Bollettino_Salesiano_200009

Bollettino_Salesiano_200009

1 Pages 1-10

▲back to top

1.1 Page 1

▲back to top

1.2 Page 2

▲back to top
IL GRANDE EVENTO
di Juan E. Vecchi
UNA SPIRITUALITÀ
PER IL lii MILLENNI
LAVORO E PREGHIERA
Lavoro e preghiera è un programma di vita.
Per Don Bosco è anche un modo di abbordare la realtà.
Se li trattassimo separatamente l'uno dall'altra,
tradiremmo il suo pensiero.
P er Don Bo:
sco non s,
tratta solo di
distribuire
conveniente-
mente il tem-
po tra le due
attività. Ma
di unirle in
ogni momento
mediante la carità che guar-
da con passione alla salvezza dei
giovani . Non confondeva certamen-
te il lavoro con la preghiera quanto
alla natura e al valore ; e quindi non
sostituiva l'una con l'altro ; ma vive-
va entrambi fusi, senza divisione
tra di loro, come si dice della natu-
ra umana e divina di Gesù .
Si addentrava tra le cose come
questo mondo richiede: con piglio
"secolare", approfittando del tempo ,
delle collaborazioni , dei mezzi te-
cnici, della abilità mentale , del ma-
nagement, del denaro e dell 'orga-
nizzazione . Ma lo faceva come se
vedesse l'Invisibile: secondo i piani
di Dio, con la carità e il cuore di
Dio, affidandosi a Lui nello stesso
momento in cui metteva mano ad
un'impresa e si avventurava tra per-
sone e ambienti.
l'esperienza . Don Bosco non ha
voluto adoperare "azione", parola
troppo ricercata e troppo teorica
per la gente umile . Lavoro dice che
il Signore ci manda a "fare", secon -
do quello che abbiamo , dobbiamo
e sappiamo , godendo e sudando ,
con intraprendenza e costanza.
Sotto la parola lavoro Don Bosco
comprende tutto quello che si fa
per gli altri : lavoro è zappare , ma
anche predicare , fare un mobile o
scrivere un libro , costruire una casa
ed essere mamma al suo interno ; è
cercare collaboratori e confessare .
Insomma, darsi da fare con intelli-
genza, competenza e generosità.
Lavoro richiama la parabola evan-
gelica del Signore che cercava
operai per la vigna.
O Lavoriamo tutti nell'azienda di
Dio : Egli provvede l'energia e le
macchine , i capitali e i progetti, un
misterioso coordinamento per cui
tutto converge verso il bene . Lavo-
rare conformemente a quello che
Egli ci indica e nella forma come ci
istruisce, domandargli ulteriori spie-
gazioni , quotare bene e diffondere i
suoi prodotti , ringraziare per averci
chiamato a partecipare nella sua
impresa e pagarci bene : tutto que-
sto si chiama secondo Don Bosco
"unione con Dio", preghiera.
Egli fa preghiera in momenti spe-
ciali della sua giornata. Ma nei tem-
pi di lavoro la continua, la intensi-
fica , la rende completa e vera. E
viceversa.
La preghiera esprime l'amicizia di e
O È questa la forma proposta
oggi alla Famiglia Salesiana: sia di
vivere il quotidiano come di intra-
prendere grandi iniziative. Lavoro e
preghiera traducono la fede , la spe-
ranza e la carità nella missione di
educare e portare Gesù ai giovani.
Le parole sono, come sempre "po-
polari". Lavoro è un vocabolo che
tutti capiscono perché ne hanno
SETTEMBRE 2000 BS

1.3 Page 3

▲back to top
con Dio con diversi sentimenti e
formule: nel "kyrie" chiediamo per-
dono, con il "Gloria" lodiamo il Si-
gnore , con il "Credo " proclamiamo
la nostra fede , nell'Offertorio offria-
mo del nostro e così di seguito. C'è
poi una comunità della quale ci
sentiamo parte , un luogo "sacro "
per la presenza di Dio , un altare
che ci ricorda Cristo , la sua mensa
e il suo sacrificio. Tutto questo ha
una importanza singolare per la no-
stra vita in Dio.
O Gli stessi sentimenti però si
portano e si esprimono nel lavo-
ro : c'è la gioia dei risultati , c'è la
sofferenza dei fallimenti , c'è il sen -
so di impotenza che porta a chie-
dere aiuto, c'è l'attesa dei frutti . Ci
sono la verifica sincera e la corre-
zione di atteggiamenti e procedi-
menti. Tutto ciò inserito nell'esisten-
za di Gesù e vissuto all 'interno del
Regno diventa preghiera. Ci fu un
tempo in cui si discuteva su lotta e
contemplazione. Qualcuno pensava
che la seconda, utile per il singolo,
non andasse oltre il privato e non
influisse sulla storia del mondo. E
che le diverse forme di lotta o im-
pegno , indispensabili per ottenere
obiettivi temporali , non avessero bi-
sogno della preghiera per raggiun-
gere i loro risultati.
Don Bosco mostra che la fusione
delle due è necessaria per la feli-
cità del singolo e per i "buoni risul-
tati" nelle iniziative sociali. E questo
ci lascia come consegna.
o
I Lavoro e preghiera:
due attività umane che
secondo Don Bosco possono
andare perfettamente d'accordo.
Settembre 2000
Anno CXX IV
Nu mero 8
In copertina:
Servire gli altri, attraverso
il proprio lavoro, è
la più nob ile dell e attività.
Non sono pochi
i vo lonta ri che han no
scelto questa via.
Ben tre artico li di questo
numero sono dedicati
al prob lema lavoro.
(Foto: jean M. Peters)
M ensil e di informaz ione
e cu ltu ra reli giosa edito
dalla Congregaz ione Sa les ian a
di San G iovann i Bosco
Diretlore:
GIANCAR LO MAN IER I
- CULTURA SALESIANA
12 ... Come il polipo allo scoglio
HANDICAP
14 Una presenza-accanto
- vOLONTARIATO
18 Scommessa per Gandiol
- CHIESA
20 Il Papa buono
- CENTRALE
23 Il santuario di Loreto
- FMA
28 Tra i poveri di Villa Miseria
di Francesco Motto
di Giuseppe Morante
di )ea n-François Meurs
di Gianca rlo Manieri
di Natale Maffioli
di Graziella Curti
- RUBRICHE
2 // Rettor Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel
mondo - 11 Osservatorio - 16 Box - 17 Zoom - 22 Lettera ai giovani - 27 Il doctor }.
- 30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Spiritualità Salesiana -
37 Laetare et benefacere... - 38 Giubileo - 40 I nostri morti - 41 // Mese - 42 Prima
pagina - 43 M. D. Mazzarelfo a fumetti - 46 I nostri santi - 47 In primo piano/ Focus
Redazione : Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
- Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori: Teresio Bosco - Angelo Botta -
Severino Cagnin - Ernesto Cattoni -
Giuseppina Cudemo - Graziella Cuni -
Bruno Ferrere - Sergio Giordani - Bruna Grassini
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante -
Marianna Pacucci - Fabio Sandroni -
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione: Giuseppe Corò (Roma)
Fotocomposizione: EDI BIT - Torino
Stampa: MEDIAGRAF s.p.a. - Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano De Marie -
Guerrino Pera - Pietro Scalabrino - Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione:
Pier Benone
parte del prossimo numero.
Basta collegarsi via Internet
a questo indirizzo: www.sdb.org
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 50 edizioni nazionali e in
24 lingue diverse (tiratura annua oltre 10 milioni di copie)
in: Antille (Santo Domingo) - Argentina - Australia -
Austria - Belgio (in fiammingo) - Bolivia - Brasile - Canada -
Ceca Rep. - Centro America (El Salvador) - Cile -
Cina (Hong Kong) - Colombia - Congo Rep. Dem. - Croazia -
Associato alla
Unione Sta mpa
Periodica Ita lia na
Ecuador - Filippine - Francia - Germania - Gran Bretagna -
Haiti - India (edizioni in inglese, malayalam, tamil, telugù Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
e indi) - Irlanda - Italia - Kenia - Korea del Sud - Lituania -
Malta - Messico - Mozambico - Olanda - Paraguay - Perù -
Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.556
Polonia - Ponogallo - Russia - Slovacchia - Slovenia -
Spagna - Sri Lanka - Stati Uniti, New Rochelle (inglese
e-mail: <biesse@sdb.org>
e spagnolo) - Stati Uniti, San Francisco - Thailandia -
Ungheria - Uruguay - Venezuela - Zam bi a.
e <gmanieri@sdb.org>
Edizione Cooperatori. A cura dell'Ufficio Nazionale
Conto corr. post. n. 46.20.02
(Mariano Girardi) Via Marsala 42 - 00185 Roma -
Tel. (06) 44.60.945.
intestato a Direzione Generale
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Opere Don Bosco, Roma.
BS SETTEMBRE 2000

1.4 Page 4

▲back to top
di Carlo Di Cieco
POKÉMON,
INNOCENTI E MORTALI
I Pokémon amici e nemici allo stesso tempo, capaci di dividere
come succede solo nei referendum. Un prodotto che fa tende
Animaletti fantasiosi che accendono in maniera fervida la me
dell'infanzia. Hanno goduto e forse ancora godono una stagi
di celebrità anche nel nostro paese, mettendo a subbuglio
non solo l'interesse di migliaia di ragazzini e ragazzine, ma anche
di genitori. Insomma un sintomo di come vanno oggi le cose.
Q ualcuno, tra i piccoli,
ci ha rimesso anche la vita
giocando e tentando di
volare come i Pokémon , o si è
ferito , battendo la testa al muro .
Si dice per complesso di imitazione.
E i cartoni , con le conseguenti
figurine , sono stati messi in croce.
O Era successo così , anzi
di peggio , con il tamagochi ,
il famoso portachiavi elettronico
giapponese che nel piccolo visore
rappresentava un animaletto che
gioca, mangia, dorme , cresce , si
ammala e può morire, nella misura
in cui il proprietario si occupa di lui
che può, invece, solo sollecitare
cura e attenzione con un bip.
Era il '97 e le cronache da diverse
aree del mondo raccontavano
dell'isteria che aveva invaso
migliaia di persone per la cura
di questo animaletto elettronico .
Perché non morisse e fosse
sempre ben curato.
Con sollecitudine maniacale.
Si è trattato di un'ondata emotiva
tremenda , trasferita poi
nei Pokémon .
O Sarebbe istruttivo indagare
come ciò può accadere,
e gli esperti hanno detto la loro.
Certo è che la febbre dei Pokémon
nel nostro Paese è scoppiata
parallelamente a diverse altre
febbri sociali. Degli adulti questa
volta. Lo spettacolo passionale
e deprimente della politica scaduta
in rissa gratuita e impunita.
Il calcio trasformato in polemica
quotidiana, in sfogo di violenza
lontana mille miglia dalle antiche
passioni . La febbre del gioco
del lotto in tutte le salse con decine
di schedine e biglietti per vincere
miliardi facili.
O Non si vede perché una società
di adulti di questo stile frenetico
e rampante di vita, dove gli assurdi
costellano le giornate, si debba
meravigliare dei piccoli che si
prendono la febbre per i Pokémon
o vengono insidiati dal tamagochi .
I piccoli guardano la nostra vita,
soffrono i nostri ritmi sociali divenuti
insostenibili . Si adattano
a malincuore ai nostri riti .
E si prendono delle libertà.
Che possono sembrare strane
perché sono evasive rispetto
ai nostri modelli .
O Considerando le loro sofferenze,
i loro silenzi , i loro rifugi fantastici ,
i loro ritardi a volte irritanti , prima
di cercare di guarirli dovremmo
un attimo fermarci a pensare che
cosa offriamo loro . Quale società
in cui integrarsi , quali ideali per cui
valga spendersi , quali esempi
per cui entusiasmarsi . E perché
meravigliarsi e preoccuparsi di loro
se poi tutto continua a essere
o si vorrebbe che fosse , come
viene rappresentato in maniera
magistrale negli spettacoli
di intrattenimento delle nostre
televisioni?
O Se le cose , anche per i piccoli
non vanno o sono difficili, bisogna
porre sicuramente mano a qualchetl
cambiamento. I Pokémon però nort
possono essere i primi imputati, ma
solo capri espiatori di turno, spie
del disagio di vivere che i grandi
sentono prima dei bambini. E che,
in mille forme, anche implicite,
trasmettono loro.
SETTEMBRE 2000 BS

1.5 Page 5

▲back to top

1.6 Page 6

▲back to top
r.-J L::,/ ESTEMMIA E SER-
VE MESSA. Salve, di-
che il cuore, come il mare,
non avesse marosi, burrasche
APPELLI
rettore. Entro subito in argo-
e tempeste. Ci si sente nau- Exal\\ieva salesiana scam-
mento : un collega di lavoro
fraghi, soli, abbandonati , un bia francobolli , banconote,
soprannominato " il prete" per-
rudere se i nostri occhi corro- immaginette sacre, carte te-
ché ha fatto il seminario, ser-
no su una spiaggia maltratta - lefoniche e carto line nuove
ve messa, indossa il cam ice .. .
ta dalla mareggiata.
o scritte. Inviare mancoli-
è un bestemmiatore incallito.
G li ho chiesto il perché. Lari-
sposta: "Chi me lo imped i-
sce?". Io non servo messa,
non indosso il cam ice de i
Non è la fine . Sono vivo. li
mare non mi ha voluto nei
suoi fondali . Non sono la vit-
tima , ma figlia. Sono nata a/-
I' amore (per riferirmi al caso
sta e primo materiale per
injziare: Ughetto Piampa-
schet, Via D. Andrea Po-
golotto, 58 - 10094 Giave-
no (TO).
chierichetti, però non bestem-
tuo). È un esame, il più duro
mio ... E questa doppia faccia
e difficile . Va preparato, so/~
mi prefigura un a doppia vita.
ferto. Più appelli ti saranno
Sono confuso.
offerti per superarlo. Ascolta
fupollo (via e-mail) La bestia della terra,
Sono tentato , caro signore, di
di Enrico Ganassi.
il mare : non prendere il largo
quando tutto rema contro di
te: età , circostanze , tempi, im-
cavarmela con il classico "co-
provvise accelerazioni affetti-
si è fatto questo guazzabuglio
ve , instabilità , orizzonti sco-
LIIJ del cuore umano" di manzo- ,,,.,A IL DOPPIO DEI nosciuti, paure inconsce e ta-
niana memoria. Ma è una
MIEI ANNI. (Rice- citate . Attendi una nuova au-
scappatoia, lo so, p erché qui vo da Elena - non sono riu- rora: solca il mare solo in
si tratta non solo o non tanto scito a leggere il nome della tempo di bonaccia ... non ca-
di cuore, ma soprattutto di città - la lettera seguente valcare decisioni in tempi di
testa! Una delle virtù più "ne- per Carlo Terraneo. E da turbamento!
glette" , tanto da non avere
più posto nel bagaglio dei va-
lori umani - almeno cosi ap-
pare - è la coerenza . Conse-
guentemente uno dei vizi pilì
comodi, convenienti, opportu -
ni ecc. è il su.o contrario. E
oggi c'è chi ne fa una .filoso-
fia di vita... senza accorgersi
lui ho fatto rispondere) Caro
Carlo, [. .. ] ti confido un se-
greto e rivo lgo una domanda:
è moralmente lecito innamo-
rars i a 2 1 anni di un uomo
che ne ha esattamente il dop-
pio? [... ] No, non cerco con-
siglio perché ormai la scelta
l' ho fatta; anche se tutto pote-
L'amore è sconfinato e quan-
do sei convocata dal vero
amore , il tuo io diventa im-
menso, diventa mare. Solo al-
lora la luna e le stelle non si
lasceranno p ortar via dalle
nuvole di notte. Il sole di
giorno ti darà pace e calore.
Carlo Te rraneo
Colleziono immaginette sa-
cre e libretti di devozione,
quadretti, statuine fluore-
scenti di santi, crocifissi,
Madonne, libretti ecc. Scam-
bio volentieri i doppioni :
Stefania Bracco, C.so Ita-
lia, 88 - 18010 Triora (IM).
Mi chiamo Mauro, ho 33
anni e sono mal ato di de-
pressione. Cerco am icizie
per sentirmi meno solo.
Bestini Mauro, Via Ven-
dola, 3 - 55067 Valdotta-
vo (LU).
Ho 18 anni , e mi piacereb-
be scambiare lettere con
chiunque vogli a scrivermi .
Anna Rita Sorbo, Via Ru-
ta P.co Rossi - 81100 Ca-
serta. E-mail: meetjoe-
black@tin.it.
(pe rché se ci si accorgesse
sarebbe davvero un bel guaio!)
che l'in coerenza va a brac-
cetto con l' ignoranza, la mal-
dicenza , la codardia , e via di-
scorrendo. Che dirle? Pensi
pure che quel suo ex-semina-
rista ha in realtà seminato
poco o niente, e il servire
messa gli serva in isconto dei
suoi peccati! E pensi ancora
che tra i tanti pregi di Dio
uno dei più... "pregevoli" è
la pazienza , anche quella, co-
va comp iersi, ho sentito di
l.f obbed ire alle rego le de lla
mentalità fam iliare e di com-
portarm i secondo i canoni
de ll a cu ltu ra re li giosa. La
parte formata e scrupo losa di
me ha dec iso di soffrire dun-
que, e sai qual è il peggior
tormento? Essere per sempre
escl usa da l sentimento dell 'a-
more, perché il mio cuore in-
namorato non ri esce più ad
aprirsi ad altre prospettive.
r.JIDANZATI D'OGGI.
Caro d irettore , ho scoper-
to che il fidan zato d i mia fi-
glia, " bravo ragazzo", appar-
tiene a quei giovani che dan-
no l' impressione di avere una
doppi a vita. Accompagnata a
casa mia fig li a, a ora conve-
niente, lui se ne va poi in g iro
con gli am ici anc he in locali
d i d ubbi o gusto. Mi sembra
un po' bugiardo. Ha ottenuto
Carissima Elena, mi accorgo di d ividere l'appartamento
Sono uno studioso di storia
e vo1Tei avere le immaginet-
te dei papi Pio XII e Paolo
VI, che ricerco da tanti
anni. Grazie. Riccardo Ot-
tomaniello, Via F. Muso-
ni, 14/12 - 33100 Udine.
Ragazzi/e mil anes i vo lete
commentare insie me a me
film impegnati e di un
certo valore? Scrivetemi.
Sono anche un 'ottima cor-
rispondente. Ruspini A.F.,
me tutte le altre virtù , ùifini- dalle tue righe che sei inna- uni versitario) con una sua Viale Rimembranze, 45 -
ta! E meno male! Se I' imma- morata. li vento, il maestrale, amica... Mia fi g li a lo difen- 21047 Saronno (V A).
gina se "una tantum" gli scap- il cielo mi evocano il mare de, ovv iamente, perché ha
passe! So di menare il can che ho di fronte sempre. È lo c ieca fid ucia in lui , essendone
per l' aia e di brancolare nel specchio della mia vita. Nelle innamorata cotta. Ma io non comportamento un po' . .. ano-
buio, ma davvero non trovo sue onde, nelle sue mareggia- c i vedo ch iaro nemmeno un malo del .fidanzato di sua .fi-
risp osta a questo incredibile te contemplo l'anima mia. Se po ' . Freq uentandos i così poco glia. Arguisco, dal suo argo-
difetto de l!' uomo che forse cala la notte lo sento respira- non riusciranno a costruire mentare, che la giovane cop-
appartiene al mistero della re e mi sussurra di pazienta- nulla, non le pare?
pia ponga alla sua sensibilità
sua libertà, o, molto più pro- re, di attendere la quiete se di .
saicamente, a quello della sua giorn o mi ha sconvolta la ve-
Gisella, Verona
di mamma qualche problema.
Bene, oso affermare che oggi,
infin ita imbecillità. Nel senso la e feri to le mani attorciglia- Gentile signora , capisco la e sottolineo oggi, certi incep-
etimologico del termine!
te al remo ribelle. Si vorrebbe sua preoccupazione per il pamenti, incagli, incertezze nei
SETTEMBRE 2000 BS

1.7 Page 7

▲back to top
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nII te in reda zione . Ce ne
scusiamo. Pro vvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
giovani "non ancora sistema- soprattutto, nella testimonian- che allora sono uno dei più di
ti" sono alquanto comuni. Un za. Di parole i giovani ne 40 milioni di votanti, e... val-
tempo a 12114 anni una ra- sentono tante e dai più strani go uno, ahimè! 2. Il "sacro-
gazza era considerata adul- pulpiti, di esempi invece sono santo dovere (ma è anche un
ta ... e lo era di fatto! Si spo- piuttosto carenti, perché i diritto) di protestare" lo stia-
sava , aveva subito figli, e ti- moderni sanno in genere pre- mo esercitando: il fatto di
rava avanti una famiglia sen- dicare bene, ma mettere in averne scritto è già un atto di
za troppi grilli per la testa. pratica in maniera pessima. protesta. Se per lei non lo è,
Oggi a 25 anni le nostre ra- Le parole oggi sono quasi bisogna vedere che cosa in-
gazze presentano non di rado sempre in contraddizione coi tende per protesta al di là di
la conformazione delle prea- fatti. Cara signora, troverà parlare o scriverne. Vuole
dolescenti, sono in cerca di sempre molti che impegnano forse che si scenda in piazza
stabilità psico-fisica, e sem- la propria eloquenza in palu- col manganello? O che altro?
brano intente a sognare com.e dati discorsi educativi da cui È poi sicura che si otterrebbe
ragazzine.
però lasciano fuori la propria qualcosa oltre lo scandalo e
Non so se sia cosa buona vita. Lei cerchi di fare il con- la galera? 3. Col "potere mo-
questo prolungamento della trario: parli poco ma dia a fi- rale" si fa poco, purtroppo,
preadolescenza. Mi dà l'idea glia e relativo f!Clanzato e- di questi tempi! Anche il Pa-
che non lo sia, ma non è que- sempio di rettitudine morale, pa , che di potere morale ne
sto il problema. Il fatto incon- capacità critica, arguzia psi- ha forse più cl' ogni altro
testabile è che comunque que- cologica , fiducia nei valori uomo al mondo, ottiene, come
sto è il prodotto che la so- e... di fede in Dio. Accetti il può ben constatare, non più
cietà evoluta ci ofji·e: una dialogo, rispetti le scelte, ma di tanto! 4. Lei sicché ha ca-
persona con una testa capace non receda di un "et" dalle pito che vogliamo "superare i
di districarsi nei meandri del- sue convinzioni, pur senza im- progressisti ds"? Mi permetta
la tecnica (sanno tutto di uri, porle. Queste le sue armi: la di pensare che, allora, davve-
browser, login, link, down-
load, host e via discorrendo),
fedeltà, la pazienza, la coe-
renza, la rettitudine, il dialogo.
ro non ha capito bene. Lei fa
parte della schiera... che si
e un cuore incapace di impa-
rare l' abc cieli' amore che è
l'!'f sacrificio, e sfida di fedeltà e
1.,:;j durata... Trattasi di grossa
dicotomia. Ma non ho ricette
adatte ali' uopo! Purtroppo.
Le ./i'ottale raccontate con
una certa sfrontatezza sembra
facciano parte del menu quo-
tidiano delle nuove genera-
zioni. Indubbiamente però è
ancora fuori schema condivi-
dere un appartamento con
un'amica universitaria. Que-
sta libertà senza freni non mi
ESTRA O SINl-
STRA? Egregio diret-
tore, sono indignata della sua
risposta a Lilia di Ravenna.
Primo perché lei dice che non
avete in mano le leve del po-
tere; secondo perché "sareste
bersagliati come retrogradi
revisionisti"[ .. .] Avete il sa-
crosanto dovere di protestare
contro l'immoralità. Solo il
Papa si muove. Col vostro si-
lenzio avete fatto ingigantire
schiera, e "chi non è con me
è contro di me"; la frase è di
Cristo, ma, noti bene, non
parla va di destra o sinistra!
Forse è utile che aggiorni le
sue conoscenze! 5. Paura di
perdere il potere? Quale po-
tere, signora? Me lo indichi,
visto che sono tanto cieco da
non riuscire a vederlo. Se lo
conoscessi questo potere ef
fettivo, forse potrei interveni-
re efficacemente contro i mali
del mondo, non le pare? Se
sembra educativa, nonfa cre- il male. Che v'importa se vi lei lo conosce, come dà a in-
scere la persona, non abitua dicono "retrogradi "? [... ] Ho tendere, la prego me lo speci-
alle scelte. .. appartiene al capito che volete superare i fichi. 6. Non c'importa più di
"che male c'è?", al "tutto è "progressisti DS" e per paura tanto che ci dicano "retro-
lecito!" , al "non siamo mica di perdere il potere siete di- gradi", tant'è che ce lo dico-
più nel Medio Evo 1". Rappre- sposti a tutto. Molti sacerdoti no in tutte le salse, e noi con-
senta il passaggio dal liberi- hanno parteggiato nelle ulti- tinuiamo a stare in trincea,
smo economico a quello mo- me elezioni politiche per le bersagliati da destra e da si-
rale, e probabilmente non pro- sinistre atee e immorali [.. .]. nistra... La verità "vera" è,
mette nulla di buono.
Credo che una mamma non
Laura , Faenza
cara signora, che siamo presi
di mira perché siamo segni di
debba mai rinunciare al suo Adagio, signora Laura, non si contraddizione: in alcune parti
ruolo: quello di educare: pri- fac cia prendere la mano.. . del mondo ci ammazzano le
ma lo faceva con parole (ai dalla penna! Le offro qualche destre, in altre parti le sini-
miei tempi anche con qualche considerazione che, mi pare, stre, in altre ancora i centri-
sculaccione), ora, coi figli lei non abbia fatto. 1. Nella sti... 7. Dunque, gentile si-
grandi, deve farlo con l' esem- mia parlavo di leve politiche gnora, noi non abbiamo da
pio e la pazienza. Personal- del potere, e queste non ce difendere dei partiti o delle
mente sono ancora uno di que- l'ho in mano se non indiretta- ideologie, ma dei valori che
gli inguaribili "romantici" mente una volta ogni tanto, fanno sana (legga "santa")
che crede nel!' educazione e, quando vado a votare. E an- una persona .
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS SETTEMBRE 2000

1.8 Page 8

▲back to top
VIARIGI,
MONFERRATO
UN MONUMENTO
A DON VARIARA
Grandi sono stati , domenica 7
maggio, a Viari gi, i festeggia-
menti per don Luigi Variara.
Gli è stato dedicato un monu-
mento! Missionario sales iano,
che ha offerto la sua esistenza
al servizio dei le bbrosi dell a
Colombia, don Lui gi ha in
quella terra fondato l' Istituto
delle figlie dei Sacri Cuori di
Gesù e Maria. La statua, ina u-
g urata nel 95 ° anni versario
della costruzione dell'Istituto
in Colombia, mostra don Va-
ri ara con la trombetta nell a
mano sinistra e il breviario
nell a destra, rappresentando
brillantemente il suo costante
atteggiamento di serviz io e di
portatore della parola di Dio,
accompagnato sempre dalla
gioia dell a band a musicale
dei g iovani le bbrosi, a c ui in-
segnò a suonare questo stru-
me nto senza paura del conta-
gio. Tra i celebranti della fun -
z ione, a c ui ha partecipato
tutta la cittadinanza, c'erano i
due postulanti della causa di
beatificazione e canoni zzazio-
ne e suo r Eduviges, la suora
mi racolata da don Lui gi, fon-
damentale per la sua beati-
ficazione, c he si reputa sia
molto vici na.
BATTAMBANG,
CAMBOGIA
NUTRIMENTO
DELLO SPIRITO
E DEL CORPO
È altamente me ritoria l' atti-
vità svolta dalla "Do n Bosco
Foundation of Cambogia" con
il programma del Do n Bosco
Literacy Cente r! Ben 62 ra-
gazzi provenienti dall e fabb ri-
c he di mattoni , dove si recano
invece di freq uentare la sc uo-
la, sono acco lti ne l Centro di
alfabet izzazione. Come spes-
so c i informa la stampa, in
queste fab bri che i ragazzi la-
vorano in cond izio ni asso luta-
mente di sumane, qu as i dei
novelli schi av i. Al tri 84 bam-
bini vengono seg uiti dai sale-
siani ne ll a sc uola pu bb li ca.
Studi ano 7 ore al g io rn o, così
in un an no possono completa-
re 3 classi . Il clima è di gran-
de alleg ri a e di speranza per
un possibile ri scatto della nuo-
va generazione. Un e leme nto
importante, da no n sottovalu-
tare, è che in qu esta struttu ra i
bambini , ab ituat i a nutri rsi in
maniera asso luta me nte insuf-
fic iente in quanto durante tut-
ta la giorn ata ma ngiano solo
un po ' di ri so condito con sal-
sa di soia, possono avere ben
due pasti al gio rn o. Un appor-
to alimentare importante c he
li sostiene ne ll o sforzo inte l-
lett ivo a c ui so no sottoposti.
MACERATA
ISTITU TO SALESIANO -
,, LI CEO SCIENTIFICO
• ., LICEO LIN GUISTI CO
prosenta no
Musica l
111 9 quadri
da To ny
cucchla rs
SETTEMBRE 2000 BS
MACERATA, ITALIA
"CAINO E ABELE"
IN CARTELLONE
ALL'ISTITUTO
SALESIANO
C hi no n ricorda il musical
di Tony C ucchi ara, "Caino
e Abe le", la ballata de l
bene e del ma le? Ques ta
vo lta a portarlo in scena è
stato il gruppo de i Lice i
sc ientifico e ling uisti co del-
l'Istituto Salesiano di Ma-
cerata. Ultimo di tre spet-
taco li , la rappresentazione
ha fatto parte di un ap-
profondimento sul fa re
teatro, c he non ha voluto
basarsi su conferenze e
dibattiti, ma ha preferito
lavora re sul campo all este nd o
tre perform ance, la prima a
Natale, la seconda " Ho pro-
messo che fin l' ultim o mio
res piro sarà per i giovani " per
la festa di Don Bosco e infine
il "Caino e Abe le". Più di 200
stude nti sono stati impegnati
per va ri mesi e il coro ha la-
vorato con ammirevole costan-
za e impegno. Scenografia,
costumi , coreografi a, luci, suo-
ni : l' istituto è diventato un can-
tiere, un laborato ri o di idee
calate ne l rea le. Cosa megli o
de ll 'attività teatra le, che ri e n-
tra ne ll a più ge nuin a tradi zio-
ne de lla fo rm az ione sales ia na,
poteva costituire parte del
percorso formativo umano dei
ragazzi? Percorso c he, ass ic u-
rano g li insegnanti , si è svolto
" tutto in salita".
È uno strumento indispen-
sabile per insegnanti , edu -
catori , animatori , volontari ,
obiettori e quanti amano
aprirsi a temi ... universali ,
e vogliono comprendere il
senso e l'importanza di ar-
gomenti quali mondialità e
interculturalità attualiss imi ,
e che s ono oggetto di studi ,
approfondimenti , dibattiti da
parte dei settori portanti
della società . Il volume, a
schede , è corredato di do-
mande , piste di ricerca e
discussione, e offre l'oppor-
tunità di ampliare l'analisi
suggerendo piste personali
di approfondimento . Il libro
è edito dalla ELLEDICI.

1.9 Page 9

▲back to top
a cura di Serafina Barbati
ROMA,
BORGO RAGAZZI
DON BOSCO
UN INCONTRO
IMPORTANTE
È stato un incontro davvero
particolare qu ello v iss uto da i
ragazzi del Borgo Don Bosco
di Roma con alcun i rappre-
sentanti de ll ' Ufficio mino ri
de ll a Q uestura della Capitale .
Dopo un po' d i d isag io causa-
to dal l' a rri vo d i vo lanti , moto
e di tutt i quegli uomini in di-
visa che improvv isamente han-
no invaso il cortile solitame n-
te tranquillo dell'oratorio, I'at-
mosfera è completamente cam-
bi ata. Una gentile do nna po li -
ziotto ha illustrato i problemi
c he possono "tocca re" i gio-
va ni , dalla pedofilia , all a dro-
ga, fino al corretto uti li zzo
de l casco per i motorini . Ogni
temati ca è stata affrontata in
modo chiaro, de ttag li ato, non
terro risti co, e ne ll o stesso tem-
po es tremame nte inc isivo. Ci
sono state poi le dimostraz io-
ni sul campo da parte dei re-
parti cinofili , deg li artificie ri
e de lle stesse vo lanti . La ma-
nifestaz ione più simpat ica è
ri s ultata que ll a di Can, un pa-
sto re tedesco addestrato al ri-
trovamento di droghe. Dopo
divertenti e labo ri osi a nn usa-
menti Can è ri usc ito a trova-
re, tra gli app lausi cli tutti , una
bustina di droga, precedente-
me nte nascos ta!
MILANO, DUOMO
CONCERTI
DELLA "CAPPELLA
MUSICALE"
"20 secoli di musica sacra ne l
duomo d i Mi lano" , è il tito lo
de l c ic lo d i concerti c he la
Ca ppe ll a Mu sicale te rrà ne l
Du omo tra magg io e di cem-
bre. Mi la no ha sempre avuto
un ru o lo di " te rra di mezzo",
di c rocevia degli scambi mu-
sicali e urope i e pe r qu esta ra-
gione durante il g iu bil eo, la
Cappe ll a Musica le, ne ll e s ue
sez ioni d i voci virili e di fa n-
c iulli cantori, propone con-
certi di musica sacra incen-
trati so prattutto su brani vo-
cali e organisti ci che ne l cor-
so dei secol i hanno accompa-
gnato le liturgie de ll a Catte-
dra le milanese. S i spaz ie rà
da mo nod ie Ambros iane de l
quinto e ottavo seco lo, a for-
me po lifo ni che primitive de-
rivate da ll a me lod ia g rego ria-
na, a pag ine de l rinasc imento
e de l barocco ita li a no. No n
manc he rà un picco lo omag-
g io a Bach, ne l 250° annive r-
sario de ll a sua mo rte e g li ap-
puntamenti autunn a li ri se rve-
ra nn o un congru o spazio al
gra nde organo de lla Cattedra-
le. Finale in be ll ezza, il 14 d i-
cembre, con un variopin to
programma di mus ic he nata li -
zie legate a composito ri ope-
ranti ne l Duomo ne l seco lo
ap pe na conc lu so.
NUMISMATICA
PER IL GIUBILEO
a cura di Roberto Saccarello
Abbiamo, dal gennaio 1999 presentato,
seppur telegraficamente, tutti i giubilei
della storia della Chiesa, compresi quelli
straordinari. Trasformiamo questa semplice
rubrica, che ha avuto estimatori entusiasti,
in piccola rassegna numismatica giubilare.
2000 LIRE IN ARGENTO
Per celebrare il Giubileo in corso , il Governatorato
della Città del Vaticano oltre alla serie aurea e ar-
gentea, ha posto in distribuzione una moneta in ar-
gento da 2000 lire, disegnata da Paolo Borghi.
Il conio reca al diritto la figura del Pontefice nel-
l'atto di aprire la Porta Santa di San Pietro , attra-
verso cui passano fiuman e di pellegrini provenienti
da ogni parte del mondo . Quella che si trova nell'a-
trio della Basilica Vaticana è la più recente tra le
quattro Porte Sante delle Basiliche Patriarcali ; ven-
ne infatti donata dai cattolici svizzeri a Pio Xli nel-
l'imminenza dell'Anno Santo 1950. Opera dello scul-
tore senese Vico Consorti, è formata da due battenti
in bronzo, ognuno dei quali include otto formelle .
Al rovescio , invece, il conio mostra la SS. Trinità
rappresentata attraverso i tre angeli dell'ospitalità.
L'immagine fa chiaro riferimento all'episodio del ca-
pitolo 18 della Genesi quando Abramo accoglie i tre
personaggi, come una manifestazione dell'unico Dio.
La moneta, pesante 16 grammi, è stata realizzata
nelle versioni "fior di conio" e fondo specchio. Oltre
a questa coniazione straordinaria, il programma nu-
mismatico del Vaticano per il 2000 comprende le
seguenti emissioni: Divisionale dell'anno XXI di
Pontificato di papa Wvojtyta, composta di otto tagli
(f . 1O, 20, 50 , 100, 500 , 1000, bimetalliche e 1000
in argento) ; dittico di monete da 10.000 lire in argen -
to con Gerusalemme e Roma ; cappio/a di monete in
oro da 50.000 e 100.000 lire con il Figliol Prodigo e
la Crocifissione; pezzo in argento da 500 lire cele-
brativo del bimillenario della nascita di Gesù .
Per saperne di più: 'B" 076 1.307124
BS SETTEMBRE 2000

1.10 Page 10

▲back to top
Il BS di settembre 1900 da conto
di ima organizwzione nazionale
"L'Opera del Solenne Omaggio" che tra le varie
iniziative prese anche quella di erigere sulla vetta
di 20 montagne altrettante statue del Redentore,
a ricordo dell'anno giubilare. Nella foto
la statua del Redentore sul Mombarone.
ONDO, NIGERIA
DON BOSC O
CENTRE DIVENTA
MAGGIORENNE
Don Bosco è arri vato a Onda
in punta di pied i 18 anni fa.
Da all ora molti pass i sono
stati fatti: la parrocc hi a, l'ora-
torio, la sc uola profess ionale,
il nov iziato e la fo rmation
house. Nel l 998 la comuni tà
si è trovata ad affrontare una
scelta difficile relativa al cen-
tro profess ionale. Acco nten-
tarsi di quanto ragg iunto con i
due laboratori di meccanica e
fa legnameria o aprire le porte
a un nuovo settore, l' insegna-
mento profess ionale dell a mec-
cani ca per autoveico li . Le
energie e gli impegni econo-
mici richiesti erano ingenti . Si
è accettata la sfida, per offrire
un nuovo servizio ai giovani.
Il 25 marzo 2000, terminati i
lunghi e costos i lavo ri , amici
e autorità si sono ritrovati al
Don Bosco Centre per la be-
nedi zione e l'apertura ufficia-
le del nuovo laboratori o, di
un edificio mu ltiu so che ospi-
terà gli uffi ci ammini strati vi
dell a scuola, di un laboratorio
di chimica, info rmatica e tec-
nolog ia, de ll a sala audi ovi si-
vi, della biblioteca e di un poz-
zo di 40 metri che fo rnirà ac-
qua all a scuola e alla gente del-
la parrocchia e del vicinato.
In mezzo a tante emozioni e fatic he l'augusto Ve-
g liardo che tutto il mondo ri verente inchina ed am-
mira, segue con paterno affetto quanto i suoi figli
apparecchiano, per tramandare ai posteri la memo-
ria del grande atto religioso, col quale sarà chiuso il
secolo XIX e santificata l 'a urora del XX. Venti
monti d ' Italia vedranno innal zare sull a loro vetta
un monumento a Cristo Redentore. Anche a questo
sublime felice pensiero, salutato dal popolare entu-
siasmo, il Santo Padre non ha voluto essere estra-
neo [... ] A proposito di q uesti monumenti aggiun-
giamo, che ferve presso tutti un generale entusia-
smo di prendervi parte con l'obolo e coli 'opera;
anzi abbiam o potuto vedere coi nostri propri occhi,
quanto una piccola diocesi del Piemonte, quella
d 'Ivrea, abbia raccolto in pochi mesi per l'erezione
della Statua del Redentore sul Mombarone, e ne
fummo grandemente ammirati. Nel popolo la fede
è ancor profondamente radicata ed in c sta la sal-
vezza della società avvenire.
ISP ETTO RIA
SALESIANA
S.MARCO, MESTRE
UN NUOVO NATO
Uno dei giovani germog li del-
l' ispettori a ve neta est è I' As-
sociazione Mamm a Ma rghe-
rita. Si tratta di geni to ri di sa-
lesiani e Fi glie di Mari a Ausi-
li atrice, che vogliono condivi-
dere la preoccupaz ione apo-
stolica dei fi gli , e acco mpa-
gnarne il cammino sp irituale.
Nata alcuni anni fa da un in-
vito giunto dal Parag uay, l' i-
ni ziati va è stata acco lta con
entusiasmo nel Veneto e nel
Pellegrinaggio al Colle.
Friuli Venezia G iuli a. Due so-
no i momenti fo rti dell'Asso-
ciazione durante l'anno: I' as-
semblea ispettori ale, per fa re
il punto dell a situ azione; e il
pellegrin aggio, che vede tutti
uniti e partec ipi per rinsaldare
le amicizie. Un anno fa è nato
anche un noti ziario che dif-
fo nde la conoscenza di Mam-
ma Margherita e fun ge da vin-
colo cementa nte delle realtà
locali . Una associazione fa tta
di pi ccole cose, di ami cizia,
di solidarietà che vo rrebbe so-
prattutto essere di aiuto a quei
genitori che non condi vidono
pienamente la scelta dei fi gli ,
face ndo sentir loro che per il
dono di un fi gli o a Di o, rice-
veranno in cambi o cento fi gli ,
cento fra telli e cento sorelle.
SETTEMBRE 2000 BS

2 Pages 11-20

▲back to top

2.1 Page 11

▲back to top
'
t,:f<z):r'.\\.½o/<"t'/ -~r, - < n:,~ ~'·:~
1/v-;.-,
:-;;1 "',;"'~,
,<
;
'\\;j.
;,'
-
"' ~. ~ '
.'
~
(
OSSERVATORIO
Ferdinando Colombo
Io, Guaicaipuro Cuau-
temoc , messicano , di -
scendente di coloro che
popolarono l'America qua-
rantamila anni fa, sono qui
a incontrare il fratello usu-
raio europeo , che mi chie-
de, ancora una volta, di pa-
gare un debito.
Ma quello che sto scopren-
do è che anch 'io posso
pretendere pagamenti. An-
ch 'io posso reclamare inte-
ressi . Fa fede l'Archivio
delle Indie. Foglio dopo fo-
glio, ricevuta dopo ricevu-
ta, firma dopo firma, risulta
che solamente tra il 1503
e il 1660 sono arrivati a
San Lucar de Barramela
185 mila chili d'oro e 16
milioni di chili d'argento ,
provenienti dall'America.
Saccheggio? Non ci penso
nemmeno. Diciamo presti-
to . Ecco così possiamo
considerarli un prestito a-
michevole (!) , il primo dei
tanti che l'America ha fatto
per lo sviluppo dell'Europa.
Sono passati cinque se-
coli, 500 anni! Abbiamo
perciò il diritto, noi indoa-
I L'arrivo di Fernando Cortes segnò l'inizio
della spoliazione dei territori conquistati
da parte delle nazioni europee... (Affresco
del Palacio Nacional - Diego Rivera 1949).
mericani , di chiederci : i
fratelli europei hanno fatto
un uso razionale , respon-
INCREDIBILE
sabile o per lo meno pro-
duttivo delle risorse così
NON FALSO
generosamente anticipate
dal Fondo lndoamericano
Internazionale?
Ci rincresce dover conclu-
dere che no , gli Europei
Sotto il sombrero, assurto ormai a simbolo
del Messico, potrebbe esserci il volto
di un indio qualunque appartenente
hanno usato molto male i
nostri soldi .
a una delle 56 etnie presenti nel paese:
un Maya, un Zapoteco, un Jacalteco,
Detto questo vorrei pre-
cisare , io e la mia gente ,
che non ci abbasseremo a
chiedere ai fratelli europei
quei vili e sanguinari tassi
un Tephua, un Papa go, un Nahua ...
o qualunque altro. Il brano che segue è,
sì, un apologo, ma scopre una realtà
di cui troppo spesso ci si dimentica.
d'interesse che vanno dal
20% al 30% che essi chiedono ai paesi del Terzo
Mondo . Ci limiteremo a esigere la restituzione dei
Il:
materiali preziosi a suo tempo prestati , più il modico
interesse fisso di solo il 10% annuale , accumulato
negli ultimi trecento anni .
·
Su questa base, appli-
cando la formula euro-
pea dell 'interesse compo-
sto, mi pregio di informare
i nostri scopritori che ci
devono, come primo paga-
mento del loro debito, sol-
tanto 185 mila chili d'oro e
16 milioni di chili d'argen-
to , ambedue elevati alla
potenza di trecento . Come
dire un numero per la
cui espressione sarebbe-
ro necessarie più di tre-
cento cifre, e il cui peso
supera ampiamente quel-
lo della Terra!
Questo è quanto. Sì , quan-
to ci dovete!
Guaicaipuro Cuautemoc
BS SETTEMBRE 2000

2.2 Page 12

▲back to top
.••
•••••
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
"Il 1° settembre, proprio questo mese, è stato dichiarato beato
"ERAAITAçCATO 1
A rn•o ,, n•uCH'r ==
I: :VA ,,.I
:Il POLlPO
di Francesco Motto
,:;
FATTI PER INTENDERSI
Don Bosco e Pio IX furono fatti
per intendersi. Il terreno di maggio-
Preerinnteastaurfarlae lovroocafuziolane"pla'sutnoora, liptàer"-.
:
ALLO
SCOGLIOJJ
=.:
ché deluso nei confro nti della politi-
ca nazionale l' altro; entrambi hanno
pmoilroa,toa vsoaplorraitztzuattroe ialllpaatfreimdeondieol dpeol--
•••
: "Oggi circa alle 3,30
la pietà popolare, a rinsaldare un a
: si estingueva il sommo
: e incomparabile astro
: della Chiesa, Pio IX.
: 1 giornali le daranno i
: particolari. Roma è tutta
: in costernazione
: e credo lo stesso in tutto
: il mondo... Entro
: brevissimo tempo sarà
: certamente sugli altari":
: così da Roma scriveva
: il 7 febbraio 1878
: Don Bosco all'amico
: monsignor Edoardo
I Papa Mastai fu un grande
benefattore e difensore
di Don Bosco. I suoi 32 anni
di regno ne fanno il pontificato
più lungo della storia.
: Rosaz, vescovo
: preconizzato di Susa.
:L•••••
a previsione si avvera a oltre
:
un secolo di distanza. Pio IX,
:
che Don Bosco non si fece
: scrupolo di defi nire la "maraviglia
: del secolo decimonono", viene iscrit-
to nell 'album dei beati. E l'angolo
: dell a famosa statua di san Pietro,
: cui tutti baciano il piede, nel la nava-
: ta centrale della basilica vaticana, è
in festa: il ritratto di Pio IX è, infatti,
: collocato esattamente in ve1ticale
: fra la statua di san Pietro e quella di
: Don Bosco. Un bel trinomi o: la co-
: lonna portante della Chiesa, l'ulti-
mo "papa-re" della storia, il "padre La statua di san Pietro
I
Basilica vaticana : il ritratto
di Pio IX in verticale tra la statua
: e maestro dell a gioventù".
nella Basilica vaticana.
di san Pietro e quella di Don Bosco.
SETTEMBRE 2000 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

2.3 Page 13

▲back to top
•••••••••••••
papa Pio IX,
•••••••••••••••••••••••
il papa di Don Bosco".
•••
•••
•••
••••
•••
•••
•••
••••
•••
•••
•••
•••
•••
•••
•••
••••
spiritualità sacramentaria, devozio- caro andare in Paradiso con Pio IX menti dati alle stampe, a sostenere :
nale, mariana di fronte al laicismo con un tal capriccio, che andare al- che "le basi" della società di san
dichiarato o strisciante del nuovo i' inferno con tutte le speciosità e le Francesco di Sales ovvero Ja "tra- :
Regno d'Italia.
grandezze del mondo " . La sua teo- ma" su cui venne tessuta la "novella :
Don Bosco, a seguito degli avve- logia era di tal fatta.
società" sono dovute al papa Pio IX :
nimenti del 1848, si convinse che Egli lavorò sempre per infondere in persona. Ma sembra corrisponde- :
per il bene della sua opera era me- l'amore al Papa. Gli fu vicino col re forse meglio alla verità storica il :
glio non schierarsi ne!Ja politica at- consiglio e col "dono profetico" in titolo di "padre" dato a Pio IX. Di-
tiva; Pio IX, nello stesso anno, ve- momenti difficili; ebbe altissima fatti l'idea e l'attuazione di una ''Con- :
dendo come il pur apprezzabile prin- stima delle sue virtù. Conservò solo gregazione degli Oratori" è ben an- :
cipio di nazionalità si realizzava con un rimpianto: non averlo potuto ve- teriore al primo incontro di Don :
una divisione dell 'Europa, con la dere l ' ultima volta nel gennaio Bosco con Pio IX nel 1858. La "pa- :
guerra e con l'offesa alla fede, o- 1878, dopo averne chiesto più volte ternità" papale della società salesia-
rientò ben presto i suoi sforzi, più udienza, rimpianto analogo a quello na se1nbra fuori discussione, tanto :
che alle astuzie della diplomazia, del Papa, se è vero - come dicono le decisivi sono i consigli del Papa, :
che lasciò al segretario di Stato, al- cronache salesiane - che morì "a- tanto significativi i suoi interventi :
i'organizzazione interna della Chie- mareggiato" per non aver veduto quel- "protettivi" in favore della nuova :
sa, ali 'evangelizzazione, al rinvigo- 1' ultima volta Don Bosco. Una congregazione e dei singoli membri,
rimento dell 'azione missionaria. Un morte che colpì tanto i salesiani, da tanto numerose le eccezioni conces- :
prete "popolare" Don Bosco; un pa- scatenare la fantasia del segretario se alla prassi dell 'epoca e a]la tradi- :
pa di "popolo" Pio IX.
di Don Bosco, don Gioachino Ber- zione degli istituti religiosi durante i :
Negli anni del seminario e delle to: «La sua morte avvenne ... e in lunghi negoziati con la curia torine- :
prime esperienze sacerdotali il gio- questo frattempo il nostro comun se e romana. Non per nulla a Val-
vane Mastai aveva avuto modo di Padre Don Bosco accompagnato dal docco Pio IX era considerato con1e :
conoscere il Tata Giovanni, un' isti- suo povero scrivente discendevano il più insigne e generoso dei bene- :
tuzione romana che si dedicava ai
ragazzi di strada e agli orfani edu-
candoli e istruendoli nella dottrina
cristiana e nell'apprendere un me-
stiere. Tale esperienza, unita al ser-
vizio reso in Roma all'ospizio di S.
Michele a Ripa, lo avevano posto in
condizione di ben comprendere il
significato dell'opera di Don Bosco
e di appoggiarlo, anche di fronte
alle gravi difficoltà sollevate a Tori-
no da monsignor Gastaldi.
INCONTRI PERSONALI
Si sono incontrati decine di volte,
in occasione dei numerosi viaggi di
Don Bosco a Roma, a partire da
quello "giubilare" del 1858, di cui il
BS ha pubblicato un intero fascico-
lo l'ottobre 1999. Ma si erano ap-
prezzati già dieci anni prima, quan-
do Don Bosco aveva inviato a Pio
giù dal Campidoglio. I lupi quivi al-
bergati di comune accordo si prese-
ro ad ululare si forte e in modo si
mesto per oltre un cinque minuti
senza interruzione, che i passeggeri
in passando ripetevano dolenti:
"Senti che anche i lupi piangono la
morte di Sua Santità". Come vede
anche gli animali irragionevoli si
commossero allo spirare del Santo
Pontefice».
Don Bosco non cessò di diffon-
derne la fama di santità attraverso il
BS che ne parlò per tutto l'anno e
oltre, con articoli e relazione di gra-
zie ottenute per intercessione dello
scomparso. E mentre a Roma nel lu-
glio 1881 si cercò da parte di alcuni
anticlericali di gettarne la salma nel
Tevere, in occasione della traslazio-
ne a San Lorenzo al Verano, a Tori-
no Don Bosco costruì la Chiesa di S.
Giovanni Evangelista in suo onore.
fattori, il più amato e venerato dei :
padri.
:
Si potrebbe scrivere un intero
lume per lumeggiare i rapporti
vo-
che
••
intercorsero fra Don Bosco e Pio :
IX. Decine e decine le loro lettere, :
colme di affetto, di vicendevole sti- :
ma, ma anche di reciproco sostegno
nel difendere i diritti della Chiesa e :
il bene delle ani1ne contro la propa- :
ganda protestante e il liberalismo :
antireligioso. Papa religioso molto :
più che politico Pio IX,
educatore dei giovani e
sacerdote-
non uomo
••
di stato o rivoluzionario sociale Don :
Bosco, sulla difesa del potere tem- :
porale entrambi furono sempre in- :
transigenti per i ben noti motivi sto-
rico-giuridici e per la convinzione
che il processo unitario, così come
si stava attuando, non corrispondeva
al bene spirituale dell 'Italia. Riman-
dando ad apposito studio sul prossi-
IX, in esilio a Gaeta, l'offerta di 33
mo numero di "Ricerche Storiche
lire raccolte dai suoi ragazzi. Il Papa
non dimenticò mai quel gesto, ma "CONFONDATORE"
Salesiane", basti qui concludere con
quanto ha scritto una trentina di anni
capì altresì la portata sociale della E "PADRE"
sua opera e l'origine "dall'alto" del
fa lo storico Roger Aubert: "Servire
la Chiesa: questa fu l'unica ambi-
carisma di cui era portatore. Dal L'espressione "con-fondatore" più zione di Pio IX". Servire la Chiesa,
canto suo Don Bosco venerò sem- che una ragion d'essere storica, ne ossia ardere di zelo per salvare le
pre il Papa e gli fu figlio leale e in- ha una ideale e apologetica. Ad at- anime, fu la passione di Don Bosco.
condizionato. "Diranno gli stolti che tribuirgli tale carica indubbiamente Per questo s'intesero magnificamen-
certe idee sono un capriccio ostinato enfatica è Don Bosco stesso che te e oggi la santità li accomuna.
di Pio IX; non importa. Ci sarà più non si fa scrupolo, anche in docu-
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • /JS SETTEMBRE 2000

2.4 Page 14

▲back to top
L'accoglienza dei disabili mentali è un dovere preciso e specifico
UNA "PRESENZA-
ACCANTOJJ di Giuseppe Morente
Dopo la tormentata
trasformazione
dei servizi psichiatrici,
non è risolto il problema
dell'assistenza ai malati
mentali. Ci si domanda
che cosa possano avere
a disposizione i cittadini,
e soprattutto le famiglie
per salvaguardare
i diritti di tutti,
e invocare strumenti
efficaci per la soluzione
dei tanti problemi
ancora aperti.
D opo la sosti tuzione degli o-
spedali psichiatrici con i di-
partimenti di salute mentale,
i " di sabili psichici e mentali" sono
rimasti in balia di se stess i: la loro
salute è ben poco salv aguardata, le
loro es igenze eluse, i diritti più sa-
crosanti di sattes i; e i preconcetti di
un tempo sono rimasti quas i inalte-
rati, mentre il cari co ass istenziale
grava sulle fa mi glie e, qu alche vol-
ta, sul vo lontari ato catto lico. Molto
carente, male assortito, e a tempo li-
mitato è il servizio dei centri o delle
istitu zioni sanitarie. Di fa tto, i di sa-
bili mentali attualmente ri sultano
scaricati dall e strutture pubbliche,
anche perché il vuoto legislativ o
ostacola qualsias i ini ziativ a.
COINVOLTI PER...
DEFINIZIONE
I cri stiani hanno il dovere d i de-
nunciare la di sattenzione de lle isti-
tuzioni verso il di sag io, e di tallona-
SETTEMBRE 2000 BS
re da vi cino i responsabili . Essi stess i
non possono sottrarsi a tali respon-
sabilità, spec ifiche dell a loro te-
stimoni anza caritativ a. Le comunità
parrocchi ali devono attivarsi per
promuovere e diffondere la cultura
de l ri spetto e de ll a dignità di ogni
uomo o donna, indipendentemente
dall o stato di salute fi sica, psichi ca,
o mental e. Anche attraverso un sa-
pi ente volontari ato devono eserc ita-
re un costante stimol o ne ll a società,
che rimetta al centro la per ona con
tutte le sue esigenze.
L' impegno cri sti ano scaturi sce dal
ri spetto per l' uomo, vi sto come im-
mag ine di Di o, e dal fa tto sorpren-
dente e inequi vocabile che Ges ù ha
mostrato la sua predilezione per i
debo li e i poveri. Il credente è chi a-
mato a coniu gare, nell a propri a e-
speri enza sto ri ca e sociale, so lida-
ri età e accog li enza, concretezza e
coerenza , provocaz ione e ass isten-
za, attraverso una "presenza-accan-
to". È dettato evange li co.
I TROPPO GRANDI
PROBLEMI
A ragione dunque ci si può chie-
dere se sia visibile nelle comunità
parrocchiali que ll a "presenza-ac-
canto" ai disabili tutti , e in modo
particolare ai di sabili mentali! An-
che se la stori a dell a Chi esa insegna
che, in situazione di emergenza, la
carità cri sti ana ha trovato sempre
sorprendenti modalità d ' intervento ,
tuttavi a oggi il problema non può
essere affrontato, ri solto, solo at-
traverso l' accoglienza e/o l'integra-
zione dei di sabili nell a vita della co-
munità cri sti ana, semplicemente da
un punto di vista dei servizi religiosi.
I problemi della Caritas sono
enormi ; le fo rze e le energie in suffi-
c ienti e molte delle emergenze con-
tribui scono ad accresce re la lista de i
bi sogni , senza che il progetto g loba-
le dell a difesa de ll ' uomo riceva un a
pur minima soluzione. Il fa tto di
non mettersi accanto ai mal ati men-

2.5 Page 15

▲back to top
della comunità cristiana e della società.
tali è ormai prassi ordinaria, e qual-
che specifico servizio di ass iste nza
è affidato al volontariato. Che fare?
L' inte1TOgativo è cogente. La par-
rocchia deve conoscere i problemi
del proprio territorio e rendersi con-
to dei passaggi caritativi che essa
postula. La conoscenza apre ali ' ac-
coglienza; l' accoglie nza si fa atte n-
zione al bisogno; l 'attenzione si tra-
sforma in coinvol g imento per cerca-
re Ja soluzione; il coinvolgimento
supera l' assistenzialismo che morti-
fica la dignità umana. Si deve anda-
re verso il possesso di un a terra co-
mune, dove tutti, ciascuno con il
suo passo, possano camminare nell a
speranza.
UNA RIVOLUZIONE
CULTURALE CRISTIANA
Di ogni tipo di disabilità la comu-
nità cristiana è chi amata a occuparsi
per naturale vocazione, attraverso
una meditata " pastorale della salu-
te" ma anche attraverso un diparti-
mento per la salute, per assicurare
una costante attenzione di carità ver-
so i più svantaggiati: malati cronici ,
vecchi abbandonati neg li ospizi, di-
sagiati soc iali , e quanti s i diffe ren-
ziano da quelli che s i è so liti cons i-
derare " norma li " . Tra questi i disa-
bili mentali sono g li ultimi tra gli
ultimi : Cristo "camminava accanto"
ai più emarginati .
"Cammin are accanto" non è ass i-
curare l'assistenza materiale e/o qual-
che momento di confo rto ; cose che
ridurre bbero l' impegno a un proble-
ma quantitativo (di so ldi e/o di tem-
po a disposizione). S i tratta invece
di una questione c ulturale: sono in
gioco la dignità della persona e la
qualità della vita; in un mondo a
mi sura di disabile la v ita sarebbe
più autenti ca per tutti e tutti ne trar-
rebbero benefic i. La disabilità è que-
st ione che tocca tutti anche se co lpi -
sce solo alc uni ! G li ostaco li che im -
pediscono l' integ razione dei disabili
impediscono l' integrazione di tutti.
Sì dunque all ' assiste nza, no all ' as-
sistenziali smo. È necessario modifi-
care il proprio atteggiamento nei lo-
ro confronti , considerandoli " perso-
ne" bisognose, più di altre, di ac-
compagnamento. Vangelo e handi-
cap sono stre ttame nte collegati: la
Buona Notizia è che ogni debolezza
umana è amata da Dio che non la
considera inutile e negativa (come
fa la c ultura di oggi), ma ne fa occa-
sione per avvicinarsi all ' uomo con
il suo amore gratuito.
FAMIGLIE E ISTITUZIONI
Anche verso le fam ig lie si richie-
de un cambio culturale. Spesso esse
non vengono coinvolte neppure ne l-
le dec isioni che ri g uardano i loro
cong iunti , pur restandone i primi re-
sponsab ili . Il sostegno alle famiglie
è carente anche da parte dei cristia-
ni. Iniziative separate, non coordi-
nate sono inefficaci. E le persone
interessate sono costrette a subire
passivamente decis ion i prese da al-
tri. Il ca lvario dei fami li ari dei disa-
bili mentali è le nto e doloroso; il
processo ps icolog ico che perco rro-
no è di sofferenza e di dolore, e
spesso dura una vita. È necessario
aiutare a costruire una log ica rela-
zionale attorno ad essi, aiutarli a
guardare avanti , a non rassegnarsi al
negativo, dimostrando loro so lida-
ri età e " presenza-accanto" .
A i cri stiani il compito di so llec ita-
re le istituzioni pubbliche; il disabi-
le me ntale non è una specie di morto
soc iale: certe lotte hanno verifi cato
che è possibile dare loro un posto
ne ll a soc ie tà, acc udirli e aiuta rli
ne ll a loro malattia. U rge un a rivolu -
zione: passare dalla paura all a cono-
scenza al coinvo lg ime nto. La paura
imped isce di avere un o sguardo po-
siti vo ; la conoscenza fa superare la
paura e stimo la il co involg ime nto,
Le Comunità "de !'Arche". Un cen-
tinai o di centri in 27 paesi del
mondo . Nascono dal rifiuto di una
comunità cristiana di far partecipare
il malato mentale a un pellegrinag-
gio a Lourdes. Accolgono in centri
di assistenza malati mentali psichi-
ci , con volontariato. Inta: Il Chicco,
Via Ancora, 1 - 00043 Ciampino
(Roma) .
L Office chrétien des personnes
handicappées. Promuove la rifles-
sione cristiana e l'accoglienza di ini-
ziative pilota al servizio dei disabili .
Inta : 0.C.H. - 90, avenue de Suf-
frem - 75738 Paris Cedex 15
(France).
Fede e luce. È una comunità com-
posta da persone con disabilità psi-
chica, dalle loro famiglie e da amici ,
soprattutto giovani. Condividono coi
malati gioie e dolori , sofferenze e
speranze . In essa il disabil e è al
centro dell 'attenzione e partecipa
con l'aiuto necessario a tutte le ini-
ziative. Inta: "Fede e luce", Via Co-
la di Rienzo, 140 - 00192 Roma .
Associazione "Cristiani per servi-
re' . I cristiani non possono sottrarsi
alle respo nsabil ità verso i disabili.
La famiglia va difesa. Loro compito
è quello di esercitare una costante
azione di stimolo per riunire in un
unico blocco solidarietà, concretez-
za e coe renza. Inta: Via A. Coni-
glio, 62 - 95012 Castiglione di Si-
cilia (CT) .
http ://space.tin .it/cl ubnet/streffil/
che può ai utare d isabili e loro pa-
re nti a meglio essere e meg li o vive-
re. La d isab ilità non interessa alc u-
ne categorie di pe rsone (d isabili , ge-
ni tori , addetti a i lavori, ed uca tori di
sostegno e vo lontari), ma proprio tut-
ti. S i deve combattere la c ul tura del-
l' assistenzialismo che ghettizza il ma-
lato. A nc he i di sabili psichici hanno
una vog lia e norme di dare, di parte-
cipare, di comunicare; certo ciascu-
na seco ndo le propri e modalità,
nelle potenzialità come nei limiti.
8S SETTEMBRE 2000

2.6 Page 16

▲back to top
BREVISSIME DAL MONDO
ROMA. Cifre incredibili : ni ; religioni etniche 138 mi-
sarebbero ben 250 milioni i lioni ; hindu 750 mili o ni ;
fanciulli dai 5 ai 14 anni che areligiosi 600 milioni.
lavorano, di cui 120 milioni EUROPA: abitanti 730 mi -
a tempo pieno e 130 a tempo lioni; cristiani 550 mili oni
parziale. Il 61 % di essi vive (cattolici 287); musulmani
in Asia, il 32% in Africa, il 3 1 milioni ; areligiosi I 13
7 % in America Latina. M a mili oni .
ci sono fasce di sfruttamento AMERICHE: abitanti 793
del lavoro minorile, più am- milioni; cristiani 7 12 milio-
pie di quel che si crede, ni (cattolici 5 16); areligiosi
anche nei paes i industrializ- 41 milion i; musulmani 1,6
zati. U n fenomeno che non milioni ;
accenna a diminuire.
OCEANIA: abitanti 29 milio-
INGHILTERRA. L'Enci-
ni; cristiani 24 milioni (cat-
tolici 7); areligiosi 3 milioni.
clopedia Britannica ha ag-
giornato al 1988 i dati sug li ZIMBABWE. Da circa un
appartenenti a lle varie re li- anno la dioces i d i Bul awayo
gioni . Riteni amo utile dame ne llo Zimbabwe ha affidato
un a sintesi, arrotondando le la direzio ne de l seminario
cifre.
minore a un a suora . Si tratta
AFRICA: abitanti 760 mi- di suor Imm acolata Makha-
lioni ; cristiani 350 mili oni lima, 65 ann i, già superiora
(cattolici 11 7 milioni ); mu- generale de lle A ncell e di
sulmani 306 milioni ; appar- Maria Regina. Questo per-
tenenti a religioni etniche me tterà ai pochiss imi sacer-
90 milioni;
doti della di oces i di dedi -
ASIA: abitanti 3600 milio- carsi inte rame nte alla c ura
ni; cristiani 290 milioni (cat- d'an ime. Scelta coraggiosa
tolici 111 ); musulmani 800 e di futuro per la giovane
milioni ; buddisti 350 milio- c hiesa afri cana.
ROMA PISANA
SALESIANI IN RETE
Hltp: //ww,, .sclb.org è l' indi-
ri zzo de l s ito Inte rnet de ll a
Casa Genera le de ll a congre-
gazione sa les iana. Un nu ovo
spazio e un nu ovo strum e nto
di info rm az ione de ll a realtà
sales iana . Una mani era al pas-
so coi tempi per dare vis ibi-
lità a ll a sua organ izzazione, al
suo ope rato, per creare un
coordiname nto tra i va ri s iti
sales iani g ià presenti in re te e
offrire a qua lunque na vigato-
re la poss ibilità d i interag ire
con la realtà sales iana. La se-
zione più ampi a è il " Servi zio
ai g iova ni" , un a de lle linee
guida de ll 'organi zzazione, in
qu anto vive re oggi la di sponi -
bilità d i Don Bosco per i g io-
vani è a ll a base de lla miss io-
ne sa les ia na. E tutta interatti-
va e din ami ca è anc he la se-
zio ne sul "Bo ll ettino Sales ia-
no" . Una presentazione gene-
rale su l BS , dati sull a situa-
zione att uale dei BS nel m on-
do, la consultaz ione on line
de ll 'edi zione itali ana, link ag li
altri BS in re te e tante altre
novità.
UDONTHANI,
THAILANDIA
EDUCAZIONE INTEGRALE
Mo lte sono le mani e re pe r
qu alificare adeguata me nte dal
punto di vista profess ionale le
g iovani e arginare il fe nome-
no dello sfruttamento femmi-
nile. A Udonthani il Centro
professionale delle FMA, in
collaborazione con la faco ltà
di Agricoltura dell 'U nive rs ità
Ratchapat, offre oggi nu ove
opportunità di specializzazio-
ne. Sono stati avv iati cors i di
tag lio e c uc ito a livello indu -
striale; ricamo a mano e a mac-
c hina compute ri zzato; agra ri a
con la co ltivaz io ne di verdu -
re, funghi , piante e fiori med i-
c ina li ; panette ri a e pasti cceria;
pollicoltura e pesc icoltu ra. Il
Centro, ape rto ne l 1997 , s i ri -
vo lge a giova ni tra i 15 e i 25
anni e offre loro anche I' op-
portunità di completare il c i-
c lo di studi second ari. Inte res-
sante è soprattutto il co ncetto
che sottende I'orga ni zzaz io-
ne: qu e ll o di coo pe rativa. Le
giovani , d uran te il corso, pra-
ticano un a so rta di tirocinio
che pennette loro di guadagna-
re per aiutare le fa mi g lie ri -
maste ne i vill agg i.
LUENA, ANGOLA
SALESIANI IN CUCINA
A Luena, c ittà de ll' Ango la, i
sa les iani ges ti sco no 20 c uc ine
com~111itari e pe r 2600 perso-
ne. E stata questa la loro ri -
sposta a ll a richiesta d i co ll a-
borazione per un programma
d i eme rgenza della durata di
sei mes i, portato ava nti con
Medici intern az ionali e P.A.M.
(Progra mma Mondi ale di A li-
mentazione). La g ue rra, c he
ha co lpito q uesta nazione, ha
aggravato i problemi d i de nu-
tri zione che g affligge vano
soprattutto i più piccoli; e ha
cos tre tto un a massa di 7000
pe rso ne prove ni e nti dal fronte
e dai vill agg i a bbandonati a
vagare a ll a pe ri fe ria dell a c it-
in cerca di un posto qual-
siasi dove fermarsi. Dopo sei
mesi di attività, sign ificativi
so no i segn i di mig lioramento
ne ll a sa lute dei bamb ini se-
guiti . M a il num e ro degli sfol-
lati continu a ad a um entare
sempre di più , così si è dov u-
to decide re di dim ettere quelli
mi g liorati pe r lasc iare il posto
ai nuovi venuti .

2.7 Page 17

▲back to top
ALASSIO, ITALIA
Prestigioso riconoscimen-
to della levatura dell 'i nse-
gnamento e dell 'e duca-
zione è stato il premio
"Amico di Melvin Jones",
massima onorificenza
mondiale assegnata dal-
l'associazione internazio-
nale Lions Club all'Istituto
Salesiano di Alassio . Se-
gno di apprezzamento e
di gratitudine nei confronti
di coloro che da ben 130
anni hanno dedicato la
vita all'educazione dei
giovani. (foto di antichi pro-
fessori dell'istituto)
SALERNO, 1TALIA
Un animatore salesiano è
candidato al Concorso
"Tifoso dell'anno" indetto
dalla rivista Inter Football
Club . Si tratta di Emilio
Vittozzi, napoletano , chia-
mato il vulcanico interista
per la sua fede neroaz-
zurra. Inossidabile, ine-
sauribile Emilio lavora nel
sociale, nel volontariato ,
partecipa a marce per la
pace , a qualsiasi tipo di
campagna sociale , con
una ben visibile caratte-
rizzazione salesiana.
KAZINBARCIKA,
UNGHERIA
Nella scuola professiona-
le salesiana di Kazinbar-
ci ka , in Ungheria , si è
fatto festa in occasione
delle celebrazioni per Don
Bosco! Un tipico ballo zi-
gano del gruppo folclori -
stico della scuola, il reci-
tal -musical del gruppo
teatrale e la consegna del
premio Don Bosco a Na-
gy J6zsef, collaboratore
della scuola, da parte del-
I'ispettore don Havasi
J6zsef hanno costituito il
clou dei festeggiamenti.
MADRID, SPAGNA
Grande successo ha ri -
scontrato la "Mostra itine-
rante " org anizzata dalla
Procura delle missioni
salesiane di Madrid. Sono
state presentate ai visita-
tori le missioni salesian e
sparse nel mondo, con l'il-
lustrazione delle situazio-
ni locali , della cultura, de-
gli usi e costumi delle po-
polazioni indigene, insie-
me ai lavori dei missionari
e ai prodotti dell'artigiana-
to locale , soprattutto del-
l'America Latina.
BENEDIKTBEUERN,
GERMANIA
Facoltà di teologia, istituto
superiore di scienze socia-
li, istituto per la pastorale
giovanile , cen tro di spiri-
tualità giovanile, oratorio :
tutte queste istituzioni sa-
lesiane convivono a Bene-
diktbeuern. Grazie a ciò
teoria e prassi della pasto-
rale giovanile già da vari
anni sono in stretto contat-
to. Ma non è ancora tutto.
A partire da ottobre la fa-
coltà di teologia disporrà di
una propria cattedra per la
pastorale giovanile, unica
cattedra di questo tipo in
tutta la Germania.
CARACAS,VENEZUELA
Una grossa testimonianza
della continua espansione
del carisma salesiano nel
mondo si è avuta durante
la suggestiva cerimonia,
presenziata dal Rettor
Maggiore , svoltasi ultima-
mente a Caracas. 300
donne hanno fatto la loro
promessa, dopo una ade-
guata preparazione , per
entrare a far parte delle
Damas Salesianas, una
associazione nata nel
1968, mentre altre 400
signore hanno rinnovato
la promessa già fatta in
precedenza .
BS SETTEMBRE 2000

2.8 Page 18

▲back to top
Un'operazione di solidarietà dal Belgio al Senegal... una Parigi/
UNASCOMM
PER GANDIOf :_:
di Jean-François Meurs
Anche i più piccoli vogliono
collaborare alla costruzione
della loro scuola.
Un lavoro alacre e molta soddisfazione dentro il cuore.
U n semplice calcolo offre non
pochi e lementi di .. . medita-
zione! Per evitare l'attraver-
samento de l Niger, soggetto a ipote-
tici attacchi di gueITiglieri alla caro-
vana, gli organi zzatori del rally au-
tom obilistico Parigi/Dakar hanno
dovuto pensare al trasvolo di uomi-
ni e mezzi da un confine all'altro
del territori o considerato pericoloso.
Costo dell ' operazione circa 185 mi-
lioni di franchi belgi, che ne ll a " vii
moneta" italica corrispondono a
circa nove miliardi di lire. Soltanto!
Con una somm a simile in Senega l si
sarebbero potute costruire sc uo le
per 120 mil a ragazzi. In effetti basta
pensare che tutto il necessario per
costruire la " nostra" sc uola matern a
ed elementare a Gandiol non ha su-
perato i 3 milioni di lire !
I... "SOCI COSTRUTTORI"
Due professori della scuola tecni-
ca salesiana di Vervi ers sono partiti
SETTEMBRE 2000 BS
in avanscoperta, in genna io, per ren-
dersi conto del luogo e de i suoi abi-
tanti , allestire il canti ere, ingagg iare
g li operai, sondare il teITeno, prepa-
rare i plinti di cemento per le fonda-
menta. Hanno portato con due
modelli in alluminio dell a costru-
zione che avrebbero realizzato , o-
pera della sezione meccanica dell a
sc uol a. Sorpresa all ' arrivo: il terre,-
no previsto non è più di sponibile! E
stata necessaria una notte di sfibranti
di sc uss ion i per trovarne un altro,
più grande. Ce l'hanno fatta : ecco il
terreno ... con un bel baobab ne l
mezzo!
Poi sono arrivati g li operai , cioè i
nostri otto alunni. Sbarcati il 22
gennaio, hanno iniziato il loro ba-
gno africano con un a messa di due
ore, pi ena di ritmi. Africani ovvia-
mente! La loro presenza è stata con-
siderata un evento memorabile dagli
abitanti.
Buttati g dal letto prestissimo, il
lunedì, alunni e professori visitano
la scuo la del vi ll agg io: quattro metri
Otto allievi e tre
professori della sezione
"lavori pubblici"
della scuola tecnica
Don Bosco di Verviers,
in Belgio, sono andati
paecroz.srtraugiarzezui.npaovsecrui.ola
di Gandiol, in Senegal,
cento chilometri
da Dakar, la città resa
famosa dai rally
attraverso il deserto.
La preparazione
all'impresa è durata un
anno e mezzo: studiare
il terreno, calcolare
i materiali occorrenti,
disegnare i progetti,
racimolare i fondi
necessari. . . Un fervore
di opere che ha dato
i suoi frutti.

2.9 Page 19

▲back to top
Dakar del tutto speciale.
per quattro, e vi scoprono 38 frugo-
letti accatastati dentro e pigiati co-
me sardine, con attrezzatura di for-
tuna. Si sono ancor più convinti che
a Gandiol una scuola era proprio
necessaria. Così ini ziano il cantiere
con alacre impegno.
Ma devono subito imparare ad
adattarsi ai ritmi e ai modi di lavoro
africani . Scrive uno di loro: "Non
siamo venuti per imporre, ma per
capire e imparare! . .. Però non è per
ni ente faci le. Ad esempio scoprire i
trucchi che usano per non sciupare
nulla". E fanno impressione le file
di donne con grandi recipienti d 'ac-
qua sulla testa: formano un quadro
pittoresco nei loro abiti sgargianti.
NON SOLO LAVORO
A sera si istituisce un cantiere di
diverso genere : un professore aiuta i
volontari a dire quello che provano
dopo una giornata di incontri e di
lavoro . Ciò favorisce la coesione
del gruppo e permette di compren-
dere che bisogna abbandonare una
certa idea di efficientismo, e gestire
il tempo in modo da incontrare, par-
lare e conoscere più gente possibile.
Questa intercomunicazione si com-
pleterà a livello personale durante
l'Eucaristia domenicale, condivisa
con i sa lesiani di Saint Loui s.
Cyril è uno dei primi a mesco lar-
si agli abitanti come uno di loro.
Jean-Marie , uno dei professori , ha
fatto amicizia con bambini e cerca
di insegnare loro un sacco di cose. I
paesani ono fe lici , tanto che offro-
no al gruppo una passeggiata in pi-
roga. Si andrà a vi sitare una fabbri-
I Una Mitsubishi. La casa
automobilistica giapponese
partecipa regolarmente
alla Parigi/Dakar.
ca loca le dove molti ragazzi lavora-
no. Anche questa sarà un 'esperien-
za da ricordare.
Durante il periodo di permanenza
capitò un giorno anche la morte di
un uomo . Professori e ragazzi, se-
condo il costume locale, si recarono
dalla vedova per offrirle del riso.
Que l giorno gli operai locali di serta-
rono il lavoro, e questo costituì una
preoccupazione per i giovani vo lon-
tari che non vedevano il cantiere
procedere secondo i canoni del! 'ef-
ficienza occidentale. Poi ci si mi se
anche una tempesta di sabbia ad ag-
gredire il morale; ma il gruppo era
ormai un blocco coeso e ha tenuto
bene. Si ripartiva dopo ogni intoppo
con lena e volontà sempre maggiori ,
e, come e quando Dio vo lle, fina l-
mente per il cantiere venne il giorno
della conclusione. I ragazzini di
Gandiol, che non potevano andare a
scuola fino a Nianing a causa della
lunghezza e pericolosità del cammi-
no , sono entusiasti: hanno ora la
loro sc uola, belli ssi ma, nemmeno
sognata fino a qualche tempo prima.
IL RITORNO
Lunedì 7 febbraio il gruppo è di
ritorno a Verviers. Li accoglie una
brutta sorpresa: qualche vandalo
aveva scagli ato una sassata nella
grande finestra/vetrina della loro
classe, dove, con tanto amore e un
certo orgoglio, avevano esposto in
alcune foto il progetto della scuola
di Gandiol , alcuni scritti senegalesi
e un manichino in costume senega-
lese per illustrare a tutti il loro pro-
getto e gli obiettivi che intendevano
raggi ungere, imbarcandosi in quella
straordinaria impresa. .. L'impres-
sione del dispetto era palpabile; co-
minciò a serpeggiare un po' di rab-
bia malcontenuta.
Ma ci fu anche una lieta sorpresa
che rasserenò gli animi: un fax di
ringraziamento inviato dall ' assem-
blea degli abitanti di Gandiol che
confidavano di essere rimasti stupe-
fatti per aver incontrato dei giovani
bianchi così corretti, così gentili e
sinceri , e così lavoratori.
Eh, no, gente di Gandiol, tutti i
bianchi non sono dei selvaggi! Otto
giovani si mpatici l' hanno dimostra-
to , facendo un rally di nuovo tipo,
una specie di Paris-Dakar dell a soli-
darietà più schietta e gen uina.
I piccoli alunni di Gandiol presto
avranno una scuola tutta nuova.
I La squadra di volontari , alunni
e professori , della scuola salesiana di Verviers
che hanno fatto l'esperienza in Senegal.
1 1ritmi africani non impediscono
alla scuola di sorgere
nei tempi stabiliti.
BS SETTEMBRE 2000

2.10 Page 20

▲back to top
·····················································································-
CHIESA
IN QUESTO MESE
GIOVANNI Xlii VIENE
DICHIARATO BEATO.
I SALESIANI NUTRONO
UN PARTICOLARE
AFFETTO PER
Papa Giovanni aveva strappa-
to lacrime di tenerezza in più
di una occasione, quando al-
cune sue parole, semp lici e com-
moventi , erano penetrate come lu-
ce nel profondo delle coscienze.. .
Il contadino di Sotto il Monte ha
portato sul trono pontificio tutta la
saggezza, e l'arguzia della sua gen-
te, la bontà gen uin a dei lavoratori
della campagna.
In quell 'onnai lontano 3/5/1959,
Giovanni XIII ha voluto rendere o-
maggio a Don Bosco la cui urna
era scesa da Torino a Roma, per. ..
prendere possesso del nuovo tem-
pio a lui consacrato. Proprio si
recò il Pontefice, dove lo attende-
vano i salesiani , i cooperatori, g li
exalli ev i e una gran foll a, come so-
lo a Piazza San Pietro si poteva ve-
dere. Più di 150 mila persone, mol-
tissimi i giovani, gli diedero il ben-
venuto. E lui , dopo aver sostato in
preghiera davanti ali ' urna del san-
Piazza San Giovanni Bosco
come piazza San Pietro.
. liò.
IL PAPA BUONO
di Giancarlo Manieri
to, uscì dal tempio e iniziò quella
straord inaria " udienza di perife-
ria", come la definì il BS di allora,
grandiosa e solenne quanto le più
celebri udienze a San Pietro.
UN CAPOLAVORO
DI SEMPLICITÀ
Fu un capolavoro anche il discor-
so del Papa, interrotto ogni tanto da
applausi spontanei e convinti : era un
santo che parlava di un altro santo.
Carifiglio!i, lo spettacolo che voi
ofj·i·ite stasera è degno di un poe-
ma: a Roma veramente tutto pren-
de proporzioni grandi. Ma questa
Roma della cam-
pagna, che av-
volge l'Urbe an-
tica, è partico-
larmente solen-
ne. Pen so che
a rintracciare
gli avvenimen-
ti della storia
passata qual-
che cosa di si-
mile mai si è
potuto con-
templare. \\li dirò che la prima im-
pressione, consolantissima, è quel-
la della giovinezza.
Quando ero piccolo, sentii dire
che a Torino era morto Don Gio-
vanni Bosco : d' altra parte si a-
scoltavano sovente le voci che la
Chiesa era presto a finire, e i no-
stri buoni vecchi di ci/fora ci dice-
vano: "Povero mondo! Povera Ita-
lia! Poveri i nostri paesi coi ragaz-
zi che vengono su con tutto il lavo-
ro - cattivo lavoro - che si fa per
pervertirli , per distrarli dalla tra-
dizione dei padri. Chissà che cosa
succederà!" . Ecco invece [. ..] sia-
I
Papa Giovanni parla
all'immensa folla davanti
al tempio da poco inaugurato.
SETTEMBRE 2000 BS

3 Pages 21-30

▲back to top

3.1 Page 21

▲back to top
,...•.................................................................................
mo qua, voi giovanotti in piedi col
vostro entusiasmo [. ..} presso I' ur-
na di Don Bosco [. ..} accanto al
vescovo di Roma. [. . .}
Noi sacerdoti leggiamo tutti i
giorni nel nostro breviario delle
parole che qualche volta ci fann o
rabbrividire: perché parlano di ciò
che accade a quelli che, avendo ri-
nunciato al Salvatore, pensano che
prostrandosi da vanti agli idoli del-
la terra - l'oro , l'argento e la ric-
chezza, la potenza, la prepotenza
e, direi, l' egoismo - si possa tro va-
re un poco di pace quaggiù. Niente
pace! [. ..} Avranno certamente
qualche successo. Poveretti! Biso-
gna compatir/i, richiamarli , cor-
reggerli e aver pazienza anche con
loro. [. . .}
Don Bosco , eccolo là! Guardate-
/o questo umile fig lio del popolo'
Lo abbic11no conosciuto, noi f ortu-
nati, per l'edu cazione che ci venne
compartita , l'abbiamo conosciuto
nelle belle pagine della sua vita, e
abbiamo potuto renderci conto per
come la san ta verità cristiana sia
sempre palpito e sempre principio
di elevazione, di grandezza, difor-
za , perché è principio di carità,
perché è principio di pace.
LA SEDIA GESTATORIA
Miei cari.figlioli , sono tanto con-
tento e vi ringrazio della soddisfa-
zione che date ali' umile mio cuore
[. ..] Sap ete cosa mi fa impressio-
ne? Credetelo, non mi ci trovo vo-
lentieri sopra la sedia con la quale
mi si porta in San Pietro. !o sarei
tanto e tanto contento di andare a
piedi, a piedi come tutti gli altri.
Ma cosa volete fare ? Se vado a
piedi nessuno mi vede, come se
non fossi in chiesa, e a questo tito-
lo mi rassegno, ma vi assicuro che
è sempre un esercizio di mortifica-
zione [. . .}
Basta , non vi dico altro , perché
voi avete bisogno di poche parole.
I padri salesiani, padri carissimi e
zelantissimi, sanno poi aggiungere
loro, scrivendo e parlando e fab-
bricando e industriandosi in tutte
le fo rme, dal'Oriente al/' Occiden-
te, dal Mezzogiorno a Mezzanotte.
È proprio ciò che dicevo venendo
qui stasera [. ..] Andiamo' Chissà
cosa ci hanno combinato questi
bra vi padri. Ma è una combinazio-
ne molto feli ce!
Vu ol dire dunque
che il tocco è im-
mediato, vuol di-
re che le vostre
anime sono vi-
branti, vuol dire
che c'è una
sensibilità reli-
giosa [. . .}
Ne l!' alto do-
ve eleviamo il
nostro sguardo
c'è un cielo
che ci aspetta
e per il quale
siamo fatti. Così dicendovi vi salu-
to e raccomando il Papa alle vo-
stre preghiere, perché comprendete
che c'è da fare indubbiamente; ma
il da fare è pure bello , è pieno di
conforto, perché il Papa sente qua-
si il contatto della grazia del Si-
gnore, che tocca gli umili e li esal-
ta al di sopra della plebe santa e
che è tutta penetrata anch'essa del-
lo spirito del Signore. Coraggio!
PAROLE DI UN SANTO
Davvero le parole schi ette, ge-
nuine, spontanee di un santo. Allo-
ra probabilmente pochi l'avrebbero
sospettato , anche se non pochi era-
no quelli , soprattutto gli umili , che
parlavano del Papa santo, là dove
la stampa scriveva Papa buono.
Ancora una volta vox populi vox
Dei. Le parole informali , venute
dal cuore in que lla memorabile se-
rata, non ri-
portate dalle
fonti ufficiali,
e conservate
solo perché a
qualcuno ven-
ne in mente di
registrarle, so-
no davvero le
parole di un u-
mile che Dio
ha abbondante-
mente esaltato,
secondo la pro-
messa.
O
BS SETTEMBRE 2000

3.2 Page 22

▲back to top
LETTERA Al GIOVANI
Carissimo/a
Ritornare ai tempi della
scuola, ritornare ai senti-
menti che ne derivano è
per tanti saluta re.
L'ueo della maiuec;ola mi
fa risentire la voce ca lda e
ins istente dell a maestra
elementare: la ma iu scola
si usa pe r i nomi propri,
dopo il punto, nel discorso
d iretto.. .
SETTEMBRE 2000
Un appuntamento deci!;amente importante
è quello del Giubileo dei docenti universitari.
Si muove l'intellighenzia, la cultura. Non è stato
semplice il riawicinamento Chiesa/cultura.
Secoli di sospetto avevano allontanato queste
due componenti essenziali della vita dell'uomo.
Ora si cammina di nuovo insieme ...
IVERE IL 200
LA LETTERA
MAIUS LA
(Giornata on I -re
dei Docent· niv ,,gitari)
d iventa lo, la ragione d i-
ve nta Ragione.
La maiuscola eleva a po -
tenza un'idea, un signi-
ficato.
A queeto punto mi c;hie·
do: "Perché nel seco lo dei
lumi, di cui siamo ancora
figli, tutto è minuscolo: la
verità, la fede, la s pera n-
za , l'amore?"
Dio stesso è un dio minore.
Filosofi, scienziat i, poeti
si sentono autorizzati a
mettere in disc uss io ne
l'es pressione giovannea:
" In principio era il Ve r bo".
Lo stesso Goethe fa dire
a l suo Faust: "Non posso
stimare così tanto la 'pa-
rola' e perc traduce: "In
principio fu l'azione".
I fisici, gli economisti, i fi-
losofi del pensiero debole
fa nn o la stessa opera di
sostituzi one. In principio
fu il Big Bang, in prin cipio
fu il denaro, in principio fu
l'arbitrarietà. Uno scambio
disastroso e devastante.
Il tempo dell'unive rsità mi
fa in contrare un gruppo di
docenti va lid i, efficaci. An-
che qui la maiusco la fa la
sua co mparsa e incontra
la mia sorpresa. Vengo a
co noscere c he l'uso del la
maiuscola per tutti i so -
sta ntivi in tedesco prende
piede da Lutero in po i. Il
docente di storia e filoso-
fia mi dà la rag ione stori-
ca: Lutero sottolinea non
poco i suoi testi, soprat-
tutto le parole importa n-
ti, i sostant ivi . Così la
scie nza diventa Scienza,
l'uomo d iventa Uomo, l'io
Un detto 1,ut:lt:lieta m i
viene in aiuto a stigma-
tizzare qu esto scambio
non certo alla pari . "C i
vuole un dito per indicare
la luna , ma quale assur-
dità sca mbiare quel dito
per la luna".
La purificazione della me-
moria è necessaria pe rché
la stori a s ia sentita come
maestra.
Anche la purificazione della
mente aiuterebbe a ridare
a dio la lettera maiuscola.
Pure l'uomo merita la let-
tera maiuscola, ma solo
dopo aver fatto il punto a
tante contraddi zi oni e
malattie de l pensiero ed
essere andato a capo pe r
iniziare di nuovo.
Ciao.
Carlo Terraneo
SETTEMBRE 2000 BS

3.3 Page 23

▲back to top
•••••••• • • • • • • • • • • • • • •
'Casa dolce casa, per piccina che tu sia,
tu mi sembri una badia'. Il proverbio è calzante
per la minuscola Santa Casa di Loreto racchiusa,
come un frutto prezioso, da un guscio splendido
•••••••••••••••••••••
d'arte e di storia che ha di sicuro
le dimensioni di una grande 'badia' o abbazia,
come dir si voglia.
~
ITINERARIO
VERSO-··
LO SCRIGNO PREZIOSO
•••••••••••••••••
di Natale Maffioli
.••••••
••••••••••••••••••••••••••••••
Sulle dolci colline del primo entroterra marchigiano
si è realizzato un prodigio di fede che ha unito,
e non solo idealmente, la cittadina di Loreto a Nazareth di Palestina,
la patria di Gesù, di Maria e di Giuseppe.
La basilica pontificia di Loreto. Facciata, campanile, porticato, fontana .
••••••••••••••
•• •••••••••••••••• ••••• •• •• •••••••••••••••••• •• •••••••••••••••••••• •••••
••••••••
BS SETTEMBRE 2000 • • •

3.4 Page 24

▲back to top
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
pietre porta te via dalla casa della ,
Nostra Signora la Vergine Maria ,.,
Ma dre di Dio".
L'i conografia de l trasporto della
Santa Casa è ri cca di spunti al ri-
guardo: un a xil ografi a (stampa ot-
tenuta da matrice di legno) del
XV seco lo raffi gura il trasferim en-
to su due reg istri , al centro vi è
raffigurata un a nave, pil otata da
due uomini, carica di pietre, in
alto, tra le nubi, la Vergine e il
Bambinell o fa nno da scorta al
prez ioso ca rico. Una success iva
xil ografia, del XVI seco lo, idea li z-
za il trasporto per nave, co ll ocan-
do sull a pru a la Santa Casa già ri -
composta. Una success iva inci-
sione raffigura invece la Santa Ca -
sa dentro la nave, sovrastata dalla
stessa dimora trasportata dagli
••••••••••
I
La cupola e il cammino di ronda oggi restaurato.
La basilica era anche una fortezza pronta a difendersi
dalle incursioni saracene.
Secondo la tradi zione il sa n-
tu ari o di Loreto co nserva la
casa abitata dall a Madonn a;
come si a giunta nell a cittadina
marchigiana è mistero - sve lato
so lo in parte da un a documenta-
zione di recente scoperta - che la
creati vità popolare ha sa puto su-
di stru zzo. Di grandiss imo inte-
resse si sono rivelati i graffiti incisi
sull e sue pietre; son o di chi ara
ori gine giudeo-cri sti ana e del tut-
to simili a quelli che sono stati
rin venuti sull e pa reti di altri edifi-
ci antichi di Naza reth.
ange l i .
La veneraz ione dei fedeIi ha
circondato le povere mura dell a
dimora dell a M adonn a di mill e
attenzioni . Per un po' di tempo la
Santa Casa, rin forzata da un mu-
ro di mattoni, fu circondata da
porti ci, po i da un a chi esetta pro-
tetta da un fortili zio munito di
quattro torri ango lari a difesa dal-
le incursioni dei pirati sa raceni .
perare affi dando a una nuvo la di
ange li iI compito del trasporto. TRA XILOGRAFIE
Un attento studio del manufatto e E INCISIONI
dell a documentaz ione ha confer-
mato, da un lato, l'ori gi ne pa lesti- La tradi zione più accred itata
nese dell'edificio, dall'altro ha chia- sosti ene che nel 129 1, qu ando i
rito di che natura fosse ro gli an- Crociati furono cacc iati dall a Pa-
ge li in ca ri cati del tras loco.
lestin a, le pi etre che fo rm avano le
Gli scavi archeo logici (condotti pa reti dell a Santa Ca sa furono
tra il 1962 e il 1965) hanno ap- dapprim a trasportate in Illiri a, a
purato che il nucl eo fondamenta - Tersatto, nell ' odiern a Croaz ia, poi
le dell a casa lauretana è compo- suI territori o di Loreto, e questo iI
sto da tre pa reti , prive di fo nda- 24 dicembre 1294. Sempre la tra-
menta e appogg iate sui resti di di zione asseri sce che auto ri di
un a strada, alte non pi ù di tre questa tras laz ione furono gli an-
metri . Non deve meravigliare l'as- geli . Un documento scoperto di
senza della quarta pa rete, perché recente confe rm a il passaggio del-
quas i tutte le case di Naza reth, al le pietre per la peni so la Balca ni-
tempo in cui vi abitava la sa nta ca e l'a pprodo a Loreto, ma con
Fami gli a, era no costitui te da una tutt'a ltre modalità: il 24 di cembre
grotta scavata nell a roccia chiusa 1294, Niceforo Angeli, despota
da un ambiente in muratura, com- (signore) dell ' Epiro, in occas ione
posto per l'a ppunto da tre pareti. del matrim oni o de ll a figli a ltha-
Cementate tra le pi etre dell a San- mar con Fil ippo di Taranto, qu ar-
ta Ca sa, poi, sono state rinvenute togenito di Ca rl o Il d'Angiò, re di
cinque croc i di stoffa rossa, de ll o Napo li , tras mi se come dote tu tta
stesso t ipo co n cui si fregiava no i una seri e di ben i tra i quali com-
Crociati , e alcuni resti di un uovo paio no, co n evidenza, "le sa nte - La Vergine Lauretana.
• • SETTEMBRE 2000 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.5 Page 25

▲back to top
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Veduta dall'alto del complesso basilicale.
Uno dei tritoni in bronzo della fontana
al centro della piazza della Madonna.
L'INVOLUCRO
lavorarono i più rinomati architetti ficio, coronato dalla cupola otta-
MARMOREO
dell ' epoca: Giuliano da M aiano, gonal e disegnata da G. da San-
Baccio Pontel li, Giuliano da San- ga llo, prendendo a modello quel-
Nel 1468 papa Pao lo Il (dell a ga ll o, Francesco di Giorgio M arti- ra fiorentina di Santa M aria del
nobi le fa mi gli a venez iana dei ni, Donato Bramante, Andrea San- Fiore di F. Brunelleschi . F. di Gior-
Barbo) diede ini zio all a costru- sovi no (da non confonders i con gio rinforzò i pilastri della cupo-
zio ne del magnifi co ed ifi cio che Jacopo), Antonio da Sangallo il ra, troppo deboli per sostenern e il
ancor oggi ammiri amo. li gesto Giovane e per ultimo Luigi Vanvi- peso. A Bacc io Pontelli si deve il
del Papa si potrebbe quasi defini- te lli. Tutti diedero un loro perso- camminamento di ronda sulla par-
re un ex voto, perché, quando era nale contributo e lasc iarono il se- te più alta delle mura perimetrali
ancora cardin ale, durante un pel- gno del loro geni o; questo ha pri- estern e del santuario, la merlatu-
legrin aggio al seguito di Pi o 11, un vato l'edifi cio di unità stilistica, ra impostata sulle menso le confe-
Piccolomini di Siena, fu gua rito compensata però da un pittore- risce all a fabbr ica il fiero cipiglio
dalla peste ed ebbe il presagio sco effetto d' insieme. G. da M aia- di una fortezza.
della sua imminente elezione al no, succed uto a Marino di M arco D. Bramante aggiunse piloni e
pontificato. '
Ced rina, portò a compimento la mura di rinforzo e costruì le dodi-
Attorno all ' illustre fabb ri ca vi porzione più consistente dell ' ed i- ci cappell e della navata principa-
- Il prezioso involucro marmoreo della Santa Casa.
- L'interno della Casetta.
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS SETTEMBRE 2000 • •

3.6 Page 26

▲back to top
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Universale del duomo di Orvie-
to), ridipinti dal Pomarancio. Sot-
to la cupol a, co n le decorazioni
di C. M accari (1890-1 907), è co l-
••••••••••••
locata la Santa Casa; il rivesti-
mento marmoreo, disegnato da
Bramante, è il frutto dell ' interven-
to di alcuni tra i più significativi
scultori del Cinquecento . I nove
bassorili evi marm orei narrano al-
cuni ep isodi della Vita della Ver-
gine: la Natività di Maria è lavoro
di Raffae llo da Montelupo; lo
Sposalizio e l'A nnunciazione so-
no opera di A. Sansovino; la Visi-
tazione è sempre di R. da Monte-
lupo, mentre il Censimento si de-
.••••••••••••••••
Cupola della sacrestia di S. Marco con i famosi angeli
affrescati da Melozzo da Forlì.
le. A lui si deve il progetto delle
tre ali del porti co anti stante la
facciata; purtroppo non realizza-
to per intero, ma la sequenza del-
le arcate di un lato dà la misura
ne di Giuseppe Sacconi (l' archi-
tetto dell'Altare della Patria di
Roma), si iniziarono dei lavori che
aveva no la pretesa di riportare la
basilica all a forma originaria . Fu
ve allo scalpello di F. da Sangallo
il Giovane. La Nascita di Gesù di
A. Sansovino è affiancata dall'A-
dorazione dei Magi del Monte lu-
po. Il Transito de/fa Vergine è sta-
to scolpito da D. Aimo, e la Tra-
slazione della Santa Casa è stata
raccontata da N. Tribolo e F. da
Sangallo. Le statue dei profeti e
dell e sibille sono, nell a maggior
.•••••••••••••
dell a geniale soluzione architet-
toni ca . L' azione di raffo rzamento
della struttura continuò sotto la
direzione di A. Sansovino; A. da
Sangallo compì l'opera di trasfor-
mazione degli archi a sesto acu-
to, caratteristi ci dello stile gotico,
in altri a tutto sesto, di chi ara im-
pronta rin asc imentale.
Tutti i lavori di trasformazione
del primitivo progetto furono sot-
toposti a rev isione tra la fine del-
l'Ottocento e l' ini zio del Nove-
cento: nel 1886, sotto la direzio-
in questa occasione cn e furono
decorate numerose cappe ll e.
L'ESTERNO E... IL GUSCIO
La facciata del santuario, in
pietra istri ana e di fo rme tardo ri-
nascimentali, fu ini ziata nel 157 1
da G. Bocca lini da Carpi, e com-
piuta nel 15 87 da G. B. Ghioldi.
Le tre porte sono chiuse da bat-
tenti di bronzo arri cchiti da pre-
gevo li bassorili evi con scene bi-
bliche; quella di destra, datata
parte, opera di G. B. della Porta;
alcune si devono a G. Lombardo.
L'interno del vano, semplice, con
le rozze pareti di pietre annerite
dal fumo delle lampade, è il cuo-
re del santuario. La statua del la
Madonna è una cop ia dell'antica,
éndata distrutta nell ' incend io del-
la notte del 22 -2 3 febbraio 192 1.
Èqui imposs ibile descrivere, an-
che solo di sfu ggita, tutta la ricca
dotaz ion e degli altari e delle cap-
pelle, basti un accenno alle opere
più significative. La sacresti a di
San Marco al termin e della nava-
•••••••••••••••••••••••
1600, di deve ad A. Calcagni, S. ta destra è stata affrescata da Me-
••••••
Sebastiani e T. Giacometti; i bat-
tenti di centro sono opera di A. di
G. Lombardo e furono inaugurati
nel 1611, la porta di sinistra, del
lazzo da Forlì e Marco Palmezza -
no nel 1477 con figure di profeti
e di ange li che reggono gli stru-
menti del la passione. Su 11 'altro
1596, è stata modell ata da T. Ver- versante del transetto destro si
gelli. Il curioso campanil e cilin- trova la sacrestia di san Giovanni
arico fu aggiunto alla metà del con affreschi di L. Signorelli, del
Settecento su disegno di L. Vanvi- 1479, con ange li, e le possenti fi-
telli (l'a rchitetto della Reggia di gure degli eva nge listi e dei dottori
Caserta).
della Cniesa. La sacrestia di san
Entrati nell a basilica, l'occhio è Lu ca conserva un a lunetta in ter-
subito attratto dal prezioso gusc io racotta attribuita a B. da Maiano;
che accog lie i resti della Santa gli armad i sono opera di maestri
Casa. Anche la volta della navata fiorentini (1516-1517 ) su di segni
centrale merita attenzione, i 23 di A. Sansovino e B. da Maiano.
medaglioni con personaggi vete- Un vero scrigno che custodisce
L'incredulità di Tommaso
di Luca Signorelli.
rotestamentari sono opera di Lu- capo lavori .
ca Signorelli (q uello del Giudizio
Natale Maffioli
••
• • SETTEMBRE 2000 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

3.7 Page 27

▲back to top
CiLI ORMONI
PSICHICI
di Jean-François Meurs
e aro doctor J. , da qual-
((
che settimana è morta
la nonna a due mesi di
distanza dal nonno. Sono triste.
Passavo molto tempo a chiacchie-
rare con loro. Lei mi parlava soprat-
tutto della sua epoca, non per dire
che era migliore - aveva infatti
visto e vissuto terribili drammi - ma
per asserire che, malgrado tutto,
era stata una donna felice . Raccon-
tava di papà com'era da giovane,
delle sue avventure con lo zio, di
come aveva conosciuto il nonno.
Arrivava perfino a dire di sua non-
na.. . ed è fantastico poter riandare
tanto indietro nel tempo . Guarda-
vamo insieme i vecchissimi album
di foto: lei riusciva a identificare le
persone e perfino le circostanze in
cui vennero scattate. Bisognerà
che vi apponga delle didascalie
altrimenti ne perderò memoria. Una
delle foto ritraeva parenti del 1800!
Mica male, no? La nonna è morta
quando avevo ancora tante cose
da chiederle. Anche se raccontava
il passato, era sempre della vita
che parlava. Le sue storie m'inco-
raggiavano. Abbiamo la stessa da-
ta di nascita, mese e giorno. Lei
era un po ' decentrata rispetto ai
suoi fratelli e sorelle che la consi-
deravano una donna che non face -
va mai come gli altri... È anche il
mio caso. Forse per questo ci sen-
tivamo un po ' complici. Tutti do-
vrebbero avere una nonna così. Ho
voglia di suggerire a tutti: "fate
domande alle nonne, finché siete in
tempo ". (Patrizia, Chieti)
Cara Patrizia,
più o meno in tutte le famiglie ci
sono storie che contribuiscono alla
formazione dei miti familiari , e che
si raccontano sempre alla stessa
maniera, con i medesimi dettagli . Si
tratta di modelli di comportamento ,
di attitudini e abitudini particolari, di
modi di cucinare , di canzoni, di e-
spressioni dialettali ... Ogni ragazzo
all 'inizio ha una doppia eredità, una
da suo padre, l'altra da sua madre .
Possono rivelarsi utili ambedue,
come nel tuo caso , perch é vi si
attingono storie incoraggianti , e ra-
gioni per vivere e sperare . Non so-
no insomma nostalgie conservatrici
che impediscono di vivere piena-
mente nel proprio tempo. Sono co-
me degli "ormoni psichici " che sca-
tenano attitudini e compo rtamenti ,
e aiutano a scoprire o fortificare la
propria identità per meglio far fron-
te alla vita . Tutto di guadagnato se
tra i propri antenati si scopre uno
slancio vitale che spinge ad andare
avanti.
Ma questa eredità morale è
spesso pesante e dolorosa , per-
ché il passato è fatto anche di in-
giustizie subite e situazioni mal vis-
sute che si ripercuotono sulla gene-
razione seguente , o addirittura su
più generazioni. In ogni famiglia ,
esistono conti da regolare, con van-
taggi e obblighi , meriti e demeriti ,
guadagni e perdite. Questo può ge-
nerare uno stimolo, che alcuni tera-
peuti affermano che possa disinne-
scare malattie anche gravi come il
cancro .
Da questa eredità è più difficile
difendersi , se si tratta di segreti di
famiglia, di fatti mai raccontati che il
bambino in qualch e modo intuisce ;
perché il silenzio stesso può essere
rivelatore . Alcuni psicoterapeuti par-
lano di inconscio familiare che si
trasmette , non si sa spiegare anco-
ra come . Ma al-
cuni possono
provare la sen -
sazione di do-
ver pagare per
colpe che non
hanno commes-
so, o si sentono
obbligati a vive-
re come il non-
no , o la non-
na .. . A te inve-
ce non capita
così: l'identifica-
zione con la nonna ti aiuta a capire
meglio i sentimenti di estraneità
che provi nei confronti della tua
famiglia .
Sempre di più alcuni psicologi
che studiano i fattori condizionanti
che emergono dalla storia familiare
del soggetto, utilizzano il "geno/socio-
gram ma" per aiutare i pazienti in
crisi a prendere coscienza di questi
condizionamenti che pesano su di
loro , per liberarli . Questo permette
di tracciare delle linee tra le gene-
razioni , di situarsi in queste rela-
zioni , e di individuare i segreti , le
cose non dette , i dolori ripetuti ...
Non si tratta solamente di trac-
ciare la tabella con i dati "ammi-
nistrativi" come nascita, matri-
monio, morte : si tratta invece an-
che di rimpolpare questo schema
con delle narrazioni che gli danno
spessore , come i racconti di tua
nonna, o quelli che i tuoi stessi ge-
nitori potrebbero narrarti , o anche i
racconti di zii , o prozii , o di qualche
vecchia cugina, o addirittura di un
vicino . Fare questo , è scoprire le
energie ancestrali con le quali ti
hanno concepito nel bene o nel
male . Prenderne coscienza è sco-
prire il suo portatore attuale , per
aumentare la propria libertà, o lan -
ciarsi in un rituale di riparazione e
darsi la possibilità di incorniciare
queste lealtà per ridiventare liberi di
vivere la propria vita.
Così , ogni generazione approva,
restaura, ricupera la sua stirpe, e
prepara la cornice nella quale darà
vita alla propria discendenza.
o
BS SETTEMBRE 2000

3.8 Page 28

▲back to top
..Un viaggio nel barrio "Los Tablitas", un quartiere di baracche
LANINA DE LA
BARRANCA
di Graziella Curti
A pochi chilometri
da Buenos Aires,
c'è una baraccopoli,
che in Argentina
chiamano Villa Miseria.
Qui le Figlie di Maria
Ausiliatrice e i salesiani
lavorano da 15 anni.
Una di loro, suor Leonor,
in un piccolo quaderno
di poesie ci ha fatto
scoprire i volti di questo
mondo abbandonato
dove la vita deve
farsi strada a fatica
ogmgwrno.
Suor Leonor Ellena
vive la vita dei suoi ragazzi.
SETTEMBRE 2000 8S
I 1 quartiere ha un nome che rive-
la la sua identità. Lo chiamano
Las Tablitas, perché fatto di ba-
racche costruite con tavole di legno.
Non c'è piano regolatore, mancano
l'acqua e l'elettricità. Tutto è preca-
rio, come in un gioco di bambini
che disegnano per terra i loro spazi
e poi se ne vanno. Qui arrivano ogni
giorno le suore dalla vicina comu-
nità di Campana. Ognuna ha il suo
turno e il suo ruolo . Spesso sono ac-
compagnate da volontarie che ven-
gono dalla vicina capitale o addirit-
tura da località della Patagonia.
TRA LE BARACCHE
Dal '98 , suor Leonor, tutte le mat-
tine, dopo la preghiera che si consu-
ma nelle prime ore dell 'alba, s' in-
cammina verso le baracche. Nono-
Suor Carmen con la nifia de la
barranca, la bimba nata tra i rifiuti.
stante gli acciacchi di un 'età avan-
zata e la difficoltà nel camminare,
lei ripercorre queste strade di polve-
re che ha impara!o a conoscere dall a
sua giovinezza. E stata in tante altre
periferie, ha visto il dolore e I' ab-
bandono, ha creato reti di collabora-
zione perché si rendesse più visibile
la provvidenza del Padre per quelli
che non hanno voce. Infatti , poco
lontano , la città di Buenos Aires,
luccicante e attiva, con i suoi quin-
dici milioni di abitanti, sembra igno-
rare la realtà di questa ci ntura di mi -
seria che non ha sicurezze di sorta.
Attraversato il barrio , suor Leonor
entra in una piccola stanza che serve
da chiesa, scuola, ambulatorio. Fuo-
ri, appeso a un albero, un cartello in-
dicatore Casa Maria Auxiliadora.
Da quando sono arrivati i salesia-
ni e le Figlie di Maria Ausi liatrice,
l'orologio dei poveri segna tempi
sereni. Tutti i giorni, i bambini e i
ragazzi han no momenti di incontro
e di gioco, ricevono la merenda e al
sabato si trovano per un pranzo
completo. Sia i più giovani sia gli
adu lti e gli anziani sono aiutati a far
valere i loro diritti di cittadini, a
prepararsi culturalmente, a trovare
passaggi anche piccoli per fendere iJ
muro della burocrazia e di un asset-
to economico che privilegia i ricchi
affondando sempre più i poveri
nella miseria.

3.9 Page 29

▲back to top
che mancano di tutti i servizi.
I L'ispettrice suor Carmen
pronta per il suo giro nel barrio. Un lecca lecca
e un pallone fanno miracoli.
I A ragazzi e ragazze
dona ogni istante della sua vita ...
fragile nel corpo ma vivace
nell'intelligenza e giovane nel cuore.
POESIA E LACRIME
Da sempre, suor Leonor annota i
suoi pensieri. In una specie di diario
segreto che tiene per sé. Ultima-
mente, in occasione di un intervento
chirurgico un po' difficile, ha con -
segnato il manoscritto a chi poteva
leggere tra le righe il dramma di una
povertà che si consuma tra le barac-
che. I pensieri di suor Leonor sono
rapidi e si dispongono in strofe di
una poesia scabra, quasi ruvida. De-
scrivono l'apparente indifferenza del-
la donna del barrio che si avvicina
assente, fredda e ti dice: " È morto
mio fi glio". Le donne povere po-
trebbero sembrare senza espressio-
ne, senza lacrime, tombe oscure,
statue. Ma suor Leonor ne ha speri-
mentato le vibrazioni dell'anima. In-
sieme hanno pianto e qualcosa si è
scio lto. Nell 'apparente indifferenza
è scritta una disperazione che riesce
a placarsi solo nella tenerezza di
un ' accoglienza piena.
Sconcertante anche la poesia/ve-
rità del vecchio che, appostato fuori
dalla baracca,__ aspetta il passaggio
della suora. E cieco. Tutti i suoi
sensi sono tesi nel fiutare una pre-
senza, come quell'uomo di Gerico
che attendeva Gesù per riavere la
vista. Ma la domanda di questo cie-
co è diversa: "Mi manca un tetto! ",
grida. È una povera baracca la sua,
ma per lui costituisce la casa: quat-
tro assi che hanno delimitato il terri-
torio della sua vita. La proposta di
andare in un ricovero per anziani,
più confortevole, trova un rifiuto
immediato. Non vuole staccarsi
dalle sue radici, dalla sua libertà e
inserirsi in orari e stili di vita che lo
allontanerebbero dal suo mondo.
Suor Leonor si china sull a sua ri-
chiesta. Certo trovare un tetto in la-
miera non è fac ile ... ma c una
piccola speranza, forse lontana nel
tempo. Lei sa che i poveri hanno
pazienza lunga. Purtroppo li abbia-
mo abituati ad aspettare. A mettersi
in fi la per tutto.
LA VITA NON ASPETTA
C una piccola storia capitata re-
centemente a Las Tablitas: è quella
di una donna che ha partorito tra i
rifiuti. La poesia che racconta il fat-
to s'i ntitola La nifi.a de la barranco,
la bimba dei rifiuti. 8/10/1999: una
madre incinta sente i dolori del par-
to. Vive vicino alla discarica, quat-
tro assi per casa. Bisogna chiamare
l'ambulanza. Un vicino coITe al te-
lefono pubblico. La nascita non può
tardare. . . è necessario cominciare a
risalire la discarica. Il tempo passa e
l'ambulanza non aITiva. La madre
non riesce più a camm inare, cade a
te1Ta. C'è spazzatura da ogni lato:
rifi uti , cartoni , plastica, un cane che
fruga per trovare cibo. E l'ambulan-
za non arriva. Le ultime stelle ritar-
datarie spiano meravigliate l'even-
to. Sono le stesse che a Betlemme
videro nascere il Redentore. Una
donna aiuta la madre a partorire, le
pone la neonata sul petto e la copre
con una tela. La bimba piange. Le
costa entrare in questo mondo cir-
condata dai rifiuti.
Passa più di un'ora. AITiva l' am-
bulanza. La gente applaude ironica
al ritardo. Che cosa sono venuti a
fare? La bimba è già nata. Forse per
aiutare la madre? Perché, se ha già
sofferto? Il grido dei poveri, suor
Leonor lo riassume nell'attacco di
ogni strofa della sua poesi~/verità:
'Argentina . Primo mondo!' E un ap-
pello a una città distratta. Un richia-
mo a Buenos Aires, che a pochi chi-
lometri di distanza, nella sua corsa
verso il consumo, non si accorge
delle folle di indigenti che vivono
nelle discariche.
Questa è la storia vera della
bambina dei rifiuti. La sua nascita
non ha fatto notizia sui quotidiani
del Paese e l'Argentina, primo mon-
do, non si è commossa. Valeva la
pena di togliere il velo a questo
evento almeno sul Bollettino Sale-
siano, canale d'informazione che
voce ai più poveri . Qui la nifi.a
de la barranco ha diritto di citta-
dinanza.
BS SETTEMBRE 2000

3.10 Page 30

▲back to top
IL
MESE
IN
LIBRERIA . peMoron\\e
o curo di G1useP
LA DONNA: MEMORM EAITUALITA
\\~ , V/
f'n-unTtrmMìlltnniotimu
D.!U'klmri1.ì:i/b/Utftti;~11J
LA DONNA:
MEMORIA
E ATTUALITÀ
Per un Terzo Millennio
firmato Donna.
Dall'identità
alla partecipazione
di Maria Trigila,
Libreria Editrice
Vaticana, 2000
pp. 150
Si tratta della storia di
una scoperta che vuole
superare schemi del
passato e preconcetti del
presente riguardo al
valore-donna, per "dise-
gnare una rete tra di
loro". Firmare un millen-
nio, anche al femminile ,
è incontrarsi per, cercare
radici comuni. E perciò
una storia, raccontata dal-
1'interno , di un incontro
tra le femministe storiche
e le suore, cominciato tra
molto stupore e poco
affidamento dell'opinione
pubblica 1' 8 marzo del
1996; passato poi per la
conferenza dell'ONU a
Pechino ; e in qualche
modo vuole continuare il
richiamo ancora oggi .
Storia di femminismo ,
cattolico e laico; storie di
donne alla ricerca di una
visione umana della reci-
procità , di una cultura
dell'equivalenza che non
vede la realizzazione
della donna nel suo dive-
nire come l' uomo , ma
che mira all 'uguaglianza
di valore tra i sessi.
~
SEGNAI CREAZIONE
DELL
~ g~LJg,~iÀ
CHE MERAVIGLIA
LA TERRA!
Un libro interattivo
per imparare
ad amare il mondo
di Nick Butterworth
& Mick lnkpen
ELLEDICI ,
Leumann (To) 2000
pp. 30
Il volume si presenta come
un bellissimo libro-strenna,
a formato grande, grafica-
mente armonico e piacevo-
le, geniale, divertente, pie-
no di sorprese ... educati-
ve. Gli autori raccontano a
bambini e ragazzi la Crea-
zione , evidenziandone il
grande segno religioso e
aiutando a dare corpo com-
prensibile al racconto bibli-
co della creazione. La didat-
tica viene interpretata coin-
volgendo i fanciulli con vari
elementi interattivi : fine-
stre che si aprono , pagine
tridimensionali , ruote che
girano ...
Si tratta di un magnifico
strumento in mano a edu-
catori cristiani della prima
fanciullezza (come genito-
ri , maestre d'asilo , catechi-
ste) per far imparare ad
amare il nostro pianeta ,
dono del Creatore ma affi-
dato alla responsabilità de-
gli uomini.
SAN LEONARDO
MURIALDO. AMICO,
FRATELLO, PADRE
di autori vari
Libreria Editrice Murialdo ,
Roma 2000
pp. 168
Il secolo appena trascorso
vanta diverse grandi figure
di protagonisti nei diversi
settori dell'esperienza uma-
na. Il libro ne presenta una,
descrivendo la vita di san
Leonardo Murialdo, testi -
mone semplice del nostro
tempo , senza né misteri né
avventure , perché si svol-
ge in maniera relativamen-
te tranquilla , in mezzo a
luoghi , persone , e fatti ben
conosciuti. È un fratello , un
compagno di viaggio , un
uomo mite e gentile , un
sacerdote pio ed esempla-
re, un fondatore saggio e
laborioso, che ha offerto la
sua amorosa, positiva, pa-
ziente, disinteressata assi -
stenza ai figli del popolo , li
ha circondati di compren-
sione, di istruzione, di amo-
re ; ha spianato la via per
una loro elevazione socia-
le . Come uomo straordina-
rio "nell 'ordinario " costitui-
sce un appello anche per
chi intende impegnarsi nel-
la vita nella prospettiva del
"vangelo della carità".
DIECI SFIDE
PER I NOSTRI GIORNI
di Alberto Campoleoni
e Luigi Guglielmoni
Paoline , Milano 2000
pp. 144
Le parole-chiave che pon-
gono questioni decisive per
il futuro e che interrogano
la coscienza di ciascuno a
livello individuale e comu-
nitario sono: ambiente , pa-
ce , solidarietà, dialogo, fe-
de, scienza, famiglia, etica,
partecipazione nella Chie-
sa .. . Il volume raccoglie
dieci interviste ad altrettan-
ti "testimoni" che affronta-
no con energia queste "sfi-
de" dei nostri giorni , inter-
pretandone i significati e al-
largandone gli orizzonti at-
traverso risposte cristiane
ai problemi che pongono.
Si segnalano così possibili
percorsi per il futuro , indi-
cazioni e orientamenti utili
per provocare ciascuno e
indurre la revisione di stili e
modi di fare. Si tenta così
di dare una risposta a quel-
la caratteristica dei nostri
giorni che si chiama com-
plessità, con l'infittirsi delle
relazioni e degli scambi fra
i popoli, con l'estensione
delle comunicazioni e l'in-
terdipendenza sempre più
evidente .
SETTEMBRE 2000 JJS

4 Pages 31-40

▲back to top

4.1 Page 31

▲back to top
ETICA CRISTIANA,
SOCIETÀ ED ECONOMIA
di Paolo Carlotti
LAS , Roma 2000
pp. 168
. ... ..
Etica cristiana,
società ed economia
-. .
:
Saggio di teologia morale ,
in cui l'autore delinea un
modello di lettura e di prati -
ca, cristianamente modula-
to , sul valore uomo inter-
pretato nella solidarietà
evangelica. Risponde agli
interrogativi dell'attuale ef-
ficienza economica, scan -
dita dalla priorità di un cre-
scente profitto , percepita
come lesiva di dimensioni
rilevanti della persona. Le
risposte filtrano da criteri di
discernimento della realtà .
Messi a confronto con le
palesi ingiustizie di una
cultura del profitto a ogni
costo e scelti come para-
metri delle relazioni inter-
personali , impoveriscono la
qualità umana della civiltà
contemporanea. Cifra evi-
dente di questa coscienza
critica è il progetto del "ter-
zo settore" (associazioni e
cooperative non-profit) , che
diffonde solidarietà.
NON Si FA VE
CORRI SPONOE~DJATA PER
che ve
· I libri
sono a: i~t~r!egnalati si pos-
rie cattoliche o t esso le l1_bre:
direttamente ,fnno nch1est1
Editrici.
a e risp ettive
IL RITO
E IL MESSAGGIO
di Manlio Sodi
Piemme, Casale
Monferrato (Al) 2000
pp. 94
Questo piccolo testo-inter-
vista offre un esempio di
come un teologo possa
interpretare l'ultimo secolo
nella dimensione celebrati -
va della liturgia della Chie-
sa. Se la liturgia è "memo-
ria" di quella Parola che è
Cristo (la Parola di Dio che
parla "personalmente " al-
l'uomo) , e che diventa per
il fedele espe rienza viva
della inabitazione del Dio
Uno e Trino , è necessario
restituire all 'uomo moderno
la liturgia nella vera valen-
za di risposta all 'ascolto
della parola. L'azione litur-
gica è chiamata in partico-
lare ad affrontare il proble-
ma del livello di comunica-
bilità dell'odierno rito , il cui
messaggio deve essere
sempre più chiaro e coin -
volgente per i fedeli. Si trat-
ta di un monito e un invito
a pastori e catechisti per-
ché rendano fecondo il cli-
ma dell'ascolto della parola
proclamata durante le ce-
lebrazioni liturgiche ... con
l'aiuto di dieci regole per
ben celebrare!
GESÙ PER LE STRADE
I Parte (1936-1949)
Il Parte (1950-1989}
di Magdeleine di Gesù
Piemme, Casale
Monferrato (Al) 2000
pp. 500 complessive
fGE ·.
.
'
.
.. '
' · .GÉsù PER\\.E STRADE
J i'ARTE ('1936-1949) ·
P1EMM E
Si tratta di due volumi di
una collana dal titolo "L'a-
nima del mondo", che pre-
senta alcuni tra i più grandi
maestri di spiritualità .. .
additando il percorso a chi
non si accontenta di un
normale piccolo cabotag-
gio , come "sentiero d'altu -
ra". I due volumi descrivo-
no la testimonianza delle
"Piccole sorelle di Gesù "
che si fanno carico di por-
tare Cristo e il suo mes-
saggio per le strade del
mondo, percorrendo le vie
in cui il Signore le chiama
a diffondere la loro opera.
Chi vuole addentrarsi in
questo cammino spirituale
profondo trova una rifles-
sione sulla diffusione del
vangelo come un aiuto per
entrare profondamente in
se stessi e scoprire il mi-
stero della salvezza dono
di Dio.
Si tratta di una proposta che
supera il tempo , invita al
silenzio e al raccoglimento.
PEDAGOGIA PASTORALE
QUESTA SCONOSCIUTA
Itinerario di formazione
per operatori pastorali:
presbiteri, religiosi e laici
di Antonio Fallico
Edizioni Chiesa-Mondo,
Catania 2000
pp. 580
Questo ponderoso volume,
molto utile agli inizi di un
nuovo anno pastorale per
aiutare le comunità cristia-
ne nella loro missione e-
vangelizzatrice , intende
condurre per mano gli ope-
ratori della pastorale fa-
cendoli pensare mentre a-
giscono. L'autore trae gli
spunti di riflessione dai ric-
chi repertori di studio e di
esperienze che gli vengo -
no forniti dalla storia della
pedagogia e della pastora-
le. Con stile e linguaggio
discorsivo, con riflessioni su
vicende vive di persone e
di casi esemplificativi di
pedagogia in atto , con rife-
rimenti concreti anche a
pagine evangeliche, l'auto-
re offre elementi pedago~i-
ci (come cammino di cre-
scita cristiana) applicati
alle esigenze storiche della
fede, conducendo i cre-
denti a una visione piena e
integrale della vita.
ANTONIO FALLICO
Pedagogia Pas~orale
Questa sconosouta
\\lfl."(.'013Zill!kdl
,\\!on_,,_ u·1GJ~\\RTORI
"""'°'""""""
BS SETTEMBRE 2000

4.2 Page 32

▲back to top
L/;1/E
L'AFRICA
di Vito Orlando
DELLE
SORPRESE
Gli exallievi delle scuole
professionali salesiane del Kenya
portatori di speranza e di futuro
per giovani emarginati.
1 11 centro "Don Bosco Satellite" del quartiere Kiserian,
periferia di Nairobi: alunni e maestri
della scuola professionale.
G iunti nel Kenya nel 1980 dall'India, dall'Italia e
dalla Polonia, i salesiani sono oggi 73 in nove
presenze , di cui quattro sono anche Centri di
falegname , muratore , meccanico d'auto , ecc. L'attività
ha acquistato una vera dignità di scuola di formazione.
L'aspetto teorico e pratico viene, infatti , completato nei
Formazione Professionale . I tecnici , maestri d'arte , laboratori e nelle aule del "Boss Town ", ove si fanno
educatori in questi centri sono gli alunni degli anni anche le prove finali per il riconoscimento della quali-
)-
precedenti. Questo consente vitalità, creatività e capa- fica professionale da parte del governo.
cità operativa in quelle che sono diventate, nel tempo, Il nome e il volto di Don Bosco sono così divenuti fa-
vere scuole tecniche , molto apprezzate dallo stesso miliari in questa periferia urbana. I laboratori , infatti ,
governo keniota.
sono una sorta di integrazione all 'attività di oratorio
festivo svolta da tempo dagli studenti di teologia del
TRA I PIÙ POVERI
vicino teologato salesiano di Utume.
L'efficiente creatività degli exallievi kenioti non si espri-
me solo all'interno dei Centri di Formazione Professio- TRA I RIFUGIATI
nale. Tra le casette con i tetti di lamiera della sconfi- Vi è ben altro realizzato dagli exalunni delle scuole
nata periferia di Nairobi , gli exalunni del "Boys Town " tecniche salesiane del Kenya, che esprime ancor più e
hanno avviato quattro piccoli centri di addestramento meglio la loro capacità di essere interpreti e realizza-
professionale, i "Satelliti Don Bosco", per ragazzi e tori della missione di Don Bosco . Al nord del Kenya, a
giovani che non avrebbero altra possibilità, se non un centinaio di chilometri dal confine con il Sudan, vi è
quella di arrangiarsi in qualunque modo per sopravvi- il campo/profughi di Kakuma, sotto la protezione del-
vere . In questi centri satelliti , si offre ai giovani la pos- l'Alto Commissariato dell'ONU per i Rifugiati (UNHCR) .
sibilità di avere un pasto e di imparare un mestiere : Un campo cresciuto in fretta e ormai straripante di rifu-
- L'entrata del centro 2 di Kakuma.
SETTEMBRE 2000 BS
- Centro di Kakuma. Laboratorio di muratura.

4.3 Page 33

▲back to top
Il centro "Don Bosco Satellite" del quartiere Kwetu.
Laboratorio di falegnameria.
Centro di Kakuma.
Ragazze - rifugiate - del corso di sartoria.
giati provenienti dal Sudan , dalla Somalia, dall 'Etiopia,
dall'Uganda, dal Rwanda, dal Congo , dal Burundi ... La
vita di ogni giorno è attraversata da un sacco di pro-
blemi che crescono col crescere giornaliero degli esuli
che sono ormai circa 80.000.
Per migliorare la situazione, molte ONG e confessioni
religiose , operanti nel campo , puntano sulle scuole : vi
sono 5 scuole materne con 3500 bambini ; 21 scuole
primarie con 17.500 ragazzi e 2 scuole secondarie con
un numero limitato di alunni . Tutti gli alunni hanno
anche un pasto ogni giorno nella propria scuola. Gli
insegnanti sono circa 500 .
Nel campo di Kakuma vi era necessità di un 'offerta di
formazione professionale . La LWF (la Fondazione Mon-
diale Luterana) , cui era stato affidato il settore dell'e-
ducazione, invitò i salesiani a farsene carico . Il primo
centro fu avviato da don Vincenzo Donati nel maggio
del 1993 con 1O istruttori , exalunni delle scuole tecni-
che salesiane di Nairobi (Boys Town) , Makuyù e Em-
bu . Si cominciò con tre corsi: carpenteria, mu ratura e
agricoltura. Vi parteciparono 175 giovani tra i 17 e i 25
anni con una formazione di base molto diversa e con
una conoscenza dell'inglese piuttosto approssimativa,
soprattutto tra i Sudanesi. L'attività di formazione dovet-
te tenere presente tutto questo, e integrare all 'aspetto
professionale pratico anche altri che diedero all 'attività
il carattere di scuola di formazione professionale.
Tutti coloro che completarono il primo corso ebbero in
dono una cassetta di attrezzi e furono invitati a costi -
tuire delle cooperative per cominciare a lavorare nel
campo/profughi . Vi era, infatti, bisogno di arredi per uf-
fici , banchi per la scuola, attrezzatura per le aule sco-
lastiche e i laboratori.
SPERANZA PER I GIOVANI
Dopo il primo anno di attività, il Centro si vide subito
sommerso di domande da parte dei giovani: 1500 nel
1995, 1200 nel 1996, circa 3000 nel 1997-98, 2700
nel 1999.
Per offrire al più gran numero di rifugiati la possibilità
di acquisire una qualifica professionale utile per la loro
vita futura , nel 1996 si è aperto un secondo Centro
con nuove specializzazioni per far partecipare anche
le ragazze , e nel gennaio
1999 è stata avviata la co-
struzione del terzo Centro
nell 'area di Kakuma 2, dove
il governo keniota sta tra-
sferendo i rifugiati somali.
Agli alunni dei "Centri Don
Bosco " (che ormai sono
più di 500) vengono con-
segnati un set di strumen-
ti , una magl ietta con l'ef-
figie di Don Bosco , e ogni
giorno si danno due pasti
caldi (mentre l'ONU ne
passa uno solo agli altri
del campo) perché le atti-
vità di laboratorio com-
portano un certo sforzo e
i giovani hanno bisogno
di cibo . Il contributo del-
l'ONU basta soltanto per
il salario degli istruttori ,
tutte le altre spese (mac-
I Presso il centro offrono
la maglietta, gli strumenti
essenziali per il lavoro
e un pasto al giorno.
ch ine , strumenti , can-
celleria, materiali di consumo ,
alimentazione , ecc.) sono coperte da offerte di privati.
PROTAGONISTI GLI EXALLIEVI
In tutta questa esperienza, la cosa più sorprendente è
che il salesiano incaricato della scuola vive a Nairobi
(a più di 1000 km!) e va a Kakume ogni tanto. Nei tre
Centri Don Bosco sono ammirevoli la dedizione , lo
spirito di famiglia, il sistema preventivo praticati dagli
istruttori nel loro lavoro . Questi bravi exallievi hanno
fatto tutti anche la scelta di vivere nel campo per
condividere la vita dei rifugiati.
Sono due esperienze significative di amore a Don Bo-
sco e di condivi sione della missione salesiana. Sono i
segni indubitabili che Don Bosco sta diventando afri-
cano. Anche i tanti giovani bisognosi di questo sconfi-
nato continente stanno cominciando ad accorgersi di
avere un Padre che si prende cura di loro.
o
BS SETTEMBRE 2 000

4.4 Page 34

▲back to top
COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrere
L'ORTO DELLA
COMUNICAZIONE
Il noto esperto di comunicazione Jacques Salomé,
nel suo libro Parlare, Capire, Comunicare, Vademecum
per chi vuol imparare a dialogare in famiglia {Elledici),
paragona la comunicazione familiare ad un orto.
L a comunicazione familiare è
un orto spesso abbandonato,
arruffato, calpestato . Chi non
incontra ogni giorno delle difficoltà
nell'esprimersi e nell'essere capito?
Chi non ha subìto il sopruso di sen-
tire gli altri parlare, pensare al suo
posto e decidere per il suo bene
fino a essere costretto a seguire un
progetto o uno stile di vita in cui
non si ritrova? Chi non ha vissuto
lo smarrimento di veder opporre al-
le proprie sensazioni , percezioni e
opinioni altre sensazioni , percezioni
e opinioni che volevano imporsi ,
invitandolo o forzandolo a rinuncia-
re al proprio punto di vista? Quanti
brancolamenti, malintesi e sofferen-
ze per scoprire che comunicare
significa mettere in comune sia dif-
ferenze , sia somiglianze. La buona
comunicazione è un frutto magnifi-
co , ma per averlo occorre la fatica
e la pazienza del buon "coltivatore".
La prima cosa da fare è indivi-
duare le tenaci erbacce che intral-
ciano , soffocano, impediscono a una
relazione di svilupparsi in modo crea-
tivo . Le imposizioni con i «devi »,
«bisogna», «dovresti », «occorre» e
altri obblighi simili ; le minacce reali
o (nella maggior parte dei casi) im-
maginarie, con i vari «Attenzione, se
fai questo rischi. ..»; le punizioni
con privazioni o rifiuti : «Non mi hai
ubbidito , quindi non avrai. .. »; le col-
pevolizzazioni con accuse, parago-
ni , lamentele : «Dopo tutto quello che
abbiamo fatto per te»; i puntini sul-
le i: «Avresti potuto pensare a noi
prima di farlo . Tuo fratello non si sa-
rebbe mai comportato così ».
Bisogna poi preparar~ il terreno
per una nuova semina. E necessa-
ria una vera reciprocità, fondata sul
rispetto , la trasparenza, la sincerità,
l'accoglienza e la tolleranza. Signifi-
ca riconoscere l'altro nella sua indi-
vidualità, confermandogli che i suoi
sentimenti , le sue idee, la sua opi-
nione , le sue credenze gli apparten-
gono . Non ho bisogno di fare miei i
sentimenti e i desideri dell'altro, di
combatterli o di denigrarli . Devo poi
riconoscere la mia individualità, o-
sando definirmi in quello che sento,
provo, penso o credo . Questo non
vuol dire imporsi , né convincere l'al-
tro. «Ecco quello che sento, quello
che penso», «Ecco quello che ho vis-
suto e che mi ha toccato ». È neces-
sario chiedersi onestamente: cerco
lo scambio o il conflitto? Cerco di
"vincere" per poter influenzare, con-
vincere, costringere? Voglio sedur-
re , farmi ben volere? È importante
riconoscere le proprie e altrui resi-
stenze, ricordarsi sempre che ognu-
no ha una propria percezione delle
cose , a seconda della propria espe-
rienza personale. Se io ho un punto
di vista, anche l'altro ne ha uno.
A questo punto, nel nostro giardi-
no relazionale così preparato , semi-
niamo, mettiamo delle regole sem-
plici e sane, garanzia di comunica-
zioni vive, dinamiche e salutari.
Ogni relazione è un po' come una
sciarpa, con due estremità. Una che
tengo io e una che tiene l'altro. lo
sono responsabile solo della mia
estremità. E faccio in modo che l'al-
tro possa sentirsi responsabile della
sua. Le conseguenze di questa re-
sponsabilizzazione , quando può es-
ser messa in atto , sono stupefacenti
e a volte esplosive. È tutto un siste-
ma di valori che viene rimescolato e
rimesso in gioco. Nel sistema che
domina attualmente nella maggior
parte delle relazioni strette, ciascu-
no dei protagonisti tenta di gestire le
due estremità della sciarpa relazio-
nale. Questo sviluppa molto spesso
delle relazioni di alienazione , di
costrizione o di dipendenza. «Per ri-
spetto delle tradizioni di famiglia ,
dovresti .votare a destra ... », «Non
penserai sul serio di andare due an-
ni all'estero lasciando tua madre da
sola! ».
SETTEMBRE 2000 BS
Non devo parlare dell 'altro, non
devo parlare al suo posto . Smetto di
praticare la "relazione clacson" (a
base di "tu-tu-tu"): «Hai visto che
ore sono , vero? Sarai stanco doma-

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
ni ... ». «Vuoi piantarla? Sei proprio
insopportabile! ». Accetto invece di
parlare della mia estremità della re-
lazione, cioè parto dall'esprimere
qualcosa di personale: «Ti chiedo di
andare nella tua camera, non sop-
porto le tue urla ... ». Parlo di quello
che sento e invito l'altro a parlare di
sé: «Non ho proprio voglia di uscire
questa sera, quale sarebbe il tuo
programma?», «Mi sento veramente
irritato e ho bisogno di sapere il tuo
punto di vista ». Evitare le frasi tipo:
«Non è giusto! Devo sempre obbe-
dire alle tue richieste, tu non mi
ascolti mai. .. ». Il sempre e il mai
fanno parte dell'arsenale di base di
ogni bambino e di ogni genitore. So-
no i missili Scud della comunica!Zio-
ne. Sono come sbattere la porta.
Capirsi non significa avere tutti e
due la stessa opinione , gli stessi
sentimenti , lo stesso punto di vista.
Poss0 condividere delle idee, delle
conoscenze, dei pareri diversi: «Ab-
biamo idee molto diverse su queste
faccende , voglio avere più tempo
per discuterne insieme ».
Non ho più bisogno di tentare di
mantenere l'altro in un rapporto di
sottomissione (farlo obbedire o vole-
re che faccia quello che gli dico) , o
di respingerlo in un rapporto di
scontro (e provocare in lui fuga,
contrasto o rifiuto). Se un figlio dice:
«Mamma, guarda com brutta quel-
la signora cicciona.. .», è meglio ri-
spondere: «Tu la trovi brutta. A me,
invece, non sembra.. .», anziché:
«Maleducato, non si dicono cose
del genere! ».
Siamo tutti degli ex bambini e in
materia di comunicazione la nostra
immaturità, la nostra fragilità sono
antiche , tenaci , dolorose e così le
nostre comunicazioni sono quasi
sempre "i stintive " o casuali : «Per
molto tempo ho proibito ai miei figli
quello che mi era stato vietato dai
miei genitori », «lo, invece, ho spes-
so autorizzato quello che a me era
stato proibito ... senza fermarmi a
cercare di capire i bisogni reali dei
miei figli ».
Coltivare una comunicazione viva
e delle relazioni sane con i nostri
figli, con noi stessi, con coloro
che ci circondano, può far fiorire
una reale felicità familiare.
NON SO SE AVEVO
LA VOCAZIONE
DI GIARDINIERE
Il mio pollice verde funziona solo in modo intermittente
con le piante e certamente non posso giurare che con la famiglia
abbia maggior successo. Ma se è vero che i vegetali apprezzano
che gli si rivolga la parola gentilmente (il Ficus benjamin
del salotto puntualmente va in crisi quando mio marito
è via per lavoro), a maggior ragione devo ritenere
che il buon comunicare è il segreto per fare prosperare la realtà
familiare e il test della sua riuscita.
e hiariamo subito che la que-
stione non è tecnica. Posso
aver studiato tante cose im-
portanti e decisive sull 'arte della co-
municazione , ma non basteranno
mai , da sole , a saziare la fame di
parole e di gesti affettivi che i figli si
portano dentro. La comunicazione
familiare è anche un fatto strate-
gico, ma prima di tutto chiede chia-
rezza sugli obiettivi e sui contenuti.
A questo punto sorgono alcu-
ne domande terribili : ho veramen-
te qualcosa da dire in casa? E pri-
ma ancora: ho voglia di ascoltare
quello che gli altri hanno da propor-
mi , esigere, rivendicare? Quanto so-
no disponibile a mettermi in gioco,
accettando la sfida di crescere in-
sieme mettendo in comune pensieri,
idee, sentimenti , progetti , problemi ,
esperienze? Sono proprio convinta
che valga la pena investire tempo e
risorse in questo?
Nel corso degli anni mi sono resa
conto che con i figli si è sempre pro-
vocati dalla 'rivoluzione dell'ascolto'.
Lottando contro gli impegni, le preoc-
cupazioni, le ansie quotidiane, devo
riscoprire e aiutare i figli a capire
che non c'è vera gioia nella famiglia
se non si riesce a sintonizzarsi su
una questione cruciale: comunicare
fa parte di un'etica del dono che è
l'un ico vero antidoto alla competi-
zione, alle leggi del mercato, al suc-
cesso a tutti i costi legato al fare
delle cose. Quanto più questa logi-
ca si dimostra logorante nella vita
sociale, tanto più abbiamo bisogno
di valorizzare la comunicazione in
famiglia. Sarà limitata sul piano dei
contenuti , problematica a livello del
vissuto ; in ogni modo essa ci aiuta a
comprendere che siamo chiamati
alla pienezza.
E qui diventa discriminante la
questione dei contenuti . Comunica-
re ci stanca e ci lascia insoddisfatti
quando ci limitiamo a scambiarci in-
formazioni banali, opinioni accade-
miche, lamentele di uso comune. In-
vece ci appassioniamo quando riu-
Bs SETTEMBRE 2000

4.6 Page 36

▲back to top
sciamo a scambiarci qualcosa di
decisivo sulla nostra attesa di feli-
cità, sul bisogno di dare senso alla
vita quotidiana, sulla disponibilità
ad amare e a lasciarci amare, sulla
capacità di testimoniare che non
riusciamo a stare veramente bene
senza o contro gli altri.
Quando in casa ci doniamo l'un
l'altro tutto questo, ci accorgiamo,
alla fine , che si può parlare di tutto
e di niente : il che cosa viene
scambiato a livello comunicativo
vale semplicemente perché rinvia
alle persone e alla qualità della
loro esperienza affettiva. Entro
questo orizzonte può diventare
significativo orientare gli sforzi
verso un buon comunicare: impa-
rare quando è meglio tacere e
come esprimerci in modo autenti-
co sul piano verbale e non verba-
le; rimuovere cattive abitudini per
incentivare una più consapevole
attenzione alle parole dell'altro; di-
ventare protagonisti responsabili
di quel che esprimiamo e di quel
che accogliamo, favorire un conte-
sto che faciliti lo scambio.
Tutto questo è importante, ma
insisto nel dire che viene dopo, per-
ché vedo intorno a me tante per-
sone , ragazzi e adulti , sensibili ed
educati sul piano comunicativo ,
ma poco desiderosi e poco moti-
vati ad intraprendere questa stra-
da. E se come madre devo colti-
vare per me e per i miei cari l'arte
della comunicazione , mi piace pen-
sare che non sono una giardiniera
perchè semino e innaffio, concimo
e vango , poto e raccolgo fiori e
frutti. Fin qui c'è il mestiere con le
sue competenze e le sue fatiche.
Oltre questo , c'è la vocazione a
contemplare l'armonia dei colori
che rendono la famiglia come un
giardino ; a godere dei profumi che
caratterizzano ogni casa; a ricono-
scere, nel profondo del cuore , che
le mie rose sono importanti perché
ho donato loro il mio tempo e la mia
pazienza. All 'inizio della vita matri-
moniale probabilmente nessuno di
noi sa se davvero ha la vocazione
del giardiniere; ma la scopre piano
piano , quanto più custodisce la
certezza che sarà per sempre re-
sponsabile dei fiori e dei frutti che
ha contribuito a generare.
o
SETTEMBRE 2000 BS
SPIRITUALITÀ SALESIANA
di Piero Borelli
ALLE ORIGINI
La spiritualità salesiana è una spiritualità
"ruspante", della fiducia, dell'ottimismo
e del cortile, ma di un cortile abitato
.,,,:..,/.,..,\\.,,r,,,N..-I ._I'.._. .--
/4/, . /_•
/~
\\L~...,,.~,r,-t."..
/1 C-.~,;,-.-:."-.'.,é_~-:,u,::;r.i_l-f_iJ-;J::!i:=:=
r~----~-/1'- ,:§~- /1/ , ,.':._..J.;:_::;,
I
, ·-~ T(
R:-_~;,;-;(-r')yI,i''// ç,.{;_".,::.~:;~.: ,·,~~_~,, i
1: ~S\\i ~~.:i'1/;/
t~- \\\\ \\1~ 1~
... '; ·
dal divino. Punti di riferimento: confessione,
comunione e Maria.
Don Bosco ha attinto dalla spi-
ritualità positiva di san Francesco
di Sales la fidu c ia e l' ottimismo
perch é Dio è Padre che perdon a.
In un seco lo in cui, specie in Pi e-
monte, pesa sull a vita cri stiana un
certo gianseni smo con la paura di
un Dio/g iudice intransigente, il
prete dei Becchi gui da la sua ban-
da di giovani , per lo più orfani ,
all a co ncezione rivolu zionaria di
un Dio/a mico, che si c hin a sull e
disgraz ie umane per cond ividerl e,
si lasc ia avv icinare, anz i è lui che
insegue l' uomo, per amarlo, asco l-
tarlo, compre nd erlo e per sorri -
dergli. La scorciato ia che indi ca
per arri va re a Dio è Maria .
D Don Bosco non è l'inventore di
spiritualità parti co lari , ma la sua
full imm ersion nell a vita dei giova-
ni gli perm ette di co mprend ere
appi eno qu ali vie battere per por-
tarli a Dio e fa rli rim anere tutta la
vita nel suo amore di Padre . Sco-
pre che confess ione e comunion e
so no ca rdini in sos tituibili per la
vita sp iri tua le dell a giove ntù , e
che la preghi era fili ale a M ari a,
donna che aiuta (Ausili atri ce), anzi
la co nfidenza con lei sarà il tocca-
sa na co ntro le purtroppo faci li
dev iazio ni c he sono in agguato
durante il periodo più turbolento
dell a vita, l' adol escenza.
D Ai suoi religiosi/educatori ma
anche ai laici collaboratori Don
Bos co chi ede di entrare nello spi -
ri to di una paternità tenera e forte
che ri co rd a l' imm ag in e del Buon
Pastore: co noscere e amare i gio-
va ni che la provvidenza affida loro
attrave rso l'oratorio, iI co ll eg io, la
sc uola, la parrocc hi a... Non solo.
Cercar li , sostenerli , accompagna r-
li, amare ciò che ama no, diventare
loro am ici, mai fa re gesti o dire
parole che li all ontan ino. Insom ma
mettere a disposizion e la propria
vita, i propri talenti per loro. Tra-
smettere fiducia è il co mpito ed u-
ca tivo cui sono c hi amati tutti gli
ed ucato ri e, a magg ior ragione, i
suo i sa les iani. Ca rità pastorale è
l'espressione che esprim e tutto que-
sto. Le sue intui zioni non hanno
cessato cli essere attu ali , e il so lco
ei a lui tra cc iato è anco ra va li do
per i nostri giovan i.
Il salesiano vive tra i giovani per i giovani ...

4.7 Page 37

▲back to top
Il
IL .s
- ,.__.D,. éB/77
:
~
o
CARO,
,Jo,J
v'oRR.CAOl G<I:_SRCIDIRIGCOCLOAN!
lJ
tJA
CRAVATTA
8S SETTEMBRE 2000

4.8 Page 38

▲back to top
Le Sante Strade
LAVIA
DI RONCIGLIO 'E
di Nicola Follieri
Per raggiungere Roma
i pellegrini del Medioevo
che, attraverso
la Via Francigena,
arrivavano dalle parti
di Viterbo, potevano fare
una comoda diversione.
Si trattava di percorrere un sen-
tiero romano, che epigrafi del II
secolo d.C. identificavano con
la Via Cimina. Era dunque un trac-
ciato, denominato in seguito Variante
Cimina o Via di Ronciglione. Ini-
ziava più o meno da Sutri, oltrepassa-
va il Lago di Vico, s'inoltrava per i
Monti Cimini, incrociava Viterbo e si
ricongiungeva alla Francigena.
La Via di Ronciglione divenne un
percorso quasi obbligato nel 1137,
quando i iterbesi, con l'intenzione
di estendere il loro dominio territo-
riale, posero d 'assedio il vicino Bor-
go di San Valentino, impedendo ogni
passaggio lungo la Francigena. Su
quel tratto, sorto in virtù di un 'ag-
gressione da parte dei Viterbesi,
venne edificato il Castello di Ron-
ciglione, i cui proprietari erano gli
Anguillara. Nel 1465 fu lo Stato del-
la Chiesa a impadronirsi della for-
tificazione. Poi essa passò ai Famese.
Ronciglione,
chiesa di Santa Maria della Pace.
La cattedrale
d i N e p i.
Monterosi
SettC\\·et1c
Ligu di Bracciano
La Variante Cimina.
ottocentesca ha questo di particola-
re: un panorama tutto verde. Un
trionfo di colori della natura boschi-
va e collinare che circondava il trac-
ciato. È il suggestivo paesaggio del-
1'antica Silva Cimina. Non molto
distante dal lago di Vico si ergev a
l'Abbazia di San Martino al Cimi-
no, fondata nel IX secolo. Nel XIII
secolo l' abbazia conobbe il suo pe-
riodo più splendido, grazie alla pre-
senza dei Cistercensi. Attorno a es-
sa si sviluppò un insediamento che
LA VARIANTE CIMINA
Il percorso della variante Cimina
è citato brevemente in una pubblica-
zione fiorentina del 1807, Itinerario
italiano : "la strada è superba, e lun-
go questa via nascono spontanei dei
fiori, e delle erbe odorose". La stra-
da che ricordava la vecchia guida
SETTEMBRE 2000 BS

4.9 Page 39

▲back to top
prendeva lo stesso nome del mona-
stero . L 'architettura gotica e il pae-
sagg io duecentesco che caratterizza-
no l'area dell'abbazia si possono am-
mirare ancora oggi.
LE CITTADINE MEDIEVALI
L a cittadina di Ronciglione con-
serva intatta la sua pianta urbani sti-
ca medievale. Stradine strette e i mu-
ri delle case in tufo. Il paesaggio ar-
chitettonico possiede un fascino an-
tico tutto suo appena si scorgono la
Rocca di Ronciglione e la chiesa tar-
doromanica di San Sebastiano. Du-
L'ABBAZIA
E I SUOI LOCALI
I pellegrini ricevevano ospitalità pres-
so le abbazie , complessi ed1hz1 che
fungevano anche da centro d1 acc_o:
glienza per i viandanti. Le com_unit~
dei religiosi , rette da un abate, s1 pro
digavano nell'assistere spmtualmente
e materialmente chi bussava alla loro
porta. La chiesa, il chiostro , i_ dormito-
ri la sala capitolare , la b1bl1oteca, lo
s~rittorio, il refettorio , la forest~na, I
magazzini, le cucine ,_la ~talla, I infer-
meria erano gli amb1ent1 che grosso
modo ne caratterizzavano e comple-
tavano la struttura ed1hz1a. Nel Me-
dioevo accadeva di frequente _che, in-
torno all'abbazia, si ~om1nc1asse a
formare un centro abitato , che us_u:
fruiva dei servizi resi dalla comunita
dei monaci. I pellegrini erano accolti
nella foresteria. All'interno o nei pres-
si dell'abbazia poteva sorgere uno
"speda/e", adibito alla cura dei pelle-
grini ammalati .
La Rocca di Nepi.
GI ORDINI RELIGIOSI
E I PELLEGRINI
I benedettini furono tra i primi religiosi
ad avere come regola quella d1 acco-
gliere e assistere i pellegnrn. Ma an-
che i francescani , gli agostiniani , I car-
melitani , i servi di Maria e ~Itri l'.3- pr~t1-
cavano. Pure tra i la1c1 s1 sviluppo un at~
tività caritativo-ass1stenz1ale verso I
pellegrini , organizzatasi in modo tale
da prospettare la fondazione d1 ospe-
dali, alberghi , struttu_re d1 accoglienza
rette da associaz1on1 e confraternite o
da privati , mossi da genuini senti-
menti di carità. In un second_o momen:
to l'ospitalità offerta divento un busi-
ness. Locande , osterie e taverne pr_o'.
sperarono lungo le strade , a1 margini
delle quali le fondaz1on1 monastiche,
tuttavia, erano considerate__dai pe_lle-
grini stessi tra i ricoveri p1u sicuri 111
assoluto. In quegli amb1ent1 s1 era or-
mai consolidata una vera e propria li-
turgia o disciplina dell'assistenza che
non conosceva rivali. I pellegrini lo te-
nevano ben presente. Anche per non
smarrire o perdere per .strada q~el
personale cammino interiore, c_he I e-
sperienza del pellegrinaggio esigeva.
rante il M edi oevo, in questo centro
abitato, i pellegrini trovavano facil-
mente ospitalità. Potevano essere ri-
storati e assi stiti presso i numerosi
i stituti ospedalieri che vi sorsero.
Santa Maria in Castello, l'ospedale
dei Di sciplinati, del Corpo di Cristo
e quello più grande detto dei Pelle-
grini o di Sant ' Anna. Nel XVI seco-
lo Ronciglione si svi luppò notevol-
m ente sul piano urbanistico-edilizio,
sotto i Farnese , grazie all ' opera del-
l 'architetto Sangallo. A lui si deve
la progettazione delle m aggiori chie-
se: Santa Maria della Pace e Santa
M ari a degli Angeli. A circa tre chi-
lometri da Ronci glione in direzione
della località di Monterosi , si trova
la chiesa di Sant'Eusebio, che con-
serva un mausoleo del IV secolo d.C.
e un sarcofago del III secolo d.C.
L 'edificio sacro, una dipendenza dei
canonici di Sutri, fungeva probabil-
mente da centro di ricovero per i
pellegrini, Tra Sutri e Monterosi è
ubicata la cittadina etrusca di Nepi,
sede vescovile a partire dal V seco-
lo. Una città dallo stampo mediev a-
le molto evidente, se solo si guarda
alla chiesa romanica di San Biagio
o alla Rocca costruita dall ' architetto
Sangallo a servizio dei Farnese. Il
Duomo è del XII secolo. In esso è
conservata un ' i scrizione del 11 3 I ,
che celebra la famosa vicenda di
Roncisvalle. Il motivo "civico" di que-
sto ricordo storico è l ' alleanza tra i
milites e i consules dell ' antico Co-
mune di Nepi : chi avesse tradito il
patto, come fece Gano di Maganza
nella Chanson de Roland, avrebbe
subìto una terri bile puni zione. D
LA CURA A BASE DI
ERBE PER I PELLEGRINI
San Benedetto dispose che ogni mo-
nastero avesse un laboratorio e un'in-
fermeria dove curare i viatores stanchi
del viaggio e ammalati . I monaci, da
quel momento, impararono tutti i se-
greti che la natura celava nelle piante
e nelle erbe per il benessere fisico
dell 'uomo. La medicina fitoterapica
aveva così nei monaci benedettini i
suoi conoscitori più esperti. Esistono
ricette segrete millenarie, tramandate
da un monaco all 'altro , ancora oggi in
uso e richiestissime. Hanno una gran-
de capacità terapeutica, ristabiliscono
la salute e non si è lontani dalla verità
nell 'insinuare che i monaci, attraver-
so le erbe , avessero scoperto l'elisir
della longevità. Erano in grado di cu-
rare problemi digestivi del fegato e
dell 'intestino, l'acne , l'asma, bronchiti
e mal di gola, reumatismi e allergie. E
quant'altro. I pellegrini potevano as-
saggiare tisane o liquori alle erbe , es-
sere massaggiati sul petto o alla cavi-
glia con unguenti speciali , a base di
prodotti naturali , la cui efficacia bal-
samica è comprovata da secoli di
storia. La medicina ufficiale non a-
vrebbe mai contestato la cura alter-
nativa proposta nei monasteri , anzi
aveva qualcosa da imparare dagli
stessi monaci.
BS SETTEMBRE 2000

4.10 Page 40

▲back to top
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma , riconosciuta con
D.P.R. 2-9-7 1 n. 959, e l'Istitu-
to Sales iano per le M iss ioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Reg io De-
creto 13-1-1 924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le fo nmùe:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" .. . Lasc io all a Direz ione Ge-
nerale Ope re Don Bo co, co n
sede in Roma (o all ' I tituto Sa-
les iano per le Miss ioni , con sede
in Torino) a tito lo di legato la
somm a di f .... o tito li , ecc. per
i fi ni istituzionali dell 'Ente" .
b) di beni immobili
" . .. Lasc io all a Direzione Ge-
nera le Ope re Don Bosco, co n
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Mi ss ioni , con sede
in Torino) l' imm obi le sito in ...
per i fi ni isti tuzionali dell 'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annull o ogni mia prece-
dente disposizione testame nta-
ria. Nomino mio erede uni ver-
sale la Direzione Genera le Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Sales iano per le
M iss ioni , co n sede in Tori no)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qu alsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell 'Ente".
(luogo e data)
(firma per dist eso)
NB. Il testame1110 de ve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via dell a Pisana, 11 11
00 163 Roma-Bravetta
Tel. 06.656 12678 - Fax 06.656 12679
C.C.P. 462002
Istituto Sal esiano per le Missioni
Vi a Mari a Ausili atrice, 32
10 152 Torino
Tel. O11 .5224247-8 - Fax O11 .522425 1
C.C. P. 28904 100
SETTEMBRE 2000 /JS
_ _ J I NOSTRI MORTI
CASALINO sac. Vincenzo , salesiano,
t Castellammare di Stabia (Na)
il 13/09/1999 a 70 anni.
Primo di sette frate lli, fu educato da una fa-
miglia profondamente relig iosa. La mam-
ma, cui egli confidava il desiderio di diven-
tare prete , gli disse: "Se devi indossare la
veste devi essere un prete santo !". Allerg i-
co alle cariche , ma non al lavoro, fu un ap-
prezzato inseg nante in varie case dell'i-
spettoria meridionale. "Un uomo sensibile e
perspicace, intelligente e saggio. Un cuore
di fanci ul lo nel corpo di un gigante... Dotato
di uno spiccato senso di humour, metteva
in luce anche spiccate doti di autoironia".
Diceva che tra tutte le strategie la "ritirata"
era quella che più gli si addiceva : non era
capace di attaccare, di aggredire , di sparla-
re. Amava la comu nità e stimava i singoli
confratelli . Era pronto a prestare il suo ser-
vizio apostolico dove ve niva richiesto,
anche presso la polizia di stato. Il questore
ne scrisse: "Il suo rico rdo accende il sorriso
sulle nostre labbra, poiché quest'uomo così
grande anche fisicamente , aveva l'espres-
sione disarman te della semplicità!".
DI CICCO sig. Beniamino, salesiano,
t Roma il 06/01/2000 a 90 anni.
Se n'è andato la notte dell'epifania, quasi
un regalo per il Signore. Un allegro furbone
il signor Beniamino, che non fi niva di infor-
marsi, discutere , pregare... Un coadi utore
dallo stampo definito , lig io al dovere di in-
segnante e, dopo la scuola, se mpre co l
pennello in mano a far quadri. Soprattutto
ritratti. Da buon salesiano ha dipinto pri ma
di tutto i vari rettori maggiori della congre-
gazione, a cominciare da Don Bosco natu-
ra lmente: ma anche quasi tutti i direttori
che ha avuto sono stati immortalati dal suo
pennello , a testimoniare il suo ri spetto re li-
gioso per l'auto rità. Ovviamente numerosi
e, i ritratti di santi e madon ne, testimonian-
za della sua pi età e devozi one. Voleva
eseguire con scrupolo doveri e occupazio-
ni, perciò es igeva chiarezz a qu ando gli
ve niva affid ata qu alche in combenza, per
portarla a term ine al meglio delle sue pos-
sibi lità. Cappel le, refettori , corri doi, sale e
perfino camere di confratel li ospitano i suoi
quadri , che sono arrivati anche in missio-
ne. Gli ulti mi tempi della sua permanenza li
ha passati nella pregh iera.
PATRUCCO sac. Martino, salesiano,
t Torino il 15/01 /2000 a 77 anni.
Salesiano secondo il cuore di Don Bosco,
dopo aver occupato per diversi anni cari-
che di responsabi lità, ha conti nuato la sua
diutu rn a presenza in mezzo ai giovani nel-
la co munità San Domenico Savio di Val-
docco. An imatore sereno, aperto all'amici-
zia, sempre disponibi le, con la sua prover-
biale generosità, nel cortile, nel la scuola e
nel ministero sacerdotale è stato davvero il
"bon us vir", interprete del l'amore di Dio
presso quanti lo hanno conosciuto. Reso
immobi le da una paralisi negli ultimi an ni,
lui, così intraprendente nelle in iziative , ha
portato la sua croce con serena rasseg na-
zione . Fami liari , confratelli e amici , ammi-
rati e commossi co nti nuano a ricordar lo
con i suoi pensieri delicati , col suo dolce
sorriso e alla luce dei suoi esempi.
DI NICOLA Elisabetta,
mamma di tre salesiani
t Roma il 30/01/2000, a 108 anni.
Mamma Elisabetta si è spenta seren amen-
te, dopo che la sua lunghissima e umi le
vita ha toccato l'arco di ben tre secol i. Una
vita di sacrificio, di lavoro, di dedizione alla
famigl ia e alla casa, sostenuta sempre da
una pregh iera fiduci osa e sentita, e da una
fede semplice e solida che le ha permesso
di essere generosa con il Signore donando
all a Chiesa e a Don Bosco tre figli : un sa-
cerdote salesiano e due suore Figlie di Ma-
ri a Au siliatrice.
FABOZZI sac. Pompeo, salesiano,
t Caserta il 02/02/2000 a 83 anni.
La sua esistenza è stata se gn ata dall 'e-
speri enza missionari a nell 'Am eri ca Latin a.
Monsignor Praia, suo com pagno di studi e
di vita salesiana a Lima - divenuto in se-
guito arcivescovo di Cochabamba in Bol i-
via - ha rievocato con commozi one l'entu-
siasmo e il fe rvore di quegli an ni giovanili,
l'efficacia dell'impegno pastorale nell'orato-
rio e nella scuola. Motivi di salute lo hanno
riportato in Itali a dopo 30 anni di perm a-
nenza in missione. Asseg nato all 'ispettori a
di origine, è stato inseg nante ed economo
in varie case . Dal 1985 è ri masto a Caser-
ta, "sentinella vigile" di presenza salesiana
tra i giovani, inseg nante e confessore, am i-
co dal cuore semplice e buono per tutti. A
83 anni il Signore lo ha chiamato a cele-
brare il "Grande Gi ubil eo" nell a Gerusa-
lemme celeste.
ROMANI sac. Ulderico, salesiano,
t Rom a il 14/02/2000 a 90 ann i.
Cominciò l'avve ntura sacerdotale in Giap-
pone , e fu con monsignor Cimatti protago-
ni sta apostolico per 20 anni. Una comu -
nan za che gli segnò la vita. Dopo la morte
del santo confratel lo egli ri entrò in Italia e
continuò il suo servizio nell'ispettoria roma-
na, ricoprendo carich e di responsabilità. Il
grande l'equilibrio e la sag gezza paterna
gli hanno procurato la stim a di tutti , confra-
tel li, alun ni , genitori . In og ni località dove
era chiamato a svo lgere il suo se rvi zio
s'immedesi mava fino a conoscern e perfet-
tamente storia, dialetto, usi e costumi: una
dote che gli attirò sempre grandi simpatie.
Ha lasc iato alc un i scritt i c he denotano
competenza stori ca e letterari a, passione
apostolica, versatilità intellettu ale .
Venuta la ser_a d_i .
quel giorno ~esu disse .
"Passiamo
all 'altra riva! "
(M c. 4,35)

5 Pages 41-50

▲back to top

5.1 Page 41

▲back to top
MESE
DI SCUOLA
Mercoledì 27: Vincenzo de' Paoli
nasce a Pouy nel 1581 . Diventa
sacerdote . Preso prigioniero dai
Turchi, è fatto schiavo , converte il
terzo padrone . Fonda la Compa-
gnia della Carità al servizio dei
poveri , poi la "Carità" maschile , la
Congregazione della Missione e la
Compagnia delle Figlie della
Carità. Muore a Parigi nel 1660.
N Sabato 30: Gerolamo, uno dei più
ono mese del calendario famosi padri latini , nasce in Dal-
giuliano , conserva il riferi- mazia tra il 340 e il 350. Studia a
mento al numero sette , as- Roma, si reca nelle Gallie dove si
segnatogli da quello romano ar- dà alla vita ascetica, va ad Antio-
caico . Era ritenuto fortunato : nove chia , poi a Costantinopoli, torna a
è il quadrato di tre , a sua volta Roma da dove riparte per la Pale-
simbolo della Trinità e della perfe- stina. A Betlemme traduce e com-
zione . Per gli studenti è il meno menta i libri biblici dal greco al lati-
gradito : si torna a scuola.
no , e il suo testo diventa ufficiale
QUESTO MESE A ROMA
della Chiesa con il nome di Vulgata.
Muore a Betlemme nel 420.
Domenica 3: in S. Pietro, beati-
ficazioni e canonizzazioni .
IERI ACCADDE
Domenica 10: in S. Pietro, Gior- 1 settembre 1939: Hitler invade
nata dei docenti universitari.
la Polonia: scoppia la 2" guerra
Venerdì 15: apertura del Con- mondiale.
gresso mariologico internazionale, 5 settembre 1997: muore madre
che si conclude il 24.
Teresa di Calcutta.
Domenica 17: Giubileo della ter- 9 settembre 1976: muore il lea-
za età.
der cinese Mao Ze-dong .
SANTI IN POCHE RIGHE
10 settembre 1813: nasce il mu-
sicista Giuseppe Verdi.
Domenica 3: Gregorio Magno 1O settembre 1898: viene assas-
nasce a Roma attorno al 540 . A sinata Elisabetta (Sissi) d'Austria.
31 anni è pretore , la più alta ma- 13 settembre 1503: a Barletta, si
gistratura cittadina ; poi si fa mo- svolge la disfida tra i 13 cavalieri
naco . Papa Pelagio Il lo manda italiani e i 13 francesi .
alla corte di Costantinopoli. Eletto 20 settembre 1870: l'esercito sa-
Papa nel 590 , evita la conquista baudo entra a Roma attraverso la
di Roma da parte del longobardo breccia di Porta Pia.
Agilulfo . Grande scrittore e litur- 21 settembre 1924: Vittorio Ema-
gista, muore nel 604.
nuele lii inaugura la prima auto-
Domenica 3: Marino è, con Leo , strada del mondo: la Milano-Varese.
uno dei cristiani della Dalmazia 26 settembre 1997: terremoto in
che durante la persecuzione di Umbria e nelle Marche.
Domiziano sono condannati a co- 28 settembre 1978: muore papa
struire le mura di Rimini . Dopo la Giovanni Paolo I, Albino Luciani.
pena, i due si ritirano a vita ere-
mitica. Nel 1586, nella chiesa di GIUBILEO DA COLLEZIONE
S. Pietro sul Titano , sono trovate
le sue reliquie . La più piccola e
più antica repubblica del mondo
lo venera come patrono e lo fe-
steggia il 3 settembre.
Chi desidera spedire la corrispon-
denza dal Vaticano anche quando
i suoi uffici postali sono chiusi , può
acquistare i francobolli nei distribu-
tori automatici di piazza S. Pietro ; i
dentelli raffigurano le quattro
Basiliche patriarcali e lo stemma
del Papa. Un bel manoscritto in
miniatura è, invece , il francobollo
dell'Austria sulla vita di san Mala-
chia ; l'originale si trova nell 'ab-
bazia di Zwettl. San Marino,
infine, propone due carte telefo-
niche giubilari da 3 e 5 mila lire:
le immagini si rifanno all 'Annun-
ciazione dipinta da Giotto a
Padova e all'adorazione dei Magi
di Gentile da Fabriano.
LA FESTA
La prima domenica di settembre ,
a Venezia si svolge la regata
storica . L'origine risalirebbe alla
fastosa accoglienza a Caterina
Cornaro , regina di Cipro, quando
si stabilì nella Serenissima. Tra le
barche , la più bella è il Bucinto-
ro , usata anche il giorno dell 'A-
scensione per rievocare l'annuale
"Sposalizio con il mare", quando il
doge gettava nell 'acqua della la-
guna il suo anello . Oggi , dopo il
corteo, si svolge la regata vera e
propria che vede impegnati i gon-
dolini , imbarcazioni a due remi più
corte e strette della gondola.
SAGGEZZA IN PILLOLE
Settembre / la notte al dì conten-
de (con riferimento a/l'equinozio).
Per Santa Croce [il giorno 15] /
una pertica per noce (le noci si
staccano da/l'albero battendo i
rami) .
Chi vendemmia troppo presto /
svina debol e tutto agresto.
Per San Miche! [il 29] I il caldo
va in ciel.
BS SETTEMBRE 2000

5.2 Page 42

▲back to top
-- 7
- ,.
PRIMA P1GINA
I
Serena Manoni
A bbi amo intervistato
don En zo Gi ann el-
lo, fautore di un a
inizi ativa di punta a favo-
re dei giovani più sva ntag-
giati : il C.O.L. (Centro Ori z-
zonte Lavoro), una ONLUS
che è orm ai diventata fa -
mosa non sol o a Ca tani a
e non sol o in Si cili a.
so lo lavoro e se ne frega di
tutto il resto, soprattutto di
form arsi. Di etr o all a do -
manda di lavoro c'è molto
altro: il senso di quell o che
si fa, l a con sa p evo lezza
dell e prop ri e ca pac ità, la
cultura del lavoro che non
è so lo guadagnare soldi .. .
Per tutto qu esto so no ne-
cessari cors i di formazione!
Don Enzo, com'è nata que-
sta idea del C.O.L.?
Se l'obbedi enza ti spedisce
in un territorio a se rv ire i
giovani che l'abitano, e tu
ti acco rgi che il probl ema
più grand e è l'e margin a-
zione lavorativa, tu che gli
dài ai giovani il pall one al
posto del lavoro?
Insomma glielo date o no
il lavoro ai giovani disoc-
cupati?
Li aiuti amo a maturare pe r-
ché abb iano più fac ilità a
ce rcarl o e t rov arlo . Non
si amo un uffi cio di co ll o-
ca mento, né un' ass oc ia-
zione di imprenditori. Sti-
mo li amo la crea tività del
Capisco! Così hai trasfor-
gi ova ne: d eve cos truirsi
mato l'oratorio in ...
non essere costruito, deve
).-
Calm a... Non ho trasfor-
mato ni ente, ho cercato di
di ventare un creat ivo non
esse re un ri cettore passivo.
rispond ere all e esige nze
del qu arti ere, o rga ni zza n-
do un in te rvento organico,
CENTRO
M o lti no n tro va no lavoro
perché l'attendo no in erti .
Sp esso il l avo ro l o si
ca pace di essere in c isivo
in quell a parti co lare situ a-
zion e, tra drop out, disoc-
ORIZZONTE
inventa, lo si crea . ..
Avete uffici di supporto?
c up ati , vaga bondi a ri-
sc hi o di delinqu enza .. .
LAVORO
Ce1·to: il Centro studi e la
banca dati che chi ami amo
Wo rk-Ba nk, so no i fiori al-
E hai chiesto alle autorità
amministrative ...
Non abbi am o c hi esto null a... c i si amo in vece l' occ hi ell o d ell a no -
preparati a ges ti re progetti per l'occupaz ione che stra C.O .L. Ma abbi a-
non fossero so lo chimere. Insomm a ci si amo costi- m o an c h e l ' U ffi c i o
tuiti in coo perati va senza scopo di lucro (O N LUS) a Stampa per i rapporti
base di vo lontari ato.
co i medi a e l' Ufficio
Va bene, ma concretamente?
Progettazione co me
supporto all 'a uto im-
Noi accogli amo, ascolti amo, poi informi amo apren-
do al giovane interl oc utore più ori zzon t i poss ibili ,
compresa, ovvi amente, l'a utoimprendi to ri alità. La
prim a cosa comunque è l'ori entamento, la co noscen-
za di meccani smi di accesso al lavoro (co ll oca mento,
form azion e, co ncorsi ... ), dell e opportunità occ upa-
zion ali prese nti nel terri to ri o sia a Iive ll o sco lasti co
che professionale. Insomm a formi amo e informi amo.
prendito ri alità. Dul-
cis in fundo, la ri v i-
sta " Terzo Settore"
che, tra l'a ltro, in-
fo rm a i giova ni sul-
le op portunità di
lavoro.
Per saperne di più?
Spiegati meglio.
Sempli ce: telefo nare a 095/474.339, op pure v i a
Info rm are non basta . Non è vero che il giova ne ce rca e-mail : colct@dimtel.nti.it
SETTEMBRE 2000 8S

5.3 Page 43

▲back to top
SANTA MARIA DOMENICA MAZZARELLO
a fumetti ,,..----- - - -
NESSUNA E'PIU 'ABIL1= E
SVELTA DI LEI.
L.D.C.
G. Lubich, G. Trevisan
IL "COLLEGIO" DI MORNESE
NON BA.STA PILJ'A CONTENERE
L'ANSIA DI BENE C/.IE ARDE
NELLE' FIGLIE D I MARIA
AUSILIATRICE.
GIA' NEL 18"7L/ UN GRUPPETTO
DI SUORE PAR7E PER
BORGO S!iAN MARTINO .
POI ALTRE SCIAMANO
A 70R!NO, ALAS5/0, B !ELLA,
LU MON.CERRATO , NIZZA
MARITTIMA , LANZO 70RINESE,
Cl-I/ERI... E IN OGNI NUOVA
l='ONDAZIONE RIVIVE
LD "SPIRITO DI MORNESE" .
CERTO 0-IE, AD OGNI ADDIO,
PER LA MADRE E'COME
LE SI STR4PPASSE
UN BRANDELLO DI CUORE. ..
SIATE ESEMPI VIVENTI
DI CARITA', LUMINOSE
COME QUELLE STELLE
NEL CIELO .
LA PARTENZA PERBORDIG
DI SUORE S I STRINGE
DREPINOANO
E:' BELLO E SICU -
RO SEGUIRE GLI
INSEGNAMENTI DI
DON BOSCO .
BS SETTEMBRE 2000

5.4 Page 44

▲back to top
CORAGGIO, Cl SE -
PARIAMO SOTTO
I SUOI OCCWI
BENEDICENTI .
SETTEMBRE 2000 BS
E RESTA Ll' A SALUTARLE
A LUNGO, F!NC/./E'
s=MPAIONO
OLTRE L'ORIZZONTE .

5.5 Page 45

▲back to top
L.D.C.
DON BOSCO C~IEDE
VOLDNTARIE PER
L'AMERICA .
LE PRESCEL7E PER L'URUGUAY
SONO SEI. MA FRLl LORO
NON C'E' LA MADRE.
LEI E:' IL CUORE PULSANTE
DIGUELL'OPERA CI-IE
DALL 'IT,LJ,L/A ST-<\\ PER
IRRADIARSI NEL MONDO,E:
DON BOSCO LA VUOLE
AL CENTRO.
NON LEREST'A 0-IE
ABBRACCIARE LA CROCE
DELLA RINUNCIA E
ACCONTENTARSI
DI ACCOMPAGNARE LE FIGLIE
MISSIONARIEA ROMA I
DAL PAPA , E A CENOVA
ALL'IMBARCO,DOVE LlNC/./E
DON B05CO I-IA
ACC.OMPAGNA70 UN GRUPPO
DI SALESIANI IN PARTENz;:4 .
E ' IL 14 NOVG1,1BRE 1877.
BS SETTEMBRE 2000

5.6 Page 46

▲back to top
I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
A TETTO IN GIÙ
E RUOTE IN ARIA
QUEL MISTERIOSO
PUNTINO BIANCO
dietro interce ssione di Domeni-
co Savio e oggi guardando mia
figli a non po ss o far altro che
La sera del 28 nove mbre 1999, Agosto 1996. Mi accorgo di a-
ve rso le 24,45 , dopo aver tra- spettare una bambina e ne sono
vo lergli ancor più bene .
Daniela Fabbri, Forlì
scorso una pi acevole se rata in quanto mai fel ice. Inizia l'attesa
casa di amici in località San Ca-
tald o (Le), si amo saliti in auto
per far ritorno a Lecce , seguiti
da altre tre auto di amici. A me-
tà cammino , impro vv isam ente,
da un a str ada di ca mp agna
sbuca un 'auto a luci spente. Ho
ce rcat o di sc hi va rl a, ma era
tropp o tardi : l'impatto è stato
inevitabile . La mia macchina si
è in ca ppottata rigira ndosi più
volt e sull 'as falto , per rim anere
infin e a te tt o in giù e ruo te in
ari a. Siamo stati soccorsi dag li
amici che ci seguiva no, e da al-
tre persone. lo, malconcio, sono
riu scito a uscire dall'abitacol o, e
assieme agli altri abbi amo ti rato
fu ori anche mi a moglie che era
rim asta incast rata fra le lami ere .
Chi amata l'am bulanza , sia mo
per quel frugol etto ch e stava
cre scendo dentro di me. Inizia-
no anche gli esami di controllo
per la salute della bimba. I pri mi
cinqu e mesi trascorrono benis-
si mo, la bi mba cresce ben e. Ma
al quinto mes e co minciaron o i
guai . Durante una normale eco -
grafia riscontrarono un pu ntino
bi anco all 'altezza del cuoricin o.
Cercarono di non allarmarmi ma
mi co nsigliarono di fare un'eco-
graf ia più appro fondita in una
struttura di Bologna. Mi sentivo
ancora abb astan za tr anquill a,
ma non vedevo l'ora di tranqu il-
li zzarmi compl etamente. Fin al-
mente ar rivò que l giorno : mi
recai a Bologna con mio marito
e mi fece ro un'ecog rafia. Seguì
un pe riodo di attesa ne l co rri-
Ven. Artemide Zatti.
I MEDICI NON Cl
SPERAVANO PIÙ
Mio marito fu sottoposto, con
urge nz a , a tre operazioni:
due ernie e la prostata. Ad
interventi effettuati eg li peg-
giorò tanto che i medici
ormai non speravano più di
sa lvar lo . lo com in cia i con
fervore una no vena al caro
venerabile Artemide Zatti
che già mi aveva aiutato in
altre occasioni. Dopo pochi
giorni dall 'in izio della nove-
na , i medici notarono in lui
PER CASO
UN GIORNO ...
Sono una studente ssa universi-
tari a. Un giorno per caso ho let-
to sul Bollettino Salesiano una
grazia attribuita all'intercessione
Mamma Margherita per uno
student e universitario. Anch 'io
in questo periodo avendo avuto
alcune diffico ltà di vario genere,
ho affid ato a le i tutt e le mie
preoccupazion i. E tutto, grazi e a
lei , è andato bene. Spero con il
suo ai uto di raggiungere al più
presto il mio obietti vo , la lau rea
in psicol ogi a, e dive ntare un a
brava psicolo ga per esse re di
aiuto a tanti . Ch e il suo aiuto
non mi abbandoni mai.
stati trasportati in ospe dale. A doio. Il tempo non passava mai. un a ripresa in sp iegab ile.
me ri sc on t raron o un a frattu ra Perché? mi chiedevo co n preoc- Finita la novena egli poté tor-
M. T. , Palermo
allo zi gomo destro (e subito mi cupaz ione. Poi fin alm ente una
sono stati appl icati punti di sutu- dottoressa ci fece accomodare
ra all 'intern o e all 'esterno del nel suo studi o e ci parl ò mo lto
nare a casa fuori pericolo. lo
prego il Signore perché pre-
sto possiamo vedere il
PARTO
PROBLEMATICO,
labbro superi ore), e una secon- francamente. Anche loro aveva- nostro Venerabile innalzato
l I da frattura al polso destro co n no ri scontrato lo stesso puntino agli onori degli altari.
MA RIUSCITO
con seg ue nte sc hi acc iament o
del tendine. A mia moglie furono
di agnosti cate: frattura multipl a
al perone destro , vistosa co ntu-
sione su tutta l'anca, tum efazio-
ni in tutt o il co rp o, rottu ra dei
tendini del braccio destro e rot-
tura della ca lotta. Con siderando
la din ami ca dell 'in cide nte - i
nostri vestiti erano letteralmente
in zuppati di benzina - fu un ve-
ro mirac olo c he la macc hin a
non prese fuo co. La mattin a
susseg uente all 'inciden te, mi a
figli a min ore si recò sul po sto
per capirn e la di namica: sul ci-
glio dell a strada, posata sull 'er-
ba umida, ha trovato un'immag i-
nett a di san Domenico Savio
(c he abitu alm ente te nevo sul
cru scotto e che era stata sicura-
mente sbalzata fu ori nel rigirarsi
dell'auto). L'ha lasciata dov'era.
Otto giorni dopo , dimesso dall'o-
spedale, mi so no recato anch'io
sul luogo dell'incidente per ve ri-
ficare quanto mia figli a mi aveva
racc ont ato. Merav igli ato, co n
grande co mmo zione, ho notato
che l'imm agin etta del picco lo
Santo era ancora là. L'ho rac-
colta e adesso la porto sempre
con me. A noi altro non resta che
ring raz iare Domenico Savio per
averci sal vato la vita. Infatti, a
quanto hanno detto polizia e me-
dici curanti , l'incidente è stato di
tali proporzioni , ch e solo per
miracolo ne siamo usciti vivi.
Costanzo Coppola,
Lecce
SETTEMBRE 2000 BS
notato a Forlì. Ci spi egò che,
anche se in un a percent uale
non molto alta, questo difetto lo
si poteva associare al la sind ro-
me di Down. Ci cadde il mondo
addosso ! La dottoressa ci infor-
che av remm o potuto rag -
giungere una maggiore ce rtez-
za, facen do la fun icolocentesi,
es am e - tra l'altro - che prese n-
tava un ce rto rischio per la bam-
bin a. Che brutto ritorn o a casa
fu mai quello! Nessuno dei due
era in grado di parl are. Giu nti a
casa però, la tensione lasciò il
posto alla preg hiera. Non c'era
tempo da perd ere perch é es-
se ndo io già avanti nella gravi-
danza, dopo qualche settim ana
non avrei più potuto fare quell'e-
same. Mio marito, fortemen te in
cri si, insisteva. lo invece non ne
vo levo sapere e co nt inu avo a
co nfidare nel Signore. Trasco r-
revo praticamente tutta la gior-
nata a pregare e cercavo di co n-
vin ce re mi o marito a na.n fa re
que ll 'esame. Ne parlai al co n-
fesso re il quale mi co nsigliò di
aff ro ntare l'esame senza preoc-
c uparmi . Ma fu p ro pri o allora
che avve nn e un fatto meravi-
glio so. Un a se·ra erava mo in
,
Maria Teresa K. In Da domo
Necocea, Argentina
casa. Mio marito sentì un forte
profumo; non si riusciva a capi -
re da d ove pot esse ve nir e,
anc he perché in casa nos tr a
non c'erano fi ori. Non vi demmo
molta importanza. La sera suc-
cessiva la stessa cosa capitò a
me. Avve rtii molto intensamente
un profumo di fiori e il mio pen-
siero andò subito a san Dome-
nico Savio che nei giorn i prece-
de nti avevo impl orato e il cui
abitin o mi stava accompag nan-
do per tutta la gravidanza. Den-
tro di me cambiò tutto . Mi sentii
subito tra nquilla. Dal cielo era
arrivata la ri sposta che aspetta-
vo. Non così invece da parte di
mio marito che continuava a in-
sistere pe r l'esame. Per tr an-
qu illizzarlo pres i l'appuntamento
per la funicoloce ntesi. Ma prim a
vo lli consu ltare un altro speciali-
sta. Egli co ntro llò accuratamen-
te og ni picco lo dettag lio del feto
e c i r ass icu rò: q ue l p unti no
bi anco, altro non era che tendini
sov rappost i in una posiz ione
anomala. Scompari va così il tra-
gico sospetto che potesse trat-
tars i dell a sindrom e di Down.
Naturalmen te disdicem mo subi -
to l'esame. Il 23 April e 1997 ho
av uto la gi oia di abbr accia re
una bimba sana e meravigliosa.
Ringrazi o ogni giorno il Signore
per quello che ha fatto per noi ,
Nel 1998 mi è nata una bambina
al 6° mese di gravidanza; è vis-
suta 45 giorni poi è ritorn ata in
cielo. Nel 1999 mi sono recata al
Santuario di Mari a Au siliatrice a
Torino , dove ho ricevuto l'abitino
di san Domenico Savio che ho
subito indoss ato . Nell a stessa
se ttim ana mi sono ritrovat a in
dol ce atte sa. Ho fatto alcun e
nove ne al Sa nto. Dopo no ve
mes i di ansie, tr epid azion e e
riposo quasi continuo il 19 otto-
bre '99 mi sono improvvisamen-
te se ntit a ma le . Fu un p arto
molto probl emati co e ri schioso,
ma nacque una bambina di 2 Kg
e mezzo e in ottim a salute. Ora
Isabell a ha se i mesi, è sa ni s-
sima e io rin grazio san Dome-
nico Savio per ave rmi assistito
in questa rischiosa circostanza.
C. B., Alessandria
M. Romero Meneses Laura Meozzi
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
fi rmate e senza recapito . Su
richiesta si potrà omettere
l' indicazione del nome.

5.7 Page 47

▲back to top
I Don Alberto Mengon
È missionario nella martoriata Sierra Leon , dove spadroneggiano
miseria e guerra... Ha mandato a BS qualche riflessione
che volentieri pubblichiamo.
PAESE CHE VAI . ..
In occidente una cena al lume di candela è una cena romantica e ti
costa fior di quattrini. Qui la cena è sempre e solo al lume di candela,
perché l'energia elettrica non te la puoi permettere.
In Italia oggi per riempire una classe bisogna cercarsi gli alunni, e
spesso non li trovi . Qui classi con cento alunn i non sono un 'eccezione.
In occidente i bambini sono i padroni di casa, sono serviti per
primi, ricevono coccole e attenzioni. Qui solo quello che resta è per i
bambini.
In Italia la porta della chiesa è spalancata e la domenica a stento si
riempie la messa grande. Qui si apre la porta della chiesa solo pochi
minuti prima della messa altrimenti la gran folla prende possesso della
chiesa anche un ' ora prima, riempiendo ogni angolo possibile.
In occidente è educato eh.i consuma tutto ciò che ha nel piatto. Qui
è più educato chi lascia il piatto più pieno: l'avanzo è destinato ai
bambini che attendono alla finesh·a con occhi spalancati e stomaco
vuoto.
In occidente compri un pezzo di ten-a, scrivi, timbri, finni, paghi e
la te1Ta è tua. Qui la ten-a che compri è sempre proprietà del capo tribù
e ancora più in su, resta sempre proprietà di Dio.
In occidente i parroci devono esortare i fedeli ad accostarsi ai sa-
cramenti della riconciliazione ed eucaristia, qui bisogna frenarli.
In Italia una messa più è corta e più è apprezzata, qui è esattamente
il contrario .. .
FOCU
ZIVAN
Zivan è un serbo. Natural-
mente ortodosso. Un incidente
familiare lo ha reso quasi del
tutto cieco, la moglie è fuggita
lasciandogli la figlia da alleva-
re. Un giorno, disperato, bussa
all a porta della parrocchia sa-
lesiana di Muzlja. Lettere, te-
lefonate, accordi . .. e Zivan , il
serbo, si ritrova in Italia a Forlì
dove il dott. Busin lo sottopo-
ne a un intervento combinato
con trapianto di cornea e rico-
struzione del segmento ante-
riore, estrazione di cateratta e
impianto di lente intraoculare.
Ora ci vede, può dedicarsi alla
figlia. Ed è commosso dalla ca-
rità del "nemico": viene spes-
so in parrocchia con la figlia e
non fini sce di ringraziare. I
musulmani dicono che un sa-
cerdote cattolico e un dottore
cattolico hanno salvato la vita
a un ortodosso. E ne sono am-
mirati.
D
Qui Zivan ha bussato
perché qualcuno l'aiutasse.
BS SETTEMBRE 2000

5.8 Page 48

▲back to top
TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
CULTURA SALESIANA
di Francesco Motto
I salesiani a Villa Sora, Parma e Roma.
SALESIANI NEL MONDO
di Giancarlo Manieri
Don Bosco in Romania.
-
I
a.
:;;
(.)
w
zN
aw :
ii:
i5
o
ti
iui:.
::>
cci
:~~
1ii
~
.9
ci.
"'(.)
~
~
(.)
e
"E '
'6
o
~
E
NUOVI SANTI
di C. Socol e S. Miro
Monsignor Versiglia e don Caravario santi .
INSERTO BASILICHE GIUBILARI
di Natale Mattia/i
Il santu ario di Pompei.