BS 1930s|1933|Bollettino Salesiano Gennaio 1933

Anno LVII - N. 1   1° GENNAIO 1933 (XI)

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

Sommario: Il S.C. Pietro Ricaldone ai Cooperatori e alle Cooperatrici del Beato Don Bosco. - In famiglia. - Nel XLV anniversario della morte del Beato Don Bosco. - A zig-zag da l'Alpi al Mare. - Da un continente all'altro. - Culto e Grazie di Maria Ausiliatrice. - Dalle nostre Missioni: Escursione alla Missione della Candelara, Terra del Fuoco - Mendez-Equatore: Due nuovi passi nella via della civiltà. - Per intercessione del Beato Don Bosco. - Necrologio.

Il Sacerdote Pietro Ricaldone ai Cooperatori e alle Cooperatrici del Beato Don Bosco

Benemeriti Cooperatori, Benemerite Cooperatrici,

Era mio vivo desiderio di rivolgervi quanto prima la mia povera parola: ma pur sentendo forte il bisogno di raccomandarmi alla vostra benevolenza e di dirvi tante cose, ho creduto più opportuno aspettare la presente occasione, anche per presentarmi a voi con la maggior conoscenza possibile delle cose.

Debbo anzitutto ricordare ancora, ìnsieme con voi, il compianto e sempre amatissimo sig. Don Rinaldi. Egli non è più qui a rallegrarci del suo sorriso buono, a dirci la parola paternamente eccitatrice, a guidarci col consiglio prudente, a ricordarci, coi suoi esempi, il Beato Don Bosco. Ma dal Cielo Egli continuerà, col Beato Don Bosco, con Don Rua, con Don Albera, ad esserci Padre e ad ottenerci, in larga misura, grazie e benedizioni.

Fu di soave conforto a me e ai membri tutti della Famiglia Salesiana la partecipazione vostra, così cordiale e così universale, al nostro lutto. Ad esso vollero associarsi, in quasi tutte le nazioni, le più alte Autorità ecclesiastiche e civili, partecipando ad imponenti funerali che furono una non dubbia manifestazione della benevolenza di cui sono circondate le opere del nostro Padre.

Giunga a tutti la rinnovata e calda espressione della nostra riconoscenza.

Ma non si limitò a questo la vostra bontà. Sappiamo infatti di quale vivo interesse e più ancora di quante preghiere ci foste larghi nel periodo in cui rimanemmo orfani di Padre. Quando poi il Signore volle dare alla Famiglia Salesiana il quarto successore di Don Bosco, voi, con mirabile spirito di fede, vi affrettaste ad inviargli la vostra adesione così unanime e cordiale che, ve ne assicuro, mi fu e mi sarà di vero conforto nel portare la pesante croce che il Signore mi volle addossare.

E qui, un ringraziamento filiale e profondo io sento il dovere di umiliare al Sommo Pontefice, il quale, non pago di averci paternamente confortati nel dolore, volle congratularsi della unità di menti e di cuori che formò l'ambiente mirabile del nostro Capitolo Generale XIV, convocato per eleggere il Rettor Maggiore dei Salesiani.

Egli ebbe per l'Opera nostra parole di sovrano compiacimento e la sua benedizione ai Cooperatori, alle Cooperatrici, agli Ex-Allievi, alle Ex-Allieve, agli amici tutti delle Opere del Beato Don Bosco volle essere, al tempo stesso, espressione del suo gradimento per quanto s'è potuto fare, e stimolo per il da farsi, col vostro caritatevole concorso.

Opere compiute dai Salesiani e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Anche nell'anno testè decorso, malgrado l'universale disagio, si potè dare consolante sviluppo alle Opere che sono aspirazione e oggetto della vostra carità.

Nell'ultimo quadriennio del Rettorato dell'indimenticabile D. Rinaldi si era stabilito di non aprire nuovi ,istituti tranne che si trattasse di impegni antecedentemente presi o di case destinate alla formazione del personale salesiano.

Sarà pertanto motivo di conforto al vostro zelo l'apprendere quante delle Case e delle Opere sotto elencate sono destinate agli aspiranti, ai noviziati, agli studentati filosofici; ad istituti insomma di formazione del personale, in notevole aumento.

In ITALIA furono aperte cinque case: Buon Albergo, Aspirandato e Oratorio festivo; Lanuvio, Noviziato; Messina, Studentato teologico con annesso Oratorio festivo e scuole; Montodine, Noviziato con Oratorio festivo; Roma (San Callisto), Studentato filosofico.

In FRANCIA: La Mulatière, Studentato teologico; Landser, Scuola agricola; Maretz, Aspirandato; Roanne, Scuole classiche e professionali.

In JUGOSLAVIA: Kapela, Sanatorio pei nostri malati; Zagabria, Aspirandato con Oratorio festivo,

In POLONIA: Marszalki, Studentato filosofico, Scuole; Jarostow, Myslowice, Ostrezevow, Varsavia, Oratorìo festivo, Scuole.

Nel PORTOGALLO: Lisbona-Estoril, Aspirandato.

In UNGHERIA: Giula, Oratorio festivo, Scuole.

Nell'AMERICA: Bomfim (Brasile), Studentato filosofico, Scuole; S. Paolo (Brasile), Istituto Pio XI, Studentato teologico; Taluá (Colombia), Oratorio festivo, Scuole.

Nell'ASIA: Hong-Kong (Cina), Studentato filosofico e teologico; Shanghai e Tung-Pi Aspirandato, Chiesa, Scuole; Beppu e Tano (Giappone), Oratorio quotidiano, Chiesa; Arambakam, Dhubri, Jalarpet, Polur, Saharampur Tezpur (India), Residenze e Scuole; Bang Pong Thamang e Bang Pong Thawa (Siam), Oratorio festivo, Chiesa, Scuole.

Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice videro espandersi il campo del loro lavoro: e così l'Istituto fondato dal Beato Don Bosco come monumento vivente della sua perenne gratitudine alla Regina del Cielo, ha potuto aggiungere una nuova fioritura di Opere a quelle esistenti, e dare anche a queste un maggiore sviluppo.

In ITALIA. Esse assunsero la direzione di Giardini d'infanzia, Scuole di lavoro, Oratori festivi, Catechismi parrocchiali, Colonie, Assistenze diverse, Ricoveri a Rifreddo, Rivè Vercellese, Galliate, Caltignaga, Castagnole delle Lanze, Colleferro, Cuglieri, Minturno, Terzigno, Aci Sant'Antonio, Acqui, Caramagna, Torino (Istituto Missionario Salesiano « Conti Rebaudengo »), Ravenna, Chiavari, Tromello.

In EUROPA. Identiche Opere aprirono a La Mulatière (Francia), a Coutrai (Belgio), a Dovercourt (Inghilterra), a Linz (Austria), a Monaco (Baviera), a Myslowice (Polonia), a Scutari (Albania), a Katowice (Polonia).

In AFRICA. Aprirono una nuova residenza Missionaria a Kipushya, nel Congo Belga.

In ASIA. Aprirono due Noviziati: uno a Polur nell'India e l'altro a Beppu nel Giappone.

In AMERICA. Case ove svolgonsi opere diverse furono aperte: nel Brasile a Baturite e a Bonfim; a Villa Rica nel Paraguay; ad Alayuela nel centro America, e in Andes nella Colombia; nell'Equatore a Sucua, tra i Kivari, e a Guayaquil. A Caracas, nel Venezuela, accettarono la Direzione didattica dell'Opera di beneficenza «El Buon Consejo » fondata da un ottimo sacerdote della città, il rev.do P. Fuentes Figueros; e, dietro invito di S. E. Rev.ma Monsignor Cento, Nunzio Apostolico, s'incaricarono del Giardino d'infanzia, Scuole e Oratorio festivo a Las Teques.

Sia benedetto il Signore e grazie vivissime siano rese a voi, Cooperatori e Cooperatrici, e amici tutti del Beato Don Bosco, che colla vostra carità avete resa possibile questa consolante fiorìtura di opere.

Proposte per il 1933.

Ed ora, sull'esempio del Beato Don Bosco e dei suoi Successori, passerò pur io a parlarvi delle Opere da promuoversi nel nuovo anno.

Vorrei raccomandarvene molte che darebbero certamente gloria a Dio, e sarebbero la salvezza di non poche anime; ma parmi più opportuno invitarvi a far convergere, nel nuovo anno, la carità vostra particolarmente su due punti.

Il primo è quello di aiutarci al sostentamento dei molti giovanetti orfani o comunque bisognosi che sono raccolti nei nostri istituti.

Non è possibile che vi facciate un'idea delle migliaia e migliaia di poveri fanciulli che bussano, senza tregua, alle porte delle nostre case, per esservi accolti Sono, il più delle volte, situazioni angosciose e improrogabili che straziano il cuore! Che fare? Ove trovare loro un posto quando gl'istituti sono zeppi e i poveri direttori, nelle generali angustie della crisi economica, non sanno più come trovate i mezzi per sfamare tanti cari figlioli?

Gli ospizi soprattutto che vivono del quod superest, del soprappiù, come riusciranno a sostenersi ora che manca a tanti il necessario, e mentre gli stessi che venivano prima e vorrebbero anche oggi venire in nostro aiuto, si vedono obbligati a regolare, con criteri rigidamente restrittivi, il loro bilancio per superare una situazione che pesa su tutti e su tutto?

È vero: la Provvidenza non è mai in crisi; ma è anche vero che essa vuole servirsi delle cause seconde, e perciò c'ispira e ci spinge a ricorrere con speciali e più caldi appelli alle persone che Essa elegge a fortunati strumenti delle sue misericordie. Questi eletti da Dio non mancarono e non mancheranno mai.

Dio stesso, che volge l'occhio misericordioso all'orfano e al derelitto, chiama beati coloro che si chinano a soccorso del bisognoso e promette loro l'abbondanza delle sue benedizioni.

Il secondo punto sul quale mi permetto di richiamare la vostra attenzione è quello delle case ove si forma il personale salesiano.

Le difficoltà che premono su tutti i popoli hanno moltiplicato le miserie ed accresciuto il bisogno di istituti destinati ad opere di carità.

Per conseguenza anche a noi giungono da tutte le parti, numerose come mai, le richieste di aprire nuove case.

Se dessìmo ascolto solo al cuore, ben vorremmo rispondere affermativamente a tutti; ma allorchè ci vediamo dinanzi il personale sovraccarico di lavoro e insufficente alle opere già intraprese, è forza arrenderci alla realtà e rimandare l'accettazione di istituti, la cui apertura parrebbe a volte improrogabile.

Non è che il Signore ci lasci scarseggiare le vocazìoni: al contrario ce le manda abbondanti e per questo appunto io v'invito ad innalzare, con noi, l'inno del ringraziamento al suo Divin Cuore.

Ma forse non tutti i nostri buoni Cooperatoli e le zelanti nostre Cooperatrici si fanno un giusto concetto delle spese ingenti che porta seco la formazione del, personale necessario al consolidarsi e all'espandersi dell'Opera Salesiana.

Per avere un migliaio di novizi - e da qualche tempo tanti appunto ce ne regala ogni anno il Signore - occorre mantenere, quasi sempre contemporaneamente in appositi istituti, da cinque a seimila aspiranti.

I novizi poi, se coadiutori laici, devono successivamente fare un triennio di perfezionamento, e i chierici il corso filosofico e teologico durante sei o sette anni in case apposite.

Si tratta, in cifra approssimativa, di oltre diecimila tra aspiranti, novìzì, allievi maestri d'arte e d'agraria, alunni di filosofia e teologia che dobbiamo alimentare, vestire e dotare di tutto l'occorrente ai loro studi professionali, letterari, filosofici e teologici, se vogliamo essere in grado di rifornire convenientemente le case già esistenti e di aprirne delle nuove. Chi volesse ridurre il suesposto in cifre non ha che da moltiplicare diecimila soggetti per una media annua minima di lire mille e cinquecento per ciascuno: il risultato, che sarà inferiore alla realtà, darà un'idea di quanto occorre per provvedere a tutto.

Non posso, nè debbo nascondervi, benemeriti Cooperatori e zelanti Cooperatrici, che oggi, più che in altri tempi, questa incalzante preoccupazione diviene, a volte, un incubo opprimente. Non è che sia mai per venirci a mancare la fiducia nella Divina Provvidenza; no, mille volte no: per un figlio del Beato Don Bosco sarebbe ingratitudine verso di Lei che, fin dagli inizi della Congregazione, ci fu sempre Madre tenerissima.

Ma in queste ore difficili, e precisamente ora che la Famiglia Salesiana è entrata in una fase di così consolante sviluppo, mi è parso doveroso esporre a voi le cose come stanno, a voi che di questa Famiglia siete parte integrante; e ciò a vostro conforto, a chiarimento e stimolo della vostra carità, ed anche acciocchè possiate, all'occorrenza, illuminare altri circa l'impiego delle elemosine fatte ai Salesiani. Anche il Beato Don Bosco e a Benefattori singoli e ai Cooperatori in genere soleva rendere conto dell'uso che Egli andava facendo delle loro elargizioni.

A questo punto forse voi mi domanderete: in qual modo sarà possibile sovvenire a così grandi e pressanti bisogni?

Permettete che facendo affidamento sulla bontà dei vostri cuori io vi enumeri alcuni mezzi che possono giovare all'uopo:

1) S'incontrano talora anime generose, che, dotate di beni di fortuna e non avendo eredi, vorrebbero destinare ogni loro avere alla fondazione di un'Opera Salesiana.

Il Beato Don Bosco asserì, ripetutamente, che, « in nessun modo migliore » può impiegarsi il denaro che nella formazione di sacerdoti, di apostoli destinati a propagare l'amore e il regno di Gesù Cristo. Ora non vi saranno anime generose disposte a fondare, in tutto o in parte, qualche istituto destinato a sì alto scopo?

È vero: sarà forse mestieri rinunziare, in tal caso, a disegni lungamente accarezzati; ma non v'ha dubbio che il bene fatto con più alto senso di cattolicità servirà ad attirare in più larga misura le benedizioni di Dio sulla terra che ci diede i natali, o su quel determinato luogo che avremmo voluto con preferenza favorire. E chi può misurare il bene che produrrà un simile istituto, al quale nulla vieta che vada legato il nome vostro o di qualche persona cara?

2) Altro mezzo, che propongo alla vostra carità, è quello delle Borse missionarie o di studio. A questo proposito, mi è caro di potervi ridire, in questa circostanza, il ringraziamento cordiale, profondamente sentito, per quanto avete fatto in passato. Siamo lungi ancora dalla meta per provvedere a tutti i presenti bisogni. Ma io so di parlare ad anime profondamente cristiane cui sta a cuore la salvezza di tanti sventurati fratelli, a cuori generosi, capaci di apprezzare gl'immensi benefici della carità loro; e perciò sono indotto a sperare che il nuovo anno 1933 sarà contrassegnato da un notevole aumento di borse destinate alla formazione di sacerdoti, di missionari che s'immolino per le anime. Chiunque ne abbia la possibilità, anche se dovrà imporsi qualche sacrifizio, si decida a perpetuare il proprio nome o quello di persone care, vive o defunte, colla creazione di qualche borsa. Quale soave conforto in vita e più ancora in punto di morte, pensare che abbiamo un sacerdote, un missionario che perpetuamente prega per noi e ci ha ognora presenti nelle sue apostoliche fatiche.

3) Tutti poi, ne sono certo, vorranno fare, anche nel corso del nuovo anno, qualche sacrificio per venire in soccorso delle migliaia e migliaia di orfanelli che popolano i nostri istituti. Appunto perchè i tempi sono difficili, dobbiamo sforzarci di attirare sii di noi, sulle nostre famiglie sulle nazioni tutte, grazie più abbondanti con frequenti opere di carità.

Ho pensato più volte che se ogni nostro Cooperatore, ogni zelante Cooperatrice riuscisse, colla sua propaganda tra persone agiate e caritatevoli e coll'obolo suo personale, a farci avere da cinque a dieci lire ogni mese, potremmo continuare a svolgere meno trepidanti le opere intraprese.

Lo so, non mancano le anime buone che, in passato, fecero di più e altrettanto si propongono di fare in avvenire: il Signore le ricompensi.

Ma, in queste ore angosciose, se quanti possono ascoltassero l'invito fatto, ci si allevierebbe di non poco il carico della responsabilità che grava sulle nostre spalle.

Conclusione.

Vorrete perdonarmi se mi sono dilungato alquanto: come vi dissi al principio, sentivo il bisogno d'intrattenermi con voi ed ora che l'ho fatto, sento rinfrancarmisi la fiducia, quasi al calore della vostra benevolenza e carità, che è un riflesso della carità divina.

Il Beato Don Bosco, prima di morire, rivolgeva anche per me una preghiera al

vostro buon cuore. « Se, scriveva Egli, avete aiutato me con tanta bontà e perseveranza, ora vi prego che continuiate ad aiutare il mio Successore dopo la mia morte ». Oggi, dal Cielo, Egli continua a rivolgervi questa preghiera.

Ed io, a conclusione, vi ridirò le parole che, in analoga circostanza, Egli indirizzava ai benemeriti Cooperatori e alle zelanti Cooperatrici delle sue Opere:

« Vi ho esposto quello che si è fatto e quello che resta a farsi; vi ho pure aperto il mio cuore con tutta confidenza. Ora, non mi rimane più altro se non perorare presso di voi la buona causa, e pregarvi che vogliate essere tuttora i canali della Divina Provvidenza. Ormai sapete a che cosa serve la vostra carità, la vostra limosina nelle mani di Don Bosco. Essa serve a raccogliere dalle vie tanti poveri giovanetti, a dar loro col pane della vita il cibo dell'anima, a istruirli nella Relìgione, avvìarli a un mestiere e a qualche carriera onorata, a formarne dei buoni figliuolì e dei savi cittadini; serve a dare alla civile società dei membri utili, alla Chiesa dei cattolici virtuosi, al Cielo dei fortunati abitatori. Serve a creare per la gioventù dei maestri dabbene, per le popolazioni cristiane dei zelanti sacerdoti, pei popoli selvaggi dei coraggiosi Missionari...

» Siatemi adunque larghi del vostro aiuto a sostegno di queste opere di Religione e di vera civiltà e state sicuri che se voi coopererete al bene della Chiesa e alla salute delle anime, Iddio vi compenserà degnamente da pari suo. Se siete sacerdoti, Dio ve ne ricompenserà col rendere più fruttuoso il sacro vostro Ministero; se siete padri e madri, vi compenserà nella vostra figliolanza; se superiori, vi ricompenserà nelle vostre comunità e famiglie. In qualunque stato vi troviate vi ricompenserà dei vostri sacrifizi col benedìrvi nella persona, nei negozi temporali, negli affari spirituali, e, quello che meglio vale, vi farà godere una grande consolazione al punto della morte, come un saggio anticipato di quelle sovrane dolcezze, che vi tiene preparate in Cielo ».

Egli poneva fine alla sua lettera col rìcordare loro una cosa che non si stancava mai di ripetere: « In tutte le Case Salesiane, diceva, i nostri giovanettì e tutti i Salesiani pregano ogni giorno pei loro benefattori. Alle preghiere dei miei cari figlioli, aggiungerò pure le mie, ed ogni mattino nella santa Messa farò un memento speciale per voi tutti, pregando la misericordia di Dio, che, pei meriti di Nostro Signore Gesù Cristo e di Maria Ausiliatrice, vi conceda in questo mondo tutto quello che può desiderare un'anima buona, specialmente la grazia di poterci trovare un giorno tutti insieme riuniti a lodarlo e benedirlo nella Patria dei beati.

» Vogliate ancora voi pregare per me... ».

Così Don Bosco, il 2 gennaio 1883: così oggi, dopo cinquant'anni, il quarto Successore.

Torino, 1° gennaio suo povero 1933.

Vostro obbligatissimo servitore

sac. PIETRO RICALDONE.

Iscrivetevi alla Pia Opera delle SEI MESSE celebrale OGNI GIORNO nella Basilica del Sacro Cuore a Roma. SEI MESSE celebrate secondo l'intenzione dei fedeli per le anime loro o per le anime dei loro defunti, per le anime care e per quelle che corrono speciali pericoli.

SEI MESSE quotidiane, assicurate a tutti coloro che, mediante l'umile offerta di LIRE UNA a testa, si fanno iscrivere alla PIA OPERA DEL SACRO CUORE DI GESÙ .

Indirizzare: al Rettor Maggiore dei Salesiani: Via Cottolengo, 32 - Torino (1o9); oppure al Rettore dell'Ospizio Sacro Cuore: Via Marsala, 42, Roma.

L'anniversario della morte di Don Rinaldi.

Come abbiamo preannunciato, il 1° dicembre u. s., si è anticipata nella basilica di Maria Ausiliatrice la funzione di suffragio per l'anima del compianto signor Don Rinaldi, nel primo anniversario dalla sua morte.

Cantò la S. Messa il Rettor Maggiore, assistito da Don Braga, ispettore in Cina e da Don Calasanz, ispettore in Spagna. In appositi banchi erano i parenti, il Capitolo Superiore ed il Consiglio Generalizio delle Figlie di Maria Ausiliatrice, le Autorità cittadine, vani Ispettori e i Direttori delle case più vicine. Largamente rappresentati Istituti ed Associazioni e tutti i Collegi ed Oratori salesiani di Torino. Nonostante il tempo piovoso il concorso dei Cooperatori ed amici delle opere del beato Don Bosco fu tale da riempire la basilica. Lo stesso Rettor Maggiore impartì l'assoluzione al tumulo.

A perpetuare la memoria dell'amatissimo Padre, Don Ceria ci ha dato, pei tipi della S. E. I., una succinta biografia di Don Rinaldi.

L'autore, fatto vedere per quali vie la Provvidenza guidò al beato Don Bosco il suo terzo successore, lo accompagna nella direzione dei « Figli di Maria », lo segue nella Spagna, lo riconduce in Italia, dove gli tiene dietro nella sua attività di Prefetto Generale e di Rettor Maggiore. Infine lo fa parlare da oltretomba, in una preziosa raccolta di suoi documenti sulla vita spirituale.

Il bel volume in-16, di pagg. 200 è uscito in questi giorni al prezzo di L. 7 --.

Ex-allievi di Don Bosco alla Casa Madre.

Questa volta il titolo non è generico, perchè si tratta proprio di ex-allievi autentici del Beato Don Bosco, che furono alunni interni dell'Oratorio San Francesco di Sales negli anni in cui viveva il Beato ed informava del sito spirito direttamente l'educazione dei giovani artigiani e studenti. Convennero circa una trentina da diverse parti alla Casa Madre, la domenica 6 novembre dello scorso anno, accolti affettuosamente dal rev.mo sig. Don Giorgio Serié del Capitolo Superiore, anche a nome del Rettor Maggiore assente, e da un bel gruppo di ex-allievi interni ed esterni dell'Oratorio, con Don Panciatichi e Don Pavese. Assistettero alla S. Messa, celebrata dal sig. Don Serié nella Basilica di Maria Ausiliatrice e fecero con visibile commozione l'esercizio della buona morte. Infra Missam salì il pulpito l'ex-allievo P. Reginaldo Giuliani dei Predicatori che, in un vibrante discorso, illustrò il valore ed il significato di quel primo convegno di ex-allievi dei tempi eroici, e, compiacendosene coi presenti, portò il pensiero ed il cuore agli ex-allievi assenti, agli ex-allievi defunti, a quelli soprattutto che erano caduti nella grande guerra, invocando suffragi e traendone ispirazione a propositi di vita cristiana.

All'uscita dalla chiesa li attendevano i giovani studenti e la banda degli artigiani che diede loro il saluto fra entusiastici applausi. Innanzi al monumento di Don Bosco, Don Pavese commemorò ufficialmente i Caduti ed il dottor Bonicelli ravvivò il ricordo dei tempi passati, quando il Beato era in mezzo a loro, vivo e sorridente, con quegli occhi che penetravano le anime e quel cuore che aveva sempre nuove risorse per migliorarli ed educarli.

Servita la colazione, si trattennero a familiarizzare coi Salesiani e cogli allievi, ed a festeggiare il carissimo Maestro Cav. Dogliani, glorioso superstite dei loro antichi superiori; finchè un elegante torpedone li trasportò a Valsalice ove resero omaggio alle salme venerate di- Don Rua e di Don Albera.

A pranzo sedettero non più nei sotterranei, ma nella sala che custodisce i bozzetti dei progetti di ampliamento della Basilica di Maria Ausliatrice e dell'altare del Beato Don Bosco.

La cordiale intimità provocò una gara di commoventi ricordi. Giovinezze dai sessanta ai novant'anni ed oltre, rievocavano le umili origini dell'Oratorio e le diverse tappe del suo sviluppo ed il sorgere come in sogno della chiesa di Maria Ausiliatrice. C'era chi aveva cooperato alla costruzione portando mattoni; il veterano signor Roda ricordava ancora l'angelico Domenico Savio e Mamma Margherita che gli aveva perfin tagliato i capelli; il Cav. De-Asti aveva fotografato Don Bosco sul letto di morte. Ma non si accontentarono di ricordi; formarono i propositi di perenne adesione allo spirito ed al sistema di Don Bosco ed espressero il voto di potersi riunire ogni anno nella Casa Madre per tener vivo il il ricordo dei primi tempi. Il signor Don Serié, che aveva avuto la geniale idea di questo primo convegno, accolse con gioia il loro voto e, ringraziandoli della loro corrispondenza agli insegnamenti di Don Bosco, che aveva procurato all'Oratorio l'edificante spettacolo di quella giornata, li assicurò che si sarebbe provveduto a continuare fino agli ultimi superstiti la gioia di un convegno così caratteristico e così confortante!

Il Rettor Maggiore nelle Case di formazione dell'Alta Italia.

La circolare che i nostri Cooperatori hanno appena finito di leggere fu preparata dal nostro Rettor Maggiore mentre visitava le case di formazione dell'Alta Italia per compiervi la cara funzione della vestizione religiosa dei novelli Chierici e dell'imposizione della medaglia agli Ascritti Coadiutori. Sgorgata dal cuore di un padre che conta parecchie migliaia di figli spirituali, essa risente anche della gioia provata di fronte a tante giovinezze generose e della paterna preoccupazione pel loro sostenta-

mento e per la loro educazione. E non sono che un piccolo numero fra le tante sparse nelle case di formazione in Italia ed all'estero. Ne diciamo qualche cosa, ispirati dalla funzione che inizia pei cari giovani un anno di intenso lavorio spirituale.

Villa Moglia (Chieri), Pinerolo, Montodine, Este, Varazze, Borgomanero furono le fortunate. In esse maturano tante belle vocazioni su cui riposano le speranze della nostra Società. L'accoglienza del Rettor Maggiore fu ovunque improntanta a filiale cordialità e a giovanile entusiasmo.

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A Pinerolo egli aveva benedetto fin dal settembre la pietra angolare del santuario al Sacro Cuore di Gesù. I Chierici che ora hanno ricevuto l'abito dalle mani del Rettor Maggiore ed i Coadiutori ai quali egli ha imposto la medaglia, impiegano le ore di ricreazione a trasportare calce e mattoni per condurlo al più presto a compimento. Così un doppio tempio sarà ultimato colla grazia di Dio il prossimo anno: quello spirituale delle anime loro e quello materiale che sarà la cappella dell'Istituto. La duplice consacrazione segnerà una data memoranda negli annali di Monte Oliveto.

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A Montodine ha aperto le porte al Rettor Maggiore il palazzo che la compianta piissima damigella Camilla Marozzi dei Conti Benvenuti ha lasciato morendo ai Salesiani. Quivi un altro stuolo di Ascritti accolse il IV Successore del Beato Don Bosco che vi giungeva da Milano dopo aver assistito alla inaugurazione della nuova sede dell'Università Cattolica. La funzione si svolse nell'intimità della famiglia salesiana, condivisa dai parenti dei novelli Chierici, accorsi numerosi alla loro vestizione. Era presente l'Ispettore D. Colombo, il Prevosto del paese, il Comm. Mario Geronazzo, il Comm. Egidio Legnami, benemeriti Cooperatori, e varii amici dell'Opera Salesiana. Il Rettor Maggiore ebbe parole di speciale riconoscenza per la insigne Benefattrice che aveva donato il suo palazzo ai figli di Don Bosco e pei parenti dei cari giovani che ne facevano generosa offerta al Signore. La giornata è volata troppo presto, lasciando nel cuore di tutti le più care impressioni.

Este. Da Montodine raggiunse l' Ispettoria Veneta per recarsi alla casa di formazione di Este. Ma, essendo la prima volta che metteva piede in questa Ispettoria come Rettor Maggiore, fu disputato da diverse case che l'obbligarono a qualche tappa.

Prima di tutte la casa ispettoriale di Verona ove quattrocento giovani, studenti ed artigiani, l'accolsero con straordinario entusiasmo. Vi passò il giorno dei Santì e ricevette l'omaggio delle Autorità, Cooperatori ed Ex-allievi. A pranzo fu circondato dal Commissario Prefettizio di Verona, barone Niutta, dal Vice-prefetto comm. Giovanni Amorth, in rappresentanza del Prefetto, dall'avv. Gracco, giudice del tribunale, dai Monsignori Chiot, Fritz, dal Presidente dell'Atesina col Consiglio ecc.

A sera, dopo l'accademia, ricevette in particolare gli ex-allievi coi quali si trattenne in affabile colloquio. L'indomani si recò ad ossequiare S. E. Mons. Gerolamo Cardinale, vescovo diocesano il quale volle restituirgli la visita in collegio. Lasciò Verona dopo il cristiano tradizionale tributo di suffragio al Cimitero ove riposano Confratelli e Cooperatori particolarmente cari.

Accompagnato dall'Ispettore Don Besnate fece una breve sosta a Legnano ove l'attendevano allievi, ex-allievi e Cooperatori, con a capo il Podestà e Mons. Arciprete, per l'inaugurazione di un ampliamento del cortile di ricreazione. Nobilissimo il discorso del Podestà; affettuosissima la dimostrazione di venerazione pel successore del Beato Don Bosco.

Giunse ad Este alla sera accolto dagli Ascritti salesiani e dai giovani del fiorente Convitto Civico. La funzione della vestizione fatta con solennità gli procurò la gioia di una bella corona di Cooperatori ed amici dell'Opera Salesiana, di parenti dei novelli chierici e di quasi tutti i direttori degli Istituti dell'Ispettoria. Si rinnovò qui la festa delle altre Case, ricca di emozioni e di spirituali consolazioni.

Da Este fece una capatina a Padova per venerarvi il Santo, ossequiare Mons. Vescovo e soddisfare il desiderio delle Figlie di Maria Ausiliatrice che avevano radunato nel loro Istituto una folla di Cooperatrici, di Cooperatori, ex-allievi ed autorevoli personalità per un fervido omaggio al Rettor Maggiore. La stessa soddisfazione, per quanto di volo, diede infine ai due Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Conegliano. E s'indugiò nella visita della R. Scuola di Agricoltura che lo interessava particolarmente.

Ebbe appena il tempo per trasferirsi in Liguria dove l'attendeva la città di Varazze.

Varazze. Anche Varazze ha organizzato per l'occasione un'accoglienza ufficiale, essendo la prima volta che Don Ricaldone vi giungeva come successore del B. Don Bosco.

Lasciamo la penna al cronista:

« Don Ricaldone è stato a Varazze in occasione della vestizione chiericale in quella nostra fiorente casa di formazione. Il popolo di Varazze, non mai secondo ad altri nell'affetto a Don Bosco ed alle sue opere, informato di tale visita, preparò al nostro Superiore una dimostrazione grandiosa, indimenticabile.

» Giunto la sera del giorno 5 novembre, fu ricevuto dai nostri Confratelli con a capo il Rev.mo Ispettore Don Antoniol, dalle Autorità cittadine e da una gran folla che sostava presso l'ingresso della casa in Via Giovanni Bosco. Come chiudere il cancello a tutto quel popolo che si accalcava per vedere con agio il Superiore e bramava sentirne la voce? Attraverso il viale illuminato a festa si riversò tutto nel cortile, in ampia corona attorno al palco d'onore.

» Il primo saluto al Padre di tanti fanciulli sparsi in tutto il mondo fu rivolto da un giovanetto dell'Oratorio festivo a nome di tutta la gioventù varazzese. Prese poi la parola il Rev.mo Arciprete, Mons. Calandrone, il quale espresse, come ex-allievo e come Parroco, tutta la sua gioia e quella della cittadinanza per una visita tanto attesa e tanto cara. Don Ricaldone rispose al caldo saluto, ed accogliendo l'invito del degnissimo Prevosto si disse lieto di potere all'indomani trattenersi più a lungo con un popolo che nutre sempre tanto affetto per Don Bosco e per l'opera sua. Il ricevimento era finito; ma la folla non si rassegnò a lasciare la casa, finchè non le fu concesso di avvicinarsi al Superiore e sfilare per lunga ora al bacio della mano.

» All'indomani nella chiesa, dell'Oratorio festivo, presenti tutti i giovani del Collegio Civico, molti esterni e buon numero di Cooperatori, ebbe luogo la solenne cerimonia della vestizione ed imposizione della medaglia. Il venerato Superiore era raggiante nel contemplare uno stuolo così numeroso di giovani venuti ad ingrossare le file salesiane. Erano 28 Chierici e 7 Coadiutori. Ai fortunati giovani Don Ricaldone rivolse un paterno discorso sul significato della funzione, incoraggiandoli a perseverare animosi nella gloriosa via intrapresa.

» A mezzogiorno facevano corona al nostro Superiore, oltre Mons. Arciprete, i Superiori degli ordini religiosi Domenicano e Francescano, le rappresentanze del Comune, degli ex-allievi, delle Associazioni cattoliche, e parecchi Direttori dell'Ispettoria Tosco-Ligure. Al levare delle mense dopo i canti di gioia e le espressioni di esultanza da parte dei novelli Chierici, si alzò Mons. Arciprete e, con un alato discorso, inneggiò all'Opera Salesiana, di cui Don Ricaldone era così degno Superiore e Padre; ed accennando all'affetto di predilezione del B. Don Bosco per Varazze, rievocò i fasti gloriosi del Collegio, in cui Egli maturò l'idea delle Missioni e dal quale partirono i primi intrepidi missionari, e rilevò come sia tuttora vivo il ricordo dell'ultima benedizione del Beato alla città di Varazze

» Don Ricaldone rispose a tutti con paterna bontà; ringraziò le Autorità presenti e quelle rappresentate, ed ebbe accenti di particolare tenerezza per i parenti delle nuove reclute salesiane, presenti in buon numero alla refezione.

» Intanto la popolazione di Varazze si era raccolta nell'ampia chiesa parrocchiale, fin dalle prime ore del pomeriggio, desiderosa ed ansiosa di udire la parola del Successore di Don Bosco. Era in programma un breve discorso; ma quando Don Ricaldone, salito in pulpito, contemplò quella moltitudine che in modo inverosimile gremiva il vasto tempio, si sentì commosso, e regalò all'imponente uditorio una di quelle conferenze di cui i nostri lettori ben conoscono il calore e l'incanto. Ebbe degli spunti commoventi quando parlò di alcune Missioni più infelici da lui visitate. Ed un fremito di compiacenza ebbe il popolo quando ringraziò calorosamente Varazze per la sua incrollabile devozione all'Opera Salesiana; devozione che si manifestò sempre in ogni circostanza e specialmente in una delle più dolorose e per sempre dimenticata.

» Infine, prima di scendere dal pulpito, Don Ricaldone, per aderire alle insistenze della popolazione, dovette impartire la sua benedizione come l'aveva impartita Don Bosco tanti anni addietro; ma egli ci tenne a dichiarare che la sua benedizione non sarebbe stata che una conferma e quasi una continuazione di quella data dal Beato.

» Sceso dal pulpito, lo stesso Superiore, indossati i sacri paramenti, assistito dal Capitolo, da molti sacerdoti, e da tutti i novelli Chierici, si avviò all'altare per la funzione di chiusura. Ancora una volta il Prevosto sentì il bisogno di prendere la parola e, prima che Don Ricaldone impartisse la trina Benedizione, rinnovando vivissimi ringraziamenti, invitò il popolo tutto a recitare con lui alcune preghiere al SS. Sacramento per il Successore di Don Bosco e per tutta la Congregazione salesiana, come espressione di riconoscenza della città di Varazze per l'immenso bene che i Salesiani operano a vantaggio della gioventù maschile e femminile.

» Non possiamo tacere di un particolare che dimostra come per i buoni Varazzesi il Superiore dei Salesiani è sempre Don Bosco che storna: Don Ricaldone voleva attendere in sacrestia, aspettando ad uscire che la moltitudine sfollasse; ma la chiesa restava piena, perchè la gente sulla piazza non si muoveva ed attendeva il passaggio del Superiore. Così egli dovette rassegnarsi a passare in mezzo alla folla che lo acclamava e si stringeva attorno a lui per baciargli le mani, così come avevano fatto un giorno i Varazzesi al nostro Beato Padre Don Bosco.

» Non doveva mancare, prima di finire la giornata, una visita all'Istituto Santa Caterina, diretto dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. E Don Ricaldone, dopo la funzione parrocchiale, vi si recò e fu ricevuto con vivissimo entusiasmo oltre che dalle educande, da una falange di oratoriane, da exallieve e da varie persone che gremivano le aule, il cortile e le adiacenze dell'Istituto

» La visita di Don Ricaldone ha segnato una data incancellabile nell'animo di tutti i Varazzesi, i quali sono stati lietissimi d'avere udito dalle sue labbra che la loro città va annoverata tre le primissime per intensità di affetto verso le Opere Salesiane »

Nel XLV anniversario della morte del Beato D. Bosco

Il suo sistema educativo. Apprezzamenti scismatici...

« Finalmente Don Bosco entra in Romania!... ».

Con questa esclamazione di viva compiacenza, un amico ci ha mandato copia del giornale ortodosso romeno Patria del 9 ottobre dello scorso anno, colla traduzione di un articolo di GAVRIL TODICA. pure di religione ortodossa, su La base della educazione.

Il giornale si stampa a Cluj (Romania).

Riportiamo la traduzione letterale dell'articolo che fa la più alta e spassionata valutazione del sistema educativo del nostro Beato Padre.

«LA BASE DELL'EDUCAZIONE

- La base dell'educazione dev'essere: Ora et labora!

- Ignoranza sistematica di una idea e di una istituzione gigantesca.

- Richiamo ad altri sistemi educativi.

Il modello salesiano. Il modello sovietico.

(GAVRIL ToDicA).

Leggendo l'appendice di Oscar Jianu « Radicalismo nell'educazione » n. 200 di Patria, ho fatto queste riflessioni:

È fuori di dubbio che l'organamento della società umana deve cominciare in modo normale e sano dall'educazione e con l'educazione. Ciascuna società rispecchia nelle sue aspirazioni e nella propria ideologia il sistema educativo che ha adottato, come un giardino riflette le cure di coloro che l'hanno piantato e coltivato.

Queste sono verità arcinote e banali; se le ricordo è solo per connessione con ciò che segue.

La letteratura che si riferisce all'educazione ed alla pedagogia è immensa. Ogni uomo di qualche cultura ha letto qualche libro a questo riguardo. Un poco ho letto anch'io ed ebbi l'impressione che nella « Imitazione di Cristo » e nella « Filotea » di S. Francesco di Sales vi sono idee pedagogiche immortali e che immortale pedagogista fu Don Bosco (1815-1888).

Per la nostra vita di oggi, arcicivile, ma travagliata da tante crisi e da tante sofferenze sataniche, non potrei raccomandare una bussola d'orientamento più sicura, un rimedio piú salutare che il versetto IV del capo XLIII del libro III dell' « Imitazione di Cristo »: Stude mortificationi vitiorum, quia hoc amplius tibi proderit quam notitia multarum difficilium quaestionum.

Con la mortificazione dei propri peccati si dovrebbe riorganizzare completamente la società umana e restituire una durevole pace tra i popoli. Invece questa povera pace ora non si attua che con manovre militari, marittime ed aeree, e con cannoni.

Con tutto ciò non solo la Lega Internazionale per l'educazione nuova, ma anche l'intero insegnamento pedagogico ufficiale - quale si esplica nelle scuole normali e nelle università - ignora sistematicamente gli istituti e le gigantesche idee educative salesiane. La causa sta nel fatto che l'Imitazione di Cristo, la Filotea e le Istituzioni di D. Bosco sono nella loro essenza e nei loro concetti, cattoliche; mentre la moderna pedagogia ufficiale è orientata verso le iniziative pedagogiche tedesche ed anglo-sassoni, cioè protestanti. L'educazione cattolica si basa sulla norma Ora et labora, insegnamento religioso ed attività pratica, base delle istituzioni salesiane.

La pedagogia protestante idolatrizza il lavoro (die Welt als Arbeit) che in modo logico e necessario conduce alla riforma sovietica.

La Leva Internazionale per l'educazione nuova ha così due modelli, due prototipi, secondo i quali si può orientare:

1) il modello salesiano con Ora et labora;

2) il modello sovietico, esclusivamente con Labora che disprezza ed elimina l'Ora come un elemento vecchio, fuori moda, pericoloso.

Mi meraviglio che i nostri uomini di scuola, specialmente i Greco-Uniti, viaggiando in Italia, in Svizzera ed in altre nazioni, non abbiano cercato e studiato sul posto le istituzioni salesiane. Le loro osservazioni avrebbero potuto essere di grandissimo aiuto nell'introduzione e nell'organizzazione della Scuola attiva fra noi o almeno nell'Educazione nuova.

Quantunque l'insegnamento pedagogico, in Romania, sia in gran parte ortodosso, credo tuttavia che debba necessariamente orientarsi verso il modello salesiano piuttosto che verso il sovietico.

Si sa che il Beato Don Bosco applicava praticamente - senza il parere delle conferenze internazionali - l'autoeducazione e l'autodisciplina, e che introdusse nei suoi istituti officine di lavoro manuale; ma dappertutto e sempre partiva dalla casa della preghiera, dall'Oratorium; poi orientava, classificava e metteva a posto gli allievi secondo le loro attitudini naturali ed individuali. La sua regola era: prima tutti alla preghiera e poi ciascuno al lavoro: uno nella sartoria, il secondo nella tipografia, il terzo nell'officina del fabbro, il quarto nella calzoleria, il quinto nella falegnameria, il sesto nella banda musicale, il settimo nel ginnasio; e così via. Così ha fatto miracoli e nei suoi istituti sono cresciuti milioni di fanciulli...

Mentre la Lega Internazionale per l'educazione nuova, orientandosi solo verso il lavoro, non sa che miracoli farà».

... e constatazioni protestanti..

Un'inchiesta assai interessante è quella che ha compiuto lo scorso anno il signor Smith, nella cittadina di Port-Chester, Contea di Westchester, sulle sponde dello Stretto di Long-Island, all'estremità del quale sorge la titanica New York. L'illustre magistrato, protestante, giudice al Tribunale dei fanciulli, era stato informato di un fenomeno curioso: che, mentre nella capitale ed in altre grandi città degli Stati Uniti la delinquenza minorile segna un crescendo impressionante, a Port-Chester è invece notevolmente diminuita. Per assicurarsene volle procedere personalmente ad una inchiesta che non solo l'ha convinto della verità delle informazioni, ma gli ha rivelato anche i segreti educativi del Beato Don Bosco. Egli infatti si trovò di fronte ad una gioventù cattolica d'ambo i sessi, educata con tanta cura da esercitare un'ottima influenza anche su quella protestante.

A fianco delle due parrocchie cattoliche della città, di cui una è affidata ai Salesiani, è tutta una fioritura di associazioni di altissimo valore educativo: circoli, società ginnastiche, boys-scouts, scuole di canto corale, biblioteche, associazioni di cultura, scuole serali, filodrammatiche, ecc. Ebbe così la chiave del fenomeno. E lo affermò chiaramente: davanti ad una folla di fanciulli e di giovani egli non esitò a collegare cause ed effetti e riconoscere il merito della diminuzione della delinquenza minorile a questa intelligente protezione morale della gioventù.

Ma il parroco salesiano, Don Focacci, gli fece notare che l'influenza sulla gioventù, il clero cattolico la doveva in gran parte al metodo, ricco di sollecitudine paterna, di confidenza, di dolcezza, di assidua fraterna assistenza e di sana pietà che distingue il sistema salesiano di educazione. Il signor Smith ne prese nota e, lasciando quel lembo fortunato della Contea, promise di studiare i nostri sistemi pedagogici per tentare di propagarli, in quanto sarà possibile, nelle parti meno sane del territorio di sua giurisdizione.

... in perfetta armonia con un articolo della " Civiltà Cattolica

Accordo singolare!

Nello stesso mese di ottobre in cui Garil Todica scriveva sul giornale Patria l'articolo che abbiamo riferito, mentre il signor Smith studiava a New York il sistema educativo del Beato Don Bosco ammirato a Port-Chester, a Roma il ch.mo Padre Barbera, della Compagnia di Gesù, dava alle stampe nella Civiltà Cattolica un articolo magistrale per rivendicare i meriti dell'educazione tradizionale cristiana non valutata nel recente Congresso Mondiale di Educazione Nuova (tenutosi a Nizza dal 29 luglio all'11 agosto 1932), che, quanto si dimostrò incline al naturalismo pedagogico, altrettanto fu dimentico di ciò che spetta all'educazione tradizionale cristiana, quale è stata attuata - son parole dell'illustre Gesuita - dai grandi geni educatori, ond'è feconda la Chiesa Cattolica, specialmente nei tempi moderni, sino al caro ed amabile Don Bosco, che col suo metodo preventivo è il più saggio attuatore del metodo della bene intesa libertà del fanciullo, e il vero antesignano della sana nuova educazione dei tempi moderni ». (Civiltà Cattolica: quad. 1976, 1° ottobre 1932).

L'accordo di un Padre Gesuita, di un Educatore ortodosso e di un Giudice protestante sul valore e sulla necessità dell'educazione tradizionale cristiana secondo lo spirito del nostro Beato Padre Don Bosco è troppo provvidenziale per venir trascurato. Noi l'abbiamo raccolto a conforto di quanti credono alla sua efficacia e ne fanno esperienza, in questo XLV anniversario della morte del Beato (31 gennaio); e ci auguriamo che il sistema tradizionale di educazione cristiana, attuato secondo il suo spirito, ririsparmi alla società nuova tristi esperienze in questo campo così delicato e così grave di responsabilità.

TORINO - Borgo San Paolo. - Il Decennio della Sezione Aspiranti.

Dieci anni fa sorgeva nell'Oratorio salesiano di Borgo s. Paolo una promettente sezione di Aspiranti all'Azione Giovanile Cattolica che prendeva il nome dell'allora neo-Rettor Maggiore, oggi compianto, Don Filippo Rinaldi.

In due anni si organizzava e si sviluppava fino a raggiungere il numero di centoquaranta soci. Per altri otto ha poscia perseverato quasi continuamente alla stessa quota, alimentando annualmente l'Associazione Giovanile di un bel gruppo di Effettivi e dando alla Chiesa ed alla Società salesiana parecchie vocazioni sacerdotali e missionarie.

Era giusto che entrasse nel suo secondo decennio con una certa solennità. Che i giovani stessi vollero intonare a carattere missionario, come omaggio ai più generosi dei loro compagni che già si trovano in missione e ad uno dei loro Assistenti Ecclesiastici, D. Giovanni Casetta, attualmente direttore del Piccolo Seminario e dello Studentato Teologico di BangNok-Khuek, nel Siam.

Pertanto, la domenica 20 novembre dello scorso anno, circondati da tutti i giovani oratoriani che gremivano il tempio di Gesù Adolescente, gli attuali Aspiranti assistettero alla Messa celebrata dall'Ispettore Don Arnaldo Persiani e si accostarono alla santa Comunione. Poi si raccolsero in un'ampia sala per la commemorazione ufficiale che fu tenuta da Don Favini, già loro A. E. Presiedette il signor Ispettore coi Superiori dell'Oratorio ed il Teol. Murzone, A. E. degli Aspiranti dell'Archidiocesi, ex- allievo salesiano, il quale portò la benedizione desideratissima di Mons. Arcivescovo. Giunse pure graditissima l'adesione dei Superiori Maggiori e di varii Ispettori Salesiani. Nel pomeriggio convennero all'Oratorio S. Paolo i Gruppi Missionari degli altri Oratori Salesiani, ed alla presenza dell'Ispettore, del direttore di « Gioventù Missionaria » e di vari Superiori, regolatore l'attuale A. E. Don Valle Fiorentino, tennero un Congressino Missionario che potrebbe essere proposto a modello. Aperse il Congressino il Direttore, Don Castellotti, con parole di ossequio all'Ispettore e di benvenuto ai Gruppi Missionari dei vari Oratori della città. Poi l'A. E. diede l'annunzio di un telegramma e della benedizione del S Padre. I giovani scattarono in piedi e in religioso silenzio ne ascoltarono la lettura:

Vivamente compiaciutosi devoto filiale pensiero Congresso Gruppi Missionari Oratori Salesiani, Augusto Pontefice li ringrazia e benedice di cuore bene augurando loro attività missionaria.

Card. Pacelli...

Fu un grido solo: Evviva il Papa! accompagnato da uno scroscio di applausi che avrebbe voluto giungere fino alle orecchie del S. Padre. Terminata questa naturale manifestazione di entusiasta affettuosa riconoscenza al Vicario di Cristo, quattro giovani di diversi oratori trattarono i temi fissati nel programma. Il rappresentante del primo Oratorio di San Francesco di Sales trattò dell'Associazione Gioventù Missionaria; quello dell'Oratorio di Monterosa trattò delle Vocazioni Missionarie; un terzo, dell'Oratorio della Crocetta, trattò degli Aiuti spirituali alle Missioni: ed il quarto, della sezione festeggiata dell'Oratorio S. Paolo, trattò degli Aiuti materiali. Tutti con una praticità meravigliosa, ispirata alla loro condizione ed anche alle loro borse... L'entusiamo dei giovani congressisti era tanto che avrebbe attuato immediatamente tutte le proposte. Ma lasciò pure sperare che lo avrebbe fatto gradatamente ed ordinatamente. L'Ispettore quindi se ne compiacque paternamente e chiuse il Congressino coi migliori auguri benedicendo la buona volontà di tanti cari Aspiranti e raccomandando la perseveranza in lui apostolato così sentito e così necessario.

TORINO - Istituto Maria Ausiliatrice. - Inaugurazione del III Corso Nazionale "Agazzi ".

Il 25 novembre, nel salone dell'Istituto Maria Ausiliatrice, alla presenza di un foltissimo pubblico e di numerose autorità, è stato inaugurato il III Corso Nazionale « Agazzi » per educatrici, istituito in Torino con decreto ministeriale 8 ottobre 1932-X.

Erano presenti S. E. l'Arcivescovo mons. Maurilío Fossati, il sig. dott. D. Bartolomeo

Fascie, del Capitolo Superiore, le Superiore del Consiglio Generalizio delle F. M. A., il R. Provveditore agli studi prof. comm. Gaetano Gasperoni, i rappresentanti del Prefetto, del Podestà, del Segretario Federale, della Magistratura, degli istituti elementari, medi e superiori d'istruzione, Superiori e Superiore di Congregazioni religiose.

Sul palco, accanto al R. Provveditore, era l'insegnante, signorina Rosa Agazzi, la principale istitutrice del metodo educativo che va ora prendendo così largo sviluppo.

Oratore ufficiale fu il direttore del corso, gr. uff. prof. A. Franzoni di Milano, il quale ha parlato sul tema: « Il problema dell'infanzia e il metodo Agazzi ». L'oratore, dopo un rapido cenno ai varii metodi, provò come quello felicemente ideato dalle sorelle Agazzi sia il più adatto alla educazione del bambino, tanto che viene proposto a modello persino in Germania, la patria dell'indirizzo froebeliano. Il discorso si chiuse con un inno alla città di Torino, dove la marchesa di Barolo aperse il primo istituto infantile, dove l'Aporti esercitò il suo apostolato per gli asili, dove Don Bosco creò la più grande istituzione moderna per l'educazione giovanile.

Una calorosa ovazione ha salutato la fine dell'interessante discorso.

Ha quindi preso la parola il R. Provveditore prof. comm. Gasperoni, il quale ha sottolineato efficacemente la bontà del metodo Agazzi e la sua grande importanza rispetto al problema dell'educazione dell'infanzia.

PARMA - L'Angelo della Diocesi fra i giovani del Collegio salesiano.

I giovani del Collegio S. Benedetto di l'arnia ebbero una prova straordinaria dell'affetto che l'Ecc.mo Vescovo diocesano nutre per le anime loro. Mons. Evasio Colli si è degnato di predicare il triduo d'introduzione all'anno scolastico che è una delle tradizioni più importanti del sistema educativo salesiano.

Per tre sere S. E., con quell'amore pei giovani di cui è così ricco il suo gran cuore e con quel fascino che gli è così naturale, ha disposto i duecento studenti delle classi elementari e del Ginnasio parificato, ad iniziare il nuovo anno scolastico come voleva Don Bosco: colla grazia del Signore, con buona volontà e spirito di docilità familiare. E li volle rallegrare della sua desideratissima presenza anche alla passeggiata così detta « delle castagne », che ebbe per meta la vicina Scuola Agricola « Stanislao Solari » di Montechiarugolo. Passò con essi quell'ora di svago, sedendo alla tradizionale merenda che gli ricordava emozioni gradite di parecchi anni addietro, e rivolse ancora una parola d'incoraggiamento a quei cari figliuoli.

I quali non dimenticheranno la bontà paterna dell'Ecc.mo Pastore; mentre i Salesiani gliene saranno particolarmente grati perchè continuano a raccogliere il frutto della sua predicazione, così improntata allo spirito del nostro Beato Padre Don Bosco, ed a quello del santo predecessore di S. E. sulla Cattedra parmense: il compianto Mons. Guido Conforti.

CAGLIARI - Oratorio salesiano.

La domenica 6 novembre si è iniziato solennemente l'anno oratoriano. Preceduta da un triduo, predicato dallo stesso Direttore dell'Oratorio Prof. Don Giulio Reali, la solennità ebbe un epilogo confortantissimo, con una Comunione generale, distribuita dal Decurione dei Cooperatori, il benemerito Can.co Mons. Dott. Mario Piu.

L'Oratorio, oltre ad un numero di « vispi oratoriani », è composto di tre Associazioni Cattoliche: Auxilium - Don Bosco - S. Cuore, e di una numerosissima Sezione Aspiranti.

L'anno passato, nella gara regionale di religione, l'Associazione Auxilium ebbe vari soci premiati con medaglie d'oro e di argento e fu la prima classificata in tutta la Sardegna, meritando dal S. Padre il gagliardetto.

Il catechismo, oltre alla domenica, si imparte, lungo la settimana, ai grandi, con lezioni speciali.

È in piena efficenza un « Gruppo del Vangelo » e si stanno organizzando i Ritiri Operai, l'Unione ex-allievi e la Conferenza di S. Vincenzo per i bimbi poveri dell'Oratorio e loro famiglie.

NICORVO (Pavia). - Solenne ricevimento della Reliquia del B. D. Bosco.

Mortara e Nicorvo si disputarono la Reliquia del Beato Don Bosco con una gara di divozione commovente. L'aveva avuta in dono il Prevosto di Nicorvo, D. Carlo Campana, e l'avrebbe dovuta portare trionfalmente il compianto Don Nai, nativo appunto di Nicorvo. Ma la morte gli impedì questa gioia tanto bramata. Il Parroco però non rinunziò ad un solenne ricevimento del prezioso dono. Invitò l'Ispettore Salesiano della Cina, D. Carlo Braga, a preparare la popolazione e, mentre questi predicava il triduo nella parrocchia di Nicorvo, aderendo al desiderio dei RR. PP. Francescani, che reggono il Santuario di Sant'Antonio in Mortara, lasciò la Reliquia alla loro divozione ed a quella del buon popolo di Mortara che si accalcò a venerarla con ineffabile trasporto.

La domenica 23 ottobre tutto Nicorvo era ad attenderla all'entrata del paese e, quando giunse da Mortara, scoppiò in un entusiasmo di venerazione straordinario.

Don Braga, assistito dal Prevosto di Nicorvo e da un Padre Francescano, indossò i sacri paramenti, incensò la Reliquia e la depose in un artistico cofanetto. Indi al canto dell'« Iste Confessor » la trasportò processionalmente lungo le vie del paese. Nessun curioso: tutto il popolo precedeva o seguiva la Reliquia del nuovo Protettore di Nicorvo; mentre la banda di Borgolavezzaro, sotto la direzione dell'abilissimo maestro Caresana, accompagnava con scelta musica sacra.

Alle ore 16 la processione entrò in Parrocchia. La Reliquia fu deposta in una nicchia composta di fiori freschi ed olezzanti, che i bravi giovani di Nicorvo con sacro entusiasmo avevano preparata.

Il Prevosto D. Campana salì il pulpito, e con parola che tradiva l'interna commozione, rivolse il primo saluto, la preghiera a nome pure del suo popolo, al glorioso Beato esaltandolo poscia in un magnifico parallelo col grande riformatore del secolo XIII, Francesco d'Assisi.

Infine Don Campana invitò D. Braga a rivolgere ancora al popolo la sua parola. Don Braga, rivolto un vivo ringraziamento per l'accoglienza trionfale fatta al grande Apostolo della gioventù, si diffuse anch'egli a parlare della venerazione di Don Bosco per S. Francesco d'Assisi, ed infine invocò il patrocinio del Beato su tutta la popolazione.

La Benedizione Eucaristica pose fine alla grandiosa cerimonia.

DOSSO (Ferrara). - Ad onore del Beato Don Bosco.

L'Associazione Giovanile Cattolica di Dosso ha celebrato la festa del suo Patrono, il Beato Don Bosco, la domenica 16 ottobre. La gioventù maschile ha gareggiato colla gioventù femminile nell'onorare il Beato ed ha richiamato numerosi fedeli alla divozione verso l'Apostolo della gioventù. Un triduo, che il venerando Arciprete volle predicato in forma solenne, ha preparato le anime al massimo fervore. Celebrò la Messa della Comunione Generale il salesiano Don Ravasi, del Collegio di Ferrara, il quale esortò i giovani con efficaci parole a ricevere Gesù in Sacramento colle migliori disposizioni secondo l'esempio del Beato Don Bosco. La Sacra Mensa fu gremita più volte da un numero straordinario di comunicandi. Alla Messa solenne la corale femminile ha eseguito egregiamente una nuova Messa a due voci. Nel pomeriggio tenne il panegirico Don Ravasi e, dopo una preghiera al Beato Don Bosco, fu impartita l'Eucaristica Benedizione. L'entusiastica preparazione dei giovani fu premiata dall'eccezionale concorso del popolo che ammira i frutti della devozione al Beato nella gioventù di Dosso.

CASTELL' ALFERO D'ASTI - Festa del Beato Don Bosco e XXV dell'A. G. C. " Silvio Pellico ".

Castell'Alfero, che diede i natali ad una delle miracolate dal Beato, suor Provina Negro, F. M. A., ha ormai formato la tradizione della festa di Don Bosco. Che lo scorso anno ebbe un'intonazione speciale per la felice coincidenza del XXV della Associazione Giovanile parrocchiale che porta il nome di Silvio Pellico. Ricorreva anche il centenario de Le Mie Prigiovi e quindi la duplice celebrazione fu curata con particolare solennità. Un triduo predicato da D. Luigi Ricaldone dispose gli animi al maggior fervore; e l'Ecc.mo Mons. Umberto Rossi, vescovo diocesano, intervenne a premiare la pietà dei giovani e ad accrescere la gioia di tutto il paese. La sera della vigilia ed il mattino della festa Mons. Vescovo, con parecchi sacerdoti, fu assediato per le Confessioni, che gli procurarono il conforto di una Comunione generale. Nella mattinata presiedette al congresso giovanile e benedisse la nuova bandiera dell'Associazione, rivolgendo la sua paterna parola di congratulazione e di eccitamento ai cari giovani e ricordando le benemerenze del Beato Don Bosco nell'educazione della gioventù. Nel pomeriggio chiuse le solenni funzioni con la Benedizione Eucaristica.

DA UN CONTINENTE ALL'ALTRO

AYAGUALO (San Salvador - Costa Rica). -Il Collegio Salesiano.

Fondato nel 1917, il collegio di Ayagualo sorge a metà strada fra la capitale e il porto, lungo la via nazionale, ma sul dorso d'una collina di 90o m. d'altezza, in posizione incantevole.

A nord, una corona di creste leggermente solcate da rigagnoli perenni che precipitano poi a sud paralleli come le righe del pentagramma musicale; creste lussureggianti di vegetazione sempre verde, coltivate a caffè. Nello sfondo un vulcano spento fiancheggiato da parecchi fratelli all'est, e salutato all'ovest dal pennacchio fumante d'un vulcano attivissimo; ai piedi il mare immenso.

Ecco il panorama che si gode dal cortile del collegio.

Il quale si è aperto con 12 Aspiranti ed ora conta: un Ginnasio, con corso preparatorio per Aspiranti al Sacerdozio; una sezione di Artigiani (pure Aspiranti salesiani) coi rispettivi laboratori; il Noviziato; il Corso completo di Filosofia pei chierici salesiani; una Scuola Normale pareggiata nel 1929 (4 corsi oltre il preparatorio), che ha già licenziato con regolare diploma 24 Maestri; una Scuola Elementare gratuita pei figli dei contadini; un Oratorio festivo; una scuola di musica vocale e istrumentale, ecc.

Un terreno di 6o ettari circonda il fabbricato e viene coltivato razionalmente dai Salesiani e dagli Aspiranti chierici e coadiutori.

Il collegio è inoltre provvisto di un Osservatorio meteorologico e di un Osservatorio sismico che funzionano magnificamente. Ha un Gabinetto di Fisica che risponde alle esigenze moderne, un Museo con sezione etnografica assai interessante, una buona collezione di coleotteri ed una collezione di minerali che è la prima della Repubblica.

La vita salesiana vi fiorisce con tutto il suo fervore e con tutti i suoi sussidi educativi. Animate ricreazioni, scuole di musica vocale ed istrumentale, accademie, teatro e soprattutto lo spirito di famiglia rendono il soggiorno carissimo non solo agli Aspiranti salesiani che vi accorrono per vocazione, ma agli allievi delle Scuole Normali ed ai giovani dell'Oratorio festivo. Una pietà intensa informa la vita non solo dei collegiali, ma di tutta la popolazione foltissima di Ayagualo che, per una zona di 25 kmq., ha la sola cura spirituale dei Salesiani, in mancanza di un Parroco diocesano.

Maria SS. Ausiliatrice vi è venerata con grande devozione. L'anno scorso il mese di maggio fu frequentatissimo e la festa riuscì un vero trionfo della Madonna. Confessioni e Comunioni numerose; una gran folla alla S. Messa celebrata in cortile, e gente anche da paesi assai lontani alla processione della sera. I vecchi che ricordavano gli antichi tempi erano profondamente commossi. Sessant'anni fa non c'era anima viva in quella zona che si sapeva regno di scimmie e covo di tigri. Ora invece è un bel centro di civiltà e di fede che attira l'ammirazione del popolo e delle Autorità.

Nel 1932 il Collegio ha ospitato giovani di ben dieci nazioni diverse: alcuni aspiranti alla vita salesiana; gli altri allievi della scuola pareggiata.

Professori e ministri hanno onorato di frequenti visite l'Istituto; lo stesso Presidente della Repubblica coi membri del suo Gabinetto si è degnato di visitarlo per ben due volte, intrattenendosi lungamente ed interessandovisi cordialmente. E non lesinò elogi ai superiori ed ai giovani perchè potè constatare gli ottimi risultati del sistema educativo di D. Bosco. Il Collegio ora notevolmente ampliato promette un consolante avvenire.

BOGOTA (Colombia). - Il Presidente della Repubblica al Collegio Salesiano " Leone XIII ".

Abbiamo ricevuto con notevole ritardo la relazione di una cerimonia altamente educativa che si è svolta con eccezionale solennità nel Collegio Salesiano « Leone XIII»: la benedizione del vessillo nazionale. Lo stesso Ecc.mo Presidente, dottor Enrico Olaya Herrera, ha voluto esserne padrino ed ha onorato l'Istituto della sua ambita presenza. Accolto da una folla enorme che era accorsa all'invito dei Salesiani, il Presidente prese posto sul palco d'onore, circondato dal Nunzio Apostolico, Mons. Paolo Giobbe, dall'Arcivescovo Primate, Mons. Ismaele Perdomo, dai Ministri della Guerra e della Educazione Nazionale e dai Ministri plenipotenziari d'Italia e di Germania. Trecento alunni gli diedero il benvenuto con entusiastici applausi mentre la banda del Collegio suonava l'Inno Nazionale. Dopo il saluto ufficiale alle Autorità convenute, l'Ecc.mo Arcivescovo Primate benedisse il tricolore e subito dopo il Presidente ricevette l'omaggio degli alunni. Poi prese la parola un antico allievo, il dottor Arturo Posada, ed in un concettoso e vibrante discorso illustrò il significato della cerimonia. Seguì la declamazione di un inno alla bandiera cantato dal coro dei giovani, e chiuse la simpatica cerimonia un riuscitissimo saggio ginnastico.

BUENOS AIRES... Ex-allievi " Don Bosco . II XXV dell'Unione " San Giovanni Evangelista ".

Il 20 ottobre 1907 un nucleo di giovani entusiasti, educati nel Collegio salesiano, fondava l'Unione ex-allievi Don Bosco a San Giovanni Evangelista », la quale si organizzava e si sviluppava rapidamente esplicando un'encomiabile attività nel campo della cultura apologetica, catechistica, sociale, sportiva, drammatica e di mutuo soccorso, fomentando la solidarietà e la istruzione popolare fra i suoi e prendendosi una cura speciale della gioventù.

Le Nozze d'Argento furono celebrate la prima domenica dello scorso ottobre con l'intervento del Nunzio Apostolico, S. E. Mons. Filippo Cortese.

Un'intensa e ben organizzata propaganda sulla stampa quotidiana e periodica, a manifesti e manifestini, ad iscrizioni luminose, ha assicurato alla festa una riuscita grandiosa.

Quando l'Ecc.mo Mons. Nunzio fece il suo ingresso nella chiesa parrocchiale, questa era già gremita di uomini e di giovani, i quali assistettero alla S. Messa e si accostarono a ricevere la S. Comunione dalle mani di S. E. La funzione si chiuse col « Te Deum », l'allocuzione del Direttore D. Scasso, il canto del « Christus vincit » a voce di popolo come solenne professione di fede. Poi tutti si riversarono nei cortili del Collegio, dove al suono della banda degli Esploratori il Nunzio sventolò la bandiera dell'Unione al saluto degli ex-allievi, i quali sfilarono fra le acclamazioni dei giovani.

Alle 11,30 si inaugurò una lapide commemorativa ed il Presidente degli ex-allievi pronunciò il discorso ufficiale.

Il pranzo raccolse attorno all'Ispettore Don Esandi ed ai Superiori tutti gli ex-allievi con quella familiarità espansiva che è caratteristica dei figli di D. Bosco. Al levar delle mense, discorsi e brindisi, evviva e canti. Poi in cortile, coi giovani, giochi per tutti i gusti: perfin la rottura delle pignatte!...

Infine una riuscitissima rappresentazione drammatica completò il programma della cara giornata e lasciò nel cuore degli ex-allievi la nostalgia di una gioia serena, benedetta da Dio.

ROSARIO (Argentina). - La festa del Colono.

La domenica 16 ottobre si è celebrata in Rosario di Santa Fè la XVIII Festa del Colono Italiano con un concorso di Italiani ancor più imponente degli altri anni. I nostri emigrati convennero a centinaia da svariatissime distanze in pellegrinaggio religioso e patriottico, dolce incontro annuale di famiglia. Gli uomini trovarono cordiale ospitalità nel nostro Collegioconvitto, e le donne in quello delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Molti erano attesi anche dai loro figlioli che ricevono istruzione ed educazione, secondo il sistema del nostro B. Padre Don Bosco, nei due Istituti.

La meta religiosa fu quest'anno la elegante cripta del non ancora compiuto Santuario di Maria Ausiliatrice; cripta capace di ben duemila fedeli, e già arricchita di uno splendido organo elettrico in gran parte pagato dai coloni stessi, ormai tutti proprietari delle terre da loro coltivate. Ecco il programma della giornata:

Dalle ore 5 del mattino fino alle io grande affluenza ai confessionali e alle Messe consecutive con Comunioni generali; poi Messa solenne in musica con predica in italiano. Alle 12, pranzo sociale in ambedue i Collegi, con entusiastici brindisi; indi trattenimento drammatico-musicale nei teatri dei Collegi stessi, offerto dai figli ai loro genitori ed amici. A sera, solenne processione eucaristica e Benedizione.

Tanto fervore è mantenuto vivo dal periodico settimanale Cristoforo Colombo in lingua italiana, organo dell'Unione del Colono.

Sua Ecc. Mons. Nicola Ciceri della Congregazione della Missione. - Vescovo tit. di Dausara e Vicario Ap. di Kian (Cina).

Nato a Brusciano (Napoli) il 26 maggio 1854 ed entrato a vent'anni nella Congregazione della Missione, partì per la Cina, sacerdote, il 24 agosto del 1878; e, per ventinove anni, prodigò ai suoi cari Cinesi i tesori del suo prezioso, sollecito ministero. Eletto Vicario Apostolico nel 1907, diede mirabile impulso alla vita cristiana del vicariato, organizzò e sviluppò sagge iniziative, coltivò con affetto speciale il clero indigeno.

Lasciò il campo del lavoro solo quando le forze gli vennero meno, e pregato il S. Padre ad esonerarlo dall'amministrazione del Vicariato, si raccolse tra i suoi confratelli a Torino.

Fu così che noi avemmo la fortuna di parecchie sue visite specialmente in occasione di sacre funzioni alle quali si prestava volentieri nonostante la precaria salute, edificandoci colla sua grande pietà. Condivise le nostre gioie e le nostre pene con un affetto che noi non dimenticheremo mai. Lo ricordino anche i nostri Cooperatori nelle loro preghiere di suffragio.

CULTO E GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

Colpito da peritonite. - Nello scorso luglio una terribile peritonite colpì il nostro Corrado undicenne e lo ridusse agli estremi, tantochè il responso di un consulto medico ci aveva tolto ogni speranza di guarigione. Fiduciosi allora ci siamo rivolti alla potente intercessione di M. Ausiliatrice e del Beato D. Bosco, sicuri che ci avrebbero esauditi. Abbiamo iniziato una novena. Il bambino stesso, senza far cenno a nessuno, aveva già promesso anche i suoi piccoli risparmi per le Opere di Don Bosco. In pochi giorni la malattia si affievolì e le nostre continue preghiere gli ottennero la perfetta salute.

Ora ha ripreso a frequentare la scuola allegro e volenteroso come prima. Avevamo promesso che se avessimo ottenuto la guarigione l'avremmo pubblicata sul Bollettino. Rendendo grazie alla Madre Celeste ed al B. D. Bosco, manteniamo il voto ed offriamo il nostro obolo.

Bogogno (Novara), ottobre 1932.

CONIUGI FERRARI.

Esprimono pure la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice i seguenti:

Gioia Vincenzina (Valledolmo) ricorse a M. Ausiliatrice implorando la guarigione della madrina e fu esaudita.

N. N. (Valledolmo) è riconoscente alla Madonna di D. Bosco per ottenuto conforto in occasione di grave sventura; invia generosa offerta.

Santero Mariuccia (Acqui) per l'ottenuta guarigione del fratellino Franco.

Rina Gori Cibin, raccomandò a M. Ausiliatrice il suo Gianroberto, affetto da tonsillite complicata con otite, e in breve lo riebbe ristabilito.

Cremonini Giuseppe (Bologna) ringrazia l'Ausiliatrice dei cristiani pel conforto che da essa ebbe durante gravi malattie.

Una Cooperatrice è riconoscente a Maria Ausiliatrice ed al B. Don Bosco per l'ottenuta guarigione della sorella.

N. N. (Viù) ringrazia M. Ausiliatrice e il Beato per ottenuta guarigione e attende altra grazia.

Dal Maistro Giuseppe (Sandrigo) avendo la figlia affetta da tifo e ridotta in fin di vita ne affidò la guarigione a M. Ausiliatrice ed al Beato D. Bosco e fu esaudito.

Bernazzo Augusta ved. Gallione (Torino) trovandosi in gravi angustie per la salute del figlio si rivolse a M. Ausiliatrice ed al Beato: subito si ebbe un notevole miglioramento e ora si attende un completamento della grazia.

Ghedini Vittoria n. Nodari, affetta da calcoli renali e ridotta in fin di vita, invocò con fede l'aiuto di M. Ausiliatrice e del Beato D. Bosco. La guarigione venne e completa.

Cooperatrice Salesiana (Cerea) raccomandò l'esito di affari importanti a M. Ausiliatrice e al Beato e ottenne: la promozione di un giovane studente: la guarigione di persona cara da un fibroma e il felice esito di un'operazione assai delicata.

Franchini Maria (Sondrio), sofferente da lungo tempo di mal di denti con postema, affidò la guarigione a M. Ausiliatrice e al Beato D. Bosco e venne subito esaudita.

Una Cooperatrice Salesiana (Bra) in gran ritardo ringrazia M. Ausiliatrice ed il Beato per le molte grazie concesse a persone di sua famiglia e implora perdono per la negligenza colla quale adempie a questo suo obbligo.

Boiero Giuseppe (Cavour) ridotto in fin di vita, causa polmonite, seguita da emorragia, ricorse fiducioso a M. Ausiliatrice e al Beato D. Bosco ed ottenne notevole miglioramento. In attesa della guarigione completa invia una cospicua offerta.

Archiardo Angela (Torino) ringrazia M. Ausiliatrice e il Beato per varie grazie ricevute e ne attende, fiduciosa, altre ancora.

M. M. riconoscente ringrazia M. Ausiliatrice e il Beato D. Bosco per grazie importantissime-ottenute.

B. M. (Torino) per ottenuta guarigione di una nipotina di sette mesi.

Bernardi Maddalena affidò a M. Ausiliatrice e al Beato la guarigione di una bambina, di due mesi, affetta da congiuntivite acuta purulenta e dopo quaranta giorni di preghiere e di ansie ottenne la guarigione.

R. P. S. trovandosi da tre anni in gravi angustie per affari di famiglia si rivolse a M. Ausiliatrice ed al Beato D. Bosco con una fervorosa novella e al termine di essa fu esaudita e consolata.

Una devota di M. Ausiliatrice dopo cinque anni di angustie, sempre fidando nella potente intercessione della Madonna del Beato D. Bosco, ottenne favorevole soluzione di una difficile e intricata causa. Riconoscente invia offerta.

N. N. fa offerta a Maria Ausiliatrice ed al Beato per grazia ricevuta e domanda ancora la loro assistenza in una delicata questione familiare.

Una Cooperatrice Salesiana riconoscente a Maria Ausiliatrice e al Beato D. Bosco per grazie ricevute, ne implora ancora il valido patrocinio.

Crivello Giuseppe (Troffarello) colpito da broncopolmonite in breve guarì.

V. Maria C., trovandosi in pena per una grave malattia che affliggeva suo fratello, si raccomandò a M. Ausiliatrice e al Beato ottenendo un notevole miglioramento che spera sarà seguito da completa guarigione.

Scartata Immordino Giovannina unitamente al consorte Calogero ringrazia M. Ausiliatrice e il Beato D. Bosco per la guarigione, ottenuta il 24 marzo 1932, dopo due anni di sofferenze.

Altre anime riconoscenti

Acchiardi Angelo, Aceto Amalia, Acomazzo Ida, Acquarone Attilio, Acquistapace Domenico, Acquistapace Rina Ved. Antonietti, Actis Anna, Actis Giorgio Maria, Actis Grosso Maria, Actis Perino Teresa, A. D., Affannosi Antonietta, A. G. G., Agnesotti Caterina, Aimo.Botta, Aimone Silvio, Aymony, Aymond Elia, Albertini Rina, Alfano Rosaria, Alifredi Battista, Allerino Maddalena, Allorto Maria, Alvitreti March. Silvia, Ambrosio Don Bartolomeo, Amendola Angelo, Amerio Fam.a Andorno Giacomo, Annoni Virginia, Ansaldi Giorgina, Ansaldi Don Nicola, Ansaldi Antonietta e Biagina, Antolini Maria, Antoniazzo Antonio, Antonini Giuseppe, Appendino Lorenzo, Appendino Maria, Ardy Caterina, Ardengo Maria, Arduino Cecilia (catena oro), Arduino Elisabetta Ved. Costa, Arduino, Arezzo Mariannina Ved. Criscione, Aria Albina, Anealdi Luigina, Arnone Margherita, Arosio Angela, Arri Rosina, Artero Giovanni, Artusio, Aruga Francesco (anello oro), Arzani Porelli Ercolina, Assennato Biagina, Audenino Margherita (orecchini oro), Azzaro Laura.

Bachelet Caterina, Baggini Luigia Ved. Taroppio, Bainotti Orsolina, Balbo Carlo, Baldi Teresa, Ballari Pina, Ballesio Maria, Bar Domenica, Barale Aimone, Barale Edoardo, Barba Nora, Barbero Fam.a, Barberis Feliciano, Barbero Giovanna, Barberis Nineta, Barbero Angela, Barbero Vittorio, Barco Pietro, Barco Paolino (2 anelli oro), Bardi Elisa, Bargiggia Gaetano, Barlotta Sac. Nicolò, Barnaz Giulietta, Baroffio Angelina, Barone Margherita e Giuseppe, Barra Fam.a, Barrocci Maria, Baserga Dina, Bassignana Gino Maria, Bassino, Battelli Beatrice, Baudana Maria, Baudo G. B., Baccano Adelina, Bazzi Antonietta, Bearzi Matilde Tonici, Béchaz Alexandre, Becherucci Eugenio, Belfiori Ausilia, Bellagamba Giovanna, Bellano Guglielmo, Belli Ernestina, Belloli Erminia, Beltrami Bossi M., Bensi Pierina, Beretta Livia, Bergeri Anna, Bergero Giuseppina, Bernaschina Iside, Bernasconi Giuditta, Berrini Luigina, Berruti Luigi; Bertagnoglio Lena, Bertelà Bianca, Bertini Guido, Bertini Luciano, Bertola Arnaldo e Luisa, Bertola Caterina, Bertolino Teresa, Bertolone Cristina, Bessi Gentile, Besustri Adele (anello oro), Bettineschi Suor Caterina, B. Giovanna, Bia Silvani Maria, Bianchedi Letizia, Bianchi Forina, Bianchi Lina, Bianchi Martina Paolina, Bianco Angelo, Biancotto Teresa, Biecato Giacinta, Bigatti Luigia, Biglia Ester e Silvia, Binaudo Lucina, Bilchini Pieracci Merope, Birocchi Teresa, Bisi Silvia, B. M., Boasier, Boccalandro Cecilia, Boccardo Luciana, Bodo Fam.a, Boggio Ausiliatrice, Boglio Elisa, Bogliolo Rosalba, Bolgeri Irma, Bolla Giovanni, Bonaccorsi Carmelina di Sebastiano, Bonandelli Francesca (orecchini oro), Bonanno Giovanni, Bonaudo. Felicita, Bonatto Mario e Fam.a, Bonetto Irene, Bongiorni Adele Ved. Daprati, Bongiovanni Antonia, Bongiovanni Maria, Bongiovanni Nina, Bovino Caterina, Bonino Giovanni, Bordone Maria, Bordone Rita, Borgogno, Borrodde Mara, Boschis Giovanna, Bosco Costantino, Bosco Maddalena, Bosio Edmea, Bosio Giovanna, Bosio Natalina (anello oro), Boson Delfino, Bossi Nina, Botta Angela, Bottassi Maria e Luigi, Bottinelli Natalina, Bottino Domenica, Botto Alda, Botto Maria, Bourlot Teresa, Brena Maria, Bretto Carolina, Bretto Giuseppe, Brezzi Bav Linda, Brida Teresa, Brinatti Ing. Lorenzo, Brovelli Fam.a, Bruna Oreste di Pietro, Brunelli Ester, Brunero Costanza, Bruni Pirantoni Ercilia, Brunod Anna Maria, Bruta Giovanni, Brusasca Maria, Brussino Margherita, Bruzzone Famiglia, Bucci Gemma, Buffa Antonia, Buffo Ettore, Burla, Burlena Armido, Busini Luig a, Buzio Giovanni.

Cabiati Natalina Ved. Alberti, Cabodi Bartolomeo, Calcagno Rosina, Calcio Maria, Calderone Santo, Cali Lanza Francesca, Calligaris Enrichetta, Calvi Don Francesco, Calzi Francesca, Comandona Maria, Combutta Daniele, Campos Giovanni, Canale Maria, Cantoni Clara, Canuto Maria, Canuto Emilia, Canuto Giuseppe di Cinzano, Canzano Concetta, Capella Astigiano, Capello Fam.a, Capitano Luigi, Cappa Egidia, Cappa Luigia (oggetti oro), Capra Maria, Coprono Fernanda e Renata, Carafa Luigi, Carbone Vincenzo, Cardari Don Angelo, Carena Franzoni (anello oro), Carmagnola Maria, Carminati Clementina, Carpignano Teresa, Carpigno Teresa, Carassi Del Villar Emanuela, Carrega Assunta, Cartusio Irma, Casale Natalina, Casalegno Celestino, Casali Sebastiano, Casasco, Casazza Rosa, Casini Don Andrea, Castagnotti Carolina, Castanzo Cipriano, Castellana Avv. Lorenzo, Castelli Fam.a, Castello Luigia, Castello Erminia, Castello Luigi, Cattaneo Angelo, Cavaletto Giuseppe e Antonia, Cavallero, Cavinato Antonietta, Ceghetti Anna, Celada Alessandrina Ved. De Paolini, Celesella Giuseppe, Cellerino Giacomo, Cena Marianna, Cena Mariuccia, Ceratto Rosetta, Cerutti Giovanna, Cerruti Maria, C. M. (oggetti vari oro), C. Margherita, C. M. di Torino, Chadel Martina, Checchia Giuseppa, Chenia Vanna, Cherchi Cecilia, Chiaberto Giuseppina, Chiappeila F., Chiappo Fama, Chiapporelli Maria, Chiara Margherita, Chicco Angela, Chiesa Teresa, Chiesa Teresina, Chiminello Enia, Chinca Serafina, Chiurca Giuseppa, Cignolo Luigi, Cima Teresa, C. N. A. T. di Corato, Cioccin Giovanni, Cirino Margherita, Cisone Maria Ada, Clerico Pietro (collana oro), Cocco Battista, Cocito Maria, Colaianni, Colle Marcella, Colombatto Carolina, Colussi Bottignolli Maria, Colvara Dott. Achille e Enrica, Colzani Teresa, Comoglio Lucia, Comolli Agnati Fam.a, Concaro Teresa, Confienza Maria, Conissoli Margherita, Connanghton Fam.a, Consiglio Dr. Achille Maria, Conti Iole, Canzoni Vittorio (anello oro), Coppola Angelina, Coppola Vera, Cordero Teresa, Corgiulu Virginia, Coriapo Anna, Corino Lina, Corino Maria, Cominelli Maria, Ccsino Maria e Clotilde, Cosi Salvatore, Cossolo Caterina, Cossu Alice, Costa Fama, Costa Giuseppe, Costa D'Alessandro Livia, CosMariuccia in Ferrari, Costalonga Ida, Costantino Lydia, Costanzo Gabriele, Cova Teresa, Cravino Celestino, Crayon Candida, Cricca Settimia, Crocetti Emilia, Crosara Leone, C. Teresa, Cotto Teresa, Cucciola Anna, Cucco Mario, Culotta Francesco Paolo, Cuzzone Angela.

Dago Virginia, Dalla Vostra Vittoria, Dallorto Adele, Dalmasso Aurelia, Damonte Battistina, Damiani Arrigo, Damoli Guglielmo, Darbesio Onorina, Da Rolt Ida, D. C. Annetta, David Lucia, Debattista Maria, De Bellis Alfredo, Debernardis Ester, De ,Botto Tomaso, De Giovanni Maria Francesco, De Giovannis di Cagliari, De La Pierre, Del Coco Angela, De Leauri Anna, Deledda Carlotta, Delfino Barbara, Del Gobbo Elvira, Dellavalle Carlotta, Del Negro Sr. Teresa, Delpiano Angela, Del Rosso Maria, Del Torto Ida, Delzanno Ada, De Marchi Elvira, Demaria Maddalena, Demartino Guido, De Marziani Giuseppe, De Michelis Albina, Depi Antonio, De Poli Teodora, Dequasti Rosina, Derossi Maria, Desderi Emilia, De Stefanis Margherita, De Stefanis Michele, Di Lorenzo Maria Ved. Pampillonia, Diozzi Felice, Di Paola Filippo, Dipuma Maria, Direttrice F. M. A. di Gattinara (3 oggetti oro), Di. Stefano Concetta, Diuccio Giuseppe, Diuccio Laura, Dondana Giovanna, Dorando A., Dosio Matilde, Dotta Amalia, Dovera Maddalena, D. P. Fam.a, Drago Gallo Vittorina, Dufany G., Dusio Maria, D. S. S. D.

E. C. R., Eipa Venera, Enrico Giovanna, Eny Giuseppina, Epis Giuseppe.

Facciani Eugenia, Faggiani Maria, Falconetti Rosina, Fantino Angiolina, Farina Prima, Fassio Agnese, Fasce Maria Luisa, Fassio Gionata, Fava Giovanni, Fava Luigia, Favonni Maria, Fazzio Assunta (anello oro), Fea Maria Teresa, Federici Chiodi Maria, Fenoglio _Maddalena fu Francesco (orecchini oro), Ferraris Giulia, Ferraris Giuseppina, Ferraris Maria, Ferrara Rita, Ferrero Don Antonio, Filia Carmelina, Filippi Giacomo, Fin Ida, Finassi Francesco, Finocchio Angela, Fiore Angelina, Fiori Eugenia, Fiorrina Filippa (anelli e orologio oro), Fisanotti Resi, F. L. di Stamphord, Flemminis Antonio, F. M., Foglia Anna, Foglia Eufrasio, Fontana Albertina, Fontana Pasquale, Fontana Vittoria, Fontanini Marco e Armandina, Forcheri Coniugi, Fornara Paola, Fossato Ernestina, Fourmier Giulio, Francese, Francese Delfina, Franchi Egle, Francioli Antonio, Franco Angela, Franco Antonio, Franco Cristina, Frascha Lepori Maria, Frasio Carlo, Fraticelli Gabriella, Fratino Roberto, Frattini Pina, Frola Moria, Fumagalli Cacace Anna, Fusero Corrado, Fusi Sandra.

Gabrielli Franca, Galeano Poeta Maria, Caletto Giovanna, Gallea Rolfo Margherita, Gallegati Maria, Gallina Maria, Gallina Virginia, Gallo Antonietta, Gamba Rina, Gambazzi Fam.a, Gandelli Giovanni Egidio ed Antonio, Gandini Dott. Celso, Gandolfl Antonio, Garassino Preve Angiolina, Garelli Lorenzo, Garelli Margherita, Carino Luisa, Casco Domenico, Gastaldo Teresa, Gastaldi Luigina, Gatti Anna, Gatti Maria, Gavinelli Giuseppina, Gay Fama, Gazzaniga Giuseppina, G. B., G. C., G. D., G. M B., G. M. di Bologna, Genesio Caterina, Genestroni Clara, Genotta Luigia, Gentile Reni Lydia, Gerard Anna, Gerbi Teresa, Germani Marconcini Carmela, G. F., Ghesa Vittoria, Ghibò Giuseppe (catenina oro), Ghio M. Teresa, Ghiotte Mario, Ghirardi A., Ghiringhello Ferdinando, Ghisolfi Giacomo, Giachino Elvira, Ciacchetto Brin Mena, Giacchino Maria, Giacometto Giacomo Giai-Via Enrico, Giannetto Michelina Ved. Lolatte, Gianni Rossi Elisa, Cianoglio Girolamo di Matteo, Gianuzzi Elisa, Giay Mario, Giletta Agnese, Gili Margherita, Ginolino, Giolino Clotilde, Giotta Luigi, Giorgi Angela, Giraudi Giorgina, Giordana Cresto Anna, Giro Bisi Marina, Giovannini, Giardino Fam.a, Giudice Armando, Giuliano Tina, Giusti, Godano Maria, Gonzato Giuseppe, Gorino Angela e Teresa, Gorla Caterina, Gottarelli M. e Angelina, Goy Maria, Gozzi Rita, Gragnoli Cesarina, Grattarolo Maria Giovanna, Gravina, Grazioli Emma, Greci Grifoni Adelaide, Gribaudo Allocco Lina (braccialetto oro con zaffiri), Grifon Antonio, Grimildì Santina, Gross Fam.a di Sauze d'Oulx, Grosseno Carolina, Gruffelli Edvige, Guarneri Eugenia, Guerrini Alfredo. Guglielmetti Maddalena, Guglielmetto Antonio, Guglieri Musso Adelina, Guido Fam.a, Guillaume Massimo di Luigi, Guzzardi Lucia

Iderni, I. R. di Torino, Isnardi Maria, I. V. F. di Torino. Konrad Camilla.

Lafranco Teresina, Lagostena Antonio, Laiolo Maria, Lalomia Esmers Ernestina, Lancia Santina, Lanzarotta Franco, La Rocca Pietro, La Rosa Can.co D. Diego, Leandro Francesco, Lenti Teresa (catenella oro), Levi Fama, Lisdero Maria Auxilia, Locatelli Antonietta, Locato Maria, Lojacono Pasquale, Longoni Maria, Lorenzi Vigalzano Ida, Lottero Lavagna Albina, L. E. di Sondrio, Lucetti Nicotina, Lucca Angelo, Lucchini Fam.a, Luchini Margherita, Lunati Opezzo Vittoria, Lunghini Coniugi, Lurgo Resa (catenina oro).

Macario Anna, Maestri Maria, Maffizzoli, Maggio Carlo, Magni Rupani Angelina, Magnone Elsa, Maino Giuseppe, Maiolo, Malandra, Malfatto Lucia, Manacorda Sorelle, Mancini Maria, Mandelli Maria (anello oro), Manfrin Angiolina, Marani Pia, Marasso Margherita, Marchetti, Marchetto Teresa, Marchieratti, Marchio Olimpia, Marcoli Giuseppina, Marcone Maddalena, Marcch Paolina, Marengo Antonio, Marengo Maddalena, Maria e Giuseppe, Mariani Elisa, Mariani Ernesto, Mariani Maria, Marici Vincenzo, Mariconti Ved.a Mariannina, Marino Giovanni e Giuseppina, Mariotti Marina in Costa, Marone Felicetta, Marone Maria, Maroni Sofia, Martinelli Sac. di Trento, Martinetto Pasqualina, Marucco Giuseppina, Marzolini Luisa, Mascetti Maria Angelo (orecchini oro), Masoero Rina, Massinello Caterina, Mattei Paola, Mattioni Anna, Mattone Adelaide, Mazza Maria Giovanna, Mazzo-atto Attilia, Mazzolini Luisa, Mazzoni Marengo, Mazzonzelli Ettore, Mazzucchi Francesca, M. B. di Sanfront, Merendi Bucchis Enrichetta, Meriggi Marina, Meinardi Giuseppa, Mrllino Caterina, Mella Don Andrea, Mellano Battista, Mellino Giovanna, Melofiro Riccardo, Menocchio, Merello Annetta, Merlino Carmela, Merlino Giacomo Alberto, Merlino Rina, Merlo Giuseppina, Merlo Leopolda, Merlo Stefano, Mesocco N., Michela Giuseppina, Michelone Beatrice, Migliavacca Antonietta, Miglio Luigi, Miglio Maria, Mila Giovanni, Milanese Fratelli, Milanese Maria, Milano Anna Maria, Milesi Ada, Milone Lina, Minelli Gabriella, Minoli Cristina, M. M., Miram Ingeyan, Modini Erminia, Modolo Brescacin Luigia, Mognoni Paolo, Moletto Fama di Volpiano, Molino Ave. Giuseppe, Molino Maddalena, Mongiardini Angela e Maria, Montarsino Carmelo, Montarsino Clara, Montegrosso Margherita, Monti Piera, Monticelli Cav. Amintore, Morano Natale, Morello Celestina, Morerio Alessandro, Moreschi Bianca, Moresco Eva, Morganti Dott. Giuseppe, Marina Francesca, Mortarotti Sac. G., Mortarotti Lucia, Mosca Ferrero Enrichetta, Moschetti Ing., Mosconi Chiara, Mosso Biagio, M. R. (orecchini e spilla oro), Murano Corso Carlotta, Murica Alda, Murmora Vincenzo, Musso Domenico, Musso Pierina, Muti.

N. A., Nabetti Giuseppina, Nalin Teresa, Nanni Delia, Napione Fam.a, Narchiali Maria, Naretto Rosa, Navone Prassede, N. E., Negro Carolina, Negro Maria, Negro Pietro, Negroni Carmela, Neri Capocasa Beatrice, Nevissano Antonio, Nicolosi Nicolò, N. N. di Almese (spilla oro), N. N. di Aosta, N. N. di Bergero, di Carmagnola, di Foglizzo, di Monasterolo, di Savigliano, di Murello, di Pianezza (8 oggetti oro), di Pinerolo, di Revo, di Roccagrimanda, di Terni, di Torino, N. N. (anello oro), N. N. (catenella oro), 58 altri graziati innominati, Noero Carlo, Notario Maria, Novarese Antonio, Novarino Rinaldo.

Obert Beniamino, Obert Adelina e Giustina, Oddone Giacomo, Oggero Caterina, Oggero Clara, Oggero Maria, Oldano Margherita Ved. Castino, Operto Vittoria, Opezzo Caterina, Origlia Maria, Orione Teresa, Orlandi Angelo, Orlandini Enrichetta Ved. Fattori, Ormezzano Maria, Ortelfer Ezio di Brescia, Ossola Fanny, Oteis Rag. Raffaele, Ottaviani Emma, Ottella Sac. Giovanni Parroco.

Pa-e Anna, Pachia Maria Assunta, Pacher Francesco, Pacchiardo Olimpia, Paganini Maria, Pagano Teresa, Paggi Teresa, Palazzini Fiorentina, Pallua Avv. Dott. Silvestro, Palmieri Anita, Palminteri Rosaria, Pandolfi Amedeo, Pane Angela, Pane Vasta, Pani Rossi Luigina, Paniga Elvira, Panigatti Maria, Parnisari Rita, Paschetta Giacomo, Pasetti Angelina, Pasqua Maria Pasquale Francesca, Pasquali Giovanni, Pasquero Maria, Pastore Rina, Pazzini Carolina, P. D. Fam.a, Pecollo Teresa, Peghini Ernilietta, Pegoretti Bianca, Pciretti Maria, Peletti Emma e Natale, Pellegrinaggio di Rocchetta Ligure, Pellegrinaggio S. Remo, Penasso Giovanna (orecchini e fermaglio oro), Perego Ida Ved. Bigatti, Pergolizzi Oriele, Perinetti Giacomo, Perinetto Matteo, Perosino Paolo, Perotto Giuseppe, Perotto Margherita, Perrino Ruggicro Maria, Pertia Giuseppe, Perucon Ada, Petrone Adele, l'etrucci Olimpia, Pezzana Maria e Laura, Pezzati Emma, Pezzi Modesta, P. G. di Bra, Piana Aurelio, Piana Sorelle,Piasco Orsola, Piccaluga Elvira, Piccione Francesca, Piemonte Adelina, Pier Vincenzo, Pietra Rina, Pietro e Giuseppina di Ronco, Pignocco Dori Giovanni, Pillari Antonia, Pilotto Domenica, Pisano Giuseppina, Pischeddu Ignazia, Pistoni Rina, Pivano Giuseppa, Pizzini Carlo Alberto, P. Mari Pognante Secondina, Poli Maria, Follano Lina, Pollastri Coniugi,, Poltroneri Cesare, Pompermaier Gio. Battista, Poncini Cesare, Ponticelli Giulia, Porio Eufrosina, Porrinelli Nianusè Marianna, Prandi Margherita, Prato Villa Assuntina, Prato Giovanna, Prinetti, Prola Rina, Prono Cristina, Prosdocimi Pietro, Protospataro Maria, P. E. di Torino, Puccetti Paoli Raffaella, Pugno Sorelle, Pullino Pietro.

Quaglia G. B., Quaglia Luigi e Cesarina, Quarello Felicita, Quarello Luigi, Quirico Anna Ved. Buffa.

Racca Eleonora, Ragazzoni Cesarina, Raiteri Carlo, Raiteri Paolo, Ramella Maria, Rampone Giovanna, Rapella Pierina, Rappelli Teresa, Rastello Antonio, Ratti, Ravasenga, Raviolo Rina, R. C., Re Paola, Reale Melania, Redigolo Bruno, Regalia Nino e Rina,Regnoli, Guadagnini Anna, Remondini Maria Ved. Rota, Renda Michele fu Michele, Repetti Erminia, Resenval Cesarina, Revesi Antonio, Reynaud Lorenzo (oggetto oro), Ribaldone di Germagnano, Ribotto Giuseppe, Riccarand Pantaleone fu Pantaleone, Ricchiardone Sac. Alessandro, Rigarri Domenico, Biggio Giuseppina, Rigoldi Pietro, Rinaldo Giovanna, Riovira Marianna, Riso Francesco, Riteio, Riva Antonietta (braccialetto oro), Risalta Orsola, Rivetti Giuseppina, Rivarono Dott. Cav. Modesto, Rizzi Maddalena, Roati Annetta, Roatta Paolina, Robotti Anna, Robuzza Anna, Robuzza Luigina, Rocci Rosa, Rocellet Adele, Rodolfo Maria, Roggera Enrichetta, Roggero Caterina, Rola Albina di Carmagnola, Rolfo Giovanni, Rolla Elvira, Rolona Albina, Romano Antonio, Russino Maria e Cecilia, Rosa Bartolomeo, Rosa Gino, Rossini Teresa, Romussi Corinna, Rosso Agostino, Rosso Bartolomeo, Rosso Filomena, Rosso Giacomo, Rosso Giuseppe, Rosso Letizia, G. Rossotti Maria, Rostagno Gustavo, Rota Rosa, Roullet Torrione Giuseppina, Roveda Maria, Rovetta, Ruffalo Francesco, Ruffino Francesco (catenella oro), Ruffinone Ercolina, Rusconi Fiorina, R. V.

Sabbadini Domenica, Sala Fiorina, Salgemma, Salomon Fanny, Salamon Giovanni, Salassa Domenico, Salmi Irma, Salussolia Ved. Luigia, Salvaneschi Merope, Salvi Maria, Sanclemente Teresa, Sandri Rosa, Sandrone Caterina, Sandrone Luigia, Sanguineti Silvia, Sanna Cav. Ernesto, Santè Ermenegilda, Santoni Alfredo, Saracco Fabinia, Saracco Fama, Sartirana Carolina, Sasso Giuseppina, Savin Giuseppe, Savio Ida, Savio Orazio, Savoia Olimpia, Savoldelli Don Giovanni Parroco, Scaglia Anna, Scaglia Eugenia, Scaglia Maria, Scala Enrichetta, Sclaverandi Francesco, Scalvini Laurina, Scanduzza Salvatore, Scanu Erminia, Scaramiglia, Schiminò Checchina, Sciabbarrasi Lillina, Secco Guglielmo, Segagni C., Seghetti Dott. Gaetano, Semino Matilde, Semperboni Sorelle, Serra Maria (,anello oro), Sesiani Ved. Sicardi Elvira, Silva Costanza, Simonetti Marcello, Sioni Nunziata, Sola Giuseppe, Solari Lina, Solaroli Nella, Soleris Giuseppina, Soletta Giuseppe, Sonzogni Rina, Soria Elisabetta, Sormano Adele e Maria, S. O. S., Spagnolo Beatrice, Spanu Efinia, Sponza Maddalena di New York, Squassi Fama, S. E., Sterzi, Stevenin Mary, Stola Lucia Ved. Miletto, Stoppani Margherita, Stovorengo Salvino, Strada Beni Elisa, Striglione Rosa di Dogliani, Stroppiana Teresa, Strumia Maria, Stura Caterina, Stura Mario, Sulsenti Agostina, Superiora Maestre Pie di Dugliolo, Susian Bianca.

T. A., Tabarelli Prof. Giuseppe, Tagini Anna, Talenti Carlo, Tamagno Livia, Tamanini Emilia, Tarantini Colucci Caterina, Tarchini Teresa, Taretto Eugenia, Targa Don Antonio, Tarizzo Enrico, Tassoni Maria, Tea Giuseppina, Tedeschi Concetta, Temporelli Cherubina, Teobaldi Gerolamo, Terable Luigi, Terranova Iole, Territo Carmelo, Testa B. (anello oro), Testa Giuditta, Testa Roberto, Tetti Teresa, Tibaldi Costanza, Tiberti Adele, Tisseire Fama, Tolosano Giovanna, Tomain Giuseppe, Tomani Giovanni, Tomassoni Giovanni, Tomatis Angela, Torelli Rosa, Tornatene Francesca, Torretta Caterina, Tosco Rosa, Tramontano Mario, Trapani Ottavia, Travaglio Molino Onorina, Trezzani Giuseppina, Tricerri Trinchero Caterina, Trinchiero Maria, Trovati Fama, Turchi Zaira.

Ubezzi Michele, Ubiali Giuseppe e Clementina, Ughetti, Ulla Pietro, Ungari Maria, Uran Marianna, Ussellini Domenica,

V. A. di Santa Cristina, Vaccaro Domenica, Vaira Angiolina, Valentini Perin Emma, Valinotti Francesca (orologio), Valle Maria Ved. Bolla, Valli Romea, Vallino Teresa, Varisco Teresina, Vaschetto Giustina, Vasoni Antonietta, Vecchiato Giovanni, Vecchies Antonietta, Vecchietti Palmira, Vecchio Giuseppe, Vecchio Sorelle, Vection Don Ilarione, Venez Maria, Veneziani Don Pietro, Vianello Domenica, Viazzo ch. Giovanni, Vicaria Francesca, Viequery Adolfina, Vigliani Anna, Vigna Lucia, Villa Anna, Villa Caterina, Villon Alfonso, Vimercati Amalia, Vincenzi M. Adelaide, Viola Clelia, Violini Ernesto, Visca Carolina, Vitale Rosetta, Vitrotto Fam.a, Vittaz V., Vivalda Domenica, Vivori Giglielma, Vogliotti Marta, Vuillermet Albino, Vuillermin Avv.

Zacchè Coniugi, Zambello Pierina, Zana Giuseppe, Zanatto Agostino, Zedda Semsta Edmondo, Zelioli Dominioni Lina, Zoretti Angelo, Zublena Gino, Zucchetti Carlo, Zucchi Maria, Zuccotto Domenico, Zuliani Maria, Zuppino Coniugi.

DALLE NOSTRE MISSIONI

UNA STIRPE CHE SCOMPARE

Escursione alla Missione della Candelara. Terra del Fuoco.

Ho riveduto la Terra del Fuoco e la nostra missione della Candelara di Rio Grande l'estate scorsa, nel mese di marzo, in una fuggevole visita, dopo aver lasciato la Cordigliera Patagonica, che già si impellicciava nel suo candido manto invernale.

Il viaggio da Magallanes si può effettuare attualmente in soli due giorni, attraversando dapprima lo Stretto di Magellano fino a Porvenir e da questo paesello a Rio Grande, circa 26o chilometri, in sette ore di automobile postale che fa servizio quasi giornaliero nella stagione estiva.

Oggidì si può percorrere quasi tutta la regione pampeana della Terra del Fuoco in automobile attraverso una estesa rete di strade in gran parte tracciate soltanto dai carri, le quali uniscono le numerose estancias dedicate all'allevamento delle pecore. Durante l'inverno

il traffico delle automobili cessa perchè le strade, trasformate in pericolosi pantani dalla pioggia e dalla neve, sono intransitabili.

Gli indigeni Ona, che una cinquantina di anni addietro raggiungevano quasi la cifra di tremila individui, ora non superano il centinaio, parte sparsi nelle fattorie come ovejeros (pastori), parte rifugiati nella nostra missione di Rio Grande.

L'automobile corre veloce attraverso le estese praterie, risale elevati cordoni morenici, sprofonda alle volte nei pantani, da cui esce dopo molti sforzi e poi verso sera si detiene nel porto di Rio Grande, dove è sorta in questo ultimo decennio una piccola borgata, composta in massima parte di case di commercio e di alberghetti, sviluppatisi con il traffico delle lane che giungono dall'interno e per l'approvvigionamento delle fattorie.

I Salesiani già posseggono un pezzo di terreno per potervi edificare una cappella ed una scuola e da qualche anno il missionario vi si reca ogni domenica per celebrarvi la S. Messa e fare un poco di catechismo.

Ancora pochi chilometri ed ecco scoprirsi dietro lo spigolo di una terrazza il grande edifizio della missione, che per tanti anni fu il rifugio consolatore della povera razza indigena, perseguitata dai civilizzati.

Gli ampi cortili ed i porticati, dove anni addietro si aggiravano lieti e chiassosi centinaia di indigeni, ora appaiono deserti e silenziosi.

Gli Ona ricoverati attualmente nella missione sono all'incirca una trentina, in gran parte vecchie donne piene di acciacchi che giungono qui di quando in quando, attirate dalle amorevoli cure delle Figlie di Maria Ausiliatrice, desiderose di chiudere la loro tribolata esistenza in questo asilo di pace e riunirsi per sempre alle centinaia di compagni che riposano all'ombra della croce nel piccolo camposanto della missione.

Dedicano gran parte della loro giornata nel cucire e tessere la lana, e parte in esercizi di pietà che compiono con edificante fervore.

Ancora pochi anni e la forte razza degli Ona, che per tanti secoli aveva avuto il dominio assoluto di queste terre, sarà completamente estinta. La violenta e sistematica persecuzione dei bianchi, le amarezze subite nella perdita dei congiunti, il passaggio troppo rapido dalla vita nomade e selvaggia alle consuetudini della vita civile, l'abuso delle bevande alcooliche, di cui sono avidissimi, sono le principali cause della loro rapida e fatale estinzione.

Per di più alcune malattie contagiose, sorte d'improvviso in mezzo a loro, come la rosolìa e il morbillo, fecero orrenda strage.

Nel pensiero doloroso della loro prossima e totale scomparsa v'è pur da benedire la Divina Provvidenza che per mezzo dei figli di Don Bosco volle rigenerare alla vita spirituale questo popolo selvaggio, confortandolo ed assistendolo nella sua estrema agonia.

Sac. ALBERTO M. Dr AGOSTINI,

Missionario Salesiano. Mendez (Equatore).

Due nuovi passi nella via della civiltà.

I nostri Cooperatori hanno avuto notizie, nello scorso gennaio, del ponte Guayaquil, costrutto sul fiume Namangosa nella nostra missione di Mendez, sotto l'abile direzione tecnica del Coadiutore Salesiano Giacinto Pancheri. Siamo lieti di poterli informare che nel 1932 lo stesso salesiano ha diretto la costruzione di un nuovo ponte e di una passerella sul fiume Chupianza, che abbreviano la comunicazione tra la parrocchia principale di Mendez e le frazioni limitrofe, abitate da laboriosi coloni, i quali, prima del passaggio del ponte Guayaquil, dovevano impiegare tre o quattro ore di più a raggiungere la sede della missione, e si trovavano quindi nell'impossibilità di mandare regolarmente i fanciulli all'istruzione religiosa e scolastica.

Così tutto è facilitato, grazie ai sacrifici del Vicario Apostolico mons. Comin, ai risparmi delle alunne delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Bogotà (Colombia), ed all'ingegno del signor Pancheri.

IL PONTE SUL FIUME CHUPIANZA è un'opera mirabile di ingegneria, trionfo di una costanza che ha superato le più ardue difficoltà proprie di quelle plaghe, lontane da ogni consorzio ungano. Misura metri 37 di lunghezza, tutto sospeso a cavi di acciaio, in legno incorruttibile. Sostenne le spese il Vicario Apostolico Mons. Comin con l'aiuto della Cassa Municipale e le offerte del signor J. Duran e di vari Bene fattori. Una quarantina di famiglie di coloni provenienti dall'Anzag e dal cantone Paute, invece di allungare la via di tre o quattro ore per giungere alla missione che sta loro di fronte, come abbiamo detto sopra, vi giungono direttamente in breve tempo. E la penetrazione nella foresta vergine ha una via di più.

LA PASSERELLA BoGoTA è riservata ai pedoni. Tutta in legno di pitiuca (il migliore della regione) sospesa a due cavi di acciaio di 300 mmq. di sezione e la resistenza al peso di 15o kg. per ogni mmq. di sezione, quindi ad un peso totale di 90o quintali. Misura 77 m. di lunghezza, per 1,65 di larghezza. L'altezza sul livello ordinario dell'acqua del fiume è di m. 10; la curvatura dell'arco di m. 5.

Fu battezzato col nome di Bogotà per ricordare le alunne del Collegio delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Bogotà (Colombia) che vi hanno provveduto in gran parte coi loro risparmi.

Se, come fu detto, «un ponte di più è un abisso di meno o noi possiamo formarci un'idea sufficente del merito del nostro caro sig. Pancheri, il quale a 76 anni non domanda riposo, ma continua a industriarsi da buon figlio di Don Bosco per l'evangelizzazione di tante anime e la civiltà di tutto un popolo.

Per la Conferenza di San Francesco di Sales.

In questo mese di gennaio o al principio del prossimo febbraio, a norma della Pia Unione dei Cooperatori si suole tenere l'annuale Conferenza dei nostri Cooperatori per la ricorrenza della festa di S. Francesco di Sales.

Affinchè questa Conferenza abbia a riuscire meglio, sia che si tenga privatamente per i soli Cooperatori e Cooperatrici, sia che si tenga in pubblico alla presenza del popolo, merita speciale preparazione. A questo intento noi osiamo raccomandare la cosa ai benemeriti Direttori Diocesani, Decurioni, Zelatori e Zelatrici.

Nella Conferenza stessa sarà bene richiamare l'attenzione degli uditori sui punti più importanti della annuale Lettera del Rev.mo Rettor Maggiore Sig. Don Ricaldone, che si legge in capo a questo stesso Bollettino di gennaio, e raccomandarli alla loro generosa carità e cooperazione.

Ove poi non si tenesse tale Conferenza, oppure non fosse possibile ad alcuni Cooperatori di intervenire, sarà bene che ogni Cooperatore procuri di supplirvi con una più attenta lettura della suddetta Lettera del Successore del Beato Don Bosco e del Bollettino stesso che la riporta.

Lo zelo e l'attività di S. Francesco di Sales e del Beato Don Bosco ci siano di guida e d'incoraggiamento anche in questa opera santa.

Favorite l'educazione cristiana dei vostri bimbi col mettere loro in mano " Gioventù Missionaria Prezzo d'abbonamento: L. 6,20 - Amministrazione: Via Cottolengo, 32 - Torino.

Per intercessione del Beato Don Bosco

Da morte a vita. - Fin dal 24 aprile 1929 la nostra figlia Angiolina venne colpita da sinovite al ginocchio sinistro, per cui fu costretta a mettersi a letto per una prima ingessatura. Il 21 giugno dello stesso anno fu portata a Torino da un valente professore il quale diagnosticò che la gamba le sarebbe rimasta rigida per tutta la vita; ma, tanto per tentare un ultimo esperimento, sottopose la sofferente ad una seconda ingessatura, assai più dolorosa della prima. Non erano trascorsi otto giorni in quello stato di immobilità che la poveretta veniva colpita da meningite. È facile comprendere il nostro stato allorchè il dottore curante constatò la comparsa del terribile morbo. Fu allora che, vedendo inutili i mezzi umani, ricorremmo all'aiuto celeste.

Chiedemmo a Colui che tutto può, che, per intercessione del Beato Don Bosco, ci restituisse sana e salva la nostra Angiolina. A grazia ottenuta avremmo fatto un'offerta per le Opere Salesiane e l'avremmo resa di pubblica ragione sul Bollettino. Appena emesso il voto, il nostro zelante Vicario recò all'ammalata una preziosa reliquia del Beato, gliela pose sotto il capo, e, congedandosi, disse: « Ricordati, o Angiolina, che tu stessa me la devi riportare in Parrocchia!... ».

Dopo una ventina di giorni, trascorsi tra la vita e la morte, la meningite scomparve, lasciando però all'ammalata, come residuato, una forma setticemica con febbri quotidiane altissime e delirio. In tali gravi e penosissime condizioni trascorsero circa tre anni: anni di angoscia per noi, di inenarrabili sofferenze per l'Angiolina e di lotta continua del valente dottore curante per vincere il male.

Mali mano che le speranze umane venivano meno, aumentava però nell'ammalata la fiducia nel Beato Don Bosco, al quale sempre si raccomandava specialmente nei momenti più acuti del male.

Piena di fede: «Soffrirò, - esclamava - non importa; ma il Beato mi deve guarire! ». E Don Bosco ottenne dal buon Dio il premio della sua e nostra fiducia. Dal mese di marzo del corrente anno cominciò il miglioramento. La febbre prese a scemare, il delirio scomparve, le si rianimarono tanto le forze che in breve, ritornata a novella vita, con meraviglia del medico curante e della intiera popolazione, potè lasciare il letto, uscire di casa, riportare in Parrocchia la reliquia del Beato e testimoniare all'ottimo Vicario che la profezia si era avverata.

Il 27 giugno 1932, ripieni di gioia, potemmo con tutta la famiglia recarci a Torino, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, a sciogliere il nostro voto e, prostrati presso l'urna del Beato, inalzare l'inno del ringraziamento e testimoniargli dal più profondo dell'animo la nostra imperitura riconoscenza.

Lanzo Torinese.

Coniugi CABODI.

Guarita da lunga malattia. Terminate da poco tempo le scuole Normali, quando credevo di poter finalmente essere utile alla mia famiglia, mi ammalai graveolente. Una debolezza estrema favorì diverse complicazioni, che mi ridussero in uno stato veramente impressionante. E nonostante le cure del medico, che faceva di tutto per sollevarmi, questo stato doloroso si protrasse per anni ed anni cagionandomi sofferenze continue, ed abbattendo la mia mamma e la mia famiglia straordinariamente. Unico conforto ci rimase la fede! Intraprendemmo una vera serie di novelle che elevarono al Cielo senza interruzione il grido angosciato dell'anima nostra, interponendo l'intercessione del Beato D. Bosco presso il Cuore di Gesù e dell'Ausiliatrice!

E finirono i lunghi, interminabili anni di sofferenze per me e di vera agonia per il cuore della mia mamma. D. Bosco, sensibile alle nostre preghiere e specialmente alle suppliche d'una mamma che aveva fatto dono, pur nel dolore, della figlia maggiore alla sua Congregazione, mi ottenne la grazia completa.

Coll'animo commosso esprimo da queste pagine la mia eterna riconoscenza al Beato D. Bosco e gli protesto la più viva devozione.

Piani-Borghetto.

SIRONI ERICA Ex-allieva delle F. di M. A.

Guarita da un carcinoma diffuso. -- Trovandomi da parecchio tempo degente all'ospedale Maria Vittoria per un carcinoma diffuso che aveva intaccato parecchi organi, fui operata il 3 agosto dell'anno 1931. Nonostante l'abilità del professore e l'operazione in sè riuscita ottimamente, mi trovai ridotta in tale stato da essere giudicata in pericolo gravissimo. Ecco le parole testuali del professor operante: « prognosi infausta e a brevissima scadenza ». Impossibile descrivere la costernazione della famiglia a tale annunzio. Fu chiamato al mio capezzale il figlio, novizio salesiano, che già prima aveva pregato e fatto pregare il Beato Don Bosco per me. lo intanto, che durante la permanenza al « Maria Vittoria» e specialmente nei momenti più pericolosi non avevo cessato un solo istante dal raccomandarmi a Lui, promisi anche un'offerta per le Opere Salesiane. E Don Bosco, che fu sempre l'Angelo tutelare della mia casa, non si fece attendere. Nello spazio di qualche settimana, in cui le nostre suppliche divennero più che mai fervorose, incominciai a migliorare sensibilmente ed ora posso dirmi interamente guarita. I dottori, che avevano seguito il mio caso, stupirono della sua felice soluzione; ma noi tutti di casa innalzammo grazie al caro Beato, al quale solo sentiamo di dovere una grazia così segnalata.

Cirié.

LUCIA CARIGNANO.

Altre grazie attribuite all'intercessione del Beato Don Bosco.

Castello Margherita (Correzzola) ormai in fin di vita all'ospedale di Piove di Sacco, miracolosamente risanò al contatto di una reliquia del Beato.

Demarta Ernesto (Torino) è riconoscente al Beato per grazia ricevuta e implora la sua protezione.

Occelli Anna (Farigliano) ringrazia il Beato per segnalata grazia ricevuta.

Amerio Anna (Asti) è riconoscente al Beato Don Bosco per una grazia speciale.

N. N. ha inviato offerta per grazia ricevuta a intercessione del Beato D. Bosco.

Franco Antonia in Greppi (Borgovercelli) desiderando dare una posizione al figlio affidò ogni cosa al Beato e fu prontamente esaudita.

Benazzi Augusta raccomandò il figlio Giovanni, affetto da grave infezione, al Beato D. Bosco ed ebbe la gioia di vederlo presto guarito.

Mora Giuseppe e Pierina da Santa Cristina di Borgomanero, ringraziano il B. Don Bosco per la guarigione del loro Valerio, diciottenne, affetto da pleuro-polmonite bilaterale a tipo erisipelatoso con interessamento successivo di tutti i lobi polmonari. Quando tutti gli sforzi della scienza si riconobbero vani ed il malato aveva già ricevuto l'Estrema Unzione, l'intercessione del Beato, invocato con una ardente novena, lo salvò e guarì completamente.

Borrano Coniugi (S. Damiano d'Asti) ringraziano il Beato per aver ridonata la salute ad una loro bimba di tre anni.

S. V. riconoscente porge vive grazie al Beato D. Bosco per aver ridata la salute a due persone care.

Cantamesse Lina ringrazia il Beato per averla guarita da grave malore e per il felice esito dell'esame di laurea del figlio.

Novarra Caterina di Gerolamo (Diano Marina) colpita da setticemia pose ogni fiducia nel Beato e ottenne la guarigione dopo aver applicato alla parte ammalata una sua reliquia. Attende altre grazie.

Cavallero M. A. (Carmagnola) per l'ottenuta guarigione da ulcera gastrica.

Astori Carlo (Alessandria) avendo il figlio Vittorino affetto da polmonite, ne affidò la guarigione al Beato D. Bosco e fu esaudito e consolato.

Gatti Rosa, di Bergamo, ringrazia il Beato per la guarigione di un bimbo di 13 mesi da mia grave forma di gastro-enterite.

Amaduri Amalia ved. Loschiarto, da Gioiosa fonica Marina, ringrazia il B. Don Bosco che l'aiutò a superare un violentissimo attacco di endocardite il quale aveva ormai fatto disperare i medici ed aveva consigliato gli ultimi Sacramenti. Dopo il Viatico e l'Estrema Unzione, stringendo al cuore una reliquia del Beato, si sentì improvvisamente guarire.

Locatelli Caterina (Lecco) ricorse con fede al Beato per aiuto materiale e fu prontamente esaudita.

Stassano Scacchi Teresa (Tortona) è grata al Beato D. Bosco per l'ottenuta guarigione di una sua colona.

Rapalino Irma (Torino) rende grazie al Beato per la protezione avuta in una difficile circostanza della vita.

D. G. A. (Rivarolo Canavese) ringrazia il Beato per ottenuta guarigione di persona cara.

B. C., avendo una nipote colpita da broncopolmonite e morbillo la raccomandò al Beato e la riebbe guarita.

Pierobon Filippo da Cadola (Belluno) attribuisce al Beato D. Bosco la guarigione del figlio Gigetto da un violento tifo intestinale e ne lo ringrazia.

N. N. (Gazzano) per la guarigione di persona cara avvenuta proprio il giorno della Beatificazione di Don Bosco.

Iroide Grazietta (Modica) trovandosi in gravi angustie supplicò con fede il Beato D. Bosco e in pochi giorni ottenne quanto desiderava.

Scala Enrichetta (Geminiano) sofferente da anni per male insidioso si rivolse fiduciosa al Beato ed ottenne guarigione perfetta.

Gallian Olimpia (Peveragno) per l'ottenuta guarigione di un giovane da gravissima malattia.

Caravaggi Prassede e Giuseppe (S. Damiano al Colle) per essere stati palesemente protetti e aiutati in tante critiche circostanze e soprattutto per l'ottenuta guarigione, da gravissimo malore, del padre.

Giai Levra Andrea e Rosina Coniugi (Giaveno) riebbero sano il piccolo Giuseppe che, affetto da polmonite doppia, fu affidato alla protezione dell'amico dei fanciulli, il Beato D. Bosco. Il graziato riconoscente offre alle missioni salesiane i suoi piccoli risparmi.

Sala Rosetta (Castelletto di Cuggiono), affetta da endocardite ribelle ad ogni cura, affidò la guarigione al Beato D. Bosco e l'ottenne completa e duratura.

Provenzano Angelo (Alcamo) sofferente di poliomielite con paralisi alle mani ed alle gambe, guarì al contatto di una medaglia del Beato D. Bosco, che aveva toccato la sua insigne reliquia.

Ciancio Sollima Cav. Federico (Capizzi) per l'ottenuta guarigione di un figlio cinquenne da gravissimo morbo.

Cambiano Don Carlo, Curato (Duro), ringrazia il Beato D. Bosco per la visibile protezione accordata alla sig.na Malcotti Martina e per averla risanata da bronco-polmonite doppia.

Corradi L. (Lerici), spedito dai medici perchè affetto da male incurabile, si raccomandò al Beato D. Bosco e dopo due mesi di sofferenze potè rimettersi in salute.

Mazzoli Elvira ringrazia riconoscente e commossa il Beato per la speciale protezione accordatale in varie dolorose circostanze della vita e per aver potuto evitare una grave operazione.

G. P. (Torino) invia una offerta al Beato Don Bosco per grazia ricevuta, e promette eterna riconoscenza.

NECROLOGIO

Raccomandiamo ai suffragi dei Cooperatori e delle Cooperatrici i seguenti defunti, mentre presentiamo alle rispettive famiglie le nostre più sentite condoglianze:

Mons. ANTONIO MARIA BERNASCONI Prelato referendario e votante della Segnatura Apostolica.

Membro del Consiglio degli ex-allievi della Casa di Roma e Zelatore dei Cooperatori Salesiani, Mons. Bernasconi ha avuto per l'opera di Don Bosco tutto l'interessamento di un vero amico.

Nato a Palombara Sabina nel 1867, sentì tosto la vocazione allo stato ecclesiastico. Fatti i suoi primi studi nel Seminario di Magliano Sabino, li continuò poi a Roma, conseguendo all'Istituto Pontificio di S. Apollinare la laurea in utroque iure.

Ordinato sacerdote e ritornato a Magliano, mostrò subito quello spirito sacerdotale, fatto di zelo e di lavoro assiduo, che fu la caratteristica di tutta la sua vita. Mentre però disimpegnava con alacrità le varie mansioni affidategli dai suoi superiori, non trascurava gli studi. L'opera a cui lavorò indefessamente fu la pubblicazione in 4 grossi volumi degli Acta Gregorii XVI, lodata con breve lusinghiero dalla s. m. di Leone XIII.

La fiducia dei Sommi Pontefici affidò a Mons. Bernasconi delicati incarichi, e le onorificenze di cui venne insignito furono riconoscimento ufficiale degli altissimi meriti ch'egli si venne acquistando presso gli uomini e presso Dio.

Nel 1906 fu dal S. Padre Pio X nominato Prelato Domestico e Visitatore Apostolico della Diocesi suburbicaria di Palestrina. E vi operò tanto bene che l'Em.mo Card. Vannutelli, terminata la visita, lo volle suo Vicario Generale.

La morte non lo sorprese: lo trovò anzi preparato ed anelante al Cielo. Nel suo testamento olografo c'è un periodo che vorremmo aver tutti sulle labbra nell'ora della nostra morte:

« ... Ed ora mi sono spogliato di tutto, o Gesù, a te affido l'anima mia: Domine Iesu suscipe spiritum meum. Gesù mio, io ti ho amato tanto in vita consumando tutta la mia esistenza per zelare la tua gloria e per la tua Chiesa. Deh, Signore pietoso, accoglimi misericordioso nel tuo seno nella Patria beata! Da te solo aspetto il premio del mio apostolato. Così sia ».

Mons. FRANCESCO GAZZOLO Prevosto di San Donato in Genova. Benemerito Decurione Sàlesiano.

Nel raccomandare l'anima del caro estinto alle preghiere dei Cooperatori, intendiamo anche di manifestare tutta la nostra riconoscenza verso la famiglia Gazzolo ornai legata indissolubilmente alla storia delle Missioni Salesiane all'estero. Fu infatti per i buoni uffici del Sig. Gazzolo, Console Argentino a Savona, zio di Mons. Francesco, che il Beato

Don Bosco nel 1875 si indusse a fare la prima spedizione di Missionari Salesiani. Quando il Beato cadde gravemente ammalato nella casa Salesiana della vicina Varazze, la famiglia Gazzolo fu larga di cure amorose verso il caro infermo. Monsignore, col sangue dei Gazzolo, aveva ereditato anche l'amore a Don Bosco e alle sue Opere. Quando nel 1925 si celebrarono le feste cinquantenarie per ricordare la prima spedizione Missionaria Salesiana, salpata dal porto di Genova, volle ed ottenne che le solennità si svolgessero nella sua vetusta chiesa. E mise a disposizione un locale, perchè il benemerito Comitato degli arredi sacri pro Missioni Salesiane potesse farvi le sue annuali esposizioni. Se poteva fare un piacere ai suoi Salesiani lo faceva di gran cuore.

Era nato nel 1866 a Camogli e ordinato sacerdote nel 1889, esplicò il suo ministero prima per due anni a S. Martino d'Albaro come viceparroco, quindi quale prevosto a S. Desiderio di Bavari e poi arciprete a Ruta per ben 25 anni. Dal 192o era stato promosso alla prevostura di S. Donato in città, dove per parecchi anni diresse pure, quale delegato del Prelato per l'Emigrazione, l'opera dei Cappellani di bordo da lui ideata, amata e favorita con instancabile fervore.

I funerali riuscirono un'imponente dimostrazione di affetto e di apprezzamento del suo apostolico ministero. Gli affretti il B. D. Bosco la gloria del Cielo.

Sac. Dott. Prof. ACHILLE MOTTA

Ex-allievo dell'Oratorio di Torino, fin dai tempi di D. Bosco, morì nell'agosto dello scorso anno a Valmadrera dov'era parroco da molti anni. Lasciò grande rimpianto di sè poichè era stimato ed amato per il suo sapere, per la sua squisita bontà e per il suo grande zelo. Si fece tutto a tutti, ed anche negli ultimi anni, già ormai logoro di forze, il suo zelo non conobbe riposo. Affezionatissimo a Don Bosco ne parlava fino a commuoversi, in privato e dal pulpito. Efficacissimo un mese di maggio ch'egli infiorò tutto di esempi tratti dalla vita del Beato.

P. GIROLAMO APOLLONI dei PP. Giuseppini, Parroco della chiesa dell'Immacolata, Rettore dell'opera Pio X.

È spirato il 2o novembre dello scorso anno confortato da tutti i carismi di nostra S. Religione e dalla benedizione speciale del Sommo Pontefice.

Sacerdote piissimo, religioso modello, apostolo della gioventù, missionario per 9 anni nell'Africa, Parroco zelantissimo, Superiore Generale per 12 anni, spese la sua santa vita facendo del bene a tutti. Era Cooperatore Salesiano e nutriva per l'opera nostra vivissimo affetto. Cadde sulla breccia come buon soldato di Cristo.

Mons. GIUSEPPE BULFONI Pievano Arciprete di Buia (Udine).

Il giorno 17 settembre u. s. Mons. Giuseppe Bulfoni rese, rassegnato, la sua bell'anima a Dio. Passò 47 anni a Buia, prima come cooperatore dell'indimenticabile Venier, poi come capo, bene armato, di questa vetusta e gloriosa Pieve.

Lungo sarebbe l'elencare anco sommariamente le opere di zelo illuminato che e nel campo morale e in quello materiale perenneranno il suo ricordo. Fu ammiratore delle Opere del Beato Don Bosco e Cooperatore Salesiano attivissimo. Pace all'anima sua buona.

MARIA SAVIO

Dolcemente moriva il 22 dello scorso agosto in Mondonio d'Asti, sua patria, alla matura età di 85 anni, dopo una vita esemplarmente. vissuta nel Signore tra le cure della famiglia. Diede alle Missioni Salesiane il suo figlio, Don Egidio, zelante apostolo da oltre 3o anni in Colombia; conobbe bene il Servo di Dio Domenico Savio e ne ricordava sovente l'angelica vita, la pia morte e le onoranze funebri come di un santo. Sia gloria alla sua bell'anima.

TERESA RAVETTA

Morta il 14 novembre u. S.

Novara ha perduto, per questa terra s'intende, un'anima veramente cristiana e salesiana.

Teresa Ravetta ha seguito in tutto il programma del Beato D. Bosco: a fare del bene perchè in fine di vita si raccoglie il frutto delle buone opere ». Modesta, pia, laboriosa, nel silenzio e nella preghiera, fece quanto e meglio forse di chi prodiga la sua vita e la sua attività nelle opere esterne. Non c'è opera buona che non abbia sentito l'aiuto della povera defunta. Ai Salesiani poi aveva serbato tenerezze speciali del suo gran cuore. Era tanto lieta di aver regalato alle Figlie di Maria Ausiliatrice il suo tesoro più caro, la sua nipote Pia che oggi sta alla Direzione della Casa dell'Immacolata di Novara. Dio coronò la sua vita con una santa morte: tutto ci assicura ch'ella goda la pace dei Santi. Non cessa per questo la nostra preghiera, nè cesserà il ricordo di lei.

ANTONIETTA ASTENGO DELLE PIANE

Figura esemplare di madre cristiana è scomparsa, lasciando un vuoto immenso nella sua casa e un vivissimo rimpianto fra i numerosi conoscenti ed amici che ebbero la fortuna d'avvicinarla.

Tutte le Associazioni benefiche savonesi l'ebbero socia, e di alcune fu iniziatrice intelligente e generosa.

L'Oratorio Salesiano di Savona fu oggetto di cure particolari e le Opere del B. Don Bosco l'ebbero preziosa Cooperatrice.

Pace all'anima sua.

Altri Cooperatori defunti:

ALBANO MARIA fu LUIGI, Casabianca (Torino). ALLARA D. FRANCESCO, Torino.

AMPRIMo BICE Ved. MANINA, Bussoleno (Torino). BAISTROCCUI Comandante ALFREDO, Roma. BATTISTELLO PASSUELLO FLAVIA, Marostica (Vie.). BAZZICHI COSIMO, Ripa (Lucca).

BERGIA TERESA Ved. RE, Rittanolo (Cuneo). BERGONZOLI D. GIOVANNI, Noviglio (Milano). BERTAINA MARIA PITTAVINO; BoveS (Cuneo). BEATOLI ANNA, Udine.

BOCCA Cari. GIOVANNI, Vigevano (Pavia). BOLLENTINI Giov. BATTISTA, Cassana (Spezia).

BUSCALDI GIUSEPPINA, Frassineto Po (Aless.). CALDERONE CARMELA,. Lerma (Alessandria). CARLI GIACOMINA, Clusone (Bergamo). CERRATO AGNESE, Valfenera (Alessandria). CERVIO GIUSEPPINA, Torino. CHIARLA LUIGI, Savona. CLERICO MADDALENA, Torino. COLOMBO ELISA, Valleggia (Savona). COLONNETTI EUGENIO, Torino. COMOTTO ANGELA in PERTICA, Orero (Genova). CORREGGIA GIUSEPPE, Torino. DANERI TERESA, Vigevano (Pavia). DE PROBST ANNA, Trento. DE PROBST TEODORA, Trento. DONES MATILDE, Mendrisio (Svizzera). FACCIOTTO ANTONIO, Torino. FERRARI LUISA ved. DURONI, Varese.

FERRARI MARIA TERESA, Tiarno di Sotto (Trento). FERRETTI MARIA, Villalvernia (Alessandria). FRACCHIA LUIGI, Alessandria. GADIN CASI-MIRA, S. Nicolas (Aosta). GARDELLIN EDVIGE, Sandrigo (Vicenza). GATTONI MARIETTA in FONTANA, Cureggio (Novara). GIACOBBE CATERINA, Cremolino (Alessandria). GIACOMELLI GIOVANNI, Altivole (Vicenza). GIACOMINI ELVIRA, Civitavecchia (Roma.). GIACOMINI Comm. VINCENZO, Civitavecchia (Roma). GROSSI EDVIGE, Crema (Cremona). GUGLIELMOTTI MARIA, Civitavecchia (Roma). LOMAZZI EUFEMIA, Biassono (Milano). LOVATINI ELVIRA, Brescia. Lupi ACHILLE, Sacconago (Milano). LURANI Contessa ELISA, Milano. MARCONI ANGELO, Massa Lombarda (Ravenna). MATASSA GIACINTA, Casalattico (Frosinone). MAUCIONI ULISSE, Magliano Nuovo (Salerno). MENCARINI ANGELINA, Salerno. MERLO FRANCESCO, Bobbio (Pavia). - MICHELOTTI CANDIDA, Carrù (Cuneo). NICOLAO D. NICOLAO, Lavarone (Trento). OLGIATI ROSA ALBERTI, Magenta (Milano). OPIZZI LENA, Calasca (Novara). OZZOLA LUIGI, Monticelli Pavese (Pavia). PACE SPADARO D. GUGLIELMO, Zabbar (Malta). PALAZZI PAOLINO, Oltre il Colle (Bergamo). PERACCHIO D. GIov. BATTISTA, Fronchini (Aless.). PICCINI D. RENATO, Sirolo (Ancona). PIROTTO ANTONIETTA, Altare (Savona). PoNCINI MARIA, Caluso (Aosta). PONTICELLI DINA, Grosseto. RAMPEZZINI INES PORZIO, Invorio Inf. (Novara). ROSSETTO DOMENICO, Prata di Pordenone (Udine). RUGGIA MARTINO, Romano Canavese (Aosta). SACCO CAROLINA, Torino. SALMENA Bar. ENRICHETTA, Morano Calabro (Cos.). SALVADORI LUCIA di MARTINO, Lavenone (Brescia). SANDRO ANTONIETTA Ved. ZARAMELLA, Bassano del Grappa (Vicenza).

STELLINI ADELAIDE, Grosseto.

TAGLIAVACCHE Cav. CARLO, Genova-Pontedecimo. TANDURA LUIGIA, Follina (Treviso). TESIO MARIA, Chivasso (Torino).

TONELLo D. SEBASTIANO, Chiusa Pesio (Cuneo). VIASSONE ANTONIA, Monticello d'Alba (Cuneo). VIDALE AMALIA, Forni Avoltri (Udine). VOLPI ANTONIA, Cornaredo (Milano). ZUCCOLINI Cav. GIUSEPPE, Padova.

Ai nostri benemeriti Cooperatori ci pregiamo raccomandare vivamente le seguenti pubblicazioni della SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE Corso Regina Margherita, 176 - TORINO

SCIENZA E FEDE han dato vita a questi 3 CAPOLAVORI!

GIUSEPPE RICCIOTTI

CANONICO REGOLARE LATERANENSE

STORIA D'ISRAELE

I) Dalle Origini all'Esilio. Con illustrazioni L. 25 -

Questo volume, che ora vede la luce in una edizione chiara e signorile, fa parte a sè, giacchè va dalle origini del popolo ebraico fino all'esilio in Babilonia. In alcuni capitoli introduttivi l'autore delinea lo sfondo storico su cui comparisce Israele, trattando degli imperi di Babilonia-Assiria, Egitto, degli Hittiti, e di altri popoli minori; presenta quindi la Palestina prima geograficamente poi archeologicamente, trattando degli scavi praticativi fino a questi ultimi mesi e dei loro risultati; infine espone le fonti bibliche e il metodo critico con cui sono state trattate. Dopo l'introduzione, passa alla parte storica propriamente detta; in cui, seguendo il filo della narrazione biblica, ne schiarisce e valuta i dati con ogni documento profano che le scoperte moderne potevano fornirgli. Fra questi documenti egli si è servito, con una larghezza non mai raggiunta in siffatte pubblicazioni, delle illustrazioni fotografiche, che accompagnano il lettore in moltissime pagine come un efficace e gradito commento.

IL CANTICO DEI CANTICI

VERSIONE CRITICA DAL TESTO EBRAICO CON INTRODUZIONI, E COMMENTO

OPERA PREMIATA DALLA REGIA ACCADEMIA DELLA CRUSCA (PREMIO QUINQUENNALE REZZI).

Vol. in-8 di pag. 304    L. 30 -

Dott. GIUSEPPE FELTEN

STORIA DEI TEMPI DEL NUOVO TESTAMENTO

Giudaismo e paganesimo ai tempi di N. S. Gesù Cristo. Versione italiana del Prof. Luigi E. Bongioanni. 2a edizione. 4 volumi di complessive pag. 1500    L. 50 -

Vol. I.   - La storia politica degli Ebrei a partire dall'armo 63 a. C.

Vol. II.   - Le condizioni sociali e morali interne del popolo ebreo ai tempi del N. T. Vol. III. - Le vedute teologiche degli Ebrei ai tempi del N. T. Vol. IV. - Il paganesimo ai tempi del N. T.