Bollettino_Salesiano_201006

Bollettino_Salesiano_201006

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Mensile - Anno CXXXIV - nr. 6
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 6/2010
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Giugno 2010

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2010 S T R E N N A
di Pascual Chávez Villanueva
IL VANGELO
AI GIOVANI
La chiamata
“S alì sulla montagna e
chiamò a sé quelli che
volle; ed essi gli anda-
tre sta riscuotendo le imposte (Mt
9,9). In questa scelta dei discepoli
troviamo un “criterio” dell’agire di Dio:
vano vicino. Quindi ne i suoi pensieri non sono i nostri pen-
stabilì dodici che chiamò apostoli, sieri (cfr Is 55,8). È una costante
perché stessero con lui, e potesse anche nell’AT, ad esempio nella scel-
inviarli a predicare col potere di ta di Davide a re d’Israele: “L’uomo
scacciare i demoni” (Mc 3,13-15). vede le apparenze, ma Yahvé vede il
Quel che viene detto dall’evangeli- cuore” (1 Sam 16,7). Così in Abramo
sta Marco appare in tutti e quattro i anziano e senza figli, in Mosè vec-
vangeli come una delle prime azioni chio e balbuziente, in Geremia giova-
di Gesù, all’inizio della sua vita pub- ne e inesperto… in Maria.
blica. Ciò indica che la “Buona Noti-
zia” è inseparabile da una comunità >> I testi evangelici sottolineano la
in cui, come in un doppio movimen- diversità dei tipi prescelti. Ci sono al-
to di sistole/diastole, i discepoli con- cuni pescatori, a cominciare da Cefa
vivono con Gesù e ne condividono – che Gesù ribattezza Pietro –, suo
2
Se Lui ti chiama,
la missione. Alla base del discepola- fratello Andrea e i figli di Zebedeo.
to e della sequela troviamo sempre Ma ecco anche un pubblicano, Mat-
non troverai mai riposo un incontro personale con Lui che teo-Levi, con alcuni appartenenti al
(Charles Péguy). trasforma la vita. In alcuni casi, gruppo dei suoi acerrimi nemici
Gesù li chiama mentre sono al lavo- come Simone “Zelota” (Lc 6,5), e Na-
ro: “Passando lungo il mare di Gali- tanaele che disprezzava i galilei (Gv
lea, vide Simone e Andrea suo fra- 1,45s). Difficile trovare un gruppo più
tello che gettavano le reti. Infatti, eterogeneo. Ai dodici si potrebbe ap-
erano pescatori. Disse loro Gesù: plicare la frase di Paolo ai Corinzi:
Seguitemi e vi farò pescatori di Considerate la vostra chiamata, o
uomini” (Mc 1,16-18). Lo seguirono fratelli; non sono molti tra voi i sa-
subito. Lo stesso avviene con Gia- pienti secondo la carne, non molti i
La chiamata (Domenico
Ghirlandaio, 1449-1494).
como e Giovanni (ib vv 19-20). Mat- potenti, non molti i nobili ” (1 Cor
teo invece riceve la chiamata men- 1,26). Nel caso di Simon Pietro,
Luca sottolinea la “povertà” di colui
che sarà alla testa del gruppo apo-
stolico, indicando che fallisce proprio
nel suo mestiere, come pescatore (cf.
Lc 5,4-10). Ricordando la frase di
Marco, il discepolato implica essen-
zialmente la convivenza con Gesù, la
crescente familiarità e amicizia con
lui e la partecipazione alla sua mis-
sione: l’annuncio del Regno di Dio,
accompagnato dai “segni” che lo
autenticano.
GIUGNO 2010 BS
>> Che cosa implica questo di-
scepolato in rapporto alla domanda
spesso posta su Gesù: “Chi è que-
st’uomo?”. Tradizionalmente si con-
siderava la sequela di Gesù in chia-
ve morale e spirituale. Oggi invece ha
ricuperato tutta la sua valenza bibli-
ca e teologica. A prima vista sem-

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Ognuno ha la sua chiamata.
Rispondere è responsabilità
personale.
brerebbe che Gesù si comporti come
uno dei tanti rabbi. Ma le differenze
sono grandi. Nessuno, per esempio,
può chiedergli di essere accolto tra
i discepoli: “Non siete voi che mi ave-
te scelto, sono io che ho scelto voi
(Gv 15,16). Inoltre, seguire Gesù
significa lasciare tutto: beni, profes-
sione, famiglia... Solo Dio può esigere
di andare oltre i vincoli umani più sa-
cri: “Chi ama suo padre o sua madre
più di me, non è degno di me; chi
ama suo figlio o sua figlia più di me,
non è degno di me” (Mt 10,37-38). Si
può stabilire un rapporto di somi-
glianza con un evento che come Fa-
miglia Salesiana abbiamo appena fi-
nito di celebrare: il 150° di fondazio-
ne della congregazione. Don Bosco
convocò un pugno di suoi giovani col-
laboratori perché “stessero con lui” e
condividessero la missione che Dio
gli aveva affidato: la salvezza della
gioventù povera e abbandonata. A
quel piccolo drappello potrebbero
applicarsi le stesse parole di san Pao-
lo ai Corinzi: umanamente parlando,
non vi era alcuna prospettiva di fu-
turo, basti pensare che il direttore spi-
rituale della Pia Società era un gio-
vane di 22 anni, Michele Rua! “Era-
no tutti giovanissimi e si trattava di
giocarsi l’intera vita in un colpo solo:
sulla fiducia in Don Bosco”. Alcuni
erano sconcertati. Scrive don Le-
moyne: “Più di uno disse sottovoce,
Don Bosco ci vuol fare tutti frati!
(ACG 404,10). La risposta del gio-
vane Cagliero “Frate o non frate,
sempre con Don Bosco!”, evoca la ri-
sposta di Pietro a Gesù: “Signore, da
chi andremo? Tu solo hai parole di
vita eterna” (Gv 6,68). È a Gesù Cri-
sto che Cagliero intende donare tut-
ta la sua vita, così come tutti gli al-
tri; ma Don Bosco costituisce per essi
una mediazione concreta e insosti-
tuibile della volontà di Dio e della mis-
sione che vuole loro affidare. ٗ
Giugno 2010
Anno CXXXIV
Numero 6
Mensile - Anno CXXXIV - nr. 6
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 6/2010
In copertina:
Come in ogni estate,
il lavoro educativo
non va in pensione:
organizzazioni
(cfr. ORAGIOVANE)
e oratori si mobilitano
perché le vacanze dei
ragazzi abbiano un senso.
Foto: MGS Triveneto
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Giugno 2010
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
CHIESA
12 Le encicliche sociali (11a)
di Maurizio Schoepflin
CASA NOSTRA
14 Linares - Las animas
di Sergio Todeschini
VIAGGI
18 I salesiani sul Canale
di Giancarlo Manieri
ATTUALITÀ
20 Oragiovane/E...state ragazzi!
Redazionale/A. Scaglioni
IL TEATRO DI DON BOSCO
23 Don Bosco secondo Uguccioni
di Michele Novelli
FMA
28 In rete...
3
di Graziella Curti
RUBRICHE
2 Il Rettor Maggiore – 4 Ribalta giovani – 6 Lettere al Direttore – 8 In Italia & nel Mon-
do – 11 Osservatorio – 16 Box – 17 Zoom – 22 Lettera ai giovani – 27 Bagliori – 30 Li-
bri – 32 On Line – 34 Come Don Bosco – 36 Arte Sacra – 37 Laetare et benefacere… –
38 Sfide etiche – 40 Dibattiti – 41 Note sulle note – 42 I nostri morti –
43 Il mese – 44 Prima pagina – 45 Relax – 46 I nostri santi – 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori: Severino Cagnin - R. Desiderati
Graziella Curti - Enrico dal Covolo - Bruno Ferrero
Cesare Lo Monaco - Giuseppe Morante -Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Arnaldo Scaglioni - Silvano Stracca - Maria Antonia Chinello
Fotoreporter: Santo Cicco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Progetto grafico: Laura Tononi
Impaginazione: Puntografica s.r.l. - Torino
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Luciano Alloisio (Roma)
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
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SALESIANO
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web: www.fdbnm.org
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 57 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 131 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS GIUGNO 2010

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LE TT E R E AL D I R E TT O R E
Sole: un dio unico, che fe-
condava la terra e permette-
va la vita. Oltre alla sua per-
sonale intelligenza forse an-
ABUSI. Stim.mo diret-
tore, leggo e sento de-
gli abusi sui minori
raggiosa. Ma non è la sola che
deve farla. Qualcuno mi ha
scritto inviperito che i preti non
devono fare certe cose… Ho ri-
che la sensibilità religiosa praticati da componenti del sposto che non le deve fare nes-
della splendida moglie Ne- clero. […] Ha ragione il N.Y. suno. Qualche altro mi ha in-
fertiti, lo aiutarono in questa
impresa straordinaria. Ciò
mandò in bestia i sacerdoti ai
quali, spazzando via la molti-
tudine degli altri dèi, Ameno-
Times a prendersela con il
Papa […]
Gerardo, Genova
Mario, Verona
viato una lettera di improperi,
perché “voi preti siete tutti
così”. È stato facile risponde-
re: “Quanta pedopornografia
esiste nel mondo, al di fuori
fi aveva tolto la cosa più pre- Si condanna senza sconti il dell’ambito ecclesiastico, tra i
ziosa: il potere. Tant’è che peccato, caro sig. Gerardo. cosiddetti laici? Le va se di-
6
U N DIO UNICO, PER-
CHÉ? Caro direttore,
le scrivo per la prima
volta, vorrei sapere una cosa
cui penso spesso. Passo subi-
to alla domanda: perché mai
solo tre religioni tra le centi-
naia credono in un Dio uni-
co? Come spunta fuori questo
Dio unico tra tanti dèi? […]
Uno che poi faceva come gli
altri: voleva sacrifici anche
umani (vedi Isacco) […].
dopo la sua morte si affretta-
rono a restaurare il vecchio
pantheon e a prendere sotto la
loro ala protettrice il faraone
bambino Tutankhamon. Meno
di cent’anni dopo, sempre sul-
le sponde del Nilo un uomo
dal nome egizio, Mosé, radu-
nava i suoi fratelli ebrei, li li-
berava dal servizio ai farao-
ni sotto il segno di YHWH,
Dio e Signore unico dell’U-
niverso. Amenofi, o Akhenaton
come volle chiamarsi, ci era
arrivato con la ragione, Mosé
e i suoi antenati per rivelazio-
ne. Quanto al sacrificio di
Quanto al peccatore… nel caso
specifico, sono alcuni preti
(pochi, lo zero virgola tot per-
cento) che con ogni probabilità
hanno sbagliato o smarrito la
strada. È ovvio che delle pro-
prie magagne ciascuno, prete
o laico, ha da rendere conto a
Dio e spesso anche agli uomi-
ni. Ma la differenza è grande:
Dio è misericordioso. L’uomo
no! Dio è innocente e sa per-
donare. L’uomo non è inno-
cente, e proprio per questo
non perdona. Lo squilibrio che
spesso si produce a livello so-
cessi: “voi laici siete tutti così?
E poiché alcuni medici hanno
lasciato più di una volta delle
garze o addirittura dei ferri chi-
rurgici nel corpo di persone
sottoposte a interventi, provo-
candone la morte, sarebbe giu-
sto dire: voi medici siete tutti
così?”. E si potrebbe conti-
nuare, come può ben intuire.
Diceva il vecchio Ulpiano:
“Unicuique suum/ a ciascuno
il suo”. Le generalizzazioni
sono sempre sbagliate; infatti,
pur essendoci non pochi preti
santi, a nessuno – chissà per-
ché – viene in mente di dire:
Carlo, Roma Isacco, ci rifletta bene: non si ciale, politico, morale – e sta- “Voi preti siete tutti così!”.
tratta dell’omicidio di un in- volta non mi riferisco solo ai Quanto alle accuse del N.Y. Ti-
Beh, prima di tutto non sono nocente, se è questo che lei preti – è dovuto al fatto che uo- mes al Papa, ho lo stesso dub-
solo tre religioni (immagino pensa, si tratta del fatto se una mini corrotti (i santi sono mer- bio di Mario Mauro: “Perché
che lei pensi a ebraismo, cri- persona ha davvero una fidu- ce rara, ahimè!) giudicano al- se un soldato americano in
stianesimo e islam), ma ben di cia senza riserve in Dio, per- tri uomini corrotti: cariche Afghanistan compie atti di pe-
più che si rifanno a un Esse- sino quando non ci si capisce uguali si respingono, insegna la dofilia, non viene data la col-
re Supremo. Comunque, le davvero più niente. Lo sotto- fisica. La Chiesa sta facendo pa al Presidente degli Stati
racconto una storia. Scorreva scrivo.
una riflessione dolorosa e co- Uniti?”.
tranquillo il Nilo nel suo gran-
de letto, regolando la vita de-
gli abitanti al ritmo delle sue
A P P E L L I esondazioni. Da “sempre”
templi e sacerdoti vegliavano
sulla fede del popolo, e su
quella dei faraoni e dei suoi
ministri, offrendo sacrifici di-
versi a una pletora di dèi di
ogni specie che popolavano
all’inverosimile il pantheon
egiziano, a cominciare proprio
dal dio Nilo. Ma ad un certo
punto successe l’incredibile,
una rivoluzione dai contorni
apocalittici. Amenofi IV, fa-
raone dal 1359 a.C. – noti la
data – cercò tra i tanti dèi che
l’attorniavano il vero Dio. La
sua ragione, infatti, gli sug-
geriva l’assurdità di tante di-
vinità. Così d’un tratto spari-
rono centinaia di dèi. Ne so-
pravvisse uno solo che egli
chiamò Aton, e lo adorò nel
I Regalo materiale (CD e
DVD) in buone condizioni,
che riguarda Raffaella
Carrà. Chi è interessato
può contattarmi all’e-mail:
pasqualeborromeo@libe-
ro.it.
I Mi chiamo Domenico, ho
31 anni e vivo a Bologna. Mi
piacerebbe corrispondere
con ragazzi e ragazze di tut-
ta Italia per instaurare nuo-
ve amicizie. domenicoau-
gello@katamail.com.
I Sono Patrizia, 56 anni,
cattolica praticante, cer-
co amici ed amiche, sin-
ceri, onesti, con i quali po-
ter instaurare una vera
amicizia per corrisponden-
za e poi si vedrà... rispon-
derò a tutti. Patrizia Schias-
si, Via Andrea Costa 135/2,
40134 Bologna.
I Abito nella bella Calabria
e vorrei conoscere persone
di fede e crescere insieme
nel nome del Signore. Il mio
appello è rivolto alle perso-
ne che si sentono sole e
depresse, che hanno biso-
gno di amicizia e di confor-
to. Mario Basilio, Casella
Postale 74, 89900 Vibo Va-
lentia.
I Sono un ragazzo che de-
sidererebbe conoscere ra-
gazzi o religiosi, che come
me sono interessati allo stu-
dio del culto delle reliquie
dei santi nella storia della
Chiesa, che collezionano
immaginette sacre sulle te-
matiche dei santi e del
santo Natale. Grazie! Chia-
matemi. Ezio 338/2915294.
I Sono Silvio, 35 anni, vivo a
Torino. Cerco nuove amicizie
vere e sincere per una sim-
patica condivisione di idee,
esperienze, di vita. Silvio Pe-
rosino, Via Consolata 120,
10036 Settimo Torinese (TO).
GIUGNO 2010 BS

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R ‘‘ u486. Caro direttore,
[…] Può dare un chia-
rimento sulla RU486
Non ci è stato possibile
pubblicare tutte le lettere
pervenute in redazione. Ce
ne scusiamo. Provvedere-
e per cercare la pace ed escono
dalle trattative con un buco
nell’acqua. Mai una volta che
si mettano d’accordo su qual-
che fa tanto discutere? […]
mo a suo tempo alla pub- cosa, ma proprio solo qualcosi-
Marco, Bologna e molti altri
blicazione o alla risposta
personale.
na magari. Niente! Entrano in
riunione nemici e escono ancor
Vi faccio rispondere dal Pre-
più nemici se è possibile. Io
side della facoltà teologica
non sono uno che ha studiato, i
S. Tommaso e direttore della pressione e di emorragie e, in miei non avevano i soldi per
Scuola Superiore di Bioetica di alcuni casi, di rischio per la vita mandarmi alle scuole alte. Ep-
Messina.
della donna. Il farmaco è uti- pure lo capisco anche io. Que-
La pillola RU486 non è un
semplice farmaco. Il fatto che
dal dicembre 2009 è autoriz-
zata l’immissione in com-
mercio, non indica che è una
lizzato in campi extra-gineco-
logici con rapporti clinici non
confortanti.
L’obiezione di coscienza sul-
l’aborto in genere deve vale-
sti signori ci vogliono prendere
per (omissis). Che rimedio
c’è? Secondo lei? Secondo me
non c’è rimedio.
Giacomo, Milano
OGNI MESE
prescrizione farmaceutica tra
le altre. Non è neppure un con-
traccettivo, ma un contrage-
stativo, cioè un mezzo che
ha la funzione di interrompe-
re la gestazione. In Italia l’in-
terruzione volontaria della
gravidanza è normata dalla
legge 194, che pertanto coin-
volge anche questo tipo di
aborto («chimico» e non chi-
rurgico). Ma l’aborto volon-
tario è sempre aborto, ha im-
portanza relativa la modalità.
Sull’argomento non c’è pace
né scientifica né pubblica e le
stesse aziende produttrici del
farmaco (in origine una fran-
cese e successivamente alcu-
ne tedesche) hanno rinuncia-
to alla produzione per tutta
una serie di contenziosi giu-
ridici.
La RU 486 apre la strada alla
«privatizzazione» dell’aborto,
spostandolo in fase precoce,
con i rischi inevitabili della au-
toprescrizione o di un’auto-
gestione che può comportare
gravi problemi per la salute
della donna e per la sua salu-
te riproduttiva in genere. La let-
re anche per la RU 486: in una
società democratica sarebbe
una grave violazione della li-
bertà di coscienza (medico,
farmacista, infermieri, opera-
tori sanitari). Liberi da in-
transigenze discriminanti, una
società evoluta non deve na-
scondersi dietro difese apolo-
getiche o ideologiche. La RU
486 rimane un aborto, con la
possibile aggravante rischio-
sa del «fai-da-te», che riduce
i costi per i ricoveri, come an-
che le complicazioni di tipo
psicologico. P. Gulisano ha
notato che le ragazze, che
non usano abitualmente un
metodo contraccettivo (perché
non vogliono farsi scoprire
dai genitori) o che hanno dei
rapporti occasionali definiti
«non protetti» sono il target
commerciale perfetto: nessun
problema, il pronto interven-
to può evitare «spiacevoli»
conseguenze ad una serata di
piacere. Di fatto si cerca di
creare una deresponsabiliz-
zazione dei giovani, all’inse-
gna del fate ciò che vi pare,
purché non ne abbiate conse-
guenze. Ma le coscienze e la
Caro signore, sotto ci sono in-
teressi e intrecci talmente
complicati che probabilmente
non ci capiscono più nemme-
no loro e dunque non riescono
a trovare il bandolo della ma-
tassa. Non creda che, ad
esempio, la questione palesti-
nese sia solo una patata bol-
lente per Israele e i palestine-
si. C’è, di mezzo, mezzo mon-
do (scusi il bisticcio di paro-
le). L’ultimo libro che ho letto
(non l’ho ancora finito) è di
Manfred Lütz e s’intitola
Dio, una piccola storia del
più grande”. A pagina 79 c’è
un’idea (o forse un’intuizio-
ne) che mi pare straordinaria
nella sua semplicità. Gliela
trascrivo perché può fare al
caso nostro: “Già da tempo
sono convinto che, durante le
trattative di pace tra interlo-
cutori pieni di odio, invece
delle pompose composizioni
di fiori, sostanzialmente sa-
rebbe utile far giocare tra le
delegazioni dei bambini pic-
coli di entrambi i gruppi con-
tendenti. Davanti alla presen-
za vitale dei bambini gli affari
di morte risultano più difficili
CON
DON BOSCO
A CASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
7
teratura sull’esperienza di oltre responsabilità per una vita in- e l’obiettivo della trattativa, il
20 anni è eloquente. La pre- nocente perduta non rispon- futuro, è presente nella stan- Per la vostra corrispon-
scrizione della RU 486 non può dono bene ai calmanti (Prof. za, innegabile e in atteggia- denza:
avvenire senza le regole della Giovanni Russo).
legge sull’aborto in genere (la
mento di richiesta, in tutta la
sua realtà diretta e fiorente.
IL BOLLETTINO
legge 194). Rimane sempre il
male dell’aborto e per di più
autogestito con gli effetti col-
laterali di una sostanza (il mi-
fepristone) che ha notevoli
VISIBILITÀ. Caro diret-
tore, mi dica lei se le pa-
re possibile che tante de-
Non sarebbe neanche male se
coloro che conducono le trat-
tative di tanto in tanto cam-
biassero i pannolini al futuro
del loro popolo”. Utopia? Sì,
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
aspetti problematici a livello di legazioni di altissimo livello si forse, ma c’è da augurarsi
alterazioni dell’umore, di de- riuniscono per parlare di pace che abbia ragione.
BS GIUGNO 2010

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& IN ITALIA
NEL MONDO
TORINO, ITALIA
“Via Crucis della Sindone” il ROMA, ITALIA
30 aprile e la messa del Papa
il 2 maggio. Hanno inoltre vi-
PUERI CANTORES sitato i luoghi del loro patro- CHIARA BADANO
In occasione del loro XV
Congresso Nazionale, un mi-
gliaio di “Pueri Cantores”
hanno animato con il canto la
no san Domenico Savio e del
suo maestro Don Bosco, du-
rante i tre giorni in cui hanno
preso dimora al Colle Don
Bosco, ospiti dei salesiani. Il
loro motto “Servite Domino
in laetitia” richiama la famosa
affermazione di Domenico
Savio “Noi facciamo consi-
stere la santità nello stare
molto allegri”. Imponente e
suggestiva la loro partecipa-
zione alle giornate della espo-
sizione della Sindone.
Il 25 settembre verrà beatifica-
ta Chiara “Luce” Badano, la
prima focolarina a raggiungere
il traguardo della santità. La ce-
rimonia si terrà nel celebre san-
tuario romano della Madonna
del Divino Amore a Roma, sul-
la via Ardeatina. Celebrante, il
vescovo salesiano monsignor
Angelo Amato, Prefetto della
Congregazione per le Cause dei
Santi. Per intercessione di Chia-
ra è guarito un bimbo di Trieste
da una forma di meningite ful-
minante; i medici gli avevano
DICCIONARIO
DE CIENCIAS
DE LA EDUCACIÓN
dato 48 ore di vita. Di Chiara Ba-
dano il BS ha parlato nella ru- EDITORIAL CCS
brica “Bagliori” del numero di SPAGNA
gennaio 2008.
Presentata il 3 dicembre pres-
so la “Escuela Superior Don
Bosco” di Madrid, l’opera,
curata dal professor José Ma-
nuel Prellezo García, salesia-
8
no, ha avuto un successo oltre
le aspettative. Tant’è che è
stata necessaria una seconda
edizione. Lo stile divulgativo
e l’impianto rigoroso lo han-
no lanciato sul mercato come
strumento di ricerca pratico e
funzionale. Vi sono autori co-
me Don Bosco, F. Cerruti, L.
Calonghi, ecc.
CASTEL DE’ BRITTI,
ITALIA
100 ANNI
DI SERVIZIO
I salesiani di Castel de’ Britti
sono un mosaico internazio-
nale: la loro scuola, infatti,
ospita alunni di 15 diverse
nazionalità; un esempio per il
Nord leghista. Cento anni fa
iniziavano la loro attività nel-
la villa donata loro dalla no-
bildonna Teresa Spada. Fu
prima una casa di vacanza,
poi un noviziato (che può
vantare di aver formato tra
gli altri don Elia Comini del
quale è introdotta la causa di
beatificazione). Nel 1933 vi
si aggiunse la parrocchia. La
villa, semidistrutta dal secon-
do conflitto mondiale e rico-
struita, divenne casa per orfa-
ni di guerra. Nel 1967 si tra-
sformò in scuola media, e nel
1990 in scuola professionale.
Nel 2000 divenne un pensio-
nato per salesiani anziani. At-
tualmente si è riciclata per
l’ennesima volta come scuola
professionale per giovani in
difficoltà, soprattutto immi-
grati, ad alcuni dei quali, date
le particolari condizioni di di-
sagio, viene offerta la possi-
bilità di risiedere in comu-
nità. Opera, dunque, molto
salesiana e molto coraggiosa,
conosciuta nei dintorni e be-
nedetta da numerose fami-
glie. Ogni anno, infatti, una
quarantina di adolescenti ven-
gono preparati come appren-
disti idraulici e falegnami at-
traverso corsi biennali con
stage in azienda. Vi prestano
servizio pedagogisti ed edu-
catori qualificati, oltre ad al-
cuni volontari. Una associa-
zione attiva e benemerita è
l’Unione exallievi.
GIUGNO 2010 BS

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redazionale
PADRONE
Di Gaetano Mollo,
Morlacchi editore
Il libro di un professore uni-
versitario che dà voce al suo
cane. Una stramberia? Ve-
diamo: “Noi cani… conside-
riamo di razza tutti gli ap-
partenenti alla nostra spe-
cie, anche se ognuno è al-
quanto diverso per forma e
temperamento. Sai che noia
e che tristezza se fossimo
tutti uguali!”. Chicche
di saggezza ce ne sono
tante… Tutto sommato,
Faust è un cane che…
indaga sugli uomini e
“insegna”. Non per nulla
il titolo non è dedica-
to al cane ma al suo
padrone, anzi “Padro-
ne” e mette a nudo
sentimenti ed emozio-
ni, pregi e difetti de-
gli uomini, perché “a
loro non basta un os-
so, e devono correre
sempre alla ricerca
di qualcos’altro”. Da
leggere.
FILATELIA
a cura di
Roberto Saccarello
CONCLUSIONE BICENTENARIO
DELLA NASCITA DEL CARD. MASSAIA
9
ROMA, ITALIA
Ai direttori nazionali per la pa-
storale tra i rom è stato presen-
tato lo scorso marzo il materia-
le preparato dal dicastero delle
Missioni riguardante la cono-
scenza e la promozione della
pastorale tra i nomadi per la
Giornata Missionaria Salesiana
2010. Sono 3 i progetti: un
centro educativo e di alfabetiz-
zazione in Bulgaria, un altro a
Košice in Slovacchia; una cap-
pella in Ungheria. Il popolo
rom in Europa conta circa 14
milioni di persone, segnato fre-
quentemente da situazioni di
difficoltà economiche e disagio
sociale. Ostilità e discrimina-
zione accompagnano spesso il
loro nomadismo, l’assistenza
sanitaria è quasi inesistente,
quella scolastica scarsissima.
La Chiesa è in prima fila per
l’assistenza materiale e morale
della Comunità gitana, coadiu-
vata anche dalla congregazione
salesiana.
Presentiamo, a chiusura del bicentenario della na-
scita del cardinale Guglielmo (all’anagrafe Lorenzo
Antonio) Massaia (che nacque l’8 giugno 1809 a
Piovà d’Asti oggi Piovà Massaia, e morì il 6 agosto
1889 a San Giorgio a Cremano) una delle molte ini-
ziative a ricordo del grande missionario. Le Poste
della Città del Vaticano hanno, infatti, voluto ono-
rare il famoso cappuccino, fatto cardinale da papa
Leone XIII nel 1884, con un francobollo che lo ritrae
nell’abito del suo ordine. Tale francobollo da
0,60 è sullo stile dell’artista italiano Corrado Mez-
zana, il quale nel 1952 aveva realizzato l’unico fran-
cobollo italiano dedicato a Guglielmo Massaia. La ti-
ratura è stata di 200.000 esemplari.
Papa Gregorio XVI lo nominò vicario apostolico nel-
la regione etiopica dei Galla, dove rimase per 35 an-
ni. Per la sua gente compose il primo catechismo in
lingua locale. Fu pastore e medico delle anime e dei
corpi. Avendo, infatti, studiato nozioni di medicina e
chirurgia, si adoperò incessantemente per la popo-
lazione locale, curando soprattutto la piaga del vaio-
lo, tanto che si prese il soprannome di “Signore del
vaiolo”. Umberto I lo fece Grand’ufficiale dell’Ordine
Mauriziano. Menelik II lo prese come suo consigliere.
Egli è riconosciuto come il fondatore di Addis Abeba
che divenne poi la capitale dell’Etiopia. Il suo corpo ri-
posa, dal 1890, nella chiesa dei Cappuccini a Fra-
scati.
Per saperne di più: Poste Vaticane – Governatora-
to, 00120 Città del Vaticano, fax 06/69885378
BS GIUGNO 2010

1.10 Page 10

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Il BS di giugno 1910, a 3 mesi dalla morte
di don Rua (06/04/1910), riporta le onoranze
CHENNAI, INDIA
di trigesima e le commemorazioni civili
avvenute nelle case salesiane e in molte altre
IN CARCERE
città italiane, ma anche gli “echi” della stampa Il salesiano monsignor Ma-
internazionale. Ecco un brano de “La patria
degli italiani” di Buenos Aires.
layappan Chinnappa è stato
arrestato il 5 marzo ultimo
scorso per aver partecipato a
una manifestazione in difesa
dei diritti degli “intoccabili”
cristiani, appartenenti alle più
basse caste sociali. Assieme a
lui sono stati fermati altri ve-
scovi e sacerdoti. La marcia
partita dalla città di Kanyaku-
mari, all’estremità meridiona-
le del Paese, ha percorso circa
500 miglia per arrivare a
Chennai dove è stata fermata.
I dalit vivono in quartieri
ghetto e si dedicano ai lavori
più umili senza alcuna possi-
bilità di salire anche un solo
gradino della scala sociale. I
dalit cristiani, poi, sono i peg-
gio trattati benché rappresen-
tino i due terzi degli intocca-
10
bili indiani che si aggirano sui
30 milioni.
Il telegrafo ci annunzia che dopo la lunga dolorosa
alternativa fra la vita e la morte Don Rua è morto…
La sua vita fu ammirevole per operosità, pietà, amo-
re degli umili. Nessuna asprezza nel suo carattere,
nessuna intolleranza nello svolgimento dell’opera
sua benefica, ispirata a sentimenti di religione e di
patria.
Durante il suo Rettorato la corporazione dei Sale-
siani ebbe un incremento prodigioso. Tutto il bene
operato dal sodalizio si rifonde in lui come a centro
direttivo di azione; tutti i fanciulli – e sono centi-
naia di migliaia – educati negli Oratorii e nei Collegi
Salesiani lo chiamano loro Padre; perfino la barba-
ria nomade dell’estrema Patagonia e delle foreste
vergini d’America guarda a lui come ad apostolo di
civiltà…
La morte di Don Rua è un lutto per tutti quegli ita-
liani che, spogli di ogni spirito settario, riconoscono
e tengono in alto concetto l’opera che la Società dei
Salesiani compie con un alto pensiero di elevazione
morale del popolo e con uno schietto sentimento di
patriottismo.
Con la morte di Don Rua l’Italia non chiude certo il
libro d’oro dei suoi figli benemeriti e gloriosi, ma è
fuor di dubbio che con Don Rua la patria nostra ha
perduto uno dei più eletti rappresentanti di quella
fede sincera e operosa che smuove le montagne e
opera miracoli.
GIUGNO 2010 BS
CRONACA
DI DON BOSCO –
PRIMA REDAZIONE
(1885-1888)
ISS E LAS
Con il Titolo “Cronaca di
Don Bosco”, l’ISS (Istituto
Storico Salesiano) ha pubbli-
cato un nuovo volume a cura
di don Pablo Marín Sánchez.
Si tratta della cronaca di don
Carlo Viglietti, ultimo segre-
tario di Don Bosco, che com-
prende gli ultimi tre anni di
vita del santo dei giovani, dal
24 marzo 1885 al 31 gennaio
1888. Inizia con l’ultimo
viaggio in Francia, continua
con il viaggio in Spagna, la
benedizione del tempio del
Sacro Cuore a Roma, ecc. Ri-
veste particolare interesse per
la Famiglia Salesiana.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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O SSERVATORIO Anna Rita Delle Donne
ALICE E GLI ALTRI (32)
Divagazioni (mica tanto) su una moda divenuta di routine:
partenze dopo un anno di lavoro
“N on vedo l’ora che passino questi ulti- s’incuriosisce Sara. “Sapete che il padre di Fabio
mi giorni, mai come quest’anno ho ha lasciato la madre e si è trasferito a Londra”,
desiderato la fine della scuola”, dice comincia Alice. “Ma è una cosa definitiva?”, inter-
Alice che è con le sue amiche al parco, mentre rompe Viola. “Ormai credo proprio di sì. Del resto
Drusilla gioca nella zona riservata ai cani. Le c’è di mezzo una bambina…”. “Oh, mio Dio!”,
ragazze sono sedute su una panchina a godersi il esclama Viola. “Sì, non ve ne ho parlato fino ad
sole dei primi giorni di giugno. “Io la desidero oggi perché per Fabio non è stato facile accettarlo.
sempre con la stessa profonda intensità”, commen- Adesso si sta abituando all’idea. A Pasqua è stato a
ta Chiara. “Beh, questo è stato un anno
Londra e, per quanto si senta in colpa
particolare per te, soprattutto le
nei confronti della madre, non si è
ultime settimane”. “Chissà
quanto incideranno sulla
mia valutazione finale il
Fabiana Di Bello
trovato nemmeno male. Dice
che la donna del padre è
molto gentile e poi Lon-
brutto voto in matema-
dra è talmente bella,
tica e il provvedi-
che adesso sta pen-
mento disciplinare”,
sospira Alice. “Ma
sando di passarci 11
tutta l’estate”, con-
figurati, Alice!
clude Alice.
interviene Sara –
Sei sempre andata
>> Poi aggiunge: Ma
benissimo a scuo-
non è tutto. Il pa-
la, ti sei sempre
dre vorrebbe che a
comportata in modo
settembre si iscri-
ineccepibile, i pro-
vesse alla London
fessori ti hanno sem-
School of Economics”.
pre utilizzata come
Ma dai!”, si meraviglia
esempio per tutti… Certo,
Viola. “Che situazione!”,
il preside non poteva non
esclama Sara. “E alla madre
prendere qualche provvedimento
non ci pensano?”, chiede Chiara.
dopo che hai schiaffeggiato una com-
Cosa volete che vi dica. È un gran
pagna di scuola; ma voglio dirti che sei stata gran- casino, lo so, ma quello che non riesco a toglier-
de… avrei voluto farlo io!”, aggiunge alla fine mi dalla testa è che la storia tra me e Fabio è
facendo ridere le ragazze, persino Alice. “Va beh, finita”, dice Alice mentre due lacrimoni le scivo-
certamente un singolo episodio non può mandare lano giù dalle guance. “Ma Fabio che ne pen-
in malora anni di comportamento impeccabile; del sa?”, chiede Viola. “Dice che quest’estate posso
resto magari uno ha un problema, un periodo diffi- andare a trovarlo, che lui tornerà spesso anche
cile… Capita, no?”, interloquisce Viola. “Certo che per venire a trovare la madre… ma sono cose
capita! Non voglio assolutamente giustificarmi, dette così. Quanto potrà durare il nostro rappor-
però, questo è proprio un periodaccio”, conclude to?”. “Beh, tra un anno anche tu andrai all’Uni-
Alice.
versità”, dice Sara. “Già, anche Fabio l’ha detto,
ma voi mi ci vedete a lasciare la mia famiglia
>> “Ma che cosa è successo? Tu ascolti sempre tut- per andare così lontano?”. Le tre ragazze si guar-
ti e non ti sfoghi mai con noi. Problemi a casa?”, dano, perplesse. “Mi sa di no!”, risponde Viola
chiede Viola preoccupata. “No, per fortuna a casa scuotendo la testa. “Sarà un’estate difficile per
è tutto tranquillo. I problemi sono con Fabio”, me”. “Ti staremo vicine”, farfuglia Chiara che
risponde Alice. “Addirittura! Che cosa succede?”, sembra sconsolata quanto Alice.
ٗ
BS GIUGNO 2010

2.2 Page 12

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CHIESA
LE ENCICLICHE
SOCIALI (11a)
CARITAS IN VERITATE
Maurizio Schoepflin
Stemma araldico di papa
Ratzinger.
ERA NELLE
INTENZIONI DEL SANTO
PADRE BENEDETTO XVI
COMMEMORARE
Vari motivi hanno fatto sì che
la grande lettera Caritas in
veritate, recasse la data del
29 giugno 2009 e venisse
resa pubblica il successivo 7 luglio,
12
proprio alla vigilia dei lavori del G8
svoltisi a L’Aquila che hanno visto ra-
SOLENNEMENTE
IL QUARANTESIMO
ANNIVERSARIO
DELL’ENCICLICA
POPULORUM
PROGRESSIO, DONATA
dunati i maggiori leader politici del
mondo. Forse non si va lontano dal
vero, considerando provvidenziale
questo ritardo che ha permesso al
Pontefice di rielaborare e approfon-
ALLA CHIESA E
AL MONDO DA
PAPA PAOLO VI
IL 26 MARZO 1967,
dire il suo scritto anche alla luce del-
le complesse e difficili vicende che
hanno riguardato l’economia mon-
diale in questi ultimi anni. Inoltre, ciò
ha reso possibile pure una sorta di im-
MEDIANTE LA
PUBBLICAZIONE DI
UNA NUOVA ENCICLICA
SOCIALE. ED ECCO
mediata consegna del documento
papale proprio alle massime autorità
del pianeta e l’inizio della sua diffu-
LA CARITAS
IN VERITATE.
Benedetto XVI, papa dal 2005,
successore del papa polacco
Giovanni Paolo II, Carol Wojtyła.
sione a partire da un luogo, l’Abruz-
zo, colpito dal terribile sisma dell’a- IL CUORE
prile 2009, ove si è vissuta una gran-
de sofferenza. L’enciclica, la terza del
DELL’ENCICLICA
Solo se pensiamo di essere chiama-
ti in quanto singoli e in quanto co-
munità a far parte della famiglia di
pontificato ratzingeriano, si presenta
come un testo fecondo e complesso,
ricco di numerosi insegnamenti e
sollecitazioni, della cui totalità sarebbe
ovviamente impossibile rendere con-
to. Operando alcune inevitabili scel-
te, ci soffermeremo soltanto su qual-
cuno dei tanti elementi che, come ha
autorevolmente sostenuto monsignor
Mario Toso, il salesiano segretario del
Pontificio Consiglio della Giustizia e
della Pace, fanno della Caritas in ve-
Per comprendere il senso dell’en-
ciclica, risultano preziose le se-
guenti parole contenute nel paragrafo
78, uno dei due che ne costituisco-
no la conclusione: “Senza Dio l’uo-
mo non sa dove andare e non riesce
nemmeno a comprendere chi egli sia.
Di fronte agli enormi problemi del-
lo sviluppo dei popoli che quasi ci
spingono allo sconforto e alla resa,
ci viene in aiuto la parola del Si-
Dio come suoi figli, saremo anche
capaci di produrre un nuovo pensiero
e di esprimere nuove energie a ser-
vizio di un vero umanesimo inte-
grale. La maggior forza a servizio
dello sviluppo è quindi un umane-
simo cristiano, che ravvivi la carità
e si faccia guidare dalla verità”. Il
cuore dell’insegnamento sociale del-
la Chiesa, che Benedetto XVI riaf-
ferma con forza, non è rappresenta-
to da una dottrina politica o econo-
ritate “il punto di arrivo del magistero gnore… Di fronte alla vastità del la- mica, ma dall’annuncio chiaro e
sociale precedente e di quello del- voro da compiere, siamo sostenuti forte che l’unica salvezza, anche per
l’attuale Pontefice”.
dalla fede nella presenza di Dio… ciò che concerne la vita della società,
GIUGNO 2010 BS

2.3 Page 13

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proviene da Cristo. Soltanto la luce
del Vangelo è in grado di illumina-
re la strada verso un ordine mondiale
più giusto; soltanto l’umanesimo
cristiano, quello cioè “aperto al-
l’Assoluto, può guidarci nella pro-
mozione e realizzazione di forme di
vita sociale e civile – nell’ambito del-
le strutture, delle istituzioni, della cul-
tura, dell’ethos – salvaguardandoci
dal rischio di cadere prigionieri del-
le mode del momento” (78).
PER USCIRE DALLA CRISI
L’enciclica è uscita proprio alla vigilia del G8
Come già aveva affermato con par-
ticolare e sofferta accoratezza Pao-
lo VI, la pretesa di edificare un
svoltosi a L’Aquila, che ha visto radunati i maggiori
leader politici del mondo. I presidenti Obama
e Berlusconi visitano le macerie.
mondo senza o contro Dio è destinata
al fallimento: le tragedie del XX se- dell’uomo, perché soltanto chi ama oltre che materiale” (76), perché se
colo sono lì a ricordarcelo! Dunque, è davvero in grado di aprire orizzonti rimaniamo ancorati a una visione
solamente alla luce della rivelazio- concreti di speranza; la scienza, la meramente materialistica dell’uo-
ne evangelica e dell’antropologia cri- politica, l’economia, la tecnica sono mo e degli avvenimenti che lo ri-
stiana è possibile fornire alcune in- importantissime, ma rimarrebbero guardano finiremo con il generare si-
dicazioni utili per uscire dalla crisi impotenti se non fossero vivificate tuazioni di squilibrio e di ingiustizia.
profonda che attanaglia l’umanità: i dall’amore. Allo stesso modo, la Le moderne ideologie, seppur se-
vari capitoli della Caritas in verita- sapienza cristiana ci dice che un’e- condo prospettive diverse, sono ac-
te testimoniano proprio questa soli- conomia autoreferenziale e sorda comunate da un riduzionismo ma-
da certezza e gli insegnamenti in essi ai richiami dell’etica finisce per dar terialista che non riesce a cogliere la
13
contenuti sono pienamente com- luogo a ingiustizie gravissime. E an- dimensione spirituale e aperta alla
prensibili soltanto sulla base di una cora: “Occorre che nel mercato si trascendenza che contraddistingue
lettura autenticamente cristiana del- aprano spazi per attività economiche l’essere umano, creato da Dio e – per
la storia dell’umanità e delle vicen- realizzate da soggetti che libera- dirla con sant’Agostino – chiamato
de del mondo. Molto rilevante ap-
pare, a questo riguardo, lo stretto le-
game che il Pontefice stabilisce fra
l’intelligenza e l’amore (30): il cri-
stiano sa che la soluzione dei pro-
blemi non può essere affidata esclu-
sivamente alle capacità intellettuali
mente scelgono di informare il pro-
prio agire a principi diversi da quel-
li del puro profitto, senza perciò stes-
so rinunciare a produrre valore eco-
nomico” (37). C’è bisogno anche “di
opere che rechino impresso lo spirito
del dono” (ib) senza contropartita.
Tutto questo risulta chiaro se ci la-
sciamo illuminare dall’annuncio cri-
stiano: ecco perché non si dà carità
senza verità, ecco perché non esiste
progresso in assenza di moralità e di
responsabilità. Ciò appare evidente
quando si prende in considerazione
la realtà dello sviluppo tecnologico.
all’incontro con Lui. Affermare la ve-
rità cristiana significa compiere la più
alta opera di carità.
Concludendo queste prime con-
siderazioni sull’enciclica, facciamo
ancora nostre le parole di monsignor
Toso: “Il Pontefice evidenzia che la
missione della Chiesa implica una
missione di verità da compiersi in ter-
mini di amore… a servizio di una so-
cietà che, specie nei Paesi occiden-
tali, vive l’esperienza del proprio pro-
gresso senza riconoscerle e attri-
buirle una valenza universale, obiet-
tiva e condivisa… Con la sua mis-
sione di amore e di verità, svolta in
LA SITUAZIONE ATTUALE
termini di proposta, talora in maniera
maieutica, ossia non imponendo
La tecnica – afferma il Pontefice – nulla dal di fuori, semmai esplici-
è caratterizzata da un’ineliminabile tando e portando a compimento ciò
ambiguità, e se non viene guidata e che è già inscritto nella coscienza di
gestita da uomini altamente respon- ognuno, la Chiesa è chiamata a
La tecnica è caratterizzata
da un’ineliminabile ambiguità,
sabili e attenti ai grandi valori etici, svolgere un «ruolo pubblico» di ci-
si trasforma in una minaccia piutto- vilizzazione e di umanizzazione
e se non viene guidata e gestita
da uomini attenti ai grandi valori
etici, può trasformarsi in una
minaccia piuttosto che
sto che in un’opportunità. Di qui la dello sviluppo: rivendicandone, an-
convinzione espressa con forza da zitutto, la dimensione di trascen-
Benedetto XVI: “Lo sviluppo deve denza”.
in un’opportunità.
comprendere una crescita spirituale
(continua)
BS GIUGNO 2010

2.4 Page 14

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CASA NOSTRA
Linares, in Cile, 105 anni di vita, è stata offesa
LINARES di Sergio Todeschini
“LAS ANIMAS”
Arrivarono a Linares il 7 feb-
braio 1905. Ad aprire la
strada fu padre Juan Gratta-
rola che prese possesso di
L’ATTIVITÀ SCOLASTICA
Non mancarono difficoltà econo-
miche. Manco a dirlo! Nei primi
una proprietà offerta dalle sorelle anni di lavoro ci si limitò all’orato-
Campos: “felici, perché tutto questo rio festivo e all’assistenza spiritua-
serviva per fare del bene secondo lo le nell’ospedale cittadino. Dal lu-
spirito di don Bosco”. Era una por- glio 1911 iniziò la scuola primaria
zione di campo con una piccola Don Bosco con 45 alunni che por-
vecchia casetta, conosciuta come tavano una divisa molto semplice.
Las Animas’ nel quartiere orientale Rallegrava feste e cerimonie una
della città. Padre Juan diede subito mini banda musicale, composta da
inizio a un oratorio. E, proprio co- pochi strumenti a fiato. Ben presto
me Don Bosco a Valdocco, anche scuola e banda crebbero, l’una rag-
qui i ragazzi giocavano nel campo giunse i sei corsi e l’altra cominciò
accanto alla casetta e facevano cate- a sfornare abili musicisti, diventan-
14 chismo all’aperto. “Funzionava l’o- do l’orgoglio dei salesiani e della
ratorio nel campo, cosa tutta nuova cittadinanza. La scuola agricola
per gli abitanti e molto più per i con internato annesso venne inau-
bambini che numerosi correvano a gurata nel 1941. Cominciò con tre
ricrearsi”, si legge nella cronaca. ragazzi che presto diventarono più
Juan era un uomo che ben conosce- di cento. Il periodo di studi della
va la mentalità dei contadini: “Fu durata di cinque anni rilasciava il
un sacerdote completo; le sue virtù, titolo Pratico in Agricoltura. Per
l’apostolato e le innegabili doti so- arrivare al titolo di tecnico, i ragaz-
prannaturali, supplirono abbondan- zi dovevano spostarsi a Santiago e
temente la mancanza di scienza e di frequentare due anni di corsi ag-
cultura”, scrive l’ispettore don Ber- giuntivi, cosa che gran parte degli
ruti. Egli si adattò facilmente al- alunni non poteva permettersi. Con
l’ambiente rurale.
la riforma scolastica, però, potero-
no completare il corso nella scuola
Il vecchio insediamento salesiano salesiana. Nel 1980 l’ispettore don
di Linares.
GIUGNO 2010 BS
I salesiani di Linares:
105 anni di missione tra
i campesini. La loro storia
è quella dei primi figli
di Don Bosco che con
tenacia hanno saputo
creare grandi cose e
con don Rua hanno
potenziato la diffusione
anche in questa parte
del mondo, creando
proprio a Linares una
scuola agricola modello.
José Nicolussi autorizzò, non senza
polemiche, la frequenza anche alle
ragazze. Nell’anno scolastico se-
guente le alunne erano oltre la qua-
rantina, addolcendo con la loro pre-
senza il clima dell’Istituto.
IL C.O.E.
(CENTRO ORIENTACIÓN
EDUCACIONAL)
Di grande rilevanza fu il progetto
di orientamento educativo C.O.E.,
sostenuto dall’allora ispettore don
Ricardo Ezzati, oggi vescovo di
Concepción. Si trattava di rinnovare
la scuola sia come progetto educati-
vo sia come struttura muraria, per
renderla più adatta alle attività edu-
cative a favore degli alunni e con-
vertirla in centro di irradiazione e
servizio per i contadini della zona.
Un’altra tappa importante è stata la
creazione di un corso scientifico-
umanistico e la nascita di specializ-
zazioni tecnico professionali al fem-
minile, per dare anche alle ragazze
la possibilità di completare gli studi
con una specializzazione. Iniziativa
ambiziosa ma necessaria, voluta
dall’allora direttore, don Raymundo
Roccaro, cui va anche il merito di
aver potenziato la struttura con nuo-
vi edifici. Oggi gli alunni hanno su-
perato il numero di 1300.

2.5 Page 15

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dal terremoto del 27 febbraio 2010. I salesiani.
Monsignor Ricardo Ezzati allora
ispettore del Cile ha voluto che
si realizzasse il C.O.E.
Terán Castillo Carlos, nativo di
Linares, sacerdote novello, partito
missionario in Rwanda, è ora
di nuovo nella sua città. La foto
lo ritrae con il salesiano padre
Alonso Duro Carlos.
MARIA AUSILIATRICE
Sopra, la basilica di Maria
Ausiliatrice di Linares, dopo
il terremoto. Si sono salvate solo
All’inizio dell’opera, nel lontano loso quartiere della città”. L’edifi-
1905, padre Grattarola realizzò una cio, situato all’estremità di un viale
piccola cappella dedicata a Maria che porta al centro cittadino, è la
15 la facciata e le torri campanarie,
mentre l’interno è andato distrutto.
Al centro, l’interno e sotto come è
stato ridotto dal terremoto.
Ausiliatrice. Si formò subito l’Arci- vera porta di ingresso di tutta la cit-
confraternita di Maria Ausiliatrice tadella salesiana. Oggi, dopo il ter-
che raggiunse brevemente i 400 so- remoto del 27 febbraio, della raggio quasi temerario di molti sale-
ci. Ora quel piccolo luogo di pre- grande chiesa resta in piedi unica- siani. Quando giunsero in Cile essi
ghiera è diventato un grande tempio mente la facciata con i due cam- descrissero i giovani contadini come
che con i due campanili laterali alla panili, tutto il resto è crollato.
individui semplici, d’indole buona,
facciata ricorda quello di Valdocco. La parrocchia venne istituita il 22 un po’ creduloni e senza prospettive.
La chiesa, di impianto romanico a febbraio 1925. Il suo territorio inclu- I missionari costruirono nei loro vil-
tre navate suddivise da alte colonne de le comunità campesine della pre- laggi delle cappelle che servivano an-
in legno, venne inaugurata il 3 giu- cordigliera, alcune lontane e difficili che come luoghi d’incontri comuni-
gno 1923. Nelle cronache si legge: da raggiungere. L’evangelizzazione tari e una colonia estiva, immersa nel
Motivi di questa costruzione sono dei campesini della montagna è un verde dei boschi nella località monta-
la carenza di chiese in questo popo- capitolo importante che mostra il co- na di Pejerrej.
Ragazzi e giovani della parrocchia di Linares in una riunione all’aperto.
OGGI
Oggi la scuola salesiana è una realtà
importante per il territorio. L’Istituto
di Agraria, riconosciuto in tutto il Cile
per la formazione che offre, fa fun-
zionare un’azienda alimentare e agri-
cola che vivacizza un discreto com-
mercio. La parrocchia con le sue atti-
vità pastorali e giovanili rappresenta
un forte punto di riferimento cittadi-
no come centro di formazione umana
e cristiana. La presenza dei figli di Don
Bosco a Linares è un tassello impor-
tante che si inserisce nell’opera di don
Rua in terra cilena.
ٗ
BS GIUGNO 2010

2.6 Page 16

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BOX
redazionale
TERNI, ITALIA
stra che aiutano i giovani.
Tre elementi sono sospesi B R E V I S S I M E D A L M O N D O
TRITTICO
DI SAN GIOVANNI
BOSCO
in cielo: la “tettoia Pinar-
di”, primo oratorio, la gi-
gantografia dell’emisfero ter-
restre, una mensa apparec-
I salesiani di Terni hanno chiata per i giovani. Come
celebrato i 150 anni della sfondo Terni con a destra le
congregazione con un tritti- acciaierie e a sinistra la
co del noto artista Stefano splendida cascata delle Mar-
Di Stasio: Don Bosco nel more. Nel pannello di sini-
pannello centrale, il Risorto stra Don Bosco accanto al
in quello di sinistra, l’Ausi- sepolcro indica Gesù appe-
liatrice in quello di destra. na risorto, di cui si scor-
BOLDIPUKUR, BAN- ha dichiarato di spera-
GLADESH. È stato un re in una nuova politi-
assalto in piena regola ca verso i cristiani ira-
quello messo in atto da cheni, dopo le elezioni
circa 500 estremisti il del 7 marzo u.s. che
20 marzo u.s. contro la hanno visto prevalere
chiesa cattolica della per un pugno di voti il
città. Risultato: cinque laico Allawi. I cristiani
feriti gravi. La polizia è che avevano abbando-
rimasta a guardare. nato la città dopo l’uc-
Il pannello centrale raffigu- gono gli arti inferiori e il
cisione di una trentina
ra il santo che accoglie i ra- lenzuolo sindonico; uno dei MOSUL, IRAQ. L’ar- di fedeli sono tornati
gazzi di oggi: quelli più giovani, in moto, sembra civescovo della città nelle loro case.
fortunati (con computer, cel- chiamare al cellulare gli
lulare, libri, strumenti mu- amici per annunciare il
sicali), e quelli meno (arti- grande evento della risurre-
giani e minori costretti in zione. Nel pannello di de-
miniera). Lo aiutano alcuni stra Don Bosco s’aggrappa
salesiani: il beato Michele al manto dell’Ausiliatrice
Rua, dipinto subito dietro che scende in volo per soc-
don Bosco, che fu il suo correre i suoi figli. Al suo
16
primo successore; don Pa- fianco san Francesco, in
scual Chávez, il nono suc- primo piano Domenico Sa-
cessore, che regge il mo- vio che con gesto delicato e
dellino del santuario di San discreto sembra proteggere
Francesco, chiesa della par- una “mamma in attesa”.
rocchia salesiana; l’attuale Dietro il rettor Maggiore
direttore don Carlo Zuc- beato Filippo Rinaldi, che
NEL MESE DI GIUGNO L’URNA DI DON BOSCO
chetti (sulla sinistra) e un autorizzò l’insediamento dei
VISITA IL VENEZUELA E LE ANTILLE
altro confratello sulla de- salesiani a Terni.
GIUGNO 2010 BS

2.7 Page 17

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a cura del direttore
PORT-AU-PRINCE,
HAITI
Anche il Vicario del Rettor
Maggiore ha visitato le ca-
se terremotate di Haiti, por-
tando il cordoglio e assicu-
rando la vicinanza attiva di
tutta la congregazione ai
fratelli provati dal deva-
stante sisma. Don Bregolin
si è reso conto della situa-
zione visitando tutta la pre-
senza salesiana di Haiti e
incontrando tra l’altro i re-
sponsabili della protezione
civile italiana e i militari
che stanno operando nel-
le strutture salesiane.
BRATISLAVA,
SLOVACCHIA
Solenne apertura dell’In-
chiesta diocesana sulla vi-
ta e le virtù del servo di Dio
don Tito Zeman (1915-
1969), salesiano, che ini-
zia il percorso per la sua
beatificazione. Sono stati
nominati i membri del tri-
bunale e i periti storici ed è
stata presentata la lista dei
testimoni da interrogare ai
fini dell’inchiesta. Hanno
partecipato alla cerimonia
anche tre sorelle di don Ti-
to e un nipote, oltre a circa
150 ospiti e osservatori.
17
SUTRI, ITALIA
Nella cattedrale di Sutri S.
Em. il cardinale Raffaele Fa-
rina, salesiano, Archivista e
Bibliotecario di Santa Ro-
mana Chiesa, ha presiedu-
to la solenne celebrazione
in ricordo del venerabile
Luigi Olivares, salesiano
anche lui, vescovo di Sutri e
Nepi, avviato agli altari. Il
postulatore generale don
Enrico dal Covolo ha tenuto
la commemorazione ufficia-
le, presenti numerose per-
sonalità religiose.
MEDELLÍN, COLOMBIA
“Ciudad Don Bosco” ha
compiuto 45 anni di attività
a favore dei ragazzi più bi-
sognosi. Molti i salesiani
giunti anche da altri paesi
per celebrare l’evento es-
sendo l’opera una delle più
significative del Paese. Es-
sa ospita bambini di strada,
giovani reduci della guerri-
glia, ragazzi a rischio, ecc.
La formazione professio-
nale e l’educazione ai dirit-
ti umani fanno parte del
Progetto educativo.
CITTÀ DEL MESSICO,
MESSICO
Oltre 600 giovani hanno
partecipato al Campo Bo-
sco 2010, provenienti dalle
varie case salesiane della
Nazione. Interessante il te-
ma dell’incontro che ha im-
pegnato i giovani in anima-
ti dibattiti: “Sistema Pre-
ventivo e Diritti Umani a
partire dal Vangelo per i
giovani d’oggi”. Forti mo-
menti di impegno si sono
alternati a momenti ludici
e momenti di preghiera
com’è nella migliore tradi-
zione salesiana. Per sa-
perne di più www.donbo-
sco.mx.
SIVIGLIA, SPAGNA
“Summa cum laude” al
consigliere per la regione
Europa Ovest don José M.
Nuñez; Il 25 febbraio pres-
so l’università di Siviglia ha
discusso la tesi: “Dio nella
debolezza. Pensare la reli-
gione a partire dall’ontolo-
gia dell’attualità di Gianni
Vattimo”. Ci sembra rivesta
particolare importanza uno
studio sulla religione nel
“pensiero debole” che il fi-
losofo torinese ha diffuso e
che ha preso piede nei cir-
coli culturali radicandosi
nel pensiero moderno.
BS GIUGNO 2010

2.8 Page 18

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VIAGGI
PREMESSE
DI FUTURO di Giancarlo Manieri
La maschera d’oro
di Tutankhamon, il faraone
fanciullo.
Dopo Alessandria
i salesiani si piazzano
lungo il Canale. I primi
approcci, poi lo sbarco,
l’installazione, il lavoro
scolastico ed
educativo…
Un trentennio di fervida
18
attività quindi l’inevitabile
chiusura. Ma l’Africa
continua ad assorbire
con sempre maggior
Veduta dell’area di Porto Said con
l’imboccatura nord del Canale.
Nei pressi dell’imboccatura sud
c’è la città Suez e, più o meno
a metà strada tra le due, Ismailia.
forza il carisma salesiano,
e dall’Africa, partono i
primi missionari in aiuto
alla vecchia Europa.
Sembra incredibile…
Cominciò tutto il 26 maggio
1886, presente Don Bosco:
sul tavolo del Capitolo Su-
periore era depositata una
proposta del Ministro degli Esteri ita-
liano Conte di Robilant per l’apertura
di un’opera al Cairo.
La storia dei primi contatti e dei
salesiani al Cairo me l’hanno rac-
contata in parecchi lungo i giorni
della visita… Ognuno aggiungeva
qualcosa, e man mano si faceva più
interessante e attraente. L’ho senti-
ta a “spizzichi e bocconi”, come si
dice dalle mie parti, da don Severi-
no che mi accompagnava, da don
Renzo, don Luigi, il sig. Giulio, don
Al Prince, don Souccar. L’ho senti-
ta un po’ qua e un po’ là: in mac-
china, al refettorio, in cortile, per
Le notizie apprese un po’ qua
e un po’ là… Molte durante gli
spostamenti in macchina sempre
lenti e laboriosi a causa di un
traffico esagerato.
strada, al Cairo, ad Alessandria, a
Zeitun… Spezzettata ma suggestiva.
Ho solo messo insieme i pezzi del
puzzle. Intanto seppi che Don Bosco
desiderava un’opera in Egitto, anzi
era “uno dei suoi sogni”, come dis-
se più volte. Il primo “Progetto
Africa”, perciò, fu proprio quello di
Don Bosco, e spingevano per rea-
lizzarlo nomi di spicco come mon-
signor Daniele Comboni, oggi san-
to, il famoso cardinale Lavigerie,
fondatore dei Padri Bianchi e lo stes-
so Vaticano con il prefetto di Pro-
paganda Fide cardinale Simeoni.
FU DON RUA
Don Bosco non poté accontentare le
richieste. Toccò al successore, don
Rua, che nel 1896 aprì Alessandria,
quindi l’opera compie quest’anno
114 primavere. Il primo successore di
Don Bosco ci teneva a questa città: ci
passò tre volte, due nel 1896 – fu la
prima e l’ultima tappa del suo viaggio
in Medio Oriente – e una nel 19081. In
quell’anno la comunità religiosa di
Alessandria era composta di ben 31
confratelli! Don Rua vi dimorò per 10
giorni. Il motivo dell’apertura è pre-
sto detto: le pressioni che giungeva-
no da ogni parte, il fatto che ad Ales-
GIUGNO 2010 BS

2.9 Page 19

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sandria esisteva una colonia italiana di
circa 20mila persone su 200mila abi-
tanti che invocavano disperatamente
una scuola professionale. E anche, for-
se soprattutto, la lettera di un egitto-
logo di fama che affermava: “Vi sono
ad Alessandria centinaia di fanciulli
abbandonati, d’ogni nazionalità e
religione, ma specialmente italiani e
maltesi, cattolici, per i quali impara-
re un mestiere e ricevere un po’ di edu-
Il consigliere scolastico don Tirone in visita alla scuola salesiana
di Ismailia nel 1937.
cazione vorrebbe dire la loro salute”.
Il termine probabilmente è usato al po- Rosso con il Mediterraneo. Ci provò al 1948 con un oratorio molto fre-
sto di salvezza. Manco a dirlo, il pri- in seguito l’imperatore Napoleone, quentato e la scuola primaria italiana.
mo collegio in terra d’Egitto fu… un finché il progetto definitivo lo fece Suez, vicina all’ingresso del Canale, è
carcere in totale abbandono. È facile l’ingegnere trentino Luigi Negrelli. un porto commerciale risalente a età el-
giocare sulla cosa: a Torino Don Bo- La costruzione fu affidata a una ditta lenistica. I salesiani aprirono nel 1926
sco cominciò l’apostolato con un car- francese, che impiegò un milione e una scuola italiana maschile, l’orato-
cere… ad Alessandria don Rua co- mezzo di egiziani e costò 125mila rio e la parrocchia. Chiusero nel 1948,
minciò con un carcere!
morti. Il controllo passò poi al Regno quando ormai gli italiani e non solo
Unito, e agli Stati Uniti. Ma nel 1956 loro si ritiravano a frotte, date le mos-
L’AFFLUSSO ITALIANO
Nasser contro tutti si riappropriò del se di Nasser. Porto Said invece fu la
canale, nazionalizzandolo.
prima casa aperta dopo Alessandria, nel
Una prima ondata di emigranti ita-
1924. La sua scuola resistette fino al
liani verso l’Egitto si ebbe intorno L’AFFLUSSO SALESIANO
alla metà del secolo XIX. Era costitui-
1963. Non furono presenze occasionali
e fugaci. Lo testimonia la processione
ta da esuli del Risorgimento. L’altra Nella terra dei faraoni le fondazioni di personalità che lungo gli anni di at- 19
si verificò nella prima metà del XX salesiane continuarono fino ad arriva- tività scolastica, apostolica ed educa-
secolo, erano soprattutto operai, re a cinque opere, perché sempre più tiva visitarono i centri. Tra i tanti,
braccianti, manovali, artigiani, agri- numerose e più pressanti erano le ri- S.A.R. il principe Umberto di Sa-
coltori, ma anche professionisti e chieste, dato il numero straordinario voia, il conte Caccia Dominioni, il duca
funzionari pubblici. Avvenne in oc- di lavoratori che si riversavano an- Ajmone di Spoleto; e ancora consoli,
casione dei faraonici – è proprio il nualmente sulle sponde del Canale. governatori, vescovi, nunzi, onore-
caso di dirlo – lavori per l’apertura I salesiani, invocati più volte, nel voli, incaricati d’affari, comandanti mi-
del canale di Suez. I circa 20mila ita- 1924 aprirono Porto Said; nel 1925 litari, delegati apostolici, ministri, sin-
liani di fine ’800 crebbero fin oltre i Ismailia e il Cairo, nel 1926 Suez. In- daci, ammiragli… e tutti si mostrava-
50mila alla vigilia della seconda stallarono scuole, doposcuole e oratori no entusiasti del lavoro dei salesiani.
Guerra Mondiale, divenendo la co- per i figli dei numerosissimi lavorato-
munità più numerosa dopo i greci. ri e impiegati italiani che popolavano VERSO NUOVI SCENARI
Per la verità, a scavare un canale le città lungo il Canale, ma accettava-
cominciarono a pensarci già 600 anni no tutti. Ismailia è sulla riva occiden- I giorni della visita alle case d’Egitto
prima di Cristo. Un tratto lo portò a tale a metà strada tra Porto Said e Suez, mi hanno aperto gli scenari del primo
termine Dario I di Persia “dal fiume edificata al tempo della costruzione del “Progetto Africa”, pensato da Don Bo-
chiamato Nilo… al mare che inizia in Canale per ospitare la Compagnia sco stesso, realizzato dal suo succes-
Persia”. Nel 1504 i mercanti vene- francese impegnata nei lavori. La pre- sore, attuato infine nella sua comple-
ziani proposero di collegare il Mar senza dei figli di Don Bosco durò fino tezza da don Rinaldi, almeno per
quanto riguarda l’Egitto; un santo e due
La scuola salesiana “Duca
degli Abruzzi” di Suez. La foto
beati. Mica male! Il secondo “Proget-
to Africa” fu quello lanciato dal rettor
è del 1938.
maggiore don Egidio Viganò nel 1980:
ci sono tutti gli ingredienti per crede-
re che questo continente possa diven-
tare la frontiera salesiana del futuro.
(Continua)
La scuola italiana di Porto Said
diretta dai salesiani e la chiesa.
La foto è del 1948.
1 La nostra rivista descrive il primo viaggio
nel numero di giugno 1895 a pagina 151 e ss.
Il secondo nel numero di luglio 1908 a pagina
197 e ss.
BS GIUGNO 2010

2.10 Page 20

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ATTUALITÀ
ORAGIOVANE
A SERVIZIO Redazionale
ORAGIOVANE è nata
come risposta a una
richiesta del Rettor
Maggiore durante
il Confronto Europeo
2009.
20
virtuale porti frutti tanto quanto ne
porta il reale.
ORAGIOVANE è una rete di
esperienze che permette un protago-
nismo giovanile sostenuto e aiutato
da esperti dell’educazione. È una
scuola che offre spazi di aggrega-
zione, crea situazioni, propone pro-
getti; è uno spazio di qualità, una
palestra per il cambiamento, credi-
bile perché fa perno su giovani che
Èuna cooperativa sorta su ini-
ziativa di giovani animatori
per porsi a servizio di altri
giovani animatori. Ancora
una volta “Giovani per i giovani”,
come recitava uno slogan di moda
re. Ma pronti anche ad ascoltare,
ad apprendere, a interrogare a pro-
porre, ad approfondire.
TUTTO FACILE?
vogliono giocarsi per il bene di altri
giovani.
È UNA SCOMMESSA
ORAGIOVANE è una scommessa
qualche anno fa. Lavorano sul La rete non è senza pericoli. Sa- “anticrisi”. Restituire a una persona
web, perché oggi i giovani si cer- rebbe del tutto ingenuo il pensarlo. la gioia di vivere è quasi un miraco-
cano e si trovano in rete, frequen- Essa è sì una grande piazza, ma è lo, restituirgli la volontà di impe-
tano i nuovi cortili, quelli virtuali. senza vigili, senza semafori e per gnarsi per gli altri un miracolo vero
Ma l’intento è sempre lo stesso: ciò stesso senza troppi controlli… È e proprio. ORAGIOVANE crede
dare qualità all’animazione e agli una piazza splendida e difficile, luo- nell’educazione e lavora per offrire
animatori. Per raggiungere lo sco- go delle libertà e delle responsabi- strumenti adatti a questo compito
po e promuovere il protagonismo lità. Entrarci e proporre cose serie affascinante. Proprio per questo si
giovanile non c’era altro modo che costituisce una sfida grande. È la mette a servizio degli animatori e
connettersi e incontrarsi là dove sfida dei giovani di ORAGIOVA- della comunità ecclesiale come pro-
oggi tutti si cercano e si trovano. NE: “ora” e “giovane” un tempo de- motore di educazione.
Internet è diventato con i suoi so- dicato interamente a chi rappresenta Si offre attraverso sussidi per gli
cial network il più frequentato luo- il futuro della società e della Chiesa, oratori, il Grest, i campi estivi, lo
go d’incontro del mondo, dove ra- un tempo riservato dai giovani ai sport. Ha già prodotto sussidi e
gazzi e giovani, maschi e femmine giovani. È l’oratorio trasportato nel continuerà a produrne. Visita il
si sentono a casa loro, liberi di fa- web, passaggio dal reale al virtuale, suo sito e… capirai di più.
re, discutere e magari di contesta- con la sfida del tutto inedita che il www.oragiovane.it
ٗ
GIUGNO 2010 BS

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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E…STATE
la finale come litalia. Noi abbiamo
due campi, uno di qua e l’atro di là.
Intanto che noi giochiamo di qua gli
altri giocano di là, poi quelli di là
RAGAZZI! di Achille Scaglioni
vengono di qua e noi di qua andia-
mo di là. Per oggi gioco in panchi-
na, ma appena mi sono allienato mi
metterò a giocare con il numero 10
come Del Piero. Quando vieni su
portami ancora un pochi di euri. Mi
devo iscrivere per Pierabech, don
Sergio ha detto che questo ano dob-
Gli oratori si mobilitano.
L’estate è alle porte e
con l’estate le vacanze,
Ciao mama,
ora tiscrivo in fretta questa
letera perchè subito dob-
biamo andare a scambiarci
i vestiti per il torneo di calci delle-
biamo fare la cura dellacqua della
goccia di carnia perchè fa belli fuori
e puliti dentro, basta mezza bottiglia
alla sera prima di andare aletto e
l’altra mezza al mattino mezzora
e con le vacanze
l’impegno dei Grest,
state ragazzi.
prima di svegliarsi. Don Michele ha
Questo ano mi anno messo nei detto che è molto buona permettere
blu e siamo quasi intesta con 3000 in fresca il vino.
dei campi scuola,
punti. Abbiamo anche due squadre Non ti preocupare, perché come
di calcio. Lanazionale A come lita- guida alpina viene su Claudio e an-
delle colonie marine
lia e una squadra internazionale co- che don Angelo, sai, quello che a
e montane… Per i
me quella della francia. In porta cè fatto tutte le montagne del Friuli fino
Josef Drlicka, poi Jan Koricansky in Austria. Domenica ha compiuto
salesiani non c’è pace.
Offriamo una letterina
poi Julia Sheshi, Stivan Dikan, per la prima volta 86 anni. Per pre-
Mikhylo Shutiak, Santiliano Muhat,
Igor Mandiuk, Rottero Glavis Li-
mio è andato fin sulla cima del mon-
te del Marmolada dalla parte del Ve-
21
estiva, scritta dal solito
Pierino alla mamma.
sandro, Kibysh Serhiy, Randy Fi- neto. Però ha detto che non andrà
sher, Diaw Davide Dilly, Pavlo più così in alto perché nella discesa
Kerkhik, Vargas Eddy e tanti altri gli cloppano tutte le ginocchia. Poi ti
che adesso mi scappano. Poi come farò vedere tutti i nuovi lavori della
allenatore cè un animatore che vie- chiesa. Prima anno rifatto tutto il co-
ne dalla Slovakkhia e si chiama Ma- lore, poi la luce, lautoparlante e la
Il sig. Scaglioni insegna ai ragazzi rek Michalenko. Di piccolo giocava nuova machina di riscalamento che
a riconoscere fiori e piante
con Nedvet e Jankhuloski. Adesso fa caldo dinverno e fresco destate.
e si diletta a scrivere... “pierinate”! prima faciamo le liminatorie e poi Poi col cimento anno taponato tutti i
buchi del campanile, così adesso
non cè più pericolo che venga giù le
campane. Per pagare le spese abbia-
mo cominciato a vendere la banche-
rella con le vecchie tegole di Don
Bosco, costano solo 2 euri e si può
scegliere il colore cosa si vuole.
E prima di finirti ti dico subito che
la nostra salute sta tanben che mai. A
don Michele gli fanno ancora male i
suoi dolori, però adesso non va più
in carro zella. A donStefani gli hanno
fatto il tac nella testa, ma per fortuna
non ci anno trovato dentro niente. È
ancora un po’ squilibrato ma il dotto-
re gli ha proibito di correre in bici-
cletta e di andare su e giù per le scale
perché a 90 ani non è tantigienico.
Adesso è sempre seduto sul compu-
ter e aiuta il direttore a mandare tanti
meil agli amici e benefatori. Adesso
ti finisco qui. Ciao.
Tu amato Pierino
BS GIUGNO 2010

3.2 Page 22

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LETTERA
G AI IOVANI
C’È UNA STRADA TRACCIATA
PER CIASCUNO
Anch’io ci giro
Ti sono debitore
è tanto quello che ci si tiene.
di una manciata di parole.
Impara a dare tanto.
A proposito di che?
Come il sole:
In questi mesi la conversazione ha avuto un
luce, calore, vita, pane, stagione, raccolti.
percorso vocazionale:
Se la luce del sole ti abbaglia,
la scelta, il cammino, il distacco, l’attesa,
prova a chiudere gli occhi cinque minuti.
la prova...
È il modo migliore per scoprire
Sempre più su (altius), sempre con più intensità i petali della tua vita.
(fortius), sempre senza pausa (citius).
Mi sento un girasole.
Il volo verso l’alto è l’anelito di tutti.
Amo i suoi colori e la sua luce.
22 Dio c’è. È presente.
E tu?
Lascia in tutti la sua traccia.
Attorno al sole, anch’io ci giro.
Tutti fanno esperienza di trascendenza. L’andare La vita può essere vissuta in due modi:
oltre è arrivare a Dio.
o ti lasci illuminare
C’è gravità e gravità: una ti spinge verso il basso o ti spegni
e una ti spinge in alto. La prima ti fa
Un abbraccio.
camminare, la seconda ti fa volare
Tuo Carlo
verso la meta.
carloterraneo@libero.it
Il senso di Dio invade la tua vita,
ti investe come un’onda che ti
solleva, ti porta e ti muove.
Tu non sei l’onda, ma vivi in essa.
Dio è la luce che ti fa vedere chi sei.
Dio ti fa sentire vivo.
Sentirsi vivi è sentirsi amati.
La bellezza della vita è racchiusa in
tre parole:
“Ti voglio bene”
Accorgersene è Paradiso.
Nessuno sa quanto sia grande
un cuore che ama.
Tutti possono testimoniare
quanto si è piccini quanto non si ama.
Guarda in alto.
Impara dal sole.
Di solito nella vita si chiede:
impara a dare.
Di solito se si dà, si dà qualcosa:
impara a dare di più.
Di solito se si dà di più,
GIUGNO 2010 BS

3.3 Page 23

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IDLI TDEAOTNROBOSCO Csaolnetsiinauniia. mÈ olalavoplrtaesdeindtaoznioRnuefidlleol Utegautrcocisoundi.on Bosco fatta da alcuni scrittori di teatro
DB
SECONDO
UGUCCIONI
di Michele Novelli
Tra gli autori di teatro di matrice
23
salesiana, merita indubbiamente
un posto di primo piano don Rufillo
Uguccioni, scrittore prolifico
di romanzi e di copioni teatrali.
Abbondante la sua produzione
su Don Bosco.
A sinistra, don Rufillo Uguccioni (1891-1966).
A destra, i coniugi Uguccioni, papà e mamma dei tre fratelli
salesiani Rufillo, Ruben e Vigilio.
BS GIUGNO 2010

3.4 Page 24

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Da quando don Lemoyne
iniziò, nel 1885 con “Le
Pistrine” (un testo sul
produzione annuale ad aggirarsi
su un’ottantina di nuovi testi con
un lancio sul mercato librario di
coinvolgimento convinto delle
nostre case editrici,
si sono fatti premura di offrire ai
paganesimo romano)
circa duecentomila volumetti,
vari animatori che vedono nel
una centenaria collana di
tesi a coprire le rappresentazioni teatro educativo un segno
pubblicazioni periodiche che si di oltre diecimila teatrini attivi distintivo del carisma salesiano
concluse nel 1985 con l’ultima agli inizi degli anni Trenta.
ed un mezzo insostituibile di
annata di “Espressione Giovani”, Questa produzione consisteva, in accompagnamento educativo.
la produzione salesiana ha
buona sostanza, in bozzetti
brillato nel campo delle collane e comici, quadri edificanti,
delle riviste teatrali. Vivente Don monologhi, sacre
RUFILLO UGUCCIONI
Bosco le “Letture Cattoliche”,
rappresentazioni, piccoli drammi Deriviamo il suo profilo dal
diventate un evento editoriale
e tragedie, tutti volti
“Dizionario biografico dei
(12-14 mila copie mensili, con a inculcare sentimenti cristiani
salesiani” (Valentino-
casi di ristampe sino a centinaia nelle famiglie [...] [Al]
Rodinò, pagg. 280-281).
di migliaia di copie), inserivano salesiano Rufillo Uguccioni…
Nacque a Montese
tra gli argomenti da trattare alcuni si deve il tentativo, alla fine
(Modena) il 22 maggio
testi drammaturgici. Ad esse
degli anni Trenta, di
1891. Divenne salesiano il
furono affiancate le “Letture
contrastare il progressivo
15 settembre 1907 e
Drammatiche” che pubblicavano declino della popolarità
sacerdote il 23
esclusivamente drammi religiosi del teatrino educativo a
dicembre 1916.
ed educativi. Un posto di rilievo vantaggio del più
Fu direttore a
merita la SEI, editrice dei
moderno
Mogliano
salesiani. Da uno studio di Fabio cinematografo, dando
Veneto (1926-
Targhetta [“La capitale
vita a una nuova
29), a Verona
dell’Impero di carta” – SEI, Torino collana, “Teatro lirico
(1929-31) e a
– 2007] rileviamo l’importanza e dei ragazzi”. Se ci è
Torino - Casa
24 l’originalità delle sue iniziative consentito esprimere
Madre (1931-
teatrali. “La definitiva
un rammarico, è un
1934). Don
circolazione generalizzata di una vero “peccato” che in
Uguccioni era una
produzione editoriale – dedicata Italia siano sparite
figura ben nota nel
al teatro educativo – si verificò quelle pubblicazioni
campo letterario,
soprattutto negli anni Venti e
teatrali che nei cento
avendo al suo attivo
Trenta quando [il teatro] si diffuse anni precedenti schiere di
una bella serie di libri
sempre più capillarmente tra gli salesiani, con il
per la gioventù e
oratori e i circoli di Azione
preziose opere di studio,
Cattolica, portando la
Una curiosa foto d’archivio
tra cui una vita di don
di don Uguccioni.
Bosco (La giovinezza di
un grande) pubblicata in
diverse edizioni. Scrisse
poi una ricchissima serie
di lavori drammatici, alcuni
dei quali riscossero un
lusinghiero successo.
Si può dire che tutti i
ragazzi delle ultime
generazioni hanno letto i suoi
libri. Scriveva in modo
semplice, animando il racconto
con imprevedibili colpi di scena
e particolari colti dal vero […]
Una bontà amabile e generosa,
un sano ottimismo furono il
dono di tutta la sua vita. Morì
a Torino il 30 ottobre del 1966,
all’età di 75 anni.
Don Rufillo con alcuni attori
di “Le Pistrine”.
GIUGNO 2010 BS

3.5 Page 25

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LA PRODUZIONE
TEATRALE
La maggior parte della sua
produzione teatrale è stata edita
dalla SEI. Una prima lista
comprende ben 64 libretti che
vanno da commedie corpose di
3/4 atti (La foresta dell’Avvento,
Pueri hebraeorum, Il convito,
Il topolino del castello,
Lo sparviero, I cavalieri del
silenzio...) a una quantità di atti
unici, più agili e più fruibili da
gruppi spesso alle prime armi
Con i giovani attori di uno dei suoi tanti lavori teatrali. Potrebbe trattarsi
(Più che la mamma, La vita è una
dell’operetta “Occhio di falco”.
commedia, Spinacino, Il tema di
latino, L’ospite invisibile,
La Croce nel bosco, Aurora
divina...). Gli argomenti variano
dal sacro a storie avventurose,
particolarmente adatte a
filodrammatiche composte da
giovanissimi. Sempre presente è
l’attenzione educativa, quella che
della Madonna; Per la Giornata
della Stampa Cattolica; Per la
Giornata delle Missioni; ecc. Una
delle collane della SEI che ha
Don Bosco definiva “morale”,
visto il nostro don tra i principali
cioè coltivare i buoni sentimenti e collaboratori, fu quella del
inculcare virtù cristiane (Chi ben “Teatro Lirico per ragazzi”.
fa ben trova, Mamma che sei
Si tratta degli albori di quelle che
lontana, Il primo grano, Questa è successivamente si chiamarono
la vita...). Don Uguccioni sa che “Operette” e furoreggiarono in
25
negli oratori, nelle scuole, nelle tempi più recenti. Vi troviamo un
parrocchie molte feste vengono catalogo di 20 titoli a firma di
solennizzate con Accademie e Don Uguccioni, tra cui alcuni
piccole rappresentazioni. Ecco, celebri (Marco il pescatore, con
allora, prodursi in raccolte per
musica di don Vincenzo Cimatti;
varie circostanze (Concerti in
La serenata degli spettri,
famiglia, dialoghi; Per la festa
Il cardellino della Madonna,
Il Menestrello della morte,
Occhio di falco...). E non basta:
pubblica anche con la LDC.
Vi troviamo 20 titoli di spettacoli:
si stanno affermando le
filodrammatiche di quei ragazzi
ormai cresciuti a cui rimane la
passione di recitare (I cadetti
dell’impavida, Le mani che
toccarono il Signore, Mio padre
ambasciatore, Questo è vivere...).
Il Gabbiano nero, edito dalla LDC, è una commedia
di epoca cinquecentesca.
Concerto in famiglia contiene una serie
di dialoghi per le più svariate occasioni.
Il menestrello della morte è una delle operette
di don Rufillo.
Incidente alla svolta entrò a far parte della collana
della Rassegna cattolica dello Spettacolo.
Il cardellino della Madonna è stato tradotto anche
in cinese.
Occhio di falco è stato trasformato in audiovisivo
dalla LDC.
I TEATRI SU DON BOSCO
Don Rufillo è l’autore
drammaturgico che più ha scritto
su Don Bosco. Il primo lavoro fu
Primo Sole (1932), commedia
ambientata negli anni 1832-33
(centenario dell’esperienza
studentesca di Giovanni Bosco).
Lo contornano personaggi entrati
nella storia salesiana come
il giovane ebreo Giona (che
BS GIUGNO 2010

3.6 Page 26

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non è in scena, ma c’è il suo
cappello; lo ha lasciato lì dopo
aver ottenuto dal ciabattino,
padrone della calzoleria, di poter
riposare qualche ora su una
sedia, nello stanzino attiguo.
Nella bottega si susseguono i
personaggi che parlano di quel
prete straordinario e fuori da ogni
convenzione. La produzione di
don Uguccioni su Don Bosco si
conclude nel 1949, con una
commedia in 3 atti Un santo in
teatro: il piccolo Nino, il
protagonista, influenzato, è privo
Don Uguccioni con alunni.
di voce. La delusione di non
poter andare in scena per
Giovanni aiutò nel suo cammino continuare i suoi studi, a cui
Don Bosco in visita a Marsiglia
è grande. L’episodio si riferisce a
di conversione al cristianesimo)
e Luigi Comollo, poi suo
Giovanni rinuncia dietro le
insistenze dei legittimi eredi.
un fatto realmente accaduto
il 29 gennaio del 1880. Le
compagno di seminario, morto
prematuramente. Comprimari
La seconda vede il giovane prete Memorie Biografiche raccontano
Don Bosco alle prese con le
che il direttore dell’opera si
della storia sono alcuni giovani
studenti della “Società
difficoltà a realizzare un oratorio rivolse a Don Bosco dicendosi
per i suoi giovani. I personaggi rammaricato di dover disdire lo
dell’Allegria”, in
sono quelli famosi della storia
contrapposizione con altri giovani d’Italia (il marchese Michele di
spettacolo. Il santo chiese di
vedere il giovane attore e gli
26 studenti scioperati. La presenza
degli adulti è assicurata dal
Cavour, suo figlio conte Camillo disse: “Ti presterò la mia voce e
Benso, il conte Giuseppe
tu potrai sostenere bene la tua
sacrestano del Duomo, dal
campanaio e dal sig. Tommaso
Provana) affiancati ad altri
parte”. Dopo la benedizione,
personaggi della storia salesiana all’istante il giovane riebbe la sua
Cumino, padrone di casa Bosco. (Il signor Filippi, Pancrazio
voce e Don Bosco rimase
Nel 1933, ecco due bozzetti:
Soave). Siamo nel 1846 quando totalmente afono per tutta la
Il santo dei fanciulli e
L’anticamera di un santo.
Don Bosco trasloca
continuamente dai cortili dei
durata dello spettacolo.
Il valore storico ed educativo
Nel primo un padre anarchico e Mulini a un cimitero, da un prato dell’immensa produzione di Don
mangiapreti proibisce a suo figlio a una tettoia che sarà finalmente Uguccioni è esplicitata dalla
di frequentare l’Oratorio, ancor sua.
motivazione del Premio 1935 che
più quando gli viene riferito che
Nel 1936, ancora una trilogia: ricevette dalla Società Autori
suo figlio è un ladro. Tutto si
risolve con la mediazione del
Attorno a un Santo, La nuova via Cattolici: “La Giuria, dopo aver
e Il riposo di un Santo, e una
constatato nell’autore il nobile
figlio minore e le garanzie offerte commedia in 2 atti Il
dal direttore dell’Oratorio.
Conquistatore. Vi si rievocano
scopo di rinnovare quel genere
di teatro per i ragazzi che da
Nel secondo, il personaggio
episodi della vita del Santo a
principale è quel conte Cays che cominciare dalla sua vestizione
Don Bosco fu fondato e che fu
il primo seme da cui spuntarono
scelse di diventare salesiano,
abbandonando la condizione di
clericale a Castelnuovo, il 25
ottobre 1835, all’episodio della
e fiorirono le innumerevoli
produzioni che ora tengono
agiato nobiluomo.
Generala: la passeggiata dei
L’anno successivo (il 1934) don giovani detenuti fuori le mura
il campo e che non devono e non
possono dimenticare la loro
Uguccioni scrive in Per Aspera
omaggio a don Bosco santo, e
due commedie in due atti: Il
Presagio e Il Vincitore. Il libretto,
della prima commedia, riporta
per intero un brano delle
Memorie Biografiche (Vol. I,
capo XXIV) che racconta
dell’eredità di don Calosso
del carcere; Don Bosco, che ha
sfidato i sistemi carcerari per
dimostrare la bontà del suo
sistema educativo fondato sulla
fiducia, li riporta tutti in cella
dopo una giornata di libertà,
ma soprattutto di speranza e
di un futuro da ricostruire.
Originalissimo il soggetto de
origine, ha riscontrato nell’autore
della commedia [Napoleone
il piccolo] bellissime qualità di
teatro: una invenzione originale,
un accordo sapiente fra la storia e
la fantasia, una simpatica famiglia
di caratteri, e un dialogo festevole
di buona marca italica”.
assegnata a Giovanni per
Il riposo di un Santo: Don Bosco
Michele Novelli
GIUGNO 2010 BS

3.7 Page 27

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B FFFFFFFFF AGLIORI serena.manoni@libero.it
LUCIA FIOCCHETTI
Un cuore per gli altri
“Per una mamma
na di vita e di sogni. Ed era
e un papà i figli
non muoiono mai”.
una bambina solare, sensibile,
allegra; aveva un sorriso per
tutti. Era una di quelle bambi-
ne che irradiano bontà e spriz-
Sorella morte l’ha rapi-
ta in luglio, dopo il
tuffo in piscina: tradita
dall’acqua che tanto
amava. Ma Lucia Ele-
zano simpatia da tutti i pori. Il
giorno del suo funerale – più
che un funerale a molti è ap-
parso come un trionfo – mam-
ma Pia durante la preghiera dei
na è rimasta viva, vivissima fedeli, la voce rotta dall’emo-
nel cuore di mamma Pia – sua zione, ha scandito: “Carissima
27
è la frase dell’occhiello inizia- Lulù, quante volte mi sono
le – e di papà Fabio, come an- chiesta perché non c’è una pa-
che di tante amichette che han- rola per indicare un genitore
no goduto la sua serenità, la che perde un figlio. Il figlio di-
sua luminosa amicizia, il suo venta orfano, il coniuge vedo-
innocente sguardo. L’Associa- vo, il genitore… niente! Oggi
zione “Cuore di Lucia Onlus”, ho capito il perché: un figlio
che raccoglie coppie di genito- non muore mai per un genito-
ri che vogliono ricordare i pro- re, vive per sempre nel suo
Lucia Fiocchetti
(18/08/1997-14/07/2006).
pri figli/e scomparsi in tenera cuore”.
età, la fa rivivere donando vita
attraverso l’acqua che aveva ᭿ Ora Lucia è volata a soc- glio, data della sua dipartita
sommerso quello splendido correre 350 ragazzi a Bangui dalla terra verso il cielo, il 18
fiore. Sono ormai molti i pozzi nell’Africa Equatoriale. Corre- agosto, giorno del suo com-
che, in diverse parti del mondo vano il rischio di rimanere pri- pleanno, vengono raccolti i
l’Associazione ha finanziato vi della poca e poco igienica fondi destinati a progetti legati
per aiutare chi manca di questo acqua che avevano a disposi- all’acqua, perché la sua bontà
bene: il più prezioso, il più in- zione. Direttore e confratelli continui a essere diffusiva. Sì,
dispensabile alla vita.
erano disperati per non riuscire perché la bontà è l’unico in-
a servire i loro poverissimi vestimento che non fallisce
᭿ Lucia frequentava l’orato- alunni. Una telefonata, e il mai. Ecco perché Lucia fa an-
rio salesiano di Schio; amava “Cuore di Lucia” ha provvedu- cora luce! Ecco perché la sua
lo sport, partecipava con gioia to per un nuovo pozzo. Ogni luce arriva ancora lontano, ec-
ed entusiasmo alle attività for- anno il 13 dicembre giorno co perché papà e mamma, le
mative, praticava la danza, stu- della memoria liturgica di san- amiche e centinaia di giovani
diava canto e musica... Era pie- ta Lucia sua patrona, il 14 lu- la sentono viva e vicina. ٗ
BS GIUGNO 2010

3.8 Page 28

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F MA
IN RETE di Graziella Curti
NELCONTINENTE DIGITALE
FMA: 104 punti di
ascolto, 4 continenti,
38 nazioni e
63 ispettorie, oltre
500 persone raggiunte.
Il progetto di formazione
IL VANGELO
NELLA CULTURA
Gli incontri progettati hanno avu-
to come destinatarie le FMA coordi-
natrici della pastorale giovanile e
della comunicazione sociale. Ma la
convocazione si è allargata e, attor-
no a loro, si sono radunati laiche e
laici, intere comunità FMA, da ogni
guaggi giovanili (don Ivan Maffeis,
vicedirettore dell’Ufficio Comunica-
zioni sociali CEI); Connessioni e si-
nergie nel servizio ispettoriale tra
Comunicazione sociale e Pastorale
giovanile (suor Maria del Carmen
Canales, consigliera generale per la
Pastorale giovanile e suor Giuseppina
Teruggi, consigliera generale per la
comunicazione sociale).
a distanza su Educazione parte del mondo. La sala capitolare
– Comunicazione –
Evangelizzazione ha
28 accorciato le distanze
e ha fatto toccare
della casa generalizia di Roma è di-
ventata così un’aula virtuale dove,
in due momenti separati nella gior-
nata (alle ore 14 e alle 21), l’Est e
l’Ovest, il Nord e il Sud del mondo
hanno ascoltato relazioni, posto do-
mande, interagito, commentato e di-
EDUCAZIONE
COMUNICAZIONE
ANNUNCIO
Thailandia, India, Giappone, Viet-
nam, Angola, Togo, Benin, Costa
con mano l’incredibile battuto tra loro a partire da argo- d’Avorio, Gabon, Repubblica Demo-
potenziale coesivo
menti quanto mai urgenti.
cratica del Congo, Argentina, Messi-
Una formazione in diretta e online co, Perù, Brasile, Colombia, Italia, Po-
della rete digitale,
quando oltre la
che ha provocato a pensare attorno a lonia, Irlanda, Canada, Stati Uniti…
Integrare il Vangelo nella cultura di Le frontiere geografiche sono come
oggi (a cura di monsignor Domenico sfumate per raggiungere fusi orari di-
connessione c’è
Pompili, direttore dell’Ufficio Comu- versi e la partecipazione non ha im-
nicazioni sociali CEI - Conferenza pedito il confronto e il dialogo, al di
la sintonia dei cuori.
Episcopale Italiana); L’incontro con là delle molte lingue parlate e scritte.
Gesù di Nazareth alla luce dei lin- Monsignor Domenico Pompili, che
La proposta è stata pensata a lun-
go, preparata nei minimi detta-
gli, per rispondere a un’urgenza
avvertita negli ultimi Capitoli
generali. Una sinergia tra gli ambiti
per la comunicazione sociale e per la
pastorale giovanile dell’istituto delle
Figlie di Maria Ausiliatrice al fine di
offrire un contributo su come annun-
ciare la Buona Notizia ai giovani,
animare un processo di autoforma-
zione delle educatrici e degli educa-
tori in un mondo che cambia, in un
confronto aperto e consapevole tra
cultura della comunicazione e novità
del Vangelo.
Suor Annarita Cristiano e suor
Giuseppina Teruggi durante
la connessione.
GIUGNO 2010 BS

3.9 Page 29

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ha animato la prima sessione con una
riflessione sul tema Educazione, co-
municazione e annunzio, tra ascol-
to ed esperienza narrativa, afferma:
«Ho vissuto una bellissima esperien-
za, insieme alle Figlie di Maria Ausi-
liatrice, le suore di don Bosco e ma-
dre Mazzarello. È stato davvero bello
poter raccogliere reazioni, domande,
suggerimenti, da tutto il mondo». Nel
suo intervento, a partire dall’interro-
gativo «Come si può fare dell’educa-
Punto di ascolto in Thailandia.
zione un processo a misura d’uomo e
della comunicazione una verità che di vita: condivisione, essenzialità, li-
permea la cultura?», ha sottolineato bertà dal giudizio, fare posto, gra-
che «L’educazione deve riscoprire la tuità, starci nella vita quotidiana,
propria intrinseca natura relazionale «perché – concludeva il relatore – si
e la riflessione sulla comunicazione e tratta di amare i giovani concreti che
sulla pedagogia hanno un medesimo la vita ci fa incontrare. Dare. Spor-
oggetto formale: l’onere relazionale, carsi le mani. Non aver paura ad es-
lo sforzo di mettersi in ascolto». Le sere contenti e a sorridere, come in-
Suor Giuseppina Teruggi e suor
Maria del Carmen Canales online.
dinamiche sottolineate e le priorità segnava Don Bosco».
indicate, perché vi sia comunicazione
autenticamente educativa per metter- SINERGIE NON STECCATI
si in ascolto dell’humanum, hanno
sulla speranza deposta nella vita e
nel futuro delle nuove generazioni.
stimolato le partecipanti che, attra- La sintesi del processo attivato con Le due Consigliere generali hanno
verso la chat, hanno espresso com-
menti e posto interrogativi.
la formazione in videoconferenza, la
si può rileggere nel dialogo intessuto
dato corpo a parole come sinergia,
condivisione, comunione per attivare
29
Anche don Ivan Maffeis, nel se- tra suor Maria del Carmen Canales e percorsi e itinerari educativi in cui si
condo incontro, ha insistito sulla di- suor Giuseppina Teruggi che, nel ter- impara facendo, dove l’esperienza
mensione relazionale, sulla domanda zo e ultimo incontro, hanno dialoga- concreta permette di collocarsi su ot-
di socialità e di emozioni che i giova- to con le FMA e le comunità a partire tiche differenti e inedite, ma non per
ni esprimono nell’utilizzo delle nuo- dai commenti, dalle domande, dalle questo divergenti. In concreto, la rea-
ve tecnologie. Le partecipanti si sono esperienze fatti giungere nelle setti- lizzazione effettiva di un’autentica
ritrovate a dibattere con lui, a partire mane precedenti a Roma. Non rispo- comunità educante negli ambienti
da alcune parole che oggi possono ste, ma nuclei attorno a cui pensare e educativi diventa il supporto della
essere spese per connettere i giovani a cui interrogarsi ancora come comu- reciproca implementazione di comu-
ed avviare con loro una comunicazio- nità educanti, per andare oltre le fati- nicazione e di educazione, quasi co-
ne che diventi incontro ed esperienza che dell’educare e puntare invece me mettersi le due lenti di un unico
paio di occhiali, che permettono una
visione più completa e un’ottica più
chiara nei confronti della realtà gio-
vanile.
L’ascolto e l’accompagnamento
quali atteggiamenti fondamentali per
educare si sono sperimentati anche
online, in questa esperienza di forma-
zione a distanza: i fili di collegamen-
to c’erano, le discrepanze di audio e
video non sono mancate, ma tutto è
stato superato, perché il condividere
attorno a un compito comune ha reso
la rete soffice e colma di significato.
«C’è qui un ragazzo…» è lo stupore
della scoperta. «Chi spezzerà loro il
pane?». È l’invito che esige azione.
Anche nel continente digitale. ٗ
Punto di ascolto nelle Filippine.
BS GIUGNO 2010

3.10 Page 30

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M L IL
ESE IN
IBRERIA
a cura
di
Vito
Orlando
VLOAICCAAZLIIONI
EDDEUI GCIAOZVIAONNIE
DEENVOONZISOONLEO
VOCAZIONI
LA VITA
IL CUORE DI DIO
PER LA PASTORALE
È UN’EMOZIONE?
E L’UOMO DI CUORE
di Marianna Pacucci
Mass media, nuovi media Atti del 3° Convegno
Centro Editoriale Dehoniano e sfide educative
“Dal cuore di Dio all’uomo
Bologna, 2010, pp. 142
di Alberto Arato
di cuore”
e Marinella Geuna
a cura di Giorgio Zevini
L’autrice, collaboratrice del Effatà-Editrice, Cantalupa (TO) LAS, Roma, 2010
Bollettino, ha voluto condivi- 2009, pp. 143
pp. 128
dere il suo personale sogno
di partecipazione e coinvol-
Può sorprendere che un
gimento nella vita pastorale
centinaio di giovani (16-28
della Chiesa. L’esigenza di
anni) siano presenti a un
condivisione con altre per-
convegno di stampo devo-
sone della passione dell’es-
zionale, ma ascoltare rifles-
sere e del fare chiesa, che
sioni su tematiche che rap-
l’ha resa resistente a nume-
portano “l’uomo di cuore” al
GENITORI.
LA SFIDA EDUCATIVA
di Giuseppe Belotti
e Salvatore Palazzo
ELLEDICI, Leumann (TO)
2010, pp. 235
rose vicissitudini pur di non
far morire le utopie e di as-
secondare i sogni, ha aper-
to un dialogo con i protago-
nisti dell’azione ecclesiale. Li
aiuta a cogliere le in-voca-
zioni della gente perché si
“cuore di Dio”, cercando di il-
luminare come “Dal cuore di
Dio” possa scaturire “l’uomo
di cuore”, non è certamente
un fatto usuale. Si tratta del-
la terza edizione di un con-
vegno, che si svolge presso
sappia orientare il cammino
30 In tempi sui quali hanno della comunità parrocchiale;
una forte incidenza i a mettersi in sintonia con le
il Santuario del Sacro Cuo-
re a Roma (costruito da Don
Bosco), in cui si cerca di ap-
nuovi strumenti tecnolo- pro-vocazioni della realtà Anche gli educatori più vicini profondire la conoscenza
gici, informatici e comu- circostante per calibrare la ai giovani sperimentano no- del “cuore di Dio” nelle Scrit-
nicativi; in una società progettazione pastorale; a tevoli difficoltà a trasmette- ture, per comprenderne l’in-
“liquida” in cui tutto di- individuare le in-vocazioni re orizzonti di vita significa- terpretazione nel cuore di
venta più fragile ed effi- che costituiscono la Chiesa tivi. Tra i fattori che accre- Cristo, per poter far esplo-
mero; nel coinvolgente segno di Dio nel mondo e scono la difficoltà di educa- dere il cuore buono che è in
processo di globalizza- nella storia quotidiana.
re, vi sono le problematiche ogni uomo. Solo questi in-
zione che apre gli oriz-
legate al vissuto emozio- trecci di cuore e di amore po-
zonti oltre i temi e i ter-
mini localistici, conse-
gnati nel patrimonio tra-
dizionale impregnato di
sapore e di sapienza di
vita, tutto ciò che costi-
tuisce condizione e fon-
damento della vita risul-
ta profondamente tra-
sformato e in trasforma-
zione. Per questi motivi,
i compiti educativi della
famiglia e il ruolo dei
genitori nella crescita
dei figli, attraversati da
enormi difficoltà e mes-
si in discussione, vanno
ripensati. In forma dia-
logica, gli autori offrono
nale provocato dalla società
dell’informazione: pubblicità,
cinema, televisione, video-
giochi, Internet... Le strate-
gie comunicative e l’ecces-
siva esposizione rischiano di
creare non poche confusio-
ni, sul piano cognitivo, emo-
tivo, relazionale e sullo stes-
so rapporto con la realtà che
rischia di rimanere alterato
dall’esposizione al virtuale.
Gli autori vogliono aiutare gli
educatori a guardare con
speranza anche a questo
contesto della società mas-
smediale; vogliono attrez-
zarli perché siano capaci di
aiutare i giovani a trovare un
giusto equilibrio psico-fisico.
tranno tenere viva e forse far
intravedere la possibile con-
cretizzazione della “civiltà
dell’amore”.
piste di riflessione e
prospettive operative in-
teressanti su tematiche
educative attuali.
GIUGNO 2010 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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SENZA FILTRI
SVILUPPO UMANO SECRUIFOOLRAMA
CARO DON MICHELE… RENDERE UMANI
IL SISTEMA EDUCATIVO
Domande a un prete
GLI ESSERE UMANI
ITALIANO
scomodo
Bioecologia
DI ISTRUZIONE
di Enza Paola Cela, Paolo dello sviluppo
E DI FORMAZIONE
Delli Carri, Chiara Leone a cura di Urie
Le sfide della società
Fondazione
Edizioni la Meridiana
Molfetta (BA), 2010
Bronfenbrenner
Erickson, Trento, 2010
della conoscenza
e della società
DON BOSCO
NEL MONDO
pp. 208
pp. 368
della globalizzazione
di Guglielmo Malizia
Ente autorizzato a ricevere
È una raccolta di saggi che e Carlo Nanni
tutte le offerte per le
presentano una panoramica LAS, Roma, 2010
di studio e ricerca per iden- pp. 256
OPERE E MISSIONI
SALESIANE.
tificare la complessità dello
Gestisce:
sviluppo umano. Convincen-
te è la documentazione del-
le interconnessioni sistemi-
che che legano lo sviluppo in-
dividuale e il contesto socia-
le. La crescita, l’evoluzione e
il benessere della persona di-
pendono da una complessa
rete di strutture che abbrac-
cia individui, gruppi, am-
biente, cultura, società. Il col-
legamento tra i diversi livelli
sistemici deve guidare chi si
occupa di welfare e di politi-
ADOZIONI
A DISTANZA
Aiuto ai bambini più pove-
ri senza allontanarli dalla
famiglia né privarli della
loro cultura.
BORSE DI STUDIO
Permettono di aiutare alcu-
ni ragazzi e giovani sale-
siani senza mezzi per
completare la loro forma-
zione o il corso di studi in- 31
trapreso.
che sociali. Settant’anni di la-
FONDO VOCAZIONI
voro hanno consentito al-
Destinato all’aiuto di un gio-
l’autore di offrire a psicologi,
vane lungo gli anni della sua
Ascoltare e leggere espe- educatori e politici uno sguar- Il volume fa parte della col- preparazione al sacerdozio
rienze diventate testimo- do diverso sull’uomo e una lana “Italia-Cina Educazione” o alla vita religiosa.
nianze inquietanti e provo-
canti, nel travaglio del cam-
biamento dal Concilio ad
oggi, che hanno fatto della
profezia del vangelo una
prospettiva diversa sul mon-
do, in grado di consentire a
ciascuno di manifestare al
meglio le proprie potenzialità
con e per gli altri.
e s’inserisce in un progetto
di collaborazione tra la Fa-
coltà di Scienze dell’Educa-
zione dell’Università Sale-
siana e il College of Educa-
INTENZIONI
SS MESSE
Si celebrano messe ordina-
rie o gregoriane (30 messe
continue, una al giorno)
regola di vita e che non ac-
tion della Zhejiang University. secondo le intenzioni del-
cettano che essa sia barat-
L’opera cerca di ricostruire la l’offerente.
tata con potere o colpevoli
silenzi, provoca sempre am-
mirazione, sorpresa e forse
qualche perplessità. Il testo
è una simpatica conversa-
parabola della scuola italia-
na dall’unificazione del Pae-
se (1861) fino ai nostri gior-
ni. La prima parte offre una
visione generale della so-
COME?
Le offerte vanno inviate –
indicando sempre la causa-
le – a FONDAZIONE DON
BOSCO NEL MONDO
zione di tre giovani con un
prete di novant’anni, che
cietà della conoscenza e
della globalizzazione per ccp n° 36885028
ha vissuto i suoi ultimi
trent’anni nell’Associazione
di Volontariato “Sulla strada
di Emmaus”, da lui stesso
fondata insieme ad altri sa-
lesiani nella calda pianura di
Capitanata. “Emmaus” è sta-
to l’approdo di una vita tra-
sformata dall’amore del Pa-
dre, perché potesse farsi
compagno di strada degli
esclusi e testimone del vero
volto di Dio.
NCvatmoeOcOlenqiNRcnguhRtioseenSItSaoaoIrPlevlseOFaepAnNrrgiensDnspoVaEserlEoNatictNtilZhvieDAeiseli.IibsETIprtAdelioibdirtsirriePrsiicecocEith.natRaeot--
aiutare a comprendere l’e-
voluzione del sistema edu-
cativo-formativo italiano fino
alla soglia del XXI secolo. La
seconda una visione delle
numerose riforme fatte nel
primo decennio del nuovo
secolo. La terza presenta la
visione d’insieme e le linee
di fondo che potrebbero sor-
reggere una riforma scola-
stica, nella prospettiva uma-
nistica.
oppure
Bonifico Banca Intesa
fil. 12 Roma n° 32631/99
ABI 03069 - CAB 03200
oppure via Internet:
BancoPostalImpresa
www.poste.it sul conto
n° 36885028 ABI 07601 -
CAB 03200
http://in-impresa.it/cor-
porate/imprese/
conto 32631/99 - ABI
03069 - CAB 05064
BS GIUGNO 2010

4.2 Page 32

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ON LINE
Un breve profilo del sacerdote salesiano e scrittore don Eugenio Pilla
(28/02/1895-15/08/1969)
EUGENIO PILLA di Giorgia Frisina
ARTISTA GENIALE
E POLIEDRICO
Il profilo di un salesiano assurto
a notorietà nazionale e oltre. I suoi
romanzi e i libri sulle vite dei santi
erano venduti e lettissimi, recitati
in tutte le case salesiane
32 i suoi teatri, applaudite le sue
performance artistiche.
Altivole, nel trevigiano, qualche migliaio di abitanti, fu
il borgo che diede i natali a don Eugenio Pilla, un
grande salesiano che… non conosceva i salesiani.
Tant’è che fece gli studi ginnasiali e liceali in seminario, dove
era ancora vivissimo il ricordo del direttore spirituale Giu-
seppe Sarto (poi papa Pio X e santo), se ne percepiva an-
cora il fascino ricordandolo come superiore buono e pa-
ziente, capace di entrare silenziosamente nei cuori e
silenziosamente rimanervi per tutta la vita; la sua parola era
per i seminaristi una forza irradiante confidenza e fiducia.
Terminati gli studi liceali, e conseguita brillantemente la ma-
turità classica statale, Eugenio patì per qualche tempo una
situazione di incer-
tezza e di disagio:
Che fare ora? Quale
via scegliere?”. De-
cise di avvalersi del
consiglio del padre
Leopoldo Mandic, con-
fessore e direttore spi-
rituale ricercatissimo a
Padova, canonizzato
da papa Wojtyła il 16
ottobre 1983.
GIUGNO 2010 BS
P. Leopoldo
Mandic (san) che
ha consigliato don
Pilla a entrare
dai salesiani.
Don Eugenio Pilla (28/02/1895-15/08/1969).
SALESIANO E ARTISTA
Diresse a Verona una scuola di miniatura e di disegno
professionale del ferro battuto. Eseguì varie pergamene
tra le quali quella offerta a S.M. il re d’Italia Vittorio
Emanuele III per il 25° della sua incoronazione, quella
per la regina Elena e una terza offerta a S.A.R. il princi-
pe ereditario Umberto II di Savoia. Le racchiuse in cor-
nici di ferro battuto, da lui stesso disegnate. Non pochi
le considerarono tre piccoli capolavori. Molte delle ope-
re in ferro battuto realizzate dai suoi alunni vennero
esposte alla Fiera Campionaria di Verona. Trasferito a
Schio, diresse una scuola d’arte dalla quale uscirono
non pochi giovani talenti. Si dedicò anche alla decora-
zione dei libri, affermandosi nel chiaroscuro. Eseguì l’il-
lustrazione della Divina Commedia con trenta tavole a
mezzatinta che la Civiltà Cattolica definì “decorissime”.
Illustrò pure i Promessi Sposi, Fabiola e diversi altri
suoi libri che ebbero tirature di tutto rispetto.

4.3 Page 33

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Annus Sacerdotalis
SCRITTORE
Nel 1932 divenne direttore di Gioventù missionaria poi,
quando si scoprì scrittore, non smise più di esserlo. Pre-
Una serie di
suoi disegni
per illustrare
i suoi libri
te e salesiano scrittore. C’è chi parla e c’è chi scrive. Lui
preferì la seconda attività alla prima. Scelse l’agiografia
o scene
di teatro.
come ramo preferenziale e divenne l’apostolo della
penna per il resto della vita. Si può dire senza tema di sba- QUANTITÀ E QUALITÀ
gliare che Don Bosco ebbe in lui un fedele imitatore. Le La produzione libraria di don Eugenio si aggira sui trecento
sue doti: limpida semplicità, ansia dell’apostolato. Fu tra- volumi e può raggrupparsi in tre classi di narrativa: i romanzi,
sparente e immaginoso come un fanciullo. Educò gene- le biografie di uomini grandi e le agiografie che sono le bio-
razioni di giovani prima con l’arte e la narrativa, poi con grafie dei santi. I romanzi educativi sono i più conosciuti,
l’agiografia. Si scrive per farsi leggere e per farsi capire. come il già citato Piccoli martiri, o Anima per anima, Usi-
Don Pilla alle due qualità aggiunse: per fare del bene e gnuoli nella tormenta, Senza mamma (per un totale di 300
innamorare generazioni di ragazzi alle virtù. Racconta un mila copie vendute, un record per quei tempi). Ma i libri che 33
salesiano: “Durante i campi e le colonie estive ero uno resero celebre il don anche nella cerchia dei critici della
dei pochi che riuscivano con meraviglia di molti a por- letteratura e dell’arte, sono le biografie di grandi personaggio
tare a sera i ragazzi in camerata e a tenerli buoni e in quali Leonardo Da Vinci, Michelangelo Buonarroti, Lord By-
silenzio finché non s’erano addormentati. Come? Rac- ron, Tiziano Vecellio…
contavo loro quel meraviglioso Piccoli Martiri di don Pil- Il nome di Eugenio Pilla rimarrà però legato soprattutto alla
la. La sera dopo i ragazzi mi dicevano: assisté, sei arri- collana agiografica dell’editore Cantagalli di Siena. Il tito-
vato a quando… Da lì continuavo il racconto la sera dopo”. lare gli aveva offerto la direzione e don Eugenio non tardò
Don Pilla per la buona stampa diede tutto se stesso; rubò molto ad accettare con entusiasmo perché si sentiva for-
ore e ore al sonno del quale i suoi occhi erano credito- temente attratto a lumeggiare la vita dei santi. In quel-
ri; non si concesse quasi mai vacanze; rimaneva fermo l’impresa in effetti sfoderò tutte le sue capacità di ricercatore
al suo tavolo di lavoro durante le calure estive, anche se e scrittore. Riuscì a curarne i primi settantotto volumi, in
sappiamo, grazie a un’intervista fatta da Elio D’Aurora nel gran parte scritti da lui stesso. Per le Edizioni Paoline ave-
1951, che le ore in cui Eugenio preferiva scrivere erano va pure compilato un vita di San Giovanni Bosco di 720
dalle due del pomeriggio alle otto di sera, quando gli ami- pagine, che meriterebbe di essere conosciuta e fatta co-
ci non mi interrompono”, così aveva risposto sorridendo noscere. Soleva dire che le vite dei santi erano la sua de-
alla domanda del giornalista. Seppe essere sempre rigido lizia, perché lo trattenevano in un clima di paradiso, fuori
ed esigente con se stesso, per donare il meglio si sé agli dal caos di questo mondo così complesso e tormentato.
altri. Una grande delicatezza gli guidava l’azione e la pen-
na. Era soprattutto vigilante contro la superficialità e la ACCADEMICO
leggerezza profusa a piene mani nei nuovi, e divulgata Nel 1963 fu nominato socio dell’Accademia romana “Lati-
da idee poco ortodosse. Scris- nitati excolendae” per le Arti e per le Belle Lettere “eximia
se il rettor maggiore don Luigi ob merita”. Nessuno lo seppe, forse perché egli pensava
Ricceri: “Il religioso nasce nel che il titolo di accademico non gli serviva ad avvicinarsi di
Vangelo, matura nel Vangelo, più a Dio. Preferiva la bontà, questa lo avvicinava veramente
opera nel Vangelo, è l’uomo del al Signore, è la vera cultura, quella che non perisce.
Vangelo; la vita di questo nostro Ha scritto Miguel de Unamuno: “Senza Gesù Cristo si na-
confratello è tutta qui: visse per sce solo per morire. Con Gesù Cristo si muore solo
diffondere il Vangelo”.
per vivere”. È in questa frase lo scopo di tutta la sua vita.
Davanti a lui si aveva l’impressione di trovarsi alla presenza
del gigante Golia per l’imponenza della sua statura, ma si
Scriveva a mano in una serie
di quaderni a quadretti,
illustrando man mano
quanto andava raccontando.
aveva tosto l’impressione di trovarsi di fronte ad un uomo
di Dio, che spendeva poche parole per accarezzare le orec-
chie degli uomini, per spenderle invece tutte nella preghiera,
per la santificazione sua e del mondo.
ٗ
BS GIUGNO 2010

4.4 Page 34

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COME DON BOSCO
l ’educatore
di Bruno Ferrero
INSEGNATE persone del passato. La nostra storia
affettiva s’iscrive nei gesti, negli
A CUCINARE sguardi, ma anche nei sapori
e nei profumi trasmessi
dalla nostra famiglia. La
Sicuri che insegnare ai figli l’arte della cucina prima cucina di cui siamo
stati nutriti segna la
non sia utile ed educativo? nostra appartenenza
a un clan, a una cul-
tura, a una regione,
a un paese, a una
ai cattivi libri, ai film scaden- religione.
ti, agli spinelli, alle pillole da Oltre al valore nutriti-
discoteca e alla pornografia vo e alla soddisfazione
su internet e in televisione. del gusto, il cibo viene vissuto
Molti bambini non sanno quello come simbolo dell’impegno, del-
che mangiano. Da dove vengo- l’amore e della cura dei genitori.
no le patatine? E gli hambur- Per questo è vitale che tutti in
ger di manzo? Su mille famiglia esprimano un forte senti-
bambini intervistati, più mento di riconoscenza verso chi
della metà non ha sapu- cucina. Il modo in cui viene prepa-
to rispondere. Quando rato il cibo influenza l’atmosfera
gli è stato chiesto da che si respira in famiglia, indipen-
dove provenissero dentemente dal fatto che il livello
gli hamburger di della cucina sia alto, medio o bas-
manzo solo uno so. E il bambino, nutrendosi della
34
su quattro ha cucina familiare, si nutre anche
capito che in degli affetti, dei messaggi incon-
qualche modo sci, dei ricordi mescolati agli in-
c’entrano le gredienti. La cucina è il “cuore”
mucche. Mol- della casa. Se vi vengono prepa-
tissimi hanno rati e cucinati regolarmente i pasti,
risposto che diventa uno degli ambienti centra-
vengono pro- li, in cui adulti e bambini si tratten-
dotti direttamen- gono volentieri, dove c’è un conti-
te da McDonald’s nuo via vai. Con il nutrimento, i
o da Burger King. genitori trasmettono ai figli un mo-
Per il bambino, imparare
a cucinare non è solo utile
ed educativo, può essere anche
una gioia e una festa, e perfino
un gioco.
᭿ Per molti, oggi,
mangiare è semplicemente ingurgi-
tare o consumare del cibo, mentre
l’attenzione ossessiva al corpo veico-
lata dai media ci fa concentrare sulle
diete, il peso, la paura di ingrassare.
do di fare (la loro tecnica culina-
ria), ma anche una condotta ali-
mentare. Donano quello che han-
no ricevuto: attenzione, frustrazio-
ne, controllo, golosità, colpevolez-
za, sensualità. Una vera “cultura”
del cibo può evitare molti problemi
Il rapporto con il cibo ha perso
la bussola. Abbiamo imparato
parole un tempo quasi scono-
sciute come anoressia e bulimia,
le mamme sono preoccupate del-
Così mangiare diventa un’operazione
matematica e perfino sbocconcellare
con gusto una pagnotta di pane
appena sfornato, caldo e profumato,
è un peccato dietetico. Invece il nutri-
mento è un gesto che coinvolge la
successivi e far crescere perso-
ne di buon gusto.
᭿ L’identità dei bambini si plasma
anche con l’educazione alimentare.
La loro costruzione affettiva si nutre
l’obesità infantile, gli adolescenti persona, le sue relazioni, la sua cul- di ciò che mangiano e del modo in
sono assillati dal peso forma, i cibi tura. E anche la sua spiritualità. È un cui i piatti sono preparati. Una cuci-
vengono accuratamente divisi in piacere fisico e spirituale, intenso, na abborracciata o fatta malvolen-
ideali e pericolosi. Stiamo impa- potente e fatto per essere condiviso. tieri, anche se gli ingredienti sono
rando anche la parola junkfood, Il cibo parla della nostra identità, del- di prima qualità ha molto meno
una parola che richiama la spaz- le nostre origini, delle nostre radici. I sapore di un piatto surgelato, condi-
zatura e le droghe, dunque pro- ricordi legati a un piatto rivelano tutto viso nella gaiezza e nella compli-
dotti scadenti che provocano di- un lembo della memoria familiare. cità. Naturalmente è meglio man-
pendenza. Salvare i nostri figli Ciascuno di noi ha qualche “piatto” giare sano, ma è opportuno evitare
significa reagire al junkfood, come particolare che veicola atmosfere e l’ortoressia galoppante, che demo-
GIUGNO 2010 BS

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
“DATE VOI STESSI
DA MANGIARE!”
A che cosa e a chi pensava Gesù,
il giorno della moltiplicazione dei pani e dei pesci?
La mia famiglia è da sempre at- che ogni padre ha nei confronti della
tenta al cibo e a me piace mol- crescita integrale della sua prole.
to cucinare: mia madre mi ha in- C’è però bisogno che i figli non si
segnato che nei saperi e nelle tradi- percepiscano soltanto come destina-
zioni della tavola c’è un pezzo si- tari dell’impegno dei propri genitori,
gnificativo dell’identità di una casa, ma possano prendere parte attiva-
la speranza di dare continuità alla sto- mente al processo che evidenzia la
nizza certi alimenti e fabbrica turba- ria del gruppo parentale, la solleci- scelta e l’elaborazione del menù
menti alimentari che esploderanno tudine verso le persone a cui si vuol quotidiano. La posta in gioco non è
nell’adolescenza. Cucinare può bene, una premessa e promessa di soltanto l’acquisizione di particolari
essere uno splendido esercizio felicità e di benessere domestico. Tut- competenze o la trasmissione di un
di creatività che coinvolge ed edu- ti questi riferimenti, peraltro, mi sem- patrimonio alimentare. Imparando a
ca tutti e cinque i sensi. Educa qua- brano particolarmente importanti e cucinare, i ragazzi possono appren-
lità essenziali come la concentra- quasi rivoluzionari nella realtà con- dere abilità raffinate come dosare,
zione, la pazienza, la dedizione. temporanea, che assiste impotente accostare, armonizzare elementi dif-
Per questo è importante coinvolge- a patologie inedite come l’anoressia ferenti; sviluppare atteggiamenti di
re il più presto possibile i bambini e la bulimia; persevera diabolica- laboriosità e di pazienza, incentivare
nella preparazione dei pasti. Si può
proporre loro un giorno fisso per
mente in modelli alimentari sbaglia-
ti; confonde indebitamente il man-
la fantasia e la creatività, compren-
dendo che un risultato apprezzabi-
35
cucinare con i genitori. Probabil- giare e il nutrirsi. Sempre più spes- le non è mai comunque frutto di
mente non molti bambini saranno
attratti in modo serio e continuativo
dall’arte culinaria. Ma per loro è
molto significativo stare con i geni-
tori e avere al tempo stesso l’op-
portunità di sentirsi utili alla fa-
miglia. Spesso ci preoccupiamo
tanto di capire di che cosa hanno
bisogno i nostri figli che dimenti-
chiamo la loro esigenza principale,
ossia quella di sentirsi importanti
so si sviluppa un rapporto insano con
il cibo: godimento individuale e atte-
sa di risarcimento delle difficoltà
sperimentate quotidianamente,
espressione di consumismo o ri-
nuncia drastica in nome di diete
quasi sempre squilibrate e ineffica-
ci, è più facile ingurgitarlo che ap-
prezzarlo, sviluppando, anche nei
bambini, insoddisfazioni e sensi di
colpa di ogni tipo.
improvvisazione. Possono rendersi
conto dell’importanza di essere esi-
genti nella scelta delle materie pri-
me, nello sforzo di non sprecare nul-
la, nell’attenzione a tirar fuori piatti
squisiti anche se a disposizione vi
sono solo materiali grezzi e magari
di modesto costo. Apprendono come
sia impegnativo mettersi alla prova
in esercizi di manualità che richiedo-
no precisione e ordine.
per noi e per la comunità di cui fan-
no parte. L’essenziale è evitare
che la cucina diventi un dovere.
Se tagliare le verdure, impastare,
selezionare i “profumi” sono realiz-
zati con cura e attenzione cessano
di essere gesti abitudinari e noiosi
per diventare una gioiosa celebra-
zione della vita. Fare il pane con i
bambini può essere un’esperienza
stupenda. Acqua, lievito, farina,
᭿ Ma se è questo ciò che la cul-
tura sociale propone ed esemplifi-
ca, proprio in famiglia si può ritrova-
re il piacere del cibo e un corretto
rapporto con esso. Cominciando, ad
esempio, con il comprendere che il
nutrimento non è soltanto la risposta
a un bisogno fisico, ma
ascolto e ricerca di sinto-
nia, all’interno della perso-
na, fra il corpo e l’anima,
᭿ Metafora della vita, cucinare e nu-
trirsi sono le due facce di una stes-
sa medaglia: il saper badare a se
stessi e agli altri, autenticando gior-
no per giorno, nelle grandi questio-
ni e nei minimi dettagli, la disponibi-
sale: ingredienti e gesti per fabbri- insieme a una sommessa
care il simbolo stesso della vita. Si invocazione di affetto e di
può fare di questi simboli millenari cura. Prendere cibo insieme
una celebrazione di gratitudine. è fare esperienza di un do-
Durante la cottura, respirate l’aria no e di una condivisione
che si carica del suo profumo. Al che vengono da lontano: ri-
momento di gustarlo, è impossibile siedono nel rapporto originario
fare a meno di ringraziare il Creato- fra una madre e suo figlio e te-
re dell’universo per i suoi doni. ٗ stimoniano della responsabilità
BS GIUGNO 2010

4.6 Page 36

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lità e la credibilità necessarie per la
costruzione della persona e la con-
tinua rigenerazione della vita che è
in lei. Se è vero che attraverso il cibo
vengono veicolati messaggi fonda-
mentali, l’umile e fondamentale espe-
rienza del cucinare suscita la con-
sapevolezza – cifra distintiva della
fede cristiana – che colui che nutre
non è soltanto un datore di cibo, ma
uno pronto a dare se stesso per la
vita degli altri. La cosa straordinaria
è che tutte queste verità passano, nel-
la famiglia, con semplicità e natura-
lezza. In casa non c’è bisogno di di-
scorsi arzigogolati. Basta soltanto la
voglia di ritrovarsi insieme a tavola e,
magari, prima ancora in cucina, per
mescolare antiche sapienze e nuo-
ve competenze, per osare accosta-
menti inediti che possano ricordare
che la vita è bella nella sua capacità
di sorprendere, per gioire insieme dei
profumi che mettono nel cuore la vo-
glia di famigliarità e la storia di un ter-
ritorio. Ben venga se tutto questo può
essere condito con un po’ di lentez-
36
za: la preparazione di un piatto e la
sua degustazione hanno bisogno di
tempo o comunque di una certa li-
bertà dalla fretta che impone di
scappare via rapidamente e rende
superficiali e, spesso, maldestri nel-
le manovre in cucina. Non dimenti-
chiamo che l’anima si nutre anche
della bellezza, trampolino di lancio per
transitare dall’estetica all’etica. Quan-
do in casa si fa l’esperienza di nutrirsi
e non soltanto di mangiare si modi-
ficano significativamente il senso
della fame e quello della sazietà. Si
gusta e si apprezza quel che la
Provvidenza mette ogni giorno a
nostra disposizione e si conserva il
fondamentale piacere di aver fame di
tutto ciò che di bello e di buono può
dare qualità all’esistenza. Nel menù
quotidiano, dunque, si nascondono
e si possono condividere scom-
messe molto delicate. Non è detto
che bisogna vincerle tutte e subito;
l’essenziale è tenerle comunque
presenti: anche di una minestra sa-
lata o di un arrosto un po’ bruciac-
chiato si può imparare a sorridere, se
la casa non è soltanto un ristorante
in cui pretendere un servizio inap-
puntabile. A cucinare s’impara a
poco a poco, anche attraverso gli er-
rori: parola di una cuoca che ha nel
suo curriculum non poche distrazio-
ni e incidenti di percorso.
ٗ
GIUGNO 2010 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
Classe 1936. Nativo di Avigliana,
lavorava a Buttigliera Alta (TO).
Presente in mostre collettive,
permanenti e itineranti.
Molti i premi ottenuti, molte
le esposizioni, favorevole la critica.
FRANCO PAMPARÀ
FRANTUMAZIONE
DELLO SPAZIO
Guardando le opere di Fran-
co Pamparà, che mescola
tecniche diverse, coniuga
con disinvoltura la pittura
con la scultura, calibra con minuziosa
precisione il colore, si ha l’impressio-
ne di trovarsi di fronte a un artista co-
raggiosamente innovativo che, pur
usando tecniche diverse e non con-
venzionali, non lascia tuttavia nulla al
caso, ma dispone ogni cosa in modo da
creare un insieme armonico, ricco di
sensazioni e altamente evocativo. Spa-
zio e tempo contano poco nella sua ope-
ra, conta la lettura e ciò che essa suscita.
>> La tecnica artistica e concettuale
definita “frantumazione dello spazio
spinge a considerazioni sempre più
profonde e apertamente introspettive.
Se in un primo momento l’occhio
cerca di cogliere l’aspetto generale di
un’opera frantumata (si badi, non
frammentata!) in seguito si sofferma
sui singoli aspetti mostrati, per elabo-
rarli, codificarli e quindi rileggerli
all’interno della chiave generale
dell’opera. La fusione, presente nella
sua produzione di pittura e scultura,
permette una fruizione a diversi livelli
interpretativi e crea un fascino del tut-
to particolare, riuscendo a toccare le
corde più intime dei visitatori che non
possono rimanere indifferenti di fron-
te a quella ”scomposta composizio-
ne”. Si avverte per giunta un totale
sganciamento da qualsiasi canone
artistico codificato, segno di una
libertà svincolata da tutto ciò che
appartiene al solco della tradizione. Il
risultato è quello di sprigionare una
forte carica emozionale che avvolge i
sensi e incanta l’anima.
>> Anche nella produzione sacra di
Pamparà ritroviamo gli aspetti espo-
sti, ritoccati da quella inesauribile sor-
gente di interpretazione e di vita rap-
presentata dalla fede. Nell’opera
Meditazioni a Les Combes” che pre-
sentiamo, la frantumazione dello spa-
zio ha una grande forza espressiva,
fin quasi a realizzare una “summa”
del sacro. Le tre scene di cui si com-
pone il quadro che presentiamo riflet-
tono nella loro “frantumazione” la
totalità di una umanità che sente vivo
il bisogno di Dio e cerca di tendere a
Lui l’esistenza. Papa Wojtyła che
cammina meditando per i boschi della
residenza di Les Combes rappresenta
tutti i cristiani di cui è pastore e guida
per volontà di Cristo; la cupola di San
Pietro rappresenta la parte istituziona-
le, in qualche modo la mediazione e
la concezione rituale. In alto, avvolto
in un alone di luce, il crocefisso, il
cui sangue cade a fiotti sopra la basi-
lica petrina fungendo da linfa vitale
per tutti i fedeli. Gesù, innalzato al di
sopra di tutti, compie ancora oggi il
suo estremo gesto d’amore donando
fino all’ultima goccia di sangue per la
salvezza dell’umanità.
ٗ

4.7 Page 37

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LAETARE
ET BENEFACERE…
37
AFORISMI di Franco Scillone
1) Nelle tempeste della vita, un sorriso ti porta
l’arcobaleno.
2) Il saluto diventa opera d’arte se hai saputo
trasformare il tuo nemico in amico.
BS GIUGNO 2010

4.8 Page 38

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SFIDE ETICHE
per ragazzi, genitori, educatori
LUSSURIA...
LA MORTE DELL’AMORE
La sessualità è uno degli aspetti
più importanti e arricchenti della
LA MORTE
vita relazionale. Su questo non ci
piove. E tuttavia, tutto ciò che ci
appartiene come uomini è anche
passibile di immaturità e di perver-
sioni. La lussuria, infatti, è il vizio
DELL’AMORE che perverte la sessualità propria
di ogni persona in sesso e, più
esattamente, in piacere sessuale. Il
lussurioso/a riduce un uomo o una
di Sabino Frigato s.frigato@ups.crocetta.org
donna a corpo, o meglio, a qualcu-
na delle sue parti. Quando si cade
nell’ossessione del “fare sesso” a
rimetterci è la complessa realtà
Vocabolo difficile per
un peccato diffuso
della persona. “Fare sesso”, non
importa con chi, come e quando,
banalizza non solo la sessualità,
che Dante, da par suo,
ma soprattutto la persona.
qualifica come “luogo
d’ogni luce muto”
Lo sregolato sessualmente
mette in atto un atteggiamento
predatorio, utilitaristico, egoi-
dove un vento poderoso
stico che appena appena
38
ghermisce gli abitanti
e “di qua, di là, di su,
maschera aggressività e di-
sprezzo per l’altro/a. Cer-
cando quanto più può di
di giù li mena”.
“fare l’amore”, ammazza
l’amore: ciò di cui più ha
bisogno. La ricerca sregola-
ta del piacere sessuale ol-
tre che un comportamento
Lussuria? Per chi è in diffi-
coltà con il vocabolario
italiano vuol dire “fare ses-
so” e molto, non importa
con chi, come e quando, purché si
faccia! Ha scritto S. Blackburn che
«la lussuria si realizza indifferente-
mente in un portone o in un taxi e il
suo lessico è costituito da grugniti e
suoni animaleschi». Linguaggio a
parte, abbiamo a che fare con un vi-
zio ad alta intensità sociale! Se stia-
mo ai discorsi e alle trasgressioni
sessuali messe bene in mostra da
media e pubblicità, il “fare sesso”
sembrerebbe l’idolo del secolo. Le
cose, però, sembrano andare diver-
samente. Indagini affidabili dicono
che di sesso se ne parla molto, ma
se ne fa molto meno. Il consumo di
sesso – passi l’espressione – va
molto ridimensionato. Negli USA,
ad esempio, ben 4 milioni di ameri-
cani vivono in “coppie bianche” per
le quali i rapporti sessuali o sono ra-
Il vizio capitale della lussuria
rappresentato dallo scultore
Carlo Previtali di Bergamo.
ri o non hanno alcuna importanza. E
in Italia? Il Censis afferma che le
coppie dopo 16 anni di matrimonio
vanno da zero a 4 rapporti sessuali
all’anno. E i singles? Nel 2006 il
67% delle donne non avrebbero
avuto alcuna vita sessuale. E il desi-
derio sessuale costantemente attiz-
zato da media, internet, pornoshop e
quant’altro? Decisamente in calo al
punto che la passione per il lavoro e
la carriera avrebbe il sopravvento su
quella sessuale. Tutto vero? Diffici-
le dirlo.
moralmente inaccettabile,
è il segnale di una grave
carenza relazionale dagli
esiti preoccupanti per la per-
sona interessata: non sa ama-
re, né lasciarsi amare.
Amare è perseguire l’amore
dell’altro/a rispettandolo/a come
persona, esercitando un necessario
autocontrollo sui propri desideri e
pulsioni. Al lussurioso, invece,
non interessa altro che la propria
gratificazione. Per chi ama esiste
solo l’altro/a. Per il lussurioso non
ci sono preferenze: prende al volo
chi gli capita. E qui ci sta tutto:
perversioni e abusi sessuali com-
presi. Gli innamorati si fissano
dritti negli occhi. Il fanatico del
sesso non va per il sottile: gli inte-
ressa solo una cosa in una sorta di
catena di montaggio della libidine.
La lussuria è il vizio della quan-
tità, del numero, non dell’amore. E
mentre l’amore dura, la lussuria
nausea.
GIUGNO 2010 BS

4.9 Page 39

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La realtà della persona è assai
più complessa di quel che appare
come corpo.
UN VIZIO DISTRUTTIVO un rapporto amoroso, toglie la vo- la persona sperimenta rivela una
lontà di lasciarsi coinvolgere, di triste verità: il disordine sessuale
Il piacere sessuale scatenato, conoscere l’altro/a, di portare il sta all’intimità come l’acqua salata
senza autocontrollo, è un fuoco peso della responsabilità di un le- a chi sta morendo di sete.
che distrugge, una dipendenza, una game sentimentale serio e duraturo
droga; una sete che non si spegne
mai. Di qui l’ossessione di sempre
come, ad esempio, il matrimonio.
C’è un tempo in cui la lussuria
UNA PAROLA
39
nuove esperienze sessuali, segno bussa alla porta di un uomo o di DI SPERANZA
di una carenza affettiva e di una una donna? Probabilmente nelle
solitudine relazionale frustranti. La situazioni di solitudine, di frustra- Dal vizio ci si può liberare? An-
distruttività del vizio sta tutta nel- zione o di immaturità relazionale è zitutto, facendo pulizia nella testa
l’incapacità di amare e di ricevere facile lasciarsi andare a dei rappor- per guardare al mondo della ses-
amore.
ti sessuali comunque, o all’auto- sualità con occhi nuovi. Nella ses-
Alla banalizzazione della sessua- erotismo o all’abbuffata porno. La sualità di un uomo e di una donna
lità molto contribuisce l’aumento passione di un momento può esse- non esiste il determinismo anima-
della promiscuità che facilita le op- re percepita lì per lì come qualcosa lesco. La sessualità è umana quan-
portunità di incontri sessuali occa- di appagante. Di fatto, però, il sen- do esprime relazioni personali li-
sionali senza impegno e
so di vuoto che, nonostante tutto, bere e responsabili. Giocare in mo-
conseguenze. L’età dei
do insensato con la propria sessua-
primi rapporti si abbassa
lità riducendola a puro sesso è ipo-
sempre più quasi che ma-
turità biologica sia iden-
tica a maturità psicolo-
La lussuria riduce un uomo
o una donna a solo corpo.
tecare la capacità personale di
amare e di farsi amare. C’è un at-
teggiamento che mette insieme li-
gica. Rapporti ses-
bertà e responsabilità? Sì, la ca-
suali precoci in-
stità. Parola derisa perché incom-
generano insta-
presa! Chi altro è la persona casta
bilità e preca-
se non l’uomo e la donna che san-
rietà relazio-
no controllare le proprie pulsioni
nali che uno
in vista di una relazione ben più
si porta dietro
duratura di una semplice storia?
ben oltre l’età
Alla fine della fiera, il lussurioso
adolescenziale.
ha davanti a sé un’alternativa: o
Un’attività ses-
diventare adulto, capace di relazio-
suale finalizzata
ni responsabili, durature o restare
unicamente al consumo di
adolescente preda delle sue pulsio-
sesso indebolisce se non di-
ni e affettivamente immaturo vita
strugge la fiducia nell’al-
natural durante. A ognuno la pro-
tro, spegne la verità di
pria responsabilità!
BS GIUGNO 2010

4.10 Page 40

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D IBATTITI
Giornate Mondiali
INFANZIA
RUBATA di Severino Cagnin
12 giugno 2010 –
bambini: un vero abuso che sarebbe la risposta migliore per contrastare
molto più appropriato chiamare sen- lo sfruttamento minorile” e lo si
IX Giornata
Internazionale
za mezzi termini con il vocabolo comprende se, come afferma Equo
esatto schiavitù. Dipende da povertà Mercato, nei paesi poveri bambini
vera ma anche dal desiderio smoda- e adolescenti non vanno a scuola
contro il Lavoro
Minorile, una piaga
to di facili guadagni. Ci si scaglia per esportare prodotti dei campi e
giustamente contro gli abusi sessuali dell’artigianato e arricchire azien-
sui minori, si parla poco o niente de locali.
mondiale che
coinvolge
della violenza su di loro attraverso
il lavoro minorile, ben più radicata
che non altre forme di abusi. E c’è
LE SOLUZIONI?
incredibilmente
40
bambini e bambine
dall’età di cinque
ai diciassette anni,
e che non sembra
essere in via di
un’aggravante: la maggior parte dei
piccoli lavoratori sono in realtà la-
voratrici: bambine, usate come esca
per accattonaggio, merce sessuale e
vendita di organi. I dati negativi ov-
viamente aumentano, se si guarda
all’Africa. La Giornata Mondiale
2010 ha come tema “L’educazione,
Meno guadagno e più giustizia. Il
Commercio Equo e Solidale permet-
te nel mondo l’accesso alle fasce
sociali emarginate e garantisce che i
loro diritti vengano rispettati in tutto
il ciclo produttivo. L’idea di fondo,
che muove centri missionari cristia-
ni e presenze laiche, è che il lavoro,
svolto in condizioni degne, nel ri-
diminuzione…
spetto dei bisogni del minore, del
diritto all’istruzione e al gioco, pa-
gato in modo giusto, non costituisca
L e stime sono agghiaccianti:
quasi 220 milioni di bambini
nel mondo sono coinvolti nel
lavoro minorile; oltre 130 mi-
lioni di essi di età compresa tra i 5 e
i 17 anni lavorano in fattorie e pian-
tagioni, secondo l’ultima stima del-
l’ILO (International Labour Orga-
abuso dell’infanzia. Il dibattito ri-
mane aperto e senza soluzione, se
crediamo sia sufficiente parlarne,
condividere il disagio, sentire
pietà. Invece il 12 giugno invi-
ta a cambiare qualcosa, anche
poco, ma concreto. Già alcune
scuole hanno costituito uno
scaffale della biblioteca; ci
nization). Ma la cosa più tragica è
sono anche film come Oliver
che il loro sfruttamento è circondato
Twist e Iqbal Masih, ragaz-
da un muro di silenzio impenetrabi-
zo pakistano. Nel Lazio
le perché troppo interessato.
2000 strutture dei servizi
sociali sono dedicate ad
IN ITALIA
anziani e minori. Varie fa-
miglie acquistano in un ne-
Noi non ne siamo immuni... E
gozio equo e solidale. Ci
parlo proprio della “civilissima” Ita-
sono volontari all’estero, i
lia patria del diritto, che ha una
NAT dell’America Latina (Ni-
chiara legislazione sulla tutela del
ños Adolescentes Trabajado-
lavoro minorile a partire dall’artico-
res). Al bambino, che in piaz-
lo 37 della Costituzione. Ebbene
za implora euro, gli offriremo
nello Stivale sono al lavoro 400.000
al bar un panino?
GIUGNO 2010 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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PACE
di Lorenzo Angelini
OTE SULLE NOTE
Quando ogni sorta di sentimento
si agita dentro noi, occorre dare voce
all’amore e, subito, tornerà la serenità.
ma anche quello allegro, entusia- farci ascoltare questo refolo
sta delle piccole gioie quotidiane. che fa cambiare prospettiva: la
melodia prende le mosse, lieve,
>> Tra le molte canzoni degne di dalle regioni gravi e, dopo un
nota, ci soffermiamo su questa lungo dondolare, vi ritorna appe-
Pace. Nel testo, in un gioco reto- na prima di far brillare la parola
rico dal sapore classicista, i senti- “pace” con una nota molto più
menti si fanno persona ed entra- acuta e lì rimanervi per tutto il ri-
no ad uno ad uno in scena agen- tornello. Nell’arrangiamento i di-
do e proferendo coerentemente versi timbri (piano elettrico, vio-
con le loro peculiarità; in una
sorta di giocosa battaglia si sfida-
loncello pizzicato, chitarre arpeg-
giate, archi), quasi come “perso-
41
no a sedurre l’anima che li ospita naggi”, si alternano, o meglio, si
per portarla dalla propria parte. A scansano a vicenda e raramente si
Arisa, al secolo Rosalba Pip- sciogliere ogni nodo, a ristabilire sovrappongono a formare un cor-
pa, lucana, 27 anni, dopo la pace, ci pensa l’Amore e lo fa po sonoro uniforme. L’unico col-
un anno di riconoscimenti senza clamore, con un sussurro, lante rimane l’interpretazione, te-
ed apprezzamenti a seguito della un soffio di voce quasi impercet- nue ma intensa, di Arisa che, nella
sua vittoria tra i giovani nella pas- tibile ma capace di donare feli- sua luminosità quasi sfrontata, ci
sata edizione del festival di San- cità imperitura.
fa toccare la beatitudine derivante
remo (ne parlammo giusto un an- La musica sembra costruita per da un reciproco sincero amore. ٗ
no fa) giunge alla sua seconda
produzione discografica, torna
sul palco del teatro Ariston tra i
PACE di Giuseppe Anastasi
big e conferma quanto di buono
aveva già mostrato.
Il nuovo disco, scritto per la quasi
L’orgoglio disse guarda non mi sbaglio / E la paura stava lì a tremare e disse / non
non ho torto e non mi pento
è colpa mia
La rabbia gli rispose sei un pazzo / ma La gioia saltellando litigava / contro la
totalità da Giuseppe Anastasi, suo
compagno d’arte e di vita, non
smentisce il precedente, anzi, ne
prosegue, approfondendola, la ri-
cerca musicale. Le melodie dal di-
segno brioso ed elegante sono co-
lorate da arrangiamenti cangianti
che, non di rado, vanno a pescare
tra ritmi e sonorità “retro” e gioca-
no al contrasto con i testi dal lin-
guaggio lirico e dall’ironia sempli-
ce, gentile, a volte ingenua. Su tut-
stai attento che ti ammazzo
E la tristezza stava in un angolo / vestita
del suo pianto
L’astuzia non diceva quasi niente / ascol-
tava solamente
L’amore diede fiato alla sua voce / e dis-
se solamente
Pace
Cercare solamente un po’ di pace /
per chi non parla e per chi troppo dice
così che ogni momento sia felice
Sapessi amore mio come mi piace /
quando mi dici ti amo sottovoce
malinconia
Poi venne l’odio e disse a tutti quanti /
ora andatevene via
L’amore diede fiato alla sua voce / e dis-
se solamente
Pace
Cercare solamente un po’ di pace /
per chi non parla e per chi troppo dice
così che ogni momento sia felice
Sapessi amore mio come mi piace /
quando mi dici ti amo sottovoce
Perché la vita sai va via veloce / e vi-
verla con te mi fa felice
to svetta l’interpretazione di Arisa,
limpida, cristallina, garbata che
canta, con una dolcezza d’altri
tempi, l’Amore, quello eterno, fe-
dele, dei grandi progetti insieme;
Perché la vita sai va via veloce / e vi-
verla con te mi fa felice
La noia fece posto all’abbandono / salutò
e se ne andò via
Pace
Sapessi amore mio come mi piace /
quando mi dici ti amo sottovoce
Perché la vita sai con te è felice
BS GIUGNO 2010

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 02-09-1971 n. 959, e la
Fondazione Don Bosco nel
mondo (per il sostegno in parti-
colare delle missioni salesiane),
con sede in Roma, riconosciuta
con D.M. del 06-08-2002, pos-
sono ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
in Roma (o alla Fondazione
Don Bosco nel mondo, con sede
in Roma) a titolo di legato la
somma di …, o titoli, ecc., per
i fini istituzionali dell’Ente”.
b) di beni immobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
42
in Roma (o alla Fondazione Don
Bosco nel mondo, con sede in
Roma) l’immobile sito in… per i
fini istituzionali dell’Ente”.
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l’uno o
l’altro dei due enti sopraindicati
“… Annullo ogni mia preceden-
te disposizione testamentaria.
Nomino mio erede universale la
Direzione Generale Opere Don
Bosco, con sede in Roma (o alla
Fondazione Don Bosco nel
mondo, con sede in Roma) la-
sciando ad essa quanto mi appar-
tiene a qualsiasi titolo, per i fini
istituzionali dell’Ente”.
(Luogo e data)
(firma per disteso
e leggibile)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 – Fax 06.65612679
Fondazione Don Bosco nel mondo
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612658 – Fax 06.65612679
GIUGNO 2010 BS
I NOSTRI MORTI
CHENIS mons. Carlo, salesiano,
† Roma, il 19/03/2010, a 56 anni
Fu per anni professore alla Pontificia Uni-
versità Salesiana (UPS) nella facoltà di fi-
losofia. Fu poi nominato Segretario della
Pontificia, Commissione per i Beni Cultu-
rali della Chiesa. Qualche anno più tardi
Segretario della Pontificia Commissione
di Archeologia Sacra. Nel 2006 venne no-
minato vescovo di Civitavecchia e Tarqui-
nia. Iniziò con generosità e umiltà il suo
servizio episcopale, facendosi benvolere
da clero e popolo. Una gestione purtroppo
breve la sua. Agli inizi del 2010 fu lui stes-
so a comunicare ai fedeli della diocesi di
essere stato aggredito da un tumore inva-
sivo partito dal pancreas. Moriva due me-
si dopo rimpianto da tutti. Aveva scritto, a
conclusione della lettera citata, che se il
male si fosse risolto con la sua morte, “il
Signore provvederà, poiché la sua Chiesa
è costituita in marcia a staffetta sostenu-
ta dagli uomini di buona volontà”.
FERRARI sac. Giuseppe, salesiano,
† Civitanova Marche (MC), il 14/05/2009,
a 79 anni
Un anno fa don Giuseppe tornava alla ca-
sa del padre. Era un salesiano originalis-
simo, di vasta cultura che voleva socializ-
zare a tutti i costi. Sempre entusiasta, un
po’ perfezionista, voleva che tutto fosse al-
l’altezza della situazione a scuola, all’ora-
torio, in chiesa. Soprattutto in chiesa.
Quando era lui a presiedere l’eucarestia
si preparava puntigliosamente l’omelia
perché, diceva, non si poteva perdere
quell’occasione per “insegnare” ad essere
cristiani di livello superiore. Il Signore gli
aveva dato facilità di parola ed egli sfrut-
tava questa dote con sovrabbondanza. Si
teneva sempre informato su tutto ciò che
poteva essergli in qualche modo utile; sa-
peva, in effetti, intervenire su qualunque
argomento si trattasse. Si era letto e ave-
va conservato “montagne di libri e di vi-
deocassette” che toccavano argomenti
importanti che sfruttava con chi aveva la
ventura di avvicinarlo.
ANNONI sac. Paolo, salesiano,
† Milano, il 09/09/2009, a 96 anni
Era entrato a Milano per studiare latino:
aveva solo un diploma di ‘computista’
commerciale. Il seminario non l’aveva ac-
cettato perché carente di cultura classica.
Ma lui voleva fare il prete dell’oratorio e
così entrò dai salesiani. Il teatro fu la sua
passione: aveva imparato a recitare dal
grande Tino Carraro. Fu il vulcanico orga-
nizzatore dell’Anspi, di squadre sportive,
di campeggi in montagna, insegnante di
educazione fisica, animatore d’oratorio e
prete: nel suo diario sono presenti tante
preghiere e rinnovate promesse di fedeltà
al Signore. Dove c’era bisogno interveniva
quasi d’istinto. Nel 1997 la malattia, una
paresi della parte sinistra che lo costrinse
in carrozzella: “Il Signore ha permesso
una disgrazia che per me spiritualmente
è una grazia”. Viene accolto nella casa
Don Quadrio, infermeria ispettoriale. Là
compie i 90 anni. Era entrato in noviziato
all’età di 23 anni.
VARAGONA sac. Francesco,
salesiano,
† Messina, il 07/02/2010, a 83 anni
Sin dall’infanzia entra a contatto con Don
Bosco e il carisma salesiano. Viene accet-
tato ed emette la prima professione il 16
agosto 1942. Fu docente apprezzato in In-
ghilterra dal 1954 al 1958 poi, dal 1958 al-
la sua morte, al San Tommaso di Messina.
Svolse nel corso degli anni di attività diver-
si ruoli: consigliere degli studenti di teologia
per oltre dieci anni, preside negli anni del-
l’affiliazione dell’istituto San Tommaso all’U-
PS, economo per un anno, per lungo tem-
po membro del consiglio di comunità, sem-
pre stimato insegnante e nell’ultima parte
della sua vita anche apprezzato confesso-
re e direttore spirituale. Una crisi cardiaca lo
ha sottratto allo sguardo dei confratelli e dei
suoi cari.
ZERBATO sig. Davide,
salesiano laico,
† Venezia-Mestre, il 10/03/2010, a 80 anni
Il pianto ha incorniciato la sua vita di fe-
de. Pianse a 12 anni quando dal semina-
rio fu rimandato a casa per mancanza di
salute. I salesiani di Verona lo accolsero
ed entrò in noviziato. Pianse quando il
maestro don Uguccioni lo chiamò per co-
municargli che avrebbe fatto i voti come
coadiutore, non come chierico. Fu infer-
miere dei ragazzi. Si trovò bene. Poi a Ve-
rona conseguì il diploma di tipografo e in-
segnante. Come economo restò per 32
anni nella comunità parrocchiale di Pado-
va Don Bosco. Sempre preciso nel suo
compito, sempre fedele alla preghiera co-
munitaria, l’ultimo ad andare a letto la se-
ra dopo aver controllato porte e luci. Non
era un leader, ma il servitore fedele e sag-
gio, che lavora dietro le quinte con sem-
plicità e umiltà. La sua vita religiosa era
serena e semplice, ma stava per arrivare
l’ultima prova, l’ultimo pianto. Con la ma-
lattia prima e con la vecchiaia poi arrivò il
momento del distacco da quella comunità
e da quella gente che amava. La decisio-
ne di ricoverarlo all’Artemide Zatti fu do-
lorosa. Visse due anni nella comunità di
riposo per anziani. “Chi semina nel pianto,
raccoglie nella gioia”. Così sia!
ne“ltRogeriacnirasdoainifnoiotdreiirrDreaio”

5.3 Page 43

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MM iill
eessee Savina Jemina
GGIUIUGGNNOO
PIANTE DELLA BIBBIA
PIOPPO E SALICE
Crescono vicino ai corsi d’acqua,
nella Bibbia sono citati accanto a
fiumi o a sorgenti. Per l’identifica-
zione botanica, se è certa la corri-
spondenza tra pioppo e Populus
alba, difficile è quella del salice
per le molte specie presenti nell’a-
rea medio-orientale: per alcuni
potrebbe trattarsi del Populus
euphratica o pioppo dell’Eufrate;
per altri, del Salix babylonica, il sa-
lice piangente. Per il pioppo (no-
minato due volte nella Bibbia) è
noto l’episodio di Giacobbe che
per arricchirsi a danno di Labano,
“prese freschi rami di pioppo, di
mandorlo e di platano, ne intagliò
la corteccia a strisce bianche,
mettendo a nudo il bianco dei ra-
mi” (Gn 30,37) e li pose davanti
agli abbeveratoi dove le pecore e
le capre si accoppiavano: all’e-
poca, si pensava che questo fa-
vorisse la nascita
di animali con il
pelo chiazzato
di bianco. Il sali-
ce (citato sei
volte) è l’albero
che ricorda l’e-
silio babilonese:
“Ai salici di
quella terra ap-
pendemmo le
nostre cetre”
(Sl 137,2). Non
a caso è ripre-
so nel coro del
PRETI SCIENZIATI GEORGES LEMAÎTRE
Georges Lemaître nasce a Char- galassie si allontanano da noi, e
leroi (Belgio) il 17 luglio 1894. Svol- questo conferma la teoria del ge-
ge il servizio militare durante la pri- suita. Lo stesso Einstein, che in un
ma guerra mondiale, diventa ge- primo momento è stato critico,
suita e si laurea in matematica a ammette che quella di Lemaître
Lovanio (1921). Vince una borsa “è la migliore spiegazione della
di studio che lo porta a
creazione che io abbia
studiare astronomia pri-
mai sentita”. Nel 1948,
ma a Cambridge (In-
Lemaître formula un’i-
ghilterra) con l’astrofisi-
potesi, detta dell’“ato-
co Arthur Eddington, e
mo primitivo”, quanto
poi nell’omonima città
mai ardita per l’epoca
del Massachusetts (Usa)
e per la quale è diven-
con Harlow Shapley.
tato assai più noto: “l’u-
Nel ’27, pubblica una
niverso avrebbe comin-
“memoria” su “un uni-
ciato in uno stato nel
verso omogeneo di massa co- quale l’energia totale era con-
stante e di raggio crescente, che centrata in un solo ‘quanto’, in un
renda conto della velocità radia- solo pacchetto di energia, che
le delle nebulose extragalatti- non si può concepire se non co-
che”: è la teoria dell’espansione me un nucleo atomico”. Dal 1960
dell’universo, a partire dal cosid- alla morte, il 20 giugno 1966 fu
43
detto “big bang”. Due anni do- presidente della Pontificia Acca-
po, Edwin Hubble scopre che le demia delle Scienze.
“Nabucco” di Giuseppe Verdi
(“Va’ pensiero, sull’ali dorate… Ar-
pa d’or… perché muta dal salice
pendi?”). Il salice è anche una
delle piante prescritte nella Festa
delle Capanne (Lev 23,40).
SANTUARI MARIANI
S. MARIA DEL SASSO,
A BIBBIENA (AREZZO)
Il santuario, punto di riferimento re-
ligioso per gli abitanti del Casenti-
no, si trova nel comune di Bibbie-
na. Deve il nome al grande mas-
so, ora inglobato nella chiesa, do-
ve il 23 giugno 1347 una bambina
di sette anni, Caterina, vide una
“bellissima donna biancovestita”,
che le donò alcuni baccelli, poi
trovati pieni di sangue: presagio
della peste dell’anno successivo,
dalla quale paese e dintorni furo-
no risparmiati. Come ringrazia-
mento fu costruita una chiesa, di-
strutta da un incendio nel 1486: si
salvò soltanto l’immagine della
Madonna del Sasso, affrescata da
Bicci di Lorenzo, verso il 1435. I
Domenicani, custodi del santua-
rio, fecero ricostruire l’attuale chie-
sa su disegno di Giuliano da
Maiano. Nella cripta ai piedi del
masso, nel 1500 fu posta una sta-
tua lignea della scuola di Dona-
tello: per il luogo dove fu colloca-
ta, fu presto detta “Madonna del
Buio”. Nel 1899 il complesso fu ri-
conosciuto monumento naziona-
le. Oggi, comprende il santuario,
il monastero e il convento, dove
sono presenti sacerdoti e mona-
che dell’Ordine domenicano; a
loro, si affianca la Fraternità dei
Laici Domenicani.
ٗ
BS GIUGNO 2010

5.4 Page 44

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P RIMA PAGINA Francesco Motto - fmotto@sdb.org
tagion
LE GRANDI “PROVE”
Nei 22 anni di servizio come Rettor Maggiore della società salesiana (1888-1910)
a don Rua non mancarono momenti particolarmente difficili.
Ne ricordiamo tre che gli furono causa di grandi sofferenze.
Era prassi diffusa che il direttore salesiano fosse
anche il confessore dei confratelli, come face-
va e voleva Don Bosco. Il rischio era lo scon-
rimanere alla dipendenza del Rettor Maggiore, la
madre generale si recò in Vaticano per trovare una
soluzione accettabile. Nulla da fare: le Costituzioni
finamento fra foro interno ed esterno, la mancanza rinnovate del luglio 1906 recepirono le norme uni-
di libertà nella scelta del confessore, possibili abusi versali. La “separazione giuridica” ed economica fu
nell’ammissione ai voti e agli ordini sacri, ecc. Nel una “rivoluzione” rispetto alla pluridecennale
1899 il Santo Ufficio proibiva ai superiori di Roma “aggregazione” e il nome di Don Bosco scomparve
di ascoltare la confessione degli alunni, due anni anche come fondatore dell’Istituto. Le suore e don
dopo la proibizione veniva estesa a tutti i direttori Rua ubbidirono, non troppo rassegnati. La misura
e superiori. Così a Valdocco “si aprirono giorni di subita sembrò che mettesse in forse la stabilità
fuoco” per eliminare una prassi
dell’Istituto e la loro fedeltà allo
risalente a Don Bosco che ave-
spirito di Don Bosco. Ma la sto-
va dato ottimi frutti. I salesiani
ria, come sappiamo, andò diver-
sollevarono dubbi, ma Roma
samente.
44
li respinse. Si tentò allora di
“interpretare” il decreto con un
>> La terza dura prova fu l’im-
autorevole commento da parte
mensa sofferenza causata nel-
del famoso moralista salesiano
l’estate 1907 dalle calunnie di
don Piscetta, ma il Santo Ufficio
immoralità, note come “I fatti
fu irremovibile, anzi convocò a
di Varazze”. La massoneria
Roma don Rua per un rimprove-
aveva scatenato una “caccia
ro. Si dovette obbedire, ma non
alle streghe” in collegi e scuole
fu facile, anche perché mancava
tenute da religiosi/e e non sem-
il personale preparato e le
brò vero di poter coinvolgere la
comunità salesiane erano nume-
congregazione religiosa più in
ricamente precarie. Fu solo con-
vista del momento. Don Rua,
cessa a don Rua la facoltà di
ben consigliato, non rinunciò a
fare eccezioni e dare dispense.
difendere l’”opera di Dio” affi-
Il Codice di diritto canonico nel
datagli da Don Bosco. Ne uscì
1917 avrebbe ammesso la con-
vincitore, la calunnia venne
fessione con il superiore solo
riconosciuta, ma a quale costo
come richiesta del suddito.
in termini di ansie e preoccu-
pazioni! Altre dure prove furo-
>> Un’altra dura prova per don Rua fu la separa- no: la vicenda che coinvolse il prete polacco Bro-
zione giuridica delle Figlie di Maria Ausiliatrice, nislaw Markiewicz, oggi beato; la morte per inci-
ancora una volta imposta dalla Santa Sede. Nel dente ferroviario di monsignor Lasagna e di alcu-
1901, una notifica alle FMA prospettava la possibi- ne FMA in Brasile; l’esondazione del Rio Negro
le nullità dei loro voti, se Istituto e costituzioni non nella Pampa argentina che distrusse l’intera mis-
fossero stati approvati da Roma. Nel 1904 si proce- sione salesiana. E ancora, il terremoto di Messina
dette alla revisione delle Costituzioni per adattarle con la morte di nove salesiani e di una trentina di
alle Normae secundum quas del 1901. Le modifi- ragazzi; la persecuzione religiosa in Ecuador; la
che, apportate dal procuratore salesiano, furono spietata politica anticongregazionista in Francia; il
viste con preoccupazione dalla madre generale che dover rifiutare la fondazione di case per mancan-
temeva si spezzasse il legame che univa FMA e za di personale, ecc. Una lunga serie di spine; ma
salesiani. Ne discusse con don Rua. Il Capitolo salesiani ed FMA non fermarono il loro prodigioso
Generale FMA indirizzò a Roma un voto di poter sviluppo.
ٗ
GIUGNO 2010 BS

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45
BS GIUGNO 2010

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
NONNA FELICE
che un senso di pace e serenità
accompagnò da quel momento la
Ho affidato con tanta fiducia a san
gravidanza, fino al parto, che si
Domenico Savio mia figlia, quan-
concluse felicemente con la nasci-
do stava per affrontare un parto
ta di una bellissima bimba di nome
molto rischioso per lei e la bimba
Chiara. Ringrazio san Domenico
nascitura. Il parto è riuscito bene,
Savio e spero che vegli su di lei
ma sono subentrate difficoltà per
per tutto il tempo della sua vita.
la bambina, con prospettive ve-
ramente allarmanti. Le analisi
Mazzeo Marcella, Messina
compiute hanno tranquillizzato
tutti. La bimba ora cresce bene ed a Cuneo che una bimba così pic-
è tanto dolce. Grata al piccolo san- cola si riprendesse e crescesse.
LA BUONA
Attilio Giordani.
to, lo prego di restare sempre vi- Ora pesa tre chili e mezzo.
NOTIZIA
cino alla mia nipotina, al fratellino
Ferrero Giovanni
MIGLIORANO
ed ai suoi genitori.
e Anna, Cuneo Mi chiamo Maria del Carmen Fer- LE CONDIZIONI
Feola Alfonsina, Campora (SA)
rante. Sono argentina, vivo in
casa con una sorella e con mia Novembre 2008. Il giovane
QUATTRO GIORNI
IN RIANIMAZIONE
Il 4 aprile il nostro Steven, di appena
20 giorni, ha avuto un arresto re-
spiratorio dovuto a bronchiolite. È ar-
rivato all’ospedale in fin di vita. Noi
eravamo disperati. Abbiamo pregato
san Domenico Savio, ponendone
con fede l’abitino nell’incubatrice ac-
canto al bimbo. Essendo un’inse-
gnante dell’istituto Don Bosco, ho
chiesto anche ai miei alunni e ai sa-
RICONOSCENZA
AI SANTI
SALESIANI
Sono un exallievo vissuto per lun-
ghi anni fin da ragazzino nel clima
sano e sereno degli oratori sale-
siani, dove ho imparato a “servi-
re il Signore in santa letizia” e ad
amare particolarmente Maria San-
tissima. Essendomi trovato in una
situazione di trepidazione, ho in-
vocato Don Bosco, Maria Ausi-
liatrice e i nostri santi salesiani.
madre anziana. Circa tre anni fa,
leggendo sul Bollettino Salesiano
il ringraziamento di una signora,
abbiamo conosciuto la figura del
cardinale Augusto Hlond. Da al-
lora una sua foto è sempre vicina
al letto di nostra mamma. Ci sen-
tiamo confortate dalla sua pre-
senza e preghiamo per la sua glo-
rificazione. Attualmente noi stiamo
vivendo un periodo triste e ango-
sciante dal punto di vista econo-
mico: io sono senza lavoro e mia
mamma con i suoi 85 anni vede
crescere i suoi problemi di salute.
Rosario De Felice, in Campa-
nia, si salva da un incidente
d’auto, in cui sono periti alcu-
ni ragazzi della squadra di ba-
sket Juve Caserta. Ma le sue
condizioni sono molti gravi.
Una famiglia di Bologna chie-
de preghiere per lui. Viene in-
vocato il Servo di Dio Attilio
Giordani. In allarme per il
peggioramento delle condi-
zioni di salute del giovane,
che per questo viene trasferi-
to a Torino, tutta la comunità
lesiani di pregare per Steven. Non Si è trattato di mia figlia, che vive Da lunghi mesi attendiamo un della parrocchia S. Agostino
46 abbiamo mai smesso di pregare, te- da qualche anno a Santiago di piccolo aiuto da parte del Comu- in Milano, viene sollecitata,
nendo viva in noi la speranza. Compostela. Al quinto mese di ne, che potrebbe sollevarci un po’ con la famiglia interessata, a
Dopo quattro giorni di rianimazio- gravidanza accusò delle perdite. dalla quotidiana fatica e ridarci spe- fare una regolare e solidale
ne e due settimane di ricovero, Ste- Ricoverata d’urgenza in ospeda- ranza, ma non c’è stata risposta. preghiera, ogni domenica, do-
ven ha lasciato l’ospedale e ora sta le, le fu riscontrato un pericolo di Per questo mi sono rivolta ad Au- po la S. Messa delle ore dieci,
bene. Dovrà sottoporsi a visite, ma nascita prematura del bambino. Le gusto Hlond, pregandolo di inter- presso la tomba del Servo di
siamo sicuri che andrà tutto bene. fu prescritto di mettersi a letto in cedere presso il Signore, per sol- Dio. Intanto i medici a Torino
Ne ringraziamo riconoscenti san riposo assoluto, che ella osservò levare la mamma dalle sue malattie sottopongono Rosario ad un
Domenico Savio.
scrupolosamente. In seguito a croniche. Grazie a Dio, le analisi ultimo intervento. Per l’occa-
Fam. Gorret, Aosta nuove visite, si riscontrò che il bim- fatte hanno avuto un buon esito e
bo era sceso molto in basso; per la sua salute è migliorata. Inoltre è
sione, tutti pregano Attilio
Giordani con una novena. Do-
questo fu sottoposta al cerchiag- arrivato questo atteso sussidio po un paio giorni si viene a
NON ERA MAI
gio. Io continuai a pregare, as- dal Comune, grazie al quale la sapere che la febbre di Rosa-
sieme a mia moglie, i santi sale- mamma, che non ha mai smesso rio è scesa da 40 gradi a me-
SUCCESSO
siani. Dopo una terza visita in di aver fede e forza d’animo, potrà no di 37; e dopo alcuni giorni
ospedale, la situazione di mia fi- vivere almeno per un certo tempo il miglioramento continua.
Nostra nuora era in attesa di un glia risultò priva di pericolo im- con dignità, quasi come premio di
bimbo, e appena noi nonni ve- mediato, e ottimo lo stato del na- tanti sacrifici compiuti.
Smeriglio Giuseppe, Torino
nimmo a saperlo, affidammo lei e scituro, tanto che, completato il pe-
la piccina alla protezione di san riodo di gravidanza, è nato un bel
Domenico Savio. A febbraio, pri- bimbo vispo e sano. In onore del
Maria del Carmen Ferrante,
Montemiletto (AV) si stavano mettendo male, ho in-
ma del termine del sesto mese di santo del luogo, gli è stato dato
vocato l’aiuto di san Domenico
gravidanza, i medici dovettero far nome Iago. Ringraziamo perciò di
nascere Anna, vitale, con stupo- cuore i santi salesiani.
BENEVOLENZA
Savio e come sempre non mi ha
abbandonata. Ancora: il 24 aprile
re dei medici, anche se il suo peso
era di poco più di 400 grammi. Era
in precarie condizioni generali.
Zaffuto Francesco, Palermo
DEI SANTI
SALESIANI
2009, all’inizio del mese dell’Ausi-
liatrice, quando venne annunciato
il pellegrinaggio dell’urna di Don Bo-
Tutte le mamme e le nonne della
parrocchia hanno pregato per lei.
Ora, dopo cinque mesi di ospe-
dale, è a casa. Il primario ha am-
messo che non era mai successo
UN GRANDE
SENSO DI PACE
Mi chiamo Marcella. Il sette di-
cembre 2007 venni a sapere di es-
sere incinta. Mi sentivo felicissima,
ma anche piena di paura e assil-
lata da domande. Al quarto mese
Sono exallieva di una scuola sale-
siana e vivo a Roma. Intendo con-
fermare la continua benevolenza
dei santi salesiani su di me. L’ho
esperimentata varie volte nella
mia vita. Alcuni anni fa, la vigilia di
Natale, mentre stavamo arrivando
alla casa di montagna, siamo fini-
ti fuori strada per il ghiaccio. D’istinto
sco, essendo mio marito senza la-
voro dal luglio dell’anno scorso, ri-
volsi al santo questa invocazione:
“Adesso sei tu che vieni da me, e
non io che vengo a te: ti prego con-
cedi a mio marito la grazia di tro-
vare un lavoro”. Il lunedì seguente
giunse una telefonata che annun-
ciava il lavoro per mio marito.
di gravidanza una collega mi parlò ho invocato l’aiuto di Don Bosco,
di san Domenico Savio, che io tanto che gli amici mi prendevano
Lattanzi Maria Pia, Roma
non conoscevo assolutamente. in giro, visto che eravamo molto più
M. D. Mazzarello Laura Vicuña
GIUGNO 2010 BS
Poco dopo mi fece dono dell’abiti- vicini a Cascia, dove è venerata
no che tenni per il tempo rimanen- santa Rita, che non a Torino, dove
te della gravidanza. Posso testi- si venera Don Bosco. Anche quan-
moniare con fede e grande gioia do è nato il mio terzo figlio e le cose
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IN PRIMO PIANO
redazionale
Don ENRICO DANIELI
Salesiano, in Thailandia dal 1956,
dove è ritornato subito dopo
gli studi teologici. È stato parroco.
Ora regge la procura thailandese.
Come vedi la situazione sociale della Thailandia?
Chi lavora vive. Come dappertutto. In Thailandia c’è una classe di
borghesi molto intraprendenti (in genere sono i cinesi); c’è poi un
gruppo di ricchi da sempre (i nobili e i principi), e un gruppo di poveri,
soprattutto quelli delle tribù del Nord. Grandi progressi sono stati fatti
a livello agricolo.
Qual è la religione principale?
Il buddismo. Ed è un buddismo tollerante. In 800 anni ha formato
una unità inattaccabile. C’è un rispetto grande per i bonzi, anzi quasi
tutti i maschi passano un periodo della loro vita tra i bonzi, soprattutto
prima del matrimonio.
E qual è la situazione degli altri credenti?
I cattolici sono 335 mila su 65 milioni di abitanti, lo 0,4%. Ma sono
ben visti, soprattutto per le loro attività sociali. Il governo interpella
spesso il cardinale per le questioni religiose. È un cattolicesimo unito
e compatto.
La situazione giovanile?
È fortissima la promiscuità. C’è qualche piaga: non sono poche le ra-
gazze che si vendono per soldi. La morale sessuale quasi non esiste: è an-
che per questo che il governo ha molta stima per le scuole cattoliche, le
uniche che cercano di fornire regole morali in questo delicatissimo setto-
re. Ma è anche per questo che esiste un flusso inarrestabile di turismo
sessuale proveniente soprattutto dall’occidente. Un esempio: il re Rama
IV (morto nel 1868) in 18 anni di regno ha avuto 84 figli. Nel palazzo
reale vivevano circa 8000 ragazze, sue potenziali concubine.
C’è lavoro?
Sono moltissime le ditte straniere che impiantano fabbriche in Thai-
landia, dando lavoro a moltissimi giovani. In pratica non c’è emigra-
zione.
La politica?
Scricchiola sonoramente. C’è molta divisione tra i vari raggruppa-
menti politici, e c’è anche non poca corruzione, ma questa è, pare, una
piaga mondiale.
E i salesiani?
Siamo il gruppo più consistente di religiosi, e siamo considerati una
forza importante per i giovani, soprattutto i più poveri. Le scuole “Don
Bosco” sono le scuole dei poveri, conosciute da tutta la nazione.
I BAMBINI
DI HAITI
(per non dimenticare)
Haiti, terra lontana,
esotica
il cui nome evoca
distese di sabbia bianca,
impalpabile.
Mare verde smeraldo
dai flutti potenti
dispensatrice di vita
e morte.
Palmeti al vento
la cui ombra ristora.
Haiti, terra di luce
abbagliante,
di sole,
e di buia miseria.
Attoniti, smarriti
si grida sventura.
Inquieti, sbigottiti,
senza respiro,
47
come macigni immobili
di fronte alla umana dignità
annullata, strappata.
Bambini dalla pelle
ambrata,
dagli occhi grandi, vuoti,
tendono le braccia
muti e impauriti.
Le mani aperte, sporche
chiedono al mondo aiuto,
silenziosamente.
Non hanno più giochi,
né matite colorate,
senza casa, senza scuola.
Hanno solo grandi
occhi tristi
e un cuore che ama.
Stringili al tuo cuore, o Dio.
(Carmelina Giancola)
BS GIUGNO 2010

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TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
MISSIONI
di Guido Pedroni
Una terra devastata
Il ccp che arriva con il BS non è una
richiesta di denaro per l’abbonamento
che è sempre stato e resta gratuito.
Vuole solo facilitare il lettore che
volesse fare un’offerta.
INSERTO CULTURA
di Michele Novelli
DB secondo Marescalchi
CHIESA
di Maurizio Schoepflin
Caritas in veritate (11b)
VIAGGI
di Giancarlo Manieri
I salesiani a Rod el Farag