BS 1930s|1933|Bollettino Salesiano Giugno 1933

Anno LVII - N. 6   1° GIUGNO 1933 (XI)

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

Sommario: Cor Jesu lancea perforatum... - Crociata Missionaria. - la famiglia - A zigzag da l'Alpi al Mare - Da un Continente all'altro. - Un Maestro - Culto e Grazie di Maria Ausiliatrice. - Dalle nostre missioni: Nelle regimi del Matto Grosso e di Goiaz - Inaugurazione dell'Ospizio dei poveri vecchi in Miyazaki - A volo d'uccello per la Missione. - Per intercessione del Beato Don Bosco. - Lettera di D. Giulivo ai Giovani. - Necrologio.

Cor Jesu lancea perforatum...

Seguendo la tradizione di dedicare al Cuore Sacratissimo di Gesù le prime pagine del Bollettino del mese di giugno, in quest'Anno Santo, XIX Centenario della nostra Redenzione, ci par tanto naturale di invitare i nostri buoni Cooperatori e le nostre pie Cooperatrici a dirigere i loro pensieri ed i loro affetti al Cuore di Gesù Crocifisso, trapassato dalla lancia del soldato romano prima della deposizione del Corpo santissimo del Salvatore dalla Croce.

È vero che di solito la Chiesa offre al nostro culto l'immagine del Sacro Cuore di Gesù, ben lungi dal monte Calvario, senz'altro segno della sua passione che le sacre stigmate delle mani e del costato, in un fascino di amabilità infinita, leggermente soffusa di mestizia: è l'immagine del Maestro mite ed umile di cuore che ripete ai discepoli la grande lezione: « Imparate da me che sono mansueto ed umile di cuore ed avrà pace la vostra vita «. Ma è pur vero che mai come nell'ora suprema del suo olocausto redentore sarebbero state bene sulle sue labbra le parole rivolte, tanti secoli appresso, a Santa Margherita Maria: « Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e che da essi è così poco riamato ! ». Queste parole ci richiamano al Golgota, nel momento in cui, consumata ogni prova del suo amore per noi, il suo cuore fu raggiunto dalla lancia di Longino ed aperto all'ultima effusione di sangue misto ad alcune goccie di acqua.

« Le anime contemplative - scrive il ch.mo P. Lagrange -- percorrono tutti i misteri della vita del Cristo; ma si fermano particolarmente a questa ferita e per essa penetrano fino al Cuore di Lui. Essa diventa a sua volta una fonte inesauribile di grazie e di santità riassunta nella divozione al Sacro Cuore ». (v. LAGRANGE, L'evangelo di Gesù Cristo, pagina 568).

Sulla scorta dei Padri della Chiesa, esse vedono nella ferita del costato la porta mistica donde è uscita la Chiesa; vedono nel Sangue prezioso il simbolo generico della Redenzione e quello più specifico della SS. Eucarestia; vedono il simbolo del santo Battesimo nell'acqua che esce mista al preziosissimo Sangue donde trae la sua fecondità rigeneratrice. Ed hanno argomento a splendide meditazioni. La loro divozione si alimenta della contemplazione del Cuore di Gesù trafitto dalla lancia, ed i loro affetti, passando per la ferita del costato del Signore, si accendono di nuovo ardore quando giungono al Sacro Cuore. La divozione al Sacro Cuore così illuminata e così sentita è quella che ha fatto i Santi, che ha fatto Don Bosco. Sì, anche la santità di Don Bosco è frutto di questo mistero dell'Amore Crocifisso per la salvezza delle anime. Ad esso si è alimentata continuamente la fiamma del suo apostolato, ed in esso ha trovato anch'egli la forza della sua Passione

Due semplici episodi:

Quando nel 1858 egli ebbe la gioia di umiliare i suoi filiali ossequi al Vicario di Cristo, nella seconda udienza, il Santo

Padre Pio IX gli mosse questa domanda: «Fra le scienze alle quali vi siete applicato, qual è quella che vi è maggiormente piaciuta? ». «Santo Padre, - rispose Don Bosco - non sono molte le mie cognizioni: quella però che più mi piacerebbe e che ardentemente desidero si è scire Jesum Christum et hunc crucifixum ».

Quando Mamma Margherita, stanca della vita dell'Oratorio, fra quei birichini che la facevano disperare, gli chiese di poter ritornare ai suoi Becchi per trascorrervi in pace almeno gli ultimi giorni della sua esistenza, Don Bosco, che ben misurava il sacrificio della madre, non ebbe parole; ma alzò i suoi occhi umidi di pianto ed indicò alla mamma il Crocifisso. Mamma Margherita comprese. « Hai ragione! » disse; e, sciolto il misero involto delle sue poche cose che aveva preparato, rimase all'Oratorio a consumare col figlio il grande sacrificio. Il quale non aveva paragone certamente con quelli del figlio. E se questi riuscì a compierli tutti generosamente, resistendo ad ogni tentazione di scoraggiamento, fu perchè aveva fatto non pochi progressi nella scienza di Gesù Crocifisso, e nella divozione al suo divin Cuore trafitto aveva trovato quotidianamente la forza di compiere la sua missione per la salvezza delle anime.

Noi non sappiamo che Don Bosco abbia goduto ore di estasi dolorose davanti al Crocifisso, presso la ferita del sacro costato; Don Bosco non ricevette le stigmate come S. Francesco d'Assisi od altri Santi. Ci pare ch'egli abbia avuto gran fretta di raggiungere il Cuore sanguinante di Gesù per cogliervi i palpiti più ardenti di quell'amore che ispira e sostiene i grandi sacrifici delle anime apostoliche.

Certo si è che egli ha vissuto la divozione al Cuore Sacratissimo di Gesù con straordinario fervore in tutta la sua integrità: penetrandosi vivamente dell'amore di questo cuore divino sanguinante sul Golgota dalla ferita del Costato, ed ispirandosi alla sua mitezza ed alla sua umiltà. Egli del resto era cresciuto nello spirito di San Francesco di Sales; e, se il clima salesiano fu il clima preferito dal Cuore di Gesù per le grandi rivelazioni del suo amore e pel germoglio di quella divozione che Santa Margherita Maria fu chiamata a diffondere nel mondo, noi possiamo bene immaginare quali slanci essa abbia raggiunto nell'anima di Don Bosco che respirò a pieni polmoni l'aura salesiana satura di così santa divozione.

I Cooperatori e le Cooperatrici salesiane possono adunque imparare dal loro Beato Padre anche la divozione al Cuore dolcissimo di Gesù e, come lui, viverla collo sguardo al Crocifisso, dove il Cuore del Salvatore, attraverso la ferita del sacro Costato, palpita sanguinando di quell'eccesso di amore che ci ha redenti.

Possono anzi farvi notevoli progressi, perchè anch'essi vivono, sia pure alla periferia, nel clima salesiano e respirano, in questo clima, elementi sostanziosi al rigoglioso sviluppo della devozione salutare.

Così la sacra ferita del Costato, la più preziosa delle stigmate, diventerà anche per essi fonte inesauribile di grazie e di santità, ispirando un ardente e generoso apostolato di cooperazione alla salvezza delle anime e quella mitezza ed umiltà di cuore che sono le sante armi delle pacifiche conquiste del Regno di Dio.

CROCIATA MISSIONARIA

BORSE COMPLETE

Borsa MARIA AUSILIATRICE - DON BOSCO - S. TERESA DEL BAMBINO GESÙ istituita da una pia persona in suffragio dei suoi cari defunti e trasmessa a mezzo del Direttore dell'Oratorio S. Luigi in Lodi.

Borsa SAN GEMINIANO offerta da un sacerdote della diocesi di Modena.

Borsa MARIA AUSILIATRICE (24a) Somma precedente, 19896, 70 - Baravalle Lucia, 5o - Borsetti Felicina, 2o Grenni Piero, 25 - Riccardi Aida, 5 - N. N. 3,30 - Totale L. 20.000.

BORSE DA COMPLETARE

Borsa ANIME DEL PURGATORIO (2a) - Somma precedente, 9534,60 - Signa Teresa, 5 - Prato Teresa, 5o - Maria Canepa, 20 - M. V. Chiora, 25 - Totale L. 9634,00.

Borsa BEATO DON BOSCO (16a) - Somma precedente, 16228,35 - Antonioli Cheula, 1o - Baravalle Lucia, 5o - Borra Rosa, 20 - Campus Giovanni, 5o - Concetta Pastorino, 15 _ Cardini Fausta, 1oo - Dezzutti Clara, 30 - Lina Bacigalupo, 20 - Narduzzo Severina, io - Trifari Guglielmo, 10 - Totale L. 16543, 35.

Borsa BUSSI DON LUIGI a cura della Casa di Sampierdarena. - Somma precedente, 8871,85 - Avv. Luigi Mangini, 5o - Totale L. 8921,85.

Borsa CORTEMILIA Somma precedente, 19071 - Arc. Aloi Giuseppe, 5o - Pellerino Emilia, io - Charrer Melchiorre, 2 - Grillo Gina, io - Una pia persona a mezzo zelatrice P. Zarri come da promessa, 96 - Famiglia Blanchi, 25 - Meistro Carolina, 1oo - Una mammina implorando benedizione, 5o - Berri Giuseppina in suffragio dei defunti, 20 - A. Luigia, 25 - B. M. 25 - Brandone Michelino p. g. r., 10 - Rapetti Luigia, io - Molinari Giulia, 5 - Zarri Giovanni, 5 -M. M. 30 - Totale L. 19.544.

Borsa DIVINA PROVVIDENZA - Somma precedente, 3510, 50 - Boglione Francesco, 5o - M. A. Ranchio, io - Totale L. 3570,50.

Borsa DON BOSCO EDUCATORE (3a) - Somma precedente, 899,85 - Famiglia Fantino, io - Bolla Lucia, io - Rag. Guido Betta. 15 - Totale L. 934,85.

Borsa DON BOSCO PADRE DEGLI ORFANI - Somma precedente, 1487 - Ricavo vendita « Ricordi d'Infanzia » di A. Moi, 16o - Totale L. 1647.

Borsa DON BOSCO PROTETTORE DEI GIOVANI - Somma precedente, 1568 - Negro Maria, 15 - Girardello Teresa, 5o - Imeroni Sabina, 30 - Totale L. 1663.

Borsa EUCARISTICA DEL PICCOLO SERAFINO G. BRUNI (6a) - Somma precedente, 5393,38 - Anagni Felice, 20 - Orsolina Savini, 5o - Marci. M. Martellotti Mercurio, 5o - Circolo « Gustavo M. Bruni » presso Suore Preziosine, Monza, 30 - Felicina Ruspa, 20 - N. N. io - Valcauda Caterina, 25 - B. M. 2 - Macera Paolina, 8 - Giuseppa Giadano, 6 - Emanuele Spiteri, 15 - Aspiranti C. Cr. 5,90 - T. V. D. 10 - L. V. 20 - Erminia Randellini, 20 - N. N. 15 - A. Valle, 1o - Totale L. 5710,28.

Borsa FRASSATI PIER GIORGIO - Somma precedente, 3850 - Grimaldi Giuseppe, 5o - G. Oliva, io - Totale L. 3910.

Borsa FRIULANA -- Somma precedente, 6862,60 -Sac. Antonio Annellini, 1oo-Totale L. 6962,60.

Borsa GESÙ - MARIA AUSILIATRICE - DON BOSCO (2a) - Somma precedente, 7713 - Silvagno Cantù, 5o - Maria Pozzo, 5o - Totale L. 7813.

Borsa GARNERO CESARE - Somma precente, 1637,80 - Pasino Maria, Borgo S. Martino, 1o - Totale L. 1697,80.

Borsa GIRAUDI DON FEDELE (2a) - Somma precedente, 630 - Carlo Rampini, 1ooo - Totale L. 1630.

Borsa GIUBILEO E RICONCILIAZIONE - Somma precedente, 3045 - Dott. Francesco Casalbore, 5o - Totale L. 3095.

Borsa MARIA AUSILIATRICE (25a) - N. N. 26,70 - Perona Anna, 2o - Totale L. 46,70. Borsa MARIA AUSILIATRICE a cura dei Cooperatori e Cooperatrici di Genova L. 13372,80. Borsa MARENGO MONS. GIOVANNI - Somma precedente, 8743,50 - Beraldi Ambrogio, Ovada, 100 - Totale L. 8843, 50.

Borsa MORGANTI MONS. PASQUALE (2a) - Somma precedente, 210 - Giannina Facchini, 13 - Totale L. 223.

Borsa NOGARA MONS. GIUSEPPE Arcivescovo di Udine - Somma precedente, 8834,45 - Pianta Luigina, 10 - Ottavio Battaglia in morte Beppino Mainardi, io - G. Maria, io - Bertoni Sante, 1o - Cantero Ernesto, 5 - Galiussi Ferdinando in morte Giov. De Lorenzo, 5 - Teresa Piccolo, io - Don Luigi Princisgh in morte Comm. Ugo Zilli, io - Botto Annibale e Anita in morte Comm. Ugo Zilli, 15 - Avv. Botto Annibale in morte Sgobino Fattori Teresa, io - Eugenio Scovacricchi, 9 - Unione ex allievi di Udine in Morte ex allievo Avon Angelo di Tramonti di Sotto, 1o -- N. N. 3 - Totale L. 8961,45

Borsa PARROCCHIA LE MARIA AUSILIATRICE (2a) - Somma precedente, 8888,6o - Dalle cassette del Santuario, 357,85 - Totale L. 9246,45

Borsa PICCOLI AMICI DI DON BOSCO - Somma precedente 2056 - Gamba Serenella, 5 -- Totale L. 2061.

Borsa PIO X - Somma precedente, 16850 - Fagiuoli Carola, io - Maria Gallo, Ioo - Totale L. 16960.

Borsa PISCETTA DON LUIGI - Somma precedente, 13903,80 -- Marina Fracchia, 5 -- Righero Paola, 5 - Chiara Marcella, i - Calvi Michele, 25 - N. N. 5 - N. Alfonso, 5 - N. N. 5o - Totale L. 13999,80.

Borsa RICALDONE DON PIETRO (3a) - Somma precedente, 1780 - Dott. Giovanni Rossi, 5o - Varie pie persone a mezzo Arc. Agostino Tittoni, 12 - C. F. 50 - N. N. Novate, 50 - Totale L. 1942.

Borsa RICCARDI DON ROBERTO - Somma precedente, 15838,30 -- Ferrero Maria, 25 - Famiglia Bianco, io - Riccardi Claudina, 1o - Totale L. 15883,30.

Borsa RUA DON MICHELE (3a) - Somma precedente, 2570 - Tuscano Carmelo, 15 - Totale L. 2585.

Borsa SACRA FAMIGLIA - Somma precedente 1611 - Gilardi Giovanni, 10o - Totale L. 1711.

Borsa S. CUORE DI GESÙ CONFIDO IN VOI (2a) - Somma precedente, 11217,59 - Anna Maria Antonini, 20 - Demaria Piero, 15 - Giuseppe Pisanò, 30 - Trifari Guglielmo, io - Coniugi M. S. 5o - Covetta G. B., 200 - N. N. Verona, 300 - Totale L. 11842,59.

Borsa SAVIO DOMENICO (4a) - Somma precedente 5089,70 - Glesaz Giov. 1o - Mauro Fioretti, io - Totale L. 5109,70.

Borsa S. ANGELA MERICI - Somala precedente, 68o - Borghi Maria, 20 - Totale L. 700.

Borsa S. ANTONIO DA PADOVA - Somma precedente, 3186 - Dott. A. Condorelli, io - Totale L. 3196.

Borsa S. FILOMENA - Somma precedente, 14300 - Dott. A. Condorelli, io - Totale L. 14310.

Borsa S. GIUSEPPE (3a) - Somma precedente, 5337 - Signa Teresa, 5 - Bolla Margherita, 5 - Totale L. 5347.

Borsa S. MARGHERITA DA CORTONA -- Somma precedente, 5542,80 - Signora Gai, 1o - Valeri Angelo, Nepi 8o - Totale L. 5632,80.

Borsa S. TERESA DEL BAMBINO GESÙ (10a) - Somma precedente 16487,20 - Trifari Guglielmo, io - G. Oliva, io - Rina Coato, 25 - Totale L. 16532,20.

Borsa VANGELO DI GESÙ - Somma precedente, 17197,30 - I bambini A. Z. - P. S. - L. F. - C. M. per animare i loro compagni allo studio del Vangelo unificato offrono L. 100 - Un maestro di montagna, ringraziando pel tesoro del Vangelo unificato nella sua scuola, Ioo - Dott. Giuseppe Z., 5o -- Paulli Maria, io - Cesare Boccardo, 15 - N. N. 5 - O. P. io - Ottorino A. 5 - Maestra P. B., 5 - Totale L. 17497,30.

UN TESORO INESTIMABILE

Coll'offerta di una sola lira italiana, una volta per sempre si può essere iscritti alla Pia Opera del Sacro Cuore, canonicamente eretta nella Basilica del Sacro Cuore al Castro Pretorio in Roma l'anno 1888, e godere in perpetuo della celebrazione di 6 messe quotidiane!

Di questo inestimabile favore possono usufruire anche le anime dei fedeli defunti.

Mandare Nome, Cognome e indirizzo coll'offerta di una lira, indicando per l'iscrizione della Pia Opera del Sacro Cuore: Al Rettore della Basilica del Sacro Cuore, Via Marsala 42 - Roma 121 - oppure-direttamente al Rettor Maggiore dei Salesiani Via Cottolengo 32 - Torino 1o9.

IN FAMIGLIA

Una speciale benedizione del S. Padre.

Nell'udienza concessa dal S. Padre Pio XI al nostro venerato Rettor Maggiore il 29 aprile u. s. Sua Santità si è degnata di concedere una speciale benedizione a tutti i Cooperatori e a tutte le Cooperatrici delle Opere e Missioni Salesiane.

La benedizione del Vicario di Cristo è una delle più ambite ricompense di quanti cooperano con spirito cristiano alla gloria di Dio ed alla salvezza delle anime.

Nel ricevere pertanto questo attestato di sovrana benevolenza i nostri Cooperatori e le nostre Cooperatrici facciano qualche fervorosa preghiera per il Santo Padre e per le sue sante intenzioni di pace e di prosperità mondiale; e ne traggano eccitamento a perseverare nella sublime missione alla quale il Signore li ha chiamati.

L'Onomastico del Rettor Maggiore.

Il 29 del corr. mese, festa di San Pietro e Paolo, ricorre l'onomastico del nostro venerato Rettor Maggiore, rev.mo sig. Don Pietro Ricaldone.

L'omaggio dei Salesiani, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Cooperatori e Cooperatrici, Allievi ed Ex-Allievi, gli sarà reso come al solito nella Casa Madre di Valdocco la sera della vigilia e il giorno della festa, secondo il programma che verrà diramato.

L'Esposizione missionaria alla quale attendono intensamente i Comitati Dame-Patronesse gli darà un segno tangibile della generosa carità di tante anime buone.

Noi confidiamo però che tutti i nostri buoni Cooperatori e le nostre gentili Cooperatrici, che sanno le gravi preoccupazioni del suo cuore paterno per sostenere tutte le Opere e Missioni Salesiane nelle straordinarie difficoltà dell'ora presente, lo vorranno confortare con speciali preghiere e, nei limiti del possibile, anche con qualche offerta perchè egli possa provvedere ai bisogni più urgenti delle Case di formazione, degli Ospizi, degli Orfanotrofi e delle lontane Missioni. Ogni offerta a questo scopo sia direttamente indirizzata al Rettor Maggiore dei Salesiani, Via Cottolengo 32 - Torino 1o9.

Pellegrinaggi. "Alliance des maisons d'éducation chrétienne".

La Casa Madre di Valdocco ha la fortuna di dividere un poco le gioie dell'Anno Santo, grazie al transito di pellegrinaggi che, diretti a Roma, sostano volentieri, anche per breve ora, a venerare la Madonna di Don Bosco ed il Beato.

Nel mese di aprile ed ai primi di maggio ne affluirono parecchi dalla Francia, dal Belgio, dall'Alsazia-Lorena, dalla Svizzera, ecc...

Ci limiteremo a segnalare quello della Federazione dei Collegi Cattolici di Francia: il più numeroso! Fu uno spettacolo imponente!

Ben 1300 pellegrini, di cui 560 sacerdoti!

I Superiori hanno organizzato uno speciale ricevimento. Salesiani di lingua francese e giovani studenti, pronti alla stazione di Porta Nuova, accompagnarono subito i 56o sacerdoti a diverse chiese per la celebrazione della Santa Messa. La massa dei pellegrini discese invece in tre turni alla Basilica di Maria Ausiliatrice a compiere le proprie pratiche di pietà.

Alle 7,30, il nostro Rettor Maggiore rivolse loro dal pulpito in lingua francese un cordiale saluto rallegrandosi e ringraziando che educatori cattolici fossero venuti a rendere così devoto omaggio al grande Educatore della gioventù, il Beato Don Bosco, il quale aveva fatto tanto tesoro dell'esperienza e degli insegnamenti dei sommi pedagogisti della Francia Cattolica. Chiuse auspicando i migliori successi alla loro sublime missione ed implorando la benedizione della Vergine Ausiliatrice e l'assistenza del Beato.

Soddisfatta la loro divozione, tutti i pellegrini trovarono preparato uno spuntino nel grande refettorio dei giovani e quindi si sparsero a visitare le camerette del Beato Don Bosco, la cappella Pinardi, i laboratorii ecc...; finchè un apposito servizio di tram li trasportò ai varii treni per la Città Eterna!

La Festa del Beato Don Bosco.

Quattro anni sono passati dacchè la Chiesa ha elevato Don Bosco all'onor degli altari nella gloria della beatificazione, e la divozione della gioventù e del popolo verso di lui ha già preso proporzioni grandiose. Sono città e paesi, associazioni e comunità religiose che la coltivano con trasporto e celebrano tridui e novene in preparazione alla festa annuale.

TORINO - L'intervento dell'Em.mo Cardinal Hlond.

Qui alla Casa Madre, ove la sua salma gloriosa è meta di frequenti pellegrinaggi ed oggetto di continua venerazione, la festa di quest'anno ha superato di gran lunga quella degli anni scorsi.

Durante il triduo e soprattutto il 26 aprile la Basilica di Maria Ausiliatrice offerse uno spettacolo meraviglioso. Quanta gente, che non capiva più nella Basilica, udimmo sospirare cordialmente l'auspicato ampliamento!

Come abbiamo preannunziato, tennè i solenni pontificali S. E. Rev.ma Mons. Matteo Filippello, vescovo di Ivrea, conterraneo del Beato Don Bosco. Ma la sera della vigilia avemmo la gradita sorpresa dell'Em.mo Cardinale Salesiano Augusto Hlond, Primate di Polonia, il quale, da Roma, ove si era recato per il santo Giubileo e per la consacrazione episcopale del nuovo Vescovo di Bova, Mons. Cognata, volle raggiungere la culla della Congregazione per celebrarvi la festa del Padre Beato. Giunse col nostro venerato Rettor Maggiore, accolto dai Superiori e dai giovani con indescrivibile entusiasmo. Il mattino della festa celebrò la Messa della sezione studenti ed assistette in cappa magna al pontificale dell'Ecc.mo Vescovo di Ivrea.

Alla sera, dopo i vespri pontificali e il panegirico detto dal M. R. P. Luca, predicatore del mese mariano, impartì la trina benedizione all'immensa folla.

Ci onorarono della loro presenza anche altri due Ecc.mi Vescovi, Mons. Perrachon, delle Missioni della Consolata, e Mons. Debernardi, vescovo di Pistoia e Prato, il Conte Sen. Eugenio Rebaudengo ed altri insigni Cooperatori. A sera sopraggiunse S. E. Rev.ma Mons. Cento, Nunzio Apostolico in Venezuela. Alle ore 20 la Basilica si gremì per l'ultima funzione, con panegirico del M. R. P. Fedele, anch'esso predicatore del mese mariano. Chiuse la bella giornata un riuscitissimo trattenimento ad onore del Beato. Di magnifico effetto un bozzetto del direttore dell'Oratorio Don R. Uguccioni: « L'anticamera di un Santo », che fece rivivere alcune delle scene più commoventi che un giorno si svolgevano davvero nella modesta cameretta di Valdocco.

Mentre il Bollettino va in composizione giungono relazioni delle feste celebrate nei varii istituti, nelle parrocchie dei nostri Cooperatori ed anche nelle lontane missioni.

In Torino merita una segnalazione speciale quella celebrata nella R. Chiesa di Santa Cristina ove la divozione al Beato Don Bosco ha preso uno sviluppo consolante. Ad un altare di questa chiesa si custodisce religiosamente la prima statua di Maria Ausiliatrice messa in venerazione dal Beato Don Bosco. Ogni sabato dell'anno vi si svolge una funzione speciale con discorsino sul Beato. Il rettore teol. Franchetti, coadiuvato da altri sacerdoti, espone così minutamente la vita ciel Beato; e la festa, preceduta da solenne novena predicata, riesce di grande edificazione.

A Roma nella Basilica del Sacro Cuore ha tenuto il suo primo pontificale S. E. Rev.ma Mons. Giuseppe Cognata, vescovo di Bova, già direttore dell'Istituto. La Messa della Comunione generale fu celebrata da S. E. Mons. Genuardi, ausiliare del Card. Arciv. di Palermo, e la Benedizione Pontificale fu impartita da S. Em. Rev.ma il sig. Card. Pietro Gasparri, Protettore della Società Salesiana.

La Parrocchia di Maria Aus. all'Istituto Pio XI trasportò la festa al giorno 3o ed ebbe alle funzioni l'Em.mo Card Hlond, S. E. Mons. Cognata ed il Rettor Maggiore.

A Napoli, nella Chiesa Parrocchiale del Vomero, predicò il triduo S. E. Rev.ma Mons. Luigi Olivares, salesiano, vescovo di Nepi e Sutri, il quale pontificò la Messa il giorno 26 e fece uno splendido panegirico. Impartì la Benedizione l'Em.mo Card. Ascalesi, arcivescovo di Napoli, il quale, dopo il Te Deum, rivolse la sua calda affascinante parola ai diletti figli per eccitarli, sull'esempio del Beato, alla salvezza delle anime.

Ancora a Napoli la Pia Casa dei sordomuti a Tarsia, ha dedicato la domenica 3o aprile alla Festa del Beato, con panegirico del P. Ruggero Izzo e, a sera, una riuscita accademia con prolusione del prof. Mario Mazzeo della R. Università.

Asti ha anticipato la festa al 23 aprile. Per un triduo la folla accorse alle varie funzioni nella parrocchia di Santa Maria Nova, allietata ogni sera dopo la benedizione, dal concerto della Banda del fiorentissimo Oratorio Don Bosco. Alla festa intervenne S. E. Rev.ma Mons. Umberto Rossi, vescovo di Asti, il quale celebrò la Messa dei giovani e, nel pomeriggio, dopo i Vespri cantati dagli alunni del Seminario al completo, portò in trionfo per le vie della parrocchia la reliquia del Beato, ed impartì la trina Benedizione.

A Grosseto, nella chiesa cattedrale, dopo un triduo solenne predicato da Don Gallia, celebrò la Messa della Comunione generale S. E. Rev.ma Mons. P. Berardi, arciv. di Nicosia, il quale assistette poscia pontificalmente alla Messa cantata e tenne a sera un magnifico panegirico del Beato. Impartì la Benedizione S. E. Rev.ma il vescovo diocesano Mons. P. Galeazzi, dopo aver rivolto ardenti parole di plauso e di ammirazione all'opera di Don Bosco.

A Oulx (Torino) convennero ben 26 parroci, insieme a numeroso popolo, sceso anche da centri assai lontani, in pio pellegrinaggio. Tenne il solenne Pontificale, S. E. Rev.ma Mons. Rousset, vescovo di Ventimiglia e già parroco di Bardonecchia, il quale, ex-allievo dell'Istituto, effuse in un vibrante panegirico tutto il suo affetto per il B. D. Bosco,

A Spezia, nella nostra parrocchia di Santa Maria della Neve, il triduo, oltre alla funzione speciale pei giovani dell'Istituto, studenti ed artigiani, raccolse ogni mattina alle ore 10 le Dame-Patronesse dell'Opera salesiana, ed alla sera gran folla di popolo alla sacra predicazione; mentre gli Uomini e i Giovani Cattolici, in apposita sala, venivano preparati con efficaci conferenze, da S. E. Rev.ma Mons. F. Guerra, arciv. di Verissa. Il giorno della festa S. E. celebrò la Messa della Comunione generale ed assistette pontificalmente alla Messa solenne. Nel pomeriggio, dopo il panegirico, impartì la trina Benedizione.

Le Dame Patronesse, prima della chiusura del triduo tennero una cordiale adunanza per studiare nuovi mezzi di cooperazione salesiana. L'adunanza fu benedetta dallo stesso Ecc.mo Arcivescovo.

La Parrocchia di Migliarina ebbe pure la fortuna di avere S. E. per la predicazione del triduo e per la festa il giorno 7 maggio.

Il grande anticipo di composizione che esige la stampa del Bollettino, non ci permette di attendere le relazioni che giungeranno più tardi. Ne raccoglieremo l'eco nel prossimo numero.

MILANO -- Come Don Bosco rivive in Milano.

Con questo titolo il periodico dell'Istituto Sant'Ambrogio di Milano ha fatto la cronaca di una serie di Conferenze che, mentre vollero soddisfare alla prescrizione del Regolamento della Pia Unione dei Cooperatori, costituirono una delle migliori forme di preparazione alla festa del Beato Don Bosco.

LA CONFERENZA DI MoNs. BARTOLOMASI IN SAN FRANCESCO DA PAOLA. - La Conferenza classica dei Cooperatori, presieduta dallo stesso Em.mo Card. Arcivescovo Ildefonso Schuster, fu tenuta da S. E. Rev.ma Mons. Angelo Bartolomasi, Ordinario Castrense, il 30 Marzo, nella Chiesa di San Francesco da Paola.

L'Ecc.mo Oratore ha delineato la figura di Don Bosco, illustrando particolarmente le forme principali della sua molteplice attività: il sacerdote, l'educatore, il missionario. Infiorando il suo dire degli episodi più eloquenti della vita di Don Bosco, ha saputo efficacemente lumeggiare questi vari aspetti del Beato.

Sua Eminenza il Cardinale Arcivescovo ha impartito la benedizione Eucaristica.

DON BOSCO NELLA COMMEMORAZIONE DELL'AVV. CORSANEGO. - L'indomani, 31 marzo, nell'aula magna dell'Università Popolare, e per iniziativa dell'Istituto Italiano di Previdenza e dell'Anonima Vita, l'avv. comm. Camillo Corsanego, consigliere degli stessi Istituti, ha commemorato Don Bosco da pari suo.

La figura del Beato è balzata viva e genialmente italiana dalla arguta oratoria del conferenziere, il quale ha intessuto il suo dire di piacevoli episodi e di aneddoti, dai quali più e più la bontà del sacerdote, la squisita umanità del pedagogo e del filantropo, ha fiancheggiato il graduale svilupparsi e ascendere ed espandersi nel mondo dell'opera educativa e ricreativa della gioventù.

Un applaudito cenno il conferenziere ebbe alla collaborazione che Don Bosco diede a preparare i tempi e gli spiriti a quello che fu poi il Patto Lateranese.

DuE CONFERENZE DEL comm. CAVAZZANA. - Il 28 marzo a sera, nel Salone della Parrocchia di San Sepolcro in San Cristoforo, l'avv. comm. Giuseppe Cavazzana aveva già tenuto - davanti ad un foltissimo uditorio - una conferenza sul Beato Don Bosco, tracciandone - in sintesi rapida, ma efficacissima - la vita e l'opera di carità e di apostolato nella gioventù, indugiandosi ad illustrare gli sviluppi dell'Opera Salesiana nel campo educativo e nel campo missionario, valendosi anche di episodi della vita del Beato che hanno lumeggiato lo spirito dell'Opera.

Lo stesso illustre Oratore la domenica 2 aprile all'Oratorio di S. Andrea, ha parlato eloquentemente di: « Don Bosco apostolo dei giovani e della carità » mettendo in luce questi due particolari aspetti del Beato, la cui figura risplende luminosa tra le figure dell'apostolato religioso.

In verità Don Bosco rivisse attraverso le smaglianti rievocazioni dei valenti oratori.

E la festa riuscì splendida, allietata da una bella corona di rio Prime Comunioni che, nel pomeriggio, scortarono la reliquia del Beato durante la processione.

BOLOGNA - Inaugurazione di un monumento al Beato Don Bosco.

Gli Ex-allievi dell'Istituto Salesiano di Bologna hanno voluto perpetuare fra gli allievi, che anno per anno si succederanno alla scuola dei Salesiani, il ricordo del loro affetto e della loro venerazione pel Beato Padre e della gratitudine verso i loro antichi superiori per l'educazione ricevuta, offrendo all'Istituto stesso un grazioso monumento che, modellato dal prof. Cleto Tomba del Castello, ritrae mirabilmente nel bronzo la cara immagine del grande Educatore.

La cerimonia di inaugurazione del monumento si svolse la domenica 3o aprile in una atmosfera di singolare bellezza e profonda commozione. Erano presenti: il col. comm. Ramponi in rappresentanza del segretario federale comm. Ghinelli; il consultore cav. uff. Fausto Villa per il podestà di Bologna; ed il Comitato delle Dame patronesse Salesiane, con a capo la veneranda presidente onoraria contessa Carmelita Zucchini Solimei e la presidente effet tiva N. D. Tecla Barrilis. Molte autorità si erano fatte rappresentare da loro delegati.

Dopo l'Inno al Beato Don Bosco cantato dagli alunni con accompagnamento di banda il Comm. Ramponi scoperse il monumento tra vivissimi applausi. Seguì la benedizione impartita dall'ex allievo prof. dott. mons. Gustavo Serracchioli, rettore del Seminario regionale. Quindi un alunno dell'Istituto, a nome di tutti i compagni allievi, lesse un appropriato saluto di circostanza. Per l'Unione degli ex allievi, promotrice del monumento, disse il discorso ufficiale il presidente dell'Associazione cav. Federico Cecconi, il quale rievocando l'origine dell'iniziativa affermò come il monumento al Beato Don Bosco sia l'espressione visibile del sentimento di gratitudine che vive eterno nel cuore degli ex alunni. Movendo quindi dalla considerazione della immagine paterna del beato Maestro di tutti gli allievi salesiani, vivente nel bronzo, egli fece una degna esaltazione del metodo educativo di Don Bosco, in cui si assommano tutti i pregi della pedagogia migliore di tutti i tempi. La disciplina più vera e sagace temperata da paterna dolcezza, riscaldata dalla carità cristiana, che vede in ogni allievo un'anima da portare in Cielo, a traverso le difficoltà necessarie della vita: ecco quello che noi ex allievi abbiamo visto e vissuto nell'opera di Don Bosco, alla cui bella scuola ci gloriamo di essere cresciutiti. L'oratore commosse fino alle lacrime gli astanti nel richiamare alla memoria dei presenti la figura ineffabile del primo direttore dell'Istituto Salesiano Don Carlo Maria Viglietti. Chiuse consegnando ufficialmente il bel monumento al direttore del Collegio prof. Don Oreto Alessandra che a sua volta, ringraziando gli ex allievi e le autorità, protestò la gratitudine e la gioia dell'Istituto pel magnifico dono fatto dalla Unione antichi allievi di Bologna.

LOMBRIASCO (Torino) - Convegno agrario.

Assecondando l'impulso del Governo Nazionale, domenica, 4 giugno, nella Scuola Agricola Salesiana di Lombriasco (Torino), si terrà un Convegno Agrario, promosso dalla Scuola stessa per studiare ed approfondire maggiormente i problemi della produzione e coltura razionale della terra, e per interessare ed attrarre ai sistemi più moderni gran numero di agricoltori dell'estesa plaga che circonda la scuola.

Vi parteciperanno con lavori e studi autorevoli tecnici quali: l'on. Vezzani, il Comm. Chiej Gamacchio, il Dr. Sac. P. Gullino, salesiano, il Direttore dell'Istituto cav. Don Lazzero, ecc.

La Scuola Salesiana di Lombriasco, che gode grande stima in tutta la regione, farà gli onori ai distinti Congressisti.

GENZANO - Conferenza salesiana.

A cura di Mons. Nazario Galieti, arciprete e decurione locale dei cooperatori salesiani, domenica si tenne l'annuale adunata dei Cooperatori nella chiesa collegiata. Erano presenti oltre ai Cooperarori, l'Istituto salesiano, l'associazione giovanile, le rappresentanze delle varie organizzazioni parrocchiali e una folla di popolo, che gremiva il vasto tempio. Parlò Mons. Tommaso Ornelli, direttore diocesano dei cooperatori di Velletri, il quale in un esauriente discorso trattò efficacemente di D. Bosco, dell'opera sua ormai diffusa ovunque e dei rapporti coli cui i cooperatori sono uniti alla sua immensa attività benefica.

Seguì la benedizione eucaristica e infine l'intero popolo elevò un cantico al Beato D. Bosco, che spontaneo prorompeva più dal cuore che dalle labbra a indicare il grande amore che Genzano ha per il Beato e l'affetto che nutre per l'opera dei suoi figli.

da un continente all'altro

BUENOS AJRES (Argentina). - Pensionato Universitario Salesiano.

La prima ala del superbo palazzo pel Pensionato Universitario, che i Salesiani di Buenos Aires stanno innalzando presso l'antica chiesa «Mater Misericordiae » che accolse nel 1875 primi missionari Salesiani, è stata solennemente inaugurata alla presenza del Presidente della

Repubblica, General Justo, che si degnò di fungere da padrino, mentre la sua Signora fungeva gentilmente da madrina. S. E. Rev.ma Mons. Copello, arcivescovo di Buenos Aires, assistito dagli Ecc.mi Mons. Barrere, vescovo di Tucuman, e Mons. De Andrea, vescovo tit. di Temno, compì il sacro rito della benedizione, alla presenza delle autorità e della folla; ebbe parole di encomio pei promotori ed organizzatori di un'opera tanto necessaria in un centro di studi come Buenos Aires, e di felicitazione e di augurio pei Salesiani che avevano saputo superare le non poche difficoltà di una simile impresa e che si disponevano a continuare così signorilmente la loro opera di educatori presso i giovani studenti universitari. La Presidente della Commissione delle Cooperatrici salesiane « Pensionato Universitario » Donna Laurentina L. de Pueyrredon, lesse poscia un devoto indirizzo di omaggio all'Ecc.mo Presidente, all'Arcivescovo ed alle autorità presenti; quindi il direttore Don Silva mise in luce le benemerenze del Comitato promotore ed organizzatore, esprimendo pubblicamente la riconoscenza dei Salesiani ed impegnandosi per tutti ad assolvere degnamente il nuovo cómpito a gloria di Dio e della Patria. Infine un « Esploratore di Don Bosco », in un grazioso discorso, si fece interprete della riconoscenza dei giovani verso i benefattori e le autorità, soprattutto verso Mons. Arcivescovo e l'Ecc.mo Presidente. Il Presidente abbracciò e baciò il giovinetto e lasciò il Pensionato con parole di profonda ammirazione per i Salesiani e di vivissimo plauso al Comitato.

Oggetto di particolare simpatia tra le autorità presenti due insigni Cooperatori: il Presidente della Camera dei Deputati Dottor Cafferata e il Direttore della Biblioteca Nazionale, Hugo Wast (Dr. Gustavo Martinez Zuviria), il noto scrittore argentino che ci ha regalato ultimamente nella «Vita di Don Bosco » un vero gioiello.

«Il magnifico edificio -- scrive « La Razon » - ha otto piani; è fornito di tutte le comodi-Là moderne: ha ampie sale di studio e di ginnastica, gabinetti scientifici, biblioteche e campi di giuoco. È capace di oltre 500 alunni. Annessa al Pensionato salesiano è la Chiesa, vera opera d'arte: l'altare maggiore, con la statua di Don Bosco, è tutto di marmo di Carrara. La « Via Crucis » è opera ammirata dello scultore Antonio Russo.

E costata 410.000 pesos, oltre due milioni di lire italiane.

ISOLE FILIPPINE - I Vescovi della circoscrizione ecclesiastica di Manila attorno al Delegato Apostolico, Mons. Piani, salesiano, per la chiusura della `Festa del Papa'.

Abbiamo ricevuto una fotografia che riproduce l'Episcopato della Provincia Ecclesiastica di Manila, raccolto attorno al Delegato Apostolico per la chiusura della annuale Festa del Papa. L'offriamo volentieri ai nostri Cooperatori anche per ricordare il Delegato Apostolico, S. E. Rev.ma Mons. Guglielmo Piani, salesiano, che ha ornai celebrato un decennio di rappresentanza del S. Padre nelle isole Filippine, essendovi stato eletto nel 1922. Da allora S. E. non è più tornato fra noi. Ma a noi giunge a quando a quando l'eco dell'attività ch'egli spiega in quelle fiorenti diocesi, cattivandosi l'animo dei cattolici e la stima universale, col suo tatto finissimo ed il suo zelo pastorale instancabile e con quell'amore pel Vicario di Cristo ch'egli ha appreso alla scuola del Beato Don Bosco. A lui va grata in modo particolare l'Azione Cattolica per l'impulso dato all'attuale organizzazione. Frutto del suo zelo le scuole di Catechismo organizzate ormai anche nei piccoli centri più lontani dalle parrocchie, secondo le sue sagge direttive pedagogiche stampate in opuscoli di propaganda per la formazione di catechisti. Il coordinamento degli studi ecclesiastici secondo le ultime direttive della Santa Sede risente della sua fedele interpretazione non solo delle norme, ma anche degli augusti desideri pontifici. Le Scuole Cattoliche, soprattutto l'Università Cattolica di S. Tommaso, diretta dai PP. Domenicani ed il grande Ateneo dei PP. Gesuiti godono della sua predilezione. E la Festa del Papa che ogni anno, per l'anniversario dell'incoronazione del S. Padre, l'Ecc.mo Arcivescovo di Manila organizza col concorso di tutti gli Ecc.mi Vescovi è una dimostrazione eloquente dello spirito che conserva ed accende il Rappresentante del Vicario di Cristo. Quella di quest'anno ha superato ancora lo splendore delle precedenti. Preceduta come al solito dalle Conferenze Episcopali durate sei giorni presso l'Ecc.mo Arcivescovo Mons. Michele O' Do Herty, fu un vero trionfo del Cattolicismo.

L'Ecc.mo Arcivescovo di Manila celebrò al mattino nella Metropolitana alla presenza dei comitati delle associazioni d'Azione Cattolica e di altre pie società, dei rappresentanti del laicato cattolico, degli alunni e delle alunne dell'Università di San Tommaso, dei collegi cattolici e di molti fedeli. Una magnifica corona di uomini ricevette la Comunione dalle mani di S. E. che rivolse poscia all'uditorio fervorose parole, animando tutti all'unione di mente e di cuore coll'Augusto Pontefice ed alla preghiera secondo le Sue intenzioni.

Alla sera una lunga serie di automobili pavesate coi colori pontifici sfilarono davanti al palazzo della Delegazione, percorrendo il magnifico Dewey Boulevard che costeggia la gran Baia. Nel mezzo di detto corso era eretto un palco e, sotto apposito baldacchino, era collocata una grande effigie del Santo Padre. Sul palco si disposero i Vescovi insieme al Rappresentante del Sommo Pontefice per assistere all'imponente sfilata che durò oltre un'ora.

Più tardi fu dato un ricevimento alla Delegazione Apostolica. Formavano ala d'onore intorno al Delegato Apostolico Mons. G. Piani, salesiano, Mons. Arcivescovo, i Vescovi, alcuni decorati pontifici, ed un Cameriere di Cappa e Spada di Sua Santità. Fu uno spettacolo magnifico vedere uomini di governo, magistrati della Corte Suprema, sacerdoti e religiosi, consoli, rettori e professori, confondersi in mezzo ai giovani alunni della Università e collegi cattolici per rendere omaggio al Santo Padre.

A stata la festa solenne e devota in onore di Colui che quelle popolazioni chiamano abitualmente « il Santo Papa! ».

MADRAS - Il Giubileo d'Argento della scuola media di San Gabriele.

Giornali cattolici ed acattolici hanno dedicato articoli pieni di deferenza e di entusiasmo alla Scuola Media di San Gabriele che, il 28 gennaio u. s., ha celebrato il suo giubileo d'argento.

Veramente poteva prepararsi a celebrare il centenario, perchè la sua esistenza data da quasi un secolo. Ma fino al 1907 non fu che una sezione di quel Collegio che, fondato nel 1839 col titolo di Seminario di Santa Maria, si era unito nel 1883 all'Università come scuola di secondo grado, ed aveva celebrato il suo Giubileo d'Oro fin dal 1889.

Sotto l'alta direzione dell'Arcivescovo di Madras, la Scuola fu retta successivamente dai PP. Gesuiti fino al 1893, dai Fratelli di San Patrizio fino al 1896 e dai Missionari di Mill Hill fino al 1906.

Nel 1906 l'introduzione dei nuovi regolamenti per le scuole europee impose al « Santa Maria » una triplice suddivisione, in sezione europea, anglo-indiana, indiana. E nell'aprile dell'anno seguente 1907, dovette subire una trasformazione radicale. Completamente autonoma, la sezione europea ritenne il titolo di Santa Maria, e la sezione indiana fu battezzata con quello di Scuola Media di San Gabriele. In questi 25 anni ebbe dapprima la direzione della Società di San Giuseppe di Mill Hill fino al 1918, poi quella della Società di Gesù di Trichinopolis fino al 1926, infine quella dei Fratelli di San Gabriele di Tindivanam, fino al 1929, quando S. E. Rev.ma Mons. Eugenio Méderlet, elevato alla cattedra arcivescovile di Madras, assunse direttamente la piena responsabilità della Scuola e l'affidò ai Salesiani, suoi confratelli,

Le varie direzioni non nocquero però mai alla sua fioritura. Che anzi l'accrebbero notevolmente. Oggi ancora essa è la prima scuola media per studenti cattolici della Presidenza di Madras, ch'è quanto dire di quasi tutta l'India meridionale.

Nel 1907 contava 191 alunni: ora ne ha 521. L'ispezione governativa dello scorso anno non fu parca di plausi per la « St. Gabriel » che si fece onore, nelle prove finali, con un'altissima percentuale di promossi. L'Arcivescovo, vero figlio del Beato Don Bosco, non bada a sacrifici: in questi ultimi tre anni la scuola è costata alla diocesi circa 6o.ooo lire italiane.

Da quando nella « St. Gabriel » è stato introdotto il metodo educativo del Beato D. Bosco, il miglioramento morale ed intellettuale degli allievi si è ancora indiscutibilmente intensificato. E la data giubilare, celebrata alla presenza dell'Arcivescovo e di numerose autorità è riuscita una bella manifestazione cattolica.

EL PAN (Equatore). Accoglienze trionfali ad un benemerito missionario.

È ritornato alla sua missione il nostro Don Albino Del-Curto, che l'anno scorso era venuto a rivedere la patria dopo 3o anni di assenza consacrati alle Missioni salesiane dell'Equatore.

La buona popolazione di El Pan, testimone dei sacrifici durati dall'intrepido missionario per l'evangelizzazione e per lo sviluppo della civilizzazione nelle foreste vergini della regione di Mendez (i nostri cooperatori ricorderanno tra l'altro la strada da lui aperta per oltre 8o km. nel cuore della foresta), gli prepararono un'accoglienza trionfale, che fu solenne manifestazione della stima, della gratitudine e dell'affetto ch'egli gode in quelle regioni. Appena si seppe ch'egli aveva rimesso piede nel territorio della missione, dieci fra i maggiorenti, con una cavalcata di parecchie ore, si recarono ad ossequiarlo a Cuenca e lo scortarono nel ritorno alla sua parrocchia. Frattanto le popolazioni delle parrocchie intermedie accorsero al suo passaggio per acclamarlo e salutarlo. In Shumir gli si fecero incontro il parroco di Paute, quello di Guachapala, Don Vigna che l'aveva sostituito ad El Pan durante la sua assenza, ed altri che ingrossarono il piccolo corteo. A Paute attendeva un numero ancor maggiore che diede al corteo un'imponenza meravigliosa. A Guachapala non si riusciva più a contarli. Era uno spettacolo! La banda lanciò al cielo note trionfali e rallegrò l'ultimo tratto di strada. La gran folla dei parrocchiani, attendeva frattanto sulla collina che domina la vallata di El Pan. Avvistata la testa del corteo, bambini e giovani, vollero essere i primi ad incontrare il loro Padre, gli mossero incontro sventolando bandiere italoequatoriane. E fra gli evviva lo accompagnarono alla piazza dove, tra canti e suoni e discorsi cordialissimi, il popolo si effuse a protestargli la gioia, la gratitudine e l'affetto. Poi si riversarono tutti in chiesa peI canto del Te Deum e per ricevere la sua benedizione. Il giorno seguente Don Del-Curto cantò la Messa solenne, e colla più viva commozione rivolse la parola ai suoi dilettissimi figli. Fu parola di ringraziamento, e fu protesta di amore e di zelo per le loro anime ch'egli prendeva nuovamente a cuore in nome di Dio.

Più tardi nel teatro della casa parrocchiale, si svolse tiri simpatico trattenimento in suo onore e durante l'accademia fu offerta al missionario una medaglia d'oro ed una artistica pergamena. La medaglia portava la scritta: Patri Redeunti Filii = I figli al Padre che ritorna in mezzo a loro ».

La pergamena poi diceva: Diez meses de ausencia enardecieron para ti, P. Albino Del-Curto, la gratitud de un Pueblo que te proclama hoy Padre de la Parroquia, Heraldo de civilización, Campeón de Cristo = Dieci mesi di assenza hanno acceso per te, P. Albino Del-Curto, la gratitudine di un popolo che oggi ti proclama Padre della Parrocchia, Araldo della civilizzazione, Campione di Cristo».

UN MAESTRO

Tale fu nel significato più ampio della parola il Sacerdote Luigi Piscetta di f. m., Consigliere Generale della Pia Società di San Francesco di Sales e Dottore Collegiato della Facoltà Teologica di Torino.

La memoria di lui, anziche affievolirsi col passar degli anni, è sempre più viva nel cuore di quanti lo conobbero e poterono sperimentare i tratti della sua bontà inesauribile ed attingere alla sua vasta e profonda dottrina. Perchè Don Piscetta fu anche l'uomo del consiglio e della bontà. E vorremmo ben ritrarlo in un quadro completo, trasparente di quella luce interiore che trasformava la sua modesta persona sulla cattedra di teologia, nella direzione delle anime, nella semplice conversazione, ove la sua prodigiosa memoria giocava in ogni argomento l'erudizione dell'enciclopedico, la precisione del teologo, l'arguzia dell'uomo d'ingegno e l'affabilità dell'amico, il cuore del padre. Ma ci dobbiamo limitare al ricordo del Maestro. Formato alla scuola dell'indimenticabile, valorosissimo moralista, Mons. G. B. Bertagna, ne raccolse lo spirito e la dottrina che trasmise fedelmente in oltre quarant'anni d'insegnamento alla Facoltà Teologica di Torino. Fin dalle prime lezioni Don Piscetta si rivelò uomo dall'ingegno acuto, dagli studi profondi, dalla vasta cultura classica e teologica, sicuro di sè nella esposizione sobria e cristallina della dottrina, soave in una bontà così umile e delicata da render cara agli alunni la sua persona ed il suo insegnamento, non sostenuto nè da vivacità di sguardo, nè da vigorìa di gesto, nè da imponenza di voce, nè da abbondanza di eloquio. Vigoreggiava l'ingegno e la bontà traspariva anche nel corpo piccolo e malfermo, nonostante l'occhio debole e malato, il gesto timido ed impacciato, anche pel basso concetto ch'egli aveva di sè, la voce fioca e scarsa, l'eloquio sobrio e misurato. E s'imponeva col fascino della scienza e della virtù.

Fuori della scuola poi, la sua scienza, riscaldata da una bontà inesauribile, si trasformava in consiglio prezioso e negli Uffici della Società Salesiana, e nei molteplici contatti con ogni sorta di persone che a lui ricorrevano per lume e conforto.

Chiamato al Premio l'8-x-1925, il Maestro sopravvisse provvidenzialmente non solo nel ricordo di quanti ebbero la fortuna di formarsi alla sua scuola; ma, a vantaggio di nuovi discepoli, nella sua Teologia Morale, monumento imperituro del suo insegnamento, dove tutto e financo la lingua latina, così come è da lui usata, risente del carattere personale del suo ingegno riflessivo e maturo. Le sue lezioni furono dapprima raccolte dagli stessi alunni, e da essi, sotto la sua guida, fatte litografare. Se ne fecero più edizioni, che però rimasero quasi tutte patrimonio privato degli allievi. La naturale ritrosia del Maestro non avrebbe mai permesso altro genere di pubblicazione, se le insistenze degli ammiratori, e più ancora la precisa volontà dell'indimenticabile D. Rua non lo avessero obbligato ad uscire dal suo riserbo. E così fu che nel 19oo vide la luce il primo volume, a cui nei due anni successivi seguirono altri due, comprendenti i trattati della Teologia Morale, esclusa però la Sacramentaria, per la quale non aveva avuto incarico. La sua Teologia fu accolta con unanime consenso dagli studiosi, che vi notarono subito, col contenuto solido e sicuro, la chiarezza e limpidezza della trattazione.

La prima edizione fu presto esaurita, ed il compianto D. Piscetta, già oberato da molte occupazioni e colla vista stanca e malata, si accinse a prepararne una seconda, introducendovi migliorie che la resero ancor più gradita. I tre volumi furono ripubblicati rispettivamente negli anni 1904, 1905 e 1907. Nel 19o8 pubblicò un apprezzatissimo opuscolo sul e De luxuria et de usu matrimonii ».

Pur troppo la sempre crescente infermità degli occhi, che lo rese quasi cieco, non gli permise più di adoperare quella penna che di certo avrebbe regalato agli studiosi altri preziosi tesori scientifici. La stessa Teologia Morale, non più curata; dopo varii anni, riusciva sempre meno adatta come testo di scuola, e minacciava di fare onorata compagnia, nelle biblioteche, ai capolavori di Teologia Morale degli antichi e recenti Autori classici. Tale condizione fu aggravata dalla pubblicazione del nuovo Codice di Diritto Canonico che moltissimi punti della disciplina ecclesiastica modificò radicalmente. Di più mancava la parte morale della Sacramentaria trattata cogli stessi criterii e colla stessa ampiezza della Teologia Morale. Chiedere questa fatica a un uomo così stanco, era chiedere l'impossibile. Perciò i Superiori pensarono di mettergli accanto una persona competente, la quale, introducendo nella Teologia Morale tutte le necessarie innovazioni e costruendo ex novo la Sacramentaria, si giovasse del consiglio di tanto Maestro. Ed a questo scopo gli destinarono il Sac. Dott. Andrea Gennaro, da parecchi anni professore di teologia morale nello Studentato Teologico Internazionale Salesiano. Egli, colla competenza acquistata negli anni di insegnamento, colla guida illuminata di Don Piscetta, potè pubblicare la nuova edizione della Teologia Morale, perfettamente aggiornata e corredata di non pochi amminicoli didattici, e porre mano alla Sacramentaria. Pur troppo la morte inaspettata di D. Piscetta, avvenuta l'8 ottobre 1925, tolse all'aiutante l'ausilio prezioso del Maestro. Nulladimeno, D. Gennaro, giovandosi anche della conoscenza del pensiero del Maestro, acquistata in lunghi colloquii avuti coli lui, portò a termine la non lieve fatica, pubblicando nel 1932 il settimo ed ultimo volume degli Elementa Theologiae Moralis. Nel frattempo curò la seconda edizione dei primi cinque volumi, e la terza del primo, introducendovi tutte le modificazioni richieste dagli ultimi Decreti della Santa Sede e dalle risposte della Commissione Pontificia per l'interpretazione dei Canoni. La nuova pubblicazione fu accolta benevolmente dalla stampa periodica, che non fu avara di lusinghiere recensioni. E non pochi Seminarii l'adottarono con molta soddisfazione come testo scolastico. Le caratteristiche dell'opera le troviamo egregiamente indicate in una delle parecchie recensioni dalla Civiltà Cattolica: « Quest'ottimo manuale si distingue per il pregio raro e difficile ad ottenersi di ima somma chiarezza congiunta ad una giusta sobrietà di esposizione. Il metodo è soprattutto positivo-scolastico, ma nelle questioni dipendenti si riveste pure di casistica. L'insegnamento è proposto con tutti quegli amminicoli che ne agevolano lo studio allo scolaro, massime nei seminarii: ad ogni trattato è premesso uno schema sintetico il quale viene sviluppato nei vari capi, con definizione e divisione del soggetto, una breve dimostrazione dei principii, la soluzione di qualche difficoltà e di pochi relativi quesiti. Così la mente dello scolaro riesce informata di un eccellente criterio pratico ».

Ci piace anche aggiungere il giudizio che Palestra del Clero faceva dell'opera quando fu pubblicato il quinto volume: «L'opera eccelle sopra tante altre in uso nei Seminarii e si presenta ben ordinata, chiara nella esposizione, abbondante e sicura nella dottrina, esposta con metodo rigorosamente scientifico. Offre un insegnamento positivo, non conosce gli interminabili objicies, non soffoca l'enunciazione dei principii con l'indicazione dei casi in cui si possono applicare. Ben s'appongono gli Autori nell'avvertire quanti lamentassero nel testo l'omissione di casi pratici di coscienza, che la soluzione di questi richiede un cumulo di cognizioni, una grande esperienza nella cura d'anime, una maturità di giudizio; tutte cose che non si possono pretendere in giovani studenti. Nel riferire le varie dottrine degli autori in materia controversa è mantenuto sempre un sereno criterio. Purtroppo il teol. Piscetta fu tolto ai vivi quando il quinto volume era giunto al trattato De Eucharistia; però il Gennaro, che ha condotto quel volume a termine, ha dimostrato di potere egregiamente portare a conclusione l'intera opera, che come sarà il testo preferito nei seminarii e negli studentati religiosi, tornerà pure utilissima ai sacerdoti già occupati nel ministero » (1).

(1) Il nostro Don Gennaro, terminata la fatica principale, volle subito preparare un Sommario di tutti i sette volumi, Sommario che or ora ha visto la luce coi tipi della S.E.I. Il volumetto è quanto di più grazioso si possa desiderare: di formato tascabile (17X11), stampato su carta indiana, legato in tutta tela flessibile, corredato di eccellenti Indici ed Appendici; al prezzo di L. 25.
E un lavoro raccomandabilissimo a quanti desiderano tenersi sempre al corrente della dottrina teologica morale, ed avere un prontuario sicuro, che in breve contenga tutti i principii e le principali applicazioni della Teologia morale.

Culto e grazie di Maria Ausiliatrice

Savio Eufrosina di anni 64, da Ranello, frazione di Castelnuovo D. Bosco. - La Domenica 19 febbraio 1932 ammala di peritonite. Il martedì 21 alle ore 12 si aggiunge il volvolo, che persiste fino al mercoledì 22 alle ore 12.

Il medico curante Dott. Gino Diotti dichiarò insperabile la guarigione, affermando che di tali malati su mille muoiono mille ed uno. L'inferma invocò Maria Ausiliatrice e specialmente il Beato D. Bosco alle ore 12 del mercoledì 22 e subito si sentì meglio; e alle ore 5 del giovedì seguente si sentì libera dai due malanni.

In seguito alle dichiarazioni disperate del medico, li famiglia fin dal mercoledì aveva apprestate le vesti per la salma.

Così hanno dichiarato al sottoscritto la persona guarita e suo marito e la sorella e due nipoti la mattina di ieri, domenica in Albis.

Castelnuovo Don Bosco, 24-4-33.

Sac. G. FRACCHIA.

Il 24 Maggio 1932, veniva ricoverato nel nostro ospedale, retto dalle benemerite Figlie di Maria Ausiliatrice, il Signor Scrivanti Sito, gravemente ferito in uno scontro avvenuto in Arquata Scrivia con un'automobile diretta a Milano mentre egli transitava in motocicletta per Genova. Nel violentissimo urto il giovane veniva proiettato con tutta forza sul davanti della macchina e cadeva come esanime al suolo. Raccolto dai compagni di gita e trasportato nell'ospedale S. Bartolomeo, il primario Dott. A. Marrè constatava la commozione cerebrale con piccola perforazione alla membrana timpanica e contusione al ginocchio destro con fatti di sinovite. Il caso era disperato. Ma la fede delle Superiore andò oltre le cure e i timori. Certi che Maria Ausiliatrice, invocata proprio nel giorno della sua festa, avrebbe ascoltato le nostre preghiere, unitamente alle suore e alla mamma del ferito, s'incominciò subito la novena al Beato Don Bosco per implorarne la guarigione.

Il Beato esaudì le ardenti suppliche e il giovane assistito sempre premurosamente dal nostro primario ritornò completamente guarito alla sua famiglia.

Siano rese infinite grazie a Maria Ausiliatrice e a Don Bosco che continuano ad elargire favori ai loro devoti.

Lobbi (Alessandria).

Riconoscente la famiglia SCRiVANTI PAGELLA.

Esprimono pure In loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice i seguenti:

Martini Pifferi Maria. (Ponticelli d'Imola) porge vive grazie a Maria Ausiliatrice per la guarigione della sua piccola Giovanna, di due anni, che una violenta bronco-polmonite aveva ridotto in fin di vita. Riconoscente invia cospicua offerta per le opere e missioni salesiane.

Marenco Giovannina (Benevagienna) avendo il figlio Giuseppe, affetto da morbillo e polmonite doppia, ne affidò la guarigione all'Aiuto dei Cristiani ed ebbe la gioia di vedersi prontamente esaudita.

Rocatti Gobetti Teresa ringrazia M. Ausiliatrice per una grazia ottenuta e riconoscente porge offerta per la Canonizzazione del B. Don Bosco.

Siano Maria (Madonna di Campagna -Torino) tenendo d'essere colpita da apoplessia invocò M. Ausiliatrice e il B. Don Bosco e in pochi giorni scomparve ogni malessere. Fiduciosa attende altra grazia e fa l'offerta promessa.

Balbo Modesta (Demonte) ringrazia commossa per l'ottenuta guarigione del padre colpito da grave malore.

Delmastro Severina (Isolabella) affidò a M. Ausiliatrice la guarigione di una bambina e ottenne quanto desiderava.

Maurino Lazzaro e Bruno Germana coniugi (Perosa Argentina) avendo la piccola Marisa affetta da osteo-mielite posero ogni loro speranza nell'Aiuto dei Cristiani ed ora la bimba è già entrata in convalescenza.

Una Figlia del S. Cuore (Bergamo) riconoscente e commossa ringrazia Maria Ausiliatrice che le ha fatto da mamma aiutandola in modo visibile ad essere sposa di Gesù.

Perona Anna (Favria Canavese) ringrazia M. Ausiliatrice ed il B. Don Bosco per le grazie ricevute e si permette ricordare loro che ne attende altre.

Robiolio Anna con cuore riconoscente ringrazia M. Ausiliatrice ed il B. Don Bosco per le grazie ottenute.

N. N. (Torino) porge offerta a M. Ausiliatrice e la ringrazia pel felice esito degli esami di suo figlio.

P. D. ringrazia Maria Ausiliatrice, che per intercessione del B. Don Bosco, le ottenne la guarigione da lunga malattia.

Poschiavo manda una piccola offerta a M. Ausiliatrice per grazie ricevute e perchè le continui la sua materna protezione.

Aliberti Enrico (Rivarolo Ligure) protesta la sua riconoscenza alla Madonna Ausiliatrice ed al Beato D. Bosco per la visibilissima assistenza prodigata in un penoso caso familiare e la supplica a volerla continuare su tutta la famiglia.

Viale Felicina (Soldano) avendo il marito gravemente infermo e spedito dai medici ricorse con fede viva all'aiuto potente dell'Ausiliatrice e fu esaudita e consolata. Riconoscente porge offerta.

Ferreri Rosaria ricorse fiduciosa a Maria Ausiliatrice perchè le assistesse la mamma sottoposta a difficile operazione e tutto riuscì bene.

DALLE NOSTRE MISSIONI

Nelle regioni del Matto Grosso e di Goiaz.

Relazione dell'Ispettore D. Ernesto Carletti al Sig. D. Ricaldone. Amato Padre,

PRIGIONIERI DELLE ACQUE. - Le scrivo da Bonfim nello Stato di Goiaz, qui giunto dopo avere visitato tutte le nostre Case del Matto Grosso, eccetto le missioni. Mi sembra di rinascere a questo clima ristoratore, in cui il termometro segna appena 15-20 gradi: un vero paradiso per chi viene, come me, di volo dalla zona torrida di Cuiabà-Corumbà. Sì, di volo, almeno in parte. Non ho ripetuto il calvario dell'andata, quando da Campo Grande a Cuiabà impiegai ventitre giorni; vi sono invece ritornato in sei ore. Ricorderò sempre quella mia prima avventura.

Dopo dieci giorni di bloccamento ad Aquidauana, volli a qualunque costo continuare il viaggio per Corumbà. Ma c'era da superare sette chilometri di inondazione. Li facemmo in canoa: l'Ispettrice con quattro suore, io con tre confratelli. La canoa è un sandolino lungo e stretto, un tronco d'albero scavato: affiora dall'acqua due centimetri e basta un nonnulla per capovolgerla. E una si capovolse davvero, carica di sei persone, tra cui il confratello Ancona; per fortuna in quel punto l'acqua era bassa. Attraversando il rio Aquidauana - turgido, turbinoso, immenso - vidi per la prima volta i jacares (una specie di coccodrilli) dalle fauci enormi che stazionavano in attesa.

Pensai a ciò che sarebbe avvenuto se la canoa si fosse rovesciata in quei dipressi!

Sbarcati a Salobra, aspettammo cinque lunghe ore, un po' sotto il sole, un po' sotto la pioggia: in quest'epoca dell'anno il tempo cambia anche dieci volte al giorno. Si mangiò un boccone in un rancho (capanna di indi) dove una negra ebbe il coraggio di farci la pasta asciutta... e finalmente arrivò il treno.

Un treno per modo di dire: era una macchina sfiatata da manovra che trascinava tre carri bestiame, tutto quello che era rimasto di materiale rotabile nella stazione capolinea di Porto Esperanga tagliata fuori dall'inondazione con 200 chilometri di strada ferrata. Impiegammo dieci ore a fare quei 200 km. Il guaio fu che la locomotiva, non più fatta per lunghi percorsi, ogni tanto si fermava in mezzo al pantanale per fare pressione; e allora erano sciami di mosquitos (zanzare) che ci assalivano. Quando finalmente potei stendermi nella cuccetta della barca-lancia che sul rio Paraguai doveva condurmi in diciotto ore di navigazione a Corumbà, volli fare una ispezione alle... mie gambe. Erano gonfie come salsicciotti. Sfido io: contai (volli contarle) 173 punture

Le prime gloriose ferite della mia campagna missionaria!

Arrivai a Corumbà, una cittadina graziosissima, ma quanto calda! Raggiunsi Cuiabà dopo sette giorni di navigazione e là ricevetti un telegramma che mi chiamava di urgenza a Bomfim per sistemarvi il personale prima che incominciasse l'anno scolastico (il 1° di marzo). Fu così che per giungere a tempo mi servii dell'Avion.

UN BALLETTO A 1.500 m. - Ricordo il senso di desolazione che presentava il pantanale a 1.ooo metri di altezza: era come un'immensa brughiera deserta, tutta dorsi e radure, con chiazze di verde palustre e striscie di acque stagnanti. Il fiume Cuiabá prima, poi il S. Lourenço, e il Paraguai che avevo solcato dianzi in tutte le loro strane e bizzarrissime giravolte, e che in alcuni punti raggiungono i due chilometri di larghezza, apparivano di lassù come volute di un tenue bianco nastro, posato immobile sul grigiore del terreno acquitrinoso.

Ricordo anche un bel balletto fatto a 1.5oo metri poco prima di giungere a Campo Grande. Un temporale ci colse in pieno, con raffiche di vento, pioggia torrenziale, scariche elettriche.

L'enorme « condor » discendeva, risaliva, deviava a destra e a sinistra per sfuggire alla tempesta che l'inseguiva: rullava di bordo, s'impennava, scivolava d'ali... ma teneva testa e procedeva imperterrito nella romba possente del suo motore, che superava il fragore dell'uragano come una canzone trionfante di sfida. Paura? No. Il pilota, un meraviglioso ragazzo allemanno, manovrava con calma e precisione le sue leve, girando di tanto in tanto l'occhio al cielo nero, e a me; e sorrideva. Quello dava certamente coraggio; ma io confidavo soprattutto in quell'« Altro » pilota che guidava lui e me e che è sempre a fianco dei suoi missionari. Non ce lo dicono quando parlano delle loro cose? « Al Signore piacque...; con l'aiuto di Dio...; grazie al cielo...; invocata la Madonna... » E il loro intercalare. Narrano cose alle volte, che dànno i brividi; ed essi sorridono.

Mi permette, Padre, di citare, pure, nella mia piccola esperienza, un fatto personale? Solo ieri ero uscito col Direttore e un coadiutore a cavallo per una escursione di allenamento. A un certo punto lasciammo il bosco per proseguire sulla ferrovia che lo tagliava in mezzo. A un tratto il mio cavallo dà un balzo che per poco non mi rovescia di sella, e resta immobile: così gli altri. Prima ancora di me aveva visto davanti a sè, alla distanza di un passo, un'enorme e magnifica cobra cascavel o serpente a sonagli, il cui morso fa morire nello spazio di un'ora.

Il rettile stava in perfetta posizione di difesa e di offesa: eretto il capo e la lingua biforcuta sporgente. Pochi istanti di immobilità assoluta e silenziosa; poi la cobra volse il capo e strisciando lentamente scomparve nel bosco. Un passo di più che avesse dato il cavallo, e il serpente ci sarebbe piombato addosso.

Tornando all'Avion, atterrammo in Campo Grande, sotto l'imperversare della pioggia; e alle sette della sera ripartii col treno per... Bonfim.

Bonfim dista da Campo Grande un qualche cosa come 2oo chilometri... Ridiscesi infatti il Matto Grosso fino a Trés Lagóas; percorsi lo Stato di S. Paulo da Ovest ad Est fino a Campinas; lo rimontai a Nord; attraversai una fetta di Minas Gerais ed eccomi nello Stato di Goiaz, a Bonfim.

Si fa presto però a dirlo. Sono staterelli questi che valgono ognuno due, tre, quattro volte l'Italia. Percorsi quattro reti ferroviarie: la Noroeste, la Paulista, la Mogiana, la Goiana, e stetti in treno esattamente novantasei ore. Per fortuna, grazie alla deferente bontà delle diverse direzioni compartimentali, usufrui in buona parte di biglietto gratuito di prima classe.

EROISMO. - Le dirò ora qualche impressione sulle Case visitate.

I collegi, tolti quelli di Corumbà e questo di Bonfim a due piani, sono col solo piano terreno, come tutte le case del Matto Grosso. Saranno a due piani il noviziato che sorgerà a Campo Grande, le nuove Scuole Professionali e il nuovo Ginnasio-Liceo.

Collegi attrezzatissimi in quanto a materiale scolastico; ma primordiali in quanto a comodità personali. Qui, per esempio, sono nella così detta camera dell'Ispettore. C'è il letto, una sedia con il catino sopra (non ho ancora visto da queste parti la bellezza di un portacatino); altre due sedie, e un tavolino con sopra una boccia di terra con bicchiere per l'acqua, che quì chiamano moringa e che non manca mai. Di attaccapanni nè qui, nè altrove, neppure l'ombra.

Povertà grande dunque che si riflette nei cibi, nei vestiti, nelle celle. Molti non hanno nemmeno il letto: dormono in una rete sospesa a due chiodi. E quando vanno per escursioni missionarie vanno sine sacculo et sine pera proprio come i primi Apostoli. Realizzano alla lettera l'ammonimento evangelico: Quaerite primum regnum Dei et omnia adjicieniur vobis ». E compiono miracoli di bene.

Penso agli Esercizi spirituali predicati nei due mesi scorsi ai confratelli e alle suore.

Qui non si sognano nemmeno posti di raduno per gli esercizi quali possono essere Lanzo e Valsalice per il Piemonte, o Frascati e il Lanuvio per il Lazio; lembi di paradiso in terra, oasi dello spirito, che ritemprano l'anima e un po' anche il corpo, non fosse altro per la distrazione di un viaggetto e il piacere di ritrovarsi con antichi compagni e colleghi. Qui invece, per la distanza enorme che separa un luogo dall'altro, ogni confratello è inchiodato alla sua casa tutto l'anno; nei mesi di scuola, e nei mesi di ferie; e sempre alla temperatura di 30-35-40 gradi.

È nella propria casa dunque, che ogni comunità fa i suoi esercizi.

E come li fanno bene! Come si dicono contenti! Alcuni mancano dall'Italia da trenta, trentacinque anni e non domandano nulla. Non c'è Direttore o Prefetto che non abbia con la carica anche le sue quattro, o cinque ore giornaliere di scuola: Dar aula come dicono qui, è il pane di tutti che si mastica fino alla più tarda età (chi ci arriva).

Amato Padre, è il Matto Grosso; questa è la vita salesiana di qui.

Non si spaventino i giovanissimi che a novembre verranno a ingrossare le nostre file.

Sono gli eletti del Signore che compiranno come i veterani di qui grandi cose. Ma vengano armati di pietà, di umiltà e spirito di sacrifizio.

Come affretto col pensiero il giorno in cui questi animosi che la generosità del suo cuore, amato Padre, mi invierà di anno in anno, già formati e adulti, potranno essere lanciati alla completa evangelizzazione di tutto il Matto Grosso!

Abbiamo parrocchie in tutti i centri più popolati; ma alcune di 50-100-150 km. di raggio con un solo prete, che passa nei posti più lontani una volta all'anno. E intanto i protestanti lavorano. Grazie all'interessamento del Dott. Boni, italiano, amico e grande benefattore nostro, sorgerà quanto prima in Terenos, presso. Campo Grande, centro della irradiazione protestante, una graziosa cappella che lui stesso costruirà, offerta a noi dalla colonia tedescoitaliana. Ma presso Corumbà c'è la fortezza Ladario con un bel contingente di marinai e rispettive famiglie. Anni fa andavano colà a officiare e a tenere oratorio festivo Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice. Da un signore del luogo era stata fabbricata persino una casa da adibirsi ad abitazione stabile con annesso oratorio e piccolo collegio. Per mancanza di personale non fu possibile accettare. La casa vuota aspetta ancora; e intanto sono sorti tre circoli fiorentissimi: uno protestante, uno spiritistico e uno che si professa ateo.

Amato Padre, le speranze e l'avvenire del Matto Grosso sono proprio unicamente riposte nelle case di formazione: aspirandato, noviziato e studentato.

NEL CAMPO DELLA SCIENZA. -- Voglio ricordare anche un'altra grande benemerenza dei Salesiani del Matto Grosso: gli Osservatori meteorologici, cominciando da quello di Cuiabà, fondato il 17 novembre 1900 dall'allora Don Helvecio Gomes de Oliveira, Direttore del collegio, e ora Arcivescovo di Marianna in Minas Gerais. Nei primi anni funzionò privatamente; ma le sue esperienze interessarono il mondo intero per la posizione geografica che occupa Cuiabà, nel cuore dell'America del Sud.

Per questo fu aggregato allo Stato nel 1911 come stazione di 3a classe, poi di 2a, di 2a speciale e infine di 1a classe.

Ora è la stazione principale di tutte quelle esistenti nello Stato del Matto Grosso. Di qui si iniziarono il 1° giugno 1923 i primi esperimenti di scandagli aerei mediante il balão-piloto giungendo - a seguirlo e controllarlo cogli appositi strumenti, fino ai 30.000 metri di altezza. Solo di queste operazioni (ognuna delle quali tiene legati per ore due dei quattro Salesiani addetti, dovendo registrare minuto per minuto la velocità ascensionale del pallone), solo di queste operazioni, dico, ne ho trovato registrate a tutt'oggi 3.034, determinando e fissando con la massima precisione correnti aeree fino a 5.000 metri. Quale contributo dato all'incremento dell'aviazione!

Il 15 giugno 1930 si inaugurarono le osservazioni coi raggi ultra-violetti mediante l'apparecchio « Standard » del prof. Leonard- Hill; e il primo gennaio 1931 le osservazioni fotometriche coi fotometri « Eda-Hecht ». Ora l'Osservatorio dispone anche di auto-generatori di idrogeno per gonfiare i balòes-pilotos.

E da questo Osservatorio che si marca l'ora astronomica per la capitale. Non c'è spedizione scientifica che non visiti questa primissima stazione meteorologica, base principale di tutte le operazioni interiori dello Stato. Aviatori, agronomi, ingegneri, colonizzatori, esploratori di tutte le nazioni sempre apprezzarono con ammirazione e gratitudine i dati preziosi da questa forniti.

Alle sue dipendenze c'è tutta una rete di altre stazioni inferiori mattogrossensi, appoggiate a case o missioni salesiane, e dirette da professori Salesiani. Sono: l'Osservatorio delle missioni indigene del Sacro Cuore; quello di Corumbà, Coxipò, S. Rita, Campo Grande, Presidente Murtinho e Vila Bela.

Addetti a queste stazioni c'è la finflleur di un personale che potrebbe essere impiegato o nelle scuole o nell'apostolato missionario. Ma resta là perchè il Salesiano nello spirito di Don Bosco deve contribuire al bene dell'umanità in tutti i campi.

Che dirle ancora, amato Padre? - Una parola su Bonfim.

Ne merita anche due.

BONFIM: SOGNI E SPERANZE. - Ho già detto del suo clima incantevole che lui dà l'illusione di un lembo del Piemonte; precisamente di essere a Cumiana, dove venni a salutarla il giorno di mia partenza, e dove lei mi parlò e mi disse cose che tracciarono solchi luminosi nel mio spirito. Questa casa - dono dell'eccellentissimo Arcivescovo di Goiaz, Mons. Emmanuel Gomes de Oliveira -- è Ginnasio pareggiato per alunni interni con intonazione di aspirandato; è una piccola Cumiana nell'impostazione dello stabile, cui fa capo dalla stazione ferroviaria una magnifica strada rettilinea lunga cinque chilometri, denominata Avenida Dom Bosco; ma una grande Cumiana può divenire, se verranno un giorno coltivati tutti i 700 ettari di terreno fertilissimo che possiede la annessa Scuola Agricola.

E questo giorno non sembra lontano, se si realizza il disegno grandioso che si stà elaborando. Si tratta di portare qui parecchie migliaia di famiglie italiane perchè coltivino terreno per 100.ooo ettari.

Ecco il mirabile avvenire di questa Scuola Agricola !

Intanto agli italiani che incontriamo noi prodighiamo le più sollecite cure. Dovunque io vado, prendo contatto con gli agenti consolari, mi informo del numero degli italiani, visito i più bisognosi e torno sovente in collegio con due o tre meninos per mano, che regalo al Direttore.

Quando, a Dio piacendo, verrà la nuova falange di lavoratori italiani che colla loro tenace laboriosità sapranno trarre ricchezze da questo suolo ferace, e darne anche ai suoi abitanti, i Goiani, così generosi nella loro ospitalità tradizionale, noi organizzeremo il servizio religioso e provvederemo all'educazione dei loro figliuoli.

Per questo è provvidenziale che il collegio, la cui ala sinistra stà febbrilmente ultimandosi, divenga anche la sede dello Studentato Filosofico della Ispettoria. Il noviziato per ora sarà a Cuiabà nel Seminario Arcivescovile di S. E. Mons. D'Aquino; e lo Studentato qui, presso il munifico Arcivescovo di Goiaz, S. E. Mons. Manoel: due menti elette, due grandi cuori, due impareggiabili figli del comune Padre Don Bosco. Che conforto per il povero Ispettore del Matto Grosso, per sei mesi dell'anno commesso viaggiatore attraverso il Brasile, sapere affidati in tali mani i suoi novizi e i chierici studenti!

MISSIONARI. - Prima di chiudere questa lettera che minaccia di non finire più, dovrei dire delle missioni. Ma non potrò visitarle che fra due mesi, a causa delle piogge; avrà la relazione a suo tempo. Per ora non posso riferire che un colloquio avuto in Cuiabà con due missionari reduci da una recente spedizione: Padre Duroure, francese, e il coad. Carlo Miotti, italiano. Lei sa che si stà cercando di prendere contatto con la tribù dei terribili ChavantesCaiamos, disseminati lungo una zona ancora inesplorata tra il rio della Morte e il rio Coluene.

Guadagnati questi, sarà facile avere anche le tribù minori dei Suias, Coronas, Kanapolos, Trumais, ecc.

Padre Duroure e il coad. Miotti furono mandati come pattuglia di avanscoperta, appoggiati a una missione di ricerche mineralogiche, comandata dal Dott. Pessione, un altro italiano di fegato. Fu un viaggio di 1.312 km.in camion e di altri 40o a piedi attraverso la foresta. Riporto il colloquio diretto avvenuto tra me e Padre Duroure in Cuiabà:

- Ebbene, fin dove siete giunti?

- Con l'auto-camion fino alle sorgenti del S. Manuel; poi, piegando a destra tra il rio Coluene e il rio della Morte, ci siamo inoltrati altri 40o km. senza camion, nella direzione Est, Nord-Est. - Seguivo sulla carta la zona indicata tra il 54 e il 55 grado di latitudine.

- A cavallo, ben inteso! - chiesi.

- No, a piedi, signor Ispettore, a piedi come S. Paolo, S. Francesco Zaverio, il Vener. Anchieta; a piedi con zaino in spalla e venti chili di carico.

- E il mangiare?

- Quattro buoi trasportavano farina, riso, fagioli, e carne secca.

-- Non c'era da stare allegri

- Ce ne fosse stato! Tutto finì 15 giorni prima del previsto. Il Capo d'anno l'abbiamo festeggiato mangiando un urubù (un corvo) che dopo 15 ore di fuoco era più duro di prima. Nell'Epifania pranzammo con farina, zucchero e acqua fresca; un altro giorno si marciò undici ore di seguito con una sola tazza di mate nello stomaco. Undici ore di marcia sotto un sole di piombo senza mangiare, nè bere.

- E la pioggia?

- Ne abbiamo preso un diluvio. Non le dico dei mosquitos, dei carrapatos, dei rettili da cui bisognava ben guardarsi

- E con tutto questo non avete incontrato un selvaggio?

- No, disgraziatamente; ma essi hanno visitato noi due o tre volte di notte. - Sarebbe a dire?

- Una sera piantammo la tenda sul bordo di un delizioso ruscello, e verso le otto, stanchi morti come si era, si dormiva già, allorchè fummo svegliati dal latrare rabbioso e dolorante di uno dei nostri cani, che corse a rifugiarsi presso di noi. Aveva ricevuto una bastonata. Nel contempo sentimmo qualche cosa che fuggiva nella foresta.

Indiani?

- Non so. Si decise di passare qualche giorno in quel luogo per vedere se il fenomeno si fosse ripetuto. La notte seguente alle 11, fu l'altro cane, che è qui, León... che le buscò perchè aveva dato l'allarme. Anche lui si rifugiò guaiendo sotto la nostra tenda, mentre poco lungi un rumore di passi affrettati svaniva nella foresta. La terza notte, all'una del mattino, echeggiò vicinissimo un fischio a noi ben noto: il fischio di guerra degli indiani. Non c'era più dubbio: eravamo sulla buona pista.

- Che cosa avete provato in quel momento?

- Un momento critico, signor Ispettore, che poteva segnare la nostra fine, sotto un nugolo di frecce. Degli altri non so; ma noi due vicini, col rosario tra le mani, stavamo tranquilli, confidando in Dio.

Non potei fare a meno d'interromperlo con una esclamazione:

- Ma lei non è stato in guerra, Padre? Quando si è o si presume di essere a contatto col nemico...

Padre Duroure sorrise:

- Guai se avessimo fatto così! -- disse. - Lo voleva fare il signor Pessione, ma mi ci opposi io. Li conosco bene, gli Indiani. Se vedono un fucile solo, imbracciano l'arco, e scagliano, invisibili, le loro frecce. Bisogna mostrarsi pacifici; e soprattutto inermi. A per questo che noi missionari preferiamo fare le nostre incursioni da soli. Procediamo e dormiamo tranquilli e sicuri, perchè nelle mani di Dio. Non ci fu dunque nulla. L'indomani scoprimmo numerosissime impronte e ai piedi d'una cascata del Coluene un accampamento di fresco levato. Peccato che la mancanza di viveri e un uomo colpito dalle febbri non ci abbia permesso di avanzare ancora. Abbiamo dovuto ritornare, ma nella prossima spedizione, che organizzeremo da soli, li raggiungeremo questi nostri poveri fratelli e non ci sfuggiranno più ».

Amatissimo signor D. Ricaldone, ho pensato, dopo quel colloquio a un altro colloquio che ebbi prima di partire per l'America col S. Padre. Quando seppe la mia destinazione, pensò un istante e disse: - Io lessi dei Bororos sul Bollettino Salesiano di trent'anni fa. Ma... e le altre tribù? -

« Padre Santo, sono quarant'anni che gli umili figli di Don Bosco si battono nella foresta del Matto Grosso, contendendola palmo a palmo al demonio. Ma è immensa; e cela nel suo mistero tante insidie. Che l'ora del Signore sia giunta anche per quelle povere anime? Non lo sappiamo: ma sappiamo che una grande battaglia si è ingaggiata. Ebbene, noi diciamo a voi, Santo Padre, una cosa sola: che questa battaglia noi la combatteremo tutta, e che per quelle anime che, lo sappiamo, sono la pupilla degli occhi vostri, noi sapremo o vincere o morire! ».

Ali benedica, signor D. Ricaldone, e con me benedica tutti i confratelli.

Suo aff.mo figlio in C. I.

Sac. ERNESTO CARLETTI.

Ispettore. Bonfim. (Goiaz) , Marzo 1933.

Giappone.

Inaugurazione dell'Ospizio dei poveri vecchi in Miyazaki.

S'è compiuta fin dal 18 dicembre u. s. con una simpatica funzione all'aperto, sotto un cielo smagliante. Presenziavano la cerimonia le più spiccate personalità cittadine in numero imponente. Si notarono i rappresentanti del Prefetto e del Sindaco, vari Consiglieri provinciali, la Giunta municipale, un bel gruppo di rappresentanti l'associazione femminile della città con a capo la Signora del Prefetto; Direttori delle scuole medie ed inferiori, Direttori di Banche, Giornalisti, Avvocati, Medici, l'Asilo infantile « Stella del Mattino » colle Figlie di Maria Ausiliatrice e le Insegnanti; lo Studentato filosofico di Takanabè col Sig. D. Cimatti e il Prof. Dott. Sato; vari Confratelli delle vicine Residenze, ecc... Avremmo desiderato anche i benemeriti Benefattori della lontana Italia...

In posto distinto assisteva un folto gruppo di poverelli, invitati appositamente; ovunque, una folla varia di cristiani e di pagani. Sfarfallio di bandierine per ogni dove. In tanta giocondità di cuori e di sole, l'Ospizio si mostrava agile, ampio, pieno di luce e di aria.

Il Sig. Don Cimatti, assistito dai chierici, impartì la Benedizione in forma solenne; seguirono vari discorsi di persone rappresentative. I conferenzieri, quasi tutti pagani, elogiarono unanimemente l'Opera in sè, espressero la riconoscenza di tutta la città verso la Missione, e l'ammirazione verso la religione di Gesù Cristo, che sola sa ispirare queste opere. Seguì quindi una briosa e ben riuscita accademia durante la quale fu servito un banchetto a 420 invitati, fra i quali vi erano 170 poveri e i dolci a tutti gli altri intervenuti.

SGUARDO RETROSPETTIVO DELL'OSPIZIO. - L'idea di fare un Ospizio è frutto di gioia e di ottimismo per aver dato il Santo Battesimo a un buon numero di poveri, guidati alla luce della fede dall'attività della nostra «Conferenza di San Vincenzo».

Si pensava in principio di comprare una casa vecchia in terreno d'affitto, per una decina di ricoverati ed un paio di persone che se ne prendessero cura. Senonchè un bel giorno di maggio comparve sui giornali della città la notizia che un bonzo avrebbe fatto un Ospizio per poveri vecchi; e la notizia era corredata da tal dovizia di dettagli che facevano presagire un'Opera considerevole.

Vedendo d'un tratto il nostro modesto e timoroso progetto oltrepassato al gran galoppo da un bonzo, lasciai da parte l'idea della modesta casetta in terreno d'affitto, in attesa di tempi migliori. Mi sembrò di capire che era volontà del Signore che ci mostrassimo più generosi verso i suoi prediletti amici, i sofferenti, e più fiduciosi nella sua divina Provvidenza. Questa intima convinzione mi fu di guida d'allora in poi nel modesto, ma appassionato lavoro per l'Ospizio.

In agosto presentai in municipio un progetto di ben altre dimensioni. Piacque. Ma mi si fece notare che essendoci già un'altra domanda simile (quella del bonzo), per non far torto a nessuno sarebbe stato meglio che io avessi pensato a fare un'Opera più varia, che venisse in soccorso di poveri vecchi, di orfani, di incurabili ecc... Rimasi trasecolato dalla gioia perchè appunto questo era il mio più vivo desiderio da attuare col tempo; rimasi di nuovo confuso che da pagani mi venisse la spinta a fare ciò che io avrei dovuto decidere se avessi avuto maggior confidenza in Dio.

La via era segnata. Al timoroso progetto si apriva un orizzonte senza confini, tanto più che mi si assicurò che avrei avuto dei sussidi dalla Provincia e dal Municipio.

Dopo due ore ebbi un'intervista di due giornalisti, e la sera stessa la notizia della fondazione dell'Ospizio era su tutti i giornali della città, corredata dalle più lusinghiere espressioni; la futura opera era chiamata il paradiso dei poveri. Il giorno dopo venne il rappresentante di una fabbrica di tegole per propormi un buon acquisto; dopo due giorni si presentò un appaltatore offrendomi i suoi servigi. Capii che ero scivolato in alto mare e che allora bisognava navigare all'aperto. Dopo due mesi più laboriosi del solito per domandare ai nostri benemeriti Benefattori il loro contributo per attuare quello che mi sembrò volontà di Dio, il 24 ottobre u. s. si benedisse la prima pietra dell'edificio.

L'AVVENIRE DELL'OSPIZIO. - Il progetto sarà eseguibile in sei anni. Proporzioni: m. 101 x 38; posti N. 250. La fotografia rappresenta la parte inaugurata il 18 dicembre u. s.

L'avvenire di quest'opera è nelle mani di Dio, da cui invoco, anche per mezzo delle preghiere vostre, o amici e benefattori carissimi, tutte le Benedizioni. Da parte mia mi propongo di attuare gradatamente le diverse sezioni già fissate: vecchi, infanzia abbandonata, incurabili, maternità, dementi ecc., e, quali attività collaterali dell'Ospizio o complemento e sviluppo di esso: dispensario gratuito per la popolazione povera, cucine economiche nella stagione invernale, visite a domicilio ai poveri e agli ammalati fatti dal personale dell'Ospizio. Intendo di formare un folto gruppo di generosi e zelanti giapponesi che consacrino la loro vita a quest'Opera complessa di carità, senza retribuzione in denaro. Una vera crociata della carità che salverà molte anime e farà breccia sui cuori più che gli insegnamenti astratti. - Nella prossima estate spero di por mano alla seconda sezione: infanzia abbandonata. Sarà il cuore dell'ospizio, l'aiuola sempre in fiore. Da questi rampolli divelti dall'albero verrà formandosi una cristianità nuova, dove vi sarà l'elemento colto: insegnanti, professori, catechisti, candidati al santuario; dove tutti avranno un mestiere da campare onorevolmente la vita. Perciò borse di studio, scuole professionali saranno complemento e ulteriore sviluppo dell'Opera. Visione immensa di bene. E i mezzi? Non ci sono, ma verranno tutti; perchè non vi può essere cuore cristiano che non si appassioni a quest'Opera missionaria che si annunzia grandiosa e benedetta da Dio.

Sac. ANTONIO CAVOLI Missionario Salesiano.

Miyazaki 12-1-1933.

A volo d'uccello per la Missione.

Amatissimo Padre,

Tornano certo sempre gradite al suo cuore di Padre ed ai nostri cari benefattori ed amici le notizie di questa lontana Missione, specialmente quando possono essere notizie buone; quelle a cui agogna il Missionario e quanti desiderano il regno di Dio nelle anime; eccone alcune:

FERVORI D'ANIME A MIYAZAKI. - Una riuscitissima Missione predicata da S. E. Rev.ma Mons. Hayasaka, Vescovo di Nagasaki, cui partecipò in massa tutta la cristianità. Tanto nelle prediche comuni, quanto nelle conferenze speciali ai padri, ai giovani, ai neofiti, lo zelo apostolico del primo Vescovo giapponese ebbe campo a manifestarsi nella sua pienezza, e tutti ne approfittarono.

CONFERENZE DI PROPAGANDA A MIYAKONOJO E AL NORD DI MIYAZAKI. - S. E. stessa si degnò di dar impulso a questa nuova nostra residenza e all'abbondante lavoro che si prospetta assai produttivo, con un magnifico discorso tenuto nel pubblico salone della città a numeroso e scelto uditorio sui problemi morali di fronte alla Religione Cattolica. Avendo S. E. trattato, con la competenza che ha in materia e con la libertà di parola che gli proviene dall'essere giapponese, di problemi che attualmente tanto interessano l'impero, (il Cattolicismo e l'Imperatore; il Cattolicismo e il Shintoismo, la società, la famiglia e la scuola di fronte al Cattolicismo, ecc.) destò negli ascoltatori viva ammirazione e varie persone cominciarono a pensare seriamente alle verità esposte. Voglia il Signore illuminare, eccitare e fecondare il buon seme. Intanto l'opera è iniziata e nel minuscolo ambiente incominciano a radunarsi i desiderosi di sentir parlare di Religione. Già si è iniziata nella zona a nord di Miyazaki l'organizzazione dei pochi cristiani che vi si trovano e con conferenze si cerca di penetrare negli animi dei volonterosi di ricerca della verità cercando di formare piccoli gruppi che saranno per il futuro punti d'irradiamento dell'azione. A tre che già funzionavano (Uwae, Kijo, Tsuma) se ne aggiunse recentemente un quarto (Tomitaka) e prossimamente ve ne saranno altri in centri di relativa importanza. Al solito la musica, come la tromba e il tamburo davanti ai baracconi, serve per attirare il pubblico.

FRA LE OPERE DI CARITÀ. - Il Kyugoin per i poveri vecchi vede ormai occupati i trenta posti disponibili, fino a che la carità dei buoni non ci permetta di aumentarli a 300. Già vari di essi colla cura e col sollievo del corpo, trovarono la cura dell'anima ricevendo il battesimo. Già comincia a delinearsi la parte per l'infanzia e gioventù abbandonata. Già un gruppetto di donne giapponesi prodiga a vantaggio di tante miserie le forze e la vita.

Recentemente un terremoto e un maremoto a nord di Tokyo fecero migliaia di vittime. Avendo ricevuto l'invito dal Governo di esortare i cristiani di Miyazaki a cooperare per lenire tante disgrazie, con qualche sussidio materiale che si potè raccogliere dai primi cristiani di Miyazaki si mise pure a disposizione dell'autorità dieci posti gratuiti per orfanelli. Altre offerte furono pure inviate all'autorità ecclesiastica locale, mettendo le nostre residenze in condizione di ricevere gli orfanelli. I suoi figli non vogliono dimenticare in queste occasioni le pure tradizioni di famiglia lasciateci dal nostro Padre D. Bosco e dai suoi successori.

Nella zona di Oita, speriamo nel prossimo aprile di iniziare un nuovo asilo destinato a mettere in contatto molte famiglie colla Missione Cattolica. In casa funziona assai bene tra i piccoli operai tipografi la Compagnia San Giuseppe, cogli intenti e le modalità volute dal nostro Padre Don Bosco.

Va formandosi un buon gruppo di catecumeni in città ed un altro numeroso in una zona montuosa a sud di Oita. Notevole il fatto che essi stessi scrissero alla Missione per avere l'istruzione religiosa. È davvero consolante quest'estendersi di desiderosi della fede! ed è tanto più notevole ora che, causa il nervosismo mi po' generale che domina il paese, la propaganda cattolica incontra molta indifferenza, quando non va a sbattere contro reali difficoltà. Cerimonie patriottiche, riviste militari, pellegrinaggi in massa ai templi e tutto il complesso di quel materialismo che pervade fin nelle più recondite fibre il cuore pagano, assorbono completamente l'anima giapponese e i problemi dello spirito e più dello spirito cattolico non fanno presa, quando, (e Dio ce ne scampi) non vengono coinvolti con la politica e considerati come nemici delle pubbliche istituzioni.

A BEPPU. - Il circolo giovanile di Azione Cattolica va sempre più consolidandosi ed oltre al lavoro di apostolato in aiuto del Missionario, anche colla sezione filodrammatica va compiendo una buona propaganda. Ah, quando sarà che potremo avere numerosi manipoli di giovani cattolici dello stampo voluto dal nostro S. Padre! La via è certo lunga, ma certo anche a questo si giungerà coll'aiuto del Signore. A Miyazaki, a Tano, a Oita, a Beppu già funzionano benino i circoli giovanili, future speranze della Missione e della stabilità della Chiesa in Giappone.

IL SEMINARIO aprirà tra poco i battenti ad un buon numero di nuove reclute, in attesa di trasferirsi in sede propria per stabilirsi in forma definitiva. Recentemente i nostri seminaristi si recarono in corpo a Shindenbaru (Diocesi di Fukuoka) per condecorare le funzioni di inaugurazione di una nuova chiesa. Non so se sappia che i nostri seminaristi hanno formato un'orchestrina (!) una banda? come chiamarla ?... La pensi come vuole perchè se non altro vi è varietà di strumenti (flauto, flautino, violini, mandolini, clarino, tromba, tamburino, ecc. e, quando è al completo, harmonium e piano); vi aggiunga un bel coro di voci. Dicevo dunque che i nostri sostennero la parte musicale e tutti re furono meravigliati, entusiasmati; ed anche questo ha fatto del bene.

Come vede, amato Padre, i suoi figli del Giappone, non dimenticano di essere chiassosi... santamente. Vorrebbero avere più fiato, più forze, più mezzi per risvegliare i dormienti, per rinforzare gl'infiacchiti, per risuscitare tanti morti. Il Signore vede certo la nostra buona volontà. Ecciti anche quella dei nostri amati Superiori e Cooperatori a venirci in aiuto proporzionato.

Che dirle poi della nuova fondazione di Tokyo? Voglio parlargliene a lungo prossimamente. Per stavolta alcuni accenni solo. Il lavoro dell'Apostolato come in Missione. I trenta cristiani segnalati all'inizio sono già centosessanta. L'Oratorìo, specie alla domenica, conta già sui trecento. Miseria materiale e spirituale sin sopra i capelli, ma certo anche fra questa vi sono tesori per il Cielo. A noi il lavorarli coll'aiuto di Dio e dei buoni Cooperatori nostri.

Ci benedica tutti.

Don VINCENZO CIMATTI.

Per intercessione del Beato Don Bosco

Interviene nell'estremo pericolo. - Il nostro bambino Augusto, di anni 6, il 21 dicembre 1932 venne colpito da una violentissima broncopolmonite aggravata, verso il settimo giorno, da empiema pleurico sinistro causato da virulentissimo microbo: lo « streptococco ». Visto che il nostro bambino era in imminente pericolo di vita, tanto che un illustre clinico di Bologna dichiarò, a modo di conforto, che su mille casi simili uno può essere salvato, ci rivolgemmo con fiducia e con fede al Buon Dio per mezzo del Beato Giovanni Bosco. Augusto il 3o dicembre venne operato in extremis: l'atto operativo, che sembrava dovesse segnare il termine della vita tenera del nostro angioletto, fu sopportato felicemente e coraggiosamente dal piccolo paziente che, lottando tenacemente con la morte, per più giorni, (oltre 18o pulsazioni e circa 6o respiri) e sopportando altre successive e terribili complicazioni del maligno microbo (orchite, nuovi focolari polmonari, nefrite), è riuscito a superare la malattia, ed oggi è entrato in piena convalescenza. Mentre non si deve disconoscere che le cure dei sanitari furono sapienti ed amorevoli, è necessario asserire che senza l'intervento divino (la bontà celeste si è manifestata in tanti particolari essenziali) il nostro Augusto non poteva superare la crisi veramente mortale. Quindi: lode al Buon Dio, alla Madonna Maria Ausiliatrice ed all'amato Beato Don Bosco. La nostra riconoscenza per Don Bosco sarà eterna e non con semplici parole ma con fatti reali e continuativi verso la Pia Società Salesiana.

ANNITA MARIOTTI.

« Va in pace, sei guarito ». - Il mio marito Ezio ammalò, lo scorso mese, di grave polmonite. Il male progredì tanto che già si prevedeva una catastrofe. L'infermo stesso presentiva tutta la gravità del suo stato. Or, mentre si raccomandava al Signore, gli parve di trovarsi in una chiesa ad osservare l'urna del B. D. Bosco, il quale ad un tratto si sollevò e, benedicendolo, gli disse: « Va in pace, sei guarito! ».

Infatti da quell'istante migliorò a vista d'occhio ed ora è perfettamente guarito. Il mio Ezio non cessa dal raccontare quanto gli parve di vedere ed udire: quelle parole gli risuonano ancora alle orecchie come una carezza che gli ha ridato la vita. Egli è sicuro di esser stato guarito dal B. D. Bosco; e per mezzo mio gli rende le più vive grazie con l'assicurazione che invieremo altre offerte per le sue Opere.

Lonate Ceppino, 10 Marzo 1933.

ERMINIA RANDELLINI.

Altra guarigione. - Nel mese di gennaio mio marito si mise a letto con febbre alta ed i medici, preoccupati, alla prima visita, della grande debolezza del malato, diagnosticarono nella seconda la polmonite. Io, che ero assente, venni subito chiamata al letto dell'infermo, il quale ha sempre avuto molta fede nel Beato Don Bosco. Il mio primo pensiero fu anche quello di ricorrere a Lui, certissima che mi avrebbe concessa la grazia della guarigione.

Presi l'immagine del Beato che mio marito tiene sempre sul suo comodino e gliela misi sotto il guanciale, dopo avergliela fatta baciare. La mattina seguente (si era al terzo giorno), il medico curante e il professore consulente dichiararono che il focolaio della polmonite si era spento; non restava che una forma di congestione la quale si risolse entro la settimana.

Riconoscenti perciò al Beato Don Bosco che è già nostro protettore, perchè dediti anche noi all'educazione della gioventù, avendo qui in Lodi un fiorentissimo collegio maschile, sempre di Lui ci ricorderemo nelle nostre umili e riconoscenti preghiere con spirito di fede ardente affinché non ci venga mai meno il suo potente aiuto.

Lodi, Istituto Cazzulani, 12-3-1933.

IRMA e VINCENZO CAZZULANI.

Il Beato Don Bosco ha guarito il nostro Ersilio. - Il nostro caro bimbo di quattro anni verso la metà di gennaio si ammalò gravemente di scarlattina con complicazione difterica. La febbre durò tra i 40° e 40° 4' per quindici giorni. Il medico curante, perduta ogni speranza di poterlo salvare chiamò a consulto un altro dottore e poi anche un noto professore; ma tutti constatarono e dichiararono il caso gravissimo: i mezzi umani non avrebbero più avuto alcuna efficacia.

Noi allora intensificammo la nostra fiducia nel Beato D. Bosco. Dopo varii giorni di dolorosa trepidazione mentre con noi supplicavano il Beato, le Figlie di Maria Ausiliatrice ed i bimbi dell'Asilo, al termine della seconda novena la grazia venne e fu completa fra il più vivo stupore dello stesso medico curante. Ora Ersilio sta bene, e noi, riconoscentissimi, inviamo tenue offerta, frutto dei risparmi dei fratelli del nostro graziato, e supplichiamo il Beato D. Bosco ad intercederci un'altra grazia di cui abbiamo special bisogno.

Barasso (Varese), Marzo 1933.

Coniugi MAzzOLA.

Altre anime riconoscenti al Beato D. Bosco:

Una Mamma (Bornato) ringrazia il suo celeste protettore, il Beato D. Bosco, per avere paternamente protetta ed assistita la sua famiglia che si trovava in gravi angustie causate dall'attuale crisi ed affida ancora a Lui la salute del marito.

Tura Margherita e Munari De Pretto (Piovene) commosse e riconoscenti ringraziano il nostro Beato per una segnalatissima grazia ricevuta.

Mura Cleme e Luigi (Iquique del Chile) avendo il loro piccolo Carlo gravemente infermo di colite, ne affidarono la guarigione all'Amico e Protettore dei giovani e subito ottennero un notevole miglioramento seguito da guarigione perfetta.

A. C. (Bolzaneto) ringrazia il Beato D. Bosco che ridonò la salute alla mamma.

N. N. (Angrogna) soffrendo da lungo tempo di un male atroce e non ricevendo miglioramento dai rimedi umani si rivolse fiducioso al Beato D. Bosco e ottenne la guarigione tanto sospirata.

Scabrini Amalia (Vescale) affidò al Beato D. Bosco la sorellina Maria che, sorpresa da forte mal di denti, potè essere operata con ottimo esito.

Costamagna Gallo Giovannina (Torre S. Giorgio) nel settembre u. s. essendo stata colpita da forti dolori al capo ed all'orecchio, si raccomandò al nostro Beato per guarire senza sottoporsi a penosa operazione e fu esaudita.

G. M. (Arona) porge un grazie vivissimo al Beato D. Bosco per l'ottenuta guarigione di un suo congiunto colpito da un male ribelle a qualsiasi cura.

L. R. (Ivrea) in ritardo di ben due anni rende pubblica la grazia della guarigione del suo Ambrogino, di 3 mesi, colpito da grave enterite acuta complicata con otite e bronchite. Spedito dai medici, guarì per intercessione del Beato D. Bosco.

Fossati Rosa Ved. De Micheli (Novi Ligure) affetta da periostite ed operata per ben due volte, ricorse all'aiuto del Beato D. Bosco e di M. Ausiliatrice, con un triduo di benedizioni ed ottenne la guarigione.

Dal Prà Anzi Maria (Vicenza) ammalatasi d'influenza, degenerata in bronco-polmonite, con sintomi allarmanti, appena applicata alla parte malata un'immagine del Beato con piccola reliquia, subito notò un rapidissimo miglioramento seguito in pochi giorni da guarigione perfetta.

N. N. (Castellanza) affetta da appendicite, ringrazia il Beato D. Bosco di averla guarita senza dover ricorrere all'operazione. Invia offerta e raccomanda all'Amico dei giovani un figlio disoccupato affinchè possa trovare una decorosa occupazione.

N. N. (Castellanza) porge vive grazie al nostro Beato per aver ridata la salute al marito, affetto da sciatica, dopo tre mesi di atroci sofferenze. Riconoscente porge umile offerta.

Bernasconi Teresa (Agra-Svizzera) per aver ottenuto assistenza e protezione dal Beato D. Bosco in una penosa situazione di famiglia ringrazia ed invia un'offerta.

Fedele Adele (Agra-Svizzera) per aver ottenuta la guarigione da un fibroma senza intervento chirurgico, riconoscente porge offerta pel nuovo altare del Beato.

Cacilovo Pagliaro M. A. (Mistretta) piena di gratitudine verso il Beato D. Bosco per la visibile protezione accordatale in diverse penose circostanze, porge offerta per le Opere salesiane e invita tutti ad avere la più grande fiducia nella potenza del fedele Servo di M. Ausiliatrice.

Montanaro Ernesto - salesiano (Torino) ringrazia il Beato D. Bosco per avergli conservato in vita il padre colpito da erisipola facciale complicata da altri malanni. Il caro infermo cominciò a migliorare il primo giorno di una novena: ora è completamente ristabilito.

N. N. (Cesano Maderno) sposa da tempo, senza prole, supplicò il Beato D. Bosco ad interceder presso il Signore a volerle concedere la gioia della maternità promettendo offerta per la sua causa di Canonizzazione ed ora, con immensa gioia, pone sotto la protezione del Beato il caro angioletto che sempre le ricorderà la bontà dell'Amico dei giovani. Riconoscentissima invia l'offerta promessa.

T. D. (Alseno) con infinita gratitudine ringrazia il Beato che con la sua potente intercessione ha aiutata la famiglia a collocare un giovane che dava serie preoccupazioni.

Una devota esprime la sua riconoscenza al Beato D. Bosco per essere stata aiutata e consolata in tante occasioni.

Enea Maria (Bassano di Sutri) ringrazia il Beato che ridonò la salute a suo marito.

A. C. (Vicenza) porge vive grazie al Beato Don Bosco per l'assistenza prestatale in occasione di gravi e lunghe malattie e lo prega a voler continuare su di lei e sulla mamma la sua paterna assistenza.

Comba Silvio (Cantalupa) ringrazia il Beato e la Vergine Ausiliatrice per la guarigione ottenuta, da grave contusione ad una gamba per cui ora può tranquillamente attendere ai suoi lavori.

Bruni Carla sente il dovere di attestare che finora non ha mai ricorso invano al Beato D. Bosco senza essere stata prontamente esaudita.

Geninatti Maria sofferente per male d'occhi e temendo di perdere la vista si rivolse fiduciosa al Beato D. Bosco e in breve tempo guarì perfettamente.

Fusco Gabba Maria Rosa (Torino) commossa ringrazia il Beato per averla liberata completamente da un noioso disturbo.

Bertaina Domenica e Antonietta ringraziano il nostro Beato per grazia ricevuta, porgono offerta e confidano nella continua assistenza del fedele Servo di Maria Ausiliatrice.

Mincotto Maria (Torino) è riconoscente al Beato per grazia ricevuta e fiduciosa attende altre grazie.

De Pelca Luigi (Chiopris) si rivolse con filiale fiducia al Beato D. Bosco per ottenere una grazia e subitamente ottenne quanto aveva chiesto.

De Sanctis Maria (Elice) per la guarigione del figlio da febbri malariche.

Gobbi Celsa (Piacenza) pose ogni sua speranza nell'aiuto prodigioso del Beato D. Bosco e ottenne rapida guarigione, senza operazione, di una grave forma di appendicite e peritonite, applicando l'immagine e la reliquia di D. Bosco alla parte ammalata. Invoca la protezione del Beato sulla sua vita perchè si compia nel timor di Dio.

N. N. (Pinerolo) a scioglimento di promessa per l'ottenuto buon inizio di un favore, invocandone dal Beato il suo compimento.

N. N. (Ranzo d'Imperia) avendo una figlia affetta d'appendicite, la raccomandò al nostro Beato e l'inferma guarì improvvisamente senza operazione.

Spera che il Beato Don Bosco l'aiuterà sempre nei bisogni della sua famiglia.

Focà Frisina Luigia (Villa S. Giovanni) ringrazia il Beato per segnalata grazia ricevuta mediante la recita della sua novena.

Caretti Oddone Virginia (Torino) commossa e riconoscente ringrazia il nostro Beato per la grazia che si degnò concederle.

Lazzarotto Lucia (Torino) ringrazia per riacquistata salute.

Gérard Amelia porge offerta per la Canonizzazione del Beato D. Bosco sperando il completamento di una grazia in parte già ottenuta.

Anfossi Alda (Castelletto Molina) con vivissima riconoscenza ringrazia il Beato che la consolò coll'improvvisa guarigione del suo piccolo Paolino.

M. C. (Moneglia), un anno fa trovandosi in gravi angustie, per motivi di salute, si raccomandò al nostro Beato e fu prontamente esaudita.

Faes Giuseppina (S. Margherita Ligure) attribuisce all'intercessione del Beato D. Bosco, al quale raccomanda ogni giorno il marito, sofferente di cateratta, il fatto di non aver riportato alcuna lesione in una caduta le cui conseguenze potevano essere gravissime, essendo egli precipitato riverso in una fossa assai profonda. Riconoscentissima invia offerta per la celebrazione di una messa all'altare del Beato.

Janner Elvira (Bignasco) per grazia ricevuta dal Beato D. Bosco porge offerta.

N. N. (Montanaro) fa offerta per le missioni salesiane e rende pubbliche grazie al nostro Beato per una segnalatissima grazia che consolò molto la famiglia.

S. D. F. avendo un bimbo gravissimo per broncopolmonite invocò con fiducia il Beato D. Bosco e poche ore dopo il piccolo infermo disse « Mamma ho visto Don Bosco due volte!... » e da quell'istante migliorò sempre sino a guarigione perfetta.

Simonetti Daparma Albina (S. Pietro in Cerro) affidò al nostro Beato la guarigione del marito, colpito da improvviso e grave malore, e fu prontamente esaudita.

Mapelli Vittorio (Grezzago) operato per ben due volte nello stesso giorno di ernia inguinale voluminosa affidò la guarigione al Beato Don Bosco ed ora trovasi guarito.

Bombassano Diomira (Frassené) avendo riportata grave frattura ad un braccio si raccomandò al Beato e in breve guarì perfettamente.

Girardi N. porge offerta al nostro Beato per grazia ricevuta ed implora la sua protezione in vita e più in morte.

Radaelli Anselmo (Venegono Inf.) ringrazia il Beato D. Bosco che gli ha guarito il papà da grave malattia di stomaco e attende fiducioso altra grazia.

M.B.T. (Buenos Aires) con animo riconoscente porge vive grazie al Beato che paternamente lo assistette in momento assai critico.

Valsania Teresa (Torino) si raccomandò al Beato prima di essere sottoposta a difficile operazione e tutto riuscì bene.

Una cooperatrice porge vive grazie al Beato Don Bosco per la grazia ottenuta al termine di una novena e, in segno di riconoscenza e invocando il suo continuo aiuto, offre modesto obolo per le missioni.

Gavino Luisa ringrazia il nostro Beato che l'ha assistita durante un'operazione e ne ha ottenuto il buon esito.

Altre anime riconoscenti

Antonini Marra, Barberis Matteo, Baruffaldi Caterina, Belluati Armida, Bossi, Clelia, Cabelli Annetta, Canavero Teresa e Luigi, Canova Angela, Cecchini D. Francesco, Cesena Gemma, Chittopati Angela, Crivellaro Giulia, Dalla Palma Sisto, Damonte Gabutti Lidia, Di Somma Anna, Ferlosio Maria, Fontana Franca, Francese Olga, Gallenzi Teresa, Gerardi Vito, Giudici Fortunata, Imarisio Marino, Isaia Salvatore, Ivaldi Virginia, Laguzzi Lina, Levati Teresa, Lusardi Luigina, Malaspina Adele, Marchi Giulia, Martinet Giovanni, Mencatti Piera, Miracca Fama, Morandi Giannina, Morra Don Vincenzo, Musso Maria, N. N. di Lavis, Nosenzo Massimo, Orsenigo Legnani Milena, Pasquali Enza, Pesce Paolina, Pilotti Teresa Ved. Avigni, Rusconi Concetta, Sotgiu Giorgio, Sedde Emanuela, Siccardi Rosa, Sposato Fama, Verardo Laura ved. Derchi, Viecca Maria, Zugliani Giuliano.

Lettera di Don Giulivo ai Giovani.

Carissimi,

Alla Causa di Beatificazione del Servo di Dio Domenico Savio, uno dei testi, il venerando Monsignor Ballesio, arciprete di Moncalieri, esclamava: « Non ci si crederà quando noi attesteremo dei meravigliosi fervori eucaristici che contemplavamo in Domenico Savio; eppure sono la sicura verità. Nè egli solo aveva di questi fervori, parecchi di noi pure ne ardevano alla scuola del Beato Don Bosco. Erano giorni di santità ».

Amici miei, eccovi il gran segreto del Beato Don Bosco per crescere buoni i suoi giovani: avvicinarli a Gesù in Sacramento, mettendo per tempo il loro cuore a contatto con la Divinità.

In mezzo a questi fervori eucaristici era naturale che sorgessero sceltissime vocazioni ecclesiastiche e religiose e s'incontrassero cuori generosi che si segnalavano nella pratica delle più elette virtù.

Una prova anzi l'abbiamo tra gli stessi testi della suddetta Causa, scelti appunto tra persone che in quegli anni convivevano con Domenico Savio all'Oratorio del Beato Don Bosco.

Essi furono ad esempio: il Servo di Dio Don Rua, il Cardinale Cagliero, Don Francesia, Don Cerruti... insigni Salesiani; il sullodato Monsignor Ballesio, Mons. Piano, parroco in Torino, Mons. Vaschetti, parroco di Volpiano, il canonico Anfossi, Don Melliga... insigni membri del Clero secolare, oltre a parecchi laici di virtù e merito non comuni.

Dopo ciò, a voi, carissimi giovani, che vivete in Collegi Salesiani o appartenete a famiglie di Cooperatori Salesiani, io auguro che abbiate a continuare una così bella tradizione e trarne gran profitto.

Siamo al XIX Centenario dell'istituzione della SS. Eucaristia, eccovi un'altra felice occasione di ravvivare in voi i fervori eucaristici a imitazione di Domenico Savio.

Addio. Crescete gagliardi nella via del bene.

Affezionatissimo Don GIULIVO.

NECROLOGIO

Salesiani defunti.

SCHMUCK GIO. BATT. Coad. da Hirschaid (Germania), † a Wúrzburg il 19 marzo 1933, nel fiore della vita quando le sue non comuni abilità rendevano quanto mai preziosa la sua attività.

GARINO ANTONIO Coad. da Bernezzo, † ad Alessandria d'Egitto il 25 marzo 1933. Ha passato tutta la sua vita religiosa, 35 anni, nella casa di Alessandria d'Egitto, nel lavoro umile e silenzioso, sostenuto da una fervida pietà e da costante delilicata carità.

MANTELLINO VITTORIO Coad. da Torino, † a Lanzo Torinese il 31 marzo 1933. Un altro veterano, accolto nell'Oratorio ancora dal B. Don Bosco. Consacrò alla casa di Lanzo oltre trent'anni di preghiera e di lavoro, rallegrato da una inalterabile giovialità di spirito.

MAZZOLENI SANTINO Coad. da Villa d'Adda (Bergamo), † a Canelli il 30 marzo 1933. Modello di osservanza religiosa, amante della ritiratezza e della preghiera, fecondò il suo lavoro indefesso con vivissima fede.

BARBOSA DON GUGLIELMO Sac. da Lisbona, † a S. José dos Campos (Brasile) il 28 dicembre 1932. Maturò la sua vocazione nel Collegio Salesiano di Nichteroy e spese la sua vita nell'insegnamento, logorandosi fino alla malattia che lo consunse.

BELLETTI RODOLFO Coad. da Lugo (Ravenna), † a Quito (Equatore) il 29 gennaio 1932. Si trovava all'Equatore dal 1903. Carattere ardente ed entusiasta era desideratissimo all'Oratorio Festivo cui dedicava le sue migliori energie. Aveva per la Madonna una devozione tenerissima che gli faceva godere ore ed ore di preghiera in chiesa.

BREILMAIER DON GIOVANNI Sac. da Grafing (Germania), † a Piura (Perù) il 3 gennaio 1933. Partì ancor chierico per il Perù e là, sacerdote, si dedicò con grande amore allo sviluppo delle nostre Scuole Professionali. Di grande spirito di sacrificio, cadde sulla breccia mentre assisteva i suoi giovani in cortile.

PATALONG STEFANO Ch. da Brzezinka (Polonia), † a Lima (Perù) il 13 febbraio 1933. Studente di Teologia si preparava agli ordini sacri; il Signore gli anticipò il premio della sua generosa vocazione.

PERTILE DON BARTOLOMEO Sac. da Gallio (Vicenza), † ad Este il 17 marzo 1933. Fu mandato ancora dal B. D. Bosco nella Spagna ove trascorse parecchi anni in diverse case. Tornato in Italia si dedicò in modo speciale al ministero delle Confessioni e fu colto dalla paralisi che lo condusse alla tomba mentre visitava i malati. Fu l'uomo della regola, del sacrificio operoso, della bontà e del consiglio.

Cooperatori defunti.

S. E. REV.MA MONS. GIACINTO GAGGIA, Arciv. Vescovo di Brescia. È spirato dolcemente la sera del Sabato santo, ad 86 anni di età, e 23 di Episcopato. Resse per 2o anni la vasta Diocesi di Brescia, dopo essere stato professore in Seminario, Canonico della Cattedrale, Rettore dei due Seminari, Prefetto degli studi, Prevosto di San Nazaro ed Ausiliare e Vicario Generale di Mons. Corna Pellegrini. Tempra adamantina, vero uomo di governo, fu uno dei Pastori più attivi e più formativi della illustre Diocesi. Tutta una generazione di sacerdoti colti, pii e zelanti è la sua più preziosa corona. Antico cooperatore, benedisse l'Opera salesiana di Brescia e ebbe per i nostri confratelli un gran cuore di padre.

S. E. REV.MA MONS. GIORDANO CORSINI, già vescovo di Guastalla, Vescovo tit. di Acra † il Venerdì santo, 15 aprile u. s. in Verona.

Acciacchi dolorosi hanno fiaccato troppo presto la sua fibra robusta. Nei dieci anni che resse la Diocesi di Guastalla fu il Pastore buono, solerte, pio che tutti amavano e veneravano. Ebbe pel Beato Don Bosco una devozione speciale e per le Opere salesiane costante cordialissimo affetto. Era da oltre sei mesi membro della Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza.

Sacerdote secondo il cuore di Dio, profuse i tesori del suo zelo apostolico nei vari gradi della gerarchia ecclesiastica, sempre suscitando attorno a sè la più sincera ammirazione e il più grande entusiasmo.

Dopo molti mesi di continue sofferenze, sopportate col sorriso sulle labbra, egli compì l'oblazione di sè per le anime nel grande giorno del Divin Sacrificio, assistito fino all'ultimo dal Superiore, dai Confratelli e dai Parenti.

Mons. GIUSEPPE PETRONE, Vescovo di Pozzuoli † il 23 marzo u. s. Fu uno dei primi Cooperatori Salesiani di Napoli ed amò sempre le Opere Salesiane. Per il Beato D. Bosco nutriva una devozione filiale: lo disse egli stesso nel mirabile discorso che tenne nella cattedrale di Napoli, durante il triduo della Beatificazione, nel maggio del 1930 e è ancor vivo il ricordo che lasciò tra noi, quando, il 26 aprile dello scorso anno, festa del Beato D. Bosco, egli giungeva alla nostra chiesa ad assistere alla solenne chiusura della festa, dopo di aver organizzate solenni funzioni al Beato D. Bosco in alcune chiese della sua Diocesi.

BOVE COMM. AVV. NOTAIO ADOLFO, presidente della Congregazione di Carità di Aquila.

Cristiano convinto e praticante, si gloriava di aver ricevuto il primo avviamento agli studi classici dai Salesiani di Loreto, dove egli, lontano dal paese natio, privo dei genitori e di mezzi di fortuna, nella tenera età di 12 anni, fungeva da scrivano presso l'ufficio del Ricevitore del Registro. E la sua gratitudine non fu paga che quando potè vedere i Salesiani nella città di Aquila, alla direzione del Civico Orfanatrofio S. Giuseppe. Con ammirabile fortezza d'animo seppe formarsi cristianamente e gagliardamente alla vita, raggiungendo cospicue posizioni e cattivandosi stima ed affetto universale. Ma la sua memoria vivrà soprattutto benedetta nel campo della carità in cui l'esperienza della sventura lo fece tenero padre di tanti orfanelli.

PROF. DOTT. ANTONIO CASALINI chiudeva in Bologna a soli 49 anni la sua vita laboriosa e volava al premio eterno il 21 marzo u. s.

Maestro espertissimo nelle lingue del Lazio e dell'Ellade, attese alla scuola come ad apostolato. Ebbe sempre davanti a sè tutto il giovane: nella sua intelligenza, nel suo cuore, nella sua coscienza.

Entusiasta del grande educatore, il Beato Don Bosco, cooperò con i Salesiani per la diffusione nel mondo dei due santi ideali la Fede e la Patria.

N. D. GINEVRA BONUCCI TICCHIONI ved. RIZZOLI. Si spense dolcemente in Perugia, all'alba dell'undici febbraio u. s. nella bella età di 85 anni, spesi tutti nell'esercizio delle cristiane virtù e nel beneficare le opere di culto e i poveri.

E fu questa la dote particolare che fece risaltare S. E. l'Arcivescovo Mgr. G. B. Rosa, nelle commosse parole che pronunciò sul tumulo il giorno dei funerali. Donna dell'antico stampo, le cui virtù furono superate solo dalla profonda modestia, per cui, pur avendo profuso quasi tutto il vistoso patrimonio in opere di beneficenza durante la sua vita, volle che tanto bene rimanesse nascosto al mondo.

Nella sua beneficenza non dimenticò la nostra opera di Perugia, della quale fu munifica benefattrice fin dal suo sorgere, dieci anni fa, e le missioni salesiane.

La morte non la sorprese, perchè da diverso tempo, a chi la confortava nei suoi dolori, ripeteva scherzevolmente: « Attendo l'ora, ma il biglietto l'ho già preso! ».

E fu certo un biglietto di prima classe quello che si procurò con la beneficenza umile e con le indicibili sofferenze della malattia che l'affisse per diversi anni e che essa sopportò con edificante rassegnazione cristiana.

MARIA BARTOLUZZI. Maestra comunale di Cassano (Udine). Fu maestra nel senso più sublime e più cristiano della parola. Per 40 anni formò tenere anime alla scienza ed alla virtù, ravvivando il suo insegnamento della più viva fede e della più soda pietà. Svolse un apostolato speciale per le vocazioni sacerdotali e religiose, sacrificando anche parte del proprio stipendio per sostenerle nei vari istituti. Ed il Signore la premiò con splendide riuscite. I Salesiani l'ebbero cooperatrice preziosa soprattutto in questo campo. Per la via del Santuario crescono ancora nelle nostre case gli ultimi fiori da lei coltivati e ne perpetuano la memoria in benedizione.

MARGIGAGLIA GIUSEPPINA. Due figli sacerdoti salesiani e tre, figlie nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice sono la gloria più bella di questa madre veramente cristiana che ha saputo vivere la fede e trasfonderla nella sua famiglia con ineffabile dolcezza e rara sapienza. Si spense in San Paolo (Brasile) il 14 febbraio u. s., rimpianta largamente da quanti la conobbero e ne ammirarono le elette virtù.

ARDUINO GIUSEPPA. Umile persona di servizio in casa parrocchiale, coltivò con cura le virtù cristiane proprie del suo stato. Sostenne coi suoi risparmi molte opere buone, fra cui le Opere salesiane che una grande venerazione pel Beato Don Bosco le rendevano particolarmente care.

EDVIGE PIZZI di Monza. Era una di quelle anime buone, umili, zelanti che si prendono veramente a cuore la cooperazione salesiana. Bussava di porta in porta mendicando per le Opere salesiane e quando, a fine mese, ci inviava la somma raccolta aggiungeva sempre i suoi risparmi, frutto di tanti segreti sacrifici. La malattia che la condusse alla tomba la sorprese mentre compilava l'elenco degli oblatori dell'ultima colletta. Il Signore la ricompensi! Siamole larghi dei nostri suffragi.

DON GIUSEPPE RANCANI Arciprete di Lugagnano (Verona) Decurione salesiano. Devotissimo del B. D. Bosco, si gloriava di essere stato tra i primi allievi dell'Istituto Don Bosco di Verona.

Parroco zelantissimo per 12 anni a Lugagnano si cattivò l'affetto di tutti prodigando alle anime i tesori della sua fede e della sua pietà.

Colpito da grave morbo - la miocardite - lo sopportò per ben 22 mesi con vivissimo spirito di fede.

Ma voleva celebrare il suo 25° di sacerdozio. Chiese la grazia al Beato Don Bosco e l'ottenne tra il più gran giubilo dei suoi devoti parrocchiani.

E il suo corpo ormai ridotto tutto ad una piaga. per le 1700 iniezioni fatte, all'istante si cicatrizzò, Ne fu pubblicata la relazione nel Bollettino Salesiano del mese d'agosto p. p.

Dopo la festa andava dicendo a tutti: - Ora non ho più diritto alla vita!

In parrocchia, dall'inizio della sua malattia, aveva ordinato tutte le sere la novena a Maria Ausiliatrice, mentr'egli in casa faceva quella al Beato Don Bosco. « Fiat voluntas tua! » furono le ultime sue parole che pronunciò, facendo volentieri sacrificio della sua vita al Signore.

I suoi funerali furono un'apoteosi.

Altri Cooperatori defunti:

ABBONDANZA D. RoMoLO, Cesena (Forlì). ACCOSSATO SECONDO, Poirino (Torino). ALBERTO ANNA, Paesana (Cuneo). ALBERTO MARIA, Colombaro Po (Torino). ARENA CARLO VITTORIO, Napoli. AVANZINI CLEMENTE, Cogno (Brescia). BANCHIERO MARIA ADELE, Torino. BEE GIACOMO, Lamon (Belluno). BELLETTI ANITA, Corniglio (Parma). BERTELLI GIUSEPPE, Irma (Brescia).

BIzzoTTo D. FRANCESCO, Camburzano (Vercelli). BOERIS CRISTINA, Torino.

BoGGIO COLOMBINA ZIGNONE, Borgosesia (Novara). BRAGHITTONI VINCENZO, Cesena (Forlì). BRAMBILLA LUIGI, Terno d'Isola (Bergamo). BRIGIDI D. GASPARE, Cesena (Forlì). CALESELLA Cav. GIUSEPPE, Como. CALLEGARI ANTONIA, Vignole Borbera (Aless.). CALVANO SAVERIO, Grumo Appula (Bari). CAMATTINI LAVINIA, Parma.

CAMETTI ELVIRA, Bettola (Piacenza).

CANAL VALENTINO, Tesero (Trento).

CASALE MARIA ved. FERRERI, Busca (Cuneo). CATTANEO Cav. ROMOLO, Vercelli.

CAVAZZA PASQUA, S. Floriano Valpol. (Verona). CERIANI AMBROGIO, Origgio (Varese). CORTESE CASELLA FRANCESCA, Pavia. COSNER DOMENICA, Imer (Trento). CROSA D. GIOVANNI, Racconigi (Cuneo). COLTRARA ROSALIA, Isnello (Palermo).

CUSINO LUIGIA ved. VERSINO, Vayes (Torino). DALMAZZO MARIA, Borgosesia (Novara). Della Marina Giacomo, Milano.

DE LUCA ANNA, Novoli (Lecce).

DE PAOLA Can. BARTOLINO, Cerreto Sannita, DL MARCO CAROLINA, Pontebba Nova (Udine). DuTTO Teol. D. SPIRITO, Boves (Cuneo). FAVETTINI Rag. PIETRO, Bergamo.

FILIPPA TERESA, Villafranca Piemonte (Torino). FRAGETTI ANTONIO, Postiglione (Salerno). FRIGERI TERESINA, Almenno S. Bartol. (Bergamo). GIOVANETTI APOLLONIO, Taverna di M. Colombo. GIRINO VINCENZO, Castellaro De Giorgi (Pavia). GOBETTO Mons. Teol. DOMENICO, Settimo Torinese. GUIDA GIUSEPPE, Candia Lomellina (Pavia). LAMBERT LUISA, Drome (Francia). LIXI Cav. TOMMASO, Cagliari.

LORENZ OLIVA, Vigo di Fassa (Trento).

LUGARESI D. GIUSEPPE, Cesena (Forlì). MAGAGNA CAROLINA, Brez (Trento). MARALDI Dott. DEMETRIO, Cesena (Forlì). MARBIOLI PIETRO, Negrar (Verona). MARCENGO GIOVANNA, Chiusa Pesio (Cuneo). MARCHETTI EMIRA, Cannara (Perugia). MARONGIU PIETRINA, Norbello (Cagliari). MARONI LUIGIA, Rovato (Brescia). MARRONE ANDREA, Torresina (Cuneo). MARTINI Mons. GIUSEPPE, Salizzo (Cuneo). MAZZOCCHI CLELIA, Caspoggio (Sondrio). MESSA ROSA, Villasanta (Milano). MINASSO Cav. ANGELO, Govone (Cuneo). MOLARO ANNA, Codroipo (Udine). MONARi ANNA, Massa Finalese (Modena). MONDINO DOMENICA, Fossano (Cuneo).

MOZZETTI DOMENICO, Bassano di Sutri (Viterbo). MUSCARELLA CATERINA, Brooklyn (Stati Uniti). NoRis EUGENIA, Rigosa (Bergamo).

NUCCI VERONICA, Pitigliano (Grosseto). PAGAZZANO Ing. ANSELMO, Cesena (Forlì). PENORINI MARIA, Leggiuno Sangiano (Varese). PERBELLINi FILOMENA, S. Giov. Lupatoto (Verona). PERLO BERNARDO, Torino. PEROTTI MARIA, Caselette (Torino). PETRONE Mons. GIUSEPPE, Vescovo di Pozzuoli. PEZZOLI PAOLINA, Rovetta (Bergamo). PIETTA D. GUGLIELMO, Casirate D'Adda (Bergamo). PRADOTTO ROSINA, Nole (Torino). PROVERA ANGELO, Valmacca (Alessandria). RAIMONDI COSTANZA, Torresina (Cuneo). RAMELLA D. LUIGI, Gaglianico (Vercelli). RAMINELLI ANNA, S. Daniele Friuli (Udine). RIGOLON Marese. GIUSEPPE, Candia Lomellina. RIVA FELICINA, Foglizzo (Torino). ROGGERINI PIETRO, Gorno (Bergamo). SASSO BENEDETTA, Laigueglia (Savona). SCANDELA ALBERIGO, Aldeno (Trento). SESTI Cav. LUIGI, Lucca. SOLARI MADDALENA, Oakland (Stati Uniti). SONZOGNI D. PAOLO, Gavarno (Bergamo). STUPERNI ROSA, S. Pietro a Vico (Lucca). STURA MARGHERITA, Tigliole d'Asti (Aless.). TENAGLIA ROSA, Savona. TOMASELLI AMELIA, Agira (Enna). TOMASI PAOLO, Terzo (Treviso). ToMATis GIOVANNI, S. Albano Stura (Cuneo). UBERTALLI PAOLINA ved. GIACOMONE, Torino. VENTURI URBANO, Cesena (Forlì). VITALI D. VINCENZO, S. Lucia (Pesaro). ZANON ANGELA, Mussolente (Vicenza).

Li raccomandiamo tutti caldamente ai suffragi dei nostri Cooperatori e delle nostre Cooperatrici e presentiamo alle rispettive famiglie le nostre più sentite condoglianze. Ricordiamo poi che nel Necrologio mensile facciamo menzione soltanto di quei Cooperatori e di quelle Cooperatrici di cui ci vien comunicato il decesso direttamente per lettera o per cartolina postale, o mediante annunzio funebre a stampa.

Anime riconoscenti a Maria Ausiliatrice ed al Beato Don Bosco:

Ci hanno segnalato grazie ottenute per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice o del Beato D. Bosco, e alcuni hanno anche inviato offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:

Acino Rina, Adamo Lucia, A. E., A. G., Albertano Michele, Aliano Giuseppina, Allais Costanza, Almerici Almerico, Ambrogio Mario, Amistani Giuseppina, Angogna Maria ved. Farò, Armand Vincenzo, Arnerio Candida, Astigiano Giovannina, Attinà Bruno Lina.

Baratta Suor Ernesta, Barattini Pia, Baravalle Lucia, Barbonaglia Lucia, Bellocchio Nuccia, Berrino Lazzaro, Bertaina Domenica, Bertocci Aidè, Besana Adele, Bettoni Don Santo, Biagini Mercedes, Bianco Adele, Boasso, Boffa Domenica, Boltri Maria, Bonelli Lucia, Borello Caterina, Bornengo Caterina, Borneto Torre Giuseppina, Boschi Mons. Tommaso, Boschi Marchese Tommaso, Botto Bartolomeo, Bovo Luigina, Brignardello Emma,

Brono Maria, Bruno Angola, Bruno Lea, Buffa Pierino.

Cadeddu Carta Battistina, Camerano Caterina (catena oro), Canonero Maria, Canepa Rondelli Letizia, Capello Domitilla, Caravaggi Prassede, Cargnino Matteo, Castellani Lina, Cavanna Ravano Maria, Cavatore Angela Maria, Cerponi Maria, Chiantaretto Giovanni, Chiarenza Florio Giuseppina, Alessandro, Luciano e Maria, Chiarvetto Maria (anello oro), Chiola Milano Maria, Chionio Cena Letizia, C. M. C., Coletto, Comba Silvio, Comi Adele, Costa Maddalena (catena oro), Costa Rosa, Costa sorelle, Covatta G. B., Crippa Felice.

Dalberto Anna, Dalmazzo Luchina, Danna Antonietta, Defilippi, Della Valle Lena (braccialetto oro), Del Negro sr., Del Panta Emilia ved. Ragionieri, De Meo Giuseppe, De Ponti Mella Donna Rosa, De Sandro Rosarina, Diemoz Celestino, Doglio Benvenuto, Dondero Bice, Dosio Elisa.

Fachetti fam.a di Treviglio, Ferrario Angela, Fedon Angelo, Fedon Giocondo, Fedon Giustina, Fedon Maddalena, Fedon Orazio, Fedon Silvia, F. G., Fiorini G.

Gabutti coniugi (catena oro) Garino Luisa, Garrione fama, Gatti Angioletta, Gazzamiga Martina, Gazzera Margherita, Gazzola Clelia, Geninatti Maria, Genti Rosina, Ghedi Emilio, Giraud Caterina, Gironda Giovanni, Giromini Giovanni e Camilla, Grand Elisa, Gravano Francesco, Griffa coniugi, Crisi Bianchedi Itala, Guasco Teresa, Guazzotti Maria, Gugliotti Bartolina.

Ivaldi Giovanni.

La Ganga Adele, Lagomarsino Elisa, Laiolo Don Luciano, Landò Eugenia, Littardi Luisa, Locatelli Antonia, Longo Gina, Longo Luigi, Lucy Giulia, Lungoni Alfredo.

Maladorno Amalia, Mamma riconoscente, Mantelli Giuseppina, Marassini Colombina, Marcagnani Alfredo, Marcon Irene ved. Poleselli, Maritano Luigi, Martina Maria, Martini sr., Martorana Carmelina, Matta Bernardo, Mazzocchi Evasio, Mazzonis- Marengo, Meini Adalgisa, Merlo Rosetta, Mereu Luigina, Minati Gioachino, Mincotto Maria, Moiso Luigia ved. Ferrero, Mondino Elisabetta, Montani Maria, Mortarotta Marianna, Mottura Maria, M. P., Mugione Sac. Vincenzo, Mularoni Giuseppe, Mura Mirietta

Nasi Teresa (anello e oggetti oro), Nizza Michele, N. N. di Chivasso, di Moncalieri, di Termini Imerese, di Torino.

Oliara Margherita, Olivari.

Paggi fr.lli fu Antonio, Pallavicini, Paruzza Natalina, Pasqua Maria, Pepino, Perardi, Perotti Angiolina, Perotti Ines, Pesce Maddalena, Pesce Michele, Petrini Leonilde, Piccolomini Elisa, Piova Caterina, P. D., P. M., Paccioni Bemilde, Poisi Tiboni Domenica, Prato Marengo Carolina.

Rabbia Giovanni, Rainelli Domenica fu Pietro, Ramelli Maria fu Giovanni, Ramezzana Maria, Rancacci Carfagna Elena, Ravizza Cav. Giovanni, Rebaudino Beatrice, Regis Olga, R. G. T., Riconda Annunziata, Rizzo Clelia, Robioglio, Rossi Amalia, Rossi Guglielmo di Ettore, Rosso Alessandro, Rotondi Grilli Luisa, Rubino Carlo.

S. A., Sacchi Adele, Santarelli Maria, Sartori

Teresa, Scappaticcio Gaetano, Scetti Pietro, Schena Federico, Sciavo Maddalena, Semerario Giulia e Raimondo, Serempiocca Laura, Serini Valentino, Serravalle . Silvio, Servetti Maria, Sesia Angela, Sguazzini Piera. Siano Maria, Siligato Giuseppina, Silvi Ida, Siri Eugenia.

Tancon Silvia, Taverna Ada, Testa Maria, Tognarelli Filippo, Torrero, Tos Clementina, Trecate.

Vacchino Letizia, Vaglio Gior Anna, Valente Paoletta, Valle Gina, Vanella Sac. Francesco, Varagnolo Angelo, Vellano Andrea, e fama, Verbero Emilia, Verra Donato, Verra Osvaldo, Verri Giovanna ved. Ferrario, Viadanga, Viel Angela, Vigano Italo, Villante Elvira, Viola Clementina, Volgono Luisa.

Zamolo Masoni Maria, Zucchetto Luigia.

In fiduciosa attesa:

Raccomandiamo caldamente alle preghiere di tutti i nostri Cooperatori le seguenti persone e le loro particolari intenzioni:

Una mamma desolata ma fidente supplica Maria Ausiliatrice a concederle quella grazia temporale e spirituale per una persona che le è tanto cara.

R. M. di Carmagnola spera di ottenere da M. Ausiliatrice e dal Beato D. Bosco la grazia di un impiego per una persona cara.

R. G. F. di Torino supplica il Beato D. Bosco di concederle quelle due grazie di cui ha necessità.

Actis Agnese, Agudio, A. L. Amedeo Alberto, Arnerio Giuseppe, Amprò Anna, Astigiano Edoardo, Astigiano Giannino, Barberis Felice, Baudino Maria, Bellone, Bertoglio Maria, Bertotto, Berutti, Bezzatto coniugi, Bigatti Giuseppe, B. M., Bolla Giovanna, Bongiovanni Giovanni, Bonino Nina e Arenando, Borsi Maria, Caffaro, Campanini Adele, Canepa Rosina, Carignano Vittoria, Carpani Lina (anello e catena oro), Casnati Giuliano, Castronovo Paolo, Cattaneo Italia, Cavaggiutti, Chiappo Giuseppe, Coggiola, Conte Felicita, Cristini Assunta, Dall'Orto Maria, Denicola, Faletti Giuseppina, F. C. V., Fontana Albertina, Foresto Lina, Gabiati, Gaetano Lucia, Gallina Caterina, Gallo Rina, Garda Fiora, Gazzera, Gerardi fam.a, Geremia Adele, Ghione Borgogno, Giorbi Lucia, Giuliano Maria, Grassa Ernesta, Grossi Maria, Isetta Alessandrina, Lavagna Mignone (anello oro), Madre Rachele, Maffei Federico, Mamma desolata, Manfredi Antonio, Manfredi Carlo, Marchello fama, Masi Anna, Menin Ernestina, Mossotto Caterina, Naretto Giuseppe, Negro Erminia, Neirotti, N. N. di Bornato, N. N. di Torino, Pacchiotto Maria, Pagliassotti Giuseppe, Palombo Delfina, Pappetti Anteriore, Paschetto Giacomo, Pazzini, Pelassa Maria, Perodi, Pianzola Bruno Maria, Piatti Carolina, Podio Margherita, Prandi Maria, Priotto Michele, Ravera, R. G., Ricca Elena, Ricco Caterina, Roncarol Gallone Margherita, Rosani Paola, Rubatto Giuseppe, Sabbatino Teresa, Salvetti Angela, Scandolera fama, Sertorio, Sormano Adolfina, Stradella Gemma, Tinetti Maria, Torchio Pio, Vacca, Vacchino Giuseppe, Vai Teresa, Valino Luigi, Varese Maria, Vaudagna Caterina, Viglianco Dina, Villa Carolina, V. N., Viola Giovanna.