Bollettino_Salesiano_200001

Bollettino_Salesiano_200001

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- IL GRANDE EVENTO
di Juan E. Vecchi
p
LO SGUARDO FIDUCIOSO
Fine secolo: un bilancio triste per un verso, esaltante per un altro.
Alcune considerazioni ci aiutano a capire meglio.
11secolo fini-
sce con un
bilancio pe-
sante di av-
venimenti tra-
sensibilità che orienta verso una fa-
miglia umana unita, verso una mag-
giore tolleranza, verso la solidarietà
tra i popoli , ve rso il riconoscimento
sociale della dignità di ogni persona.
I"Uomo, dove vai?".
Il quadro è del pittore
Enrico Ganassi , di cui abbiamo
pubblicato - senza citarlo - anche
"Quarto sigillo" nel numero
di ottobre a pag. 16.
gici : guerre , L'incognita è sempre il
genoc i d i , comportamento degli
saccheggio uomini : della maggior
del piane - parte di essi , ma prin-
ta, concentra- cipalmente di coloro
zione della ricchezza, impo- che possiedono le
verimento dei più e via. Allo stesso chiavi delle decisioni
tempo si sono raggiunti traguardi che- influiscono sul
entusiasmanti : la caduta dei regimi mondo . Viene natu-
totalitari , la comunicazione a piace- rale la domanda: Che
re , sociale e personale , l'esplora- cosa prevarrà e se -
zione dello spazio, la facilità dei mo- gnerà il futuro? Dob-
vimenti , il riconoscimento dei diritti biamo dare spazio
umani , la promozione della donna , alla gioia per il "pic-
.............. lo sviluppo della scienza, il progetto colo" bene che sboc-
di un ordine mondiale. Anche in am- , eia e promette o vive-
bito cristiano ed ecclesiale ci sono re in ansia per i Mo-
cose che ci hanno fatto soffrire (le loch che sembrano
persecuzioni , il calo della frequenza insaziabili divoratori
in chiesa, la diminuzione delle vo- di essere umani?
cazioni ... ) e avvenimenti che ci
hanno sollevato e dato speranza: il O Don Bosco ha
Concilio Vaticano 11 , la presenza ab- alcune espressio-
bondante della santità , lo svilu·ppo ni in cui depreca
delle missioni , i movimenti eccle-
siali, l'ecumenismo e altri.
O Come sarà il prossimo secolo?
A quale futuro andiamo incontro?
la difficoltà del suo
tempo ed annun -
cia tempi più diffi-
cili ancora. Rima-
se impressionato
f,:/:(t....__\\.:.··H,1/G~9 sH4foF·1§f~l! ~lnfllfil~li.~è. J/\\_iJ.../.s~ t~e~\\.....;:
Alcuni temono , anzi predicono
catastrofi , peraltro possibili: l'inqui-
namento ambientale al limite della
per la diminuzio-
ne del clero , l'in-
cameramento dei
!
. ..,•3elat:~~I..,.
; sopravvivenza, il riscaldamento del beni dei religiosi ,
pianeta e la desertificazione , grandi le offese al Papa,
movimenti di popoli per la globaliz-
zazione, l'allargamento della pover-
tà, il dominio da parte di pochi sulla
il diminuire della
fede nel popolo,
l'anticlericalismo ,
:
i
:.~·-·f· ~o; nellii•1te---
Q~n J~i~)E. Vecchi
maggioranza . Nell 'ordine morale gli attacchi alla :
·---Rettor--Maggiore
... prevedono l'estendersi della cultura Chiesa, l'acuirsi
della morte , l'aumento dell 'instabi- della questione
lità delle famiglie con ripercussioni sociale , le nuo- ••• .................. fAMJG.lfA SALfSl4N4 MO
sui bambini . D'altra parte cresce la ve forme di li-
DIA«.f •••••• •••••••••••
GENNAIO 2000 BS

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bertà civile. Famosa è quella sua
motivazione per la devozione a Ma-
ria Ausiliatrice e la costruzione del
Tempio a Lei dedicato : "I tempi cor-
rono così tristi che abbiamo proprio
bisogno che la Verg ine SS. ci aiuti
a conservare e difendere la fede
cristiana" (MB VII 334).
A dire il vero sono di più le valuta-
zioni negative che ha dovuto ascol-
tare da altri che quelle pronunciate
da Lui stesso . Il suo sguardo sulla
vicenda umana metteva sempre
sulla bilancia l'amore di Dio : la sua
Provvidenza non abbandona l'uo-
mo , ma interviene opportunamente ,
anche in forma inattesa. Vedeva
poi i "fermenti" o le "forze" del bene
operanti nella storia, da singole per-
sone di buona volontà a istituzioni
con una missione singolare, la Chie-
sa per prima. La grazia di Dio inol-
. ••••••••••••♦
....
tre porta misteriosamente
le persone a rinsavire . Don
Bosco raccontava volentieri
conversioni di adulti e tra-
sformazion i di ragazzi . So -
prattutto era sua convin -
.......
zione che il bene fosse più
forte del male e sarebbe
prevalso su di esso.
Scrisse quattro storie (del
suo Oratorio, della Chiesa,
~!dell'Italia e la Storia Sacra) ,
oltre molte storielle di finzio -
ne. In esse coloro che si affi-
dano a Dio, pur tra prove e dif-
.. ficoltà , finiscono sempre per
trionfare diventando anche be-
nedizione per gli altri.
O Ottimista o pessimista Don
Bosco? Consapevole del male
e mai ingenuo di fronte ad es-
so , fiducioso nell'azione di Dio
e nel cuore degli uomini . Sape-
va di non trovarsi in un paradiso
in un inferno , ma semplice-
mente sulla terra, creata dalla
bontà di Dio , fecondata dal san-
....
gue di Cristo e illuminata con la
sua Risurrezione : un campo da
coltivare e far produrre , una bat-
taglia da combattere dove la vit-
toria è possibile e assicurata, ma
bisogna amarsi e lottare ; una mis-
sione da compiere, una attesa da
sostenere nella veglia.
Era la visione di uno che viveva in
questo mondo come se vedesse
l'Invisibile. È pure il nostro sguardo
... sul secolo che si apre.
O
Genn aio 2000
Ann o CX XIV
Numero 1
In copert ina:
Nel mese del Giubileo
dei bambin i (7/ 14 anni),
diversi interventi
dell a nostra ri vista
sono dedicati alla parte
più a rischio
del la società mondia le.
(foto Marzi Morse/li)
Mensi le di inform azi one
e cultura re ligiosa edito
dalla Co ngregazione Sa lesiana
di San Giova nn i Bosco
Direttore:
G IANCARLO MAN IERI
- CHIESA
14 Ecumene, la grande sfida
- ATTUALITÀ
16 Infanzia negata
- M1ss10N1
18 Timor ... più che paura
- ,NSERTO
23 Il duomo dei tre Re
- vANGELO OGGI
28 Mariola della TV
- G1uB1LÈO
38 Le sante strade
di Silva no Stracca
di Giuseppina Cudemo
di Vi to Orlando
di Nata le Maffio li
di Ma ria Antonia Chine/lo
di Nicola Fai/ieri
- RUBRICHE
2 // Retto, Maggiore - 4 Il punto giovani - 6 Lettere al Direttore - 8 In Italia & nel mondo
- 11 Zoom - 12 Cultura Salesiana - 21 Lettera ai giovani - 22 Box - 27 Il doctor f .
- 30 Libri - 32 On Line - 34 Come Don Bosco - 36 Carta di Comunione - 37 Laetare
et benefacere... - 40 I nostri morti - 41 // M ese - 42 I nostri Santi - 43 M . D. Mazzarello
a fumetti - 46 Prima pagina - 47 In primo piano/ Focus
Redazione: Maria Antonia Chinello ·
Nadia Ciambrignoni - Giancarlo De Nicolò - Franco Lever
- Francesco Motto - Vito Orlando
Collaboratori: Teresio Bosco - Ange lo Botta -
Severino Cagnin - Ernesto Gattoni -
Giuseppina Cudemo - Graziella Curti - Bruno Ferrere -
Sergio Giordani - Bruna Grassini - Natale Maffioli -
Jean-François Meurs - Giuseppe Morante -
Marianna Pacucci - Fabio Sandroni -
Arnaldo Scaglioni - Serdu - Silvano Stracca
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403 del 16.2.1949
Diffusione: Giuseppe Cerò (Roma)
Fotocomposizione : EDIBIT - Torino
Stampa : MEDIAG RAF s.p.a. - Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anti cipo
Fotoreporter: Santo Cieco - Cipriano De Marie -
Guerrino Pera - Pietro Scalabrino - Gianpaolo Tronca
Progetto grafico e impaginazione:
Pier Bertene
parte del prossimo numero.
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IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
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in: Anti lle (Santo Domingo) - Argentina - Australia -
Austria - Belgio (in fiammingo) - Bolivia - Brasile - Canada -
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Cina (Hong Kong) - Colombia - Congo Rep. Dem . - Croazia -
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Tal. (06) 44.60.945.
intestato a Direzione Generale
Direttore Responsabile : Antonio Martinelli
Opere Don Bosco, Roma.
BS GENNAIO 2000

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di Carlo Di Cieco
51 RIPARTE
DALLE GALASSIE
Entrare nel 2000 a una velocità da brivido, verso sconfinate
galassie senza fine, inebriandosi in spazi immensi percorsi
in un attimo. È un brivido che si può provare, comodamente
sprofondati su una poltrona davanti a un grande schermo,
sul quale si proietta un film come Star Wars,
il primo della saga che fa sognare le giovanissime generazioni.
I"vecchi" avevano cominciato
a scrutare il cielo popolato di
astronavi già con "2001 Odissea
nello spazio", un lungo ,
interminabile viaggio che continua
oltre ogni barriera spazio/temporale;
una corsa da capogiro attraverso
il cielo nerissimo, punteggiato
dai milioni di fiammelle bianche
e azzurre delle stelle. Un sapore
di immensità superiore a quella che
si potrebbe provare posando per
una foto ai piedi delle gigantesche
piramidi o avendo come sfondo
la catena dell'Himalaia.
stellari si intrecciano, sfrecciando,
le fulminanti astronavi animate
dagli schermi , si prova
la sensazione che le nostre
conoscenze dell'universo
per quanto progredite rispetto
al passato, siano ancora agli inizi
rispetto al futuro. E che per
le giovani generazioni restano tanti
segreti da svelare e tante avventure
da vivere. Nella coscienza che tutti
questi mondi che le astronavi
sfiorano, scoprono o sui quali
planano, sono solo scoperti
e non costruiti dagli uomini.
O Quando si cammina per molte
ore sugli sterminati crinali delle
montagne o si naviga nel mare
con la sensazione di non arrivare
mai , se capita di rivolgersi al cielo
con gli occhi - ancor più nelle ore
del tramonto o alle prime luci
dell'alba - si scopre qualcosa di
assolutamente più grande del mare
e delle montagne . E il cielo, così
vasto da racchiudere agevolmente
il mare e i monti , senza inghiottirli.
Il cielo misterioso e non minaccioso.
Anche quando si piange,
se si guarda al cielo , le lacri me
si asciugano più in fretta.
Ma il cielo - da dove una volta
i cristiani attendevano l'arrivo
del compimento della speranza -
sta correndo il rischio di diventare
un business: interessa di più come
entrare nella lista dei primi ospiti
nel primo futuribile albergo lunare
(costo attuale della costruzione
appena progettata è di 400 miliardi
per 100 posti) fra 30 anni , che
trovarsi un ritagl io di tempo per
sorprendere ancora la luna quando ,
piena o a forma di esile falce ,
spunta all 'orizzonte piatto delle
campagne , dietro le gobbe dei
monti , dalle acque del mare o
dietro i tetti cittadin i.
Eppure sta per tutti e si può
ammirare senza pagare biglietto.
O Quando nelle migliaia di orbite
O Anche nel nuovo millennio,
la ricerca esplicita o implicita
di un dio o del Dio di Gesù
Cristo, resterà il viaggio più
significativo della vita.
Che rimane intrigante nella sua
immagine di Salvatore, entro
società di umani , androidi, mutanti ,
i quali - stando alle fantasie
prevalenti nei romanzi e nelle versioni
cinematografiche sulla futura vita
nelle nuove galassie - ahimè
continueranno a combattersi ,
sempre divisi tra oppressori
e oppressi. Ai giovani resta un altro
compito non indifferente:
cominciare il conto alla rovescia
per giungere alla costruzione
di società vere o fantastiche dove
siano finalmente messi al bando
lance , spade, fucili laser, bombe
di ogni tipo con miscela ad alto
potenziale distruttivo.
O Pensare che i mali e le rovine
della guerra saranno pane
quotidiano anche nelle future città
spaziali nor è un esempio di grande
creatività. E invece un limite enorme
nelle fantasie di Lucas che traspone
semplicemente il presente nel futuro.
Come dire: dai giovani che ci sono
e che verranno è inutile attendersi
un mondo diverso. È certamente
un rischio. Ma la corsa tra le stelle,
appena com inciata, farà maturare
delle sorprese.
O
GENNAIO 2000 BS

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L.DIREITORE
l,,,lJ 0 ,,,ON CAPISCO. Caro f'IA PICCOLA VOCE.
direttore, mio figlio tut- '9:Egregio Direttore, Vorrei
00() E NON
PIU 1000. Il-
ti i santi sabati sparisce in di- inserire la mia piccola voce Iustre direttore, le dirò
scoteca e torna alle quattro nel BS , voce che arriva da di avere un po ' di paura
del mattino, quando va bene. una comunità monastica. Pen- del 2000. Lei certo ha
Così la domenica la passa a si, mi trovo in questa comu- sentito parlare di Nostra-
letto e quando si alza butta nità proprio grazie alla vostra damus e anche della profe-
giù un boccone quasi senza rivista che circa 13 anni fa zia " Mille e non più mille".
parlare e via di nuovo con g li pubblicò una lettera "esperien- Ci siamo, non le pare? Pochi
amici . . . fino alle ore piccole. ze di una monaca di questo mesi e [. .. ]. Ho letto di paure
Maledetta notte. I miei vecchi Monastero". Ero a quel tempo e disord ini già successi mille
mi dicevano che era fatta per in ricerca e la lettera fu una ann i fa all 'entrata del secondo
dormire, non per fare scemen- risposta ai miei desideri più millennio, ora, vede, non vor-
ze in discoteca con tutto quel profondi, a ciò che cercavo rei[ ... ].
che capita in quei posti e do- nella vita, e così gi unsi al Car-
po [. . .]. Prima o poi lo l'ad- melo, dove vivo fe licemente
Giannina , Bologna
dormento a cazzotti , a costo da 112 anni .. .
Cara signorina , ho atteso a
di andarc i in galera[ .. .].
Ora nel nostro monastero of- pubblicare la tua lettera del-
Giordan o N., Caltanissetta
friamo la possibilità a chi è in
ricerca di sperimentare la no-
/' agosto scorso per mostrarti
che... non è successo proprio
Non si comprometta , caro si- stra vita per aiutare a dare un nulla di quello che paventavi
gnore. Nel' immag inario dei senso alle scelte, per dire che o che i "profeti di sventura",
giovani la discoteca e, in ge- nessuna esistenza è inutile e compreso l'ineffabile Nostra-
nere, la notte sono sinonimi può servire a Dio per cambia- damus (questa non l'ha pro- (o amico!), e potrà finalmente
di vita intensa e trasgressio- re il mondo .. .
prio azzeccata!) , si sono sf or- rendersi autonoma, uscire di
ne, mentre per me come per
lei, la notte è sinonimo di ri-
poso . Solo che io lei
fa cciamo testo. Oggi una gran-
de maggioranza di giovani
Suor Agnese, Carmelo S. Anna
Via Caldarozzi 32
00032 Carpin eto R.no RM
Te!. 06.97189049
zati di pubblicizzare. Paure e
disordini nell' anno Mille? Do-
ve l'hai letto? È una panzana .
"I terrori del' ann o Mille so-
no frutto di una leggenda ro-
sera, andare dove più le ag-
grada senza dover ricorrere ai
genitori [...]. Scrivo a voi che
siete educatori, e vi chiedo un
consiglio[ ... ].
ji·equenta le discoteche e quelli Cara suor Agnese , ho inserito mantica" , scrive Georges Du-
che non le fr equentano non la tua "piccola voce" . Voglia by, tra i più grandi studiosi
Lauro , Roma
pensano nemmeno alla lonta- il cielo che chi ti legge possa del ME . Ma attenta, l'illustre È lampante, caro Lauro (se
na di andare a letto alle 21,00, sentire la voglia di uno spazio studioso ne scriveva più di ho bene interpretato il nome),
come lei stesso sperimenta! di silenzio per calare dentro se trent'anni fa e, prima di lui, non compri il motorino a sua
Chi non è in discoteca è al stesso e scoprire le proprie vie. Mare Bloch (1886-1944) ave- figlia , costi quello che costi.
bar, al circolo, al ritrovo, a
va già sfatato certe pseudo- Se già in. partenza lei sa che
zonzo, o appiccicato alla TV.
profe zie. Quindi è da un pez- non rispetterà le regole, sa-
L'o ra in cui i nostri baldi gio-
vani si decidono a piazzarsi
sotto le lenzuola si colloca ,
scuola o non scuola , verso le
ore piccole. È ormai un costu-
me, una cultura. E la domeni-
ca mattina invariabilmente ci
si sveglia con la lista di inci-
denti mortali accaduti dopo
la notte "discotecara" , cause
l' eccitazione, l'alcol, la dro-
ga, la stan chezza...
Tuttavia come educatori non
ci conviene demonizzare , ma
APPELLI
Sto scrivendo un volume
su M. Teresa di Calcutta,
Giovanni XXIII e i pasto-
relli di Fatima che verran-
no beatificati entro l'anno
2000. Chiedo "materiale"
di ogni tipo a chi ne aves-
se. Inviare a Prof. Pierino
Montini, Via Saluzzo, 19
- 00182 Roma.
Cerco compagne di viag-
gio per visitare città euro-
zo che la storiella del mille- rebbe da irresponsabili cede-
narismo è morta e seppellita. re. Sopporti i "casini" , come
Allora , Giannina , rifai il look li chiama nella sua lunga let-
alle tue letture e da brava ra- tera, si procuri tappi antiurto
gazza del 2000, scegli testi a e si armi di pazienza.. . un tem-
seconda di quello che cerchi. po non avrei esitato a sug-
Se vuoi "divertirti" va bene gerirle "qualche sonora scu-
anche Nostradamus e dintor- lacciata", ma pare che oggi si
ni, se vuoi "sapere" bisogna incorra nei rigori della legge,
che ti ri volgi ad altri autori! negli strali della nuova gene-
O razione di psicologi che teme
traumi irreversibili (io di trau-
L MOTORINO... CHE mi ne do vrei avere a monta-
LOTTE! Caro direttore, la gne!) , e nelle proteste degli
capire , perché questo è il no- pee .. . Se non sai con chi mia illustre figlia , 12 anni, animalisti. .. ·perché picchian-
stro mestiere... Urg e ricerca- andare contattami, possia- vuole il motorino . A tutti i do la padroncina si fa sojji·ire
re ciò che può esserci di po- mo andarci insieme. Mo- costi , se no dice che ne com- il cane! Lei abita a Roma co-
sitivo in questo loro aver retti Silvia, Via Presola- binerà da appendere. E cono- me me, si prenda lo sfizio che
eletto la notte a loro spazio, na, 1 - 24050 Spirano (BG). scendo il caratterino che ha mi sono preso io: dal!' Aurelio
perché è da che si può co-
minciare un dialogo educati-
vo . Coi divieti non si edu ca
più, si ottiene l' opposto e con-
dannare la discoteca è bat-
tere l'aria . Bisogna trovare
altre strade.. .
Mi piacerebbe corrisponde-
re con ragazze che credono
nell'amicizia e amano la
natura e gli animali. Cocco
Francesco, Via Macerata,
20 - 10144 Torino.
c'è da crederle. Ma ho molti
dubbi . Vengono dal fatto -
me lo ha fatto capire - che
non metterà il casco perché
non vuole apparire un mostro,
e vuole il sellino lungo per
ospitare anche qualche amica
al Vaticano, un quarto cl' ora
di macchina, ho contato I 63
motorini di tutti i tipi , oltre
alle macchine s' intende. Fa-
cevano lo slalom tra le auto-
vetture, sorpassa vano a de-
stra, al centro, a sinistra, di
GENNAIO 2000 BS

1.7 Page 7

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traverso, in senso contrario non ci fu nessuno spargimen- Concilio Vaticano 2° senza
(non racconto frottole , lo giu- to di sangue a Porta Pia: i parlare di Giovanni 23°, del
ro!), portavano sul sellino po- soldati papalini del generale PCI senza nominare Togliatti,
steriore l'amico (o l' amica), e Kanzler avevano ricevuto l' or- del Fascismo senza citare Mus-
su 163 contati, 36, dico 36 sol- dine di "sottrarsi al contatto solini, della DC scordandosi
tanto, sembravano in regola: con l'invasore" , di opporre di De Gasperi? Allora, alla
avevano il casco, o non ave- una resistenza solo formale ... Chiesa, e di riflesso ai sale-
vano nessuno dietro, o non Cadorna probabilmente diede siani, citare don Milani e pa-
facevano un rumore del dia - l' ordine di aprire la breccia dre Balducci, disturba? Eppu-
volo.. . Il risultato è che Roma solo per non apparire di aver re parlare di obiezione di co-
ha il primato degli incidenti fatto una passeggiata sul Pin- scienza senza 'ricordare ' que-
e, purtroppo, dei morti in mo- cio invece che di aver conqui- sti religiosi mi sembra una
torino, in barba alle leggi e ai stato la Città. Tant'è che fu notevole mancanza. [...] l'a-
vigili che devono avere solo sparata solo qualche fucilata, more della verità, per un cri-
qualche diottria di vista! Re- e ci fu un solo morto, dicesi stiano, rende doveroso l'inter-
sista, caro signore, in nome uno! tra i bersaglieri di Ca- vento... con un 'feroce ' so-
di Dio, se non riesce a resi- dorna, un certo maggiore Pa- spetto che ancora una volta
stere in nome dei vigili!
gliari, primo a varcare la brec- ciò sia successo di proposito!
/1] cia, che si è preso la pallotto-
la di un franco tiratore , il
Agide, Mo/inetto
ONNA PIA E POR- quale è probabile abbia spa- (Anche a lei, caro signore,
TA PIA. Beneamato rato per paura. Tutti qui gli faccio rispondere dal ' autore
direttore, mi sono ricordato spargimenti di sangue di Por- del'articolo)
ultimamente di mia nonna Pia ta Pia! Quanto alla "tanta ti- Egregio signore, capisco be-
che fes teggiava il suo onoma- gna", non erano pochi i laici ne il conflitto che l'ha spinta
stico in gennaio, e forse si ma anche gli ecclesiastici, a/- a fare le sue insinuazioni, l'ho
chiamava così in onore della cuni nella stessa curia papa- vissuto anch'io quando mi so-
Breccia di Porta Pia, conqui- le, che per il bene della Chie- no relazionato con "l' istitu-
stata con tanto spargimento di sa si auguravano che fin isse zione" e quando ho svolto il
sangue' per liberare Roma dal il potere temporale. E chissà,
m dominio papale e restituirla forse , sotto sotto, anche lo stes-
all 'Italia[ ... ]. Ah, poi non ca- so Pio IX. .. Non ne ha azzec-
pisco come si possa chiamare cate molte, auguri comunque!
pia una porta che ha visto
servizio civile. Allora ho com-
preso che dietro le 'istituzio-
ni' ci sono le persone e le lo-
ro sensibilità: ho incontrato
salesiani pro obiettori e sale-
~orti _e feri_ti e ~ssistito alla
mglonosa fme d1 un papato
difeso con tanta tigna [... ].
Franchino, Bologna
Caro Franchino, mi sono af-
frettato a consultare sul mar-
tirologio il nome in questione
(della santa, non della por-
ta!). È ricordata il 19 di que-
sto mese e classificata come
martire africana, nulla più.
la famosa breccia invece si
"festeggia" (si fa per dire) il
20 settembre, quindi sua bi-
snonna si chiamava così in
onore della martire africana
non della porta romana, altri-
menti forse si sarebbe chia-
mata Breccia! Perché è "pia"?
Per tre buone ragioni. la
prima è storica: fu fatta fare
NA VITA FORTU-
.
NATA. Gentile reda-
zione, [... ] ho letto l'articolo
di Daniele Sandroni (Aprile
99) sull'obiezione di coscien-
za. Un articolo dettagliato che
condivido, ma... c'è un ma.
[... ]. Spero sia solo una ' be-
nevola' dimenticanza ma aven-
do vissuto i tempi ove i pri mi
obiettori mettevano in atto il
loro proposito, ricordo che
anche allora le gerarchie della
chiesa si "dimenticarono" di
quei ragazzi [...]. Non mi ri-
cordo [... ] che i salesiani in
quella occasione abbiano mo-
bilitato le piazze, e ora leg-
gendo l'articolo sembra quasi
che sia frutto del loro impe-
gno. È possibile scrivere sul
siani contro. Questo mi ha fat-
to riflettere che il vero obiet-
tivo non è stare dalla parte
giusta ma creare il clima idea-
le per raggiungere la verità
insieme, attraverso il confron-
to e la testimonianza. Non si
tratta solo del problema del-
/' obiezione, pensi alle vie in-
dicate dal Concilio sul ruolo
dei laici... Comunque io,
quando ho fatto la scelta del-
/' obiezione, non conoscevo don
Mi/ani, né padre Balducci, né
ho trovato chi colmasse le
mie lacune . Solo in seguito
sono stato affascinato dalla
radicalità del loro messag-
gio: quella stessa che attrae
tanti giovani ali' obiezione...
Un articolo come quello che
ho scritto è una riflessione/te-
da Pio VI nel 1787. la secon-
stimonianza e non un trattato
da e la terza le aggiungo io:
sul fenomeno obiezione di co-
perché il papa regnante in
quel periodo era Pio IX, uno
che era pio forse anche trop-
po , non per nulla è in corso
la causa di beatificazione;
terzo perché, le piaccia o no,
Non ci è stato possibile pub-
blicare tutte le lettere perve-
nute in redazione. Ce ne
scusiamo . Provvederemo a
suo tempo alla pubblicazio-
ne o alla risposta personale.
scienza; argomento sul quale,
comunque, ho svolto la mia
tesi di laurea . Penso che i pro-
feti siano importanti ma le
strade per la verità siano
molte. (Daniele Sandroni)
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli ami-
ci. Comunicate
subito il cambio
di indirizzo.
Per la vostra co rrispon -
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656.12.556
E-mail: biesse@sdb.org
BS GENNAIO 2000

1.8 Page 8

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IN ITALIA
NEL MONDO
SANTIAGO DI C.
SPAGNA
Una grande celebrazione pres-
so la tomba dell'Apostolo Gia-
como, "fratell o de l Signore",
ha coronato e reso particolar-
mente significativa la visita
dei superiori de l Consiglio
Generale dei sales iani alla Re-
gione Europa Ovest, approfit-
tando de ll ' anno santo compo-
stelano. Ottantatré i salesiani,
provenienti dal le diverse i-
spettorie dell a regione e gui -
dati dal consig liere regionale
don Filiberto Rod rfguez, han-
no partecipato alla messa con
il Rettor Maggiore don Juan
Vecchi (ne lla foto davanti al-
l'urna de l santo), i membri de l
Consiglio Generale che l'ac-
compagnava no, e molta gente,
soprattutto cooperatori ed exal-
lievi che hanno poi vo luto
salutare personalmente I' VIII
successore di Don Bosco.
Del Vaglio e i suoi angioletti ,
ridotti all'essenziale perché
la verità non ha orpelli , torna
a fine secolo per sorridere
"sulle cose di Dio".
Ma si può? Certo che si può.
"Dire" la Verità, questo è lo
scopo . E lo si può raggiun-
gere sia attraverso la serio-
sità di san Tommaso che per
trovarla scava nelle com-
plesse profondità del pensie-
ro, sia con la semplicità fur-
ba, umanissima e disincan-
tata dell'ormai famoso angio-
letto o, magari , perfino attra-
verso la faccia comicamente
smarrita del suo contrario , il
diavoletto , che sembra evi-
denziare una qualche nostal-
gia di un passato perduto!
Un bel regalo per sorridere
col Giubileo!
COLLE DON BOSCO
ITALIA
Una cinquantina i partecipan-
ti , tra alliev i, exa lliev i, geni-
tori e salesiani , al g iro " Peda-
lare per costruire insieme",
organi zzato dalla PGS Colle
Don Bosco, in occas ione del
20 anniversario de ll a morte di
,
,.,,
'\\·, .
,e"'e"
\\'?i'!,"
\\-v,~ ·,
e,\\G0s\\~?,.<:$o"i,,\\O'ò~e
· sie<S--'il 10• .\\~'ò~
peòa1a1e ~osco~~ \\j\\\\O ?i
Colle Don ,ç,,o·S?i
Spin-savia
tre salesiani (G iuseppe Scre-
min , G iovanni Bernard i e Leo-
nardo Defend), periti in un in-
c idente stradale mentre torn a-
vano dal funera le di un loro
exallievo. Pedalare per 1600
km è un ' impresa, soprattutto
per amatori non profess ion i-
sti, ma pedalare per essere
aiutati a una lettu ra più atten-
ta dei fatt i della propria vita e
per apprendere che Dio è pre-
sente sempre, " sulle sa lite più
dure come nelle di scese più
veloci" e anzi, pedala con noi ;
pedalare per imparare a pre-
gare, a dire "Si gnore, non to-
gliere le montagne davanti a
me, ma insegnami a superar-
le", ebbene questo è proprio
eccezionale.
~
S. ISIDRO
ARGENTINA
PROGETTO CHACO
Il Co llegio Juan Fernandez ha
orga ni zzato la quarta campa-
gna pro Chaco, coinvolgendo
comunità salesiana, alunni, ex
alunni , professo ri e genitori
ne ll ' ini ziat iva. Sono stati rac-
colti 100 tonnellate di alimen-
ti, vestiti , materiali da costru-
zione e perfino pannelli sola-
ri. Alcuni prodotti sono stati
realizzati dagli alunni , lavo-
rando fuori orario scolas tico
nei laboratori della scuola. La
campagna di solidarietà, della
durata di IO giorni , ha rag-
giunto 14 villagg i rurali , dove
sono state sottoposte a visite
mediche 2500 persone, prepa-
rati 60.000 pasti , vaccinati
3000 animali.

1.9 Page 9

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i
- - - - - I JEAN·FRANCOIS MEUl!S
Ecco un libro che serve a ca-
pire gli adolescenti.
L'autore è intervenuto (e inter-
viene tutto ra) sul Bollettino
Salesiano con una rub rica
mag istrale al rigu ardo , dove
cerca di affrontare con loro i
probl emi che li ag itano , di
mettere in gu ardi a i genitori
da prese di posizione incon-
grue, di ragion are di film , can-
ta nti , canzoni , sport , mod a,
ragazz e, ma anche di reli-
gione, di etica, del primo amo-
re , dell a pena di mo rte... e
cento altri argomenti che sono
propri del mondo giovane . Il
tutto completato dalle splendi-
de illustrazioni di Serdu.
È, senza dubbio, un libro da
leggere e non solo dai gio-
vani, anzi .. .
Anno
Giubilare 1
COLLE DON BOSCO
Natale del Signore festeggian-
done il duemillesimo "com-
ITALIA
pleanno", e l 'apertura del
grande Giubileo. Ognuna di
CAMPANE
PER DON BOSCO
esse ha un nome e una dedica.
Il campanone di 26 quintali è
dedicato a Dio Trinità, la se-
Accompagnamento d' organo conda campana a Maria Au si-
e trombe per commentare la liatrice, le altre ognuna a un
benedizione delle 12 campane santo o beato della congrega-
che sono andate a dar voce al zione e l ' ultima a tutti quelli,
rinnovato Tempio di D on Bo- servi di Dio e venerabili , di
sco al Colle. Esse hanno suo- cui è introdotta la causa. Su
nato per la prima volta il 25 ognuna una scritta e, a sbalzo,
dicembre per annunciare il il soggetto cui è stata dedica-
ta. In foto, accanto alla cam-
pana di Maria Ausiliatrice e a
quell a di Don Bosco, l' autore
dei bozzetti , il maestro Luigi
Zonta.
ANNO 2000
Per la Cin a è l'anno del DRAGONE
Per il calendario indù è l'anno 2056
Per il ca lendar io bu ddista è l'a nno 2560
Per il ca lendario is lami co è l'anno 1420
Per il ca lendario eb raico è l'anno 5760
"Ab Urbe co ndita " (nasc ita di Roma) è l'a nno 2753
I È papa Pacelli il promulgatore
.
del ventiquattresimo Giubileo della storia
della Chiesa, che lui stess~ chiamò
IL GIUBILEO DEL GRAN RITORNO
E DEL GRAN PERDONO
EVENTI MEMORABILI
1948 Nascita dello Stato di Israele.
Divisione della Corea in due stati (Nord, Sud) .
Assassinio di Gandhi in India.
1949 Divisione della Germania in due stati (Demo-
cratica e Federale).
Nascita della Repubblica Popolare Cinese.
Nascita dell'organizzazione NATO.
La definizione dunque è del Papa che voleva un ritor-
no a Cristo dopo gli orrori da poco trascorsi e implorava
il perdono sui peccati degli uomini. La bolla "Jubilaeum
maximum" mise in cantiere il più grande avvenimento
ecclesiale finora celebrato . Per la prima volta vennero
accreditati oltre 200 giornalisti , fotografi, cameramen ,
cineasti giunti da ogni parte del mondo, e per la prima
volta fa la sua comparsa la TV. Accorsero a Roma per
l'apertura della Porta Santa oltre 100 vescovi e milioni
di persone poterono seguire l'avvenimento via radio .
Durante l'anno giubilare, il giorno di Ognissanti ,
venne proclamato solennemente il dogma dell 'Assun -
zione , presenti ben 650 presuli e oltre un milione di fe-
deli, che coprivano piazza S. Pietro, il colonnato, via
della Conciliazione, le vie adiacenti e parte del lungote-
vere. Secondo una stima furono almeno dieci milioni i
fedeli in ascolto via radio nel mondo. Fu dunque un
Giubileo che batté tutti i record .
Fu uno straordinario anno di grazia. Pio Xli lo costellò
di canonizzazioni, alcune delle quali furono solennissi-
me e grandiose, come quella della giovanissima Maria
Goretti che radunò quasi 300 mila persone , tra cui la
mamma e il presidente della Repubblica, Luigi Einaudi.
O quella di Domenico Savio, il quindicenne alunno di
Don Bosco, che fu altrettanto solenne e grandiosa. Ma,
come loro, furono canonizzati Antonio M. Claret, Bar-
tolomea Capitanio, Caterina Gerosa, Giovanna regi-
na di Francia, Vincenzo M. Strambi e altri.
'
;
:'ns GENNAIO 2000

1.10 Page 10

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l00annifa
Da una relazione di don Nicolao Carrena,
sul BS del gennaio 1900, che racconta il viaggio
alle falde della Cordigliera andina in visita
alle missioni e il tentativo di salvare il salvabile
dalla inondazione di Rawson.
IN ITALIA
NEL MONDO
POINTE-NOIRE
CONGO
COMPLEANNO
La parrocchia Saint Jean Bo-
sco ha festeggiato, il 24 mag-
gio '99, i 40 anni di presenza
salesiana. Essa gestisce un cen-
tro giovanile e una scuola pro-
fessionale con i corsi di fa-
legnameria e meccanica. La
parrocchia, perfettamente or-
gan izzata, offre anche una
serie di servizi oltre alla scuo-
la già menzionata: una biblio-
teca destinata soprattutto agli
studenti, installazioni sportive
per il calcio, il basket, la palla
a mano; attività caritative, tra
cui una infermeria tenuta da
personale volontario; un cen-
tro cooperatori con una deci-
na di aspiranti (foto) di cui
quattro con promessa.
lndios Tehuelches.
" .. . Tre mesi durò il mio lungo viaggio a cavallo: per-
corsi circa 400 leghe argentine e 2000 e più km. tra le
nevi e un freddo intenso; però fui sempre contento e
sano. Da Teuca a Choique Ni lahue visitai i coloni, gli
indi araucani, i pampas e i tehuelches al sud nella val-
lata del Senguer [. .. ]. Dopo 20 giorni di indefesso la-
voro , il tempo nevoso mi obbligò a lasciare le falde
delle alte cime il 16 maggio. Il ritorno fu pessimo a
causa della inondazione del fiume Chubut e le grandi
nevicate. Arrivai a Rawson il 2 di luglio tutto lacero
nella veste, con lunga barba e il capello (sic n.d.r.) da
secolare, perché il mio lo ha voluto una volpe affama-
ta. Il 28 di luglio alla mattina le grandi inondazioni
che io vidi nel cammino, giunsero pure a Rawson , di
cui già si conosce la rovina. Tutto il paese fu dirocca-
to. Il Direttore con il primo vapore condusse i ragazzi
e le Suore a Bueno Aires, lasciandomi incaricato di
salvare quel poco che le acque non potevano distrug-
gere. Pazienza! Adesso viviamo in una casetta di le-
gno con due o tre ragazzi che abbiamo tenuto qui per
farci aiutare nel salvataggio. La capitale fu decretata a
Trelew e noi stiamo qui sulla collina aspettando gli
ordini. Dio che non manca di aiutarci sempre, ci salvò
da tutti i pericoli e malattie in mezzo ad un lavoro da
facchini e nell 'acqua fino alle ginocchia.
GENNAIO 2000 BS
SAN JOSÉ
DI COSTA RICA
CENTRO DON BOSCO
Il 24 maggio è stato inaugura-
to a San José un oratorio/Cen-
tro Giovanile, prima tranche
di un ampio progetto di atten-
zione a ragazzi e/o giovani a
ri schio, che diverrà il Centro
Educazione Salesiana Don Bo-
sco, con aule, saloni , bibliote-
ca, sala pranzo, laboratori,
due campi di calcio e otto di
bas ket, ecc.
L ' iniziativa ad alta valenza
soc iale non è sfuggita al pae-
se che ha partecipato addirit-
tura nella persona del Presi-
dente della Nazione accompa-
gnato dalla First Lady che
hanno inaugurato l'opera. En-
tro quest' anno inizierà nel cen-
tro anche la scuola.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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ROMA, PISANA.
Molti i "cappellini rossi "
che hanno invaso allegra-
mente la Casa Generale
dei salesiani , rompendo
per un po' l'assolata quie-
te dell'agosto '99. Contrad-
distinguevano i membri
delle "Famiglie Don Bo-
sco" di Ragusa, uno dei
gruppi più numerosi della
Sicilia, in pellegrinaggio a
Roma. Non hanno voluto
mancare un a visita alla
"sede centrale" della con-
gregazione.
VICENZA, ITALIA.
Un anonimo exallievo del
collegio salesiano "Man-
fredini " di Este ha voluto
offrire alla chiesa dedica-
ta a san Gaetano di Thie-
ne in corso Palladio una
statua di Don Bosco (nel-
la foto), opera dello scul-
tare vicentino Adriano Mar-
zari. Come si sa, Don Bo-
sco ha scritto una pre-
gh iera di intercessione a
san Gaetano per impe-
trarne la protezione sul
suo amico , il cardinale
Gaetano Alimonda, di cui
il santo era protettore.
MACEIÒ, BRASILE.
La banda da poco forma-
ta dei "ragazzi di strada"
di Macei6, accolti e ri-e-
ducati nella "Casa Don
Bosco", fondata da mons.
Amaral , salesiano, arcive-
scovo della grande città
del Nordest. La fondazio-
ne è un 'istituzione educa-
ti va preziosa per i ragazzi
più diseredati , che usa il
metodo preventivo per
reinserirli gradualmente
nella società e nella fami-
glia , cercando anche di
insegnare loro un lavoro.
NAZARETH, ISRAELE.
A giugno '99 si è tenuto il
quarto congresso mon-
diale dei sacerdoti in I-
sraele , come preparazio-
ne al grande Giubileo.
Una solenne concelebra-
zione in mezzo al lago di
Tiberiade, su otto barche
ormeggiate una attaccata
all'altra, e presieduta dal
patriarca latino mons . Mi-
che! Sabbah , ha fatto da
suggestiva corona ai la-
vori. Vi hanno preso parte
più di 700 sacerdoti pro-
venienti da ogni parte del
mondo.
HARAMBEE '99, TORINO.
20 sacerdoti , 13 suore , 16
laici, i partenti della 129ma
spe dizione missionaria ,
fatta 124 anni dopo quella
organizzata dallo stesso
Don Bosco nel 1875. Ora i
missionari non provengo-
no più dalla sola Europa,
come un tempo. Vengono
dall'America Latina, dall 'A-
frica, dall'India, dalle Filip-
pine e perfino dal Vietnam .
Hanno ricevuto il cro-
cifisso il 26 settembre '99 ,
durante l'annuale raduno
dei volontari Vis , dallo
stesso Rettor Maggiore.
ITALIA E NON SOLO.
Ovunque nel mondo, sor-
gono nel periodo di Nata-
le i presepi , tradizione se-
colare , i cui prod romi so-
no da ricercare a Greccio,
per opera di san France-
sco. In occasione del Na-
tale '99 sono stati realiz-
zati con particol are cura
per onorare l'apertura del-
l'anno santo. Innumerevo-
li le città che hanno esibi-
to i loro gioielli. Nella foto :
Natività in rudere di A. Te-
lesa, plastico in gesso e
statuine di Fontanini.
BS GENNAIO 2000

2.2 Page 12

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CSUALLir~U::5R\\AANA
······························································•&•
Mostra a Torino del Museo "Duca degli Abruzzi" sul salesiano/
FINIS TERU<1>.
NELLE SOLITUDINI
AUSTRALI
di Leonardo Bizzaro
Il Museo Nazionale
della Montagna
: "Duca degli Abruzzi"
di Torino ha varato
una grande iniziativa
culturale:
FINIS TERRIE. Alberto
Maria De Agostini
e Walter Bonatti
nelle solitudini australi.
Due filmati televisivi
1 11 grande
esploratore salesiano
don Alberto De Agostini.
I Un abitante della Patagonia
secondo una fantasiosa
descrizione d'epoca.
ricalcano i percorsi
del grande esploratore
salesiano in Patagonia
e nella Terra del Fuoco,
una mostra fotografica
espone foto storiche
del missionario biellese.
Il volume che illustra
nia, il Monte San Lorenzo, la secon-
da cima delle Ande Australi. È dav-
vero un mondo senza fine quello
esplorato, frugato e percorso da don
Alberto Maria De Agostini. L' aca-
bamiento de la Tierra, come dicono
laggiù, è una sfi lata di coste frasta-
gliate e spiagge deserte che mostra-
no la filma prepotente dell 'oceano.
Nell ' interno vedi pampas a perdita
confine ultimo della Patagonia, alla
fine del 1909. Neanche due mesi
prima era stato consacrato sacerdote
salesiano, e aveva scelto la strada
delle missioni più lontane, dall'altra
parte del mondo. Da Torino a Punta
l'esposizione dedicata
a De Agostini
è la ristampa di un'opera
d 'occhio, contempli laghi , monta-
gne e ghiacciai che scendono a li-
vello del mare. Cieli immensi sem-
brano abbracciare la terra e paurosi
andata a ruba
e da tempo esaurita:
Ai limiti del mondo:
convogli di nubi vanno a perdersi
nel nulla. E il vento. Terribile, insi-
stente, che dura giorni, settimane,
mesi, senza cessare un solo istante,
Alberto Maria
: De Agostini in Patagonia
: e Terra del Fuoco.
••
: D all'estremità meridionale del-
la Terra del Fuoco, dove la
cozza urlando contro le montagne,
piega gli alberi, spazza le pianure,
fa scricchiolare tetti e pareti , alza
colonne d'acqua e di polvere.
1909 LA SCELTA
:
geologia del continente si Classe 1883, originario di Pollo-
: frantuma in un'infinità di isole e i- ne, a due passi da Biella, Alberto
: solette e di canali sconvolti dalla
furia del vento e dalle gigantesche
: maree, fino al cuore della Patago-
Maria De Agostini arrivò per la
prima volta sulla sponda settentrio-
nale dello Stretto di Magellano,
I
La Guida turistica scritta
da don De Agostini in cui presenta
le bellezze della Terra del Fuoco.
GENNAIO 2000 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

2.3 Page 13

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
esploratore don Alberto Maria De Agostini.
•••
•••
•••
•••
•••
•••
•••
••••
•••
•••
•••
•••
•••••
lilJS TEHUELCHE
@ SELKNAl,f
HAUSH
1
YAMANA
; · . ALACALUF
I Terra del Fuoco. Don Alberto
con il capo Selknam Pacheco
davanti alla sua capanna.
La distribuzione delle tribù
degli indios in Patagonia.
Arenas, direttamente: un viaggio lun-
ghissimo, con i mezzi di quel tem-
po. Che non finì in vista della Terra
del Fuoco; quella fu la prima tappa
di un vagabondaggio interminabile,
trentacinque anni in lungo e in largo
nelle terre della Fin del munda.
Un'esperienza umana e religiosa in-
credibile. Una vicenda consumata a
contatto con gli ultimi indios, giunti
ormai al capitolo finale della loro
storia dopo anni di convivenza gra-
ma e impossibile con i bianchi, spin-
tisi fin laggiù inseguendo sogni di
ricchezza. Ma anche una vita al co-
spetto di una natura fantastica e sel-
vaggia, in luoghi mai toccati prima
dall' uomo.
I Patagonia:
l'imponente Cerro Fitz Roy.
La foto è di don De Agostini.
UNA PERSONALITÀ
POLIEDRICA
Mi ssionario ed esploratore, alpi-
nista e geografo, fotografo e scien-
ziato, personalità versatile e polie-
drica, De Agostini rappresenta uno
dei grandi miti di quel mondo lonta-
no. In Patagonia e Terra del Fuoco
tutti sanno chi è. Ancora oggi non
c estanciero che non ne conosca il
nome, che non ne abbia sentito par-
lare in casa dai padri e dai nonni.
Persino i peones sanno tutto dei suoi
movimenti, dei suoi viaggi . Lo con-
siderano uno di loro. Dicono che sa-
peva andare a cavallo, che non te-
meva il freddo , le tempeste, la soli-
tudine. Continuano a parlarne come
se fosse un eroe. Di fatto era un uo-
mo coraggioso che aveva condiviso
stenti e sacrifici con gli umili. Che
aveva saputo difendere gli indios
sino in fondo. E che non si era mai
tirato indietro di fronte alle difficoltà.
Capitava di incontralo nei luoghi
più impensati. Andreas Madsen, il
pioniere danese che costruì la sua
estancia ai piedi del Fitz Roy, ne
parla con ammirazione. Ricorda il
primo incontro con lui, la messa ce-
lebrata la mattina di Natale in casa
· propria, quasi un miracolo nel gran-
de deserto della Patagonia. E si sof-
ferma sulla partenza della piccola
spedizione del sacerdote italiano, il
giorno dopo, verso l'interno di una
cordigliera di cui ancora si sapeva
pochissimo.
PIONIERE SCRITTORE
L'esplorazione ce l' aveva nel san-
gue, De Agostini, come la passione
per la montagna e per la fotografia.
Del resto arrivava da Biella, terra di
Vittorio Sella, il più grande foto- :
grafo-alpinista dell'epoca, e sapeva :
perfettamente come ci si muove su :
sentieri, pareti e ghiacciai. Sapeva
destreggiarsi anche con la penna, e
con le carte topografiche. Tuttavia
l'interesse per la geografia e il suo
particolare "stile missionario" non
erano solo farina del suo sacco. "So-
no andato in terre che esigevano
una vera ricerca scientifica, sia an-
tropologica tra gli indi, sia geogra-
fica e geologica sul territorio. Era
certamente una mia passione, mafu
anche un ordine tassativo che rice-
vetti", scriverà nel suo primo libro,
I miei viaggi nella Terra del Fuoco.
In ogni caso, l'impulso a spingersi
oltre, ad esplorare, a cercare, in lui
doveva essere fortissimo. Facile, og-
gi, pensarlo un privilegiato di fronte
a una bella veduta dello Hielo Con-
tinental, del Paine o del Monte San
Lorenzo. Ma laggiù, a inizio secolo,
le meraviglie della natura selvaggia
avevano prezzi da capogiro. Costa-
vano fatica, privazioni, pazienza.
Giorni e giorni a piedi e a cavallo,
sotto la sferza del vento implacabi-
le, sballottamenti tra le onde dell 'o-
ceano, notti sotto la pioggia batten-
te, vestiti inzuppati, fame.
(continua)
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GENNAIO 2000

2.4 Page 14

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
CHIESA
IMPORTANTI
AVVENIMENTI
RILANCIANO
L'AZIONE
DELLA CHIESA
PROIETTANDOLA
NEL lii MILLENNIO.
ECUMENE
LA GRANDESFIDA !
!~i=
·rg;::
~j
di Silvano Stracca
I I secondo millennio di storia
cristiana ha visto l'i nsorgere,
tra i seguaci di Cristo, di pro-
fo ndi e perduranti disaccordi, le cui
conseguenze si avvertono ancora. Il
Vangelo è stato diffuso "fino agli
estremi confini della terra", ma è
stato a volte annunc iato con un lin-
guagg io non scevro di contrasti e
conflittualità. Solo quest'ultimo se-
colo è stato contrassegnato dalla ri-
cerca dell ' unità, e l' impegno ecu-
menico ha com inciato a dare frutti
che in passato diffici lmente si sa-
rebbero potuti immaginare.
AUGSBURG,
TAPPA MILIARE
Una svolta importante è stata se-
gnata lo scorso 31 ottobre, quando,
nella città tedesca di Augusta, catto-
lici e luterani hanno sottoscritto una
dichiarazione comune sulla dottrina
della gi ustificazione, pomo della di-
scordia tra le due confessioni fino ai
nostri giorni . Ci si salva con la
"sola f ede" diceva Lutero. Ci vo-
gliono anche le "opere", replicava
Roma. Nella dichiarazione fomata
ad Augsburg fede e opere sono rias-
sunte nella parola "grazia". Cattoli-
ci e luterani hanno dunque fatto
pace, riconoscendo l'esistenza tra
loro di una com unione ancora in-
completa, ma già consistente. Una
data storica: due grand i Chiese - se-
parate - hanno cominciato a cam-
minare insieme, hanno istituito tra
loro un patto di fraternità sostanzia-
to da un accordo di fede.
L'ecumenismo esce così dalla
grande nuvola di parole, dette e
scritte, esce dal libro dei buoni pro-
positi e delle sante intenzioni, e di-
GENNAIO 2000 BS
La firma della dichiarazione comune cattolici/luterani
il 31 ottobre 1999 ad Augusta.
venta fatto, decisione, impegno per
quanto li mitato in sé possa essere e
per quanto lunga e impervia possa
ancora risultare la strada verso la
piena realizzazione dell 'unità.
DA RICORDARE
Si comprende allora perché Gio-
vanni Paolo II abbia definito l' inte-
sa "una pietra miliare" su una stra-
da non facile, e "assai significati-
vo" il fatto che la fi rma del docu-
mento com une sia avvenuta pro-
prio ad Augusta (Augsburg), e pro-
prio il 31 ottobre: un luogo e una
data simbolici, perché segnati dall e
reciproche scom uniche che nel
'500 ,avevano sancito la separazio-
ne. "E come una stretta di mano tra
il Papa e Lutero", ha scritto un ve-
scovo cattolico tedesco, alludendo
alle circostanze dell 'evento. La
firma è stata infatti apposta il gior-
no dell a " Festa della Riforma", in
ricordo del gesto di Lutero che
l'ultimo di ottobre del 1517 affisse
simbolicamente le sue 95 tesi con-
tro le indulgenze alle porte della
chiesa del castello di Wittenberg. E
la stessa città di Augusta ricorda il
tentativo di accordo da parte dei
luterani, la famosa "Confess ione
augustana" presentata alla Dieta
nel momento in cui la frattura con
Un momento dell 'incontro delle religioni in Vaticano (novembre '99).

2.5 Page 15

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•••••••••••••••••••••• •• • • • • • •• • • • •• • • • • • •••• • • • • • • • • • •
rg, sta infatti alacremente lavorando a
~i una "Carta ecumenica per l 'Euro-
f pa" per la Pasqua del 2001, che
!i vuol essere un documento teologico
:.,; e pratico per il dialogo tra le Chie-
se che formano i tasselli del mosai-
co cristiano europeo. Nel testo si
sottolinea con forza sin dalle prime
righe che Dio stesso chiama all ' u-
nità. La riconciliazione perciò è un
compito per il quale tutti i credenti
devono lavorare instancabilmente.
UNA SETTIMANA
PER L'UNITÀ
Monsignor Van Luyn, salesiano, vescovo di Rotterdam in Olanda
(secondo da sn/) e, in seconda fila, primo a sn/ don Schwarz
uditore al Sinodo.
La settimana di preghiera per
l'unità dei cristiani che si celebra,
Roma non era ancora insanabile.
Rievocando entrambe le circo-
stanze, papa Wojtyla ha affermato
che l'accordo sottoscritto "costitui-
sce una base sicura per il prosegui-
mento della ricerca teologica co-
mune". Grazie a questo documen-
to, si potranno affrontare le diffi-
coltà ancora esistenti a livello teo-
logico tra luterani e cattolici , "con
come sempre, dal 18 al 25 gennaio
Il messaggio finale del Sinodo chiama tutti a questo compito. E-
indica che "il cammino ecumenico" sorta a pregare con rinnovato slan-
è segno di speranza per un continen- cio e intensità nuova per l' unità e
te che ha dato origine alla maggior la comunione. Il tema guida, Bene-
parte delle divi-
detto sia Dio...
sioni tra i cri-
stiani e che sof-
fre ancora per
Il 18 di questo mese il Papa a-
pre la Porta Santa a S. Paolo
che ci ha bene-
detti in Cristo,
è tratto dall 'in-
le loro conse- fuori le Mura, all'inizio della no della lettera
guenze. L'ecu- settimana di preghiera per agli Efesini che
una più fondata speranza di risol- menismo in so- l'unità dei cristiani. Con il suo parla del miste-
verle nel futuro ". Il Papa ha parlato stanza ha regi- gesto egli vuole sottolineare rioso disegno di
di un contributo prezioso alla puri- strato un con- che nel 2000 si dovrà pregare salvezza centra-
ficazione della memoria storica e
alla testimonianza comune" ; di un
"traguardo intermedio lungo la via
difficile , ma tanto ricca di gioia,
dell ' unità e della comunione cristia-
na"; e soprattutto, di un segno con-
solante che giunge alle soglie del
senso generaliz-
zato, come ele-
mento determi-
nante sia per il
processo di uni-
ficazione del-
1'Europa, sia per
con particolare intensità, per-
ché nel nuovo millennio lo
scandalo delle divisioni tra le
Chiese cessi e il Vangelo sia
più fedelmente proclamato e
vissuto.
to su Cristo. E
incoraggia a più
riprese a riflet-
tere che la vita
dei cristiani de-
riva dalla scelta
d ' amore di Dio,
Duemila, così che i cristiani pos- l'efficacia e la
così che tutto
sano presentarsi al Grande Giubileo credibilità dell 'evangelizzazione. dovrebbe essere a "lode della sua
più vicini e disposti a superare le Le Chiese sono i "ponti " per su- gloria". L'avere così tanto in comu-
divisioni del secondo millennio". perare le nuove divisioni . Questa ne dovrebbe costituire un incentivo
l'immagine emersa nel Sinodo. Si a risolvere ciò che ancora li divide.
IL SINODO
Quasi duemila anni dopo, le pa-
role dell 'apostolo sollecitano anco-
PER L'EUROPA
ra i cristiani a interrogarsi sul pun-
to centrale della loro fede: su tutto
Un altro segno di novità gioiosa
ciò che condividono, malgrado le
per l'ecumenismo è venuto nello
loro divisioni. E il Papa invita a
stesso mese dal Sinodo dei vescovi
rinnovare la fiducia nello Spirito
per l'Europa, celebrato in Vaticano.
che "sa allontanare da noi gli spet-
Non solo per la presenza dei delegati
tri del passato e le memorie dolo-
delle altre Chiese, ma per la confer-
rose della separazione". "Egli, scri-
ma della grande rilevanza che ha
ve nell 'Enciclica sull 'ecumenismo
ormai assunto la dimensione ecu-
Ut unum sint, sa concederci luci-
menica (che il Papa con un atto di
dità, forza e coraggio per intra-
audacia ha aperto a tutte le religio-
ni, convocando in Vaticano i capi
delle grandi religioni del mondo) .
Il salesiano monsignor Zef Gashi,
arcivescovo di Bar in Montenegro
durante una sessione del Sinodo.
prendere i passi necessari, in modo
che il nostro impegno sia sempre
più autentico".
D
BS GENNAIO 2000

2.6 Page 16

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1 meno p rotetti tra non protetti sono bambini anche se pare
L'INFANZI
Li chiamano "meninos
de rua ", bambini
di strada perché molti
NEGATA
di essi hanno per casa
la strada e sono alla
mercé degli squadroni
di Giuseppina Cudemo
della morte: uccisi ·
perché - dicono - non
D urante la sua attività di gior-
nalista televisivo Piero Ba-
daloni ha raccolto, nei suoi
viaggi in America Latina, testimo-
nianze drammatiche. In un libro
"L' infanzia negata" egli scrive tutto
disturbino il riposo
dei quartieri-bene
delle grandi città.
E c'è il fondato sospetto .
che la polizia stessa
ciò che ha visto e sentito. Baby, 16
anni, per esempio è un corriere della
droga e accetta, tacendo il suo nome
sia complice di queste
atrocità. Ma non solo
vero , di raccontare: "Il nostro è una
specie di impiego. Insieme a tanti
in Brasile...
altri ragazzi facciamo la guardia la
notte sulla collina. Dobbiamo assi-
curarci che la strada sia libera. Poi
portiamo la merce a destinazione,
all'alba. In cambio riceviamo in re-
galo una dose di cocaina da sniffare
o di marijuana da fumare".
Molte storie si somigliano, come
il dramma che le accomuna: "Mi
chiamo Sidney de Oliveira, ho 12
anni. Vivo per strada perché i miei
genitori non mi vogliono. Mi hanno
buttato fuori casa e adesso sto qui e
rubo per mantenermi .. .". Un altro:
"Io mi chiamo Robson e ho 15 anni;
rubo perché non ho i soldi per man-
giare. Chiaro? E poi i poliziotti non
mi piacciono perché ci complicano
la vita, non ci consentono di chiede-
re l'elemosina, così non resta che
rubare e io rubo. Che dovrei fare se
nessuno mi aiuta? Chiaro no?". Un
altro ancora: "Sono Cristiano Go-
mez da Silva, ho 13 anni. Vivo qui
ottenere la liberazione delle 21 ra-
gazze rapite dai ribelli e ancora nelle
loro mani (complessivamente le ra-
gazze rapite sono state 152). Ella
racconta l ' arrivo al campo dei guer-
riglieri, dove trova le bambine in
preda allo spavento e con i vestiti
strappati. Da allora ha deciso di oc-
cuparsi dei rapimenti di bambini
che avvengono nell 'Uganda, denun-
ciando questa piaga sociale alle isti-
tuzioni internaziona li, ai governi e
per strada con i miei amici. Ce la agli organi di informazione.
caviamo rubando ai bianchi , dovun- Sulle condizioni di vita dei bam-
que capita, a qualsiasi ora".
bini che abitano la regione dei Gran-
Fuggiti dalle favelas o abbando- di Laghi ha parlato anche Lucia Ca-
nati dalle famiglie il destino di que- stell i, pediatra in Rwanda, in un
sti bambini è senza futuro. Chi non programma di supporto psico-socia-
ruba o non fa il corriere della droga, le alle piccole vittime dei conflitti.
per paura di restare ucciso da una "I bambini che a causa della guerra
pallottola, va in giro a chiedere l'e- restano orfani, vengono reclutati dai
lemosina, nell ' indifferenza generale. militari o dai ribelli diventando
bambini/soldato subendo più di altri
NON SOLO IN BRASILE
le conseguenze dei conflitti: mine
antiuomo, malattie o morte". Il 60%
Come può un bambino diventare dei soldati delle truppe ribell i in
adulto quando il disagio che vive si Uganda sono bambini sotto i 16 an-
pone come ostacolo al suo sviluppo ni. "La strategia è quella di manipo-
e alla sua maturazione? Ha cercato larli e costringerli con la violenza,
di rispondere I'AVSI (Associazione perché a loro volta siano capaci di
Volontari per il Servizio Internazio- torturare e uccidere altri. Le adole-
Macei6 (Nordeste- Brasile). La casa/
famigl ia di monsignor Amara! dove
i ragazzi di strada vengono tolti
alla strada e avviati al lavoro.
nale) nel convegno "Bambini del
mondo, questione da grandi". Suor
Rachele Passera che dal 1985 inse-
gna nella scuo la secondaria femmi-
nile di Aboche in Uganda lotta per
scenti vengono date come mogli ai
ri belli. Le autorità locali calcolano
che dal ' 93 ad oggi siano stati rapiti
più di 14 mila bambini. So lo la
metà sono riusciti a tornare a casa".
GENNAIO 2000 BS

2.7 Page 17

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incredibile in questo mese dei bimbi.
L'IMPEGNO
DEI SALESIANI
1272 adolescenti appartenenti alle età differenti, dai più piccoli ai più
classi sociali "média" e "alta" di una grandi. Qui invece ne abbiamo più
cittadina brasiliana. È emerso che di 400, divisi in comunità, che do-
Dieci anni dopo la firma della l 'assenza del padre e della madre, le vrebbero ospitarne non più di 50 per
Convenzione Internazionale sui di- difficoltà nello studio, il bassissimo funzionare bene. Quella dove abito
ritti dei bambini, in molti paesi la reddito familiare si accompagnano a io, un antico orfanotrofio trasforma-
casa dei ragazzi è la strada. E dieci una visione materialistica della vita to , ne accoglie attualmente 150. Ci
miliopi su cento sono nei paesi ric- di un ragazzo. Dice don Caliman: occupiamo anche del lavoro e del-
chi. E stato rivelato dal convegno "Spesso gli adolescenti rispondono I' avviamento professionale. Questi
mondiale riunito a Roma dal Dica- in maniera inadeguata alle diffi- bambini quasi sempre hanno ritardi
stero della Pastorale Giovanile e dal coltà, adottando una serie di com- di apprendimento, e alle volte rifiu-
Volontariato Internazionale per lo portamenti deviati. Vanno a vivere tano la scuola. Cerchiamo di pro-
Sviluppo (VIS), l'associazione dei sa- nella strada, rubano, si prostituisco- porre loro altre attività, o artistiche
lesiani che tanto fa per i ragazzi più no, assumono o spacciano droga. o lavorative, mettendoli di fronte al-
disgraziati tra i disgraziati. Don Ge- C da notare però che comporta- l'esigenza di avere un minimo di
raldo Caliman, docente di sociolo- mento deviante non è sinonimo di conoscenze scolastiche per poter
gia dell'emarginazione presso L'U- delinquenza. La devianza infatti è il riuscire a svolgere una qualsiasi at-
niversità Pontificia Salesiana a Ro- comportamento che va contro le nor- tività, come manovrare una macchi- ,I'
ma, è stato per sette anni direttore me del vivere sociale, norme non na. Ci si sforza di far loro ricuperare
del Centro Salesiano del Minore a scritte. La delinquenza invece è il il tempo perso. Questo "avviamen-
Brasilia, stando a contatto con i gio- comportamento che si ribella alla to" vale per tutte le età; è il tentati-
vani a rischio, ragazzi di strada e legge stabilita".
vo di offrire gli stimoli che non
adolescenti lavoratori.
hanno mai avuto da un padre e da
Egli ha svolto una ricerca tra i ALTRI SAMARITANI
una madre veri .. . Ma in tutto il ter-
zo mondo cresce la povertà, e la
Se comportamento deviante non
significa delinquenza, è però ovvio
che può generarla. C'è comunque in
tutto quanto detto un segnale di spe-
ranza: Padre Clodoveo Piazza, ge-
suita, responsabile di una comunità
dell'OAI (Organizzazione per l'as-
sistenza all'Infanzia) con sede a
mancanza di un lavoro, la famiglia
si dissolve, e i bambini, anche i più
piccoli, devono arrangiarsi per con-
to proprio. Poiché in casa non c'è
niente eleggono a dimora la strada
dove qualcosa, in un modo o nel-
l'altro, riescono sempre a trovare".
Molti organismi internazionali si
Bahia, afferma: "Noi cerchiamo di occupano di questi problemi, per
ricostruire una vita ai bambini attra- esempio Amnesty Internat ional, ma
verso famiglie 'artificiali' , affidan- non basta, il problema è gravissimo.
do a madri che hanno figli propri Tutte le testimonianze raccolte sono
altri bambini, fino a dieci". Si cerca
così di far loro provare il gusto di
una famiglia normale, anche se c'è
il rischio che, soprattutto i padri, si
una drammatica denuncia di un ' in-
fanzia negata da una realtà sociale
atroce che costringe troppi bambini
nel mondo a rinunciare alla propria
trasformino in "istitutori". "Ad ogni
famiglia, dice padre Clodoveo, ven-
gono affidati bambini o bambine, di
infanzia e a vivere esperienze terri-
bili di solitudine e di violenza.
o
8S GENNAIO 2000

2.8 Page 18

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Un itinerario nel paese dove la violenza spesso ha sopravanzato
TIMOR ...
~
PIUCHE
PAURAI
di Vito Orlando
T imor Est non è una tragedia
lontana, è una storia che coin-
volge tutti e rende consape-
voli che la convivenza umana non
può fondarsi sugli interessi partico-
lari di individui , gruppi, o nazioni. I
Portoghesi vi giunsero attorno al
1520 e Timor divenne una delle tan-
te colonie da sfruttare; ma i Timore-
si non abbandonarono il desiderio
di indipendenza. Numerose infatti
furono le insurrezioni, tutte represse
nel sangue. L' arrivo degli Olandesi
fece esplodere gravi conflitti con i
Portoghesi , che sfociarono nel 1859
nella divisione dell ' isola in due zo-
ne, quella occidentale agli Olandesi
con capitale Kupang e quella orien-
tale ai Portoghesi con capitale Diii.
L'accordo , ratificato nel 1904, si è
protratto fino a metà del nostro se-
co lo. Ne l 1949, ritiratasi l'Olanda,
nacque l'Indonesia a cui restò la zo-
na ovest di Timor. Nell'altra metà
continuò il dominio portoghese. Nes-
sun processo di indipendenza venne
avviato da questi ultimi per prepara-
re un futuro diverso agli abitanti .
Dal 1974 in poi con la crisi del go-
verno coloniale portoghese nacque-
ro fazioni contrapposte: il FRETI-
Monsignor Belo dal Papa nei giorni del terrore per sollecitare
un intervento internazionale.
GENNAIO 2000 BS
PER SAPERNE DI PIÙ
Superficie: 14.874 kmq
capitale: Diii
.
Popolazione: Maubere (melanesiana
e malese)
Lingue: Tetum, Fatalucu , Macasai
Abitanti· 850/900 .000 ,
. speranza di vita 45 anni
La Chiesa cattolica .
Vescovi 2, Parrocchie 30 . . . O
Sacerdoti diocesani 53 , rehg1os1 16 ,
religiose. 3~0 . .
Seminaristi maggiori
148 '
catechisti
1780
Salesiani (1948)
..
Comunità 7 con 50 ~-al~s1an1
Salesiani timores1 p1u d1 ~o . 6
Scuole primarie e secon_a~e forma-
scuola tecnica 1, agraria '
zione professionale 2
.t
ortanotrof1. 3, oratori 5 ' asp1ranta o
1 noviziato 1
·
Parrocchie 5, Stazioni missionarie
120
FMA (1988)
Comunità FMA 5 con 26 suore
FMA timoresi 38
ro-
Scuola materna/elementare 1, p
fessionali 2
.
Orfanotrofi 2, Or~ton 4
Ambulatorio medico_~
.
Attività promozionali in tre c~nt 1
Casa di formazione 1' Nov1z1a o

2.9 Page 19

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la speranza... per capire.
Q
TIMOR EST
Mar
di Timor
Chiesa di Maria Ausiliatrice di Diii.
Volti di bimbi impauriti
e piangenti, volti
angosciati di madri,
volti di anziani scavati e
incupiti da barbe incolte;
folle vaganti o
ammassate in sconfinati
campi profughi sono
le immagini sconfortanti
di questa fine millennio.
Bosnia (1992-95),
Rwanda (1994),
Kosovo (1998-99),
Timor Est (1999) ...
sono una tragica
conferma dell'incapacità
dell'ONU di intervenire
a difesa di minoranze
o di popoli soggetti
a efferate violenze
e genocidi.
dotta a 27ma provincia dello Stato.
Correva il 1976. I primi a ricono-
scere il nuovo assetto furono USA e
Austra lia: troppo grandi gli interess i
commerciali dei due stati per muo-
vere anche un solo dito a favore
della piccola nazione invasa. Solo
l'ONU si mosse, e con tre risoluzio-
ni successive (1975; '76; '82) decretò
il ritiro delle truppe d'invasione e il
diritto di Timor Est ali ' autodetermi-
nazione. Non ebbero seguito, com'e-
ra largamente prevedibile. Così per
24 anni nell 'isola imperversò la guer-
riglia con vio lenze inaudite, e con
circa 250 mila timoresi e 20.000 in-
donesiani morti. Nel frattempo gli
Usa poterono sfruttare uno spazio
commerciale comprendente più di
200 milioni di potenziali clienti, e
l'Australia, in collaborazione con
i'Indonesia e alcune compagnie pe-
trolifere straniere, poté avviare lo
sfruttamento dei ricch i giacimenti di
petrolio e di gas nelle acque territo-
riali dell'isola.
rono: l'Indonesia si liberò del ditta-
tore Suharto. Il nuovo presidente
Habibie, in cerca di credibilità inter-
nazionale, nel gi ungo 1998 con un
intervento del tutto inatteso espresse
la disponibilità a concedere uno sta-
tuto speciale a Timor Est. Il 7 feb-
braio successivo il suo ministro de-
gli esteri parlò addirittura di refe-
rendum per l'autodeterminazione.
Dopo mesi di trattative, si trovò un
accordo per l'attuazione: sarà orga-
nizzato dall'ONU e si voterà il 30
agosto 1999.
Le sce lte dei politici vennero però
fortemente avversate dai militari che
non volevano abbandonare un terri-
torio ove tanti di loro erano morti.
Crearono così gruppi di miliziani
per scoraggiare il fronte indipen-
dentista. Gli ep isodi di violenza si
DUE PREMI NOBEL
LIN (Fronte Rivoluzionario per I'In-
dipendenza di Timor Est), l' UDT
(Unione Democratica di Timor) per
mantenerla sotto il Portogallo, e
l'APODETI (Assoc iazione Popola-
re Democratica di Timor) per I'an-
nessione ali ' Indonesia.
L'ANNESSIONE
Nella feroce lotta che seguì pre-
valse l'APODETI che favorì l'inva-
sione indonesiana: Timor Est fu ri-
La tragedia di Timor sarebbe stata
seppellita nel silenzio, se alcune
voci forti e chiare non si fossero le-
vate per riproporla al mondo in tutta
la sua drammaticità. Quella del Pa-
pa che nel 1989 atterrò per poche
ore a Timor, e quelle del salesiano
monsignor Belo vescovo di Diii e di
José Ramos Horta. I due a sorpresa
nel '96 ebbero l'assegnazione del
premio Nobel per la pace, il che
contribuì a far tornare Timor sotto i
riflettori della ribalta internazionale.
Frenetici gli avvenimenti che segui-
Fuiloro: frutti
della scuola agraria salesiana.
BS GENNAIO 2000

2.10 Page 20

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Il collegio di Fatumaca.
Falegnameria a Baucau.
intensificarono e apparve chiara non
so lo la connivenza ma anche la
regia dei militari.
UN VOTO
PER L'INDIPENDENZA
La partec ipazione ampl iss ima al
voto (98,6%) diede una schi acciante
magg ioranza (78,5%) agli indi pen-
denti sti , ma ancor prima che il ri sul -
tato fosse reso pubblico, si scatenò
la rabbi a delle milizie e dei soldati
prima contro g li stessi rappresentan-
ti delle organizzazioni internaziona-
1i, poi contro i simboli che avevano
tenuto viv a la speranza: la Chiesa, il
vescovo, e i religiosi e religiose che,
incuranti del peri colo, dec isero di
stare con la gente disposti a dare
anche la vita. La scelta di monsi-
gnor Belo di far conoscere personal-
mente al Papa e al mondo la situa-
zione del suo popo lo; i fort i e ri pe-
tuti appelli del Pontefice; l' informa-
zione cap ill are de i mezzi di comuni -
caz ione resero il mondo consapevo-
le de ll e atrocità co ntro gente indife-
sa. L' ONU non poté consentire un a
così sfacc iata oppos izione ai ri sultati
de l referendum da essa voluto, e
prese la ri so lu zione di in viare una
forza multi nazionale d i pace. Il 20
settembre i primi so ldati INT ER-
FET (lntern ational Force East Ti -
mo r) sbarcarono a Timor Est. Il 20
otto bre il parl amento indonesiano
ratificò i risultati del referendum , il
30 gli ultimi sold ati indones iani la-
sc iaro no il martoriato paese. D al-
!' arri vo de i Portoghes i ( 1520) erano
trascorsi 479 anni . Ma Timor Est
come paese indipendente è tutto da
cos truire.
GENNAIO 2000 BS
LA CHIESA ...
A metà degli anni '70 i cattolici
erano poco più del 30%. Ma la pre-
senza e l'opera della Chiesa era
tanto sentita e apprezzata che essa
di venne il baluardo contro l' oppres-
sore. La sua vicinanza al loro calva-
ri o ha portato molti alla convers io-
ne , e la percentuale dei catto li ci è
salita all' 87 %. La fede cattolica di-
venne la bandiera degli indipenden-
ti sti contro l'invasore islami co. La
C hi esa è considerata luogo di prote-
zione, fo rza morale, fattore di iden-
tificaz ione e appartenenza. Questo il
frutto di un a lunga opera di presen-
za e serv izio tra la gente , vera sup-
plenza a uno stato assente e di sinte-
ressato, fa ttore dec isivo per trovare
il coraggio di votare secondo co-
sc ienza al referendum per l'autode-
terminazione . Per questi moti vi subì
la vi o lenta aggress ione dell a militia
antindipendentista e dei so ldati in -
donesiani . Il sangue di sacerdoti, re-
li gios i, reli giose e di tanti cri sti ani
ha sugge ll ato la reciproca fede ltà.
... E I SALESIANI
I sales iani sono arri vati a Timor
Est 50 anni fa . Le prime due presen-
ze sono state Fuiloro e Los Palos,
caratteri zzates i per l'azione mi ss io-
nari a attraverso la cura pastora le di
un a sessantina d i staz ioni . Intensa
anche l' azione di promoz ione e so-
steono dei più poveri con la scuola
b
.
.
e l' attivi tà di for maz ione tec111ca.
Fuil oro è un a scuola agraria, con
convitto e opere assistenziali , che
ha offerto un grande contributo all o
sviluppo agricolo del paese.
Negli anni sessanta sono state av-
viate Baucau ( 1962) e Fatumaca
(1964). Attu almente Fatumaca è la
comunità pi ù grande e presti giosa
per la sua apprezzata sc uola tecnica
e il nov iziato con 20 nov izi. Baucau
in vece si config ura come scuo la per
la fo rm azione dei catechisti che pre-
para per anim are le comunità dei
vill agg i dove il sacerdote può arri-
vare so lo poche volte. Entrambe le
opere sono dotate di sc uole pr im ari~
e second arie, ass istenza a b1sognos1
e cura pastorale di una ventina di
stazioni missionarie.
Dal 1988 in poi sono sorte Laga,
Venilale e Diii. Le prime due con
scuole primarie e secondarie, Diii
con un attrezzato centro di addestra-
mento al lavoro , andato purtroppo to-
talmente di strutto. In tutte e tre i sa-
les iani hanno paiTocchie molto estese
e una cinquantina di stazioni mi s-
sionarie. Venil ale è anche sede del-
l'aspirantato; Diii ospita un pensiona-
to per studenti e la sede del superiore
dell a visitatoria, autonoma dal 1998.
Anche le Figlie di Maria Ausi-
liatrice hanno a Timor c inque co-
munità: Diii , Baucau, Venil ale, Fui-
loro e Laga, dove svolgono attiv ità
promozionali , hanno sc uo~e, cor~1
profess ionali , un ambul aton o medi-
co, una casa d i fo rmazione e un no-
viziato con 12 novi zie . Tra la popo-
lazione e la realtà sales iana si è crea-
ta una grande sintonia: una realtà
popolare ~he trova ne i Timores !,un~
fo rte ades ione e appartenenza. Noi
siamo del gruppo di Don Bosco",
dicevano i profu ghi di Diii a Kupang,
dove si erano rifugiati negli ampi
corti li in terni dell a casa sa lesiana.
Vito Orlando

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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I
LETTERA Al GIOVANI
Carissimo,
cosa s i nasconde dentro
la tua espressione "vorrei
essere come i bambini,
vorrei tornare bam bi no"?
Il bambino può essere un
modello di vita? "Se non
diventerete come un o di
questi fanciulli, non en-
trerete nel Regno". È la
condizione per salvarsi e
vivere. Tento di dirtelo ri-
correndo al la vena umori-
stica di O. Wilde, nel li-
bretto A woman of impor-
ta nce: "L'anima nasce
povera, vecc hia, diventa
ri cca, giovane. Questa è
la commedia (Il lieto fine
n.d.r.) della vita. Il corpo
nasce giovane e di ve nta
vecchio. Questa è la tra-
gedia della vita".
"Bellissima" se nto dire
ad Alessia, 4 anni, da un
sacerdote di Oratorio. Lei
abbassa gli occhi. La soc-
corro e le ch iedo: "Sei bel-
la, A less ia?" "No". "A les-
s ia, a te piace di più es-
sere bella o esse re buo-
na?". "Buona", mi rispon-
de sicura e tim ida, poi via
di corsa tra le sue am i-
Ricorro a un ricordo di fin e estate su lla spiagg ia
di Jesolo. Papà e mamma in stancabili a rincorrere
Davide alle prese con un aquilone grande quanto la
tua vog lia di vivere, di sognare. La mamma: "Se il
filo è lungo arriva a toccare il cielo". Il papà:" Se
non c'è il ve nto, l'aquilone resta a terra, è un pezzo
di carta". Qua ndo s i parla con i bambini s i ha la
percezione di entrare nella favola. Se vuoi ritornare
bambino devi darti un filo lungo. Non rompere que-
sto filo: è una r icc hezza che nessu no può sottrar-
ci: la speranza. Il presente è una stazione di tran-
sito, il futu ro una pista di lancio. I bambini sono vivi
pe rché hanno tanto futuro. Vorrei essere co me i
ba mbin i. "/ loro angeli in cielo vedono sempre la fac-
cia del Padre mio". Non f ai fatica, se cerchi Dio, a
vederlo negli occhi dei bambini, spa lancati, miste-
riosi, puliti, buoni.
chette. Amarezza, in s uccesso fanno parte della
vita, ma non sono la vita. Diffico ltà sono ovunque,
possono diventare la lotta che ti fa vince re, il ven-
to che ti porta in cie lo. Se vuoi essere, non far mo-
rire la speranza. La vita è futuro, è co raggio.
Chi sono i martiri'? Siamo alle Catacombe di San
Sebast ia no. La domanda è d i una mamma, la
risposta è ancora di un bimbetto. "/ martiri sono i
mort i co raggi osi". La battut a - se volete - è invo-
lu ta, cript ica, ma semp re rivelatrice. Il coragg io
trasce nde la morte e vita a una storia incomin-
ciata 2000 anni fa.
Ciao, Carlo Terraneo
BS GENNAIO 2000

3.2 Page 22

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BREVISSIME DAL MONDO
TIRANA, ALBANIA. Il pri-
mo gennaio è stata collocata
nella piazza della cattedrale
di Tirana la campana della
pace, di 1,10 m di altezza
per 1 mdi diametro, costruì-
ta in Italia con la fusione di
200.000 bossoli raccolti da
e.ca 3000 ragazzi nella re-
gione di Zadrima, una delle
più devastate dalla guerra.
Il Papa l'aveva, benedetta
domenica 17 ottobre 1999.
VATICANO. In occasione
del 21 ° anniversario dell'e-
lezione l'agenzi.à Zenit ,ha
pubblicato alcun·e cifre di
questo straordinario pontifi-
cato da Guinness, dei prima-
ti. Almeno 100 _milioni di
persone lo hanno visto a Ro-
ma e 200 milioni lo hanno
incontrato nei suoi giri at-
traverso il mondo nelle 930
località visitate. Ha coperto
VATICANO, ROMA
IL SINODO EUROPEO
La riunione dei ~escavi del
Vecchio Continente ha chiuso
la stagione dei Sinodi. Uj1a
assise tanto solenne quanto
laboriosa. I Padri panno riba-
dito con forza che. il minimo
comune denominatore dell'Eu-
ropa è il cristianesimo. È dun-
que ora di sùperare le tre
grandi divisioni che l'hanno
ferita, quella del 1054 tra la
cultura bizantina e latina; quel-
la del XVI secolo che va sotto
il nome di Riforma Protestan-
te; e quella illuminista che ha
separato ragione e rivelazione
e contrapposto scienza e fede.
La concezione dell'uomo ri-
una distanza corrispondente
a 3 volte il percorso Terra/
Luna (come dire 17 volte il
giro del mondo); ha creato
157 cardinali e 2800 vescovi,
ha beatificato 923 Servi di
Dio e canonizzato 284 beati.
GLI ANEDDOTI DEI
PAPI. Nel 1902 papa Leo-
ne XIII aveva la considere-
vole età di 92 anni. Un ve-
scovo nordamericano in vi-
sita ad limina si congedò
dal Pontefice con queste pa-
role da uccello di malaugu-
rio. "Santità, poiché non ci
rivedremo più su questa
terra, addio . . ." . Fulminea la
risposta del Papa: "Perché
Eccellenza, ha una grave
malattia?". È uno dei sim-
patici aneddoti contenuto
nel volumetto edito dall'edi-
trice Ancora sui papi del
XX secolo.
velata dal Cristo rimane l'uni-
ca risposta agli interrogativi
sull'uomo e sulla sua dignità.
I padri hanno ricordato I' as-
soluta necessità della cateche-
si: troppa l'ignoranza che c'è
in giro; ribadito la validità dei
"Movimenti"; confermato la
dignità della donna (8 le
donne invitate); riaffermato la
bontà del cammino ecumeni-
co insistendo sul concetto dei
due polmoni della Chiesa, Oc-
cidente e Oriente. Tra i 34 si-
nodali appartenenti a ordini e
congregazioni religiose, 2 era-
no salesiani: monsignor Van
Luyn e monsignor Gashi con
due esperti don Grogan e suor
Rosanna (in foto) , e un udito-
re, don Schwarz.
SAN PIETRO
PRIMA/DURANTE/DOPO
Le tre fotografie sono entrate
nella storia. San Pietro prima
del restauro, durante e dopo.
Molti ne sono entusiasti, tra
questi il Papa stesso. Altri no .
I restauratori affermano di aver
riportato il monumento ai co-
lori originali. I detrattori dico-
no che l'immensa basilica ha
perduto la sua uniformità cro-
matica (datale forse dallo
smog? Perché mai non dare il
Nobel a questo grande " unifi -
catore" o assemblatore di mo-
numenti antichi?). Comunque
una grande festa di stile ba-
rocco, come le organizzava
Bernini ai suoi tempi , ha i-
naugurato l'avvenuto restauro
con la partecipazione ammi-
rata di circa 70.000 persone.
L ' alleluia di Haendel e una
fantasmagoria di fuochi d'ar-
tificio che disegnavano splen-
dide figure nel cielo di cobal-
to della sera hanno accompa-
gnato la cerimonia presenzia-
ta dallo stesso Giovanni Pao-
lo II con a fianco il Presidente
della Repubblica Carlo Aze-
glio Ciampi e il Primo Mini-
stro Massimo D 'Alerna. Due
anni e mezzo di lavoro per
una facciata grande quanto un
campo regolare di calcio (6000
mq di superficie) e 13 statue
alte 5,70 m (Gesù , Giovanni
Battista e 11 apostoli) che or-
nano la balaustra dell ' attico.
Si tratta del restauro più co-
lossale del secolo, costato 9
miliardi ... ma forse ne valeva
la pena.
GENNAIO 2000 BS

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.••••• ••••••••••••••••••••••
GENNAIO 2000
PRIMO MESE DEL GIUBILEO.
Facciamo tappa nella magnifica basilica dei Colonia,
in Germania, dove, secondo un'antica tradizione,
••••••••••••••••••••
••••••••••••••••••••••••••
è custodita l'urna funeraria dei tre Magi,
per cui il duomo di Colonia è diventato...
ITINERARIO
VERSO--·
IL DUOMO DEI TRE RE
di Natale Maffioli
Roma e Gerusalemme furono, senza dubbio,
le mete più vagheggiate dai pellegrini.
La Città Santa conservava i luoghi dove il Salvatore aveva vissuto
i suoi ultimi giorni: il Cenacolo, il Golgota e il sepolcro vuoto;
la Città Eterna custodiva le tombe degli apostoli Pietro e Paolo
e le reliquie dei martiri. Ma fra i traguardi dei pellegrini
ve n'erano alcuni curiosi legati ai culti più singolari. Colonia per esempio...
Cattedrale di Colonia, la facciata.
•••••
• • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GENNAIO 2000 • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
rire dal " mal caduco" (l'epilessia),
dal mal di testa e dalle febbri,
oltre che proteggere viaggiatori e
pellegrini .
.•••
.••••••••••••••••••••
Reliquiario di san Nicolas (sec. Xli) .
L'URNA DEI MAGI
L'onore di possedere cimeli tan-
to preziosi spinse gli arcivescovi a
provvedere loro, prima di tutto,
una degna custodia e poi ad ini-
ziare la fabbrica di una nuova cat-
tedrale. L'esecuzione del la cassa
per contenere i resti sacri fu affi-
data a Nicolas de Verdun scultore,
orafo e smaltatore lorenese, vissu-
to tra il Xli e il Xlii secolo (il reli-
qi.Jiario della Vergine per la catte-
drale di Tournai fu eseguito da Ni-
colas che lo firmò e datò 1205); il
.••
••••••
I tre Re Magi e l'imperatore rendono omaggio alla Vergine.
e i fu un tempo in cui la città
di Colonia sul Reno rivaleg-
giò con Roma perché pos-
sedeva le presunte reliquie dei mi-
steriosi personaggi (i tre re magi,
provenivano da Milano, in qual-
che modo dovevano pure esservi
giunte. Ecco la spiegazione che ne
diedero. Sant' Elena, la madre del-
l'imperatore Costantino, le aveva
maggior rappresentante del'la scuo-
la mosana di smalto e uno dei più
grandi arti'sti del l'epoca sua . Egli
approntò, più che una cassa, uno
scrigno in lamina di metqllo pre-
zioso, riproducente una basilica a
tre navate, con l'intento di conden-
Gaspare, Melchiorre e Baldassçr- portate dalla Persia a Costantino- sare in una tre custodie, ·due af-
re, della tradizione) che avevano poli; più tardi il vescovo di Milano fiancate e la terza sovrapposta al
fatto visita al piccolo Gesù nella Eustorgio aveva ricevuto in dono centro, in modo da signifiaare, an-
grotta di Betlemme e gli avevano queste reliquie dall'imperatore bi- che così, i tre personaggi ,profon-
offerto oro, incenso e mirra. li tito- zantino Manuele. La leggenda è damente uniti dalle vicende della
lo regale e il nome erano stati im- accattivante, ma sfortunatarpente, loro vita. Smalti, pietre prèziose e
posti loro dalla tradizione popola- i personaggi in questione, per ra- rari cammei antichi ornano le cor-
re, mentre le vicende che avevano gioni cronologiche, o non ebbero nici e alcuni particolari delle figu-
condotto le loro presunte ossa a mai a che fare con le reliquie dei re, con risultati di grande raffinatez-
.•••••••••••••••
•••••••••••
Colonia appartengono ad una sto-
ria documentata e curiosa .
Un tempo, le loro reliquie erano
conservate a Milano, nella basili-
ca di sant' Eustorgio. Nel 1162 l'im-
peratòre Federico Barbarossa, do-
po aver sconfitto i milanesi, decise
di radere al suolo la città; in quel-
l'occasione il suo cancelliere, Rèi-
nald von Dassel, arcivescovo di
Colonia, gli chiese di portare in
patria come "souvenir" i tre santi
corpi, destinando il prezioso botti-
no alla cattedrale della sua città:
Colonia, per l' appunto.
re magi o non avrebbero mai po-
tuto incontrarsi .
L'evento del la traslazione del le
reliquie a Colonia (nel 1164) fu,
dunque, tutt'altro che tranquillo e
voluto per rendere ancor più pre-
stigiosa una sede arcivescovile di
grande rilevanza. L'arcivescovo Rei-
nald organizzò il viaggio da Mila-
no alla nuova dimora con consu-
mata abilità: il passaggio delle re-
liquie fu annunziato in tutte le
città della Franca Contea e della
Borgogna e festeggiato con un
grande concorso popolare. Colo-
nia si trovò così ad avere una cat-
tedrale regia, perché posta sotto la
za. La scena dell'adorazione dei
L'AVVENTURA
protezione dell'imperatore, e ad es-
DELLE RELIQUIE
sere un importante centro di pelle-
grinaggi e guarigioni. Alcuni pro-
La storia non finisce qui, perché dotti tipici, come i nastri sui quali
i cronisti non poterono fare a me- erano ricamate le lettere di una
no di constatare che i re magi non preghiera invocante i re magi, si
erano milanesi, e se le loro ossa credeva avessero il potere di gua- - la navata centrale della cattedrale.
• • GENNAIO 2000 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
I
Cattedrale di Colonia: l'affresco del coro (sec. Xli ) che
rappresenta la leggenda dei Tre Re: a sin is tra l'adorazione,
al centro la consacrazione a vescovi, a destra la morte.
Una delle spl endide vetrate
della cattedrale.
magi, :a forte ri li evo sull a facc iata
prin cipa le dell a custodia, è la p
bella; 'le fi gure, modellate guardan-
do a esempi class ici, sono vol umi-
nose e non costrette da llo spazio
angusto dell a co rni ce. li risultato
raggiu,,nto è di grande espressività.
La 'volta a crociera del soffitto
della navata centrale.
LA CATTEDRALE
LUNGA 600 ANNI
L'antica cattedra le di Co lonia era
stata più vo lte ri costru ita, e l' ulti-
ma fabb ri ca risa li va alla metà del
secolo Xli I. L' arcivescovo En gi1-
berto 1 (12 16-1 225), "contag iato"
da i modelli gotici frances i, aveva
già in iziato a raccog li ere i fo ndi
per la ri costruzio ne integra le de ll a
chi esa; un ince ndio scoppiato il
30 aprile 1248 la distru sse per in-
tero e pose fine ad ogni indugio. li
15 agosto di quell o stesso an no
l'arcivescovo Ko nrad von Hoch-
staden (1238-1261) pose la prima
pietra del nuovo edific io, che do-
veva essere co nsono al gusto de l
tempo e alle es igenze dei pellegri-
ni, ded ica ndo lo il M ari a Sa nt iss i-
ma e a san Pietro.
La progettazione fu affidata a
mastro Gerhard, un architetto di
probabil i origini frances i, che ave-
va lavorato al ca ntiere dell a catte-
dra le gotica di Am iens. A Co lonia
ripropose molte de lle so luzion i a-
dottate in Fra ncia, apportando pe-
rò innovaz ioni ta li da rendere più
grandiosa la sua creaz ione e fa rne
uno dei pu nti culm ina nti de ll'e-
speri enza re iigiosa gotica. M orto
Gerha:rd nel 1260, i lavori furono
co ndotti prima da l suo assistente
Arn old e poi da l fig li o Johan che
morì nel 1330.
Il co ro era te rm inato nel 1322 ,
mentre il corpo prin cipa le, ini zia-
to solo nel 1350, fu co nsacrato nel
1388. 1lavori furo no interrotti ver-
so il 1560; la facciata e la parte
term inale della navata principa le
rimasero incompiute. Le to rri moz-
ze, sormontate da una enorm e gru
di legno, fecero parte per secoli
de l pànorama dell a città.
1 lavori ri presero nel 1842, sotto
la sp inta di Federi co Gugli elmo IV
di Pru ssia, graz ie anche al ritrova-
mento fortunoso dei progetti origi-
nali che erano inspiegabilmente fi-
nit i a Parigi; la co nsacrazione de l-
la cattedrale fu ce lebrata nel 1848
da ll'arcivescovo card inale Johannes
vo n Geisse l. L' impresa ini ziata sei-
cento anni prima si concludeva nel
1888, e le due torri gemelle svet-
tava no nel cie lo di Colon ia coro-
nate da due immensi gigli di pietra.
' • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • BS GENNAIO 2000 • •

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. ••••••••
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GLOSSARIO
Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente e l'invasione dei barbari ,
ogni forma di attività artistica fu ridotta al lumicino; continuò nell 'esarcato di
Ravenna , posto sotto la dominazione bizantina. Tra questo momento trau-
matico e la rinascita della cultura classica ai primordi del '400, lentamente si
cominciarono a sperimentare nuove formule architettoniche, alcune nate uti-
lizzando le spoglie degli edifici antichi, ma ci furono due grandi momenti sin-
tetizzabili in due modi di fare architettura: il romanico e il gotico. Non pos-
siamo, per ovvie ragioni di spazio, parlare né della rinascita carolingia né di
quella ottoniana.
Lo "stile" ROMANICO nacque in mezzo a mille difficoltà anche tecniche ; len-
tamente però si definì nei suoi elementi costitutivi , fino a giungere alla fioritura
che durò dal secolo Xl al secolo Xlii , dando origine a edifici importanti come
la basilica di sant'Ambrogio a Milano, il duomo di Monreale a Palermo, la
cattedrale di Modena, la basilica di san Marco a Venezia. Quello che colpi-
sce in un edificio romanico è la sua struttura massiccia ma proporzionata; la
facciata è alleggerita da loggette cieche , anche se la muratura piena preva-
le. L'arco a tutto sesto (semicerchio) è il più caratteristico elemento romani-
co , utilizzato anche per impostare le volte sia a botte sia a crociera. Le aper-
ture (porte e finestre) non sono mai ampie e sempre degradanti verso l'inter-
no (questo particolare accorgimento si chiama strombatura) . Nei portali delle
chiese importanti , la strombatura è decorata a fasci di pilastrini istoriati e co-
lonnine. È necessario ricordare che il romanico non fu solo uno stile architet-
tonico , ma pittura, scultura, miniatura, oreficeria e ogni altra espressione
d'arte furono portatrici di caratteristiche tali da essere definite come prodotti
romanici.
Il GOTICO (termine all'origine spregiativo , coniato dagli umanisti del XV
sec.) soppiantò velocemente il romanico , tanto è vero che alcune cattedrali,
iniziate in epoca romanica, furono portate a termine con caratteristiche goti-
che. A differenza del primo, nel gotico domina la leggerezza; gli edifici non
sono più preda della penombra, ma vi domina la luce, espressione perfetta
dell'azione provvidente di Dio verso gli uomini e tutte le creature . Le grandi
cattedrali gotiche furono opera di uomini profondamente consapevoli delle
proprie capacità, desiderosi di sperimentare le potenzialità delle tecniche da
loro elaborate. Non più l'arco a tutto sesto, ma quello a sesto acuto, di forma
lanceolata, diventa il segno distintivo dello stile. Le strutture interne, alte e
slanciate, fatte di esili pilastri e di aeree volte a crociera , sono inondate dalla
luce che proviene dagli ampi finestroni , sovente decorati con trame di mar-
mo e vetri multicolori con scene bibliche e simboliche. All 'esterno, l'edificio
gotico si qualifica per le alte guglie e i contrafforti : pilastri addossati alla strut-
tura dai quali si dipartono gli archi rampanti destinati ad appoggiarsi ai muri
delle navate più alte per contrastare le spinte esercitate dal peso delle volte
a crociera. L'arte gotica, che assunse differenti sfumature secondo i paesi
dove fu praticata e le diverse epoche, fiorì dal secolo Xlii al secolo XV , in al-
•••••••••••••••••••••••••••
li trittico dell'adorazione dei Magi
di Stephan Lochner.
LA MAGIA DELL'INTERNO
L'intern o dell a cattedrale è nel
più puro stil e goti co; i pilastri a
fa sc i spezzano la navata a ritmo
serrato, e si in arca no a formare le
aperture dell e navate laterali , per
ra ggiun gere poi la vo lta a c roc iera
senza l' interru zion e d i co rni c io ni
e di ca pitelli massicci , tanto da
c rea re un senso di continuità con
tutti gli elementi di sostegno. La
parete superiore della navata pri n-
c ipal e, sopra la gall eri a c ieca, è
all eggerita da ampi e fin estre con
vetri istoriati multicolori . Le statue
di Cr isto e deg li apostoli aggrap-
pate ai pil astri del coro, opere pre-
gevoli dell a sc ultura tedesca della
fine del Xlii seco lo, hanno la fun-
z io ne d i moderare la ve rt ica lità al-
trim enti eccessiva.
Le sorprendenti dimensioni este r-
ne dell a cattedrale non creano fa-
stidio; graz ie all ' unità di stil e, la
gran massa di m arm o sembra sol-
levarsi da terra e le du e guglie,
compiute con mirabili punte di
frecc ia, si inn alza no in m ani era
ve rti gin osa. Il po rtico dell a facc ia-
ta prin c ipale sembra aver ha perso
og ni impo rta nza, racco lto com ' è
tra la gran m assa dei ca mpani Ii.
Il Duomo, o ltre l' urn a dei re m a-
gi, co nse rva numerosi e pregevo li
oggetti d' arte. Al c uni esemprari di
o ref iceri a tedesca goti ca e baroc-
ca e arredi per il servi z io liturgico
son o co nse rvati nell a ca m era del
teso ro (Dom sc hatzkammer). Pre-
ziosa reliqui a dell ' arte ottoni ana è
la croce dell 'a rc ivescovo Gero ne
sco lpita prim a del 976. Molto in-
teressa nte è il tri ttico dei re magi,
dipinto da Stephan Loc hner (1400-
1451). Non si pu ò lasc iare la cat-
tedral e senza un a v isita alla tom-
ba dell 'arc ivescovo Konrad von
••••••••••••••••••••••••••••••
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
cune parti d'Europa durò ben addentro il secolo XVI. Ogni espressione del - Hochstaden, il fondatore dell a nuo-
•••••••
l'attività artistica ebbe il sigillo gotico e furono prodotti capolavori d'arte asso-
luti, dai reliquiari fioriti di guglie e smalti alle mirabili sculture dei portali delle
cattedrali ; dalle pitture di Giotto e Simone Martini alle miniature dei fratelli
Limbourg .
va fa bbri ca; la fi gura di bronzo del
presule (del Xlii sec.) è inserita in
un a tomba del XIX secolo .
Natale Maffioli
• • • GENNAIO 2000 BS • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

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<< e aro dottor J., son~ preoc-
cupato per un amico, uno
dei migliori della classe, curioso di
tutto e sempre imbottito di libri, en-
ciclopedie e riviste scientifiche. Era
super preparato su tutto, leggeva
Nietzsche e Kafka, e voleva studia-
re filosofia , il che spaventava un
po ' sua madre, mentre suo padre
diceva che non era un mestiere per
guadagnarsi da vivere. All'impro vvi-
so cambia come il giorno e la notte.
In classe dorme, a casa ascolta
n:wsica e non combina più niente.
E un miracolo se ancora si lava : ha
un look a dir poco lurido, e si è fat-
to bucare la palpebra per metterci
un anello. Ultimamente si è fatto
pizzicare in un grande magazzino :
aveva rubato una sveglia, ma forse
l'ha fatto apposta, perché la sveglia
si è messa a suonare sotto il giub-
botto proprio quando è passato alla
cassa. Gli ho domandato come la
prendono i suoi. Sua madre piange
e suo padre s'interessa solo alle
partite. Poi mi ha detto di aver sba-
gliato vocazione, avrebbe dovuto
fare dello sport. lo l'ho strapazzato,
l'ho trattato da ragazzino, l'ho pre-
so a parolacce, gli ho detto che se
mi avesse voltato le spalle gli avrei
pure dato una pedata nel.. . dere-
tano! Invece ha replicato : "Fai bene
a strapazzarmi. Tu dovresti essere
mio padre ". Ma io non ho che 16
anni... (Giacomo , Trapani)
Caro Giacomo ,
ci si interroga molto sul ruolo del
padre ogg igiorno , perché le cose
sono ormai molto cambiate in seno
alla famiglia . Psicanalisti e altri spe-
cialisti spiegano molto bene il ruolo
che un padre può avere. Personal-
mente, preferisco abbordare la que-
stione a livello generale . Stephen
King nella novel la "Il Corpo ", rac-
conta un aneddoto forse autobio-
I FIGLI
INVISIBILI
grafico . Bob Reiner ne ha ricavato
un film in cui si racconta il passag-
gio dall 'infanzia all 'adolescenza, il
momento che decide come sarà
l'adulto.
Quattro giovani partono alla
ricerca del cadavere di un loro
coetaneo scomparso. Questo com-
porta una serie di prove che fanno
loro scoprire che cos il vero co-
raggio , la vera amicizia. Essi spera-
no di diventare celebri, andare alla
tel evisione , sfuggire alla mediocrità
e all 'anonimato. Tutti hanno un han-
dicap , un padre deficiente : uno è
alcoolizzato , un altro picch ia i suoi
bambini , un terzo è stato chiuso in
manicomio. Essi vivono come se
non avessero avvenire. Uno di loro,
Gordie, divenuto il narratore di que-
sta storia, si definisce "il figlio invisi-
bile". Suo padre non si occupa di
lui , egli non esiste ai suoi occh i.
Non batte suo figlio , fa di peggio: lo
spegne, lo cancella.
Durante la loro gita Chris cer-
ca di persuadere Gordie a fare il
liceo classico per dive ntare scrit-
tore, perché ha una manifesta pro-
pensione a raccontare storie . Ma
Gordie rifiuta in nome di ciò che lui
crede essere l'amicizia : vuole fare
le scuole tecniche per non lasciare
i compagni. Chris si arrabbia, mo-
strando, secondo me, le vere carat-
teristiche di un padre: "Se fossi tuo
padre, non parleresti di iscriverti a
queste cavolate di corsi di commer-
cio! È come se Dio ti avesse fatto il
dono di saper inventare storie per
gli altri, dicendoti: ecco quello che
ho preparato per te, marmocchio, è
il tuo tesoro, fa in modo di non per-
derlo . E tu invece sprechi tutto ...
come se non avessi nessuno a ve-
gliare su di te. Beh, se i tuoi genito-
ri se ne fregano, dovrò occuparme-
ne io". Come vedi , c'è un ruolo da
riempire nella vita di ogni ragazzo ,
e può farlo un genitore , o un altro
adulto , e perfino un compagno . In-
fatti la storia continua che Chris e
Gordie si incoraggiano a vicenda fi-
no ad arrivare all 'università.
Ma, secondo me, il padre è
più credibile per vegl iare sui doni
del figlio . Che una madre abbia in
lu i una fiducia quasi cieca, è nel-
di Jean-François Meurs
l'ordine naturale delle cose. Per un
padre è diverso. Ogni ragazzino in-
tuisce che deve fars i adottare da
suo pad re e un padre deve sem-
pre, in qualche modo, adottare suo
figlio. E la sua è più una decisione,
una scelta che un fatto naturale. Lo
sguardo di un padre conta differen-
temente per un figlio , e credo sia
decisivo per la sua vocazione di
uomo.
Mi sembra, caro Giacomo, che
il tuo amico stia per sciupare la
sua vocaz ione per mancanza di
sostegno da parte del padre . Per di
più , egli ce rca di rendersi visibile
col suo comportamento marginale
e aggressivo , che dovrebbe scate-
na una reaz ione energica. Ma suo
padre non sembra voler rispondere ,
mentre tu lo vedi e reagisci confer-
mandolo nelle sue potenzialità. Nel
racconto di cui ti parlo Chris dice
che i veri amici sono coloro che ti
trasci nano verso l'alto , non quelli
che ti tirano verso il basso .. . Ebbe-
ne l'amicizia è anche una forma di
adozione , addirittura di paternità.
Si è molto parlato del padre
lungo l'anno appena trascorso che
era consacrato a lui . Noi sappiamo
che proprio nel Padre Gesù attin-
geva la forza di donarsi e la con -
vinzione per perseguire la sua vo-
cazione. Il Vangelo fa comprendere
come questo Padre vegl i sui talenti
del figlio . Se c'è un figlio ben for-
mato, e visibile come una luce agli
occhi di tutti , non è forse proprio
Gesù? La scrittura lo dice con chia-
rezza: è il Padre che l'ha risuscitato
e gl i ha dato la "gloria", vocabolo
che io traduco volentieri come
"visibilità ".
O
BS GENNAIO 2000

3.8 Page 28

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MAR/OLA EL
di Maria Antonia Chinello
Mario/a è una giovane
suora polacca,
che vive a Varsavia.
Ha 36 anni e da tre
dirige un programma
per ragazzi e ragazze
alla televisione di Stato.
Il piccolo schermo
è diventato per lei
una magnifica e grande
scuola di religione
con più di due milioni
di alunni per volta.
E' il volto simpatico del sabato
mattina. Il suo son-iso segna
l'appuntamento con più di
due milioni di ragazzi e ragazze po-
lacchi, dai 7 ai 15 anni. Giochi, can-
ti, concorsi, discussioni, teatro ... una
scaletta varia e differenziata è il ri-
sultato di "Ziarno", cioè "Il grano",
il titolo del suo programma. La tra-
smissione è nata nel 1989 come
frutto dell ' intesa tra Chiesa e gover-
no all 'epoca di Solidarnosé. Allora
si~ebbe~i-a--possibilìtà di avere sp zio
per i cattolici nella TV di St to. At-
-...___t.u"""'limente / la trasmissione ha una
fre uenzafsett1manafe e dura 25 mi-
n ti. È ossibil e ved~rla, tramite s -
tellite, anche in altrr paesi olt!ie la
olonia. Inco triamq Mariola du-
rante.&lli.Lsosta a Ronn per appro-
fondire la cono cenza della lingua
italiana. Una hmga chiacchierata per
conoscereuna professione insolita
per una religiosa, ma non per una fi-
glia di Don Bosco che ama e usa i
linguaggi dei giovani, compresi quel-
lo del piccolo schermo:
Quale preparazione hai alle spalle?
Soprattutto una passione innata per
la comunicazione. A cinque anni fa-
GENNAIO 2000 BS
cevo già teatro. Direi che la dram-
matizzazione fa parte dell 'anima
polacca. Basta pensare a Giovanni
Paolo II. Quando ero adolescente
sognavo di fare la giornalista. Poi,
avendo scelto di diventare suora,
credevo di dover cancellare questi
desideri. Per qualche anno ho inse-
gnato religione, poi ho frequentato
l'Università laureandomi in lettera-
tura con specializzazione in teatro e
in seguito due anni di giornalismo.
Sto ancora s diando ..
Per la specializzazi@ne in giorna-
lismo avrei dovuto ifare tirocinio
resso una radio . D@po le prime
rove dovefti arrendermi. A.bituata
ali' espressività corp0rea del teatro,
la comunicazione radiofonica mi
dava l'idea di essere mutilata. Do-
mandai di fare tirocinio in telev isio-
ne. E fu così che qualche mese più
tardi il direttore del programma mi
chiese di assumere la responsabilità
della trasmissione. Non è stato faci-
le, ma ci ho creduto e ci credo tutto-
ra. Con la catechesi potevo raggiun-
gere al massimo 80 persone per
volta, con il programma televisivo
arrivo a più di due milioni di ragaz-
zi, senza contare il coinvolgimento
delle famiglie, delle scuole, delle
parrocchie.
Come costruisci le varie puntate?
Per la sceneggiatura lavoro con
Lidia;""una giovane donna( c e si oc-
cl;Pa' del montaggio , ma è pure
coay,.trice €lei esti. Inf tti , 25 miputi
di trasmissione comportano molto
tempo)'er la stesura di testi e sce-
ne giatura. Occorrono poi un gi0r-
no pe la registrazione del JP qgram-
ma e due per il montaggio E vero
che abbiamo a disposizione una
schiera di tecnici (circa O), però bi-
sogna saperli gestire perché tutto ri-
sulti ben C$OOrdinato-r
Chi sono i vostri ospiti?
Nella maggior parte si tratta di
bambini e ragazzi . Li scelgo , di
volta in volta da luoghi diversi della
Polonia per coinvolgere più zone e
più gente possibile. Oltre ai bambi-
ni , che vanno preparati alla trasmis-
sione, invitiamo persone famose:
cantanti, sportivi conosciuti e amati
dai giov ani, che servano come testi-
monial di fede . Ci coordiniamo con

3.9 Page 29

▲back to top
case editrici cattoliche. Diamo mol-
to spazio alla musica, alla manua-
lità, cioè a tutti gli ingredienti che
riescono a dare un taglio attraente
alla trasmissione, che è fondamen-
talmente una catechesi.
Quali tematiche trattate in
"Ziarno"?
Vangelo, temi liturgici, Giubileo,
ecc. Sono presentati rispettando i
ritmi e il linguaggio della televisio-
ne , che è anche il più recepito dai
ragazzi. Con questo non voglio dire
che banalizziamo o manipoliamo il
messaggio del Vangelo, piuttosto
cerchiamo di inculturarlo nei canali
comunicativi di massa. C poi un
lato molto interessante dal punto di
vista educativo: i piccoli ospiti,
quando vengono per la registrazione
del programma, scoprono i segreti
del piccolo schermo e diventano re-
cettori critici.
Quali prospettive per quest'anno
giubilare?
Stiamo sognando un viaggio in
Terra Santa per un reportage dai
luoghi di Gesù così da rendere an-
cora più efficace il suo messaggio.
Per preparare un programma ancora
più attraente vorremmo poter uscire
dalla redazione e spostarci nelle
zone dove i bambini vivono e stu-
diano, presentando la realtà di tutta
la Polonia.
Il programma ha una buona
audience?
Direi di sì. Oltre che dalle percen-
tuali di ascoltatori, lo si deduce dal
numero delle risposte ai concorsi.
Nell ' ultimo abbiamo ricevuto 25
mila lettere. Il taglio della trasmis-
sione comporta il continuo rinnova-
mento dello stile e della regia, per
mantenerci in sintonia con il mondo
dei ragazzi. Crediamo inoltre che la
"nuova evangelizzazione" esiga I' u-
tilizzo di un linguaggio televisivo in
continua evoluzione. Non per fare
spettacolo, ma perché i ragazzi non
cambino canale e siano interessati al
mes saggio .
Parlando ancora di audience, devo
aggiungere qualche episodio perso-
nale. Quando sono in metro o per
strada, i bambini mi salutano. Qual-
che tempo fa , mi trovavo in una
chiesa per la confessione e un ra-
gazzo mi ha scattato una foto . Te-
lefonandomi o scrivendomi mi di-
cono che sono una suora simpatica,
perché sorrido sempre e vorrebbero
che fos si la loro maestra.
O
(foto: f an Bogacz - Agenzia Telewizyjna)
BS GENNAIO 2000

3.10 Page 30

▲back to top
Açlolescenza
e identità
Gio,'l,'Ìo Tono)o
SIudi e llia:ni,c
di Giorgio Tonalo ,
Il Mulino , Bologna,
1999
pp. 334
Si tratta della più vasta
indagine sull'adole-
scenza mai svolta nel
nostro paese (condot-
ta tra il 1990 e il 1998)
su oltre 12.000 sog -
getti . La ricerca ha
passato al setaccio la
vita dei nostri adole-
scenti per quanto ri -
guarda i loro rapporti
con la famiglia, i coe-
tanei , gli adulti , le isti -
tuzioni , lo studio , il la-
voro , il tempo libero .
La modalità di inter-
pretazione che unifica
l'esperienza adole -
scenziale è quella del-
l'identità, ripresa e rie-
laborata in modo origi -
nale che ne evidenzia
i tratti individuali , le re-
lazioni con altri sog-
getti significativi , l'am-
biente socioculturale.
Si tratta di un prezioso
strumento informativo
a disposizione di quan-
ti sono chiamati a co-
noscere, capire , edu-
care gli adolescenti .
SOGNO UN'EUROPA
DELLO SPIRITO
di Carlo M. Martini
PIEMME, Casale M. (Al),
1999
pp. 316
L'Arcivescovo di Milano in -
dica gli elementi che, secon-
do lui , possono dare una
struttura solida al l' unione
europea. Ora è unita solo
dalla moneta, e quindi mol-
to fragile , perché manca
dei grandi valori dello Spiri-
to, solo influenzata dai mer-
cati e dagli Stati , dalle Re-
gioni e dalle Municipalità.
L'Europa può diventare ve-
ramente "unificata" se po-
trà appartenere agli uomini
e alle donne , se sarà ricon -
ciliata e capace di riconci -
liare , se sarà edificata su
solidi principi morali e per
questo in grado di offrire a
tutti e a ciascuno spazi au -
tentici di libertà, di solida-
rietà, di giustizia e di pace .
CARLO MARIA
MARTINI 1
Sogno un1Europa
dello spirito
Prif.,UMNJi
MnrioMonci
Solo con questi "materiali
di costruzione " (cioè strut-
ture di istituzioni economi-
co/politiche, insieme a quel-
li di ordine spirituale ed
etico) si può sperare in una
vera e significativa Unione
Europea.
IL DIO DI DIO
di Bruna Garofoli-Roberto
Tarquini
Edizioni Segno, Udine, 1999
pp. 184
llnuc Carofoli Rotw-r10 T:1r11uini
La trama di questo roman-
zo , che vuole essere una
via per la comprensione
della realtà umana in chia-
ve mistica, si sviluppa sulla
libertà assoluta di un Dio
che irrompe , trasformando-
la, nella vita del protagoni-
sta. Risponde all 'ansia del -
l'uomo moderno di oltre -
passare i limiti del mondo
esteriore, basandosi sulla
possibilità e sulla gratuità
di una proposta d'amore
che potrebbe essere rivolta
a chiunque. Si descrivono
frammenti di vita che dise-
gnano due storie d'amore
in dialogo con percorsi sto-
rici e spiritual i. Al viaggio
interiore corrisponde un iti-
nerario esteriore che si sno-
da attraverso l'Europa e
che è ritmato da momenti
forti , tra i quali il raggiungi-
mento dell 'unità dei cristia-
ni . Il romanzo, carico di spe-
ranza , punta verso orizzon-
ti nuovi , spronando il letto-
re a pensare in grande.
L'ESPERIENZA
RELIGIOSA
di Zelindo Trenti
ELLEDICI , Leumann (To) ,
1999
pp. 144
È un saggio dedicato ai
giovani che sono desidero-
si di fare chiarezza sulla
propria esperienza, nelle
aspirazioni interiori e se -
grete che attraversano la
loro vita , su una misteriosa
presenza che la fermenta
ed è in grado di illuminarla.
La riflessione parte dal vis-
suto religioso descritto nel-
la sua dimensione colletti-
va, per mostrarne la rile -
vanza e le connotazioni che
esso assume nella vita so-
ciale ; analizza gli studi più
significativi sulla religione
che ne colgono il senso e il
nucleo dell 'esperienza in
quanto tale ; esplora l'atto
di fede che ne costituisce il
cuore. li tutto è analizzato
attraverso un linguaggio pri-
vilegiato e qualificante, e-
spresso dalle grandi figure
della comunicazione reli-
giosa, interprete oggi di un
presagio che risale ai pri -
mordi dell'uomo.
COllANA
)J.fHA.RE 0 1
DIO
"\\__
fWDIO
GENNAIO 2000 BS

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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COMUNICARE: .
DAL CUORE ALLE MANI
Prassi e cultura
della reciprocità
di Grazia Le Mura
Edizioni Paoline, Milano,
1999
pp. 230
INSEGNARE I MEDIA
Didattica
della comunicazione
nei programmi scolastici
di Maria Franca Tricarico,
GS Editrice, Santhià (Vr) ,
1999
pp. 190
~ o~a ~
DON
0G0
s'GG,
GIUSEPPE RAPELLI
IL TEOREMA
Un'idea cristiana
del sindacato
di Carlo Felice Casula
(ed altri)
Studium, Roma, 1999
pp. 248
SOCIO-PEDAGOGICO
SALESIANO
DELLA RIEDUCAZIONE
DEL DETENUTO
Ricerche e testimonianze
di Gerardo Salvatore
Il Calamaio , Roma, 1998
GRAZIA LE MURA
eo~:
dat ctUH'& aL!e numi
l'IUSS I E CU LT URA DELLA RECfl' ROCITÀ
La comunicazione non si
realizza dalla somma "del-
le solitudini di cuo ri prigio-
nieri della propria interiori-
tà". Questa riflessione di-
mostra come una vera co-
municazione mette in rela-
zione le coscienze profon-
de, dove si compie il desti-
no umano: l'interiorità aper-
ta all'esteriorità e comuni -
cante con essa. L'intimismo
come la spersonalizzazio-
ne sono lontani dalla visio-
ne cristiana dell 'uomo . Il
proprio intimo viene rag-
giunto dalla coscienza del-
l'altro , per cu i si stabilisce
una relazione di reciprocità
e responsabilità solidale .
Si diventa uniti nella distin-
zione. Ciascuno è se stes-
so nella misura in cui si do-
na agli altri.
NON SI FA VENDITA PER
CORRISPONDENZA. I libri
che vengono seg nalati si pos-
sono acquistare presso le libre-
rie cattoliche o van no richiesti
dir ett amente all e ri spetti ve
Editrici.
li libro (teorico-pratico) è ri-
volto particolarmente agli
insegnanti e persone impe-
gnate nella comunicazione
audiovisiva. Offre indicazio-
ni teoriche e pratiche per
ripensare le discipline della
scuola come aree di signifi-
cato che si relazionano con
i mezzi di comunicazione .
L'au trice li vede sia come
oggetto di apprendimento
che come occasione per
migliorare la qualità dell'in-
segnamento/apprendimen-
to . Infatti propone attività
ordinate ad aiutare gli alun-
ni ad acquisire conoscenze
ed a sviluppare abilità ne-
cessarie per interpretare le
modalità con cui questi "me-
dia creano la realtà e la rap-
presentano". In quest'ottica
le attività suggerite fanno
appello all 'apporto di tutte
le disc ipline scolastiche
trad izionali .
Rileggere la sto ri a di un
grande sindacalista (alla
luce delle recenti visioni
conflittuali del sindacato
italiano) può portare un po '
di luce sul problema degli
autentici diritti dei lavorato-
ri. Giuseppe Rappella è sta-
to uno dei protagonisti
della ricostruzione demo-
cratica dell'Italia e fondato-
re delle ACLI torines i. La
rilettura del suo pensiero -
attraverso i suoi saggi più
rappresentativi - e dei prin-
cipi sociali cristiani , dà l'oc-
casione per un'attuale ri-
flessione critica: la sua pa-
rola ed il suo stesso itinera-
rio esistenziale qui appaio-
no come un vero testamen-
to morale , che richiama a
riflettere sulle contrastate
vicende del nostro sindaca-
lismo : come essere cristiani
nella nascente società del-
l'informazione ; con quali i-
niziative sociali , con quali sti-
li organizzativi , con quali
messaggi .
Anche se il testo non è re-
centissimo, è utile farlo co-
noscere perché traduce il
sistema di rieducazione dei
detenuti , nello stile educati-
vo di Don Bosco, di cu i l'au-
tore è simpatizzante. A tem-
po pieno si impegna nel re-
cupero socio/culturale dei
detenuti soprattutto giova-
ni . Il reinserimento sociale
dell'ex/detenuto costituisce
un progetto di grande por-
tata socio/pedagogica che
trova sostegno nella mo-
derna legislazione tratta-
mentale penitenziaria. L'im-
pegno e le testimonianze
sono di sprone a tanti ope-
ratori impegnati nei corsi di
formazione professionale
per detenuti. E ciò , oltre a
conferire connotati di uma-
nità alle leggi , misura il gra-
do di crescita di una so-
cietà democratica fondata
sui valori dell'uomo .
BS GENNAIO 2000

4.2 Page 32

▲back to top
LII/E
Suf monti Sibillini una via giubilare quasi sconosciuta ritagliata in un paesaggio fiabesco.
BELLO flCILE
AIVI EDlf MINO
IL C
10 1111onie11
d\\ G\\ancot
Un romitorio in un luogo
impossibile, difeso dai misteriosi
monti Sibilla e Priora, regno di orsi,
vipere, lupi e... malviventi.
Abitato da monaci e frequentato
da pellegrini in viaggio per Roma.
L'eremo di San Leonardo
ha una storia da raccontare,
e lo fa attraverso padre Pietro,
eremita di oggi che ha ridato vita
al luogo. Da solo.
In vent'anni di duro lavoro.
1 11 fiume Tenna scorre
impetuoso in mezzo
a una natura selvaggia.
I , occhio si perde nel verde dei prati e dei boschi ,
I . nell'azzurro del cielo, nel grigio selvaggio delle roc-
ce, l'orecchio ascolta fruscii sconosciuti, gridi di uccelli
predatori , scrosci potenti di ruscelli montani, fragore di
cascate. Un sentiero s'incunea tra questa natura, l'attra-
versa, la descrive e talvolta scompare quasi intimidito
dall'asprezza del luogo. La via giubilare dei Sibillini ha
origini. .. pagane . Un tempietto dedicato a una divinità
boschiva confortava i viandanti che s'avventuravano sul
Golubro (o Volubrio) , la via più breve per arrivare dalle
zone adriatiche alla Valnerina e imboccare la strada per
Roma. Alcuni toponimi la dicono lunga sull 'idea gene-
rale del luogo: lnfernaccio , Passo Cattivo, Pizzo del
Diavolo, Roccaccia, Banditella, Fonte Cupa, per non
parlare delle Pisciarelle e del Merdario ...
Luogo orrido e splendido difeso da dirupi e pareti a
picco, gole e fossi , massi , petraie e boschi con declivi
impossibili ; violato solo dal sentiero che "da Amandola
costeggiando il fiume Tenna dalla parte più assolata,
raggiungeva Tre Ponti sotto Montefortino. Da qui pro-
seguiva in alto verso i campi di Vetice, attraversava un
folto bosco di lecci, il passo della Votrara, e scendeva
a fosso Rio per risalire poi fino al pianoro di San Leo-
nardo , e proseguire verso Capotenna e il valico di
Passocattivo" che precipita sulla Valnerina.. . Muschi e
licheni, viole e ciclamini , faggi e carpini , faine e lontre
gufi , civette , assiuoli accompagnavano il viandante ,
mentre il falcotennaculus scrutava sospettoso dall'alto. -
GENNAIO 2000 BS
Padre Pietro indica l'antico sentiero giubilare.

4.3 Page 33

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La stanza del pellegrino.
Le due facce della medaglia giubilare ritrovata tra
le macerie della stanza del pellegrino a San Leonardo.
UNA VIA BREVE PER ROMA
Un vero purgatorio quel percorso, ma frequentato : pa-
stori in transumanza, commercianti, briganti , soldate-
sche , girovaghi e pellegrini ; da che mondo è mondo la
gente ha sempre cercato la via più breve per arrivare
alla meta, sia essa un pascolo, un mercato, una città,
un santuario .. . S. Leonardo era tappa obbligata; pres-
so i monaci eremiti si poteva trovare ospitalità, ristoro
e rifornimento , secondo l'antica regola benedettina :
" Tutti gli ospiti che giungono siano accolti come Cri-
sto"; era dunque una manna per chi s'inerpicava sul
Golubro verso Passo Cattivo per i suoi traffici , i pascoli
o le devozioni ; e anche se "per dormire bene oltre alla
stanchezza bastano tre pietre, una sotto il capo che
serva da cuscino, una sotto il culo per difenderlo da/-
l'umidità e la terza sotto i calcagni!" , il tavolaccio dei
romiti era infinitamente meglio. Ancora più frequentata
la difficile via doveva essere durante gli anni santi , da
pellegrini provenienti dal Piceno e dagli Abruzzi. Una
fatica che valeva la pena sopportare per dare senso al
viaggio giubilare . Padre Pietro , che ha fatto risorgere
l'eremo mattone su mattone , ha rinvenuto tra le mace-
rie della stanza degli ospiti una medaglia del Giubileo
del 1625 evidentemente dimenticata o perduta da un
pellegrino di ritorno dall'Urbe.
S. Leonardo era già abitato all 'epoca romana . La pro-
va del carbonio 14 fa risalire alcuni reperti murari al
11/111 secolo a.e . Scalzata la dea dei boschi e piazzata
la croce , i monaci cominciarono a dissodare , curare
campi , selve e prodotti della terra, e a insegnare , cer-
cando di migliorare le condizioni della gente che vive-
va più in basso . Molti accorrevano chi a imparare , chi
a confidarsi , chi a farsi curare lo spirito ma anche il
corpo . , perché al monastero c'era l'infermeria con le
piante medicinali scrupolosamente coltivate (rosma-
rino , salvia, menta piperita, ruta , giaggiolo ... ) e i mo-
naci "infermari " che usavano magistralmente decotti ,
tisane , infusi di loro produzione , "curando gli infermi
come Cristo".
IL DECLINO
Il declino iniziò nel XV secolo . Beghe e intrighi politici
di signori senza scrupoli , aiutati dal sistema "commen-
datario" vigente - per cui le rendite ecclesiastiche ve-
nivano assegnate a cardinali e prelati che le impiega-
vano per ville lussuose , quadri , cacce , ecc. - condan-
narono molti monasteri compreso San Leonardo all 'ab-
bandono . Nel secolo XVI l'eremita Paolo Giustiniani lo
trovò cadente , ma adatto ai "romualdini " e vi trasferì
nel 1522 sei monaci trasformandolo in cenobio : " Le
celle devono avere uno studiolo, una cappella, una
loggia ; ma piccolo piccolo". si svolse il loro lii Capi-
tolo Generale che stabilì che i romiti portassero la bar-
ba : "e nessuno altrimenti si permetta di accorciar la
barba col rasare a uso dei secolari". Il romitorio ripre-
se un po' di vita e i monaci continuarono ad alloggiare
quelli che percorrevano "la strada che duce a Roma".
A San Leonardo dimorarono , fuggiaschi , i fondatori
dell 'ordine de i cappuccini , Matteo da Bascio e Ludo-
vico da Fossambrone , che forse proprio lì presero lo
spunto per la " venerabilis barba cappuccinorum", su
cui scherzò , in musica, anche Mozart. Peccato che so-
lo 40 anni dopo anche i romualdini abbandonarono la
"pericolosa e ribiliosa strada", sia per "la ripidezza et
asprezza del luogo et neve quasi insopportabile, la dif-
ficultà di addurci su le robbe", sia per la presenza di
"lupi, orsi et altre belve selvagge", sia per le continue
vessazioni di "fuorusciti et uomini scellerati, omicidiarii,
condannati e banditi, discoli e ribelli". Nemmeno il
marchigiano Sisto V riuscì a sanare la piaga nonostan-
te la dichiarazione di intenti : "Finché vivrò tutti i brigan-
ti devono morire". Chiuso il romitorio , alcuni malviventi
l'incendiarono, ma il Capitolo Generale del 1573 stabilì
di "ricoprire una stanza di quelle che sono state bru-
ciate a beneficio de ' viandanti' , a riprova che la via do-
veva essere di estrema convenienza per raggiungere
l'Urbe".
STORIA, LEGGENDA E... PADRE PIETRO
Anche "nel bel paese da li dolci colli " dunque esisteva
una via giubilare e siamo felici di scriverne . Via poco
nota, su cui hanno arato storia e leggenda. Qui si rifu -
giò Cecco d'Ascoli , in fuga da un'inchiesta sui malefici
in cui era, pare, maestro . Nelle vicinanze, si favoleg-
gia, fece tappa Guerin Meschino in cerca della sua
identità, per raggiunse la grotta delle fate sul monte
della Sibilla, antro e dimora della maga Alcina. Oggi
l'antico eremo rivive , grazie, dicevamo , al cappuccino
padre Pietro, "eremita del 2000". Egli ha ridato visibi-
lità religiosa all 'antico romitorio: lì celebra , ascolta,
assolve, conforta ; lì riceve l'aiuto di volontari ; lì prega
e si riempie di Dio contemplando l'eterna maestà delle
montagne .
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
G. Crocetti, S. Leonardo, l'eremo dei Sibillini, Ed. Voce
del Santuario Madonna dell'Ambra, Montefortino 1978;
A. Lavini, Lassù sui monti, Ed. Truentum, AP.; Alesi
Calibani, Il parco nazionale dei Sibillini, le più belle
escursioni, Soc. Ed. Ricerche; AA. VV. , La storia tra
storie e leggende: i monti Sibillini nelle fonti storiche e
letterarie, Ed. Marane, Ripatransone AP 1990.
BS GENNAIO 2000

4.4 Page 34

▲back to top
COME DoN Bosco
l'educatore
di Bruno Ferrere
....
SE LAREALTA
È COSÌ DURA...
(DEVO LASCIARE CHE MIO FIGLIO Cl SBATTA CONTRO?)
Al tempo in cui tutti andavano scalzi, un grande capo indiano,
che aveva i piedi sensibili e poco buon senso, soffriva molto
dovendo camminare sui sassi e sul suolo rugoso del territorio
della sua tribù. Dopo averci pensato, prese una solenne
decisione. Ordinò ai suoi guerrieri di cacciare tutti i bisonti
del paese per coprire con le loro morbide pelli l'intera superficie
del suo territorio. Non potendo cambiare i suoi piedi, avrebbe
cambiato il suolo! A costo di sterminare l'intera specie
dei bisonti ... Il popolo ne fu sconcertato. Una delegazione
di guerrieri si recò dal vecchio e saggio sciamano della tribù
a chiedere consiglio. Lo sciamano rispose: "Consigliate al capo
di tagliare due piccoli pezzi di pelle di bisonte per proteggersi
i piedi. Dovunque vada, non avrà più male ai piedi".
Così nacquero le scarpe.
Molti genitori ragionano come
il grande capo della storiel-
la. Vorrebbero "foderare" il
mondo affinché i loro bambini non
rischino di ammaccarsi contro la
realtà . È necessario invece appli-
care il consiglio dello stregone : "fo-
derare" adeguatamente la mente e
il carattere dei figli. Il dono più im-
portante e necessario che i genitori
possono fare ai figli è il senso di
responsabilità. Soltanto loro posso-
no dotare i figli di questo "fonda-
mentale umano": il mondo circo-
stante si dimostra sempre più inca-
pace di responsabilizzare i cittadini
e per mantenere l'ordine sociale si
affida alla forza pubblica.
la propria decisione e sentirsi quin-
di responsabile delle proprie azioni.
Con un po' di immaginazione si pos-
sono mettere i bambini nella condi-
zione di "provare" che cosa signifi -
ca optare per una determinata scel-
ta piuttosto che per un 'altra. Che
cosa possiamo fare quando il bam-
bino si comporta male? Che succe-
de se la madre si dimentica il dolce
nel forno? Ne deriva logicamente
che il dolce si brucia: è una conse-
guenza naturale della sua smemo-
ratezza . Così, se lasciamo che il
bambino conosca per prova le con-
seguenze dei suoi atti , realizziamo
una situazione istruttiva che è o-
nesta e reale .
Le conseguenze naturali rappre-
sentano la costrizione operata
dalla realtà , senza nessuna azione
specifica da parte dei genitori , e
sono sempre efficaci. Per esempio,
dormendo troppo a lungo, un bam-
bino arriverà in ritardo a scuola per
forza di cose e dovrà affrontare l'ira
dell'insegnante. Guido a quattro an -
ni infilava le scarpe regolarmente
nel piede sbagliato , il che dava
piuttosto fastidio alla madre. "Per a-
mor del cielo, Guido ; quando impa-
rerai a infilarle come si deve! Vieni
qui". Poi la madre lo metteva e se-
dere e gli scambiava le scarpe . La
madre può infilarsi in una situa-
zione confl ittuale con il figlio oppure
decidere di adottare le conseguen-
ze naturali e logiche . I piedi sono
quelli del figlio , non i suoi. Se lei
non interverrà, Guido avrà inevita-
bilmente una prova di quanto sia
scomodo camminare in un paio di
scarpe infilate al piede sbagliato .
Quando noterà che le scarpe sono
calzate a dovere per la prima volta,
la madre potrà dire tranquillamente
come sia soddisfatta che il figlio
adesso sappia come fare . Non c'è
altro da dire : basterà questo per
I bambini devono poter prendere
decisioni per abituarsi a operare
delle scelte. Molti genitori, di solito
spinti dall'assillo della fretta, preferi-
scono decidere al posto dei figli e
imporre le scelte che li riguardano
attraverso l'ubbidienza, minaccian-
do le inevitabili punizioni . La perso-
na responsabile invece si forma con
un lungo tirocinio (e quasi sempre
con qualche ammaccatura morale)
e non con le minacce, le prediche,
le punizioni o le ricompense . Ri -
compense e punizioni negano al
bambino l'opportunità di prendere
GENNAIO 2000 BS

4.5 Page 35

▲back to top
il genitore
di Marianna Pacucci
dare a Guido il riconoscimento del
risultato e la spinta a continuare nei
suoi tentativi. Molte volte i genitori
non dovrebbero far altro che chie-
dersi: "Che cosa sarebbe successo
se non fossi intervenuto?" I compiti
non fatti provocano l'indignazione
dell 'insegnante ; i giocattoli distrutti
sono buttati via, e non sostituiti ; se
la cena è fissata per le ore 19 non
c'è possibilità di mangiare successi-
vamente ; i vestiti non gettati nel
cesto della biancheria sporca non
vengono lavati ; e così via. Se vi è
di mezzo il pullman della scuola, i
bambini in ritardo dovranno andare
a piedi , anche se la strada è lunga.
Ne hanno l'energia sufficiente.
SI STA DAVVERO MALE
FUORI CASA?
Non so se è il mammismo a impedire ai figli di vivere fuori casa
in modo sereno o se piuttosto i ragazzi di oggi preferiscano
la famiglia-rifugio ad un faticoso allenamento alla vita sociale.
È certo però che giovani e adulti condividono una radicata
diffidenza verso l'ambiente esterno, di cui si valutano solo
i pericoli e i problemi, piuttosto che le risorse e le opportunità.
Occorrono attenzione ed equili-
brio. Le conseguenze logiche e na-
turali si possono applicare solo se
non esiste un vero, pericolo per l'i n-
columità dei figli. E importante an-
che ricordare che una volta stabilita
una "legge" con una conseguenza
logica del tipo "La biancheria spor-
ca che non viene riposta nel cesti-
no apposito non sarà lavata", an-
che i genitori sono tenuti ad osser-
varla. Una mamma chiese al figlio ,
due anni, di riporre i vestiti sporchi
nel cesto della biancheria. Il bambi-
no la guardò senza capire, allora la
mamma spiegò : "... dove mettiamo
le cose da lavare". Ebbe un lampo
negli occhi , raccolse i vestiti, andò
dritto in camera dei genitori e li de-
positò sul pavimento , dalla parte
del papà.
Quando si usa il termine conse-
guenze logiche i genitori ne frain-
tendono spesso il significato, consi-
derandolo un nuovo sistema per
imporre ai figli le proprie esigenze. I
bambini, invece , lo vedono come
una punizione camuffata. Il segreto
sta nella tecnica di applicazione ,
che contempla una ritirata impar-
ziale da parte del genitore, il quale
consente così che si instauri una
logica sequenza di avvenimenti.
L'applicazione accurata e coerente
di conseguenze logiche è spesso
efficace , e può risolversi in una
stupefacente riduzione dell'anta-
gonismo e in una maggiore armo-
nia del rapporto familiare. I bambini
afferrano rapidamente la giustizia
che impronta le conseguenze logi-
che e in genere le accettano senza
riserve e senza rancore.
O
L a nostra esperienza familiare
è stata impostata un po ' di-
versamente , sin da quando i
figli erano piccoli. Mi sono detta
subito che non avrei reso loro un
buon servizio proponendo l'idea di
una società malata, sbagliata, dalla
quale tenersi alla larga. A parte il
fatto che questo tipo di presenta-
zione è un bell 'autogol per noi a-
dulti (dove eravamo mentre il mon-
do andava alla deriva?) , mi è parso
che la logica del tipo "noi della fa-
miglia siamo buoni e bravi mentre il
resto del mondo fa schifo", avrebbe
spinto i figli a coltivare un'altezzosa
quanto penalizzante emarginazione
rispetto alla realtà circostante. Ho
ritenuto più onesto , e soprattutto
più cristiano , far capire loro che
siamo tutti nella stessa barca, con
qualità che devono essere valoriz-
zate e limiti che occorre imparare a
superare con l'aiuto reciproco . Que-
sta corresponsabilità non basta av-
vertirla e viverla dentro le mura do-
mestiche, dove spesso è facile in-
staurare un clima di collaborazione;
se si crede veramente in questo
valore , bisogna farne uno stile di
vita che valga in tutti i contesti.
Certamente nel rapporto con
l'esterno servono buoni strumenti
di navigazione : bussole, mappe e
braccia robuste per navigare al
largo senza perdere la direzione di
marcia e il senso della meta. Per
questo ci siamo impegnati, chie -
dendo la collaborazione di scuola e
BS GENNAIO 2000

4.6 Page 36

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parrocchia, a dotare i nostri figli di
capacità critica, attitudine a deco-
dificare i segni dei tempi , disponi-
bilità a progettare e realizzare
nuovi modell i di convivenza piut-
tosto che limitarsi a consumare
quelli disponibili e ormai usurati.
Oltre a tutto questo, ci è sembrata
fondamentale , per vivere nella so-
cietà, una grande passione . Non
è facile , di questi tempi, fare inna-
morare i figli della società in cui
vivono, così come è molto impe-
gnativo insegnare loro ad amare
la vita. Credo però che le due co-
se non debbano essere separate,
né sul piano della comunicazione
né su quello della testimonianza,
perché sono interdipendenti.
Per essere protagonisti di una
sollecitudine fattiva verso l'ambienc
te circostante , è opportuno che
noi adulti mettiamo da parte il di-
sincanto che ci impedisce di rim-
boccarci le maniche. Forse non ci
farebbe male ravvivare la memo-
ria della nostra giovinezza, ripren-
dendo alcuni temi cari al Sessan-
totto, di cui ci siamo troppo fretto-
losamente e furtivamente liberati
mentre cercavamo di recuperare
il tempo perduto rispetto all'illuso-
rio traguardo del successo.
Se tornassimo ad interessar-
ci sinceramente di ciò che acca-
de dentro e fuori casa, potremmo
riscoprire anche il valore positivo
del conflitto. Piuttosto che invitare
i ragazzi all'individualismo e ad
una pace che in realtà è solo ras-
segnazione verso le ingiustizie
del mondo , dovremmo incorag-
giarli a una partecipazione attiva,
attraverso cui imparare a non tra-
dire le loro convinzioni etiche ,
neppure quando devono rimetter-
ci di persona. Il ruolo di noi genitori
non consiste nel fasciare la testa
ai figli , magari prima ancora che
sbattano contro la durezza della
realtà, ma nel rinforzare i loro mu-
scoli perché possano manipolare
la realtà rimodellandola secondo i
loro sogni più belli. La nostra ge-
nerazione può giungere solo alla
soglia del mondo in cui abiteran-
no i giovani , ma avremmo molte
meno ansie, se potessimo lancia-
re un'occhiata compiaciuta su una
realtà più vivibile e umana.
GENNA/0.2000 BS
CARTA DI COMUNIONE
di Piero Borelli
COLLANTE DJ
SPIRITUALITA
~ - - _.,,;--...
I, /·.·/,C,:,/:<:'J,,-'-,,.<c-.,_.-),~'C~~.:;:\\·1;"r\\:I·,r:1''1:'.-';,_-l\\-.. -:-·
\\ : - i / 1 / - 11,-
~'..!~//
I\\_),-.) I/
1~'--,'J
,,~,i.~:_)/!
1,\\~~?' I I'..,,, -~
i (, -
A ~-: . .
~ ,.l'j~
L'artico/o 32 apre gli orizzonti oltre
\\\\~) \\\\ ·· '•; ,
il proprio gruppo e il proprio interesse. ,f--t- \\,
Ci si scopre, così, parte viva e attiva del flusso
vitale di tutta la congregazione e de/l'intera Chiesa, con un compito
specifico: "aggregare" per riconoscersi appartenenti a un'unica
grande famiglia tenuta insieme da una spiritualità peculiare.
Articolo 32: "L'apertura a un più
vasto movimento salesiano".
O La famiglia salesiana completa
il carisma di Don Bosco e ne espri-
me, attraverso le tante ramifica-
zion i, gli aspetti di significatività
che emergono dall 'evo lversi della
sua storia. Non vive per se stessa,
ma in funzione dell'amore di Di o
ve rso i giova ni che cost itui scono
la sua ragion d'essere. Forte della
sua carica interiore, è chi amata a
testimoniare un Amo re capace di
co in vo lgere i giova ni fino al punto
che anch'essi sentano il bisogno di
farne esperi enza lungo l'arco della
propria vita.
O La Famiglia Salesiana, nucleo
forte e organizzato, non esa urisce
in la car ica car ismatica, bensì
cerca di aggregare attorno a sé per-
so ne amic he e si mpatizzanti che
oper ino nell o spir ito e nell o st il e
sa lesia no dentro, fuori e attorno a
realtà giovanili gestite da salesiani
e sa les iane, ma anche, perché no?,
da istituzioni civili e religiose di-
verse. dove ci sono giovani c'è
la Famiglia Salesiana ... Gli "Ami ci
di Don Bosco" sono innumerevoli
nel mondo, e trasmettono nell a
realtà di ogni giorno il ri cordo vis-
suto di un a simpatia e di una sti -
ma sorte dall'aver in co ntrato sul
loro ca mmino il metodo preventi-
vo e all'averne tratto giovamento.
O Soprattutto in questi ultimi
decenni, dopo il Conc ilio che ha
ril anciato, attraverso i laic i, l'atten-
zione operosa dello Spirito Santo
nell a Chi esa, il " mov imento sale-
siano" va diffondendosi per il ri co-
noscimento dato alla pedagogia di
Don Bosco.
Il mondo ca mbi a e disorienta, ma
i giova ni , tra fragilità e spudora-
tezza di attegg iamenti , porgono
costa ntemente all a Chi esa un ' ac-
co rata domanda d'amore. C'è una
copiatura in corso, ci sembra ...
Infatt i es iste tutto un vo lon ta ri ato
che tenta di esprimere, anche lai-
ca mente, il fri zza ntin o propr io
dello sp irito di Do n Bosco. Alla
Famiglia Salesiana, perciò, spetta
il co mpito, ardu o e affasc inante, di
essere collante di spiritualità.
I
Il ~ruppo di volontari laici della 129' spedizione missionaria,
qui con don Ferdinando Colombo e il r.residente del VIS
(Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) dottor Raimondi .

4.7 Page 37

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ANNO SANTO
\\/5D1, GUESTO
È
tJ,J T IPICO
GSEMPlo DI
wGIARDl,JO ALL'ITALIAJJA"

4.8 Page 38

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L'anno dei grandi pellegrinaggi: i viaggi verso i luoghi santi sono
LE SANTE STRADE di Nicola Follieri
- Pellegrini di oggi.
I 1 pellegrinaggio a Roma inizia a
diventare un fe nomeno religioso
di vasta portata in occasione del
primo Anno Santo della storia, in-
detto per ini ziativa di papa Bonifa-
cio VIII nel 1300. In Occidente si
prende sempre più coscienza, a par-
tire da quell 'epoca, di un a pratica
ascetico/penitenziale che faceva del-
la Roma dei papi una meta ambita,
I Una rappresentazione del volto
santo chiamato "Veronica "
che veniva esposto nella basilica
di S. Pietro a Roma.
GENNAIO 2000 BS
I Insediamento fortificato di Spedaletto (Siena).
La struttura ospitaliera meglio conservata lungo
la Via Francigena in Toscana.
soprattutto dopo che il pellegrinag-
gio d'oltremare non era più consi-
gliabile e sicuro. Era infatti andata
perduta ogni speranza di fermare
l'avanzata dei turchi , divenuti ormai
i nuovi padroni di Gerusalemme
dopo la schiacciante vittoria di Acri
nel 129 1 contro i crociati. Per que-
sta rag ione si ridusse drasticamente
il numero dei fedeli diretti verso la
Terrasanta e si intensificò maggior-
mente il pellegrinagg io a Roma e a
Santiago di Compostella.
IL CENTRO
DELLA CRISTIANITÀ
La fo rza di attraz ione di Roma,
dove era venerata la tomba dell 'a-
posto lo Pietro, si rivelò superi ore a
ogni aspettativa. Il prestigio e l'au-
tori tà del papa erano talmente cre-
sci uti che Roma divenne il centro
indiscusso della cristi anità. A ric hia-
mare fi um ane di pel legrini erano
inoltre l'acqui sto dell ' indu lgenza
plenaria e la devozione a part ico lari
reliquie. Ben due secoli e mezzo
prima che si celebrasse il Giubileo,
l'abate islandese Nikul as di Mun-
kathvera, in una nota di un suo
viaggio a Roma fatto nel 1154, scri-
veva: "Dove si trova il seggio papa-
LA
VIA
FRANCIGENA
V Francigena
com-
L'itinerario_della . i~i strade che sotto
prendeva ,1. tasc10 obarda prendeva
la dominaz1~n~.1~gnte Bardane (0991
il nome d1 Via . I ol uale s'indica-
Passo della c,sa) , e -~co che colle-
va il tracciato app~~;~ana. A sud di
gSsae.ievnnaaa,Ppeaorvai•i,a.pnreeeiv1lp.asrteosos·,1ri.tardavecalc\\oaargdoRoodcmioaBn.oI\\Aa-
Via Cassia eh~ P Via Fracigena
Nord della penisol·fo'~ei valichi alpini
prevedeva ,1 transi do e del Monce-
del Gran S_an Be(n~~I San Gottardo,
nisio o dei passi em ione , che ,m-
del Brennero_e del ~ntlnella pianura
mettevano dire~g; la Via Francigena
padana. Nel_.1 rtante deviazione_a
cnoonrdobdb1.e su·,enn,ma·poInvecsetradd'1a ppruonsteagvuair·ien
attraverso l'Amo , la e attraverso il
direzione d1 Fir~nz~ru~iata si colle-
passo dell'Osteria Lungo ' il tragitto
gava con _Bolognaiena-Roma, che ~':
Bologna-F1renze-:3 . ad oggi il p1u
sulterà per secoli tt';~zato, si incam-
breve e m_egl1ieg\\ni di tutta Europa.
minavano I pe
le, vi si conservano il sangue di Cri-
sto, la veste di Maria e gran parte
de lle ossa di san G iovann i Battista;
( . .. ) frammenti della corona di spi-
ne di Cri sto e dell a sua tunica e
molte altre sacre reli quie, conserva-
te in un unico grande vaso d'oro".
La reliquia che esercitò più fasc ino

4.9 Page 39

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una costante cristiana.
sui pellegrini fu quella della "Vero-
nica", un panno che una donna di
nome Veronica usò per asciugare il
volto di Cristo durante la salita al
Calvario. Su quella stoffa la tradi-
zione riteneva che si sarebbe im-
pressa l'impronta del volto o "vera
immagine di Cristo" , da cui il ter-
mine "Veronica".
San Rocco in abito da pellegrino
(di Tanzio da Varallo).
IL PELLEGRINAGGIO
DELLE ORIGINI
Il pellegrinaggio (dal latino peregrina-
tio, che significa : viaggio o soggiorno
all 'estero) è una pratica religiosa che
fonda le sue radici nel racconto bibli-
co della vocazione di Abramo : "Parti
dal tuo paese e va' nella terra che io
ti mostrerò" (Genesi 12,1). Dall 'origi-
naria esperienza itinerante del patriar-
ca Abramo la tradizione giudaica e
quella cristiana (che trova in sant'lre-
neo, vescovo di Lione vissuto all 'in-
circa tra il 135 e il 203 , un eccellente
teologo del pellegrinaggio) hanno ap-
profondito la dimensione religiosa di
chi compie un pellegrinaggio: quella
cioè di vivere sulla terra come uno
straniero che ha la sua vera patria
solo in Dio. Nella prima lettera di Pie-
tro è infatti riportata la seguente frase
riferita ai primi cristiani : "siete come
forestieri e viandanti sulla terra". Il
pellegrinaggio rimane comunque per
i cristiani non semplicemente un viag-
gio verso un luogo santo ben definito,
ma una disposizione interiore di con-
versione e di adesione al Vangelo.
PELLEGRINI E NON SOLO
Le strade erano percorse oltre che
dai pellegrini anche da mercanti, sol-
dati, messaggeri , contadini, religiosi e
briganti. Per i pellegrini le tappe gior-
naliere erano di circa 20-30 km . Esse
potevano aumentare o diminuire a se-
conda della pericolosità della strada
o delle condizioni climatiche. I mes-
saggeri , dotati di cavalcatura e quindi
più veloci negli spostamenti , poteva-
no raggiungere i 60 km . Chi traspor-
tava le merci marciava dai 15 ai 40
km al giorno. Motivi naturali (terremo-
ti , frane , straripamenti di fiumi , piog-
ge, paludi) o bellici (guerre , passaggi
di eserciti) o d'incolumità personale
(onde evitare agguati e aggressioni di
briganti) inducevano ad abbandonare
un tracciato per un altro più sicuro.
Tragitti collinari o a mezza costa era-
no preferiti nella stagione fredda. Le
discese a valle avvenivano quando la
temperatura era più mite . Lungo i fiu -
mi e i laghi vi erano traghetti e più ra-
ramente ponti.
LE STRADE
CHE PORTANO A ROMA
Il cronista fio rentino Giovanni
Vill ani quantificò in duecento mila
persone, provenienti da "cotanti e
diversi paesi, di lungi e d 'appresso",
l' affluenza giornaliera dei pellegri ni
a Roma. Tanta concentrazione di fe-
deli non sarebbe stata possibile se
non fossero esistite una complessa
rete stradale e un sistema di punti di
sosta, che offrissero ai romei (erano
chiamati così i pellegrini diretti a
Roma) ospitalità e assistenza. Ospi-
zi, ospedali, chiese, abbazie, fore-
sterie, locande, ton-i e castelli sorge-
vano lungo questa rete di strade, at-
trezzati per rispondere alle esigenze
pi ù varie dei pellegrini. Le strade
del tempo non erano però rettilinee
e regolar.i come quelle di oggi. Gli
itinerari medievali erano praticati
all ' interno di un ' area di strada ca-
ratterizzata da un fitto reticolo di
tragitti alternativi e precari , che as-
sicuravano ai viandanti diverse pos-
sibilità di cammino. L'asse viario
priv ilegiato, che collegava le città
dell 'Europa del Nord con Roma e
viceversa, era la Via Francigena o
Romea (denominata indifferente-
mente nell ' uno o nell ' altro modo a
seconda dell a direzione di marcia).
In alternativa a questa strada princi-
pale esistevano altri itinerari . Essi
utilizzavano per esempio i valichi
del Casentino dell 'area umbro-mar-
chigiana, i transiti dell a Val Chi ana
o Tiberina che avevano ereditato
tratti dell a Via Flaminia, e a sud di
Roma dirette verso l 'Oriente la Via
Appia con le sue deviazioni , fra le
quali il tracciato Velletri -Piverno
per evitare le paludi Pontine, e la
Via delle Gravine o Appia-Traiana
che, attraverso i tratturi dell a transu-
manza, si collegava con la Tiburti-
na -Va leria.
Quarta opera di misericordia corporale: alloggiare i pellegrini
(terracotta smaltata di Giovanni della Robbia).
BS GENNAIO 2000

4.10 Page 40

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PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
Notifichiamo che la Direzione
Generale Opere Don Bosco con
sede in Roma , riconosciuta con
D .P.R. 2-9-71 n. 959, e l'Istitu-
to Salesiano per le Missioni
con sede in Torino, avente per-
sonalità giuridica per Decreto
13-1-1924 n. 22, possono rice-
vere Legati ed Eredità.
Queste le formule:
se si tratta di un Legato
a) di beni mobili
" ... Lascio alla Direzione Ge-
nerale Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all ' Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) a titolo di legato la
somma di f .. .. per i fini istitu-
zionali dell 'Ente".
b) di beni immobili
" . .. Lascio alla Direz ione Ge-
neral e Opere Don Bosco, con
sede in Roma (o all'Istituto Sa-
lesiano per le Missioni, con sede
in Torino) l' immobile sito in ...
per i fini istituzionali dell'Ente".
Se si tratta invece di nominare
erede di ogni sostanza l'uno o
l'altro dei due enti sopraindicati
" ... Annullo ogni mia prece-
dente disposizione testamenta-
ria. Nomino mio erede univer-
sale la Disezione Generale Ope-
re Don Bosco, con sede in Ro-
ma (o l'Istituto Salesiano per le
Missioni , con sede in Torino)
lasciando ad esso quanto mi ap-
partiene a qualsiasi titolo, per i
fini istituzionali dell'Ente".
(Luogo e da ta)
(firma per disteso)
NB. li testamento deve essere scritro per
intero di mano propria dal testatore.
INDIRIZZI
Direzione Generale Opere Don Bosco
Via della Pisa na, 1111
00163 Roma-Bravetta
Tel. 06.6561 2678
Fax 06.6561 26709
Istituto Salesiano per le Missioni
Via Maria Ausiliatrice, 32
l Ol52 Torino
Tel. 011.5224246-7-8
Fax OI 1.5224251
GENNAIO 2000 BS
....J I NOSTRI MORTI
ZINGAROPOLI Concetta , exallieva,
t S. Giorgio Jonica il 13/07/1999 a 65 anni.
Exallieva delle FMA, era una donna di fede
profonda e serena che sapeva diffondere
la pace attorno a sé. Fin da piccola ha vis-
suto la donazione agli altri con spirito di
sacrifico. Sposatasi , ebbe un'unica figlia
che considerò come un dono di Dio . A lei e
al marito ha dato sempre il meglio di sé.
Cercava di non far pesare nulla, neanche
durante il periodo della sua sofferenza fisi-
ca ha mai smesso di sorridere e incorag-
giare. E stata donna di preghiera e di acco-
glienza, che ha saputo acquisire una gran-
de capacità di adattamento. Per lei tutto era
dono , anche la sofferenza, accolta, quando
fu il suo turno , come un segno della fiducia
del Signore. Diceva: "Il Signore manda la
sofferenza a chi la sa sopportare ".
ZORZI sr. Rosa ,
Figlia di Maria Ausiliatrice ,
t Haledon (USA) il 26/05/1999 a 85 anni.
Suor Rosa arrivò negli Stati Uniti come
mi ssi onaria nell 'aprile 1936 e, dopo due
anni di studio , cominciò la sua missione di
educatrice con quella esuberante genero-
sità, quell'incondizionato dono di sé e quel-
l'acuto senso di responsabilità che da sem-
pre la caratterizzarono e che possono sin-
tetizzare la sua esistenza. Da intrepida
missi onaria non si scoraggiò mai per le dif-
ficoltà. Era gioviale , arguta, vivace , ma so-
prattutto riconoscente . Poco tempo prima
di morire , mentre l'infermiera cercava di
aiutarla, con evidente sforzo si chinò per
baciarle la mano. Quel gesto dice tutto.
VIGNA Pier Giorgio , associato ADMA,
t Ivrea (TO) il 22/10/1998 a 65 anni .
Ottimo marito , buon papà , nonno attento ,
ve ro "devoto" in senso postconciliare di
Maria Ausiliatrice , affezionato e responsa-
bile segretario dell 'ADMA , l'associazione
dei devoti di M. Ausiliatrice. Animatore in
parrocchia, partecipava alla messa quoti-
diana e all'adorazione eucaristica del gio-
vedì. Sempre aggiornato sui documenti
ecclesiali, soprattutto quelli riguardanti il
culto mariano e i gru ppi laicali ; ricco di pro-
fessional ità e disponibilità nel suo lavoro di
direttore delle agenzie dell 'Istituto San
Paolo , ha dimostrato la sua fedeltà all'idea-
le pedagogico di Don Bosco: "buon cristia-
no e onesto cittadino". Negli ultimi mesi ha
sofferto molto alimentato dai sacramenti del-
la riconciliazione e della comunione quo-
tidiana e dall'unzione degli infermi , celebra-
ta alcuni mesi prima comunitariamente in
parrocchia e reiterata all 'ospedale pochi
giorni prima di ritornare al Padre.
DELL'ANGELA sac. Stefano , salesiano ,
t Tokyo (Giappone) il 31 /01 /1999 a 78 anni.
Circondato dal fratello , dalla cognata e al-
cuni confratelli don Stefano se n'è andato
all'alba del 31 gennaio, per festeggiare con
Don Bosco. Venuto in Giappone a dicias-
sette anni , don Stefano diede più di 60 an-
ni di vita e tutto se stesso alla missione in
questo Paese . Poeta, musico, ottimo cono-
scitore del giapponese, brillante scrittore e
conferenziere , fu per lunghi anni professo-
re a Miyazaki e poi preside del liceo sale-
siano di Osaka. Dal 1967 al 1973 fu ispet-
tore, dopo di che ancora direttore e parro-
co a Tokyo Meguro. Passò gli ultimi anni a
Osaka dove, a 78 anni , era ancora apprez-
zato professore in quel liceo. Conscio della
gravità del male che l'aveva colpito, si pre-
parò mirabilmente all'incontro col Padre.
BOSCATO Arturo ,
papà di una Figlia di Maria Ausiliatrice,
t Valdagno (VI) 1'11 /06/1999, a 89 anni.
Un uomo "intonato" con la vita, con la fami-
glia, con gli amici , con il Vangelo. Ora dif-
fonde , lassù , le sue note senza fine. Appas-
sionato di musica fin da ragazzo, si dedicò
ad essa in tutto l'arco della sua vita, sia co-
me musicista che come compositore. Sua
è la "marcia funebre " suonata durante il fu -
nerale dalla banda musicale che aveva di-
retto per tanti anni. Simpatico , originale ,
comunicativo, aveva celebrato con grande
gioia le "nozze d i diamante " nel 1994.
Dopo la morte della moglie Tarcisia, nel
1996 , non faceva che ricordare le cose
belle che la vita gli aveva donato. Per i figli
è bello pensarlo mentre continua a "far
accordare gli strumenti " per un concerto
alla presenza di Cristo.
SUPERTINO sr. Felicita ,
Figlia di Maria Ausiliatrice
t Caracas il 24/02/1999 a 72 anni.
Missionaria dalla testa ai piedi , per 40 anni
ha servito i più poveri , con tanta abnega-
zione e gioia, che per gli indios divenne la
"mamita", la loro mamma. Fu con don Coc-
co tra gli Yanomami, poi tra i Piroas, i Ba-
niva, gli Yecuana , gli Yeral, i Criollos e al-
tri , dormendo nelle amache o in canoa ,
mangiando come e quando poteva, evitan-
do bestie feroci , serpenti , scorpioni ; im-
provvisandosi chirurgo , dentista, barbie -
re ... tanto da meritare una stupenda bio-
grafia, "L'avventura di sr. Felicità", edizioni
ELLEDICI , che ne descrive le incredibili
avventure e le straordinarie doti umane e
spirituali.
BERTOLINI BERTUCCI Maria Livia,
cooperatrice salesiana,
t Pisa il 15/06/1999 a 82 anni.
Donna semplice , di fede profonda, di gran-
de sensibilità e pronta disponibilità, ha ma-
nifestato la sua devozione a Don Bosco e
la sua fede nel Signore risorto vivendo nel-
la preghiera gran parte del suo tempo .
Venuta la sera di
quel giorno ~esù disse:
"Passiamo
all'altra riva!"
(i\\llc. 4,35)

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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MESE
BIFRONTE
Savina Boschetto
Iprimo mese dell'anno secondo
il calendario giuliano (voluto da
Giulio Cesare) e gregoriano
(fissato da papa Gregorio Xlii nel
1582) deriva dal latino ianuarius,
cioè dedicato a Giano , divinità
che proteggeva l'entrata e l'uscita
di casa , l'inizio e la fine di ogni
avvenimento, l'anno nuovo e quel-
lo vecchio : era infatti raffigurata
bifronte .
QUESTO MESE A ROMA
Sabato 1: a S. Pietro, Giornata
mondiale della Pace.
Domenica 2: a S. Pietro, Giubileo
dei bambini .
Giovedì 6 : a S. Pietro, ordinazioni
sacerdotali.
Martedì 18 : a S. Paolo fuori le
mura: apertura della Porta santa.
Venerdì 28 : a Sant'Efrem , liturgia
in rito siro-orientale.
SANTI IN POCHE RIGHE
Lunedì 17: Antonio abate , vis-
suto in Egitto tra il 251 e il 356, è
uno dei fondatori del monache-
simo . È raffigurato con un maia-
lino ai piedi : con il grasso dell'ani-
male , nel Medioevo , i monaci cu -
ravano l'herpes zoster, chiamato
"fuoco di sant'Antonio".
Lunedì 24: Francesco di Sales
patrono dei salesiani e dei giorna-
listi. Nasce in Savoia nel 1567,
studia a Padova, diventa sacer-
dote, poi vescovo di Ginevra. Isti-
tuisce la Confraternita della dottri-
na cristiana per la catechesi del
popolo e l'ordine delle Suore della
Visitazione. Muore a Lione nel 1622.
È proclamato santo nel 1665 e
dottore della Chiesa nel 1877.
Venerdì 28 : Tommaso d'Aqui-
no nasce nel 1225; a 23 anni en-
tra nell'ordine domenicano. Le sue
opere, e in particolare la Summa
Theologiae, costituiscono l'esposi-
zione più sistematica della teolo-
gia e filosofia cristiane. Muore ?
Fossanova (Latina) nel 1274. E
proclamato dottore della Chiesa
nel 1567 e patrono delle scuole
cattoliche nel 1880.
Lunedì 31: Giovanni Bosco
(1815-1888) è il fondatore del no-
stro Bollettino e delle congrega-
zioni maschile (Società di San
Francesco di Sales) , femminile
(Figlie di Maria Ausiliatrice) e della
Pia Unione dei Cooperatori . Bea-
tificato nel 1929, canonizzato nel
'34 .
IERI ACCADDE
1° gennaio 1948: entra in vigore
la Costituzione della Repubblica
italiana.
7/13 gennaio 161 O: Galileo Ga-
lilei scopre i primi quattro satelliti
di Giove.
9 gennaio 1324: muore Marco
Polo .
1O gennaio 1863 : a Londra
s'inaugura la prima metropolitana
del mondo, 6 km e 5 fermate .
14/15 gennaio 1968: terremoto
del Belice , 236 morti e 150 mila
senzatetto .
18 gennaio 1919 : don Luigi
Sturzo fonda il Partito Popolare
Italiano .
21 gennaio 1793 : in Francia
viene giustiziato re Luigi XVI.
22 gennaio 1901 : dopo 64 anni
di regno , muore la regina Vittoria
d' Inghilterra .
30 gennaio 1948: in India viene
assassinato il mahatma Gandhi.
31 gennaio 1971 : Apollo 14: gli
American i sbarcano per la terza
volta sulla Luna.
GIUBILEO DA COLLEZIONE
San Marino ha dedicato cinque
francobolli alle principali basiliche
lungo la Via Francigena. Per l'an-
no santo il Vaticano ha coniato
due monete in argento (Risurre-
zione e Pentecoste) di 22 gram-
mi , del valore di 1O mila lire l'una
(118 mila in astuccio per collezio-
nisti) . Per festeggiare il 2000 , le
Poste di Jersey conquistano il re-
cord di prima amministrazione eu-
ropea a vendere un francobollo
con disegno in oro a 22 carati : il
dentello rappresenta lo stemma
dell'isola; costo circa 30 mila lire.
LA FESTA
La Befana, che si festeggia dodici
giorni dopo Natale, è l'immagine
di Madre Natura che se ne va alla
fine dell'anno, lasciando i suoi do-
ni. Il personaggio sarebbe nato a
Roma. Il nome greco , Epifania, si-
gnifica manifestazione . È chiama-
ta anche vecia o stria (strega)
nell 'area padana, pupa nel cosen-
tino , carcavecchia e strina attorno
a Palermo .
IN PILLOLE
Per l'anno nuovo / tutte le galli-
ne fanno l'uovo.
L'Epifania / tutte le feste si porta
via.
Se nevica in gennaio / si riem-
pie il granaio.
Chi vuole un bell 'agliaio / sia
piantato di gennaio.
Sant'Antonio dalla barba bianca /
se non piove, la neve non manca.
Il barbato [s. Anton io-ndr), il frec-
ciato [s. Sebastiano] , il mitrato [s .
Biagio] / il freddo se n'è andato .
BS GENNAIO 2000

5.2 Page 42

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
Lau chiedono di pubblicare la
grazia per rendere noto a tutti
quanto sia buono il Signore che
si serve dell'intercessione dei
suoi santi per concedere grazie
a chi lo prega co n fervore.
Sr. Pierina Berto/i, FMA
Hong Kong
mie rich ieste sono state ascolta-
te: infatti nonostante potesse
sembrare cosa impossibile , io
ho potuto riprendere la mia atti-
vità normal e senza postumi
invalidanti. Non è la prima volta
che io mi rivolgo ai due Venera-
bili e, sempre , mi sono stati vici-
ni co n il loro aiuto.
Artemide Zatti.
IL SANTO
INFERMIERE
DELLA PATAGONIA
La mia fig lioletta Silvia cadde
malamente da un'altezza di
4 metri. Fu portata all'ospe-
dale priva di sensi. Il medico
si mostrò subito preoccupa-
to: commozione cerebrale e
rottura del femore . Anche nel
cas o che si fosse ri presa
dalla com mozione ce rebrale,
sarebbe stata costretta cer-
tamente a una lu nga degen-
za per la rottura del femore .
lo presi un'immagi netta del
santo infermiere della Pata-
gonia, il venerabile Artemide
Zatti e affidai a lui il mio ca-
so , iniziando subito una no-
vena. Il giorno dopo, con sor-
presa dello stesso medico, la
bambina si riebbe dall'emor-
ragia cerebrale e, ingessata,
poté subito tornare a casa ,
guarendo rapidamente.
Maria A. di Giuliano,
Santa Fé, Argentina
SONO DIVENTATI
DUE FELICISSIMI
GENITORI
Una nostra ex oratoriana cristia-
na cinese, sposata da sette an-
ni , desiderava tanto avere un
bambino ma sembrava che fos-
se impossibile. Sua sorella, an-
che lei oratoriana , ha chiesto
preghiere a noi suore della casa
ispettoriale di Hong Kong . Le
abbiamo donato l'abitino di san
Domenico Savio , raccoman-
dandole nello stesso tempo di
aver fede , di pregare e compor-
tarsi onestamente. Otto mesi fa
i due coniugi sono diventati feli -
cissimi genitori di un bel bambi-
no _sano, robusto , vivace, che si
chiama Lau Ho San . I coniugi
TU GUARIRAI
Dopo un controllo ginecologico
11 medico mi fece ricoverare co n
urgenza . Il giorno successivo
entrai in ospedale e dopo i do-
vuti esami la diagnosi fu: tumore
all 'utero . Il giorno in cui avrei
dovuto oper armi mi parve al
mattino di vedere al capezzale
del mio letto san Giovanni Bo-
sco (nella mia famig lia ci sono
salesiani ed exallievi salesiani) il
quale mi diceva: "Non piangere .
Tu guarirai". Entrai in sala ope-
ratoria , serena e fiduciosa, an-
che perché un'ora prima avevo
fatto la Comunione . L'intervento
durò quattro ore. A mio figlio dis-
sero: "Solo un miracolo può sal-
vare tua madre". Mi prescrissero
60 radiazioni. Ma dopo la XV mi
fu detto: "Tu sei guarita". E non
ho avuto più bisogno di fare altro.
Maddalena Acampora,
Agerola (Napoli)
NONOSTANTE
IL PESSIMISMO
Ho avuto una gravidanza diffici-
le . Mi sono premurata di indos-
sare con molta fede l'abitino di
san Domenico Savio e a lui mi
sono rivolta intensificando le
mi e preghiere in proporzione
delle difficoltà che incontravo. A
circa sei mesi , qu indi tre mesi
prima del termine, mi è nata una
bimba cui abbiamo imposto , col
battesimo immediato, il nome di
Aurora. Essendo nata prematu-
ramente aveva problemi respi-
ratori con tutte le possibili con-
seguenze dell 'ossi genoterapia.
Fin dalla nascita le avevo posto
indosso l'abitino del Santo men-
tre continuavo a pregarlo inten-
samente. Nonostante le ipotesi
piutt_ost o pe ssim istiche degli
spec1alist1 , san Domenico Savio
ha operato un gran miracolo:
non solo Aurora è viva, ma oggi,
a quasi due anni di vita, possia-
mo con sicurezza dire che è
una bambina sana, bella, viva-
ce, la gioia di tutti quelli l'amano
ed hanno pregato per lei.
Laura Bonfant,
Capoterra (Cagliari)
POSI
L'IMMAGINETTA
SUL SUO
CORPICINO
La mia nipotina di due anni fu
presa improvvisamente da con-
vulsioni terribili. Piena di fiducia
nell'intercessione del venerabi-
le Artemide Zatti , posi una sua
immaginetta sul corpicino della
bimba e intanto cominciai una
novena per ottenere la sua inter-
cessione. Dopo tre giorni la mia
nipotina si ristabilì, riacquistan-
do in pieno la salute: il male ai
reni - questo i medici avevano
diagnosticato - era scomparso del
tutto con loro grande sorpresa.
Amelia Robledo de Nunez,
San Juan (Argentina)
UNA VIA
SENZA USCITE
Mio figlio a causa dei compagni
che frequentava venne a trovar-
si in grossi guai. Sembrava pro-
prio un a via se nza uscite . lo ,
pur essend on e preoccupatissi-
ma, non mi disperai ma con mol-
ta fiducia mi rivolsi a tutti i santi
della famiglia salesiana e in
modo particolare al beato Mi-
chele Rua . È trascorso del tem-
po: tutto si è chiarito e non ci so-
no state le conseguenze temute.
L. B., Genova
NON È LA PRIMA
VOLTA
Sono anziana e vivo sola. Tre
mesi fa sono stata vittima di una
brutta caduta. In quel momento
e poi successivamente ho chie-
sto aiuto ai venerabili Simone
Srugi e Luigi Variara che io in-
voco sempre in sieme. Tutte le
Anna Minerva, Monza
RIVOLGIAMOCI
ALL'AUSILIATRICE
Sono una madre di sette figli ,
missionaria. Insieme a mio ma-
rito abbiamo contribuito alla fon-
dazione di una nuova parroc-
chia cattolica nel nord della Fin-
landia. Fu proprio tornando dal-
la Finlandia che una delle mie
figlie ebbe seri problemi di inse-
rimento nella scuola italiana, per
la diversità dei programmi. Pre-
gai Maria Ausiliatrice suppli-
candola di aiutarla. Pochi giorni
dopo, mia figlia sostenne l'esa-
me magistrale da privatista e fu
promossa. Grazie a questo, oggi
può iniziare il suo lavoro come
maestra d'asilo che lei ha sem-
pre desiderato . Desidero rin -
graziare l'Aus iliatrice e invitare
tutti quelli che si trovano in diffi-
coltà a rivolgersi all'Ausiliatrice.
Paola Pasinato, Ivrea
SAPEVA A CHI
RIVOLGERSI
Per mia sorella erano trascorsi
dieci anni di matrimonio e ormai
aveva perso ogni speranza di
diventare mamma, anche per-
ché era ricorsa a cure e ad in-
terventi chirurg ici ma sem pre
inutilmente. Un giorno però mio
marito le portò un abitino di san
Domenico Savio insieme al
libretto delle preghiere. Mia so-
rella non ci diede molta impor-
tanza ma all 'i ndomani lo indos-
sò e cominciò a recitare le pre-
ghiere. Qualche mese dopo era
in attesa di Andrea. La gravi-
danza non fu priva di probl emi:
gli stessi medici non nasconde-
vano i loro timori ma ormai mia
sorella sapeva a chi rivolgersi. E
tutto si è concluso bene con
grande gioia di tutta la famiglia.
Antonietta.Ferrara, Portici (NA)
Per la pubblicazione non si
tiene conto delle lettere non
firmate e senza recapito. Su
richiesta si potrà omettere
l'indicazione del nome.
GENNAIO 2000 BS

5.3 Page 43

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L.D.C.
SANTA MARIA DOMENICA MAZZARELLO
G. Lubich, G. Trevisan
a fumetti
SPESSO, AllA FINE DELLE GIORNATE , PER /MR,4R4R
MEGLIO E IL PIU' PRES70 POSSIBILE , 5 1 FANNO AFFIDARE
DAL SAR70 CONFl::Z/ON/
OA ESEGUIRE A C4SA .
TALVOLTA SONO
OSPIT,47EDA ANGFLA
MACC4GM:J, OIE DA'
LORO VOLENTIERI
UNA /J1ANO.
QLJANDO ORMAI COL CUC/ 70 SANNO C4VARSELA DISCRETA -
MENTE I AlfARIA E P1=7RON/llA VANNO A SCUOLA 01 TAGL I O
DALLA SARTA AN70NIETTA BARCJ:)
E NON
BASTA L' ABI -
LITA', Cl VUOLE IL
BU0"-1 GUSlO ..
P!NALMENTE IL SOGNO DI A1ARIA S I REALIZZA .
PER 5l/RE AL MESE= AFFI TTA UNA STANZA .
CON PETRONILLA VI ORGANIZZA UN lABOR-aTORIO
E SUBITO PARECCl-1/E FAMIGLIE VI 1/tfANDANO
L€ LORO F I GL!OLElTE.
E.'MO
GLIE . 10S
EMPRE ING
ERILMIO C
ERC/0. NO
Cl-I/AFFI
UESTE
. LE LEZIONI D I CUCl 70 Dl'VEN"T'ANO UNA SCUOLA
Di ALLENAMEN70 ALLE Vll<TU' CRISTIANE.
:ITT::NTA,PICCOLINA I
AME:!IZIONE
o
BS GENNAIO 2000

5.4 Page 44

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E OGNI OOMENICA ,A MARIA,A PETRON!LIA E ALLE BAMBI·
NE,51 UNISCONO ALTRE RAGAZZE DEL PAESE l= DELLE
C4SCJNE, A CANTARE lJOPOt.A MESSA SULLO SPIAZZO
DELLA C/.NESA ..
Cl-//
µ/ESA 01 MORNESE
MA UNA
INVIDIA
COMINCI,
SERPEG
FR4AL
GENNAIO 2000 BS

5.5 Page 45

▲back to top
E LA M ':)!U10R , - - - AZIONE DILACA .-. - - - - - -
F INCJ..IE ', PER t1fE:7TERE A TACERE LE 111ALE-
LINCUE , INT&RVIENE DON PESTAR/NO .
E ' MEGLIO CI-IE TU ~NI A CASA
AD AIUTARE I TUOI . E NON ~ARTI VEDE -
RE IN GIRO PER IL PAESE .
LD.C.
NELL 'AUTUNNO DEL 1864
ARRIVA A MORNESE,
IN PESTOSA Gl7'A ANNUALE
CON UN GRUPPO
DEI SUOI RAGAZZI,
DON GIOVANNI BOSCO .
E L 'INTERA POPOLAZIONE
ACCORRE DALLE CASE
E DALLE COLLINE
A V~ERLD,
AD ASCOLTARLO .
ANC/.IE MARIA ROMPE
IL SLJO ISOLAMENTO,
51 PRECIPITA IN PIAZZ4
E: PENETRA
!=RA LA RESSA
F INO A SPINGERSI
IN PRIMA PILA .
BS GENNAIO 2000

5.6 Page 46

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PRIMA PAGINA
Manuela Robazza
N ell a sa l a riuni o ni
dell a reda zion e d i
" Pri mavera", c'è un
DA SO ANNI
ragazz i. il 3 1 gennaio è il
comp lea nn o cl i " Prim ave-
ra". Il rega lo più bel l o
qu adro che attira l'a tten-
z io ne cli tutti : è la prim a
co p e 1·t in a di Prim ave ra.
I RAGAZZI
gli elo stann o fa ce ndo i let-
tori: quelli di oggi, che si
lasciano provoca re, che im-
Qu ando i ragazzi la vedo-
no immed iatamente chi e-
do no: " Perc si chi ama
' Prim avera'?" . La risposta è
NEL CUORE
pa1·ano a pensa re co n la
propri a testa, che con " Pri-
mavera" apprezza no e cer-
ca no il bello, il buono e il
un a sto ria . Er a d a p oco
ve ro, ma anche i lettori di
f ini ta la guerr a. L' Itali a,
ieri , che oggi sono educa-
co me la maggior parte dei
tori nell o sti le cl i Don Bo-
Paesi del mondo, era feri-
sco, che amano quel lo che
ta, d istrutta, maceri e nell e
i giovani am ano, che han-
città e nel cuore dell a gen-
no a cuore gli adolescenti
te. A poco a poco si ce rca-
e sco mm etton o con f idu-
va di rialza re la testa, di
cia su d i loro . La festa d i
ri co minciare, di ri costruire
compl ea nn o sa rà il 2 apri -
e ri costruirs i. I ragazz i rap-
le a Garda lancl, ma tu tt i i
presentavano una prom es-
numeri di " Prim avera" del
sa: il futuro del la soc ietà
2 000 ce l eb1· ano questo
era nell e loro m ani . Er a
'.
neces sa ri o c ons egn are
l o ro entusi asmo e for za
per prendere in mano la
comp lea nno con una ru-
bri ca dedi cata .
Per informazioni:
1·i costru zione.
redazion e " Primavera"
Te/. 02.66.04 .08. 04
Le Figlie di Maria Ausilia-
e-mail p rimavera@pcn .net
trice cli allora si domanda-
ro no che co sa p otesse ro
fare di p per accompa-
gnare l' avve ntura dei ra-
gazz i e soprattutto de l le
ragazze. La sc uol a faceva
mo lto, l'o ratorio era un o
dei luoghi più preziosi, ma
si se ntiva il bi sogno di una marcia in più . Idea! Un a rivi-
sta tutta per loro. Una ri vista che ragg iun gesse le "giova-
nette" vicine e lonta ne, un a ri vista che fo sse una co mpa-
gna di vita, un'am ica intima, una guida. Come chiamar-
la? Il nome ve nne da sé: i giova ni erano davvero la pri-
mavera della storia .
Fu chiamata Primavera.
È nata co me tutte le grandi imprese che Don Bosco ha
fatto : co n un sogno. Il sogno di dare ai giova ni uno spa-
zio cl i inco ntro, una fonte di orientamento nell 'età più
diffic il e e deli cata dell a vita, un a finestra su l mond o,
una chi ave di lettura a mi sura di 1·agazz i, un ' iniez ione
di fidu cia perché i ragazz i sentissero risuonare nel loro
cuore un a voce: "Tu va li! Tu se i importante!".
Quel sogno si rinnova e si realizza da 50 anni.
O gg i " Prim avera" è un 'a dolescente cli 50 anni. Da 50
ha i 1·agazz i nel cuore, da 50 anni vive nel cuore dei
GENNAIO 2000 BS

5.7 Page 47

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Don Andrew Wong.
Visitatore di Indonesia e Timor,
già maestro dei novizi
nella sfortunata isola
dell'arcipelago indonesiano.
La sua visitatoria, a Timor,
è stata disastrata dalle bande
degli antindipendentisti,
subendo gravi danni.
Quali sono, secondo lei, i grandi problemi della nazione dove è superiore?
Il vero grande problema è costituito dalla situazione politica che influi-
sce anche sul rendimento dei confratelli. La visitatoria è composta di due
nazioni : Indonesia e isola di Timor dove sa bene quello che è capitato.
Timor sta pagando un prezzo altissimo per la propria indipendenza. Esi-
stono, com 'è ovvio, problemi di accettazione reciproca tra Timoresi e In-
donesiani che appartengono a etnie diverse: gli uni non accettano gli altri
tanto più ora dopo le crudeltà delle bande antindipendentiste incoraggiate
dai militari indonesiani. Un altro grande problema è ora quello della rico-
struzione, poi verrà quello dell'istruzione. Sono sfide da vincere, perché
un popolo ignorante è a rischio.
Quali i problemi specifici della visitatoria?
I laici. I confratelli sono pochi (una cinquantina in 7 comunità) e biso-
gna ricorrere ai laici. Questo va bene... ma indubbian1ente andrebbe
molto meglio se i laici fossero preparati, soprattutto a livello pedagogico.
Non risulta semplice per loro applicare il sistema preventivo che richiede
dedizione, disponibilità, amabilità, generosità... I laici che abbiamo sono
gente che magari sa fare il proprio mestiere ma non conosce il metodo sa-
lesiano e dunque gli riesce difficile educare. Poi c ' è Timor. . . lì c'è dari-
cominciare tutto da capo.
Quali sono le opere più significative della visitatoria?
Gli internati, dove si possono formare i giovani con grande disponibilità
di tempo e tranquillità di lavoro. È inoltre possibile proteggerli dal mara-
sma esterno. Si tratta di un lavoro sacrificato che tiene sulla corda 24 ore
su 24, ma è l'unico che possa dare qualche frutto. In effetti se si paragona-
no i giovani esterni con i nostri interni il divario appare notevole. Gli in-
terni, provenienti generalmente da famiglie povere, sono molto più moti-
vati e disposti a imparare.
Com'è la situazione dei giovani? Quali i loro sogni? E quali le diffi-
coltà che incontrano?
I giovani indonesiani lottano per raggiungere la democrazia e sognano
un cambiamento radicale. Gli adulti, plasmati da 30 anni di dittatura, non
capiscono facilmente queste ragioni e quindi esiste una frattura tra gli uni e
gli altri. L'esercito ha tuttora il controllo delle istituzioni e del governo. A
Timor invece il problema dei giovani è l'incertezza del domani . Essi
hanno combattuto per essere liberi e indipendenti, ora devono combattere
per costruirsi un futuro secondo gli ideali sognati.
È ottimista sul futuro dei salesiani della visitatoria?
Certamente. Se i salesiani crederanno fino in fondo al binomio educa-
zione e missione, il futuro non potrà che riservare grandi soddisfazioni.
BSNELMONDO
Giungono in redazione da più
parti richieste di invio del BS in
lingua diversa. Vogliamo mette-
re a ... "FOCUS" che in Italia si
stampa solo l'edizione italiana.
Chi lo desidera in altra lingua
può rivolgersi direttamente a chi
lo edita. Ad es.:
DONBOSCO
AUJOURD'HUI
Jean Noell Charmoill
75 , Rue Alexandre Dumas 14
75020 Paris Francia
Tel Fax: 33 1 4371.08.58
E-mail: dba@worldnet.fr
BOLETIN SALESIANO
P. Alfonso Francia Hermindez
Alcala 164 - Apartado 9134
28028 Madrid Spagna
Te! Fax: 34 91 36.14.357
E-mail: bsalesiano@planalfa.es
DON BOSCO MAGAZIN
P. Alfons Friedrich
St. Wolfgangs-Platz, 10
D-81669 Munchen Germania
Te! Fax:49 89 480.082.56
E-mail: <provinzialat.sdb.muen-
chen@t-online.de>
DON BOSCO TODAY
Fr. Anthony Bailey
Salesian Provincia! House
266 Wellington Road North,
Stockport, Cheshire. SK4 2QR
Gran Bretagna
Te! Fax: 44 161 443 .23.78
E-mail: <mondonio@msn.com>
Per ulteriori informazioni:
Direttore Centrale
Vito Orlando, 06/656.12 .635
Fax 06. 65612709
E-mail: vorlando@sdb.org
BS GENNAIO 2000

5.8 Page 48

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
FIRENZE C.M.P.
VIAGGI...
di Franco Brevini
Don Bosco al Polo .
MISSIONI
di Ferdinando Colombo
Goma, le difficoltà di una missione .
-
I
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l'!
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"ol'"!
~
oe
E"'
'6
~
E
di Leonardo Bizzaro
Don Alberto sacerdote e esploratore .
CENTRALE
di Natale Maffioli
La Basilica giubilare di San Sebastiano.