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Noi dobbiamo aiutare i fratelli a fine di
cooperare alla diffusione della verità. .
(III, S . Giov . 8) .
Attendi alla buona lettura, all'esortare e
all'insegnare .
(I Tim. 1V - 15).
Delle cose divine la più divina quella si è
di cooperare con Dio a salvare le anime .
(S . DIONIGI) .
Chiunque riceverà un fanciullo in nome mio
riceve me stesso . (MATT . XVIII, 5) .
Bisogna aver cura dei fanciulli, perchè di
essi è il regno de'Cieli . (S . GIUSTINO) .
Vi raccomando la fanciullezza e la gio-
ventù ; curatene con grande premura la
educazione cristiana ; mettete loro sott'oc-
chio libri che insegnino a fuggire il vizio,
e a praticare la virtù .
(Pio IX) .
Un amor tenero verso il . prossimo è uno dei più grandi ed eccellenti doni, che la divina Bontà faccia agli uomini .
(IL DOTTOR S . FRANCESCO DI SALES) .
Direzione nell'Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
SOMMARIO . Invito Sacro - Avviso -. La conferenza
dei Cooperatori ad onore di Maria Ausiliatrice - Il
Cardinale protettore della Congregazione Salesiana -
Secondo tentativo dei Missionarii Salesiani per intro-
dursi nelle terre dei Pampas - La prima Conferenza
in Lucca - Consolazione del Santo Padre ossia il ri-
torno di un figlio traviato - Storia dell' Oratorio di
S . Francesco di Sales - Indulgenze speciali pei Coo-
peratori .
INVITO SACRO
NOVENA E SOLENNITÀ
IN ONORE DI
MARIA AUSILIATRICE
Ma studio e zelo più industrioso ancora
dobbiamo dimostrare noi, o amati Coope-
ratori e Cooperatrici, nel prepararci a cele-
brare degnamente la prossima solennità di
Maria Ausiliatrice nostra Regina e Madre .
A quest'uopo procuri ognuno di scegliersi
e praticare ad onor suo qualche esercizio
di pietà nei nove giorni che la precedono,
come sarebbe di udire la santa Messa o-
gni mattino, recitare sette Ave Maria o da
solo o con quei della famiglia ; soprattutto
poi di accostarsi ai santi Sacramenti o nella
novena o nel dì della festa .
Intanto per norma di coloro, che in
questa occasione intendessero di fare una
visita al Santuario di Maria Ausiliatrice in
Torino , per acquistare spirituali tesori ,
diamo qui l'orario delle sacre funzioni, che
vi si terranno per ogni giorno .
NELLA CHIESA A LEI DEDICATA
in Valdocco TORINO
ORARIO DELLE SACRE FUNZIONI .
INDULGENZA PLENARIA
A chi confessato e comunicato visiterà questa Chiesa in un
giorno dell'anno ad arbitrio e nel dì della festa .
Quando in una città si ha da festeggiare
la Regina, i sudditi ossequiosi vi si prepa-
rano qualche tempo innanzi . Così parimenti
in famiglia praticano i figli e le figlie rive-
renti ed affettuose nell'avvicinarsi del giorno
onomastico della propria Madre .
La Novena comincierà Giovedì 15 Maggio .
In ciascun giorno lungo il mattino fino a
mezzodì celebrazione di Messe lette, e
comodità d' accostarsi ai SS . Sacramenti
della Confessione e Comunione .
Ogni mattina alle ore 5 I/2 ed alle 7 1/2
Messa e Comunione con particolari eser-
cizi di pietà .
Tutte le sere alle ore 7 Canto di lodi sacre,
Predica e Benedizione col SS . Sacramento .
Chi interverrà in qualunque giorno del-
l'anno ad alcuno di questi esercizi di-

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voti per ogni volta lucrerà indulgenza
di 3 anni . (Breve di Pio Papa IX, 26 Feb-
braio 1875 .)
Domenica 18.
MATTINO .
Alle ore 7 . Messa e Comunione Generale .
» 10'/2. Messa Solenne.
SERA .
» 3 1/2. Vespri, Predica e Benedizione .
Tutte le pratiche religiose, compresa la
Messa delle ore 7, le Comunioni e le
preghiere di questa giornata sono offerte
a Dio secondo le pie intenzioni dei Be-
nefattori e delle Benefattrici delle Mis-
sioni, e delle altre opere e Case Salesiane
sia di Europa che di America .
MATTINO .
Alle ore 7 . Messa , Comunione con altre
pratiche di pietà in suffra-
gio delle anime dei defunti
Cooperatori Salesiani, e dei de-
funti confratelli dell' Arcicon-
fraternita di Maria Ausilia-
trice.
» 10. Messa Solenne .
SERA .
» 3 . Vespri - Predica - Benedi-
zione col SS . Sacramento .
NB . Chi desidera farsi inscrivere nel-
l'Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice,
troverà persona appositamente incaricata
nella sacristia della Chiesa .
Giovedì 22 .
FESTA DELL'ASCENSIONE DI N . S. G. C .
Tutto come nella Domenica precedente.
Alle ore 3 pomeridiane , avrà luogo l' a-
biura, e sarà amministrato il S . Battesimo
ad un Giovanetto Valdese .
Venerdì 23 .
MATTINO .
Tutto come negli altri giorni della Novena .
SERA .
Alle ore 6'/2 primi Vespri, Predica e Be-
nedizione .
Sabato 24.
SOLENNITÀ DI MARIA AIUTO DEI CRISTIANI .
MATTINO .
Alle ore 7 . Messa e Comunione Generale .
» 10. Messa Solenne .
SERA .
Alle ore 6 . Vespri Solenni, Panegirico, Tan-
tum Ergo e Benedizione col
SS. Sacramento .
In questo giorno e nel susseguente verrà
eseguita dai Giovani dell' Oratorio Sale-
siano e da distinti Professori di canto la
grandiosa Messa a quattro parti del Ma-
estro Gioachino Rossini .
Nei Vespri si eseguirà l' Inno Saepe dum
Christi , produzione del Sac . teol . Gio-
vanni Cagliero, in cui l' autore ebbe in
mira di rappresentare la famosa battaglia
vinta dai Cristiani a Lepanto col favore
di Maria Ausiliatrice .
Domenica 25 .
Chiusura del mese consacrato a Maria Ausi-
liatrice .
AVVISO .
I . Nel Martedì, giorno 20 di questo mese
e sesto della novena, alle ore 4 pome-
ridiane avrà luogo la Conferenza dei Si-
gnori Cooperatori Salesiani nella Chiesa
interna dell' Istituto di S . Francesco di
Sales in Torino . Ciascuno può condurre
seco anche coloro, che non fossero ancora
Cooperatori, purchè abbiano intenzione
di farsi ascrivere alla Pia Unione .
2. Il giorno 23 vigilia della solennità al-
l' ora stessa e nella medesima Chiesa si
terrà la Conferenza per le Signore Coo-
peratrici , che potranno eziandio con-
durre seco le persone di particolare loro
conoscenza .
3 . Il prodotto della questua sarà esclusi-
vamente per continuare la costruzione
della Chiesa di S . Giovanni Evangelista . I
lavori erano stati sospesi, ed ora si ripi-
gliarono riponendo piena fiducia nella
carità dei Signori Cooperatori e delle Si-
gnore Cooperatrici .
LA CONFERENZA DEI COOPERATORI
ad onore di Maria Ausiliatrice.
Al numero 8 del capo V del nostro Regola-
mento si legge
« Nel giorno di s . Francesco di Sales, e nella
festa di Maria Ausiliatrice ogni Direttore, ogni
Decurione radunerà i suoi Cooperatori per ani-
marsi reciprocamente alla divozione verso di questi
celesti Protettori, invocando il loro patrocinio a

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fine di perseverare nelle opere cominciate secondo
lo scopo dell' Associazione . »
A norma di questa prescrizione nei primi mesi
dell'anno corrente fu tenuta in moltissimi luoghi
la Conferenza in onore di s . Francesco di Sales .
In quell' occasione s' inviarono eziandio al Santo
Padre telegrammi di felicitazione e di augurio,
come si fece da Modena , da Spezia , da Tropea
ecc ., e se ne ricevettero auguste risposte e l'im-
plorata benedizione . In qualche città la Conferenza
fu presieduta da Vescovi e da Arcivescovi, e in
Roma dallo stesso Eminentissimo Cardinal Vicario .
Resta ora a tenersi la Conferenza ad onore di
Maria SS . Ausiliatrice nostra principale Patrona,
e Madre Celeste . Perciò raccomandiamo ai Diret-
tori delle Case Salesiane, e ai signori Decurioni
dei varii luoghi a volersi assumere quest' uffizio .
Dove i Decurioni non sono ancora regolarmente
eletti facciamo umile preghiera ai M . Rev. signori
Parroci, che vogliano compiere questo atto di ca-
rità o per sè o per mezzo di qualche Cooperatore
da loro stessi designato .
Se la Conferenza non potesse aver luogo il 24,
festa di Maria Ausiliatrice, perchè giorno feriale,
sarebbe molto a proposito tenerla la Domenica ante-
cedente cioè al 18, oppure al 22, festa dell' Ascen-
sione di Nostro Signore . Fra le altre cose i Di-
rettori e Decurioni vi potrebbero trattare del modo
di celebrare degnamente in pubblico od anche solo
in privato la festa di Maria Auxilium Christia-
norum , che occorrerebbe il Sabbato della stessa
settimana . Così daremmo il dolce spettacolo di tro-
varci in quel giorno tutti uniti, se non di corpo, al-
meno di spirito ai piedi dell'Augusta Madre di Dio .
I lavori della Chiesa di S . Giovanni Evangeli-
sta, con l'attiguo Ospizio destinato ai poveri gio-
vanetti, che i Cooperatori e Cooperatrici stanno
innalzando in Torino alla santa memoria di Pio
IX, furono da qualche tempo ricominciati, e si
proseguono con alacrità . Perciò la limosina che
si farebbe nella prossima Conferenza sarebbe de-
stinata per questi lavori, affinchè non accada che
per mancanza di mezzi si abbiano a sospendere
o tenere indietro diminuendo il numero degli operai .
Chi invece dell'offerta volesse prendere per sè
o per distribuire ad altre persone biglietti della
lotteria in corso, faccia pure, perchè ancor que-
sto è buon mezzo per concorrere efficacemente
al nobile scopo della Pia Unione . A questo ef-
fetto i Decurioni potranno farcene domanda , e
noi ci daremo premura d'inviarne loro quel nu-
mero che ci vorranno indicare .
NB. Abbiamo poc'anzi terminato l'invio di tutti i biglietti
della Lotteria ai Decurioni e ai principali Cooperatori
e Cooperatrici . Resta ora che queste benevole persone
ci usino la carità di non tenerli fermi, ma distribuirli
e ritirarne il prezzo . Se poi non riescono di smerciarli
tutti, ed essi non possano ritenerli per sè, favoriscano
almeno di rimandarceli, affinchè noi possiamo indiriz-
zarli ad altre caritatevoli persone, e così metterci più
presto in grado di fissare il giorno della estrazione . -
Quantunque i nostri Cooperatori e Cooperatrici pren-
dano biglietti della Lotteria all'unico fine di cooperare
ad un' opera di carità, tuttavia è pur giusto che sap-
piano quali oggetti potrebbero loro toccare in sorte .
Per la qual cosa daremo tra breve un elenco in cui sa-
ranno tutti particolarmente descritti .
IL CARDINALE
Protettore della Congregazione Salesiana .
Il nostro Santissimo Padre Leone XIII , che
l'anno scorso degnavasi già di voler essere nori
solo Cooperatore Salesiano, come si esprimeva, ma
primo Operatore, quest'anno in data del 20 marzo,
mentre D . Bosco trovavasi ai Suoi piedi in parti-
colare udienza , benignamente si compiaceva di
concedere una speciale benedizione a tutti i Sa-
lesiani e loro Cooperatori e Cooperatrici .
Ma di ciò non paga la Santità Stia , volendo
dare alla Congregazione Salesiana un Cardinale
protettore determinato , il 26 dello stesso mese
aveva l' Augusta degnazione di conferire quest'uf-
fizio al Cardinale Lorenzo Nina suo Segretario
di Stato, personaggio di quegli alti meriti che
tutto il mondo conosce . Prima di riferire il pre-
zioso documento, con cui effetuavasi questa ele-
zione , crediamo bene di farvi precedere alcune
notizie intorno all' origine delle varie specie di
protettori .
Tra gli uomini d'ogni tempo e luogo si senti
il bisogno di protettori . Imperocchè sempre e
da per tutto il debole cercò aiuto dal forte, il
povero dal ricco, il piccolo dal grande e via dicendo .
Ma l'istituzione propriamente detta dei protettori
rimonta ai primi tempi della potenza romana .
Romolo fondatore e primo re di Roma aveva di-
visi i cittadini in due ordini principali , cioè in
Patrizi e Plebei . Volendo poi che queste due
classi di cittadini fossero unite tra loro con re-
ciproci legami , ordinò che ciascun Plebeo si e-
leggesse un Patrizio a suo Patrono o Protettore,
di cui chiamavasi il cliente . Uffizio del protettore
era il difendere il suo protetto, procurare il suo
vantaggio, e fare per esso tutto quello che un
padre pei figli suoi ; dovere del cliente e dei
suoi discendenti era di prestare ossequio al pro-
tettore, e porgergli aiuto quando ne abbisognasse .
Quindi è che tra l'uno e l'altro e tra le, famiglie
d'ambidue eravi una perfetta ed inviolabile corri-
spondenza, la quale motto influiva a mantenere
nella città la concordia e la pace .
Dai protettori privati si derivarono i protettori
pubblici, i quali procuravano in Roba i vantaggi
delle città e delle repubbliche forestiere . Princi-
pale impegno di ogni Colonia e città confederata
era appunto di scegliersi in Roma un Patrono o Pro-
tettore che ne procurasse gli affari ; onde Mar-
siglia, a mo' d'esempio, ebbe per suoi protettori
Pompeo e Cesare ; Siracusa M . Marcello ; Bolo-
gna gli Antonii ; gli Allobrogi o Savojardi Q .
Fabio ; Durazzo e Capua un Cicerone, e così di-
casi di altre città molte .
Anche la Chiesa si ebbe e creò dei Protettori .
Difatti fin dai primi secoli i Sommi Pontefici e-
leggevano personaggi ragguardevoli, cui davano
l' incarico ed il titolo di Protettori o Difensori della
Chiesa, e della Fede . S . Caio Papa eletto l'anno
283 dava quest'uffizio a s . Sebastiano , capo della
prima coorte dell'imperatore Diocleziano . Questo
santo e coraggioso soldato procurò così fedelmente

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gli interessi della Romana Chiesa e della Cattolica
Fede da lasciare per essa la propria vita . Cessate le
persecuzioni, i Romani Pontefici eleggevano a di-
fensori e protettori della Chiesa e della Fede ora
gli imperatori, ed ora altri sovrani di maggior pietà
e attaccamento all' Apostolica Sede . In appresso
vennero dati protettori anche alle singole chiese,
alle parocchie, ospedali, confraternite, collegi, uni-
versità, accademie, e via dicendo .
La pratica poi di assegnare Cardinali protettori
agli Ordini ed alle Congregazioni religiose ebbe in-
cominciamento sul principio del secolo decimo terzo .
Il primo a godere di questo vantaggio fu l'Ordine
dei Minori, instituiti da s . Francesco d' Assisi .
Questo Santo una volta ebbe la seguente visione
Gli parve di vedere in sogno una gallina, la quale
si adoperava a tutta possa per raccogliere sotto
le sue ali moltissimi pulcini per così difenderli
da rapaci sparvieri, che stavano per piombare
loro addosso ; ma per quanto facesse non riuscendo
a raccoglierli e proteggerli tutti, a molti sovra-
stava l'estrema ruina . In quel mentre ecco che
vede un altro grosso uccello a stendere le grandi
sue ali e farsi loro riparo e salvezza . Svegliatosi
il Santo domandò al Signore che gli desse l'in-
terpretazione di questo sogno , ed il Signore gli
fece conoscere che la gallina era Francesco me-
desimo, i pulcini erano i suoi religiosi, e l'uccello
dalle grandi ali significava un Cardinale, che egli
doveva prendere a Protettore dell'Ordine suo (1) .
Pertanto, riferisce il Bercastel nella sua storia
ecclesiastica, sapendo s . Francesco che i suoi di-
scepoli avevano dei nemici, che li angustiavano
ed affliggevano in più guise, si presentò al Papa
Innocenzo III, dal quale essendo stato accolto con
segni di grande benevolenza così gli parlò : « Santo
Padre, io sono confuso della Vostra bontà per
me e per i poveri nostri fratelli ; ma mi rim-
provererei, come tolti alla Chiesa, i momenti pre-
ziosi che noi involeremmo al Capo di Essa , in
mezzo agli importanti affari di cui è aggravato .
Perciò accordateci un Cardinale per trattare i
nostri interessi sotto la Vostra autorità . »
Il Papa accolse di buon grado questa domanda,
e gli diede per Protettore il Cardinale Ugolino
Conti suo stesso nipote .
Ad imitazione dell'Ordine Francescano gli al-
tri Instituti e Congregazioni coll'andare del tempo
si procurarono ancor essi dei Cardinali Protettori
come si pratica tuttora . Il Papa Innocenzo XII
l'anno 1694 con una speciale Costituzione, che in-
comincia Christi Fidelium, determinò quale debba
essere l'autorità dei Protettori verso i protetti .
11 loro uffizio, secondo il Cardinale De Luca nel
suo Cardinal Pratico cap . 15, consiste princi-
palmente nel difendere presso il Papa, o nelle
Sacre Congregazioni Cardinalizie, e dove e con
chi abbisogna, le prerogative e i previlegi del-
l'Ordine od Instituto di cui sono Protettori, pro-
curarne l'interesse, impedire che sia vessato od
oppresso e simili .
Questo Protettorato si conferisce dal Papa per
biglietto della Segreteria di Stato, cui segue la
(1) V . Bouix de Jure Regul . part . 5, cap . 4 .
spedizione del Breve apostolico dopo l' accetta-
zione del Cardinale eletto . Il Pontefice l'attribui-
sce ai Cardinali o ad istanza di chi ne brama la
protezione, oppure di moto proprio cioè di spon-
tanea volontà (1) . Ed è questo appunto che ul-
timamente fece il Regnante Leone XIII nell' as-
segnare l'Eminentissimo suo Segretario a Protettore
della Congregazione Salesiana .
Premesse queste nozioni, ecco il prezioso do-
cumento che sopra accennammo .
Dalla Segreteria di Stato .
La Santità di Nostro Signore , volendo
che la Congregazione Salesiana, la quale
va acquistando ogni giorno nuovi titoli alla
speciale benevolenza della Santa Sede per
le opere di carità e di fede impiantate nelle
varie parti del mondo, abbia uno speciale
Protettore, si è benignamente degnata di
conferire questo Uffizio al Signor Cardinale
Lorenzo Nina Suo Segretario di Stato .
Si partecipa al Superiore della Congre-
gazione stessa, D . Giovanni Bosco, la Pon-
tificia disposizione per opportuna intelli-
genza e norma .
Il pro-Sostituto
della Segreteria di Stato
SERAFINO CRETONI .
Secondo tentativo dei Missionarii Salesiani
per introdursi nelle terre dei Pampas.
Passò un anno dacchè i nostri missionarii furono
respinti da furiosa tempesta sulle coste del Plata
e gettati , rotti il timone sarte ed antenne , in
balia dei venti infuriati e dei fieri assalti dei
marosi, che per cinque intieri giorni li tennero so-
spesi tra la vita e la morte . Salvati come per
miracolo da certo naufragio, se ne ritornarono a
Buenos-Ayres senza aver potuto compiere i loro
disegni, che erano di approdare a Bahia Bianca,
e di lì innoltrarsi pel deserto alle prime tribù de-
gli Indii Pampas . Così secondando l'impulso del
loro cuore , avrebbero pure appagato il vivo
ed espresso desiderio della S . M . del Pontefice
Pio IX, che era di evangelizzare poco a poco
queste selvaggia tribù, e ridurle a vita sociale e
cristiana .
Senonchè, in questo frattempo il Governo Ar-
gentino, sia per respingere le loro frequenti in-
vasioni , sia per assicurare alla Repubblica un
più ampio e vasto territorio, pensò slanciare nel
deserto le sue truppe e sbaragliare le numerose e
potenti tribù dei Cacicchi Catriel, Pincen, Udalman,
Tramamara, Mellaluan, Baigorita ed i Ranqueles .
(Il famoso Namuncurà erasi già arreso e venuto
a patti con Buenos-Ayres) . In 28 spedizioni e con
una offensiva accannita, le armi Argentine riusci-
(1) Chi bramasse più estese notizie circa questa ma-
teria veda il non mai abbastanza lodato Dizionario del
Cav . Gaetano Moroni all'artic . Protettore.

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rono a sloggiare dalle loro tolderie questi antichi
dominatori del deserto, a fugarli, massacrarli e
farne prigionieri ben cinquemila, lasciando in
preda alle fiamme centinaia di leghe di campo
per opera delle stesse tribù , che si internarono
nelle gole delle Cordigliere , naturale baluardo tra
i Pampas ed il Chili .
Un dispaccio quindi spedito dalle frontiere al
Governo annunziava che gli Indii della Pampas e-
rano sterminati . Fra i prigionieri, gli atti a por-
tare le armi furono incorporati nell'esercito, altri
internati nelle provincie . E le loro famiglie ed i
loro figliuoli ? . . . . Come fossero oggetto di acquisto,
preda o bottino, vennero distribuiti a chi ne fa-
cesse richiesta !
La parola esterminio e questa distribuzione, con-
traria alle leggi e sentimenti di natura , sollevò
un grido unanime di riprovazione ; lamentando
gli uni che fossero per tal modo violati i diritti
e rotti i vincoli della famiglia, e gli altri che in-
vece della Croce, siasi fatto uso della spada non
per convertire, ma per distruggere i poveri sel-
vaggi , rei di null 'altro , che di ignorare quella
Religione che santifica, unisce e civilizza i popoli .
Il Governo quindi venne a più miti consigli, e già
presentemente si sta instruendo e battezzando que-
sti infelici rilegati nelle isole . A causa però del
vaiuolo, a centinaia se ne vanno morendo, men-
tre altri senza numero ancora stanno languendo
nella solitudine del deserto .
A tal fine, e per provvedere a questi esseri dis-
graziati, e per comunicare con le rimanenti tribù,
i nostri missionari Salesiani di questi giorni si
sono messi in viaggio una seconda volta e non
più per mare, ma per terra . Partirono da Bue-
nos-Ayres per Dolores-Azul e sopra cavalcature
con otto giorni di cammino arriveranno al Carhuè ,
linea di frontiera ; dopo con altrettanto e più cam-
mino forse potranno trovarsi a contatto co' sel-
vaggi . Essi sono accompagnati dal Dottore An-
tonio Espinoza, segretario dell'Arcivescovo, e dallo
stesso Ministro della guerra, fattosi ora Ministro
della pace .
A suo tempo daremo ai nostri Cooperatori e
Cooperatrici il ragguaglio di questa seconda spe-
dizione . Voglia Iddio benedetto coronare i loro
sforzi e premiare i loro sacrifizii per salvare tante
povere anime redente dal sangue di Gesù Cristo,
ma che ancora non conoscono il loro Redentore!
I cari nostri Cooperatori e Cooperatrici in que-
sto mese sacro a Maria, conforto degli afflitti ed
aiuto dei Cristiani, accompagnino con le loro pre-
ghiere i nostri missionari , perché abbiano pro-
spero e sicuro viaggio per quelle sterminate pianure .
LA PRIMA CONFERENZA
in Lucca .
Per mancanza di spazio non potemmo nei due
numeri precedenti far cenno della prima Confe-
renza dei Cooperatori Salesiani tenuta in Lucca
lo scorso Febbraio , in occasione che D . Bosco
vi era di passaggio per alla volta di Roma . Ne
diamo ora relazione riportando quello, che ne
scriveva nel suo N ° 51 il Fedele, ottimo perio-
dico di quella città .
« Nei giorni passati la nostra città ha avuto la
fortuna di ospitare D . Giovanni Bosco, il quale,
mercoledì 26, fece nella Chiesa della Croce una
conferenza ai Cooperatori e Cooperatrici della pia
opera degli Oratorii pei ragazzi poveri . La Chiesa,
quantunque non aperta al pubblico, era letteral-
mente piena . Cominciò la funzione con la lettura
d'un brano della vita di s . Francesco di Sales ;
quindi fu cantato dai giovanetti dell' Oratorio un
mottetto in musica, dopo il quale D . Bosco fece
la sua conferenza, in cui parlò dell' Opera degli
Oratorii festivi pei giovinetti, del concorso che
prestano a quest' Opera i Cooperatori Salesiani,
e conseguentemente del gran bene che ne deriva
ai giovinetti, e quindi a tutta la società . E final-
mente disse dei vantaggi spirituali ed indulgenze
larghissime, accordate dal S . Padre Pio IX, che
tanto prediligeva quest' Opera, a tutti i Coopera-
tori, e dei tesori di meriti che essi acquistano
concorrendo così a rendere costumati e cristiani
tanti fanciulli . Gli uditori pendevano con reli-
giosa attenzione dalle sue labbra . Finalmente
S . . E . Rev .ma Monsig . Arcivescovo nostro, che
si era degnato di assistere alla sacra funzione,
impartì a tutti la benedizione . D . Bosco partirà
presto da Lucca, ma rimangono tra noi i Sacer-
doti della sua Congregazione, e noi facciamo i più
vivi voti che essi trovino incoraggiamento presso
tutti i buoni Lucchesi, e che i Cattolici della no-
stra città diano in gran numero il loro nome come
Cooperatori Salesiani . » Fin qui l'egregio Fedele .
Noi vi dobbiamo aggiungere che, dopo la Con-
ferenza, il Rev . m ° Capitolo della Cattedrale volle
dare a D . Bosco un attestato di stima e di vene-
razione, che egli non credeva punto di meritare,
e che va attribuito intieramente ai sensi di squi-
sita cortesia di Monsig . Arcivescovo e dell'inclito
suo Senato . Adunque invitato D . Bosco alla vi-
sita del Volto Santo, il Capitolo ve lo accolse
solennemente alla porta della Cattedrale sacra a
s . Martino . Condottolo poscia alla magnifica Cap-
pelletta , che racchiude il venerando simulacro,
questo gli venne scoperto, e presentato al bacio,
cosa che non si concede a privati se non raris-
simamente, come sarebbe a principi, e ai primi
personaggi della Chiesa (1) .
(1) Il Volto Santo è una scultura, che rappresenta il
Divin Salvatore confitto in croce nella sua statura natu-
rale, coperto di una lunga tunica all'uso dei Palestini
ancor essa scolpita in legno . Il capo, a somiglianza delle
più vetuste imagini, è privo dell' ordinaria corona di
spine ; ma però è rivestito di una copiosa ciocca di capelli,
che, secondo l'uso dei Nazzareni, si dilungano inanellati
e abbondanti sopra le spalle e le braccia .
La tradizione la più accertata, innumerevoli docu-
menti degnissimi di fede portano che questo simulacro
appartenne già a s . Nicodemo, che insieme con s . Giu-
seppe di Arimatea depose Gesù dalla croce . Questo ricco
discepolo, per l'amore che portava a Gesù Cristo, fu
dagli Ebrei spogliato della dignità di principe e cacciato
dal Sinedrio, di cui era uno dei membri principali . Ri-
fugiatosi egli presso s . Gamaliele suo consanguineo e
pur fervente cristiano, quivi a suo bell'agio per giocon-
dissima occupazione si scolpì colle proprie mani, od al-
meno sotto la sua assistenza e disegno si fece scolpire

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Tornò molto gradito a D . Bosco il poter soddi- e suoi aderenti ; ché l'usurpatore spalleggiato
sfare la sua divozione col fissar gli occhi in quella dalle autorità turche continuava a affliggere la Chiesa
sacra immagine, dalla quale il Divin Redentore Armeno-Cattolica, e a tenervi acceso il fuoco della
traspira veramente quale un Re di tremenda Ma- discordiacondanoicaloabiledleanime.
està . Rex tremendae majestatis . D . Bosco non E appunto questo fuoco maligno che venne testé
dimenticherà giammai il segno di benevolenza, che a spegnersi in quella desolata Comunità . Monsig .
gli si volle dare, come pure non si cancellerà mai Kiupelian, tocco dalla grazia di Dio, detestò il suo
dall'animo suo la esimia carità che molte persone errore , discese spontaneamente dalla usurpata
e famiglie Lucchesi usano ai suoi figli di quella Sede , si sottomise al suo legittimo Patriarca ,
Casa . Iddio ricco Rimuneratore di ogni opera domandò perdono al Capo della Chiesa Cattolica,
buona li ricolmi di ogni favore pel tempo e per e l' assoluzione dalle incorse scomuniche . Anzi,
l'eternità .
portatosi a Roma, si presentò personalmente al
Vicario di Gesù Cristo, e il 18 dell' or passato
Aprile alla presenza di molti Cardinali e Prelati
leggeva a Sua Santità una bellissima lettera ,
CONSOLAZIONE DEL SANTO PADRE
nella quale coi segni del più alto dolore pel male
commesso faceva la sua professione di fede, e pro-
ossia il ritorno di un figlio traviato . testava la sua piena sottomissione da obbedien-
tissimo figlio .
Chi per oco conosca la tristizia dei tempi no- Il Santo Padre, con una accoglienza straordi-
stri, può di leggieri persuadersi di quali e quante nariamente paterna, lo ammise al bacio del piede e
pene sia ogni giorno ripienoo il cuore paterno del della mano, scambiò con esso parole di particolare
Capo della Chiesa . Ma quel Dio che affligge e che amorevolezza, lo sciolse da ogni scomunica, anzi
consola non lascia di fargli pure assaporare di facendo per lui una eccezione alle regole generali,
tratto in tratto delle grandi consolazioni col ri- gli concesse i titoli, le insegne e gli onori della
condurre al suo seno amoroso traviati famosi . dignità già malamente conferitagli da alcuni di-
Lasciando a parte le numerose conversioni di prote- sertori della Cattolica Unità .
stanti Germani, Svizzeri ed Inglesi, che abbando- All' annunzio di questa sottomissione del loro
nando la via dell'errore, in cui li avevano gettati Capo molti scismatici, imitandone il nobile esem-
Lutero , Calvino ed Enrico VIII, fanno ogni dì pio, hanno consegnate le chiese usurpate, e si
ritorno alla vera Religione dei loro Padri, vogliamo sono riuniti ai Cattolici, accrescendo così la con-
oggi far parola della recente conversione di un solazione del Santo Padre, e di tutta la Cristianità .
pseudo-Patriarca della Chiesa di Oriente, il quale Ringraziamo il buon Gesù di questo nuovo
quanto più aveva amareggiato il cuore della Sposa trionfo concesso alla sua Chiesa, e preghiamolo
di Dio e del Papa, altrettanto ora lo raddolcisce che continui a condurre al suo ovile tante peco-
della più pura gioia .
relle, che ancor non lo conoscono o che lo hanno
Alcuni anni or sono per causa di qualche spi- abbandonato, affinché presto si avveri il suo gran
rito turbolento ed ambizioso avvenne un funestis- detto : E non vi sarà più che un solo ovile ed
simo scisma tra i Cattolici Armeni di Costantinopoli, un sol Pastore : Et fiet unum ovile et unus Pastor .
che formano una Chiesa fiorente . I ribelli avevano
ottenuto di allontanare dalla propria sede il legit-
timo loro Pastore Monsig . Antonio Hassun, Pa-
triarca Cattolico di Cilicia, ed elettosi un intruso STORIA DELL' ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES .
di nome Giovanni Kiupelian, lo avevano fatto rico-
noscere in luogo suo dall' imperatore ottomano .
Indarno la Santa Sede aveva fatto udire al falso
Patriarca la sua voce autorevole per richiamarlo
a savi consigli ;-indarno Pio IX aveva inviato nel
1871 alla corte di Costantinopoli Monsignor Franchi
per appianare la via ad un accordo ; indarno final-
mente fulminati i- dovuti anatemi allo sciagurato
CAPO V .
Buon avviamento dell'Oratorio presso 1' Ospida-
letto - Principio delle scuole serali - L'Ora-
torio trasportato a $ . Martino - Cominciano
le, opposizioni degli uomini - La mano del
Signore .
col maggiore studio ed affetto l'immagine di Gesù Cro-
cifisso, che sempre viva gli rimaneva nella mente e nel
cuore . Egli vi pose entro un ampolla del preziosissimo
sangue, una parte della corona di spine, un chiodo, dei
capelli ed altri preziosi pegni insieme legati con una
poMroziroennedodiNivceoldoedmio MaafrfiiadòVeqrugeinseto. tesoro ad un certo
Issacar, uomo timorato di Dio e buon cristiano, il quale
pleorcnhaèscnoosne snieivepneinsesteraalisappieùresedgargeltii edbireciaseadsauia,getnrtiiblui-,
tandogli la debita riverenza ed ossequio . Così continuò
ad essere venerato in Gerusalemme dai cristiani di gene-
razione in generazione sin verso alla fine del secolo VIII,
quando l'anno 782 per vie affatto maravigliose venne nelle
mani dei
dal Cav.
divoti Lucchesi . (Vedi
Luigi Larini Arciprete
Cenni
della
storici ecc .compilati
Metropolitana
.
Lueca,
tip . Landi, 1866) .
Proseguiamo la storia dell' Oratorio riportando
il racconto, che ce ne fanno due nostri amici, Giu-
seppe Buzzetti, e il Sac . D . Michele Rua, testimoni
e parte ancor essi di quanto andiamo pubblicando .
Nella Cappella annessa all'edifizio dell'Ospeda-
letto , così i nostri fedeli collaboratori , l' Ora-
torio prendeva ottimo avviamento . Nei giorni
festivi i giovani v'intervenivano in folla a confes-
sarsi, udirvi la messa, e a fare eziandio la santa
Comunione, che era ed è tuttora il mezzo prin-
cipale, con cui D . Bosco tiene lontani i suoi gio-
vanetti dal vizio e dal peccato . Dopo mezzodì si
faceva il Catechismo, si cantavano sacre laudi ,

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poscia aveva luogo un'istruzione adattata per loro,
non troppo prolissa, ma infiorata di esempi edifi-
canti . Negli intervalli prima e dopo le funzioni
succedevano onesti intrattenimenti e trastulli, sotto
la sorveglianza del nostro buon Direttore , del
teologo Borelli , suo braccio destro , e dei gio-
vani più assennati e di buon costume . La ricrea-
zione facevasi nel piccolo viale ; che esiste tuttora
tra il monastero delle Maddalene della Marchesa
Barolo, e l'ospedale Cottolengo .
Fu in quel tempo che D . Bosco cominciò le
così dette scuole serali, che per la loro grande
utilità vennero ben presto attivate in più altri
luoghi del nostro paese, ed oggi largamente pro-
mosse e sparse per tutta l'Italia . Pertanto molti
giovani dell'Oratorio alla sera dei giorni feriali
ad una cert'ora o pr ma o dopo cena si portavano
all'abitazione di D . Bosco e del teologo Borelli ;
e questi due Sacerdoti sempre pronti a far loro
del bene cangiavano in iscuole le proprie camere,
e insegnavano a leggere, a scrivere e a far conti .
Per molti nostri compagni fu questo un benefizio
veramente insigne ; imperocchè senza di un tale
provvedimento , dovendo essi tutto il giorno la-
vorare per guadagnarsi il vitto, e perciò non po-
tendo frequentare le pubbliche scuole, sarebbero
rimasti analfabeti per tutta la vita .
Sette mesi orano ormai passati dacché l' Ora-
torio si era stabilito all'Ospidaletto . Erano accre-
sciuti di numero i giovani che lo frequentavano ; noi
gli avevamo posto amore, e speravamo che avrebbe
continuato ancora per molto tempo in quel sito
medesimo , il quale ci si prestava comodissimo .
Ma ecco nel mese di Luglio di quell' anno 1845
venirci troncato ogni filo di speranza . La Mar-
chesa Barolo, sebbene vedesse di buon occhio
ogni opera di carità , tuttavia , avvicinandosi il
tempo di aprire il suo piccolo Ospedale, (10 A-
gosto 1845) voleva che l'Oratorio fosse allontanato
di là . Le si fece rispettosamente osservare che
il locale destinato a Cappella, a scuola, e a ri-
creazione dei giovani non aveva alcuna comu-
nicazione coll' interno dello stabilimento ; che le
persiane erano fisse e colle stecche rivolte all'insù ;
che si sarebbe procurato altresì che ogni cosa
fosse fatta col minor disturbo possibile ; ma la
buona signora non volle arrendersi ; era padrona e
fu d'uopo ubbidire .
Per la qual cosa il nostro D . Bosco si trovò
di bel nuovo negli imbrogli ; ma non si perdé di
coraggio . Pieno di fiducia nella divina Provvi-
denza egli fece vive istanze presso il Municipio
di Torino, e mediante raccomandazione dell' Ar-
civescovo Fransoni ottenne in uso la Chiesa di
S . Martino dei così detti Molazzi, ossia Molini di
città . Combinate le cose, una Domenica di Luglio
i giovani si raccolsero per l'ultima volta ad udire
Messa nella prima Chiesa di S . Francesco di Sa-
les, finita la quale D . Bosco diede il disgustoso
annunzio che era giuocoforza abbandonare quel
sito . Fu un istante di turbamento e di ramma-
rico ; ma egli in bel modo assicurandoli fece loro
coraggio, e li invitò pel dopo mezzodì a venirgli
in aiuto per trasportare gli oggetti alla nuova
Chiesa . Tutti furono puntuali ; ed ecco ad un
cenno di lui seguire un movimento indescrivibile,
e dilettevole ad un tempo . Chi dà di piglio a
panche , e chi a inginocchiatoi ; questi si carica
sulle spalle una sedia, e quegli un quadro ; uno
porta un candelliere, e un altro la croce ; e così
in lunga fila a guisa di popolare emigrazione si
andò a piantare le tende e stabilire il quartiere
generale nel luogo sopra indicato . Al rumore e
alla vista di quei ragazzi la gente di quei din-
torni traeva curiosa, e gli uni uscivano sulle
porte , gli altri si mettevano alle finestre delle
case, tutti domandavano che cosa fosse e dove
andassero . Ciò servì mirabilmente a far vie
meglio conoscere l' Oratorio in quelle parti ,
e attirarvi molti altri giovanetti della città .
Giunti sul luogo, il caro teologo Borelli colla
sua popolarità e piacevolezza più unica che rara
tenne all' immensa folla di giovani il seguente
discorso
« I cavoli, o amati giovani, se non sono tra-
piantati non fanno bella e grossa testa . Così
possiam dire del nostro Oratorio . Finora esso fu
trasferito di luogo in luogo ; ma nei varii siti
dove fece dimora prese sempre un notabile in-
cremento . Al Rifugio si fermò come un passeg-
giero all'albergo per riposare brevemente , per
riprendere quindi il cammino verso un luogo mi-
gliore . Il tempo che passaste colà non fu tuttavia
senza frutto ; e voi come a S . Francesco continua-
ste ad avere soccorsi spirituali, ristori dell'anima
e del corpo, catechismi e prediche, divertimenti e
trastulli . Presso all'Ospidaletto era incominciato
un vero Oratorio ; colà avevamo una Chiesa per
noi, un luogo ritirato ed opportuno ; ci sembrava
perciò di aver trovato una stanza durevole e la
vera pace ; ma la Divina Provvidenza dispose che
partissimo ancora di là, e qui ci trapiantassimo .
Vi staremo molto tempo? Nol sappiamo . Comun-
que sia noi speriamo che come i cavoli trapian-
tati, così il nostro Oratorio crescerà nel numero
dei giovani amanti della virtù, crescerà il desi-
derio del canto, della musica, ed avremo col tempo
non solamente le scuole serali, ma le diurne al-
tresì . Non affanniamoci dunque . Gettiamo ogni
nostra sollecitudine tra le mani del Signore ,
ed Egli avrà cura di noi . Egli già ci bene-
dice , ci aiuta , ci provvede ; Egli penserà al-
tresì al luogo conveniente per promuovere la
sua maggior gloria, e il bene delle anime nostre .
Ma intanto ricordiamoci che le grazie del Signore
formano come una specie di catena in guisa che
un anello é collegato all' altro . Non rompiamo
questa catena ; approfittiamo delle prime grazie
di Dio, e ne avremo da Lui delle altre e poi delle
altre ancora . Corrispondete dal canto vostro allo
scopo dell' Oratorio ; frequentatelo, istruitevi ; e
così voi col divino aiuto camminerete di virtù in
virtù, diverrete buoni cristiani e probi cittadini,
e giungerete un dì alla patria beata, dove la in-
finita misericordia del Nostro Signor Gesù Cristo
darà a ciascuno il premio che si sarà meritato . »
Dopo questa breve parlata, colla massima e-
mozione si cantò il Te Deum in ringraziamento .
Quantunque le parole del caro teologo Borelli,
e del carissimo D . Bosco c'infondessero coraggio,

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tuttavia, é mestieri confessarlo, quel sito a noi
giovanetti non piaceva guari . In quella Chiesa non
si poteva dir Messa, non fare la Comunione, non
compiere altre religiose funzioni, sicché al mat-
tino della festa eravamo costretti a recarci nuova-
mente in qualche Chiesa di Torino, e fare altrove
le nostre divozioni con maggior disturbo e minor
profitto . Infelicissimo era poi il luogo della ri-
creazione ; imperocchè dovevamo trattenerci nella
pubblica via e nella piazza avanti alla Chiesa per
dove gente, vetture, carri e cavalli passavano in
ogni istante ad interrompere i nostri trastulli . Ma
non avendo per allora luogo migliore ci aggiu-
stavamo come si poteva, aspettando qualche altra
provvidenza dal Cielo .
In questo frattempo ecco sopraggiungere un
nuovo disturbo . E qui incominciano le opposi-
zioni e le vessazioni degli uomini : novella prova
che l' Oratorio era opera di Dio . I mugnai ,
garzoni, commessi e simili, non volendo tollerare
i salti , i canti , e talvolta gli schiamazzi di un
300 giovanetti, si' collegarono insieme e mossero
gravi lamenti al Municipio di Torino dipingen-
dogli quella radunanza coi più tetri colori . Ap-
poggiati al vedere la prontezza, colla quale i giovani
si prestavano ad ogni piccolo cenno di D . Bosco,
incominciarono a dire che quelle riunioni erano
pericolose, e che da un momento all'altro pote-
vano succedere sommosse e anche rivoluzioni .
Si aggiunse che i ragazzi facevano guasti in
Chiesa e al di fuori, e che se avessero continuato
a raccogliersi in quei dintorni avrebbero messo
a soqquadro ogni cosa ; pregavano in fine che
si togliesse loro l'uso della Chiesa, e il permesso
di portarsi in quel luogo . Il Sindaco mandò a ve-
rificare i guasti che dicevansi fatti , ma contra-
riamente a quello che gli avevano riferito , si
trovò Chiesa, muri, selciati, pavimento e tutte le
cose nel primiero stato . Solamente una riga com-
pariva sopra di un muro, fatta da un ragazzo
colla punta di un chiodo . Per questa bagatella si
faceva un chiasso del finimondo, e s' invocava
l'autorità del Municipio, come se la città avesse
da subissare !
Pose il colmo a questi guai una lettera scritta
al Sindaco di Torino da un Segretario dei Molini .
Costui, del quale per degni riguardi qui taciamo il
nome, raccogliendo nel suo scritto le false voci,
che correvano sulla bocca degli avversarii , ed
esagerandole a sua posta, diceva essere impossi-
bile che le famiglie addette a quegli uffizi potes-
sero attendere ancora ai loro doveri , e vivere
tranquilli . Giunse persino a scrivere che quella
raccolta di giovani era un semenzaio d'immoralità .
Allora il Sindaco, sebbene persuaso della infe-
deltà della relazione, spiccò un ordine , in forza
del quale D . Bosco doveva immmediatamente
lasciare libero quel luogo, e trasportare altrove
il suo Oratorio .
Notiamo di passaggio che il Segretario, autore
della famosa lettera, scrisse per l'ultima volta .Ver-
gato quello scritto contro l'Oratorio, egli fu colto
da un violento tremolio alla destra mano , dovette
lasciare il suo uffizio, e in capo a tre anni di-
scendere nella tomba . Un suo figliuoletto abban-
donato in mezzo ad una strada venne poscia rac-
colto da D . Bosco nell'Ospizio, che dopo qualche
tempo si apriva in Valdocco , sotto al nome ap-
punto di Oratorio di S . Francesco di Sales .
Varii altri fatti avvennero, dai quali si può rile-
vare come fin dai primordii dell' Opera degli Ora-
torii, il Signore diede a conoscere di benedire tutti
coloro, che porgessero la mano per promuoverla e
sostenerla : Invero moltissime persone di Torino
e di altrove più volte confessarono che la loro
sorte e quella di loro famiglia aveva preso a mi-
gliorare dal giorno, in cui esse si erano fatte a be-
neficare i poveri giovanetti dell'Oratorio . Per lo
contrario Egli fece pure pesare il suo braccio
sopra di quelli, che per malizia osteggiarono que-
st' Opera di Provvidenza ; anzi talora per aprir
meglio gli occhi dei ciechi non risparmiò i più
spaventosi castighi, come diremo in appresso .
INDULGENZE SPECIALI
pei Cooperatori .
Ogni Cooperatore può acquistare indulgenza ple-
naria una volta al giorno, da applicarsi alle anime
del Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocifisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta
alla santa Comunione .
Può altresì lucrare moltissime indulgenze ple-
narie nel corso del giorno mediante la recita di
sei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente del
Sommo Pontefice . E queste indulgenze applicabili
alle anime purganti, le può acquistare toties quo-
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti
Pater, Ave e Gloria in qualunque luogo, senza
bisogno di Confessione e Comunione, purché sia
in grazia di Dio .
Oltre a queste un' altra plenaria ne può gua-
dagnare ogni Domenica, e nei giorni qui sotto
notati, purché confessato negli otto giorni, e co-
municato, visiti una qualche Chiesa, pregandovi
secondo l'intenzione del Sommo Pontefice .
Mese di Maggio .
1 . Santi Apostoli Filippo e Giacomo .
4 .' Patrocinio di s . Giuseppe .
6 . S . Giovanni avanti la Porta Latina .
17 . S . Pasquale Baylon .
18 . S . Felice da Cantalice .
20 . S . Bernardino da Siena .
22 . Ascensione di N . S . G . C .
24 . Festa di Maria SS . Ausiliatrice : Indulgenza
plenaria, visitando il suo Santuario in To-
rino .
28 . S . Ferdinando re di Castiglia .
31 . S . Angela Merici .
Sampierdarena 1879 . Tip . di San Vincenzo de' .Paoli .
Con permesso dell'Aut . Eccl.
FERRARI GIUSEPPE gerente respons .