BS 1930s|1933|Bollettino Salesiano Aprile 1933

Anno LVII - N. 4   I° APRILE 1933 (XI)

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

Sommario: Gli scritti del Beato Don Bosco. - Crociata Missionaria. - L'Anno Santo straordinario. - I nuovi Porporati. - In famiglia - A zigzag da l'Alpi al Mare - Da un Continente all'altro. - Culto e Grazie di Maria Ausiliatrice. - Dalle nostre Missioni: Visita del Vicario Apostolico a Sevilla del Oro. - L'ora di redenzione dei Caboclos. - Dalla Missione dell'Alto Orinoco. - Gli orizzonti si allargano. - Il Beato D. Bosco in Roma. - Per intercessione del Beato Don Bosco. - Lettera di Don Giulivo ai Giovani. - Necrologio.

Gli scritti del Beato Don Bosco.

Il fertilissimo apostolato del B. Don Bosco in mezzo alla società moderna non si è addetto soltanto all'opera educativa, che forma il suo principalissimo titolo di gloria, e all'azione più propria del ministero sacerdotale tra i popoli civili e tra gl'infedeli. Nella vasta comprensione del suo cuore e della sua mente, che la liturgia della Messa per Lui ordinata paragona alla sapienza del gran Re e alla vastità delle arene del mare, egli abbracciò pure il mondo intellettuale, mirando e lavorando a far penetrare nelle menti del popolo e della gioventù il buon seme della fede cattolica e della visione cristiana del sapere. La sua fu vita ad un tempo sacerdotale, pedagogica e intellettuale.

Da ciò derivò l'opera sua di scrittore indefesso e multiforme: opera che s'inquadrava in un'amplissima concezione «donde avrebbe voluto assorgere alla composizione d'un gran corpo scientifico, d'una grande opera scientifica », ch'Egli avrebbe voluto promuovere, iniziare, propagare tra i popoli a sostegno della Religione e della Chiesa: della quale opera rimangono «segni superstiti, come sparse membra, sparsi elementi » che dimostrano come da un primo concetto avrebbe dovuto assorgere all'effettuazione della sua idea. Sono idee e parole altamente proclamate da Papa Pio XI; e il S. Padre ne riconosceva « i segni nei suoi volumi, ne' suoi opuscoli, nella sua grande propaganda di stampa ».

Don Bosco adunque, fu, e in parte non piccola nè secondaria, scrittore. A far l'elenco de' suoi scritti editi e inediti (di questi tuttavia il contenuto passò in qualche modo nelle opere pubblicate), se ne trova un centinaio e mezzo, di varia mole e varia contenenza: e non è il meno espressivo de' suoi lineamenti biografici quest'incredibile ed anche insospettato cumulo di lavoro che s'aggiunge alla sua più conosciuta prodigiosa attività filantropica, educativa, sacerdotale.

Alla vigilia della felice conclusione del processo di Beatificazione, la Congregazione Salesiana sentì il bisogno di mettere in luce questa parte capitalissima dell'apostolato e, possiam ben dire, della virtù del suo Beato Fondatore, che si esplicò nella vasta letteratura dei suoi scritti; e volle che ciò si facesse, all'infuori d'ogni interesse editoriale, nella forma più degna, e secondo i più rigorosi dettami della critica, affine di dare, una volta per sempre, il testo genuino di quanto uscì dalla penna del Beato.

Impresa bella e degna d'un'Istituzione che vuole e sa conservare divotamente le reliquie di Chi le diede la vita, e che contribuirà, a cose finite, oltrechè al suo scopo immediato, anche, e in forma concreta e sensibile, a dare del Beato una conoscenza più completa e più intima, e a collocarlo sempre meglio e con più giustezza nella cornice della storia. Giacchè Don Bosco non visse inconsapevolmente le ore storiche del tempo suo, e non scrisse mai senza un perchè nè un libro nè una pagina.

La pubblicazione, che occuperà ben quattordici volumi o tomi in ottavo grande, di cinquecento e più pagine l'uno, si attiene all'ordine sistematico, cioè per materie, distribuendole in cinque serie:

Scritti Storici - Scritti Religiosi - Scritti pedagogici - Scritti morali e ameni - Istituzione dell'Opera Salesiana - Appendici, frammenti, indici.

Ogni volume è corredato di un'ampia Nota introduttiva concernente gli scritti ivi contenuti, e quasi ogni scritto è preceduto da apposite Note preliminari di carattere documentario o editoriale, e postillato opportunamente di confronti tra le varie edizioni e di richiami alle fonti o a circostanze storiche attinenti alla composìzìone di esso. E quand'occorre si arricchisce il volume di bei facsimili fuori testo o di saggi di vignette già inserite al tempo suo dall'Autore stesso. Documento talvolta prezioso, sempre caro, la riproduzione d'una pagina autografa o dell'umile copertina d'un volumetto non mai più veduto.

A tutt'oggi ne sono usciti due volumi, ciascuno in due parti o tomi, complessivamente di 2000 e più pagine, contenenti gli scritti editi di Storia Sacra, Storia Ecclesiastica, Vite dei Papi dei tre primi secoli, e, tra gl'inediti, un abbozzo di Trattatello di Geografia storica, un articolo di critica sui testi di Storia Sacra, una Storia Ecclesiastica dei tre primi secoli, e altre parecchie scritture minori.

Il primo volume, in due parti, uscì, con rara fortuna, nel 1929, nei giorni appunto della Beatificazione; il secondo, parimenti in due parti, nel 1932; il terzo, che forma il tomo quinto, è in corso di stampa, e contiene la Storia d'Italia. A breve distanza seguiranno gli altri.

Di tali volumi l'illustre Marchese Filippo Crispolti (Sabinus) scriveva nel marzo del '32 sul Pro-Familia: « Gli scritti del Maestro sono visti, giudicati e commentati da un amoroso e libero discepolo, armato di tutto ciò che l'archeologia e la critica hanno modernamente apportato a tali discipline, e lo scrittore relativamente antico è colla più minuta diligenza osservato da imparziali occhi moderni ». Naturalmente, col debito criterio e con la dovuta riverenza, senza far la critica all'Autore, ma dimostrando come, in un clima culturale così lontano dal nostro, ha potuto e dovuto redigersi il testo.

E se si tien conto delle difficoltà che presenta la ricerca delle edizioni originali (1) divenute alcune rarissime e quasi introvabili, e poi l'indagine delle circostanze attinenti alla composizione, pubblicazione, trasformazione di taluni degli scritti, che, da quelle acquistano un valore insospettato, si vedrà che il procedere con certo agio torna del tutto a vantaggio della serietà della stessa pubblicazione.

Certe parti del lavoro sono addirittura una rivelazione. Chi, per esempio, leggendo le attraenti e popolari Vite dei Papi, avrebbe pensato che vi fosse condensato un così ingente corredo di notizie storiche, quale si rivela nella Bibliografia delle opere citate o conosciute dall'Autore, dove si rassegnano non meno di sessantotto opere, le più di gran mole, come, per non dir altro, i Bollandisti, da Lui non solo esplorati, ma letti per intero?

Non senza ragione al suo tempo Don Bosco fu tenuto per un dotto, e non di rado messo alla pari dei più insigni studiosi, dai quali fu sempre altamente stimato.

Gli amici di D. Bosco saranno grati al sac. dott. Don Alberto Caviglia per la sua dotta fatica.

Chi desidera conoscere sempre meglio il Grande Educatore ed Apostolo, può trovarne gli scritti già pubblicati presso ogni Casa Salesiana, o averli dalla benemerita Società Editrice Internazionale. È una collezione che sta bene in qualsiasi biblioteca.

E quando la si sia esplorata e percorsa, ci si troverà in presenza di un Don Bosco più grande, più ammirevole, e insieme più familiare e più caro.

(1) Saremo gratissimi a quelli dei nostri lettori che, trovandosi in possesso di qualche prima edizione (e anche seconda) di scritti di Don Bosco, ce la facessero pervenire. Si ricerca specialmente: L'Enologo italiano (1846); Il Sistema metrico decimale (1846) e i Dialogi sul Sist. metrico decimale (1846); Esercizio di devozione sulla misericordia di Dio (1846); Il cristiano guidato alla virtù secondo lo spirito di S. Vincenzo de' Paoli (1848); Vita del giovinetto Savio Domenico (1859).
Inviare direttamente al sac. dott. don Alberto Caviglia, Via Madama Cristina, 1, Torino (106).

Crociata Missionaria

BORSE DA COMPLETARE

Borsa ANIME DEL PURGATORIO (2a) - Somma precedente, 8714,60 - Berlè Celestino, 15 - Daffara Paolo, 5o - Giovan Gioachino Manno, 25 - Giovannina Naso, io - Merlo Luigi, 1oo - Rolando Giuseppina, io - Totale L. 8934,60.

Borsa BEATO DON BOSCO (16a) - Somma precedente, 15199, 35 - Clotilde Bozzola, 5 - De Marchi Carlotta, 30 - Famiglia Simonetti, 40 - Gallardo Luigi, 5o - Genco Anna, 5 - Maria Caruso, 5 - Palmucci Letizia, i 5 - Teresa De Marchi, 5o - Verniano Domenico, 5 - Totale L. 15404,35.

Borsa BORGATELLO DON MAGGIORINO - Somma precedente, 18949,65 - Lina C., 5o - Totale L. 18999,65.

Borsa DIVINA PROVVIDENZA- Somma precedente, 3440,50 - Bogliolo Francesco, 40 - Totale L. 3480,50.

Borsa DON BOSCO EDUCATORE (3a) - Somma precedente, 8o6 - Volta G. B. 13,85 - Totale L. 819,85.

Borsa DON BOSCO PROTETTORE DEI GIOVANI - Somma precedente, 1353 - Brunetti Ester, Bologna, 125 - Cavatorta Dimma, 5o - Dalforno Lina, 10 - Totale L. 1538.

Borsa EUCARISTICA DEL PICCOLO SERAFINO G. BRUNI (6a) - Somma precedente, 4565,93 - Fr. F. io - Racca E. 70 - Luisita Rossi Queirazza, 90 - Caratti Giuseppina, 25 - Eugenio Fanny Borsetti, 5o - Mario Malè, 15 - Caratti Corrado, 25 - Ved. Bollo, 5 - Teresa Pedemonte Filliol, 5o - Emma Pellas Prato, io - Don Matta Giuseppe, 5o - A. T. di Lacchiarella, 5o - Ghiglione Carlo, 250 - P.P. 1,85 - Allamandola Gina, 1,10 - Nani Vcd. Landra, 1,00 - Robaldo Pinola, 1,00 - Annetta Carabanello, 1,00 - Sciandra Angioletta, 2,00 - Melania Martelli, 1,oo - Teresa. Carlotta, 2,50 - Pepina Randone, 1,oo - Clementina Gubbi, 15 - Rossi Rosa, 5o - Mar gherita Varino, 5o - Totale L. 5393,38.

Borsa FRASSATI PIER GIORGIO - Somma precedente, 3820 - Armellini Giuseppina, io - Dott. Aroldo Verniani, io - Corso Eleonora, io - Totale L. 3850.

Borsa GESU-MARIA A.-DON BOSCO (2a) - Somma precedente, 7183 - Antonia Toneguzzo, 210 - Nobili Virginia, 100 - Totale L. 7493.

Borsa GARNERO CESARE - Somma precedente, 1637,8o - N. N. 50 - Totale L. 1687,80.

Borsa IMMACOLATA - Somma precedente, 2260 - Scavino Margherita, ioo - Sac. Carmelo Carnana, 66o - Totale L. 3020.

Borsa INFANZIA ABBANDONATA - Somma precedente, 3372 - Gallardo Luigi, 5o - Merlo Luigi, 200 - Totale L. 3622.

Borsa LAIOLO DON AGOSTINO - Somma precedente, 570 - Gozzelino Luigina, 25 - Totale L. 595.

Borsa LASAGNA MONS. LUIGI - Somma precedente, 7010 -- Baronessa Gianotti Olga, 5o - Totale L. 7060.

Borsa MADONNA DI LORETO - Somma precedente, 1881,05 - Cooperatori Salesiani di Osimo, 50 - Totale L. 1931, 05.

Borsa MADONNA DELLA CIVITA - A cura dei Cooperatori Salesiani della Diocesi di Gaeta, L. 4121.

Borsa MARIA AUSILIATRICE (24a) - Somma precedente, 19432,70 - Boglione Francesca, 20 - Gallardo Luigi, 90 - Spampinato Angelo e famiglia, 1o - Toizo Francesca, 1oo - Totale L. 19652, 70.

Borsa MARIA AUSILIATRICE a cura di P. V. C. L. 15.000.

Borsa NOGARA MONS. GIUSEPPE - Somma precedente, 8390,75 - Avv. A. Faleschini, io - Conciani Angelo, 10 - Ditta Benedetti e Anerrini, 20 - Del Gupi Teresina in morte Prof. Grumbach, 10 - Marson Maria in morte Prof. Grumbach, 5 - Ottavio Battaglia in morte De Reggi Maria, 5 - Ottavio Battaglia in morte Marson Maria, 5 - Don Francesco Cargnelluti, 6,70 - N. N. 1o - Giordani Sabina, 5 - Totale L. 8477,45.

Borsa PARROCCHIALE MARIA AUSILIATRICE (2a) - Somma precedente, 8078,30 - Dalle Cassette del Santuario, 540,30 - Totale L 8618,6o.

Borsa PATROCINIO S. GIUSEPPE (2a) - Somma precedente, 2667 - Bianchi L. 5o - Totale L. 2717.

Borsa PICCOLI AMICI DI DON BOSCO - Somma precedente, 2025 - Montemaggi Raffaele e famiglia, 10 - Totale L. 2035.

Borsa PIO X - Somma precedente, 14312 - Sac. Carmelo Carnana, 2508 - Olivero Caterina, 20 - Totale L. 16840.

Borsa PISCETTA LUIGI - Somma precedente, 13308,80 - Don Lorenzo Saluzzo, 20 - Innocenza Agnès Gay, 25 - Angiolina Berlingieri (Piani di Vallecrosia), 5o - Famiglia Bozzalle, 10 - Rasetti Quinto, 2 - Robbiano G. 5 - Luparia N. 2. - Ampalla Rina, io - Alemanni F. 2 - Gandola, 1 - Albina N. 5 - N. N. 3 - Martinetto Alide, i - Tartinetto A. 1,95 - N. N. 2,25 - Totale L. 13448,80.

Borsa PLAZZOTTA ANTONINO - Somma precedente, 4635 - Interessi 1932, 18o - Famiglia Plazzotta, 185 - Totale L. 5000.

Borsa REGINA DEL SOGNO - Somma precedente, 3942 - Villa Antonio, 260 - Totale L. 4002.

Borsa REGINA DI MONDOVI' - Somma precedente, 1623 - M. S. A. 5o - Famiglia Giachino Amistà, Torino, iooo - Don Bruno Stefano, Arciprete, 41,70 - Totale L. 2714,70. Borsa RIGALDONE DON PIETRO (3a) - Somma precedente, 1640 - Abbiati Giannina, 5o - Porta Emilia, 20 - Totale L. 1710.

Borsa RICCARDI DON ROBERTO - Somma precedente, 15748,30 - N. N. 5o - Diversi a cura di Maria Corradino, 30 - Totale L. 15828,30.

Borsa RINALDI DON FILIPPO (3a) Somma precedente, 9084,85 -- Fea Maria Olga, 100 - Totale L. 9184,85.

Borsa ROSINA SA VODI di Castelnuovo Don Bosco - Somma precedente, L. 2900 - Contessa Tina Schiari dei Marchesi Guasco di Bisio, Zoo - Totale L. 3000.

Borsa SACRO CUORI, DI GESÙ CONFIDO IN VOI (2a) - Somma precedente, 9340 - Anna Antonini, 1o - Luisa Urso Boscarelli, 60 - Bonetti Teresa, io - Francesca Ariis, 80 - Hertha Chiapussi, 5 - Totale L. 9505.

Borsa SAVIO DOMENICO (4a) - Somma precedente 5049,70 - Fioretto Mauro, io -- Totale L. 5059,70.

Borsa S. FILOMENA - Somma precedente, 13200 - N. N. offerte di febbraio, 300 - Totale L. 13500

Borsa S. LUIGI (2a) - Somma precedente, 8100 - Cerra Giuseppina, 10o - Totale L. 8200.

Borsa S. TERESA DEL BAMBINO GESÙ (10a) - Somma precedente, 16118,20 - Maria Teresa Fea, 1oo - Ruffatto Domenica, 5o - Anna Campanini, 20 - Adriana Tiraboschi, 5 - O. R. Zoo - Totale L. 16393,20.

Triduo e festa in onore del Beato Don Bosco ed inizio del mese consacrato a Maria Ausiliatrice.

Ricordiamo ai nostri Cooperatori che nella Basilica di Maria Ausiliatrice, in Torino, il 23 del corrente aprile incomincerà il Triduo in preparazione alla Festa del Beato Don Bosco.

Il Triduo inaugura anche, come al solito, il Mese consacrato a Maria SS. Ausiliatrice.

Orario delle funzioni:

Ore 6: Messa della Sezione Artigiani: Discorso del M. R. Sac. GIACOMO MELLICA, salesiano - Benedizione Eucaristica.

Ore 7,30: Messa della Sezione Studenti.

Ore 17: Canto di una lode - Predica del M. R. P. FEDELE MARIA di Torino, O. F. M. - Benedizione Eucaristica.

Ore 20: Canto di una lode - Predica del M. R. P. LUCA M. GAVAGNA di Novara, O. F. M. - Benedizione Eucaristica.

Il giorno 26, Festa del Beato Don Bosco, terrà i solenni pontificali alle ore 10 ed alle ore 16,30, S. E. Rev.ma Mons. MATTEO FILIPPELLO, Vescovo di Ivrea.

Il Panegirico sarà detto dal M. R. P. LUCA.

NB. Nelle Domeniche e Feste la predicazione mariana ha luogo solo nel pomeriggio. Alla funzione delle ore 15 predicherà il M. R. P. Fedele; a quella delle 16,30 il M. R. P. Luca.

Gli organizzatori di PELLEGRINAGGI possono rivolgersi al RETTORE DELLA BASILICA DI MARIA AUSILIATRICE, Via Cottolengo, 32 Torino 109.

L'Anno Santo straordinario

Esortazioni ed ammonimenti del Vicario di Cristo.

Che cosa ci domanda l'Anno Santo...

Ecco l'Anno Santo straordinario: straordinario non perchè minore degli ordinari, ma perchè maggiore: esso viene sotto l'insegna della quale non v'è più nobile e più divina: il XIX Centenario della Redenzione. Sono diciannove secoli che l'umanità si abbevera alle fonti di grazia, a questo Sangue divino, redentore, e gode dei frutti di vita infinita che i fatti magnifici della Redenzione stessa ci hanno procurato. La stessa civiltà è ben poca cosa in confronto di quei tesori di vita soprannaturale e di grazia, che, per tanti secoli, vengono ricoprendo il mondo delle loro ricchezze.

Che cosa domanda a noi quest'anno - vero annus redemptionis meae? - Ci chiede di toglierci dalle miserie del peccato per elevarci alle cose del Cielo, alla dignità suprema, sulle orme del Divino Maestro. Che cosa ci domanda un Anno di tali memorie se non una nostra corrispondenza? Una corrispondenza di preghiera, di santificazione, di espiazione che ci unisce fattivamente all'opera redentrice del Figlio di Dio e non ci lascia passivi nel ricevere tutti questi tesori di immense, infinite misericordie. Ecco l'ora ottima per quella vita di preghiera, di meditazione e di opere sante a cui la memoria di tanti misteri richiama cercando di farci imitare quella inesauribile carità senza la quale noi saremmo tutti periti, saremmo stati tutti travolti. È un richiamo dunque ad essere tutti un centro di bontà e ad applicare sempre più, con la cooperazione all'opera divina, la Redenzione in noi e negli altri. Abbiamo i mezzi per far ciò: la preghiera, anzitutto, che è l'apostolato il più facile, e, allo stesso tempo, il più potente, giacchè alla preghiera tutto è possibile. Abbiamo il mezzo dell'apostolato della buona parola, del buon esempio, della buona azione, della carità.

Azione e Preghiera...

Quante volte si vedono ai giorni nostri, - poichè ogni tempo ha le sue caratteristiche inevitabili, il «clima storico», come si dice ora, ed esso oggi è soprattutto un tumultuare di cose, di avvenimenti che si succedono con rapidità vertiginosa che annulla quasi il tempo e fa scomparire le distanze, - quante volte si vedono anime elette .che si esauriscono evidentemente nell'operosità esterna. Lavorano con instancabilità fervida, continua, incessante, ma esteriore. Si direbbe di esse come di certi fiori particolari i quali cercano la luce: ma non solo la godono, ne subiscono anche la carezza atmosferica e sempre la cercano, girando nel senso suo. Sono anime operose, ma troppo, troppo esteriori, di una operosità troppo superficiale poichè ad esse vien meno ogni alimento della vita interiore. Guai a noi se, le nostre vite fossero così; sarebbero, nonostante tutte le apparenti promesse, destinate ad una finale sterilità. Per le esistenze così esteriori viene il momento in cui non poche di esse si accorgono che il polso si allenta, la sorgente si esaurisce, perchè mancava l'alimento interiore, mancava quello spirito umile e semplice che cerca l'occhio, la benedizione di Dio, il favore di Dio e non quello degli uomini, che fa dell'opera umana non soltanto una dinamica esteriore, per quanto bella esteriormente, ma una continua preghiera gradita a Dio in unione sempre presente.

Preghiera e Azione...

E al contrario ecco altre vite che si presentano innocue, ma inoperose: eppure Iddio ci ha messi al mondo per operare il bene: non solo per non nuocere ma per fare del bene, per cooperare all'opera stessa di Dio, per estenderla, per continuarla. Sono anime che si esauriscono in una pietà un poco egoistica, fatta unicamente per soddisfare al proprio bisogno: eppure ad esse Iddio non ha lesinato, limitato i suoi doni, le sue grazie. Tuttavia esse poco o nulla fanno per le altre, per l'ambiente in cui vivono; e se pure talvolta stendono la mano, lo fanno per quelli che a loro sono più vicini. Vi sono, è vero, particolari vocazioni alla vita contemplativa; ma sarebbe un grave errore pensare che la vita contemplativa, perchè tale, possa bastare a se stessa. Anche la vita più veramente contemplativa ha bisogno di un certo complemento di vita attiva; ha bisogno di tradursi in un'attività buona, fattiva, benefica innanzitutto per l'anima stessa che s'è dedicata alla contemplazione e poi per le altre. Dio ha incaricato ciascuno del prossimo suo, Noi non siamo disgregati, senza rapporti: tutto in noi si tiene in armonico insieme; tutte le opere di Dio sono tra loro collegate tanto nell'ordine naturale come in quello soprannaturale.

(S. S. Pio XI nel discorso del 13-2-1933)

I nuovi Porporati.

Nel Concistoro del 13 marzo u. s. il S. P. Pio XI creava sei nuovi Cardinali dei quali riassumiamo alcuni cenni biografici.

Facciamo doverosamente il primo posto al nostro amatissimo Arcivescovo, ora Em.mo MAURILIO FOSSATI.

Il sollecito avanzamento nella gerarchia ecclesiastica, è da solo una manifestazione della sua attività intellettuale e del suo pastorale governo.

Vescovo di Nuoro a 51 anno, a 56 arcivescovo di Sassari, dopo poco più di un anno trasferito a questa Archidiocesi di Torino, lo salutiamo oggi, per il massimo onore della Porpora, principe di S. Chiesa.

Torino va altera del suo nuovo Cardinale, come lo fu pei suoi santi e illustri predecessori. E noi salesiani, grati dell'affetto squisitamente paterno del quale ci conforta, gli esprimiamo le più vive filiali felicitazioni, e prostrati al bacio della sacra Porpora, lo preghiamo di feconde benedizioni.

ELIA DALLA COSTA ha sessant'anni. Nato a Varvella di Vicenza, professore nel Seminario, poi arciprete a Schio, fu eletto il 23 maggio 1923 Vescovo di Padova, ove colla sua umiltà, carità e intellettualità si rese amatissimo dal clero e da ogni altra classe di cittadini. È dal dicembre 1931 Arcivescovo di Firenze ove si è già cattìvato stima e affetto universali.

Figura ieratica spirante devozione, sarà decoro del Sacro Collegio.

PIETRo FUMASONI BIONDI ha 61 anno. Minutante e segretario alla Congregazione di Propaganda Fide, nel 1896 passò Delegato Apostolico delle Indie, poi nel Giappone, quindi a Washington negli Stati Uniti dal principio del 1923.

ANGELO MARIA DoLCi, di anni 65, fu eletto vescovo di Gubbio nel 19o6, promosso poi arcivescovo di Amalfi, e dal novembre 1914 Delegato apostolico di Costantinopoli e Vicario patriarcale pei latini. Fu animatore della manifestazione universale di gratitudine a Benedetto XV, la quale si concretò, dopo la guerra, col grandioso monumento sul Bosforo a tanto Pontefice.

Dal 1923 era Nunzio Apostolico in Romania.

RODRIGO VILLENEUVE di anni 5o, tenne la cattedra episcopale di Gravelbourg dal luglio 1930 fino al dicembre 1931 in cui fu promosso arcivescovo dell'importante sede di Quebec (Canadà).

TEODORO INNITzER di anni 58, disimpegnò con zelo il ministero sacerdotale come parroco a Vienna ove fu contemporaneamente professore e Rettore di quella Università. Fu eletto arcivescovo della capitale austriaca nel settembre scorso.

A tutti questi illustri Porporati noi umiliamo i nostri rallegramenti e la nostra intensa venerazione.

IN FAMIGLIA

Feste di San Francesco di Sales e Conferenze Salesiane.

I nostri Cooperatori comprenderanno facilmente come ci sia impossibile dare una relazione completa delle singole celebrazioni tradizionali della Festa di San Francesco di Sales. Ci occorrerebbe tutto il Bollettino e non basterebbe ancora. Una rapida rassegna di quelle che almeno ci vennero segnalate basterà per documentare ancora una volta l'attività dei nostri Cooperatori alla vita salesiana.

A Roma: Nella Basilica del Sacro Cuore, tenne solenni Pontificali S. E. Mons. Emmanuel, salesiano, ausiliare di Sabina. La Messa dei giornalisti cattolici fu celebrata alle ore 9 da S. E. Mons. F. De Filippis, vescovo di Veroli, il quale disse, nel pomeriggio, il panegirico del Santo. Impartì la benedizione pontificale S. Em. Rev.ma il Card. Capotosti, Pro-Datario di S. S. La conferenza salesiana ebbe luogo il 5 febbraio; oratore D. Giuseppe Gonzato.

Roma: Nella Parrocchia di Maria Ausiliatrice, al Pio XI, celebrò la Messa della Comunione generale S. E. Mons. Zonghi, Presidente della P. Accademia dei Nobili Ecclesiastici, e pontificò alle altre funzioni S. E. Mons. E. Lispon, Arciv. di Metimna. Il panegirico fin detto dal predicatore del triduo, Don F. Vargiù, salesiano.

A Genova; nella Basilica di san Siro tenne una conferenza magistrale S. E. Mons. F. A. Guerra, Arcivescovo salesiano, il quale a La Spezia, ha predicato anche il triduo di San Francesco di Sales, chiudendo colla conferenza ai Cooperatori, onorata dalla presenza di S. E. Mons. Costantini, vescovo diocesano, che già aveva pontificato la Messa solenne.

A Bologna: nella storica chiesa della Santa, alla presenza di S. E. Mons. Lodi, rappresentante l'Em.mo Card. Arcivescovo, di Mons. Pedrelli, del sig. Don Serié del Capitolo Superiore, dei Comitati promotori Dame-Patronesse ed Ex-allievi, del venerando Seminario e di insigni Cooperatori, il nostro Don Favini ha illustrato la missione dei Cooperatori salesiani. S. E. Mons. Lodi ha impartito la Benedizione Pontificale.

A Parma, S. E. Rev.ma Mons. Evasio Colli, vescovo diocesano, celebrò la Messa della Comunione generale, assistette pontificalmente a quella solenne, durante la quale Mons. Emilio Pallavicino, disse il panegirico del Santo, e nel pomeriggio tenne egli stesso la conferenza.

A Castel Gandolfo celebrò la Messa S. E. Rev.ma Mons. Marazzi e parlò ai Cooperatori il salesiano D. Ubezzi.

A Verona. Alla Messa celebrata dall'Ispettore Don Besnate nella chiesa di San Fermo, parlò di S. Francesco l'Arciprete D. A. Mazzoni.

La conferenza fu tenuta nel pomeriggio nel teatrino dell'Istituto da Mons. Chiot, presentato dal Direttore diocesano, prof. D. G. Mortari.

Cuneo per la festa di San Francesco e per la conferenza ha invitato S. E. Rev.ma Mons. F. Imberti, vescovo di Aosta, fratello dell'or. Podestà. Accolto con particolare entusiasmo dalle autorità, dai giovani e dai cooperatori, S. E. celebrò in Santa Clara ed amministrò la S. Cresima a due convittori. Nel pomeriggio poi tenne, ancora in Santa Clara, la conferenza ad una folla di Cooperatori e Cooperatrici salesiane.

A Messina, nel vasto tempio dell'Immacolata, alla presenza di S. E. Rev.ma. Mons. Arcivescovo Angelo Panio, del Seminario e di gran folla di Cooperatori, Mons. dott. Carmelo Scalia, vicario gen. dell'arch. di Catania, ha svolto, con ammirabile arte oratoria, il tema: «Il Beato Don Bosco educatore e precursore ». Impartì la Benedizione Mons. Giardina.

A Marsala, dopo la Festa di San Francesco celebrata con largo intervento di Cooperatori, il 5 febbraio, nell'ampio salone teatro dell'Istituto salesiano, Mons. Teol. Giovanni Buttò, svolse nella conferenza il tema dantesco «Luce intellettual piena d'amore ».

A Catania. La conferenza fu tenuta il 25 febbraio nel tempio monumentale dei Minoriti da S. E. Rev.ma Mons. Giuseppe Vizzini, vescovo di Noto ed onorata della presenza del fior fiore catanese.

A Trieste, nel teatrino rigurgitante di Cooperatori, dopo brevi parole di ossequio del Direttore, lo stesso Ecc.mo Vescovo diocesano Mons. Fogar si degnò di tenere la conferenza, descrivendo con fervida parola l'apostolato salesiano ed eccitando tutti alla più generosa cooperazione. Il direttore dei Cooperatori, Mons. Luciani ringraziò S. E. ed implorò la pastorale benedizione sui propositi di tante anime buone.

A Ravenna, celebrò la Messa della Comunione generale S. E. Mons. Arcivescovo in S. Apollinare. Alla Messa solenne cantata dal can. Rossini intervennero numerosi Istituti maschili e femminili della città, che eseguirono in coro la « Missa de Angelis ». Ai Vespri fece il panegirico il prof. D. Sangiorgi.

A Pinerolo. Meritano una parola di speciale encomio gli Ex-allievi che, dopo la solenne conferenza tenuta in Duomo da Don Favini, organizzarono nel Teatro dell'Azione Cattolica una magnifica serata a beneficio delle Opere Salesiane. Alla presenza di S. E. Mons. Binaschi, vescovo diocesano e di numerosi Cooperatori, lo stesso oratore del Duomo fece passare in 15o proiezioni a colori tutta la vita del Beato Don Bosco. Negli intervalli si estrasse una lotteria di oltre 7o doni offerti dalla cittadinanza, che apprezza l'opera dei Salesiani e desidera presto inaugurare la bella cappella del Noviziato di Monte Oliveto.

A Trento, nella cappella dell'Istituto tenne la conferenza D. Silvio Segatini. Dopo la funzione religiosa i Cooperatori ricevettero nel Teatrino l'omaggio dei giovani con un opportuno trattenimento.

A Chieri, nel vetusto Duomo, gremito di Cooperatori, presenti i Novizi dell'Istituto Sacro Cuore ed i giovani del Collegio e dell'Oratorio S. Luigi, il sig. Don Trione parlò da pari suo delle opere e della cooperazione salesiana. Impartiva la benedizione l'arciprete Mons. Rho.

A Novara, fu ancora l'impareggiabile venerando Don Trione a trattenere i numerosi Cooperatori, presieduti dal direttore diocesano Mons. Comm. M. Barberis, intorno all'opera educativa del Beato Don Bosco in Italia ed all'estero.

A Pavia, il pubblicista Franco Berra illustrò l'Opera Salesiana nel teatrino dell'Oratorio.

A Napoli. Per concessione del Rev.mo Rettore Mons. Buonomo, la conferenza fu tenuta nella R. Basilica di S. Giacomo dei Nobili Spagnuoli, l'11 febbraio dal sac. prof. Agostino Queirolo. S. E. Rev.ma Mons. Salvatore Meo, vescovo tit. di Metone rappresentò S. Em. il Card. Arcivescovo.

A Palermo, alla presenza dell'Em.mo Card. Lavitrano, di S. E. Mons. Genuardi, vescovo ausiliare, e di sceltissimo pubblico, Mons. G. B. Buttò, vicario gen. della diocesi di Mazzara del Vallo, trattò ascoltatissimo della cooperazione salesiana.

A Venezia, nel Patronato Leone XIII, predicò il triduo il Direttore dell'Istituto Coletti, celebrò la Messa della Comunione Generale il Direttore del Patronato, Don Giovanni Segala, e cantò Messa il parroco di S. Giuseppe, D. L. Noro che fece anche il panegirico del Santo. Il giorno 31 poi, dello stesso mese di gennaio, il Cav. Salvadori, direttore delle Scuole « Gaspare Gozzi», nel teatrino del Patronato, dinanzi a sceltissimo pubblico, esaltò Don Bosco Educatore, con rara competenza.

A Gaeta, pontificò la Messa solenne l'Ecc.mo Arcivescovo Mons. Casaroli ed il salesiano Don Coalova, nel panegirico di S. Francesco di Sales, trattò anche del Beato Don Bosco e delle opere sue.

A Grosseto, S. E. Rev.ma Mons. Vescovo Paolo Galeazzi fu coi salesiani tutto il giorno. Celebrò la Messa della Comunione Generale, amministrò la S. Cresima e, dopo una riuscita accademia in suo onore, assistette al panegirico del Santo detto dal Direttore Don Gallia ed impartì la Benedizione pontificale.

A Biella, tenne la conferenza il prof. D. Cesare Baldasso; a Lanuvio, Don Pietro Gallini; a Trino Vercellese il prof. Don Andrea Gennaro; a Sarteano, il Parroco di Maria Ausiliatrice in Roma, Don Salvatore Rotolo; ad Avigliana il prof. Don A. Cojazzi; nella Svizzera, a Lugano, Don Carlo Simona, missionario salesiano.

A San Francisco di California la festa di San Francesco di Sales fu allietata dalla presa di possesso del nuovo Parroco della Parrocchia italiana Don Giuseppe Galli. Lo presentò al popolo con opportune parole l'Ispettore Don Trinchieri...

Al momento di andare in macchina non ci sono pervenute altre relazioni.

Il Signore benedica quanti hanno concorso alla riuscita delle conferenze nei varii centri di azione salesiana e moltiplichi quei frutti di cooperazione di cui ha tanto bisogno l'Opera del B. Don Bosco.

A ZIG-ZAG DALL'ALPI AL MARE

NAPOLI - Vomero. - Festa del Papa!

Il giorno 12 febbraio, le fiorenti Associazioni Giovanili dell'Oratorio Festivo di Napoli-Vomero, in unione coll'Istituto Salesiano, organizzarono una solenne Commemorazione del XI Anniversario dell'Incoronazione del Santo Padre Pio XI. L'adesione del fior fiore di Napoli Cattolica fece assurgere la celebrazione ad un'imponente manifestazione cittadina di amore e devozione al Vicario di Cristo.

Consacrata da speciali funzioni, la giornata si chiuse col discorso ufficiale dell'Avv. Alessandro Gatta. Il salone era gremito di scelto pubblico. Rappresentava S. Em. il Card. Arcivescovo, l'Ass. Eccl. Diocesano Mons. Fabozzi. Con lui era l'Ispettore salesiano Don Simonetti e distinte personalità. La Commemorazione s'iniziò col canto dell'Inno Pontificio e, dopo brevi parole di ossequio del Direttore alle Autorità presenti, l'Avv. Gatta illustrò in un magnifico discorso i « Fulgori del Pontificato nell'ora che volge ». Mons. Fabozzi, invitato a dire due parole di chiusa, accostò in una vibrante improvvisazione le figure del Sommo Pontefice e del Beato Don Bosco in un quadro meraviglioso, a vicendevole esaltazione.

Dopo brevi parole di ringraziamento dell'Ispettore Don Simonetti, tutti passarono nella chiesa del Sacro Cuore per il canto del Te Deum.

NAPOLI - Tarsia. - Inaugurazione dell'Oratorio e Befana ai Sordomuti.

Il 15 gennaio resterà memorando negli annali dell'Istituto Salesiano di Napoli, Tarsia, per l'inaugurazione dell'Oratorio Festivo. Celebrò la Messa solenne il parroco di Montesanto, Don Nasti e Mons. Buonomo impartì la benedizione pontificale. Il discorso di circostanza fu tenuto dall'illustre prof. Queirolo di Genova.

Il pomeriggio fu invece particolarmente dedicato alla distribuzione della Befana, alla quale parteciparono per la prima volta insieme ai cari sordomuti anche i giovani oratoriani. La generosità dei benefattori consentì di moltiplicare la gioia della simpatica tradizione. Vi presiedette lo stesso Em.mo Card. Ascalesi, circondato da tutte le autorità cittadine e da immensa folla di personalità.

Aperse la cerimonia il direttore Don Santoro leggendo, fra gli applausi scroscianti degli intervenuti, un telegramma del Santo Padre:

Dalla Città del Vaticano:

Santo Padre compiacendosi inaugurazione cotesto Oratorio Festivo auspica felice incremento cristiana pietà cotesti giovani che benedice di cuore unitamente religiosi benefattori e cooperatori.   Card. PACELLI.

Dopo la distribuzione dei doni prese la parola l'Em.mo Card. Ascalesi inneggiando all'opera benefica dei Salesiani e delle Figlie di san Francesco d'Assisi ed impartendo a tutti la pastorale benedizione.

- La Principessa di Piemonte visita i sordomuti.

Passarono pochi giorni ed un mattino, poco dopo le 10, ecco alla Pia Casa Arcivescovile dei Sordomuti S. A. R. la Principessa Maria di Piemonte, accompagnata semplicemente da una Suora di Carità. I piccoli ricoverati s'affrettarono a schierarsi attorno a un grande Tricolore e due di essi, con dizione perfetta, porsero a S. A. l'omaggio di tutti ed offersero un magnifico mazzo di fiori. S. A. R. si degnò di visitare minutamente tutto l'Istituto ed ebbe parole di grande ammirazione per la direzione, pel corpo insegnante e per le ottime Suore.

VOLTERRA - Festa di San Francesco di Sales e omaggio a Mons. Vescovo.

La festa di San Francesco di Sales ha avuto un carattere tutto particolare nella città di Volterra per la lieta coincidenza del nono anniversario della consacrazione episcopale di S. E. Mons. Vescovo diocesano, Dante Munerati, della Società Salesiana. Città e Diocesi gareggiarono quel giorno in attestazioni di devozione e di affetto verso l'amato Pastore. Alla Messa cerimoniale S. E. ebbe la consolazione di distribuire la Santa Comunione ad un magnifico stuolo di figli prediletti. La gran folla gremì poscia la Cattedrale per il solenne Pontificale di S. E. Mons. Attuoni, Vicario generale dell'Archidiocesi di Pisa, con assistenza di S. E. Mons. Munerati. Lo stesso Ecc.mo Mons. Attuoni tenne l'Omelia, che fu una splendida esaltazione del santo Vescovo di Ginevra e del Beato Don Bosco.

Alle 17,30 la Chiesa di san Filippo, trasformata in salone, accolse Autorità e popolo attorno a Mons. Vescovo per l'omaggio ufficiale. E fu ancora Mons. Attuoni a tessere, in uno smagliante discorso, le lodi dell'Angelo della diocesi illustrando del Vescovo la missione di

Maestro e di Pastore. Straordinario l'entusiasmo della folla quando il delegato del Podestà, colonnello Barbafiera, si avanzò a leggere il Motu Proprio con cui S. M. il Re d'Italia insigniva Mons. Munerati della Commenda della Corona d'Italia. Lo stesso delegato podestarile presentò a S. E. l'alta decorazione.

Il Venerato Pastore ringraziò Autorità e popolo del devoto omaggio e chiuse benedicendo tutti i suoi cari diocesani.

Fra i ricchi doni pervenuti a S. E. sono assai significative le offerte per il battesimo di un cinesino e di una cinesina delle Missioni Salesiane, fatte dai giovani dell'Oratorio, e quella delle Orfanelle dell'Istituto S. Giuseppe per la P. O. della Santa Infanzia.

FAENZA - Oratorio festivo. - Iniziative provvidenziali.

Il Capo d'Anno ha segnato una bella data negli annali dell'Oratorio Salesiano di Faenza. I nuovi iscritti alle Associazioni di Azione Cattolica hanno ricevuto solennemente le loro tessere e quelli che già vi appartenevano hanno rinnovato le promesse di fedeltà al Vicario di Cristo, col proposito di una formazione più cattolica per l'attuazione del programma proposto alla loro attività. In un fraterno trattenimento ebbe poi luogo la distribuzione dei premi ai giovani Aspiranti che avevano partecipato al concorso letterario indetto da l'Aspirante. Uno di essi, Tonino Gualdrini, fu annoverato fra i primi dieci concorrenti in Italia. Ma la sorpresa più gradita l'ebbero tutti i quattrocento oratoriani fin dal mattino dopo Messa: colazione gratuita a pane e prosciutto che, grazie alla generosità dei Cooperatori, continua tutte le domeniche. Quindici giorni dopo si è iniziata una provvidenza ancor più necessaria: la distribuzione quotidiana serale di pane e minestra ad oltre cinquanta famiglie più povere degli oratoriani. Il numero viene gradatamente aumentando in proporzione dei mezzi. Auguriamo altri molti benefattori.

RIMINI - Oratorio festivo.

Accanto alla Parrocchia Salesiana fioriscono due numerosi Oratori: uno maschile diretto dai Salesiani e l'altro femminile diretto dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Nel mese di gennaio giovani e fanciulle ebbero la visita di una prodiga Befana che regalò dolci, indumenti, frutta e giocattoli a tutti, secondo il merito di frequenza e la buona condotta. L'Opera Salesiana di Rimini è in grande stile e svolge un'attività organica completa attraverso a molte associazioni di cui avremo altra volta occasione di parlare.

BERGAMO - Propaganda missionaria.

La città di Bergamo che si potrebbe chiamare città missionaria, per l'amore che la distingue verso le Missioni, ha ospitato il nostro Don Marchesi, missionario del Rio Negro (Brasile) per una conferenza missionaria illustrata da interessanti proiezioni luminose. Al termine della conferenza il direttore del Patronato, D. G. Vavassori, ha offerto al missionario l'obolo raccolto nella famiglia del Patronato San Vincenzo.

PIANFEI (Cuneo). - L'Associazione Giovani Cattolici "Beato Giovanni Bosco" festeggia il suo Patrono.

Il 29 gennaio u. s. l'Associazione Giovanile Cattolica « Beato Giovanni Bosco », curata con zelo encomiabile dal Clero locale, e specialmente dal Viceparroco Don Viglino, ha celebrato il suo primo anniversario di fondazione con una giornata trionfale. Esposta la reliquia all'altare, del Beato, i giovani ascoltarono la S. Messa e si accostarono alla S. Comunione. Intervennero poscia ufficialmente alla Messa solenne, durante la quale Mons. Cuniberti, Ass. Eccl. Diocesano, fece un magnifico panegirico del Beato. A mezzogiorno, atteso con viva impazienza, giunse S. E. Mons. Briacca, vescovo diocesano, a dividere la gioia dei suoi figli. Sedette al modesto pranzo che i giovani gli vollero offrire e nel pomeriggio assistette ai Vespri, dopo i quali rivolse la parola al popolo che gremiva la chiesa, prendendo ispirazione dal Beato Don Bosco per eccitare tutti all'Azione Cattolica. Impartita la Benedizione pontificale, giovani e fedeli passarono a baciare la reliquia del Beato.

Finite le sacre funzioni, nel Teatrino Parrocchiale, addobbato con fine gusto dai giovani stessi, ebbe luogo la Consacrazione dell'Associazione al S. Cuore. In alto campeggiava maestosa la figura del Beato circondata da fiori e dai colori nazionali. Applauditissima fu la lettura della relazione morale del 1° anno sociale trascorso, e tale e tanto fu il lavoro compiuto in questo inizio di vita, specialmente nel campo spirituale, che alla cara Associazione, nel concorso di cultura religiosa, fu assegnata la Menzione Onorevole, che la porta così ad uno dei primi posti nella classifica generale diocesana delle Associazioni.

Come corona e chiusa alla festa, a sera, ancora nel Teatro, l'Avv. Dino Andreis, della vicina Cuneo, ex allievo di D. Bosco, tenne una pubblica conferenza illustrata con proiezioni. Il numeroso pubblico seguì con ammirabile attenzione e vivo interesse il dire facile, trascinante e persuasivo del giovane oratore che, con magistrali pennellate, presentò al popolo Don Bosco e la sua opera.

da un Continente all'altro

Tra gli Italiani degli Stati Uniti.

Lo scorso novembre s'imbarcò sulla Vulcania, con S. E. Mons. Ernesto Coppo, il nostro confratello Prof. D. Antonio Fasulo, inviato dal Rettor Maggiore negli Stati Uniti per predicare delle missioni agl'Italiani e per promuovere il movimento salesiano con tanto buon successo da lui destato in Italia.

Ci giungono liete notizie della sua attività. Il primo risveglio di fervore salesiano si è avuto nelle nostre parrocchie, dove si sono svolte varie giornate salesiane.

La prima ebbe luogo la domenica, 4 dicembre, nella parrocchia di Maria Ausiliatrice di New York. In tutte le Messe si parlò della cooperazione salesiana. Nel pomeriggio tenne una conferenza in chiesa S. E. Mons. Coppo. Chiuse la giornata D. Fasulo con una delle sue interessanti ed apprezzate conferenze con proiezioni luminose nel teatro della chiesa.

Promotori di questa conferenza furono i concittadini di Don Fasulo, della colonia di Canicattì che assicurarono anche l'ottimo successo. Pubbico numeroso e grande successo.

Il conferenziere propose che le offerte raccolte servissero ad iniziare una borsa missionaria da intitolare a Canicattì. - I rappresentanti della Colonia accettarono l'invito e fu costituito un comitato, che assunse l'impegno di portare a compimento la borsa. Tutte le famiglie della Colonia, anche quelle che si trovano in gravi strettezze a causa della crisi, risposero generosamente e la borsa Canicattì è stata costituita

Altre giornate, collo stesso programma, si sono tenute: l'8 gennaio a Port Chester, nella parrocchia del Corpus Domini; il 15 gennaio nella parrocchia della Trasfigurazione in New York; il 22 nella parrocchia del Rosario a Port Chester; il 29 nella parrocchia di S. Antonio, ad Elizabeth; e il 2 aprile a Paterson, nella parrocchia di S. Antonio.

Frutto di queste proficue giornate è stato, col risveglio dello spirito salesiano, l'aumento dei Cooperatori e la costituzione dei Comitati di Azione Salesiana.

Fra le conferenze tenute dal nostro zelante confratello ce ne viene segnalata una che rivestì un carattere di straordinaria solennità e della quale si occuparono ampiamente i quotidiani italiani della Metropoli dedicandovi, a più riprese, lunghe colonne.

Fu tenuta, il 12 febbraio, in una delle più grandi sale di riunioni pubbliche di New York, la « Central Opera House » per ricordare, sotto gli auspici e nel nome del Beato Don Bosco, il quarto anniversario della Conciliazione.

Vi prese viva parte, colle rappresentanze e coi maggiori esponenti, la grande Colonia Italiana di New York in unione di bandiere e di cuori.

I giornali riportarono che erano presenti più di 3000 persone e le rappresentanze di numerosissime associazioni coloniali - più di un centinaio - con bandiere e stendardi.

La conferenza fu intramezzata da canti eseguiti da un'imponente massa corale di 400 voci sotto la direzione del M° Salvatore D'Aura.

Presero anche la parola, prima della Conferenza, S. E. Mons. Coppo che lesse l'adesione di S. E. il Delegato Apostolico a Washington, ora Card. P. Fumasoni Biondi, e inneggiò all'armonia della Religione e della Patria; in fine, il Console Generale d'Italia, Comm. Nob. Antonio Grossardi, che lesse l'adesione dell'Ambasciatore, S. E. Rosso, ed espresse la sua compiacenza per la splendida riuscita della cerimonia che, con un grandioso omaggio al Beato Don Bosco e alla sua Opera, segnò una delle affermazioni più alte e più fervide della Colonia Italiana nella metropoli di New York.

D. Fasulo si tratterrà ancora negli Stati Uniti fino ai primi di maggio, terrà altre conferenze e promuoverà altre manifestazioni.

Il movimento, assecondato dai nuovi Comitati di Azione Salesiana, si va allargando e noi ne traiamo i migliori auguri per la buona riuscita del Congresso della Cooperazione Salesiana che si terrà a New York in questo mese di aprile, per la festa del Beato Don Bosco.

MALTA SLIEMA - Istituto Sant'Alfonso.

Presentiamo il bel gruppo di giovani che frequentano l'Oratorio Salesiano di MaltaSliema. La fotografia ci fu inviata colla relazione della festa di San Francesco di Sales e della Conferenza salesiana ai Cooperatori. Questa fu tenuta il i o febbraio p. p. sotto l'alto patronato di S. E. Rev.ma Mons. Arcivescovo diocesano. Una folla enorme gremiva letteralmente la vasta sala della « Juventutis Domus ». Il direttore dell'Oratorio, prof. Don Scravaglieri, illustrò con mirabile efficacia le benemerenze dell'Opera di Don Bosco nel campo civile, religioso e sociale. Poscia la « Filodrammatica San Genesio » svolse, tutto in lingua italiana, un brillante trattenimento in omaggio ai Cooperatori intervenuti. La cittadinanza ha dimostrato ancora una volta la grande simpatia che nutre per la provvida istituzione.

VENEZUELA - Valencia. - Inaugurazione del nuovo Oratorio Festivo.

Il 23 ottobre u. s. il nostro Istituto di Valencia (Venezuela) ha inaugurato il nuovo Oratorio Festivo dedicandolo a Domenico Savio. Fu uno degli omaggi più graditi a S. E. Mons. Vescovo diocesano nel V anniversario della sua consacrazione episcopale.

Cinquecento ragazzi delle più umili condizioni, semivestiti, ne presero possesso con immensa gioia, divertendosi da mattino a sera, ed assistendo a devote funzioni. E la vita dell'oratorio fu senz'altro assicurata. L'incremento anzi fu così deciso che il giorno dell'Epifania di quest'anno se ne contarono oltre 1200. Tutta la cittadinanza, spronata da una speciale benedizione del Nunzio Apostolico, Mons. Cento, ha concorso a preparare una ricca Befana a tanta gioventù. Ben 2000 doni colmarono la gioia di tanti birichini. Fu un entusiasmo indescrivibile che autorizzò le migliori speranze per l'avvenire.

ARGENTINA - Buenos Aires. - Omaggio degli "Esploratori Don Bosco" alla memoria di Don Vespignani.

Gli Esploratori «Don Bosco» della Repubblica Argentina si sono raccolti nel collegio San Francesco di Sales in Buenos Aires per rendere un devoto omaggio alla memoria del loro venerato Fondatore, il compianto Sig. Don Giuseppe Vespignani. Sette battaglioni di Esploratori con un totale d'un migliaio di giovani, schierati nell'ampio cortile, alla presenza dell'Ispettore Don Esandi, dei Direttori dei collegi salesiani della capitale, di un gran numero di ammiratori dell'Opera di Don Bosco, cantarono dapprima l'Inno Nazionale. Poi il sig. Amedeo Barousse, in uno splendido discorso di circostanza rievocò la dolce figura di Don Vespignani elogiandone soprattutto l'opera educativa religiosa e civile intesa nella fondazione degli Esploratori « Don Bosco».

Scoperta quindi una targa commemorativa, il Presidente del Comando Generale degli Esploratori, Ramon Cortes Conde, protestò la fedeltà degli Esploratori alle saggie direttive del venerando Fondatore e passò in rivista i singoli battaglioni che offersero lo spettacolo imponente d'una magnifica sfilata.

ARGENTINA - San Nicolas de los Arroyos. - Festeggiamenti a Don Molinari per le sue Nozze d'Oro sacerdotali.

Poche cifre bastano per spiegare i grandiosi festeggiamenti che Salesiani, Cooperatori ed Ex-allievi hanno tributato per ben quattro domeniche consecutive nello scorso ottobre al venerando salesiano Don Bartolomeo Molinari: 2o anni di vita col Beato Don Bosco e 4o anni di direzione spirituale e formazione salesiana delle nostre vocazioni della Repubblica Argentina.

È uno stato di servizio che impreziosisce incomparabilmente la sua Messa d'Oro e che proietta sugli 8o anni di questo degno figlio di Don Bosco una gloria imperitura. I festeggiamenti furono tutti intonati a grandiose manifestazioni di pietà eucaristica.

Il 2, il 16, il 23 ed il 30 ottobre furono quattro giornate eucaristiche, in cui Don Molinari celebrò la Santa Messa successivamente alle Cooperatrici, agli Ex-allievi e Cooperatori, ai fanciulli ed alle fanciulle, ed infine, a tutta la Comunità riunita in preghiera attorno a lui. Quaranta Prime Comunioni vollero ricordare i 4o anni della più delicata missione svolta dal pio Salesiano nella cura delle speranze della nostra Congregazione.

Ai festeggiamenti aderirono tutte le classi sociali di S. Nicolas e numerose rappresentanze della Capitale. Ad multos annos!

Culto e grazie di Maria Ausiliatrice

Maria SS. Ausiliatrice ci ha salvate !

... Il giorno 5 gennaio si doveva partecipare ai funerali del compianto nostro Mons. Vescovo, passato a miglior vita negli ultimi di dicembre.

Il fratello di una nostra Suora, chauffeur, si era offerto a condurre varie Suore fino al luogo convenuto, colla sua automobile. Esse partirono di casa di buon mattino; erano in 4: la Direttrice; Suor Falco, Suor Campari e Suor Zito. Con loro era pure il Rev. P. Quaremba. Dopo un tre quarti d'ora di cammino, ecco che la strada, causa la pioggerella fine che cadeva sul catrame piuttosto unto, apparve molto difficile e sdrucciolevole. La macchina fece degli scherzi curiosi; ad un certo punto girò su di se stessa e, nonostante gli sforzi eroici dell'esperto chauffeur, minacciò un vero disastro. Allora la Direttrice, intuendo il grave pericolo, gridò: e Maria Ausiliatrice, salvateci! »... L'automobile si rovesciò da una parte e poi si capovolse del tutto. I sedili caddero ancora sulle Suore già a terra malamente e una sull'altra... Qualcuna perdette persino i sensi per pochi minuti. Fu un momento di angoscia indescrivibile; si temevano conseguenze gravissime. Ma, grazie a Maria Ausiliatrice..., tutte uscirono sane e salve. Solo Suor Campari riportò una leggerissima contusione sulla guancia sinistra avendo, nella caduta, rotto gli occhiali. Ora, però, non se ne vede neppure più il segno. La Madonna le ha proprio coperte col suo manto di Madre; ne sia ringraziata ora e sempre.

Atlantic City, 22-1-1933

Suor Morso ERMINIA. Figlia di M. Ausil.

Accastello Francesca da Torino, trovandosi in un caso disperato si raccomandò a Maria Ausiliatrice e fu prontamente soccorsa.

Un chierico della casa salesiana di Macul (Cile) sorpreso da violentissimi dolori di stomaco ribelli ad ogni cura, fu immediatamente sollevato alla benedizione di Maria Ausiliatrice, impartitagli dal Direttore, che vi aveva fatto precedere fervorose preghiere alla Madonna ed al Beato Don Bosco.

Una grazia segnalata. Il sig. Giovanni Ingrosso, riconoscendo all'intercessione di Maria Ausiliatrice e del Beato Don Bosco la guarigione da ipertrofia prostatica e calcolosi viscerale, m'incarica di segnalarla al Bollettino Salesiano, intendendo così esprimere la sua viva gratitudine. Invia pure per mezzo mio l'offerta promessa.

Novoli (Lecce).

Sac. Dom. MAZZOTTA, Decurione.

La Sig. A. V. italiana residente a Shillong (India), per mezzo di Suor E. da Roit, rende pubbliche grazie per una segnalaLa grazia ricevuta da Maria Ausiliatrice e dal S. Cuore ad intercessione del Beato e spera di vedere pienamente appagato il suo desiderio col compimento di altre grazie di cui tanto abbisogna.

Esprimono pure la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice i seguenti:

Viberti Canegallo Rita (Carezzano) in una angosciosa situazione si rivolse fiduciosa a Maria Ausiliatrice e fu esaudita.

I.. L. (Monaco) ringraziando M. Ausiliatrice e il Beato D. Bosco per una grazia ricevuta, chiede all'Aiuto dei Cristiani di continuarle la sua protezione e di concederle un'altra grazia che attende.

N. N. (Montemagno) ringrazia Maria Ausiliatrice per una grazia segnalata.

Colombo Maria (Chioggia) porge vive grazie a Maria Ausiliatrice per la grazia concessa ai nipoti Giuseppe e Linda Ardizzon.

B. C. (Pralormo) trovandosi nel pericolo di dover subire un'operazione incominciò una novena a - Maria Ausiliatrice. Sin dal primo giorno notò un miglioramento e in seguito riacquistò la primiera salute evitando l'operazione.

Ferrari Luigi, chierico salesiano (Roma) riconoscente ringrazia Maria Ausiliatrice e il Beato Don Bosco per grazia segnalatissima ricevuta.

Carignano Umbelina Ved. Gallo (Alba) essendo assai preoccupata per dover subire una complicata operazione alla schiena ricorse con fede a Maria Ausiliatrice e, dopo un mese di cure, si trovò perfettamente guarita.

Turco Matilde (Vicoforte) riconoscentissima ringrazia Maria Ausiliatrice per diverse grazie ricevute mediante l'intercessione del Beato Don Bosco.

Caldi Cominazzini Giuseppina (Miasino) trovandosi in penose condizioni di salute, con filiale fiducia si rivolse alla potente Ausiliatrice dei Cristiani ed ora gode salute perfetta.

Lisi Bongiovanni Maria (Montalbano Elicona) affidò a Maria Ausiliatrice un bimbo che versava in grave e improvviso pericolo di morte ed il bambino fu salvo.

Favati Santa (Guidomandri) ringrazia commossa e riconoscente Maria Ausiliatrice che le liberò un figlio da certa morte.

Squillari Carlo è riconoscente a Maria Ausiliatrice per l'ottenuta guarigione di un bambino.

Teodo Angela per l'ottenuta guarigione di un nipote.

Carelli Pierino (Castelnuovo Calcea) colpito da peritonite e ridotto in fin di vita pose ogni sua fiducia in Maria Ausiliatrice ed ottenne una pronta e completa guarigione.

Dalle nostre Missioni

Equatore.

Visita del Vicario Apostolico a Sevilla del Oro.

Amatissimo Padre,

Conoscendo il vivo interesse con cui segue il lavoro che i suoi figli vanno svolgendo nel campo delle Missioni, credo farle cosa grata dandole notizia della visita che S. Ecc. Rev.ma il Vicario Apostolico Mons. Domenico Comin, accompagnato dal nostro amato Sig. Ispettore, volle fare alla nostra Missione di Sevilla del Oro, dedicata al nostro Beato Padre Don Bosco.

Questa missione aperta nei primi di luglio del 193o e curata da noi nel miglior modo e con la frequenza che ci permette il capriccioso e precipitoso fiume Upano, desiderava manifestare al suo amato Pastore tutto il suo affetto e la sua gratitudine. E l'ora finalmente venne.

Il giorno 12 novembre, i Kivari, dopo aver preso vivissima parte nell'adornare la piccola cappella ed imbandierare il cortile adiacente, ricevettero fra salve di fucileria e calorose ovazioni, gli illustri ospiti e li festeggiarono con una piccola accademia. Alle poesie in lingua spagnola si intramezzarono inni e canti in kivaro, il tutto rallegrato dall'orchestra del circolo « Don Bosco » di Macas, che in questo modo volle manifestare la sua completa adesione all'opera missionaria.

Poi i Kivaretti battezzandi diedero saggio della loro preparazione a ricevere il Santo Battesimo con un esame di catechismo. Il modesto trattenimento si chiuse con la distribuzione di vestitini, che l'amato Pastore volle regalare a tutti i battezzandi.

La Domenica 13 Novembre, la Cappella povera apparentemente, ma grande e sublime per gli avvenimenti, presentava un magnifico colpo d'occhio, essendo letteralmente gremita di Kivari. Alla Messa di S. E. un angioletto della selva si accostò per la prima volta al banchetto Eucaristico.

Alle 9 1/2 a. m. ventisette Kivari d'ambedue i sessi, si disposero in grande semicerchio per ricevere il carattere di cristiano, con cui suggellare l'alleanza incominciata. Due ore durò la solenne cerimonia, che non si cancellerà giammai dai nostri cuori, e che fece provare momenti di inesprimibile giubilo e commozione ai nostri cari Superiori. Terminati i Battesimi, si amministrò il Sacramento del Matrimonio a tre famiglie kivare; e così si mise termine a questa giornata missionaria, piena di ricordi e di soavi emozioni.

Ultima pennellata al magnifico quadro fu la rigenerazione, mediante il lavacro battesimale, di altri dieci Kivari e l'unione in matrimonio di altre due famiglie, che come « addio » agli amati superiori, ebbe luogo in Macas il mercoledì 16 novembre.

Voglia il buon Dio benedire sempre più questa Missione, e Maria Ausiliatrice e il Beato Don Bosco le ottengano copiose grazie, affinchè presto in questa immensa foresta non si possa incontrare più nessun Kivaro, che non sia purificato nel sangue dell'Agnello.

Certo che queste poche e sconnesse notizie torneranno care al suo cuore di Padre, imploro su di me e su tutta la missione la sua Benedizione.

Macas

(Equatore) 18-11-1932

Aff.mo e dev.mo in C. J. Ch. ANGELO MARIA RouBY Missionario Salesiano.

Rio Negro.

L'ora di redenzione dei Caboclos.

Alla confluenza del fiume Auapès, il fiume dei Tucanos, col Rio Negro, sorge un'isola maestosa che attrae l'attenzione di chiunque vi passi. L'incrocio delle acque nere del Rio Negro con quelle chiare dell'Auapès forma correnti vorticose elle vanno a frangersi contro i fianchi rocciosi dell'isola superba che domina il tratto forse più suggestivo di tutto il Rio Negro. Lungo questo tratto si nascondono tra le palme le case dei poveri Caboclos, indi semicivilizzati, sfruttati per tanto tempo da commercianti bianchi per l'estrazione della gomma e dei vari prodotti della selva a cui erano costretti, sovente, perfino colle armi. La crisi economica ha ornai consigliato l'esodo a quasi tutti questi speculatori, e la Provvidenza ha invece aperto la strada ai Missionari per curare davvero la completa civilizzazione dei Caboclos. Ne hanno tanto bisogno. Perchè il contatto coi bianchi, che pure aveva loro in qnalche modo giovato per l'apprendimento della lingua e l'adattamento al lavoro, era stato per altra parte funesta scuola di vizio, di menzogna, di furto. Ed essi stessi sospiravan da tempo l'interessamento dei nostri missionari, che già svolgono la loro opera benefica tra i Bianchi del Basso Rio Negro e tra i Tucanos dell'Auapès. Fin'ora però non era mai stato possibile soddisfarli.

Qualche visita l'avevano fatta i nostri missionari da S. Gabriele, ma così rapida da acuire ancor più il desiderio di un'assistenza permanente. « Tu ti occupi del Bianco e dell'Indio ma noi ci abbandoni sempre! » era il lamento accorato che ad ogni visita usciva dal cuore dei poveri Caboclos, mentre porgevano solleciti i loro bambini pel santo Battesimo, o accorrevano alla Santa Messa. Quando poi il missionario si allontanava, i loro occhi si velavano di profonda tristezza. Ma più tristi ancora erano i missionari che si vedevano insufficienti ad una nuova missione. L'isola maestosa aveva sentito una notte il sospiro e la preghiera del primo Prefetto Apostolico del Rio Negro, Mons. Giordano, il quale, appartatosi in quella solitudine per sfuggire al baccano dei Caboclos, raccolti in un'orgia organizzata dai Bianchi prima della loro partenza pel taglio della gomma, fin dalle prime ore della sua missione, se n'era vivamente preoccupato.

Chi avrebbe detto che proprio là nel luogo del suo riposo, venuta l'ora segnata dalla Provvidenza, sarebbesi incominciata l'opera di redenzione da lui tanto sospirata? Proprio così! D. Algeri ha finalmente potuto dedicarsi anche ai poveri Caboclos. Ecco come egli racconta l'inizio della nuova missione:

« Lasciai Taracuà con sette giovani nostri allievi il 1° di ottobre per cominciare l'opera dei Caboclos nell'Ilha das flores e vi giunsi la sera del 2 ottobre, vigilia della festa della celeste Patrona delle Missioni, S. Teresa del Bambino Gesù. L'indomani celebrai la S. Messa circondato solamente dai miei giovani, in una casa dove rimarrò finchè abbia costruita la casa della Missione. Per la Domenica seguente indissi l'adunata dei Caboclos, la prima Messa tra loro e la benedizione di una statua di Santa Teresa del Bambino Gesù, alla quale volevo consacrata la nuova Missione.

» Venne la Domenica, e fin dalle prime ore del mattino da ogni parte affluirono alla mia residenza provvisoria piccole barche, piene di poveri Caboclos contenti e felici di vedere finalmente il Missionario tra loro. Ne contai più di trecento. Si celebrò la S. Messa all'aperto, colla massima solennità che ci fu possibile, si benedisse la Statua della Patrona delle Missioni ed i sette giovani Tucanos fecero la loro Santa Comunione e mi aiutarono a recitare le orazioni a voce alta, parola per parola, ed a cantare alcune lodi. Quando rivolsi la mia parola ai Caboclos ero profondamente commosso. Li invitai ad aiutarmi a formare la loro Missione. L'isola maestosa ci stava dinanzi coi suoi alberi superbi: A Domani quegli alberi dovranno cedere alle nostre scuri! - dissi loro - là vuole il Signore la nostra Missione ».

Al mattino seguente per tempissimo davanti la porta di casa già stavano una settantina di Caboclos colle loro scuri. Si diede senz'altro principio al lavoro. Per otto ore consecutive si lavorò incessantemente. Con schianto fragoroso cadevano gli alberi giganteschi! A mezzo giorno gustarono appena un poco di acqua del fiume con farina di mandioca.

Verso sera soddisfatti sospendemmo il lavoro ed io offersi per refezione ciò che la Provvidenza mi aveva mandato: tapiro, pesce, banane e farina di mandioca.

Questo non fu che l'inizio. In seguito si accumularono da ogni parte enormi travi, liane e foglie di palma per le costruzioni e ci mettemmo all'opera. L'ultima domenica di ottobre, festa di Cristo Re, sul luogo della futura chiesa, in una cappella di palme, raccogliemmo ancora dai punti più lontani del Rio Negro i nostri cari Caboclos per prendere possesso dell'isola, campo, della futura Missione e vi inaugurai quanto portai dall'Italia: un bel quadro del S. Cuore, Calice, paramenti, ecc. Non mancò neppure la campana! » Possiamo aggiungere che per la festa di Santa Cecilia convennero all'isola tutti i giovani della missione di San Gabriele colla banda e schola cantorum e fu inaugurata la chiesa e la casa del Missionario.

Così si è iniziata la vita regolare di questa nuova Missione. Vi funziona un bell'oratorio festivo che ha per cortile la spiaggia. Là, dopo le funzioni di chiesa, passano allegri le ore delle domeniche tutti i giovani dei dintorni, pei quali si è già aperta anche una modesta scuola.

Tutti i Caboclos sono fuori di sè dalla gioia; il campo è grande ed assai promettente.

Così dal bianco civilizzato del Basso Rio Negro fino ai selvaggi degli ultimi affluenti dell'Auapès, su una linea di 15oo km. le posizioni migliori per l'evangelizzazione sono occupate dalle cinque residenze di Barcellos, San Gabriele, Ilha das Flores, Taracuà, Jauareté. In 35 paesetti indigeni, veri punti di collegamento, la Missione del Rio Negro compie il suo lavoro di civiltà e di fede col piccolo numero di 8 sacerdoti, 12 coadiutori, 2 chierici e 14 suore.

Don GIOVANNI MARCHESI, Missionario Salesiano.

Dalla Missione dell'Alto Orinoco.

Primi ad evangelizzare questo territorio furono i R. P. Gesuiti che, entrati nel 1734, vi rimasero fino all'espulsione della Congregazione dalla Spagna e Colonie. Presero il posto i Cappuccini i quali poterono fermarsi fino al 14 dicembre del 1819, quando un decreto della nuova Repubblica li obbligò ad allontanarsi. Dal 1819 al 1840 le varie parrocchie furono rette da alcuni sacerdoti secolari i quali però non resistettero a lungo. Ritornarono di nuovo i Cappuccini nel 184o e vi rimasero fino al 1854. Dal 1854 ad oggi la Missione fu completamente abbandonata, se si eccettua la cura svolta dal P. Díaz Funes per 8 mesi negli anni 1917-1918. Nel 1923, ebbe finalmente una visita del nostro Don Balzola il quale vi fu autorizzato da Mons. Sosa, allora Amministratore Apostolico della Diocesi di Guayana.

Noi la visitammo nel 1928 e ne riportammo le seguenti impressioni:

Le condizioni generali del territorio sono piuttosto sconfortanti. Quindici o vent'anni fa, godeva di una situazione finanziaria proprio eccellente. Correva l'oro, si diceva, come l'acqua; ma, caduto il prezzo del balatum e della gomma, si trova oggi nella miseria. I villaggi sono scarsi; della maggior parte non si ha che un ricordo storico.

L'ignoranza religiosa è assoluta. Difficilmente si trova qualche persona che sappia pregare, che sappia assistere un moribondo o versare l'acqua del Battesimo in caso di necessità. In tutto il viaggio un sol giovane mi domandò quali parole dovesse usare in tal caso; nel Rio Negro rinvenni un poco di religione in alcune donne ex-alunne della nostra Missione di San Gabriel (Brasile).

Nella regione confinante col Brasile, i bianchi che possono disporre di qualche cosa, mandano le loro figlie alla nostra Missione; ma, quando ritornano alle loro case, pare che dimentichino di nuovo tutto, data l'assoluta mancanza di sacerdoti che curino l'istruzione e la vita religiosa.

Durante la nostra visita abbiamo amministrato 227 Battesimi, 300 Cresime e 4 Comunioni; abbiamo inoltre assistilo a sei Matrimonii. Le chiese (semplici capanne con pareti e tetto) sono in completa rovina.

Il primo villaggio che visitammo, fu quello degli Atures, ma non trovammo anima viva. Unico ricordo religioso, in una capanna, l'immagine di S. Giovanni ed una campana. Raggiungemmo pertanto, sempre per fiume, S. Fernando, capitale del territorio di Atabapo. In una chiesa che va in rovina, celebrammo la S.ta Messa; ma, per quanto chiamassimo gente colla campana, riuscimmo ad avere appena tre o quattro persone. Da S. Fernando, per l'Atabapo, passammo a Baltazar e S. Cruz, villaggi completamente disabitati; indi al porto Yavita che conserva soltanto le campane dell'antica cappella in una capanna. Non trovammo una sola persona. Dopo un nuovo percorso di 18 kilometri a piedi arrivammo a Pimichin, città ora distrutta. Nell'unica capanna rimasta in piedi aspettammo due giorni per dar tempo agli indigeni di ritornare a Yavita a prendere le provvigioni. Da Piumichin scendemmo pel fiume dello stesso nome a Maroa, piccolo villaggio in cui almeno trovammo due famiglie civilizzate e una trentina di indigeni. La capanna di Maroa che serve da chiesa è la migliore che abbiamo incontrato perciò l'abbiamo scelta per l'amministrazione dei Sacramenti. Da Maroa fino a S. Carlos sono scomparsi tutti i villaggi segnati dalle carte geografiche. A S. Carlos abbiamo contato il maggior numero di abitanti: da trenta a quaranta famiglie di indigeni Banibas e Barès già civilizzati. Più innanzi tanto sulla riva destra del Rio Negro, colpe nel Casiquiare e nell'Orinoco abbiamo trovato molti sitios, o gruppi di ca panne e case degli esploratori del balatum e della gomma, dove abbiamo amministrato i Sacramenti del Battesimo e della Cresima a molti indigeni.

Il nostro viaggio coincise col tempo in cui gli indigeni sogliono internarsi nella selva per coltivare la campagna oppure accompagnare gli esploratori di balatum; per questo abbiamo dovuto inoltrarci tanto nella regione per prender contatto con varie tribù del territorio. Queste in realtà sono molte e parlano lingue diverse, tanto che quelli di una tribù non intendono quelli dell'altra quando non usano la lingua comune geràl. Ogni tribù si suddivide in capitanie di 50, 100, 200 persone agli ordini di un capo che ha il titolo di Capitano. Il Capitano dispone di loro in modo assoluto; li manda a lavorare di qua e di là, ne percepisce la paga e dà loro quello che crede. Abbiamo avvicinato una tribù di 20o Uahibos che abitano per lo più sulla riva sinistra dell'Orinoco. Gli uomini si coprono solo dalla cintura in giù, con un pezzo di tela che comprano o si fanno con un tessuto vegetale. Questo pezzo di tela è chiamato guayuco. Le donne usano una tunica dello stesso tessuto che v a dal collo alle ginocchia. Serve per questi tessuti una pianta che chiamano marima o marimba. Gli uomini fiutano una polvere o tabacco che si chiama yopo e che introducono nel naso per mezzo di due tubetti. È una polvere che li ubbriaca e li intontisce fino alla stupidità. Tribù piuttosto pigra, dedita alla coltivazione dei campi, alla caccia ed alla pesca. Nei pasti usano il mañoco, una farina che fanno colla yuca (manihot).

Per la caccia usano la freccia e la cerbottana, avvelenando la punta di quella o del piccolo dardo di questa. Il veleno è preparato eco sostanze vegetali; ha effetto mortifero solo quando raggiunge la circolazione del sangue, ma in modo diretto; è innocuo se infila il tubo digerente.

Una tribù più intelligente e laboriosa è quella dei Piaroa che abita nella zona che si estende, da Est ad Ovest, dal Manapiaro alla riva destra dell'Orinoco, e da Nord a Sud da Caicara fino al Ventuari. Ha un grande orrore poi bianchi perchè fu vittima di molte persecuzioni da parte di bianchi malvagi ed immorali. Anche qui donne e uomini si coprono col solo guayuco.

Un'altra tribù molto numerosa è quella dei Maquiritares che è anche la più laboriosa. Seminano non solo la yuca, ma anche il grano turco, il banano ed il cotone col quale fanno ottimi tessuti su telai preistorici. Vestono come i Piaroa.

Ci sono inoltre i Macous, Puinabes, Arachicanos, Guariquenas dei quali però non potemmo avvicinare nessuno: erano troppo internati.

Nell'alto Orinoco ci sono infine le due tribù nemiche Uaharibos e Uuaicàs, in continua guerra fra di loro; e, sulle sponde del Rio Negro e Guainia, i Barès e Banibas nei quali si riscontra qualche traccia di civiltà: vestono completamente, sono amanti del progresso e fanno meravigliosi tessuti colle fibre delle loro palme delle quali ci sono svariatissime qualità. Le parti più salubri sono quelle dell'Alto Orinoco e del Guainia.

Mons. ENRico DE-FERRARI Pref. Ap.

Giappone.

Gli orizzonti si allargano.

Rev.mo ed amat.mo Padre,

Sembra proprio che il Signore prediliga la nostra Missione di Myazaki e l'Opera Salesiana in Giappone, perchè nonostante le critiche situazioni in cui ci troviamo, ci dà la possibilità di lavoro fruttuoso e ci mette nella gradita nécessità di estendere la nostra modesta azione per il bene delle anime.

I Superiori hanno autorizzato la fondazione di Tokyo, di cui prossimamente manderò relazione dettagliata, ed è di questi giorni l'apertura di una nuova residenza a Miyakonojo, centro importante al Sud della Missione, che darà modo di dominare tutta quella vasta zona, che incomincia già ad essere vivificata da famiglie cristiane.

Il vivaio della Missione e della Congregazione è zeppo, e bisogna pensare ormai a sciamare. Nakatsu, la nostra speranza, promette bene. Armonia di anime, di cuori, di intenti, realizzata anche materialmente con un'orchestrina sui generis. Oh, li ammiri questi nostri figliuoli e li benedica, affinchè presto diventino sicut novellae olivarum in circuitu mensae Domini.

Beppu, coll'acquisto di una nuova striscia di terreno, vede estendere la sua povera abitazione, e spera presto avere una sala-cappella un po' più ampia per allogare meglio i cristiani che crescono di numero, e, con fiorente circolo, giovani di attività, per dar poi in seguito luogo all'erezione del santuarietto a M. Ausiliatrice e alla Casa di cura del Missionario. Oh, come è bello nella vera povertà sognare e vedere quanto viene così chiaramente delineandosi, e che per la gloria di Maria Ausiliatrice si realizzerà certo tra non molto. Può lei pensare che la Madonna di Don Bosco non voglia erigersi una sua casa anche in Giappone?

E a Beppu pure, le brave Figlie di Maria Ausiliatrice stanno assestando il loro aspirandato, ricco già di buone vocazioni.

Oita continua nel suo lavoro di propaganda stampa, pregustando il momento di poter ampliare la sua sfera d'azione per la buona causa in sede più ampia ed adatta. Cogli aiuti poi che mi ha promesso col nuovo anno, mi propongo già fin d'ora di dare impulso a questa parte della missione tanto importante sotto tutti gli aspetti. Fu il campo di attività apostolica del Saverio; e le opere di Apostolato Missionario dei Gesuiti prima dei tempi delle persecuzioni ad Oita ebbero la loro sede. È troppo bello e importante pensare il ritorno come a quei tempi! Takanabè ha allargato la sua zona d'azione nei dintorni; è aumentato il numero dei catecumeni, e si sta studiando la possibilità d'iniziare il lavoro nell'importante centro di Mobeska, che in questi anni ha dato un enorme sviluppo alle sue fabbriche di seta artificiale e concimi chimici con agglomerazione di oltre tremila operai. E già contiamo a Takanabè una buona retata di anime, che hanno risposto pronti alla voce di Gesù.

Tano continua nella sua attività, e nonostante le difficoltà che provano i cristiani della zona per la manifestazione della loro fede, pian piano viene aumentando il numero di coloro che si avvicinano. I cristiani hanno dissodato bene quei terreni, una volta steppa di bambù (numerosissimi ed estesissimi in Giappone), meritando elogi dalle autorità. Anche questo serve, non fosse altro indirettamente, a far conoscere la nostra religione.

Miyazaki ha di fronte un nuovo avvenire di bene coll'opera che ha ora tra mano, l'ospizio dei poveri, di cui riferirà ampiamente Don Cavoli. Veda amato Padre le ultime conquiste della carità! Gioisca e si commova con noi.

Aff.mo in G. C.

Don VINCENZO CIMATTI,

Missionario Salesiano. Miyazaki - 6-1-1933.

IL BEATO D. BOSCO.

IN ROMA

Con questo titolo un caro nostro Cooperatore ci manda da Roma alcuni appunti sulla visita fatta alle diverse Opere Salesiane nella Città Eterna. Si legge fra le righe la grata sorpresa provata dal visitatore che non s'aspettava di vederne tante e così fiorenti. E ci pare che a tutti i nostri Cooperatori possa tornare gradita la rapida rassegna, sufficiente negli appunti schematici a farne almeno la presentazione. Per questo li riportiamo, ben lieti se invoglieranno i Pellegrini dell'Anno Santo a visitare qualcuna delle nostre case principali.

«Un fischio acuto e prolungato interruppe la nostra conversazione.

Il rallentare del treno ci avvertì che si entrava in istazione.

Guardai fuori del finestrino. Mi colpì subito, dominante dall'alto d'un bianco campanile romanico, una grande statua dorata, investita in pieno dai raggi del sole.

- È la monumentale statua del Sacro Cuore che sorride e benedice dall'alto della nostra Basilica! - Chi mi parlava era una bella figura di Salesiano anziano, già mio direttore nel collegio di... e che avevo avuto la ventura di incontrare in treno.

- Quella statua - soggiunse - è di rame dorato, dono degli ex-allievi salesiani dell'Argentina. È alta sei metri e mezzo!

15 OPERE DI DON Bosco IN ROMA! - Usciti dalla stazione e fatti pochi passi, imboccammo, a destra, la Via Marsala. - Vede quella bella Chiesa in travertino bianco, a sinistra? È la prima opera di Don Bosco in Roma; la prima delle quindici importanti fondazioni salesiane nella Città Eterna. -

Trasecolai addirittura. Io, ex-allievo e cooperatore salesiano, per la prima volta apprendevo tal cosa: 15 Opere salesiane nella sola Roma !

Giunti all'Istituto del Sacro Cuore in Via Marsala 42, trovammo la più cordiale accoglienza e il mio antico direttore mi volle assolutamente suo ospite e mi si offerse a compagno e cicerone in una rapida visita a tutte le Opere del Beato Don Bosco in Roma.

IL SACRO CUORE DI GESÙ. - Vista dall'esterno di Via Marsala la chiesa forse non fa sospettare la magnificenza del suo interno a tre navate, ricca di marmi e di ori, di affreschi e di quadri assai pregiati. La sua erezione venne affidata a Don Bosco nel 188o da Sua Santità Leone XIII e il 14 Maggio 1887 veniva consacrata al culto dall'Em.mo Card. Vicario. Tempio-votivo internazionale al Sacro Cuore, essa venne dichiarata Basilica pontificia da S. S. Benedetto XV l'11 febbraio 1921. È sede dell'Associazione dei divoti del S. Cuore e della Pia Opera delle sei messe quotidiane perpetue.

Accanto alla Basilica, voluto dal Beato Don Bosco, sorge il grandioso Istituto del S. Cuore di Gesù che accoglie oltre 300 giovinetti studenti, quasi un centinaio di chierici salesiani, frequentanti la Pontificia Università Gregoriana, l'Oratorio Festivo di oltre duecento giovani esterni, la Casa del Soldato, l'Unione Ex-allievi: tutto un alveare di attività salesiana, fatta di lavoro, di pietà, di studio e di serena letizia.

CONVITTO MARIA AUSILIATRICE. - Sorge a pochi passi dal S. Cuore, nella adiacente Via Marghera, al N. 65, l'ultimo palazzo a destra. - Ebbe umili origini, ci dice la Direttrice; il primo stuolo di Suore vi fu inviato nel 1891 e vi compì con eroismo i primi sacrifici tra povertà estrema e santa allegria.

Con l'aiuto della Divina Provvidenza venne acquistato poi uno stabile e fu istituita l'attuale Casa Ispettoriale che vide passare a centinaia le anime giovanili nel Convitto, nelle Scuole, nell'Oratorio Festivo. Il suo spirito è, nella pienezza del programma, lo spirito del Beato Don Bosco, lo spirito della Serva di Dio Suor Maria Mazzarello.

SORRISO D'ORFANE. - Ci portiamo poi col tram e con l'autobus in Via Dalmazia 12, ove sorge il magnifico ISTITUTO GESÙ NAZARENO che, incominciato dal nulla nel 1914, ha preso oggi tanto sviluppo e sì grandiose proporzioni.

Tutte le Case delle Figlie di Maria Ausiliatrice gareggiarono nel contribuire all'erezione di questa nuova opera, che si volle come monumento-ricordo della Beatificazione di Don Bosco.

Ora vi sorride l'innocenza di tante orfane che videro la loro sventura cambiata in sorte felice; ha vita il Collegio, di oltre duecento giovinette che vi passano anni lietissimi, la Scuola Materna, le Elementari, l'Istituto Magistrale Parificato frequentatissimo anche da quasi 300 signorine esterne, i Catechismi Parrocchiali, l'Oratorio Festivo fiorentissimo.

ASILO DELLA PATRIA. - Usciamo commossi dalla visione di tanto bene, ci rechiamo in autobus in Piazza Cavour e di qui col tram saliamo a Monte Mario. È una gita incantevole tra ampie distese di verde, dolci pendii sorrisi di ville, di boschi, di vigneti, di orti e giardini. E poi, ecco il magnifico panorama dell'Urbe, solcata dalla sinuosa e argentea striscia del Tevere...

Eccoci giunti: una bella villa bianca incorniciata di verde, sulla Via della Camilluccia. Leggiamo presso il cancello di ferro: Asilo della Patria ed entriamo, accolti sempre con tanta grazia, a osservare, ad ammirare. Affidato nel 1922 alle Suore di Don Bosco, accoglie una sessantina di orfanelle che respirano, con l'aria salubre, la gioia serena dell'ambiente salesiano e si preparano con l'esercizio dei lavori domestici e della scuola, a divenire delle buone e brave massaie.

CASA SAN GIUSEPPE. - Usciti dì qui, ridiscendiamo all'Urbe dirigendoci in Via della Lungara N. 233, ove sorge un'altra casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice, l'Istituto S. Giuseppe con Patronato per giovani operaie, Dopo-scuola, Oratorio, Catechismi parrocchiali e privati.

Fu fondata nel 1899 e diede e dà lavoro, pane e istruzione a tante povere figlie del popolo, formandole alla virtù e a una vita onesta e laboriosa. Quivi pure l'antico piccolo nido diede luogo a una nuova ed ampia casa che sorride a tante giovinezze, tra il Tevere e le verdi falde del Gianicolo.

S. GIOVANNI DELLA PIGNA. - Eccoci ora giunti nel nostro dolce pellegrinare alla piccola Piazza della Pigna ove sorge la bella chiesetta di S. Giovanni. - Fu ceduta ai Salesiani - mi dice il mio caro cicerone -- da Pio X nel 19o5 e venne subito adibita a residenza del Procuratore Generale dei Salesiani presso la S. Sede. Vi è annessa un'abitazione, i cui ristretti locali non consentono lo sviluppo delle opere proprie d'una casa salesiana; ma la Chiesa è frequentata da numerosi divoti che accorrono alle funzioni che quotidianamente vi si compiono.

OPERA DEL TESTACCIO. - In questo popoloso rione, ch'era uno dei più bisognosi, presso quel colle suggestivo formatosi per secoli dei rottami provenienti dallo scolo del Tevere e detto perciò Testaccio, nel 1900 i Salesiani incominciarono l'Oratorio Festivo e aprirono le Scuole Elementari.

La costruzione della Chiesa dedicata a Santa Maria Liberatrice fu affidata ai Salesiani da Pio X nel 19o5. Essa, frequentatissima, è a croce latina e a tre navate con belle colonne di granito di Baveno. Oltre 700 giovinetti frequentano l'Oratorio.

Vicinissimo alla casa dei Salesiani, in Via Ginori sorge la fiorente CASA S. CECILIA delle Figlie di M. A. con Postulato per le aspiranti, Scuola Materna, Laboratorio per operaie, Doposcuola, Oratorio ch'è frequentato da oltre 500 giovinette.

Asilo MACCHI DI CELLERE. - Ed eccoci ancora in un altro popoloso rione, quello di S. Saba che vanta un bell'asilo diretto dalle Suore di Don Bosco.

Fondato nel 1923 dalla Contessa Dolores Ved.va Conte Macchi di Cellere, a perpetuare il ricordo dell'illustre Consorte, esso accoglie, come un nido ridente di verzura e di gaiezza, i poveri bimbi del quartiere e giovinette che numerose accorrono all'Oratorio per crescere alla pietà, al lavoro, alla riconoscenza.

Esco dall'asilo con l'incancellabile visione di bimbi sorridenti e felici...

Le sirene urlano il mezzogiorno e dal Gianicolo tuona il cannone. Ci affrettiamo a tornare a casa per il pranzo.

ANCORA VISIONI DI BENE. - Al pomeriggio siamo subito in viaggio sul tram che ci porta in Via Prenestina N. 85, ove sorge un altro fiorentissimo istituto di Don Bosco: il CONVITTO OPERAIE VISCOSA, alveare operosissimo di centinaia di giovinette che crescono laboriose e buone, preziosi elementi di bene per le future famiglie e per la società.

Di qui ci portiamo in Via Monza e ammiriamo un altro magnifico istituto: l'AsILo SAVOIA per l'infanzia, amministrato dalla Casa Reale e da essa affidato alle Figlie di Maria Ausiliatrice nel 1917. Accoglie oltre 250 tra fanciulli e fanciulle educati all'amore di Dio e della Patria.

Continuando poi fino alla Via Appia Nuova, quasi a metà di questa, a sinistra, al N. 179, il mio caro Direttore mi addita un bel fabbricato. È la CASA DELLA S. FAMIGLIA fondata nel 1904, che conta oggi parecchie centinaia di fanciulle raccolte nelle Scuole, nei Laboratori, nel Doposcuola, nell'Oratorio Festivo.

Quanta gioventù educata e redenta nel nome benedetto del Beato Bosco sotto il sorriso della Vergine Ausiliatrice!

ISTITUTO PIO XI. - Il tram ci porta ora, sempre per la Via Appia Nuova innanzi al viale del Ristorante Scarpone. Discendiamo, attraversiamo il bel viale di sambuchi e sbuchiamo in Via Tuscolana proprio di fronte al nuovissimo e grandioso Istituto Professionale Pio XI e alla sorgente Chiesa di Maria Ausiliatrice già costituita in Parrocchia e funzionante nella Cappella dell'Istituto.

Questa nuova monumentale opera salesiana in Roma fu voluta e già, in parte, attuata quale omaggio di devozione dei Figli di Don Bosco al S. Padre Pio XI nel 1929, anno del Suo Giubileo Sacerdotale.

L'Istituto, nei suoi ampi laboratori modernamente attrezzati, accoglie circa trecento giovani artigiani che apprendono le più svariate professioni: tipografi, legatori, falegnami, ebanisti, meccanici, fabbri, sarti, calzolai. L'orario di laboratorio è sapientemente alternato dalla scuola, dalla ricreazione, da lezioni di musica strumentale, di canto, di declamazione, da belle funzioni religiose. Il che vale a dare ai giovani un'educazione compiuta, sia dal lato scientifico-professionale, sia dal lato morale-religioso.

Uscii dall'Istituto Pio XI, non solo ammirato ma sbalordito; sapevo dell'operosità intelligente dei Figli di Don Bosco, ma non pensavo mai che potessero creare opere di tale mole e sì perfette nella loro forma complessa e scientifica, opere che valgono a dare alla società operai di prim'ordine e cittadini modello.

SCUOLA PRATICA D'AGRICOLTURA AL MANDRIONE. - Ci rechiamo a vedere anche l'annessa Scuola Pratica per gli orfani di contadini morti in guerra. Ammiriamo anche qui la competenza e praticità dell'insegnamento agricolo e notiamo come l'educazione dei giovani si completi assai bene con l'insegnamento scolastico e religioso.

Gli ottanta giovani sono anche addestrati al governo degli animali domestici che fanno bella mostra in appositi recinti. Il canto, la musica strumentale, la recitazione drammatica vi sono curati secondo il sistema di D. Bosco.

LE CATACOMBE DI S. CALLISTO. - Sorgono sulla Via Appia Antica, non molto lungi da Via Tusculana. Una bella passeggiatina, carezzati dalla fresca brezza della sera, e siamo giunti anche qui, ove Don Bosco nel 1858 passò una giornata fervida di commossa divozione. Sorrise allo sguardo del Padre, la visione di questa nuova opera salesiana?...

- La loro custodia - mi dice il mio caro cicerone - fu affidata dalla S. Sede ai Salesiani nel 1930. Le guide, tutte salesiane, di diverse nazionalità, parlano complessivamente 18 lingue! Fra tutte le catacombe di Roma, quelle di S. Callisto, col rilevante numero di Martiri e Santi illustri, fra cui non meno di venti Papi, tengono il primo posto.

Sull'area stessa di S. Callisto sorge lo Studentato Filosofico con circa ottanta chierici salesiani. Un altro fabbricato, chiamato ora Casa S. Tarcisio, accoglie giovani che si addestrano a divenire esperti agricoltori. Fra poco sarà aperto anche l'Oratorio Festivo che richiamerà i molti giovanetti, sparsi per quella zona di campagna e di abitati, per essere educati ai sacri principi della Fede e trattenuti in onesti svaghi e divertimenti.

IL GRANELLO DI SENAPA. - Uscendo dal buio delle catacombe, già povera culla della Chiesa di Cristo, mi apparve, lontana, nella gloria del sole, la grandiosa cupola michelangiolesca. Dai tenebrosi meandri di quei sotterranei la fede di Cristo era balzata ai fulgori di gloria e di conquista, fatta gigante, imporporata dal sangue di milioni di Martiri!

Così - in proporzione più piccola - l'opera del Beato Don Bosco dall'umiltà delle origini era balzata al pieno rigoglio della sua vitalità, sì da contare nella sola Roma, ad oggi, ben 15 opere, che unitamente alle altre 1300 sparse per tutto il mondo, cantano l'inno meraviglioso della giovinezza sublimata e redenta nella luce della carità di Cristo e nel nome del Beato D. Bosco.

E ricordai la parola di Gesù: - Il Regno dei Cieli è simile al granello di senapa...

Un Cooperatore Salesiano.

Per intercessione del Beato Don Bosco

Una benedizione del Beato Don Bosco! - All'inizio dell'Anno Santo, durante il quale ardentemente speriamo di veder canonizzato il nostro Beato Don Bosco, non mi pare inopportuno ricordare una grazia segnalata che io attribuisco interamente alla sua intercessione.

Si tratta di storia vecchia, ma per me sempre nuova. Giovinetta di 19 anni, per l'improvviso impazzire d'una donna di servizio, avevo contratto una malattia nervosa che mi fece soffrire senza tregua per tre anni. Mio padre, di venerata memoria, vedendo inutili le cure mediche, mi portò un giorno da Don Bosco per una sua benedizione. Il Beato mi benedisse, ma mi dichiarò che avrei dovuto ancora pazientare assai prima di ottenere la completa guarigione. Infatti il male non mi lasciò che il giorno 8 di maggio del 1888, quando ricevetti dalle mani del venerato Don Rua una reliquia del Beato. Ma mi lasciò con un leggero incomodo che scomparve solamente il 31 gennaio del 1896 mentre assistevo alla Messa anniversaria per l'anima di Don Bosco nella Basilica di Maria Ausiliatrice.

Ricordando la grazia ricevuta intendo tributare al Beato D. Bosco un po' della riconoscenza di cui ho pieno il cuore.

Torino.   MARIA PIA ARBORIO MELLA.

Una grazia straordinaria. - Da circa un anno, un forte dolore al duodeno mi cagionava altissime febbri e mi tormentava senza tregua impedendomi di attendere ai doveri di ufficio. Riuscendo inefficaci le cure prodigatemi con mille premure dal medico dell'Istituto, fui trasportata a Catania dove dopo attenta osservazione varii professori dichiararono trattarsi di ulcere gastroduodenale con forte infiammazione al peritoneo. Il tentativo di un'operazione preoccupava assai i professori e le mie Superiore. Io però da molto tempo pregavo il Beato Don Bosco e, viste le cose così disperate gli chiesi con fede almeno la grazia di allontanare il pericolo della difficile operazione. Fui esaudita! Con grande meraviglia dei professori migliorai sensibilmente fino a poter accorrere presso la cara mamma mia gravemente ammalata. Ma bastò questo per farmi ricadere con sintomi tanto gravi da far temere della mia vita.

Aumentai allora la mia fiducia in Don Bosco; ed il 28 Ottobre, mentre ero in preda al mio forte dolore, verso le 12,20 gridai: « Don Bosco, ci siete o non ci siete? » Mi parve allora di vedere il Beato

Don Bosco, splendente di luce, presso il mio letto; e, dopo un breve colloquio, ebbi l'impressione ch'Egli mi passasse la sua mano sul mio male. Il fatto è che sentii un improvviso refrigerio. Mi sembrava di sognare ed in realtà mi sentii piena di forza, perfettamente guarita.

Confusa e commossa, chiesi l'abito, mi alzai, andai in chiesa a ringraziare il Signore e Don Bosco, recitai con la comunità il Tedeum, feci la visita al SS. Sacramento e recitai altre preghiere inginocchio senza sentire nè debolezza, nè stanchezza e, dopo circa 2o giorni dacchè non poteva più nutrirmi, mi misi senz'altro al vitto comune. - Ripresi subito il mio lavoro con energia come se mai fossi stata ammalata. Sono ora passati 40 giorni e non ho più sentito alcun male.

Riconoscentissima al Beato Don Bosco rendo pubblica la grazia e invio un'offerta per la sua causa di canonizzazione.

Suor NICOTRA M. ANTONIETTA F. M. Ausiliatrice.

Il Signor dottore Leocata Filippo, mio medico curante certifica la stabilità della mia guarigione straordinaria colla dichiarazione seguente:

Io sottoscritto, Ufficiale Sanitario del Comune di Biancavilla e medico chirurgo libero esercente certifico di aver visitato e curato da circa un anno la Suora Maria Antonietta Nicotra Figlia di Maria Ausiliatrice presso l'Istituto Immacolata di Biancavilla.

L'inferma presentava fin dal principio febbre alta, grossa tumefazione all'epigastrio dolente alla palpazione, emottisi ad intervalli piuttosto lunghi e grave deperimento organico con oligoemia.

Fin dalle prime visite feci diagnosi di ulcera dello stomaco di probabile natura tubercolare e prognosi assai riservata.

Data la gravità della malattia e della sede consigliai il consulto di specialisti e una dietetica assai rigorosa.

L'inferma fu visitata a Catania da altri distinti sanitari che confermarono la diagnosi e in seguito a cura rigorosa e prolungata la dichiararono quasi guarita e la rimandarono nel locale istituto.

Vana illusione! La suora non tardò molto a ricadere con sintomi assai più gravi e spiccati facendo temere per la sua vita.

Le cure più scrupolose fecero attenuare i disturbi,

ma nulla più. Alla fine di ottobre del corrente anno e precisamente il 28 ottobre 1932 qualche giorno dopo di averne constatato ancora in atto i sintomi subiettivi ed obiettivi della grave infermità, la Suora si è sentita improvvisamente bene, non accusò più alcun dolore, scomparve la febbre, scomparve il malessere, in una parola si sentì completamente guarita.

Avendo visitato due giorni dopo l'inferma ho potuto constatare oltre la scomparsa di ogni sintomo obiettivo della infermità anche il pronto, rapido, sorprendente miglioramento generale.

Ad oltre un mese di distanza dalla improvvisa guarigione oltre a constatare il persistere delle ottime condizioni generali, debbo dichiarare che tale guarigione noli è possibile attribuirla a mezzi curativi e terapeutici tentati infruttuosamente per molti mesi, mentre la maniera come si è manifestata e la stabilità della guarigione hanno tutto del miracoloso e del soprannaturale.

In fede il presente a richiesta della Direttrice dell'Istituto Suor Rosaria Cuscuna.

Biancavilla 8 Dicembre 1932-XI.

Dott. FILIPPO LEOCATA.

Guarigione insperata. - Il 19 febbraio 1931, nel pomeriggio, mentre nevicava, mia moglie, uscita con passo affrettato per aprire l'uscio a me che tornavo a casa con le mani impedite, sdrucciolava sul pavimento di cemento situato dinanzi alla casa e si rompeva una gamba al collo del femore.

I medici, accorsi d'urgenza, gliela mettevano a posto, ma, dichiarata l'impossibilità d'ingessatura della parte lesa, per la difficile posizione della rottura, giudicavano pure non praticabile l'applicazione dei pesi, che l'inferma per altri gravissimi incomodi di salute e per l'inoltrata età di anni 67, non avrebbe potuto sostenere; noli potevano quindi dare probabili speranze di guarigione completa, temevano anzi molto che l'uso dell'arto non fosse più possibile, data l'assoluta mancanza di cure dirette alla saldatura del femore rotto.

In quella triste circostanza invocammo la già esperimentata efficace protezione del B. D. Bosco e, sebbene il medico consigliasse il trasporto all'ospedale, ove si sarebbe potuto fare qualche esperimento, io, confidando unicamente in D. Bosco, preferii trattenerla in casa e applicai tosto alla parte malata una preziosa reliquia ex carne del Beato. Mio figlio, sacerdote salesiano, ottenne che si unissero alle nostre preghiere i giovani di molti istituti salesiani e specialmente gli allievi del ginnasio pareggiato del Collegio S. Giov. Evangelista di Torino.

Le condizioni generali dell'ammalata migliorarono fino alla completa guarigione. Un bel giorno con sorpresa di tutti, non esclusi i medici, la graziata fu vista a percorrere senza aiuto di alcuno con l'uso agile e normale dell'arto la strada non breve che conduce alla chiesa parrocchiale, dove con la commozione dell'animo più che con la bocca sciolse a Dio l'inno del ringraziamento.

Casalcermelli (Aless.) 10-XII-1932.

CRISTOFORO ZERBINO.

Qualche Santo prega per quest'uomo! - Quest'uomo è il nostro vecchio, dilettissimo padre. Anni 86. Da alcuni anni gli si era oscurata la vista e da quasi due era rimasto completamente cieco. Si era rassegnato a non vedere mai più la luce del sole; ma quando venne a sapere che si trattava di cataratta senile, volle si tentasse un'operazione, almeno ad un occhio. I Professori dell'Oftalmico di Torino, esaminati gli occhi, senza essere contrari all'operazione, per ben due volte rimandarono a casa il paziente in attesa di condizioni più favorevoli. Ma, ad una terza insistenza di papà, essi dichiararono apertamente elle le probabilità di riuscita erano scarsissime, data l'età, l'infiammazione delle congiuntive, e soprattutto per la tosse insistente che non accennava a diminuire, causa l'inclemenza della stagione. Fu allora che per desiderio del Primario fu chiamato telegraficamente a Torino il figlio Don Luigi per decidere in merito. Vedendo il padre risoluto e pieno di speranza nell'aiuto del B. Don Bosco, pregammo che fosse operato al più presto, quand'anche ci fosse un solo grado di probabilità su cento, che egli acquistasse qualche po' di vista.

Ma in parecchie case salesiane da molti conoscenti ed amici si pregava fervorosamente Don Bosco; la famiglia promise anche la pubblicazione della grazia.

La notte che precedette l'operazione il povero cieco fu travagliato da una tosse rabbiosa, che non lo lasciò riposare un istante. Ai medici che, accingendosi all'operazione, domandavano se il babbo avesse avuto tosse nella notte, le figlie che lo assistevano, quasi inconsciamente risposero negativamente, tanto erano preoccupate dell'operazione e desiderose che il babbo acquistasse la vista. Richieste di poi perchè avessero risposto a quel modo, dichiararono di non saperlo, e che dopo tutto la loro fiducia in Don Bosco era assoluta.

E il papà, in quella stessa mattina 19 Novembre, venne operato. Cosa mirabile! In tutto il tempo dell'atto operatorio, non ebbe un solo colpo di tosse. Bendato ed immobilizzato nel suo letto, rimase tranquillo fino a sera: solo allora la tosse riprese colla veemenza dei giorni precedenti. Si pensò che la calma sia durata tutto e solo il tempo necessario per non compromettere l'operazione.

Iniziando la prima medicazione, il Professore era preoccupatissimo; e si maravigliò non poco nel trovare l'occhio in ottime condizioni. Alla seconda, lo stesso Professore esclamò con accento di convinzione: « Qualche santo prega per quest'uomo! ». Papà discerneva nettamente la mano del Professore.

Sta il fatto che, il giorno 1 Dicembre, papà, dopo soli 10 giorni dall'operazione, usciva dall'ospedale perfettamente guarito e si affrettava alla Basilica di Maria Ausiliatrice.

Trino Vercellese.   Famiglia TERRONE.

V. G. M. G.

Oh! come è buono il Beato Don Bosco! - Da quattro mesi mi trovavo a letto, e non su materassi di lana, ma sopra assicelle di legno, con busto, ora ingessato, ed ora di celluloide, perchè il professore che mi curava, diceva che ero affetta da morbo di Pott. Eravamo d'inverno e non ne potevo proprio più. Il Signore mi mandò un sacerdote che fu allievo del B. Don Bosco, e subito mi consigliò di cominciare una novena al Beato. Terminata appena la Novena volle che consultassi un altro medico il quale mi sottopose a radiografia e si constatò che non morbo di Pott, ma artrite deformante era la malattia che mi cagionava tanta sofferenza. Mi si levarono per ordine del medico le assicelle dal letto, fui coricata su materassi di lana e dopo pochi giorni mi trovai rinata a nuova vita. Lasciai il letto, uscii di casa, mi occupai dei doveri di famiglia, ed ora da due anni mi trovo assai bene. Conservo il busto di celluloide per ricordo di quanto ho sofferto, e per non dimenticare mai la gratitudine che devo dimostrare al Beato Don Bosco.

Moncalieri, Villa S.ta Gabriella, 7-1- 933.

ANNA DENASIO n. DENASIO.

Altre anime riconoscenti al Beato D. Bosco:

Borbolla Ignazio e famiglia (Queretaro-Messico) invocando il Beato Don Bosco ottenne la guarigione della signorina Maria Concetta affetta da febbre tifoidea.

Prostano Clelia (Lungro) per l'ottenuta guarigione della figlia Titina affetta da infezione viscerale accompagnata, per ben quattro mesi, a temperature altissime.

Famiglia Rosano (Buenos-Aires - Argentina), avendo una bimba di 27 mesi colpita da difterite, con pericolo di meningite, ne affidò la guarigione al nostro Beato e dopo aver deposto sul petto dell'inferma una reliquia di Lui, constatò un sensibile miglioramento seguito da guarigione completa e duratura.

Broggi Bellina (Campo Blenio-Svizzera) è riconoscente al Beato D. Bosco che le ha conservato in vita un nipote colpito da bronco polmonite doppia seguita da un'influenza non curata a tempo.

Vettor Fancello Pia (San Giovanni di Casarsa) porge, in ritardo, vive grazie al Beato pel felice esito d'una operazione subita dal figlio, due anni or sono, e per l'improvvisa cessazione di forti dolori che una notte la colpirono improvvisamente.

Vaudelli Zanasi Maria (Formigine) con animo riconoscente ringrazia il Beato D. Bosco che protesse visibilmente il suo bimbo evitando una grave e pericolosa operazione.

Ballauri Teresa (Torino) per l'ottenuta guarigione della mamma e in segno di riconoscenza porge l'offerta pel riscatto di un moretto.

Sancassani Francesco (Milano) ringrazia il Beato che consolò il suo cuore di padre ridonando la salute ad una sua figlia senza ricorrere ad una operazione.

Malvisi Irma (Morfasso) colpita nello scorso maggio da acuti dolori al ventre venne riconosciuta affetta da appendicite acuta e trasportata all'ospedale ed operata d'urgenza. Il Beato D. Bosco esaudì le preghiere sue e dei suoi cari. L'operazione riuscì belle e la graziata è guarita perfettamente.

Pedrazzoli (Londra) sofferente per una glandola velenosa alla gola dovette sottoporsi ad operazione. Affidò l'esito di essa al Beato D. Bosco e tutto riuscì bellissimo con meraviglia dei professori operanti.

Testa Carolina (Torino) ringrazia il Beato per le molte grazie che le ha concesse e ne invoca la continua assistenza.

Una mamma (Novara) porge vive grazie al Beato D. Bosco per averle guarita la figlia colpita da bronco-polmonite emorragica.

Mandrini Corbella Felicita (Trecate) sofferente da molto tempo di forti dolori alla regione addominale fu ricoverata all'ospedale in osservazione e, al termine d'una novena al Beato D. Bosco, subì l'operazione che riuscì ottimamente. Serberà eterna riconoscenza al suo celeste Protettore.

Colacione Giovanna (Genazzano) invocando il Beato D. Bosco ottenne la guarigione di un fratello colpito da anemia perniciosa.

B. Giovanna (Covo S. Giacomo) affidò al nostro Beato la guarigione del marito affetto da febbre tifoidea, complicata con bronco polmonite, ed ora il caro infermo è quasi rimesso in salute.

Garino Luigi (Montabone) aspirante salesiano, colpito da meningite cerebrale fu affidato all'ospedale di Arezzo. Uno zio salesiano raccomandò al Beato D. Bosco la guarigione del nipote che guarì completamente senza alcun residuo dalla malattia sofferta.

Calzino Enrichetta e Giuseppe (Rimella) rendono pubbliche grazie al nostro Beato per la guarigione del bimbo Ermenegildo affetto da morbillo e bronco polmonite.

Gogioso Prof. Cristoforo (Ventimiglia) con animo riconoscente ringrazia il Beato D. Bosco per la protezione accordata ad una sua parente che subì felicemente le operazioni di appendicite e di laparatomia.

Villella Giovanni (Conflenti) cooperatore salesiano ottenne dal Beato la guarigione di un bimbo dopo due mesi di gravi sofferenze.

Artana Giuseppina (Spineto Scrivia) ringrazia il Beato D. Bosco per segnalatissima grazia concessa a persona cara.

O. C. ringrazia il Beato perchè, avendolo invocato per mezzo di una novena, per ottenere lavoro a suo marito, proprio l'ultimo giorno di essa ricevette la grazia.

Migliardi Maria (Alice Belcolle) ringrazia il Beato D. Bosco che esaudì le sue preghiere.

M. A. V. (Torino) sorpresa da un malore improvviso ad una gamba, già colpita da vene varicose, guarì invocando l'aiuto potente del Beato Don Bosco.

Rolando Maria (Cavour) con animo riconoscente porge vivissime grazie al nostro Beato che gli risanò un bimbo colpito da gastro-enterite e polmonite.

Faroppa Beatrice (Piacenza) esprime viva riconoscenza al Beato Don Bosco per avergli paternamente protetto un bimbo affetto da un ingorgo glandolare.

Azzopardi Ester (Valletta-Malta) ringrazia il Beato per averle guarito il figlio Giuseppe da una pericolosa morsicatura.

M. R. B. (Venezia) ringrazia il suo celeste protettore, il Beato D. Bosco, per aver salvato suo. marito dal pericolo d'un processo penale e gli ricorda che attende altre due grazie.

D. D. é riconoscente al Beato per una segnalatissima grazia ricevuta.

Un sacerdote di Trento porge vive grazie al Beato, D. Bosco per l'assistenza che gli prestò durante una grave malattia.

Del Con Carlo Nicola (Cogozzo) ringrazia il nostra Beato per una grande grazia ricevuta.

Galimberti Augusto da Inderigo (Como), di dieci anni, offre al Beato Don Bosco i suoi piccoli risparmi promessi spontaneamente per una grazia molto desiderata ed ora completamente ottenuta.

Tornatore Maria Ved. Bracco (Torino) commossa ringrazia il Beato per la grazia che le concesse appena terminata una novena.

Una Cooperatrice (Narzole) porge vive grazie al Beato D. Bosco per la palese protezione accordata alla famiglia.

Cannavò Annina, Desideri Maria, Mandelli Angela, Marchignoli Italo, Piscitello Concettina, Puricelli Maria, Sardos Dott. Avv. Paolo, Tonca Caterina, Ugolini Luisa, Vittore Angela.

Lettera di Don Giulivo ai Giovani.

L'Urna del Beato Don Bosco.

Carissimi,

Accorrete meco col pensiero e col cuore nella Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino all'Urna in cui riposa la venerata Salma del Beato Don Bosco.

Eccola tra le lampade luminose in un trionfo di mille quadri e cuori votivi, mentre i fedeli affluiscono ininterrotamente a pregare.

Molti giovani vi sono attratti come da celeste calamita e ne hanno sante ispirazioni, conforti e incoraggiamenti!

Pare che qui la parola del Beato abbia anche una maggiore eloquenza per la gioventù, essendo la sua Urna propriamente collocata nel luogo ove versarono il loro sangue i giovani Santi Martiri Solutore, Avventore e Ottavio della gloriosa Legione Tebea.

Ecco come di loro scrisse il Beato Don Bosco dopo un'apparizione avuta in sogno da Maria Santissima.

La Vergine indicandogli quel luogo in Valdocco, gli aveva detto:

« In questo luogo dove i gloriosi Martiri di Torino Avventore e Ottavio soffrirono il martirio, su queste zolle che furono bagnate dal loro sangue, io voglio che Dio sia onorato in modo specialissimo ». (Notisi che S. Solutore fu ivi appena ferito di lancia e, riuscito a fuggire, finì per morire a Ivrea confessando Gesù Cristo).

» La Madonna - narra Don Bosco - così dicendo avanzava un piede posandolo sul luogo ove avvenne il martirio e me lo indicò con precisione.

» Intanto io mi vidi circondato da un numero immenso e sempre crescente di giovani: ma, guardando la Madonna, crescevano anche i mezzi e il locale: e vidi poi una grandissima chiesa precisamente sul luogo del detto martirio, con molti edifizi tutto all'intorno e con un bel monumento in mezzo... » Fin qui la visione.

Ma quando fu eretto il Santuario di Maria Ausiliatrice, il Beato Don Bosco asseriva che il luogo preciso del martirio su cui aveva posato il piede la Madonna era precisamente quello che nel Santuario rispondeva alla Cappella dedicata ai suddetti Martiri, in cui oggi è posta la venerata Urna del Beato.

Ben può perciò il Beato Don Bosco da questo sacro luogo parlare più fortemente all'animo della gioventù, animandola alla fermezza della fede e all'eroismo della virtù sugli esempi suoi e su quelli dei giovani Santi della Legione Tebea ivi martirizzati.

Coraggio adunque, o cari giovani, traete da quest'Urna i santi propositi delle più alte virtù e delle più nobili imprese e il Beato Don Bosco vi assisterà. potentemente e perennemente.

Addio.   Sempre vostro affezionatissimo D. GIULIVO.

NECROLOGIO

Salesiani defunti.

ALLAVENA D. GIACOMO, Sac. da Pigna (Imperia) † a Torino il 15 - I - 1933. Cresciuto alla scuola di Don Bosco, apprese dal Beato lo spirito salesiano che rese tanto preziosa la sua attività in diverse nostre case, ma soprattutto a Vallecrosia dove trascorse gli ultimi ventitrè anni.

DosQuET BERNARDO, Coad., † a Liegi (Belgio) l'8 febbraio 1933 lasciando esempi di grande carità e di fervida unione con Dio.

FERGNANI D. GIovANNI, Sac. da Aguscello (Ferrara) † a Gerusalemme il 29 dicembre 1932. Fu uno dei primi missionari partiti per la Cina nel 19o6 col compianto Mons. Versiglia. Tornato dopo sei anni in patria per ragioni di salute, raggiunse nell'immediato dopo guerra la Palestina dove il suo nome è particolarmente legato al Martyrium di S. Stefano cui dedicò studi e ricerche preziose.

GRADINATI D. ANTONIO Sac., da Verona † a Chieri il 7 febbraio 1933 a 74 anni di età. Accolto dal Beato Don Bosco fra i suoi figli, si consacrò in modo speciale, il giorno della ordinazione sacerdotale, al Cuore Eucaristico di Gesù, nell'amore ed alla gloria del quale svolse un mirabile apostolato nella cura delle anime particolarmente in Torino e nella città di Nizza Monferrato.

MILANESE SILVIO, Coad., da Torino † a Cuiabà (Brasile) il 18 XII-1932. Accolto ancora dal Beato Don Bosco nella Società Salesiana, partì nel 1885 per le Missioni. Versatile d'ingegno e di ottimo spirito religioso fu quanto mai prezioso prima nell'insegnamento a Montevideo, Villa Colon, Cuiabà, poi, come compagno dell'indimenticabile Don Balzola, nella civilizzazione dei Bororos. Il governo federale del Brasile affidò a lui la fondazione dei primi Osservatorii Meteorologici nel Matto Grosso. A lui si deve ancora la costruzione del Santuario di Maria Ausiliatrice in Cuiabà.

Cooperatori defunti.

Mons. Teol. FRANCESCO DONALISIO

Cameriere segreto di S. S. Papa Pio XI Cav. della Corona d'Italia.

Canonico della Collegiata di Moncalieri fu per 45 anni Prevosto di Moretta. Era tutto salesiano nel vero senso della parola. Fu uno dei primi allievi di Don Bosco nel Collegio di Lanzo. E godette del Beato paterne confidenze. Favorì sempre colla parola e coi fatti la grande Famiglia Salesiana. Sia pace all'anima eletta.

Contessa EMILIA GROMIS DI TRANA nata BALBO BERTONE DI SAMBUY

Spirava in Torino il 12 dello scorso febbraio dopo lunghe sofferenze sopportate con esemplare cristiana rassegnazione. Era Vice Presidente del

Comitato centrale delle Dame Patronesse dal giorno della sua fondazione e finchè le forze glielo permisero ne seguì con affettuoso costante interesse le diverse attività.

Colta dall'infermità continuò a seguire l'attività del Comitato con speciale delicata bontà. Nutriva una grande ammirazione per le Opere del Beato Don Bosco che sorresse generosamente in vita e beneficò ancora nelle sue ultime volontà. Benché appartenesse ad una delle più antiche famiglie della Nobiltà Piemontese, condusse sempre vita molto ritirata. Consorte esemplare del Conte Gualberto Groinis di Trana, divise con lui una vita intessuta di opere buone, velate dal silenzio della carità, evangelica. Ad una profonda pietà dedicò i doni di mente e di cuore che Dio le aveva largito. Il Comitato Centrale delle Dame Patronesse la ricorderà con profondo compianto e i Figli del Beato Don Bosco con imperitura riconoscenza.

Marchesa FRANCESCA CRISPOLTI nata CORNERO

Si è spenta serenamente in Demonte (Cuneo) dopo una lunga malattia. Consorte al sen. march. Filippo, fu donna di forte intelligenza, vasta cultura, di fermo carattere. All'aristocrazia del sangue seppe costantemente aggiungere il pregio di rare virtù. Ebbe per l'opera di Don Bosco un affetto speciale che dispiegò nel Comitato delle Dame Patronesse impegnandosi generosamente in ogni iniziativa. Il suo grande zelo fu apprezzato da tutti i Successori del Beato Don Bosco. La sua memoria vive ora in benedizione nella nostra grande famiglia.

Prof.ssa GIUSEPPINA BOGLIONE

Ha chiuso la sua preziosa esistenza in Bra (Torino) l'8 dello scorso gennaio. Contava appena 42 anni e ne aveva consacrati 25 all'insegnamento, sviluppando le intelligenze dei teneri bimbi e infondendo nei loro cuori tutta la soave bontà e la delicatezza dell'anima sua profondamente cristiana. Da tempo la buona Insegnante era Cooperatrice Salesiana, nutriva una divozione particolare per Don Bosco; come Educatrice ne seguiva l'esempio ed aveva per l'Opera Salesiana la più viva ammirazione.

TREVISI SILVIO

La morte l'ha colto tragicamente in un incidente automobilistico, e Ponte di Brenta ha sentito profondamente la sua scomparsa perchè era uno dei suoi migliori concittadini. Cattolico esemplare, anima di apostolo, era stato educato nei collegi salesiani e n'era uscito collo spirito di vero Cooperatore, prodigandosi largamente nell'esercizio della carità. La sua memoria vivrà in benedizione.

Can. Don ANGELO SACCO Prevosto di San Leonardo in Pallanza.

Devotissimo del Beato Don Bosco, di cui imitava lo zelo nella cura delle anime e la predilezione per la gioventù, svolse un apostolato quanto mai prezioso prima ad Arena e poi a Pallanza. Monumento del suo zelo per l'Azione Cattolica e del suo amore al Beato Don Bosco è il Ricreatorio giovanile ch'egli volle intitolato all'Apostolo della Gioventù. Affrettiamogli colle nostre preghiere il trionfo con Don Bosco in Paradiso.

Ing. Comm. GIUSEPPE ZITO

nato a Palermo il 6-8-1857 morto ivi il 4-2-933. Fu esempio delle più elette virtù ai numerosi figli che volle educati negli Istituti Salesiani per i qual lavorò con affetto ed interesse più che paterno sino al giorno della sua morte. Una prece.

TERESA SAVIO vedova TOSCO

Piamente decedeva il 10 febbraio u. s. all'età di 73 anni all'ospedale del Beato Cottolengo in Torino, circondata di venerazione e delle cure più premurose.

Era sorella devotissima del Servo di Dio Domenico Savio.

Sebbene nata dopo la morte del fratello, tuttavia fu teste assai preziosa sia al Processo dell'Ordinario che all'Apostolico per la Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio, ricordando essa assai bene tutto quanto di lui si narrava in famiglia.

Era donna di preclare virtù. Si deve alla sua energica volontà, se l'anno 1914 si poterono avere in Torino e collocare in superbo Mausoleo nella Basilica di Maria SS. Ausiliatrice i preziosi Resti Mortali di Domenico Savio, contro una piena rivolta di tutto il popolo di Mondonio di Asti, ove da più di 5o anni riposavano.

Preghiamo per la sua anima eletta.

MARCHETTI LORENZO

Cooperatore della prima ora, consacrò al Signore anche i suoi tre lunghi anni di malattia, offrendo le sue sofferenze, con quotidiane preghiere e frequenti Comunioni, per le nostre case missionarie. I nostri aspiranti missionari dell'Istituto d'Ivrea gli saranno particolarmente grati di questo apostolato di sofferenza; i nostri Cooperatori gli affrettino con noi dal Cielo l'eterna ricompensa.

Altri Cooperatori defunti:

ACCORNERO ERNESTINA, Viarigi (Alessandria). ANDRETTA PIETRO, Cimadolmo (Treviso). ALBERGO GUIDO, Terzo (Alessandria). ANsIDEI C.ssa ERMELINA, Perugia.

AZZARRI D. RAFFAELE, S Cristofano a Novoli (Fir.). BALDO ANDREA, Lerma (Alessandria). BARBERIS CARLOTTA, Torino. BARUFPALDI GIOVANNI, Andezeno (Torino). BEDEscHI GIUSEPPE, Cavanella Po (Rovigo). BERTINI CORINNA, Pisa.

BERTOLA Ing. GIOVANNI, Torino.

BONELLI di ROCCABIGLIER ANGIOLINA, Torino. BOSCHETTI VENANZIO, Tavernelle (Massa Carr.), BOZZOLA D. Rocco, Tassarolo (Alessandria). BRIZIo MARGHERITA, Fossano (Cuneo). BROCI D. RAFFAELE, Battifolle (Arezzo). CAFFO FULGENZIO, Venaus (Torino). CAFFO MARGHERITA, Venaus (Torino). CAMPAGNA MARIA, Montrone (Bari). CAMUFFO D. GIUSEPPE, Cervignano (Udine). CARENA GIUSEPPINA, Torino. CAPLI ROSA RICCI, Cantalupo (Imperia). CATARDI SALVATORE, Alghero (Sassari). CAVALLANTI AGOSTINO, Cremosano (Cremona).

CENCIONi D. GIULIO, Gradoli (Viterbo). CERIONI Can. ATTILIO. Senigallia (Ancona). CERUTTI GIUSEPPE, Casale Monf. (Alessandria). CHETONI ANTONIETTA, Pisa.

CHIVINO MARIA, Vestigné (Aosta).

CIPANI MARIA, Maderno (Brescia). CORBATTI ROBERTA, Cornacchiaia (Firenze). CORDONE GIUSEPPE, Cassolnovo (Pavia). CORNO LUIGI, Mombello (Torino). COSENTINI ANTONIO, Izmir (Turchia). CERIONI PIETRO, Cavaria (Varese).

DALORTO STEFANO, Sommariva Perno (Cuneo). DE AMBROGIO CELESTINA Ved. GIRINO, Garlasco. DEVALLE SECONDO, Dogliani (Cuneo).

Di PALMA Prof. FRANCESCO, S. Elia a Pianisi (Camp.) DoMiNICi LONGO Comm. FRANCESCO, Termini Imer. D'ORMEA OTTAVIO, Grottaferrata (Roma). DURI CESARE, Castelvetro Piac. (Piacenza). FARIOLI CELESTINA Ved. COPRENI, Saronno (Varese). FERA ScIPIONE, Monopoli (Bari). FERRARIS GIOVANNA in BARBERO, Mombercelli (Ales.). FERZERO GIOVANNI, Caramagna Pieni. (Cuneo). FILIBERTI TERESA, Invorio Mescia (Novara). FLORIT SORAVITTO LUIGIA, Pignano (Udine). FORNARA D. FRANCESCO, Baceno (Novara). FORNARA MADDALENA in AMBROSINI, Borgomanero. FORNASARO FILIPPO, Pirano (Pola). FRANGI BENERIA, S. Quirico (Grosseto). FRANZOLIN SANTE, Conselve (Padova). GALLO CECILIA, Butera (Caltanissetta). GALLO MARIA Ved. POZZETTI, Roddino (Cuneo) GAMBETTA CLOTILDE, S. Paolo Solbrito (Alessand.). GARBELLINI MARINA, Canaro (Rovigo). GASPARDINO ROSA, Livorno Ferraris (Vercelli). GIRALDI ANNA, Alassio (Savona). GROSSO FEDERICO, Busto Garolfo (Milano). GUADAGNINI TERESA, Fossano (Cuneo). GUASTAVIGNA ELEONORA, Cassinasco (Alessandria). GUGLIADA D. GIOVANNI, S. Antonino (Pavia). GUZZI ESTER, Milano.

INTORRE CARMELO, Napoli.

LANARO PIETRO, Ponticello di Molvena (Vicenza). LENZU MARIA Ved. MELiS, Iglesias (Cagliari). LIONETTO LuIGi, Venaus (Torino). LISCIANI GEMMA, Atri (Teramo).

Lusso GIUSEPPINA, Torino.

MACELLARI MARGHERITA, Perugia.

MANCINI ANGELA, Camerata Cornelio (Bergamo). MANNELLA GEREMIA, Torre del Greco (Napoli). MANNERo TOMMASO, Sommariva Perno (Cuneo). MARCONI Can. GIORGIO, S. Colomba (Pisa). MARCONI GIULIA Ved. PAPA, Pisa. MARGIARIA ANNA, Monticello d'Alba (Cuneo). MARIOTTA ALFREDO, Locarno (Svizzera). MASSOLINI D. PIETRO, S. Vigilio (Brescia). MATTIUSSI LUIGI, Fagagna (Udine).

MIGNONE GIUSEPPINA, Silvano d'Orba (Alessandria). Mo FELICE, Monticello d'Alba (Cuneo). Mo GIOVANNI, Monticello d'Alba (Cuneo). MOLINA OZINO PAOLINA, Lessona (Vercelli). MONTAUTI EDVIGE, Pisa.

MORI CARLOTTA, Spezia.

NAPPI Can. GIUSEPPE, Angri (Salerno). NICOLA PAOLO, Mombercelli (Alessandria). OCCHI GIUSEPPE, Valmozzola (Parma). OLDANO ANGELO, Mombercelli (Alessandria). OTTANI LUIGI, Bologna.

PAGLIANO D. ANDREA, Rossiglione (Genova). PALETTO Teol. D. GIUSEPPE, Valle Ceppi (Torino).

PARATO ENRICO, Torino.

PARISINI EMILIO, Vienna.

PASCHERI MARIA Ved. BROCCHIERO, Torino. PAVESIO CRISTINA Ved. Nuccio, Torino. PERDONA GIOVANNI, S. Michele Extra (Verona). PERLO STEFANO, Caramagna Piem. (Cuneo). PETRIS Giov. BATTISTA, Zoppola (Udine). PozzoLI MARIA Ved. PREVE, Alassio (Savona). PRATO ALBERTINA, Fossano (Cuneo).

PRETE GIUSEPPINA, Castellazzo di Crea (Alessandria). PULLICINI ERCOLINA, Broni (Pavia). RAIMONDi D. BATTISTA, Samolaco (Sondrio). RALLI CIRILLO, Vernasca (Piacenza). RICALDONI LISETTA, Genova. RIGGIO CONCETTINA, Butera (Caltanissetta). RISTA PIETRO, None (Torino). RIZZA ANTONIETTA, Giarratana (Ragusa). ROMANIN ROSA Ved. HUSTER, Fossa Merlo (Treviso) RovEDA MARIANNA, Plesio (Como). SABAINI ANGELA, Ferveva Erbognone (Pavia). SCHETTINO CARLO, Mezza pietra (Napoli). SINICO UMBERTO, Verona. SIRONI MARCO, Cabiate (Como). TAGLIANI ELISA Ved. BIANCHI, Melzo (Milano). TASSORELLO GIUSEPPE, Genova. TERENZIANI D ANTONIO, Muzzadella (Regg. Em.). TORINO MATTEO, Monterosso Grana (Cuneo). ToRONi ROSA, Muralto (Svizzera). TRAINITI RoCCHINA Ved. ZACCO, Butera (Caltan.). TUA RINA, Napoli.

TuRRI ANTONIA, Carugo (Como). UNIA D. SERAFINO, Priola (Cuneo). VANNI CARLO, Morano Po (Alessandria). VESPA FRANCESCO, Butera (Caltanissetta). VICOVARO CARMINA, Gallicano Lazio (Roma). WEICKERT CARLO, Torino. ZOPPO GIUSEPPINA, Montezemolo, (Cuneo). ZORTEA GAIA, Canal S. Bovo (Trento).

Anime riconoscenti a Maria Ausiliatrice ed al Beato Don Bosco:

Ci hanno segnalato grazie ottenute per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice o del Beato D. Bosco, e alcuni hanno anche inviato offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:

Accastello Francesco, Aglietto Domenico, A. L. del Principato di Monaco, Albano Francesca, Alaimo Giuseppina, Alenio Angela, Amasso Maria, Arinovi Ernestina, Arnaudo Pazzini Elena, Artero, Artero Giovanni, Astengo Maria, Audino Rita, Audisio Giovanna, Avenati.

Barberis Lucia, Balocco Caterina, Barra Maddalena, Barsetto Maria, Baudelina Giuseppe, Beccaria Maria, Belloni Carlo e Carmela, Beltramo Margherita, Berola Maria, Bertellotti Aspasia, Bertolino Giovanni, Bertone Michele, Bianchi Giovanna, Bianco Giuseppe, Biasi Virginia, Bisi Vincenzo, Bissaro Antonio, Ristagnino Maria, Blangetti exallievo, B. M., Bocchino Lucia, Bocchio Rosita, Boetto sorelle, Boldi, Borselli Albina, Bongiovanni Giovanni, Borgogna Teresa, Borri Lucia, Boschetti Maddalena, Bottero Rina, Bovio Osvaldo, Brunetti (catena d'oro) Buneva Caterina, Burino Maria, Bursi Rosa, Busetto Olga, Bussi Carlo.

Cabella Adriana, Cabodi Bartolomeo, Cadapane Michele, Camurati Tersilla, Canta Eraldo, Cantù Teobaldo, Canuto Fedele, Capellaro-Graziano, Capio Domenico, Carando De Andreis Carolina, Caregli Navarino-Coniugi, Caruso Canonico Vincenzo, Casassa, Casotti Teresita, Catena Giacomo, Cattaneo Maddalena, Cavaglià, Cavalchini Pietro, Cella Ettore, Ceredi Federico, Chiapello Celestino, Chiara Giuseppe, Chiesa Paolina, Cibrario Maddalena, C. Margherita, Colazza Marco, Cordara Margherita, Cordonato Angela, Cornero Maria, Corno Adelina, Corti-Fam.a (spilla oro), Cossano-Coniugi, C. R., C. S. E., Cucinotta Giuseppina.

Dalponte fam.a, Dambrosio Consiglia, Damiani, Davico Lucia, De Agostini Maria (anello oro), De Amicis Enrichetta, Della Valle Maria, Dell'Era Egle, Dell'Era Giannina, Delù Giuseppina Ved. Beretti, Demichelis Francesca, De Rossi Maria, De Valle Giuseppe, Di Carlo Lucia, Direttrice Asilo Pomini di Castellanza, Dogliani Margherita, Doretto Erminia, Dumontel Giuseppina.

E. M. di Saronno, Emina Luisa (anello d'oro), Eula Mons. Giov. Battista.

Faggioli Genoveffa, Falciola Luigina, Fantini Famiglia (catena d'oro), Fasano Edvige, Fasano Ferdinando, Fasero Maria, Fea Maria Teresa, Ferlito Urzi Agata, Ferrando Antonietta (anello con brillanti), Ferrero, F. F., Fiorio Angelica, Fizzotti Maria, Fizzotti Pietro, F. P. di Moncalieri, Franceschettì Maria, Frascarolo Maria, Fresia Teresa di Coazze, Frola Maria, Fumagalli.

Gallizia Martina, Gallo Andrea, Gamalera Maria, Gardino Anna, Garetto Carolina, Gaudio Ottavio, Gavinelli Serafino, Gay Maria, Gay Teresa, G. B., Gennarelli Luigi; Gennero Roberto, Gervasio Benna Clotilde, G. G., Ghiglione Felicita, Ghio A. B., Ghione Giovanni, Giano Maria, Giordana Pier Angelo, Giordano Giovanni; Giordano Olimpia, Givone Giovanna, G. M. di Torino, Gozzola Giuseppina, Gramaglia Mario, Grassi Pietro, Grosso Thea Anna, Grosso, Guazzo Cesare, Guiberti Giuseppina, Guidetti Elvira, Gusberti Ernesta.

Iacopino Francesca.

La Fratta Raffaele, Laguzzi Lina, Lanteri M. Angela, Lazzarini Gemma, Lenussa Lina, L. M., L. N. di Torino, Leonardi Graziella (catena, medaglia e stella oro), Lombardi Lena (anello d'oro), Longo Maria, Lemardini Riccardo.

Magnani, Maja famiglia, Mainardi Aida, Majo Mariano e famiglia, Maioli Gildo, Una mamma, Manfredi Galliadi Prima, Manitta Ruggeri Letteria, Mantelli Maria, M. A. O. V., Maiotti Marina, Marangoni Anna, Marcellino famiglia, Marchesin Luigia, Marchisio Caterina, Marchisio Stefano, Martini sorelle, Martino Adelaide (orecchini oro), Masinari Fermo, Massobrio Domenica, Mello Lauro e famiglia, Migliardi Roffredo Maria, Milanesi Arzani Carmen, Milazzo Notar Francesco, Moja Maria, Monera Egidio, Montrucchio Maria, Monzeglio Dorato Evelina, Moraglino Maria, Morandino Michele, Morello Celestina, Mosca Lorenzo, Musso Pierino.

Nasi Annetta, Navarra Maria, Negranti Cora, Nesta Ida, N. F. P., Nicola Elide, Nicola Pasqualina, N. N. per grazia ricevuta, N. N. di Giaveno, di Montemagno, di Pont Canavese, di Torino.

Oberti, Odetti Teresa, O. E., Omegna Lina, Opezzo Ernesta, Ormezzano Maria fu Paolo.

Pagliano Eugenio, Pagnutti Alessandro, Paro lini Clotilde, Passio Carlo, Patrono Giovanna, Pavese Giovanni, Perosino Ausilia, Perotto Livia (orecchini oro), Pesce coniugi, Petitti, Pettinaroli Giuseppina, Pettinaroli Lucia Ved. Godi, Pezzana, Pezzato coniugi, Piga Stefania, Pipino Maria, Pirello Antonio, Pistochini Giuseppe, Pisu Gilla, Pizzorno Paimira, Poles Espedito, Pollone Domenica, Ponti Giuseppina (anello oro), Ponzone famiglia, Potasso, Pozzo Paola, Prandi Rosa, Predacini Attilio, Pressano Ernesta.

Quadrelli Maria, Querena Fiorentina.

Ramolfo Agnese, Randellini Erminia, Rapelli, Ravinati Lucia, Regis Matilde, Reviglione Caterina, Rey Giuseppina, Ricaldone Maddalena, Ricca Elena e Pasqualina, Ricceri Antonino, Riffà Carolina, Ripa Luigi, Riva Giovanni, Rolfo Giovanni, Ronco Gaspare, Rossi Delfina, Rossi Maria, Rosso Giovanni, Roticci Ancilla.

Salerno Domenico, Sanvito Leontina di Arnate, Sartori Onorina, S. C. (oggetti per le missioni), Scialpi Antonio, Sella Angiolina, Serra Francesca (catenella oro e ciondolo), Seva Maddalena, Sibilia Alfredo, Sinatra Tudisco Genoveffa.

Tabaroni Vincenza, Talenti coniugi, Tartaglia, Tartaglino Maria, Testori, Tognetti Siro, Tomassono Giovanni, Tonelli Beatrice, Tonetto Severina, Toniali famiglia, Torchio Pietro, Torti Angelo, Travaglini Celso, Traversa Margherita.

Ughetto Fortunato e famiglia.

Vacchina Luigi (catena oro), Valente Andrea, Vallisi Bettini Ada, Valmacchino Adelaide, Vastapane (2 braccialetti oro), Vatteroni Rina, Veglia, Vendri Dott. Amilcare, Vergani Carlo, Verino Maria, Vezzosi Del Rio Maria, Viale Costanza, Viale Giuseppina, Vicini Fernando, Vietti Cesare, Vietti Ferdinando, Viglino Sabina, Villa Giuseppe.

Wuillermin Mirella.

Zanello Rosa, Zavaglio Sac. Angelo.

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Regio Decreto 13 gennaio 1924, n. 22, può legalmente ricevere Legati ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule:

Se trattasi d'un Legato:

«... lascio all'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino a titolo di legato la somma di Lire... (oppure) l'immobile sito in... ».

Se trattasi invece di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa: « Nomino mio erede universale l'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo ».

(Luogo e data),.

(Firma per esteso).