo, sempre dalla parte dei più deboli,
diffusore convinto e ardito del rinnovamento
voluto dal Vaticano II. Ha spesso parlato del
“genio femminile” affidando alle donne inca-
richi importanti. Uomo di dialogo, sapeva co-
niugare fede e cultura. L’ISTESS (Istituto di
Studi Teologici e Storico Sociali) è una sua
creatura, come la rivista “Passaggi” ed altri.
Ha ideato “Inedito per Maria”, un Festival Na-
zionale della Canzone d’Autore diretto da
Bennato per far emergere nuovi talenti musi-
cali. È stato vicino ai lavoratori, alla povera
gente, alle missioni che aiutava attraverso la
Caritas. È tumulato nella cattedrale di Terni.
ne“ltRogeriacnirasdoainifnoiotdreiirrDreaio”

5.3 Page 43

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MM iill
eessee Savina Jemina
LULUGGLILOIO
PIANTE DELLA BIBBIA
SICOMORO
Caratteristico del Medio Oriente, è
alto anche 20 metri. Nella forma ri-
corda il fico (in latino Ficus sycomo-
rus). Il legno leggero e resistente
era usato per mobili, statue e sar-
cofagi per le mummie egizie; i frutti
erano destinati al bestiame. In
ebraico, la pianta è detta “shik-
moth”, con riferimento a “shikum”,
rigenerazione. Il sicomoro, citato
otto volte nella Bibbia, era coltivato
soprattutto nella regione della Se-
fela, a ovest del mar Morto. “Salo-
mone fece sì che in Gerusalemme
l’argento abbondasse come le
pietre e rese il legname di cedro
tanto comune quanto i sicomori
che crescono nella Sefela” (1Re
10,27). La pianta aveva una certa
importanza economica: ai tempi di
Davide, c’erano sovrintendenti per
gli olivi e i sicomori (1Cr 27,28) e il
profeta Amos si definisce “raccogli-
tore di sicomori” (Am 7,14). L’albero
è noto per l’episodio evangelico di
Zaccheo: a Gerico, questo “capo
dei pubblicani e ricco” cercava di
vedere Gesù tra la folla; essendo
piccolo di statura, salì su un sico-
moro e quando Gesù giunse sotto
l’albero, gli disse: “Scendi subito,
perché oggi devo fermarmi a casa
tua” (Lc 19,1-4).
SANTUARI MARIANI
CZESTOCHOWA
Il santuario di Jasna Gòra, tra i più
famosi al mondo, sorge a Czesto-
chowa (Polonia). Secondo alcuni,
il nome deriva da Czenstoch, fon-
PRETI SCIENZIATI HENRI BREUIL
L’hanno definito il Papa della
preistoria, e di certo senza di lui
non si conoscerebbe gran parte
dell’arte paleolitica europea.
Henri Édouard Prosper Breuil
nasce il 28 febbraio 1877 a Mor-
tain, nel dipartimento
francese della Mani-
ca. Diventa sacerdo-
te nel 1900 e poiché
da sempre è interes-
sato alle scienze
naturali, gli è consen-
tito di conseguire la
relativa laurea alla
Sorbona. È l’inizio di
una carriera acca-
demica che lo porta alla Sorbo-
na, Friburgo, Lisbona e Johanne-
sburg. La sua attività scientifica
si caratterizza per due linee di
ricerca. La prima: definire le
entità tassonomiche della prei-
storia antica e stabilirne l’età. In
questo campo contribuì in
modo fondamentale allo svilup-
po delle scienze preistoriche. La
seconda linea riguarda l’arte
preistorica: fonda-
mentali sono i suoi
studi per la cono-
scenza, l’interpreta-
zione e la valorizza-
zione di quasi tutti i
siti europei, come le
grotte francesi di
Lascaux e spagnole
di Altamira. Per
l’Abbé Breuil, scienza
e fede “si possono felicemente
armonizzare”. Muore il 14 agosto
1961, a 84 anni e, per sua
volontà, è sepolto senza cerimo-
nie ufficiali a Belleau.
datore della città, luogo di com-
merci e fabbriche. Oggi l’econo-
mia è legata soprattutto al san-
tuario, sorto nel 1382, quando il
principe Vladislao di Opole con-
cede la collina ai monaci di San 43
Paolo I eremita, provenienti dal-
l’Ungheria, che vi costruiscono
monastero e santuario, chiamato
appunto Jasna Gòra, Clarus Mons,
in latino. Da allora vi si venera una
icona, dipinta, secondo la tradizio-
ne, dall’evangelista Luca. Per i cri-
tici d’arte è d’origine bizantina,
databile tra il VI e il IX secolo. Dan-
neggiata nel 1430 dai seguaci del
riformatore boemo Jan Hus, gli
sfregi sul volto della Madonna so-
no ancora visibili. Nel sec. XVII, il
monastero fortificato resiste ai sol-
dati svedesi e da allora monaste-
ro, santuario e icona diventano
simbolo delle sofferenze e della re-
sistenza della Polonia cattolica a
qualsiasi altro esercito o religione.
Nel libro “Miraculorum B. V. Mona-
sterii Czestochoviensis” sono regi-
strati 1300 prodigi, tra il 1402 e il
1948. L’immagine continua a ri-
chiamare pellegrini da tutto il
mondo: oggi, il loro numero supe-
ra i quattro milioni l’anno, l’80%
giovani. Giovanni Paolo II il 19 giu-
gno 1983 ha lasciato come ex-vo-
to la fascia della tonaca bucata
dalla pallottola nell’attentato del
13 maggio ’81. La festa del san-
tuario si celebra il 26 agosto. ٗ
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

5.4 Page 44

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P RIMA PAGINA Francesco Motto - fmotto@sdb.org
tagion
COMMESSO VIAGGIATORE
Nei 22 anni del suo rettorato (1888-1910) don Rua ha percorso circa 100 mila km,
due volte e mezzo la circonferenza terrestre. L’ha fatto per lo più in treno – sempre in terza classe –
talora in nave, talaltra su carrozze offerte dai benefattori, qualche volta a cavallo,
ma anche a piedi nei limiti del possibile.
Don Rua visitò più di
una volta l’Europa oc-
cidentale e quella Cen-
vestizioni e rinnovazioni di
voti, sottoscriveva convenzio-
ni, firmava atti pubblici, sen-
tro-Orientale (Svizzera, Au-
za mai transigere sulla possi-
stria, Germania, Ungheria,
bilità di vivere lo specifico
Polonia, Slovenia, Croazia)
dello spirito salesiano, sulla
come anche paesi del Medi-
piena autonomia educativa,
terraneo (Asia Minore, Terra
didattica e amministrativa dei
Santa, Egitto, Tunisia, Malta).
“suoi figli”. Ovviamente alcu-
Viaggi protrattisi, alcuni, fino
ni viaggi erano “mirati” come
a 3/4 mesi; faticosissimi, da
quelli per incontrare autorità
sfiancare anche gli accompa-
pontificie. Dal 1858 al 1908
gnatori; spesso notturni per
don Rua si recò 20 volte a
44 risparmiare tempo, in condi-
Roma, esattamente come Don
zioni non sempre ideali di
Bosco con il quale si era tal-
salute, con i disturbi del mal
volta accompagnato.
di mare e dei dolori alle
gambe, con rischi di inciden-
ti ferroviari, come quello che
>> Le cronache delle case rac-
contano avvenimenti, grazie
ebbe in Spagna… Ovunque
spirituali (miracoli compresi)
l’accoglienza era trionfale.
e materiali apportate, entusia-
SDB, FMA, cooperatori, be-
smi suscitati, “conquista dei
nefattori, autorità civili e reli-
cuori” e messe vocazionali
giose, nobili e popolo, giova-
che si attendeva dalla visita
ni e bambini, tutti a festeggiarlo, ossequiarlo, dell’altro Don Bosco. Altre fonti rilevano talora
ascoltarlo. Striscioni, processioni, bande, accade- insuccessi, delusioni, divergenze di opinioni. Né
mie gli davano il primo benvenuto, cui seguivano manca chi fa notare difficoltà irrisolte e chi si
celebrazioni, incontri, discorsi, e l’immancabile dichiara non pienamente soddisfatto dei suoi inter-
foto di gruppo con confratelli e ragazzi. I giornali venti, magari in ordine a quella che oggi si chiama
locali ne davano ampio risalto e il BS faceva “inculturazione di un carisma”. Le FMA in Europa
altrettanto.
e sulle sponde del Mediterraneo ricevettero almeno
una sua visita, nessuna delle altrettanto numerose
>> Ha passato complessivamente 4 anni in viaggi, case di America (e delle pochissime di India e Cina
nessuno come vacanza o turismo. Il suo peregrina- da lui fondate) ebbe tale sorte. Ma non le abban-
re aveva come unica motivazione quella apostoli- donò. Vi mandò come rappresentante don Albera
ca: per mantenere lo spirito di Don Bosco nelle suo futuro successore che percorse l’America in
case salesiane o avviarlo nelle case che via via lungo e in largo, rimanendovi quasi tre anni (1900-
fondava o inaugurava; per conoscere e incoraggia- 1903). Altrettanto aveva fatto, in precedenza, con
re SDB e FMA nella loro non facile missione; per la madre Daghero (1895-1897). Di persona, con la
ricevere e tenere conferenze, incontri, ritiri, confes- nutritissima corrispondenza o attraverso collabora-
sioni... Avvicinava personalmente confratelli, coo- tori don Rua si è fatto presente sotto tutti i cieli; a
peratori, benefattori. Durante i suoi viaggi benedi- nessuno è rimasto estraneo. L’incredibile sviluppo
ceva la prima pietra di nuove case, inaugurava della congregazione al suo tempo ne è stata una
opere, distribuiva medaglie a postulanti, presiedeva delle conseguenze.
ٗ
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS

5.5 Page 45

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45
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
GRAZIE,
dico dice che ciò è inspiegabile. Ora
DON BOSCO
io, già ottantenne, posso lasciare
questo mondo, senza l’angoscia di
Sono un exallievo salesiano, spo- prima, perché posso dire, con tut-
sato, e ho due figli. La sera del 22 ti coloro che hanno conosciuto mio
luglio 2006 sono stato improvvisa- figlio come era prima, che mio figlio
mente colpito da ictus ischemico, è guarito per le preghiere del mio
che mi ha privato dell’uso della pa- caro fratello. Come mi hanno det-
rola e della funzionalità degli arti su- to gli psichiatri, dal cancro si può
periori e inferiori della parte destra. guarire, mentre da questi disturbi è
Chiunque può facilmente immagi- molto più difficile; ma come madre
nare la profonda desolazione in cui
mi sono trovato, non riuscendo ad
esprimermi verbalmente e neppu-
re con il braccio, avendo la gamba
aggiungo: le vie del Signore sono
infinite, e Don Bosco si dà sempre
da fare.
Prunotto Gemma, Alba (CN)
Michele Rua.
DOPO
Domenico Savio, che considero
l’angelo custode della mia bambi-
na. Lui ci ha aiutato e confortato nei
momenti difficili, dandoci una gran-
destra che non mi reggeva in pie-
L’INTERVENTO
de forza. Preghiamo anche per co-
di, ed essendo costretto a usare la
NIENTE TERAPIA
loro che hanno difficoltà ad avere
sedia a rotelle. Ho subito implora-
GRANDE
un bambino.
to san Giovanni Bosco, affinché
mi aiutasse a superare quel terribile
momento. Confesso che dopo po-
STUPORE
DI TUTTI
Affetta da tempo da carcinoma
mammario, dopo gli accerta-
menti, le visite, i consulti è sta-
Giglio Rosaria, Catania
chi mesi mi sono sentito veramen-
te esaudito, poiché avevo riacqui-
stato tutte le funzioni che erano sta-
te compromesse. Oggi, 25 luglio
2009, sono qui al Colle Don Bosco
– e non è la prima volta – per espri-
mergli tutta la mia gratitudine e la
mia gioia.
Una ecografia praticata al quinto
mese di gravidanza aveva evi-
denziato nel nascituro, mio nipo-
tino, una malformazione al palato,
confermata anche nei successivi
controlli eseguiti da diversi eco-
grafi. Tutti noi, nonni e genitori, ab-
biamo pregato, affidando il bam-
to deciso l’intervento chirurgi-
co per l’asportazione della
massa tumorale maligna dal
tessuto ghiandolare della
mammella. Nell’attesa di es-
sere ricoverata, mi sono affi-
data a Mamma Margherita,
pregandola e invocandola con
NON BISOGNA
PERDERE LA
FEDE
Ero disperata, trovandomi sola,
dopo la perdita dei genitori e an-
che di mio marito, morto a 49 anni;
Gambaretto Claudio, bino a san Domenico Savio e a fervore. L’esito positivo dell’in- ma soprattutto mi piangeva il cuo-
S. Giovanni Ilarione (VR) Maria Ausiliatrice, chiedendo la tervento avrebbe dovuto es- re, vedendo mia figlia sempre af-
loro protezione e il loro aiuto. sere seguito, come di regola, flitta. Exallieva delle Figlie di Ma-
Grande fu lo stupore di tutti, me- da una studiata terapia diretta ria Ausiliatrice e catechista, leg-
46
LA COSA
ANDRÀ MEGLIO
dici compresi, quando alla nasci-
ta avvenuta il 21 settembre 2009,
abbiamo accolto fra noi un bel
ad eliminare tutta l’obiettività cli-
nica dovuta alla malattia. Ma
non mi sono sottoposta a nes-
geva sempre sul BS le grazie ri-
cevute per l’intercessione dei san-
ti. Essendo sposata e molto de-
Sono Gemma, una mamma di
Alba (CN). Il mio fratello defunto Gio-
vanni, grande devoto di san Gio-
vanni Bosco, era molto affezionato
a mio figlio Giuseppe, nato nel
1958 con trauma da forcipe, che gli
ha causato disturbi psichici e di
bambino sano, con il palato per-
fetto. Spero che questa testimo-
nianza rafforzi soprattutto i giova-
ni nell’efficacia della preghiera.
Zannoni Chiara, Schio (VI)
sun trattamento. Ora dopo die-
ci mesi i valori sono sensibil-
mente migliorati, tanto da es-
sere considerati quasi norma-
li. Non posso non ringraziare la
mamma di Don Bosco per la
sua assistenza.
siderosa di diventare mamma,
non ci riusciva, anche dopo aver
preso appuntamento presso vari
medici. Io stessa mi angustiavo e
mi chiedevo che cosa avessi fat-
to per trovarmi in una situazione
tanto triste. Ne parlai al mio par-
deambulazione. Mio figlio ha sem-
pre rifiutato di uscire da solo, te-
AFFIDAI
Giuseppina Cavallotto, roco, proponendo di partecipare
Albaretto della Torre (CN) ad un pellegrinaggio a Lourdes: mi
mendo di cadere, specialmente
AL SANTO IL MIO
accontentò. Dovevamo partire ai
facendo le scale. Io con mio mari-
MATRIMONIO
primi di settembre con mia figlia,
to, ora defunto, dopo aver consul-
tato psicologi e psichiatri, abbiamo
deciso di ricoverare nostro figlio a
Brà come malato psicosomatico. I
medici avevano dato questo refer-
to: “Resterà così finché vive”. Ad-
dolorata da tale sentenza, ne par-
lavo sovente con il mio caro fratel-
lo, il quale l’anno prima di morire,
con il suo solito sorriso mi disse: ”Se
avrò l’onore di incontrare Don Bo-
sco vedrai, Gemma, che in qualche
modo la cosa andrà meglio”. Così
avvenne, anzi tutto si risolse be-
nissimo per mio figlio Giuseppe. Ca-
sualmente un giorno incontrammo
nella chiesa dei santi Cosma e Da-
miano un ragazzo molto ammala-
to, di nome Daniele, che con fede
riusciva a sopportare le sue soffe-
renze morali e materiali. Quell’in-
contro lo cambiò completamente;
Sposati dal 1999, mio marito e io
desideravamo avere un bambino.
Dopo due anni di cure, poiché
avevo le ovaie micropolocistiche, ot-
tenemmo una gravidanza, ma pur-
troppo perdemmo il nostro bimbo
al sesto mese per una complica-
zione assai rara. Nonostante il do-
lore, tentammo una seconda gra-
vidanza, ma senza alcun risultato.
I medici consultati nel corso degli
anni ci consigliarono di rinunciare
al nostro sogno, poiché l’eventua-
lità di una nuova gravidanza avreb-
be presentato gravi rischi per me
e per il bambino. Il nostro matri-
monio era in crisi: io non riuscivo ad
accettare la mia sterilità e mi sen-
tivo in colpa nei confronti di mio ma-
rito. Durante questo periodo ven-
ni a conoscenza di san Domeni-
co Savio, e gli affidai il mio matri-
monio. Dopo vari mesi, in manie-
ra del tutto inspiegabile per me e
anche per mio marito, rimasi incinta
in modo naturale. La gravidanza fu
giudicata a rischio dai medici: per
questo dovetti assumere dei far-
maci, subii un cerchiaggio all’ute-
ro, e la bambina alla trentesima set-
timana ebbe un arresto di cresci-
ta. Ciò nonostante, nell’agosto del
2008 abbiamo ricevuto in dono da
Dio la nostra bimba, di nome Elai-
de Marilù Agata. I medici che mi
hanno avuto in cura hanno am-
messo come sia stato davvero un
caso insolito, che una donna con
suo marito ed altre persone; ma
mia figlia non poté venire, poiché
aveva scoperto d’essere in attesa
di una bimba, che è nata il 3 apri-
le 2009. Durante tutto il periodo di
sconforto ho pregato tanto i san-
ti salesiani, supplicandoli, come
mi rivolgessi a persone pari a me,
che se avessi sbagliato qualche
cosa, punissero me, non i miei
cari; e promisi che, se fossi di-
ventata nonna, pur di vedere feli-
ce mia figlia, sarei stata disposta
ad accettare anche qualche cosa
di brutto. Ora sono contenta di
questa bimba meravigliosa, che si
chiama Irene, e ringrazio Dio per
la forza e la salute che mi conce-
de. Voglio dire a tutti che non bi-
sogna mai perdere la fede, perché
c’è sempre Qualcuno, che non ve-
diamo, ma che ci aiuta sempre.
posso dire che l’ha guarito. Il mio
tali fattori a rischio, quali il diabete
D’Alessio Giulia, La Spezia
Beppe esce tutti i giorni da solo, per
mellito e la trombofilia genetica, ab-
andare con il caro Daniele in chie-
bia potuto portare a termine la gra-
sa a pregare. Prima non lo faceva,
perché era dubbioso nella fede. Ha
smesso di prendere le medicine. È
ottimista e sicuro di sé. Il nostro me- M. Romero Meneses Laura Meozzi
LUGLIO/AGOSTO 2010 BS
vidanza senza serie complicazio-
ni. Noi per tutto il periodo di ge-
stazione abbiamo pregato e ci sia-
mo affidati alla Madonna e a san
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IN PRIMO PIANO
redazionale
Prof. DON ZELINDO TRENTI
Università Pontificia Salesiana.
Professore emerito
di Pedagogia Religiosa.
Trentino di Drò.
Dal 2002 Assistente Centrale
delle Volontarie di Don Bosco.
• Come Assistente Centrale delle VDB, ci può dare un suo “personalis-
simo” giudizio su questa istituzione così particolare e moderna?
Ritengo azzeccato perfino il nome, Volontarie di Don Bosco (VDB). La
prima intuizione, a detta del fondatore don Rinaldi, l‘avrebbe avuta Don
Bosco stesso. Una vocazione innovativa: la consacrazione religiosa tradi-
zionale è pensata come fuga dal mondo; la Volontaria invece s’immerge
nel mondo, lo vuole abitare a pieno titolo: sa che la creazione è il giardino
affidato all’uomo perché lo coltivi e lo faccia fruttificare; la Volontaria cre-
de che l’esistenza umana sia fermentata da una misteriosa presenza che la
chiama a singolare pienezza. Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre
(Matteo, 5, 48). La vita porta risorse illimitate di umana dignità che la Vo-
lontaria intende promuovere in tutta la loro germinalità.
• Come valuta il fatto del “riserbo” che le volontarie mantengono sulla
loro appartenenza all’Associazione?
Ci sono episodi del Vangelo significativi: Gesù guarisce e proibisce di
divulgarlo; scaccia i demoni e impone loro di tacere, compie prodigi e
chiede il… silenzio stampa! La sua vita parla con voce più persuasiva e
potente delle parole. In Marco soprattutto Egli sembra custodire tenace-
mente un segreto; sollecita discepoli e seguaci a interrogare le sue azioni
per decifrarlo… La Volontaria vive della stessa preoccupazione: in un con-
testo come il nostro le parole rischiano di suonare a vuoto, di venir frainte-
se. La vita parla in termini più persuasivi ed efficaci. Perciò sceglie di far
parlare la propria vita, sceglie il riserbo.
• Che impatto hanno nella Chiesa e nella Società secondo il suo punto
di vista?
Per vocazione e per scelta, sono chiamate a essere incisive con la vita. E
faranno bene a verificarlo con serietà. Riescono cioè sorprendenti per colle-
ghi e amici, magari per gli stessi familiari. Oggi la gente ascolta le parole
ma si lascia persuadere solo dalla vita.
• Secondo lei, le Volontarie risentono della crisi generale di vocazioni?
Penso di sì. È un tema che merita considerazione. Una vocazione sug-
gestiva la loro, ma anche esigente: comporta maturità, coraggio. Sottoli-
neo un aspetto urgente: l’approfondimento va portato specificamente
sulla secolarità con tutto il carico di novità e di proposta che sottende,
da evidenziare al mondo giovanile, in cerca di proposte persuasive, ma
anche appassionanti.
• Come “maestro” di pastorale scolastica, che ne dice dell’insegna-
mento della religione in Italia?
Partiamo dalla Revisione del Concordato del 1984, Art. 9, §. 2 – “La Re-
pubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo
conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico
del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della
scuola, l’insegnamento della religione cattolica in tutte le scuole pubbliche
non universitarie di ogni ordine e grado”. Non occorrono molte parole per
dire quale proposta educativa sottendano e rendersi conto di quanto la
scuola, oggi più che mai, ne abbia urgente bisogno.
PEPE
Dieci anni passati da Meniño
de rua in una cittadina del
Pará. Poi, una notte, scompa-
re. Non sanno dove, non san-
no perché! Non s’è presentato
con i pochi spiccioli nella so-
lita fatiscente baracca che di-
videva con altri compagni la
notte. Pepe era un ragazzino
generoso, divideva sempre
con chi non era riuscito a ra-
cimolare nemmeno cinque o
sei centavos. I compagni di
sventura gli volevano bene
perciò la mattina hanno ri-
nunciato a cercare centavos
per cercare lui… Si sono sparsi
un po’ ovunque… L’hanno ri-
trovato dopo tre giorni nella
boscaglia, impaurito, sangui- 47
nante. L’avevano preso mentre
tornava alla baracca, portato a
forza in un luogo che non ha
potuto vedere perché era ben-
dato… Poi ha sentito un dolo-
re fortissimo all’inguine…
Forse una setta satanica, o una
banda rivale, o chissà chi. Fat-
to sta che l’avevano evirato.
Ora è in ospedale. A spese del-
lo Stato. Lo salveranno? Dico-
no che non è il solo ad aver
subìto una tale sorte. Quando
finiranno le atrocità contro i
bambini?
BS LUGLIO/AGOSTO 2010

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TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
L’ITI, L’IPI, L’UNI
Il ccp che arriva con il BS non è una
richiesta di denaro per l’abbonamento
che è sempre stato e resta gratuito.
Vuole solo facilitare il lettore che
volesse fare un’offerta.
CHIESA
di Maurizio Schoepflin
Filosofi contemporanei di fronte a Cristo
ATTUALITÀ
di John Horan
Una Chiesa in crisi?
MISSIONI
di Ricardo Noceti
Nel cultrum a San Ignacio