BS 1930s|1933|Bollettino Salesiano Luglio 1933

Anno LVII - N. 7   1° LUGLIO 1933 (XI)

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

Sommario: Cooperazione Salesiana. - Crociata Missionaria. - In famiglia - A zigzag da l'Alpi al Mare - Da un Continente all'altro. - Tra le Figlie di Maria Ausiliatrice. - Lievito santo. - Culto e Grazie di Maria Ausiliatrice. - Dalle nostre Missioni: India, La nuova Missione di Salaranpur - Rose e spine nella Missione del Siam. - Per intercessione del Beato Don Bosco. - Lettera di D. Giulivo ai Giovani. - Necrologio.

Cooperazione Salesiana.

Nel Bollettino dello scorso marzo abbiamo abbozzato il piano di organizzazione della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani attuato dal Beato Don Bosco. Fin dalla prima traccia i nostri Cooperatori vi avranno rilevato la cattolicità della loro missione, sintetizzata più tardi dal Beato in una frase che sa di profezia: Verrà un tempo in cui il nome di Cooperatore vorrà dire vero cristiano. (Vedi dìscorso tenuto da Don Bosco ad ex-allievi sacerdotì, 1886: LEMOYNE, Vita del Beato Don Bosco, vol. II, pag. 643). Don Bosco infatti ha inteso coli la Pia Unione dei Cooperatori una vera associazione mondiale di cattolìci di azione i quali si adoperassero con tutti i mezzi possibili a promuovere la gloria di Dio e la salute delle anime, e fossero, nelle diocesi e nelle parrocchie, i migliori collaboratori della Gerarchia nell'apostolato. E nell'organizzazione di questa Unione egli fu certo uno dei più pratici e più geniali precursori dell'attuale organizzazione dell'Azione Cattolica, che dalla mente e dal cuore di Pio XI ha assunto finalmente quella forma ufficiale che l'accredita presso tutti i popoli e quella potenza salutare che solo il Vicario di Cristo può trasmettere ai fedeli. Don Bosco ha anche il merito di aver provveduto tempestivamente alla preparazione di ottimi elementi per questo altissimo apostolato.

Un Terz' Ordine della Società Salesiana.

Ma, pur spaziando così vasto nella cooperazione dell'uomo con Dio per la salvezza delle anime, egli ha inteso anzitutto di farne un Terz'Ordine della sua Società, che curasse in modo tutto particolare gli interessi della Società Salesiana e ne ritraesse, quasi a ricompensa, lo spirito, che è lo spirito di San Francesco di Sales, per informare ad esso ogni altra forma di apostolato diocesano o parrocchiale. Con questo non venne a limitare il campo di azione, ma a segnarne l'ordine ed a caratterizzarne lo spirito. Donde il qualificativo di Salesiani aggiunto al titolo generico di Cooperatori, che specifica ad un tempo lo spirito informatore e il primo campo proposto alla loro cooperazione.

Giova forse ricordare quello che il Beato Don Bosco dichiarò più esplicitamente nella seconda conferenza tenuta ai Cooperatori in Torino, nella cappella di San Francesco di Sales il 16 maggio 1878. Premessa, per sommi capi, la storia degli Oratorii, e rilevato il contributo generoso dei primi Cooperatori che avevano reso possibile l'attuazione dei grandi disegni della Provvidenza, venne a queste precisazioni: Ora dunque ecco quale dev'essere più direttamente lo scopo dei Cooperatori Salesiani, ecco in quale cosa debbano occuparsi: bisogna continuare le opere cominciate..., anzi queste opere bisogna centuplicarle. Per questo fine occorrono persone e mezzi. Noi sacrifichiamo le nostre persone: il signore tutti i giorni ci manda personale pronto a qualunque sacrifizio, anche a dar la vita per la salute delle anime. Ma le persone non bastano: ci vogliono i mezzi materiali. I mezzi tocca a voi procurarli, o benemeriti Cooperatori. Io incarico voi di provvedere questi mezzi materiali; sia vostro studio che non manchino. Sì: in mano vostra sta la salute eterna di molte anime... (CERIA, Mem. Biog., vol. XIII, pag. 629).

Noi sappiamo con quale impegno e con quanto sacrificio gli antichi Cooperatori hanno assolto l'incarico loro affidato dal Beato Don Bosco. Questi, prima di morire ha potuto, con tutta ragione, proclamare, nella sua lettera-testamento: « Senza la vostra carità io avrei potuto fare poco o nulla; colla vostra carità abbiamo invece cooperato colla grazia di Dio ad asciugare molte lagrime e a salvare molte anime. Colla vostra carità abbiamo fondato numerosi collegi ed ospizi, dove furono e sono mantenuti migliaia di orfanelli tolti dall'abbandono, strappati dal pericolo della irreligione e della immoralità, e, mediante una buona educazione, collo studio e coll'apprendimento di un'arte, fatti buoni cristiani e savi cittadini.

» Colla vostra carità abbiamo stabilito le Missioni sino agli ultimi confini della terra, nella Patagonia e nella Terra del Fuoco, e lanciato centinaia di operai evangelici ad estendere la vigna del Signore.

» Colla vostra carità abbiamo impiantato tipografie in varie città e paesi, pubblicato tra il popolo, a più milioni di copie, libri e fogli in difesa della verità, a fomento della pietà ed a sostegno del buon costume.

» Colla vostra carità ancora abbiamo innalzato molte cappelle e chiese, nelle quali per secoli e secoli sino alla fine del inondo, si canteranno ogni giorno le lodi di Dio e della Beata Vergine, e si salveranno moltissime anime ».

Per questo il Capitolo Generale della Società Salesiana, fin dal 1877, riconoscendo lo scopo primario e diretto della Pia Unione dei Cooperatori l'aveva proclamata un'associazione importantissima, il braccio forte della Congregazione. Dal secondo articolo dello Statuto fondamentale era infatti quanto mai esplicito, che: i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane non sono altro che buoni cristiani, i quali, vivendo in seno alle proprie famiglie, mantengono in mezzo al mondo lo spirito della Congregazione di San Francesco di Sales e l'aiutano con mezzi morali e materiali, allo scopo di favorire specialmente la cristiana educazione della gioventù.

I successori del Beato Don Bosco hanno ereditato dal Padre questa falange di anime generose, che li ha sostenuti ora per ora ed ha favorito sempre le grandi imprese e le piccole iniziative.

Se il nostro attuale Rettor Maggiore ha provato dei conforti alla sua elezione, uno dei più grandi - e lo ha detto coll'animo riboccante di gratitudine - fu quello offertogli dai Cooperatori Salesiani che si strinsero a lui, in momenti particolarmente difficili, per assicurargli la loro costante, cordiale cooperazione. La quale gli ha consentito di mantenere finora le posizioni conquistate anche nelle lontane missioni e di iniziare durante l'anno decorso parecchie opere nuove di particolare urgenza. La sua mano frattanto continua a stendersi perchè la vita di tante opere esige quotidiani soccorsi. E noi, che sappiamo le sue ansie e le sue preoccupazioni, preghiamo i nostri buoni Cooperatori e le nostre generose Cooperatrici, colle parole dell'Apostolo, a non stancarsi di far del bene: « Vos autem, fratres, nolite deficere benefacientes » (II, Tess., III, 13).

Benefattori e Cooperatori.

Nel desiderio poi che tutti coloro che ci fanno del bene possano godere i tesori spirituali concessi dai Sommi Pontefici alla Pia Unione dei Cooperatori, ricordiamo che: Per far parte di detta Pia Unione, non basta beneficare in un modo qualsiasi le Opere o le Missioni Salesiane, e ricevere il Bollettino; ma occorre essere ufficialmente iscritti nell'elenco dei Cooperatori e delle Cooperatrici.

Per questo è necessario fare espressa domanda alla Direzione Generale delle Opere del Beato Don Bosco, notando che in una famiglia basta la domanda del padre o della madre per iscrivervi tutti i membri; in una Comunità, in un Istituto religioso, basta la domanda del Superiore o della Superiora per tutti i soci. La Direzione Generale quando accoglie queste domande, spedisce agli iscritti il DiplomaRegolamento, e senz'altro incomincia l'invio mensile del Bollettino Salesiano, almeno una copia per famiglia o per comunità.

Consigliamo pertanto tutti coloro che beneficano in qualche modo le Opere Salesiane, ma non sono iscritti ufficialmente alla Pia Unione dei Cooperatori, a farne domanda alla Direzione Generale.

Così, da semplici benefattori, diventeranno veri Cooperatori e parteciperanno di tutti i tesori spirituali annessi alla Pia Unione.

le condizioni essenziali sono:

1) Età non minore di 16 anni;

2) Godere buona riputazione religiosa e civile;

3) Essere in grado di promuovere, per sè o per altri, con preghiere, offerte, limosine o lavori, le Opere della Società Salesiana del Beato Don Bosco.

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Regio Decreto 13 gennaio 1924, n. 22, può legalmente ricevere Legati ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule:

Se trattasi d'un Legato:

«... lascio all'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino a titolo di legato la somma di Lire... (oppure) l'immobile sito in... ».

Se trattasi invece di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa:

Nomino mio erede universale l'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino, lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo ».

(Luogo e data).

(Firma per esteso).

Crociata Missionaria

BORSE COMPLETE

Borsa A CRISTO REDENTORE nell'Anno Santo a cura di G. R.

Borsa MADONNA D'OROPA (3a) in memoria di Rosa De Giorgis.

Borsa BORGATELLO Don MAGGIORINO Somma precedente, 19039, 65 -- Una Cooperatrice di Roma, 1000 - Totale L. 20039,65.

BORSE DA COMPLETARE

Borsa ALBERT MONS. FEDERICO - Somma precedente, 62;0 - Una Cooperatrice salesiana, 5000 - Totale L. 11.250.

Borsa ANIME DEL PURGATORIO (2a) -Somma precedente, 9634,60 - Famiglia Galleani, 20 - Giannoni Aurora, 1o - N. N. 1000 - Verdi Anna, 5o - Totale L. 10714,60.

Borsa BEATO DON BOSCO (16a) -Somma precedente, 16543,35 - Boglione Francesco, 25 - Giannoni Aurora, 15 - Can. Prof. Don Raffaele Basti, 5o - Gelli Luigi, 25 - Lucia Giani, 15 - Maddalena Danusso, 5 - Nob. Avv. Carlo Galleani, 1000 - Mariano Caterina, 5 - Perico Erminia, Capelli, 25 -- Piumatti Rina, 20 - Rigoletti Rina, io - Vaudano Michelino, 5 - Totale L. 17743,35.

Borsa BELTRAMI DON ANDREA (4a) - Somma precedente, 2385 - A. D. C. L., 40 - N. N., 5o -- Totale L. 2475.

Borsa BORGATELLO DON MAGGIORINO (2a) - Somma precedente, 39,65 Maria G., 10 - Totale L. 49,65.

Borsa CARA VARIO DON CALLISTO - Somma precedente, 1220 - Ivaldi Ausilia in memoria del padre Francesco nel 20 anniversario della morte, 25 - Totale L. 1245.

Borsa CORTEMILIA - Somma prec.: 19544 - Pardo Prof. Michele, 10o - Totale L. 19644. Borsa DIVINA PROVVIDENZA - Somma precedente, 3570,50 - Anna De Luca, io - Bianca

Caprile, 10 - Boglione Francesco, 25 - Totale L. 3615,50.

Borsa DON BOSCO EDUCATORE (3a) - Somma

precedente, 934,85 - Rag. Guido Betta, io - Totale L. 944,85.

Borsa EUCARISTICA DEL PICCOLO SERAFINO G. BRUNI (6a) - Somma precedente, 5710,28 - Manacorda Ernesta, 5 - Totale L. 5715,28.

Borsa FRANCESIA DON G. B. (5a) - Somma precedente, 820 - Sperotto Maria, 10o - Totale L. 920.

Borsa GESÙ - M. AUS. - DON BOSCO (2a) - Somma precedente, 7813 - Antonia Toneguzzo, 210 - Totale L. 8023.

Borsa GARNERO CESARE- Somma precedente, 1697,80 - Fanciulli cattolici di S. Antonino Susa, io - Leone Marta, 20 - N. N., 40 - Totale L. 1767,80.

Borsa GIRA UDI DON FEDELE (2a) - Somma precedente, 1630 -- Prof. A. Loken, 74 - Don Michele Actis, 25 - Totale L. 1729.

Borsa IMMACOLATA (3a) - Somma prec.: 3020, - N. N., 17 - Totale L. 3037.

Borsa MAMMA MARGHERITA (2a) - Somma precedente, 800 - N. N. io - Totale L. 81o. Borsa MARENGO MONS. GIOVANNI - Somma precedente, 8843,50 - Raccolte dal Sig. Gigi Canali, 5oo - Totale L. 9343,50.

Borsa MARIA AUSILIATRICE (25 a) - Somma precedente, 46,70 - Del Pozzo Giuseppe, ioo - Maddalena Danusso, 5 - Ch. Francesco Fanelli, 5 - Scapinelli Ines, 5 - Antonia Evelina, 5 - Gelli Luigi, 25 - Taccone Angela fu Domenico, 15 - Botta Luigia, 25 - G. R., 103,30 - Coniugi M. S., ioo - A. M., io - Bice Caretta Bertola, io - Ing. Edgardo Cornagliossi, 50 - Totale L. 505.

Borsa MARIA AUSILIATRICE IN S. DONA DI PIAVE - Somma precedente, 3816,90 - Dott. Pietro Perin, S. Donà di Piave, loop - Totale L. 4816,90.

Borsa MARTIRI GIAPPONESI - Somma precedente, 10467,60 - Don Carlo Prandi, Centallo, 5o - Totale L. 10517,60.

Borsa NAI DON LUIGI (33)- Somma prec.: So - Signorina Campana, 5oo - Totale L. 550.

Borsic NOGARA MONS. GIUSEPPE, Arcivescovo di Udine - Somma precedente, 8961,45 - N. N., 10 - N. N., 5 - N. N., So- Totale L. 9026,45

Borsa PARROCCHIALE MARIA AUSILIATRICE (2a) - Somma prec.: 9246,45 -Dalle cassette del Santuario, 109 - Totale L. 9355,45

Borsa PICCOLI AMICI DI DON BOSCO - Somma precedente, 2061 - Fiorito Andrea, 100 - Gamba Serenella, 5 - Totale L. 2166.

Borsa PATROCINIO S. GIUSEPPE (2a) - Somma precedente, 2717 - Calandri Serafina, 5 - Totale L. 2722.

Borsa PISCETTA DON LUIGI - Somma precedente, 13999,80 - Lorenzi Edvige, io - D. Trincherio, 1,40 - Ravera A., io - P. Nasi, i - Sibinico Orsolina, 5 - A. M., io - Camporino N., 5 - D. C., 12 - M. C., 2 - N. N., 120 - Totale L. 14176,20.

Borsa REGINA DI MONDOVI' - Somma precedente, 2714,70 - Della Casa Chiesa Giuseppina, 5o - Signora G. Ved. B., 100 - Totale L. 2864,70.

Borsa RICCARDI DON ROBERTO - Somma precedente, 15883,30 - Fogliano Maria, Zoo - Dott. Rossi, Varazze, 5o - Mora Carlo, io - Totale L. 16043,30.

Borsa RINALDI DON FILIPPO (3 a) - Somma precedente, 9184,85 - Grattarola Giovanna, 50 - Totale L. 9234,85.

Borsa S. CUORE DI GESÙ CONFIDO IN VOI (2a) - Somma precedente, 11842,59 - Saponara Raffaella, 100 - Valentino Francesco, io - G. E. C., 200 - B. A., 15 - Totale L. 12167,59.

Borsa SA VIO DOMENICO (4 a) - Somma precedente, 5109,70 - Guglielmetti Elvira, 11 - Totale L. 5120,70.

Borsa S. FILOMENA - Somma prec.: 14310 - N. N., 300 - N. N., 300 - Totale L. 14910.

Borsa S. MARCO, a cura della Casa Salesiana di Venezia (Istituto Coletti). Totale L. 66oo.

Borsa S. TERESA DEL BAMBINO GESU (10a) - Somma precedente, 16532,20 -- A. R., 100 - Totale L. 16632,20.

IN FAMIGLIA

Il mese e la festa di Maria SS. Ausiliatrice.

Il cronista che ci ha descritto la festa di Maria Ausiliatrice del 1876, vi ha aggiunto questa nota: «Non mi stupirei che in pochi anni questa chiesa divenisse centro di grandi pellegrinaggi ». Aveva buon occhio. Di anno in anno infatti la divozione verso la «Madonna di Don Bosco » ha preso proporzioni tali da preoccupare seriamente per l'accoglienza dei fedeli e la soddisfazione della loro pietà. Quest'anno, grazie anche al Giubileo Straordinario che chiama a Roma pellegrini di ogni terra, la Basilica di Maria Ausiliatrice fu più volte allietata e gremita di pellegrinaggi imponenti che ci hanno offerto maravigliosi spettacoli di fede. Abbiamo già detto qualche cosa del pellegrinaggio dell'« Alliance des Maisons d'Education Chrétienne »; nominiamo ancora alcuni dei principali, venuti di lontano: Il Piccolo Seminario di Haubourdin (Francia del Nord) - la Catholic Truth Society di Liverpool (Inghilterra) - 750 Pellegrini Alsaziani - oltre 50o pellegrini Svizzeri con l'Ecc.mo Vescovo di San Gallo - pellegrinaggio Savoiardo della Tarantaise - 1000 pellegrini dell'Azione Cattolica Francese - il seminario di Casale Monferrato, ecc.

Una delle giornate più belle del mese fu certamente la domenica 21 che vide al mattino discendere a Valdocco da tutti gli Oratori di Torino quasi quattromila giovani e padri di famiglia colle loro bande e fanfare, vessilli e stendardi, per ascoltare la Santa Messa ed accostarsi alla Santa Comunione. Nella Basilica celebrò il nostro venerato Rettor Maggiore; ma contemporaneamente gli uomini gremirono la chiesetta di San Francesco di Sales, ove celebrò l'Ispettore della Palestina, Don L. Nigra; e l'Oratorio Festivo locale dovette improvvisare un altare all'aperto, perchè i fedeli avevano occupato le altre cappelle. Nel pomeriggio discesero invece per l'Ora di Adorazione, le giovani degli Oratori delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

* Il mese trascorse rapido e suggestivo soprattutto alle tre funzioni mariane che richiamavano nella Basilica numerosissimi fedeli. I predicatori, Don G. Mellica, salesiano, P. Fedele e P. Luca dei Minori, furono efficacissimi. Nel triduo la folla andò crescendo straordinariamente e la festa fu un vero trionfo. La vigilia abbiamo avuto tra noi un antico allievo, S. E. Rev.ma Mons. Perrachon, delle Missioni della Consolata, il quale celebrò la Messa della Comunione Generale e pontificò i primi Vespri. La Veglia Santa fu tutto un fervore di anime e di cuori. Il nostro Rettor Maggiore celebrò la Messa della Sezione Artigiani. Per la Messa della Sezione Studenti venne il nuovo Vescovo di Alba, S. E. Rev.ma Mons. Grassi. L'Em.mo Card. Arcivescovo, Maurilio Fossati, pontificò la Messa solenne, durante la quale P. Luca fece il panegirico dell'Ausiliatrice. Nel pomeriggio dopo i secondi Vespri pontificati da S. E. Rev.ma Mons. Giuseppe Cognata, salesiano, vescovo di Bova, sfilò magnifica la processione onorata dalla presenza delle LL. EE. RR. Mons. Perrachon, Mons. Pinardi e Mons. Cognata.

L'Em.mo Card. Arcivescovo impartì la trina benedizione nella Basilica e sulla piazza ove la gente si pigiava da tutte le vie mentre mille luci fondevano i loro colori a gloria della Vergine Ausiliatrice. Le feste continuarono il giorno appresso, Ascensione del Signore, con solenni pontificali di Mons. Cognata, e si chiusero la domenica 28 colla Conferenza ai Cooperatori tenuta da D. Trione.

Alle feste di Torino fecero eco tutte le Case Salesiane, gli Istituti di Maria Ausiliatrice, e le parrocchie e Cappellanie rette dai nostri Cooperatori.

A ZIG ZAG DALL' ALPI AL MARE

Nel pomeriggio del 21 maggio il Comitato Centrale delle Dame Patronesse Salesiane, sotto l'alto patronato di S. A. R. la Duchessa di Pistoia, ha organizzato una magnifica « Kermesse » a favore delle Missioni Salesiane. L'Ill.ma signora Presidente effettiva del Comitato, Marchesa Carmen Compans di Brichanteau Challant, trasformò il giardino di « Villa Compans » in un grazioso campo di beneficenza con mille attrattive, e l'aristocrazia torinese, gli amici e i benefattori delle opere del Beato Don Bosco gareggiarono nel soccorso delle nostre Missioni. Coadiuvavano la Marchesa Compans nella provvida iniziativa, le nobili Dame del Comitato: contessa d'Agliano, marchesa Pallavicino Mosso, contessa Parea, contessa Rossi di Montelera, marchesa Morelli, la segretaria sign.na contessa Camerana, le signore Ponti, Prato, Ferroglio, Tommasina, ecc. La riuscita fu assai consolante ed i missionari serberanno viva riconoscenza allo zelantissimo Comitato.

ROMA - La Missione straordinaria Argentina all'Istituto Pio XI.

La visita della Missione Argentina all'Istituto Pio XI - visita di primissimo ordine fra quante se ne sono avute sinora - ha assunto un carattere di particolare importanza anche per la presenza del Successore del Beato Don Bosco, che fu là a ricevere gli illustri visitatori.

Giovedì 4 maggio, alle ore 15, accolti al suono dell'Inno argentino, i componenti la Missione furono ricevuti nell'ampia sala di studio, dove già s'erano raccolti i trecento alunni artigialli ed agricoltori dell'Istituto.

Cantate le « Adclamationes » del Casimiri dalla « Schola Cantorum », e l'Inno corale «Le Aquile di Roma » dall'imponente massa dei giovani presenti, un piccolo alunno, a nome dei suoi compagni, lesse il seguente indirizzo:

Eccellenze, Gentilissime Signore e Signori,

La visita che vi degnate fare a questo Istituto che porta il nome glorioso del regnante Pontefice Pio XI, mentre ci è di altissimo onore, ci riempie di gioia e di entusiasmo.

Non possiamo, infatti, ignorare lo scopo nobilissimo della vostra venuta in Italia, come - del resto - è ancora per noi ricordo graditissimo l'augusta visita del Principe Umberto di Savoia alla nostra Scuola Agraria, avvenuta dopo il Suo ritorno dall'Argentina.

Sappiano inoltre che la vostra grande Patria fu tanto cara al cuore del Beato Don Bosco, poiché rappresentò la prima tappa dell'espansione salesiana nel mondo.

Ma v'è di più.

Queste aule spaziose, questi interminabili portici, queste scuole ed officine pulsanti in un trionfo di vita, di aria e di luce, devono la loro esistenza ad un indimenticabile salesiano argentino, dall'anima nobilissima e dal cuore grande: a Don Adolfo Tornquist.

Gentilissimi Signori,

Ecco i motivi della nostra esultanza; ecco perché - mentre con cuore di figli di Don Bosco e con orgoglio di piccoli soldati della nuova Italia vi porgiamo il nostro deferente saluto - imploriamo le benedizioni di Dio, per l'intercessione di Maria Santissima Ausiliatrice e del Beato Don Bosco, sopra di tutti voi, sull'Italia e sull'Argentina.

A questo seguì un breve ma indovinato saluto letto dal chierico universitario argentino Rejnaldo Schroh il quale ricordò come qui a Roma due insigni monumenti di studio e di pietà fanno fede della generosità argentina: l'Università Gregoriana e l'Istituto Pio XI.

Sorse quindi a parlare il rev.mo signor Don Ricaldone, il quale - con la consueta parola calda, avvincente ed indovinata che gli è propria - diede agli insigni Visitatori il « benvenuto » a nome di tutta la famiglia Salesiana, con accenti che suscitarono i più larghi consensi. Fra l'altro disse, che con ansia era stato da lui atteso quel giorno, per poter ringraziare, a nome di tutti i Salesiani, dell'aiuto e delle attenzioni che tutti in quella nobile Nazione, dalle supreme Autorità fino ai più modesti cittadini, hanno prestato ai Figli di Don Bosco. Ricordò come Don Bosco avesse mandato in Argentina alcuni dei suoi Figli, scelti fra i più cari e che questi, secondo il volere del Padre, avevano dato tutta la loro energia nell'adem pimento dell'ideale che li infiammava. A proposito poi della conversazione avuta col signor Ramon Mexia, il quale avevagli parlato di alcuni collegi dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Patagonia, diceva di essere stato egli stesso testimone di quella cooperazione offerta in tutte le forme alla Famiglia Salesiana, ed, esprimendo il suo affetto verso l'Argentina, concludeva:

...Io stesso ricordo con vera nostalgia le nevi delle vostre maestose Ande, la tranquillità dei vostri laghi preandini, il fulgore dei vostri ghiacciai, l'immensità delle vostre pianure, la maestà dei vostri superbi ed ampi fiumi; tutto questo insieme di paesaggi lo porto profondamente scolpito nella mia memoria. Ma c'è qualche cosa che vivifica questo ricordo: è l'intelligenza, la generosità e il cuore magnanimo dei felici abitanti della vostra grande Repubblica

Pregava quindi l'Ambasciatore che volesse far pervenire fino all'Eccellentissimo signor Presidente e a tutti gli abitanti dell'Argentina il ringraziamento dei Superiori della Famiglia Salesiana. Infine implorava da Dio, per l'intercessione di Maria Ausiliatrice e del Beato Don Bosco, una benedizione speciale affinchè la grande Repubblica adempisse la missione che la Provvidenza per il bene dell'Umanità le ha assegnato nella Storia.

Sua Ecc. il Dott. Exequiel Ramon Mexia, capo della Missione, rispose a Don Ricaldone ringraziando dell'omaggio così cordiale, della cara sorpresa procuratagli e dell'affetto esternato in maniera così sentita con le parole, coi canti e con le note dell'inno argentino che l'avevano commosso profondamente. « Non è il vostro Padre Superiore - proseguiva - che deve ringraziare la nostra Patria per l'aiuto e per le attenzioni avute, ma siamo noi che dobbiamo rendere il nostro omaggio di riconoscenza all'Opera di Don Bosco, che in unione con le Autorità locali, lavora per il progresso intellettuale, e morale del Paese... ». Ricordò, citando qualche bell'episodio personale, come avesse sempre avuto contatti con l'Opera dei Figli del Beato Don Bosco e come l'avesse sempre aiutata e sorretta in ogni circostanza, e concluse augurando all'Italia pace e benessere.

Anche il Dott. Estrada, ambasciatore presso la Santa Sede, volle prender la parola per manifestare - con calore e commozione profonda- tutto il suo entusiasmo per l'Opera provvidenziale dei Figli di Don Bosco «fondata - diceva - quando proprio si sentiva il bisogno di risanare la società fin dalle radici, da Uno che se ora è un grande Beato, fra non molto tutto il mondo acclamerà grandissimo Santo ». Ricordò come egli, sui trent'anni, fosse preso do grandissima ammirazione per i Salesiani, quando percorreva a cavallo l'immenso territorio che dal Rio Negro va sino a Punta Arenas, sina quasi agli estremi lembi patagonici. « Ed è giusto che lo si dica, aggiungeva, che allora in tutto lo sterminato territorio di Santa Cruz gli unici collegi erano quelli dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice ».

Rievocò come il Governo e il popolo dell'Argentina accompagnarono sempre con vera simpatia l'Opera Salesiana e l'aiutarono con generosità: «il monumento innalzato al Beato a La Plata, la Stazione Don Bosco e le vie delle nostre città intitolate a questo grande Educatore ben esprimono, più che le parole, l'amore degli Argentini per la provvidenziale Opera di Don Bosco». Concluse dicendo che questa apoteosi di Don Bosco in Argentina non doveva mancare, giacchè quest'opera provvidenziale specialmente in questi disastrosi anni di crisi, costituisce un provvido vincolo che unisce i governanti con il popolo umile e laborioso.

Terminato il ricevimento nell'aula magna, seguì la visita all'Istituto. Gli illustri ospiti, sempre accompagnati e guidati dal rev.mo signor Don Ricaldone, dall'ispettore Don Festini e dal Direttore Don Rotolo, visitarono tutti i locali, trattenendosi specialmente nelle Scuole-Officine, ove già si trovavano gli alunni intenti al lavoro. Nel salone della Scuola del Libro il Direttore ha offerto agli ospiti il testo stampato dell'indirizzo che poco prima era stato loro letto da un alunno e nella legatoria ha fatto omaggio di un cuoio recante impressa la facciata dell'Istituto.

Verso le ore 18, dopo aver espresso al Successore di Don Bosco e agli altri superiori tutta l'ammirazione e la soddisfazione provata in questa loro visita, i membri della Missione Argentina, calorosamente salutati da tutti, lasciavano l'Istituto, mentre risuonavano ancora una volta per l'aria le composte note dell'Inno Argentino.

FRASCATI .- Villa Sora - Benedizione della nuova cappella.

La domenica 7 maggio u. s. «Villa Sora » ha celebrato la festa del Beato Don Bosco ed ha inaugurato la nuova cappella del Convitto che ospita circa 30o alunni per gli studi classici nel Liceo-Ginnasio pareggiato. A dividere la festa e ad accrescerne la suggestiva solennità convennero numerosi illustri Ex-allievi accolti con cordiale entusiasmo dai Superiori e dai giovani studenti. Lo stesso Em.mo Cardinale Salesiano Augusto Hlond, Primate di Polonia, si degnò presieder la festa e benedire la nuova cappella. Era accompagnato dal Vescovo di Bova, Mons. Cognata.

La funzione della benedizione si svolse dopo la Messa solenne e l'adunanza generale degli Ex-allievi. S. Eminenza, assistito dai superiori, circondato dagli Ex-allievi, dagli alunni e da insigni benefattori, tra cui la famiglia del prof. Lully, pia donatrice dell'altare del Sacro Cuore, ha compiuto il sacro rito in tutta la suggestiva magnificenza della Liturgia che ha lasciato nel cuore di tutti la più soave impressione.

La cappella è dedicata alla Vergine Ausiliatrice ed è opera dell'ex allievo ing. Dott. Giuseppe Guerra-Baldelli. È divisa in tre navate da una doppia fila di pilastri ed archi incorniciati con linee sobrie e nuove, e rivestiti con graniti lucidi, dalle tinte uniformi, che creano un ambiente solenne e religioso. Nel presbiterio l'ingegnere progettista ha voluto dar sfogo alla sua niente creativa, decorando le pareti e l'altar maggiore con marmi varii dalle tinte intonatìssime, e con pannelli pare di marmo, dagli intarsi modernamente eseguiti, per concentrare poi i marmi preziosi, dall'alabastro al diaspro di Sicilia, nel Tabernacolo, che racchiude il SS. Sacramento.

E tutto è risolto con quanto di più moderno offre la tecnica del costruire: dai vetri diffusori per una razionale illuminazione, al cassettonato eseguito completamente in compensato con intarsi di legni fini, ai candelieri di rame lucido, al pavimento in plintos, con disegni originali, ai banchi dalla linea nuova, comodi e razionalmente eseguiti, agli sbalzi in argento delle porticine dei Tabernacoli, ai lampadari in vetro e metallo cromato, ai confessionali che rappresentano una vera novità di linea e di concezione pur rispondendo pienamente alle prescrizioni liturgiche.

Il catino dell'abside è stato affrescato dal pittore Alfredo Mori che ha felicemente interpretato il primo sogno del Beato con un'opera di arte piena di vita e di colore.

Le pale degli altari sono state eseguite dai pittori Donzelli e Monteleoni che scolpirono in pietra di Trani la « Via Crucis ».

Il pregio maggiore della chiesa - ha rilevato l'Oss. Romano in una accurata descrizione artistica - è quello spirito di giusta, si direbbe quasi, educata modernità, per cui la risoluzione appunto moderna sorge come un frutto spontaneo dalle necessità pratiche e, più, dal gusto di un artista del 1933, e non si impone sfacciatamente come ricerca del nuovo ad ogni costo*.

MESSINA -- Nuova chiesa ed Istituto affidato ai Salesiani.

Il 23 Aprile u. s. S. E. Rev.ma Mons. Angelo Paino, Arcivescovo ed Archimandrita di Messina, benediceva solennemente la nuova chiesa del SS. Salvatore, Cattedrale dell'Archimandritato, e il Sig. Don Pietro Tirone, del Consiglio Generale dei Salesiani, qual rappresentante del Rettor Maggiore, celebrava in essa la prima Messa, dinnazi a gran folla di popolo e di giovanetti.

Alle ore 10 Mons. Arcivescovo assisteva pontificalmente alla Messa solenne, celebrata dal Rev.mo Sig. D. Antonino Orto, Ispettore dei Salesiani in Sicilia, ai quali è affidata la chiesa con il grandioso edifizio annesso. Questo, che s'intitola « Oratorio Domenico Savio » è già nel suo secondo anno di vita: scuole elementari e ginnasiali, scuole serali, oratorio quotidiano, adunanze di ex-allievi, Cooperatori, Dame Patronesse, sono le opere che vi si svolgono; anche lo Studentato Teologico per la Sicilia è stato trasferito in questa sede, contribuendo così al decoro delle sacre funzioni e ad efficace attività a favore degli alunni.

Dopo la Messa solenne del 23 aprile ebbe principio un corso di Quarant'Ore straordinarie, che fu seguito da un triduo di preparazione alla festa del B. Don Bosco, e per tutta la settimana nelle varie sacre funzioni ufficiarono le rappresentanze degli Ordini Religiosi coi rispettivi Superiori, e vi intervennero a turno tutti gli istituti maschili e femminili della città.

La Domenica 3o aprile S. E. Rev.ma Mons. Arcivescovo assistè pontificalmente alla Messa solenne celebrata dal Rev.mo Sig. D. Pietro Tirone, Direttore Spirituale della Pia Società Salesiana.

Terminata la Messa solenne, Mons. Arcivescovo benedisse la Bandiera dell'Oratorio Domenico Savio, di cui fu madrina la gentile Signora Amalia Adinolfi, consorte di S. E. il R. Prefetto di Messina.

La cittadinanza prese viva parte ai festeggiamenti, accorrendo ogni giorno numerosa a udire la parola di Dio annunziata dal Rev.mo Mons. Giuseppe De Donno e partecipando devotamente alla grandiosa processione di chiusura. Portava il SS.mo S. E. Rev.ma Mons. Bartolomasi, Ordinario Castrense, il quale al termine della processione, dalla gradinata della nuova chiesa, rivolse brevi, infocate parole alla folla che gremiva la piazza e le vie adiacenti, e impartì la Benedizione Eucaristica.

Ma la gioia più sentita fu quella dei Salesiani, che videro in quel giorno la loro casa onorata da due Ecc.mi Presuli, e poterono udire dal loro veneratissimo Arcivescovo il suo compiacimento nel vedere così pieno di vita salesiana il vasto edifizio che aveva loro affidato, e la sua ferma fiducia in uno svolgimento sempre più rigoglioso.

S. E. l'Arcivescovo Mons. Paino, Mons. Bartolomasi, il Sig. D. Tirone e vari prelati della città, si degnarono poi di prender posto in mezzo alle centinaia di giovanetti dell'Oratorio, per un gruppo fotografico.

Un lato del grandioso istituto è occupato dal salone teatro; anche questo veniva inaugurato, la sera del 6 maggio, con la benedizione di S. E. Rev.ma Mons. Arcivescovo e il discorso inaugurale dell'Avv. Comm. Felice Masera, venuto da Torino per il Convegno degli ex-allievi, svoltosi il giorno seguente.

Il Sig. Ispettore, Rev.mo D. Antonino Orto, anche a nome del Rettor Maggiore, espresse a Mons. Arcivescovo la più viva gratitudine per la sua benevolenza verso i figli del B. Don Bosco; quindi ebbe luogo la rappresentazione dell'operetta « Refugium » del M° Cimatti, salesiano, lavoro eseguito con grazia e sentimento in una magnifica cornice di scenari, di luce e di orchestra.

Così l'Opera salesiana in Messina, che già si svolgeva in due centri (un collegio convitto e una parrocchia, l'uno e l'altra con oratorio festivo) per la munificenza di S. E. Mons. Arcivescovo si esplica ora da una posizione' più centrale e in proporzioni più ampie, sotto la protezione dell'Ausiliatrice e del B. D. Bosco, con l'appoggio degli amici e dei generosi Cooperatori.

CAPRIGLIO D'ASTI - Inaugurazione della Piazzetta Don Bosco e Mamma Margherita.

Per deliberazione del Regio Podestà di Montafia, Comm. Oreste Ricci, il paesello di Capriglio ottenne di dedicare la sua piazzetta ai due personaggi che nel secolo scorso illustrarono colla loro presenza la borgata: il Beato Don Bosco che ha frequentato la scuola comunale nel 1823-24-25 e Mamma Margherita che vi passò i primi anni, esemplare di figliuola, fino allo sposalizio.

La venuta del Vescovo di Asti Mons. Umberto Rossi in visita pastorale, diede occasione a rendere solennissima la cerimonia della inaugurazione, perchè il primo atto di S. E. all'ingresso nel paese, fu appunto di benedire la modesta ma pur altamente significativa scritta lapidaria.

Erano intervenuti a decorare la cerimonia da Montafia l'Ill.mo sig. Podestà con la sua signora; da Torino il Rev. Dott. Renato Ziggiotti, Ispettore salesiano, in rappresentanza del Rettor Maggiore assente; dai paesi vicini una gran folla che, unita alla popolazione di Capriglio, assiepava le strade di accesso e s'arrampicava curiosa all'intorno per assistere alla festosa cerimonia.

La banda del paese rese i primi onori e aprì i cuori alla gioia.

Primo a parlare fu il Parroco Don Matteo Oddenino che porgendo a S. E. il saluto filiale e devoto, alle Autorità civili il ringraziamento, si disse lietissimo di veder finalmente ricordata pubblicamente una gloria tanto cara al cuore dei Caprigliesi.

Seguirono due giovanette delle Scuole, ringraziando del bel dono le Autorità tutte e cantando le glorie di Don Bosco e della Madre sua.

Anche tre giovanotti del locale Circolo Don Bosco di A. C. parlarono rilevando l'alto onore e l'ammaestramento salutare che veniva alla borgata dalla solenne funzione.

Dopo una breve esecuzione corale, accompagnata con fine senso musicale dalla banda, prese la parola il Sac. Dott. Renato Ziggiotti Ispettore salesiano, il quale si disse onoratissimo di rappresentare i suoi Superiori e la Famiglia tutta dei Salesiani a sì cordiali onoranze, nel paese tanto caro al cuore di Don Bosco e della madre sua. E con opportunissima disposizione egli vedeva nella lapide riuniti insieme il figlio alla madre perchè l'uno comunica all'altra l'onore della sua ormai storica grandezza, l'altra spiega del figlio la costanza, la fede, la vocazione santa.

E qui l'oratore in rapidi cenni illustrò la donna saggia, la donna forte, la donna pia, l'educatrice sapiente del Beato nei primi anni e nella prima faticosissima e scabrosissima impresa d'apostolato a Torino, tra i birichini di Valdocco.

S. E. Mons. Vescovo, vedendo tanta folla e desiderando poter far sentire a tutti la sua parola di Pastore e di Padre, propose che si salisse alla Chiesa Parrocchiale, ove iniziò le cerimonie della Visita Pastorale e poi ebbe agio di effondere la piena dei suoi sentimenti con un alato discorso che ben potrebbe definirsi un panegirico di Margherita Occhiena. Si sentiva nell'accento del Vescovo la commozione intima che dettava al suo popolo l'insegnamento ricavato dalle virtù e dagli esempi della santa donna.

La solenne Benedizione Eucaristica concluse la suggestiva cerimonia.

VENEZIA - La conferenza di Don Trione all'Ateneo sul Sistema Educativo del Beato Don Bosco, alla presenza dell'Em.mo Cardinale Patriarca.

Il 2 maggio nell'Aula Magna dell' « Ateneo » di Venezia, alla presenza dell'Em.mo Card. Patriarca Pietro La Fontaine, di molte Autorità, di un'eletta schiera di Insegnanti e di foltissimo pubblico, il venerando Don Trione, segretario generale dei Cooperatori - presentato dal direttore Don Segala - ha tenuto una conferenza magistrale sul « Sistema Educativo del Beato D. Bosco. L'Osservatore Romano ne ha dato un ampio schema che crediamo debba tornare gradito ai nostri Cooperatori perchè nelle grandi linee fissa assai bene i concetti essenziali:

« Il Beato Don Bosco emerge indubbiamente tra i più insigni educatori della gioventù ai tempi nostri per l'eccellenza del suo metodo educativo che diffuso dalla Scuola Salesiana, incontrò ovunque larghi consensi ed alte approvazioni.

In Italia un'ordinanza ministeriale dell' 11 novembre 1923 proponeva ai maestri Don Bosco come mirabile modello da imitare e gli attuali programmi per la scuola di magistero (31 dicembre 1925) includono tra le opere classiche di pedagogia il Metodo educativo di Don Bosco.

Come si presenta questo metodo?

DUE CLINICHE. - La prima clinica in cui Don Bosco si iniziò al difficile lavoro di penetrazione dell'anima e del cuore dell'educando, per ripararne le rovine e ricostruirvi la bontà cristiana, furono le Carceri dello Stato in Torino, ove, giovane sacerdote, prese a svolgere un salutare ministero. Le fatali conseguenze d'una gioventù cresciuta senza freno e in ambienti immorali, si offersero al suo studio nella forma più raccapricciante. Consacratosi all'apostolato della gioventù, si trovò senz'altro in una seconda clinica, formata dai giovani vagabondi e pericolanti dei quartieri più popolari della città, di cui egli prese a circondarsi e che poscia raccolse in appositi Oratori ed Istituti educativi.

DUE METODI. - A sua scelta erano i due metodi classici di educazione: Preventivo e Repressivo.

Il Preventivo, che con assistenza amorevole e continua si studia d'impedire il male e guidare al bene; il Repressivo, che, fatta conoscere la legge, sanziona, minaccia, ed applica castighi e pene ad ogni infrazione.

Don Bosco evitò il Repressivo, ai suoi tempi più in voga ovunque nelle scuole e negli istituti educativi, e si appigliò al Metodo Preventivo.

Gli ambienti suddetti in cui ne iniziò l'applicazione, gli divennero palestre assai laboriose, ma il suo forte ingegno, il suo gran buon senso, l'intuizione felice, la fermezza del carattere e la bontà dei modi trionfarono volta per volta delle più aspre difficoltà.

Più che dai libri dei maggiori pedagogisti e dai sistemi educativi altrui che ebbe agio di confrontare, scandagliò personalmente la mente, il cuore, gl'istinti, le debolezze, le forze naturali degli educandi e ne trasse argomenti ai suoi felici studi.

DUE ELEMENTI FONDAMENTALI. -

Pose a base del suo Metodo Educativo il semplice binomio: ragione e religione.

RAGIONE: guidare i giovani educandi con savi e facili regolamenti e opportune norme direttive: illuminarli frequentemente e richiamarli all'osservanza; coadiuvarli con i voti settimanali e mensili di condotta, da leggersi ora in classe, ora in pubblica comunità a vicendevole edificazione; compensarli con menzioni onorevoli, premi ed altri mezzi di emulazione; abolire ogni sorta di punizioni umilianti; dare, all'educando, oltre l'istruzione primaria, secondaria, professionale o agricola, a seconda dei vari Istituti, tutto ciò che può rendergli più accetto e più proficuo l'ambiente scolastico educativo: aria, luce, vasti cortili per le ore ricreative, giuochi igienici e attraenti, ginnastica, musica vocale e istrumentale, teatro e quant'altro serva a mantenere lieto il fanciullo nell'adempimento dei suoi doveri.

Cosa notevolissima: Don Bosco volle l'intervento amichevole di tutti gli educatori, direttore e superiori, insegnanti ed assistenti, alle clamorose ricreazioni quotidiane dei giovani sia dopo la mensa che dopo lo studio, la scuola ed il lavoro, con partecipazione e interessamento ai giuochi e alle conversazioni degli alunni, come padri in mezzo ai figli. Il segreto educativo è evidente: vi si conoscono meglio i caratteri degli alunni, ai quali si può più agevolmente dire una parola e guadagnarne il cuore per volgerlo al bene; la vita dell'Istituto prende tutto l'aspetto di vita di famiglia.

RELIGIONE. Nel metodo educativo salesiano del Beato Don Bosco ha gran parte la religione cattolica con la debita istruzione religiosa, la preghiera, i Sacramenti e lo splendore delle sacre funzioni in modo da trasformare il sacro tempio in ambiente di santo fascino e soave suggestione, con quanto di meglio le arti belle, le decorazioni, la sacra eloquenza, la musica ecc., sanno opportunamente offrire interessando attivamente gli allievi stessi.

Frattanto l'alunno bene istruito in religione, e animato da intima pietà, si accosta fidente alla sacramentale Confessione per le direttive intime di coscienza e alla Comunione eucaristica che pone l'animo del giovane direttamente a contatto con la Divinità. Sono le forze maggiori della Grazia divina, dirette a crescere i giovani nella pratica della virtù e talvolta anche ad ardue vocazioni.

DUE SOCIETÀ. -- Per l'attuazione del suo sistema il Beato Don Bosco istituì due grandi Società; quella dei Salesiani, che oggi conta circa diecimila soci, e quella delle Figlie di Maria Ausiliatrice, oggi con ottomila Suore; sostenute dal terz'ordine dei Cooperatori Salesiani, alle cui direttive mensilmente si diffonde il rispettivo Bollettino Salesiano che si pubblica oggi in diciassette lingue. Magnifica espansione scolastico-educativa, nata e maturata in Italia e che ha la sua suprema direzione nell'Italia stessa con vanto della gente nostra.

Il Beato Don Bosco ha scritto mirabili pagine sul suo Metodo Educativo; ma spiccano fra tutte i sapienti capitoli del Regolamento compilato per i suoi Istituti.

Insigne educatore la sua voce risonò continuamente in pratiche norme direttive che la tradizione ha gelosamente custodito e tramandato.

Egli non professò la scienza pedagogica; ma visse la pedagogia per tutta la sua vita. ed impersonò e perpetuò il suo Metodo Educativo nelle sue istituzioni religiose ».

Echi delle feste di Don Bosco

Nizza Monferrato. - Come tributo di gratitudine al B. D. Bosco, il Vicario D. Pietro Lana con il concorso della popolazione, volle arricchire la chiesa parrocchiale di S. Giovanni di un altare dedicato al Beato D. Bosco, (il primo nella diocesi di Acqui) sormontato da un magnifico quadro, opera del giovane pittore nicese Prof. Carlo Terzolo. Il quadro intonato all'ambiente rappresenta il B. D. Bosco inginocchiato in estasi davanti a Maria SS. Ausiliatrice, da cui parte un fascio luminoso che cinge come di un'aureola il suo capo ed illumina il sottostante istituto delle Figlie di Maria SS. Ausiliatrice, mentre un angelo in ginocchio presenta aperta al Beato la Carta geografica di tutto il mondo.

Un triduo di predicazione tenuto dallo zelantissimo oratore Prof. D. Lorenzo Regattieri predispose gli animi e li infiammò nella devozione al Beato. La domenica, 3o aprile, fu veramente la giornata del Beato D. Bosco. Si distribuirono circa due mila SS. Comunioni e

nel pomeriggio alla presenza di tutte le autorità religiose e civili, e di tutte le associazioni, nella chiesa gremitissima di fedeli si procedette alla solenne benedizione ed inaugurazione del quadro. Il bacio della S. Reliquia del Beato pose fine alla indimenticabile giornata.

Trapani. - La festa fu preceduta da un triduo predicato da Don Tomaselli. Celebrò la Messa della Comunione generale il Vicario generale della diocesi, Mons. L. Pepe, presenti al completo le fiorenti associazioni femminili della chiesa di Maria Ausiliatrice.

Nel pomeriggio intervenne alla funzione di chiusura S. E. Mons. Ricca, il quale disse ispirate parole sulla mirabile santità di D. Bosco e sulla sua meravigliosa opera. Il venerato Pastore, terminata la funzione religiosa, visitava le magnifiche sale delle associazioni giovanili dell'Istituto e si fermava con compiacenza nel salone dell'Esposizione missionaria, preparata dai membri del benemerito Comitato missionario salesiano. L'Ecc.mo Presule ebbe parole della più alta ammirazione per le signorine, che si erano interessate della benefica opera e si rallegrò con esse per il valore pregevole della maggior parte degli oggetti esposti.

La festa continuò nella domenica successiva per i giovani dell'Oratorio festivo e riuscì veramente devota. Al mattino i cari giovani si accostarono alla Comunione e nel pomeriggio esternarono al Beato i loro sentimenti di affetto con una riuscita accademia.

Cuneo. Dopo un triduo predicato con straordinaria efficacia da Mons. Callisto Cesano Direttore dei Cooperatori Salesiani di Pinerolo, la festa riuscì un'imponente manifestazione della divozione che la città nutre pel Beato Don Bosco.

Caratteristica fu la partecipazione della gioventù Cattolica di tutta la Diocesi. Appoggiando la proposta dell'Assoc. Giovan. Salesiana « BEsucco FRANCESCO » la Presidenza delle Federazioni Giovanili aveva chiamato a raccolta tutti i giovani federati, i quali, nonostante l'inclemenza del tempo, accorsero numerosi il mattino alla S. Comunione ed all'adunata vespertina.

Nel teatrino del Convitto salesiano, mentre si svolgeva il film della giovinezza di D. Bosco, l'Avv. Renato Wuillermin commentò la vita del grande Apostolo con opportuni richiami. - Indi nella Chiesa di S. Clara, ai piedi dell'Immagine di D. Bosco la massa dei giovani ricevette per ricordo i tre grandi amori del Beato: l'amore al SS. Sacramento, a Maria SS., al Papa; e depose nelle sue mani i propositi di bene da svolgere nelle singole Associazioni. Lo scioglimento si svolse al canto nostalgico dell'Inno « Don Bosco ritorna ».

Barcellona (Sicilia). - La festa del Beato D. Bosco in Barcellona di Sicilia venne quest'anno celebrata con una sclennità straordinaria e fu preparata da un triduo di predicazione tenuto nella Chiesa dei S3. Cosimo e Damiano dal salesiano D. Melle.

Il 29 Aprile poi, coll'intervento delle Autorità cittadine, del Rappresentante del Superiore Generale dei Salesiani D. Pietro Tirone, dell'Ispettore per la Sicilia e Malta D. Orto, e di una massa compatta di amici e di ammiratori

dell'Opera salesiana, si è inaugurato un vasto salone-teatro annesso all'Oratorio salesiano. Tenne il discorso d'occasione D. Onofrio De Francesco. Il Sig. D. Tirone, a nome del Superiore Generale dei Salesiani, ricordò la gratitudine di D. Bosco verso i suoi benefattori, e ringraziò tutti gl'intervenuti e specialmente il grande Benefattore Comm. Cattafi e la sua defunta consorte.

Terni. - Anche a Terni la festa del nostro Beato Padre è stata celebrata con grande solennità e numeroso concorso di popolo, la domenica, 3o aprile.

Al mattino, nella monumentale chiesa di S. Francesco, fu un continuo affluire di devoti alla Sacra Mensa in tutte le Messe, che si succedettero ininterrottamente fino a mezzogiorno.

A quella della Comunione generale, celebrata da S. Ecc. Mons. Cesare Boccoleri, Vescovo diocesano, che disse, al Vangelo, un elevato discorso, assisteva, insieme agli alunni del Convitto, una imponente folla, prevalentemente di uomini, che, numerosi, si accostarono alla S. Comunione.

La stessa grande affluenza si ebbe alla Messa cantata delle ore il, e più ancora alla funzione serale, nella quale l'Ex-allievo P. Leone da Caluso, Cappuccino, Parroco di S. Lorenzo al Verano, tessè il panegirico del Beato.

Impartì la benedizione solenne S. Ecc. Mons. Boccoleri, assistito dai Canonici della Cattedrale e dai Chierici del Seminario.

Lo stesso giorno l'Avv. Comm. Masera, venuto espressamente da Torino, presiedette l'adunanza di un bel gruppo di Ex-allievi.e tenne l'annunziata Conferenza su Don Bosco Educatore, al Circolo Fascista di Cultura, dinanzi a scelto e numeroso pubblico, trattando l'argomento con quella competenza e facondia che gli è propria.

Acqui. - Lo zelo delle Figlie di Maria Ausiliatrice ha fatto coincidere il triduo di Don

Bosco cogli Esercizi Spirituali delle giovani della città. Ed il successo fu straordinario. S. E. Rev.ma Mons. Lorenzo Dalponte, vescovo diocesano, ebbe la consolazione di distribuire la Santa Comunione, il giorno della festa, ad oltre quattrocento giovani, guidati dai rispettivi insegnanti, alla Mensa Eucaristica.

La sera impartì la benedizione Mons. Vicario Generale. Il predicatore Don Vitale, salesiano, chiuse con una apposita conferenza alle exallieve.

Faenza. - Dopo un triduo predicato da Don Oliva, festa solennissima, con processione, discorso e benedizione di Mons. Vicario generale, e, a notte, illuminazione di una grande croce colla scritta « Evviva Don Bosco».

Gorizia. - Messa solenne di Mons. Sirotti, Amministratore Apostolico e discorso di D. C. Monti.

Villardora. - Triduo predicato dal salesiano Don Nano, panegirico di Don Cojazzi; concorso di tutta la popolazione e molta gente anche dai paesi vicini.

Pordenone. -- Funzioni nella cappella dell'Istituto e nella parrocchiale di San Giorgio. Discorso dell'Ispettore Don Ziggiotti; entusiasmo straordinario; divozione edificante. Lo stesso giorno riuscitissimo convegno degli Ex-allievi.

Modena. - Nella Chiesa di S. Bartolomeo dei RR. PP. Gesuiti, alla presenza di S. E. Rev.ma Mons. Arcivescovo, tenne l'Omelia S. E. Rev.ma Mons. Evasio Colli, vescovo di Parma, suscitando mirabile fervore nella divozione al Beato.

Sondrio. - Festa di giovani che dalla parola del direttore prof. Dori Lorenzo Saluzzo, cresciuto alla scuola del Beato, ebbero di Don Bosco il miglior panegirico.

Volterra. - Festa particolare all'Oratorio San Filippo, rallegrata dalla presenza e dalla paterna parola di S. E. Mons. Munerati, vescovo diocesano.

Legnago. - La festa è stata preceduta da un triduo predicato dal M. R. P. Abbà, e servì anche di preparazione al II Congresso Eucaristico del Basso Veronese. Le funzioni si svolsero nella Parrocchiale di Porto. Disse il panegirico con brio giovanile il sig. Don Trione, il quale presiedette poscia in Collegio anche il Convegno Ex-allievi, di cui segnaliamo due splendide iniziative: la costituzione di un fondo per la premiazione annuale dei tre migliori allievi per condotta, e l'assunzione delle spese per l'annuale festa del Beato a proprio carico. La stessa Unione coopera efficacemente col direttore D. Brancalion alla fondazione di un Oratorio quotidiano annesso al Collegio.

Ancona. - Le solenni funzioni furono celebrate da Mons. Ragnini e da S. E. Rev.ma Mons. Munzani, arciv. di Zara. Disse il panegirico il predicatore del triduo P. Ilario da Teano.

Trento. - A Trento il nostro Don Trione non ha tenuto soltanto il panegirico, ma varie conferenze alle zelatrici e Patronesse di cui ha costituito formalmente il Comitato, ed al popolo la sera della festa nel teatro affollatissimo.

Montodine. - La nostra casa di Noviziato fu allietata dalla presenza di S. Ecc. Mons. Marcello Minimi, il quale celebrò la Messa della Comunione generale ed illustrò con elevate parole lo spirito di orazione del Beato Don Bosco. Una breve accademia raccolse attorno ai Salesiani autorità religiose e civili del paese di Montodine e dei paesi vicini. S. E. chiuse la festa impartendo, dopo i Vespri, la Trina Benedizione.

Foglizzo Torinese. - Fu la festa di tutto il paese, che si preparò, insieme agli alunni del nostro Studentato Filosofico, con un triduo fervoroso nella Chiesa Parrocchiale, ad una Comunione Generale, in cui gli uomini offersero in massa uno spettacolo di fede ammirabile.

Le strade pavesate videro nel pomeriggio sfilare sotto la pioggia per oltre un'ora tutta la popolazione portando in trionfo il quadro di Don Bosco. La Banda, diretta dal sig. Reinero, che ragazzo nel 1887 suonava già per l'ultima visita di Don Bosco, volle ripetere la marcia che salutò in quell'occasione il Padre Beato.

Fu anche una prova novella dell'affetto speciale che clero e popolo nutrono vivissimo pei Figli di Don Bosco, formando con essi una sola famiglia.

Noci (Bari). - Lo zelo del Rev.mo Primicerio, D. G. B. Notamicala procurò al Beato una gran festa, con straordinario concorso di popolo e al triduo ed alle solenni funzioni.

Triggiano (Bari). - Ha celebrato la festa con solenni funzioni promosse dal Parroco Don Dizonno, e coll'inaugurazione della « Piazza Don Bosco » alla presenza del Senatore prof. Guaccero che scoperse ufficialmente la lapide dedicativa. Il can. Alfarano ha preparato la popolazione con sacra predicazione e conferenze a proiezioni.

San Cataldo (Catania). - Predicò il triduo il Can. Maira. Alla festa gran concorso di devoti a venerare la reliquia. Contribuì all'esito spirituale della festa un doppio Corso di Esercizi tenuti alcuni giorni prima per la Comunione Pasquale che volle distribuire S. E. Mons. Vescovo.

DA UN CONTINENTE ALL'ALTRO

CAIRO (Egitto) - Il Ministro d'Italia alla festa del Beato Don Bosco.

La Festa del Beato Don Bosco al nostro Istituto « Rod el Farag » ha assunto anche quest'anno la massima solennità. Le sacre funzioni del mattino culminarono nella Messa Pontificale celebrata da S. E. Rev.ma Mons. P. T. Silvestri, durante la quale fece un magnifico panegirico di Don Bosco, educatore cristiano, P. Congedo O. F. M. Il pomeriggio poi fu tutta una serie di manifestazioni a gloria del Beato. Lo stesso Ministro d'Italia, S. E. il Conte Pagliano, si degnò onorare, colla Contessa sua consorte, ed il Console Col. Liberati, la celebrazione ufficiale nell'ampio saloneteatro, gremito di elettissimo pubblico. E gli alunni colsero l'occasione per tributare a S. E. una vibrante dimostrazione di omaggio e di gratitudine. Finito il trattenimento, il pubblico si riversò nei cortili ai banchi di beneficenza e la banda svolse uno splendido concerto. La festa si chiuse con un divoto corteo in cui S. E. Rev.ma Mons. Vescovo, preceduto da tutti gli alunni delle nostre scuole e dalle alunne dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e seguito da tutti i fedeli, portò in trionfo la reliquia del Beato.

NEW YORK - Settimana Salesiana e Giubileo d'argento delle figlie di Maria Ausiliatrice.

L'attività spiegata dal nostro zelante Prof. D. Antonio Fasulo, inviato dal Rettor Maggiore negli Stati Uniti per promuovere il movimento dei Cooperatori Salesiani, ebbe magnifica corona in una riuscita settimana salesiana che, sotto la sua direzione, si svolse nella chiesa di Maria Ausiliatrice a New York dal 23 al 30 aprile.

Scopo della settimana fu di raccogliere i vari gruppi e membri della famiglia salesiana nel nome del Beato D. Bosco e studiare i mezzi di diffonderne sempre più il suo spirito e di dare incremento e sviluppo alla cooperazione.

A questo mirarono le cerimonie religiose, o convegni, i discorsi degli oratori, le varie manifestazioni.

E lo scopo fu felicemente raggiunto. Promotori della settimana furono i Direttori e Parroci salesiani dell'Ispettoria con a capo S. E. Mons. Ernesto Coppo e l'Ispettore D. Riccardo Pittini; un gruppo di RR. Parroci degli Stati Uniti Ex-allievi e Cooperatori Salesiani, la presidenza dell'Unione Don Bosco e le rappresentanze dei Comitati di Azione salesiana recentemente costituiti.

Il primo giorno della settimana, domenica 23 aprile, fu consacrato a celebrare il Giubileo d'Argento dell'opera delle Figlie di Maria Ausiliatrice negli Stati Uniti.

Alle Suore che dirigono la scuola Parrocchiale annessa alla chiesa di Maria Ausiliatrice si unirono le rappresentanze di altre case.

Al mattino, dopo la funzione religiosa celebrata in parrocchia, in una vasta aula della scuola si raccolse un folto stuolo di Ex-allievi e di Ex-allieve a testimoniare, colla loro presenza, l'attaccamento devoto e grato alle loro maestre.

Il pomeriggio la fausta ricorrenza fu celebrata nel primo Convegno salesiano che si svolse nel teatro della chiesa.

Alunni ed alunne eseguirono scene allegoriche riferentisi al Giubileo d'Argento con artistico intreccio di declamazioni e di musica.

Oratori della commemorazione furono Don Fasulo e l'Ispettore Don Pittini che illustrarono l'origine, lo sviluppo, le finalità, lo spirito dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e l'opera promettente da esse spiegata negli Stati Uniti. Vi entrarono l'anno 1908 ed iniziarono il loro apostolato nella Parrocchia italiana di S. Michele in Paterson. Erano quattro. Ora sono già un centinaio ed hanno fiorenti opere, oltre che a Paterson, ad Atlantic City, a Nord Haleston, a New York, a Watson-ville in California, e a Tampa nella Florida.

La bella giornata fu chiusa da una solenne funzione nella chiesa di Maria Ausiliatrice con discorso del Parroco D. Paolo Zolin.

In tutti i giorni della settimana fu celebrata al mattino una Santa Messa per i Cooperatori, con Comunione e fervorino; e alla sera una finzione con Benedizione e discorso di vari oratori. - La sera del 24 parlò di Maria Ausiliatrice il Rev. Don Giovanni Voghera, Parroco del Corpus Cristy a Port Chester, e la sera del 25 parlò del Beato Don Bosco il Rev. D. Raffaele Cioffi, Parroco di S. Rosalia a Brooklyn. Il 26, oltre la Messa della Comunione, alle ore 9,30 fu cantata una Messa solenne durante la quale tessè le lodi del Beato D. Bosco il Rev. D. Luigi Trifari.

Alle ore 18,30, nel teatro della chiesa si svolse il secondo Convegno della settimana.

In una discussione di carattere pratico furono proposte norme e prese deliberazioni atte a promuovere lo sviluppo dell'Unione dei Cooperatori Salesiani secondo le finalità e lo spirito del Beato Fondatore.

A sera, nel Giardino Romano del Restaurant O. Giolito, durante un'agape fraterna che raccolse circa 300 Cooperatori, il Sig. Vincenzo Giardina, a nome dei convenuti delle Colonie di New York e Stati Uniti consegnò ufficial mente al rappresentante del Rettor Maggiore la Borsa missionaria « Camicatti».

Con crescente entusiasmo fu celebrato il triduo in preparazione alla festa del Beato Don Bosco. Questa si svolse la domenica 3o aprile.

Alle 8 celebrò la Messa della Comunione generale S. E. Mons. Coppo, con la cui assistenza fu cantata alle ore 11, la Messa solenne. Vi parteciparono le Associazioni parrocchiali cogli stendardi. Al Vangelo recitò un magnifico panegirico di Don Bosco l'oratore del triduo, Don Fasulo.

Alle ore 16 ebbe luogo nel teatro della chiesa la solenne adunanza di chiusura. La presiedette e diresse S. E. Mons. Coppo.

D. Fasulo portò ai convenuti il saluto del Rettor Maggiore, saluto di riconoscenza e di incoraggiamento, ricordò e raccomandò le deliberazioni prese ed, esprimendo la sua soddisfazione per il buon esito della settimana, ne trasse gli auspici per lo sviluppo della cooperazione e dell'Opera salesiana, nella grande Repubblica degli Stati Uniti.

Pronunziarono applauditi discorsi il rappresentante dei Cooperatori e dell'Unione Don Bosco; il Reverendo Giuseppe Bove, a nome di tutti gli Ex-allievi; la Sig.na De Marco per le Ex-allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Fra la più viva attenzione dell'assemblea prese quindi la parola l'On. John Freschi, giudice delle Sessioni Generali, che additò e invocò l'educazione cristiana secondo il sistema di Don Bosco come la migliore soluzione al preoccupante problema della delinquenza minorile.

L'eloquente discorso dell'illustre magistrato fece una profonda impressione.

L'Ispettore, D. Pittini, dando il resoconto dell'Opera salesiana negli Stati Uniti, espresse il proposito e la fiducia di un maggiore sviluppo reclamato dalle necessità rilevate dai precedenti oratori.

Il R. Vice console, Comm. Gaetano Spadafora, in rappresentanza del Console Generale, Nobile Couim. Grossardi, portò al convegno il saluto d'Italia che tanto beneficia e si onora dell'opera mondiale di Don Bosco.

L'entusiasmo destato dagli oratori fu accresciuto dalla lettura di due autorevoli adesioni: un telegramma dalla Città del Vaticano, dell'Em.mo Card. Pacelli, Segretario di Stato, a nome del Sommo Pontefice e una bella lettera del R.mo Sig. Don Ricaldone.

Un solenne Te Deum di ringraziamento, previo discorso dell'Ispettore D. Pittini, e la trina benedizione del Santissimo impartita da S. E. Mons. Coppo chiusero, a sera, la riuscita settimana che ha lasciato le più belle impressioni in quanti vi parteciparono e non mancherà di produrre i frutti auspicati e desiderati.

EQUATORE - Il decennio dell'Oratorio Salesiano di Quito.

L'Oratorio Salesiano di Quito (Equatore) ha celebrato il primo decennio della sua esistenza. Una monografia pubblicata per la circostanza ci offre dei dati confortanti sull'attività svolta e sul progresso raggiunto. Iniziato con 4 bambini, conta ora oltre un migliaio di ascritti che, nelle feste principali, salgono anche a 1300. Nel corso di 10 anni furono distribuite ben 1457 Prime Comunioni. Per la preparazione dei giovani all'atto solenne il direttore Don Izurieta ha composto un Catechismo molto pratico che ha avuto l'approvazione dei Vescovi Equatoriani e una benedizione speciale del S. Padre.

La generosità del Consiglio Municipale di Quito ha permesso nel 1927 la formazione d'una banda musicale che presta graditi servigi nelle cerimonie religiose e cittadine, e che fu già quattro volte decorata con speciali diplomi. Nel concorso del novembre 1929, ebbe anche la medaglia d'argento e in quello del maggio 1930, la medaglia d'oro; nella gara musicale con le bande dell'Esercito, agosto 1931, il Diploma d'Onore. Nell'aprile dell'anno scorso fu costituito il Circolo Don Bosco per l'A. G. C. Pei giovani inferiori ai 15 anni vi sono le Compagnie di S. Luigi e di S. Giuseppe, l'una per artigiani, l'altra per studenti, ed il Piccolo Clero. Fiorente è pure la Compagnia Filodrammatica e la Mandolinistica. Tutta questa cara gioventù cresce nell'attesa di poter presto inaugurare un magnifico Tempio in stile gotico-romano a Cristo Re. Ne benedisse le fondamenta il compianto venerando Arcivescovo Mons. Polit, l'8 gennaio 1928, ed i lavori procedono col concorso generoso di tutti gli Oratoriani. Il Signore non mancherà di benedire i loro sforzi per onorare più degnamente il Divino Sovrano.

SUNBURY, VITTORIA (Australia) - La festa del Beato Don Bosco.

Anche quest'anno la festa fu celebrata con una grandiosa processione eucaristica alla quale parteciparono più di 40.000 persone che vennero da tutte le parti dello Stato, ma specialmente da Melbourne e sobborghi. Il Comitato esecutivo per la celebrazione non risparmiò fatiche per prevedere, organizzare ed eseguire fin nei più minuti dettagli quello che poteva servire a dare alla festa un perfetto successo.

Per assicurare il tempo favorevole la festa si celebrò il 9 aprile, Domenica delle Palme.

Parteciparono numerosissime rappresentanze di tutte le parrocchie con oltre 2500 Figlie di Maria con le loro bandiere ed i loro veli; i chierichetti di, quasi tutte le parrocchie coi loro parroci, tutte le società cattoliche della metropoli, ecc., ecc. Nove treni speciali portarono i devoti pellegrini entro il piazzale della processione; un numero di parecchie centinaia di automobili di tutti i generi riempì ogni spazio ottenibile del parco e coprì letteralmente le vie di Sunbury adiacenti all'entrata. Un ispettore di polizia con 4o dei suoi ufficiali si offrì gentilmente per l'ordine pubblico.

Un sistema perfetto di amplificatori e altosonanti permise a tutta la gente di partecipare al canto che unisono saliva da tutte le parti della processione, dei cortili e della casa,

Il Vicario generale che sostituiva l'Arcivescovo ammalato, nell'esprimere alla moltitudine la sua contentezza ed ammirazione per la splendida funzione, ringraziava vivamente i Salesiani per averla promossa e garantiva che nessuna dimostrazione religiosa in Australia sorpassava la presente celebrazione eucaristica della festa del Beato Don Bosco.

Tutta la gente partì contenta e felice di aver partecipato a così cara dimostrazione di amore verso Gesù Eucaristico e verso l'opera del Beato Don Bosco.

Esercizi Spirituali.

Anche quest'anno, nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice in NIZZA MONFERRATO (Alessandria), verranno dettati, da Sacerdoti salesiani, due corsi di Santi Spirituali Esercizi per Signore e Signorine, Ex-Allieve, Cooperatrici salesiane.

Il primo corso andrà dal pomeriggio del giorno 11 Agosto, al 15, Festa dell'Assunta, e verrà dettato preferibilmente per Signore e signorine anziane.

Il secondo corso andrà dal pomeriggio del 2 settembre al pomeriggio del 6, e sarà per signorine e giovanette oratoriane, operaie, ecc.

La retta per le Esercitande è di L. 30 per tutta la durata del Corso.

Chi desidera parteciparvi, ne faccia domanda

alla Rev.ma Direttrice dell'Istituto N. S. delle Grazie, Nizza Monf. (Alessandria) entro il 31 luglio per la muta di Agosto, ed entro il 2o agosto per la muta di Settembre.

Anche a GENOVA all'Istituto Maria Ausiliatrice (Corso Sardegna 86) si terrà un corso di Esercizi spirituali dal 6 al 10 agosto. Retta L. 40 per tutto il Corso. Rivolgersi alla Direttrice.

RISPOSTA ALLA CIRCOLARE DEL RETTOR MAGGIORE... La signora Zarri Paolina di Cortemilia ha portato al Rettor Maggiore la somma di L. 100 raccolta fra varie Cooperatrici che incominciarono a versare mensilmente L. 5 per le Opere Salesiane. Ci auguriamo che l'esempio trovi altri imitatori.

TRA LE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

Il LII Anniversario della preziosa morte della prima Superiora Madre Mazzarello ha suscitato nuovi palpiti tra le Figlie di Maria Ausiliatrice, che, il 14 maggio u. s., hanno intensificato il fervore delle preghiere per la Causa della sua Beatificazione ed hanno rievocato la figura e gli esempi della Serva di Dio, con speciali commemorazioni nelle diverse case. A Torino nella Casa che porta il suo nome, in Borgo San Paolo, alla presenza delle Superiore e Suore, delle Madrine, e delle giovani dell'Oratorio, di numerose benefattrici e benefattori, la prof. Margherita Stoppino, Presidente della Unione Internazionale delle ExAllieve delle Figlie di M. A., in una interessantissima conferenza, rifece la storia della vocazione dell'umile figlia di Mornese ed, attraverso alla sua vita di lavoro e di preghiera, raccolse, ad edificazione delle Figlie presenti, l'anelito costante della Madre per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.

A Nizza Monferrato, nella Casa che fu sede per tanti anni del Consiglio Generalizio, ove la serva di Dio trasfuse fino alla morte lo spirito del Beato Don Bosco nella direzione generale dell'Istituto e dove piamente si spense in concetto di santità il 14 maggio 1881, fu chiamato a tenere la commemorazione ufficiale il M. R. Don Angelo Amadei, già direttore del Bollettino Salesiano per ben 25 anni ed ora all'ufficio storico della Congregazione Salesiana. Egli, colla competenza che gli proviene dal suo ufficio, dopo uno sguardo rapido al rigoglio meraviglioso dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ha ritratto la figura della Serva di Dio nel trittico salesiano, che ha al centro il Beato Don Bosco, a destra Don Rua ed a sinistra la Madre. Nella luce di Don Bosco egli ha accostato Madre Mazzarello al primo Successore del Beato, rilevando coincidenze provvidenziali e significative, virtù e doti morali di mirabile affinità.

Ambedue nati nel 1837; Don Michele Rua il 9 giugno, quasi dono del Cuore di Gesù; Madre Maria Mazzarello il 9 maggio quasi dono della Vergine. Don Rua fedele e sapiente amplificatore dell'opera di Don Bosco; Madre Mazzarello formata da Dio secondo il cuore del Beato, interprete del suo spirito nella cura dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Doti morali in vivo contrasto con l'umiltà dei natali: umile fanciulla, di umile patria, di umile condizione, di umili costumi, la più umile forse delle sue coetanee, Maria Mazzarello aveva il cuore di una regina, fortificato dall'unione Eucaristica a cui ella si preparava giornalmente con purezza di angelo: « Ogni giorno alla S. Comunione! » ogni giorno rifacendo quei percorsi mattutini verso gli splendori eucaristici, tutta accesa di carità, collo sguardo allo scintillio del firmamento che le faceva sovente esclamare « quante stelle un giorno saranno molto al disotto di noi! ».

Perciò il Signore che teneva fisso lo sguardo sopra di lei, la venne formando, all'altissima missione di Madre e Maestra dell'« ampio e verginal drappello » delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Non a lei i sogni radiosi riserbati al Padre, ma la preparazione segreta a realizzare nella Congregazione femminile gli splendidi sogni paterni; preparazione che si svolse attraverso i noti episodi. Il furto alle sostanze dei genitori, che trasferendo tutta la famiglia al paesello di Mornese, portò Maria più vicina alla Chiesa; la malattia contratta per assistere i parenti infermi che ne fiaccò la robustezza, la indusse a lasciare il faticoso e giocondo lavoro dei canapi per cercarne uno meno pesante che però la dispose alla riflessione e al raccoglimento; la visione del caseggiato su le alture di Borgoalto, ampio, spazioso, tutto luce e sorriso come il suo futuro apostolato; il modestissimo laboratorio per far conoscere e amare il Signore col patto che « ogni punto sia un atto d'amor di Dio »; l'unione delle Figlie dell'Immacolata benedetta da D. Bosco che gliela raccomandò con quel suo bigliettino «pregate pure, ma fate del bene più che potete alla gioventù; fate tutto il possibile per impedire il peccato, fosse anche un solo peccato veniale »; infine la preziosa visita del Beato a Mornese e l'intuizione soprannaturale di lei: «Don Bosco è un santo ed io lo sento ».

Così il Signore la venne formando ad essere con D. Michele Rua l'ausiliatrice del Beato, pietra angolare del nuovo edificio che D. Bosco innalzò come monumento di riconoscenza a Maria Ausiliatrice; la venne preparando segretamente, insensibilmente, ma così gagliardamente che a 35 anni, quando venne eletta Superiora generale della nuova fondazione non le mancava più nulla.

Qui l'oratore, rievocati gli anni che Madre Mazzarello visse tra le sante mura di Nizza come Superiora Generale, si compiacque indugiarsi nel profilo morale di lei: carità, umiltà, obbedienza; le gemme che rifulsero nella sua vita, e che raccomandò morendo alle sue Figlie.

Per queste preziose gemme che ne adornano la vita, e per tutta la sua esistenza consacrata alla gloria di Dio e alla salvezza delle anime, Madre Maria Mazzarello, staccandosi quale candida colomba dalla terra, si innalzò all'alba di un altro maggio, cantando alla Madonna l'ultimo suo canto, verso gli splendori celestiali della felicità sempiterna. Il Beato ne aveva vista anticipatamente la gloria nel sogno del-

l'Apoteosi delle due Congregazioni, e nel cuore delle Figlie germogliò la speranza dell'esaltazione liturgica che oggi tutti sentono vicina ».

Di Madre Maria Mazzarello Suor Mainetti, F. di M. A., ha pubblicato, pei tipi della S.E.I. un bellissimo profilo e l'ha dedicato alla Gioventù femminile di A. C. I. Lo scopo è chiaro: offrire un modello prezioso alla G. F. C. L'autrice l'ha raggiunto magistralmente. « Ne è uscito un profilo - dice Mons. Cavagna nella prefazione - agile, vivo, fresco, nel quale le nostre giovani non hanno fatica di riconoscersi, e rivedere il loro stesso campo di apostolato, le loro medesime difficoltà, gli stessi risultati, così da chiedersi, in certi momenti, se leggono la vita di Suor Maria Mazzarello o quella di una socia della gioventù femminile! ». Costa appena L. 5.

Lievito santo.

Pensavamo proprio alla parabola evangelica della manata di lievito che, gettata in tre staia di farina, fa fermentare tutta la massa, mentre assistevamo al primo convegno dei Catechisti Oratoriani, raccolti nell'Oratorio Festivo di Valdocco, la domenica delle Palme, 9 aprile u. s., per studiare i mezzi più efficaci ad assicurare a tutti gli Oratori Salesiani, degli abili Catechisti, formati secondo lo spirito del Beato Don Bosco, sulle direttive della Santa Sede. E l'idea del lievito santo ce la suggerirono essi, i cento Delegati-Catechisti degli Oratori della città di Torino e viciniori, che, dopo aver elaborato i vari temi nelle singole sedi, portarono al convegno il prezioso contributo di non poca esperienza, di straordinario entusiasmo e di uno spirito di sacrificio che ci ha commossi. Tutta la giornata fu consacrata allo studio del grande problema della loro formazione. Mentre nei cortili dell'Oratorio fervevano le chiassose ricreazioni, essi, suppliti una volta tanto da altri amici, nell'assistenza dei loro frugoli, dopo aver implorato i lumi celesti, cibati del Pane Eucaristico, nella storica Cappella di San Francesco di Sales, alla Messa celebrata dal rev.mo Sig. Don Giorgio Seriè, consigliere del Capitolo Superiore preposto alla direzione generale degli Oratori, passarono nel teatrino decorosamente preparato a sede del convegno.

Presiedette lo stesso superiore Don Giorgio Seriè, assistito dall'Ispettore Don Persiani e dal Direttore dell'Oratorio locale e da un bel gruppo di veterani, alcuni Catechisti fin dai tempi del Beato Don Bosco.

Relatori tutti Catechisti effettivi degli Oratorii di Valdocco, Martinetto, San Paolo, Monterosa, S. Luigi (Torino) e dell'Oratorio S. Luigi di Chieri.

Nella seduta antimeridiana trattarono con mirabile competenza i seguenti temi: Eccellenza del Catechismo. - Metodo dell'istruzione catechistica secondo le tradizioni del Beato Don Bosco. - Compito del Catechista oratoriano oltre l'insegnamento del Catechismo. - Doti essenziali del Catechista oratoriano. - Mezzi ordinari e straordinari per promuovere lo studio del catechismo.

Un'efficacia tutta speciale ebbe il discorso del prof. Oddone della Scuola di Guerra di Torino, il quale ha esposto schematicamente le principali ragioni per cui egli consacra volentieri le ore più belle di ogni domenica all'insegnamento del Catechismo nel nostro Oratorio di S. Luigi in Torino.

I temi furono oggetto di cordiale, interessante discussione che mise in rilievo tante risorse spicciole caratteristiche ai singoli oratori per guadagnare i giovinetti allo studio del Catechismo. Verso la fine della seduta, sopraggiunse il Rettor Maggiore, sig. Don Ricaldone, accolto da vivissimi applausi, ed ascoltata la relazione dell'ultimo tema, prese la parola per ringraziare i cari Catechisti e rallegrarsi con loro delle buone disposizioni manifestate. Ricordò l'apostolato del Beato Don Bosco per l'insegnamento del Catechismo fin dai primi anni della sua fanciullezza; i suoi sforzi per raccogliere e formare Catechisti che l'aiutassero in quest'opera santa nei primordi del suo Oratorio; la riconoscenza che ebbe sempre per quei suoi preziosi collaboratori, i cui nomi, dai più nobili ed illustri ai più umili e modesti, sono omai scritti a caratteri d'oro nella storia della Società Salesiana. Incoraggiò i presenti a continuare la loro formazione secondo lo spirito di Don Bosco, per riuscire a svolgere una missione così alta colla massima efficacia. Infine regalò a ciascuno una copia del « Regolamento per gli Oratorii » fatto compilare dallo stesso Beato, e promise di intervenire ancora nel pomeriggio a chiudere i lavori del convegno su cui implorava le più elette benedizioni.

Ripresi i lavori nel pomeriggio, furono anzitutto acclamati telegrammi di omaggio e di devozione al Sommo Pontefice ed all'Em.mo Card. Arcivescovo.

In seguito si passò all'ordine del giorno per altri temi di grande importanza:

La formazione del Catechista secondo il pensiero di Don Bosco. - Progetto di una scuola di formazione di Catechisti - Schemi di programma in armonia con le direttive più recenti della Sacra Congregazione del Concilio. - Proposte pratiche sull'ordinamento delle scuole stesse. - Esami e gare catchistiche - Mezzi per promuovere la frequenza dei giovani all'oratorio. Metodi di organizzazione delle varie classi.

Il sig. D. Trione, specializzato in questo campo, portò il contributo della sua rara esperienza, insistendo sul concetto che i migliori Catechisti sono quelli che si formano negli stessi Oratorii e quindi la necessità per ogni Oratorio di sceglierseli e formarseli secondo la mente di Don Bosco.

Il sig. Don Seriè commentò brevemente il capitolo del « Regolamento per gli Oratorii » che riguarda i Catechisti. Le parole del Beato Don Bosco vibrarono, attraverso la voce del Superiore, con un'espressione di attualità da appagare tutti i desiderii e sciogliere le difficoltà che i varii temi avevano presentato. Un senso di profonda venerazione pervase l'animo dei Catechisti che compresero il valore del volumetto che il Rettor Maggiore aveva loro donato al mattino.

Conclusione pratica del Congresso fu il proposito della istituzione di scuole di formazione per Catechisti di Oratorii Salesianì che provvedano all'abilitazione di giovani volonterosi al delicato ufficio, con la competenza richiesta dalla Santa Sede e secondo lo spirito del Beato Don Bosco.

Il Rettor Maggiore giunse acclamatissimo a chiudere i lavori del Convegno con parole di ammirazione, di riconoscenza e di plauso. Si rallegrò per il magnifico programma studiato alla luce degli insegnamenti di Don Bosco, ed, accennate ancora le benemerenze del Beato in questo campo, li esortò caldamente a formarsi ad una profonda pietà, ad una viva carità e ad un ardente zelo per dare ai giovani sempre quel buon esempio nella vita cristiana che è indispensabile in chi insegna agli altri la dottrina del divino Maestro.

Subito i Catechisti passarono alla Cappella di San Francesco di Sales ove il sig. Don Seriè impartì la benedizione eucaristica e rivolse ancora dall'altare paterne, efficaci esortazioni a curare con tutta l'anima la bellissima missione alla quale il Signore li aveva chiamati.

CULTO E GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

Mi assiste in una difficile operazione. - Da tre anni andavo soggetto a male di stomaco che mi causava continui ed insopportabili dolori impedendomi di accudire ai lavori della campagna.

Essendo riuscite inutili le cure prodigatemi dal mio bravo dottore curante e facendosi i dolori sempre più forti, fui trasportato d'urgenza all'ospedale dove, dopo accurato esame, fui dichiarato affetto di ulcera gastroduodenale perforante al fegato. L'esito incerto che avrebbe potuto avere l'operazione preoccupava il Professore, ma io ero tranquillo perche già da qualche tempo pregavo la Vergine Ausiliatrice e il Beato D. Bosco perchè guidassero la mano del dottore operante.

L'operazione fu eseguita felicemente il giorno 13 dicembre u. s., ed ora sto benissimo e non ho mai più risentito dolori di sorta.

Riconoscentissimo ai miei Celesti protettori rendo pubblica la grazia e invito quanti hanno da subire operazioni a mettersi prima sotto la protezione di M. Ausiliatrice e del suo fedel Servo B. Don Bosco.

Murisengo 24 aprile 1933.

MONTAGNINO GiusEPPE.

Vitalini Severina (Alessandria) con animo commosso per le molte grazie ricevute da Maria Ausiliatrice e dal Beato D. Bosco invia il suo modesto obolo per le Opere Salesiane.

Una mamma invia cospicua offerta per la celebrazione di una S. Messa in ringraziamento per una grazia straordinaria ricevuta da M. Ausiliatrice.

Burdese M. porge offerta per le Missioni Salesiane e attende da M. Ausiliatrice e dal Beato D. Bosco il compimento di altre grazie.

Cavallo Pietro (Torino) ringrazia M. Ausiliatrice per la grazia che gli ha concesso e spera di riceverne altre.

Loreo Antonia (Asigliano) ringrazia commossa M. Ausiliatrice che: ha ridata la salute ad una figlia colpita da bronco-polmonite complicata con altri malanni; ha aiutato un figlio a farsi una posizione onorata ed ha fatto rifulgere l'innocenza di un altro figlio colpito dalle calunnie di persone malevoli.

Dannino-Teresa (Milano) riconoscente ringrazia l'Ausiliatrice e il B. D. Bosco per averle guarito un figlio colpito da polmonite.

Di Cicco Domenicantonio, trovandosi a Roma per affari dimenticò una borsa su un'automobile pubblica. Temendo di non poterla riavere si raccomandò a M. Ausiliatrice e dopo due giorni la borsa fu ritrovata intatta. Pochi giorni dopo un fratello s'ammalò gravemente di bronco polmonite, e raccomandatolo a M. Ausiliatrice colla novena, in breve fu risanato.

Z. M. (Novara) ringraziando l'Ausiliatrice e il Beato D. Bosco per una grazia ricevuta chiede all'Aiuto dei Cristiani di continuarle la sua protezione e di concederle altra grazia che attende con ansia.

Speranza Geromina (Vignole Borbera) fa pubblica la sua riconoscenza a Maria Ausiliatrice che le guarì la figlia gravemente inferma.

Faranda Carmela (Messina) nel 1929 essendo soggetta a gravi disturbi avrebbe dovuto sottoporsi ad operazione, ma pregò con tanto fervore M. Ausiliatrice ed il B. D. Bosco che ottenne non solo di evitare l'atto operativo ma di potersi recare a Roma ed assistere alla Beatificazione di D. Bosco.

N. N. (Ronago) nel giugno del 1932 avendo un congiunto, padre di tre teneri bimbi, gravemente infermo di appendicite con pericolo di peritonite, lo raccomandò a M. Ausiliatrice ed al suo fedel Servo B. D. Bosco e ottenne la grazia della perfetta guarigione.

Boneschi Suor Clementina. F. di M. A. (Bahia Bianca, R. Argentina) in un serio e penoso conflitto con le Autorità scolastiche fece ricorso a M. Ausiliatrice e al B. D. Bosco e fu pienamente esaudita. Riconoscente fa pubblica la sua gratitudine e manda tenue offerta.

Coco Lina (S. Venerina) commossa ringrazia M. Ausiliatrice e il B. D. Bosco per l'immediata guarigione del figlio, da bronco polmonite.

Franchini Sorelle (Carpineto) riconoscenti porgono vive grazie alla Vergine Ausiliatrice e al B. D. Bosco per grazie ricevute e per la continua protezione sulla famiglia.

Vannini Lelli Emma (Bordignano) ringrazia M. Ausiliatrice e il Beato D. Bosco che l'assistettero in varie circostanze dolorose della vita e specialmente per la protezione accordatale durante un'incendio scoppiato di notte. Di tutto serberà eterna riconoscenza.

Carbone Matilde (Torino) con cuore riconoscente porge ringraziamenti a Maria Ausiliatrice che, per intercessione del Beato D. Bosco, le ottenne, dopo una terza novena, una grande grazia.

Brunero Maria (Settimo Rottaro) ringrazia Maria Ausiliatrice e il Beato D. Bosco per l'ottenuta guarigione di una gastrica ulcerosa.

Botta Maria da Saletta (Vercelli) fa generosa offerta per grazia segnalata.

DALLE NOSTRE MISSIONI

India.

La nuova Missione di Saharanpur.

Parecchi lettori del Bollettino Salesiano mi hanno domandato come mai i Salesiani sono andati a stabilirsi così lontano, al Nord dell'India. È cosa interessante notare che i Salesiani furono invitati a stabilire una Missione nella

Diocesi di Agra più di 5o anni fa, vivente ancora il nostro Beato Padre Don Bosco. Parecchie lettere vennero scambiate fra Don Bosco e Mons. Jacopi, allora Vicario Apostolico di Agra. Il P. Romolo, cappuccino, che da più di 3o anni lavora in questa Missione di Agra, mi assicura che nella sua qualità di archivista diocesano, ebbe nelle sue mani una lettera del nostro Beato Fondatore diretta al Vescovo Mons. Jacopi, che trattava di questa fondazione, lettera che dopo alcuni anni non fu più possibile ritrovare. D'allora in poi, ma specialmente dal tempo in cui i Salesiani iniziarono il loro lavoro nell'Assam, le insistenze per una tale fondazione si ripeterono senza posa; finchè, dopo 5o anni, il progetto è diventato una realtà colla accettazione da parte dei Salesiani, di una Missione nel distretto di Saharanpur, situato proprio ai piedi dell'immensa cordigliera dell'Himalaya, dove i primi Salesiani vi arrivarono il 5 marzo 1932. Il nostro lavoro è parrocchiale e missionario. I nostri parrocchiani sono nella massima parte anglo-indiani ed europei, alcuni impiegati nella ferrovia, altri semplici residenti; i nativi, cattolici, sono appena una ventina! Come Missionari la nostra opera di evangelizzazione si svolge in modo particolare a favore dei « Chamars » che dai loro numerosi villaggi chiamano insistentemente i Missionari perchè si occupino di loro e li istruiscano. Abbiamo già circa 300 catecumeni.

I CHAMARS sono contadini dedicati generalmente al lavoro della terra od alla conciatura delle pelli. Solo il nostro distretto ne conta ben 300.000, ed è senza dubbio quello in cui essi sono più numerosi. Ma oltre a loro vi sono anche circa settecento mila indii e quattrocento mila mussulmani. Quindi la popolazione europea e anglo-indiana è insignificante in confronto al totale della popolazione. Col tempo ed a misura che il personale ed i mezzi ce lo permetteranno, speriamo di poter stabilire una grande scuola agricola a beneficio dei ragazzi anglo-indiani, ma specialmente dei Chamars. La cosa sarà utilissima in questo distretto prevalentemente agricolo: è uno dei più fertili dell'India ed è anzi chiamato il giardino dell'India. A questo scopo S. E. Mons. Arcivescovo di Agra ha messo a nostra disposizione 7o acri di terreno (circa 3o ettari) lasciati alla Missione Cattolica dall'Irlandese Mc. Carthry Rice. Poi penseremo anche ad una scuola di arti e mestieri, per adattarla al bisogni locali; daremo uno sviluppo maggiore ai laboratori dell'industria del cuoio che già adesso occupa una gran parte dei Chamars.

SITUAZIONE GEOGRAFICA DEL DISTRETTO. - Il distretto civile di Saharanpur amministrativamente fa parte della divisione di Mecrut che insieme ad altre provincie costituisce una delle grandi regioni dell'India: « Provincie riunite di Agra e Oudh ». Il distretto di Saharanpur ha una estensione di circa 55.000 kmq. ed è compreso tra i 29° 34" ed i 30° 2" di latitudine nord ed i 77° 7" ed i 78° 12" di longitudine est. Siamo ad una distanza di soli 1oo km. dai grandi contrafforti dell'Himalaya alti dai 2ooo ai 2500 m. e che durante l'inverno si coprono di abbondante neve, facendo sì che nella nostra regione, situata vicina ai monti, l'inverno sia abbastanza lungo. La regione è limitata ai fianchi da due grandi fiumi, celebri nella storia indiana: il Jumnà e il Gange, (il fiume sacro per eccellenza degli Indù) a nord, dai monti Siwalik ed a sud dalla pianura indiana. Questa posizione vantaggiosa fa ricordare il paradiso terrestre tra il Tigri e l'Eufrate.

ASPETTO GENERALE. - L'aspetto generale del distretto è quello di un altipiano nella parte superiore ed il resto di una immensa pianura che va verso sud con un declivio più o meno pronunciato. I due fiumi Jumna e Gange giungono al distretto attraverso due gole separate dai monti Siwalik la cui catena è lunga più di 7o km. con altezze che variano tra i 200 ed i 2000 metri; la capitale Saharanpur si trova a 300 sul livello del mare. La gran ricchezza del distretto è l'agricoltura. Oltre ai due fiumi, due immensi canali d'irrigazione fertilizzano tutta la regione fin al di sotto di Agra permettendo la coltivazione del 75% della terra, che tutti gli anni dà magnifici raccolti ed in parecchi posti anche due volte all'anno. Partecipando dei vari climi produce ogni sorta di prodotti tropicali ed europei; grano, riso, grano turco, cotone, ecc. Di frutta poi ve ne è di una grande varietà ed è molto squisita; aranci, nespole, pesche, pere e tutte le frutta tropicali quantunque alcune come la banana stentino a maturare nella regione più montagnosa. La frutta tipica della regione è il mangos, frutta eccellente e sana i cui alberi formano delle grandi macchie nere in mezzo ai campi di grano e che i più industriosi incominciano ad esportare nonostante presenti grandi difficoltà per giungere intatta a destinazione.

IL CLIMA. - È uguale a quello dell'intera regione delle Provincie Riunite, ma risente della sua speciale posizione a nord vicino ai monti. L'inverno comincia in ottobre e si protrae fino agli ultimi giorni di marzo. Si capisce che tutto è relativo ed il nostro inverno è senza neve e senza ghiaccio; e la media invernale non discende sotto i 14 gradi sopra zero; il vento freddo e le piogge della stagione invernale ricordano i nostri presi di ottobre e di novembre. Non c'è umidità propriamente detta durante l'inverno e per tutti questi motivi si può dire che si gode di un inverno più lungo, perchè negli altri posti dell'India si soffre il caldo. Qui il caldo, alquanto eccessivo in maggio e giugno, non arriva mai ai calori del sud e dell'est dell'India ed è mitigato da frequenti piogge cagionate dalla vicinanza dei monti. I venti monsoni (terribili nel sud dell'India) non soffiano che di rado e non sono molto forti. Le regolari osservazioni meteorologiche prese a Rowkee, che possiamo chiamare la città universitaria del distretto, perchè possiede la più grande e celebre università di ingegneria civile di tutta l'India, ci dicono che la temperatura media annuale del distretto di Saharanpur è di 24° ed il massimo di calore all'ombra nel mese più caldo è di 41°. Durante l'estate la gente dorme all'aria aperta ed è un sistema comodo, sano e di poca spesa essendo il clima secco. Nell'interno delle abitazioni non si resisterebbe dal caldo.

Da queste poche note si può comprendere conce questa nuova missione sarà meno difficile delle altre dell'India per ragione del clima. Altre difficoltà ci saranno come altrove e prima tra tutte l'opposizione dei padroni delle aziende agricole, i Zemindars, che alle volte non lasciano nemmanco entrare nelle loro terre i Missionari ed i Catechisti. Ma adesso le autorità garantiscono la libertà del Missionario e nei villaggi dove i proprietari sono cattolici (ben pochi, uno o due) o almeno protestanti, ci lasciano lavorare in pace. Pregate quindi cari lettori per questa nuova Missione affinchè il Signore mandi Operai al suo campo e che non manchino gli aiuti economici dei fratelli credenti dei paesi cristiani per l'estensione del Regno di Cristo.

Sac. H. M. RAYGASSE, missionario salesiano.

Rose e spine nella Missione del Siam.

Amatissimo Padre,

Oggi partiamo per le vacanze. Vacanze a scartamento ridotto, cioè all'apostolica. Speriamo che, come lo scorso anno, a tutto supplisca la carità e l'allegria.

Il numero dei seminaristi indigeni da 21 sale a 31. Dove li metteremo al ritorno delle vacanze? La risposta la attendiamo ancora dal Beato Don Bosco; e verrà, così ci dice il cuore.

Dopo tanto discutere, abbiamo presentato (sembrava un'audacia prematura) i seminaristi e gli allievi maestri all'esame della scuola governativa del capoluogo di provincia. Ecco l'esito: allievi della scuola governativa: presentati 21, promossi 16; allievi nostri: presentati 15, promossi 15.

Il prefetto della provincia fu così contento della condotta dei nostri che volle farsi fotografare in mezzo a loro.

Oggi esce la rivista « Maximmavai », « Giovinezza » secondo numero.

Ieri alle 16 terminarono gli esami di latino; poi sacerdoti, chierici, coadiutori, seminaristi e oratoriani si misero al lavoro: chi stampava. chi cuciva, chi spediva; e stamane, 24 del mese, un'ondata di parola buona partiva per tante famiglie.

Deo gratias, ed una parola di lode a questi confratelli con a capo Don Terpin.

UNA SPINA. - La nostra bella chiesa, la chiesa in cui Ella, amato Padre, ci consacrava a Cristo Re, la chiesa che ha visto tanti trionfi della nostra bella Cristianità, la chiesa dove tanti cari giovani hanno sentito la voce di Dio per uno stato di perfezione, è distrutta a pietà. Inondazioni ed una scossa di terremoto la ridussero in questo stato. Quattro ingegneri italiani dedicarono l'attenzione della loro ben nota valentia: lo sa il Signore se avremmo voluto evitare o almeno tramandare questa spesa preventiva di 8o.ooo lire. Ora i lavori sono cominciati. I nostri cristiani, con ammirevole slancio, lavorano per turno di villaggi, sotto un sole tropicale; ma dove trovare il denaro per il materiale e per la mano d'opera specializzata? Una cosa ci consola, mentre il cuore soffre vedendo a terra una chiesa che abbiamo tanto amato; lo slancio dei cristiani che prestano la loro opera.

Ma tu così vecchio, vieni a lavorare? Manda tuo figlio» osservai. « Mando mio figlio e vengo io » rispose. « Voglio si faccia presto a rifare la chiesa. Se morissi ora dove mi fanno la sepoltura? »

«Chi vuole venire la notte a far da guardia alla chiesa? » proposi. Ed ogni sera il sindaco con altri buoni cristiani sono fedeli al loro impegno di guardie d'onore. Tra gli altri un vecchio che da più di 3o anni non viene ai Sacramenti. Chi l'ha chiamato? Non so; ma le confesso che l'atto di questa pecorella ci ha procurato grande consolazione, e se questa anima tornerà all'ovile, non avremo da benedire il Signore che atterra e suscita, che affanna e che consola?

Domandare aiuto a Lei, amato Padre? Se io potessi mandare a Lei dei soccorsi, quanto volentieri! Ma nonostante tutti i sacrifici e le economie dei Confratelli, non abbiamo la possibilità che di mandarle la lista dei nostri debiti.

Tuttavia, da buon figliuolo, Le metto avanti la nostra situazione, e noi baceremo ugualmente la sua mano qualunque sia la risposta che ci darà il suo cuore di Padre.

Veda, amato Padre, se potesse far sentire la nostra voce attraverso il Bollettino a quanti amano le Missioni.

Ogni giorno tante anime alzano a Dio la preghiera per Lei e per quelli che ci vogliono bene.

Ci benedica e ci ricordi a Maria Ausiliatrice.

Bang-Nok-Khuek, 3 aprile 1933.

Sac. G. CASETTA, Miss. Sal.

NUOVO VESCOVO SALESIANO - Alla sede Vescovile di Corumbà (Brasile) il S. Padre ha nominato il Direttore del Collegio Don Bosco in S. Paolo, D. V. Priante. Riservandoci più diffuse notizie, umiliamo a S. E. i più fervidi auguri.

PER INTERCESSIONE DEL BEATO D. BOSCO

STRAORDINARIA GUARIGIONE DA UN CANCRO. -

Il Conte Cosimo Ceccopieri di Marina di Massa Carrara, ci manda la relazione di una straordinaria guarigione da un cancro dello stomaco da lui ottenuta per intercessione del Beato Don Bosco.

Accompagna la relazione anche una lettera del Cappellano di Casa Ceccopieri, P. Gaetano da Massa, il quale seguì tutto il corso della tremenda malattia.

Io sottoscritto P. Gaetano da Massa, Cappuccino, Cappellano addetto alla Chiesa di Bordano dei Signori Conti Ceccopieri Maruffi, faccio fede giurata di avere assistito a tutta la crisi del male che tormentò lungamente il povero paziente Conte Cosimo Ceccopieri Maruffi. Quando tutti i rimedi umani furono giudicati inutili al cancro che lo avvicinava di giorno in giorno al sepolcro, non potendo far altro, lo aiutai più volte a ravvivare la sua fede e a mettere tutta la sua fiducia in Dio. Più volte si accostò ai Santissimi Sacramenti ricevendoli con vera pietà e grande divozione. Grave era il male che lo tormentava, ma più grande era la sua fede. Non potendo più fare lunga orazione teneva al collo una lunga corona del Rosario e con quella pregava la Madonna di Pompei affinché venisse in suo soccorso... Avendo poi inteso parlare del Beato Giovanni Bosco, lo prese come suo intercessore e non lo perse più di vista.

Or mentre temevano di perderlo da un giorno all'altro, il Beato Giovanni Bosco gli ottenne la grazia della guarigione dal cancro in modo tale che il medico curante Sig. Dottor Luigi Belli, pieno di meraviglia disse: Noi qui siamo in faccia a un vero miracolo. Lo disse e il fatto lo conferma. Da quel giorno il Conte Cosimo Ceccopieri Maruffi è andato di bene in meglio, è tornato sano e pieno di vita come prima della terribile malattia.

Il tutto sia a maggior gloria di Dio e per intercessione della SS.ma Vergine e del Beato Giovanni Bosco che con la sua valevole intercessione ottenne tanta grazia.

Bendano Marina di Massa, 12 maggio 1933

In fede P. GAETANO DA MASSA

Cappuccino.

L'illustre Dottore curante Luigi Belli allega la seguente preziosa testimonianza:

13 aprile 1933 XI.

Il Conte Cosimo Ceccopieri presentò nella primavera del 1932 una grave sindrome gastrica, caratterizzata da anoressia, dolori lancinanti alla regione epigastrica, vomito di materiale alimentare, mucoso, spesso sanguigno, melena, forte dimagrimento (oltre 20 Kg.) stato generale emaciato, cachettico con tinta terrea della cute. Al riscontro obbiettivo era facilmente apprezzabile nella regione pilorica una massa dura, lapidea, dolente della grossezza di un grosso uovo di gallina a contorni irregolari.

Tale sintomatologia, iniziatasi nel febbraio del 1932, andò aggravandosi a poco a poco nei mesi successivi, tanto da costringere al letto il malato, che nel giugno scorso sembrava per le condizioni locali e generali, esser prossimo all'exitus.

Fu fatta diagnosi di cancro dello stomaco, diagnosi confermata clinicamente da illustre personalità chirurgica, che ne ottenne la conferma all'esame radiologico eseguito sotto il suo controllo.

Nel maggio fu pure visitato in Firenze dal Professore Ordinario di quella Università, che accertò la diagnosi confermandola radiologicamente.

Oggi il Conte Cosimo Ceccopieri, che fu solo sottoposto a cure sintomatiche, è clinicamente e radiologicamente guarito; non si notano più tracce della grave malattia sofferta, ha aspetto sano e vigoroso, nè si lamenta di alcun disturbo.

Dott. LUIGI BELLI.

Una grazia straordinaria. - Tre anni or sono, mentre la gloria del Beato D. Bosco, elevato agli onori degli altari, si diffondeva in tutto il mondo e molti cuori bisognosi di aiuti e di grazie riponevano, non invano, in Lui ogni speranza, consigliavo la ottima famiglia Mazzola a ricorrere al Beato per ottenere una guarigione che sembrava follìa sperare. Un loro bambino di nome Giuseppe, nato proprio nel giorno onomastico di D. Bosco in quell'anno 1929, presentava alle anche una lussazione congenita, tale, che a giudizio comune, mentre rendeva deforme il bambino, lo avrebbe reso perpetuamente claudicante. La sentenza dei medici in proposito era definitiva. La fede in D. Bosco compi il miracolo. Si fece una fervorosa novena, si applicò sulla parte ammalata del bambino un oggetto che aveva toccato la salina del Beato; al bambino si diede la benedizione della Madonna che D. Bosco tanto raccomandava e si ottenne quanto si sperava e più ancora, perchè la guarigione non solo fu completa, ma ancora, come attesta il medico curante, spontanea. Il bambino frugolo, vivacissimo, sempre in moto, da tre anni dacchè la guarigione fu compiuta, noli ha mai presentato nei movimenti alcun sintomo che possa ricordare il male col quale era nato. Se i genitori mantengono solo adesso la promessa di pubblicare la grazia, non è questo effetto di una negligenza o trascuranza, ma cosa fatta di proposito, affinché il tempo potesse confermare ognuno sulla sicurezza e stabilità della guarigione.

Grati al Beato D. Bosco, i coniugi Mazzola, in adempimento di una seconda loro promessa, hanno già aiutato e continueranno ad aiutare generosamente le Opere Salesiane.

Betlemme, 22 aprile 1933. In fede

Sac. D. LORENZO NIGRA.

Nota bene. Si allega l'attestato medico.

Torino, 8-II-933 XI.

Si dichiara che il bambino Mazzola Giuseppe di Lorenzo, nato a Torino il 24 giugno 1929, presentava lussazione congenita delle anche ed è spontaneamente guarito di tale deformità. In fede

D. V. TOLA.

Guarisce mio marito. - Sin dal novembre scorso, mio marito si era messo a letto con altissima febbre e forti dolori. Per quindici giorni il medico non era riuscito ad individuare il male mentre la febbre sempre altissima aveva stremato di forze l'ammalato. Ricevuti i Sacramenti domandammo l'intercessione del Beato Don Bosco e imponemmo una sua reliquia al sofferente.

Il giorno dopo il male era localizzato: si trattava d'un ascesso interno nella regione del fianco tra il colon e il diaframma. Ricevette l'Olio Santo. L'operazione che seguì riuscì a meraviglia nonostante la debolezza di mio marito e lo stato avanzato del male. Lottò giorni e giorni tra la vita e la morte. Continuammo a pregare il Beato D. Bosco che tanto bene aveva già fatto a casa nostra (tre vocazioni salesiane) e attendemmo fiduciosi. Il malato migliorò di molto e dopo una lunga convalescenza risorse a vita novella. Ora con me e con tutti noi, ringrazia il Beato per la valida intercessione prestata alla nostra famiglia.

Torino, 6 maggio 1933.   MARIA CARRETTO.

D. Bosco mi ha salvato il fratello. - Adempio una promessa inviando modesta offerta e relazione di grazia da pubblicare sul Bollettino Salesiano.

Dopo lieve raffreddore, che parve cosa da nulla, un mio fratellino, Ercole, non ancora quindicenne, fu in breve colpito da bronco-polmonite doppia, grave talmente, che lo stesso dottore disperava ormai di salvarlo. Ad aggravare la situazione si aggiunse la pleurite che finì per portare l'infermo fuori dei sensi. La febbre che toccava i 41° non lasciava più speranza ed il delirio in cui il povero ragazzo cadeva faceva passare a tutti ore angosciose. Fu allora, quando cioè il dottore lo dette per spedito che con fervore ricorremmo all'intercessione del B. D. Bosco, e la speranza parve rinascere nei nostri cuori. Una reliquia « ex carne » del caro Beato, che fortunatamente possedevo, fu applicata sul petto dell'ammalato. Dopo breve assopimento il, caro fratello si risvegliava: la febbre scesa a 37°, il sorriso suo, lo stesso risvegliarsi come da un sogno chiamando « Don Bosco, Don Bosco » ci annunziarono che la grazia era ottenuta. Il caro Ercole gode ora ottima salute.

O Beato D. Bosco, amico e padre della cara gioventù, continuate ancora su noi tutti la vostra protezione e tenendoci sempre più stretti a voi ed a Maria SS. Ausiliatrice fate che con la salute del corpo godiamo sempre perfetta salute nell'anima per venirvi poi ancora a ringraziare in Cielo.

Villa S. Secondo - Corsione, 10 Maggio 1933.

Ch. SICCARDI LUIGI CARLO

Ex-Allievo salesiano.

Tre grazie consecutive. - Mia moglie, da poco madre di un grazioso bambino, fu colpita da bronco polmonite e pleurite. Ricoverata d'urgenza all'Ospedale d'Ivrea s'aggravò tanto che temevo di perderla. Feci allora fiducioso ricorso al nostro Beato e dopo un mese di cure l'inferma entrò in convalescenza.

Nello stesso tempo il bambino s'ammalò di grastroenterite e fu ridotto in fin di vita. Colla certezza d'essere esaudito, affidai il caro angioletto all'Amico dei giovani, e dopo una novena di Comunioni, il bimbo si riebbe.

In seguito toccò a me di provare l'efficacia della potenza del fedel servo di M. A. Colpito da erisipola, deliravo in preda ad una febbre altissima, quando Don Bosco che vegliava sul suo ex-allievo m'ottenne guarigione perfetta.

Riconoscente, oggi sono venuto a ringraziare personalmente il mio grande Protettore, nel santuario di M. Ausiliatrice, e gli protesto la mia riconoscenza anche dalle colonne del Bollettino.

Barone Canavese, 15-5-1933.

GRIBALDO LUIGI, ex-allievo.

Altre anime riconoscenti al Beato D. Bosco:

I coniugi Boara (Torino) ringraziano il Beato Don Bosco per la visibile protezione loro usata in due pericolosi incidenti.

Fratelli Paccani (Bergamo) ringraziano il nostro Beato per una miracolosa guarigione ottenuta colla sua potente intercessione e inviano offerta.

Nannizzi Salvetti Domenichina (Iglesias) trovandosi in gravi angustie per aver un bimbo di 16 mesi gravemente infermo di polmonite ne affidò la guarigione al Beato D. Bosco e il piccolo si riebbe completamente.

Benzoni Maria, ex-allieva (Rawson-Argentina) commossa ringrazia il Beato che le guarì la figliuola Teresa colpita da febbri maligne.

N. N. (Terralba) avendo due figli colpiti da bronchite e polmonite ne affidò la guarigione al Beato D. Bosco e fu prontamente esaudita.

Fiorito Andrea (Marene) è riconoscente al Beato che gli ha conservato in vita il figlio Biagio che era stato colpito da polmonite doppia. In segno di riconoscenza porge offerta per la Borsa Missionaria « Piccoli Amici di D. Bosco».

M. S. In momenti di gravi avversità finanziarie invocò il Beato D. Bosco e fu esaudito oltre ogni aspettativa.

Fancello Vettor Pia (San Giovanni di Casarsa) ringrazia il Beato che l'aiutò ad evitare l'operazione di un tumore maligno.

Moscato Giacomo e famiglia (Campobasso) porgono vivissime grazie al nostro Beato che fu loro avvocato in una grave vertenza finanziaria.

P. R. (Milano) commossa ringrazia il Beato D. Bosco che le concesse una grazia straordinaria.

Lusso Alfonsina Ved. Cappellano (Alba) ringrazia il nostro Beato per insperate grazie ottenute e, fiduciosa ne attende altre. Riconoscente fa offerta per le Missioni salesiane.

Ronco Ceresa Maria (Isolabella) \\è riconoscente al Beato D. Bosco che le ha guarito un figlio affetto da reumatismi.

Sacillotto Maria (Ribeira Preto) avendo la mamma colpita da irite all'occhio sinistro ne affidò la guarigione al Beato D. Bosco e fu prontamente esaudita. In segno di riconoscenza fa offerta in favore delle Opere salesiane.

Invernizzi Teresina (Torreberetti) ringrazia il Beato D. Bosco per la particolare assistenza prestatale durante una penosa situazione familiare.

Buffa Teresa (Cavour) porge offerta per le Opere salesiane in riconoscenza al Beato D. Bosco per evitata operazione di appendicite e per essere stata, in altra circostanza, liberata da atroci dolori.

Monteverde Caterina (Ravilla) rende vive grazie al nostro Beato ed alla Vergine Ausiliatrice per averle guarito un figlio che un grave ed improvviso malore aveva già ridotto in fin di vita.

N. N. (Moncucco Torinese) trovandosi in gravi angustie, causa dissidi familiari, si rivolse fiduciosa al Beato D. Bosco, che già l'aveva protetta e assistita in varie circostanze dolorose, e ritornò la pace in famiglia.

Mazzarelli Enrica (Borgio Verezzi) temendo di dover subire grave operazione applicò la reliquia del nostro Beato alla parte ammalata e in pochi giorni ottenne completa guarigione.

C. M. Cooperatrice Salesiana (Alessandria) con tutta certezza può assicurare che usai invocò invano l'aiuto del Beato D. Bosco e della Vergine Ausiliatrice e vive colla speranza di ottenere per l'avvenire grazie specialissime.

R. M. (Torino) per intercessione del Beato D. Bosco ottenne che persona cara, che da tempo trascurava le pratiche di pietà, facesse Pasqua. Riconoscente porge offerta per le Opere Salesiane.

Carruba Salvatore (Sutera) soffriva abitualmente di gotta e in un periodo di maggiori sofferenze si rivolse fiducioso al nostro Beato con la santa novena. I dolori scemarono a poco a poco, e da circa un anno è completamente guarito.

Una cooperatrice (Udine) essendo sorta, per futili motivi, grave e penosa discordia tra due suoi fratelli, si raccomandò al Beato D. Bosco perchè volesse ridare la pace alla sua famiglia e fu esaudita. Riconoscente manda l'offerta promessa.

Di Paola Greco Rosina (S. Agata di Militello), con notevole ritardo, ringrazia il Beato D. Bosco per averle guarito la figlia Franca da un tumore alla faccia dopo che era stata applicata la sua reliquia alla parte ammalata. Invoca la continua protezione di D. Bosco su tutta la famiglia.

Cuppari Teresa (Bova Marina) è riconoscente al Beato per averle conservata in vita una sorella.

Un avvocato di Torino ringrazia commosso il Beato D. Bosco per l'assistenza speciale avuta in un grave frangente, e ne invoca ancora la protezione per completamento di grazia.

Succo Albina porge vive grazie al nostro Beato che per intercessione di M. Ausiliatrice le ha concesso: la grazia di un impiego ad un cognato e il felice esito di operazione di appendicite ad un fratello. Riconoscente fa offerta per le Opere di D. Bosco.

Martina Pierina (Lusernetta) esprime la sua più viva riconoscenza al Beato D. Bosco per il felice esito di esami di Concorso Magistrale e ringraziando pure per tanti altri favori ottenuti invia l'offerta che aveva promesso.

Barbero Giuseppina (Torino) porge offerta al Beato D. Bosco in segno di riconoscenza per grazia ricevuta e ne invoca la continua e paterna protezione.

Famiglia Maggioni (Torino) con animo riconoscente porge vivi ringraziamenti al nostro Beato per grazia ottenuta e facendo l'offerta promessa invoca da Lui continua e particolare protezione.

Chiesa Teresina fa offerta in ringraziamento della guarigione, ritenuta dallo stesso Professore curante miracolosa, del nipotino Emilio Argan, da lei raccomandato alla protezione del Beato D. Bosco.

Tozzi Assunta (Costalpino) per l'ottenuta guarigione del consorte da bronco-polmonite.

Caraglio Giuseppe (Cornegliano d'Alba) raccomandò a M. Ausiliatrice e al Beato D. Bosco, il figliuoletto Carlo, affetto da bronco-polmonite, e in pochi giorni lo riebbe guarito.

F. C. ringrazia il Beato D. Bosco che protesse visibilmente una bambina durante una grave caduta e fa celebrare una Santa Messa.

F. C. è riconoscentissima al nostro Beato che l'assistette in una operazione di otite e per la guarigione ottenuta fa celebrare una Salita Messa in suo onore.

Lettera di Don Giulivo ai Giovani.

Carissimi,

ho assistito al Convegno dei Delegati Catechisti degli Oratori Salesiani di cui avete letto la cronaca in altre pagine di questo stesso Bollettino, e mi piace ripetere a voi le parole con cui il prof. Oddone della Scuola di Guerra di Torino, Catechista nel nostro Oratorio di S. Luigi, ha dichiarato le principali ragioni che lo hanno determinato a questa nobilissima missione. Mi pare che possano un giorno decidere anche voi a prestarvi per quest'opera salita in qualcuno dei nostri Oratori o nell'Oratorio della vostra parrocchia. E uni auguro che ve ne facciate un vanto davanti a Dio e davanti agli uomini.

Il caro Professore espose anzitutto alcune ragioni di carattere personale: l'educazione ricevuta nei collegi salesiani, educazione all'apostolato col buon esempio, colle parole e cogli scritti; un senso di riconoscente corrispondenza verso i suoi superiori, che avevano fatto tanto per la sua cultura religiosa; e la necessità di conservare la sua cultura religiosa a un livello non inferiore a quello della sua cultura profana. « L'insegnamento del Catechismo - ha detto - è una delle più belle forme di apostolato ed una delle opere di misericordia spirituale... Il Catechismo contiene la risposta chiara e precisa a tutte le questioni religiose: uno spirito retto ed un cuore puro non pena ad intenderle. Ma bisogna anche studiarlo: non basta averlo inteso, bisogna ritenerlo. Dice Sant'Alfonso che molte cose che abbiamo imparato, col tempo fuggono dalla nostra mente. Occorre dunque richiamarle alla memoria con uno studio assiduo. L'impegno dell'insegnamento obbliga allo studio con un richiamo più imperioso di quello che potrebbe derivare dal solo dovere personale di non ignorare colpevolmente le verità della fede.

Ecco le principali ragioni personali per cui ho chiesto il favore di essere catechista.

Ci sono poi le ragioni generali derivate dalla nostra religione. Ne accennerò due soltanto:

Dice S. Paolo: « Ho creduto: per questo ho parlato ». Così, chiunque ha una fede per cui vive e per cui sarebbe disposto a rinunciare a tutto, desidera e vuole parlare di questa fede. « La fede viene dall'udito », dice ancora S. Paolo. Bisogna perciò che ci siano i banditori di questa fede. I banditori ufficiali sono i nostri sacerdoti, nostri padri nella fede; ma tutti i fedeli hanno il dovere di annunciare la fede del nostro Dio e Redentore Gesù Cristo.

Noi crediamo che Dio ha parlato agli uomini; che nella pienezza dei tempi ha mandato il suo Figliuolo diletto a istruirci e a redimerci; che Gesù Cristo ha parlato ed ha istruito la Chiesa; e noi siamo lieti e desiderosi di ripetere, sotto la guida della Chiesa, quello che ha insegnato il nostro adorabile Redentore e Signore. Pruno motivo generale adunque la fede di cui sono intimamente persuaso.

Secondo motivo generale: l'amore del prossimo. È certo che noi uomini siamo infelici e che cerchiamo la felicità. Ma in questa ricerca siamo spesso fuori strada. Se abbiamo bisogno dei beni materiali per vivere, non sono però questi che ci soddisfano. Passate le illusioni della giovinezza, sorpassato lo scetticismo delle prime delusioni, ci si persuade indubitabilmente che soltanto la bontà, la giustizia, la verità son i belli che contano. Ma bontà, giustizia, verità non possono essere nostre invenzioni; non siamo noi che stabiliamo ciò che è buono, ciò che è giusto, ciò che è vero, ma siamo noi che dobbiamo umilmente ed amorevolmente cercare questi beni dove sono. Ed essi non sono che in Dio, in cui è ogni perfezione; troviamo Dio e troviamo tutto, mentre senza la sua grazia non siamo niente, fossimo magari grandi agli occhi degli uomini. « La pietà serve a tutto » c'insegna S. Paolo. « Essa ha per se le promesse della vita avvenire ed anche quelle del tempo presente ». E chi ha la fede ha i beni dello spirito: è rassegnato nelle sventure, è moderato nella prosperità, giudica di tutto secondo verità. La più grande carità che si può dimostrare al prossimo è quella di assicurargli il massimo bene, che è la fede.

Fuori della nostra religione non vi è che una conoscenza sminuita di Dio e della sua opera a favore delle anime. E quindi opera profondamente caritatevole quella di far conoscere la nostra fede. Quanta ignoranza a questo riguardo! - E poi, quanti attacchi e quante insidie contro la nostra fede! Necessità dunque di farla conoscere, necessità di conservarla, necessità di farla amare: il che è proprio lo scopo dell'insegnamento catechistico.

Ecco i motivi fondamentali per cui sono catechista: persuasione intima, profonda che la nostra religione è la religione rivelata da Dio; desiderio che la nostra religione sia conosciuta, abbracciata, amata da tutti, perchè è in essa sola che l'uomo raggiunge Dio e quindi la sua perfezione e la sua felicità ». Vivete felici.   Vostro aff.mo

Don Giulivo.

NECROLOGIO

S. EM. REV. MA IL SIG. CARD. BONAVENTURA CERRETTI - Vescovo Suburbicario di Velletri, Arciprete della Basilica Liberiana, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica.

Nato in Orvieto il 19 giugno del 1872 e raggiunto il sacerdozio nel 1895, laureato in Teologia e Diritto alla Gregoriana, in Lettere alla Sapienza, l'Em.mo Scomparso prodigò nella Chiesa il fervore d'una tenera pietà, l'acutezza dell'ingegno, la tenacia della volontà; ed, attraverso ad una accurata preparazione, nei dicasteri della Curia Romana, rifulse per prudente e geniale sagacia congiunta ad una fede profonda e ad una bontà cordiale, nelle delicate missioni di Segretario della Delegazione Apostolica del Messico, di Uditore in quella di Washington, Delegato Ap. dell'Australia, di Segretario degli Affari Ecclesiastici a Roma, di Nunzio a Parigi. La Sacra Porpora che l'onorò nel 1925 fu augusto premio di una attività che assicurò alla Chiesa mirabili trionfi. Un morbo violento troncò in pochi giorni la sua vita preziosa. E noi che l'abbiamo avuto zelante Cooperatore fin dagli anni della sua giovinezza, leghiamo la memoria dell'Eminentissimo ai copiosi suffragi di tutti i nostri Cooperatori.

Salesiani defunti.

S. E. REV.MA MONS. ABRAMO AGUILERA Vescovo di Sali Carlo di Ancud (Cile). Era nato in Esmeralda de Colina, Archidiocesi di Santiago del Chile, il 25 febbraio 1884. Entrato nel nostro Collegio di Santiago nel 1895, e tre anni dopo nel nostro Noviziato di Macul, ricevette l'abito da Mons. Costamagna, il quale lo volle poi segretario nel ritorno alla sua missione nell'Equatore e più tardi lo condusse seco in Italia ove lo lasciò a Roma a frequentare gli studi teologici presso la Pontificia Università Gregoriana. In Roma fu ordinato sacerdote nel 1908 e, tornato in patria, fu direttore della nostra casa di Macul dal 1911 al 1916 quando fu poi eletto Vicario Apostolico di Magellano e consacrato Vescovo tit. di Isso. Venne promosso alla Diocesi di San Carlo di Ancud nel 1924. Fu il primo Vescovo Cileno scelto nella Società Salesiana.

Intelligenza non comune, scrittore efficace e poeta gentile, aveva un'anima veramente apostolica. Dolcissimo di carattere e profondamente umile, si cattivava i cuori col suo spirito salesiano che non perdette amai. Vescovo, Vicario Apostolico, quand'era in Casa salesiana, si offriva spontaneamente perfino ad assistere i giovani ed a supplire insegnanti nelle classi quando occorreva. In episcopio mantenne le pratiche della vita salesiana coli mirabile edificazione. Alcuni anni fa fu salvo per miracolo nell'incendio del palazzo Vescovile che gli distrusse ogni cosa. Diciassette anni di Episcopato hanno consumato le sue giovani energie nel sacro ministero tra le benedizioni del popolo e la venerazione del clero.

BOURRE GIUSEPPE, Coad. da Cames (Francia) † a Nizza Marittima (Francia) il 26-1-1933. Tolti alcuni anni di vita missionaria, abbreviati dalla guerra europea, dedicò le sue migliori energie nella nostre Scuole Professionali, apprezzato maestro fabbro-meccanico.

BROGGINI AMBROGIO, Sac. da Buguggiate (Como), † a Torino il 12-5-1933.

Fede adamantina, prudenza illuminata, attività mirabile e spirito di sacrificio furono le sue doti caratteristiche. Venne a noi dall'umile bottega di falegname a giovinezza inoltrata, e raggiunto il sacerdozio, fu per 19 anni Direttore del nostro Collegio di Cavaglià ove curò tra l'altro preziose vocazioni ungheresi con affetto paterno e squisito spirito salesiano.

DREESBACH MATTIA ERMANNO, Sac. da Koenigswinter (Prussia Renana), † a Vienna-Stadlau (Austria) il 30-3-1933. Si era specializzato nell'insegnamento della Religione che tenne per varii anni nelle pubbliche scuole con mirabile successo. Nelle nostre case di Oriente, di Baviera e di Austria soprattutto si è prodigato secondo l'ubbidienza con zelo generoso anche nelle associazioni giovanili di azione cattolica e nella cura delle anime.

FERRARI EMILIO, Coad. da Cremona, † a La Paz (Bolivia) l'11-3-1933.

Fu maestro d'arte nelle nostre tipografie di Alessandria d'Egitto, Nizza Marittima e La Paz (Bolivia) ove diede un incremento meraviglioso alla nostra scuola. Salesiano di vera tempra e di soda pietà si era cattivato la stima anche di tutte le autorità ecclesiastiche e civili.

GIORDANO LUIGI, Ch. da Trino (Vercelli, † a Torino il 15-4-1933.

Dall'Oratorio festivo di Trino, trapiantato all'ombra di Maria Ausiliatrice, trovò nella fervida divozione alla Mamma celeste l'alimento della sua angelica purezza e della sua costante serena bontà. Il Signore ha gradito la sua offerta e l'ha chiamato a far Pasqua in Paradiso ancora studente di filosofia.

JAKAB ADALBERTO, Ch. da Budapest (Ungheria), † a Budapest il 24-2-1933.

Aveva appena finito il corso di filosofia e prometteva assai. Ma la sua esistenza era minata dai disagi patiti, fanciullo, durante la grande guerra, e le cure della scienza non giovarono a nulla.

LA BAT GIOVANNI, Sac. da Saint-Jean-de-Luz (Francia), † a Nizza Marittima (Francia) il 6-2-1933

Le fatiche delle Missioni e gli strapazzi della guerra passata in Oriente fiaccarono anzi tempo la sua fibra robusta. Tuttavia resistette fino all'ultimo, dissimulando i dolorosi acciacchi e prestandosi generosamente a vantaggio delle anime.

MENICHINELLI GIUSEPPE, Sac. da Ponzanello (Massa Carrara), † a Santa Tecla (Rep. El Salvador) il 30-3-1933. Ricevette l'abito dal Beato Don Bosco nel 1887 e partì chierico per l'Uruguay ove raggiunse il sacerdozio. Il suo sogno era di consacrarsi alla cura dei poveri lebbrosi nella Colombia: ma circostanze provvidenziali lo fecero destinare al Salvador ove per 28 anni diresse con zelo mirabile e piissimo tatto varie nostre case, cattivandosi l'affetto e la stima di tutti.

NEGRO GIUSEPPE, Ch. ascritto, da Carmagnola (Torino), † a Shillong (India) il 9-4-1933. Nel Circolo « Pier Giorgio Frassati » della Crocetta (Torino) aveva maturata la sua bella e generosa vocazione missionaria, ed era partito per l'Assam lo scorso autunno. «Era venuto dalla patria lontana per farci del bene ma ne fu impedito dalla morte. Durante la sua malattia offrì al Signore i suoi dolori e la sua vita per la nostra conversione. Iddio ha accettato ed egli continua certamente con più efficacia in Paradiso quell'opera di bene che avrebbe fatto la sua vita se fosse rimasto quaggiù. Noi perciò gli dobbiamo grande riconoscenza e la sua memoria ci sarà cara e benedetta ».

Così diceva uno del popolo dopo i funerali di questo giovane missionario partito l'autunno scorso per l'Assam, ove aveva santificato in continue sofferenze questi pochi mesi. Possiamo ritenere ch'egli abbia dunque compiuto ugualmente una grande missione.

PAULLI GIUSEPPE, Sac. da Villanterio (Pavia), † a Parma il 13-4-1933

È morto professore nel nostro Collegio di Parma dopo aver passato varii anni nella Spagna, sempre lavorando da vero salesiano con uno zelo che non diceva mai basta e con uno spirito di pietà edificante.

RONCHAIL ENRICO, Sac. da Usseaux (Torino), † a Marsiglia (Francia) il 24-4-1933

Un veterano reclutato dal Beato Don Bosco con una bella schiera nel Seminario di Fenestrelle. La Francia, il Belgio, l'Italia furono alternativamente il campo del suo lavoro; e le Nozze d'Oro sacerdotali celebrate due anni fa testimoniarono della efficacia straordinaria che la sua raggiante attività, il suo spirito di iniziativa, la sua illimitata dedizione avevano ovunque raggiunto. Fra venerato coree una reliquia vivente dei priori campioni formati dal Beato. Una delle sue ultime espressioni fu questa: « Io entro nell'eternità col più completo abbandono! ». Sentimento legittimo di un'anima che ha dato tutto a Dio!

Cooperatori defunti.

AURELIO OLIVATI di San Bonifacio (Verona), padre e cittadino esemplare, tecnico agrario di rara perizia, ammiratore e benefattore dell'Opera salesiana. Fervido cristiano, ha dato un figlio alla nostra Società e di un altro figlio, campione della G. C. I., ha fatto generoso sacrificio quando il Signore l'ha chiamato ai gaudi eterni del Cielo. Ora, ch'egli l'ha raggiunto, vive nella stessa luce per le esimie virtù che ne perpetuano la memoria.

MONS. BENIAMINO GHIOTTO, arciprete di Papozze (Rovigo) largamente compianto dalla popolazione cui prodigò sollecite cure, vive anche fra noi in benedizione per l'affetto che ha sempre portato all'Opera salesiana.

PIFFARI GELTRUDE, da Bubano d'Imola (Bologna). Sorella di un nostro caro confratello, viveva di preghiera nell'esercizio della più tenera carità.

N. D. TEODORA BELLEGATTI vedova MARCHESE MALASPINA, da Villafranca in Lunigiana. Figura di antico stampo, sposa e madre esemplare, visse profondamente la fede cristiana e ne trasse prima alimento alla sua carità generosa, poi forza ai grandi sacrifici ed indicibili dolori che fecero un martirio degli ultimi tra i suoi novant'anni.

Fu tra le prime Cooperatrici in Val di Magra e, con vero spirito salesiano, provvide direttamente alla prima educazione dei suoi figliuoli sull'esempio di Domenico Savio che proponeva a tutti come modello singolare di virtù cristiana.

ROLANDO CRISTINA ved. PEYLA da Aosta, legò i suoi risparmi alle Opere salesiane, riducendo la sua vita alle esigenze più modeste, per concorrere alla salvezza delle anime.

DONNA MARIA SOFIA CAPECE GALEOTA DEI DUCHI DI REGINA. Nata in Napoli nel 1861, morta ai 3 marzo 1933 nella sua Villa al Vomero.

Ebbe la ventura di conoscere ed essere benedetta dal Beato D. Bosco, in Roma, nella memoranda sua visita al Palazzo Farnese nel 1868.

Fu tra le prime che conobbe ed aiutò efficacemente la fondazione dell'Opera di D. Bosco in Napoli. Con grande semplicità e modestia, ma con grande ardore, prodigò l'opera sua e le sue sostanze per tutte le opere buone: ogni sventura, ogni dolore trovò in Lei un sollievo ed un aiuto.

Visse di fede e di Comunione quotidiana.

DONNA MARIA MADDALENA CAPECE GALEOTA, DUCHESSA DELLA REGINA. Si spense serenamente ai 6 di Aprile 1933, in Napoli lasciando nel dolore il marito Barone Giuseppe Carelli.

Ebbe anch'essa la fortuna di ricevere una speciale benedizione dal Beato D. Bosco a Palazzo Farnese nel 1868. Cooperò con grande ardore ed efficacia alla fondazione della prima Casa Salesiana in Napoli, ed ebbe assai caro il Diploma dei Cooperatrice, rilasciatole dall'indimenticabile D. Rua.

Tutte le principali Istituzioni della città e fuori la vollero affiliata ai rispettivi Ordini. Fu Donna di alto consiglio, di elevata rettitudine, prodiga verso tutti della squisita sua intelligenza, della generosità del suo cuore.

BIANCA BONGIOANNI GIANOGLIO. Si spense in Torino il 29 marzo u. s. Il laboratorio missionario perdette coli essa una delle più zelanti cooperatrici. Fu vicepresidente di quella provvidenziale associazione delle « Amiche delle Lavoratrici » che il compianto Don Rinaldi fondò tanto opportunamente presso l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice per l'assistenza delle giovani operaie nel periodo più turbinoso dell'ultima crisi sociale. E si prodigò nella cooperazione salesiana con costante affetto fino al fine della vita.

Altri Cooperatori defunti:

ACCORNERO MARIA, Casale (Aless.).

AMBALDO GIUSEPPE, Sandrigo (Vicenza). ANASTASi FILoMENA, Radicofani (Siena). ARBASINO Avv. AMBROGIO, Voghera (Pavia). AuDIsio GIovANNI, Grugliasco (Torino). BALATTI MARINA, Rongio (Como).

BARAZZONI CARMELINA, Bibbiano (Reggio E.). BASSI D. AGOSTINO, Cona (Ferrara). BELLETTI MARIA, Moncalieri (Torino). BELLOTTTI MARIA, Varone (Trento).

BERGESE DEMICHELIS ANNA, Savigliano (Cuneo). BONALUMI FELICITA, Monza (Milano). BONOLA LORENZO, Mandello Villa (Novara). BORELLO MAGGIORINO, Torino. Bosco D. CRISTOFORO, Villafalletto (Cuneo). BRIGATTI OTTAVIA, Suno (Novara). BRONDI Sen. Prof. VITTORIO, Torino. BUDELAZZI MARIANNA, Faenza (Ravenna). CAGLIANO LIBERATA, Alice Castello (Vercelli). CANEPA VITTORio, Genova-Pontedecimo.

CAZZOLA ANTONIO, S. Michele Extra (Verona). CEVENINI CESARE, Genova-Sampierdarena. CIMPELLIN IONE, Verona. CIRIANI D. FRANCESCO, Zoppola (Udine).

COLLI LANZI GIUSEPPE, S. Pietro Mosezzo (Novara). CONTI MEANA ANNETTA, Torino. CoPPOLA GIUSEPPINA, Salerno. CORTI MADDALENA, Monza (Milano). COSTA Prof. VINCENZO, Maierato (Catanzaro). CRAVINO FRANCESCO, Brusasco (Torino). D'ERAMO CLEMENTINA, Force (Ascoli). DRAGO CARLO, Schio (Vicenza). FOSSON ALESSIO, Ayas (Aosta). FOSSON MARIA, Ayas (Aosta). FUCARINO SALVATORE, Prizzi (Palermo). GAMBA GIUSTINA, - Torino. GEI FAUSTO, Brescia.

GHIOTTO Mons. BENIAMINO, Papozze (Rovigo). GIORDANESE GIUSEPPE, Terrazza Piem. (Torino). GIORGI ANNA, Vignole Borbera (Aless.). HESS TERESA, Gorizia.

LANFRANCO ROSETTA, Valfenera (Aless.). LAVACOPI ERMINIA, Valdagno (Vicenza). LUGARESI ACHILLE, Martorano (Forlì). MARINI EMILIA, Grezzago (Milano). MAZZONI EMMA PIA, Barbialia (Firenze).

MINERO UGOLINA, Mezzana Mortigliengo (Vercelli). Mosso ANGELA, Torino.

PASTORINO FLAMINIA, Acqui (Aless.). PAVESI Cav. Uff. ANGELO, Mede (Pavia). PIZZUTTI LUIGI, Ijuchi (Brasile). PRODAN D. GIOVANNI, Zara. PULCI ERNESTA, Napoli. RABOTTI SAVERIO, Frascati (Roma). RAMBLLO MARIA, S. Damiano d'Asti (Aless.) Rossi CHIARA in PIZZORNI, Genova. Rossi LEA Ved. BERGONZI, Parma. ROVATTI FERDINANDO, Cittanova (Modena). RUFFINI EDOARDO, Specchio (Parma). SATTA ANTONIETTA, Villamar (Cagliari). SoDDU CELESTINO, Serramanna (Cagliari). SOLA Rag. ANTONIO, Stia (Arezzo). TESTORE DOMENICO, Torino.

TOMAGNINI Cav. BONUCCIO, Pietrasanta (Lucca). ToMEI LEO, Piombino (Livorno). TROMBINI ROSINA, Torricella del Pizzo (Cremona). ZANETTI GIOVANNINA, Pallanzeno (Novara).

Li raccomandiamo tutti caldamente ai suffragi dei nostri Cooperatori e delle nostre Cooperatrici e presentiamo alle rispettive famiglie le nostre più sentite condoglianze. Ricordiamo poi che nel Necrologio mensile facciamo menzione soltanto di quei Cooperatori e di quelle Cooperatrici di cui ci vien comunicato il decesso direttamente per lettera o per cartolina postale, o mediante annunzio funebre a stampa.

In fiduciosa attesa:

Raccomandiamo caldamente alle preghiere di tutti i nostri Cooperatori le seguenti persone e le loro particolari intenzioni:

Baggio Marianna avendo una nipote colpita dal male che non perdona si è unita alla famiglia e parenti nel fare una fervorosa novella al Beato D. Bosco per ottenere mediante la sua potente intercessione la grazia tanto sospirata della guarigione! Invia tenue offerta per la celebrazione di una Santa Messa in onore di Colui che è e sempre sarà l'Amico e il Protettore dei sofferenti.