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Noi dobbiamo aiutare i fratelli a fine di
cooperare alla diffusione della verità .
(III, S . Giov . 8) .
Attendi alla buona lettura, all'esortare e
all' insegnare .
(I Tim. IV - 15).
Delle cose divine la più divina quella si è
di cooperare con Dio a salvare le anime .
(S . Dionigi) .
Chiunque riceverà un fanciullo in nome mio
riceve me stesso . (MATT . XVIII, 5) .
Bisogna aver cura dei fanciulli, perchè di
essi è il regno de'Cieli . (S . GIUSTINO) .
Vi raccomando la fanciullezza e la gio-
ventù ; curatene con grande premura la
educazione cristiana ; mettete loro sott'oc-
chio libri che insegnino a fuggire il vizio,
e a praticare la virtù .
(Pio IX) .
Un amor tenero verso il prossimo è uno dei più grandi ed eccellenti doni, che la divina Bontà faccia agli uomini .
(IL DOTTOR S . FRANCESCO DI SALES .
Direzione nell'Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
SOMMARIO - La forza dell'unione - Leone XIII e la
Repubblica del Paraguay - Scuole Salesiane ed Ora-
torio di S . Paolo nella città di Spezia - Lettera del
Cardinale Nina al Direttore della casa di Spezia -
Storia dell'Oratorio di San Francesco di Sales - Let-
tera dei Missionaria Salesiani a Don Bosco -La Con-
ferenza e la Festa di S . Francesco di Sales - Ricordo
di una tribolazione che può tornare opportuno - L'A-
bate Massimiliano Bardesono -Bibliografia Salesiana-
Altri Cooperatori e Cooperatrici chiamati all'altra vita
nell'anno 1878 - Indulgenze speciali pei Cooperatori .
LA FORZA DELL' UNIONE .
Il mondo sussiste e raggiunge il fine per
cui fu creato, mediante l'unione e la con-
cordia delle sue parti . Sta il Firmamento,
e nella muta sua favella canta ogni giorno
inni di gloria al suo Fattore ; ma perchè?
perchè gli astri, che lo adornano, muovonsi
uniti negli immensi spazi quale un esercito
in bell'ordine schierato . Non si sfascia nel-
l'orbita sua, nè per sussulti di terremoti ci
si apre sotto dei piedi la terra ? La ragione
si è che ogni suo atomo , ogni molecola ,
ogni sua parte aderisce all'altra, le si uni-
sce, le si stringe da formare un corpo so-
lido e compatto sì, che contro gli si frange
Datemi pure un'armata numerosa ed ag-
guerrita come quella di Serse composta di
due o più milioni d'uomini ; ma se questi
non sono uniti in ordinate schiere ; se non
combattono sotto la scorta dei loro duci ;
se ciascuno pugna invece per proprio conto
e dove gli pare e piace, no, non si attenda
cotale esercito di sbaragliare i nemici ,
di cogliere la palma della vittoria .
Alessandro il Grande , re di Macedonia,
vince in battaglia innumerevoli eserciti, e
in solo dodici anni conquista la Grecia, l'E-
gitto , la Fenicia, la Palestina , la Siria ,
l'Asia Minore , la Persia , tante provincie
insomma e tanti regni , che a stento ci è
dato di enumerare . La Sacra Scrittura par-
lando della rapidità delle sue marcie , e
della prestezza di sue conquiste , lo pa-
ragona ad un capro nel suo corso così ve-
loce, da sembrare che non tocchi coi piedi
la terra . Ma donde si stupende e si pronte
vittorie ? Donde ? Dalla discordia dei suoi
nemici, e dalla sua falange , formata dei
più prodi soldati, i quali da lui ammaestrati
pugnavano così uniti e compatti, che rom-
pevano sempre nè rompevansi mai . Ecco il
segreto dei suoi mirabili trionfi .
I ribelli ancora, gli empii medesimi colla
loro condotta ci porgono una prova non
dubbia del quanto valga l'unione, se non di
corpo, di animo almeno, di opera e d'inten-
zione per riuscire nelle piccole e nelle grandi
imprese . Il mondo intiero è coperto come da
una sete di società malefiche , di loggie
massoniche , di Comunisti , di Socialisti e
simili , il cui satanico fine si è di an-
nientare la Chiesa Cattolica, se fosse pos-
sibile, rovesciare i troni, ed estirpare i ric-
chi dalla faccia della terra . Or tutti costoro e
colla voce e cogli scritti vanno gridando
Marciamo d'accordo, combattiamo uniti , e

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riusciremo nell'intento . E non potendo as-
sicurare tra loro questa concordia per via
dell' amore, essi vi provvedono per mezzo
di giuramenti esecrandi . Sanno adunque ,
e sperimentano che l'unione fa la forza .
Oh ! impariamo da costoro a stare uniti ;
o meglio impariamo dal nostro divin Sal-
vatore ; impariamo dalla sua Sposa, la Chiesa
Cattolica, nostra madre e maestra . Voleva
Gesù Cristo distruggere l'impero della ido-
latria dominante sulla terra, e stabilirvi il
regno della Croce . Che fa perciò ? Ecco che
si elegge un drappello di coadiutori, e loro
affida la colossale impresa . Ma affinché vi
riescano quale mezzo raccomanda loro più
che ogni altro ? Raccomanda l' unione ;
anzi, perchè questa slavi tra loro e vi per-
duri, stabilisce un Capo supremo, a cui dice
Confirma fratres tuos : Avvalora i tuoi fra-
telli . Diede agli Apostoli un Capo, osserva
s . Girolamo , a fine di togliere ogni occa-
sione di discordia tra essi, onde uniti e com-
patti convertano il mondo : Ut capite con-
stituto, schismatis tolleretur occasio . Non
basta : per fare vie meglio conoscere quale
possente aiuto avrebbe loro prestato l'unione
a distendere e stabilire il regno dell' a-
mor suo in sulla terra, la raccomanda loro
ancora nel momento più solenne . Pertanto
nell'ultima cena e poco innanzi di dare in-
cominciamento alla sua dolorosa passione,
Ei disse loro : « Siate uniti tra voi coi vin-
coli della più dolce carità ; amatevi scam-
bievolmente , affinché il mondo conosca il
Padre mio, creda alla mia divina Missione,
si converta e viva . » Nè di ciò pago, al-
zati gli occhi al Cielo , così pregò il suo
divin Genitore : « Padre Santo , domando
che tu custodisca questi miei cari, affinché
siano essi così uniti tra loro che formino
una cosa sola ; che sia l' union loro così
perfetta da rappresentare l'unione stessa ,
che esiste tra Te e Me : Pater Sancte, serva
eos, ut sint unum, sicut et nos unum su-
mus . Dopo ciò potremo noi desiderare prove
più evidenti a persuaderci della forza del-
l'unione ?
Come arrabbiati mastini gli ostinati ebrei
si scatenarono fin da principio contro i pii
seguaci del Nazzareno per atterrirli e di-
sperderli . Ma riuscirono essi? Non già ; anzi
li accrebbero e fortificarono ; e perchè ? Il
perchè ce lo dicono gli Atti Apostolici : « E
tutti i credenti erano così uniti da formare
come una famiglia avente un cuor solo, ed
un'anima sola : Omnes qui credebant erant
pariter » . Con siffatta unione di sentimenti
nella fede, con siffatta unione di cuore nella
mutua carità, con siffatta unione di vicen-
devole aiuto nell' operare il bene, i Cri-
stiani dei primi secoli resistettero all' urto
delle più feroci persecuzioni. Lungi dal ve-
nire sopraffatti e distrutti, come speravano
di ottenere col ferro e col fuoco e col dente
delle fiere i Principi pagani, essi crebbero
vie più di numero e di coraggio . Lungi
dallo scomparire dalla terra, essi videro in
quella vece a precipitare nella desolazione
la nazione giudaica loro primiera nemica ;
poscia a cadere in frantumi sotto i colpi dei
barbari il trono dei Cesari sanguinarii ; e
in fine a crollare il gran colosso del romano
impero, che coi suoi proconsoli e lit-
tori li aveva per 300 anni inseguiti a morte .
Che più ? senz'armi materiali, ma solo collo
stare uniti tra loro, uniti coi Sacerdoti, coi
Vescovi, coi Papi , loro maestri e duci , i
nostri padri finirono col riportare una così
gloriosa vittoria , che li fece padroni del
campo e delle tende nemiche . Fin dal quarto
secolo la capitale dell'impero romano è di-
venuta la capitale dei Cristiani ; e da quei
palagi, donde un giorno spiccavansi gli e-
ditti di morte contro di essi, partono oggidì
per diffondersi per tutta la terra gli oracoli
del Papa loro Padre e Maestro, oracoli di
equità e di giustizia, oracoli di verità e di
vita . Sì, queste sono meraviglie dell' Altis-
simo, ma meraviglie da Lui operate mediante
l'unione dei suoi servi fedeli .
Spicchiamo un volo , e dai primi secoli
posiamoci un istante al secol nostro, e diamo
un rapido sguardo agli anni presenti. Chi non
vede la guerra che in ogni parte del vecchio
e del nuovo mondo, nei regni, negli im-
perii e nelle stesse repubbliche , si muove
oggidì contro la Chiesa di Cristo ? Quando
mai si sono visti contro di Lei schierati
tanti nemici, e tante armi adoperate a com-
batterla ? Stampe infami, cattedre di pesti-
lenza, lusinghe, frodi, minacce, confische,
esilii, violenze, prigioni ; tutto insomma fu
messo in opera, di tutto si è abusato a danno
di Lei . Questa guerra , e queste mene fu-
rono in ogni parte così ben condotte, che
più volte i suoi nemici credettero di poter
tra breve intonare il cantico della compiuta
vittoria ; anzi taluni più baldanzosi già an-
davano gridando, che le porte d'inferno sta-
vano per prevalere contro la Chiesa , ed
abbatterla . Ma che ? Ecco a svanire le fal-
laci loro speranze ; ecco a morir loro sul
labbro le voci di trionfo ; imperocchè i più
riflessivi dei suoi avversarii si accorgono e
confessano ormai che la Chiesa Cattolica
lungi dal perdere in questa guerra , non

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mostrossi giammai così forte come oggidì,
nè mai fu così stimata ed amata nel mondo .
Essa è la vittoriosa, e il sarà . E donde mai
un effetto così contrario alle umane previ-
sioni ? Quale la causa ? La causa è la con-
cordia dei suoi mille e più Vescovi tra loro,
e di tutti col Papa . Questi Duci d' Israello
nell' Europa, e nell'Africa, e nell'Asia, e
nell'America, e nelle più remote isole del
mare , stanno fra loro uniti nel credere ,
nell'insegnare , nell' operare il medesimo .
Tutti, e la storia odierna ce ne fa ampia
fede, tutti a costo dei più grandi sacrifizi,
a costo delle multe, a costo di perdere la li-
bertà e pur anche la vita , non solo am-
mettono e predicano le stesse verità di fede,
ma concordi seguono le stesse leggi, appro-
vano le stesse pratiche, condannano gli stessi
errori , combattono gli stessi nemici . Alla
sua volta questa concordia dei primi Pa-
stori col Papa produce l' unione dei Sa-
cerdoti, l'unione di questi quella dei sem-
plici fedeli , almeno della maggiore e mi-
glior parte di essi . Cosi per questa unione
sta immobile ed inconcusso il grande edi-
lizio di Gesù Cristo ; sussiste il suo regno,
estende anzi i suoi confini , e si accresce
ogni dì di nuove tribù, e di nuovi popoli .
Si , ripetiamolo altamente : grande è la
forza dell' Unione .
Cooperatori e Cooperatrici, membri quali
siamo di una stessa famiglia, promuoviamo
questa unione tra noi, affinchè la nostra Pia
Società possa resistere da forte a tutte le
prove, superare tutti gli ostacoli, e raggiun-
gere il fine che si è proposto, di giovare
cioè al buon costume ed al civile consorzio .
Il vincolo della nostra concordia sia l'amore .
Amiamoci come fratelli e sorelle in Gesù
Cristo, ed affinché questo si possa più facil-
mente ottenere, i Capi e Decurioni di ciascun
paese vedano di conoscere i componenti le
proprie decurie, e questi procurino di co-
noscersi tra loro . Così potranno meglio a-
iutarsi nel bene operare , e darsi speciali
segni di fraterna carità . Amiamoci col pre-
gare a vicenda gli uni per gli altri , col
consigliarci, col difenderci, coll'infervorarci
nel servizio di Dio e nel procurare la salute
delle anime . Oh ! si possa ripetere di noi
tutti quello, che dicevasi già dei primi fe-
deli : Vedete come si amano ! Ma per pietà,
non entri mai nelle nostre file l'invidia e
la gelosia , due dissolventi di qualsiasi
unione , due basse passioni che posero già
in croce ed abbeverarono di fiele il Figli-
uolo di Dio, e che spesso anche oggidì sotto
ipocrito manto continuano a crocifiggere
ed amareggiare i suoi Discepoli. Se siamo
in grado di far del bene, facciamolo di
cuore ; se no , mostriamoci contenti che
il bene si faccia dagli altri, ed aiutia-
moli almeno colle parole, se non possiamo
colla mano . Così operando faremo regnare
tra noi l' unione e la pace ; con questa la
nostra Congregazione si farà ognor più be-
nefica e forte, perchè Dio la feconderà colla
pioggia delle sue benedizioni, e la sosterrà
col braccio della sua onnipotenza .
LEONE XIII
e la Repubblica del Paraguay .
Il Paraguay, vasta Provincia dell'America Me-
ridionale un dì così fiorente e per opera dei primi
missionarii vero modello di civile società cristiana,
fu in questi ultimi tempi, dalle guerre sostenute
contro l'Impero del Brasile e la Repubblica Ar-
gentina, e più dalle rivoluzioni interne, ridotto al
più desolante spettacolo di anarchia politica e re-
ligiosa .
In questo ultimo decennio furono uccisi il Ve-
scovo e il Presidente . Lo sconsigliato che aveva
cooperato all'iniqua sentenza e morte del proprio
Pastore erasi messo audacemente e contro i sacri
canoni ad amministrare quella vasta Diocesi . Da
dieci anni perciò la sventurata Chiesa del Paraguay
restava senza Vescovo ed in mano di un intruso
con danno immenso della Religione, del Clero e
del Popolo .
Questo deplorevole stato di cose già aveva im-
pensierito il Santo Padre Pio Nono di santa Me-
moria , che delegava l' Arcivescovo di Buenos
Ayres, Monsignor Federico Aneyros, a fare buoni
uffizi presso il governo di quella Repubblica, ma
per opera di malevoli non poterono avere buon
esito le pratiche di questo zelante Prelato . E fu
allora che come Delegato Apostolico partiva Mon-
sig . di Pietro per quelle lontane terre . Là sul
luogo potè vedere e provvedere ai più gravi in-
convenienti . E da vero Pastore intrepido non ba-
dando al clima tropicale, percorse con mille peri-
coli e disagi le città, i paesi e le campagne, ad
esercitare il suo episcopale ministero .
Questo bene incominciato il non meno paterno
cuore del Pontefice Leone XIII lo vorrebbe non
solo conservato , ma promosso ed aumentato per
la salute di quelle anime, e per la prosperità di
quella Nazione .
A tal fine per mezzo del Segretario di Stato si
rivolse a D . Bosco per avere dei suoi Missionarii,
che si incaricassero di questa importantissima
Missione .
D . Bosco , al quale il semplice desiderio del
Santo Padre è un assoluto comando , ha rispo-
sto ponendo a disposizione del Pontefice dieci Mis-
sionarii Salesiani e altrettante Suore di Maria Au-

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siliatrice . Ecco l' importante lettera che a nome
del Santo Padre l' Eminentissimo Cardinale Nina
scriveva in proposito a D . Bosco .
ILLUSTRISSIMO SIGNORE,
La deplorevole condizione, in cui versava la Re-
pubblica del Paraguay relativamente ai bisogni spi-
rituali del popolo, commosse il paterno cuore della
santa Memoria del Pontefice Pio IX, il quale poco
prima di riposarsi nel Signore vi arrecò opportuni
rimedii, inviando colà un Delegato Apostolico in
compagnia di zelanti Ecclesiastici, affinchè provve-
dessero alla salute di quelle anime pressoché de-
relitte per la mancanza d'idonei Sacerdoti .
Dalle notizie pervenute alla S . Sede si è rile-
vato con vera soddisfazione che il Signore si è de-
gnato benedire le premure del compianto Ponte-
fice e fecondare l'Opera di quegli operai evangelici,
avendo solo a lamentarsi con dispiacere che gli
inviati Ecclesiastici sono insufficenti, mentre il bi-
sogno di aiuto va tuttora crescendo per conser-
vare in specie i frutti già raccolti .
Desiderando perciò l' attuale Pontefice , che è
animato dal più ardente zelo a vantaggio dei fe-
deli affidati all' universale sollecitudine che eser-
citar deve su tutte le Chiese, non risparmiare
qualunque mezzo che sia atto all'indicato scopo ,
mi ha incaricato rivolgermi alla S . V. 111 .`, af-
finché Ella si compiaccia con qualche sollecitudine
informarmi in quale misura può venire in soccorso
della Diocesi del Paraguay e del Pontificio De-
legato , sia inviando da costi un numero di Mis-
sionari da Lei diretti, sia facendoli partire da
Buenos-Ayres, dove già hanno dato prove d'intel-
ligente zelo e di operosità veramente apostolica .
In attesa pertanto di conoscere se, ed in qual
modo la S . V . Ill .ma potrà prestarsi a secondare
le intenzioni di Sua Santità, che si e degnata as-
sociarla con tale invito alle paterne Sue cure, mi
è grato confermarmi con sensi di distinta stima .
Di V . S . Illustrissima
Roma, 28 Dicembre 1878 .
Affezionatissimo per servirla
L . Card . NINA .
SCUOLE SALESIANE ED ORATORIO DI S, PAOLO
NELLO CITTÀ DI SPEZIA (1) .
Da più di un anno per opera e sostegno del
compianto Pio IX i Salesiani piantarono una loro
Casa nella città di Spezia, ove insieme collo ze-
lantissimo clero e con varie persone secolari no-
stri Cooperatori, lavorano a benefizio della, povera
(1) La città di Spezia, di 27,000 abitanti, capoluogo di Cir-
condario della provincia di Genova, appartiene alla Diocesi
di Luni-Sarzana . L' origine di questa città e del suo nome
non è ben conosciuta . Si crede che abbia avuto incomincia-
mento dopo la distruzione della città di Luni, cagionata dai
gioventù, mediante scuole diurne e serali, ed un
Oratorio festivo sotto la protezione di s . Paolo
Apostolo . Siccome il regnante Pontefice Leone XIII
ereditò dall'illustre suo antecessore non solo l'alta
mente per concepirg sublimi pensieri, ma il gran
cuore altresì per abbracciare e promuovere ogni
sorta di bene , così assunto alla Suprema Catte-
dra volle benignamente continuare il suo potente
appoggio non solamente morale, ma eziandio ma-
teriale a pro di quest' Opera . Laonde per dove-
rosa gratitudine verso l'augusto Benefattore il Di-
rettore di quella Casa, sullo scorcio dell' anno
passato, per mezzo dell' Eminentissimo Cardinale
Nina ne umiliò a Sua Santità minuta relazione, la
quale tornò gradita al Sommo Pontefice, ed ottenne
a nome suo una bella lettera d'incoraggiamento
dallo Eminentissimo Segretario di Stato . Diamo
qui l' una e l' altra a soddisfazione dei nostri
Cooperatori e Cooperatrici .
Normanni e dai Mori circa l'anno 850 . Situata in fondo
e come in mezzo al gran golfo, cui dà il nome , taluno
mostrasi inclinato a credere che venisse chiamata Spezia
dal sembrare che essa spezzi quasi a metà il golfo, che
le sta innanzi ; ad altri pare che prendesse questo nome
dallo spezzarvisi gli alberi in tavole da navigli . Taluni
più probabilmente opinano che questa terra, da principio
piccola riunione di capanne e di casuccie, si chiamasse
col nome latino Hospitia, cioè alberghi , vocabolo che i
paesani mutarono poscia in quello di Spezia .
Sui destini della Spezia iufluirono da prima i feuda-
tarii che risiedevano in Carpena siccome posta sul loro
territorio . Essa passava alla repubblica di Genova nel
1276, e veniva dichiarata città nel secolo XVI .
Fra i monumenti sacri vi primeggia la Chiesa Colle-
giata, stata costruita l'anno 1550, la quale possiede un
dipinto del Casoni, rappresentante la moltiplicazione dei
pani, composizione grandiosa e felice, con più di cento
figure . Ma quello che rende assai rinomata la città di
Spezia è il celebre suo porto, il quale per la sua am-
piezza potrebbe dare ricetto a tutte le flotte dell'odierna
Europa . I monti che lo circondano per la parte di terra
impediscono ai venti d' imperversarvi ; ed altri felici ri-
pari della natura rompono l'impeto dei flutti a tal segno,
che nelle stesse più grandi burrasche le acque del golfo
non sono che leggermente agitate . L'ingresso poi delle
navi è libero e sicurissimo . Questo porto era già rinomato
al tempo degli antichi Romani, chiamato in allora Por-
tus Lunae, porto di Luni, città principale che vi sorgeva
da presso . Strabone lo descrive egregiamente come uno
dei più grandi ed eccellenti porti del mondo . Fin dai
primordii di loro possanza i Romani ne facevano la Staz
ionelugdcvenoilravgdestinpr
la Spagna e per la Sardegna . Non è quindi a stupire
che fin d'allora esso si avesse molti ammiratori , e che
Ennio scrivesse : E pregio cieli' opera, o cittadini, il co-
noscere il porto di Luni : Operae,retium est, o cives,
gnoscere portum Lunae . Varii critici sono d'avviso che
CVOirgilio per dipingere il porto di Libia, ove ricoverossi
Enea dopo la tempesta sofferta nella sua venuta in Italia,
si facesse a ritrarre fedelmente il golfo di Spezia . A vero
dire a questo si attaglia benissimo la descrizione che
leggesi nel libro I dell' Eneide .
Questo pei tempi passati . Ai tempi nostri Napoleone I
disegnava porre nel golfo di Spezia la stanza delle prin-
cipali sue forze marittime del Mediterraneo . Venti mi-
lioni di lire dovevano costare i soli lavori per difendere
le due coste orientale ed occidentale , cinque milioni la
fondazione di una nuova città, e più di un milione per
sei cantieri o scali per costruirvi le navi . Ma i ministri
francesi temendo ne scapitasse Tolone osteggiarono di
nascosto i disegni di Napoleone di modo, che nel 1814
molto erasi già speso e pochissimo fatto . Il nostro go-
verno poi fece dei golfo di Spezia un grande arsenale
marittimo , ed un sicuro ricovero per la marina da
guerra .

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BEATISSIMO PADRE,
Alla Santità Vostra, o Beatissimo Padre, tor-
nerà certamente gradita una breve relazione in-
torno ad un'Opera in gran parte sostenuta da Voi,
il quale, mentre spandete i benefizi della Vostra
inesauribile carità nelle più lontane parti della
terra, li diffondete in vie maggior copia in questa
nostra Italia , che sola ha il vanto di possedere
nel suo seno la Cattedra della verità .
L'Opera di cui intendo parlarvi è la Casa Sa-
lesiana nella città di Spezia .
La città di Spezia in pochi anni da 4,000 abi-
tanti, di cui constava, ascese a ben 27,000, e forma
tuttora una sola parrocchia . Quindi la Chiesa par-
rocchiale che era adatta per la prima popolazione
si fece in appresso affatto insufficiente . Per que-
sta ragione e per la sopraggiunta tristizia dei tempi
avvenne che molti fedeli e soprattutto i poveri gio-
vanetti rimanevano privi della necessaria istru-
zione religiosa .
A questo male vennero ad aggiungersene due
altri : le loggie massoniche e le case protestanti ;
le prime ad insidiare gli adulti, le seconde colle
conferenze a pervertir questi, e colle scuole gra-
tuite, con sovvenzioni e regali attirare a sè, e gua-
stare la mente e il cuore degli incauti giovanetti .
Fatto consapevole di uno stato così deplorabile,
specialmente della povera gioventù di questa po-
polosa città, Pio IX, Vostro glorioso antecessore
d'immortale veneranda memoria (già pregato dal
Rev.m° Abbate di questa Collegiata D . Batolla),
ebbe la degnazione d'invitare per mezzo del Re-
verendissimo Vescovo di Sarzana, il Sac . Giovanni
Bosco, mio venerato Superiore, a voler quivi man-
dare alcuni religiosi Salesiani per aprir una casa
e scuole, onde porre qualche riparo a danno sì di-
sastroso , che facevasi ogni dì più minaccievole .
D . Bosco annuì di buonissimo grado all' augusto
invito , e a tal uopo spedì a Spezia una schiera
dei suoi alunni .
Per effettuare questo divisamento era necessa-
rio il prendere a pigione un fabbricato che servisse
per l'abitazione del personale, per le scuole, e per la
cappella ; era pur necessario il provvedere al man-
tenimento dei maestri . La carità di quell' anima
grande provvide a questo bisogno mediante un ge-
neroso sussidio, che l'apostolica Vostra carità volle
continuasse a nostro conforto e sostenimento . Con
questo mezzo , unitamente a soccorsi della casa
madre di Torino, i Salesiani poterono fin dal mese
di Dicembre 1877 fissare le loro tende in que-
sta città, e cominciare l'opera benefica .
Ebbero sul principio a subire non poche oppo-
sizioni per parte dei tristi soprattutto dai così detti
evangelici ; non mancarono ingiurie, contumelie e
calunnie : ma, a tutto ciò rispondendo eglino colla
pazienza e colla carità, costanti e tranquilli tira-
rono innanzi nell'opera intrapresa , ed il Signore
li benedisse .
Eccovi ora, o Beatissimo Padre, lo stato pre-
sente di questa Casa .
Essa consiste in un piano contenente le scuole,
poche camere ed una lunga e larga sala a pian
terreno ad uso di Cappella . L'affitto di tutto que-
sto unitamente ad un cortiletto costa lire 2,220
all'anno .
I Salesiani sono in numero dì sette : gli alunni
che ne frequentano le scuole son circa 300, dei
quali più di un centinaio furon strappati dalle
scuole protestanti , e agli altri si impedì di ca-
dervi . La Cappella dedicata a S . Paolo apostolo
è frequentata alla festa dagli allievi e da molti
fedeli della città . In essa si fa a pro della gio-
ventù ciò che fanno i nostri Confratelli nell'altre
Case Salesiane : Catechismi, istruzioni, prediche,
conferenze, amministrazione dei Sacramenti . Sa-
rebbe però a desiderarsi una Chiesa più ampia per
dare maggior comodità agli adulti, ed un più am-
pio cortile a fine di intrattenere un maggior nu-
mero di giovanetti in onesti divertimenti, onde al-
lontanarli dai pericolosi ; cosa che non si può
avere senza un dispendio, che ci sarebbe impos-
sibile a sostenere .
Un'opera da molti dimandata ed indispensabile
in questa città sarebbe un Ospizio per ritirarvi i
giovanetti più poveri ed abbandonati , per inse-
gnar loro un' arte o mestiere, e trarli così dalla
mala via e renderli capaci a guadagnarsi un giorno
onoratamente il pane della vita .
Per questo sarebbe necessario elle qualche per-
sona della città ci porgesse generosa la mano ;
ma quantunque tutti i buoni veggano quest' opera
con compiacenza e ci animino all'impresa, tutta-
via finora non si potè ottenere nè sperare ap-
poggio di sorta . Noi medesimi , senza il Vostro
aiuto e senza qualche sovvenzione che ci manda
ogni tanto il nostro Superiore, ci troveremmo a
mancare delle cose più necessarie .
Ecco, o Beatissimo Padre , il frutto che pro-
dusse e tuttora riporta la Vostra carità e la gra-
zia di Dio .
Il Vostro cuore sarà lieto all' udire che tanti
Vostri figli di questa città furono strappati dalle
unghie di Satana e ricondotti al seno di Gesù Cri-
sto . Essi ci danno le più belle speranze e ci per-
suadono a prenderci di loro una cura speciale .
Ci accompagni sempre la Vostra Benedizione
sempre ci conforti a spendere le povere nostre forze
per la maggior gloria di Dio, per 1' onore della
Chiesa, e per la salute delle anime .
Gradite in fine, Beatissimo Padre, gli augurii di
felicità che a nome eziandio di questi miei Confra-
telli Vi presento . Degnatevi di tutti benedirci, o
Santissimo Padre ; ma più larga scenda la Vostra
benedizione sopra l'umile ed affezionato Vostro figlio
Sac . ANGELO MARIA ROCCA
Direttore della Casa Salesiana di Spezia .
LETTERA DEL CARDINALE NINA
al Direttore della Casa di Spezia .
REV . SIGNORE,
Corrispondendo di buon grado al desiderio espres-
somi da V . S . R . nella sua lettera dei 22 p . p .
umiliai al Santo Padre l'ossequioso foglio da Lei
trasmessomi ; ed ora ho il sommo piacere di si-

1.6 Page 6

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gnificarle che le notizie ivi contenute intorno ai
vantaggi, che Ella e questi Reverendi Padri Sa-
lesiani hanno in breve tempo ritratto dalle loro
fatiche, impiegate a profitto della sana istruzione
della gioventù di Spezia, sono riuscite gratissime
e veramente accette alla Santità Sua .
Essa quindi mi ha incaricato di manifestarle
nell' augusto suo Nome la viva e sincera soddi-
sfazione per i buoni risultati ottenuti finora, e di
esprimerle insieme la ferma e sicura speranza in
cui è che i buoni Salesiani vorranno da ciò stesso
togliere motivo per proseguire sempre con mag-
gior zelo ed impegno nella santa impresa, e molto
giovare poco per volta all'infelice gioventù di co-
desta città .
Nel compiere il quale venerato incarico di Sua
Santità mi è grato aggiungerle che la medesima
ha impartito di tutto cuore l'apostolica benedizione
a Lei, alla Comunità cui Ella presiede, ed alle
scuole da Essa dirette, invocando su queste la pie-
nezza de' celesti favori .
Dopo di che non mi resta che dichiararmi coi
sensi di distinta stima
Della S . V . R .
Affezionatissimo nel Signore
LORENZO Card . NINA .
Roma, 2 Gennaio 1879 .
STORIA DELL' ORATORIO DI S . FRANCESCO DI SALES .
CAPO III .
Un triennio, ossia l'Oratorio
negli anni 1842-43-44 .
Il carattere delle opere di Dio quello si è di
cominciare dal poco, per quindi svilupparsi mira-
bilmente, contro la comune aspettazione, onde alla
umana mente più chiaro risplenda che dal Cielo è
la loro inspirazione e sostegno . Questa eziandio è
l'impronta dell'Oratorio Salesiano . Simile al gra-
nello di senapa, questa Instituzione da umilissimi
principii gettò in Torino profonde le sue radici ,
crebbe in modo sorprendente , divenne quale un
albero frondoso, sotto del quale si vennero a rac-
cogliere migliaia di poveri giovanetti . Seguitiamo
pertanto ad ammirarne il primo sviluppo dietro il
racconto di quei medesimi, che pei primi ebbero
la sorte di ricoverarsi all'ombra sua benefica, e di
gustarne i soavissimi frutti .
Sebbene scopo del nostro D . Bosco fosse di rac-
cogliere soltanto i fanciulli e i giovinetti più pe-
ricolanti, e più bisognosi di religiosa istruzione ,
tuttavia per meglio assicurare tra tutti la disci-
plina e la moralità, egli fin dai primi mesi ne in-
vitò al piccolo Oratorio e ne trasse alcuni altri di
buona condotta e già istruiti . Questi da lui adde-
strati cominciarono ad aiutarlo a conservare l'or-
dine tra i compagni , a fare lettura ed anche a
cantare sacre laudi, le quali cose davano vita, e
rendevano ognor più proficua e dilettevole la fe-
stiva radunanza . Il giorno della Purificazione , 2
di febbraio del 1842, che allora in Piemonte era
ancor festa di precetto, noi eravamo già una ven-
tina di belle voci , e potemmo fare risuonare il
nostro coretto delle lodi all'Augusta Madre di Dio,
cantando per la prima volta : Lodate Maria , o
lingue fedeli . Il giorno della SS . Annunziata il
nostro drappello era già composto di una trentina .
In quel dì abbiamo fatto un poco di festa in onore
della nostra Madre celeste, accostandoci nel mat-
tino ai Santi Sacramenti . Alla sera poi il nostro
coretto non potendoci più capire, ci siamo trasfe-
riti nella vicina Cappella della sacristia .
Qui l'Oratorio si faceva in questa guisa : Ogni
mattino di festa ci si dava comodità di accostare i
ai Santi Sacramenti della Confessione . e della Co-
munione ; ma una Domenica al mese era stabilita
per compiere tutti insieme questa pratica religiosa .
La sera poi ad un'ora determinata ci radunavamo
nel nostro tempietto, ove si faceva un poco di let-
tura spirituale , si cantava una lode , ne seguiva
il Catechismo, poscia si raccontava un esempio a
modo di predica ; in fine si distribuiva qualche og-
getto ora a tutti, ora tirato a sorte .
Il buon teologo Guala e D . Caffasso godevano
altamente di questa raccolta di fanciulli e giovi-
netti , che andavano ogni festa aumentando . Essi
di quando in quando porgevano a D . Bosco im-
magini, foglietti, libri, medaglie e crocifissi da re-
galarci a titolo di premio . Talvolta gli sommini-
stravano mezzi per vestirne alcuni dei più biso-
gnosi ; anzi a taluni provvedevano il vitto per più
settimane, fino a tanto che non fossero in grado di
guadagnarsene col proprio lavoro . In quelle feste,
in cui ci accostavamo in corpo ai Santi Sacramenti,
questi nostri benefattori venivano a farci una vi-
sita , e a raccontarci qualche fatto edificante , di
cui eravamo avidissimi .
In quel tempo il nostro piccolo esercito era com-
posto di scalpellini, stuccatori, selciatori, e soprat-
tutto di muratori . Per questa ragione il teologo
Guala desiderò che si facesse una bella festa in
onore di sant'Anna nostra speciale Patrona . Laonde
in quel giorno il sant'uomo dopo le religiose fun-
zioni del mattino e' invitò tutti a fare colazione
con lui, e a tale uopo ci condusse quasi in numero
di cento nella gran sala detta delle Conferenze .
Colà fummo con nostra sorpresa serviti tutti ab-
bondantemente di caffè, latte e cioccolato , pane,
dolci, confetti e simili , che furono per noi cose
ghiottissime sì, che ci pareva di stare alla tavola
del re . Oh ! quanti bei casi di morale abbiamo
sciolti ancor noi in detta scuola in quell'occasione
Davvero ! Facevamo scomparire li su due piedi
le difficoltà posteci innanzi, cioè i biscottini, che
era una maraviglia . Ognuno quindi può immagi-
nare quanto rumore menasse questa festa tra i
nostri compagni ! Da quel dì, se il locale lo avesse
permesso, noi saremmo giunti ben presto a parec-
chie centinaia . Non meno commovente fu il con-
tegno religioso, e il frutto che abbiamo riportato da
quella festa . Ci parve davvero che la santa Genitrice
dell' Augusta Madre di Dio ci arridesse in quel
giorno dal Cielo, e ci annoverasse tra i suoi pro-

1.7 Page 7

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tetti . E ne avevamo molto bisogno ; poiché chi non Oh ! quale non fu la nostra pena quando final-
sa a quali e quanti pericoli non si trovano tuttodì mente ciascuno dovette dividersi dagli ultimi amici
esposti i poveri artigiani, e specialmente i mura- che aveva in Europa , e dai cari confratelli che
tori ? Or bene d'allora in poi non ci ricorda che fino a bordo vennero ad accompagnarci ! Ci sa-
alcuno di noi sia stato vittima di qualche disgrazia . lutammo augurandoci a vicenda le più elette bene-
Quantunque i due predetti Sacerdoti ci si por- dizioni del cielo . A bordo, fatti i più indispensa-
gessero sempre propizi e benevoli, tuttavia l'anima bili preparativi , raccolte le gomene , accesa la
del nostro Oratorio, il nostro impareggiabile amico, macchina, aperte le valvole, tutto preparato, suonò
anzi tenerissimo padre , era sempre Don Bosco . la campanella , il cannone tuonò, e pu f , puf,
Egli consacrava per noi non solamente il giorno puf, si parte . Erano circa le quattro pomeridiane .
festivo , ma si può dire tutta la settimana . Pri- La nostra compagnia è abbastanza numerosa
mieramente quando sapeva che taluno di noi era quasi 500, tutti italiani . La notte era pressochè
disimpiegato, o stava presso a cattivo padrone , fatta quando suona la cena . Alla nostra tavola do-
ci si adoperava con sollecitudine affettuosa a tro- vevamo essere 21 ; poiché con noi erano 6 altri
vargli lavoro, ed affidarlo a padrone onesto e cri- forestieri ; ma il mare avendo sconcertato alcuni
stiano . Di ciò non pago egli quasi ogni giorno ve- stomachi, varii non vennero neppure a vederne
niva a visitarci in mezzo ai nostri lavori , nelle l'imbandigione ; altri poi lungo la cena per evi-
officine e nelle fabbriche . In queste visite D . Bo- tare sconcerti se n'uscirono . Verso il fine non
sco volgeva una parola ad uno, una domanda ad eravamo più a tavola che due . Che vuole, l'ultima
un altro, dava un segno di benevolenza a questo, portata era di dolci . Avendone voluto gustare,
faceva un regalo a quello, e tutti ci lasciava con fummi fatale . Più non ressi, e dovetti uscire an-
una gioia indicibile . Questa cura del buon Sacer- ch'io e lasciar la tavola con un solo commensale .
dote aggradiva pure assaissimo ai nostri padroni, Avviene quasi tutte le volte così : nel primo
i quali tenevano di buon grado sotto la loro di- giorno quasi tutti patiscono un poco ; in seguito si
sciplina garzoni così paternamente assistiti nei va avanti alla meglio, e quando il mare è queto
giorni festivi e feriali, e mediante la Religione resi non si lascierebbe mai di mangiare .
ognor più fedeli e puntuali al lavoro .
Una bella sera, fresca anzi che no, serena, dal-
Intanto compiuti per due anni gli studii di mo- l'argentea luna rischiarata, allegrava la nostra ve-
rale il nostro D . Bosco subì l' esame di confes- glia ; e passate le prime impressioni del mal di
sione ; e allora fu in grado di coltivare con mi- mare, potemmo a bell'agio bearci dell'incantevole
glior successo i suoi cari amici . Tutti poi volevano poetico spettacolo dei raggi del bell' astro della
andarsi a confessare da lui , ed era cosa conso- notte , riflessi in lunghissima striscia sul mare .
lante segnatamente nei giorni di festa vedere il Rimirammo attorno . Dall'una parte vedevamo al-
suo confessionale attorniato da 40 a 50 giovinetti, lontanarsi il faro di Genova, e quando questo an-
che attendevano per ore ed ore finchè giungesse dava scomparendo cominciava , dalla parte oppo-
il loro torno per confidare a lui i segreti del loro sta, a farsi vedere quello del Capo-Mele tra Va-
cuore .
razze ed Alassio . Il cuore seguì lo sguardo, e
Questo fu l' andamento ordinario dell' Oratorio ripensai ai cari giovani di quei collegi, e special-
nella Chiesa di S . Francesco d'Assisi , per quasi mente ai cari confratelli che in essi lasciava , e
tre anni, cioè sino all' ottobre del 1844 , quando soprattutto al direttore e ai giovani del collegio
venne trasferito altrove . Vedremo in altro numero di Alassio, dove io stetti per tanti anni lasciandovi
questo primo trasferimento .
parte del mio cuore, e riportando con me quella
di non pochi carissimi giovani ed amici che ricor-
derò sempre con piacere .
Questa prima notte passò piuttosto bene per
LETTERA
tutti, buonissima per me che dormii e riposai a
maraviglia . Al mattino appena svegliato il pensiero
degli ultimi Missionari Salesiani
in viaggio per l'America.
portossi subito all' altare , che avrei desiderato
pronto , onde potervi celebrare la santa Messa ;
ma con nostro grande rincrescimento, il trambu-
sto del giorno della partenza non ce lo aveva per-
messo . E la prima volta che lascio d' offrire il
Dal Mediterraneo 5 Gennaio 1879 . SS . Sacrifizio,doptreanichprgazi
CARISSIMO E VENERATO PADRE,
singolarissima del gran Dio mi è dato di offrire
per le mie indegnissime mani l' Ostia Sacrosanta
Sia lodato Gesù Cristo ! le cose vanno a mara- di pace e di amore . Oh voglia il cielo che que-
viglia . Ci dividemmo da Lei, Padre amatissimo , sta sia pur l'ultima ! Lungo il giorno l'altare fu
il giorno 2 del corrente mese in S . Pier d'Arena preparato con tutti gli annessi indispensabili . Il
circa le ore 10 ant . Due ore dopo eravamo a bordo Capitano, gentilissima e compitissima persona, ci
del Sud-America accompagnati dal carissimo Don offri egli stesso un luogo adatto, e c'indicò qual
Cagliero e da varii altri nostri confratelli . Con noi fosse il tempo più opportuno di celebrare la Messa
erano anche le 10 suore di Maria Ausiliatrice , che per dar comodità a tutti i passeggieri di ascoltarla .
coraggiose sfidano il mare per andare ad esercitare Quest'altarino portatile, che colle limosine di be-
la loro carità a Montevideo . Le accompagnarono nevoli e caritatevoli persone potemmo procurarci,
fin qui la madre Superiora e qualche altra Suora . serve a maraviglia . Potemmo aver posto adatto

1.8 Page 8

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per le paramenta, calice, ampolle . Tutto aggiu-
stammo e per la mattina seguente tutto era al-
l'ordine . Le ottime Suore, dopo i primi patimenti,
anch'esse stanno bene, sono allegre, pregano, leg-
gono, passeggiano , discorrono nel salone , tutte
piene di buonissima volontà di poter fare del bene,
e solo tarda loro il momento di poterne aver agio .
Il nostro battello non doveva toccare Marsiglia,
nè altro porto francese e neppure fermarsi a Bar-
cellona o ad altro porto spagnuolo prima d' aver
passato lo stretto di Gibilterra ; ma per la prima
volta fermarsi a Cadice città della Spagna sul-
l'Oceano Atlantico . All' un'ora dopo mezzodì en-
trammo nel golfo di Lione che dovevamo attra-
versare . Nemanco a noi volle far grazia . Esso è
sempre molto agitato, molto fiero . Da principio fla-
gellò assai vivamente i fianchi del bastimento ;
ma poco dopo, io ritengo per grazia speciale, ci
si fece calmo e tranquillo ; sicuro camminava e
veloce il nostro bastimento, e ognuno ne stupiva .
Al mattino adunque del terzo giorno si celebrò
la S . Messa che fu assistita da molti passeggieri ;
e da tutti i nostri si fece la S . Comunione . Verso
le undici antim . entrammo nel golfo di Valenza .
Assai più fieri e bruschi furono i suoi marosi . Le
avesse veduti i bei cavalloni per tutta la distesa
del mare ! che furioso vento ! Uscito un tantino a
pigliare aria sul ponte, uno sbuffo improvviso ob-
bligommi a far di cappello al mare, e se non era
presto a riafferrarlo , non l' avrei visto più . La
grande agitazione del bastimento mise tutti in soq-
quadro . Si passarono ore un po' triste meditando
mestamente i rumori pericolosi ed assordanti di
questo infido elemento . Tutti stan quatti, quatti,
mentre tra il misto frastuono dell'infrangersi tra
loro delle onde spumanti in un col sordo rumore
del continuo roteare dell'elica ne spinge innanzi
la nave . Le bellezze della natura sono sempre
grandi e somministrano al riguardante grato e
consolante spettacolo . Nel presente travaglio mi
ebbi un grato divertimento : gli spruzzi degl'infranti
marosi dal vento sparsi e dal sole rischiarati, for-
mavano bellissime e graziosissime iridi, che al
cuore del cristiano passeggiero ricordavano la pace
del Signore .
Alla sera il mare era tranquillo ; comparivano
non molto lontani gli Iberici monti . Il tratto che
prima ci si presentò fu il promontorio di S . An-
tonio, su cui ora splende vividissimo un fanale non
inferiore in apparenza a quel di Genova, a somi-
glianza di quello intorno a sè moventesi . Noi l'ab-
biam potuto vedere si può dire, da tutti i lati .
Son le ore 9 1/2 di Spagna.;l Enotefia 'a-
ria, benchè forte, comincia ad intepidirsi ; ci av-
viciniamo all' Africa . Domani , a Dio piacendo ,
vedremo le famose colonne d'Ercole, il non plus
ultra degli antichi . Vedremo Calpe ed Abyla, sulla
prima delle quali poggia maestosa e tremenda la
forte ed inespugnabile Gibilterra ; e posdomani ci
poseremo a Cadice, dove faremo sosta, per far quivi
alcune provvigioni occorrenti . Intanto vado a ri-
poso . Noctem quietam et finem perfectum con-
cedat nobis Dominus omnipotens . Sì, in pace in
idipsum dormiam et requiescam .
Cadice 9 Gennaio 1879 . - Viva Dio . La notte
l'abbiam passata meglio delle antecedenti . Si dormì
di più, e naturalmente si riposò con maggior re-
golarità . Ieri festa . II carissimo D . Cipriano ci disse
la prima Messa , io gliel' assistetti , e le Suore
fecero la loro S . Comunione . Circa le 9 celebrai
io nel gran salone, e tutti i passeggieri, nonché
l'equipaggio in un coll'ufficialità, l'ascoltarono, e
questa fu non piccola consolazione per noi . Il tempo
era bello ; il cielo sereno ; quieto e placido il mare .
Il nostro Sud-America cammina veloce ; costeg-
giamo la Spagna, ne vediamo i monti, le spiagge
e spesso incantevoli paesaggi . Incontriamo sovente
vaporini e bastimenti, che in breve spariscono ; altri
ne raggiungiamo anche veloci, ma in paragone del
nostro sono gusci di lumache, chè sopraggiugnerli,
vederli e lasciarli indietro è tutt'uno . Anzi ieri sera
un ne abbiam raggiunto, che camminava ben bene ;
egli aveva il vento in poppa, le vele gonfie ; noi
gli passammo vicinissimi, talchè sentivasi parlare .
Oli come veleggiava bene col vento favorevole !
Dissi quindi al Capitano, che meco discorreva se
continua così fra tre giorni sarà in Italia . No, si-
gnore, risposemi egli : viene per la nostra stessa
direzione alla volta dello stretto, e noi il lasciamo
indietro perchè il nostro corre molto di più . Pos-
sibile ! ripigliai io : poi osservando bene la posi-
zione delle vele mi accorsi che il Capitano aveva
ragione . Ieri sera non volli andare a riposo per
aspettar Gibilterra , alla quale non si arrivò che
intorno a mezzanotte .
Verso le 11 112 ecco che da lungi comincia a
comparire dalla parte opposta il faro di Ceuta in
Africa, dove gli Spagnuoli tengono un buon pre-
sidio, avendovi, cred'io, le prigioni e fors' anche
le galere . Dopo un quarto d'ora compare a destra
Calpe col suo fanale, bello, grosso, splendidis-
simo . A mezza notte si grida : Gibilterra : ci
siamo . Ma che cosa vediamo i! Nient' altro che
alcuni lumi sul monte ed in lontananza . Tutto è
lì per noi . Io mi era aspettato di vedere chi sa
che cosa ! Dopo altra mezz' ora siamo fuori del
Mediterraneo, entrati nell' Oceano Atlantico . Il
piroscafo piglia nuove ondulazioni e ci culla pro-
prio come bimbi nella cuna . Più limpido e bello
ci parve il nascer del nuovo giorno . Siamo ai 6
gennaio : Epiphania Domini . Giungemmo nella
rada di Cadice verso le 8 ant ., mentre appunto
terminavamo la messa . Fatto il dovuto ringra-
ziamento uscimmo sul ponte, e a nostro agio po-
temmo osservare quel viavai di mille e più barche,
barchette, barconi, che vengono e vanno a portar
passeggieri e visitatori . Quivi udimmo per la prima
volta a parlare lo schietto castigliano, che biasci-
cato da loro molto in fretta ci parve una lingua
ignota . Avendoci un barcaiuolo Caditano offerta la
sua barca per un franco andare e venire, due di
noi scendemmo, e in men d'un quarto d'ora era-
vai-no in città . Gli altri non credettero conveniente
di muoversi dal loro posto . Avevamo alcune prov-
viste da fare . Entrammo in varie botteghe . E qui
come altrove : il popolo parla la lingua smozzi-
cata, e bisogna dire che anche al mezzodì della
Spagna ci abbia un po' di dialetto proprio . Fatto
sta, che sebbene io mi picchi di conoscere già
un po' di spagnuolo per averlo studiato qualche

1.9 Page 9

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mesetto, non capiva nulla di quanto i bottegai mi
dicevano , nè essi comprendevano me . Per te-
nerci seni e non scoppiar dalle risa dovemmo
fare non poco . Chiamavamo acqua e ci davan vino,
e fin qui poco male ; volevamo una sedia e ci
mostravano un tavolo. Credemmo bene di far
senza di tante cose, visitare un poco la città e
poi tornare a bordo . Le vie di Cadice, sebbene
anguste, son però tutte ben pulite ; il selciato è
comodo ; i fabbricati sono ben costrutti e forti
sono per lo più anche ben imbianchiti e molti ornati
anche di bianco marmo . Vedemmo la Cattedrale,
che trovammo bella molto, grande e di un'impo-
nente altezza ; assai ricca di marmi pregevolis-
simi, ma di uno stile che non mi piacque punto,
perché, secondo me, non presenta verun comodo
pei fedeli che vogliono assistere alle sacre fun-
zioni . Poi, a parer mio , sembra più un superbo
mausoleo, che non una Cattedrale per pubblico
uso . Di questo però non intendo sentenziare, poi-
ché in fatto di architettura me ne intendo ben
poco . Visto quanto dalla strettezza del tempo ci
era permesso, volgemmo i passi nostri verso la
spiaggia per ritirarci nel nostro Sud-America .
Strada facendo eravam fatti segno alla pubblica
ammirazione : tutti ci salutavano, soffermandosi a
rimirarci ; perfino i militari ci salutavano ; anzi
passando avanti ad un quartiere il soldato di guar-
dia ci presentò l'arma, cosa che mi fece stupire
assai . Or eccoci alla spiaggia . Qui ci aspettava
una farsa tragicomica . Scendemmo nella barchetta
e in breve fummo al nostro Sud-America . Io aveva
tratte fuori due monete d'argento per pagare quel
barcaiuolo, ed Audisio, mio compagno, pigliato in
un colla valigia quel poco che comprato avevamo,
già in piedi stava per montare la scala del basti-
mento, quand'ecco il barcarolo Caditano, vista la
moneta che io gli offriva , tenendola per troppo
poca cosa : Non, non, disse, esto es muy poquito,
no es abastancia : ed in ciò dire dava di volta in
un colla vela alla barchetta, col braccio tratte-
nendo l' Audisio, che inutilmente alzava il piede
per montare a bordo ; e via di nuovo in alto mare
gridando : ala Capitania de tera para hacer pa-
gar . Io mi sforzava a fargli intendere esser que-
sta una cosa ingiusta, un'infamia ecc ., ma si par-
lava a' sordi, non intendeva o non voleva intendere .
Ma ci venne in buon punto il Capitano del Sud-
America, il quale chiamato uscì fuori sul ponte
e : olà, barquero, vuelta e vegna aqui. . . se no . . .
disse, e quegli, con tutto suo malgrado, diè volta
e ritornò, e non senza molte imprecazioni ci sbarcò,
protestando pur sempre di voler andare dalla Ca-
pitania de tera para hacerse pagar ; ma dovette
poi contentarsi di L . 4 in argento (quadruplo del
convenuto) che io gli diedi per finirla . Così ter-
minava il curioso incidente tragicomico, cioè serio
e insieme ridicolo , secondo la faccia dalla quale
si vuol guardare .
Dall'Oceano passato il Tropico del Cancro, 11
gennaio .
Cielo ed acqua, acqua e cielo . Ecco tutto . Siamo
nella zona torrida . Si può dire siamo in prima-
vera come se fossimo in aprile od in maggio sulle
colline del Piemonte . Si figuri quali graziosi e
freschi venticelli . Il nostro piroscafo corre lindo
lindo e veloce che è una maraviglia . Oltre alla
forza propria ha tranquille l'onde e favorevole il
vento . Stiam tutti bene . L' appetito non potrebbe
esser migliore, che a tavola facciamo tutti il no-
stro dovere compiuto . Di notte poi, cullati come
siamo , dormiamo sonni saporiti che è un gusto .
Come vede, la preghiera dei nostri cari non po-
trebbe esser meglio esauditi ; la protezione del
Cielo è con noi . Oh ! sia ringraziato e benedetto
il buon Dio ! Se continua così, giunti che saremo
al nostro nuovo destino , canteremo un solenne
Te Deum in tutti i toni possibili ed immaginabili .
Il giorno dell'Epifania circa le 4 pom . ripigliammo
il nostro viaggio, dietro lasciando Cadice in un'
colla Spagna ed Europa . Addio continente amato,
forse non ti vedrò mai più . Eccoci da quattro
giorni in alto mare, e tristi rimembranze si affac-
ciano alla mente dei marinai , i quali ce le rac-
contano . Sì, ci troviamo veramente in un luogo
d'infausto augurio . Questo medesimo Sud-Ame-
rica, che ora è così felice solcatore delle onde
Oceaniche, tre mesi fa soffriva e per tre giorni
continui (10, 11, 12 ottobre 1878) un terribile ci-
clone, per cui ebbe a gran mercè l'aver salvata
la vita a malgrado di tutti gli stenti e orrori pa-
titi in sì lungo spazio . E lode n'ebbero e ben me-
ritata , che sarà imperitura per la loro perizia e
valentia il 1 ° Comandante , che venne fregiato
d'una medaglia d'oro appositamente coniata dalla
Repubblica Argentina ad onore del merito, ed il
2° Comandante, l' attuai nostro capitano signor
Mancini, non che gli altri uffiziali che molto si
distinsero in quell'orribil frangente . Ci dicono an-
che coloro che da venti o trent' anni solcano con-
tinuamente l' Oceano, che mai non si trovarono
in consimile pericolo . Lottarono tre giorni colla
morte e più volte tennero il bastimento per già
perduto . E pensare che erano 911 anime in quel
frangente!!
Il Signore allontani da noi simili casi . Racca-
priccio al semplice racconto . Noi confidiamo nelle
preghiere che tante e tante anime elette innalzano
a Dio per noi : no non avverrà, no certo sì spa-
ventoso caso .
Tra qualche ora saremo all' isola di San Vin-
cenzo, donde le spediremo la presente, già troppo
lunga lettera .
Giunti in porto e cantato il Te Deum le scri-
veremo il restante del nostro viaggio . Per ora le
ripeto solo con piacere nostro e anche certamente
suo, che tutti i Salesiani e le Suore di Maria Au-
siliatrice stiamo bene . Preghi per noi che tanto
tanto ci raccomandiamo a Lei Padre amatissimo ecc .
Sac . GIUSEPPE BEAUVOIR .
LA CONFERENZA
e la Festa di S. Francesco di Sales .
Abbiamo ricevuto a voce e per iscritto molte
relazioni della Conferenza che i nostri Cooperatori
e Cooperatrici, secondo il dato suggerimento, ten-
nero sotto la guida dei loro Capi e Decurioni . Anzi

1.10 Page 10

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in molti paesi trovandosi eglino già in buon nu-
mero si accordarono insieme, e fecero eziandio urr
poco di festa ad onore del glorioso Patrono sar
Francesco di Sales . Così tra gli altri luoghi , c
per iniziativa del Parroco o per esortazione di qual-
che zelante Decurione si praticò a Sant'Aquilina,
a Vignole, a Vigevano, a Bedonia, a Carde ecc .
<< I Cooperatori e Cooperatrici di Sant'Aquilina
ci scrive quell'ottimo parroco mandandoci una li-
mosina, le inviano questa piccola offerta col cuore
di quella donna evangelica, che depose le due piccole
monete nel gazofilacio . La S . V . l'aggradirà da que-
sti poveri confratelli e consorelle , che hanno s'
spesso il pensiero a cotesta veneranda Compagnia,
e che sono così infiammati verso s . Francesco d :
Sales, e Maria Ausiliatrice . Io spero coll' andar(
del tempo di vedere tutte le famiglie dei miei par-
rocchiani aggregate a cotesta Pia Unione , ed in
compenso mi confido che la Gran Vergine colla
sua potentissima protezione ci riunirà tutti insieme
nel Paradiso . Non le so dire la grande fiducia che
io ho in codesta impareggiabile Compagnia . Nel
giorno 29 di Gennaio dietro mia esortazione, pre-
parato anche col suono delle campane a festa ,
tutto questo popolo ha fatto solennità, e posso as-
sicurarla che quasi tutti gli adulti dell'uno e del-
l' altro sesso si accostarono ai Santi Sacramenti
della Confessione e della Comunione . Nel dopo
pranzo la mia Chiesa era stipata di gente . Si son(
recitate analoghe preci a san Francesco di Sales
cantammo l'Iste Confessor, e con un solenne Tc
Deum ringraziammo il Signore di essere già ag-
gregati a cotesta Società . Lessi poscia la lettera
che si trova sul principio del Bollettino Salesiano ;
e feci quella Conferenza , che m' inspirò il buon
Dio per infiammare ognor più gli aggregati alla
santa perseveranza . Si è terminata la funzione colla
Benedizione del SS . Sacramento, e col far baciare
a tutti la reliquia del. Santo . Oh ! se io potessi far
santa l' anima mia , e quelle di tutti i miei par-
rocchiani ! Per questo io confido molto nelle pre-
ghiere dei nostri Missionarii e di tutti gli Aggre-
gati . »
« A nome di tutti i Cooperatori e Cooperatrici,
ci scrive un bravo amico da Vignole , Le umilio
la qui inclusa offerta . Essa è il frutto della col-
letta che si fece in fine della Conferenza tenuta
la Domenica 26 Gennaio, dopo i vespri, nella sa-
cristia della parrocchia, presieduta dall'egregio no-
stro signor Paroco , e da un altro degno Sacer-
dote . Il Rev. nostro Pastore ci lesse in succinto
la vita del santo Dottore Francesco di Sales, e-
sortandoci poi ad imitarne le sublimi virtù , spe-
cialmente l'amore verso il prossimo . Ci venne pur
data lettura del primo articolo del Bollettino dello
stesso mese, facendoci così vie meglio conoscere
il santo riso che si fa delle nostre limosine , e i
presenti bisogni della Congregazione . Si lesse e-
ziandio la lettera del Santo Padre Leone XIII ai
nostri Missionarii Americani, e l'articoletto sulla
festa del Santo Patrono , che annunzia la indul-
genza plenaria ai Cooperatori assistenti alla Con-
ferenza . In fine si stabilì di fare anche una
festiciuola ad onore del nostro Santo al mattino
del 29 . Quindi in quel giorno vi fu Messa , Co-
munione e Benedizione col SS . Sacramento . La
festa riuscì molto edificante , ed eccitò in varie
persone il più vivo desiderio di farsi ascrivere an-
cor esse alla nostra Pia Unione . »
In Vigevano poi il dotto e zelantissimo Vescovo,
Monsig. Giuseppe Degaudenzi , ai Salesiani favo-
revolissimo, volle celebrare loro la Santa Messa ,
amministrare la Comunione, dando in tal modo un
segno non dubbio dell'alto suo gradimento, che la
Pia Unione dei Cooperatori siasi stabilita e vada
ogni dì più dilatandosi tra i fedeli alla sua cura
affidati, specialmente tra i giovani chierici . Ecco
quanto ci scrive uno di questi da quel venerando
Seminario : « Ieri l'altro questi Cooperatori die-
dero ancor essi una solenne testimonianza di loro
divozione al novello Dottore e nostro Patrono san
Francesco di Sales . Alla mattina volle celebrarci
la santa Messa il degnissimo nostro Vescovo tanto
noto alla S . V ., e dalle sue mani tutti ricevemmo
il Pane degli Angeli, il Cibo dei forti . Alla sera
si diede la Benedizione col SS . Sacramento, e ad
una cert'ora fu tenuta la Conferenza prescritta dal
Regolamento e ricordata dal Bollettino Salesiano .
Dessa fu presieduta dall' ottimo nostro sig . Ret-
tore, e da un pio non meno che dotto nostro pro-
fessore, i quali entrambi ci animarono ad osser-
vare il Regolamento secondo il nostro stato , ed
a ritrarre in noi le virtù esimie del celeste Pa-
trono . »
Qui facciamo punto, perché se volessimo riferire
anche solo per sommi capi le molte lettere, che
ci stanno ora sotto gli occhi, dovremmo fare un
articolo senza fine . Noi ringraziamo dal più intimo
del cuore il pietoso Iddio che ci procurò dei Con-
fratelli così zelanti e caritatevoli, e lo preghiamo
che spanda sopra di essi e le opere loro la copia
dei suoi celesti favori .
RICORDO DI UNA TRIBOLAZIONE
che può tornare opportuno.
Il P . Antonio Cesari narra una penosa tribola-
zione che , permettendolo Iddio , alcuni malevoli
diedero a s . Filippo Neri a motivo del raccogliere
che ei faceva nel suo Oratorio la gioventù di
Roma . A conforto ed ammaestramento di chi per
far bene si trovasse o avesse a trovarsi in simili
circostanze, ci piace di qui riferire il racconto
come si legge nel primo Fascicolo delle Letture
Cattoliche del corrente anno , intitolato : L'Apo-
stolo di Roma . Ecco le parole del Cesari
« Prelati . . . riscaldati per falsi rapportamenti
contro Filippo, fargli cocentissime riprensioni alla
presenza di altre riputate persone ; perfin nelle
corti : di che il vitupero fu pubblico, e per l'au-
torità e dignità di quei cotali più cocente ed a-
maro . . . Ma quai delitti aveva commesso Filippo?
or questo aggrava l'offesa, e mostra più maravi-
gliosa la sua pazienza . Il suo delitto era
lo
zelo del bene delle anime , che ad alcune anime
ree cocca troppo o per invidia e per iscostuma-
tezza ; erano gli spirituali esercizi e sermoni da

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2.1 Page 11

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lui introdotti . . . Or pensare che quei prelati e per-
sone di Chiesa, che queste cose dovevano favorire
e promuovere e ringraziare Filippo, come di sin-
golar bene che egli faceva . . ., questi dare facile
orecchio a sussurroni e detrattori, e collegandosi
con quei ribaldi a perseguitare . . . ? Ahi ! questa è
pur grave cosa e dolorosa a portare . E or che
direte ? che il medesimo Vicario del Papa si lasciò
affascinare anch' egli a quei sinistri rapporti ? e
senza por mente ... agli specchiati servigi che
Filippo prestava alle anime, gli scagliò contro forti
rimproveri, come ad uomo ambizioso, che facesse
radunata di gente per acquistare favore dal po-
polo, e perciò vietargli di più ricevere nessuno dei
suoi penitenti, né confessarli, nè tener loro ragio-
namenti spirituali, minacciandolo .se disub-
bidisse ? Oh Dio ! a quali prove ponete voi i vostri !
Filippo si sottomise all'irragionevol comando ; al-
lontanò i suoi figliuoli spirituali da sè , i quali
piangevano a vedere così maltrattato , e sè così
allontanati da cotal padre, e non potevano stare
da lui lontani . E perocchè gli facevano doglianze
e richiami di questo ingiusto procedere ; ed egli
tutto mansueto serrar loro la bocca, addolcir loro
animo e provocarli a pazienza ; e dicea loro : Fi-
gliuoli, questa tribolazione non è per voi : ella è
per me : quando io sarò ben umiliato da Dio ,
quanto mi fa bisogno, la persecuzione passerù . »
(pag . 101) . « Dopo il Figliuolo di Dio (sono pur
parole del detto Cesari), dopo il Figliuol di Dio
Gesù Cristo, non è più alcuno, il quale debba o
possa dolersi d'aver nemici e persecutori ; senza
di questi la pazienza non avrebbe materia da eser-
citarsi . » (pag . 83) .
L'ABATE
MASSIMILIANO BARDESONO .
Abbiamo annunziato nel numero precedente del
nostro Bollettino Salesiano la dolorosa perdita fatta
dal Clero torinese del sac . ab . Massimiliano Bar-
desono di Rigras, nostro zelantissimo Cooperatore
ed amicissimo di D . Bosco . Noi abbiamo ricordato
i benefizi resi alla Religione da quell' anima che
tanto desiderava la gloria del Signore, e il trionfo
della sua Chiesa e la salute delle anime . La sua
morte immatura destò rammarico grandissimo in
tutte le classi della cittadinanza torinese, la quale
mostrò nuovamente quanto lo amasse nel concorso
straordinario con cui intervenne alla solenne fun-
zione funebre, che ebbe luogo in suffragio di lui il
6 febbraio nella Chiesa di S . Carlo . Dopo la Messa
solenne il Rev . mo P . Lorenzo Pampirio salì in pul-
pito e tessè le lodi del defunto con una commo-
vente e bella orazione . Non disse che la pura
verità, e disse molto bene . Con molta saviezza
trattò della vita di zelo del Bardesono e delle
principali sue opere, della sua incessante predica-
zione che non interruppe che quasi alla vigilia di
sua morte . Disse dell'opera egregia che ricorderà
ai Torinesi fino a tarda età il Bardesono, vogliam
dire della erezione della facciata monumentale della
Chiesa dell' Adorazione Perpetua del SS . Sacra-
mento, e invitò i suoi uditori a compiere colle
loro offerte quest'opera, e dare così a quel grande
iniziatore un altro segno non dubbio di stima e di
venerazione . Noi siamo certi che il voto dell'ab .
Bardesono sarà compito e le generose oblazioni
dei Cattolici porranno in grado coloro, i quali in-
tendono compiere la facciata di quel Santuario
eucaristico, di poter far fronte alle spese . Bisogna
confessar Gesù Cristo in faccia agli uomini, e sulla
porta della Chiesa dell'Adorazione Perpetra sta-
ranno scolpite le parole : Et verbum caro factum
est et habitavit in nobis .
L'orazione funebre del P . Pampirio col ritratto
dell' ab . Bardesono si vende presso i principali
librai religiosi di Torino e dalla Libreria Sale-
siana , via Cottolengo 32 , Prezzo cent . 50 . Il
frutto è destinato a benefizio del compimento della
facciata dell'Adorazione Perpetua in Torino .
BIBLIOGRAFIA SALESIANA .
Abbiamo l' onore di presentare ai nostri Coo-
peratori una nuova Edizione di tutte le Opere per
noi stampate di Monsignor BELASIO, nostro ze-
lantissimo Cooperatore Salesiano, e da lui stesso
assai migliorate . Noi ci facciamo arditi di suppli-
carli a diffonderle nelle mani di tutti ; perciò
scritte tutte per Gesù Cristo, di cui il mondo ha
tanto bisogno . In queste la chiarezza dell'eloquio,
la lucidità dei sublimi pensieri, l'abbondanza del
dotto, e massime la vera eloquenza del cuore, che
con potenti e nobili espressioni strascina seco i
lettori, le rendono utili a tutti . In esse ora troviamo
l'umile preticello che insegna catechismo ; ma par
che dica alzando la testa : Rispettatemi in questo
officio, di cui si onorava il gran Volta e fino Na-
poleone, e che Dupanloup chiama : la più grande
Opera e la più utile . Ora lo troviamo in mezzo
al buon popolo come seduto a mensa , quasi un
padre coi figli , a trattare dei comuni interessi e
a studiare modo da provvedervi . Colle persone
colte e di più elevata condizione tratta con gentile
dignità ; ma eh, ci par di vederlo gettar quasi
furbe occhiate, con cui accenna in loro certe pia-
ghe elegantemente tenute al coperto . Se è coi
dotti , se la fa a confidenza congratulandosi con
loro delle belle scoperte ; e mentre lor dice : Sono
anch'io con voi, li scongiura di discendere con lui ;
chè in Gesù Cristo troverebbero tutto .
Diremo che se è la potenza del genio che spazia
per l'universo intiero e intuisce i rapporti che le-
gano gli esseri intorno al Creatore ; tal potenza
troviamo in queste Opere, in cui l'Autore si slancia
nei cieli, si sprofonda nelle viscere della terra, dà
la mano, incontrandole, a tutte le scienze : la geo-
logia , la botanica , la fisiologia ecc . , entra nei
loro misteri, dà indietro a nessuna difficoltà che
gli oppongono ; ma da esse e da tutto si eleva al
cielo ; sì, al paradiso . Poiché un dotto ci disse che
costui fa come l'Angelo Raffaele : egli accompa-
gna nel peregrinaggio nostro gli uomini, si avvi-
cina fino ai demoni per scongiurarli ; maneggia la

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materia con disinvoltura e fino la carne ; ma sem-
pre così lindo che anche le verginelle lo possono
accompagnare festosamente ; e mentre par tutto
occupato delle materiali cose nel tempo , ci sor-
prende col dirci : Ah su, su, benedite Iddio sem-
pre e salvatevi con Gesù ; perché io faccio tra voi
tutto per Gesù , e proprio per Gesù qui con voi
nel SS . Sacramento .
Vogliamo dirlo : l'Autore tenta una via nuova
in eloquenza, quale l'apre lo sviluppo della mo-
derna civiltà . L'accenna nella sua prefazione che
fu trovata dai dotti bellissima, come furon trovate
le Opere esattamente corrispondenti . Così due dot-
tissimi prelati, uno dei quali è della porpora fre-
giato .
Aggiungiamo due testimonianze di lettere depo-
sitate nel nostro officio, che debbon dare già una
bella ricompensa all'Autore . La prima di un dotto
professore di chimica che confessa di essere stato
tradito nell'educazione scientifica, e che cercando
la verità nelle opere moderne, trovò solo in questa
libro (Le verità Cattoliche, ecc . vol . V delle Opere)
in nome della fede rispondersi alla scienza colla
scienza con maravigliosa chiarezza e brevità , e
che simili Opere ritorneranno la gioventù nelle
scuole e nelle università tradita per farla empia .
L'altra è dello STOPPANI, il più grande Geo-
logo moderno ; che onora tanto colla sua scienza
il Sacerdozio : tra i libri apologetici quel di MON-
SIGNOR BELASIO è certamente uno dei migliori
e forse quello che abbraccia meglio le questioni
più moderne ; per me non mi resta che di vene-
rarlo e santamente invidiarlo .
Noi mettiamo innanzi questi giudizi, perché sono
tutti di uomini dottissimi e Prelati della maggior
autorità , e sono dagli Italiani confermati colle
continue e pressanti richieste .
Nella copertina si trova la nota delle Opere, i
più apprezzabili giudizi, non che il prezzo di cia-
scun' opera .
OPERE LITURGICHE.
ALOYSII (P.), A Carpo, Caerimoniale iuxta ritum
romanum ; in 8° ; Torino
. . . L . 4 00
- Compendiosa Bibliotheca Liturgica in qua notio-
nes omnes, ad sacros ritus spectantes, atque
ecclesiasticis viris
. . » 7 00
Breviarium Romanum etc . ; 1 vol . in 8°-gr . ; ediz .
rosso-nera, in carati . gr . coli inc . Torino » 24 00
Idem , ad usum Fratrum minorum s . Francisci
Cappucinorum et Monialium eiusdem Ordinis,
cum Of iciis , novissime concessis ; 1 volume
in 16° . .
. . » 8 00
Cerimonie (Le sacre) della Messa privata secondo
il rito della Chiesa romana ; 11;68 , in 8° . » 1 25
Crespi D . Giov . Battista Can . - Ceriana .
Fort D . Giov . Battista - Cividale .
Gianoglio Angela - Cherasco .
Laffranchi D . Giovanni Vic . For . - Pisogne .
Poro Enrichetta - Cherasco .
Bocca D . Lorenzo Can . alla Cattedrale - Biella .
Balbis D . Teol. Rett . SS . Martiri - Torino .
Triacca D . Luigi Sem . Arciv . - S. Pietro Mar-
tire - Barlassina - Milano
Otella D . Giacomo Arcipr. - Gallianico (Biella) .
Demo Vittoria - Vignole Burbera .
Gandolfi Bernardo fu Bernardo - Cipressa .
Antonucci Cardinale Benedetto Arciv . - Aneona .
Ponzio Luigia Maestra - Torino .
Fabio Maria Asquini Cardinale Segr . dei Brevi
Pontificii ai Principi - Roma.
Carini D . Cesare Parr. - Fagnano Olona .
Franco Giustino - Tagliaseo Novarese .
Drago D . Giuseppe Prev . di S. Bart . - Arzeno .
Paravicini Maria Contessa nata Stanga - Milano .
Maccario D . Giuseppe della Cong . degli Scolopii
Cav . Prof. di Ginnasio - Ventimiglia .
Fossati D . Andrea Prev . e Missionario Aposto-
lico - Camporosso .
INDULGENZE SPECIALI
pei Cooperatori.
Ogni Cooperatore può acquistare indulgenza ple-
naria una volta al giorno, da applicarsi alle anime
del Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocifisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta
alla santa Comunione .
Può altresì lucrare moltissime indulgenze ple-
narie nel corso del giorno mediante la recita di
sei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente del
Sommo Pontefice . E queste indulgenze applicabili
alle anime purganti, le può acquistare toties quo-
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti
Pater Ave e Gloria in qualunque luogo, senza
bisogno di Confessione e Comunione, purché sia
in grazia di Dio .
Oltre a queste un' altra plenaria ne può gua-
dagnare ogni Domenica, e nei giorni qui sotto
notati, purché confessato negli otto giorni, e co-
municato, visiti una qualche Chiesa, pregandovi
secondo l'intenzione del Sommo Pontefice .
Mese di Marzo.
ALTRI COOPERATORI E COOPERATRICI
Chiamati all' altra vita nell' anno 1878 .
Calosso Teresa - Moasca .
Barabino Andrea - Genova .
Ricchini D . Angelo Custode a N. S . delle Gra-
zie . - Sampierdarena .
5 . S . Giovanni della Croce .
9 . Santa Francesca Romana, vedova .
11 . Santa Catterina da Bologna .
19 . S . Giuseppe, Sposo della SS . Vergine .
25 . Annunziazione della SS . Vergine .
Sampierdarena 1879. Tip. di San Vincenzo de' Paoli .
Con permesso dell'Aut . Eccl.
FERRARI GIUSEPPE gerente respons.