Bollettino_Salesiano_201003

Bollettino_Salesiano_201003

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Mensile - Anno CXXXIV - nr. 3
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 3/2010
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Marzo 2010

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Basandoci sullo stesso criterio
teologico che permette di parlare
della Vergine come “Madre di Dio”,
possiamo anche parlare di Lei
e san Giuseppe come “educatori
di Dio”.
>> In Maria scopriamo il modello
della dedizione a un servizio gene-
roso e dimentico di sé: quando si
reca presso la sua parente Elisa-
betta per esserle di aiuto durante
la gestazione e il parto, senza
preoccuparsi della propria situazio-
ne; o quando, a Cana, è attenta ai
bisogni altrui, pur non avendo essa
nessuna responsabilità. È la Madre
di cui, anni dopo, si dirà: ”il Figlio
dell’uomo non è venuto per essere
servito, ma per servire e dare la
sua vita in riscatto di molti” (Mt
20,28). Ma, soprattutto, in Maria e
in Giuseppe, quando per vie diver-
se sono invitati a collaborare al
Piano della salvezza, vediamo che
entrambi, con le parole e più anco-
ra con il loro atteggiamento, ri-
spondono incondizionatamente al
Signore: la loro fede si traduce in
obbedienza totale. “Ecco l’ancella
del Signore; si faccia in me secon-
do la tua Parola” (Lc 1,38). “Desta-
tosi dal sonno, Giuseppe fece co-
me gli aveva ordinato l’angelo del
Signore” (Mt 1,24; cfr. 2,14). Il Fi-
glio imparò perfettamente questa
lezione fino a farla diventare l’at-
teggiamento centrale della sua vi-
ta: “obbediente fino alla morte, e
morte in croce” (Fil 2,8b).
ٗ
Marzo 2010
Anno CXXXIV
Numero 3
Mensile - Anno CXXXIV - nr. 3
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB PD
Spedizione nr. 3/2010
In copertina:
Essere padre è un
impegno grande. Molto
del futuro dei figli dipende
dai padri, dalla loro
capacità di incidere come
educatori sui propri figli.
Non si può essere padri
a mezzo servizio.
Foto: Martín Tadeo
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
Marzo 2010
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Direttore:
GIANCARLO MANIERI
CHIESA
12 Centesimus annus (10a)
di Silvano Stracca
ATTUALITÀ
14 Territori attraversati da segnali
di Nadia Ciambrignoni
VIAGGI
18 La Via Christi a Junin de los Andes
di Giancarlo Manieri
MISSIONI
20 Una mamma per 1700 orfani
di Vincenzo Donati
IL TEATRO DI DON BOSCO
23 Il teatro e don Rua
di Michele Novelli
FMA
28 Un aquilone per volare alto
3
di Maria Antonia Chinello
RUBRICHE
2 Il Rettor Maggiore – 4 Ribalta giovani – 6 Lettere al Direttore – 8 In Italia & nel Mon-
do – 11 Osservatorio – 16 Box – 17 Zoom – 22 Lettera ai giovani – 27 Bagliori – 30 Li-
bri – 32 On Line – 34 Come Don Bosco – 36 Arte Sacra – 37 Laetare et benefacere… –
38 Sfide etiche – 40 Dibattiti – 41 Note sulle note – 42 I nostri morti –
43 Il mese – 44 Prima pagina – 45 Relax – 46 I nostri santi – 47 In primo piano/Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
Natale Maffioli - Francesco Motto - Vito Orlando
Segreteria: Fabiana Di Bello
Collaboratori: Severino Cagnin - R. Desiderati
Graziella Curti - Enrico dal Covolo - Bruno Ferrero
Cesare Lo Monaco - Giuseppe Morante -Vito Orlando
Marianna Pacucci - Gianni Russo - Roberto Saccarello
Arnaldo Scaglioni - Silvano Stracca - Maria Antonia Chinello
Fotoreporter: Santo Cicco - Cipriano Demarie
Chiara Fantini - Tadeo Martin - Vincenzo Odorizzi
Guerino Pera
Progetto grafico: Laura Tononi
Impaginazione: Puntografica s.r.l. - Torino
Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione e Amministrazione: Luciano Alloisio (Roma)
Stampa: Mediagraf s.p.a. - Padova
È possibile leggere in anticipo
il prossimo numero, collegandosi
al sito Internet:
http://biesseonline.sdb.org
SALESIANO
O
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.643
e-mail: <biesse@sdb.org>
Direttore <gmanieri@sdb.org>
Fondazione DON BOSCO
NEL MONDO - ONLUS
Banca Intesa - Fil. Roma 12
IBAN: IT 20 P030 6905 0640 0000 3263199
Ccp 36885028 - CF 97210180580
e-mail: <donbosconelmondo@sdb.org>
web: www.fdbnm.org
Il BOLLETTINO SALESIANO si stampa nel mondo
in 56 edizioni e 29 lingue diverse. Raggiunge 131 Nazioni,
più di quelle in cui operano i salesiani.
Associato alla
Unione Stampa
Periodica Italiana
BS MARZO 2010

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RIBALTA
G IOVANI
di Gionata Di Cicco
SAPORI DI UN TEMPO
Sarà il marchio Sgt a proteggere (si fa per dire)
la pizza napoletana da contraffazioni. È il riconoscimento UE
di specialità garantita per la pizza più famosa del mondo. Però…
GGnam gnam! La nostra Pizza
Napoletana è diventata da tempo
specialità protetta. Merita la lettera
maiuscola. Il Comitato Europeo per
le indicazioni geografiche ha assegnato
a oggi, il 75% delle varietà delle
colture agrarie sia andato perduto
nel mondo. In Italia alla fine
dell’Ottocento si contavano ottomila
varietà di frutta. Oggi se ne contano
un premio a questa grande e geniale
circa duemila. Una strage
invenzione, forse una vittoria dall’alto
di biodiversità. Difendere la terra
valore simbolico. O è forse il Requiem
dall’impoverimento dell’agricoltura
di un souvenir, di un modo di vivere
intensiva industrializzata, ricca
che sta scomparendo sotto l’assedio
di chimica e pesticidi, è una priorità
di una mondializzazione omologante?
che sa di futuro.
I sapori e la cucina in noi giovani
Mac Donald per molti adolescenti
evocano lo stare insieme, la tavola,
è diventato il luogo dove assaggiare
il momento del ritrovo. Siamo a marzo. pizze di gomma. Sapori forti e drogati
Il Generale Inverno è stato sconfitto quelli della Coca Cola, dei Mac Menù
(o quasi). che hanno sostituito un buon bicchiere
È il giusto periodo per risorgere, di vino rosso italiano. Cibo industriale
e praticare la nostra arte culinaria. pieno di ormoni, mucche pazze, e polli
Effettivamente si sottovaluta, ma tanti
di noi giovani amano cucinare!
5 allevati barbaramente a milioni.
Per l’accaparramento di cibo e acqua
Una tavola ben imbandita è un
si prevedono guerre e miserie nel
richiamo irresistibile. Cucinare
nuovo millennio. Dalla produzione,
e mangiare significa preparare la giusta all’uccisione delle bestie, per arrivare
accoglienza agli ospiti, e onorare alla tavola, si consuma senza conoscere
gli amici in un momento di gioia
la fatica della terra, la riconoscenza
condivisa. I cibi sono legati ai ricordi tipica delle società contadine, che fino
e si mescolano con i sentimenti delle
a cinquanta anni fa disegnavano
nostre allegre camerate.
un’Italia oggi quasi scomparsa.
La tradizione del carnevale, appena
Abbiamo tolto le maschere dei
lasciato alle spalle con le tenere e Pulcinella e preferiamo Hallowen e le
irriverenti maschere di Arlecchino,
zucche, svuotiamo le stanze e le aule
Stenterello, Pulcinella, segna l’inizio del
dei Crocifissi lasciati sui muri ad
periodo di Quaresima, il tempo che ci
ammuffire, privati da tempo del loro
separa dalla Pasqua, dal Mercoledì
significato straordinario. E ci
delle Ceneri alla Domenica delle apprestiamo alla Pasqua, denudati di
Palme. Un mese denso marzo. Quanti
tante memorie, di assetti di vita
segni, quante identità e storie dentro
sempre meno comunitari, di spazi
i cibi, dentro queste tradizioni. sempre meno sociali, invasi dalla logica
Italia terra di antichi contadini, di mille
di Sky e delle Pay Tv. Dove sono
piatti comunali, infine terra di varietà i nonni? Dove i cibi? Sembra che tutto
organolettiche. Terra amata da noi
sia finito nello schermo televisivo.
ragazzi. Da cui troppe volte dipartire
L’Italia è per troppi versi diventata
con immenso dolore per l’attuale un Paese invaso da modelli che non ci
mancanza di lavoro. Purtroppo un appartengono. Era il giardino d’Europa
Paese non più riconoscibile nei con i suoi mari, i suoi cibi, i suoi valori
supermercati dove s’incrociano sapori, cristiani. Che cosa ne stiamo facendo?
odori sempre più insipidi. I mercati
L’ennesimo grande supermercato?
rionali sono in via di estinzione.
Un’immensa Babilonia? Meglio che
La gente che lavora, costretta a correre
noi giovani ci si sieda a tavola
per sopravvivere, è stata ormai
a mangiare gli spaghetti
abituata a mangiare con gli occhi, a
c‘a pummarola ‘n coppa! Fuori tira
comprare veloce. E più una mela è
aria di tempesta. Evviva l’Italia!
grande, gonfia più passa l’esame del Un paese senza Pulcinella e ancor più
compratore. Vedere e comprare. È il
Gesù, ostaggio delle zucche,
trionfo della seduzione dell’occhio del
è una sconfitta! Povera Patria!
marketing sulla Vita. La FAO stima che,
Ha dda passà ’a nuttata!
BS MARZO 2010

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LE TT E R E AL D I R E TT O R E
Vi auguro lo stesso Buonna- ghino”… preferisco pensare cerdoti, né io l’ho mai negato.
tale e Buonanno!
che lei si riferisse… alla catte- Ma la cosa proviene dal fatto:
Marc@... dra episcopale di Santa Klaus! 1. che sono stati mitizzati,
NATALE NIET. Caro di-
rettore, hai sentito di
quel preside di una cit-
tadina del reatino che ha proi-
bito il Natale, per non offen-
dere i musulmani? […].
Non dica sciocchezze, almeno
non troppe tutte in una volta.
Tutti i Babbo Natale (le Mam-
me no! Quelle sono un aborto
dei moderni media commer-
ciali) derivano dallo stesso,
stessissimo personaggio stori-
co che non era per niente pa-
gano, al contrario era un cri-
stiano, anzi un vescovo e pure
santo: san Nicola di Myra, in
Turchia, la cui storia è emi-
grata in Occidente dove è di-
ventato in Italia San Nicola di
Bari, in Austria, Belgio, Ger-
mania, paesi scandinavi Santa
Klaus. Ancora in alcuni luoghi
viene rappresentato addirittu-
ra con abiti vescovili, invaria-
bilmente rossi, e barbone bian-
co. Il commercio l’ha lenta-
Comunque, se vuole saperne
di più e meglio, visto che mi ha
inviato una e-mail, le suggeri-
sco di digitare su Google o
qualsiasi altro motore di ricer-
ca, San Nicola di Bari e nel-
l’enciclopedia libera Wikipe-
dia troverà notizie a iosa sulla
questione.
SACERDOTI NON DE-
GNI. Caro direttore, le
scrivo perché di recente
il programma TV “Le Iene” ha
mostrato alcuni ministri di Dio
che non utilizzavano le mani
solo per benedire, ma anzi, per
toccare e appurare cose che il
voto di castità dovrebbe proi-
quasi figli di un Dio maggiore;
2. che sono stati considerati
irreprensibili, inattaccabili,
immarcescibili;
3. che – proprio per le prime
due ragioni – sono stati posti
in una nicchia e sotto vetro,
bene in vista, per cui si è len-
tamente dimenticato che quei
signori lì erano come tutti gli
altri uomini né più né meno.
“Ma hanno scelto una profes-
sione… Ma hanno fatto un vo-
to… Ma hanno giurato al ve-
scovo…”. Quanti uomini han-
no scelto professioni, fatto
promesse, giurato fedeltà ai
loro capi e poi hanno combi-
nato pasticci colossali? Nella
schiera, in questa schiera, ci
sono imperatori e regine; no-
Silvio, Rieti mente trasformato in un bire. […] Sono stanco di sen- bili e ministri, e ancora gover-
6
Sì, l’ho sentito purtroppo. Mi
chiede un parere, ma la cosa
è d’intuizione immediata: l’il-
luminato e apertissimo capo
di istituto per non offendere i
musulmani ha offeso gli ita-
liani. Sic et simpliciter.
innocuo nonnino con tanto di
biga e renne volanti che se ne
va in giro a fare doni ai bimbi,
in attesa del dono più grande,
il dono di Gesù. Sicché di pa-
gano c’è poco. Pagana, del
tutto, è la pubblicità, il cui in-
tento, come ben sa, non è far
tirmi rispondere “Anche i preti
sono uomini e come tali sono
anche peccatori”, la reputo
una risposta di comodo. […]
Non si può negare che si siano
pure cattivi sacerdoti! […] Un
cattivo ministro di Dio quanto
può deturpare la Chiesa?
natori, giudici, avvocati, psi-
chiatri, professori universitari,
imprenditori, commercianti,
mariti, mogli, fidanzati: chi ha
giurato sulla costituzione, chi
davanti a Dio, chi davanti al
popolo, chi davanti alla pro-
pria coscienza…
NATALE PAGANO. Hai
visto, direttore?... Or-
mai ci sono più Babbi
doni ma far soldi. Tanti, tantis-
simi, per cui tutto è lecito, an-
che le Mamme Natale. Non ri-
spondo alla storia del “cadre-
Stefano, Bologna
Caro signore, ha detto benissi-
mo, ci sono dei “cattivi” sa-
Or dunque, anche se lei si è
stancato di sentirlo, occorre
ribadire con forza e convin-
zione che i preti sono uomini
Natale (e anche Mamme Na-
A P P E L L I tale, queste però debitamente
svestite nonostante il gelo
d’inverno) che Gesù Bambi-
no. Vi hanno fregato, insom-
ma. Hanno scalzato Gesù e
ci hanno messo un Pincopal-
lino qualsiasi di origine pa-
gana, con la barba bianca e il
vestito rosso (Mbè… eccetto
Mamma Natale che gli hanno
risparmiato la barba e pure i
vestiti: tempi di crisi caro di-
rettore!). Bisogna che andate
a mendicare qualche Gesù
Bambino in qualche banca-
rella di extracomunitari, ma-
gari pure musulmani. Però ti-
rando tutti i conti non mi di-
spiace più di tanto, perché
siete sempre stati sul cadre-
ghino e adesso vi fa bene sta-
re un po’ sotto e magari ele-
mosinare qualche Gesù dai
musulmani. Mi perdonate?
I Chiediamo notizie del
padre Porfirio Langarica,
messicano che ha studiato
a Chaville in Francia, dove
era cappellano delle suo-
re. Ora è tornato in Messi-
co. elenagerin@virgilio.it.
I Sono Elvira e ho 26 anni.
Mi piace la musica, legge-
re, cucinare e conoscere i
vari carismi della Chiesa.
Mi piacerebbe corrispon-
dere con ragazzi/e della Si-
cilia, d’Italia e del mondo
dai 25 ai 35 anni. Scopo
amicizia e scambio espe-
rienze di fede. Molto gradi-
ti anche religiosi e suore.
Scrivetemi all’e-mail: te-
ner_orso@hotmail.it.
I Sono una ragazza di 40
anni, mi chiamo Antonia e
sono molto sola. Cerco ami-
ci e amiche di penna per
sconfiggere la solitudine che
è molto brutta. Scambio an-
che santini. Carta d’Identità
Antonia n° AO8530907 – Fer-
mo Posta Centrale, 51100 Pi-
stoia (PT).
I Sono affetto da psoriasi
volgare con chiazze, squa-
me e prurito nell’80% del
corpo. Non posso usare
medicinali biologici per via
dei reni… Chiedo se qual-
cuno ha trovato beneficio
con terapie omeopatiche
o altro rimedio. Aiutatemi.
Fr. Cucco Vittorio, via Ca-
stellano 2506, 63019 Ca-
scinare (FM).
I Mi chiamo Patrizia e ho
51 anni. Colleziono qua-
dretti e segnalibri fatti con il
cartone delle scatole delle
merendine con massime
sul retro e illustrazioni. Gam-
ba Patrizia, Via Fantaguzzi
12, 14100 Asti (AT).
I Cerco in regalo o a mo-
dico prezzo vestitino antico
per Gesù Bambino. Appel-
lo rivolto anche a conven-
ti e monasteri. Scrivere a:
Martino Carmine, Casella
Postale 71, 81100 Caserta
Centro.
MARZO 2010 BS

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‘‘ come tutti gli altri e peccato-
ri come tutti gli altri. E, badi
bene, questa non è una giusti-
Non ci è stato possibile
pubblicare tutte le lettere
pervenute in redazione. Ce
ficazione ma semplicemente ne scusiamo. Provvedere-
una lapalissiana verità! Il mo a suo tempo alla pub-
prete ha ricevuto il sacramen- blicazione o alla risposta
to dell’ordine, gli altri quello personale.
del matrimonio (quanti fedi-
Sono scocciato, ma so che
non c’è niente da fare, non
c’è modo di difendersi, se lo
fai è peggio […].
Antonio, Padova
Caro Antonio, c’è qualcosa su
cui è bene riflettere e che po-
fraghi infedeli?) e quasi tutti
trebbe servire come difesa ai
hanno ricevuto gli altri 5 sa-
cramenti. Non esiste purtrop-
po nessun sacramento che
renda immuni gli uomini dal
peccato (a cominciare dal Pa-
pa e finire all’ultimo clande-
stino sbarcato con la più scas-
sata carretta del mare). Un
cattivo ministro di Dio può
deturpare il volto della Chie-
sa tanto quanto un cattivo mi-
nistro della repubblica, tanto
quanto un cattivo spazzino!
Fortunatamente là dove noi
vediamo l’esteriorità superfi-
ciale, Dio vede l’interiorità
più profonda, è ben per que-
Vantava la prima ferrovia d’I-
talia (Napoli-Portici-1839), il
primo battello a vapore Mar-
siglia-Napoli, e ancora impre-
se laniere, di sericoltura, di
maioliche e porcellane (famo-
se quelle della Real Fabbrica
di Napoli); concerie, filande
specializzate in velluti, fonde-
rie, cartiere che esportavano
in tutta Europa, industrie me-
tal meccaniche, ecc. Dopo
l’Unità, il nuovo Stato, guida-
to da soli uomini del Nord, ab-
bandonò praticamente il Sud,
che cadde in depressione; la
coscrizione obbligatoria privò
“terroni”. A parte che non in
ogni zona del mondo il Sud è
svantaggiato rispetto al Nord.
A parte anche che prima del-
l’unificazione d’Italia il Sud
dei Borboni era più avanzato
del Nord piemontese e del
Centro pontificio. Dunque,
mettiamo la cosa su un piano
del tutto diverso da quello
geografico, un piano che po-
tremmo definire morale. Viene
spontanea una riflessione. Il
Sud geografico si riduce a
una questione di punti di vi-
sta: se sono al Polo Nord è
Sud anche la Norvegia, e se
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
A CASA TUA
sto che il nostro giudizio è in le campagne di giovani per 5 sono su un satellite anche il Il Bollettino
genere e in specie tanto lonta- anni, la chiusura di uffici e mi- Polo Nord è Sud rispetto a me,
no dal suo.
nisteri e lo smantellamento quando gli sono sopra. La
dell’esercito aumentarono a faccenda diventa, invece, ter-
Salesiano viene
inviato gratuitamente
7
SONO DEL NORD.
Egregio direttore, […]
voglio dire la mia. Non
mi piace il Sud e, a dire la ve-
rità, nemmeno i suoi abitanti,
perché lavorano poco e appe-
na possono vengono a sfrutta-
dismisura i disoccupati, le for-
ti tasse indebolirono l’econo-
mia… E nacque il brigantag-
gio, che non si fermò più. Na-
poli era splendida, la sua
popolazione si aggirava attor-
no alle 450mila unità, ben
lontana dagli 80mila di Tori-
no e 120mila di Londra e di
ribilmente seria quando si va
a cercare e/o a discutere del
Sud dell’anima. Allora ci si
rende conto che anche gli
esquimesi che stanno più a
nord di tutti possono avere un
sud dell’anima che potrebbe
essere mefitico! Ecco, vedi,
secondo il mio parere, il sud
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
re il Nord, perché siamo più Parigi. E non accenno alla dell’anima sarebbe l’unico
avanzati di loro […]. Sono cultura. Questo solo per dirle vero territorio da bonificare,
degni individui un po’ […] in che dovremmo essere un po’ l’unica landa da far rifiorire,
mano alla camorra […]. Dan- più accorti nel parlare e ri- l’unico deserto da irrigare.
no l’impressione che preferi- spettarci un po’ di più, perché T’invito perciò a pensare al
scono delinquere invece che non è tutto oro quello che luc- sud dell’anima, lasciando
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
lavorare […].
cica né tutto letame quello che perdere quello geografico. subito il cambio
Velia, Trento non luccica! Bisogna parlare Mantieni in ordine quello spa-
anche con la testa non solo zio, non avrai alcun bisogno
di indirizzo.
Cara signora, la sua mi ha con la bocca, e soprattutto ri- di desiderare un nord geogra-
meravigliato, e un po’ mi ha cordare che Dio ci ha fatti fra- fico. Mi vengono in mente le
anche fatto arrabbiare. Non telli: siamo tutti discendenti di frasi di due grandi. La prima
capisco queste accuse gratui- Adamo ed Eva.
la riferisco al nord geografi-
te contro il Sud. Dove, peral-
co ed è di Dante: “Non ti cu-
tro, ho avuto la fortuna di stu-
diare e mi sono fatto degli
amici che dopo tanti anni scri-
vono ancora. A questo punto è
bene che diciamo pane al pa-
SONO DEL SUD. Caro
direttore […], sono del
Sud, e mi pesa, perché
rar di lor ma guarda e pas-
sa!”. Don Bosco ne ha una si-
mile: “Laetare et benefacere
e lasciar cantar le passere!”.
La seconda è di John Ken-
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
ne e vino al vino. E allora mi sto di casa al Nord e dunque nedy, ne faccio una perifrasi: Casella post. 18333
permetto di appuntarle qual- sono un “terrone” […]. Quan- “Conosco tanti nordisti con 00163 ROMA Bravetta
che nota storica. Prima del- do si presenta l’occasione c’è l’anima sudista e tanti sudisti
l’Unità, il regno dei Borboni sempre chi me lo ricorda con l’anima nordista”. Lui
era più avanzato e moderno […], anche a scuola. E anche parlava di bianchi e neri, ma
fax 06/656.12.643
E-mail: biesse@sdb.org
che non il regno dei Savoia. i miei vicini di banco […]. c’est la même chose.
BS MARZO 2010

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& IN ITALIA
NEL MONDO
CATANIA, ITALIA
FESTA MGS.
UNA GIORNATA
INDIMENTICABILE
Festa del Movimento Giova-
nile Salesiano del 29 novem-
bre a Catania. Il Rettor Mag-
giore ha chiesto ai giovani di
essere lievito nella terra feri-
ta di Sicilia. Ha poi ascoltato
e risposto alle domande de-
gli animatori, sempre con
grande attenzione, schiettez-
za e concretezza. Don Bosco
aveva “mani pastorali”; an-
che i suoi piedi erano “pa-
storali”, perché andava a tro-
vare i ragazzi senza asso-
lutizzare le opere e le strut-
ture. A tutti i salesiani è ri-
chiesto di essere persone di
alta sensibilità sociale, di cu- stata la festa del Movimento ti e giovani provenienti da nuovi, preghiere. “Io ci sto”,
rare la dimensione del grup- Giovanile che si è tenuta il tutta la Sicilia, dalle loro vo- “Noi ci stiamo”, recitava lo
po e della comunità, di crea- 29 per l’intera giornata pres- ci, colori, sguardi, sorrisi, spot di presentazione della
re un ambiente attraente così so il “Pala Catania”. La canti, danze, giochi, silenzi giornata e la risposta è stata
8 come attraente è il volto di grande struttura è stata riem- d’attenzione, messaggi forti, reale e concreta. (M. Pappa-
Gesù. Cuore della visita è pita da circa 5000 adolescen- abbracci, incontri vecchi e lardo)
ROMA. SALA
CAPITOLARE
DEL SENATO
SISTEMA
PREVENTIVO
E DIRITTI UMANI
Nella sala Capitolare del Sena-
to della Repubblica sono stati
presentati gli Atti del Congres-
so Internazionale “Sistema
Preventivo e Diritti Umani”
celebrato alla Pisana nel gen-
naio 2009. Sono intervenuti il
senatore Pietro Mercenario,
presidente della Commissione
straordinaria per i diritti umani,
il Rettor Maggiore dei salesia-
ni, il sottosegretario alla presi-
denza del Consiglio dei Mini-
stri Carlo Giovanardi, la dotto-
ressa Carola Carazzone del-
l’ufficio Diritti Umani del VIS.
Il regista Davide Demichelis
ha presentato il cofanetto mul-
timediale che raccoglie i temi e
le conclusioni del congresso e
quattro talk-show sulle espe-
rienze dei figli di Don Bosco
nei cinque continenti a propo-
sito dei diritti umani.
HONG KONG, CINA
SALESIAN
CATECHETICAL
CENTRE
Lo scorso dicembre è stato
inaugurato a Hong Kong,
presso la Tang King Po
School, il nuovo centro cate-
chistico salesiano, dotato an-
che di statue, medaglie, og-
getti religiosi oltre che di li-
bri, cartoline, suppellettili sa-
cre, ecc. Solenne la cerimo-
nia, cui hanno preso parte
numerosi salesiani e clienti
del negozio. Nella ex-colonia
inglese i cristiani sono un
gruppo bene organizzato,
convinto e stimato, anche
grazie alle otto opere salesia-
ne con scuole prestigiose e
oratori frequentati, parroc-
chie e numerose cappellanie.
MARZO 2010 BS

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redazionale
SCORZÉ, ITALIA
UN MONUMENTO
Il 4 ottobre 2009 la cittadina
di Scorzé si è assembrata nel-
la piazza del paese per la be-
nedizione della targa che ha
intitolato la stessa piazza al
loro concittadino, il salesiano
don Massimiliano Giovanni
Gomiero, missionario in Thai-
landia. Contemporaneamente
è stato inaugurato un busto in
bronzo dello stesso sacerdote,
opera del maestro Thaisak di
Bangkok che di don Gomiero
fu grande amico. Sono state
inoltre consegnate alle 3800
famiglie del paese le copie,
una ciascuna, dell’opuscolo
scritto da Antonio Alessi che
racconta la vita missionaria di
don Gomiero, il quale ha la-
sciato una forte impronta nei
luoghi dove ha svolto il suo
apostolato.
NUMISMATICA
a cura di
Roberto Saccarello
40° ANNIVERSARIO
9
DELLO SBARCO SULLA LUNA
CASELLE TORINESE,
ITALIA
LA CAPPELLA
DELL’ORDINAZIONE
150 anni fa, il 29 giugno
1860 nella cappella di
sant’Anna di Caselle torinese
veniva ordinato il beato Mi-
chele Rua, che 28 anni dopo,
alla morte di Don Bosco,
sarà il suo primo successore.
Per ricordare e celebrare l’e-
vento, il Rettor Maggiore dei
salesiani don Pascual Chávez
con il suo Consiglio, dome-
nica 20 dicembre 2009 si è
recato nella cittadina, presso
la cappella dell’ordinazione.
Don Pascual ha auspicato
che quel luogo possa essere
inserito negli itinerari del
pellegrinaggio ai luoghi sale-
siani, soprattutto in questo
anno che ricorda il centena-
rio della morte del beato, av-
venuta il 6 aprile del 1910.
Grande la partecipazione di
popolo e autorità nonostante
il freddo pungente, segno del-
la simpatia della comunità ca-
sellese verso i figli di Don
Bosco. È stata l’Associazione
sportiva dilettantistica “Don
Bosco Caselle” che ha orga-
nizzato l’incontro.
Quaranta anni fa il mondo intero restò incollato per
ore davanti alla televisione per assistere all’avveni-
mento più spettacolare del mondo e di tutti i secoli:
l’uomo per la prima volta sbarcava sulla Luna. Euforia
e toni trionfalistici caratterizzarono quelle giornate.
Con una raffinata medaglia d’argento, plasmata da
Valeria Sicilia e coniata a cura di Picchiani & Bar-
lacchi di Firenze, la Repubblica di San Marino ha
commemorato il 40° anniversario dello sbarco del-
l’uomo sulla Luna.
Il volo storico dell’Apollo 11 iniziò il 16 luglio 1969
con l’obiettivo dello sbarco sulla Luna. Il modulo lu-
nare toccò la superficie del satellite il 20 luglio 1969,
nei pressi del margine del Mare della Tranquillità e
poche ore dopo Armstrong mise per primo il piede
sul suolo lunare, pronunciando le parole: “Questo è
un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigan-
te per l’umanità”.
Sul diritto della medaglia, pesante 50 grammi
d’argento 986/1000, è raffigurato l’astronauta Buzz
Aldrin con alle spalle il LEM in orbita. In lontanan-
za si libra sull’orizzonte la Terra che, minuscola e
per metà in ombra, contrasta le grigie pianure sot-
tostanti. Nel rovescio veduta della Prima Torre di
San Marino e sullo sfondo la Luna. Tiratura: 1200
esemplari.
BS MARZO 2010

1.10 Page 10

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Quando eravamo anche noi migranti…
Troviamo nel BS del febbraio 1910
un articolo sugli emigrati italiani in Brasile.
Ne offriamo un interessante stralcio.
10
RAGUSA, ITALIA
PROMESSE DEI
SALESIANI
COOPERATORI
Il 18 dicembre ulti-
mo scorso, anniver-
sario di fondazione
della Congregazione
Salesiana, in tutte le
loro case sparse nei
cinque continenti i
figli di Don Bosco
si sono riuniti per
rievocare l’evento
avvenuto 150 anni
fa nella cameretta
di Don Bosco dove
due adulti e 15
giovani diedero
inizio a quella che
oggi è la congre-
gazione salesiana.
La cerimonia è
stata suggellata
dalla rinnovazio-
ne corale dei voti religiosi. In
alcune comunità gruppi di
collaboratori hanno emesso la
loro promessa di salesiani
cooperatori come a Ragusa.
(Cfr. foto)
La chiesa di COLONIA PIAGUY
(Lorena, Brasile)
COLONIA PIAGUY (Lorena, Brasile) – Questa co-
lonia italiana ebbe una visita dei nostri missionari. Il
sac. Sante Antonio Della Via, in data 14 dicembre,
scriveva: – Quei bravi coloni, avvisati un mese pri-
ma del nostro arrivo, ci aspettavano ansiosi. Lo spa-
ro di mortaretti ci annunciò alle famiglie più distanti
invitandole ad accorrere alla bella chiesuola. Confes-
sai fino ad ora tarda ed il giorno dopo, colla chiesa
piena zeppa di popolo, si celebrò la prima messa alle
6 e l’altra alle 9.
Feci la predica e si può immaginare con che entusia-
smo! Aver sotto gli occhi centinaia di coloni italiani,
pieni di fede e di devozione! “Insieme col vostro brac-
cio forte, dissi, voi avete portato qui anche la fede d’I-
talia; continuate ad onorar la nostra patria mostrando a
tutti che gli Italiani sono galantuomini, perché sono
buoni cristiani”. […] Ogni famiglia è proprietaria di un
terreno di circa 12 ettari.
[…] È bello il parlar con loro il dialetto delle varie pro-
vincie italiane, specialmente il veneto, che è quello del-
la maggior parte. Interrogati se fossero contenti, rispo-
sero che non c’era tra loro chi potesse lagnarsi. Tutti la-
vorano da mane a sera, e ricevono sempre il frutto de’
loro sudori. Mi assicurarono che fra loro la questura
non ha da fare, perché evitano le risse e tutto quanto
potrebbe provocarle.
VILNIUS, LITUANIA
PREMIO
“SAN CRISTOFORO”
Al direttore dell’opera sale-
siana di Vilnius e direttore del
Bollettino Salesiano lituano,
don Alessandro Barelli, il sin-
daco della città ha consegna-
to personalmente (cfr. foto) il
premio intitolato a “San Cri-
stoforo”, per il lavoro svolto a
favore dei giovani, soprattutto
a livello educativo. La sta-
tuetta/premio, di bronzo, rap-
presenta il patrono della capi-
tale e del Paese. Istituito 12
anni fa, il premio viene asse-
gnato ogni anno, da una spe-
ciale commissione, a 10 citta-
dini che si sono distinti in vari
campi di interesse sociale (ar-
te, cultura, sostegno sociale,
imprenditoria, educazione).
MARZO 2010 BS

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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O SSERVATORIO Anna Rita Delle Donne
ALICE E GLI ALTRI (29)
Divagazioni (mica tanto) su un evento che quando capita
– e capita, altro che! – crea non poco disagio:
gli errori dei padri.
“S ono così contenta! Tra due settimane stato un mito, per me, l’uomo che aveva sempre
arriva nonna per passare con noi la ragione, qualsiasi cosa facesse o dicesse. Mi sarei
Pasqua. A casa sono tutti più sereni, il buttato nel fuoco per lui. E adesso, come un
lavoro di mamma va bene e credo proprio che ragazzino imbranato combina questo disastro e
quest’anno mi lasceranno venire alla casa al distrugge una famiglia! Che schifo!”. Alice, in
mare di Sara con tutti voi per un paio di giorni. silenzio, abbraccia il suo ragazzo che vede vera-
Non vedo l’ora, Fabio”, dice Alice tutta sorriden- mente disperato, e forse per la prima volta in vita
te. Alice e Fabio stanno facendo la quotidiana sua non sa che cosa dire. “Ma adesso che cosa
passeggiata al parco con i loro cani. Alice sem- succederà?”, chiede dopo un po’. “Oh, non si sa!
bra euforica e parla a ruota libera, Fabio è silen- Mio padre ha detto che ha bisogno di tempo per
zioso e sembra pensieroso. “Beh?... non
riflettere. Adesso deve riflettere? Per-
rispondi? Che hai?”, insiste Alice.
ché non prima? Tra due giorni
Alice, ti devo parlare”, dice
andrà a Londra a cercare di
serio il ragazzo. Lei rimane
capire dove sia il suo
in silenzio, un po’ allarma- llo
ta. Il ragazzo continua:
posto. È questo che ha 11
detto, Alice, perché
Ti ricordi che l’anno
adesso c’è un altro
scorso mio padre è stato
posto, un’altra fami-
per sei mesi a Londra
glia oltre la nostra.
per lavoro?”, chiede
Sono disperato, non
Fabio. “Certo che me lo
so che cosa fare, mi
ricordo”, risponde Alice.
sento impotente. Che
Bene: l’azienda l’aveva
devo fare, che devo fa-
mandato alla filiale centrale
re?”. Piange. Alice è so-
per risolvere dei problemi con
praffatta dalla commozione.
il personale; poi però la crisi è
rientrata, grazie a Dio, e lui è tornato
a casa”. “E allora?”. “Mio padre in quei mesi
>> Non credo ci sia nulla che tu
possa fare, Fabio. Puoi stare vicino a tua
l’ha combinata grossa... Due mesi fa ha avuto madre, farle sentire il tuo amore, ma questa è
un figlio da una collega di Londra”. “Oh, mio una cosa enorme. Ci sei dentro fino al collo ma
Dio! Che brutto guaio, povero Fabio!”. “Già! non sei solo tu a dover fare qualcosa. Capisco
Perdonami se non te ne ho parlato prima, ma perfettamente la tua delusione, credo sia perfet-
non avevo il coraggio di affrontare l’argomento; tamente normale… L’unica cosa di cui sono
era come se, non parlandone con te, la cosa contenta è che tu me ne abbia parlato. Credo sia
non fosse davvero reale. È sciocco, lo so…”.
importante che ti possa sfogare. Non è bene
tenersi dentro tanto dolore. Vorrei dirti qualcosa
>> Non preoccuparti di questo, adesso. Piuttosto di più utile, di più intelligente, ma non so pro-
come l’ha presa tua madre? E tuo fratello?”. prio cosa… Ecco, magari… chiedi anche un aiu-
Mamma piange tutto il giorno, disperata, delusa; to dall’Alto… siamo credenti”. I due ragazzi
preferirei vederla infuriata, invece è solo addolo- restano immobili, in silenzio, stretti nel loro
rata. Mio fratello non parla; sta tutto il giorno in abbraccio, incapaci di aggiungere altro. La paura
camera sua a suonare la sua chitarra e io mi sen- del futuro, di quello che da adulti potrebbe loro
to uno schifo. Ci sono momenti in cui vorrei capitare è adesso l’unica emozione che riescono
spaccare la faccia a mio padreA mio padre, a sentire. La loro vicinanza affettiva è, per il
capisci, che io ho sempre adorato, che è sempre momento, l’unica consolazione possibile.
ٗ
BS MARZO 2010

2.2 Page 12

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CHIESA
LE ENCICLICHE
SOCIALI (10a)
CENTESIMUS ANNUS
Lo stemma araldico di Giovanni
Paolo II.
di Silvano Stracca
1991. CENT’ANNI
DALLA RERUM NOVARUM
DI PAPA LEONE CHE
VIENE CONSIDERATA,
sarebbe un’esercitazione accademi-
ca, se non fosse un invito ad affron-
tare, alla luce dei principi leoniani,
le “cose nuove” del tempo presente
e, insieme, “a guardare al futuro”.
A PIENO TITOLO,
Gli avvenimenti del 1989/90 mo-
LA“MAGNA CHARTA
DELL’INSEGNAMENTO
strano quanto Leone XIII fosse sta-
to preveggente nella sua critica ra-
dicale al “socialismo”, intuendo
12
SOCIALE DELLA CHIESA.
PER COMMEMORARE
“con chiarezza il male di una solu-
zione che, sotto l’apparenza di
LA RICORRENZA,
IL 1° MAGGIO
GIOVANNI PAOLO II
un’inversione delle posizioni di po-
veri e ricchi, andava in realtà a de-
trimento di quegli stessi che si ri-
prometteva di aiutare”. Oggi è pos-
PUBBLICA UN’ENCICLICA sibile constatare che “l’errore fon-
ALTRETTANTO
IMPEGNATIVA,
LA CENTESIMUS
damentale del socialismo è di ca-
rattere antropologico”, poiché esso
riduce l’uomo “a una serie di rela-
zioni sociali e scompare il concetto
ANNUS.
di persona come soggetto autono-
mo di decisione morale”. Conce-
zione, questa, che ha la sua “prima
causa” nell’ateismo, da cui “scatu-
Giovanni Paolo II nel 1991 scrisse
al segretario ONU (l’11 gennaio
sulla guerra del Golfo Persico),
risce la lotta di classe” e conduce a
a George Bush (il 15 gennaio
L a Centesimus annus è nata
per mostrare la fecondità e
attualizzare i grandi principi
della Rerum Novarum all’in-
domani dei fatti del 1989, con la
caduta del muro di Berlino e la dis-
un “errore di più vasta portata”, che
consiste “in una concezione della
libertà umana che la sottrae all’ob-
bedienza della verità e, quindi, an-
che al dovere di rispettare i diritti
degli altri uomini”.
per scongiurare la guerra del
Golfo), a Saddam Hussein
(stesso giorno stesso motivo),
all’allora capo dell’Unione
Sovietica Michail Gorbaciov
(il 29 ottobre per la conferenza
di Madrid sulla pace).
soluzione del blocco sovietico. È
l’occasione per un chiarimento de- DIALOGO E SOLIDARIETÀ versario e con la guerra”. Infatti, se-
finitivo su questioni che erano state
condo Giovanni Paolo II, i regimi
centrali in tutto il secolo ventesimo. Il 1989 non rappresenta solo la fi- marxisti sono caduti sì per l’ineffi-
Le questioni erano quelle costituite ne di un’epoca dominata da un si- cienza del sistema economico e per
dall’errore fondamentale insito nel- stema ideologico, politico ed eco- la violazione dei diritti umani, ma
la concezione comunista e nel si- nomico, ateo e oppressivo. Mo- alla loro caduta si è arrivati “quasi
stema di potere da esso creato e, strando anche quale sia la via per la dappertutto mediante una lotta paci-
contemporaneamente, dalle sempre soluzione dei problemi sociali che fica che fa uso solo delle armi della
più manifeste carenze e disfunzioni vanno “risolti con il metodo del dia- verità e della giustizia”. Così gli
del sistema capitalistico. Rileggere, logo e della solidarietà, anziché con “avvenimenti del 1989 offrono un
a cent’anni di distanza, la Rerum la lotta per la distruzione dell’av- esempio del successo della volontà
MARZO 2010 BS

2.3 Page 13

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LA LOTTA DI CLASSE
L’analisi della “lotta di classe”
nella Centesimus annus non
porta alla condanna di ogni
forma di conflittualità sociale.
Ciò che viene condannato è
piuttosto l’idea di un conflitto
che non è limitato da consi-
derazioni di carattere etico o
giuridico, conflitto che si sosti-
tuisce al bene comune o che
vuol distruggere ciò che vi si
oppone. Quello che viene ri-
fiutato poi è la “dottrina della
guerra totale” che il militari-
smo e l’imperialismo dell’epo-
ca imponevano nell’ambito
dei rapporti internazionali.
I problemi sociali vanno “risolti con il metodo del dialogo e della solidarietà,
anziché con la lotta per la distruzione dell’avversario e con la guerra”.
di negoziato e dello spirito evange- ci. Potrà risolverli il sistema che grandi mutamenti avvenuti nelle so-
lico contro un avversario deciso a oggi appare “vincente” cioè il si- cietà più avanzate, le carenze uma-
non lasciarsi vincolare dai principi stema capitalistico? Risponde Gio- ne del capitalismo, con conseguente
morali”. Essi hanno, dunque, vanni Paolo II: “È inaccettabile dominio delle cose sugli uomini,
“un’importanza universale, perché l’affermazione che la sconfitta del sono tutt’altro che scomparse”.
ne discendono conseguenze positi- cosiddetto “socialismo reale” lasci La Chiesa, certo, “riconosce la
ve e negative che interessano tutta il capitalismo come unico modello giusta funzione del profitto come in- 13
la famiglia umana”, in particolare “i di organizzazione economica”.
dicatore del buon andamento dell’a-
paesi del Terzo Mondo che sono alla
zienda”; ma esso “non è l’unico”; ad
ricerca della loro via di sviluppo”. VALORI E LIMITI
Ma, afferma papa Wojtyła, “la
crisi del marxismo non elimina nel
DEI SISTEMI
esso va aggiunta la considerazione
di altri fattori umani e morali ugual-
mente essenziali per la vita dell’im-
mondo le situazioni di ingiustizia e
di oppressione, da cui il marxismo
stesso, strumentalizzandole, traeva
alimento”. Se il marxismo è fallito,
i problemi d’ingiustizia e oppres-
sione che voleva risolvere restano
e diventano sempre più drammati-
La Chiesa ammette e difende la
proprietà privata come strumento
della libertà della persona, ma riba-
disce che essa ha per sua natura una
“funzione sociale” per il fatto che i
beni della terra sono “primariamen-
te” destinati a tutti gli uomini. Per la
Chiesa, perciò, “la moderna econo-
mia d’impresa comporta aspetti po-
presa. Ma indica nello stesso tempo
la necessità che questi siano orientati
verso il bene comune”. La Chiesa
“non ha modelli da proporre” in
campo economico e sociale, ma of-
fre “un indispensabile orientamento
ideale” ricordando che l’economia
deve essere al servizio dell’”integra-
le sviluppo della persona umana”.
sitivi, la cui radice è la libertà della
persona che si esprime in campo PRESERVARE L’UOMO
Giovanni Paolo II
nella Centesimus
fa un’analisi
sia del socialismo
sia del capitalismo
con occhio critico
per ambedue le
economico come in tanti altri cam-
pi”. Tuttavia non si possono non de-
nunciare i rischi di sfrutta-
mento e di emargina-
zione delle fasce più
deboli che tale si-
stema comporta,
poiché la massima
parte degli uomi-
ni non dispone
degli strumenti
che consentono di
entrare in modo ef-
fettivo all’interno di
un sistema di impre-
Se la Chiesa dà un giudizio sia in
campo economico sul sistema ca-
pitalistico, sia in campo politico a
proposito del sistema democratico,
riconoscendo nell’uno e nell’altro
valori e limiti, lo fa esclusivamente
per la sua preoccupazione di pre-
servare l’uomo da ogni forma di
sfruttamento e di promuoverne la
dignità e la libertà. E nel proporre
la sua dottrina sociale non ha di
mira di recuperare passati privilegi
o di imporre una particolare conce-
zione economica o politica.
esperienze.
sa. Così, “nonostante i
(continua)
BS MARZO 2010

2.4 Page 14

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ATTUALITÀ
TERRITORI
ATTRAVERSATI
Non basta chattare con loro ed essere sui siti
e nei forum, occorre guidarli nella lettura
dei valori e stili di vita che l’uso di tali mezzi
può veicolare.
DA SEGNALI di Nadia Ciambrignoni
Ancora sui nuovi media
go del contatto diretto, concreto,
delle mani e dell’odore, dell’umore
e sulla loro utenza.
Giovani e ragazzi sono
e dell’emozione dell’altro. Una co-
municazione “privata”, con un vago
senso di solitudine incombente, al-
coloro che li sanno usare
e li usano come fossero
meno per noi, “non-nativi” dell’era
telematica (“migranti” in questo
mondo, come ci hanno già de-
ormai un’appendice
finito), che dall’alto dei no-
stri 45 et ultra anni osser-
14 del loro corpo.
viamo le dinamiche con-
È in atto un radicale
temporanee della co-
municazione tra gio-
cambiamento del
vani e poi coniamo
linguaggio, della
espressioni come
“emergenza educa-
scrittura, dei segni
d’interpunzione, ecc.
tiva”, “urgenza
nuove tecnolo-
gie”, “trasforma-
zione della comu-
Zainetto o borsa a tracolla e iPod o cellulare collegato
agli auricolari, ci si avvia a scuola.
nicazione inter-
personale e glo-
bale”, e simili; ti-
Ore 8,00: zainetto o borsa a
tracolla e iPod o cellulare
collegato agli auricolari,
ci si avvia a scuola. I ru-
ne, punti esclamativi, parentesi, ico-
ne, nomi inventati, k al posto dei ch,
sigle e molti sottintesi.
tolature che fanno trasparire preoc-
cupazione, ansia, ma anche provo-
cazioni da far germogliare in voglia
di capire e di scendere in campo.
mori e le voci della strada o dell’au- LA PIAZZA GLOBALE
tobus vengono isolati e prevale la
UNA COMUNICAZIONE
musica preferita, almeno fino all’in- La regola, l’abitudine per i “nati- CAMBIATA
gresso in aula. Ore 13 o 14: suona vi” dell’era telematica è contattare
l’ultima campanella e già le cuffie chiunque ovunque, in tempo reale, È vero, sono già in atto grossi
sono lì, al loro posto… Poi a casa con la possibilità concreta (se di cambiamenti: basta provare, oggi, a
saluti rapidi, qualche parola e subito concretezza del virtuale si può par- fare l’insegnante anche per un solo
sulla tastiera per contattare gli amici lare) di creare un gruppo che dialo- quadrimestre nella scuola primaria,
con Messenger, Facebook, Skype. ga a distanza scambiando materiali secondaria di primo e secondo gra-
Ore del pomeriggio: lo svago è multimediali, foto, testi, emozioni. do per rendersene pienamente con-
spesso dedicato ai giochi di ruolo, al Il linguaggio è universale e trasver- to… Anche un anno di catechesi in
Nintendo, alla Playstation; le infor- sale: base inglese, i segni conven- parrocchia (Prima Comunione o
mazioni di studio sono su Wikipe- zionali già citati, tutto mixato in Cresima fa lo stesso) o esperienze
dia; la comunicazione, privata e modo molto veloce. Tutto da gestire come animatori e responsabili di
globale, è tutta “in rete” e dalla rete da soli, stando a casa propria o a un gruppi ecclesiali di adolescenti e
acquisisce codici e linguaggi. Facci- terminale qualunque, senza l’obbli- giovani in formazione cristiana ba-
MARZO 2010 BS

2.5 Page 15

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stano per constatare che i loro modi
di comunicare sono cambiati, ossia
si servono degli strumenti che il
presente mette a disposizione. A
pensarci bene, verrebbe da notare
che non c’è niente di nuovo: lo
stesso hanno fatto le nuove genera-
zioni di tutti i periodi della storia.
Oggi, tuttavia, la convergenza di
tutti i mezzi di comunicazione su
tutti i momenti della vita dei ragaz-
zi crea in loro un nuovo senso di in-
dipendenza, di autosufficienza,
quasi di onnipotenza: può essere
forte l’illusione di potersi costruire
un’altra vita (come in Second Life)
virtuale ma realmente vissuta al-
l’interno di un sistema, di una rete
alternativa all’esistenza materiale,
che è più faticosa, lenta e “deluden-
te”, dove non sono tutti sempre col-
legati con te, come in Messenger,
pronti ad ascoltarti… Allora il pro-
Faccine, icone, k al posto dei ch,
sigle e molti sottintesi… sono
i nuovi segni di interpunzione
dei figli “digitali”.
1 Allora il problema è an-
cora una volta l’educa-
zione e riguarda gli adul-
2 I maski? Frolli tutti. Se sa-
presti kuello ke capita
certe volte in chat sai ke
ridere.
3 Ci vediamo in disko. E
porta una ke nn sia
rakkia. Kiss!
blema è, ancora una volta, l’educa-
ti, più che i giovani.
zione e riguarda gli adulti, più che i
giovani.
4 Abbiamo solo biso-
A FIANCO DEL GIOVANE
Un’intuizione di don Tonino Bel-
lo, nel sempreverde “Il Vangelo del
coraggio”, invitava già nel 1996 gli
educatori ad “affiancare alla com-
operare delle scelte radicali. Non
altro, ma oltre”. L’adulto dovrebbe
quindi porsi a fianco del giovane
per cominciare insieme un’educa-
zione non solo all’uso degli stru-
menti delle nuove tecnologie, ma
gno di essere ascolta-
15
ti. Siamo noi la nuova
generazione: invece
di lamentarvi, perché
non ci insegnate a
essere migliori?
passione delle mani e del cuore la alla loro interpretazione critica: non
compassione del cervello […] Non basta chattare con loro ed essere sui
si tratta di fare altre cose, ma di siti e nei forum, occorre guidarli nella lettura dei valori e stili di vita
che l’uso non responsabile di tali
mezzi può veicolare. Ad esempio
uno stile che privilegia il contatto
umano virtuale gestito in solitudine
scoraggia la comunicazione inter-
personale vissuta a tu per tu, la con-
vivenza fatta di esperienze vissute
con l’altro, la scoperta dell’incontro
concreto multigenerazionale, mul-
tietnico, multireligioso in questa
nuova società aperta che esige, in-
vece, la presenza viva specialmente
dei cristiani, soprattutto dei salesia-
ni, comunicatori per carisma. Agli
adulti spetta dunque il primo passo
verso l’oltre, verso scelte comporta-
mentali che privilegino l’ascolto,
l’accoglienza e l’accettazione della
fatica comunicativa; forse per trop-
po tempo i nostri figli, guardandoci
Anche la catechesi in parrocchia o esperienze come animatori
o responsabili di gruppi di adolescenti bastano per constatare che i loro modi
di comunicare sono cambiati.
per parlare con noi, si sono imbat-
tuti nei nostri cellulari perennemen-
te accesi.
ٗ
BS MARZO 2010

2.6 Page 16

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BOX
redazionale
ROMA
“DON BOSCO
E LE ISTITUZIONI
GOVERNATIVE NEL
150° ANNIVERSARIO
DELLA FONDAZIONE
DELLA SOCIETÀ
SALESIANA”
È il tema del simposio ad alto
livello che ha avuto luogo il
15 dicembre 2009, presso la
Scuola di perfezionamento
del Ministero dell’Interno a
Roma, organizzato dal mini-
stero stesso nella persona del
sottosegretario di Stato Mi-
chelino Davico e del capo di
Gabinetto prefetto Giuseppe
Procaccini, in collaborazione
con l’Università Pontificia Sa-
lesiana.
Il sovraintendente emerito
dell’Archivio Centrale dello
Stato, prof. Aldo Ricci, il ret-
tor magnifico dell’UPS prof.
Carlo Nanni con i colleghi
professori Bruno Bordignon,
Aldo Giraudo e Francesco
Motto hanno offerto incisive
annotazioni e rapide puntua-
lizzazioni circa il particolare
rapporto intessuto da Don
Bosco con una serie di perso-
naggi di primo piano del Ri-
sorgimento italiano: membri
della famiglia reale, ammini-
stratori di Torino, senatori,
deputati, esponenti di gover-
no ben noti (da Cavour a Rat-
tazzi, da Ricasoli a Crispi, da
Lanza a Depretis ecc…). Ne è
uscito un quadro molto inte-
ressante e anche intrigante di
Don Bosco e della società sa-
lesiana, che ha poi avuto sboc-
chi positivi nel secolo succes-
sivo, come hanno brillante-
mente dimostrato le testimo-
nianze personali di ex allievi
come Franco Piccinelli, Giu-
seppe Bracco, Cristina Chia-
botto, Italo Maschio, Aldo Sa-
voldello (il Mago Silvan), Ma-
riano Costamagna, Bernardo
Cannelli (il presidente nazio-
nale degli ex allievi).
Il Simposio, che ha visto la
presenza di numerose autorità
politiche e militari, è stato
aperto da un apprezzato inter-
vento del Ministro dell’Inter-
no, onorevole Roberto Maro-
ni, e chiuso da un discorso ric-
co di ringraziamenti e di pro-
spettive future del Rettor Mag-
giore don Pascual Chávez.
16
L’URNA DI DON BOSCO IN QUESTO MESE SI TROVA
IN BOLIVIA (DAL 1° AL 16 MARZO) E IN PERÙ
(DAL 17 MARZO AL 7 APRILE)
BREVISSIME DAL MONDO
CITTÀ DEL VATICANO
Anche papa Benedetto è
sceso in campo per la sal-
vaguardia del creato. Pri-
ma del vertice di Copena-
ghen sul clima ha lanciato
un appello accorato a sot-
toscrivere a salvaguardia
del creato accordi interna-
zionali che siano vincolan-
ti per i governi.
CITTÀ DEL VATICANO
Ancora una volta il Papa,
parlando ai vescovi della
Bielorussia, ha posto al
centro della pastorale la di-
mensione educativa. Bene-
detto è ormai il Papa
dell’”emergenza educati-
va”, pochi altri come lui
hanno insistito tanto sull’e-
ducazione.
KINSHASA, CONGO
Il 3 dicembre scorso il cardi-
nale Martino ha benedetto
la prima pietra del costruen-
do Istituto Panafricano per
la Dottrina Sociale della
Chiesa, un centro che vuole
essere un laboratorio perma-
nente della cultura della pa-
ce. Una realizzazione im-
portante e significativa per
la Chiesa in Africa.
NAZARETH, ISRAELE
L’agenzia Zenit l’annunciava
il 21 dicembre: “Per la prima
volta è stata scoperta una ca-
sa dei tempi di Gesù accanto
alla Basilica dell’Annuncia-
zione di Nazareth, un evento
archeologico senza preceden-
ti che permette di compren-
dere lo stile di vita di quell’e-
poca nella località”.
PORZANO, ITALIA
Suor Luigia Maria Gueri-
ni, 91 anni, F.M.A. ha cele-
brato 60 anni di professio-
ne religiosa: una lunga
stagione di apostolato pri-
ma in missione nell’Ecua-
dor dove rimase dal 1953
al 1988. Quindi in Italia
prima alla scuola materna
di Formigine (MO) poi a
Nave, come sarta dei gio-
vani salesiani, ora a Luga-
gnano Val D’Arda. Auguri
suor Luigia!
MARZO 2010 BS

2.7 Page 17

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a cura del direttore
BOGOTÀ, COLOMBIA
Il 18 dicembre ultimo scor-
so il Congresso della Re-
pubblica di Colombia ha as-
segnato alla Congregazio-
ne salesiana, in occasione
dei 150 anni della sua fon-
dazione, l’onorificenza del-
la Medaglia del Congresso
per i meriti educativi e per
l’impegno dei figli di Don
Bosco verso i più poveri, ol-
tre che per le scuole di for-
mazione tecnica gestite nel
Paese dagli stessi salesia-
ni, che hanno aiutato tanti
ragazzi a inserirsi con ono-
re nella Società.
CITTÀ DEL VATICANO
Papa Benedetto XVI, la
mattina del 18 dicembre,
150° anniversario di fonda-
zione della Congregazione
Salesiana, nel corso dell’u-
dienza al Prefetto della
Congregazione per le cau-
se dei Santi, ha disposto
che venga promulgato il
decreto sulla eroicità delle
virtù del salesiano don Giu-
seppe Quadrio, docente di
teologia, in conseguenza
del quale egli assume il ti-
tolo di “Venerabile”.
17
BARCELLONA, SPAGNA
Il XVI Congresso Naziona-
le dei Centri Giovanili Sale-
siani si è svolto dal 5 all’8
dicembre ultimo scorso
presso l’opera “Marti Codo-
lar” di Barcellona. Vi hanno
preso parte più di 180 gio-
vani di ambo i sessi prove-
nienti da ogni parte della
Spagna per approfondire il
tema dell’identità cristiana
e salesiana degli animato-
ri/trici dei centri giovanili sa-
lesiani alle prese oggi con
sfide inedite.
CITTÀ DEL VATICANO
Il postulatore per le cause
dei santi della Famiglia Sa-
lesiana, prof. Enrico dal
Covolo, docente di Lettera-
tura Cristiana antica pres-
so l’Università Pontificia
Salesiana, è stato chiama-
to a predicare gli Esercizi
Spirituali al Santo Padre e
alla Curia Romana per
l’Anno Sacerdotale. Il cor-
so, che ha avuto come
“esercitanti” lo stesso Pon-
tefice, si è svolto dal 21 al
27 febbraio ultimo scorso.
SOFIA, BULGARIA
Con una solenne liturgia
presso la cattedrale di
Sofia l’Esarca e Presiden-
te della Conferenza epi-
scopale, monsignor Chi-
sto Proykov ha nominato
il salesiano don Petr Neˇ-
mec, attuale parroco di
Kazanlak, archimandrita,
titolo onorifico che ricono-
sce i meriti pastorali di un
sacerdote, che da quel
momento può indossare
l’epogonàtion, ornamento
riservato a vescovi e di-
gnitari della chiesa orto-
dossa.
ISOLE SALOMON
È finalmente terminata la
ricostruzione della catte-
drale di Gizo del vescovo
salesiano monsignor Lu-
ciano Capelli, dopo la di-
struzione della stessa a
opera dello tsunami che il
2 aprile 2007 ha colpito le
isole, provocando disastri
ovunque con morti, feri-
ti e migliaia di senza tet-
to. Ora monsignore pen-
sa ad aule scolastiche,
case per i maestri, servizi
igienici. Ce la farà grazie
ai suoi collaboratori del-
l’Amis.
BS MARZO 2010

2.8 Page 18

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VIAGGI
LA VIA CHRISTI
di Giancarlo Manieri
18
Il Bimbo Gesù, l’Emanuele, presentato al mondo.
Gesù guarisce lo storpio,
rimproverato dal dottore
della legge di cui spunta
il corpo dalla terra.
Sulla boscosa collina
di Junin de los Andes,
a ovest della cittadina,
una Via Christi
monumentale
ha trasformato il “cerro
de la Cruz” in una lunga
meditazione sulla
vicenda più straordinaria
della storia umana. Due
km di raccoglimento
e contemplazione
con sculture ad altissimo
impatto emotivo, opere
di Alessandro Santana
con la sua équipe.
Sono gli episodi della vita
di Gesù, ogni tanto
intervallati da bassorilievi,
tra i quali campeggiano
quelli di Don Bosco e dei
beati Laura Vicuña,
Ceferino Namuncurá,
Artemide Zatti.
La predicazione di Gesù.
Gli ascoltatori s. Francesco
d’Assisi, il cardinale Massaua,
Madre Teresa di Calcutta,
il Mahatma Gandhi,
Martin Luter King, Kennedy.
MARZO 2010 BS
Le tentazioni.
Il figliol prodigo letteralmente
sollevato da terra dall’abbraccio
del padre.

2.9 Page 19

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Gesù il buon pastore.
Gesù cammina verso
il Calvario con il carico dei peccati
sulle spalle.
La preghiera di Gesù
al Getsemani.
Gesù flagellato…
legato a una colonna che in realtà
cela un missile.
19
Gesù spogliato delle vesti
e crocifisso.
Gesù muore in croce.
La pietà.
Maria e Giovanni sotto la croce.
Sopra: L’infermiere con le ali,
il beato Artemide Zatti va in bici
a trovare i suoi ammalati.
Al centro: Don Bosco lavoratore.
Sotto: Bassorilievo di Ceferino
Namuncurá che procura legna
alla mamma.
BS MARZO 2010

2.10 Page 20

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MISSIONI
UNA MAMMA
PER 1700 ORFANI di Vincenzo Donati
realtà si chiamano abbandono, fame la matita ricomincia la mia vita. /
“I am a man sent by
e morte. Da allora continuano a pro- C’è per me una strada sola / nel fu-
God to take care of the
liferare senza soluzione di continuità, turo: ed è la scuola”. “È incredibile
figli di nessuno, per casa la strada, – dice suor Miriam – il desiderio che
youth. Who knows me? per famiglia qualche cane randagio, hanno questi ragazzi d’imparare”.
– io sono un uomo
per rifugio baracche, anfratti e sotto- “È vero che ne hai più di 1700? Co-
ponti maleodoranti… Chi si pren- me fai a sistemarli nelle classi?”.
mandato da Dio a
prendersi cura dei
derà cura di loro? È quello che ha Suor Miriam sorride, divertita della
chiesto il piccolo Modut alla massa mia ingenuità e mi spiega: “Di classi
dei bambini radunati di fronte a lui, in muratura ce ne sono solo quattro,
giovani. Chi mi
conosce?”.
canticchiando l’indovinello: “Io sono di cui due per l’asilo; venga a
un uomo mandato da Dio a prender- vedere”. Si tratta dell’edificio conti-
mi cura dei ragazzi. Chi sono io?”. guo al dispensario. Entriamo in una
Oh, oh, oh, oh” risponde la massa
con la caratteristica cantilena dinka.
Cartina del Sudan con Wau.
Oh, oh, oh, oh! Noi ti conosciamo.
20
Il piccolo Joseph Modut, di 12 an-
ni, con la sua voce limpida e l’ac-
cento che tradisce la provenienza
dinka ha intonato il “ritornello/in-
Tu sei Don Bosco”.
DESIDERIO DI IMPARARE
dovinello” di fronte alla massa di più
di 1700 bambini e ragazzi (ma ci so-
no anche bambine e ragazze) che
ascoltano attentissimi. Veramente, al
vederli così vestiti, soprattutto i ma-
schi, con un camicione bianco che
arriva alle ginocchia li prendereste
tutti per bambine! Ma no, sono pro-
prio bambini! In maggioranza, anche
se le bambine sono pur numerose. Il
camicione è stata l’idea luminosa
dell’Unicef per dare un vestito a tut-
ti, facile da confezionare, senza do-
Perché oggi è la festa di Don Bo-
sco, cioè niente scuola e perciò nien-
te libri. Libri? Quali libri? Due qua-
derni e una matita, ecco tutto. Qui è
quanto basta, ma alla scarsezza degli
strumenti corrisponde un desiderio
spasmodico di imparare. La loro vo-
glia di sapere la cantano ogni mattina
prima di iniziare le lezioni, tutti in
coro… e ti dà l’idea di una profes-
sione di fede nel valore della scuola
e dell’educazione: “Col quaderno e
ver prendere troppe misure. Ma Mo-
dut è riuscito ad avere una camicetta
e un paio di calzoncini, dai quali
spuntano due esili gambette nervose.
Faccette rotonde e gambette sottili...
questi bambini/e sono gli strascichi
del grande “ciclone”, che si è river-
sato su Wau, e tutta la zona meridio-
nale del Sudan più di 10 anni fa…
Questa massa di diseredati sarebbero
gli “effetti collaterali” della guerra,
come li chiamano pudicamente, in
Suor Miriam, sempre in
movimento. Qui è con le mamme
dei suoi bambini… di quelli che ce
l’hanno la mamma!
MARZO 2010 BS

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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stanza dove, seduti su stuoie, sono
pigiati un centinaio di bambini. Al-
l’apparire della suora salutano con
un vocio incredibile: “Sista! Sista!”.
I piccolini della prima fila le si ag-
grappano alla gonna, altri tendono le
mani, altri cercano di accostarsi, sca-
valcando i vicini che si mettono a
piangere. Un gioioso putiferio! Sister
Miriam è stata la suora più conosciu-
ta e amata dai bimbi di Wau. Ottima
infermiera, è lei che – richiesta da
varie organizzazioni internazionali –
si è addossata l’onere di togliere dalla
strada tanti bambini. Se è vero che
La “divisa” dei maschi:
c’è stato un uomo, Don Bosco, man-
un camicione uguale per tutti.
dato ai giovani, non c’è dubbio che
c’è una suora di Don Bosco, suor
Miriam, mandata ai bambini di Wau.
dell’agriturismo!… I piatti? Una
grossa bacinella per 12 ragazzi. Le
SUOR MIRIAM
posate? Se ne fa a meno senza alcuno
scrupolo, si mangia con le mani. Le
DEI MIRACOLI
porzioni individuali? Neppur per so-
gno: si pesca con la mano nella baci-
Miracoli però di sicuro neanche nella di gruppo. Se succedesse da noi
suor Miriam potrà farne. “Ma… se è qualcuno andrebbe sotto processo!
vero che ci sono 1700 ragazzi e solo Come tavolo c’è il terreno, come se-
4 aule…”. “Vede quelle tende?” La die, invece… pure! Anche la cucina è
21
suora indica alcuni teloni sorretti da all’aperto. La festa comincia quando
quattro pali piantati a terra, e conti- in mezzo a ogni gruppetto di dodici
nua: “Ecco, quelle sono le nostre ragazzi arriva la bacinella piena.
classi”. Le osservo: senza banchi, Ah, dimenticavo: non manca certo
senza cattedra, senza materiale didat-
tico… che roba è mai questa? I ra-
gazzi sono seduti per terra e scrivono
nel loro quaderno curvandosi al suo-
lo. C’è una lavagna per un centinaio
la preghiera – il Padre nostro recitato
coralmente in lingua dinka – poi...
l’assalto all’unico pasto della giorna-
ta con l’appetito di chi non mangia da
24 ore. Oggi ci sono lenticchie, do-
In alto: la festa di Don Bosco
a Wau. Il pezzo forte delle feste
africane sono le danze.
In basso: una classe… di oltre 100
ragazzi. Chi è fortunato ha una
matita!
di allievi e una maestrina di etnia mani ci sarà una mistura di granaglie,
dinka che insegna a leggere e scrive- dopodomani, forse, il riso… un menù Miriam, è diventata un’ausiliatrice,
re. 1700 scolari dai 6 ai 16 anni, tutti spartano! Poi, dopo una mezz’oretta, un indispensabile aiuto per tanti dis-
di prima elementare, divisi per età. si riprendono le lezioni fino alle due sestati dalla guerra, una suora dal
A 16 anni cominciare le elemen- pomeridiane, quando quella turba di cuore di mamma, come volevano i
tari?”. “Sicuro! Questi ragazzi dinka ragazzi, tra un gran vociare si disper- fondatori Don Bosco e Maria Mazza-
vogliono iniziare una nuova vita… de per tornare a casa!
rello. Suor Miriam è stata la suora
con il quaderno e la matita”, come
più amata dai bambini di Wau. Ora è
cantano ogni giorno tutti assieme pri- QUALE CASA?
ma delle lezioni. C’è da esserne am-
a El Obeid un altro posto bisognoso
come Wau e forse più. Da quasi
mirati! E quando suona la campanel- “Ho detto casa, si corregge suor trent’anni, insomma, è sulla breccia,
la verso le 10 del mattino… “È l’ora Miriam, ma è un eufemismo. La Tonj, Wau, El Obeid… Quando si
del FATUR”, mi spiega suor Miriam. grande maggioranza di loro non ha fermerà? Infermiera di professione,
Cos’è mai il fatur?”. La colazione, nessuna casa, nessuna famiglia, nes- mamma dal cuore grande come il
che fa anche da pranzo e pure da ce- suna mamma che li accoglie e gli do- mare, infaticabile, pazientissima…
na. Dare un pasto a una massa simile manda: com’è andata a scuola?”. Né Ne avessimo tante di suor Miriam! E
di ragazzi in Europa richiederebbe ci sarà la cena pronta, né il letto per tu, signorina dell’Occidente opulento,
una grossa somma di danaro e un’or- andare a dormire, tanto meno qualcu- che frequenti le discoteche, e ti annoi
ganizzazione impressionante tra no che ti dà la buonanotte. A questi della vita monotona del tuo Paese su-
provveditori, cuochi, inservienti, bambini senza nessuno il buon Dio persviluppato... hai mai pensato a
ecc... Ma gli africani hanno il dono di ha mandato suor Miriam, una Figlia qualche alternativa? Che ne so, a es-
saper fare molto con poco, anzi con di Maria Ausiliatrice che fa onore al- sere per esempio una “mamma” per
pochissimo. Altro che la ristorazione la sua divina patrona: anche lei, suor tanti bambini orfani?
ٗ
BS MARZO 2010

3.2 Page 22

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LETTERA
G AI IOVANI
C’È UNA STRADA TRACCIATA
PER CIASCUNO
Ci provo
Partire è un po’ morire.
Osservati quando cammini: il tuo piede per
Hai mai provato a guardare gli occhi di chi ti
procedere si stacca dal suolo seguito dall’altro.
saluta con la mano al vento e ti dice ciao?
Se vuoi camminare spedito devi separarti dal
Il saluto di un bambino è una carezza, quello
terreno che dà sicurezza al tuo procedere.
di una mamma un abbraccio e una coccola,
Abbandona i “se” e i “vorrei”, “potrei”, “farei”.
quello di un padre un permesso, un lasciapassare, Prova e capirai che seguire Gesù è dedicarsi
quello di un amico un’eredità che crescerà con te. a se stesso, è sentirsi felice.
Mi manchi tanto – tu dici –
Solo quando sei felice puoi creare qualcosa.
Ma è così duro il distacco?
Di questo resto in attesa.
Perché separarsi?
Tuo Carlo Terraneo
22 Il distacco nella vita ha la stessa funzione
del sale che dà sapore e gusto alle scelte che fai
carloterraneo@libero.it
o stai per fare.
Se-pararsi osserva come lo scrivo – non è
sinonimo di andare lontano o altrove, quanto
piuttosto di prendersi cura di sé (se-parare).
È nascere, diventare se stessi.
Separarsi è la via che porta alla costruzione di sé
e ci permette di rimanere uniti.
Un’amicizia vissuta, un amore condiviso diventano
il valore aggiunto di una radice che prenderà più
profondità se vuoi crescere e diventare forte
e robusto come albero.
Il miracolo più grande da scoprire nella vita è che
tu esisti.
È capire che se ci sei è perché Dio dimora in te.
Non è lì per caso.
Chiamandoti, ti dà la grande occasione da non
perdere. Ti dà luce sufficiente per dissipare la tua
oscurità.
Amare se stessi è guardarsi dentro.
Lì trovi quanto di bello e di vero hai vissuto,
quanto ti appartiene.
Appartenere sta per tenere a parte.
Ci si può dire addio con serenità, perché divento
parte di te, condivido le tue scelte.
Se fai la scelta di lasciare – come si dice – tutto
per Gesù, non sei solo, ma siamo in due
a seguirLo.
MARZO 2010 BS

3.3 Page 23

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IDLI TDEAOTNROBOSCO ISlqaculeeansnittaeonnoial,rsicuooodnPevalilndatrimecoehreMtecaodelisutdiroocnh. eRfuualc’ailhteariengdootdtoi DaocnonBtoinscuoa,reavlaestsreatataczuioorneeidl etel aTteraotro
DON RUA E IL TEATRO
CON IL “TEATRINO”
SEMPRE NEL CUORE
Michele Novelli
23
Non si trovano documenti espliciti che
attestino l’atteggiamento di don Rua
verso il teatrino. Le sue biografie,
dalla prima di don Francesia,
a quella in 3 volumi di Amadei,
a quella di Auffrey, fino alla
recentissima di Desramau,
dedicano scarsi cenni
all’argomento. Né il copioso
epistolario, né la ricognizione
del Bollettino Salesiano di quei
tempi danno grandi frutti al
riguardo. Non ci resta che
scrivere un articolo “indiziario”.
BS MARZO 2010

3.4 Page 24

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Ci domandiamo:
“Il giovane Rua
partecipava a quella
meravigliosa avventura
che erano le “Passeggiate
autunnali”? Il suo coetaneo e
amico don Francesia ne ha
lasciato uno scritto appassionato.
Certamente nella comitiva Don
Bosco non avrebbe mai escluso
il suo ‘pupillo’. E quelle giornate
indimenticabili devono aver
lasciato un’impronta indelebile
anche in Michele. L’efficacia di
quella forma di espressività
drammaturgica che non aveva
uguali nel creare le premesse
Don Rua, primo successore
di Don Bosco e Carlo Gastini,
il menestrello dell’oratorio.
Il teatrino inaugurato nel 1895.
educative per arrivare al cuore dei
loro allievi, fu anche nel cuore di esempio di teatro educativo) e le Rua, come prefetto responsabile
don Rua. A lui Don Bosco affidò Memorie Biografiche descrivono di tutto, vi era coinvolto. Anche
l’insegnamento del Sistema
le fatiche per far apprendere quei il “Teatrino” rientrava dunque
Metrico Decimale di cui scrisse testi a ragazzotti quasi analfabeti. sotto il suo controllo, perché si
8 Dialoghi (un meraviglioso
Fatiche sopportate anche da
attenesse fedelmente allo spirito
Michele, professore di
per cui era nato e all’unica
Il teatro di Valdocco
inaugurato da don Rua.
Veduta dal palcoscenico
24
e veduta della platea.
matematica, il quale non poteva
certo tenersi in disparte
nell’organizzare quelle famose
Accademie per l’onomastico del
buon Padre. Il bello era fare una
sorpresa per cui si organizzava
funzione educativa che ne
giustificava l’esistenza.
ACCADEMIE
PER DON RUA
tutto in segreto. Ma di certo don
Le accademie in onore di Don
Bosco nel suo giorno onomastico,
Il teatro di Betlemme.
Don Rua in visita al collegio
salesiano venne festeggiato
con una rappresentazione
proprio in questo teatrino.
il 24 giugno, continuarono anche
sotto il successore, nello stesso
giorno di san Giovanni. Le
cronache raccontano di feste e
accademie ricche di ogni tipo di
espressione artistica. Ne citiamo
alcune.
Omaggio a Don Rua nel 1890
(BS – agosto 1980): “Dopo una
marcia d’introduzione, letto un
affettuoso inno d’occasione, veniva
questo cantato da poderosissimo
coro di giovani accompagnati dalla
banda musicale dell’Istituto. La
musica dell’inno era del nostro
maestro Giuseppe Dogliani. Furon
lette poscia poesie e prose in più
lingue, in cui a gara primeggiavano
l’affetto, la venerazione, la
riconoscenza ed altri nobili
sentimenti di teneri figli inverso al
Padre. Piacque assai e riscosse
ripetuti applausi un bellissimo
dialogo col quale i giovani artigiani
presentavano in dono a Don Rua
alcuni lavori da loro fatti nei singoli
MARZO 2010 BS

3.5 Page 25

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Una rappresentazione
carnevalesca nel teatro
di Valdocco fatto costruire
da Don Rua.
23 giugno e l’indomani 24,
il nostro Oratorio di Valdocco era
tutto in festa. Avremmo di buon
grado voluto qui sopra parlare
diffusamente della musica, delle
prose, delle poesie, dei dialoghi
recitati con garbo e con maestria
CEHACEUCTOHOAARNLICNDUOINTOIEPDAEETRRGAOLTIO
SOTTO DON RUA
esterna. Fra i varii componimenti
ci fecero molta impressione quelli
unica e rara, per dimostrare come,
per quanto si rinnovelli questa
cara festività del cuore e della
riconoscenza, ogni anno a noi si
presenti in maniera sempre nuova
e ricca di profondi sentimenti… ci
AACFFFLMcMnaPiPePrUmetgsaaarieaemslrcnegcacdrna-ielctcoleCreirtitsnooeoayilialdcisldnnirdpidoeadniodoeoaoonloniondcndrdnddnBohaVLoooFonliAauGninenrnndriatTgicttGFduoGAonoiileeosni.mclco(.onern1BehBAdmzm(p8sai1Poialmpnc5leate8titeao(6teoiis7i1sl(nsc-to((91tr81(tad11ao1a-879(ro88118(e793((84198161(2-8(1168616818-1)-8-331906-3811169)96-48899195-35--22119131-0)-91290979)1)9)184)3956)8052)))9))
recitati dai chierici venuti dal
limitiamo a portare qui un brindisi
Brasile per compiere a Roma i loro in forma di canzone che lesse con
studii. Col cuore pieno di
affetto dopo pranzo il nostro caro
gratitudine essi ringraziavano Don Prof. D. G. B. Francesia, nome già
Bosco e Don Rua, che hanno
noto per molte pregevoli opere
rivolto lo sguardo anche al loro
letterarie, drammatiche, poetiche,
paese, e specialmente agli infelici storiche, biografiche, ecc… Egli
selvaggi del Matto Grosso, tra i
comincia col dire che ha
quali stan per inoltrarsi i Missionari intenzione di lodare i molti
Salesiani; e nell’entusiasmo della Giovanni che in quel giorno
25
gioia che essi provavano nel poter sogliono far corona a D. Rua.
conoscere personalmente un loro Parla dapprima di D. Rua, che per
sì grande benefattore, invitavano il ossequio a D. Bosco vuol che si
nostro Superiore Don Rua a voler continui a fare, come in antico, la
fare un viaggetto al Brasile... né vi gran festa di S. Giovanni. Poi di
mancò la nota allegra dell’antico D. Lemoyne, e mentre lo plaude
laboratorii”… La lettura e la
bravo menestrello dell’Oratorio, per ciò che ha fatto, gli
declamazione erano intercalate da il sempre piacevole signor Carlo raccomanda che scriva nuove
scelti pezzi di musica eseguiti ora Gastini”.
commedie, con le quali predica
dalla banda musicale dell’Oratorio Festa a don Rua del 1896,
il vero e il peccator flagella. Nella
interno, ora da quella dell’Oratorio (BS – luglio 1896): “La sera del
sua mente vede D. Bosco che lo
esterno. Alla sera alle ore 8 grande
accademia con esito felicissimo.
Due
Il numero degli accorsi superava
quello della sera precedente.
Eran ben due mila persone che
personaggi
tipici
del teatro
di Valdocco.
circondavano il Rappresentante
di Don Bosco, il suo Successore,
Don Michele Rua.”.
Festa in onore di don Rua
del 1894 (BS – agosto 1894):
“All’inno tennero dietro le recite
ora in versi ed ora in prosa, in
lingua italiana, latina, francese,
spagnuola, portoghese, tedesca,
polacca, tutte insomma le lingue
parlate nei paesi ove sonvi Case
salesiane, intercalate a quando a
quando da lieti canti e da allegre
sinfonie eseguiti dalle due scuole
di musica e di canto, interna ed
BS MARZO 2010

3.6 Page 26

▲back to top
i divertimenti mondani, ove avvi
pericolo che i giovani vadano a
teatri pubblici, che
sventuratamente sogliono essere
tutt’altro che scuole di moralità”.
Don Rua si mostra molto
guardingo sui pericoli che gli
spettacoli possono provocare, ma
non contrario. A Trino Vercellese,
presso le FMA, dopo aver assistito a
La banda dell’Oratorio di Valdocco
un’accademiola, raccomandò alle
ai tempi di don Rua.
splendidissima per l’Accademia
suore: “Quando fate qualche
anima a preparare molti drammi
in servizio della gioventù. Viene
d’onore ai Congressisti, la quale
si potrebbe senz’esagerazione
accademia non fate mai
primeggiare le ragazze che per
avvenenza o per il modo di fare si
terzo Mons. Giovanni Cagliero, il chiamare un vero avvenimento
distinguono fra le altre: 1° per non
fattor delle melodiose note, ed ora artistico. Due potenti lampade
suscitare gelosie; 2° perché il
zelante Missionario della
elettriche ad arco spargono nel
demonio è tanto astuto che per un
Patagonia”.
vasto ambiente fasci copiosi di
po’ di vanagloria o per superbia
bianca luce, fra i quali scintillano
una può anche fare cattiva
DURANTE I VIAGGI
in molte oasi luminose i ricchi
riuscita”. Il cronista commenta:
candelabri pendenti dalla artistica “Pur troppo indovinò; la ragazza
Anche nei tanti viaggi compiuti volta. Un pubblico eletto si affolla che all’apice del monumento
da don Rua in Europa, Medio
nel tempio, invadendo ogni spazio rappresentava l’angelo non dette
Oriente, Africa, non mancavano disponibile. I Vescovi, una ventina frutti consolanti, e dopo qualche
accademie e spettacoli teatrali in circa, coi tre Cardinali pigliano
anno ne diede anche degli amari”.
suo onore. Il BS si fa premura di
posto nella cappella di sinistra…
L’anno 1900 in occasione della
26 testimoniare e descrivere con
dovizia di particolari queste
L’esecuzione del programma riesce festa a don Rua si eseguì il bozzetto
magnifica per la varietà
melodrammatico “Don Bosco
rappresentazioni, come quella,
dell’insieme e la finitezza del
fanciullo” di don Attilio Garlaschi.
memorabile, di Barcellona: “Al
dettaglio... I cori sono eseguiti con Sopra il palco si leggevano queste
dopo pranzo rallegrava la festa
una diligenza tutta speciale dalla parole: “La soave memoria di Don
una grandiosa rappresentazione
Schola Cantorum salesiana di
Giovanni Bosco ricordiamo in
teatrale intitolata: S.
Parma e da artisti bolognesi, diretti questo giorno, ma con le glorie del
Hermenegildo, dramma
dai maestri Alfonso Milani e conte Padre risplendono ognor le tue, o
spettacoloso dell’insigne scrittore Pio Ranuzzi… Anche la parte
Don Michele Rua, di Lui per
Don Idelfonso Gatell”. (BS –
letteraria è svolta egregiamente” amore e virtù perfetto esemplare.
Giugno 1890). Il Bollettino riporta (BS – Maggio 1895).
Gloria Patris est Filius sapiens”.
anche la relazione del viaggio in
Anche le FMA recitarono per don
Palestina: “Il 6 marzo, il nostro
FEDELI ALLE “CARE
Rua. Una di esse in occasione della
amato Superiore recavasi a visitare TRADIZIONI”
la casa salesiana di Cremisan… Al
sua visita al noviziato di
Conegliano Veneto racconta del
suo arrivo la casa è tutta
Gli Oratori festivi ebbero la
teatro Le cinque parti del mondo:
imbandierata, i giovanetti fanno massima premura di Don Rua, che “Mi fu data la parte dell’Europa e
echeggiare quelle colline dei loro vigilò perché non si perdesse lo
mi ricordo sempre che dissi: la
evviva, ed esprimono la loro gioia spirito di Valdocco anche per
bandiera salesiana sventolerà in
colla recita di componimenti in
quanto riguarda il teatrino. “Si ebbe tutte le parti del mondo!... A queste
italiano, francese, latino ed arabo. a notare che in qualche Oratorio si parole il veneratissimo Superiore,
Il giorno seguente, dopo le pratiche dà troppa importanza alla musica alzando tremolanti le mani, quasi
di pietà, gli alunni di Cremisan
strumentale e al teatrino… Ciò che per dirmi di arrestarmi un istante,
rappresentano il dramma
dovrebbe essere accessorio,
con il suo angelico sorriso…
Emmanuelito Gonzalez del Reffo”. diviene principale; ciò che
interloquì dicendo: ‘Sì, sì, brava,
Non può mancare l’accademia dovrebbe essere strumento al bene, brava! Facciamo voti perché si
al primo Congresso
trae a sé tutte le sollecitudini, come avveri questo augurio, e possa così,
Internazionale dei Cooperatori
fosse il fine per cui l’Oratorio è
anche per mezzo di noi Salesiani e
Salesiani a Bologna nel 1895,
fondato. Non così pensava ed
di voi, Figlie di Maria Ausiliatrice,
indubbiamente organizzato da don operava Don Bosco, il quale
estendersi il Regno di Gesù Cristo
Rua in tutti i particolari. “Alle 20,30 avrebbe voluto che si facesse il
sino agli ultimi confini della terra!”.
la chiesa… è trasmutata in un’aula teatro colà solo ove abbondano
Michele Novelli
MARZO 2010 BS

3.7 Page 27

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B FFFFFFFFF AGLIORI serena.manoni@libero.it
SANTA SCORSESE
Gioia e impegno
Santa: un nome
che è stato anche
il programma della
sua vita, un programma
ni e alle Missionarie dell’Im-
macolata di Padre Kolbe, im-
pegnandosi a viverne la spiri-
tualità in mezzo ai giovani.
realizzato.
F Questa grande esperienza
mariana è riportata nel suo
Gioia di esistere e
impegno sociale
sono le cifre che
fanno di Santa un
diario: “Ho avuto un grande
dono nella vita, conoscere Ma-
ria! Oltre a prenderti come mo-
dello di donna, aiutami, Ma-
Santa Scorsese
(06/02/1968-15/03/1991).
ragazzo l’attende sotto casa e
autentico connu- dre, a imitarti come modello di la colpisce mortalmente spez-
27
bio di nome e di vita; la sua santità”. In questo clima di zando la sua giovane vita.
gratuità nel darsi, l’intensa spi- amore e missione, matura in
ritualità e l’abbandono a Dio Santa la volontà di dedicarsi a F Santa muore dopo poche
con cui vive ogni esperienza, Dio nella secolarità. Nel 1988 ore all’ospedale di Bari a soli
la rendono un punto di riferi- inizia il suo periodo di prova 23 anni. Non si potrebbe dare
mento. Nasce a Bari il 6 feb- presso l’istituto delle Missio- il giusto spessore della sua spi-
braio 1968. Nel 1987 la fami- narie a Borgonuovo di Pontec- ritualità senza riportare alcune
glia si trasferisce a Palo del chio Marconi (Bologna), dove parole tratte dai suoi scritti
Colle. Per Santa è l’inizio di aveva già preso parte a corsi di Spirituali.
un avvicendarsi di anni in cui esercizi spirituali, per studiare Ti amo Signore anche in que-
il dono di sé diventa forte e e rafforzare la propria vocazio- sta notte, perché mi mandi le
profondo: trascorre gran parte ne. Il suo sogno diventa sem- stelle! / Ti sento nel vento fre-
del suo tempo con ragazzi af- pre più concreto e s’intensifica sco che viene a rinfrancare il
fetti da poliomielite e da di- nei suoi scritti il desiderio di mio corpo. / Ti sento nell’aria
strofia muscolare, dedicandosi corrispondere appieno al pro- pura che arriva nei miei pol-
al volontariato anche presso la getto di Dio. “La cosa più bella moni. / Ti colgo nella sempli-
Croce Rossa. In parrocchia fa è consegnare le chiavi del mio cità dell’erba, dei fiori che si
sentire la sua presenza come cuore e della mia anima al Si- piegano davanti a Te, l’Onni-
catechista, membro del consi- gnore”. Ma attimi di meravi- potente…/ Ti ringrazio anche
glio pastorale e del coro, nel gliosa esistenza sono turbati per quelle formicuzze che si af-
contempo segue il percorso di dalla presenza ossessiva di un fannano a portare via la bri-
una coppia di sposi con seri giovane psicopatico che segue ciola che è caduta dal mio pa-
problemi economici, dandosi Santa ovunque e, pur facendosi nino: / Tu sei la Provvidenza e
da fare per procurar loro picco- accompagnare per essere più mi rendi Provvidenza. /Non ha
li lavori e un alloggio decoro- protetta e sicura, il 15 marzo senso vivere per l’erba, eppure
so. Un’attenzione particolare la 1991 si consuma il tragico epi- Tu le dai vita / e sotto il cielo
riserva al gruppo dei Focolari- logo: avvolto dall’oscurità, il azzurro ricanta le sue lodi. ٗ
BS MARZO 2010

3.8 Page 28

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F MA
UN AQUILONE di Maria Antonia Chinello
PER VOLARE ALTO
L’Associazione Vides
Paolo VI di Taranto
è stata insignita del
Premio Amico della
Famiglia 2008 con una
menzione speciale per
il suo contributo a
sviluppare, diffondere
e valorizzare le migliori
28 iniziative in materia
di politiche familiari.
Il senatore Carlo Giovanardi,
sottosegretario alla Presidenza
del Consiglio e alle Politiche per
la Famiglia, ha premiato Cosi-
mo Laudato, Presidente del Vides
Paolo VI di Taranto, accompagnato
da suor Giovanna Montagnoli, de-
legata nazionale del Vides Italia. La
cerimonia si è tenuta presso la sede
della Biblioteca Nazionale di Ro-
ma. Grande emozione non solo per
il Presidente, ma per tutti i volontari
e le volontarie, i professionisti e gli
amici, che hanno visto riconosciuto
il loro servizio in un territorio for-
temente caratterizzato da precarietà
lavorativa, soprattutto femminile,
da disagio diffuso, sia a livello eco-
nomico che sociale e culturale. Il
loro progetto L’AQUILONE: un
posto dove volare!, ideato e pre-
sentato in concorso si è distinto tra
le 609 domande pervenute, per la
forte e chiara azione progettuale,
mirata a un miglioramento conti-
nuo e concreto del tessuto umano
locale, al fine di evitare l’aggravar-
MARZO 2010 BS
Da sinistra: Cosimo Laudato, presidente Vides di Taranto;
l’onorevole Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio,
suor Giovanna Montagnoli, delegata Vides Italia.
si di situazioni di forte devianza e
povertà.
Vincente è stata l’idea contenuta
nel disegno progettuale, che ha de-
scritto un’azione già messa in atto
sul territorio da più di otto anni, di
concepire l’aiuto alla famiglia in
senso globale, ovvero inteso come
sostegno non solo verso minori ma
anche verso anziani e donne, non-
ché l’affermazione di un principio
che delinea il passaggio da azioni di
tipo assistenziale ad azioni di pre-
venzione e sostegno alle famiglie
disagiate e ai loro componenti.
UNA CASA SULLA STRADA
È dal 15 settembre 2000 che le
Figlie di Maria Ausiliatrice sono
presenti nel quartiere Paolo VI, Il
Grande Giubileo aveva sollecitato
la “fantasia della carità”. La scelta
di vivere più in prossimità con la
gente e i più poveri si è tradotta ri-
spondendo a una richiesta della
Chiesa locale di prendersi cura dei
giovani e delle famiglie del quar-
tiere che, come ogni realtà di peri-
feria, rischiavano di essere le pri-
me vittime di un disagio che anda-
va sempre più degenerandosi.
Le prime tre FMA, in correspon-
sabilità e sinergia con le exallieve
della città, danno il via a un’avven-
tura dell’insperato. Sanno solo che
l’educazione è cosa di cuore ed è,
soprattutto, contagiosa. Ben presto,
i laici e le laiche aumentano. Si in-
dividua così nel Vides, una ONG
per il volontariato e la solidarietà,
una grande opportunità per l’edu-
cazione ai valori, una modalità
concreta per interfacciarsi con le
Istituzioni pubbliche e operare, a
pieno diritto, nel sociale. Nasce co-

3.9 Page 29

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Il presidente con alcuni volontari
e amici del VIDES durante una
manifestazione del volontariato
organizzata dal CSV.
Giovani animatori.
sì il Vides Paolo VI Onlus. La pri- UN CENTRO PER IMPARARE UN PUNTO DI ASCOLTO
ma sede dell’associazione è la stra-
da; le prime azioni l’oratorio e le
Nel quartiere crescono la preca- PER FAMIGLIE E MINORI
visite alle famiglie, soprattutto nel- rietà lavorativa, il disagio e la di- Il progetto educativo-pastorale
le zone dell’estrema periferia a spersione scolastica. Le suore e i realizza azioni di sostegno e di in-
nord e a sud del quartiere.
volontari si interrogano su che clusione sociale per i nuclei fami- 29
«L’intuizione era buona – rac- cosa fare. Si attiva così la colla- liari del quartiere, creando uno
conta il Presidente – e l’associazio- borazione con il Ciofs/Fp Puglia spazio centrato sulla famiglia e sui
ne cresce in fretta, come pure si che apre una sede presso il Cen- minori, sulle esigenze educative, di
moltiplicano i sogni per porre gesti tro. L’attività formativa si rivolge socializzazione, di crescita e di for-
concreti di azione e promozione a giovani della scuola superiore, mazione, riconoscendo i nuclei fa-
sociale. Nel 2003, la partecipazio- ma anche a donne e disoccupati; miliari come protagonisti di un
ne a un bando di gara per l’asse-
gnazione di una struttura comuna-
le, ci permette di aprire il Centro
Sociale L’Aquilone e di dare il via
a un progetto di animazione socio-
culturale, capace di farsi carico a
360° di tutte le varie fasce di età,
offrendo spazi e occasioni di ag-
gregazione e di incontro in una lo-
gica intergenerazionale».
della formazione iniziale e a mi-
nori a rischio e dell’area penale
esterna che, pur con tante diffi-
coltà di rendimento e concentra-
zione, sono predisposti ad ap-
prendere grazie a quello speciale
stile cognitivo che è “l’intelligen-
za delle mani”. I progetti erogati
nel Centro di formazione profes-
sionale non si contano più ormai,
coprono una gam-
ma che va dalla
competenza infor-
matica a quella tu-
ristica, dalla mul-
timedialità al set-
tore industriale,
fino all’apprendi-
mento delle lin-
gue straniere.
progetto educativo complesso, che
si traducono in servizi di dopo-
scuola, attività ludico-sportive, ri-
creative e formative, di formazione
alla legalità e socializzazione.
Il contributo fornito dal Premio
contribuirà ad attivare nuove e vec-
chie iniziative che possano aumen-
tare l’azione di positiva incidenza
sul territorio come: Punto Ascolto
Famiglie, centro di ascolto per la
mediazione dei conflitti, lo sportello
di ascolto e supporto legale e il Pun-
to Ascolto Donna, risposte concrete
a reali esigenze territoriali, raffor-
zando in tale modo il lavoro di rete
tra i servizi educativi, formativi, so-
ciali e religiosi della comunità terri-
toriale di riferimento.
«Insieme, FMA, laici e laiche –
spiega suor Antonella Pappadà –
crediamo che il Centro Sociale è
scuola che forma; casa che accoglie;
Allieve del “Corso
Arredatore
cortile che evangelizza per dare co-
raggio e accompagnare giovani e
Ciofs/Puglia”.
adulti nel cammino della vita». ٗ
BS MARZO 2010

3.10 Page 30

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M L IL
ESE IN
IBRERIA
a cura
di
Vito
Orlando
RE EMLEIGDIIOANE
VERITÀ STORICA? FEADMISIGALBIAILITÀ
EDITORIA, MEDIA
RISPOSTA A:
FAMIGLIA E PROGETTO
E RELIGIONE
“INCHIESTA SU GESÙ” DI VITA
di Giuseppe Costa
di Giancarlo Carlini
Crescere un figlio
Libreria Editrice Vaticana, SBC Edizioni, 2009
disabile dalla nascita
Città del Vaticano, 2009 pp. 225
alla vita adulta
pp. 376
(a cura di) Marisa Pavone
Erickson, Trento, 2009
Dodici monografie di stu-
pp. 328
diosi diversi, unite dal “filo
indistruttibile e misterioso
Un testo particolare per la
che lega Dio all’uomo”.
sua impostazione e l’atten-
L’insieme della riflessione
zione a quanti sono chiamati
può essere visto come una
a farsi carico di persone di-
storia significativa non sol-
sabili. Il volume è diviso in
TONINO BELLO
tanto del libro religioso ma
due parti. La prima vede
365 FINESTRE
del linguaggio e dei simboli
protagonista soprattutto la
APERTE
in riferimento al sistema
famiglia come titolare di pro-
SULL’ETERNO
sociale: dal libro ai new
gettualità per un figlio disa-
a cura di Renato Brucoli media, un processo che si
bile; la seconda, la vede
e Luigi Ferraresso
prolunga nel tempo e con-
come interlocutrice, alla pari
Editrice ELLEDICI,
sente l’incontro con le idee
con professionisti, nell’im-
Leumann (TO) 2009
e gli autori. Il volume vuole
pegno di elaborare, condur-
pp. 447
anche sottolineare l’impor-
tanza dello studio del lin-
re e valutare il progetto indi-
viduale di vita per la perso-
30
La vita quotidiana che
riesce ad aprire una fi-
guaggio specifico da co- L’autore, un laico cristiano na disabile. Nelle due parti
niugare con la verità reli-
e
salesiano
cooperatore,
sono evidenziate potenzialità
e competenze educative dei
nestra sull’eterno sa an- giosa, con la tecnologia di non ce l’ha fatta a restare genitori e vengono anche
che incarnare la fede trasmissione e i destinatari. inerme di fronte alle tesi of- presentate riflessioni e ri-
nella ferialità perché la Obiettivi non di facile rea- ferte da “Inchiesta su Ge- cerche, operosità e cambia-
salva da banalità e rie- lizzazione per il cambia- sù” di Corrado Augias. Se- menti nelle teorie e nelle
sce a farne un impegno mento delle tecnologie e guendo punto per punto il pratiche in atto a livello na-
e un dono per gli altri. È degli stessi destinatari. Il testo di Augias ne smantel- zionale. L’efficacia e la cre-
ciò che ha insegnato volume non ha pretese di la le ipotesi, dimostrando dibilità di quanto viene offerto
con la vita il servo di dio esaustività, potrà tuttavia l’autenticità delle “fonti le- sono sostenute dalla parola
Monsignor Tonino Bello. stimolare analisi, ricerche gate alla figura storica del dei protagonisti, oltre che
Il testo presenta 365 e nuovi percorsi di atten- Cristo e dissertando sulla dalle buone pratiche e dai
brevi riflessioni imper- zione e di comprensione. Sua connotazione sociale progetti innovativi attuati.
niate intorno a temati-
e politica nel contesto tem-
che di grande rilevanza
porale in cui operò”. Se-
per la vita del cristiano.
condo Augias Gesù sareb-
In esse si integrano af-
be un predicatore palesti-
flato poetico e ispirazio-
nese che, suo malgrado,
ne profetica per cercare
avrebbe dato origine a una
di superare ogni equivo-
delle più grandi religioni
ca distinzione tra vita
dell’umanità. È strano, si
vissuta e parola annun-
chiede l’autore, che non si
ciata, tra custodia del-
ponga nessuna domanda
l’antico e apertura all’i-
circa la durata del cristia-
nedito, in un costante al-
nesimo, la sua estensione
lenamento al cambia-
e penetrazione in tutte le
mento per essere capa-
culture, le persecuzioni su-
ci di intuire i tempi che
bite e che continua a subi-
arrivano. Le riflessioni
re, e… continua a essere
sono organizzate men-
presente e a espandersi.
silmente intorno a tema-
tiche che richiamano
anche celebrazioni litur-
giche e pietà popolare.
MARZO 2010 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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OEDRUIECNATTAIVMOENTO
FDOERI LMAAICZIIONE
GENITORI-FIGLI
ORIENTARE ALLE SCELTE FORMAZIONE
“COSA SAPERE
Percorsi evolutivi,
E MISSIONE
SU TUO FIGLIO”
strategie e strumenti
di Luis Fernando Figari
dai primi mesi di vita
operativi
Armando Editore,
fino a 14 anni
(a cura del) C.O.S.P.E.S. Roma, 2009
e in caso di bisogni
LAS, Roma, 2009
pp. 144
educativi speciali,
pp. 445
per diventare “genitori
Il testo offre una raccolta di sufficientemente buoni”,
conferenze e riflessioni sulla 10 volumi di autori
vita e l’impegno dei laici nel- professionisti dei
VUOI
CONOSCERE
la chiesa e nel mondo, con dipartimenti per l’infanzia,
DI + IL MGS
una presentazione del Car- l’adolescenza e la famiglia
dinale Rylko, presidente del della Tavistock
Pontificio Consiglio per i lai- Clinic di Londra,
ci. Oggi si vive certamente Erickson, Trento, 2009
Movimento
Giovanile
Salesiano?
un momento di passaggio, un centinaio di pagine
attraversato da criticità rile- ciascuno.
vanti, nella vita e formazio-
ITALIA CIRCOSCRIZIONE
CENTRALE (ICC)
(Lazio, Marche, Umbria,
ne dei laici. Proprio per que-
Abruzzo, Molise, Liguria,
sto bisogna aiutare i laici a
Toscana, Sardegna)
Nell’attuale contesto socio-
culturale si estende sem-
ricomprendere la loro voca-
zione e offrire loro significa-
tive esperienze formative
perché possano rispondere
alle sfide del mondo moder-
no. Di questo si occupa l’au-
tore e nella sua riflessione
Francesco Marcoccio
pastoralegiovani-
leicc@donbosco.it
D’Ercoli Flaviano voca-
zioniicc@donbosco.it
Valerio Baresi ispettora-
31
to-direttoresdb@donbo-
sco.it
pre più la domanda di traspare anche la missione
orientamento. Essa coin- concreta del vasto Movi-
LOMBARDIA/EMILIA
volge singole persone ma
anche soggetti istituzionali
e la stessa politica della
formazione e del lavoro.
L’estensione della doman-
mento di Vita Cristiana, cui
egli appartiene. Si tratta di
assumere la pedagogia di
fede nella vita personale e
comunitaria come proposta
ROMAGNA (ILE)
Cesari Elio
Tel. 02.67074344
E-mail: pastoraleile.mila-
no@salesiani.it
da appare anche sempre
più esigente e richiede ri-
sposte adeguate; il che
comporta una formazione
sempre più specifica degli
orientatori. Per tutte queste
valida di formazione e di
crescita nella vita cristiana.
I primi nove volumetti si ri-
feriscono a momenti diver-
si dell’età: “Primi mesi di
vita”, “1 anno”, “2 anni”, “3
anni”, “4-5 anni”, “6-7 anni”,
“8-9 anni”, “10-11 anni”, “12-
MERIDIONALE (IME)
(Campania, Calabria,
Puglia, Basilicata)
Cella Luigi
Tel. 081.7809270
E-mail: pgime@sdbime.it
esigenze il volume è uno
strumento qualificato, ag-
giornato e completo, racco-
gliendo la ricca e consoli-
data esperienza dei centri
COSPES che operano in
14 anni” e il decimo affron-
ta situazioni di figli con “Bi-
sogni educativi speciali”.
Ogni volume descrive i cam-
biamenti psicologici e fisici
da 0 a 14 anni, le transizio-
PIEMONTE/VALLE
D’AOSTA (ICP)
Martelli Alberto
Tel. 011.5224238
E-mail: pastoralegiovani-
leicp@valdocco.it
varie parti d’Italia. Il volu-
ni cruciali che si verificano e
me offre nella prima parte
un quadro teorico chiara-
mente delineato e la pro-
posta metodologica del
COSPES; nella seconda
parte vi sono proposte
operative e indicazioni utili
per i singoli contesti in cui
ci si trova a operare.
NCcsrdihoOOeireneNRcotvatRaeatSItmncoSIqgelPuiocnFiOnhstAeoteNaarsDVoelelEEevgpNaNnrreinasDZsnplAasIoeTot.iAttrlisievIciePhlpilbiEEieobrdRsserti-i--i
trici.
il perché di determinati com-
portamenti; si analizzano
anche con attenzione il
modo in cui le emozioni dei
genitori interagiscono con
quelle dei figli e come le rea-
zioni dei genitori possano in-
fluire sulla crescita emotiva
dei figli. Il tutto unito a sug-
gerimenti semplici e pratici
per essere genitori “suffi-
cientemente buoni”.
SICILIA (ISI)
Mazzeo Marcello
Tel. 340.5546126
E-mail: pgisi@mail.gte.it
TRIVENETO (INE)
(Veneto, Trentino Alto Adi-
ge, Friuli Venezia Giulia)
Biffi Igino
Tel. 041.54.98.337
E-mail: pg.ine@donbo-
scoland.it
BS MARZO 2010

4.2 Page 32

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ON LINE
Un breve profilo di don Mario Acquistapace (16 luglio 1906-25 settembre 2002),
missionario in Cina.
ACQUISTAPACE…
MA LA PACE
LA DONA di Giorgia Frisina
Don Mario, una vita dedicata
a costruire un futuro migliore
a chi un futuro non pensava di
averlo più; un uomo “simbolo”
d’impegno e dedizione, amato
incondizionatamente dai suoi
32 beneficiati e dalla sua famiglia
religiosa. Un salesiano doc.
Don Acquistapace, da tutti conosciuto come padre
Mario, nato a Lodi Vecchio il 16 luglio 1906, pro-
veniva da una famiglia molto stimata in paese.
Lui stesso raccontò, nella basilica di san Bassiano,
dove celebrava le rare volte che tornava in Italia in visi-
ta ai familiari, che se la mamma non fosse corsa a
casa, non lontana dalla parrocchiale, sarebbe nato in
chiesa durante la recita del Rosario in onore della
Madonna del Carmelo… Sì, perché un tempo, nemme-
no tanto lontano, il rosario si recitava ogni sera, a casa
attorno al fuoco acceso o in chiesa in occasioni parti-
colari. Il suo casato annovera illustri personaggi, come
il noto maestro Giuseppe Oltrasi, fratello della mamma,
organista nella basilica di Sant’Ambrogio a Milano e
compositore di musiche liturgiche divenute popolari.
Il generale Ho Chi
Minh e “don Ho Chi
Minh”, come
in Vietnam chiamavano
don Mario per la sua
somiglianza con
il famoso capo
dei nordvietnamiti.
MISSIONARIO
Entrò nel noviziato salesiano il 18 settembre 1921,
sostenuto dal totale appoggio dei genitori i quali, ben-
ché addolorati di veder partire il figlio da casa per
un’avventura suggestiva ma oggettivamente difficile,
diedero il consenso e la loro benedizione. Un anno
dopo con la professione dei voti religiosi a Este è sale-
siano. Quello che temevano i genitori avvenne puntual-
mente: il 26 dicembre 1925, a soli diciannove anni,
Mario partì per la Cina. Sbarcò a Hong Kong il 30 gen-
naio del ’26, dopo 36 giorni di viaggio. In nave, natural-
mente. I Boeing 777 erano di là da venire! Tre anni
dopo si consacrò per sempre con la professione per-
petua e il 30 maggio 1931 viene ordinato sacerdote.
Poi Macao. La piccola colonia britannica sarà il campo
base del suo incredibile apostolato.
Solo nel ’36 tornò per la prima volta in Italia a rivedere i
suoi, e durante il lungo viaggio in nave ebbe la rara for-
tuna di incontrare e parlare a lungo con il frate conven-
tuale polacco Massimiliano Maria Kolbe, oggi santo,
martire di Auschwitz, che ebbe il coraggio di chiedere di
MARZO 2010 BS
Don Mario, già molto anziano, non disdegna di giocare
con i ragazzini al calciobalilla.

4.3 Page 33

▲back to top
Annus Sacerdotalis
siglio e conforto. Purtroppo la cosa non durò a lungo. Era
il periodo più duro della riforma agraria, quando oltre cin-
quemila missionari cristiani vennero espulsi e milioni di
contadini e proprietari terrieri sterminati… Nel 1952 toccò
ai salesiani: venne requisita la casa, e i religiosi espulsi.
Anche lui, ovviamente. Il dolore fu intenso, supportato
tuttavia da una grande fede. Lasciò dunque con indicibile
rammarico Pechino per far ritorno a Hong Kong.
ISPETTORE
Qui fu nominato ispettore della provincia salesiana
comprendente Hong Kong, Macao, Formosa, le Filippi-
ne e il Vietnam. Furono sei anni altrettanto intensi,
conclusi con la partenza per il Vietnam nel 1958, dove
restò fino al 1974, subendo in pieno i terribili anni della
guerra. Non si può dire, insomma, che il nostro abbia
Don Acquistapace (a sinistra) con padre Massimiliano
Kolbe, oggi santo.
avuto una vita facile! A Saigon il “soggiorno” fu tragico-
mico. Infatti, data la casuale somiglianza con il terribile
generale nordvietnamita, viene soprannominato don
Ho Chi Minh, forse a causa della barbetta caprigna
morire al posto di un padre di famiglia. Padre Massimi- che ricopriva il mento di tutti e due. Come il generale,
liano poi, in occasione dei suoi viaggi attraverso le mis- d’altronde, anche don Mario era sempre impegnato a
sioni francescane in Giappone, tornò più volte a trovarlo far guerra, una guerra diversa però: contro la fame, la
a Macao, per conoscere la realtà delle scuole professio- miseria, la violenza, le malattie, il sottosviluppo… E
nali salesiane. Don Mario rimase molto colpito da tale anche lui diventa quasi un simbolo. Magro, minuto, il
incontro, tanto da descriverlo in una lettera che conclu- volto sorridente, gli occhi maliziosi e vivaci, non amava
de: “Ci salutammo con un abbraccio. L’avevo stimato un parlare della sua vita, voleva solo prodigarsi per gli altri
buono. Mai avrei immaginato di ospitare e abbracciare
un santo”. In effetti, seppe più tardi del suo martirio ad
e dedicava tutto il suo tempo a questo. Andava sempre
di fretta: un prete da corsa, per vincere la gara del
33
Auschwitz, il famigerato campo di sterminio nazista, poi bene. Nel 1974 tornò a Macao nell’isola di Coloane,
lo vide proclamato santo a Roma da papa Wojtyła e una zona caratterizzata dalla presenza di moltissime
riscoprì la gioia indicibile di quel lontano abbraccio.
baracche, dove tante donne si dedicavano a un com-
LA FAMA
Rimase a Macau fino al 1946, dove fu anche direttore
dell’orfanotrofio, per sei anni. La sua fama cominciò a
crescere proprio in quel periodo. Una fotografia del suo
operato la mostra una lettera dell’allora ispettore don
Braga, indirizzata al Rettore Maggiore dei salesiani, in
cui il superiore provinciale descrive come la simpatia nei
confronti dell’opera salesiana, proprio per merito di Don
Mario, si fa sempre più viva e si concretizza in offerte,
aiuti morali e incoraggiamenti gratificanti. A quel punto
i superiori di Torino, ormai conquistati dalla sua sag-
gezza, dal suo attivismo costante e calibrato, e
dal non comune zelo apostolico, pensarono di
mandarlo in avanscoperta nel cuore della Cina,
a Pechino. Senza dubbio avevano in mente il
famoso sogno/profezia di Don Bosco e credet-
tero di avere l’uomo giusto per tentare la scala-
ta apostolica al colosso giallo. Là doveva occuparsi,
manco a dirlo, della “gioventù povera, abbandonata
e pericolante”. Fu così che nacque in Cina la prima
casa salesiana, che aprì subito le porte alla povera
gente, che all’epoca annoverava tra i suoi ranghi
gran parte della popolazione. Don Mario si buttò a
capofitto nel lavoro. Mirò, ovviamente, ai giovani da
buon salesiano qual era, ma anche ai cristiani per-
seguitati, a chi soffriva, a chi aveva bisogno di con-
plicato gioco cinese di dadi, non per divertimento bensì
per guadagnare qualche spicciolo per i loro bambini.
Numerosissimi. Don Mario decise di occuparsene a
tempo pieno e le mamme facevano a gara per affidare
i loro figli a colui che ormai chiamavano “the living
Saint” (il santo vivente). Nel 1990 venne trasferito alla
“Braga House” di Hong Kong per sacerdoti anziani. Lì
si spegne il 25 settembre 2002, carico di anni e di
buone opere. Il funerale fu un
trionfo. Tantissima la folla
accorsa alla veglia la sera e
al funerale la mattina. Era
palpabile la carica di affet-
to di quella gente che da
lui aveva ricevuto qual-
che indumento per
coprirsi dal freddo,
una scodella di riso,
un tetto sotto il quale
dormire, la sua benedi-
zione, una carezza e la
certezza di essere ogni
giorno presente nelle sue
preghiere. Un uomo cui il
cognome, Acquistapace,
non rende sufficiente giu-
stizia, poiché lui più che
acquistarla la pace è stato
Don Acquistapace con il foulard dei 117 martiri
vietnamiti proclamati santi da papa Wojtyła nel 1988.
in grado di donarla. Sem-
pre.
ٗ
BS MARZO 2010

4.4 Page 34

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COME DON BOSCO
l ’educatore
di Bruno Ferrero
UN ANGELO su quello che si deve fare, a prende-
re decisioni, a non tentennare. Un
COME PAPÀ gruppo di padri cristiani di varie raz-
ze e orientamenti lo ha sintetizzato
così: «Basta scuse: diventa quell’uo-
Gli ho chiesto: «Che cos’è un papà per te?». Ha risposto mo che Dio ti ha destinato a esse-
re». Fare il padre costringe a tirare
senza esitare: «Un papà protegge, spiega, fa le coccole». fuori il meglio di sé. Nessun uomo
«E una mamma?». Non ha esitato neanche questa volta: potrà mai capire il significato della
«Una mamma è la stessa cosa, ma al femminile». vita, il significato del mondo, il signi-
ficato di qualsiasi cosa, finché non
avrà un figlio da amare. Ho sorpreso
una conversazione tra due amici al
«Cari padri, fate i padri ma- a golf, si comincia dagli erro-
gari non perfetti, a mez- ri e da essi si impara. E cer-
zo servizio, non importa. tamente imparare a pi-
bar. Uno dice: «Quando ero picco-
lo, di notte, mio padre mi la-
sciava sempre la luce ac-
Non perdetevi l’incredibile bellezza lotare un aereo è mol-
cesa sul comodino». L’altro
di crescere il bambino che avete to più facile che impa-
risponde: «Mio padre era
messo al mondo», parola di Barak rare a essere un
la luce». Un buon padre è
Obama, presidente degli Stati Uniti buon padre. Il para-
una persona “luminosa”. Quan-
e dunque “fírst daddy”, d’America. gone migliore per
do il buon Dio decise
Che confessa alle sue Malia e caratterizzare la figura
di creare il padre,
Sasha: «Sono stato un padre imper- del padre è quello
cominciò con una
fetto, so di aver fatto molti errori. Ho dell’angelo custo-
struttura piuttosto
perso il conto di tutte le volte in cui de. Nella preghie-
alta e robusta. Allora
le esigenze di lavoro mi hanno tenu- ra, che tutti cono-
un angelo che era lì
to lontano dalle mie responsabilità di sciamo, sono sintetiz-
vicino gli chiese: “Ma che
34 padre». Qualunque uomo può diven- zati i compiti principali
razza di padre è questo? Se i
tare “padre”, ma ci vuole un’enorme di un buon papà: «Angelo
bambini li farai alti come un soldo di
carica d’amore per diventare un di Dio che sei il mio custode illumi- cacio, perché hai fatto il padre così
“papà” e non bastano certo nove na, custodisci, reggi e governa me grande? Non potrà giocare con le
mesi per formare un buon papà. che ti fui affidato dalla pietà celeste. biglie senza mettersi in ginocchio,
Quando s’impara qualcosa di nuovo, Amen».
rimboccare le coperte al suo bambi-
che sia pilotare un aereo o giocare
᭿ Illumina. È significativa l’espres-
sione «dare alla luce» per indicare
la nascita. Vale per entrambi i geni-
tori. Ma quasi istintivamente il padre
si assume il compito di “guida”, di
colui che cammina davanti per indi-
care la strada nella giungla della
realtà. Intimamente sa di non potersi
esimere: anche la moglie si aspetta
che sia lui ad avere le idee chiare
no senza chinarsi e nemmeno
baciarlo senza quasi piegarsi in
due!”. Dio sorrise e rispose: “È vero,
ma se lo faccio piccolo come un
bambino, i bambini non avranno
nessuno su cui alzare lo sguardo”.
Che lo voglia o no, un padre è sem-
pre un modello, qualcuno su cui
alzare lo sguardo, come a un faro
nella notte che indica la rotta sicura.
Illuminare significa togliere le zone
d’ombra, essere chiari e trasparenti,
spiegare il senso degli avvenimenti
e della vita con onestà e verità,
soprattutto non dare falsa testimo-
nianza.
᭿ Custodisci. Il padre, per il bam-
bino, è innanzitutto l’amorevole
compagno della madre. Il legame
affettivo che unisce i genitori è per
qualsiasi bambino una base di
MARZO 2010 BS
Dio sorrise e rispose:
È vero, ma se lo faccio piccolo
come un bambino, i bambini
non avranno nessuno su cui
alzare lo sguardo”.

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
valore immenso, un punto d’appog-
gio fondamentale e una condizione
L’IMPEGNO
che garantisce una forte stabilità
emotiva e un grande senso di sicu-
rezza. Il padre è colui che sta vici-
DELLA PATERNITÀ
no, ama, sorregge, aiuta, si prende
cura. Insomma, è colui che c’è, è
presente, sa ascoltare la fragilità,
La paternità è un’esperienza che risulta talora poco attraente
nell’ambito della cultura sociale e forse anche
comprendere e perdonare gli errori.
per quanti vivono in prima persona quest’esperienza.
In un mondo come questo i figli
devono soprattutto essere difesi dal
bombardamento di una società che
intende solo sgretolare, che non sa
più proporre identità positive, che
riduce la felicità al rapido consumo
di cose e persone.
Per una donna, avere figli
costituisce ancora, il più
delle volte, un valore
oltre che un compito, una
scelta autorealizzativa e
le di ogni paternità: non si
diventa padri per caso o per
forza, come talora accade, e
neppure per una valuta-
zione emotiva della
᭿ Reggi. Un padre deve avere non solo una respon-
propria storia di cop-
sempre il coraggio di incoraggia- sabilità con cui misu-
pia. La genitorialità
re, cioè “donare cuore” ai figli. Un rarsi. Per un uomo,
è cosa molto seria,
padre insegna a risolvere i problemi invece, diventare pa-
soprattutto per chi
e, nei momenti difficili, è come il dre non sembra co-
non ha avuto il dono
muro per l’edera, qualcuno a cui munemente il traguardo
biologico della gravidan-
appoggiarsi, qualcuno che sostiene del cammino di crescita affetti-
za e dunque non può sperimen-
nel compito di scoprire e realizzare va; fare il padre è un impegno che a tare nel proprio corpo la pedagogia
le proprie qualità, qualcuno che aiu- tanti risulta troppo oneroso rispetto dell’avvento. Il progetto della genera-
ta a rendere possibili i sogni, che ad altre aspettative e investimenti tività, pertanto, va condiviso con
crede nella possibilità di trasforma- esistenziali. Sarà anche per questo attenzione e passione, affinché il 35
re se stessi e il mondo. Il compito che tale ruolo viene talvolta interpre- senso dell’attesa possa davvero
del padre è quello di “iniziare” alla tato in modo scontato e superficiale, coinvolgere e contagiare tutti e due i
vita e soprattutto insegnare ai figli soprattutto quando il maschio – che partner che concorrono a creare una
come reggere le ferite e le perdite vive un tempo di grave disorienta- nuova vita. Il desiderio però, da solo,
che essa provocherà.
mento culturale e teme la perdita non basta. Poiché la posta in gioco è
della propria identità tradizionale – una rivoluzione copernicana – tale è
᭿ Governa. Un padre è dotato di
un’autorità naturale e deve eserci-
tarla in accordo con la madre. La
famiglia ha bisogno di una guida
mostra di non sapersi svincolare dai
luoghi comuni della società, che gli
appioppano schemi di comportamen-
to ormai difficili sia da motivare sia
anche per la nostra sensibilità occi-
dentale il passaggio dall’autoritari-
smo all’autorevolezza del padre –,
occorre un serio lavoro autoformati-
consapevole e attiva, che è indi- da interpretare. Eppure, in questi ulti-
spensabile soprattutto per un sano mi anni, il bisogno di ritrovare la figu-
sviluppo dei bambini. È terribile il ra del padre è fin troppo evidente, e
vuoto distruttivo che si genera non viene messa in gioco soltanto la
quando i genitori evitano di eserci- stabilità familiare, ma anche molte
tare qualsiasi tipo di responsabilità altre questioni fondamentali, fino a
e di potere. Un padre deve impara- quella delicatissima dello sviluppo
re a reggere musi, sguardi delusi, religioso e dell’incontro dei ragazzi
scenate e proteste filiali, accoglien- con il Dio Padre della fede cristiana.
do tutto con affetto tranquillo, ma Pertanto, occorre un impegno corale
senza venir meno alle proprie – uomini e donne insieme, ma anche
responsabilità. Ripetendo spesso la fra le diverse generazioni – per risco-
motivazione fondamentale della prire il senso autentico della pater-
“disciplina” familiare: «Io ti amo e nità. In questo itinerario, alcuni ele-
perciò impedirò con tutte le forze menti sono sicuramente irrinunciabili:
che tu sbagli».
lo dico in nome della mia esperienza
familiare, ma anche da quanto mi
᭿ Che ti fui affidato… Essere riviene dal paziente ascolto degli
padre è una vocazione, cioè una adolescenti e delle loro difficoltà di
missione che viene dall’alto. È il
massimo atto di fiducia del Creatore:
«Ti affido una vita: fa’ che sia quel
capolavoro che ho in mente io». ٗ
maturazione umana e religiosa.
᭿ In primo luogo, credo che biso-
gna rianimare il carattere vocaziona-
Bisogna rianimare il carattere
vocazionale di ogni paternità:
non si diventa padri per caso
o per forza.
BS MARZO 2010

4.6 Page 36

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vo. Se genitori non si nasce ma si
diventa, a maggior ragione per la
paternità ci vuole un intelligente
lavoro di riflessione, un paziente ti-
rocinio, un continuo apprendimento
e autocorrezione degli stili di com-
portamento appresi da piccoli, par-
tendo dalla consapevolezza che si
deve rimettere a fuoco il valore
dell’affettività, laddove prima la pa-
ternità era invece largamente domi-
nata da un’ipoteca ideologica.
᭿ Questo non significa che il
padre oggi debba rinunciare a tra-
smettere riferimenti ideali e cultu-
rali, interpretando il senso della
continuità e la forza dell’esperien-
za; ma tali valori oggi richiedono
una diversa capacità comunicati-
va. Le distanze fra padri e figli
vanno decisamente accorciate,
ma soprattutto occorre transitare
dall’imposizione alla proposta,
praticando la disponibilità della
condivisione e sviluppando le
energie della testimonianza.
36 Questo rinnovato impegno chiede,
ovviamente, la voglia di investire
più tempo e attenzione nella vita
della casa, rinunciando a una pre-
senza sociale e professionale
troppo onerosa. Una scelta del
genere non sminuisce il prestigio
del padre, ma lo colloca in una
dimensione più interessante, che
è la capacità di farsi compagno di
strada dei piccoli nel difficile cam-
mino dello sviluppo delle compe-
tenze umane. È importante, an-
che, l’eliminazione di ogni ma-
schera: il padre non deve neces-
sariamente essere forte, deciso e
infallibile. Può e deve esprimere
con sincerità i suoi dubbi e le pau-
re, riconoscere gli errori, ammette-
re che si sente talvolta disorienta-
to e incerto, come tutti gli altri
comuni mortali. Questa demitizza-
zione della figura paterna sicura-
mente mette in crisi molti adulti;
nello stesso tempo rassicura i gio-
vani: riconciliandoli con l’esperien-
za già vissuta da figli, può genera-
re in loro un atteggiamento corag-
gioso verso tutte le responsabilità
che la vita comporta e la voglia di
una futura paternità, concepita e
vissuta come elemento consape-
vole e qualificante della propria
biografia.
ٗ
MARZO 2010 BS
ARTE SACRA:
CROCIFISSI
di Filippo Manoni
filippo652@interfree.it
Classe 1962, nazionalità britannica,
collocazione Young British Artists, genere
eclettico: usa fotografie, collage, cartoni,
cemento, acciaio, resina, oggetti riciclati,
ecc.
Studi: London College of Printing.
Mostre personali e collettive
in tutto il mondo.
SARAH LUCAS
IRONIA
E PROVOCAZIONE
L ucas è una straordinaria
artista, provocatoria, pun-
gente, fuori dalle righe, e
spesso anche sopra la morale.
Ma estremamente efficace e corro-
siva, umorista e ironica… comun-
que difficilmente inquadrabile.
Arduo definirne lo stile. Una delle
sue caratteristiche è il gioco visivo
di parole. Come materiale artistico
usa di tutto: t-shirt, meloni, pesce
affumicato, sigarette, ferro, cartone,
ecc… È indubbiamente da annove-
rare tra gli artisti più importanti del-
la nuova arte inglese. Nel 2003 ha
partecipato alla 50° edizione della
Biennale Internazionale di Venezia.
>> Vive nella contea del Suffolk e
lavora a Londra. È un’artista del
tutto originale, femminista quanto
basta, che sa trasformare la rabbia
e l’imbarazzo in umorismo. In que-
sto modo cattura la curiosità del
pubblico e l’attenzione dei critici.
È, la sua, un’arte che protesta, ma
lo fa con il tipico umorismo ingle-
se. Non per nulla le sue opere sono
esposte un po’ dovunque, ospitate
nelle mostre di tutto il mondo.
Molte fanno parte delle collezioni
permanenti di alcuni templi del-
l’arte contemporanea.
>> Il Crocifisso che presentiamo
è anch’esso un’ironica provoca-
zione, che tuttavia fa riflettere e
non poco. La grande croce di san-
gue alle spalle del Cristo inquadra
una figura piagata dalla testa ai
piedi da centinaia di ferite, sparse
ovunque: non esiste nessuna ben-
ché minima parte del corpo non
solcata da lividure. Non ci sareb-
be nulla di nuovo (molti altri arti-
sti hanno rappresentato il Cristo
incredibilmente coperto di ferite)
se non fosse per il fatto che quel-
le numerosissime trafitture sono
costituite… da filtri di sigarette.
Compresa anche la corona di spi-
ne che gli cinge il capo, compreso
il volto, compreso… tutto.
Il significato ci pare eloquente.
Non è una forzatura argomentare
che spesso a uccidere basta un
niente, il fumo per esempio… ciò
che sembra un niente, un’inezia,
può risultare micidiale. Il Croci-
fisso di Lucas non sembra pre-
sentare una forte drammaticità
sia nell’espressione sia nella
postura. Ma è un Cristo parlante.
Sembra dire: “Eccomi qua! Guar-
datemi bene, come mi avete
ridotto”. Un’ironia che induce a
riflettere.
ٗ

4.7 Page 37

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LAETARE
ET BENEFACERE…
37
AFORISMI di Franco Scillone
1) Il naso è fatto per odorare,
non per ficcarlo dappertutto.
2) Quando indossi il vestito dell’infelicità,
rifletti se il sarto che l’ha cucito
sei proprio tu.
BS MARZO 2010

4.8 Page 38

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SFIDE ETICHE
per ragazzi, genitori, educatori
COME ROVINARSI
L’ESISTENZA
L’INVIDIA
di Sabino Frigato s.frigato@ups.crocetta.org
“Gli uomini non conoscono la propria felicità,
ma quella degli altri non gli sfugge mai!”
(Pierre Daninos).
Lo scrittore e umorista francese ha colto nel segno;
l’invidia è una delle bestie nere della vita
degli uomini, un verme malefico che si nutre
38 dei buoni sentimenti delle persone,
lasciando loro intatti quelli… cattivi!
La densa scultura di Carlo Previtali
che rappresenta l’invidia.
“I o invidioso? Assoluta-
mente no! Goloso sì,
magari anche superbo.
Invidioso però, io,
no!”. C’è qualcuno disposto ad am-
mettere di esserlo? Pare proprio di
no. Tutt’al più ci va di passare per
uno spirito critico. Quando,
però, il signor “spirito criti-
co” parla, ad esempio, del
suo collega di lavoro senza
volerlo scopre le carte. In-
fatti, premesse – sia pure
a denti stretti – capacità
e qualità del collega,
quanto prima cambia
registro per metterne in
piazza difetti, incompe-
tenze, inaffidabilità e
via elencando. Forse so-
no tutte cose vere, forse,
ma dette così hanno un
unico fine: demolire più o
meno subdolamente la pre-
sunta o reale superiorità del
collega che tanto lo frustra fa-
cendolo sentire inferiore. È un
giochetto che prende dentro un po’
MARZO 2010 BS
tutti, anche se non lo vogliamo am-
mettere perché sarebbe svelare la
parte più meschina e vulnerabile di
noi stessi: cosa che non fa piacere a
nessuno.
FRUSTRAZIONE
L’invidia – piaccia o no – è una ter-
ribile frustrazione. Non solo ce la tro-
viamo dentro ma, come dice la stessa
parola in-vidia (dal latino in-
vidére/non vedere nel senso di vedere
tutto distorto e di mal occhio) ci fa
veder male, nel senso che rende il no-
stro occhio cattivo fino a non vedere
più l’altro e a volerne addirittura la
sparizione (lontano dagli occhi, lon-
tano dal cuore, come cantava una
vecchia canzone di Sergio Endrigo).
Visto da lontano, l’invidioso appare
normale. Se però si presta attenzione
al tono di fondo delle sue conversa-
zioni, al modo in cui vive le relazioni
e ai giudizi che insinua non è difficile
accorgersi di avere di fronte una per-
Scrive Pavel Florenskij – filosofo
russo e sacerdote ortodosso
fucilato nel dicembre del 1937
“Le vesti non velano ma svelano
un corpo splendido, e lo fanno,
tra l’altro, in modo ancora più
splendido, rivelandolo nel suo
casto pudore. Un corpo da
ammirare non da invidiare.

4.9 Page 39

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sona triste e scontenta. L’invidioso, care troppo le tinte, resta vero il fatto
infatti, nonostante le apparenze e i che essa segue l’uomo come la sua
modi cordiali, cova sentimenti nega- ombra. Per questo motivo è il pecca-
tivi che sfiorano il rancore, l’ostilità to per cui si dovrebbe stare più in gi-
e, talvolta, anche l’odio verso chi ha nocchio, purtroppo però, è anche
in sé qualcosa che a lui non è dato quello che più si cerca di nascondere.
avere. Il sentimento di tristezza che L’invidia nasce dall’inevitabile
ne consegue spinge l’invidioso a ri- continuo confronto con chi ci sta
cuperare fiducia e stima verso se accanto. Per fortuna non ogni con-
stesso. Come? Demolendo più che si fronto finisce alla Caino/Abele. Non
può chi è causa inconsapevole della di rado viene sentito come un pun-
propria frustrazione.
golo alla competizione e all’emula-
zione; una provocazione, cioè, a ti-
LA BIBBIA
rar fuori il meglio da noi stessi sul
piano professionale, relazionale, in-
Stando alla Bibbia, l’invidia si insi- tellettuale, economico e così via.
nua fin da subito, addirittura nella re- Caino, invece, entra in azione quan-
lazione tra i due fratelli Caino e Abe- do il confronto viene vissuto come
le. Caino patisce dolorosamente il una minaccia alla nostra presunta
confronto con il fratello. Il presunto superiorità. Se il nostro equilibrio
successo di Abele davanti a Dio gli affettivo non è abbastanza saldo
provoca un acuto senso di inferiorità corriamo il rischio di venirne corro-
e un’insopportabile umiliazione. Eli- si. Dice la Bibbia: “l’invidia è la ca-
minarne la causa è la dinamica di rie delle ossa” (Proverbi 14.30).
Giotto dipinge l’invidia come
una figura repellente, con una
serpe che spunta da sotto
Caino e di ogni invidia. San Tomma-
il turbante, fuoriesce dalla bocca
so D’Aquino definisce questo brutto
vizio come “dolore per il bene al-
CONFRONTI MICIDIALI
ed è in procinto di penetrare
nell’occhio. Il personaggio è
immerso nel fuoco… dell’invidia.
39
trui”, così che tra tutti i vizi, è quello Che cosa invidiamo negli altri?
che non dà nessun piacere, anzi pro- Tutto ciò che ci fa sentire “meno”,
voca solo tristezza. L’invidia, perciò, “inferiori”, “frustrati”, “non realizza- LA TERAPIA
è sempre un’emozione tutt’altro
che… invidiabile. Essa è impotente,
paurosa e tuttavia incessante nel suo
appetito: non conosce soddisfazioni.
È un tormento senza fine. Senza cari-
ti”. Quando la propria autostima è
ballerina, qualsiasi confronto non
sentito vantaggioso diventa un atten-
tato alla propria immagine. E di con-
fronti ne abbiamo di continuo, tanti
quante sono le nostre relazioni quoti-
diane: nella scuola, sul lavoro, nella
professione, in famiglia. L’invidioso
deve, quindi, fare i conti con se stes-
so, con la sua debole personalità. Al-
tro non è che un orgoglioso frustrato
che non accetta di essere messo ai
margini da chi lo fa sentire inferiore
perché ritenuto più bravo, più interes-
sante, più divertente, più fisicamente
dotato di lui. È quel maledetto “più di
lui” che lo umilia e lo fa sentire infe-
riore: ingiustamente inferiore. Elimi-
nare quel “più”, non importa come,
ne va della sopravvivenza psicologi-
Esiste una terapia contro l’invidia o
dobbiamo rassegnarci a rovinarci l’e-
sistenza? L’invidia non si estirpa, ma
controllarla si può! In fondo, l’invi-
dioso è solo un affamato di stima, di
simpatia, di attenzione: in una parola
di amore. Quali passi terapeutici met-
tere in essere? Il primo è riconoscere
che anche noi siamo rosi più o meno
seriamente dall’invidia. Secondo: to-
glierci dalla testa l’illusione che eli-
minando la causa della nostra invidia
troveremo la pace. Terzo: accettarci
come siamo con i nostri limiti, ma
soprattutto scoprire tutti gli aspetti
belli e positivi che ognuno di noi ha.
L’autostima è fondamentale per vive-
re e relazionarci agli altri in modo
bello e libero. Il passo decisivo per
crescere nella nostra autostima è
ca. Purtroppo, l’invidioso confonde guardarci con gli occhi innamorati
l’essere alla pari con l’essere identi- del Signore Gesù. Solo in Lui ci sco-
ci. E poiché – grazie a Dio – non sia- priamo amati in un modo esagerato.
mo tutti uguali, il confronto non solo Il suo sguardo d’amore, accogliente,
Dante Alighieri ha dedicato
è vissuto male, ma è sempre negati- pieno di interesse per ciascuno di noi
agli invidiosi il canto tredicesimo vo, fonte di sofferenza. È un avvitarsi trasforma i nostri sentimenti e il no-
del Purgatorio… Li descrive
che indossano un cilicio e hanno
le palpebre cucite da filo di ferro
(a tutti un fil di ferro i cigli fora!).
su se stessi le cui conseguenze posso- stro sguardo da negativi in positivi.
no andare molto in là. Caino non per- Solo la bellezza dell’Amore salva la
de mai di attualità!
nostra vita!
BS MARZO 2010

4.10 Page 40

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D IBATTITI
Giornate Mondiali
NO AL TERRORISMO
MA AUMENTA SE…
di Severino Cagnin
La Giornata per le
gio 1972), fino al sequestro e as- non divide, come sembra, ma è
sassinio di Aldo Moro (9 maggio fonte di unione: guai, se fossimo
vittime del terrorismo
1978) hanno avuto una memoria tutti uguali! Abitare nello stesso
si celebra quest’anno
l’11 marzo. Il numero 11
al Quirinale da parte del Presi- quartiere e conoscersi; lavorare
dente della Repubblica Napolita- uno accanto all’altro; divertirsi
no in preparazione alla Giornata negli stessi sport; pregare e canta-
è ormai un simbolo.
Ci è parsa
di giovedì 11 marzo 2010, a 40 re in Chiesa; vivere assieme, do-
anni dal luttuoso evento di Mila- nando il meglio di sé e ricevendo
no con 13 morti e 90 feriti, tutte quello che non si ha.
particolarmente
shoccante la vignetta in
persone comuni, che quella matti-
na andavano in banca. La cerimo- >> Un sogno? Il primo libro
nia è stata considerata un esplici- della Bibbia, Genesi, amato
40 www.superedo.it/foto/
foto_18_scuola_di_terro-
to rifiuto di ogni terrorismo, tale- da ebrei, musulmani e cri-
bani, Al Qaeda, kamikaze e anche stiani e l’ultimo capitolo del
dell’illusione di vincerlo. Invece Vangelo secondo Matteo
rismo-10.htm, che
qualcuno ci ha spedito
in redazione, tranciante
è tempo di incontrarsi e collabo- saranno il nuovo codice
rare per un futuro di rispettosa dell’umanità?
convivenza.
nel suo tragico
IL GESTO
sarcasmo.
Il dibattito continua in tutto il
mondo e a tutti i livelli: tutti lo
condannano, nessuno lo vuole,
eppure il tragico fenomeno si
moltiplica nel mondo sotto forme
sempre nuove. Se non si estirpe-
ranno le radici, la malapianta con-
tinuerà a ingigantire, nutrendosi
dei propri velenosissimi frutti.
LE STRAGI
La strage di Piazza Fontana a
Milano, del 12 dicembre 1969,
come quella alla stazione ferro-
viaria di Bologna, del 2 agosto
1980, la morte dell’anarchico Pi-
nelli (15 dicembre 1969) e del
commissario Calabresi (17 mag-
Il gesto simbolico
è stata la stretta di
mano tra le vedove
Calabresi e Pinelli,
diverse come idea e
partito politico, uni-
te tuttavia nel lutto.
Perciò la memoria
va a tutte le vitti-
me, senza distin-
zione e il loro in-
contro dopo 40 an-
ni indica per il fu-
turo l’accettazione
pacifica di ognu-
no. Il Papa ha ag-
giunto che il per-
dono cristiano co-
rona questo cam-
mino. Per estirpa-
re la violenza bi-
sogna accettare
la diversità che
MARZO 2010 BS

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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SUCCESSO
di Lorenzo Angelini
OTE SULLE NOTE
Se c’è una misura
per il valore del nostro comportamento,
questa, certamente, non è il successo.
Non pochi cantautori desi- cura certosina degli ar-
derano affrancarsi dal mer- rangiamenti, le liriche
cato discografico che detta ispirate e l’interpreta-
modi, tempi, luoghi e persone zione intensa ed è ca-
per la realizzazione dei dischi e ratterizzato da densità
che, di frequente, ha l’ultima pa- di contenuti e stimoli
rola su forma e contenuto delle alla riflessione che
canzoni. Anche Niccolò Fabi im- però, lungi dall’essere
bocca, con il suo recente Solo un sbattuti in faccia, si
uomo, lo scosceso sentiero del- rintracciano solo all’a-
l’autoproduzione guadagnando scolto attento e com-
in quanto a libertà di azione, ma petente. Meticolosa è
41
pagando lo scotto di essere prati- l’indagine della natura
camente ignorato da radio e tv umana alla caccia di
specializzate malgrado il consoli- criteri per conoscersi
dato plauso della critica e di una al meglio, per apprez-
fetta consistente di pubblico.
zarsi nonostante i li-
miti, per impegnarsi a superare i >> Emblematica, in tal senso, è
>> L’album che ne esce si muo- condizionamenti, per riconosce- questa Successo in cui si tenta di
ve tra la levità delle melodie, la re in ogni altro una ricchezza. abbattere, in ordine alla propria
realizzazione come persona, le
categorie “vincente-sconfitto” ad-
SUCCESSO di Niccolò Fabi
ditandole come fasulle, inganna-
trici. La propria affermazione, al
Successo è solo accaduto / è un partici-
pio passato
Come una sfera d’argento / che lungo un
piano inclinato scivola
Come il trionfo è un rumore / la vittoria è
un sapore
Lo scudetto è uno scudo che non ci di-
fende
Nel suo sguardo c’è un sogno / che non
mi appartiene
Chi di fama ci vive / e chi di fame ci svie-
ne
Chi ha il destino nel sangue / chi in
un’occasione
E poi basterebbe fare ciò che si è scel-
contrario, è garantita solo dal po-
ter fare quello che si è scelto. Fa-
cile a dirsi, difficile ad accettarlo,
specie nel nostro tempo caratte-
rizzato da un alto tasso di indivi-
dualismo, ma non vi sono dubbi
che un obiettivo così impegnati-
Si corre e si cade si sale e si scende
La fortuna è una stella che non ha un no-
me
E poi basterebbe fare ciò che si è scel-
to
to
E avere una chiave in tasca
Non accettare il ricatto / vincente o
sconfitto
E alzare la testa vedere te
vo ci offra, se raggiunto, una sod-
disfazione elevata.
>> È proprio la musica a comuni-
carci questo compiacimento: la
E avere una chiave in tasca
Successo è solo accaduto / è un partici- melodia, chiara e serena si muo-
Non accettare il ricatto / vincente o
sconfitto
E alzare la testa vedere te
La bella donna rinchiusa / dentro un ma-
nifesto
pio passato
E poter dire solo quello che si vuol dire
È poter fare solo quello che si è scelto
È poter smettere e poi ricominciare
È poter fare solo quello che dà gusto
ve su tenui e pacati disegni di
chitarre fino a quando un coro
inaspettato invade tutto l’arran-
giamento come il sorgere di un
caldo sole: e ci si rallegra non so-
lo per il proprio “successo”, ma
anche per quello degli altri. ٗ
BS MARZO 2010

5.2 Page 42

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma, riconosciuta con
D.P.R. 02-09-1971 n. 959, e la
Fondazione Don Bosco nel
mondo (per il sostegno in parti-
colare delle missioni salesiane),
con sede in Roma, riconosciuta
con D.M. del 06-08-2002, pos-
sono ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
in Roma (o alla Fondazione
Don Bosco nel mondo, con sede
in Roma) a titolo di legato la
somma di …, o titoli, ecc., per
i fini istituzionali dell’Ente”.
b) di beni immobili
“… Lascio alla Direzione Gene-
rale Opere Don Bosco, con sede
42
in Roma (o alla Fondazione Don
Bosco nel mondo, con sede in
Roma) l’immobile sito in… per i
fini istituzionali dell’Ente”.
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l’uno o
l’altro dei due enti sopraindicati
“… Annullo ogni mia preceden-
te disposizione testamentaria.
Nomino mio erede universale la
Direzione Generale Opere Don
Bosco, con sede in Roma (o alla
Fondazione Don Bosco nel
mondo, con sede in Roma) la-
sciando ad essa quanto mi appar-
tiene a qualsiasi titolo, per i fini
istituzionali dell’Ente”.
(Luogo e data)
(firma per disteso
e leggibile)
NB. Il testamento deve essere scritto per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612678 – Fax 06.65612679
Fondazione Don Bosco nel mondo
Via della Pisana, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.65612658 – Fax 06.65612679
MARZO 2010 BS
I NOSTRI MORTI
ZUCCHELLI sig.ra Maria,
cooperatrice,
† Milano, il 20/10/2009, a 92 anni
Mariuccia, cooperatrice salesiana, leggeva
molto volentieri il Bollettino Salesiano e di-
ceva che per i giovani di oggi ci volevano
tanti Don Bosco. Ha sempre alimentato la
sua fede con l’Eucarestia e con la preghie-
ra, soprattutto con il Rosario. Ha fatto parte
del primo Consiglio pastorale della parroc-
chia Beata Vergine Immacolata e S. Antonio
di Milano. Ha espresso la sua carità verso i
poveri, operando nella Conferenza di S.
Vincenzo per 75 anni; verso i giovani, come
catechista; verso i malati, accompagnandoli
a Lourdes per oltre 30 anni; verso tutti con
il suo mite sorriso, l’ascolto, il consiglio e il
conforto. Era contenta di essere nata nel
1917, anno delle apparizioni della Madonna
a Fatima, e Maria Ausiliatrice l’ha accom-
pagnata dolcemente in cielo nell’anno de-
dicato a santa Bernardette.
ROSTAGNO sac. Carlo, salesiano
† Châtillon (AO), il 03/05/2009, a 77 anni
Don Carlo, di animo sensibile, semplice e
buono, sapeva parlare al cuore delle per-
sone. Educatore esigente e comprensivo,
ha fatto da guida con saggezza, amabilità e
costanza a generazioni di ragazzi. Amante
della montagna, gioiva nel condurre gruppi
di giovani a contemplare le bellezze natu-
rali. Educatore, insegnante, catechista, con-
sigliere per 40 anni nella casa di Châtillon.
Era nato a Forno Canavese da una famiglia
ricca di valori umani, di coerenza cristiana,
di fedeltà al dovere. Con gli studi dai sale-
siani il Signore gli fa percepire l’ideale di
una vita di speciale consacrazione e lui ge-
nerosamente rispose alla chiamata di Dio.
Trascorrerà la sua vita, prodigando il meglio
delle sue energie. Don Carlo viveva per i
suoi ragazzi, voleva loro bene, sapeva en-
tusiasmarli con poco, risvegliare in loro tan-
te energie di bene, di crescita umana e di
spiritualità.
DELLA MOGLIE sr. Anna Teresa,
Figlia di Maria Ausiliatrice
† Salerno, il 19/05/2009, a 95 anni
Anna Teresa, forte e austera, ma con un
cuore davvero grande, era l’ultima di sei
figli nati in una famiglia cristiana intessu-
ta di grandi valori. Dopo aver conseguito
l’abilitazione magistrale, fu insegnante
nella scuola elementare e secondaria in-
feriore. Per alcuni anni prestò il suo quali-
ficato servizio anche presso l’USMI (Unio-
ne Superiore Maggiori d’Italia) della dio-
cesi di Napoli. Suor Anna Teresa era una
sorella amabile, intelligente e premurosa
verso tutte le consorelle e quanti la avvi-
cinavano.
SANDRI sr. Erminia,
Figlia di Maria Ausiliatrice
† Lugagnano d’Arda (PC), il 30/05/2009,
a 88 anni
Il primo incontro di Erminia con Don Bosco
è avvenuto attraverso un giornalino delle
Beniamine di Azione Cattolica su cui era
scritto: “W D. Bosco Santo”. Era l’anno
1934. La vita di suor Erminia è stata di gran-
de lavoro compiuto con serenità e spirito di
sacrificio. Sapeva affrontare con disinvoltu-
ra anche le emergenze, e non erano rare,
contenta di offrire il suo servizio in cucina
per rendere fecondo l’apostolato dei Con-
fratelli Salesiani che stimava e per i quali
pregava con cuore di sorella.
MAGAROTTO sac. Agostino,
salesiano
† Castelfranco (TV), il 10/09/2009,
a 89 anni
Insegnante da sempre in varie scuole dell’i-
spettoria veneta, ha svolto il suo lavoro e il
suo apostolato dalla cattedra. Preside, con-
sigliere, catechista, vicario, fu un grande la-
voratore, un apprezzato insegnante, uno
stimato dirigente scolastico e un ottimo re-
ligioso, fedele ai suoi doveri, alle regole, e
alle leggi, un religioso che aveva nel cuore
la salute spirituale e la crescita morale e
culturale dei suoi alunni. Ha passato gli ul-
timi tempi della sua lunga e laboriosa gior-
nata nell’infermeria ispettoriale di Castello
di Godego.
TENGATTINI sac. Angelo,
salesiano
† Milano, il 12/09/2009, a 59 anni
Figlio di una famiglia impregnante di una fe-
de operosa e tenace, lui stesso diventò te-
stimone dell’amore di Dio in mezzo alla
gente, ai giovani prima di tutto, soprattutto a
quelli in difficoltà. Cresciuto in oratorio, lì ha
deciso la sua vita, che si è poi dipanata nel
segno di uno zelo semplice e gioioso aper-
to a tutti, chiuso a nessuno. Attento ai pro-
blemi dei suoi confratelli, dei suoi giovani,
della sua gente. Esigente con se stesso lo
è stato anche con i suoi assistiti: un educa-
tore sereno e forte, amabile ma inflessibile,
sempre in movimento, sempre creativo e,
soprattutto, sempre in mezzo ai giovani:
puntuale nell’assistenza, vivace nel con-
fronto, allegro nella conversazione. Sapeva
predicare il Dio del Vangelo, quello scomo-
do, quello che esigeva di trafficare i talenti,
ma anche quello paziente e sempre pronto
al perdono. Don Angelo è stato una gran
perdita qui in terra, ma un gran guadagno
per il cielo.
ne“ltRogeriacnirasdoainifnoiotdreiirrDreaio”

5.3 Page 43

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MM iill
eessee Savina Jemina
MMAARRZZOO
PIANTE DELLA BIBBIA
PALMA
Quest’anno, la domenica “delle
Palme” si celebra il 28 marzo. La
palma è tra le piante più antiche
coltivate dall’uomo. I frutti hanno
grande valore nutritivo e se ne
ricava una bevanda alcolica; le
fibre delle foglie servono per
canestri e funi; il tronco è usato
come legname. La pianta, poi,
segnala la presenza di acqua. A
tutto questo, si aggiunge la sua
bellezza. In tutte le civiltà, la pal-
ma è simbolo di fecondità, vita,
ricchezza e vittoria. È citata 60
volte nella Bibbia. In ebraico, si
chiama “tamar” che è anche un
nome femminile, come una nuo-
ra di Giuda (Gn 38). La profetes-
sa Deborah sedeva sotto una di
queste piante (Gdc 4,2). Nel
Cantico dei Cantici, l’amata è
paragonata a una palma (7,8).
Essa è uno degli elementi deco-
rativi del tempio di Salomone (1
Re 6,29.32.35.36). E ancora, “il
giusto fiorirà come palma” (Sal
92,13). Gerico è la “città delle
palme” (Dt 34,3). Nell’ingresso di
Gesù a Gerusalemme i suoi rami
sono, quindi, segno di saluto, di
omaggio e di regalità, ma anche
simbolo della sua morte e della
sua resurrezione.
SANTUARI MARIANI
AVIGLIANA (Torino)
Avigliana, comune di circa 13
mila abitanti in provincia di Tori-
no, sorge attorno a due laghi (il
Grande e il Piccolo). Sulle rive
del lago Grande, sorge il san-
tuario della Madonna dei Laghi,
la cui costruzione risale al 1622,
per volontà del duca Carlo
Emanuele I di Savoia. Secondo
la tradizione, Bona di Borbone,
moglie di Amedeo VI, il “Conte
Verde”, avrebbe implorato l’im-
magine della Vergine con in
braccio il Bambino, affrescata
su un pilone votivo del ’300, di
avere un figlio maschio: fu
esaudita con la nascita di Ame-
deo VII, il “Conte Rosso”, avve-
nuta proprio ad Avigliana, nel
1360. L’affresco trecentesco è
ancora conservato all’interno
del santuario, dove sono visibili
pure un polittico dell’Annuncia-
zione e sei grandi tele donate
dai Savoia. Non a caso, l’Ordi-
ne della Santissima Annunziata,
fondato da Amedeo VI, è la
massima onorificenza di Casa
Savoia, e la festa del santuario
cade il 25 marzo, solennità
dell’Annunciazione. In origine,
la chiesa era “officiata” dai
Cappuccini, dal 1892 il santua-
rio è affidato ai Salesiani e con-
tinua a essere uno dei maggiori
luoghi di culto mariano del Pie-
monte.
ٗ
PRETE E SCIENZIATO CARDINALE PIETRO MAFFI
43
Nato a Corteolona (Pavia) il 12
ottobre 1858, Pietro Maffi è
dapprima professore di filosofia
nel Seminario pavese, dove si
interessa anche di meteorolo-
gia e astronomia. Nel 1902 è
nominato vescovo ausiliare di
Ravenna, l’anno dopo arcive-
scovo di Pisa e nel 1907 cardi-
nale. I suoi interessi scientifici
sono limitati dall’intensa attività
pastorale e dalla salvaguardia
di chiese e monumenti. Ma la
porpora ne accresce la noto-
rietà come scienziato, e ne fa
un esempio concreto di intesa
tra fede e scienza, in anni in
cui l’anticlericalismo sostiene il
contrario. Nel frattempo, su
nomina di Pio X, presiede la
Specola Vaticana: nel 1928
completa la stampa dei dieci
volumi del catalogo astrografi-
co, contenenti quasi 500 mila
numeri. Maffi è anche appas-
sionato bibliofilo e arricchisce
la biblioteca personale con
acquisti e donazioni, affiancan-
do classici, letteratura straniera,
scritti spirituali e opere scientifi-
che, al punto che papa Pio XI
la definisce “magnifica” e per
la Sovrintendenza ai beni librari
della Toscana è il maggiore
“giacimento privato” della
Regione. Muore il 17 marzo
1931, a Pisa.
BS MARZO 2010

5.4 Page 44

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P RIMA PAGINA Francesco Motto - fmotto@sdb.org
tagion
DON RUA
UOMO DI GOVERNO
Don Michele Rua passerà certamente alla storia come il Rettor Maggiore
che ha dato continuità e soprattutto enorme sviluppo alla giovane società salesiana.
Alla morte del fondatore la Società contava 58
case in 4 nazioni europee e 5 sudamericane.
Don Rua le portò a 387, raccolte in 34 circo-
vocazione, realizzazione, verifica… Era lui che
nominava il regolatore, determinava i temi da trat-
tare, proponeva le commissioni da creare, presie-
scrizioni giuridiche, moltiplicandole negli Stati deva i dibattiti, interveniva attivamente nelle
dove già esistevano ed estendendole in altri 28 discussioni, rispettoso sempre dell’opinione altrui,
paesi di 4 continenti. Le poche centinaia di salesia- ma senza rinunciare a essere decisivo, grazie alla
ni del 1888 raggiunsero nel 1910 i quattro mila. sua grande autorità morale e al suo essere total-
Nei 22 anni del suo rettorato si ebbero 31 spedi- mente identificato con il pensiero di Don Bosco.
zioni missionarie e si lanciarono nuove missioni tra La società salesiana acquistò così nel primo decen-
i Kivari (Shuar) in Ecuador e i
nio del secolo XX la struttura
Bororo nel Brasile. Senza con-
giuridica delle grandi congre-
tare le opere delle Figlie di
gazioni religiose: si approvaro-
44 Maria Ausiliatrice, e l’Associa-
zione dei Cooperatori Salesia-
no i regolamenti delle diverse
attività e uffici, si riordinarono
ni. Come spiegare tutto ciò?
le deliberazioni prese in tempi
Saranno gli storici a indicarci le
diversi, si trattarono tutti i gran-
molte ragioni di tale enorme
di temi del governo e dell’ani-
sviluppo; intanto possiamo
mazione, si regolarizzarono le
ricordarne una fra le principali:
istituzioni (ispettorie, noviziati,
il fascino di Don Bosco e dei
case e programmi di studio,
suoi figli come educatori
esperienze educative di tiroci-
moderni, capaci, all’altezza dei
nio...).
tempi. Essi operavano efficace-
mente tanto nei “tradizionali”
>> Don Rua ricorse di persona,
campi di lavoro, quali oratori
o mediante i suoi più stretti col-
festivi, scuole “d’arti e mestie-
laboratori, a conferenze pro-
ri”, scuole umanistiche, ospizi
grammate, a discorsi di forma-
per fanciulli poveri, case per
zione di ispettori e direttori.
vocazioni adulte, chiese e cap-
Soprattutto utilizzò molto la cor-
pelle, editoria religiosa e scolastica, quanto in nuo- rispondenza: lettere edificanti, lettere circolari, lette-
ve forme di apostolato, come colonie agricole, re a ispettori e direttori, alle FMA, a singoli confra-
esternati, pensionati, presenze assistenziali di vario telli, a cooperatori… Senza fare proclami solenni e
genere, lebbrosari compresi.
senza dare direttive particolarmente alte, se non
quelle suggerite dalla tradizione salesiana e dalla
>> Il rapidissimo sviluppo nazionale e internazione comune fede cristiana, attraverso le lettere creò un
pose a don Rua e ai suoi collaboratori un’inedita rapporto profondo e un coinvolgimento molto stretto
sfida: come governare dalla casa madre di Torino e personale con i corrispondenti sparsi in tutto il
un’istituzione di tali dimensioni? Si trattava di rior- mondo. Chiaro nei concetti, pratico nei suggerimen-
ganizzare le strutture di governo centrale e periferi- ti, diede sempre loro valide giustificazioni delle
che con la definizione delle loro competenze, dei decisioni prese. E volendo essere padre dei suoi
reciproci diritti e doveri, dei rapporti fra di loro. Lo figli, ne condivise sentimenti di gioia e di tristezza,
si fece attraverso i Capitoli Generali. Don Rua ne con l’obiettivo di favorire unità e solidarietà fra tutti
presiedette sei, al ritmo di uno ogni tre anni, con loro, benché sparsi nei diversi continenti. La storia
tutto quello che volevano dire: preparazione, con- prova che vi riuscì ottimamente.
ٗ
MARZO 2010 BS

5.5 Page 45

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45
BS MARZO 2010

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I NOSTRI SANTI
a cura di Enrico dal Covolo postulatore generale
UN BAMBINO
consigliandomi di affidarmi a lei. menico Savio. Attraverso suc-
DI NOME AUGUST Così feci. Immediatamente un cessive indagini, si scoprì che la
bravo medico mi consigliò una causa dell’insufficienza cardiaca
Siamo una famiglia cattolica; ab- cura omeopatica notevolmente era una grave embolia polmona-
biamo tre figli già in età adulta. La dispendiosa, ma che mi permise re di origine ignota. Iniziarono le
terza, Marysia, nata nel 1970, è di procrastinare l’intervento e di cure per sciogliere gli emboli, ma
sposata e ha sempre avuto gran- riprendermi fisicamente senza già si prevedeva necessario un
de difficoltà a portare a termine rovinarmi né fegato, né stomaco. intervento chirurgico per rimuo-
le gravidanze. È riuscita a parto- Proprio con quella cura potei ri- verli. Proprio in vista di questo,
rire Albert che oggi ha sette anni cominciare a camminare senza dopo ventun giorni fui trasferito
e Klara che ne ha quattro. Tre an- troppi dolori e a sentirmi piena di nel reparto di cardiologia dell’o-
Michele Rua.
ni fa lei e suo marito, per motivi fiducia. Dopo due anni e mezzo, spedale Molinette di Torino. Io e i
economici, sono emigrati in In- un altro medico mi consigliò un miei familiari continuavamo a
AVVENIMENTO
ghilterra, pur continuando a man- intervento per estirpare il male. pregare affinché fosse possibile PRODIGIOSO
tenere i rapporti con la Polonia, Un esperto laparoscopista, pri- evitare l’operazione. Trovandomi
loro patria di origine. Durante un mario all’ospedale di Lugo (RA), a Torino, mi sentivo ancora più vi- Ai primi di novembre 2008 una
loro viaggio in Polonia, il 1° no- mi informò sui gravi rischi che si cino a Maria Ausiliatrice e ai san- mia cugina di 37 anni fu im-
vembre 2007, si scoprì che Mary- potevano correre con un’opera- ti salesiani, che pregavo con il provvisamente colpita da forti
sia era incinta e che la sua gravi- zione chirurgica, che poteva pro- Rosario e altre preghiere, pro- dolori alla testa e allo stomaco,
danza era a rischio. Per questo fu trarsi dalle due alle dieci ore. Mi mettendo di segnalare al Bolletti- fino a entrare in coma. I medi-
costretta a rimanere in Polonia fi- sottoposi quindi all’operazione. no Salesiano la guarigione. In ci dell’ospedale di Ischia, ai
no al parto, mentre suo marito Dopo due ore mi svegliai. Accor- ospedale continuarono le cure e quali apparve subito grave la
con il figlio Albert sono ripartiti gendomi di non avere sul ventre furono ripetuti i controlli già ese- situazione, disposero il trasfe-
per l’Inghilterra a motivo del lavo- neppure un cerotto, ero persua- guiti in precedenza. Uno dopo rimento in elicottero presso un
ro e della scuola. Io con tutta la sa che non avessero potuto ope- l’altro i vari controlli risultavano ospedale napoletano, al fine di
famiglia cominciai a pregare in- rarmi. Proprio in quel momento, soddisfacenti. Quando mi fu pra- capire la causa del coma. So-
tensamente il Signore affinché, vidi entrare il medico tutto alle- ticata l’angiografia polmonare, si lo dopo molte ore si diagno-
per l’intercessione del Servo di gro che mi disse: “Tutto fatto! Ho constatò che gli emboli erano sticò un’encefalite o una me-
Dio cardinale Augusto Hlond, faticato molto, ma sono riuscito praticamente spariti; rimanevano ningite che lasciò tutti i familia-
mia figlia Marysia potesse parto- a demolire il male e a estirparlo solo tracce periferiche, tali da ri in una profonda angoscia.
rire felicemente il suo bambino. del tutto”. Senza nulla togliere non richiedere operazione. Dopo Subito chiesi l’aiuto delle vo-
Ringraziando Dio, dopo grandi agli interventi medici, io posso altri ventun giorni, venivo dimes- stre preghiere, insieme con un
sacrifici da parte della mamma, a solo pensare che la preghiera so dall’ospedale. Ora (31 gen- caro amico, affidando mia cu-
46
cui è stato praticato il cerchiaggio
e ha subito minaccia di aborto, il
30 giugno 2008 è nato un bambi-
no sano. Una sorpresa per me
fatta a Mamma Margherita, che
ancora recito quotidianamente,
mi ha dato tutti questi aiuti e mi
ha fatto guarire. Prima mi senti-
naio 2009) devo assumere medi-
cine per prevenire altre eventuali
embolie, ma sto bene e lavoro
normalmente.
gina alla protezione dei santi
della Famiglia Salesiana e in
particolare all’intercessione del
beato Michele Rua, primo
meravigliosa fu la decisione vo quasi inutile a tutto e a tutti;
Cornaglia Alfonso, successore di Don Bosco. Eb-
spontanea, da parte di mio ge- mentre oggi tutto è cambiato: io
Santa Vittoria d’Alba (CN) bene, dopo circa cinque giorni
nero e mia figlia, di dare al bam- sono come rinata e il mio cuore
di coma, mia cugina si è risve-
bino il nome di August.
scoppia di gratitudine.
gliata. Ancora adesso (25 gen-
naio 2009) sta bene; non ha ri-
R. Kolbuk, Polonia
Spadoni Lidia, Ravenna
portato nessuna conseguenza
da questa disavventura. Ho
chiesto, in via riservata, a uno
SONO RINATA
EMBOLI SPARITI
dei medici curanti se la guari-
gione poteva essere ritenuta
Mi sono decisa a scrivere que- Mi chiamo Alfonso. Ho 65 anni.
inspiegabile. Mi hanno risposto
sta testimonianza perché non Nell’aprile 2008 da un po’ di tem-
di no, ma io sono convinto che
posso tenermi il rimorso di fare po mi sentivo molto affaticato e ri-
le nostre e le vostre preghiere
silenzio su quanto mi è accadu-
to, e su quanto la venerabile ma-
dre di Don Bosco, Mamma Mar-
gherita, ha fatto per me. La mia
vita è stata costellata da molti
problemi di salute, che mi hanno
portata quasi in fin di vita. Ma la
bontà di Dio mi ha risparmiata,
donandomi un’altra possibilità di
migliorare. A causa di un punto
chirurgico all’interno della vesci-
ca, ho dovuto convivere per tre
anni con una tremenda infezio-
ne in loco. Non potevo fare un
passo o sedermi, senza sentir-
mi straziare nella carne. Unica
cura possibile, non potendo es-
sere operata di nuovo e subito,
dopo un intervento per occlusio-
manevo senza fiato al più picco-
lo sforzo. Di seguito una persi-
stente bronchite ha peggiorato la
mia situazione. Su consiglio del
mio dottore, mi sono recato al
pronto soccorso dell’ospedale di
Bra per accertamenti cardiaci.
Dopo vari controlli decisero di ri-
coverarmi, poiché sembrava che
ci fosse rischio di infarto. Ne fui
talmente impressionato, che con
mia moglie e la mia famiglia ini-
ziai a pregare Maria Ausiliatrice,
san Giovanni Bosco e san Do-
GUARIGIONE
DEL MARITO
A seguito di un’ecografia di con-
trollo a reni e prostata, è stato evi-
denziato a mio marito del liquido
in un polmone. Effettuati subito ul-
teriori controlli tramite radiografie,
esami e T.A.C., è stato diagnosti-
cato un adenocarcinoma maligno
alla pleura. Tale esito mi ha getta-
to in una grande costernazione.
Mi sono rivolta con tanta fede a
san Domenico Savio, al quale
da circa trent’anni mi rivolgo ogni
mese con la novena e, indossata
siano servite. Altra curiosità: la
Famiglia Salesiana festeggia il
beato Michele Rua il 29 otto-
bre, data del mio compleanno.
Davvero una bella sorpresa.
Trani Flavio, Ischia (NA)
una T.A.C. di controllo il cui esito
segnalava come scomparso tutto
il male, per cui non era più ne-
cessario procedere con altri cicli
di chemio. Certa che a una grazia
dal cielo sia dovuta la guarigione
di mio marito, ho promesso che
ogni giorno avrei recitato la nove-
na di ringraziamento a san Do-
menico Savio.
ne intestinale, erano antibiotici a
cicli di 15 giorni, con dolori for-
la sua reliquia, ho invocato anche
gli altri santi salesiani, in partico-
Gremmo Sandra, Biella
tissimi allo stomaco e al fegato.
lare Don Bosco. Intanto era stata
Un sacerdote salesiano, al cor-
rente della mia situazione, mi
consegnò un’immagine di Mam-
ma Margherita con preghiera,
M. D. Mazzarello
Laura Vicuña
MARZO 2010 BS
preventivata una serie di cinque
cicli di chemioterapia, e un even-
tuale intervento. Dopo tre cicli di
chemioterapia è stata praticata
Ptfrlii’eiericrmnnhedlaiaietccesopatneuzaitboossbenidlneipezcdolaaletezrrlieàolnecnotoaetmemprnieeeto.otnnt.eoSrsnuei

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IN PRIMO PIANO
redazionale
FERNANDO GRAZIANI
È un nonno di Vicenza. Ha sei figli
e sei nipoti. Il figlio più giovane
è presbitero e giovane parroco.
Ha lavorato in una tipografia,
in una fabbrica di lampade
per auto e in una fabbrica
di bigiotteria fino alla pensione.
Sappiamo che lei ha difeso ultimamente una tesi sul “Don Bosco
del Giappone”. È vero? E come mai ha scelto don Cimatti?
È vero. Una copia l’ho inviata al Rettor Maggiore don Chávez. Mi
capitò di visitare per lavoro il Giappone dove il salesiano don Federico
Barbaro, conosciuto in chiesa, mi ha parlato di don Cimatti. Pure don
Giuseppe Grigoletto, fratello di una mia zia, mi parlava spesso di que-
sto grande salesiano.
Che cosa l’ha più colpita di don Cimatti?
La sua preparazione culturale, la sua attività missionaria, i molteplici
interessi che coltivava; il talento musicale; la cura dei giovani; la for-
mazione del clero indigeno; l’attività editoriale; la grande fede nella
Provvidenza e la sua democraticità verso tutte le persone.
Conosceva forse già i salesiani?
Conoscevo don Giuseppe Grigoletto e poi nei viaggi in Giappone
don Federico Barbaro che ha tradotto la Bibbia in giapponese. Inoltre
don Aldo Cipriani, ora ispettore; don Gaetano Compri, direttore del
museo Cimatti a Chofu; don Bautista Massa, parroco a Tokyo.
Ci hanno detto che è la quarta laurea che prende. Che cosa la
spinge a dedicarsi con tanto amore allo studio?
La facoltà umanistica universitaria di Lettere e Filosofia propone
numerose discipline. Io l’ho scelta, dopo il periodo di lavoro nelle in-
dustrie, per il desiderio di imparare, conoscere ed esplorare altri oriz-
zonti culturali. Filosofia, Storia, Lingue, Arte, Filologia, Geografia,
Antropologia, Sociologia, Scienze delle Religioni, ecc.
Può dirci l’argomento delle sue tesi?
1) “Vasa Sacra” calici e patene nella Nuova Roma (Bisanzio).
2) “Katharina Mary Drexel: una vita per le etnie neglette degli Stati
Uniti d’America” (canonizzata nel 2000).
3) “Una casa di accoglienza per l’emigrazione tedesca negli Stati
Uniti d’America: The Leo House” (a New York, ora presente come al-
bergo).
4) Don Vincenzo Cimatti “giullare di Dio” in Giappone. Tutte difese
nell’Università di Padova e l’ultima nell’interateneo Padova/Venezia.
Davvero complimenti!
Davvero grazie!
TIC TAC
(Baby prostituta)
Ecco le mani che piano
mi calmano,
piano.
Fan finta di niente.
Ho i capelli sistemati,
lo smalto nelle unghie,
il fumo esce e rientra
Faccio finta di niente.
Non è giusto giocare,
non è giusto piangere.
È giusto solo fare
ciò che dicono.
Faccio finta di niente.
Sento il paesaggio,
vedo il paesaggio,
il tempo è sovrano… tic tac…
tic tac…
Ma loro, ancora,
fan finta di niente.
47
Ho nove anni e già so
che invecchierò così.
Fate finta di niente?
Spiegatemi almeno!...
Anche voi che mi abitate
invecchierete così?
Anche voi passate il
giorno
sperando che quello
dopo sia migliore?
Anche voi piangete
di nascosto
affinché
nessuno vi
sgridi dicen-
dovi
“Lo abbiamo fatto tut-
te?”.
Eppure…
fate finta di niente.
(Giorgia Frisina)
BS MARZO 2010

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