BS 1880s|1889|Bollettino Salesiano Febbraio 1889

ANNO XIII - N. 2.   Esce una volta al mese.   FEBBRAIO 1889

BOLLETTINO SALESIANO

DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N. 32, TORINO

Sommario : Il 31. Gennaio 1889 - Opportuno ricordo - Partenza dei Missionari per la Patagonia - Dalla Plata - Grazia ottenuta - Elenco dei Cooperatori defunti nell'anno 1888.

IL 31 GENNAIO 1889.

Quale data di eterna memoria presso i Salesiani! Quale commemorazione commovente in questo giorno per i Cooperatori. È un anno che D. Bosco è scomparso dalla terra per entrare nella sua eternità! quanti ricordi pietosi, soavi, di umiltà e di grandezza, di amore, di magnanimità e di costanza si affacciano alla nostra mente, mentre pensiamo a lui. Ci avviciniamo alla sua tomba, ci prostriamo innanzi a questa per pregare riposo all'anima sua, ma non è il dolore che fa scorrere le lacrime dai nostri occhi, è sibbene una tenerezza ineffabile. Esso fu l'amico, il padre nostro; il Signore che ce lo aveva dato, ce lo tolse. Esso si direbbe tanto lontano da noi, quanto è la distanza che separa il tempo dall'eternità; eppure il dolore non prevale negli animi nostri, prevale l'affetto ed un sentimento misterioso, che ce lo addita vivo, presente in mezzo a noi.

Il mio giusto vive di fede, ha detto il Signore; e D. Bosco visse di fede, perchè senza questa non avrebbe potuto compiere quelle opere, alle quali si accinse persuaso che tale fosse il volere di Dio e che l'Altissimo gliene avrebbe somministrati i mezzi. Ma la sua fede non doveva essergli solamente fonte di merito personale, ma sibbene, se non c'inganniamo, era destinato a soppravvivergli e ad essere stimolo ed esempio agli altri. Ci dice S. Paolo nella lettera agli Ebrei, che per la fede furono celebrati i maggiori, che per la fede fu lodato come giusto Abele e furono da Dio approvati i doni di lui; che per essa egli parla tuttora dopo la morte: Defunctus adhuc loquitur. « Ei parla, esclama S. Giovanni Grisostomo, non col labbro, ma col fatto e coll'esempio celebre e famoso presso gli uomini. Colla sua vita non potè estinguersi la sua gloriosa memoria, per la quale esso sempre vive coi suoi. »

E di D. Bosco non ci sarà concesso di ripetere qualche cosa di simile? Non si potrà dire di lui che defunctus adhuc loquitur? E che la sua parola calda, vivificante, son per dire irresistibile, guida sempre le opere sue a quella meta che, non per propria. volontà, si era prefissa

Si era ripetuto che morto D. Bosco l'opera sua sarebbe con lui discesa nella tomba; lo si accasava di presunzione, allorchè si accingeva ad imprese elle sembravano ed erano superiori alle sue forze; eppure che cosa accade? Noi stessi siamo meravigliati per un presente che ci fa sperare un avvenire duraturo.

Defunctus adhuc loquitur: Parla nelle chiese da liti erette, mentre si continuano le stesse funzioni splendidissime da lui istituite, e accorrono le moltitudini per impetrare l'aiuto della celeste madre Maria Ausiliatrice, e le grazie celesti continuano a consolare e ad arricchire quelle anime che le domandano colle preghiere indicate da D. Bosco.

Defunctus adhuc loquitur: Parla nelle turbe innumerevoli dei giovanetti che si accalcano sempre nei suoi collegi e nei suoi oratorii festivi, ove si odono ripetere le stesse massime che esso predicava, si vedono frequentare le stesse pratiche di pietà che esso istituiva, ed il suo spirito di carità aleggiare in mezzo a loro.

Defunctus adhuc loquitur: Parla nei nuovi compagni, che noi vediamo sorgere ogni giorno, pronti a consacrarsi all'educazione della gioventù, pronti a perpetuare e ad estendere colla voce, cogli scritti, colle opere le molteplici istituzioni che da lui ebbero principio.

Defunctus adhuc loquitur: Parla nelle frequenti e numerose elette squadre di coraggiosi che, con tanto slancio, ardore e spirito di sacrifizio, prendono la croce del Missionario e volano a quelle regioni che egli ha loro indicate, adempiendo così al desiderio ed alla raccomandazione fatta da lui morente a Mons. Cagliero - Salvate, salvate molte anime nelle missioni.

Defunctus adhuc loquitur: E voi, o benedetti Cooperatori e Cooperatrici, voi gli amici di D. Bosco, i padri dei suoi orfanelli, i sostenitori della sua impresa di salvazione, non siete voi una prova miracolosa che ascoltate continuamente la voce del vostro amico, che rammentate le sue promesse, che seguite gli impulsi del vostro cuore generoso in riguardo alla sua cara memoria?

Ah! sì, che Defunctus adhuc loquitur: Ei parla in questi e in tanti altri modi, in quali nel 31 di gennaio sul dolore fanno prevalere l'affetto verso di chi tanto ci lui amati colla carità di N. S. Gesù Cristo !

E noi presso alla tua tomba, o padre amantissimo, ricorderemo le parole della tua lettera: « Vi raccomando di non piangere la mia morte. Questo e un debito che tutti dobbiamo paqare, ma dopo sarà largamente ricompensata ogni fatica sostenuta per autore del nostro Buon Gesù. Invece di piangere fate delle ferme ed efficaci risolu.zioni ». E noi queste faremo rammentando ciò che tu ripetevi morendo: Lavoro, lavoro, lavoro! e colle preghiere che innalziamo per te formeremo la corona da deporre sulla tua tomba.

OPPORTUNO RICORDO.

Preghiamo i signori Direttori e Decurioni, i quali ancora non poterono fare la conferenza, prescritta nel giorno di S. Francesco di Sales, che abbiano la bontà di tenerla in quel giorno che loro ed ai signori Cooperatori tornerà più comodo nel corrente mese. Il loro cuore saprà suggerire gli argomenti da trattarsi a comune edificazione ricavati dalle opere che la Divina Provvidenza ci ha posto tra mano.

In fine della conferenza si reciterà un Pater, Ave e Requiem per D. Bosco e per i Confratelli e Consorelle defunte, ed un altro Pater, Ave e Gloria per implorare un felice viaggio a Mons. Cagliero, ai Salesiani ed alle Suore di Maria Ausiliatrice, che allora appunto si troveranno in alto mare per alla volta della Patagonia.

Il glorioso nostro S. Francesco di Sales ci ottenga di praticare questa sua gran massima: Gridi il mondo quanto vuole, critichi, mormori: operandosi bene, tutto si ascolti, si soffra, non se ne prenda spavento; ma si seguiti con fermezza.

PARTENZA DEI MISSIONARII per la PatagoNia.

Il giorno 7 di gennaio Mons. Cagliero e i suoi nuovi compagni di missione dovevano partire da Torino per recarsi a Genova, donde avrebbero prese le mosse. per recarsi alla loro destinazione.

D. Rua ai Missionarii.

Al mattino D. Michele Rua celebrò la S. Messa nella cappella attigua alla camera di D. Bosco, assistendo a questa tutti i Missioarii ; coloro che non erano Sacerdoti fecero la S. Comunione per le sue mani. Quindi D. Rua volse loro alcune affettuose parole - Prima che partiate, ei disse loro, per le lontane regioni dell'America, vi ho radunati in queste stanze per ravvivare nei vostri cuori tante soavi rimembranze. Qui ove D. Bosco abitò per tanti anni; qui ove nel Santo Sacrificio della Stessa raccomandava a Gesù benedetto tutti i suoi figliuoli che tanto amava; qui ove meditò, ordinò e condusse a compimento tante sante ìmprese; qui ove per la prima volta gli brillò nella mente il grandioso pensiero delle Missioni, colla sicurezza che la Vergine SS. Ausiliatrice gli avrebbe mandati gli operai evangelici, qui ho desiderato darvi il mio saluto e la benedizione in nome suo.

Voi partirete per l' America ! Ricordatevi sempre che siete i figli di D. Bosco! Che cosa vuol dire esser figlio di D. Bosco? Vuol dire, seguire i suoi esempi, praticare le sue virtù, continuare la missione da lui intrapresa, animati da quello spirito di carità, di sacrifizio continuo, di lavoro indefesso, dal quale era egli tutto compreso. Oh quanto grandi furono e sublimi le virtù di D. Bosco! Non fa bisogno che io ve le descriva: voi ne foste testimonii; ma quella che in lui poteasi dire caratteristica fu l'ardente brama di salvare le anime. Da mihi animas, caetera tolle, aveva scritto fin nei primordii della sua carriera sacerdotale sull'uscio della sua camera. Questo fu il suo programma ed ogni istante della sua vita fu consacrato nel metterlo fedelmente in pratica. Ed ecco lo scopo che voi tutti dovete avere, preti, chierici e coadiutori nell'andare in America. Non la speranza di guadagni, non la lusinga di passatempo, non la brama di onori , non la curiosità di veder nuovi paesi, ma il solo desiderio di salvare molte e molte anime deve essere lo stimolo che affretta la partenza del Missionario. Con questo fine le vostre prediche, i vostri catechismi, le vostre scuole, le vostre assistenze, i vostri viaggi, le vostre stesse privazioni saranno fruttuose, dolci e senza dolori; poichè, avrete il Dio delle consolazioni coli voi e la certa speranza d'un guiderdone ineffabile ed immortale. Il vostro cuore palpiti sempre e solo per il N . S. Gesù Cristo. Questo proponimento tutti possono e debbono farlo. Però mentre cerchiamo di salvare l'anima altrui, badiamo a non perdere la nostra. - E qui si diffondeva nel ricordare i saggi avvisi che tante volte D. Bosco aveva ripetuti. Ciò detto li benedisse e regalò a tutti una memoria ed un ritrattino di D. Bosco, soggiungendo: - Ricopiate in voi vivo D. Bosco nelle vostre opere, nella vostra mente, nel vostro cuore. -

Quindi passarono nella camera di D. Bosco e postisi in ginocchio ìntorno al letto sul quale egli era spirato, D. Rua esclamò: - O caro e venerato padre! Oli Don Bosco! Voi che ora, come noi fermamente speriamo, già godete il premio delle vostre fatiche, degnatevi di volgere uno sguardo pietoso sopra di noi vostri figli, prostrati intorno al vostro letto di morte, ed otteneteci dal Signore che tutti possiamo compiere degnamente la nostra missione. E voi, Vergine Santissima e Madre nostra, per intercessione del vostro servo fedele, concedeteci che, mantenendoci vostri e suoi figli qua in terra, possiamo esserlo per sempre lassù in Paradiso. -

Il sabato precedente anche le venti coraggiose figlie di Maria Ausiliatrice, che dovevano accompagnare la spedizione apostolica, avevano ascoltata la santa Messa, fatta la Comunione, udita la parola di D. Rua nella stessa cappelletta.

Conferenza tenuta da Monsignor Cagliero.

Nelle ore pomeridiane, come narra L' Unità Cattolica, la Chiesa di Maria Ausiliatrice in Valdocco presentava un aspetto di solennità come nelle più grandi feste religiose. Mai tanta folla ad una radunanza che doveva tener luogo di conferenza salesiana. E quanto svariata e divota ! Nobili signori e signore in buon dato, sacerdoti secolari e regolari, chierici, giovani studenti e operai confusi insieme come ad un convegno di famiglia, posti sotto l'ala materna di Maria Aiuto dei Cristiani! Tanta era la gente, la quale ancor prima della funzione aveva invasa la chiesa, che si dovette perfino, contro ogni consuetudine, lasciarne fuori i giovanetti dell'Oratorio.

Alle 3 la funzione, a cui prendevano parte le LL. EE. R. mo Monsignor Bertagna, Vescovo Ausiliare dell'Em.mo Card. Arcivescovo, e Mons. Leto, cominciò col canto dei Vespri, dopo i quali Mons. Cagliero comparve sul pulpito e così incominciò:

Charitas Christi urget nos. (II Cor. v. 14).

È l'amore, o cari Cooperatori, è l' amore che Gesù Cristo porta alle anime quello che lui spinge a parlarvi stasera. Dovunque vi sono anime da salvare, ecco la voce di Gesù Cristo che fa appello ai suoi valorosi banditori e questi rispondono, sorgono, e si avviano ove la carità li chiama.

Son pochi giorni ed io lui trovava a Parigi, in quella gran capitale della Francia, in quella metropoli del mondo, in cerca di mezzi per la nostra spedizione. In una gran Chiesa di questa capitale si faceva una solenne funzione. Che cosa c'era? Erano nobili Signori, erano generosi Francesi, erano santi Sacerdoti che lasciavano la patria ed i parenti per rivolgersi all'Oriente, che è in modo speciale la meta de' Missionari di quella, come anche di altre nazioni. Ebbene, i giornali, le riviste, gli annunzi dicevano grandi cose di questa funzione di Parigi Cristiana, e terminavano coll' esclamare: Viva, viva, la Francia ! che continuamente muove pel bene della Chiesa !

Figuratevi ! Io Italiano che m'aggiravo per le vie e piazze di Parigi, e che pur nutro amore per la patria mia, al leggere, all'udire Viva la Francia, pensava tra me Anche l' Italia, anche Torino ha dei nobili e generosi figliuoli, che consacrano la loro vita per spandere la fede di Cristo. E nel mio cuore con santo entusiasmo diceva : Sì, Viva la Francia ! ma soggiungeva : Evviva, evviva l'Italia., evviva Torino! che, emula dei Francesi, manda pure i suoi Missionarii all'Occidente.

Charitas Christi urget nos. Questa voce di Gesù Cristo si ode risuonare ovunque con una dolce forza di potenza irresistibile, questa carità attrae a sé con ineffabile incanto; ed anche gli Italiani, i Torinesi, i Salesiani si muovono a predicare la buona novella. È questa fede che ci invita a partire, è questa carità che accesa nei cuori rende soave ogni sacrifizio. Noi non siano nulla, Gesù Cristo è tutto ; è Lui che opera, è Lui che muove. L'uomo pianterà ed irrigherà, ma chi dà l'incremento è Dio.

t ben giusto adunque che noi 'ci uniamo al nobile entusiasmo dei Parigini, nel vedere che quest'oggi anche Torino sta per licenziare una schiera dei suoi figliuoli, che andrà a portare il Vangelo ai popoli ancora selvaggi, che non conoscono il nome di N. S. Gesù Cristo. È ben giusto che ci abbandoniamo ad una santa gioia noi che partiamo, voi che cooperaste generosamente alla nostra partenza, al pensiero della salvezza delle anime e della propagazione della fede. È ben giusto, o Torinesi, o cooperatori, che ci gloriamo della nostra missione e che innalziamo un cantico di lode e di ringraziamento alla Divina Provvidenza, che anche di noi si valga per dilatare il suo regno sopra la terra. Sì, possiamo santamente gloriarci, che lo sguardo benigno del Signore siasi rivolto sopra di noi, perchè Torino non è inferiore a Parigi nell'inviare Missionarii in terre straniere.

Ma in questo momento un pensiero di profonda tenerezza, ma di grande conforto mi assale e tutto mi penetra. È la seconda volta che io vi parlo in questa Chiesa dopo il mio ritorno dall' America ; volgo uno sguardo a quell'altare e più non vedo chi cui giorno divideva con noi la gioia, le tenerezze, l'entusiasmo, la gloria, i cantici di queste uste; Colui elle scuoteva Torino colle opere della sua carità, che ha fondate le nostre Missioni, che ha incominciato a slanciare i Salesiani nella Patagonia, il nostro carissimo Padre D. Bosco. Oh! Egli non è più fra di noi. E quasi un anno che Egli volavasene al Paradiso. Oh, sì! Egli ora riposa in pace nel gaudio eterno. Egli non è più fra noi, ma è con noi, perchè ci ha lasciato il suo spirito, il quale ci afferma che l'opera sua è opera di Dio. « Attraverserai i mari, valicherai le Cordigliere , ma non temere. Tu hai i nostri figli in aiuto, hai i nostri cooperatori in soccorso. Avànzati pure nella Patagonia, inòltrati nella Terra del Fuoco... Non temere. Noi non ci entriam per nulla. Chi fa tutto è Dio, o figlio mio. Tu vedrai l' opera nostra progredire ognor più; non dubitare. » - Queste parole mi ripeteva per la seconda volta D. Bosco al punto di morte; e con quanta consolazione del mio cuore io le udissi, voi potete immaginare. Ed ecco come il suo detto si è avverato.

- Io ho temuto, mi diceva il S. Padre nella udienza che da Lui ebbi la primavera scorsa, ho temuto dopo la morte di D. Bosco per la Congregazione Salesiana. Adesso son persuaso, ed una volta ancor mi confermo, che l'opera sua è opera di Dio. -

Si sarebbe detto che, morto D. Bosco, l'opera sua avrebbe dovuto arrestarsi. Eppure dopo la sua morte ecco subito un drappello di 10, poi uno di 15 valorosi, che partono per l'America.

Ed ora una terza spedizione è sulle mosse per partire. Chi non benedirà la Provvidenza Divina? Sono appena arrivati , dopo un lungo viaggio di 40 giorni, alla Terra del Fuoco i quindici che mi precedettero con D. Fagnano a capo, ed ancor stanno cantando le lodi a Dio ed a ringraziarlo del felice viaggio loro concesso, che io debbo subito tener loro dietro.

Io lottava nel mio cuore prima di decidermi a ripartire. Io amo la patria, ma desidero salvare i selvaggi. Amo l'America, ma anche l'Italia. Dovetti farmi violenza, ma la carità di Cristo per gli uomini trionfò nel mio cuore. Quindi ora parto, ma con me parte pure una schiera ben numerosa di forti, che bramano consacrare la vita in pro delle Missioni. Già erano 10 pronti a venir meco, ma dissi: non basta, ne vidi 20 e dissi: non basta; ne vidi 30, non basta ancora ; quando ne vidi 50 allora dissi : basta, ora partiamo. E stasera appunto io sono qui venuto per prendere da voi congedo.

Ma oh! quante cose io vedo scolpite sulla vostra fronte , quanta emozione nel vostro cuore! Voi siete ansiosi d' udire ancora, prima ch'io parta, la mia voce voi desiderate sentire parlare delle Missioni. Ebbene stasera noi c'intratterremo brevemente delle nostre Missioni , di quello che noi andiamo a fare nell'America del Sud.

lo sono in mezzo a' miei cari confratelli, sono in mezzo a' miei buoni amici, e parlerò col cuore, parlerò alla buona.

E anzi tutto io voglio sciogliere una obbiezione, che credo schiaccia il cuore di qualcuno in questo momento. Molti di voi mi diranno: - Noi sarem più contenti che Ella si fermasse cogli Italiani, co' Torinesi. Troppo abbiamo bisogno di Missionari tra noi ora che si va illanguidendo la fede. -

Ma scusate: voi avete una religione da campanile. Vi rincresce che io e questi compagni partiamo ? Voi adunque non siete, non potete dirvi cattolici. Vi potrete dire cattolici Torinesi. Che dico? Cosa assurda. Vi potrete dire Cristiani Torinesi, ma non mai Cattolici.

Gesù Cristo è venuto per tutti sulla terra, ed Egli volle essere il Pastore di tutto il mondo... Et fiet unum ovile et unus pastor... Se noi ce ne stessimo tutti a Torino , nel Piemonte, se zelassimo la salvezza delle anime in una sol parte del mondo, e allora la carità di Gesù Cristo, che è venuto per tutti, che è morto per tutti, ove se ne andrebbe ?

- Ma se ne vadano altri di Francia, del Belgio, di altre nazioni... -

E voi, Torinesi, vi rassegnerete voi a perdere una gloria così grande, qual' è quella di portare la civiltà a' popoli selvaggi, di concorrere al trionfo di Cristo sopra la terra

Dinanzi allo spirito Cattolico taccia adunque lo spirito cristiano privato.

Ma che ho io detto? Ho fatto male a dire che voi non siete contenti che noi partiamo. In questo momento a che fine vi siete qui radunati, o buoni Torinesi? Voi vi siete raccolti in questo tempio per innalzare una preghiera a Maria Ausiliatrice pel felice viaggio de' Missionari ; voi siete venuti per darci il saluto, per darci l'ultimo addio e dirci: Andate a predicare il Vangelo e battezzare le genti : Euntes docete omnes gentes, baptizantes eos   

Non è questo che siete venuti. a dirci ! Voi siete adunque contenti che noi andiamo. Noi abbiamo fatto appello alla vostra carità, al vostro zelo, e voi tutti avete risposto secondo le forze vostre. Facilmente comprenderete, o benemeriti Cooperatori, la enorme somma che si richieda, le ingenti spese che abbiamo dovuto e dovremo ancor sostenere per provvedere non solo il necessario corredo per noi Missionari, ma ancora per somministrare vitto e vestito a' poveri Patagoni. E con voi son venuti in nostro aiuto tutti gli altri nostri connazionali, e i nostri Cooperatori di Francia, del Belgio e di altre regioni, ripetendoci col fatto essere desiderio vostro che noi partiamo. E noi siamo pronti. Ma ricordatevi per amor di Gesù Cristo, per amore della santa memoria di D. Bosco, di continuare a darci il vostro appoggio, pel quale anche lontani possiamo essere stretti sempre ìnsieme coi vincoli di una santa fratellanza. Di ciò io sono sicuro, perchè i Cooperatori e le Cooperatrici sono sempre stato il nostro conforto, il nostro aiuto, il nostro soccorso, come diceva D. Bosco. Le Missioni sono le più gloriose e grandi imprese che possano operarsi dagli uomini, sono la continuazione dell' opera civilizzatrice degli apostoli, tendono al compimento della missione di Gesù

Cristo sulla terra. Queste furono continue nella Chiesa Cattolica. Leggete le storie ecclesiastiche e troverete che in ogni secolo, ogni mezzo secolo, ognì lustro, per non dire ogni anno, vi furono centinaia, di Missionarii che partirono dal centro del Cattolicismo per andare in lontani paesi a portare la luce del Vangelo, la salvezza delle anime. La Chiesa Cattolica, madre feconda meravigliosamente, vuole la salute dei popoli e che Iddio venga conosciuto dappertutto. Gesù Cristo infatti non è morto pei soli Italiani, o per i soli Europei, ma è morto eziandio per i popoli dell' Asia, dell' Oceania, dell' Africa e dell' America.

Successiva e non simultanea fu questa evangelizzazione, secondo gli imperscrutabili decreti di Dio.

E, i Patagoni? Passarono molti secoli prima che il Missionario potesse calpestare quelle aride zolle. Era ben grande la miseria di quelle tribù, ma venne finalmente quell'ora in cui Dio disse: Sia fatta la luce anche per la Patagonia ! E la luce fu fatta; ed ecco i Salesiani. penetrare in quelle terre remote, attendarsi sulle sponde del Rio Colorado, del Rio Negro, del Rio Chiubut, spingersi fino in mezzo alle Cordigliere, sedersi infra i popoli selvaggi ricevuti con festose accoglienze , istruire, battezzare, accrescere di nuovi figli, la grande Cattolica famiglia.

Sul far della sera, nel silenzio solenne di quegli immensi deserti, seduto io sopra la sella del mio cavallo, circondato da centinaia di selvaggi che pendevano dal mio labbro, dovevo rispondere ad una interrogazione che le cento volte mi veniva fatta: - Dunque al di là di queste nostre regioni, al di là del mare, di altre terre vi è chi pensa a noi ? - Sì, rispondeva io, e l'essere io qui in mezzo a voi ve ne rende testimonianza.

Dunque, o padre, dicci tante e tante cose; ci hanno narrato esservi un paese grande, molto grande che si chiama Europa. - Hai detto bene. L' Europa è un grande paese. Vedete il deserto! È interminabile ! la volta del suo cielo è immensa. Ebbene quel paese col suo cielo è più vasto di questo deserto. Gli uomini vi sono in numero stragrande, superano i 300 milioni. Essi abitano in vaste ed alte case raggruppate in migliaia di città, e posseggono quella civiltà, che un Dio fatto uomo portò dal cielo in terra, e questa noi siano venuti a portare a te ed alla tua tribù. Là in quel paese vi è una famosa città che si chiama Roma, e in questa città vi è un uomo, un grande uomo che pensa a voi. Egli è Colui che ci ha qui mandati , e si chiama Papa, perchè ha cuore di padre ed è padre di tutti. Oh Cacico! se tu vedessi quale interesse Egli ha per te e per i tuoi sudditi, ed Egli è che ci ha mandati per farvi del bene e per salvarvi. Intorno a Lui vi è una famiglia, che si prende cura di voi, e che ci diede i mezzi per venire qui tra voi. Questa famiglia si chiama Chiesa Cattolica; e suo Capo, suo Padre è Colui che vi ho detto chiamarsi Papa. Ma sopra questo Capo, ma sopra questa famiglia vi è un'altro Padre che è ne' cieli, che tu hai già invocato con me questa mattina : - Padre nostro, che sei ne' cieli. - Questo Padre, questo grande spirito, capo di tutti gli uomini, che ha costituito il Papa suo Vicario sulla terra, è venuto in questo mondo per istruire, redimere, salvare gli uomini e costituire la grande famiglia dei Cristiani. Lo hanno visto, ed hanno parlato famigliarmente con Lui migliaia e migliaia dei nostri antenati, ed hanno visto miracoli strepitosi che Esso ad ogni istante operava. - E qui brevemente io narrava della nascìta, della vita , della morte e della dottrina di N. S. Gesù Cristo.

O Cooperatori, o confratelli, se sapeste l'impressione che fa nel cuore di quei poveri selvaggi la semplice esposizione delle verità e dei racconti. della nostra S. Religione ! Non hanno bisogno di. prove per credere e non le domandano, perchè queste verità hanno talmente un carattere divino, da non poter essere invenzione degli uomini. Oh! quale consolazione pel cuore del povero Missionario nel predicare il Vangelo a creature, miserabili sì, ma che non hanno mai respinta la grazia, e nel vedere come non si stancano mai di ascoltarlo, commossi e meravigliati nell'udire quanto grande sia stato ed è l'amore di Dio per le sue creature.

- Siamo noi cattolici una sola famiglia, con un sol cuore, un solo pensiero, una sola fede, un solo battesimo. Siamo tutti fratelli, figli di un solo Padre. Oh! ti dico io, o Cacico, che se tu venissi in Europa, a Torino, vedresti quali Chiese , quali sontuosi Santuarii ! Ben altro di più maestoso che non la povera cappelletta che abbiamo noi qui innalzata. Ed ivi vedresti tanta e tanta gente raccolta a pregare Iddio loro Creatore e Redentore... a supplicare la Vergine... Maria SS...

Oh ! se venissi , tutti guarderebbero a te... e non solo perché sul volto hai diverso colore dal loro, e non solo per vedere la tua veste di guanaco, ma perchè ti amano... perchè sanno che tu pure hai un'anima, come la loro immortale, per la quale pure il loro Redentore è venuto su questa terra ed è morto sopra d'una croce.

- O che bella cosa, mormoravano pensierosi i selvaggi, una famiglia sola...

- È una famiglia che dicesi cristiana, cattolica e sono più di duecento milioni quei che la compongono.

- Duecento milioni ! Non starebbero neppure in questo deserto.

- Oh ! la terra non è tutta qui. Tu conosci solo il deserto, ma noi conosciamo tutto il mondo : conosciamo l'Europa, conosciamo altre grandi regioni. Ma per ora ti basti sapere che molti ti vogliono bene, che pensano a te, a' tuoi figli, a' tuoi sudditi... -

O cari Cooperatori, quante volte ho detto a quei selvaggi che voi pensate a loro, che per loro voi pregate , che vostri sono tutti quei mezzi materiali che loro portiamo, che voi siete il sostentamento dei Missionarii Salesiani. Abbiatevi la riconoscenza dei Cacichi. Essi stessi m'incaricarono di ringraziarvi dei cibi, delle vestimenta e di tutti i mezzi materiali che loro abbiamo recato.

La docilità, la riconoscenza dei selvaggi è certamente fonte di grandi consolazioni, ma a prezzo di quante fatiche, di quanti stenti che deve sopportare il Missionario ! È inutile che io li racconti. Sono senza numero, sono incalcolabili. Dover passare a nuoto vaste pozzanghere, bere acque corrotte e in queste talora lavarsi, dormire all'aria aperta, sulla nuda terra o in giacigli schifosi, mangiare quello che mangiano i selvaggi, assoggettarsi a mille bassezze , essere costretti a passare in mezzo a gente che hanno perduto ogni idea non solo della dignità cristiana, ma persino di quella di uomini.... Io in più di una circostanza dovetti , e arrossisco nel dirlo , dovetti nascondere in seno la croce pastorale e togliermi gli abiti vescovili per non degradare queste sacre insegue.

- Ma e la dignità di Vescovo? - voi direte. Io pure pensavo alla mia dignità di Vescovo , ma io ero pastore che andava in cerca delle mie pecorelle, era padre e doveva stare tra i miei figli e abbassarmi fino a loro per poterli innalzare fino al cielo.

Compatitemi : io pure ebbi dei momenti di nausea e di stanchezza. Ma sarà cosa indecorosa l'abbassarsi quando si tratta del bene e dei trionfi della Chiesa? Guarda, guarda sopra la croce, ho detto fra me ; anche Gesù Cristo è divenuto lo scandalo dei Giudei. E per evitare questo Egli ha forse esitato un istante solo? Ah no! Quando si tratta della salute delle anime non vi è bassezza, non vi è viltà che debba sfuggirsi.

Ma mentre io vi parlo sento che il mio cuore si divide : è qua in mezzo a voi, é là in mezzo ai selvaggi. E qua coi miei fratelli i Salesiani che lavorano per mantenere e accrescere la fede in coloro che la Provvidenza ha radunato intorno ad essi , è là coi miei Missionarii che vanno annunziando la fede a quelli che ancor ne sono privi. È qua in mezzo a voi, e mi ricorda i tanti anni nei quali poteva dìre di tanti che mi ascoltano voi siete la mia gloria, la mia corona ; è là in mezzo a quelle lande che mi attendono, ove una voce mi chiama e mi dice : Et alias oves habeo, quae non sunt ex hoc ovili; et illas oportet me adducere, et vocem meam audient, et fiet unum ovile et unus pastor. Sì , o mio Signor Gesù Cristo, io vado a raccogliere le vostre pecorelle sparse nella Patagonia che ancora non vi conoscono, le condurrò al vostro ovile , saranno accolte in grembo alla vostra Cattolica Chiesa: loro parlerò del vostro amore per esse, di quell' amore che vi tiene legato in mezzo a noi , come padre in mezzo ai figli, nel SS. Sacramento dell'altare , nostro cibo e nostra bevanda, pegno di vita eterna, gaudio, fortezza e tesoro inesauribile delle anime nostre. Sacramentum charitatis.

E già mi pare di trovarmi in mezzo alla mia Missione, vedere i selvaggi radunati intorno a me e rinnovarsi quelle scene che tante volte mi trassero dagli occhi lagrime di contentezza : - La carità di quel Dio che ti predico o Cacico, fu così grande, che, non contento di morire per te, per redimerti, ha voluto ancora dar tutto quel che aveva, ha dato il suo stesso Corpo divino per te. E domani i tuoi figliuoli, istruiti già da noi e battezzati , domani tu li vedrai accostarsi a fare la prima Comunione.

- E che cosa riceveranno ?

- Riceveranno Iddio, Gesù Cristo stesso in persona.

- Ma come faranno a riceverlo?

- Hai tu assistito stamattina alla Messa - Sì.

- Hai assistito bene? - Sì.

- E non hai visto come si riceve? Tu dunque hai assistito male. Se avessi assistito bene , avresti visto ch' io mi sono voltato verso di quelli che m'assistevano, e come ho fatto un segno di croce; quindi ho preso in mano un'ostia bianca e l'ho messa sulla lingua di chi mi serviva. Sappi che quell'ostia, che alla figura sembrava un pezzo di pane, era Gesù Cristo stesso in persona, era il nostro Dio, in confronto del quale tu, benchè potente non sei che un moscherino ! Oh se tu venissi in Europa, in Italia, nel tempio di Maria Ausiliatrice in Torino , vedresti in quei luoghi santi come tutto il popolo sta riverente innanzi a Lui, tutti in ginocchìo, tutti colla fronte curva, tutti in orazione. E l'oro, l'argento, i drappi preziosi, e fiori, e cantici, e musiche servono continuamente alla sua gloria. Ma questo Dio così grande, guarda come è buono verso di te ! Io son venuto nella tua capanna costruita, di paglia e fango, ho alzato qui il mio altarino su quattro pezzi di legno, e. Gesù Cristo in mezzo a tanto squallore si è degnato di discendere dal cìelo nelle mie mani. Tu non comprendi ancora quello che io ti dico , ma so come gli altri tu avessi raccolto il tuo spirito adorando Iddio, se ti fossi messo in ginocchio, se avessi recitato qualche preghiera, avresti udito una sua misteriosa parola commuovere il tuo cuore.

- Ma io non so pregare.

- E io t'insegnerò.

- Ma io non posso stare in ginocchio ciò mi fa molto male.

- Ma diimui : hai buona volontà di ascoltare e fare ciò che io sono per insegnarti ?

- Sì, sì.

E allora io incominciava a narrargli la storia commoventissima dell'ultima cena, l'istituzione del Santissimo Sacramento , i miracoli che continui in tutti i secoli fanno fede della presenza reale del divin Salvatore sotto le specie del pane e del vino.

- Bello, magnifico ! invenzione veramente divina ! esclamava allora il Cacico come incantato.

Io allora proseguiva a dimostrargli la necessità di riformare la propria condotta morale per essere veri cristiani.

- Ma come io potrei fare ? egli mi chiedeva.

- Non dubitare, io rispondeva, questo Dio che è morto per te, che ti ama tanto , si degnerà anche di venire dentro di te, e ti darà forza per fare quello che io ti dico.

- Oh dunque, presto, presto, quanto io sono contento.

- Ma prima è necessario il battesimo.

E i selvaggi correre per ascoltarmi, avidi della verità e mi pregano ansiosi che loro versi l'acqua sul capo e che li faccia cristiani figliuoli di Dio.

A questo punto, a questo spettacolo il mio cuore ritorna in mezzo a voi, o cari Cooperatori, o amati Torinesi, in mezzo alle valli ed ai monti , in riva al mare della nostra bella patria, arricchita da Dio, sopra ogni regione della terra, di doni inestimabili e nella quale in tanti si vede ora languire la fede ! Oh! vorrei che lo slancio verso la fede che anima quei poveri selvaggi , fosse vivo anche fra voi, o miei amati compatrioti! Che nessuno di voi abbia a disprezzar quella fede che i selvaggi stimano e desiderano ! Dal vostro labbro dovrebbe sciogliersi un cantico continuo di lode e di ringraziamento, per essere voi e i vostri figli stati battezzati nel Nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Ma ritenete che non basta essere stati battezzati; quello che importa si è che custodiate questa fede, che la conserviate in voi e nei vostri figliuoli, perchè sta scritto : Qui non crediderit condemnabitur. Amate la religione, le opere vostre siano conformi alla vostra fede, seguite con amore i precetti della Chiesa e in questa obbedienza siate il buon esempio dei vostri concittadini. Oh fede ! oh Chiesa santa ! che formasti sempre la gloria dei nostri antenati, che fosti l'ispiratrice di tante imprese e fatti immortali di mille eroi Piemontesi ed Italiani, in onore della patria e della religione, io ti benedico! Oh fede ! oh Chiesa ! la cui promulgazione anche in queste nostre terre costò le fatiche di tanti apostoli e la vita di innumerevoli martiri, all'ombra delle tue tende vivano sempre felici questi miei fratelli !

O Torinesi, la vostra città nel rispettare , nell'amare, nel praticare la religione, la pietà, i santi Sacramenti, ben può dirsi. una delle prime. Ho viste innumerevoli città. Di molte in quanto a divozìone ho dovuto esclamare: Non sono la mia, Torino ! In alcune, ove la religione trionfava, non seppi far di esse più grande elogio che questo : Sembrano Torino. Mantenete dunque sempre viva questa religione e questa divozione, e mentre mandate con tanta generosità i Missionarii fra i selvaggì, siate loro i modelli del buon cristiano, precedeteli nella via della santità.

Ancora una cosa io debbo dirvi. Noi non andiamo in America per i soli selvaggi, andiamo eziandio per i nostri poveri Italiani. Oh quanti sono andati a gettarsi fra quelle immense deserte steppe a perdersi, a perdere la fede, la religione!

- Sei tu Italiano? chiesi un giorno ad un nostro connazionale che viveva in quelle terre dimentico di Dio e de' suoi precetti, e di costumi peggiori di quelli d'un turco.

- Sì, sono Italiano.

- Vergògnati di essere venuto a portare lo scandalo a questi poveri Indii. Chi si adora in Italia? Cristo o Maometto ? Tu dunque così disonori la patria? Così calpesti gli ammaestramenti della patria? Io pure sono Italiano, e appunto perchè Italiano ho diritto a riprenderti, a dirti che fai male, a correggerti, perchè ti rimetta sul retto cammino.

Oh ! quanti si trovano ivi che più non Hanno sentimento di religione, che hanno dismessa ogni pratica di pietà. E questi coi loro costumi, colla loro vita diventano il disonore della patria nostra e lo scandalo di que' novelli cristiani. E noi Missionari , noi Salesiani andiamo pure in mezzo a questi poveri Italiani, per dar loro comodìtà di frequentare la religione, di accostarsi ai SS. Sacramenti, per conservare la fede , per non perdersi l'anima.

Nell'America del Sud tutti i paesi d'Italia sono rappresentati. Quanti di Torino e del Piemonte, quanti di Milano, di Vicenza, Verona, della Lombardia tutta e del Veneto, quanti dell'Italia Meridionale, Napoli, Sicilia si trovano, in quelle regioni ! E bisogna che il Salesiano , il Missionario spenda la sua vita, sparga i suoi sudori anche per essi.

Le nostre Missioni pertanto non sono solamente Missioni estere, ma sono pure Mìssioni nazionali, italiane.

Adunque , o cari Cooperatori , contìnuate ad amarci e a soccorrerci, perchè noi possiamo colla carità di Gesù Cristo non solo spandere il suo Vangelo ove ancor non è apparso , ma conservare la fede tra gli Italianì che a centinaia ogni giorno emigrano in quella regione.

Lo diceva ai piedi del Sommo Pontefice - Spero, Santo Padre, di potervi dire fra pochi anni che tutta la Patagonia, tutta l'America del Sud è cattolica. Date Voi la Vostra santa benedizione a noi Missionarii, ed a que' popoli , perchè possano presto ricevere tutti la fede cattolica e noi possiam conservar questa negli Italiani che là ne vengono. -

Adunque se voi, o Cooperatori, continuerete ad aiutarci, vedrete conservata la fede nelle colonie italiane, vedrete fra non molto sparso il Vangelo fra tutti i selvaggi, e potremo così alfine vedere un solo ovile sotto di un solo Pastore.

Ed io finisco e vi lascio!... Addio... che il Signore ci benedica tutti... e che un giorno ci riunisca per sempre in Paradiso.

Il Card. Alimonda a' Missionari.

Mons. Cagliero scese dal pulpito visibilmente commosso, lasciando intenerito l'immenso uditorio. Poco prima delle cinque era giunto S. E. Ill.ma il Cardinale Arcivescovo, il quale, preceduto dal clero, a stento si avanza tra la folla e dall'altar maggiore imparte la benedizione col SS. Sacramento. È un momento di indimenticabile solennità. Dopo il canto del Benedictus, si recitano dal Cardinale le preghiere dell'itinerario. Nessuno si muove dal tempio : tutti si sollevano per vedere il numeroso drappello di Missionarii Sacerdoti, Chierici, Catechisti che stanno inginocchiati attorno all'altare, mentre l'Eminentissimo invoca sovra di essi, benedicendo, la protezione del Cielo.

Ma, a compiere la bella cerimonia ci voleva un discorsetto di Sua Eminenza. E Monsignor Cagliero, avanzandosi verso il venerando ed amatissimo Pastore che già era sulle mosse per partire, lo pregò a volgere alcune sue parole ai Missionarii ed ai fedeli. Il Cardinale, messasi allora la mitra in capo, salì sulla predella dell'altare maggiore e la sua voce risuonò in mezzo al più religioso silenzio. Ecco il senso delle sue affettuose parole: - « Andate, o fratelli, andate in quelle lontane regioni a portare la luce del Vangelo. L'apostolato dai primi tempi del Cristianesimo infino ai giorni nostri si perenna nella Chiesa cattolica. È il comando di Gesù Cristo : Euntes docete omnes gentes... che continua a suscitare anime grandi, perchè vadano a portare la civiltà cristiana a' popoli ancora selvaggi. Ma è la sola Chiesa cattolica che ebbe ed ha sempre di queste anime sante, di queste anime generose che si sentono ispirate a correre ove le chiama la salute eterna dei popoli. Andate adunque, o fratelli. Il venerando D. Bosco , la cui memoria durerà come il mondo lontana, pensava ai poveri selvaggi della Patagonia, all'evangelizzazione dell'America, ed istituiva quella Missione. E voi Missionari, voi continuate questo apostolato, voi andate a compiere i disegni di quell'anima grande. Andate, o benedetti, là in quei lontani deserti ; traversate lo stretto di Magellano, spingetevi innanzi nelle isole del Fuoco, a spianare le vie al Signore, far brillare la fede in mezzo a quelle tribù selvaggie, a spezzare il pane della parola divina, a salvare coloro che periscono.

» Andate di buon animo sotto la guida di un valoroso capitano, Monsignor Cagliero.

La Vergine Ausiliatrice vi proteggerà in ogni vostro passo. Non temete ! Oh quante preghiere si innalzeranno per voi al Paradiso dai buoni Torinesi benefattori di quest' Opera. Sì, o miei diletti Torinesi, continuate ad innalzare preci a Maria Ausiliatrice pei Missionarii Salesiani, continuate a soccorrere , come avete fatto pel passato, queste Missioni, associatevi all'opera di redenzione, date un poco di danaro per contentare Nostro Signore Gesù Cristo , e non solo saranno benedetti gli apostoli. Salesiani che partono, ma sarete benedetti pur voi che colla vostra elemosina cooperate alla salvezza delle anime.

» Andate, o fratelli ! Iddio vi guidi. Noi vi seguiremo colle nostre preghiere, noi penseremo sovente a voi lontani, ci ricorderemo della funzione di questa sera e vi raccomanderemo a Maria Ausiliatrice.

» Ma voi, mentre a vostro guadagno e merito correrete alla salute di quei popoli , non dimenticate quelli che lasciate in Italia. Ricordate che il male fa progressi nella vostra patria, che la Chiesa cattolica è osteggiata dove dovrebbe essere maggiormente amata. Ricordatevi che il Santo Padre ha bisogno anche di voi. Egli che passa i suoi giorni nell'angoscia e nel dolore, che partecipa della passione del Redentore, che sospira quel giorno nel quale potrà stringere al suo seno tutti i suoi figliuoli, Egli ha bisogno anche delle vostre preghiere. Ricordatevi adunque sempre del Sommo Pontefice e pregate per Lui.

» Ed ora andate! Iddio vi benedice e Don Bosco dal cielo vi sorride.»

L'abbraccio e la partenza.

Ciò detto, l'Eminentissimo scese dall'altare e i Missionarii si accinsero alla partenza. Impossibile descrivere al vero la scena dell'abbraccio e dell'addio. Il Rettore generale D. Rua e gli altri Superiori dell'Oratorio in cotta danno l'abbraccio e il bacio di pace ai giovani Catechisti e Coadiutori, suggerendo a ciascuno amorevolmente gli ultimi consigli. Coi Sacerdoti la commozione è maggiore. L'orchestra continua a riempir la chiesa di Sacre melodie. La folla non sta più ferma, vuol circondare i Missionari e baciar loro la mano. Ma il popolo era così fitto, che, contrariamente a quanto erasi disposto e praticato in altre simili occasìoni , i Missionarii non potevano uscire attraversando la chiesa; dovettero perciò passare per la sagrestia. Nel cortile erano accorsi i giovanetti dell'Oratorio, fra i quali essi passano a stento, mentre da tutte parti si alza e si ripete il grido di Viva Monsignor Cagliero ! viva i Missionarii! Il popolo intanto si era riversato nella piazza esterna ed occupava anche le piazzette interne dell'Oratorio. Mentre l'Eminentissimo Arcivescovo esce , si applaude ; si applaude ai Missionarii, e più a Mons. Cagliero che passa benedicendo, e raccomandandosi alle preghiere di tutti, sale in vettura e si reca direttamente alla stazione avviandosi a Genova. Questa spedizione si compone di 55 tra Preti, Chierici, Coadiutori e Suore di Maria Ausiliatrice.

A Genova.

Monsignor Cagliero doveva a Genova tenere la conferenza ai Cooperatori Salesiani di questa città. Noi diamo ai nostri lettori le seguenti notizie ricavate dagli egregi giornali genovesi Il Cittadino e L'Eco d'Italia

« Il giorno 9 gennaio ebbe luogo nell' insigne basilica di S. Siro l'annunziata conferenza dell'illustre Mons. Cagliero, Vicario Apostolico della Patagonia e della Terra del Fuoco.

Malgrado il tempo cattivo, una folla di persone era accorsa nel vasto tempio per udire la calda ed eloquente parola del Vescovo Missionario. Vi accorse come una volta accorreva ad udire e venerare il di Lui padre diletto, il caro e compianto uomo di Dio, Don Bosco.

In quello si ammirava il Santo, in questo si ammira l'Apostolo, il Missionario, l'infaticabile e coraggiosissimo pioniere della fede e della civiltà, il narratore di geste grandi ed eroiche, delle quali può dire a buon diritto quorum pars magna fui.

Quando egli apparve sul pulpito, levossi per la vasta chiesa un lieve mormorio, era come un saluto a Lui che dal suo santo maestro Don Bosco ha ereditata l' energia nel proposito, la bonarietà dei modi, franchi, leali, aperti.

Appena cominciò a parlare si fece nella vasta chiesa un silenzio profondo, che durò non interrotto sino alla fine dell' eloquente, commoventissimo discorso. Cominciò ringraziando la pietà dei Genovesi per la carità sempre usata verso le Opere Salesiane, e con parole eloquentissime egli tratteggiò gli ultimi istanti di Don Bosco che lui avea in conto di amorosissimo figliuolo. - Don Bosco è morto - disse egli -ma vive nelle sue opere. Don Bosco ha abbandonato la terra , ma non ha abbandonato la benefica protezione degli Istituti da lui fondati. Dal Cielo li protegge. Io ho visitato le Case di Francia, gli Istituti Salesiani sorti in Italia da Sampierd'Arena a Spezia, a Firenze, a Roma, e ovunque ho trovato ogni cosa in ordine, come quando era invita il santo fondatore. L'Opera può dirsi sia cresciuta, e oltre a cento-trenta furono quelli che dalla morte di Don Bosco entrarono nei suoi Istituti.

L'Opera prospera in Europa e vigoreggia nell'America malgrado i sacrificii, gli ostacoli che non mancano ad ogni momento.

Da poco tempo i figli di Don Bosco si sono spinti nella Patagonia presso la Terra del Fuoco, e già in quelle inospitali selvaggie contrade si cominciano a ricavare vantaggi non lievi.

I Missionari sono accolti favorevolmente da quella gente rozza, priva di ogni elemento di civiltà, che abbisogna grandemente di essere istruita nelle massime di quella Fede che forma il benessere dei popoli, delle nazioni. Il numero dei selvaggi è grande, come vasto è il territorio; mancano i Sacerdoti che possano convertire, educare, confortare quei miseri, ed è perciò appunto che ho pensato di portare meco un numero di Sacerdoti che abbandonano la diletta patria, per portare la luce della civiltà in mezzo a quei popoli che di fede, di civiltà tanto abbisognano.

O Genovesi, voi siete buoni, voi siete generosi , fate sì con i vostri soccorsi , che il numero di questi ministri della religione possa crescere pel bene di tanti miseri.

Voi dovete però sapere che le Missioni esercitano un'opera non soltanto efficace in vantaggio degli infedeli tutti, ma a pro degli emigranti Italiani ancora. Essi, a mezzo di queste Missioni, imparano sempre ad avere vivo nella mente l'affetto, il culto verso l' Italia.

Vedete, a Buenos-Aires sono oltre 50 mila gli Italiani che trovansi sotto la direzione spirituale dei Salesiani, senza contare quelli del Brasile, di Montevideo, di Entre-Rios.

Ho detto, ripigliava in seguito Mons. Cagliero, che a Buenos-Aires sono cinquantamila gli Italiani dipendenti dalla spirituale direzione dei figli di Don Bosco; ebbene, sappiate che una infinità di questi Italiani appartengono alla vostra provincia - son Genovesi. La maggior parte di costoro abitano nella località vicino al Porto, detta la Bocca. Là, per quelle strade si parla il genovese, genovesi sono le costumanze, così che, aggirandosi per quelle vie, pare di trovarsi in mezzo alla vostra Genova. Dieci anni or sono, io penetrai in quel quartiere, e tale era l'incredulità che vi dominava, che l'accoglienza da me avuta fu tale che dovetti presto fuggire da quel luogo, dove altro non si udivano che improperii e bestemmie contro i preti.

Mi recai dall'Arcivescovo di Buenos Aires, ed egli, saputa la cosa, mi disse : D. Cagliero, ella ha commesso un'imprudenza recandosi in quel centro irreligioso. - Ebbene, Monsignore, vuol ella concedermi il favore di ritornarvi per fondarvi una chiesa? - L' Arcivescovo di Buenos Aires titubò alquanto, e poi mi disse : - Ebbene, sia.

Andai con i miei compagni ; sulle prime fummo osteggiati. Volevano incendiare la nostra casa , percossero i nostri Sacerdoti, ma poi, a poco a poco, si calmarono ; edificammo una chiesa capace di cinquanta persone, e , poichè il favore crebbe, ponemmo mano alla costruzione di un'altra chiesa magnifica e vasta come tante che se ne hanno in Europa. Questa chiesa, atta a contenere cinquemila persone, è ora compiuta e sovente affollata. La popolazione del quartiere ha mutato, divenne religiosa ; in questa chiesa si fanno solenni funzioni come a Genova: e Monsignor Arcivescovo, visitandola, parecchie volte ebbe a dire che a lui pareva di trovarsi nella stessa Genova , in quella Genova religiosa che ebbe il piacere di visitare recandosi a Roma.

Con l'amore alla fede i cattolici del quartiere della Bocca serbano, in grazia del nuovo Istituto salesiano, un grande affetto verso la madre patria. -

Parlò quindi dell'ultimo viaggio da Genova all'America, accennando al gran bene fatto dai Missionarii durante il tragitto, alle missioni date agli emigranti passeggieri a bordo dei piroscafi. Descrisse le commoventi funzioni religiose compiute in quel viaggio di mare.

La conferenza di Monsignor Cagliero è stata un affettuoso, colorito, magnifico brano di eloquenza, nel medesimo tempo religiosa e civile; e il pubblico volta a volta si è commosso, entusiasmato. Un vivissimo sentimento sgorgava dalle sue parole, che si è comunicato alle anime degli ascoltatori. Egli espose con mirabile chiarezza e con particolari interessantissimi, e spesso commoventi sino alle lagrime, tutti gli stenti, i sudori, le incredibili fatìche dei Missionari , i quali hanno ora la consolazione di vederle finalmente coronate di grandi e splendidi risultati.

A noi ora si spetta di aiutare con ogni sforzo i buoni Salesiani, i quali fanno risuonare alto e glorioso in quei luoghi col nome di Dio e del Papa anche quello di Genova e dell'Italia.

Terminata la conferenza, Mons. Cagliero ritiravasi nella magnifica sacristia, dove abbiamo avuto l'onore di ossequiarlo e di sentirci ripetere dalla sua vigorosa e vivace parola caldi incoraggiamenti e vive raccomandazioni di adoperarci a pro dell'Opera sua.

Poco dopo veniva cantato egregiamente dai giovanetti del Collegio Salesiano di San Pier d'Arena, diretti dall'egregio amico nostro, il Reverendo Sacerdote D. Marenco, il Tantum Ergo in musica e il Rev.mo Prevosto Galliano impartì la benedizione col Venerabile.

La questua fatta per cura di varii membri delle Opere cattoliche genovesi raggiunse la cospicua somma di 1350 lire.»

Ringraziamenti.

I Missionarii in sul partire ci incaricarono di ringraziare ancora una volta tutti i loro Benefattori e Cooperatori, dei generosi sussidii coi quali aiutarono la loro spedizione.

Essi pregheranno e sempre per tutti, perché Iddio li benedica nei loro interessi materiali e spirituali; e ricorderanno mai sempre tanto il facoltoso , che loro fu largo di sue sostanze, come il povero operaio, che loro porse parte del frutto di sue lunghe fatiche; né dimenticheranno mai i giovani alunni del Collegio di Varazze, che vollero regalare un magnifico stendardo coll'effigie di s. Luigi, opera del valente pennello di una signora genovese, ai giovanetti di Patagones ; il corpo dei facchini di... che, aperta fra di loro una colletta, mandarono una bella somma ; e le povere prigioniere di Glasgow (nella Scozia) che dal fondo del loro carcere fecero giungere il loro obolo nelle mani di Mons. Cagliero ; e gli Istituti che col loro lavoro concorsero a preparare il corredo dei Missionarii.

Il buon Dio, che ha promesso la mercede dell'Apostolo a chi donasse un bicchier d'acqua fredda ad un Apostolo di Gesù Cristo, perchè tale, non mancherà di ricompensare ancor più largamente coloro che si assoggettarono a sacrifizii ed a privazioni per coadiuvare alla salute delle anime.

Continuate, o cari Cooperatori, nelle vostre opere di carità, perchè i bisogni sono troppo grandi, e troppo breve è il tempo che abbiamo per operare il bene ; compensiamo il Divin Salvatore col nostro amore operante di quanto esso ha fatto per la salvezza delle anime, e pensiamo che nella patria celeste saremo ricompensati di tutto con una generosità divina.

DALLA PLATA.

La Plata, 20 febbraio 1888.

MOLTO REV. PADRE,

Saprà senza dubbio che da un anno a questa parte io mi trovo alla testa di una nuova Casa, piccola, se si vuole, al presente, però, secondo tutte le previsioni umane, di un grande avvenire. La città della Plata, capitale della più vasta ed importante provincia della Repubblica Argentina , la cui fondazione risale solamente al 1883, è arrivata già al punto di contare una popolazione di cinquanta mila abitanti all' incirca, e se seguiterà a svilupparsi come ha fatto finora, sarà sicuramente fra pochi anni una delle città più fiorenti e rinomate, non dico della Repubblica, ma di tutta l'America del Sud. Privilegiata per la sua posizione topografica, tracciata interamente all'europea, con un canale spazioso in via di costruzione, che dal Rio della Plata arriverà ben presto ai fianchi della città , facilitandole i vantaggi di una importazione diretta dello straniero, rivaleggerà un giorno con Buenos-Aires, capitale della. Repubblica. Se vedesse che edifizi pubblici maestosi ! Il palazzo di giustizia e della legislatura, i palazzi ministeriali, quello degl'ingegneri, i banchi, i mercati, la stazione ecc. sono veri monumenti di architettura, di una splendidezza straordinaria, tali insomma da inorgoglirsene le più superbe capitali dell'antico mondo. Le strade. i corsi, le piazze, tutto è magnifico , tutto ci fa ricordare , almeno in gran parte, la nostra bella Torino. Questo, rispetto al materiale.

Disgraziatamente, riguardo a quello che interessa di più , riguardo a quello che dovrebbe servire di termometro per farsi un'idea giusta della vera felicità di un popolo , non si può dire altrettanto. Si figuri ! Cinquanta mila abitanti debbono contentarsi con tre , non diremo chiese , ma chiesuole, ciascuna delle quali, per abbondare che si voglia in cifre, non conterrà più di cinquecento persone. Si erano gettate le fondamenta di una cattedrale di proporzioni enormi; però, giunti i lavori al punto che deve servir di sostegno al pavimento , si sono quasi del tutto sospesi. Dio sa quando si ripiglieranno!... II numero dei Sacerdoti va quasi di pari passo con quello delle chiese : sette in tutto; due dei quali, occupati quasi esclusivamente nell' istruzione scolastica, si possono considerare come nulli per l' esercizio del santo ministero. È una cosa che contrista ! Nel mio paesello nativo, che non conta più di 3000 abitanti, ve ne sono cinque. Che contrasto ! Speriamo però che cesserà presto questa situazione desolante. Si è promosso qualche settìmana fa, nella Camera dei Deputati e Senatori, il progetto di un Vescovato nella nuova città , che fu approvato a pieni voti e sanzionato quasi immediatamente dal Governo nazionale. E siccome per l'espulsione del nunzio apostolico, Monsignor Mattera, le relazioni diplomatiche fra la Repubblica e la Santa Sede erano state interrotte, il 19 novembre dello scorso 1887 partì per Roma, in qualità di inviato straordinario del Governo, il sig. Canonico Milziade Echague, con il fine di ristabilire l' armonia fra i due poteri. C'è da sperare che, Dio mediante , tutto si aggiusterà. Sarà senza dubbio un grande vantaggio per gli affari religiosi di questi paesi. Suppongo che l'incaricato dell' onorevole missione , come molto amico dei Salesiani, passerà all'Oratorio. Mi hanno assicurato, non so con che fondamento, che appena si realizzi l'elezione del Vescovo, si procederà ipso facto all'erezione di tre Parrocchie, mentre attualmente funziona una sola. Sarebbe già un gran passo, del quale potremmo felicitarci. Questa provvidenza , prescindendo dal resto, porterebbe con sè l'indispensabilità almeno di un doppio numero di Sacerdoti. Io faccio voti perché il bel progetto si converta presto in una consolante realtà, pel bene di tante anime di buona volontà che giacciono adesso assopite per mancanza di mezzi atti a rianimare in loro lo spirito di pietà.

Venendo adesso in modo speciale a noi, debbo dire che la nostra posizione per il momento non è niente soddisfacente. Eravamo venuti colle speranze più lusinghiere. Il Governo ci aveva promesso generosamente la proprietà di un terreno di 120 metri di lungo per 60 di largo, con una sovvenzione mensuale di 70 scudi. Il ministro, da cui dipendeva il buon esito , era nientemeno che padrino della nostra Chiesa e sua moglie la madrina, due ottime persone alle quali la nascente Casa deve molti favori. Però che cosa vuole ? In maggio del passato anno si rivocò il personale governativo e ministeriale e la cosa cambiò per noi completamente di aspetto. Quelli che s'interessavano per la nostra causa, per ragioni che non è il caso di riferire, si ritirarono, e noi siamo rimasti quasi soli nel ballo, e come poco assuefatti a tal genere di danze, almeno per qualche mese, abbiam fatto la figura di pulcini bagnati nella stoppa. Però da alcune settimane a. questa parte la Provvidenza ci ha fatto trovare nuovi ausiliari e abbiamo motivi fondati per credere che la cosa terminerà bene. Il nostro Ispettore non aspetta altro che una decisione favorevole del Governo a questo proposito per aumentarci, se può , il personale e per fondare nello stesso tempo un. piccolo Collegio di Suore di Maria Ausiliatrice. Saranno le prime religiose consacrate all' educazione, che verranno a piantare il loro stendardo nella nuova città : e con piacere saranno ricevute dalle famiglie che sanno dare all' educazione cristiana l' importanza che si merita. Presentemente, se abbiamo quello di cui vuole che ci contentiamo San Paolo, cioè il vitto ed il vestito, lo dobbiamo ai 35 alunni esterni, la cui mensualità naturalmente è molto tenue, senza contare che quella di una buona parte è nulla. Rispetto alla chiesuola, come cappella privata, non ha entrata di nessuna sorta. Appena colla elemosina che si raccoglie si può pagare la cera che si consuma. Vede dunque che , come diceva, le nostre condizioni finanziarie sono poco soddisfacenti. Per il bene spirituale che risulta dai nostri piccoli sforzi in favore di una parte della popolazione, non ci mancano motivi di dar grazie al Signore. Nelle due Messe della domenica la chiesa è sempre ripiena di fedeli, una parte discreta dei quali si accosta con una frequenza lodevole ai SS. Sacramenti. Ed è cosa che non lascia per me di essere provvidenziale il vedere che il dialetto monferrino, piemontese e genovese, ai quali io aveva dato un addio e sui quali non faceva assegnamento alcuno, mi servono adesso di una maniera maravìgliosa nel tribunale della penitenza, al quale si accostano alle volte persone che l'avevano lasciato da lunghi anni unicamente per la mancanza di Sacerdoti laureati in queste classiche lingue. Uniformandoci allo spirito di D. Bosco e tenendo presente il fides ex auditu dell'Apostolo, predichiamo al mattino ed alla sera di tutti i giorni festivi, ed è lodevole l'attenzione con cui ci ascoltano, benchè il. nostro stile sia essenzialmente popolare. L'Oratorio festivo è abbastanza frequentato. Il numero degli alunni potrebbe senza esagerazione essere doppio, se non ci mancasse il locale ed il personale. Speriamo che la venuta a Torino del nostro caro Mons. Cagliero non sarà sterile e che il suo ritorno al nuovo mondo, rallegrato da un numeroso stuolo di valorosi confratelli, non lascerà di produrre sulle nostre Case l'effetto di una rugiada benefica. Così sia. Ho finito. Mi benedica dunque, carissimo Padre, e preghi pel suo

Aff.o e riconoscent.mo figlio in G. e M.

D. FELICE CAPRIOGLIO

GRAZIA OTTENUTA per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice.

MOLTO REV. SIG. DIRETTORE,

Godo immensamente di poterle riferire una novella grazia che, coll'intercessione di Maria SS. Ausiliatrice e l'invocazione a Don Bosco, ottenne un nostro buon Cooperatore salesiano del paese di Montanaro. Il desolatissimo padre aveva da più mesi una figlia di 13 anni ridotta agli estremi per una forte palpitazione, congiunta ad una tosse ostinata ed impossibilità di espettorare. Il male era giunto a tal punto che il medico curante aveva dichiarato essere perduta ogni speranza.

Ma non era già perduta la speranza nella misericordia di Dio e nell'intercessione di Maria SS., poichè l'amareggiato padre in un momento di massima angoscia, seguendo una improvisa ispirazione, con slancio ammirabile grida : - Oh ! Don Bosco ! ottenetemi dalla Madonna la guarigion di mia figlia !

Una fede sì grande meritava certo il suo compenso e la piccola inferma in breve ricuperava la sanità.

Il già afflitto padre è ora felice di adempiere la sua promessa mandando lire venti in offerta al santuario di Maria SS. Ausiliatrice e desidera sia pubblicato il fatto sul Bollettino Salesiano in segno di vivo ringraziamento a Maria SS. e per incoraggiare tutte le anime afflitte a far ricorso a Lei che è veramente l'aiuto dei cristiani e la salute degli infermi.

Mi creda con perfetta stima

Di V. S. R.

S. Benigno Canavese, 15 ottobre 1888.

Sac. NAI LUIGI.

Elenco dei Cooperatori defunti nell'anno 1888

1 Abbona cav. Matteo - Torino.

2 Acciardi D. Francesco - Napoli

3 Actis Caporale Maria Rodallo -Torino.

4 Agoni D. Luigi Prevosto, S. Paolo- Piacenza.

5 Albasini D. Carlo Ettore - Verona. 6 Albieri Giuseppe a Loazza (Canton Grigieni) - Srizzera.

7 Albini Carlo, studente in legge -Alessandria.

8 Alessio ved. Boglione - Torino.

9 Alfero D. Car. Gius. Previ. a Boria-- Cuneo.

10 Allauaano Natale, impiegato gov.- Torino.

11 Allora D. Giov. Gius., prete dellamissione - Torino.

12 Allessio Lucia di Gordola - Svizzera.

13 Ani brosini D. Bartolo - Torino.

14 Atnbrosiui Ester Soave - Verona. 15 Andretta D. Angelo, Cnr. S. martino di Lupari:- Padova.

16 Anelli Suora, Custode monastero S. Chiara (Vasto Aimone) - -Novara.

17 Angarano D. Carlo (Buffo) - Cuneo.

18 Anglesio Teresa ved. Tecco. - Torino.

19 Antognazza D. Giuseppe (Comercioo- Sfilano.

20 Antonelli Commend. Alessandro -Torino.

21 Anzino Comm. Mons. Gius. limosin.onor. di S. M. - Roma.

22 Araldi D. Costantino, Rettore (Cereto) - Parma.

23 Arditi D. Giacinto, Prev. (Palazzolo Vercellese) - Novara.

24 Arduini Angela - Verona.

25 Arualdi Cout. Gabriella nata Luigi di Moirano - Torino.

26 Artusio Beatrice (Alba) - Cuneo. 27 Arvedi Bartolomeo (Arcoo - Austria.

28 Ayala P. Antonio Maria (Spoletoo - Dal ioazia.

29 Ayraldi Ernesta nata Borea-Ricci - Torino.

30 Badano D. Giovanni Battista Arciprete (Pievetta Priola) - Cuneo. 31 Baladelli D. Gaetano, Can. (Cervia)-- Ravenna.

32 Balconi P. Carlo, arciprete (Illati) - Verona.

33 Balestrieri Don Luigi (Vailate) -Cremona.

34 Bamati D. Antonio (Gerola Altao -Sondrio.

35 Barbero D. Giov. Prev. V. F. (Visone) - Alessandria.

36 Barisoue Cattorina   Torino.

37 Bartolo D. Natale, Parroco a Cimolais - Udine.

38 Basso Domenico (Agordo) - Bel-.

lo no.

39 Battaagliui Maria Venere (Bolsena) Roma.

40 Battilana Antonietta ( CastiglioneChiavarese) - Genova.

41 Battisti Francesca (Cardi•) - Cuneo. 42 Battistini Giuditta a Ponzano -Genova.

43 Banducco Cecilia (Carignano) - Torino.

44 Becenti Emilio fu Levigildo (Lunico)- AlesaawIria.

45 Belasio Monsig. Antonio Maria -Piacenza.

46 Belliato D. Apostolo (Giavera) -Tre riso.

47 Belmontc Luigi (Genola) - Cuneo. 48 Beltrami D. Giovanni (Lo Balasse)- Pavia.

49 Beltrami D. Valentino, Parr. (Vianzino) - Vercelli.

50 Beltramo Maria nata Saroldi - Torino.

51 Benedetti Francesca (Torre de`Busi)- Bergamo.

52 Benini veti. Teresa (Varone) - Austria.

53 Becera D. Giovanti, Cappellano -Vicenza.

54 Bergher1). Paolo, Can. Teolog. avv.Cav. - Torino.

55 Boria di Salce D'Argentina Conte Carlo - Torino.

56 Berlini D. Luigi (Montanesi) - Genova.

57 Bernero Rosalia - Torino.

58 Bernocco Paola (Cherasco) - Cuneo. 59 Berci Geltrude (Vogorno) - Svizzera.

60 Bertaguolli Emnia (Fondo) - Tirolo. 61 Bertazzoli D. Pietro, Cm. Cattedr. - Brescia.

62 Bertetti Io. Antonio (Maglione) -Torino.

63 Berti Angela (Abbiategrasso) - milano.

64 Bertolini D. Ludovico - Reggio Emilia.

65 Bettini Antonio (S. Stefano) - ('omelico.

66 Bianco D. Gioachino (Macello) -Torino.

67 Bignotti D. Carlo (Moderno) - Brescia.

68 Bisconti D. Filippo, Arcipr. V. F. (Lutei) - Roma.

69 Bocca D. Giov. Arcip. V. F. (Alice Belcolle) - Alessandria.

70 Boccaccio ved. Celestina (Nichelino)- Torino.

71 Boggio Cav. Paolo - Torino.

72 Boggio D. Doumnico (ltozào - Vicenza.

73 Bonaldi D. Giovanni (Redazze) -Parma.

74 Ronanomi Teresa (Chiavennao -Sondrio.

75 Bonunsea D. (0-io. Batt. - Salvezzo. 76 Bonavera. Coram. Eio (Onegliao -

Porto Maurizio.

77 Bondoni Don Giuseppe Arcipreto, (Canneto culi' Oglio) - llaatoea. 78 Bonguglielmi D. Antonio (Castione)- Suo trio.

79 Buuino di Robassomero Cont. Teresa- Torino.

80 Bonzauiuo prof. Cav. Giuseppe -Torino.

81 Borgantini Giovanni (Villafranca in Lunigiana) - Massa Carrara.

82 Borghese D. Alfonso (Calascibetto)- Caltanzsetta.

83 Borgo Cav. Angelo (Piano Castelletto) - Genova.

84 Bortoluzzi Annetta vedova Benier(Villa Santina) - Udine.

85 Borzini 1). Litigi - Novara.

86 Boscaro M. Giovanni - l'enezia. 87 Boschi D. Lorenzo (Lubbiano) -Arezzo.

88 Bosco di Rutfno Cont. Teresa nataCantano di Ceva - Torino.

89 Boselli Don Giuseppe (Urzauo) -l'arma.

90 Bosi Emnaldi Domenica (Lugo) -Ravenna.

91 Bovio Carolina nata Cavallo (Costigliole alasti) - Alessandrina. 92 Dossi Elisa ved. Candiani - Sfilano.

93 BottagisioCarlo fu Iaetnpo-Verona. 94 Botto Pietro (Alice Belcolle) - Alessandria.

95 Botturi D. Santo (Piove di Coriauoo- Manioca.

96 Bouchenan Ca,. Alessandro (Tortona) - Alessandria.

97 Bouvet Olimpia - Torino.

98 Bovio D. Francesco, Rett. (Mirano)- Novara.

99 Bracco Maria (Clarisana) - Cuneo.

100 Brancoli nob. Teresa - Lucca.

101 a3randani D. Giacomo - Velletri.

102 Bracca avv. Alessandro - Sfilano.

103 Bravi D. Francesco, Parr. (Soci) -Arezzo.

104 Brera D. Luigi - Milano.

105 Bruto Cogno Luigia (Massaia) -Cuneo.

106 Bufalini Clementina - Siena.

107 Buffoli Antonietta, maestra (Nigoline) - Brescia.

108 nitratori Giuseppina (Moasca) - Alessandria.

109 Bussolari D. Rodriguo (S. Gio. in Persiceto) - Bologna.

110 Buttino D. Secondo, Arcipr. V. F. Dezoo - Genova.

111 Cabianca Don Gio. Antonio - Verona.

112 Caino Carlo (Lattico) - Novara.

113 Cainero D. Antonio (Rivigliano) -Udine.

114 Calcatura Luigi - Milano.

115 Callerio D. Girolamo, Parr. (Bremeo- Pavia.

116 Colosso Luigia (Carignano) - Torino.

117 Calzi D. Michelangelo (S. Michele) Cremona.

118 Camera D'Angelo (Trezzo sull'Adda)- Milano.

119 Campanaro D. Ignazio, Can. Miss.- Lecce.

120 Campus-ChessaMons. Filippo (Tonipio di l'ausanla) - Sassari.

121 Can D. Francesco (Alghero) - Sassari.

122 Cane D. Angelo (S. Maurizio Canavese) - Torino.

123 Caneva D. Giov. Battista (Fumano)- Verona.

124 Canos D. Osvaldo (1'aynizola) - Udine.

125 Cantoni D. Domenico Arcipr. parr.(Mopolioa) - Brescia.

126 Capparelli Giuseppina - Torino.

127 Capra Gius. di ('avargna - Como.

128 1areoreri Elena (Soave) - 1 prona.

120 Caroggii Ilaria (Chivatsso)- Torino.

130 Carli Gio. Batt. (Colle) - P. 3laurizio.

131 Carluccio I). Giuseppe, V. Genor. Peeoraraecio) - Ronza.

132 Carninati D. Sperandio -(Stezzano) Beroarn.o.

133 Curuovale D. Corrado (Noto) -SiTortica.

134 Casa )fatuo, proprietario (Caraglio) Crrnco.

135 Casarotto Giovanni (Montecchio) -Verona.

136 Casatti D. Agostino Dott. di Santal Chiesa - Verona.

1.37 Casicci Pietro (Lavinoo - Rimini.

138 Castagna Giuseppe - Caravaggio.

139 Castellani D. Luca (Montenero) -l'er,pia.

140 Castellani Giuseppe - Vicenza.

141 Castelli Gio. Batta. (Somntariva del Bosco) - Cuneo.

142 Castelletti D. Pietro (Volpedo) -Alcssartdria.

143 Cataldi MLons. Antonio - Roma.

144 Catt:une(, Maria ved. Bossetti (Racconigi) - Cuneo.

145 Cautele D. Giuseppe, P. V. Gener.- Vicenza.

1411 Cavena Valentino) (Stili 'o) - Vicenza.

147 Cazzaroto 1). Luigi, Parroco (Merloug0) - Treviso.

148 Cecchini D. Flavio, Pievano a Ri

poli) - Firenze.

149 Cecconi Mons. Eugenio, Arcivescovo

di Firenze.

150 Cerruti D- Carlo (Casale Monferr.)

- Alessandria.

151 Chianudera Angelica (Vallo di Ca

dore) - Belluno.

152 Chiaraviglio Mania - Tortino.

153 Chiarena Giovanni (Igliano) - Cu

neo.

154 Cialdea D. Felice Ch. (Palestrina)

- Roma.

155 Cicero D. Michele Rett. (Messomeli)

- Sicilia.

156 Cimoli D. Carlo Rett. a Lerpiolle

- Firenze.

157 Cimossa Riusa - Torino.

158 Cirrmais Niceoli (S. Gavino 31011

reale) - Cagliari.

159 Cloro I attenua - Coriuu. 160 Claro Clara - l'oriu.n.

101 Colla Giacomo (Monastero llormidao

- Alessantl, ia

162 Coloinbelli Angelo Mons. Canon. -

Bergamo.

163 Consi Giuditta ved. Tatti (Indusio

Olona) - Como.

164 Conti D. Guglielmo (Stili) - Si

racusa.

165 Conti D. Zaverio Canon. (Castrono

vedio - Sicilia.

166 Contro Carolina (Sanguinetto) -

Verona.

167 Converti frate Francese. Arcivese.

- Reggio Calabria.

168 Coppola D. Felicinno, Parr. (Campo

Menfoli) - Salerno.

169 Corrado D. Onorato (Centallo) -

Cuneo.

170 Corsani Mons. Luigi Vescovo (Fie

soleo - Firenze.

171 Cossard Isidoro (Trentoo - Austria. 172 Costa Luigia di Massimino (Pica

lungo) - Novara.

173 Costamagna D. Gaetano, prof. tool.

a Saluzzo - Cuneo.

174 Costantini Maddalena - Venezia. 175 Cova Agostino Can. Prev. Abat.

Coli. S. Pietro o D. - Alessan

dria.

176 Cresta Pietro -- Alessandria.

177 Criconio D. Antonio, Parroco (Ma

cerata) - Treviso.

178 Cucchi Angelo, Ragioniere - Mi

lano.

179 CuUotD. Carlo (Gradisca al'Isonzo)

Austria.

180 Cungin D. Fedele V. Parr. a Lorra

dile - Cagliari.

181 Curradi 1). Antonio , Parr. a Cer

reto - Macerata.

182 Cusmano D. Giacomo - Palermo. 183 Czachi Mons. Valdiuoro Cardinale

- Roma.

184 Dagasparis D. Pietro Parr. (Bencao

- Novara.

185 Dall'Oca Bianca D. Luca, Rettore a

Verona.

186 D'Ambrosio-CondottoMarianna(Ca

stions di Strada) - Udine.

187 D'Ambrosio Francesco., id., id.

188 Damonte Maria (Arenzauo) - Ge

no va.

189 Da Ponte avv. Poncrasio - Brescia. 190 Da Soave padre frate Gianfrancesco

- Padova.

191 Davico D. Antonio a Gonessio -

Cuneo.

192 De Caprio Mons. Carlo, Vesc. di

Sessa Aurunca - Caserta.

193 De Doria D. Gaetano (Morganoo -

Treviso.

194 Defani D. Augusto (Morlupo) -

Roma.

195 Defino Catterina (Arenzano) - Ge

nova.

19(i Delranceschi D. Tommaso, Parroco

(Cavrié) - Treviso.

197 Della Chiesa di Cervignasco Mons.

Cav. Francesco Can. Arcipr. (Sa

luzzo) - Cuneo.

198 Della Grisa Gioachino - Aegui. 199 Del Marco D. Pietro parr. - Fi

renze.

200 De Magistri Silvia - Torino.

201 De Marchi D. Angelo - Godego.

202 Demarchi Giovanna - Torino.

203 De Mattia D. Gaetano (Treja) -

Macerata.

204 De Rosa Ch. Giunio (Spilimbergo)

- Udine.

205 Detto Giovanni (Degoo - Savona. 206 Devennti Cunegonda(Alpignano) -

Tori no.

207 Di Rel,iaut conte Carlo - Londra. 208 Di San Tommaso march- Brianton

- Torino.

209 Dolce D. Andrea (Vall'Imogra) -

Brescia.

210 Dollcro Carolina ( Cassohmvo ) -

Paria

211 Donatou.i .ldeie (Pe'r,•monte di San

Floriana) - Verona.

21.2 Doria marchesa Luigia - Torino. 213 Droli D. Antonio (Ci-avena) - Udine. 214 Donati 1). Giovanni - Piacenza. 215 Durio Ilousig. 1•'aol. Protonotario

Apost. (V argo) - Novara.

21,6 Egger 1). Domenico a Primiero -

Aastri a.

217 Erba Angela (Carugate) - Milano. 218 Ercole Giovanni (Piepassoo -Ales

sainir7a.

219 Faà di Bruno D. Francesco, dott. in

legge. prof. Università di Torino. 220 Facchini Teresa (Chieli) - Bologna. 221 Paia Cav. Felice - Torino. 222 1'antoui D. Antonio (Casapintao -

Novara.

223 Farina D. Pietro Parroco (Fordi

nello) - Treviso.

224 Farina Mons. Giov. Antonio Vesc.

- licenza.

225 1'asoli 1). Pietro (Credera) - Cre

mona.

226 Fasoli Ferdinando - Verona. 227 Fava Cav. Carlo - Torino.

228 Fenzi D. Angelo, Parroco a San

Luca - Verona.

229 Ferrante Avv. Eugenio - Torino. 230 Ferrari Cav. D. Giov. Battista (Ce

rreda) Treviso.

231 Ferrari D. Fabio (Piove Gurata) -

Crernona.

232 Ferrari D. Marco, Rett. (Antesica)

- Parma.

233 Ferrari D. Pietro, Parroco a Venezia. 234 Ferri D. Silvestro ( Belforte o -

Mantova.

235 Festa M. Pier Frane. conf. famigl.

Pontif. P. Gen. S. Ci Maria -

Roma.

236 Bigini Maria Rosa (Vigtrole Borberao

- Alessandria.

237 Fino-Casella Teresa - Torino. 238 Fino Giuseppe - Torino.

239 Fiora D. Giuseppe (Pian di Borno)

- Brescia.

240 Fiore Giuseppe (Moasca) - Ales

sandria.

241 Fior,gentile D. Achille, Parr. (Ga

ianvecchia - Macerata.

242 Fiorio D. Giuseppe, Esam. Provino.

Vie. Gen. - Verona.

243 Fiumi Elisabetta (Mori) -Austria. 244 Foresta Tommaso (Chivasso) - To

rino.

245 Foresti Angela nata Modena (Ca

stelletto Brenzone) - Verona. 246 Faresti D. Cesare, Parr. (Alzano

Maggiore) - Bergamo.

247 Fornenti Ch. Giulio (Monza) - Mi

lano.

248 Fornari Giuditta - Ventimiglia. 249 Forneri Angela (Mengliano) - To

rino.

250 Fortiua D. Giuseppe - Novara. 251 Francini D. Giuseppe (Asciauo) -

Siena.

252 Franzoni Can. D. Angelo (Cividate

Alpinoo - Brescia.

253 Frigo D. Giov. (Campo Anconeo -

Padova.

254 frontini D. Gius., Curato a Rieti -

Perugia.

255 Fruscione D. Nicola - Salerno. 256 Fumi D. Vittore - Udine.

257 Gaioni Antonia, maestra di Castel

letto) - Verona.

258 Galauzino Carolina (Nizza Monferr.)

Alessandria.

259 Galetti D. Marce (Cannara) - Pe

rugia.

260 Galleani GabriellaMaria(D'Aglianoo

- Torino.

261 Galleani Vittorio - Torino.

262 Gallerio D. Gerolamo, Prev. Parr.

(Bromo) - Pavia.

263 Gallinelli Letizia a Castenedalo -

Brescia.

264 Garbascio Ilaria fu Giov. (Croce

Mosso) - Novara.

265 Giretto Lucia nata Candelo - To

ri no.

266 GarigliGtti D. Giuseppe (Front Ca

naveseo - Torino.

267 Cantero D. Raimondo (Villa Lam

pevra) - Cuneo.

268 Garro D. Emanuele (Bardebuoni) -

Cuneo.

269 Ganone D. Pietro a Pezzana -

Nocara.

270 Garzoni Silvia (Quiliano) - Genova 271 Gaa•tatuo Ilaria (Croce Mosso) -

Novara.

272 (la rulli 1). Luigi. Cappell. (Susino

oltre Tasoo - Parma.

273 Garzetta Francesco (Montecchio di

Crosara) - Verona.

274 Gasparini Teresa (Cavallo) - Ve

rona.

275 Gatti Battista - Carmagnola.

276 Gattinara Vittoria Cont. (Chieri) -

Torino.

277 Gaves D. Giuseppe - Torino.

278 Geuetti Fortunato (Castelfondo) -

Austria.

279 Genpero Rosa (Chieri) - Torino. 280 Germano Maria di Giacomo (Vol

vera) - l'orino.

281 Germini Mons. Domenico Vescovo

(Lodi) - Milano.

282 Gerosa Marianna ved. Parravicini

(Morbegno) Sondrio.

283 Gervasoni P. Pietro (Assisi S. Fran

cesco) - Perugia.

284 Gestosio D. Giacomo (Moschieres)

- Cuneo.

285 Ghigliani Pierina di Luserna. 286 Giacosa Comm. Luigi - Torino. 287 Giannini Giustina (Casabianca di

Verolengoo - Torino.

288 Gili Rosa (Vinovo) - Torino. 289 Gillardi D. Anastasio - Firenze. 290 Giordani D. Antonio Giacomo (Villa

Sagarina) - Tirolo.

291 Giorga D. Pietro, Cappell. (Ogu

gliaso) - Vicenza.

292 Girarli D. Domenico (S. Orsola) -

A ustria.

293 Giuliani D. Domenico (Sarmonico)

- Austria.

294 GcsettiD. Giovanni (Male)-Austria. 295 Goslero Cav. D. Giuseppe (Diano

Marino) - Porto Maurizio. 296 Gregoretti D. G. M., Arciprete -

Venezia.

297 Grignolo Teresa (Busonzo) - No

vara.

298 Grossetti D. Luigi (Camerino) -

Macerata.

299 Grossi D. Pietro, Arcipr. (Gaetano)

- Repnbbl. S. Marino.

300 Guasco D. Lorenzo, Can. (Solare)

- Alessandria.

301 Guiglia Luigi, ex Pres Corte d'Ap

pelloo - Genova.

302 Kainbek Suor Maria P. V. T. F. -

Padova

303 Kaitxler barone generale - Roma. 304 Kierrnan E. P. M Church of the Sa

cred Headl - Londra.

305 Kleinhaus Emilio Veronica (Mezzo.

tedesco) - Austria.

306 Lager D. Sante, Can. Teol. (Faenza)

- Ravenna.

307 Inani D.lacopo, Parroco - Venezia. 308 Isoardi D. Giov. Chiaffredo, Prov.

(Prazzo) - Cuneo.

309 Isola Gio. Batt. fu Giacomo (Rovo

gno) - Pavia.

310 Isola Giuseppe (Rovegnoo - Pavia 311 Lati D. Giuseppe, Parr. a Scapice.

- Cagliari.

312 Lallega D. Gio. Batt., a Finalma

rina - Genova.

313 Lazzari D. Matteo, Arcipr. (Collio)

- Brescia.

314 Leopardi Giuseppe a Zunane - V#

rena.

315 Leonetti D. Andrea - Roma.

316 Liberi Anna nata Perghem, (Trento)

- Tirolo.

317 Lovatclli D. Giovanni , Parroco di

Srllavengo.

318 Imchese D. Luigi (Canora) - U

dine.

319 Luda di Cortemiglia Cav. Carlo

Gius., colano. in ritiro - Torino. 320 Lujcardi D. Francesco (Campi) -

Pa rio a.

321 Macchini Celeste - Pesaro.

322 Madagnini D. Antonio (Opiro) -

Macerata.

323 Madre Principale delle Suore Do ie

nicane (Carazzone) - Cuneo. 324 Magni Mons. Flaviano , (Prato in

Toscana) - Firenze.

325 Maino D. Giovanni, Parroco - Ge

nora.

326 AIalatto Faunv - Genova. 327 Mauari Autmiio - Roma. 328 Manganelli l'arilico - Roma. 329 \\Gmsin D. Giacomo - Rovigo.

330 Maratone Mons. Michele Vese. di

Narro - Lecce.

331 TLunael di S. Giovanni conte Gius.

(Dronero) - Cune..

332 111ariglioso Mass. Gius. Vescovo di

Patti - Messina.

333 ~I.nrou D. Gius., Rett. (Monterosso)

- T'adora

334 Marroni D. Gaetano , Arcipr. (An

zarino) - Piacenza.

335 Marcuti D. Casimiro - Verona. 336 Marenglii D. Pietro, Prev. (Fonta

rellatoo - Parma.

337 Mariani D. Francesco Can. (Nepi)

- Roma.

338 Marianni Suor Serafina (Mondovì

Piazza) - Cuneo.

339 Marinelli Mons. Francesco- Roma. 340 Marini avv. Giovanni - Messina. 341 Marinarli Don Antonio (Pare) -

Como.

342 Marnelli D. Giulio - Novara. 343 Maro Maria - Genova.

344 Marozzi Teresa - (San Severino

Marche) Macerata.

345 Marre D. Gioachino, Parr. (S. Ste

fano) - Piacenza.

346 Martelli D. Gius., Parr. a Concesa

- Milano.

347 Martinelli Mons. Tommaso-Roma. 348 Martini D. Valentino (Conegliano)

Treviso.

349 Masanisoni Giulia (Castelrotto) -

Verona.

350 Masino Avv. Giov. Battista - To

rino.

351 Masiuo Vincenzo di Saint Bounet -

Torino.

352 Massa Atalia - Torino.

353 Mastino Rosaiina (lima) - Cagliari. 354 Mastrauigeli D. Vitale (Castronuovo

di Sicilia).

355 Maurizio Luigi (Mnngliano) - To

rino.

356 Mazza Mons. Pietro - Cremona. 357 Mazzo Maria (Cuniiana) - l'orino. 358 Meloucelli 1). Domenico, Cur. (Staf

foli) - Aquila.

359 Meucarelli D. Paulo (S. Martinoo -

Pesaro.

360 Mezzadri D. Stefano, Can. Cattedr.

Cremona.

361 Micheli Fortunata ved. (Trento) -

A a si ria.

362 Mignatti Maria (Cento) - Ferrara. 303 Miuco D. Rosario (Giarratana) -

Siracusa.

364 Stivo Antonia (Chivassoo - Torino.

965 Mino Giuseppe (Chivasso) - Torino.

96) Miori D. Antonio (Villalagarina) -

Austria.

907 Moiana Mons. Luigi, Camer. Segr.

di S. S., Vicario For. - Uggiate. $68 MoiseFrancesco(Cherso)-Austria. $69 MolInari Augusto - Firenze.

370 Molinari Lucrezia (Bordighera) -

],orto Maurizio.

371 Molinari Maria, Relig. Istit. della

Consolata - Torino.

372 Molti Brigida (Borgo Manero) -

íSorara.

873 Molti I). Giuseppe (Borgo Manero)

\\bcara.

374 Montagnini Conte Carlo di Mira

bello - Torino.

375 Montegrande Cont. Teresa - Como. 376 Monteleoni D. Remigio (Vinacciano)

Pistoia.

377 Monti D. Emilio (Alta) - Bergamo. 378 Morando Gio. Batt. Cors. Curia Ar

civescovile - Genova.

379 Morello D. Enrico (Villarazzo Ve

neto).

380 !!argentini D. Giuseppe (Voglia) -

Novara.

381 Manciatori D. Antonio Mons. (San

Ginesio) - Macerata.

382 Muro Rosa di Bagnarola - Udine. 383 3lurgia D. Francesco Angelo (Bi

(Ioni) - Cagl'ia)'i.

384 N asa Giov. (Montagna) - Sondrio. 385 N osi Giuseppe a Niouforte - Cuoco. 386 Nasi Rosa ved. (Vigone) - Torino. 387 Nasi D. Giacomo (Moincacco) -

Udine

388 Nebbia Tommaso, maestro a Cer

reto) - Alesstra.dria.

389 Negrinelli Suor Luigia, Sup. An

celle della Carità - Udine.

390 Negri, D. Davide - Udine.

391 Negro Catterina fu Ant. (Pralungo)

- Novara.

392 Niccoliui Silvio, avv. (Mazzarino) -

Sic il ia.

393 Nicola Francesca (Voghera) - Pa

ria.

394 Nigris D. Daniele, l'arr. (S. Giac.)

- Udine.

395 Noaro D. Nicolò - Ventimiglia. 396 Noris Rosa ved. Bella - Verona. 397 Nova D. Giov., parr. (Olgiate Mol

gara) - Cuneo.

398 Nuvoli nob. Claudia ved. Chiono -

Torino.

399 Oldani Luigia (Vigevano) - Pavia. 400 Olignaui Giulietta ved. l'ornari -

l'entinrialia.

401 Omegna D. Gio. Batta. (Lingotto)

- Torino.

402 Onorato Rosa - Torino.

403 Orsini Elena, Suor Superiora - Pa

dova.

404 Orsini Francesco a Boario - Bergamo.

405 Osterinann D. Tommaso (Gemona)

- Udine.

406 Ottolino Giuseppe - Genova.

407 Pacciui Mon. Benigno Vescovo (Sic

carm,).

408 Pace Luigi (Bronte) - Catania. 409 Paeetti D. Antonio, Parroco a Bel

forte - Macerata.

410 Padre Alfieri - Roma. 411 Padre Berti - Roma. 412 Padre Torello - Roma.

413 Palloni Carlotta - Livorno.

414 l'allotti 1). Cesare (S. Gio. in Per

siceto) - Bologna.

415 Pani Dilla Vitt. (I'erralba) - Ca

gliari.

416 Panizzino Carlo (Castelferro) - A

lessandria.

417 Paolucci Conte Amilcare, Canonico

- l'orli.

418 Papardo D. Ferdinando, Parr. (Tea

tini) - Messina.

419 Paradisi Padre Narciso (Greve) -

Faenza.

420 Parozzi D. Gio. Maria, imp. S. Eu

femia - Verona.

421 Parravicino Ascanio (Carte) - Mi

lano.

422 Pascali D. Giuseppe (Rocca Flu

vioni) - Ascoli Piceno.

423 Pasetto Gaetano (Soave) - Verona.

424 Pasinelli D. Carlo (Madone) - Ber

gamo.

425 Pasquali Cav. Stefano (Rovereto) -

A ustria.

426 Pasturo Stefano (Arti-Catena) - Ca

tania.

427 Paternoster Maria (Castelfondo) -

Austria.

428 Pavesi Razzetti Matilde - Torino.

429 Pelazza Emilio (1887) (Carlnagnola)

- Torino.

430 Peli D. Francesco Parr. (Costei de

Melio) - Ancona.

431 Pelle D. Ambrogio Arcipr. (Meglio)

Genova.

432 Pellegrini Mons. Antonio Cardinale

- Roma.

433 Peregalli Costantino (Erba) - Como. 434 1'erin D. Giuseppe (Selva di Tris

sino) - Vicenza.

435 Perino Pietro di Torre Bario -

.To-rino.

436 Perona Maria Maddalena (Ghiliano

Luserna) - P'inerolo.

437 Peronacci Dou Luigi (Norma) -

Roma.

438 Poi-si D. Albino, Prev. - Tortona. 439 l'erosi D. Angelo (Torbé) - Ve

rona.

440 Pescolonna Orsola (Chieri) - To

rino.

441 l'escuti D. Alessandro, Can. Catt.

- Bergamo.

442 Petit Giuseppina Sup. Mon. Sainte

Anne - Fran.eia.

443 Petitti Margherita (La Loggia) -

Torino.

444 Pezzini Gio. l'att. (Pozzo) - Udine. 445 Piazzi Maria IPoveri-) -Verona. 446 Piccoli Teresa ved. Prinelli - Ve

1'oraa.

447 Pierallini Iumg. Agostino (Ponterono)

- Firenze.

448 Pindenumt,e Cont. Elisa (Moscardo)

- l'erora.

449 Piovano Giovanna - Chieri.

450 Plancich 1'. Raimondo (arazzo) -

Dalmazia.

451 Polati Domenica, (Zuuuone) - Ve

rona.

452 Poletti Graziani Maria (Mezzano)

- Ravenna.

453 Polito D. Gio. Battista - Palermo. 454 Pomes D. Stefano (Cor(love-Celli) -

Torino.

455 Ponte D. Giuseppe (Variano) - A

lessandria.

456 Ponza 1). Fabrizio - Ravenna.

457 Porgueddo D. Giuseppe (Genoni) -

Sardegna.

458 Porta Stefano (Prevì) - Alessan

dria.

459 Pozzan D. Annibale (Sant'Orso) -

Vicenza.

460 Prato damigella Carlotta (Vigone)

- Torino.

461 Proviterra D. Serafine - Siracusa. 462 Prus Teresa (Vigone) - Torino. 463 Provano Carolina (Balsamo) - Mi

lano.

464 Pulidoro Angela (Laregoo - Vi

cenza.

465 Quadri Giovanili (Creta) - Pia

eeu.za.

466 Quartino IL Luigi (Boves) - Cuneo. 467 Qoerio ilmdamig. Luigia - Torino. 468 Rabiuo Marianna (S. Stefano Belbo)

- Alessandria.

469 Rados Margherita - Milano.

470 Raniagnini Maria (Sassello) - Ce

nava.

471 Ranchegalli D. Pietro (Cerignano)

- Rovigo.

472 Ranzoni !tartina - Gallarate.

473 Rasivi Cont. Carolina ved. nobile

Brambilla, dama della Croce Stel

lata - Torino.

474 Ratti 1o. Giovanni Antonio, Prev.

(C),iusiula) - Panna.

475 Raudi Card. Lorenzo - Roma.

476 Ra)- Doli Bartolomeo ( ifoncadello

d'Adda - Milano.

477 Repucci D. Antonio- Salerno.

478 Ricca D. Antonio (Torazzao - To

riao.

479 Ricci Giulia fu Domenico (l'onzone)

- Alessandria.

480 Rioordi di Netro Sabina Cont. -

Torino.

481 Rivera Pier Giovanni (Bocchetta

Palafra) - Alessandria.

482 Rizzi Pietrorieg.aTrento-Austria. 483 Robasto Domenico (Sauteua) - To

rino.

484 Rocchi D. Domenico (Riolunato) -

Modena.

485 Bocci D. Domenico, parr. (S. Elena)

- Mancato.

487 Redini D. Giuseppe (Aequanegra)

- Cremona.

488 Rimgeri di Villanova Conte avv.

Achille -Torino.

489 Rolfo Giov. Andrea (Casalgrasso) -

Cuneo.

490 Rolla Caterina (Mongardino d'Asti)

- Alessandria.

491 Romanini Mons. Pietro - Roma. 492 Ronchi D. Giuseppe - Cremona. 493 Rosa D. Bernardo (Piovegio) - Pa

dova.

494 Rosa D. Giacomo, Priore a Pevera

gno - Cuneo.

495 Rosmina Amedeo (Cagliano) - A

lessandria.

496 Rossetto Luigia (Poleo) - Vicenza. 497 Rossi Anna - Torino.

498 Rossi Antonietta (Mallare) - Ge

no va.

499 Rossi Cav. Conte Giuseppe - Bo

logna.

500 Rossi Cristina (Vallebona) - Porto

Maurizio.

501 Rossi D. Angelo, Arcipr. Vie. For.

(Villaverna) - Vicenza.

502 Rossi D. Antonio (Airole) - Porto 503 Rossi Giacomo (Mondovì) - Cuneo. 504 Rossi Luigia - Pavia.

Maurizio.

505 Ruffino Carlo (Morbegnoo -Sondrio. 506 Saccardo D. Giovanni D. C. di G.

- Padova.

507 Sacchi Catterina (Silvano d'Orba)

Alessandria.

508 Saitta D. Antonio (Bronte) - Ca

tania.

509 Salgarelli D. Michele (Porto) - Ve

rona.

510 Salvarli D. Vincenzo (Piumazzo) -

Bologna.

511 Salvetti D. Angelo (SS. Nazaro e

Celso) - Verona.

512 Saudrone Amalia - Torino.

513 Sapponi D. Luigi, Parr. (Bagnone)

- Massa.

514 Sassudelli Giovanni (Mali) - Tirolo. 515 Satragni D. Giuseppe (Maranzana)

- Alessandria.

516 Savio Giuseppina (Savigliano) -

Cuneo.

517 Scalzotto Giustina (Lossano) - Vi

cenza.

518 Schiapparelli Monsig. Stanislao -

Torino.

519 Sciandra M'. Giuseppe Vescovo di

Acguci.

520 Sciolla Emilio - Torino.

521 Segala D. Domenico confess. - Ve

rona.

522 Seghetti D. Bartolomeo (Torre del

Benaco) - Verona.

523 Serrai IL Agostino, Parr. (Biagiano)

- l'istoia.

524 Serra Luigia (Nizza Monferrato) -

Alessa nd,-ia.

525 Serrato Teol. D. Antonio (Loano)

- Genova.

526 Sgamboso D. Francesco (S. Martino

di Cupari) - Padova.

527 Sguazzi Zenobia - Udine.

528 Sibona Don Lorenzo (Lequio) -

Cu7eeo.

529 Signoretti Giuseppe (Cumiana) -

Torino.

530 Signorini Luigia, maestra in Santa

Aquilina - dcimnini.

531 Silva Cav. Carlo - Torino.

532 Silvano Gioachino (Cherasco) -

Ceneo.

533 Simouetti Maria (San Paolo al Ta

gliamento) - Udine.

534 Sini Bartolomeo (Trani) - Sassari.

535 Sinico D. Domenico (S. Gregorio in

bosco) - Padova.

536 Soderi D. Lopoldo, Rett. - Bovec

chio.

537 Soldano Emanuelina) (S. Biagio) -

Porto Maurizio.

538 Spada Cav. Stefano (Ales.) - Ca

gliari.

539 Spada Euriehetta - Ravenna

540 Sperelli Cont. Maria Francesca Sup.

delle Oblate dei sette dolori -

Roma.

541 Spurgazzi Orsola ved. Fontana -

Torino.

542 Stefanina Scarella Suora (Pegli) -

Genova.

543 Sterini D. Francesco, Para (Bos

sicoo - Brescia.

544 Strazzolini D. Giuseppe (Cividole)

- Udine.

545 Suor Scolastica Caravita - Ravenna 546 Suppo Battista di Rubiana - To

rino.

547 Tacchini Giov. (Albiolo) - Como. 548 Tagliafico D. Pio (Ovada) - Ales

sadria.

549 Tagliereo Can. Giov., Rett. Semin.

(Ischia) - Napoli.

550 Taliercio Can. D. Gio. (Ischia) -

Napoli.

551 Tamburini D. Stefano, Parr. (Ce

sene) - Macerata.

552 Tarabiano Rosalia - Torino.

553 Tarditti Giuseppe (Alba) - Cuneo. 554 Taricchi D. Tommaso - Torino. 555 Taschiari Teresa ved. Censioni (Lu

gagnano) - Piacenza..

556 Tellarini D. Francesco Can. Colleg.

(Sarzana) - Genova.

557 Teodorani Natale (Longiano) -

Forlì.

558 Testa D. Giov. Rett. Mmmst. San

t'Anna - Torino.

559 Tinetti Rosa (Castagnole) - Torino 560 Tirone Luigi, capit. in ritiro (Fos

sano - Cuneo.

561 Toblini D. Niccola a S. Maria della

Scala - Verona.

562 Tommasi D. Eugenio miss. apostol.

- A!atelica.

563 Tommasoni D. Giuseppe a Baraceto

- Udine.

564 Tonchi Emilia ved. Biancotti -

Milano

665 Toneani Teresa (Montalenghe) -

Torino.

566 Tornavi Maria - Veracchio.

567 Torre D. Francesco dott. (Isola San

Giulio) - Novara.

568 Toso D. Bartolmmeo (Passono - U.

dine.

569 Trabocchi Egle vedova Villafranca

Lvnigi - Carrara.

570 Trabucco di Casta netto Conte D.

Cesare, Senat. del Regno e ltini

stro di Stato, Tesor. Gemer. del

l'Ord. Manriziano (Moncalierio -

Torino.

571 Treboldi D. Augusto (Erbasco) -

Brescia.

572 Trentini Giordano (Longore) - Vi

cenza.

273 Trione Giacomo (Cuorgnè) - Torino. 574 Trine Lucia - Biseglie. 575 Tripoclo avv. Pietro - Messina. 570 Turrini D. Osvaldo (Morsauo) -

Venezia.

577 Ubertone Luigi (Vignale Monferr.)

- Alessandria.

578 Valente Cristiano, Parroco (Jlcolo)

- Venezia.

579 Valfrè Giovanni 2armagnola - To

rino.

580 Valpedi D. Luigi, Parr. (Scaldasole)

- Paria.

581 Valzecchi Lazzaro ( Loogone ) -

Corno.

582 Vandelli Ing. Antonio - Reggio E

snilia

583 Vandoni Pietro ( Cassolnovo) -

Pavia.

584 Vandoni Luigi (Bcllinzago Nova

reseo.

585 Vecchio D. Giulio (Bisceglie) -

Bari.

586 Vender Antonio (areno) - Brescia. 587 Verce.-o Luigia ved. Querio -

Torino.

588 Vercellone D. Gins. (Boccasparvero)

- Cuneo.

589 Vernetta Carlo (Spezia) - Genova. 590 Verri Mons. Carlo Arciv. (Incisa

Belbo) - Alessandria.

591 Verzoletto Maddal. (Trivero-Bottoo

- Novara.

592 Vico Rosa (Canale) - Cuneo.

593 Vigo Gaspare (Padermo d'Asolo) -

Treviso.

594 Villotti D. Luigi (Piazzo Narlo) -

Austria,.

595 Vitali D. Ambrogio Can. metropol.

- Milano.

596 Vitali D. Biagio - Sedigliano. 597 Vitti Angelo (Trento) - Austria. 598 Vivarelli Colonna Luigi - Firenze. 599 Volpati Giovanni di Vignale - A

lessandria.

600 Vurnesi Giov. - Firenze.

601 Zaccarini Annunziata (Brisighella)

- Ravenna.

602 Zacchello Luigi (Mestre) - Vicenza. 603 Zacchero Ignazio (Casale Littao -

Milano.

604 Zambon Giov. Gius. (Malò) - Vi

cenza.

605 Zamboni Cont. Antonietta ved. Sas

solini - Ronza

606 Zampecini D. Giuseppe (Prodovera)

- Piacenza.

607 Zampedri D. Domenico (S. Brigida)

- Auu•tria.

608 Zampicini Ester (Soave) - Verona. 609 Zanioli D. Lorenzo (S. Cristianoo -

Treviso.

610 Zannoni D. Giovanni - Verona. 611 Zanolini Luigi - Trento.

612 Zanollo D. Chigliano (Strigno) -

Austria.

613 Zanotti Orsola (Pralungo) - No

vara.

614 Zappalci Angela (Tre Castagne) -

Sicilia.

615 Zateai D. Giuseppe (Nomesino) -

Austria.

616 Zerantola D. Bernardo (Mandriola)

- Padova.

617 Zerba D. Severino (S. Ponzo) -

Pavia.

618 Zigliotti D. Domenico Arcipr. V. F.

- Valdagno.

619 Zirone D. Francesco (Noto) - Si

racusa.

620 Zogna Maria (Lallio) - Bergamo. 631 Zoppi Giuseppe )airoloo-Svizzera.

Arisi 1). Andrea provic. - Cremona.

Fantarri Antonio - Reggio Emilia.

Gottarelli Maddaleua iu Drei-Granarolo (Faenza).

NB. In questa lunga lista di Cooperatori o Cooperatrici passati all'eternità sono pur registrati alcuni morti negli anni addietro; e ciò per la ragione che non ce ne venne annunziato per tempo il loro decesso. Speriamo che i loro nomi siano già scritti nel cielo; tuttavia ne raccomandiamo ancora le anime loro alle comuni preghiere. - Intanto gettando lo sguardo sopra una sì lunga lista di morti noi dobbiamo fare il grande riflesso, che forse tra poco toccherà anche a noi la stessa sorte; e quindi dobbiamo concepire la santa risoluzione di vivere ognora in grazia di Dio, e prepararci del bene, mentre abbiamo tempo, affinchè quando Iddio ci farà la sua chiamata, noi possiamo rispondergli con gran confidenza: Ecce venio. .