Bollettino_Salesiano_200002

Bollettino_Salesiano_200002

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IL GRANDE EVENTO
di Juan E. Vecchi
p
FARE DEL BENE
Il parlare ha invaso la vita, soprattutto quella pubblica.
È necessario per creare le condizioni di partecipazione.
A volte però abbiamo l'impressione che le spiegazioni,
i chiarimenti, le dichiarazioni, le risposte, le correzioni abbiano
qualcosa di sproporzionato riguardo a quello che si fa .
2 \\)
T utti v~glio-
no spiega-
re e spiegar-
si . Si ha il
sospetto che
i mali conti -
nuino per-
ché è più
grande lo
sforzo di spie-
gare i problemi che l'impe-
gno a risolverli. Qualcuno famoso ,
ma ormai sorpassato , aveva detto
che finora i filosofi avevano cercato
di dare spiegazioni sul mondo e
che era tempo che cercassero di
trasformarlo.
A volte , dopo aver ascoltato un
discorso su una situazione , rima-
niamo con il sentimento di non po-
ter né dover tentare di fare qual-
cosa. Talmente è sopra le nostre
possibilità. C'è bisogno che qualcu-
no riporti a livello personale e fami-
liare le grandi prospettive e il lin-
guaggio specialistico.
D I santi hanno una caratteristi-
ca : sanno unire la lettura della
realtà e l'intervento opportuno in un
gesto concreto di liberazione. Ed è
l'amore che ispira entrambi. Imitano
Dio del quale si dice che si mani-
festa a noi attraverso avvenimenti o
gesti di salvezza e con parole . Ge-
, rivelazione di Dio, si spiegò con
discorsi e con opere , svelando il
senso delle cose e dando la vita
per noi. Di Dio Padre Egli disse
che è sempre all'opera nel mondo:
ispira e agisce , muove e sostiene
affinché le cose avvengano .
È questa la visuale di Don Bosco :
agendo si impara e anche si inse-
FEBBRA10 2000 BS
gna. Ma soprattutto operando ci si
inserisce in quell'azione con la quale
Dio salva il mondo. C'è una indica-
zione di spiritualità, semplice e po-
polare, quasi ingenua: fare del be-
ne appena si può, ogni volta che si
presenta l'occasione, senza aspet-
tare né migliori condizioni né miglior
tempo . "Non mandate a domani il
bene che potete fare oggi, perché
I ". agend_o_s1· ·imnpaara"
e anche si 1~s~~mai-~ntrato
oon Bosco e .
olare
nell'immaginhar\\~ie;a facendo.
come uno c e
forse domani non avrete più tempo"
(MB IV 439). "Non dobbiamo lasciar-
ci mai sfuggire un'occasione che il
Signore ci offre di fare del bene "
(MBVI 493). "Siamo in tempi in cui
bisogna lavorare ..." (MB Xlii , 126).

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La sua biografia viene imba-
stita proprio su "quello che egli
fece" per i giovani, per la cultura
popolare , per gli emigranti , per le
vocazioni. Appena gli capita sot-
t'occhio la situazione di un giovane ,
prende un 'iniziativa pratica che sul
momento raggiunge il giovane e in
seguito un gruppo. Da cosa nasce
cosa. L'amore deve essere solle-
cito e tempestivo. Questo divenne
quasi un principio nel suo stile di
amare: dimostrare l'amore subito e
con il gesto più efficace possibile al
momento , aggiungendo anche la
parola che raggiunge il cuore. Fu ti-
pico di lui prima realizzare e poi rac-
contare , prima portare a maturità le
in iziative e poi descriverne una
possibile teori a. Per questo la sua
è una spiritualità attiva. Fu chiama-
to "un imprenditore di Dio". Secondo
Don Bosco è meglio accendere un
fiammifero che maledire le tenebre
o farne un trattato .
Noi saremo sempre alle prese con i
grandi problemi , le piccole solu-
zioni , la fugacità del tempo e la
scarsità dei mezzi . Non possiamo
eliminare la povertà, ma possiamo
risollevare qualche povero, amarli
tutti nel Signore, appoggiare le per-
sone che si battono per loro. Non
possiamo creare una opportunità
per tutti i giovani . Ma possiamo aiu-
tare qualcuno che è accanto a noi,
incoraggiarlo con la simpatia e la
vicinanza, pregare per coloro che li
seguono. E così via . Il tempo e il
mondo sono pieni di opportunità di
bene e l'amore ha l'occhio pronto
per scorgerle.
Tre convinzioni sostengono
questo proposito. Il bene è estre-
mamente fecondo: buttato in piccoli
semi , cresce giorno e notte. Il bene
si collega misteriosamente a rete:
le soluzioni che sembrano insuffi-
cienti diventano efficaci quando
molti contributi convergono e si rac-
colgono quasi in un canale collet-
tore . Il bene che noi facciamo è lo
strumento con cui Dio parla e
muove altre energie: noi siamo le
sue mani .
Si è detto umoristicamente che il
sapone e l'istruzione non hanno ef-
fetti rapidi come un massacro , ma
a lungo andare sono più "micidiali".
Febbraio 2000
Ann o CXX IV
Numero 2
In copertina :
Don Bosco ha raggiunto
le terre impossibili:
l'exa llievo
prof. Franco Brevini
ha portato
una statuetta di 30 cm
del santo dei giova ni
al Polo Nord.
fl!/fiffj'ff>
1WJ1uùf!J
Mensil e di informaz ione
e cultu ra reli giosa edito
da lla Co ngregaz ione Sales iana
di San Giova nni Bosco
D irettore:
G IANCA RLO MAN IERI
- ATTUALITÀ
12 Don Bosco al Polo
- F1NIS TERRAA: (2)
14 La passione della scoperta
- CHIESA
16 Grandi avvenimenti in febbraio
- M1ss10N1
18 Coma: sfida alla guerra
- CENTRALE
23 La Basil ica di San Sebastiano
- FMA
28 Missione nella laguna verde
di Giovanni Eriman
di Leonardo Bizzaro
di Silva no Stracca
di Ferdin ando Co lombo e
Emanuela Chiang
di Nata le M affioli
di Maria Antonia Chine/lo
- RUBRICHE
2 1/ Re ttor Maggiore - 4 li punto giovani - 6 Le ttere al Dire ttore - 8 In Italia & nel
mondo - 11 Zoom - 21 Lettera ai giovani - 22 Box - 27 li doctor /. - 30 Libri
- 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Carta di Comunione - 37 Laetare et
benefacere... - 38 Giubileo - 40 / nostri morti - 41 Il Mese - 42 Prima pagina
- 43 M. D. Mazzarello a fumetti - 46 I nostri Santi - 47 In primo piano/ Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello -
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
- Francesco Molto - Vito Orlando
Collaboratori: Teresio Bosco - Angelo Botta -
Severino Cagnin - Ernesto Gattoni
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Bruno Ferrero -
Sergio Giordani - Bru na Grassini - Natale Maffioli -
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante -
Marianna Pacucci - Fabio Sandroni -
Arnaldo Scag lioni - Serdu - Silvano Stracca
Registrazi on e: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione: Giuseppe Corò (Roma)
Fotocomposizion e : EDIBIT - Torino
Stampa: MEDIAGRAF s.p.a. - Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
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Guerrino Pera - Pietro Scalabrino - Gianpaolo Tronca
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IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
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Direttore Responsabile: Antonio Martinelli
Opere Don Bosco, Roma.
BS FEBBRAIO 2000

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di Carlo Di Cieco
CIFRE PESANTI
Il 2000 un mese dopo.
A 31 giorni dal fatidico salto di secolo ci ritroviamo
con le cifre del disagio giovanile mondiale del tutto immutate.
nl
Q uando in ogni paese
del mondo si celebravano
i 1O anni della Convenzione
sui diritti dell'infanzia (tutti i minori
di 18 anni) , mancava pochissimo
alla fine del Novecento e i governi ,
di qualunque colore , facevano
a gara per rilevare la centralità
della questione giovanile
nelle politiche di sviluppo .
Buone intenzioni accompagnate
dai numeri che - dobbiamo
riconoscerlo - un certo effetto
lo fanno sempre.
O Due i miliardi di minori
sul pianeta, 250 milioni tra essi
che lavorano spesso in condizione
di schiavitù, 40 milioni di bambini
inferiori a 14 anni vittime di
maltrattamenti, un milione sfruttati
nell'industria della prostituzione,
130 milioni in età scolare che
non hanno accesso all 'educazione
e all'istruzione, 300 mila costretti
illegalmente ad arruolarsi in milizie
armate, 1O mila l'anno uccisi
o mutilati da mine antiuomo.
O E numeri parlanti anche per
la condizione dei minori in Italia:
in tutto poco più di 1O milioni
(su 57 che ne conta la popolazione
nazionale). Di essi 1.718.000
sotto la soglia di povertà, 300.000
lavoratori e 19.302 infortunati
ogni anno sul lavoro , 1582 vittime
di violenze e 2293 vittime
di maltrattamenti in famiglia .
A ben pensarci , non c'è una tabella
complessiva delle cifre
sulla condizione giovanile. Altre
sono approssimative e difficilmente
verificabili come quella che certifica
in ogni minuto la morte nel mondo
di 30 bambini per fame o malattia.
Non ci vuole uno sforzo a parlare
di "paradiso perduto" per i bambini .
L'infanzia non è più l'età delle fate .
Se mai lo sia stata.
O E allora occorre dire che ogni
sforzo di politiche sociali e culturali
che miri a ridare ai bambini
del mondo uno spazio per sognare
e preparare nuovi sogni di vita,
non sarà mai abbastanza.
FEBBRAIO 2000 BS
Gli adulti hanno un debito verso
l'infanzia che non si estinguerà
troppo facilmente.
·
A volte, nei momenti conflittuali
tra genitori e figli , i ragazzi sputano
in faccia agli irati padri
e alle impazienti madri una verità
crudelissima: non ti ho chiesto io di
farmi nascere. Se ora sono per te
un problema, vedi come risolverlo.
O A guardarsi in giro per il mondo,
non è sempre facile e convincente
credere che la vita sia un dono,
anziché una prova. Il dono
si capisce alla fine di un percorso
di maturazione che è improprio
esigerlo nei primi anni di infanzia.
Resta perciò negli adulti il compito
di dimostrare , non solo con
le parole, che la vita è un
e che per la procreazione
si può imporre a nessuno
che non ne sia cosciente. So
la consuetudine con adulti capaci
di gratitudine aiuterà i bambini
e le bambine a speriment
la dimensione della gra
O Tra i grandi è diffu
di discutere a comincia e
cifre : fanno parte dell ---n.....,..
e vale anche per la condi
giovanile. Ma se le cifre re no
sfoggio di puro sapere ace ae co ,
non si compie nessun passo
rispetto al passato. Per abbassai'1'1,i,l """itoa•
le cifre del disagio occorre
bilanciarle con cifre di opportunità:
investimenti proporzionati.
In questa direzione nel nostro
paese si sta muovendo qualcosa
di significativo.
O Ma pure gli investimenti
possono risultare, nel tempo ,
sperperi inefficaci , se continueremo
a spenderli entro una cultura
che non riscopre la centralità
delle persone : siano piccole
o grandi .
Il bambino diventerà adulto
e l'adulto è stato bambino.
Non si può decidere che ,
in qualche tratto di questo percorso
unitario, si possa nuocergli
impunemente .
O

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1t!?EITERL4L_DIRET10RE_ _ _ _ _ _ _~ - -
tre lecca il gelato o s' ingozza qualche sgradevolezza, o me- chiama solitudine, essa è solo
di pizza; l'ascolti quando è glio ancora, se vogliamo dar un effetto secondario, che in-
euforica; gli auguri di vederla ragione a certi filologi, qual- teressa purtroppo anche chi
indignata [... ] come sghignaz- che sgradevole odore (se è non c' entra , e colpisce gli in-
za qua ndo è libera cli espri- vero che deri va - la parola - nocenti. La causa , il vero mor-
mersi [.. .] perché [... ] questa da 'piccolo peto): insomma la bo si chiama individualismo,
sarà la dote che gli porterà mania che abbimno un po' solipsismo, narcisismo e affini.
[...].Glielo scrive un ex ragaz- tutti è quella di forzare l' im- Credo sia urgente che. .. "rom-
zo che ha sperimentato l' u- maginazione : spettegolare è piamo gli specchi" per impe-
tilità di "osservazioni attente" uno sport nazionale e forze dirci di fare come Na rciso!
prima di "fars i avanti" e non pure mondiale, ma in certuni Qualche rinuncia in più al-
se ne è pentito , Deo gratias! diventa addirittura materia i' orgoglio non farebbe male.
Pasquale, Mathi
prima e forma sostanziale del
proprio pensiero . Quella cat-
Abbiamo fatto tutte le nostre
battaglie per "isolare" la per-
Bene, caro Pasquale.. lei è tiva è che lei ha torto : il BS sona, per i diritti del/' indivi-
1,J,.A CAMPANA NA- stato molto più drastico di non è per far soldi ma per duo, la privacy ormai diven-
SCOSTA. Una glori osa me, anche se non credo di a- fare del bene, sia diffondendo tata mito. Ci stiamo difenden -
campana, nascosta per 25 an- ver fatto né discorsi da prete cose della famiglia salesiana, do dagli altri. La conseguen-
ni durante il periodo de ll a da psicologo! Questo suo sia portando a conoscenza fat- za è che ci nascondiamo, ci
soppress ione delle religioni in modo spiccio, da detective pri- ti e opinioni, sia aiutando i chiudiamo nel nostro guscio,
Albani a, ha suonato dopo la vato , può avere i suoi lati po- missionari più abbandonati e se talvolta veniamo fuo ri ,
caduta del comunismo, chia- siti vi.forse , ma non pensi che nei villaggi più sperduti delle presentiamo il simulacro di
mando a racco lta i fede li clan- basti. Vede , tutte le volte che zone più disgraziate del pia- noi stessi, le apparenze, I' e-
destini dispe rsi qua e e, so- è presente la persona che si neta . Immagino che lei ribat- steriorità sempre più stramba
prattutto, 300 missionari/e dal- ama, le reazioni sono ben di- ta : "Beh, dov'è la risposta e improbabile (si prenda la
l'Italia, per aiutarci a ridare verse da quelle che si hanno buona per me! ?". Che pre- briga di guardare certe sfila-
visibilità alla fede . Soprattut- quando essa è assente, per tendeva, caro Alfredo? La ve- te di moda). Pensi un attimo
to i sales iani, la cui presenza cui la sola osservazione non rità è diversa, dicevo , dal pet- ai vocaboli in voga : autorefe-
è la più qualificata e la più esaurisce la conoscenza del tegolezzo; e.cl.v., come dimo- renzialità , autocertificazione,
numerosa. Grazie a Don Bo- partner in oggetto. Ci vuole, strar volevasi!
autonomia , autovalutazione,
sco, a cui hanno intitolato una credo , sia il discorso da prete
autodeterminazione , awofor-
via a Tirana, addi rittura in un (non vedo perché debba man-
mazione, autoerotismo , auto-
quartiere musulmano. Impen- care, visto che il matrimonio
compiacimento , autogratifica-
C'Jrettore, sabile fino a poco tempo fa. I cristiano ha spiccatamente r::,OLITUDINE. Caro di- zione.. . Signora, mi sa tanto
vostri cortili bru licano di ra- l' impronta sacramentale) sia
muoio di solitu- che abbiamo sbagliato auto!
gazzi/e che vengono non so lo quello da psicologo (l'uomo dine ... Non trovo un cane che
per giocare ma per imparare non finisce mai di apprende- mi dia una mano. In che
nelle vostre valenti scuole pro- re , e sentire il parere di chi mondo sono capitata? [... ].
fess ionali , nelle vostre chiese ne sa di più o sa organizzare
e ne i vostri centri sportivi. Era meglio le conoscenze, è una
!.i,J Maria, Torino r'ITORSO NUDO! Ca-
ro direttore, voglio ve-
que ll o che attendevamo[ ... ]. manna). In certi campi niente Lo scorso ottobre, in un gior- dere se lei ha il coraggio a ri-
è di troppo, mi creda.
Don Simon , Albania
no preciso che forse non vale spondere a questa semplice
molta pena ricordare, l'ONU domanda: perché a me, ma-
La sua lettera , caro don Si-
ha deciso che nascesse il sei- schio, è consentito di andare a
mon, non richiede commenti,
miliardesimo uomo (!)... ep- torso nudo e alla mia fidan za-
solo ringraziamenti. Speriamo ~ETTEGOLEZZI. Caro pure lei scrive di morire di ta no? E [... ], se proprio le
di meritare gli elogi che ci ha . . . .direttore, voglio confes- solitudine! Ma non le do tor- devo dire tutto, perché si pos-
fatto. Solo non dimentichi che sargli che ho fatto qualche to: mi sembra che la grande sono scoprire certe parti e non
la "risurrezione" di una nazio- pettego lezzo sulla rivi sta che maggioranza degli uomini sof tutte?
ne dipende più che altro dai di rige e che da un anno a que- ji-a di questo brutto male: ec-
suoi fig li!
sta parte invia a noi lettori co perché tante persone, tor-
Valerio , Bra
con tanto di c.c.p . e codice a nate da scuola o dal lavoro Caro Valerio, io prego Dio
barre .. . il pettegolezzo è che s' affrettano ad accendere la che l'uomo non perda del tut-
l' avete fatto per fare so ldi . .. TV o a far funziona re il wal- to il pudore, perché, lo voglia
1.:Jr:,,scORSI DA PRE-
'rE? Caro Direttore, con
Alfredo, Cag liari
kie talkie. Però la vera malat-
tia cieli' uomo di oggi non si
o no, il pudore è una difesa di
sé, un riparo dagli sguardi e
riferimento all a risposta "Il Le do due risposte, perspica-
dai desideri smodati di con-
colpo cli fulmine (BS lugli o/a-
gos to) , mi permetto di dirl e
che ai ragazzi non bi sogna
fare di scorsi da prete né da
psico logi [... ]. Gli consigli
invece di osservare la ragazza
oggetto de i suoi desideri men-
ce sig. Alji-edo, una buona e
una cattiva. Quella buona è
che lei ha ragione: ha fatto
un pettegolezzo. Vede il pette-
golezzo non è mai "la veri-
tà", è sempre al di qua o al di
là di essa , contiene sempre
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nute in redaz ione . Ce ne
scusiamo. Provvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
quista degli uomini, una pelli-
cola protettiva della propria
dignità e della propria liber-
tà: essere prede della concu-
piscenza degli altri non è es-
sere liberi. Se ci tieni alla tua
libertà coltiva il pudore. An-
FEBBRAIO 2000 BS

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che lo stato ha fatto leggi sul- e scusami la malizia: ma tu è pregare e sciocchezze del
la privacy; per cosa credi che sei proprio cosl impaziente genere. E invece per pregare
le abbia fatte , per fa rti anda- che la tua fidanzata se ne bisognerebbe prima fare una
re in giro a torso nudo?
vada in giro (" uso le tue pa- lunga preparazione, mettersi
Ma voglio dirti altro. Prega role") a torso nudo? l nostri alla presenza di Dio, fare si-
che ancora resista in te qual- vecchi avrebbero esclamato lenzio, meditare, prendere le
che residuo di turbamento: è che non c'è più religione... lo forze, essere convinti che si
il segno che non tutto è per- no. Non è infatti questione di sta per interpellare Dio . .. Non
duto. Ci si copre, caro Vale- religione ma di buon gusto. si può fare la cosa più grande
rio, non perché il sesso è spor- Eccoti accontentato. Credevi del mondo come se si bevesse
co ma perché è sacro, è segno davvero che ne avessi paura? un bicchier d 'acqua.
de lla capacità divina del/' uo- Che cosa avrei dovuto temere ?
mo, indica la presenza di Dio
P. Quinto , Milano
nella faco ltà umana di pro-
Caro Padre, prima di respi-
durre vita. l e parti che da sem-
rare lei non fa uno studio sul-
~NO... pre l'uomo copre (salvo rare l':JHIEDERE PERDO· !' ossigeno, la trachea , i pol-
eccezioni) sono quelle che cu-
Egregio diretto- moni o quant'altro serve per
stodiscono il segreto dei se- re, [.. .] perché il Papa non la respirazione, se no quando
greti: la vita. Ora il pudore chiede perdono anche delle si decide - dopo l'adeguata
non salva degli organi, ma la colpe commesse dai suoi pre- preparazione - lei è già mor-
vita! Un'ultima osservazione... decessori , che ne so, tanto per to! Pregare per l'uomo è co-
APPELLI
non fare nomi, Stefano VI, me il respiro , è un atto natu-
Alessandro VI, la papessa rale, è l'ossigenazione dello
Giovanna.. .
spirito. "Non è un esercizio
Sono una ragazza di 26
anni e cerco veri amici che
che s'impara, ma un cammi-
Videnzio, Torino no nel quale bisogna entrare
sappiano apprezzarmi per Caro signore, quanto bisogna per poterlo vivere", come di-
quell o che sono. Rosaria tornare indietro per sentirsi ce Quoist. Tutti possono e de-
Massa, via Juvarra, 48 - liberi di essere liberi? Stefa- vono pregare... tutti che ab-
10042 Nichelino (TO).
no VI.. lei parla di più di biano la minima capacità di
In rife rimento ali' appello
apparso sul BS (giugno
' 99) firm ato da un vo lonta-
rio, gli ospiti del reparto
B 1 della Casa di Riposo di
Bergamo, via Gleno, 49,
rin graziano di cuore le per-
sone che hanno vo luto ri-
cordarli con saluti, fo to,
lettere, poesie, oggetti, ecc .
Il nostro Tel. 035.237.170 .
1000 anni fa! Lei si sognereb-
be mai di chiedere p erdono
delle eventuali atrocità com-
messe da qualche suo avo vis-
suto ai tempi di Carlo Magno
o giù di Il? Il Papa ha dato
l' esempio... e, a quanto pare,
è rimasto l'unico ad aver avu-
to questo coraggio. Quale dei
nostri governanti ha chiesto
perdono delle nefandezze dei
nostri padri storici? Quale go-
"riconoscere la propria sor-
gente e collocarsi consape-
volmente nel suo asse", tutti
che abbiano la capacità di stu-
pirsi e ringraziare, di pren-
dere coscienza di esistere non
per virtù propria. Pregare è
possibile anche per chi non
crede! lo ne sono convinto...
perché pregare è come risali-
re un fiume .. . prima o poi , si
trova la sorgente.
Sono un appassionato co l- verno ha chiesto mai perdono
lezioni sta di santini : mi ag-
giungo all a ormai lunga li-
sta di chi è disposto a rac-
coglierli e/o scambi arli . Fa-
O delle efferatezze pe1petrate nel
periodo coloniale? Ma basta
cosl, non vale la pena dire
L CORAGGIO. Preg.mo
altro . Ah, no scusi, un'altra Bollettino Salesiano, credo
bio Sozzi, via Biscaretti, cosa sulla famosa papessa.. . che il cattolico moderno deb-
3 - 10023 Chieri (TO).
Adesso si deve chiedere scusa ba avere le abilità di James
Ringrazio infinitamente
chiunque mi aiuterà nell a
diffic ile ricerca di vecc hi
paramenti sacri e oggetti di
culto ormai in disuso e in
qu alsias i stato di conserva-
zione (pianete, stole, ve li ,
borse, camici, corporali ,
palle, ecc.) . Sarò ricono-
scente a chiunque vorrà
contattarmi . Marco Ver-
ghini, via Dell'Industria,
25 - 37058 Sanguinetto
(VR), Tel. 0442.81.906.
anche delle leggende? Via,
caro Videnzio (spero di aver
inte17Jretato bene il nome) , non
oltrepassiamo i limiti della de-
cenza (quella storica intendo!) .
Bond e lo spirito di avventura
di Indiana Jones. Avete il co-
raggio di pubblicare ciò?
Donato, Aversa
Perché no ? Purché lei non
pensi anche alla morale del
r:, famoso detective che girova-
REGHIERA. Caro di- gava per l' orbe terracqueo
, . . rettore, la preghiera è con "licenza di uccidere" e
una cosa seria, ne conviene? fa r altro (!) a suo uso, consu-
E lei non ne parla mai. Ho mo, e piacimento! Voglio dire
sentito confratelli dire che è che l'imitazione dei due si
faciliss imo pregare, che basta f erma a quel che lei ha scritto
fare il proprio dovere e questo punto e basta. Dico bene ?
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci . Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vo stra corrispon-
denza :
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
8S FEBBRAIO 2000

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(IN ITALIA . _N_E_L_M_O_N_D_O_ _ _ _ _ _ _ _ _ __
SACRO CUORE,
ROMA
PUNTO ASCOLTO
GIOVANI
Ne ll a bas il ica de l Sacro C uo-
re a Castro Pretorio, di fronte
a ll a Stazio ne Te rmini , fun zio-
na dal 1994 un punto asco lto
g iova ni , in un a stan zetta rac-
co lta e accog lie nte, ubi cata
propri o in fondo alla chi esa
s ull a s inistra accanto al batt i-
ste ro . D a novembre a g iungo
sei sace rdo ti pe r tre o re al
g io rn o e c inque g io rni la se tti-
m ana si a lte rn ano pe r mette rs i
a compl eta d ispos izione de i
giovani che vog li ono parl are,
approfondire qualche proble-
m a, chi arire qual che dubbio,
sentire qualche cons ig li o, di a-
loga re s ui probl e mi re lat ivi
a ll a propria fed e, a lla ri cerca
di un senso ne ll a vita, a l cam-
mino verso la maturità um ana
e cristi ana ... o anche, a richi e-
sta, co nfessars i. Essere a di-
sposizione dei giovani fa par-
te de l ca ri sma sales iano . . . Al
Sacro Cuore di Roma circa 300
g iova ni in un anno av vic in a-
no il sacerdo te attraverso il
punto asco lto. Non poss ia mo
non a ug urarci che ini ziati ve
di qu es to ge ne re s i m o ltipli -
chino presso le nume rose chie-
se parrocchi a li sparse in ogni
a ngolo d ' Ita li a, soprattutto
dove più grande è l' urgenza e
più forte il di sagio.
LIMA, PERÙ
CELEBRAZIONI
CENTENARIE
Il Govern o, con la co llabora-
zio ne de l Ministe ro de ll ' Edu-
cazione e dell 'Istituto Supe1io-
re Salesiano di Lim a, ha or-
gani zzato un convegno inter-
nazionale su " Educazione, Fa-
mi g li a e Prevenz ione", per ri-
fl ettere sull a Preve nzione edu-
cativa secondo il progetto di
Don Bosco. Più di 400 i par-
tecipa nti: ed ucato ri , g iudici ,
professori , stude nti uni vers i-
tari , a lti fun zio na ri e 29 Dire t-
tori Regionali de ll 'Educazio-
ne. Ins ieme alle mag istra li re-
laz ioni de i sa les iani di Co-
lo mbi a, Ec uador e Perù , sono
state presentate 14 es pe ri e nze
educative di istitu zioni pub-
blic he e private. Ne lle foto
qu e ll a messa in atto dai sa le-
s iani de l Pe rù c he gesti sco no
4 g randi sc uo le profess iona li .
FEBBRAIO 2000 BS

1.9 Page 9

▲back to top
SPAGNA
http ://www3pt
sianos
anatta.es/sate-
BRASILE
http ://satesianos .org.br
AUSTRALIA
http://www ozem ·1
aatre/ · ai .com .au/~
U.S.A.
http://www.hook d
.
sor!index.hmt e .neV~1mra
IRLANDA
http://homep .
media
age.t1net.ie/~sdb
BOLLETTINI
ONLINE
ITALIA
http ://www.sdb.org
FRANCIA
http://www w Id
sien/
· or
net.
tr/~s
ate-
URUGUAY
http://www.s1. coar.com.uy/sdb
KOREA
http://www.donboscorea org
FIAMMINGO
.
http ://www.donbosco.be
MOZAMBICO
http ://www tro ·
dblar/bs · picat. co.mz/~s
VILLANOVA
DI MONDOVÌ
UNA SUORA FAMOSA
li 10 settembre scorso è scom-
parsa suor Carl a De Noni , ciel-
le " Mi ss ionari e della Passione
cli N.S .G.C." cli cui fu anche
superi ora generale. Due i mo-
tivi per i qua li merita un ri-
corclo. Tra il 1942/45 si aclo-
però, con tutte le sue forze e a
ri schi o del la v ita, nel soccor-
rere i giovani partigiani brac-
cat i su i monti . Questo le valse
un riconoscimento unico for-
se nel la storia della guerra per
una suora: la medaglia cl 'ar-
gento al va lore militare (Cfr.
foto)! Ma suor Carla è cono-
sciuta per un altro motivo. Il
25 apri le ciel 1945, ultimo
giorno di guerra, rimase gra-
vemente feri ta in un mitra-
gli amento. Riportò lo spappo-
lamento de ll ' apparato tempo-
ro/masce llare. F u giudicata
spacciata: impossib ile ogni pa-
ra ia, ogni articolazione, ogn i
al imentazione. Se ne attencle-
va a breve la morte. La supe-
riora , Madre M argherita Laz-
zari , ora " Serva di Dio" mo-
bilitò le consorelle perché pre-
gassero don Rinaldi , di cui era
penitente e che ella considera-
va santo. Così un giorno cl ' im-
provviso suor Carla si slacciò
le bende e chiese da mangia-
re. Era completamente guarita.
Anno Giubilare 2
'i~'i'1i r1n1m1n1\\I\\Il'''VATPICOASNTEE
VI
IUBILAEUM A.D. 1975
t:~~;~~E:I~l~:'.~:~~;;(.~,.
I Papa Montini, Paolo VI , promulgò venticinque anni
fa, nel 1975, il venticinquesimo Giubileo della storia
della Chiesa cattolica, che è stato denominato,
secondo le indicazioni dello stesso Pontefice,
L'ANNO SANTO DEL RINNOVAMENTO
E DELLA RICONCILIAZIONE
AVVENIMENTI
1974 Colpo di stato in Portogallo : "La rivoluzione dei
garofani" - Caduta del regime dei colonnelli in Grecia
- lmpeachment di Nixon per l'affare Watergate .
1975 Vietnam : offensiva dei Vietcong e partenza
degli Americani - Spagna: muore Francisco Franco e
sale al trono Juan Carlos di Borbone.
1976 Terremoto del Friuli , 1000 morti - Cina: Muore
Mao Tse-tung.
Paolo VI nel manifestare la sua intenzione di celebrare
l'anno santo secondo la scadenza venticinquennale, ne
traccia una breve storia, ricordando tra l'altro la parteci-
pazione al primo Giubileo del 1300 di Dante Alighieri , e
dichiarando che lo scopo di tutti i predecessori nell 'indire
quest'anno di grazia era stato sempre e solo di natura
spirituale , per cui anche lui intende celebrarlo per il rin -
novamento interiore dell'uomo.
A dieci anni dalla fine del Concilio, l'avvenimento ec-
clesiale più importante del secolo, il Giubileo deve servire
a richiamarlo e rilanciarlo , regolandone i flussi di novità ta-
lora debordanti. Paolo VI aprì la Porta Santa della basilica
vaticana, seguito per la prima volta in mondovisione dagli
occhi delle telecamere. Il primo dell 'anno circa 1O mila
"Pueri Cantores" di ogni parte del mondo diedero solen-
nità inusitata alla festa di Maria SS . Madre della Chiesa. Il
6 gennaio oltre 600 missionari ricevettero dalle mani del
Pontefice il Crocifisso dei partenti.
Sei furono le canonizzazioni , tra le quali Elisabetta
Seton , prima santa dell'America Settentrionale e 13 le
beatificazioni tra cui quella del medico Luigi Moscati .
Giunsero in visita il Segretario Generale delle Nazioni
Unite, l'astronauta americano Eugene Cernan, 2000 zin-
gari per il loro primo Giubileo ufficiale, e perfino numerosi
rappresentanti di religioni non cristiane per vivere un'e-
sperienza così particolare. Almeno 350 milioni di perso-
ne erano collegate con Piazza San Pietro per assistere
alla cerimonia di chiusura. A Roma giunsero non meno
di 1O milioni di pellegrini .
BS FEBBRAIO 2000

1.10 Page 10

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l00annifa
Troviamo nel BS del febbraio 1900 tre pagine
sul Giubileo indetto da papa Leone XIII,
corredate da una foto dì Piazw San Pietro.
Ne riportiamo l'inizio, in stile enfatico,
come era la ridondante prosa del!' epoca.
L'articolo reca come titolo
IN ITALIA
NEL MONDO
Piazza di, S. PìetJ:o in Roma.
LA PAGINA DELL'ANNO SANTO
Alla voce del nonagenario Pontefice risponda anche
la nostra , e, consacrando una meschina pagina al-
i' Anno Santo, ci sia lecito ripetere di quando in quan-
do ai nostri benevoli lettori il dolce paterno invito: A
Roma tutti, almeno con la mente e col cuore! I nostri
pensieri e gli affetti nostri in quest'anno di giubilo, di
grazia e di benedizione siano rivolti al centro dell'u-
nità e della vita, a Roma, la città santa, la città eterna,
la città dei Papi, dove l'Immortale Successore del Pe-
scatore di Tiberiade tiene aperti, a disposizione di
tutti, i tesori spirituali di Santa Chiesa, dove Egli, il
Vicario di Gesù Redentore, brama che tutta la gran
famiglia cattolica si ritempri agli ardori dei primi cri-
stiani, visitando quelle stupende basiliche che ricor-
dano tanti trionfi della Chiesa cattolica sulle eresie e
sull'empietà, tanti patimenti dei martiri e tanti eroi-
smi di santità.
L'augusto Vegliardo del Vaticano, sulla cui fronte
splende il triplice diadema della sovrana autorità,
toccò, novello Mosé, colla sua verga pastorale la mi-
stica rupe, che s'irmalza in seno alla Chiesa, perché ne
scaturissero acque purificatrici e feconde. La misterio-
sa verga operò il prodigio e la terra già s'ammanta di
verzura e di fiori mentre le genti già coITono a disse-
tarsi a quelle purissime acque .. .
FEBBRAIO 2000 BS
TORINO, ITALIA
da disagio sociale, emargina-
zione giovanile, prostituzione,
microcriminalità, delinquenza
PREMIO
organizzata... "Don Lorenzo
INTERNAZIONALE
ha promosso scuole profes-
sionali con corsi di meccani-
Il premio "Piemontesi nel ca, falegnameria, elettronica,
mondo" riservato a "chi, fra i offrendo a giovani ai limiti
nostri emigrati , ha dato lustro della disperazione la possibi-
alla terra d'origine" è andato lità di riscatto; ha rifiutato ul-
anche quest ' anno al salesiano timamente la dignità episco-
don Lorenzo Piacenza, mis- pale, preferendo continuare la
sionario in Venezuela, già par- sua missione in un'altra par-
roco alla "Dolorfta", un barrio rocchia di periferia; ha saputo
di Caracas costituito da un ag- trasmettere le caratteristiche
glomerato che ospita oltre spirituali del santo piemonte-
200.000 abitanti . È una delle se per eccellenza, Don Bo-
zone più misere della capita- sco". Nella foto il barrio della
le, priva di servizi, travagliata Dolorfta.
BOLZANO, ITALIA
LABORATORI
MAMMA
MARGHERITA
I "Laboratori Mamma Mar-
gherita" che continuano a dif-
fondersi ovunque, sono una
bell a realtà delle opere sale-
siane e delle Figlie di Maria
Ausiliatrice. Particolarmente
attivi tre gruppi di Bolzano
che inviano ogni anno, so-
prattutto all e missioni dell 'In-
dia, 6/700 pacchi con vestia-
rio, medicinali , viveri , ecc. e
si occupano di adozioni a di-
stanza, mantenendo circa 200
bambini poveri. Non è raro
che alcuni responsabili vo-
gliano rendersi conto perso-
nalmente della destinazione
dei pacchi e si rechino sul po-
sto dove conoscono i sacrific i
di salesiani e suore, e scopro-
no le immense necess ità della
gente. Nell a foto un gruppo di
Bol zano al lavoro.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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NIZZA MONFERRATO.
Un concerto con Ron, una
serata appassionante e
indimenticabile. Il gruppo
VIDES ha organizzato e
offerto alla missione di
Oyen in Gabon il ricavato
della manifestazione . Il
noto cantautore ha rac-
contato ai numerosissimi
giovani e giovanissimi di
avere un cugino missio-
nario in Africa , rendendo-
si ancora più simpatico.
Nella foto , Ron con suor
Cristina Della.
PISCIARELLO DI CON-
CA, CASERTA.
Processione di Don Bo -
sco l'ultima domenica di
luglio. Così ha deciso la
popolazione di questo
simpatico comune per da-
re la possibilità anche ai
molti emigrati che tornano
per le ferie di partecipare.
E diventata un appunta-
mento importante e sentito,
una grande festa di popo-
lo che vuole onorare il più
grande amico dei giovani
e il suo miglior allievo.
S. CUORE, ROMA.
La cooperativa "Vivendo
Viaggiando " gestita da
giovani provenienti dal
mondo salesiano offre ai
pellegrini giubilari vari
servizi: alloggi in varie
case salesiane , itinerari
turistici a Roma e nel
Lazio , animazione e ac-
compagnamento storico e
religioso per gruppi e fa -
miglie .
Tel. 06.44.703.856 ;
06.44 .703 .955;
e-mail : vivia@tiscalinet.it.
BELLUNO.
A Belluno i salesiani ci
sono dal 1924: tre quarti
di secolo di presenza viva,
operosa, giovanile. L'orfa-
notrofio prima, poi subito
l'oratorio e negli anni '50
l'Istituto Agosti nel quar-
tiere Cadore hanno visto
protagonisti salesiani mai
dimenticati . Nella foto : il
consigliere per la comuni-
cazione sociale don Anto-
nio Martinelli tiene la com-
memorazione ufficiale.
j'
SANTIAGO DEL CILE.
Emissioni filateliche.
Il Cile ricorda ancora uno
dei suoi uomini più presti-
gios i, il cardinale sale-
siano Raul Silva Enriquez,
attraverso l'emissione di
due francobolli con lo
stemma giubilare in alto a
sinistra, quasi a indicare
che la sua memoria resta
viva e operante e il suo e-
sempio di totale dedizione
accompagnerà ancora i
cileni nell'anno giubilare.
POLUR, INDIA.
Il "Village Integrai Anima-
tion Centre" è una ONG
(organizzazione non go-
vernativa) parrocchiale
che si dedica allo svilup-
po della popolazione dalit,
sia cristiani che hindu.
Coordinata da suor Veda
Remigius, raggiunge an-
che 20 villaggi e circa 500
ragazzi con lezioni serali
e organizza un movimen-
to per la promozione della
donna.
BS FEBBRAIO 2000

2.2 Page 12

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Un'intervista al professor Franco Brevini su un viaggio al Polo
TRA GHIACCIAI
DEL POLONO
di Giovanni Eriman
Dal 25/7/99 Don Bosco
è al Polo Nord. A portare
un piccolo busto
del santo ai fatidici 90°
di latitudine è stato
un exallievo,
Franco Brevini, durante
un reportage realizzato
per il "Corriere
della Sera" e apparso
il 26 agosto su "Sette", il
supplemento settimanale
del quotidiano milanese.
Abbiamo incontrato
il professore, docente
universitario, critico
e scrittore, nel suo studio
a Milano.
Professore come mai ha pensato
di portare Don Bosco al Polo?
Durante il viaggio polare di Um-
berto Nobile nel 1928 dal dirigibile
Italia venne gettata una croce dona-
ta dal Papa. Io non
sono Nobile e il
Papa non mi ha
consegnato croci.
A giungere al Po-
lo inoltre non ero
la prima ma la
913 1ma persona. U-
gualmente ho voluto
che in quel momento
così importante della
mia vita, quando coro-
navo un sogno a lungo ac-
carezzato, Don Bosco fosse
presente anche in effigie. Così
ora la statuetta, circa 30 cm, è lassù,
vicino a una polla d'acq ua azzurris-
sima, e mentre scrivo è inghiottita
dall a grande notte polare, battuta da
venti impetuosissimi , terrificanti
bufere di neve, e temperatw-e attorno
ai -60. Ma a me piace pensare che
in capo al mondo ci sia Don Bosco.
Ci parli del suo rapporto col
mondo salesiano.
Avevo uno zio salesiano, don Gio-
vanni Brevini. Scomparve qualche
anno fa più che ottantenne. Era stato
missionario in India e i suoi racconti
mirabolanti mi hanno fatto sognare
Il professor F. Brevini d
so l'università di B ' ocente pres-
sta, critico lettera( erghamo, g1~rna/1-
Pasolini (Mondad~~, ,; 1)pubblicato:
lombardo La traa · .' , Lo stt/e
Bonvesin . da la /4z,one letteraria da
(Pantarei, '84) Poet~ -~ Franco Loi
vecento (Eina~di '87) ,a(!tabi, del No-
cdd1oui9lto8eM8.(EeD(Mri.nicaaaulerrutitodetiis·. ae,19nnp0ato)e''er'v8se9,.an),tdt.Leeclarpnitaoicrs1oibtlrelo11op9tse8eec2r-a--
ta alle storie' del/~ ~c~. Ha collabora-
da Asor Rosa (Eina e .erat~ra dirette
Girolamo (B h ud,), Bnosch, - Di
sellino (Rizzi;;ri~r,ri i e Pe~~llà-Bor-
rna " e al "Corn·ere deallaoSraeraa".Panora-
La rompighiaccio atomica russa
Yamal avanza vero il Polo Nord.
FEBBRAIO 2000 BS
Il professor Brevini al Polo
con Don Bosco.

2.3 Page 13

▲back to top
Nord ... in compagnia di Don Bosco!
per tutta l' infanzia. Chissà che la
mia passione per i viaggi e l'avven-
tura non venga dal fascino della sua
India salgariana? Fu lui a condurmi
in una casa salesiana. A Malesco,
vicino a Domodossola. E fu lui a
deporre nel mio cuore di dodicenne
il seme di quell'amore per le monta-
gne che non mi ha più abbandonato.
Dopo Malesco mi fece conoscere
Cogne, in Val D ' Aosta, dove i sale-
siani di Valdocco possiedono una
casa assolutamente straordinaria per
la bellezza della posizione nel cuore
del Parco Nazionale del Gran Para-
diso. Ebbi la fortuna di incontrarvi
gente straordinaria: don Carlo Bian-
chi, don Giovanni Luciano, don
Paolo Ripa, don Ambrogio Gare-
gnani, don Nino Rossi. Il rapporto
con loro dura tuttora a trent'anni di
distanza.
Cosa significò Cogne per lei?
Sotto la guida di quei salesiani eb-
bi una severa iniziazione alla mon-
tagna. Se ho potuto poi compiere
scalate anche impegnative su tutto
l'arco alpino e fuori, è grazie a quel-
la lontana scuola. Capii allora che
alpinismo non vuol dire accumulare
metri di dislivello. Vuol dire rigore
interiore, capacità di tenere duro, di-
sponibilità ad aiutare gli altri. Ho
poi cercato anch'io di comunicare
quei valori .. . A Cogne mi sono spo-
sato, ho battezzato l'ultimo dei tre
figli, e ho una casa dove cerco di
educare i miei bambini a quegli stes-
si valori. Ma, confesso, con risultati
meno brillanti degli amici salesiani.
Con loro ha lasciato sulle vette
del Gran Paradiso testimonianze,
diciamo, salesiane?
Nel 1988, primo centenario della
morte di Don Bosco, abbiamo por-
tato una sua piccola effigie sulla
vetta della Punta di Ceresole a quo-
ta 3778 e l'anno successivo una sta-
tuetta dell'Ausiliatrice sulla cima del-
la Testa della Tribolazione a 3642 m.
Chi le ha consegnato il Don Bo-
sco che ora sta al Polo Nord?
È stato don Ambrogio Garegnani
la persona 9he in questi anni forse
ha fatto più ,di tutti per conservare
nella casa di Cogne qualcosa dello
spirito di un tempo, quando la mon-
tagna non era solo il pittoresco
sfondo di una vacanza ma ne costi-
tuiva parte integrante, un nodo stra-
tegico, uno strumento educativo.
Lei è un intellettuale. Come è na-
ta l'idea di andare in un posto fuori
mano come il Polo Nord?
Non appartengo a quelli che, per
il fatto di usare la testa professional-
mente, abdicano dal proprio corpo.
Le montagne e i viaggi in terre re-
mote mi hanno sempre affascinato.
Nell'Artico ero già stato in aprile.
Avevo compiuto una lunga traversa-
ta di 500 km alle isole Svalbard, a
circa 80° di latitudine. Al ritorno
venni a conoscenza che i Russi di-
sponevano di potentissimi rompi-
ghiaccio nucleari, in grado di fonde-
re banchise finora invalicabili . Nel
1993 la prima nave nella storia del-
1'umanità ha raggiunto il Polo Nord.
Era una gemella di quella che ho
usato io. Proposi il viaggio al "Cor-
riere della Sera", su cui scrivo da
una decina di anni. L'idea piacque e
il 15 luglio partii.
Da dove siete salpati?
Da Murmansk, in Russia, un por-
to strategico ai tempi della guerra
fredda, oggi disseminato dei relitti
della flotta nucleare dell 'ex-Unione
Sovietica. Abbiamo incontrato un
pack durissimo. L'inverno scorso è
stato il più gelido del secolo e il
ghiaccio era particolarmente com-
patto. Siamo arrivati al Polo con al-
cuni giorni di ritardo. Ma ce l'ab-
biamo fatta grazie al nostro straordi-
nario mezzo, la Yamal , un ' unità di
23 mila tonnellate, alimentata da
due reattori atomici. Era il 25 lu-
La signora Donata,
moglie del professore.
glio, il giorno in cui mio padre com-
piva ottant'anni. Gli ho fatto gli au-
guri con il telefono satellitare.
E una volta scesi sul pack?
Con mia moglie Donata, che mi
accompagnava, abbiamo scelto un
luogo propizio. Poi abbiamo estrat-
to dal polistirolo il piccolo Don Bo-
sco e abbiamo recitato una preghie-
ra. Non faceva freddo , c'era un gra-
do sopra zero e piovigginava. Ma per
noi è stata una cerimonia intensissi-
ma. Abbiamo scattato alcune delle
foto che sono riprodotte su queste
pagine e abbiamo chiamato al tele-
fono i nostri bambini, ospiti della
casa salesiana di Cogne, dicendo che
Don Bosco era arrivato. Osservavo
quel piccolo blocco di pietra scolpita
piantato sulla neve e pensavo come
la storia che l ' aveva condotto lassù
fosse cominciata tanto tempo prima.
Sentivo che con me, lassù, nel punto
in cui i meridiani s'incontrano c 'e-
rano tutti, mio zio missionario, gli
amici di Valdocco, i ragazzi incon-
trati e guidati sulle montagne. Pen-
sai anche che le vie del Signore sono
davvero infinite se Don Bosco per
venire al Polo Nord aveva dovuto
servirsi di una rompighiaccio russa.
Bene! ... dove porterà Don Bosco
la prossima volta?
Con i Poli il vantaggio è che sono
solo due. Avendo raggiunto il Polo
Nord, è facile immaginare cosa mi
frulli per la testa. Ma muoversi in
Antartide è più complicato, occorro-
no permessi, i viaggi si fanno solo
su aerei militari o su charter di spe-
dizioni scientifiche. Bisognerà che
anche Don Bosco si impegni se vuo-
le essere portato all'altro capo del
pianeta. Io per me sono pronto. Ora
tocca a lui.
D
8S FEBBRAIO 2000

2.4 Page 14

▲back to top
FINIS TERRA<2J ••
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• l
Il salesiano don De Agostini fu certamente un grande pioniere,
A rileggere
=
distrattamente i suoi
libri, c'è da perdersi
LAPASSIONE
in un caleidoscopio
di percorsi e di paesaggi
sempre diversi.
DELLA SCOPERTA Pure, De Agostini
ha sempre avuto le idee
chiare, quasi covasse in
O gni suo spostamento è il tas- di Leonardo Bizzaro
sello di un mosaico che va
segreto un piano studiato
fin nei minimi dettagli.
componendosi in maniera ar-
moniosa. Di più: ogni escursione
sembra finalizzata a un disegno pre-
ciso: affen-are la chiave di volta di
quel mondo lontano, cioè arrivare al
cuore della Cordillera Patagonica
Australe, la grande barriera montuo-
sa che nessuno era ancora riuscito
: ad attraversare. Anche perché la ca-
: tena più meridionale del Sud Ame-
: rica ha una gigantesca anima di
i ghi accio, costituita da due calotte
: gelate che si estendono per un totale
: di 30mila chilometri quadrati . Un
: universo che ricorda la Groenlandia
: e l'Antartide, dove il tempo sembra
Il Ghiacciaio Moreno. "Questa imponente massa di cristallo...
produce nel viaggiatore un senso profondo di stupore,
) .••.........••m..erav.i.gl.ia.e.t.im..or.e.".(D.o.n.D.e........ Agostini). ............•...•...........

2.5 Page 15

▲back to top
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
oltre che un grande sacerdote.
essersi fermato al Quaternario. Al-
1'interno di quel mondo, relitto smi-
surato di antiche epoche glaciali,
abita il senso ultimo della ricerca
geografica di De Agostini, delle sue
ascensioni, delle sue incredibili esplo-
razioni. Come quella - mitica~ del-
l'estate australe 1931 quando, dopo
aver attraversato il ghiacciaio Upsa-
la, il salesiano raggiunse con pochi
compagni il centro del grande Hielo
Patagonico Sur, percorse l'Altopia-
no Italia e si arrampicò sulla vetta
del Monte Torino, fino a scorgere le
acque del Seno Falc6n, sul lato del-
l'Oceano Pacifico.
NON LO INTERESSAVANO
I RECORD
Tre ore di discesa, e sarebbe arri-
vato al mare. Ma a lui non interes-
savano i record e i primati. Era più
importante vedere, conoscere, capi-
re. Virtualmente, quella fu la prima
traversata della Cordillera Australe
da ovest a est, dalla pampa argenti-
na alle coste cilene. Non sarebbe ri -
masta un 'esperienza isolata. A met-
terle in fila una dopo l'altra, le im-
prese di De Agostini - ché di vere
imprese si tratta - ci si trova al co-
spetto di un 'opera grandiosa, titani-
ca. E mai fine a se stessa. Perché il
salesiano non si tirò mai indietro nel
raccontare, scrivere e divulgare. Se
oggi la Patagonia e la Terra del
Fuoco fanno parte dell'immaginario
collettivo, il merito è soprattutto suo.
Dei suoi libri, dei suoi articoli, delle
sue fotografie, del suo film Terre
Magellaniche. Una produzione in-
gente, oggi in gran parte conservata
in un fondo del Centro Documenta-
zione del Museo Nazionale della
Montagna di Torino, dove sono rac-
colte stampe, lastre fotografiche, il
filmato appena citato, spezzoni di
pellicole non montate, schizzi, lette-
re e documenti dell'esploratore biel-
lese. Fosse anivato laggiù qualche
anno prima, il suo sforzo divulgati-
vo avrebbe forse contribuito alla so-
pravvivenza degli indios, fatica a
cui si stavano dedicando da tempo
parecchi suoi confratelli. Ma quan-
do il giovane biellese giunse a Pun-
ta Arenas, la tragedia del popolo fue-
ghino era arrivata al suo epilogo. A
dispetto di tutti gli sforzi dei missio-
nari, gli Ona, gli Yaghàn, gli Alaca-
luf, indeboliti dalla lunga lotta con-
tro l'uomo bianco e dall'impossibi-
lità di condurre una vita libera, mo-
rivano come mosche per cause ap-
parentemente insignificanti. Morbil-
lo, influenza, scarlattina: malattie da
bambini. Molti altri indios, prima di
loro, erano stati falcidiati dal fucile
degli avventurieri, degli allevatori,
dei cacciatori di foche; o uccisi dal-
l'alcol e dal veleno. Per gli indios or-
mai ogni cura risultava vana, tant'è
che di a poco le missioni comin-
ciarono a chiudere i battenti una do-
po l'altra. La Candelaria , nei pressi
di Rfo Grande in Terra del Fuoco,
sarà trasformata in scuola agricola
per i figli dei coloni bianchi. Le
altre verranno abbandonate.
SUI SUOI PASSI
A quasi cinquant'anni dalla morte
il Museo Nazionale della Montagna,
da anni impegnato a documentare il
percorso del salesiano nelle terre
australi, ha cercato di inventariare il
suo operato, attraverso il progetto
FINIS TERR/E, che ha potuto con-
tare sulla collaborazione di Walter
Bonatti, uno dei più grandi scalatori
di tutti i tempi, ma anche esplorato-
re e fotografo . Uno staff del Museo
con due troupe televisive ha riper-
corso passo dopo passo le orme di
De Agostini in Patagonia e Terra
del Fuoco, dal Canal Beagle sino
allo straordinario gruppo montuoso
del Fitz Roy. Centinaia di chilome-
tri in auto, in nave, in elicottero, ma
anche a piedi e a cavallo. Con un ' in-
finità di tappe intermedie, tutte quel-
le raccontate dall 'esploratore sale-
siano nei suoi libri .
Prima i canali fueghini, il Monte
Saimiento, Ushuaia, la Missione del-
la Candelaria, la Bahìa di San Seba-
stian (dove sbarcarono i salesiani
per predisporre la prima missione
sull'Isola Grande della Tierra del
Fuego), lo Stretto di Magellano.
Quindi la Patagonia: Punta Arenas,
Puerto Natales, i gruppi montuosi
del Balmaceda, del Paine, del Fitz
Roy. E naturalmente i ghiacciai: da
quelli che si affacciano ai fiordi ma-
I India Ona. Decimati dalle malattie
dei bian chi e fa lcidiati
dal fuci le degli avventu rieri
gli Ona sono scomparsi.
rini, a quelli che terminano nei gran-
di laghi pedemontani argentini: l'U-
psala, il Viedma, il gigantesco Hielo
Continental. E ancora le estancias, i
paesi, i piccoli agglomerati visitati
dal salesiano, i musei, le case dei
pionieri. Una ragnatela di itinerari
per ricucire, assieme con Walter Bo-
natti - che ha iniziato le sue straor-
dinarie esperienze patagoniche (sca-
late, esplorazioni , viaggi) leggendo
in gioventù i libri di De Agostini -
una storia incredibile, sovrapponen-
do documenti d 'epoca (fotografie,
filmati, testimonianze) a riprese at-
tuali, commenti nati sul campo a ci-
tazioni tratte dai libri del sacerdote-
esploratore. Uno degli ultimi, gran-
di uomini d'avventura prima del- :
l 'avvento della fotografia aerea e sa- :
teIlitare, quando l'esplorazione ne-
cessitava di intuito, resistenza fisica :
e nervosa, ottimismo, studio e coc- :
ciutaggine. Ma anche un esploratore
- come raccontano i pochi abitanti
di quelle contrade lontane - che di-
sponeva di una chance e di una mo-
tivazione in più rispetto a tutti gli
altri: quella di essere un inviato spe-
ciale ai limiti del mondo per conto
di un santo: Don Bosco.
O
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS FEBBRAIO 2000

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
CHIESA
FEBBRAIO È UN MESE
DI GRANDI
APPUNTAMENTI
GIUBILARI CUI PAPA
WOJTYLA TIENE
PARTICOLARMENTE.
4APPUNTAMENTI4 1
di Silvano Stracca
S ono più di un milione g li uo-
mini e le donne che annun-
c iano il Vangelo in ogni an-
golo de lla te1Ta, spesso ag li avam-
posti dell a missione , a ri schio della
loro stessa vita. Il 2 fe bbraio il pi a-
neta dell e persone consacrate cele-
bra il suo G iubileo a Rom a e in
tutte le dioces i dei cinque conti -
nenti. Un appuntamento importan-
te per la Chiesa, chiamata a rende-
re grazie per il " grande albero dai
mo lti rami ". Un " dono", dice il Pa-
pa, che nessun dato statistico può
abbracc iare in tutta la sua vari età e
ricchezza di forme antiche e nuove.
" Voi non avete solo una gloriosa
storia da ricordare, ma una grande
storia da costruire", scrive Giovanni
Pao lo II nell 'esortazione apostolica
" Vita Consacrata", un docu mento
nato dal Sinodo del '94 pensando a
quanto la Chiesa potrà fare ne l terzo
millennio, proprio grazie a un
profondo rinnovamento sia nel-
1'essere sia nell 'agire dei consac rati.
Il Papa li invita a non ripi egarsi
sulle difficoltà del presente: ca lo
delle vocazioni , invecchiamento, so-
I
Giubileo della vita consacrata.
Monache e monaci di clausura sono invitati a unirsi
spiritualmente dai loro monasteri.
vraccarico di lavoro, scoragg iamen-
to di fronte all a crescente secol a-
rizzazione , ma a "guardare al futu-
ro, nel quale lo Spirito li proietta
per fare con loro ancora cose gran-
di " . Parole che evocano le sfide
della " nuova evange li zzazione" e
che es igono da tutti gli Istituti e da
tutti i membri un supplemento di
audacia nell a testimonianza. A "co-
se grandi" chi ama la vita consacra-
ta il Giubileo del bimillenario del-
1' Incarnazione. Giovanni Pao lo II
ha sce lto di celebrarlo il g iorno che
ricorda la Presentazione del S igno-
re al Tempio. Tutto il popolo di Di o
viene invitato a unirsi all 'atto di
ringraz iamento . I reli gios i e le reli-
g iose di vita contemp lativa spiri-
tu almente dai loro mon asteri. Sarà
l'occasione per ricordare come
anche ai nostri g iorni il martiri o
possa essere l'epilogo di
consacrata. Lo testimoniano mi-
g liai a di uom ini e do nne che sono
stati costretti a vivere nascosti dal -
la persecuzione dei reg imi totalitari
e di gruppi violenti, osteggiati nel -
l'attività mi ss ionari a, ne ll 'az ione a
favore dei poveri , nell 'ass istenza ai
malati e ag li emarg in ati.
A l Papa il mondo dell a vita con-
sacrata presenta le offerte raccolte
durante l'Avvento ne ll e com unità
d i tutto il mondo. Un gesto profeti-
co di comuni one e di solidarietà
che vuol sottolineare, ne llo spirito
g iubil are, quanto i consacrati con-
dividano le g ioie e le speranze, le
tristezze e le angosce degli uomini
d'ogg i, spec ialmente dei poveri e
di coloro che soffrono.
IL GIUBIELO
DEI MALATI...
Giubileo dei malati.
"Far del bene alla sofferenza e far del bene a chi soffre" (Giovanni Paolo Il).
FEBBRAIO 2000 BS
La " di aconì a caritatis" ne l mon-
do della sofferenza ci introduce al
secondo evento del mese di feb-
braio: il G iubileo dei malati, nel
g iorno de ll a fes ta dell a Madonna
di Lourdes. Un altro appu ntamento
che sta molto a cuore al vecchio
Papa che, da ll' ini zio de l pontifica-
to ne l lontano 1978, ha voluto pre-
siedere personalmente ogni an no in
questo giorno una liturgia nell a ba-
silica vat icana. Il Giubileo conferi-
sce certamente maggiore so lennità
e suggestione a ll a preghiera che
unirà i malati de l mondo intero.
Ma offri anche a Giovanni Paolo

2.7 Page 17

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
II lo spunto per riprendere un di- Chiese, come quella deg li Stati
scorso diretto con gli operatori sa- Uniti, protagoniste di un ripristino
nitari: medici , farmacisti, infermie- convinto e accelerato e altre, ad e-
ri, cappellani , religiosi e religiose, sempio in Africa, che hanno prefe-
amministratori ospedalieri e volon- rito valorizzare altri mini steri , co-
tari . "Alla scuola di chi soffre", me quello tradizionale de l catechi -
sotto lineava il Papa nel messaggio sta, senza il "rafforzamento" del-
per la giornata mondiale del mala- l'ordinazione diaconale.
to 1999, "sappiate cogliere attraver- Così il 69 % degli oltre 22 mila
so la condiscendenza amorevole le diaconi ordinati nel mondo appar-
ragioni profonde del mistero della tengono al continente americano.
sofferenza. Il
La maggioran-
do lore del qua-
le siete testimo-
ni sia la misura
della dedizione
che si attende
da voi ". L'espe-
rienza personale
"Un grande albero dai frutti
rari" è la bella immagine
usata nel Sinodo del '94 per
definire la vita consacrata, il
cui Giubileo si celebra merco-
ledì 2 febbraio. La "diaconia
za dei restanti
ali 'Europa. In
Italia sono circa
duemila, più di
mille i cand ida-
ti. Per lo più so-
no sposati, ma
della sofferenza caritatis" richiama il Giubileo significativa è
gli suggerì , an- dei malati venerdì 11, e quel- anche la presen-
ni or sono, una 1o dei diaconi permanenti za di diaconi ce-
commovente let-
tera "Salvifici
Dol oris", in cui
addita agli ope-
domenica 20. E venerdì 18,
memoria del Beato Angelico,
si celebra quello degli artisti.
libi. Il loro è un
vero e proprio
ministero di
"frontiera", per-
ratori sanitari
ché il diacono
l'esem pio di Cristo: mandato dal ann unci a il Vangelo e testimonia la
Padre ne l mondo quale prova su- carità là dove è più forte la secola-
prema del suo amore infinito, Egli rizzazione, là dove più ev idente è
ha insegnato all ' uomo "a far del be- la emarginazione, dove non è
ne con la sofferenza e a far del bene possibile la presenza di vescovi e
a chi soffre", sve lando fino in fon- preti .
do il senso di ogni soffrire.
... DEI DIACONI
PERMANENTI ...
Un'esperienza, quella della sof-
ferenza, che conoscono bene anche
i diaconi permanenti che gi unge-
ranno a Roma _per il loro Giubileo
il 20 febbraio. E stato uno dei frutti
del Conc ilio Vaticano II la restau-
razione del di aconato "come pro-
prio e permanente grado della ge-
rarchia". Su quell a dec isione " ope-
rava misteriosamente lo Spirito
Santo, protagonista della vita dell a
Chiesa", ha ricordato il Papa che
era allora uno dei tanti padri conci-
liari che vollero questo importante
arricchimento de lla miss ione della
Chiesa. Il Concilio aveva affidato
agli epi scopati locali la valutazione
sull'opportunità del ripri stino de l
diaconato. Paolo VI aveva confer-
mato tale orientamento. Ne è sca-
turita in oltre un trentennio un 'e-
sperienza di seguale, con alcune
I Giubileo dei diaconi.
Il diacono permanente
è indispensabile
là dove il prete non può arrivare.
... DEGLI ARTISTI
Di "frontiera" si può definire an-
che l' apostolato di chi , nonostante
la "rottura tra Vangelo e cultura"
denunciata già da Paolo VI, ha
continuato a mantenere un dialogo
Giubileo degli artisti.
La Chiesa ha ricucito
la rottura tra Vangelo e cultura.
con il mondo degli artisti. Il 18
febbraio , memori a del Beato An-
gelico, è in programma il loro Giu-
bileo. Poeti, scrittori, pittori, scul-
tori, musicisti, architetti, attori, ecc.
saranno accolti da un Papa che è
stato egli stesso poeta, scrittore,
drammaturgo, attore.
Prologo al Giubileo la bella " let-
tera agli artisti ", firmata dal Ponte-
fice il giorno di Pasqua 1999, che
rivela intimità e verità di accenti ,
sincerità di stato d 'animo, parteci-
pazione appassionata quasi da "col-
lega" e g uarda con amore straordi-
nario al mondo del l'arte in tutte le
sue espress ioni. Un testo che vuol
rilanciare quel "fecondo" colloquio
con g li artisti mai interrotto in due-
mila anni.
"Ogni forma autentica d 'arte, af-
ferma papa Wojtyfa, è a suo modo
una vi a di accesso alla realtà più
profonda dell ' uomo e del mondo"
e costituisce pure " un approccio
molto valido all'orizzonte della
fede, in cui la vicenda umana trova
la sua interpretazione compiuta".
Agli artisti , "guardiani de lla bel-
lezza de l mondo" come li definì il
Conci li o Vaticano II, Giovanni
Paolo ripeterà il 18 febbraio che
" la Chiesa ha bisogno dell 'arte",
perché, come sosteneva con una
celebre intuizione Dostoevskij nel
romanzo "L' idiota", solamente "la
bellezza salverà il mondo".
O
BS FEBBRAIO 2000

2.8 Page 18

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A Goma, Padre Mario Pérez fa da padre e da madre a centinaia
Padre Mario Pérez è un
salesiano venezuelano.
Per anni ha lavorato
a Lubumbashi, nella
Repubblica Democratica
del Congo, prendendosi
cura dei ragazzi
di strada. Nel 1996,
per obbedienza al
suo ispettore, si prepara
a partire per il Burundi.
Il suo aereo fa scalo
a Goma, da dove
gli è impossibile ripartire
a causa della guerra
zn corso.
GOMA:SFIDA
ALLA GUERRA . )
di Ferdinando Colombo e Emanuela Chiang
I n attesa di riprendere il viaggio,
padre Mario viene ospitato dai
confratelli salesiani, che dispon-
gono di due sedi : l'Istituto Tecnico
Industriale e il Centro di accoglien-
za per giovani e bambini. Lui deci-
de di stabilirsi presso il Centro di
accoglienza. Padre Pérez ha un sor-
ri so accattivante e i suoi occhi ti tra-
smettono fiducia e sicurezza; è cre-
sciuto a contatto con la dura realtà
dei ragazzi di strada del Venezuela:
per questo approfitta della sua breve
sosta a Goma per avvicinare i bam-
bini e i giovani del Centro. Ma quel-
l' aereo per il Burundi non è più ri-
partito e la sua breve sosta si tra-
sforma in una pe1manenza prolun-
gata: si butta, come è suo costume,
in numerose attività. Oggi è il diret-
tore del Centro.
Goma è zona di confine, un vero
e proprio crocevia tra tanti paesi che
FEBBRA IO 2000 IJS
vivono situazioni difficili: lo stato
di guerra e la sua posizione "centra-
le" l'hanno resa meta di rifugiati e
di profughi. Basti pensare che dal
1994 è stato costitu ito un campo
profughi che ha raggiunto un milio-
ne di presenze.
È aumentato il numero dei ragazzi
che finiscono sulla strada.
7
DON BOSCO-NGANG/
Il Centro Don Bosco-Ngangi è
LE VITTIM
c0me in tutti
Ei cDonIt\\Sit.t1Ef.a,Mse-cPe1aRpPEi.ou.podleabzoioli-'
un 'opera nata nel 1988 a circa 5 km
dal centro città, e si affianca alle at-
tività della comunità sales iana del-
ne civile nelle .s~ea subirne maggior~
donne
mente
eIebcaOmnbsi"engi ,uaennozes.ta"tSetrmateesgsiee
d• 1
111
sopravvivenza s . er tamponare
l'Istituto Tecnico Industriale di Go- atto dalla popol~z1onio~dizioni di vita.
ma (ITIG). Il Centro è collocato su il degrado delle -~oziane del numero
10 ettari di lava vulcanica, un terre- Tra queste la .~1. u. e la produzione
no legge1mente scosceso, con co-
struzioni solide, ma grezze a causa ·
della povertà. Gli ospiti giungono
dei pasti quoti ian~ola scala. Nono-
alimenta_r~ su p_1c continuo aumento
stante c10 .son~ ~trizione infantile: d1
il tasso .d1 ma n \\astico e i tassi d1
da varie parti: a seconda de lla situa-
zione politica dei paes i di confine i
assenteismo sco ché le epidemie
mortalità adulta, non
l
di malattie endemiche .

2.9 Page 19

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di ragazzi/e di tutte le etnie.
UN
"FUOCO"
..
CHE
t
NON CESSA t' a
il fuoco , decreta 1
Lusaka
·
il 1o luglio
mente di-
Gli tccorg1~~t~~s:fufti i belligeranti ,r~:n~o;t:un~o\\idare le
i~~iJ; :~~e~iedalle parti in cau:t
:sì il clima di g_u~~~~'.
posizioni conq_~1i~~ed~ c~nt\\itto , n_ella solacFv~ts~~rattutto
bilancio trov:~oo vittime in mc3:gg1ora~z~ilione'di sfollati in~
conta o tre bini 500 scomparsi , oltre ·t azione dei dintt1
donne e2bsfooo ,rifugiati a\\restero. L~ s1 ~ella popolazione
terni e . dizione socio-economica
umani e la co~
. . - ancor più gra~
sono all? sban ipati dai ribelli la s1tuaz1o~e \\e trasmissioni
Nei tNerntor~~c~ttività poli_tica è aut~1~ziu~· Kivu sono vi~ta-
ve. essu _ le radio ind1penden~e. e rzate deportazioni.
della pnnc1pa . di torture , spanz1oni fod . di;itti umani ven-
te. Corrono voci . d' ONG e m1htant1 e1 . . verno ri-
Alcuni
gono
rappresentanti i
arrestati_ ~e~!~e a
fie~urezniotepim_puobtibvlai_zcihoene(p,~_~!IfQ~~O~~Odii
casi
dis-
s:1:ioe~i~o ~~e;nd:i~i ~~;f~rJgodi~~~~~i)
0J~:~z~:i::l~~s:i~--
sidenza. Circa . ·1loro numero aumenta ne
cito governativo e i
Nei loro occhi c'è un'ombra di
dolore, riflesso di tante privazioni.
flu ssi di gente verso Goma cambia- ACCOGLIERE EDUCARE
no; ad esempio, nel 1994 il Centro è
dere un mestiere. Una vera manna
per tanti disered ati: al Centro, infat-
diventato meta di rifugiati prove- Lo scopo del Centro è I' acco- ti , si respira aria di fraternità, di fa-
nienti dal Rwanda, vittime del con- glienza e la rieducazione di bambini miglia: e i giov ani ospiti vedono
flitto tra Hutu e Tutsi : inizialmente e giovani in situazione difficile. A riaprirsi lo spiraglio di un clima af-
sono stati accolti 1500 sfollati (bam- Goma, infatti , negli ultimi anni è fettuoso, e la speranza di un futuro
bini e adulti) che fuggivano dalla aumentato il numero dei ragazzi meno precano.
zona di Masisi, di etnia Tutsi; qual- che, in situazione di abbandono e di Sono bambini "grandi", cresciuti
che mese dopo si è assistito ad un estrema povertà a causa della guer- troppo in fretta: molti di loro hanno
ricambio: a causa del rovesciamento ra, finiscono sulla strada, ritrovan- visto morire i propri genitori; hanno
della situazione politica, gli sfollati dosi a svolgere qualsiasi tipo di atti- caricato sulle spalle i loro fratelli
di Masisi sono potuti rientrare in vità per sopravvivere. Sono orfani o minori e sono arrivati al Centro. A
Rwanda e quindi sono stati gli Hutu sempli cemente si sono smarriti du- prendersi cura di loro ora è padre
a fu ggire e a rifugiarsi nel Centro rante la fu ga; per venire incontro ai Mario coi suoi sales iani . Dalle sue
Don Bosco. In dieci anni di atti vità, loro bisogni il Centro Don Bosco parole apprendiamo la dolcezza e la
il Centro Don Bosco-Ngangi ha apre le proprie porte: qui grandi e fragilità dei pi ccoli ospiti. Nei loro
ospitato circa 20.000 tra bambini e piccoli possono dormire, giocare, occhi c un ' ombra di dol ore, rifles-
giovani .
seguire lezioni scolastiche, appren- so di tante privaz ioni; a volte ci si
- Qui i piccoli possono dormire, giocare, seguire le lezioni scolastiche, studiare, apprendere un mestiere.
BS FEBBRAIO 2000

2.10 Page 20

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Si cercano volontari per garantire
che si dilati la capacità di dare amore a questi ragazzi.
DIRE GOMA ~ O\\R~:~~:a~~~~o~da le ~~~;~i~c\\~!~
La guerra_ che ,n~~n;ontlitti che negli ult1_m1 a~ Rwanda, Bu-
d( compless1 e trag1c\\ Grandi Laghi al c?nlme gon o. A seguit?
ressato la zona i~pubblica Democratica 1-e~e slollati si n-
rundi, Uganda e uffutsi del 1994, un ,u tiera col Rwan-
c::~n del conl\\itto tra H_~à dell'allora Zair_e alla lro~llestito che arri-
versa a Goma, c1
da e si stabili~ce
~~~
o appositamente N \\l'autunno
milione di pe;s;;~OO ~rolughi s\\
va ad acc?ghere viene bombardato e . di \\oro non s1
del 1997 il camp~di nello Zaire . 01,, 500.0ii il via nel lugli?
avventurano a p . I\\ "nuovo corso pre~ Knshasa da
; i avranno più noJz'taurent Kabila, congu1stat~e ~i Repubbli-
del 1998 quai° ~ese che riprende ra0t1c_o subito gli attac-
un governo a_P Congo. Ma com1nc1a
da: un con-
.p~~~irno ca 0emocrat1c~ d~I astenuti da Rwan~a e Uga~nisti i ribelli
chi degli opposii~!~ ~ino ai nost~i giorni;
Kabila 7-o-
z- l\\itto che s1 p~oai-Mai e ruandes1 , cont_rb~ , La situazione s 10-
\\sntteenrhuatom_dwae!,~~~~~e~~bqaub~wnedoe
Nam1 ,a._ . d no in vane
.i ~ibr~~as~~~a (sede di una
garbu~ha - he il territono in cui s1 _t ibile come conse~
laziorn, cosi_ c
delle lazdio~;),
~.~!
situazione impo~s . ' questi e 11
Y~!rne tr~ i gruppi nv:c\\~1}~polazione.
guenza
governo
ceenetraIe.
Un
clima
di
terrore
perv
chiede come possano i bambin i sop-
portare tanta sofferenza. Spesso gli
stessi adulti si sentono impotenti di
fro nte alle sofferenze dei pi ù picco-
li: certamente non basta una carezza
a cancellare il loro dolore, ma tal-
volta può servire a tranquillizzarli,
ad entrare in confidenza con loro, a
fa rli parlare delle loro esperienze, a
farli sentire frate lli tra fratelli .
UNA FAMIGLIA
DAL CUORE GRANDE
Di fratelli padre Pérez ne ha
molti . Oltre ai suoi 12 fratelli effet-
tivi , altri 4 sono stati adottati dai
suoi genitori e accolti nella loro ca-
sa in Venezuela. Ma sembra che la
famiglia Pérez sia destinata ad in-
grandirsi ancora: altri due giovani
infatti sono appena giunti nella loro
nuova casa. Sono 2 ragazzi africani ,
già ospiti del Centro, che padre Pé-
rez ha salvato dalla violenza etnica
che continuava a perseguitarli.
Per sostenere e dare futuro a que-
sto impegno di accoglienza e fo rma-
zione di ragazzi e ragazze così po-
veri due ONG, il VIS - Volontariato
Internazionale per lo Sviluppo e gli
Amici dei Popoli, hanno studiato un
progetto che prevede tra l' altro la
costruzione di dormitori e aule, ma
anche una linea elettrica e le tubatu-
re per l' acqua, di cui il centro è oggi
sprovvisto.
La collaborazione economica è
quindi importante ma l'esigenza
Don Mario tra i nuovi amici
del Centro di Accoglienza a Goma,
fondamentale è di trovare persone
che decidano di regalare qualche
anno di vita, come volontari, per ga-
rantire che si dilati la capacità di
dare amore a questi ragazzi e ragaz-
ze. Il Centro di Ngangi non ha fo nti
di finanziamento se non la genero-
sità di chi ha potuto conoscerlo. Il
solo cibo necessario per la sopravvi-
venza di 300 bambini esige una
spesa mensile di 15 milioni di lire.
Ferdinando Colombo
Emanuela Chiang
Per saperne di più: VIS, Volontariato
Internazionale per lo Sviluppo, via Appia
Antica, 126, 00179 ROMA.
Fonti :
Servizio informazioni Congosol Com-
missio de lustitia, Pace et Creationis
l ntegritate USGIUISG NATIONS
UN/ES - Bureau pour la coordination
des Affaires Hu.manitaires - /RIN
Pour l' Afrique Centrale et del' Est.
FEBBRAIO 2000 BS
Il Centro è collocato
su 10 ettari di lava vulcanica.

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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I
LETTERA Al GIOVANI
Carissimo/a,
Supino sul mio letto d'o-
spedale, gli occhi guar-
dano fuori, in alto. "/ / cie-
lo è quello che mi resta".
Da quella pos izione non
vedo case, anten ne tele-
visive, ma le nubi rincor-
rersi come bambini, e il
sole che fa capolino di
tanto in tanto.
Non voglio illuderti: la sof-
ferenza ha un lato oscuro
che solo tu puoi vi ncere.
"Fortunato chi crede, ch i
ha fede, mi dice un medi -
co prima della visita . È un
a i uto form idabile .. . ".
Condivido.
La sofferenza è un ap-
puntamento segreto in
cui scopri quanto prima
non vedevi, non sentivi,
non ascoltavi.
Il dolore ti fa toccare con
mano la va nità delle cose,
il non senso di una vita
che non abb ia Dio come
traguardo.
Ti cambia .
FEBBRAIO 2000
Il meee di febbraio di queeto anno eanto
vede celebrare quattro Giubilei,
quello della vita coneacrata,
quello dei diaconi permanenti, quello degli artieti
e il Giubileo degli ammalati, che viene celebrato
venerdì 11, con la celebrazione eolenne
del eacramento dell'unzione degli infermi,
nella baeilica di San Pietro.
È proprio eu tale awenimento che vogliamo
impoetare la lettera di queeto meee per i giovani.
VIVERE IL
QUA
TI RESt-
ii percepisci in un moào
nuovo come corpo, come
an ima, come identità.
Se in un primo momento
hai la sensaz ione di
sentirt i portare via da l
tuo corpo - è il momento
della febbre, de ll a cura
intensiva, della diagnosi -
arriva poi la sensazione
bellissima che questo fug-
giasco se ne torni a casa, in punta di piedi, senza
prepotenze.
Mi sono goduto l'a nima, mi viene da dirti come pen-
siero di fondo dei miei giorn i di ospeda le.
Ritrovarsi infermo, im mo-
bile su un letto è entrare
nel mistero di un corpo e
nei segreti della vita.
Di fronte a una bocca che
si chiude, a un corpo che si
ferma basta dare uno
sguardo, perché una scin-
tilla riaccenda la speranza.
La sofferenza è una voce
che vuo le rive larti q uel
lato della vita che nessu-
no ti mostrerà. Non ti di-
rà bugie.
Se dovesse bussare alla
tua porta, aprile: viene a
portarti un messagg io.
Le sue parole apparten-
gono all'amore.
Vedere solo il cie lo a vo lte
aiuta a scoprire il vero
volto della terra.
Ciao. Al prossimo mese.
Carlo ierraneo
Anche l'anima guarisce: tutti i valori, non solo
quell i ossessivamente rincorsi dai prelievi di san -
gue, si rimettono in gerarchia: il silenzio, l'armonia,
la solitudine come pace dell'anima, la voglia di
essere buoni in sé e non per sé. La preghiera ritro-
va la sua grande dignità e Dio la sua presenza.
Incontrare un non vedente, un sordomuto muove tut-
to il nostro cuore non solo alla comprensione, ma
alla gratitudine del dono della vista, della parola.
BS FEBBRAIO 2000

3.2 Page 22

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BREVISSIME DAL MONDO
AUGUSTA. 3 1 ottobre 1517: re, sotto la min accia delle
Lutero appende le sue 95 te- armi.
si sulla porta de lla cattedra-
le. Augusta 31 ottobre 1999:
luteranj e catto lic i firmano
una di chi araz ione comune
che ricuce l' antico strappo
avvenuto sull a dottrina de l-
la giustificaz ione: " La so la
fede basta alla salvezza af-
fermava Lutero". "Fede e
opere ambed ue le cose oc-
corron o pe r sa lvarsi, diceva
Roma". Lo scoglio è stato
superato sostituendo all a
parola fede la parola grazia:
la salvezza vie ne dalla gra-
zia che esige la fede ma non
esc lude le opere. Un grande
CITTÀ DEL VATICANO.
Più volte negli ultimi mesi
hann o suggerito al Papa di
riposarsi, abbandonando al-
c uni impegni di viaggio che
risultano pa11icolarme nte fa-
ticos i. Pare c he Giovanni
Paolo II abbi a risposto che
per riposare ha tutta I' eter-
ni tà. E a suor E ufras ia, che,
vede ndolo stanco, gli si ri-
volse: " Sono preocc upata
per Sua Santità", il Papa ri-
spose sche rzando: "Anch 'io
sono preoccupato per la mia
sa ntità!".
passo avanti verso l' unità. UN MONASTERO SO-
KOSOVO NEWS. Molti W IN INTERNET. È sta-
cattolici sono fu ggi ti duran- ta annunciata la fo ndaz ione
te la disastrosa g ue rra (ne l del " Monastero Centrale di
paese erano c irca 60.000). Nostra Signora di Interne t".
Sono invece rimasti i 37 sa- Ma non si tratta propria-
cerdoti e le 80 suo re de ll e mente di un mo nastero vir-
23 parrocchie c he sono stati tu ale, poiché è formato da
di grande aiuto per il popo- persone " reali ", che si incon-
lo. Hanno acco lto i fuggiti- tra no sull a " rete", seg uono
vi, curato i fe ri ti, protetto un a regola monas ti ca dispo-
gli anziani , osp itando i bam- nibile on-line, pregano se-
bini soli e g li invalidi senza riamente tra loro e per quelli
distinzione di etnia e religio- che chiedono preghiere. La
ne . Solo in un caso, in un a pag ina web è scarn a, esse n-
piccola parrocchi a del nord , z iale, senza figure, I' indiriz-
un sace rdote e due re ligiose zo: http://members.ao l.com/
sono stati obb ligati a fu ggi - OMFSI/Couloir.html.
PEMBA, MOZAMBICO
PROMOZIONE
DELLA DONNA
Il Centro di " Alfabeti zzazione
pe r Adulti " organi zzato e te-
nuto dalle FMA a Pemba fun-
zio na a pieno ritm o, soprattut-
to da quando è stata scoperta
e ripulita nella fo resta una vec-
chia case rm a abband onata al-
la fin e de ll a g ue rra. Un g rup -
po di donne, guid ate dalle s uo-
re sales iane, l' hanno subito,
con le dovute autori zzazioni ,
trasformata in scuola, e da al-
lora le allieve sono aumentate
ve rtiginosamente fino quasi a
ragg iungere le 300 unità.
VATICANO, ROMA
TRE PATRONE
PER L'EUROPA
Il Papa, so rprende nd o ancora
una volta un po ' tutti , ha pro-
c lamato anche tre donne pa-
trone d ' Europa, affiancandole
ai celebri C irill o, Metodio e
Benedetto. Esse sono Brigida
di Svezia ( 1303-1 373) che o-
pe senza sosta per l' unità
dei cristiani , fondatrice di un
ordine che contemp lava mo-
nasteri doppi (un o maschile e
un o femminil e) diretti , caso
pressoché uni co pe r il Medio
Evo, da un a badessa. Cateri -
na da Siena ( 1347- 1380) , pe-
nultima di 25 frate lli , quasi il -
letterata ma inte lli genti ssima,
che divenn e maestra sp iri tua-
le di uomini e donne di og ni
censo e conv inse il Papa a tor-
nare a Roma eia Av igno ne.
Edith Stein ( 189 1- 1942), fi-
losofa ebrea poi s uora carme-
1itana che mai rinunciò all e
s ue origini e coronò la sua vita
in un a came ra a gas ad Au-
schwitz. Ha pubblicato vo lumi
di grande spessore c ultu ra le e
spirituale, divenendo una de lle
più grandi figure del secolo.
VATICANO, ROMA
INCONTRO
DELLE RELIGIONI
Le giorn ate da l 25 al 28 otto-
bre ' 99 reste ranno altrettanto
me morabili qu anto qu e lle c he
hanno scandito l' incontro in-
terre ligioso di Ass isi de l 1986.
I 230 partec ipanti rappresen-
tavano 20 re li gio ni di ve rse. Il
messagg io è stato c hi aro: è
l' ora di co ll aborare tra i c re-
de nti pe r promuo ve re a li ve l-
lo planetario la di gnità del-
1' uomo , ne l ri spe tto de lle di -
ve rsità di c iascun o.
Lontane da te ntaz ioni di sin-
c re ti smo le reiig ion i devo no
coll aborare pe r contribuire
a ll a pace, all a g iu sti zia, all a
libe rtà di tutti i po po li e gli
stati , ripudi a nd o ogni fan ati -
smo, estremi smo e mutuo an-
tagonismo. Urge combatte re
insieme, affe rm a il doc um en-
to uni tar io, contro la povertà,
il ra zzismo, la conta minaz io-
ne ambientale, il mate ri ali-
smo, la g uerra, la proliferazio-
ne de lle armi , la g lobali zza-
zio ne male intesa, il de bito e-
stero, la ma ncanza di ass i-
ste riza medi ca, la d isg regazio-
ne de ll a fam ig li a, la di scrimi -
nazione delle donne e dei bam-
bini .. . U n programma davve-
ro fo rmid abile !
FEBBRAIO 2000 BS

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••••••••••••••••••••••
FEBBRAIO 2000 - SECONDO MESE DEL GIUBILEO
La tappa giubilare di questo mese si ferma
sull'Appia Antica, la gloriosa via consolare
che tanta storia racchiude lungo il suo percorso.
Siamo nell'area cimeteriale cristiana più vasta
di Roma con oltre un milione di tombe.
Qui sorge la basilica
di SAN SEBASTIANO, o ....
•••••••••••••••••••••
ITINERARIO
••••••
VERSO-··
LA BASILICA
APOSTOLORUM
•••
AD CATACUMBAS
di Natale Maffioli
Lungo la Via Appia, a/l'altezza della tomba di Cecilia Metella,
dove una volta c'erano delle cave di pozzolana, la prima comunità
dei credenti in Gesù risorto costruì un cimitero e un luogo di incontro
e di preghiera che, dal termine greco della depressione creata dalla cava,
ebbe la denominazione ad catacumbas (Katà Kumbas, presso la depressione).
••••••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS FEBBRA IO 2000 • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Veduta d'insieme dell'interno della basilica.
Le vicende ed ifi catorie del ter-
ritorio sono molto complesse:
in poco più di due secoli si
per aver la presa in prestito dal cir-
co, il luogo dove correvano le b i-
ghe: la chiesa era formata da una
Il magnifico soffitto ligneo
di San Sebastiano.
passò da llo scavo di un arti co lato vasta navata ce ntra le racchiusa da
cimitero sotterra neo (quell o che un deambulatorio,· una sorta di plici fedeli e dai mausolei de i per-
attua lmente ch iamiamo le Cata- camm inamento formato da ll e due sonaggi importanti dell a comunità.
co mbe di San Sebastiano), parten- navate laterali e dal loro prolunga- La denominaz ione attu ale risale
do da un primitivo cimitero paga- mento, che permetteva di entrare al VIINIII seco lo e si deve alla de-
no, all a costru zione di una logg ia nell ' edificio sacro senza accedere pos izione nelle catacombe del
(triclia) dove i fedeli ce leb rava no i all 'a ul a centra le, percorrerlo in tut- corpo del santo martire Sebastia-
ba nchetti in ricordo dei defunti, ta la lunghezza, girare attorn o al no, un militare nativo di Narbona,
all a costru zio ne, nell a prima metà presbiterio e uscire dal lato oppo- nell a Ga lli a, ma di famig li a mila-
del IV secolo dell'importante Basi- sto. Questa porzione di chiesa era nese, vittima de ll a persecuzione
lica apostolorum, la Basilica degli occupata dalle sepolture dei sem- di Diocleziano. Ne l secolo sue-
aposto li.
Le basi Iiche sorte suI sepo lcro
degli apostoli martirizzati a Roma
erano, all ora co me oggi, quelle di
san Pi etro in Vaticano e di sa n
Paolo sulla Via Ostiense; resta dun-
que da spiegare l'origine dell ' anti-
ca denominazione di questo ed ifi-
cio. Secondo la tradizione, nel
258, durante la persecuzione del-
l' imperatore Valeriano, le reliquie
dei due santi furono traslate nel
cimitero di san Sebastiano. La tra-
••••••••••••••••••••••••••••
dizione e le numerose scritte, tra
le quali è fa mosa quella che reci -
ta: Paule ed Pet-re petite pro Vieta-
re (Paolo e Pietro intercedete per
Vittore), tracciate sull e pareti deg li
amb ienti, un tempo in superficie e
interrate all 'epoca della costruz io-
ne della basilica, sostengono que-
sta ricostruzione dei fatti .
LA CHIESA CIRCIFORME
La basilica sorse nella prima
metà del IV seco lo, ed aveva una Busto del santo nella cripta
curiosa struttura detta circiforme
della chiesa, di G. Lorenzo Bernini.
La statua di san Sebastiano
nel soffitto della basilica.
• • • FEBBRAIO 2000 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
cess ivo, le reliquie furono traslate quando il card inale Scipione Bor-
in san Pi etro, ma Onorio lii, nel ghese, ni pote di papa Pao lo V, af-
1218, le riportò so lennemente in f idò l' inca ri co della ricostruzione
questa chi esa a lui dedicata.
all'a rchitetto Fl aminio Ponzio.
Parl are cli ricostru zione è forse
eccess ivo: iI Ponzio riadattò ai
RISTRUTTURAZIONI
nuovi principi dell 'a rchitettura ba-
rocca i resti ancora in uso della
Come tutte le anti che basi Iiche basi li ca più antica. L'interno del
romane, anche questa di sa n Se- vetusto ed ificio assunse l' aspetto
bastiano ha subito notevoli rima- cli una bianca e vasta navata, de-
neggiamenti , al punto da essere ir- co rata con sobrietà (quanta ne po-·
ri co nosc ibile se messa a co nfronto teva permettere l'epoca) . Le pareti
co n l'anti ca. Gli scavi arè:heo logi- latera Ii sono sca ndite eia tre arcate
ci e gli studi sull a struttura hanno per lato, separate da una coppia ·
permesso di ricostruire, abbastan- di lesene; il soffitto ligneo (le anti-
za fedelmente, la forma dell'anti- che strutture non potevano sop-
co edificio. Il primo ril eva nte in- porta re un organismo in muratura)
tervento di revisione risale al se- fu disegnato ei a Giovanni Vasan-
co lo Xlii, quando furono chiusi gli zio, il successo re del Ponzio; allo
archi di comuni caz ione tra le na- stemma de l comm itte nte, il cardi-
vate. 11 deambu latori o, perdendo nale Borghese, si assoc ia l'a rm a di
la sua fun zio1J e originaria, andò in papa Gregorio XV I Cappell ari che Crocifisso li&neo del '400
rovina . Il più organico resta uro lo fece restaurare nel seco lo scor-
nella ·sacrestia della basilica.
dell a bas ili ca fu attuato nel 1609, so. A l Vasanzio si deve anche la
facciata, terminata nel 1613: la par-
te -infer iore è costitui ta da un por-
tico a tre arcate su colonne binate
cli granito (p roveni enti da ll 'antica
basilica), nel registro superi ore, le
copp ie di paraste, poste in corri-
spondenza delle co lonne, riparti-
scono lo spaz io in tre specchi con
finestre a timpano ricurvo, il tutto
è sovrastato da un elega nte timpa-
no triangolare di class ica fattura.
ARREDI MONUMENTI
CAPPELLE
••••••••••••••••••••••
Pur co n sobrietà, la basilica è
dotata di sp lendi di arred i e monu-
Ricostruzione plastiéa della basilica primitiva.
menti d'arte. In una delle arcate di
7
Una galleria delle catacombe di San Sebastiano.
La cripta di san Sebastiano.
• • • • • • • • ,• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS FEBBRAIO 2000 • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
destra è osp itata la cappe ll a de ll e
reli q ui e, che co nt iene tra le altre
le im p ro nte lasc iate, seco ndo la
tradi zio ne, da i p ied i d i Gesù sul
bo rdo dell a Via Ap pi a, all 'a ltezza
dell a c hi esetta del D omine quo
va dis?, dopo l' inco ntro co n Pietro
che fuggiva da lla città, timoroso
dell a persecuzio ne. Poco pi ù ava n-
t i, separata da un arti sti co ca nce l-
lo di bronzo, si ap re la Cappella
Albani. Costruita agli ini zi del Set-
tece nto dag li architetti A lessa ndro
•••••••
La statua del santo ideata dal cardinale F. Barberini e scolpita dal Giorgetti .
GLOSSARIO
Specc hi e Ca rl o Fo nta na su dise-
gno del pi ttore Ca rl o Maratta (1625 -
1 713), per vo lere d i papa Clemen-
te Xl A lbani in ono re del sa nto pa-
pa Fabi ano, assoc iato nell a festa
al sa nto ti to lare dell a bas ili ca, il
Parlando di catacombe è d'obbligo accennare anche alle altre modalità di m o numento di spi ega all ' intern o
sepoltura degli antichi e, segnatamente, dei cristiani. Presso i primi discepoli un a esempl are e fastosa deco ra-
del Signore non era in uso la pratica della cremazione , ampiamente utilizzata
dai romani , ma quella dell'inumazione e non in ottemperanza ad un principio
igienico, ma per affermare che il corpo riposava nel cimitero (il vocabolo deri-
va dal greco e significa dormitorio) in attesa della risurrezione finale e le cata-
combe sono la più grande testimonianza della fede dei padri.
Non si seppelliva solo nelle catacombe , ma anche nelle tombe terragne dei
cimiteri sub divo (cioè all 'aria aperta) e nei sarcofagi, massicce arche di mar-
z ion e barocca fa tta di stucchi e di
marmi preg iati. Co nserva un' inte-
ressa nte te la di Pi er Leo ne G hezz i
(167 4-1 755) : Sa n Fabiano comu-
nica l' imperatore Filippo l'A rabo e
una statua del sa nto, o pera di Fran-
••••
mo o di pietra, sovente decorate a motivi geometrici , naturalistici e figurati .
Il sarcofago in uso nel mondo romano era a cassa parallelepipeda oppure a
vasca (simile al precedente, ma con i bordi smussati) con la sola faccia ante-
riore decorata. Il motivo ornamentale più ricorrente era a strigile: una serie di
scanalature parallele a forma di ampia 'S', simile allo strigile, lo strumento
cesco Papa leo (1 712).
La prim a ca ppell a di sini stra, di
fro nte a qu ell a dell e reliqui e, è de-
di cata a sa n Sebast iano. Progettata
da Ciro Ferri (1634-1 689), su com-
usato dagli atleti per detergersi dall'olio e dal sudore dopo la gara. Sovente, mi ssi o ne de l ca rdin ale Francesco
alle estremità e al centro di questa decorazione si scolpivano delle scene fi- Barb erini , accogli e le reliqui e de l
gurate: la figura del buon pastore, il ritratto dell 'occupante, la tradizio legis: santo in un ' urn a marm o rea inseri-
Gesù che consegna agli apostoli Pietro e Paolo il Vangelo , oppure una scena ta nell 'a ltare vo luta da l Ba rb erini .
biblica. Il ritratto del defunto sovente ci appare indecifrabile e non perché sia
stato corroso dal tempo , ma per il semplice fatto che non è mai stato esegu i-
to. I sarcofagi erano preparati in botteghe specializzate in questo genere di
lavorazione, in molti casi distanti dai luoghi dell 'utilizzo, sulle coste della Gre-
cia o dell'Asia Minore, perciò gli artigiani eseguivano le figurazioni generiche,
ma lasciavano appena abbozzati i ritratti , affidando agli artefici sul luogo
La statu a sotto l'a ltare raffigura san
Sebastiano giacente ed è o pera di
Antoni o Gi o rgetti (167 1).
La lapid e che si trova a sini stra,
appena entrati nella bas iIica, pro-
della sepoltura il compito di rifinirli con i lineamenti il più possibile fedeli a v iene da ll e cataco mbe e riporta
quelli del defunto.
l'e log io del martire Eutichi o, com-
Si approntavano anche sarcofagi con la facciata riccamente ornata con epi- posto da pa pa D amaso e in c iso da
sodi , come sempre tratti dall'ampio repertorio dei racconti biblici . Il più bello Furi o Fil oca lo; qu est' ul t im o era un
di tutti è certamente il sarcofago di Giunio Basso , un capolavoro della scultu- in c isore di iscri z ioni mo lto dotato
ra del secolo IV, conservato nel tesoro della basilica di san Pietro. Le dieci che ha lasc iato la testimo ni anza
scenette, tratte dall'Antico e dal Nuovo Testamento, sono allineate su due de l suo lavo ro esclu siva mente sul-
registri ; al centro della fascia superiore vi è la figura di Gesù buon maestro, le lapi di vo lute dal Papa. M o lto
assiso in cattedra e affiancato dai due apostoli Pietro e Paolo ai quali conse- interessa nte è p ure il pi cco lo ta-
gna il Vangelo . Nella raccolta lateranense dei Musei Vaticani è conservato bern aco lo del p rim o Rin asc im en-
un sarcofago con simboli che rimandano alle parabole evangeliche: sulla
facciata sono raffigurate tre immagini del buon pastore (Gesù è il buon pa-
store) poste al centro e agli estremi di una scena di vendemmia (Gesù è la
vera vita ; oppure : al momento della morte si raccolgono i frutti di una buona
vita). Nello stesso museo si conservano i sarcofagi monumentali, in porfido
rosso (la pietra imperiale} , di sant'Elena e di santa Costanza, rispettivamente
madre e figlia dell'imperatore Costantino, provenienti dai loro mausolei. Sulla
facciata del primo è raffigurata una scena con cavalieri , il secondo reca alcuni
simboli cristiani come pavoni , agnelli e scene di vendemmia con putti che pi-
giano l'uva nel tino e si aggirano tra girali di acanto e grappoli d'uva.
to che sovras ta la lapid e dam asi a-
na; l'a nonim o sc ulto re v i ha raffi-
gurato il Redentore tra gli angeli.
Vi c in o al sempli ce altare mag-
gio re ci so no qu attro co lo nn e di
marm o verde anti co e i bu sti deg li
aposto li Pi etro e Pao lo de ll o sc ul -
to re Ni co la Co rd ier.
Natale Maffioli
•••••••••••
• • ns FEBBRAIO 2000 • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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LO SGUARDO
SUI GIOVANI
di Jean-François Meurs
« e aro dottor J. , noto con
dispiacere che da più parti
si sferrano attacchi al mondo dei
giovani, dipingendolo a tinte fosche
e inquietanti. Che spesso noi gio-
vani possiamo apparire privi di va-
lori, è vero; che molti di noi siano
attratti da "sesso, droga, e rock 'n
roll" lo si vede, che ormai la Chiesa
conti poco è cosa nota... Ma quello
che molti evitano accuratamente di
fare è tentare di capire perché si
sia giunti a questo punto . Forse
non c'è risposta, o forse la risposta
è che si dà la colpa ai giovani per
sentirsi a posto con la coscienza,
pensando : "lo non ho avuto una
giovinezza facile e quello che ho è
frutto dei miei sacrifici, mentre i gio-
vani d'oggi si ritrovano tutto servito
e vivono nell'ozio e nel vuoto ".
Se questa è l'immagine che noi
giovani diamo di noi stessi, non pos-
so che rammaricarmene, facendo
però qualche puntualizzazione. Vor-
rei innanzitutto poter dire a tutti
quelli che si lamentano dei giovani
che NON SIAMO TUTTI COSÌ. Lo
sottolineo: c'è ancora chi ha fede in
Dio, in se stesso e negli altri, chi
lotta per gli ideali e chi crede nei
valori morali. D'altro canto se ora
gli idoli di molti giovani sono il com-
puter, il telefonino, i soldi, la mac-
china di lusso, è perché se si vuole
"essere qualcuno " e "contare qual-
cosa ", bisogna possedere tutte
queste cose, se no sei nessuno! E
questo a dispetto dei nostri reali in-
teressi, dei nostri valori e dei nostri
sentimenti. Lo dico io che non ho il
computer, né il telefonino, non ho
un lavoro e mi sento a disagio con
gli amici e, mio malgrado, comincio
SÌ, SÌ, ..
I u!OVANI
cSO(VO
tNTER.ES-
::ANTI,, ,
.., C?A-&UANDO
HANNO fL.
~IJTO IN
l3AfJC-~
a sentire il bisogno di queste cose
per omologarmi agli altri. Abbiamo
perso la poesia dei sentimenti più
puri e nobili, quell'entusiasmo e
quella freschezza tipicamente gio -
vanili ne/l'affrontare la vita, quell'in -
candescenza del cuore e de/l 'a-
nima che ora riesco ad avvertire
solo quando leggo un romanzo o
una poesia o ascolto una canzone.
Ma con chi potrei parlare di musica,
di libri o di poesie? Se lo facessi
qualcuno penserebbe che vivo nel
mondo dei sogni". (Patrizia 19 anni)
Cara Patrizia,
che la nostra società adulta consi-
deri i giovani un problema è davve-
ro uno scandalo. Ed è vero che si
parla sovente dei problemi dei gio-
vani , dei giovani problematici e dei
problemi dei giovani problematici!
La verità è che probabilmente sono
gli adulti ad avere qualche grosso
problema con se stessi . A comin -
ciare dalla mancanza di speranza.
Ma tant'è : non tutti gli adulti né tutti
i giovani sono come li pensiamo .
La linea di separazione tra ottimisti
e pessimisti , tra quelli che coltivano
la speranza e quelli che si rasse -
gnano allo scoraggiamento , tra se-
renità e angoscia, tra ammirazione
e disgusto, divide i giovani come
divide gli adulti e come, in ultima
analisi, divide interiormente noi stes-
si. Tu stessa, benché affermi che ci
sono ancora dei giovani che credo-
no nei valori e lottano per conqui -
starli , dubiti poi dei tuoi coetanei
che trovi sottomessi agli oggetti e
snaturati negli ideali.
È vero, non appare così evi-
dente che i giovani siano una
chance per la società e per la
Chiesa. Ma è una questione di fe-
de . Don Bosco aveva forse delle
ragioni particolari di essere più otti-
mista riguardo ai giovani della sua
epoca? No . Egli era spaventato
dalla loro volgarità e dallo loro vio-
lenza ma nello stesso tempo aveva
tanta fede in Dio da credere in
essi. Qualche tempo fa in un audio-
visivo appariva una suora salesiana
che affermava con passione: "I
giovani sono buoni , hanno tanta
ricchezza dentro di loro!". Un ra-
gazzino di 15 anni ne rimase afta-
orrj uO-1LovÀM, J r/!)
scinato , e uscì commentando: "C'e-
ra una vecchia signora (a 50 anni
si è vecchi per un giovane di quel-
l'età) , che amava i giovani". Biso-
gnerebbe averne molti di adulti così
"sconvolgenti "! Ed è possibile, per-
ché non è poi così raro trovare
adulti che s'interessano realmente
dei giovani .
Tuttavia l'impressione che fa
testo , ah imè, è che gli adulti non
abbiano più alcun bisogno che i
giovani vengano a rinvigorire e rin-
novare le loro energie. Non si fan -
no insomma molti sforzi per per-
mettere ai giovani di prendere il
loro posto nel mondo degli adulti
per essere utili alla società. Se ci si
interessa, ai giovani solamente per
il loro potere d'acquisto , allora
che c'è un grosso problema. Ma
non si possono accusare i giovani,
perché anche gli adulti sono ostag-
gi di una economia liberale che si
serve della gente anziché servire la
gente .
lo continuo ad essere convin-
to che la salvezza può venire dai
giovani ! Essi costituiscono la mi-
gliore chance di questo mondo. Già
nella Bibbia, nei momenti di crisi,
sono dei fanciulli o degfi adolescen-
ti a ridare speranza: pensa a Mosè,
Samuele, Davide, Isaia, Geremia,
tutti adolescenti. Infine Gesù che
sconvolge già dalla nascita.
Le nostre società possono forse
pensare di cavarsela non credendo
più in Dio . Ma non si salveranno
senza praticare le virtù teologali ,
quelle che Dio pratica tutti i giorni
guardando gli uomini: credere nel-
l'umanità, sperare con essa, e a-
marla.. . Questa sarebbe forse una
buona ragione per fare anche noi
così.
o
BS FEBBRAIO 2000

3.8 Page 28

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jj·<;J!tiJil
di Maria Antonia Chinello
Pensare ad Ocotepec, nel cuore
dello stato del Chiapas in Mes-
sico, significa abbandonare
l'idea di strade asfaltate che metto-
no in contatto con i nodi commer-
ciali del paese e con altri gruppi et-
nici. La realtà è un itinerario percor-
ribile solo con fuoristrada o camio-
nette attrezzate. Vuol dire, ancora,
assumere le categorie di economi a
agricola di sussistenza. Non ci sono
banche; le abitaz ioni sono prevalen-
temente di legno e di fango. Solo
nel capoluogo si vedono alcune case
in muratura, ma trascurate e fati -
scenti . Undici anni fa, quando sono
arrivate, le suore salesiane hanno
portato la prima camionetta. A Oco-
tepec la luce elettrica scarseggia, e
quando manca passano giorni prima
che venga riattivata; eppure poco
distante c'è una centrale e ev:ans~.
sima potenza che invia corrente per-
fino negli Stati Uniti. Esiste un te-
lefono, ma sono stati tagliati i fili,
perché non si è pagato il canone. La
posta arriva una volta alla settima-
na. La TV inizia le sue prime com-
parse, pochi apparecchi con effetti
abbacinanti e senza protezione criti-
ca. Alcuni adulti vanno a lavorare
nelle città vicine come Tuxtla Gu-
tiérrez, o Cancum da dove riportano
qualche pesos, ma soprattutto il con-
fronto con modelli di vita diversi.
LA GUERRIGLIA
SULLA SOGLIA
II Ch iapas è balzato alla ribalta
della cronaca internazionale per il
me o e ind_ios.
chiapaneca, abitata
varie etnie indigene, è molto -rièca di
risorse minerarie e l'ingerem:a de~
governo è mirata ad espellere queste
etnie per sfruttare il sottosuolo in ba-
se ai suoi interessi. Incontrare questa
gente significa restare abbagliati dal-
la loro semplicità e accoglienza.
Un'anziana dagli occhi intensi svela
il segreto della vita: "Papacitos Dios
mi ha regalato l'esistenza. Ora sto
per restituirgliela e sono contenta
perché mi sono sempre fidata di lui".
SPOSI QUASI BAMBINI
I giovani di Ocotepec avvertono il
fascino dell'innovazione, ma senza
una sufficiente criticità per decodifi-
. .Il soggiorno dei volontari
è stato segnato dalla convivenza coi giovani.
FEBBRAIO 2000 BS
... Le abitazioni sono prevalentemente
di legno e di fango.

3.9 Page 29

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... Quando sono arrivate
le suore salesiane hanno portato la prima camionetta.
Le ragazze sono timide,
non hanno voce in capitolo, stanno sottomesse.
Cinque giovani volontari
e una suora nella
missione di Ocotepec,
nel Chiapas.
Un mese nella terra
dei poveri, minacciata
da una guerra senza
frontiere, senza vincitori
né vinti. Nel cuore
dell'esperienza, un
laboratorio di psicologia,
che ha rivelato
le persone a se stesse
e agli altri.
care i nuovi modelli di vita e spesso
si vergognano della loro matrice in-
digena. Sono pochi , poiché si sposa-
no presto: a quindici/sedici anni le ra-
gazze e a sedici/diciassette i ragazzi.
Non esistono dunque, per loro, le tap-
pe dell 'adolescenza e della g iovinez-
za. C'è molto disagio, soprattutto nei
maschi : ne sono conferma l' uso piut-
tosto diffuso della marijuana che
viene coltivata tranquillamente vici-
no alla capanna, l'alcolismo e, ulti-
mamente, anche il suicidio giovanile.
STORIE SOTTOVOCE
Il sogg iorno dei volontari a Ocote-
pec è stato segnato dalla convivenza
coi giovani nei laboratori di elettri-
cità, lavorazione del legno , taglio e
cucito, nei tornei sportivi , nelle escur-
sioni. Su richiesta dei giovani indi-
geni , suor Maria Lui sa psicologa,
con alle spalle una lunga esperienza
di ascolto profondo (ha vissuto nel
campo profughi di Tirana durante la
guerra del Kosovo), ha impostato un
laboratorio di psicologia che tiene
conto del contesto e delle problema-
tiche giovanili.
"L'obiettivo - spiega - è dar voce
alle emozioni, in modo da passare da
un blocco interno ad una ini ziale, sia
pur faticosa, loro espressione; entra-
re in contatto con altri modelli, in
modo da favorire non la riproduzio-
ne di comportamenti non loro , ma la
creazione di una originale espressio-
ne delle emozioni propria della cul-
tura zoque".
Non è stato semplice, secondo i
giovani volontari che l' hanno ac-
compagnata: "Ci ha colpito la sepa-
razione tra ragazzi e ragazze, la ri-
dotti ss ima comunicazione tra loro e
le scarse manifestazioni di affetto. In
particolare le ragazze presentano una
timidezza accentuata, non hanno vo-
ce in capitolo, stanno sottomesse,
non reggono lo sguardo sociale e si
chiudono dietro ad una maschera.
Carente è la cura della persona e
della casa, ridotti gli spazi della pri-
vacy. Il fidanzamento quasi non esi-
ste: si passa, dopo pochi incontri,
alla convivenza nella famiglia del ra-
gazzo. In seguito al matrimonio, mol-
to spesso già con i figli".
NARRARE SE STESSI
Durante gli incontri, i volontari
italiani hanno raccontato le loro e-
sperienze di amicizia e approccio tra
ragazzi e ragazze. E sono state pro-
prio queste testimonianze che hanno
suscitato grande interesse espresso
attraverso risate, mimica corporea,
attenzione prolungata. Ciò ha per-
messo ai giovani indios di confronta-
re se stessi con esperienze lontane
dalla loro cultura, di individuare pas-
saggi e sfumature a cui non avrebbe-
ro spontaneamente pensato e insie-
me di rendersi conto che non sono
soli a vivere certe trepidazioni e pau-
re. La messa in comune delle espe-
rienze è risultata faticosa, ma signifi-
cativa. "Si è notato - dice suor Ma-
ria Luisa - che i momenti vissuti in-
sieme sono stati sufficienti per un
contatto intenso. All'ultima uscita
insieme è stata notata maggior sciol-
tezza nei movimenti, un rapportarsi
reciproco più libero e spontaneo, un
salutarsi piangendo, con gesti di
coinvolgimento e di apprezzamento
verbale e corporeo, anche nelle ra-
gazze (segni non comuni nella loro
cultura così riservata e introversa),
esplicite richieste di ritorno dal sapo-
re non convenzionale, e persino il
classico scambio di indirizzi, impen-
sabile in quel contesto".
Un apporto positivo che si è posto
in continuità con un progetto già av-
viato con intelligente saggezza dalle
Figlie di Maria Ausiliatrice locali e
dal gruppo giovanile parrocchiale.
Inserirsi in questo complesso lavoro
ha permesso di confrontarsi conti-
nuamente con i responsabili locali
del gruppo, apportando una piccola
gocc ia e affidando a loro la conti-
nuità del lavoro, nel rispetto di una
cultura da cui, sotto molti aspetti, si
ha tanto da imparare.
BS FEBBRAIO 2000

3.10 Page 30

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!LLED1c1' \\ .
BIOETICA DELLA
SESSUALITÀ DELLA
VITA NASCENTE
E PEDIATRICA
di Giovanni Russo
ELLE DI Cl , Leumann
(To) 1999
pp. 542
Gli argomenti affrontati
con serietà scientifica
e morale da questo pon-
derato libro sono attua-
li e coinvolgenti: dimen-
sioni biomediche della
sessualità; linguaggi
della co rporeità; psico-
logia e sessualità in pro-
spettiva morale ; antro-
pologia e filosofia della
sessualità; fondamenti
biblico-teologici della
sessualità; bioetica e
questione femminile ; pe-
dofilia e abuso sessua-
le sui bambini ; trapian-
to di gonadi e procrea-
zione responsabile; di -
vorzio e fedeltà coniu-
gale; tecnologie ripro-
duttive, procreazione e
ingegneria genetica ;
clonazione ; bioetica in
pediatria. Si tratta di un
riflessione morale che
offre orientamenti sicu-
ri, nella contusione mo-
rale del nostro tempo ,
per cui i cristian i non
possono disinteressar-
si come se fossero pro-
blemi di altri . . .
PARABOLE
DEL DUEMILA
Per un cammino
giubilare sui sentieri
della speranza
di Felice Moscone
ELLE DI Cl, Leumann (To)
1999
pp. 294
Affermava il teologo conci-
liare Rahner che "anche le
piccole inezie hanno pro-
fondità inesprimibili, per-
ché sono messaggere del-
l'eternità". Sembra il mes-
saggio di queste parabole
per l'uomo d'oggi : conten-
gono briciole di saggezza,
come dono dello Spirito, e-
spresse con un linguaggio
se mplice e convincente.
Nei segni della natura e
della storia tanno emerge-
re in filigrana i valori univer-
sali della vita. A detta del-
l'autore, non intendono "far
stra-vedere ", ma vogliono
semplicemente aiutare a
"intra-vedere" qualche bri -
ciola di saggezza allegra e
trasparente , tonica e di -
stensiva, moderna e sapo-
rosa di Vangelo . Sorridendo
o piangendo , divertendo o
ferendo, esse castri ngono
il lettore a pensare, radican -
dosi in qualche modo nel
segreto delle coscienze.
FELICE MOSCONE
PARABOLE
DEL
DVEMlLA
per \\01
c4'mmitto giubi14're
sui setttie1i
~ella spcr4'tt%4'
VIVERE DA CRISTIANI
La coppia nel quotidiano
di Luisa e Fabio Bigatti
La Meridiana, Molfetta (Ba)
1999
pp. 84
Questo libretto a fumetti è
dedicato a chi si pone do-
mande sul senso del matri-
monio e della vita quotidia-
na in famiglia : lui , lei , i pa-
renti , gli amici , la casa , il
matrimonio .
La vita delle convenzioni
comuni , delle scelte ovvie ,
delle consuetudini naturali :
l'abito nuziale, il lavoro , la
casa, l'economia domesti-
ca, il week-e nd , l'educazio-
ne dei figli , ecc. Una lunga
carrellata di obblighi con -
solidati cui la coppia non
può che adempiere . La let-
tura è provocatoria e pia-
cevole. Non pretende di
scandalizzare di ammo-
nire o ammaestrare, ma le
riflessioni si offrono come
strumento per riappropriar-
si del significato autentico
delle piccole sce lte quoti-
diane , per vivere non delle
cose (che logorano) , ma
del loro significato cristia-
no, perché così le fanno ri-
vivere!
GENITORI
E INSEGNANTI
Vivere i valori
di Maria Luisa De Natale
La Scuola, Brescia 1999
pp. 160
Sia l'educazione familiare
che quella scolastica assu-
mono oggi una importanza
straordinaria in un contesto
di rapide trasform_azioni e
di crisi di valori. E perciò
ineliminabile la definizione
di un comune orizzonte di
valori perché scuola (inse-
gnanti) e famiglia (genitori)
si allineino in un condiviso
percorso capace di tende-
re alla promozione dell 'e-
ducazione alla libertà e alla
verità, attraverso strategie
educative con cui definire i
valori "comuni " condivisibi-
li , al di là di tutte le aritmeti-
che formule di astratta par-
tecipazione . Nell'attuale cli-
ma di istanze di innovazio-
ne e di cambiamento signifi-
cativo , il volume pone in pri-
mo piano la responsabilità
morale e pedagogica degli
educatori di base nei con-
fronti delle giovani genera-
zioni , per aprire a prospet-
tive di collaborazione inte-
generazionale.
MAllJA LUISA l)[ NATAI.E
GEN ITORI
E INSEGNANT I
vivere i valori
FEBBRAIO 2000 8 S

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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-
LA PASTORALE
GIOVANILE
Occasione per una
rinnovata progettualità
nelle Chiese del Sud
di Vito Orlando -
Marianna Pacucci
Vivere In , Roma 1999
pp. 344
La pastorale glovanlle
OtCetlhrnfl po., unu rlru,011010 preg111twcatl
nt ll• Ch\\u• d•ll11d
Le riflessioni di questo libro,
occasionate da ricerche lo-
cali, possono interessare
tutti i responsabili della pa-
storale giovanile, perché in-
dicano una via possibile o-
vunque e pongono una
scommessa: l'educazione
dei giovani del 2000 è rea-
lizzabile se imbocca la stra-
da delle reciprocità relazio-
nale. La soluzione è reperi-
bile cioè nel collocare la
questione giovanile nelle
maglie sfilacciate del dialo-
go fra generazioni, nel si-
tuare l'esperienza della cre-
scita umana e religiosa fra
tradizione e innovazione
(ambientale ed ecclesiale) ,
nel rimarcare quei segnali
che emergono dal guazza-
buglio della vita quotidiana
e dai silenzi degli adulti. Se
questi pensano che solo
loro hanno sempre qualco-
sa da insegnare ai piccoli ,
il Vangelo invece insegna
che anche i piccoli posso-
no insegnare qualche cosa
agli adulti.
LE RADICI DEL FUTURO
I fondamenti ideali
per una politica
di ispirazione cristiana
di Domenico Volpini
Accademia degli Incolti ,
Roma 1998
pp. 212
Partendo dal fatto della "co-
sa pubblica" odierna che è
guidata da persone più at-
tente a comodi personali
che al bene comune, l'au-
tore riflette sul fatto che la
politica è consunta, perché
carente di un ampio respi-
ro sociale ed intrisa di con-
flitti economici e sociali .
__ Le r~dìci del futuro •-·
._..,,,.
Jfa-J..1"rMII ilJi11/i'
1' -
/tff ,ont rti,ki, ili i>J,lru11hmt ,,~ì,t'.111,1
Riproponendo la dottrina
sociale della Chiesa come
base di soluzione dei gros-
si problemi della sperequa-
zione mondiale , egli non
vuole delineare una terza
via tra capitalismo liberista
e collettivismo marxista, e
neppure una possibile al-
ternativa per altre soluzioni
meno radicalmente con-
trapposte . Per lui la politica
cristianamente ispirata co-
stituisce una categoria a
sé, se ritrova nelle fonti ma-
gisteriali della Chiesa i fon-
damenti ideali rispettosi del-
la giustizia e della dignità
umana.
MEDITAZIONE
E COMUNITÀ
La nuova creazione
in Cristo
di Bede Griffiths
EDB, Bologna 1999
pp. 134
L'uomo di oggi , sollecitato
da tante urgenze pragmati-
che , ha bisogno di rientra-
re in se stesso, di riflettere
e meditare sul senso della
vita. Pellegrino della medi-
tazione, l'autore descrive
un itinerario attraverso tre
universi culturali , tesi a di-
latare gli spazi dell'interio-
rità personale: la Storia, la
Scrittura ed i Padri della
Chiesa. Fa coniugare que-
sti spazi nel dialogo interio-
re con Dio (dentro e oltre
se stesso) , sulla loro inter-
relazione e sull'unità ultima.
In dialogo anche con la spi -
ritualità orientale, il volume
la confronta con la "Medita-
zione cristiana", dove la tra-
dizione occidentale si co-
niuga continuamente con
quella indù, in un clima di
diàlogo interreligioso, e col-
lega direttamente contem-
plazione e comunità, per-
ché ciascuno aiuti a defini-
re l'altro.
r.Betfe (jriffitfts
MEDITAZIOJ:iE
E,
COMUNITA
La nuova oWlon'e in Cristo
LA PACE OGGI:
Domande gravi,
risposte stimolanti
di Giuseppe Mattai
ENNEPILIBRI , Imperia 1999
pp. 62
I.A PA E OGGI:
L_
IIllltlorill!Mtl)il,nH
C'è bisogno di un nuovo
ordine economico interna-
zionale per superare la lo-
gica dell'economia che uc-
cide e crea assurde discri-
minazioni , basato su un
deciso ripensamento mo-
rale e proposto dall'ONU.
La provocazione nasce dal
contesto mondiale che ri-
propone alle coscienze se-
ri interrogativi sulla guerra
giusta, sui limiti e ambiti
della ingerenza umanitaria,
sulle condizioni sociocultu-
rali , morali e religiose di una
duratura pace. La riflessione
è motivata e avvia a rispo-
ste non elusive . Si tratta di
interrogativi che toccano
profondamente ogni uomo
di questo "villaggio globa-
le" e indicano soluzioni a
problemi che presentano
ardue difficoltà di percorso.
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA. I libri
che ve ngono segnalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o vanno richiesti
dirett amente all e ri spetti ve
Editri ci.
BS FEBBRAIO 2000

4.2 Page 32

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L/;1/E
Raggiungere i giovani incontrando la famiglia ... un impegno e una sfida per tutti.
di Giovanni Russo
"Lavorare in rete" è un metodo
moderno e un impegno globale.
Scuola, lavoro, industria,
commercio, politica... tutti i settori
sono interessati. Lavorare in rete
per i giovani è la sfida di tutti
gli educatori di oggi, e non può
non essere la sfida dei salesiani.
HL avorare in rete", espressione che nasce dal lin-
guaggio dei computer e dell'informatica, è sem-
pre più sinonimo di lavoro di alta professionalità, di
interazione, di sintonia con il resto del mondo , di atten-
zione ai risultati conquistati da altri, ma soprattutto di
solidarietà, di confronto e di dialogo. Lavorare in rete è
dunque lavorare "con la finestra sempre aperta", atten-
ti a ciò che già altri stanno facendo ; come in Internet,
dove ogni finestra apre alla conoscenza delle risorse
disponibili , alla possibilità di incontro , percorrendo
virtualmente le strade del mondo e disponendo all'ac-
coglienza di tanti beni come "beni comuni ". Ma la rete
ha i suoi pericoli: può trasformarsi in .. . "ragnatela", do-
ve gli imprudenti rischiano di rimanere invischiati , vitti-
me di quanti sfruttano il web con scopi e interessi di
natura eticamente discutibile .
ANCHE NELL'EDUCAZIONE
Si va sempre più scoprendo, anche nella Famiglia Sa-
lesiana, che l'efficacia dell 'educazione passa essen-
zialmente attraverso un "lavorare in rete". Ciò significa
che il lavoro educativo è un "navigare insieme", senza
estraniarsi dalle varie prospettive, usufruendo di tutte
le risorse educative disponibili sul mercato! Il lavoro in
rete offre possibilità nuove per l'educazione e la for-
mazione dei giovani , sia attraverso il modello della
web education (interattivo , dialogico , pluralistico) sia
attraverso lo scambio di diversi contenuti educativi, sia
attraverso le tecnologie che permettono questo scam-
bio, in particolare Internet e le altre tecnologie multi-
mediali . Gli obiettivi educativi vengono orientati dal
rispetto della prospettiva "altra", da una formazione
della coscienza non dogmatica, da un fare educativo
"insieme", da una più efficace e semplice didattica, da
una comprensione più "lineare" della peculiarità di un
certo cammino formativo , dall 'interiorizzazione critica e
personale delle varie proposte formative.
FEBBRAIO 2000 BS
- Il giovane nasce, cresce e si sviluppa in famiglia ...
MOLTI PROGETTI ... SALESIANI
Così nascono una serie di progetti e iniziative per i
giovani del lii millennio . Con alcune attenzioni: occorre
prima di tutto lavorare in sieme tra gli educatori; lavo-
rare insieme per i giovani, perché è dovere di ogni
educatore e fa parte del carisma salesiano; lavorare
insieme con i giovani che sono parte in causa e prota-
gonisti del processo educativo . Una grande rete , dun-
que, che riporta l'attenzione sul "senso di famiglia", sia
la Famigli a Salesiana, che la famiglia naturale . Il clima
educativo di Don Bosco è fondamentalmente un clima
di famiglia (lo "spirito di famiglia" come lui lo chiama-
va) , dove le varie componenti e le varie prospettive si
incontrano in un clima di simpatia e di impegno soli-
dale. Insomma, lavorare in rete per i giovan i e con i
giovani vuol dire lavorare insieme come famiglia , con
la famiglia e per la famiglia.
C'è stata la tendenza nel mondo salesiano a lavorare
molto con i giovani , non investendo altrettante energie

4.3 Page 33

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con la famiglia naturale da cui il giovane provien e e in
cui vive . Il lavoro educativo giovanile non è un'icona a
, ma è parte dell'icona familiare . Il giovane nasce
dalla famiglia, cresce e si sviluppa in famiglia, è chia-
mato a costruire una famiglia (sia essa naturale o co-
munità religiosa) . La famiglia è insomma il punto di
partenza e di arrivo del giovane : da partono e arri -
vano la sua gioia di vivere e il suo entusiasmo, i suoi
sentimenti e affetti, la sua capacità di impegno e di
lavoro, il senso del sacrificio, la sua stessa vita di fede .
Tutta la personalità del giovane ha un lessico fam iliare .
UN ESEMPIO
A Messina l'Istituto Teologico Salesiano , sotto il coordi-
namento della Scuola Superiore di Specializzazione in
Bioetica e Sessuologia, ha inventato il Forum per la fami-
glia, per coinvolgere quanti vivono esperienze originali
di spiritualità familiare , in particolare i movimenti eccle-
siali che hanno uno specifico cammino per le famiglie .
Vi hanno aderito ass ociazioni e movimenti ben noti :
l'Azione Cattolica, Comunione e Liberazione, il Rinno-
vamento nello Spirito, il Cammino Neocatecumenale, i
movimenti Incontro Matrimoniale e Evangelizzazione
Famiglie. Saranno presto coinvolti anche i Cursillos de
Cristianidad, Famiglie Nuove, i Focolari... La scuola di
bioetica aveva già strutturato lo scorso anno un Ma-
ster per la Famiglia (vedi http://www .gte.it/est/) .
UNA PASTORALE PER LA CRISI
Il lavoro in rete può offrire un contributo sia su come
gestire la pastorale famil iare in chiave educativa e
giovanile , sia su come fare una pastorale giovanile
con e per la famiglia . Perché attualmente essa da
cellula fondamentale della società e risorsa per una
rinnovata civiltà , si pone nella formazione dei ragazzi
come un luogo particolarmente "problematico", carico
di situazioni paradossali e conflittuali - già presenti
all 'interno della coppia - che creano rapporti destinati
facilmente a sfociare nell 'evasione, nella ricerca di
Occorre lavorare per i giovani e con i giovani.
mondi artificiali "pasticcati ", e anche nel disagio sociale
e nella devianza. Una pastorale familiare che non sia
giovanile è destinata a incentivare i "nodi" già molto
problematici , come le relazioni coi genitori , con la
scuola, con il futuro professionale e con il lavoro, con
la disoccupazione, con gli anziani sempre più presenti
nella famiglia . Occorre che i "nodi " siano invece e-
spressi nel lavoro di rete , dove il legame interattivo e a
volte critico con l'altro diventa piuttosto il luogo per un
migliore "annodamento" della tessitura della rete .
NAVIGARE INSIEME
Ciò può avvenire se si accolgono alcune norme es-
senziali , di base . Anzitutto la consapevolezza e l'ac-
cettazione della ricchezza delle risorse del web , vale a
dire guardare con simpatia alle diverse prospettive ; poi
"navigare insieme"; attenzione ai risultati conquistati da
altri ; capacità di confronto e di dialogo; senso della tol-
leranza; scambiarsi le diverse esperienze educative
anche attraverso le nuove tecn ologie che permettono
questo scambio ; non demonizzare angelizzare In-
ternet in quanto tecnologia educativa. Quindi lavorare
nel web per una pastorale familiare a servizio dei
giovani , può migliorare i risultati. La "finestra sempre
aperta" è segno di accoglienza e di condivisione , ma
soprattutto può essere il segno profetico di un nuovo
modo di lavorare della Chiesa nel lii millennio .
FORUM
PER LA FAMIGLIA
(I t 5/12 NOV. 1999
A Messina l'Istituto Teologico Salesiano ha inventato il Forum per la famiglia.
BS FEBBRAIO 2000

4.4 Page 34

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- COME DoN Bosco ======= l'educatore
di Bruno Ferrere
AIUTARE I FIGLI
A CONCENTRARSI
Il nostro è un tempo di distrazioni.
La grande ricchezza di stimoli visivi, sonori, emotivi,
che ci avvolgono di informazioni e divertimento può trasformarsi
in un fenomeno negativo, soprattutto per i più giovani.
Nel periodo della formazione
mentale e culturale i nostri fi-
gli si trovano immersi in una
rete frastornante di suoni , sballottati
da onde elettromagnetiche di tutti i
tipi. Il telefono e lo stereo li seguo-
no in auto e in bus, il telecomando
li fa invischiare in un "blob" di infor-
mazioni spesso contraddittorie. Con
un ritmo sempre più frenetico.
Se gli adulti non sono consapevoli
della pressione del tempo sulla fa-
miglia corrono il rischio di vivere una
vita di continue accelerazioni, di non
fare fermate e di trasmettere que-
sto comportamento ai figli . Gli ado-
lescenti diventano come molle sem-
pre più compresse e ad un certo
punto sentono solo il desiderio di
"sballare". Con qualunque mezzo.
I giovani hanno bisogno di esse-
re padroni di se stessi e di sa-
persi orientare con una certa sicu-
rezza nel mondo che li circonda. La
frenesia della distrazione li scom-
bussola. Molti adolescenti vivono
normalmente deconcentrati. Hanno
bisogno di una bussola, e della ca-
pacità di concentrarsi. Non è raro
vedere ragazzi che "studiano " con
le stereo/cuffie alle orecchie, il tele-
visore acceso su "Friends" mentre,
tra un paragrafo e l'altro del testo
di scuola, navigano su Internet.. .
La concentrazione è la facoltà di fil-
FEBBRA IO 2000 /JS
trare , focalizzare e ordinare gli sti-
mol i che vengono dalla realtà in
modo da potersi orientare in essa
senza perdersi , ma sfruttando tutte
le possibilità offerte per l,a propria
crescita e la propria vita. E un gran
lavoro , un vero sforzo , quello che
devono affrontare quotidianamente
i ragazzi, proprio perché la concen-
trazione non fa parte della cultura
attuale. I genitori possono fornire
un aiuto indispensabile. Sono gli
unici in grado di farlo e devono co-
minciare molto presto . L'unica for-
mula da bandire è l'invito perento-
rio : "E concentrati un po '!" I ragazzi
vorrebbero farlo, ma non sanno da
che parte incominciare . Bisogne-
rebbe dire : "Organizziamoci insie-
me perché tu possa concentrarti
meglio ".
Si tratta di fornire ai figli un "qua-
dro" e un ritmo di vita . A volte ,
specialmente con i bambini più
piccoli , è utile seguire il principio
del "meno è meglio". Ci sono bim-
betti con una lista di impegni quoti-
diani più lunga di quella di un Pre-
sidente della Repubblica. La con -
centrazione dei ragazzi dipende da
molti fattori . Fattori biologici , innan-
zitutto , come un equilibrato rappor-
to sonno/veglia, orari dei pasti e
una dieta che non sia pilotata dalla
pubblicità. Contano molto fattori am-
bientali come il rumore di fondo del
quartiere , l'interazione con i coeta-
nei , la presenza dei media in casa.
La televisione, per esempio, è il ca-
pro espiatorio della deconcentrazio-
ne . In realtà dipende dall 'uso che
se ne fa . La televisione aggrava le
diseguaglianze sociali perché se-
condo il modo di utilizzo insegnato
ai bambini li rende passivi e decon-
centrati o al contrario ne fa dei tele-
spettatori attivi , arricchiti cultural -
mente dal piccolo schermo . I ra-
gazzi hanno molti modi di guardare
la TV : la tele-predilezione, quando
un ragazzo sceglie un programma
e lo segue con interesse da capo a
fondo ; la tele-tappezzeria, quando
la televisione accesa fa da ronzio e
attira l'attenzione solo a tratti: la
distrazione è garantita; la tele-tap-
pabuchi: quando i ragazzi guar-
dano la tv perché sono annoiati. In
questo modo non si abituano ad
utilizzare la televisione in un mo -
mento deciso e prescelto . Lo zap-

4.5 Page 35

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il genitore
di Marianna Pacucci
ping è una scuola di deconcentra-
zione . Molte trasmissioni sono co -
struite per catturare a tutti i costi
l'attenzione dei giovani spettatori :
gli autori impongono una cadenza
infernale all 'azione. A lungo termi-
ne, questa successione forsennata
di avvenimenti rischia di far deside-
rare la stessa cosa ai bambini nella
vita quotidiana e renderli impazienti
e impulsivi .
Genitori e figli devono abituarsi a
selezionare insieme i programmi :
questo significa la capacità di ne-
goziare in modo costruttivo un uso
creativo del tempo libero. Anche se
costa, i genitori devono vigilare su
un uso regolato della TV in famiglia.
I ragazzi che si abituano a trasmis-
sioni febbrili , violente , supermovi -
mentate trovano poi insopportabil -
mente noiose le ore di scuola. Un
buon uso "partecipato" della televi-
sione può diventare un ottimo stru-
mento di concentrazione e di inte-
resse . Tutto ciò vale anche per il
computer e i giochi elettronici. I vi -
deogiochi sono un vero codice so-
ciale per i ragazzi d'oggi. Non si
tratta di proibire, ma di definire del-
le regole sul tipo di gioco e sui limiti
di tempo.
I compiti a casa sono una magni-
fica occasione per accompagnare i
figli sul difficile cammino della con-
centrazione. Occorre aiutarli ad ap-
prendere un metodo di studio e il
modo migliore per risolvere le diffi-
coltà che incontrano nelle varie ma-
terie, sorreggerli psicologicamente
e capire il motivo di eventuali sco-
raggiamenti . La concentrazione è
favorita da un tempo e un luogo a-
datti e tranqu illi. Studiare a pochi
metri da un televisore acceso è una
tortura. Anche la musica può avere
un suo tempo e diventare così un
elemento di cultura e di "ascolto
contemplativo ". I genitori non pos-
sono esigere una "totale concentra-
zione", ormai impossibile. Ma pos-
sono aiutare i figli a scoprire degli
interessi e delle curiosità che nella
confusione e nell 'agitazione non si
sarebbero mai rivelati. I ragazzi si
concentrano più facilmente su ciò
che li interessa. Alla base di tutto
c'è l'impegno collettivo per mante-
nere l'atmosfera familiare ad un
alto livello di ordine, di tranquillità e
di pace .
O
FIGLI CONCENTRATI
A TUTTI I COSTI?
Sembra che i nostri figli siano stati abituati alla concentrazione:
i cibi sono sempre più sintetici, bombe caloriche ridotte
in quattro bocconcini da ingoiare in fretta; le diverse attività -
dallo studio allo sport - sono realizzate in tempi da primatista,
visto che c'è sempre qualcos'altro da fare; le comunicazioni
e le relazioni sono ridotte all'osso anche se in verità
non risultano mai orientate all'essenzialità.
A d uno sguardo più approfon-
dito , ci accorgiamo che i ra-
gazzi sono anche ampia-
mente stimolati alla dispersione :
consumismo di affetti e di valori ; e-
sperienze sprecate per eccedenza
delle offerte disponibili ; una proget-
tualità esistenziale segnata da con-
tinui rinvii, tanto c'è sempre tempo
per diventare grandi. Di fronte a
messaggi educativi così contraddit-
tori , non c'è da meravigliarsi se il
periodo delle distrazioni facili duri
dall 'asilo fino alla fine dell 'univer-
sità. Né serve a molto la tiritera di
genitori e insegnanti perché i ragaz-
zi mettano più attenzione a quel
che fanno .
Come madre e insegnante, mi
è toccato escogitare tanti trucchi -
e passare per infiniti fallimenti - fin-
ché mi sono resa conto di due veri-
tà sacrosante : la prima è che i ra-
gazzi si concentrano in una attività
se verificano alcune condizioni con-
crete. In primo luogo serve una mo-
tivazione personale a raggiungere
l'obiettivo che viene loro proposto.
Finché non sono intimamente con-
vinti che vale la pena impegnarsi
per qualcosa - per curiosità, per
utilità, perché è moralmente giusto,
perché si è apprezzati dagli altri -
si comporteranno da scansafatiche.
Ed è importante per loro riconosce-
re di essere capaci di svolgere il
compito assegnato . Una parola di
fiducia e di stima, detta al momento
opportuno , fa miracoli. Infine, può
servire una piccola prova di condi-
visione , di solidarietà: fare insieme
BS FEBBRA IO 2000

4.6 Page 36

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CARTA DI COMUNIONE
di Piero Borelli
una cosa significa offrire uno sti-
molo a creare convergenze .
La seconda verità è questa: se è
vero che la concentrazione mi-
gliora i risultati e riduce i costi di
qualsiasi impresa, non è poi tanto
male essere disponibili verso la
tendenza dei ragazzi a dilatare lo
spazio della riflessione e dell'im-
pegno operativo. I giovanissimi non
sempre si identificano nella nostra
idea di ordine , di rigore, di preci -
sione , che spesso percepiscono
come una necessità estranea alle
loro possibilità e desideri ; ma dob-
biamo riconoscere che talvolta, in
quello che noi definiamo caos,
riescono a fare spazio alla creati-
vità, a percorsi logici inediti , alla
ricerca personale di differenti ap-
procci alla realtà, alla costruzione
di nuove armonie. Quando imboc-
cano questa strada, tocca a noi
metterci al seguito della loro fles-
sibilità per comprendere se quel
che producono è solo frutto di
un'attitudine alla dispersione o an-
che effettiva innovazione.
Gli esperti ci ricordano che
esistono regole oggettive per
distinguere il vagabondaggio dalle
forme creative di elaborazione
meritale; a me sembra però che
con i ragazzi questo confine sia
piuttosto labile e difficile da rico-
noscere, soprattutto se si ha fret-
ta di verificare il loro 'tasso di pro-
duttività' nel vissuto quotidiano .
Pref,erisco perciò continuare a
credere che il nomadismo menta-
le non sia un difetto di costruzio-
ne , ma l'irruzione misteriosa di
energie vitali , che pulsano nella
mente e nel cuore dei giovani, a
dispetto di tutti i nostri richiami a
mettere ordine nel caos. Lo dico
a denti stretti e sottovoce, perché
i miei figli non se ne approfittino:
mi fanno paura i ragazzi troppo
precisi e rigorosi , per i quali la vi-
ta è solo un metodo da apprende-
re e replicare all'infinito. Continuo
invece a provare simpatia per quan-
ti di loro assecondano i dinamismi
irregolari della quotidianità. Avran-
no anche un modo di fare svagato
e trasandato, ma sono più auten -
tici da tutti i punti di vista. E prima
o poi , sperimentando nuovi ritmi,
inventeranno la musica adatta per
danzare la loro esistenza.
FEBBRAIO 2000 BS
UN DONO
FIRMATO
Il capitolo 4 sulla "Formazione
a una fraternità attiva" si chiude con due
articoli che sollecitano i membri della FS (Famiglia Salesiana)
a essere partecipi e attivi nella Chiesa locale e nella Società,
offrendo non solo la propria disponibilità, ma manifestando tutta
la stima e l'apprezzamento per coloro che dedicano se stessi
al servizio della Chiesa e della società.
Articoli 33 e 34: "Volontà di col-
laborazione nelle chiese locali";
"Stima delle altre forze ecclesiali".
logo significa tivo di tutto il suo
agi re, il fa moso " formare buoni cri-
stiani e onesti cittadini".
O Il carisma di Don Bosco (i denti-
f ica to nell 'amo re preferenziale ai
giova ni per acco mp ag narli ve rso
la sa lvezza, come già spesso ab-
biamo avuto modo di ri co rdare), è
per la FS la ca rta di identità e la
credenz iale che è necessa ri o pre-
sentare prima di assumere il serv i-
zio. Esso è un dono firmato, e Dio
ne è l'a utore e l'a rti sta. Il riferi -
mento al ca ri sma da pa rte dei va ri
gruppi dell a FS costitui sce la loro
migl ior ga ran zia. Don Bosco non
ha ag ito solo in fun zione de ll a
cresc ita di fede nei giova ni , ma
anche della loro maturaz ione uma-
na co rretta, tanto da co ni are un
O Questa finalità è dinamica e
complessa e chi ama a interagire
tutte le agenzie coi nvo lte nella vi-
ta e nell 'educaz ione dei giovani,
rompendo sc hemi preconcetti e
vin ce ndo sc hi zz inos ità. Le paro le
da ev idenziare sono all ora colla-
borazione e disponibilità che non
possono e non devono rim anere
sul pi ano dell e buone intenzioni
ma è urgente che siano portate su l
pi ano co ncreto dell 'agire. Vi poni a-
mo l'accento, perché è in gioco il
bene dei giovani , spec ie di quelli
più a rischio; e perché esistono altri
ca ri smi che Dio ha distribuito co n
dovizia nell a creaz ione e possono
interagire co l ca ri sma sa lesiano.
O Collaborazione e disponibilità
per un arricchime nto rec iproco
all ' interno ma anche all 'esterno,
nell a Chi esa e nell a soc ietà, por-
tandov i il co ntenu to dell a pedago-
gia di Don Bosco, senza presun-
zione e senza prevenzione. Il do-
no che Dio ha firm ato, lo sappi a-
mo, si fa strada da so lo: a noi of-
frirl o co n co raggio e deli catezza. È
necessa ri o che, sul territori o e in
mezzo all a ge nte, siamo segn i di
un autenti co amore ai giova ni . La
proposta è vin ce nte perch é è di
Di o: a no i spetta diventare testi-
moni cred ibi li .
O
Attivi nella Chiesa e nella società,
offrendo la propria disponibilità.

4.7 Page 37

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4J
BS FEBBRAIO 2000

4.8 Page 38

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Le Sante Strade di Nicola Follieri
LA VARIANTE
VALDESANA
N
A
M o Ì'
~iombin~
4 <::::::JGro
.
I
I Romani usavano già
il tracciato di quella che poi sarà
la Via Francigena.
I romei (era questo l'appellativo di
cui si pregiavano i pellegrini in
visita alla tomba di Pietro) usa-
vano normalmente il tracciato della
Via Francigena che dalle Alpi colle-
gava Parma e Piacenza a Lucca e,
varcando gli Appennini, giungeva
sino alle contrade romane. Essa era
la più frequentata, perché dotata di
tutti i confo rti. Chiese, abbazie, mo-
nasteri, os pizi, ospedali e locande
erano edificati apposta per riposarsi,
rinfrescarsi e rifoci llarsi, dare assi-
stenza spirituale e corporale. Lungo
questa via si andava configurando
una realtà in continua evoluzione.
Ne resta traccia ancora oggi. Corredi
artistici e indizi di infrastrutture ar-
chitettoniche ricordano il passaggio
degli antichi pellegrini.
FEBBRAIO 2000 BS
Per tutto il Medioevo
il flusso dei pellegrini
diretti a Roma proveniva
in gran parte dalla
Francia, dalle regioni
bagnate dal Reno e dalle
isole del Nord Europa,
vale a dire dalle isole
britanniche e dalla
lontana Islanda.
PERCORSI ALTERNATIVI
Ma questa via, considerata la via
peregrinalis per eccellenza, caratte-
rizzata da un forte richi amo sacrale,
trov ava la concorrenza di itinerari al-
ternativi. Già a Nord degli Appenni-
ni si presentava una pi ù vasta e di -
versifica ta rete viari a. Su quel tratto
di territorio si ramificavano dei per-
corsi, che incrociavano la Francige-
na . È il caso, per esempio, del trac-
ciato situato a Est del! ' attuale Passo
dell a Cisa. Attraverso la Val di Chi a-
na e la Val Tiberi na, i romei poteva-
no raggiungere faci lmente Roma, per-
correndo sentieri che ricordavano an-
tiche strade dell ' Urbe, come la Via
Flaminia . Una variante collinare del-
la Via Francigena si rinveniva nel-
l' area valdesana, in Toscana, nei
press i di San Giminiano, lungo le
pendic i del monte Maggio. Si ha no-
tizia di questo tragitto in un antico
documento del 990, trascritto da un
certo Sigeric, arcivescovo di Canter-
bury. Vi si parl a infatti di una strada
carreggiabile e campestre che, dai
secoli del Medioevo a tutt 'oggi, col-
lega località come Uccellatoio, Ca-
I Oggi il sanrocchino
è sostituito dalla giacca a vento,
la bisaccia dallo zaino
e il bordone... quello c'è ancora,
quando non si usa la macchina!
sella, Camminata e Mandorlo. Sono
posti che conservano tuttora un fa-
scino intatto, per la presenza di sel-
ciati e mura di età medievale.
IL DENARO
l:ALIMENTÀZIONE
LIDONEITÀ
'
Saggia cosa dis
prattutto nascon!e~r~ebd1 denaro e so-
pio nella cintura eh ene. Per esem-
saccia o nella suol e ~o~reggeva la bi-
bo, alloggio assi a e le scarpe. Ci-
to e altri s~rvizi sienza, traghettamen-
pensi per chi li off _omport_avano com-
deva denaro d riva . C_h, non posse-
7uore dei pasi::tya ~ff1da_rsi al buon
I elemosina e nat e e gh facevano
spettarsi un tr~ttamura~me~te, non a-
erf me sostentamen en o d1 lusso. Co-
foraggiarsi con pa~~ consi~liato di
qua da bere er e ormagg10. l'ac-
zucca vuota o in a contenuta in una
no rinforzava la ci~;~ borraccia. Il vi-
gue. Per poter fa o azione _del san-
pellegrino doveva re ,1 suo viaggio, il
f1cazione
t.,u..,oneus,
d,·
chi
1·sdoone,.t~ac·qEwras,,rceonusn!decrearttoi-
calura, la fame ~fortava I um,d,tà e la
E doveva anche sete e malanni vari.
difendersi da lad/ssere in_ grado di
sassini · inoltre a ,, imbroglioni e as-
onesto 'e pio. vere fama di essere

4.9 Page 39

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STRUTTURE
PER I PELLEGRINI
Da quelle parti fu anche fondato,
nel 1001, un monastero benedettino,
dedicato a san Salvatore. Vale la pe-
na andarlo a visitare, perché al suo
interno sono presenti splendide de-
corazioni e ornamenti di matrice pre-
romanica o di derivazione volterra-
na. Proseguendo lungo il tratto colli-
nare ci s'imbatte nella canonica di
Starna con resti di costruzioni roma-
niche. Si giunge poi a Montauto, di
cui è rinomata la bella casa patronale
di Castel Petraia, risalente al Trecen-
to, con massicciata e selciato di età
medievale. Più avanti vi è insediato
il villaggio di Strofe, dove risalta
una chiesetta in stile romanico, dedi-
cata a san Martino, protettore dei
viandanti. La località di San Gimi-
niano era ali' inizio del X secolo un
semplice villaggio di campagna. Fre-
quentata nel Trecento da mercanti
senesi e valdesani, essi ne fecero una
fiorente cittadina, dove si eressero
una decina di centri ospitalieri, pres-
so cui i pellegrini potevano alloggia-
re o sostare. Ancora esistenti sono le
istituzioni ospitaliere di San Jacopo
al Tempio, edificata dai Templari, e
quelle di San Giovanni e San Barto-
lo, fatte costruire dai Cavalieri di
Gerusalemme. Su di esse, negli ar-
chitravi dei portali, spicca la croce
gerosolimitana.
I Le vie dei romei erano attrezzate:
il pellegrino vi trovava
anche l'ospedale per curarsi
(Domenico di Bartolo, 1400, Siena).
LA BENEDIZIONE
Il sacerdote che benediceva bastone
e bisaccia così pregava: "Signore Ge-
sù Cristo, salvatore e creatore del
mondo, Tu hai comandato ai tuoi santi
apostoli di portare, recandosi a predi-
care il Vangelo, solo un bastone. Ti
supplichiamo umilmente di benedire
queste bisacce e questi bastoni, af-
finché coloro che se ne serviranno
come segni di pellegrinaggio e soste-
gno del loro corpo, possano ottenere
la pienezza della tua grazia celeste e
la protezione della tua benedizione".
Nell'atto di consegnare gli oggetti be-
nedetti, diceva: "Prendete questi ba-
stoni e queste bisacce e partite nel
nome del Padre e del Figlio e dello
Spirito Santo. Per l'intercessione del-
la Vergine Maria, Madre di Dio, di tutti
gli apostoli e di tutti i santi, possiate
ottenere in questo mondo il perdono
dei vostri peccati e nel mondo futuro
la comunione con tutti i giusti'. Al pel-
legrino era riservata una preghiera
come questa: "Dio onnipotente ed e-
terno che hai creato e rinnovato il ge-
nere umano, e hai detto al tuo servo
Abramo di lasciare la sua patria per
andare verso la terra della promessa
e hai condotto con grandi prodigi il
popolo di Israele attraverso il deserto,
perché ti adorasse, noi ti preghiamo:
libera da ogni pericolo e sciogli dai le-
gami dei peccati e dei peccatori colo-
ro che si recano alla soglia dei santi
Pietro e Paolo, per adorarti. O Dio,
tu che sei la vera via di coloro che
confidano in te, spiana loro la strada
in modo che in mezzo ai disordini di
questo mondo siano difesi dalla tua
protezione. O Signore, manda il tuo
angelo, assegnato a Tobia, tuo servo,
come suo accompagnatore, affinché
essi abbiano in lui durante il loro
viaggio una difesa contro le insidie di
tutti i nemici visibili e invisibili'.
IDENTIKIT DEL PELLEGRINO
Nel Medioevo essere pellegrini costi-
tuiva un'esperienza di vita particolar-
mente significativa. Il pellegrino era
considerato una persona che aveva
ricevuto una grazia speciale che gli
conferiva un alone di santità e rispet-
to. Prima di partire egli riceveva la
benedizione del vescovo ed era tenu-
to a indossare un manto di tessuto
ruvido , il sanrocchinò, che protegge-
va dal freddo e dalla pioggia e funge-
va da coperta per la notte, e un cap-
pellaccio a larghe falde legato sotto il
mento, chiamato petaso. Portava con
sé una bisaccia di pelle appesa alla
vita e un lungo, nodoso bastone, il
"bordone". Questo attrezzo, rivestito
alla punta in ferro, oltre che servire
da sostegno e appoggio durante il
cammino, era efficace contro even-
tuali attacchi di animali pericolosi e
aggressioni di malintenzionati. Tutto
veniva benedetto seguendo uno scru-
poloso cerimoniale. L'andare a piedi
era ritenuto più virtuoso che montare
una cavalcatura. Era consigliato inol-
tre di fare testamento prima di partire.
Il parroco spesso dotava il pellegrino
di una lettera di presentazione, che
gli consentiva di godere di privilegi e
immunità presso ospizi e monasteri.
Per testimoniare l'avvenuta visita alla
tomba di san Pietro, si appuntava sul-
l'abito un particolare distintivo. All'ini-
zio si trattava di uno scapolare, poi si
passò a piccoli rilievi in piombo , le
quadrangulae, che raffiguravano im-
magini popolari dei santi Pietro e
Paolo, del sudario della veronica e
cose simili.
BS FEBBRAIO 2000

4.10 Page 40

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
I
Notifichi amo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma , riconosc iuta con
D.P.R. 2-9-7 l n. 959, e l'lstitu-
to Sales iano per le Mi ss ioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Regio De-
creto 13-1-1 924 n. 22, possono
ricevere Legati ed Eredità.
Queste le formul e:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" . .. Lascio alla Direz io ne Ge-
ne ral e Ope re Don Bosco , co n
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
les iano per le Missioni , con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di f. .. . o titoli, ecc. per
i fini istituzi onali dell 'E nte" .
b) di beni immobili
" ... Lascio all a Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco , co n
sede in Roma (o all 'Istituto Sa-
lesiano per le Mi ssioni, con sede
in Torino) l' immobile sito in .. .
per i fini istituzionali dell ' Ente" .
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostan za l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annull o og ni mi a prece-
dente disposizione tes tamenta-
ria. Nomino mio ered e univer-
sale la Direzione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
M issioni , con sede in Torin o)
lasc iando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsias i titolo, per i
fini istitu zionali dell'Ente".
(Luogo e e/ara)
(firma per disreso)
NB. Il resra111emo deve essere scriuo per
inrero di mano propria dal resrarore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Vi a della Pisana, 1111
00 163 Roma-Bravetta
Tel. 06.656 12678
Fax 06.65612679
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Mari a Ausiliatri ce. 32
10152 To rino
Te l. 011.5224246-7-8
Fax OI 1.522425 I
FEBBRAIO 2000 IJS
I NOSTRI MORTI
DENICOLÒ Stefania ,
mamma di un salesiano,
t Torino il 10/11 /1999 a 88 anni.
Da quando aveva scoperto Don Bosco e
mamm a Margherita, essi erano diventati
"amici di famigli a", invocati quotidianamen-
te nella preghiera e visitati spesso a
Valdocco , per lei un anticipo di paradiso.
Essere mamma di un salesiano la riempiva
di orgoglio , e lo sentiva un dono grande
per cui ringraziare il Signore. Una vita vis-
suta nelle ristrettezze e difficoltà del primo
e secondo dopoguerra, profuga fuori dalla
sua terra trentina, con una famiglia ricca di
figli e di affetto , ne aveva plasmato un ca-
rattere forte e dolce, e aveva contribuito a
fare di un a povertà onesta e dignitosa e
della fiducia nella Provvidenza i cardini del-
l'educazione e del clima familiare . La con-
gregazione è ricca di qu alità umane e di
uno stile di educazione che sono "passati"
in essa attraverso le mamme dei salesiani.
ALLEGRIN I sig . Giovanni, exallievo,
t Pisa il 24/05/1999 a 61 anni.
Fu padre di famiglia esemplare, dedito sen-
za risparmio al suo lavoro e ai suoi cari , da
tutti stimato per la sua competenza profes-
sionale di ottico . Non ha mai dimenticato
gli anni passati presso i salesiani, immerso
nello studio e indirizzato verso quei valori
che lo avrebbero accompag nato per tutta
la vita facendone un marito esemplare, un
professionista competente e rispettato , un
cristiano da imitare. E rimasto fedele fino
alla fine agli insegnamenti di Don Bosco.
BOGLIOLO sac. Luigi , salesiano,
t Rom a/Testaccia il 21 /07/1999 a 89 anni.
Ottantanove anni vissuti al massimo livello
cu lturale, spesi tutti per la Chiesa e la con -
gregazione. Lo stesso Papa, appresa la
sua morte, ha porto le sue condoglianze
tramite il cardinale segretario di Stato . Don
Luigi fu un maestro sapiente e un formato-
re umi le e grande che pl asmò schiere di
chierici , suoi alu nni nelle università dove
egli insegnò: all 'UPS , all 'Università Urba-
niana, alla Pontificia Università Lateranen-
se ... Varie volte Rettore Magnifico , fonda-
tore e direttore di riviste filosofiche e teolo-
giche, esperto conciliare , don Bogliolo ave-
va la passione per san Tommaso, che con-
tribuì coi suoi scritti a far conoscere e ap-
prezzare. Una quarantina i volumi da lui
scritti , 143 gli articoli di filosofia, 49 i saggi.
L'università di Taipei gli ha conferito il dot-
torato "Honoris causa". Don Bogliolo è sta-
to certamente uno dei grandi salesian i del
nostro secolo, maestro non solo di scienza
ma anche e soprattutto di vita e di spirito ,
un uomo che ha saputo coniugare perfetta-
mente la sua missione di studioso con la
sua vocazione di prete e di salesiano .
missione di moglie e mamma in una fami-
glia di exal lievi: tanto il papà, che il marito ,
che il figlio avevano ass idu amente fre -
quentato l'oratorio salesiano di San Filippo
Neri , mentre i nipoti erano stati allievi dei
salesiani di Pedara e Catania. Donna umi-
le e forte , ha vissuto una vita intensa labo-
riosa sempre sorretta, nei momenti difficili ,
dalla sua fede in Dio e dalla preghiera.
MARTINEZ avv. Domenico,
exallievo e cooperatore salesiano ,
t Catania il 30/05/1999 a 96 an ni.
Col coraggio e l'audacia della fede ha re-
galato a Dio e alla congregazione la sua
unica figlia. Ha esercitato la sua delicata
professione di avvocato con onestà e dili-
genza , facendosi ri spettare e amm irare.
Buon marito e buon padre amò intensa-
mente e teneramente moglie e figli , ai quali
volle incu lcare i grandi valori della fede cri-
stiana, sicuro che essere profondamente
cristiani voleva dire anche essere profon-
damente uomini. Limpido di mente e pieno
di vitalità e creatività, fino alla fine non tra-
lasciò mai la messa, il rosario e la cateche-
si che asco ltava atte ntame nte attraverso
Radio Maria.
FIRENZE sig .ra Cosima ,
cooperatrice salesiana,
t Lecce il 08/10/1999 a 63 anni.
Lascia realmente nell'associazione dei coo-
peratori di Lecce un vuoto incolmabile per
la sua fedeltà indiscussa a Don Bosco, per
il suo impegno come membro del consiglio
ACS di Lecce , ma soprattutto per il suo
animo buono e generoso, sempre impegna-
to a vive re la sua vocaz ion e co n quella
generosità e delicatezza che erano diven-
tate le sue caratteristiche particolari.
ODONE sr. Maria ,
Figlia di Maria Ausiliatrice ,
t Al assio (SV) il 26/06/1999 a 76 anni.
Suor Maria era sempre attenta e disponibile
nel suo lavoro e perennemente vicina alle
sue ragazze che curava con passione di
mamma. Lavorò per lunghi anni a fianco
delle exallieve esprimendo la sua capacità di
relazioni umane e di carità. Sapeva ascol-
tare , sostenere, incoraggiare, rendersi pre-
sente dove più urgente era il bisogno di
aiuto e conforto. Vera educatrice, ha saputo
vivere e proporre con la testimonianza i
valori umani e cristiani che informano la vita.
Venuta la sera di
quel giorno ~esù disse:
"Passiamo
all 'altra riva !"
(Mc. 4,35)
BIONDO 21220 sig .ra Gioacchina,
t Catania il 28/08/1999 a 83 anni .
Devota della beata Maddalena Morano, si
era affidata a lei, nella sua lunga e invali-
dante malattia, ricevendone sollievo e con-
forto spirituale . Aveva esercitato la sua

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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TEMPO DI
Savina Jemina
PURIFICAZION
,1 1mese prende nome dal verbo
latino februare, purificare: era,
i infatti , l'ultimo del calendario ro-
mano antico (usato prima di quel-
lo giuliano) e prevedeva la purifi-
cazione rituale di persone e cose .
Ha 28 giorni , 29 negli anni bise-
stili , e in quelli secolari divisibili
per quattro, come il 2000 .
PAESE CHE VAI,
NOME CHE TROVI
Italia
Francia
Germania
Gran Bretagna
Portogallo
Febbraio
Février
Februar
February
Fevereiro
Spagna
Vaticano
Febrero
Februarius
QUESTO MESE A ROMA
Mercoledì 2: a S. Pietro, Giubileo
della vita consacrata.
Mercoledì 9: a S. Maria Maggiore,
liturgia siro-antiochena (maroniti) .
Venerdì 11: a S. Pietro, Giubileo
degli ammalati e degli operatori
sanitari .
Venerdì 18: a S. Maria sopra
Minerva, Giubileo degli artisti.
Domenica 20 : A S. Pietro, Giubi-
leo dei diaconi permanenti.
Martedì 22: a S. Pietro, Giubileo
della Curia romana.
SANTI1 IN POCHE RIGHE
Giovedì 3: Biagio , vescovo di
Sebaste , patrono di Maratea, do-
ve sono state traslate alcune sue
reliquie. È invocato come protet-
tore della gola e, nel giorno della
sua festa , il sacerdote tocca i fe-
deli con i ceri della Candelora.
Lunedì 14: Valentino , vescovo
di Terni , martirizzato a Roma nel
273 e sepolto nella sua città in
una basilica ancor oggi meta di
pell egrinaggi . Nel Medioevo , il
culto si diffonde grazie anche ai
benedettini del santuario. Poi , a
invocarlo sono gli innamorati .
Lunedì 14: Cirillo e Metodio fra-
telli di Tessalonica , nati rispettiva-
mente nel 827 e 825 . Educati alla
corte di Costantinopoli, diventano
monaci missionari e inventano l'al-
fabeto slavo , chiamato appunto
cirillico. Papa Adriano Il li accoglie
con onore a Roma , dove Cirillo
muore nell'869 ; Metodio torna in
Moravia e si spegne a Stare Me-
sto nell'885.
Giovedì 24: Sergio di Palermo,
è eletto papa nel 687 , ma viene
contestato da due antipapi. Con-
trasta l'imperatore Giustiniano Il e
la Chiesa bizantina, che vorreb-
bero affermare la pariteticità delle
sedi di Roma e Costantinopoli.
Muore a Roma nel 701.
IERI ACCADDE
8 febbraio 1865: l'abate G. Men-
del presenta ai colleghi scienziati
la teoria dell'ereditarietà genetica.
1O febbraio 1898: nella tedesca
Augusta, nasce lo scrittore Bertold
Brecht.
11 febbraio 1650: a Stoccolma
muore il filosofo Cartesio.
11 febbraio 1929: l'Italia e la San-
ta Sede firmano i Patti Lateranensi .
14 febbraio 1958: Pio Xli procla-
ma santa Chiara patrona della TV.
15 febbraio 1898: a Napoli nasce
Antonio de' Curtis , in arte Totò .
18 febbraio 1898 (ma registrato il
20) : a Modena, nasce Enzo Ferrari.
18 febbraio 1564: muore Miche-
langelo Buonarroti.
24 febbraio 1990: muore, a 92
anni, Sandro Pertini .
25 febbraio 1707: a Venezia na-
sce il commediografo Carlo Goldoni.
27 febbraio 1859: è inventata la
saccarina, primo dolcificante arti-
ficiale.
28 febbraio 1956: a Milano
muore don Carlo Gnocchi , "padre
dei mutilatini".
LA FESTA
Il Carnevale - che deriverebbe
dai Saturnalia romani - inizia il
giorno dopo l'Epifania e si conclu -
de il martedì
grasso . Sottoli-
nea la fine del-
l'inverno e la
possibilità di
mangiare car-
ne , al con-
trario di quan-
to avviene in
Quaresima (il
nome deriverebbe dal latino car-
nes levare). Il Carnevale più cele-
bre è quello di Venezia, animato
da maschere raffinate , artisti di
strada e clown . Famosi sono an-
che quelli di Viareggio, con la sfi-
lata dei carri allegorici , e di Ori-
stano, con l'avvincente giostra e-
questre che risale al XVI secolo.
TELECARTE GIUBILARI
La Telecom Italia sta emettendo
le carte telefoniche "Opere di mi-
sericordia - Insieme per il Grande
Giubileo " (10 .000 lire , un milione
di esemplari) . Come scrive la rivi-
sta Il mercatino del collezionista
speriamo che "i messaggi lanciati
vengano recepiti dalla nostra svo-
gliata, distratta e indifferente co-
munità". Il Vaticano ha coniato due
monete d'oro da 50 e 100 mila
"Verso l'Anno Santo", destinate ai
collezionisti. Raffigurano rispettiva-
mente la statua e la basilica di San
Pietro (sul verso Giovanni Paolo
Il) , pesano 7,5 e 15 grammi e so-
no vendute a 31 O e a 620 mila lire.
SAGGEZZA IN PILLOLE
Pioggia di febbraio / riempie il
granaio .
Con la Candelora / dall'inverno
siamo fora.
Se per la Candelora il tempo è
bello / avremo più vino che vinello .
Per san Valentino / la primavera
sta vicino .
Di carnevale / ogni scherzo vale .
/JS FEBBRA IO 2000

5.2 Page 42

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PRIMA PAGINA
Redazionale
MIMO
Siro Lopez è un uom o
poli edrico: prima di
tutto è un " don ", poi
un sa lesiano, uno spag nolo,
un artista che sa sfrutta re al
megli o i tal enti che Dio gli
ha dato. Al Co nfronto '99
ha cata li zzato l'a ttenz ione
deg li 800 giovani partec i-
panti co n un a perform ance
danzata che ha comun ica to
forti emoz ioni. I suo i mes-
sagg i invitano all a rifl ess io-
ne e al l'az ion e. L'a rte è il
suo modo, spec ialiss i1110, cl i
fare catec hes i.
La mostra fmtemente provo-
cato ri a di alcuni suoi qu a-
dri, all es tita al Co ll e, è una
denunc i a i111pi etosa d e i
m a l i de l 111onclo. Pubbli-
chi a1110 qu alche qu adro e
qualche co111mento strappato
ai giovan i visitator i.
DIPINGO
SCOLPISCO
DANZO ...
In margine al Confronto '99
del Movimento Giovanile Salesiano.
- Affacciarsi... affacciarsi sul mondo!
- Ma per vedere che cosa?
- Questa rappresenta la
parte povera del/'Ame-
rica Latina.
- M ica so lo ciel i' A111eri ca
Latina! E l'Africa, l'Asia... ?
- Come lo interpreti tu?
- Gua rd ali in vo lto: è già
ora, pe r loro, di pensare
a se stess i: aIla lo ro età
non è più tempo di cu l-
le, bambo le, TV, gioc hi
e giocatto li!
- Forse non lo è mai
stato!
- Certo, Non tutti i bambini sono come i nostri ...
- Già! Che cosa d ici de ll a didascalia?
- Mi sembra tra le più azzeccate.
- An che a me: "qual e mente malata o perversa li ha
separati dag li affetti, Ii ha abbandon ati a se stessi"?
- Sai come lo intitolerei?
- No. Co me?
- "Nonostante tutto!". Infatti, benché il mondo stia
arrugginendo, il volto di un bambino è sempre il
volto della speranza.
FEBBRAIO 2000 /JS

5.3 Page 43

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L.D.C.
SANTA MARIA DOMENICA MAZZARELLO
G. Lubich, G. Trevisan
a fumetti
SULL'ALTURA DI OORGO ALìO , CON L'AIUTO
DI TUTI"I VOI , SOAGERA' UN COLLEGIO PER
L'EDUCAZIONE DEI VOSTRI RAGAZZI ..
VERRO' 10 STESSO AD
INAUGUIZCIRLO
COME NELLA MIA " VISIONG. '. ..
MA IO 1-lO VISTO AAGAZ2.E
E NON IZAGAZZI ..
' L 'INDOMANl, PRIAfA
IDI PARTIRE ,
DON BOSCO
I.J.IA MODO
DI CDNOSCERE
LO SPIRITO
DELLE FIGLIE
DELL'IMMACOLATA
E DI APPREZZARE
L'INTRAPRENDENZA
DI MARIA
NELLA CREAZIONE
DEL LABORATORIO,
DELL' OSPIZIO E
fDELL'ORA70RIO
!=ESTIVO PER LE
, RAGAZZINE.
/~
BS FEBBRAIO 2000

5.4 Page 44

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LA "VISIONE" DI .MAR'IA MAZ-
ZARE;;LL0 STA 0UNOUE PER
DIVENT'ARF !?EALTA '..
AL "COI..LEG/ON? MA I.è' PER
RAC.AZZI 'CI-IE OIRA' LA MIA
GENTE-, UA FA"TTO TANTI
SACQIFICI PER MANDARCI
I PROPRI FIGLIOLI .
r
1 E IL S AGOSTO 1872 ,
NELLA CAPPELLA DEL
"COLLEGIO" ,U N DIC/
FIGLIE; DELL'INfMACO-
lATA FANNO LA
PROFESSIONE
RELIGIOSA
SONO LE PRIME
"J:CIGLIE DI MARIA
AUSILIATRICE" .
I ALTRE QUA7TRO
I PRENDONO IL VELO
DI "NOVIZIE".
FEBBRAIO 2000 JJS

5.5 Page 45

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L.D.C.
- - - - - - - - -- - - - - -- -- ~
DOPO lA CE.llMONIA ESPLODE LA GIOIA DI SUOR
MARIA E DELLE SUE SORELLE.
PENSATE, SORELLE : NOl, POVE.RE
CONTADINOTTE, SIAMO SPOSE
DIGESU' .
~ IN PAESE IL RANCORE NON SI E'ACQUIETA70,
E CONTINUANO I MOTTEGGI E GLI INSULTI .
GUARDA GUARDA CQ1.1E
VI SIETE AGGI-UNOAT.E .
BS FEBBRAIO 2000

5.6 Page 46

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
I Monsignor Luigi
Versiglia
e don Caravario.
UNA LUCE
UNA VOCE
Il 31 dicembre 1983 Maria
Teresa Brambilla, mia madre,
alla 21 ' settimana di gesta-
zione accusò forti contrazioni
con perdite ematiche che
indussero a un rapido ricove-
ro presso l'ospedale civile di
Broni -Strade lla (PV ). Qui ,
dopo accurata visita, il medi-
co curante non poté che e-
sprimere pessimisti che pre-
visioni circa la continuazione
della gravidanza: se sicura
era la sopravvivenza de ll a
paziente, del tutto improbabi-
le era la salvezza del bambi-
no . Ri accompag nata in ca-
mera, mentre si trovava cori-
cata nel proprio letto, scossa
dal timore di perdere il pro -
prio figlio , ma - come testi-
moni a la cart ell a medica -
pie namente cosciente , mia
madre ebbe una sensazione
improvvisa: lo sguardo fu at-
tirato da una luce cui si ac-
compagnava una voce: "Non
dovete aver paura, perché
avete il vostro beato in cielo".
Era la voce del beato Luigi
Versiglia , nostro concittadi-
no . Tutto ciò ebbe brevissi-
ma durata, ma infuse in mia
madre maggior tranquillità e
fiduciosa serenità. Ella riferì
il fatto a mio padre rientrato
dal consulto con il medico, ed
entrambi fece ro voto di chia-
mare il bambino Luigi, quan-
do fosse nato. Come appare
dalla cartella clinica, le con-
dizioni così critiche quella
notte, migliorarono significa-
tivamente ne l giro di venti
giorni , tanto che la paziente
poté essere dimessa il 19
gennaio 1984. Luigi nacque
il seguente 4 maggio in buo-
ne condizioni di salute. è cre-
sciuto normalmente, e ora, a
15 anni , frequenta con profit-
to l'Istituto Tecnico Agrario di
Vogh era.
Andrea Defilippi,
Oliva Gessi (PV)
FEBBRAIO 2000 11S
ERANO
DISPERATI
PER ME
Sono una ragazza di dodici an-
ni . Otto anni fa fui colpita da una
forma di meningite di primo gra-
do . I miei genitori erano dispera-
ti per me perché sembrava che
io avessi solo poche ore di vita.
Essi pregarono Maria Ausilia-
trice e con loro anche le suore
della scuola matern a che io fre-
quentavo . Si facevano pregare
anche i bambini. I miei genitori
chi edevano la grazia ch e io ri-
manessi in vita, anche se con e-
ventu ali problemi fisici. lo uscii
viva da quel grave pericolo. Gua-
rii perfettamente senza postumi ,
come dimostrano gli anni ormai
trascorsi . Ancora oggi tutte le se-
re io non dimentico di ringraziare
Maria Au sil iatrice per la grazia
ricevuta. Oggi anche la mia fami-
glia si unisce a me nel ringrazia-
re pubblicamente la Madonna.
Romana, Bagnolo Piemonte
IL SANTO
Cl È VENUTO
INCONTRO
La nascita del mio nipotino E-
manuele si annunziava piena di
difficoltà per la mia figliol a e si
prevedeva - tra l'altro - di rico r-
rere al parto cesareo. lo mi so-
no tanto raccomandata a san
Domenico Savio perché inter-
ce desse per noi. E il picco lo
santo ci è ven uto subito incon-
tro . Non ci fu infatti bisogno di
alcun intervento. Adesso il bim -
bo è sano e pieno di vita. Desi-
dero ringraziare pubblicamente
san Domenico Savio.
A/ibrandi Antonietta, Livorno
NONMI
SEMBRAVA VERO
Sono una mam ma di 38 anni
che ho dato alla luce un ma-
schietto al sesto mese di gravi-
danza a causa di una malattia
che aveva aggravato sia le mie
condizioni che quelle del bambi-
no. Queste infatti , dopo un me-
se dal mio ricovero in ospedale,
peggio ra rono a tal punto che i
medici, col mio consenso, deci-
sero di far nascere la piccol a
creatura che pesava solo 700 g.
Dopo qu attro giorni vidi il mio
bimbo nell 'incubatrice ed era
così piccolo... Pregavo il Signo-
re giorno e notte perché lo fa-
cesse vivere , anche se da un
momento all'altro poteva capita-
re il peggio: i medici infatti non
si pronunciavano. Dopo qualche
giorno venne a trovarmi mia zia
e mi portò l'abitino di san Do-
menico Savio . Chiesi ed otten-
ni dai medici della neonatologia
di poter mettere !"immagine sul -
l'incubatrice di Stefano e rima-
se per tutto il tem po . Di giorno
in giorno il bambino migliorava,
cresceva e stava bene. Dopo
due mesi e mezzo Stefano rag-
giunse il peso di 2 kg , poté es-
sere dimesso dall'ospedale e fi -
nalmente poté venire a casa con
papà e mamma. Oggi ha co m-
piuto tre an ni e non mi sembra
ancora vero!
Tina, Varese
Ml INFUSE
FIDUCIA
Con molta gioia mi trovai in dol-
ce attesa . Ma questa gioi a al
terzo mese fu interrotta da un
aborto spontaneo. Sfiduciata al
massimo , mi recai insieme a mia
madre nella Casa delle Figlie di
Maria Au sili atri ce dove mi fu
consegnata una medaglia co n
re liqui a di san Domenico Sa-
vio . La indo ssa i e non molto
tempo dopo mi trovai nuova-
mente in dolce attesa. Ne rim asi
stupefatta e nello stesso tempo
ero ansiosa , temendo c he si
ripetesse la prima espe rienza.
Infatti ad un successivo esame,
sentii propormi dal medico , sen-
za mezzi termini , l'interruzion e
della gravidanza perché il bam-
bino sarebbe nato affetto dalla
sindro me di Down. Per me co-
me se mi si fosse tolta la voglia
di vivere . Cominciai a scorag-
giarmi a tal punto da non dormi-
re, non mangiare parlare con
persona alcuna : proprio come
una non sana di mente. Tuttavia
dietro consiglio, mi recai da un
noto specialista il quale dopo la
visita, mi invitò a stare tranquilla
assicurandomi di segu ire perso-
nalmente il caso. Intanto to rn ai
dalle suore (avevo nel frattempo
perduto l'immaginetta) e mi die-
dero l'abitino di san Domen ico
Savio che io portai fin nella sala
parto. Una notte san Domenico
Savio mi venne in sogno e mi
infuse tanta fiducia sul futuro. Di
tutto ciò ebbi la conferma il 5-1-
99 alle ore 22 ,25 con la nascita
della mia splendida Miriana.
Pina Ruffino
Randazzo (Catania)
SONO DIVENTATI
DUE FELICISSIMI
GENITORI
Una nostra ex-oratoriana cristi a-
na cinese, sposata da sette an -
ni , desiderava tanto avere un
bambino ma sembrava che fos-
se impossibile. Sua sorella, an -
che lei oratorian a, ha ch iesto
preghiere a noi suore della casa
ispettoriale di Hong Kong . Le
abbiamo dato l'abitino di san
Domenico Savio raccomandan-
do nello stesso tempo fede , pre-
ghiera e vita buona. Otto mesi
fa, i du e coniugi sono diventati
felicissimi genitori di un bel bam-
bino sano , robusto , vivace che
si chiama Lau Ho San. I coniugi
Lau chi edono di pubblicare la
grazia per rendere noto a tutti
quanto sia buono il Signore che
si se rve del l'intercessione dei
suoi santi per concedere grazie
a chi lo prega con fervore.
Suor Berto/i Pierina, FMA ,
Hong Kong
NONOSTANTE
L'ETA AVANZATA
Sono stata sottoposta a due in-
terventi chirurgici nei mes i di
gennaio e di marzo . Pur prospet-
tandosi molte difficoltà, per l'età
avanzata, si è av uto un buon
esito, grazie all'intercessione di
Maria Ausiliatrice. Senza parti-
colari complicazioni ho superato
il decorso post-operatorio e ora
ho ripre so le mi e occupazioni.
Ce rto ancora della potente inter-
cessione della Madonna, affido
a Lei tutta la mia vita.
Suor Ines Ballestra, FMA ,
Acqui Terme
Per la pubblicazione non si
1iene conro delle /et/ere non
firmal e e senza recap ito. Su
richiesta si polrà omettere
l' indicazione del 110me .

5.7 Page 47

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Don Mario Pérez
(Vedi articolo pag. 18)
Salesiano venezuelano ,
missionario da sempre,
in quel pezzo di mondo difficile
e tragico che si chiama Africa.
Ha fatto un giro dalle nostre parti.
L'abbiamo intervistato.
Don Mario, hai lasciato Goma per l'Europa. Quale lo scopo di
questo tuo viaggio?
Lo scopo è semplice: trovare da mangiare ai miei ragazzi ...
E ha trovato qualcosa?
Certo! Ora potrò pagare i miei debiti e assicurare al Centro da
mangiare per almeno due mesi! Poi si vedrà. La provvidenza non
mancherà.
Cosa farai appena rientrato a Goma?
Oh, molte cose mi attendono ... e prima di tutto i creditori! Ho
poi da conoscere gli ultimi ospiti, perché al Centro continuano
sempre nuovi arrivi. Poi all'ospedale a trovare quelli ammalati,
perché molti di loro arrivano da noi che non si reggono più sulle
gambe, malnutriti, febbricitanti, mangiati dalla dissenteria...
Immagino siano molte e tristi le storie dei tuoi bambini...
E immagini bene! Te ne racconto una tra le tante. Quella di
Nyela, 4 anni, e dei suoi due fratellini Bora, 2 anni ed Elia 1 anno.
Hanno assistito all'uccisione del padre. La mamma era morta di
fatica e di stenti 3 mesi prima. Non parlavano, impietriti dalla
paura e dal dolore. Quando ho detto alla bimba "Nyela, sei tu la
capofamiglia, dovrai occuparti di ... ", non mi ha lasciato finire: "Io
so, ha risposto, laverò i loro vestiti, darò cibo ... " Non sapevo più
se parlavo con una bimba di 4 anni o con un adulto! Poi lei ha
preso sulle sue braccia Elia per fargli mangiare un pezzo di canna
da zucchero, ma tutti e due sono rovinati per terra e, grazie a Dio,
l'hanno presa a ridere!
Cosa pensi nell'assistere a tante tragedie?
Non riesco a capire come i bambini possano sopportate tanta sof-
ferenza. Ma è stupendo constatare il loro altruismo, la solidarietà, il
senso di responsabilità verso gli altri. È una lezione per noi adulti.
Nonostante le tragedie quotidiane essi portano dentro la speranza
di un avvenfre migliore di quello che molti adulti hanno fatto vivere
loro.
D
FOCUS
ANNO
GIUBILARE
Non possiamo fare a meno di
con s igliare , in questo anno
santo, qualche lettura del
protagonista in assoluto del-
[' anno, papa Wojtyla. Di lu i
riportiamo un brano tratto dal
libro di Santino Spartà "L'O-
pera poetica completa di Ka-
rol Wojtyla", Ed. Libreria
Vaticana, Roma 1999.
CANTO DEL SOLE
INESAURIBILE
[.. .]
L'anima non è una foglia
che non seguirà il sole
e sarà spenta quando
il suo verde diverrà cenere -
e solo sempre più lontano
sarà il sole
che d ' un 'ellisse
sempre più vasta l'accerchia.
Alla foglia non basta
che ogni mattino albeggi
non basta che il sole
torni a sorgere.
La morte è solo un raggio
troppo breve
di queste ore di sole.
BS FEBBRAIO 2000

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIR E NZE C. M . P.
··NEL-PROSSIMO NUMERO
''< --~•' ,.,,.
,,.
MURALES : ARTE IN MOVIMENTO
di Savina Jemina
Si vanno diffondendo dappertutto : pubblicità o arte?
AMICA DEI NAVIGANTI
di Maria Antonia Chine/lo
Incontri speciali in Intern et.
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"u '
E
ANGOLA:
TRA IDEOLOGIE E GUERRE
di Ferdinando Colombo
Una nazione con sempre maggiori problemi.
Qu ale futuro ?
INSERTO BASILICHE GIUBILARI
di Natale Maffioli
I SS. Quattro Coronati.